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CONTABILITÀ GENERALE E
BILANCIO
ATTIVITÀ ECONOMICA
L'attività economica è l'insieme delle operazioni il cui obiettivo è la produzione e il consumo di beni economici (beni che
soddisfano i bisogni delle persone, e che quindi hanno un valore).
L'attività economica viene svolta da istituti (dove si approfondiranno le imprese).
L'impresa (istituto) per svolgere l'attività economica in modo duraturo ed autonomo deve soddisfare la condizione di
economicità, ovvero deve rispettare l'equilibrio reddituale (R > C) e l'equilibrio monetario (Ent. > Usc.) nel medio e lungo
periodo; ciò è possibile grazie alla dinamica finanziaria (operazioni legate ai finanziamenti esterni)
REDDITO ≠ MONETA
Esempio:
19/04 ricavo di vendita: 1000 → Vendita a credito (30gg)
19/04 [cassa 0; credito 1000]
Dinamica reddituale ≠ dinamica monetaria; le mancanze vengono colmate dalla dinamica finanziaria (per far fronte alle
esigenze dell’impresa): operazioni di raccolta delle risorse finanziarie.
Il bilancio d'esercizio è obbligatorio per legge. Il bilancio d'esercizio è una sintesi periodica (si riferisce ad un certo
periodo di tempo: 12 mesi) dell'economia dell'impresa (situazione economica, situazione patrimoniale, situazione
finanziaria/monetaria). Il bilancio d'esercizio è uno strumento informativo verso terzi e verso i soci
L'attività economica è l'insieme delle operazioni poste in essere dall'azienda le quali si svolgono in base a tre macro-
processi:
- Gestione: è l’insieme delle operazioni direttamente finalizzate alla produzione/consumo di beni economici per il
perseguimento dei fini aziendali; la gestione è il fenomeno da osservare tramite bilancio
- Organizzazione, riguarda
○ Struttura organizzativa
○ Gestione del personale
- Rilevazione: raccolta sistematica (con criteri) di dati e informazioni relative alle operazioni di gestione; la
rilevazione è la rappresentazione di tali informazioni finalizzate alla valutazione dell’economicità.
Gestione e rilevazione vengono supportate dal sistema di contabilità generale e bilancio, il quale descrive le
modalità di osservazione del fenomeno di gestione.
Lezione 1 Pagina 1
IL SISTEMA DI CONTABILITÀ GENERALE E BILANCIO
Il sistema di contabilità generale e bilancio è composto da tre elementi:
1. Un metodo di rilevazione (registrazione delle operazioni svolte dall'impresa): la partita doppia
2. Strumento di raccolta delle informazioni: il conto T
3. Regole di registrazione
L'obiettivo finale è il bilancio di esercizio, ossia la rappresentazione periodica degli effetti economici, patrimoniali,
finanziari e monetari della gestione.
GESTIONE
Le operazioni di gestione che vengono registrate in contabilità generale e bilancio sono (classificazione delle operazioni
di gestione):
A) In relazione alla tipologia del legame ambientale
○ operazioni di gestione esterna (oggetto della contabilità generale e bilancio)
○ operazioni di gestione interna
B) In relazione alla tipologia/natura dei valori
○ operazioni di gestione che danno origine a valori reddituali
○ operazioni di gestione che danno origine a valori monetari
C) In relazione alla tipologia di operazioni svolte o di gestioni parziali (raggruppare le operazioni in gruppi omogenei)
○ gestione caratteristica
○ gestione patrimoniale
○ gestione finanziaria
○ gestione tributaria
a)
• Gestione esterna: insieme delle operazioni fondate sullo scambio monetario; queste operazioni hanno una
rilevanza diretta in bilancio
• Gestione interna: insieme delle operazioni finalizzate al trasferimento interno di condizioni produttive; queste
operazioni hanno una rilevanza indiretta in bilancio
b)
• Gestione reddituale: insieme delle operazioni legate al ciclo economico-tecnico (acquisto-trasformazione-vendita);
la gestione reddituale costituisce la base di riferimento per la rilevazione di costi e ricavi; la gestione reddituale
racchiude i valori economici
• Gestione monetaria: insieme delle operazioni per le quali si origina un effetto monetario; la gestione monetaria
racchiude i valori monetari (entrate/uscite)
Tutte (o quasi) le operazioni di gestione esterna vengono rilevate (registrate) nel sistema di contabilità generale e
bilancio (CO.GE.BIL) evidenziando due profili: il profilo monetario e il profilo reddituale o economico
La rilevazione avviene in base al metodo della partita doppia il quale si fonda su un utilizzo convenzionale dei segni
algebrici + & - tale per cui (la sommatoria dei valori di segno + è uguale alla sommatoria dei valori di
segno -)
Esempio 1:
Vendita di prodotti finiti 1000 Conti/mastri
Operazione di gestione esterna
Pagamento ricevuto in contanti CASSA RICAVO VENDITA PRODOTTI FINITI
Esempio 2:
Acquisto di materie prime 500 Conti/mastri
Pagamento in contanti Operazione di gestione esterna
CASSA COSTO ACQUISTO MATERIE PRIME
a. Valore monetario + - + -
b. Valore economico
500 500
Giornale
i. Cassa -500
ii. Costo acquisto materie prime +500
Lezione 1 Pagina 2
SINETSI:
c) Gestioni parziali
• Gestione caratteristica: insieme delle operazioni che identificano l'attività principale dell'impresa e nella pratica
sono tutte le operazioni tar clienti, fornitori, lavoratori e impresa
• Gestione patrimoniale: insieme delle operazioni legate all'investimento del surplus monetario prodotto dalla
gestione caratteristica (investimento intitoli, in immobili non strumentali, etc.)
• Gestione finanziaria: insieme delle operazioni legate al reperimento di risorse finanziarie (prestiti bancari, mutui,
etc.)
• Gestione tributaria: insieme delle operazioni legate al carico fiscale
E
Beni a utilizzo Beni a utilizzo C
semplice (materie ripetuto O
EQUILIBRIO Gestione EQUILIBRIO N
prime) (impianto) REDDITUALE finanziaria MONETARIO O
M
I
C
Trasformazione Gestione I
jjjieconomica iiiinterna Dinamica reddituale T
≠ À
Dinamica monetaria
Lezione 1 Pagina 3
Le caratteristiche del bilancio
lunedì 22 febbraio 2016
A) Tavole quantitative
A1) conto economico (tavola obbligatoria in base alla normativa italiana) costi/ricavi
A2) stato patrimoniale (tavola obbligatoria in base alla normativa italiana) investimenti/finanziamenti
A3) rendiconto finanziario (obbligatorio dal 2016 nel bilancio ordinario in base alla normativa italiana)
entrate/uscite
A4) tavole della variazione nella composizione del patrimonio netto (obbligatoria per certe informazioni in
base alla normativa italiana) focus sulle movimentazioni del patrimonio netto
B) Documenti qualitativi/quantitativi
B1) la nota integrativa (obbligatoria): spiega i valori numerici si stato patrimoniale e conto economico
B2) la relazione sulla gestione(generalmente obbligatoria ma diventa opzionale per legge, come per il
rendiconto finanziario, per le piccole imprese che optano per il bilancio in forma abbreviata)
B3) la relazione degli organi di controllo (obbligatorie in presenza dell’organo di controllo in quanto stabilita
per legge):
□ la relazione del Collegio Sindacacele: deve svolgere un'attività di controllo di tipo contabile ed
organizzativo
□ la relazione del Revisore Contabile: deve focalizzarsi sulla regolarità contabile
- Finalità primaria del bilancio per il legislatore (italiano) è la determinazione del reddito d’esercizio
(dalla contrapposizione di costi e ricavi di esercizio riferenti al periodo amministrativo). Il conto
economico si può presentare in:
□ forma scalare (codice civile)
□ forma tabellare a sezioni contrapposte (esercizio/operativo)
All'interno dei costi vanno rappresentati solo e soltanto i costi e ricavi di competenza dell'esercizio (12
mesi) dalla cui contrapposizione si ottiene il risultato o il reddito di esercizio, ovvero un utile (R > C)
una perdita (C > R)
Lezione 2 Pagina 4
A2) Stato Patrimoniale
Viene rilevato il profilo patrimoniale/finanziario/monetario delle operazioni di gestione
Si parla di valori FONDO: la determinazione delle condizioni patrimoniali attive e passive avviene in un
determinato momento, prendo il valore del 31/12
Condizioni patrimoniali
□ Attive: attività, investimenti
□ Passive: passività, fonti di finanziamento
Attività - passività = patrimonio netto
SP
+ -
800
1000
P. NETTO: 200
SP
CE
+ -
+ -
attività passività
costi ricavi
PN
Utile d'esercizio Perdita d'esercizio
oppure
Il risultato d’esercizio (utile/perdita) deriva dalla contrapposizione di costi e ricavi di competenza dell'esercizio
(concetto economico), in termini temporali si parla di periodo amministrativo (12 mesi, concetto temporale in
genere 1/01-31/12).
Esempio:
Lezione 2 Pagina 5
Esempio:
PN PN PN
+ -
Incremento del
C R patrimonio
Utile
d'esercizio
4) Gestione tributaria - 10
(pagamento imposte -10)
VARIAZIONE LIQUIDITA’ + 90
Liquidità iniziale 210 + Variazione liquidità 90 = 300
Lezione 2 Pagina 6
A4) Tavola di variazione della componente del patrimonio netto
La tavola di variazione della composizione del patrimonio netto
ha la funzione di spiegare le cause analitiche della variazione di PN nei 12 mesi
Esempio
VALORI CAP. SOCIALE RISERVE UTILE/PERDITA VALORI FINALI PN
VALORI INIZIALI 1/1/T1 100’000 4’000 + 2’000 106’000
Aumento di Capitale Sociale 30’000 - - +30’000
operazioni Distribuzione dividendi - - - 1000 -1’000
1/1-31/12
Destinazione utile T1 - 1000 -1’000 0
Utile T1 - - +1500 +1500
VALORI FINALI 130’000 +5’000 +1’500 +136’500
Esempio:
Rappresentazione in CE/SP/RF/NI/RdG degli impianti di una impresa
1. STATO PATRIMONIALE
L'impianto è una condizione produttiva a fecondità ripetuta, costo pluriennale, condizione produttiva
rappresentativa di processi in corso al 31/12
STATO PATRIMONIALE
ATTIVITÀ + PASSIVITÀ -
Impianti:
□ +1000 acquisto → costi pluriennali
□ +600 acquisto
□ -300 vendite
1300
-200 ammortamento (costo d'esercizio)
Lezione 2 Pagina 7
2. RENDICONTO FINANZIARIO
Valore iniziale di liquidità: 2’000
Acquisto impianto: - 1000
Acquisto Impianto: -600
Vendita impianto: + 300
Liquidità nel periodo : - 1300
VALORE FINALE CASSA: + 700 (inserito in SP+)
3. CONTO ECONOMICO
Ammortamento: + 200
CE SP
5. NOTA INTEGRATIVA
Informazioni legate alla costituzione degli impianti (cui si aggiunge la quota di ammortamento in
termini percentuali; Es. "l'impianto è ammortizzato al 20%)
Movimentazioni (tabella) e sulla quota di ammortamento)
Lezione 2 Pagina 8
La natura dei valori del bilancio
venerdì 26 febbraio 2016
CE 31/12/T0
SP iniziale 1/1/T0
Cassa 1000 Cap. sociale 1000 Acquisto mat. prime 300 Ricavi vendita p. finiti 320
Lavoro 50 R. finali 180
Ammortamento 100
RF 31/12/T0 SP 31/12/T0
+ -
Entrate di Gest. Car 320
Uscite G.C. -550
Cassa 770 Cap. sociale 1000
Impianto (V.N) 100 Utile 50
Variazione liquidità -230
R.F. 180
Liquidita 1/1 +1000
Tot. Att. 1050 Tot. Pass. 1050
Tot. Par. 1050 Tot. Par. 1050
Liquidità 31/12/T0 770
Nota integrativa 31/12/T0: descrizione dei criteri di valutazione relativi ad impianto e magazzino; tabella di
Lezione 3 Pagina 9
Nota integrativa 31/12/T0: descrizione dei criteri di valutazione relativi ad impianto e magazzino; tabella di
movimentazione dei valori in stato patrimoniale e conto economico.
