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Ristorazione Assistenziale
nelle Comunità per Anziani
a cura della S.C. Igiene degli Alimenti e della Nutrizione
Indicazioni Pratiche 3
Prefazione
L’obiettivo di questo documento è cercare di garantire il benessere degli ospiti residenti nelle case di
riposo e strutture assistenziali di tutto il territorio.
L’attenzione della Unità Operativa Igiene degli Alimenti e Nutrizione dell’Azienda per l’Assistenza Sanitaria
n.2 "Bassa Friulana-Isontina" è rivolta alla buona alimentazione e a tutte le procedure di servizio alla
persona ad essa correlate che fanno da cornice e contribuiscono alla salute dell’utente.
Recentemente la Regione Friuli Venezia Giulia ha deliberato il DP-Reg. 144/2015: regolamento che prevede
requisiti specifici per l’accreditamento dei servizi semi-residenziali e residenziali per anziani, nell’ottica
della tutela della popolazione ivi ospitata che sostiene e rafforza la nostra attività in tali ambiti .
Molti sono i fattori che possono interferire sulla qualità della vita e sullo stato nutrizionale delle persone:
l’età avanzata, il quadro patologico, le alterazioni fisiologiche del metabolismo e della capacità di
alimentarsi, le difficoltà psicologiche.
Tutto questo è molto più determinante nelle persone ospiti nelle case di riposo, che il più delle volte sono
sradicate dalle loro precedenti realtà non per scelta volontaria ma per necessità ed il pasto diventa quindi
una gratificazione essenziale.
Per questo, utilizzando gli strumenti più aggiornati a nostra disposizione quali le Linee Guida per una sana
alimentazione ed i L.A.R.N. (Livelli di assunzione di riferimento di nutrienti ed energia per la popolazione
italiana) recentemente aggiornati (2014), sono state redatte queste proposte operative da utilizzare in
tutte le strutture residenziali.
Il Libro Bianco sulla salute in Europa ci ricorda che il mantenimento in buona salute prevede interventi per
una sana alimentazione lungo tutto l’arco della vita.
La Struttura Operativa di Igiene degli Alimenti e della Nutrizione si occupa di interventi di qualità
nutrizionale e di diffusione delle conoscenze di stili di vita corretti e protettivi rivolti alla popolazione
anziana.
Per quanto riguarda in particolare gli anziani ospiti di case di riposo l’obiettivo è garantire una corretta
gestione nutrizionale ed il benessere dell’anziano attraverso:
Questo lavoro è frutto dell’esperienza maturata “ sul campo” attraverso i numerosi sopralluoghi e audit
igienico sanitari e nutrizionali effettuati nel corso degli anni ed ha, come obiettivo, di contribuire affinchè
le persone vivano più a lungo, mantenendosi in buona salute e di contenere il temuto aumento della
spesa sanitaria dovuto all'invecchiamento della popolazione.
L’Azienda per l’Assistenza Sanitaria n. 2 «Bassa Friulana-Isontina» eroga servizi sanitari e socio-sanitari alle
popolazioni di 55 Comuni compresi nel proprio ambito territoriale , la popolazione residente al 31/12/2014,
secondo i dati ISTAT, è di 252.894 abitanti che si suddivide in 31.089 (12,29%) unità con un›età compresa da
0 a 14 anni, 157.128 (62,13%) da 15 a 64 anni, 31.947 (12,63%) da 65 a 74 anni e 32.730 (12,94%) over 75 anni.
Appare evidente come il trend dell’invecchiamento sia sicuramente destinato ad aumentare così come il
potenziale aumento della popolazione nelle case di riposo, vista la popolazione sempre più longeva e le
patologie croniche in aumento.
Nel nostro territorio aziendale attualmente ci sono 26 case di riposo di cui 4 enti religiosi, 14 enti comunali
e 8 enti a carattere privato per un totale di 1.392 posti letto.
Indicazioni Pratiche 5
La ristorazione nelle comunità per anziani
L’obiettivo generale è assicurare agli anziani, in stretta collaborazione con il personale della casa di riposo,
la famiglia ed il territorio, una serie di servizi che consentano alla persona di realizzare la migliore qualità
di vita possibile in relazione alle proprie condizioni psicologiche, fisiche e relazionali.
L’ascolto delle esigenze e dei bisogni degli ospiti e delle loro famiglie deve essere orientato a fornire
la risposta più adeguata anche per quanto riguarda l’alimentazione comprensiva di tutti gli aspetti che
concorrono a creare il benessere della persona.
Con il termine ristorazione non si intende solo il “cibo”, ma il servizio nel suo complesso che non si limita
agli alimenti consumati, ma comprende la situazione ambientale, la qualità complessiva e l’attenzione alle
esigenze dell’utenza.
Solo considerando il pasto nella sua complessità di aspetti nutrizionali, culturali, gastronomici e psicologici,
potrà essere raggiunto l’obiettivo fondamentale di salute e di benessere dell’ospite, seguito da altri
importanti obiettivi quali la sostenibilità ambientale, sociale ed economica.
E’ importantissima inoltre la motivazione del personale, in modo che professionalità, competenza e
lavoro del team di operatori sia supportata, condivisa e partecipata.
Trasparenza e Partecipazione
Dal 1995 la normativa italiana ha introdotto la Carta dei Servizi quale documento unico che impegna
Enti ed Aziende ad attivare un efficace sistema di informazione sulle prestazioni e le relative modalità di
accesso e mette l’utenza in condizioni di valutare la qualità del servizio erogato.
La Carta costituisce un vero e proprio contratto stipulato fra le due parti e rappresenta uno strumento di
trasparenza e visibilità anche per gli argomenti trattati in questo testo.
La casa di riposo deve garantire all’ospite la partecipazione e l’informazione completa e corretta con la
possibilità di esprimere la propria valutazione.
Per questo può essere utile istituire un “Gruppo di empowerment” un gruppo formato da residenti
autosufficienti o con buone capacità residuali e personale della struttura. In questo setting, l’ospite può
portare le sue osservazioni, lamentele e vissuti che verranno discussi e canalizzati in soluzioni e proposte.
