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REGOLAMENTI PER LA CLASSIFICAZIONE

DELLE NAVI

Parte C
Macchinari, Impianti e Protezione
contro gli Incendi

Capitoli 1 2 3 4

Capitolo 1 MACCHINARI

Capitolo 2 IMPIANTI ELETTRICI

Capitolo 3 IMPIANTI DI AUTOMAZIONE

Capitolo 4 PROTEZIONE ANTINCENDIO, RIVELAZIONE ED


ESTINZIONE DEGLI INCENDI
Parte C
Macchinari, Impianti e Protezione
contro gli Incendi

Capitolo 1

MACCHINARI

SEZIONE 1 PRESCRIZIONI GENERALI


SEZIONE 2 MOTORI DIESEL
SEZIONE 3 CALDAIE E RECIPIENTI IN PRESSIONE
SEZIONE 4 TURBINE A VAPORE
SEZIONE 5 TURBINE A GAS
SEZIONE 6 RIDUTTORI ED INVERTITORI
SEZIONE 7 LINEE D’ALBERI DI PROPULSIONE
SEZIONE 8 ELICHE
SEZIONE 9 VIBRAZIONI DELLE LINEE D’ALBERI
SEZIONE 10 TUBOLATURE
SEZIONE 11 MACCHINE DI GOVERNO
SEZIONE 12 THRUSTERS
SEZIONE 13 IMPIANTI FRIGORIFERI
SEZIONE 14 TURBOSOFFIANTI
SEZIONE 15 PROVE DI FUNZIONAMENTO A BORDO
APPENDICE 1 VERIFICA DEL DIMENSIONAMENTO DEGLI ALBERI A
MANOVELLE DEI MOTORI DIESEL
APPENDICE 2 MOTORI DIESEL AD ALIMENTAZIONE MISTA
APPENDICE 3 TUBI IN PLASTICA
APPENDICE 4 CASSE INDIPENDENTI PER IL COMBUSTIBILE LIQUIDO

Regolamenti RINA 2005 19


Parte C, Cap 1, Sez 1

SEZIONE 1 PRESCRIZIONI GENERALI

1 Generalità 1.4 Definizioni


1.4.1 Locali macchine di categoria A
1.1 Applicabilità Locali macchine di categoria A sono tutti gli spazi ed i rela-
tivi cofani che contengono:
1.1.1 Il Capitolo 1 si applica al progetto, alla costruzione, • motori a combustione interna utilizzati per l’apparato di
all’installazione, ai collaudi e alle prove dei macchinari per propulsione principale; o
la propulsione e per servizi ausiliari essenziali, comprese le • motori a combustione interna di potenza complessiva
apparecchiature ad essi collegate, caldaie e recipienti in non minore di 375 kW, utilizzati per altri scopi; o
pressione, tubolature, organi di governo e manovra, che • caldaie a combustibile liquido o gruppi per il tratta-
sono installati a bordo delle navi classificate, come mento del combustibile liquido; o
descritto in ciascuna Sezione del presente Capitolo.
• generatori di gas inerte, inceneritori, gruppi di elimina-
zione rifiuti, ecc, che utilizzano combustibile liquido.
1.2 Ulteriori prescrizioni
1.4.2 Locali macchine
Locali macchine sono tutti i locali macchine di categoria A e
1.2.1 Ulteriori prescrizioni relative ai macchinari sono tutti gli altri locali che contengono l’apparato motore di pro-
date in: pulsione, caldaie, gruppi per il trattamento del combustibile
• Parte E, per l’assegnazione delle notazioni di servizio liquido e dell’olio lubrificante, macchine a vapore, motori a
combustione interna, generatori e motori elettrici principali,
• Parte F, per l’assegnazione delle notazioni addizionali di stazioni di imbarco del combustibile liquido, macchinari
classe. per la ventilazione e per il condizionamento dell’aria, mac-
chinari frigoriferi, stabilizzatori e locali di tipo simile, ed i
relativi cofani.
1.3 Documentazione da inviare
1.4.3 Gruppo di trattamento per il combustibile
1.3.1 Prima che la costruzione sia effettivamente incomin- liquido
ciata, il Costruttore, Progettista o Cantiere devono inviare Gruppo di trattamento per il combustibile liquido è l’equi-
alla Società i documenti (disegni, diagrammi, specifiche e paggiamento necessario a preparare il combustibile liquido
calcoli) richiesti nelle Sezioni pertinenti del presente Capi- per l’alimentazione di una caldaia o il combustibile liquido
tolo. riscaldato per l’alimentazione di un motore a combustione
interna; esso comprende pompe, filtri e riscaldatori che trat-
L’elenco dei documenti richiesti in ciascuna Sezione è indi- tano il combustibile ad una pressione superiore a 0,18
cativa del complesso di informazioni che devono essere N/mm2.
inviate e non deve essere assunta come un mero elenco di Ai fini della definizione di cui sopra, i generatori di gas
titoli. inerte devono essere considerati come caldaie a combusti-
bile liquido e le turbine a gas come motori a combustione
La Società si riserva il diritto di richiedere l’invio di docu-
interna.
menti addizionali rispetto a quelli elencati nelle Sezioni,
nel caso di progetti non convenzionali o se ritenuto neces- 1.4.4 Condizione di nave priva d’energia
sario per la valutazione dell’impianto, apparecchiatura o Condizione di nave priva d’energia è la condizione nella
componente. quale l’intero impianto di propulsione, compresa l’alimen-
tazione principale d’energia elettrica non è in funzione e
I disegni devono comprendere tutti i dati necessari per la
non sono disponibili mezzi ausiliari, quali aria compressa e
loro interpretazione, verifica ed approvazione.
batterie d’avviamento, per avviare l’impianto di propulsione
A meno che non sia stabilito diversamente nelle altre e per il ripristino dell’alimentazione elettrica principale, ma
Sezioni del presente Capitolo o diversamente concordato assumendo che siano disponibili dispositivi per avviare il
con la Società, i documenti devono essere inviati all’appro- generatore d’emergenza in qualsiasi momento.
vazione in triplice copia, se inviati dal Cantiere, ed in qua-
druplice copia, se inviati dal fornitore di 2 Progetto e costruzione
un’apparecchiatura. I documenti richiesti per conoscenza
devono essere inviati in duplice copia. 2.1 Generalità
In ogni caso la Società si riserva il diritto di richiedere copie 2.1.1 I macchinari, le caldaie e gli altri recipienti in pres-
addizionali se ritenuto necessario. sione con relative tubolature ed accessori devono essere

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Parte C, Cap 1, Sez 1

adeguatamente progettati e costruiti per il servizio al quale sare sollecitazioni eccessive in tali macchinari in tutti i
sono destinati e devono essere installati e protetti in modo campi di normale funzionamento.
da ridurre al minimo i pericoli per le persone a bordo, con
particolare riguardo alle parti mobili, alle superfici ad alta 2.4 Funzionamento in posizione inclinata
temperatura ed agli eventuali altri pericoli.
2.4.1 Le macchine di propulsione e tutti i macchinari ausi-
La progettazione deve tener conto dei materiali usati nella
liari essenziali ai fini della propulsione e della sicurezza
costruzione, lo scopo al quale i macchinari, le caldaie e gli
della nave devono essere progettati in modo che, nelle loro
altri recipienti in pressione con tubolature ed accessori sono
condizioni di installazione a bordo, possano funzionare
destinati, delle condizioni d’esercizio alle quali saranno sot-
soddisfacentemente sia quando la nave è diritta sia quando
toposti e delle condizioni ambientali a bordo.
la nave è inclinata trasversalmente, su ciascun lato, e longi-
tudinalmente, sia verso prora che verso poppa, di qualsiasi
2.2 Materiali, saldature e prove angolo di inclinazione non superiore ai valori indicati nella
2.2.1 Generalità Tab 1.
I materiali ed i processi di saldatura e di prova devono La Società può permettere, in relazione al tipo, alle dimen-
essere in accordo con le prescrizioni nella Parte D e quelle sioni ed alle condizioni operative della nave, angoli di incli-
date nelle altre Sezioni del presente Capitolo. Inoltre per i nazione diversi da quelli indicati nella Tab 1.
componenti di macchinari di costruzione saldata si appli- I macchinari con asse principale di rotazione orizzontale
cano le prescrizioni in [2.2.2]. devono essere di norma installati a bordo con l’asse stesso
orientato nella direzione poppa-prora. Se ciò non fosse pos-
2.2.2 Componenti di macchinari saldati sibile, il costruttore dovrà esserne informato, all’atto
I procedimenti di saldatura ed i saldatori devono essere dell’ordinazione del macchinario.
approvati dalla Società secondo le prescrizioni nella
Parte D, Capitolo 5. 2.5 Condizioni ambientali
Devono essere chiaramente indicati sui disegni inviati
all’approvazione i riferimenti ai processi di saldatura adot- 2.5.1 I macchinari e gli impianti coperti dal Regolamento
tati. devono essere progettati per funzionare appropriatamente
nelle condizioni ambientali indicate in Tab 2, a meno che
Le giunzioni che trasmettono carichi devono essere:
non sia altrimenti specificato in ciascuna Sezione del pre-
• o giunti testa a testa saldati a piena penetrazione da sente Capitolo.
entrambi i lati, salvo quando sia approvato un procedi-
mento equivalente; 2.6 Potenza dei macchinari
• o giunti a T o a croce saldati a piena penetrazione:
2.6.1 A meno che non sia altrimenti stabilito in ciascuna
Per giunti fra lamiere con differenze di spessore superiori a Sezione del presente Capitolo, qualora i dimensionamenti
3 mm, è richiesta una rastremazione della lamiera più dei componenti siano basati sulla potenza, i valori da ado-
spessa di lunghezza non inferiore a 4 volte la differenza di perare devono essere determinati come qui di seguito indi-
spessore. Una rastremazione di lunghezza uguale a 3 volte cato:
la differenza di spessore può essere accettata in dipendenza
del tipo di sollecitazione sul giunto. • per macchinari principali di propulsione, la
potenza/velocità di rotazione per le quali è richiesta la
Non possono essere accettati scarichi di saldatura in corri- classificazione
spondenza delle estremità dei giunti a T.
• per macchinari ausiliari la potenza/velocità di rota-
Giunti a sovrapposizione e giunti a T soggetti a sollecita- zione, che è disponibile in esercizio.
zione di trazione devono avere su entrambi i lati la gola
della saldatura ad angolo uguale a 0,7 volte lo spessore
della lamiera più sottile. 2.7 Potenza di marcia indietro
Nel caso di strutture saldate che comprendano pezzi fusi, 2.7.1 Deve essere disponibile una sufficiente potenza di
questi ultimi devono essere fusi con un prolungamento marcia indietro, tale da assicurare una adeguata governabi-
appropriato per permettere il collegamento con le strutture lità della nave in tutte le normali condizioni di esercizio.
adiacenti mediante giunti testa a testa in modo tale che gli
L’apparato motore di propulsione deve essere in grado di
eventuali esami radiografici ed ultrasonici possano essere
mantenere per almeno 30 minuti l’andatura libera in marcia
eseguiti facilmente.
indietro a non meno del 70% della velocità massima di
Quando richiesto, preriscaldo e trattamento di distensione rotazione in marcia avanti.
devono essere eseguiti secondo quanto indicato nella spe-
cifiche dei procedimenti di saldatura. Per apparati motori di propulsione muniti di invertitori o di
propulsori a pale orientabili o con motore elettrico, il fun-
zionamento in marcia indietro non deve comportare un
2.3 Vibrazioni sovraccarico della macchina di propulsione.
2.3.1 Deve essere prestata speciale considerazione al pro- Durante le prove di navigazione devono essere verificate e
getto, alla costruzione ed all’installazione degli impianti di registrate le caratteristiche di reversibilità della spinta
propulsione e dei macchinari ausiliari in modo tale che nes- dell’elica della macchina di propulsione (vedere anche
suna delle frequenze naturali di vibrazione sia tale da cau- Sez 15).

22 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 1

Tabella 1 : Inclinazione della nave (1/7/2003)

Angolo d’inclinazione, in gradi (1)


Installazioni, componenti Inclinazione trasversale Inclinazione longitudinale
statica dinamica statica dinamica
Macchinari principali ed ausiliari 15 22,5 5 (4) 7,5
Impianti di sicurezza, 22,5 (2) 22,5 (2) 10 10
per esempio impianti di generazione di energia elettrica
d’emergenza, pompe incendio d’emergenza con i loro
accessori
Interruttori, apparecchiature elettriche ed elettroniche (3)
ed impianti per il comando a distanza.
(1) Gli angoli di inclinazione trasversale e longitudinale devono essere considerati simultaneamente.
(2) In navi progettate per il trasporto di gas liquefatti e prodotti chimici, la fonte di energia elettrica d’emergenza deve anche poter
funzionare con la nave allagata fino ad una inclinazione massima trasversale di 30°.
(3) Fino ad un angolo d’inclinazione di 45° non devono verificarsi né interruzioni né variazioni operative non volute.
(4) Quando la lunghezza della nave è superiore a 100 m, l'angolo di inclinazione statica tra prora e poppa può essere assunto
uguale a 500/L gradi, essendo L la lunghezza della nave, in metri, come definita in Parte B, Cap 1, Sez 2, [3.1.1]

Tabella 2 : Condizioni ambientali rie, quali quelle dovute alla mancanza di alimentazione
dell’olio lubrificante, che potrebbero portare rapidamente
alla completa rottura, a gravi danni od esplosioni.
TEMPERATURA DELL’ARIA
La Società può permettere la sistemazione di mezzi atti ad
Posizione, sistemazione Campo di temperature (°C) escludere i suddetti interventi automatici.
In locali chiusi tra 0 e +45 (2) Vedere anche le prescrizioni specifiche date nelle altre
Sezioni del presente Capitolo.
Su componenti di macchine Secondo le condizioni locali
e caldaie. effettive
In locali soggetti a tempera- 2.9 Combustibili
ture più alte o più basse 2.9.1 (1/7/2002)
Su ponti esposti tra -25 e +45 (1) I combustibili liquidi impiegati per le macchine e le caldaie
devono, in generale, avere punto di infiammabilità, deter-
TEMPERATURA DELL’ACQUA minato con il metodo a vaso chiuso, non inferiore a 60 °C.
Liquido refrigerante Temperatura (°C) Tuttavia, per i motori a combustione interna azionanti gene-
ratori di emergenza, è ammesso l'impiego di combustibili
Acqua di mare o, se applica- fino a +32 liquidi con punto di infiammabilità inferiore a 60 °C, ma in
bile, acqua di mare ogni caso non inferiore a 43 °C.
all’ingresso del refrigerante
L'impiego di combustibili liquidi con punto di infiammabi-
dell’aria di sovralimenta-
zione
lità inferiore a 60 °C, ma in ogni caso non inferiore a 43 °C,
può essere consentito (per esempio per alimentare i motori
(1) Le apparecchiature elettroniche devono essere proget- primi delle pompe incendio d'emergenza o macchinari
tate per una temperatura dell’aria fino a 55°C (per le ausiliari che non siano installati entro locali macchine di
apparecchiature elettroniche vedere anche Capitolo 2). Categoria A):
(2) Possono essere accettate dalla Società temperature dif-
a) per navi da passeggeri non adibite a viaggi internazio-
ferenti nel caso di navi con navigazione limitata.
nali e per navi da carico di stazza lorda inferiore a 500
ton o di stazza lorda uguale o superiore a 500 ton ma
2.8 Dispositivi di sicurezza non adibite a viaggi internazionali, oppure
2.8.1 Qualora nelle macchine si possano verificare sovra- b) subordinatamente alle seguenti condizioni:
velocità, devono essere previsti mezzi che assicurino che la • le casse del combustibile liquido, eccettuate quelle
velocità di sicurezza non venga superata. sistemate nel doppio fondo, siano ubicate al di fuori
di locali macchine di Categoria A
2.8.2 Qualora le macchine di propulsione o i macchinari • siano provvisti mezzi per la misurazione della tem-
ausiliari compresi i recipienti in pressione, o qualsiasi parte peratura del combustibile liquido sull'aspirazione
di essi siano soggetti a pericolose sovrapressioni interne, della pompa del combustibile stesso
devono essere previsti, per quanto realizzabile, adeguati
• siano sistemati valvole o rubinetti di intercettazione
mezzi di protezione contro le dette sovrapressioni.
all'ingresso ed all'uscita dei filtri del combustibile
2.8.3 Le turbine principali e, quando applicabile, i motori a liquido, e
combustione interna principali ed ausiliari devono essere • siano impiegate, per quanto possibile, giunzioni dei
provvisti di dispositivi automatici di arresto, in caso di ava- tubi di tipo saldato o di tipo conico o di tipo sferico.

Regolamenti RINA 2005 23


Parte C, Cap 1, Sez 1

Potranno essere utilizzati a bordo combustibili liquidi con Le stesse norme valgono per i supporti dei reggispinta e
punto di infiammabilità inferiore a 43 °C, conservati al di degli alberi di trasmissione.
fuori dei locali macchine, e le sistemazioni adottate Devono essere eseguiti con particolare cura il perfetto livel-
dovranno essere sottoposte a speciale esame da parte della lamento e l’allineamento generale delle macchine di pro-
Società. pulsione con le relative linee d’alberi (vedere Sez 7).
L'impiego del gas evaporato (boil-off) come combustibile
per le caldaie o i motori di propulsione è consentito nelle 3.3.2 Le tacchettature di resina devono essere di tipo
navi gassiere subordinatamente alle prescrizioni di cui in approvato.
Parte E, Cap 9, Sez 16.
3.4 Difese intorno agli organi in movimento
2.10 Impiego dell'amianto
3.4.1 Adeguate difese devono essere sistemate intorno agli
2.10.1 (1/7/2002)
organi in movimento (volani, accoppiatoi, ecc.) allo scopo
L'uso di materiali contenenti amianto è vietato, eccetto che di evitare danni alle persone.
per:
a) vani usati in compressori o pompe del vuoto a lobi 3.5 Strumenti di controllo
b) guarnizioni e rivestimenti a tenuta stagna all'acqua usati
per la circolazione di fluidi, quando, ad alta temperatura 3.5.1 Tutti gli strumenti di controllo devono essere rag-
(superiore a 350 °C) o ad elevata pressione (superiore a gruppati per quanto possibile presso il posto di manovra e,
7 x 106 Pa), ci sia il rischio di incendio, corrosione o tos- in ogni caso, in posizione ben visibile.
sicità; e
c) isolamenti termici pieghevoli e flessibili usati per tempe- 3.6 Ventilazione dei locali macchine
rature superiori a 1000 °C.
3.6.1 I locali macchine devono essere ventilati in modo da
assicurare che quando i macchinari o le caldaie in essi con-
3 Sistemazioni ed installazioni a bordo tenuti funzionano al massimo della potenza in tutte le con-
dizioni meteorologiche, compreso il tempo cattivo, possa
3.1 Generalità essere mantenuta nei locali una mandata d’aria sufficiente
per il funzionamento dei macchinari.
3.1.1 Devono essere adottati gli accorgimenti necessari Tale sufficiente quantità d’aria deve essere fornita attraverso
per facilitare la pulizia, l’ispezione e la manutenzione delle aperture opportunamente protette sistemate in modo tale da
macchine di propulsione e dei macchinari ausiliari, com- poter essere usate in ogni condizione meteorologica,
prese le caldaie ed i recipienti in pressione. tenendo conto della Reg. 19 della Convenzione di Bordo
Deve essere prevista una facile accessibilità alle varie parti Libero del 1966.
dei macchinari di propulsione mediante scale metalliche e Deve essere prestata particolare attenzione alla mandata,
grate sistemate con ringhiere robuste e sicure. all’estrazione ed alla distribuzione dell’aria nei vari locali.
I locali destinati alle macchine di propulsione ed ai macchi- La quantità e la distribuzione dell’aria devono essere tali da
nari ausiliari devono essere adeguatamente illuminati e soddisfare le esigenze delle macchine affinché esse possano
ventilati. sviluppare la loro massima potenza continuativa.
La ventilazione deve essere sistemata in modo tale da impe-
3.2 Paglioli dire l’accumulo di gas o vapori infiammabili.

