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IGOR EBULI POLETTI

100 tesi sul


Giappone.
Sbagliate.

Tedjo Edizioni Inutili


Prefazione
inutile

il Giappone è diventato di moda, andare a


Tokio comporta lo stesso sforzo necessario
per pagare la spesa a una cassa rapida del-
l’esselunga, sempre che non si abbia esage-
rato con le fette Wasa che mettono sempre
in imbarazzo le cassiere, ed è quindi neces-
sario mettere alcuni punti fermi; pochi, per-
ché gli altri saranno tutti mobili.
in Giappone parlano solo il giapponese. Ba-
nale? risaputo? ovvio? Per niente. Tutti i tu-
risti, tutti, a parte alcune sparute e clande-
stine coppie di turisti francesi, aspiranti regi-
sti della propria vita di cui non frega assolu-
tamente nulla a nessuno (si voleva scrivere
un cazzo a nessuno ma pareva brutto, pro-
prio all’inizio) e 5 tedeschi che sono arrivati in
Giappone verso la fine degli anni ’90 e di cui
non si hanno più notizie da allora, sono fer-
mamente convinti che i giapponesi moderni,
cavalieri con gli occhi a mandorla della tec-
nologia più azzardata e pervasiva, parlino un

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inglese perfetto, fluido, potente: e inVeCe no.
i giapponesi non sanno l’inglese, lo ignorano,
lo detestano inconsciamente ma ogni tanto il
loro inconscio affiora e si vede chiaramente,
che lo odiano.
È evidentemente possibile rivolgersi in in-
glese a un giapponese, ed è altrettanto pos-
sibile ricevere come risposta un allungarsi del
collo verso destra, una dilatazione del bulbo
oculare, una espressione indefinibile che
però sa di sorpresa, stupore e doloroso rim-
pianto di non essere scappati prima di rice-
vere la domanda nel barbaro idioma. Un
inchino frettoloso e un rumore di ossa, per-
ché i giapponesi quando si inchinano fanno fi-
sioterapia, è gente che non ama perdere
tempo, sancisce in modo irrevocabile la fine
di ogni altra possibile comunicazione. a quel
punto il turista capisce, la saetta della verità
gli trapasssa il corpo, di solito sudato, e
pensa: questi non sanno l’inglese e io non so
il giapponese, sono appena arrivato e pare
brutto tornare subito a casa, dovrò usare le
mani. in Giappone le mani sono importanti,
soprattutto quelle dei turisti. in Giappone le
mani ti salvano la vita o te la complicano, di-
pende da come le usi: questo vale anche in

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altre parti del mondo ma in Giappone le mani
sono pura semantica, bisogna usarle con at-
tenzione. anche i piedi lo sarebbero, ma
quello è un altro discorso. non che i piedi non
siano semantica, ma è meglio muoverli il
meno possibile.

in Giappone è tutto molto piccolo, a comin-


ciare dai giapponesi che non hanno nella sta-
tura una delle loro eccellenze, a parte alcuni
rari, eccezionali casi, e la quintessenza della
piccolezza, del piccolo è bello, della miniatu-
rizzazione coattiva dell’esistenza è il bagno,
in Giappone spesso misurabile in centimetri.
La parola che definisce il bagno in giapponese
è Basurumu, lunga e strana, e mentre un non
giapponese la pronuncia sa benissimo di non
essere in grado di arrivare alla seconda u in
condizioni normali, sa che il suo intestino si
attorciglierà su se stesso, sa che tutto il suo
corpo verrà scosso da tremori e dovrà spie-
garsi a segni, capirà con terrore che i suoi
segni non sono i segni dei giapponesi, che il
linguaggio dei segni è un linguaggio che fun-
ziona in tutto il mondo ma non in Giappone,
ebbene questo non giapponese ci proverà lo
stesso, e dopo aver partorito un poliedro di

-5-
insensatezza semantica che lo farà capitare
per puro caso in un bagno del Sol levante,
avrà finalmente capito una cosa: che non ci
sta dentro tutto.
Dovrà necessariamente lasciare fuori una
gamba e un braccio, non appartenenti alla
stessa sezione mediana del suo corpo ma a
quella opposta, e si produrrà in un esercizio
di equilibrismo che vedrà il suo braccio destro
penzolare inerte nel corridoio mentre quello
sinistro cercherà di essere di aiuto nell’esple-
tamento di non meglio precisate e non più
rinviabili funzioni fisiologiche, mentre la
gamba sinistra, incastrata sotto un lavello
alto 4 cm. dal suolo, servirà da leva imper-
fetta, rendendo la posizione ancor più insta-
bile. La gamba destra sarà rimasta in albergo,
per prudenza.
il lavello dei bagni giapponesi, oltre ad essere
collocato a un’altezza ridicolmente bassa dal
suolo, è modellato secondo stili e morfologie
di costruzione che a noi occidentali sfuggono:
i modelli più diffusi ricalcano la vetta del
monte fuji, che è però un vulcano e come tutti
i vulcani non ha una punta ma un cratere,
piuttosto profondo nel suo caso: il costrut-
tore giapponese di lavelli ha quindi pensato

-6-
che ispirarsi alla forma del cratere di un vul-
cano potesse essere una cosa bella e saggia
e intelligente, dimenticando però il fatto che
lavarsi in un cratere di marmo non è il mas-
simo della comodità, e chiunque non sia giap-
ponese avverte una sensazione di lieve
sgomento quando vede la saponetta a forma
di pagoda scivolare dentro il cratere buio del
suo lavandino, temendo che questa caduta
possa scatenare una eruzione da un mo-
mento all’altro. Gli autoctoni risolvono lavan-
dosi sempre fuori casa, nei bagni pubblici,
lasciando agli ardimentosi turisti occidentali
il confronto con il vulcano. ecco quindi il mo-
tivo che ci ha spinto a tentare, forse vana-
mente, di mettere ordine nel caos, enun-
ciando 100 tesi (98+2) sul Giappone, nella
speranza che esse siano tutte completa-
mente inutili e inservibili, che sono le carat-
teristiche principali delle cose che contano
sul serio.

