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Tecniche e architettura – Andrea Campioli

Cap 1. L’edificio come sistema

Il progetto di un edificio deve confrontarsi con:


- Vincoli fisici
- Vincoli materici
- Vincoli normativi

Poiché la realizzazione progettuale deve fare conti con:


- Caratteristiche fisiche
- Azioni e reazioni del contesto fisico e climatico di collocazione
- Regole che la normativa impone per garantire il benessere e la sicurezza degli abitanti
- Le risorse a disposizione

Il progetto deve essere concepito come risposta a un bisogno espresso dai destinatari; nella fase
preliminare si rendono necessarie la definizione di esigenze.

Il progetto deve confrontarsi con i vincoli normativi che riguardano numerosi aspetti:
- Paesaggistici
- Urbanistici
- Edilizi
- Igienico-sanitari
- Di prevenzione sismica
- Acustica
- Comfort e risparmi energetico

Le norme si occupano di fissare i requisiti obbligatori da rispettare nella progettazione, a garanzia del
rispetto dei livelli minimi di sicurezza e di benessere degli abitanti e di salvaguardia dell’ambiente.
Oltre ai vincoli normativi, il progetto è chiamato a confrontarsi con vincoli di tipo culturale, con i caratteri
del contesto.

Il progetto è condizionato dalla disponibilità di risorse necessarie a renderne praticabile l’attuazione in un


determinato momento e luogo (risorse naturali, intellettuali, economiche).
- Risorse naturali: materie prime e materiali alla base della costruzione, disponibili localmente o
importate, con costi variabili, sia in termini economici che di impatto ambientale.
- Risorse intellettuali: le conoscenze relative alle tecniche esecutive

Esigenza: ciò che di necessità si richiede per il corretto svolgimento di un’attività dell’utente o di una
funzione tecnologica
Requisito: traduzione di un’esigenza in fattori atti a individuare le condizioni di soddisfacimento da parte di
un organismo edilizio o di sue parti spaziali o tecniche, in determinate condizioni d’uso e di sollecitazione
Prestazione edilizia: servizio reso e comportamentale reale dell’organismo edilizio e delle sue parti nelle
effettive condizioni d’uso e di sollecitazione
Classi di esigenza (norma UNI 8289:1981):
- La sicurezza
- Il benessere
- La fruibilità
- L’aspetto
- La gestione
- L’integrabilità
- La salvaguardia ambientale

Una volta definite le esigenze dal committente queste vengono tradotte in requisiti del progetto dal
progettista

Analisi dei requisiti (norma UNI 8290:1983):


- L’affidabilità nel tempo
- La manutenibilità
- La pulibilità
- La riparabilità
- La sostituibilità
- La stabilità chimica
- La stabilità morfologica

Il sistema ambientale è caratterizzato dalla dimensione, dalla geometria, e dalla posizione reciproca
indipendentemente dalle caratteristiche dei materiali che delimitano gli spazi. Il sistema ambientale ha
stretta relazione con la forma e l’aspetto dell’edificio.
Il sistema tecnologico è l’insieme strutturato delle unità tecnologiche e degli elementi tecnici, definiti nelle
loro prestazioni e nelle loro relazioni. L’elemento tecnico è il prodotto edilizio più o meno complesso
capace di svolgere completamente o parzialmente funzioni proprie di una o più unità tecnologiche e che si
configura come componete caratterizzante di un subsistema tecnologico.
Classi di unità tecnologica Unità tecnologica Classi di elementi tecnici

Struttura portante Struttura di fondazione Dirette


Insieme delle unità tecnologiche e Indirette
degli elementi tecnici appartenenti al
sistema edilizio aventi funzione di Struttura di elevazione Verticali
sostenere i carchi del sistema edilizio Orizzontali
stesso e di collegare staticamente le Inclinate
sue parti Spaziali

Struttura di contenimento Verticali


Orizzontali

Chiusura Chiusura verticale Pareti perimetrali verticali


Insieme delle unità tecnologiche e Infissi esterni verticali
degli elementi tecnici appartenenti al
sistema edilizio aventi funzione di Chiusura orizzontale inferiore Solai a terra
separare e conformare gli spazi Infissi orizzontali
interni del sistema edilizio stesso
rispetto all’esterno Chiusura orizzontale su spazi esterni Solai su spazi aperti

Chiusura superiore Coperture


Infissi esterni orizzontali

Partizione interna Partizione interna verticale Pareti interne verticali


Insieme delle unità tecnologiche e Infissi interni verticali
degli elementi tecnici appartenenti al Elementi di protezione
sistema edilizio aventi funzione di
dividere e conformare gli spazi Partizione interna orizzontale Solai
interni del sistema edilizio stesso Soppalchi
Infissi interni orizzontali

Partizione interna inclinata Scale interne


Rampe interne

Impianto di fornitura servizi Impianto di climatizzazione Alimentazione


Insieme delle unità tecnologiche e Gruppi termici
degli elementi tecnici appartenenti al Centrai di trattamento fluidi
sistema edilizio aventi funzione di Reti di distribuzione e terminali
consentire l’utilizzazione di flussi Canne di esalazione
energetici, informativi e materiali
richiesti dagli utenti e di consentire il Impianto idrosanitario Allacciamenti
conseguente allontanamento degli Reti di distribuzione
eventuali prodotti di scarto
Impianto di smaltimento liquidi Reti di scarico acque fecali
Reti di scarico acque meteoriche

Impianto di smaltimento aeriformi Macchine


Reti di canalizzazione

Impianto elettrico Allacciamenti


Reti di distribuzione e terminali

Impianto fisso di trasporto Macchine


Parti mobili
Gli edifici sono costituiti da materiali che subiscono un processo di trasformazione per diventare prodotti
edilizi, i quali, a loro volta, tramite un processo di costruzione vanno a comporre l’edificio. Una volta
terminata la vita utile dell’edificio esso subisce un processo di dismissione e le sue parti componenti
possono essere smaltite in discarica o riutilizzate oppure riciclate, tramite un nuovo processo di
trasformazione dei materiali. Tutte queste attività sono gestite da diversi operatore e costituiscono nel loro
insieme le fasi del ciclo di vita edilizio.

La prima fase del ciclo di vita è quella dell’approvvigionamento delle materie prime. Le materie prime
provengono da risorse naturali, prevalentemente di tipo minerale, che richiedono un processo di
estrazione. L’attività estrattiva ha un notevole impatto sull’ambiente. Inoltre i materiali minerali sono
risorse non rinnovabili. Risorse rinnovabili sono invece quelle vegetali che oltretutto non richiedono un
processo di estrazione ma semplicemente un attività di prelievo.

La maggior parte dei materiali edilizi non esiste in natura e deve essere prodotta spesso tramite complessi
cicli di trasformazione di tipo industriale.

In alcuni casi le materie prime subiscono un primo processo di trasformazione, che consiste nella
produzione del materiale, in un una forma tale però da non essere già disponibile come componente della
costruzione, ma tale da richiedere ancora successive lavorazioni: questo tipo di prodotto viene definito
semilavorato, poiché non ha una dimensione e una forma già adeguata alla costruzione dell’edificio, ma si
trova in uno stadio intermedio (ex. cemento).
I semilavorati devono dunque subire un ulteriore processo di lavorazione, che consiste nella formazione del
prodotto in elemento costruttivo alla base della realizzazione dell’edificio.

Gli elementi costruttivi sia preformati sia preassemblati vengono definiti componenti edilizi in quanto la
loro forma non subisce modificazioni in cantiere e le operazione che vengono effettuate in cantiere con
questi elementi sono solo quelle di assemblaggio. I componenti edilizi che arrivano in cantiere già pronti e
devono essere solo assemblati si definiscono prefabbricati.

Fase di produzione Fase di costruzione Fase di gestione Fase di fine vita

Approvvigionamento delle Trasporto al Uso Dismissione


materie prime cantiere Manutenzione dell’edificio
Trasporto allo stabilimento Costruzione o Riparazione Trasporto
Processi di produzione e assemblaggio Sostituzione Riuso e riciclaggio
lavorazione Riqualificazione dei materiali
Conferimento in
discarica
Cap 2. Materiali

La scelta dei materiali è un aspetto particolarmente delicato del processo di progettazione dell’architettura.
Non può che essere considerata un processo di lento avvicinamento alla soluzione ottimale, un processo
che muove i suoi primi passi già nella prima fase di ideazione per concludersi soltanto nel momento del
cantiere. L’attenta considerazione delle implicazioni culturali connesse all’utilizzo di un determinato
materiale e la comprensione delle sue caratteristiche fisiche fondamentali costituiscono un presupposto
irrinunciabile.

Classificazione:
- Materiali metallici: composti da uno o più elementi metallici miscelati tra loro e caratterizzati da
un’elevata resistenza meccanica e tenacità, deformabilità a freddo e caldo, elevata conducibilità
termica ed elettrica (acciaio, alluminio).
- Materiali polimerici: composti da lunghe catene di molecole a base di atomi di carbonio dotati di
bassa resistenza meccanica, elevata flessibilità e deformabilità bassa conducibilità termica ed
elettrica, ridotto peso specifico (polistirene, polietilene, policarbonato).
- Materiali ceramici: materiali inorganici costituiti da elementi metallici e non metallici legati
chimicamente tra loro. Sono caratterizzati da durezza e fragilità, elevata resistenza meccanica a
compressione, bassa conducibilità termica ed elettrica (vetro e laterizio).
- Materiali compositi e fibrosi: costituiti da due o più materiali appartenenti alle tre classi precedenti.
Sono costituiti da un materiale di rinforzo, in fibre o particelle, inglobato in un materiale che funge
da matrice (legno).

Proprietà:
- Per quanto riguarda gli aspetti economici esiste una relazione tra il prezzo di un materiale, la sua
reperibilità e la difficoltà con la quale esso può essere reso disponibile per gli impieghi finali.
- La proprietà fisica che caratterizza in modo inconfondibile un materiale è la densità (rapporto tra
massa e volume di un corpo). I materiali diffusamente realizzati in edilizia hanno densità molto
differenti: tra quelli a densità più bassa vi sono i materiali polimerici espansi, utilizzati come isolanti
termici (d compresa tra i 15 e i 100kg su mq), mentre una densità molto elevata caratterizza i
materiali lapidei (da 1100 a 3400kg su mq) il calcestruzzo (da 2000 a 2400kg su mq) e i metalli
(7850kg su mq).
- Le proprietà meccaniche connotano un comportamento di un materiale quando a un copro viene
applicata una forza. Tra queste il modulo elastico misura la resistenza di un materiale alla
deformazione elastica. Materiali con modulo elastico elevato si deformano poco nel corso degli
anni, a differenza di materiali rigidi che si deformano in modo rilevante.
- Le proprietà termiche descrivono il comportamento in relazione alle sollecitazioni termiche; da esse
dipendono le prestazioni di isolamento termico e di inerzia termica degli elementi costruttivi.
Troviamo conducibilità e conduttività, ovvero l’attitudine di un materiale di trasmettere calore. Per
quanto riguarda la prestazione di isolamento termico in edilizia è frequente il riferimento alla
trasmittanza termica che permette di calcolare il flusso di calore trasmesso.
- Il calore specifico è la proprietà che esprime l’attitudine di un materiale ad accumulare calore.
- Il coefficiente di dilatazione termica descrive l’entità della dilatazione che un materiale subisce in
relazione a un aumento della temperatura (in questo caso bisogna considerare con molta
attenzione l’unione di diversi materiali in quanto possono avere comportamenti diversi).
- La propensione di un materiale di conservare inalterate le proprie caratteristiche durante il periodo
d’esercizio, cioè in funzione di fattori quali il tempo, la temperatura e gli agenti ambientali.

