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«SCRIVERE A GUSTI DEL POPOLO»: L'Arte nuevo di Lope de Vega nell'Italia del Seicento

Author(s): Anna Tedesco


Source: Il Saggiatore musicale , 2006, Vol. 13, No. 2 (2006), pp. 221-245
Published by: Casa Editrice Leo S. Olschki s.r.l.

Stable URL: https://www.jstor.org/stable/43030336

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Anna Tedesco
Palermo

«SCRIVERE A GUSTI DEL POPOLO»


L'Arte nuevo di Lope de Vega nell'Italia del Seicento

In memoriam Stefano Arata

di mutar lingua a l'Apollineo re


Fulvio Testi, In morte di Lope d
poeta spagnuolo

Opera italiana e teatro spagnolo : una questione

L'influenza del teatro spagnolo del siglo de oro


no del Seicento è una questione dibattuta e tutto
no interrogati, tra gli altri, Lorenzo Bianconi, ch
marginale l'influsso spagnolo diretto,1 Paolo Fab
i punti salienti,2 e Maria Grazia Profeti, che è i
presenza spagnola nel teatro musicale italiano.3

Il presente contributo rielabora ed amplia la relazione pre


cologia del «Saggiatore musicale» (Bologna, 19-21 novembre
la»: la reale diffusione dell'" Arte nuevo" di Lope de Vega in Ita
cerca, necessariamente più ampia, sul tema dell'influsso es
l'opera italiana del Seicento. Una prima versione di questo
«Estaba el jardín en flor...». Homenaje a Stefano Arata , «Crit
1 Cfr. L. Bianconi, Il Seicento , Torino, EDT, 1991 («Stor
2 Cfr. P. Fabbri, Drammaturgia spagnuola e drammaturgia f
Settecento , «Acta Musicologica», LXIII, 1991, pp. 11-14; poi
1993, pp. 301-307.
3 Cfr. M. G. Profeti, Comedias - adattamenti teatrali italia
corsi possibili, «Revista de Musicología», XVI, 1993, pp. 308-
riali, variazioni ' invenzioni , Firenze, Alinea, 1996, pp. 7-20: 17

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222 ANNA TEDESCO

Studi recenti hanno


commedia dell'arte e
della scena teatrale fi
prima fila, per l'assim
melodramma.5 D giov
brettisti del Seicento
rón, ma anche produ
le tecniche della dra
nella storia della diff
modo determinante c

4 Cfr. N. L. D'Antuono, II t
media dell'Arte e spettacolo
poli, Editoriale Scientifica,
5 Una rassegna bibliografi
perspectivas historiográfica
sicología, Oviedo, 17-20 nov
«Revista de Erudición y Cr
6 La bibliografia su G. A.
ristici di A. Lisoni, Gli imita
Un famoso commediografo
Parma, ibid. , 1898; A. Bell
delle Scuole italiane», X, se
G. Gobbi, Le fonti spagnole
relazioni tra il teatro italia
1905, pp. 218-222; n. 19, 1
242 ; R. Verde, Studi sull'imi
tania, Giannotta, 1912; V. Ri
Baglioni e di Niccolò Sapiti,
centi: A. M. Crino, Documen
«Studi secenteschi», II, 19
"Veremonda": storie di Feb
"voce" del Dizionario biogr
Tra i contributi recentiss
cangelo Raffaello e il "Don
scrivere, mettere in scena,
maturgia spagnola nella Fir
Profeti, ibid., 2000, pp. 225
secentesca, in F. Cancedda
cesso teatrale e fortuna edit
CHELASSi - S. Vuelta Garcí
eada" di Giacinto Andrea C
'500 e '600, a cura di V. Nid
filologiche e storiche, 2004
modelli spagnoli nel " Don G
vere, mettere in scena cit.,
spagnola, «Studi secentesch
Rojas Zorrilla nella traduzion
re, riscrivere, mettere in
medie ' spagnole ' e ' venezia

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L'ARTE NUEVO DI LOPE NELL'ITALIA DEL SEICENTO 223

L'influenza spagnola sull'opera in musica si esercita a p


livello generale attraverso il gusto per gl'intrecci complic
mescolanza di tragico e comico; in maniera più diretta e
verso il passaggio di soggetti dalla comedia aurea al melod
labora profondamente. Tale derivazione di rado viene dic
mente, e ancor più di rado viene precisato quale sia il te
pochissimi casi è il Pallazzo del segretto tratto Alcázar d
tonio de Solis, rappresentato a Milano nel 1683. 7 Nell'av
nonimo autore del libretto sottolinea l'originalità del cas
dramma fu «cavato dalla gran Comedia Spagnuola di D
non per mio capriccio, ma per douta ubidienza».8 Il co
operazione fu il dedicatario, il governatore spagnolo
che peraltro negli stessi anni aveva introdotto a Milano
gnole, come il culto della Vergine della Soledad e le s
con musica della Settimana Santa.9
In altri casi, gli autori ci informano soltanto che i lib
originali spagnoli: si vedano ad esempio La forza compas
spagnuolo ridotto da Antonio Salvi» (Livorno, Bonfigli,
presumibilmente a La fuerza lastimosa di Lope de Vega;
che, o vero Amore innamorato , della quale si dice che «
ma Spagnolo fece pompa de' suoi tragici avvenimenti», e
da Ni amor se libra de amor di Calderón.11 Un caso ben

pp. 313-353; S. Vuelta García, Accademie teatrali nella Firenze del Seic
Affinati o del Casino di San Marco , ibid. , XLII, 2001, pp. 357-378; e da u
M. Vartolo, La "Veremonda" (1652) di Giulio Strozzi: dall'Arno alSebeto
a.a. 2005/06.
7 II frontespizio è esplicito: Pallazzo del segretto. Drama per musica cavato dalla gran Come-
dia Spagnuola di D. Antonio di Solis intitolata L' Alcazar del secreto , Milano, Ramellati, 1683.
8 Sull'adattamento del dramma a libretto d'opera, cfr. J. Sepúlveda, La adaptadón italiana
de " El Alcázar del secreto" de Antonio de Solis : un libreto para el Teatro Ducal de Milán , in E. Li-
VERANi - J. Sepúlveda, Due saggi sul teatro spagnolo nell'Italia del Seicento , Roma, Bulzoni, 1993,
pp. 55-124, che suggerisce come possibile autore il milanese Carlo Maria Maggi. Ma un avviso
manoscritto ne attribuisce la traduzione al conte Giovanni Rabbia (cfr. R. Carpani, Drammatur-
gia del comico. I libretti per musica di Carlo Maria Maggi nei «theatri di Lombardia », Milano, Vita
e Pensiero, 1998, p. 104 sg.).
9 Cfr. A. Tedesco, La cappella de' militari spagnoli di Nostra Signora della Soledad di Pa-
lermo , in Giacomo Francesco Milano e il ruolo dell'aristocrazia nel patrocinio delle attività musicali
nel secolo XVIII, a cura di G. Pitarresi, Reggio Calabria, Laruffa, 2001, pp. 199-254: 218.
10 Su Salvi, cfr. F. Giuntini, I drammi per musica di Antonio Salvi. Aspetti della 'riforma'
del libretto nel primo Settecento , Bologna, Il Mulino, 1994.
1 1 Su questo adattamento, cfr. M. G. Profeti, Testi per musica di Calderón in Italia: "Ni
amor se libra de amor", in Relazioni letterarie tra Italia e Penisola iberica nell'epoca rinascimentale

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224 ANNA TEDESCO

scritti da Giacomo R
spigliosi, futuro pa
drid dal 1644 al 165
vengono allestiti nel
drammi musicali Dal
stato «graziosamente
la derivazione viene t
di libretti, tra i qua
dudoso dello stesso
L'influenza spagno
potremmo definire
il teatro del siglo de
osteggiare una nuova
stoteliche.14 Gli esem

e barocca , Firenze, Leo S.