Altri strumenti da poter utilizzare in alternativa sono la “Codifica dei reclami”: gli ospiti ed i loro familiari
possono sporgere reclami sui disservizi come segnalazioni, preferibilmente in forma scritta e codificata
che servono a garantire all’ospite il rispetto dei suoi diritti e alla Casa di Riposo la conoscenza e la
comprensione dei problemi esistenti e la possibilità di migliorare il servizio erogato.
Ed infine il “Comitato ospiti e loro familiari”: un comitato che si riunisce con periodicità per accogliere
istanze suggerimenti ed indicazioni sul servizio offerto.
A maggiore tutela dell’ospite è importante dotarsi di un regolamento condiviso fra ospiti ed operatori,
che descriva i comportamenti più corretti da seguire da parte di famigliari e visitatori come l’introduzione
di particolari cibi e bevande in struttura nel rispetto del benessere dell’ospite ma anche nell’ottica di una
salvaguardia delle norme igieniche e nutrizionali.
Il contatto con il territorio è fondamentale per favorire il completo inserimento dell’ospite nella struttura.
La collaborazione con i servizi sociali del territorio, le associazioni di volontariato locali, la partecipazione
ad eventi culturali-ricreativi (sagre, feste paesane, manifestazioni varie, mostre, percorsi guidati, università
della terza età, etc.) promuove il completo accoglimento dell’ospite nella realtà territoriale.
Viene promossa e favorita la presenza del volontariato quale espressione di partecipazione e solidarietà,
per lo svolgimento di attività di sostegno, di animazione e di aiuto dell’anziano.
E’ preferibile preparare i pasti in sede, in legame fresco caldo, per mantenere le caratteristiche
organolettiche dei piatti e favorire una relazione tra cucina e utente, mediata dal personale dedicato.
Nel caso in cui non sia possibile la presenza interna della cucina, bisogna valutare le realtà di produzione
presenti localmente, cercando il centro cottura o la cucina più vicini e rispondenti ai criteri di qualità
desiderati e gestire il servizio nella sua complessità, perseguendo gli stessi obiettivi di buona qualità
organolettica e di soddisfazione delle esigenze degli ospiti.
La scelta deve tenere conto, in un’ottica di gestione di sistema, anche della valutazione degli effetti
ambientali del servizio e degli effetti della logistica (distanza da percorrere, tipologia dei mezzi di
trasporto, tempi di produzione…) sulla qualità organolettica del pasto .
Sarà opportuno fare affidamento su materie prime di qualità, idonei capitolati d’appalto, sensibilizzazione,
coinvolgimento e formazione del personale addetto alla preparazione ed alla distribuzione dei pasti.
E’ opportuno utilizzare:
Gli alimenti e bevande presenti nei distributori automatici, se presenti in struttura, dovranno rispondere
a requisiti di buona qualità merceologica e nutrizionale.
I cibi devono essere serviti a una temperatura adeguata (ad esempio da evitare verdure e frutta troppo
fredde).
Indicazioni Pratiche 7
Fondamentale è una buona comunicazione fra gli addetti alla preparazione dei pasti ed il personale
impiegato nella distribuzione.
Il personale addetto alla distribuzione segnalerà al personale infermieristico eventuali casi di iponutrizione
avvalendosi anche di strumenti per la registrazione dell’ingesta.
La sala da pranzo
L’ambiente deve essere adeguato all’accesso della maggior parte degli ospiti, è preferibile che solo la
minoranza di ospiti con esigenze cliniche specifiche consumi il pasto in camera, nel qual caso, la stanza
deve essere predisposta per offrire la possibilità di consumare i pasti agevolmente, eventualmente
anche a letto.
la sala da pranzo deve essere pulita, luminosa, accogliente, confortevole, priva di fonti di inquinamento
acustico e con temperatura adeguata, la disposizione dei tavoli deve favorire la socializzazione
gli ambienti potranno essere resi piacevoli attraverso pareti e arredi colorati, quadri e poster
preferire le tovaglie di stoffa e piatti e posate non monouso, anche adatte alla manualità degli ospiti
Dovranno essere messi a disposizione degli ospiti: pane, acqua, olio extravergine di oliva, formaggio
grattugiato, sale iodato, aceto, limone, spezie o erbe aromatiche.
L’assistenza al pasto
Per gli ospiti non autosufficienti o con particolari problematiche devono essere previste particolari
attenzioni che facilitino il consumo del pasto, mantenendo quanto più possibile l’autonomia residua
dell’ospite.
Il numero di addetti all’assistenza deve essere adeguato e sufficiente al numero degli ospiti e al tempo da
dedicare loro in base al gradi di disabilità.
La persona che assiste l’anziano al pasto dovrebbe sedersi tenendo gli occhi alla stessa altezza o più in
basso di chi deve mangiare .
L’ospite deve mangiare lentamente, (concentrandosi sulla deglutizione in caso di disfagia) e l’ambiente
dove viene consumato il pasto deve essere tranquillo, silenzioso e ben illuminato e non devono essere
presenti elementi di disturbo es. televisione accesa. Dedicare un tempo adeguato all’alimentazione.
Provvedere prima del pasto alla ventilazione dei locali e verificare la pulizia del tavolino utilizzato
specialmente se la persona consuma il pasto a letto. All’occorrenza aiutare la persona ad assumere una
postura eretta su sedia o seduta o semiseduta se allettata (eventualmente usare dei cuscini).
Aiutare l’ospite nell’igiene delle mani, tagliare il cibo se necessario, sbucciare la frutta e tagliare il pane.
Se necessari, dovranno essere disponibili ausili specifici quali cannucce, posate ricurve, etc.
Controllare che il pasto venga consumato e se del caso assistere l’ospite ed a fine pasto annotare e riferire
i dati relativi all’assunzione del cibo (quantità di liquidi e di cibo ingerita).
