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p (D)
(S)
b) Determinare (anche graficamente) come cambia l’equilibrio di mercato a seguito di uno shock
positivo sull’offerta tale per cui la nuova curva di offerta è e di uno shock
negativo sulla domanda per cui la domanda cala del 20%.
Soluzione
da cui si ottiene p* = 2 . Sostituendo tale valore di equilibrio per il prezzo nella funzione di
domanda (o nella funzione di offerta) si ottiene che la quantità scambiata in equilibrio è Q* =
9.
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Economia Applicata all’Ingegneria 1
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(D’)
da cui si ottiene p*'= e, per sostituzione, Q*'= . Quindi, sia il prezzo che la quantità
scambiata in equilibrio sono diminuiti a seguito dello spostamento delle curve di domanda e di
offerta.
Per rappresentare graficamente le curve di domanda e di offerta nel piano cartesiano con la
quantità in ascissa e il prezzo in ordinata, è necessario utilizzare le curve di domanda e di offerta
inverse (in cui, cioè, il prezzo è funzione della quantità).
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D
D’
2 E
15/16 S’
E’
61/8 9 Q
3
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Soluzione
b) La fissazione di un tetto di prezzo non è altro che l’impostazione di un livello di prezzo massimo
oltre il quale non è consentito effettuare transazioni sul mercato.
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S
E
6
E’
4
Eccesso di
domanda
2 3 5 Q
5
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p S
Eccesso di
offerta
8
E
6
1 3 4
Q
ESERCIZIO 3 - Elasticità
6
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b) Calcolare l’elasticità della domanda e dell’offerta rispetto al prezzo nel punto di equilibrio.
c) Calcolare l’elasticità della domanda rispetto al prezzo in corrispondenza del punto in cui il
prezzo è pari a 30.
d) Determinare le coordinate del punto in cui l’elasticità della domanda è pari a 1 (in valore
assoluto).
Soluzione
b) Ricordiamo che l’elasticità della quantità domandata rispetto al prezzo è data dalla formula:
dove indica la derivata della quantità rispetto al prezzo, cioè la pendenza della curva di
domanda (diretta).
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Procediamo allo stesso modo per determinare l’elasticità della quantità dell’offerta al prezzo
nel punto di equilibrio. La pendenza della curva di offerta inversa è pari a , la
pendenza della curva di offerta diretta è . L’elasticità della curva di offerta nel punto
di equilibrio è, quindi:
c) Per calcolare l’elasticità della domanda nel punto in cui il prezzo è pari a 30, dobbiamo
innanzitutto determinare la quantità corrispondente a tale prezzo sulla curva di domanda.
Sostituendo p = 30 nell’equazione della curva di domanda diretta:
d) Per determinare le coordinate del punto in cui l’elasticità della domanda è pari a – 1,
imponiamo, appunto, che l’elasticità assuma tale valore [sappiamo già dal punto a) che la
pendenza della curva di domanda è costante e pari a ]:
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Al fine di vedere come varia l’elasticità puntuale lungo la curva di domanda, può essere utile
rappresentare graficamente la curva di domanda ed associare i valori dell’elasticità che
abbiamo determinato ai vari punti della curva a cui corrispondono.
80
50
40
30
Dalla figura, possiamo notare che l’elasticità è più elevata (in valore assoluto) nella parte alta della
curva di domanda (fino ad arrivare a - ∞ nell’intersezione con l’asse verticale) e decresce
progressivamente man mano che ci si muove verso il basso lungo la curva di domanda (fino ad
arrivare a zero nell’intersezione con l’asse orizzontale). Si noti che, in presenza di una funzione
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lineare, il punto di elasticità unitaria è esattamente il punto medio della porzione della curva di
domanda che giace nel quadrante positivo.
Si consideri un mercato in cui la domanda e l’offerta sono rappresentate dalle seguenti funzioni:
Soluzione
b) Ricordiamo che l’elasticità della quantità domandata al prezzo è data dalla formula:
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Si noti che, poiché la funzione di domanda non è lineare, la pendenza non è costante lungo la
curva.
