Sei sulla pagina 1di 22

Eneide IV Libro

Riassunto del libro:

Didone trascorre una notte insonne, combattuta tra la passione per Enea e la fedeltà verso il defunto marito
Sicheo. Il mattino seguente confida tutto alla sorella Anna, che la incoraggia nei sentimenti verso Enea, il
quale potrebbe essere un valido aiuto nel governo e nella difesa di Cartagine. Da questo momento la regina
lascia che la passione per l’eroe la pervada completamente.

Intanto Giunone e Venere, spinte da motivazioni diverse, si accordano per favorire le nozze. Durante una
battuta di caccia Giunone scatena un furioso temporale, e Didone ed Enea sono costretti a rifugiarsi in una
grotta, dove celebrano le loro nozze. La notizia viene diffusa dalla Fama. Iarba, figlio di Giove, essendo stato
respinto da Didone, si lamenta col padre. Giove manda allora Mercurio a Cartagine, per invitare Enea a
partire. L’eroe si piega alla volontà divina.

L’ultimo colloquio tra i due è drammatico: alle motivazioni di Enea, Didone risponde con disperazione e velate
minacce. Mentre i Troiani si preparano a partire, Didone cova dentro di sé un immenso dolore. Si finge
rasserenata, e chiede alla sorella Anna di aiutarla a preparare una pira per bruciare le vesti e le armi di Enea,
e il letto nuziale. Questo sortilegio può scioglierla dalla passione per Enea. In realtà, la regina medita il
suicidio, e quando le navi troiane salpano, Didone sale sulla pira, lancia maledizioni contro Enea e i suoi
discendenti, e si conficca nel petto la spada dell’eroe.

Analisi, Traduzione, Paradigmi

Ma la regina già da tempo ferita da un pesante affanno, nutriva nelle vene una ferita ed era presa da un fuoco
invisibile. Le ritornano nell’animo la grande virtù dell’uomo e il grande onore della stirpe, il volto è impressi
nel petto e l’affanno non dà placida quiete alle membra. L’aurora del giorno dopo illuminava con l lampada
di Febo le terre e aveva allontanato dal cielo l’umida ombra, quado folle si rivolse alla fedele sorella “Anna
sorella mia, quali sogni mi spaventano tenendomi nell’ incertezza, quale ospite è arrivato qui nelle nostre sedi,
quale presentandosi nell’aspetto (quanto nobile è nell’aspetto) quanto è forte nel petto e nelle armi Io Credo
davvero, e la mia fede non è vana, che sia di stirpe divina. La paura rivela gli animi ignobili. Ah! Da quali
destini è stato sospinto, quali guerre compiute raccontava! Se nell’animo non vessi la decisione ferma e
irremovibile di non legarmi in vincolo matrimoniale con qualcuno, dopo che il primo amore, mi deluse e mi
ingannò con la morte. Anna, dopo la morte del mio misero marito Sicheo, e dopo i penati sparsi per la strage
fraterna, lo confesso solo questo ha piegato i miei sentimenti e mi ha fatto vacillare l’animo. Ma prima vorrei
che la terra profonda (ima) mi si aprisse davanti o che il padre onnipotente mi spingesse con il suo fulmine
alle ombre, le ombre pallide dell’Erebo e che la notte profonda, prima che io possa offenderti, sacro Pudore,
e violare le tue leggi. Colui che per primo si è unito a me, ha portato via il mio amore, egli lo tenga con sé e lo
conservi nel sepolcro.

• alo, is, alui, altum o alitum, alĕre 3°= nutrire


• carpo, is, carpsi, carptum, ĕre 3°= prendere
• recurso, as, avi, atum, are 1°= ritornare
• haereo, es, haesi, haesum, ēre 2°= rimanere
• infīgo, is, fixi, fixum, ĕre 3°= Fissare nella mente
• do, das, dedi, datum, dare=dare
• lustro, as, avi, atum, are 1°= illuminare
• dimŏveo, es, movi, motum, ēre 2°= rimuovere
• adlŏquor, eris, adlocutus sum, adlŏqui 3°deponente= Rivolgersi a
• Suspendo, is, pendi, pensum, ĕre 3°=sospendere
• Terreo, es, terrui, territum, ēre 2°= Atterrire, spaventare
• Succedo, is, successi, successum, ĕre 3°= Entrare
• Fero, fers, tuli, latum, ferre= portare
• Credo, is, credidi, creditum, ĕre 3°= Credere
• Sum, es, fui, esse= essere
• Arguo, is, argui, argutum, ĕre 3°=dimostrare
• Iacto, as, avi, atum, are 1°= Agitare, travagliare
• Exhaurio, is, exhausi, exhaustum, ire 4°=Compiere, condurre a termine
• Cano, is, cecini, cantum, ĕre 3°= Cantare, narrare
• Sedeo,es, sedi, sessum, ēre 2°= sedere
• Volo, vis, volui, velle=volere
• Socio, as, avi, atum, are= Associarsi, unirsi
• Decĭpio, is, cepi, ceptum, ĕre 3° = ingannare
• Fallo, is, fefelli, falsum, ĕre 3°= ingannare
• Pertaedet, pertaesum est, ēre 2°=a vere disgusto
• Possum, potes, potui, posse= potere
• Succumbo, is, succubui, succubitum, ĕre 3°= soccombere
• Fateor, eris, fassus sum, ēri 2°deponente confessare
• Spargo, is, sparsi, sparsum, ĕre 3°spargere
• Inflecto, is, flexi, flexum, ĕre 3° piegare
• Labo, as, avi, atum, are vacillare
• Impello, is, impuli, impulsum, ĕre 3°smuovere
• Adgnosco, is, novi, agnĭtum, ĕre 3° riconoscere
• Opto, as, avi, atum, are 1°preferire
• Dehisco,is, ĕre 3° aprirsi
• Adĭgo, is, egi, actum, ĕre 3°Spingere verso
• Violo, as, avi, atum, are violare
• Resolvo, is, resolvi, resolutum, ĕre 3° Sciogliere
• Iungo, is, iunxi, inctum, ĕre 3° Congiungere, sposare
• Aufĕro, fers, abstuli, ablatum, auferre Portare via
• Habeo, es, habui, habitum, ēre 2° avere

Dopo aver così parlato riempì il seno di lacrime sgorgate. Anna risponde: “O tu che sei più cara della luce per
tua sorella, sola passerai l’intera giovinezza affliggendoti, e non conoscerai (noris = noveris) i dolci figli, né i
premi di Venere? Credi che di questo si occupino il cenere e i mani sepolti? Sia pure, un tempo nessun
pretendente riuscì a piegare te afflitta, non dalla Libia, né prima di Tiro; fu respinto Iarba e tutti gli altri
condottieri, che l’Africa, terra ricca di trionfi nutre. Ti opporrai anche a un amore gradito? E non ti viene in
mente nei territori di chi ti sei stabilita?Da una parte le città dei Getùli, stirpe insuperabile in guerra, e i Nùmidi
sfrenati ci attorniano, e l’inospitale Sirti, dall’altra una regione deserta per la siccità e i Barcéi che infuriano
da ogni dove. E che dire delle guerre che sorgono da Tiroe delle minacce del fratello? Io credo davvero che
con gli aiuti degli Dei e con Giunone favorevole le navi troiane abbiano tenuto questa rotta [spinte] dal vento.
Come vedresti questa città, o sorella, quali regni [vedresti] sorgere da un tale matrimonio! Con l’unione delle
armi dei Teucri a quanto grandi imprese si innalzerebbe la gloria cartaginese! Tu soltanto richiedi grazia agli
Dei e, celebrati i riti sacri, attendi ai doveri di ospite e accampa pretesti per trattenerlo, finché sul mare
imperversa[no] l’inverso e il piovoso Orione, finché le navi sono distrutte, finché il clima non è favorevole”.
Con queste parole infiammò l’animo di una smisurata passione e dette speranza alla mente in dubbio e ne
sciolse il pudore. Dapprima si recano ai templi e chiedono il favore divino di altare in altare; sacrificano
[pecore] scelte bidenti secondo il costume a Cerere datrice di leggi, a Febo e al padre Lieo, ma prima di tutti
a Giunone, che ha cura dei vincoli matrimoniali.

• Effor, aris, effatus sum, effari 1° deponente Parlare


• Implĕo, imples, implevi, impletum, implēre Riempire
• Refĕro, fers, tuli, latum ferre Rispondere
• Maereo, maeres, maerui, maerēre
• Essere triste, piangere
• carpo, is, carpsi, carptum, ĕre 3°Consumarsi
• Nosco, is, novi, notum, ĕre 3°Conoscere
• Credo, is, credidi, creditum, ĕre 3°Credere
• Curo, as, avi, atum, are 1°Curarsi
• Sum, es, fui, esse Essere
• Flecto, is, flexi, flexum, ĕre 3° piegare
• Despĭcĭo, despĭcis, despexi, despectum, despĭcĕre Rifiutato
• alo, is, alui, altum o alitum, alĕre 3° nutrire
• Pugno, as, avi, atum, are 1° Osteggiare
• Venio, is, veni, ventum, ire 4° Venire
• consĕdĕo, consĕdes, consĕdēre 2° Sedere insieme
• cingo, cingis, cinxi, cinctum, cingĕre 3°cingere
• Surgo, is, surrexi, surrectum, ĕre 3°sorgere
• rĕor, rēris, ratus sum, rēri, Ritenere
• Teneo, es, tenui, tentum,ēre 2° Tenere
• Cerno, is, crevi, cretum,ĕre 3° vedere
• Surgo, is, surrexi, surrectum, ĕre 3° sorgere
• attollo, attollis, attollĕre 3° innalzare
• Posco, is, poposci, ĕre 3°richiedere
• Lito, as, avi, atum, are 1° Offire sacrifici
• Posco, poscis, poposci, poscĕre 3° Richiedere
• Indulgĕo, indulges, indulsi, indultum, indulgēre 2° Attendere a
• Innecto, innectis, innexui, innexum, innectĕre 3° Inventare scuse
• Mŏro, mŏras, mŏrāre 1°Indugiare
• Dēsævĭo, dēsævis, desævii, desævitum, dēsævīre 4° Infuriare
• Quasso, as, avi, atum, are 1° Squassare
• Inflammo, as, avi, atum, are 1° Infiammare
• Do, das, dedi, datum, are 1° Dare
• Solvo, is, solvi, solutum, ĕre 3°sciogliere
• ădĕo, ădis, adii, aditum, ădire 4° Andare attraverso
• exquīro, exquīris, exquisivi, exquisitum, exquīrĕre 3°Ispezionare
• Macto, as, avi, atum, are 1° Sacrificare
• lĕgo, lĕgis, legi, lectum, lĕgĕre 3° Scegliere
• Teneo, es, tenui, tentum, ēre 2° Tenere
• fundo, fundis, fudi, fusum, fundĕre 3° Versare

La bellissima Didone in persona tenendo nella mano destra una coppa la versa in mezzo alle corna di una
candida mucca o davanti alle statue degli Dei si aggira tra gli altari ricchi [di offerte] rinnova ogni giorno le
offerte e guardando avidamente nei petti recisi delle vittime ne esamina le viscere ancora palpitanti. Ahi,
menti ignare degli indovini! A cosa giovano le preghiere a lei fuori di sé, a cosa giovano i templi? Nel frattempo
la fiamma consuma (est -> edo) le tenere midolla e silenziosa vive dentro al petto la ferita. Brucia l’infelice
Didone e si aggira per tutta la città furiosa, come una cerva trafitta da una freccia che da lontano tra i boschi
cretesi un pastore colpì, incauta, inseguendola con le frecce e lasciò [nella carne] l’alato dardo, senza saperlo;
quella nella fuga attraversa le selve e le balze dittee, la freccia letale le rimane nel fianco. Ora conduce Enea
con sé per le mura sidonie e gli mostra le ricchezze e la città già pronta: inizia a parlare e si ferma a metà del
discorso; ora al calare del giorno richiede gli stessi banchetti e chiede fuori di sé di sentire ancora i travagli di
Troia e pende di nuovo dalle labbra di lui che racconta. Dopo, quando tutti se ne sono andati e la luna oscura
a sua volta nasconde la sua luce, e le stelle tramontando invitano al sonno, si affligge sola nella casa vuota e
si distende sui letti abbandonati. Lei fuori di sé sente e vede lui assente, o tiene in grembo Ascanio, rapita
dalla somiglianza del padre, se è possibile ingannare un amore indicibile. [= per cercare di ingannare il suo
indicibile amore] Non si innalzano più le torri già cominciate, la gioventù non si esercita più nelle armi o non
preparano più porti o fortificazioni sicure per la guerra: restano interrotti i lavori e le grandi minaccia delle
mura [le grandi mura minacciose] e i macchinari che si innalzano fino al cielo.