In ultimo aiutare l’ospite nel lavaggio delle mani e nell’igiene orale lasciando passare un po’ di tempo per
non rovinare il gusto di quanto mangiato.
Gli orari
Gli orari, devono essere pensati sulla base delle esigenze degli ospiti e secondo orari dettati dal buon
senso, indicativamente:
colazione non prima delle 7,00 e non dopo le 9,00
pranzo non prima delle 12,00
cena non prima delle 18,30
Il tipo di scarto ci permette di capire a cosa sia dovuto: porzioni abbondanti, pietanze non gradite, utilizzo
del bis del primo piatto, temperature non adeguate, qualità organolettiche.
E’ opportuno predisporre una scheda di rilevazione della qualità del pasto e degli scarti.
valutazione della tipologia degli avanzi che indicano le reali esigenze degli ospiti ricalibrando, in col-
laborazione con la ditta, le forniture
riformulazione del menù
In seconda battuta, vista l’importanza sociale dell’utilizzo delle eccedenze alimentari, la legge n° 147/2013
prevede che le ditte di ristorazione, conferiscano, i pasti integri agli enti caritatevoli.
Tale obiettivo è raggiunto attraverso l’utilizzo di specifici manuali di corrette prassi operative validati
dal Ministero della Salute in conformità con la normativa europea vigente nell’ambito della sicurezza
alimentare.
Indicazioni Pratiche 9
L’alimentazione dell'anziano in comunità
Il dietetico
Il dietetico della casa di riposo dovrà prevedere 3 “livelli” di complessità:
Vitto comune: corrisponde alle diete base per gli ospiti che non richiedono un trattamento particolare.
Diete standard: si basano su indicazioni generali e vengono allestite, quando possibile, con i piatti del
vitto comune, opportunamente adattati in base all’esigenza, per una maggiore accettazione e per una
più fluida organizzazione.
Diete ad personam: sono schemi dietoterapici individuali, per soggetti con problematiche dietologiche
complesse, da utilizzare in situazioni nelle quali questa scelta possa fornire un valore aggiunto a livello
assistenziale e clinico, ad esempio in caso di celiachia, M. di Parkinson, nefropatia…)
Nell’anziano l’alimentazione deve, più che prevenire nel senso stretto del termine, garantire il
mantenimento dell’equilibrio dei nutrienti essenziali, in modo che eventuali problemi metabolici esistenti
non vengano aggravati.
POPOLAZIONE DI RIFERIMENTO
Anziano femmina: altezza 160 cm, età ≥ 75, peso 57.6 kg.
FABBISOGNO CALORICO TOTALE [metabolismo basale (MB) x livello di attività fisica (LAF)]
PROTEINE
CARBOIDRATI
Limite inferiore 45% dell’apporto calorico giornaliero, limite superiore 60%. Semplici < 15%
FIBRA
LIPIDI
Saturi <10% , insaturi 5-10%, omega6 4-8%, omega3 0,5-2%, colesterolo < 300 mg/die
ACQUA
Indicazioni Pratiche 11
Dieta base per ospite femmina
Femmina - 75 anni, altezza 160 cm, peso 56 kg, attività fisica leggera.
Composizione bromatologica media calcolata utilizzando l’alternanza settimanale consigliata:
Indicazioni Pratiche 13
La giornata alimentare e le caratteristiche del menù
La giornata alimentare si compone di 3 pasti principali: colazione, pranzo e cena, di due momenti per
l’idratazione e di eventuali spuntini (metà mattina e pomeriggio, dopo cena), assecondando le abitudini
dell’ospite, se la sua condizione di salute lo consente.
Colazione: latte o yogurt, caffè, thè non addizionati di zucchero che verrà aggiunto dall’ospite, pane/fette
biscottate e marmellata/miele o biscotti.
Metà mattina e metà pomeriggio: acqua > 250 ml ed eventualmente 1-2 biscotti o fette biscottate o
crackers…
L’ obiettivo è una ristorazione “famigliare” che cerchi di ricreare in comunità l’ambiente della famiglia,
coinvolgendo gli ospiti e i loro famigliari attraverso la memoria storica, in modo da conservare i piatti
tradizionali e ponendo una particolare attenzione agli ingredienti regionali e/o locali.
Bisognerebbe poter dare occasionalmente anche ai familiari la possibilità di mangiare insieme all’ospite.
2. verdure di stagione cercando di non ripetere lo stesso contorno all’interno della stessa
settimana;
3. diverse varietà di frutta anche all’interno della stessa tipologia merceologica (es.: pere williams,
abate, kaiser, conferance…) servite al giusto grado di temperatura e maturazione;
4. il dessert, dolce o gelato a fine pasto, in aggiunta alla frutta, una volta alla settimana, ad
esempio la domenica in occasione delle festività e delle feste di compleanno;
PRANZO CENA
LUNEDÌ Minestrone o passato di verdure
Pasta asciutta con pastina o riso o orzo…
Carne Pietanza a base di formaggio
MARTEDÌ Riso asciutto Zuppa di legumi con pastina o
riso o orzo…
Pesce Uova
MERCOLEDÌ Pasta asciutta Minestrone o passato di verdure
con pastina o riso o orzo…
Carne Pesce
GIOVEDÌ Primo a base di legumi con riso o Minestrone o passato di verdure
orzo con pastina o riso o orzo…
Uova Salume
VENERDÌ Pasta asciutta Zuppa di legumi con pastina o
riso o orzo…
Pesce Carne
SABATO Passato Brodo di carne o vegetale con
tortellini o gnocchi di semolino…
Pizza Carne
DOMENICA Gnocchi, pasta ripiena, pasticcio.. Minestrone o passato di verdure
con pastina o riso o orzo…
Carne Formaggio
Ogni giorno: verdura cruda, verdura cotta, pane, pane integrale, frutta cruda e frutta cotta.
A pranzo:
pasta o riso all’olio, pasta di piccolo formato, condimento del primo asciutto del giorno, pastina o riso o
semolino in brodo vegetale.
