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Le mille notti

di
Omar Wisyam

omar_wisyam@yahoo.it

Omar Wisyam is sleeping / Omar Wisyam dort / Omar Wisyam


slaapt
Omar Wisyam schläft / Omar Wisyam duerme / Omar Wisyam
dorme

Dies ist das Auge der Zeit: es blickt scheel unter siebenfarbener
Braue ... (Paul Celan)
Questo è un sito post-post-ex-situazionista

Indice:

1001 notti: La destinazione del destino, Postfazione a


qualunque testo di Guy Debord (Omar Wisyam).
1002 notti: Le minimun de la vie e altri tre testi di Guy Debord
dal 1955 al 1956.
1003 notti: Il buongoverno della cattività, La pubblicità del
nulla e il suo spettacolo, Perniciosa (Omar Wisyam).
1004 notti: Il nero dorso del tempo, Ogni disillusione è
consentita purché ..., e altri brevi testi di Omar Wisyam.
1005 notti: L'arcano della fantascienza (Omar Wisyam).
Indice delle Mille Notti

1006 notti: Il doppio dello spettacolo e la sua proprietà (Omar


Wisyam).
1007 notti: Abat-faim e Ab irato di Guy Debord da Debordiana
e Ab Ovo dell'Encyclopédie des Nuisances pubblicato da
altediciones.
1008 notti: Georges Bataille e la dépense (Omar Wisyam).
1009 notti: Critica della produzione (Omar Wisyam).
1010 notti: La société du spectacle en couleur. Le occorrenze
stabilite da Jean-Pierre Voyer.
1011 notti: Le cinéma de Guy Debord di Giorgio Agamben e
Esperando a los barbaros di Jaime Semprún.
1012 notti: Etes-vous un homme de votre temps? da Les
ennuisibles, Auguste Blanqui et l'éternité di Yves Le Manach e
Sur l'emploi du temps libre dall'I.S. n.4 del 1960.
1013 notti: Situazionismi di Carlo Romano e altri testi tratti
dalla Circolare della Biblioteca dell'egoista.
1014 notti: L'acritica radicale (Omar Wisyam).
1015 notti: Noi spettatori e Note senza teoria (Omar Wisyam).
1016 notti: Sans valeur marchande di Michel Bounan.
1017 notti: Invectives e Tous contre Godzilla di Barthélémy
Schwartz e Debord est un homme que je corrige toujours e
Vous avez dit spectacle? di Jean-Pierre Voyer.
1018 notti: Vari testi brevi di Omar Wisyam tratti dal forum
Debord(el) of.
1019 notti: Vari testi brevi di Omar Wisyam tratti dal forum
Debord of directors.
1020 notti: La lotteria a Babilonia (Omar Wisyam).

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Indice delle Mille Notti

1021 notti: Due testi dell'Encyclopédie des Nuisances:


Compendio e Aboutissement pubblicati da altediciones.
1022 notti: Tesi sul Partito immaginario di Tiqqun.
1023 notti: Remarques à propos des récentes déclarations d'un
penseur de la radicalité di J-F Martos.
1024 notti: Correspondance: Omar Wisyam - O.T.
1025 notti: Lieutenant - Memorie psicogeografiche (Omar
Wisyam).
1026 notti: Banalità di base - breve storia dell'I.S. a cura della
Nottingham Psychogeographical Unit.
1027 notti: Vari testi di Michèle Bernstein, Gérard Berréby,
Alice Debord, Guy Debord e Barthélémy Schwartz.
1028 notti: La téléologie, enfin a cura di Bibliothèque des
Emeutes - Observatoire de Téléologie.
1029 notti: Vari testi sulla deriva: Dade Fasic per la
Nottingham Psychogeographical Unit e Yves Le Manach.
1030 notti: La retorica del 1999 (Omar Wisyam).
1031 notti: Vientos del sur, No estamos solos e altri testi di
Tomás Salvadori e di Tomás Bueno.
1032 notti: Grande enquête nationale sur les conditions de non-
vie des gens di G.R.E.M.S. e A new garden of Eden della New
York Psychogeographical Association.

Après tout, c'était la poésie moderne, depuis cent ans, qui nous
avait mené là.

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Indice delle Mille Notti

Guy Debord
Alla poesia che si è servita della rivoluzione chi ci aveva
condotto?
Omar Wisyam

La prima notte di Omar Wisyam


Il primo indice delle 1000 notti di Omar Wisyam:

GUY DEBORD - SUR LES DIFFICULTES DE LA


TRADUCTION DE PANEGYRIQUE
Chaque fois, et c'est très fréquent, qu'un mot, ou qu'une phrase,
a seux sens possibles, il faudra reconnaître et maintenir les
deux; car la phrase doit être comprise comme entièrement
véridique aux deux sens. Cela signifie également, pour
l'ensemble du discours: la totalité des sens possibles est sa
seule vérité.
Annexe à PANEGYRIQUE (Tome second), Librairie Arthème
Fayard, Paris, 1997.

Omar Wisyam - Sur les difficultes des deux sens possibles


Debord diceva che in una società basata ancora,
provvisoriamente, sulla produzione, i situazionisti avrebbero
tentato di dedicarsi seriamente soltanto al tempo libero, ma,
poiché provvisoriamente la società odierna è sorretta dal tempo
libero dei cittadini dei paesi sviluppati, ogni situazione basata
essenzialmente sul tempo libero è compromessa radicalmente.
Si direbbe, con linguaggio giuridico d'annata, che si intende

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Indice delle Mille Notti

nella fattispecie una circonvenzione d'incapace dove prima si


leggeva una promessa.
Annexe à Le Mille Notti di Omar Wisyam.

Altre pagine di Omar Wisyam


Il nome Omar Wisyam
Il secondo indice delle notti di Omar Wisyam:
http://www.geocities.com/omar_wisyam/index.html

Omar Wisyam: Il situazionismo ha avuto come fine pratico la


teoria della deriva e come fine pratica la deriva della teoria.

Eterotopie

Debordiana
situationist international online
M. Ripley s'amuse (Le site de Jean-Pierre Voyer)
Not Bored!
Bureau of Public Secrets
Len Bracken

Il nome Omar Wisyam:


La pagina in cui è spiegato perché il nome Omar Wisyam è
dedicato a Omar Khayyam contiene la versione in inglese, a
cura di Len Bracken, delle stanze del poeta persiano.

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Indice delle Mille Notti

Paul Celan
Cormac Mc Carthy
Situationist Web Ring:
Le fin mot de l'histoire
Le grain de sable
Observatoire de Téléologie
Gloire au Cartel/Nice!
Internationale Situationniste archive
Votre révolution n'est pas la mienne
Ecologie révolutionnaire
Tiqqun
Maldeojo
Flashing absolutes
Debord et les situationnistes
Debord(el) of
Geosophical Matrix
CTheory
Screenwash Project
Be realistic: demand the impossible
Disinformation
Les ennuisibles
Twokmi Kimali

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Indice delle Mille Notti

Psychogeography

Omar Wisyam e il tempo perduto:


Tutto è perduto tranne ciò che è riprovevole.

Machno - Stuttgart
Biblioteca virtual revolucionaria
Garden of Forking Paths
Textos perdidos de Borges
Borges Studies on line
Nor
La plage
The arabian nights
Rizoma
La revue des Ressources
Tolkien Information Page
Tranquille le chat
Ab irato
Les Excentriques
Intercom
Mercati esplosivi
Vis à vis
Jorge Manrique
Atlas press

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Indice delle Mille Notti

Le Surréalisme aujourd'hui à Paris


Centre de recherche sur le Surréalisme
DadA
Georges Bataille
Mes bandes dessinées
Adelphiana
John Gray
Spunk Library
Stefano Borselli
Surrealist writers
Bob Black
Frigidaire
Oeuvres du Marquis de Sade
Deleuze
Baudrillard on the web
Deleuze and Guattari resources
Philip K. Dick
Substance mort
Area - Fariselli
John Cage
EPC/John Cage
Malcom's John Cage Page
Marcel Duchamp

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Indice delle Mille Notti

ZKM
Max Bunker Press
A Paul Celan homepage
Biblioteca marxista - Bordiga
Fluxus
Fluxus - Strano net
SF Site
Giorgio Agamben
Derive Approdi
Cancer!
Bibliothéque libertaire et revolutionnaire
La società dello spettacolo in portoghese
Transit-lounge
Alternative libertaire
Clinamen
Scenewash
Ediciones alternativas

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Omar Wisyam is sleeping


Omar Wisyam dort
Omar Wisyam duerme

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Indice delle Mille Notti

Omar Wisyam schläft


Omar Wisyam slaapt
Omar Wisyam dorme

Le mille notti di Omar Wisyam

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Indice delle Mille Notti

Omar Wisyam ha creduto, per alcuni anni, che avrebbe potuto


riscrivere La società dello spettacolo di Guy Debord, e, prima
ancora, che avrebbe potuto riscrivere America di Franz Kafka o
Vent’anni dopo di Dumas. Ma esclusivamente l’ingenuità gli ha
consentito, e solo per poco tempo, di trattenere presso di sé
queste fantasie. Infatti, dopo aver letto il racconto, inserito
nelle Finzioni di J. L. Borges, che ha come protagonista Pierre
Menard, il finto persiano, ha capito che il suo destino sarebbe
stato diverso. Ma, a questo punto, l’ironia, contenuta nella
faccenda dell’immedesimazione in un romanzo non necessario,
gli ha proibito la facezia di riproporre quel Pierre Menard che
sarebbe stato capace, dopo tenace fatica, di riscrivere La
società dello spettacolo, alla lettera. Dunque Omar Wisyam
non è riuscito nell’intento, e la sua riscrittura non poteva che
essere lacunosa e allo stesso tempo, farcita di maldestre novità.
La sua società dello spettacolo si intitola “La pubblicità del
nulla e il suo spettacolo”, ma va detto che la congiunzione, a
metà del titolo, potrebbe essere anche una distratta copula.
I Commentari di Guy Debord, con la stessa affettata e difettosa
immedesimazione riscritti, li ha chiamati, sebbene per nulla lo
facessero intendere, “Margini della pubblicità”.
Infine il testo di cui per qualche tempo si è fregiato, per un
aforisma riuscito, ovvero “Il buongoverno della cattività” è un
gioco di parole che dimostra, se nel lettore c’è quel tanto di
benevolenza o di condiscendenza necessarie, che Omar
Wisyam vagheggia un Pierre Menard anche per quanto
concerne il catalogo ignoto dell’opera visibile…

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La stanza dei cuori spurii

Di Arbeit Macht Frei uscirono due soli numeri tra la fine del
1974 e l'inizio del 1975. Quella volta avevo diciassette anni.
L'idea prese piede a casa di Vittorio, che accoglieva di
pomeriggio (per quanto mi riguarda) vari ragazzi e ragazze
(fricchettoni, femministe, gay e lesbiche, gente con problemi
vari, ribelli nel senso più ampio del termine e così via). Per due
anni consecutivi, regalò alla mia famiglia un abbonamento a
CONTRO informazione per scopi meramente educativi. A casa
sua, in cucina, parlai con chi ci stava e dopo pochi giorni uscì il
primo numero eliografato di Arbeit Macht Frei. Altre persone
le vedevo sotto il celebre loggiato nel cuore della mia città o in
decrepiti appartamenti. Di molti tipi strampalati ho perso le
tracce, di altri no. La tecnica eliografica non sporcava (perché
non era affare nostro, soprattutto) come il ciclostile ed era
economica purché a bassissime tirature; di certo eravamo degli
insoliti clienti, in mezzo a geometri ed architetti. Il primo
numero lo composi con Pietro (Pieripuzz), Giulio e Giovanni
(l'Avvoltoio). Ognuno collaborò con un disegno o un breve
intervento. Niente di particolare (in realtà non sono in grado di
giudicare ciò che realizzammo, dato che non mi è rimasto
niente di quegli anni: zero spaccato), ma il primo passo era
compiuto! Ufficialmente non era che uno dei numerosi ed
artigianali supplementi a Stampa Alternativa, diretta da
Marcello Baraghini.
Al secondo numero partecipò ancora Pieripuzz (che nel
frattempo aveva prodotto una sua fanzine: Abrax, e continuava
a disegnare fumetti su Puzz). La riproduzione (sempre
eliografata) di un testo di Raoul Vaneigem sull'autogestione