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100 tesi sul
Giappone.
Sbagliate.
- 10 -
Se siete in Giappone e volevate andare in Ca-
rinzia avete sbagliato qualcosa. evitate di
(1
farlo sapere ai giapponesi, popolo orgoglioso
e fortemente autoreferenziale, e mentre gi-
rate per Tokio coltivate la vostra Carinzia in-
teriore, in silenzio. ogni tanto soffiatevi il
naso, è un gesto che si fa spesso in Carinzia.

in Giappone ci sono molti semafori che hanno


un quarto colore, oltre ai classici rosso, verde (2
e giallo: si tratta di un colore azzurro intenso,
che viene riservato agli occidentali che pen-
sano di poter attraversare una strada giap-
ponese non essendo giapponesi o tonni. in
Giappone il tonno è molto considerato. Qua-
lora vi trovaste a un semaforo e apparisse
una luce azzurra, tornate indietro affettando
indifferenza prima che una Toyota rossa af-
fetti voi.

il pesce palla è un pesce molto sopravvalu-


tato in Giappone. Se possibile, evitatelo. Se (3
proprio non riuscite ad evitarlo, mangiatelo
con molta attenzione cercando di non fissarlo
mai negli occhi. È pur vero che se lo state

- 11 -
mangiando probabilmente è morto ma poi-
ché in Giappone il verosimile è quasi sempre
più vero del vero guardate il vostro commen-
sale, che supponiamo essere vivo. Come ul-
timo consiglio pratico, aggiustate di sale e di
pepe, la carne del pesce palla è leggermente
stopposa (questa tesi è stata scritta ascol-
tando CADICE con Andrea Baronchelli al trom-
bone e Gianluca Di Ienno al pianoforte elet-
trico, nessuno dei due è giapponese).

4) poro
Se dovete mangiare qualcosa di caldo a Sap-
dopo le 5 del pomeriggio potreste incon-
trare qualche problema. Poiché il problema
non scomparirebbe nel caso di qualcosa di
freddo, vi conviene puntare sul caldo: esiste
la possibilità che la vostra mente vi faccia op-
tare per qualcosa di tiepido ma il tiepido, in
Giappone, non esiste.

5) Dio
in Giappone il sole è un Dio, così come è un
un gatto di legno che muove la zampa de-
stra o una posata rotta, preferibilmente un
cucchiaio, riparata con una sottile lamina in
finto oro, applicazione tipica del concetto

- 12 -
giapponese del kintsugi, che significa lette-
ralmente unire o riparare con l’oro: la frattura
dell’oggetto, di ogni oggetto, non va nascosta
ma riparata nel modo più appariscente pos-
sibile, abbracciando il danno come uno stato
di grazio, da ciò discende il fatto che i dentisti
giapponesi, 6 in tutto il paese, guadagnano
pochissimo e arrotondando riparando cuc-
chiai, perché i giapponesi adorano andare in
giro con denti arancioni.

Kimono vuol dire abito, si sa i giapponesi sono


pragmatici, per indicare qualcosa da indos- (6
sare la chiamano “qualcosa da indossare”.
resta il senso di colpa, che assale molti giap-
ponesi, quando il kimono giace abbandonato
in un armadio per un periodo superiore al
mese. Senso di colpa in giapponese si dice
senso di colpa come in tutte le altre lingue del
mondo.

il kimono è totalmente privo di praticità e si


danno numerosi casi di giapponesi morti per (7
noia o per incauto strangolamento durante la
vestizione. Le donne nubili indossano un ki-

- 13 -
mono particolarmente lungo e avvolgente,
quelle sposate li hanno bruciati tutti. Su quel-
le divorziate non abbiamo informazioni

8) ilpere
ramen è quella cosa che tutti pensano di sa-
cos’è ma che nessuno ha mai il coraggio
di dire cosa sia. Più o meno come l’arte con-
temporanea. nel caso del ramen è consigliato
soffiare con forza sul piatto, essendo spesso
bollente; per l’arte contemporanea non è ne-
cessario, soffiare sulle tele non altererebbe
in modo significativo il risultato

9) intagliato
tutti i ramen è presente almeno un uovo,
a metà, con l’albume grigiastro e il
tuorlo che occhieggia come un terzo occhio
che non sa dove sono finiti gli altri due. in al-
cuni tipi di ramen è previsto un quarto occhio
ma è spesso affetto da congiuntivite.

10) lesterolo,
il ramen è molto indicato per abbattere il co-
perché dopo che ne hai assaggiato
uno non mangi per tre mesi.

- 14 -
i locali tipici che offrono il ramen sono di so-
lito bui, lunghi, molto affollati e con i bagni
(11
sempre occupati da gente impegnata a ordi-
nare una pizza doppia mozzarella, alici pic-
canti e pera a fette. Sulla pera a fette si po-
trebbero dire molte cose, mediamente inur-
bane, ma preferiamo evitarlo.

i giapponesi soffrono molto quando qualcuno


gli ricorda che il ramen è un piatto di origine ci- (12
nese, quindi sarebbe meglio non ricordarglielo.

Uno degli ingredienti principali del ramen è il


kamaboko, pesce frullato e pressato in piccoli
(13
panetti di colori squillanti. Questo spiega per-
ché la gente si chiude in bagno a ordinare una
pizza margherita, che in Giappone viene ser-
vita a forma di pagoda. Le fettine di pera di cui
sopra vengono utilizzate per creare il tetto
della pagoda.

Dopo che si è chiusa in bagno la gente di cui


sopra, la stessa che ha ordinato una pizza
(14
margherita, è solita esultare lanciando con-

- 15 -
tro le pareti del bagno alcune piccole pizzette
di plastica, che porta sempre con sé come
piccoli dei portatili. ad oggi sfugge il motivo
che spinge queste persone a lanciare queste
piccole divinità portatili contro la parete del
bagno, ma è solo una delle tante cose che ci
sfuggono.

