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ALTA SORVEGLIANZA:
GENERAL CONTRACTOR:
I N0 D 0 2 D I 2 P U S Z 0 0 0 0 0 1 1 C
Programmazione
Rev. Descrizione Redatto Data Verificato Data Progettista Data Autorizzato Data
Titolo:
PSC - B10 - SEZIONE PARTICOLARE - VIADOTTI
1 PREMESSA ............................................................................................................................. 4
1.1 LE WBS ............................................................................................................................ 4
1.2 L’ALBERO DELLE ATTIVITÀ ........................................................................................... 5
2 ELENCO delle opere................................................................................................................ 6
2.1 VI07 VIADOTTO MONTEBELLO ...................................................................................... 7
2.2 VI08- VIADOTTO MONTEBELLO LINEA STORICA ...................................................... 12
2.3 VI09 - VIADOTTO RIO GUÀ ........................................................................................... 18
2.4 VI10 - VIADOTTO RIO GUÀ LINEA STORICA .............................................................. 26
2.5 ELENCO DEI TIPOLOGICI E MISURE DI COORDINAMENTO .................................... 33
2.6 MISURE GENERALI DI ORGANIZZAZIONE DEL CANTIERE ...................................... 35
2.7 MISURE DI SICUREZZA ATTE A ELIMINARE O RIDURREI RISCHI ESTERNI CHE
COMPORTANO RISCHI PER IL CANTIERE ............................................................................ 41
2.8 MISURE GENERALI DI PREVENZIONE DAI RISCHI PROVENIENTI DAL CANTIERE
PER LE AREE ESTERNE ......................................................................................................... 45
2.9 ORGANIZZAZIONE GENERALE DEL CANTIERE E DEI LUOGHI DI LAVORO E
SERVIZI IGIENICO-ASSISTENZIALI ........................................................................................ 48
2.10 GESTIONE DELLE EMERGENZE ................................................................................. 48
3 SCHEDE DEI TIPOLOGICI .................................................................................................... 50
3.1 TIP SCA 001 SCAVI DI SBANCAMENTO, SPLATEAMENTO E A SEZIONE
OBBLIGATA .............................................................................................................................. 52
3.2 TIP RIT 001 RILEVATI .................................................................................................... 66
3.3 TIP OAM 005 CAVIDOTTI, CUNETTE, EMBRICI .......................................................... 71
3.4 TIP OAM 006 CANALETTE E CANALI ........................................................................... 76
3.5 TIP VIP 001 NUOVA VIABILITÀ ..................................................................................... 80
3.6 TIP PON 001 CASSONE CON MONTAGGIO DEL CARROVARO................................ 87
3.7 TIP PON 002 TRAVI IN C.A.P (CASSONI E TRAVI A T ROVESCIO) ......................... 109
3.8 TIP PON 003 IMPALCATO CON TRAVI IN ACCIAIO COMPLETATO IN OPERA ...... 129
3.9 TIP PON 004 IMPALCATO METALLICO A CASSONI PREASSEMBLATI CON
SOLETTA COLL. ..................................................................................................................... 141
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2° Sublotto: MONTEBELLO VICENTINO - BIVIO VICENZA
Titolo:
PSC - B10 - SEZIONE PARTICOLARE - VIADOTTI
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2° Sublotto: MONTEBELLO VICENTINO - BIVIO VICENZA
Titolo:
PSC - B10 - SEZIONE PARTICOLARE - VIADOTTI
1 PREMESSA
1.1 LE WBS
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2° Sublotto: MONTEBELLO VICENTINO - BIVIO VICENZA
Titolo:
PSC - B10 - SEZIONE PARTICOLARE - VIADOTTI
Per “Albero delle Attività” si intende la decomposizione dell’Opera, secondo i criteri prima
definiti, nei livelli seguenti:
WBS
Tipologici
Fase di lavoro
Microfase di lavoro
Lavorazione
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2° Sublotto: MONTEBELLO VICENTINO - BIVIO VICENZA
Titolo:
PSC - B10 - SEZIONE PARTICOLARE - VIADOTTI
WBS DESCRIZIONE KM L.
VIADOTTO MONTEBELLO
VI07 DAL Km 33+163,52 AL Km 33+463,52 300,52
VICENTINO LINEA AVCV
VIADOTTO MONTEBELLO
VI08 DAL Km 0+479,17 AL Km 0+704,17 225,17
VICENTINO LINEA STORICA
VIADOTTO SU RIO GUA'
VI09 DAL Km 33+722,16 AL Km 34+800,16 1.078,00
LINEA AVCV
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2° Sublotto: MONTEBELLO VICENTINO - BIVIO VICENZA
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PSC - B10 - SEZIONE PARTICOLARE - VIADOTTI
Il viadotto “Montebello Vicentino” linea AV/CV si sviluppa per 300,00m, dalla progressiva 33
+ 163,52 Km alla 33 + 463,52 Km, ed è costituito in totale da n. 12 campate, di luce 25 m,
con impalcato in travi in c.a.p. a cassoncino prefabbricato.
Caratteristiche Impalcati
Parte d’Opera I L
B [m] nt
[m] [m]
I Interasse pile/spalle;
B Larghezza dell’impalcato;
nt Numero di travi prefabbricate;
L Luce netta tra gli appoggi;
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PSC - B10 - SEZIONE PARTICOLARE - VIADOTTI
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2° Sublotto: MONTEBELLO VICENTINO - BIVIO VICENZA
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PSC - B10 - SEZIONE PARTICOLARE - VIADOTTI
La fondazione della spalla “A” e delle pile n. 5 e n.6 sono in comune con le sottostrutture (
spalla “A”, pila n.5 e n.6 ) del viadotto adiacente Montebello Vicentino linea storica. Su tale
piastra di fondazione quindi, si elevano entrambi le sottostrutture adiacenti dei viadotti.
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2° Sublotto: MONTEBELLO VICENTINO - BIVIO VICENZA
Titolo:
PSC - B10 - SEZIONE PARTICOLARE - VIADOTTI
Sono previste delle scale di accesso al pulvino dal piano impalcato, ogni 75m.
L’altezza delle pile, misurata dall’estradosso della fondazione alla testa pila, varia da
5,00 m a 8,00 m.
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PSC - B10 - SEZIONE PARTICOLARE - VIADOTTI
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2° Sublotto: MONTEBELLO VICENTINO - BIVIO VICENZA
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PSC - B10 - SEZIONE PARTICOLARE - VIADOTTI
Il viadotto “Montebello Vicentino” linea Storica si sviluppa per 225,00m, dalla progressiva 0 +
479,17 Km alla 0 + 704,17 Km, ed è costituito in totale da n. 9 campate, di luce 25 m, con
impalcato in travi in c.a.p. a cassoncino prefabbricato.
Caratteristiche Impalcati
Parte d’Opera I L
B [m] nt
[m] [m]
I Interasse pile/spalle;
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2° Sublotto: MONTEBELLO VICENTINO - BIVIO VICENZA
Titolo:
PSC - B10 - SEZIONE PARTICOLARE - VIADOTTI
Come si evince dalla tabella soprastante, gli impalcati, ove insiste la pensilina e le banchine
allargate, sono con n.6 travi in c.a.p. a cassoncino prefabbricate, mentre l’impalcato, tra la
pila n.4 e la n.5 e tra la n. 8 e la galleria artificiale, l’impalcato è con n.4 travi in c.a.p. a
cassoncino prefabbricate.
L’impalcato, da n. 6 travi in c.a.p. a cassoncino prefabbricate di altezza 2.10 m
(precompressione a fili aderenti), presenta travi solidarizzate da 4 traversi (2 sull’asse
appoggi e 2 in campata) prefabbricati insieme alle travi (precompressione con trefoli post-
tesi) ed una soletta in c.a. gettata in opera, di spessore variabile da un minimo di 41 cm ad
un massimo di 54 cm, in corrispondenza della banchina laterale in adiacenza con il
paraballast. Lo spessore è comprensivo delle predalles prefabbricate, posizionate sulle travi,
di spessore 4,5 cm, che costituiscono solo una cassaforma a perdere e non contribuiscono
alla resistenza strutturale della soletta.
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2° Sublotto: MONTEBELLO VICENTINO - BIVIO VICENZA
Titolo:
PSC - B10 - SEZIONE PARTICOLARE - VIADOTTI
Sono previste delle scale di accesso al pulvino dal piano impalcato, ogni 75m.
L’altezza delle pile, misurata dall’estradosso della fondazione alla testa pila, varia da
7,00 m a 8,00 m.
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2° Sublotto: MONTEBELLO VICENTINO - BIVIO VICENZA
Titolo:
PSC - B10 - SEZIONE PARTICOLARE - VIADOTTI
Il viadotto su “Rio Guà” linea AV/AC si sviluppa per 1’078,00m, dalla progressiva 33 +
722,16 Km alla 34 + 800,16 Km, ed è costituito in totale da n. 41 campate.
Caratteristiche Impalcati
Parte d’Opera I L
B [m] nt
[m] [m]
Impalcato SA_13 / 14_SB 25.00 13.40 4 22.80
I Interasse pile/spalle;
B Larghezza dell’impalcato;
nt Numero di travi prefabbricate;
L Luce netta tra gli appoggi;
Come si evince dalla tabella soprastante, l ‘intero viadotto è realizzato con impalcato da 25m
in travi in c.a.p. a cassoncino prefabbricate, tranne quello dalla pila n.13 alla n.14, in acciaio
ad arco a spinta eliminata a via inferiore, di luce 78m.
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2° Sublotto: MONTEBELLO VICENTINO - BIVIO VICENZA
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PSC - B10 - SEZIONE PARTICOLARE - VIADOTTI
La fondazione della spalla “B” è in comune con la rispettiva sottostruttura Spalla “B” del
viadotto adiacente Rio Guà linea Storica. Su tale piastra di fondazione quindi, si elevano
entrambi le sottostrutture adiacenti dei viadotti.
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2° Sublotto: MONTEBELLO VICENTINO - BIVIO VICENZA
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Viadotto B
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Viadotto C
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2° Sublotto: MONTEBELLO VICENTINO - BIVIO VICENZA
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PSC - B10 - SEZIONE PARTICOLARE - VIADOTTI
Il viadotto su “Rio Guà” linea Storica si sviluppa per 768,00m, dalla progressiva 1 + 351,37
Km alla 2 + 119,37 Km, ed è costituito in totale da n. 28 campate, di cui n.25 di luce 25 m,
con impalcato in travi in c.a.p. a cassoncino prefabbricato, n.1 con impalcato a travi
incorporate di luce 22m, n.1 con impalcato ad arco a spinta eliminata a via inferiore in acciaio
di luce 78m ed n.1 di luce 40m.
