Il pm Scelsi lascia la Procura di Bari.
Quella che non
indaga più su Tarantini, il caso D’Addario e le ragazze di B.y(7HC0D7*KSTKKQ(
Sabato 16 aprile 2011 – Anno 3 – n° 90
Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma
tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230
Ordine eseguito. Il Caimano dice che i pm sono come
i brigatisti e sui muri di Milano spuntano i manifesti:
“Via le Br dalle procure”. Bruti Liberati: “Atto ignobile”
Un’altra infamia
di Antonio Padellaro
dc
a qualche giorno, all’o-
D ra di cena, un trafelato
Giuliano Ferrara getta
l’allarme dagli schermi
televisivi urlando: si salvi chi
può, l’Italia è alla vigilia di un
golpe. Si tratta naturalmente di
un simpatico espediente per
trattenere l’esodo biblico dei
telespettatori che alla sigla di
Qui Radio Londra si danno alla fu-
ga. Insomma, quando loro so-
no alla minestra, lui è già alla
frutta. Lo sketch prende le
Manifesti contro i magistrati, con slogan dell’associazione pro premier (FOTO EMBLEMA)
mosse da un articolo di Alber-
to Asor Rosa (filosofo ottuage-
nario che non farebbe male a
una mosca) il quale, forse, di-
sturbato dalle barzellette di
Berlusconi ha chiesto dalle co-
lonne del Manifesto di mettere
fine allo scempio chiedendo
un intervento “dall’alto” e la
mobilitazione di carabinieri,
polizia e guardie cinofile e
campestri. Se Ferrara è un
buontempone impegnato a
spillare i quotidiani tremila eu-
ro alla Rai, che dire di Pierluigi
Battista che, senza indugio,
dalle colonne del Corriere della
Sera ha levato alto e forte il suo
monito contro il venerando
golpista mazzolando la solita
opposizione dove albergano
“sentimenti apocalittici” poi-
ché “drammaticamente inca-
pace di diventare maggioran-
za”. Un’altra ventata di buon
umore che, tuttavia, una do-
mandina la fa sorgere sponta-
nea: come mai gli accigliati
editorialisti di via Solferino co-
sì attenti agli svarioni antide-
mocratici non battono ciglio
quando, a pochi metri dai loro
augusti scranni, il premier
bunga appena svignatosela dal
Palazzo di Giustizia osa parago-
nare i pm alle Brigate rosse? E i
manifesti (pagati indovinate
da chi) che imbrattano Milano
con le stesse parole del priapo
di Arcore, indurranno mai le
pompose penne a spendere
una parola sola contro l’infa-
mia di ladri e corruttori liberi
di infangare la magistratura al
cui tributo di sangue nella lotta
al terrorismo dovrebbero tutti
inchinarsi?
+=!"!&!=!.
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Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46)
Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009
Il vice-bollito
di Marco Travaglio
a suscitato comprensibile sgomento nelle file
H del Pdl l’ipotesi che sia Angelino Jolie, al secolo
Alfano, a succedere al Cainano quando verrà a
mancare all’affetto dei suoi cari, ma soprattutto
delle sue care. L’idea che questo allampanato e
allampadato avvocaticchio agrigentino possa fare il
leader di qualsiasi cosa, foss’anche una bocciofila o una
filodrammatica, non può che seminare il panico nel
Senza freni l’offensiva per
intimorire i magistrati
centrodestra e risate omeriche dall’altra parte. E,
siccome l’ha lanciata il Cainano, dà la misura di quanto
questo sia bollito. Ma anche di quale sia il livello medio
e bloccare il processi del capo della classe dirigente Pdl, se un Alfano qualsiasi passa
Il procuratore: “Fango sulle per il migliore (seconda classificata, per dire, la
toghe cadute per mano dei Gelmini; dal terzo posto in giù, alcune specie di alghe e
terroristi”
Udi Bruno Tinti
pag. 4 - 5 z
plancton). In un paese serio, un partito che avesse fra le
sue file un Alfano lo terrebbe ben nascosto, perché non
si sappia in giro. Questi l’han fatto ministro della
Giustizia, ruolo riservato a chi è disposto a tutto, anche
a perdere la faccia, dunque è meglio se non ne ha una o
l’ha già persa. Il tapino manifesta preoccupanti carenze
BALLE SULLE TOGHE non solo in diritto costituzionale e penale, ma persino
CHE SBAGLIANO in aritmetica elementare. Tre estati fa, per spiegare
iustificare le proprie azioni mentendo è una co- l’assoluta urgenza della sua legge bavaglio contro le
Gfacendo
sa stupida: lo capiscono tutti che lo sai che stai
una stupidaggine. Certo che, se si dispone
intercettazioni, comunicò testualmente al Parlamento:
“Secondo un mio calcolo empirico non scientifico, è
probabilmente intercettata una grandissima parte del
di sei televisioni e di tanti giornali, allora le cose
Paese. Le persone intercettate in Italia nel 2007 sono
cambiano. pag. 22 z
state 124.845. Ma poi ciascuna fa o riceve mediamente
30 telefonate al giorno. Così si arriva a 3 milioni di
intercettazioni”. Difficile concentrare una tale densità
TORINO x Esemplare sentenza per il rogo che provocò la morte di 7 operai di balle in così poche parole. Gli italiani intercettati
ogni anno sono circa 6 mila (non “la grandissima parte
THYSSEN, “OMICIDIO VOLONTARIO” del Paese”, ma lo 0,001% della popolazione). Poi è vero
che parlano con altri (difficile che uno si telefoni da
solo). Ma è improbabile che ciascun italiano ogni
giorno parli in media con 30 persone. Ed è demenziale
16 ANNI E MEZZO PER IL MANAGER pensare che l’indomani parli con altre 30 totalmente
diverse da quelle del giorno prima. Ma soprattutto: che
vuol dire “secondo un mio calcolo empirico”? Il
ministero della Giustizia ha un ufficio studi che sforna
Condannati dati scientifici. Ma Alfano teme che quelli scientifici
l’amministratore smentiscano le baggianate che dice e preferisce usare
delegato Harald un suo personalissimo pallottoliere, ovviamente
guasto. Lo stesso che ha consultato l’altro giorno prima
Espenhahn e 5 di dichiarare al Parlamento che il disastro ferroviario di
dirigenti Viareggio si prescrive nel 2032 e gli omicidi colposi de
dell’azienda L’Aquila nel 2044. Dunque la prescrizione breve non
impedirà di celebrare quei processi: a suo dire, siccome
di Stefano Caselli i fatti risalgono rispettivamente al 2010 e al 2009, il
disastro colposo si prescriverebbe in 22 anni e
Ndelleonlasette
appena risuona la paro-
“colpevole”, i parenti
vittime della strage
l’omicidio colposo plurimo in 35. In realtà si
prescrivono al massimo in 12 e mezzo e in 19. La metà
di quel che dice Alfano. Ma, siccome gl’imputati sono
della ThyssenKrupp tratten- incensurati e qualche attenuante spetta loro di diritto,
gono a stento un moto di gioia. Mazzi di fiori, biglietti e foto degli operai morti nell’incendio la prescrizione scende a 7 anni e mezzo, che con la
Poi le lacrime. pag. 13 z all’acciaieria ThyssenKrupp, il 9 dicembre 2007 (FOTO ANSA) prescrizione breve diventano 7. Ergo bisognerà
chiudere i processi in Cassazione entro il 2016-2017.
Cioè, con buona pace di Alfano, si prescriveranno. Ora
il premier ha designato questo Archimede Pitagorico a
spiegare a Napolitano che la prescrizione breve è
PALESTINA x L’uccisione di Vittorio Arrigoni conforme alla Costituzione. L’impresa sarebbe titanica
già per un giurista vero, visto che la legge è un
Morte di un volontario di pace concentrato di incostituzionalità (cambia le regole dei
processi già iniziati e crea una disparità di trattamento
nella guerra di Gaza pag. 2 - 3 z
fra le vittime di incensurati e quelle di pregiudicati):
figurarsi per questo giurista per caso. Che sarà venuto
in mente a B. di affidare la lezione sulla costituzionalità
di una legge a un ministro che in due anni se n’è viste
radere al suolo due dalla Consulta perché
CATTIVERIE incostituzionali (“lodo” Alfano e legittimo
Berlusconi: “Ho dato soldi a
impedimento)? Forse non ha trovato di meglio. O forse
Ruby per non prostituirsi”. è davvero convinto che Angelino Jolie sia il meglio. Del
È lei che ha frainteso resto, diceva Voltaire, “chiedete al rospo che cos’è la
(Ciro Greco) www.luttazzi.it Vittorio Arrigoni (FOTO ANSA) bellezza: vi risponderà che è la rospa”.
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GAZA SENZA PACE

STRISCIA DI MORTE
Arrigoni ritrovato cadavere dopo il video salafita
Visita al campo-profughi prima del rapimento
di Roberta Zunini
on solo i pescatori e i con-
N
tadini che Vittorio Arrigo-
ni da anni difendeva, fa-
cendo anche da “scudo
umano” contro gli attacchi delle
forze armate israeliane, ma an-
che chi non lo conosceva perso-
nalmente, si è messo in coda per
andare a rendergli omaggio.
Nell’ospedale di Gaza City, dove
il giovane volontario pacifista e
blogger italiano, aveva portato
tanti feriti, da ieri si è formata
una fila di persone che volevano
ringraziare Vittorio per la prima
o per l’ultima volta. Tutti coloro
che il Fatto ha contattato per ri-
costruire le ultime ore prima
dell’esecuzione, che ha tolto di
mezzo un giovane uomo scomo-
do per molti, avevano la voce
rotta per la commozione e por-
gevano le loro condoglianze al
popolo italiano. Per una volta
siamo rappresentati da una “per-
sona che ha saputo essere vera-
mente fraterna, nello spirito
evangelico del termine”, ha
commentato il cardinal Tetta-
manzi. Dopo l’autopsia termina-
ta nel pomeriggio di ieri, la sal-
ma di Vittorio Arrigoni è ora
presso l’obitorio del nosoco-
mio, per essere trasferita in Italia
attraverso il valico di Herez.
IN ATTESA che le autorità
israeliane decidano quando apri-
re il valico - sicuramente non pri-
ma di domenica - Hamas avrebbe
scatenato una caccia in tutta la
Striscia per catturare gli assassini
del giovane freelance che era
considerato da Israele molto pe-
ricoloso per la sua tenace e pa-
cifica denuncia degli effetti del
duro embargo a cui è sottoposta
la popolazione di Gaza.
Sulla testa di Vittorio, via inter-
net, alcuni estremisti israeliani
avevano posto una taglia da
quando nel 2008 (attraverso i
suoi articoli e il suo blog) aveva
denunciato l’uccisione di civili
da parte dell’esercito israeliano
nell’operazione Piombo Fuso.
Temuto dagli
israeliani per le
sue denunce
Hamas gli aveva
dato la
cittadinanza
onoraria
Arrigoni era l’unico giornalista
italiano a essere rimasto a Gaza.
Proprio un sito israeliano, vicino
ai servizi, ieri ha commentato il
rapimento e l’uccisione del paci-
fista, sostenendo che “è stato ra-
pito e torturato perché ritenuto
una spia degli occidentali”. In-
somma lo avrebbero torturato
per estorcergli qualche verità.
Difficile però credere a questa te-
si perché Arrigoni godeva di fa-
ma e rispetto da parte di tutti nel-
la Striscia. Compresa Hamas, che
gli aveva riconosciuto la cittadi-
nanza onoraria. Non è escluso
però che i suoi assassini possano
essere stati anche finti amici.
VITTORIO È STATO rapito
giovedì nella tarda mattinana pro-
prio mentre usciva dal campo
profughi di Jabalya (che ospita an-
che molti estremisti) come accad-
de all’attore pacifista ebreo-pale-
stinese Juliano Maher Khamis
due settimane fa in Cisgiordania,
poi ucciso. Ma proprio perchè è
nota la pericolosità di quei luo-
ghi, gli uomini di Hamas con cui
sembra fosse in compagnia,
avrebbero dovuto proteggerlo.
Alcune fonti contattate dal Fatto
sostengono che in realtà l’uccisio-
ne così brutale di Arrigoni, stran-
golato con un cavo metallico, ser-
virebbe a Hamas per dimostrare
che è l’unico baluardo contro il
terrorismo qaedista a cui alcuni
gruppi salafiti sarebbero legati.
Nonostante Hamas appaia inde-
bolita da ciò che è accaduto - poi-
ché dimostra di non avere il con-
trollo della Striscia - in realtà
emerge come l’unica salvezza
contro l’integralismo che sta fa-
cendo proseliti tra i giovani po-
veri e disoccupati della Striscia. Il
sito israeliano Debka, sostiene
che non siano stati gli agenti di
Hamas a scoprire il corpo senza
vita del giovane italiano, riverso
su un materasso di una casa nella
periferia di Gaza City, ma ne sia-
no stati informati da una soffia-
ta.
Resta il fatto che la velocità con
cui Arrigoni è stato “giustiziato”
rende il quadro più complesso.
Nel video caricato su Youtube
giovedì pomeriggio in cui lo si ve-
deva con la benda sugli occhi,
ammanettato e visibilmente pro-
vato, si diceva che entro 30 ore
avrebbero dovuto liberare alcuni
salafiti detenuti. L’assassinio è
forse avvenuto prima che il video
fosse pubblicato. Questo può vo-
ler dire due cose: o che era già
stata prevista l’esecuzione e le 30
ore erano un pretesto o che i sa-
lafiti (o chi per loro), si fossero
sentiti costretti a sbarazzarsi ra-
pidamente di lui. Di certo Vitto-
rio era più strumentalizzabile da
morto.

BULCIAGO PIANGE

LA MAMMA-SINDACO: “STAVA PER TORNARE A CASA”

di Mauro Mauri
ulciago, il paesino della
Bva Vittorio
Brianza Lecchese in cui vive-
Arrigoni, sta vivendo
queste tragiche ore con stupore,
ma in piena discrezione, senza
clamori, come caratteristica dei
brianzoli. Egidia Beretta, madre
di Vik-utopia – così firmava il suo
blog l’attivista filopalestinese
scomparso ucciso a Gaza - è al
secondo mandato come sinda-
co, vertice di una Giunta espres-
sa dal centrosinistra. Pochi mesi
addietro Repor t l'ha inclusa tra i
sindaci virtuosi poiché con l'in-
dennità prevista per il suo ruolo
di primo cittadino ha creato un
fondo di solidarietà.
Tutta la famiglia è impegnata nel
sociale: cattolica praticante, l’E-
gidia – così tutti qui si riferisco-
no a lei - si è sempre dichiarata
orgogliosa di avere un figlio che,
da laico convinto, si batteva a
sostegno di un popolo sfortuna-
to.
Gli Arrigoni risiedono in una vil-
letta circondata da altre villette,
in un area residenziale ubicata
su un altura che fronteggia le
colline lecchesi: è tutto ordinato
ed elegante, senza lusso o sfar-
zi.
Per tutta la giornata di ieri i vo-
lontari della Protezione Civile
hanno collaborato con le forze
dell’odine nel coordinare il flus-
so di giornalisti, fotografi e video
operatori: ad avere accesso all’a-
bitazione solo parenti ed amici
stretti, tutti visibilmente scon-
volti, mentre agli assessori è sta-
to demandato di filtrare le per-
sone e gestire i media.
“ERA IN PROCINTO di tor-
nare a casa, dove in tutta la pe-
nisola lo attendevano delle serate
su Gaza”, sospira con un filo di
voce il vicesindaco, Luigi Ripa-
monti. “Ora c’è il problema del
rientro della salma. Siamo in di-
retto contatto con la Farnesina,
non sanno ancora se transiterà
dall’Egitto o da Israele.”
Paradosso macabro: il ruolo di
coordinatore è svolto dal mini-
stro degli Esteri Franco Frattini,
proprio colui che
Vittorio ha sbef-
Erano previsti
feggiato anche po-
chi giorni fa dalle
incontri per
colonne del suo raccontare Manifestazioni nel corso di una conferenza stam-
blog “Restiamo Uno striscione a pa, ha sottolineato che il manca-
Umani”, imputan- to rispetto dell’ultimatum annun-
dogli il sostegno ai il suo impegno Roma con la
frase che Vittorio ciato dai sequestratori di Arrigo-
dittatori arabi. Arrigoni usava ni indica che c'era “intenzione di
A Bulciago sono Incertezze alla fine di ogni ucciderlo a priori”. Il dirigente di
unanimi le opinio- suo post da Gaza Hamas ha quindi precisato che la
ni sull’attivista sul ritorno Striscia di Gaza "è sicura sia per i
scomparso: “Da suoi abitanti che per gli stranieri”
quando è stato della salma e che l’omicidio del volontario
colpito dall’impe- italiano “è stato un fatto eccezio-
gno per il popolo nale”. Il governo di Hamas ha in-
palestinese, ormai una decina nel mirino d’Israele, ma certo fine annunciato l’intenzione di
d’anni, non si vedeva più in giro – non immaginava le folli intenzio- dedicare ad Arrigoni una piazza
precisa una barista in dolce at- ni dei salafiti. Sempre se sono sta- di Gaza.
tesa - era conosciuto proprio per ti loro. Nella serata di ieri presso la pa-
questo suo impegno, visto che lestra comunale di Bulciago si è
spesso finiva sui giornali, nonché IL CAPO DI GOVERNO di tenuto un incontro in suo ricor-
per essere “il figlio dell’Egidia”. E Hamas a Gaza, Ismail Haniyeh, ha do, mentre nel pomeriggio di og-
conclude: “Credo fosse conscio ieri pomeriggio telefonato alla gi è prevista un messa comme-
dei rischi che correva; un paio di madre di Vittorio. Il sito vicino ad morativa.
anni addietro i soldati israeliani Hamas palestine .info, riferisce che Il giorno dei funerali non è an-
gli spararono contro. Anche altri l’esponente palestinese ha con- cora stato stabilito visto che sul-
attivisti occidentali filo palestine- dannato l’assassinio prometten- la salma dovranno essere effet-
si hanno perso la vita a Gaza”. do “al più presto di assicurare i tuate autopsia e indagini di ri-
Indubbiamente sapeva di essere criminali alla giustizia”. Haniyeh, to.
 Sabato 16 aprile 2011

GAZA SENZA PACE

Da sinistra a destra: un’immagine dell’operazione “Piombo Fuso” dell’esercito israeliano su Gaza nel gennaio 2009. Vittorio Arrigoni in un’immagine recente. I motoscafi israeliani in
azione contro la Flottiglia per Gaza dell’anno scorso e il volontario italiano a difesa della missione umanitaria. Un fotogramma del video che testimonia il suo sequestro (FOTO ANSA, MILESTONEMEDIA)

“Adesso siamo terrorizzati

ma restiamo a Gaza”
I COMPAGNI DI “VIK”: “ISR AELE
DA NAPOLITANO agli ED EUROPEI SONO I VERI COLPEVOLI”
Usa, cordoglio e paura di Alessandro Oppes da diversi donors europei e da
associazioni della società civi-
tazione militare. Si sa che la li-
nea delle autorità israeliane è
non avevano mai ammazzato
uno che sostiene la loro causa.
gomento e repulsione” per la “barbarie terroristi- anno paura. Ma non le italiana. Conoscevano tutti
“S
H
che non ci debbano essere te- Mai in 60 anni di cooperazione
ca”: reagisce così il presidente della Repubblica hanno lasciato trascor- Vittorio, uno dei veterani tra i stimoni per raccontare lo schi- con il popolo italiano hanno
Giorgio Napolitano alla notizia dell'assassinio di Vittorio rere neppure venti- nostri cooperanti a Gaza, e sa- fo che si svolge sotto i nostri oc- fatto qualcosa del genere”. E al-
Arrigoni, in un messaggio inviato alla madre del coope- quattr’ore dalla morte pevano bene che da tempo chi”. Tra gli attivisti delle ong, lora, che cosa può essere acca-
rante italiano, nel quale ricorda che la comunità inter- di Vittorio Arrigoni per con- era nel mirino di gruppi dell’e- “nessuno si aspettava che i pa- duto? Si sa che il clima comin-
nazionale “è chiamata a rifiutare ogni forma di violenza” fermare che loro, da Gaza, non strema destra israeliana, che lestinesi avrebbero potuto ciò a degenerare a partire dalla
e a cercare con determinazione “una soluzione nego- se ne andranno. Anche a costo avevano messo una taglia sulla commettere un orrore simile: vittoria di Hamas nel 2006: “Da
ziale al conflitto” israelo-palestinese. Anche la Casa Bian- di dover intensificare ulterior- sua testa. È per questo che ora quel momento si è andati verso
ca condanna “nei termini più forti possibili” quello che mente le misure di sicurezza, che è morto, anche se la re- uno scontro interno sempre
definisce “un atto di terrore vigliacco e senza senso”.
Piero Fassino, presidente del Forum esteri del Pd, richia-
raddoppiare la prudenza, im-
parare – sempre di più – a dif-
sponsabilità viene attribuita a
gruppi salafisti ostili ad Ha-
“In 60 anni più aspro. Abbiamo visto
emergere personaggi che con-
ma l'Europa e i paesi occidentali “a far sentire la propria
voce per trovare una soluzione ai conflitti in Medio
fidare. Sono ancora sotto choc
i circa trenta rappresentanti
mas, pensano che la domanda
principale a cui si deve cerca-
di cooperazione tribuivano a creare una situa-
zione sempre più preoccupan-
Oriente”. Perché, avverte, “più si trascurano, più in quel-
le aree proliferano violenze e integralismi e diventano
delle dieci ong italiane presen-
ti nella Striscia, tutte impegna-
re di rispondere sia: “A chi fa
comodo questa uccisione?”.
italiana, te. Ma non avevamo mai avver-
tito nessuna ostilità verso di
terreno di coltura di ideologie terroristiche e fantoma- te proprio in queste settimane noi”. Al di là delle divisioni in-
tiche forze eversive”. Al coro di condanna si unisce an- nell’avvio del programma d’e- LO CONFERMA al Fatto i palestinesi terne al campo palestinese,
che Nichi Vendola, a nome di Sinistra e Libertà, renden- mergenza finanziato in parte Quotidiano una cooperante im- riemerge quindi la domanda:
do omaggio “per la vita e per il sacrificio di un testimone dal dipartimento Cooperazio- pegnata da parecchi anni a Ga- non avevano “Chi c’è dietro? Chi ha interes-
dei diritti dei popoli”. ne della Farnesina (con un im- za, e che chiede di mantenere se a soffiare sul fuoco?”. Gli
A.O. pegno economico sempre più l’anonimato per timore di ri- mai compiuto unici a dare una risposta secca,
scarso: appena 2 milioni que- torsioni: “Parliamoci chiaro, carica di rabbia, sono proprio i
st’anno, contro i sei del 2010), questa è una zona di sperimen- un gesto simile” compagni di Vittorio, i dirigen-
ti dell’International Solidarity Mo-
vement: “Ci sono responsabili-
L’ESPERTO tà precise, politiche e morali,
dello Stato d’Israele, con la
complicità del governo italia-
“HAMAS NON BASTA PIÙ A FRENARE I FONDAMENTALISTI” no, che è tra i suoi più fedeli e
cinici alleati, dell’Europa, de-
gli Stati Uniti e dei cosiddetti
revedo che nei prossimi Striscia e il contemporaneo ri-
“P giorni ci saranno scontri
molto duri tra le forze di sicu-
fiuto di ricomporre la frattura
con l’Autorità nazionale pale-
nese, accusata di utilizzare per
scopi privati gli aiuti internazio-
nali.
Il primo ministro Sheikh
Ismael Haniyeh. Sotto,
Egidia Beretta, mamma
Paesi arabi moderati”, taglia
corto Alfredo Tradardi, porta-
voce della sezione italiana del-
rezza di Hamas e i militanti sa- stinese. I movimenti salafiti Buona parte del milione e mez- di Vittorio (FOTO ANSA) l’ong.
lafiti dei gruppi più radicali, che hanno un comune denomina- zo di abitanti della Striscia si è
si ispirano ad al Qaeda. Saranno
giorni molto difficili. Del resto
tore pubblico: l’imposizione
della legge coranica, la sharia,
accorto ben presto che per Ha-
mas l’obiettivo non era l’equa di-
Secondo UN ATTACCO frontale, che
provoca un certo imbarazzo
qui la situazione politica sta di-
ventando sempre più fragile”.
che deve sostituire il diritto lai-
co. Pur essendo un movimento
stribuzione delle ricchezze ben-
sì il mantenimento del potere. A
il professor tra i rappresentanti delle altre
associazioni impegnate nel
Muhammar Abusada, docente
di scienze politiche alla princi-
islamico, Hamas - che governa
di fatto la Striscia dopo aver vin-
costo di usare il pugno di ferro.
Senza le interferenze dell’Anp.
Abusada portare aiuto a Gaza. Per que-
sto, tutte insieme, ieri hanno
pale università di Gaza, sostie- to la battaglia del 2007 contro i La gente invece vorrebbe un go- stilato un comunicato nel qua-
ne che i principali movimenti soldati dell’Anp - non ha impo- verno di coalizione. Nello spa- “siamo alla le esprimono soprattutto una
salafiti della Striscia siano pas- sto la legge coranica. zio sempre più ampio lasciato preoccupazione: che l’opinio-
sati da 3 a 5 negli ultimi mesi. dalla frattura tra Hamas e Anp, si vigilia di nuove ne pubblica “non operi la so-
Quasi un raddoppio che coin- IL MOTIVO principale è il ten- sono potuti insinuare i movi- lita, banale equazione, fuor-
volge qualche centinaia di com- tativo di non inimicarsi ulterior- menti integralisti legati ad al azioni degli viante e controproducente, tra
battenti. Pochi ma spietati, ar- mente la popolazione. Del resto Qaeda, impropriamente detti sa- palestinesi, terroristi, Islam e
mati solo di mitragliatori, al Hamas vinse le elezioni del 2006 lafiti, come Jund Ansar Allah, il cui estremisti” fondamentalismi”. La vera ur-
contrario dei movimenti di se- non per il suo carattere religioso leader Abdul Latif Abu Moussa genza, proprio nel momento
gno laico che si sono generati ma per la promessa di costituire fu ucciso con altri membri dagli più delicato, è che non si in-
nella Striscia e che, tollerati o un’alternativa alla corruzione di agenti di Hamas nell’agosto Un’esecuzione che non giova al- vani è vicina alle posizioni più ceppi la macchina degli aiuti. A
addirittura in accordo con Ha- Fatah e dei suoi esponenti. Allora 2009. Si trattò di una vera batta- l’immagine di Hamas perché ne integraliste: soprattutto venten- rimetterci, sarebbero le vitti-
mas, sono ben equipaggiati, la villa del gazawo Mohammed glia durata un giorno attorno al- mostra la debolezza e l’impossi- ni appartenenti a famiglie pove- me di sempre, quelle che più
tanto da esser in grado di lancia- Dahlan – rappresentante del- la principale moschea di Rafah. bilità di controllare la Striscia. re e senza istruzione. Che però hanno sofferto in questi anni:
re razzi Grad contro Israele. l’Anp nella Striscia – fu distrutta “Il barbaro assassinio di Vittorio Anche i movimenti salafiti non stanno aumentando a causa del- la popolazione di Gaza sotto-
La crescita dei salafiti è avvenu- dalla rabbia della gente che ve- Arrigoni era del tutto inaspetta- ne otterranno vantaggi: la popo- l’embargo israeliano e della ne- posta a un brutale assedio.
ta facendo leva sull’incapacità deva nell’opulenza della dimora to – dice il professor Abusada – lazione di Gaza vuole libertà e gligenza di Hamas nei confronti “Non li possiamo abbandona-
di Hamas di migliorare la situa- un esempio esplicito della rapa- se Hamas l’avesse minimamente non l’oppressione islamica. So- dei bisogni del suo elettorato. re, ce lo chiedono a gran vo-
zione socio economica della cità della nomenclatura palesti- sospettato, l’avrebbe protetto”. lo una parte minoritaria di gio- r.z. ce”.
pagina 4

I
DIRITTO VIOLATO

l capogruppo Pdl alla Camera, Fabrizio
Il silenzio del ministro Cicchitto, parla di sbaglio. La collega
Margherita Boniver la definisce
“assolutamente inaccettabile sotto qualsiasi
E l’attacco di Fini: profilo”. Questi alcuni giudizi della maggioranza
davanti alla notizia dei manifesti apparsi a Milano
contro la Procura. Più diretto, preoccupato e
scoprire chi l’ha fatto duro il giudizio del presidente della Camera,
Gianfranco Fini: “È un autentico delirio, basta
pensare a quanti magistrati sono stati uccisi dai
brigatisti. Se c’è un manifesto, ci sarà una
paternità di questo, e anziché alimentare
polemiche mi auguro che chi di dovere accerti chi
si è preso la responsabilità di stampare una così
colossale idiozia”. Mentre il Pd attacca Alfano:
“Comprendiamo l’imbarazzo del ministro, ma il
suo silenzio è molto grave”, afferma la
capogruppo democratica nella commissione
Giustizia della Camera, Donatella Ferranti. “Il
fatto che questa equiparazione l’abbia già fatta il
presidente del Consiglio, come riferisce oggi lo
stesso giornale della famiglia Berlusconi, non
giustifica il ministro della Giustizia a lasciar
cadere nel vuoto parole così gravi”.