3.2.1 I locali macchine devono essere muniti di pagliolo


metallico, suddiviso in elementi facilmente smontabili.
3.7 Superfici calde e protezione dagli
incendi
3.3 Fissaggio 3.7.1 (1/7/2004)
Le superfici che hanno una temperatura superiore a 60°C,
3.3.1 Le piastre di fondazione delle macchine devono che potrebbero venire a contatto con l’equipaggio durante
essere assicurate alle strutture di sostegno mediante bulloni l’esercizio, devono essere appropriatamente protette o coi-
di fondazione distribuiti il più possibile uniformemente e, bentate.
per numero e dimensioni, largamente sufficienti a stabilire
un collegamento perfetto. Le superfici di macchinari aventi temperatura superiore a
220 °C, come, per esempio, tubolature di vapore, tubola-
Se le piastre di fondazione sono applicate direttamente sul ture di olio diatermico e tubolature di gas di scarico, silen-
cielo di un doppio fondo, i bulloni devono essere guarniti ziatori, calderine a gas di scarico, turbosoffianti, ecc.,
in modo da assicurare una perfetta tenuta stagna con la devono essere efficacemente coibentate con materiale non
testa sistemata dalla parte inferiore. combustibile o protette in modo equivalente, allo scopo di
Le piastre devono poggiare esattamente ed interamente prevenire l’accensione di materiali combustibili che ven-
lungo le linee dei bulloni su di un letto formato da tacchetti gano in contatto con dette superfici calde. Se il materiale
di adeguato spessore, bene aggiustati per assicurare un coibente impiegato a tale scopo è del tipo che assorbe olio
appoggio completo. o che può consentire la penetrazione di olio, esso deve

24 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 1

essere racchiuso in una guaina di acciaio o di materiale ed i relativi allarmi e dispositivi di sicurezza si applicano le
equivalente. prescrizioni del Capitolo 3.
La coibentazione delle superfici calde deve essere di un
tipo ed avere un supporto tali che non si incrini o si dete- 3.9.2 Deve essere sistemato un allarme per il personale di
riori quando sia soggetta a vibrazioni. macchina, azionabile dalla centrale di comando delle mac-
La protezione antincendio e la rivelazione ed estinzione chine o dal piano di manovra, come appropriato, che deve
degli incendi sono soggette alle prescrizioni del Capitolo 4. essere chiaramente udibile nei locali di alloggio del perso-
nale di macchina.
3.8 Comunicazioni
3.8.1 Tutte le navi devono avere almeno due mezzi indi- 4 Prove e collaudi
pendenti per comunicare gli ordini dalla plancia al posto,
nel locale macchine o nella centrale di comando, dal quale 4.1 Prove in officina
sono normalmente controllati la velocità e la direzione di
spinta dell’elica: uno di questi mezzi deve essere un tele-
grafo di macchina, che fornisca un’indicazione visiva degli 4.1.1 I macchinari ed i loro componenti devono essere
ordini trasmessi e delle risposte fornite, sia nel locale mac- sottoposti a prove d’officina che sono particolareggiate
chine sia sul ponte di comando, con allarme acustico per nelle Sezioni pertinenti del presente Capitolo. Tali prove
non coincidenza fra ordine e risposta. devono essere presenziate dal Tecnico.
Devono essere sistemati appropriati mezzi di comunica- Quando tali prove non possono essere eseguite in officina,
zione dalla plancia e dal locale macchine con qualsiasi altra la Società potrà permettere che vengano eseguite a bordo,
posizione dalla quale possono essere controllati la velocità e purché ciò non sia considerato in contrasto o con le caratte-
la direzione di spinta dell’elica. ristiche generali del macchinario da provare o con partico-
Il secondo mezzo di comunicazione deve essere alimentato lari caratteristiche dell’installazione a bordo. In tali casi il
da una fonte di energia autonoma e deve essere indipen- Tecnico incaricato dell’accettazione del macchinario a
dente da altri mezzi di comunicazione di bordo. bordo e l’acquirente devono essere informati preventiva-
Nel caso in cui l’apparato motore di propulsione della nave mente e le prove devono essere eseguite secondo le prescri-
sia comandato dalla plancia con comando a distanza, il zioni della Parte D relative alle prove incomplete.
secondo mezzo di comunicazione prescritto può essere
Tutte le caldaie, tutte le parti di macchinari, tutti gli impianti
costituito dal sistema di comando stesso.
di vapore, oleodinamici, pneumatici, nonché gli altri
Il telegrafo di macchina è richiesto in ogni caso, anche se è impianti ed i relativi accessori che sono soggetti a pressione
previsto il comando a distanza del motore indipendente- interna, devono essere sottoposti a prove adeguate, com-
mente dal fatto che il locale macchine sia presidiato o no. presa la pressatura, prima di essere messi in servizio per la
Per navi con navigazione limitata possono essere concesse prima volta, come indicato nelle altre Sezioni del presente
deroghe a giudizio della Società. Capitolo.

3.9 Comandi a distanza di macchine, allarmi


4.2 Prove a bordo
ed impianti di sicurezza
3.9.1 Per gli impianti di comando a distanza del motore di 4.2.1 Le prove a bordo dei macchinari sono indicate in
propulsione e dei macchinari per servizi ausiliari essenziali Sez 15.

Regolamenti RINA 2005 25


Parte C, Cap 1, Sez 2

SEZIONE 2 MOTORI DIESEL

1 Generalità alla Società dal licenziatario stesso per approvazione o


conoscenza. Nel caso di modifiche significative, il licenzia-
tario dovrà provvedere affinché pervenga alla Società la
1.1 Applicabilità
conferma scritta di accettazione da parte del progettista di
1.1.1 I motori diesel elencati qui di seguito devono essere tali modifiche. Sarà in ogni caso cura del licenziatario far
progettati, costruiti, installati, collaudati e certificati in avere al Tecnico incaricato del collaudo copia di tutta la
accordo con le prescrizioni della presente Sezione, sotto la documentazione di cui alla citata Tab 1.
sorveglianza e a soddisfazione del Tecnico.
a) Motori di propulsione 1.3 Definizioni
b) Motori destinati ad azionare generatori di corrente elet- 1.3.1 Tipo di motore
trica, compresi quelli di emergenza Generalmente il tipo del motore è definito dalle caratteristi-
c) Motori destinati ad altri servizi essenziali per la sicu- che seguenti:
rezza, per la navigazione e per azionare le.pompe del • il diametro del cilindro;
carico di navi cisterna, di potenza uguale o superiore a
• la corsa;
110 kW.
• il sistema d’iniezione (iniezione diretta o indiretta);
Tutti gli altri motori devono essere progettati e costruiti
secondo la buona pratica marina; devono avere i dispositivi • il tipo di combustibile utilizzato (liquido, gassoso o
richiesti in [2.3.4] e devono essere forniti con gli opportuni misto);
certificati del Costruttore (vedere Parte D, Cap 1, Sez 1, • il ciclo di funzionamento (4 tempi, 2 tempi);
[4.2.3]). • il sistema di alimentazione dell’aria (aspirato o sovrali-
I motori per la propulsione delle imbarcazioni di salvatag- mentato);
gio ed i motori ad accensione per compressione per i bat- • la potenza massima continuativa per cilindro alla rela-
telli di emergenza sono soggetti alle relative prescrizioni dei tiva velocità di rotazione e/o la pressione media effettiva
Regolamenti. corrispondente alla massima potenza continuativa sud-
Prescrizioni aggiuntive per il comando e per i sistemi di detta;
sicurezza dei motori diesel ad alimentazione mista, vale a • il sistema di sovralimentazione (a impulsi di pressione o
dire alimentati con combustibile liquido o gassoso sono a pressione costante);
date in App 2. • il sistema di raffreddamento dell’aria di sovralimenta-
Oltre alle prescrizioni della presente Sezione sono anche zione (con o senza refrigerazione intermedia, numero di
applicabili quelle della Sez 1. stadi, ecc.);
• la disposizione dei cilindri (in linea o a V).
1.2 Documentazione da inviare
1.3.2 Potenza del motore
1.2.1 I documenti elencati in Tab 1 devono essere inviati La potenza massima continuativa è la potenza massima che
dal Costruttore alla Società per il conseguimento il motore è in grado di sviluppare continuativamente alle
dell’approvazione di tipo del motore. condizioni ambientali di riferimento di cui in [1.3.3] alla
I disegni di cui alle voci 2 e 3 in Tab 1 devono contenere massima velocità nominale per il periodo di tempo che
anche i perticolari della coppa dell’olio in modo da dimo- intercorre fra due successive manutenzioni.
strare l’ottemperanza delle prescrizioni in Sez 1, [2.4]. Potenza, velocità e periodo di tempo fra due manutenzioni
Nel caso in cui vengano apportate modifiche ad un tipo di successive devono essere stabilite dal Costruttore e accet-
motore per il quale sia già stata approvata o esaminata la tate dalla Società.
documentazione di cui alla Tab 1, il Costruttore deve La potenza nominale è la potenza massima che il motore è
inviare nuovamente alla Società, per l’esame e l’eventuale in grado di sviluppare nelle condizioni ambientali di riferi-
approvazione, solo la documentazione relativa alle parti mento di cui in [1.3.3] come regolato dopo le prove in offi-
che hanno subito modifiche sostanziali. cina, alla velocità massima consentita dal regolatore di giri
Nel caso in cui i motori siano costruiti da un licenziatario, (potenza corrispondente al bloccaggio del fine corsa rego-
questi, per ciascun tipo di motore, deve inviare alla Società lazione combustibile).
un elenco dei disegni elencati nella Tab 1, riportando per La potenza nominale dei motori azionanti generatori elet-
ciascun disegno i relativi numeri, con l’eventuale indice di trici è la potenza, al netto del sovraccarico, che il motore
aggiornamento, sia del progettista che del licenziatario. può sviluppare alle condizioni ambientali di riferimento
Qualora il licenziatario proponga modifiche di progetto dei [1.3.3] ,come regolato dopo le prove in officina di cui in
componenti, la documentazione relativa deve essere inviata [4.5].

26 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 2

Tabella 1 : Documentazione da inviare (1/7/2004)

I/A
No Documento Particolari sui documenti
(1)
1 I Dati relativi al motore come indicati nel modulo della Società "Particolari -
dei motori diesel" o in un modulo equivalente
2 I Sezione trasversale del motore Massimi angoli d’inclinazione, livelli
dell’olio, posizione delle pigne
d’aspirazione
3 I Sezione longitudinale del motore Massimi angoli d’inclinazione, livelli
dell’olio, posizione delle pigne
d’aspirazione dell’olio
4 I/A Basamenti o incastellature, fusi o di costruzione saldata. Progetto dei giunti saldati, elettrodi
Inoltre per quelli saldati, i particolari delle saldature e relative istruzioni utilizzati, sequenze di saldatura, trat-
tamenti termici, controlli non distrut-
tivi
5 A Cuscinetto reggispinta, disegno d’insieme (2) -
6 I/A Basamento del cuscinetto reggispinta, fuso o di costruzione saldata. Inol- Progetto dei giunti saldati, elettrodi
tre per quelli saldati, i dettagli delle saldature e relative istruzioni (2) utilizzati, sequenze di saldatura, trat-
tamenti termici, controlli non distrut-
tivi
7 I/A Incastellature / colonne, fuse o di costruzione saldata, inclusi, nel caso di Progetto dei giunti saldati, elettrodi
costruzione saldata, tutti i particolari delle saldature e le relative istru- utilizzati, sequenze di saldatura, trat-
zioni (3) tamenti termici, controlli non distrut-
tivi
8 I Tiranti -
9 I Testate dei cilindri, disegno d’assieme -
10 I Inviluppo di raffreddamento dei cilindri o blocco dei cilindri (3) (4) -
11 I Camicie dei cilindri (4) -
12 A Albero a manovelle, disegno particolareggiato, per ciascun numero di -
cilindri
13 A Albero a manovelle, disegno d’insieme, per ciascun numero di cilindri -
14 A Albero reggispinta o albero intermedio (se incorporato nel motore) -
15 A Bulloni per accoppiatoi -
16 A Contrappesi (se non di pezzo con l’albero a manovelle), con relative viti Istruzioni per il serraggio dei bulloni
di fissaggio
17 I Biella -
18 I Biella, disegno d’assieme (4) Istruzioni per il serraggio dei bulloni
19 I Testa a croce, disegno d’assieme (4) -
20 I Asta dello stantuffo, disegno d’assieme (4) -
21 I Stantuffo, disegno d’assieme -
22 I Dispositivo per l’azionamento dell’albero a camme, disegno d’assieme -
23 A Specifiche tecniche relative ai materiali impiegati per le parti principali Richieste per le voci
del motore con tutte le indicazioni dettagliate relative a: 4, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 15, 18, 21,
i controlli non distruttivi compresi i difetti accettabili e le pro-
le prove idrostatiche cedure di riparazione.
Richieste per le voci 4, 7, 9, 10, 11,
21 e per le pompe d’iniezione e i col-
lettori di scarico.
24 A Sistemazione dei bulloni di fondazione (solo per motori di propulsione) -
25 A Schemi diagrammatici, o altra documentazione equivalente, -
dell’impianto di avviamento ad aria compressa sistemato sul motore (5)

Regolamenti RINA 2005 27


Parte C, Cap 1, Sez 2

I/A
No Documento Particolari sui documenti
(1)
26 A Schemi diagrammatici, o altra documentazione equivalente, -
dell’impianto del combustibile liquido sistemato sul motore (5)
27 A Schemi diagrammatici, o altra documentazione equivalente, -
dell’impianto dell’olio lubrificante sistemato sul motore (5)
28 A Schemi diagrammatici, o altra documentazione equivalente, -
dell’impianto dell’acqua di raffreddamento sistemato sul motore (5)
29 A Schema funzionale dei dispositivi di sicurezza e di comando sistemati sul Elenco, specifica e sistemazione dei
motore (5) (vedere anche [2.8] ) sensori, comandi automatici ed altri
dispositivi di sicurezza e di comando
30 I Schermatura e coibentazione delle tubolature dei gas di scarico, disegno -
d’insieme
31 A Schermatura delle tubolature del combustibile liquido ad alta pressione, Dispositivi per la raccolta e per la
disegno d’insieme (vedere anche [2.6.2] ) rilevazione di perdite
32 A Dispositivi di sicurezza contro le esplosioni nel carter (6) (vedere anche Volume del carter e di altri spazi
[2.3.4]) (dispositivo di azionamento-
dell’albero a camme, lavaggio, ecc.)
33 I Manuali per la conduzione e la manutenzione del motore (7) -
(1) A: da inviare per approvazione in quattro copie.
I : da inviare per conoscenza in due copie.
Quando vengono fornite due indicazioni I / A, la prima si applica a componenti fusi e la seconda si applica a componenti sal-
dati.
(2) Da inviare solamente nel caso in cui il reggispinta non sia di pezzo con l’albero a manovelle ed il basamento del cuscinetto
reggispinta non sia parte integrante del basamento del motore.
(3) Solo per un cilindro.
(4) Da inviare solamente se non vi sono informazioni sufficienti al riguardo sui disegni delle sezioni trasversali e longitudinali del
motore.
(5) Dimensioni e materiali dei tubi, portata e prevalenza delle pompe e dei compressori ed ogni ulteriore informazione funzionale
devono essere inclusi. Lo schema dell’intero impianto è anche richiesto qualora esso faccia parte della fornitura del Costrut-
tore del motore.
(6) Richiesto solamente per motori aventi cilindri di diametro uguale o superiore a 200 mm. o volume lordo del carter uguale o
superiore a 0,6 m3 .
(7) I manuali per la conduzione e la manutenzione del motore devono contenere le disposizioni per la manutenzione (revisione e
riparazione), compresi i dettagli relativi ad ogni eventuale attrezzo o strumento di misura particolare che deve essere usato,
con i loro accessori/tarature e compresa ogni eventuale prescrizione di prova per il completamento della manutenzione.
Quando i manuali per la conduzione e la manutenzione del motore indicano l'uso di particolari attrezzi o strumenti di misura
ai fini della manutenzione, si deve fare riferimento alle disposizioni di cui in Sez 10, [2.4.5].

1.3.3 Condizioni ambientali di riferimento 1.3.4 Motori dello stesso tipo


La potenza dei motori elencati in [1.1.1] a), b) e c) è riferita Due motori diesel sono considerati dello stesso tipo quando
alle condizioni seguenti: essi non differiscono sostanzialmente per le caratteristiche
di progetto e di costruzione con particolare riguardo a
• pressione barometrica = 0,1 MPa quelle elencate nella definizione di tipo di motore in
• umidità relativa = 60% [1.3.1], dando per scontato che sia inviata alla Società e da
quest’ultima esaminata e ritenuta soddisfacente o, quando
• temperatura ambiente dell’aria = 45 °C prescritto, approvata, la documentazione relativa alle parti
• temperatura dell’acqua di mare (e temperatura essenziali elencate in [1.2] ed ai materiali per esse impie-
all’ingresso dei refrigeranti di sovralimentazione raffred- gati.
dati con acqua di mare) = 32 °C.
2 Progetto e costruzione
Nel caso di navi con notazione di navigazione diversa dal
servizio illimitato la Società potrà accettare temperature dif-
ferenti.
2.1 Materiali e saldature

Non è richiesto che il Costruttore del motore provveda le 2.1.1 Materiali per gli alberi a manovelle
condizioni ambientali di cui sopra al banco prova. La rego- In genere gli alberi a manovelle devono essere in acciaio
lazione verrà corretta sulla base di una normativa ricono- fucinato avente carico unitario di rottura per trazione non
sciuta ed accettata dalla Società. inferiore a 400 N/mm2 e non superiore a 1000 N/mm2.