15) inavendo
Giappone quando piove la gente, pur
un ombrello, non lo apre. aprire un
ombrello in pubblico viene ritenuto sconve-
niente, quindi in una giornata di pioggia il
salary man giapponese esce con l’ombrello
chiuso, va in ufficio tenendo sempre l’om-
brello chiuso, lo deposita nel portaombrelli, si
siede alla sua scrivania, lavora, si alza, prende
l’ombrello, non lo apre, esce dall’ufficio, ri-
torna a casa e una volta arrivato a casa, nel
suo salotto, apre l’ombrello e resta così per
circa 10 minuti. Dopo sviene. Dopo essersi ria-
vuto, il tutto nella totale indifferenza della sua
famiglia che continua a fare quello che stava
facendo prima, si alza, si cambia d’abito e
asciuga l’ombrello con il fiato, antica pratica
che affonda le sue radici nella dinastia zhou.
Gli ombrelli erano appena stati inventati.

- 16 -
Se ti trovi in un parco pubblico giapponese e
vedi che le altalene sono finte non dirlo a nes-
(16
suno perché è normale che sia così, la costi-
tuzione giapponese vieta l’utilizzo di altalene
vere in pubblico, sono ammesse solo quelle di
soia. È ammesso l’utiizzo di scarpe da golf,
quelle dotate di almeno 16 punte acuminate
sotto la suola, per camminare con agio e
sfarzo nei numerosissimi parchi giapponesi.

Le porte giapponesi si aprono sempre al con-


trario rispetto a quelle occidentali, e di solito (17
viene richiesto di non toccare la maniglia, che
viene azionata da un comando a raggi infra-
rossi contenuto nel cellulare. Se non funziona
è tuttavia ammessa l’apertura a calci. i calci
devono essere in numero pari e lanciati contro
la porta riottosa effettuando un lungo movi-
mento a semicerchio noto come “Hokkaido no
u-eda ga boru o kowashita” o “il trampoliere
di Hokkaido si è rotto i coglioni”. i trampolieri
di Hokkaido non risultano essere mai stati av-
visati (questa tesi è stata scritta mangiando
una banana verdognola, cercando di essere
vicino in spirito a un trampoliere di Hokkaido
che si vede coinvolto in una cosa simile).

- 17 -
18) Solo in Giappone esiste il color bianco Toyota,
che viene spesso associato a una dimensione
del soprasensibile, fatta di purezza e silenzio.
ogni tanto lo usano anche per i taxi, che di so-
lito rimangono vuoti perché il bianco Toyota
mette soggezione. il bianco Toyota non è un
bianco come tutti gli altri ma un bianco che ha
fatto della negazione del suo essere bianco
un elemento distintivo. rimane il problema
dei taxi vuoti (questa tesi è stata scritta
ascoltando Giochi di nuvole di Emanuele Cisi,
cosa che consiglio di fare a tutto, anche se
non siete giapponesi).

19) dotate
Le toilettes dei treni superveloci sono sempre
di comodi maniglioni antipanico per
cercare, vanamente, di contenere l’ansia di
chi sta cagando a 300 km orari. Tali mani-
glioni antipanico sono di colore verde, il che
considerando che la percentuale di daltonici
in Giappone supera il 68 per cento, risulta es-
sere un fatto del tutto irrilevante. Se una pri-
mordiale spinta peristaltica assale un viag-
giatore su una linea Shinkansen, che vuol dire
nuovo tronco ferrovario, e non una di quelle
fantasiose definizioni che si ritiene necessa-

- 18 -
rio cucirgli addosso, la sola soluzione possi-
bile è quella di comprimere l’addome il più
possibile e sperare che passi. in caso contra-
rio ci sono i maniglioni di cui abbiamo parlato
prima.

il famoso water autopulente giapponese è fa-


moso perché è un water autopulente, se
(20
fosse stata la cassetta dei bisogni del gatto
ad essere autopulente la cosa non sarebbe
stata di nessun interesse per chiunque, anche
perché i gatti giapponesi si lavano ai bagni
pubblici e disprezzano le cassettine casalin-
ghe.

in ogni casa giapponese c’è una lavatrice, che


però non funziona. Di forma irregolare, a vol-
(21
te è un parallelepipedo, anche se i giapponesi
non sanno cosa sia un parallelepipedo, in altri
casi assomiglia a una enorme caffettiera
rotta. Viene messa dietro a uno di quei godi-
bilissimi pannelli a scomparsa delle casa
giapponesi riccamente illustrati con scene di
caccia alla trota, una delle attività più inutili
dell’universo, e accade che venga scambiata

- 19 -
con regolarità che ha dello stupefacente per
una televisione a schermo piatto, con interi
nuclei familiari giapponesi che passano ore a
guardare il ciclo dei delicati pensando che si
tratti di un telefilm poliziesco, di cui tutti
hanno individuato il colpevole, esprimendo la
gioia per la scoperta con piccoli saltelli com-
posti, accompagnati da piccoli urletti di gioia
prestamente abortiti: si tratta pur sempre di
giapponesi.

22) cina
in ogni casa giapponese c’è una piccola cu-
di colore tenue, tenuissimo, quasi invisi-
bile, che getta nella disperazione più profon-
da il suo proprietario che la voleva rossa, ma
in Giappone le cucine rosse sono riservate ai
daltonici, definiti tali previo accurato esame
della vista. il daltonismo simulato è punito
pesantemente con l’applicazione di lenti a
contatto azzurre.

23) incomode
Giappone esiste in cioccolato venduto in
confezioni a forma di ramen con un
uovo finto realizzato con crema di riso, soli-
tamente scaduto, se non lo fosse non lo use-

- 20 -
rebbero per farci una crema. Questo ciocco-
lato costa circa 100 yen e viene venduto a
ogni angolo di strada. Se non riuscite a tro-
vare l’angolo giusto di strada nel quale viene
venduto non dovete sentirvi in colpa, tanto è
lo stesso.

Le geishe non escono mai prima delle 18 per-


ché prima devono pettinarsi e capire dove
(24
hanno messo il pettine la sera prima. Questo
del pettine scomparso è uno dei principali
problemi che affliggono le geishe del Giap-
pone moderno, oltre alla ricarica del cellulare
e a una vistosa ricrescita bluastra nelle parti
intime, derivante da un uso smodato di olio di
colza nel tè. il pettine di solito è sotto il bolli-
tore del tè (questa tesi è stata scritta dopo
aver bevuto un caffè d’orzo in tazza piccola;
le tazze, soprattutto se piccole, sono impor-
tanti).

il pesce palla ha il sapore di una sogliola


scotta ma ai giapponesi piace tanto. La so-
(25
gliola è intimamente felice di questa cosa
anche se non lo dice.