STATO INTIMIDATORIO
Milano, manifesti con la scritta: fuori le Br dalla Procura
Roma: il Pdl chiede gli ispettori contro i pm del caso Ruby
di Antonella Mascali ni dopo l’apparizione del mani-
e Sara Nicoli festo che ipotizza terroristi infil-
trati tra i magistrati. Una teoria
immaginifico partito del- evocata da Berlusconi ai suoi, al-

L’ l’odio, evocato dal Silvio

Berlusconi “perseguita-
to”, si è materializzato a
Milano con delle scritte. Non
contro il presidente del Consi-
glio, ma contro i magistrati che
lo processano. “Via le Br dalle
procure”, è il manifesto a sfon-
do rosso, a firma “associazione
dalla parte della democrazia”,
apparso ieri, abusivamente, in
alcune zone della città. Uno slo-
gan che irrompe al Palazzo di
Giustizia e riapre una ferita in-
delebile: l’uccisione dei giudici
Emilio Alessandrini e Guido
Galli. Il procuratore Edmondo
Bruti Liberati, scrive un comu-
nicato che vuole proteggere an-
che la memoria dei colleghi
morti nella battaglia contro il
terrorismo: “Nei giorni scorsi
sono stati affissi, negli spazi ri-
servati alla propaganda elettora-
le, vistosi manifesti su fondo ros-
so a firma ‘associazione dalla
parte della democrazia’ con
espressioni critiche nei con-
fronti della magistratura. Oggi
(ieri, ndr), è stato affisso questo
manifesto ‘via le Br dalle Procu-
re’. Rammento che a Milano le
Br in Procura ci sono state dav-
vero: per assassinare magistra-
ti”.
L’INDIGNAZIONE per
quella scritta, ritenuta oltraggio-
sa, monta e si allarga alle sedi di
altri tribunali d’Italia. Si apre un
dibattito interno, davvero inten-
so, tra i magistrati iscritti alle
mailing list: “Il mio abbraccio
forte a chi porta con sé il dolore
della perdita dei propri cari (ma-
gistrati o avvocati ) provocata dai
terroristi”. “Vorremmo sentire la
voce dei piani alti delle Istituzio-
ni”. Il manifesto di ieri è solo l’ul-
timo di una serie. “Toghe rosse.
Ingiustizia per tutti”. “Persegui-
te i criminali, non il premier”,
tanto per citarne un paio, attac-
cati nei soliti spazi elettorali. Ma
altri, a sfondo azzurro, erano af-
fissi negli spazi pubblicitari. Non
quelli del Comune, ha assicurato
l’assessore, Maurizio Cadeo. La
firma, comunque, è la medesi-
ma: “Associazione per la demo-
crazia”. Chi c’è dietro? I pidiel-
lini negano. Anche quelli capita-
nati dai sottosegretari Daniela
Santanchè e Mario Mantovani,
che organizzano manifestazioni
(flop) in coincidenza dei proces-
si a Berlusconi. Ma sulla pagina
facebook governoberlusconi.it è
possibile scaricare i manifesti
grazie al blog del deputato Pdl,
Antonio Palmieri, che cura la co-
municazione online del premier.
Il deputato, però, su Sky.it, qual-
che giorno fa, ha messo le mani
avanti: “Non ho notizie sull’asso-
ciazione. I miei collaboratori
hanno fotografato e rielaborato i
manifesti per il sito”. Al momen-
to nessuno è stato identificato e
il deputato del Pd, Emanuele Fia-
no, ha presentato un’interroga-
zione al ministro Roberto Maro-
la vigilia del processo Ruby:
“Contro di me è in atto un vero
brigatismo giudiziario. Lo sape-
te anche voi che sono tutte cene
eleganti”. Veramente l’eleganza
evapora se si leggono le intercet-
tazioni, o i racconti sul bunga
bunga di cinque testimoni, com-
prese Ambra Battilana e Chiara
Danese, le ragazze che si sono
presentate ai pm spontanea-
mente. Il loro gesto potrebbe es-
sere imitato da qualche “pa-
pi-girl”. Un segnale in procura è
già arrivato, sia pure indiretta-
mente, da una delle olgettine più
assidue ad Arcore. Ecco perché il
processo va fermato ad ogni co-
sto. L’ultima offensiva la firmano
Maurizio Gasparri e Gaetano
Quagliariello.
FANNO PARTIRE dal Sena-
to un’interrogazione al ministro
Alfano per verificare la corret-
tezza dell’operato della Procura
di Milano, consentendogli di
mandare gli ispettori. L’antica-
mera – si sostiene in ambiente
Pdl – di un’azione disciplinare
per le intercettazioni finite sui
giornali, oppure di una commis-
sione d’inchiesta evocata più
volte da Berlusconi contro le to-
ghe “comuniste”. Ma al peggio
non c’è fine. Si parla di un ddl per
la modifica della legge sul funzio-
namento della Corte costituzio-
nale, per far scattare la sospen-
sione del processo in caso di
conflitto d’attribuzione, come
quello che la Camera ha votato
sul caso Ruby. Con la norma at-
tuale, la sospensione non è au-
tomatica, ma il tribunale può de-
ciderla per ragioni di opportuni-
tà. Siccome questo, nel pensiero
dei falchi Pdl, non avverrà mai,
allora meglio obbligare il tribu-
nale alla sospensione “per leg-
Quei magistrati ammazzati dai terroristi
DA COCO A BACHELET FINO AD AMATO: TUTTI CADUTI NEGLI ANNI DI PIOMBO
di Chiara Paolin
ul sito dell'Associazione
Srismo
Italiana Vittime del Terro-
sono tutti lì, in ordine
alfabetico. Nove magistrati
uccisi dal terrorismo rosso e
nero, nomi spesso dimentica-
ti in un’oblio rapido e dolo-
roso.
La mattanza inizia l’8 giugno
1976 a Genova. Francesco
Coco viene freddato su or-
dine di Renato Curcio. Con
lui muoiono l’autista e l’agen-
te di scorta. La colpa: aver
trattato secondo giustizia i
brigatisti che avevano seque-
strato il collega sostituto pro-
curatore, Mario Sossi. “Du-
rante il suo sequestro, la Cor-
te d’assise di appello di Ge-
nova concede la libertà ad al-
cuni detenuti subordinando-
di Caterina Perniconi
CAMERA Nonostante fosse venerdì,
l’assemblea di Montecitorio non si è
riunita. Nuovo appuntamento lunedì
alle ore 17.
SENATO Nemmeno a Palazzo Madama
ci sono stati lavori d’aula. Anche per i
senatori prossima convocazione lunedì
alle ore 17.
Bruti Liberati:
“Ci sono
state davvero,
ma per
assassinare
uomini
di legge”
ne la scarcerazione alla con-
dizione di effettiva integrità
fisica del magistrato Sossi - si
legge sul sito dell’associazio-
ne -. All'atto della liberazione
dell'ostaggio si constata che
al magistrato sono state inflit-
te varie lesioni”. Coco impu-
gna l’ordinanza di scarcera-
zione ottenendone l’annulla-
mento. E viene ucciso.
Un mese più tardi Vittorio
Occorsio muore crivellato
di colpi nella sua auto, a Ro-
ma. Aveva indagato sul Sifar,
su Piazza Fontana, sui rappor-
ti tra terrorismo nero e mas-
soneria. Per l'omicidio 24 an-
ni ai neofascisti Concutelli e
Ferro. È il 14 febbraio 1978
quando Riccardo Palma, di-
rigente degli istituti di Pena,
esperto di edilizia penitenzia-
ria, viene massacrato di colpi
Quagliariello e Gasparri hanno chiesto ad Alfano di mandare gli ispettori
a Milano (FOTO LAPRESSE); in alto, Berlusconi fuori dal tribunale (FOTO ANSA);
ge”. In verità, questa proposta
doveva finire nell’articolato del
processo breve attraverso un
emendamento, ma poi gli avvo-
cati del Cavaliere, supportati da
Alfano, hanno desistito. Essen-
doci già la prescrizione breve,
meglio non rischiare che Fini di-
chiarasse incompatibile l’emen-
damento, perché non attinente
al tema della legge. Di qui la de-
cisione di scorporare le due ini-
ziative ad personam, decidendo
di far partire questa seconda pro-
dentro la sua auto, ormai ar-
rivata sotto casa. Raimondo
Etro avrà una condanna a 20
anni. Il 10 ottobre tocca a Gi-
rolamo Tartaglione. Anche
lui sta tornando a casa dal mi-
nistero di Grazie e Giustizia,
dove dirige gli Affari penali.
Gli sparano sulle scale. Nes-
suno è mai stato condannato
per la sua morte. Il 29 gen-
naio 1979 Emilio Alessan-
drini, sostituto procuratore
di Milano impegnato sulla
strage di piazza Fontana, ac-
compagna il figlio a scuola.
Un commando lo aspetta al
parcheggio, lo massacra di
colpi, muore in pochi secon-
di. Condannati esecutori e
mandanti. Poi arriva il terri-
bile 1980. 12 febbraio: Vit-
torio Bachelet ha appena
terminato la sua lezione all’U-
a destra, l’illustrazione di Marilena Nardi
posta in Senato dove potrebbe,
invece, incrociarsi in modo più
attinente con il “processo lun-
ghissimo”, quella norma che,
consentendo alla difesa di pre-
sentare tutti i testimoni che vuo-
le, allunga in modo abnorme i
tempi processuali e favorisce la
prescrizione. E’ chiaro che si
tratta dell’ennesimo paracadute
“ad premier” nell’eventualità,
tutt’altro che remota, che Napo-
litano possa in qualche modo in-
dicare a Palazzo Madama, modi-
niversità La Sapienza di Ro-
ma, i terroristi gli sparano a
bruciapelo, il panico della
folla li nasconde nella fuga,
nessuna condanna. 18 mar-
zo: “Il magistrato Girolamo
Minervini si impegna pro-
fondamente nell’attività di
magistratura - spiega ancora
il sito -: dalla Procura gene-
rale della Cassazione al Con-
siglio superiore della Magi-
stratura fino ad assumere
l’incarico di Direttore Gene-
rale degli Istituti di Preven-
zione e Pena il 17 marzo
1980”.
Il giorno dopo, seduto den-
tro un bus, viene colpito a
morte. 19 marzo: anche Gui-
do Cavalli è davanti all’aula
dove insegna criminologia
all’Università di Milano. Un
commando di Prima Linea gli
fiche al processo breve (arrivato
già in commissione Giustizia)
proprio nella parte della prescri-
zione breve che preme a Berlu-
sconi. Tutto questo viaggerà pa-
rallelo alla legge sulle intercetta-
zioni. Bloccata alla Camera su un
binario morto un anno fa, per vo-
lere di Giulia Buongiorno, con la
complicità di un Pdl che all’epo-
ca teneva alla permanenza di Fi-
ni nel partito, ora la legge si avvia
ad emergere dalle nebbie della
Commissione giustizia per arri-
Vittorio Bachelet (FOTO LAPRESSE)
spara tre colpi alla schiena. È
lui che conclude la prima
maxi inchiesta sul terrori-
smo partita nel settembre
1978 dall’arresto di Corrado
Alunni e dal ritrovamento
del covo di Via Negroli a Mi-
lano. Ma paga con la vita. 23
giugno: Mario Amato, pro-
curatore a Roma impegnato
contro il terrorismo nero, ri-
ceve diverse minacce ma
non ottiene una scorta. Vie-
ne freddato con un colpo alla
nuca appena sceso da un au-
tobus.
 Sabato 16 aprile 2011

È
DIRITTO VIOLATO

già arrivato in commissione Giustizia
Parlamento ad personam del Senato il processo breve che tanto
preme al Cavaliere. Il relatore, a Palazzo
madama, sarà Roberto Valentino, ma è più che
I prossimi passi dedicati probabile che il suo lavoro sarà ridotto all'osso;
nessuno, nella maggioranza, ha intenzione di toccare
neppure una virgola dell'articolato. A meno che il
alla volontà del premier capo dello Stato non decida di inviare un messaggio
alla Camera Alta, oppure non faccia trapelare la
necessità di apporre delle modifiche sostanziali alla
prescrizione breve per non fare decadere alcuni dei
processi più dolorosi della storia del Paese. Nel
caso, l'iter della legge di complicherebbe, ma i
berluscones sono decisi a farlo arrivare in aula entro
i la metà di maggio per raggiungere l'approvazione
definitiva ai primi di giugno. Contemporaneamente
alla Camera riprenderà forza il ddl intercettazioni,
già approvato al Senato. Salvo intoppi, la legge verrà
calendarizzata già la prossima settimana, su richiesta
del Pdl e potrebbe essere approvata, con la stessa
maggioranza bulgara che ha dato il via al processo
breve, entro la metà di maggio. Tappe forzate per
portare a termine la strategia dell'impunità infinita di
Silvio Berlusconi. S. N.

“B. vuole cancellare tutte

le garanzie esistenti”
IL PROFESSOR RODOTÀ: “SITUAZIONE DRAMMATICA
E L’OPPOSIZIONE DEVE RADICALIZZARE L’INIZIATIVA”
di Sandra Amurri sidente del Consiglio identifica Militare, per dirla con Asor rilevanti costringendo la maggio-
l’organo di garanzia con le Br il ri- Rosa? ranza a bocciarli e ad assumerse-
opo la vittoria sulla prescri- sultato è che il cittadino si sente No. Ma la situazione è drammati- ne la responsabilità di fronte all’o-

D zione breve la diga demo-

cratica sembra essere defi-
nitivamente saltata. Berlu-
sconi mostra di non avere più al-
cun freno, e mentre ai giornalisti
stranieri dice che i magistrati so-
no eversivi come le Br, a Milano
compaiono manifesti con scritto:
“Fuori le Br dalle procure”.
Professor Rodotà, siamo a
questo?
È un fatto di una gravità assoluta.
Giorni fa ho detto che eravamo di
fronte a un atto eversivo e non mi
sbagliavo affatto. Quando il pre-
ESEMPI
Il destino diverso
dei due “Madoff ”
legittimato nell’utilizzare qualsia-
si linguaggio e nell’assumere qua-
lunque comportamento.
Un premier forte che ha da-
vanti una strada in discesa?
Penso che oggi si senta fuori da
quella debolezza numerica che lo
aveva costretto ad abbandonare
alcune leggi come quella sulle in-
tercettazioni. Sono certo che ri-
lancerà anche una legge sul testa-
mento biologico per spezzare il
fronte dei cattolici. Credo che oc-
corra mettere in campo una stra-
tegia di contrasto.
ca. Di fronte a una strategia che
tende a cancellare tutte le garan-
zie esistenti nel nostro sistema,
l’opposizione deve fronteggiare
una offensiva immediata. Penso a
una radicalizzazione di tutte le
politiche di opposizione. Cosa
voglio dire? Per il processo breve
è stata bloccata la Camera per 2
settimane e tutti i componenti del
governo sono stati obbligati a sta-
re lì. Nel momento in cui si pas-
serà alla normativa sulle intercet-
tazione o alla proposta della com-
missione sul caso Ruby o a alla ri-
forma costituzionale della giusti-
zia il Parlamento dovrà essere di
nuovo costretto a lavorare solo
per questo. Ma il governo non po-
trà stare per sempre seduto in Par-
lamento e in mancanza del gover-
no non avrebbero la maggioranza
per approvare nulla. Allora la stra-
tegia di contrasto dell’opposizio-
ne dovrebbe consistere nell’uti-
pinione pubblica.
Quindi farla finita con il “non
possiamo sempre dire di no”
Esatto. Basta con questa ipocrisia:
dopo quello che è avvenuto non
dobbiamo sederci al tavolo senza
vedere prima cosa ci vuole pro-
pinare. E se non esistono le pre-
messe per una base di trattativa si
risponde: no per non incentivare
aperture.
E il presidente della Repubbli-
ca cosa potrebbe fare?
Il suo potere, di fronte a seri dub-
bi di incostituzionalità si esauri-
sce con il rinvio delle leggi alle Ca-
mere, ma Berlusconi risponde
tanto poi le approviamo di nuo-
vo. Può di fronte alla drammatici-
tà della funzionalità del sistema
inviare un messaggio alle Camere
esprimendo il suo punto di vista,
cosa che avrebbe un forte effetto
sulla politica in generale. Se noi
facciamo una forte battaglia in di-

L a stampa lo chiama “il Madoff dei Pa-

rioli”, e quella connotazione geografi-
ca “dei Parioli” (noto quartiere bene della Ca-
lizzare tutte le tecniche ostruzio-
nistiche legittime, tutti gli spazi
che i regolamenti riservano per
fesa della Costituzione non pos-
siamo essere accusati di forzare i
percorsi costituzionali. E in pre-
pitale), da sola potrebbe bastare a separare la calendarizzare all’ordine del gior- senza di una maggioranza parla-
sorte dei due: da una parte il Madoff originale, no della Camera quei provvedi- mentare il presidente della Re-
quel Bernard che avrebbe compiuto una truffa menti che sono socialmente più pubblica non può sciogliere le Ca-
da 50 miliardi di dollari e che, arrestato nel di- mere con un atto di autorità. Ri-
cembre del 2008, ora deve scontare una pena peto, credo che debbano essere
vare in aula, probabilmente i pri-
mi di maggio. Fabrizio Cicchitto
Il professor
Rodotà (FOTO
di 150 anni di carcere. Dall’altra il nostro, quel-
lo “dei Parioli”, al secolo Gianfranco Lande,
“L’obiettivo radicalizzate tutte le strategie di
opposizione e contemporanea-
chiederà alla conferenza dei ca-
pigruppo di inserirla in calenda-
ANSA) che deve rispondere di una truffa di “appena”
170 milioni di euro. Ieri in prima pagina
del premier mente dobbiamo portare la batta-
glia sul terreno sociale.
rio “il prima possibile”. La pro-
spettiva è che la norma, già ap-
sul Corriere della Sera, il Madoff nazionale,
dopo aver professato la propria innocenza
è diventare Sui tetti sono già saliti ma
non è servito a molto.
provata al Senato, passi alla Ca- assai difficile da dimostrare, prevedeva: Perché a quei comportamenti
mera con la stessa maggioranza “Uscirò dal carcere e avrò altri clienti”. Tra capo dello non è seguita l’offerta seria di
blindata che ha dato il via al pro- prescrizione ridotta per gli incensurati, ex una sponda politica.
cesso breve. Il Cavaliere ha fret- Cirielli e processo breve, che sia colpevole Stato per Chiamasi coerenza...
ta, una fretta tremenda di por- o no, probabilmente aveva ragione. Eh sì! Le forze di opposizione
tare a casa ciò che gli serve. So- Eduardo Di Blasi avere in mano hanno una forte responsabilità
prattutto prima che gli crolli nell’aver seminato scetticismo in
tutto addosso. la Corte” tutti quei movimenti che sono
nati spontaneamente. Le questio-
ni messe al centro dai precari del
L’appello contro la prescrizione breve mondo del lavoro della scuola
debbono diventare centrali.

Penalisti contro una legge sfregio Cosa pensa delle invettive

Pubblichiamo un appello scritto
dal professor Giorgio Marinucci
(Emerito di Diritto Penale) e
firmato dai maggiori avvocati
penalisti contro la prescrizione
breve. Tra gli aderenti, anche il
professor Franco Coppi e il
professor Carlo Federico Grosso
Q uando stava per essere approvata
la legge (ex) Cirielli, in un appello
sottoscritto da un centinaio di profes-
sori di ogni fede politica – Vassalli, Cre-
spi e Pedrazzi in testa –, sottolineam-
mo che, mentre il legislatore minaccia
5 o 6 anni di reclusione all’autore di
questo o quel grave reato, contempo-
raneamente la (ex) Cirielli lo avrebbe
rassicurato che, una volta commesso il
reato, non poteva essere condannato,
trattandosi di un reato destinato a mo-
rire per prescrizione. Altro che paura
della legge da parte di chi voglia de-
linquere: sarebbe stata la legge stessa
ad istigarlo a delinquere! Dopo il varo
della legge, il suo carattere criminoge-
no fece quasi gridare Vassalli, che
esclamò: “L’opinione pubblica reclama
‘certezza della pena’, questa riforma
garantisce ‘certezza d’impunità’ ”. (...)
Il ventre che ha partorito quella legge
è d’altra parte sempre fecondo. Si
vuol varare oggi una legge sulla c.d.
prescrizione breve, il cui obiettivo
neppure mascherato è quello di evi-
tare anche la pronuncia di una sen-
tenza di condanna in primo grado per
gli “incensurati”, evitando così – ad
personam – il marchio di una con-
danna, pur non definitiva, che suone-
rebbe però conferma di un’accusa
sgradita. Il marchingegno, dovuto alla
fertile penna dell’on. Paniz, è una mo-
difica dell’art. 161 c.p. sull’interruzio-
ne della prescrizione, nel testo intro-
dotto dalla legge (ex) Cirielli, che di-
stingue i casi dei non condannati, dei
recidivi aggravati e reiterati, e dei de-
linquenti abituali e professionali, sta-
bilendo un aumento del tempo ne-
cessario a prescrivere diversamente
modulato fra quelle categorie. L’on.
Paniz propone infatti di abbassare da
un quarto a un sesto l’aumento mas-
simo della prescrizione dovuto agli at-
ti interruttivi a beneficio dei soggetti
mai condannati. Tutta la saggezza di
questa nuova disciplina, secondo il re-
latore, starebbe in ciò, che quella “di-
stinzione categoriale” sarebbe stata
“di fatto accettata”, perché “que-
st’articolo (161) è in vigore da molti
anni senza che nessuno abbia detto
‘bah’, senza che nessuno abbia pro-
posto una qualsivoglia questione di
costituzionalità, senza che la magi-
stratura si sia rifiutata di applicarla
negli anni” (verbale discussione alla
Camera del 28 marzo 2011).
Uno sguardo meno disattento alla
dottrina e alla giurisprudenza avreb-
be evitato al relatore tanta perentoria
sicurezza. Per usare il suo disinvolto
linguaggio, in tanti hanno detto
“bah”: criticando l’ancoraggio della
prescrizione “alla qualità personale
dell’imputato e non più all’oggettività
del reato” (Frigo), denunciando l’ille-
gittimità costituzionale di una disci-
plina che mescola irrazionalmente gli
atti interruttivi della prescrizione,
espressione del persistente interesse
punitivo dello Stato, con la qualità
personale dell’agente – incensurato,
recidivo, ecc. – (fra i tanti, Marinucci,
Padovani, Dolcini, Melchionda, Giun-
ta, Pulitanò). Anche la magistratura
ordinaria non è stata inerte, come
suppone il relatore: il Tribunale di Pra-
to ha infatti investito la Corte Costi-
tuzionale, sottolineando con tutta la
chiarezza desiderabile che l’art. 161
c.p. “fa dipendere i differenti termini
massimi di prescrizione non dalla
gravità oggettiva del fatto bensì dallo
Il professor Franco Coppi (FOTO LAPRESSE)
status soggettivo dell’imputato, così
determinando un ritorno al “diritto
penale d’autore”, e la Corte ha di-
chiarato inammissibile la questione
di legittimità costituzionale non per
l’infondatezza della questione, bensì
per la sua irrilevanza nel caso di spe-
cie, dal momento che “anche nel ca-
so di accoglimento della questione
sollevata dal remittente (…) il delitto
non sarebbe comunque prescritto”
(...). L’eventuale approvazione di que-
st’ennesima legge ad personam sa-
rebbe perciò un ulteriore sfregio ai
principi di ragionevolezza e di ugua-
glianza di fronte alla legge (...).
che ogni sera Ferrara lancia
dal servizio pubblico?
Non lo vedo non potete chieder-
mi troppi sacrifici. Penso che fac-
cia parte di quella stessa strategia
che cancella le condizioni di vivi-
bilità democratica senza alcun ar-
gomento esclusivamente grazie
ad anatemi, maledizioni ingiurie.
Crede che il fine ultimo di
Berlusconi sia il Colle?
Sì. Lui sa bene che uno dei suoi
avversari è la Corte costituziona-
le. Il presidente della Repubblica
nomina 5 giudici costituzionali
più quelli che provengono da
maggioranze parlamentari. Que-
sto gli metterebbe in mano la Cor-
te. Oggi le due istituzioni che
stanno reggendo sono la Corte
costituzionale e il presidente del-
la Repubblica. Nel momento in
cui lui salisse al Quirinale gli spazi
democratici si ridurrebbero
drammaticamente e le istituzioni
di garanzia sarebbero paralizza-
te.
pagina 6 Sabato 16 aprile 2011

I
MANOVRE

l sindaco di Bari, Michele Emiliano, si è
Emiliano: preferisco subito affrettato a smentire l’intervista che
il quotidiano ambientalista Terra ha
anticipato ieri con alcuni lanci d’agenzia. Perché?
il “grigio” Pd Forse perché andava un po’ sopra le righe. Alcuni
esempi. Sul Pd e i sui dirigenti: “La classe dirigente del
partito, che è la stessa del Pci, è stata sovraesposta e
al “giullare” Berlusconi ha perso tutte le elezioni con Berlusconi. E per
sconfiggere uno che si mette i tacchi, che ha i capelli
finti e abitudini personali così discutibili basterebbe
trovare un candidato dignitoso. Ma noi eravamo
peggio di lui e meno credibili. La storia da giullare di
Berlusconi è molto più divertente della grigia storia
di un dirigente medio del Partito democratico”. Su
Nichi Vendola: “Vendola è il politico più furbo d’Italia,
ha delle grandissime intuizioni tattiche. Quando
all’inizio io dicevo che i partiti non servivano, lui mi
contestava duramente. Adesso però è diventato
molto più antipolitico di me. Questo perché ha una
grande intelligenza politica, ma non è un grande
uomo di governo. Non perché non ne abbia le
capacità per poterlo fare, il problema è che non ha
mai avuto una formazione da amministratore.
Vendola non sa fare il presidente di Regione”.

Nuova spallata
Beppe Pisanu (Pdl)
con Walter
Veltroni (Pd)
(FOTO MILESTONEMEDIA)

Il Terzo polo

LA TENTAZIONE non sta a

guardare
Il presidente

DI VELTRONI
Lettera congiunta con Pisanu
della Camera
Fini approva
apertamente

per togliere la maggioranza a B.

Per Calderoli
di Fabrizio d’Esposito Zaccagnini poi riciclatosi nella
destra berlusconiana.
della Seconda Repubblica. In
questa chiave, e non solo, va in-
è il ritorno
ella Prima Repubblica il Caduto in disgrazia sin dalle ele- quadrata la lettera pubblicata degli zombie
N governo-ponte o di de-
cantazione era consuetu-
dine democristiana, pre-
ludio a una svolta politica. In
particolare, il termine decanta-
zioni del 2006 (quelle del quasi
pareggio con Prodi) presso la
corte del Caimano, oggi il sena-
tore Pisanu è uno scomodo bat-
titore libero del Pdl, con un pie-
ieri dal Corriere della Sera a firma
di Pisanu e, sorpresa, di Walter
Veltroni a favore di un “gover-
no di decantazione per riscrive-
re le regole”. Sorpresa perché
Bersani
e Bindi
zione era caro alla sinistra Dc e de da mesi nel Terzo polo cen- appena cinque mesi fa, alla vi-
non meraviglia quindi ritrovar- trista. Ciclicamente, l’ex mini- gilia della mozione di sfiducia al restano
lo decenni dopo accostato al stro dell’Interno tenta di infila- governo del Cavaliere, l’inter-
nome di Beppe Pisanu, già ca- re il cuneo del dialogo biparti- locutore democrat di Pisanu, gelidi
po della segreteria di Benigno san nel bipolarismo muscolare che allora propose un esecuti-
vo di responsabilità nazionale
per evitare il voto anticipato, zione breve (“Mi sono abbron- “decantazione” è stato Gian- tende sfruttare la debolezza del-
era Massimo D’Alema, con l’a- zato nei comizi”, questa è stata franco Fini mentre il leghista la maggioranza, al di là dei nu-
ANNUNCI Deputati rea Modem veltroniana molto
critica. Adesso i ruoli si sono in-
la sua risposta), Veltroni ha
“scoperto” Pisanu nella com-
Calderoli, vicino a Tremonti più
che a Bossi, ha chiamato “zom-
meri, segnalata da due fattori. Il
primo riguarda il premier sem-
vertiti (non è una novità) e la missione Antimafia, presieduta bie” Pisanu e Veltroni. I falchi pre più risucchiato dal vortice
a diciotto anni sortita dell’asse Pisanu-Veltro-
ni è stata accolta gelidamente
proprio dall’ex ministro dell’In-
terno berlusconiano.
del Pdl hanno gridato al com-
plotto “al di là della democra-
Ruby e dai guai finanziari del
suo impero (debiti Mediaset e
l Consiglio dei ministri ha approvato un ddl costitu- da Bersani (e D’Alema), la cui sentenza Cir-Mondadori-Finin-
Iannizionale per consentire ai deputati di essere eletti a 18
e ai senatori di essere eletti a 25. I limiti attuali sono
priorità rimane quella di “com-
battere Berlusconi”.
LA LORO INIZIATIVA di
ieri si sovrappone a una lunga
zia” e nel Pd sono entusiasti
Chiamparino e Renzi ma non la
Bindi (oltre a Bersani). Il fanta-
vest). Il secondo è la polverizza-
zione del partitone carismatico,
25 anni per la Camera e 40 anni per il Senato. Dopo l’an- intervista di Pier Ferdinando Ca- sma della scissione Modem è squassato da decine di correnti
nuncio del ministro per le Politiche giovanili, Giorgia MA QUESTA è soltanto una sini a Repubblica, più realista tornato ad aggirarsi, ma non più e dall’annuncio, poi smentito,
Meloni, è nata una piccola polemica tra il governo che si delle chiavi di lettura della mos- (“Questa legge ad personam af- di tanto, secondo il modello dell’investitura di Alfano a suc-
è intestato la decisione e l’opposizione che ha rimarcato sa bipartisan lanciata dal quoti- fonda ogni dialogo, il berlusco- Cacciari: un’area centrista e ri- cessore.
come questa proposta di legge sia in parlamento da al- diano di De Bortoli. Innanzitut- nismo è finito”) ma che letta in formista (Montezemolo, Casini,
meno dieci anni. Tutte le forze politiche si sono dette to registra il punto massimo, abbinata alimenta la suggestio- Fini, Rutelli, Veltroni, Fioroni, fi- LA SCOMMESSA è attirare
d’accordo nell’iniziativa, con il Pd Enrico Gasbarra che per il momento, della nuova sta- ne di un nuovo tentativo di spal- nanche Sacconi) distinta dal gli scontenti in questa operazio-
ha lanciato anche la proposta di creare apposite “quote” gione veltroniana dopo la fon- lata. Del resto, lo stesso Pisanu partito “socialdemocratico” di ne (a partire da Scajola), ma la
per facilitare l’ingresso dei maggiorenni in politica. Il dazione del Movimento demo- ha avvertito con una telefonata Bersani e D’Alema. marcia è ancora lunga da qui a
presidente della Camera Gianfranco Fini ha eccepito che cratico, che tiene insieme an- il leader dell’Udc dell’appello In realtà, il versante più a rischio maggio. Senza contare che ai
per avvicinare i giovani alla politica occorrerebbe anche che una parte dei cattolici (quel- sul Corriere. Stavolta la prova del- con questa mossa è quello del piani alti dello stesso Terzo polo
permettere loro di poter votare i propri candidati. Cir- la di Fioroni) del Pd in nome del- la verità per un governo di tran- Caimano. Con la sua proposta, la lettera sul Corsera è stata liqui-
costanza che l’attuale legge elettorale non permette. lo spirito del Lingotto. Apparso sizione sono le elezioni ammini- Pisanu che “di fatto si pone fuori data da qualcuno come “sterile
abbronzato e rilassato alla due strative di metà maggio. Non a dal partito”, come spiega un big protagonismo da un solo gior-
giorni alla Camera sulla prescri- caso il primo a seguire a ruota la del Pdl a microfoni spenti, in- no”.