28 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 2

L’impiego di acciai fucinati a più elevata resistenza sarà esa- Tale targa deve indicare che, nel caso in cui vi sia un
minato dalla Società caso per caso. sospetto di surriscaldamento nel carter, non devono essere
La Società può accettare, a suo giudizio e alle condizioni aperti, immediatamente dopo l’arresto del motore, né i por-
da stabilire caso per caso (come ad esempio limitazioni telli di ispezione né i fori di osservazione dei carter. Tali
portelli o fori devono essere aperti solo dopo un tempo suf-
della navigazione), alberi a manovelle in acciaio fuso al
carbonio o legato o in ghisa sferoidale con grafite nodulare ficiente per permettere un ragionevole raffreddamento del
di qualità appropriate e fabbricati con idoneo procedi- carter.
mento con carico unitario di rottura per trazione compreso:
2.3.4 Valvole di protezione (1/7/2001)
a) fra 400 N/mm2 e 560 N/mm2 per acciaio al carbonio a) I motori diesel aventi cilindri di diametro uguale o supe-
fuso riore a 200 mm o volume lordo del carter uguale o
b) fra 400 N/mm2 e 700 N/mm2 per acciaio legato fuso. superiore a 0,6 m3 devono essere provvisti di valvole di
protezione contro le esplosioni nei carter, di tipo idoneo
I valori accettabili di carico unitario di rottura per ghisa sfe-
ed aventi una sezione libera di scarico di area suffi-
roidale o con grafite nodulare saranno considerati dalla
ciente in accordo con le prescrizioni del presente punto
Società caso per caso.
[2.3.4].
2.1.2 Incastellature e basamenti saldati Le valvole di protezione contro le esplosioni nei carter
Gli acciai usati per la costruzione di incastellature e basa- devono essere adeguatamente sistemate, o provviste di
menti saldati sono soggetti alle prescrizioni della Parte D. idonei mezzi, allo scopo di assicurare che lo scarico
delle stesse sia diretto in modo da ridurre al minimo la
Le saldature devono essere in accordo con le prescrizioni di possibilità di danni alle persone.
Sez 1, [2.2].
Nel valutare il volume lordo del carter, può non essere
considerato il volume occupato dalle parti interne fisse.
2.2 Albero a manovelle
Le valvole suddette devono essere del tipo caricato a
2.2.1 Controllo del dimensionamento molla e devono essere tali che possano scaricare rapida-
mente la sovrappressione dovuta ad una eventuale
Il controllo della robustezza dell’albero a manovelle deve
esplosione interna e possano inoltre richiudersi imme-
essere effettuato in accordo con le prescrizioni in App 1.
diatamente dopo allo scopo di impedire un’eventuale
rientrata d’aria.
2.3 Carter Le valvole devono essere progettate e costruite in modo
tale che possano aprirsi rapidamente ad una pressione
2.3.1 Robustezza
nel carter non maggiore di 0,02 MPa e richiudersi rapi-
Il carter ed i portelli di ispezione devono essere progettati damente ed automaticamente allo scopo di evitare rien-
con dimensionamento tale da avere una robustezza ade- trate d’aria nel carter stesso.
guata ed i portelli di ispezione devono essere fissati in
modo sufficientemente sicuro e tale che possano resistere Le valvole devono essere di tipo approvato.
senza essere divelti da una eventuale esplosione. I coperchi di dette valvole devono essere di materiale
metallico tenace in modo da resistere all’urto contro gli
2.3.2 Ventilazione e drenaggio scontri di fine corsa all’atto dell’apertura.
La ventilazione del carter e qualsiasi altra sistemazione che Gli scarichi delle valvole devono essere opportuna-
possa provocare la rientrata dell’aria dall’esterno sono di mente schermati in modo da ridurre possibili pericoli
norma non ammesse, a meno che la protezione del carter dovuti all’emissione di fiamma.
non sia in accordo con le prescrizioni per i motori ad ali-
b) Per i motori aventi cilindri di diametro uguale o supe-
mentazione mista in App 2, [2.1.2].
riore a 200 mm, ma inferiore o uguale a 250 mm, deve
Eventuali tubi di sfogo gas devono avere la sezione più pic- essere sistemata almeno una valvola in corrispondenza
cola possibile. Se esiste un mezzo per l’estrazione forzata di ciascuna estremità; tuttavia, se i detti motori hanno
dei gas dal carter (per esempio un dispositivo rivelatore di più di 8 manovelle, deve essere sistemata almeno una
miscele esplosive), la depressione che esso crea nel carter terza valvola, all’incirca in corrispondenza della mezze-
non deve superare quella corrispondente a 2,5 ·10 -4 MPa. ria del motore.
Gli sfoghi gas ed i tubi di drenaggio dell’olio lubrificante di Per i motori aventi cilindri di diametro superiore a 250
due o più motori devono essere indipendenti, in modo da mm ma inferiore o uguale a 300 mm, deve essere siste-
evitare la comunicazione fra i carter dei motori stessi. mata almeno una valvola ogni due manovelle; in ogni
caso il numero totale delle valvole sistemate nei detti
I tubi di drenaggio dell’olio lubrificante dalla coppa del
motori non deve essere inferiore a 2.
motore alla cassa di raccolta debbono avere gli sbocchi
sommersi nella detta cassa. Per i motori aventi cilindri di diametro superiore a 300
mm, deve essere sistemata almeno una valvola in corri-
2.3.3 Targhe di avvertimento spondenza di ogni manovella.
Una targa di avvertimento deve essere sistemata preferibil- Valvole addizionali devono essere sistemate per gli
mente sui portelli d’ispezione di ciascun lato del motore o spazi separati dal carter (spazi ove sono sistemate le
in alternativa sul piano di manovra. catene o gli ingranaggi della distribuzione, ecc.),

Regolamenti RINA 2005 29


Parte C, Cap 1, Sez 2

quando il volume lordo di tale spazi è uguale o supe- Negli impianti del combustibile che alimentano i motori di
riore a 0,6 m3. propulsione devono essere sistemati filtri in modo tale che
Gli spazi dell’aria di lavaggio in diretta comunicazione sia possibile effettuare la loro pulizia senza interrompere il
con i cilindri devono essere provvisti di valvole di prote- flusso del combustibile filtrato al motore, a meno che non
zione contro le esplosioni. sia altrimenti stabilito in Sez 10.
c) L'area della sezione libera di scarico di ciascuna valvola a) Tutti i tubi esterni di iniezione del combustibile ad alta
non deve essere inferiore a 45 cm2. L'area complessiva pressione, tra le relative pompe al alta pressione ed i
delle sezioni libere di scarico di tutte le valvole siste- polverizzatori, devono essere protetti da un impianto di
mate su di un motore non deve essere minore di 115 schermatura idoneo a contenere le perdite del combu-
cm2 per ogni metro cubo di volume lordo del carter. stibile in caso di rottura dei tubi ad alta pressione.
Il volume delle parti fisse sistemate all'interno del carter Tale impianto deve essere permanentemente installato e
può essere dedotto quando si determina il valore del realizzato con una tubolatura entro la quale sono siste-
suddetto volume lordo. mati i tubi di iniezione ad alta pressione.
L’impianto di schermatura deve essere dotato di drenag-
2.4 Indicatori di sovrapressione nei cilindri gio delle perdite di combustibile e di dispositivo di
allarme che segnali la rottura dei tubi nafta.
2.4.1 Ogni cilindro motore avente diametro maggiore di Se per la schermatura suddetta vengono usati tubi fles-
230 mm deve essere provvisto di un mezzo per segnalare sibili, questi devono essere approvati dalla Società.
una prefissata sovrapressione nel cilindro stesso.
Le tubolature di ritorno del combustibile nelle quali la
pulsazione della pressione (da picco a picco) è supe-
2.5 Collettori dell’aria di lavaggio riore a 2 MPa, devono essere schermate come detto
sopra.
2.5.1 Estinzione incendi
Per motori a due tempi con testa a croce i collettori di b) Per navi classificate con navigazione limitata le prescri-
lavaggio collegati direttamente (senza valvola) ai cilindri zioni in a) possono essere riconsiderate a soddisfazione
devono essere collegati ad un impianto fisso di estinzione della Società.
incendi che sia completamente indipendente dall’impianto
2.6.3 Impianto olio lubrificante
di estinzione incendi del locale macchine.
Nei circuiti di lubrificazione forzata devono essere sistemati
2.5.2 Soffianti efficaci dispositivi di filtraggio.
Qualora un motore a due tempi sia l’unico mezzo di pro- Per i circuiti di lubrificazione forzata delle macchine di pro-
pulsione, quando l’aria di lavaggio viene fornita da una sola pulsione, i filtri devono essere sistemati in modo che sia
soffiante indipendente, devono essere sistemati mezzi alter- possibile effettuare lo loro pulizia senza interrompere la cir-
nativi, pronti per l’uso, per azionare la soffiante o deve colazione dell’olio, a meno che non sia altrimenti stabilito
essere provvista una soffiante ausiliaria pronta per l’uso. in Sez 10.
2.5.3 Valvole di sicurezza Sul lato della mandata delle pompe devono essere siste-
I collettori di lavaggio collegati direttamente ai cilindri mate valvole di sicurezza che scarichino a monte delle
devono essere muniti di valvole di sicurezza contro le pompe stesse o altri sistemi equivalenti.
esplosioni in accordo alle prescrizioni in [2.3.4]. Le valvole di sicurezza possono essere omesse, purché i fil-
tri possano contrastare la pressione massima che la pompa
2.6 Impianti può sviluppare.
Quando necessario, l’olio lubrificante deve essere raffred-
2.6.1 Generalità dato mediante appositi refrigeranti.
In aggiunta alle prescrizioni del presente punto [2.6]
devono essere soddisfatte tutte le prescrizioni pertinenti in 2.6.4 Impianto di aria di sovralimentazione
Sez 10. a) Le prescrizioni relative alla progettazione, costruzione,
I tubi flessibili degli impianti del combustibile liquido e sistemazione, installazione, prove e certificati delle tur-
dell’olio lubrificante devono essere limitati al minimo bosoffianti a gas di scarico sono riportate in Sez 14.
necessario e devono essere di tipo approvato. b) Nei motori di propulsione a due tempi sovralimentati
A meno che non sia altrimenti stabilito in Sez 10, i motori con turbosoffianti a gas di scarico, funzionanti ad
di propulsione devono essere muniti di mezzi per il colle- impulsi di pressione, la sistemazione deve essere realiz-
gamento esterno alle pompe di riserva per: zata in modo tale che sia impedito che parti di fasce
• alimentazione combustibile; elastiche eventualmente rotte possano entrare nelle
• circolazione dell’olio lubrificante e dell’acqua di raf- casse delle turbosoffianti con conseguente danneggia-
freddamento. mento delle palettature mobili o fisse.

2.6.2 Impianto del combustibile liquido 2.7 Impianto di avviamento ad aria com-
Sulla mandata delle pompe devono essere sistemate valvole pressa
di sicurezza che scarichino a monte delle pompe stesse o
altri sistemi equivalenti. 2.7.1 Si applicano le prescrizioni di cui in [3.1].

30 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 2

2.8 Comandi e controlli della velocità nominale, a condizione che ciò non dia
luogo all’intervento del dispositivo di sovravelocità
2.8.1 Generalità (overspeed) come richiesto in [2.8.4].
Le prescrizioni generali del Capitolo 3 si applicano insieme b) A tutti i carichi compresi tra zero ed il carico nominale,
alle prescrizioni seguenti. la variazione permanente di velocità deve essere conte-
nuta entro il 5% della velocità nominale.
2.8.2 Allarmi
c) I motori primi dei generatori devono essere scelti in
L’impianto d’olio lubrificante per motori diesel di potenza
uguale o superiore a 37 kW, deve essere munito di allarme maniera tale da poter far fronte alle richieste di carico
ottico ed acustico che venga azionato in caso di una sensi- della rete che alimentano e da soddisfare a carico zero
bile riduzione di pressione della mandata di olio lubrifi- quanto prescritto in a), se bruscamente caricati con il
cante. 50% della potenza nominale del generatore, seguito dal
rimanente 50% dopo un intervallo di tempo sufficiente
2.8.3 Regolatori di velocità di motori principali ed a riportare la velocità a valori di regime. Le condizioni
ausiliari di regime (vedi Nota 1) devono essere raggiunte in non
più di 5 s.
Tutti i motori, esclusi i motori ausiliari azionanti generatori
elettrici per i quali si applicano le prescrizioni in [2.8.5], Nota 1: Le condizioni di regime sono quelle nelle quali l'inviluppo
devono essere provvisti di regolatore di velocità tarato in della variazione di velocità non supera il ±1% della velocità
modo tale da impedire che la velocità di rotazione del dichiarata per la nuova potenza.
motore superi per più del 15% la velocità di rotazione
nominale. d) L'applicazione del carico elettrico in più di due fasi può
essere permessa solamente se le condizioni della rete
2.8.4 Dispositivi di protezione contro la sono tali da consentire l'impiego di quei motori primi
sovravelocità di motori principali ed ausiliari ausiliari che possono essere caricati solamente in più di
due fasi (vedere a titolo di guida Fig 1), e purché ciò sia
Oltre al regolatore di velocità, ogni:
stato preventivamente accettato in fase di progetto.
• motore di propulsione di potenza nominale uguale o
superiore a 220 kW, e che sia collegato alla linea Ciò deve essere verificato sulla base di specifiche
d’alberi mediante frizione o che azioni un’elica a pale dell'impianto da approvare e deve essere dimostrato
orientabili, e durante le prove di funzionamento a bordo. In tale caso,
deve essere tenuto in debita considerazione il valore
• motore ausiliario di potenza nominale uguale o supe- della potenza richiesta dalle apparecchiature elettriche
riore a 220 kW, eccetto quelli azionanti generatori elet- che devono essere automaticamente reinserite dopo
trici, per i quali si applica [2.8.6],
una mancanza di energia elettrica e la sequenza con la
quale esse sono connesse alla rete.
devono essere muniti di un dispositivo separato di prote-
zione contro la sovravelocità, tarato in modo tale impedire Ciò vale anche per generatori destinati a funzionare in
che la velocità di rotazione del motore superi per più del parallelo e, quando la potenza debba trasferirsi da un
20% la velocità di rotazione nominale n. La sistemazione generatore all'altro, nel caso si debba arrestare un gene-
deve essere realizzata in modo tale che sia possibile pro- ratore.
vare il dispositivo di protezione contro la sovravelocità.
e) Per i gruppi generatori di emergenza, le condizioni rela-
L’impiego di altri dispositivi equivalenti sarà considerato
dalla Società caso per caso. tive al regolatore di cui in a) e b) devono essere soddi-
sfatte anche quando è applicato bruscamente il carico
Il dispositivo di protezione contro la sovravelocità, com- totale delle utenze di emergenza eccettuato il tempo di
preso il meccanismo di funzionamento o il sensore di velo- ripristino delle condizioni di regime di 5 s.
cità, devono essere indipendenti dal regolatore di velocità.
f) Per gruppi generatori di corrente alternata che operano
2.8.5 Regolatori di velocità per motori ausiliari che in parallelo, le caratteristiche dei regolatori dei motori
azionano generatori elettrici (1/1/2004) primi devono essere tali che, entro i limiti tra il 20% e il
100% del carico totale, il carico di ogni gruppo non dif-
a) I motori ausiliari che azionano generatori elettrici
ferisca dalla sua quota proporzionale del carico totale
devono essere provvisti di un regolatore di velocità che
per più del minore tra il 15% della potenza nominale in
impedisca variazioni transitorie di frequenza nella rete
elettrica superiori al 10% della frequenza nominale, kW della macchina più potente e il 25% della potenza
con un tempo di ripristino delle condizioni di regime nominale in kW della macchina in questione.
non superiore a 5 s, quando gli venga applicata o Per gruppi generatori di corrente alternata che operano in
distaccata la massima fase di carico elettrico.
parallelo, il regolatore di velocità deve avere dispositivi che
Nel caso in cui una fase di carico equivalente alla permettano regolazioni del carico abbastanza fini da non
potenza nominale del generatore viene distaccata, può superare variazioni del 5% rispetto alla potenza nominale
essere accettata una variazione in aumento del 10% alla frequenza normale.

Regolamenti RINA 2005 31


Parte C, Cap 1, Sez 2

Figura 1 : Curve limite di carico per motori diesel a 4 tempi in fasi successive da vuoto alla potenza nominale in
funzione della pressione media effettiva al freno corrispondente a detta potenza
100

90
Aumento di carico riferito alla potenza nominale [%]

80

70

60
Curva limite per la terza
50 fase di applicazione del carico

40
Curva limite per la seconda
fase di applicazione del carico
30

20
Curva limite per la prima
fase di applicazione del carico
10

0
0.6 0.8 1,0 1,2 1,4 1,6 1,8 2,0 2,2 2,4

Pme alla potenza nominale del motore diesel [M Pa]

2.8.6 Dispositivi di protezione contro la Devono essere provvisti allarmi che indichino eventuali
sovravelocità di motori ausiliari che azionano guasti dell’impianto di regolazione.
generatori elettrici
L’accettazione di regolatori elettronici non in accordo
In aggiunta al regolatore di velocità, i motori ausiliari aventi con le prescrizioni qui sopra elencate sarà considerata
potenza nominale uguale o superiore a 220 KW azionanti caso per caso dalla Società, per navi con due o più
generatori elettrici devono essere provvisti di un dispositivo motori principali di propulsione.
separato di protezione contro le sovravelocità attivabile
anche a mano, tarato in maniera tale da non permettere un c) Regolatori elettronici di velocità per motori ausiliari che
aumento della velocità nominale superiore al 15%. azionano generatori elettrici
Tale dispositivo deve provocare l’arresto automatico del In caso di guasto nell’impianto di regolazione, l’alimen-
motore primo. tazione di combustibile deve essere regolata su “zero”.
Eventuali guasti dell’impianto di regolazione devono
2.8.7 Uso dei regolatori di velocità elettronici essere segnalati da allarmi.
(1/7/2004)
a) Approvazione di tipo L’accettazione di regolatori elettronici di velocità su
motori che azionano generatori di emergenza sarà con-
I regolatori di velocità elettronici ed i loro attuatori siderata dalla Società caso per caso.
devono essere di un tipo approvato dalla Società, in
accordo con le disposizioni di cui in Cap 3, Sez 6. 2.8.8 Tabelle riassuntive
b) Regolatori elettronici di velocità per motori principali di I motori diesel installati su navi per le quali non siano
propulsione richieste le notazioni relative all’automazione, devono
Se un regolatore di velocità elettronico è sistemato per avere le apparecchiature di controllo elencate nelle Tab 2 e
assicurare il controllo continuo della velocità o la rias- Tab 3.
sunzione del controllo dopo un’avaria, deve essere Nel caso di navi classificate per navigazioni limitate, la
sistemato un ulteriore regolatore di velocità separato, a Società potrà prendere in considerazione una riduzione dei
meno che il motore non abbia un sistema di controllo dispositivi di misura e allarme richiesti alle Tab 2 e Tab 3.
manuale del combustibile adatto al suo controllo.
Gli allarmi devono essere ottici ed acustici.
Un guasto nell’impianto del regolatore non deve portare
a grandi e brusche variazioni della potenza di propul- Gli indicatori devono essere sistemati in posizioni normal-
sione o ad un’inversione del senso di rotazione mente presidiate (presso il motore o nella stazione di
dell’elica. comando locale).

32 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 2

Tabella 2 : Controlli per motori diesel di propulsione

Simboli convenzionali Comandi automatici


H = Valore alto, HH = Valore molto alto,
L =Valore basso, LL = Valore molto basso, Controlli
I = Allarme singolo, G = Allarme cumulativo Motore principale Ausiliari
X = Funzione richiesta, R = A distanza
Rallenta- Blocco Coman- Avvio Arresto
Indica-
Identificazione del parametro dell’impianto Allarme men-to automa- do della
zione
tico riserva
Pressione del combustibile dopo il filtro (ingresso del locale
motore)
Viscosità o temperatura del combustibile prima della locale
pompa d’iniezione (Per motori a nafta pesante)
Perdite dai tubi ad alta pressione, quando prescritto H
Pressione dell’olio lubrificante in corrispondenza dei L locale
cuscinetti principali e dei cuscinetti reggispinta LL X
Pressione dell’olio lubrificante in corrispondenza dei L locale
cuscinetti delle teste a croce, quando gli impianti sono LL X
separati
Pressione dell’olio lubrificante in corrispondenza degli L locale
alberi a camme, quando gli impianti sono separati LL X
Pressione dell’olio lubrificante all’ingresso delle turbosof- locale
fianti
Temperatura all’ingresso dell’olio lubrificante locale
Temperatura nei cuscinetti reggispinta o dell’olio all’uscita H locale
degli stessi
Temperatura dell’olio lubrificante all’uscita dei cuscinetti H
di banco, di manovella e del dispositivo testa a croce
Pressione dell’acqua dolce di raffreddamento all’ingresso L locale (3)
di ogni cilindro
Temperatura dell’acqua dolce di raffreddamento all’uscita locale
di ogni cilindro o, qualora vi sia una camera di raffredda-
mento comune senza valvole di intercettazione singola, la
temperatura dell’acqua dolce di raffreddamento all’uscita
comune dai cilindri
Pressione del liquido di raffreddamento degli stantuffi L locale
all’ingresso in ciascun cilindro (1)
Temperatura del liquido refrigerante degli stantuffi locale
all’uscita da ciascun cilindro (1)
Flusso del liquido di raffreddamento degli stantuffi L
all’uscita da ciascun cilindro (1) (2)
Velocità della turbosoffiante locale
Pressione sul collettore area di lavaggio locale
Temperatura dell’aria di lavaggio nel collettore (Rivela- locale
zione incendi nel collettore)
Temperatura dei gas di scarico locale (4)
Velocità del motore / verso di rotazione (per motori rever- locale
sibili) H X
Guasto nell’impianto elettronico di regolazione della X
velocità
(1) Non richiesto se il liquido refrigerante è olio proveniente dall’impianto principale dei raffreddamento del motore
(2) Qualora non sia possibile controllare il flusso d’uscita a causa del progetto del motore, possono essere accettate soluzioni alter-
native
(3) Per motori di potenza uguale o superiore a 220 kW
(4) L’indicazione è richiesta per ciascun cilindro per motori con potenza uguale o superiore a 500 kW/cilindro