• Spatior, spatiarsi, spatiatus sum, ari 1° deponente Avanzare, aggirarsi


• Instauro, as, avi, atum, are 1° Rinnovare
• Rĕclūdo, rĕclūdis, reclusi, reclusum, ĕre 3° Squarciare, aprire
• Inhĭo, ĭnhĭas, inhiavi, inhiatum, ĭnhĭāre 1° Guardare dento (a bocca aperta)
• consŭlo, consŭlis, consului, consultum, ĕre 3° Esaminare
• Iuvo, as, iuvi, iutum, are 1° giovare
• ĕdo, ĕdis (es), ĕdi, esum, ĕdēre (esse) mangiare
• Vivo, is, vixi, victum, ĕre 3° vivere
• Uro, is, ussi, ustum, ĕre 3° bruciare
• văgor, văgāris, vagatus sum, văgāri 1° deponente vagare
• cōnĭcĭo, cōnĭcis, conieci, coniectum, ĕre 3° colpita
• fīgo, fīgis, fixi, fixum, ĕre 3° trafiggere
• Ago, is, egi, actum, ĕre 3° inseguire
• Linquo, is, liqui, lictum, ĕre 3°lasciare
• pĕrăgro, pĕrăgras, peragravi, peragratum, āre 1° percorrere
• haereo, es, haesi, haesum, ēre 2° rimanere
• Duco, is, duxi, ductum, ĕre 3°condurre
• Ostento, as, avi, atum, are 1°mostrare
• incĭpĭo, incĭpis, incepi, inceptum, ĕre 3° incominciare
• Paro, as, avi, atum, are 1° preparare
• Effor, aris, effatus sum, effari 1° deponente Parlare
• rĕsisto, rĕsistis, restiti, rĕsistĕre 3° Fermarsi
• lābor, lābĕris, lapsus sum, lābi Cadere, scivolare
• quaero, quaeris, quaesii o quaesivi, quaesitum, ĕre 3° chiedere
• Audio, is, ivi, itum, ire 4° sentire
• exposco, exposcis, expoposci, exposcĕre chiedere
• Pendeo, es, pependi, ēre 2° pendere
• Narro, as, avi, atum, are 1° narrare
• Digredior, eris, digressus sum, digrĕdi 3° Allontanarsi, separarsi
• Premo, is, pressi, pressum, ĕre 3° nascondere
• suādĕo, suādes, suasi, suasum, ēre2° invitare
• Cado, is, cecidi, ĕre 3° cadere
• Maereo, maeres, maerui, maerēre 2° Essere triste, piangere
• Relinquo, is, relīqui, relictum, ĕre 3° lasciare
• Audio, is, ivi, itum, ire 4°sentire
• Video, es, vidi, visum, ēre 2° vedere
• Capio, is, cepi, captum, ĕre 3°prendere
• dētĭnĕo, dētĭnes, detinui, detentum, ēre 2°trattenere
• Fallo, is, fefelli, falsum, ĕre 3°ingannare
• Possum, potes, potui, posse potere
• cœpĭo, cœpis, coepi, coeptum, ĕre 3° cominciare
• Adsurgo, is, adsurrexi, adsurrectum, ĕre 3°innalzarsi
• exercĕo, exerces, exercui, exercitum, ēre 2°Esercitare
• Pendeo, es, pependi, ēre 2°pendere
• Interrumpo, is, interrupi, interruptum, ĕre 3°interrompere
• Aequo, as, avi, atum, are 1°raggiungere

Non appena si accorse che ella era afflitta da un simile male l’adorata consorte di Giove, e che nemmeno la
fama era da freno alla passione, la Saturnia si rivolge a Venere con queste parole: “Tu e tuo figlio riportate
davvero una gloria insigne e ampie spoglie e una grande e memorabile rinomanza, se una sola donna è vinta
dall’inganno di due dei. Né di certo mi sfugge che tu temendo le nostre mura hai avuto sospette le dimore
dell’alta Cartagine. Ma quale sarà il termine o dove [finiremo] ora con una così grande contesa? Perché
piuttosto non stringiamo un’eterna pace e patti matrimoniali. Tu hai tutto ciò che hai desiderato nella mente:
Didone arde d’amore e ha assorbito nelle ossa la passione. Dunque governiamo questo popolo con pari
autorità, le sia concesso di sottostare a un marito frigio e di affidare alla tua destra i Tirii come dote”. A lei (si
accorse infatti che aveva parlato con intenzione ingannevole per deviare il regno d’Italia sulle coste libiche)
così di rimando rispose Venere: “Chi, pazzo, ti negherebbe queste cose o preferirebbe mettersi in lotta contro
di te? A patto che ciò che dici, la sorte lo assecondi una volta fatto.Ma io sono tenuta incerta dai fati, se Giove
voglia che ci sia una sola città per i Tirii e per i profughi da Troia / che i Tirii e i profughi da Troia abbiano una
unica città e approvi che i popoli siano mescolati o che vengano stretti patti. Tu sei sua moglie, a te è concesso
sedurne l’animo con le preghiere. Avanza, ti seguirò”. Allora così riprese la regina Giunone: “Questo compito
sarà mio, ora in quale modo ciò che preme possa essere fatto, te lo spiegherò -sta attenta- in poche paro Enea
e la disperata Didone si apprestano ad andare insieme nel bosco a cacciare, non appena il sole di domani avrà
emesso la prima luce e avrà ricoperto la terra con i suoi raggi. Io riverserò sopra loro un nero acquazzone
misto a grandine, mentre le schiere si affannano e cingono le balze con la rete, e scuoterò tutto il cielo con il
tuono. I compagni si disperderanno e saranno avvolti da una notte scura: Didone e il capo Troiano si
ritroveranno nella stessa spelonca.Io sarò là e, se la tua volontà sarà per me sicura, li congiungerò in un vincolo
indissolubile e la proclamerò sua sposa. Queste saranno le nozze”. Non opponendosi a lei che parlava, la
Citeréa annuì e sorrise degli inganni scoperti. Intanto Aurora sorgendo, lasciò l’oceano

• Teneri, tĕnĕo, tĕnes, tenui, tentum, tĕnēre verbo transitivo e intransitivo 2, essere tenuti
• Obstari, obsto, obstas, obstiti, obstāre, 1° opporsi
• adgrĕdĭor, adgrĕdĕris, adgressus sum, adgrĕdi, 3° avvivinarsi
• dico, dicis, dixit, dictum, dicere, 3° dire
• fallit, fallo, fallis, fefelli, falsum, fallĕre 3°, fallire
• habuisse, habeo, habes, habitum, habere, avere
• erit, sum es, fui, esse, essere
• petisti, pĕto, pĕtis, petii, petitum, pĕtĕre, chiedere
• ardet, ardĕo, ardes, arsi, ardēre, 2° bruciare
• traxit, trăho, trăhis, traxi, tractum, trăhĕre, 3° portare
• liceat (verbo impersonale)
• permittere, permitto, permittis, permisi, permissum, permittĕre 3° lasciar andare
• sensit, sentĭo, sentis, sensi, sensum, sentīre, 4° sentire
• averteret, āverto, āvertis, averti, aversum, āvertĕre, 3° allontanare
• oras, ōro, ōras, oravi, oratum, ōrāre 1°, parlare
• abnuat, abnŭo, abnŭis, abnui, abnŭĕre, 3°, negare
• malit, malo, malui, malle, verbo anomalo, desiderare
• contendere contendo, contendis, contendi, contentum, contendĕre, 3° tendere
• sequator, sequor, sequeris, secutus sum, sequi 3° depoente, attaccarsi
• feror, fero, fers, tuli, latum, ferre, portare
• velit, volo, vis, volui, velle, preferire
• probet, probo, probas, probatum, probare 1°, ispezionare
• excepit, excipĭo, excĭpis, excepi, exceptum, excĭpĕre 3° estrarre
• instat, insto, instas, institi, instāre, verbo intransitivo e transitivo, stare
• possit, possum, potes, potui, posse, verbo anomalo, potere
• docebo, doceo, doces, docui, doctum, docere 2° insegnare
• ire, eo, is, ii, itum, ir, verbo anomalo, giungere
• parant, păro, păras, paravi, paratum, părāre 1° allestire
• retexerit, rĕtĕgo, rĕtĕgis, retexi, retectum, rĕtĕgĕre 3° scoprire
• trepidant, trĕpĭdo, trĕpĭdas, trepidavi, trepidatum, trĕpĭdāre 1° trepidare
• cingunt, cingo, cingis, cinxi, cinctum, cingĕre 3° cingere
• diffugient, diffŭgĭo, diffŭgis, diffugi, diffŭgĕre 3° fuggire di qua
• tegentur tego, tegis, texi, tectum,tegere 3° coprire
• devenient, devenio, devenis, deveni, deventum, devenire, 4° rivolgersi a
• dicabo, dico, dixit, dictum, dicere, 3° dire
• risit, rīdĕo, rīdes, risi, risum, rīdēre 2° ridere
• reliquit, rĕlinquo, rĕlinquis, reliqui, relictum, rĕlinquĕre 3° lasciare indietro

Appena sorto il sole, giovani scelti escono dalle porte; ci sonno reti a grandi maglie, lacci, larghi spiedi di ferro,
corrono i cavalli massili e i cani dal fine odorato. I principi cartaginesi aspettano sulla soglia la regina che
indugia nella sua stanza mentre il cavallo scalpitante vestito d’oro e porpora attende e morde impaziente il
suo freno schiumoso. Infine Didone avanza circondata da una grande truppa, rivestita da un mantello di
Sidone con l’orlo ricamato. Ella ha la faretra d’oro, i capelli sono annodati con un fermaglio d’oro, una fibbia
d’oro le cinge la veste purpurea. Anche i compagni frigi e il lieto Iulo (Ascanio). Enea stesso bellissimo in mezzo
a tutti gli altri, le si unisce come compagno e riunisce le schiere. Come quando Apollo abbandona la Licia
invernale e correnti dello Xanto e torna a rivedere la materna Delo, allora rinnova le danze, e misti intorno
agli altari si agitano i cretesi, i Driopi e i tatuati Agatirsi. Lo stesso avanza per i gioghi di Cinto e con pieghevoli
alla fronda stringe la chioma ondosa acconciandola e con l’oro l’annoda mentre i dardi gli suonano sulle
spalle. Avanzava Enea non meno risoluto di lui, con altrettanta bellezza che risplende sul suo nobile viso.

