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PROGETTO Valorizzazione dei fondi speciali della Biblioteca della Facoltà di Musicologia

con il contributo della Fondazione CARIPLO

Responsabile PROF. PIETRO ZAPPALÀ – collaboratore: DR. PAOLO ARCAINI

FONDO GHISI, N° 38

Boris Godunov : dramma popolare in un prologo e quattro atti /


(da Puskin e Karamsin) ; parole e musica di Modesto
Mussorgsky ; nuova versione italiana di G. Macchi ed E. Magni.
– Milano : casa musicale Sonzogno, © 1908. – 80 p. ; 19 cm. – £
4.

FONDO GHISI, N° 38
Dramma popolare in un prologo e quattro atti

(DA PUSKIN E KARAMSIN)

Parole e Musica
DI

MODESTO MUSSORGSKY

Nuova versione italiana di


G. MACCHI ED E. MACNI

MILANO
CASA MUSICALE SONZOGNO
(Società Anonima)
12 - Vii! Pasquirolo - 12
PERSONAGGI

LA NUTRICE
I'ioprirth per liilti i paeil I1 l~rincipe SCIUISICY
Pietrograclo - W. RESSEL i% C. - Mosca SCELRALOV, segretario della! Dunia
PIMÉN,monaco cronachieta
Tiit1,i i cliritti di iiliroilLizioiit~, t~i~atliizioiie,rapprcisent,azioilr, Il falso DIM~ITRI, detto GRIGORI
rsecilzioilr. rtlieioiic. tiahrrizioiic.. ecc. MARINAMN~SCEK
saiio riscivnli iii Iiitli i 11acsi RANGONI,gesuita

L'OSTESSA
P e r il iioirggio dei mal&i.iali e la ra]7l1rrsi~iitazioiieclcll'Opf.i~a L'INNOCENTE
iii lingua ibaliana, rivolgersi alla L'UFFICIALE
DI POLIZIA

CASA MUSICALE SOXZOGNO


IL BOJARDO DI CORTE
VIA PASQtTlROLO, 12 - I\IILANO
IL BOJARDQ CRTJSCIOV
LAVIZICY
gesuiti
CERNICOVSICY

Coiitadini P contadiize, bojardi, sirianzi della guar-


dia, soldati di polizia, signori e darne di Polonia,
fanciulle di Sandomir, ~ e l l e g r i n ipopolo
, di Mosca.
(1598-1605)

Retta prouuticia: Boris, Piisc'kirz, .~c'cellccilov,Crzlsc'ci6v.


cortile de o di Notlcd i e v i c i , nei dintorii li d i
.A destra , presso I rI ribalta, s i apre nel nnuro di cin-
gro72. portc I del moriastero, dc~minntn dn uiia torr etto.
- --

Adirnanzn di po polo. 11 p<opolo s i nggirrr ozioso ed iiadc


te pel :nirct I'Ufti'cinle di p ~olizirr.

L'UFFIC IALE ( a l p o p o l o )
.. .
le fate? Irnpietrlti mi sembraite.
.esto ! Ginocchioni ! Ti1 tti! Orsil !
le masnada di pol~ronii!
I l POPOLC1
A

i n vuoi tu abb,aridonar
padre?
li! Sensna guidil e sen:
padre !
f anelli rior sare----,
rnn.
nza padre.
.h, a terra q ~ i prostrali
i
nel pia-rito noi chiediamo a te
azia, grazia!
eioso aiscoltaci, o padre!
ostro iishergo! Ascolta ! Grazia.
ALCUNI
itiiik, (1 ~ k ,per1i ~ l i ì - pia ngiam?
MITIUK
I me Po cliiecli '?
A1,TRT
i lia~>r~o r o Zar
UNA POPOLANA L'UFFICIALE
Soli raiicqa orniai pel lungo urlar. C:oilic? le gole voi rispariniate?
I,c f'a~llcimi I>ruciano.,. Aiidianio ...
Da her non liai, coinare? O assaggiare il i-riio I~astondesid~erate?
Or v'insegiio ragione.
UN'ALTRA
IL POPOLO
Ehi! Sentite la gran dama!
Via, Nilcita, 11uono
DONNE sii con noi, perdono ...
Dissetati col pianto, - Ber fiatar soltanto
poi che urlato liai tanto! sinesso ahhiamo il canto.
Nori ci viioi lasciar respirar?
UN CONTADINO
Ehi, pettegole, tacete! L'UFFICIALE
Forte! S'anco i;L gozzo 1ia da scoppiar!
DONNE
IL POPOLO
Vorreste comandare?
Bene! Su!
Diritto non n e avete! (gridando a perclifiato)
Pn che inan viioi tii abbandonarci,
La finite, vecchie streghe? o padre?
Alli, senza guida e senza speranza!
TUTTI (alternativamente) o padre!
Zitto, arnese da galera, - orfanelli noi sareino senza te,
va, con te non vogliam beghe! o paclrc!
- Ciiiardla iin po' clie sic1iim6ra! Noi a te chiediam grazia. grazia nel pianto,
- E i nel segno ha 1)en coll>ito: o padre!
giiarda che fiiror l e prende!
1,'UFFICIALE (scorgeiido Scellinlov)
È la verità vlie off~ncli.
Basta. Sorgete e state attenti a udir!
- Donne, clonnc. SII, '\>'alzate;
Noi, chc piii giudizio abbiamo, SCELT<AT,OV I .ixaiizaii(losi verso i l popolo si leva il lwr-
irito C saluta)
con l w i ~ d e i i z ar e n(. a i i d i n ~ i i o .
C1i.t tadii-ii miei :
iRiriilr,i l'lTffic.iale, T,c tloiiiic ratloiio i i i i i t . iiiiieiiic iti SI-
iiort.liio e i1 popolo riinaiie tli niiovo iini~iol~ile.)
IJoi-is picgar iioil vnolc
aEl'alto appel clel Patriarca Il scsrl)c.iatc- (-li<.Iia iionir
iiè dei bojardi. ribelli onc (ad eiiipietà
Egli da re resipingc la corona. Ditelo a Littta l'iimanità!
I n lutto è 1'Imper: P e r il suo ben!
clel popodo tiitto il cor ( I P e l l e ~ r i i i i disiribiiiscono amrileli al popolo)
genie e sanguina. Vi coprite col mantel miglior,
Legge non v'ha più in pacse! innalzate l e Sante Icone d'or.
Pregate il Signor onnisciente, E al nuovo Z a r . i n procession
perchè distenda inoovete incontro,
la mano stilla Russia, cantando le preci.
e d a Boris aprendo gli occhi (Entrano nel convento ; il canto si estingue graclatamente :)
n e tocchi Lodata seiiipre sia
il tritste cuor ! la clemenza del17Altis~simo.
(la scena è rischiarata dal sole 111 lrainonto. Si seiite di 1011- Grazie rendiamo di (sila pi~età!
tano il canto dei pellegrini: chierici cantori, soprani e Grazie a l Signoir!
contralti (ragazzi.)

I PELLEGRINI Sipario lento.


Sia gloria a te, clel mondo inter reggitore
e a le pos]senti celesti schiere,
ed a Voi, di Riislsia Santi protettor!
( i l Popolo inormora :l Ln picizzcr del Kremlino. Nel fondo della scena, di froil-
te ngli ~pertnrori, la ronrr scrrlcr c h ~adduce agli appnrta-
Gli eletti del ciel! menti dello Z ~ I I .3r1l rlnvnnti, fra le due cczttedruli d ~ l l ' A s -
~ I L I ~ Z ~ Oe deqli Arcaneeli, che si fronteggiano e delle qun-
IIP
POPOLO E PELLEGRINI
li TOII z~,$il)iliIP ~ I L P~cnli~zcre. vi son fitte ~ i e p idi popolo
Or aiia l7oce iidito al~biani: r i i giiiocchio.

cli teinpeste neiilhi in fitto ve1 Le cnrri]~lr~ic~ ~1101111110 (1 je51n. d bojriidi. rn ~olerllie
avvolgon la Santa Raisqia. I)? o c e ~ ~ i o i \i
i ~ .I ~crilio nllri crritrtlrrrle

ii Pellegrini cnlrciiio i11 scciin. .cl,po:gi~~ido%i alle spalle SCIUI5I\I itlnll',il~o (11.1 \acr,itn ~ l c1'1 c,iite~lrale dell'Ai
rlelle loro griitlel siiti~ioiiei

Schiacciaie il clragoii È Zar di Kiissia Borib Ve6c?orovic!


clie iii inille spire JT, POPOLO
viiol il l)ol,olo soffoc.nr! Ttorii 1iii liinfio regrlo ~)i.o~pc~ro!
il 1)olu)l iiiio iicl go\eriJ;ir.
Ecl ora al iiiorto Zar aridiar~io
a(? umiliarci giriocchioni.
Salve, sole elle sorgi fulgido in cielo, salve! A nie s i rhiaini il popol, poi.
Salwe, Zar Woi-iq, salvezza de la Russia! Qui, a 1)aiiclietto poveri e signor!
Niuri dee mancar!
(La procesiioiic. Lo Zar esce dalla cattedrale preretliilo rl,i-
gli Ufficiali rli polizia clac Leiigorio il iop polo a distanza i Vo7 ospitare tutti.

11, POPOT,O IL POPOLO


- Salale o padre! Glori(a! glo,ria ! gloria !
- Vegli il riel su te, alila~oZar! (campane sul palco. L5 processione avanza vcrho 1.1 cai-
- Salve, Zar, padre cl'e la Russia! teclrale rlegli Arcangeli)
-- Esiilti ognun! Felice regno gli conceda il Ciel.
- Esultate! Gioite!
(Gli Ufficiali di polizia riqtabiliscono l'or<liiie. 11 popolo
- Festa e gloria al nostro amato Zar! corre verso la cattedrale con grida di gioia)

I BOJARDI (dalla scalinata de la ca~tedrale) - Gloria al nostro Zar


Evviva lo Zar Boris Feodorovic! Boris Fe6dlorovic!
- Salve al nostro Zar, cli Wiissia il pa(l're!

