-3-
inglese perfetto, fluido, potente: e inVeCe no.
i giapponesi non sanno l’inglese, lo ignorano,
lo detestano inconsciamente ma ogni tanto il
loro inconscio affiora e si vede chiaramente,
che lo odiano.
È evidentemente possibile rivolgersi in in-
glese a un giapponese, ed è altrettanto pos-
sibile ricevere come risposta un allungarsi del
collo verso destra, una dilatazione del bulbo
oculare, una espressione indefinibile che
però sa di sorpresa, stupore e doloroso rim-
pianto di non essere scappati prima di rice-
vere la domanda nel barbaro idioma. Un
inchino frettoloso e un rumore di ossa, per-
ché i giapponesi quando si inchinano fanno fi-
sioterapia, è gente che non ama perdere
tempo, sancisce in modo irrevocabile la fine
di ogni altra possibile comunicazione. a quel
punto il turista capisce, la saetta della verità
gli trapasssa il corpo, di solito sudato, e
pensa: questi non sanno l’inglese e io non so
il giapponese, sono appena arrivato e pare
brutto tornare subito a casa, dovrò usare le
mani. in Giappone le mani sono importanti,
soprattutto quelle dei turisti. in Giappone le
mani ti salvano la vita o te la complicano, di-
pende da come le usi: questo vale anche in
-4-
altre parti del mondo ma in Giappone le mani
sono pura semantica, bisogna usarle con at-
tenzione. anche i piedi lo sarebbero, ma
quello è un altro discorso. non che i piedi non
siano semantica, ma è meglio muoverli il
meno possibile.
-5-
insensatezza semantica che lo farà capitare
per puro caso in un bagno del Sol levante,
avrà finalmente capito una cosa: che non ci
sta dentro tutto.
Dovrà necessariamente lasciare fuori una
gamba e un braccio, non appartenenti alla
stessa sezione mediana del suo corpo ma a
quella opposta, e si produrrà in un esercizio
di equilibrismo che vedrà il suo braccio destro
penzolare inerte nel corridoio mentre quello
sinistro cercherà di essere di aiuto nell’esple-
tamento di non meglio precisate e non più
rinviabili funzioni fisiologiche, mentre la
gamba sinistra, incastrata sotto un lavello
alto 4 cm. dal suolo, servirà da leva imper-
fetta, rendendo la posizione ancor più insta-
bile. La gamba destra sarà rimasta in albergo,
per prudenza.
il lavello dei bagni giapponesi, oltre ad essere
collocato a un’altezza ridicolmente bassa dal
suolo, è modellato secondo stili e morfologie
di costruzione che a noi occidentali sfuggono:
i modelli più diffusi ricalcano la vetta del
monte fuji, che è però un vulcano e come tutti
i vulcani non ha una punta ma un cratere,
piuttosto profondo nel suo caso: il costrut-
tore giapponese di lavelli ha quindi pensato
-6-
che ispirarsi alla forma del cratere di un vul-
cano potesse essere una cosa bella e saggia
e intelligente, dimenticando però il fatto che
lavarsi in un cratere di marmo non è il mas-
simo della comodità, e chiunque non sia giap-
ponese avverte una sensazione di lieve
sgomento quando vede la saponetta a forma
di pagoda scivolare dentro il cratere buio del
suo lavandino, temendo che questa caduta
possa scatenare una eruzione da un mo-
mento all’altro. Gli autoctoni risolvono lavan-
dosi sempre fuori casa, nei bagni pubblici,
lasciando agli ardimentosi turisti occidentali
il confronto con il vulcano. ecco quindi il mo-
tivo che ci ha spinto a tentare, forse vana-
mente, di mettere ordine nel caos, enun-
ciando 100 tesi (98+2) sul Giappone, nella
speranza che esse siano tutte completa-
mente inutili e inservibili, che sono le carat-
teristiche principali delle cose che contano
sul serio.
-7-
100 tesi sul
Giappone.
Sbagliate.
- 10 -
Se siete in Giappone e volevate andare in Ca-
rinzia avete sbagliato qualcosa. evitate di
(1
farlo sapere ai giapponesi, popolo orgoglioso
e fortemente autoreferenziale, e mentre gi-
rate per Tokio coltivate la vostra Carinzia in-
teriore, in silenzio. ogni tanto soffiatevi il
naso, è un gesto che si fa spesso in Carinzia.
