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Il cambiamento di pensiero
L’obiettivo finale della storia è dunque giungere a un cambiamento esistenziale del personaggio (e raccontare
tutto il percorso suscitando nel pubblico delle specifiche emozioni).
Mostrare un cambiamento di un personaggio significa che non dobbiamo mostrare la sola visione della vita
di un personaggio, ma come si è instaurata quella visione di vita nel personaggio (o meglio come si
instaurerà, visto che la storia non è ancora successa ma la dobbiamo creare).
In pratica, dobbiamo raccontare come avverrà questa sorta di “conversione morale” del personaggio.
Quello che ci serve è raccontare un percorso (basato su una serie di eventi) in grado di cambiare la visione
della vita del personaggio.
Come scrivere una storia – Gli elementi essenziali per creare una storia
Gli elementi che compongono una storia
Affinché una storia sia interessante agli occhi del pubblico, deve essere progettata con delle basi solide, che ora andremo ad
analizzare.
La prima precisazione da fare è che la tecnica narrativa più utilizzata, sia per romanzi, cinema, tv e teatro, è quella che suddivide la
storia in 3 atti. E vorrei usare questo metodo, che anch’io uso quando scrivo, anche per aiutarti ad assimilare le informazioni al
meglio.
La suddivisione in tre atti che andrò ad esporre, nel prossimo articolo, si basa sulla versione creata da Robert Mckee, un grande
maestro di Hollywood, che è una versione a suo volta modificata di un altro grande maestro di nome Syd Field.
Andiamo ad analizzare per ordine gli elementi che compongono questi tre atti. Partiamo dall’inizio, con il primo atto.
Incidente iniziale
Il quarto elemento fondamentale di una storia si chiama “incidente iniziale ed è un evento che spinge il
personaggio a muoversi per raggiungere il suo obiettivo.
Come può fare questo? Lo pone di fronte a una prima scelta: affrontare il problema o arrendersi e subire le
conseguenze negative di quell’evento. Ecco cosa serve: le conseguenze, sia negative (per spingere il
personaggio ad evitare una condizione peggiore) che positive (per far sperare il personaggio di poter
cambiare la sua condizione).
Quindi, fai accadere un evento che spinga il personaggio ad affrontare la sua paura e a muovere il primo
passo per raggiungere l’obiettivo. Costringilo, mettendolo di fronte a delle conseguenze negative se non
dovesse fare qualcosa, e positive se dovesse vincere la sfida contro il problema. (Le conseguenze negative si
riferiscono al concretizzarsi delle sue paure, mentre quelle positive si riferiscono al raggiungimento del suo
desiderio/obiettivo).
L’incidente iniziale è un problema che va risolto per forza, che il personaggio non può evitare in nessun
modo.
Una volta trovano questo evento, la storia si mette in moto per stabilire un percorso di crescita del
personaggio: un percorso scandagliato da problemi che metteranno il personaggio di fronte a delle scelte
difficili. Siamo arrivati al quinto elemento della storia: gli ostacoli sul cammino.
Prima Svolta
Il sesto elemento di una storia è detto “svolta” o colpo di scena, ed è un evento che cambia direzione alla
storia (ma non la storia), dandogli una piega inaspettata. È un elemento che devia un po’ il cammino del
protagonista, che capisce qualcosa d’importante ma che apre a nuove domande. Produce un cambiamento del
rischio che corre il personaggio, che aumentata fortemente.
Il protagonista capisce che ora può perdere qualcosa di più importante, e questo aumento di rischio, lo
costringe a cambiare strada e a prenderne una diversa, che lo avvicina sempre più alla sua paura più grande,
per arrivare al suo obiettivo.
Rappresenta un punto di non ritorno, in quanto, da quel momento in poi, il protagonista non può più tornare
indietro alla situazione iniziale, che è stata ormai compromessa (ovvero è cambiata e questo cambiamento
non può essere ignorato).
Questo cambio di direzione della storia aiuta a risvegliare l’interesse del lettore, che altrimenti potrebbe
provare un senso di ripetizione (potrebbe pensare “che l’autore stia allungando il brodo”).
Quindi, metti dopo i primi ostacoli un evento in grado di creare una svolta per la tua storia.
Vediamo nel dettaglio com’è strutturata questa svolta e come poterla utilizzare:
La svolta (o colpo di scena) si compone di due fasi:
Nella prima fase: sembra che la situazione sia risolta.
Nella seconda fase: si scopre, invece, che il vero problema non è quello che il protagonista pensava di aver
risolto, ma un altro molto più grave.
Può essere generata:
Con questo esempio, concludo la parentesi dedicata alla prima svolta e il paragrafo che completa il primo atto.
Infatti, questa prima svolta è l’elemento con cui si conclude il primo atto della storia.
Per completare la storia, devi andare a vedere gli elementi che compongono il secondo atto: ovvero, lo sviluppo centrale della storia.
Seconda Svolta
Abbiamo già parlato della svolta nel primo atto. Il metodo è lo stesso, solo che c’è qualcosa da evidenziare
sulla “seconda svolta”.
Infatti, questa seconda svolta è diversa dalla prima, in quanto è un evento che aiuta il protagonista a prendere
coscienza di quale sia la sua paura più grande, e a prepararsi allo scontro finale con l’origine del suo male.
Mostra al protagonista il problema originario che ha generato quella paura (portandolo all’origine del suo
male) e lì il personaggio capisce che non può evitare lo scontro, perché la sua vita è segnata da quella paura.