Relazione sulla gestione al 31/12/n: descrizione delle decisioni di investimenti e disinvestimenti, descrizione
della situazione economica, patrimoniale, finanziaria dell’impresa.
DATI ANNO T1
30/06/T1 Acquisti: 0
30/06/T1 costo del lavoro 50
31/12/T1 ammortamento impianti 100
31/12/T1 rimanenze finali 0
+ att. - pass.
Lezione 3 Pagina 10
Il periodo amministrativo e l'esercizio
venerdì 26 febbraio 2016
Esempio:
evidenziare le relazioni tra reddito globale, reddito d’esercizio e dinamica monetaria
anno 1: banca iniziale 1000; acq. 300 (10x30); vendita 320 (4x80), acq. Impianto 200; lavoro 50; Rim. Finali 180; ammortamento 70
anno 2: lavoro 50; vendite 480 (6x80); Rim finali 0; ammortamento 130
Il magazzino (rimanenze finali) viene determinato calcolando le unità acquistate meno quelle vendute e valorizzate al costo di acquisto o al
valore di mercato se esso è più basso
Anno 1
Conto economico (dinamica reddituale) Rendiconto finanziario (dinamica monetaria)
Stato Patrimoniale (dinamica patr./fin.)
Anno 2
Conto economico (dinamica reddituale) Rendiconto finanziario (dinamica monetaria)
Stato Patrimoniale (dinamica patr./fin.)
+ att. - pass.
+ costi - ricavi Entrate +480
Lavoro 50 Vendita 480 Uscite -50 Imp. netto 0 Cap. Sociale 1000
Amm. 130 Rim. Finali 0 Cassa 1200 Utile T1 1080
Rim. Iniziali 180 Var. liquidità +430 RF 0 T.P. 1080
Liq. Iniziale 770 Utile T2 120
Tot. Costi 360
Utile Es 120 Liquidità finale 1200 Tot. att. 1200 Tot pass. 1200
Utile T1 + Utile T2 = Utile Globale (si consideri che la vita dell'impresa è di due anni) → 80+120=200
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Utile T1 + Utile T2 = Utile Globale (si consideri che la vita dell'impresa è di due anni) → 80+120=200
Variazione di liquidità T1 + Variazione di liquidità T2 = Variazione di liquidità globale → -230+430=200
Ne consegue che:
1. Dalla misurazione del reddito alla fine della vita dell'impresa si ottiene che il reddito globale è uguale alla
variazione globale di liquidità (teoricamente si afferma che la dimensione reddituale corrisponde alla dimensione
monetaria lungo l’intera vita dell’impresa)
2. Dalla misurazione del reddito su periodi inferiori all'intera vita dell'impresa si ottiene che il reddito di esercizio è
diverso dalla variazione di liquidità di esercizio (nei periodi inferiori alla vita dell’impresa il reddito d’esercizio è
diverso dalla liquidità d’esercizio); tuttavia reddito d'esercizio (utile/perdita) = variazione di liquidità
d'esercizio (entrate/uscite)
La gestione, di acquisto e di produzione, è unitaria (ovvero all'interno di essa vi possono essere operazioni iniziate e
concluse nell'anno; oppure ancora da concludersi) ma vi è un'esigenza di misurazione periodica della dinamica
economica e finanziaria. Si applica quindi il principio di competenza: la ripartizione dei costi e dei ricavi su diversi periodi
della vita dell’impresa (al periodo Y vengono imputati costi e ricavi inerenti solo al periodo Y).
- Competenza economica
Si basa su un concetto di tempo economico. I costi e i ricavi sono correlati tra di loro, cioè vengono ripartiti in
funzione degli impianti economici tra più periodi diversi, indipendentemente dalla manifestazione numeraria
dell’operazione (ossia manifestazione numeraria che comporta la registrazione in contabilità).
Esercizio (periodo d'esercizio): il bilancio si riferisce ai 12 mesi e rileva gli impatti economici della gestione che si
sviluppa in 12 mesi.
Esempio
Lezione 3 Pagina 12
Esempio
Operazione 1/10/T0: pagamento di una assicurazione annuale di 1800
+ 1/10 -
+ - + -
1800 1800
Tutti i costi e i ricavi vengono rilevati in ordine cronologico fino al 31/12 in base alla loro manifestazione numeraria
In data 31/12 dobbiamo chiederci se tutti i costi e i ricavi, in base alla competenza temporale, sono di competenza
economica dell'esercizio; dunque si passa dal periodo amministrativo all'esercizio → Conto Economico
Costi e ricavi di
competenza Saldo costo = 450
economica
1800/12 mesi x 3 mesi di competenza anno T = 450 COSTO DI COMPETENZA PER L'ANNO T0
Operazione:
Rinvio di costi al 31/12
+ 31/12 -
+ - + -
450
1350
Costo
assicurazione
PERIODO AMMINISTRATIVO
Il periodo amministrativo è un concetto temporale; è l'intervallo di tempo a cui il bilancio fa riferimento.
Lezione 3 Pagina 13
In Italia, la maggior parte delle imprese considerano l’anno solare, ma alcune imprese hanno un periodo
diverso come le aziende di abbigliamento che hanno una chiusura per ½ o dopo il periodo saldi, o le
imprese vitivinicole che hanno chiusura del 30/06.
La scelta del periodo amministrativo dipende dal tipo di attività economica svolta.
Per creare il bilancio di deve essere il passaggio dal periodo amministrativo all’esercizio, questo attraverso
le operazioni di integrazione e rinvio.
ESERCIZIO
L'esercizio è u concetto economico definito come unità economica relativa
a) Unità
Con il concetto di unità si fa riferimento al sistema di operazioni economicamente correlate, cioè nel conto
economico vi sono solo i costi ed i ricavi di competenza dell'esercizio che sono tra loro correlati.
Esempio: anno 1 acquisto impianto 1000 (ammortamento 20 anni): ricavi di vendita per 500, costo relativo all’utilizzo dell’impianto è
50 (ammortamento).
b) Economica
Significa che si vanno a valutare gli aspetti economici (e non monetari) della gestione
c) Relativa
Significa considerare un periodo temporale limitato rispetto all’intera vita dell’impresa.
Nel bilancio d’esercizio si determina quindi il risultato d’esercizio (Utile o Perdita) che è il risultato prodotto dalla
gestione nel periodo amministrativo di 12 mesi (N.B. → reddito di esercizio ≠ reddito globale)
T-1 T T+1
1/1 31/1
Apertura SP Operazioni di
Rilevazione
integrazione e
operazioni
rinvio
in CO.GE.
Si passa dal periodo
amministrativo
all'esercizio e si
costruiscono SP e CE
Esempio:
T-1 T T+1
Lezione 3 Pagina 14
La determinazione de reddito di esercizio e del capitale di
funzionamento
lunedì 29 febbraio 2016
- Operazioni di integrazione
- Operazioni di rinvio → principio di competenza economica
Esempio:
Operazione Competenza 31/12 Competenza economica
temporale operazioni integrazione e
rinvio
Acquisto materie 1500 Rinvio per Rimanenze finali RF 600 (rimanente finali)
prime(1/4)
Acquisto impianto (1/5) 10’000 rinvio Valore netto 8'000 in quanto 2'000 quota
ammortamento
Costo lavoro (30/07) 2’000 integrazione T.F.R. 200
Crediti 1/9 verso clienti 5’000 rinvio Svalutazione crediti per 300
+ -
LEGENDA
1) quantità economiche certe
2) quantità economiche stimate
3) quantità economiche congetturate
Nel bilancio d’Esercizio convivono quantità economiche certe, stimate e congetturate. Quindi in bilancio vi è un
grado di soggettività nei valori che determinano il reddito di esercizio (che perciò è un valore congetturato). La
rappresentazione è quindi soggettiva ma comunque fedele alla situazione economica dell’impresa.
Sono valori di SP a cui corrispondono ricavi (ratei attivi) o costi (ratei passivi) di competenza dell’esercizio con
manifestazione numeraria posticipata rispetto alla chiusura del periodo amministrativo
Esempio 1
In data 1/02/T1 si incassano interessi attivi relativi ad un titolo di breve durata, posticipati quadrimestrali di valore 400
+ 31/12 -
300 300
Esempio 2:
+ 31/12 -
400 400
+ CE -
integrazione integrazione
di di
costi ricavi
SP
+ -
ratei ratei
attivi passivi
Sono valori di Stato patrimoniale che accolgono costi di competenza dell’esercizio relativi a rischi o spese futuri. Il
costo di competenza è denominato accantonamento e corrisponde al costo di competenza dell’esercizio.
L’accantonamento ha la funzione di non far ricadere quote di costi di competenza di esercizi precedenti sul Conto
economico di esercizi futuri.
Il fondo è uguale alla sommatoria degli accantonamenti rilevati in ogni esercizio.
Esempio1
Fondo manutenzione impianti
Il fondo manutenzione è un fondo spese (oneri) future, iscritto a SP-, e accoglie la sommatoria delle quote di costi per la
manutenzione di competenza dei vari esercizi
Il fondo manutenzione si forma anno per anno dalla sommatoria delle quote di accantonamento (costi di esercizio) rilevati al 31/12
in ogni CE riferito al periodo amministrativo di utilizzo dell'impianto (quota di costo= accantonamento a fondo)
Anno 1:
↓ ↓
CE SP
+ - + -
100 100
Anno 2:
Accantonamento a fondo manutenzione impianto: 150
+ 31/12 -
↓ ↓
CE SP
+ - + -
150 250
Anno 3:
Accantonamento a fondo manutenzione impianto: 50
+ 31/12 -
↓ ↓
CE SP
+ - + -
50 300
Anno 4:
Pagamento in data 1/10 dei servizi di manutenzione impianti per 300
+ 1/10 -
SP
+ -
La quota TFR è il costo di competenza dell’esercizio relativo alla remunerazione differita a favore dei
lavoratori dipendenti. La remunerazione complessiva finale è il debito TFR per l’impresa.
Esempio:
Anno1 Anno 2 Anno 3 Anno 4
CE+ Quota TFR 100 CE+ Quota TFR 200 Quota TFR 250 Il lavoratore recede dal contratto:
SP- Debiti TFR 100 SP- Debiti TFR 300 Debiti TFR 550 liquidazione del TFR per 550
Anno 1:
+ 31/12 -
↓ ↓
CE SP
+ - + -
Anno 2:
+ 31/12 -
↓ ↓
CE SP
+ - + -
200 300
Anno 3:
+ 31/12 -
↓ ↓
CE SP
+ - + -
Anno 4:
+ 1/1/T4 -
Debito TFR
+ -
550
550
Sono valori di Stato Patrimoniale e si riferiscono a scambi commerciali già effettuati per i quali però, alla chiusura
del periodo amministrativo, manca momentaneamente la documentazione necessaria (fattura) per la rilevazione
in contabilità generale.
Esempio:
+ 31/12 -
↓ ↓
CE+ SP-
Esempio 2:
+ 31/12 -
↓ ↓
SP- CE+
+ CE -
Acquisto Vendita
1000 500
SP
+ -
Fattura Fattura
da da
emettere ricevere
500 1000
5) Imposte
Le imposte sono di costi di competenza con manifestazione numeraria futura (le imposte si rilevano al 31/12, ma il
pagamento di esse dell’anno n avviene in T+1)
Esempio:
+ 31/12 -
↓ ↓
CE SP
+ - + -
imposte Deb. tributari
800 800
+ 31/12 -
Debito TFR
+ -
800
800
Esempio 1
1/09 pagamento anticipato di un premio di assicurazione annuale per 1800 euro.
Assicurazione (ven) a Banca (vfp) per 1800 euro.
Costo registrato 1800 euro (dal 1/09/t al 1/09/t1), ma costo di competenza unicamente dal 1/09/t al 31/12/t
Bisogna stornare dal 1/01/t al 1/09/t1 ovvero 8 mesi: (1800/12)*8= 1200 euro.