- 11 -
mangiando probabilmente è morto ma poi-
ché in Giappone il verosimile è quasi sempre
più vero del vero guardate il vostro commen-
sale, che supponiamo essere vivo. Come ul-
timo consiglio pratico, aggiustate di sale e di
pepe, la carne del pesce palla è leggermente
stopposa (questa tesi è stata scritta ascol-
tando CADICE con Andrea Baronchelli al trom-
bone e Gianluca Di Ienno al pianoforte elet-
trico, nessuno dei due è giapponese).
4) poro
Se dovete mangiare qualcosa di caldo a Sap-
dopo le 5 del pomeriggio potreste incon-
trare qualche problema. Poiché il problema
non scomparirebbe nel caso di qualcosa di
freddo, vi conviene puntare sul caldo: esiste
la possibilità che la vostra mente vi faccia op-
tare per qualcosa di tiepido ma il tiepido, in
Giappone, non esiste.
5) Dio
in Giappone il sole è un Dio, così come è un
un gatto di legno che muove la zampa de-
stra o una posata rotta, preferibilmente un
cucchiaio, riparata con una sottile lamina in
finto oro, applicazione tipica del concetto
- 12 -
giapponese del kintsugi, che significa lette-
ralmente unire o riparare con l’oro: la frattura
dell’oggetto, di ogni oggetto, non va nascosta
ma riparata nel modo più appariscente pos-
sibile, abbracciando il danno come uno stato
di grazio, da ciò discende il fatto che i dentisti
giapponesi, 6 in tutto il paese, guadagnano
pochissimo e arrotondando riparando cuc-
chiai, perché i giapponesi adorano andare in
giro con denti arancioni.
- 13 -
mono particolarmente lungo e avvolgente,
quelle sposate li hanno bruciati tutti. Su quel-
le divorziate non abbiamo informazioni
8) ilpere
ramen è quella cosa che tutti pensano di sa-
cos’è ma che nessuno ha mai il coraggio
di dire cosa sia. Più o meno come l’arte con-
temporanea. nel caso del ramen è consigliato
soffiare con forza sul piatto, essendo spesso
bollente; per l’arte contemporanea non è ne-
cessario, soffiare sulle tele non altererebbe
in modo significativo il risultato
9) intagliato
tutti i ramen è presente almeno un uovo,
a metà, con l’albume grigiastro e il
tuorlo che occhieggia come un terzo occhio
che non sa dove sono finiti gli altri due. in al-
cuni tipi di ramen è previsto un quarto occhio
ma è spesso affetto da congiuntivite.
10) lesterolo,
il ramen è molto indicato per abbattere il co-
perché dopo che ne hai assaggiato
uno non mangi per tre mesi.
- 14 -
i locali tipici che offrono il ramen sono di so-
lito bui, lunghi, molto affollati e con i bagni
(11
sempre occupati da gente impegnata a ordi-
nare una pizza doppia mozzarella, alici pic-
canti e pera a fette. Sulla pera a fette si po-
trebbero dire molte cose, mediamente inur-
bane, ma preferiamo evitarlo.
- 15 -
tro le pareti del bagno alcune piccole pizzette
di plastica, che porta sempre con sé come
piccoli dei portatili. ad oggi sfugge il motivo
che spinge queste persone a lanciare queste
piccole divinità portatili contro la parete del
bagno, ma è solo una delle tante cose che ci
sfuggono.
15) inavendo
Giappone quando piove la gente, pur
un ombrello, non lo apre. aprire un
ombrello in pubblico viene ritenuto sconve-
niente, quindi in una giornata di pioggia il
salary man giapponese esce con l’ombrello
chiuso, va in ufficio tenendo sempre l’om-
brello chiuso, lo deposita nel portaombrelli, si
siede alla sua scrivania, lavora, si alza, prende
l’ombrello, non lo apre, esce dall’ufficio, ri-
torna a casa e una volta arrivato a casa, nel
suo salotto, apre l’ombrello e resta così per
circa 10 minuti. Dopo sviene. Dopo essersi ria-
vuto, il tutto nella totale indifferenza della sua
famiglia che continua a fare quello che stava
facendo prima, si alza, si cambia d’abito e
asciuga l’ombrello con il fiato, antica pratica
che affonda le sue radici nella dinastia zhou.
