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In secondo luogo, Ford ha annunciato un crollo degli Currency ultimo settimana mese
utili (-80%) perdendo, nella sola sessione di venerdì, il EURUSD 1.361 -0.07% 3.78%
13%. La grossa sorpresa arriva dall'Europa, che ha USDCHF 0.942 -1.72% -1.07%
generato una perdita mentre ci si aspettava un utile. USDJPY 82.120 -0.54% -0.32%
GBPUSD 1.586 -0.88% 3.20%
Infine, e probabilmente l'evento più critico, la
EURCHF 1.282 -1.79% 2.66%
situazione egiziana con i disordini sociali prima, fino ad
arrivare al coprifuoco imposto dal presidente. Si
potrebbe pensare ad un fattore marginale, ma l'Egitto Comm ultimo settimana mese
resta comunque un crocevia nel Medio Oriente e nel Commodity 324.111 -0.38% -0.67%
Nord Africa. Precious 213.194 0.37% -6.94%
Industrial 201.052 1.72% -0.56%
I mercati si sono quindi trovati, loro stessi, in una Energy 115.271 -2.84% -1.34%
situazione di forte incertezza, con gli azionari in Agri 93.141 0.29% 2.64%
leggero calo sulla settimana a causa delle forti perdite
di venerdì, gli spread obbligazionari a risalire,
un'esplosione della volatilità, un nuovo rafforzamento del chf (e dello jpy), e un EUR che si è mangiato tutto
quanto di buono aveva fatto in settimana (salendo fino sopra 1.37).
Di riflesso le commodities: i metalli preziosi hanno recuperato le perdite (settimanali almeno, per il mese ci
vuole altro) e anche nel mondo dell'energia, il greggio aveva sfiorato gli 85 nel corso della sessione di
venerdì, ma ha chiuso sopra 89 USD/bbl.
Di titoli che erano stati penalizzati pesantemente senza che succedesse nulla all'indice di mercato se ne
erano già visti parecchi, quindi non credo che Ford possa essere considerato un vero “trigger”.
Anche il PIL, in fondo a 3.2% non è proprio un disastro, anzi. Soprattutto per la componente dei consumi può
e probabilmente deve essere comunque letto in maniera positiva.
L'impatto invece dei problemi sociopolitici egiziani è praticamente impossibile da valutare.
Vi è quindi da chiedersi se tutti questi elementi non siano stati presi un po' come scusa per avviare una
correzione (eventualmente temporanea) sui mercati finanziari che molti analisti danno ormai per scontata o
necessaria.
Di conseguenza se questa correzione non sia da considerare un nuovo punto di entrata sui mercati.
Nota: dopo aver scatenato l'inferno per i downgrade della Spagna e di altri periferici, il downgrade del
Giappone è passato quasi inosservato...
Matteo Nobile 20110129
Uno degli aspetti tecnici che, sembra, voglia contraddistinguere il mercato degli ultimi mesi, e
probabilmente nei prossimi mesi/anni è l'impressionante dispersione.
Per dispersione si intende il fatto che all'interno di un indice, sia questo tematico o geografico, i
singoli titoli si comportino in modo quasi diametralmente opposto.
Nel corso del 2010, ad esempio, tre titoli dello stoxx 50 hanno perso più del 20%, e altri 3
hanno guadagnato più del 20% (LVMH +57%!!!).
Situazione che si è invertita nel primo mese del 2011, dove alcuni titoli sono riusciti a mettere
a segno performance di oltre il 20% (AXA e SocGen).
Nelle ultime ondate di risultati aziendali, si è poi notato come titoli che mancano, anche di
poco, le attese di risultato vengono puniti con correzioni davvero esagerate. Philips, solo
questa settimana, ha subìto una correzione di quasi il 7%, nonostante avesse annunciato una
crescita dell'utile del 79%!!! ma ci si aspettava di più.