• Exorto= exorior, exorīris, exortus sum, - , exorīri= sorgere


• Ruunt= ruo, rŭis, rui, rŭĕre= cadere
• Expectant= expecto, expectas, expectavi, expectatum, expectāre= aspettare
• Mandit= mando, mandas, mandavi, mandatum, mandare= affidare
• Progreditur= prōgrĕdĭor, prōgrĕdĕris, progressus sumprōgrĕdi= avanzare
• Nodantur= nōdo, nōdas, nodavi, nodatum, nōdāre= annodare
• Subnectit= subnectis, subnexui, subnexum, subnectĕre= legare
• Incedunt= incedo, incēdis, incessi, incessum, incēdĕre= incedere
• Infert= infero, infers, intuli, illatum, inferre= spingere
• Iungit= iungo iungis, iunxi, iunctum, iungĕre= congiungere
• Invisit= invīso, invīsis, invisi, invīsĕre
• Fremunt= fremo, fremis, fremui, fremitum, fremere
• Premit= premo, premis, pressi, pressum sum= stringere
• Implicat= implico, implicas, implicvi, implicatum= intrecciare
• Sonant= sono, sonas, sonui, sonitum, sonere=suonare
• Ibat= eo, is, ii, itum, ire= andare
• Enitet= ēnĭtĕo, ēnĭtes, enitui, ēnĭtēre= risplendere

Dopo che arrivarono sui monti alti Dopo che si fu giunti sugli alti monti e presso gli impervi covili, ecco capre
selvatiche cacciate dalla vetta di una rupe si precipitano giù dalle balze; dall’altra parte i cervi attraversano a
corsa le aperte pianure e nella figa si uniscono in branchi che fanno polvere e lasciano i monti. Ma il fanciullo
Ascanio gode in mezzo alle valli del focoso destriero e sorpassa al galoppo ora questi ora quelli e spera (con
le preghiere) che gli sia dato in mezzo alle bestie innocue uno schiumoso cinghiale o che un fulvo leone
discenda dal monte. Frattanto il cielo inizia ad essere scosso da un grande rimbombo, segue un acquazzone
misto a grandine; subito sia compagni Tirii sia la gioventù troiana e il dardanide nipote di Venere
sparpagliandosi per i campi ricercano ripari per la paura; i fiumi scorrono giù dai monti. Didone e il capo
troiano si ritrovano nella stessa spelonca. Per prima la terra e la pronuba Giunone danno il segnale: rifulsero
le folgori e il cielo fu testimone alle nozze e dal sommo vertice ulularono le ninfe. Quel giorno fu il primo di
rovina e fu per primo causa di mali, infatti Didone non è mossa più dalla sua buona fama né aspira più a un
amore nascosto lo chiama matrimonio, con questo nome nasconde la colpa. Subito la Fama vaga per le grandi
città della Libia, la Fama, un male di cui nessun altro è più veloce: si accresce col movimento, acquisisce forze
con l’andare; dapprima piccola per paura, poi si innalza nell’aria, procede sul suolo e nasconde il capo tra le
nubi. La madre Terra -come raccontano- mossa dall’ira contro gli dei, la creò per ultima come sorella a Ceo
ed Encelado veloce nei piedi e dalle rapide ali, un mostro orrendo, smisurato, che tante piume ha sul corpo,
altrettanti occhi ha sotto (incredibile a dirsi), tante lingue, così tante bocche risuonano, altrettante orecchie
tiene aperte. Di notte vola in mezzo tra il cielo e la terra attraverso l’ombra, stridendo e non chiude gli occhi
al dolce sonno di giorno siede vigilante (= a spiare) o sulla sommità di una casa o su alte torri e spaventa
grandi città, tenace annunciatrice tanto del vero quanto del malvagio falso (endiadi) Questa allora riempiva
i popoli di infinite chiacchiere: che era venuto Enea, disceso da sangue troiano, al quale la bella Didone non
disdegnava di congiungersi come a un marito; che adesso trascorrevano l’inverno, per quanto era lungo,
insieme nella lussuria immemori dei regni e travolti da una vergognosa passione. Queste cose la brutta dea
diffonde dappertutto sulle bocche degli uomini. Subito volge il suo corso verso il re Iarba e ne incendia l’animo
con le parole e ne accresce l’ira. Costui, generato da Ammone e dalla ninfa Garamantide rapita pose cento
enormi templi a Giove nei suoi grandi regni, cento altari e aveva consacrato un fuoco inestinguibile, sentinella
eterna degli dei, e il suolo era grasso per il sangue delle vittime e le soglie erano fiorenti di ghirlande
variopinte. E lui sconvolto nella mente e sdegnato dalla spiacevole notizia si dice che davanti agli altari, in
mezzo alle statue degli dei, molte volte abbia pregato Giove, supplice, con le mani alzate: “Oh Giove
onnipotente, a cui adesso il popolo Mauritano dopo aver banchettato su letti ricamati versa l’offerta di Bacco,
tu vedi queste cose? o forte, o padre, quando lanci i tuoi fulmini, invano ti temiamo, [quando] cieche folgori
nel cielo atterriscono gli animi e provocano vani rimbombi? Una donna, che, errante nei nostri territori, ha
costruito una esigua città a pagamento, a cui ho dato una terra da arare e autorità sul luogo, ha rifiutato le
nozze con me e ha accolto Enea nel suo regno come signore. E adesso quel Paride, con la sua schiera di mezzi
uomini, cinto dalla mitra Meonia nel mento e nella chioma stillante [di unguenti] si gode il furto; e sì che noi
portiamo doni ai tuoi templi e alimentiamo una fama vana”. La preghiera del re arriva alle orecchie di Giove:
Giove onnipotente udì lui che pregava con queste parole e toccava gli altari e volse gli occhi alle mura regie e
agli amanti dimentiche di una fama migliore. Allora così si rivolge a Mercurio e invia tali [ordini]: “Vai, orsù,
figlio, chiama gli zefiri e scendi con le ali e al capo Dardanide, che ora nella tiria Cartagine indugia e non si
rivolge alle città date dai fati, rivolgiti e porta i miei ordini veloce attraverso il cielo

• dēcurro, dēcurris, decurri, decursum, dēcurrĕre= precipitarsi


• transmittunt, transmitto, transmittis, transmisi, transmissum, transmittĕre= portare
• reliquont= rĕlinquo, rĕlinquis, reliqui, relictum, rĕlinquĕre 3° lasciare indietro
• gaudet= gaudeo, gaudes, gaudivi, gauditum, gaudere= felicitarsi
• praeterit= praetĕrĕo, praetĕris, praeterii, praeteritum, praetĕrire= passare oltre
• descendere= descendo, descendis, descendi, descensum, descendĕre= discendere
• incipit= incipio incĭpis, incepi, inceptum, incĭpĕre= intraprendere
• insequitur= insĕquor, insĕquĕris, insecutus sum, insĕqui
• petiere= peto, pĕtis, petii, petitum, pĕtĕre= chiedere
• ruunt= ruo, ruis, rui, ruere= affrettarsi
• deveniunt= devenio, devenis, deveni, deventum, devenire, 4° rivolgersi a
• ulularunt= ululo, ululas, ululavi, ululatum, ululare= ululare
• fulsere= fulgo, fulgis, fulsi, fulgĕre
• movetur= moveo, moves, movitum, movere
• meditatur= medito, meditas, meditavi, meditatum, meditare
• vocat= voco, vocas, vocavi, vocatum, vocare= convocare
• viget= vĭgĕo, vĭges, vigui, vĭgēre= essere robusto
• attolit= adfero, adfers, attuli, allatum, adferre= muovere contro
• condit= condo, condis, condidi, conditum, condĕre= fondare
• perhibent= perhĭbĕo, pĕrhĭbes, perhibui, perhibitum, pĕrhĭbēre= offrire
• progenuit= prōgeno, prōgenis, progenui, progenitum, prōgenĕre= procreare
• sonant= sono, sonas, sonui, sonitum, sonere
• subrigit= subrigo, subrĭgis, subrexi, subrectum, subrĭgĕre= alzare
• volat= volo, vis, volui, velle= volere
• declinat= delclino, declinas, declinavi, declinatum, declinare
• sedet= sedeo, sedes, sedi, sessum, sedere
• territat= terrĭto, terrĭtas, territavi, terrĭtāre= spaventare
• replebat= rĕplĕo, rĕples, replevi, repletum, rĕplēre= riempire
• canebat= căno, cănis, cecini, cantum, cănĕre= cantare
• venisse= venio, venis, veni ventum, venire
• dignetur= digno, dignas, digavi, dignatum, dignare= onorare
• fovere= fŏvĕo, fŏves, fovi, fotum, fŏvēre= riscaldare
• diffundo= diffundo, diffundis, diffudi, diffusum, diffundĕre= diffondere
• detorquet= dētorquĕo, dētorques, detorsi, detortum, dētorquēre= torcere
• posuit= pono, pōnis, posui, positum, pōnĕre= porre
• aggerat= aggĕro, aggĕras, aggeravi, aggeratum, aggĕrāre= accumulare
• sacraverat= săcro, săcras, sacravi, sacratum, săcrāre= consacrare
• dicitur= dico, dicis, dixit, dictum, dicere= dire
• orasse= oro, oras, oravi, oratum, orare, pregare
• libat= lībo, lības, libavi, libatum, lībāre= versare
• Miscent= miscĕo, misces, miscui, mixtum, miscēre= mescolare
• Repulit= rĕpello, rĕpellis, reppuli, repulsum, rĕpellĕre= respingere
• Recepit= rĕcĭpĭo, rĕcĭpis, recepi, receptum, rĕcĭpĕre= ricevere
• Comitatu= cŏmĭto, cŏmĭtas, comitavi, comitatum, cŏmĭtāre= accompagnare
• Potitur= pŏtĭo, pŏtis, potivi, potitum, pŏtīre= potere
• Torsit= torquĕo, torques, torsi, tortum, torquēre= torcere
• Adloquitur= adlŏquor, adlŏquĕris, adlocutus sum, adlŏquĕre
• Madat= mando, mandas, mandavi, mandtum, mandare
• Vade= vado, vadis, vadere
• Labere= lābor, lābĕris, lapsus sum, lābi= scivolare
• Exspectat= expecto, expectas, expectavi, expectatum, expectāre= aspettare
• Respicit= respĭcĭo], respĭcis, respexi, respectum, respĭcĕre= girarsi
• Dicta= dico, dichi, dixi, dictum, dicere