A cena:
pastina o riso o semolino in brodo.
A pranzo e a cena:
carne tenera (polpette, svizzera, crocchette, polpettone…), formaggio di pasta dura, formaggio di pasta
molle, verdura cotta al vapore o lessata se la verdura cotta del giorno è “al tegame”, purea di patate o
polenta morbida, frutta cotta. Le pietanze del menù del giorno in versione “frullata”: primo, secondo,
verdura cotta e frutta.
PRANZO CENA
PRANZO CENA
Indicazioni Pratiche 17
Le grammature
Le grammature si riferiscono all’alimento crudo e senza scarti (tranne per
polenta, purè e verdure cotte) e rappresentano un riferimento.
Nell'applicazione pratica dovranno essere considerati anche:
• le aspettative e le abitudini dell'ospite
• la resa "sul piatto"
COTTURA A PRESSIONE: riduce i tempi necessari alla preparazione e quindi i principi nutritivi termosensi-
bili subiscono minori degradazioni; la digeribilità dell’alimento dipende dalla presenza o assenza di grassi,
ed è maggiore se la preparazione non li comprende.
LESSATURA: i principi nutritivi idrosolubili (sali minerali ed alcune vitamine) passano nell’acqua di cottura,
quindi è una buona pratica riutilizzare quest’acqua per brodi, minestre, o altre preparazioni, evitando
anche di aggiungere il sale da cucina.
COTTURA AL FORNO: ottima per cuocere l’alimento senza aggiunta di grassi e per favorire la formazione
di aromi, le alte temperature influiscono però sul contenuto di principi nutritivi termosensibili. Inoltre,
se la superficie dell’alimento si secca, la cottura non risulta omogenea con diminuzione della qualità
organolettica e aumento della formazione di sostanze estranee. È buona pratica aggiungere, a seconda
del tipo di alimento, brodo vegetale, latte, acqua, succo di limone, oppure utilizzare la tecnica al cartoccio
avvolgendo l’alimento in fogli di alluminio. In questo modo l’alimento si cuoce nella sua stessa acqua, si
riducono le perdite di aromi e di composti solubili e la formazione di sostanza tossiche.
Il forno ventilato a vapore unisce i vantaggi delle cotture con liquidi e la cottura di piatti impanati,
consentendo di superare le principali controindicazioni nutrizionali della frittura senza rinunciare alle sue
caratteristiche organolettiche, solitamente molto gradite.
COTTURA AL TEGAME: gli alimenti cuociono a diretto contatto con un liquido per evitare che si attacchino
al fondo (olio, acqua, brodo) perciò è possibile evitare le perdite di principi nutritivi e la formazione di
sostanze tossiche riducendo questi liquidi al minimo e girando continuamente l’alimento. In questo modo
inoltre si mantiene omogeneo il trattamento al calore, evitando parti più cotte di altre. Preferibile utilizzare
pentole antiaderenti: le stoviglie e le pentole devono sempre essere in buono stato di manutenzione
(in particolare le pentole antiaderenti) per evitare che residui del fondo (metalli, teflon) migrino negli
alimenti.
COTTURA ALLA PIASTRA/ALLA GRIGLIA: riduce l’impiego del condimento e permette la fusione e la
rimozione del grasso contenuto nel prodotto. Particolare attenzione deve essere posta nel raggiungi-
mento del grado di cottura desiderato evitando la formazione di parti molto scure o carbonizzate, che
testimoniano la presenza di sostanze tossiche.
E’ possibile, sporadicamente, la frittura di carne o pesce o patate, evitando il riutilizzo dell’olio di frittura
e scegliendo olio extravergine di oliva o, in alternativa, olio di arachide.
Indicazioni Pratiche 19
Scelte delle materie prime
Un’accurata scelta delle materie prime rappresenta la base di un buon servizio di ristorazione; le tabelle che
seguono forniscono semplici e pratiche indicazioni per garantire la qualità nutrizionale ed organolettica.
uso quotidiano
SI
SI -
in alternativa al latte
alternanza
2-3
settimanale - -
alternare i tipi
max 1 alimento o
preparazione per mascarpone come
settimana prodotti pronti a base di ingrediente, frico
dessert a base di yogurt
latte (cacao, vaniglia ecc.) con le patate,
gorgonzola
Indicazioni Pratiche 21
CEREALI, DERIVATI, PATATE E DOLCI
PASTA RISO PANE FETTE PATATE DOLCI
MAIS CEREALI BISCOTTATE E Da non considerarsi
PRODOTTI DA FORNO verdura
quali scegliere pasta di semola pane comune, patate fresche dolci tipo:
(formati corti), integrale e al latte ben non trattate, pre- focaccia,
riso, polenta, cotti (contenuto di sale parazioni a base strüdel,
semolino, pizza, < 1,8% di farina), fette, di patate: gnocchi torte
orzo, chicchi di grissini e crackers con e tortini semplici:
cereali, cous-cous olio di oliva o girasole. di mele,
Biscotti secchi e allo yogurt,
integrali con olio di alle carote,
oliva o girasole. margherita.
Gelato,
budino
sistemi di cottura al dente lessarle intere, se
cottura e con condimenti possibile con la
preparazione (salse,sughi, buccia. Al vapore,
ragù) senza al forno.
grassi (quando Evitare di
possibile) tenere le patate
sbucciate
in ammollo
nell’acqua.
Dopo il lavaggio
e la sbucciatura,
cuocerle al più
presto.
uso quotidiano SI SI - -
alternanza - - 2 1-2
settimanale
max 1 alimento pasticcio, pasta - patate fritte, dolci fritti
o preparazione o riso o orzo patate "in tecia"
per settimana conditi con
sughi grassi o
ingredienti grassi
(pancetta…)
sconsigliati pasta e riso pane condito e/o gnocchi a base di dolci ricchi
integrali, altre addizionato di fiocchi di patate, di creme,
paste ripiene ingredienti quali olive preparati in farciti,
polvere o fiocchi dolciumi
per gnocchi e quali cioc-
purè colatini,
caramelle...