TUTTI - Salve del popolo al salvatore!


Salute o Zar! - Gloria, gloria!
Gloria! gloria! Dio protegga lo Zar. (grande animazitone; lotta del popolo con la polizia.)
t Boris esce dalla Cattedrale e si dirige verso i suoi appar-
BORIS tamenti.)
Ho stretto il coi
siccorne i n ferrea iiiorsa.. .
E 11 saiigiie i~i'arrestane le vene un gelo ...
M'asrolta. tii, o grande parkie inio! Sipario.
Ti volgi a nie dal tuo celeste ostrl
e nianda sai1 figliiiol la tiia henedizioii.
Fa clie coric.~sso
a nuova gioveiitii
si destan i ricordi ;
e agli occlii innanzi
emergoii fiior del17ai?ima dal inar.
ATTO PRIMO E tempestoso u n dì fii questo ciiore,
che or calino e muto giace
n e la pace.
Q U A D R O 1. Or ,spunta il primo albor ...
La fiamma già vacilla ...
Una cella nel monastero del Miracolo. É notte. Pinaén e da narrar m i riesta iiri fatto ancora..
scrive all'iiicerto chiarore de la lucerna. Grigori dorme. CORO (iiiterilo)

PIMEN (interr~m~enclosinello scrivere)


Salga la preghiera
a te nel ciel, Signor!
Da registrar nii resta u n fatto solo Gilarda sii noi ...
e chiuder la mia cronaca potrò. I n te sol l'alma slpera;
Compiiita avrò così la pia mislsione tii dal mal ci gnarda ognor !
che il Ciel m i diè. Grazie, o Signor.
(riprende a scrivere. Poi, iri~erroinperidosi:) GRIGORI ( svegliandosi)

Noli volle Icldio che invano testimonio Quel sogno ancor!


di tant'anni fossi. Sempre ~ i g u a apparso
l è a me...
E forse, u n dì, Torvo sogno, tormentator...
iin monaco studioso E quel veglio scrive ancor
q~iest'opramia iiell'ombra faticata, ed il sonno
a ricopiar verrà. neppure questa notte il ristorò.
La pollve tolta Oh, come dolce la vision appar
dai vecclii fogli, agli occlii miei
:I vi\ er lorneran, di quel vegliardo, intento,
i'iior d a i niiiiiiii e e p i de la penna, di ciò cb'ei vide e disse
i grandi fasti tutti dell'iiiipero; la cronaca a tracciar.
il bene r il male tlell'ctà t,lie Tii. PTMEN
()11(%,!i 1111itt1i z~niii, Sei desto già?
GRIGORI Lro~armi ati(.or di miscliie nel furor,
La tua heiieclizion concedi a me. o. iii orgia folle ed empia,
lorilar al teinpo de la gioventù ...
PIMEN (si alza e lo benedice)
GRIGORI
Ti benedica il ciel, figlinol! Bei1 prodiga per te €11d'avventure.
Ed or e sempre, i n eterno. Pugnato hai iii di Masari sugli spalti
CORO (interno) col ferro i n inau caccialido lo siranier!
Generoso Iddio, non ci abbandonar! ... E degli Zar vissuto hai piir nel fasto ...
Raniingo invece io me n'andai,
GRIGORI
fin clai prilmi aimi, da una cella a l'altra ...
All'opra t u l'intera notte liai dato.
Berchè la spada noli potrò impugnar?
I1 sonno niio febbrile ed agitato
Nè coi l ~ o j a r d ia corte u n dì trincare?
atroce sogno venne a turbar.
PIMEN
Mi parve,
I1 ciel dèi ringraziar
per iin7erta scala,
se ancor t7è ignoto il mondo.
salire un'alta torre
Credi a me:
e di là guardar sii Moslca, giu,
ei bello appar sol da lontano,
f orn~icolante
e sol di diiolo fonte
di gente che a rne guardava tutta i n sii
è pur l'amor.
e mi segnava a dito sogghignando...
Ricordi ti1 quanti gli Zar son stali?
Dall'ira e dal terror travolto insieme,
Chi fu di lor piìi grande?
di là ~ r e c i p i t a i ,ridesto ia u n tratto.
Quante volte, quante!
PIMEN iion s7è veduto stil culminare cli siia gloria
i3 il sangue giovanile. l'imperator
Con la preghiera e con la contrizion iI manto nlutar cl'un fraticello col sajo
purificarlo devi ognora, e pace ricercar d'un chiostro dentro 1701n-
se vuoi pace. [bra?
Talvolta, piire a me, Qui, clnesta cella sltessa,
se sonno prendo senza aver pregato, Cirillo iin dì ospitava,
accade, seanco giovin più non sono, '1 il giusto,
la notte di sognar; c[nal frate iirnil.
e j~arriii,allora, (Ili~i,
c p i vicl'io lo Zar!
visto lili, il fiero Ivan il Y L L a t L u , Frnc I'l~aivissuto:
som~messol)albettar, perdoii chiedendo, Ben, il Mal;
e da gli occhi, ne la notte, :' Zar venturi il regno,
brillavari lacrime cocenti di rontrizioii. I pace e iii guerra ;

Feodor, siio figlio, rofezie cl'el cielc


l e superbe reggi giiiiito il clì pe riposar
mutato aveva i n chiostri sl'lenziosi. a e spegne l a lucerna. S o d e ~ i iiuilLauaufia x.1. tocco
le campane)
Dio per lui fu preso da pietà
e grazie diè a le terre c~ell'impero. il suon del mai
E allor che fii vicina l'ora estrema, a tua henedizioil su noi, 3ignoi
per u n arcail miracolo divino, a grncci >rigori?
le sale celestial profumo invase, RO (inter
-
L 1-ce sovrumana lo innoiiclò.
I L 4
ignor, t u ci ajuta;
Simile a qiiello mai niun altro fu! i assisti tu, o isigiior.
Noi l'ira del Signore dilsfidato ahbiam 'u nostro iisbergo e scuc
-,.l uroclan--- la1
i dell'aln~anost ra consc3lator !
o a nosl ro Zar!
en si alloialaiia c o n raccoglinlento. Gri gosri I'nccc
GR IGORI na fino alla porta.)

A t e chieder volea GRIGORI


quanti anni aveva c età oris, Boris!
11.
raggii~ntolo Zarevic, quana e mort 'remanti tutti stanno
P:[MEN inanzi a te.
.à sarebl?e... e n [è alciin p u r osa
,,m
Irlcii 11 LIGlu llull
1, volle! uel misero iiinocentk ricordare.
eo delitto che Boris co mpiva E 13ur, nel citel, lassù, qiiel reo delitto
mio lihro narrar clovrì)... sta nel gran libro di giustizia Iscritto
Grigori, e la tua pena dèi scontar, q u i i n terra,
-he hai la mente aperta ed il pensier, nè più a la man di Dio sfiiggir ti1 puoi.
'opra mia continuerai :
" ?do a te
Sipario. -
istravi iEedele o~ g n ieve
Vien, mi bacia, orsù;
bel galletto, vien,
QUAD
mi devi consolar ;
U i ~ alocttnda presso la froiiiieru utmu ~fiLu..,-
ia. ti saprò ricon~pens~ar.
Vedovellla se p u r son,
mi VO' goder
col gallo del sentier.
gallGLLujer
ie pel sentier. MISSAIL e 7 I (dietro la porta)
chiesi: dove v;li? e Fratelli i n Cris
luoll vuoi restar con me !
date nel suo nome
Lascia u n po' vedei
l'obol vostro pel iiuovo tempio
le tiie piume d'or;
1. in gloria del Signor
ti1 prato, i n n ~ e z ~alu 1lnv
ese avre&ted'indulgenza !...
iiscorrer vo' cori te.
)elle ali t u L'OSTESSA
l
sbatti a~llegro,orsu
Cielo ! soli mendicanti
Ma liinge non vola r ;
Ed' io speravo già
dèi nel greml~omi(3 restar.
...- - - -
- - foslsero ricchi hoiardi !
Io ti scalderò, t'acctil-ezze~
Stolida!
resta, mio galletto bel,
Vedo or ben:.., non saIn clie I
t

d'esser t i parrà nel ciel.


Più vicino vieii, (entrano Varlaam e M issail, segiliti dal fa Iso Dimitr i, sotto
il ilorne di Grigori. 1
qui si11 mio sen;
un tiio bacio m i dc VARLAP
tutte le felicità! Donna, noi pa~cet i por

L'OSTES
Gcute vien. Chi mai sara:
Buoni avventori. Ed a voi che posso offrir, santi vegliardi?
Sta là! Di qiia!
MISSAPL
Non vogliono sostavn
Dà pure quel che il ciel ti di*
VARLAAM (urtando Missail col gomito) VARLAAM (cori la bottiglia in mano)
vino avrà? Or narrar di Kazan io vo' la storia;
L'OS'
Come Ivail il Terribil l'ha esp ugna ta.
Ei siii Tartari vittoria grande
,iciiro, vino C'+! aveva riportatii già,
o' a spillar. sotto l a città.
(esce. Varlnnm Or si tratta di stoiidare
VARLAAM i hastioii di Kazan.
Sotto il fiume i zappat ori
illegra Iunque, su, conipagno
n,
,
. . !
.i", a"1l bulifiiie ormali prolssimi: a scavare si dan.
nfine cl stava a cuor di toccare Gli assediati stan ridendo
dagli spalti a veder.
[GORI Credon già finito degli Zar il noter.
Varc:ato quando l'a7 Or s'accorgeran.
lieto voi mi vedrete. Ma lo Zar, la notte, ilon dori
l .l
Gli occhi ardenti noil criii~ut:
VARLAAM
fin che spunta i n cielo il dì.
E clie mai cerchi oltre il C Chiama a sè i suoi hoinbardic;ri allor
Noi due, Missail ed io, -
che h a n le liinghe micce pronre i n rnan-
~

iti dal chiolstro, fiaimmeggiaiiti ognor.