Regolamenti RINA 2005 33


Parte C, Cap 1, Sez 2

Tabella 3 : Controlli per motori diesel per servizi ausiliari

Simboli convenzionali Comandi automatici


H = Valore alto, HH = Valore molto alto,
L =Valore basso, LL = Valore molto basso, Controlli
I = Allarme singolo, G = Allarme cumulativo Motore principale Ausiliari
X = Funzione richiesta, R = A distanza
Rallenta- Blocco Coman- Avvio Arresto
Indica-
Identificazione del parametro dell’impianto Allarme mento automa- do della
zione
tico riserva
Viscosità o temperatura del combustibile prima locale
dell’iniezione (2)
Pressione del combustibile locale
Perdite di combustibile dai tubi ad alta pressione H
Pressione dell’olio lubrificante L locale X (1)
Pressione o flusso dell’acqua di raffreddamento, se non L locale
collegata all’impianto principale
Temperatura dell’acqua o dell’aria di raffreddamento locale
Velocità del motore locale
H X
Guasto nell’impianto elettronico di regolazione della X
velocità
(1) Non applicabile ai gruppi generatori di energia elettrica d’emergenza
(2) Qualora sia adoperata nafta pesante

3 Sistemazione ed installazione mento dei motori di propulsione, si deve tener conto


anche del consumo d’aria delle dette utenze.
3.1 Impianti d’avviamento A prescindere da quanto sopra stabilito, nel caso di
impianti di propulsione costituiti da più motori, il
3.1.1 Avviamento ad aria compressa numero di avviamenti richiesto per ciascuno di essi può
essere ridotto, previa accettazione da parte della
a) L’impianto per l’avviamento dei motori principali e dei
Società, in relazione alla sistemazione dei motori ed al
motori ausiliari deve essere tale che l’aria compressa
sistema di trasmissione della potenza ai propulsori.
per la prima carica possa essere prodotta a bordo senza
ausilio dall’esterno. c) L’impianto principale per l’aria di avviamento dei
motori diesel di propulsione od ausiliari deve essere
b) La capacità complessiva dei serbatoi d’aria deve essere
adeguatamente protetto contro gli effetti del ritorno di
sufficiente per permettere, senza bisogno di ricarica,
fiamma e delle esplosioni nelle tubolature dell’aria di
almeno 12 avviamenti consecutivi, alternativamente in
avviamento. A tale scopo devono essere sistemati i
marcia avanti ed in marcia indietro, di ciascun motore
seguenti dispositivi di protezione:
di propulsione di tipo reversibile, ed almeno 6 avvia-
menti consecutivi di ciascun motore di propulsione di • Una valvola di intercettazione del tipo di non
tipo non reversibile, accoppiato ad un’elica a pale ritorno, o equivalente, in corrispondenza del colle-
orientabili od altro dispositivo che consenta l’avvia- gamento al dispositivo di avviamento di ciascun
mento senza inversione della coppia. motore.
Il numero di avviamenti richiesto si riferisce alla condi- • Un disco di rottura od un dispositivo tagliafiamma:
zione di motore freddo e pronto per essere avviato (si • in corrispondenza della valvola di avviamento di
deve tener conto di tutti i macchinari trascinati dal ciascun cilindro, per motori direttamente rever-
motore che non possono essere scollegati). sibili aventi un collettore dell’aria di avviamento;
Nel caso in cui il motore si trovi nelle condizioni di fun- • almeno all’ingresso del collettore dell’aria di
zionamento a caldo, può essere richiesto un numero avviamento, per motori non reversibili.
superiore di avviamenti. Il disco di rottura od il dispositivo tagliafiamma di
Quando altre utenze, quali dispositivi di avviamento di cui sopra possono non essere richiesti per motori
motori ausiliari, impianti pneumatici di comando, aventi cilindri di diametro uguale o inferiore a 230
fischio ecc., sono collegate ai serbatoi dell’aria di avvia- mm.

34 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 2

Dispositivi di protezione diversi saranno oggetto di par- azione dell’impianto di avviamento automatico, a meno
ticolare considerazione da parte della Società. che non sia previsto un secondo mezzo indipendente di
Le prescrizioni del presente comma c) non si applicano avviamento. Inoltre deve essere prevista una seconda
ai motori avviati da motori pneumatici. fonte di energia per ulteriori tre avviamenti entro 30
minuti, a meno che non sia dimostrata l’efficacia
d) I serbatoi dell’aria compressa sono oggetto delle prescri-
dell’avviamento manuale
zioni in Sez 3. Le tubolature d’aria compressa ed i rela-
tivi compressori sono oggetto delle prescrizioni in c) Devono essere presi accorgimenti per mantenere con
Sez 10. continuità l’energia accumulata in ogni istante; a tale
scopo:
3.1.2 Avviamento elettrico • gli impianti di avviamento elettrici ed idraulici
a) Quando i motori di propulsione sono avviati elettrica- devono essere mantenuti in carica dal quadro di
mente devono esservi almeno due batterie separate di emergenza;
accumulatori. • gli impianti di avviamento ad aria compressa pos-
L’impianto deve essere tale che le suddette batterie di sono essere mantenuti in carica dai recipienti di aria
accumulatori non possano essere connesse in parallelo compressa principali o ausiliari, attraverso una ido-
tra loro. nea valvola di non ritorno o per mezzo di un com-
Ciascuna batteria deve essere in grado di avviare il pressore d’aria di emergenza che, se azionato
motore di propulsione nella condizione di motore elettricamente, deve essere alimentato dal quadro di
freddo e pronto ad essere avviato. emergenza;
La capacità complessiva delle batterie di accumulatori • tutti questi dispositivi di avviamento, carica ed accu-
deve essere sufficiente per effettuare in 30 min, senza mulo di energia devono essere ubicati nel locale del
ricarica, il numero di avviamenti prescritto in [3.1.1](b) generatore di emergenza; tali dispositivi non devono
per gli avviamenti ad aria compressa. essere usati per scopi diversi da quello del funziona-
b) L’impianto per l’avviamento ad energia elettrica dei mento del gruppo generatore di emergenza. Ciò non
motori ausiliari deve avere due batterie separate di esclude l’alimentazione, al recipiente d’aria com-
accumulatori o può essere alimentato dalle batterie di pressa del gruppo elettrogeneratore di emergenza,
accumulatori di avviamento del motore di propul sione, dall’impianto d’aria compressa principale o ausilia-
se esistono, per mezzo di due circuiti separati. Quando rio, attraverso la valvola di non ritorno sistemata nel
esiste un solo motore ausiliario è ammesso che vi sia locale del generatore di emergenza.
una sola batteria di accumulatori. La capacità comples- d) Quando l’avviamento automatico non è prescritto dalle
siva delle batterie di accumulatori di avviamento deve norme, è ammesso l’avviamento a mano (a manovella,
essere sufficiente per almeno tre avviamenti per ciascun ad inerzia, ad accumulatore idraulico manuale, a car-
motore. tuccia con carica di polvere), purché se ne possa dimo-
c) Le batterie di accumulatori di avviamento devono strare l’efficacia.
essere usate solo per l’avviamento e per funzioni di con- e) Qualora l’avviamento a mano non sia praticamente rea-
trollo e allarme proprie del motore. Devono essere presi lizzabile, devono essere soddisfatte le prescrizioni date
accorgimenti per mantenere con continuità l’energia in b) e c), ma è ammesso che l’avviamento sia iniziato a
accumulata, in ogni istante. mano.
d) Ogni dispositivo di carica deve avere caratteristiche suf-
ficienti almeno per ripristinare entro 6 ore la capacità 3.2 Viratore
richiesta per le batterie di accumulatori.
3.2.1 Ogni motore deve essere provvisto di dispositivo per
3.1.3 Prescrizioni particolari per l’avviamento dei virare a mano o, quando ritenuto necessario, di dispositivo
gruppi generatori d’emergenza per virare sia meccanicamente che a mano.
a) I gruppi elettrogeneratori di emergenza devono essere L’innesto del viratore deve inibire l’avviamento del motore.
idonei a venire prontamente avviati nella condizione di
macchina fredda, alla temperatura di 0°C. Qualora ciò
sia praticamente non realizzabile, o qualora sia proba-
3.3 Ghiotte
bile che si incontrino temperature inferiori alla suddetta, 3.3.1 In corrispondenza della parte bassa del carter ed in
si deve prendere in considerazione la sistemazione ed il genere in quelle parti del motore nelle quali potrebbero
mantenimento di sistemi di riscaldamento accettati dalla verificarsi stillicidi di combustibile e olio lubrificante
Società, in modo da assicurare un pronto avviamento devono essere sistemate ghiotte dotate di mezzi di drenag-
dei gruppi elettrogeneratori. gio.
b) Ogni gruppo elettrogeneratore di emergenza provvisto
di avviamento automatico deve essere equipaggiato con 3.4 Impianto dei gas di scarico
dispositivi di avviamento approvati dalla Società, capaci
di accumulare energia per almeno tre avviamenti conse- 3.4.1 Oltre alle prescrizioni in Sez 10, l’impianto di gas di
cutivi. scarico deve essere raffreddato efficacemente o coibentato
La fonte di energia accumulata deve essere protetta per in modo tale che la temperatura superficiale non sia supe-
rendere impossibile un suo esaurimento critico per riore a 220°C (vedere anche Sez 1, [3.7].

Regolamenti RINA 2005 35


Parte C, Cap 1, Sez 2

4 Prove di tipo, prove sui materiali, tivi, compreso il numero di ore di funzionamento
durante le prove interne. I risultati di dette prove devono
ispezioni e prove di funzionamento
essere presentati al Tecnico in occasione della prova di
in officina, certificazione tipo. Il costruttore deve inoltre dichiarare il numero di
ore di prova a cui sono stati sottoposti i componenti del
4.1 Prove di tipo - Generalità motore che dovranno essere esaminati, come richiesto
in [4.2.5].
4.1.1 Una volta ultimato il progetto per la produzione di
b) Stadio B - Prova di approvazione del tipo.
ogni nuovo tipo di motore da installare a bordo di navi, un
prototipo dello stesso deve essere sottoposto alla prova di La prova di tipo deve essere effettuata alla presenza di
tipo secondo quanto stabilito nel seguito. un Tecnico.
Una prova di tipo effettuata su di un determinato tipo di c) Stadio C - Esame delle parti principali del motore.
motore sarà ritenuta valida per tutti i motori dello stesso
Una volta ultimato il programma di prova le parti princi-
tipo (vedere [1.3.4]) anche se costruiti dal costruttore o da
pali del motore devono essere esaminate.
suoi licenziatari in stabilimenti diversi da quelli in cui è
stata effettuata la prova stessa. Il Costruttore del motore deve riportare tutti i risultati e la
documentazione relativi alle misurazioni effettuate durante
In ogni caso una prova di tipo è sufficiente a coprire l’intero
la prova di tipo in un apposito verbale di prova di tipo, che
campo di motori che hanno un numero di cilindri diffe-
dovrà essere inviato all’esame della Società.
rente.
I motori da sottoporre alla prova di tipo devono essere pro- 4.2.2 Stadio A - Prove preliminari (prove di
vati secondo quanto specificato in seguito nell’ipotesi che: funzionamento e raccolta dati operativi)
• il motore è messo a punto come necessario, per le con- Nel corso delle suddette prove interne devono essere ese-
dizioni della prova di tipo; guite prove di funzionamento alle prestazioni ritenute signi-
• nel corso delle prove interne preliminari eseguite dal ficative dal costruttore e devono essere rilevati i relativi
costruttore sono stati effettuati gli accertamenti e le parametri di funzionamento (vedere a)).
misure necessari ad accertare l’affidabilità di funziona- Le suddette prestazioni di prova possono essere scelte
mento del motore; tenendo conto di tutti i campi di funzionamento (vedere
• la documentazione di cui in [1.2] è stata esaminata e, Fig 2.
quando richiesto, approvata dalla Società, e sono stati Nel caso di motori che sono in grado di funzionare soddi-
comunicati alla Società il tipo e l’estensione degli sfacentemente per tutte le prestazioni di prova anche
accertamenti eseguiti durante le prove preliminari effet- quando non sia in funzione il sistema di lubrificazione for-
tuate prima della messa in produzione del motore. zata dei cilindri, deve essere verificato tale soddisfacente
funzionamento.
4.1.2 A richiesta del costruttore, la Società può accettare,
per un motore già sottoposto alla prova di tipo, un incre- L’eventuale idoneità dei motori a funzionare con combusti-
mento di potenza e/o di pressione media effettiva fino ad un bili pesanti deve essere dimostrata a soddisfazione della
massimo del 10%, senza richiedere l’effettuazione di una Società.
nuova prova, nel caso in cui l’affidabilità del motore sia
a) Prove di funzionamento in condizioni di normale eser-
stata adeguatamente comprovata dal soddisfacente com-
cizio
portamento in esercizio di un numero sufficiente di motori
dello stesso tipo. Le prove di funzionamento in condizioni di normale
esercizio devono comprendere:
Ai fini dell’accettazione del suddetto incremento di presta-
zione, il costruttore deve comunque inviare per l’esame e, 1) Prove al 25%, 50%, 75%, 100% e 110% della mas-
quando necessario, per l’approvazione, la documentazione sima potenza continuativa per la quale è richiesta
elencata in [1.2] relativa alle parti eventualmente modifi- l’approvazione del tipo, eseguite:
cate ai fini del suddetto incremento. • alla velocità di rotazione corrispondente alla
curva nominale (teorica) dell’elica ed a velocità
4.2 Prove di tipo di motori non ammessi ad di rotazione costante, nel caso di motori di pro-
una procedura di collaudo alternativa pulsione;
• a velocità di rotazione costante, nel caso di
4.2.1 Generalità
motori destinati ad azionare generatori di cor-
I motori, per i quali il costruttore non può usufruire della rente elettrica.
procedura di collaudo alternativa (vedere Parte D, Cap 1,
Sez 1, [3.2]), devono essere sottoposti a prova di tipo alla 2) Prove alle prestazioni limite del campo di funziona-
presenza del Tecnico secondo il presente punto [4.2]. mento ammissibile del motore.
La prova di tipo è suddivisa nei seguenti 3 stadi: Tali prestazioni limite devono essere stabilite dal
costruttore.
a) Stadio A - Prove interne preliminari eseguite dal costrut-
tore. La massima potenza continuativa P è definita in
[1.3.2].
Lo stadio A consiste nell’effettuazione di prove di fun-
zionamento e nella registrazione dei parametri opera- b) Prove in condizioni operative di emergenza

36 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 2

Nel caso di motori sovralimentati deve essere determi- con la curva nominale dell’elica (ved. punti 6, 7 e 8
nata la potenza che il motore può erogare in modo con- del diagramma di Fig 2; e prove ai suddetti carichi
tinuativo con una turbosoffiante in avaria, cioè quando: parziali ed alle velocità di rotazione n che si otten-
• il rotore della turbosoffiante è bloccato o rimosso, gono con il regolatore di velocità tarato ad un valore
nel caso di motori con una turbosoffiante; costante (ved. punti 9, 10 e 11 del diagramma di
Fig 2).
• una turbosoffiante è intercettata, nel caso di motori
aventi due o più turbosoffianti. b) Prove in condizioni operative di emergenza
Prove alla massima potenza erogabile dal motore nelle
4.2.3 Stadio B - Prove di approvazione del tipo alla condizioni operative di emergenza di cui in [4.2.2](b)
presenza del Tecnico
quando funzioni alla corrispondente velocità di rota-
Nel corso delle prove di tipo devono essere eseguite, alla zione in accordo con la curva nominale dell’elica e
presenza di un Tecnico, le prove qui sotto elencate e deve quando funzioni con il regolatore tarato ad un valore
essere compilato un verbale contenente i risultati delle sud- costante corrispondente alla velocità di rotazione n.
dette prove che deve essere firmato sia dal costruttore sia
dal Tecnico. c) Prove addizionali
• Prova alla velocità di rotazione minima in accordo
Modifiche al programma di prova devono essere concor-
con la curva nominale dell’elica.
date tra il costruttore e la Società.
• Prove di avviamento per motori di tipo non reversi-
a) Prestazioni di prova
bile o prove di avviamento e di inversione per
Le prestazioni di prova, che devono essere scelte con motori di tipo reversibile.
riferimento al diagramma potenza/velocità di rotazione
• Prove del regolatore di velocità.
di cui alla Fig 2, sono quelle elencate qui di seguito.
Alle diverse prestazioni di prova devono essere misurati • Prove dei dispositivi di sicurezza ed in particolare
ed annotati tutti i parametri di funzionamento necessari del dispositivo di protezione contro le sovravelocità
per il funzionamento del motore. e del dispositivo di intervento per bassa pressione
olio lubrificante.
Il periodo di funzionamento per ciascuna prestazione di
prova deve essere stabilito in relazione alle caratteristi- Per i motori destinati a servizi di emergenza possono
che del motore, cioè al tempo necessario per raggiun- essere richieste, a giudizio della Società, ulteriori prove;
gere le condizioni di regime, ed al tempo necessario per in particolare, per i motori destinati ad azionare genera-
misurare i parametri di funzionamento. tori di energia elettrica di emergenza possono essere
richieste prove e/o documentazione addizionali atte ad
Di norma, per ogni prestazione di prova, può essere
accertare che il motore stesso possa essere prontamente
assunto un periodo di funzionamento di mezz’ora.
avviato a 0 °C
Il periodo di funzionamento alla massima potenza con-
tinuativa di cui al successivo punto (1) deve essere di 2 4.2.4 Valutazione dei risultati delle prove
ore; nel corso di tale periodo devono essere effettuate Le prove e gli accertamenti di cui in [4.2.3] devono dare
due serie di letture ad un intervallo minimo di un’ora. esito soddisfacente a giudizio del Tecnico. I parametri di
1) Prova alla massima potenza continuativa P, cioè funzionamento essenziali che devono essere rilevati
100% della potenza, 100% della coppia e 100% durante le prove sono di norma quelli elencati in [4.3.4].
della velocità di rotazione (ved. punto 1 del dia- In particolare la pressione massima di combustione rilevata
gramma di Fig 2). con motore funzionante alla massima potenza continuativa
2) Prova al 100% della potenza che il motore può ero- P non deve essere superiore a quella assunta per la verifica
gare alla massima velocità di rotazione ammissibile del dimensionamento dell’albero a manovelle secondo le
(ved. punto 2 del diagramma di Fig 2). norme di App 1.
3) Prova al massimo valore ammissibile della coppia I valori delle temperature e delle pressioni dei fluidi (acqua
(normalmente 110% del valore nominale T) ed al di raffreddamento, olio lubrificante, aria di sovralimenta-
100% della velocità di rotazione (ved. punto 3 del zione, gas di scarico, ecc.) devono mantenersi entro limiti
diagramma di Fig 2); oppure prova alla massima appropriati, a giudizio del Tecnico, alle caratteristiche del
potenza ammissibile (normalmente 110% di P) ed motore.
alla corrispondente velocità di rotazione in accordo
con la curva nominale dell’elica (ved. punto 3a del 4.2.5 Stadio C - Esame delle parti principali del
motore
diagramma di Fig 2).
Appena terminata la prova di tipo di cui in [4.2.3], devono
4) Prova alla minima velocità di rotazione ammissibile essere sottoposte all’esame del Tecnico le parti relative ad
corrispondente al 100% della coppia T (ved. punto un cilindro, per motori con cilindri in linea, e a due cilindri,
4 del diagramma di Fig 2. per motori con cilindri disposti a V.
5) Prova alla minima velocità di rotazione ammissibile Devono essere esaminate le seguenti parti principali:
corrispondente al 90% della coppia T (ved. punto 5
del diagramma di Fig 2). • stantuffo, rimosso e smontato;
• cuscinetto di testa a croce, smontato;
6) Prove a carichi parziali, ad esempio al 75%, al 50%
ed al 25% della massima potenza continuativa P ed • cuscinetti di manovella e di banco, smontati;
alle corrispondenti velocità di rotazione, in accordo • camicia, in posto;