OLII E GRASSI
GRASSI VEGETALI GRASSI ANIMALI
quali scegliere olio extra-vergine di oliva da burro usato crudo, panna
usare crudo e per cottura. Olio da cucina fresca
di arachide per la cottura. Olio di
girasole e mais da usare crudi
sistemi di cottura e preferire l’utilizzo a crudo degli da usare crudi
preparazione oli, se si rende necessaria la sof-
frittura, usare modiche quantità
per tempi brevi
uso quotidiano SI -
alternanza settimanale - 1-2
max 1 alimento o maionese, salse a base grassa, -
preparazione per settimana fritture
sconsigliati oli di semi vari, olio di palma, lardo, strutto
miscele “per fritture”, oli che ab-
biano subito una cottura prolun-
gata, margarine, panne vegetali.
Indicazioni Pratiche 23
VERDURA E FRUTTA
VERDURA FRUTTA
quali scegliere tutte, fresche, di stagione (vedi tutti i tipi: fresca di stagione
calendario della stagionalità), e secca come ingrediente
all'occorrenza surgelate (es. pasta con le noci, torta di
mandorle...).
Succhi e mousse di frutta senza
zucchero aggiunto
sistemi di cottura e pre- verdura cruda: nel caso di frutta cruda: a seconda del tipo
parazione verdure a foglia, evitare di frutto, utilizzare anche la
l’ammollo prolungato e buccia in quanto ricca di fibra.
sminuzzarla dopo il lavaggio L’eventuale frullatura va fatta
verdura cotta: se la poco prima del consumo.
preparazione lo richiede, frutta cotta: al forno o in acqua
sminuzzare o tagliare dopo la per tempi brevi
cottura. Preferire la cottura a
vapore, a pressione, in poca
acqua per tempi brevi
uso quotidiano Come contorno una porzione una porzione sia a pranzo che a
sia a pranzo che a cena cena
alternare i tipi alternare i tipi
alternanza settimanale alternare i tipi alternare i tipi
max 1 alimento o prepa- preparazioni che richiedono succhi di frutta zuccherati
razione per settimana soffritto o ingredienti grassi,
maionese
sconsigliati verdure in scatola frutta in scatola
ACQUA E BEVANDE
ACQUA BEVANDE
quali scegliere acqua di acquedotto ove tè, camomilla, infusi, orzo, caffè,
presente spremuta, succhi e nettari di
frutta senza zucchero aggiunto
da moderare acqua minerale, naturale o vino, birra, sciroppi e bibite
gassata, a tenore di sodio < 20
mg/lt
sconsigliati acqua minerale a tenore di alcolici in genere
sodio> 20 mg/lt
Indicazioni Pratiche 25
Il calendario della stagionalità dei prodotti ortofrutticoli
Obiettivi:
Indicazioni generali:
frazionare l’apporto calorico e dei carboidrati in 3 pasti principali e 2 spuntini per prevenire l’appetito
e limitare l’incremento glicemico dopo i pasti
ridurre gli zuccheri semplici ad assorbimento rapido: zucchero, miele, dolci, bibite, succhi di frutta
frutta 2 porzioni al giorno; latte o yogurt naturale, parzialmente scremati, 1 porzione al giorno
garantire un buon apporto di fibra attraverso l’offerta di verdure crude e/o cotte
Il consumo di una verdura come antipasto consente un maggior controllo della glicemia post-prandiale
bevande da utilizzare: acqua, thè, caffè, orzo dolcificati con stevia (evitare i dolcificanti contenenti
fruttosio e sorbitolo)
favorire l’attività motoria per controllare le glicemie
tutta la frutta di stagione è ottima anche per gli utenti diabetici, l’unico accorgimento è utilizzare le
grammature previste nella tabella “Sostituzioni”
quando il menù prevede il dolce sarà possibile, previo parere del medico e/o del personale infermieri-
stico, darne mezza porzione dimezzando la quantità del primo piatto oppure evitando il pane
la pizza e le patate hanno un alto “indice glicemico” e sono da evitare in caso di diabete non compensato
da favorire la scelta di primi piatti e pietanze a base di legumi
Indicazioni Pratiche 27
Schema per femmina con diabete tipo 2
Lo schema ricalca le grammature della dieta base per utente femmina, si discosta per la minore quantità
di pane, l’esclusione di zucchero e marmellata e l’inserimento di 2 spuntini.
Composizione bromatologica media calcolata utilizzando l’alternanza settimanale consigliata
Kcalorie totali 1.660
Proteine grammi 72,4 pari al 17%
Carboidrati grammi 246 pari al 56% - complessi 44% - semplici 12% - fibre 21 grammi
Lipidi grammi 49 pari al 27%
Colesterolo 200 mg
Ferro 12,79 mg
Calcio 822 mg
Lo schema ricalca le grammature della dieta base per utente maschio, si discosta per la minore quantità
di pane, l’esclusione di zucchero e marmellata e l’inserimento di 2 spuntini.
Composizione bromatologica media calcolata utilizzando l’alternanza settimanale consigliata
Kcalorie totali 1.870
Proteine grammi 75,05 pari al 16%
Carboidrati grammi 292,51 pari al 59% - complessi 42,5% - semplici 16% - fibre 22 grammi
Lipidi grammi 52,30 pari al 25%
Colesterolo 200 mg
Ferro 13 mg
Calcio 830 mg
Indicazioni Pratiche 29
Tabella delle equivalenze
Per un maggior controllo delle oscillazioni glicemiche mantenere, ove possibile, sempre la stessa quantità
di carboidrati ai vari pasti utilizzando la seguenti tabella delle equivalenze.