Italia: testi per musica , in
2003, pp. 339-352.
12 Così G. Gualdo Priora
gina di Svetia , Roma, Re
Armi e gli amori da Los em
italiana de "Los empeños d
Su Giulio Rospigliosi libre
eras for the Papal Court,
di D. Daolmi: Le ' traduzio
gedie dell'onore nell'Euro
2003, pp. 277-296: 293; Att
di cappa e spada, «Musica
sul recitativo romano di m
ternità degli ultimi dramm
Rospigliosi, «Studi secente
notecnica. Le « volubili sce
bretti rospigliosiani sono
Danilo Romei (Melodramm
cri, ibid., 1999; cfr. la re
13 Cfr. L. Cataldi, " Lo
Scienze umane e sociali»
avrebbe ricavato successiv
Il problema delle rielabora
gia" di R. Tauro, in Atti d
L'Aquila, s.e., 1983, pp. 48
P. Fabbri, Il secolo cantant
Bulzoni, 2003, p. 298 sg.;
zioni cit.
14 Per un'ampia disamina del dibattito rinascimentale sulla poetica, in primis aristotelica,
cfr. tuttora B. Weinberg, A History of Literary Criticism in the Italian Renaissance, Chicago-Lon-
don, University of Chicago Press, 1961.

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L'ARTE NUEVO DI LOPE NELL'ITALIA DEL SEICENTO 225

Uno dei più acclamati autori di libretti per musica, Gio


Busenello (1598-1659), nell'argomento della Bidone (Ven
di Francesco Cavalli) dichiara non senza baldanza:

Quest'opera sente delle opinioni moderne. Non è fatta al prescr


regole: ma all'usanza spagnuola rappresenta gl'anni e non le ore
rammemorare agl'uomini intendenti come i poeti migliori abbi
le cose a modo loro, sono aperti i libri, e non è forastiera in qu
dizione.15

Lo stesso anno, Fautore del melodramma Le nozze di Enea in Lavinia (Ve-


nezia 1641) si rif à invece alla drammaturgia spagnola per stigmatizzarla:

... gli spettatori discreti donano volontieri tutto quello che ricerca l'arte dell'imita-
re, conoscendo che, senza questo, l'imitazione non avrebbe luogo, e conseguente-
mente essi rimarebbero privi di quel diletto. Ma già non concedono quegli alon-
tanamenti dal vero e verisimile che non sono necessari, come i passaggi d'età ,
non che d'anni, e remotissimi viaggi insegnati da Spagnuoli e prima appresi da loro
da Mori, i quali come nella Poetica siano buoni auttori classici io mi rimetto a chi
tien buon senno.16

Alcune di queste dichiarazioni manifestano, io credo, una conoscenza


diretta non solo del teatro spagnolo attraverso i drammi, ma anche di un
testo teorico di Lope de Vega, El Arte nuevo de hacer comedias en este tiem-
po. L'Arte nuevo , che non è un vero e proprio trattato bensì un discorso
indirizzato all'Accademia di Madrid, e non privo d'ironia, fu scritto tra il
1604 e il 1608, venne pubblicato nelle Rimas di Lope a Madrid presso
Alonso Martin nel 1609, ed ebbe presto altre edizioni (Barcelona 1612,
Madrid 1613 con varianti d'autore, Huesca 1623). 17 Ciò che però più ci

15 G. F. Busenello, La Bidone , Venezia, Giuliani, 1656, "Argomento", p. 3 sg. (corsivo


mio).
16 Anonimo, Argomento et scenario delle Nozze d'Enea in Lavinia tragedia di lieto fine. Let-
tera dell' Auttore ad alcuni suoi amici (s.n.t.), cit. in Fabbri, Il secolo cantante cit., p. 140, e in Id.,
Drammaturgia spagnuola e drammaturgia francese cit., p. 13; ora in facsimile in C. Monteverdi, Il
ritorno di Ulisse in patria , a cura di S. Vartolo, II, Firenze, SPES, 2006, pp. 113-126: 117 (miei i
corsivi). Recentemente è stato ipotizzato in maniera convincente che il probabile autore delle
Nozze sia Michelangelo Torcigliani, Accademico Incognito; la prefazione rispecchierebbe una
polemica letteraria tra questi e Giacomo Badoaro, autore del Ritorno d'Ulisse in patria musicato
da Monteverdi (1640): cfr. N. Michelassi, Michelangelo Torcigliani e l'incognito autore delle
"Nozze di Enea con Lavinia «Studi secenteschi», XL Vili, 2007, pp. 381-386. Del libretto delle
Nozze ha procurato l'edizione M. P. Sevieri, Le nozze d'Enea con Lavinia. Dal testo alla scena
dell'opera veneziana di Claudio Monteverdi , Genova, De Ferrari, 1997, pp. 101-130.
17 L'Arte nuevo è stato più volte edito e gode di una vasta bibliografia: per un inquadra-
mento generale, cfr. J. M. Rozas, Significado y doctrina del " Arte nuevo" de Lope de Vega , Ma-

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226 ANNA TEDESCO

interessa è che nel 16


mas , complete dell 'A
presso Girolamo Bor
re dello Stato di Milan
fusione dello spagnolo
ciso a tale «humilde
quienes resuelta [sic] e
mas gustosas de baxo
per procurare un pr
lingua spagnola.18
Il presente contribut
dell'Arte nuevo tra gl
teatro italiano del Seic
poemetto lopesco, o
la recezione dell 'Arte
della diffusione della

ha diffusione della <(c

Pur fatta la tara dell


ché del contesto stori
me d'altronde Napoli
mas può esser vista a
letteratura e del teatr
provano la presenza in
toriale dei testi della

drid, Sociedad General Espa


des: L. de Vega, El arte nue
Investigaciones Científicas,
far commedie in questi tem
18 L. de Vega, Rimas ... con
1611, p. [iii].
19 Per un'indagine esauriente sul tema della recezione in Italia del teatro spagnolo rimando
ai volumi della collana «Commedia aurea spagnola e pubblico italiano» (Firenze, Alinea), che
raccolgono i risultati di una ricerca svolta nel Dipartimento di Lingue e Letterature neolatine
dell'Università di Firenze, sotto la guida di Maria Grazia Profeti. Sono finora usciti quattro vo-
lumi: (1) Profeti, Materiali, variazioni, invenzioni cit. (nota 3); (2) Tradurre, riscrivere, mettere in
scena cit. (nota 6); (3) Percorsi europei , a cura di M. G. Profeti, 1997; (4) M. T. Cacho et al.,
Spagna e dintorni , 2000. Un inquadramento sintetico è in M. G. Profeti, La recepción del tea-
tro àureo en Italia , in El teatro del Siglo de Oro ante los espacios de la critica. Encuentros y re-
visiones , ed. E. García Santo-Tomás, Madrid - Frankfurt a.M., Iberoamericana- Vervuert,
2002, pp. 427-457.