Regolamenti RINA 2005 37


Parte C, Cap 1, Sez 2

• testata del cilindro e relative valvole, smontate; Le prove ai carichi parziali di cui in c) devono essere ese-
guite:
• ruotismi della distribuzione, albero a camme e carter,
mediante l’apertura delle relative portelle e coperture. • alla velocità di rotazione corrispondente alla curva
nominale (teorica) dell’elica ed a velocità di rotazione
A giudizio del Tecnico possono essere richiesti smontaggi costante, nel caso di motori di propulsione;
addizionali.
• a velocità di rotazione costante, nel caso di motori
destinati ad azionare generatori di corrente elettrica.
4.3 Prove di tipo di motori ammessi alla pro-
cedura di collaudo alternativa Per i motori destinati a servizi di emergenza possono essere
richieste, a giudizio della Società, ulteriori prove; in parti-
colare, per motori destinati ad azionare generatori di cor-
4.3.1 Generalità
rente elettrica di emergenza possono essere richieste prove
I motori, per i quali il costruttore può usufruire della proce- e/o documentazione addizionali atte ad accertare che il
dura di collaudo alternativa (vedere Parte D, Cap 1, Sez 1, motore stesso possa essere prontamente avviato a 0 °C,
[3.2]) e che hanno il diametro del cilindro non superiore a come richiesto in [3.1.3].
300 mm, devono sottostare a prova di tipo alla presenza del
Tecnico secondo le prescrizioni del presente punto [4.3]. Per motori prototipo, la durata ed il relativo programma
della prova di tipo saranno oggetto di particolare considera-
La scelta del motore da provare nella linea di produzione zione da parte della Società.
deve essere concordata col Tecnico.
4.3.3 Per i motori per i quali il costruttore fornisca dati
4.3.2 Prova di tipo documentati relativi al soddisfacente comportamento in
In generale la prova di tipo deve essere eseguita secondo il esercizio oppure risultati di prove al banco precedente-
programma di prova qui sotto specificato, essendo P la mas- mente eseguite, la Società può, a suo giudizio, accettare
sima potenza continuativa ed n la velocità di rotazione cor- l’esecuzione di una prova di tipo secondo un programma
rispondente. Per massima potenza continuativa si intende da concordare di volta in volta e da effettuarsi alla presenza
quella dichiarata dal costruttore ed accettata dalla Società, di un Tecnico.
definita come indicato in [1.3.2]. Nel caso di motori per i quali è richiesta l’approvazione del
tipo per diversi servizi e diverse prestazioni, la durata ed il
a) 80 ore alla potenza P ed alla velocità di rotazione n;
programma della prova di tipo saranno stabiliti caso per
b) 8 ore alla potenza di sovraccarico (110% di P); caso dalla Società in modo da coprire tutte le prestazioni
per cui è richiesta l’approvazione tenendo conto di quelle
c) 10 ore ai carichi parziali pari al 25%, 50%, 75% e 90%
più severe.
della potenza P;
d) 2 ore a carichi intermittenti; 4.3.4 Nel corso delle prove di tipo devono essere rilevati
ed annotati almeno i seguenti parametri:
e) prove di avviamento
a) temperatura, pressione e umidità relativa dell’aria nella
f) prove di inversione, per motori di tipo reversibile; sala prove;
g) prove del regolatore di velocità, del dispositivo di prote- b) temperatura dell’acqua di raffreddamento, all’ingresso
zione contro le sovravelocità e del dispositivo di allarme degli scambiatori di calore;
per avaria all’impianto dell’olio lubrificante;
c) caratteristiche del combustibile e dell’olio lubrificante
h) prove del motore con una turbosoffiante intercettata, impiegati durante la prova;
quando applicabile;
d) velocità di rotazione del motore;
i) prove alla minima velocità di rotazione in accordo con e) potenza al freno;
la curva nominale (teorica) dell’elica, per motori di pro-
pulsione azionanti eliche a pale fisse, ed alla minima f) coppia al freno
velocità di rotazione con un carico al freno nullo, per g) massima pressione di combustione;
motori di propulsione azionanti un’elica a pale orienta-
bili o per motori destinati a servizi ausiliari. h) diagrammi della pressione indicata, quando realizza-
bile;
Le prove alle diverse prestazioni sopra menzionate devono
essere combinate in cicli da ripetersi in successione fino al i) fumosità dei gas di scarico, per mezzo di apparecchia-
completamento dell’intera durata della prova. tura ritenuta idonea dal Tecnico;
j) temperature e pressioni dell’olio lubrificante;
In particolare, la prova in sovraccarico deve essere effet-
tuata al termine di ciascun ciclo, deve avere durata di k) temperature e pressioni dell’acqua di raffreddamento;
un’ora e deve essere eseguita a cicli alterni:
l) temperatura dei gas di scarico nel collettore di scarico
• al 110% della potenza P ed al 103% della velocità di e, se possibile, in uscita da ciascun cilindro;
rotazione n;
m) minima pressione dell’aria di avviamento per mezzo
• al 110% della potenza P ed al 100% della velocità di della quale è ancora possibile avviare il motore a
rotazione n. freddo, se applicabile

38 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 2

Figura 2 : Diagramma potenza/velocità di rotazione

Potenza di sovraccarico

110 106,6
3 100
110
3a Massima potenza continuativa

100 31 2
90

4
90
0%
10 80
= Campo di potenziamento continuativo
p pia 1
80 Co 5
0% 6 2 Campo di funzionamento intermittente
10
Potenza (%)

= 9 70
.e.
70 p.m
3 Campo di funzionamento in sovraccarico
2 60 per brevi periodi di tempo
60
1 4 Curva nominale dell'elica

50
50
10

40 40

30
30
8 11
4
100 103,2
Velocità di rotazione (%)

In aggiunta ai sopracitati parametri, per i motori sovralimen- Per importanti parti strutturali dei motori, oltre ai controlli
tati devono essere rilevati ed annotati i seguenti ulteriori non distruttivi sopra menzionati, può essere richiesto un
parametri: esame dei giunti saldati con un metodo ritenuto idoneo.
• velocità di rotazione delle turbosoffianti; Controlli non distruttivi con metodi ritenuti idonei possono
• temperatura e pressione dell’aria prima e dopo le turbo- essere richiesti per qualsiasi parte del motore quando vi sia
soffianti ed i refrigeranti dell’aria di sovralimentazione; ragione di dubitare della sua integrità.
• temperatura e pressione dei gas di scarico a monte ed a I motori con cilindri aventi diametro non superiore a 300
valle delle turbosoffianti e temperatura dell’acqua di raf- mm possono essere provati con procedura di collaudo
freddamento all’ingresso dei refrigeranti dell’aria di alternativa.
sovralimentazione.
4.4.2 Prove idrostatiche
4.3.5 Ispezione delle parti principali del motore e Le parti dei motori soggette a pressione devono essere sot-
valutazione delle prove toposte ad una prova idrostatica con pressione di prova in
accordo con quanto indicato in Tab 5.
Valgono, per quanto applicabile, le indicazioni di cui in
[4.2.4] e [4.2.5]. I seguenti componenti di ausiliari che sono necessari per il
funzionamento dei motori sono elencati in [1.1.1] a), b) e
c):
4.4 Materiali e prove non distruttive
• cilindri, testate di cilindri, refrigeranti e serbatoi di aria
4.4.1 Prove sui materiali compressa caricati da compressori indipendenti
I componenti dei motori devono essere provati come indi- • refrigeranti di acqua, olio ed aria (fasci di tubi o serpen-
cato in Tab 4 ed in accordo alle prescrizioni della Parte D. tine, involucri e fondi) non sistemati sul motore e filtri
L’esame magnetoscopico o con liquidi penetranti deve • pompe indipendenti per l’olio lubrificante, il combusti-
essere effettuato sulle parti indicate in Tab 4, nelle posi- bile e l’acqua
zioni, concordate tra Costruttore e Tecnico, in cui sulla base • tubi in pressione (acqua, olio lubrificante, combustibile
dell’esperienza è più probabile che si manifestino difetti. ed aria compressa), valvole ed altri accessori
L’esame magnetoscopico dei tiranti deve essere eseguito, in devono essere sottoposti ad una prova idrostatica ad una
corrispondenza di ciascuna estremità, per una lunghezza pressione pari ad 1,5 volte la pressione massima d’eserci-
non inferiore a 2 volte quella della relativa parte filettata. zio, ma a non meno di 0,4 MPa.

Regolamenti RINA 2005 39


Parte C, Cap 1, Sez 2

Tabella 4 : Materiali e prove non distruttive (1/7/2001)

Prove sui materiali (1) Controlli non distruttivi


Componente del motore (Caratteristiche meccani- Controllo magnetosco-
che e composizione chi- pico o con liquidi pene- Ultrasuoni
mica) tranti
1) Albero a manovelle tutti tutti tutti
2) Flangia dell’accoppiatoio dell’albero a manovelle se il diametro del cilindro - -
(se non di pezzo) dal lato presa di forza principale > 400 mm
3) Bulloni per accoppiatoi di alberi a manovelle se il diametro del cilindro - -
> 400 mm
4) Teste degli stantuffi in acciaio (2) se il diametro del cilindro se il diametro del cilindro tutti
> 400 mm > 400 mm
5) Aste degli stantuffi se il diametro del cilindro se il diametro del cilindro se il diametro del cilindro
> 400 mm > 400 mm > 400 mm
6) Bielle, unitamente ai cappelli delle teste di biella tutte tutte se il diametro del cilindro
> 400 mm
7) Teste a croce se il diametro del cilindro - -
> 400 mm
8) Camicie dei cilindri se il diametro del cilindro - -
> 300 mm
9) Testate dei cilindri in acciaio (2) se il diametro del cilindro se il diametro del cilindro tutte
> 300 mm > 400 mm
10) Basamenti di costruzione saldata; piastre e tra- tutti tutti tutti
verse in acciaio fucinato o fuso (2) (3)
11) Montanti e carter di costruzione saldata (3) tutti - -
12) Incastellature di costruzione saldata (3) tutte - -
13) Tiranti tutti se il diametro del cilindro -
> 400 mm
14) Alberi e rotori per soffianti di sovralimentazione , (vedere Sez 14 ) - -
comprese la palette (4)
15) Bulloni e prigionieri per testate cilindri, teste a se il diametro del cilindro se il diametro del cilindro -
croce, cuscinetti di banco e cuscinetti di biella; dadi > 300 mm > 400 mm
per tiranti
16) Ruote dentate in acciaio per azionare alberi a se il diametro del cilindro se il diametro del cilindro -
camme > 400 mm > 400 mm
(1) Oltre che per le parti sopraelencate, le prove meccaniche possono essere richieste, a giudizio della Società, anche per le tubola-
ture e le relative valvole dell’impianto di avviamento ad aria compressa e per altre eventuali
tubolature in pressione sistemate sul motore.
(2) Circa le parti elencate alle voci (4), (9) e (10), si deve intendere che le prove meccaniche sono dovute, oltrechè per quelle in
acciaio, anche per quelle in altri materiali assimilabili all’acciaio, per caratteristiche meccaniche in genere e di tenacità in parti-
colare, quali l’alluminio e sue leghe e le ghise malleabili e sferoidali o con grafite nodulare.
(3) Le prove meccaniche per basamenti, montanti, carter ed incastellature sono dovute anche se tali parti non sono di costruzione
saldata e per qualsiasi materiale, eccettuata la ghisa grigia.
(4) Per turbosoffiante si intende la turbosoffiante stessa ed il compressore azionato dal motore (comprese le "Root blowers", ma non
le soffianti ausiliarie).

40 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 2

Tabella 5 : Pressione di prova delle parti del motore

Parti in pressione Pressione di prova (MPa) (1) (2)


1 Testate dei cilindri, inviluppo di raffreddamento (3) 0,7
2 Camicie dei cilindri per tutta la lunghezza dell’inviluppo di 0,7
raffreddamento
3 Cilindro, inviluppo di raffreddamento 0,4 (ma non meno di 1,5 p)
4 Valvole di scarico, inviluppo di raffreddamento 0,4 (ma non meno di 1,5 p)
5 Parte superiore dello stantuffo, spazio per il fluido di raffredda- 0,7
mento (3) (4)
6 Impianto di iniezione del combustibile
a) Corpo pompa, parte in pressione 1,5 p (o p + 30, se inferiore)
b) Iniettore 1,5 p (o p + 30, se inferiore)
1,5 p (o p + 30, se inferiore)
c) Tubolature
7 Impianti di comando oleodinamici:
• Tubolature, pompe, attuatori, ecc. dell’impianto di
comando delle valvole 1,5 p
8 Cilindro della pompa di lavaggio 0,4
9 Turbosoffianti, inviluppo di raffreddamento 0,4 (ma non meno di 1,5 p)
10 Tubi di scarico, inviluppo di raffreddamento 0,4 (ma non meno di 1,5 p)
11 Compressori dell’aria azionati dal motore (cilindri, testate,
refrigeranti intermedi e finali)
a) Lato aria 1,5 p
b) Lato acqua 0,4 (ma non meno di 1,5 p)
12 Refrigeranti, su ciascun lato (5) 0,4 (ma non meno di 1,5 p)
13 Pompe azionate dal motore (olio, acqua, combustibile, sen- 0,4 (ma non meno di 1,5 p)
tina)
(1) In genere le parti soggette a pressione devono essere provate alla pressione di prova idrostatica indicate nella tabella. I casi in cui
le caratteristiche di progetto delle parti considerate o le caratteristiche delle apparecchiature di prova richiedano modifiche delle
pressioni tabellari, saranno oggetto di particolare considerazione da parte della Società.
(2) p è la pressione massima d’esercizio, in MPa, della parte considerata.
(3) Nel caso di testate dei cilindri e di parti superiori degli stantuffi in acciaio fucinato, possono essere accettati metodi di prova
diversi dalla prova idrostatica quali, ad esempio, idonei esami non distruttivi e documentati controlli dimensionali.
(4) Nel caso in cui la tenuta dello spazio per il fluido di raffreddamento venga realizzata dall’asta dello stantuffo, o dall’insieme asta
stantuffo e mantello, la prova di tenuta deve essere effettuata dopo l’assemblaggio.
(5) Nel caso dei refrigeranti dell’aria di sovralimentazione, è sufficiente eseguire la prova idrostatica solo sul lato acqua.

4.5 Prove e collaudi d’officina 4.5.2 Motori di propulsione direttamente collegati


all’elica
4.5.1 Generalità
Oltre alle prove di tipo i motori diesel devono essere sotto- I motori di propulsione devono essere provati secondo il
posti a prove di funzionamento in officina in presenza del programma seguente:
Tecnico, eccetto quando una procedura di collaudo alter-
a) almeno 60 min, dopo aver raggiunto le condizioni di
nativa sia stata concessa o sia deciso altrimenti dalla
Società caso per caso. regime, al 100% della potenza nominale P ed alla corri-
spondente velocità di rotazione nominale n;
Per tutte le andature alle quali il motore deve essere pro-
vato, il costruttore del motore deve rilevare e registrare tutti b) 30 min, dopo aver raggiunto le condizioni di regime, al
i valori di funzionamento relativi. 110% della potenza nominale P ed alla velocità di rota-
Per tutti i casi, i dati, alle diverse condizioni di carico del zione 1,032 n;
motore, devono essere rilevati in condizioni di regime.
c) prove al 90% o potenza di crociera continuativa nor-
I rilievi al 100% della potenza nominale P ed alla corri- male, al 75%, al 50% e al 25% della potenza nominale
spondente velocità di rotazione nominale n devono essere
P, eseguita:
effettuati due volte ad un intervallo di almeno 30 minuti.
L’estensione delle prove di cui in [4.5.2] [4.5.3] o [4.5.4] • alla velocità di rotazione corrispondente alla curva
può essere ampliata, a giudizio del Tecnico, tenuto conto nominale (teorica) dell’elica, nel caso di motori
dell’impiego del motore. azionanti eliche a pale fisse;

Regolamenti RINA 2005 41


Parte C, Cap 1, Sez 2

• a velocità di rotazione costante, nel caso di motori 4.5.6 Dati di funzionamento da rilevare
azionanti eliche a pale orientabili; I dati da misurare e da registrare durante la prova del
d) prova alla minima velocità di rotazione con un carico al motore alle varie andature devono comprendere tutti i para-
freno nullo; metri necessari per il funzionamento del motore stesso.
e) prova di avviamento ed inversione di marcia (quando Devono essere controllate anche le inflessioni dell’albero a
applicabile); manovelle, qualora sia prescritta dal costruttore l’effettua-
zione di tale controllo durante l’esercizio del motore.
f) prova del regolatore di velocità e del dispositivo indi-
pendente di protezione contro le sovravelocità; 4.5.7 Rapporti di prova
g) prova dei dispositivi di allarme e/o di arresto. Nel rapporto di prova di ogni motore devono essere indicati
Nota 1: Dopo la prova al banco, l’impianto di iniezione del com- i risultati delle prove ed inoltre deve sempre essere indicato
bustibile deve essere regolato in modo tale che non possa il numero di riferimento e la data di emissione del certifi-
essere erogata una potenza superiore al 100% della potenza cato di tipo approvato (vedere [4.6]) relativo allo stesso tipo
nominale alla velocità di rotazione corrispondente (non si di motore; il rapporto di prova deve essere preparato dal
possa avere sovraccarico in esercizio). costruttore e deve comprendere i certificati delle prove
(vedere [4.6]).
4.5.3 Motori azionanti generatori di energia
elettrica impiegati per la propulsione 4.6 Certificazione
I motori azionanti generatori di energia elettrica devono
essere provati con regolatore di velocità tarato a velocità 4.6.1 Certificato di tipo approvato e sua validità
costante secondo il programma seguente: Una volta conclusi con esito soddisfacente gli accertamenti
a) almeno 60 min, dopo aver raggiunto le condizioni di e le prove di tipo di cui in [4.2] o [4.3], la Società rilascerà
regime, al 100% della potenza nominale P ed alla corri- al costruttore del motore un “Certificato di tipo approvato”
spondente velocità di rotazione nominale n; valido per tutti i motori dello stesso tipo di quello sottoposto
alle prove.
b) 45 min, dopo aver raggiunto le condizioni di regime, al
110% della potenza nominale P ed alla velocità di La Società si riserva la facoltà di ritenere valida la prova ese-
rotazione nominale n; guita su di un motore anche per motori aventi diversa
c) prova al 75%, al 50% e al 25% della potenza nominale disposizione dei cilindri a seguito dell’esame di una idonea
P, eseguita alla velocità nominale n costante e dettagliata documentazione presentata dal costruttore,
comprendente tra l’altro i risultati di prove al banco.
d) prova alla minima velocità di rotazione con un carico al
freno nullo; 4.6.2 Tipo di certificazione per le prove
e) prove d’avviamento; a) Motori con procedura di collaudo alternativa
f) prova del regolatore di velocità ( [2.8.5]) e del disposi- Certificati interni di fabbrica (W) (vedere Parte D, Cap 1,
tivo indipendente per la protezione contro la sovravelo- Sez 1, [4.2.3]) sono richiesti per le parti e le prove indi-
cità (quando applicabile); cate in Tab 4 e Tab 5 e per le prove d’officina in [4.5].
g) prova dei dispositivi di allarme e/o di arresto. b) Motori non ammessi alla procedura di collaudo alterna-
Nota 1: Dopo la prova al banco, l’impianto di iniezione del com- tiva
bustibile dei motori diesel azionanti generatori di energia elet-
Certificati della Società (C) (vedere Parte D, Cap 1,
trica deve essere regolato in modo tale che, durante l’esercizio,
dopo l’installazione a bordo, possa essere erogata, ma non
Sez 1, [4.2.1]) sono richiesti per le prove sui materiali
superata, la potenza di sovraccarico (110% della potenza P) in delle parti indicate in Tab 4 e per le prove d’officina in
modo tale che le caratteristiche di regolazione, compresa l’atti- [4.5].
vazione delle apparecchiature di protezione del generatore di Certificati interni di fabbrica (W) (vedere Parte D,
energia elettrica, siano mantenute in qualsiasi momento. Cap 1, Sez 1, [4.2.3]) sono richiesti per i controlli non
4.5.4 Motori azionanti macchinari ausiliari distruttivi e per le prove idrostatiche delle parti in Tab 4
I motori che azionano macchinari ausiliari sono soggetti e Tab 5.
alle prove in [4.5.2] o in [4.5.3], rispettivamente a seconda In entrambi i casi a) e b) il costruttore deve inviare:
che siano a variabile o a velocità costante. a) le informazioni seguenti:
Nota 1: Dopo la prova al banco, l’impianto di iniezione del com-
• tipo di motore
bustibile dei motori diesel azionanti generatori di energia elettrica
deve essere regolato in modo tale che, durante l’esercizio, dopo • potenza nominale
l’installazione a bordo, possa essere erogata, ma non superata, la • velocità di rotazione nominale
potenza di sovraccarico (110% della potenza P) in modo tale che
le caratteristiche di regolazione, compresa l’attivazione delle appa- • macchinario azionato
recchiature di protezione del generatore di energia elettrica, siano • condizioni operative
mantenute in qualsiasi momento.
• elenco degli ausiliari sistemati sul motore
4.5.5 Ispezione delle parti del motore b) una dichiarazione scritta che dichiari che il motore è
Dopo le prove di funzionamento in officina, alcune parti conforme a quello provato durante la prova di tipo.
devono essere scelte per l’ispezione dal costruttore o dal Anche il numero di riferimento e la data del certificato
Tecnico, qualora le prove in officina siano presenziate dal di tipo approvato devono essere indicati nella dichiara-
Tecnico stesso. zione.