Materiali lapidei naturali: identifica quei materiali ottenuti dall’estrazione di rocce di varia origine e resi
adatti all’utilizzo nell’ambito delle costruzioni, in seguito a lavorazioni, con funzione sia strutturale sia
ornamentale.

Classificazione per genesi, a seconda della loro formazione nella dinamica della crosta terrestre possono
essere suddivisi in:
- Rocce magmatiche: o ignee sono quelle che derivano dal raffreddamento e successiva
solidificazione del magma. Sono di tipo intrusivo se si solidificano al di sotto della crosta terrestre e
quindi in maniera lenta, di tipo effusivo se sono soggette a una solidificazione decisamente più
repentina compiendosi essa al di sopra della superficie terrestre.
- Rocce sedimentali: si formano in seguito a processi di erosione, trasporto e sedimentazione di
rocce più antiche. Tale fenomeno avviene per azione dell’acqua, i materiali a causa della pressione
subita si solidificano, questo fenomeno viene chiamato diagenesi.
- Rocce metamorfiche: derivano da rocce di differente natura che hanno subito profonde
modificazioni a causa del variare di temperatura e pressione.

Classificazione per composizione, si possono raggruppare a seconda delle specie minerali di cui sono
composte e della struttura aggregativa che le caratterizza:
- Rocce solfatiche: sono costituite in prevalenza di gesso.
- Rocce carboniche: sono costituite prevalentemente da carbonato di calcio (calcari, marmo,
travertino).
- Rocce silicatiche: sono costituite in prevalenza di silice e silicati, le più importanti hanno origine
magmatico (granito, tufi, arenarie, argille).

Classificazione commerciale, le rocce con funzione sia strutturale che decorativa sul mercato vengono
suddivise in:
- Marmo: rocce con struttura cristallina con la caratteristica di essere compatte e lucidabili.
- Granito: rocce con struttura fanero-cristallina anch’esse compatte e lucidabili.
- Travertino: rocce calcaree sedimentali di deposito chimico non tutte lucidabili.
- Pietra: quei particolari materiali lapidei con composizione mineralogica svariatissima non
classificabili nelle categorie precedenti.

Processo produttivo:
1. Coltivazione: insieme di operazioni atte al reperimento della materia prima dalla cava (a gradoni (a
giorno) o a fossa (sotto la superficie terrestre)) e al trasporto di essa nei luoghi nei quali avranno
vita le successioni lavorazioni.
2. Lavorazioni: per poter essere utilizzati i blocchi di materiale lapideo estratti dalla cava devono
essere sottoposti a un processo di lavorazione:
La segagione che consiste nelle operazioni atte a ottenere lastre con spessori dai 1.5 cm ai 6 cm.
La lavorazione di finitura perimetrale degli elementi.
Le operazioni di finitura superficiale (scalpellatura, sabbiatura, bocciardatura, levigatura).
Le malte e il calcestruzzo sono conglomerati artificiali ottenuti mediante miscelazione di acqua, di sabbia,
di ghiaia ed elementi inerti di piccole dimensioni con leganti ottenuti dalla frantumazione e cottura di
materiali di origine minerale. Quando nel calcestruzzo vengono annegate barre tonde di acciaio
opportunamente disposte e collegate al fine di migliorare la risposta alle sollecitazioni meccaniche, si
ottiene il calcestruzzo armato.
Le malte e i calcestruzzi sono costituiti da una miscela di leganti, aggregati, additivi e acqua nella corretta
proporzione e a seconda delle prestazioni richieste.

Leganti: materiali ottenuti dalla cottura di materiali di origine minerale. Se mescolati con acqua danno vita
a un impasto capace di indurire aderendo in maniere irreversibile alle superfici con le quali entrano in
contatto. I materiali leganti possono essere aerei se fanno presa solo in presenza di aria o idraulici in caso
facciano presenza sia in presenza di aria che di acqua.
Le principali famiglie:
- Gesso: risultato dalla cottura della pietra da gesso a temperatura tra i 130/170°C; se mescolato con
acqua ne assorbe la quantità persa al momento della cottura e si indurisce facendo presa in meno
di un’ora.
- Calce aerea: si ottiene dalla cottura del calcare è definita calce viva, una volta aggiunta l’acqua
prede il nome di calce spenta. Essa viene utilizzata come malta per intonaco e murature o per la
realizzazione di stucchi decorativi.
- Calce idraulica: ricavata dalla cottura di marne o miscele di carbonato di calcio e argilla. È inoltre
possibile ottenere calce idraulica attraverso l’aggiunta alla calce aerea di tufo pozzolanico. Il
principale impiego riguarda la realizzazione di intonaci e murature.
- Il cemento è anch’esso un legante di tipo idraulico ricavato dalla miscela con acqua di materiali
differenti macinati e omogeneizzati. Gli impieghi del cemento nel settore delle costruzioni sono
infinitamente vari.
Aggregati: sono prodotti chimici che se aggiunti nella giusta quantità consento di migliorare alcune
caratteristiche del materiale.
- Scopo dell’aumento della fluidità e di conseguenza della lavorabilità del materiale.
- Acceleranti o ritardanti cono lo scopo di modificare i tempi di indurimento.
- Areanti con il fine di introdurre microbolle d’aria all’interno del materiale per conferire resistenza al
gelo.

Processo produttivo
Produzione dei leganti Reperimento degli aggregati Miscelazione Messa in opera
Materiali ceramici: i laterizi
Si tratta di materiali ottenuti dall’impasto e dalla successiva cottura di argilla, acqua e eventuali additivi.
I laterizi sono prodotti ceramici composti di argille comuni e cotti a temperature comprese tra 900/1000°C :
- Elementi per murature:
• I mattoni sono parallelepipedi in laterizio con volume minore a 5.500mc
• I blocchi sono parallelepipedi in laterizio con volume maggiore a 5.500mc
• I mattoni e i blocchi da rivestimento sono adatti per facciate a vista
• I mattoni e i blocchi comuni tutti i laterizi che non prevedono un
intonacatura
• I pezzi complementari, speciali e di corredo sono quegli elementi impiegati
per svolgere funzioni particolari all’interno della muratura come le
architravi, e gli elementi per il passaggio degli impianti
o Pieni: percentuale di foratura < del 15%
o Semipieni: percentuale di foratura tra il 15% e il 55%
o Forati: percentuale di foratura > del 55%
- Tavelle e tavelloni: sono elementi in laterizio piano che presentano una lunghezza notevole rispetto
a larghezza e altezza. A seconda della dimensione prendono il nome di tavelline, tavelle e tavelloni.
Vengono di norma utilizzate per la realizzazione dei solai, possono presentare differenti profili.
- Elementi per solai: sono detti blocchi forati per solai o pignatte; vengono normalmente accostati a
elementi in calcestruzzo armato definiti travetti. Si differenziano tra loro a seconda del loro impiego
in solai gettati in opera, travetti prefabbricati e solai prefabbricati. Nel primo caso sono dotati di
alette inferiori che hanno il compito di contenere il getto in calcestruzzo. Nel secondo caso i blocchi
vengono definiti interblocchi o blocchi interposti e presentano delle sporgenze laterali che
permettono l’appoggio di essi ai travetti prefabbricati. Nel caso in cui vadano a costruire un solai
prefabbricato non presentano facce laterali sagomate poiché vanno in appoggio sulla lastra
prefabbricata in calcestruzzo.
- Elementi per coperture: sono definiti tegole, possono essere suddivise in tegole a sovrapposizione e
tegole a innesto. A sovrapposizione sono quelle che non presentano alcun elemento di aggancio o
di innesto (tegole piane o embrici, le tegole tonde o coppi). A innesto sono dotate di particolari
scanalature adatte a permettere una connessione salda e precisa (marsigliesi, portoghesi e
olandesi).
Il legno
Rappresenta uno dei materiali più antichi di costruzione utilizzati dall’uomo. È un materiale di origine
organica, disomogeneo e anisotropo; è formato per la maggior parte da acqua, cellulosa e lignina.
Il legname viene classificato
1. A seconda delle lavorazione che subisce:
- Legno tondo: identifica i fusti interi o parti di essi.
- Legno squadrato: sono i fusti scortecciati o squadrati grossolanamente.
- Legno segato: sono prodotti derivati dalla sezionatura dei fusti in forma di travi o tavole.
2. A secondo della forma:
- Travi: presenti in varie dimensioni
- Tavole di conifere
- Tavole di latifoglie

Derivati: sono ottenuti a partire da segati, lastre sottili, oppure piccole particelle di legno
- Legno lamellare: è composto dall’incollaggio con adesivi ad alta resistenza di tavole in legno
massiccio. È utilizzato per elementi strutturali di grandi dimensioni o soggetti a sforzi
particolarmente elevati.
- Compensati e paniforti: è uno dei più diffusi prodotti derivati dal legno. È prodotto mediante
l’incollaggio sotto pressione di almeno tre strati sottili di legno ottenuti per tranciatura, definiti
piallacci o per sfogliatura definiti sfogliati. Ogni strato è disposto in modo di avere le fibre
perpendicolari a quello sottostante. In caso in cui gli strati siano maggiori di tre, prendi il nome di
multistrato. Tali prodotti sono caratterizzati da una minore predisposizione all’imbarcamento, da
un minore costo e da una maggiore resistenza, lavorabilità e adattabilità anche a forme curve.
Vengono impiegati per la realizzazione di rivestimento, soffiature, pareti divisorie e arredamento.
- Pannelli tamburati: sono costituiti da uno strato esterno in compensato da una cornice in listelli e
da un’anima in materiale leggero di norma materiali a struttura ondulata o a nido d’ape, materiali a
struttura alveolare rigida oppure schiume sintetiche espanse. Vengono utilizzati per porte interne e
pannellature.
- Pannelli truciolari e pannelli di fibre: sono realizzati per mezzo dell’incollaggio di residui di segheria
fatti essiccare e agglomerati a pressione attraverso l’utilizzo di resine sintetiche. Sono molto
economici e vengono utilizzati come rivestimenti, finiture, ma anche per la realizzazione di
casseforme di getti in calcestruzzo.
- Pannelli di fibra di legno: si ottengono per mezzo di sottili strisce di legno, tagliate nel verso della
fibratura, impregnate con sostante antiputrescenti, antiparassitarie, e ignifughe e successivamente
agglomerate con materiale legante. Vengono impiegati per controsoffittature, pareti
preintonacate, pareti isolate e isolamento acustico a pavimento.
- Pannelli OSB: sono costituiti da fibre di conifera trattate separatamente per lo strato interno e gli
strati esterni. Presentano caratteristiche meccaniche superiori ad altri derivati, trovano impiego
nella realizzazione di solai e chiusure verticali.

