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Negli anni Venti, il regime fascista, si era disinteressato quasi totalmente al cinema
tranne che per l’aver creato L’Unione Cinematografica Educativa, il LUCE, per la
produzione di documentari e cinegiornali. Ma ben presto il governo si diede da
fare per sostenere economicamente l’industria ed il mercato nazionale, invaso da
film stranieri: furono forniti aiuti economici all’industria, adottate misure
protezionistiche e disposti premi per i film di miglior incasso.
Il regime si rese ben presto conto che la cinematografia poteva essere un’arma
potentissima per influenzare le masse. Con l’obiettivo di fornire maggior visibilità
internazionale ai film italiani venne così creata, a Venezia, nel 1932, la Mostra
Internazionale di Arte Cinematografica (primo festival cinematografico del
mondo). Per sostenere e controllare la produzione nazionale venne costituita la
Direzione Generale per la Cinematografia che creò gli studios di Cinecittà, il
Centro Sperimentale di Cinematografia, una delle prime scuole di cinema al
mondo, e la rivista critica Bianco&Nero.