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SHARON PANARIELLO – ECONOMIA AZIENDALE - 2022

INTRODUZIONE ALLE DISCIPLINE ECONOMICHE - AZIENDALI

1. Lo studio dell'economia aziendale è quello dell'economia politica hanno in comune: La qualità dei
problemi da impostare e portare a soluzione

2. L'economia aziendale e l'economia politica sono: Rami della scienza economica

3. Quale tra i seguenti non rappresenta uno dei tre momenti dell'amministrazione aziendale: Ragioneria

4. Quale tra i seguenti Maestri definì l'economia aziendale come «la scienza che studia le condizioni di
esistenza e le manifestazioni di vita delle aziende, e cioè la scienza dell'amministrazione
economica»: Gino Zappa

5. La ragioneria ha il compito preminente di: Dettare la metodologia delle rilevazioni delle quantità
economiche aziendali

6. In una prima approssimazione, l'azienda può essere definita come: Quella particolare unità
economica che, al di là dell'individuo, organizza e conduce il processo di produzione-scambio-
consumo

7. In economia aziendale, la nozione di impresa fa riferimento : Alla azienda di produzione

8. Per azienda composta si intende: Una azienda che svolge un processo di produzione, facendovi
seguire il processo del consumo

9. Per soggetto giuridico si intende: Quella persona fisica o giuridica, per la quale l'azienda viene
istituita e retta e che si assume i diritti e gli obblighi derivanti dalle operazioni aziendali

10. Per capitalista si intende: Quel tipo di finanziatore che fornisce i mezzi all'azienda divenendone
proprietario o comproprietario

DAL SISTEMA GENERALE AL SISTEMA AZIENDA

1. Per sistema generale si intende: Un insieme di elementi legati da un reciproco vincolo relazionale,
unitariamente coordinati e integrati per il perseguimento di un obiettivo comune

2. In relazione alla natura e al grado di astrazione, i sistemi si dividono in: Sistemi fisici e sistemi
socioeconomici

3. In relazione ai rapporti instaurabili con l'ambiente circostante, i sistemi si dividono in: Sistemi aperti e
sistemi chiusi

4. In relazione alla natura delle relazioni instaurabili tra i suoi diversi elementi, i sistemi si dividono
in: Sistemi deterministici e sistemi stocastici

5. In relazione al grado di complessità, i sistemi si dividono in: Sistemi semplici e sistemi complessi

6. In relazione alle variazioni delle loro condizioni interne, i sistemi si dividono in: Sistemi statici e sistemi
dinamici

7. Un sistema dinamico è definito stabile quando: Tende a ripristinare lo stato iniziale di equilibrio,
continuamente perturbato dall'azione di fattori esterni

8. Il sistema-azienda appartiene alla classe dei sistemi: Socioeconomici


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9. Secondo i consolidati schemi di analisi, quale tra le seguenti caratteristiche di sistema non è
annoverabile nel sistema-azienda: Semplice

10. Secondo i nuovi schemi di analisi, il sistema-azienda viene riconosciuto come: Un sistema complesso
e non totalmente dominabile

LA SCOMPOSIZIONE DEL SISTEMA AZIENDA E DEL SISTEMA AMBIENTE

1. Quale tra i seguenti non appartiene ai sub-sistemi di primo livello del sistema
aziendale: Subsistema dell'aspetto economico

2. Quale tra i seguenti appartiene ai sub-sistemi di secondo livello del sistema aziendale: Subsistema
dell'aspetto patrimoniale

3. Il sub-sistema operativo o ramo operativo è il frutto dell'integrazione dei due seguenti sub-
sistemi: Subsistema dell'organizzazione e subsistema della gestione

4. Il sub-sistema della rilevazione può essere anche definito come: Subsistema informativo

5. Quale tra i seguenti sub-sistemi è rilevabile nell'ambito del sub-sistema dell'aspetto


finanziario: Subsistema relativo all'andamento monetario

6. I sub-sistemi di primo livello attengono: Ai particolari del sistema aziendale

7. Quale tra i seguenti sub-sistemi non deriva dalla scomposizione del sistema
ambientale: Subsistema della gestione

8. Il subsistema dei mercati attiene all'ambiente: Economico

9. Il sub-sistema dell'innovazione attiene all'ambiente: Tecnologico

10. Quale tra i diversi sub-sistemi aziendali risente maggiormente dei condizionamenti
ambientali: Operativo

IL SUBSITEMA ORGANIZZATIVO

1. Di quale dei seguenti sub-sistemi si occupa la ragioneria: Subsistema del controllo

2. Quale dei seguenti sub-sistemi è oggetto di studio dell'economia aziendale: Subsistema


organizzativo

3. Quale tra i seguenti elementi che definiscono il subsistema organizzativo non attengono all'intera
sfera aziendale: La componente del personale

4. Di norma, si decide di utilizzare come veste giuridica da assegnare al sistema-azienda quella di


società in nome collettivo quando: I soci sono in grado di procurarsi i mezzi e i capitali
necessari, assumendosi i rischi della conduzione in modo illimitato e solidale

5. Di norma, si decide di utilizzare come veste giuridica da assegnare al sistema-azienda quella di


società in accomandita semplice quando: Alcuni soci, disposti ad assumere la responsabilità
illimitata per la loro ingerenza negli affari dell'impresa, non possiedono i capitali necessari,
per cui si uniscono ad altri soci che conferiscono i mezzi occorrenti acquisendo la
responsabilità limitata
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6. Di norma, si decide di utilizzare come veste giuridica da assegnare al sistema-azienda quella di


società per azioni quando: I soci promotori non sono in possesso dell'intero capitale sociale e
non intendono assumere una responsabilità illimitata, ricorrendo pertanto al capitale dei
risparmiatori disposti a effettuare sottoscrizioni

7. Di norma, si decide di utilizzare come veste giuridica da assegnare al sistema-azienda quella di


società a responsabilità limitata quando: I promotori si rivolgono a una ristretta cerchia di
soggetti per integrare il proprio capitale di apporto

8. In una azienda, le funzioni volitive sono quelle che: Interessano ogni ramo di attività e
rappresentano il supremo governo amministrativo

9. In una azienda, le funzioni direttive sono quelle che: Svolgono un'azione di coordinamento e di
accentramento ma in linea subordinata sia a quelle amministrative che a quelle tecniche

10. In una azienda, le funzioni esecutive sono quelle che: Possono avere carattere più o meno
qualificato o specializzato e richiedere personale più o meno specificamente preparato

IL SUBSISTEMA GESTIONALE

1. Quale tra le seguenti attività non attiene alla gestione economica: Monetaria

2. La gestione monetaria: E' volta a sincronizzare le entrate e le uscite monetarie generate dalle
altre gestioni

3. La gestione economica tipica: Conduce al collegamento interattivo tra il sistema aziendale e


quello ambientale

4. La gestione economica accessoria: Riguarda l'impiego di risorse finanziarie momentaneamente


eccedenti rispetto alle esigenze del normale funzionamento del sistema

5. La gestione economica straordinaria: Comprende tutte le operazioni estranee ai normali


accadimenti aziendali

6. Il circuito della produzione: Ha inizio con l'acquisizione dei fattori produttivi e termina con la
vendita dei prodotti

7. Lo schema del circuito dei finanziamenti attinti con il vincolo del prestito: Ha inizio con l'accensione
del debito e termina con la estinzione del debito

8. Lo schema del circuito dei finanziamenti attinti con il vincolo della proprietà: Ha inizio con il
conferimento del capitale di proprietà e termina con la restituzione del capitale proprio

9. Lo schema del circuito dei finanziamenti concessi: Ha inizio con la concessione del
finanziamento e termina con la riscossione del finanziamento

10. I crediti e i debiti di finanziamento: Sorgono da operazioni di prestito concesso a terzi o


ricevuto da terzi

IL SUBSITEMA DEL CONTROLLO

1. Il subsistema informatico viene anche definito: Subsistema del controllo

2. Nel passaggio dalla raccolta di dati grezzi alla produzione di informazioni grezze è possibile
individuare il seguente percorso logico: selezione dati – elaborazione dei dati - inserimento dei
dati in procedimenti – trattamento dati
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3. Quali tra le seguenti non può essere annoverata tra le caratteristiche di rilievo dell’informazione: la
qualità dei dati da cui le informazioni sono elaborate

4. Nell’attività di analisi e di progettazione del sistema informativo non è possibile individuare la


seguente fase: Astrazione dai complessi fenomeni che influenzano una decisione

5. Il sistema informativo può essere definito come: l’insieme coordinato di flussi informativi,
ottenibili dall’applicazione di varie metodologie al processo di trasformazione di dati, miranti
a supportare il sistema delle decisioni aziendali e a esercitare la funzione di comunicazione
all’esterno

6. I requisiti di un sistema informativo, che sanciscono la sua idoneità a supportare il processo


decisione – azione sono: selettività, elasticità, affidabilità, convenienza e accettabilità

7. Il sistema informativo integrato concerne: i flussi informativi sia verticali che orizzontali

8. Per sistema informatico si intende : quell’insieme di procedure contabili e matematico-


statistiche, attuate con strumenti elettronici autoregolanti, che contengono gli aspetti
qualitativi e quantitativi dell’analisi di fenomeni conoscitivi dell’andamento aziendale

9. Il contenuto del sistema informativo risulta essere: piu ampio di quello del subsitema delle
rilevazioni aziendali

10. Un sistema informativo puo definirsi progredito quando: trasmette i dati raccolti utilizzando
appropriati e moderni mezzi di trasmissione e di elaborazione

L’ECONOMIA AZIENDALE E I SUOI PRINCIPI PARAMENTRICI

1. Quale tra i seguenti non è uno dei principi di cui l'economia aziendale teoretica ha
raggiunto la cognizione: Il principio della autorevolezza

2. Il "principio delle condizioni dell'equilibrio prospettico aziendale": Detta le condizioni


economiche, finanziarie e patrimoniali da verificarsi nella loro integrazione e da
studiare per istituire l'azienda, farla convenientemente funzionare e opportunamente
cessare, se vengono meno dette condizioni

3. Il "il principio della conoscenza profonda e della capacità di apprendimento": E' connesso
a un lento e graduale processo cognitivo di accumulazione delle potenzialità che
conduce alla “competenza”

4. Quale tra i seguenti elementi non rappresenta uno dei fattori di cui si compone di fatto una
azienda: Reddito

5. Quale tra i seguenti viene normalmente assunto come indicatore di sintesi delle condizioni
in cui si è svolta la gestione tipica di una azienda: Reddito operativo netto

6. Per fabbisogno finanziario durevole si intende: Quello originato da impieghi di capitale


di lunga durata che dovrebbe trovare copertura con mezzi finanziari acquisiti
stabilmente