Caratteristiche Impalcati
Parte d’Opera I L
B [m] nt
[m] [m]
Impalcato SA_1 / 3_27 25.00 12.90 4 22.80
I Interasse pile/spalle;
B Larghezza dell’impalcato;
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2° Sublotto: MONTEBELLO VICENTINO - BIVIO VICENZA
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PSC - B10 - SEZIONE PARTICOLARE - VIADOTTI
Come si evince dalla tabella soprastante, la sovrastruttura d’impalcato, del presente viadotto
linea storica, si differenzia della linea AV/AC di nuova progettazione per le misure di seguito
riportate:
muretti paraballast (distanza = 8,70 m) di confinamento del corpo ferroviario, con fori
per il deflusso dell’acqua;
interbinario 4m;
cordoli alle estremità dell’impalcato;
pluviali di raccolta dell’acqua, alternativamente di prima e seconda pioggia, ad
intervallo di ogni impalcato;
opere di impermeabilizzazione e protezione;
La larghezza complessiva dell’impalcato è pari a 12.90 m, su cui gravano 2 binari posti ad
interasse pari a 4.00 m.
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2° Sublotto: MONTEBELLO VICENTINO - BIVIO VICENZA
Titolo:
PSC - B10 - SEZIONE PARTICOLARE - VIADOTTI
Per tutti gli elementi, lamiere e profilati in acciaio, si prevede un trattamento superficiale
protettivo come da specifica “ISTRUZIONE FS 44/V”. Anche gli archi sono controventati
lungo il loro sviluppo con l’esclusione delle zone prossime alle reni, dove il comportamento a
telaio nel piano trasversale degli archi montanti e del primo trasverso, garantiscono la luce
libera al passaggio dei convogli.
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2° Sublotto: MONTEBELLO VICENTINO - BIVIO VICENZA
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PSC - B10 - SEZIONE PARTICOLARE - VIADOTTI
TIPOLOGICO CODIFICA
Scavi di sbancamento, splateamento e a sezione obbligata TIP SCA 001
Rilevati TIP RIT 001
Cavidotti, cunette, embrici TIP OAM 005
Canalette e Canali TIP OAM 006
Nuova viabilità TIP VIP 001
Monocassone e bicassone.... con montaggio del carrovaro TIP PON 001
Travi in c.a.p. (cassoni e travi a T rovescio) TIP PON 002
Impalcato con travi in acciaio completato in opera TIP PON 003
Impalcato metallico a cassoni preassemblati con soletta coll. TIP PON 004
Ponte ad arco in c.a. gettato in opera TIP PON 009
Spalle, pile e pulvini TIP PON 006
Realizzazione pali di fondazione TIP OPF 001
Sistemazione corsi di acqua TIP SID 001
Tombinatura canali TIP SID 002
Realizzazione diaframmi TIP OPF 002
Palancole TIP OPF 003
Jet-grouting TIP OPF 004
Berlinese TIP OPF 005
Tiranti TIP CON 001
Piste ed isole in alveo TIP VIP 005
Opere di mitigazione Ambientale-Acustica TIP MIT 001
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2° Sublotto: MONTEBELLO VICENTINO - BIVIO VICENZA
Titolo:
PSC - B10 - SEZIONE PARTICOLARE - VIADOTTI
Per le attività di demolizione si farà riferimento alla Parte del PSC " B03 - SEZIONE
PARTICOLARE - DEMOLIZIONI"
Per piccole demolizioni fare riferimento alle schede sotto elencate
SCHEDA CODIFICA
Demolizione con martello demolitore a mano DEM DEM 001
Demolizione con escavatore, martellone, pinza DEM DEM 002
Demolizione con utensili diamantati DEM DEM 003
Idrodemolizione DEM DEM 004
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2° Sublotto: MONTEBELLO VICENTINO - BIVIO VICENZA
Titolo:
PSC - B10 - SEZIONE PARTICOLARE - VIADOTTI
RECINZIONE:
Tutti gli scavi e i pericoli generati dall’attività di costruzione della linea dovranno essere
localmente protetti attraverso il montaggio di recinzioni puntuali chiuse sui 4 lati.
La recinzione non verrà installata in quei luoghi oggetto di movimento e sistemazione
dell’orografia del terreno ove non esista alcun rischio imputabile all’attività di esecuzione
della linea.
In assenza della recinzione di cantiere le singole opere dovranno essere adeguatamente
protette con l’impiego di pali in legno e correnti pure in legno con soprastante rete e con
l’applicazione di segnaletica di sicurezza.
Esempio di delimitazione
Le aree per la realizzazione delle opere saranno accessibile tramite piste di servizio
realizzate in prevalenza sulla sagoma di ingombro dell'opera stessa e, in alcuni tratti, in
affiancamento.
Le piste di cantiere verranno raggiunte dai mezzi attraverso la viabilità ordinaria ed attraverso
le strade poderali esistenti.
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2° Sublotto: MONTEBELLO VICENTINO - BIVIO VICENZA
Titolo:
PSC - B10 - SEZIONE PARTICOLARE - VIADOTTI
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2° Sublotto: MONTEBELLO VICENTINO - BIVIO VICENZA
Titolo:
PSC - B10 - SEZIONE PARTICOLARE - VIADOTTI
Come già accennato nel paragrafo precedente, per la realizzazione delle opere d’arte è
necessario procedere alla realizzazione di piste di cantiere.
Le piste verranno prevalentemente realizzate sull’impronta dell'opera stessa e, dove
necessario, verranno realizzate in affiancamento ad essa.
STOP
DELINEATORE
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2° Sublotto: MONTEBELLO VICENTINO - BIVIO VICENZA
Titolo:
PSC - B10 - SEZIONE PARTICOLARE - VIADOTTI
BARRIERA SEGNALETICA
Il transito sulle piste è regolato dalle norme stradali come per la viabilità ordinaria.
E’ opportuno adottare peraltro alcune precauzioni:
- Le banchine delle piste sono particolarmente cedevoli, il transito dei mezzi quindi
deve essere effettuato possibilmente al centro della pista evitando di transitare sui
bordi;
- Nell’incrocio con altri veicoli sarà necessario fermarsi ed effettuare l’incrocio a passo
d’uomo anche laddove la pista sembra abbastanza larga;
- Nell’incrocio tra un camion ed una macchina, o un furgone, il mezzo più leggero si
accosterà il più possibile al margine della pista e rimarrà fermo. Il mezzo pesante
proseguirà a ridottissima velocità eventualmente con l’aiuto di un moviere a terra
(autista del veicolo fermo);
- Nel caso di cedimento della banchina l’autista dovrà arrestare immediatamente il
mezzo ed evitare ogni manovra;
- L’incrocio tra due mezzi pesanti dovrà avvenire nelle sezioni di pista appositamente
sezionate per tale scopo.
L’impresa affidataria dovrà effettuare periodici controlli sulle piste al fine di mantenerle in
perfetta efficienza e dovrà provvedere alla bagnatura ed allo sgombero di neve e ghiaccio
per poterle mantenere in efficienza.
La velocità massima all’interno delle aree di cantiere è di 5 Km/h e di 15 sulle piste di servizio
immediatamente adiacenti all’area. La velocità dei mezzi dovrà essere tale che, tenuto conto
delle caratteristiche del percorso, della natura, forma e volume dei carichi e delle
sollecitazioni che si avranno in fase di partenza e di arresto, sia comunque garantita la
stabilità del mezzo e del suo carico. Sulle piste di cantiere la velocità massima è di 30 Km/h.
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2° Sublotto: MONTEBELLO VICENTINO - BIVIO VICENZA
Titolo:
PSC - B10 - SEZIONE PARTICOLARE - VIADOTTI
SMALTIMENTO RIFIUTI:
I rifiuti prodotti verranno stoccati provvisoriamente presso l’area di cantiere tramite l’impiego
di cassoni per la raccolta differenziata.
L’impresa esecutrice dovrà allestire i seguenti depositi temporanei:
□Cassone per raccolta di imballaggi
□ Cassone per la raccolta del legno
□ Cassone per la raccolta del ferro
□ Cassone per la raccolta della carta/cartone
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2° Sublotto: MONTEBELLO VICENTINO - BIVIO VICENZA
Titolo:
PSC - B10 - SEZIONE PARTICOLARE - VIADOTTI
In relazione alle caratteristiche dell’ambiente ed alla natura dei lavori, sono stati analizzati i
fattori esterni che possono comportare rischi e, per quelli individuati in fase di stesura del
progetto così come sintetizzati nella seguente tabella, sono adottati provvedimenti per la
protezione contro i rischi prevedibili per gli addetti ai lavori.
Per i fattori esterni marcati come “da accertare in fase di esecuzione”, questo dovrà essere
fatto a cura dell’impresa esecutrice e, di tale accertamento, dovrà essere data evidenza nel
POS della stessa.
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Titolo:
PSC - B10 - SEZIONE PARTICOLARE - VIADOTTI
Le aree abitate presenti nelle aree di lavoro non arrecano rischi per le lavorazioni peraltro
sarà necessario adottare le misure di sicurezza definite dal presente PSC per la protezione
dei rischi trasmessi dal cantiere alle aree abitate.
In ogni caso, qualsiasi lavoro possa interessare il sottosuolo o possa interessare la presenza
di reti tecnologiche interrate sarà proceduto da una esatta localizzazione delle interferenze
anche tramite sondaggi campione e dopo aver interessato l’ente proprietario della rete.
L’interferenza con siti storici ed archeologici non comporta rischi per i lavoratori peraltro
prima di iniziare i lavori i DTC dovranno esperire ogni accertamento per individuarne
eventuale presenza anche facendo riferimento agli elaborati del progetto esecutivo.
In ogni caso, qualsiasi lavoro di scavo che possa eventualmente interessare la presenza di
siti storici o archeologici interrate sarà proceduto da una esatta localizzazione nonché dalle
necessarie autorizzazioni della soprintendenza ai beni monumentali e archeologici.
In caso di ritrovamento imprevisto di reperti durante gli scavi, l’operatore interrompe ogni
attività e provvede ad avvertire immediatamente l’impresa affidataria e la Direzione Lavori.
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2° Sublotto: MONTEBELLO VICENTINO - BIVIO VICENZA
Titolo:
PSC - B10 - SEZIONE PARTICOLARE - VIADOTTI
Il programma lavori dovrà essere inviato ai referenti del lotto adiacente e in caso di
concomitanza spaziale di ditte diverse, sarà necessario definire le opportune misure di
coordinamento.
Non sono presenti corsi d’acqua particolarmente significativi o in grado di arrecare rischi
particolari al cantiere.