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Indice delle Mille Notti

generalizzata, anche se priva di un'apparente ragione,


segnalava senza dubbio dove erano approdate le mie letture. Le
frequenti citazioni di autori e di opere nel “Trattato del saper
vivere ad uso delle giovani generazioni” (Edizione Vallecchi) e
nella raccolta dell'Arcana editrice (“Terrorismo o rivoluzione”,
che poi era la prefazione agli scritti di Ernest Coeurderoy) mi
avevano fornito una robusta schiera di autori da approfondire
(in pratica tutti quelli citati da Vaneigem). Dunque più che altro
leggevo o mi procuravo da leggere (Romanticismo!!). Ma ora
non ne sono più tanto sicuro. Però, avevo cominciato con lo
scorrere tra le mani il libro di Vaneigam (!), della De Donato,
dove le “Banalità di base” del titolo entravano in corto circuito
con la grafia del nome in copertina!
L'Avvoltoio si era preoccupato di distribuire qualche decina di
copie in città, altre le inviavo per conoscenza o scambio ai
redattori di altre pubblicazioni in giro per l'Italia e, a Torino,
l'ideatore di “Tampax” ne distribuiva altre, grazie alle copie
degli originali che gli avevo spedito.
Esisteva una rete informale di contatti più estesa della
dimensione provinciale dell'Italia (mi fu recapitato, inatteso e
sorprendente in quel periodo, un numero di una rivista
argentina, ma si seguivano le attività del Bureau of Public
Secrets di Ken Knabb con sede a Berkeley, di Errata di Toni
Arno e dell'Istituto di Preistoria Contemporanea di Jean-Pierre
Voyer – di cui era uscita un'elegante traduzione italiana di
“Reich:modo d'uso”). C'erano anche, oltre a tutti quelli che mi
spiace non riuscire a ricordare, il ticinese Paria, Il Buco di
Putignano di Bari (uno di quel gruppo fece il sevizio militare
nella mia città, così come in divisa veniva a trovarmi Bruno di
Rapallo), Insekten Sekte, Gatti Selvaggi di Quarto Oggiaro e
soprattutto Puzz (con vari numeri unici) e poi Provocazione di
Max Capa. Per lui scrissi un paio di articoli, qualche racconto
ed infine scoprii, con una vaga sorpresa, di essere uno dei tre

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Indice delle Mille Notti

firmatari di Provocazione (al novantacinque per cento pensata,


discussa e scritta dagli altri due). Sulla mia città (anzi,
“contro”) avevo già scritto una scheda per il volume “Italia
alternativa” curato da Angelo Quattrocchi FALLO! (Edizioni
Ottaviano). In quell'occasione, tra le righe, dichiaravo che era
imminente la stampa di una mia “Fenomenologia della miseria
spettacolista”. Passavamo il tempo libero tra un bar e l'altro in
attesa della buona stagione. Credevo di vivere “nella periferia
della periferia”, come diceva Pieripuzz. Le canzoni di Claudio
Lolli mi sembravano convincenti (non più malinconiche di un
adolescente medio). Ma in un lampo arrivò il '77, durante il
quale l'esplosione della rivolta e delle pubblicazioni alternative
mi diede, per un attimo, la piacevole sensazione di avere
anticipato un'epoca, che, peraltro, non prevedevo quanto
sarebbe stata effimera. Poco tempo prima avevo scoperto
Amadeo Bordiga, i bordighisti del Partito Comunista
Internazionale e Invariance di Jacques Camatte (prima di tutto,
parlo per me, nelle Edizioni International di Savona e poi “Il
capitale totale” delle Edizioni Dedalo, i due volumi editi da
Jaca Book - “Verso la comunità umana” e “Comunità e
comunismo in Russia” - poi quelli editi da La Vecchia Talpa di
Napoli e uno da La Pietra - Il disvelamento – ma ormai si era
nel 1978-79) e collaborai al primo numero di Emergenza (con
sede a Coccaglio in provincia di Brescia, forse nel 1980) con
un articolo del cui titolo specialistico non provavo alcun
imbarazzo: “Il romanzo orientale di Kafka” (il contenuto non
era altro che un'illazione, probabilmente elaborata con qualche
fondamento), che seguiva un'altra fantasia del genere
(illeggibile senz'altro, e visionaria) apparsa nelle ultime pagine
del numero uno di Provocazione: “Il fratricidio di K”.
D'altronde se altri discettavano di Gemeinwesen, perché non io
su Kafka? Ma elaborare il negativo non pareva più opportuno e
Camatte me lo fece notare, anche se pubblicò l'articolo).

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Indice delle Mille Notti

Ed insieme leggevo la prosa poetica e infuocata di Giorgio


Cesarano (e Gianni Collu e tutti gli altri amici di Giorgio), che
mi è rimasta impressa molto a lungo. Non lo conobbi vivo.
Se devo pensare ad una colonna sonora, tra il 1974 e il '75, mi
vengono in mente “Sulle corde di Ares” di Franco Battiato, il
primissimo Alan Sorrenti, Claudio Rocchi, Iuri Camisasca, per
parlare di alcuni italiani, e di quei pochi che mi potevo
permettere, in un modo o nell'altro. I concerti li ascoltavamo
fuori dei palasport, finché non si entrava. Bei concerti, di cui
perdevamo ben poco, in ogni caso. Il divertimento terminò
bruscamente con Iggy Pop, di cui ammirammo non molto più
del suo culo al termine dell'esibizione (fu, tra l'altro, occasione
di un piccolo screzio con un tale, fornito di biglietto omaggio e
macchina fotografica, che nominerò poco oltre).
Per certi film, allora, il problema era l'età anagrafica, per
esempio per il Fernando Arrabal di “Viva la muerte!”. Per
alcune letture, la loro reperibilità (a parte la solvibilità del
cliente, se così si può dire): mi ricordo che faticai un po' a
trovare “Impressioni d'Africa” e “Locus Solus” di Raymond
Roussel e le lettere di Jacques Vaché.
Dopo (ma il clima era cambiato, erano iniziati gli anni '80),
scrissi la presentazione della prima mostra personale
fotografica di Piermario, per lui redassi vari interventi sulle
fanzine 115/220, Onda 400 e 50% (alle quali avevano
contribuito Vittore, i gruppi del Great Complotto, Cataldo Dino
e Antonio di Gatti Selvaggi ed altri ancora) e per un po' mi
occupai di stravaganti recensioni di fantascienza su Intercom,
grazie a Bruno e ai suoi amici.
Dopo (ma ci dev'essere un dopo), la durata ci separa dal
passato. Ciò che siamo, eravamo. La realtà si traveste di
stabilità.
Così trascorre un decennio ed anche più...

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Indice delle Mille Notti

Nel 1992 Max Capa mi chiese di scrivere qualcosa


(liberamente, come al solito) per un libro: un'antologia o chissà
che altro, su Puzz. All'invito obbedii: ciò che scrissi si ritrova
all'interno di “Puzz & Co.”, edito molti anni dopo (giugno
2003, edizioni Nautilus).
Il titolo è “Ritrattato del saper vivere” di Simplicissimus (in
realtà avevo scritto Simplicissimissimus). Infatti il tempo
insegna come ritrattare nel modo più pratico.
Se lo rileggessi lo troverei insopportabile (of course). Ma,
come i balli più belli si fanno in coppia, le rievocazioni dell'età
“felice” lo sono con le quotazioni di mercato delle fanzine.
Il tempo passa e mentre la rete si tesse da un capo all'altro del
pianeta, mi decido per un nickname, al quale per pigrizia resto
fedele: Omar Wisyam.
La dedica è trasparente.
“Finché è giorno muovi con grazia e gentilezza il tuo passo
sulla polvere, perché è stata pupilla di una bella fanciulla”.

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Indice delle Mille Notti

Lieutenant

1.
Seguono alcuni passaggi con nomi di luoghi. Alcuni dicono che
certe opere non si possano leggere senza delle mappe,
d'altronde tutti siamo inseriti in una costellazione di luoghi dai
quali non ci si può sottrarre, sebbene e per quanto lo si desideri
con tutto il cuore.

2.
Considerazioni sul privato.
Neppure si può dire che si ricalchi con ciò una topografia
privata, almeno per quanto riguarda l'aggettivo. Che, data
l'abbondanza della merce nell'Occidente, può designare
oggettivamente una privazione generalizzata, essendo la
privatezza una delle forme più usate della condivisione, per
quanto si straparli di protezione della privacy, se non altro
perché sia lucrosamente tradita alla prima occasione, e
ricercata, come feticismo della trasgressione, quella che
esibisce semi-pubblicamente le proprie qualità nel privé.
Dunque trascurando decisamente queste formazioni di senso (e
di valore), in cui, soggettivamente le masse, e per prime, le loro
avanguardie, subiscono l'imprinting dello spettacolo dell'epoca;
in tutt'altra forma, ciò che qui si intromette è il prodotto di
un'altra comune esperienza, e povera, nel tempo di quella
miseria comune che si è talvolta indicato con il termine di
spettacolo. All'assenza di qualità della merce è da imputare la
mancanza che si segnala? E cosa saremmo, privati di

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Indice delle Mille Notti

quell'assenza, di cui siamo stati eletti come consumatori


(forzati)?

3.
Il discredito sulle avanguardie ha finito per rivalutare, come
moneta sonante del suo degrado, alcune ingenuità - è lecito
considerarle così, se non altro per un residuo di riguardo, come
l'urbanistica situazionista o la psicogeografia. Eppure il valore
estetico della pratica che inauguravano è stato depredato anche
come traccia di un passaggio, sedimento di memoria
formattato.

4.
Poiché ciò che è privato, non è per niente privato, perché lo è
realmente di quell'unica proprietà che ci interessa, poiché la
sopravvivenza è un lusso per chi vive ai margini
dell'ipermercato occidentale, poiché non ci è concessa alcuna
memoria...

****

In certi momenti, il passato tornava alla memoria, come capita


talvolta, quando non hai un attimo di respiro; ma tornava in
forma di un sogno inquieto e tumultuoso, ricordato con stupore
fra le opprimenti realtà di quel mondo. E quella immobilità di
vita non somigliava minimamente alla pace.

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Indice delle Mille Notti

La prima cosa che gli diede nell'occhio, furono due travi ritte,
con una corda, e con certe carrucole; e non tardò a riconoscere
(ch'era cosa familiare in quel tempo) l'abominevole macchina .
Era innalzata in quel luogo, e non in quello soltanto, ma in tutte
le piazze e nelle strade più spaziose, affinché i deputati d'ogni
quartiere, muniti a questo d'ogni facoltà più arbitraria,
potessero farci applicare immediatamente chiunque paresse
loro meritevole: o sequestrati che uscissero di casa, o subalterni
che non facessero il loro dovere, o chiunque altro. Era uno di
quei rimedi eccessivi e inefficaci de' quali, a quel tempo, e in
quei momenti specialmente, si faceva tanto scialacquìo.