7. Il fine ultimo del sistema aziendale è: Quello di conoscere il valore economico di una
data entità produttiva riferito sia ai tempi attuali sia a quelli futuri
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8. A quale dei seguenti ambiti non si estende l'intelligenza emotiva: La capacità di


monitorare le esigenze primarie

9. Secondo il modello di Change Map il successo del cambiamento è perseguibile attraverso


le tre seguenti fasi cicliche continue: Motivazione, attivazione e riflessione

10. Quale tra i seguenti non costituisce un fattore interno, agente, con effetto perturbativo,
sull'equilibrio aziendale: Mercato

IL CONCETTO DI AZIENDA E LE SUE PRICIPALI CARATTERISTICHE

1. I beni o le risorse sono definiti “economici” quando sono: Scarsi rispetto alle esigenze
degli individui e non possono essere facilmente acquisiti

2. Per “unità economiche” si intendono: Tutti i soggetti che nel sistema economico
odierno svolgono una attività economica

3. I momenti tipici dell’attività economica sono: Consumo, produzione e trasferimento

4. I caratteri che qualificano una unità economica come azienda sono: Coordinazione
sistemica; Economicità; Autonomia

5. L’azienda può essere definita come: Un sistema aperto e dinamico

6. Una azienda opera in condizione di economicità quando: Presenta, nel tempo, costanti
condizioni di equilibrio economico, finanziario e monetario

7. I momenti tipici della “funzione di produzione” sono: Acquisto; Consumo; Destinazione


all’esterno

8. In relazione alla modalità con cui si rapportano al mercato, le aziende possono essere
classificate in: Imprese; Cooperative; Associazioni e Fondazioni; Amministrazioni
Pubbliche

9. Per “soggetto economico” si intende: Il soggetto che esercita il governo dell’azienda,


determinandone gli indirizzi di fondo

10. Nelle società di persone: I soci sono personalmente e solidalmente responsabili dei
debiti della società

L’AMBIENTE, IL RISCHIO ED IL CONCETTO DI ECONOMIA AZIENDALE


1. L’ambiente è correttamente definito come: L’insieme delle condizioni e delle
circostan¬ze, di varia natura, nelle quali le aziende operano, e dei fenomeni e degli
aspetti del mondo circostante, che trovano riflesso nei loro comportamenti
2. Quale, tra i seguenti, non può essere classificato come un sub-sistema ambientale
“specifico”: Ambiente politico

3. La Corporate Social Responsibility (CSR): Si occupa della gestione e del miglioramento


dell’impatto dell’attività aziendale sulla società e sull’ambiente
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4. Inizialmente, per Corporate Social Responsibility (CSR) si intendeva: Un’attività


sostanzialmente filantropica che si affiancava alla normale attività d’impresa

5. Secondo il più comune pensiero, le principali cause del rischio aziendale sono: La
complessità del futuro e la limitata capacità previsionale dell’uomo

6. Quale, tra i seguenti, non può essere considerato un carattere che contribuisce a
configurare la cosiddetta entità del rischio: Momento di manifestazione del rischio

7. Il padre dell’Economia Aziendale è considerato: Gino Zappa

8. Secondo Zappa, il fondamentale indicatore del risultato economico dell’attività d’impresa è


rappresentato: Dal reddito

9. Nella visione zappiana, i due “connotati” fondamentali dell’azienda sono: La visione


sistemica e la sua capacità a perdurare nel tempo

10. L’Economia Aziendale: Studia l’azienda «dall’interno» e si interessa di fatti e fenomeni


concreti

LA GESTIONE AZIENDALE E I SUOI MOMENTI TIPICI


1. Le 3 (tre) fasi fondamentali in cui è articolato il processo di gestione sono:
Approvvigionamento; trasformazione/produzione; scambio

2. La fase della trasformazione/produzione comprende: Le operazioni attraverso le quali


vengono impiegati i fattori produttivi specifici per ottenere prodotti o servizi

3. Le fasi della gestione che mettono in contatto l’impresa con l’esterno sono:
Approvvigionamento; scambio

4. Le operazioni di gestione sono: Sistematicamente coordinate tra loro sia nel tempo sia
nello spazio

5. In una qualsiasi impresa, i fattori della produzione: Possono essere sia di natura
materiale sia di natura immateriale

6. Il valore residuo di un FFR al termine di un periodo amministrativo scaturisce: Dalla


differenza tra Il costo di acquisizione del fattore e l’utilizzazione o il consumo subito
dallo stesso

7. In virtù del fenomeno dell’obsolescenza economica: La vita utile economica di un fattore


produttivo è più breve della sua durata tecnica

8. Il fenomeno dell’obsolescenza economica: Potrebbe colpire direttamente il singolo


fattore produttivo, ovvero abbattersi su tutta o parte dell'organizzazione aziendale o,
ancora, sui prodotti/servizi aziendali

9. Le risorse immateriali sono anche definite come: Risorse invisibili


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10. Secondo il modello del Capitale Intellettuale, le 3 (tre) categorie principali di risorse
intangibili sono: Competenze individuali; struttura interna; struttura esterna

IL MODELLO DEI CIRCUITI DELLA GESTIONE E L’ANALISI DELLE VARIAZIONI


1. Secondo il modello dei circuiti della gestione, è possibile individuare i seguenti circuiti di
operazioni: 1) il circuito della produzione; 2) il circuito dei finanziamenti attinti a titolo
di capitale di proprietà; 3) il circuito dei finanziamenti attinti a titolo di capitale di
credito; 4) il circuito dei finanziamenti concessi

2. Il circuito della produzione comporta: In fase di avvio, un esborso di mezzi monetari e,


in fase di chiusura, un recupero di mezzi monetari

3. Il circuito dei finanziamenti attinti a titolo di capitale di proprietà comporta: In fase di avvio,
un incremento di mezzi monetari e, in fase di chiusura, un esborso di mezzi monetari

4. Il c.d. circuito degli investimenti è composto da: 1) il circuito della produzione; 2) il


circuito dei finanziamenti concessi

5. Il circuito dei finanziamenti attinti a titolo di capitale di credito si differenzia dal circuito dei
finanziamenti attinti a titolo di capitale di proprietà in quanto: Il vincolo di restituzione è
giuridicamente previsto; la scadenza è prefissata; i soggetti finanziatori sono esterni
e talvolta proprietari

6. L’aspetto finanziario è anche detto: Aspetto originario

7. Un decremento dei debiti di finanziamento rappresenta: Una variazione finanziaria


positiva

8. Una variazione finanziaria positiva: Misura una variazione economica positiva

9. L’avvio del circuito della produzione con pagamento dilazionato comporta: Una variazione
finanziaria negativa (+ debiti di funzionamento) che misura una variazione
economica di reddito negativa (+ costi)

10. L’avvio del circuito dei finanziamenti attinti a titolo di capitale di credito comporta: Una
variazione finanziaria positiva (+ cassa) che si compensa con una variazione
finanziaria negativa (+ debiti di finanziamento)
IL REDDITO TOTALE O D’IMPRESA ED IL REDDITO DI PERIODO
1. In linea generale, il reddito può essere definito come: Il flusso di ricchezza che, in definiti
archi temporali di vita dell’impresa, per effetto dello svolgimento della gestione si va
ad aggiungere o a sottrarre al capitale conferito dalla proprietà

2. Il reddito positivo di un’impresa è anche definito: Utile

3. Se i ricavi sono superiori ai costi: L’impresa crea ricchezza

4. Il reddito totale o d’impresa si differenzia dal reddito di periodo in virtù: Dell’arco


temporale di riferimento
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5. Quale delle seguenti condizioni non è essenziale ai fini del calcolo del reddito totale o
d’impresa: L’assenza di denaro in cassa

6. Il reddito totale o d’impresa può essere determinato attraverso le seguenti metodologie:


Reddituale; finanziaria; patrimoniale

7. Secondo la metodologia finanziaria, il reddito totale o d’impresa è dato: Dalla differenza


tra tutte le entrate di denaro (con esclusione di quelle dovute ai conferimenti iniziali
e/o successivi) e tutte le uscite di denaro (con esclusione di quelle relative ai
rimborsi di capitale e/o ai prelievi di utili)

8. Secondo la metodologia patrimoniale, il reddito totale o d’impresa è dato: Dalla differenza


tra il capitale restituito al tempo tz ed il capitale iniziale conferito al tempo t0, dal cui
calcolo bisogna però escludere i valori degli ulteriori conferimenti effettuati dai soci
in momenti successivi a quello di costituzione dell’azienda e quelli dei prelievi di
capitale (e di reddito) disposti a favore degli stessi soci nel corso della sua intera
vita

9. Il motivo principale alla base della richiesta del reddito di periodo da parte del management
è il seguente: Decidere quali azioni intraprendere per garantire la sopravvivenza e
l’evoluzione del sistema aziendale

10. La principale funzione del principio di competenza economica è quella di: Fornire le
indicazioni per individuare i costi e i ricavi di pertinenza di circoscritti archi temporali

IL MODELLO DEI CICLI CONCLUSI


1. Secondo il modello dei cicli conclusi, l’evento critico che legittima il riconoscimento dei
ricavi è: Lo scambio

2. Secondo il principio dell’inerenza dei costi, sono considerati di competenza economica del
periodo: I costi inerenti ai cicli conclusi con la realizzazione dei ricavi

3. Le rimanenze passive rappresentano: Ricavi già conseguiti per servizi che l’impresa
rilascerà nei successivi periodi al cliente, dopo aver sostenuto i costi necessari per
la produzione degli output

4. I ratei attivi sorgono a fronte di: Ricavi da integrare

5. Quale tra le seguenti categorie non è compresa tra i componenti negativi dello schema del
reddito del primo periodo di vita dell’impresa: Costi da rinviare al futuro

6. La categoria dei costi integrati comprende: I valori degli accantonamenti per rischi futuri
e per spese future

7. Nello schema del capitale del primo periodo di vita dell’impresa, i FFR sono compresi tra: I
componenti economici delle Attività

8. Nello schema del capitale del primo periodo di vita dell’impresa, i Fondi per spese future
sono compresi tra: I componenti finanziari delle Passività
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9. Rispetto allo schema del reddito del primo periodo di vita dell’impresa, in quello di un
periodo intermedio: È necessario aggiungere un’ulteriore categoria di valori nelle
sezioni dei componenti sia negativi sia positivi

10. Rispetto allo schema del capitale del primo periodo di vita dell’impresa, in quello di un
periodo intermedio: Non vi è la necessità di aggiungere alcunché, fatta eccezione per
l’area del capitale di proprietà