Gli ombrelli erano appena stati inventati.
- 16 -
Se ti trovi in un parco pubblico giapponese e
vedi che le altalene sono finte non dirlo a nes-
(16
suno perché è normale che sia così, la costi-
tuzione giapponese vieta l’utilizzo di altalene
vere in pubblico, sono ammesse solo quelle di
soia. È ammesso l’utiizzo di scarpe da golf,
quelle dotate di almeno 16 punte acuminate
sotto la suola, per camminare con agio e
sfarzo nei numerosissimi parchi giapponesi.
- 17 -
18) Solo in Giappone esiste il color bianco Toyota,
che viene spesso associato a una dimensione
del soprasensibile, fatta di purezza e silenzio.
ogni tanto lo usano anche per i taxi, che di so-
lito rimangono vuoti perché il bianco Toyota
mette soggezione. il bianco Toyota non è un
bianco come tutti gli altri ma un bianco che ha
fatto della negazione del suo essere bianco
un elemento distintivo. rimane il problema
dei taxi vuoti (questa tesi è stata scritta
ascoltando Giochi di nuvole di Emanuele Cisi,
cosa che consiglio di fare a tutto, anche se
non siete giapponesi).
19) dotate
Le toilettes dei treni superveloci sono sempre
di comodi maniglioni antipanico per
cercare, vanamente, di contenere l’ansia di
chi sta cagando a 300 km orari. Tali mani-
glioni antipanico sono di colore verde, il che
considerando che la percentuale di daltonici
in Giappone supera il 68 per cento, risulta es-
sere un fatto del tutto irrilevante. Se una pri-
mordiale spinta peristaltica assale un viag-
giatore su una linea Shinkansen, che vuol dire
nuovo tronco ferrovario, e non una di quelle
fantasiose definizioni che si ritiene necessa-
- 18 -
rio cucirgli addosso, la sola soluzione possi-
bile è quella di comprimere l’addome il più
possibile e sperare che passi. in caso contra-
rio ci sono i maniglioni di cui abbiamo parlato
prima.
- 19 -
con regolarità che ha dello stupefacente per
una televisione a schermo piatto, con interi
nuclei familiari giapponesi che passano ore a
guardare il ciclo dei delicati pensando che si
tratti di un telefilm poliziesco, di cui tutti
hanno individuato il colpevole, esprimendo la
gioia per la scoperta con piccoli saltelli com-
posti, accompagnati da piccoli urletti di gioia
prestamente abortiti: si tratta pur sempre di
giapponesi.
22) cina
in ogni casa giapponese c’è una piccola cu-
di colore tenue, tenuissimo, quasi invisi-
bile, che getta nella disperazione più profon-
da il suo proprietario che la voleva rossa, ma
in Giappone le cucine rosse sono riservate ai
daltonici, definiti tali previo accurato esame
della vista. il daltonismo simulato è punito
pesantemente con l’applicazione di lenti a
contatto azzurre.
23) incomode
Giappone esiste in cioccolato venduto in
confezioni a forma di ramen con un
uovo finto realizzato con crema di riso, soli-
tamente scaduto, se non lo fosse non lo use-
- 20 -
rebbero per farci una crema. Questo ciocco-
lato costa circa 100 yen e viene venduto a
ogni angolo di strada. Se non riuscite a tro-
vare l’angolo giusto di strada nel quale viene
venduto non dovete sentirvi in colpa, tanto è
lo stesso.
- 21 -
26) pre
in una casa di 18 metri quadrati ci sarà sem-
il posto per una teiera a forma di gatto,
ma se si rompe è meglio.
