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IN EPS
ISOBLOK
PARTE 1a
SOMMARIO
1. RELAZIONE TECNICO – STRUTTURALE PARETI BORDO VASCA CON
ELEMENTI ISOBLOK 4
Rev.00 – 01-01-2010
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L’edizione 2010 della Relazione Tecnico Strutturale edita dall’ Ufficio Tecnico di CPA
– ACQUAFORM contiene in se diverse revisioni della precedente scrittura, resesi
indispensabili con l’entrata in vigore del D.M. 14 gennaio 2008. Aggiornata in ogni
sua parte, essa vuole essere un valido supporto tecnico alla fornitura e realizzazione
delle piscine. Non si tratta di uno strumento progettuale completo ne tanto meno lo
sostituisce in quanto obbligatorio per legge.
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1.1.1 Materiale
Gli elementi ISOBLOK sono realizzati in EPS, ovvero polistirene espanso sinterizzato,
mediante un procedimento industrializzato che garantisce all’elemento omogeneità di
materiale e di dimensioni, caratteristiche fondamentali per le applicazioni che tale
prodotto trova sul mercato.
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Non vengono usati, nè mai sono stati usati, i clorofluorocarburi -CFC- dannosi per la
fascia di ozono che circonda la nostra atmosfera. Ne discende quindi come il peso di
ogni singolo elemento è davvero irrisorio. Non è però così per la rigidezza ( ed
indirettamente la resistenza) . Infatti, le nervature ricavate all’interno offrono un’ottima
rigidezza e compattezza del prodotto. Ciò permette maneggevolezza e rapidità di
posa e basso rischio di danneggiamento e svergolamento degli elementi.
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Come è palese intuire, piscine con bordo vasca rettilineo sono facilmente
componibili, a maggior ragione se le dimensioni dei setti sono multipli di 1250 mm.
Ciò comporta oltre che un notevole risparmio di tempo, una maggiore omogeneità
della parete con blocchi tutti perfettamente incastrati tra loro.
All’interno è stata ricavata una sezione ad H con passo 250 mm che consente al
calcestruzzo di scorrere all’interno del cassero e tra le barre di armatura creando un
reticolo in calcestruzzo armato composto da montanti con passo 250 mm e traversi
con passo 300 mm nel caso di ELEMENTO RETTILINEO 1250 X 250 X 300 mm e
passo 275 mm nel caso di ELEMENTO RETTILINEO 1250 X 250 X 275 mm. Col
cassero curvo il reticolo non subisce alcuna variazione dimensionale e viene
proiettato su una superficie curva che può essere concava oppure convessa. In
questi ultimi due casi la rigidezza della struttura subisce un notevole aumento per
effetto forma.
Le facce laterali parallele al lato lungo sono perfettamente lisce al fine di permettere
una perfetta aderenza del telo impermeabile, che viene successivamente posato.
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Detto ciò è bene ricordare che le pareti bordo vasca realizzate col metodo qui
proposto sfruttano gli elementi ISOBLOK come cassero a perdere e l’organismo
strutturale è a tutti gli effetti una struttura in calcestruzzo armato.
Non meno importante è l’aspetto della pulizia del cantiere e delle attrezzature da
utilizzare. Con la scelta del cassero a perdere si può dire che gli attrezzi necessari si
riducono a poche unità, con costi di gestione altamente ridotti e rischi per gli
operatori nettamente inferiori.
Infine, l’utilizzo del cassero a perdere in EPS costituisce una coibentazione per il
calcestruzzo che all’interno del cassero, maturando, produce calore di idratazione.
Un buon isolamento permette di ridurre al minimo il gradiente termico tra il cuore
della parete e l’esterno e riducendo così la fessurazione di origine termica.
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Le piscine bordo vasca realizzate con elementi ISOBLOK sono facili e veloci da
realizzare, economiche perché riducono i tempi, la manodopera e l’attrezzatura.
Con gli elementi ISOBLOK è possibile realizzare piscine sino ad una profondità di 2100 mm
in un tempo decisamente contenuto. Il cassero a perdere è facilmente componibile per via
della sua leggerezza, resiste efficacemente alle azioni indotte dalle operazioni di getto e
costituisce un’ottima superficie su cui posare il telo impermeabile.