Non così lo promise a noi la bellissima madre (= Venere), e non per questo lo salvò due volte dalle armi dei
Greci; ma [promise] che sarebbe stato colui che avrebbe retto l’Italia fertile di popoli dominatori e fremente
di guerra, e che avrebbe propagato la stirpe [discesa] dal nobile sangue di Teucro e avrebbe sottomesso il
mondo intero alle sue leggi. Se non lo accende la gloria di così grandi imprese e non affronta in prima persona
la fatica per il suo prestigio, vuole forse negare ad Ascanio, lui che è padre, le rocche romane? Che cosa
progetta? O con quale speranza indugia tra gente nemica e non bada alla discendenza ausonia e ai campi di
Lavinio? Navighi; questo è l’essenziale. Questo sia il nostro messaggio”. Così aveva detto. Quello (= Mercurio)
si preparava ad obbedire all’ordine del grande padre, e per prima cosa allaccia ai piedi i calzari dorati, che
con le ali in alto sopra l’acqua o sopra le terre lo portano insieme al rapido soffio del vento. Poi prende la
verga; con questa egli richiama dall’Orco le anime pallide, altre le invia al triste Tartaro, dà e toglie il sonno e
riapre gli occhi dei morti (lett. dalla morte). Fidando in quella conduce i venti e attraversa le nubi tempestose.
E già volando scorge la vetta e i fianchi scoscesi del duro Atlante, che regge il cielo con il capo, di Atlante, il
cui capo, folto di pini, cinto costantemente da nere nubi è battuto dal vento e dalla pioggia; Neve diffusa gli
copre le spalle; inoltre dei ruscelli scendono giù dal mento del vecchio e la barba ispida si indurisce per il gelo.
Qui dapprima, librandosi con le ali spiegate, il Cillenio si fermò; da qui a testa in giù con l’intero corpo verso
le onde si lanciò, simile a un uccello, che intorno alle spiagge, intorno agli scogli pescosi vola basso sul pelo
dell’acqua. Non diversamente, a metà tra cielo e terra, volava verso la spiaggia renosa della Libia e solcava i
venti il figlio nato sul Cillene, provenendo dall’avo materno. Non appena toccò le capanne con i piedi alati,
vide Enea che costruiva rocche e costruiva nuove dimore e aveva la spada scintillante di fulvo diaspro e ardeva
un mantello di porpora tiria, scendendogli dalle spalle, doni che la ricca Didone gli aveva fatto e aveva
trapunto i tessuti con sottile oro. Subito lo assale: “Tu adesso poni le fondamenta dell’alta Cartagine, e
costruisci una bella città, schiavo della moglie, ahimé dimentico del regno e delle tue imprese? il re degli dei
in persona mi invia a te dal luminoso Olimpo, colui che con la sua autorità muove il cielo e la terra; lui stesso
mi ordina di riportare questi ordini veloce attraverso l’aria: Cosa progetti? O con quale speranza consumi il
tempo in terre libiche? Se non ti muove la gloria di tanto grandi imprese [né affronti su di te la fatica per il tuo
prestigio], guarda almeno ad Ascanio che cresce e alla speranza nell’erede Iulo/ dell’erede Iulo. a cui spettano
il regno d’Italia e la terra romana”. Dopo aver parlato con tale volto, il Cillenio lasciò l’aspetto mortale a metà
del discorso e svanì lontano dagli occhi nell’aria leggera. Ma invero Enea ammutolì sconvolto a quella vista i
capelli gli si drizzarono per l’orrore e la voce rimase in gola. Arde di andarsene (in fuga) e di lasciare le dolci
terre, spaventato da un così grande ammonimento e dall’ordine degli dei. Ahimè che può fare? Con quale
discorso adesso oserà blandire la regina furibonda? Quali parole sceglierà per prime? e adesso rivolge la
mente veloce ora qua ora là, lo trascina in varie direzioni e lo rivolge ad ogni proposito. A lui che dubitava
queste sembrò la decisione migliore: chiama Mnesteo Sergesto e il forte Seresto, che allestiscano in segreto
la flotta e radunino i compagni alla spiaggia e preparino le armi e tengano nascosta quale sia la causa di
queste innovazioni [dice loro] che lui intanto, poiché la buona Didone è ignara e non si aspetta che un così
grande amore sia rotto, tenterà di avvicinarla e [cercherà] quali siano i momenti migliori per parlare, quale
sia il modo migliore alle circostanze. Subito tutti obbediscono felici al comando ed eseguono gli ordini. La
regina presente l’inganno e accusa lo spergiuro Enea: Ma la regina indovinò l’inganno (chi potrebbe ingannare
un amante?) e indovinò per prima le mosse future, lei che temeva tutto anche ciò che era sicuro. L’empia
fama a lei furente riferì le stesse cose, che si allestiva la flotta e si preparava la partenza. Anzi allestisci la
flotta anche con la stagione invernale

• Promisit= promitto, promittis, promisi, promissum, promittere


• Vindicat= vindĭco, vindĭcas, vindicavi, vindicatum, vindĭcāre
• Regeret= rĕgĕro, rĕgĕris, regessi, regestum, rĕgĕrĕre
• Mitteret= mitto, mittis, misi, missum, mittere
• Accendit= accendo, accendis, accendi, accensum, accendĕre
• Molitur= mōlĭor, mōlīris, molitus sum, mōlīri
• Invidet= invideo, invides, inviti, invisum, invidere
• Struit= strŭo, strŭis, struxi, structum, strŭĕre
• Mobatur= mŏror, mŏrāris, moratus sum, mŏrāri
• Respicit= respĭcĭo, respĭcis, respexi, respectum, respĭcĕre
• Naviget= navigo, navigas, navigavi, navgatum, navigare
• Dixerat= dico, dicis, dixi, dictum, dicere
• Parabat= paro, paras, paravi, paratum, parare
• Nectit= necto, nectis, nexi, nexum, nectĕre
• Portant= porto, portas, portavi, portatum, portare
• Capit= capio, capis, cepi, captum, capere
• Evocat= evoco, evocas, evocavi, evocatum, evocare
• Resignat = rĕsigno, rĕsignas, resignavi, resignatum, rĕsignāre
• Agit= ago, ăgis, egi, actum, ăgĕre
• Tranat= trano, tranas, tranavi, tranatum, tranare
• Volans = volo, vis, volui, velle= volere
• Cernit= cerno, cernis, crevi, cretum, cernĕre
• Fuicit= fulcĭo, fulcis, fulsi, fultum, fulcīre
• Pulsatur= pulso, pulsas, pulsavi, pulsatum, pulsāre
• Tegit= tego, tegis, texi, tectum,tegere 3° coprire
• Praecipitant= praecĭpĭto, praecĭpĭtas, praecipitavi, praecipitatum, praecĭpĭtāre
• Riget= rĭgo, rĭgas, rigavi, rigatum, rĭgāre
• Constitit= consisto, consistis, constiti, consistĕre
• Misit= mitto, mittis, misi, missum, mittere
• Volat/ volabat= volo, volas, volavi, volatum, volare
• Secabat= sĕco, sĕcas, secui, sectum, sĕcāre
• Veniens= venio, venis, venui, venitum, venire
• Conspicit= conspĭcĭo, conspĭcis, conspexi, conspectum, conspĭcĕre
• Ardebat= ardeo, ardes, arsi, ardere
• Demissa= demitto, demittis demissi, demissum, demittere
• Fecerat= facio, facis, feci, factum, facere
• Discreverat= discerno, discernis, discrevi, discretum, discernĕre
• Invadit= invādo, invādis, invasi, invasum, invādĕre
• Torquet= torquĕo, torques, torsi, tortum, torquēre
• Movet= moveo, moves, movi, motum, movere
• Debetur= dēbĕo, dēbes, debui, debitum, dēbēre
• Ore= oro, oras, oravi, oratum, orare
• Reliquit= rĕlinquo, rĕlinquis, reliqui, relictum, rĕlinquĕre
• Evanuit= evānesco, ēvānescis, evanui, ēvānescĕre
• Haesit = haerĕo, haeres, haesi, haesum, haerēre
• Ardet= ardo, ardes, arsi, ardere
• Abire= ăbĕo, ăbis, abii (abivi), abitum, ăbire
• Monitu= mŏnĕo, mŏnes, monui, monitum, mŏnēre
• Agat= ăgo, ăgis, egi, actum, ăgĕre
• Ambire= ambĭo, ambis, ambivi, ambitum, ambīre
• Audeat= audĕo, audes, ausus sum, ausum, audēre
• Sumat= sūmo, sūmis, sumpsi, sumptum, sūmĕre
• Dividit= dīvĭdo, dīvĭdis, divisi, divisum, dīvĭdĕre
• Rapit= răpĭo, răpis, rapui, raptum, răpĕre
• Versat= verso, versas, versavi, versatum, versare
• Potior= pŏtĭor, pŏtīris, potitus sum, pŏtīri
• Aptent= apto, aptas, aptavi, aptatum, aptāre
• Cogant= cogo, cōgis, coegi, coactum, cōgĕre
• Dissimulent= dissĭmŭlo, dissĭmŭlas, dissimulavi, dissimulatum, dissĭmŭlāre
• Nesciat= nescĭo, nescis, nescii, nescitum, nescīre
• Rumpi= rumpo, rumpis, rupi, ruptum, rumpĕre
• Speret= spēro, spēras, speravi, speratum, spērāre
• Facessunt= făcesso, făcessis, facessi, facessitum, făcessĕre
• Fallere= fallo, fallis, fefelli, falsum, fallĕre
• Possit= possum, potes, potui, posse (verbo anomalo)
• Excepit= excĭpĭo, excĭpis, excepi, exceptum, excĭpĕre
• Detulit= dēfĕro, dēfĕrs, detuli, delatum, dēfĕrre (composto di fero)
• Parari= paro, paras, paravi, paratum, parare

convolta nell’animo infuria e, agitata, per tutta la città impazza, come una baccante (Thyias) eccitata dal
movimento dei sacri arredi, quando, udito il grido di “Bacco!” le orgie triennali la stimolano e il notturno
Citerone chiama col suo clamore. Infine si rivolge per prima (Ultro) ad Enea con queste parole: “Sperasti anche
di poter tenere nascosto, o spergiuro, una così grande infamia e di andartene in silenzio dalla mia terra? Non
ti trattiene il nostro amore, né la tua mano destra concessa un tempo né Didone destinata a morire di morte
crudele? Anzi allestisci la flotta anche con la stagione invernale e ti affretti ad andare per l’alto [mare] in
mezzo alle tempeste, o crudele? Perché? Se non ti dirigessi verso terre straniere e dimore sconosciute, e Troia
antica fosse ancora in piedi, ti dirigeresti verso Troia con la flotta attraverso un mare burrascoso? Dunque
fuggi me? Io per queste lacrime e per la tua destra (dal momento che nient’altro ho serbato a me misera) per
la nostra unione, per le nozze appena iniziate, se mai ho meritato qualcosa di buono da te, o [hai avuto]
qualcosa di gradito da parte mia, abbi pietà di questa casa che crolla, ti prego, se qualche posto c’è ancora
per le preghiere, abbandona il tuo proposito. A causa tua i popoli della Libia e i tiranni dei Nomadi mi odiano,
i Tirii [mi sono] ostili; sempre a causa tua si è estinto l’onore e il mio buon nome di prima, per il quale sola
raggiungevo le stelle, In balia di chi abbandoni me in fin di vita, straniero? Poiché questo solo nome mi resta
da quello di marito. Che cosa aspetto? Forse che il fratello Pigmalione distrugga le mie mura o che il Getùlo
Iarba mi porti via prigioniera? Se soltanto un figlio (suboles) avessi generato da te prima della partenza, se
qualche piccolo Enea giocasse nel palazzo, che mi richiamasse te almeno nell’aspetto, non mi sentirei del tutto
ingannata e abbandonata”. Enea, combattuto tra il sentimento e il volere dei fati, risponde all’amata fuori di
sé: Aveva parlato. Quello teneva gli occhi fissi agli ordini di Giove e sforzandosi nascondeva l’affanno nel
cuore. Infine riporta poche parole: “Io non negherò mai che tu abbia avuto molti meriti che tu potresti elencare
parlando, o regina, e non mi rincrescerà di ricordarmi di Elissa, finché avrò coscienza di me, finché la vita
reggerà queste membra. Sulla questione parlerò brevemente. Io non ho sperato di nasconderti con l’inganno
questa partenza (non pensarlo), né mai ho posto avanti fiaccole nuziali o sono venuto in simili patti. Se i fati
mi permettessero di condurre la vita secondo la mia volontà e di alleviare i miei affanni a mio piacimento, per
prima cosa abiterei la città di Troia con le care reliquie dei miei, l’alto palazzo di Priamo sarebbe ancora in
piedi e di mia mano avrei costruito una nuova Pergamo per i vinti Ma adesso il Grinéo Apollo e i responsi di
Licia mi ordinano di raggiungere la grande Italia, l’Italia; questo è l’amore, questa è la patria. Se le rocche di
Cartagine trattengono te che sei fenicia e la vita di una città libica, perché dunque neghi che i Teucri si
stabiliscano nella terra Ausonia? Anche a noi è concesso ricercare regni stranieri. L’immagine del padre
Anchise, ogni volta che con le umide ombre la notte ricopre la terra, ogni volta che sorgono gli astri infuocati,
mi rimprovera e mi spaventa nel sonno, adirata; [mi rimproverano] il figlio Ascanio e l’ingiuria [che faccio] a
una persona cara, io che lo privo con la frode del regno di Esperia e dei campi concessi dai fati. Adesso perfino
il messaggero degli Dei mandato da Giove in persona (lo giuro sulle nostre due teste) veloce riporta gli ordini
nell’aria; io stesso vidi il Dio in una luce splendente che entrava in questi muri e ho assorbito con queste
orecchie la voce “Smetti di tormentare te e me con questi lamenti: non cerco l’Italia di mia volontà”. Di fronte
alla fredda replica del condottiero troiano, la regina gli scaglia addosso tutto il suo rancore: Mentre diceva
queste parole già da tempo ella lo guardava ostile rivolgendo gli occhi da una parte e dall’altra, tutto lo
squadra con occhi silenziosi e così, accesa d’ira, esclama: “Non ti fu madre una Dea, né Dardano fu il fondatore
della stirpe, o spergiuro, ma ti generò il Caucaso ispido d’aspre rocce e tigri Ircane ti porsero le mammelle.
Infatti a che pro fingo o quali maggiori [affronti] mi riservo? Forse egli si è intenerito al mio pianto? Forse mi
ha rivolto gli occhi? Forse commosso ha versato lacrime o ha provato compassione per chi lo ama? quali
[oltraggi] considererò più gravi di questi? Ormai né la grande Giunone né il padre Saturnio guardano queste
cose con sguardo giusto. In nessun luogo è sicura la lealtà (= non c’è più lealtà al mondo). Lo raccolsi naufrago
dalla spiaggia, miserabile, e, folle, lo misi a parte del mio regno. Ho salvato la flotta distrutta e i compagni
dalla morte. Ahi, fuori di me sono portata dalle furie! (=ahi sono in preda a una furia rabbiosa!) Adesso
l’augure Apollo, adesso i responsi di Licia, adesso perfino, inviato da Giove in persona, il messaggero degli Dei
riporta terribili ordini attraverso l’aria. Senza dubbio questa fatica spetta agli dei Superni, questa
preoccupazione turba la loro quiete. Io non ti trattengo né ribatto le tue parole: cerca l’Italia con il favore dei
venti, raggiungi i regni attraverso le onde; spero davvero che in mezzo agli scogli, se gli dei giusti hanno ancora
qualche potere, tu sconterai la pena e spesso Didone per nome invocherai. Anche assente io ti seguirò con
nere fiaccole e, quando la fredda morte avrà separato le membra dall’animo, in ogni luogo vagherò come
fantasma. Sconterai la pena, miserabile! Io lo verrò a sapere, e questa notizia giungerà a me fra i Mani
profondi”. Con queste parole interrompe d’un tratto il discorso e mesta fugge la luce e si volta e si sottrae allo
sguardo, lasciandolo molto titubante per il timore e desideroso di dire molte cose. Le ancelle la raccolgono e
portano il corpo svenuto nella camera marmorea e la adagiano sul letto. Ma il pio Enea, sebbene desideri
calmare lei dolente consolandola e allontanare gli affanni con le parole, molto gemendo e turbato nell’animo
dal grande amore, tuttavia esegue gli ordini degli Dei e torna a rivedere la flotta. Allora sì che i Teucri si
prodigano e trascinano [in mare] da tutta la spiaggia le alte navi. Galleggiano le chiglie spalmate e dai boschi
portano remi frondosi e legname