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L'ARTE NUEVO DI LOPE NELL'ITALIA DEL SEICENTO 227

attestata a Milano nei primi decenni del Seicento,20 co


rappresentazioni di comedias ebbero luogo a corte.21 D
detto Croce sappiamo della presenza di letterati sp
1620, e della florida attività di commedianti spagnoli n
tini, tanto che la via innanzi al teatro prese anche il no
media spagnuola».22 In una di queste compagnie, que
rava Lucia de Salcedo detta la loca , uno degli amori di
Palermo, commedie spagnole, forse anche di Lope, ven
sin dagli anni '10 del Seicento e per tutto il secolo, com
annotazioni del Ceremoniále dei viceré.2*
Ancora Croce cita un passo significativo del comico

La Spagna prima si serviva delle nostre [seti, compagnie] ita


cevano assai bene ... ma doppo quel regno ne ha partorito
tutti quei gran paesi e ne manda anche molte compagnie in

La diffusione della comedia non interessa infatti le sol


sottoposte al governo spagnolo, ma è ben attestata anc

20 Cfr. D. Daolmi, Le origini dell'opera a Milano ( 1598-1649 ), Tu


p. 134.
21 Ulteriori indicazioni circa l'influsso spagnolo sul teatro a Milano in La scena della gloria.
Drammaturgia e spettacolo a Milano in età spagnola , a cura di A. Cascetta e R. Carpani, Milano,
Vita e Pensiero, 1995; e in Carpani, Drammaturgia del comico cit. Per un censimento degli spet-
tacoli promossi dai viceré spagnoli, cfr. A. Magaudda - D. Costantini, Un periodico a stampa di
antico regime: la «Gazzetta di Milano» (sec. XVII-XVIII). Spoglio delle notizie musicali per gli anni
1686-1699, e Un periodico ... per gli anni 1642-1680, «Fonti musicali italiane», I, 1996, pp. 41-74;
III, 1998, pp. 65-129.
22 Cfr. B. Croce, I teatri di Napoli dal Rinascimento alla fine del secolo decimottavo, a cura
di G. Galasso, Milano, Adelphi, 1992, p. 95; cfr. in particolare i cap. v e vi, ma anche la prima
edizione dell'opera ( I teatri di Napoli. Secolo XV -XVIII, Napoli, Pierro, 1891).
23 Cfr. Id., I teatri di Napoli cit., p. 74.
24 Secondo questa fonte, «commedie spagnuole» vennero rappresentate il 25 febbraio 1612
in casa della principessa di Paceco, il 6 febbraio 1613 dinanzi alla chiesa di Piedigrotta, e nella
galleria del Palazzo reale nel 1628, 1630, 1632 ( Amar sin saber a quién , probabilmente di Lope,
per l'arrivo del viceré duca d'Alcalá) e nel 1641, 1651, 1668 Zambien se ama nell abismo '_sic'),
1669, 1670 (Il cavaliero con prologo e intermezzi in musica). Cfr. Ceremoniále dei viceré , ms.,
Archivio di Stato di Palermo; ed. mod. parziale Ceremoniále de' signori viceré: 1584-1668, a cura
di E. Mazzarese Fardella, L. Fatta Del Bosco e C. Barile Piaggia, Palermo, Società siciliana per la
Storia patria, 1976. Il Ceremoniále è stato parzialmente utilizzato da G. Sorge, I teatri di Palermo
nei secoli XVI-XVII-XVIII, Palermo, 1RES, 1926, p. 374 sg. Sulla datazione della commedia che
attribuisco a Lope, pubblicata nel 1635 nella Parte veintidós ma scritta tra il 1620 e il '22, cfr.
S. G. Morley - C. Bruerton, The Chronology of Lope de Vega's Comedias, New York - Oxford,
Modern Language Association of America - Oxford University Press, 1940, p. 368.
25 N. Barbieri, La supplica. Discorso famigliare a quelli che trattano de' comici (1634), a cura
di F. Taviani, Milano, Il Polifilo, 1971, p. 54.

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228 ANNA TEDESCO

ma, grazie all'attività


risultano attivi in To
tanza dei Cicognini p
che riguarda Roma,
to Teodoro Ameyden
in casa sua diverse co
politici.27 Ancora a R
se dagli ambasciatori
Leopoldo I d'Asburg
Cavalieri Spagnuoli»
reto y Cabanas,28 ed
del marchese del Car
Oltre alla presenza
fortuna editoriale de
condo Ezio Levi, ch'è
talia, «Venezia è uno
lo, e moltissimi libri
sottrarsi alle forbicia
stesso Lope nelle No
drammi, da lui accor
no giunti sino alla c

26 Cfr. S. Castelli, Comiä


e Rinascimento», XI, n.s.
27 Cfr. M. G. Profeti, Lo
variazioni, invenzioni cit.,
tino Pietro Susini, sul qual
in «Otro Lope no ha de ha
28 Cfr. S. Franchi, Dram
drammatici pubblicati a R
1988, p. 331 sg.
29 Cfr. Profeti, Testi per
30 Secondo E. Zaccaria, Bi
e portoghesi fattesi in Itali
nero pubblicate altre oper
Carpio , Milano, Bidelli, 1
Doce loas, doce comedias y
stampa della Varte primer
de Vega», I, 1995 (ma apr
31 E. Levi, Lope de Vega
32 L. de Vega, La desdich
(1648). Cfr. L. de Vega, No
brosi, Venezia, Marsilio, 1
tivos cristianos algunas co

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L'ARTE NUEVO DI LOPE NELL'ITALIA DEL SEICENTO 229

La recezione dell'" Arte nuevo" in Italia

Nel contesto, insomma, d'una notevole diffusione de


in Italia, la conoscenza dell "Arte nuevo da parte del m
no non può sorprendere. Ne troviamo traccia a partire
l'àmbito del teatro di prosa, e dagli anni '40 nell'àm
ma (e dunque, forse non a caso, proprio quando Top
ne "negozio").
Quali dei concetti espressi da Lope neÍl'Arte nuev
suoi lettori italiani? Tutti, detrattori ed estimatori, r
dei precetti aristotelici, ossia l'unità d'azione, di tempo
tima escogitata dai commentatori italiani del Rinascim
apprezzano specialmente la rivendicazione di un'arte ch
gli spettatori e riconosca nel gusto del pubblico il giud
La testimonianza più eclatante e tuttavia controversa
YArte nuevo e addirittura di rapporti diretti tra dramm
pe de Vega è quella lasciata dal padre di Giacinto Andr
po.33 Nell'indirizzo anonimo ai cortesi lettori appos
David , rappresentato nel 1629 e pubblicato nel 163
moderno fondato nella compiacenza di chi ascolta» e si
so Lope, in una lettera, avrebbe consigliato a Cicogn
avvezzarsi a passare il giro delle 24 ore, e far prova del dile
rappresentar azioni che passino lo spazio non solo di un gior
mesi ed anni, acciò si goda degli accidenti dell'istoria, no
dell'antefatto, ma con il dimostrare l'istesse azioni in vari t