Paragonando queste operazioni ad una vasca gettata in opera occorrerebbe tenere in conto
del tempo di maturazione del calcestruzzo prima del disarmo, delle operazioni di revisione e
rasatura della parete grezza in calcestruzzo nonché di tutta l’attrezzatura necessaria a
realizzare il cassero per il contenimento del getto. A conti fatti, le pareti bordo vasca con
elementi ISOBLOK, vantano una riduzione di più del 50% sulle tempistiche d’intervento e la
totale eliminazione di tavole, pannelli, distanziali e quant’altro di necessario a realizzare una
parete in calcestruzzo armato.
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TIPI DI COSTRUZIONE VN
Opere provvisorie - Opere provvisionali - Strutture in fase costruttiva ≤ 10 anni
Opere ordinarie, opere di importanza normale ≥ 50 anni
Grandi opere, opere di importanza strategica ≥ 100 anni
Tab 1.2.1 Vita nominale delle opere
Per quanto riguarda la classe d’uso le Norme tecniche per le Costruzioni prevedono
quattro diverse classi in funzione della destinazione d’uso dell’edificio. La
classificazione è in ordine crescente dall’edificio meno importante in classe d’uso I a
quello strategico che richiede la più alta attenzione, posto in classe d’uso IV.
Quanto sopra presentato, oltre ad essere un utile modo per classificare l’edificio che
ci si accinge a progettare, è di particolare utilità per calcolare il periodo di riferimento
VR nel momento in cui si debba valutare l’azione sismica sula costruzione. Infatti:
VR = VN · Cu (1.3)
A tal proposito si ritiene interessante riportare una tabella di calcolo del periodo di
riferimento VR, tenendo presente che se VR < 35 anni, si assume comunque VR = 35
anni .
Cu 0,7 1 1,5 2
10 35 35 35 35
50 35 50 75 100
VR
vN
Per strutture con vita nominale di 10 anni, qualsiasi sia la classe d’uso, il periodo di
riferimento viene preso pari a 35 anni. Le NTC precisano però che, in zona sismica,
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se l’edificio in esame presenta una vita nominale inferiore ai due anni, allora è
possibile soprassedere alle verifiche strutturali.
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NOTA: 1;2;3;4,5 sono i ferri d’armatura che il progettista deve individuare nel
dimensionamento strutturale.
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ISOBLOK
Detto questo è palese intuire come ci sia una variazione a livello locale dello spessore
di calcestruzzo che costituisce il setto portante. La dimensione è compresa tra il
minimo valore pari a 120 mm nella sezione ad H, ed il massimo valore pari a 165
mm nella sezione trasversale del montante. Ai fini dello studio del comportamento
strutturale della parete bordo vasca è bene passare al setto equivalente in
calcestruzzo armato sotto le seguenti due ipotesi:
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Nelle verifiche strutturali sia a Stato Limite Ultimo che a Stato Limite di Esercizio si
utilizzerà il setto equivalente, considerandone il comportamento globale ottenuto da
una modellazione tridimensionale agli Elementi Finiti.
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Con l’ingresso delle Nuove Norme Tecniche per le costruzioni gli acciai da armatura
per strutture in calcestruzzo armato sono il B450A ed il B450C. Il primo si ottiene con
un processo di laminazione a freddo ed è tipico dei tralicci e delle reti elettrosaldate.
L’acciaio B450C è invece la classica barra d’armatura comunemente nota a tutti ed
ottenuta con un processo di laminazione a caldo. La sigla contiene ancora due entità
ovvero la lettera B che sta per “Beton” ( Calcestruzzo, quindi acciaio per armatura )
ed una cifra indicante la tensione di snervamento caratteristica. In sede Europea è
stato stabilito che tale valore, in base ad opportune tolleranze che qui si omettono,
sia pari a 500 N/mm2, ma per Paesi a forte rischio sismico come l’Italia oppure la
Grecia, si è preferito ridurre il valore della resistenza in favore di un aumento della
duttilità del materiale.
Circa il posizionamento dell’armatura è noto a tutti che essa vada posta laddove si
generano tensioni di trazione nel calcestruzzo. Occorre quindi individuare lo stato
tensionale all’interno della struttura e posizionare il rinforzo. Il fatto che la parete sia
“sottile” e “debolmente” armata non deve essere sintomo di sfiducia. Infatti per
strutture come le pareti bordo vasca le tensioni in gioco sono quasi sempre
contenute e questo tipo di soluzione si dimostra efficace sicura ed economica.