Quindi, l’elasticità della domanda nel punto di equilibrio è pari a:
Come la funzione di domanda, anche la funzione di offerta non è lineare, quindi, la pendenza non
è costante lungo la curva.
Allora, l’elasticità dell’offerta nel punto di equilibrio è pari a:
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Si ipotizzi che la funzione di domanda di un certo bene sia lineare. Si è osservato che, in
corrispondenza di un prezzo pari a 5, la quantità domandata è pari a 30. Inoltre, si stima che
l’elasticità puntuale in corrispondenza di tale punto della curva di domanda sia pari al 40%.
Soluzione
Il parametro b, cioè l’opposto della pendenza della curva, può essere ricavato dall’informazione
che abbiamo sull’elasticità. In particolare, sappiamo che l’elasticità della domanda è pari in valore
assoluto a 0,4, quindi sostituiamo questo valore e quelli di p e Q dati nella formula dell’elasticità
(poiché si tratta di una funzione lineare, la sua pendenza sarà costante):
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Una volta determinati i valori di entrambi i parametri a e b, possiamo, quindi, scrivere l’equazione
della curva domanda come:
a) Determinare la scelta ottimale del consumatore se il suo reddito monetario è pari a 210 ed i
prezzi dei beni sono e .
b) Determinare l’ottimo del consumatore nel caso in cui il reddito passi da 210 a 180.
c) Determinare le curve di Engel per i due beni.
d) Determinare come cambia la scelta del consumatore nel caso in cui il prezzo del bene x passi
da 15 a 20.
e) Determinare la curva di domanda per il bene x e per il bene y.
Soluzione
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e , per sostituzione:
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per cui:
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7/2
3
E
7/4
3/2 E’
x
6 7 12 14
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Risolvendo, otteniamo:
che sono le curve engeliane, rispettivamente per il bene x e per il bene y. Come osservato in
precedenza, tali funzioni esprimono una relazione positiva tra reddito e consumo per
entrambi i beni, in quanto sono rette con pendenza positiva. Rappresentiamo le curve di Engel
sul piano cartesiano. Per convenzione, si indica il reddito in ordinata e la quantità consumata
del bene in ascissa, quindi le due curve di Engel inverse sono R = 30x ed R = 120y .
R R
x y
d) Nel caso in cui p x ' = 20 (al reddito iniziale R=210), l’ottimo del consumatore si ottiene
risolvendo il sistema:
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Per cui:
Quindi, all'aumentare del prezzo di x, il consumo del bene x diminuisce, mentre quello del bene y
rimane invariato.
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7/2
E
E’’
21/4 7 21/2 14
x
e) Analizziamo, più approfonditamente, la relazione tra prezzo e consumo dei due beni ricavando
le curve di domanda per il bene y e per il bene x (al livello di reddito iniziale). Per fare ciò,
impostiamo un sistema simile a quelli dei precedenti punti, lasciando però indicati i prezzi dei
due beni come px e py.
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da cui si ricava:
Queste equazioni sono le curve di domanda rispettivamente del bene x nonché del bene y ed
esprimono la relazione tra prezzo di un bene e quantità domandata dello stesso. Risulta, quindi,
evidente che entrambi i beni, in questo caso, seguono la legge della domanda, in quanto
all’aumentare del prezzo diminuisce la quantità domandata del bene in oggetto (e viceversa).
Inoltre, in questo esempio, nell’equazione della curva di domanda per il bene x non compare il
prezzo del bene y (e lo stesso vale per la domanda di y rispetto al prezzo di x): questo significa che
i due beni sono indipendenti, in quanto al variare del prezzo di y, la domanda per il bene x rimane
invariata. In particolare, si può verificare che l’elasticità incrociata della domanda del bene y
rispetto al prezzo del bene x è nulla (e lo stesso vale per quella di x rispetto a py ). L’elasticità
incrociata della domanda di y rispetto al prezzo di x è definita come il rapporto tra la variazione
percentuale della quantità domandata di y e la variazione percentuale del prezzo di x, ovvero:
L’elasticità incrociata è, dunque, il prodotto tra la derivata della funzione di domanda di y rispetto
al prezzo di x in un punto e il rapporto tra i valori del prezzo e della quantità domandata in quel
punto.