ci curiam se di 11 pii1 ardito
sta è la paterna terra, di polvere reca uii gran 1,aril.
o se sul siiolo già di Lituania siam, Della miccia passar
fin che il desti11 vino ci dà. fa per u n foro il fil;
Ed ecco10 qua. cllella miccia v7introdui.e
L'OSTESSA per u n foro il fil.
Vin generoso egli è; Elii! nella mina lo f a rotolar
possa confortarvi. e lo f a saltar.
Ahi, che sugli spalti
MISSAIL e VARLAAM i Tartari non ridon I
T 1-
Mercè, buona donna, --L:
oni son caduti rlu
e che il ciel vi henedi'ca ognor. denso fi
- 23 -

L'OSTES
LGIILVinila morti stanno là,
sotto la città. AI coiifin Litna no.
E così di Kaa:an finì la storia GRIGOI
VI-: 1 n:, --..,L:.
L-llc
,,W
11U11
i c.,.nt,i
LUllLl
. o
1
Molto aiicora è loiitan:
il1 ?l vino da ber?
L'OSTES
GRIGORI
mi va... Soal S O ~ L ~ ~p ~c hL eU mi@
MIS! Oggi raggiungerlo puoi
È ognun Ma ci son le guardie.
Ma ii bevitor padrone e nel c i e ~: GRIGOI
Alla nostra salute, monaco !
C
I n quanto a te, amico mio,
gli astemi non ini va L'OSTE?
Chi di ber ricusa adro f u ggì ;
se ha coscieiiza chia ra? xnti ferin a n o
Bevi t u con noi; re etiaino :iin,ici! e li frugano.
Ma ... vattene al diavc31 se ber non vu GRIGORI

- --- Ciel! Me persegiie la nialedizi


~ i i o itiit'LO quel che ti p VARLA.
oli discrezion.
VARLAAM ionl...
Discrezion? o a poco

E coime? Discrezion che vuol dir? E h ? GRIGO


COIIO~SCOu n uomo, u n galain che cer
u n vero gentiliiom.
che, se beveva,
a terra cade\ Forse iin ladrc
e vi rimanev 111qiiesta regic
iina n ~ a s n a d a(
GRIGOnl i si avviciiia arl ostessar
clie caccia il n: %SO ovur
ona, là, ieutier,
GRIGORI VARLAAM
Ma ... uom,
: O ~ O I S C O 1111
L'OSI'ESSA
in galantuom...
Ma l'averlo isinrr
ilil lll,.l, ( T polizioili eiiiinilo ci[ osserviliio i v a g a i ~ o i i c i i ~
credi a niè, sì facil non sarà!
Non c'è lo ~stradoniesol; ci soil seniieri,
I
, ],'UFFICIALE ( a
1 ~ c l inascosti ...
L,,
Alt! clii siete voi?
Là, per la foresta,
uno n e sale dritto, MISSAIL e VARLAAM i ilr,rveiitaii, iii~iilriicri~e)

alla cappella di Celi Siam questuanti


Poi, col riiscel, che vail di casa i n casa,
puoi discendere a Clopino. per i nostri santi conventi
Di là per Zaichevo, il pane a mendicar.
e pos cia anche u n bambino
il cor&ne sa indicarti. ,'UFFTCIALE
-n2
- rrl,uando abbiamo qui cluci poliziotti T quello, chi è?
non ahhiam piii pace;
e come gazze rubano. MISSP
S." m- n

si)

ITn dì, q~~ell'uoin, t u iiidiffer


d'un oste hut r)iiesti mollaci io qui gu idai ...
va a ]battere in: J n 1101~1paclifico son
' torno ora a casa.

L'UFFICIA
L'OSTESSA Povero i n canna mi pa
Chi mai sara 3
~ Ill
Von va1 la pena ...
(va alla 2iiei frati, forse...
l
S O I Ii ~i ~ u l i ~ :i~ IuJ C~( ~ ~ itossisoe e s'avviciiia . i i ~ rav

ITII*~ 3 5011 q1 oni rnoil


VARLAAM VARLAAM
Ahi, pova cosa, ]liilla! Vo, davvero.
Oggi il p01)ol fatto 6 avaro L'UFFICIA
P
\ i.lsparmia id denaro.
Sai 'legger, diinmi?
P i ù JTon sente pietà e vive iii ~)ec.c.kil
131a nloil pensa alla chiesa. VARLAAM
n .
m i i ~ i n a notte
, e giorno.
ieslsiiii che v i dia iin copeco sol
io i n miseria
e sol o a Dio chiediai
ch'ei ci tolga presta guarda qui...

L'OSTESSA VARLAAM
gnor, pc~ r d o n a c ii pccc ati! E per cl
(L'Uffirialt ite Varlnac

VAR.LAAM
Bac
Ora? fisso mi frate ( e i tu!

VARLAA
Alexis ! T'appressa.
I l inandato liai tu? Su, dallo a nie. Hai le tiraveggol
Dicoii che cla Mosca evaw sia uii iiialfattnr
Grjscka Otrepiev ... L'OSTESSA
Tu n e sai cIiialcosa? Dio! Neppiir d'un povero velgliiardo
han rispetto !
iiiilla. .. lL'UFFICI) iLE
L'UFFICIAI,E
Già ... Ehi! chi sa legger yiii?
Lo Zar ordina, qui
GRIGORI l avvicinandosi)
che venga preso e toato impiccalo.
E tii non n e sai null lo legge:t- so...
- 29 -

VARLAI
L'UFFICIALE

Leggi, ma per ben, forte assai. Via! Ca~iiaglievili! E giù le rnan!


Ma si può dare? Voglion ch'io sia Gri
GRIGORI (leggendo) Senti, non inteildo scherzar.
Ved'er f a a me quel fogli0 ...
o noto a tutti è qui clie il iiovizio
Se pur so legger poco, Iriuscirò :
?ori, della famiglia Otrepiev,
ne va di niezzo la mia p u v b l a n n l In l
-n-70,-"

con ardir sacrilego


tenta indurre al male i monaci, (1egge sillal
propagando il seme eretico di ribellion. Iia sua.. . sua et,à, di venti anni
A fiiggir costretto, ripara i n Lituania; Venti è scritto qui! Gu,
lo Zar ordinò che arrestato sia. Statura. .. statura me... media ...
n --- 3
nosso ui pelo, u n bitorzolo sul 114W

e sulla 1'ro ... frc~ n t epilr


L'UFFICIALE 1.. Ull h1
E impiccato.
GRIGORI più co.... più coirto !
Ciò non sta nel foglio scrit
Sei tu, allora!
L'UFFICIALE
(Grigori trae un coltello e saita cial'la nnesLra.
? Sbagliato avr ai.
È lui, s
npossibile ! Viio 1 dire:
restato e impicc
E lui! ì lui!
(Tutti corrono al1
IGORI
III~HCC;IIO.
.
La sila era... . ,.-,,...
( guarclariclo Varlaai Sipario.
10anni... lunga barba
ventre turgido, naso rosso..

L'UFFJCIALE
n L11 s u , l"r restate!
(tutti si slanciailo su Varlaa m che li r
3 tanto grande il mondo :
:cl un bel cli ay)r-~-;*-
111 garzon vedra
ATTO S E C O N D O hhc te sposa far
: del ~ L I O coi asciiigl~erà
XENJA
Gli o, ti dello Z ar Boris I me1 Kreml ino a Mo
, . . ----
VO, scordar non potrò mai-
scn. Arredamento solatuoso. Xenici siede, in pzanfo. dinanz
(61 ritratto del suo fidanzata , Teodoro è seduto to amor -rò fede
il libro del (t Grun Disegno D. Ln nut rice luvor I.A NUTRI
XENIA Ma clie? Visto appena l hai
Per lunghi giorni t'ho aspel e iiiorir n e vuoi?
Troppo sei lontano Dato aveva a 1111 bel garzon il cor
e piii non ritorni ... mna bimba, e la struggeva amo1'.
Là, sotto la terra. Ma u n bel dì il garzon lontano andò
che fredda ti serra, : la bimba alfin lo scordò.
non giunge al mio fido Mia colomha, questa è la tua storia.
il debole grido; Or piG allegra una canzon ti vo' cantai
non giunge il pianto ... IJn arzillo moscerin
O (loglia, o schianto ~d u n grillo canterin
aasn insiem messo avea
ogni bcii si divideaai.
! Xenia, colomba niia, non pia: Ma u n i~ngorcloragno appar
o pianto a te no] tornLa. che li vuoP imprigionar ...
XENIA D'iiai ~rifogliocon lo siel,
i difesa clell'ostel,
n!; Resister più non posso!
,orre i l grillo allor,
LA NUTRICE 2ieno di furor.
Bimba, non più lagrime! Coìi lo stelo il ragno incalza;
Del cuore la rugiada son: ma lo stel su lili riinbalza.
basta u n raggio d'i sol Ed invece cli colpir
e asciutta è già! il neinic f erir
-
I,,