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C = calcestruzzo
Classe di resistenza
Classe di consistenza
Per le pareti bordo vasca con elementi ISOBLOK sarà molto importante prescrivere
un calcestruzzo avente adeguata classe di consistenza per consentire che esso
riempia completamente ed omogeneamente le cavità del cassero senza segregare.
Si potrebbe addirittura ipotizzare l’utilizzo di un betoncino, ovvero un calcestruzzo
con mix design che utilizzi aggregati di pezzatura più fine in favore per l’appunto di
un’ottima lavorabilità. Quanto alla classe di resistenza, essa dovrà essere scelta
principalmente tenendo conto della resistenza necessaria ad affrontare le tensioni in
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esercizio. In questo caso la classe di esposizione ambientale è quanto mai ridotta per
via della completa protezione del calcestruzzo interno agli elementi ISOBLOK.
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Le pareti bordo vasca realizzate con elementi ISOBLOK gettati in opera sono
assimilabili a setti in calcestruzzo armati. Come descritto nelle pagine precedenti, dal
punto di vista strutturale, si ha a che fare con una parete sottile debolmente armata.
La parete è un elemento strutturale bidimensionale perché ha due dimensioni
nettamente superiori rispetto alla terza. Ne discende un comportamento
bidimensionale che permette una miglior distribuzione delle tensioni in esercizio. Non
solo, la parete è un elemento strutturale che ha due valori di rigidezza molto diversi
tra loro; quella perpendicolare al piano medio oscilla attorno a valori discreti funzione
della lunghezza della parete esterna e dell’influenza dell’incastro alle estremità. La
rigidezza misurata parallelamente al piano medio è invece caratterizzata da importanti
valori che permettono un’ottima gestione delle azioni orizzontali.
Nel caso di piscina interrata, l’azione dominante sarà la spinta del terreno a maggior
ragione quando la vasca è vuota per operazioni di manutenzione.
Nel caso invece di piscina fuori terra, l’azione predominante è la spinta idrostatica. In
questo caso occorre eseguire un accurato studio della curva delle pressioni andando
a determinare le zone di trazione e quelle di compressione, oltre all’equilibrio e la
stabilità della parete.
Per quanto concerne l’azione sismica, alla luce di quanto riportato in § 1.2.3,
attraverso la zona sismica all’interno della quale ricade il manufatto, le condizioni
topografiche, la tipologia di edificio e la sua destinazione d’uso si determina l’entità
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Uno studio rigoroso richiede un metodo razionale basato sulla soluzione delle
equazioni idrodinamiche con le opportune condizioni al contorno [EC8]. In
alternativa, è possibile adottare un modello semplificato basato su un analogia
meccanica, così come proposto da G.H.Housner [The dynamic behavior of water
tanks , contenuto in Bulletin of the Seismological Society of America, Vol. 53, N. 2, pp
381-387, Febbraio 1963].
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Figura 1.11 : Analogia meccanica proposta da G.W.Housner per simulare l'azione idrodinamica che il
liquido compie sulle pareti della vasca.
Per il calcolo e la definizione delle quantità di cui sopra si è fatto riferimento alla
norma statunitense ACI 350-3 “Seismic design of liquid-containing concrete
structures” emessa dall’American Concrete Institute- Comitato 350.
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Per una vasca circolare di diametro D (caso delle piscine a bordo curvo) e un altezza
d’acqua pari ad HL, le quantità di cui sopra possono essere calcolate come segue:
D
tanh 0.866
Mi HL
=
M D
0.866
HL
MC D H L
= 0.230 tanh 3.68
M HL D
H
cosh 3.68 L − 1
hc D
=1−
HL H H
3.68 L sinh 3.68 L
D D
hi D D
= 0.5 − 0.09375 per < 1.333
HL HL HL
hi D
= 0.375 per ≥ 1.333
HL HL
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Per una vasca rettangolare di lunghezza L (nella direzione del sisma considerata) e
altezza d’acqua HL
L
tanh 0.866
Mi HL
=
M L
0.866
HL
MC L H
= 0.264 tanh 3.16 L
M HL L
H
cosh 3.16 L − 1
hc L
= 1−
HL H H
3.16 L sinh 3.16 L
L L
hi L L
= 0.5 − 0.09375 per < 1.333
HL HL HL
hi L
= 0.375 per ≥ 1.333
HL HL
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PLATEA DI FONDAZIONE
XC2 Bagnato, raramente asciutto. Superfici di calcestruzzo a contatto con l’acqua per
lungo tempo. Molte fondazioni
Copriferro
Osservando gli elaborati grafici in allegato è palese intuire come il copriferro dell’armatura
metallica sia d’interesse solo per quanto concerne la fondazione, in quanto il calcestruzzo
formante la parete bordo vasca è completamente protetto dagli elementi ISOBLOK e dal telo
impermeabile utilizzato in superficie della vasca.