Nel nostro caso, la derivata prima della funzione di domanda di y rispetto al prezzo di x è nulla in
ogni punto, per cui il valore dell’elasticità incrociata è sempre zero. Questo significa che i due beni
sono indipendenti, ovvero al variare del prezzo di uno dei due beni la quantità domandata
dell’altro rimane invariata.
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Soluzione
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da cui:
Per cui:
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c) L’effetto prezzo, ovvero l’effetto totale della variazione del prezzo di x sulla quantità
domandata del bene x stesso, è:
Vogliamo scomporre l’effetto prezzo totale in effetto sostituzione ed effetto reddito, in modo
da distinguere quale parte della variazione della quantità domandata è dovuta esclusivamente
alla variazione dei prezzi relativi e quanto invece è dovuto al fatto che il potere d’acquisto del
consumatore è diminuito a seguito dell’aumento del prezzo di x.
Per fare ciò, immaginiamo di dare all’individuo, successivamente all’aumento del prezzo di x,
una compensazione di reddito tale da consentirgli di raggiungere lo stesso livello di utilità che
raggiungeva nel punto E (prima dell’aumento). Questo ci consente di disegnare una parallela
al nuovo vincolo di bilancio che sia tangente alla curva di indifferenza di partenza (passante
per E). Questo vincolo di bilancio fittizio, che ha pendenza pari al nuovo vincolo di bilancio ma
è tangente alla curva di indifferenza iniziale, riflette il fatto che immaginiamo di aumentare il
reddito nominale dell’individuo in modo da isolare l’effetto di sostituzione. Occorre dunque
calcolare le coordinate del punto Ec, cioè del punto di tangenza tra la curva di indifferenza
passante per E e il vincolo di bilancio fittizio con pendenza pari al nuovo rapporto tra i prezzi.
Per trovare il punto Ec, dobbiamo risolvere il seguente sistema:
La prima equazione esprime il fatto che il livello di utilità associato a Ec deve essere lo stesso di
quello associato ad E; la seconda condizione stabilisce che la curva di indifferenza passante
per Ec sia tangente al vincolo di bilancio fittizio la cui pendenza è pari al nuovo rapporto tra i
prezzi.
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Da questa, si ricava:
E, per sostituzione:
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1) Effetto sostituzione
L’effetto sostituzione misura l’effetto sulla quantità domandata derivante dal fatto che, a
seguito dell’aumento del prezzo di x, è cambiato il prezzo relativo dei due beni e quindi il bene
y è diventato relativamente meno costoso.
L’effetto sostituzione si misura nel passaggio da E ad
Se, quindi, a seguito dell’aumento del prezzo di x il consumatore viene compensato in modo
da mantenere inalterato il livello di utilità, la variazione della quantità domandata di x sarà
negativa: aumentando il prezzo relativo di x, il consumatore sarà portato a diminuire la sua
domanda per tale bene, poiché è diventato relativamente più costoso rispetto al bene y (cioè
passando da E ad Ec cresce mentre x cala: ↑ x ↓⎞ effetto sostituzione negativo).
2) Effetto reddito
L’effetto reddito di una variazione di prezzo misura come varia la quantità domandata di x a
seguito esclusivamente della diminuzione del reddito reale a disposizione del consumatore (a
parità di prezzi relativi). Vediamo, innanzitutto, come cambia la quantità domandata al variare
del reddito. Nel passaggio da E c ad E’, la variazione della quantità domandata è
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all’aumentare del prezzo di x il reddito reale diminuisce e, poiché il bene è un bene normale,
anche la quantità domandata diminuisce. Quindi, in questo caso, l’effetto reddito ha segno
negativo (se px aumenta, considerando esclusivamente la diminuzione di reddito reale che
questo aumento comporta, si avrà una diminuzione della quantità domandata del bene x: px
↑ R ↓ x ↓ ⎞ l’effetto reddito, cioè l’effetto dell’aumento del prezzo sulla quantità
domandata attraverso una diminuzione del potere d’acquisto, è negativo).