Come si fa silenziosa la sesta ora! Persino il più stupido


comincia a capire. La rivelazione inizia dagli occhi e si
diffonde per tutto il corpo. È un momento che ti fa venire il
desiderio di stenderti con lui sotto l'erpice. In fondo accade
solo questo: l'uomo comincia a decifrare lo scritto.

Mi piaci fin dal giorno del nostro primo incontro, benché non
ci siamo detti nulla. Anch'io sono stanca e non m'importa di
cosa può accadermi domani. Anch'io voglio stare con te questa
notte, ma prima devo parlare, devo parlare con qualcuno, scusa
se ti uso, ma è come un conato di vomito, quello che dirò sarà
come vomitare, perché delle volte si deve fare uscire quello che
marcisce. Non interrompermi. Ti ripeto....

L'oblio, provocato dall'anestesia distruttiva dell'esilio, si sposa


solitamente a un senso d'irrealtà. I molti dubbi dell'esule sulla
realtà e la consistenza del proprio passato, sulla certezza del

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Indice delle Mille Notti

proprio essere dissolto nel lampo e nel lacerto di una breve vita
precedente, possono farsi a tratti anche angosciosi e sgradevoli.
L'insicurezza mnemonica, il sospetto di non aver mai vissuto
una prima vita reale, di averla soltanto attraversata di scorcio
con l'immaginazione, fanno intimamente parte di questa
singolare angoscia dell'oblio.

Se tuttavia ciò non dovesse bastare, nell'ansia da cui sono


assalito potrei ora richiamare libri serissimi nei quali si trovano
delle cose analoghe e sulla cui piena credibilità non è possibile
eccepire il minimo dubbio.

Ti fu d'aiuto risvegliarti dal sogno? L'incanto indicibile che


sconvolge l'anima nella vita esteriore come un dolore affilato,
non restava dunque con te quell'incanto? E tutto intorno a te
non appariva triste, incolore, vuoto?

Per parecchi mesi la luna non ricomparve in cielo e noi


eravamo liberi e leggeri. Liberi no, contenti e liberi dalle tristi
rabbie, ma non liberi. Giacché non è che non ci fosse in cielo,
lo sentivamo bene invece che c'era e ci guardava; solo era buia,
nera, troppo fuligginosa per potersi vedere e poterci
tormentare. Era come il sole nero e notturno che nei tempi
antichi attraversava il cielo a ritroso, fra il tramonto e l'alba.

Ma i più vivi e conturbanti erano i grandi occhi scuri, il cui


profondo sguardo mi sembrava avere un comune carattere con
quello del vecchio e, dunque, con quello dei cani: la stessa
cupezza lo animava, anzi in misura più imperiosa, e lo stesso,

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Indice delle Mille Notti

in una, remoto e miserevole smarrimento, se disperazione


senza più non si deve chiamare. Carattere, pertanto, che doveva
derivare da parentela più sottile che quella di sangue, se uomini
e bestie accomunava qui. Eppure, quali infiniti altri linguaggi
parlavano quegli occhi, ai sensi e al cuore!

D'un tratto in fondo a una di quelle viuzze, sembrava che nella


materia cristallizzata si fosse prodotta una distensione. Un
vasto e sontuoso campo, che in quella rete di stradine, certo
non avrei potuto mai indovinare di tale importanza, di cui mai
avrei immaginato, non potendolo, uno spazio, si allargava
davanti a me, circondato da palazzi incantevoli, pallido di un
fosco chiarore. Era uno di quei complessi architettonici, verso i
quali, però in un'altra città, si rivolgono le strade, finiscono per
condurvi, designandolo infine. Qui, invece, sembra
volutamente nascosto, in un intrico di vicoli.

Vide ombre geometriche di abissi fra bastione e bastione, vide


esili ponti sospesi fra i tetti, strani portoni sprangati a filo delle
muraglie, antichi spiombatoi bloccati, lunghi spigoli incurvati
dagli anni.

Avrei voluto potermi dire: è una bella vita. Ma non si poteva


stabilire un giudizio su di essa, era una traccia; avevo passato il
mio tempo... Non rimpiangevo niente: vi erano tante cose che
avrei potuto rimpiangere; ma la morte...

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Indice delle Mille Notti

Quella mirabile città non sopravvive in nessun altra parte,


fuorché nella sede gelosa della mia memoria. Ma qui essa vivrà
finché io stesso avrò un alito di vita.

Un giorno scoprii una macchia nello splendore della mia


regina. Una macchia bruna, circondata da altre macchie più
piccole, stesa come una voglia sulla pelle delicatissima della
mascella.

Una parola si era disegnata nitida nella sua mente, una parola
che non aveva pensato. Gli sembrò piuttosto che fosse stata la
donna a incidervela con quel breve contatto.

Credetti che mi si interrogasse e misi la mano nella tasca


posteriore dei calzoni come se cercassi qualcosa. Invece non
stavo cercando niente; volevo soltanto cambiare il mio aspetto
per far vedere che partecipavo alla conversazione. Facendo
così dissi che il fatto appariva realmente strano e io non lo
potevo comprendere. Aggiunsi anche che non credevo che
potesse essere vero e che doveva essere stato inventato per un
qualche scopo che appunto mi sfuggiva. Dopo chiusi gli occhi
per liberarmi dalla cattiva luce.

Piegando i ginocchi, posò a terra la valigia, ricoperta di stoffa a


quadri. L'acqua piovana scorreva giù ai margini della strada in
rigagnoli che scendevano per perdersi nei canali di scoli situati
più in basso.

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Indice delle Mille Notti

Nota.
L'ingenuità non è fallace quanto basta. Non è che la
luogotenenza sia una scena irrappresentabile, giacché, per
difetto e attraverso molteplici e pure contrastanti vie del testo,
vi si può giungere approssimativamente, senza altra resa che
una sfocatura del soggetto che vi si impiglia, tuttavia mi
accorgo ogni scarto dello scatto trattiene l'essenziale, ciò che si
ritiene tale, senz'altro erroneamente, per eccesso di fiducia e di
superficialità, cioè di sovrasensibilità nella logica della cattura
dell'obiettivo. Ora mi viene in mente La palude definitiva di
Giorgio Manganelli, per il titolo...

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Indice delle Mille Notti

Media morte in vita sumus

All'inizio delle vicende dell'I.S. ci fu un'idea di pratica, lo


stesso termine che fu impiegato per dare un nome all'ultima
Internazionale, cioè il progetto, da custodire ma rimasto
indefinito, di situazione, si riferisce al desiderio di una pratica
di vita coerente attraverso le città europee, soprattutto, di
allora. L'idea di una coerenza nell'attraversamento suscita oggi
una pena quasi inestinguibile, mentre le città europee sono tutte
esauste, esaurite, sfinite ma uguali. Erano ambizioni da
urbanisti non del tutto convinti della positività, o
dialetticamente, della negatività, di ciò che volevano avviare,
ma uniti semmai dalla decisione di sopprimere le negatività più
appariscenti. Tuttavia l'incombente condanna di ogni
mediazione artistica, se ha sgomberato di poco un'ambiguità
ritenuta non accessoria, ha lasciato sul campo, del tutto irrisolti,
i sogni a partire dai quali si articolava il progetto situazionista.

Ci sarebbe potuto essere un situazionismo, cioè una pratica


della deriva coerente? No, a meno di prendere in
considerazione l'uso sistematico di stupefacenti in cui sarebbe
stato risucchiato immediatamente ogni sviluppo autonomo del
progetto.

Nelle Linee generali della rivista Errata, all'inizio dei '70,


riprendeva vigore l'idea di una pratica sociale sulla quale si
sarebbe poggiata una concezione della vita corrente
disincantata e depurata dalle ingombranti scorie del politico.
Ma l'idea di una pratica sociale orfana del politico era poco
pratica in quegli anni. La socialità che possiamo attenderci

24
Indice delle Mille Notti

oggi non supera il tempo in cui si consuma il contenuto di un


bicchiere di vino o un caffè. Pure questa tenue socialità
potrebbe essere al di là delle nostre possibilità o dei nostri
desideri attuali. Vogliamo l'impossibile!? Che si infrangano su
questi scogli gli obiettivi rivoluzionari dei prossimi decenni.

Il mondo trasformato, come è stato trasformato, si trasforma


sotto i nostri occhi senza posa e senza che il nostro finto
disinteresse ne alleggerisca lo sfacelo. L'invivibilità delle città
sfugge all'armonizzazione poetica di qualsiasi deriva,
incontrollata o meno. probabilmente soltanto nei microspazi, o
quantomeno negli spazi minimi sottratti alla furia pubblica, si
possono sedimentare delle idee, seppure fragili ma decorose,
cioè tali da ospitare una pratica coerente quanto indipendente.

Un orto, un giardino, ci risvegliano da quei traumi sensoriali


causati spesso dai parchi e dallo spazio verde pubblico
decorato dagli architetti, quando ancora pensavamo a
proteggerci dall'edilizia che è solita aggredire in modo più
volgare e definitivo. Le ambizioni degli architetti sono nefaste,
e perciò non mi riferisco ad essi in particolare, perché gli
architetti rivoluzionari non sono differenti dagli altri
rivoluzionari, se non in conseguenza della specifica traduzione
del desiderio nella funzione professionale, per cui, in base a un
radicato pregiudizio, si ritiene che essi riescano a dare forma
solida alle loro idee.

Gli architetti subiscono le stesse idee che si sono imposte a tutti


i rivoluzionari, per cui si ritrovano, nella seconda metà del
secolo scorso, comuni intese e comuni timori; per esempio, se

25
Indice delle Mille Notti

un un architetto dice che la paura della tecnologia è


reazionaria e che la liberazione delle masse è resa possibile
solo dallo sviluppo tecnico, ciò non dovrebbe suscitare
un'apprensione sproporzionata al pericolo.

Se rileggiamo Constant che descrive New Babylon e parla di un


homo ludens che vive in una città mobile attraversando
un'esistenza nomade, ci accorgiamo che il suo programma è già
stato realizzato (d'altronde Constant, sensatamente, scriveva
che è impossibile conoscere un desiderio se non
soddisfacendolo), e tuttavia dobbiamo riconoscere che il suo
desiderio non è il nostro. Constant dichiarava: noi non
possiamo che tentare l'avventura!

Possiamo dire che siamo fortunati se essi ci hanno fornito


l'avventura, ma sventuratamente essa non si limita ad essere
architettonica e urbanistica, e il nostro regolare, ma sregolato,
nomadismo è registrato in una contabilità in accordo con la
quale ogni giorno (ogni notte) ci troviamo come Orlando a
Roncisvalle.

26
Indice delle Mille Notti

88 versi per Orlando

La nostalgia e il rimpianto canterò


piano, ma non perché l'oblio turbino
degli antichi e cortesi paladini,
a cui diedero onore e fama diversi
tempi, e gioia a chi le gloriose imprese
udiva e, se le sfuggenti parole,
danno peggior del silenzio faranno
al mio poeta invocherò perdono,

seppure il suo sonno non sia men duro.


A chi sollievo daranno, non so proprio
immaginare, sì franchi campioni
gentili e matti a un tempo.
Piuttosto freddina è l'epoca nostra,
tanto più densamente popolata
di quella, quanto meno di segreti
e di meraviglie mi pare felice.