LA VALUTAZIONE DEI PROCESSI IN CORSO DI SVOLGIMENTO


1. Secondo il modello dei cicli conclusi, nel momento in cui si determina il reddito di periodo,
un operatore non dovrebbe mai trascurare il seguente proposito: La salvaguardia
dell’integrità del capitale

2. Più elevato è il valore che si assegna alle attività economiche: Minori sono i costi che
partecipano al reddito dell’esercizio e, quindi, più alti sono i valori assegnati al
reddito di esercizio

3. Minore è in valore assegnato alle passività finanziarie: Maggiore è il rischio che le future
uscite possano rivelarsi più elevate rispetto ad esse

4. Secondo il modello dei cicli conclusi, ai fini della valutazione delle attività, se il valore di
presumibile realizzo diretto o indiretto è superiore al costo: Esiste un’area di valori
ragionevoli

5. Secondo il modello dei cicli conclusi, ai fini della valutazione delle attività, se il valore di
presumibile realizzo diretto o indiretto è inferiore al costo: Esiste un unico valore
ragionevole

6. Secondo il modello dei cicli conclusi, ai fini della valutazione delle passività, se il valore di
presumibile estinzione è inferiore al valore nominale: Esiste un’area di valori ragionevoli

7. Secondo il modello dei cicli conclusi, ai fini della valutazione delle passività, se il valore di
presumibile estinzione coincide con il valore nominale: Esiste un unico valore
ragionevole

8. Secondo il modello dei cicli conclusi, in virtù del c.d. principio della prudenza: Le attività si
devono valutare al costo di acquisto o di produzione, a eccezione dei casi in cui il
valore di presumibile realizzo diretto o indiretto si presentasse inferiore al costo

9. Quale tra le seguenti non rappresenta una caratteristica che contraddistingue il modello dei
cicli in corso di svolgimento: Asimmetria nel trattamento di utili o perdite in corso

10. Secondo il modello dei cicli in corso di svolgimento, tra tutti i valori ragionevoli devono
preferirsi: Quelli di mercato
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L’EQUILIBRIO ECONOMICO
1. Un'impresa opera in condizioni di equilibrio economico quando: Produce ricavi in grado
sia di coprire i costi sia di garantire una remunerazione adeguata al capitale di
rischio

2. Un’impresa garantisce una adeguata remunerazione del capitale di rischio quando: Il


rendimento del capitale proprio è almeno pari al suo costo opportunità

3. Il costo opportunità del capitale proprio (Ke): È pari alla somma tra il tasso di
rendimento del capitale impiegato in investimenti esenti da rischio ed il premio per il
rischio

4. La gestione accessoria comprende: Le operazioni di natura complementare rispetto


all'attività caratteristica

5. Il valore aggiunto: Si ottiene dalla differenza tra il valore della produzione e i costi
esterni

6. Il risultato operativo: È un indicatore per nulla influenzato dagli oneri finanziari

7. Il ROE si calcola come: Rapporto tra il reddito netto ed il capitale proprio

8. Il ROI si calcola come: Rapporto tra il reddito operativo ed il capitale investito al netto
degli investimenti accessori

9. Si parla di leva finanziaria negativa se: Il ROI è inferiore del tasso di indebitamento (i)

10. Ceteris paribus, in caso di leva finanziaria positiva: Se l’indebitamento finanziario (D)
aumenta, il ROE aumenta

LE DIVERSE CONFIGURAZIONI DI CAPITALE


1. Nelle scienze economico-aziendali, la nozione di capitale prevalente è quella che ne esalta:
Il legame con le condizioni di equilibrio, in particolare economico

2. Nelle scienze economico-aziendali, la nozione di capitale si presta ad un’indagine: Sia


qualitativo-analitica sia quantitativo-sintetica

3. La configurazione del capitale economico o valore economico del capitale: Esalta in


misura massima il profilo quantitativo-sintetico

4. I parametri da assumere per il calcolo del capitale economico sono: 1) tempo; 2) reddito
medio atteso; 3) tasso di attualizzazione

5. Le principali finalità assegnabili al calcolo del capitale economico sono: 1) l’esigenza di


conoscere il valore assegnabile al complesso aziendale in occasione di transazioni
che lo abbiano a oggetto; 2) la funzione di «collaudo» della correttezza del valore
assegnato al capitale di funzionamento
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6. Nell’ambito di una transazione avente ad oggetto un’impresa, il valore assegnato al suo


capitale economico rappresenta: Dal punto di vista del compratore, il massimo prezzo
d’acquisto che è disposto a pagare

7. Nel calcolo del capitale di funzionamento: Le singole potenzialità sono oggetto di


riconoscimento e valutazione distinti

8. Il capitale di funzionamento è anche definito come: Un fondo di valori

9. Se correttamente determinato, il capitale di funzionamento: Non potrà mai essere


superiore al capitale economico

10. La configurazione del capitale di liquidazione: Riflette una lettura del fenomeno
aziendale massimamente disaggregata

I RAPPORTI TRA LE DIVERSE CONFIGURAZIONI DI CAPITALE


1. Fisiologicamente, per un'azienda in normale funzionamento: Il capitale economico
supera il capitale di funzionamento che, a sua volta, supera il capitale di liquidazione

2. Quando il capitale economico supera il capitale di funzionamento, la distanza che separa le


due configurazioni di capitale viene definita: Riserva potenziale

3. Per capitale di bilancio si intende: La rappresentazione del capitale che viene espressa
in quel documento ufficiale che è il bilancio d'esercizio

4. Quando il capitale di funzionamento supera il capitale netto di bilancio, la distanza che


separa le due configurazioni di capitale viene definita: Riserva occulta

5. Quando il capitale di funzionamento supera il capitale netto di bilancio, è possibile che:


Siano state sottovalutate le attività e/o sopravvalutate le passività

6. Quando il capitale netto di bilancio supera il capitale economico che, a sua volta, supera il
capitale di funzionamento: La distanza che separa il capitale netto di bilancio dal
capitale economico viene definita annacquamento di capitale

7. Quando il capitale netto di bilancio supera il capitale economico che, a sua volta, supera il
capitale di funzionamento: La distanza che separa il capitale economico dal capitale di
funzionamento viene definita disvelamento dell’intera riserva potenziale

8. Se in bilancio viene rappresentata una misura del capitale superiore a quella del capitale di
funzionamento: Si danneggiano i soci futuri a vantaggio di quelli attuali

9. È possibile misurare il livello di avviamento di una azienda attraverso: Il riferimento ai


redditi che essa produrrà in prospettiva

10. Il valore dell’avviamento è convenzionalmente misurato come distanza quantitativa che


separa: Il valore economico del capitale dalla somma algebrica dei valori degli
elementi espliciti del suo capitale isolatamente considerati
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L’EQUILIBRIO FINANZIARIO E L’AUTOFINANZIAMNETO


1. L’equilibrio finanziario può essere definito come: Una condizione dinamica di armonica
composizione, nel tempo, tra afflussi e deflussi di risorse finanziarie

2. Quale tra i seguenti circuiti è considerato la causa fisiologica di possibili disarmonie di flussi
finanziari in ingresso e in uscita: Circuito della produzione

3. Quando gli elementi del capitale di un’impresa sono riclassificati in funzione della loro
prospettiva di permanenza come classi di valori, l’attivo patrimoniale è composto da:
Immobilizzazioni e disponibilità

4. Quando il capitale di un’impresa è riclassificato in funzione dei singoli elementi patrimoniali


attivi e passivi individualmente osservati, il passivo patrimoniale è composto da: Passivo a
breve, passivo a medio/lungo termine e capitale di proprietà

5. Le operazioni che fanno capo ai seguenti circuiti sono orientate all’equilibrio finanziario:
Circuito dei finanziamenti attinti a titolo di capitale di proprietà e Circuito dei
finanziamenti attinti a titolo di capitale di credito

6. Le dimensioni che definiscono un fabbisogno finanziario sono: Quantitativa e temporale

7. Il Capitale Circolante Netto (CCN) è dato dalla differenza tra: Capitale Circolante (lordo) e
Passività a breve termine

8. L’autofinanziamento è definito come: Il flusso di CCN prodotto dalla gestione


caratteristica corrente

9. L’autofinanziamento può essere calcolato come differenza tra: I ricavi di competenza


economica e i consumi di FFS per la produzione venduta

10. L’effetto di permanenza della quota di autofinanziamento corrispondente ai consumi di FFR


è da considerarsi: Temporaneo

LE CONFIGURAZIONI ORGANIZZATIVE
1. Quali sono le economie in azienda collegate alla divisione del lavoro: economie di
specializzazione, economie di scala, economie di raggio d'azione

2. In azienda, la divisione ed il coordinamento del lavoro quali dimensioni può interessare: la


dimensione orizzontale e la dimensione verticale

3. Cosa sono le interdipendenze generiche: quelle che si verificano per legami dipendenti
esclusivamente dall'appartenenza alla medesima azienda

4. Quali sono i vantaggi collegati alla configurazione funzionale: la presenza di economie di


scala

5. Quali sono i vantaggi collegati alla configurazione divisionale: la presenza di flessibilità


alle esigenze dei clienti e di cordinamento tra le divisioni
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6. Quali sono i vantaggi collegati alla configurazione a matrice: lo sviluppo di competenze

7. Quali sono i vantaggi collegati alla configurazione per processi: promuove il lavoro di
gruppo e le collaborazioni

8. Quando si ha l'Outsourcing: con l'affidamento ad altre aziende di attività più o meno


complesse, ma non strategiche

9. Quando si parla di Business network a cosa si fa riferimento: alla costituzione di reti tra
diverse aziende

10. Le grandi burocrazie quali problematiche possono determinare: la creazione di


buropatologie

LA GESTIONE DEI PROCESSI COME NUOVO PARADIGMA


1. I nuovi scenari dell'economia quali esigenze pongono all'azienda:di rispondere meglio
e più in fretta ad una domanda meno forte, mutevole e più adulta.

2. Tradizionalmente, secondo quale logica sono state analizzate e gestite le attività


aziendali:la logica di tipo funzionale

3. Quale dovrebbe essere dovrebbe essere il risultato ultimo dell'attività di


produzione/erogazione dell'azienda: la soddisfazione del cliente

4. Perché la visione per processi è innovativa: perché assicura una visione integrata
delle attività realizzate dall'azienda, evidenziandone le interdipendenze
indipendentemente dalla struttura organizzativa adottata.

5. Esiste una sola gerarchia di processi aziendali: no, i processi primari a loro volta
possono articolarsi in sottoprocessi

6. Cosa consente di visualizzare la Catena del valore: catena del valore visualizza il
valore totale prodotto dall'azienda.