• Saevit= saevĭo, saevis, saevii, saevitum, saevīre


• Simulant= simulo, simulas, simulavi, simulatum, simulare
• Vocat= voco, vocas, vocavi, vocatum, vocare
• Compellat= compello, compellas, compellavi, compellatum, compellāre
• Dissimulare= dissĭmŭlo, dissĭmŭlas, dissimulavi, dissimulatum, dissĭmŭlāre
• Sperasti= spēro, spēras, speravi, speratum, spērāre (prodelisione) perfetto attivo speravisti
• Tenet= teneo, tenes, tenui, tentum, tenere
• Sidere= sīdo, sīdis, sidi, sessum, sīdĕre)
• Ire = eo, is, ii, itum, ire
• Maneret= moneo, mones, monui, monitum, monere
• Peteretur= pĕto, pĕtis, petii, petitum, pĕtĕre
• Fuit= sum, es, fui, esse
• Odere= ōdi, ōdisti, ōdisse,
• Restat= resto, restas, restiti, restāre
• Moror= mŏror, mŏrāris, moratus sum, mŏrāri
• Destruat= destrŭo, destrŭis, destruxi, destructum, destrŭĕre
• Ducat= duco, ducis, duxi, ductum, ducere
• Referret= rĕfĕro, rĕfĕrs, retuli, relatum, rĕfĕrre
• Videret= vĭdĕo, vĭdes, vidi, visum, vĭdēre
• Dixerat= dico, dicis, dixi, dictum, dicere
• Premebat= prĕmo, prĕmis, pressi, pressum, prĕmĕre
• Refert= composto di fero
• Meminisse= da memini, verbo tranditivo difettivo
• Pigebat= da piget verbo transitivo e intransitivo impersonale
• Regit= rĕgo, rĕgis, rexi, rectum, rĕgĕre
• Abscondere= abscondo, abscondis, abscōndi, abscōnditum, abscōndĕre
• Speravi= spēro, spēras, speravi, speratum, spērāre
• Veni= vēnĕo, vēnis, venii, um, vēnire
• Ducit= dico, ducis, duxi, ductum, ducere
• Componere= compōno, compōnis, composui, compositum, compōnĕre
• Manere= mănĕo, mănes, mansi, mansum, mănēre
• Iusseret= iŭbĕo, iŭbes, iussi, iussum, iŭbēre
• Capessere= căpesso, căpessis, capessii, căpessĕre
• Detinet= dētĭnĕo, dētĭnes, detinui, detentum, dētĭnēre
• Operit= ŏpĕrĭo, ŏpĕris, operui, opertum, ŏpĕrīre
• Surgunt= surgo, surgis, surrexi, surrectum, surgĕre
• Admonet= admŏnĕo, admŏnes, admonui, admonitum, admŏnēre
• Terret= terrĕo, terres, terrui, territum, terrēre
• Detulit= dēfĕro, dēfĕrs, detuli, delatum, dēfĕrre
• Vidi= vĭdĕo, vĭdes, vidi, visum, vĭdēre
• Incedere= incēdo, incēdis, incessi, incessum, incēdĕre
• Sequor= sĕquor, sĕquĕris, secutus sum, sĕqui
• Profatur=prŏfor, prŏfāris, profatus sum, prŏfāri
• Genuit= gigno, gignis, genui, genitum, gignĕre
• Ingenuit= ingigno, ingignis, ingenui, ingenitum, ingignĕre
• Flexit= flecto, flectis, flexi, flexum, flectĕre
• Dedit= dēdo, dēdis, dedidi, deditum, dēdĕre
• Aspicit= aspĭcĭo, aspĭcis, aspexi, aspectum, aspĭcĕre
• Locavi= lŏco, lŏcas, locavi, locatum, lŏcāre
• Reduxi= rĕdūco, rĕdūcis, reduxi, reductum, rĕdūcĕre
• Sollicitat= sollĭcĭto, sollĭcĭtas, sollicitavi, sollicitatum, sollĭcĭtāre
• Refello= rĕfello, rĕfellis, refelli, rĕfellĕre
• Possunt= possum, potes, potui, posse
• Seduxerit= sēdūco, sēdūcis, seduxi, seductum, sēdūcĕre
• Veniet= vĕnĭo, vĕnis, veni, ventum, vĕnīre
• Abrumpit= abrumpo, abrumpis, abrupi, abruptum, abrumpĕre
• Fugit= fŭgĭo, fŭgis, fugi, fugitum, fŭgĕre
• Avertit= āverto, āvertis, averti, aversum, āvertĕre
• Auferet= aufĕro, aufĕrs, abstuli, ablatum, aufĕrre
• Suscipiunt= suscĭpĭo, suscĭpis, suscepi, susceptum, suscĭpĕre
• Referunt= rĕfĕro, rĕfĕrs, retuli, relatum, rĕfĕrre
• Reponunt= rĕpōno, rĕpōnis, reposui, repositum, rĕpōnĕre
• Cupit= cŭpĭo, cŭpis, cupii, cupitum, cŭpĕre
• Exequitur= exĕquor, exĕquĕris, executus sum, exĕqui
• Revisit= rĕvīso, rĕvīsis, revisi, revisum, rĕvīsĕre
• Incumbo= incumbo, incumbis, incubui, incumbĕre
• Deducunt= dēdūco, dēdūcis, deduxi, dēdūcĕre
• Natat= năto, nătas, natavi, natatum, nătāre

non lavorato, per il desiderio di partire. Li avresti potuti vedere che uscivano e accorrevano da tutta la città,
e come quando le formiche saccheggiano un grande mucchio di grano memori dell’inverno e lo ripongono
nella tana: va la nera colonna e portano la preda attraverso l’erba per uno stretto sentiero, in parte portano
a forza di spalle grandi chicchi di frumento, in parte radunano le schiere e puniscono quelle che indugiano,
tutto il sentiero ferve di lavoro. Quali sentimenti [avevi], o Didone, mentre vedevi tali cose e quali gemiti
emettevi, quando vedevi tutta la spiaggia, per largo tratto, brulicare dall’alto della rocca e vedevi che tutto il
mare era sconvolto da così grandi grida davanti ai tuoi occhi. O Amore crudele, a che cosa costringi i cuori
degli uomini! È costretta a ricorrere di nuovo alle lacrime, di nuovo a tentarlo con le preghiere e, supplichevole,
a sottomettere l’orgoglio all’amore, per non lasciare nulla di intentato, destinata a morire invano. Didone
cerca ancora una volta conforto nella sorella Anna: “Anna, vedi come ci si affretti intorno a tutta la spiaggia,
e come si radunino da ogni dove; le vele già chiamano i venti, [lett. già il càrbaso (= tessuto di lino e cotone)
chiama i venti] i gioiosi i marinai pongono corone [di fiori] sulle poppe. Io, se ho potuto aspettarmi questo
dolore così grande, saprò anche sopportarlo, o sorella. Tuttavia a me misera questo solo [favore] esegui,
Anna; infatti quello spergiuro venerava te sola, a te rivelava anche i più intimi sentimenti; tu sola conoscevi i
momenti più adatti dell’uomo per avvicinarlo. Vai, o sorella, e supplice rivolgiti al superbo nemico. Io non ho
giurato con i Danai in Aulide di distruggere il popolo troiano e non ho inviato una flotta a Pergamo né ho
profanato le ceneri e i Mani del padre Anchise: perché si rifiuta di accogliere le mie parole nelle sue crudeli
orecchie? Dove corre? Dia questo estremo dono alla povera amante: aspetti una partenza agevole e venti
propizi (lett. venti che portano). Non chiedo più il matrimonio di un tempo, che ha tradito, né che si privi del
suo bel Lazio e rinunci al regno; chiedo solo un po’ di tempo, uno spazio di pace al furore, finché la mia sorte
non insegni a soffrire a me vinta. Chiedo questa estrema grazia (abbi pietà di tua sorella) che, quando me la
avrà concessa, io gli restituirò raddoppiata con la morte/ alla mia morte”. Con queste parole pregava, e questi
pianti la sventurata sorella porta e riferisce. Ma quello non è smosso da nessun pianto o ascolta bendisposto
nessuna parola: i fati si oppongono e un dio chiude all’uomo le orecchie indifferenti / solitamente benevole. E
come quando i venti alpini fanno a gara con le loro folate ora qui ora lì per abbattere una quercia salda per
l’antico tronco; si alza uno strepito e le alte foglie ricoprono il suolo, dopo che il tronco è stato scosso; ma essa
rimane ancorata alle rocce e come con la cima tende all’aria del cielo, altrettanto con le radice [si protende]
verso il Tartato; non altrimenti l’eroe è scosso di qua e di là dalle assidue preghiere e nel suo cuore generoso
sente gli affanni; ma il proposito rimane irremovibile; le lacrime scorrono a vuoto. Allora poi l’infelice Didone,
atterrita dai fati, chiede la morte; prova fastidio a guardare la volta del cielo. Perché porti a termine ancora
di più [il proposito] iniziato e abbandoni la luce, ecco che vede, mentre poneva le offerte sopra gli altari
fumanti d’incenso, (orribile a dirsi!) i liquidi sacri diventare neri e i vini versati mutarsi in sangue funesto. Non
parlò di questa visione a nessuno, nemmeno a sua sorella. Inoltre c’era nel palazzo un tempio di marco del
primo marito, che ella venerava con ammirabile devozione avvolto con candide bende e fronda votiva: da qui
le sembrò di sentire voci e parole del marito che la chiamavano, quando la notte oscura avvolgeva la terra; e
le sembrò che il gufo solitario dai tetti col suo lugubre canto spesso si lamentasse ed emettesse lunghi lamenti
in pianto; e inoltre molti presagi di antichi indovini la terrorizzavano con terribili ammonimenti. Lo stesso Enea
insegue lei furente nei sogni, crudele; e sempre gli sembra di essere lasciata sola, di percorrere una lunga via
senza compagni e di ricercare i Tirii in una terra deserta: come Penteo fuori di sé vede schiere di Eumenidi e
un sole duplicato e doppia mostarglisi Tebe, o Oreste figlio di Agamennone, perseguitato sulle scene quando
fugge la madre armata di fiaccole e di neri serpenti e sulla soglia siedono le Dire vendicatrici. Dunque, quando
accolse le furie (fu colta dal furore), vinta dal dolore e decise di morire, fra sé riflette sul tempo e il modo e si
rivolge con le parole alla triste sorella nasconde il proposito nel volto e rasserena la fronte con la speranza:
“Ho trovato, o sorella (congratulati con tua sorella) la via che lo renda a me oppure sciolga da lui me che amo.
Presso i confini dell’Oceano e dove il sole cade. si trova l’estrema regione degli Etiopi, dove il gigantesco
Atlante sostiene sulle spalle la volta del cielo adorna di stelle ardenti: da qui mi si è presentata una
sacerdotessa di stirpe Massila, custode del tempo delle Esperidi, colei che dava il pasto al dragone e
sorvegliava i sacri rami sull’albero, spargendo umido miele e soporifero papavero. Costei promette di liberare
gli animi con gli incantesimi, quelli che voglia, viceversa di immettere duri affanni in altri, di fermare l’acqua
ai fiumi e invertire il corso delle stelle (lett. volgere le stelle indietro); di notte evoca i Mani, tu vedrai scuotersi
la terra sotto ai piedi e gli orni discendere dai monti. Lo giuro (lett. chiamo a testimoni) sugli dei e su te, cara
[sorella], e sul tuo dolce capo, che io mi rivolgo mal volentieri alle arti magiche. Tu in segreto innalza un rogo
nella parte interiore [del palazzo] all’aperto e mettici sopra (superimponas) le armi dell’uomo, che egli lasciò
appese nella camera, infame, e tutte le spoglie e il letto nuziale sul quale andai in rovina: voglio (iuvat)
distruggere tutti i ricordi dell’uomo maledetto e così mostra la sacerdotessa”. Con tali istruzioni, che già
nascondono il tragico proposito di morte, Anna e la sacerdotessa si apprestano a svolgere il rito: Dopo aver
così parlato tace; il pallore immediatamente le si diffonde sul viso.