Bisogna togliere 1200 euro in quanto di competenza di n1 e non di n.
Risconto attivo (conto acceso ai costi sospesi - dare) a Assicurazione (rettifica di costo - avere) per 1200.
Esempio 2
2) Ammortamento
Quota di ammortamento [CE+]
Fondo di ammortamento [SP-]
Il fondo di ammortamento è la somma delle quote di ammortamento rilevate ogni anni sino al termine della vita
utile del bene (immobilizzazione materiale e immobilizzazione immateriale)
N.B. → L’ammortamento viene calcolato anche in % sul saldo del mastrino impianti (ovvero sul costo storico,
quindi se acquisto 800 e vendo 200 l’ammortamento sarà calcolato esclusivamente su 600 e non per giorni, solo
SUL SALDO).
FOCUS: LE IMMOBILIZZAZIONI
Immobilizzazioni immateriali (brevetti e licenze) sono soggette ad ammortamento
Immobilizzazioni materiali (fabbricati, impianti) sono soggette ad ammortamento
Immobilizzazioni finanziarie (titoli, partecipazioni) NON sono soggette ad ammortamento
Esempio:
Costi di acquisto impianto (costo storico) = 900
Durata economica (vita utile impianto) = 3 anni
La quota di ammortamento impianto è costante: 900/3= 300, quota annuale di ammortamento.
Valore netto contabile (costo storico – fondo ammortamento)
3) Rimanenze finali
Esempio:
+ 31/12 -
+ - + -
RF RF
1000 1000
Anno 2
CE2
+ -
RT
1000
4) Svalutazione crediti
Svalutazione crediti [CE+]
Fondo Svalutazione crediti [SP-]
La svalutazione individua quote di costo di competenza dell’esercizio legate al probabile mancato incassi di
crediti sorti nell’esercizio, quindi il fondo svalutazione crediti ha la funzione di evitare che costi di
competenza dell’esercizio ricadano su esercizi futuri.
I crediti nominali riguardano i crediti generati da fattura, mentre il fondo svalutazione crediti è dato dalla
sommatoria di quote di svalutazione in ogni periodo amministrativo, si calcola così il valore netto dei crediti
nominali dato dalla differenza da questi due (valore netto crediti = crediti nominali - sfondo svalutazione crediti)
La percentuale di svalutazione dei crediti viene calcolata sul saldo del mastrino crediti (come
l’ammortamento).
Esempio
Anno 1 crediti 1000, al 31/12 la svalutazione è pari a 100
Svalutazione crediti (ven) a Fondo svalutazione Crediti (avere) per 100
Anno 2: incasso crediti
Se riscuoto l’intera somma: 1/03: Cassa a crediti v/cl per 1000 (in SP avrò Fondo S.C. per 100 in passivo)
Se riscuoto 900: Cassa (vfa) 900, Fondo svalutazione crediti (vfa) 100 a Crediti c/cl 1000
Se riscuoto 800: Cassa (vfa) 800, Fondo svautazione Crediti (vfa) 100, perdita su crediti (ven) 100 a Cr v/cl 1000
Essa individua quote di costo di competenza dell’esercizio legate al valore minore rispetto al costo di acquisto
dell’investimento finanziario.
Svalutazione investimenti finanziari /titoli/partecipazioni a Fondo svalutazione Investimenti finanziari
Esempio
Acquisto titoli 1/09 per 1500, al 31/12 tali titoli valgono 1000 quindi vengono svalutati per 500
1/09: Titoli (ven pluriennali imm. Fin.) a Banca (vfp) per 1500
31/12: Svalutazione titoli (ven) a Fondo svalutazione Titoli per 500
6) Rivalutazione
Stato patrimoniale + [Il valore del bene da rivalutare]
Conto economico - [Rivalutazione+]
La rivalutazione individua le quote di ricavo (rivalutazione) al maggior valore del bene in SP+
Esempio:
Con la capitalizzazione dei costi si individuano costi da rinviare al futuro perché di competenza futura, iscrivendoli
a SP+. L’operazione si riferisce a costruzioni interne che verranno ammortizzate una volta che sono pronte all’uso:
impianto costruito internamente.
Esempio:
costruzione di un impianto in economia (all’interno dell’impresa)
Costi sostenuti per la produzione dell’impianto interno:
○ lavoro 50,
○ energia 100,
○ consulenza 50
31/12 Costruzione in economia (SP+) a Incremento lavoro in corso (ce avere) per 200
O se la costruzione è terminata
31/12 Impianto a incremento lavoro in corso (ce avere) per 200
Dal T+1 l’impianto verrà ammortizzato.
Esempio:
Lezione 6 Pagina 25
Esempio:
Determinazione del reddito di esercizio (CE) e del relativo capitale di funzionamento (SP)
10/02 acquisto di materie prime per 100 euro, pagamento dilazionato con bonifico bancario in data 10/04 80 e per il
resto in T1.
10 /02 Materie prime c/acquisti (ven) a debiti v/fornitori (vfp) per 100
15/11 vendita prodotti per 120, incasso in pari dati per 100 il resto verrà incassato in T1.
15/11 credito v/cliente (vfa) a merci c/vendite (vep) per 100
15/11 Banca (vfa) a credito v/cliente (vfp) per 100
FASE 2:
Lezione 6 Pagina 26
FASE 2:
CONTI VALORI + VALORI - SALDO + SALDO -
Capitale Sociale 700 700
Banca 100 560 460
Cassa 700 700
Materie prime c/acq 100 100
Debiti v/fornitori 330 600 270
Impianti 500 500
Credito v/clienti 120 100 20
Merci c/vendite 120 120
Salari e stipendi 50 50
Assicurazione 180 180
TOTALE 2080 2080 1090 1090
Rimanenze finali: 40
Materie prime (V accesa ai ricavi sospesi – dare) e Rimanenze finali (ce – avere) per 40
Svalutazione crediti: 20
Svalutazione crediti (ven) a Fondo svalutazione crediti (sp) per 20
TFR
TFR (ven) a Debito per TFR (vfp) per 15
Imposte: 30
Imposte (ven) a Debiti per imposte (vfp) per 30
Lezione 6 Pagina 27
Il bilancio secondo la normativa civilistica
venerdì 11 marzo 2016
LA REGOLAMENTAZIONE CONTABILE
La regolamentazione contabile italiana ha subito modifiche dall'1/01/2016:
- D.Lgs. 139/2015 in seguito recepimento Direttiva UE 2013/34 con conseguenti modifiche al codice
civile: cod. civ.: art. 2423 e segg.).Tali modifiche riguardano i principi contabili emanati
dall’Organismo Italiano di Contabilità (O.I.C.) (n. 27, con progetti di aggiornamento in corso)
Sono previsti tre modelli di bilancio:
○ c.d. ordinario
○ Abbreviato (art. 2435-bis c.c.)
○ Micro imprese (art. 2435-ter c.c.)
- D.Lgs. 127/1991 (recepisce Direttiva n. 349/1983) e D.Lgs. 139/2015: recepimento Direttiva UE
2013/34 e modifiche al D.Lgs. 127/1991. Tali modifiche riguardano i principi contabili emanati
dall’Organismo Italiano di Contabilità (ref.: O.I.C. n. 17 v. 2015)
Il D.Lgs. 38/2005 e succ. mod. riguarda il regolamento CE n. 1606/2002 e prevede l'introduzione nella
legislazione italiana dei principi contabili internazionali IAS/IFRS (Framework e standard operativi);
vengono inoltre individuate le società che devono o possono utilizzare gli IAS/IFRS.
NOME GENERALI
2427 e 2427 bis → nota integrativa
1 2428 → relazione sulla gestione
2429 → controllo bilancio
2435 bis → bilancio in forma abbreviata
Obiettivo Bilancio CLAUSOLA art. 2423 2345 ter → bilancio micro-imprese
Linee guida GENERALE
PRINCIPI CONTABILI
NORME PARTICOLARI
PRINCIPI CONTABILI
Sono principi economico-ragionieristici da impiegare nella predisposizione del bilancio a supporto delle scelte operative;
quindi possono essere definiti come l'insieme dei criteri, delle procedure, dei metodi e delle tecniche a supporto:
- contabilizzazione (scritture)
- valutazione (delle singole voci di bilancio)
- rappresentazione (nelle tavole di sintesi)
Comma 2
La CLAUSOLA GENERALE indica un principio di ordine superiore ovvero:
A) Rappresentazione veritiera
B) Rappresentazione corretta
C) Chiarezza
D) Obbligo di andare oltre la legge per garantire la completezza informativa e soddisfare così la
clausola generale [2423/3]
E) Rilevanza opzionale (non si deve mai applicare qualora dovesse andare contro la clausola
generale) [2423/4] → nuovo concetto introdotto dal D.Lgs. 139/2015
F) OBBIGLIO di non applicare la legge, quando in casi eccezionali si violerebbe la clausola
generale [2423/5]
a) Rappresentazione veritiera
La rappresentazione veritiera e corretta costituiscono obiettivo del bilancio, per essa si intende
credibilità e congruenza con la realtà.
Veritiero non significa vero, per la presenza in bilancio di valori stimati e congetturati.
Veritiero significa ammettere discrezionalità tecnica nelle valutazioni, ma non arbitrarietà.
Veritiero significa avere le competenze tecniche necessarie in fase valutativa.
Veritiero significa ottenere valori coerenti con la dinamica economica e la situazione aziendale
presente e futura.
b) Rappresentazione corretta
Si realizza attraverso:
○ il rispetto della normativa e dei principi contabili
○ la comunicazione non deve essere deviante e ciò si realizza con comportamenti in buona
fede e con la chiarezza espositiva
○ la correttezza in senso economico, per evitare rappresentazioni false della situazione
economica, patrimoniale e finanziaria dell’impresa.
c) Chiarezza
È il principio guida nella predisposizione del bilancio. Ciò significa porre i destinatari del
bilancio in condizioni di comprendere dal punto di vista formale (rappresentazione dei valori in
bilancio) e da un punto di vista sostanziale (processo di formazione dei valori) le modalità di
formazione del reddito di esercizio e del capitale di funzionamento, nonché le caratteristiche
della situazione economica, patrimoniale e finanziaria dell’impresa.
Vi sono quattro regole funzionali al raggiungimento e al miglioramento della chiarezza:
○ Il contenuto dello Stato patrimoniale e del Conto economico è rigido ed imposto dal
legislatore
○ Nel bilancio vi è la distinzione obbligatoria, indicata in nota integrativa (dal 2016), tra
valori della gestione ordinaria e i valori derivanti dalla gestione straordinaria (ossia legati
In nota integrativa le imprese devono illustrare i criteri applicativi per stabilire la rilevanza
delle voci di bilancio ammesse e delle relative informazioni ammesse; tutto questo nel rispetto
della clausola generale
f) Obbligo di non applicazione della disposizione di legge per garantire rispetto la clausola
Esempio: cambio piano regolatore comunale per causa esterna; ciò causa una rivalutazione del terreno che
passa da agricolo a edificabile
Terreno agricolo 1’000
Terreno edificabile 2’500
Variazione di 1'500 adeguamento valore in bilancio
NON deve essere applicato l'art. 2426, che riguarda, in tutti i suoi punti, i criteri di valutazione.
Se avviene (casi eccezionali) la deroga, allora vi è l'obbligo di dare informazioni aggiuntive in
Nota Integrativa sulla deroga ed esiste un vincolo alla destinazione degli utili derivanti dalla
deroga (per rispettare la clausola generale)
Esempio:
RIVALUZIONE BENE IMMOBILE in caso eccezionale: obbligo deroga 2426 per rispettare la clausola generale.
Informazioni in nota integrativa: motivazione della deroga e effetti economici e finanziari della deroga.
Vincolo alla destinazione utili da deroga.
Bene immobile 1'000 (costo acquisto), caso eccezionale 1'500, ammortamento 20%
Sp iniziale + immobile 1'000, Sp in corso d’anno + immobile 1'500, riserva valutazione sp- 500, Sp finale sp +
immobile 1200, sp - riserva libera 100 e riserva valutazione 400.