Processo produttivo
Abbattimento Riduzione alle dimensioni commerciali Stagionatura Produzione dei derivati
Metalli: acciaio
Si intendono quei particolari elementi chimici che presentano una struttura cristallina caratterizzata dalla
presenza di elettroni liberi.
- Metalli non ferrosi: l’alluminio, il piombo, lo zinco, il rame e le leghe che ne derivano.
- Metalli ferrosi: il ferro e tutte le sue leghe, ghisa, acciaio e leghe di acciaio.
L’acciaio utilizzato nel settore delle costruzioni per realizzare profilati da carpenteria, presenta una
percentuale di carbonio del 0.2%.
È caratterizzato da un punto di fusione più elevato della ghisa, ma anche da una maggiore lavorabilità e una
minore fragilità. Può essere a sua volta legato con altri materiali, al fine di migliorare alcune sue
caratteristiche. In questo caso si parla di leghe come:
- Acciaio inossidabile: resistente alla corrosione grazie all’aggiunta di cromo e di altri metalli in
percentuali minori
- Acciaio cor-ten: grazie all’aggiunta di manganese, rame, cromo, nickel, e fosforo presenta un
miglior comportamento agli agenti atmosferici attraverso la formazioni di una patina di ossido che
protegge il metallo.
I semilavorati e prodotti in acciaio sono:
- Profilati laminati a caldo, possono essere uniti gli uni agli altri tramite saldatura e bullonatura
direttamente tra loro, o con fazzoletti di connessione.
- Lamiere, si possono trovare di varie dimensioni possono essere unite tramite saldatura,
bullonatura, aggraffatura o rivettatura.
- Profilati formati a freddo
- Profilati tubolari
- Grigliati, reti e reti tessute. I grigliati sono formati per mezzo dell’elettro saldatura di lamelle, le reti
sono formati tramite intreccio di fili preventivamente piegati mentre le reti tessute sono ottenute
mediante tessitura di fili metallici su telai meccanici.

Processo produttivo
Lavorazioni Laminazione Estrusione Trafilatura Stampaggio Piegatura Fucinatura
Vetro
È composto dalla solidificazione in seguito alla cottura di una pasta omogenea (di silicio sodio e calcio) che
portata a una temperatura di 1500°C si trasforma in massa vetrosa fusa, materia prima di tutte le
successive lavorazioni.
I prodotti ottenuti dalla realizzazione della massa vetrosi si possono suddividere in:
- Vetri in lastre
- Vetri speciali, particolari prodotti che subiscono una modifica del processo di lavorazione per
ottenere caratteristiche;
• Vetri con coating: attraverso il deposito di ossidi metallici si ottengono
prestazioni ottiche e energetiche migliori.
• Vetri temprati: vetri che hanno subito un processo termico o chimico che
ne aumenta la resistenza meccanica. Il processo consiste in un
riscaldamento e brusco raffreddamento della lastra.
• Vetri stratificati, pensati per aumentare la resistenza e diminuire il rischio
in caso di rottura, abbiamo un accoppiamento di più lastre di vetro con
interposto un foglio in materiale plastico mediante un processo a caldo
sotto pressione
• Vetri fotovoltaici, lastre di vetro con all’interno celle fotovoltaiche.
- Vetri stampati
- Pannelli vetrocamera
- Fibre di vetro

Processo produttivo
Preparazione della massa vetrosa Lavorazione della massa vetrosa Formatura di lastre
Materie plastiche
Sono composte da polimeri ossia macromolecole composte dall’unione attraverso legami chimici di
monomeri. A seconda della composizione chimica e dalla struttura caratteristica dei polimeri, oltre che dal
tipo di lavorazioni subite e dalle sostanze additive aggiunte, si possono ottenere materie plastiche
profondamente differenti nelle caratteristiche e nelle prestazioni.
Classificazione:
- Polimeri termoplastici: sono caratterizzati dalla loro proprietà di rammollire se riscaldati, così da
diventare più malleabili e lavorabili e quindi di solidificare alla diminuzione della temperatura.
• Polietilene
• Polipropilene
• Polivinilcloruro
• Polistirene
• Poliuretano
• Polimetilmetacrilato
• Policarbonato
• Polimeri contenenti fluoro
- Polimeri termoindurenti: sono polimeri che a seguito di reazioni di reticolazione induriscono
diventando termostabili e insolubili. La struttura tridimensionale fa in modo che il polimero non
fonda.
• Resine fenoliche
• Resine epossidiche
- Elastomeri: sono anche definiti gomme, sono materiali elastici che se sottoposti a sollecitazioni
meccaniche raggiungono dimensioni molto più elevate di quella originaria ma che una volta venuta
meno la sollecitazioni hanno la capacità di ripristinare le dimensioni di partenza. Vengono utilizzati
per la realizzazione di giunzioni e guarnizioni.

Processo produttivo
Produzione di polimeri Additivazione Formatura
Tessili tecnici
Sono materiali che rispondono a esigenze tecnico-qualitative molto elevate, caratterizzandosi per
prestazioni molto più specifiche e superiori rispetto a quelle offerte dai materiali tessili generalmente
utilizzati nell’abbigliamento e nell’arredamento. Derivano dalla lavorazione di materie prime che possono
avere origine minerale, vegetale oppure sintetica.
I tessili tecnici trovano applicazione nel settore delle costruzioni per la realizzazione di tensostrutture
elementi di rivestimento e componenti per la protezione delle radiazioni solari.

Tessili tecnici multi-componenti: sono composti da tessuti rivestiti da resine polimeriche.


- Tessuto polistirene-PVC: tessuto costituito da un tessuto in fibre di polistirene accoppiato mediante
spalmatura a una matrice in PVC, essendo caratterizzato dal migliore rapporto tra il costo e le
prestazioni offerte.
- Tessuto vetro silicone: è costituito da un tessuto in fibre di vetro accoppiato mediante spalmatura a
una matrice in silicone. È particolarmente sensibile agli agenti atmosferici e tende a caricarsi
elettrostaticamente attraendo lo sporco e rendendone difficile la rimozione.
- Tessuto vetro-PTFE: è un tessile tecnico costituito da un tessuto in fibre di vetro accoppiato a una
matrice in PTFE mediante spalmatura. Offre elevate prestazioni di durata, di inerzia chimica verso
gli agenti atmosferici e di resistenza alla radiazione solare.
Tessuti tecnici monocomponente: è costituito dal tessuto di PTFE espanso e accoppiato per spalmatura a
una matrice anch’essa in PTFE. Materiale particolarmente performante grazie alla proprietà di
incombustibilità, di inerzia chimica, resistente allo sporco, all’abrasione e alla rottura politetrafluoroetilene.

Processo produttivo
Produzione dei leganti Reperimento degli aggregati Miscelazione Messa in opera

Materiali fibro-rinforzati
Sono materiali compositi costituiti da una matrice, realizzata con materiale cementizio oppure polimerico, e
da un rinforzo, realizzato con fibre, corte o lunghe, oppure con tessuti di fibre di diverso tipo.
Materiali isolanti
Sono utilizzati per la realizzazione di chiusure con lo scopo di ottenere adeguate condizioni di comfort
termico ed acustico degli spazi confinati e di contenere i relativi consumi energetici.
Sono presenti sul mercato sotto forma di:
- Materiali scioli che possono presentarsi sotto forma di granuli o fibre
- I feltri, sotto forma di materassini arrotolati, che sono costituiti da stratificazioni di fibre minerali
con aggiunta o meno di leganti
- I pannelli che sono elementi rigidi che possono presentare uno strato superficiale di rivestimento e
un bordo sagomato così da permettere un più semplice accoppiamento per incastro
- I rotoli costituiti dall’accoppiamento di listelli disposti su di una membrana di norma di origine
bituminosa
- Le coppelle e i cordoni che presentano forme particolari adatte per l’isolamento di tubazioni.
Isolanti di origine vegetale:
- Fibra di legno
- Fibra di legno mineralizzata
- Fibra di cellulosa
- Sughero e sughero espanso
Isolanti di origine minerale:
- Lana di vetro e lana di roccia
- Vetro cellulare espanso
- Perlite espansa
- Vermiculite espansa
- Argilla espansa
Isolanti di origine sintetica:
- Polistirene espanso sintetizzato
- Polistirene espanso estruso
- Poliuretano espanso rigido
Cap 3. Sostenere l’edificio: la struttura portante