Il commento

Noi, a disagio come il “papa straniero” di Nanni

di Luca Telese
o divorato tutto quello che
H è stato scritto sul film di
Nanni Moretti, e mi sono reso
conto che nessuno ha parlato
di una delle cose che a me è
piaciuta di più: e cioè della
straordinaria capacità di Ha-
bemus papam, di tenere insie-
me, con una leggerezza rara
(e con un ritmo di narrazione
incalzante), un sentimento
molto tragico e una sceneggia-
tura molto comica. Non per un
effetto collaterale, ma per un
virtuosismo di scrittura degno
della migliore commedia ita-
liana. Il congegno narrativo in-
nescato dalla mancata procla-
mazione, la sequenza del Ca-
merlengo che fugge dal bal-
cone di piazza San Pietro
smarrito, poi, introducono un
elemento di suspense quasi
hitchcockiano che si risolve so-
lo nell’ultima scena.
Ma è stato come toccare un
nervo scoperto. Si sono scritti
fiumi di inchiostro per cercare
di esorcizzare l’ingresso in Va-
ticano di Nanni. E ho avvertito
con stupore il disagio di molti
colleghi che all’anteprima han-
no sofferto per gli irresistibili
spunti comici (“Troppe scenet-
te allegre”, ha decretato ad
esempio Paolo Mereghetti) tra
il Nanni psicologo e i cardinali
imprigionati nel conclave.
QUALCUNO ha letto in
questa partitura un eccesso di
disinvoltura, altri un eccesso ca-
ricaturale. Secondo Giorgio
Carbone, su Libero “Moretti è
finito”. Per Claudio Siniscalchi,
su Il Giornale, “ci sono tante
battute e nessuna sostanza”.
Vittorio Messori ha aperto il
suo articolo - nientemeno - con
la presa d’atto (vagamente
sconsolata) che “non c'è stata
nessuna conversione di Moret-
ti”. E meno male, aggiungo: co-
me se, per poter parlare del
Papa, Nanni dovesse pagare
una sorta di imposta mistica, o
ripercorrere il cammino di tanti
intellettuali laicisti folgorati in
punto di morte.
Invece la chiave del film è tutta
in questo meraviglioso contrap-
punto tra sacro e il profano, tra
il dramma dei tempi cupi che
trasforma padre Melville in un
novello Celestino V, in un obiet-
tore che non vuole ascendere al
soglio perché il compito è im-
mane e il desiderio di Nanni di
divertirsi contaminando gli in-
gredienti del verosimile e del
surreale, con gli strumenti alati
di una fantasia che non si au-
tocensura di fronte alla sacra-
lità porporata.
I cardinali buontemponi, a trat-
ti creduli (ma sempre simpa-
ticissimi) non sono certo una
offesa alla Chiesa, ma un af-
fresco caldissimo e persino
molto rispettoso. Tutti hanno
scritto che è “il meno politico
dei film di Moretti”, perché non
ci sono battute su D’Alema o su
Alberto Sordi, perché l’al-
ter-Nanni-ego questa volta ri-
duce gli epigrammi oracolari e
le esternazioni sapienziali che
sono state un ingrediente virale
del suo cinema.
TUTTI HANNO DATO
per scontato che si parli solo
del Vaticano. E invece il disagio
di questo umanissimo, simpa-
ticissimo e genialmente tra-
sgressivo Papa Piccoli, è dav-
vero una metafora adatta
ai tempi, è anche il nostro
disagio. Chissà quanto ri-
deva Nanni, mentre lui gi-
rava, e D’Alema lanciava
anatemi contro un “Papa
straniero” nel Pd. Ebbene,
Nanni il Papa straniero
l’ha fatto vincere in con-
clave, e poi lo ha trasfor-
mato in un novello mar-
ziano che cerca risposte e
libertà per le strade di Ro-
ma, guidato dalla voce in-
cantata di Omara Por-
tuondo.
Papa Melville ci assomi-
glia. Ma ci assomigliano
anche i cardinali creduli
che si fermano incantati
ad ammirare le ombre sul-
le tende degli apparta-
menti del pontefice. Quella fin-
zione inscenata per coprire la
fuga del novello pontefice è un
inganno, ovviamente, come è
un inganno questa Italia di ve-
line propagandistiche e questa
Europa di manipolazioni belli-
che. È invece una iniezione di
libertà l’avventura meta-tea-
trale cechoviana di padre Mel-
ville. È un viaggio catartico per
tutti, la sua terapia. Habemus
Nanni, dunque. Il Nanni più au-
toironico, ispirato, tenero, an-
ticonformista di questi anni.
Nanni che ci ha fatto un regalo,
perché Papa Melville siamo
noi. Difficile immaginare un’o-
perazione meno sacrilega: im-
piantare la tormentata anima
della sinistra su una bianca to-
naca pontificale.
Quel pontefice
ci assomiglia,
come pure quei
cardinali
creduli che si
fermano ad
ammirare ombre
Sabato 16 aprile 2011 pagina 7

“B
L’OPPOSIZIONE

isogna distinguere la L’esponente democratico ha spiegato che l’idea l’incontro di partito - Questa fase è stata
Dario Franceschini vicenda giudiziaria di di un’alleanza costituzionale per gestire il dopo affrontata dal Pd senza arretrare di un
Raffaele Lombardo dalla Berlusconi, è possibile e che “la Sicilia è un passo millimetro nella lotta alla mafia e alla
politica. Certo guardiamo la questione avanti, perché qui il Pd ha sconfitto il criminalità”. “Il Pd non emette sentenze - ha
difende Lombardo giudiziaria, aspettiamo di vedere se ci sarà una centrodestra: non ci sono più i governi Dell’Utri concluso - la vicenda giudiziaria di Lombardo
richiesta di rinvio a giudizio e poi un rinvio a e Cuffaro”. “Siete in una fase di transizione, spetta ai magistrati, il Pd siciliano, nella sua
giudizio”. L’ha detto il presidente del gruppo Pd partita dal 61 a 0 - ha detto rivolgendosi ai autonomia di cui è geloso, rifletta tenendo
“Non c’è rinvio a giudizio” alla Camera, Dario Franceschini, a Palermo. dirigenti e ai militanti presenti in sala per separato il piano giudiziario da quello politico”.

IL CONFLITTO DI INTERESSI PD
PRENDE IL VOLO A FIRENZE
Nell’affare del nuovo scalo il fondo gestito dall’ex assessore
di Ferruccio Sansa sinistra segue, appunto, due pi- Con Firenze non dobbiamo es-

n ex assessore alle Infra-

U strutture della Regione
Toscana che quindici
giorni dopo aver lasciato
l’incarico entra nel cda di un
fondo pronto a investire nelle
stesse infrastrutture. Un uomo
che mentre siede nel consiglio
di amministrazione è coordina-
tore del settore Infrastrutture
del Pd.
La storia di Riccardo Conti,
esponente del Pd vicino a Mas-
simo D’Alema, è emblematica
delle polemiche che rischiano
di spaccare il centrosinistra to-
scano. Oggetto: le grandi ope-
re. Due in particolare: gli aero-
porti (Firenze, ma anche Siena)
e la famigerata autostrada Livor-
no-Civitavecchia. Da una parte
il Pd, soprattutto la componen-
te dalemiana, che sostiene le
opere in singolare consonanza
con il Pdl (il ministro alle Infra-
strutture, Altero Matteoli). Dal-
l’altra l’Idv e la sinistra che mo-
strano più di una cautela.
COMINCIAMO dall’aero-
porto di Firenze (tra i soci il
gruppo Benetton). Nessuno ha
dubbi: la struttura attuale non è
adeguata a una città con 8 mi-
lioni di turisti l’anno. Le ipotesi:
la realizzazione di una pista pa-
rallela all’autostrada (200 milio-
ni) oppure l’allungamento di
quella attuale (60 milioni).
A chi, soprattutto a Firenze, si
schiera per la costruzione del
nuovo tracciato, rispondono i
comuni vicini: la pista parallela
“peserebbe” su di loro invaden-
do zone agricole di pregio. Il
progetto è fortemente avversa-
to dal Coordinamento dei Comi-
tati della Piana di Prato, Firenze
e Pistoia.
Ma il dibattito non è solo logi-
stico. Imprenditori e politici
giocano ruoli chiave. E il centro-
ste diverse. Le cronache cittadi-
ne registrano le prese di posizio-
ne a favore della nuova pista. Pri-
ma fra tutte quella del sindaco
Matteo Renzi che vedrebbe l’ae-
roporto ampliarsi liberando
aree da destinare magari allo sta-
dio (altre polemiche). Ma tra gli
alleati di Renzi spunta il tosca-
nissimo ministro delle Infra-
strutture Altero Matteoli (Pdl).
I NODI, PERÒ, sono altri.
L’Idv è perplessa. A cominciare
da Anna Marson, assessore re-
gionale all’Urbanistica, che sta
suscitando malumori nel Pd to-
scano per le sue scelte anti-ce-
mento: “La Regione ha approva-
to un documento che prevede
entrambe le ipotesi. Ma per la
pista parallela dobbiamo ancora
valutare il rapporto con l’am-
biente”. Marson racconta: “Ve-
do grandi manovre a livello na-
zionale per la nuova pista”. Qua-
li? “Il ministero delle Infrastrut-
ture ha presentato uno studio in
cui l’aeroporto di Firenze im-
provvisamente diventa di inte-
resse nazionale”, spiega l’asses-
sore. Aggiunge: “Poi c’è l’Enac,
che dovrebbe essere garante.
Invece si è schierato per la se-
conda pista”. Il presidente Vito
Riggio l’ha detto chiaramente:
“Senza nuova pista l’aeroporto
finirà in serie B”.
Qui la questione si allarga. Am-
pliare l’Amerigo Vespucci signi-
ficherebbe mettere in sofferen-
za tre scali importanti nel raggio
di 150 chilometri: Firenze, Bo-
logna e Pisa. E infatti a Pisa non
l’avevano presa bene perché
l’aeroporto va a gonfie vele (4
milioni di passeggeri l’anno).
Oggi il sindaco Marco Filippe-
schi pare più tranquillo: “La Re-
gione ha stanziato 28 milioni
per il trasporto veloce tra la sta-
zione e l’aeroporto. Questo in-
dica la scelta di puntare su Pisa.
sere concorrenti, ma alleati”.
L’assessore Marson ricorda altri
“dettagli”: “La pista parallela po-
trebbe porre problemi di sicu-
rezza e di rumore nei paesi vi-
cini”. Ancora: “Così si allontane-
rebbe l’aeroporto dalla Piana di
Castello, aumentando il valore
delle aree dove Salvatore Ligre-
sti deve costruire (il re del mat-
tone lombardo è anche socio
dell’aeroporto, ndr)”.
NON BASTA. Marco Manne-
schi, consigliere regionale Idv,
punta il dito sul Pd: “Il fondo di
investimenti F2i vuole entrare
nella società dello scalo fioren-
tino. È stato proprio l’ex asses-
sore Riccardo Conti a comuni-
carlo. Ci colpisce che si ritrovi,
in veste di manager, a voler com-
prare le infrastrutture di cui si
occupava come amministrato-
re”.
Ecco le due anime del centrosi-
nistra. Conti è anche coordina-
tore del settore Infrastrutture
del Pd. E soprattutto è stato uno
degli sponsor della contestatis-
sima autostrada Livorno-Civita-
vecchia (che dovrebbe essere
realizzata dalla Sat, controllata
da Benetton): “Certo che sono
favorevole, è l’unica zona co-
stiera d’Europa senza un’auto-
strada. Ma va fatta bene, deve es-
sere ambientalizzata, non un
troiaio”, spiega oggi Conti. Una
grande opera che, di nuovo, ha
sollevato questioni di opportu-
nità sul doppio ruolo (prima po-
litico, poi manageriale) di un
esponente Pd: Antonio Bargone
è stato sottosegretario proprio
ai Lavori Pubblici e oggi si ritro-
va presidente della società che
realizzerà l’autostrada.
Sempre il Pd vicino a D’Alema.
Conti non si scompone: “Sono
amico di Massimo, è un pecca-
to?”. E il passaggio dalla poltro-
na di assessore a quella di ma-
In alto, l’ex assessore Conti. Qui
sopra, l’aeroporto di Firenze (FOTO ANSA)
nager nelle infrastrutture? “Il
nostro fondo è pubblico-priva-
to e non ha intenti speculativi”.
Ma chi l’ha indicata per la pol-
trona? “La fondazione Monte
dei Paschi di Siena”.
La “banca rossa”, l’ultimo tassel-
lo dell’amore tra il centrosini-
stra e gli aeroporti toscani. Mps
è tra i soci del fondo F2i. Non so-
lo: è anche nello scalo di Siena
(21 per cento) di cui sostiene
l’ampliamento (avversato dagli
ambientalisti, e non solo). Una
storia finita in Procura: il presi-
dente di Mps, Giuseppe Mussa-
ri, è sotto inchiesta per concor-
so morale in turbativa d’asta e
falso in atto pubblico. Secondo i
pm Mario Formisano e France-
sca Firrau, la selezione del par-
tner privato per l’adeguamento
infrastrutturale dell’aeroporto
di Ampugnano fu falsata.
L’AMORE radiofonico
“N
di Francesco e Nunzia
on sono la tua segretaria, capitooo?”. Così teneramen-
te disse la bella Nunzia De Girolamo al gentile fidan-
zato Francesco Boccia durante le snervanti votazioni sul
processo breve a Montecitorio. Ché, pure innamorata, la
responsabile Pdl per la provincia di Benevento è sempre
una donna del Sannio, terra severa dell’entroterra campa-
no. Avvocato classe ‘75, ora lanciata più che mai nei marosi
partenopei dopo i guai del coordinatore regionale Cosen-
tino (camorra) e della star locale Carfagna (contesa e chiac-
chierata da Berlusconi a Bocchino).Certo anche per Nun-
zia, appena arrivata alla Camera, ci fu quel bigliettino amo-
revole inviatole da Silvio insieme all’amica Giammarco:
“Baci dal vostro Presidente”. Risposta austera delle due
elette: “Gli inviti galanti li accettiamo solo da lei”. Quando il
9 febbraio scorso Signorini svelò su Chi il flirt tra l’onore-
vole e il giovane deputato Pd (forse proprio allo scopo di
tagliare le gambe a quella corsa fortunata nel Pdl campano),
la presunta coppia Boccia-De Girolamo smentì tutto. Ma
con un sorrisino di troppo. I giornalisti s’accanirono, lui
confessò qualcosa, infine due giorni fa l’outing congiunto a
Un giorno da pecora su Radio2. “Lui mi piace, ma dev’essere
un po’ più serio” pretende Nunzia; “Lei, un po’ bigotta e
all’antica, ti mette alla prova. Come facevano le donne negli
anni Sessanta”, luccica lui. Sui profili facebook il tema in-
triga. Scrive Pietro: “Nunzia, please: meglio single che con
quel tristanzuolo e cupo del bersaniano Boccia, distrutto,
per ben due volte dal più simpatico e aperto Nichi alle pri-
marie!”. Replica Giorgio: “Boccia è proprio uno in gamba!
Lo dico da elettore del Pd, magari fossero tutti come lui
(che è quello che penso di Nunzia specularmente al Pdl...
non è un caso!)”. Fiori d’arancio o dolci illusioni prima-
verili? Di certo Nunzia è sempre un passo avanti, e va oltre
l’altare: “Sono scesa in politica pensando al giorno in cui
sarò madre e dovrò dire a mio figlio che la vita premia il
merito e le capacità - spiega nel suo sito -. In sintesi, ho fatto
una scelta che sacrifica anche la mia vita personale per dire
no alle clientele e ai beceri compromessi a cui, purtroppo,
la vecchia politica costringe. Se oggi accettassi di fare com-
promessi o di ce-
dere ai ricatti po-
litici, tradirei in-
nanzitutto me
stessa ed il figlio
che verrà”. Fran-
cesco, sappilo.
Chiara Paolin
pagina 8 Sabato 16 aprile 2011

COSE LORO

BOMBE CONTRO LA PROCURA REGGINA

di Antonio Massari
Reggio Calabria
a stagione del terrore, av-
QUATTRO ARRESTI PER I BOSS
Tentarono di avvicinare due magistrati, trovando le “porte chiuse”
ce, sostituto procuratore gene- zare il livello della tensione.
rale di Reggio Calabria. Nessu- È il boss pentito della ‘ndranghe-
no dei due è indagato, né ha mai ta, Nino Lo Giudice, a rivelare
risposto alle sollecitazioni del

L
agli inquirenti la propria strate-
viata dalla ‘ndrangheta di clan. I contatti - non illeciti - tra i gia e a consentire l’arresto degli
Reggio Calabria nel gen- magistrati e gli uomini del clan, autori degli attentati. La prima
naio 2010, aveva una ragio- però, secondo gli inquirenti so- bomba esplode il 3 gennaio
ne precisa: la cosca di Antonino no riscontrati. Oltre le rivelazio- 2010, contro la sede della Procu-
Lo Giudice, boss ora “pentito”, ni del boss, c’è il ritrovamento ra Generale di Reggio Calabria,
reagiva “nell'assurdo convinci- di documenti e il tracciato dei diretta da Salvatore Di Landro. La
mento di una sorta di diritto al- tabulati telefonici. Nuovi “vele- seconda intimidazione arriva il
l'impunità”. E il diritto all’impu- ni” quindi, si stanno spargendo 26 agosto, con l’ordigno lascia-
nità derivava dai “male interpre- intorno al palazzo di Giustizia, to all’ingresso dell’abitazione di
tati rapporti, intrattenuti anche se consideriamo un ulteriore Di Landro, mentre il 5 ottobre la
per interposta persona, con ap- convincimento del clan: “Esse- cosca colloca un bazooka davan-
partenenti alla polizia giudizia- re destinatari di una ‘manovra ti agli uffici del Dda, diretta dal
ria e alla magistratura”. La cosca giudiziaria’ – scrive il gip - volta a Procuratore Giuseppe Pignato-
pretendeva un “interessamen- colpire soggetti ritenuti vicini a ne. Ieri sono stati arrestati - ma
to” che non arrivò mai: decise un certo gruppo di magistrati”. erano già in carcere - il boss pen-
così d’aprire la stagione delle tito, suo fratello Luciano, Anto-
bombe. Tre attentati tra gennaio LA CRONOLOGIA degli nio Cortese (secondo il boss, l’e-
e agosto 2010. eventi, in realtà, lascia pensare secutore materiale degli attenta-
I magistrati che, nelle intenzio- che l’arrivo del nuovo procura- ti) e Vincenzo Puntorieri, l’uni-
ni del clan, avrebbero dovuto of- tore della Repubblica, Giuseppe co a piede libero.
frir loro un aiuto si chiamano Al- Pignatone, e il lavoro incessante Però stupisce, stando alle rivela-
berto Cisterna, procuratore ag- della Squadra Mobile, abbiano zioni del pentito e alle intercet-
giunto della Direzione naziona- dato alle cosche una pesante tazioni, la rapidità della sua stra-
le antimafia, e Vincenzo Molla- “scossa”. Tanto da indurli ad al- tegia. Le bombe sarebbero arri-
vate per il silenzio dei (presunti, L’attentato alla Procura di Reggio Calabria del gennaio 2010. In alto, il procuratore capo Pignatone (FOTO ANSA)
secondo la cosca) referenti isti-
tuzionali, che non rispondono esplodono le bombe per Di Lan- Non è l’unico riscontro. Nel cor- rare con voi” e che “gli avvocati
IL SINDACO imputato alle sollecitazioni, mirate ad al-
leggerire il peso del carcere di
dro e per Pignatone, s’inaugura
la guerra al “nuovo corso” della
so dei colloqui in carcere, il 16
novembre, un mese dopo l’arre-
se li toglie e poi li raggiunge a mo-
do suo, così esce lui e ne entrano
Luciano Lo Giudice. Ma Luciano procura reggina, il clan è convin- sto, Luciano Lo Giudice parla di cento, novantanove della Que-
che parla di legalità Lo Giudice viene arrestato il 19
ottobre 2009 e la prima bomba
to d’essere “destinatario d’una
‘manovra giudiziaria’ volta a col-
un certo “zio Ciccio”. Secondo
gli inquirenti si riferisce a Molla-
stura e qualche magistrato pu-
re”. Il 5 marzo invia a Cisterna un
sotto processo per favoreggiamento a un imprenditore esplode il 3 gennaio 2010: appe- ce. Luciano Lo Giudice chiede telegramma: “Mi hanno portato
Èdi condannato per mafia: Camillo Iovino (Pdl) è il sindaco
Valderice, nel trapanese. L’imprenditore è Tommaso
na due mesi dopo. I contatti con
Mollace e Cisterna esistevano,
pire soggetti ritenuti vicini a un
certo gruppo di magistrati”. La
cosca sembra avere una sensa-
notizie “dell’avvocato di Roma”,
che sarebbe Cisterna, “ma Anto-
a Tolmezzo, ti aspetto al più pre-
sto nell’attesa vi abbraccio”. Te-
Coppola e aveva il compito di gestire l’aggiudicazione pi- ma - a parte il fatto che i due non zione: un equilibrio s’è rotto. nino Lo Giudice precisa che ha i legramma che lo stesso Cisterna,
lotata degli appalti. In carcere è stato ascoltato dire al ni- rispondevano alle sollecitazioni telefoni chiusi”. Venti giorni do- sentito dai magistrati, dichiara
pote di rivolgersi a Iovino e al senatore D’Alì per risolvere - nessun referente istituzionale IL PROCURATORE di Catan- po Luciano continua a voler con- d’aver “girato” al procuratore na-
alcune questioni legate alle proprie aziende. E il nipote ha avrebbe potuto operare in così zaro Vincenzo Lombardo ieri tattare “l’avvocato di Roma” e di- zionale antimafia. Il 22 maggio,
raccontato agli inquirenti che parlò degli ordini delle zio poco tempo: in due mesi già l’ha ribadito: nessun atto illecito ce di riferigli che “vuole collabo- innervosito dal silenzio dell’“av-
con Iovino, che si premurò pure a fargli avere le risposte. è stato commesso dai due alti vocato di Roma”, Luciano dice a
Ora c’è il dibattimento in corso, nel quale, come in un pa- magistrati. Anzi. Hanno “chiuso suo fratello Antonino: “Incomin-
radosso, il Comune di Valderice si è pure costituito parte
offesa. Iovino, oltre che decidere di rimanere primo cit-
Tre attentati le porte”. Nessun reato, ma pa-
recchi contatti. Riscontrati, da-
Nessun atto cia a fare bordello (…). Che vo-
gliono, che mi porti al punto che
tadino, non manca occasione per parlare di legalità. Ieri lo
ha fatto, accompagnando un ufficiale dei carabinieri da-
tra gennaio gli inquirenti, già il 6 ottobre
2009, perquisendo Luciano Lo
illecito è stato me la canto?”.

vanti agli studenti delle scuole del suo territorio. Argomen-

ti: il rispetto della legge come principio di libertà, il bul-
e agosto 2010: Giudice: nel suo registro Buffet-
ti, viene trovato un appunto, con
commesso CISTERNA ha ammesso ai ma-
gistrati di aver conosciuto Lucia-
lismo, le droghe e l’alcol, la pedopornografia, i rischi con- la voce Mollace - ma senza nome no Lo Giudice perché “frequen-
nessi al web ed all’uso dei social forum. E la mafia e i suoi le risposte ai - dove si legge: “Pastiera grande 1 dai due giudici, tava la rimessa di barche di tale
pericolosi inquinamenti? No, di questo pare non si sia par- ma non è stato possibile”. E poi Spanò”. Mollace invece smenti-
lato. Nel comunicato stampa, Iovino ha preferito far com- mancati aiuti da un altro appunto, che “riportava ma sono stati sce qualsiasi rapporto. Negli atti
mentare l’iniziativa all’assessore Cammarata. Alla foto di il nominativo del magistrato se- però si legge che la sua barca “fu
gruppo però il sindaco non ha rinunciato. (rino giacalone) parte di Cisterna guito da un numero di utenza riscontrati trasportata da Luciano Lo Giudi-
cellulare, intestata al Ministero ce” e “consegnata” presso la sua
e Mollace della Giustizia”. alcuni contatti “residenza estiva”.

Frizioni in Procura, lascia il pm del caso D’Addario

GIUSEPPE SCELSI ABBANDONA IL RUOLO DI SOSTITUTO A BARI: TROPPI RITARDI NELLE INDAGINI
di Marco Lillo
splode finalmente il “caso del ca-
E so D’Addario”. I ritardi dell’inda-
gine sulle escort portate da Gianpao-
lo Tarantini al premier nel 2008 sono
emersi ieri grazie all’addio del tito-
lare delle indagini, Giuseppe Scelsi,
in attrito negli ultimi mesi con il pro-
curatore capo Antonio Laudati.
Davvero un brutto momento per il
procuratore di Bari. Dopo essere sta-
to messo nel mirino della stampa e
del Consiglio superiore della magi-
Ci sarebbe stato
uno scambio
di lettere
col procuratore
Laudati. Notizia
smentita
Quando tutto è cominciato Gianpaolo Tarantini (F A ), l’imprenditore erano fermi al
dall’interessato
stratura per la partecipazione al con-
vegno sulla giustizia finanziato dalla
Regione presieduta dal suo indagato
(poi archiviato) Nichi Vendola, ieri
pomeriggio un articolo dell’Ansa ha
fatto emergere il conflitto che cova-
va da mesi in Procura per l’inchiesta
su Tarantini e le escort.
Alle 16 e 17, sotto il titolo “Indagini
ferme, lascia il pm del caso D’Adda-
rio”, la solitamente compassata
agenzia di stampa comunicava che:
“Lascerà la procura di Bari il pm an-
timafia Giuseppe Scelsi ... perchè ci
OTO
sono attriti insanabili con il capo del- e mezzo per fatti del 2008 mentre Il- sa un’ora dopo pubblicava un secon-
la procura, Antonio Laudati”. La nota da Boccassini e compagni erano do articolo che confermava il conte-
Ansa chiariva senza mezzi termini la giunti al processo per fatti del 2010. nuto del primo e aggiungeva un par-
ragione dell’addio: “Uno scambio di
lettere dai toni forti ... sull’imposta-
Lo smacco era ancora più cocente se
si leggevano i nomi delle protagoni-
ticolare: “Quel che sembra aver ama-
reggiato Scelsi è stata la notizia pub-
zione da dare alle indagini sul caso ste di oggi nel faldone di Milano e di blicata a fine gennaio in cui una fonte
D’Addario che sono ferme da troppo ieri in quello di Bari: Barbara Guerra, autorevole della procura ha spiegato
tempo”. Un ritardo ingiustificabile, Ioana Visan e Marysthelle Polanco, ai cronisti che nell’indagine sul D’Ad-
notava l’Ansa, visto che “le prime in- stessi nomi, stesso utilizzatore fina- dario-gate, a due anni circa dal suo av-
tercettazioni sono partite a fine le. Cambiava solo il favoreggiatore vio, si stava definendo la qualifica-
2008 e vi è la confessione di Taran- (Tarantini contro il terzetto Mora-Fe- zione giuridica dei fatti e che non si
tini, accusato di favoreggiamento de-Minetti) e soprattutto cambiava escludeva una modifica dell’ipotesi
della prostituzione, che ha riferito di l’atteggiamento e il ritmo delle due di reato. Tutto ciò senza che Scelsi,
aver fornito “ragazze” ed escort sia a procure. titolare del fascicolo assieme a Euge-
Berlusconi .... Tre ore e mezza dopo il lancio della nia Pontassuglia e Ciro Angelillis, sa-
sia all’allora vice- notizia che aveva incrinato i delicati pesse nulla sulla modifica dell’accu-
presidente Pd
della Puglia, San-
equilibri giudiziari baresi, l’Ansa lan-
ciava in rete una tiepida smentita di
sa di favoreggiamento della prostitu-
zione contestata al reo confesso
dro Frisullo”.
Da mesi ormai
Scelsi: “Non mi sono dimesso dalla
magistratura ma, su mia richiesta...
Gianpaolo Tarantini”.
In realtà, la vera partita che si gioca a
tutti gli osserva-
tori notavano
sono stato promosso presso la pro-
cura generale presso la corte d’ap-
Bari non riguarda la posizione pena-
le di Tarantini ma il destino delle sue
l’imbarazzante pello di Bari. Quanto alle presunte intercettazioni. Nel fascicolo ci sono
differenza di ve- lettere infuocate smentisco catego- decine di telefonate con il premier e
locità della Pro- ricamente che i miei rapporti con il le sue ragazze. Oggi sono segrete ma
cura di Bari ri- procuratore Antonio Laudati siano - dopo la chiusura dell’inchiesta - po-
spetto ai pm di stati improntati a toni diversi dalla fi- trebbero finire sui giornali, imbaraz-
Milano. I primi siologica e civile dialettica richiesta zando certamente il premier ma an-
dall’Ordinamento giudiziario”. Ep- che chi ha mantenuto la sordina allo
NSA

barese che ha portato a Palazzo Grazioli la escort Patrizia D’Addario (F E

OTO ) palo da un anno
MBLEMA pure, stranezza nella stranezza, l’An- scandalo per due anni.
Sabato 16 aprile 2011 pagina 9

COSE LORO

Al momento della nomina, il presidente della Repubblica

SAVERIO ROMANO aveva espresso “riserve sull’ipotesi di nomina

dal punto di vista dell’opportunità politico-istituzionale”

IL MINISTRO prendere visione di queste

carte”. L’ultima stoccata è
per i magistrati: “Il sistema
delle indagini invece è total-
ne riguarda anche la mancata
trascrizione delle intercetta-
zioni, trascrizione che
venne compiuta solo
Il ministro
dell’Agricoltura,
Saverio Romano,
per cui pm e gip

RIMANE INDAGATO
mente affidato alla pubblica dopo che Massimo hanno chiesto
accusa e nessuno di noi, o Ciancimino ha par- nuove carte
voi, può sapere se è indagato lato dell’esistenza
o no, e se lo resterà a vita – ha di altre bobine, fi-
concluso Romano – questo no ad allora igno-
perché attraverso il sistema rate, e poi trova-
delle archiviazioni e delle ria- te dalla polizia
Altro che “tutto risolto”: perture basta sempre un
evento nuovo o falsamente
giudiziaria.

nuovo perché uno possa re-

il gip e il pm sollecitano nuovi atti stare indagato a vita”.