- 21 -
26) pre
in una casa di 18 metri quadrati ci sarà sem-
il posto per una teiera a forma di gatto,
ma se si rompe è meglio.

27) Lestiche
piastrelle giapponesi hanno due caratteri-
principali, la prima è quella di rompersi,
la seconda è quella di rompersi. La rottura è
profonda, la piastrella si rompe perfettamente
in 18 parti diseguali, tutte dello stesso colore;
in alcune zone di Tokyo si trovano alcuni piccoli
negozi a conduzione unifamiliare, di proprietà
dei tecnici delle piastrelle, artigiani di quinta
generazione che sono in grado di aggiustare
una piastrella buttandola via e invitando il suo
possessore a comprarne una nuova, che viene
abilmente incrinata dal venditore mentre la
porge con delicatezza estrema all’acquirente:
nel breve volgere di sei mesi anche quella pia-
strella si romperà, e al fiorire dei ciliegi alla
porta del negozio si presenterà nuovamente
la stessa persona, con la piastrella rotta tra le
mani e un molare cariato. il molare cariato non
ha alcun rilievo in questa storia ma serve a
dare il potente senso di scorrere del tempo che
è alla base della dottrina confuciana della pia-
strella rotta.

- 22 -
in Giappone sono molto diffusi i fiori di pla-
stica, di solito gialli. Quelli rossi sono riservati
(28
ai dignitari di corte, ai commercialisti e a
quelli che arrivano in ritardo in stazione, per
consolarli della mancata partenza. Per pas-
sare il tempo prima dell’arrivo del convoglio
successivo, spesso li mangiano.

il ramen viene spesso servito in piatti con un


buco nel fondo, per farlo raffreddare prima,
(29
purtroppo dal buco esce anche il ramen ormai
freddo e non rimane più niente da mangiare.
Ci si arrangia con alcune caramelle al rabar-
baro della dinastia Han, che però era cinese.

Le pizze giapponesi sono tutte quadrate. Le


poche triangolari vengono servite fredde e (30
con il cornicione a forma di monte fuji. La
neve è abilmente realizzata con della finta
mozzarella di bufala.

in alcune via giapponesi il nome è sbagliato,


in altre non c’è, in altre è scritto così piccolo
(31
che non si legge niente.

- 23 -
32) intutto
Giappone a volte la neve è verde, soprat-
intorno a Sapporo a Marzo. Quando
succede una cosa di questo tipo, ossia che la
neve sia verde, non è necessario agitarsi, non
bisogna pensare a nulla di particolare, né cre-
dere che sia un segno inequivocabile della
fine del mondo o che si sia esagerato col cibo
la sera precedente, bisogna seguire l’esempio
degli autoctoni, fare finta di niente e aspet-
tare che sbocci il fiore del ciliegio.

33) ilcheporto di Hokkaido è bello ma è pieno di navi


stanno spesso ferme in mezzo al ba-
gnato. i giapponesi hanno serie difficoltà a
pensare che una nave possa galleggiare, ma
si sono, col tempo, arresi all’evidenza.

34) isempre
bar di Sapporo sono tanti, sempre aperti,
vuoti. i bar di Sapporo sono vuoti per-
ché la graziosa cittadina ospita un imponente
museo della birra, che offre frequenti e affol-
latissime degustazioni gratuite. Perché spen-
dere in un bar quando si può bere gratis in un
museo? a Sapporo studiò anche nitobe inazo,
scrittore, diplomatico, uomo politico e aman-

- 24 -
te della birra; una notizia del tutto irrilevante
ma le notizie irrilevanti sono le migliori, per-
ché fanno aumentare l’importanza delle altre.

Se ti trovi per strada e vedi davanti a te una


persona ferma che a sua volta ha davanti a sé
(35
un’altra persona ferma dietro a una terza per-
sona ferma devi fermarti anche tu e aspettare
che la prima persona ferma che sta davanti a
tutte le altre persone ferme decida di muo-
versi. non puoi superarle, per nessun motivo.

i postini giapponesi sono vestiti di blu per


confondersi meglio col cielo, in Giappone si
(36
pensa che la posta arrivi direttamente dalle
nuvole. Quando piove è un problema.

in Giappone oltre ai bar normali, guardati


sempre con sospetto perché troppo occiden-
(37
tali e troppo pieni di sedie, esistono alcuni lo-
cali tipici che se fossero stati inventati ap-
posta non sarebbero diventati quello che
sono, in alcuni di essi puoi mangiare e bere
stando seduti, in alcuni stando in piedi, in altri
non ti fanno entrare. Una delle tipologie più

- 25 -
diffuse nei grandi centri urbani sono gli iza-
kaya, una parola giapponese composta da tre
lemmi, rispettivamente i che vuol dire se-
dersi, saka che vuol dire sakè e ya che vuol
dire negozio, letteralmente negozio nel quale
puoi bere il sakè, e mangiare cibo presumibil-
mente scaduto. all’ingresso di ogni izakaya
puoi trovare una tipica lampada giapponese,
una cochin, complicata struttura da illumina-
zione costruita con dei pezzi di bambù sui
quali viene steso un lenzuolo di seta o un fo-
glio di carta di riso che, in teoria, dovrebbe
proteggere la fiamma dal vento. in pratica
prende fuoco ogni 5 minuti, trasformando la
lampada in un dardo fiammeggiante che cade
in testa a chiunque stia entrando nell’izakaya.
Bere i sakè prima di entrare può dare quella
sensazione di leggero stordimento che ti fa
scottare meno.