27) Lestiche
piastrelle giapponesi hanno due caratteri-
principali, la prima è quella di rompersi,
la seconda è quella di rompersi. La rottura è
profonda, la piastrella si rompe perfettamente
in 18 parti diseguali, tutte dello stesso colore;
in alcune zone di Tokyo si trovano alcuni piccoli
negozi a conduzione unifamiliare, di proprietà
dei tecnici delle piastrelle, artigiani di quinta
generazione che sono in grado di aggiustare
una piastrella buttandola via e invitando il suo
possessore a comprarne una nuova, che viene
abilmente incrinata dal venditore mentre la
porge con delicatezza estrema all’acquirente:
nel breve volgere di sei mesi anche quella pia-
strella si romperà, e al fiorire dei ciliegi alla
porta del negozio si presenterà nuovamente
la stessa persona, con la piastrella rotta tra le
mani e un molare cariato. il molare cariato non
ha alcun rilievo in questa storia ma serve a
dare il potente senso di scorrere del tempo che
è alla base della dottrina confuciana della pia-
strella rotta.
- 22 -
in Giappone sono molto diffusi i fiori di pla-
stica, di solito gialli. Quelli rossi sono riservati
(28
ai dignitari di corte, ai commercialisti e a
quelli che arrivano in ritardo in stazione, per
consolarli della mancata partenza. Per pas-
sare il tempo prima dell’arrivo del convoglio
successivo, spesso li mangiano.
- 23 -
32) intutto
Giappone a volte la neve è verde, soprat-
intorno a Sapporo a Marzo. Quando
succede una cosa di questo tipo, ossia che la
neve sia verde, non è necessario agitarsi, non
bisogna pensare a nulla di particolare, né cre-
dere che sia un segno inequivocabile della
fine del mondo o che si sia esagerato col cibo
la sera precedente, bisogna seguire l’esempio
degli autoctoni, fare finta di niente e aspet-
tare che sbocci il fiore del ciliegio.
34) isempre
bar di Sapporo sono tanti, sempre aperti,
vuoti. i bar di Sapporo sono vuoti per-
ché la graziosa cittadina ospita un imponente
museo della birra, che offre frequenti e affol-
latissime degustazioni gratuite. Perché spen-
dere in un bar quando si può bere gratis in un
museo? a Sapporo studiò anche nitobe inazo,
scrittore, diplomatico, uomo politico e aman-
- 24 -
te della birra; una notizia del tutto irrilevante
ma le notizie irrilevanti sono le migliori, per-
ché fanno aumentare l’importanza delle altre.
- 25 -
diffuse nei grandi centri urbani sono gli iza-
kaya, una parola giapponese composta da tre
lemmi, rispettivamente i che vuol dire se-
dersi, saka che vuol dire sakè e ya che vuol
dire negozio, letteralmente negozio nel quale
puoi bere il sakè, e mangiare cibo presumibil-
mente scaduto. all’ingresso di ogni izakaya
puoi trovare una tipica lampada giapponese,
una cochin, complicata struttura da illumina-
zione costruita con dei pezzi di bambù sui
quali viene steso un lenzuolo di seta o un fo-
glio di carta di riso che, in teoria, dovrebbe
proteggere la fiamma dal vento. in pratica
prende fuoco ogni 5 minuti, trasformando la
lampada in un dardo fiammeggiante che cade
in testa a chiunque stia entrando nell’izakaya.
Bere i sakè prima di entrare può dare quella
sensazione di leggero stordimento che ti fa
scottare meno.
38) nomia
esistono vari tipi di lampada, c’è una tasso-
della illuminazione artificiale da fare
invidia a Linneo, ma Linneo era svedese e i
giapponesi fanno finta di niente. Soprattutto
con gli svedesi, affettano indifferenza con la
stessa intensa attenzione che usano quando
- 26 -
affettano il tonno in fette dello spessore di un
micron, tutte perfettamente esagonali. La
lampada più diffusa in tutte le prefetture
giapponesi è la Mono Yoda, a forma di bonsai,
dalle dimensioni di un bonsai, dalla capacità
illuminativa di un bonsai. non è necessario
tagliarle le foglie perché cadono da sole.
41) un
il pesce palla che sembra tutto fuor che essere
pesce è un pesce che ha passato una buona
parte della sua vita a fingere di sapere nuotare.