il hiion grillo ne la testa Riltrilti galletto, orsù,


ed è a lui che f a la festa! dimmi cloncle vieiii t u ?
Vola tosto del meschiii Vengo d'oltre il mare.
i n ajuto il moscerin. Sovra iin bel qiiercio, là,
li farfalla rotea.C u n augel sta che parlar sa;
liiccicar dir di no, dir di si.
la nel'l'ira, per c:rror, Canta e parla, dice, notte e dì,
si colpisce al capI O e muc~r! la caiizon così:
L'un dell'altro stretto al sen TEODORO e NUTRICE
~ialccionora ,sul *ri....rin
LCjllC;Il.
3 i n clin, campanin,
i'EODORC batte il tempo della dan
lii, )on don, campanon,
iina storia ciavver helliss troppo ancor piccino soil.
leccato ckhe finisca così I Passo passo,
-
vieni a spasso.
L TEODORO
:aro Zar Fuor dell'uovo iiscito è jer
e coiiosc illegra t i 1111 bel merlo giallo e ner:
T. P
la, ~ a m m e l asentire: apre il becco gi?
on te pazienza avrò. fischiettar sa.
,o Zar tuo adr re, da tuitti vuol pazienz Apre l'ali a voi,
.,ndiam. -'alza incontro al sul.
TEODORC :erta qua, cerca là.
Ehi! Nonna! 1 gran yuercio se n'vva.
I o ci scommetter,,. P1
TEODORO e NUTRICE
t u pur la canti! ;ta a sentir:
Storia da cantar e ballar '110 d~adir
d'un uwo che una moslcd a yvov
una storia.
e dal quale iin elefante uscì. LA NUTRICE
Chi non la crede paga e più non gioca! I1 calzolajo,
tjen paglia i n solajo.
La paglia s'accende,
XENIA
Ilaiira 10 ~~CIIC!C. Mio paclre e Zar,
Ei scap1)a in canti col pianto mio non vosglio più criicciarti.
dentro iriia liiia Meschino assai è il feinmiiuil dolore
& - r d a e fonda, de le tue cure a frontt
pie iio il cor di tinnor.
BORI
Tlitto siidato, Figliuola mia!
s lo li trova più il
:,+C.
£-L".
Genti1 coilomba
Si sente morire, Ti allieta, orsù
ma di là non vuole più li! ritorna ai gioch p r e d e t t i !
"" i la moglie va Distrar1-i d'èi, dimentic;are.
maiale a ecanni (Boris seguc: affettuo! on lo sguardo Xei
rostire poi lo f a esce)
e i v~iciniva a invitar. Piccina, va...
Esce il calzolajo (volgendosi a Teodoro)
dalla tina allor ... E tu, figliuol, studi ogii o r ?
fa portar da ber Che cos
e il inajal mangia inier. TEODORO
Kliost ! :arta de l'imper
(la nutrice scorge Boris e l o saiuta incriinaiitlosi) tanto vasto da mare a mar!
LA NUTRIC Non vedi? Mosca è qua ...
Cielo ! Là Novgorod, più giù Kasaii,
RORTS

El: Astrakan ...


cai iiell'o upo for se entrò Quel mare, è il mar C;aspio ...
Q1
-. Le vergini foreste qui di Perin ...
,
,NUTRIC l?
O graiicle Zar, perdona!
u

Poi la Siberia ...


BORIE
La tarda età m'ha fatta p aurosa..
È bello inver, figli~iol,
BORIS
il vasto impero tutto abbraccia]
Mia Xenia, dì...
d'un guardo sol, così, dal Cielc
Parla, mia colomba
Confini, monti, fiumi ...
che vedovata sei pria di sposarti.
Saper cc !
I1 morto fidanzato piangi ancor?
U n dì verrà, e forse è presso già, Forse, doinan, le plebj iiisorgeranno,
clie a te tutto codesto apparterà ... Carestia, incendi, distruzione!
Saper conviene ! Come belva il pop01 cla fame sospinto,
ringhiando va...
Son presso a meta giunto. Desta sol la pietà!
Trascorre i n pace da sei anni il regno. E a me rilsalir la colpa del m,ale ei fa,
Ma invano il cor che ne manda il cielo.
felicità cercando va. ISI me pesar io sento l'accusa.
H a n letto n e le stelle gli indovini su me l'espiazion.
che lunga avrò la vita e il regno ... Io, sono il reo!
E piir goder non sl Mi fugge il sonno orinai.
la gloria e il plaiir opolo mio,
Da l'on~bra notturna,
l'amor dei figli mie di sangne intriso, i l fanciulletto appar.
Gravar sii la mia casa un'ombra pare. I-Ia l'occhio fiso,
Doveva a nozze la mia figlia lieta andar, torce l e mian...
la mia colomba, il puro fiore! Grazia egli implora
E d ecco morte tronca il sogno, ohimè! ed io glie l'ho negata.
Su me piombata ormai Ah, quella ferita orrenda
è l'ira del ciel e quel ferale grido estremo!
e pende sul niio capo la sentenza. Di me pietà, gran Dio!
D'intorno, è teiiehrore profondo
nè u n raggio splende di speranza. .. LE NUTRICI (iielle cluirite)
Sul mio petto l'ansia grava; Ehi ! giii ! Ehi, va, va via !
tristezza sgomenta l'alma mia; BORIS
dinanzi iiti70riibra trema. .. Qiiali grida? Che c'è?
Terror m'jnsegue. (a Teocloro)
Invan io tento invocar la preghi Corri a vedere.
l e larve a frii,gar clel nrio rimorso. (Teodoro esce. Eiitra i l bojar<lo di Corte)
Che giova del inondo al signore Che viioi t u ? Parla, orsù!
la potenza? IL BOJARDO
IO.,Zar di Russia, l'ossc~iiie c grailtle Zar, perclon!
invoco a terva la pietà del pianto! Fi1oi.i nltcnde il ])reilce Sciirisky...
C;ospirator n e l'ombra stanno.
BORIS Strilla pii1 Torte ancor la bes~iacciaaclirata:
Sciuisky? Sta ben ... P e r acqiietarla van tosto
Di' cli'egli è sempre il ben venuto in cerca di l~iscotti
e clie atteso è il siio messaggio. e tiitte poi gli f a n carezze e complliinenti.
Ma, oliimG! non è finita !
IL BOJARDO (a bassa voce, all'orecchio di Boris) I1 pappagallo si f a torvo ed innhroilciato ...
Però... questa notte appreso ci ha una spia Nulla accettare viiol, pare ammutolito...
che Sciiiisky con Mstislavsky e dei bojardi, Ma a u n tratto spicca il v01
di Piiskin nel caste1 sul capo a d Anastasia,
convenuti sono insieme a con~giiirar. col becco picchia giii
1T13 inesso da Cracovja giunto a notte jer ... siilla tesla così forte
fin che n o n n e può più ...
BORIS
Strillan tutte allora,
Sia tratto qui ! Sospettavo ben! scappan di qua e di là,
(il Rojardo esoe. Entra Teodoro) come gazze spaventate...
Clie c'è? Ma tutto è van,
TEODORO tiitte il pappagallo hecca.
H o eseguito ciò clie t11 ordinasti a ille. Fn questa la cagion di tiitto quel rumor
Ma noil ti a d'irar clie Ira t ~ i r h a t oclello Zar
se quel rlie narro t: vana cosa. il peiisier profondo ...
Or, o padre iiiio, ho finito ...
TÈODORO
BORTS
No, figliirolo, parla piir, dimmi tiitto ... Sta 'l,en, figliuolo obbediente!
(Teodoro si appoggia sulle ginocchia di Bari?.) Con quale gaja freschezza
T1 p a p l ~ ~ g a l lstava
o con le niitrici e pur qriailta precisiorle
e chiacchierava forte con l'iina e l'altra. i i i i fatto (la aliilla iiai.rar Iiai sapiito a me,
Faceva le moine per farsi lisciare, tii tto cl'iitl fiato !
e, da una spallla all'altra, fi il F ~ ~ t del t o saper.
a tutte egli volava. T ~ l t t oil sapere concede agli iiriiani ...
Mamma Nastasia non ne volra sapere. Potcassi iiii giorno a i ~ i ~vederti ~n
T1 papl>agallo allor le gritlh: Cialtroiia ! Zar, sul lrono,
P c r castigarlo, lei lo picchiò sii1 hecco. rckgnar posscwic sri la Riissia!
Oli, con q~aalcontento SCIL ISICY
riniincerei al naondo I~nmensoè il t110 poter sii1 popol t~atto!
..
per questa gioja; Tii l'hai con la clemenza coaay~ii~sta~to
al1 mio potere, allo scettro! ... ed ogni sgiarc8o è sol rivolto a te ...
(Sciuisliy entra) Un sol tuo cenno tutti a terra fa piegar.
SCIUISICY Se doloroso piir riesce e grave a me
Signor e Zar, a te mi prostro ... e se la voce trema solo nel parlarne,
BORIS non posso, no, celarti il ver.
Ah, inagnidico orator, Che mai sarebbe se q ~ i e lfolle allaicinato
fascinatore d'incoscienti plebi! varcare osaqse il nordico confin?
Tu, duce dei bojardi traditori! Potrebbe darsi che la plebe vi1
Tii che il trono insldi dello Zar! cial ilorne di Dimitri affascinata ...
S ~ r y vil!
e Cento volte già spergiiiro.
BORIS
tu, simulator, mentitore,
Djmitri? Dimitri? Figlio inio, te n7 va!
la morte ben celiio volte hai meritato già.
[Va ! TEODORO
SCIUISICB O padre e Zar,
Zar! No, in'odi! permetti che al tuo fianco io resti.
Novelle gravi assai pel rpgiao BORIS
io reco a te. No, no, fanciullo, va...
BORIS
Per certo qiielle son TEODORO
Puc io saper,
che a Biislrila ed a te
dividere vorrei il tiio dolor!
mandato hain jeri notte,
da iin fido iiiessages, i t ~ i o ihojardi! BORIS

SCIUISICY
Zarevic! Zarevic, obhedisci !
Son quelle,
- o Zar, (Boris fa uscire Teodoro arconipagl~anrlolofino alla porla,
clie chiiide, e ritorna n Sriuieky)
Apparso è 1ì un usiirliaiore.
11 papa, i re: parteggiano per 1114. Bloccare tii farai senza indugiar
BORIS (turbato, si olleva sulla poltrona) tiitto il confin cli Lituania ...
E qual nome laa mai Nessairoo. m ' i i ~ ~ e n dbene,
i
rollii clie contro me si leva? la fi.oniic.i.a dee varcar. Or va...
Chi d i qiiel dcriah?)? I1 nome! (l"crinaritlo Sciuisliy che sta pcr iiqrire)
SCIUISKY
No, riiiian, i-iiiiaiii aiicor...
Noil hai sentito dire inai Piii clie il rnorir io tenio l'ira tua.
clie possa ritornar Vidi là, a d Uglic,
da Za sua fossa u n bimbo dinanzi al popol, per cinque giorni,
a doniandar ragion a u n Zar steso a terra quel faiiciul.
-

eletto dal popol, dai bojardi, Intorno a lili giacere altri ancora
e dal gran Patriarela incoronato? io vidi,
(scoippia a ridere di un riso selvaggio) esanimi fra ceiiti insanguinati.
E h ? Orsù ... E da lor veniva già
(afferra Sciuisky pel collo) il lezzo d e la morte...
Dì, che ii pare? Dì? Ma de lo Zar il figlio
-
sol
SCIUISKY parca dormisse ancora.
Perdona, potente e p a n d e Zar! Squarciavagli orrida ferita il collo.
BORIS Yur, de le labbra sue sul pallore,
M'odi ben. era u n dolcissimo sorriso.
Allor che avvenne a Uglic Parea segiiisse iin sogno di bellezza e di
quell'eccidio orrendo, [bontà.
il fanciiilletto, che lasciò la vita, E le siie nianiiie incrociate
davvero fii, rispondi orsù, Diniitri? ti 1)alocco ancor stringevano ...

