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Collana diretta da
Bruno Amoroso Arrigo Chieregatti Pierluca Ghibelli Orazio Micalizzi
Progetto grafico e copertina
BosioAssociati, Savigliano (CN)
ISBN 978-88-8103-738-4
D I A B A S I S
Il “Mezzogiorno” d’Europa
Il Sud Italia, la Germania dell’Est
e la Polonia Orientale nel contesto europeo
A cura di Bruno Amoroso
Bibliografia 216
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2. La realtà del processo decisionale convenzionale
non è in grado di delineare e implementare una serie di
scelte strategiche che potrebbero introdurre una svolta
con la liquidazione delle barriere storiche.
3. Questa situazione caratterizzata dall’assenza cre-
scente di formulate, elaborate e implementate decisioni
strategiche capaci di superare le barriere esistenti è qui
definita come nodo gordiano.
4. A causa del fallimento del processo decisionale
convenzionale le soluzioni alessandrine sono l’unico
modo di tagliare i nodi gordiani di una data regione.
Questo nuovo orientamento ha prodotto una serie di
studi e un convegno internazionale a Varsavia nel 2010(Ku-
klinski, Malak-Petlicka, Zuber, 2010), nel corso del quale
sono stati presentati e discussi i contributi di autori italiani,
polacchi e tedeschi. Alcuni dei contributi degli autori ita-
liani sono riprodotti in questo volume.
a. Polonia Orientale
La Polonia Orientale è la regione meno sviluppata del
paese e, nel contempo, la regione di frontiera dell’UE.
Una ricerca promossa dal Ministro dello Sviluppo Re-
gionale della Polonia e dalla Commissione Europea pub-
blicata nel 2007 afferma, nella introduzione di J. Szlachta:
Queste regioni hanno la caratteristica di un anello ma-
gico dell’arretratezza creato dal basso livello del capitale
umano, basso livello di accessibilità al territorio, basso li-
vello di sviluppo infrastrutturale, basso livello di reddito
prodotto nell’area, e un molto alto livello di dipendenza
dall’agricoltura (Jakubowska, Kuklinski, Zuber, 2007: 5).
Si tratta di una formulazione molto coraggiosa che in-
troduce nel nostro dibattito il tema classico dell’“arre-
tratezza” che, per ragioni di diplomazia accademica e di
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opportunità politica, è stato rimpiazzato da concetti più
sfumati come quello di regioni meno favorite o meno svi-
luppate. Si tratta di ipotesi che, se maggiormente diffuse,
creerebbero un arricchimento intellettuale e pragmatico
della scena polacca in studi e politiche regionali.
b. Germania dell’Est
Alla Germania spetta il merito storico di avere creato
i fondamenti della teoria sulla collocazione geografica
delle risorse che costituiscono un importante contributo
nel quadro mondiale delle scienze sociali (Blume, Funek,
Kowalski, Kuklinski, 2007).
Agli inizi del XXI secolo la Germania è il migliore
esempio di un paese con una forte e qualificata rete di
istituzioni di ricerca sui territori, ben rappresentate nel
volume sponsorizzato dall’Istituto per la Ricerca Spa-
ziale, dal titolo La ristrutturazione della Germania Orien-
tale, (Restructuring Eastern Germany), che riunisce 15
saggi di vari autori (Lentz, 2007).
Ciascun contributo è di alto valore in questo campo
della ricerca. Tuttavia tutti riflettono l’assunto che la ri-
cerca spaziale sia un ramo fortemente autonomo dei sa-
peri, il cui lavoro di analisi e riflessione può svolgersi al di
fuori dei problemi fondamentali posti dalla realtà. In que-
sto caso il problema fondamentale, il dramma della Ger-
mania Orientale e quindi il nodo gordiano di chi è
responsabile della creazione di un Mezzogiorno tedesco,
resta senza risposta. L’analisi dei problemi spaziali nella
Germania Orientale, senza una riflessione sostanziale e
metodologica che affronti il tema delle radici politiche,
economiche e sociali di questi problemi, ne riduce forte-
mente la sua validità ad un de facto apparente problema.
Più utile e di maggiore soddisfazione intellettuale è il
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contributo La Germania Orientale nella trappola dello
sviluppo o della scelta di Münchhausen (Röpke, 2007). Si
tratta di una analisi che cerca di comprendere il dramma
storico della Germania Orientale e le cui riflessioni su
questa esperienza sono di grande utilità per l’interpreta-
zione anche dell’Italia del Sud e della Polonia Orientale.
Nella discussione attuale sui tre “Mezzogiorno” d’Eu-
ropa possono essere utilizzate alcune delle indicazioni
offerte da questo contributo.
1. Il dramma della Germania Orientale e il suo nodo
di Gordio sono stati creati dalla strategia dell’unifica-
zione della Germania, compresa l’idea sbagliata di in-
trodurre la parità tra il marco della Germania Orientale
e quello Occidentale (ivi, p. 24). Questa strategia ha pro-
dotto la de-industrializzazione e la de-innovazione nella
Germania Orientale, introducendo un modello di adat-
tamento passivo simile a quello prodottosi nel Sud d’Ita-
lia con i trasferimenti sociali.
2. Non è possibile creare sviluppo utilizzando il solo
strumento di immettere risorse esterne nella macchina
dell’economia (ivi, p. 21).
3. La logica dell’input è stato un approccio sbagliato
alla strategia dello sviluppo nella Germania Orientale
che, secondo Röpke, ha le sue origini nel modello neo-
classico dominante (ivi, p. 20).
4. La logica dell’input dovrebbe essere rimpiazzata
da quella dell’innovazione per la riconfigurazione dei
fattori produttivi sostenuta da Joseph A. Schumpeter
(ivi, p. 21).
5. Dovremmo considerare la metafora relativa alle
avventure del barone Karl Fredrich di Münchhausen.
In una situazione disperata, il barone di Münchhausen
afferrò i suoi capelli e tirò se stesso e il suo cavallo fuori
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dalla palude. Può anche la regione tirare se stessa fuori
della palude economica, adottando la scelta del barone
di Münchhausen? Secondo Jochen Röpke le regioni
non hanno alternative in relazione a quanto fatto da
Münchhausen (ivi, p. 19).
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corporati nella storia delle strutture sociali e politiche,
nei modelli mentali interiorizzati e nei comportamenti.
Dal cumulo di tali ostacoli hanno origine i nodi gordiani
del Mezzogiorno italiano. Nessuna soluzione alessan-
drina per districare questi nodi è stata finora trovata
dalla politica del governo italiano o dalle politiche del-
l’UE. Dobbiamo avere il coraggio di interrogarci sul per-
ché di questa situazione, anche se non siamo ancora in
grado di trovare una risposta soddisfacente.
d. I nodi gordiani dei tre “Mezzogiorno” d’Europa
I testi qui presentati sono il contributo di autori ita-
liani a tale discussione e su come incorporare una nuova
traiettoria nel programma di ricerca sul futuro delle re-
gioni europee. Sono convinto che la proposta dei tre
“Mezzogiorno” costituisca una eccellente opportunità di
sforzo innovativo nel pensare le politiche regionali eu-
ropee nella dimensione delle sue megaregioni mettendo
a confronto tre scuole di studi regionali: italiana, tedesca
e polacca. Allo stesso modo questo progetto consente
l’incontro e il dibattito tra filoni diversi di pensiero, con-
venzionali e non convenzionali, che generalmente non
si incontrano.
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