Sp annon2 sp + immobile 900, sp- riserva val. 300 riserva libera 200
Vendita bene immobile zero. Riserva vincolata/valutata zero, riserva utile 500
Esempio:
impianto (bene durevole) con costo storico 10'000 e Ammortamento 4'000; per cui: Valore Contabile 6’000
Il Valore Contabile di 6000 è sostenibile? economicamente corretto? Utile in futuro?
SI; valore netto congruo?
○ SI (ammortamento)
○ NO (se parziale)
NO; svalutazione totale del bene con riduzione del reddito
In Italia vi è un richiamo limitato al principio della prevalenza della sostanza economica sulla
forma giuridica. Un esempio tipico è la contabilizzazione del contratto di leasing finanziario.
Tale contratto (il leasing finanziario) è contabilizzato con il metodo patrimoniale nelle tavole di
Stato Patrimoniale e Conto Economico; tale metodo pone però l'accento sull'aspetto formale
del contratto. In Nota integrativa si devono dare tutte le informazioni relative alla
contabilizzazione del leasing in base al metodo finanziario; tale metodo evidenzia l'aspetto
sostanziale del contratto.
Esempio:
2423-bis/1,2
La prudenza si sostanza principalmente nel divieto di contabilizzare componenti positivi di redito
non realizzati anche se di competenza dell’esercizio e nella necessità di contabilizzare componenti
negativi di competenza anche se non realizzati ma di competenza dell'esercizio.
Vi è un'asimmetria di comportamento tra le rilevazioni di componenti positivi e negativi di reddito di
competenza. In Italia vi è la prevalenza del principio di prudenza sui principi di competenza e
realizzazione.
Esempio:
Titoli c/acquisto 1’000
31/12 1'200 a bilancio 1'000 (200 utile non realizzato)
31/12 800 a bilancio 800 (-200 perdita di competenza)
Esempio:
Il periodo amministrativo è fino al 31/12, ma l’approvazione della bozza del bilancio viene fatta al 31/3/t1 e
l’approvazione del bilancio dall’assemblea dei soci entro il 30/04/t1.
Al 23/04/t1 vengono svalutati crediti per l’anno t
15/03/t1 cliente fallisce svalutazione del 100%
25/03/t1 concordati preventivo rivedere svalutazione del 10%.
2423-bis/5
Il principio di prudenza comporta anche il divieto di compenso di partite, ovvero il divieto di
sommare tra loro valori relativi a componenti del patrimonio e del reddito aventi segno opposto (ad
esempio crediti con debiti, utili con perdite, costi con ricavi)
Il principio di prudenza è comunque subordinato alla clausola generale (la rappresentazione chiara
veritiera e corretta della situazione economica, patrimoniale e finanziaria dell'impresa); questo
comporta il divieto all'eccesso di prudenza
Esempio:
Cr v/cliente 1'000 possibilità parziale mancato incasso per 600 quindi 400 euro incasso stimato e 600 svalutazione al
31/12.
Tutte le svalutazioni > 600 sono vietate (eccesso di prudenza).
Esempio:
Magazzino A Costo 10'000 valore di mercato 8'000 bilancio 8’000
Magazzino B Costo 20'000 valore di mercato 23'000 bilancio 20’000
Rimanenze finali 28’000
PRUDENZA/REALIZZAZIONE
Anche la prudenza realizzazione richiama asimmetria nella rilevazione dei componenti positivo e
negativi di reddito.
In particolare i componenti positivi vengono rilevati se realizzati e di competenza mentre i
componenti negativi vengono rilevati anche se non realizzati ma sono di competenza.
Vediamo dunque che il principio di prudenza prevale su quello di realizzazione e di competenza.
CE +: componenti costo di competenza realizzati e non realizzati
CE -: componenti ricavo di competenza realizzati
Esempio:
RAPPORTO TRA REALIZZAZIONE PRUDENZA E COMPETENZA
TITOLI acquistati al valore di 1'000: si presentano 3 casi:
31/12 a) 1'000 variazione zero a bilancio 1’000
b) 800 variazione – 200 a bilancio 800
Rispetta realizzazione No, prudenza Sì, competenza Sì
c) 1'100 variazione +100 a bilancio 1’000
Rispetta realizzazione No, prudenza No, competenza Sì
Quindi poiché i titoli vengono rilevati per 1'000 si dimostra la prevalenza della prudenza rispetto agli altri principi.
Se il costo NON è correlabile al ricavo, sarà di competenza di esercizi futuri (Es: tutti gli
elementi attivi del capitale).
Il principio di competenza viene richiamato in modo implicito dal comma 2 dell'art. 2423-bis cod. civ.
il quale stabilisce che vengono contabilizzati solo gli utili di competenza realizzati alla data di
chiusura del bilancio.
Il principio di competenza viene richiamato in modo implicito dal comma 4 dell'art. 2423-bis cod. civ.
il quale stabilisce che vengono contabilizzati rischi e perdite di competenza dell’esercizio, anche se
conosciuti dopo la chiusura del bilancio.
Anche il principio di competenza è subordinato al principio di prudenza (gli utili sperati non
realizzati, anche se di competenza non vengono rilevati)
L'art. 2423-ter ha per oggetto le tavole di sintesi (stato patrimoniale e conto economico); tali tavole
sono tavole vincolate, hanno cioè una struttura rigida. Il legislatore prevede, negli articoli specifici
(2424 e 2425) un ordine classificatorio delle voci ben definito. Inoltre in Nota Integrativa vi deve
essere l’informazione relativa alle singole voci iscritte in bilancio osservando il divieto di compensi
tra partite.
Queste tre regole sono funzionali alla chiarezza e alla comparabilità tra le imprese nel tempo.
Valgono per tutte le imprese, salvo leggi speciali per banche e assicurazioni.
L'art. 2423-ter cod. civ. introduce eccezioni alla forma vincolata delle tavole.
A) Facoltà di suddivisione (nelle tavole) delle voci precedute da numeri arabi (Es: SP+ → B)
Immobilizzazioni II) Immobilizzazioni materiali 2)impianti a) inpianto di tipo w b) impianto di tipo XI)
B) Facoltà raggruppamento (nelle tavole) voci per importi irrilevanti, ma con dettaglio in Nota
Integrativa (Es: B) Immobilizzazioni II) Immobilizzazioni materiali 1'000 in N.I. vi dev'essere il dettaglio delle
imm. mat.)
C) Obbligo di aggiunta di voci nelle tavole
D) Obbligo di adattamento delle voce nelle tavole, per meglio rappresentare l'attività tipica
dell'impresa (funzionale alla chiarezza). Es1: Soc. trasp. Navale → immobilizzazione → flotta; Es2: Società
editoriali → immobilizzazioni immateriali → testate; Es3: Società Calcistica → immobilizzazioni immateriali →
diritti per prestazioni giocatori
Esempio:
Bilancio T: Ricavi 10'000 e sc. Pass. 3'000 che devono essere indicate separatamente.
Nel Bilancio T1 si decide, come imposto da legge, di indicare i ricavi al netto degli sconti, quindi
Bilancio T1: Ricavi 10'000 e sconti passivi 1'000.
Questo figurerà nella nota integrativa, in CE risulteranno ricavi per 7000 euro anno n e 9000 euro T1.
Per quanto riguarda il divieto di compenso tra partite previsti dal legislatore vi sono delle eccezioni:
1. IMMOBILIZZAZIONI al netto dei fondi ammortamento e (SP+)
2. CREDITI al netto del fondo svalutazione (SP+)
3. Ricavi e costi al netto di sconti e abbuoni (CE)
4. Magazzino al netto del fondo svalutazione magazzino (SP)
5. Rimanenze come differenza tra Rimanenze Finali e Rimanenze iniziali (CE)
a) LA FORMA
La tavola può presentarsi con forma a sezioni contrapposte (verticale) oppure con forma scalare (orizzontale)
Tra le due forme previste dalla IV Direttiva e poi dalla Direttiva 34/2013 il legislatore italiano ha scelto la forma più
aderente alla tradizione contabile: la forma a sezioni contrapposte
+ -
La forma a sezioni contrapposte ha una struttura vincolatala quale prevede diversi livelli di classificazione:
- Raggruppamento B) Immobilizzazioni
- Sotto raggruppamento II) Immobilizzazioni materiali
- Classe di valore (voce) 1) Terreni e fabbricati
- categoria analitica a) Fabbricato xx
ATTIVO PASSIVO
A) CREDITI V/SOCI A) PATRIMONIO NETTO (Apporto soci, risultato della
B) IMMOBILIZZAZIONE (investimenti durevoli) gestione)
I) IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI - CAPITALE SOCIALE
II ) IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI - RISERVE
III) IMMOBILIZZAZIONI FINANZIARIE - RISULTATO DI ESERCIZIO
C) ATTIVO CIRCOLANTE (investimenti disponibili) B) FONDI RISCHI E ONERI (Eventi futuri incerti
I) RIMANENZE dell’ammontare o nella data)
II) CREDITI C) TRATTAMENTO FINE RAPPORTO
III) ATTIVITA’ FINANZIARIE D) DEBITI
IV) DISPONIBILITA’ LIQUIDE - DEBITI COMMERCIALI
D) RATEI E RISCONTI ATTIVI - DEBITI FINANZIARI
E) RATEI E RISCONTI PASSIVI
TOTALE TOTALE
CONTI D’ORDINE in calce allo stato patrimoniale ABROGATI in Nota integrativa
Le informazioni su beni di terzi presso l’azienda, impegni, garanzie e passività potenziali sono fornite in nota
integrativa
Le voci dell’attivo sono classificate prima di tutto in base alla destinazione economica, questo è il criterio di
primo livello che prevale sul criterio finanziario (detto anche di secondo livello).
Il criterio finanziario è quindi subordinato al primo.
Nel passivo non compaiono i fondi rettificativi dell’attivo (fondi ammortamento/fondi svalutazione); inoltre per
alcuni debiti non è immediatamente evidente la natura commerciale/finanziaria
Bisogna tenere in considerazione che la IV direttiva CEE prevedeva due opzioni per natura (quello
adottato) e per destinazione. La classificazione per natura individua il legame diretto tra l’operazione
rilevata e la sua natura economica mentre nella classificazione per destinazione assume rilevanza la
funzione economica nella quale il fattore produttivo è utilizzato
Riguarda:
Ricavi di vendita (destinazione il mercato)
Variazione del magazzino dei prodotti finiti, semilavorati e lavori in corso (destinazione il magazzino):
RIMANENZE FINALI - RIMANENZE INIZIALI
Incrementi per lavori interni o in economia (costruzioni interne)
Altri ricavi (voce residuale ad esempio fitti attivi)
Riguardano
Acquisto materie prime, sussidiarie
Costi per servizi
Costo godimento beni di terzi
Costo per lavoro
Ammortamenti e svalutazioni
Riguardano:
svalutazioni
rivalutazioni
di attività finanziarie derivanti dal processo di valutazione di fine periodo
IL D.Lgs. 139/2015
L'art. 2425-ter stabilisce che dal rendiconto finanziario devono risultare, per l’esercizio a cui è riferito
il bilancio e per quello precedente, l’ammontare e la composizione delle disponibilità liquide (come
risorsa), all’inizio e alla fine dell’esercizio, ed i flussi finanziari (le cause generatrici di variazione di
risorse o le fonti/gli impieghi delle risorse) dell’esercizio derivanti dall’attività operativa.
La forma del Rendiconto Finanziario è libera; la struttura (contenuto) invece deve evidenziare i flussi
operativi, d'investimento e di finanziamento, più i valori iniziali e i valori finali della risorsa.
OIC 10
Il principio contabile OIC 10 è di recente approvazione; esso pone la liquidità come unica risorsa di
riferimento, stabilisce per la forma un unico modello in forma scalare e una struttura coerente con la
previsione del D.Lgs. 139/2015.
Il principio OIC 10 si basa quindi su principi contabili internazionali, prevede un'elevata oggettività,
un contenuto condiviso ed è caratterizzato da una semplice interpretazione dei flussi elementari
(fonti o impeghi).