• Populant= populo, populas, populavi, populatum, populare


• Convectant= convecto, convectas, convectāre
• Trudunt= trūdo, trūdis, trusi, trusum, trūdĕre
• Cogunt= cōgo, cōgis, coegi, coactum, cōgĕre
• Fervet= fervo, fervis, fervi, fervĕre
• Dabas= do, das, dedi, datum, dare
• Videris= vĭdĕo, vĭdes, vidi, visum, vĭdēre
• Precando= prĕcor, prĕcāris, precatus sum, prĕcāri verbo transitivo e intransitivo deponente I
• Submittere= submitto, submittis, submisi, submissum, submittĕre
• Relinquat= rĕlinquo, rĕlinquis, reliqui, relictum, rĕlinquĕre
• Vides= vĭdĕo, vĭdes, vidi, visum, vĭdēre
• Conuere= convĕnĭo, convĕnis, conveni, conventum, convĕnīre
• Vocat= voco, vocas, vocavi, vocatum, voare
• Potui= possum, potes, potui, posse; verbo anomalo
• Perferre= perfĕro, perfĕrs, pertuli, perlatum, perfĕrre
• Colere= cŏlo, cŏlis, colui, cultum, cŏlĕre
• I= eo, is, ii, itum ire, qui all’imperativo: vai!
• Excindere= excindo, excindis, excidi, excissum, excindĕre
• Iuravi= iūro, iūras, iuravi, iuratum, iūrāre
• Misi= mitto, mittis, misi, missum, mittĕre
• Revelli= rĕvello, rĕvellis, revelli, revulsum, rĕvellĕre
• Dicta= dico, dicis, dixi, dictum, dicere
• Negat= nego, negas, negavi, negatum, negare
• Demittere= demitto, demittis, demisi, demissum, demittere
• Ruit= ruo, ruis, rui, ruere
• Amanti= aggettivo al participio presente da amo, amas, amavi, amatum, amare
• Exspectet= exspecto, exspectas, exspectavi, exspectatum, exspectāre
• Ferentis= aggettivo al participio presente di fero, fers, tuli, latum, ferre
• Prodidit= prōdo, prōdis, prodidi, proditum, prōdĕre
• Careat= cărĕo, căres, carui, cărēre
• Relinquat= rĕlinquo, rĕlinquis, reliqui, relictum, rĕlinquĕre
• Peto= peto, pĕtis, petii, petitum, pĕtĕre
• Doceat= doceo, doces, docui, doctum, dŏcēre
• Dolere= dŏlĕo, dŏles, dolui, dŏlēre
• Miserere= mĭsĕrĕo, mĭsĕres, miserui, mĭsĕrēre
• Dederit= do, das, dedi, datum, dāre
• Remittam= rĕmitto, rĕmittis, remisi, remissum, rĕmittĕre
• Orabat= oro, oras, oravi, oratum, orare
• Refert= composto di fero, refero, refers, retuli, relatum, referre
• Movetur= moveo, moves, movi, movtum, movere
• Audit= audio, audes, audii, auditum, audire
• Obstant= obsto, obstas, obstiti, obstāre
• Obsruit=obstrŭo, obstrŭis, obstruxi, obstructum, obstrŭĕre
• Haeret= haerĕo, haeres, haesi, haesum, haerēre
• Tendit= tendo, tendis, tetendi, tentum, tendĕre
• Tunditur= tundo, tundis, tutudi, tunsum, tundĕre
• Persentit= persentĭo, persentis, persensi, persentīre
• Manet= mănĕo, mănes, mansi, mansum, mănēre
• Voluntur= volo, vis, volui, velle
• Exterrita= exterrĕo, exterres, exterrui, exterritum, exterrēre
• Orat= oro, oras, oravi, oratum, orare
• Peragat= pĕrăgo, pĕrăgis, peregi, peractum, pĕrăgĕre
• Relinquat= rĕlinquo, rĕlinquis, reliqui, relictum, rĕlinquĕre
• Vidit= vĭdĕo, vĭdes, vidi, visum, vĭdēre
• Dictu= dico, dicis, dixi, dictum, dicere
• Colebat= cŏlo, cŏlis, colui, cultum, cŏlĕre
• Vocantis= vŏco, vŏcas, vocavi, vocatum, vŏcāre aggettivo al participio presente
• Teneret= tĕnĕo, tĕnes, tenui, tentum, tĕnēre
• Ducere= duco, ducis, duxi, ductum, ducere
• Horrificant= horrĭfĭco, horrĭfĭcas, horrificavi, horrificatum, horrĭfĭcāre
• Relinqui= rĕlinquo, rĕlinquis, reliqui, relictum, rĕlinquĕre
• Quaerere= quaero, quaeris, quaesii, quaesitum, quaerĕre
• Videt= vĭdĕo, vĭdes, vidi, visum, vĭdēre
• Ostendere= ostendo, ostendis, ostendi, ostentum, ostendĕre
• Sedent= sĕdĕo, sĕdes, sedi, sessum, sĕdēre
• Concepit= concĭpĭo, concĭpis, concepi, conceptum, concĭpĕre
• Exigit= exĭgo, exĭgis, exegi, exactum, exĭgĕre
• Tegit= tĕgo, tĕgis, texi, tectum, tĕgĕre
• Serenat= sĕrēno, sĕrēnas, serenavi, serenatum, sĕrēnāre
• Reddat= reddo, reddis, reddidi, redditum, reddĕre
• Eo= eo, is, ii, itum, ire
• Solvat= solvo, solvis, solvi, solutum, solvĕre
• Torquet= torquĕo, torques, torsi, tortum, torquēre
• Dabat= do, das, dedi, datum, dare
• Servabat= servo, servas, servavi, servatum, servāre
• Promittit= promitto, promittes, promisi, promissum, promittere
• Immittere= immitto, immittis, immisi, immissum, immittĕre
• Movet= moveo, moves, movi, motum, movere
• Videbis= video, vides, vidi, visum, videre
• Descendere= descendo, descendis, descendi, descensum, descendĕre
• Accingere= accingo, accingis, accinxi, accinctum, accingĕre
• Relinquit= rĕlinquo, rĕlinquis, reliqui, relictum, rĕlinquĕre
• Abolere= ăbŏlĕo, ăbŏles, abolevi, abolitum, ăbŏlēre
• Iuvat= iŭvo, iŭvas, iuvi, iutum, iŭvāre
• Silet= sĭlĕo, sĭles, silui, sĭlēre
• Occupat= occupo, occupas, occupavi, occupatum, occupare