A sorpresa, dove finisce, tace


non meno inverosimile vicenda,
che il saggio Turpino dimenticò
e il prudente Ariosto ignorò sicuro,
nella quale d'Orlando innamorata,
Angelica piacere prenderà,
ma sarà la sola a provar diletto

27
Indice delle Mille Notti

di lui regina tra tante donzelle?

Perché, mia lettrice, non si sa molto


o poco di cosa che poi non muti;
né inerte né fiacco il mondo resta,
ché anzi le vicende ingarbugliate
da lungi vedi luccicare assai,
ma il disegno purtroppo è sfocato,
però meglio così, ché da vicino
il mondo altro diventa da quel ch'è.

Le misteriose e diverse venture


che il gran poeta certo mai non seppe,
lui che tutto s'annotava con scrupolo,
dalle nebbie dei sogni appresi,
come l'ansia della guerresca opera
suggeriva alla cristallina angoscia
del finale la timida speranza
che tutto si confondesse di nuovo.

Orlando a Roncisvalle non temeva


di morire per il ferro dell'Islam,
né di scoprire che il mondo intero
spesso si dimentica di punire,
anzi incoraggia e onora i traditori.
Nulla gli importava più di cedere
alla terra il sangue e al cielo il debole
respiro e le armi ai tanti vincitori?

Uno strano giorno scendeva dalle


nubi di ferro. Sotto quella pioggia
rugginosa oscurità esalavano

28
Indice delle Mille Notti

dalle terre. L'alto precipitava


per fondersi per sempre con il basso.
Così voleva apparire la fine
dei giorni a chi la fine dell'ultimo
giorno credeva d'aver incontrato.

Pure quel giorno O. continuava a uccidere


e il sangue il fango risucchiava subito.
Non s'accorgeva, oppure non voleva
che le conseguenze gli impedissero
di compiere ciò che aveva deciso;
che il senso di ciò che aveva deciso
non gli apparteneva più come qualche
ricordo che si era allontanato via.

Davvero mai si seppe ciò che disse


Orlando al pietoso fante nemico,
che il volto felice bagnò del sangue:
un segreto custodì che a nessuno
un ignoto soldato volle vendere.
Ma i nemici sono i soli nemici?
Pure egli suonò forte l'olifante,
che il paladino non poté udire.

I sogni la verità forse celano;


si dice, è un'immagine confusa.
Forse era vero che Orlando al nemico
avesse parlato con confidenza,
ma per scherno questi suonasse il corno,
non prima d'aver tagliato la testa
e per i capelli appesa alla sella.

29
Indice delle Mille Notti

Sarebbe finita in una taverna,

perduta al gioco, ma insieme alla vita.


Ma la verità è che non aveva O.
se non il suo, altro sangue da offrire,
se non il suo, né valore da cedere.
Tutto dovrà confondersi: bella è
la pietà se non c'è più la speranza.
Orlando aveva chiesto al suo nemico,
non si può negare che gli rispose.

30
Indice delle Mille Notti

Variante:

81 versi per Orlando

La nostalgia e il rimpianto cantai


piano, ma non perché l'oblio turbino
degli antichi e cortesi paladini,
a cui diedero onore e fama diversi
tempi, e gioia, a chi le gloriose imprese
udiva e se le sfuggenti parole
danno peggior del silenzio faranno,
al mio poeta invocherò perdono,

seppure il suo sonno non sia men duro.


A chi sollievo daranno, non so proprio
immaginare, sì franchi campioni
gentili e matti a un tempo.
Piuttosto freddina è l'epoca nostra,
tanto più densamente popolata
di quella, quanto meno di segreti
e di meraviglie mi pare felice.

A sorpresa, dove finisce, tace


non meno inverosimile vicenda,
che il saggio Turpino dimenticò
e il prudente Ariosto ignorò sicuro,
nella quale d'Orlando innamorata,

31
Indice delle Mille Notti

Angelica piacere prenderà,


ma sarà la sola a provar diletto
di lui regina tra tante donzelle?

Perché, mia lettrice, non si sa molto


o poco di cosa, che poi non muti;
né inerte né fiacco il mondo resta,
ché anzi le vicende ingarbugliate
da lungi vedi luccicare assai,
ma il disegno purtroppo è sfocato;
però meglio così che da vicino:
il mondo altro diventa da quel ch'è.

Le misteriose e diverse venture


che il gran poeta certo mai non seppe,
lui che tutto s'annotava con scrupolo,
dalle nebbie dei sogni appresi,
come l'ansia della guerresca opera
suggeriva alla cristallina angoscia
del finale la timida speranza
che tutto si confondesse di nuovo.

Orlando a Roncisvalle non temeva


di morire per il ferro dell'Islam,
né di scoprire che il mondo intero
spesso si dimentica di punire,
anzi incoraggia e onora i traditori.
Nulla gli importava più di cedere
alla terra il sangue e al cielo il debole

32
Indice delle Mille Notti

respiro e le armi ai tanti vincitori.

Uno strano giorno scendeva dalle


nubi di ferro. Sotto quella pioggia
rugginosa, oscurità esalavano
dalle terre. L'alto precipitava
per fondersi per sempre con il basso.
Così voleva apparire la fine
dei giorni a chi la fine dell'ultimo
giorno credeva d'aver incontrato.

Pure quel giorno O. continuava a uccidere


e il sangue il fango risucchiava subito.
Non s'accorgeva, oppure non voleva
che le conseguenze gl'impedissero
di compiere ciò che aveva deciso;
ché il senso di ciò che aveva deciso
non gli apparteneva più di qualche
ricordo che si era allontanato via.

Davvero mai si seppe ciò che disse


Orlando al pietoso fante nemico,
che il volto felice bagnò col sangue:
un segreto custodì che a nessuno
un ignoto soldato volle vendere.
Ma i nemici sono i soli nemici?
Pure egli suonò forte l'olifante,
che il paladino non poté udire.

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Indice delle Mille Notti

Forse era vero che Orlando al nemico


avesse parlato con confidenza,
ma per scherno questi suonasse il corno.
Ma la verità è che non aveva O.
se non il suo, altro sangue da offrire.
Tutto dovrà confondersi: bella è
la pietà se non c'è più la speranza.
Orlando aveva chiesto al suo nemico:

non si può negare che gli rispose.

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Indice delle Mille Notti

Ode alla sordità del passato






• Tutte le volte che un potere è costretto
• a rivelarsi la solidarietà che lo circonda
• è ingannevole, non è che una strategia
• di coalizione. Di fatto una difesa
• è sempre dannosa quando le sue fortificazioni
• sono bersagli visibili da tutti. Perciò non resta
• che sopprimere questo desiderio.
• Tu dici che studiare la vita quotidiana
• sarebbe un'impresa perfettamente ridicola
• e immediatamente condannata a non cogliere
• nulla del suo oggetto se non ci si proponesse
• di trasformarla. Respingo ugualmente la soddisfazione
• o la minaccia d'insoddisfazione che si manifestassero,
• secondo le quali dovremmo essere,
• in qualche modo, assurdo, organizzatori di giorni
• di festa. Bisognerà eliminare ogni prestigio, perché
• non ci è mai interessato un ruolo di questo tipo!
• Ma bisognerà arrivare a riprendere facoltà
• di parola, nei modi che non ci sono consueti?
• Abbiamo ancora un piccolo anticipo teorico,

35
Indice delle Mille Notti

• ma certo, è vero che è


• un prodotto increscioso?
• Il nostro fallimento può avere ancora una
• considerevole utilità nel nuovo periodo, ma
• il problema di un uso grossolano della teoria
• è stato considerato?
• Noi possiamo sostenere, a partire
• da un'interrogazione incoerente e reificata,
• delle posizioni esatte?
• Vorrei che così fosse, come è vero, benché improbabile,
• che qui e adesso l'aria
• trema di imponderabili trame e voli.
• E' in nome del riconoscimento imperioso
• di questa necessità, non possiamo evitare,
• nel modo più bruciante, la questione del regime sociale
• che ci attendiamo che sia.
• Noi viviamo ancora sotto il regno della logica?
• Purtroppo, ai nostri giorni, i processi logici non si
applicano
• che ai problemi d'interesse secondario.
• Non è l'immaginazione, che pure ha i suoi diritti,
• o il meraviglioso, che è diversa in ogni epoca.
• Dal cattivo gusto di questa epoca, mi sforzo di andare
più
• lontano di chiunque altro, perciò bisogna dissimulare.
• "Dissimuliamo", la solitudine è vasta.

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Indice delle Mille Notti

• Scrivete veloci, oppure lentamente,


• una seconda frase, dopo la prima, straniera anch'essa,
• alla coscienza, forse ignobile o no,
• non vi deve importare: l'interesse del gioco,
• a cui ho dato il nome, risiede in questo, nella caduta
• della disattenzione.
• Una nuova confutazione; occorre sottolineare
• il fatto che l'osservazione disinteressata
• non è possibile in questo come negli altri campi,
• soprattutto perché questa povertà non è accidentale,
• parlo della vita quotidiana, che sembra mai abbastanza,
• tante sono le cose da fare, dell'ingresso vissuto ma
incosciente
• nella totalità. In base a quale tattica potremo fare a
meno di
• preoccuparci del risultato?
• Per forza di cose ci sarà imposta una tattica
• di regressione qualitativa. L'esperienza non è
• timida. Dopo esserci giocata
• tante volte la vita, dopo tante imprese
• per le quali non si può fissare
• un conto preciso, quanto rapido va via il piacere!
• Finiremo per dare già passato ciò
• che non è ancora avvenuto...
• Credi che ci sia una soddisfazione immediata,
• e che un giorno chiameremo "Lenin" i gabinetti

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Indice delle Mille Notti

• pubblici d'oro e d'argento? L'emancipazione


• permanente: potevamo non vederci
• uno stile di vita?
• E' tanto, davvero, che ancora, io ritrovi me stesso
• in quello che immaginavo quasi trent'anni fa.
• Sono ancora lo stesso, diverse le insoddisfazioni.
• Qualche tempesta è passata. Non pensare ad antichi
• comandanti e ad altrui rovine. Piango i miei mali,
• avrei voluto qualcosa di diverso?
• Sarei stato capace di fare altro?
• "Tieni a mente che io ti raggiungerò
• all'improvviso". Dico di saperlo,
• per questo, anche per questo, so che il mondo è falso.
• "Le tue intenzioni scrivile in modo cifrato",
• a questo precetto non posso cedere impulsivamente,
• ma a ragion veduta trovo che è esatto, quanto
• la considerazione che la conoscenza sia inseparabile
• dall'uso che se ne fa.
• I bisogni moltiplicano l'alienazione?
• Non pensare che io mi smentisca,
• che il contrario sia meglio o la povertà o la mediocrità...
• Da quando gli esseri umani muoiono
• una gran parte della morte entra in ogni istante
• della nostra vita.
• Il possibile è il permesso, lo sapevi?

38
Indice delle Mille Notti

• Per questo siamo stati messi al centro di ogni conflitto.