mela, pere, kiwi, fichi freschi, ciliegie g 180 = banana,mandaranci, prugne fresche g 150
= albicocche, ananas, arance, fragole, pesche g 250
La grammatura si riferisce al peso lordo = anguria g 800
= mandarini, uva g 100
= pompelmo g 340
= melone g 400
Indicazioni generali:
ridurre gli zuccheri semplici: zucchero, miele, dolci, bibite, succhi di frutta
garantire un buon apporto di fibra attraverso l’offerta di verdure crude e/o cotte
il consumo di una verdura come antipasto consente un maggior controllo dell’appetito
bevande da utilizzare: acqua, thè, caffè, orzo dolcificati con stevia
favorire l’attività motoria
quando il menù prevede il dolce sarà possibile, darne mezza porzione dimezzando la quantità del
primo piatto oppure evitando il pane
da favorire la scelta di primi piatti e pietanze a base di legumi
se possibile scegliere il pane integrale rispetto al pane “bianco”
Lo schema ricalca la dieta base per utente maschio, si discosta per la minore quantità di primo
piatto sia a pranzo che a cena (mezza porzione di pasta, riso, orzo, gnocchi), meno olio ed esclusione di
zucchero e marmellata.
Composizione bromatologica media calcolata utilizzando l’alternanza settimanale consigliata.
Kcalorie totali 1.416
Proteine grammi 66,87 pari al 19%
Carboidrati grammi 204,53,51 pari al 59% - complessi 42,5% - semplici 16% - fibre 22 grammi
Lipidi grammi 42,08 pari al 25%
Colesterolo 200 mg
Ferro 11,4 mg
Calcio 800 mg
Indicazioni Pratiche 31
Diete standard: malnutrizione
Obiettivi:
garantire un introito nutrizionale equilibrato ad alta densità calorica
Indicazioni generali:
offrire quando possibile quanto previsto dal menù del giorno, adattando i cibi, ad esempio pasta di
piccolo formato con il condimento del giorno, secondi tritati o frullati…
non dimenticare la verdura eventualmente anche tritata o frullata e sempre condita con non meno
di un cucchiaio di olio e.v.o.
prevedere l’offerta di polenta o patate o purè da offrire in alternativa al pane
Se non specificate, le grammature da utilizzare sono quelle della dieta base (pag. 18)
COLAZIONE - latte intero dolcificato con zucchero o miele, caffè o cacao solubile
oppure 1 yogurt intero con aggiunta di marmellata o miele o yogurt
intero alla frutta
- 6-7 biscotti frollini o wafer o biscotti per l’infanzia o 1 brioche o 1
merendina (tipo nastrine, saccottino, fiesta, crostatine)
oppure pane, burro e marmellata o crema spalmabile al cacao o alla
nocciola oppure pane e formaggio spalmabile
METÀ MATTINA idratazione con succo di frutta o spremuta zuccherata o acqua con
sciroppo tipo amarena, orzata, menta…
METÀ POMERIGGIO idratazione con succo di frutta o spremuta zuccherata o acqua con
sciroppo tipo amarena, orzata, menta…
Per evidenziare il rischio di malnutrizione (vedi specifiche a pag. 40) utilizzare semplici test di screening
come il MUST (Malnutrition Universal Screening Tool) o l’ MNA (Mini Nutritional Assessment) (a pagg.
35, 36 e 37).
E’ consigliato l’utilizzo di integratori modulari di proteine e carboidrati (malto destrine) che offrono molti
vantaggi fra cui il basso costo e la possibilità di integrare bevande ed alimenti senza modificare il sapore.
Per l’utilizzo degli integratori è opportuno avvalersi di personale qualificato per la stesura di uno schema
dietetico personalizzato.
Indicazioni Pratiche 33
ESEMPIO DI VERIFICA DELL'INTROITO ALIMENTARE
RISULTATI:
- Crocetta in ogni area = alimentazione sufficiente
- Crocetta assente anche solo in un’area = alimentazione insufficiente prendere provvedimenti
Indicazioni Pratiche 35
MUST
Indicazioni Pratiche 37
Diete standard: povera di fibre
Obiettivi:
garantire un introito nutrizionale adeguato in caso di patologie intestinali acute (diarrea, diverticolite…)
Indicazioni generali:
garantire 3 pasti e 2 spuntini
per l’idratazione utilizzare preferibilmente acqua
non utilizzare zuccheri semplici in eccesso
evitare tutte le verdure (tranne le carote lesse) e la frutta
sostituire il latte/yogurt con thè o camomilla
evitare i prodotti integrali
preferire primi piatti asciutti conditi con olio extra vergine di oliva e parmigiano reggiano
Indicazioni generali:
sulla base del grado di disfagia stabilito dal logopedista, modificare la consistenza degli alimenti
adattare le consistenze del menù della dieta comune con attrezzature adeguate (frullatore ad
immersione, omogeneizzatore, passaverdure, colino a maglie fitte…)
ove necessario sostituire gli alimenti da escludere come ad esempio il pane con purea o polenta
morbida
il cibo deve avere caratteristiche coesive tali da garantire la compattezza del bolo durante il transito
faringo-esofageo
devono essere esclusi cibi quali grissini, riso, cracker, i primi liquidi con pastina, il minestrone con pezzi
di verdura, alimenti a “doppia fase” ecc.
il cibo deve essere “omogeneo” ovvero costituito di particelle della stessa consistenza e dimensione
il bolo deve essere di piccolo volume per far fronte alla eventuale presenza di deficit di forza propulsiva
e della peristalsi faringea
sono da evitare i sapori acido, amaro e piccante
l’aspetto dei cibi deve essere invitante e curata la loro presentazione
i cibi devono essere caldi o freddi, con colori vivi
La consistenza
Per modificare la consistenza dei cibi ed aumentare la scivolosità degli alimenti si possono utilizzare:
diluenti: brodi, succhi di verdura o di frutta, latte
lubrificanti: sostanze grasse quali olio, burro, panna, salse tipo maionese, besciamella
addensanti:
1. farine o creme di cereali da aggiungere durante la cottura o prima del consumo
2. gelatine in fogli o in polvere da sciogliere nei cibi salati o dolci seguendo le indicazioni riportate
sulla confezione
3. addensanti in polvere, istantanei del commercio che hanno il pregio di mantenere la consistenza
ottenuta e di non modificare il gusto e l’apparenza dei cibi
Per ulteriori consigli e ricette si rimanda al libro:
“Le ricette per i nonni (…e non solo)” – Azienda per i Servizi Sanitari n° 5 “Bassa Friulana” – Servizio
Dietetico & Servizio Infermieristico Domiciliare – Regione F.V.G. (v. bibliografia)
Prevedono porzioni, alimenti, prodotti, integratori modulari in polvere (proteici e maltodestrine), sistemi
di cottura, frequenze di consumo e menù, differenti dal vitto comune e dalle diete standardizzate.