7. Il marketinge la distribuzione fanno parte di quali processi aziendali: Processi primari

8. Nel settore sanitario, la diagnosi a quale attività appartiene:alle attività primarie

9. Nel settore sanitario, la farmacia a quale attività appartiene: alle attività di supporto

10. I processi individuati in un'azienda possono essere ridefiniti: SI , attraverso il


cambiamento radicale o il cambiamento incrementale

LE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE IN UNA PROSPETTIVA ECONOMICO – AZIENDALE


1. Quale norma fornisce una definizione esauriente di Amministrazioni Pubbliche : il D.lgs
165/2001
SHARON PANARIELLO – ECONOMIA AZIENDALE - 2022

2. Il Sistema europeo dei conti nazionali cosa consente di effettuare: consente di effettuare
comparazioni internazionali

3. Nella finanza pubblica da cosa è dato il saldo corrente: dalle entrate correnti - le uscite
correnti

4. Nella finanza pubblica da cosa è dato il saldo in conto capitale: dalle entrate in c/capitale -
uscite in c/capitale

5. Nella finanza pubblica da cosa è dato il saldo primario: da entrate totali - uscite totali al
netto degli interessi

6. Nella finanza pubblica da cosa è dato l'indebitamento netto: dall'entrate totali - uscite totali

7. Cosa sono le Imprese Pubbliche Nazionali: organismi pubblici nazionali che producono
beni e servizi di pubblica utilità destinati alla vendita

8. Cosa compone il Settore Pubblico Allargato: È dato dal Settore delle Amministrazioni
Pubbliche + il Settore Extra Amministrazioni Pubbliche

9. Cosa sono le Imprese Pubbliche Locali: organismi pubblici locali che producono beni e
servizi di pubblica utilità destinati alla vendita

10. Cosa sono le Amministrazioni Pubbliche: organismi pubblici nazionali e locali che
producono beni e servizi di pubblica utilità non destinati alla vendita

IL MANAGMENT PUBBLICO
1. Dove si è sviluppato inizialmente l'orientamento manageriale nel settore pubblico: negli USA

2. Quale autore dimostra la dimostra la sostanziale non scientificità dei principi di amm.ne:
simon

3. Quale è la finalità ultima del New Public Management: la responsabilizzazione sui risultati
conseguiti

4. Il New Public Management cosa auspica nei rapporti tra organi di governo ed organi
amministrativi: la divisione nell'attribuzione delle funzioni tra organi di governo ed
organi amministrativi

5. Il Public performance management come si realizza: riconoscendo la discrezionalità


all'azione del management

6. Cosa comporta l'adozione della discrezionalità all'azione del management: la verifica


costante del rapporto tra performance conseguita e obiettivo di performance

7. Cosa sono gli indicatori: misure capaci di fornire informazioni sintetiche e segnaletiche
su singoli aspetti dei fenomeni gestionali

8. Cosa rende possibile il monitoraggio dell'attività del management pubblico: l'adozione di un


sistema informativo dedicato
SHARON PANARIELLO – ECONOMIA AZIENDALE - 2022

9. Quando va misurata la performance: in tutti i distinti momenti del processo di


produzione/erogazione del servizio

10. Cosa si intende per valutazione dell'outcome: la valutazione del risultato di una
prestazione

IL FINANZIAMENTO DELLE IMPRESE PUBBLICHE E LA TEORIA DEI FLUSSI E DEGLI


STOCKS ED IL NUCLEO PRODUTTIVO PER IL CONSUMO
1. Nelle amministrazioni pubbliche territoriali, quali nuclei produttivi si possono individuare: il
nucleo produttivo per il consumo, il nucleo produttivo patrimoniale, il nucleo
produttivo d'impresa

2. In quali nuclei si svolgono processi produttivi finalizzati allo scambio di mercato: nel nucleo
produttivo patrimoniale e nel nucleo produttivo d'impresa

3. In cosa si concretizza la gestione aziendale: la gestione aziendale si concretizza in


operazioni attraverso le quali si acquisisce, si combina e si cede valore

4. Le operazioni di gestione esterna in cosa si concretizzano: all'acquisizione dei fattori


produttivi (input) e alla cessione dei beni e/o servizi prodotti (output)

5. Le operazioni di gestione caratteristica in cosa si concretizzano: all'esercizio dell'attività


principale o tipica dell'azienda

6. Cosa sono i flussi di stock economici: sono i flussi relativi ai beni materiali, diritti (o
crediti) economici e obblighi (o debiti) economici

7. Cosa sono i flussi di stock finanziari: sono i flussi relativi a mezzi liquidi disponibili, diritti
(o crediti) finanziari, obblighi (o debiti) finanziari"

8. Quali sono le fasi della produzione per il consumo: la raccolta delle risorse e l'impiego dei
mezzi raccolti

9. Come possono essere i trasferimenti: correnti ed in conto capitale

10. Cosa determinano i processi di acquisto di beni e servizi: fatti di gestione esterna che
individuano veri e propri scambi di mercato

IL NUCLEO PRODUTTIVO PATRIMONIALE ED IL NUCLEO PRODUTTIVO D’IMPRESA


1. Le attività del nucleo produttivo patrimoniale su cosa sono focalizzate: alle logiche dello
scambio di mercato

2. Le attività del nucleo produttivo patrimoniale da cosa traggono origine: la formazione del
nucleo tecnico patrimoniale ha origine, di solito, dal risparmio generatosi nell'ambito
del nucleo tecnico per il consumo

3. La conduzione del patrimonio redditizio comporta il conseguimento di rendite e il


sostenimento di costi che individuano quale gestione: la gestione patrimoniale ordinaria
SHARON PANARIELLO – ECONOMIA AZIENDALE - 2022

4. Le rendite ed i costi generati dalla gestione patrimoniale ordinaria quale valenza temporale
hanno: hanno valenza annuale

5. I processi del nucleo produttivo d'impresa a cosa attengono: a beni e servizi destinati alla
vendita

6. Nel nucleo produttivo d'impresa, lo svolgimento dei processi produttivi come può
realizzarsi:in modo diretto ed in modo indiretto (con o senza controllo finanziario)

7. In quali situazioni si preferisce il ricorso a forme di monopolio: quando condizioni tecniche


e naturali rendono più efficiente la presenza di unico produttore

8. Nei processi del nucleo produttivo d'impresa, l'erogazione del servizio può essere svolta da
più aziende in competizione regolata fra loro: sì, dietro il pagamento di una tariffa per
l'accesso alla rete

9. Nella prospettiva economico-aziendale, come può essere distinto il valore pubblico: valore
proposto e valore riconosciuto

10. La misura del valore pubblico va riferita ad un periodo temporale: va sempre riferita ad un
periodo temporale

IL FEDERALISMO FISCALE: ANALISI NELL’OTTICA DELLE IMPRESE PUBBLICHE E


NELL’OTTICA DEL SETTORE SANITARIO
1. Quando hanno avuto inizio le prime riforme in termini di autonomia nel settore pubblico
italiano: nei primi anni '90 con la legge 142/1990

2. Su cosa si basava il previgente sistema finanziario prime delle spinte autonomistiche: su un


meccanismo di finanza derivata

3. Le disparità nell'erogazione dei servizi, come erano risolte: con il principio della spesa
storica

4. Su cosa si basava il principio della spesa storica: risorse venivano distribuite alle varie
APT sulla base dei livelli di spesa storicamente effettuati

5. Il passaggio ad un sistema di finanza federale da quale normativa è previsto: la riforma del


Titolo V della Costituzione, ed in particolare nell'art. 119

6. Con la legge n. 42 del 5 maggio 2009 (e successivi decreti) cosa si è realizzato: si è


conferito al governo la delega in materia di federalismo fiscale

7. In sanità il fondo perequativo a favore di chi opera: a favore delle regioni con minore
capacità fiscale per abitante

8. Il principio di perquazione in sanità cosa deve assicurare: l'integrale copertura delle spese
corrispondenti al fabbisogno standard per i livelli essenziali delle prestazioni

9. cosa accade se il deficit di un Servizio Sanitario Regionale è di importo contenuto: si


applicano procedure di razionalizzazione
SHARON PANARIELLO – ECONOMIA AZIENDALE - 2022

10. Quando per un Sistema Sanitario Regionale si ha la procedura di piano di rientro: nelle
situazioni di deficit superiore al 7%

LA DISCREZIONALITA STRATEGICA DELLE AP : IL CASO DELLE AZIENDE SANITARIE

1. Cosa si intende per Pianificazione: È il processo mediante il quale sono definiti gli
obiettivi, le politiche e gli assetti delle combinazioni economiche dell'azienda

2. Cosa si intende per Programmazione: i processi di programmazione assegnano alle


unità organizzative gli obiettivi da realizzare in un certo arco temporale, nonché le
rispettive risorse

3. Quali ruoli può assumere la Regione rispetto alle Aziende Sanitarie pubbliche: authority -
regolatore - strategico - operativo

4. Il sistema sanitario regionale secondo Mintzberg e Waters in quali tipologie di sistemi può
farsi rientrare: nei sistemi di pianificazione flessibili

5. Il sistema di pianficazione definito da Mintzberg e Waters per il sistema sanitario regionale


come è stato anche definito: umbrella strategies

6. In quale tipo di sistema regionale le aziende sanitarie sono particolarmente libere:


authority

7. In quale tipo di sistema regionale le aziende sanitarie non sono particolarmente libere:
operativo

8. Quali autori hanno definito il concetto di Umbrella Strategy: mintzberg e waters

9. Qual è il fattore che può condizionare molto la liberta strategica delle Aziende Sanitarie:
indebitamento

10. Le Aziende Sanitarie pubbliche possono avere autonomia strategica: hanno sempre degli
spazi di autonomia

LA STRUTTURA E LE CONDIZIONI ECONOMICHE OPERATIVE


1. Nel passato, quali fattori rendevano, oltre a quelli sociali, l'esigenza per un settore di
istituire delle public utilities: l'esistenza di processi produttivi e commerciali soggetti a
particolari condizioni naturali, economico-finanziarie e tecnologiche

2. Le condizioni gestionali tipiche del settore delle public utilities quali sono: rilevanti
investimenti finanziari e una prevalenza di costi di struttura e fissi sui costi totali

3. Le condizioni di monopolio naturale, ingenere, come si caratterizzavano sotto l'aspetto


economico: la forte decrescenza dei costi e costi marginali molto bassi e
tendenzialmente nulli
SHARON PANARIELLO – ECONOMIA AZIENDALE - 2022

4. L'esistenza di economie di scala e, nel caso in cui venivano offerti più servizi, di economie
di scopo, nel passato cosa determinava per le attività economiche: la preferenza per il
monopolio naturale