prándolas en Venecia a algunos mercaderes judíos para llevárselas, de


bajador entonces para el conde de Lemos, encareciendo lo que este g
tiende por el mundo después que con más cuidado se divide en tomo
33 Su Jacopo Cicognini (1577-1633), cfr.: M. Sterzi, Jacopo Cicogn
letterario della Liguria», III, 1902, pp. 289-337, 393-433; Crinó, Docu
l'opera di Jacopo e di Giacinto Andrea Cicognini cit.; la "voce" del Dizio
liani , XXV, 1981, pp. 431-434 (M. Vigilante); J. W. Hill, Oratory Mu
cantando , 1583-1655, «Acta Musicologica», LI, 1979, pp. 108-136
mondo. Mecenatismo e committenza musicale in Italia tra Quattro e Set
nibaldi, Bologna, Il Mulino, 1993, pp. 113-137); G. Burchi, Vita mus
pagnia della Scala di Firenze fra il 1560 e il 1675 , «Note d'Archivio per
1983, pp. 9-50; D. Fabris, Mecenati e musici: documenti sul patronato
Ferrara nell'epoca di Monteverdi (1585-1645), Lucca, LIM, 1999, ad i
34 J. Cicognini, Il Trionfo di David. Rappresentazione sacra , Firenz
Cicognini si suicidò a pochi mesi dalla pubblicazione, per motivi mai

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L'esistenza di tale
stata di volta in vol
ti);36 quest'ultima,
ingenios» si prend
gli, e inclina perci
go fiorentino; anc
l'Arte nuevo anche
media, La finta mor
Veridico o meno ch
e non è certo un cas
Lope per difendere
speciale fortuna del
tolineare la presenza
Lope non conobbe J
letterati italiani att
rentini, ad esempio
grafo, aveva fatto p
l'Arcangelo Raffae
attività teatrale: in
della prospettiva e
di Cicognini, con le
sferito a Madrid, in
masto fino alla mor
diniere, e creando
feste teatrali.40 Tra

35 Cfr. Crino, Documen


36 Cfr. Profeti, Comedia
Jacopo Cicognini e Lope d
zioni cit., pp. 21-31.
37 Cfr. M. G. Profeti, «
Cicognini tra teoria dramm
logia, critica e linguistica
1998, pp. 449-460 (contie
della stessa Profeti a Veg
38 Sui rapporti tra Lop
y los literatos italianos d
39 Cfr. la lettera del m
protettore di Jacopo, ci
"La selva sin amor", «Jou
vità teatrale e musicale d
Burchi, Vita musicale e
40 Sull'attività del Lott

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L'ARTE NUEVO DI LOPE NELL'ITALIA DEL SEICENTO 23 1

ne» su testo di Lope de Vega, particolarmente impor


l'approdo in Spagna del "recitar cantando": fu infatt
cata da Filippo Piccinini, liutista della cappella reale
gretario dell'ambasciatore, Bernardo Monanni. Dopo
va venne rappresentata con grande successo nel
palazzo reale di Madrid, il 18 dicembre 1627. Dei lu
dell'esito della rappresentazione abbiamo un partecip
lettere tra l'ambasciatore fiorentino a Madrid, Aver
segretario granducale Andrea Cioli, un personaggio s
Jacopo Cicognini.41
Vera o finta, la lettera di Lope a Cicognini dimostra
to che nell'ambiente fiorentino Lope de Vega era rit
fatto di teatro; e, come si vedrà, anche altri guardavano
vo) come ad un modello (positivo o anche negativo).
Tra i primi a citare esplicitamente Lope come espone
drammaturgia che infrange le regole aristoteliche è il
Scipione Errico (1592-1670), nell'atto II della commed
naso (1625). Errico, attivo principalmente nella città
cuni anni a Roma e poi a Venezia, dove fu affiliato alla
mia degli Incogniti.42 Lì si lasciò tentare dal melod
libretto di una Deidamia , musicata forse da Frances
berto Laurenzi.43

studio di M. T. Chaves Montoya, El espectáculo teatral en la corte de F


miento de Madrid, 2004.
41 Cfr. Whitaker, Florentine Opera Comes to Spain cit., pp. 62-
of Mortals, Dialogues of the Gods: Music and Theatre in Seventeenth
Clarendon Press, 1993, pp. 191-205. Cfr. inoltre l'ampia introduzione
alla sua edizione: L. de Vega, La selva sin amor , Firenze, Alinea, 1
pp. 7-61; la studiosa fa il punto delle attuali conoscenze sulla genesi d
nuove fonti.

42 Su Errico, cfr. la "voce" nel Dizionario biografico degli Italiani ,


(R. Contarino); e G. Santangelo, Scipione Errico. Critico e Poeta del S
fredi, 1970. Sull'Accademia degli Incogniti e il suo fondatore Giovan
da ultimo M. Miato, L'Accademia degli Incogniti di Giovan Francesco
1661), Firenze, Leo S. Olschki, 1998 (ma su questo lavoro cfr. le riserv
zoni, Istoriar con le favole e favoleggiar con le istorie, in Girolamo Bruso
vita nel Seicento veneto, a cura di G. Benzoni, Rovigo, Minelliana, 20
43 Nella dedica l'autore precisa di essere stato spinto a scrivere un lib
han guidato il mio stile, che da tal sorte di poetare suole essere affat
Drama musicale, Venezia, Matteo Leni e Giovanni Vecellio, 1644, p
ripresa veneziana nel 1647 (cfr. J. Whenham, Perspectives on the Chron
of Public Opera at Venice, questa rivista, XI, 2004, pp. 253-302: 295 e
1650 (cfr. Michelassi, La " Finta Pazza" a Firenze cit., p. 337).

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232 ANNA TEDESCO

Il riferimento di E
nosservanza dei «pr
fatti che l'Ariosto,
Calliope e la palma
amore, Omero, ma
venne Lope di Vega co
mandando che le Trag
corché non fossero
che le altre nazioni os
vece dello spazio d'un
ni; la scena non fosse
tempo fosse or camer

Pur se Y Arte nuev


Y Arte) la difesa d
si presenta in Parn
presentato davanti
alle leggi poetiche o
be richiamare il ver
v. 366; «che ignoran
Un riferimento pi
Lope è presente nel
giocosa de Greci, d
1634 a Venezia. A p
serva che

queste commedie pu
all'arte composte son
questa maniera: conse
lettare il popolo : a cu
medesima cagione Lo
te poetica,46 nondim
del popolo , formand

44 S. Errico, Le rivolt
126 sg.
45 Sulla recezione dell 'Arte nuevo in Francia, cfr. l'introduzione di José Luis Colomer a
L. de Vega, L'Art nouveau de faire les comédies , trad, di J. -J. Préau, Paris, Les Belles Lettres,
1992, in particolare le pp. 54-64.
46 Cfr. Arte nuevo , w. 17-18: «No porque yo ignorase los preceptos, I gracias a Dios,...»
(«E non perché ne ignorassi i precetti, I sia lode a Dio...»; qui e di seguito ricorro alla bella tra-
duzione italiana di Maria Grazia Profeti, cit. alla nota 17).