SCIUISI<Y BORIS
Sì. $h! ],asta!
BORIS
(fa segno a Sciuiqky di alloiitanarsi. I1 principe esce get-
Wassili Ivaiiic! t aiido i1110 $guardo furlivo allo Zar. Boris riiaclc, arca-
Di Dio nel noiiie, prence, t i scongiuro, riato. ~ i i l l apo1trona.i

te n' siippliro: dì, clì la verità. BORTS


Ti1 lo sai, clemente son; 111! il respir!
ina se nieiiiiio liai tii - giurato 1'110 - j(vit0 i1 respir iiiancnr,
per te un supplizio inventerò 11 sangue, clie martella n e la fronte,
terribile sì, a me al cnor ridiscende!
(la far rah1)riviclire Ivan Ah, c~uailtograve
in fondo a 1:i siin ioiiil,n! I c l rimorso è a m e il peso!
riisl)ondi, orsì~. (la scena si oscura, la pciiilola suniiai
Un sol, 1111 so1 io ni'lio
rimorso in cor,
e da nefasto caso pur è nato!
P e r sempre, ohimè!
i1 cor n'è avvelenato ... ATTO T E R Z O (*)
Or balza, or folle trema ...
Pel sangue va iin gorgogliar
che sale per la gola,
ti stringe e strozza. .. Q U A D R O I.
Sudor cli gel mi bagna il fronte:
m i par veder Il gabinetto d i Marina Mniscek, nel casi ello di Salzdomir.
il fanciulletto là ... Marina è alla toilette. Rosa la pettina; le sue d<~rni! gelle d i
---npagnia. per distrarla. cantono delle C ..- ...
Si, la,ggiii s'agita ...
No, è qui ... CORO
Iniianzi vien, ver me! ...
pallildo e rauco geme! Presso l a U a L u L a- TTL-I-I
V m~uld

ed a l'ombra d'un salce,


Via, via! No, no,
nasce u n fiore più bianco di ne
non sono 17assassin!
Ne Io specchio cle l'acqua pigra
No, non io sol... non io. No, iio!
si guarda, mirando, la propria bellezza.
F u il Popol tutto! M'odi tii?
Sul fior che, n e la luce Ie abbaglia,
(nasconde il volto fra le maili C, affranto, cndc i11 giriociliioi scherza l o stuol de l e lievi farfalle.
011 Signor, E tanto la mirabile vista l e turba,
che del reo l a inorte naai non vuoi, che sul candido fiore n o n osan posar.
ini lascia i n vita! Eppiar f a cenno la dolce corolla;
Pietà del servo tiio Boris! n e l'ond-a pigra si specchia il fiore...

MARINA

Di gemine il vezzo a n

La versione i.itmic« italiana, dn questo punto, 6 d i


Enrico Maapi.
Nel livio (.a+tello,
la nobjl damina
~ 1 fiore
è a ssai
;
~ 1 più bello
più carina;
più bianca e più p1
,101 candido fiore,

le nobili mura
riempie d'amor
11 1robile
:l 1 fior.
Noii pochi giovani
iosi e valenti
le s'inchinarono
turbati a lor malgi
chiamando delizia
u n solo sorriso
scordando ogni cosa
a piè de la dea.
La bella damina
furbeltta, riclea,
di detti d'amoire,
d'ardenti palssioni
sdegnando le pene
cori0

dei langiiidi c ~ i o r i

Or hasta !
4RINA

La bella dama vi ringraziha


del canto carezzevol
e del confronto con il fior
più candido di fresca neve;
ma donna Mniscek non v'è grata ,
+
di
116
qllthhtc a~lulazioiii
del vostro accrrilio
a ~ i o i iso quale htiiolo
di famosi anialiti,
che i n folla inn~imerev
al piede le cadevan,
rapiti n e la gioja.
No; madamigella Mniscek
non vuol questo!
Non volevo sentir dire che son
Ma volevo
fantasiose rapsa
le grandezze,

le viragini pola cche,


i nemici c o m b at~t.i..~.-t!i
Questo occorre a donna Mniscf
Questi canti le dan gioja!
Andate.
iutrice ;

le vittorie dei ;uerrier i di Polonia;

( l e damigelle esc ono. Mari]na, alla s i


Va, Rosa.
TLI noli m'occorri ade. i s n
riposa piir.
Marina s'ailnoja !
Oh, imniensaniente !
Come è liin~;o,stanco, 1
il fltiir dei giorni
vuoti, insipidi, nojosi!
IJno stuol di cavalieri d'al sonaiite nom
in~poteiltea distrarmi.
Ma lontaii, là, fra la nebbia,
par clie spiiaiti alfin l'aurora.
- 48 -

Questo russo avventuriero \7iiicei.ò coi1 la 1)ellczza


va occupando ill mio pensiero. ..
~ l u v g l r 111gelt~ti
ilioscoviti,
Mio Dimitri, riieiltre il gregge dei bojardi
irnulacahil vindice del sangue; pieglierà le f r o i ~ t ialtere!
voice e Spada del Signore Ne le fole, iae le storie,
Zarevic giovinetto canteranno le vittorie
-_nmolato a la ferocia di Marina,
cli Boris che lia iiiaii grifagxia; loro celebre Zarina !
clel feroce Godunov!
Questo stiiolo di magnati desterò; (ride. Scorge Rango~ii e getta un grido)
troverò dei mercenari coli dell'or, Ah! siete voi padre mio?
e poi, te, l'usiirpatore,
l'ainador nUo dolce,
VO' coi pianti inebriare e la passione.
Permetterà a q~iest'umiP servo del Signore
Vo' doinarti con gli abbracci
la dama di beltà che par celeste cosa,
soffocarti a haci !
di chieder l'alttenzione?
Mio Zarevic, mio Dirnitri
fidanzato a ine!
MARINA
VO' ammaliarti col s~issuri-o
dei più molli accenti, O padre, non tocca a voi pregar!
mio Zarevic, mio Diiiiiiri, Mfarina Mniscel: sarà sempre,
languido amatore ! come sempre fu, fedele
Donna,Mniscek troppo S stanca a1l'Apostolica Inseparabil Chiesa.
degli accenti illanguiditi
di garzoni troppo acerbi RANG'ONI
o di vecchi rammolliti! La nostra Santa Chiesa, adesso, è trascurata.
Donna Mniscek viiole gloria! Van sbiadendo sii gli altari i santi
Donna Mniscek m101 p t e r e ! e spegnesi il fuoco de la fede.
Sopra il trono moscovita Oh! svanisce il fumo de l'incenso,
da Zarina siederò; i niartiri mostpan le rosse ferite,
sotto il manto tiitto d'oro, i ronliti sospirano ... Senti!
come il sole, splenderò. Scorre il pianto dei pastori umili!

--
MARINA I
Con i tiioi sguarrli di fiamiiia e col riso ina-
M i o paclrc! A h !
Voi i i i 1 - 1 ) a t ~t 1 1 1 c ~ h i oc ~ i o r ( ~
&li scwiivolgi il cervello ... [liarclo,
S ~ N - P Z Zla~ siiperstizione infantile,
coli voci di tlolor.
i riiiiorsi de la tua coscienza; ...
I vostri detti hali eco dei pregiudizi la gretta falange
profonda nel mio ciiore che è sensibil ...
getta da t e ;
I Figlia mia !... Marina !
RANGONI 1 getta via la niodesiia ...
La finta collera adopra;
Tii dèi handir ai moscoviti eretici aclopra) i capricci da donila,
l a nostra ۏ, e non temer d'adulare
ricoiidiirli alla Santa Strada, con l'arte sottile e l'inganno ...
\ e mondare il lor cuor dal peccato! Tenta la siia ragion ...
tenta piire il suo ciior...
1 E l7ange1lica schiera dirà le glorie,
ll allora, di Santa Marina, davanti al Creatore.

MARINA l
l
e poi, quando finito, ammaliato, i n estasi,
cada a l ttio piede,
pronto a d ogni tiio cenno,
i'
cc E l'angelica schiera dirà l e glorie fallo giurar per la Santa Propaganda!
(( allora, di Santa Marina, davanti a1 Crca- i MARINA
Uh! che peccato! itors. 1)
Mio padre, p e r c l ~ èindiirre terribilmente
Il
Ben altro io miro! ...
I7alina ingenua di Marina RANGONI
i n qiiesta tentazione? Clie? Ardisti il rifiuto?
Non sta a me, clie sono avvezza T'opponi alla Chiesa?
a le gioje d'una vita ardente; Se si trovasse che qtiesto è herie,
non mi detta il mio destino serena dovresti immolare
di cantar l e ,sante glorie! fin anche il tiio onor di fanciiillia!
Vi rinunzio ... Tu lo dovresti!
!l
I RANGONI 1 MARINA
Sediici coi tuoi vezzi il hiigiardo! Che? Impostor !
Con le parole c17amor, con le folli carezze Esecro i tuoi detti nefandi !
accendi il siio cuore... Ti maledico e ti sprezzo.
- 52 -
Va Tiior cli qua! Q U A D R O 11.
Nvii I'ar c.l,e ii \ vela iriai lpiu ! Il castello d e i Mniscek, (1 Sandontir. Un gicrrdi
Via di qua! fonte. La scena è rischiarata dai raggi d e la luna.
RANGONI Il falso Dimitri esce dal c a s ~ e l l o ,assorto.