Per attività in adiacenza si intendono tutte quelle lavorazioni eseguite in area esterna al
sedime stradale ma che, a causa di incidenti stradali possono essere interessati da
investimenti da parte dei mezzi (o parti di essi) circolanti sulla strada stessa.
Si tratta di aree immediatamente limitrofe alle strade è quindi opportuno che l’impresa
esecutrice, nella redazione del proprio POS riporti la tabella di seguito descritta ed attui le
relative misure di sicurezza.
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Titolo:
PSC - B10 - SEZIONE PARTICOLARE - VIADOTTI
Le attività di costruzione dei viadotti non sono soggette a particolare rischio di incendio infatti
non impiegano in genere sostanze combustibili o infiammabili.
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Titolo:
PSC - B10 - SEZIONE PARTICOLARE - VIADOTTI
Da
Non accertare
FATTORI CHE COMPORTANO RISCHI Presen
Present in fase di
ALL’ESTERNO te
e esecuzio
ne
Potenziale emissione di polveri durante le lavorazioni
Rumore anche oltre i limiti di zona
Movimentazione materiale che può interessare aree
esterne al cantiere
Deposito materiale che può interessare aree esterne al
cantiere
Proiezione getti/ schizzi oltre le aree di cantiere
Caduta materiale all’esterno delle aree di cantiere
Attività che possono arrecare rischi alla circolazione
stradale
Attività che possono arrecare rischi alla circolazione
autostradale
Attività che possono arrecare rischi alla circolazione
ferroviaria
Esplosioni dovute a ritrovamenti bellici
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2° Sublotto: MONTEBELLO VICENTINO - BIVIO VICENZA
Titolo:
PSC - B10 - SEZIONE PARTICOLARE - VIADOTTI
I concetti fondamentali della zonizzazione acustica sono stati introdotti dalla Legge Quadro
sull’inquinamento acustico n. 447/95 e sono stati approfonditi dal D.P.C.M. 14/11/97.
Tutte le attività in adiacenza o in interferenza alle ferrovie dovrà seguire i regolamenti vigenti
preso l’ente. Le misure precauzionali specifiche pertanto potranno essere definite solo in
fase di esecuzione.
Considerato che tutte le attività vengono precedute da una campagna di bonifica bellica, si
ritiene che il rischio assuma valori decisamente trascurabili.
L’impresa esecutrice prima di eseguire qualsiasi attività dovrà verificare che le aree di
intervento siano state bonificate.
Non sono previste opere per le quali il rischio di annegamento assuma rilevanza
apprezzabile.
Resta vietato avvicinarsi alle acque fluenti o stagnanti. E' vietato altresì tuffarsi, bagnarsi,
immergersi nelle acque. Il capo cantiere dell'impresa esecutrice dovrà sovraintendere le
attività ed assicurare l'assolvimento degli obblighi qui contenuti.
Per il rischio proprio dell'impresa nelle singole valutazioni, si rimanda alla valutazione del
rischio del datore di lavoro dell'impresa esecutrice.
I maggiori rischi di caduta dall’alto sono presenti in fase di ispezioni lungo scarpate o pendii.
Il preposto dovrà disporre che per tali attività il personale sia adeguatamente assicurato per
evitare cadute dall’alto ed abbia a disposizione una scala a pioli di adeguata lunghezza per
facilitare le operazioni di salita e discesa lungo i versante.
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Titolo:
PSC - B10 - SEZIONE PARTICOLARE - VIADOTTI
Occorre prevenire il rischio fin dalle prime fasi dell'organizzazione del cantiere, innanzitutto
nell'acquisto dei macchinari e delle attrezzature scelte in base a criteri di efficienza e
rendimento nonché di basso coefficiente di rumorosità.
Programmare una opportuna manutenzione degli organi in movimento e quindi soggetti a
vibrazioni in modo da evitare il più possibile i danni provocati dall'usura e il pericolo di
azionare apparecchi inutilizzabili.
L’organizzazione del cantiere deve prevedere l'ubicazione dei macchinari rumorosi nelle
zone più isolate cioè dove è minore la concentrazione delle maestranze e
contemporaneamente lontana da abitazioni.
All'occorrenza effettuare opportuni interventi di isolamento sulle attrezzature rumorose.
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E’ necessario che le vibrazioni introdotte dalle lavorazioni non possano arrecare rischi
interferenziali. In fase di esecuzione dovranno essere effettuate specifiche verifiche per le
seguenti fasi:
- Lavori di infissione palancole;
- Impiego di rulli vibranti.
Al fine di poter eseguire i lavori in rispetto alla vigente normativa in tema di igiene dei luoghi
di lavoro è necessario adottare le “Prescrizioni per i servizi igienico-assistenziali a
disposizione dei lavoratori nei cantieri” contenute nell'allegato XIII del D.Lgs. 81/08 anche per
le attività da eseguirsi per la realizzazione delle opere.
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Per punti di “Rendez-Vous” si intendono i punti di incontro prestabiliti tra il mezzo di soccorso
del 118 e il lavoratore che in base alle istruzioni riportate in precedenza ricopre l’incarico di
guidare i soccorritori al punto di accadimento dell’infortunio.
I punti di Rendez- Vous devono essere facilmente individuabili sia dal personale di cantiere
sia da parte dei soccorritori (Servizio Sanitario di emergenza ed urgenza - vigili del fuoco -
organi di polizia) pertanto, al fine di concertare un intesa comune si stabiliscono le seguenti
indicazioni:
I punti di Rendez-Vous
- devono essere il più vicino possibile alle opere d’arte principali;
- devono essere ubicati in un luogo ben accessibile (e intuitivamente individuabile) dagli
operatori di cantiere e raggiungibili facilmente dai mezzi di soccorso;
- devono essere possibilmente individuati sulle vie di maggior percorrenze;
- devono essere segnalati con adeguata cartellonistica sul luogo e con istruzioni sul
comportamento da tenere per la specifica emergenza.
LUOGO SICURO:
Per le aree oggetto del presente PSC si ritiene avere le caratteristiche di “luogo sicuro, le
aree poste in adiacenza alle strade pubbliche poste a distanza di sicurezza dalle aree da
evacuare.
L’esatta ubicazione dei cartelli sopraindicati andrà definita in fase di esecuzione prima
dell’inizio lavori.
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Il termine tipologico è inteso come lo “studio dei tipi” ovvero delle possibili modalità
realizzative e/o architettoniche, che caratterizzano la costruzione dell’OPERA.
In effetti, ciascuna OPERA identificata nelle schede delle WBS, come anticipato nella
“PARTE B”, attraverso le descrizione delle caratteristiche generali, costruttive e
architettoniche, (col grado di approfondimento che compete alla progettazione definitiva)
viene scomposta in Parti D’opera realizzate in momenti e/o modalità diverse (Es: una galleria
ferroviaria è scomposta in: Galleria, Armamento, Impianti Tecnologici, ecc…).
Ciascun Tipologico viene caratterizzato in termini di sicurezza attraverso quei cicli di lavoro
che necessari al suo completamento. Nell’esempio in figura relativo ad un Fabbricato Civile,
si possono individuare (elenco non esaustivo):
TIPOLOGICO – Scavi e movimenti terre;
TIPOLOGICO – Opere Civili;
TIPOLOGICO – Impianti.
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All’interno di ogni Scheda TIPOLOGICO è presente una prima sezione “Generalità” nella
quale è riportata la descrizione della parte d’opera in oggetto; nella seconda sezione
“Descrizione delle microfasi lavorative” sono analizzate le sottofasi lavorative costituenti la
fase principale.
Nella sezione “Rischi e Misure Generali di Prevenzione” sono riportate le fonti di rischio
trasferibili al cantiere dall’ambiente esterno e i potenziali rischi trasmessi all’ambiente
circostante, individuati dallo studio delle fasi lavorative. Sono inoltre indicate le misure
generali di prevenzione che devono essere concretamente attuate per prevenire i rischi
presenti nella lavorazione esercitata.
Nell’ultima sezione “MEL” è riportata una tabella indicante, per ciascuna fase lavorativa, la
scheda Lavorazione di riferimento.
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1 Generalità
Impalcato con cassoni fino a quattro monocellulari affiancati prefabbricati e completi di soletta. La
movimentazione avverrà dagli impianti di prefabbricazione all’area di varo con l’impiego di speciali attrezzature
chiamati elefanti e la messa in opera sarà eseguita con l’ausilio di apposita trave di varo.
Immagine 1: Carrovaro
La conformazione del carrovaro permette, longitudinalmente, due movimenti alternati, visto che i suoi
componenti principali sono la struttura reticolare portante ed il gruppo motore - argano che di fatto permette le
traslazioni.
È inoltre presente, in corrispondenza dell’appoggio della struttura reticolare del carrovaro sulle rulliere di
traslazione, un ulteriore motore elettrico, alimentato dall’unico gruppo elettrogeno posto in cima al carro,
indipendente dall’argano principale e azionabile solo quando tutto il resto è fermo, che serve per gli spostamenti
trasversali della trave.
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Attraverso un sistema di bloccaggio meccanico si permette l’alternanza dei movimenti di avanzamento del
carrovaro e del dispositivo di sollevamento (argano) che sostiene la trave.
In altri termini le due traslazioni longitudinali, anche per evidenti ragioni di sicurezza, non possono avvenire
contemporaneamente quindi, alternativamente, avanza la trave sospesa dalle funi di sollevamento collegate
all’argano, dopodiché, a bloccaggio avvenuto, avanza la struttura del carrovaro.
La ripetizione sistematica di questo complesso di operazioni, permette l’avanzamento della trave prefabbricata,
dal punto dove è stata presa dal carro fino alla pila che la ospiterà: qui cessa l’avanzamento longitudinale ed
inizia una serie di traslazioni trasversali di aggiustamento, ad opera dell’apposito motore elettrico su descritto,
realizzante l’esatto allineamento dell’elemento che viene così calato.
Ripetendo lo stesso procedimento per tutte le travi componenti la sezione trasversale, si realizza la campata.
A questo punto le travi devono essere rese tra loro solidali, e per far ciò si eseguono due getti, aventi funzioni
completamente distinte: il getto dei traversi di collegamento ed il getto della soletta di sottofondo.
Il primo viene eseguito subito dopo il varo dell’ultima trave di campata, attraverso la preventiva posa di
casseforme e di armature adeguatamente sagomate, lungo tutto lo sviluppo trasversale del pulvino, che vincola
le travi realizzando un corpo rigido in senso strutturale.
Il secondo getto, invece, realizza la soletta all’estradosso dell’impalcato, che costituisce il piano di appoggio del
futuro armamento; ovviamente quest’ultimo getto viene realizzato una volta posate le predalles prefabbricate,
qualora sia previsto il loro utilizzo.