38) nomia
esistono vari tipi di lampada, c’è una tasso-
della illuminazione artificiale da fare
invidia a Linneo, ma Linneo era svedese e i
giapponesi fanno finta di niente. Soprattutto
con gli svedesi, affettano indifferenza con la
stessa intensa attenzione che usano quando

- 26 -
affettano il tonno in fette dello spessore di un
micron, tutte perfettamente esagonali. La
lampada più diffusa in tutte le prefetture
giapponesi è la Mono Yoda, a forma di bonsai,
dalle dimensioni di un bonsai, dalla capacità
illuminativa di un bonsai. non è necessario
tagliarle le foglie perché cadono da sole.

in Giappone se sei in coda sei in coda, non


devi fingere di non essere in coda ma apprez-
(39
zare intimamente quello che sta succedendo,
ossia il fatto che sei in coda. Tra le molte cose
da fare quando sei in coda puoi, ad esempio,
collegarti al sito delle previsioni del tempo
nazionale e scoprire che ad Hokkaido c’è
neve, cosa piuttosto comune, invero. Dopo
che hai appreso questa cosa, che ha il potere
di alterare anche il tuo ritmo respiratorio ba-
sale, potrai notare che sei ancora in coda, che
le persone davanti a te sono ancora tutte da-
vanti a te e che la persona dietro di te è, anche
lei, in coda.

il pesce palla, anche se non sembra, è un


pesce. anche da vicino non sembra un pesce,
(40
- 27 -
ma è un pesce. Ha anche le squame. in giap-
ponese il pesce palla si chiama fugu.

41) un
il pesce palla che sembra tutto fuor che essere
pesce è un pesce che ha passato una buona
parte della sua vita a fingere di sapere nuotare.

42) nell’approcciare il pesce palla il giapponese


medio è uguale al giapponese non medio e
molto simile al giapponese ricco che si è di-
menticato di essere giapponese e si pensa
come un viennese di terza generazione; lo
guarda con attenzione, ne soppesa la carne
delicata e traslucida, accarezza le spine del
corpo solo dopo aver indossato dei guanti di
carta di riso pressata, osserva gli occhio del-
l’animale che sono oscenamente protrusi
verso i suoi, rimane in silenzio per alcuni se-
condi e chiede con voce appena avvertibile del
tonno in scatola, pinna gialla. La vera anima del
Giappone moderno è tutta nel tonno in scatola.

43) tutte
Tokio ha un quartiere a luci rosse che sono
gialle perché bisogna fare finta che non

- 28 -
ci sia nessun quartiere a luci rosse, per una
questione di moralità. il nome del quartiere è
molto evocativo, anche se non si di cosa, Ka-
bukicho, e oltre al commercio delle carni e al
soddisfacimento verso pagamento di denaro
di un vasto numero di perversioni e parafilie
offre una enorme testa di Godzilla all’ottavo
piano dell’hotel Gracery, testa di Godzilla che
erutta fuoco a intervalli regolari, mettendo a
rischio i perinei sudati dei frequentanti, e una
quantità imbarazzante di soap land, dove uo-
mini d’affari provati e turisti meno provati si
fanno lavare prima di fare tutto il resto. Le vie
sono tranquille, ci sono relativamente poche
macchine, e in fondo alla via c’è sempre il fuji
imbiancato.

Le auto giapponesi si muovono da sole ma se


c’è qualcuno sopra è meglio, non fosse altro
(44
che per il parcheggio. Parcheggiano anche da
sole ma la presenza di una persona a bordo è
auspicabile. in molte, anche se non in tutte, si
trova un gatto di plastica di colore giallo che
muove la zampetta destra in modo aritmico,
componendo nell’aria piccoli haiku che esor-
tano a una guida sicura e controllata. Uno dei

- 29 -
più gettonati è l’haiku del burro, che recita
così: incrocio trafficato / l’auto scivola in esso
come un coltello nel burro / ma l’auto non è
un coltello e va a sbattere.

45) Molti giapponesi si addormentano sognando


il ramen e quando si svegliano hanno fame di
qualcosa di dolce, risolvendo il problema suc-
chiando le foglie pressate di una ortensia
giapponese; l’ortensia giapponese è famosa
in tutto il mondo per avere tre enormi foglie
lanceolate, le cui estremità appuntite termi-
nano con alcuni vezzosi ciuffi ocra. Questi
ciuffi non sono commestibili ma i giapponesi
li mangiano egualmente, anzi in questo caso
li succhiano. in Giappone il culto dell’ ortensia
è nato sul finire del Xiii secolo, quando tutti gli
altri culti erano già stati presi e non restava
praticamente più nulla da adorare a parte
qualche insetto, ma quelli era meglio man-
giarli. La Grande ortensia viene oggi adorata
in tutto il Giappone meridionale e in buona
parte di quello settentrionale. il fiore viene
adorato come una deità dei boschi e le foglie
vengono mangiate dopo essere state passate
in pastella, è tutto estremamente dietetico.

- 30 -
Le statue giapponesi sono tutte in prossimità
dei templi, scelta estremamente sagace per-
(46
ché così tutti sanno esattamente dove andare
a sbattere. Di solito sono in numero dispari,
ma non è sempre così. Di alcune di esse esiste
una versione tascabile, non commestibile ma
se non si ha proprio fame ma si avverte un
certo languorino si può tranquillamente sboc-
concellarne un pezzo (questa tesi è stata
scritta ascoltando Pocahontas, dal disco di
Achille Succi Shiva’s Dance).

in Giappone il panino non è un panino ma una


forma d’arte destinata a essere digerita. Se
(47
non vi infastidisce il fatto che un oggetto
d’arte possa essere destinato al vostro inte-
stino tenue è possibile parlare dei nikuman,
piccoli, deliziosi panini al vapore ripieni di
carne, che sarebbe una ricetta cinese ma i
giapponesi, come è noto, copiano tutto spes-
so migliorandolo. i nikuman sono dolci nuvo-
lette ripiene di maiale morto, gustosissime e
deliziose anche da vedere, che hanno un solo
gigantesco problema, hanno le dimensioni di
una cavalletta schiacciata al suolo e per av-
vertire solo un inizio di sapore, la consistenza

- 31 -
di un qualcosa che non sappia di aria, bisogna
consumarne almeno 56 contemporanea-
mente, per poi ruttare in modo fragoroso
dopo la loro ingestione. Giova ricordare come
una reboante eruttazione del cavo orale sia
considerata un cosa del tutto normale in
Giappone, con la sola, preziosa avvertenza di
non farlo a favore di aria condizionata o di-
rettamente in faccia al vostro commensale.

48) Come ricordato più sopra, il pesce palla è


spesso morto. i pesci palla vivi sono riluttanti
a essere utilizzati come cena.

