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Ricerche di S/Confine 1

Collana del Dipartimento dei Beni Culturali e dello Spettacolo Universit degli Studi di Parma

In copertina PAO, Through the looking glass, opera realizzata in occasione della mostra Oltre lo specchio, a cura di E. Modena, 2010 Courtesy Galleria Prospettiva darte, Milano

Progetto grafico e copertina BosioAssociati, Savigliano (CN)

La traduzione della Prefazione di Linda Hutcheon di Michele Guerra

ISBN 978 88 8103 761 2

2011 Edizioni Diabasis via Emilia S. Stefano 54 I-42121 Reggio Emilia Italia telefono 0039.0522.432727 fax 0039.0522.434047 www.diabasis.it

Le immagini tradotte
Usi Passaggi Trasformazioni
A cura di Cristina Casero e Michele Guerra Prefazione di Linda Hutcheon

D I A B A S I S

Le immagini tradotte
Usi Passaggi Trasformazioni
A cura di Cristina Casero e Michele Guerra

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Prefazione, Linda Hutcheon Nota dei curatori A come autore, Elisabetta Longari Fotografando immagini. Come la fotografia diventa simulacro, Cristina Casero Vedere quasi la stessa immagine, Michele Guerra Altrove e qui. Limmagine cinematografica nella video-installazione contemporanea, Kevin McManus Riappropriarsi della storia dellarte, Elena Di Raddo Capolavori nel mercato delle immagini: tra dissacrazione e analisi critica Vanja Strukelj Esposizioni e allestimenti come strumento critico, Francesca Zanella Maps and Legends. Il videogioco e il progetto dellimmagine Marco Scotti Per unanalisi ipermediale del film, Adriano Apr Le immagini Indice dei nomi

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Ringraziamenti
Per la gentile concessione delle riproduzioni delle immagini si ringraziano Catherine Belloy, Ivo Bonaccorsi, Caterina Boetti, Stefania Del Nero Formenti, Bettina Della Casa, Paola Di Bello, Gabriele Di Matteo, Flavia Fossa Margutti-MART, Museo darte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, Jean Claude Freymond-Guth, Zurigo, Jean-Pierre Gabriel, Francesco Garutti, Jean Luc Godard, Marian Goodman Gallery-New York, Douglas Gordon, Federico Luger, Claire Morens-Fondazione Musei Civici di Venezia, Giulio Paolini, Elodie Pong, Annig Rajmondi, Elena Salza-Fondazione Alighiero Boetti, Anne Marie Sauzeau-Archivio Alighiero Boetti, Suzanne Tordjman.

Prefazione

Le immagini tradotte. Usi Passaggi Trasformazioni, curato da Michele Guerra e Cristina Casero, offre ai lettori uno sguardo dinsieme e indagini pi mirate su come oggi le diverse forme darte rivisitino audacemente e in tal modo trasformino le immagini del passato. Il terreno estetico di questo libro costituito dal mondo postmoderno degli ultimi trentanni, un terreno ricco di esempi, per ogni arte, di tutte le forme di tale recupero: citazione (ironica e non), parodia, adattamento, rimediazione, e molto altro. Nel 1980, alla Biennale di Venezia si tenne la prima Esposizione Internazionale dArchitettura; come noto, si tratt di una di quelle esposizioni critiche che come mostra in questo libro Francesca Zanella sono in grado di creare di per se stesse un discorso. In questo caso fu un discorso postmoderno di presenza del passato: allArsenale, la Strada Novissima aveva reso visibile ci che Charles Jencks avrebbe scritto in modo cos convincente a proposito della doppia codificazione estetica del passato nel presente. Come ora sappiamo, questo atteggiamento si avviava a diventare una delle forme dominanti dellimpegno di tutte le arti rispetto alla storia artistica, culturale e politica. La successiva architettura postmoderna di Paolo Portoghesi e di Aldo Rossi, tra gli altri, ha incarnato in maniera ironica e flamboyant la storia di questa arte, facendosi beffe con ironia e nondimeno seriamente del rifiuto del passato dellarchitettura modernista e di tutto il suo bagaglio decorativo. Cos facendo, larchitettura spian la strada e fece davvero da modello alle altre arti dalla pittura alla fotografia, dal cinema allopera, dalla narrativa al teatro. Questa sensazione di dj vu e nel contempo di non proprio che tali forme ricche di echi invocavano, fu determinante nella successiva teorizzazione del postmodernismo, sia come forma positiva di un riepilogo culturale vibrante dal punto di vista artistico, sia non sorprendentemente come variante negativa, cio derivativa, non originale della stessa. Ad ogni modo, in questo volume, la lettura positiva e pi produttiva a dominare, dallo studio di Michele Guerra sul cinema autoriflessivo, a quello di Elena Di Raddo sulla relazione post-produttiva degli artisti con la storia della loro arte. Allinterno di unestetica romantica, evidentemente, lintenzionalit e la consapevolezza di questo tipo di recupero del passato furono viste inevitabilmente come lopposto della vera creativit, innovativa, impulsiva, frutto dello sforzo di un genio-creatore. E allinterno di unestetica modernista, questa rievocazione del pas-

