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Natale
Natale
Ho tanta
stanchezza
sulle spalle
Lasciatemi così
come una
cosa
posata
in un
angolo
e dimenticata
Qui
non si sente
altro
che il caldo buono
Sto
con le quattro
capriole
di fumo
del focolare
In questa poesia dedicata al Natale Ungaretti racconta del suo ritorno a casa dal fronte della
Prima Guerra Mondiale. E' tornato a casa in licenza, ma è stanco e non vuole fingere di
dimenticare neanche per un po’ le atrocità della guerra, tuffandosi tra la gente e nella città in
festa. E' il Natale del 1916 e Ungaretti è in licenza a Napoli dove, per un po', abbandona i
pesaggi di guerra. Nel poeta pero' non c'è voglia di festeggiare: Ungaretti invoca solitudine ed il
suo stato d'animo viene trasmesso anche dall'assenza di punteggiatura del testo poetico: un
discorso unico composto da segmenti brevi che trasmette nel lettore grande forza evocativa. Per
Ungaretti questo è il Natale per ritrovare la pace con se stesso.
Figure retoriche
Antitesi tra il Natale e la stanchezza: il Natale, simbolo dell’amore, dell’unità e della
gioia, si contrappone a un momento di riflessione e di stanchezza, dovuto alla tragicità vissuta
nelle trincee da Ungaretti.
Enjambements: (vv.3-4; 5-6; 6-7; 9-10; 11-12; 13-14; 16-17; 20-21; 21-22; 22-23).
Metafora: “gomitolo di strade” (vv.3-4) – “ho tanta stanchezza sulle spalle” (vv.6-7) –
“sto con le quattro capriole di fumo” (vv.19-23).
Similitudine: “come una cosa posata” (vv.9-10-11).
Allitterazione della s: “stanchezza sulle spalle” (vv.6-7).
Allitterazione della f: “fumo del focolare” (vv.22-23).
Sinestesia: “caldo buono” (v.18).
Analogia: “quattro capriole di fumo” (vv.20-22).