• Per ora, e per molto ancora, tutto ciò che è relativo
• al pensiero è, e sarà, relativo allo spettacolo.
• Le buone ragioni conoscono il tempo della disillusione.
• Mordiamo i morti e facciamo ai vivi
• impossibili segnali, cui tuttavia lasciamo qui le nostre
insegne.
• Con la tarda speranza e l'ansia che cresce
• (di fiori e di scuri smeraldi non faremo ghirlande)
• il tedio degli affanni si fa un poco più lieve.
• "Bandiere scarlatte, risa, delirio, trombe".
• Regolarli quei conti non è una faccenda così concreta,
• così rapida, così gioiosa. Può darsi che anche le
lampadine
• credano di accendersi da sole. Le parti sono guidate da
abitudini
• e da passioni debolmente risvegliate. Si sentiva che era
inutile prendere
• sul serio certe uscite. Tentavano di far credere che
agivano,
• e finivano per crederci. Continuavano a vivere
pensando a quello
• che avevano fatto e a quello che dovevano fare.
• Erano stati bene istruiti, si vantavano di avere avuto
donne,

39
Indice delle Mille Notti

• di riportare ferite. Eppure dicevano: la vita! Nonostante


tutto
• pensavano: viviamo! Primo grido, ultimo sospiro.
• D'altronde niente di quello che la forma di spettacolo
• mostra è vero, non perché non possa essere vero,
• ma perché lo mostra.
• "L'aria non cova più maternamente la terra",
• l'alchimia si è realizzata, senza dubbio
• (Prima il dubbio era in minoranza, in questo secolo è in
maggioranza).
• Ci sono più verità che errori? Più buone qualità che
cattive?
• Perché i miei amici sono morti, ho parlato della morte.
• Il miglior modo di persuadere consiste nel non
persuadere
• e chi potrei persuadere con parole non sono neppure
mie?
• Tutte le citazioni nascoste, e quelle manifeste, le
allusioni
• e le negazioni, resteranno senza ironia né fedeltà...
• Comunque di questo qualcuno ho ringraziato,
• ma non ne poteva soffrire la considerazione che ho di
me stesso.
• Infine una generazione va e una generazione viene
• ad assistere ai prodigi che eredita e a produrne di nuovi.

40
Indice delle Mille Notti

• Non ho mai pensato di poter perdere o d'avere già


perduto
• il favore di quell'istinto di conservazione che fa sì che
• dopotutto, a questo ci teniamo, ad ogni occasione in cui
ci troviamo
• messi a parte, ci diamo alla gioia senza pari di
commettere qualche
• "sacrilegio", lo stesso, anche se non fa onore
• alla mia facoltà di discernimento.
• "Divieto di dolersi". La conoscenza della sorte che
continuerà
• ad essere assegnata agli esseri umani non presenta
meno
• interesse della percezione vissuta di una tale
degradazione.
• L'avvenire non è solo una perpetua ridondanza in bocca
agli storici.
• Il cuore di ogni essere umano nasconde una camera
oscura,
• ma bisogna bene che io un giorno sia stato o sia come
ho voluto
• che mi si creda, anche se mento. Tuttavia gli
avvenimenti che si producono
• nell'esistenza individuale, così come è organizzata,
quelli
• che ci concernono realmente, ed esigono la nostra
adesione,

41
Indice delle Mille Notti

• sono precisamente quelli che non meritano niente


• di più del trovarci spettatori distanti ed annoiati,
indifferenti.
• Eppure neanche la bellezza che ha saputo essere, come
voleva,
• convulsiva, può ignorare che lo sia anche la bruttezza
• di questo mondo. Il mondo non è sempre stato una
geometria,
• e ciò non è senza pericoli per tutte le forme di autorità,
• almeno come ricordo di qualche passato.
• La lotta per la sola emancipazione economica
• ha reso impossibile la sopravvivenza di tutti.
• Costruire il presente - è l'obiettivo dello spettacolo!
• - è proprio correggere il passato,
• cambiare i lineamenti del paesaggio, liberare dal loro
guscio
• i sogni e i desideri inappagati, armonizzare nel
collettivo
• le passioni individuali. La fine delle separazioni è già
prossima.
• Ovviamente non abbiamo scritto questa ode
• unicamente per mettere in rilievo
• qualche errore isolato. Abbiamo in mente
• obiettivi più estesi, ma non necessariamente quelli
• che ci verranno attribuiti per ignoranza o malafede.
• Questa ode ha a che fare con la mistificazione,

42
Indice delle Mille Notti

• le forme di pensiero confuse, deliberatamente,


• e il cattivo uso dei concetti.
• E' facile essere sinceri, per me; dalla situazione
• in cui mi trovo, dal punto di vista per il quale poco mi è
concesso,
• poco avendo chiesto, né attribuendo amore alla servitù,
• perché agli inganni del mondo dessi un'altra
giustificazione.


• (30 agosto – 1 settembre 1999)

43
Indice delle Mille Notti

Simplicissimus

“Loro, signori, su nulla hanno costruito immagini false,


l'uomo vive solo se ovunque d'essere spregevole dimostra”.
Nur drei groschen

Il precetto classico dell'autobiografia non è che la


programmazione di una falsificazione sistematica dissimulata
dalla verità del sintomo. L'ambizione del testo è di negare alla
menzogna la soggettività che la ispira, rimanendogli lo stile
come trofeo onirico.

Nel corso di un tentativo, inevitabilmente complicato, di fuga,


mi unisco a un contrabbandiere che pilota una chiatta a motore
su uno dei grandi fiumi che sfocia nel Mar Nero, in Russia, in
Ucraina o in Moldavia. Avvengono numerosi miseri scambi,
attraccando in diversi posti di sosta, di carico e di scarico
merci. Durante delle faticose contrattazioni, mi allontano dalla
riva del largo fiume, ritornando indietro trovo una colonnina
d'oro. La sensazione iniziale, forse falsa, era di stanchezza e di
disagio per non aver dormito.

Da fuggitivo mi ritrovo davanti a una grande stazione


ferroviaria. Nei pressi, o all'interno di essa, in un ristorante
lavoro, temporaneamente, perché prima o poi devo salire su un
treno, in un ristorante come cameriere o come inserviente in
sala. Alcuni clienti, dopo il pranzo, chiedono che gli tagli i
capelli; una signora per prima, poi un'altra, e dopo ancora degli

44
Indice delle Mille Notti

altri. Ne sono stupito, ma non molto, con me ho un paio di


forbici e un pettine. Prima di iniziare voglio bere un caffè al
banco del bar del ristorante.

Il ritorno del presente è un effetto di mercato, attorno ad esso si


rivitalizzano i fantasmi del futuro anteriore, di quel futuro del
passato, che si crede che sia stato seppellito.

Che nessuno meglio di Ariosto abbia decantato la passione è, in


principio, un frutto d'esperienza dopo che una consolazione. In
un momento di noia si è compiuta una dedica che è rivolta,
altrettanto grata, a Matteo Maria Boiardo, di cui ho ripreso una
debolissima versione in secondo grado, farraginosa non meno
che presuntuosa, che si trova altrove in una Notte.

45
Indice delle Mille Notti

Il solstizio dei sogni


(parentesi onirica del Diario del quieto)

Poteva essere un convento, nei dintorni di una città, ma già in


una campagna boscosa (boschetti di querce, pioppi a filari,
vigne), oppure una specie di comune femminile. Non ricordo
quasi più nulla. Vedo me stesso all'interno di una stanza dove ci
sono delle giovani donne. Uno spazio angusto, dei mezzanini
su piani diversi, delle librerie e delle scrivanie, delle finestre
con tendine. La luce esterna è forte e calda. Accade qualcosa
mentre si parla in tanti crocchi. In un altro sogno, nel
precedente era in corso un tentativo insurrezionale, avevo a che
fare con una rivista di studi economici, che, nell'ultimo
numero, appena uscito, includeva delle pagine a fumetti.
Maggiori dubbi sulla mia vita privata.

Delle immagini, che credo siano delle Fiandre, dell'Olanda o


della Francia settentrionale. Un lungo viale d'accesso nasconde
e protegge un villaggio. L'ingresso del viale è nascosto da
cespugli e rovi. Dei rami che si possono levare coprono il
passaggio. Le case sono base, chiare le pareti esterne. Alcuni
tetti sembrano di paglia. Silenziose le poche strade. Un canale
porta al secondo villaggio, un canale contornato da alte sponde,
questo almeno in prossimità del paese. Ricordo una roulotte,
che mi appariva divisa in due nel senso della lunghezza, come
un catamarano. E' ferma sulla strada. Mi avvicino e controllo
esternamente, come se temessi un agguato, o cosa?

46
Indice delle Mille Notti

All'interno di una chiesa. Interno circolare, soffitto a volta,


molto ampio e alto. Pavimento non orizzontale, con delle
gibbosità (mattoni disposti a lisca). Dentro la chiesa, all'interno
di un'ogiva trasparente, dei contrabbassi appesi rivelano di
contenere delle campane. In una specie di teatrino rotante
appare un bar o un caffè. Degli anziani sono seduti su degli
sgabelli (si sente spesso ripetere "quick time", volendo
significare l'ora della chiusura). In uno spazio vasto si vedono
delle mandrie, sono pecore, mucche e maiali. Quando scocca
l'ora (un suono) si vedono (vedo, sono con A.) delle giovani
troie che allattano. Sembrano, a loro volta molto giovani,
addirittura cieche, ma forse lo sono i piccoli. In un angolo del
duomo, sul pavimento in rilievo, si aggrovigliano dei serpenti
in un coacervo. Bisogna passare di lì, per attraversare la chiesa,
ma si passa senza danno. Qualche serpente era morto. Uscito
da quel posto vado a trovare i miei genitori che abitano in una
capanna di legno ai margini di un fiume o del mare.

Durante un'indagine di polizia degli agenti immergono la testa


(rasata), distendendosi per terra, in pozze di sangue allo scopo
di trovare delle tracce, degli indizi.

Un grande parco naturale, la cui estensione è pari a quella di


metà Belgio, situato, forse, in Africa. Osservo delle colline, con
una strana vegetazione. Le alture ricoprono vaste discariche di
materiali tossici. La gestione del parco richiede somme ingenti
per investimenti, ci sono, all'interno del parco, delle città, che
sembrano vere e proprie, che sono centri residenziali per turisti.
Lo spettacolo della natura è comunque seducente.

47
Indice delle Mille Notti

In una città fluviale, costruita lungo il letto di un ampio fiume,


tanto da assomigliare a Venezia, lungo uno dei canali
principali, nei quali il fiume scorre impetuosamente, i suicidi,
in gruppo, si lasciano andare, facendosi sospingere dalla
corrente che li porterà a morire, più in là, tra i gorghi oltre
l’abitato. La città assiste all’evento, dalle finestre e dalle strade.
Si tratta dunque di un rituale al quale partecipo anch’io come
vittima, però il fiume mi spinge fortunatamente verso la riva, ai
margini della città.

In un paese di montagna si tiene un forum, una grande


riunione. I partecipanti preceduti da un sindaco armato, e dalla
banda musicale cittadina si recano in un palazzetto dello sport.
Una frana o un terremoto colpisce la località. La gente, che
stranamente era al corrente dell’evento naturale in anticipo,
sembra non temere le conseguenze. Nel palazzetto molte
persone sono coperte dalla terra, di molte è scoperto solo il
volto. Le salme appaiono disposte una sopra l’altra, a intervalli,
dalla terra emergono i volti. Una processione è prevista per il
giorno successivo. Da una finestra vedo fluire la gente. La
strada verso il duomo è in discesa, si supera una antica porta, il
rudere di un arco forse romano, si vede la parte superiore del
duomo, un ingresso piccolo accoglie la gente, i religiosi, con il
crocifisso e un baldacchino, scendono su un viottolo in
pendenza verso un'altra entrata laterale. Da dove sono vedo il
tetto del duomo e la pianura sottostante con le città. L’ampia
vallata è circoscritta da una corona di montagne. Una di queste
città è forse la mia che mi sorprende, perché osservando da un

48
Indice delle Mille Notti

luogo molto noto, scopro un muraglione, alto e molto lungo,


che non avevo mai visto prima. Qualcuno mi dice che si tratta
delle mura che delimitano il seminario.
Dove la terra cede al mare è finisterre. I paesi bassi ( i Paesi
Bassi) sono la fine della terra nel mare in senso letterale, e
l’inizio. La fine del mondo appare dunque là, durante un’alba
poco luminosa, nebbiosa e caliginosa. Alcuni giovani bruciano
sulla loro pelle una parola . Le tre lettere, forse, non sono
incise, comunque sono grandi e rosseggiano bruciando nell’aria
silenziosa. Senso di immobilità, perché sembra essere davvero
la fine.