5. La struttura patrimoniale tipica delle aziende di servizi pubblici locali come si presenta per
quanto attiene le immobilizzazioni e le attività correnti: una prevalenza delle
immobilizzazioni rispetto alle attività correnti

6. Cosa comporta la presenza di economie di scala: il sostenimento di costi, via via


migliori al crescere delle dimensioni dei singoli impianti di produzione nonché
dell'impresa nel suo complesso

7. Cosa comporta la presenza di economie di esperienza: l'accumulo di esperienza


maturata col tempo e che consentono risparmi di risorse e/o riduzione di sprechi

8. Cosa sono le economie di integrazione: sono tipiche dei settori nei quali l'integrazione
verticale consente di conseguire economie nei cosiddetti costi di transazione

9. A cosa sono collegate le economie di densità: sono collegate alla dimensione


territoriale e spaziale del mercato ed alla densità dell'utenza

10. A cosa sono collegate le economie di scopo: sono collegate alla produzione congiunta
di più beni o servizi

LE POLITICHE TARIFFARIE NELLE IMPRESE PUBBLICHE


1. A cosa è collegata la tematica dei sussidi incrociati nelle tariffe: alla definizione in quale
misura le differenti classi di utenti debbono partecipare alla copertura dell'aliquota di
costo di produzione

2. Nel passato, le tariffe hanno avuto il ruolo di controllare il potere del monopolista, gestore di
servizi pubblici: sì, costituiva una delle finalità delle politiche tariffarie prima della
deregolamentazione

3. La molteplicità degli operatori e delle strutture dei costi cosa comporta per le tariffe: la
difficoltà di realizzare un efficace controllo delle tariffe stesse

4. Quali sono le finalità delle politiche tariffarie: l'espansione dell'utenza e dei consumi,
l'orientamento ed il controllo della domanda, la discriminazione tariffaria

5. Quali sono le finalità delle politiche tariffarie nell'accesso alle reti di servizio: facilitare
l'accesso anche degli operatori più deboli e lo sviluppo della concorrenza

6. Gli enti locali possono regolare le tariffe: sì, per i servizi pubblici locali come trasporti
urbani e nettezza urbana.

7. Le tariffe possono essere basate sui costi: sì, sono previste per diverse figure di costi

8. Su cosa si basa la tariffa a forfait: si basa sul pagamento di un importo predeterminato


indipendente dalla quantità di servizi utilizzata
SHARON PANARIELLO – ECONOMIA AZIENDALE - 2022

9. Su cosa si basa la tariffa a contatore: il prezzo pagato dal fruitore cambia al variare del
consumo

10. Su cosa si basa la tariffa a più parti:le componenti del prezzo sono in parte fisse e in
parte variabili

LA GESTIONE DELLE RISORSE UMANE NEL SETTORE PUBBLICO


1. Cosa consente l'attivazione di energie operative da parte del personale:la motivazione

2. Perché è utile il modello aspettativa-valore nel settore pubblico: perché può contribuire a
spiegare le dinamiche motivazionali nel settore pubblico.

3. Nel modello aspettativa-valore cosa occorre assicurare: che collegamento tra


performance e ricompensa sia comunicato chiaramente

4. Come può essere definita la leadership: il processo volto ad influenzare le attività di un


individuo o di un gruppo che si impegna per il conseguimento di obiettivi in una
determinata situazione

5. Nel modello di modello Hersey e Blanchard quali sono le variabili considerate ai fini della
leadership: il comportamento di guida ed il comportamento di sostegno

6. Gli stili di leadership individuati da Hersey e Blanchard a quale fattore sono collegati: al
livello di maturità del personale

7. La programmazione del personale a cosa serve: a garantire la disponibilità quantitativa


e qualitativa del personale necessario alla realizzazione delle finalità istituzionali
dell'azienda

8. A cosa è collegata l'efficacia del reclutamento: l'efficacia del reclutamento è collegata


alla capacità di ridurre i costi della selezione

9. L'addestramento a cosa serve: l'addestramento tende a trasferire abilità definite e


codificabili

10. La formazione a cosa serve: la formazione tende a favorire l'interpretazione di


problemi complessi

I PRINCIPI FONDAMENTALI DELLE PUBLIC UTILITIES


1. E' possibile individuare degli stadi temporali delle public utilities: È possibile individuare 4
stadi temporali delle public utilities

2. Cosa caratterizzò il Welfare State: un progressivo aumento dell'intervento dello Stato


nel settore economico e da un corrispondente aumento della domanda di servizi
pubblici.

3. Quale ruolo assumeva lo Stato nel welfare state: lo Stato veniva ad assumere il ruolo di
imprenditore sempre più impegnato nella produzione di servizi ritenuti di pubblico
interesse ed utilità
SHARON PANARIELLO – ECONOMIA AZIENDALE - 2022

4. Quale modello di Stato nei servizi pubblici è possibile individuare nei nostri anni: il modello
di Stato definibile della qualità della vita o dei servizi

5. Quali sono le sottofasi dello Stato della qualità dei vita: stato dei servizi e stato
regolatore

6. Quali sono i caratteri specifici dei servizi pubblici: i servizi pubblici non sono
individuabili sulla base di definiti caratteri, ma derivano da un esplicito
riconoscimento della P.A.

7. In quale categoria possiamo far rientrare i servizi pubblici: i servizi pubblici costituiscono
una categoria aperta, poiché è soggetta, nel tempo, ad ampliarsi o a restringersi

8. Il miglioramento delle condizioni culturali, economiche e di ricchezza dei consumatori ha


impattato sui servizi pubblici: sì, hanno generato delle spinte al cambiamento

9. Cosa caratterizza i servizi uti singoli: sono caratterizzati da una domanda ed un


godimento singolarmente individuabile

10. Cosa caratterizza i servizi uti universi: sono caratterizzati da prestazioni indivisibili
offerte alla collettività e non danno luogo ad un rapporto di scambio.

I NUOVI PARADIGMI NELLE PUBLIC UTILITIES


1. La teoria economica nel passato a cosa collegava le ragioni dell'intervento pubblico nell'economia:
a situazioni di fallimento del mercato nei settori di pubblica utilità

2. A cosa si collegavano le ragioni che hanno determinato la scelta del monopolio nell'offerta di servizi
pubblici: a ragioni di natura economico-tecnica ed a ragioni politico-sociali

3. La riserva di monopolio a cosa si applica: all'offerta del servizio e non alla soddisfazione del
bisogno

4. Nel monopolio, la proprietà di subadditività della funzione di costo cosa comporta: che un'unica
impresa è in grado di produrre a condizioni economiche più favorevoli rispetto a qualsiasi
combinazione di due o più imprese

5. Che tipologia di deregolamentazione è stata avviata dagli anni '90 nei servizi pubblici: la
deregolamentazione asimmetrica

6. Le critiche all'intervento dello Stato nell'economia cosa ha evidenziato per i manager dei servizi
pubblici: l'inadeguatezza dei sistemi d'incentivo/sanzione dei manager

7. Le politiche per la concorrenza, quando non possono dare luogo ad una competizione nel mercato
come si realizzano: con politiche di concorrenza allo stato potenziale, a monte o in modo simulato

8. Cosa caratterizza la concorrenza virtuale nei servizi pubblici: non introduce una competizione sul
piano del posizionamento o successo del mercato, ma svolge comunque una funzione di
incentivo al miglioramento delle performance
SHARON PANARIELLO – ECONOMIA AZIENDALE - 2022

9. La Legge 142/90 come distingueva i servizi pubblici: distingueva tra i servizi gestiti in forma di
impresa in quanto servizi commerciabili e servizi non commerciabili in quanto offerti o
indistintamente a tutta la collettività

10. L'art. 35 della legge 448/2001 come distingue, invece, i servizi pubblici: distingue tra servizi a
rilevanza industriale e servizi privi di rilevanza industriale

LA TRASFORMAZIONE DEI MERCATI DELLE PUBLIC UTILITIES

1. Qual è stato nel passato l'aspetto tipico delle imprese di servizi pubblici, rispetto ad altri settori: la
competenza territoriale

2. Per le imprese operanti a livello locale, cosa ha determinato spesso la competenza territoriale: la
rigida definizione di un ambito territoriale ha determinato un grande ostacolo alla crescita ed allo
sviluppo di tali imprese

3. Quali sono in sintesi i cambiamenti in atto nel settore dei servizi pubblici: deregolamentazione,
privatizzazione ed apertura alla concorrenza

4. I cambiamenti in atto che cosa hanno determinato in termini di politiche di diversificazione: nuove
opportunità di partecipazione o di investimento a livello locale e/o nazionale ed internazionale

5. Come possono essere le modalità di gestione dei servizi pubblici: gestione diretta e gestione
indiretta

6. La modalità di gestione diretta statale come può essere: a regia diretta e regia indiretta

7. Cosa è la modalità di gestione indiretta: la p.a. concede ad un ente terzo il diritto di gestire per
proprio conto e sotto il proprio controllo una attività nettamente distinta dall'Ente pubblico
concedente

8. Cosa è la concessione: una convenzione per mezzo della quale un ente pubblico incarica una
impresa di realizzare un pubblico servizio

9. Come possono essere le società per azioni miste: con partecipazione pubblica maggioritaria o
minoritaria

10. Come possono essere le tipologie di Organi ed aziende di servizi pubblici locali non costituite sotto
forma di SpA: aziende speciali, aziende consortili, istituzioni

I PROCESSI DI TRASFORMAZIONE DELL’IMPRESA PUBBLICA

1. A cosa fa riferimento il concetto di impresa pubblica come istituto post-crisi: al fatto che nel
passato molte imprese pubbliche sono nate in conseguenza di fallimenti del settore privato

2. L'iniziativa pubblica ha mai dovuto supplire alle deficienze dell'iniziativa privata: sì, è accaduto
spesso nel passato per la mancanza di iniziativa privata in alcuni settori
SHARON PANARIELLO – ECONOMIA AZIENDALE - 2022

3. Il soddisfacimento di esigenze e bisogni di primario interesse collettivo cosa poteva comportanre


nel passato: l'intervento del settore pubblico nell'economia

4. Quando è iniziato il processo di cambiamento nel settore pubblico: agli inizi degli anni '90

5. La mancanza di meccanismi di incentivazione e di valutazione efficaci del management pubblico


cosa ha generato: le spinte al cambiamento nella gestione del settore pubblico

6. Le spinte al cambiamento nel settore pubblico cosa hanno generato: l'avvio del processo di
deregolamentazione

7. Qual è stato uno degli effetti del processo di deregolamentazione del settore pubblico: l'avvio di
processi di esternalizzazione dei servizi

8. La libertà di accesso nel settore pubblico a cosa deve essere imputata: al processo di
deregolamentazione

9. La libertà di accesso nel settore pubblico cosa ha comportato: la presenza di una pluralità di
operatori nel settore dei servizi pubblici

10. I piani di risanamento nel settore dei servizi pubblici, in alcuni casi cosa ha determinato: la cessione
di attività non strategiche

I PROCESSI DI PRIVATIZZAZIONE

1. Il processo di privatizzazione in Italia quando ha avuto inizio: primi anni '90

2. In Italia il processo di privatizzazione si è sviluppato in modo omogeneo per tutti i settori


economici: i processi di privatizzazione sono stati realizzati in modo differenziato a seconda del
settore economico

3. Quali sono le diverse tipologie di privatizzazione: formale, sostanziale, funzionale, indiretta

4. In cosa consiste la privatizzazione formale: consiste nella trasformazione della natura e


caratteristiche giuridiche dell'ente pubblico

5. In cosa consiste la privatizzazione sostanziale: consiste nel trasferimento della proprietà di enti o
aziende pubbliche, già privatizzate dal punto di vista formale in società per azioni, dallo Stato ai
soggetti privati.