42 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 3

SEZIONE 3 CALDAIE E RECIPIENTI IN PRESSIONE

1 Generalità 1.2 Applicabilità

1.2.1 Caldaie e recipienti in pressione soggetti al


1.1 Principi
regolamento
1.1.1 Campo di applicazione del regolamento Le prescrizioni della presente Sezione si applicano a:
Le caldaie e gli altri recipienti in pressione con relativi tubo- • Tutte le caldaie ed altri generatori di vapore, con relative
lature ed accessori devono essere adeguatamente progettati tubolature ed accessori, con l’eccezione di quanto indi-
e costruiti per il servizio al quale sono destinati e devono cato in [1.2.2].
essere installati e protetti in modo da ridurre al minimo i
pericoli per le persone a bordo, con particolare riguardo • Recipienti in pressione di costruzione metallica e scam-
alle parti mobili, alle superfici ad alta temperatura ed agli biatori di calore, con relative tubolature ed accessori,
eventuali altri pericoli. La progettazione deve tener conto con l’eccezione di quanto indicato in [1.2.2].
dei materiali usati nella costruzione, dello scopo al quale le
1.2.2 Caldaie e recipienti in pressione non soggetti
caldaie e gli altri recipienti in pressione sono destinati, delle
al regolamento
condizioni di esercizio alle quali saranno sottoposti e delle
condizioni ambientali a bordo. Le caldaie ed i recipienti in pressione qui di seguito descritti
non sono soggetti al presente regolamento e saranno consi-
1.1.2 Continuità di servizio derati di volta in volta dalla Società:
L’affidabilità dei componenti essenziali, non duplicati, degli a) caldaie con pressione di progetto p > 10 MPa;
impianti di propulsione sarà oggetto di particolare conside-
razione da parte della Società, che può richiedere l’installa- b) recipienti in pressione per materiali radioattivi;
zione di una fonte separata di energia di propulsione c) piccoli recipienti in pressione integrati in macchinari
sufficiente ad imprimere alla nave una velocità di sicura autonomi per uso domestico.
navigazione, specialmente nel caso di sistemazioni non
convenzionali. 1.2.3 Recipienti in pressione per cui non è richiesta
l’approvazione dei disegni (1/7/2003)
1.1.3 Capacità propulsiva
Non è richiesta l'approvazione dei disegni per recipienti in
Devono essere previsti mezzi per mantenere o riportare le
pressione di Classe 3 (come specificato in [1.4]), che
caldaie per la propulsione nelle condizioni di normale fun-
abbiano la pressione p ≤ 1 Mpa ed il prodotto p . V ≤ 150
zionamento anche nel caso in cui non sia disponibile uno
(essendo V il volume interno, in dm3, calcolato deducendo
degli ausiliari essenziali. Deve essere controllato con parti-
il volume degli eventuali fasci di tubi).
colare attenzione il corretto funzionamento:
• delle fonti di alimentazione di vapore; Tuttavia la Società si riserva il diritto di applicare tutte o
• degli impianti dell’acqua d’alimento delle caldaie; parte delle prescrizioni della presente Sezione a scambia-
tori di calore e altri recipienti in pressione di Classe 3, sulla
• degli impianti di alimentazione del combustibile liquido base della criticità dell'apparecchio e/o dell'impianto di cui
alle caldaie; l'apparecchio fa parte.
• dei ventilatori per l’aria di alimentazione delle caldaie.
Comunque la Società, tenuto conto delle considerazioni 1.2.4 Recipienti in pressione soggetti a prescrizioni
circa la sicurezza globale, può accettare una parziale ridu- di altre parti del Regolamento
zione nella capacità di propulsione rispetto alle condizioni Prescrizioni specifiche relative a recipienti in pressione per
di normale funzionamento. il contenimento di gas liquefatti e per impianti frigoriferi
sono indicati rispettivamente in Parte E, Capitolo 9 e
1.1.4 Prove Parte F, Capitolo 8.
Tutte le caldaie e gli altri recipienti in pressione, compresi i
relativi accessori soggetti a pressione, devono essere sotto-
posti ad appropriate prove, compresa la prova idrostatica, 1.3 Definizioni
da eseguirsi prima che il macchinario venga messo in servi-
1.3.1 Recipiente in pressione
zio per la prima volta (vedere anche [7]).
Recipiente in pressione è un contenitore saldato o estruso
1.1.5 Protezione contro le sovrapressioni usato per il contenimento di fluidi ad una pressione al di
Le caldaie principali o ausiliarie e gli altri recipienti in pres- sopra o al di sotto della pressione ambiente ed a qualsiasi
sione o qualsiasi loro parte che possano essere soggetti a temperatura. I cilindri degli impianti oleodinamici e degli
pericolose sovrapressioni, devono essere provvisti, per impianti pneumatici sono anche considerati recipienti in
quanto realizzabile, di adeguati mezzi di protezione. pressione.

Regolamenti RINA 2005 43


Parte C, Cap 1, Sez 3

1.3.2 Recipienti in pressione esposti alle fiamme 1.3.7 Surriscaldatori, economizzatori,


attemperatori, desurriscaldatori
Recipienti in pressione esposti alle fiamme sono quei reci-
pienti che sono completamente o parzialmente esposti alle Surriscaldatori, economizzatori, attemperatori, desurriscal-
fiamme dei bruciatori o a gas prodotti dalla combustione. datori sono scambiatori di calore che fanno parte di una
caldaia.
1.3.3 Recipienti in pressione non esposti alle
fiamme
1.3.8 Inceneritore
Ogni recipiente in pressione diverso da un recipiente in
pressione esposto alle fiamme è un recipiente non esposto Inceneritore è un’apparecchiatura di bordo usata per ince-
alle fiamme. nerire rifiuti solidi di composizione simile all’immondizia
domestica e rifiuti liquidi derivanti dal servizio della nave
1.3.4 Caldaia (per esempio rifiuti domestici, rifiuti derivanti dal carico,
dalla manutenzione, dal tipo di operazioni, da residui del
a) Caldaia è uno o più recipienti in pressione esposti alle carico e da apparecchiature di pesca), nonché per bruciare
fiamme con le relative tubolature ed accessori usati per residui oleosi con punto di infiammabilità superiore a 60°C.
generare vapore o acqua calda a temperature superiori
a 120 °C, mediante il calore generato direttamente dalla Queste apparecchiature possono essere progettate in modo
combustione di combustibile o da gas combusti. tale da poter utilizzare l’energia termica prodotta.
b) Ogni apparecchiatura direttamente collegata alla cal-
daia, come per esempio economizzatori, surriscaldatori 1.3.9 Pressione di progetto
e valvole di sicurezza, è considerata come parte inte- Pressione di progetto è la pressione usata dal Fabbricante
grante della caldaia a meno che essa non sia separata per determinare i dimensionamenti del recipiente. Tale
dal generatore di vapore principale mediante una val- pressione non può essere presa inferiore alla massima pres-
vola di sezionamento. Le tubolature collegate alla cal- sione di esercizio e deve essere limitata dalla pressione di
daia sono considerate parte della caldaia a monte della taratura della valvola di sicurezza, così come indicato nelle
valvola di sezionamento e parte dell’impianto di tubola- prescrizioni pertinenti.
ture a valle di detta valvola.
1.3.10 Temperatura di progetto (1/1/2001)
1.3.5 Generatore di vapore
Generatore di vapore è uno scambiatore di calore con le a) Temperatura di progetto è l’effettiva temperatura del
relative tubolature usato per la generazione di vapore. In metallo della parte considerata, durante le condizioni
genere nel presente Regolamento le prescrizioni per le cal- operative previste, come modificata in Tab 1. Tale tem-
daie si applicano anche ai generatori di vapore, se non altri- peratura deve essere stabilita dal Fabbricante e deve
menti specificato. tenere conto degli effetti di qualsiasi fluttuazione di
temperatura che si possa verificare durante l’esercizio.
1.3.6 Scambiatore di calore
b) La temperatura di progetto non deve essere inferiore a
Scambiatore di calore è un recipiente in pressione usato per quanto specificato in Tab 1, salvo che differenti valori
riscaldare o raffreddare un fluido con un altro fluido. In siano concordati di volta in volta fra la Società ed il Fab-
genere gli scambiatori di calore sono costituiti da un certo bricante.
numero di camere adiacenti nelle quali scorrono separata-
mente i due fluidi. Una o più di queste camere possono Per le caldaie la temperatura di progetto non deve
essere costituite da fasci di tubi. essere inferiore a 250°C.

Tabella 1 : Temperatura minima di progetto

TIPO DI RECIPIENTE TEMPERATURA MINIMA DI PROGETTO


Parti in pressione di recipienti in pressione e caldaie non esposte all’azione Massima temperatura del fluido
di gas ad alta temperatura o protetti da adeguata coibentazione
Recipienti in pressione riscaldati da gas ad alta temperatura Temperatura del fluido interno aumentata di 25 °C
Tubi d’acqua delle caldaie essenzialmente soggetti a convezione Temperatura del vapore saturo aumentata di 25 °C
Tubi d’acqua di caldaie essenzialmente soggetti ad irraggiamento Temperatura del vapore saturo aumentata di 50 °C
Tubi di surriscaldatori di caldaie essenzialmente soggetti a convezione Temperatura del fluido interno aumentata di 35 °C
Tubi di surriscaldatori di caldaie essenzialmente soggetti ad irraggiamento Temperatura del fluido interno aumentata di 50 °C
Tubi di economizzatori Temperatura del fluido interno aumentata di 35 °C
Camere di combustione con dorsali a contatto con l’acqua Temperatura del fluido interno aumentata di 50 °C
Forni, casse a fuoco, piastre tubiere posteriori di caldaie a dorsale asciutto e Temperatura del fluido interno aumentata di 90 °C
altre parti in pressione soggette ad analoga trasmissione termica

44 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 3

1.3.11 Superficie riscaldante di una caldaia 1.5 Normative alternative


Superficie riscaldante di una caldaia è l’area di quella parte
1.5.1
della caldaia, attraverso la quale il calore è trasmesso al
fluido, misurata dalla parte esposta alle fiamme o ai gas ad a) Tutte le caldaie e i recipienti in pressione devono essere
alta temperatura. progettati, costruiti, installati e provati secondo le pre-
scrizioni pertinenti della presente Sezione.
1.3.12 Massima produzione di vapore
Massima produzione di vapore è la massima quantità di b) L’accettazione di altre normative nazionali o internazio-
vapore che può essere prodotta continuativamente dalla nali in alternativa alle prescrizioni della presente
caldaia o generatore di vapore alle condizioni di progetto Sezione potrà essere concordata di volta in volta con la
previste. Società.

1.3.13 Sostanze tossiche e corrosive


1.6 Documentazione da inviare
Sostanze tossiche e corrosive sono quelle sostanze elencate
nella pubblicazione IMO “International Maritime Dange-
1.6.1 Caldaie
rous Goods Code (IMDG Code)”, come emendata.
Devono essere inviati i documenti indicati nella Tab 3.
1.3.14 Materiale tenace
I disegni elencati nella Tab 3 devono contenere i particolari
Ai fini della presente Sezione, per materiale tenace si
costruttivi di tutte le parti in pressione, quali fasciami, col-
intende un materiale che abbia un allungamento superiore
lettori, tubi, piastre tubiere, branchetti; rinforzi, quali tiranti,
al 12%.
squadre, rinforzi di aperture e coperchi; sistemazioni per
l’installazione, quali selle ed ancoraggi; nonché le informa-
1.4 Classi zioni e dati elencati nella Tab 4.

1.4.1 Le caldaie ed i recipienti in pressione sono classifi-


1.6.2 Altri recipienti in pressione e scambiatori di
cati come indicato in Tab 2 considerando il servizio, le calore
caratteristiche e le dimensioni. I simboli usati nella tabella
hanno il significato seguente: Devono essere inviati i documenti elencati nella Tab 5.
p : Pressione di progetto, in MPa I disegni elencati nella Tab 5 devono contenere almeno i
T : Temperatura di progetto, in °C particolari costruttivi di tutte le parti in pressione, quali
fasciami, collettori, tubi, piastre tubiere, branchetti; rinforzi
D : Diametro interno del recipiente, in mm
intorno alle aperture e coperchi, e di tutti gli altri rinforzi,
tA : Spessore effettivo del recipiente, in mm quali tiranti, squadre ed irrigidimenti.

Tabella 2 : Classificazione dei recipienti in pressione

Apparecchiatura Classe 1 Classe 2 Classe 3


Caldaie p > 0,35 MPa p ≤ 0,35 MPa -
Generatori di vapore riscaldati a vapore o da un p > 1,15 MPa, o Tutti i generatori di
altro fluido p ⋅ D > 1500 vapore che non siano -
di Classe 1
Recipienti in pressione e scambiatori di calore p > 4 MPa, o 1,75<p≤4 MPa, o Tutti i recipienti in
tA > 40 mm, o 15 < tA ≤ 40 mm, o pressione e scambia-
T > 350oC 150 < T ≤ 350 oC, o tori di calore che non
siano di Classe 1 o 2
p ⋅ t A > 15

Recipienti in pressione per sostanze tossiche Tutti - -


Recipienti in pressione per sostanze corrosive p > 4 MPa, o Tutti i recipienti in -
tA > 40 mm, o pressione che non
T > 350oC siano di Classe 1

Nota 1: Qualora la classe risulti definita da più di una delle caratteristiche di cui sopra, l’apparecchiatura sarà considerata apparte-
nente alla classe determinata dalle caratteristiche più severe, indipendentemente dai valori delle altre caratteristiche.

Regolamenti RINA 2005 45


Parte C, Cap 1, Sez 3

Tabella 3 : Documentazione da inviare per caldaie e Tabella 5 : Disegni, informazioni e dati da inviare per
generatori di vapore recipienti in pressione e scambiatori di
calore (1/7/2002)
N. A/I Documento
1 I Piano generale comprendente la sistemazione N. A/I Voce
di valvole ed accessori 1 I Piano generale comprendente la sistema-
2 A Specifiche dei materiali zione di branchetti ed accessori
3 A Disegno d’insieme in sezione 2 A Disegno d’insieme in sezione
4 A Parti evaporanti 3 A Specifiche dei materiali
5 A Surriscaldatore 4 A Particolari di saldatura con almeno:
6 A Desurriscaldatore • Particolari tipici dei giunti saldati
7 A Economizzatore • Specifiche dei procedimenti di saldatura
8 A Riscaldatore d’aria • Trattamenti termici dopo saldatura
9 A Tubi e piastre tubiere 5 I Dati di progetto, comprendenti almeno la
10 A Branchetti ed altri accessori pressione e la temperatura di progetto (come
11 A Valvole di sicurezza e loro sistemazione pertinente)
12 A Fondazioni della caldaia 6 A Per recipienti in pressione non saldati (estrusi)
13 I Sistemazione delle apparecchiature per la com- i procedimenti di costruzione con:
bustione • Descrizione del procedimento di costru-
14 I Impianto dell’aria forzata zione con l’indicazione dei controlli di
15 I Sistemazione dei refrattari e altri coibenti produzione normalmente eseguiti
16 A Strumentazione, e sistemi di controllo e regola- nell’officina del Fabbricante
zione delle caldaie • Particolari dei materiali da impiegare (spe-
cifiche, carico di snervamento, carico di
17 A Tipo di valvole di sicurezza e loro alzata, tara-
rottura per trazione, resilienza, tratta-
tura e capacità di scarico
mento termico)
18 A Particolari di saldatura con almeno:
• Particolari della marcatura
• Particolari tipici dei giunti saldati
• Specifiche dei procedimenti di saldatura 7 I Tipo di fluido o fluidi contenuti
• Trattamenti termici dopo saldatura Nota 1: A = da inviare all’approvazione in quadruplice copia
Nota 1: A = da inviare all’approvazione in quadruplice copia I = da inviare per conoscenza in duplice copia
I = da inviare per conoscenza in duplice copia
1.6.3 Inceneritori
Gli inceneritori saranno considerati di volta in volta in base
alla loro effettiva sistemazione utilizzando le prescrizioni
Tabella 4 : Informazioni e dati da inviare per caldaie e
per le caldaie ed i recipienti in pressione che possono
generatori di vapore
essere pertinenti.
N. Informazione
2 Progetto e costruzione - Principi
1 Pressione e temperatura di progetto
2 Pressione e temperatura del vapore surriscaldato 2.1 Materiali
3 Pressione e temperatura del vapore saturo
2.1.1 Materiali per alte temperature
4 Massima produzione oraria di vapore a) I materiali per parti in pressione con temperatura di pro-
5 Superficie evaporante dei fasci tubieri e delle pareti getto superiore alla temperatura ambiente devono avere
schermate proprietà meccaniche e metallurgiche adeguate alla
temperatura di progetto. Le loro sollecitazioni ammissi-
6 Superficie riscaldante degli economizzatori, surriscal- bili saranno determinate in funzione della temperatura,
datori e riscaldatori d’aria
come indicato in [3.2].
7 Superficie dei forni b) Qualora la temperatura di progetto delle parti in pres-
8 Volume della camera di combustione sione superi 400 °C, devono essere usati acciai legati.
Altri materiali saranno oggetto di considerazione spe-
9 Temperatura e pressione dell’acqua d’alimento ciale da parte della Società.
10 Tipo di combustibile impiegato e consumo alla mas-
sima produzione di vapore 2.1.2 Materiali per basse temperature
I materiali per parti in pressione con temperatura di pro-
11 Numero e capacità dei bruciatori getto inferiore alla temperatura ambiente, devono avere
caratteristiche di resilienza adeguate alla temperatura di
progetto.

46 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 3

2.1.3 Ghisa 2.2.2 Collegamento dei tubi ai collettori ed alle


piastre tubiere
La ghisa grigia non può essere adoperata per:
I tubi devono essere adeguatamente fissati ai collettori e/o
a) Recipienti in pressione di Classe 1 e 2; piastre tubiere mediante mandrinatura, saldatura o altri
metodi adeguati.
b) Recipienti in pressione di Classe 3 con pressione di pro-
getto p >0,7 MPa o con prodotto p⋅V > 15, essendo V il a) Quando i tubi sono fissati mediante mandrinatura o
volume interno del recipiente in pressione, in m3. procedimento equivalente, l’altezza della spalla
d’appoggio del tubo, misurata parallelamente all’asse
c) Coperchi imbullonati e chiusure di recipienti in pres- del tubo, deve essere almeno pari a 1/5 del diametro del
sione che abbiano una pressione di progetto p > 1 MPa, tubo, ma non meno di 9 mm per tubi normali alla pia-
fatta eccezione per i coperchi in mantelli di caldaie, per stra tubiera e non meno di 13 mm per tubi inclinati
i quali si applica [2.2.3]. rispetto alla piastra. Le estremità dei tubi non devono
sporgere più di 6 mm al di là della piastra tubiera.
La ghisa sferoidale può essere usata quando concordato
con la Società in base a considerazioni speciali. Tuttavia b) Le estremità dei tubi da mandrinare devono essere par-
essa in nessun caso potrà essere impiegata per parti aventi zialmente ricotte se i tubi non sono stati ricotti dal Fab-
una temperatura di progetto superiore a 350 °C. bricante.