49) “tiin molte regioni del Giappone esiste il detto


massaggerei come massaggerei la schiena
di un manzo di Kobe”. non è un complimento.

50) imassaggiati
manzi di Kobe stessi non amano essere
in vita.

51) isanno
manzi di Kobe non amano i massaggi perché
che dopo il massaggio arriva qualcuno,

- 32 -
di solito un uomo piccolo con le gambe storte,
che decide che il massaggio è finito e che la
carne è pronta, e tutto ciò crea un certo fasti-
dio nel manzo di Kobe perché la carne di cui
si parla è la sua.

Una vera raffinatezza giapponese forse non


è stata ancor inventata ma una gelatina di
(52
caffè al centro della quale galleggia una pal-
lina, ancorchè non perfettamente rotonda, di
gelato alla crema può essere considerato un
avvicinamento giudizioso al concetto di raf-
finatezza, al senren nipponico. in mancanza
di gelatina di caffè si può riparare sull’an-
guilla, non in gelatina.

La visita al tempio giapponese viene spesso


effettuata in giornate caldissime, caratteriz-
(53
zate dal tipico cirro a forma ovoidale della
troposfera giapponese: in Giappone l’aria è
molto diversa da quella degli altri Paesi, ten-
de a cristallizzarsi in piccoli addensamenti a
forma di pagoda, uno per ogni giapponese
maggiorenne, e tende a collocarsi proprio
dietro al cranio dell’interessato. La nuvoletta

- 33 -
a forma di pagoda non interessa il turista me-
dio, ma in alcuni rari casi, trasportata dal ven-
to che tende a fare confusione tra le teste, si
attacca al cranio di qualche belga o di qualche
inglese, e da lì non si stacca più. il vento giap-
ponese ha una sua divinità, tutto in Giappone
ha una divinità di riferimento, e quella del
vento si chiama fujn, che difende i cieli dalle
intemperanze del fratello raijin, dio dei ful-
mini e dei tuoni. Se capiti in mezzo a una delle
loro liti quotidiane ti conviene avere un om-
brello: quando non litigano il cielo è abitato
da una calma totale, assoluta, onniavvol-
gente, che fa salire la temperatura a grada-
zioni adatte agli echinodermi ma non agli
esseri umani, che sono soliti strisciare lungo
le pareti dei templi lasciando vistose scie di
sudire verdognolo accanto alle statue degli
dèi che essendo però statue non dicono niente.
anche in Giappone le statue non parlano, so-
prattutto con i turisti.

54) infritti,
molti templi vengono distribuiti pesci palla
di solito bollenti. Serviti in comode sco-
delle di legno, possono essere consumati in
piedi ma non seduti, essendo la scodella col-

- 34 -
legata al collo di chi se ne sta servendo da
una corda di seta, che tende a rompersi prima
che si finisca di mangiare il contenuto. Quan-
do la corda di seta si rompe tutto cade a terra
e un addetto al recupero delle scodelle, dopo
un inchino, la prende e la butta in una enorme
autoclave, all’interno della quale trovano
posto 8 persone; tre di esse creano ampie vo-
lute di fumo finto triturando a mano alcune
lastre di ghiaccio secco, le altre cinque lavano
ogni singola scodella con spazzole di crine di
cavallo nero. i cavalli bianchi apprezzano mol-
to questa scelta.

in molti templi le scale di legno sono in finto


legno, gli scricchiolii sono diffusi da piccoli al-
(55
toparlanti collocati sotto i gradini.

Per i giapponesi la birra è essenziale.


(56
a Hokkaido, dove il sole appare 6 giorni nel
corso dell’anno, non consecutivi, uno dei pas-
(57
satempi preferiti è quello di lanciarsi addosso
palle di neve congelate, perfettamente sferi-

- 35 -
che. esiste un campionato, detto campionato
delle palle di neve congelate, ci sono dei cam-
pioni, dei campi di gioco, delle classifiche.

58) ilinprovvisorio
Giappone il definitivo è spesso provvisorio.
definitivo. alla fine non si capi-
sce più niente.

59) Tornando al pesce palla, ci rendiamo subito


conto che non era necessario tornare al
pesce palla, che resta un pesce palla in ogni
condizione. in ogni caso la carne del pesce
palla è sempre inesorabilmente fibrosa.

60) delle
Una volta in Giappone si trovavano anche
torte di mele, la produzione è cessata
quando i giapponesi hanno capito che la mela
va pelata. nessuno pela mai niente in Giap-
pone perché è tutto pronto nelle buste. esi-
stono, ma sono casi che devono essere anno-
verati nella categoria delle rarità, torte di
mele fatte con mele ancora in buste di pla-
stica alimentare, dal gradevole aroma di kiwi.

- 36 -
in Giappone il costo medio di una banana cor-
risponde allo stipendio medio di un impiegato
medio, che tende a mangiare poche banane.
(61
La banana non è un frutto medio.

La battaglia di palle di neve di Hokkaido,


spesso vista dai turisti occidentali come un
innocuo passatempo, non è innocuo e non è
(62
un passatempo, essendo DeCine i giapponesi
che recano indelebilmente impresso sul loro
corpo il ricordo di questi scontri sanguinosi,
condotti all’ultima palla di neve che essendo
una palla di neve giapponese sarà perfetta-
mente sferica con alla base una piccola tar-
ghetta che indicherà dimesioni, portata e
anno di produzione, solitamente il 1985, anno
aureo nella produzione di palle di neve sinte-
tiche realizzate con neve vera.

in Giappone è un fatto ordinario, diremmo


meglio pura prassi incontrare lungo la strada
un migliaio di piccoli banchi rotondi sui quali
(63
cuociono a qualunque ora del giorno e in
qualche ben selezionata ora della notte gran-
chi presumibilmente morti poi ricomposti in