6. In cosa consiste la privatizzazione funzionale: consiste nel trasferimento al privato di una


determinata funzione svolta in precedenza dall'operatore pubblico

7. In cosa consiste la privatizzazione indiretta: consiste nell'introduzione di obiettivi e criteri di tipo


privatistico nella gestione dell'impresa pubblica.

8. Il modello Britannico di privatizzazione a cosa ha fatto soprattutto ricorso: allo strumento della
golden share
SHARON PANARIELLO – ECONOMIA AZIENDALE - 2022

9. Il modello Francese di privatizzazione a cosa ha fatto soprattutto ricorso: alla creazione di un


nucleo stabile di azionisti di riferimento nell'intento di assicurare alle società privatizzate un
controllo accentrato e stabile nel tempo.

10. Il modello Italiano diprivatizzazione a cosa ha fatto soprattutto ricorso: al modello misto, nel quale
sono contemporaneamente presenti gli elementi distintivi sia del modello britannico che di
quello francese.

IL CONTROLLO DI GESTIONE

1. Cosa è il controllo di gestione: un sistema di governo aziendale, che agisce prima, durante e dopo i
processi decisionali, per orientarli, strutturarli e tradurli in azioni efficaci ed efficienti

2. Come agisce il controllo di gestione sugli obiettivi aziendali: in modo che gli obiettivi siano coerenti
con le risorse a disposizione e con il contesto di riferimento

3. Nella verifica del raggiungimento degli obiettivi, come agisce il controllo di gestione: verifica se gli
obiettivi sono stati raggiunti e se le modalità di raggiungimento sono risultati efficaci ed efficienti

4. Dove si collocano gli strumenti di governo interno: nell'ambito dei sistemi di pianificazione,
programmazione e controllo di gestione

5. Quali sono le fasi principali dei sistemi di programmazione e controllo: programmazione,


formulazione del budget, svolgimento e misurazione dell'attività, reporting e valutazione

6. Quali sono i sottosistemi del controllo di gestione: sistema di budgeting, sistema di misurazione
delle performance, sistema di reporting

7. A cosa serve il reporting: definisce modalità e tempi di confronto tra risultati effettivi ed attesi e
fornisce la base informativa per supportare l'identificazione delle azioni correttive

8. A cosa serve il budget: definisce le modalità attraverso cui si associano obiettivi e risorse ai
responsabili delle unità organizzative

9. In termini di obbligatorietà come si distinguono la contabilità generale e la contabilità analitica: la


contabilità generale è obbligatoria, la contabilità analitica non è obbligatoria

10. In termini di precisione come si distinguono la contabilità generale e la contabilità analitica: la


contabilità generale ha una massima precisione, la contabilità analitica ha una minore precisione

LE DIVERSE CONFIGURAZIONI DI COSTO

1. Come può essere definito il costo di produzione: il valore monetario delle risorse impiegate per la
realizzazione dei processi di produzione economica messi in atto dalle aziende

2. Cosa compone il costo di produzione: il costo di produzione si compone di vari elementi, ciascuno
corrispondente al costo di impiego dei diversi fattori produttivi, o di gruppi di fattori produttivi,
che concorrono alla realizzazione di un dato processo di produzione
SHARON PANARIELLO – ECONOMIA AZIENDALE - 2022

3. Come può essere la natura dei valori prescelti per valutare il costo da riferire ai vari oggetti di
calcolo del costo di produzione: valori passati, valori attuali, valori futuri

4. I metodi di valorizzazione dei costi agli oggetti prescelti come possono essere: metodo diretto e
metodo indiretto

5. Quali procedimenti adotta il metodo diretto: procedimenti basati sulla misurazione e


valorizzazione dei volumi dei fattori consumati nelle attività produttive oggetto di misurazione

6. Quali procedimenti adotta il metodo indiretto: procedimenti basati su ipotesi di calcolo, più o
meno aderenti alla realtà, rispettose del principio di causalità che lega il costo in questione
all'oggetto di calcolo

7. Cosa si intende per costo primo: il valore delle materie prime impiegate per la realizzazione della
produzione

8. Cosa sono i costi di prodotto: sono i costi associabili in modo diretto o indiretto alla realizzazione
di un prodotto/servizio

9. Cosa sono i costi figurativi: costi che l'impresa non sostiene effettivamente in quanto derivano da
fattori non acquisiti presso terzi ma apportati dal proprietario o dai soci

10. Cosa sono i costi standard: costi che appartengono alla categoria dei costi preventivi, ma sono
riferiti a condizioni operative non attuali ma ipotetiche

LA MISURAZIONE DEL COSTO PIENO UNITARIO

1. Qual è l'obiettivo fondamentale di un sistema di misurazione dei costi: consiste nella corretta
rappresentazione dell'impiego dei fattori produttivi da parte dell'oggetto di imputazione dei costi
(costo unitario di prodotto)

2. In sintesi, come si realizza l'obiettivo di un sistema di misurazione dei costi: attraverso il


collegamento tra le voci di costo aggregate per natura e l'unità di prodotto

3. Cosa è il procedimento diretto di attribuzione dei costi all'unità di prodotto: si tratta di una
misurazione oggettiva, in quanto la relazione che lega il consumo del fattore produttivo da parte
dell'unità di prodotto è osservabile e misurabile

4. Cosa caratterizza il Direct Cost: il costo di prodotto è costituito da soli costi diretti, la cui
imputazione non necessita di alcuna base di ripartizione

5. Nel Direct Cost come sono considerati i costi indiretti: i costi indiretti sono considerati costi di
periodo

6. Quando si ha un centro di costo: quando si ha un'unità organizzativa caratterizzata da un certo


ammontare di risorse assegnate, una data tecnologia, un insieme omogeneo di risultati

7. In cosa consiste la localizzazione dei costi: la localizzazione dei costi consiste nella misurazione
delle risorse consumate dai singoli centri
SHARON PANARIELLO – ECONOMIA AZIENDALE - 2022

8. Cosa caratterizza i centri di produzione: sono rappresentati dalle unità organizzative al cui interno
si svolgono i processi di trasformazione vera e propria

9. Cosa caratterizza i centri ausiliari: si riferiscono alle unità operative che, sebbene funzionalmente
collocate nell'area della produzione, forniscono la loro utilità ad altri centri di costo

10. Cosa caratterizza i centri di servizio: sono esterni all'area della produzione e possono riguardare
l'area commerciale, amministrativa, ecc

LA BREAK EVEN ANALYSIS

1. Cosa è il diagramma di redditività: È lo strumento utilizzato dall'impresa per misurare la


potenzialità economico-strutturale

2. Su quali dati si basa il diagramma di redditività: costi fissi, costi variabili, ricavi

3. Cosa sono i costi fissi: i costi la cui dimensione non dipende dai volumi di produzione, nei limiti
ovviamente di una data capacità produttiva

4. Cosa sono i costi variabili: i costi che variano al variare delle quantità prodotte

5. Cosa è il Breal even Point o punto di equilibrio: rappresenta la quantità di produzione, e quindi di
vendita, che consente di coprire i costi totali

6. Cosa caratterizza il punto di equilibrio finanziario: come costi fissi e costi variabili si considerano
solo quelli che generano esborsi monetari

7. Cosa consente di misurare la potenzialità economico strutturale: misura l'area delle perdite e
quella dei profitti ed il conseguente grado di rischio

8. Cosa rappresenta il margine di contribuzione: la parte del prezzo di vendita che residua dopo la
copertura dei costi variabili ed è quindi destinata alla copertura dei costi fissi

9. Quali sono le utilità della Break even Analysis: consente la definizione di budget flessibili e la
valutazione degli effetti delle scelte aziendali sul rapporto costi-volumi-risultati

10. La diretta proporzionalità dei ricavi complessivi rispetto al volume venduto cosa determina: un
limite del modello

ESERCITAZIONE SULLA BREAK EVEN ANALISY

1. Cosa vuole realizzare l'Ospedale di Montefiorito: vuole dotare la sua Divisione di Ostetrica e
Ginecologia di un'unità attrezzata per la cardiotocografia

2. Il percorso di sviluppo dell'Ospedale Montefiorito inciderà sul livello dei costi totali: aumenteanno i
costi totali in seguito all'investimento previsto
SHARON PANARIELLO – ECONOMIA AZIENDALE - 2022

3. Le scelte operate dall'Ospedale Montefiorito come incideranno sui costi fissi: i costi fissi
aumenteranno per acuisto macchinario, personale e manutenzione

4. Le scelte operate dall'Ospedale Montefiorito come incideranno sui costi variabili: i costi variabili
aumenteranno per materiale di consumo e costi di energia elettrica

5. Cosa è il Breal even Point o punto di equilibrio: rappresenta la quantità di produzione, e quindi di
vendita, che consente di coprire i costi totali

6. Cosa caratterizza il punto di equilibrio finanziario: come costi fissi e costi variabili si considerano
solo quelli che generano esborsi monetari

7. Cosa consente di misurare la potenzialità economico strutturale: misura l'area delle perdite e
quella dei profitti ed il conseguente grado di rischio

8. Cosa rappresenta il margine di contribuzione: la parte del prezzo di vendita che residua dopo la
copertura dei costi variabili ed è quindi destinata alla copertura dei costi fissi

9. Si raggiunge il punto di equilibrio: si raggiunge il punto di equilibrio per valori inferiori alla
capacità produttiva massima