La struttura portante di un edificio è composta da tutti quegli elementi che contribuiscono a sorreggere le
varie parti dell’edificio, i carichi e le sollecitazioni che esso deve sopportare, trasmettendoli al terreno.
La struttura portante comprende le strutture in elevazione, ossia gli elementi che si innalzano al di sopra
del terreno, ma anche le strutture di fondazione, ossia tutti gli elementi la cui funzione è quella di collegare
l’edificio al suolo e di trasmettere a terra i carichi che l’edificio è destinato a sostenere.
La forza che sollecita costantemente l’edificio è la forza di gravità, essa si divide in carichi permanenti (o
statici) che comprendono il peso proprio delle parti dell’edificio stesso, in carichi accidentali che
comprendono persone, arredi, e sovraccarichi eccezionali, e in carichi dinamici come vento e terremoto.
La struttura portante deve soddisfare prioritariamente l’esigenza di sicurezza, che viene declinata nei
requisiti di stabilità, resistenza meccanica e non deformabilità; la stabilità riguarda la conformazione
geometrica mentre la resistenza meccanica e la non deformabilità dipendono dalle caratteristiche dei
materiali.
Soluzioni di controventamento:
- Realizzare giunti tra pilastri e travi di tipo rigido. Questa soluzione è facilmente praticabile nel caso
di strutture in calcestruzzo armato, dove la continuità materica rende solidali travi e pilastri tra
loro. Nel caso di strutture in acciaio è più difficile, perché dipendono dal tipo di connessione tra
elementi. Ancora più difficile è realizzare nodi rigidi nelle strutture in legno.
- Altra soluzione è quella di inserirei controventi diagonali sia nelle campate verticali sia in quelle
orizzontali. I controventi diagonali impediscono alla struttura trilitica di muoversi. Sono sufficienti
poche campate per irrigidire l’intera struttura.
- Una terza soluzione consiste nell’impiego di pannelli o muri di controventamento anziché di
controventi diagonali. Setti in calcestruzzo, muri portanti, solai, pannelli in legno sono di fatto dei
controventi. Si tratta di una soluzione più facilmente integrabile nella costruzione perché
coincidente con parti costruttive.
Le parti strutturali necessitano di resistenza sia a trazione che a compressione: legno, acciaio e calcestruzzo
armato.
Strutture di fondazione
Per struttura di fondazione si intende l’unità tecnologica che funge da collegamento statico tra edificio e
suolo. Essa ha il compito di trasmettere a terra i carichi dell’edificio assicurando la stabilità della
costruzione.
La fondazione è una sorta di piede della struttura in elevazione, per cui ha una dimensione maggiore,
allargata, rispetto alla sezione degli elementi strutturali verticali.
Il terreno di fondazione, la struttura di fondazione e la struttura di elevazione formano un insieme che deve
essere considerato come un unico sistema.
I principali dati necessari alla definizione della fondazione sono: la capacità portante del terreno
effettuando indagini il loco.
I principali dati necessari alla definizione della fondazione sono: la capacità portante del terreno, i carichi
trasmessi a terra, la posizione delle strutture portanti verticali, la forma dell’area e la posizione in essa
dell’edificio, la profondità del piano di posa delle fondazioni. In base a tali elementi si adotta il tipo di
fondazione:
- Fondazioni dirette: sono strutture che trasmettono direttamente i carichi al terreno attraverso la
superficie di appoggio. Sono utilizzate in presenza di terreni resistenti affiorati o a poca profondità
rispetto al piano di campagna.
• Fondazioni dirette discontinue: si adottano per strutture in elevazione
intelaiate a scheletro indipendente quando il terreno resistente sia
affiorante o poco profondo, e abbia una resistenza elevata. Gli elementi
tecnici che costituiscono tali fondazioni sono i plinti, che hanno la funzione
di ampliare la base del pilastro. La forma a ‘zoccolo’ o ‘gradoni’ su pianta
quadrata è determinata dalla sua funzione di allargare gradualmente la
sezione del pilastro fino a ripartire gli sforzi su una superficie sufficiente di
terreno. Per evitare eventuali cedimenti differenziali è buona cosa,
soprattutto in presenza di rischio sismico, realizzare dei cordoli di
calcestruzzo armato di collegamento tra i plinti, che rendano solidale
l’intera struttura fondale.
• Fondazioni dirette continue: trasmettono i carichi della struttura portante
in elevazione al terreno, distribuendoli uniformemente su estese superfici
continue. Uno strato di magrone costituisce lo strato inferiore a contatto
con il terreno, in modo da creare un piano di appoggio pulito e livellato,
che consente la predisposizione delle armature metalliche e la costruzione
delle casserature. Nei casi di struttura portante in elevazione continua la
struttura di fondazione è costituita da cordoli continui in calcestruzzo
debolmente armato. Nei casi di struttura portante in elevazione
discontinua a telaio in cemento armato, o acciaio o in legno, può essere
scelta una fondazione continua quando il passo tra i pilastri è molto fitto
oppure quando i carichi dell’edificio richiedono grandi superfici di appoggio
oppure quando il terreno presenta mediocri capacità portanti oppure
quando il terreno non ha una resistenza uniforme e si potrebbe generare
cedimenti differenziati oppure negli edifici in zona sismica. In questo caso
la fondazione viene definita trave rovescia.
- Fondazioni indirette: sono strutture necessarie di fondazione che si rendono necessareie quando il
terreno superficiale presenta una resistenza unitaria modesta rispetto al carico trasmesso dalla
costruzione, mentre il terreno resistente si trova a una profondità maggiore di rispetto al piano di
campagna. Se il terreo resistente profondo è raggiungibile, si adottano le fondazioni su pali o pozzi,
in modo da trasmettere a esso i carichi. Se è eccessivamente profondo si usano fondazioni a platea.
• Fondazioni indirette su terreni di scarsa resistenza: viene adottata la
fondazione a platea che si comporta come un solaio rovesciato, poiché i
carichi arrivano dall’alto, dalla struttura in elevazioni e vengono bilanciati
dalla spianta dal basso sulla soletta data dalla reazione del terreno. Offre il
vantaggio di ripartire efficacemente i carichi e permette di non avere
cedimenti differenziati causati da un comportamento non uniforme del
terreno.
• Fondazioni indirette su terreno resistente profondo: quando il terreno
dotato di buone caratteristiche è situato a profondità che non possono
essere raggiunte da normali scavi di fondazione si rendono necessarie
fondazioni indirette che lo raggiungono. Si distinguono in:
o Fondazioni su pali appoggiati: si impiegano per trasmettere il carico
della costruzione sul terreno resistente e profondo, si comportano
come veri e proprio pilastri appoggiati sul terreno resistente.
o Fondazioni su pali sospesi: mirano a consolidare il terreno per
costipazione dovuta all’aumento di volume, e sostengono la
costruzione grazie all’attrito laterale tra palo e terreno. Sono
costituite da una serie di pali opportunamente distanziati in
funzione del loro diametro, al di sopra dei quali vengono realizzati
elementi di collegamento con la struttura in elevazione di forme
simili ai plinti o alle travi rovesce.
Strutture portanti in elevazione
Si indentifica l’insieme di elementi costruttivi che, insieme alle strutture di fondazione, costituiscono
l’ossatura portante dell’organismo architettonico. Assolvono alla funzione statica principale di copertura
dell’edificio, di sostegno verticale, delle coperture e degli orizzontamenti e di collegamento verticale degli
ambienti.
Possono essere realizzate secondo due sistemi strutturali distinti:
- Sistemi continui: caratterizzati dalla presenza di elementi verticali continui, elementi orizzontali
lineari ed elementi orizzontali piani. I muri o setti verticali oltre ad assolvere la funzione statica
principale di sostenere il peso proprio e quello dei carichi accidentali contribuiscono alla
delimitazione e separazione degli spazi. Sono molto vincolati rispetto alla distribuzione degli
ambienti interni e impediscono modifiche nel tempo. Inoltre possono limitare disposizione e
numero di aperture poste in facciata.
- Sistemi puntiformi: caratterizzati da elementi verticali lineari, elementi orizzontali lineari, ed
elementi orizzontali piani. I pilastri assolvono solo la funzione statica, mentre la funzione
delimitativa è affidata ad altri elementi della costruzione. Gli edifici costruiti con struttura portante
puntiforme hanno il vantaggio di una maggiore flessibilità distributiva in pianta, in quanto la
divisione degli ambienti interni non è vincolata.

Struttura a parete portante


Sono strutture continue in cui la funzione statica di sopportare e trasmettere alle fondazioni i carichi agenti
sulla costruzione è affidata agli elementi verticali continui.
1. Struttura a parete portante in mattoni o blocchi
L’impiego di mattoni e blocchi in laterizio e in pietra è noto dall’antichità per la praticità e maneggevolezza
legate alle ridotte dimensioni degli elementi stessi, nonché per la elevata resistenza meccanica alla
compressione. Si ottengono dall’assemblaggio di elementi modulari prefabbricati di piccole dimensioni
mediante interposizione di strati di materiali leganti. La tecnica muraria è caratterizzata dalla ordinata
disposizione di elementi. I mattoni devono essere posti in opera, con sfalsamento di mezzo mattone o di un
quarto di mattone.
2. Strutture a parete portante in calcestruzzo armato gettato in opera
Sfruttano le proprietà dell’accostamento tra calcestruzzo e armatura metallica per la costruzione di setti
portanti che costituiscono gli elementi continui di appoggio e sostegno dell’organismo edilizio.
Hanno il vantaggio di contrarre i tempi di esecuzione, ai quali va però aggiunto il necessario tempo di
maturazione del getto, che può essere ridotto grazie all’inserimento di particolari additivi nell’impasto
cementizio.
Il getto in opera degli elementi portanti avviene entro apposite forme di contenimento (casseri), che se
risultano parte integrante dell’elemento finito, vengono definiti ‘a perdere’. Possono essere utilizzati
pannelli in fibre di legno o in polistirene o schiume poliuretaniche rigide che conferiscono leggerezza e
coibenza termo-acustica della parete ultimata, oltre ad essere facilmente trasportabili e montabili.
3. Struttura a parete portante a pannelli prefabbricati
Si basano sulla messa in opera di elementi realizzati industrialmente in stabilimento e assemblati in
cantiere. I pannelli prefabbricati presentano il vantaggio di ridotti tempi di cantiere, in quanto il montaggio
è ridotto al semplice assemblaggio e giunzione e non sono necessari periodi di manutenzione del getto.
4. Struttura a pareti portanti in legno
Viene utilizzato un particolare tipo di prodotto, l’X-lam, costituito da pannelli in legno massiccio, incollati
tra loto in maniera simile al legno lamellare, a strati incrociati per aumentare la resistenza meccanica. Tra i
vantaggi vi sono veloci tempi di realizzazione e la buona capacità di isolamento termoacustico garantita dal
legno.

