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Letteratura

per
l’infanzia
https://youtu.be/llp65iKIGDU

Dizione scelta a partire dal 1992 nell’ambito giuridico universitario


in cui l’insegnamento era, seppur molto ridotto, già esistente,
per nominare, in maniera specifica, la disciplina compresa tra quelle
storico-pedagogiche della facoltà di Scienze della Formazione

3 e 4 ottobre 2017 G. Merlo


Letteratura

insieme delle opere affidate alla scrittura


(narrativa realistica e fantastica, poesia)

«tutte le opere letterarie narrano storie per creare


adesione dell’immaginario e della coscienza del lettore
e, così, influenzarlo, orientarlo, farne crescere
l’interiorità» (F. Cambi)
3 e 4 ottobre 2017 G. Merlo
il termine letteratura rimanda
alla produzione di opere dotate, seppure con
gradualità diverse,
“di polisemia e di eccedenza di senso,
capaci di racchiudere connotazioni
diversamente stratificate attivabili da livelli
soggettivi di lettura”.
3 e 4 ottobre 2017 G. Merlo
Opere connotate da narratività
intesa come

“quel saper suscitare nel lettore un continuo desiderio di superamento della


realtà”,

capaci di attivare, a livello emotivo ed intellettuale, un allargamento della


personale visione del mondo offerta da esperienze e avventure intellettuali
soggettive, sempre in cambiamento, intrinseche al testo letto (R. Lollo).

3 e 4 ottobre 2017 G. Merlo


Per
Connotazione finalistica

Infanzia
➢Destinatario in età evolutiva
➢Riconosciuto come soggetto avente «il diritto di
ricevere opere scritte riconoscibili come ‘letteratura’»

3 e 4 ottobre 2017 G. Merlo


Premessa necessaria perché si possa parlare
di letteratura per l’infanzia:

 I bambini presenti, in senso culturale, alla coscienza di una


società

 riconoscimento dell’età infantile come età educabile avente


caratteristiche proprie

3 e 4 ottobre 2017 G. Merlo


il libro per fanciulli “conquista” del XVIII e XIX secolo,
QUANDO
• è sufficientemente delineato quello che Ph. Ariés definisce come “sentimento
dell’infanzia”,
• si manifesta la presa di coscienza del mondo dell’infanzia come “altro” rispetto a
quello adulto,
• si comprende, sulla scorta dell’interpretazione rousseauiana, che il bambino ha
un suo proprio modo di vedere, di pensare, di sentire insostituibile con quello
dell’adulto,
• anche nel contesto italiano, seppure in ritardo rispetto a quello europeo, si
precisa una consapevolezza maggiore in ordine all’educazione popolare e
all’istruzione ad essa più idonea.

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non si nega l’esistenza di una letteratura rivolta ai più piccoli anche in epoche
precedenti:
Gilliam Adams: opere medievali per un pubblico di bambini,
Angela Giallongo: senso dell’infanzia nel Medioevo

stretto legame tra il definirsi di una letteratura rivolta ai bambini e


il precisarsi dell’infanzia quale categoria concettuale
connotata dall’educabilità

La letteratura prodotta per un pubblico infantile è legata


✓ all’idea che gli adulti hanno dell’infanzia
✓ ad un desiderabile “meglio” verso cui gli stessi adulti tendono

Necessaria la definizione di cos’è l’infanzia all’interno di culture e società


3 e 4 ottobre 2017 G. Merlo
▪ l’accezione finalistica - “per” - emerge nel periodo illuministico
quando si fa chiara, all’interno dei vari stati moderni, la necessità di
un’allargata alfabetizzazione
▪ rivoluzione della lettura fine XVIII secolo: generalizzazione
dell’alfabetismo
▪ condizioni economiche che imprimono un radicale cambiamento
negli stili di vita
1744 data inaugurale della Children’s Literature per gli studiosi che
riconoscono nell’alfabetizzazione la ragione prima della nascita di una
letteratura per fanciulli

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A Little Pretty
Pocket-Book 1744
L’abbecedario, con giochi e poesie,
con cui John Newbery (1713-1767)
invitava i genitori a leggere ai propri
figli, apre di fatto la strada ad un
mercato della lettura destinato ad
un’ampia diffusione e che vedrà
l’apertura della prima casa editrice
per ragazzi la Juvenile Library

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Era venduto con una palla (per i bambini) e un puntaspilli (per le
bambine) accompagnati da una lettera che ne indicava l’uso corretto
I suoi libri richiamano l’ideale educativo di J. Locke istruire divertendo.