10. Si raggiunge il Break even point: sì, corrisponde al punto di equilibrio

L’ACTIVITY BASED COSTING


1. Qual è la visione dei processi nell'ottica dell'Activity Based Management: che sono i processi e non
i prodotti che creano valore

2. Qual è l'elemento costitutivo dei processi nell'ottica dell'Activity Based Management: le attività

3. La gestione delle attività cosa comporta: l'analisi del costo e dell'efficienza delle attività, l'analisi
del valore generato dalle attività, il miglioramento continuo della qualità, la re-ingegnerizzazione
del processo

4. Cosa è il Business Process Reengineering: un approccio per il ridisegno dei processi aziendali al
fine di migliorare le prestazioni chiave dell'azienda

5. Quali sono le componenti dell'Activity Based Costing: le categorie di risorse, i driver di risorse, gli
activity cost pool, i driver delle attività, gli oggetti di costo, gli input dei costi diretti

6. Quali sono le fasi di progettazione di un modello di costing ABC: ricostruzione del processo e
rilevazione del costo

7. Quale tecnica costituisce un'evoluzione dell'ABC: il Time-Driven Activity-Based Costing


SHARON PANARIELLO – ECONOMIA AZIENDALE - 2022

8. Quali sono le criticità rilevate nell'ABC: si è evidenziato nelle sue applicazioni alcune
problematiche nella misurazione e gestione dei costi, oltre a comportare costi elevati e
operazioni complesse per il suo monitoraggio

9. Qual è la prima fase del Time Driven ABC: nella prima fase il TDABC individua il costo totale delle
risorse (personale, attrezzature, tecnologia etc.) assegnate a uno specifico processo

10. Qual è la seconda fase del Time Driven ABC: nella seconda fase sono assegnati i costi delle risorse
all'oggetto di costo sulla base delle attività richieste dall'oggetto di costo e della loro durata

Esercitazione sull'Activity Based Costing

1. Il caso analizzato quanti prodotti considera: 2 tipologie di calcolatrici da ufficio

2. In cosa si differenziano i processi produttivi:si differenziano per la quantità di materiali richiesti ed


il numero di ore della manodopera di personale

3. Il processo produttivo dei due prodotti in quanti centri di costo è articolato: in 6 centri di costo

4. Il caso analizzato cosa chiede di determinare: i costi di produzione unitari per ogni prodotto

5. Quali sono le componenti dell'Activity Based Costing: le categorie di risorse, i driver di risorse, gli
activity cost pool, i driver delle attività, gli oggetti di costo, gli input dei costi diretti

6. Quali sono le fasi di progettazione di un modello di costing ABC: ricostruzione del processo e
rilevazione del costo

7. La gestione delle attività cosa comporta: l'analisi del costo e dell'efficienza delle attività, l'analisi
del valore generato dalle attività, il miglioramento continuo della qualità, la re-ingegnerizzazione
del processo

8. Che tipo di matrice viene adottata per il calcolo del costing: la matrice risorse-attività

9. Qual è l'activity driver del set-up: il numero di set-up

10. Qual è l'activity driver del controllo qualità: il numero di controlli

LA BALANCED SCORECARD ED IL SUO RUOLO NELLE AZIENDE SANITARIE

1. Qual è l'orizzonte temporale della Balanced Scorecard: 3 anni

2. Quale approccio alla performance adotta la Balanced Scorecard: l'approccio olistico

3. Da quali autori è stata sviluppata la Balanced Scorecard: kaplan e norton

4. Nel 1996 quale cambiamento subisce la BSC: si passa dalla Bsc intesa come scheda di misurazione
delle performance aziendali alla Bsc intesa come processo di management strategico
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5. Qual è il principale merito della BSC: quello di collegare gli obiettivi operativi a breve termine con
gli obiettivi strategici a lungo termine

6. Quante sono le prospettive analizzate dalla BSC: 4

7. Come devono essere le misure scelte dall'azienda: chiare - semplici e dinamiche

8. Qual è l'orizzonte temporale del Piano della Performance: 3 anni

9. Quale normativa prevede la Balanced Scorecard come strumento di controllo strategico: delibera
ANAC ex CIVIT 89/2010

10. Cosa si intende per Piano della Performance: una programmazione triennale degli obiettivi
strategici dell'amministrazione

IL CONCETTO DI RICHEZZA AZIENDALE

1. Le direttrici fondamentali in cui si indirizza l'amministrazione economica di un'azienda sono:


L'organizzazione; la gestione; la rilevazione

2. La ''ricchezza'' di una qualsiasi entità aziendale può essere espressa come: Differenza tra le sue
Attività (asset) e le sue Passività (liability)

3. L'equazione fondamentale della contabilità economica è la seguente: A – P = N

4. Il ''reddito'' di una qualsiasi entità aziendale esprime: La variazione che la ''ricchezza'' dell'entità
aziendale ha subito in un dato intervallo di tempo per effetto degli accadimenti di gestione

5. Convenzionalmente, per Attività (asset) di una qualsiasi entità aziendale si intende ''una risorsa
dalla quale ci si aspetta'': Futuri benefici economici; controllati dell'entità derivanti da eventi
passati

6. Convenzionalmente, per Passività (liability) di una qualsiasi entità aziendale si intende ''una
obbligazione dalla quale ci si aspetta'': Futuri sacrifici economici; inevitabili per l'entità in ipotesi
di going concern (continuità aziendale); derivanti da eventi passati

7. Se un elemento di A (Attività) aumenta, è possibile che: Sia aumentato un elemento di P


(Passività) di pari importo

8. Se un elemento di P (Passività) diminuisce, è possibile che: Sia diminuito un elemento di A


(Attività) di pari importo

9. Per variazione finanziaria positiva si intende: L'aumento della Cassa o della Banca (+ Cassa/Banca)

10. Per variazione finanziaria negativa si intende: L'aumento dei Debiti, siano essi di funzionamento o
di finanziamento (+ Debiti)
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LA COMPETENZA ECONOMICA

1. La teoria della ''competenza economica'' serve a stabilire se, con riferimento ad un determinato
intervallo temporale: una entità aziendale abbia sostenuto costi o conseguito ricavi che abbiano
comportato una modifica quantitativa del Netto

2. La teoria della ''competenza economica'': non crea e non elimina costi e ricavi, ma li distribuisce
lungo i diversi esercizi di vita di un'azienda

3. Secondo la teoria funzionale della ''competenza economica'', un costo di competenza rappresenta:


un servizio consumato o sprecato nel corso dell'esercizio oggetto di analisi

4. Secondo la teoria funzionale della ''competenza economica'', un ricavo di competenza rappresenta:


un servizio già ceduto nel corso dell'esercizio oggetto di analisi

5. Nel caso di una riduzione della ricchezza finanziaria (variazione finanziaria negativa) concordata in
cambio di una acquisizione di servizi o di fattori a fecondità semplice (ffs) si presume che: i servizi o
i ffs acquisiti saranno tutti ancora a disposizione alla fine dell'anno, per cui il costo misurato dalla
riduzione della risorsa finanziaria non sarà considerato di competenza

6. Nel caso di un incremento della ricchezza finanziaria (variazione finanziaria positiva) concordata in
cambio di una cessione di servizi o di fattori a fecondità semplice (ffs) si presume che: i servizi o i ffs
saranno tutti ceduti nell'anno, per cui il ricavo misurato dall'incremento della risorsa finanziaria
sarà considerato, in prima battuta, di competenza

7. Nel caso di una riduzione della ricchezza finanziaria (variazione finanziaria negativa) concordata in
cambio di una acquisizione di fattori a fecondità ripetuta (ffr) si presume che: i ffr acquisiti saranno
ancora a disposizione alla fine dell'anno, per cui il costo misurato dalla riduzione della risorsa
finanziaria non sarà considerato, in prima battuta, di competenza

8. Nel caso di un incremento della ricchezza finanziaria (variazione finanziaria positiva) concordata in
cambio di una cessione di fattori a fecondità ripetuta (ffr) si osserverà: una riduzione della
ricchezza non finanziaria (decremento box blu)per la dismissione del fattore produttivo e la
differenza tra questa riduzione e l'incremento dalla ricchezza finanziaria si accoglierà come costo
o ricavo di competenza

9. Nel caso in cui al termine dell'esercizio siano rimasti a disposizione servizi e/o ffs acquisiti nell'anno
ed i cui costi erano stati quindi originariamente accolti come costi di competenza (decremento box
rosso): tali servizi e/o ffs saranno invece considerati come Attività non finanziarie (Anf – box blu)
ed in contropartita si avrà un incremento del box rosso

10. Nel caso in cui al termine dell'esercizio siano rimasti ancora da cedere servizi e/o ffs per il quali si è
percepito il compenso nell'anno ed i cui ricavi erano stati quindi originariamente accolti come ricavi
di competenza (incremento box rosso): tali servizi e/o ffs saranno invece considerati come
Passività non finanziarie (Pnf – box giallo) ed in contropartita si avrà un decremento del box rosso
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LA FASE DI ASSESTAMENTO : RATEI E RISCONTI

1. Secondo la teoria funzionale della ''competenza economica'', i risconti attivi sono : Rimanenze di
servizi acquisiti, ancora a disposizione al termine dell'intervallo temporale oggetto di analisi

2. Secondo la teoria funzionale della ''competenza economica'', i risconti passivi sono: Rimanenze di
servizi ancora da cedere al termine dell'intervallo temporale oggetto di analisi

3. L'ammortamento è: Un processo di rettifica volto a rappresentare la sistematica riduzione del


valore di fattori a fecondità ripetuta (ffr), in relazione al consumo dei servizi in essi contenuti

4. Le Rimanenze di fattori a fecondità semplice (ffs), tecnicamente definite ''rimanenze di magazzino'',


sono epilogate tra le: Attività non finanziarie (Anf)

5. Nell'ambito della fase di assestamento, il processo di integrazione serve a: Rilevare attività e


passività che erano sfuggite nella fase continuativa perché non misurate finanziariamente

6. I ratei attivi sono: Variazioni finanziarie positive presunte

7. I ratei passivi sono: Variazioni finanziarie negative presunte

8. I fondi rischi ed oneri sono: Passività presunte, di natura finanziaria

9. Un rateo attivo misura: Un ricavo di competenza

10. Un rateo passivo misura: Un costo di competenza

La rilevazione degli accadimenti aziendali nel Magic Box - Esercitazione

1. Nel caso di apporto in contanti di Capitale Sociale per € 120.000, l'impatto sul Magic Box sarà il
seguente: Incremento di Attività finanziarie (+Af; Box azzurro) per € 120.000 ed incremento di
Ricchezza Iniziale (+Ni; Box verde) per € 120.000