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L'ARTE NUEVO DI LOPE NELL'ITALIA DEL SEICENTO 233

ma; e particolarmente quanto appartiene allo spatio de gli avven


dogli non dentro a uno giro di sole ma di molti soli, e di molti
cora di molti lustri.47

Villani, come Cicognini senior , ricorre a Lope per giustif


za dell'unità di tempo, e utilizza inoltre un concetto- ch
pesca: per quanto il poeta conosca i precetti dell'arte, il
il popolo, e dunque sta a questi dettare le regole. Ecc
proposito Lope nell 'Arte nuevo :

Si pedís parecer de las que agora


están en posesión, y que es forzoso
que el vulgo con sus leyes establezca
la vil quimera deste monstruo còmico ,
diré el que tengo, y perdonad, pues debo
obedecer a quien mandarme puede,
que, dorando el error del vulgo, quiero
deciros de qué modo las querría,
ya que seguir el arte no hay remedio,
en estos dos extremos dando un medio.48

Lope si rammarica per finta ďaver infranto le regole.


ha già scritto «cuatrocientas y ochenta y tres comedias»
tottantatré commedie») e solo sei non hanno offeso le r
(w. 369-371)? Non può far altro che continuare allo s
dell'appoggio del pubblico:
Sustento, en fin, lo que escribí, y conozco
que aunque fueran mejor de otra manera,
no tuvieran el gusto que han tenido,
porque a veces lo que es contra lo justo,
por la misma razón, deleita el gusto.49

47 N. Villani, Ragionamento dello Académico Aldeano sopra la poesi


Latini, e de' Toscani. Con alcune poesie piacevoli del medesimo autore
p. 61 (corsivo mio).
48 «Se volete un parere sulle [commedie] attuali, I fatte alla moda, giac
il volgo e le sue regole conducano I la chimera di un tale mostro comico,
perdonate, I ma vo' ubbidire a chi può comandarmi, I e indorando l'errore
che modo le vorrei I - se di seguire l'arte non c'è luogo - I cercando tr
modo» (w. 147-156, corsivo mio).
49 «Sostengo, infine, ciò che scrissi, e penso I che non sarebbero p
forma, magari migliore, I perché a volte quello che è contro il giusto, I p
dà più gusto» (w. 372-376).

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234 ANNA TEDESCO

Nelle frasi citate ri


personale: per Lope
sivamente - può ad
L'insistenza sulla rim
Topera di Lope e ne
ma si può notare alt
con frequenza in It
drammi coevi.52
Al gusto (ossia 'pia
Nicolò Barbieri, in
tolata La supplica (p
ampliata a Bologna
sione di serio e gio
fa proprio in nome

sotto questa voce di c


senta tanto comedie q
pere miste: atteso che
rie fra le giocose, per
manchevole, co' gusti
l'intenzione dell'opere
rette, nulladimeno il m
ove ne convien porre
prono gli antidoti per
medicine, siano da lor
e senza il di lor gusto
picciola borsa sarebb

50 Così nel prologo a El


por la antigüedad griega
gusto puede mudar los pr
stile spagnolo e non al m
messaggeri e coro, perché
cit. da J. L. Colomer nel
51 Cfr. A. Porqueras May
«Hispanic Review», LIII,
un attento esame dei rife
mio alla Propalladia (1517
tretenido (1603), o allo
Mayo, Preceptiva dramát
52 Sulla nascita del con
buon gusto , cfr. P. D'Ang
sto. Storia di una idea es

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L'ARTE NUEVO DI LOPE NELL'ITALIA DEL SEICENTO 23 5

güito nella umanità che non ha la ragione; e poi il gusto è via e c


le umane azioni.53

Beltrame, da una parte, fa ancora riferimento alla poetica


scere utile dulci e all'idea d'un teatro che istruisca diletta
vendica però il diritto dei commedianti al guadagno, otten
disfacimento del gusto popolare. Chi oggi compone seg
aveva scritto Lope, finisce in povertà: «quien con arte ago
muere sin fama y galardón» (w. 29-30; «chi con arte le
muore privo di fama e guiderdone»).
Lo stesso concetto (è necessario obbedire al gusto de
un richiamo esplicito a Lope de Vega - poeta «tremen
straordinario - e a quanto da lui dichiarato nell "Arte nue
nel prologu in settenari sdruccioli della commedia in lingu
ti di Palermu di Tommaso Aversa (f 1663), stampata n
Lope di Vega Carpiu,
ch'è statu tremendissimu
poeta, avi escusatusi:
chi li soi comedii
in stili differiscinu
di l'ordini c'osservami
cussi Pļautu e Tirentiu
com'ancora Aristofarni,
nun è pirchì cridissivu
chi nun sapiria farilu,
ma pirchì cussi gustanu
li genti chi l'intendimi.54

Dice Aversa: Lope stesso ci ha avvertiti {avi escusâtusi ) ch


na dalla via battuta da Plauto, Terenzio e Aristofane n
le regole ( nun sapiria fàrilu) bensì per venire incontro ai

53 Barbieri, La supplica cit. (cap. III, Quale sia l'intenzione di Beltrame


die ), p. 8 sg.
54 T. Aversa, La notti di Palermu , a cura di G. Isgrò, Catania, Sican
lermo, Decio Cirillo, 1638), pp. 71-75: 72. Il prologo è parzialmente ripo
di Palermo cit., p. 126 sg., che però lo vede come una critica a Lope a
mento. Su Aversa, cfr. l'introduzione di Isgrò a La notti di Palermu cit
la cultura siciliana del Seicento , a cura di M. Sacco Messineo, Marin
1990. Anche nell'introduzione al poema drammatico L'Alipio overo La
(Roma, Lazzari, 1657) Aversa si rifà al "gusto" del popolo per giustifica
termezzi (uno per ciascuno dei cinque atti), nei quali si rappresenta il ma

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236 ANNA TEDESCO

blico {ma pirchì cuss


sto del popolo {li gen
un altro passo dell'A
gnar fuori dal suo
nuova commedia:

y cuando he de esc
encierro los precept
saco a Terencio y P
para que no me de
dar gritos la verdad
y escribo por el art
los que el vulgar ap
porque, como las p
hablarle en necio pa

Aversa, Beltrame,
diecina d'anni dopo
considera addirittur
Prendendo le distanz
l'estate del 1649 a Na
sfare alla pompa e v
conformarsi con l'os
ga , autore gravissim
I testi fin qui citati
YArte nuevo - se no
musica, e precisame
per le regole e lo st
traspare nel libret
lunga e succosa prem
cesco Sacrati) egli s
una guida illustre ne
dei contemporanei:

I genii di questa città


ordinarie) danno che

55 «... e quando ho da com


Terenzio e Plauto del mio
libri muti), I e scrivo con l
paga il volgo, è giusto I p
56 Cit. in Croce, I teatri

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L'ARTE NUEVO DI LOPE NELL'ITALIA DEL SEICENTO 237

volendo abbandonare il costume o decoro, stimato da me ne


composizioni, ho voluto più tosto, staccandomi dalle reg
capriccio, ma con la scorta del primo poeta della Greci
non da altri calcata, sicuro che, se vivesse Aristotele ne' pres
anch' egli la sua Poetica all'inclinazione del secolo : anzi, che
tali azioni non vi è finalmente altro giudice che l'applauso ,
poiché è verissimo che non si possono aver questi applausi s
cemente nell'universal genio de' spettatori ... Vedasi dunque
bia fortuna ella di bene incontrare, non mi tassi altri con l
regola è sodisfare a chi ascolta?1