Anna tuttavia non sospetta che la sorella nasconda la morte sotto questi riti insoliti, né accoglie nel pensiero
(=immagina) una così grande follia o teme conseguenze più gravi che alla morte di Sicheo. Dunque esegue gli
ordini. Ma la regina, eretto un grande rogo nella parte interna all’aperto [fatto] di pino e di leccio tagliato,
riveste il luogo di ghirlande e lo corona di fronda funebre: sopra pone le spoglie e la spada abbandonata e sul
letto l’effige [di lui], consapevole del futuro (lett. non ignara. Litote) Intorno stanno gli altari, e la sacerdotessa
sciolta i capelli (coi capelli sciolti) invoca trecento volte a gran voce gli Dei, Erebo e Caos e la triforme Ecate, i
tre aspetti della vergine Diana. Aveva sparso anche false acque della fonte dell’Averno, e si cercano, mietute
alla luce della luna con falci di bronzo erbe appena mature con succo di nero veleno; si ricerca anche strappata
dalla fronte di un cavallo appena nato e sottratta alla madre l’escrescenza che fa innamorare. Lei stessa
[sparge] la farina sacra (molam) e con le mani pie sopra gli altari sciolta un solo piede dalle calzature, slacciata
nella veste, chiama a testimoni gli Dei decisa a morire e le stelle consapevoli della sua sorte: allora, se c’è
qualche dio (numen) giusto e riconoscente che abbia cuore chi ama di sentimento non corrisposto, lo prega.
Era la notte e i corpi stanchi godevano di un sereno riposo sulla terra e le selve e le acque furiose stavano
quiete, quando le stelle si voltano indietro a metà del loro corso, quando tace ogni campo, e le greggi e gli
uccelli variopinti e tutte [le creature] che abitano le larghe distese d’acqua e le campagne irte di cespugli;
raccolte nel sotto sotto la notte silenziosa calmavano le pene e i cuori dimentichi delle fatiche. Ma non [così]
la Fenicia infelice nell’animo, e mai si lascia andare al sonno o negli occhi o nel cuore accoglie la quiete:
raddoppiano gli affanni e di nuovo risorgendo infuria la passione e fluttua in grandi tempeste d’ira (lett. in
grande tempesta di ire). Perciò dunque persiste e così fra sé rimugina nel suo cuore: “E ora che posso fare?
(lett. che faccio?) Di nuovo, derisa, tenterò i pretendenti di un tempo e richiederò supplice i matrimoni dei
Nomadi che io molte volte già rifiutai come mariti? Oppure seguirò le navi troiane e i più umilianti ordini dei
Teucri? Forse poiché a loro è gradito essere stati aiutati un tempo e presso loro memori c’è la gratitudine per
l’antico beneficio? e ammesso che lo voglia, chi me lo permetterà e mi accoglierò odiata sulle navi superbe?
Ahime, sventurata tu non sai, non ti accorgi ancora della perfidia della stirpe di Laomedonte? E poi? Sola
accompagnerò nella partenza i marinai esultanti, o attorniata dai Tirii e da tutta la folla dei miei (endiadi: da
tutta la folla dei miei Tirii) mi muoverò e quelli che a stento ho salvato dalla città Sidonia di nuovo li condurrò
per il mare e ordinerò di affidare le vele ai venti? Piuttosto muori, come ti sei meritata, e allontana il dolore
col ferro. Tu, o sorella, vinta dalle mie lacrime, tu per prima opprimi me impazzita con questi mali e mi
abbandoni al nemico. Non ho saputo vivere la vita priva delle nozze o senza colpa, secondo l’usanza di una
bestia, né non toccare simili affanni. Non ho mantenuto la fedeltà promessa alle ceneri di Sicheo”. Così forti
lamenti ella emetteva dal suo cuore. Il secondo monito degli Dei Enea sull’alta poppa, già deciso di partire,
dormiva essendo le cose ormai preparate a dovere. lui la visione del dio che ritornava con lo stesso aspettosi
presentò nei sogni e di nuovo gli sembrò che così lo ammonisse, in tutto simile a Mercurio, nella voce e nel
colorito, e nei biondi capelli e nelle membra splendenti per la giovinezza: “O figlio della dea, riesci a dormire
in una tale circostanza e non vedi i pericoli che ti stanno intorno d’ora in poi (deinde), folle, e non senti i venti
soffiare favorevoli? Quella medita nel cuore inganni e un crudele delitto, decisa a morire, e solleva varie
tempeste d’ira. Non fuggi veloce da qui finché hai la facoltà di affrettarti? Ben presto vedrai il mare essere
riempito dalle navi e risplendere crudeli fiaccole, ben presto [vedrai] la spiaggia brulicar di fiamme, se l’Aurora
ti avrà trovato ancora indugiante in queste terre. Orsù, vai, rompi gli indugi; la donna è una cosa sempre
incostante e mutevole”. Dopo aver così parlato, si mescolò alla notte neraa. Allora sì che Enea atterrito dalla
visione improvvisa (lett. dalle improvvise ombre) scuote il corpo dal sonno e incalza i compagni: “Svelti
svegliatevi, o uomini e prendete posto ai remi; sciogliete veloci le vele. Un Dio inviato dall’alto cielo ecco che
di nuovo ci spinge ad affrettare la partenza e a tagliare le funi ritorte. Ti seguiamo, o Dio santo, chiunque tu
sia, e di nuovo obbediamo felici al tuo ordine. Oh assistici e aiutaci benigno e porta nel cielo stelle favorevoli.
[Così] disse ed estrae dal fodero la spada fulminea e, impugnato il ferro, taglia gli ormeggi. Il medesimo
entusiasmo prende tutti insieme, e levano le ancore e fuggono: abbandonato la spiaggia, sparisce sotto le
navi il mare, a tutta forza fanno volteggiare le schiume e solcano il mare ceruleo. E già l’Aurora nascente
inondava a terra di nuva luce, lasciando il letto dorato di Titone. La regina non appena dall’alta rocca vide
albeggiare la prima luce e la flotta procedere a vele spiegate e si accorse che le coste e i porti erano vuoti,
privi di rematori, per tre e quattro volte percuotendosi il bel petto con la mano e strappandosi i biondi capelli,
disse: “Per Giove! Se ne andrà dunque questo straniero (advena) [dopo che] ha deriso il mio regno? non
appresteranno le armi e accorreranno da tutta la città e trarranno altri le navi fuori dagli arsenali? Andte,
portate veloci le fiamme, distribuite le armi, fate forza sui remi! Che cosa dico o dove sono? Quale pazzia mi
sconvolge la mente? Sventurata Didone, adesso ti preoccupano le [tue] empie azioni? Allora sarebbe
convenuto, quando gli affidavi lo scettro (lett. scettri). Ecco la lealtà della sua destra (= promessa)! ecco quello
che dicono abbia portato con sé i patrii penati, che si sia caricato sulle spalle il padre sfinito per l’età!

• Silet= sĭlĕo, sĭles, silui, sĭlēre


• Occupat= occŭpo, occŭpas, occupavi, occupatum, occŭpāre
• Praetexere= praetĕgo, praetĕgis, praetexi, praetectum, praetĕgĕre
• Credit= crēdo, crēdis, credidi, creditum, crēdĕre
• Timet= tĭmĕo, tĭmes, timui, tĭmēre
• Parat= păro, păras, paravi, paratum, părāre
• Erecta= participio perfetto da erigo, ērĭgo, ērĭgis, erexi, erectum, ērĭgĕre
• Coronat= cŏrōno, cŏrōnas, coronavi, coronatum, cŏrōnāre
• Locat= lŏco, lŏcas, locavi, locatum, lŏcāre
• Stant= sto, stas, steti, statum, stāre
• Tonat= torno, tornas, tornavi, tornatum, tornāre
• Quaeruntur= quaero, quaeris, quaesii, quaesitum, quaerĕre
• Revulsus= participio perfetto da revello, revellis, revelli, revulsum, revellere
• Testatur= testor, testāris, testatus sum, testāri
• Habet= hăbĕo, hăbes, habui, habitum, hăbēre
• Precatur= prĕcor, prĕcāris, precatus sum, prĕcāri
• Erat= sum, es, fui, esse
• Carpebant= carpo, carpis, carpsi, carptum, carpĕre
• Quierant= quĕo, quis, quii, quitum, quire
• Volvuntur= volvo, volvis, volvi, volutum, volvĕre
• Tacet= tăcĕo, tăces, tacui, tacitum, tăcēre
• Tenent= tĕnĕo, tĕnes, tenui, tentum, tĕnēre
• Silenti= aggettivo al participio presente da sĭlĕo, sĭles, silui, sĭlēre
• Oblita= oblĭno, oblĭnis, oblevi, oblitum, oblĭnĕre
• Solvitur= solvo, solvis, solvi, solutum, solvĕre
• Accipit= accĭpĭo, accĭpis, accepi, acceptum, accĭpĕre
• Resurgens= resurgo, rĕsurgis, resurrexi, resurrectum, rĕsurgĕre
• Saevit= saevĭo, saevis, saevii, saevitum, saevīre
• Fluctuant= fluctŭo, fluctŭas, fluctuavi, fluctuatum, fluctŭāre
• Insistit= fluctŭo, fluctŭas, fluctuavi, fluctuatum, fluctŭāre
• Volutat= vŏlūto, vŏlūtas, volutavi, volutatum, vŏlūtāre
• Ago= ago, agis, egi, actum, ăgĕre
• Experiar= expĕrĭor, expĕrīris, expertus sum, expĕrīri: verbo transitivo deponente IV coniugazione
• Sim= sum, es, fui, esse
• Sequar= sĕquor, sĕquĕris, secutus sum, sĕqui
• Iuvant= iŭvo, iŭvas, iuvi, iutum, iŭvāre
• Stat= sto, stas, steti, statum, stāre
• Facti= făcĭo, făcis, feci, factum, făcĕre
• Velle= volo, vis, volui, velle
• Sinet=sĭno, sĭnis, sivi, situm, sĭnĕre
• Accipiet= accĭpĭo, accĭpis, accepi, acceptum, accĭpĕre
• Inferar= infĕro, infĕrs, intuli, illatum, infĕrre
• Iubeo= iŭbĕo, iŭbes, iussi, iussum, iŭbēre
• Morere= mŏrĭor mŏrĕris, mortuus sum, mŏri
• Averte= āverto, āvertis, averti, aversum, āvertĕre
• Licuit= lĭcĕo, lĭces, licui, lĭcēre
• Degere= dēgo, dēgis, degi, dēgĕre
• Tangere= tango, tangis, tetigi, tactum, tangĕre
• Rumpebat= rumpo, rumpis, rupi, ruptum, rumpĕre
• Obtulit= obfĕro, obfĕrs, obtuli, oblatum, obfĕrre
• Monere= mŏnĕo, mŏnes, monui, monitum, mŏnēre
• Ducere= duco, ducis, duxi, ductum, ducere
• Stent= sto, stas, steti, statum, stāre
• Spirare= spīro, spīras, spiravi, spiratum, spīrāre
• Versat= verso, versas, versavi, versatum, versāre
• Concitat= concĭto], concĭtas, concitavi, concitatum, concĭtāre
• Fugis= fŭgĭo, fŭgis, fugi, fugitum, fŭgĕre
• Praecipitare= praecipito, praecipitas, praecipitavi, praecipitatum, praecipitare
• Videbis= vĭdĕor, vĭdēris, visus sum, vĭdēri
• Conclucere= conclūdo, conclūdis, conclusi, conclusum, conclūdĕre
• Attigerit= attingo, attingis, attigi, attactum, attingĕre
• Immiscuit= immiscĕo, immisces, immiscui, immixtum, immiscēre
• Exterritus= exterrĕofatigat, exterres, exterrui, exterritum, exterrēre
• Fatigat= fătīgo, fătīgas, fatigavi, fatigatum, fătīgāre
• Solvite= solvo, solvis, solvi, solutum, solvĕre
• Missum= mitto, mittis, misi, missum, mittere
• Instimulat= insĭmŭlo, insĭmŭlas, insimulavi, insimulatum, insĭmŭlāre
• Sequimur= sĕquor, sĕquĕris, secutus sum, sĕqui
• Feras= fero, fers, tuli, latum, ferre
• Ferit= fĕrĭo, fĕris, fĕrīre
• Habet= Habeo, Habes, Habui, Habitum, Habere
• Latet= lătĕo, lătes, latui, lătēre
• Torquenti= torquĕo, torques, torsi, tortum, torquēre
• Verrunt= verro, verris, versum, verrĕre
• Spargebat= spargo, spargis, sparsi, sparsum, spargĕre
• Albescere= albesco, albescis, albescĕre
• Procedere= prōcēdo, prōcēdis, processi, processum, prōcēdĕre
• Sensit= sentĭo, sentis, sensi, sensum, sentīre
• Percussa= percŭtĭo, percŭtis, percussi, percussum, percŭtĕre
• Ibit= eo, is, ii, itum, ire
• Inluserit= inlūdo, inlūdis, inlusi, inlusum, inlūdĕre
• Expedient= expĕdĭo, expĕdis, expedii, expeditum, expĕdīre
• Sequentur= sĕquor, sĕquĕris, secutus sum, sĕqui
• Impellite= impello, impellis, impuli, impulsum, impellĕre
• Loquor= lŏquor, lŏquĕris, locutus sum, lŏqui
• Mutati= muto, mutas, mutavi, mutatum, mutare
• Tangunt= tango, tangis, tetigi, tactum, tangĕre
• Decuit= da decet verbo impersonale
• Dabas= do, das, dedi, datum, dare
• Alunt= alo, ălis, alui, altum, ălĕre
• Portasse= porto, portas, portavi, portatum, portāre ( forma contratta da portavisse)