Detto ciò, si precisa che per quanto riguarda la platea di fondazione, alla luce delle qualità
del calcestruzzo riportate in seguito, il copriferro delle strutture metalliche è il seguente:
Cnom = Cmin + ∆toll = 30 + 10 = 40 mm
Dove:
Cnom valore del copriferro nominale;
Cmin valore minimo del copriferro da realizzarsi;
∆toll tolleranza geometrica e di costruzione da conteggiare per compensare eventuali
imprecisioni in fase esecutiva.
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Secondo il D.P.R. 380 / 2001 – Art. 53-comma1, la piscina è a tutti gli effetti una
struttura in quanto soggetta a carichi che ne richiedono una funzione portante.
Pertanto, la sua costruzione deve avvenire secondo un progetto esecutivo redatto da
un tecnico abilitato. L’organismo strutturale che si viene a comporre è costituito dagli
elementi di seguito illustrati.
2.2.1 Fondazioni
Le fondazioni nascono con la vocazione di trasferire i carichi al terreno su cui si
realizza la costruzione. La scelta della tipologia ed il loro dimensionamento deve
essere condotto alla luce delle caratteristiche meccaniche del terreno stesso ed in
funzione dell’entità dei carichi in gioco.
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Una volta che la struttura entra in esercizio, ad esempio col rinfianco delle pareti e/o
riempimento della vasca, tali pareti sono soggette a pressoflessione. Per la verità la
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Pertanto, per le vasche a bordo rettilineo ed a maggior ragione per quelle a bordo
curvo è bene realizzare un modello matematico che simuli il comportamento della
struttura sotto carico. Si precisa che non è il caso di realizzare complesse
discretizzazioni e modelli geometrici raffinati, bensì è già sufficiente un semplice e
corretto modello che riesca a cogliere con buona approssimazione la risposta della
vasca.
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- Se la singola parete rettilinea presenta una lunghezza inferiore a circa due volte
la sua altezza, si risente dell’effetto incastro dovuto agli angoli. Ne discende un
comportamento rigido della parete stessa con un andamento del momento
flettente che cambia di segno in prossimità della base. Studiando la sezione
trasversale della parete è possibile modellare la struttura come mensola
incastrata alla base con appoggio in sommità.
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Tale spinta è considerata spinta a riposo (passiva) in quanto i possibili cedimenti non
giustificherebbero lo sviluppo della spinta attiva. Il coefficiente di spinta a riposo, dalla
letteratura vale:
2 1 − sen ϕ '
K 0 = 1 + ⋅ sen ϕ ' ⋅
3 1 + sen ϕ '
σ h' 0 = K 0 ⋅ σ v' 0
Alla spinta delle terre così calcolata si somma l’azione della falda acquifera, che crea
una spinta di tipo idrostatico (lineare crescente con la profondità) contro le pareti
della vasca.
Per quanto riguarda l’acqua di falda, essa produce una sottospinta idraulica sul fondo
delle vasche proporzionale alla profondità del fondo vasca.
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E R / EE ≥ 1
Dove:
Vista la semplicità del manufatto e l’esiguità delle azioni in gioco, le verifiche allo
Stato Limite di Esercizio sono per lo più una scrupolosa analisi volta a confermare le
scelte progettuali. Infatti, se è vero che il dimensionamento delle strutture viene
eseguito tramite una procedura di predimensionamento e verificato mediante
relazioni che prendono in considerazione le sollecitazioni allo SLU, è altrettanto vero
che il complesso strutturale deve rispettare le limitazioni imposte dallo SLE. Si parla
di limitazioni in virtù della possibilità, prevista dall’EC2 e dalle NTC ’08; di verificare il
comportamento delle strutture mediante procedure empiriche correlate ai particolari
costruttivi e di armatura.
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alla tensione nelle barre d’acciaio ( ad esempio attacco platea – parete bordo vasca )
si deduce il diametro massimo utilizzabile.