FORSE il pensiero del mini-

di Giuseppe Lo Bianco ro ciascuno a Romano e Cuf- per favoreggiamento di Cosa stro corre all’indagine paral-
Palermo faro (per Lapis “erano con- nostra. lela, ancora aperta nei suoi
tributi elettorali”), e altro de- Un passaggio della sentenza confronti, che, secondo indi-
l momento della sua naro sarebbe stato dato al se- riguarda proprio Romano:

A
nomina a ministro del-
l’Agricoltura, Giorgio
Napolitano aveva au-
spicato che “gli sviluppi del
procedimento chiariscano
al più presto l’effettiva po-
sizione del ministro”. Ades-
so bisognerà aspettare il 9
giugno per conoscere l’esito
dell’inchiesta che vede Save-
rio Romano (Iniziativa Re-
sponsabile) indagato di con-
corso esterno in associazio-
ne mafiosa. Sia il gip sia il
pm, che per Romano aveva-
no chiesto l’archiviazione,
hanno sollecitato infatti il
deposito di ulteriori atti e se
ne riparlerà dunque ai primi
di giugno. Ma la data del
chiarimento giudiziario ri-
schia di slittare ancora: i pm
di Palermo starebbero per
trasmettere ai due rami del
Parlamento una serie di in-
tercettazioni, telefoniche e
ambientali, che chiedono di
utilizzare in un’altra indagi-
ne in cui Romano è accusato
di corruzione, quella su un
giro di tangenti che ruotano
attorno alla società Gas, di
cui erano soci il tributarista
Gianni Lapis e Massimo
Ciancimino. I due soci, chia-
mati a confermare il conte-
nuto di una conversazione
intercettata da una micro-
spia, hanno ammesso di ave-
re consegnato, per la vendita
della società Gas, 50 mila eu-
natore Carlo Vizzini. Chia-
mato dai magistrati a fornire
la sua verità, Romano si è av-
valso della facoltà di non ri-
spondere.
ALL’INIZIO dell’indagine
ai giornalisti, invece, disse di
essere sereno “perché non
ho mai avuto nulla a che fare
con Ciancimino, né ho mai
avuto rapporti con la società
di cui oggi ho appreso che
Ciancimino fosse socio”. Nel-
l’altra inchiesta, per concor-
so esterno in associazione
mafiosa, invece, il gip Giulia-
I giudici chiederanno al Parlamento
di poter usare alcune intercettazioni
in un’altra inchiesta per corruzione
no Castiglia vuole conoscere,
prima di decidere, gli atti di
un procedimento nato dall’o-
perazione “Ghiaccio”, con-
cluso nel 2004 con l’archivia-
zione nel quale era coinvolto
il boss di Brancaccio Giusep-
pe Guttadauro. Il pm Nino Di
Matteo ha chiesto a sua volta
l’acquisizione della sentenza
ormai definitiva per la quale
l’ex governatore Totò Cuffa-
ro sta scontando in carcere
una condanna a sette anni
vengono citate le dichiarazio-
ni del collaboratore France-
sco Campanella, il quale ha
detto che Romano nel 2001
era “a disposizione” della co-
sca di Villabate (Pa) e dei boss
Antonino e Nicola Mandalà. E
se, dunque, permangono le
“riserve sull’ipotesi di nomi-
na dal punto di vista dell'op-
portunità politico-istituzio-
nali”, espresse dalla nota del
presidente della Repubblica,
il neo ministro siciliano si di-
ce tranquillo e si difende at-
taccando i magistrati: “Certo,
fa pensare il fatto che possa
accadere che su una persona
come il sottoscritto, radio-
grafata per otto anni, lo stes-
so pubblico ministero che ha
fatto la radiografia ne chieda
l’archiviazione e che la vicen-
da comunque ancora non si
chiuda”.
E ha aggiunto: “Il pm ha fatto
richiesta di archiviazione e
non ha mandato al Gip le car-
te a riscontro di questa richie-
sta. Il Gip, che non è un pas-
sacarte, ha solo chiesto di
screzioni, sarebbe alla vigilia
di una svolta con la trasmis-
sione alla Camera e al Senato
delle intercettazioni sulle
tangenti del Gas che coinvol-
gono alcuni parlamentari si-
ciliani. In alcune di queste il
senatore Vizzini diceva di es-
sere ridotto “ai minimi termi-
ni”, altre coinvolgevano il se-
natore dell’Udc Salvatore
Cintola, morto l’anno scorso,
e Cuffaro. Vizzini si è giusti-
ficato sostenendo che in un
momento di difficoltà aveva
chiesto a Lapis la restituzione
di somme investite nella so-
cietà. Una parte dell’indagi-
LUMIA Nuove minacce
per il feudo confiscato
oi ci avete tolto la terra, noi vi Antimafia. Più volte Lumia e il sin-
“V toglieremo la vita. Non abbia-
mo premura, il tempo è nostro ami-
dacalista della Cgil, Vincenzo Liar-
da, hanno subito intimidazioni per
co. Finirà questa attenzione e voi le loro denunce e il loro impegno
siete soli e morti pezzi di m. Viva la per il riuso sociale del feudo. Il la-
mafia”. Questo il testo di una lettera tifondo, confiscato da Giovanni Fal-
di minacce inviata al senatore del cone negli anni Ottanta, non po-
Pd Giuseppe Lumia, in riferimento teva essere riutilizzato a causa di
al feudo di Verbumcaudo, confisca- un’ipoteca: Lumia e Liarda hanno
to al boss Michele Greco in pro- denunciato il caso e lavorato a stret-
vincia di Palermo. La missiva, fatta to contatto con le istituzioni e le
con due ritagli di giornale, è stata parti sociali per ottenere che il be-
recapitata all’ufficio del Senato al- ne possa essere fruito pienamente
l’ex presidente della commissione dalla comunità.

Nello Musumeci, la cambiale pagata a Storace

NOMINATO IERI SOTTOSEGRETARIO AL LAVORO: DA ALMIRANTE A BERLUSCONI (DOPO AVER SBATTUTO LA PORTA IN FACCIA A FINI)
di Giuseppe Giustolisi “Sirio 55” chiuse i battenti, acqui- ro del governo Berlusconi, passan- accettò la cosa di buon grado, mi- 2008 e prese il 25% sfiorando il bal-
Catania sita dall’onnivoro editore Mario do attraverso dieci anni di Presi- nacciando di spaccare la Casa delle lottaggio con Raffaele Stancanelli,
Ciancio, e Nello Musumeci, 56 an- denza della Provincia di Catania (la Libertà. Fu così escogitato il ticket candidato del Pdl eletto al primo

Idi nancora
molti a Catania lo ricordano
giovanissimo anchor man
“Sirio 55”, la televisione di un
avvocato penalista e deputato mis-
sino, Orazio Santagati, nota alla fi-
ne degli anni Settanta per gli spet-
tacoli notturni a luci rosse, mai vi-
sti prima in una tv privata cata-
nese. E la sera, a fustigare i costumi
delle amministrazioni etnee c’era
lui, Nello Musumeci, dalla sua pol-
trona di conduttore del tg. Già al-
lora con pizzetto d’ordinanza. Poi
ni, giornalista pubblicista e di pro-
fessione bancario, si dedicò alla
politica a tempo pieno nel Msi,
area destra sociale. Da allora di
strada ne ha fatta tanta.
DA CONSIGLIERE comunale di
stretta osservanza almirantiana, a
soli vent’anni, nel suo paese natìo,
Militello Val di Catania, Musumeci
ha seguito pazientemente il cursus
honorum fino a conquistare ieri la
poltrona di sottosegretario al Lavo-
Nello Musumeci (FOTO ANSA)
Il suo nome comparve solo
una volta, nel 2005, nelle carte
di un’inchiesta su mafia e politica
sua vittoria nel febbraio 1994, sotto
le insegne del Msi, andò in contro-
tendenza con i successi del cen-
trosinistra siciliano alle ammini-
strative di qualche mese prima),
due mandati al Parlamento euro-
peo con più di centomila preferen-
ze e un anomalo ruolo di co-sin-
daco insieme a Umberto Scapagni-
ni.
Accadde nel 2005, c’erano le ele-
zioni amministrative e per Berlu-
sconi perdere anche Catania, dopo
la sconfitta alle regionali, sarebbe
stata debacle totale. Il premier pun-
tava sulla riconferma di Scapagnini
che però non era particolarmente
digerito dalla coalizione e il buon
Nello, allora coordinatore regiona-
le di Alleanza nazionale e forte di
un sondaggio Datamedia che lo da-
va come il presidente della Provin-
cia più apprezzato del paese, non
Scapagnini-Musumeci, con Scapa-
gnini che in campagna elettorale
presentava il suo futuro vice come
“il co-sindaco”. Più o meno tutor
dell’allora medico personale di Sil-
vio Berlusconi.
IN OCCASIONE delle comunali
etnee fu proprio l’attuale presiden-
te della Camera Gianfranco Fini, al-
lora presidente di An, a sottolinea-
re le non comuni doti oratorie del
neo sottosegretario Musumeci:
“Quando parlo
dopo Nello Musu-
meci è sempre
una bella sfida”,
disse Fini nel co-
mizio conclusivo
della Cdl. Ma l’i-
dillio con Fini era
destinato a durare
per poco tempo
ancora: nel settembre del 2005 Mu-
sumeci lascia An e fonda Alleanza
siciliana, attratto dalle sirene auto-
nomistiche di Raffaele Lombardo.
“Nel mio partito non c’è democra-
zia e chi la pensa in maniera diversa
è condannato e poi emarginato”,
tuonò Musumeci. Confluito poi
nella Destra di Storace, Musumeci
si candidò a sindaco di Catania nel
turno. E per un bel po’ fu oppo-
sizione dura al centrodestra. Poi
pian pianino la sua vis polemica in
Consiglio si afflosciò, man mano
che i rumors lo davano in rotta di
avvicinamento verso il Governo
nazionale.
Dotato di un eloquio barocco e im-
maginifico, come gli splendidi mo-
numenti della sua Militello, Musu-
meci gode di fama di persona per-
bene, anche tra gli avversari poli-
tici. Mai sfiorato dalle inchieste giu-
diziarie, il suo nome comparve sol-
tanto una volta, nel 2005, nella car-
te di un’inchiesta su mafia e po-
litica della Procura etnea, denomi-
nata Dioniso. Nell’ordinanza del
Gip Francesco D’Arrigo, che portò
all’arresto di 83 presunti apparte-
nenti a Cosa Nostra, veniva citata
un’intercettazione ambientale fra
il collaboratore di un politico lo-
cale di An e il boss Alfio Mangion.
Nell’intercettazione Mangion face-
va riferimento, a proposito delle vi-
cine elezioni europee, a possibili
appoggi elettorali da dare a Musu-
meci in cambio di favori: “Ci deve
andare Nello Musumeci alle euro-
pee… Questa volta la cortesia pri-
ma”. L’inchiesta, comunque, non
coinvolse il neo sottosegretario.
pagina 10
LA GRANDE FUGA
DAL SINDACO
ALEMANNO
Dopo le dimissioni dell’ad di Atac
se ne va anche il vicecapo di gabinetto
di Paola Zanca
iente dietrologie,
“N
niente teoremi stra-
ni: si tratta di un av-
vicendamento già
programmato da parecchio
tempo e fatto col pieno consen-
so del diretto interessato”.
Il sindaco Gianni Alemanno
mette le mani avanti: Alfredo
Mantici non l’ho cacciato io. È
lui che se n’è andato. L’ex diret-
tore dell’ufficio analisi del Si-
sde ha lasciato il suo incarico di
Milano
A FUOCO DUE PALAZZI
UN MORTO E 6 FERITI GRAVI
L’incendio è partito intorno alle 12 dalla scala B della
palazzina in viale Testi 89, periferia nord di Milano.
Riofano Pajuello, peruviano 39enne è morto fra le
fiamme. Altre 8 persone sono rimaste ferite. Aperta
un'inchiesta per omicidio colposo. (FOTO ANSA)
Quell’“ospedale” in Sicilia
Una pattumiera sociale
di Adele Fortino
a spazzatura a cumuli, am-
Lde monticchiata lungo le stra-
di Barcellona, annuncia la
desolata metafora con cui il di-
rettore dell’Ospedale psichia-
trico giudiziario “Madia”,
Nunziante Rosania, definirà
l’ospedale stesso: “Pattumiera
sociale”. Espressione brutale
che descrive lo stato di abban-
dono in cui le istituzioni, le fa-
miglie, la società lasciano i
357 internati che attualmente
trascorrono la loro esistenza
senza futuro. E Rosania, rifon-
darolo e basagliano della pri-
ma ora, non usa mezzi termi-
ni: “Gli Opg devono essere
chiusi. Urge una riforma del
codice penale, mai prevista
dal ministro Alfano”. Intanto,
al Madia, aumenta, in maniera
inarrestabile, il numero di ri-
coverati: prosciolti per inca-
pacità di intendere e di volere,
detenuti trasferiti dal carcere
perché afflitti da disturbi psi-
chiatrici sopravvenuti e per-
vice capo di gabinetto in Cam-
pidoglio. La versione ufficiale
recita la formula di rito: “Motivi
personali”. Ma le giustificazio-
ni non richieste (Mantici se ne
va con “immutata fiducia nel-
l’amministrazione e nella per-
sona del Sindaco”) e lo scarso
stupore con cui è stata accolta
la notizia negli ambienti del
centrodestra romano, alimen-
tano il sospetto che questa sia
l’ennesima fuga dalla giunta
che va a rotoli. L'ultima era ar-
rivata due giorni fa, ed è ancora
sone mandate a Barcellona da
altri istituti che hanno esauri-
to i propri spazi vitali. Così un
padiglione ristrutturato di re-
cente che avrebbe dovuto es-
sere utilizzato per attività trat-
tamentali, è stato invaso da
nuovi “deportati”. A tale satu-
razione fa da contrappunto
una drastica riduzione di per-
sonale (375 internati e 119
agenti di custodia) che crea ul-
teriori problemi di gestione
quotidiana dei pazienti.
MA DOVE sono finiti i “baci-
ni d’utenza” stabiliti dalla Con-
ferenza Stato-Regioni che di
fatto dovrebbero accogliere i
ricoverati degli Ogp secondo
la loro provenienza geografi-
ca? E perché il 50% dei soggetti
che si è riusciti a rendere liberi,
dopo la misura di sicurezza ul-
timata e finito lo stillicidio del-
le proroghe da parte della Ma-
gistratura di Sorveglianza, tor-
na inesorabilmente negli Opg?
Rosania pone questi interroga-
tivi alle istituzioni e provocato-
più pesante. Abbandona il sin-
daco al suo destino l’ammini-
stratore delegato di Atac, Mau-
rizio Basile, l’uomo che dove-
va risanare i conti dell’azienda
del trasporto pubblico azzop-
pata dai debiti (150 milioni di
euro) e da Parentopoli. Già un
mese fa Basile era stato costret-
to a smentire le imminenti di-
missioni, spiegando che era “in
atto con l’azionista Roma Capi-
tale un ampio confronto sul
piano industriale”. Senza quel
piano, spiegano ora gli ex ver-
Dopo aver
assunto amici
e parenti
ora l’azienda
di trasporto
pubblico rischia
la bancarotta
tici, e senza sacrifici, lo scena-
rio della bancarotta si fa sem-
pre più concreto.
STAVOLTA Alemanno non
cerca nemmeno di camuffare
l’addio dietro ai “motivi perso-
nali”. Preferisce, con grande sti-
le, parlare di questioni “prete-
stuose”, lasciar intendere che
Basile voleva più soldi. Proprio
giovedì, giorno delle dimissio-
ni, per l’amministratore delega-
to scattava la mannaia sullo sti-
pendio: da 350 a 75mila euro,
così ha deciso la Corte dei Con-
ti, in ossequio alla norma che
vuole che i compensi dei mana-
riamente anche alla Commis-
sione Marino, che “ha avuto il
merito di fare esplodere il bub-
bone ma ha dato la stura a una
serie di servizi scandalistici su-
gli Opg, senza evidenziarne al-
cune positività”.
IL REPARTO 8 , per esem-
pio. Ci viene incontro Salvato-
re, il primo di un nugolo di volti
devastati. Piange, dice: “Sono
guarito, direttore, fammi anda-
re da padre Pippo, io sarò buo-
no, io qui soffro”. Gli mancano
due incisivi, e sul cuoio capel-
luto ha una larga macchia scu-
ra. “Vede, racconta amaro il di-
rettore, nel video della com-
missione Marino è stato detto
che Salvatore era stato picchia-
to ma quest’uomo ha un neo
largo dalla nascita”. I ricoverati
ascoltano senza reagire. Han-
no lo sguardo senza peso di chi
ha i riflessi sedati. Rosania am-
mette. “Certo un poco di psi-
cofarmaci vengono usati e c‘è
anche un letto di contenzione,
lo dico con difficoltà, non pos-
CRONACHE
Il sindaco Gianni Alemanno con l’ex ad di Atac, Maurizio Basile (FOTO LAPRESSE)
ger pubblici non superino l’80
per cento dello stipendio del
primo cittadino. Singolare, pe-
rò, che il caso Basile sia l’unico
che il Comune di Roma ha scel-
to di portare all’attenzione dei
magistrati contabili. “Vorrei sa-
pere se la stessa procedura è sta-
ta applicata per Franco Panzi-
roni”, si domanda, e non è il so-
lo, il senatore Idv Stefano Pedi-
ca. “Sarebbe il caso – aggiunge –
che il sindaco rendesse pubbli-
co anche lo stipendio dell’intoc-
cabile amministratore delegato
di Ama”, la municipalizzata dei
rifiuti.
L’OPINIONE diffusa, tra chi
conosce da vicino il clima del
Campidoglio, è che i due pesi e
le due misure rispondano a un
criterio preciso: “Alemanno
non è in grado di governare si-
tuazioni complesse. Finchè ha a
che fare con persone che accon-
sentono, la convivenza è possi-
bile. Quando c’è da confrontar-
si con personalità che hanno de-
gli obiettivi, che sentono delle
responsabilità, alla fine il rap-
porto si rompe”. Parola di chi
con il sindaco ci ha lavorato, fi-
no a non poterne più. “Chi ha
interessi politici può accettare
questa fase come passaggio di
carriera, chi viene da esperien-
ze professionali dove l’efficien-
za è un valore, non regge al ner-
vosismo costante che si respira,
non sopporta l’indefinizione
dei ruoli”.
Se ne va così il terzo amministra-
tore delegato di Atac in tre anni,
fa le valigie Mantici – in Campi-
doglio da un anno – come le
hanno fatte prima di lui già tre
capi di gabinetto dal 2008 a og-
gi. Altri pezzi si sono sgretolati
per meno nobili ragioni: Gior-
gio Magliocca (era nella segre-
CANONE RAI Raccolta
a picco: -37,5 per cento
a campagna è andata in onda per mesi, eppure, chis-
Litaliani
sà se perché i soldi scarseggiano o se perché gli
credono che la Rai non se lo meriti, il canone
per la tv di Stato è crollato vertiginosamente. A gennaio
e febbraio le entrate per l’imposta hanno toccato quota
938 milioni di euro, 562 in meno rispetto agli stessi
mesi del 2010. Un calo del 37,5 per cento, segnalato
nientemeno che dal Dipartimento delle Finanze del
ministero dell’Economia. Eppure la Rai si è affrettata a
dire che quei dati “sono errati”. Secondo viale Mazzini
“la raccolta del canone nei due mesi gennaio-febbraio
2011 ha avuto un incremento di oltre 15 milioni di euro
rispetto al medesimo periodo dello stesso anno”.
siamo fare altrimenti, siamo in
pochi e quando un paziente
entra in crisi non possiamo av-
vertirne in tempo i segni pre-
monitori. Nel momento in cui
si scatena è una forza della na-
tura.”
Un tempo il Madia fu sede di
un pullulare di iniziative di
stampo basagliano, si aprì alla
città e la città entrò dentro le
sue mura, si promossero le ar-
ti, il teatro ospitò spettacoli ,
Sabato 16 aprile 2011
N
CANALE 5
Cancellato show
dei prof precari
A ncora non si
conoscono i motivi,
ma lo show riservato ai
docenti precari è stato
cancellato da Canale5. Da
maggio, la Panicucci e
Signorini, avrebbero
condotto il programma che
voleva far tornare i vip sui
banchi di scuola e garantito
ai precari “dieci anni” di
tranquillità.
L'indiscrezione è stata
pubblicata sul blog di
Davide Maggio.
teria del sindaco) finito in car-
cere per concorso esterno in as-
sociazione camorristica, don
Ruggero Conti (già Garante
per la famiglia in campagna elet-
torale) condannato a 15 anni e 4
mesi per pedofilia, l’ex Nar Ste-
fano Andrini (ai vertici dell’A-
ma) coinvolto nell’affare Mo-
kbel, Francesco Maria Orsi CASTEL VOLTURNO
(delegato al Decoro) indagato
per riciclaggio, corruzione e Intimidazioni
cessione di sostanze stupefa- alla Capacchione
centi.
Cinque assessori se ne sono an-
dati invece tre mesi fa, vittime
del rimpasto di giunta che do-
L a giornalista Rosaria
Capacchione è stata
di nuovo accusata di
veva servire ad azzerare le pole-
miche su Parentopoli. Aleman-
condizionare i giudici
nei processi agli
no voleva ripartire da zero, poi
ha capito che senza i potenti del
esponenti del clan dei
Casalesi. È accaduto poco
Pdl romano eletti in Parlamento
la strada sarebbe stata molto più
in salita. Ha cercato di recupe-
prima della sentenza di
condanna all’ergastolo
per i 4 colpevoli della
rare chiedendo al governo di au-
mentare a 15 (ora sono 12) il nu-
mero degli assessori delle me-
strage di Castelvolturno.
SBARCHI A LAMPEDUSA
tropoli, lo ha fermato Napolita-
no che si è rifiutato di firmare Bimba di 2 mesi
quella legge. Risultato: arrabbia- insieme a altri 220
ture che montano, consensi che
calano del 13 per cento in un an-
no (dati Ipsos) e una cena di fi-
nanziamento, qualche sera fa,
A nche lei, Selima, una
bambina africana di
appena 2 mesi,
dove le assenze della Roma che nell’ultimo sbarco
conta si sono fatte notare. avvenuto ieri pomeriggio
Fabio De Lillo (fratello di Ste- al porto di Lampedusa:
fano, senatore Pdl) in giunta era 220 profughi, tra cui 32
assessore all’Ambiente. Da tre donne e 8 bambini,
mesi è tornato “a fare il farma- partiti quattro giorni fa
cista”. Ma ci tiene a ricordare dalla Libia. Hanno
quegli 11 mila voti che sono riferito di non essere
suoi, “personali”. “Noi cinque, stati aiutati da due navi
Parentopoli l’abbiamo pagata militari Nato.
amaramente e ingiustamente.
Ancora adesso non capisco per SCUOLA
quale motivo siamo stati fatti
fuori. Non so per cosa abbiamo Il Tar boccia i tagli
pagato, non so al posto di chi. I della Gelmini
migliori giudici, alla fine, saran-
no gli elettori”.
P er il Tar del Lazio i
tagli al personale
scolastico per il biennio
2009/2011 sono
illegittimi, poiché è
mancata la consultazione
delle Commissioni
parlamentari.
PISA
Rapina in villa
muore d’infarto
E rano cinque i banditi
entrati di notte a
Visignano di Cascina
(Pisa), nella villa
dell’imprenditore
61enne Mauro
Franceschi, che si è
sentito male ed è morto,
quasi sicuramente
d’infarto. L’uomo
soffriva di cuore.
insomma c’era una speranza,
una luce.
Oggi ri-appare un segnale:
l’Opg ha da qualche giorno
inaugurato la Comunità Salpie-
tro, una villetta giallo ocra,
concessa dal Comune e restau-
rata dalla Cassa delle Ammen-
de del Ministero della Giusti-
zia: ospita già 12 ricoverati che
saranno trattati con modelli in-
novativi per il loro reinseri-
mento sociale e professionale.
Sabato 16 aprile 2011 pagina 11

DAL MONDO

N
COMUNISTI CUBANI A CONGRESSO AFGHANISTAN
Kamikaze uccide
capo polizia

TRA FIDEL ED ESERCITO E ra in uniforme da

Dopo dieci anni torna a riunirsi il vertice del Partito-regime
di Maurizio Chierici
omincia all’Avana il sesto
Lìder maximo na. Uscito di prigione l’ultimo dei
Fidel Castro 75 detenuti politici che hanno in-
visto da Emanuele fiammato i liberali d’Occidente,
Fucecchi restano i buchi di una libertà di
stampa che non c’è e la richiesta
dell’opposizione interna consa-
pevole e lontana dai traffici di
Miami. Chiedono un altro partito
in concorrenza col socialismo
proclamato il 16 aprile di 50 anni
fa da Fidel. Era la vigilia dell’inva-
sione della Baia di Porci. Oggi Fi-
del, Raul e ogni vecchio militante
sono consapevoli che si apre l’ul-
timo Congresso della loro genera-
zione. Indispensabile l’ingresso
di nuovi protagonisti, per lo più in
divisa.
RAUL governa con loro: 10 mi-
litari tra ministri e vice nel suo go-
verno. Ed è possibile che altri mi-
litari finiscano ai vertici: per una
che, aprire alle privatizzazioni
tagliando i rami secchi che affo-
transizione non definita se non nel
contenimento dei debiti. Gli op-
positori seri che dall’interno con-
gano i bilanci. Perdono il posto
te agli stranieri di passaggio che
bussavano alla sua porta”. La fine
del socialismo non sarà un terre-
moto , ma brucerà sicurezze e me-
moria di tre generazioni. Le quali
hanno sotto gli occhi l’importanza
che il governo attribuisce alla me-
diazione della Chiesa cattolica,
cardinale Ortega fino a qualche
anno fa considerato avversario pe-
ricoloso: in gioventù spedito qual-
che mese ai lavori forzati. Storie di
Militarizzare
la politica
è un modo
per ingessare
l’esistente
senza pensare
agente il kamikaze
che a Kandahar
(Afghanistan
meridionale) ha ucciso
il capo della polizia
provinciale.
L’attentatore è riuscito
a superare tutti i
ieri sopravvissute al Duemila. Non meccanismi di
è che dall’altra parte del mare i controllo e
sentimenti siano diversi: solo ro- adintrodursi
vesciati. Mentre piazza della Rivo- nell’ufficio del
luzione festeggia i 50 anni della vit- generale Khan
toria alla Baia dei Porci, i reduci ri- Mohammad Mujahid.
cacciati dalla Baia di Porci vengo-
no accolti al Congresso dagli amici
repubblicani con la retorica di chi
esalta il coraggio dei “liberatori”.
L’assemblea del Partito trascurerà
i veleni di questo populismo. Va-
luterà se la speranza di Obama che
al secondo mandato apra davvero
le porte a Cuba come Jimmy Car-
ter ha lasciato capire nel viaggio
all’Avana prima dell’assise del par-
tito unico. Viaggio per sapere,
viaggio per informare, chissà. IRAQ
L’immagine dei colloqui in giardi-
no, sembra uscire dal tempo che L’Onu: inchiesta
fu: Carter e Raul, due camice bian- su Ashraf
che, pance ormai rotonde, ascol-
tano la camicia bianca di Fidel che
alza il dito con autorità, ormai il-
lusione. Alla fine del Congresso sa-
L’ Alto commissariato
Onu per i diritti
umani, Navi Pillay, ha
premo se questo passato soprav- condannato il raid delle

C
Congresso del Partito co-
munista cubano, partito
unico riunito l’ultima volta
dieci anni fa a Santiago, capitale
orientale dell’isola. La malattia
del Fidel (adesso risanato) fa sal-
tare l’appuntamento 2006, ma il
rimandare non aiuta le speranze:
modello socialista dello stato pa-
un milione e mezzo di dipenden-
ti dello Stato ai quali si promet-
tono permessi ed aiuti per aprire
piccole aziende o reti commer-
ciali. La delusione immalinconi-
sce la generazione di chi ha 50
anni. Cresciuta nelle università,
impegnata nell’orgoglio del na-
zionalismo respirato in ogni vir-
testano lealmente il regime, ne so-
no sconvolti. Manuel Cuesta Mo-
rua, meno di 50 anni, intellettuale
di colore, socialdemocratico che
si é formato in Europa, soprattutto
in Italia, fa sapere che “militarizza-
re la politica è un modo per inges-
sare l’esistente senza pensare al fu-
turo“. Più o meno le parole dell’in-
gegner Payà, democristiano ed au-
al futuro
GHEDDAFI spara bombe
a grappolo contro Misurata
vive o se la speranza è un’altra.
truppe irachene nel campo
di Ashraf, dove dai tempi di
Saddam vivono circa 3.500
iraniani sostenitori dei
Mujaheddin del popolo
(principale organizzazione
di opposizione al regime di
Teheran).

