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Combinazioni di carico:
1. carico applicato all'estremo esterno del braccio + peso proprio
della struttura
2. carico in mezzeria del braccio + peso proprio della struttura
1. Per ognuna delle due combinazioni di carico, calcolare le azioni sul tirante, sul braccio e sui
perni di cerniera agli attacchi a forcella; quindi dimensionare sia il braccio che il tirante
determinando la posizione dell'asse neutro e il relativo il momento di inerzia. Verifica cedimento
punto esterno e mediano del braccio < 1/800 della luce.
2. Verificare i perni a taglio e il rifollamento nel
foro degli attacchi di cui occorre stabilire lo
spessore.
3. Verificare le saldature degli attacchi
4. Progettare il vincolo cerniera che consente
alla mensola di ruotare rispetto alla colonna,
utilizzando cuscinetti ad attrito radente
(bronzine) oppure volvente (sfere, rulli).
Calcolare le sollecitazioni e dimensionare i
cuscinetti.
Corso di Costruzione di Macchine 1
Progetto gru a bandiera 4
Rif. pos. 2
Nel caso in esame gli attacchi (vedi il disegno) sono costituiti da elementi (ritagliati da
lamiere) praticamente a contatto tra loro per cui i perni sono soggetti a taglio puro. Lo
stretto contatto che c'è (ed è importante che ci sia) tra gli elementi che trasmettono le
forze di taglio (lamiere e gambo del perno) ostacola la nascita di momenti flettenti, e
quindi vanifica l'uso della formula dello Jourawski: l'ipotesi più accettabile è che il taglio si
distribuisca uniformemente sulla sezione trasversale del perno, ovvero
dove T è il valore dell'azione tagliante ed A è la sezione del perno. Si dovrà verificare che lo
sforzo di taglio sia inferiore a quello ammissibile per il materiale del perno.
Il Rifollamento è l’ ovalizzazione del foro nel verso della forza applicata causata dall’azione
del perno sulla lamiera del foro. Questo comporta un aumento dei giochi che pregiudica il
buon funzionamento della macchina.
Deve essere verificato che:
Rif.pos. 3
Si possono realizzare modelli diversi di saldature e per ogni modello il calcolo della
sollecitazione è differente, rif. allegato 04.
Nel caso in esame gli attacchi delle ceniere sono saldati ai profili con saldature d'angolo,
la cui sezione può presentarsi come in figura.
La sezione resistente è data dal prodotto dell'altezza di gola per la lunghezza efficace
L=l-2a cioè la lunghezza l della saldatura diminuita dei due tratti finali del cordone di
saldatura (considerati pari ad a).
Nel caso in esame occorre scomporre la forza che agisce sul perno in una
direzione parallela alla saldatura e in una direzione ortogonale alla saldatura,
secondo gli schemi seguenti.
forza parallela
forza normale
Rif. pos. 4
Il dimensionamento dei cuscinetti viene in questo caso effettuato solo in via statica,
anzichè dinamica, poichè il n. di giri è bassissimo.
Si possono scegliere diverse configurazioni:
§ Cuscinetti volventi di cui due radiali ed uno assiale reggispinta
§ Due cuscinetti volventi radiali e un cuscinetto radente reggispinta (bronzina)
§ Cuscinetti radenti radiali e uno reggispinta
Per i cuscinetti radenti, sollecitati in una situazione praticamente statica come nel caso
della gru a bandiera, sarà sufficiente verificare che la pressione massima,
conseguente al carico, non superi la pressione ammissibile per il materiale del
cuscinetto.
Come materiale del cuscinetto si può adottare un bronzo allo stagno avente una Pamm
da 8 a 20 Mpa.
Nel caso di cuscinetto radente radiale, considerata una distribuzione della pressione
del tipo in figura, nota la forza complessiva F agente su di un cuscinetto (boccola) di
lunghezza L, si calcola la Pmax ≤ Pamm.
pdAcosθ
Nel caso invece di cuscinetto radente assiale la Pmax si ottiene dividendo il carico
applicato per la superficie anulare della bronzina.
Rif. pos. 5
Il montante della gru è un asta sottoposta a carico di punta; per la verifica utilizziamo il
metodo ω che consiste nel maggiorare il carico assiale per tenere conto dei momenti
che nascono in conseguenza alla deformazione dell’asta.
Occorre calcolare l’area della sezione A , il momento di inerzia J ,
il raggio giratorio ρ , la lunghezza di libera inflessione che con i
vincoli a terra del montante è uguale a 2L , la snellezza λ e il
corrispondente coeff. ω dalla tabella rif. allegato 6.
Rif. pos. 6
I tirafondi sono barre di acciaio filettate ad un estremo che consentono di vincolare la
gru ad un basamento in cls armato di dimensioni e forma adeguate per reggere in
equilibrio verticale la gru stessa.