Di fullgor inlernal t i brillano gli occhi. DIMI?'RI


...
S7increspa la bocca smiintan le gote... A sera, vicino a la fonte ...
Non so qual soffio d'inferno Detti divini!
ti sciiipa le grazie... Di quanta gioj il cuor'
MARINA Verrai tii d ~ i n ~ uauoraca
e, a rne?
Verrai tu, colomba, portata C
Signor, proteggimi! Signor, pietà di me!
Non ti dimentichi
RANGONT l'adorno falco tiio,
Arnia è d'inferno la tua flerezza ... che sta agognandoti f r a l e smanie?
e Satana offiisca il tiio cervello. Deh! Vieni a consolare questo spasini
MARINA con la tua grazia e con carezze morhic. .
O mio Dio, salvami tii ... Marina ! Marina ! Risg
011 rispondi !
RANGONI O h vien! T7attendo qii,. L,,,

Satana spiega le ali di fnoco


e incombe sm te, incombe su te! No, no!n risporide ...
,.T
MARINA (il gesuita esce furtivamente Un dietro i1 caste
(getta u n p i d o e cade ai piedi di Rango11i.i
Povera Miarina! Ah!
RANGONI DIMITKI
E d anche q u i ?
Ripiega la testa a l Signor!
Sei l'ombra mia che mi persegue!
Affidami tutta l'anima tua
con tutti i secreti ecl i sogni d'amore ... RANGONI
Riniani schiava a me! Auguslto e nobile Zarevic,
v'lio da parlar ...
Sipario. per l'altera e spleiidida Marina.
DIMITRI Se coli aiiior irien tiepido
Marina? iridovinassi il suo martirio!
UNGONI
Favole di magnati,
La tenera e sommessa figlia invide celie di donne,
ch'ebbi dal Cielo. chiacchiere eciocclie ...
Desidera farvi sapere mezze parole su certi convegni,
d'aver ricevuto infiniti sii certi incontri;
raffacci e sbottate; ardite carezze e scainbio di baci ...
ma, a spregio del mondo, Ah, tti n o n diresti di no,
ella v'ama e verrà, sentendomi farti modeste preghiere;
DIMITRI o11 chiameresti menzogna il diiol di Marina.
Oh! non inentissi tu! DIMITRI
Nori fosse Satana Ali, basta! Rasta con l e ranrpogne!
a dir cose sì dolci traverso te! Troppo a lungo h o nascosto al mondo iiiter
Condurrei la mia palombella loritan, il mio nome!
ne la Riissia, con me; I o la difendo col mio petto!
e con me vorrei levarla Saprò coiifondere i magriati,
al trono degli Zar, svelar intrighi d i mogli sfacciate :
abbagliando 31 popol russo sfida~rridendo collere vane ;
con la stia beltà. e poi, al cospetto di vuote damine
Demonio ! Penetrar t u vuoi dirò l'infinito inio ariror per Marina.
i n foncb al mio ciiore; Cadrò al siio piè; la supplicherò
strapparhi tii vorresti il mio segreto. di non rifiutar l'ardente passion;
Menti, dicendo ch'ella rn'ami? (l'esser mia sposa, Zariza, riltel- ego.
RANGONI
RANGONI
Che ti protegga Saiit^Tgnazio!
Io? Mentir?
DTMITRI
Dir i11falso a te, Zarevic?
A t e sol pensa notte e dì, e sol per te Tu, clie tlisertas-ti il nionilo
ogiior Marina soffre. ~ vivere niiiano,
e lr ~ ~ r i s ~ l -del
Nel silenzio cle la notte sei inulti, rapertn a \eiiiii.rr oglii wure.
ella sogna il tuo destino! Io snpplico te!
Per quel clie sacro Iiai laggiii; DIMITRI
per quel che speri lassì~,ti scongiiiro. No, clie vengano; li riceveremo
Conducimi a lei, cli'io le parli, alla fili, secondo il merito ed il rango!
de l'immenso mio amor.
RANGONI
di strazi che il ciilore soffr
E per tal favor non c'è ps r le!
Sta i n guardia, Zarevic;
se q u i resti, ti percli, nuocenci" a lvlarina.
Rxncrulul
T'i~ivola,t e n .i va.
desto frate peccatore
i Dimitri si cela fra gli all~eri.Una folla esce dal
: prega sol per gli altri, castello.)
lo penso sol al giudice irnmortai
MARINA (che rià i l braccio ad un veccliio signore polacco)
ed al fiiror che il Signore riserba
nel dì clel gran giiidizio al repro1 Non credo affatto a tal passion, sigiic)re.
Io son coine u n morto, come pietr I vostri giuri sono frasi vane,
P u ò sedurnii forse alcun tesoro? nè potrete me ingannar
Però, se Dimitri, ispirato da Dio, con i vostiii accenti, n o !
esaiidisce il mio umil clesào,
COR.o
deve permetter ch'io lo ségua
e cli'io conosca dovunque il suo peiaqi2ro iin sollo giorn
i )scovia
e possa ov lifender e potrem mostrarvi i russi prigioniprl
c.1 l
.

- Scoiifiggerem di Boris il poter.


DIMITRI
- Non dobbiamo piii tardar ad assal ir.
Sì, io,non ti lascerò piii, - Su Mosca piomhatp rapidi'
se fdrai che Marina io possa mirar, - I1 perfido Zar si prend~a!
serrar a me... - Signori, non dobbiamo piìI tarclai
RANGONI
Zarevic, célati ! - Tutti, tiitti catt~iriamlo Zar!
DIMITRI - Al regno Pospolita
E perchè'! reca oltraggio ognor il nido r
- Marina non ci giova; è bella, senz'ainor !
RANGONT
- Non priò giovar, Marina.
La folla dei inagilati
potrebbe scorgerti fiirliiva. MARINA
Deh! Va, Zarevic, te ne prego, te n' va!.., Dcl vin, del vin signori!
CORO poi, sii1 destiier,
Un 1)icchier ai grandi Miiiscek, andrò nella mischia fatale.
Evviva donna Mniscek ! Con la falange di prodi fedeli,
- Vivat ! Vivat ! Vivat !
a viso aperto voglio psgnar
per conquistar lo slcettro con l'armi a la man!
(Marina e gli ospiti rieiiiraiio iicl cosiello)
MARINA (entrando)
DIMITRI (solo)
Gesuita vile ! Diiiiitri ... Zarevic! Dimjtri! ...
T r a le grinfe maledette tanto ni'ebbe, DIMITRI (le si awieiila)
che a mala pena, d a lontan, È lei, Marina!
potei mirar la celestial Marina! Tu, colomba mia, bellezza senza par!
Fiirtivamente io scorsi Quanto eran lunghi i d ì d'attesa!
lo splendlor cle gli occhi suoi divini! Quanti tormenti sopportai!
Batteva tanto il cuore Esan dei dubbi tormentosi
che, qualche volta, che, sconvolgendo il cuor,
stavo qiiasi pelr lottar per liberarmi, off iiscavano il chiaro pensiero,
per liberarini dal protettore, sì che l'amore e la felicità rnaledisjsi.
d'al padre spinitual, MARINA
dal siio siissurro inorbido ! Bene, so tutto.
E intanto che parlava l'impudente. Non dormi più, e notte e d ì
mi venne faltto di veder Marina e a o n fai altro che pensare a Marina!
-T

al braccio d'un nlesser cicalone e vanesio 1. Non ison venuta qiii

e la vidi infiniti sorrisi; r far con te discorsi vani sii e.


nii giunsero dolci frasi ed amorose, r, da sol, puoi ben spassarti
con ciii giurava di divenir siia sposa! a sognare e spasimar d'amor p t ..
La sposa clWunsudiciio beone, DIMITRI
il d e s ~ i nle accorda l'amor, Mariiia !
la gioja, la gloria; MARINA
lo sceiti-o t170i-, I n 1)oi-l)nra rcgal! No! Non resterei coiiiniossa affai
41 tliaj olo! se anche tii
PiipieiiderC la iiiia corazza, sacrificassi a me la vita tua.
la spada e l'elmo mio; Ma di, da Zar, a Mosca, quando vai?
MARINA
Da Zar? b!~i'iit;i, t~iillque,
Marina, mi spaventi i I ciiore! i'apl>arve sol qual feinn~iiiapiacerite?
1 1 1
Sarebbe ver cne lo splenuor del trono
1 Qiiale error !
ed tino sciame di vili servi adulatori I1 trono a Mosca e la cc '01- soltanto

t'l~anspento i n ciior l'amore per me? mi potrai? tentare il cor


Avrestli perso il desi o DIMITRI
di farti ciilltar con cilolci car I nie, I1 niio cor ferisci, criidel Marina!
clie t'amo, M'hai messo i n fondo all'anima iin gel d i
-- - -
asi dolc lesta pa, [tomba.
Sono genuflesso innanzi a te, con .tiitta 17iimiltà.
. -T"- a
Noli voler spegner la rossa fiamma d'amor.
Ma basta! MARINA
<( La capanno ZLO C I I O ~ P Sii, sentimentale amante,
li conosco molto ben! non restar così per terra ...
<t Che bisognii abbia,m di i.egno? va, o niartire, tii m i fali davver pietà.
(( Noi uiurem di solo amor! )) Io ti compiango perohè soffri.
. .1 - 1
Senti ben, Zarev~c.: Ti consilmi per Marina idolatra.
Se vuai soltanto amore, Notte e giorno tii 1.
la scelta è niolto facile. ) E climentichi corc
n.
10 tante r l l c c ~
L L-""- e lotta con Boris.
R~isis~ia
e, e fres che, da l'occhio ardente.. . Va, o vagabondo ...
DIMITRI
DIMITRI Mlarina! Cosla c7è?
MARINA
011 iio, u u : non lo dilr Marina!
t'adoro sola con la passione Va, o servitore! Va, sei vil!
e con la sete di piacer.
DIMITRI
Abbi pietà 0 Mlarina!
del profoildo dolor d'un cuor; Sognai che tii m3 avevi abbandonato
rion mi cacciar da te! ... col raffaccio del passato mio.
Menti, harhara polacca! To soiio Zar! MARINA
Accorrono a i i i ~ (la l a Rtishia i 1 ~ ~ 1 ~ n t i ;
1101111ii[1i ii l-all>a : ~ t i ( I i a ~ tii~si(*~tt
~o ;t li, 11;t~~:t-
IITMITKI
Capo di tanti eroi, 1glia !
piombando sopra Mosca, Oli, ripetimi ciò Miarina !
la porpora avita saprò riconqnistar. Non gelar cli niiovo il niio ciiore.
E d il clì che sarò Zar Dà ristoro a qiiest7anPma!
- potenza ji-raggi~iiigibil- Tu sola, anior, m'inebri.
oli, con quale gioja rider voglio di te!
MARINA
O11 con elle gioja t i guarderò lagrimar, allor,
Zar mio!
piangente sul trono perdiito per te! DIMITRI
Come schiava obbediente verrai
O Zariz'a che guardo insaziato!
strisciando a i piedi de lo Zar!
Tiitti, a u n cenno mio, MARINA
de la stolta polacca rideranno! Olf, ravvivi i1 mio cuor finalmente!
MARINA
DIMITRI

O Zarevic, io t7imploro! Ti rialzla e mi vien tra le braccia, amor!