2.1.4 Valvole ed accessori per caldaie 2.2.3 Sistemazione degli accessi

a) Le valvole e gli accessori montati su caldaie devono a) Le caldaie devono essere provviste di aperture suffi-
essere costruiti con materiali tenaci. Il materiale deve cienti in numero e dimensioni da permettere l’esame
avere caratteristiche meccaniche e metallurgiche ade- interno, la pulizia e le operazioni di manutenzione. In
guate alla temperatura di progetto ed ai carichi termici e genere tutti i recipienti in pressione che fanno parte di
gli altri carichi che si possano verificare durante l’eserci- una caldaia ed hanno o un diametro interno maggiore
zio. di 1200 mm, o un diametro interno maggiore di 800
mm associato ad una lunghezza maggiore di 2000 mm
b) La ghisa grigia non può essere adoperata per valvole ed devono avere un passo d’uomo per l’accesso al loro
accessori che siano soggetti a carichi dinamici, quali interno.
valvole di sicurezza e valvole di estrazione ed, in
b) I passi d’uomo devono essere sistemati in posizioni
genere, per valvole ed accessori che abbiano una pres-
opportune nei mantelli, collettori, duomi, collettori
sione di progetto p superiore a 0,3 MPa ed una tempera-
d’acqua e vapore, come applicabile. La dimensione
tura di progetto T superiore a 220 °C.
“netta” (apertura effettiva) dei passi d’uomo ellittici, o
c) La ghisa sferoidale non può essere adoperata per parti simili, deve essere non inferiore a 300 mm x 400 mm. Il
aventi una temperatura di progetto T superiore a 350 °C. diametro “netto” dei passi d’uomo circolari (apertura
effettiva) non pùò essere inferiore a 400 mm. I bordi dei
d) I bronzi ordinari ed i bronzi per alte temperature non passi d’uomo devono essere adeguatamente rinforzati
possono essere adoperati per parti che abbiano tempe- per provvedere la compensazione dell’apertura nel reci-
rature di progetto T rispettivamente superiori a 220 °C e piente secondo quanto prescritto in [3.3.10] e [3.4.8],
260 °C. Il rame e gli ottoni d’alluminio non possono come applicabile.
essere adoperati per accessori con temperatura di pro-
c) Nei recipienti in pressione che fanno parte di una cal-
getto T superiore a 200 °C; il cupronichel non può
daia e che non ricadono nelle prescrizioni indicate nel
essere adoperato per accessori con temperatura di pro-
paragrafo precedente a), o nel caso in cui non possa
getto T superiore a 300 °C.
essere sistemato un passo d’uomo d’accesso, devono
essere provviste, per quanto possibile, almeno le aper-
2.1.5 Materiali alternativi ture seguenti:
Nel caso in cui caldaie o recipienti in pressione vengano • Passo di testa: dimensione minima: 220 mm x 320
costruiti in accordo con una normativa alternativa accettata mm (320 mm di diametro se circolare);
dalla Società in base a [1.5], le specifiche dei materiali
devono essere in accordo con quanto prescritto dalla nor- • Passo di mano: dimensione minima: 87mm x 103
mativa adottata. mm;
• Foro d’ispezione: diametro minimo: 50 mm.
2.2 Caldaie ed altri generatori di vapore d) I fori d’ispezione possono essere sistemati solo quando
non è possibile la sistemazione di passi d’uomo, passi di
2.2.1 Coibentazione dei collettori e delle camere di testa e passi di mano.
combustione
e) I coperchi per i passi d’uomo ed altre aperture devono
Quelle parti dei collettori e/o delle camere di combustione essere costruiti in acciaio tenace, lamiere d’acciaio
che non sono protette da tubi e sono esposte all’irraggia- bombate o saldate o altre sistemazioni approvate. La
mento o a gas ad alta temperatura devono essere rivestite ghisa grigia può essere usata solo per piccole aperture,
con materiale coibente adeguato. quali passi di mano e fori d’ispezione purché la pres-

Regolamenti RINA 2005 47


Parte C, Cap 1, Sez 3

sione di progetto p non superi 1 MPa e la temperatura di in cui la caldaia sia progettata in modo da non avere i
progetto T non superi 220 °C. tubi completamente sommersi, quando l’acqua è
f) I coperchi devono essere di tipo interno ed autochiu- fredda, deve essere indicato nei disegni e sottoposto alla
dente. Coperchi di altro tipo potranno essere di volta in considerazione della Società il più basso livello accetta-
volta accettati dalla Società per piccole aperture. bile stabilito dal Fabbricante.

g) I coperchi di tipo interno devono avere una spalla pas- b) Per caldaie a tubi di fiamma aventi la camera di combu-
sante attraverso l’apertura. Il gioco tra la spalla e ed il stione come parte integrante della caldaia, il minimo
lembo dell’apertura deve essere uniforme sull’intera livello accettabile è quello che si trova almeno 50 mm
periferia dell’apertura e non deve superare 1,5 mm. La al di sopra della parte più alta della camera di combu-
Fig 1 indica una sistemazione tipica. stione.
h) I sistemi di chiusura per i coperchi di tipo interno di c) Per caldaie a tubi di fiamma verticali, il minimo livello
dimensioni non superiori a 180 mm x 230 mm, possono accettabile si trova a 1/2 della lunghezza dei tubi al di
avere un unico bullone o prigioniero di fissaggio. I sopra della piastra tubiera inferiore.
coperchi più grandi devono avere almeno due bulloni o
prigionieri di fissaggio. Per la sistemazione dei bulloni e 2.2.7 Estrazione del vapore
prigionieri di fissaggio, vedere Fig 1.
a) Ogni apertura per l’estrazione del vapore, che non porti
i) I coperchi devono essere progettati in modo tale da a valvole di sicurezza, surriscaldatori integrati nella cal-
impedire lo spostamento delle guarnizioni a causa della daia o ad altre apparecchiature che devono avere un
pressione interna. Possono essere impiegate solo guarni- continuo flusso di vapore durante il funzionamento
zioni ad anello continuo. della caldaia, deve essere munita di una valvola di presa
del vapore fissata direttamente sull’involucro della cal-
2.2.4 Accessori
daia o su un branchetto, che sia il più corto possibile e
a) In genere i rubinetti e le valvole devono essere proget- di forte spessore, direttamente collegato all’involucro
tati secondo le prescrizioni in Sez 10, [2.7.2]. della caldaia.
b) I rubinetti, le valvole e gli altri accessori devono essere b) Il numero delle prese ausiliarie di vapore per ciascuna
collegati direttamente all’involucro della caldaia o il più caldaia deve essere ridotto al minimo.
vicino possibile a detto involucro.
c) I rubinetti e le valvole per caldaie devono essere siste- c) Quando diverse caldaie forniscono vapore ad un collet-
mati in modo tale che si possa vedere facilmente se tore comune, la sistemazione delle valvole deve essere
sono aperti o chiusi ed in modo che la loro chiusura si tale da rendere possibile l’isolamento di ciascuna cal-
possa effettuare mediante la rotazione in senso orario daia dal collettore comune in modo da permetterne
del meccanismo di apertura/chiusura. l’ispezione e la manutenzione. Inoltre, le caldaie a tubi
d’acqua devono avere sistemi automatici atti ad impe-
2.2.5 Bruciatori dire il rientro del vapore in corrispondenza delle aper-
ture per estrazione del vapore di ciascuna caldaia.
I bruciatori devono essere sistemati in modo tale che non
sia possibile estrarli se l’alimentazione di combustibile al d) Qualora il vapore sia utilizzato per ausiliari essenziali
bruciatore non è chiusa. (per esempio sirene e fischi, macchine del timone a
vapore, generatori elettrici a vapore, ecc.) e quando più
2.2.6 Livelli d’acqua accettabili di una caldaia sono sistemate a bordo, la sistemazione
a) In genere per caldaie a tubi d’acqua, il livello d’acqua deve essere tale da rendere possibile l’alimentazione
più basso accettabile è quello appena al di sopra della del vapore a tutti gli ausiliari di cui sopra, con una qual-
fila superiore di tubi quando l’acqua è fredda. Nel caso siasi delle caldaie non funzionante.

Figura 1 : Coperchio di un’apertura

CAVALLETTO

SPALLA
PRIGIONIERO

INVOLUCRO
DEL RECIPIENTE

COPERCHIO

48 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 3

e) Ogni valvola di intercettazione del vapore di diametro 2.2.10 Drenaggi


nominale superiore a 150 mm deve essere munita di Ogni surriscaldatore, sia che faccia parte integrante della
valvola di sorpasso. caldaia o no, deve essere dotato di rubinetti o valvole siste-
mati in modo tale da rendere possibile il suo completo dre-
2.2.8 Valvole di alimento di non ritorno naggio.
a) Ogni caldaia esposta alla fiamma che fornisce vapore
2.2.11 Campionatura dell’acqua
per servizi essenziali deve essere munita di almeno due
valvole di alimento di non ritorno collegate a due linee a) Ogni caldaia deve essere munita di mezzi atti a sorve-
d’alimentazione separate. Una sola valvola può essere gliare e controllare la qualità dell’acqua di alimento.
permessa per i generatori di vapore non esposti alla Devono essere previste sistemazioni idonee ad evitare,
fiamma. per quanto praticamente possibile, l’ingresso di olio o
altri contaminanti che possano inficiare il funziona-
b) Le valvole di alimento di non ritorno devono essere fis- mento della caldaia.
sate direttamente alla caldaia o all’economizzatore se
questo fa parte integrante della caldaia. Gli ingressi b) A tale scopo almeno un rubinetto o valvola deve essere
dell’acqua devono essere separati. Se tuttavia le valvole sistemato sulla caldaia al fine di estrarre i campioni
di alimento sono collegate ad un economizzatore, un d’acqua. Tale apparecchio non deve essere collegato ai
unico ingresso d’acqua può essere permesso purché tubi di livello.
ciascuna linea d’alimento possa essere isolata senza c) Ogni caldaia deve essere dotata di un sistema per
interrompere l’alimentazione d’acqua alla caldaia. l’introduzione di additivi per l’acqua.
c) Gli economizzatori che possono essere sorpassati ed 2.2.12 Marcatura delle caldaie
intercettati dalla caldaia devono essere muniti di valvola a) Una targa di metallo resistente alla corrosione deve
limitatrice di pressione a meno che la sistemazione del essere permanentemente affissa su ciascuna caldaia. La
sorpasso non sia realizzata in modo tale da evitare un targa deve riportare le indicazioni seguenti in aggiunta
eccesso di pressione nell’economizzatore, quando ai dati per l’identificazione (nome del Fabbricante, anno
intercettato. e numero di fabbricazione):
d) Le valvole di alimento di non ritorno devono avere un • La pressione di progetto
sistema di comando azionabile dalla postazione di • La temperatura di progetto
comando della caldaia o da un’altra posizione appro-
• La pressione di prova e la data della prova
priata. Inoltre nel caso di caldaie a tubi d’acqua almeno
una delle valvole di alimento di non ritorno deve avere b) La marcatura può essere direttamente stampigliata sul
un meccanismo di controllo automatico del livello recipiente a condizione che ciò non produca intagli che
dell’acqua nella caldaia. possano avere un’influenza negativa durante l’esercizio.

e) Si deve provvedere una sistemazione atta ad impedire c) Per recipienti rivestiti, tale marcatura deve anche appa-
che l’acqua di alimento vada a contatto diretto con rire su un’altra targa sistemata al di sopra del rivesti-
superfici riscaldate all’interno della caldaia e a ridurre, mento.
per quanto possibile e necessario, le sollecitazioni ter-
miche sulle pareti. 2.3 Valvole di sicurezza per caldaie e gene-
ratori di vapore
2.2.9 Sistemi d’estrazione
2.3.1 Sistemazione delle valvole di sicurezza
a) Ogni caldaia deve essere munita di almeno una valvola
o di un rubinetto di estrazione dal fondo e, se necessa- a) Ogni caldaia ed ogni generatore di vapore con una
rio, di analoga valvola o rubinetto di estrazione dalla superficie riscaldante totale pari o superiore a 50 m2
superficie, direttamente applicato all’involucro della deve essere munito di non meno di due valvole di sicu-
caldaia e collegato a tubolature scaricanti fuori bordo. rezza caricate a molla di capacità adeguata. Per caldaie
e generatori di vapore con una superficie riscaldante
b) Il diametro delle dette valvole o rubinetti e della relativa inferiore a 50 m2, può essere accettata una valvola sol-
tubolatura non deve essere minore di 20 mm ma non tanto.
necessariamente maggiore di 40 mm.
b) Qualora un surriscaldatore sia parte integrante di una
c) Nel caso di caldaie a tubi d’ acqua, quando non è possi- caldaia, almeno una valvola di sicurezza deve essere
bile collegare la valvola di estrazione dal fondo diretta- sistemata sul collettore del vapore saturo ed almeno una
mente all’involucro della caldaia, questa può essere all’uscita del surriscaldatore. Le valvole sistemate
sistemata appena fuori del rivestimento della caldaia, all’uscita del surriscaldatore potranno essere conside-
collegata ad un tronco di tubo di forte spessore adegua- rate come parte delle valvole di sicurezza richieste per
tamente sostenuto e protetto dal calore della camera di la caldaia nel paragrafo precedente a), purché non si
combustione. tenga conto della loro capacità in eccedenza del 25%
d) Quando due o più caldaie hanno gli scarichi dal fondo della capacità totale delle valvole di sicurezza prescritta
e superficiale collegati alla stessa tubolatura, le relative in [2.3.2], a meno che non sia altrimenti permesso
valvole o rubinetti devono essere del tipo di non ritorno dalla Società in base a considerazioni speciali.
per prevenire la possibilità che l’acqua di una caldaia si c) I surriscaldatori, se installati, che possono essere inter-
scarichi nelle altre. cettati dalla caldaia devono avere almeno una valvola

Regolamenti RINA 2005 49


Parte C, Cap 1, Sez 3

di sicurezza. Tali valvole non potranno essere conside- rezza. I valori d/h devono essere compresi
rate come una o più delle valvole di sicurezza richieste tra 4 e 24.
nel paragrafo a). Per valvole di tipo ordinario, o quando non
d) Nel caso di caldaie munite di un accumulatore di sia noto il valore dell’alzata dell’otturatore,
vapore separato, le valvole di sicurezza possono essere si deve assumere d/h =24
sistemate sull’accumulatore di vapore se non esiste una c : 0,875, per valvole di sicurezza la cui capa-
intercettazione tra caldaia ed accumulatore e se il tubo cità di scarico non sia stata accertata speri-
di comunicazione ha dimensionamento sufficiente per mentalmente nel modo sotto specificato
smaltire tutto il vapore prodotto senza che la pressione 0,485/Z, essendo Z il coefficiente di
nella caldaia aumenti più del 10% rispetto alla pres- efflusso, per valvole con grande capacità di
sione di progetto. scarico, determinata sperimentalmente, con
modalità approvate dalla Società, alla pre-
2.3.2 Area minima complessiva degli orifizi
senza di un Tecnico. Il coefficiente di
a) L’area minima complessiva degli orifizi delle valvole di efflusso Z deve essere assunto uguale al rap-
sicurezza in corrispondenza del loro seggio deve essere porto tra il 90% della effettiva capacità di
determinata con la formula corrispondente al tipo di scarico accertata sperimentalmente e la
vapore: capacità di scarico teorica calcolata con
• Vapore saturo: coefficiente di efflusso uguale a 1. Non
devono essere assunti, in ogni caso, valori di
d W
A = c ⋅ --- ⋅ ----------------------------- Z maggiori di 0,88.
h 10 ,2 ⋅ p + 1
TS : Temperatura del vapore surriscaldato, in °C
• Vapore surriscaldato:
b) Il diametro dell’orifizio delle valvole di sicurezza in cor-
WS rispondenza del seggio non deve essere inferiore a 40
- ⋅ ⎛ 1 + ---------
d TS ⎞
A S = c ⋅ --- ⋅ ---------------------------- -
h 10 ,2 ⋅ p + 1 ⎝ 556⎠ mm. Quando è permessa una sola valvola di sicurezza
il diametro dell’orifizio non deve essere inferiore a 50
essendo:
mm. Valvole a grande capacità di scarico con diametro
A : area complessiva, in mm2, degli orifizi in minimo di 15 mm possono essere accettate per caldaie
corrispondenza del seggio delle valvole di con produzione di vapore non superiore a 2000 kg/h.
sicurezza per il vapore saturo
c) Indipendentemente dalle prescrizioni precedenti, la
AS : area complessiva, in mm2, come sopra defi- capacità complessiva delle valvole di sicurezza deve
nita, delle valvole di sicurezza per vapore essere tale da poter scaricare tutto il vapore generato
surriscaldato senza causare un innalzamento di pressione transitorio
p : massima pressione di esercizio della caldaia superiore al 10% della pressione di progetto.
o del generatore di vapore, in MPa
2.3.3 Valvole di sicurezza controllate da valvole
pS : massima pressione di esercizio del vapore pilota
surriscaldato, in MPa La sistemazione sul surriscaldatore di valvole di sicurezza a
W : massima produzione di vapore, in kg/h. grande capacità di scarico, controllate da valvole pilota
In nessun caso il valore di W deve essere poste sul collettore del vapore saturo, sarà oggetto di parti-
determinato in base a valori del potere eva- colare considerazione da parte della Società.
porante, riferito alla superficie evaporante 2.3.4 Protezione dei generatori di vapore riscaldati
della caldaia considerata, inferiori a quelli a vapore
sotto indicati:
I generatori di vapore riscaldati a vapore devono essere pro-
• 14 kg/(m2 × h) relativo a caldaie a gas di tetti anche contro l’eventuale danneggiamento risultante
scarico dalla rottura delle serpentine del vapore riscaldante. A tale
• 29 kg/(m2 × h) relativo a caldaie a car- scopo l’area delle valvole di sicurezza, calcolata con le for-
bone o a nafta mule in [2.3.2], può dover essere aumentata a giudizio
della Società, a meno che non siano sistemati dispositivi atti
• 60 kg/(m2 × h) relativo alle pareti scher- a limitare la portata del vapore in dette serpentine.
mate di caldaie a nafta.
WS : portata di vapore, in kg/h, delle valvole 2.3.5 Taratura delle valvole di sicurezza
sistemate all’uscita del surriscaldatore. In a) Le valvole di sicurezza devono essere tarate sotto
ogni caso questa portata deve essere tale vapore, alla presenza di un Tecnico, ad una pressione
che, durante lo scarico delle valvole di sicu- non maggiore di 1,03 volte la pressione di progetto.
rezza, fluisca nel surriscaldatore una quan- b) Le valvole di sicurezza devono essere costruite in modo
tità di vapore sufficiente per evitarne il che non sia possibile sovraccaricarle dopo la taratura
danneggiamento durante l’esercizio e che la molla, in caso di rottura,
d/h : rapporto tra il diametro effettivo dell’orifizio non possa essere espulsa dal posto. Le valvole di sicu-
in corrispondenza del seggio e l’alzata effet- rezza, inoltre, devono essere munite di un dispositivo
tiva dell’otturatore della valvola di sicu- semplice che permetta di sollevare l’otturatore dal pro-

50 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 3

prio seggio da una posizione non pericolosa del locale nei giunti di espansione o di altri mezzi per evitare che
caldaie o del locale macchine. il loro peso gravi in modo non ammissibile sulle casse
c) Ogni dispositivo di aggiustaggio che possa alterare la delle valvole di sicurezza.
capacità di scarico delle valvole di sicurezza deve
essere sistemato in modo che la sua posizione non 2.4 Recipienti in pressione
possa essere variata quando le valvole vengono smon-
tate per le visite. 2.4.1 Sistemazione degli accessi