Affermazioni simili, che rivendicano la libertà del po


soggettano al gusto degli spettatori, sono assai numero
nel giusto rilievo da Paolo Fabbri nel suo Secolo cantant
chi esempi, cominciando con la premessa di Giacinto A
libretto del suo celeberrimo Giasone , stampato per la p
nel 1649:

Io compongo per mero capriccio; il mio capriccio non ha alt


L'apportare diletto appresso di me non è altro che l'incontr
di chi ascolta o legge. Se ciò mi sortirà con la lettura o recita
conseguito il mio intento. Se non mi sortirà, io averò gettato
porlo, e voi poche ore in leggerlo o ascoltarlo: sì che il danno

Negli stessi anni, Giovan Battista Fusconi dichiara n


morato su soggetto di Pietro Michiel (Venezia 1642,
Cavalli):

57 [G. Badoaro], L'Ulisse errante , Venezia, Pinelli, 1644, pp. 5-18: 14-16 (mio il corsivo).
L'intera premessa si legge in Fabbri, Il secolo cantante cit., pp. 149-153: 153. Come Busenello
ed Errico, Badoaro fu accademico tra gli Incogniti di Venezia; sul suo Ulisse del 1644, cfr.
H. Schulze, Odysseus in Venedig. Sujetwahl und Rollenkonzeption in der venezianischen Oper des
17. Jahrhunderts , Frankfurt a.M., Lang, 2004, in particolare pp. 242-255.
58 Cfr. Fabbri, Il secolo cantante cit., in particolare le pp. 138-154.
59 Così nell'avviso «a i lettori e spettatori del drama» a p. 13 dell'ed. Venezia, Giacomo
Batti, 1649 (cfr. anche Libretti d'opera italiani dal Seicento al Novecento , a cura di G. Gronda
e P. Fabbri, Milano, Arnoldo Mondadori, 1997, pp. 110-207: 111; corsivi miei). La fortuna
del Giasone nella seconda metà del Seicento è incomparabile a quella di qualsiasi altro melo-
dramma: venne più volte eseguito e ristampato, con modifiche e aggiunte. La premessa qui ripor-
tata è riprodotta anche in edizioni successive consultate nel Museo della Musica di Bologna: Fi-
renze 1650, Venezia 1654 (5a impressione). Dal libretto del suo Giasone fu ricavato inoltre un
dramma in prosa (Bologna, Gioseffo Longhi, s.a.): ho messo a confronto le due versioni in
una relazione presentata al VII Colloquio di musicologia del «Saggiatore musicale» (Bologna,
21-23 novembre 2003), dal titolo Strategie di un drammaturgo di metà Seicento : il " Giasone "
di G. A. Cicognini tra musica e teatro.

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238 ANNA TEDESCO

Prima che prender la


dimostrarti che quest
termina col giro d'un
che sia incompatibile;
za il prendersi briga
tanto più ch'essendo
crede ad altre regole

E Busenello, nell'a
dittatore (forse ma
vich) ribadisce:

Se gli atti sono cinqu


larmente le tragedie d
tazione de' luoghi, pe
chi gode di farsi schi
e si contenti credere
forse ad altri il biasim
faccia torcere il viso,
cordandoti sempre d
gno fatto a posta per

A quarantini di d
musica di G. B. Bass
si al pubblico per co
cora all'immagine d
trame:

Io mi do a credere, lettor mio cortese, che sì come ad ognuno di quei giri celesti
sovrasta una mente motrice, così parimente ad ogni giro di tempo, cioè ad ogni
secolo, un genio particolare presieda. Quel vigore di mente che puote già sostene-
re la fierezza d'una tragica, ora compone la naturalezza del genio facile alla dolcez
za d'un melodrama .è. Né l'accommodarmi al genio del secolo mi s'opponga a
isfuggimento di regola o ad indulgenza d'adulazione per mercare gli applausi popo

60 Così nell'avvertenza «a chi legge» a p. 7 di Amore innamorato. Favola da rappresentarsi in


musica , Venezia, Surian, 1642, p. 7 (cit. in Fabbri, Il secolo cantante cit., p. 141; corsivo mio)
61 In G. F. Busenello, La prosperità infelice di Giulio Cesare dittatore , Venezia, Giuliani
1656, p. 3 sg. (corsivi miei). Cfr. anche quel che Busenello fa dire al Tempo nel prologo
«Qui gl'anni vederete I epilogati in ore, I né ciò può dirsi errore» (p. 7). Circa la questione se
l'opera sia stata davvero rappresentata nel 1646, secondo quanto afferma Cristoforo Ivanovic
nelle Memorie teatrali di Venezia (1681), cfr. Whenham, Perspectives on the Chronology cit
pp. 281 e 284 sg.

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L'ARTE NUEVO DI LOPE NELL'ITALIA DEL SEICENTO 239

lareschi , perché l'arte, come che ha riguardo per mezo del


quanto a questa parte s'aspetta) la publica felicità, così bisog
volmente insinuarsi, saccommodi al genio de tempi per app

Così all'egro fanciul porgiamo aspersi


Di soave liquor gli orli del vaso etc.62

Ancora nel 1702, a quasi un secolo dalla pubblicazi


vo , il librettista Pietro ďAverara dichiara di ricercare
tatore, «che è la regola principale della Dramatica, e l'o
tenzione».63
Queste affermazioni sono in parte note; credo tuttavia che finora nes-
suno abbia sottolineato quanto esse siano debitrici dell'Arte nuevo e dell'i-
dea lopesca che il teatro sia fatto per il pubblico e che agli spettatori spetti
perciò di dettarne le regole.
La presenza del trattatello di Lope segna in Italia tutto il Seicento, e
all'Italia sono legati due episodi particolarissimi della sua fortuna. Il primo,
piuttosto misterioso, è la stampa a Venezia nel 1636 di un omaggio postu-
mo, le Essequie poetiche overo Lamento delle Muse italiane , una raccolta di
versi curata da un fantomatico Fabio Franchi, dove compare tra l'altro una
curiosa Oratione fatta in Parnaso dal cavalier Marino - ma l'autore dell VI-
done era morto nel 1625 ! - che ripercorre le idee principali dell'Arte nuevo:

Vera arte di comedia è quella che mette in teatro quello che piace agli uditori ; que-
sta è regola invencibile di natura; e voler la carestia d'ingegno o il far del critico a
poca spesa sostentar che una effigie sia bella perché abbia le figure del volto cor-
rispondenti all'arte, se li manca quell'ingasto e aria inesplicabile ed invisibile con il
quale la natura (con l'arte) le liga insieme, sarà voler sostentare che la natura fia
inferiori a quelli che, crepando di critici, e' fingono a loro beneplacito l'arte in ogni
cosa. Basti per onor di lope il consenso ed applauso delle nazioni, poiché in Italia
e Francia quelli che rappresentano comedie per accrescere il guadagno mettono
nei cartelli che rappresentano un soggetto di LOPE de VEGA, e con questo manca
loro coliseo per la gente e casse per i danari.64

62 Cfr. «L'autore a chi legge» neW Alarico re de ' Goti , Bologna, Longhi, 1685 (cit. in Fabbri,
Il secolo cantante cit., p. 316; miei i corsivi). Bonacossi cita dal canto I, in della Gerusalemme
liberata del Tasso, che a sua volta si rifa ad un'immagine del De rerum naturae di Lucrezio,
I, w. 936-942.
63 P. d'Averara, Admeto re di Tessaglia , Milano, Malatesta, 1702, p. 9.
64 Cito da W. Hempel, «In onor della fenice ibera». Über die " Essequie poetiche di Lope de
Vega", Venedig 1636, nebst einer kommentierten Ausgabe der " Orazione del Cavallier Marino "
und des "Ragguaglio di Parnaso Frankfurt a.M., Klostermann, 1964, p. 122 (corsivo mio).