- 37 -
piccoli ghiaccioli di granchio fritto, ma ciò che
è assai meno ordinario è il fatto che questo
cibo da strada non può essere consumato in
movimento ma solo stando fermi, non muo-
vendo alcun muscolo che non sia quello di-
rettamente coinvolto nel processo di masti-
cazione e, cosa ancor più importante, senza
sporcare per terra. il marciapiede deve essere
lasciato come lo si è trovato, cioè perfetta-
mente pulito e intonso, inamidato se un mar-
ciapiede potesse essere inamidato, luccicante.
La sanzione prevista non è economica ma si
declina, in relazione alle zone e alle prefet-
ture, in un forte biasimo sociale che può arri-
vare al disprezzo. il biasimo sociale si avvarrà
di un sopracciglio alzato, di solito il destro,
mentre il disprezzo assumerà la forma di un
gomito alzato improvvisamente impegnato a
scrivere nell’aria il seguente haiku:

Hai ManGiaTo MUoVenDoTi


afrore Di aSCeLLe PerCHÈ
QUanDo Ti MUoVi SUDi
CaMBia aLMeno CaMiCia

il granchio è commestibile come è commesti-


bile il pesce palla, solo che i tipi di cottura

- 38 -
sono leggermente diversi e se dovesse acca-
dere che un granchio abbia il sapore di un
pesce palla e un pesce palla il sapore di un
granchio è perché c’era una sola teglia pulita.
in Giappone le teglie sono molto rare.

in Giappone esistono più di 100 tipi di carpa,


che non si conoscono tra di loro, realizzando
(64
la nota incomunicabilità intraspecifica della
carpa che tanto caratterizza la cultura giap-
ponese. Una delle specie più famose è la
carpa koi, solitamente di colore brillante,
rosso, celeste, in alcuni casi giallo limone
fluorescente. Viene allevata per scopi emi-
nentemente decorativi, non viene ma mai
mangiata e viene lasciata morire serena-
mente di vecchiaia, per quanto possa essere
serena la vecchiaiai di una carpa. alcune
carpe anziane tentano il suicidio tentando di
travestirsi da pesce palla, non riuscendoci
quasi mai perché l’accortissimo cuoco giap-
ponese sa riconoscere immediatamente una
carpa da un pesce palla, e la rigetta in acqua
con un ampio, aggraziato gesto della mano.

- 39 -
65) ipurtombini giapponesi non sono solo tombini,
essendo anche tombini: in Giappone mol-
te, se non tutte le cose, sono spesso qualcosa
che non sembrano essere, perché giacciono
nello spazio ideale del ma: ma è una parti-
cella della lingua giapponese che significa
una tale quantità di cose che i giapponesi
stessi tendono a dimenticarsele, anche se
possiamo elencarne almeno 3, vuoto, silenzio
e pausa. Le altre 117 le lasciamo agli abitanti
di Hokkaido che hanno tutto il tempo di met-
terle in colonna, a Hokkaido non c’è quasi mai
niente da fare. Sui tombini i giapponesi dise-
gnano molte cose, le già ricordate carpe, dei
samurai, alcune cose che dovrebbero essere
commestibii, e un topo rosa che viene consie-
derato una specie di deità; questa cosa del
topo rosa considerato un dio è appannaggio
anche del giapponese medio astemio.

66) il giapponese medio non esiste.


67) forse
medio.
non esiste neanche il giapponese non

- 40 -
Se un giapponese deve fumare per strada, di
solito non esce e fuma in casa, chiuso in bagno.
(68

i bagni giapponesi hanno alcune rientranze,


pensate con attenzione strategica, sempre
(69
che esista una attenzione strategica, pensate
per i fumatori che hanno bisogno di nascon-
dersi anche da sé stessi quando fumano. il
giapponese medio, che non sappiamo se esi-
ste, oltre a non sapere egli stesso se esiste
si vergogna di quasi tutto quello che fa, e
cerca sempre delle rientranze in cui nascon-
dersi. i bagni, non tutti ma molti, prevedono
queste rientranze di consapevolezza (questa
tesi è stata scritta ascoltando Enrico Piera-
nunzi in Je ne sais quoi con Pieranunzi stesso,
chi altri se no, al pianoforte, Billy Higgins alla
batteria e Charlie Haden al contrabbasso.
Nessuno di loro è giapponese).

in Giappone le autostrade sono molto efficienti,


spesso a 4 corsie, con una velocità minima per
(70
accedervi di 50 km all’ora, indipendentemente
dal mezzo utilizzato, carretto, auto, moto, bici-
cletta, o piedi. Una caratteristica dello shintoi-

- 41 -
smo è quella di non accentuare le differenze,
quando esistono, e se un carretto riesce a pro-
cedere a una velocità di almeno 50 km all’ora ha
lo stesso diritto di accedere a una autostrada
giapponese di quello che ha una Toyota Corolla
giallo zucca, pagando lo stesso pedaggio.

71) sia Tokio esiste una autostrada sopraelevata,


chiama Shuto e sotto di essa si mangia un
ramen ottimo. ogni tanto cade qualche pneu-
matico, ma non direttamente nel ramen,
quindi nessuno se ne preoccupa.

72) pesce
La difficile e complessa arte della cottura del
palla. essa è di esclusivo dominio di al-
cuni cuochi addestrati fin dalla più tenera età
a giocare con piccoli pesci palla di gomma,
riempiti di aria, che vengono lanciati in aria e
afferrati dai cuochi in pectore, imberbi e in-
genui, con delle bacchette. Chi riesce a farlo
viene ammesso alla scuola di specializza-
zione per cuochi di pesce palla, gli altri di so-
lito diventano radiologi.

- 42 -
il parcheggio in Giappone è operazione com-
plessa, effettuata in modo affatto diverso da
(73
quello che avviene in occidente. il parcheggio è
una cerimonia laica di accostamento e succes-
sivo scostamento seguito da un altro accosta-
mento del veicolo allo spazio a ciò deputato, e
in tutto il Giappone esistono solo 5 parcheggia-
tori, tutti di nome Hector, di altezze digradanti,
dal metro e 68 fino al metro e 63. nessuno par-
cheggia una macchina senza di loro.

il fiore di loto muore quasi subito.


(74
Le rane giapponesi non saltano perché riten-
gono la cosa inutile.
(75

nessuno ha mai visto una rana giapponese


sentirsi discriminata per questa sua mancanza,
(76
si tratta di rane fortemente emancipate.

in Giappone i rubinetti non perdono mai.