LA RISORSA DI RIFERIENTO
La risorsa di riferimento per il Rendiconto Finanziario è la liquidità; esistono tuttavia due livelli di
liquidità:
- Liquidità immediata
○ denaro e valori in cassa/assegni
○ depositi bancari
○ depositi postali
- Liquidità netta (più usata)
○ differenza tra liquidità immediata e liquidità negativa
LA FORMA
La forma prevista dal principio OIC 10 per il Rendiconto Finanziario è quella scalare, la quale deriva
dalla determinazione di risultati parziali e/o intermedi.
Esiste però possibile utilizzare anche la forma a sezione contrapposte la quale evidenzia le
connessioni tra impieghi e fonti derivanti dalla medesima gestione.
LA STRUTTURA (CONTENUTO)
Il metodo diretto per calcolare il flusso finanziario della gestione operativa prevede che si faccia la
somma algebrica tra
+ Ricavi netti (valore positivo)
- Costo del venduto finanziario (valore negativo);
si ottiene così il flusso economico, che coincide con la liquidità potenziale
Il flusso monetario rappresenta l'effettivo flusso di liquidità; esso è dato dalla somma algebrica del
+ Flusso finanziario della gestione operativa (flusso potenziale)
+ Variazioni decrementative dell'attivo corrente
‒ Variazioni incrementative dell'attivo corrente
+ Variazioni incrementative del passivo corrente
‒ Variazioni decrementative del passivo corrente
Esempi di attivo corrente sono i crediti v/clienti, il magazzino, i ratei e risconti operativi (su
affitti/canoni/premi assicurazione); esempi di passivo corrente sono i fornitori gestione corrente, gli
anticipi gestione corrente ed i debiti v/enti previdenziali.
CONSIDERAZIONI DI SINTESI
Il rendiconto finanziario, come le altre tavole di sintesi, deve essere completato da informazioni di
commento (composizione risorsa, criteri per determinarla, interpretazione dei risultati) di norma
assenti. È inoltre necessaria una comparazione temporale, vi è la necessità di riclassificazione e vi è
l'esigenza di costruzione del rendiconto finanziario in fase di analisi di bilancio.
Aspetti generali
I criteri di valutazione sono regole operative per attribuire un valore alle singole attività e passività di
stato patrimoniale; il criterio di valutazione base (per quanto riguarda l'Italia) è il costo. Esistono due
categorie di costo:
- I costi di acquisto
- I costi di produzione
Il costo è il valore di riferimento nelle operazioni di bilancio ed è coerente con il principio della
prudenza ovvero il valore massimo attribuibile ad un bene.
Vi sono altri criteri che possono generare valori maggiori del criterio dei costi:
a) criterio del patrimonio netto che viene utilizzato nelle valutazioni delle partecipazioni cr
imprese collegate e controllate e che costituiscono immobilizzazioni finanziarie. Il criterio
consiste nel valutare la partecipazione in base al valore del Patrimonio Netto della partecipata.
È un criterio opzionale al costo.
b) criterio della percentuale di completamento che si applica nella valutazione dei lavori in corso
su ordinazione e consiste nel valutare i lavori considerando costi sostenuti e ricavi previsti in
base alla competenza economica. È un criterio opzionale al costo.
Altri criteri che servono per verificare la congruità di una valutazione effettuata in base al criterio del
costo; sono quindi criteri con funzione di controllo, ciò significa che vengono utilizzati quando si
presume necessaria una svalutazione dei beni oggetto di valutazione. Tali criteri sono:
c) criterio del presunto valore di realizzo per valutare la congruità delle rimanenze, dei titoli e dei
titoli e crediti
d) criterio del valore d’uso per valutare le immobilizzazione materiali e immateriali
Sintesi dei criteri di valutazione ammessi dalla normativa italiana (art. 2426):
- Criterio di costo → criterio principale
- Criterio del patrimonio netto
- Criterio della percentuale di completamento
- Criterio del presunto valore di realizzo
- Criterio del valore d'uso
- Criterio del fair value
Definizione
Le immobilizzazioni materiali sono:
- fattori produttivi ad utilizzo durevole
- beni tangibili
- in prevalenza beni strumentali all’attività tipica dell’impresa
Quindi sono beni che presentano un forte vincolo con il processo produttivo e questa è una
caratteristica molto rilevante in fase valutativa.
Tipologie
1. Terreni e fabbricati
- i terreni non sono ammortizzati
- fabbricati strumentali o non strumentali
- pertinenze: costruzioni leggere
4. Altri beni
- automezzi
- utensili e macchine d’ufficio
- mezzi di trasporto interno
- mobili
- imballaggi
PROBLEMI VALUTATIVI
Esempio:
costi di impianti pari 1'000, oneri per il collaudo 200 e il valore di primo iscrizione sul bilancio è 1'200 euro
che è anche il valore da ammortizzare.
b) In caso di apporto o conferimento dei soci il valore originario o valore economico del bene è
c) In caso di costruzione interna il valore originario o il valore economico del bene è dato dal
costo di produzione; il costo di produzione è dato [art. 2426 cod. civ.]:
○ Costi diretti, ovvero quei costi direttamente imputabili al bene (esempio: costo di
materie prime)
○ Quote di costi indiretti, ovvero costi relativi a fattori produttivi strettamente ma non in
modo univoco legati al bene in costruzione. Il legame deve essere dimostrabile. I costi
vengono ripartiti sulla base di ipotesi
○ Oneri finanziari*
Tali costi devono essere riferiti al costo di produzione del bene
Sono esclusi i costi amministrativi, costi generali e costi commerciali perché non sono
strettamente legati alla produzione del bene.
Quindi nel costo di produzione vi sono i costi dell'area produttiva più oneri finanziari i base a
determinate caratteristiche
Gli *oneri finanziari: nel costo di produzione possono essere compresi gli oneri finanziari alle
seguenti condizioni: deve esistere un legame diretto con il bene in costruzione.
Questo legame è presente se:
a) esiste da un punto di vista temporale congruenza tra tempo di produzione e durata
del debito finanziario;
b) esiste coincidenza tra durata del periodo di produzione del bene e disponibilità del
finanziamento
Inoltre l'art. 2426 stabilisce che vi è possibilità di capitalizzazione di oneri finanziari fino a
quando il bene è pronto all’uso
Esempio:
Se all’inizio dell’anno t il bene è pronto all’uso, la capitalizzazione dei costi si ha nell’anno t -1 e nell’anno n si
inizia ad ammortizzare il bene.
Gli oneri finanziari possono essere considerati oneri accessori nel caso di acquisto esterno?
(ovvero possiamo capitalizzare gli interessi passivi di un mutuo usato per acquistare un bene
da un fornitore?)
○ interpretazione restrittiva della norma: NO
○ interpretazione permissiva: SÌ (solo con riferimento agli acconti)
a) AMMORTAMENTO
b) SVALUTAZIONE
c) RIVALUTAZIONE
A) AMORTAMENTO
Secondo la teoria economico-aziendale l'ammortamento è il processo con il quale si effettua la
ripartizione del valore di un bene (immobilizzazione materiale e immobilizzazioni immateriali)
sulla sua durata economica.
1. valore di recupero
Il valore di recupero è il valore emergente alla fine della vita economica del bene, ovvero
in fase di cessione.
Il valore di recupero si considera quando:
è un valore rilevante
è elevata la probabilità di realizzazione
esiste la ragionevole certezza nella determinazione della sua entità
In caso contrario (se manca anche solo una di queste condizioni) il valore di recupero è
zero.
Nella maggior parte dei casi il valore di recupero è uguale a zero e quindi:
valore da ammortizzare = valore originario-valore di recupero
4. criteri di riparto del valore nel tempo (valore da ammortizzare = valore originario - valore
di recupero) ovvero modalità attraverso le quali si distribuisce il valore da ammortizzare
sulla durata economica del bene.
Esempio:
Impianto valore da ammortizzare 1'000, durata economica 10 anni
Quote costanti 10% (100/10 anni)
Quote crescenti ad esempio il 5% e poi aumento la percentuale lungo la quota
economica
Quota decrescenti ad esempio 20% e poi diminuisco lungo i 10 anni
Esempio1
Valore da ammortizzare 100'000; durata economica 5 anni = 2'500 h di lavoro.
Anno t = l’impianto ha lavorato 150 h. il criterio riparto è uguale alle ore di lavoro per
anno.
Parametro = ore di lavoro 100'000 *150 /2'500 = 6'000 (quota di ammortamento anno
t).
Esempio 2
Diritti televisivi (immobilizzazioni immateriali) di 1'000 e durata economica 3 anni.
I diritti televisivi sono strettamente collegati ai ricavi pubblicitari.
I ricavi pubblicitari sono così ripartiti: 1 anno 80%, 2 anno 10%, 3 anno 10%
Calcolare la quota di ammortamento applicando il criterio di riparto che più rispetta la
correlazione costi e ricavi. (se usassi criterio aritmetico: 33% in quanto ripartisco in 3
anni)
Secondo il criterio economico che è in relazione ai ricavi pubblicitari, ovvero ammortizzo
al 80% anno 1, 10% anno 2 e 10% anno 3.
In questo caso il criterio economico corrisponde al criterio aritmetico con quote
decrescenti.
B) SVALUTAZIONE
La svalutazione è la seconda causa di modificazione del valore originario (problemi valutativi).
La svalutazione (art. 2426 comma 3 cod. civ.) avviene se vi è una perdita di valore di un bene
(immobilizzazione materiale o immateriale). Si applica quando il valore economico del bene
risulta, a fine esercizio, DUREVOLMENTE inferiore al valore netto contabile del bene stesso
(valore netto contabile = valore di prima iscrizione (o costo storico) – fondo ammortamento).
Il momento in cui si verifica la congruità del valore del bene è la chiusura dell'esercizio (es.
31/12).
Il confronto al 31/12 avviene tra:
○ valore economico (valore di mercato oppure valore d’uso)
○ valore netto contabile
se il valore economico è inferiore al valore netto contabile e la differenza rappresenta una
Esempio:
Impianto al 31/12 che ha valore economico di 1'000, il suo valore netto contabile 1200 (1’500 -300)
La variazione di 200 (1’000-1'200) è durevole?
- NO: non si svaluta e quindi il bene è inserito a 1’200
- SI: obbligo di svalutazione pari a 200 e quindi il bene è inserito a 1’000
N.B. La svalutazione è l’unica modalità di riduzione di valore per i beni a durata NON limitata
nel tempo, ad esempio i terreni.
Esempio
Anno t svalutazione di 400
Anno t+1 rivalutazione al massimo di 400
2. Si calcola a seguito di un utilizzo ordinario del bene 2. Si calcola a seguito di eventi non previsti
(immobilizzazione materiale o immateriale)
3. Si calcola in base ad un piano specifico (piano di 3. Fa riferimento al valore economico del bene da
ammortamento) confrontare con il valore netto contabile (si valuta se la
variazione di prodotto è durevole)
3) RIVALUTAZIONE
La rivalutazione è la terza causa di modificazione del valore originario. Si applica alle
immobilizzazioni immateriali (ad eccezione dell'avviamento)
Riferimenti civilistici:
a) art. 2426 comma 3 → ripristino di valore
b) artt. 2423, 2423-bis
c) norme particolari sulla rivalutazione.
2. Costi di RIPARAZIONE sono azioni finalizzate a ripristinare la capacità operativa del bene.
Inseriti a Conto Economico +
DEFINIZIONE E TIPOLOGIE
Le immobilizzazioni immateriali sono costi relativi a fattori produttivi pluriennali che non possiedono
il carattere della fisicità.
3) AVVIAMENTO
B.I.5 → avviamento
B) Costi di sviluppo
Sono costi sostenuti per attività finalizzate a sfruttare economicamente un'innovazione (di
prodotto o di processo).
Condizioni per la capitalizzazione dei costi di ricerca applicata e dei costi di sviluppo:
○ attività identificate: l’attività deve essere riconducibile a nuovi prodotti o processi
specifici;
○ fattibilità di realizzazione: tecnica, finanziaria e economica: il prodotto o processo nuovo
deve portare a margini positivi ovvero ricavi > costi.