Strutture a telaio
Sono strutture puntiformi costituite da supporti verticali isolati (pilastri) ed elementi orizzontali lineari
(travi) e bidimensionali (solai), connessi in modo da formare un insieme omogeneo indeformabile rispetto
alle azioni cui l’edificio è sottoposto. L’utilizzo di sistemi a telaio rende possibile la scomposizione
dell’edificio in sistemi che svolgono funzioni specifiche. La struttura a telaio risulta molto meno
ingombrante nella volumetria dell’edificio. Consente anche di realizzare elementi di chiusura
completamente vetrati dando il via al progressivo affermarsi della trasparenza.
1. Struttura a telaio in calcestruzzo armato l’utilizzo di calcestruzzo e armatura metallica consente la
realizzazione di strutture portanti in calcestruzzo armato. Le caratteristiche consentono la
realizzazione di componenti su misura, modellabili e plasmabili in funzione delle diverse esigenze, e
la protezione dal fuoco e dall’ossidazione dei ferri d’armatura, il tutto a costi di costruzione
relativamente bassi. La scarsa coibenza termica e acustica, la difficoltà di adattamento, demolizione
e smaltimento e il notevole peso proprio fanno preferire in alcuni casi altre soluzioni costruttive. Le
strutture portanti in calcestruzzo armato sono composte da elementi lineari e verticali (pilastri) e
orizzontali (travi) e piani (solai) gettati in opera o prefabbricati.
2. Strutture a telaio in acciaio l’impiego dell’acciaio nella realizzazione di strutture portanti a telaio
consente la copertura di grandi luci e la messa in opera di costruzioni di elevata altezza e di
notevole capacità portante. Unitamente a una consistente riduzione delle sezioni e dei pesi degli
elementi portanti, che si prestano ad essere prefabbricati industrialmente e montati a secco in
tempi brevi di costruzione. Ma presentano costi elevati, problemi legati all’insonorizzazione e
all’isolamento termico degli interni, proprio a causa dell’estrema leggerezza dei componenti e
all’elevata conducibilità termica del metallo. Le caratteristiche influiscono negativamente sulla
resistenza al fuoco e agli agenti atmosferici. Le strutture portanti a telaio in acciaio sono composte
da elementi verticali e orizzontali (profili laminati, estrusi o reticolari a sezione variabile) e da
elementi piani. La giunzione fra gli elementi avviene mediante bullonatura o saldatura.
3. Struttura a telaio in legno è uno dei materiali utilizzati per la realizzazione di strutture portanti a
telaio per il facile reperimento, la notevole lavorabilità, il buon rapporto peso/resistenza, la facilità
di riparazione e per le buone caratteristiche termoisolanti che favoriscono l’eliminazione di ponti
termici e di fenomeni di condensa. Tali vantaggi sono accompagnati da aspetti negativi dovuti alle
caratteristiche organiche di questo materiale, la disomogeneità di comportamento meccanica a
seconda della direzione delle fibre, delle condizioni di umidità e della presenza di difetti; l’elevata
infiammabilità; una bassa resistenza all’attacco biologico; la disponibilità in dimensioni limitate. Per
contenere queste limitazioni ci si è rivolti alla realizzazione di prodotti industriali, come i
componenti in legno lamellare, i compensati, i pannelli di fibre o l’engineered lumber. I vantaggi del
legno lamellare sono svariati, innanzitutto una maggiore e più uniforme resistenza meccanica, una
maggiore resistenza al fuoco, una maggiore resistenza all’attacco biologico grazie alla presenza
delle resine e dei trattamenti protettivi e una notevole stabilità all’ambiente, in particolare
all’umidità, con trascurabili dilatazioni termiche.
Strutture inclinate
Sono strutture a piano inclinato o a gradini che consentono la circolazione verticale degli utenti all’interno
dell’organismo architettonico, permettendo il collegamento tra piani posti a quote differenti. In alcune
costruzioni le scale rappresentano l’unica vai di circolazione verticale, rivestono grande importanza per la
possibilità di fuga in caso di evacuazione e dunque è obbligatorio prevedere la loro presenza. Per facilitare il
superamento di piccole altezze possono essere utilizzate rampe a piano inclinato la cui pendenza in genere
non supera il 5-15%. Elementi costitutivi di una scala sono i gradini, riuniti in rampe che giungono a
pianerottoli. I gradini sono definiti da una pedata in genere di 29-31 cm e da un’alzata di 16-17 cm; con una
pendenza ottimale della rampa di 30°. La relazione fondamentale è 2a + p = 62-64cm. Le rampe sono in
genere costituite da un numero ridotto di scalini (10-15), per facilitare la risalita e vengono interrotte da
pianerottoli di sosta. La loro larghezza dipende strettamente dalla funzione che devono svolgere, variando
da un minimo di 60cm fino a 190cm per permettere il passaggio di 3 persone contemporaneamente. In
genere la larghezza minima di rampe a pianerottolo è di 120cm.
- Rampe in calcestruzzo armato gettato in opera
- Rampe prefabbricate in calcestruzzo armato
- Rampe in acciaio

Strutture reticolari piane


Le strutture reticolari piane, o travi reticolari, sono costituite da elementi lineari (aste) complanari,
vincolate tra loro. Le aste orizzontali superiori e inferiori sono dette briglie o correnti; le aste verticali
denominate montanti, le aste inclinate sono denominate diagonali. I punti di giunzione tra gli elementi, alle
estremità sono definiti nodi. I correnti superiori sono sollecitati a trazione. Le aste diagonali sono
alternativamente sollecitate a trazione e a compressione.
La struttura reticolare è all’origine della capriata semplice.
Il disegno che viene creato dalle aste è un insieme di triangoli. Lo scopo è quello di ricondurre le
sollecitazioni di flessione, tipiche delle travi, a sollecitazioni di compressione o di trazione lungo le aste,
ottimizzando la resistenza alle sollecitazioni del materiale.
Cap 4. Circoscrivere lo spazio: le chiusure

È l’insieme delle unità tecnologiche e degli elementi tecnici che hanno la funzione di separare e proteggere
gli spazi interni rispetto all’esterno.
Le chiusure si articolano in porzioni opache e in porzioni trasparenti, in parti fisse e chiuse e in parti mobili e
apribili, che permettono il contatto tra interno ed esterno.
Le chiusure posso essere divise in:
- Chiusure verticali, che costituiscono la facciata dell’edificio, a loro volta suddivise in pareti
perimetrali opache e serramenti.
- Chiusure superiori, che costituiscono la copertura dell’edificio.
- Chiusure inferiori, che costituiscono l’attacco a terra o la delimitazione inferiore su spazio aperto.
È demandato il soddisfacimento di benessere e sicurezza a cui si affiancano la salvaguardia dell’ambiente
l’aspetto e la gestione.
A partire da queste esigenze si declinano i più importanti requisiti che un sistema di chiusura deve
soddisfare:
• Controllo del flusso luminoso
• Inerzia termica
• Condensa interstiziale e superficiale
• Dispersione di calore
• Isolamento acustico
• Isolamento termico
• Manutenibilità
• Pulibilità
• Resistenza al fuoco
• Resistenza alle intrusioni
• Resistenza all’irraggiamento
• Resistenza meccanica
• Ventilazione
La chiusura può dunque essere considerata a tempo stesso delimitazione fisica e filtro.
I buoni principi dell’architettura bioclimatica riguardano:
 Favorire l’ingresso del sole attraverso le superfici vetrate in inverno, per ottenere
l’innalzamento della temperatura interna e schermare le superfici vetrate in estate per
evitare il surriscaldamento degli ambienti interni
 Favorire la ventilazione naturale in estate
 Scegliere materiali per l’involucro che favoriscano l’isolamento termico, ossia riducano la
trasmissione del calore
 Usare masse termiche che accumulino il calore in eccesso e lo rilascino gradualmente nel
tempo, per evitare il surriscaldamento dell’aria interna in estate e cedere all’aria interna
calore immagazzinato durante l’inverno
 Evitare in inverno la presenza di superfici radiative fredde