Prefazione

sato fu vista anzich come uno slancio in avanti come un qualcosa di conservatore e retrogrado. Ma, come il tempo avrebbe dimostrato, la mancanza di nostalgia e la forte presenza dellironia lavorarono a difesa di questa sorta di predatore darchivi postmoderno attaccato sia dai tardo-romantici che dai tardo-moderni. La ricollocazione e dunque la reinterpretazione che anche procedono dalla ricontestualizzazione del passato nel presente, come suggeriscono qui sia Cristina Casero che Vanja Strukelj, hanno condotto a molte e feconde riletture critiche. Con lavvento della tecnologia digitale e il passaggio dalla riproduzione meccanica alla riproduzione elettronica, sono sorte nuove e importanti complicazioni ideologiche, legate sia alle arti stesse che alla loro ricezione critica. La nuova facilit di riproduzione la possibilit di inserire duplicati perfetti in nuovi contesti ha fatto emergere tutta una serie di questioni inedite. Il recupero del passato diventato appropriazione vale a dire diventato oggetto del contendere in ambito politico, legale ed etico. Sia nella musica con la campionatura, che nel cinema col found footage, ci sono oggi vere e proprie sfide alle onerosissime leggi sul copyright del mondo capitalista, cos come a quelle romantiche concezioni di autorialit e quindi di propriet. Invece di creare oggetti nuovi o originali, gli autori sembrerebbero intendere oggi il loro compito come volto a farci vedere di nuovo, cio a cambiare il modo in cui vediamo ci che gi esiste e che pu essere copiato, come mostra qui Elisabetta Longari. Forme analoghe di spostamenti materiali, com il caso del collage, hanno avviato tale sfida, ma il passaggio ai nuovi media ha reso i prestiti intertestuali ubiqui e per questo tanto pi potenzialmente forti e critici, come osserva Kevin McManus nella sua analisi sulle video-installazioni contemporanee che utilizzano i film come ready-made al fine di decostruire quella grande illusione di coerenza e continuit che propria del mezzo cinematografico. Del resto, la cultura occidentale ha sempre preso in prestito immagini, o per dirla diversamente, ha sempre raccontato le stesse storie in modi differenti. Per questa ragione gli adattamenti sono sempre esistiti, sia che il passaggio avvenisse da storie raccontate oralmente attorno al fuoco a versioni scritte e stampate nei libri, sia che riguardasse mondi cinematografici visti in una sala e trasformati in videogiochi eterocosmici esperiti davanti allo schermo di un computer questione di cui si occupa qui Marco Scotti. Ed oggi, come ci spiega Adriano Apr, possiamo studiare in modo estremamente agevole ed elegante le fasi di composizione delle immagini grazie alla tecnologia digitale e alla sua capacit di trasferire dati visivi e sonori on-line, aprendo a nuove possibilit di discussione. Ci che questo libro ci dimostra nel suo studio di usi, passaggi, trasformazioni che oggi il dialogo intertestuale, che si voglia o meno chiamare postmoderno, vivo, anzi prospera nella nostra et globalizzata ed elettronica. E noi, per questo motivo, siamo culturalmente pi ricchi. Linda Hutcheon University of Toronto

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