Condizioni specifiche di iscrizione degli ONERI PLURIENNALI a Stato Patrimoniale [art. 2426/5]
Possibilità di capitalizzarli con il consenso del collegio sindacale che è un organo di controllo la cui
presenza in azienda è stabilita per legge in funzione della capitalizzazione dell’impresa.
Se i costi non vengono capitalizzati essi vengono inseriti in Conto Economico+ (sono un costo)
Problemi valutativi:
○ Acquisto esterno → costo di acquisto + oneri accessori
○ Produzione interna → costo di produzione (che deriva dal costo relativo all’attività di
ricerca e sviluppo che si è svolta a monte del brevetto)
○ Acquisto della diponibilità a titolo di utilizzo → fase iniziale in cui il costo viene
capitalizzato a SP+
LICENZE: autorizzazioni per l’utilizzo di un bene privato o per lo svolgimento di una certa
attività. La licenza deriva da un provvedimento di natura privata; solo in certi casi i
provvedimenti possono avere natura pubblica.
Problemi valutativi:
- Valore originario: inserite al costo di acquisto più oneri accessori
- Modifica del valore originario:
ammortamento → a quote costanti e durata corrispondete alla durata temporale
dell’autorizzazione,
svalutazione → se il valore economico è minore del valore netto contabile
durevolmente; questo si verifica quando le cause esterne modificano riducendo il
valore della concessione e licenza;
rivalutazione → è molto rara e utilizzata solo per il ripristino valore.
MARCHI: segno distintivo (di una impresa, prodotto) con riconoscimento giuridico.
Deve essere depositato per ottenere il riconoscimento e quindi la tutela giuridica
Quella dei DIRITTI SIMILI è una categoria residuale e riguarda: l'indirizzario clienti e le
conoscenze specifiche non brevettate.
Problemi valutativi:
- Valore originario: inserite al costo di acquisto più oneri accessori
- Modifica del valore originario:
ammortamento → a quote costanti e durata corrispondete alla durata temporale
dell’autorizzazione,
svalutazione → se il valore economico è minore del valore netto contabile
durevolmente; questo si verifica quando le cause esterne modificano riducendo il
valore della concessione e licenza;
rivalutazione → è molto rara e utilizzata solo per il ripristino valore.
○ costi sostenuti su beni di terzi non autonomi (ad esempio le ristrutturazioni su immobili
in locazione)
○ Software
PROBLEMI VALUTATIVI:
Valore originario: costo di acquisto + oneri accessori o costo di produzione
Modificazione del valore:
□ Ammortamento: in genere a quote costanti lungo durata economica
□ Svalutazione: se il valore economico < valore netto contabile durevolmente
□ Rivalutazione: solo per ripristino valore
AVVIAMENTO (3)
L'avviamento è la capacità di un'impresa o di un gruppo di imprese di produrre redditi in misura
superiore a quelli "ordinari" rispetto al settore di appartenenza.
È quindi l'insieme di risorse intangibili non identificati in modo specifico (come ad esempio
l'immagine, la reputazione, ecc.)
L’avviamento viene iscritto in Stato Patrimoniale tra le immobilizzazioni immateriali (SP+ → B.I.5)
In bilancio viene rilevato solo l'avviamento acquisito a titolo oneroso per l'acquisto di aziende o rami
d'azienda.
Vi è il divieto di contabilizzare in bilancio il proprio avviamento (avviamento interno)
Esempio
Tot attività di una azienda – totale passività della stessa azienda (escluso PN) a valori correnti è 1'700, ma il prezzo di
acquisto è 2'000 quindi il maggior valore dato all’azienda è 300 che è l’avviamento.
PROBLEMI VALUTATIVI:
Valore originario: costo di acquisto
Modificazione del valore:
□ Ammortamento: avviene in base ad un piano d'ammortamento (generalmente a
quote costanti) ed ha una durata pari alla vita utile stimata; se ciò non è possibile
l'ammortamento ha una durata massima di 10 anni.
In ogni caso in nota integrativa è necessario dare informazioni sulla durata
dell'avviamento
□ Svalutazione: SOLO se valore economico minore del valore netto contabile
durevolmente
□ NO RIVALUTAZIONE
Il leasing finanziario può essere stipulato sia sulle immobilizzazioni materiali che sulle
immobilizzazioni immateriali
Con il leasing finanziario, vi è il trasferimento al locatario della maggior parte dei benefici e dei rischi
legati al bene oggetto di leasing.
Al termine del contratto vi è la possibilità di riscatto del bene (proprietà del bene).
È necessario distinguere:
1. natura giuridica del contratto:
○ locatore (proprietario)
○ locatario (utilizzatore del bene)
2. natura economica del contratto
○ locatore (finanziatore)
○ locatario (finanziario).
La modalità di contabilizzazione
- Ha una visione giuridica del contratto (metodo patrimoniale): in stato patrimoniale e conto
economico;
- Ha una visione economica del contratto (metodo finanziario): in nota integrativa
In Italia si usa il metodo patrimoniale nelle tavole, mentre il metodo finanziario in Nota Integrativa.
INVESTIMENTI FINANZIARI
Gli investimenti finanziari vengono raggruppati in SP+ in due voci:
- Immobilizzazioni finanziarie (B.III)
- Attività finanziarie (C.III)
Vi sono diverse motivazioni alla base delle scelte di investimento che portano a diversi riflessi contabili.
Criteri di classificazione:
SI utilizza il criterio gestionale: la classificazione degli investimenti finanziari avviene in base alla destinazione econom ica
(motivazione legata all’investimento).
Esse vanno classificate in:
- Immobilizzazioni finanziarie, se gli investimenti hanno caratteristiche di destinazione durevole delle risorse
(investimento strategico)
- Attività finanziarie, se gli investimenti presentano caratteristiche di destinazione temporanea delle risorse
(investimento specifico).
Esempio:
• Partecipazioni in B al 90%:
• investimento strategico per l’attività tipica B III
• investimento temporaneo speculativo, vendita entro 12 mesi C III
• Partecipazioni in B al 20%:
• investimento strategico per l’attività tipica B III
• investimento temporaneo speculativo, vendita entro 12 mesi C III
• Titoli di stato scadenza 8 anni:
• destinazione durevole B III
• destinazione temporanea C III
Definizione specifica delle prime 3 categorie di investimento finanziario (crediti finanziari: rinvio al criterio di
valutazione del costo ammortizzato)
A) Partecipazioni
A1) partecipazioni in imprese controllate
A2) partecipazioni in imprese collegate
A3) partecipazioni in imprese controllanti
A4) partecipazioni in imprese sottoposte la controllo delle controllanti
A5) partecipazioni in imprese in altre imprese
B) Titoli
C) Azioni proprie (figurano in Patrimonio Netto con riserva specifica negativa)
Nella definizione di influenza notevole vi è una presunzione di legge: il legislatore considera imprese collegate quando la
quota partecipativa di A in B è maggiore o uguale di 20%. La percentuale scende al 10% (come soglia minima) nel caso in
cui le collegate (impresa B) siano imprese sono quotate.
Riferimenti legislativi per le attività finanziarie (nell’attivo circolante: partecipazioni, titoli, azioni proprie).
- art. 2426/9 → in prima iscrizione il valore originario è uguale al costo di acquisto + oneri accessori mentre nelle
iscrizioni successive la modifica del valore originario avviene al minore tra costo di acquisto e valore di
realizzazione sul mercato. Quindi per le attività finanziarie quando il valore di mercato è inferiore al valore del
titolo avviene sempre la svalutazione: non è necessario che la perdita sia durevole.
Un'ulteriore causa di modifica del valore originario è la rivalutazione per ripristino di valore.
Esempio:
valore immobilizzazione finanziaria nel tempo
Acquisto t 1'000
Valore negli anni: t1 800, t2 700, t3 1’100
In BILANCIO
T: 1'000,
T1 valuto a 800 iscrivendo che il 200 di perdita è di natura durevole oppure la iscrivo a 1'000 perché valuto la perdita di 2 00 come
temporanea (non ci sono paletti che la indicano durevole).
T2: valutata 700 se la svalutazione di 300 è durevole oppure a 1'000 se considerata temporanea (ma visto che è il secondo ann o che
ho svalutazione, è più corretta valutarla 700)
T3: se si riputa che le cause della svalutazione persistono allora le valuto a 700, oppure se le cause sono venute meno
le iscrivo a 1'000.
FOCUS:
A) Concetto di svalutazione durevole
B) Determinazione del valore di svalutazione
a) Svalutazione durevole
Per determinare quando avviene la perdita durevole di valore bisogna studiare le relazioni tra il valore del titolo e
il patrimonio netto dell’emittente.
In particolare è necessario ricercare le cause economiche che vengono definite rilevanti e gravi collegando il valore
dell’immobilizzazione finanziaria con le condizioni finanziarie dell’emittente.
Le cause possono essere:
• Esterne all'emittente (crisi di settore, di economia generale o evoluzione tecnologica elevata)
• Interne all’emittente: (eccessivo indebitamento, perdite di esercizio ripetute, difficoltà sul mercato di
sbocco, impianti obsoleti, ecc.)
Per determinare come tali cause si riflettono sul valore di riferimento bisogna determinare il valore oggetto della
svalutazione (B)
Esempio
Nell’anno t vengono acquistate partecipazioni in B di 1'000, e il suo patrimonio netto è 1'000.
Nell’anno t4 il patrimonio netto di B è 600: analisi delle cause del minor valore e se la perdita di 400 è durevole si svalut a a SP+ 600.
Titoli non quotati: bilancio dell’emittente e si controlla la variazione del P<t dell’emittente, capacità di reddito, indebit amento,
situazione di liquidità.
La legge (art. 2426/3 cod. civ.) introduce una particolarità che riguarda la valutazione al costo delle immobilizzazioni
Esempio
A possiede l’80% del capitale di B allora A decide di valutare B al costo per un valore di 1'000.
Se A costruisce il BILANCIO CONSOLIDATO è necessario confrontare la valutazione della partecipazione in B con i 2 metodi poss ibili:
- al costo 1’000
- al Patrimonio netto 900
Il legislatore permette l’iscrizione nel bilancio di esercizio di A della partecipazione in B al valore di 1'000 (costo) solo con adeguate
informazioni in Nota Integrativa che giustificano il maggior valore rispetto al metodo del patrimonio netto.
OPPURE
Se A NON costruisce il bilancio consolidato, il confronti avviene tra valutazioni della partecipazioni di B al costo e la fra zione di patrimonio
netto di B.
B al costo è 100, al patrimonio netto 1'000.
La frazione al patrimonio netto (1'000 *80%) è 800. Il legislatore permette l’iscrizione della partecipazione in B a 1'000 co n informazioni in
nota integrativa per giustificare il maggior valore.
Se la partecipazione in B viene valutata al costo ha un valore minore rispetto al metodo del patrimonio netto.
NON vi sono obblighi informativi.
Costo 1'000 registro questo senza informazioni in N.I.
Frazione PN 1’700
Metodo PN 1’600
Ratio: principio della prudenza per evitare una ingiustificata sopravvalutazione dell’attivo.
ESEMPIO introduttivo al criterio del Patrimonio Netto e di sintesi sul il Criterio del costo
- Acquisto da parte di A di partecipazioni in Patrimonio netto di B anno t = 200
controllate per l'80% di B (A 80% di B)
- Costo acquisto di B nell'anno t = 160 PN di B 31/12/t 230
- Al 31/12/t B ha conseguito un utile di 30 PN al 31/12/t1 250
- In T1 vengono distribuiti dividenti per 20
- Al 31/12/t1 B realizza un utile di esercizio di 40
t Partecipazioni Partecipazioni
finanziarie controllate finanziare controllate
160 160 (200*80%)
In caso di perdita di esercizio in B il PN di B diminuisce; allora se si valuta al costo il valore della partecipazione
diminuisce se la perdita è durevole; invece in caso si valutazione al Patrimonio Netto il valore della partecipazione
diminuisce perché il valore della frazione di patrimonio netto diminuisce
Sul criterio del costo nel caso di partecipazioni in controllate e collegate (immobilizzazioni finanziari) vi sono:
• Vantaggi:
○ semplicità applicativa
○ il costo rappresenta il valore originario degli scambi (poiché rappresenta il valore originario dello scambio)
○ permette la misurazione del ritorno diretto sull'investimento
• Svantaggi:
○ il criterio di costo determina un valore solo in parte dipendente dalla dinamica economica della partecipata
(perdita durevole)
○ non è possibile collegare secondo competenza il valore della partecipazione con i risultati economici della
partecipata
Il criterio del PN permette il collegamento tra valore della partecipazione e il valore del PN della società partecipata. Il
presupposto per applicare il metodo del PN è il legame tra partecipata B e partecipante A.
