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Il romanzo però inizia con le pagine che il protagonista scrive sulla morte
di sua madre, forse sessantenne, da lui sistemata in un ospizio statale
presso Marengo (Hadjout), e sul funerale di lei, cui lui partecipa, a
Marengo, non senza aver “vegliato” la bara per una notte “insieme” ad
alcuni ospiti dell'ospizio. L'omicidio avviene poco più di una settimana
dopo il funerale. Nel frattempo Meursault inizia una relazione con Marie
Cardona, ex collega d'ufficio ritrovata sulla spiaggia, in Algeri, la mattina
dopo il ritorno da Marengo; ed è coinvolto da Raymond Sintès nella
storia che questi ha con la ragazza araba (“moresque”), sospettata dal
francese di “imbrogli”. Di fatto Meursault accetta di scrivere per
Raymond una lettera alla ragazza allo scopo di indurla a tornare
dall'amante, intenzionato però solo a vendicarsi di lei. Dopo che
Raymond picchia la ragazza, caduta nel tranello, dando luogo
all'intervento di un agente di polizia, deve recarsi in un commissariato
per ricevere un'ammonizione, e Meursault gli fa da testimone “a
discarico”.
Avevo anche l'impressione che quella morta distesa in mezzo a loro non
significasse nulla ai loro occhi. Ma ora credo che fosse un'impressione
falsa.
Con mio grande stupore, tutti <gli ospiti dell'ospizio> mi hanno stretto la
mano – come se quella notte durante la quale non avevamo scambiato
una parola avesse aumentato la nostra intimità.
Era una domenica di meno, la mamma era appena sepolta, stavo per
riprendere il mio lavoro e insomma non c'era niente di cambiato.
Nel rione si dice che <Raymond> sfrutti le donne. Quando gli viene
chiesto il suo mestiere, però, lui <dice che> fa il “magazziniere”. In
genere non è molto amato. Ma mi parla spesso e qualche volta viene a
trovarmi perché lo sto ad ascoltare. Trovo interessante quel che dice.
Del resto non ho alcuna ragione di non parlargli. Si chiama Raymond
Sintès. E' molto piccolo, con spalle larghe e naso da boxeur. E' sempre
vestito molto come si deve. Anche lui, parlando di Salamano m'ha detto:
“Davvero una cosa penosa!” M'ha chiesto se non fossi disgustato e ho
risposto di no.
“Non sono io che l'ho cercato. E' lui che m'ha fatto un torto.” Era vero e
l'ho riconosciuto. Allora <Raymond>m'ha dichiarato che appunto mi
voleva chiedere un consiglio su questa faccenda, che io ero un uomo,
conoscevo la vita, potevo aiutarlo e poi lui sarebbe stato mio compare.
Non ho detto niente e lui m'ha chiesto ancora se volevo essere suo
compare. Ho detto che per me era la stessa.
Raymond m'ha detto che non bisognava lasciarsi andare. Non ho capito
subito. Allora m'ha spiegato che aveva saputo della morte della mamma,
ma che era una cosa che un giorno o l'altro doveva succedere. Lo
pensavo anch'io.
Gli ho detto che mi sembrava che ora lei <la ragazza araba> fosse
punita e che lui <Raymond> doveva esser contento. Anche lui la
pensava così e ha osservato che quel che l'agente aveva fatto <dando
uno schiaffone a Raymond> non avrebbe cambiato niente delle botte
prese da lei. Ha aggiunto che conosceva bene gli agenti e che sapeva
bene come bisognava agire con loro. Poi m'ha chiesto se mi ero
aspettato che lui reagisse al manrovescio dell'agente. Ho risposto che
non mi aspettavo proprio nulla e d'altra parte che non mi piacevano gli
agenti.
M'ha detto che bisognava che gli facessi da testimone <R. è convocato
in commissariato dopo le botte date all'araba>. Per me era la stessa, ma
non sapevo cosa dire. Secondo Raymond bastava dichiarare che la
ragazza gli aveva fatto un torto. Ho accettato di fargli da testimone.
Siamo usciti e Raymond m'ha offerto un'acquavite di prima qualità. Poi
ha voluto fare una partita di biliardo e ho perso di misura. Poi voleva
andare al bordello, ma ho detto di no perché non mi piace.
“Siete giovane e mi sembra che sia una vita <lavorare a Parigi> che
dovrebbe piacervi.” Ho detto di sì, ma che in fondo per me era la stessa.
Allora <il principale> m'ha chiesto se non ero interessato a una vita
diversa. Ho risposto che non si cambia mai vita, che comunque tutte si
assomigliano e che la mia qui non mi dispiaceva del tutto. E' sembrato
scontento, m'ha detto che davo sempre risposte non dirette, che non
avevo ambizioni...
“Non vuoi sapere che cosa farò?” Sì volevo saperlo ma non ci avevo
pensato ed ecco che lei <Marie> aveva un'aria di rimprovero. <i due
sono a spasso, poi Marie deve andarsene>
Restar lì <ai piedi della scala del capanno, dove Meursault e Raymond
hanno fatto ritorno> o andarsene costava la stessa fatica.
… quando sono stato più vicino ho visto che il tipo di Raymond era
tornato. Era solo. Riposava sulla schiena, le mani sotto la nuca, la fronte
all'ombra della roccia, il corpo interamente al sole. La sua tuta blu
fumava, nel calore. Sono stato un po' sorpreso. Per me era una storia
finita ed ero venuto lì senza pensarci.