43) tutte
Tokio ha un quartiere a luci rosse che sono
gialle perché bisogna fare finta che non
- 28 -
ci sia nessun quartiere a luci rosse, per una
questione di moralità. il nome del quartiere è
molto evocativo, anche se non si di cosa, Ka-
bukicho, e oltre al commercio delle carni e al
soddisfacimento verso pagamento di denaro
di un vasto numero di perversioni e parafilie
offre una enorme testa di Godzilla all’ottavo
piano dell’hotel Gracery, testa di Godzilla che
erutta fuoco a intervalli regolari, mettendo a
rischio i perinei sudati dei frequentanti, e una
quantità imbarazzante di soap land, dove uo-
mini d’affari provati e turisti meno provati si
fanno lavare prima di fare tutto il resto. Le vie
sono tranquille, ci sono relativamente poche
macchine, e in fondo alla via c’è sempre il fuji
imbiancato.
- 29 -
più gettonati è l’haiku del burro, che recita
così: incrocio trafficato / l’auto scivola in esso
come un coltello nel burro / ma l’auto non è
un coltello e va a sbattere.
- 30 -
Le statue giapponesi sono tutte in prossimità
dei templi, scelta estremamente sagace per-
(46
ché così tutti sanno esattamente dove andare
a sbattere. Di solito sono in numero dispari,
ma non è sempre così. Di alcune di esse esiste
una versione tascabile, non commestibile ma
se non si ha proprio fame ma si avverte un
certo languorino si può tranquillamente sboc-
concellarne un pezzo (questa tesi è stata
scritta ascoltando Pocahontas, dal disco di
Achille Succi Shiva’s Dance).
- 31 -
di un qualcosa che non sappia di aria, bisogna
consumarne almeno 56 contemporanea-
mente, per poi ruttare in modo fragoroso
dopo la loro ingestione. Giova ricordare come
una reboante eruttazione del cavo orale sia
considerata un cosa del tutto normale in
Giappone, con la sola, preziosa avvertenza di
non farlo a favore di aria condizionata o di-
rettamente in faccia al vostro commensale.
50) imassaggiati
manzi di Kobe stessi non amano essere
in vita.
51) isanno
manzi di Kobe non amano i massaggi perché
che dopo il massaggio arriva qualcuno,
- 32 -
di solito un uomo piccolo con le gambe storte,
che decide che il massaggio è finito e che la
carne è pronta, e tutto ciò crea un certo fasti-
dio nel manzo di Kobe perché la carne di cui
si parla è la sua.
- 33 -
a forma di pagoda non interessa il turista me-
dio, ma in alcuni rari casi, trasportata dal ven-
to che tende a fare confusione tra le teste, si
attacca al cranio di qualche belga o di qualche
inglese, e da lì non si stacca più. il vento giap-
ponese ha una sua divinità, tutto in Giappone
ha una divinità di riferimento, e quella del
vento si chiama fujn, che difende i cieli dalle
intemperanze del fratello raijin, dio dei ful-
mini e dei tuoni. Se capiti in mezzo a una delle
loro liti quotidiane ti conviene avere un om-
brello: quando non litigano il cielo è abitato
da una calma totale, assoluta, onniavvol-
gente, che fa salire la temperatura a grada-
zioni adatte agli echinodermi ma non agli
esseri umani, che sono soliti strisciare lungo
le pareti dei templi lasciando vistose scie di
sudire verdognolo accanto alle statue degli
dèi che essendo però statue non dicono niente.
anche in Giappone le statue non parlano, so-
prattutto con i turisti.
54) infritti,
molti templi vengono distribuiti pesci palla
di solito bollenti. Serviti in comode sco-
delle di legno, possono essere consumati in
piedi ma non seduti, essendo la scodella col-
- 34 -
legata al collo di chi se ne sta servendo da
una corda di seta, che tende a rompersi prima
che si finisca di mangiare il contenuto. Quan-
do la corda di seta si rompe tutto cade a terra
e un addetto al recupero delle scodelle, dopo
un inchino, la prende e la butta in una enorme
autoclave, all’interno della quale trovano
posto 8 persone; tre di esse creano ampie vo-
lute di fumo finto triturando a mano alcune
lastre di ghiaccio secco, le altre cinque lavano
ogni singola scodella con spazzole di crine di
cavallo nero. i cavalli bianchi apprezzano mol-
to questa scelta.