Non mi maledir per qualche detto cattivo! MARINA
Non f u rlampogna, non derisione,
Scliiava ti sono, amor !
ma puro e sincero amor di tua gloria!
Volevo spronarti a grandezza (Rangorii traversa la scelna e si arresta, oiservando socldi-
sfatto la sua vittoria.)
e risuonò ne la notte silente.
:)
(TToci degli ospiti dall'ii~~teriio
Amato mio,
creJi all'amor d e la tua Marina; Vivat, vivat, vivat !
per non dimentiaar
che u n trono t7attende
e che correre devi ai trono paterno ... Sipario.
DIMITRI
Marina ! Non raddoppiarmi i tormenti
con la commedita de la passione ...
Eh! BSisogtia fargln 011
da emerito furfante.
Ehi! guardie! Foiiibca an! Ddf
I
I
ATTO Q U A R T O ie uomini., armali rli stafile, dalla foll,
mettono accanto a I<rusciov)
33 l
Bene :
- Ma cosa dite T.roi ?
§'è mai vediitc> che uri bojard
Q U A D R O I. r.,rtn?.
resti senza aimi,,,,,
Pare irnpossibil !
La foresttc d i ICromy. ii destra u n pendio, dn CILI comiri-
Bojard o senza aniarite., è come; dir :
cia la strada che traverga la scena. I n lontaraanza, Fe mura . .
LL LLII p ~ r t i senza
~ ~ i il~ I Ll,cr,c. <\
della cirtà. - Sulla vetta del pendio z ~ ngrosso tronco d'nl-
bero. Di fronte agli spettatori, la Joresta. Afimia, coloml
E notte. hai già toccato O
Unci folla di vagabondi, sbz~candodnl pei~dio, ii~ziccdè la il tuo seconclo secolo:
scena. Essi cor~ducorao i l bojardo Rrusciov, legato, lace
senzu berretto, e falano sedere il prigioiziero sul tronco.
Ma n e sei sicura ben?
ia vecchia, geiiiendo e tossendo, si rlirigr
Vieni, tesor, verso il hojardo
IL POPOLO
Vieni !
- Trascinalo qui! Ah, ali, ali!
Dev7essere impiccato, amici ! Così. Brave ! Bisogna ra~rgiionor !
- E poi, percliè non urli Su, doiine, tocca a voi!
e non si guasti 1'1igola bojarda, il coro si dispone i n semicercliio iritor
ian tappo i n bocca! Non è falco da I'ala che s'agita,
- Bene! Ma come? nè cava1 dai piè che iii canipo galoplnano ;
Volete lasciare u n bojardo senza scorta? ma bojarduccio che sta sednto
- Che? senza scorta? Non sta bene! e va riimugina ndo -
Nientemeno, è u n Voivoda di Boris! iin perisiero sc,l.
- Boris regnò da ladro Viva i l hojarcllo! gloriia aI siio Zar I
-1 1
sopra il trono dei nostri Zar, Inne,
e questi ruba alS ladro! hojardo., ha per so il suo randel
\?iiai(* rantlello r ti lo htanrilc.., . ... .,
1 i l a? \-li\ a,
I ATONF
1-11iIloc.ci1tc
(inettono i i i i r ~ -t,rflilf. f r ~16. iiiaiii rlel hoj;irtlnI

1Jorz:t a c-antai-! Alzati a far l'in icliino,


Si tor~iil-ail gran cervello bojardico fino a la ciiitiir-..
a.
per f a r cosa g11ata al proprio sig Togliti quel cilicio ad elnio
Pensa a I sixtem a di battere a m che ti pesa troppo !
+--+n 1,
-"-T,.
L G I ~ L G J J L a V G, unesta gente,
-7 .. <, i e ~ ~ l n i i o c e i
(daildo dei colpi sull'elmo o7i. lama 1

sangue cristian! Zin zin zin! ch e bel su


- Viva il bojardo, gloria a l siio zar Boris!
L'INNOCE
- Nel colmarci di favor fii niagnaniino!
Se l'inverno scoscendeva le strade, ...E'd una bella kopiek a ce l'h,
sotto la neve e la pioggia,
I MONELLI
ciovevano portarlo i nostri figli.
Ed egli staililal.a ! Baje! non riesce a clarlla a ber
Gloria a così grand'uom, gloria al suo
L'INNOCENTE (mostrr. kopieka)
[
- Gloria, gloria ;al bojardo ! To'! ...
- Gloria a te! - Gloria a te! I MONELLI ( g l i e[a~ strappa
Fit !
saltitano prof ondanlente. Eiit L'INNOCENTE
dai monellli.)
Ah! ah! ah!
I MONEL
Fa11 torto all'Innocentc >.
l I

l r r r ... t r r r ... trrlC. Ali! ah! a h !


Zucca di ferro, zucca C
L'unioa Icopielc
Uliù li6 li&... Ali! ali! a h !
VNOCEN'I .u di un sasso e cali (si sentono l e voci di Missail e di Varl;iam, di de
Naviga miagola il gatti no...
r-. .- - -- ,. . MT!
-.--3SAIL e VARLAAM
L P ~ I ~ o c ~ I ~ Li~ ,~ ~ ~
fa glei divozion
;
.

comincia a far l'inchin. Luna e sol non splendon più


perchè Cristo è re! e rotolarono dal ciel l e stelle.
Manderà i11seren e la luna in ciel! La terra si riscuote e t irema
Cielo seren... 111na... per I'at'iioce col]pa de la Zar Bc
& ~ O S C I - I1ma1 vjbts
si vedon" L r L a l t ~ ~ tlisr,,, a t a .
~ a l l forza
e creano moslri mai sentiti a d url O furo cieli isp
che divoran corpi umani, forza a è imp
i n onor del delitto di Boiris. O tu, fvLhrt plepotenitc. .
I nostr.i aiiiici che combattor
ALCUN I DEL P(
non li devi tradire
essi?
Illa aJtrtdi a niignare,
-C, -.m-

ALTRI -- 1-

ìanti padri e giungono da Moscla. ajiitali a lottar con a r


a pugn a r con valor,
MISSAIL e VARLAAM (più vicino) a rinsc ire !
Van torturando la gente di Dio
ARLAAM
E fanno come i servi dello Zar Boris,
'ispirato dal demonio, te7
ci v v a L r u r d a l leglLLsmo
leggi sataniche.. a vostrio amato Zar,
N1 DEL CORO accllarniite quei che Di
,ni son annqiie? dal col .p- -v- . .ol ~ eimpiinitl
ìenza timore vanno can tando Aaclam ate, hiiona gent Rro Zar.
e colpe de lo Zar Dimitri Ivaiiovic !
:lta tortiira immensa dei popoi. IL POPC
(Missail e Vaslaain entrano i11 scf Si ridesta i n ciior a l pc
si ravviva il furore.
MISSAIL e VARLAAM - *orza alisperata,
a Santa Riissia è gemente. Santla t
torce sotto il piigno maledetto lutto i11 vad di il nostro c
:l feroce iiccisor de lo Zarevic RIISSAIL e V I L ~ L A A M
pel delittc) esecrai do che non ha Notte e dì Boris manda servi
a torturar genle oiiesta ...
IL P 0 POLO TU TTO
=aidà ! MISSAIL e VARLAAM col P 0
ridesta il santo zelo del popol Li tanaglian, li striazia1
s'ac~cende il suo furor! li assassinan senza pietì
r , s7a,ccendein cor la cosacca vi--'' Morte! morte! Morte a Boris!
h, cla t e noi sia si, :{da, mc
LAVIZILY e CERNIICOV

rniine, Dornine, Saiitiss'ima virigo, jiiva


gem Demetriu'n~
VARLA
IL r u r u ~ u 1.
Stringi ai piu i. . t

icora qili?Che diavol E a far? Che n o n si po: overe a stto.


Jrian come lupi ! Che il cielo li oni !
n=-- A:- ---l: 1

ARLAAM
le razzaI cli c o n7 i !
1Vla guarda iin po' folla trascina i gesuiti iiella foresta. - S'odoiio Ii cliirno-
r i delle trombe e compariscorio sulla scena dei iravalieri
chi aciclama lo Zalrevic! avvolti i n candidi mantelli, che portano delliP torce.
Impedirlo dohhiam, Miss: Prooessione delle truppe di Dimitri. I vagahoritli invado-
no la sce-- 1

ARL A A M

AVIZKY e CEKNIICOVSIIY
Gloria a l nostro giovai,, ,,V",.. 1 0

che ci rimanda il ciel!


lomine, salvum fac...
Glosria a l Zarevic, figli,
MISS ,111 e VARILBAM
A
che Dio ci conservò!
i, corvi tti!
I L POPC
POPOLO
Gloria a1 ~ a r e v i cche ci rimanda il c
u a i d à ! Strozzarli :I r noi!
Uli! sanguisughe! Gli stregoni lu
( i l popolo si precipita sui gesuit 'RI iarriv.

