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In ambito azionario invece, più o meno nulla di fatto sui mercati USA e Europa, mentre il doppio effetto
dollaro + rialzo dei tassi cinese, ha danneggiato l'andamento dei mercati emergenti.
Movimento dei tassi obbligazionari lascia invece interdetti. In Europa (in Germania) i tassi sono risaliti in
modo piuttosto interessante, negli USA sono rimasti stabili. Ed è ormai un mese che i tassi sono stabili.
Questo ha probabilmente a che vedere con il fatto che il QE2 della FED ha una doppia valenza. Da una
parte, la pressione all'acquisto porta i tassi a scendere, dall'altra, la grande quantità di liquidità nel sistema,
può far pensare comunque a effetti inflazionistici.
Per quanto riguarda la Germania invece, buona parte del movimento è probabilmente dovuto al fatto che il
bund era stato scelto come unica salvezza nel disastro europeo. Ora che le paure si stanno dissolvendo
(nonostante sia difficile fare il pieno in Francia per gli scioperi), il tasso tedesco torna ad allinearsi ad una
situazione più “normale” rispetto agli altri tassi europei.
Il numero di società che pubblicherà settimana prossima supera i 200 per gli USA e i 150 per Europa.
Matteo Nobile 20101023
Siamo appena appena sbucati dal trend ribassista del EURUSD e USDCHF che wham... arrivano le prime
stime che indicano EURUSD a 1.60. Se lo si confronta con le stime a 1 di qualche mese fa, con l'Europa in
dissoluzione, un EUR per i paesi mediterranei e un altro per Germania Francia, la cosa fa almeno sorridere.
Perchè sorridere ?
Perchè è la solita storia delle previsioni fatte prolungando una linea che collega 2 punti, senza pensare che
dopo essere passata per il secondo punto, nulla e nessuno dice che si dovrà continuare dritti... anzi.
Quello che sta succedendo lo si nota sui dati macro. Con l'eur in dissoluzione, l'attività economica del “resto
del mondo” rivolge la sua attenzione al vecchio continente. Invece che acquistare alla GE, si acquista alla
Siemens, a sconto grazie all'eur.
A questo punto mentre l'attività inizia a fare fatica negli USA, l'Europa inizia a mostrare dati interessanti.
Basta dare un'occhiata agli ordinativi alle fabbriche tedesche.
Tra non molto, sempre che il movimento si confermi, il dollaro diventerà più debole rispetto all'eur e “il resto
del mondo” tornerà a pensare che forse le ferie vale la pena farle negli USA, e che l'offerta della GE, rispetto
a quella di Siemens, ora è più interessante.
Lo stesso concetto è valido per le altre valute, anche se qualcuna è più sensibile di altre. La sensibilità
dipende soprattutto dalla dipendenza o meno dall'estero, dalla banca centrale, dalla disponibilità di risorse
naturali da esportare, o anche solo dalla capacità di acquistare risorse in un'altra valuta, lavorarle e
rivenderle nella stessa valuta.
Ma per favore, piantiamola con i sensazionalismi da “è sceso da 1.10 a 1 in un mese, tra 10 mesi saremo a
0”.
L'impatto però lo si vede anche sugli investimenti. A parte per i cittadini USA che ragionano in dollari, di
quanto si è mosso l'oro nelle ultime settimane ?
Dal 13 agosto ad oggi, l'oro è salito del 9.29%, se espresso in USD/Oz, mentre se espresso in EUR/Oz, il
movimento è stato di 0.41%. ops
Lo stesso vale per tutto quello che è prezzato in USD avendo però un valore reale. Materie prime e mercati
emergenti.
Questo ribadisce l'importanza di valutare sempre il ritorno atteso di una asset class considerandone anche la
valuta. Pensare di acquistare azionario USA perchè “le aziende USA sono migliori”, senza considerare quello
che potrebbe essere l'impatto della valuta rende pressochè inutile l'analisi stessa.
Quindi, o si considera il ritorno atteso composto tra asset class e valua, oppure meglio eliminare l'incognita
valutaria proteggendo passivamente il cambio.
Matteo Nobile 20101023