- 35 -
che. esiste un campionato, detto campionato
delle palle di neve congelate, ci sono dei cam-
pioni, dei campi di gioco, delle classifiche.
58) ilinprovvisorio
Giappone il definitivo è spesso provvisorio.
definitivo. alla fine non si capi-
sce più niente.
60) delle
Una volta in Giappone si trovavano anche
torte di mele, la produzione è cessata
quando i giapponesi hanno capito che la mela
va pelata. nessuno pela mai niente in Giap-
pone perché è tutto pronto nelle buste. esi-
stono, ma sono casi che devono essere anno-
verati nella categoria delle rarità, torte di
mele fatte con mele ancora in buste di pla-
stica alimentare, dal gradevole aroma di kiwi.
- 36 -
in Giappone il costo medio di una banana cor-
risponde allo stipendio medio di un impiegato
medio, che tende a mangiare poche banane.
(61
La banana non è un frutto medio.
- 37 -
piccoli ghiaccioli di granchio fritto, ma ciò che
è assai meno ordinario è il fatto che questo
cibo da strada non può essere consumato in
movimento ma solo stando fermi, non muo-
vendo alcun muscolo che non sia quello di-
rettamente coinvolto nel processo di masti-
cazione e, cosa ancor più importante, senza
sporcare per terra. il marciapiede deve essere
lasciato come lo si è trovato, cioè perfetta-
mente pulito e intonso, inamidato se un mar-
ciapiede potesse essere inamidato, luccicante.
La sanzione prevista non è economica ma si
declina, in relazione alle zone e alle prefet-
ture, in un forte biasimo sociale che può arri-
vare al disprezzo. il biasimo sociale si avvarrà
di un sopracciglio alzato, di solito il destro,
mentre il disprezzo assumerà la forma di un
gomito alzato improvvisamente impegnato a
scrivere nell’aria il seguente haiku:
- 38 -
sono leggermente diversi e se dovesse acca-
dere che un granchio abbia il sapore di un
pesce palla e un pesce palla il sapore di un
granchio è perché c’era una sola teglia pulita.
in Giappone le teglie sono molto rare.
- 39 -
65) ipurtombini giapponesi non sono solo tombini,
essendo anche tombini: in Giappone mol-
te, se non tutte le cose, sono spesso qualcosa
che non sembrano essere, perché giacciono
nello spazio ideale del ma: ma è una parti-
cella della lingua giapponese che significa
una tale quantità di cose che i giapponesi
stessi tendono a dimenticarsele, anche se
possiamo elencarne almeno 3, vuoto, silenzio
e pausa. Le altre 117 le lasciamo agli abitanti
di Hokkaido che hanno tutto il tempo di met-
terle in colonna, a Hokkaido non c’è quasi mai
niente da fare. Sui tombini i giapponesi dise-
gnano molte cose, le già ricordate carpe, dei
samurai, alcune cose che dovrebbero essere
commestibii, e un topo rosa che viene consie-
derato una specie di deità; questa cosa del
topo rosa considerato un dio è appannaggio
anche del giapponese medio astemio.
- 40 -
Se un giapponese deve fumare per strada, di
solito non esce e fuma in casa, chiuso in bagno.
(68
- 41 -
smo è quella di non accentuare le differenze,
quando esistono, e se un carretto riesce a pro-
cedere a una velocità di almeno 50 km all’ora ha
lo stesso diritto di accedere a una autostrada
giapponese di quello che ha una Toyota Corolla
giallo zucca, pagando lo stesso pedaggio.
72) pesce
La difficile e complessa arte della cottura del
palla. essa è di esclusivo dominio di al-
cuni cuochi addestrati fin dalla più tenera età
a giocare con piccoli pesci palla di gomma,
riempiti di aria, che vengono lanciati in aria e
afferrati dai cuochi in pectore, imberbi e in-
genui, con delle bacchette. Chi riesce a farlo
viene ammesso alla scuola di specializza-
zione per cuochi di pesce palla, gli altri di so-
lito diventano radiologi.