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Dopo aver effettuato il preassemblaggio a piè d’opera degli elementi costituenti il carrovaro, la fase
maggiormente critica è individuabile nell’attività di traslazione in opera del sottoponte di scorrimento.
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6a fase
7a fase
8a fase
9a fase
10a fase
11a fase
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12a fase
13a fase
14a fase
15a fase
16a fase
17a fase
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Opere di cantierizzazione
Prima di iniziare le attività di preassemblaggio del carrovaro occorre predisporre specifiche piste di cantiere e
aree di lavoro:
le piste devono avere pendenze e raggi di curvatura commisurati ai mezzi, anche di trasporto eccezionale, che vi
transiteranno;
la larghezza delle piste e la loro portanza devono tenere conto degli ingombri e dei carichi massimi che il transito dei mezzi
d’opera comporteranno;
le aree di lavoro e di stoccaggio devono essere ben livellate e opportunamente delimitate, evitandone l’accesso ai non addetti ai
lavori;
le piste devono essere ben individuate e mantenute in perfetto stato fino al termine dei lavori;
in casi particolari, ambiti ristretti, ridotta visibilità, dovranno essere posizionati specifici segnali di indicazione stradale,
prevedendo se necessario il transito a corsie alterne, regolato eventualmente da movieri a terra.
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Durante questa fase l’operatore addetto alla movimentazione, munito della pulsantiera di comando, si troverà
sulla passerella attorno al gruppo elettrico e termoidraulico, denominato cabestano, in modo da poter
sorvegliare tutte le procedure di arretramento dell’attrezzatura.
A questo punto si provvede a vincolare il traliccio al binario posteriore per mezzo delle ancore di trattenuta.
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Obbligo dell’uso del sistema di trattenuta assicurato all’apposito cavo guida e della fune di trattenuta
Tutto il personale adibito al varo deve indossare la cintura di sicurezza con bretelle collegate e funi di trattenuta a norma
per tutto il periodo in cui è presente sull’impalcato o sui pulvini delle pile.
Inoltre, fatta eccezione per il monocassone, la fune di trattenuta deve essere sempre predisposta per un periodo di tempo tale
da comprendere il varo dell’intera campata.
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Divieto di movimentazione di carichi di peso superiore alla portata dei mezzi di sollevamento
Se si è in presenza di carichi superiori alla portata degli organi di sollevamento, questi non possono essere movimentati se
non con l’utilizzo di attrezzature adeguate. Deve comunque essere sempre nota l’entità dei carichi da sollevare e, quindi,
prevedere l’apparecchiatura idonea.
Verifica della rispondenza delle modalità di aggancio degli elementi prefabbricati alle prescrizioni di progetto
L’impresa esecutrice dovrà provvedere affinché le operazioni di sollevamento e trasporto degli elementi prefabbricati siano
conformi alle prescrizioni di progetto e questi ultimi dovranno essere messi a disposizione del coordinatore.
Nelle fasi di avanzamento del carrovaro seguire scrupolosamente le cinematiche di utilizzo della macchina.
Il carro, durante il varo, compie una serie di movimenti che devono essere assolutamente distinti temporalmente e, inoltre,
devono seguire scrupolosamente le prescrizioni progettuali.
L’operatore deve manovrare dal cabestano oppure, se la larghezza dell’impalcato lo consente, in posizione laterale esterna al
dispositivo in movimento.
assicurare sempre l’ancoraggio del traliccio ai binari in fase di avanzamento della trave
Prima di procedere alla manovra della trave bisogna ancorare il carrovaro alle rulliere tramite le ancore di trattenuta
solidali alla struttura del carrovaro.
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Casseratura
La prima fase prevede la casseratura dei traversi, mediante l’utilizzo di una piattaforma aerea e/o il ponte di
lavoro; verranno posizionati tra i traversi i casserini metallici opportunamente tirantati mediante appositi
ancoraggi. Da una delle testate viene inserita una guaina pneumatica, avente la funzione di evitare il
riempimento della sede dei trefoli durante il getto e dopo il gonfiaggio della guaina, effettuato con il
motocompressore, si procederà al getto delle malte premiscelate precedentemente impastate con betoniera a
bicchiere.
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Il cassero è stoccato nei pressi dell’area di posa in opera e, considerando il peso non eccessivo, potrà essere
portato in quota direttamente con il cestello e a cura dell’addetto all’attività.
A getto effettuato, verificata la stagionatura del cls, si procederà alla rimozione dei casserini metallici e delle
guaine gonfiabili, facendo sempre uso di piattaforma aerea, attuando la stessa procedura di lavoro adottata per
la casseratura.
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Getto di chiusura
Questa operazione vede gli operai impegnati in quota, mentre dal basso opereranno i mezzi d’opera necessari
per effettuare il getto (autobetoniere e pompa per calcestruzzo).
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Fase 5: Completamenti
La fase può prevedere la posa di elementi di finitura e/o protezione quali:
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Titolo:
PSC - B10 - SEZIONE PARTICOLARE - VIADOTTI
Le funi di imbracatura devono avere certificato del fabbricante con indicate le caratteristiche tecniche e devono portare il
marchio del fabbricante.
I ganci di imbracatura devono avere le mollette di sicurezza in perfette condizioni di integrità e funzionamento per evitare lo
sfilamento del carico in caso di urti accidentali.
Le scale a mano sono in generale da considerare un mezzo di transito e non una postazione fissa di lavoro che richiederebbe
l’uso di cintura di sicurezza per garantire dalla caduta l’operatore.
I mezzi meccanici saranno posizionati nelle postazione di lavoro su terreno ben livellato per evitare possibili ribaltamento.
Utilizzare obbligatoriamente funi di guida per l’avvicinamento dei carichi al punto di posa.
Effettuare l’imbracatura dei carichi usando modalità idonee per evitare la caduta del carico e la sua instabilità.
Allontanare dalle macchine e dal relativo raggio di azione le persone non autorizzate.
Lasciare la macchina in maniera che sia impossibile ad una persona non autorizzata di rimetterla in marcia.
Delimitare con barriere il campo d'azione degli apparecchi di sollevamento e sollevamento-trasporto provvisti di ventose per
la presa del carico e preannunciare con apposite segnalazioni le manovre di sollevamento-trasporto in modo da consentire
l'allontanamento delle persone che si trovano esposte al pericolo dell'eventuale caduta del carico.
Le modalità di stoccaggio degli elementi prefabbricati devono essere tali da garantire la stabilità al ribaltamento, tenute
presenti le eventuali azioni di agenti atmosferici o azioni esterne meccaniche.
Effettuare con mezzi e modalità appropriate il carico, il trasporto e lo scarico degli elementi prefabbricati in modo da
assicurare la stabilità del carico e del mezzo in relazione alla velocità di quest'ultimo e alle caratteristiche del percorso.
Vietare l'accesso ai non addetti al lavoro nell'area direttamente interessata al montaggio. Tale divieto deve essere
visibilmente richiamato e devono essere messe in opera idonee protezioni quali cavalletti, barriere flessibili o mobili o simili.
Allontanare dalle macchine e dal relativo raggio di azione le persone non autorizzate.
Per la movimentazione manuale dei carichi prendere tutte le possibili precauzioni per evitare lo schiacciamento degli arti. In
caso di compresenza di più operatori procedere con cautela coordinando in anticipo le azioni dei singoli.
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Sottotipologico
Impalcato con travi in acciaio completato in opera
1 Generalità
Tipologia utilizzata usualmente per i sovrappassi e/o cavalcavia completata con soletta in c.a. di circa 35
cm di spessore, gettata in opera con l’ausilio di predalles.
L’impalcato in acciaio viene preassemblato a terra, in area adiacente la zona di varo e, ad assemblaggio
avvenuto, con l’utilizzo di due autogrù poste all’esterno e/o all’interno dell’area di lavoro, si provvederà al
posizionamento in quota della struttura metallica.
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Titolo:
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Immagine 2: Linea vita ancorata sul pulvino e protezione in tubi e giunti e/o vitoni can assi da ponte
Trasporto
Le travi dovranno essere caricate direttamente dalle maestranze dello stabilimento di produzione su apposite
motrici e rimorchi di adeguata portata con sistema di carico a bilico su opportune bilance in modo da
assicurare la stabilità delle stesse durante le operazioni di trasporto;
Le travi dovranno essere trasportate su strada da personale specializzato ed esperto che sarà tenuto, anche
nell’ambito del cantiere, al rispetto del codice di comportamento, riguardante la velocità dei mezzi, la sosta,
gli incroci e le segnalazioni obbligatorie.
Posizionamento autogru
Nel caso di varo delle travi da effettuarsi utilizzando due autogru, le stesse si dovranno posizionare in
corrispondenza rispettivamente di due pile consecutive, su terreno stabile, utilizzando gli stabilizzatori
secondo quanto riportato nel libretto d’uso del mezzo.
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Sollevamento e varo
Per le fasi di sollevamento si potrà fare ricorso a due autogrù posizionate sulla strada (interrotta al traffico)
in maniera parallela all’impalcato da realizzare; tale lavorazione avverrà preferibilmente durante le ore
notturne, bisognerà quindi avere cura di posizionare delle torri faro in maniera da rendere l’area di lavoro
perfettamente illuminata.
Considerato che le operazioni di varo avverranno a regime di interruzione del traffico stradale, si prescrive la
presenza di una ulteriore autogru di riserva in caso di cattivo funzionamento delle autogru designate.
Stabilizzate le autogrù dovranno iniziare le operazioni di imbraco e di sollevamento della trave dal bilico, per essere
poste in opera.
Ad operazione ultimata il capo squadra dovrà fare sgomberare tutta l’area di lavoro da persone o cose ed inizierà a
comandare le due autogrù per il completamento del sollevamento e l’inizio della traslazione.
Per agganciare le funi di carico necessarie per il sollevamento, dovranno essere utilizzati dei perni in acciaio di portata
adeguata al peso della trave da posizionarsi nei fori di aggancio predisposti dal prefabbricatore.
Gli addetti all’imbracaggio potranno accedere all’interno della trave utilizzando una scala, nei casi di altezza inferiore
a 3.00 metri, altrimenti dovranno utilizzare obbligatoriamente un cestello portapersone.
Ad imbraco avvenuto e solo dopo che il responsabile del varo avrà verificato il perfetto inserimento e bloccaggio del
sistema di sollevamento, gli operatori a terra potranno slegare la trave dall’automezzo essendo la stessa già stata
portata “in tiro parziale” dai gruisti.
Ultimate le operazioni preliminari il responsabile di varo, dopo aver fatto sgomberare tutta l’area di lavoro da persone
o cose, inizierà a guidare le due autogru per il completamento del sollevamento e l’inizio della traslazione.
Una volta sollevata la trave si dovrà posizionarla secondo la sequenza specifica di montaggio.
