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James Cook
Considerato uno dei più grandi navigatori di tutti i tempi, James Cook possedeva
notevoli conoscenze scientifiche nel campo dell'idrografia e dell'astronomia.
Benché da ragazzo fosse stato mandato dal padre, ex-bracciante agricolo
promosso ad amministratore di una tenuta, a fare apprendista in un magazzino di
droghe e tessuti, perchè imparasse l'arte del commercio mettendo a frutto la sua
naturale abilità in matematica, egli presto scoprì in sé la voglia di viaggiare.
Nel 1746, a diciotto anni, James Cook riuscì ad ottenere il suo primo
imbarco sulla "Freelove", una nave che trasportava carbone dall'Inghilterra del
Nord a Londra, tuttavia iniziò la sua carriera di esploratore solo nel 1755,
quando si arruolò nella Marina Militare Inglese come marinaio scelto, l'unico
grado al quale poteva accedere, non avendo fatto studi navali specifici e non
essendo rampollo di famiglia aristocratica. Due anni dopo, Cook era a bordo
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della "Pembroke", un vascello con sessantaquattro cannoni che doveva
raggiungere una base dell'America del Nord.
Durante questi primi viaggi egli si affermò per le sue notevoli capacità di
marinaio, ma anche per le sue conoscenze scientifiche, tanto che il governo
inglese gli affidò tre grandi spedizioni scientifiche, la prima delle quali con uno
dei più ambiziosi progetti scientifici del XVIII secolo: misurare l’esatta
dimensione dell’orbita terrestre e di tutto il sistema solare.
I minuziosi resoconti dei suoi viaggi, corredati anche in carte geografiche di alto
valore scientifico, furono fatti pubblicare dalla moglie e furono tradotti in molte
lingue. Attraverso di essi, in soli dieci anni, Cook riuscì a rivoluzionare la
visione che l’Europa aveva dell’Oceano Pacifico.
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Dalrymple, sosteneva fortemente l’esistenza. Con l'aiuto di un indigeno tahitiano
chiamato Tupaia, che aveva ampie conoscenze della geografia locale, raggiunse
la Nuova Zelanda. Era il secondo europeo (dopo Abel Tasman nel 1642) a
raggiungere la Nuova Zelanda. Cook ne tracciò le coste commettendo solo errori
minimi: denominò “penisola” di Banks quella che in realtà era un'isola, e non
comprese che l’Isola di Stewart era un'isola a sé stante. Scoprì uno stretto che
separa l’Isola del Nord dall’Isola del Sud, del quale Tasman non aveva intuito
l'esistenza, e che ora porta il nome di Stretto di Cook. Si recò poi verso
l’Australia della quale esplorò la costa orientale. Il luogo del suo primo attracco
fu la penisola di Kurnell presso la Botany Bay, destinato a diventare la prima
colonia britannica in Australia. Quando nel 1788 il capitano Arthur Phillip vi
giunse con la Prima Flotta ritenne però la baia poco idonea all’attracco, e si
fermò più a nord, dove attualmente si trova la città di Sidney. Cook scoprì
inoltre la grande barriera corallina quando la sua nave si arenò, a causa di essa,
l'11 giugno 1770: l'Endeavour fu seriamente danneggiata e le attività di
riparazione ritardarono il suo viaggio di due mesi.
In seguito navigò attraverso lo stretto di Torres tra Australia e Nuova
Guinea; anche questa volta fu il secondo europeo a percorrerlo dopo il passaggio
di Luis Vaez de Torres, nel 1604. Un altro aspetto notevole di questo viaggio fu
che fino al danneggiamento dell’Endeavour nessun uomo dell'equipaggio era
caduto vittima dello scorbuto, fatto eccezionale per quei tempi. Questo perché
Cook costringeva gli uomini a nutrirsi di agrumi e crauti, ricchi di vitamina C.
Sfortunatamente la tappa successiva fu Batavia, la capitale delle Indie Orientali
olandesi nota per le sue epidemie di malaria. La maggior parte dell'equipaggio di
Cook morì di malaria prima del ritorno in Inghilterra, nel 1771.
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l'insuccesso del primo viaggio, Dalrymple si rifiutava di credere che non
esistesse un continente meridionale. Cook assunse il comando della HMS
Resolution mentre Tobias Furneaux comandava laHMS Adventures.
Cook circumnavigò il globo ad una latitudine molto meridionale, fu il
primo europeo a superare il Circolo polare antartico il 17 gennanio 1773
raggiungendo i 71°10' Sud. Dopo aver trascorso la stagione invernale del 1774
in Nuova Zelanda Cook salpò nel novembre 1774 attraversando il Pacifico
meridionale e giungendo, cinque settimane dopo, nella Terra del Fuoco, dove
rimase per due settimane. Si diresse poi nell'Atlantico verso nord-est.
Inaspettatamente avvistò una terra ricoperta di neve e ghiaccio sulla quale
sbarcò il 17 gennaio 1775 in una baia riparata che chiamò Possession Bay. Ne
tracciò parte della costa ma non rimase particolarmente affascinato dalla
scoperta, ne descrisse anzi la desolazione. Arrivato all'estremo meridionale di
quella terra si rese conto che non essa era il tanto ricercato continente antartico,
chiamò quindi il capo meridionale Cape Disappointment e diede all'isola il nome
di Georgia del Sud. Proseguendo la navigazione scoprì la Nuova Caledonia (4
settembre) e le isole Sandwich Australi. Nella nebbia antartica perse i contatti
con Furneaux che proseguì per la Nuova Zelanda, dove perse alcuni uomini in
uno scontro con la popolazione indigena Maori.
Cook proseguì l'esplorazione del mare antartico e arrivò in prossimità
dell'Antartide ma tornò a Tahiti per fare rifornimento di viveri. Si recò
nuovamente a sud nel tentativo di trovare il continente portando nuovamente
con sé un indigeno tahitiano, Omai, che però si rivelò meno competente di
Tupaia. Al ritorno attraccò a Tonga e sull'Isola di Pasqua. Il suo ritorno pose
fine temporaneamente alle ricerche di Terra Australis. Un altro risultato positivo
del secondo viaggio fu il collaudo di uno strumento segnatempo ideato da John
Harrison che facilitò la misurazione accurata delle longitudini. Al suo ritorno
Cook ottenne un congedo con tutti gli onori dalla Marina ma ciò non lo tenne
lontano dal mare e dalla navigazione. Un terzo viaggio alla ricerca del Passaggio
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a Nord-Ovest era già pianificato. Cook avrebbe dovuto navigare attraverso il
Pacifico e sempre verso est per tornare all'Atlantico e un'altra nave avrebbe fatto
il percorso contrario.
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Mappa dei viaggi di James Cook
Luoghi che portano il suo nome sono: le isole Cook, stato dell’Oceania
associato alla Nuova Zelanda; il Monte Cook, Il più alto (3754 m) della Nuova
Zelanda; il ghiacciaio Cook, il principale delle Isole Kerguelen; lo stretto di
Cook.
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BIBLIOGRAFIA
Richard Houng: Captain James Cook
Arthur Kitson: The Life Of Captain James Cook
A kippis: Narrative Of The Voyages Round The World Performed By Captain
James Cook
John Ledyard: The Last Voyage Of Captain Cook
SITOGRAFIA
www. repubblica.it
www.Wikipedia.it