49
Indice delle Mille Notti

Non contraddirti

Non ti ho mai aspettato, verità! Ammettilo!

Questo lo so e che abbia freddo, oppure sonno, e non riesca


dormire, questo non implica che non sappia che dentro è più
freddo, e che ci sia più dolore di quanto io possa sopportare.

Il trascorrere del tempo ci rende patetici. Tutto ciò che è


patetico è colorato dal tempo. Poiché sono patetico devo essere
vecchio. Poiché sono vecchio ogni mio atto, ogni impulso che
sta per tradursi in atto è, nel suo formarsi, patetico.

La decadenza è giovane, ma la commozione (che è disgusto in


altri termini) spetta a chi declina.

Il tributo pagato alla verità ci rende irriconoscibili. Ma


sappiamo che non è la verità colei che ha riscosso il pegno.

Io ho conquistato l'indifferenza in saldo.

La libertà dai pronomi personali e dalla forza che costringono a


impegnare è un sollievo istantaneo e duraturo. Ma tu mi
riconoscerai tra mille anche se non sai chi sia l'io che ti parla.

Questioni di letteratura: “Tu non sei altro che una grossa


vescica e per questa ragione che ha un'indiscutibile attrattiva su
di me, io sono disposto a suppurarti, a fare ciò che tu mi chiedi,
e dunque mi sporcherò fino a farti scomparire, Wese”.

Non cedere alle mie lusinghe, verità!

50
Indice delle Mille Notti

“Ti ascolto e non mi vedi, so cosa stai pensando di te stesso e


non sai quello che non voglio. Se sapessi di riuscire a dormire,
ora, forse potrei ospitarti con un po' di disattenzione”.

Vieni strisciando carponi, perché ti ho fatto smettere di


camminare, ma sempre vieni qui, e acconsenti alla mia vanità.
Presto mi darai di nuovo fastidio.

So che i dialoghi sono del tutto inutili, e l'ho dimostrato.

Tu deridi le mie pretese, piccola sillaba, e io ti ignorerò con lo


stesso rigore che dimostri nella tua fredda stagione. Leggera e
pesante sarai scansata.

La più volgare spudoratezza di chi narra una storia è di negarla


chiedendo a chi legge di raccontare la sua. Il fatto compiuto
non lede la certezza che il narratore sia inferiore alla
aspettative. Chi ascolta e chi legge non ha nulla da imparare da
chi scrive, soprattutto nelle bassezze.

Gli insulti, per questo motivo i lettori comprano i libri.

Il romanzo innaturale si conclude qui.

In epigrafe inserirò una frase a larghissimo spettro semantico


che non può essere contraddetta dalla furia vendicativa della
verità: voi non vi salverete, per quanto poco facciate.

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Indice delle Mille Notti

Fenomenologia della miseria spettacolista

Estratti:

1.
(...) In realtà, l'essente noi lo lasciamo essere, così come nella
vita di tutti i giorni, o nelle ore e nei momenti decisivi, ci
sollecita e ci assale, ci sollecita e ci opprime. Il più inquietante
è l'uomo; egli è quello che è perché, fondamentalmente, egli
non si cura di ciò che è familiare e non lo custodisce che per
eromperne fuori e permettere l'irruzione del predominante.
Dato che la parola "essere" è ormai nient'altro che una parola
vuota e un significato evanescente, tentiamo l'argomento
decisivo e domandiamoci come si giunge all'emergere e al
presentarsi del logos, se non significa pensare. Qui, a rigore di
logica, cominciava la regione della polvere. Da qui si
estendeva fino all'Ungheria e, attraverso la Polonia, e
l'immensa Russia, giungeva a un paese lontano. Come tutti gli
organismi mutanti, anch'esso era particolarmente suscettibile ad
agenti biologici e chimici, in quanto privo di immunità. "Via di
qui, sta sputando uova e larve". "deve essere un tipo cui piace il
freddo". Quelle cose non doveva vederle nessuno al mondo.
Una specie di sedia elettrica su cui la sua bellezza risalta ancora
meglio. Dove realmente andasse, e se si fosse realmente diretto
a Dresda, è questione che lasciamo aperta, poiché le cronache
dal cui confronto noi ricaviamo questa relazione si
contraddicono in modo strano, e reciprocamente si annullano,
su questo punto. Come non sappiamo che cosa sia uno spirito,
così ignoriamo che cosa sia un corpo. L'irremissibile. Noi
vediamo alcune proprietà; ma qual è il soggetto in cui esse
risiedono? Ci sono soltanto dei corpi, dicevano Democrito ed
Epicuro; non esistono corpi, dicevano i discepoli di Zenone di

52
Indice delle Mille Notti

Elea. E tutto è sangue dalla testa ai piedi. Gli uomini sono


prigionieri della fede infantile nell'onnipotenza del pensiero.
Riuscirei allora a spegnere il fuoco che mi divora? Sono la
contraddizione assoluta, il parossismo delle antinomie e il
limite delle tensioni. In me non c'è la minima velleità di forma,
di cristallizzazione o di ideale (...).

2.
(...) Siamo sempre sospinti, ma il passo del tempo, non è che
un inezia dove sempre permane il rischio. Della velocità.
Gettate buio e chiarore. L'azione è in atto, non futura: sappilo.
Dirò l'intera verità, senza celare nulla che tu sappia accettare.
Far sì che le parole restino ferme. Un perpetuo orgoglio ride,
d'altra parte il tuo Stato non lo dico imbelle. Un parricida, un
impuro. Ero ben certo, ma per lo sdegno non c'è che la morte.
Se pure è giusto quanto dico, mi fa piccolo essere solo. Affido
all'azione le quisquilie poliziesche. Io avevo in mente di
raccontargli alcune avventure galanti. Amare avrà voluto chi
più di tutto io amerei. Da solo il suo amato, d'amore in
solitudine ferito. Rallegriamoci. Dal suo consentire prese forma
il mistero. Rafforzamento o sospensione della disciplina
temporale, così come alcune fra le maggiori catastrofi si sono
verificate seguendo il richiamo di un giorno più chiaro, di una
giornata senza tramonto. Il tempo riconquistato porta con sé il
momento supplementare. Dovetti continuare a bere, là dentro,
perché nei miei ricordi c'è uno spazio vuoto. Nei narcotici e nel
comunismo ci sono le stesse persone. Fanno mescolare da
Venus e persino da Dame Raison le idee del Paradiso, la bella
finzione della fedeltà e del sacrificio. Non disconosco quanto di
deludente e di noioso ci fosse in quelle figure decadute,
d'inumano e di miserabile, senza l'alienazione che le sminuisce.
Il comunismo ha limitato il principio di equivalenza, ciò è la
causa che ha come effetto il privilegio. Questa potenza ha

53
Indice delle Mille Notti

anche un senso immediato. Era in lei una possibilità


preformata. Lei personalmente essendo incline allo scetticismo,
credeva e non si faceva scrupolo di dirlo. Attraverso la
scacchiera delle foglie il sole lanciava lustrini, danzanti
monete. I nemici oggi avrebbero avuto la vittoria se avessero
avuto chi sa vincere nella convinzione di avere fatto un errore
strategico. Non aveva spostato là la guerra (...).

3.
(...) Gli enti possono rarefarsi e tuttavia rimanere tali: il
disprezzo della simulazione, l'orrore del non essere e della
dittatura della banalità. Essi si sforzeranno di fargli perdere
l'equilibrio agevolando ogni suo vizio. Siccome quel giorno
non aveva nulla da nascondere, avanzava tranquillo. Veniamo
ai fatti recenti, dimenticati anch'essi come quelli. Che ne è stato
delle fiamme, di quei fuochi accesi dagli amanti? Nel sogno c'è
sempre qualcosa di assurdo e di confuso, non ci si libera mai
dalla vaga sensazione che è tutto falso. Era un giorno di
settembre, il cielo era grigio e triste. Il cuore all'aura immensa.
Una sciarada. Certo non io, egli è colui che difende il proprio
disprezzo dalla stoltezza circostante. Possibile separare le ore
migliori dalle peggiori? Ho meglio capito quanta passività
reggesse la boria di falsa libertà. Non domandare se questo il
cuore gli tocca. La iena, si dice, sa contraffare l'umana voce. La
crudeltà gratuita poteva dunque servire per determinare ciò
che, nelle nuove circostanze, costituiva crimine di guerra.
Apparentemente più complessa la teoria, ma in realtà molto più
semplice di quella della strana interdipendenza tra mancanza di
idee e male. Ma non è vera voce, e voce assembra l'interno
spirito. Fummo, non lo nego, in quel conflitto vinti, pure non
mancò virtù al gran pensiero sin dove la genialità può
combinarsi con un uomo semplicemente buono. Ciascuno
possiede talento innato, ma solo pochi possiedono dalla nascita

54
Indice delle Mille Notti

e ricevono dall'educazione quel grado di tenacia, costanza ed


energia con cui si diventa effettivamente un talento, dunque si
diventa ciò che si è, ma i nostri seguaci non ci perdoneranno
mai di prendere partito contro noi stessi: perché ai loro occhi
ciò significa non solo respingere il loro amore ma
compromettere la loro intelligenza. Per il momento abbiano la
cortesia di fare in fretta. Il mio punto di vista considera lo
sviluppo della formazione economica della società non come
un processo di storia naturale. La loro rappresentazione
consisteva, in parte, nella simulazione di manovre militari, in
parte, in un esercizio più raffinato di quelli in uso tra soldati.
La liberazione da questo assedio fornì l'occasione per un
secondo assedio. Di' un giorno senza il per sempre.
Esamineremo con cautela anche questa soluzione, aspettando il
momento propizio. Indagare era la cosa principale. Non disse
nulla, osservava con stupore quell'uomo sconvolto. Il
canagliume non tiene fermo! Ci era caro formare strutture
sintattiche, che consideravamo come modelli. In ciò mio padre
e mia madre non poterono cooperare, nel cerchio dei loro
fuochi. Da rosse raffiche di vento di stelle. Spesso il morto è
tuo ospite. Angeli di fuoco escono dagli occhi morti. Il caso è
ovunque presente, ma sono trascinato da una corrente
impetuosa a senso unico. Voglio trionfare nel gioco che sto
giocando, ma gli aspetti annessi, indispensabili a quel trionfo,
mi sfuggono e scivolano via. Com'è strano rivedere l'Europa! Il
ritmo del tempo è diverso (...).