drone in agonia per il gran rifiuto
ai consigli cinesi che suggeriva-
no l’ibrido terribile del capitali-
smo socialista. Fidel non ne vo-
leva parlare e Raul non sa a quali
santi aggrapparsi.
Cuba balbetta nella prospettiva
che le conclusioni del Congres-
so rovescino la vita del Paese. Or-
mai la povertà si è trasformata in
una miseria difficile da spiegare
a 11 milioni di cittadini tra i più
evoluti delle due Americhe: alfa-
betizzazione, lauree tecniche e
scientifiche in concorrenza con
Stati Uniti. Ecco la scelta doloro-
sa annunciata da Raul Castro:
cambiare le strutture economi-
IL DOPO-MUBARAK
gola dell’apprendistato di citta-
dinanza: ingegneri, medici,
scrittori, la classe dirigente che
illustra Cuba oltre i confini, vie-
ne imbalsamata e non sa che pe-
sci pigliare.
Brontolii, blog pieni di spine: co-
me possiamo diventare contadini
o barbieri se la nostra vita è stata
programmata in altro modo? Tra
le spiegazioni la lotta alla corru-
zione non diversa da ogni altro
Paese latino, ma Cuba è nella ve-
trina sbagliata mentre a Santo Do-
mingo, Panama o Colombia, Paesi
amici di Washington, le vetrine
sono male illuminate e nessuna
esasperazione gonfia la condan-
tore del piano Varela, presentato
all’università dell’Avana con Fidel
in prima fila che applaude Jimmy
Carter entusiasta della proposta.
Subito sepolta. Da 8 anni non si
parla più di una richiesta “sensa-
ta”, parole di Carter: affidare al bi-
partitismo il futuro del Paese. Il cui
cambiamento è quasi quotidiano.
Anche lo zucchero, bandiera del
volontariato del Che, è un ramo
secco: l’Avana lo importa dal Te-
xas; la sua zafra mantiene il com-
mercio solo del fantastico rum.
Fuorigioco gli oppositori del pas-
sato: Elisardo Sanchez, spia della
polizia, medaglia al valore di Ca-
stro per le “informazioni strappa-
na nuova risoluzione per cacciare Gheddafi. Francia, GERMANIA
Ucoalizzati
Gran Bretagna e Stati Uniti si dimostrano ancora una volta
nella volontà di porre fine al regime del raìs libico “Via dal nucleare
e preparano un documento Onu - vista anche la difficoltà di il prima possibile”
reperire nuovi membri disposti a partecipare all’attuale
campagna di raid aerei contro Tripoli - per sancire l’uso di
strumenti diplomatici (e militari) di pressione contro il Co-
lonnello. Nel frattempo però le Nazioni Unite prevedono la
L a Germania accelererà
la chiusura degli
impianti nucleari ma le
possibilità anche di una missione dei Caschi blu che si frap- date non sono state fissate.
porrebbe tra l’esercito di Gheddafi e i ribelli di Bengasi. Il A confermarlo il
tempo stringe visto anche l’uso sempre più indiscriminato canceliere tedesco Angela
di armi proibite dalle convezioni internazionali - le cluster Merkel al termine dei
bomb, bombe a grappolo - da parte dei governativi nel con- colloqui con i premier dei
tinuo attacco a Misurata. Sul fronte delle proteste in Medio 16 Laender: “Tutti
Oriente, rimane particolarmente alta la tensione in Siria, vogliamo uscire dal
con scontri violenti tra manifestanti e forze di sicurezza. nucleare prima possibile”.
CILE
Saranno riesumati
i resti di Allende

IL CAIRO RISCOPRE I VENERDÌ DI FESTA. SENZA PROTESTE U n giudice ha disposto

di Francesca Cicardi
il Cairo
er la prima volta dal 25 di
Pnatogennaio, il venerdì è tor-
ad essere un giorno di
riposo, di preghiera, di sva-
go per gli egiziani. Per il pri-
mo venerdì da quando scop-
piò la rivoluzione, piazza
Tahrir non è gremita da cen-
tinaia di migliaia di manife-
stanti ma dal consueto traf-
fico cairota, ostacolato in al-
cuni punti dalle bancarelle
di merchandising rivoluzio-
nario e da insignificanti
gruppetti di persone, che
non rinunciano al diritto –
acquisito di fresco - di espri-
mere la loro opinione libera-
mente e pubblicamente.
Una cinquantina di giovani
ripropongono gli slogan più
famosi della rivoluzione,
adesso rivisitati dopo che il
regime è caduto e perfino
l’ex presidente Mubarak è
stato arrestato. Le canzoni e
le rivendicazioni si mescola-
no a volte confuse: c’è chi
chiede l’esecuzione di Mu-
barak, chi esige che restitui-
sca i soldi rubati durante i
suoi 30 anni di dittatura, gli
adolescenti che si vantano di
quello che é riuscito ad otte-
nere il popolo egiziano,
quelli che denunciano gli
“infiltrati” del regime e le
donne che non si dimentica-
no dei martiri. Ma i principa-
li gruppi politici dell’opposi-
zione e soprattutto i giovani
del 25 di gennaio si sono pre-
si il giorno libero, dopo aver
ottenuto praticamente tutto
quello che avevano osato so-
gnare, scendendo in piazza
per 11 venerdì consecutivi.
CI FU UN PRIMO “vener-
dì della rabbia”, dopo la bru-
tale repressione delle prote-
ste iniziali – per la quale Mu-
barak è stato messo sotto ac-
cusa - e che si concluse con
decine di morti e l’arrivo del-
l’Esercito. Una settimana do-
po, il 4 di febbraio, gli egizia-
ni accorsero numerosissimi a
Tahrir fiduciosi di poter ob-
bligare Mubarak ad andarse-
ne, in quello che fu denomi-
nato “venerdì dell’addio”,
che poi non risultò tale. Sen-
za perdere la speranza, i rivo-
luzionari convocarono un’al-
tro “venerdì dell’addio” con-
vinti che sarebbe stato il de-
finitivo: milioni scesero in
piazza in tutto il paese in
quella che fu la manifestazio-
ne più grande dell’era Muba-
rak. E quella sera stessa, Mu-
barak se ne andò.
Da allora, ogni venerdì è stata
un’occasione per festeggia-
re, per non dimenticare e, in-
nanzi tutto, per avanzare
nuove richieste che sono poi
state esaudite grazie alla pres-
sione popolare. Quando il 25
di febbraio piazza Tahrir chie-
se la dimissione del Governo,
la ottenne in pochi giorni, e il
venerdì dopo un nuovo pri-
mo ministro, Issam Sharaf, si
presentò in piazza a giurare
lealtà alla rivoluzione e al po-
polo. L’11 di marzo fu il “ve-
nerdì dell’unità nazionale”,
dopo un attacco contro la mi-
noranza cristiana che regi-
strò 13 morti al Cairo. Solo il
venerdì del “no” alle riforme
costituzionali, Tahrir non fu
ascoltata: il giorno dopo le
modifiche della carta costitu-
zionale - considerate insuffi-
centi dalla maggior parte dei
rivoluzionari - furono appro-
vate in un referendum popo-
lare. Ma forse le battaglie più
simboliche sono state vinte
negli ultimi due venerdì,
quando tantissimi egiziani
tornarono a Tahrir con la
che vengano esumati
i resti dell’ex presidente
cileno Salvador Allende
stessa forza e passione dei poi posto sotto custodia cau- per condurre nuova
primi giorni spinti dalla pau- telare 5 giorni dopo. autopsia e determinare le
ra che l’Esercito potesse ru- L’ex dittatore è ora ricoverato vere cause della morte, l’11
bare la loro rivoluzione e che in un ospedale di Sharm el settembre 1973, quando si
i resti del regime stessero riu-
scendo a boicottarla. Le loro
Sheikh e si prevede che sarà
trasferito in uno militare, pre-
trovava nel suo ufficio del
Palazzo della Moneta,
aspirazioni culminarono lo sumibilmente del Cairo, do- mentre era in corso il
scorso “venerdì della puli- ve resterà sorvegliato fino al golpe militare. Il dubbio è
zia”, nel quale esigevano l’in- suo interrogatorio, che do- fra suicidio e uccisione da
criminazione di Mubarak, vrebbe avere inizio martedì. parte dei golpisti.
Flop d’immagine
Va in aceto il vino di Mr B.
offerto alla stampa estera
SE MR B. SPERAVA DI ATTUTIRE l’ostilità della livello internazionale… Questa è una tragedia
stampa internazionale, chiamando a raccolta per l’Italia e per l’Europa”. Molti media
una ventina di corrispondenti esteri, il vino mostrano distaccata diffidenza verso le
dell’incontro gli è andato in aceto. Da tre ‘anticipazioni’ di Mr B., che annuncia l’addio al
giorni escono articoli al vetriolo: di che indurlo potere nel 2013: “Arrivederci, forse?”, scrive
a consumare – scrivono giornali britannici – l’Economist, scettico; e il Times chiosa
“molte delle sue nove vite”. In cauda venenum, “Berlusconi inizia il suo lungo good-bye con
ecco l’editoriale dell’Independent: il titolo barzellette oscene”. Toni analoghi su Guardian
suona “Berlusconi, il riformatore della giustizia e Telegraph, FT e WSJ, Figaro ed El Mundo,
meno credibile d'Europa”; e il testo recita “Le Reuters e Los Angeles Times, mentre Le Monde
azioni di Berlusconi sarebbero risibili se fosse il sta ai fatti: “Il Parlamento adotta una legge sulla
premier di una qualche piccola repubblica delle giustizia favorevole a Berlusconi, che sfuggirà
banane... Ma l’Italia è una delle maggiori alla condanna nel caso Mills”. E questa è
economie mondiali e il suo leader dovrebbe cronaca, non una barzelletta.
essere rispettato come un uomo di Stato di Giampiero Gramaglia
pagina 12 Sabato 16 aprile 2011

LACRIME&SANGUE

IL BOLLETTINO
DI GUERRA
DI BANKITALIA
Draghi: manovre da 35 miliardi
E smonta i numeri-farsa di Tremonti
di Marco Palombi niente piacevole, l’aveva già La sede
chiarito il governatore di Ban- di Bankitalia
assa crescita, disoccupa- kitalia Mario Draghi mercoledì:

B
(FOTO EMBLEMA)
zione – soprattutto gio- “Il nostro paese è entrato nella
vanile – e precariato, crisi già debole, ha pagato un
consumi contenuti, prezzo alto di riduzione del red- st’anno e all’1,3% nel 2012, il di opere infrastrutturali già morde di più l’immaginazione: sotto i 25 anni: senza impiego il
prezzi che aumentano e potere dito e dell’occupazione e ne che ci tiene largamente sotto i bloccate da questo stesso gover- “L’occupazione non riparte”, 29,8%. E infatti ieri, plastica-
d’acquisto reale che continua a esce con i suoi problemi strut- livelli pre-crisi. L’Italia deve ri- no. scrive Palazzo Koch: “Dopo un mente, s’è saputo che il Fondo
diminuire. Oltre a questo, ma- turali ancora da risolvere”. trovare la sua “capacità di svi- lieve incremento nel 2010, il nu- Gita – che doveva rilevare le at-
novre recessive di finanza pub- luppo”, aveva avvertito Draghi, COSÌ, avverte il Bollettino, per mero degli occupati è ripiegato tività di Vinyls Italia – non ha ri-
blica fin dove l’occhio può ve- TRADOTTO dal linguaggio e la politica creare le condizioni il pareggio di bilancio entro il nel primo bimestre di quest’an- spettato gli impegni e quindi si
dere. Questo il ritratto della si- curiale dei governatori: cosa ha perché questa “possa dispiegar- 2014 a cui s’è impegnato l’ese- no sui livelli minimi dell’estate dovrà riaprire la gara e trovare
tuazione italiana contenuto nel fatto il governo in questi tre an- si appieno”. È evidente che Ban- cutivo serve una manovra cor- scorsa. Sono tornate a crescere un nuovo investitore: i lavorato-
Bollettino economico di Banki- ni? Le pezze d’appoggio nume- kitalia non si fida della frustata rettiva dal 2,3% del Pil: in soldi fa le assunzioni con contratti fles- ri del gruppo chimico, insom-
talia diffuso ieri, al netto ovvia- riche a questo ragionamento ce all’economia che dovrebbe arri- oltre 35 miliardi di euro. E que- sibili e a tempo parziale; è pro- ma, rischiano seriamente di an-
mente del fumo di scena sparso le ha messe invece ieri il suddet- vare dal Pnr a costo zero: uno sto senza contare che dal 2015 seguita la contrazione delle po- dare tutti a casa.
da Giulio Tremonti col suo Pia- to Bollettino: la crescita econo- 0,4% di crescita in più l’anno parte il Patto di stabilità Plus che sizioni permanenti a tempo pie-
no nazionale di riforma (Pnr), mica, come previsto anche dal non può essere assicurato da un prevede sanzioni assai pesanti no. Il tasso di disoccupazione ri- IN UNA situazione del gene-
che sarà all’esame del Parla- recentissimo Documento di documento in cui non c’è un im- per chi non riporta il debito mane stabile sui valori medi del- re, ovviamente, anche i consu-
mento la settimana prossima. economia e finanza (Def) del Te- pegno preciso, una data, in cui pubblico entro il 60% del Pro- lo scorso anno, mentre sono au- mi soffrono: “Restano impron-
Che la situazione non fosse per soro, si attesterà all’1,1% que- si ritirano persino fuori le gran- dotto a colpi di un ventesimo di mentate l’incidenza dei disoc- tati alla prudenza i comporta-
cupati di lungo menti di spesa delle famiglie, in-
periodo e la di- fluenzati dalle condizioni del
Ieri il Fondo Gita, che soccupazione mercato del lavoro e dall’anda-
PRECARI, a Roma sociali, settori critici della doveva rilevare Vinyls, non
giovanile”. Cre-
scono, dice
mento del reddito disponibile,
nel 2010 ancora diminuito in
Cgil, sindacati di base, intel- Bankitalia, i “di- termini reali”. A gennaio, scrive
gli Stati generali lettuali costruiranno una tre
giorni (cominciata ieri e che ha rispettato gli impegni soccupati”
(+1,6% rispetto
Palazzo Koch, le vendite al det-
taglio sono tornate a calare in-
opo la giornata di mobilitazione del 9 si conclude domani con assemblea al tea- a un anno pri- sieme al “clima di fiducia dei
DAdesso”
aprile il comitato “Il nostro tempo è
invita i precari ad aderire allo
tro Volturno) che rifletterà su come pre-
parare il primo “sciopero precario”. La
Tutti i dipendenti ma, 35 mila per-
sone) e gli “inat-
consumatori”. Questo il pano-
rama, mentre il ministro dell’E-
sciopero generale del 6 maggio indetto data del 6 maggio sarà certamente in ora rischiano il posto tivi” (+0,4%, 65 conomia continua a parlare di
dalla Cgil: “È lì che vanno portate le ra- agenda, sia pure in forme autonome e con mila) e quelli “fase 2”: se la crescita è la stella
gioni di chi è escluso dai diritti, in primis iniziative di “flash mob”, ma l'appunta- che cercano la- polare, la diminuzione delle
dal diritto di sciopero”. Una scelta in par- mento centrale sarà la MayDay del 1 mag- riduzione dell’eccedenza l’an- voro da più di un anno (+7,4%, spese in conto capitale e dei
te obbligata vista la presenza della Cgil nel gio a Milano che da tradizionale “parade” no: una roba da oltre 30 miliardi 73 mila) e pure gli “scoraggiati”, contributi alle imprese certifi-
comitato stesso ma che ha già creato po- musicale avrà quest'anno una caratteriz- ogni 12 mesi (a cui vanno ag- che un posto non lo cercano cata dal Def non è un bel segna-
lemiche con le associazioni di “San Pre- zazione più politica. E che di fatto si pone giunte pure cinque rate da 2,86 neanche più (6,5%, 92 mila), le, mentre la pressione fiscale
cario” che si ritrovano questo fine set- in alternativa al 1 maggio di Cgil, Cisl e Uil miliardi per il Fondo salva-Stati) mentre rimane su livelli di guar- (stessa fonte) è prevista in cre-
timana a Roma agli Stati Generali della che, in onore del 150° dell'unità d'Italia, si che senza una crescita almeno dia la Cassa integrazione, spe- scita dello 0,2%. “Più che un do-
Precarietà. Precari della scuola, dello svolgerà nella lontana Marsala. del 2% sarà un incubo recupe- cialmente in deroga. Comples- cumento economico-finanzia-
spettacolo, collettivi studenteschi, centri (Sal. Can.) rare. sivamente il tasso di disoccupa- rio, una pubblica autoaccusa”,
Ma è dal lato della crisi sociale zione è dell’8,5%, con una situa- ironizza l’ex segretario della Ci-
che il Bollettino di Bankitalia zione terrificante tra i giovani sl Sergio D’Antoni.

PROTEZIONISMO Chi cambia le regole in corsa

Parmalat e la strategia (cieca) del governo

di Sandro Trento
economia italiana non cresce, ce lo
L’l’OCSE
hanno ricordato nei giorni passati sia
sia il Fondo Monetario. Le cause
della nostra stagnazione sono strutturali e
legate al cattivo funzionamento dei nostri
mercati e alle cattive regole che li gover-
nano.
Proprio sulle regole è intervenuto il governo
nei giorni scorsi, a difesa dell’“italianità”
della Parmalat.
Il disegno
dei francesi
IL GRUPPO Parmalat, risanato da Enri-
co Bondi, è oggetto di interesse da parte di
Lactalis (gruppo francese) che nelle settima-
ne passate ha acquisito una quota del 28,97
per cento del capitale di Parmalat. Il 30 per
cento è la soglia critica al di sopra della quale
può scattare l’obbligo di lanciare un’Offerta
pubblica d’acquisto su tutto il capitale re-
stante. In alcuni casi questa soglia si alza fino
al 33 per cento. Comunque sia, con una quo-
ta di circa il 29 per cento il gruppo lattiero-ca-
seario francese aveva i numeri per eleggere
la maggioranza dei membri del Consiglio di
amministrazione della Parmalat nelle as-
semblee societarie già convocate per metà
aprile.
Il governo italiano però non ha gradito que-
sto possibile trasferimento del controllo a fa-
vore dei francesi e ha deciso di cambiare le
regole, consentendo alla Parmalat, “società
sotto rischio scalata”, di posticipare le as-
semblee degli azionisti anche se già convo-
cate. Questa riforma delle regole blocca na-
turalmente i disegni dei francesi.
Il Cda Parmalat in carica infatti ha deciso di
far slittare a fine giugno l’assemblea socie-
taria. Nel frattempo si va formando una cor-
data di potenziali acquirenti italiani del grup-
po di Collecchio. Una cordata nella quale un
qualche ruolo sembra essere svolto da Ban-
ca Intesa Sanpaolo e alla quale sembrano
partecipare la Granarolo e forse anche il
gruppo alimentare Ferrero. A quanto pare
però questa cordata non ha tutti i quattrini
necessari per comprare la Parmalat (che va-
le 5 miliardi di euro). Granarolo infatti ha an-
nunciato che conferirebbe assets e non da-
naro. Che si fa se non si hanno i soldi? Si va da
chi ne ha tanti. Ed ecco allora che il governo
decide di cambiare anche lo Statuto della
Cassa Depositi e Prestiti (per il 70 percento
di proprietà del Tesoro e per il 30 di fonda-
zioni bancarie).
Della cordata italiana
fanno parte Banca Intesa,
Granarolo e Ferrero
Ma a mettere i soldi sarà
la Cassa depositi e prestiti
La CdP potrà d’ora in poi costituire un su-
perfondo d’investimento per acquisire par-
tecipazioni strategiche in società d’interesse
nazionale. La CdP potrà aiutare la cordata
italiana comprando lei stessa una quota ri-
levante delle azioni Parmalat. In pratica, l’as-
semblea societaria Parmalat è stata rinviata,
nel frattempo la CdP potrà comprare una
quota significativa di capitale del gruppo ali-
mentare in questione, coordinare le proprie
azioni con quelle della cordata italiana e
bloccare i francesi.
Il super fondo
d’investimento
MA non è questo il tipo di
cambio di regole che ci
chiedono l’OCSE e il
FMI. L’economia ita-
liana ristagna anche
perché da noi perma-
ne una morbosa com-
mistione tra politica ed economia e il governo
non fa che accrescere questa commistione.
Lo aveva già fatto nel caso Alitalia quando
bloccò i francesi di Air France e lo ha fatto più
di recente nel caso Edison prorogando un
patto di sindacato per ostacolare EDF, inte-
ressata all’acquisto di parte delle centrali
Edison (la Francia perseguita Tremonti).
Insomma, il governo sistematicamente mo-
difica le regole del gioco mentre la partita è
ancora in corso, è come se durante il derby
Roma-Lazio si consentisse alla Lazio di re-
stringere la dimensione della propria porta.
Ci sono vari aspetti negativi in queste vicen-
de. Si introduce incertezza. L’Italia avrebbe
bisogno di molti investimenti esteri
per migliorare la propria industria
ma se c’è incertezza sulle regole
gli investitori esteri staranno al-
la larga dal nostro Paese. Si in-
troduce discrezionalità e que-
sto è tanto più grave nel caso
di un governo che ha già al
suo interno un conflitto
Giulio Tremonti
di Manolo Fucecchi
di interessi enorme. E se il fondo della CdP
intervenisse nel capitale delle Assicurazioni
Generali per riportare alla guida Cesare Ge-
ronzi? E se intervenisse a difesa di Passera in
BancaIntesa? E se il fondo della CdP inter-
venisse domani a difesa dell’italianità di Me-
diaset?Come sappiamo il concetto di “im-
presa di interesse nazionale” è assai vago e
indefinito. Se è strategico per il Paese il latte
della Parmalat perché non dovrebbero es-
serlo le assicurazioni o le televisioni?
Il museo economico
e sociale
LA LOGICA dell’operazione è tutta di-
fensiva e “backward looking”, antiquata.
Forse, invece di investire soldi pubblici a pro-
tezione di settori maturi, sarebbe stato più
utile pensare a politiche per far nascere set-
tori nuovi, tecnologicamente avanzati o ma-
gari aiutare le piccole imprese ad ammoder-
narsi, a internazionalizzarsi, a crescere di-
mensionalmente.
Tremonti e la Lega sono conservatori, questo
è chiaro. Di fronte alle sfide della concorren-
za mondiale vorrebbero congelare la strut-
tura produttiva italiana così com’è, trasfor-
mare il nostro sistema economico in un Mu-
seo economico-sociale, fatto di settori tradi-
zionali a bassa innovazione, di capitalisti
senza capitali, di partite iva che per vivere
non pagano le tasse e così via. Non si cresce
molto però in questo modo.
Sabato 16 aprile 2011 pagina 13

ECONOMIA

THYSSEN, FU OMICIDIO VOLONTARIO

SENTENZA STORICA A TORINO Rocco Marzo

16 anni per l’ad Espenhahn. Nel rogo morirono 7 persone

di Stefano Caselli sce miracolosamente a scam- battimento iniziato a gennaio
Torino pare. Sei ore dopo l’esplosio- 2009 e conclusosi ieri. Ottanta
ne muore Roberto Scola, 32 udienze spesso concitate in
on appena risuona la anni e due figli, giunto al re- cui non sono mancati colpi di

N parola “colpevole”, i
parenti delle sette vitti-
me della strage della
ThyssenKrupp trattengono a
stento un moto di gioia. Poi,
parto grandi ustionati del Cto
di Torino pienamente co-
sciente. Il cuore di Angelo
Laurino, 43 anni e due figli, si
ferma all’Ospedale San Gio-
scena, su tutti l’indagine pa-
rallela a carico di una decina di
persone che, “avvicinate” dal-
l’azienda, avrebbero dichiara-
to il falso in dibattimento.
Angelo Laurino

con il passare dei minuti, non vanni Bosco il pomeriggio del

trattengono più le lacrime. Fi- SECONDO l’accusa il rogo
no a che un padre, sopraffatto della ThyssenKrupp fu una
dall’emozione, non viene ada-
giato su una barella. Non han-
Condannati “tragedia annunciata”, causata
dalla colpevole omissione di
no perso un’udienza e non
potevano certo mancare alla
gli altri cinque adeguate misure di sicurezza
all’interno di uno stabilimento
lettura della sentenza che,
seppure niente e nulla potrà
imputati: 13 in via di dismissione: sistemi di
rilevazione incendi assenti,
mai ripagare il dolore di una estintori vuoti o malfunzio-
morte, li premia. Un verdetto anni per quattro nanti, carenza di manutenzio-
Antonio Schiavone

pesantissimo quello della ne, sporcizia e, soprattutto,

Corte d’Assise di Torino, che
accoglie in pieno (e anche ol-
tre) tutte le richieste dell’ac-
cusa. Harald Espenhahan, am-
ministratore delegato della
ThyssenKrupp Italia, è stato
condannato a sedici anni e sei
mesi di reclusione per omici-
dio volontario con dolo even-
tuale.
È LA PRIMA VOLTA che
un Tribunale riconosce un rea-
to così grave per “incidente”
sul lavoro. Tredici anni e sei
mesi ai dirigenti Gerald Prie-
gnitz e Marco Pucci, al diret-
tore dello stabilimento torine-
se Raffaele Salerno e al respon-
Lo stabilimento delle acciaierie ThyssenKrupp di Torino (FOTO ANSA)
sabile sicurezza Cosimo Ca-
fueri, imputati di omicidio col-
poso con colpa cosciente; 10
ani e dieci mesi (l’unica pena
superiore alle richieste della
pubblica accusa) al dirigente
Daniele Moroni.
È da poco passata l’una del 6
dicembre 2007, quando, sulla
linea 5 dell’acciaieria di corso
Regina Margherita, si sviluppa
un principio d’incendio. An-
tonio Schiavone, 36 anni e
tre figli, si china per tentare di
spegnerlo; improvvisamente
cede un tubo, fuoriesce una
gran quantità d’olio che pro-
voca un’esplosione. Schiavo-
ne muore sul colpo. Dietro di
lui sei compagni di lavoro ven-
gono travolti dalle fiamme.
L’ottavo componente della
squadra, Antonio Boccuzzi,
oggi parlamentare del Pd, rie-
dirigenti,
10 anni
per Moroni
6 dicembre. Bruno Santino
muore di sera; aveva 26 anni e
della fabbrica non ne poteva
più e di lì a poco si sarebbe
licenziato per aprire un bar
con la fidanzata ventunenne.
La Torino postolimpica, d’un
tratto, scopre che gli operai
esistono ancora. E che muoio-
no sul lavoro. Il 16 dicembre
2007 la città accompagna in
duomo i funerali delle prime
quattro vittime, poche ore pri-
ma che, in una stanza delle
Mollinette, finisca la lotta di
quell’email firmata Harald
Espenhahan in cui l’ammini-
stratore delegato dichiarava il
dirottamento di un investi-
mento di 800 mila euro (sol-
lecitato dalle assicurazioni nel
2006 dopo un analogo incen-
dio nello stabilimento tedesco
di Krefeld) “from Turin”, cioè
non a Torino, ma a Terni, dove Roberto Scola
la linea 5 avrebbe dovuto es-
sere smontata e trasferita (no-
nostante il picco di produzio-
ne raggiunto appena due mesi
prima della strage). Per i pub-
blici ministeri Guariniello,
Longo e Traverso “from Turin”
era la pistola fumante, motivo
dell’imputazione di omicidio
volontario con dolo eventuale
a carico di Espenhahan, che
avrebbe coscientemente ri- Bruno Santino

MICHELE E CONSTANTIN Rocco Marzo, 54 anni e due

Altri due operai caduti sul lavoro
ncora due operai caduti sul lavoro.
Al'imbottigliamento
Stava lavorando ad una pressa per
nello stabilimento
di Acqua Vera a San Giorgio in Bosco
(Padova), e il macchinario lo ha stri-
tolato: è morto così Michele Zocca-
rato, 50 anni, dipendente della ditta
di acque minerali padovana. Sull'ac-
caduto è stata aperta un'inchiesta dei
carabinieri e lo Spisal, l'ente infortuni
sul lavoro di Padova, che sta eseguen-
do un'indagine tecnica. Il macchina-
rio che ha causato l'incidente è stato
posto sotto sequestro. Secondo i sin-
dacati, la pressa non avrebbe dovuto
muoversi in presenza di un operatore
figli, il più anziano (sarebbe
andato in pensione dopo po-
che settimane) del gruppo.
Tre giorni dopo, il 19 dicem-
nei pressi dei bancali. Immediata la bre, muore anche Rosario
reazione dei lavoratori che hanno pro-
clamato uno sciopero per lunedì pros-
Rodinò, 26 anni, stessa età di
Giuseppe Demasi, che resi-
simo. ste fino al 30 dicembre. Sette
Un altro operaio, Costantin Caprus, morti, una strage mai vista.
che aveva solo 29 anni, è morto ieri in Il verdetto della Corte d’Assise
uno dei cantieri della Quadrilatero. Il di Torino arriva dopo un pro-
ragazzo uzbeko era con un collega su cesso celebrato a tempo di re-
un cestello all’interno di una galleria cord, tre anni e cinque mesi
in costruzione a Fonte delle Mattinate, dopo quella notte maledetta.
frazione di Serravalle del Chienti; en- Indagini chiuse il 23 febbraio
trambi sono precipitati dal cestello e 2008, un primo risarcimento
Constantin è morto sul colpo, spez- record di 12 milioni e 970 mila
zandosi l’osso del collo. Il collega, J.D., euro da parte della Thyssen-
è ferito ma non in pericolo di vita. Krupp alle famiglie delle vit-
Indetto sciopero di otto ore. time (giugno) poi l’udienza
preliminare e il rinvio a giu-
dizio (novembre), quindi il di-
sparmiato sulla sicurezza ac-
cettando il rischio di incidenti
anche gravi. Secondo i difen-
sori – tra cui spiccava l’avvo-
cato Franco Coppi, già legale
di Giulio Andreotti – l’impu-
tazione di omicidio volontario
era “obbrobriosa”, formulata
dalla Procura “in modo fretto-
loso sull’onda dell’emozione”,
addirittura un “processo poli-
tico” contro “la fabbrica dei te- Rosario Rodinò
deschi” (dal titolo del docu-
mentario di Mimmo Calopre-
sti). Secondo la difesa l’azien-
da non trascurò la sicurezza
degli operai, cercando in qual-
che modo – pur dichiarando
di volerlo evitare a tutti i costi
– di addossare ai lavoratori la
responsabilità di quanto acca-
duto. La Corte d’Assise di To-
rino non ci ha creduto.
Giuseppe Demasi

