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CAPITOLO I: INTRODUZIONE ALL’ANTROPOLOGIA TEOLOGICA

1. L’ANTROPOLOGIA DEL SALMO 8

[2] O Signore, nostro Dio, 


quanto è grande il tuo nome su tutta la terra! 

Sopra i cieli si canta la tua magnificenza 


[3] con la bocca dei bimbi e dei lattanti: 
Sopra i cieli voglio cantare la tua magnificenza 
3 sia pure balbettando, come sogliono bimbi e lattanti: 
hai fondato una fortezza contro i tuoi avversari, 
per ridurre al silenzio nemici e ribelli. 

[4] Se guardo il tuo cielo, opera delle tue dita, 


la luna e le stelle che tu hai fissate, 
[5] che cosa è l'uomo perché te ne ricordi 
e il figlio dell'uomo perché te ne curi? 

[6] Eppure l'hai fatto poco meno di un dio Elohim, 


di gloria e di onore lo hai coronato: 
[7] gli hai dato potere sulle opere delle tue mani, 
tutto hai posto sotto i suoi piedi: 

[8] tutti i greggi e gli armenti, 


tutte le bestie della campagna; 
[9] gli uccelli del cielo e i pesci del mare, 
che percorrono le vie del mare. 

[10] O Signore, nostro Dio, 


quanto è grande il tuo nome su tutta la terra! 

vv. 2-3
- Salmo di lode a Dio: “antropologia” della Scrittura è “teo-logica”.
- Piccolezza e grandezza dell’uomo nella lode.

v.4
- lo sguardo dell’uomo è unico e contemplativo
- l’uomo si capisce con tutto il creato e nella sua dimensione corporale
“L’atto di creazione di Dio è un atto d’artigiano, che richiede delicatezza e tenerezza. Un passare e
ripassare le dita, modellando la forma perfetta degli astri: come maioliche preziose, come
gioielli…” (L. Alonso Schökel, Trenta salmi: poesia e preghiera, 72).
- piccolezza dell’uomo davanti agli astri e al cosmo

vv.5-6
- un grido di angoscia o di ammirazione?
- vicinanza di Dio all’essere umano
- non si parla del peccato
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- il vero senso di Elohim: l’uomo si capisce in rapporto a Dio


- incoronare, dare potere, porre: l’uomo investito come “vice-re” di Dio
- insediato non significa fissato…

vv.7-9
- il dominio dell’uomo sul creato
- un dominio secondo la mente di Dio
- dominare gli animali in noi

2. LA STORIA DEI TRATTATI

Importanza del punto di partenza e dell’organizzazione di un pensiero.

1. L’epoca dei Padri e il Medioevo

Verso una sistematicità, ma la materia rimane dispersa e ci pongono domande circa l’ordine
dell’esposizione.

- Agostino, De natura et gratia e De gratia Christi et peccato originale.


- Tommaso d’Aquino, Summa theologiae, I e I-II.
- Bonaventura, Breviloquium, II-III, V, e VII.

2. L’epoca post-tridentina

Le questioni s’incentrano sulla grazia, il rapporto grazia e libertà, grazia e natura.

Francisco Suarez.

3. Dal XIX° secolo al Vatican II

Due evoluzioni: 1) sempre maggior integrazione degli elementi di antropologia in un tutto coerente
2) creazione-peccato-grazia vengono trattati in modo più articolato.

Matthias Joseph Scheeben, Dogmatica (1835), III-IV e VI.

La neo-scolastica introduce il trattato De Deo creante et elevante.

M. Flick, “La struttura del Trattato ‘De Deo creante’”, Gregorianum 36 (1955), 284-290.
De primordiis salutis humanae.

K. Rahner, “Anthropologie, theologische”, LThK I (1957), 618-627.


- costata la dispersione ancora troppo grande della materia
- la Rivelazione insegna sull’uomo e non solo su Dio
- il punto di partenza deve già essere teologico
- il punto di partenza per l’antropologia deve essere la cristologia
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4. Il concilio Vatican II e la teologia attuale

Cristo come “chiave, centro, fine di tutta la storia umana” (Gaudium et spes, 10).

“In realtà solamente nel mistero del Verbo incarnato trova vera luce il mistero dell'uomo. Adamo,
infatti, il primo uomo, era figura di quello futuro (Rm 5,14) e cioè di Cristo Signore. Cristo, che è il
nuovo Adamo, proprio rivelando il mistero del Padre e del suo amore svela anche pienamente
l'uomo a se stesso e gli manifesta la sua altissima vocazione. Nessuna meraviglia, quindi, che tutte
le verità su esposte in lui trovino la loro sorgente e tocchino il loro vertice. Egli è ‘l'immagine
dell'invisibile Iddio’ (Col 1,15) è l'uomo perfetto che ha restituito ai figli di Adamo la somiglianza
con Dio, resa deforme già subito agli inizi a causa del peccato. Poiché in lui la natura umana è stata
assunta, senza per questo venire annientata per ciò stesso essa è stata anche in noi innalzata a una
dignità sublime.” (Gaudium et spes, 22)

“Chiunque segue Cristo, l’uomo perfetto, si fa lui pure più uomo.” (Gaudium et spes, 41)

- Mysterium Salutis (1965-1976), II-IV.


- M. Flick, Z. Alszeghy, Fondamenti di un’antropologia teologica (1970).

CONCLUSIONI

1) Capire l’uomo in rapporto a Dio. Esiste un insegnamento della Rivelazione sull’uomo.


A questo corrisponde un grande movimento di consolidazione della disciplina concepita come un
tutto. Antropologia teologica più che antropologia filosofica.

2) Il punto di partenza e l’ordine contano:


- prospettiva “teo-logica”: l’uomo immagine di Dio
- prospettiva cristologica
- centralità del trattato sulla grazia
- dimensione relazionale e escatologica

3) Questioni aperte: Trinità e ecclesiologia.

Commento al salmo 8. Ognuno studia su un commento di sua scelta.

L. ALONSO SCHÖKEL, Trenta salmi: poesia e preghiera, Bologna 1982, p. 63-79.


F. ASENZIO, El protagonismo del ‘Hombre-Hijo del Hombre’ del Salmo 8, Est Bib 44 (1983) 17-51.
P. BEAUCHAMP, Psaumes nuit et jour, Editions du Seuil, Paris 1980, p. 157-161. (Traduzione
italiana: Salmi notte e giorno, Cittadella Editrice, Assisi 1983, 2003).
R. J. CLIFFORD, Psalms 1-72, Abingdon Press, Nashville (TN) 2002, p. 67-71.
J. A. SOGGIN, Salmo 8, 3: osservazioni filologico-esegetiche, in Biblica 47 (1966), p. 420-424;
Alcuni testi-chiave per l’antropologia dell’Antico Testamento: il salmo 8, in L’antropologia biblica,
a cura di G. De Gennaro, Studio Teologico Aquilano, Ed. Dehoniane, Napoli 1981, p. 223-234.

Storia del trattato - lettura per lo studio

L. F. Ladaria, Introduzione alla antropologia teologica, Casale Monferrato, 1992, p.15-38.


(originale spagnolo - trad. francese in Mystère de Dieu et mystère de l’homme, II,
Anthropologie théologique, Paris, 2011, p. 17-38)

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