La trave dovrà essere opportunamente guidata fino al punto di appoggio (questa operazione verrà eseguita da operai
muniti di cestello aereo) e dopo aver controllato sia l’allineamento che la verticalità dell’elemento, l’operatore provvederà
allo sgancio del perno di sollevamento ripetendo le stesse operazioni svolte per l’imbraco.
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A causa del rischio di caduta di materiale dall’alto durante le lavorazioni (di utensili da lavoro, manufatti ed
attrezzature), su tutta l’area sovrastata dall’impalcato per una fascia limitrofa dell’ampiezza di almeno 10 metri, deve
essere impedito il transito e/o la sosta di persone e mezzi.
Tutto il personale adibito al varo deve indossare la cintura di sicurezza con bretelle collegate e fune di trattenuta a
norma per tutto il periodo in cui è presente sull’impalcato o sui pulvini delle pile.
Divieto di eseguire qualsiasi operazione di varo se si è in presenza di raffiche di vento superiori a 60 Km/h.
Occorre provvedere quindi all’istallazione a bordo autogrù di un anemometro con segnalazione immediata di vento
superiore a 60 Km/h.
Se il vento supera la velocità di 60 Km/h il carico deve essere immediatamente posato.
Prima del varo delle travi di campata devono predisporsi appositi parapetti sul pulvino della pila successiva in modo da
non interferire con la posa della trave e, allo stesso tempo, di assolvere alla loro funzione.
I punti di aggancio dell’elemento prefabbricato devono essere attentamente ispezionati prima di procedere al
sollevamento.
Gli apparecchi di sollevamento devono essere sottoposti quotidianamente ad attenta ispezione da parte del personale
utilizzatore; inoltre deve essere scrupolosamente rispettata la periodicità dei controlli previsti dalla ditta fornitrice.
Se si è in presenza di carichi superiori alla portata degli organi di sollevamento, questi non possono essere movimentati
se non con l’utilizzo di attrezzature adeguate. Deve comunque essere sempre nota l’entità dei carichi da sollevare e,
quindi, prevedere l’apparecchiatura idonea.
L’impresa esecutrice dovrà provvedere affinché le operazioni di sollevamento e trasporto degli elementi prefabbricati
siano conformi alle prescrizioni di progetto e questi ultimi dovranno essere messi a disposizione del Coordinatore per la
Sicurezza in fase di Esecuzione.
Tutti i collegamenti sia tra i gruisti che con il responsabile di varo devono avvenire mediante sistema radio.
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gli addetti alle lavorazioni in quota dovranno operare tenendosi costantemente agganciati mediante imbracatura di
sicurezza e fune di trattenuta, assicurata ai ferri delle travi stesse.
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Per tale motivo il preposto dovrà fare posizionare il sistema di aggancio costituito da:
1. fune di trattenuta o cavo teso,
2. due punti di attacco,
3. sistema di tesatura;
il preposto inoltre dovrà fare installare un sistema completo di sicurezza, realizzato con sistema completo di trattenuta;
il preposto dovrà fare collocare alle estremità di tutte le predalles delle funi sufficientemente lunghe che saranno
utilizzate dagli addetti per direzionare le stesse;
il preposto dovrà fare posizionare le torri faro, con verifica che tutte le operazioni avvengano secondo le indicazioni di
illuminamento per lavorazioni notturne;
il preposto dovrà accertarsi che ogni addetto abbia ricevuto ed indossato nel modo corretto e completo il sistema di
trattenuta (costituito da imbracatura di sicurezza con attacco dorsale e frontale e anelli di aggancio laterali, due
arrotolatori (fune massima 6 mt.) e moschettone con blocco di chiusura;
Realizzazione sbalzi
Valgono le disposizioni sopra riportate con l’accortezza che le predalles di sbalzo dovranno essere portate in
quota già provviste di parapetto sui lati prospiciente il vuoto;
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Fase 4: Completamenti
La fase prevede:
Posa velette
Considerato il particolare rischio della lavorazione, tutte le operazioni che si renderanno necessarie
dovranno essere eseguite sotto il diretto controllo del Preposto presente in cantiere.
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Durante le fasi di movimentazione degli elementi dovrà essere impedito l’accesso sotto il raggio di azione delle macchine
di sollevamento e la zona deve essere opportunamente segnalata con nastro “vedo“.
Utilizzare le macchine secondo quanto indicato nel libretto d’uso, nonché il loro utilizzo deve essere affidato a persone
di provata formazione capacita’ ed esperienza.
Eseguire le manovre con gradualità, non effettuare tiri obliqui, nè mettere “in tiro” carichi troppo pesanti.
Verificare almeno un giorno prima lo stato di fatto dei ganci, di tutti i sistemi di imbracatura, delle corde, delle catene e
quant’altro dovrà essere utilizzato;
Usare solamente materiale certificato CE. La marchiatura CE unitamente alla indicazione della portata, deve essere
apposta (piastrine,anelli ecc.) sul materiale stesso. E’ da tenere presente che le diverse condizioni di imbracatura dei
carichi fanno diminuire significativamente la portata dell’accessorio usato per l’imbracatura riducendone pericolosamente
l’efficacia.
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I ganci di imbracatura devono avere le mollette di sicurezza in perfette condizioni di integrità e funzionamento per
evitare lo sfilamento del carico in caso di urti accidentali.
Le scale a mano sono in generale da considerare un mezzo di transito e non una postazione fissa di lavoro che
richiederebbe l’uso di cintura di sicurezza per garantire dalla caduta l’operatore.
I mezzi meccanici saranno posizionati nelle postazione di lavoro su terreno ben livellato per evitare possibili
ribaltamento.
Utilizzare obbligatoriamente funi di guida per l’avvicinamento dei carichi al punto di posa.
Effettuare l’imbracatura dei carichi usando modalità idonee per evitare la caduta del carico e la sua instabilità.
Allontanare dalle macchine e dal relativo raggio di azione le persone non autorizzate.
Lasciare la macchina in maniera che sia impossibile ad una persona non autorizzata di rimetterla in marcia.
Delimitare con barriere il campo d'azione degli apparecchi di sollevamento e sollevamento-trasporto provvisti di ventose
per la presa del carico e preannunciare con apposite segnalazioni le manovre di sollevamento-trasporto in modo da
consentire l'allontanamento delle persone che si trovano esposte al pericolo dell'eventuale caduta del carico.
Le modalità di stoccaggio degli elementi prefabbricati devono essere tali da garantire la stabilità al ribaltamento, tenute
presenti le eventuali azioni di agenti atmosferici o azioni esterne meccaniche.
Effettuare con mezzi e modalità appropriate il carico, il trasporto e lo scarico degli elementi prefabbricati in modo da
assicurare la stabilità del carico e del mezzo in relazione alla velocità di quest'ultimo e alle caratteristiche del percorso.
Vietare l'accesso ai non addetti al lavoro nell'area direttamente interessata al montaggio. Tale divieto deve essere
visibilmente richiamato e devono essere messe in opera idonee protezioni quali cavalletti, barriere flessibili o mobili o
simili.
Allontanare dalle macchine e dal relativo raggio di azione le persone non autorizzate.
Per la movimentazione manuale dei carichi prendere tutte le possibili precauzioni per evitare lo schiacciamento degli
arti. In caso di compresenza di più operatori procedere con cautela coordinando in anticipo le azioni dei singoli.
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1 Generalità
I cassoni sono solitamente realizzati in maniera da permettere di ricavare un percorso interno alla struttura
per facilitarne sia le attività di montaggio che quelle di successiva manutenzione; il ponte metallico è inoltre
corredato da una serie di scale di servizio interne ed esterne oltre a delle passerelle di lavoro. Il numero dei
cassoni da realizzare scaturisce esclusivamente da indicazioni del progettista dell’opera.
Anche in questo caso, valutando le situazioni di contesto (scavalco di infrastrutture esistenti, autostrade,
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Trasporto
Le travi dovranno essere caricate direttamente dalle maestranze dello stabilimento di produzione su apposite
motrici e rimorchi di adeguata portata con sistema di carico a bilico su opportune bilance in modo da
assicurare la stabilità delle stesse durante le operazioni di trasporto.
Le travi dovranno essere trasportate su strada da personale specializzato ed esperto che sarà tenuto, anche
nell’ambito del cantiere, al rispetto del codice di comportamento, riguardante la velocità dei mezzi, la sosta,
gli incroci e le segnalazioni obbligatorie.
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Posizionamento autogrù
L’assemblaggio procederà con il posizionamento di una o più autogrù, le stesse si dovranno posizionare su
terreno stabile, utilizzando gli stabilizzatori secondo quanto riportato nel libretto d’uso del mezzo.
Assemblaggio
Il ponte/o viadotto verrà assemblato fuori alveo/vallata direttamente sulle pile provvisorie (vedasi foto
seguente) precedentemente realizzate sul piazzale di varo e poi si procederà al varo finale mediante
martinetti.
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Prevedere prima del varo (su strade trafficate), il montaggio di una rete di protezione posta tra l’orditura secondaria.
Prevedere prima del varo il montaggio di parapetti provvisori lungo le travate laterali.
Tutte le procedure esecutive di montaggio dovranno essere individuate nel POS dell’impresa esecutrice.
Tutti i collegamenti tra i gruisti ed il responsabile di varo devono avvenire mediante sistema radio.
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Le specifiche operazioni da eseguire per effettuare l’avanzamento dei cassoni dovranno essere effettuate
osservando scrupolosamente le sequenze e le procedure operative definita nel manuale d’uso e
manutenzione in dotazione all’attrezzatura.
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Per tutte le fasi di varo, fino al posizionamento finale dei cassoni, dovranno essere applicate le seguenti
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gli operatori addetti agli argani e quelli nei posti di controllo dovranno utilizzare obbligatoriamente i DPI, dovranno
operare in posture il più possibile comode, non dovranno abbandonare le postazioni di lavoro e non dovranno effettuare
manovre arbitrarie;
durante le fasi di varo deve essere presente solo il personale formato all’operazione ed all’utilizzo dell’attrezzatura.
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il preposto dovrà verificare che tutte le predalles siano posizionate secondo l’ordine di collocazione secondo uno schema
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la posa delle predalle dovrà avvenire contestualmente al getto per permettere l’avanzamento dei mezzi;
per gli attraversamenti di strade trafficate prevedere il posizionamento di una rete di protezione sotto l’impalcato.
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I conducenti delle autobetoniere e della pompa di getto infine, dovranno provvedere alla pulizia dei mezzi
obbligatoriamente in area esterna alla zona di lavoro, individuata come area di pulizia.