Il criterio del Patrimonio Netto è opzionale al costo nella valutazione di partecipazione in controllate e collegate
(immobilizzazioni finanziarie)
Il criterio del PN (più preciso rispetto al metodo del costo) permette di collegare il valore della
partecipazione con il PN della partecipata
L'art. 2464/4, nel primo paragrafo, introduce regole di comportamento in sede valutativa; in
particolare dispone che:
○ bisogna tenere conto dei dividenti distribuiti dalla partecipata
○ bisogna effettuare le rettifiche tipiche del bilancio consolidato
Esempi
1) distribuzione di dividenti da parte della controllata/collegata; quindi diminuiscono il PN e quindi il
valore della partecipazione nella controllata/collegata
2) ammortamento sull’avviamento; dove diminuiscono il PN e quindi il valore della partecipazione nella
controllata/collegata
3) rettifiche degli utili infragruppo; dove la partecipante controlla il 100% della controllata/collegata e (la
partecipante) al 31/12 detiene tutti i prodotti in magazzino; è quindi necessario eliminare gli utili
infragruppo per non contabilizzarli due volte:
nel valore delle rimanenze finali (SP+)
nel valore delle partecipazioni in B (SP+)
Prima applicazione:
In prima iscrizione del valore della partecipazione nella contabilità della partecipante
bisogna confrontare il costo di acquisto della partecipazione nella controllata/collegata
con la frazione del PN della controllata/collegata; si possono avere varie situazioni:
1) costo acquisto > frazione di PN, a causa:
□ di un cattivo affare
□ di un avviamento oppure di un maggior valore corrente delle attività della
controllata/collegata
2) costo acquisto = frazione di PN, non va fatta alcuna operazione
3) costo acquisto < frazione di PN, non vi sono obblighi informativi particolari
□ per un buon affare → la differenza va a riserva non disponibile del PN)
□ future perdite previste nella controllata/collegata → la differenza va a fondo
rischi e oneri: SP-)
Applicazioni successive:
Nelle applicazioni successive il valore della partecipazione iscritta nel bilancio della
partecipante è dato dal confronto tra il valore iniziale di iscrizione e il valore della
frazione di PN della controllata/collegata al termine dell’esercizio, considerando le
rettifiche per la costruzione del bilancio consolidato (metodo complesso nelle
applicazioni successive)
Esempio:
Fasi successive di applicazione del metodo del Patrimonio netto e vi deve essere confronto tra valore
in prima iscrizione e frazione del patrimonio netto di B di fine periodo considerando le rettifiche
tipiche del bilancio consolidato.
Caso 1:
Valore iniziale: 700, frazione di PN (dopo rettifiche bilancio consolidato): 500 quindi variazione: - 200
Al 31/12 svalutazione partecipazione a partecipazione 200
SPA : 500, CEA in costi 200
Dal punto di vista contabile il metodo patrimoniale è uguale al metodo integrale
Caso 2:
Valore iniziale: 700, frazione di PN (dopo rettifiche del bilancio consolidato): 900, variazione: + 200
Se si usa il metodo patrimoniale (NON PIÙ IN VIGORE):
al 31/12 partecipazione (SP+) a riserva non disponibile (SP-): 200
Non si registra nulla in conto economico
Se si usa il metodo integrale considerando che B distribuisce 120 di dividendi verso A quindi A ha un
utile finale di 320 (formato da 200 per rivalutazione e 150 come differenza di altri ricavi e costi)
al 31/12 partecipazione (SP) a rivalutazione (CE) per 200
CEA → Costi 100; Ricavi 250 + rivalutazione 200 = 450; Utile 450-100= 350
SPA → +: partecipazione 900; -: riserva disponibile 150; +: riserva non disponibile 200
La divisione dell’utile nelle due riserve avviene in sede di approvazione del bilancio
Anno t1:
Al 31/12/t1 quanto vale la partecipazione di B? confronto tra valore iniziale (625) con frazione del PN
di B considerando le rettifiche da bilancio consolidato.
In B si ha un utile pari a 400 – dividendi a 100 – utile infragruppo 120 = variazione PN di B 180 e la
quota di partecipazione di A è 25% quindi +45 a cui bisogna togliere la quota di ammortamento
sull’avviamento (200/4) inglobato nel valore della partecipazione quindi si ha una variazione negativa
di 5.
31/12 anno t1
Svalutazione partecipazione (CE) a partecipazione (SP) per 5
In SP si ha una partecipazione dal valore di 620.
DEFINIZIONE
Le rimanenze di magazzino identificano processi economico produttivi in corso (a fine periodo
amministrativo).
La valutazione comporta la determinazione del valore dei beni esistenti in magazzino o in fase di
realizzazione alla data di chiusura del bilancio.
Dal punto di vista contabile nel conto economico si ritrovano nei costi le esistenze iniziali, mentre nei
ricavi le rimanenze finali. Le rimanenze finali sono anche investimenti e quindi si trovano nelle
attività dello Stato patrimoniale al 31/12/t e si ritrovano nel conto economico t+1 come esistenze
iniziali.
TIPOLOGIE
Contabilmente ci si trova nell’attivo circolante, nella voce rimanenze e quindi SP+
1) MATERIE PRIME: sono beni destinati alla trasformazione fisica.
Tra le materie prime sono inoltre comprese e le materie sussidiarie (imballaggi) e le materie di
consumo (carburante). Le materie sussidiarie e di consumo sono beni di supporto al processo
di produzione e vendita.
2) PRODOTTI IN CORSO DI LAVORAZIONE: beni intermedi al processo di produzione (beni senza
un mercato di riferimento).
3) LAVORI IN CORSO SU ORDINAZIONE: beni in costruzione relativi a commesse esterne
pluriennali; hanno bisogno di una valutazione specifica.
4) PRODOTTI FINITI: beni ottenuti internamente a seguito del processo produttivo di
trasformazione fisica. Sono beni destinati alla vendita.
Nei prodotti finiti vi sono merci ovvero beni acquistati all’esterno destinati alla vendita.
5) ACCONTI: somme di denaro versate ai fornitori di beni classificate tra le rimanenze.
In sintesi:
Esempio:
Confronto tra i tre diversi criteri di valutazione del magazzino (rimanenze finali)
ricavi finali t1 = 1'000
in t1 il lavoro pluriennale (commessa) è concluso
costi sostenuti nell’anno t = 600
costi nell’anno t1 = 100
margine atteso = 300 (1’000-700)
Analizziamo la valutazione:
1. criterio del costo: rimanenze finali 600 anno t
2. criterio del ricavo netto previsto: (1'000 – 100 costi futuri) = 900
3. criterio della scissione margine in formazione (1’000*85,7%) = 857
L’85,7% deriva da costi t 600 + costi t1 100 = 700 e 600 è l’85,7% di 700.
Applicando i tre criteri vi è una differente distribuzione nel tempo dei risultati economici.
A) COSTO DI PRDUZIONE
Vi sono due problematiche:
○ la configurazione di costo
○ il momento temporale di riferimento per la scelta della configurazione di costo
○ configurazione di costo
La tipologia prevista per la valutazione delle rimanenze finali è il costo pieno, che
comporta il considerare tutti i costi sostenuti per la produzione dei beni relativi ai
fattori produttivi utilizzati nel processo produttivo.
Il costo pieno è dato da costi variabili (variano in funzione del volume prodotto, ad
esempio le materie prime) + quote costi fissi (non variano in funzione del volume
prodotto, ad esempio l'ammortamento degli impianti).
I costi fissi vengono ripartiti in base a certi criteri (criteri di riparto) tipici della
contabilità analitica
B) COSTO DI ACQUISTO
Il costo di acquisto (costo effettivo) è il criterio utilizzato per valutare le rimanenze dei beni
acquistati all'esterno
Vi sono cinque tecniche di determinazione del costo di acquisto (costo effettivo):
Esempio
Determinazione del valore delle rimanenze finali in base alle 5 tecniche (il costo specifico si considera
all'acquisto numero 3)
Testo: RI = 0, RF = 350
L.I.F.O. A SCATTI
Il LIFO a scatti era una tecnica per la valutazione delle rimanenze finali utilizzata in
passato per fini fiscali.
Il VALORE DI REALIZZO è un valore di controllo preso dal mercato che viene utilizzato se esso è
minore del costo di produzione.
Infatti, in base a quanto indicato dal codice civile, se il valore di realizzo è minore del costo di
produzione si svaluta il magazzino.
Esempio
valutazione delle rimanenze finali al FIFO è pari a 5'000, mentre la valutazione delle rimanenze finali al valore del
mercato è pari a 4'800 quindi è obbligatorio svalutare il magazzino per 200.
Obbligo imposto dal cod. civ. (art. 2426 comma 9) è di indicare in nota integrativa la differenza, se
significativa e positiva, tra l’applicazione dei metodi ragionieristici (costo medio
ponderato/FIFO/LIFO) e il valore corrente.
Esempio
LIFO rimanenze finali 3'800 (valore del magazzino al 31/12), questo valore va confrontato col costo corrente che è
5'500
Non bisogna fare svalutazioni perché il costo al LIFO è minore del costo corrente (in base a quanto imposto dal
codice civile)
Poiché la differenza tra lifo e costo corrente è rilevante, è necessario indicare il valore della variazione in nota
integrativa.
In SP ci sarà magazzino (+) 3'800, in CE rimanenze finali 3'800 e in nota integrativa: indicazione di 1'700 pari alla
differenza positiva tra costo corrente e valutazione a LIFO.
Se negli anni successivi vengono meno le cause di svalutazione è obbligatoria la rivalutazione.
Criteri di valutazione
Vi sono due possibili criteri di valutazione sia in base alla teoria economica aziendale sia in base al
codice civile:
a) Criterio del contratto completo (teoria economica aziendale) = criterio del costo di produzione
(codice civile)
b) Criterio della percentuale di completamento (teoria economica aziendale) = criterio della
scissione del margine in corso di formazione (codice civile)
Il legislatore sceglie il criterio della scissione del margine in corso di formazione (b) in quanto
Esempio
Confronto tra i due criteri opzionali di valutazione dei lavori in corso su ordinazione.
Testo:
Lavoro in corso su ordinazione durata 3 anni
Ricavi totali = 300, costi totali = 200 (di cui 25% (50) I anno, 40% (80) II anno, 35% (70) III anno).
Gli acconti sono pari a 100 il primo anno, 80 il secondo anno (aspetto finanziario).
La valutazione del magazzino dei tre anni applicando i due criteri possibili.
Soluzione:
Criterio del contratto completo Criterio della percentuale di completamento
CONTO 1 2 3 CONTO 1 2 3
ECONOMICO ECONOMICO
Costi sostenuti 50 80 70 Costi sostenuti 50 80 70
Rimanenze iniziali - 50 130 Rimanenze iniziali - 75 195
Rimanenze finali 50 130 0 Rimanenze finali* 75 195 -
Ricavi - - 300 Ricavi - - 300
MARGINE 0 0 100 MARGINE 25 40 35
Da tenere in considerazione delle rilevazioni degli acconti (che non sono ricavi, ma anticipi) che è uguale per i
due criteri di valutazione e per entrambi gli anni.
Anno 1: Banca a clienti /acconti a 100
Anno 2: Banca a clienti c/acconti a 80
* criterio della scissione del margine: le rimanenze finali vengono valutate in base ai ricavi che si
realizzeranno e la percentuale di lavoro.