- Isolamento termico Si intende la capacità di una parete di ridurre il flusso di calore che la
attraversa per conduzione quando le condizioni di temperatura dei due ambienti che essa separa
sono differenti. Per isolare in maniera efficace, con spessori ridotti, è opportuno utilizzare i
materiali isolanti; sono materiali a basso speso specifico, porosi. Minore densità corrisponde a
minore conducibilità e maggiore potere isolante. L’isolamento termico deve essere uniformemente
distribuito lungo tutto lo sviluppo perimetrale delle chiusure; interruzioni di tale continuità
determinano dei ponti termici, particolarmente problematici sia perché costituiscono punti di
dispersione del calore sia perché la differenza di temperatura tra le parti dell’edifico ben isolate e le
parti non isolate determina la formazione di condensa superficiale e ammaloramenti.
- Isolamento acustico L’arresto della propagazione delle onde sonore può essere ottenuto attraverso
la massa della parete o per interposizione di uno strato di interruzione. Il potere fonoisolante ai
rumori aerei delle chiusure opache in generale è buono dal momento che la presenza di massa o di
elevati spessori di materiali isolanti consente di garantire i 40-50dB richiesti dalla normativa
sull’acustica. La prestazione di isolamento acustico dell’intero sistema di chiusura è però
fortemente influenzata dai serramenti, essendo più leggeri e costituiti da spessori sottili di vetro, si
prestano meglio a trasmettere il rumore.
- Inerzia termica la ricerca di porosità che caratterizza l’evoluzione dei materiali e dei prodotti al fine
di migliorare le prestazioni di isolamento termico, va a detrimento dell’inerzia termica
dell’involucro, poiché rende leggeri i materiali e riduce la massa termica.
- Controllo della condensa interstiziale Se l’aria contenente vapore acqueo lambisce una superficie
fredda, l’aria raggiunge il punto di rugiada e il vapore acqueo condensa trasformandosi in acqua. La
formazione di condensa superficiale in genere avviene sulle superfici dei vetri in inverno, che sono
più fredde della temperatura interna. Avviene anche in corrispondenza di tutte le interruzioni di
continuità dell’isolamento termico delle chiusure, ossia in corrispondenza di ponti termici, dove la
formazione di condensa può generare muffe e ammaloramenti.
Chiusure verticali opache
Si intende l’unità tecnologica che separa verticalmente l’interno dall’esterno.
- Pareti perimetrali verticali a massa
- Pareti perimetrali verticali leggere
Le chiusure verticali devono soddisfare i requisiti di:
- Isolamento termico
- Inerzia termica
- Isolamento acustico
- Controllo della condensa interstiziale
- Controllo della condensa superficiale
- Resistenza meccanica ai carichi verticali e alle sollecitazioni orizzontali
- Resistenza al fuoco
Il soddisfacimento dei requisiti implica una scomposizione della parete in strati o livelli funzionali:
• Strati di tenuta (barriera al vapore, tenuta ad acqua e aria)
• Strati di isolamento (isolamento termico e acustico)
• Strati di ventilazione (ventilazione, diffusione del vapore)
• Strati di rivestimento (rivestimento esterno e interno)
• Strati resistenti/tamponamenti (elemento resistente portato e portante)
• Strati di collegamento (collegamento, regolarizzazione)
• Strato di protezione al fuoco
- Pareti perimetrali opache a massa: sono le classi di elementi tecnici che separa in maniera opaca
l’interno dall’esterno, tramite l’uso di elementi massivi, ossia dotati di elevato peso specifico, come
pietra, calcestruzzo, laterizio. Sono:
 Muratura monostrato: costituita da un solo strato di muratura che assume le funzioni di
chiusura e di isolamento termico e acustico dell’ambiente interno. Si utilizzano materiali in
grado di abbinare alla resistenza meccanica, un adeguato livello di coibenza termica e
acustica; sono il laterizio, il calcestruzzo alleggerito con argilla espansa, il calcestruzzo
cellulare, il calcestruzzo aerato autoclavato; (spessore di 25-50cm).
 Muratura con rivestimento a cappotto: le pareti perimetrali esterne a massa con strato
isolante esterno vengono definite con rivestimento a cappotto, in quanto il materiale
isolante costituisce l’ultimo strato della chiusura e riveste completamente la muratura. Per
lo strato resistente vengono utilizzati blocchi in laterizio o in calcestruzzo con spessore di
20-30cm se non ha ruolo strutturale, mentre lo spessore del materiale isolante dipende dal
livello di resistenza termica che si vuole ottenere e dalle caratteristiche del materiale, varia
dai 3-5 ai 15-20. Lo strato isolante viene applicato alla muratura tramite incollaggio o
fissaggio con tasselli. In seguito viene applicata esternamente una malta armata con una
rete di filato di vetro e al di sopra un intonaco plastico di protezione dagli agenti
atmosferici. In genere la muratura va in appoggio sul solaio della struttura portante,
mentre lo strato isolante passa davanti alla testa del solai per evitare formazioni di ponti
termici.
 Muratura con isolamento esterno e rivestimento a parete ventilata: è costituita da uno
strato resistente in muratura, uno strato isolante collocato verso l’esterno e un
rivestimento esterno leggermente staccato e appeso alla muratura tramite una
sottostruttura in modo da creare un’intercapedine continua, per l’altezza dell’edificio, nella
quale si generano moti convettivi dell’aria dal basso verso l’alto che favoriscono in estate la
riduzione del calore accumulato per irraggiamento solare. La parete ventilata funziona più
efficacemente se il rivestimento esterno non è massivo e inerziale, sono preferibili
rivestimenti in metallici, che si scaldano facilmente attivando l’effetto camino. Gran parte
del calore incidente viene asportato dall’aria stessa e solo una piccola parte viene trasferita
all’interno dell’edificio, protetto dall’isolamento posizionato nell’intercapedine. Garantisce
in inverno una riduzione delle dispersioni termiche, e conservando una temperatura
prossima a quella interna elimina i problemi di condensa superficiale.
 Muratura a doppia parete: sono costituite da due strati di muratura intervallati da una
intercapedine d’aria. Sono individuabili tre possibilità realizzative:
• Doppia parete con intercapedine d’aria
• Doppia parete con intercapedine d’aria e isolamento interno
• Doppia parete con isolamento interno e senza intercapedine d’aria
Per la realizzazione dei due strati in muratura possono essere utilizzati mattoni forati o
blocchi forati in laterizio, blocchi in calcestruzzo alleggerito con argilla espansa, blocchi di
calcestruzzo cellulare o di calcestruzzo aerato autoclavato. In genere si utilizzano spessori
diversi privilegiando la collocazione verso l’interno dello strato resistente, con spessore
minimo di 12cm per appoggiare sul solaio.
 Pareti a pannello: costruzione di tamponamenti tramite pannelli prefabbricati,
generalmente in calcestruzzo o GRC che vengono fissati alla struttura portante dell’edificio.
Tipicamente utilizzati per la realizzazione dei capannoni industriali, per la velocità di
montaggio. Si tratta di pannelli multistrato con strato isolante tra i due in calcestruzzo.
Soluzione costruttiva particolarmente critica dal punto di vista dei pontitermici.
- Chiusure opache leggere: si caratterizzano per la sostituzione dello strato resistente in muratura
con una intelaiatura metallica o in legno, alla quale vengono fissati meccanicamente gli altri strati di
rivestimento e lo strato isolante interno. Il montaggio delle diverse parti avviene completamente a
secco, tramite avvitaggio. Si procede realizzando una intelaiatura di elementi verticali, definiti
montanti che coprono l’altezza del piano e che vengono fissati da solaio a solaio. Realizzata
l’intelaiatura che può prevedere anche elementi orizzontali detti traversi, si procede poi a mettere
in opera i diversi strati, tipicamente costituiti da materiale isolante, intercapedine e lastre di
rivestimento, interno e esterno. Sono soluzioni dotate di elevata capacità di isolamento termico.
 Chiusure leggere con montanti in acciaio
 Chiusure leggere con montanti in legno
 Chiusure leggere con pannelli sandwich
- Rivestimenti: costituisce l’elemento che maggiormente concorre a definire le caratteristiche
estetiche dell’edificio, dal momento che ne costituisce lo strato superficiale. Il suo ruolo principale
è quello di protezione dagli agenti atmosferici, in particolare dalla pioggia.
Per finitura si intende l’applicazione sulle pareti verticali esterne di uno strato di intonaco, la cui
superficie esterna può essere poi trattata con pitture e vernici.
Per rivestimento si intende invece l’applicazione sulle pareti verticali esterne di un qualsiasi
materiale di spessore ridotto. Possono essere materiali tradizionali (conci, lastre in pietra da taglio,
in marmo o ardesia, listelli in laterizio, piastrelle in ceramica o cotto) e materiali non tradizionali
(lamine metalliche in acciaio, alluminio o altre leghe, oppure elementi di materiale plastico o
composito). L’applicazione può avvenire a umido quindi tramite incollaggio o a secco con ganci
metallici.
- Chiusure trasparenti: hanno il ruolo di garantire le stesse prestazioni delle chiusure opache quando
sono chiusi ma di permettere al contempo l’ingresso della luce naturale e della radiazione solare
negli ambienti interni e la visibilità tra interno ed esterno. Inoltre svolgono il ruolo di garantire sia il
passaggio di persone e oggetti tra interno e esterno sia la ventilazione naturale. Si distinguono in:
• Finestre
• Porte finestre
• Porte
• Luci fisse
Le parti di un serramento:
 Vetrocamera: il materiale che consente la realizzazione di superfici trasparenti che
permetto l’ingresso della luce naturale e della radiazione solare e la visibilità tra
interno ed esterno è il vetro. Per cercare di migliorare le prestazioni termiche viene
utilizzato il vetrocamera, ossia la composizione di due lastre di vetro unite al
perimetro da distanziatori e intervallate da una intercapedine d’aria ferma, che
contribuisce a migliorare l’isolamento termico e a ridurre l’effetto di superficie
fredda, poiché una lastra rimane a contatto con l’ambiente interno e l’altra lastra
con l’ambiente esterno, assumendone le rispettive temperature. (Lastre di 4mm e
intercapedine di 6mm, al crescere dell’intercapedine si riduce la trasmittanza
termica). Possono essere migliorate le qualità tramite vetri speciali o
l’interposizione di gas nobili tra i due vetri. Per migliorare le qualità acustiche
vengono usate lastre di vetro esterne più spesse. Inoltre in contesti particolari
possono essere usati vetrocamera tripli.
 Telaio fisso e telaio mobile: il vetrocamera deve essere ‘incorniciato’ da un telaio,
di protezione del vetro e interfaccia per il fissaggio del vetro con la muratura. Il
telaio mobile è il telaio che incornicia il vetrocamera e che costituisce l’anta
apribile. Il telaio fisso rimane fermo e viene fissato alla muratura, costituendo il
raccordo tra muratura e anta mobile; è costituito da profili, fissati alla muratura
tramite il controtelaio, che portano i vincoli per l’articolazione del telaio mobile
(cerniere, guide o carelli). I due telaio sono sagomati per garantire la perfetta
tenuta all’aria e all’acqua.
 Guarnizioni ed elementi di tenuta: per ovviare alle perdite di prestazioni di tenuta
all’aria e all’acqua causate dalla presenza di interstizi e discontinuità in
corrispondenza sia dei giunti fissi che di quelli mobili, tra questi vengono collocati
dei sigillanti o guarnizioni.
 Fermavetro: per potere fissare il vetrocamera al telaio viene posizionato un profilo,
che corre unitariamente come una cornice lungo tutto lo sviluppo perimetrale del
vetrocamera, chiamato fermavetro. Tale elemento, costituito dallo stesso
materiale del telaio in modo da sembrare parte integrante, è removibile, in modo
da garantire la possibilità di togliere il vetrocamera in caso si rottura e sostituzione.
 Taglio termico: profilati messi appunto per migliorare le caratteristiche termiche e
ovviare ai problemi di formazione di condensa superficiale. Sono caratterizzati da
una sezione divisa in due parti in modo da interrompere la continuità del materiale
metallico tra interno ed esterno e quindi anche la trasmissione termica attraverso il
materiale del profilo. Le due sezioni vengono tenute insieme da un elemento in
materiale plastico isolante a elevata rigidità. In questo modo la parte di telaio a
contatto con l’esterno rimane fredda e quella interna calda. Vengono così eliminati
i fenomeni di condensa superficiale. Inoltre la presenza di una interruzione plastica
nel telaio riduce le dispersioni di calore, contribuendo a migliorare la resistenza
termica del serramento e dunque il risparmi energetico.
- Rapporto tra serramento e parte opaca
I serramenti possono essere posti sul filo interno, sul filo esterno o in posizione intermedia rispetto
al vano murario.
Gli elementi verticali laterali al vano finestrato che svolgono la funzione di interfaccia tra il
serramento e il muro e di spalla di finitura del muro, vengono chiamati mazzette.
La mazzetta a gradino è caratterizzata da una sagomatura a L. La mazzetta piana risulta costituita
da un elemento prefabbricato in calcestruzzo o da mattoni in laterizio disposti ortogonalmente a
chiusura del muro.
Nella parte inferiore del serramento con funzione di sede di appoggio alla traversa inferiore del
telaio fisso e di protezione dalle intemperie della parete sottostante l’apertura, viene posto il
davanzale. Non viene realizzato come elemento continuo tra interno ed esterno, in modo da
evitare la formazione di un pontetermico.
Il fissaggio alla chiusura opaca avviene tramite controtelaio composto da ritti verticale e orizzontali
su cui va a poggiare e fissarsi il telaio vero e proprio.