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240 ANNA TEDESCO

L'omaggio postum
sciatore spagnolo
de la Roca, che n
non proverrebbe da
scenza della scena
improbabile in scrit
tecipanti (forse fi
quali il librettista
mondo che, con Ba
dicare la libertà cre
L'altro episodio r
erudito poligrafo,
detta di Croce, «una
tesi che il teatro è f
tegralmente e comm
condendi Comœdia
1668.68 In esso non
ed è probabilmente
che l'opera sia stata
Meridione, a Napoli
recezione italiana de

65 Su questa controvers
necia del Seiscientos y «C
onor della Yenice ibera»
stenza del Franchi e ad a
66 Cfr. la premessa di St
là dove afferma che le tra
con maggior avidità ric
Primo, Terza impression
tury Venice: The Creation
sivo mio).
67 Croce, I teatri di Napoli cit., p. 77 nota 6.
68 Cfr. Ioannis Caramuelis Primus Calamus tomus II, ob oculos exhibens Rhytmicam, Editio
secunda , Campaniae, ex Officina Episcopali, 1668. Su questo testo, cfr. H. Hernández Nieto,
La Epistola XXI de ]uan Caramuel sobre el " Arte Nuevo de hacer comedias " de Lope de Vega , «Se-
gismundo. Revista hispánica de Teatro», XII, nn. 23-24, 1976, pp. 203-288 (con trad, spagnola
dell 'Epistola). Su Caramuel e la musica, cfr. D. Sabaino, Caramuel 'musicus nella tradizione del
Seicento. Sensi e percorsi di un'enciclopedia musicale barocca , «Viglevanum. Miscellanea di Studi
storici e artistici», IV, 1994, pp. 42-49.

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L'ARTE NUEVO DI LOPE NELL'ITALIA DEL SEICENTO 24 1

Lope de Vega nella drammaturgia di Andrea Ferrucci

Mi riferisco al trattato Dell'arte rappresentativa prem


proviso , stampato a Napoli nel 1699, un testo fondame
dere i meccanismi di funzionamento della commedia
lodramma.69 L'autore, Andrea Perrucci (1651-1704)
librettista, fa continui e diretti riferimenti a Lope, talch
sentativa si presenta come un compendio ed insieme un
nianza della fortuna dell'ite nuevo .70 L'opera di Perruc
dei comici dell'arte, come la Supplica di Beltrame: per P
dia improvvisa ha già piena dignità al pari del teatro "le
sa sul testo scritto; piuttosto vuole essere un "manuale"
consigli pratici riguardanti tutti gli aspetti del teatro
Perrucci cita spesso gli autori spagnoli, ch'egli consid
un teatro nuovo, diverso, talvolta criticabile, la cui licei
ne però messa in discussione. Ad esempio, ne loda l'abb
schera buffonesca» nella tragedia,71 mentre non approv
la scenografia, la quale invece in Italia è «giunta all'ulti
l'invenzioni de' nobilissimi e mai a bastanza lodati in
è particolarmente importante per le opere in music
hanno più del tragico». Scrive Perrucci:

Gli Spagnuoli, come i primi che hanno introdotto tanta vari


al dir di Cervantes ^ alcune delle loro comedie cominciano in

69 Cfr. A. Perrucci, Dell'arte rappresentativa premeditata ed all'im


vevole non solo a chi si diletta di Rappresentare; ma a ' Predicatori, Orat
..., Napoli, Mudo, 1699. Ne esiste un'edizione moderna a cura di A. G.
soni Antiquariato, 1961 («Nuovi testi e rari», X).
70 Sulla produzione librettistica di Perrucci, cfr. l'importante saggio
musica di Andrea Perrucci. Prime ricognizioni , «Aprosiana», n.s., IX
inoltre P. Spezzani, L)UArte rappresentativa" di Andrea Perrucci e
dell'Arte , nella miscellanea Lingua e strutture del teatro italiano del R
Ruzzante, Aretino, Guarini, commedia dell'arte , Padova, Liviana, 197
CELLi, Perrucci e oltre. Divagazioni sul Settecento teatrale napoletano
Studi in onore del 70° compleanno di Renato Di Benedetto , a cura di
tino, Lucca, LIM, 2005, pp. 69-78. Due opere dialettali di Perrucci s
L. Facecchia: A. Perrucci, Le opere napoletane : "L'agnano zeffonnato
Roma, Benincasa, 1986 («Testi dialettali napoletani», Vili); Roberto
una sua ricostruzione della cosiddetta Cantata de' pastori (ossia II vero
La spelonca arricchita per la nascita del Verbo umanato , Napoli, Paci
2000.

71 Perrucci, Dell'arte rappresentativa cit., parte I, regola in, «Delle Vesti concernenti alla
Tragedia, Comedia, Satira, & c.», p. 38 (p. 80 dell'ed. Bragaglia cit.).

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242 ANNA TEDESCO

condo atto in Asia, il


(avendo discacciato le
partita, da una parte
A me per dirla non gr
personaggio che dica:
alla udienza e di inver
scena è diletto dell'occ

D. Quixote de la Mancha par. 2


Perrucci].

Le citazioni dall'Arte nuevo sono numerose e ci dicono che Perrucci


considera il testo lopesco alla stregua di un trattato vero e proprio. Osserva
a proposito dei costumi:

Il travestirsi è necessario alla tragedia e alla comedia molte volte ... Si deve ad ogni
modo nel travestire, particolarmente le donne, osservare il decoro e la modestia,
accettando i precetti di Lope di Vega nell'arte sudetta:^
y si mudaran trage, sea de modo
que pueda perdonarse, porque suele
el disfraz varonil agradar mucho.73

(k) Arte da hazer comedias.

E ancora:

Nella comedia poi stimo non solo conveniente ma necessaria la maschera ridi-
cola per l'istessa ragione che l'esclude la tragedia, cioè il movere a riso, come
anche deve il vestire essere mediocre e all'uso d'oggi, di maniera però che l'in-
namorato vesta galante, appunto come i nostri Ganimeducci, il vecchio grave, i
servi ridicolosamente e, se sono di linguaggio diverso, conforme l'uso del perso-
naggio che rappresenta, come il Veneziano come che vestono i nobili da toga o
mercadanti, il Dottor Graziano da Dottor Bolognese, il Napolitano da Napoli-
tano, con questa differenza però, che se rappresenta personaggio mercantile o
gentiluomo vesta all'uso di quelli, e se plebeo all'uso della plebe, essendo così
le norme date dal Minturno^ non dovendo, come disse nella sua Arte de hazer
comedias Lope de Vega,

72 Ibid., parte I, regola li, «Della Scena o sia Teatro, e sua disposizione», p. 27 (74).
73 Dell'arte rappresentativa , parte I, regola in, «Delle vesti concernenti alla Tragedia, Come-
dia, Satira & c.», p. 34 (79); e Arte nuevo , w. 281-283 («... e se cambiano d'abito, sia in modo I
che possa essere ammesso, ché di solito I il costume maschile piace molto»). Il testo di Lope viene
trascritto così come lo dà il Perrucci.