- 42 -
il parcheggio in Giappone è operazione com-
plessa, effettuata in modo affatto diverso da
(73
quello che avviene in occidente. il parcheggio è
una cerimonia laica di accostamento e succes-
sivo scostamento seguito da un altro accosta-
mento del veicolo allo spazio a ciò deputato, e
in tutto il Giappone esistono solo 5 parcheggia-
tori, tutti di nome Hector, di altezze digradanti,
dal metro e 68 fino al metro e 63. nessuno par-
cheggia una macchina senza di loro.
- 43 -
78) ilmontagne
monte fuji è alto 3776 ed è una delle tre
sacre del Giappone, le altre due
sono il monte Tate e il monte Haku. alle pen-
dici di tutti e tre si mangia un ramen noto
come il ramen del monte sacro, con tre uova
anziché una sola. avendo la cima sempre in-
nevata ogni anno alcuni turisti tentano di
sciare sulle sue pendici, ma essendo un vul-
cano in molti casi ci cadono dentro.
79) iltramonto.
monte fuji all’alba è uguale al monte fuji al
- 44 -
fortuna di trovarsi in Giappone. i tassisti giap-
ponesi indossano sempre guanti bianchi e
guidano, senza togliersi i guanti, delle Toyota
Crown gialle o nere. alcune di quelle nere una
volta erano bianche, quelle gialle lo sono
sempre state. Molto importante, per un occi-
dentale o per chiunque non sia daltonico, il di-
verso uso del colore; quando il segnale lumi-
noso sul parabrezza è rosso il taxi non è oc-
cupato bensì libero (kusha) mentre è occu-
pato (chinsò) quando è verde. Titolo prefe-
renziale per il cliente è quello di presentarsi
con un pesce palla in tessuto in mano. Le porte
sono comandate automaticamente dall’auti-
sta, è quindi meglio evitare di farle sbattere
quando si esce dalla vettura: qualora ci si di-
mentichi del pesce palla nella vettura si potrà
reclamarlo al centro pesci palla smarriti, che
ha sede in ogni prefettura del Giappone.
- 45 -
brulicante di corridori che infestano il suo
parco. Lungo il percorso sono collocate molte
cabine doccia, che permettono ai corridori di
entrare, fare una doccia e scoprire che la porta
è bloccata e quindi è virtualmente impossibile
uscirne, Per i pochi, fortunati corridori che rie-
scono a riguadagnare la libertà il premio è la
possibilità di immergersi nella fonte di acqua
bollente oedo onsen Monogatari dopo lo
sforzo. Solo che non lo fa nessuno.
84) significa
okamase è una espressione giapponese che
“come vi pare”: vale per il sesso, per
il jogging, per cucinare la famosa cotoletta di
maiale, il tonkatsu, per decidere quanto
ramen mangiare e quanto darne al gatto, per
capire quanta giapponesità c’è in una bac-
chetta rotta, per decidere se Tokio è un inferno
o un paradiso. Tipicamente, un giapponese non
risponderebbe a nessuna di queste domande.
- 46 -
sanno neanche i giapponesi: la loro lingua è
così arcanamente intricata da sfidare anche
quelli che la parlano tutti i giorni. Dōmo arigatō
gozaimasu, questa è l’espressione completa,
vuol dire “in qualsiasi modo tu la veda (dōmo)
è difficile per me esistere (arigatō gozaimasu)
(di fronte a una simile gentilezza da parte
tua).” La gentilezza che il giapponese, quello
medio, riceve è talmente forte, talmente po-
tente, che la sua stessa esistenza viene mes-
sa in discussione, indebolita da un atto che
appare quasi ingiustificato nella sua comple-
tezza. Per questo motivo molti giapponesi si
inchinano, non hanno voglia né tempo di per-
dere l’anima, che poi dovrebbe essere in qual-
che modo recuperata, e risolvono chinando la
testa. Meglio un po’ di artrosi che una messa
in discussione della propria esistenza.
89) possono
in Giappone esistono macchine così piccole che
contenere al massimo le sagome in car-
tone degli occupanti, ma non gli occupanti stessi.
90) centrati.
i giapponesi non sono piccoli, sono solo con-
92) giapponesi
Uno dei divertimenti preferiti dei giovani
è quello di non avere un diverti-
mento preferito, così divagano.
- 48 -
in Giappone non esiste il mandato celeste ma
per fortuna ci sono anche pochi commercialisti.
(94
Copia n. di 30