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I pannelli dovranno essere depositati in luogo possibilmente asciutto, per evitare che
l’esposizione continuativa all’umidità possa provocare svergolature, influenti nella sua
successiva posa in opera, ed in particolare nel grado di tolleranza della planarità e
verticalità.
Dovranno essere previsti assi di legno, da depositare nel luogo previsto allo
stoccaggio, e successivamente accatastati sopra i pannelli isoblok, così da poter far
circolare l’aria attraverso ad essi con moto convettivo, in modo da mantenere un
certo livello di aereazione.
Si dovrà prevedere un telo, per la protezione dagli agenti atmosferici e delle assi di
legno, poste in prossimità degli spigoli accatastati, per la protezione contro gli urti.
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Successivamente occorre posare l’armatura orizzontale, una volta posati i moduli, far
passare all’interno di essi, l’armatura corrispondente.
Per delle altezze di muri inferiori o uguali a 1.50 m, si può effettuare il riempimento
della struttura in un unico getto: a seconda della consistenza del calcestruzzo è bene
controllare la spinta idrostatica, che agisce sul cassero, per evitare spanciamenti e
difetti di planarità a calcestruzzo indurito. Tale raccomandazione è tanto più
necessaria, quanto più è lunga la parete, ovvero a man mano che si vada a
disperdere l’effetto incastro. Si consiglia in tale caso, una puntellatura adeguata con
interasse non superiore a 4 metri.
E’ raccomandato di utilizzare una pompa con tubo di scarico verticale in uscita, per
assicurare una ripartizione regolare della gettata; procedere con il getto iniziando da
un angolo e spostando il tubo lungo il perimetro della vasca, operando per strati, al
fine di evitare la segregazione del calcestruzzo con formazione di nidi di ghiaia. E’
buona regola vibrare il calcestruzzo ripetutamente, per brevi lassi di tempo, in zona
diverse.
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Infatti quando la curvatura, è a favore del carico, la parete potrebbe entrare in crisi
dato che il calcestruzzo è ancora fluido, e l’armatura non trova il necessario
ancoraggio.
3.2 Armatura
Lo spessore della platea è funzione dell’entità dei carichi ( quindi in larga parte della
profondità della piscina ), del tipo di terreno e delle sue proprietà meccaniche. Non
meno importante è l’estensione della platea, la quale va studiata con attenzione per
consentire le operazioni di getto sia in termini di tempistiche che di maturazione del
calcestruzzo. Per una corretta gestione della fessurazione da ritiro è buona regola
realizzare dei giunti di dilatazione, così come eseguire il getto a scaglioni, a partire
dal punto più distante del vincolo fisso ( parete ).
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In prossimità del bordo della platea, le reti risvoltano a 90° per 14 cm, questo a
permettere l’ancoraggio e la chiusura dell’armatura.
L’armatura delle pareti bordo vasca è composta da barre verticali e correnti di parete.
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Qualora l’analisi strutturale fornisca elevati valori delle sollecitazioni agenti è bene far
ricorso ad una doppia armatura. La sezione presenterà armatura sia a trazione che a
compressione mentre il calcestruzzo offrirà il suo contributo nella sola zona
compressa, fessurandosi in quella tesa.
Angolo retto
Nel cambio di direzione è bene predisporre gli elementi Isoblok intervallati ogni corso
con un’armatura aggiunti a “L” di lato non minore di 50 cm. Essa va posta dalla parte
del lato maggiormente caricato in modo tale che la spinta a vuoto che va formandosi
non fessuri il calcestruzzo. Ogni corso di elementi isoblok deve presentare questo
tipo di armatura, la quantità ed il diametro devono seguire quelli della parete
maggiormente sollecitata.
Sulla base di quanto sopra scritto, il legame tra le pareti avviene a mezzo di ferri
sagomati ad L, con i lati opportunamente dimensionati. Tali armature, in arrivo dalla
parete secondaria si ancorano in quella principale lungo il lato opposto,
attraversandone l’armatura trasversale corrente per operare la chiusura. Per ogni
corso di elementi isoblok si deve predisporre questo tipo di armatura, la quantità ed il
diametro devono seguire quelli della parete maggiormente sollecitata.
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Gerarchia dell’armatura
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3.3 Calcestruzzo
Oltre alle quattro caratteristiche sopra menzionate, si può prescrivere una o più
prestazioni aggiuntive, tutte sul calcestruzzo indurito, quali ad esempio:
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