4.
(...) Le grandiose ore, se le ha vissute qualcuno, una follia che
insorge da volontà d'intelletto. Che m'importa! mi hanno
soddisfatto, è tutto quanto mi aspettassi da loro; non ne ho più
bisogno, facciano quello che vogliono. Tutta la sala aveva
tendaggi neri. Niente è più voluttuoso come ciò che ho appena

55
Indice delle Mille Notti

fatto, dice sfilandosi dal cadavere. I maschi hanno corna e le


femmine fesse e zoccoli fessi. Anagrammato per dritto e
rovescio. Dandoci poi l'otto per vivanda che ardimento
dobbiamo avere. Le quali hanno distrutto sì costui e l'hanno
posto sì presso la morte. Una malinconia profonda, acuta e
irrimediabile circondava e penetrava ogni cosa. Si sarà accorto
che ho rovesciato il problema - disse. Rimasi forse un'ora a
riflettere attentamente su questi punti, mezzo seduto, mezzo
sdraiato. La verità è pericolosa ma non si può fare a meno di
dirla, cioè il vero è sempre al suo posto, il posto che gli assegna
il falso. Intendere non rappresentare. Se il delitto è solamente
probabile, questa non può chiamarsi tortura, ma supplizio.
Questo è quel mondo che, ascoso, a comune danno impera? Il
meraviglioso splendore che secondo lui avvolgeva la scena.
Perché paragoni il tuo comandamento interno con un sogno? Il
duplice sogno li confonde. Dannazione - disse infine alla cagna
- si crede che io l'aspetti qua per tutta la notte? Tuttavia
continuava a rimuginare sull'enigma. Sovente è accaduto ad
alcuni di avere, stando svegli e di giorno, delle visioni come
avvolte in una nube di tenebre e di sonno. Negli svaghi si
comporta da uomo, cui la natura non permette di sottoporsi
ininterrottamente alle fatiche. Tu lo conosci bene quell'odore!
So che né il mio spirito né la mia carne dimenticheranno mai
quell'ebbrezza. E' una parola troppe volte profanata, un
sentimento falsato troppe volte. Di fronte alla collera furiosa
del volgo, fare questo è poca cosa. Tutto il cielo è ormai un
presagio e tutto il mondo un prodigio. Un senso primo,
originario, si definisce come tale solo grazie al suo
riconoscimento, una nuova gerarchia si afferma. Non dobbiamo
fingere di sapere che cos'è l'oblio. Tale spaventosa logica delle
passioni si accoda all'umanità? Non confondere mai civiltà con
umanità! Tutte queste imbecillità umane, sempre le stesse,
tengono in catene gli sciocchi; e gente di spirito quale noi

56
Indice delle Mille Notti

siamo, noi le disprezziamo. L'irresoluzione è peggio della


disperazione. Dove manca la speranza non resta più luogo
all'inquietudine. Sono persuaso che per diventare mediocre
bisogni puntare all'ottimo. Dicono che bisogna attenersi
cronologicamente al corso della propria vita, però io ho
l'impressione che si possa seguire anche la via delle
associazioni. Nessun particolare mi sfugge. So ancora
pressappoco il punto del Graben dove senza motivo ma
apposta, per inquietudine, per desiderio, per impaccio scesi più
volte dal marciapiede sul piano stradale. A questa sorta di falsa
critica controgiornalistica, si può aggiungere la pratica
organizzata del rumore (...).

5.
(...) E' sovrano colui che detiene il potere in tutti quei casi in
cui le leggi non possono pronunciarsi con esattezza. Quelli
provocati da prepotenze mirano alla persona. Agitò la mano
qua e là nell'aria e la abbassò su uno dei piattini. Tremava
adesso dall'irritazione. Perché sembrava così astratta? Con
molta cura imbellettò con la calma uniforme del caos
l'impotente diversità delle smorfie. E' verosimile che non
abbiate alcuna nozione. So che nel sogno c'erano più porte. Il
resto l'ho perduto. Può essere l'ultima. La libertà di pensiero
significa dunque precisamente che il pensiero vero non mi
appartiene. Solo come mia proprietà gli spiriti, le verità, si
acquietano e sono reali quando io strappo loro la loro esistenza
maledetta e ne faccio mia proprietà. Del mondo occulto dimmi
quali siano le leggi e quale il culto. Stemma della necessità, va
l'aria estranea e pura. Da ciò deriva quello che ci appare come
lo scacco dell'Ideologia tedesca. Nella società spontanea c'è
soltanto assenza di volontà, di contratto. La morte orrida, corre
senza sosta di qua e di là in omaggio alla mia spada, ma come
può il cuore, che questa vista infiamma, la vergogna ferisce, la

57
Indice delle Mille Notti

rabbia uccide, concepire un pensiero che mi trattenga.


Allarmante per lo Stato, che può sussistere solo proponendo
uno scopo nel tempo e nello spazio, questo aspetto deve
dunque restare occulto, nascosto dietro immagini ambigue.
Una volta istruito il neofita sul senso anagogico della voluttà, il
mistero si ammantava di spettacoli osceni. Abbiamo la prova -
esclamò il ministro trionfante. Credeva anche di comprendere
ora molto meglio la gente che bazzicava il tribunale, credeva di
potersene fare gioco, di immischiarsi quasi tra loro, di aver
raggiunto almeno per qualche momento la chiara visione. Ah, il
mio cocchiere ha dei nemici! Davvero, sono signori di gran
riguardo, ma non è facile sormontare il ribrezzo nel fare le loro
camere quando se ne sono andati. I libri, buttate giù i libri: o
credete che io debba stare qui per un mese intero? L'ingenuo
padre non era riuscito a capire se il lavoro fosse buono o no.
C'è il vantaggio che quaggiù almeno si può sentire il tonfo,
quando toccano terra. Avevo adorato Parigi e la matematica.
Parigi senza montagne mi ispirò un disgusto tanto profondo
che arrivava quasi alla nostalgia. Il genio poetico è morto, ma è
venuto al mondo il genio del sospetto (...).

6.
(...) Il mio odio per questa città non è amore traviato, ho trovato
un modo del tutto nuovo di trovarla insopportabile. Ci sono
imbecilli superficiali e imbecilli profondi. Le grandi energie
della giovinezza mi sostenevano e il dolore che io presentivo
mi sollevava ancora più in alto. Pretendo dal destino la mia
anima. Un'altra strategia consiste nel determinare il momento
opportuno, il kairos. Usciva sovente, per sottrarsi a quella
tentazione puerile. E' proprio della natura della censura il
lasciar passare tra le cose proibite quelle che non sono vere
piuttosto che quelle vere. Lo stesso sogno ammette un'altra e
più sottile interpretazione. Se fosse stato sveglio fino a questo

58
Indice delle Mille Notti

momento, io non avrei ceduto agli istinti deleteri di un'epoca


immemorabile! Ho avuto ragione ogni volta che ho
disprezzato. La grande passione ha bisogno di convinzioni e le
usa, non si sottomette a quelle - essa si conosce sovrana.
Abbiamo avuto contro di noi l'intero pathos dell'umanità. E'
necessario dunque incalzare sul punto che abbiamo toccato e
non mollare, anche quando non vediamo ancora in che cosa
consiste la debolezza che abbiamo colpito. Chi non ricorda il
proprio romanzo logico, chi non ricorda come nell'anima si sia
insinuato il primo pensiero di dubbio? Fermare la realizzazione
dei destini è entro un certo limite possibile. Chi troppo
domanda avrà troppe risposte. Di nulla sia detto: è naturale
(...).
7.
(...) Ecco uno dei grandi difetti della mia testa: rumino in
continuazione su quello che mi interessa, a forza di
considerarlo da posizioni d'animo differenti finisco per trovarci
qualcosa di nuovo e gli faccio cambiare aspetto. L'idea che ho
del bello in letteratura è in fondo la stessa che avevo nel ..., ma
ogni sei mesi si perfeziona o, se si vuole, cambia un po'. E'
l'unico vero lavoro di tutta la mia vita. Una delle disgrazie del
mio carattere è dimenticare il successo e ricordarmi
profondamente delle mie sciocchezze. Se non sbaglio lo spirito
va a rifugiarsi presso le signore di facili costumi, ma in denaro
contante fa paura alle convenienze. Quando si è stati un po' di
tempo senza vedere la buona società e si è presi una certa
abitudine a quella cattiva, ci si trova fuori posto nella buona.
Lo spirito non dura, se ne va in duecento anni, e molto più
rapidamente se ci sono delle rivoluzioni nei rapporti reciproci
fra le classi di una società, nella distribuzione del potere entro
una società. La mia testa era assolutamente il trastullo della
mia anima. Ma almeno non mi confidai con nessuno. Si
sciupano dei sentimenti così soavi raccontandoli nei particolari.

59
Indice delle Mille Notti

Non mi resta che tracciare un sommario per non interrompere


del tutto il racconto (...).

8.
(...) Secondo la teoria della mente tricamerale, l'esistenza
allucinatoria di una persona autorevole dopo la morte era un
fatto normalissimo. Qual è dunque l'apporto dell'ipnosi che ci
consente di fare cose tanto straordinarie, cose che non
possiamo fare di solito se non con grande difficoltà? Sui vetri
della finestra udiva i colpi secchi e irregolari delle gocce
sempre più rade della pioggia e, di tanto in tanto, il vento che
frusciava nei vecchi ippocastani di fronte. Ogni vero viennese,
secondo il vecchio detto, è un boemo. Quel disprezzo ha un
gioco facile, usare il termine impiegato come un'ingiuria è solo
una banale volgarità. Il carnefice dei giorni con uguale piede
mosse ineguali passi. Non ricordo quanti anni avessi allora,
certo non più di sedici. La capacità di persuasione, che gli era
connaturata, la applicò alla stupidità del despota. Vi è nella
libertà l'impotenza della libertà stessa, ma il silenzio non
sopprime ciò che il linguaggio non ha il potere di affermare: la
violenza non è meno irriducibile della morte, e se il linguaggio
elimina con un espediente l'universale annientamento - l'opera
serena del tempo - è solo il linguaggio a soffrirne, a esserne
limitato, non il tempo, né la violenza. Chi mi ferma nel mio
cammino? Io non posso fare le ammende che vorrei. Le rovine
di tempi dolorosi saranno tutte restaurate con doppio
ammontare di gioia. Nessuno è di meno o di troppo. Da anni
vivo ormai in un amore mortale, irragionevole, nel dubbio; e da
sempre mi muovo intorno a quello. Certo, non avrà timore del
tempo pigro e delle lontananze, allora le tracce dell'antica
educazione l'uomo attesta. Nel sottosuolo, in un'afosa cantina,
chiamata zblunk (con parola che imita il tonfo di un corpo
dentro una gora), su sudici stramazzi, si accampavano ciurme

60
Indice delle Mille Notti

di miserabili e gente di fogna, sbricchi, ladri e falsari. Del resto


l'ironia non muore per amore della tragedia perché ha saputo,
come pochi, infilare il termometro nel retto della guerra.
L'unica legge è germogliare e crescere - crescere nella tempesta
e nelle intemperie - a dispetto di tutto. Lo scandalo è
l'inafferrabile che il desiderio vuole afferrare, è l'indisponibile
assoluto di cui vuole assolutamente disporre. Fare la psicologia
di qualcuno è sempre, in qualche modo, fare il suo processo.
Bisogna che i crimini immaginati dai persecutori siano
considerati veri. Il mondo non ancora trasformato non può
capire niente di ciò che trascende la rappresentazione
persecutoria (...).