(77

- 43 -
78) ilmontagne
monte fuji è alto 3776 ed è una delle tre
sacre del Giappone, le altre due
sono il monte Tate e il monte Haku. alle pen-
dici di tutti e tre si mangia un ramen noto
come il ramen del monte sacro, con tre uova
anziché una sola. avendo la cima sempre in-
nevata ogni anno alcuni turisti tentano di
sciare sulle sue pendici, ma essendo un vul-
cano in molti casi ci cadono dentro.

79) iltramonto.
monte fuji all’alba è uguale al monte fuji al

80) ilfujimonte fuji al tramonto è uguale al monte


all’alba.

81) i cavalli in Giappone hanno tutti un nome proprio.


82) iditaxi in Giappone sono molto diversi dai taxi
città che non si trovano in Giappone, questo
perché per esserci un taxi deve esserci una
città, i taxi campestri sono molto rari, e anche
perché esistono molte città che non hanno la

- 44 -
fortuna di trovarsi in Giappone. i tassisti giap-
ponesi indossano sempre guanti bianchi e
guidano, senza togliersi i guanti, delle Toyota
Crown gialle o nere. alcune di quelle nere una
volta erano bianche, quelle gialle lo sono
sempre state. Molto importante, per un occi-
dentale o per chiunque non sia daltonico, il di-
verso uso del colore; quando il segnale lumi-
noso sul parabrezza è rosso il taxi non è oc-
cupato bensì libero (kusha) mentre è occu-
pato (chinsò) quando è verde. Titolo prefe-
renziale per il cliente è quello di presentarsi
con un pesce palla in tessuto in mano. Le porte
sono comandate automaticamente dall’auti-
sta, è quindi meglio evitare di farle sbattere
quando si esce dalla vettura: qualora ci si di-
mentichi del pesce palla nella vettura si potrà
reclamarlo al centro pesci palla smarriti, che
ha sede in ogni prefettura del Giappone.

il jogging in Giappone non è vietato anche se


in alcuni casi si potrebbero disturbare le
(83
carpe. Una delle zone più gettonate di tutto il
Giappone sono i giardini intorno al palazzo
dell’imperatore, che di solito non è mai nel
palazzo perché detesta vedere questa marea

- 45 -
brulicante di corridori che infestano il suo
parco. Lungo il percorso sono collocate molte
cabine doccia, che permettono ai corridori di
entrare, fare una doccia e scoprire che la porta
è bloccata e quindi è virtualmente impossibile
uscirne, Per i pochi, fortunati corridori che rie-
scono a riguadagnare la libertà il premio è la
possibilità di immergersi nella fonte di acqua
bollente oedo onsen Monogatari dopo lo
sforzo. Solo che non lo fa nessuno.

84) significa
okamase è una espressione giapponese che
“come vi pare”: vale per il sesso, per
il jogging, per cucinare la famosa cotoletta di
maiale, il tonkatsu, per decidere quanto
ramen mangiare e quanto darne al gatto, per
capire quanta giapponesità c’è in una bac-
chetta rotta, per decidere se Tokio è un inferno
o un paradiso. Tipicamente, un giapponese non
risponderebbe a nessuna di queste domande.

85) diDomo. La particella polisemica più complessa


tutta la lingua giapponese, Virtualmente
potrebbe voler dire grazie, ma solo virtual-
mente, perché il suo vero significato non lo

- 46 -
sanno neanche i giapponesi: la loro lingua è
così arcanamente intricata da sfidare anche
quelli che la parlano tutti i giorni. Dōmo arigatō
gozaimasu, questa è l’espressione completa,
vuol dire “in qualsiasi modo tu la veda (dōmo)
è difficile per me esistere (arigatō gozaimasu)
(di fronte a una simile gentilezza da parte
tua).” La gentilezza che il giapponese, quello
medio, riceve è talmente forte, talmente po-
tente, che la sua stessa esistenza viene mes-
sa in discussione, indebolita da un atto che
appare quasi ingiustificato nella sua comple-
tezza. Per questo motivo molti giapponesi si
inchinano, non hanno voglia né tempo di per-
dere l’anima, che poi dovrebbe essere in qual-
che modo recuperata, e risolvono chinando la
testa. Meglio un po’ di artrosi che una messa
in discussione della propria esistenza.

in Giappone il coltello da pollo non esiste per-


ché mangiano pochi polli.
(86
in Giapppone non esiste neanche il coltello da
maiale, usano il primo che trovano.
(87
i gatti giapponesi hanno spesso una coda
molto lunga, che sbattono in faccia a chiun-
(88
- 47 -
que gli si avvicini. in questo sono molto simili
ai gatti occidentali.

89) possono
in Giappone esistono macchine così piccole che
contenere al massimo le sagome in car-
tone degli occupanti, ma non gli occupanti stessi.

90) centrati.
i giapponesi non sono piccoli, sono solo con-

91) inin ufficio


Giappone ci si sveglia alle 5.30 per essere
alle 9 per poi tornare a casa alle 17.
nel mentre si mangia molto ramen.

92) giapponesi
Uno dei divertimenti preferiti dei giovani
è quello di non avere un diverti-
mento preferito, così divagano.

93) Lain alcune


metropolitana di Tokio è spesso piena ma
giornate è semivuota, soprattutto
quando piove, perché il giapponese ama cam-
minare sotto la pioggia.

- 48 -
in Giappone non esiste il mandato celeste ma
per fortuna ci sono anche pochi commercialisti.
(94

Lo shogun era un personaggio piuttosto im-


portante che indossava spesso calze dai co-
(95
lori sgargianti.

Kimono vuol dire cosa da indossare, quindi


abito. Poi dite che i giapponesi non sono prag-
(96
matici.

Un grande musicista e compositore giapponese


disse che una delle cose più difficili da suonare
(97
è il silenzio. non parla dal settembre del 1979.

La cetra giapponese è una cetra suonata da


un giapponese.
(98

La capitale del Giappone è Tokio.


(99
MoLTi GiaPPoneSi non Lo Sanno.
(100
- 49 -
edizione fortunatamente fuori commercio.
Molti dei concetti contenuti non sono concetti.
Se in alcuni di essi è contenuto qualcosa di vero,
si è trattato di un errore di cui ci scusiamo.

Copia n. di 30

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