E LA EX BERTONE È PRONTA AL REFERENDUM

LANDINI VUOLE PORTARE LA FIAT IN TRIBUNALE

di Salvatore Cannavò
entre alla ex Bertone, la
M vecchia fabbrica di design
rilevata dalla Fiat per costruire
la nuova Maserati, ci si prepara
al referendum, la Fiom si pre-
para a portare la Fiat in tribu-
nale. Nell'incontro dei delega-
ti Rsu, che si è tenuto ieri a
Grugliasco e a cui hanno par-
tecipato i delegati Fiom, che
detengono il 62 per cento, ma
anche quelli di Fim e Uilm, è
stato deciso di chiedere alla
Fiat la presentazione di un te-
sto di accordo su cui far votare
i lavoratori. Anche Susanna
Camusso, leader Cgil, si siede-
rà al tavolo con la Fiat. Finora,
l'azienda ha semplicemente
indicato la propria volontà di
applicare, anche per lo stabi-
limento piemontese, il model-
lo “Fabbrica Italia” di Mirafiori
e Pomigliano. I lavoratori però
chiedono al Lingotto di mette-
re nero su bianco le richieste
per svolgere correttamente la
consultazione. Nel frattempo,
per non rimanere solo nelle
mani di Marchionne, le Rsu
hanno chiesto un incontro
con l'assessore regionale al La-
voro e con il presidente del-
l'Inps perché siano definite le
pratiche per il secondo anno
di cassa integrazione straordi-
naria.
ALLA BERTONE non c'è in
gioco solo il futuro dei 1100 la-
voratori ma anche l'esito finale
di quella lunga vertenza sinda-
cale avviata la scorsa estate con
l'accordo separato di Pomiglia-
no. Finora la Fiat ha ottenuto
quello che voleva ma al prezzo
di pesanti divisioni tra i lavora-
tori e con una crescita del po-
tere di interdizione della Fiom.
Che ha tenuto duro, ha accet-
tato anche l'isolamento ma che
è riuscita a polarizzare le posi-
zioni creando diversi problemi
anche alla Cgil di Susanna Ca-
Maurizio Landini (FOTO ANSA)
musso. Nei giorni scorsi, per
esempio, la Fiom ha rifiutato di
firmare l'accordo sul monte
ore sindacale (cioè le ore asse-
gnate all'attività sindacale) per
gli stabilimenti di Melfi, Sevel,
Fma (Avellino) e del Centro Ri-
cerche, perché “la Fiat ha pro-
Susanna
Camusso,
con Cisl e Uil,
parteciperà
al tavolo
delle trattative
con il Lingotto
posto l'introduzione della co-
siddetta Clausola di Responsa-
bilità” cioè la limitazione al di-
ritto di sciopero. Ieri ha denun-
ciato anche l'accordo in Sevel
sui sabati lavorativi, anch'esso
comprensivo delle clausole di
responsabilità. Poi c'è la più dif-
ficile situazione di Melfi dove la
maggioranza dei delegati Fiom
chiede di firmare l'intesa sul
metodo Ergo Uas siglata e poi
sospesa dalla Fiom nazionale - e
non da quella locale come ave-
vamo erroneamente scritto ie-
ri - su cui si svolgerà un'assem-
blea martedì prossimo.
CHE la situazione resti tesa lo
dimostra anche il fatto che il se-
gretario della Cisl, Raffaele Bo-
nanni, ha chiesto un “incontro
urgente” a Sergio Marchionne
per “fare ogni sforzo per garan-
tire l'investimento della Fiat”.
Si tratta di 500 milioni che la
Fiat è pronta a portare da un'al-
tra parte se la ex Bertone non
accetterà le sue condizioni. Ma
intanto per oggi è prevista
un'altra iniziativa Fiom che non
mancherà di tendere ancora i
rapporti sindacali: il segretario
Maurizio Landini e il responsa-
bile Auto, Giorgio Airaudo,
hanno convocato una confe-
renza stampa in cui illustreran-
no il ricorso contro la Fiat sulla
base dell'articolo 2112 del Co-
dice, quello che sancisce il
mantenimento dei diritti dei la-
voratori in caso di trasferimen-
to d'azienda come sarebbe nel
caso delle new.co istituite a Po-
migliano e Mirafiori. Se il tribu-
nale dovesse dare ragione alla
Fiom, l'intera strategia di Mar-
chionne verrebbe azzerata.
pagina 14
GIOVANNI ALLEVI
La colonna sonora
del marketing
ambizioso, un ufficio stampa molto attivo e azzeccate “mosse di mercato”
di Guido Biondi
I
n principio fu Stephen Schlaks.
“Casablanca” era il titolo della si-
gla dell’oroscopo su Telemonte-
carlo nel 1979. Easy listening e
primo esempio di “crossover”
ovvero un fenomeno di nicchia
catapultato, grazie a un’accorta
strategia di marketing, nella mu-
sica pop. Seguirà, in ordine spar-
so, Richard Clayderman, James
Last, Rondò veneziano e tanti al-
tri. Nel 1997 Saturnino Celani,
bassista di Jovanotti, decide di
presentargli Giovanni Allevi,
pianista, compositore e laureato
in Filosofia. È l’inizio di una car-
riera che diventerà inarrestabile
solo dopo l’incontro con il pig-
malione Riccardo Vitanza e il suo
ufficio stampa.
ECCO COME il pianista ricorda
i suoi esordi in questa intervista
concessa in una pasticceria poco
distante dalla sua nuova casa, non
più il monolocale che definiva iro-
nicamente la “cabina telefonica”.
“Jovanotti l’ho incontrato la pri-
ma volta nel backstage di un con-
certo”, racconta, “solo una man-
ciata di secondi, mi salutò e mi dis-
se: grande emozione la tua musi-
ca. Ebbi l’opportunità di aprire il
suo concerto al Palaeur di Roma.
Notavo diffidenza nei miei con-
fronti; ero quello appena uscito
dal Conservatorio. C’era una sorta
di paradosso: ero sulla carta il mas-
simo esperto di musica, poiché il
diploma di composizione è il più
alto riconoscimento accademico
di tipo musicale che esista, ma
non avevo l’esperienza, a diffe-
renza degli altri musicisti della sua
band. È stato inevitabile ricevere
atteggiamenti di “nonnismo”.
C’era il risentimento dovuto forse
a un complesso di inferiorità na-
scosto”. Interessante sentire la
versione di Pier Foschi, ex batte-
rista di Lorenzo e oggi in procinto
di pubblicare un disco solista: “Io
credo di averlo aiutato a venire
fuori da questa situazione. Il no-
stro mondo sembrava idilliaco
dall’esterno e invece era colmo di
SECONDOTEMPO
MUSICA
Come si diventa un fenomeno pop?
Storia di un pianista bravo e
ansia e rabbia e alcuni spesso si
sfogavano, anche piangendo.
Non solo Allevi anche Luca Scar-
pa, un altro pianista. Così molte
persone hanno ben pensato di an-
darsene. Come Stefano Bollani
che ha resistito solo quattro mesi
poi mi disse: in questa gabbia di
matti ci state voi”. Chiusa la paren-
tesi con il cantante, entra in scena
Riccardo Vitanza e il suo mondo
della comunicazione e dei contat-
ti discografici: “Penso che Giovan-
ni non sarebbe riuscito a raggiun-
gere il suo successo senza Vitan-
za”, prosegue Pier Foschi, “Ric-
cardo voleva riconquistare Loren-
zo che, nel frattempo, aveva cam-
biato ufficio stampa. Oppure una
voglia di riscatto: ti faccio vedere
chi hai mandato via dalla tua scu-
deria”. Giovanni acquista sempre
più spazio nei principali quotidia-
ni e nelle trasmissioni tv nazio-
nal-popolari. Eppure oggi che si è
consumato il “divorzio” artistico
non sembra che il compositore sia
tenero col suo ex mentore: “Co-
me spieghiamo il tutto esaurito al-
la Toppan Hall di Tokyo o all’Au-
ditorium della città proibita di Pe-
chino dove non avevo l’appoggio
di nessuno? Gli uffici stampa sono
importanti, ma fino a un certo
punto”. Pronta la replica di Vitan-
za: “C’è una spiegazione. Il primo
concerto di New York al Blue No-
te è nato, in realtà, in seguito a una
richiesta dell’Istituto italiano di
cultura. Volevano un artista che
suonasse gratis, fu proposto Alle-
vi, nonostante non fosse cono-
SPETTACOLI,SPORT,IDEE
sciuto. Gente come Fresu, Rava,
Bollani non avrebbero mai suona-
to gratuitamente. Tutti i concerti
all’estero vennero pianificati gra-
zie agli Istituti italiani di cultura
dei vari Paesi; non era il teatro o
l’organizzatore che chiamavano
al telefono.
QUINDI PURO marketing. La
verità è che prima di conoscermi
non aveva riscontri in termini di
vendite discografiche e visibilità:
è grazie a questo lavoro che ti si
aprono delle porte”. Ecco come il
pianista affronta l’accusa di mar-
keting: “Il dubbio sull’importanza
eccessiva dell’ufficio stampa, il
dubbio del personaggio costruito
sono lo stesso clichè tipico dei de-
trattori. La Fiat mi chiede di fare
uno spot? Facciamolo! La pubbli-
cità consente alla mia musica di
entrare nelle case di tutto il mon-
do. Una grandissima opportunità.
E non ho neppure l’automobile”.
A proposito di spot, Vitanza rac-
conta com’è nata la pubblicità in-
ternazionale della Bmw: “Intanto
Spike Lee non ha mai conosciuto
Allevi: è una balla. Non è stato il
regista a scegliere la musica. Fu
Roberto Biglia della Sony a dirmi
che “Come sei veramente” era nel
lotto delle canzoni selezionate
per lo spot: si doveva scegliere tra
noi e Bob Dylan. Accettammo l’of-
ferta di 30.000 euro passando il
turno. L’altro brano era più costo-
so”. Ecco nell’ordine i principali
detrattori di Allevi: Marcello Filo-
tei dell’Osservatore Romano scrive
Giovanni Allevi. Sopra il professor Franco Cordero (FOTO LAPRESSE)
in & out
Negramaro
Il nuovo
“Basta così”
arriva in
radio: c’è
anche Elisa
che “l’educazione musicale italia-
na non fornisce gli strumenti per
distinguere Arisa da Billie Holiday,
figuriamoci Puccini da Allevi”.
Elio (delle Storie tese) ha dichia-
rato: “È una perfetta operazione di
marketing. Non ce l’ho con lui, ba-
sta che non dica di essere il nuovo
Mozart”. Uto Ugh: “Il suo succes-
so è il termometro perfetto della
situazione del nostro Paese: pre-
valgono sempre le apparenze. Lui
è un nano in confronto a Horo-
witz, a Rubinstein”. Ecco la repli-
ca: “Elio mi ha dato del ciarlatano.
Evidentemente sono un suo pro-
blema irrisolto. Fra tutte queste
personalità quella di Ughi è la più
alta e ha meritato una risposta: c’è
una musica classica tradizionale e
una contemporanea che è lo spi-
rito del tempo. Rimando tutti i
miei attuali e futuri critici e detrat-
tori a quella risposta”. Difficil-
mente troverete questa storia su
Wikipedia.
Ughi: il suo
successo
è il termometro
del Paese,
prevalgono
sempre
le apparenze
Sabato 16 aprile 2011
Scala
Vasco Rossi
Tennis
Andy Murray
Ancelotti
Vorrei restare
cura le in semifinale al Chelsea,
musiche per contro ma non
“L’altra metà Nadal a conosco il
del cielo” Montecarlo mio futuro
Reggio Emilia
Laicità,
fede
e relativismo
di Emilio Carnevali
Cperiventi
sarebbe quasi da rimanere delusi, sulla scia delle ro-
polemiche della vigilia, arrivando a Reggio Emilia
assistere alle Giornate della laicità organizzate da Ini-
ziativa Laica, Arci e la rivista Micromega tra il 15 e il 17
aprile. Li avevano descritti come i facinorosi annunciatori
dell’anticristo di Nietzsche e invece ci troviamo di fronte
a tranquille famigliole, compassate signore con il blocco
per gli appunti, studenti universitari ordinatamente in fila
per seguire con grande attenzione i dibattiti che in questa
tre giorni dislocata fra Reggio, Correggio e Scandiano
approfondiranno temi come la laicità, il rapporto Sta-
to-Chiesa, le questioni “eticamente sensibili”, ecc. Temi
che dovrebbero costituire normali argomenti del dibat-
tito – e del contendere – nell’arena pubblica di qualsiasi
“democrazia matura” e che qui in Italia suscitano ancora
scandalo. “Anticlericalismo da bar” (Beppe Pagani, con-
sigliere regionale del Pd), “Una comunistata di vecchio
stampo” (Luca Bartolini, consigliere regionale del Pdl),
giornate al “sapore di ateismo militante e di anticristia-
nesimo” (mons. Emilio Landini, portavoce della Curia di
Reggio Emilia Guastalla): sono solo alcuni degli epiteti
con i quali sono state bollate le Giornate di Reggio nei
giorni che le hanno precedute.
E PENSARE che proprio Benedetto XVI – in un discorso
tenuto lo scorso 21 dicembre 2009 – aveva dichiarato: “Io
penso che la Chiesa dovrebbe anche oggi aprire una sorta
di ‘cortile dei gentili’”: “Al dialogo con le religioni deve
oggi aggiungersi soprattutto il dialogo con coloro per i
quali la religione è una cosa estranea, ai quali Dio è sco-
nosciuto”. Invito al dialogo che tuttavia non è stato rac-
colto dai membri della gerarchia ecclesiastica. Ha raccon-
tato il direttore di Micromega Paolo Flores d’Arcais nel corso
della conferenza stampa di apertura: nonostante “abbiamo
invitato più di una quindicina fra vescovi e cardinali, i
direttori dell’Avvenire e dell’Osservatore Romano, il predi-
catore pontificio, il direttore della sala stampa della Santa
Sede e il suo predecessore, nessuno ha accettato di venire
a confrontarsi” con “gentili” come Beppino Englaro e Giu-
lio Girello. Al professor Franco Cordero è stata assegnata la
lectio con la quale si è aperta la rassegna. Il titolo scelto –
“Elogio del relativismo”, titolo che fa per altro da “filo
conduttore” all’intero programma di incontri - è stato fra i
più bersagliati dagli agguerriti detrattori del “raduno lai-
cista”. Don Eugenio Morlini, parroco della chiesa di San
Bartolomeo, ha colto molto più dei portavoce ufficiali della
sua diocesi il senso della lezione di Cordero e dell’intera
iniziativa: “Ci può far paura il titolo ‘Elogio del Relativi-
smo’, ma se andiamo a vedere dentro il programma, il
relativismo è trattato in opposizione all’assolutismo, quin-
di ha una sua chiave di lettura che può aiutare anche noi
cristiani a rivedere certi nostri assolutismi. Vorrei invitare
tutti a partecipare, cristiani e non; ed a mettersi in dia-
logo”.
Sabato 16 aprile 2011 pagina 15

SECONDO TEMPO

IL CONCERTO

PRIMO MAGGIO CONDICIO Il conduttore Marcorè: satira penalizzata

dalle regole pre-elettorali
di Luca De Carolis certi assieme) e a Edoardo De siamo noi. Storia, patria e la- visto che “La Storia siamo Sulla stessa linea Dalla (al de- Di certo si prospetta un Pri-
Angelis: “Io e Barbarossa ab- voro”. noi” è proprio il titolo di uno butto nel concerto del Primo mo Maggio colmo di note di
na celebrazione dei biamo un repertorio con qualità. Dall’ironia rap di Ca-

U
150 anni dell’Italia uni-
ta, con la coppia Dal-
la-De Gregori, ma an-
che con la par condicio. Una
compagna scomoda per gli
artisti che saliranno sul palco
di San Giovanni, a Roma, per
il tradizionale concerto del
Primo Maggio. Un inevitabi-
le freno soprattutto per l’at-
tore Neri Marcorè, condut-
tore della manifestazione or-
ganizzata dai sindacati con-
federati, che da sempre ha
nella commistione tra musi-
ca e temi sociali la sua cifra.
MA QUEST’ANNO parla-
re di società e politica, tra un
pezzo e l’altro, sarà compli-
cato. Perché il 16 maggio si
voterà per le Amministrative,
e per le televisioni sarà già
scattato l’obbligo di par con-
dicio. Bel problema per Mar-
corè, formidabile imitatore di
politici. Il “suo” Gasparri,
con bocca storta e suoni gut-
turali, è ormai un classico. Ma
sarà difficile vederlo a San
Giovanni. Ieri in conferenza
stampa Marcorè è stato chia-
ro: “La scelta dei miei brani
dipenderà dalla par condicio,
una grave limitazione. Non
possiamo nominare politici o
partiti di una parte se non no-
miniamo anche l’altra. E allo-
ra preferiscono non accon-
tentare nessuno, perché è ri-
dicolo mettersi lì con il bilan-
cino”. Fastidioso, dover imi-
tare Gasparri e subito dopo
Di Pietro, tanto per rimanere
nel novero dei personaggi ca-
ri all’artista. “Se la satira non
si può fare in un certo modo,
tanto vale non farla proprio”
sintetizza Marcorè. Costretto
a selezionare con politica cu-
ra le canzoni da proporre as-
sieme al suo amico Luca Bar-
barossa (tengono spesso con-
molte canzoni satiriche in cui
sono citati politici, e forse
non potremmo interpretarle.
Meglio non spingersi in quel-
la direzione”. L’ennesimo
ostacolo, insomma, in nome
delle norme. La manifestazio-
ne potrà comunque contare
su un cast ricchissimo. Il te-
ma del concerto sarà il 150°
anniversario dell’Italia unita,
richiamato indirettamente
anche nel titolo: “La storia
Neri Marcorè. A fianco Thomas DiBenedetto (FOTO LAPRESSE)
A celebrare la ricorrenza ci
sarà anche Ennio Morricone,
che dal palco proporrà l’ine-
dito Elegia per l’Italia, scritto
appositamente per il concer-
to. Gino Paoli intonerà inve-
ce il Va’ Pensiero, mentre l’or-
chestra Roma Sinfonietta in-
terpreterà brani del Nabucco e
dell’Aida, assieme a Bella Ciao
e all’Inno di Mameli. Ma a San
Giovanni ci sarà anche la cop-
pia Dalla-De Gregori. Una
presenza in fondo obbligata,
dei brani più noti del cantau- Maggio): “Speriamo che i ra-
tore romano. gazzi si aspettino qualcosa di parezza all’elettronica evolu-
più che un messaggio da par- ta dei Subsonica, per passare
VISIBILMENTE irritato ie- te nostra. Il più grande mo- all’eclettismo di Daniele Sil-
ri, quando in conferenza mento di protesta sarà quan- vestri e alla levità della Ban-
stampa una precaria con bim- do la classe operaia farà festa. dabardò, sino alle emozioni
ba al seguito gli ha chiesto di E il concertone sarà prima di di veterani come Eugenio Fi-
“schierarsi” contro i tagli alla tutto una grande festa”. Nien- nardi, Edoardo Bennato ed
cultura e il precariato. “Non te rischi per la par condicio Enzo Avitabile, saranno tanti i
ho mai fatto proclami dal pal- con la coppia di cantautori, “colori” del concerto. La ma-
co e non lo farò questa volta” che sulla loro scaletta per il nifestazione, trasmessa in di-
ha sibilato De Gregori, secon- concerto hanno fatto melina: retta da Rai3, inizierà attorno
do cui “parlano le mie can- “Non l’abbiamo decisa, e co- alle 15:15, per concludersi at-
zoni, e mi pare abbastanza”. munque non ve la diremmo”. torno a mezzanotte. La con-
comitanza con la beatifica-
zione di Karol Wojtyla non
De Gregori: “Mai fatto proclami preoccupa l’organizzatore,
Marco Godano: “C’è la mas-
dal palco e non lo farò questa sima collaborazione con il Va-
ticano, e comunque la mani-
festazione si concluderà di
volta, parlano le mie canzoni” mattina”.
GIALLOROSSI Notte lunga
per la Roma “americana”
asce la Roma americana. Ieri a Bo- ciare la società, innanzitutto ripianan-
NDiBenedetto
ston la cordata guidata da Thomas
e i legali di Unicredit so-
do un debito che ora sfiora i 40 mi-
lioni. Poi sarà campagna acquisti, con-
no andati avanti sino alla tarda sera dizionata però all’arrivo o meno della
(italiana) per definire il preliminare Roma al quarto posto, che vuol dire
del contratto, che darà il 60% del club accesso alla Champions League e in-
agli imprenditori statunitensi. La base cassi per 15-20 milioni. Già operativo
dell’accordo definitivo, che verrà poi come uomo mercato Walter Sabatini,
limato e siglato a Roma, dopo il via ex ds di Lazio e Palermo. Dovrà invece
libera dell’Antitrust. Prezzo finale, at- sciogliere la riserva Franco Baldini, ex
torno ai 70 milioni. La maggioranza ds della Roma ai tempi dello scudetto
delle azioni giallorosse passerà dun- del 2001 e ora dirigente dell’Inghil-
que a DiBenedetto, mana- terra di Capello. Per la pan-
ger esperto in marketing china il primo nome rima-
sportivo, e ai suoi tre soci: ne Carlo Ancelotti, ormai
Richard D’Amore, Michael alla fine del suo rapporto
Ruane e a James J.Pallotta, il con il Chelsea. Ma il suo in-
più ricco della cordata con gaggio supera i 5 milioni
un patrimonio di un miliar- annui. Alternativa princi-
do di dollari, stando alla sti- pale, l’attuale tecnico gial-
ma del Boston Magazine. lorosso, Vincenzo Montel-
Saranno loro a dover rilan- la. (Lu.Dec .)

Radio Tre, meno paura più cultura

Marino Sinibaldi (FOTO ANSA)
di Mattia Carzaniga
ome il “casotto” di Sergio
C Citti, la Radio3 di primave-
ra va in riviera. Si trasferisce –
ormai è il quinto anno conse-
cutivo – a Cervia, dove va in
onda un festival radio-cultura-
le che fino a domani animerà
gli spazi della città, il Teatro
Comunale e il Magazzino del
Sale, e soprattutto coinvolge-
rà cittadini e pubblico che
hanno voluto seguire in villeg-
giatura la terza frequenza Rai.
“È ovviamente un rapporto
molto diverso da quello che si
crea durante la programma-
zione di tutti i giorni”, ci dice
il direttore Marino Sinibaldi.
“Ci si incontra faccia a faccia,
A CERVIA IL FESTIVAL CON TUTTE LE VOCI DELL’EMITTENTE: DIBATTITI, MUSICA E INCONTRI
e noi stessi scopriamo di non
essere solo la radio colta ed
elitaria come ci vogliono di-
pingere in tanti”. Un occhio
per tre giorni ancora più aper-
to sul mondo. Un occhio co-
me il logo di questa quinta edi-
zione, “regalato” dall’artista
Michelangelo Pistoletto.
UNO SGUARDO sulle cose
di oggi che sfida il senso man-
cante della radio, quella vista
che però può diventare “paro-
la ascoltata”. Ecco dunque
schierati i protagonisti della
manifestazione di quest’anno:
si comincia col racconto del-
l’Italia da parte del narratore
civile Riccardo Iacona (a cui è
stata affidata l’“inaugurazio-
ne”), poi Filippo Timi (ieri il
nuovo monologo Favola - C’era
una volta una bambina e dico c’era
perché ora non c’è più), si affron-
ta con Dacia Maraini il tema
femminile, che dopo le new
entry nel parco del bunga
bunga non smette di scottare
(oggi alle 16), etica e religione
cercano di coabitare nell’in-
contro con la filosofa Roberta
De Monticelli (domani alle
9.30), mentre si dibatte del
Mediterraneo in fiamme nel-
l’appuntamento con Osama
Al Saghir, Azzurra Meringolo e
Feisal Bunkhella (oggi alle
10). E ovviamente non manca-
no le grandi firme della musica
“alta”, che dà storicamente
volto e note alla terza rete Rai:
da Stefano Bollani ad Andrea
Lucchesini, fino a Enrico Ra-
va, ospite d’onore di questa
edizione. Lo slogan, se uno
slogan ci deve essere, è “Più
cultura, meno paura”. Che
vuol dire anche, sembra di ca-
pire, più testa e meno pancia.
La radio come ultimo baluar-
do della resistenza culturale
del Paese della “videocracy”?
“Sì, se quella magnifica parola
viene letta e intesa non come
difesa da qualcosa ma piutto-
sto come sfida e rivendicazio-
ne. Non mi piace quando ci
chiamano ‘oasi’, ‘isola’, il pas-
so verso la ‘riserva’ è molto
breve. Noi non ci consideria-
mo ghettizzati o chiusi in una
trincea, siamo i primi a guar-
dare a una società che è sem-
pre più ampia, variegata e plu-
ralista. Offriamo cultura alla
gente che la cerca e non riesce
a trovarla: non la trova più nel-
la scuola, né tantomeno negli
enti locali che disinvestono in
misura sempre maggiore, for-
se è per questo che noi diven-
tiamo una cassa di compensa-
zione. La cultura in Italia è
marginalizzata non solo eco-
nomicamente: per far carriera
ormai non serve più, passa
questo messaggio che a mio
avviso è ben più grave dei ta-
gli”.
IL PUNTO , parlando con un
direttore di rete, è anche cer-
care di capire com’è cambiato
il pubblico e come investire su
di esso. “Il pubblico che ci tro-
viamo di fronte è sempre di-
verso – continua Sinibaldi –
Spesso non è quello che ci
aspettiamo né dal punto di vi-
sta generazionale né da quello
culturale, eppure ci fa una ri-
chiesta precisa. Penso agli Sta-
ti Uniti prima dell’era Barack
Obama: la mancanza di cultu-
ra era percepita come una
mancanza reale, da noi la cul-
tura sembra invece diventata
materia da snob, nei dibattiti
televisivi la mancanza di cul-
tura dei partecipanti è eviden-
te ma nessuno si stupisce, il
teatro – luogo che ha ancora il
potere di cambiare la testa del-
le persone – è minacciato dai
tagli al Fus ed è seguito da po-
chi. In questo Paese siamo tut-
ti troppo concentrati su quel
che accade nell’aula parla-
mentare e ci dimentichiamo
del resto”. Il festival di Cervia,
dunque, finisce per diventare
Sinibaldi: il pubblico è pronto a
recepire nuovi linguaggi e non parlo
più solo di piccoli gruppi scelti
anche “forzatura” ideale dei
palinsesti non solo radiofoni-
ci, tra racconto del reale e mu-
sica senza tempo, i nuovi nar-
ratori dell’attualità di casa no-
stra assieme alle sonate di Bee-
thoven. “La gente è pronta a
recepire e ad ascoltare nuovi
linguaggi, e non parlo più solo
di piccoli gruppi scelti. Penso
al successo di Roberto Savia-
no e su Rai3: i numeri che ha
fatto Vieni via con me parlano da
soli, è la dimostrazione che l’i-
dea che per fare ascolti ci vo-
gliano per forza balletti e lu-
strini è diventata una fregnac-
cia. Se ora neanche gli addetti
ai lavori hanno piacere di par-
larne, è solo perché si è capito
che, volendo, si possono dav-
vero cambiare le cose”.
pagina 16 Sabato 16 aprile 2011

SECONDO TEMPO

SALISCENDI

TELE COMANDO
TG PAPI
+ by. Certo, vedere la sfilata del-
le “bambine mie” che raccon- di Carlo Tecce
150 anni
di flop
lì. E forse la coppia gior- programma, molto visto al

Censori tano le serate di Arcore, sareb-

be lo spettacolo del secolo.