Se è vero quindi, come dicono alcuni analisti, che i movimenti di mercato si faranno più
profondi, con correzioni più importanti e rimbalzi più rapidi, allora è anche probabile che le
“rotazioni” settoriali potrebbero diventare a loro volta più rapide.
Se già la selezione di titoli “vincenti” rispetto all'indice è cosa per pochi fortunati, al momento
che anche i settori dovessero iniziare a ruotare più rapidamente, anche la questione dei temi di
investimento potrebbe diventare caotica.
Questa situazione deve quindi portare ad una ancora maggiore attenzione nella costruzione del
portafoglio in quanto i livelli di correlazione potrebbero diventare meno stabili di quanto non si
pensi. Rispettivamente, come ormai qualche investitore confessa di fare, acquistare e poi
chiudere gli occhi per diversi mesi o forse anni.
Non credo che ci sia una soluzione semplice al problema. Almeno non basandosi sui modelli
classici.
Funds
ISIN Name Price 1 week 1 month 3 month YTD Vola30 Vola90
LU0128490280 PICTET-EUR BONDS-P 396.12 -0.20 -0.46 -3.09 -0.64 2.75 2.88
LU0106258311 SCHRODER INTL GL CORP BD-AAC 8.57 0.12 0.59 -1.04 0.47 2.74 3.37
LU0189893018 SCHRODER INTL GLB HI YD-A$ 31.37 0.45 2.62 2.55 2.35 2.89 4.10
LU0170994346 PICTET-GLOBAL EMERG DEBT-HP€ 187.54 -0.19 -0.01 -3.86 -0.08 5.47
LU0340553949 PICTET-EMERG LOCAL CCY-HP€ 117.21 0.86 -0.32 -3.15 -1.21 10.39
Nota: molti dei fondi prezzano con un paio di giorni di ritardo. Questo fa sì che quando ci sono
movimenti estremi sui mercati, i dati riportati tramite i fondi possono non prenderli in
considerazione.
Nulla di nuovo nel mondo obbligazionario. I fondi che per loro natura si appoggiano ai
rendimenti governativi continuano a soffrire, mentre quelli che possono disporre del carry
offerto dagli spread riescono a cavarsela.
Nel mondo emergente le cose risultano invece un po' diverse. Il debito emesso in valuta forte
(dollaro, si può davvero chiamare forte?) soffre leggermente, mentre quello in valuta locale,
riesce a muoversi in modo molto positivo. Sarà necessario vedere l'evoluzione con il
movimento valutario di venerdì dove il dollaro sembra aver invertito la tendenza.
Anche nel total return si vede un po' di tutto. Visto che fino a giovedì l'euro aveva continuato a
mostrare forza, il global dynamic risulta penalizzato, a favore del templeton e soprattutto del
pimco, che invece sono basati dollaro. Tutto da valutare il risultato dopo il venerdì. Pleiade
riesce invece a cavarsela sulla settimana, mentre il daily, probabilmente per le posizioni
ribassiste equity e rialziste oro continua a soffrire. Il flex risulta, al momento, il migliore fondo
da inizio anno.
Piuttosto articolata la situazione sui fondi azionari e commodities. FAST, che ha già prezzato
venerdì sera, presenta una perdita ridotta. Mentre carmignac (prezzo del 27) sta ancora
soffrendo. Entrambi i fondi hanno poca esposizione al settore finanziario, mentre sono più
posizionati su real assets. Per il carmignac ci sono anche le posizioni verso le materie prime e il
dollaro che, da inizio anno, hanno penalizzato il fondo.
I mercati emergenti riescono a offrire una settimana positiva, nonostante il problema Cina,
mentre il real asset di fidelity continua a sfruttare, al momento, la debolezza del dollaro (il
contrario del carmignac).
Le commodities di DB (prezzo del 27) non riescono ad approfittare del rimbalzo di venerdì e
presentano una pessima settimana.
Matteo Nobile 20110129