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Rispetto ai carichi movimentati con apparecchi di sollevamento i lavoratori dovranno evitare il più possibile di sostare
sotto il raggio d’azione avvicinandosi esclusivamente per le operazioni di imbracatura e slegatura delle funi quando il
carico è in prossimità del punto di deposito a terra in assenza di oscillazione.
Le funi di imbracatura devono essere adeguate come portata al carico da sollevare e possedere idoneo coefficiente di
sicurezza.
Le funi di imbracatura devono avere certificato del fabbricante con indicate le caratteristiche tecniche e devono portare il
marchio del fabbricante.
I ganci di imbracatura devono avere le mollette di sicurezza in perfette condizioni di integrità e funzionamento per
evitare lo sfilamento del carico in caso di urti accidentali.
Le scale a mano sono in generale da considerare un mezzo di transito e non una postazione fissa di lavoro che
richiederebbe l’uso di cintura di sicurezza per garantire dalla caduta l’operatore.
I mezzi meccanici saranno posizionati nelle postazione di lavoro su terreno ben livellato per evitare possibili
ribaltamento.
Utilizzare obbligatoriamente funi di guida per l’avvicinamento dei carichi al punto di posa.
Effettuare l’imbracatura dei carichi usando modalità idonee per evitare la caduta del carico e la sua instabilità.
Allontanare dalle macchine e dal relativo raggio di azione le persone non autorizzate.
Lasciare la macchina in maniera che sia impossibile ad una persona non autorizzata di rimetterla in marcia.
Delimitare con barriere il campo d'azione degli apparecchi di sollevamento e sollevamento-trasporto provvisti di ventose
per la presa del carico e preannunciare con apposite segnalazioni le manovre di sollevamento-trasporto in modo da
consentire l'allontanamento delle persone che si trovano esposte al pericolo dell'eventuale caduta del carico.
Le modalità di stoccaggio degli elementi prefabbricati devono essere tali da garantire la stabilità al ribaltamento, tenute
presenti le eventuali azioni di agenti atmosferici o azioni esterne meccaniche.
Effettuare con mezzi e modalità appropriate il carico, il trasporto e lo scarico degli elementi prefabbricati in modo da
assicurare la stabilità del carico e del mezzo in relazione alla velocità di quest'ultimo e alle caratteristiche del percorso.
Vietare l'accesso ai non addetti al lavoro nell'area direttamente interessata al montaggio. Tale divieto deve essere
visibilmente richiamato e devono essere messe in opera idonee protezioni quali cavalletti, barriere flessibili o mobili o
simili.
Allontanare dalle macchine e dal relativo raggio di azione le persone non autorizzate.
Per la movimentazione manuale dei carichi prendere tutte le possibili precauzioni per evitare lo schiacciamento degli
arti. In caso di compresenza di più operatori procedere con cautela coordinando in anticipo le azioni dei singoli.
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2° Sublotto: MONTEBELLO VICENTINO - BIVIO VICENZA
Titolo:
PSC - B10 - SEZIONE PARTICOLARE - VIADOTTI
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2° Sublotto: MONTEBELLO VICENTINO - BIVIO VICENZA
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PSC - B10 - SEZIONE PARTICOLARE - VIADOTTI
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2° Sublotto: MONTEBELLO VICENTINO - BIVIO VICENZA
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2° Sublotto: MONTEBELLO VICENTINO - BIVIO VICENZA
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2° Sublotto: MONTEBELLO VICENTINO - BIVIO VICENZA
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PSC - B10 - SEZIONE PARTICOLARE - VIADOTTI
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2° Sublotto: MONTEBELLO VICENTINO - BIVIO VICENZA
Titolo:
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1 Generalità
Il diaframma o paratia è una struttura prefabbricata o gettata in opera che viene utilizzata per sostenere scavi
artificiali di natura provvisoria o definitiva impedendo lo scivolamento del terreno all'interno dello scavo.
Talvolta la sola paratia non è in grado di reggere la spinta del terreno e si rende necessario l'inserimento al
suo interno di tiranti: queste opere sono dette paratie tirantate.
Un diaframma è realizzato con apposite macchine provviste di ganasce o frese che, calate nel terreno
attraverso dei cordoli guida, scavano una sezione verticale: per evitare crolli di materiale della parete cui
viene a mancare il sostegno, lo scavo è realizzato tramite impiego di fanghi bentonitici. Eseguito lo scavo il
diaframma prefabbricato è collocato nella sede; se invece il manufatto è gettato in opera viene realizzato in
calcestruzzo armato (l'armatura è solitamente costituita da una gabbia d'acciaio) oppure con un composto
detto "plastico", costituito da bentonite e calcestruzzo
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2° Sublotto: MONTEBELLO VICENTINO - BIVIO VICENZA
Titolo:
PSC - B10 - SEZIONE PARTICOLARE - VIADOTTI
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2° Sublotto: MONTEBELLO VICENTINO - BIVIO VICENZA
Titolo:
PSC - B10 - SEZIONE PARTICOLARE - VIADOTTI
L’impianto di preparazione del fango bentonitico per il sostegno dello scavo, è costituito da una serie di
vasche per il contenimento del fango, da pompe, agitatori, dissabbiatori, tubazioni, ecc., che necessitano,
vista la sua complessità, di tutta una serie di accorgimenti in grado di minimizzare il rischio per il personale
durante il suo funzionamento. Le scelte da fare prima dell’istallazione riguardano principalmente:
il posizionamento dell’impianto nell’area di cantiere deve avvenire distante dalle baracche di cantiere;
gli accessi dei mezzi all’impianto devono essere il più possibili indipendenti o per lo meno dislocati
in maniera tale da non creare intralci con la viabilità ordinaria di cantiere;
gli accessi del personale nelle varie zone dell’impianto deve essere ben individuabile è protetto con
barriere se adiacente alla pista carrabile di cantiere;
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2° Sublotto: MONTEBELLO VICENTINO - BIVIO VICENZA
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PSC - B10 - SEZIONE PARTICOLARE - VIADOTTI
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2° Sublotto: MONTEBELLO VICENTINO - BIVIO VICENZA
Titolo:
PSC - B10 - SEZIONE PARTICOLARE - VIADOTTI
Scavo
Durante la fase di scavo si concretizzano tutta una serie di situazioni potenzialmente a rischio per il
personale impegnato.
Per questa fase di lavoro, è principalmente necessario:
individuare, tenendo conto dello sviluppo dei lavori, le aree a rischio nelle immediate vicinanze della
macchina e definire sistemi e le regole di accesso, passaggio e stazionamento per il personale
compatibili con le inderogabili esigenze di sicurezza;
pianificare, temporalmente e spazialmente, le sequenze operative di scavo e di getto in modo da
minimizzare, con specifiche procedure, i rischi dovuti alla presenza di scavi temporaneamente aperti
(perché in attesa del getto o del posizionamento della gabbia o appena “gettati” o altro) di notevole
profondità e la presenza di mezzi adibiti allo scavo degli stessi ed alle operazioni ausiliare;
individuare i dispositivi di protezione collettiva (tipologia, numero, sistemi di segnalazione eccetera),
da posizionare sia sul diaframma in fase di scavo che sugli altri già eseguiti ed in attesa di getto del
calcestruzzo o in fase di maturazione dello stesso;
definire, in caso di previsione di lavoro notturno, un sistema di illuminazione artificiale dell’area di
lavoro, atto a garantire una corretta illuminazione senza abbagliamenti e contrasti;
lo spostamento delle attrezzature deve essere eseguito dall'operatore in cabina, in accordo con l'aiuto
a terra, il cui compito è quello di accertarsi che nella zona di manovra non stazioni alcun mezzo e
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2° Sublotto: MONTEBELLO VICENTINO - BIVIO VICENZA
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PSC - B10 - SEZIONE PARTICOLARE - VIADOTTI
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2° Sublotto: MONTEBELLO VICENTINO - BIVIO VICENZA
Titolo:
PSC - B10 - SEZIONE PARTICOLARE - VIADOTTI
È assolutamente vietato
stoccare le gabbia ad
altezza maggiore di 2 metri
se non si è previsto un
sistema per l’imbracaggio
e sbracaggio che elimini il
rischio di caduta dall’alto.
Il trasporto dall'area di assemblaggio e deposito all'area di lavoro deve avvenire per mezzo di autocarri o
carrelli. Per le operazioni di sollevamento devono essere utilizzate brache costituite da fasce, funi o catene di
lunghezza e caratteristiche note e idonee ai pesi da sollevare e i ganci devono essere provvisti di dispositivi di
chiusura dell'imbocco, l’aggancio avverrà nei punti segnati dalla ferriera tramite bomboletta spray; eseguire
saldature aggiuntive negli anelli superiori delle gabbie di armatura in modo da garantire al massimo la tenuta
degli stessi durante la fase di imbracaggio e sollevamento delle stesse gabbie e posizionamento dentro i fori
realizzati;
Nella fase di giunzione progressiva degli spezzoni della gabbia, durante la quale il rischio di caduta nello
scavo può essere ben contenuto dalla presenza delle protezioni collettive già citate nella fase di scavo(tipo
gabbia a tubi giunti a contorno del foro e pedane di sicurezza con avanzalo integrato), si impone, sia il
mantenimento in tiro dello gabbia da giuntare con la gru di servizio, sia l’interposizione, attraverso i ferri
d’armatura, di spezzoni di tubo di adeguata resistenza poggiati sui cordoli, in grado di bloccare ulteriormente
lo spezzone di gabbia durante la giunzione. Il tubo utilizzato, come già scritto, deve essere di idonea portata
e deve essere provvisto all’estremità di due occhielli necessari all’aggancio in sicurezza, non prima di aver
concluso tutta la fase di giunzione, di una fune che verrà utilizzata per lo sfilaggio dello stesso evitando così
qualsiasi rischio per il lavoratore in caso di cedimento della gabbia.
Questione importante, riguardante la fase di avvicendamento dei mezzi in cantiere, è la loro pulizia; in fase
di organizzazione del cantiere bisogna prevedere un sistema diretto o indiretto per evitare l’insudiciamento
della viabilità pubblica evitando così che zolle di terreno o fanghiglia possa provocare incidenti o far
insorgere traffico veicolare.
Sistema diretto: posizionamento di attrezzature lava ruote specifiche prima dell’uscita dai cantieri adiacenti a
viabilità pubbliche.
Sistema indiretto: se si tratta di cantieri lontani da centri abitati e comunque da viabilità pubbliche,
provvedere ad asfaltare tratti delle piste di cantiere così da consentire la perdita di detriti prima
dell’emissione in viabilità pubblica; ovviamente si dovrà provvedere alla periodica pulitura della pista .