T g3
Quello che sta accadendo
L’(o Unità d'Italia ha 150 an-
ni e forse affascina poco
per niente) il pubblico
televisivo, cresciuto con le
nalista-conduttore ha delu-
so le attese di chi li ha se-
guiti il 16 marzo, la prima e
maestosa puntata: 6,1 mi-
lioni di spettatori, il 23,58
Sud e al Centro, quasi igno-
rato al Nord. Radiografia
che forse giustifica la sur-
reale pubblicità per l'Unità
scelta dai dirigenti Rai: un

e ispettori a Milano, e che il Tg3 ha do-

di Paolo Ojetti
g1
T Ci sarebbe qualche pro-
blemino. Proviamo a elencare
i primi che vengono in mente.
Uno, Napolitano vuole ve-
derci chiaro in questo “pro-
cesso breve”. Due, se si mette
di traverso, le truppe berlu-
sconiane hanno lavorato inva-
no e il processo Mills arriva a
sentenza. Tre, processo breve
o prescrizione breve, l’ero-
sprocesso di Ruby procede
spedito a meno che non si rie-
sca a approvare di corsa una
legge che renda inutilizzabili
le intercettazioni telefoniche.
Quattro, se una legge come
questa richiede tempi lunghi,
la sfilata delle escort sarà ine-
vitabile (immaginiamo le de-
posizioni: “Papi era tanto ca-
rino, però…”). Cinque: che si
fa? Soluzione: il Tg1 di ieri fa
piazza pulita di tutto (compre-
si i manifesti terroristi contro i
magistrati milanesi) e manda
in onda solo Quagliariello e
Gasparri che, agli ordini di
Berlusconi, vogliono “manda-
re ispettori” a Milano”: se non
si riesce a fermare la “macchi-
na della giustizia”, si fermano i
macchinisti.
g2
T Partendo dall’assassinio
di Vittorio Arrigoni (una per-
sona speciale, una famiglia
speciale), il Tg2 apre una lun-
ga pagina di esteri per planare
poi a Lampedusa: è il momen-
to dei profughi libici, ora le
espulsioni sono fuori causa e
si impongono i principi del di-
ritto d’asilo. Si parla anche del-
la “giustizia che infiamma il
quadro politico”. Il servizio di
Enrico Rotondi è, come sem-
pre, essenziale e non partigia-
no ma, nel complesso, manca
il vero angolo visuale: l’assalto
che Gasparri e Quagliariello
muovono alla Procura di Mila-
no è un tentativo disperato di
far deragliare il processo Ru-
cumentato, è terribile. Sono
apparsi in ogni angolo mani-
festi che dicono: “Via le Br dal-
le Procure”. E’ una dichiara-
zione di guerra (Asor Rosa è
un dilettante) di fantomatici
“comitati per la democrazia”
che, come osserva Gianni
Bianco, devono avere molti
soldi. E chi sarà quel tipo che
gravita su Milano, ha molti sol-
di e tanta paura di finire faccia
a faccia con Ruby? Il Tg3 fa ri-
vedere Berlusconi davanti al
Tribunale milanese, che arrin-
ga la folla urlando che i giudici
“lavorano contro il paese” e ri-
corda le ultime : sono “un can-
cro”. Il Tg3 ricostruisce tutte
le manovre dilatorie (a parte
Gasparri e Quagliariello, così
maggiordomeschi da fare te-
nerezza), compreso il “con-
flitto di attribuzione” e tutto
quanto serve ad esorcizzare
Ruby e le compagne. Non si sa
mai, tre anni di cavilli di Ghe-
dini e si riescono ad archiviare
anche le “bambine”. Così il
processo Ruby potrebbe di-
ventare il primo “lunghissi-
mo” per la nuova prescrizione
breve.
scollature sempre più pro-
fonde, passerelle di ragaz-
ze in costume e reality più
realistici di un telegiorna-
le.
SE LE SCHEDINE , le me-
teorine e in ultimo le arco-
rine sono il modello, per i
più giovani le facce di Bruno
Vespa e Pippo Baudo riman-
dano a Giolitti o Cavour ap-
pena visti sui libri di scuola.
Sarà per l'invecchiamento
televisivo o per un'idea di
contenitore misto - tutti den-
tro, nessuno fuori, compre-
so Benito Mussolini – che l'e-
vento 150 anni su Rai1 è un
clamoroso fallimento. Per-
ché si proponeva di mostra-
re l'Italia che fu all'Italia di
oggi che preferisce guarda-
re il Grande Fratello o una
partita di calcio, più aderen-
ti ai costumi contempora-
nei.
A parte sputi, insulti e fu-
ghe, i litigiosi Vespa e Bau-
do, estremo opposto all'U-
nità, condividono un falli-
mento televisivo, lo spreco
di un'occasione che capita
un secolo per volta o giù di
per cento di share, oltre 17
milioni di contatti. In una
settimana Centocinquan-
ta, titolo per nulla attraen-
te, sconsiglia a 2,5 milioni
di italiani di ripetere l'espe-
rienza, e Baudo e Vespa si
ritrovano tristemente soli.
La quarta e ultima puntata
fa crollare Rai1, la rete che
per statuto e abitudini rac-
coglie più pubblico: 2,9 mi-
lioni di telespettatori, sol-
tanto il 12,14 per cento di
share. E la Rai decide di
staccare la spina per evitare
una lunga agonia, poi arri-
vano le ripicche fra Vespa e
Baudo come nei peggiori
matrimoni riusciti. Il pub-
blico di Centocinquanta è
stato mediamente femmini-
le (65 per cento di donne,
35 di uomini) e anziano (57
per cento sopra i 65 anni),
fascia di età che corrispon-
de agli anni di Vespa (67) e
di Baudo (75). I pensionati
con il 58 per cento erano
l'azionista principale del
Pippo Baudo e Bruno Vespa
insieme per le serate dei 150 anni
su RaiUno
insieme di dialetti che com-
pongono un Paese che mai
rinuncia al suo spirito regio-
nale, locale, comunale. Il
pubblico non si è appassio-
nato al mucchio iconogra-
fico di storie diverse e poco
condivise, di volti ormai
museali a tanti sconosciuti,
cercando le mascelle di
Mussolini o i seni di Sofia
Loren.
SEMPRE scadendo in ste-
reotipi che ormai compren-
dono solo a Little Italy. Per-
ché l'Italia di Baudo e Vespa
era l'Italia secondo la Rai, il
pluralismo e il contradditto-
rio. Dov'è meglio un po' cia-
scuno che niente a qualcu-
no, il fare senza scegliere, il
pensare senza dire. Un in-
ganno per la televisione che
entra nelle docce dei calcia-
tori e nei drammi familiari,
una televisione che insiste
con il crudo e il nudo e ri-
dicolizza chi parla al pubbli-
co come ai tempi del bianco
e nero.
Elaborazioni dati auditel
Studio Frasi

LA TV DI OGGI
11.00 RUBRICA Appunta-
mento al cinema
11.10 RUBRICA 7+
12.00 VARIETÀ La prova
del cuoco
13.30 NOTIZIARIO TG1
14.00 RUBRICA Easy Dri-
ver
14.30 VARIETÀ Le amiche
del sabato
17.00 NOTIZIARIO TG1 -
Che tempo fa
17.15 RUBRICA RELIGIOSA
A sua immagine
17.45 DOCUMENTARIO
Passaggio a Nord Ovest
18.50 GIOCO L'eredità
20.00 NOTIZIARIO TG1
20.30 NOTIZIARIO SPORTI-
VO Rai TG Sport
20.35 GIOCO Affari tuoi
21.10 VARIETÀ Ballando
con le stelle
0.35 RUBRICA Italia mia,
esercizi di memoria
1.15 NOTIZIARIO TG1
Notte - TG1 Focus - Che
tempo fa
14.00 VARIETÀ Top of the
Pops 2011
16.15 TELEFILM La signora
in giallo
17.00 RUBRICA Sereno
variabile
18.00 NOTIZIARIO TG2
L.I.S. - Meteo 2
18.05 TELEFILM Primeval
18.50 REALITY SHOW
L'isola dei famosi 8: la
settimana
19.30 REALITY SHOW
L'isola dei Famosi 8
20.25 Estrazioni del Lotto
20.30 NOTIZIARIO TG2
21.05 TELEFILM Criminal
Minds
22.40 RUBRICA SPORTIVA
Rai Sport Sabato Sprint
23.25 NOTIZIARIO TG2
23.35 RUBRICA TG2 Dos-
sier
0.20 RUBRICA TG2 Storie
- I racconti della settima-
na
1.00 NOTIZIARIO TG2
Mizar
14.00 NOTIZIARIO TG
Regione - TG3 - TG3 Pixel
14.50 RUBRICA Tv talk
16.25 RUBRICA Art News
16.55 NOTIZIARIO TG3
L.I.S.
17.00 TELEFILM Squadra
Speciale Vienna
17.45 RUBRICA SPORTIVA
Magazine Champions League
18.10 RUBRICA SPORTIVA
90° Minuto - Serie B
19.00 NOTIZIARIO TG3 -
TG Regione - Meteo
20.00 ATTUALITÀ Blob
presenta Vota Antonio
20.10 ATTUALITÀ Che
tempo che fa
21.30 DOCUMENTARIO
Ulisse: Il piacere della
scoperta
23.25 NOTIZIARIO TG3 -
TG Regione
23.45 ATTUALITÀ Un gior-
no in Pretura
0.45 NOTIZIARIO TG3
0.55 RUBRICA TG3 Agen-
da del mondo
20.57 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
21.00 NOTIZIARIO News
lunghe da 24
21.27 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
21.30 RUBRICA Meridiana
- Scienza 1
21.57 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
22.00 ATTUALITÀ Inchiesta
3 (Interni) (REPLICA)
22.30 NOTIZIARIO News
lunghe da 24
22.57 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
23.00 RUBRICA Consumi e
consumi
23.27 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
23.30 RUBRICA Tempi sup-
plementari
23.57 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
0.00 NOTIZIARIO News
lunghe da 24
0.27 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
13.00 NOTIZIARIO TG5 -
Meteo 5
13.40 REALITY SHOW
Grande Fratello - Pillole
13.45 FILM Matrimonio tra
amici
15.30 ATTUALITÀ Verissi-
mo - Tutti i colori della
cronaca
18.50 GIOCO Chi vuol
essere milionario
20.00 NOTIZIARIO TG5 -
Meteo 5
20.30 ATTUALITÀ Striscia
la Notizia - La voce del-
l'improvvidenza
21.10 VARIETÀ La Corrida
- Dilettanti allo sbaraglio
"Finalissima"
0.30 VARIETÀ Chiambret-
ti Night - Solo per numeri
uno
1.30 NOTIZIARIO TG5 -
Meteo 5 Notte
2.00 ATTUALITÀ Striscia
la Notizia - La voce del-
l'improvvidenza (REPLICA)
2.20 FILM Scomparsa
12.25 NOTIZIARIO Studio
Aperto - Meteo
13.00 NOTIZIARIO SPORTI-
VO Studio Sport
13.35 NOTIZIARIO TGCom
13.40 SIT COM All Stars
14.10 FILM Mars Attacks!
16.15 TELEFILM Smallville
18.05 CARTONI ANIMATI
Superman
18.30 NOTIZIARIO Studio
Aperto - Meteo
19.00 CARTONI ANIMATI
Scooby Doo
19.30 FILM Chestnut - Un
eroe a quattro zampe
21.10 FILM Racconti
Incantati
23.10 RUBRICA SPORTIVA
Studio Sport XXL
0.10 FILM Arac attack -
Mostri a otto zampe
2.10 ATTUALITÀ TV
Moda (REPLICA)
2.45 RUBRICA Ciak Spe-
ciale
2.55 TELEVENDITA
Mediashopping
11.30 NOTIZIARIO TG4 -
Meteo - Vie d'Italia noti-
zie sul traffico
12.00 TELEFILM Distretto
di Polizia 8
12.55 VARIETÀ Ricette di
famiglia
13.50 REAL TV Forum: ses-
sione pomeridiana del
Sabato
15.15 FILM Poirot: Corpi al
sole
17.00 TELEFILM Detective
Monk
18.55 NOTIZIARIO TG4 -
Meteo
19.35 SOAP OPERA Tempe-
sta d'amore
20.40 TELEFILM Walker
Texas Ranger
21.30 TELEFILM Bones
22.20 TELEFILM Lie to Me
23.20 TELEFILM Law &
Order - Unità Speciale
0.15 FILM Il commissario
Wallander - La dose fatale
2.00 NOTIZIARIO TG4
Night News
11.45 RUBRICA Il tempo
della politica
12.20 TELEFILM Ultime dal
cielo
13.30 NOTIZIARIO TG La7
13.55 TELEFILM Dio vede e
provvede
14.55 EVENTO SPORTIVO
Motociclismo, Mondiale
Superbike 2011 GP Olan-
da: Superbike Superpole -
Round 3, da Assen
(DIRETTA)
15.55 FILM Star Trek III:
Alla ricerca di Spock
17.55 TELEFILM J.A.G. -
Avvocati in divisa
20.00 NOTIZIARIO TG La7
20.30 ATTUALITÀ In Onda
21.30 TELEFILM L'ispettore
Barnaby
23.30 TELEFILM Medical
Investigation
0.30 NOTIZIARIO TG La7
0.40 ATTUALITÀ M.O.D.A
1.25 FILM Turk 182
3.05 FILM Border
Crossing

TRAME DEI FILM PROGRAMMIDA NON PERDERE

/ Mars Attacks!
Ironico, caustico e politicamente scor-
retto, che sbeffeggia e dileggia tutto e
tutti: in due parole, Tim Burton.A bor-
do di migliaia di dischi volanti i mar-
ziani atterrano sul pianeta Terra. Il pre-
sidente degli Stati Uniti è indeciso sul
da farsi. Intorno a lui gli esperti si divi-
dono. Il primo contatto con l’equipag-
gio di una delle navi spaziali dimostra
che hanno ragione gli scettici: i marzia-
ni sparano...
Italia 1 14,10
/ Sunshine Cleaning
Rose Lorkowski, ex cheerleader con
tanti sogni nel cassetto, sbarca il luna-
rio come domestica per pagare gli studi
a Oscar, l’eccentrico figlio di otto anni.
Norah Lorkowski, sorella minore di
Rose, perde un lavoro dopo l’altro e
vive ancora in casa con il padre. La vita
della famiglia, già abbastanza strampa-
lata, prende una svolta ancora più biz-
zarra quando le due ragazze decidono
di aprire la “Sunshine Cleaning”...
Sky Cinema 1 21,10
 Che tempo che fa  Ulisse: Il piacere della scoperta
La puntata di “Che tempo che fa”è Questa puntata è dedicata a un tema
dedicata a uno dei grandi protagonisti molto particolare. Con Alberto Angela
della canzone italiana: Gianni Morandi. un viaggio davvero insolito intorno alla
Con mezzo secolo di successi canori e nostra cucina: esplorando oggetti che
televisivi, 34 album di inediti pubblica- tutti abbiamo in casa, ma che in fondo
ti, oltre 50 milioni di dischi venduti nel si conoscono poco. Cose che indicano le
mondo ed una ventina di film interpre- tappe principali dell’evoluzione e della
tati, Gianni Morandi fa parte della sto- storia della specie umana. Questa spedi-
/ Racconti Incantati  In Onda
ria culturale del nostro Paese. E poi zione antropologica porta lo spettatore
Skeeter lavora in un albergo e, ogni Dopo l’approvazione del ”processo bre-
Francesco Pinto, direttore del Centro di in ogni angolo del mondo, e in ogni
sera, dà la buonanotte ai nipotini, rac- ve”cosa cambia nel sistema giudiziario
produzione della Rai di Napoli. periodo della Storia.
contando loro fiabe.Tutto cambia il italiano? Mentre l’opposizione etichetta
giorno in cui queste cominciano ad
Rai 3 20,10 la legge come l’ennesimo provvedimen-
Rai 3 21,30
avverarsi. Skeeter inizia, allora, a inven- to ad personam, la maggioranza la
tarsi fiabe sempre più stravaganti, approva convinta che sia l’unica rifor-
facendo sì che i suoi desideri possano ma in grado di velocizzare la macchina
divenire reali. L'inattesa partecipazione della giustizia italiana. Ospiti: Felice
dei ragazzini, però, cambia tutto e per Casson, ex magistrato e Senatore PdL,
Skeeter diventa davvero difficile distri- e Jole Santelli, Parlamentare PdL.
carsi in questa nuova realtà... Esordio di Gene Gnocchi.
Italia 1 21,10 La7 20,30
Sabato 16 aprile 2011 pagina 17

SECONDO TEMPO

feedback$
MONDO
BLOG E GUERRA
WEB è SPALLATE TRA SOCIAL NETWORK
CRISI MYSPACE, SPODESTATO DA FACEBOOK
Se fino a qualche tempo fa per un musicista/artista,
disporre di una pagina su MySpace costituiva un vero
obbligo e la società conseguentemente aveva una
crescita vertiginosa dei ricavi nei propri bilanci,
adesso – probabile l’avvento di Facebook che l’ha
spodestato letteralmente – il reddito previsto alla
Commenti al post
su ilfattoquotidiano.it:
”Riforma Meloni,
deputati a 18 anni”
Il Consiglio dei Ministri ha
varato la cosiddetta riforma
chiusura di bilancio annuale al 30 giugno 2011 è pari Meloni, un ddl costituzionale

Al fronte è GUINNES
IL POST PIÙ COMMENTATO
È DI GREENPEACE
a 109 milioni di dollari, mentre i costi
ammontano a 274 mln. Questo significa
una perdita secca di 165 mln , oltre a una
massiccia ondata di licenziamenti.
Nessuno avrebbe preventivato un
che prevede l’abbassamento
dell’età per l’elettorato
passivo: 18 anni per essere
eletti alla Camera, 25 per
diventare senatori.

con la tastiera Greenpeace entra nel Guinnes dei Primati

con il post Facebook più commentato della
storia: per chiedere a Zuckerberg di usare
solo energia rinnovabile, senza sfruttare
quella nucleare o il carbone, Greenpeace
“destino” così incerto per quello che era
il più grande portale web.
Lorenzo De Cicco

di Pasquale Rinaldis sacri di civili rientrano in que-
sto tipo di logica”. La confusio-
a prima vittima della ne è totale e il contributo di
è IL PARLAMENTO
dell’obbligo! Forse alla
signora ministro, che si
aveva usato proprio il social network per DAGOSPIA vanta di non essersi laureata
informare gli utenti e lanciare la MA COS’È LA DESTRA? perché ha sempre fatto
campagna dedicata. Secondo le stime, il COS’È LA SINISTRA?

“L
politica attiva, sfugge il fatto
guerra è la verità”: chi blogger o di semplici cittadini settore delle tecnologie informatiche è Tanto tempo fa, tutto si capiva che il termine Senato, non a
scrive da luoghi tea- che indossano i panni del gior- quello che sfrutta più energia. Google e meglio. Gli industriali avevano caso, deriva da Senex
tro di battaglie lo sa nalista, poi, non fanno che in- Yahoo sono già corse ai ripari. Risponderà il cilindro, i poveri erano (vecchio saggio). Gli anziani
bene e l’esecuzione di Vittorio crementarla. Fondamentale la anche Facebook positivamente all’appello? sdruciti e col fazzoletto al hanno sicuramente meno
Arrigoni a Gaza riporta l’atten- capacità di critica e di discerni- collo. I politici Falce & energia dei giovani, però,
zione sul rischio che corrono mento tra notizie vere o pre- Cervello meditavano su forse proprio per questo,
giornalisti e blogger inviati al sunte tali: Vittorio Arrigoni era Antonio Gramsci, gli intellettuali a portata di Fiamma difficilmente prendono
“fronte” per dare notizie il più un attivista che lottava aiutan- elucubravano su Julius Evola. Le due categorie restavano decisioni tanto avventate.
possibile trasparenti. Amedeo do persone in difficoltà anche rassicuranti e prevedibili, come un pisello nel proprio baccello. Ma d’altra parte in un Paese
Ricucci, giornalista Rai di guer- on-line: sul suo blog, Guerrilla Ra- Quindi, da una parte, Acrobazia Proletaria: i capelli bombaroli, dove il governo approva
ra, conferma la distorsione in- dio raccontava quel che succe- l’eskimo da catastrofe militare, le Clarks per attraversare il leggi che da una parte
formativa veicolata dai media. de in una terra martoriata come deserto capitalista, la maglietta stagionata e la faccia spettinata diminuiscono il tempo di
In una recente intervista, in cui la Palestina. Non è l’unico ad dal travaglio rivoluzionario. Dall’altra, un tipo perbene, anzi prescrizione e dall’altra
parlava del conflitto libico, ha aver pagato con la propria vita per-Benito: teste rasate come pecore, pizzetto luciferino alla allungano a dismisura i
dichiarato che nei primi dieci il desiderio di raccontare la ve- Italo Balbo, bomber blindato ebbro di dovere militare, tempi del processo, è
giorni, “il 99% delle informazio- rità. Mohammad Nabous det- Ray-Ban sul naso. Le regole erano grottesche ma precisissime, abbastanza logico che
ni che arrivavano avevano una to Mo, blogger libico fondatore praticamente diktat. La doccia era un’attitudine da compagno, all’aumento dell’età
matrice chiarissima che erano di Lybia Alhurra la prima web tv la vasca era una mollezza da fascio. La televisione era l’occhio pensionabile venga
gli oppositori libici a Londra e i di Bengasi amava ripetere: del Polifemo capitalista, dietro il quale c’è pochissimo cervello; contrapposta la diminuzione
gruppi che si sono rivoltati a “Non ho paura di morire, ho “la radio libera, libera veramente, ti apre la mente”. La “canna” dell’età necessaria per
Bengasi, che hanno fatto passa- paura di perdere la battaglia”. È marocchina era di sinistra, la “coca” boliviana era di destra. Gli entrare in Parlamento (non
re tutta una serie di notizie che stato ucciso in diretta streaming Inti Illimani evocavano “el pueblo unido” del Che Guevara, nel mondo del lavoro
hanno condizionato la lettura a Bengasi, perché impegnato a Lucio Battisti era una cantilena imposta dal però!).
degli avvenimenti”. Il meccani- denunciare on-line il regime di consumismo piccolo borghese. nichintime
smo dell’informazione in guer- Gheddafi. Mo stava raccoglien-
ra è micidiale, spesso questa do prove contro le false dichia- è CLASSICO specchietto
viene spettacolarizzata e “noti- razioni di cessate il fuoco da Il blogger Vittorio Arrigoni, ucciso per le allodole! Chiaro
zie come fosse comuni o mas- parte del regime del raìs. a Gaza; Che Guevara, icona come il sole che
della sinistra; un’azione l’opposizione abboccherà,
di GreenPace; la Serie A in campo se non altro per far vedere
le buone intenzioni, e verrà
I FILM LO SPORT trascinata in una lunga
tiritera (legge
SC1= Cinema 1
SCH=Cinema Hits
SCF=Cinema Family
SCC=Cinema Comedy
SP1=Sport 1
SP2=Sport 2
GRILLO DOCET costituzionale) per non
SCP=Cinema Passion SCM=Cinema Max SP3=Sport 3
IN RICORDO concludere niente. Né per i
DI VITTORIO giovani né per le donne né
17.40 Inspector Gadget SCF 15.55 Calcio, Premier League
“Prendi dei gattini, dei per gli italiani nel loro
17.45 Le mie grosse grasse 2010/2011 33a giornata West
teneri micetti e mettili dentro una complesso. Già adesso se
vacanze greche SCP Bromwich Albion - Chelsea
scatola” mi dice Jamal, chirurgo sei giovane o donna puoi
19.00 L'occhio Del Ciclone SCM (Diretta) SP3 dell’ospedale Al Shifa, il principale di aspirare a governare senza
19.00 Fuori controllo SC1 17.55 Calcio, Serie A 2010/2011 Gaza, mentre un infermiere pone per limiti apparenti di età ma il
19.05 Iron Will SCF Anticipo 14a giornata ritorno terra dinnanzi a noi proprio un paio di problema è la preparazione,
19.10 Beverly Hills Cop III SCC Roma - Palermo (Diretta) SP1 scatoloni di cartone, coperti di chiazze di sangue. “Sigilla la non tanto la capacità, che
19.10 Kate & Leopold SCH 18.10 Calcio, FA Cup scatola, quindi con tutto il tuo peso e la tua forza saltaci magari arriva col tempo e
19.25 Hope Springs SCP 2010/2011 Semifinale Manche- sopra sino a quando senti scricchiolare gli ossicini, e l’esperienza. Una adeguata
21.00 La ragazza del mio ster United - Manchester City l’ultimo miagolio soffocato”. Fisso gli scatoloni attonito, il preparazione al governo
migliore amico SCC (Diretta) SP3 dottore continua: “Cerca ora di immaginare cosa della cosa pubblica è il
21.00 L'inverno dei sogni 18.55 Basket, Serie A maschile accadrebbe subito dopo la diffusione di una scena del minimo che si possa
infranti SCM 2010/2011 Anticipo 26a giornata genere, la reazione giustamente sdegnata dell’opinione chiedere a chiunque
21.00 Dirty Dancing SCP Enel Brindisi - Banca Tercas pubblica mondiale, le denunce delle organizzazioni giovane, donna o uomo. Una
21.00 Bibi, piccola strega SCF Teramo (Diretta) SP2 animaliste…”, il dottore continua il suo racconto preparazione che una volta
21.10 La Pantera Rosa 2 SCH 20.40 Calcio, Serie A 2010/2011 e io non riesco a spostare un attimo gli occhi da era sopperita dalle scuole di
21.10 Prima tv Sunshine Anticipo 14a giornata ritorno quelle scatole. “Israele ha rinchiuso centinaia di partito adesso abbandonate,
Cleaning SC1 Milan - Sampdoria (Diretta) SP1 civili in una scuola come in una scatola, decine di in parte, ed alcune volte
22.40 Saigon SCM 21.35 Basket, NBA 2010/2011 bambini, e poi l’ha schiacciata con tutto il peso delle sostituite dai vari Lele
22.45 Miss Marzo SCC Playoff Miami Heat - Philadel- sue bombe. E quale sono state le reazioni nel Mora&C.
22.45 A proposito di Henry SCP phia 76ers (Diretta) SP2 mondo? Quasi nulla. Tanto valeva nascere animali, AntCit
22.50 Una notte al museo 2: 21.55 Calcio, Liga 2010/2011 piuttosto che palestinesi, saremmo stati più tutelati”.
La fuga SCF 32a giornata Real Madrid - Bar- A questo punto il dottore si china verso una scatola, e è UNA PROPOSTA
22.50 Glory SCH cellona (Diretta) SP3 me la scoperchia dinnanzi. Dentro ci sono contenuti gli demagogica buona solo a
22.50 Fa' la cosa sbagliata SC1 0.45 Calcio, FA Cup 2010/2011 arti mutilati, braccia e gambe, dal ginocchio in giù o nascondere i fallimenti del
0.20 I carabbinieri SCC Semifinale Manchester United - interi femori, amputati ai feriti provenienti dalla scuola governo in materia di
0.25 L'attrazione SCM Manchester City (Replica) SP3 delle Nazioni Unite Al Fakhura di Jabalia, più di cinquanta miglioramento della
finora le rappresentanza politica.
vittime. Fingo è SCAMBIO FILE PROTETTI Molto meglio sarebbe stato
una telefonata LA ZONA FRANCA DEI PROVIDER IN BELGIO spingere per modificare la
RADIO urgente, mi congedo
da Jamal, in realtà mi
dirigo verso i servizi
La Sabam ente belga, equivalente alla
nostra Siae, nel 2004 denunciò il provider
locale Scarlet Extended colpevole di
legge elettorale, eliminando
o riducendo di molto il
potere di nomina dei
è SERIE A ON-LINE
A “Tramate con noi” sfida FB FINISCE NEL PALLONE
igienici, mi piego in
due e vomito.
favorire lo scambio di materiale protetto
tra i suoi utenti. Un giudice locale di
segretari di partito e
migliorando il rapporto tra
tra generi letterari La Tim, sponsor della Serie A di
calcio, grazie a un accordo con la
Vittorio Arrigoni (Gaza, primo grado inizialmente diede ragione voti espressi e numero di
Arriva un altro premio per “Tramate con noi”, il pro- 8 gennaio 2009) alla Sabam, condannando il provider a parlamentari effettivamente
Lega Calcio, ha realizzato la pagina
gramma di Rai Radio1 legato quest’anno al Concorso bloccare totalmente la possibilità di presenti in Parlamento. Ma
Facebook ufficiale del campionato di
letterario che mette in palio per il romanzo inedito vin- utilizzo del software P2P per la di questo, ovviamente, non
Serie A. È sul social network più
citore la pubblicazione dell’opera in coproduzione tra condivisione di materiale protetto, pena si parla, perché
diffuso al mondo dunque che si trasferiscono
Minerva Edizioni e Rai Eri. Ci sarà anche il premio del- multe salatissime. Scarlet Extended ha intaccherebbe la capacità di
ufficialmente le discussioni da bar dello sport. Un nuovo
la critica di facebook, che verrà assegnato in base alle deciso di fare appello a questa sentenza e auto-mantenimento
mezzo a disposizione degli appassionati per tenersi
votazioni online da parte dei fans che sono ormai deci- i giudici della Corte hanno chiesto un dell’attuale classe politica.
informati sulle principali notizie ed avvenimenti del
ne di migliaia. Dalla Venaria Reale, il vicedirettore di parere alla Corte di Giusitizia europea. Marcello Romani
massimo campionato. Durante le giornate di campionato,
Radio1 Vito Cioce condurrà una nuova puntata di La Corte europea non ha ancora dato
la pagina Fb offrirà in tempo reale, risultati e commenti.
“Tramate con noi” dove si affronteranno Alessandra una risposta ufficiale, ma sull’argomento è KARIMA Mahrough,Iris
Accedere alla pagina ufficiale del Campionato di calcio di
Scagliola, free-lance di Torino e autrice del giallo-rosa si è espresso l’avvocato generale Pedro Berardi e Noemi Letizia;
“Rapimento con panico”, e Luigi Costa, impiegato
Serie A su Facebook è molto semplice, basta recarsi a
Cruz Villalón, che ha di fatto anticipato il finalmente aria fresca in
romano che concorre col romanzo di fantascienza “Del questo indirizzo http://www.facebook.com/serieatim e
pronunciamento della Corte di Giustizia: parlamento, persone
calcio e delle leggi del caos”. I testi saranno adottati cliccare su “Mi Piace”, si avrà la possibilità di accedere a
un giudice locale non può imporre nulla a motivate e capaci. E
rispettivamente dai critici Bruno Gambarotta e Clau- tutti i contenuti e interagire con gli altri utenti.
un provider senza che prima esista una soprattutto qualche bonifico
dio Gorlier, mentre per questa sfida arbitro del gioco specifica norma al riguardo. È molto risparmiato dal povero rag.
sarà il giornalista di Tuttosport Giovanni Tosco. probabile, dunque, che l’Unione europea Spinelli.
Radiouno 11,05 bocci i filtri al P2P. Schillinger
pagina 18 Sabato 16 aprile 2011

SECONDO TEMPO

battibecco
PIAZZA GRANDE É di Massimo Fini

Le balle sulle toghe che sbagliano
di Bruno Tinti
iustificare le proprie azioni
ghetti; la Cassazione è organo del-
lo Stato italiano; lo Stato italiano
risarcisca il danno. Il Tribunale di
ria: ce lo ha detto l’Europa, i giu-
dici che sbagliano debbono paga-
re! E, come al solito, il problema è
perché (e infatti nessuno di B&C
ne parla) sulla responsabilità dei
LIBERALI
D'ITALIA
S i respira una brutta, bruttissima aria in Italia. Ho scritto un
libro, “Il Mullah Omar”, che rifà la storia del leader dei
talebani e del suo movimento depurata della non innocente
'disinformatia' occidentale per giustificare un'occupazione che
dura ormai da dieci anni. Se non si conosce questa storia non si può
capire come mai il movimento talebano si sia potuto affermare in