Poiché l’effetto sostituzione e l’effetto reddito, in questo caso, hanno segno concorde,
negativo per entrambi, l’effetto prezzo derivante dalla somma dei due effetti sarà negativo:
all’aumentare del prezzo di x, la quantità domandata di x diminuisce, sia perché è aumentato
il prezzo relativo di questo bene sia perché è diminuito il reddito reale a disposizione del
consumatore.
EC
E
200
150
E’
Effetto Effetto
reddito sostituzione
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L’effetto prezzo, ovvero l’effetto totale della variazione del prezzo di x sulla quantità domandata
del bene x stesso, è:
La variazione totale di x in seguito alla variazione di px può essere scomposta in effetto reddito ed
effetto sostituzione nel modo seguente:
Il primo addendo rappresenta l’effetto sostituzione, che abbiamo calcolato essere pari a:
Vediamo, innanzitutto, come cambia la quantità domandata al variare del reddito. Il reddito
necessario all’individuo per acquistare il paniere Ec, ai nuovi prezzi è:
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Nel caso di un aumento di prezzo, la compensazione necessaria a fare restare il consumatore sulla
stessa curva di indifferenza deve essere positiva, perché il suo reddito reale diminuisce.
Vediamo come cambia la quantità domandata nel passaggio da E c a E’ (a seguito cioè di una
diminuzione del reddito reale):
Questa variazione relativa è la prima componente dell’effetto reddito. Per quanto riguarda la
seconda componente, essa è pari a:
Tale componente è negativa poiché, all’aumentare del prezzo del bene, il reddito reale a
disposizione del consumatore diminuisce.
L’effetto reddito è, quindi, pari a:
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Sommando effetto sostituzione ed effetto reddito (entrambi negativi) otteniamo l’effetto totale
dell’aumento del prezzo di x sulla quantità domandata di tale bene, già calcolato in precedenza:
Soluzione
Poiché la funzione di utilità è lineare, il saggio marginale di sostituzione tra i due beni è costante e
pari a:
Questo significa che le curve di indifferenza sono lineari e, quindi, che il punto di ottimo sarà una
soluzione d'angolo, il che significa che il consumatore acquisterà solo uno dei due beni. Per sapere
quale dei due ed in che quantità, occorre considerare la pendenza delle curve di indifferenza (che
indica in che proporzione l'individuo è disposto a scambiare un bene con l'altro) e quella del
vincolo di bilancio (che indica il rapporto in cui i due beni sono scambiati sul mercato). Un SMS pari
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a 3 significa che il consumatore è disposto a cedere 3 unità di y per una di x. Invece, sul mercato, il
bene y è, invece, scambiato contro due unità di x (la pendenza del vincolo di bilancio,ovvero il
rapporto è pari a 1/2). Di conseguenza, il consumatore preferirà spendere il suo reddito solo
nell’acquisto del bene x, acquistandone una quantità pari a:
4 x
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I prezzi dei fattori lavoro e capitale sono rispettivamente e . Nel breve periodo, la
dotazione di capitale è fissa e pari a .
a) Determinare l’espressione delle curve di costo totale, medio e marginale di breve periodo.
b) Determinare la domanda di lavoro nel breve periodo.
c) Determinare la combinazione ottima di fattori nel caso in cui si voglia produrre una quantità
pari a 100.
d) Dimostrare che la stessa scelta ottimale dei fattori può essere ottenuta risolvendo il problema
duale di massimizzazione dell’output sotto un vincolo di costo, imponendo che l’impresa possa
sostenere una spesa massima per l’acquisto dei fattori pari a 1200.
e) Determinare l’espressione delle curve di costo totale, medio e marginale di lungo periodo.