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2° Sublotto: MONTEBELLO VICENTINO - BIVIO VICENZA
Titolo:
PSC - B10 - SEZIONE PARTICOLARE - VIADOTTI
Tipologia di impianti fissi per il lavaggio dei mezzi per evitare l’insudiciamento della viabilità pubblica
Una volta concluso il diaframma bisogna provvedere a lasciare l’area in sicurezza tramite la protezione dei
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2° Sublotto: MONTEBELLO VICENTINO - BIVIO VICENZA
Titolo:
PSC - B10 - SEZIONE PARTICOLARE - VIADOTTI
Tirantature
Una volta conclusi i diaframmi si provvederà ad effettuare lo scavo al fino alla quota prevista per la
realizzazione dei tiranti.
Per tale periodo bisogna aver già previsto la fasi di arrivo , deposito e montaggio attrezzatura individuando
un area libera ed interdetta al personale non autorizzato. Finito il montaggio la macchina verrà posizionata
nel punto previsto per la realizzazione dei fori; tutta l’area di lavoro dovrà essere delimitata e ben visibile per
evitare possibili interferenze con altre lavorazioni.
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2° Sublotto: MONTEBELLO VICENTINO - BIVIO VICENZA
Titolo:
PSC - B10 - SEZIONE PARTICOLARE - VIADOTTI
Le principali fasi esecutive attraverso le quali si realizza un tirante di ancoraggio sono le seguenti :
1) Perforazione
La perforazione, si esegue con idonee attrezzature dotate di una batteria di aste grazie alla quale si esegue un
foro nel terreno, verticale od inclinato (10 - 30 gradi) sino alla profondità voluta.
Il diametro di perforazione varia da 90 mm sino a 200 mm.
La perforazione può essere eseguita:
a rotazione:
con scalpello a lame,
con scalpello a denti,
con scalpello a bottoni,
con auges (elica continua),
con carotieri.
I fattori di rischio derivanti da questa lavorazione posso essere generati dallo stritolamento da parte dell’arto
rotante, per questo motivo la macchina deve essere delimitata per evitare che gli addetti possano avvicinarsi
in area potenziali di rischio, inoltre il preposto deve verificare che non vengano manomessi i comandi e i
relativi sistemi di sicurezza ad ogni inizio turno.
2) Eliminazione detriti
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2° Sublotto: MONTEBELLO VICENTINO - BIVIO VICENZA
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PSC - B10 - SEZIONE PARTICOLARE - VIADOTTI
3) Riempimento
Ultimata la rimozione dei detriti verrà riempito il foro di miscela cementizia, si utilizzerà un volume di
miscela pari al volume teorico del foro. La composizione della miscela di iniezione deve essere: acqua :
cemento = 1 : 2. Qualora sia richiesto di iniziare le operazioni di tesatura entro 7/10 gg dalla data del getto
di prevederà l’impiego di additivi acceleranti di presa nel dosaggio specificato dal produttore.
4) Armatura
Come armatura si useranno trefoli di acciaio ad alta resistenza.
Dopo aver introdotto il tirante nel foro si procederà all’esecuzione delle iniezioni multiple e ripetute.
Tali iniezioni hanno lo scopo di ottenere una serie di sbulbature lungo la fondazione del tirante, le iniezioni
in pressione avverranno tramite un tubo dotato di valvole di non ritorno a manicotto regolarmente
intervallate a 75-100 cm. di interasse. Si adotteranno piastre di ripartizione le cui dimensioni dovranno essere
scelte in relazione alle caratteristiche geometriche e di portata dei tiranti ed alle caratteristiche di resistenza e
deformabilità del materiale di contrasto.
5) Tesatura
Dopo circa 15 giorni può essere eseguita la tesatura dei tiranti, se vengono usati gli accelleranti i tempi di
attesa sono ridotti.
Raggiunta la maturazione della miscela ogni tirante verrà sottoposto a tesatura e collaudo.
Le apparecchiature utilizzate per la tesatura dei tiranti saranno tarate dal fabbricante presso un Laboratorio
Ufficiale prima di essere inviati in cantiere, tali certificati ( non anteriori a tre mesi) se non consegnati
contestualmente dal fornitore saranno espressamente richiesti prima dell’utilizzo dell’apparecchio.
Il personale tecnico addetto a tale lavorazione dovrà prestare particolare attenzione che nella parte
sovrastante la parete non vi siano in corso altre attività lavorative p comunque che non vi possa essere
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2° Sublotto: MONTEBELLO VICENTINO - BIVIO VICENZA
Titolo:
PSC - B10 - SEZIONE PARTICOLARE - VIADOTTI
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Titolo:
PSC - B10 - SEZIONE PARTICOLARE - VIADOTTI
Sottotipologico Palancole
1 Generalità
Le palancole metalliche rappresentano ormai da diversi decenni una realtà consolidata nel settore delle opere
di contenimento della terra e dell'acqua.
Vengono forniti in diversi profili e lunghezze.
Grazie ai particolari profili ogni singolo elemento viene infisso in perfetto collegamento con l'elemento
adiacente permettendo la formazione di pareti continue con straordinaria versatilità.
Le caratteristiche particolare degli acciai impiegati consentono grandi capacità di carico, elasticità, e semplici
possibilità di assemblaggio delle strutture di contrasto.
Gli utilizzi principali nelle opere di contenimento provvisorio o definitivo sono:
- Banchine e costruzioni portuali
- Dighe e bacini di carenaggio
- Diaframmi e pareti impermeabili
- Vasche di decantazione e di depurazione
- Costruzioni interrate e seminterrate
- Ponti, sottopassi stradali e ferroviari
I vantaggi relativi all'uso delle palancole metalliche sono:
Facilità di trasporto e movimentazione in opera
Impiego minimo di mezzi e manodopera
Riduzione dei tempi di esecuzione
Sicurezza nelle prevenzioni di infortuni e incidenti
Possibilità di rimozione, recupero e reimpiego
Resistenza elevata all'usura, alla corrosione, agli urti
Nessun intervento di manutenzione
Abbattimento “RILEVANTE” dei costi generali
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2° Sublotto: MONTEBELLO VICENTINO - BIVIO VICENZA
Titolo:
PSC - B10 - SEZIONE PARTICOLARE - VIADOTTI
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2° Sublotto: MONTEBELLO VICENTINO - BIVIO VICENZA
Titolo:
PSC - B10 - SEZIONE PARTICOLARE - VIADOTTI
Tipologia di impianti fissi per il lavaggio dei mezzi per evitare l’insudiciamento della viabilità pubblica
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2° Sublotto: MONTEBELLO VICENTINO - BIVIO VICENZA
Titolo:
PSC - B10 - SEZIONE PARTICOLARE - VIADOTTI
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2° Sublotto: MONTEBELLO VICENTINO - BIVIO VICENZA
Titolo:
PSC - B10 - SEZIONE PARTICOLARE - VIADOTTI
Infissione palancole in ambiente acquatico e riempimento con inerti OFS PLC 002
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Titolo:
PSC - B10 - SEZIONE PARTICOLARE - VIADOTTI
1 Generalità
Con jet grouting o jetting si definisce una tecnologia che consiste nell’iniezione di un fluido stabilizzante ad
altissima pressione nel terreno e che ha come scopo il consolidamento di volumi delimitati di terreno al fine
di migliorarne le caratteristiche meccaniche quali la resistenza e la permeabilità.
Trova il suo maggior impiego per la realizzazione di:
Consolidamenti per fondazioni
Realizzazione di diaframmi d’impermeabilizzazione (argini, dighe in terra)
Preconsolidamenti per fondazioni
Consolidamenti di fondazioni esistenti
Sostegni di scavi e trincee
Tamponi di fondo
Preconsolidamenti dall’esterno per scavi in sotterraneo
Stabilizzazione di pendii
In tutti questi casi il terreno viene trattato affiancando gli elementi jetting in una maglia più o meno fitta o
secondo una geometria definita in base alla necessità progettuali ed alle caratteristiche del terreno.
a) b) c) d)
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2° Sublotto: MONTEBELLO VICENTINO - BIVIO VICENZA
Titolo:
PSC - B10 - SEZIONE PARTICOLARE - VIADOTTI
Il procedimento consiste dapprima nell’esecuzione della perforazione realizzata con utensili di uso normale
in terreno sciolto con spurgo adeguato alle esigenze della perforazione stessa, e nel successivo trattamento
mediante graduale e progressiva estrazione delle aste in rotazione, entrambe a velocità prestabilite, e
contemporaneamente iniezione del fluido.
La batteria di perforazione è assemblata da elementi muniti di giunti impermeabili che, unitamente a tutti i
dispositivi di apporto dei fluidi di spurgo e successivamente del fluido legante, devono essere adeguati a
sopportare pressioni di esercizio che si estendono dalla normalità fino a 700 bar.
Una parte della miscela iniettata rigurgita in superficie attraverso il foro di perforazione. Il materiale
fuoriuscito non è riutilizzabile e deve essere smaltito in modo appropriato.
Una volta raggiunta la profondità voluta, un dispositivo a valvole chiude le vie di accesso all’utensile di
perforazione in modo che il materiale che viene inviato nel foro attraverso le aste sia obbligato ad uscire da
uno o più ugelli di sezione molto ridotta.
La sezione totale di passaggio ripartita su uno o più ugelli varia da 5 a 15 mm 2 secondo il tipo di lavoro e
l’energia che le attrezzature impiegate possono fornire.
Dall’ugello (o dagli ugelli) il fluido legante sottomesso ad elevata pressione, normalmente dai 200 ai 700 bar,
esce3 con una velocità che si aggira sui 180-280 m/sec.
Il terreno viene così investito da un getto dotato di notevole energia e di conseguenza disgregato, entro un
certo limite, nei suoi componenti litoidi che sono così costretti a miscelarsi intimamente con il fluido legante.
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Titolo:
PSC - B10 - SEZIONE PARTICOLARE - VIADOTTI
L’impianto è costituito da una serie di miscelatori, da pompe e compressori che necessitano, vista la sua
complessità, di tutta una serie di accorgimenti in grado di minimizzare il rischio per il personale durante il
suo funzionamento.
Le scelte da fare prima dell’istallazione riguardano principalmente:
il posizionamento dell’impianto nell’area di cantiere deve avvenire distante dalle baracche di cantiere;
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La portanza del terreno dovrà essere tale da assicurare la stabilità della macchina tenendo conto delle
sollecitazioni dinamiche trasmesse al terreno durante le fasi di spostamento e iniezione.