Alla luce di questa nuova consapevolezza, il personaggio si rende conto, inoltre, che per poterla affrontare
deve cambiare strategia.
Ti ripropongo, a proposito, la struttura di come è formata la svolta, prima di mostrarti con un esempio la
differenza tra la prima e la seconda svolta.
La svolta (o colpo di scena) si compone di due fasi:
Nella prima fase: sembra che la situazione sia risolta.
Nella seconda fase: si scopre, invece, che il vero problema non è quello che il protagonista pensava di aver
risolto, ma un altro molto più grave.
Può essere generata:
Con questo esempio, concludo la parentesi dedicata alla seconda svolta e il paragrafo che completa il secondo atto.
Infatti, questa seconda svolta è l’elemento con cui si conclude il secondo atto della storia.
Per completare la storia, devi andare a vedere gli elementi che compongono il terzo atto: ovvero, il finale della storia.
Se vuoi tornare indietro, puoi rivedere la lezione precedente sul primo atto.
Rivelazione
Il decimo elemento essenziale di una storia è la rivelazione.
La rivelazione è il momento in cui il personaggio acquisisce un’informazione importante, utile ad eliminare
il suo nemico (ovvero, il problema principale).
Avviene come un’intuizione, nel momento in cui il personaggio pensa di arrendersi e lo spinge a rivedere la
sua decisione. È una presa di coscienza che gli mostra la soluzione al problema, gli fornisce le risposte che
cercava e gli infonde un barlume di speranza per vincere.
Creare un momento in grado di dare una rivelazione è molto importante e difficile, perché tutto il gran caos,
creato intorno al personaggio di una storia, deve trovare una soluzione. Questa soluzione deve essere “non
ovvia”, ma “sorprendente” in modo plausibile.
Il pubblico non deve aspettarsela, ma quando arriva, deve dire: “È vero! Come ho fatto a non pensarci! Ha
ragione!”. Questo è quello che intendo quando dico che deve essere “sorprendente” e “plausibile”. Significa
che la soluzione era presente sin dall’inizio, ma non si era mai vista, non era mai stata presa in
considerazione.
Il personaggio può vederla solo quando ha provato ormai di tutto e non vede nessuna soluzione. Questa
soluzione che si rivela, però, non dev’essere una cosa surreale (non si deve fare nulla di impossibile),
altrimenti si diventa ridicoli e poco credibili. Dev’essere una cosa fisicamente possibile all’interno della
storia e dell’ambiente che è stato creato (che può anche essere un mondo dove la morte non esiste e
l’impossibile è possibile, ad esempio).
La rivelazione, insomma, deve seguire le “leggi di quel mondo che è stato creato”, essere quindi naturale,
non forzata dall’autore, e portare il personaggio a trovare le risposte e le risorse in se stesso, per sconfiggere
la paura (il male).
Quindi, crea questa rivelazione e trova il modo di mostrarla al personaggio nel suo momento di più
sconforto.
Ecco, quindi, che la rivelazione ci porta all’undicesimo elemento della storia: lo scontro finale con la paura.
Con questo elemento, si conclude il terzo atto e l’intera storia. Ma vorrei lasciarti con un ultimo elemento
che è da posizionare al di fuori di questo schema, per via della sua posizione non collocabile in un punto
specifico, ma che è una parte molto importante della storia: ovvero, i personaggi secondari. Non devono
esserci per forza, ma ci sono quasi sempre e ti dirò il motivo della loro presenza.
Personaggi secondari e la creazione di trame secondarie
I personaggi secondari sono un elemento importante delle storie. Non devono esserci per forza, ma ci sono
quasi sempre per alcuni motivi che andremo a vedere.
I personaggi secondari sono quelli che hanno un ruolo minore all’interno della storia, e che aiutano il
personaggio principale nel percorso verso il suo cambiamento.
Come svolgono questo compito?
Questi personaggi creano trame secondarie sviluppate intorno alla sfera relazionale del personaggio
principale, in modo che si intreccino con il suo cammino e le sue scelte. In fondo, i problemi e le difficoltà
che si affrontano influenzano le relazioni, e viceversa. In questo intreccio, però, c’è una cosa davvero strana
e buffa.
I personaggi secondari “dovrebbero aiutare” il protagonista nella sua lotta contro i problemi, ma nonostante
questa loro lodevole volontà, agiscono su due fronti: da un lato lo aiutano a superare gli ostacoli, e dall’altro
“concorrono involontariamente a creare l’ostacolo successivo”. In pratica, lo aiutano, mettendolo
“involontariamente” ancora più nei guai, portandolo all’ostacolo successivo.
Un altro punto da ribadire è che le trame secondarie devono essere “sempre intrecciate” con la storia del
protagonista. Questo significa che, anche se i personaggi secondari agiscono separatamente dal protagonista,
le loro azioni devono incidere sempre sul protagonista (sul suo percorso di cambiamento).
Quindi, quando utilizzi questo elemento, crea dei personaggi secondari e intreccia le loro trame con il
percorso del protagonista. Fai in modo che questi lo ostacolino involontariamente, aiutandolo a crescere.
Questo è l’ultimo elemento che caratterizza una storia. Spero di averti aiutato a comprendere come strutturare una storia. Ora, puoi
lavorare sulle tue idee. Il seguente passaggio da fare è scegliere il genere con cui vuoi scrivere e vedere quali sono le caratteristiche di
quello stile.