2. Nel caso di acquisto a dilazione di un fattore a fecondità ripetuta (ffr) per € 50.000, all'atto
dell'acquisto l'impatto sul Magic Box sarà il seguente (si prescinda dall'IVA): Incremento di Passività
finanziarie (+Pf; Box azzurro) per € 50.000 ed incremento di Attività non finanziarie (+Anf; Box
blue) per € 50.000

3. Nel caso di acquisto in contanti di un fattore a fecondità semplice (ffs) per € 10.000, all'atto
dell'acquisto l'impatto sul Magic Box sarà il seguente (si prescinda dall'IVA): Decremento di Attività
finanziarie (–Af; Box azzurro) per € 10.000 ed incremento di Costi di competenza (+C; Box rosso)
per € 10.000

4. Nel caso di vendita a dilazione di un fattore a fecondità semplice (ffs) per € 40.000, all'atto della
vendita l'impatto sul Magic Box sarà il seguente (si prescinda dall'IVA): Incremento di Attività
finanziarie (+Af; Box azzurro) per € 40.000 ed incremento dei Ricavi di competenza (+R; Box
rosso) per € 40.000
SHARON PANARIELLO – ECONOMIA AZIENDALE - 2022

5. Nel caso in cui, al termine dell'esercizio, vi siano in magazzino materie prime (ffs) ancora a
disposizione per € 4.000, l'impatto sul Magic Box sarà il seguente: Decremento (rettifica) di Costi di
competenza (–C; Box rosso) per € 4.000 ed incremento di Attività non finanziarie (+Anf; Box blue)
per € 4.000

6. Nel caso in cui, al termine dell'esercizio, vi siano prodotti (ffs) ancora da consegnare per € 15.000,
per cui si era già percepito l'intero compenso, l'impatto sul Magic Box sarà il seguente: Decremento
(rettifica) di Ricavi di competenza (–R; Box rosso) per € 15.000 ed incremento di Passività non
finanziarie (+Pnf; Box giallo) per € 15.000

7. Nel caso in cui, al termine dell'esercizio, si debba rilevare il processo di ammortamento di un


macchinario (ffr) acquistato nell'esercizio precedente per € 50.000 (vita utile di 10 anni), l'impatto
sul Magic Box sarà il seguente: Decremento (rettifica) di Attività non finanziarie (–Anf; Box blue)
per € 5.000 ed incremento dei Costi di competenza (+C; Box rosso) per € 5.000

8. Nel caso in cui, al termine dell'esercizio 200X, si debba rilevare l'effetto dell'aver preso in fitto in
data 01/11/200X un magazzino per € 1.500 mensili (pagamento trimestrale posticipato), l'impatto
sul Magic Box sarà il seguente: Incremento (integrazione) di Passività finanziarie presunte (+Pf;
Box azzurro) per € 3.000 ed incremento dei Costi di competenza (+C; Box rosso) per € 3.000

9. Nel caso in cui, al termine dell'esercizio 200X, si debba rilevare l'effetto dell'aver effettuato una
consulenza per la quale la fattura di € 5.000 sarà emessa nell'esercizio 200X+1, l'impatto sul Magic
Box sarà il seguente: Incremento (integrazione) di Attività finanziarie presunte (+Af; Box azzurro)
per € 5.000 ed incremento dei Ricavi di competenza (+R; Box rosso) per € 5.000

10. Una volta che dal Conto Economico emerga un risultato economico positivo (utile), questo dovrà
essere epilogato: Nello Stato Patrimoniale, tra le grandezze ideali del Netto, con segno positivo

IL CONTO: LO STRUMENTO DELLA CONTABILITA ECONOMICA

1. Il conto è: Lo strumento utilizzato per rappresentare nel tempo le variazioni di una grandezza
mutevole

2. Per convenzione, la sezione di sinistra di un conto prende il nome di: Dare

3. Per convenzione, la sezione di destra di un conto prende il nome di: Avere

4. Addebitare un conto significa: Movimentare un conto in dare

5. Accreditare un conto significa: Movimentare un conto in avere

6. I conti accesi alle Attività: Accolgono gli incrementi in dare ed i decrementi in avere

7. I conti accesi alle Passività: Accolgono gli incrementi in avere ed i decrementi in dare

8. La serie di conti accesa ai valori finanziari accoglie: In dare le variazioni finanziarie positive ed in
avere le variazioni finanziarie negative
SHARON PANARIELLO – ECONOMIA AZIENDALE - 2022

9. La serie di conti accesa ai valori economici accoglie: Sia conti accesi ai costi ed ai ricavi sia conti
accesi alle grandezze di netto

10. I conti accesi ai costi ed ai ricavi: Hanno funzionamento unifase

IL METODO DELLA PARTITA DOPPIA

1. Il Libro Mastro è: Un registro in cui sono raccolti tutti i conti di una qualsiasi azienda

2. Il Libro Giornale è: Un registro in cui sono rilevati cronologicamente tutti gli accadimenti aziendali

3. Le rilevazioni a Libro Giornale avvengono secondo un ordine ben preciso in base al quale: Si iscrive
a sinistra il nome del conto che sarà addebitato ed a destra il nome del conto che sarà accreditato

4. Una volta che i documenti giustificativi (fatture) pervengono in azienda, i relativi accadimenti
aziendali: Sono prima rilevati a Libro Giornale e solo successivamente a Libro Mastro

5. Tecnicamente, si dice che un conto si spegne quando: Il suo saldo giunge normalmente a 0 (zero)

6. Tecnicamente, si dice che un conto si chiude quando: Si inserisce una voce per portare il suo saldo
a 0 (zero)

7. Nel caso in cui un'azienda acquisti in contanti materie prime per € 1.000, la rilevazione a Libro
Giornale sarà la seguente (si prescinda dall'IVA): Materie Prime c/acquisto @ Cassa 1.000

8. Nel caso in cui un'azienda acquisti in contanti materie prime per € 1.000, sarà necessario rilevare a
Libro Mastro: Un addebitamento del conto Materie Prime c/acquisto ed un accreditamento del
conto Cassa, entrambi per l'importo di € 1.000

9. Nel caso in cui un'azienda venda a dilazione prodotti per € 1.500, la rilevazione a Libro Giornale
sarà la seguente (si prescinda dall'IVA): Crediti vs Clienti @ Prodotti c/vendite 1.500

10. Secondo i postulati fondamentali del metodo della partita doppia: Ad ogni addebitamento di un
conto corrisponde sempre un accreditamento di un altro conto e viceversa

ESERCITAZIONE

1. Nel caso in cui si costituisca una S.P.A. attraverso un apporto di Capitale Sociale per € 120.000, sarà
necessario rilevare a Libro Mastro: Un addebitamento del conto Azionisti c/sottoscrizione
(Variazione Finanziaria +) ed un accreditamento del conto Capitale Sociale (Variazione Economica
+), entrambi per l'importo di € 120.000

2. Nel caso in cui, a seguito della sottoscrizione di azioni per € 120.000, i soci versino interamente in
contanti la quota sottoscritta, la rilevazione a Libro Giornale sarà la seguente: Cassa @ Azionisti
c/sottoscrizioni 120.000

3. Nel caso in cui un'azienda acquisti a dilazione merci (ffs) per € 10.000, la rilevazione a Libro
Giornale sarà la seguente (si prescinda dall'IVA): Merci c/acquisto @ Debiti vs Fornitori 10.000
SHARON PANARIELLO – ECONOMIA AZIENDALE - 2022

4. Nel caso in cui un'azienda acquisti in contanti servizi assicurativi per € 5.000 (copertura assicurativa
biennale), all'atto dell'acquisto sarà necessario rilevare a Libro Mastro (si prescinda dall'IVA): Un
accreditamento del conto Cassa (Variazione Finanziaria –) ed un addebitamento del conto Costo
per servizi assicurativi (Variazione Economica –), entrambi per l'importo di € 5.000

5. Nel caso in cui un' azienda venda in contanti prodotti (ffs) per € 15.000, la rilevazione a Libro
Giornale sarà la seguente (si prescinda dall'IVA): Cassa @ Prodotti c/vendite 15.000

6. Nel caso in cui un'azienda venda a dilazione merci (ffs) per € 5.000, sarà necessario rilevare a Libro
Mastro (si prescinda dall'IVA): Un addebitamento del conto Crediti vs Clienti (Variazione
Finanziaria +) ed un accreditamento del conto Merci c/vendite (Variazione Economica +),
entrambi per l'importo di € 5.000

7. Al termine di ogni esercizio, è necessario epilogare (chiudere) a Stato Patrimoniale i saldi di tutti i
conti accesi: Sia alle Attività sia alle Passività, finanziarie (Af e Pf) e non finanziarie (Anf e Pnf), sia
alle grandezze di Netto

8. Al termine di ogni esercizio, è necessario epilogare (chiudere) a Conto Economico i saldi di tutti i
conti accesi: Sia ai Costi sia ai Ricavi

9. Nell'ipotesi di conseguimento di un risultato economico positivo (utile), il saldo del relativo conto
dovrà essere epilogato (chiuso): Nello Stato Patrimoniale, tra le grandezze ideali del Netto, con
segno positivo

10. Nell'ipotesi di conseguimento di un risultato economico negativo (perdita), il saldo del relativo
conto dovrà essere epilogato (chiuso): Nello Stato Patrimoniale, tra le grandezze ideali del Netto,
con segno negativo

INTRODUZIONE AL BILANCIO D’ESERCIZIO ALLA LUCE DEL L. LGS 139/2015

1. Il bilancio d'esercizio: È un documento obbligatorio che serve ad indicare i risultati economici,


finanziari e patrimoniali di un'impresa

2. Il bilancio d'esercizio: È uno strumento conoscitivo sia interno che esterno

3. Il Conto Economico: È uno degli elementi di cui si compone il bilancio d'esercizio

4. Le società di persone: Non devono utilizzare schemi prestabiliti nella redazione del bilancio
d'esercizio

5. Le società di capitali: Devono tenere obbligatoriamente sia il Libro Giornale che il Libro degli
inventari

6. Attraverso il bilancio d'esercizio è possibile: Valutare l’operato degli amministratori

7. Il bilancio d'esercizio deve essere approvato: Entro 120 gg dalla chiusura dell'esercizio sociale

8. In determinati casi, il bilancio d'esercizio può essere approvato: Entro 180 gg dalla chiusura
dell'esercizio sociale
SHARON PANARIELLO – ECONOMIA AZIENDALE - 2022

9. Il bilancio d'esercizio deve essere reso pubblico: Entro 30 gg dalla sua approvazione

10. Il bilancio d'esercizio: È uno strumento di conoscenza, di controllo e di comunicazione

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