Per l’eventuale presenza di linee elettriche aeree non rimovibili, provvedere alla loro segnalazione a terra a
una distanza tale, dalla proiezione al suolo delle stesse, da eliminare, quando possibile, o limitare il rischio di
contatto durante gli spostamenti del mezzo. Nei lavori eseguiti nelle vicinanze di linee elettriche aeree in
tensione, pur nel rispetto dei 5 m minimi prescritti dalle norme di legge, il mezzo si posizionerà in modo tale
che, un eventuale cedimento parziale non investa la linea in tensione, né sia possibile che il braccio, nella
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Sottotipologico Berlinese
1 Generalità
La “berlinese” è una delle applicazioni più comuni di paratie e si realizza quando è necessario procedere al
consolidamento e al sostegno del fronte di scavo per motivi di sicurezza o quando è necessario realizzare scavi
di notevole profondità (fino a 20 m e oltre).
Si realizzano mediante trivellazione di micropali che verranno armati con tubi metallici per resistere alle
elevate sollecitazioni flettenti dovute alla spinta del terreno e gettati con betoncino o miscele di sabbia e
cemento specificamente dosate secondo le richieste del progettista. I micropali possono essere compenetrati
(secanti) tra loro, in modo da realizzare una parete stagna per poter effettuare scavi al di sotto della falda,
oppure non compenetrati, nel caso non ci fossero problemi legati alla presenza di acqua nel terreno.
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Le fasi esecutive attraverso cui si realizza una paratia “berlinese” (ma in linea di massima le fasi sono le stesse
anche per la paratia di pali) sono:
I pali vengono realizzati eseguendo con idonea macchina trivellatrice costituita da una gru cingolata
dotata di una antenna in travatura metallica che funge da supporto a un’asta telescopica alla cui
estremità è posizionato l’utensile di scavo (delle dimensioni adeguate alla sezione del foro da
realizzare) i fori del diametro e con il passo previsti dal progetto;
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Successivamente si provvede alla armatura dei pali introducendo nei fori il tubo in acciaio o la
gabbia di armatura e si esegue quindi il getto con il conglomerato o miscela cementizia previsto.
Per assicurare la tenuta della paratia, sulla parte sommitale della stessa viene realizzato un cordolo di
collegamento tra tutte le testate della paratia: dopo aver provveduto alla scapitozzatura delle estremità dei pali
si provvede a realizzare l’armatura, la casseratura e il getto del cordolo .
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Viene realizzato lo sbancamento del terreno fino alla quota prevista per il primo ordine di tiranti e
successivamente viene consolidata la parete “scoperta” con rete elettrosaldata e uno strato di spritz-
beton.
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4) Tirantatura
La fase successiva è quella della iniezione della miscela cementizia per la formazione del bulbo di ancoraggio e
infine, dopo il periodo di maturazione della miscela cementizia si procede alla tesatura del tirante.
Si ripete quindi il ciclo con un nuovo step di sbancamento, perforazione, iniezione, tirantatura,ecc,
fino al raggiungimento della quota finale di scavo prevista.
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Perforazione
Per l'esecuzione dei pali trivellati è previsto l'utilizzo di una attrezzatura costituita da una gru cingolata, o
gommata, dotata di un'antenna in travatura metallica che funge da supporto a un'asta telescopica alla cui
estremità è posizionato l'utensile di scavo.
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Getto
Massima attenzione alla fase di getto all’interno dei fori realizzati. Le operazioni non potranno iniziare prima
della messa in sicurezza delle aree. Operare in spazi ristretti impone la massima attenzione.
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Getti di Calcestruzzo
La movimentazione dei materiali deve avvenire esclusivamente con la gru o l’autogrù fuoristrada.
La fase di getto non è compatibile con altre lavorazioni, se non specificatamente delimitate.
Massima attenzione deve essere posta all’alto rischio di interferenze con situazioni esterne (sbraccio su aree
non di cantiere). È fatto assoluto divieto di predisporre scale in semplice appoggio o improvvisate per
l’accesso al fondo scavo.
Non è ammesso l’utilizzo di scale libere. Devono essere tenute sgombre le vie di fuga.
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Realizzazione tiranti
La presenza di squadre specifiche impone la massima attenzione all’elevato rischio di interferenza con le
attività limitrofe.
A seguito di ciò si segnala che tale fase risulta incompatibile con altre lavorazione nella medesima area.
La presenza di macchinari a pressione impone la massima cautela.
Il personale addetto alle operazioni di tirantatura deve essere specificatamente formato circa l’impiego di tali
macchinari.
Le operazioni di tirantatura devono avvenire per successione di aree.
Tutto il personale impiegato in queste lavorazioni deve indossare DPI specifici (otoprotettori – occhiali –
mascherine – ecc
Le apparecchiature utilizzate per la tesatura dei tiranti saranno tarate dal fabbricante presso un Laboratorio
Ufficiale prima di essere inviate in cantiere, tali certificati ( non anteriori a tre mesi) se non consegnati
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Tipologico Consolidamenti
Sottotipologico Tiranti
1 Generalità
Trivellazione a secco del terreno con asse di scavo inclinato sotto la linea d’orizzonte, eseguita con
macchina perforatrice attrezzata con scalpello trilama o martello fondo – foro, cui sono aggiunte le aste
di prolunga per il raggiungimento della profondità progettuale. Successiva posa in opera delle armature
a trefoli, con l’ausilio dell’argano di servizio, il getto della miscela cementizia mediante una pompa,
preparata in apposito turbomiscelatore e tesatura dei trefoli, a stagionatura avvenuta, completano la fase
lavorativa.
Prima di procedere al serraggio della testa dei tiranti è necessario attendere la completa maturazione della
miscela iniettata per il bulbo di ancoraggio.
Nella fase di tiro è vietata qualsiasi altra lavorazione o transito di mezzi nella zona adiacente.
I tiranti vengono realizzati secondo le fasi sotto indicate i cui codici rimandano alle schede che contengono
l’analisi dei rischi e le misure di prevenzione da adottare durante le lavorazioni.
Durante la realizzazione dei tiranti sarà possibile, in contemporanea, svolgere lo scavo e lo smarino perché
siano rispettate le seguenti misure minime:
Deve essere mantenuta una distanza di sicurezza di almeno 50 metri tra il fronte di scavo e la zona di realizzazione
dei tiranti;
La corsia per il traffico veicolare deve avere una larghezza idonea;
L’area di lavoro per la realizzazione dei tiranti deve essere adeguatamente delimitata e segnalata con idonea
cartellonistica.
Quando sono in svolgimento le operazioni di tesatura con centralina e di collaudo dei tiranti, il tratto di
galleria interessato alle operazioni deve essere chiuso al traffico veicolare e pedonale.
Le principali fasi esecutive attraverso le quali si realizza un tirante di ancoraggio sono le seguenti :
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1)Perforazione
La perforazione, si esegue con idonee attrezzature dotate di una batteria di aste grazie alla quale si esegue un
foro nel terreno, verticale od inclinato (10 - 30 gradi) sino alla profondità voluta.
Il diametro di perforazione varia da 90 mm sino a 200 mm.
La perforazione può essere eseguita:
a rotazione:
con scalpello a lame,
con scalpello a denti,
con scalpello a bottoni,
con auges (elica continua),
con carotieri.
a rotopercursione con Rotary e massa battente:
esterna : Top - Hammer idrauliche o ad aria,
sul fondo : D.T.H. martelli a fondo foro azionati ad aria compressa.
I fattori di rischio derivanti da questa lavorazione posso essere generati dallo stritolamento da parte dell’arto
rotante, per questo motivo la macchina deve essere delimitata per evitare che gli addetti possano avvicinarsi
in area potenziali di rischio, inoltre il preposto deve verificare che non vengano manomessi i comandi e i
relativi sistemi di sicurezza ad ogni inizio turno.
2) Eliminazione detriti
L'eliminazione dei detriti di perforazione viene ottenuta meccanicamente utilizzando le eliche continue
oppure usando un fluido, detto di perforazione, quale aria, acqua, fango bentonitico, etc.. il quale, oltre ad
eliminare i detriti portandoli in superficie, svolge la funzione di raffreddamento per gli utensili. Nel caso di
terreni instabili, incoerenti o coesivi teneri, non si può eseguire una perforazione normale. In questi casi è
infatti necessario procedere sostenendo mano a mano le pareti del foro con un idoneo rivestimento
metallico provvisorio, che rimane in opera sino ad iniezione di guaina eseguita. Il diametro di perforazione
andrà scelto in funzione di vari fattori tra cui: tipo di tirante da porre in opera, capacità portante richiesta,
ingombro esterno, e comunque in modo da garantire un adeguato copriferro esterno all'armatura ed ai suoi
organi di protezione.
3) Riempimento
Ultimata la rimozione dei detriti verrà riempito il foro di miscela cementizia, si utilizzerà un volume di
miscela pari al volume teorico del foro. La composizione della miscela di iniezione deve essere: acqua :
cemento = 1 : 2. Qualora sia richiesto di iniziare le operazioni di tesatura entro 7/10 gg dalla data del getto
di prevederà l’impiego di additivi acceleranti di presa nel dosaggio specificato dal produttore.
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Dopo circa 15 giorni può essere eseguita la tesatura dei tiranti, se vengono usati gli accelleranti i tempi di
attesa sono ridotti.
Raggiunta la maturazione della miscela ogni tirante verrà sottoposto a tesatura e collaudo.
Le apparecchiature utilizzate per la tesatura dei tiranti saranno tarate dal fabbricante presso un Laboratorio
Ufficiale prima di essere inviati in cantiere, tali certificati ( non anteriori a tre mesi) se non consegnati
contestualmente dal fornitore saranno espressamente richiesti prima dell’utilizzo dell’apparecchio.
Il personale tecnico addetto a tale lavorazione dovrà prestare particolare attenzione che nella parte
sovrastante la parete non vi siano in corso altre attività lavorative p comunque che non vi possa essere
pericolo di caduta di materiale o quant’altro tale da poter essere un rischio grave per la propria incolumità.
3 Rischi e Misure Generali di Prevenzione
Rischi provenienti dall’ambiente esterno
Le principali sorgenti di rischio nell’esecuzione dei lavori sono:
Presenza di sottoservizi e linee elettriche interrate o aeree;
Traffico veicolare.
Rischi trasmessi all’ambiente esterno
Le lavorazioni previste dal progetto di realizzazione del villaggio determinano dei rischi che possono
trasmettersi anche all’esterno; tali rischi individuati sono:
Rifiuti prodotti nell’ambito del cantiere;
Emissione di polveri;
Presenza di fango;
Insudiciamento della pubblica viabilità.
Misure generali di prevenzione
L’accesso degli addetti ai cassoni di carico degli automezzi deve essere realizzato con scale a mano opportunamente
legate per assicurarne la stabilità oppure trattenute al piede da altra persona.
Il passaggio dei materiali tra le posizioni di lavoro sopraelevate e quelle a terra deve avvenire considerando il peso,
l’ingombro e il baricentro del carico.
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