Chiusure continue
Sono sistemi costituiti da un’intelaiatura metallica di sostegno e da specchiature trasparenti e opache. Sono
un particolare tipo di chiusura verticale, adottati prevalentemente negli edifici con struttura portante
puntiforme, costituita da montanti metallici appesi ai solai, sui quali sono montati serramenti apribili,
vetrocamera fissi o pannelli opachi. Vengono definite facciate continue poiché il sistema di chiusura corre a
filo esterno rispetto alla struttura portante, senza interruzioni in corrispondenza dei solai di interpiano,
passando davanti alle strutture orizzontali e verticali.
Sono composte da elementi modulari ripetuti, prefabbricati e montati in opera tramite assemblaggio a
secco. Si distinguono in:
- Facciate continue a montanti e traversi: sono formate da un reticolo di montanti verticali fissati alla
struttura portante dell’edificio in corrispondenza dei solai, e di traversi orizzontali, che delimitano
le specchiature nelle quali possono essere inseriti i serramenti apribili, i vetrocamera fissi o i
pannelli di tamponamento opachi. I montanti sono profili in alluminio o in acciaio di forma tubolare
rettangolare a sezione cava. Montaggio dall’esterno.
- Facciate continue a cellule: sono composte da elementi modulari prefabbricati in stabilimento, con
altezza generalmente pari a quella di piano, che arrivano in cantiere già assemblati e che vengono
fissati direttamente alla struttura portante dell’edificio. Nei solai viene predisposto un profilo a L
metallico che consente il fissaggio del telaio delle cellule alla struttura portante. Montaggio
dall’interno.
- Vetrate strutturali: in questo sistema il vetrocamera viene incollato in stabilimento lungo tutto il
perimetro su profili in alluminio o acciaio mediante un sigillante siliconico e poi il profilo viene
fissati ai montanti e traversi. Si elimina l’effetto reticolato in facciata, aumentando invece l’effetto
di trasparenza della vetrata.
- Vetrate strutturali sospese: sono costituite da particolari lastre di vetro stratificate o unite al
perimetro, dotate di fori conici in corrispondenza degli angoli, nei quali si inseriscono speciali
dispositivi di fissaggio puntiformi che le tengono appese e che hanno il compito di trasferire i
carichi a una struttura portante in acciaio e alluminio retrostante, senza la necessità di profilati
perimetrali.
Schermature
Gli schermi hanno la funzione principale di controllare o impedire l’ingresso della radiazione solare, il
passaggio della luce naturale e la visuale tra interno ed esterno. L’estensione delle superfici trasparenti
richiede l’uso di elementi di regolazione della quantità di luce e calore in ingresso nell’edificio, per garantire
il benessere. In particolare le schermature svolgono la funzione di regolare l’ingresso della luce per evitare
fenomeni di abbagliamento o per oscurare completamente gli ambienti interni durante la notte, e della
radiazione solare, per evitare il surriscaldamento degli spazi interni in estate.
Il tipo di schermatura varia in relazione all’esposizione della facciata: la facciata sud viene irraggiata nelle
ore centrali del giorno, quando il sole è altro rispetto all’orizzonte, per cui sono efficaci schermature di tipo
orizzontale; le facciate est e ovest sono irraggiate nelle ore in cui il sole è basso per cui sono efficaci
schermature di tipo verticale. La facciata nord no viene mai irraggiata dal sole durante l’anno per cui non
sono necessarie schermature.
Le schermature possono essere fisse e integrate nelle parti dell’edificio oppure mobili e costituite da un
elemento applicato all’edificio.
- Schermature mobili:
• Persiane a stecche
• Antoni
• Scorrevoli
• Avvolgibili
• Veneziane
• Frangisole
• Tende
• Reti metalliche e lamiere stirate
Chiusure orizzontali superiori
Sono le unità tecnologiche che hanno la funzione di delimitare superiormente l’edificio e di proteggere
l’ambiente interno dalle precipitazioni atmosferiche.
Devono soddisfare i requisiti di:
- Resistenza meccanica alle sollecitazioni prodotte da carichi permanenti e sovraccarichi accidentali
statici e dinamici
- Tenuta all’acqua
- Isolamento termico e acustico
Le coperture si articolano poi in una serie di altri strati complementari, finalizzati a migliorare le prestazioni
finali:
 Strato di barriera al vapore
 Strato di pendenza (nei tetti piani)
 Strato di protezione (nei tetti piani)
 Strato di ventilazione
 Strato di supporto del manto (listellature su cui poggiano le tegole)
 Strato drenante e strato filtrante (nei tetti verdi)
Abbiamo :
- Coperture discontinue, dove l’elemento di tenuta assicura la tenuta dell’acqua solo per valori della
pendenza della superficie maggiore di un minimo fissato prevalentemente in funzione del materiale
impiegato, si tratta in genere di copertura a falde inclinate. (linea di colmo, linea di displuvio, linea
di gronda, pluviali/doccioni)
- Coperture continue, dove l’elemento di tenuta assicura la tenuta all’acqua indipendentemente
dalla pendenza della superficie di copertura, si tratta di coperture piane. (pluviali, rilievi verticali,
soglie, giunti)

Chiusure orizzontali inferiori


- Le chiusure inferiori controterra: si hanno quando il piano di fondazione coincide anche con il primo
solaio che forma la pavimentazione di uno spazio interno abitabile. Si rende necessario separare il
piano di fondazione dal piano di pavimentazione dello spazio interno, sollevandolo grazie alla
realizzazione di un vespaio areato. È una camera d’aria che si realizza nelle costruzioni al fine di
evitare la risalita dell’umidità attraverso i materiali della chiusura inferiore. Può essere costituito da
ghiaia grossa su cui appoggiare il successivo basamento dell’edificio.
Le soluzioni costruttive contemporanee prevedono l’uso di casseformi modulari in plastica posate a
agganciate tra di loro, fungono da cassaforma a perdere per la realizzazione di un piano orizzontale
al di sotto del quale si forma una cavità ventilata.
- Le chiusure inferiori su spazio non riscaldato: nel caso in cui al di sotto del piano abitabile riscaldato
siano presenti degli spazi interrati non riscaldati. Il solaio di separazione tra spazio abitativo fuori
terra e sazio interrato dovrà essere realizzato in modo da garantire un adeguato isolamento
termico e acustico ai fini del benessere abitativo. La parte strutturale del solaio può essere
realizzata in maniera simile agli altri piani. Molto spesso si usano però solai predalles, costituiti da
una lastra inferiore prefabbricata che funge da cassero del getto di completamento in calcestruzzo.
- Chiusure inferiori su spazio aperto: nel caso di edificio costruito su pilotis per cui staccato da terra.
La dispersione termica è in questo caso simile a quella delle chiusure verticali, di conseguenza
occorre provvedere ad un adeguato isolamento termico del solaio inferiore. Onde evitare la
formazione di ponti termici, è opportuno che lo strato di isolamento termico sia collocato
inferiormente e in continuità con l’isolamento delle chiusure verticali.
Cap 5. Articolare gli spazi: le partizioni interne

Per partizioni interne si intendono tutti quegli elementi orizzontali e verticali a cui è affidato il compito di
dividere e conformare lo spazio interno dell’edificio. Non svolgono un ruolo strutturale nei confronti
dell’edificio, ma assicurano solo una separazione tra ambienti, soddisfacendo requisiti di tipo fisico,
acustico e termico. Le partizione interne devono rispondere a esigenze di sicurezza, di benessere, di
fruibilità, di integrabilità impiantistica, di mantenimento dell’integrità durante la gestione. La normativa
prevede la collocazione di partizioni verticali e orizzontali resistenti al fuoco, definite tagliafuoco, allo scopo
di creare delle compartimentazioni per frenare la diffusione di un incendio. Il requisito di isolamento
termico è richiesto nelle partizioni interne solo se i locali separati hanno o possono avere temperature di
esercizio differenti. Per soddisfare il requisito di isolamento termico è necessario la presenza di una barriera
dotata di bassa conduttività termica.

Partizioni interne verticali


Si indicano le pareti che coprono l’intera altezza di piano, dall’estradosso del solaio all’intradosso del solaio,
con lo scopo di dividere in ambienti gli spazi interni al volume costruito, senza svolgere un ruolo strutturale
nei confronti dell’edificio. Le tipologie di parete interna possono essere indentificate in relazione agli
elementi costituenti. Le pareti a massa sono costituite da una struttura a telaio autoportante interna alla
parete a cui vengono uniti meccanicamente grandi elementi di rivestimenti a lastre.
Le pareti interne possono essere posate sia sulla soletta al rustico sia sul pavimento finito.
Sono composte da una struttura portante con l’aggiunta di strati funzionali (opzionali) che vanno a definire
le prestazioni specifiche assolte dalla partizione:
 Strato di tamponamento o di rivestimento
 Strato di isolamento termico
 Strato di isolamento acustico
 Intercapedine attrezzabile
 Strato di impermeabilizzazione e di resistenza all’acqua
 Strato di resistenza al fuoco
- Pareti interne verticali a massa: sono costituite da uno strato autoportante in muratura o pannelli
in legno. Il prodotto più utilizzare per tramezzature interne all’alloggio è il mattone forato,
collegato con malta e sovrapposto a blocchi sfalsati. Inseguito viene applicato uno strato di
rivestimento in generale intonaco, che può essere di calce e cemento o base di gesso, rifinito in
superficie con uno strato di pittura. Al piede dello strato di rivestimento viene posizionato uno
zoccolino, con la funzione di interfaccia tra la parte inferiore della parete e il rivestimento della
pavimentazione. Per rendere la parete impermeabile e resistente all’acqua nei locali umidi, lo
strato superficiale di finitura, che si sovrappone allo strato di rivestimento, può essere realizzato in
materiale ceramico, collegato con collanti all’intonaco.
Le partizioni interne realizzate con tecniche tradizionali rendono oneroso il posizionamento delle
canalizzazioni e reti impiantistiche, che richiedono percorsi in traccia, ossia la bucatura in superficie
del muro, rendendo difficoltosa l’attrezzabilità e l’ispezionabilità impiantistica.
Importante è l’isolamento acustico in quanto nei punti di congiunzione a pareti o solai possono
crearsi ponti acustici.
- Pareti interne verticali leggere: le pareti leggere sono pareti stratificate, costituite da profili che
formano una orditura autoportante semplice o doppia e da pannelli di rivestimento modulari
prefabbricati, che vengono assemblati in cantiere meccanicamente e a secco, con inserimento
nell’intercapedine di materiali isolanti. La partizione rimane desolidarizzata, svincolata, dagli
elementi adiacenti (solaio). La reversibilità del procedimento di montaggio garantisce la possibilità
di spostare le partizioni e, di conseguenza, una grande flessibilità di collocazione e di suddivisione
degli spazi nel tempo. I materiali che possono costituire la struttura autoportante della parete
possono essere telai in legno o profilati a C in acciaio, acciaio zincato, alluminio. Lo strato di
rivestimento è anche uno strato di tamponamento, che va ad ancorarsi alla struttura a telaio di
sostegno, ed è in genere costituito da una o due lastre di gesso rivestito (cartongesso) o da una
lastra in conglomerato di legno, ma possono essere utilizzate anche lastre in laminato plastico,
truciolare, fibrocemento. Le lastre possono essere rifinite superficialmente con uno strato di pittura
o con fibre tessili o piastrelle. Le pareti leggere possono essere posate sia sulla soletta al rustico sia
sul pavimento finito. Sia all’intradosso che all’estradosso viene collocata una guida, dopo la posa
delle guide vengono posizionati i montanti. Il fissaggio delle lastre ai montanti avviene mediante viti
autofilettanti.
- Pareti interne verticali mobili: consentono di realizzare una separazione degli ambienti in maniera
flessibile e temporanea, grazie alla elevata facilità di spostamento. La possibilità di spostare
manualmente le pareti consente di separare e unire spazi adiacenti durante l’arco della giornata. Si
tratta di pareti con basse prestazioni dal punto di vista acustico e termico.
La movimentazione avviene attraverso scorrimento, rotazione, ripiegamenti.
Le pareti scorrevoli sono costituite da pannelli che scorrono su guide e binari a pavimento e a
soffitto.
Le pareti pivotanti sono formate da uno o più pannelli che ruotano sul proprio asse e determinano
un’apertura parziale o totale degli spazi.
Le pareti pieghevoli sono costituite da elementi a tutt’altezza collegati mediante cerniere, in modo
da consentire di ripiegare le ante alle pareti.
Le pareti basculanti si aprono e si chiudono per rototraslazione, in modo da essere ripiegate sul
soffitto ed evitare ingombri.

Porte
Sono classificate in diverse tipologie in base al tipo di movimento dell’aria rispetto alle parti fisse: di
rotazione, di traslazione e miste. La porta più diffusa è quella a battente, la cui rotazione consente
un’apertura dell’anta di 90° e 180°. La porta a ventola si muove in maniera simile alla porta a battente ma
con apertura a spingere e con un ritorno dell’anta in posizione iniziale. Le porte scorrevoli e a libro sono
adottate per risolvere problemi di ingombro.