VARLAAM Viva e governi!


Diiiiitri Ivanovic !
Dohhiam spediir le lor anime
Gloria !
a l'alto ciel?
DIMITRI ( n cavallo)
E farli urlare le lodi
de I7iiniverso? Noi, Diniitri IvaInovic,
l)txrvoler tlell'Al~issiriio
IL POPOLO
IIai dà ! Zarevjc (li tiilla la Russia,
che siamo il vero erede al trono:
iioi, a chi straziò il tirairno
off riaino intera l'a~iiiiistia
e 17ajiito nostro. La sala degli angoli riel pnlaazo del Krenlliizo <t Mosca.
Banchi ad ogni lato. A declrn. porta che diL srr 2~ sc«lea ros-
ICRUSCTOV su. A sinfstra, porta che dù rapali appcrrtamenti de l o Znr.
4 destra, presso la ribalta, una t(roolu con l'occorrente per
0 Signor, nobile Zarevic, gloria a te! ciriv~re.
'editto strc~ordrrzarin de la Dt~nicc dei bojardi.
1 DIMITRI
Sii, hojardo, vieil pi-esso a noi, I BOJARDI
in raiezzo a la battaglia! - Or, andiamo a votar, bojardi!
La patria sznta è là! - Voi, coniinciate voi, hojardi.
A Mosca ! Deiitro il dorato Mremlino ! - & già prontissinio id nostro voto.
(dietro l e quinte, le grosse campnrie siioiiaiio n stormo -- Scrivi, Aiidrei Mikailic.
il popolo segue Diinitri. La scena si vuota.) - I1 {reo, sia chi si sia, s'iiccida!
L'INNOCENTE (si guarda intorno, poi siede su - Piali, hojardi:
sassa. Da destra, iina liire d'inceiidio) pigliarlo prima e giiistiziarlo poi,
Sgorga piir, vi prego ...
- Giiisto !
torreilte clel mio pianto amaro!
Piangi7 ali piangi, aniaita sala ata ! - È giixsto solo in parte ...
Il Nimico vien! Calma. l ~ o j a r d;j senza cliiasso !
--
. .
- Pigliarlo, qual e' si sila, l'infa~me,
Si f a biijo, bujo di p%,
vien l'orrida tenebra ... e, ciò fatto, tortiirarlo!
Oh, svei~tiiraa la Russia! - Si ponga a la tortura e si gi~istizi,
Piangi, popolo russo, poi, l o ri-iangin corvi famelici!
affamato popol! ... - S'ha da liruciarlo siilla piibblica piazza,
i n presenza al popol;
maledir Ir sue ceneri t r e volte ...
Sipario, -- Sparpagliar il cener w o
fuori inura, a i quattro ~ ~ e n t i . . .
- E sparisca da la terra

ogni traccia dell'inf ame !


-- 4ucor codor che yensan coine l ~ ~ ~ lil- gralauu
i ~ , , t . u r t ~ r ,SI tortura.. .
3 ! ivido i n volto,
corpo llor ea8rà conflitt ando ve angolo,
-l--.-
UGVG
.]---Ll-.l: .-.- W L L G D L U
t)LLJJIJllCdlG
-m
LLl\cl 3G a dei gemiti ~I'arlgua~la. -r..C.r.-> C.

?r tutte le città, ville ;


ALCUNT l
iiinqiie, in cliie
-- . 1 !
azze e Iiioghi rrl corrci1110, ov11
[SKY
ne, genixfleslso, il popol ...E 1t3 Zarev o alto chiamariclo,
ca le piregliiere per qu esta san 1
caccia tra .
se 10 spetiro tormentoso...
. . I
ie soffre tanto! tr Via, via far
eacato ! Sciiiielc 1 ancor
l
enehè C oinplotti possian
>.
I BOJARDI TUTTI
s"egii resita assen
Zitto, lo Zar.. . lo Zai-
SCIUISI
1
Sciisatenii, bojardl
. 1.
- O1i signor ! Dio! E
.+n- 2n l " ,.*,,n,.

ALCUIVI ROJAI
BOI
1 lupo riella fi: iba ... Via, 7
:IUISIcY Parlano d assaesinio ?
ho fattaI forse attende] No, non è ve1
[siate se v'ho faitto perd o... Vive, vive il lo.
l 1.
L altra sera aia ro Zar nii < : U I I L G C L ~
- -
L I E Sci.uislcy, che il falso giui-"
col cuor straziato qiiartatt) ....
sarà s~ l
perchè la sua salilite lio cara ;...
1 . SCIUIS1<Y
e volli ancor, per la toppa, rimirar.
Che la grazia del ciel vegli su te!
011,cosa vidli allor, hojardi! ...
Siliorto, la fronte i m ~ e r l a t adi sudore, BORIS (si dirige a1 seseio imperiale)
treiilailte tutto, Vi convocai, irojarcli.
l'ridivo balbettar Ho d'uopo dei vostri consigl
sconnesse frasii e detti strani ... In trisi i tempi,
Brillava l'cwcliio per l'ira! ... !(+11i1)ipieni d'trgrii tloior.
Affranto da uii arcano d4rlorc, io vengo a voi, llojarcli ...
la liice e l ombre noi1 distinsi più.
Signore, mio sovran, Fii van cercai salute
permetti che lo schiavo indegno i n erbe ingenue o torbide malie ...
si rivolga a t e per parlare ... Con l'acqua de le fonti sante
Là, fuor de la gran porta, invan bagnai le spente mie piipille!
Invano !
i sta un hiion vegliarclo. che supplica il favor
di venir ammesso al tiio cospetto ... Così mqavvolse l'ombra allor,
Buon consigliere e giusto che fin nei sogni miei
dli vita intemerata, le forme de l e cose non vedevo:
vorrebbe rivelarti u n gran mistero. sognavo solo suoni.
Ma, n e l'alta notte, in sogno,
1' BORIS una voce infantile,
col noime mio, distinta mi cl~iamò:
Sta ben, l'aspetto giii.
Quel vecchio frate, al mio affranto spirto Sorgi, vecchio, e va : "
portar potrebbe u n dolce balsanio. Chi s'a? recati tosto acl Uglic'gracl
ed entro quella c a t t e ~ d ~ a l e
PIMEN (entra, si ferma davanti 'i Boris e lo fissa a liiiigo) mettiti in prece sili l a tomba mia.
Un ~~rnillfrate, Soli, sappilo, Dimitri, lo Zarevic.
dei casi umani ingeniio giudice, M'accolse Iddio fra gl~iangeli
ardi~scequi levar la voce... ed ora, per la Russia,
l compiendo VO' miracoli )).
Il BORIS Destatomi, pensai.
Raccorzt~aini la storia, Imon vecchio, Poi, con u n fanciiillo, fin là mi trascinai.
tutta i i ~ l e r...
a Appena geriuflesso sii la toniba,
PIMEN gioja indicibil m'invase ;
a pianger cominciai con lacriime cocenti
Un giorno, su l'iiiil>riinire, e potei veder il sol di Dio,
a riie venne ali plastor e il bimbo, e la toml,a.
d'aspetto venerando
e ini svelò u n mirabile inistero. BORIS
Ancor fanciii~llo, narrava, m'accecai; Oh! soffro, sloffro! luce!
e. fino ai tardi dì, (sviene fra le braccia dei bojardi)
..
!ll>k,vKl*a l l l ~ c - . glll,
S I J ~figli iliiei
che, loro, so110 1)iioiii.
(mia li.irte (lei bojardi corre a cercare lo Zarevic. Altri vali- Angeli splendidi,
iio a cercare il Patriarca a l eoiireiito dei Miracoli. Teo- guardia al trono siipremo,
cloi-o entra rorrriido)
coli l'ali candide oh, fate scudo
Lasciateci ... Uscite iiitti! al capo di mio figlio
Addio figliuol, è finita! da ogni nial, da teiitazione ...
I1 regno, adesso, tocca a te.
(strinige Teodoro al seiio e lo bacia. Si ode uii rintocco fu-
Non cliiectermi con quali mezzi nebre.)
il regno conquistai :
dlirlo, è inutile! Suonano! E di morte il siion!
T u regni per dliritto di successione VOCI INTERNE
essendo primogenito.
Figlio, figliiuol de la mia carne! Pilangi, piangi, popolo,
dei bojardi ribelli non ti ficlare ... sii1 tuo Zar clie miiore!
Segii con ciira H a mute l e labbiia
le lor mene secrete in Lituania ... e non dà risposta. Piangi!
Punir chi traldisce dovrai
ALTRE VOCI
senza avere mai pietà ... Alleluja !
F a di conoscer l a mente del popolo,
che è gi~usta...
EORIS

A difesa di nostra fe7 O triste suon!


combatti sempre. L ' e ~ e m o!... il santo chiostro !...
Lo Zar nel chi,ostro va.
P e r i santi di Dio abhi rispetto ...
Proteggi la tua Xenia, la Zarevna ... ( I bojardi e la processione eiitrario iri sceiia)
Ti1 resti solo protettore
TEODORO
alla mia Xenia, colon~bapura!
Guarda, o Signor, le lacrime, O Signor, ti conforta, il ciel t7ajuta!...
l'amare lacrime del padre peccatore ...
Non è per me ch'io prego. .. BORIS

Tii, da le sfere intangibili, Signor, No, no, figlio; Inora siionò.


CORO
V'è là un fanciullo elle mi par iliorenl
Io singhiozzo e piango.
Sussulta e trepida
e invoca il m'io soccorso.
nè trova a sè salvezza ...

BORIS
Dio! Dio! che pensar!
...
Potrò avere la pietà?
O morte dura.;.
oh, come serri forte!
(la processione si ferma. BoBs si alza di soprassalto)

Aspettate! ... ancor son Zar! ...


(appoggia la mano si11 cuore e ricade SII la pol~roria)
Ancor son Zar!
Miiojo ! Dio ! Perdonanli !
(ai Bojardi, rlesigiianclo il figlio)

Qni, il vostro Zar! ...


Perdono ... perdono !...

I BOJARDI

Spirato !...

Sipnrin.

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