Non avrei potuto forse afferrare il corpo dopo averlo dilaniato e gettarlo fra le onde? Non [avrei potuto]
dilaniare col ferro i compagni, e lo stesso Ascanio e servirlo da mangiare alla mensa del padre (lett. alle mense
patrie)? Certo l’esito della battaglia sarebbe stato incerto. E lo fosse stato pure: chi avrei dovuto temere, io
destinata a morire? Avrei portato i fuochi negli accampamenti [navali] e avrei riempito le tolde con le fiamme
e avrei annientato il figlio e il padre con la stirpe, e avrei gettato me stessa su quel [rogo]. O sole, che illumini
con i tuoi raggi tutte le attività della terra (lett. delle terre), e tu Giunone, mediatrice e consapevole di questi
affanni ed Ecate, invocata nei trivi di notte per le città, e Furie vendicatrici e dei di Elissa che muore, accogliete
queste [parole] e volgete la vostra giusta potenza contro i malvagi / contro i mali e ascoltate le mie preghiere.
Se è inevitabile che quell’essere infame (infandum caput) tocchi i porti e raggiunga le terre e così comandano
i fati di Giove, questa meta è immutabile: ma, tormentato dalla guerra e dalle armi di un popolo superbo,
profugo dalle sue terre, privato dell’abbraccio di Iulo, implori aiuto e veda l’ignominiosa strage (lett. indegni
funerali) dei suoi; né, quando si sarà sottoposto agli accordi di una pace umiliante, goda del regno o
dell’amabile luce, ma cada prima del tempo e [giaccia] insepolto in mezzo alla sabbia. Questo prego, questa
ultima preghiera verso con il mio sangue. E poi voi, o Tirii, perseguitate con l’odio la stirpe e tutta la
discendenza futura e inviate questi doni alle mie ceneri. Non ci sia nessuna concordia, né patti, tra i popoli.
Sorgi dalle mie ossa, chiunque tu sia, o vendicatore, e perseguita con il ferro e col fuoco i coloni dardanii, ora,
in futuro, in qualunque tempo se ne offriranno le forze. Io prego che le sponde [siano] in guerra con le sponde,
le onde con le onde, le armi con le armi: combattano loro e i loro discendenti”. I preparatavi alla morte: Disse
queste cose e volgeva l’animo a ogni pensiero, cercando di eliminare quanto prima l’odiata luce. Allora
brevemente si rivolse a Barce, la nutrice di Sicheo, infatti una nera urna nell’antica patria teneva la sua
[nutrice]: “O cara nutrice, fai venire qui mia sorella Anna; dille che si affretti a cospargere il corpo di acqua
corrente e conduca con sé le vittime sacrificali e le offerte espiatorie prescritte. Così venga, e anche tu stessa
fascia le tempie con la sacra benda. Ho in mente (est animus) di compiere i sacrifici a Give Stigio, che preparai
avviati secondo il rito, di porre fine agli affanni e di dare il rogo della testa Dardania alla fiamma (=di dar
fuoco con le fiamme all’immagine del Troiano)” Così disse. Quella affrettava il passo con la fretta dei vecchi
(lett. da vecchia). Ma Didone, tremante e sconvolta dai suoi atroci propositi, roteando lo sguardo iniettato di
sangue e chiazzate le guance frementi di macchie e pallida per la morte imminente fa irruzione nella parte
più interna del palazzo e sale furibonda gli alti scalini ed estrae la spada dardania, un dono non richiesto per
questo scopo. Qui, dopo che vide le vesti troiane e il noto letto, indugiando un po’ nelle lacrime e nel pensiero
si gettò sul letto e disse queste parole estreme: “O spoglie, care fino a che i fati e il dio me lo permettevano,
accogliete quest’anima e scioglietemi da questi affanni. Ho vissuto e qualsiasi cammino la Sorte mi aveva
dato l’ho percorso e adesso una gloriosa immagine di me andrà sotto terra. Ho costruito una nobile città, ho
visto [crescere] le mie mura, vendicando mio marito ho punito mio fratello a me nemico: felice, ahimé troppo
felice, se soltanto le navi dardanie non avessero mai toccato le nostre spiagge”. Così disse e premendo la
bocca sul letto gridò: “Morirò invendicata, ma devo morire. Sì, così mi piace discendere tra le ombre. Raccolga
(contempli) con gli occhi questo fuoco dal profondo [mare] il crudele troiano e porti con sé i funesti presagi
della mia morte”. Così aveva detto ed in mezzo a quelle parole le ancelle la vedono caduta sulla spada e
[vedono] la spada schiumante di sangue e le mani cosparse. Si alza un clamore per le alte stanze; la Fama
imperversa per la città sconvolta. Le case echeggiano di lamenti, gemiti e grida femminili, il cielo risuona di
grande pianto, come se, essendo entrati i nemici, l’intera Cartagine o l’antica Tiro cadessero e fiamme furiose
si propagassero per le case degli uomini e per [i templi] degli Dei. Udì [la notizia] la sorella sconvolta e in una
corsa affannosa, lacerandosi le guance con le unghie e il petto con i pugni corre in mezzo [alla gente] e chiama
la morente per nome: “Questo fu quello [che meditavi], o sorella? Proprio me volevi ingannare? Questo
codesto rogo, questi fuochi e gli altari mi preparavano? Che cosa lamenterò per primo, io abbandonata?
Disprezzasti morendo tua sorella come compagna? Almeno mi avessi chiamata alla medesima sorte: Uno
stesso dolore e uno stesso momento ci avrebbero portate via entrambe con il ferro. Con queste mani ho eretto
[il rogo] e ho chiamato a gran voce gli dei patrii, così da essere lontana mentre tu giacevi morta così, o
crudele? Hai annientato te e me, o sorella, e il popolo e i padri sidonii e la tua città. Fate che io lavi le ferite
con l’acqua corrente, se qualche ultimo respiro aleggia ancora sopra di lei, lo raccoglierò con le labbra”. Così
detto, aveva salito gli alti gradini e abbracciandola stringeva al petto la sorella moribonda con pianto (=
piangendo) e asciugava con la veste il nero sangue. Quella tentando di sollevare gli occhi pesanti, di nuovo
viene meno; profonda stride nel petto la ferita. Tre volte sollevandosi e facendo forza sul gomito tentò di
alzarsi, per tre volte ricadde sul letto e con occhi erranti cercò la luce in cielo e gemette una volta trovata.
Allora Giunone onnipotente commiserando il lungo travaglio e la difficile morte inviò Iride dall’Olimpo, che
sciogliesse l’anima che esitava e le membra avvinte. Infatti poiché non moriva per destino, né per morte
meritata, ma tragicamente prima del giorno e travolta da un’improvvisa follia, ancora Proserpina non aveva
strappato il biondo capello dal capo e non aveva consacrato la sua vita all’Orco Stigio. Perciò Iride rugiadosa
con le ali attraverso il cielo traendosi dietro i mille colori sgargianti per il riflesso del sole, vola dall’alto e si
fermò sopra la sua testa: “Questo io consacro a Dite, come mi hanno ordinato, e ti libero da codesto corpo”.
Così dice e con la destra taglia il capello e in un momento tutto il calore si dissolse e la vita volò via nell’aria.

• Potui= possum, potes, potui, posse


• Divellere= dīvello, dīvellis, divelli, divulsum, dīvellĕre
• Spargere= spargo, spargis, sparsi, sparsum, spargĕre
• Absumere= absūmo, absūmis, absumpsi, absumptum, absūmĕre
• Ponere= pōno, pōnis, posui, positum, pōnĕre
• Fuerat= sum, es, fui, esset
• Fuisset= sum, es, fui, esse
• Tulissem= fero, fers, tuli, latum, ferre
• Lustras= aggettivo al participio da lustro, lustras, lustravi, lustratum, lustrare
• Dedissem= do, das, dedi, datum, dare
• Ululata= ŭlŭlo, ŭlŭlas, ululavi, ululatum, ŭlŭlāre
• Accipite= accĭpĭo, accĭpis, accepi, acceptum, accĭpĕre
• Advertite=adverto, advertis, adverti, adversum, advertĕre
• Audite= audio, audis, audivi, auditum, audire
• Tangere= tango, tangis, tetigi, tactum, tangĕre
• Poscunt= posco, poscis, poposci, poscĕre
• Haeret= haerĕo, haeres, haesi, haesum, haerēre
• Imploret= implōro, implōras, imploravi, imploratum, implōrāre
• Fruatur= frŭor, frŭĕris, fructus sum, frŭi
• Cadat= cădo, cădis, cecidi, cădĕre
• Fundo= fundo, fundis, fudi, fusum, fundĕre
• Exercete= exercĕo, exerces, exercui, exercitum, exercēre mittite
• Sunto= sum, es, fui, esse
• Sequare= sequor, sequeris, secutus sum, sequi
• dabunt= do, das, dedi, datum, dare
• pugnent= pugno, as, avi atum, are
• versabat= verso, versas, versavi, versatum, versare
• abrumpere= abrumpo, abrumpis, abrupi, abruptum, abrumpĕre
• adfata= adfor, adfāris, adfatus sum, adfāri
• spargere= spargo, spargis, sparsi, sparsum, spargĕre
• paravi= paro, paras, paravi, paratum, parare
• imponere= impōno, impōnis, imposui, impositum, impōnĕre
• permittere= permitto, permittis, permisi, permissum, permittĕre
• celerabat= cĕlĕro, cĕlĕras, celeravi, celeratum, cĕlĕrāre
• volvens= volvo, volvis, volvi, volutum, volvĕre
• inrumpit= inrumpo, inrumpis, inrupi, inruptum, inrumpĕre
• conscendit= conscendo, conscendis, conscendi, conscensum, conscendĕre
• recludit= rĕclūdo, rĕclūdis, reclusi, reclusum, rĕclūdĕre
• conspexit= conspĭcĭo, conspĭcis, conspexi, conspectum, conspĭcĕre
• dixit= dico, dicis, dixi, dictum, dicere
• sinebat= sĭno, sĭnis, sivi, situm, sĭnĕre
• accipite= accĭpĭo, accĭpis, accepi, acceptum, accĭpĕre
• exsolvite= exsolvo, exsolvis, exsolvi, exsolutum, exsolvĕre
• vidi= vĭdĕo, vĭdes, vidi, visum, vĭdēre
• recepi= rĕcĭpĭo, rĕcĭpis, recepi, receptum, rĕcĭpĕre
• tetigissent= tango, tangis, tetigi, tactum, tangĕre
• hauriat= haurĭo, hauris, hausi, haustum, haurīre
• aspiciunt= aspĭcĭo, aspĭcis, aspexi, aspectum, aspĭcĕre
• fremunt= frĕmo, frĕmis, fremui, fremitum, frĕmĕre
• resonat= rĕsŏno, rĕsŏnas, resonavi, rĕsŏnāre
• parabant= paro, paras, paravi, paratum, parare
• querar= quĕror, quĕrĕris, questus sum, quĕri
• vocasses= voco, vocas, vocavi, vocatum, vocare
• exstinxti= exstinguo, exstinguis, exstinxi, exstinctum, exstinguĕre
• errat= erro, erras, erravi, erratum, errare
• evaserat= ēvādo, ēvādis, evasi, evasum, ēvādĕre
• fovebat= fŏvĕo, fŏves, fovi, fotum, fŏvēre
• siccabat= sicco, siccas, siccavi, siccatum, siccāre
• stridit= strido, stridis, stridere
• levavit= levo, levis, levavi, levatum, levare
• resolveret= resolvo, resolvis, resolvi, resoltum, resolvere
• peribat= [pĕrĕo], pĕris, perii, pĕrire:
• abstulerat= fero, fers, tuli, latum, ferre
• fero= fero, fers, tuli, latum, ferre
• solvo= solvo, solvis, solvi, solutum, solvĕre
• secat= sĕco, sĕcas, secui, sectum, sĕcāre
• recessit= rĕcēdo, rĕcēdis, recessi, recessum, rĕcēdĕre

Potrebbero piacerti anche