I metodi per realizzare il vincolo colonna / basamento sono:
Sollecitazione di pressoflessione interamente a carico dei tirafondi.
Per il montaggio, occorre dapprima avvitare un dado per ogni tirafondo su cui
appoggiare la base della colonna. Agendo su questi dadi è possibile mettere la
colonna in bolla verticale, con facilità e precisione. Successivamente si
avvitano e si serrano i dadi esterni che svolgono quindi funzione di bloccaggio
(effetto dado / controdado)
Nel caso in esame occorre proporzionare e disegnare la base della colonna (spessore da 15 a
25 mm) tenedo in conto di lasciare sufficiente spazio per inserire e manovrare la chiave di
serraggio, come da allegata tabella di ingombro chiavi.
Con riferimento al primo metodo, si propone di utilizzare almeno 6 tirafondi che visti in sezione
come in figura costituiscono un’area sottoposta a presso flessione.
A secondo della posizione del braccio della gru l’asse neutro della sollecitazione a flessione può
variare dalla posizione a) alla posizione b).
Si dovranno calcolare tutti e due i momenti di inerzia relativi e poi scegliere quello di valore
minimo perché corrisponde alla sollecitazione massima nella sezione resistente dei tirafondi.
Sollecitazione di pressoflessione:
Calcolata quindi la sezione necessaria del gambo filettato del tirafondo, si entra nella
tabella filettature e si individua una sezione resistente appena superiore o uguale a
quella calcolata. Da qui la tabella fornisce il diametro nominale di vite che sarà quello di
costruzione del tirafondo. La qualità di acciaio da considerare è 5.6 perché è
maggiormente tenace e quindi in questo caso offre le migliori graranzie di resistenza.
Rif. pos. 7
Il plinto di fondazione sarà realizzato in calcestruzzo armato ed avrà forma
parallelepipeda a base quadrata.
Al fine di realizzare un buon piano di posa per la fondazione, verrà realizzato un
sottoplinto dello spessore di 10 cm con getto di calcestruzzo povero (definito quindi
‘magrone’).
Dimensionamento di massima
Al fine di fissare le dimensioni in pianta, si utilizzano coefficienti derivati dalla pratica.
Il lato di base si ottiene dalla radice quadrata del rapporto ,aumentato del 5%, tra lo sforzo
normale N agente in testa alla fondazione e la portanza del terreno.
A causa dell’eccentricità, sarà opportuno incrementare il lato di base di un valore pari circa
3 volte l’eccentricità.
L’altezza del plinto viene determinata nel rispetto dell’ipotesi di trasmissione a 45° degli
sforzi di compressione.
Verifica di stabilità
La verifica al ribaltamento è contestuale alla verifica della portanza del terreno,
ipotizzato reagente elasticamente (rif. Allegato 07), perché è la reazione del terreno che
tiene in equilibrio il plinto e la gru nelle sue differenti posizioni di rotazione e di carico.
Nel caso in esame il plinto è soggetto a pressoflessione perché la sezione è sollecitata
da un carico assiale eccentrico.
Nel caso di fondazioni con carico eccentrico, per il calcolo strutturale dell’elemento di
fondazione, si fa in genere l’ipotesi semplificativa che in condizioni di esercizio la
pressione di contatto struttura di fondazione-terreno sia lineare, e che il terreno non
abbia resistenza a trazione.
È buona norma progettare le fondazioni superficiali in modo che la sezione di contatto
plinto-terreno sia interamente compressa, almeno per i carchi di lunga durata.
Affinchè la base del plinto non si stacchi dal terreno (parzializzazione della sezione)
occorre che l’asse neutro (luogo dei punti a deformazione nulla) sia esterno alla
sezione.
Come illustra la figura seguente, definiamo centro di pressione il punto di intersezione
della direzione della risultante dei carichi con la sezione.
Dalla Geometria delle masse, sappiamo che il nocciolo centrale di inerzia è l’area
costituita dai centri di pressione a cui corrispondono rispettivamente assi neutri che non
tagliano la sezione.
Per un rettangolo il nocciolo centrale di inerzia è un rombo le cui semidiagonali sono
pari al lato corrispondente diviso 6.
Quindi per impedire che la base del plinto si parzializzi, occorre che la risultante dei
carichi (gru e plinto) cada all’interno del nocciolo centrale di inerzia.
Potrà quindi rendersi necessario aumentare la massa del plinto (p.e. allargando la base
di appoggio) in modo che la risultante dei carichi cada sempre all’interno del nocciolo.
Per procedere conviene ruotare il braccio della gru nelle due posizioni peggiori di
possibile ribaltamento che, stante la forma quadrata del plinto, possono essere:
Pertanto avendo prestabilito che l’asse neutro in ogni caso, dovrà essere fuori
della sezione, la verifica di stabilità viene fornita dalla formula:
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