Soluzione
a) Determiniamo, tramite la funzione di produzione, l’impiego del fattore lavoro in funzione della
quantità prodotta, tenendo presente che, nel breve periodo, il capitale è fisso:
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in cui, la prima equazione esprime l’uguaglianza tra saggio marginale di sostituzione tecnica
ed il rapporto tra i prezzi dei fattori e la seconda impone che il
livello di produzione sia pari a 100.
da cui si ottiene e .
I costi totali sostenuti dall’impresa sono pari a:
d) La stessa scelta ottimale dei fattori può essere ottenuta risolvendo il problema duale di
massimizzazione dell’output sotto un vincolo di costo, imponendo che l’impresa possa
sostenere una spesa massima per l’acquisto dei fattori pari a 1200. Il sistema da risolvere, in
questo caso, è:
da cui si ottiene e .
e) Per determinare le curve di costo di lungo periodo, occorre, innanzitutto, determinare come si
modifica la domanda ottimale di lavoro e capitale (che nel lungo periodo non è più un input
fisso) in funzione del livello di produzione. Riscriviamo, quindi, il sistema utilizzato nel punto c)
lasciando, però, indicato come q un generico livello di output.
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a) Determinare le funzioni di costo totale, marginale e medio di breve periodo, supponendo che
nel breve periodo l’impresa sia vincolata ad utilizzare una quantità di lavoro .
b) Determinare le funzioni di costo totale, marginale e medio di lungo periodo.
Soluzione
Questo è il costo economico per l’impresa, ovvero il costo per l’acquisto dei fattori variabili
nel breve periodo (in questo caso il capitale). La spesa totale nei fattori comprende invece
anche il costo per il fattore che nel breve periodo è fisso per l’impresa (il lavoro), ma che
non rientra nei costi economici in quanto il fattore fisso non ha un impiego alternativo (e
quindi un costo opportunità) nel breve periodo.
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b) Nel lungo periodo, tutti gli input sono variabili, quindi, per ricavare la funzione di costo di
lungo periodo, occorre determinare prima le funzioni di domanda di entrambi i fattori in
funzione dell’output:
da cui si ricava che le funzioni di domanda dei due fattori in funzione del livello di
produzione sono:
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I costi marginali e medi associati a questa funzione di costo di lungo periodo sono:
Il fatto che i costi medi di lungo periodo sono costanti indica che la funzione di produzione
in oggetto ha rendimenti di scala costanti.
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Determinare:
Soluzione
a) Per ricavare la funzione di offerta della singola impresa occorre innanzitutto determinare la
curva di costo di breve periodo di ciascuna impresa. Per fare ciò, sostituiamo il valore fisso di K
nella funzione di produzione:
Si noti che tale funzione non include il costo per il capitale, poiché nel breve periodo tale
costo, essendo appunto fisso, non entra nel novero dei costi “economici”, ma piuttosto dei
costi contabili.
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La condizione di massimizzazione dei profitti richiede nel breve periodo che , ovvero:
Moltiplicando per il numero delle imprese presenti sul mercato nel breve periodo, otteniamo
la curva di offerta aggregata:
c) Poiché nel breve periodo le imprese presenti sul mercato hanno un profitto positivo, nel lungo
periodo nuove imprese decideranno di entrare sul mercato finché i profitti non si
annulleranno, ovvero finché il prezzo non sarà uguale al costo medio minimo di lungo periodo
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(questo perché deve valere anche la condizione che il prezzo sia uguale al costo marginale, ma
implica che il prezzo sia uguale al costo medio minimo, poiché il costo marginale interseca la curva
di costo medio nel suo punto di minimo).
Supponiamo che la funzione di costo di lungo periodo sia uguale a quella di breve periodo,
ovvero:
Per trovare il punto di minimo di tale curva di costo medio, uguagliamo a zero la derivata
prima rispetto a q:
Per ricavare il numero delle imprese presenti sul mercato nel lungo periodo, determiniamo la
quantità della domanda:
In equilibrio, deve valere l’uguaglianza tra quantità domandata e quantità offerta, ovvero:
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