Anno 2 300 (ricavi) * 65% (stato di lavorazione dato da 25% anno 1 + 45% anno 2) = 195 (ricavo maturato)
Se si guarda il margine si nota che la somma è pari all’utile del criterio 1 solo che è diviso in base alla
produzione.
Applicando i due diversi criteri di valutazione si ottiene una differenza distribuzione temporale del margine
lungo la durata della commessa.
Nel caso del contratto completo vi è una prevalenza del principio di prudenza e realizzazione quindi viene
realizzato un utile a fine commessa, mentre nella scissione del margine vi è una prevalenza del principio di
competenza quindi l'utile è maturato lungo la durata del lavoro pluriennale.
TIPOLOGIE
a) crediti v/clienti
b) crediti v/gruppo di imprese (che possono essere) controllate, collegate, controllanti, imprese
sottoposte al controllo delle controllanti
c) crediti v/stato: tributari, per imposte anticipate
d) crediti v/altri soggetti
Lezione 22 Pagina 74
a) Valori di attivo circolante
Dal 1/1 al 31/12 vi sono gli utili e le perdite effettive sui crediti, mentre gli utili e le
perdite presunti sui crediti si trovano a cavallo dell’anno.
Contabilmente:
□ data di origine del credito: la rilevazione del credito avviene al tasso di
cambio del giorno;
□ data di incasso del credito che può essere:
- prima del 31/12 e si rilevano utili e perdite effettive
- dopo il 31/12 si rilevano utili e perdite presunte
Vi possono essere due situazioni relative agli utili e perdite su cambi presunti:
1. perdite presunti su cambi > utili presunti su cambi → non si fa nessuna
operazione
2. perdite presunte su cambi < utili presunti su cambi → bisogna
destinare il valore netto (utile presunti – perdite presunte) in una
riserva non disponibile fino alla chiusura delle operazioni in valuta.
La destinazione a riserva avviene in sede di approvazione del bilancio
Lezione 22 Pagina 75
Criterio del costo ammortizzato
lunedì 9 maggio 2016
Il criterio del costo ammortizzato riguarda la valutazione dei crediti commerciali e finanziari (durata
superiore ai 12 mesi); riguarda inoltre i crediti infruttiferi ed i crediti con tasso di interesse diverso
dal tasso di mercato
1) Rilevazione iniziale = valore nominale + costi di transazione [Crediti a SP+; Debiti a SP-]
2) Valutazioni successive
a) Determinazione del T.I.R. (tasso interno di rendimento) o tasso di rendimento effettivo;
se non è possibile si utilizza il tasso di mercato
b) Se esistono costi di transazione è necessario effettuare la ripartizione dei costi di
transazione lungo la durata del credito sulla basa di un criterio finanziario (e non
temporale)
Lezione 22 Pagina 76
I fondi rischi e oneri
lunedì 16 maggio 2016
COLLOCAZIONE E TIPOLOGIA
I fondi vanno collocati in SP- (passività) nella voce B) FONDI RISCHI ED ONERI
1) Trattamento di quiescenza: liquidazione al termine del rapporto di lavoro per soggetti non
dipendenti
2) Fondo imposte (ha natura tributaria)
3) Altri fondi: fondo manutenzione, fondo garanzia prodotti, fondo concorsi
4) Strumenti derivati
I costi d’esercizio che incremento i fondi vanno registrati in CE+ in 12) accantonamento rischi 13)
altri accantonamenti
CARATTERISTICHE
I fondi servono per la copertura di rischi e oneri:
- sono di natura determinata (non sono ammessi fondi generici)
- gli oneri sono di natura certa; i rischi sono di natura probabile → i fondi rischi hanno una
natura certa; i fondi rischi hanno una natura probabile
- Alla data di chiusura del bilancio non è nota la data di manifestazione del rischio (perdita) o
dell'onere
- Alla data di chiusura del bilancio il valore relativo alla futura spesa (onere) o all'eventuale
rischio è ragionevolmente stimabile
Date le caratteristiche di cui sopra i fondi rischi e oneri sono diversi dai debiti o dalle riserve di
Patrimonio Netto.
I fondi rischi e oneri sono diversi dalle riserve in quanto l’accantonamento dei fondi fa sì che si
modifichi il reddito netto di esercizio in quanto l’accantonamento va inserito in CE.
Le riserve di utili hanno rilevanza solo in SP e non in CE e quindi si formano per la determinazione del
Reddito Netto
Il fondo rischi e oneri è diverso dai debiti e diverso dai debiti per TFR
VALORE EVENTO DATA MANIFESTAZIONE
DEBITI Certo certo Certa (tranne TFR)
FONDI ONERI incerto certo Incerta
FONDI RISCHI incerto incerto Incerto
a) Fondi oneri
identificano costi di competenza dell’esercizio ma con manifestazione numeraria futura
incerta nel valore e nella data di manifestazione → fondo per manutenzioni
b) Fondi rischi
sono costituiti a fronte di potenziali rischi di futura manifestazione (incerti nel valore/evento/
data manifestazione) i cui effetti economici sono di competenza dell’esercizio o di esercizi
precedenti → fondo per contenziosi
I debiti, indicati nella voce D), entro i dodici mesi vanno valutati al valore nominale mentre oltre i
dodici mesi vanno valutati al costo ammortizzato; inoltre anche i debiti infruttiferi ed i debiti con
tasso di interesse diverso dal tasso di mercato vengono valutati al costo ammortizzato
Il TFR (trattamento di fine rapporto), indicato nella voce C), ha natura di debito e viene valutato al
valore nominale che viene determinato rispetto a regole specifiche di calcolo (INPS)
Lezione 23 Pagina 77
Esempio: fondo rischi per contenziosi
L’impresa ha una vertenza in corso ed effettua le seguenti stime:
31/12/t → stima rischio 600, 31/12/t1 → stima rischio 600.
In t2 si chiude il procedimento, risarcimento richiesto al 30/06 di 1'000 oppure di 1'500.
31/12/t
Accantonamento fondo rischi (dare, CE+) a Fondo rischi contenziosi (avere, SP-) di 600
31/12/t1
Accantonamento fondo rischi a fondo rischi contenziosi di 600
Anno t2
30/06 risarcimento 1’000
Fondo rischi contenziosi (vfa- SP+) di 1'200 a banca (vfp, SP-) di 1'000, sopravvenienza attiva (vep, CE-) di 200.
Lezione 23 Pagina 78
Strumenti finanziari derivati
lunedì 16 maggio 2016
STRUMENTO FINANZIARIO
Lo strumento finanziario è un qualsiasi contratto che dia origine ad un'attività finanziaria per
un'impresa e, di contro, una passività finanziaria o uno strumento rappresentativo di capitale per
un'altra
A) Attività finanziaria:
- Diritto contrattuale a ricevere denaro o altre attività finanziarie
- Diritto contrattuale a scambiare strumenti finanziari con un’altra entità a condizioni
potenzialmente favorevoli
- Quota di patrimonio netto di un’altra entità
B) Passività finanziaria
- Contratto che comporta un obbligo di consegnare denaro o altra attività
- Scambiare strumenti finanziari a condizioni potenzialmente sfavorevoli
C) Strumento rappresentativo di capitale
- Partecipazione residua nel patrimonio netto di un’entità
CLASSIFICAZIONE
Gli strumenti finanziari si dividono in:
- Strumenti finanziari non derivati:
○ Caratteristiche «oggettive» dello strumento
○ Destinazione funzionale
- Strumenti finanziari derivati:
○ Di copertura
○ Speculativi
2) Opzioni
Lezione 23 Pagina 79
2) Opzioni
Strumenti che attribuiscono all’acquirente il diritto, ma non l’obbligo, di acquistare (nel
caso delle opzioni call) o di vendere (nel caso delle opzioni put) attività finanziarie
(azioni, obbligazioni, valute, strumenti
finanziari derivati) o reali (merci e commodity) ad un prezzo prefissato (strike price) ad
una certa data (opzione europea) o entro la stessa data (opzione americana)
3) Swap
Strumenti mediante i quali due partisi impegnano a scambiarsi tra di loro, a date
prestabilite, flussi di cassa secondo uno schema convenuto
- Lo strumento derivato di copertura dei flussi di cassa registra la variazione di fair value a
riserva di copertura
- Lo strumento derivato di copertura del valore attività/passività registra la variazione di fair
value a Conto Economico, adeguando il valore di attività/passività
- Lo strumento derivato speculativo registra la variazione di fair value a Conto Economico
Lezione 23 Pagina 80
Le imposte differite e anticipate
venerdì 20 maggio 2016
La normativa civilista serve per costruire il bilancio di esercizio ed è diversa dalla normativa fiscale
che serve per determinare il carico fiscale.
Tipologie di imposte
- Imposte di competenza: rappresentano il costo di competenza legato al carico tributario;
- Imposte correnti: rappresentano l’uscita monetaria per normativa fiscale, vengono
determinati in base alla normativa fiscale in sede di dichiarazione dei redditi
- Imposte differite e anticipate: si generano perché esistono differente temporali o
momentanee tra:
○ il momento in cui si contabilizza il valore in bilancio in base alla normativa civilistica
○ il momento in cui quel valore assume rilevanza fiscale in base alla normativa fiscale.
Imposte anticipate
Si rilevano quando il reddito imponibile fiscale > reddito civilistico ante imposte (CE+) perché non
viene riconosciuto fiscalmente un costo di competenza economica.
Imposte differite
Si generano imposte differite quando reddito imponibile fiscale < reddito civilistico ante imposte
ovvero perché non viene riconosciuto fiscalmente un ricavo di competenza.
I anno:
imposte differite (CE+) a fondo imposte differite (SP-)
quando avviene il riconoscimento fiscale del ricavo
Fondo imposte differite (storno da SP-) a imposte differite (CE-)
Imposte correnti
Lezione 24 Pagina 81
Imposte correnti
Le imposte correnti vengono contabilizzate al 31/12 dell'anno t ma il pagamento avviene nell'anno
t+1
Collocazione in bilancio
- CE civilistico: imposte correnti, differite e anticipate: dichiarazione dei redditi da cui risultano
le imposte di competenza
- SP civilistico:
attivo: crediti tributari e crediti per imposte anticipate
passivo: debiti tributari e fondo imposte differite
- Nota Integrativa: prospetto che indica il passaggio da imposte di competenza a imposte
correnti differite e anticipate
Lezione 24 Pagina 82
La Nota Integrativa e la Relazione sulla Gestione
lunedì 23 maggio 2016
NOTA INTEGRATIVA (artt. 2427, 2427-bis) e RELAZIONE SULLA GESTIONE (art. 2428)
Nota Integrativa e Relazione Sulla Gestione sono documenti qualitativi/quantitativi con la funzione
di interpretare le tavole di sintesi e per la relazione sulla gestione la dinamica economica
dell’impresa.
LA NOTA INTEGRATIVA
La Nota Integrativa è una parte integrante del bilancio e include le informazioni necessarie per la
lettura e l'interpretazione dei valori di Stato Patrimoniale e Conto Economico
Lezione 25 Pagina 83
(bisogna creare degli indicatori finanziari indici di bilancio e indicatori non finanziari
indici quantitativi sul business).
Sono obbligatorie le informazioni sul personale e di tipo ambientale (es. certificazioni
sulla qualità è rispetto dell’ambiente)
Lezione 25 Pagina 84
Bilancio in forma abbreviata e il bilancio per le micro
imprese
lunedì 23 maggio 2016
È diverso del bilancio ordinario perché vi è meno articolazione nella struttura dello Stato
Patrimoniale e del Conto Economico (art. 2435-bis), la Nota Integrativa presenta una forma
semplificata e NON vi è l'obbligo di inserire la relazione sulla gestione e il rendiconto finanziario;
inoltre vi è la possibilità di non applicare il criterio del costo ammortizzato
Il bilancio per le micro imprese prevede per le tavole di Stato Patrimoniale e Conto Economico gli
stessi criteri che si applicano per il bilancio informa abbreviata, non vi è l'obbligo della Nota
Integrativa, della relazione sulla gestione e del rendiconto finanziario, vi è la possibilità di non
applicare il criterio del costo ammortizzato e vi è il divieto di rilevazione dei derivati
Lezione 25 Pagina 85