Dovranno essere anche previste le “alimentazioni particolari” per rispettare le abitudini culturali e
religiose.
Indicazioni Pratiche 39
Strumenti operativi e assistenziali
La cartella sanitaria
La cartella sanitaria di ogni ospite accolto in struttura rappresenta la principale fonte informativa di documenta-
zione clinica e infermieristica delle azioni, dei processi e degli avvenimenti relativi alla permanenza in casa di riposo.
Assicura inoltre le indicazioni appropriate e tempestive a tutti gli operatori sanitari e quanto riportato nella docu-
mentazione clinica consente la tracciabilità delle attività svolte.
Per una buona gestione degli aspetti nutrizionali è opportuno prevedere una documentazione dedicata nella cartella
dell’ospite.
Per identificare la malnutrizione allo stadio iniziale ed il rischio di svilupparla negli anziani è opportuno avvalersi
di test di screening non invasivi, economici e che forniscono risultati in tempi brevi come il MUST (Malnutrition
Universal Screening Tool) o l’ MNA (Mini Nutritional Assessment) (a pagg. 35 e 37) .
osservare gli utenti al momento del pasto e, in caso si sospetti uno scarso introito nutrizionale, registrare l’ingesta
attraverso strumenti appositi (vedi esempio di “Verifica dell’introito alimentare” a pag 34), monitorare.
La disfagia, è un disturbo caratterizzato dalla difficoltà o impossibilità nel masticare il cibo, preparare il bolo,
deglutirlo e impedisce di alimentarsi in modo sicuro, autonomo e naturale.
Particolare attenzione va riservata alla dieta che, se non impostata in maniera corretta, può aumentare il rischio
di malnutrizione e disidratazione per un inadeguato apporto di liquidi nonchè di incorrere in una “polmonite ab
ingestis” con il rischio, nei casi più gravi, di soffocamento.
Per l’assistenza al pasto la posizione migliore è quella seduta con un sostegno per gli avambracci, i piedi appoggiati a
terra, mentre a letto il tronco deve essere alzato il più possibile, anche utilizzando più di un cuscino da mettere come
appoggio alla schiena. Dopo il pasto l’ospite deve rimanere seduto e successivamente è indispensabile provvedere
all’igiene orale, per prevenire tra l’altro l’aspirazione di particelle di cibo che possono rimanere in bocca.
1 Per effettuare le misurazioni saranno indispensabili:
• bilancia (a seconda della complessità degli assistiti prevedere anche quelle a poltrona, a sollevatore)
• altimetro
• misuratore dell’altezza al ginocchio
Un importante strumento di lavoro è il Piano di Assistenza Individuale (P.A.I.) ovvero il progetto personalizzato di
ospitalità per ciascun ospite che viene definito con il contributo di tutte le figure professionali operanti in struttura
ed in base ai bisogni rilevati.
Vengono quindi definite le tipologie d’intervento, le modalità da seguire e le professionalità coinvolte al fine di
fornire una risposta specifica a misura del singolo ospite.
A cadenza regolare e/o in base alle necessità contingenti viene verificata la validità degli interventi per una conferma
o per una definizione del progetto individuale.
Gli specifici protocolli operativi completano il percorso assistenziale in particolare per:
idratazione
evacuazione
igiene orale
attività motoria e riabilitativa
attività ludico-ricreativa
L’IDRATAZIONE
Per determinare l’assunzione dei liquidi negli ospiti viene utilizzato il P.A.I. nel quale deve essere prevista una
procedura standard di idratazione giornaliera che preveda la distribuzione e la facilitazione all’assunzione di liquidi
a metà mattina, a metà pomeriggio, ai pasti e durante la terapia per tutti gli utenti.
Per le eventuali situazioni che potrebbero comprometterne l’assunzione sufficiente di liquidi o in caso di situazioni
a rischio disidratazione (diarrea, febbre, farmaci, caldo, ecc.), è utile adottare un protocollo personalizzato che
preveda tempi, modi e tipologia di liquidi da somministrare sia per via orale che eventualmente parenterale .
Per quanto riguarda la tipologia dei liquidi da somministrare per os, bisognerà tener conto dei gusti degli ospiti nella
preferenza delle bevande: acqua, succhi di frutta senza zuccheri aggiunti, thè, tisane, infusi.
IL PROTOCOLLO DELL’EVACUAZIONE
All’ingresso dell’utente nella struttura deve essere effettuata una valutazione dell’alvo e l’assunzione di liquidi che
vanno poi monitorati tramite il P.A.I.
In caso di stipsi:
facilitare l’assunzione di liquidi
promuovere il movimento ove possibile
utilizzare prodotti integrali: pane, fette biscottate, biscotti
garantire almeno 4-5 porzioni di verdura e frutta al giorno
accompagnare l’ospite al bagno almeno due volte al giorno
In caso di diarrea:
incrementare l’idratazione
utilizzare la “dieta standard – povera di fibre” a pag. 38
Sia in caso di stipsi che di diarrea prima di ricorrere all’uso di farmaci, favorire misure di tipo naturale:
integrare con la frazione solubile della fibra che ha riconosciuti effetti sulla funzionalità intestinale sia in
caso di diarrea che di stipsi
favorire il ripristino dell’equilibrio della flora intestinale con i fermenti lattici
Indicazioni Pratiche 41
L’IGIENE ORALE
E’ necessario garantire l’igiene orale codificando una procedura per la pulizia dei denti e del cavo orale e delle protesi.