Controsoffitti
Le principali funzioni a cui deve assolvere sono: occultamento dell’intradosso del solaio, comfort acustico
dell’ambiente sottostante sia in termini di fonoisolamento che di fonoassorbimento, isolamento termico e
creazione di vani tecnici per il passaggio di reti impiantistiche e canalizzazioni. In casi particolari può anche
svolgere un ruolo nella protezione degli incendi. Si possono realizzare controsoffitti continui o discontinui. I
controsoffitti continui sono inamovibili, realizzati con rete metallica e intonaco, e non consento
l’ispezionabilità e la flessibilità. I controsoffitti discontinui sono costituiti da una struttura semplice o doppia
incrociata e da un rivestimento in lastre. All’interno vengono collocati materiali isolanti, mentre lo strato di
rivestimento viene scelto in base alle prestazioni:
- Fibra di legno mineralizzate, offrono resistenza al fuoco e possono essere utilizzati in locali umidi
- Fibre minerali, gesso e cartongesso, soffrono l’umidità ma hanno un elevato potere fonoisolante
- Laminati, hanno un basso potere di isolamento termo-acustico, ma presentano una buona
resistenza meccanica e durata.
I profili portanti ai quali vengono fissati i pannelli possono essere assicelle in legno o guide in profili leggere
in lamiera d’acciaio piegata a T o a U.
Strati funzionali:
 Intercapedine attrezzabile
 Strato di isolamento termico
 Strato di isolamento acustico
 Strato di assorbimento acustico
 Rivestimento

Pavimentazioni
Sono gli elementi di finitura della parte superiore del solaio. I getti di calcestruzzo o la posa di materiali
inerti per realizzarle vengono contenuti dalle pareti verticali.
Gli strati di pavimentazione devono essere resistenti agli urti e garantire il comfort acustico e termico.
L’estradosso del solaio può essere costituito da vari strati funzionali, in relazione ai requisiti di progetto:
- Strato attrezzabile con impianti: ha la funzione di consentire l’inserimento di reti impiantistiche di
vario tipo. Le tubazioni vengono in genere appoggiate al rustico di solaio e poi inglobate in un getto
di calcestruzzo leggero, chiamato massetto, su cui poi vengono appoggiati gli altri strati. Nel
terziario è diffuso l’uso di pavimenti sopraelevati, contenenti anche gli impianti di climatizzazione.
Nei pavimenti sopraelevati la pavimentazione è appoggiata sopra a elementi di sostegno puntuali di
altezza regolabile, che permettono la realizzazione di un intercapedine continua al di sotto della
pavimentazione, in cui possono essere collocati tutti gli impianti. Tale soluzione garantisce una
notevole diffusività impiantistica e una facile ispezionabilità.
- Strato di isolamento termico: contribuisce anche all’isolamento acustico.
- Strato di ammortizzazione acustica: ha la funzione di impedire il trasferimento diretto agli altri
strati solidi delle vibrazioni provocate da urti sul rivestimento.
 Rivestimento del solaio con uno strato smorzante superficiale (pavimento
resiliente)
 Inserimento di materiali elastici che desolidarizzino gli strati costituiti da materiali
rigidi tramite l’interposizione di materiali rigidi, tramite l’interposizione di materiale
elastico fra il solaio e il pavimento (pavimento galleggiante)
- Strato di assorbimento acustico
- Strato di impermeabilizzazione: ha la funzione di impedire il passaggio di acqua
- Strato di rivestimento: ha la funzione di finitura a vista
Cap 6. Far funzionare l’edificio: gli impianti

Gli impianti termici o impianti di fornitura servizi sono l’insieme delle unità tecnologiche e degli elementi
tecnici aventi la funzione di consentire l’uso di flussi energetici, informativi e materiali, indispensabili per
garantire la funzionalità dell’edificio, e di garantire il conseguente allontanamento degli eventuali prodotti
di scarti.
L’illuminazione, il controllo della temperatura dell’aria, la disponibilità di acqua per cucinare e lavare,
l’eliminazione dell’acqua di scarto, l’accessibilità all’energia elettrica per usare apparecchiature, la
ventilazione, il trasporto delle persone ai piani alti; sono tutte funzioni svolte dagli impianti.
Hanno un’elevata incidenza dal punto di vista economico, sia alla nascita dell’edificio sia durante la gestione
nel tempo.
Classificazione:
- Impianto di climatizzazione
- Impianto idrosanitario
- Impianto di smaltimento liquidi
- Impianto di smaltimento aeriformi
- Impianto di smaltimento solidi
- Impianto di distribuzione gas
- Impianto elettrico
- Impianto di telecomunicazioni
- Impianto fisso di trasporto
- Impianto di sicurezza
- Impianto antincendio
- Impianto di messa a terra
- Impianto parafulmine
- Impianto antifurto o antintrusione
L’energia prodotta in Italia non copre il fabbisogno energetico di tutta la popolazione, ma richiede
un’aggiunta del 13% che viene importata da Francia e Svizzera. Per la produzione in Italia troviamo l’utilizzo
di:
- Centrali termoelettriche
- Centrali idroelettriche
- Parchi fotovoltaici
- Generatori eolici
- Cogenerazione di energia termica ed elettrica
- Centrali combustibili fossili
- Centrali a biomasse
- Termovalorizzatori

Impianti di climatizzazione
Svolgono la funzione di controllo del clima negli ambienti confinati. Si dividono in:
- Impianti di riscaldamento: controllano il clima interno nella stagione invernale, tramite terminali
alimentata ad acqua o ad aria. Gli impianti di riscaldamento sono costituiti da un generatore di
calore (gruppo termico) da una rete di distribuzione del fluido termovettore e da terminali
scaldanti, che erogano il calore negli ambienti.
- Impianti di condizionamento estivo
- Impianto di condizionamento estivo/invernale: controllano il clima interno nella stagione sia estiva
che invernale tramite terminali alimentati ad aria o ad acqua.
- Impianti di ventilazione: controllano la qualità dell’aria sia in inverno che in estate.

Impianti idrosanitari
Svolge il ruolo di distribuire alle varie utenze dell’edificio l’acqua fredda e l’acqua calda, dal punto di
allacciamento alla rete pubblica dell’acqua potabile fino all’apparecchio sanitario.
La rete di distribuzione dell’acquedotto pubblico ha una certa pressione. Negli edifici bassi tale pressione è
sufficiente per portare l’acqua fino ai piani alti. Negli edifici alti è invece necessaria un’autoclave per
aumentare la pressione. La tipologia di distribuzione più diffusa è quella a colonne montanti, che corrono
all’interno di cavedi impiantistici. Lungo la rete sono presenti valvole di intercettazione che separano le
diverse utenze e permettono di chiudere un circuito in caso di manutenzione. La produzione dell’acqua
calda sanitaria può avvenire tramite lo stesso generatore di calore dell’impianto di riscaldamento oppure
può essere prodotta tramite impianti di produzione da fonti rinnovabili.

Impianti di smaltimento o riciclo dei liquidi


Hanno la funzione di evacuare le acque di rifiuto prodotte nei fabbricati, sia in relazione agli usi domestici,
sia in relazione alle acque meteoriche. All’interno dell’edificio sono presenti tre tipologie di acque di
scarico: acque bianche (piovane), acque nere (scarichi dei bagni) e grigie (scarichi delle cucine).
Le acque nere devono essere convogliate in fognatura. Le acque bianche possono essere smaltite in
fognatura oppure raccolte in apposite vasche per essere riutilizzate per usi secondari. Le reti di scarico sono
costituite da colonne di scarico, ossia tubazioni verticali, distinte per acque chiare e acque nere, che
convogliano verticalmente l’acqua fino al piano interrato. Da qui una conduttura orizzontale si raccorda alla
fognatura.

Impianti elettrici
L’insieme di elementi tecnici del sistema edilizio che hanno la funzione di addurre, distribuire ed erogare
elettricità per usi domestici.
La distribuzione di energia elettrica alle varie zone dell’edificio avviene per mezzo di cavi e conduttori. Più
cavi elettrici vengono raccolti in tubi in pvc rigido, con lo scopo di proteggere i cavi che vanno integrati o nel
massetto o sotto intonaco. I terminali di utenza sono le prese a spina e gli interruttori e pulsanti a parete
per il comando degli apparecchi di illuminazione o di circuiti dedicati. Questi elementi richiedono una
scatola specifica per l’istallazione, in genere a parete.
Cap 7. Progettare, costruire e gestire l’edificio

La realizzazione di un edificio comporta una serie di attività, svolte nei tempi diversi e da differenti soggetti,
che prende il nome di processo edilizio.
Queste attività hanno avvio nel momento in cui un soggetto decide di realizzare un edificio in risposta a
specifiche esigenze e si concludono quando l’edificio, non esseno più adatto a svolgere le funzioni per le
quali è stato realizzato, viene dismesso.
Il termine ‘processo’ identifica la successione di fenomeni dotata di una certa unità o che si svolge in modo
omogeneo e regolare, indirizzata a un obiettivo. Il processo edilizio come una sequenza organizzata di fasi
che portano dal rilevamento delle esigenze della committenza-utenza di un bene edilizio al loro
soddisfacimento attraverso la progettazione, la produzione, la costruzione e la gestione del bene stesso.
La norma propone una articolazione del processo edilizio in tre sotto processi principali:
- Il processo decisionale: è l’insieme strutturato delle fasi processuali che precedono la realizzazione
dell’intervento e ne definiscono gli obiettivi, la fattibilità e lo sviluppo metaprogettuale, lo sviluppo
progettuale e la programmazione.
- Il processo esecutivo: è l’insieme strutturato delle fasi operative che conducono alla realizzazione
dell’intervento edilizio sulla base di quanto definito nelle fasi di progettazione e di
programmazione.
- Il processo gestionale: è l’insieme strutturato delle fasi operative che, a partire dall’entrata in
servizio dell’organismo edilizio, si susseguono, allo scopo di assicurarne il funzionamento, fino
all’esaurimento del suo ciclo funzionale ed economico di vita.
In generale quindi un processo consiste nella sequenza logica di operazioni finalizzate alla individuazione,
definizione, progettazione, programmazione, produzione, gestione e dismissione di un prodotto.

Processo edilizio
Processo decisionale Processo esecutivo Processo gestionale

- Definizione degli obiettivi - Programmazione dei lavori - Programmazione della


- Programmazione - Esecuzione dei lavori gestione e manutenzione
- Studio di fattibilità - Controllo dei lavori dell’opera
 Sviluppo progettuale: - Consegna collaudo - Affidamento della gestione
Prog. preliminare avviamento e manutenzione dell’opera
 Prog. definitivo - Gestione conduzione
 Prog. esecutivo bell’opera
- Affidamento dei lavori - Monitoraggio dell’opera
- Esecuzione manutenzione
- Adeguamento tecnologico
- Adeguamento funzionale
- Dismissione e riciclo

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