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L'ARTE NUEVO DI LOPE NELL'ITALIA DEL SEICENTO 243

saca un turco un cuello de cristiano,


y calzas atacadas un Romano.74

(c) Poes. Tose. lib. 2.

Ciò che specialmente fa di Lope un modello agli occh


difesa del teatro come un genere scritto per il pubblic
ai suoi gusti. Perrucci non rifiuta l'idea di un teatro c
insieme, ma proprio per questo ritiene che sia necessar
tore qualcosa che gli piaccia:
Io non niego che ad alcuni letterati che stanno su la stiratu
piede fuor di regola piacerà più una comedia fatta con tutti
ma questi saranno sì pochi che si potranno annoverare co
si fa per piacere a tutti quelli ch'ascoltano, e non per pochi,
sotto nome di Verato nella sua difesa del Pastor fido , essen
altro noi insipientibus & sapientibus debitores. Lo conobbe a
di Vega, onde nella sudetta Arte di far comedie disse non ign
tratto dalla corrente dell'uso bisognava scrivere a gusti del po
a suo capriccio e vuol esser compiaciuto, altrimente resteran
senza spettatori, e che, più tosto che incitarli al riso ed al d
al sonno. Eh che alle volte l'uscir di regola è la maggior reg

Riprendendo la metafora tassiana già usata da Beltram


vendicando la libertà degli autori a creare seguendo il
rucci continua così:

Avendo dunque per iscopo il rappresentante il dilettare ed ammaestrare, gli è ne-


cessario dare agli ascoltanti l'orlo del vaso asperso di miele, come al fanciullo del
Tasso, acciocché inghiotta il liquore salubre ed amaro, ed essendosi conosciuto per
la maestra delle cose, che è l'esperienza, che le comedie moderne più allettano e
gradiscono (parlo di quelle d'autori giudiziosi, letterati e prudenti) con le gale mo-
derne, tenendo sospesi gli animi con le stravaganze degli avvenimenti, viluppo del-
l'intreccio, equivoci continuati, metafore bellissime e sali mordaci; a che voler ca-
minare su le seccagini degli antichi e rivestire gli scheletri, quasi che fusse così
povero d'ingegno il mondo che non sapessero sempre cose nuove inventarsi, ed
alle inventate sempre nuove aggiungerne? 75

74 Perrucci, Dell'arte rappresentativa , p. 39 (81); e Arte nuevo , w. 360-361 («... un turco


porta un collo da cristiano, I e in calze e giarrettiere ecco un romano»).
75 Ibid. , parte I, regola IV, «Della scelta della tragedia, comedia, pastorale, e prima del
drama per musica», p. 47 sg. (85 sg.; corsivo mio).

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244 ANNA TEDESCO

L'autorità di Lope v
giore presenza di ar
Or introdotti di nuovo
nuovo accettati dalla
di recitativo, come fu
Cristoforo Ivanovich,
un'aria, par che dile
di nuovo col Vega ch

que el vulgo con sus leyes estable


lavil chimera d'este monstruo com

Memorie teatrali nella Minerva al Tavolino [1681].

In nome di Lope, Perrucci assolve i


spagnolo, conoscono l'Arte ma scr
za»:

Secondo dunque il capriccio dell'udienza hanno scritto, non già che


tutte le regole dell'arte, i letterati, non vi essendo forse principiant
abbia letto Aristotile della Poetica e Rettorica; così hanno fatto sec
rente il Melosio, lo Sbarra, Morando, Moneglia, Aureli, Noris, B
[ rede Rosini], Arcoleo, Corradi e tanti e tanti in Venezia, come in
rentino, Pisani, Castaldi, Rossi e qualchedun'altro, che non man
poeti ... Con questi hanno corso a seconda tutti gli altri poeti d'Ital
chi non sa che ogni uno di questi e può e sa, quando vuole, fare esa
tutte le regole una tragedia o comedia senza servirsi delle licenze d
ritorno a replicare col Vega:
Por que como las paga el vulgo es justo
hablarle en necio para darle gusto.77

Quali le ragioni di tanta eco dell 'Arte nuevo in Italia? In p


perché i librettisti si interessano alla drammaturgia "alla spa
precoce difesa fattane da Lope? Di sicuro per la fama de
ma certo non per questa sola ragione. Da una parte Lope h
occhi dei contemporanei, una drammaturgia ripetibile "in

76 Dell'arte rappresentativa , p. 58 (91); e Arte nuevo , w. 148-150 («... è


il volgo e le sue regole conducano I la chimera di un tale mostro comico»).
77 Ibid.; Arte nuevo , w. 47-48 («... che siccome le paga il volgo, è giusto I
e così dargli gusto»).

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L'ARTE NUEVO DI LOPE NELL'ITALIA DEL SEICENTO 245

che questo implichi un giudizio negativo), e alla medesima "r


in serie" aspira l'opera in musica. Dall'altra, opera in mu
dell'arte, commedia spagnola sono generi "mercenari", p
per un pubblico di spettatori paganti. I destini di una comp
o di cantanti, dipendono davvero dal "gusto" del pubblico, q
me, Cicognini, Perrucci e i librettisti tra gli Incogniti trovan
vo una giustificazione alla propria pratica teatrale. Inoltr
Lope la consapevolezza che il testo teatrale non è solo testo l
tore, ma anche un testo "d'attore", scritto cioè per essere r
trova dunque nella rappresentazione la sua realizzazione c

Abstract - The influence of Spanish theater from the siglo de


seventeenth-century opera is still an open question. Librettists (fo
Busenello in his Didone of 1641) speak of «Spanish custom» to
from Aristotelian rules; furthermore, several music dramas that w
throughout Italy both in print and on stage derive - more or les
explicitly - from Spanish theatrical texts. A particular aspe
question can be seen in the popularity in Italy of Lope de Vega's
hacer comedias in este tiempo , a discourse on poetics written be
1608 for the Academia de Madrid which was published in Mad
only two years later also in Milan, Italy.
From the 1620s in the spoken theater and from the 1640s in m
around the time that opera was becoming a "market" enterprise)
the Arte nuevo (or of Lope's plays) becomes tangible in the writi
and playwrights, starting with Jacopo Cicognini, who states i
David (1633) that Lope himself had written to him encouraging h
unity of time. Appeals to Lope's authority come from men of th
Nicola Villani (1634), Beltrame (1634), Tommaso Aversa (1638)
of the century - Andrea Perrucci, who cites the Arte nuevo i
Dell'arte rappresentativa premeditata e all improvviso (1699). All
like the Venetian librettists from the circle of the Incognit
justification for their theatrical practice: theater is made for the "
pleasure and amusement of a paying public; this public shou
dictate its rules rather than the theorists of poetics.

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