In questo modo si prevengono le infezioni del cavo orale, delle prime vie aeree, l’alitosi, le patologie parodontiche
e si mantiene l’integrità e l’idratazione della mucosa orale.
Di fondamentale importanza il controllo delle protesi, l’eventuale revisione delle stesse e le visite periodiche dall’o-
dontoiatra.
Queste buone pratiche sono di fondamentale importanza non solo per una migliore masticazione e digestione dei
cibi ma anche per la percezione del gusto ed una migliore qualità delle relazioni sociali.
Gli interventi, sia individuali che di gruppo, volgono al mantenimento ed alla riattivazione delle funzioni motorie
residue degli ospiti. Ogni nuovo utente viene valutato per il livello di autosufficienza motoria in modo da dare
indicazione per l’eventuale inserimento in attività di gruppo o per percorsi individuali di fisioterapia riabilitativa. I
percorsi individuali possono essere identificati con:
attività di mobilizzazione articolare passiva a letto
deambulazione assistita
riabilitazione e movimento funzionale in palestra (rinforzo muscolare, chinesi passiva, rieducazione funzionale,
elettroterapia antalgica e elettrostimolazione, cyclette, puleggio terapia, le scale, spalliere e pedaliere.)
Il personale assistenziale viene informato tramite una tabella, allegata al P.A.I. con indicazioni sulla movimentazione
dell’utente, anche in relazione all’utilizzo di ausili; viene monitorata nel tempo l’evoluzione motoria dell’utente e le
capacità residue rispetto ad attività motorie di gruppo che possono essere identificate in:
1. trattamenti di gruppo in palestra
2. ginnastica di gruppo
3. attività motorie affidate (deambulazione)
4. passeggiate
5. ballo
Le attività di gruppo proposte agli utenti collaboranti hanno l’obiettivo di mantenere le loro capacità fisiche ed i loro
livelli funzionali, favorendo nel contempo la socializzazione durante l’attività proposta.
Sono eseguite per stimolare le funzioni cognitive prassico-manuali, motorie e sono attività che mirano al recupero di
interessi ed abitudini di vita con l’obiettivo di valorizzare la persona e la sua storia. Vengono previste feste in occasioni
di compleanni, festività, eventi locali (ad es. sagre), che possono avvenire anche in collaborazione con associazioni
di volontariato o altre istituzioni del territorio, passeggiate, coltivazioni dell’orto, giardinaggio, pet-therapy.
Al contempo deve facilitare e migliorare la gestione dei processi ed il rafforzamento delle capacità di auditing
e di integrazione tra il personale stimolando e sostenendo anche una nuova visione dell’ospite.
Considerata l’alta prevalenza di anziani malnutriti, dovrà inoltre essere prevista una specifica formazione su
tematiche inerenti la valutazione del rischio nutrizionale.
E’ fondamentale trasmettere la consapevolezza della valenza anche terapeutica che può assumere il pasto all’interno
del processo di assistenza in virtù della situazione di passività del paziente istituzionalizzato ed emotivamente fragile.
La formazione riveste inoltre un ruolo importante anche per gli addetti ai servizi economali e logistici, al fine di
sviluppare competenze nella stesura dei capitolati per l’acquisizione di beni/servizi.
La formazione può essere realizzata con diverse modalità didattiche finalizzate all’efficacia dell’apprendimento:
formazione frontale in aula utile per implementare conoscenze tecnico-scientifiche
formazione sul campo per sostenere processi di cambiamento organizzativo e gestionale
formazione di gruppo per favorire l’integrazione basata sul confronto delle esperienze ed il coinvolgimento delle
varie professionalità
È opportuno inoltre prevedere un monte ore annuale adeguato all’aggiornamento ed ai tempi lavorativi del
personale.
Indicazioni Pratiche 43
Bibliografia
Ministero della salute - Linee di indirizzo nazionale per la ristorazione ospedaliera e assistenziale
Regione Autonoma Friuli-Venezia-Giulia – Direzione Regionale della Sanità e delle Politiche Sociali – “Guida pratica
per una sana alimentazione nella Ristorazione Collettiva” – (2001)
S.I.N.U. (Società italiana di Nutrizione Umana) – LARN ”Livelli di assunzione di riferimento di nutrienti ed energia per
la popolazione italiana” IV revisione (2014)
Azienda per i Servizi Sanitari n° 5 “Bassa Friulana” – Servizio Dietetico & Servizio Infermieristico Domiciliare – Regione
F.V.G. “Le ricette per i nonni e non solo” scaricabile in PDF da:
http://www.ass2.sanita.fvg.it/organizzazione/dipartimento-di-prevenzione/servizio-igiene-degli-alimenti-e-della-nu-
trizione/area-della-nutrizione
Canada: Registered Nurses’ Association on Ontario 2005 - "Prevention of costipation in the older adult population”
( revised) Toronto
Council of Europe. Public Health Committee. Committee of Experts on Nutrition - Food Safety and Consumer Health.
Ad Hoc Group
Report and Guidelines. Strasbourg, 2002 - Nutrition programmes in hospitals. Food and nutritional care in hospitals:
how to prevent undernutrition
Regione Piemonte - Assessorato alla Tutela della salute e Sanità- Direzione Sanità Pubblica – Proposte operative per
la ristorazione assistenziale (2007)
DORS Piemonte - Linee di procedura per un corretto approccio alimentare nell’anziano istituzionalizzato – ad uso
del personale assistenziale
Donini Lorenzo M., Savina C., Convegno FOSAN 2009 - La malnutrizione nelle comunità di anziani: emergenza nota
o punta dell’iceberg
Indicazioni Pratiche 45
Ho bisogno di conoscere la storia di un alimento. Devo sapere da dove
viene. Devo immaginarmi le mani che hanno coltivato, lavorato e cotto ciò
che mangio.
Carlo Petrini