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A Description Of Three Hundred Animals; Viz Beasts, Birds, Fishes, Serpents And Insects,
London 1730
Thomas Boreman , editore di questo libro (probabilmente anche autore), fu uno dei primi
editori a produrre libri progettati specificamente per intrattenere ma anche istruire i bambini. In
ciò egli seguiva le idee del filosofo e pedagogista John Locke . Boreman ha preso ispirazione
Edward Topsell , The history of four-footed beasts and serpents, 1658.
Per l’uso abbondante di illustrazioni libro di Boreman potrebbe essere visto come un precursore
picture book

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È innegabile che
• nel XVIII secolo gli indici di alfabetizzazione si innalzarono (Inghilterra) e
• si definisca un mercato della lettura,

tuttavia
• la scolarizzazione non può essere considerata la ragione prima ed
esclusiva del definirsi di una letteratura destinata ai bambini,
• la stessa scolarizzazione è congiunta al riconoscimento dell’infanzia
come età educabile

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• Illuminismo con la sua scuola moderna ha
• Spezzato il circolo vizioso tra concetto di infanzia e
scolarizzazione -
“senza scuola non acquista fondamento il concetto di
infanzia e senza quest’ultimo concetto non sembra
aver senso la scuola” –

• Ma senza il soddisfacimento dei bisogni primari il


bambino continua ad essere considerato,
all’interno di una logica adultistica, una forza lavoro
irrinunciabile per le famiglie del tempo.
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Riconosciamo la nascita della letteratura per l’infanzia
 1697 Les Contes de ma mère l'Oie
I racconti di mamma oca
di Charles Perrault (1628-1703)

[Giambattista Basile (1575-1632) Lo cunto de li cunti 1634-36]

 Jean de La Fontaine (1621-1695) Fables Choisies 1668


Fables nouvelles et autres poèsies 1671

 François Fénelon (1651-1715) Le avventure di Telemaco (1694) 1699 romanzo pedagogico


Favole e Dialoghi (1700)

esemplificatori, nella dialettica sotterranea tra letteratura popolare e libri per i bambini, della volontà di
rivolgersi all’infanzia.

Ripiegamento letteratura tout court a fini educativi


3 e 4 ottobre 2017 G. Merlo
Nel contesto italiano l’accentuazione finalistica si è tradotta
per tutto l’800 e parte del ’900 in
accezione pedagogico-educativa o precettistico-morale

Elemento questo che ha indotto il giudizio negativo che ne


diede Benedetto Croce nel 1905

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«[…] Ma l’arte per i bambini – ecco la pregiudiziale – non sarà mai arte vera. Dal punto di vista
pedagogico, ossia dello sviluppo dello spirito infantile, a me sembra che difficilmente si possa dare in
pascolo ai bambini l’arte pura, che richiede troppa maturità di mente, troppo esercizio di attenzione,
troppe esperienze psicologiche, per essere gustata. Lo splendido sole dell’arte pura non può essere
contenuto dall’occhio ancor debole dei bambini e dei fanciulli. Né a siffatta difficoltà si può oviare con lo
scegliere per argomento storie di bambini; perché i bambini non comprendono neppure la rappresentazione
schiettamente artistica dell’anima bambinesca. Onde ad essi si confà un certo genere di libri che hanno
bensì dell’artistico, ma contengono anche ingredienti extraestetici, curiosità, avventure, azioni ardite e
guerresche, e simili, non intimamente motivate dall’insieme o non bene intonate. […] Basta il semplice
riferimento al pubblico bambinesco […], per turbare il lavoro artistico, e introdurvi qualcosa ora di
superfluo ora di manchevole, non ubbidiente più alla libertà e necessità interna della visione. Ad ogni
modo, se anche i bambini riescono a gustare un’opera d’arte pura, questa sarà fatta non per essi, ma
per tutti e perciò non apparterrà più alla letteratura per bambini. Si dica il medesimo dell’arte
popolare, che o non è arte o non è popolare».
B. Croce, Luigi Capuana – Neera, «La Critica. Rivista di Letteratura, Storia e Filosofia», 3, 1905
3 e 4 ottobre 2017 G. Merlo
la tesi crociana:

✓ una letteratura “per bambini” e un’arte “per bambini”

✓ la possibilità da parte dei bambini di gustare il mondo


dell’arte per la loro condizione di minorità-immaturità

✓ finalità educativa esplicita o implicita

3 e 4 ottobre 2017 G. Merlo


Diverso il giudizio di Lombardo Radice per il quale

“E’ un buon libro per ragazzi quello che può


essere gustato, senza restrizioni e riserve, anche dagli adulti.
Non tutto ciò che è scritto per gli adulti vale per il bambino, ma tutto ciò
che vale per i bambini deve valere anche per gli adulti,
se è opera d’arte”.

(G. Lombardo Radice, Lezioni di didattica e ricordi di esperienza


magistrale, [1912] nella 36° ed. a cura di G. Russo, Firenze,
Sandron, 1970,p.184)

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