9.
(...) Il lettore dunque deve ricordare, non soltanto ciò che
immediatamente precede, ma tutto l'insieme già esposto; deve
saper collegare ciò che gli si dice con ciò che gli venne detto,
quand'anche vi sia non poco di mezzo. Si convenne con tacita
acquiescenza di partire da mere qualitates occultae, senza
curarsi di spiegare queste ultime. A che servono delle
spiegazioni che finiscono col ricondurre a qualcosa di non
meno sconosciuto del problema iniziale? Ogni tipo di
cambiamento ha dunque un negativo nel quale può tramutarsi.
Oltre al passaggio dal positivo al negativo che sembra naturale,
si verifica però anche un fenomeno di tutt'altro tipo: il
capovolgimento di un cambiamento in un altro del tutto
diverso. La produzione necessita di un numero sempre
maggiore di uomini. Non appena si immagina una via e una
vita in via, e un tempo per percorrerla, e una meta da
raggiungere, e uno schema di scopo, sembra necessario cadere
in inestricabili contraddizioni. E' solo nel rivolgersi a questa
sua preistoria che il visibile si riconosce creatura - poiché in
questo gesto soltanto esso si scopre come un caso tra infiniti

61
Indice delle Mille Notti

possibili. Gli psicologi si erano accorti che il reclutamento era


più facile se si attingeva da quella gente disperata e
disorientata, snervata dal viaggio, priva di resistenze, quando
veramente ogni uomo giunto si sentiva alla soglia del buio e
del terrore in uno spazio non terrestre. Conosco le mie
imperfezioni e non per questo ne vado fiero. Impossessandomi
di uno stile che alcuni troveranno ingenuo (quando è così
profondo), me ne servirò per interpretare idee che, purtroppo,
non parranno forse grandiose. Descrivere le passioni non è
nulla; basta nascere un po' sciacallo, un po' avvoltoio, un po'
pantera. Noi non ci teniamo, fin qui, infatti sono stato molto
conciso, a causa delle mie lungaggini, soltanto immaginarie,
giacché adempiono al loro scopo, di braccare, con lo scalpello
dell'analisi, le fuggitive apparizioni della verità fin nelle loro
ultime difese. Pensai che nulla valeva la pena di mettersi in un
simile stato d'angoscia. Non era forse un'assurdità lampante?
Alcune persone andavano e venivano, ma la Rambla aveva
qualcosa d'irreale. Ti porterò in braccio. A malapena
immaginavo di riempire quel vuoto con orrori nuovi. Non
aspettarti nulla, neanche nel nero annottare la fiera. Sono
sempre stato attratto dalla metafora. Né questo pure, al pari dei
pigri, ho lasciato intentato. Non inorridisce la parola chi onore
non coglie quando agisce. Questi richiami, queste elusioni,
queste incitazioni circolari hanno disposto intorno ai sessi ed ai
corpi, non delle frontiere da non oltrepassare, ma le spirali
perpetue del potere e del piacere (...).

10.
(...) Non vi appaia così amara la battaglia spaventosa che vi
attende. Contemplando come se ne va la vita, come viene la
morte, in gran silenzio, quanto rapido va via il piacere, come,
appena ricordato, dà dolore. Ma nessuno si inganni, no,
pensando che debba durare ciò che aspetta più di quanto è

62
Indice delle Mille Notti

durato ciò che ha visto, giacché ogni cosa deve passare allo
stesso modo. Ogni cosa era così intricata, che anche la mente
più sottile non riusciva a venirne a capo. Si scriveva sulle
bandiere: per la morale cristiana e per amore del prossimo! e si
pensava ai lingotti d'oro. Le guardie di confine, da figli
dell'Archivio, non si erano accorte di niente. E così eravamo
diventati dei regolari cittadini del Sogno. Quell'uomo è stato
lui. Tanto inette mi parvero quelle idee, così pomposa e vana la
loro esposizione, che le posi immediatamente in relazione alla
letteratura. Questo dunque il cruccio (o il pensare
addormentato, se volgiamo il sogno, e insieme il terrore quieto,
calmo e continuo). E qui si rende utile una piccola
considerazione sulla perdita di memoria che la felicità opera a
volte sugli uomini migliori. La tua prima azione sia rapida,
terribile, da lasciare storditi. La pace, non essendo vera, non è
che organizzazione del conflitto. Avanti - ma lasciali
nell'incertezza sull'accoglienza che preparerò loro. Voglio che
in giro sulla mia fossa, non d'altro istoriata, sia scritto quello
che segue, a lettere grosse, in mancanza d'altra materia, con
pietra nera o con carbone. Nulla nel gesso sia confitto. La
piccola volontà vuole affermare la sua determinazione, ma non
può difendere quello che ha preso con la sua violenza - e ne
affida la difesa alla violenza sociale. Quando si sono
frequentati luoghi dove l'ozio era di rigore, dove tutti vi
eccellevano, ci si adatta male a un mondo dove nessuno lo
conosce e lo sa godere, dove nessuno respira. La nostalgia della
barbarie è l'ultima parola di una civiltà: lo è per ciò stesso
anche dello scetticismo. Circoscrisse tutto il dramma nello
scioglimento, perché la fine della loro vita fu volgare e simile a
tante altre. Si rinchiuse in casa per respirare il ritorno. Non
disperare, neanche del fatto che non disperi. Se anche tutto
sembra finito, arrivano pure sempre energie novelle. Ciò
significa appunto che sei vivo. Se non arrivano, allora qui tutto

63
Indice delle Mille Notti

è finito, ma definitivamente. Di tutto esiste un surrogato


misero, artificiale. Ascoltate i pensieri della mia infanzia.
Nessun fatto, perché causa, è già perciò storico (...).

64
Indice delle Mille Notti

Le 999 notti
di
Omar Wisyam

Omar Wisyam trasforma gli slogan che hanno trasformato il


mondo!

Contro il situazionismo!

Critica radicale delle rivolte sociali!

Difendetevi dalle libertà ovunque!

Sii realistico, l'impossibile ti vuole!

Non oziate mai!

Disoccupate le fabbriche!

Alienazione immediata della critica!

65
Indice delle Mille Notti

Contro la poesia di tutti!

Contro l'immaginazione!

Tra i recuperatori ci siamo noi!

Nessun consiglio ai proletari!

Sotto la spiaggia, le ossa!

La felicità è un'idea finita!

Abbasso lo spettacolo della società!

Corri compagno, il nuovo mondo non ti aspetterà a lungo!

Chi è Omar Wisyam?

Omar Wisyam è un anonimo salariato del Ministero dei Piaceri


della società che trasforma la vita quotidiana di tutti!

La biblioteca delle 999 notti:


Dynasty d'un projet historique

66
Indice delle Mille Notti

La nostra biblioteca comprende un buon numero di testi,


tradotti o no, situazionisti e antecedenti e successivi all'I.S.;
quasi tutti i materiali prodotti dalle varie ramificazioni di un
movimento di pensiero che nell'opera di Guy Debord e dell'I.S.
ha tratto l'ispirazione o il migliore motivo di polemica.

Le MILLE NOTTI di OMAR WISYAM hanno pubblicato


l'Institut de Préhistoire Contemporaine, Jean-Pierre Voyer (per
esempio: Introduzione alla scienza della pubblicità, le Lettere a
Lebovici o il prospetto dell'Enciclopedia delle apparenze), Karl
von Nichts (l'editore delle Edizioni Anonime, editore di Jean-
Pierre Voyer e di Weltfaust), il Gruppo "Krisis", Ernst Lohoff
(per esempio: La fine del proletariato come inizio della
rivoluzione), Anselm Jappe, Michèle Bernstein, Michel
Bounan (oltre a diversi suoi testi, il questionario: "Siete un
uomo del vostro tempo?"), Quelques amis français des aarchs,
Jaime Semprun, (tra il resto, la "Lettera a Debord del
14.1.1977"), un Anonimo autore francese di "Thank you
Saddam", l'Encyclopédie des Nuisances, René Riesel, la
Société contre l'Obscurantisme scientiste et le Terrorisme
industriel, Association contre l'Obscurantisme Scientiste et le
Despotisme Industriel, Bertrand Louart, Guy Bernelas, Michel
Gomez, Jacques Philipponneau, Asger Jorn, Bureau of Public
Secrets, René Viénet, Stewart Home, Alain Tizon, François
Lonchampt, Bernard Rosenthal, Gianni-Emilio Simonetti,
Tiqqun, (tra l'altro: le "Tesi sul Partito Immaginario" e "Che
cos'è la Metafisica Critica"), Jérôme Ceccaldi, Yves Le
Manach, (per esempio: "Guy Debord ed il centro del mondo", e
"Il segreto incenerito di Guy Debord"), Errata, Christophe

67
Indice delle Mille Notti

Boursellier, Le fils de Hyde, Giorgio Cesarano, Gianni Collu,


Jean-Jacques Raspaud, Adreba Solneman, Bibliothèque des
Emeutes, Observatoire de Téléologie, Pierre Brée, Géreard
Berréby, Raoul Vaneigem (per esempio: "Banalità di base",
“Isidore Ducasse ed il Conte di Lautréamont nelle Poesie”,
"Trattato del saper vivere ad uso delle giovani generazioni",
“Brindisi agli operai rivoluzionari” ed altro ancora), Jules-
François Dupuis, Ratgeb (Raoul Vaneigem) ("Dallo sciopero
selvaggio all'autogestione generalizzata"), Groupe de
Rercherches Ennuisibles en milieu saturé, Vincent Kaufmann,
Gérard Guégan, Daniel Denevert ("Teoria della miseria,
miseria della teoria" ed altri testi), Daniel Blanchard, Émile
Marenssin (Jacques Baynac), Jean-François Labrugère,
Philippe Rouyau, Jean Barrot, Annie Le Brun, Gianfranco
Sanguinetti, Paolo Salvadori, Bernard Gauthier, Gérard
Lebovici, le Edizioni Champ Libre, Ab Irato, le Ediciones
Alternativas, Nautilus, Ion, Potlatch (per esempio “Il minimo
della vita”, “Senza comune misura”, “I grattacieli per la
radice”, “Progetto di abbellimenti razionali della città di
Parigi” e, tra l'altro, “Ancora uno sforzo se volete essere
situazionisti”), l'Internationale Situationniste (le non molto note
"Posizioni situazioniste sulla circolazione", oppure "All the
King's men", "Il ritorno di Charles Fourier" e gran parte del
contenuto dei dodici numeri della rivista), Jean-Marie
Apostolidès, Greil Marcus, Des membres de l'Internationale
Situationniste et des étudiants de Strasbourg ("Della miseria
nell'ambiente studentesco"), Internazionale Situazionista (tra
l'altro: "Avviso al proletariato italiano sulle possibilità presenti
della rivoluzione sociale"), Gli amici dell'Internazionale, Guy

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Indice delle Mille Notti

Debord (per esempio la "Corrispondenza" e molte delle sue


opere), Los Incontrolados, Les amis internationaux, [Guy
Debord] ("Rassegna delle citazioni o deturnamenti della
Società dello spettacolo"), La tendenza dell'11 novembre,
Felice Piemontese, Joseph Noiret, Alice Debord, Patrick
Mosconi, Giorgio Agamben, D. Caboret - P. Dumontier - P.
Garrone - R. Labarrièère ("Contro l'E.d.N. Contributo ad una
critica del situazionismo"), Les Amis de Némésis, Charles
Champetier, Jean-François Martos, Philippe Sollers, Jean-
Pierre Baudet ("L'Enciclopedia dei Poteri" e numerose lettere),
Louise Lalanne e Meryem Bent Ali, Len Bracken, Gianfranco
Marelli, Les Torpilleurs du Mensonge, Los amigos de Ludd, In
extremis, John Zerzan, Bob Black, Bill Brown, Jean-Marc
Mandosio, Jacques Camatte, etc, etc. Infine le Opere
incomplete di Omar Wisyam.

Nota.

Le opinioni espresse dagli autori dei testi collezionati non


corrispondono a quelle del traduttore o a quelle del
collezionista (in entrambi i casi spesso si tratta dell'identico
Omar Wisyam) da cui si discostano, e talvolta di molto, al
quale tuttavia non resta che rivendicare, a sé ma non per sé, le
impareggiabili esigenze della conoscenza per la critica e della
critica impareggiabile e invariante.

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