G
mentendo è una cosa stu-
pida: lo capiscono tutti
che lo sai che stai facendo
una stupidaggine. Certo che, se
si dispone di 6 televisioni e di tan-
ti giornali, allora le cose cambia-
no: da Leporello in poi si sa che le
bugie ripetute tante volte diven-
tano colpi di cannone. Un bugia
grossa come una casa è quella
che raccontano B&C: la legge
sulla responsabilità civile dei ma-
gistrati è cosa necessaria; ce lo
chiede l’Unione europea. Poi ci-
tano una sentenza vecchia di 5
anni (13 giugno 2006 n. 173/03,
Traghetti del Mediterraneo) di
cui evidentemente hanno senti-
to parlare solo ora. Peccato che
quelli che gliene hanno parlato
non l’hanno capita bene: la sen-
tenza con la responsabilità civile
dei magistrati non c’entra nien-
te. Ecco come stanno le cose.
NEL 1981 Traghetti del Medi-
terraneo cita in giudizio Tirrenia,
per concorrenza sleale: pratica
prezzi troppo bassi sfruttando
sovvenzioni pubbliche illegittime
perché vietate dalle leggi comuni-
tarie. Tribunale e Corte d’appello
di Napoli danno torto a Traghetti
(ci mettono un po’: il Tribunale
emette la sentenza nel 1993 e la
Corte nel 1996). Traghetti ricorre
in Cassazione e la prega di chie-
dere il parere della Corte di Giu-
stizia europea prima di decidere.
La Cassazione non accoglie la ri-
chiesta e conferma (nel 2000) le
sentenze precedenti. Il curatore
fallimentare di Traghetti (che nel
frattempo fallisce, ovviamente:
difficile fare concorrenza a chi go-
de di sovvenzioni pubbliche) è un
tipo furbo. E cita in giudizio lo Sta-
to italiano avanti al Tribunale di
Genova. Il suo ragionamento è
questo: la Cassazione si è sbaglia-
ta; le norme comunitarie impedi-
vano sovvenzioni pubbliche a Tir-
renia; la Corte di Giustizia euro-
pea, se fosse stata richiesta, lo
avrebbe confermato e il risultato
della causa sarebbe stato favore-
vole a Traghetti; la sentenza sba-
gliata ha cagionato un danno a Tra-
Genova decide saggiamente di
sentire cosa ne pensa la Corte di
Giustizia e le manda gli atti, so-
spendendo il processo. Poi succe-
de che, nel 2003, la Corte di Giu-
stizia risolve un caso analogo (sen-
tenza 30 settembre 2003, causa
Köbler). Così scrive al Tribunale
di Genova: guarda che, secondo
quello che abbiamo deciso per
Köbler, la Cassazione si è sbaglia-
ta; Traghetti avrebbe ragione, lo
Stato italiano dovrebbe risarcire il
danno; vuoi che te lo diciamo for-
malmente con un’altra sentenza o
ti va bene così? Il Tribunale di Ge-
nova risponde: no, per il risarci-
mento del danno va bene così; pe-
rò noi abbiamo anche un altro
problema, la legge 117/1988, che
esclude la responsabilità del giu-
dice per errata interpretazione
delle norme di diritto e valutazio-
ne del fatto e che, inoltre, limita la
responsabilità dello Stato ai soli
casi di dolo e colpa grave del giu-
dice; come si concilia questa cosa
con l’obbligo dello Stato di risar-
cire Traghetti?; perché qui si tratta
proprio di errata interpretazione
di norme giuridiche (quelle co-
munitarie) e di dolo e colpa grave
non se ne parla; per piacere dicci
come dobbiamo regolarci. La Cor-
te di Giustizia glielo dice con la
sentenza del 2006: quale che sia la
legislazione nazionale in materia
di responsabilità dei giudici per
gli errori commessi, anche se in
materia di interpretazione di nor-
me giuridiche e anche se com-
messi per colpa non grave, lo Sta-
to è comunque tenuto al risarci-
mento dei danni se errori di tal ge-
nere ci sono stati. È qui che B&C
hanno cominciato a cantare vitto-
se ci sono o ci fanno: hanno letto
la sentenza e non l’hanno capita;
oppure l’hanno letta e hanno pen-
sato di barare raccontando che di-
ce cose che non dice affatto.
SIA COME SIA , anche in un
riassunto così sintetico come
quello che ho fatto io, una cosa è
chiara. Se sono stati commessi er-
rori di diritto lo Stato (lo Stato,
non il giudice che li ha commessi)
è tenuto al risarcimento dei dan-
ni. B&C sono pallonari nati. La
Corte non ha mai detto che i giu-
dici devono risarcire i danni de-
rivanti da errate decisioni. Anche
I berlusconiani
dicono che l’Europa
ci chiede una legge
sulla responsabilità
dei magistrati: ma
gli errori sono già
duramente
sanzionati dal Csm
oltre che
sbugiardati
dalla Cassazione
giudici l’Unione Europea ha idee
opposte a quelle di B&C. Consi-
glio d’Europa, raccomandazione
del Comitato dei ministri agli Stati
membri n. 12 del 17.11.2010:
“L'interpretazione della legge,
l’apprezzamento dei fatti o la va-
lutazione delle prove effettuate
dai giudici per deliberare su affari
giudiziari non deve fondare re-
sponsabilità disciplinare o civile,
tranne che nei casi di dolo e colpa
grave... soltanto lo Stato, ove ab-
bia dovuto concedere una ripara-
zione, può richiedere l’accerta-
mento di una responsabilità civile
del giudice attraverso un’azione
innanzi ad un tribunale... i giudici
non devono essere personalmen-
te responsabili se una decisione è
riformata in tutto o in parte a se-
guito di impugnazione”. Il contra-
rio, ma proprio il contrario, della
proposta di B&C sulla responsa-
bilità civile dei magistrati. La buo-
na notizia è che i magistrati che si
faranno intimidire da questo ob-
brobrio saranno proprio pochini:
la “manifesta violazione di legge”
(“manifesta”, non interpretazio-
ne di legge che non piace a B&C)
è cosa rara; e le cazzate dei ma-
gistrati sono già duramente san-
zionate dal Csm oltre che sputta-
nate dalla Cassazione. Sicché,
questa proposta di legge è certa-
mente un delitto; ma come dice-
va Talleyrand, è anche peggio: è
un errore.
(FOTO EMBLEMA)
Afghanistan e, dopo l'invasione americana, tenga testa all'esercito
più potente del mondo e abbia rioccupato circa l'80% del Paese. Un
gruppo di pie donne, la collaboratrice di Libero Maria G. Maglie, la
deputata Pdl Souad Sbai e altre rappresentati di gruppi femministi
o di immigrati in Italia, hanno promosso un'azione giudiziaria per
ottenere il sequestro del libro, possibilmente il suo rogo,
additandomi come un pericoloso terrorista. La Maglie e le altre
dimostrano di non aver letto il mio libro e di non conoscere non solo
la storia dell'Afghanistan ma semplicemente la Storia. I roghi di libri
vigevano durante i fasti della Santa Inquisizione e furono una
prerogativa del Terzo Reich oltre che di ogni movimento totalitario.
L'azione della Maglie e delle altre ricorda quella intentata dagli
integralisti islamici contro i libri di Oriana Fallaci, di cui la Maglie fu
biografa, poi ripudiata, o le 'fatwa' lanciate contro il vignettista
danese che era stato irriverente nei confronti di Maometto o di
Salman Rushdie per i suoi 'Versetti satanici'. In una democrazia, se
vuole esser tale, tutte le idee, anche quelle che ci paiono più
aberranti, dovrebbero avere diritto di cittadinanza. È il prezzo che
la democrazia paga a se stessa e che la distingue dai totalitarismi e
dagli integralismi. L'unico discrimine è che nessuna idea, giusta o
sbagliata che sia, può essere fatta valere con la violenza. È la prima
volta, mi pare, che in Italia si chiede il sequestro di un libro per
motivi politici e ideologici. Sembrerebbe un fatto grave. Solo
Vittorio Feltri, il direttore di Libero, è sceso in campo a difesa non
mia ma dei principi elementari di libertà e in particolare della
libertà di espressione garantita dall'art. 21 della Costituzione,
dando una terribile bastonata alla sua stessa collaboratrice. I
grandi giornali che si proclamano liberali, il Corriere della Sera,
Repubblica, ma anche gli indefessi difensori della Costituzione non
hanno battuto ciglio.
Il fatto è che in Italia tutto ciò che non fa parte della koinè della
destra e della sinistra, che sono due facce della stessa medaglia,
l'industrialismo e che costituiscono quel 'pensiero unico' di cui
tanto si parla senza ben sapere che cosa sia, non ha diritto di
parola, non ha posto nei talk-show politici televisivi dove
dominano sempiterni Vespa, Santoro, Lerner, Fazio, è ignorato,
censurato e possibilmente (che male c'è?) mandato al rogo.
Parliamo di me, per emblematizzare una situazione che è
generale. L'unica volta che mi è stato proposto di fare una
trasmissione televisiva, all'una di notte, ho subito una censura
preventiva 'ad personam': non si contestavano i contenuti del
mio programma, che nessuno aveva ancora visto, ma la mia
persona in quanto tale. Non piacevo ai berluscones. A Roma,
durante una manifestazione anti-Bush, sono stato fermato e
portato su un cellulare. Fosse successo a qualsiasi altro
giornalista italiano si sarebbe sollevato un putiferio. Per me
niente. Anzi peggio. Io e il piccolo gruppo inalberavano un
cartello: "Noi con i talebani per l'autodeterminazione dei
popoli". Il Corriere, specializzato nelle mezze verità che sono
peggiori delle menzogne, riportò: "Noi con i talebani". Che non
è la stessa cosa. In quel caso fu un parlamentare dei Comunisti
italiani a chiedere che io e i miei amici fossimo spazzati via
dalla piazza perché 'fascisti'. In Italia, a cominciare dalla
signora Maglie, tutti, a destra e a sinistra, si dichiarano liberali.
Ma stiamo diventando un Paese talebano nel bel mezzo del
'libero' Occidente.

Non era un
Matteotti, deputato in vendita,
come s’usa oggi;
menti che accrescono il valore del
personaggio. Quanto gli sarebbe
stato più facile fare l’avvocato, am-
ministrare le proprietà, o avviarsi
visione politica, ma fu davvero un
combattente coraggioso, con
quella sua “figuretta ostinata ed
esigente”, come gli scriveva la sua
me lui avrebbe potuto avere ef-
fetti destabilizzanti sulle truppe
italiane. Fu, il dopoguerra, la sua
ultima stagione politica, ma an-

italiano diverso non era un uomo

di Angelo d’Orsi
l 10 giugno 1924 un signore,
vanti a una Camera largamente as-
servita, si assumeva la responsa-
bilità morale e politica di quanto
per tutte le stagioni,
alla carriera universitaria, o persi-
no fare quella politica, ma dalla
“sua” parte, quella dei padroni: in-
vece Giacomo scelse la via stretta
secondo i modelli
correnti; non aveva
adorata Velia, la compagna che gli
diede tre figli, e che, cattolica e di-
sinteressata alla politica, condivise
con lui ansie, pericoli, ostracismi.
Pur avendo denunciato, quasi con
spavalderia, la natura ferocemente
di classe del movimento mussoli-
niano, accusava innanzitutto la
che la più intensa, cominciata e
finita all’attacco: minacciato, pe-
stato, addirittura (pare) sodomiz-
zato dai fascisti, Giacomo Mat-
teotti non arretrò di un passo,
continuando nella sua opera di
denuncia, documentata e preci-
sa, delle violenze squadriste. Co-

I
alto e distinto, che percorre-
va Lungo Tevere Arnaldo da
Brescia veniva affiancato da
un’automobile nera. Ne scende-
vano alcuni uomini che lo aggre-
divano, colpendolo fin quasi a tra-
mortirlo, e a forza lo cacciavano
nella vettura, dove la colluttazio-
ne proseguì, finché l’uomo fu tra-
fitto da vari colpi di pugnale. Gli
assassini erano guidati da Ameri-
go Dumini; l’ucciso si chiamava
Giacomo Matteotti, e il suo cada-
vere, scarnificato, fu ritrovato in
un bosco non lontano da Roma, il
16 agosto. La “crisi Matteotti” fe-
ce vacillare il regime fascista, ma
si risolse in un fiasco per le oppo-
sizioni, per la loro interna divisio-
ne, e per la complicità del re Vit-
torio Emanuele III con Mussolini.
Questi il 3 gennaio 1925, con un
discorso arrogante e ribaldo da-
era avvenuto. E dava il via a una
seconda ondata di violenze squa-
driste. Già, “il fascismo non era
poi così male”, potrebbe com-
mentare (come ha fatto) il Giulia-
no Ferrara di turno.
CHI ERA Matteotti? Un italiano
diverso, lo definisce lo storico
Gianpaolo Romagnani che gli ha
appena dedicato una biografia ap-
passionata (Longanesi), che seb-
bene discutibile in qualche punto
e in molti giudizi, è un lavoro utile
che, dopo l’agiografia e il martiro-
logio, vuole raccontare in modo
critico la vita di questo riformista
anomalo, che non smise di pensa-
re alla rivoluzione, ma che era sta-
to uno dei più tenaci oppositori
della guerra, tanto nel 1911, per la
prima impresa di Libia (ora siamo
alla terza, dopo la seconda, stermi-
l’impudicizia del
voltagabbana,
oggi sulla cresta
dell’onda
natrice negli anni ’30), quanto, po-
co dopo, nella Grande guerra. La
coerenza fu il tratto distintivo del
rodigino Matteotti, pur nella in-
coerentissima posizione di ram-
pollo (solo sopravvissuto dei 7 fi-
gli) di una ricca famiglia di pro-
prietari e speculatori, non proprio
amatissimi nel povero Polesine tra
Otto e Novecento. Ma a ben pen-
sare, l’accusa di “tradimento” che
gli si moveva da parte borghese, e i
sospetti che si addensavano su di
lui dalla sua parte, per quell’appar-
tenenza sociale, costituiscono ele-
e aspra del militante (poi dirigen-
te) socialista, scelse di stare dalla
parte degli umili, e di aiutarli a ri-
sorgere. Perciò egli ebbe sempre
attenzione al linguaggio della po-
litica: farsi capire dagli analfabeti
e, aiutarli a crescere, culturalmen-
te, prima che politicamente. Di
qui il suo interessamento alle que-
stioni scolastiche: e specialmente
relative ai gradi più bassi dell’inse-
gnamento. Organizzatore leffica-
ce, formidabile oratore, ottimo
amministratore a livello comuna-
le, ebbe dei limiti sul piano della
borghesia che lo sosteneva, ma
non aveva il coraggio di farlo pa-
lesemente: reazionari e vili.
E LA REAZIONE incarnata
dalle squadre armate fasciste col-
pì durissimamente proprio la
provincia di Rovigo, dove il Socia-
lismo aveva dominato incontra-
stato: era, come a livello naziona-
le, un gigante dai piedi d’argilla. E
cadde, dolorosamente, travolto
dal micidiale combinato dispo-
sto fra squadristi, forze dell’ordi-
ne (un bel paradosso) e altre pub-
bliche istituzioni, e associazioni
agrarie. L’azione di Matteotti fu
instancabile, anche quando fu
costretto a lasciare la provincia:
gli era del resto già accaduto du-
rante il primo conflitto mondiale
quando fu inviato al confino di
polizia in Sicilia, per timore che la
presenza di un antimilitarista co-
stanza, abnegazione, moralità se-
vera, furono i tratti distintivi della
sua azione, che ne fecero una del-
le figure più a rischio dell’antifa-
scismo. Matteotti non era un de-
putato in vendita, come s’usa og-
gi; non era un uomo per tutte le
stagioni, secondo i modelli cor-
renti; non aveva l’impudicizia del
voltagabbana, oggi sulla cresta
dell’onda. Era un uomo intero,
che visse la politica con abnega-
zione assoluta, certo compiendo
errori, ma assumendosene la re-
sponsabilità, secondo princìpi
etici inderogabili, che non lo fe-
cero mai venir meno a quell’as-
sunto di “redenzione delle “plebi
agricole” (come disse in uno dei
suoi celebri discorsi) e più in ge-
nerale della masse dei diseredati,
guidandole sulla strada del socia-
lismo. Un italiano da rimpiange-
re, in tempi di bunga-bunga.
Sabato 16 aprile 2011 pagina 19

SECONDO TEMPO

MAIL BOX A DOMANDA RISPONDO

Furio Colombo

7 PERICOLO PUBBLICO
NUMERO 1
Ministro Meloni, altre cose
LA VIGNETTA aro Colombo, mi è venuto in mente sapere – le persone che frequentano, senza
di cui vergognarsi
La risposta della Meloni alla
C che Berlusconi sa tutto, conosce i
segreti del Paese, è capo dei servizi, delle
controllo e senza precauzioni, la casa di Berlusconi
e il lettone di Putin. L’impeto festoso e scarsamente
lettera che le diceva di ver- polizie, dell’esercito, sa il vero, precario controllato con cui il primo ministro italiano si lascia
gognarsi per quanto detto stato dei conti, ovvero tutti i lati da cui andare in pubblico quando è vestito, fanno
sulle presunte colpe dei pa- l’Italia potrebbe essere aggredita o legittimamente pensare che l’ambiente più
dri dell’attuale generazione, subire un’imboscata, materiale o incoraggiante delle sue feste spinga a confidenze o
è scritta in un linguaggio pa- finanziaria. Ma vive in una casa che è – o confessioni più pericolose. Ma la storia è più lunga
teticamente politico, ricco di è stata fino a poco fa – invasa da persone e complicata. Ci sono le amicizie di letto ma anche
anse e curve per non scon- sconosciute, di giorno e di notte, senza quelle d’affari, che appaiono dello stesso tipo, poco
trarsi con la verità. Ecco altri alcun controllo e, come risulta da molti note o segrete, a volte scoperte solo in caso di
motivi per cui vergognarsi: 1) racconti, senza precauzioni. Non è un indagini giudiziarie.
essere una donna e non in- pericolo? Ci sono amicizie politiche di cui non si sa nulla fino
dignarsi, ma difendere il Giuliana a quando producono effetti non sempre felici per il
comportamento del “fruito- nostro Paese. Anche piccole, non nobili vicende,
re finale”, contribuendo così SENZA DUBBIO Berlusconi è un come il caso del ministro degli Esteri italiano che, in
a mercificare ed avvilire il pericolo pubblico. Infatti è un burattinaio che tira piena crisi del Nord Africa, viene in aula (senato) a
corpo delle donne; 2) essere moltissimi fili, ma è a sua volta legato a quei fili, e a riferire su rapporti riservati con il governo dell’isola
una donna e votare il pro- tanti altri che non vediamo, e che potrebbero caraibica di Santa Lucia (il tema grave e urgente
cesso breve dimostrando di spiegare improvvise dichiarazioni non richieste su era il bicamere di Gianfranco Fini a Montecarlo) ci
non avere quella sensibilità personaggi del mondo. Un caso oscuro resta il suo dicono di un reticolato di vicende, alcune delle quali
tipicamente femminile nei legame con Gheddafi, che ancora adesso è una potrebbero essere di cruciale importanza (petrolio,
confronti di tutte le vittime sorta di nemico-amico su cui l’aviazione italiana ha armi, flussi di danaro, ordini impartiti alla
dei processi che andranno a ordine di non infierire. Infatti accade in Libia burocrazia statale ben più rilevanti del rilascio, con
morire: il tutto per salvare qualcosa che sarebbe buon materiale per un libro false ragioni, di Ruby) che si dipana intorno al
chi ha corrotto Mills ovvero ci sarebbero state autentiche Diritto di Replica di John Le Carrè: i Tornado italiani occupano potere di Berlusconi, nella doppia veste di primo
(come dice la sentenza) Ber- stragi di edili e agricoltori nel corridoi aerei che dunque non sono utilizzabili dagli ministro e di “venture capitalist” (capitalista di
lusconi; 3) essere una donna centro-sud e da aprile anche al Italia Lavoro altri aerei della Nato, ma fanno una sorta di giro ventura). Ma a quel reticolato si sovrappone un
e non avere una parola pub- centro-nord. Purtroppo le turistico. Per ore impediscono ogni intervento in reticolato di frequentazioni e amicizie di persone
blica di pietà per gli immigrati previsioni, anche se sembra- e il neo caporalato soccorso degli insorti, che continuano ad essere disposte a tutto, ignare ma attente, e
lasciati a pane ed acqua dal- vano così tragiche, erano ad- Gentile Direttore. In relazione sotto attacco dei mercenari e dell’esercito di presumibilmente non indifferenti alla prospettiva di
l’amico Maroni; 4) essere una dirittura sottostimate. Non all’articolo pubblicato dal suo Gheddafi. Continuano a implorare aiuto, ma una doppia remunerazione per ogni festoso
donna ed avere il coraggio di passa giorno che non si ha no- giornale il 10 aprile, si precisa quell’aiuto è rallentato o impedito dallo scudo evento. E a questo secondo reticolato se ne
ridere di fronte alle oscene tizie di morti per infortuni in quanto segue. Italia Lavoro – italiano che rende impossibile altre azioni e sovrappone un terzo: la possibilità di importanti
barzellette di un premier ri- edilizia, in agricoltura e nel- Società totalmente partecipata protegge le forze del dittatore. Nello stesso tempo, iniziative di ricatto. Se si considerano certi
dicolo che vorrebbe far cre- l’autotrasporto. Dall’inizio dal Ministero dell’Economia improvvisamente, e mentre accade di tutto (nel frammenti di racconto della vera vita del
scere una generazione di ra- dell’anno ad oggi 15 aprile ci che opera per legge come ente senso del pericolo e delle normali preoccupazioni presidente del Consiglio, che ogni giorno si fanno
gazzi da osteria, assieme al- sono state 164 morti sui luo- strumentale autonomo del Mi- di governo) in Italia e nel mondo, Berlusconi dirama più circostanziati e carichi di spunti non proprio
l’amico Bossi; 5) essere una ghi di lavoro contro i 134 del nistero del Lavoro e delle Po- un pubblico e solenne elogio di Putin, l’uomo del onorevoli, senza dubbio Silvio Berlusconi, nella sua
donna ed aver accettato l’u- 2010. Se si aggiungono a que- litiche Sociali – non ha inviato Kgb. che provvede a mantenere sotto rigido vita sommersa, appare almeno altrettanto
miliazione dell’ingaggiamen- sti i lavoratori morti sulle stra- alcuna lettera di cessazione del controllo autocratico la Russia, e ha le carceri pericoloso per l’Italia di quanto lo sia nella sua vita
to di giovani italiane da of- de si arriva a contare oltre 310 rapporto di lavoro; si è trat- colme di prigionieri politici. Assicura il mondo non pubblica. Come si è visto nella questione
frire al dittatore Gheddafi vittime. L’aumento rispetto tato, invece, di una comunica- solo della sua lealtà di amico (che non riguarda “immigrati”, un Paese non più rispettato è
per dar sfogo alla sua mega- allo stesso periodo del 2010 è zione concernente l’“impossi- Russia e Italia, ma i rapporti personali fra i due) fatalmente in pericolo.
lomania. Chissà se la ministra del 22,3%. Già da gennaio si bilità a proseguire il rapporto” ma della sua statura e grandezza come statista. È
avrà il coraggio di raccontare capiva che i morti nel 2011 di collaborazione, a seguito un pagamento? Tutto lo fa pensare, ma non Furio Colombo - Il Fatto Quotidiano
con onestà, un giorno, ai sarebbero aumentati rispetto della contestazione circa la na- sapremo mai dello scambio, a carico o a danno di 00193 Roma, via Valadier n. 42
propri figli che tipo di donna al 2010. L’Osservatorio aveva tura giuridica della collabora- chi. Lo sanno però – o possono saperlo e farlo lettere@ilfattoquotidiano.it
è stata? comunque segnalato che an- zione a progetto in essere.
Barbara Cinel che nel 2010 i morti erano au- Quindi l’Azienda si è trovata
mentati e non calati. Come costretta a prendere atto del
Morti sul lavoro: abbiamo già spiegato diverse venir meno dell’accordo e a tu-
volte, con il materiale raccol- telare le sue prerogative, indi- fortuna che questa lettere non é (rappresentante della Fiom loca- delegati Fiom, insieme ai vertici
l’ecatombe continua to, i grafici che tutti possono pendentemente da particolari firmata con un nome e un le), non ha mai apposto nessuna nazionali e regionali, hanno
Solo negli ultimi tre giorni ci consultare nel blog http://ca- situazioni soggettive. Italia La- cognome. Perché la morale non sigla o firma sull’intesa, ma che deciso di inviare una lettera al
sono state sei vittime sui luo- dutisullavoro.blogspot.com/, voro si rammarica del fatto che cambia: Katia se ne resta a casa anzi come tradizione della Fiom gruppo Fiat per esplicitare
ghi di lavoro, ma sembra che e le previsioni meteorologi- in una fase così delicata per con il suo bambino, senza soldi, e locale e del sottoscritto (che è formalmente la natura
l’interesse dei media per que- che, l’Osservatorio di Bolo- l’occupazione e mentre sta ef- – ovviamente – disoccupata, anche stato per circa 15 anni de- sperimentale dell’ipotesi di
ste tragedie non ci sia più. gna può prevedere con anti- fettuando un’opera di riorga- dopo quattro anni di sfruttamento legato Fiom alla Fiat-Sata), pre- intesa, come condizione della
L’Osservatorio Indipendente cipo quando ci saranno più nizzazione delle sue attività, con orari d’ufficio. E i conclamati ciso che le eventuali firme sugli firma da parte della Fiom-Cgil”.
di Bologna sulle morti per in- vittime, ma purtroppo i media vengano diffuse informazioni citrulli che hanno dettato questa Accordi possono avvenire solo Spesso gli spazi ristretti
fortuni sul lavoro aveva lancia- e la politica non sono interes- errate e allarmistiche che ge- letterina, si salvano dal ridicolo dopo un mandato dei lavoratori costringono a spiacevoli
to l’allarme alla fine di feb- sati alla prevenzione ma solo nerano solo instabilità nell’A- grazie all’anonimato. attraverso il referendum. semplificazioni.
braio spiegando che da mar- alla notizia delle tragedie. zienda. Che pena questo Paese, che Emanuele De Nicola Salvatore Cannavò
zo, con l’arrivo del bel tempo Carlo Soricelli Ufficio stampa Italia Lavoro spa vergogna questi dirigenti burocrati segretario Fiom Basilicata
con il culo in caldo, la
IL FATTO di ieri 16 aprile 1947 Pensavamo che Italia-Lavoro,
molto saggiamente, dopo aver
quattordicesima pagata da noi, e
tuttavia incapaci di un dignitoso
In effetti l’intesa è stata siglata
dalla Fiom nazionale che poi ha
“Combattere la minaccia del comunismo in quanto idea… sfregiato il suo stesso nome (e la silenzio. “sospeso il giudizio” in attesa IL FATTO QUOTIDIANO
creare attive contromisure che minino la base della potenza propria finalità istituzionale) Luca Telese della certezza sull’efficacia della via Valadier n. 42 - 00193 Roma
sovietica… vincere lo scontro strategico con il soft power, mandando dopo quattro anni a sperimentazione. Il 5 aprile i lettere@ilfattoquotidiano.it
con le armi della politica e dell’economia, senza rischiare la casa una ragazza, Katia, perché I nostri errori
guerra con il colosso sovietico…”. Con queste parole incinta (ancora 20 giorni e
pronunciate alla Casa Bianca nel 1949, il presidente sarebbero stati costretti a “L’accordo non l’abbiamo Direttore responsabile
garantirle la maternità) dopo
americano Truman aveva in pratica tratteggiato l’essenza
l’articolo in cui “il Fatto” firmato noi” Antonio Padellaro
della Guerra fredda, mezzo secolo di “gelida ostilità” tra Usa
raccontava questa grottesca Il sottoscritto Emanuele De Ni- Vicedirettore Marco Travaglio
e Urss. Anche se quel termine, “Cold War”, simbolo di un
storia, avesse avuto, perlomeno, cola, segretario generale della
conflitto giocato a tutto campo sul fronte ideologico, l’intelligenza di tacere. Invece Fiom Cgil Basilicata, nonché let- Caporedattori Nuccio Ciconte e Vitantonio Lopez
tecnologico, spaziale, psicologico e della propaganda, fu per sbagliavamo. Dopo sei giorni (!) ci tore del Vs. giornale, Vi segnala Progetto grafico Paolo Residori
la prima volta coniato il 16 aprile 1947, in un minaccioso é arrivata questa letterina, che una imprecisione nell’articolo Redazione
discorso pubblico, dal potente consigliere presidenziale (se non fosse tragica) sarebbe un sulle vicende della Fiat-Sata di 00193 Roma , Via Valadier n°42
americano Bernard Baruch, incaricato dal governo Usa di meraviglioso saggio di auto-satira Melfi del 15 aprile 2011 riguar- tel. +39 06 32818.1, fax +39 06 32818.230
redigere un piano per giungere al disarmo atomico. sul caporalato nell’Italia dante : “L’intesa sull’applicazione e-mail: segreteria@ilfattoquotidiano.it
Inquietante logo di 50 anni di tensione mondiale, condotta a sito: www.ilfattoquotidiano.it
contemporanea. Giá. Non si del modello è stata siglata una
colpi di sabotaggi, spionaggio, pressioni politiche, culturali, tratta di “licenziamento”, quindi. settimana fa e la Fiom locale, do- Editoriale il Fatto S.p.A.
economiche, lo slogan Guerra Fredda vanta, in realtà, un Ma – meraviglie del po aver apposto la sua firma, ha Sede legale: 00193 Roma , Via Valadier n°42
doppio copyright, essendo stato ufficialmente adottato in neoburocratese nel Terzo dovuto sospenderla in seguito al- Presidente e Amministratore delegato
uno storico articolo del ’47, dall’influente columnist millennio – “di una l’intervento della segreteria na- Giorgio Poidomani
statunitense Walter Lippmann, sul New York Herald Tribune. comunicazione di impossibilitá a zionale”. La grave imprecisione Consiglio di Amministrazione
Giovanna Gabrielli proseguire il rapporto”. Per sta nel fatto che il sottoscritto Luca D’Aprile, Lorenzo Fazio, Cinzia Monteverdi, Antonio Padellaro
Centri stampa: Litosud, 00156 Roma, via Carlo Pesenti n°130,
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