2.3.6 Sistemazione delle valvole di sicurezza sulle Le prescrizioni per gli accessi nelle caldaie in [2.2.3] sono
caldaie anche applicabili per gli altri recipienti in pressione.
a) Le valvole di sicurezza di una caldaia devono essere
2.4.2 Valvole di sicurezza
montate direttamente sulla caldaia e devono essere
sempre separate da altri corpi di valvole. a) I recipienti in pressione che appartengono ad un
impianto e che possono essere intercettati dalle appa-
b) Quando non è possibile collegare le valvole di sicu-
recchiature di sicurezza che proteggono l’impianto
rezza direttamente ai collettori dei surriscaldatori, esse
stesso, devono avere valvole di sicurezza, o apparec-
devono essere collegate ad un robusto branchetto con-
chiature equivalenti. Tale prescrizione si applica anche
nesso il più possibile vicino all’uscita del surriscalda-
in tutti quei casi in cui la pressione del recipiente può
tore. L’area della sezione trasversale di passaggio del
aumentare al di sopra della pressione di progetto per
vapore attraverso il collo del branchetto suddetto deve
qualsiasi ragione. Per gruppi di recipienti in pressione
essere in ogni caso non minore della metà dell’area
vedere anche [6.3].
complessiva calcolata con le formule in [2.3.2], nel
caso di d/h ≥ 8, e non minore della detta area, nel caso b) In particolare, i serbatoi d’aria, che possono essere
di 4 ≤ d/h <8. intercettati dalle valvole di sicurezza, che assicurano la
c) Le casse delle valvole di sicurezza devono avere tubi di protezione nelle normali condizioni di esercizio,
spurgo di diametro non inferiore a 20 mm per valvole devono avere un’altra apparecchiatura di sicurezza,
doppie e non inferiore a 12 mm per valvole singole, quale un tappo fusibile o un disco di rottura, in modo
adducenti in sentina o al pozzo caldo. Non devono da assicurare lo scarico in caso d’incendio. Tale scarico
essere sistemate valvole o rubinetti sui detti tubi di deve essere effettuato all’esterno.
spurgo. c) Le valvole di sicurezza e le apparecchiature equivalenti
che assicurano la protezione dei recipienti in pressione
2.3.7 Condotte di scarico
durante l’esercizio normale, devono essere progettati o
a) L’area minima della sezione delle condotte di scarico tarati in modo da agire quando la pressione supera la
delle valvole di sicurezza, non provate sperimental- massima pressione d’esercizio per non più del 5%.
mente, deve essere non minore di 11,5 h/d volte l’area
complessiva calcolata con le formule del suddetto para- 2.4.3 Protezione degli scambiatori di calore
grafo [2.3.2], ma in nessun caso inferiore a 1,1 volte la
Particolare attenzione deve essere data alla protezione con-
detta area.
tro la sovrapressione di recipienti, quali gli scambiatori di
b) L’area minima della sezione delle condotte di scarico calore, che hanno delle parti progettate per una pressione
delle valvole di sicurezza con grande capacità di sca- che è inferiore a quella cui esse potrebbero essere soggette
rico, provate sperimentalmente, deve essere non minore in caso di rottura dei fasci tubieri o serpentine in essi conte-
di 18 Z · h/d volte l’area complessiva calcolata con le nuti e che sono progettati per pressioni più alte.
formule del paragrafo [2.3.2].
c) L’area della sezione del collettore di scarico delle val- 2.4.4 Protezione contro la corrosione
vole di sicurezza deve essere non minore della somma I recipienti e gli accessori ad essi collegati che contengono
delle aree delle singole condotte ad esso collegate. fluidi altamente corrosivi devono essere protetti opportuna-
d) I silenziatori sistemati nei collettori di scarico devono mente.
avere un’area libera di passaggio non inferiore a quella
dei collettori stessi. 2.4.5 Drenaggi
e) La robustezza delle condotte, dei collettori di scarico e a) I recipienti in pressione per aria devono essere dotati di
dei relativi silenziatori deve essere tale che questi pos- mezzi di drenaggio che permettano l’evacuazione di
sano sopportare la massima pressione alla quale pos- olio o acqua che possano accumularsi nel recipiente.
sono essere assoggettati, ma non meno di 1/4 della b) Mezzi per il drenaggio devono anche essere sistemati su
pressione di taratura delle valvole di sicurezza. altri recipienti in pressione, in particolare quelli conte-
f) Nel caso in cui gli scarichi di due o più valvole siano nenti vapore, nei quali si può verificare un accumulo di
convogliati allo stesso collettore di scarico, la sistema- condensa.
zione deve essere tale da impedire che la contropres-
sione della valvola in azione possa influenzare il 2.4.6 Marcatura
funzionamento delle altre valvole. a) Una targa di metallo resistente alla corrosione deve
g) I collettori di scarico devono essere portati all’atmosfera essere permanentemente affissa su ciascun recipiente in
e devono essere adeguatamente fissati e muniti di ido- pressione. La targa deve riportare le indicazioni

Regolamenti RINA 2005 51


Parte C, Cap 1, Sez 3

seguenti in aggiunta ai dati per l’identificazione (nome nentemente installato in caso di incendio: per esempio
del Fabbricante, anno e numero di fabbricazione): un sistema ad acqua spruzzata sotto pressione.
• La pressione di progetto
2.5.3 Valvole di sicurezza
• La temperatura di progetto
Ogni riscaldatore deve avere almeno una valvola di sicu-
• La pressione di prova e la data della prova rezza con una capacità di scarico pari almeno all’aumento
del volume dell’olio diatermico alla massima capacità
b) La marcatura potrà essere direttamente stampigliata sul
riscaldante del riscaldatore. Durante lo scarico la pressione
recipiente a condizione che ciò non produca intagli che
non deve aumentare più del 10% al di sopra della pressione
possano aver un’influenza negativa durante l’esercizio.
di progetto.
c) Per piccoli recipienti in pressione la sola indicazione
della pressione di progetto può essere sufficiente. 2.5.4 Recipienti in pressione
La pressione di progetto di tutti i recipienti, che fanno parte
2.5 Riscaldatori di olio diatermico ed altri di un impianto d’olio diatermico, compresi quelli aperti
recipienti in pressione che fanno parte all’atmosfera, deve essere non inferiore a 0,2 MPa.
di impianti diatermici
2.5.5 Apparecchiature delle casse d’espansione,
deposito e drenaggio
2.5.1 Generalità
Per le apparecchiature delle casse d’espansione, deposito e
a) Le prescrizioni seguenti si applicano a riscaldatori di
drenaggio vedere Sez 10, [13].
olio diatermico, nei quali liquidi organici (olio diater-
mico) sono riscaldati mediante bruciatori a nafta o gaso-
2.5.6 Marcatura
lio, gas di scarico o elettricità ad una temperatura
inferiore al loro punto di ebollizione alla pressione Una targa di metallo resistente alla corrosione deve essere
atmosferica. permanentemente affissa su ciascun riscaldatore e reci-
piente in pressione che fanno parte di un impianto di olio
b) Gli oli diatermici devono essere impiegati esclusiva- diatermico. La targa deve riportare le indicazioni seguenti
mente entro i limiti stabiliti dal loro Fabbricante. in aggiunta ai dati per l’identificazione (nome del Fabbri-
c) Deve essere possibile azionare e controllare l’impianto cante, anno e numero di fabbricazione):
manualmente. Tuttavia, anche durante le operazioni a) Riscaldatori
manuali, almeno un dispositivo di controllo della tem-
peratura dell’olio ed un indicatore di flusso devono • Massima capacità riscaldante ammissibile
sempre restare operanti. • Pressione di progetto
d) Deve essere possibile prelevare campioni di olio diater- • Massima temperatura ammissibile allo scarico
mico.
• Portata minima
2.5.2 Riscaldatori di olio diatermico • Volume del liquido
a) I riscaldatori devono essere costruiti in modo tale che b) Recipienti in pressione
né le loro superfici, né l’olio diventino eccessivamente
caldi in alcun punto. Il flusso dell’olio deve essere assi- • Pressione di progetto
curato mediante circolazione forzata. • Temperatura di progetto
b) Le superfici che sono in contatto con l’olio diatermico • Volume.
devono essere progettate per la pressione di progetto,
che in nessun caso può essere inferiore a 1 MPa.
2.6 Tipi speciali di recipienti in pressione
c) Rame e leghe di rame non sono permesse.
d) I riscaldatori riscaldati da gas di scarico devono avere 2.6.1 Recipienti in pressione estrusi (bombole)
aperture per l’ispezione in corrispondenza dell’ingresso Ogni bombola deve essere marcata con le informazioni
ed uscita dei gas di scarico. seguenti:
e) I riscaldatori riscaldati da fiamma devono avere aperture • Nome o marca del Fabbricante
per l’ispezione della camera di combustione. L’apertura
per la sistemazione del bruciatore può essere conside- • Numero di serie
rata come foro di ispezione, purché le sue dimensioni • Tipo di gas
siano adeguate per questo scopo.
• Capacità
f) I riscaldatori devono avere mezzi che ne permettano il
• Pressione di prova
completo drenaggio.
• Peso a vuoto
g) I riscaldatori riscaldati da gas di scarico devono essere
muniti di un sistema estinguente e raffreddante perma- • Timbro della prova.

52 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 3

2.6.2 Condensatori di vapore piente, considerando tutti i possibili carichi addizionali,


non crescerebbe per più del 10% rispetto alle sollecita-
a) Aperture per ispezione e pulizia devono essere siste-
mate sulla parte acqua e sulla parte vapore. zioni ottenute mediante le formule del presente Arti-
colo.
b) Quando necessario i tubi devono essere sostenuti da
opportuni diaframmi. b) Nel caso in cui fosse necessario tener conto di sollecita-
zioni addizionali, per esempio quelle derivanti da cari-
c) I tubi dei condensatori devono essere estraibili.
chi dinamici, la Società si riserva il diritto di aggiungere
d) Deve essere impedito per mezzo di opportuni deviatori specifiche prescrizioni caso per caso.
che un eventuale flusso di vapore ad alta velocità urti
direttamente i tubi. 3.1.2 Prescrizioni addizionali
e) Devono essere prese opportune precauzioni per impe- Nel caso in cui le parti in pressione di un recipiente
dire la corrosione nella zona acqua e si deve provve- abbiano forme irregolari, tali da rendere impossibile il con-
dere una efficace messa a terra. trollo dei dimensionamenti applicando le formule della pre-
sente Sezione, l’approvazione sarà basata su altre
3 Progetto e costruzione - Dimensio- metodologie, come per esempio prove di scoppio e/o prove
namenti di deformazioni su prototipi, o altri metodi concordati fra la
Società ed il Fabbricante.

3.1 Generalità
3.2 Sollecitazioni ammissibili
3.1.1 Applicabilità
3.2.1 Tabella delle sollecitazioni ammissibili
a) In genere le formule della presente Sezione non ten-
gono conto di sollecitazioni derivanti da carichi addi- Le sollecitazioni ammissibili K, in N/mm2, per recipienti in
zionali rispetto alla pressione, quali per esempio gli acciaio da usarsi nelle formule del presente Articolo sono
sforzi derivanti dal peso (statico e dinamico) del reci- indicate nelle Tab 6, Tab 7, Tab 8 e Tab 9, essendo Rm il
piente e del suo contenuto, carichi esterni trasmessi da
valore del minimo carico unitario di rottura per trazione, in
altre apparecchiature e fondazioni, ecc. Allo scopo del
presente Regolamento, questi sforzi addizionali pos- N/mm2. I valori di K per temperature intermedie a quelle
sono essere trascurati, purché si possa ragionevolmente indicate nelle tavole possono essere ottenuti mediante
presumere che l’effettiva sollecitazione media del reci- interpolazione lineare.

Tabella 6 : Sollecitazioni ammissibili K per acciai al carbonio per la costruzione di caldaie e riscaldatori di
olio diatermico

Acciaio al carbonio T (°C) ≤50 100 150 200 250 300 350 400
t ≤ 15mm 133 109 107 105 94 77 73 72
Rm = 360 N/mm 2 15mm < t ≤ 40mm 128 106 105 101 90 77 73 72
Tipo HA 40mm < t ≤ 60mm 122 101 99 95 88 77 73 72
t ≤ 15mm 133 127 116 103 79 79 72 69
Rm = 360 N/mm2 15mm < t ≤ 40mm 133 122 114 102 79 79 72 69
Tipi HB, HD 40mm < t ≤ 60mm 133 112 107 99 79 79 72 69
t ≤ 15mm 152 132 130 126 112 94 89 86
Rm = 410 N/mm2 15mm < t ≤ 40mm 147 131 124 119 107 94 89 86
Tipo HA 40mm < t ≤ 60mm 141 120 117 113 105 94 89 86
t ≤ 15mm 152 147 135 121 107 95 88 84
Rm = 410 N/mm2 15mm < t ≤ 40mm 152 142 133 120 107 95 88 84
Tipi HB, HD 40mm < t ≤ 60mm 152 134 127 117 107 95 88 84
t ≤ 15mm 170 164 154 139 124 111 104 99
Rm = 460 N/mm2 15mm < t ≤ 40mm 169 162 151 137 124 111 104 99
Tipi HB, HD 40mm< t ≤ 60mm 162 157 147 136 124 111 104 99
Rm = 510 N/mm 2 t ≤ 60mm 170 170 169 159 147 134 125 112
Tipi HB, HD

Regolamenti RINA 2005 53


Parte C, Cap 1, Sez 3

Tabella 7 : Sollecitazioni ammissibili K per acciai al carbonio per la costruzione di altri recipienti in pressione

Acciaio al carbonio T (°C) ≤50 100 150 200 250 300 350 400
t ≤ 15mm 133 117 115 112 100 83 78 77
Rm = 360 N/mm 2 15mm < t ≤ 40mm 133 114 113 108 96 83 78 77
Tipo HA 40mm < t ≤ 60mm 130 108 105 101 94 83 78 77
t ≤ 15mm 133 133 123 110 97 85 77 73
Rm = 360 N/mm 2 15mm < t ≤ 40mm 133 131 122 109 97 85 77 73
Tipo HB, HD 40mm < t ≤ 60mm 133 119 115 106 97 85 77 73
t ≤ 15mm 152 141 139 134 120 100 95 92
Rm = 410 N/mm 2 15mm < t ≤40mm 152 134 132 127 114 100 95 92
Tipo HA 40mm < t ≤60mm 150 128 121 112 112 100 95 92
t ≤ 15mm 152 152 144 129 114 101 94 89
Rm = 410 N/mm2 15mm < t ≤ 40mm 152 152 142 128 114 101 94 89
Tipo HB, HD 40mm < t ≤ 60mm 152 143 139 125 114 101 94 89
t ≤ 15mm 170 170 165 149 132 118 111 105
Rm = 460 N/mm2 15mm < t ≤ 40mm 170 170 161 147 132 118 111 105
Tipi HB, HD 40mm < t ≤ 60mm 170 167 157 145 132 118 111 105
Rm = 510 N/mm2 t ≤ 60mm 189 189 180 170 157 143 133 120
Tipi HB, HD

Tabella 8 : Sollecitazioni ammissibili K per acciai legati per la costruzione di caldaie e riscaldatori di olio
diatermico

Acciaio
T(°C) ≤50 100 150 200 250 300 350 400 450 475 500 525 550 575 600
legato
0,3Mo t ≤ 60mm 159 153 143 134 125 106 100 94 91 89 87 36
1Cr0,5Mo t ≤ 60mm 167 167 157 144 137 128 119 112 106 104 103 55 31 19

2,25Cr1 t ≤ 60mm 170 167 157 147 144 137 131 125 119 115 112 61 41 30 22
Mo (1)
2,25Cr1 t ≤ 60mm 170 167 164 161 159 147 141 130 128 125 122 61 41 30 22
Mo (2)
(1) Normalizzato e rinvenuto
(2) Normalizzato e rinvenuto o bonificato

Tabella 9 : Sollecitazioni ammissibili K per acciai legati per la costruzione di altri recipienti in pressione

Acciaio
T(°C) ≤50 100 150 200 250 300 350 400 450 475 500 525 550 575 600
legato
0,3Mo t ≤ 60mm 159 159 153 143 133 113 107 100 97 95 93 38
1Cr0,5Mo t ≤ 60mm 167 167 167 154 146 137 127 119 113 111 110 59 33 20
2,25Cr1 t ≤ 60mm 183 174 167 157 154 146 140 133 127 123 119 65 44 32 23
Mo (1)
2,25Cr1 t ≤ 60 174 174 174 172 170 157 150 139 137 133 130 65 44 32 23
Mo (2)
(1) Normalizzato e rinvenuto
(2) Normalizzato e rinvenuto o bonificato

54 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 3

3.2.2 Determinazione diretta delle sollecitazioni d) Leghe di rame:


ammissibili La sollecitazione ammissibile è data dalla formula
Le sollecitazioni ammissibili K, quando non specificato seguente:
altrimenti, possono essere assunte come segue: R m ,T
K = ---------
a) Acciaio: 4
La sollecitazione ammissibile deve essere il minore dei essendo:
valori ottenuti mediante le formule seguenti: Rm,T : Valore minimo del carico unitario di rottura
R m ,20 per trazione alla temperatura di progetto T,
K = ----------- in N/mm2
2 ,7
e) Alluminio e leghe di alluminio:
R S ,MIN ,T
K = ----------------
- La sollecitazione ammissibile deve essere il minore dei
A
valori ottenuti mediante le formule seguenti:
S
K = ----A- R m ,T
A K = ---------
4
essendo:
R e ,H
K = --------
-
Rm,20 : Valore minimo del carico unitario di rottura 1 ,5
per trazione alla temperatura ambiente (20 essendo:
°C), in N/mm2
Re,H : Valore minimo del carico unitario di snerva-
RS,MIN,T : Valore minimo tra ReH ed Rp0,2 in N/mm2, mento, in N/mm2
alla temperatura di progetto T, in °C
f) Condizioni aggiuntive:
SA : Valore medio del carico unitario di rottura • In casi speciali la Società si riserva il diritto di appli-
per scorrimento viscoso dopo 100000 ore, care sollecitazioni ammissibili K inferiori a quelli
in N/mm2, alla temperatura di progetto T, in sopra specificati.
°C
• La sollecitazione ammissibile K in nessun caso può
A : Coefficiente di sicurezza, il cui valore, eccedere il valore di 170 N/mm2 per caldaie e altri
quando l’affidibilità dei valori di RS,MIN,T e SA generatori di vapore.
è dimostrata alla Società, è dato dai valori • Le sollecitazioni ammissibili per materiali diversi da
seguenti: quelli sopra elencati saranno concordate caso per
• 1,6 per caldaie ed altri generatori di caso con la Società.
vapore
• 1,5 per altri recipienti in pressione 3.3 Involucri cilindrici, sferici e conici a
• da concordarsi con la Società nel caso sezione circolare soggetti a pressione
in cui venga considerato un valore interna
medio del carico unitario di rottura per
scorrimento viscoso in un tempo supe- 3.3.1 Spessore degli involucri cilindrici
riore alle 100000 ore, invece di SA. a) Lo spessore minimo degli involucri cilindrici, sferici e
conici a sezione circolare non deve essere inferiore al
Per fusioni d’acciaio i valori della sollecitazione ammis-
valore t, in mm, calcolato con una delle formule
sibile K, calcolati con le formule di cui sopra, devono
seguenti, come appropriato. Piastre tubiere cilindriche,
essere ridotti del 20%. Se le fusioni sono sottoposte a
perforate da un gran numero di aperture devono avere
controlli non-distruttivi, una riduzione inferiore, che
spessore calcolato con le formule in [3.3.2], [3.3.3],
può arrivare al 10% potrà essere presa in considera-
[3.3.4] e [3.7.2].
zione dalla Società.
b) Gli spessori ottenuti con le formule in [3.3.2], [3.3.3] e
b) Ghisa sferoidale: [3.3.4] sono spessori “netti”, poiché non includono
La sollecitazione ammissibile deve essere il minore dei alcuna costante di corrosione. A meno che nella speci-
valori ottenuti mediante le formule seguenti: fica contrattuale non sia concordato un valore più alto,
tutti gli spessori ottenuti con le formule seguenti devono
R m ,20
K = ----------- essere aumentati di 0,75 mm. Vedere anche [3.3.7].
4 ,8

R S ,MIN ,T 3.3.2 Involucri cilindrici


K = ----------------
-
3 a) Quando il rapporto (diametro esterno)/(diametro
interno) del recipiente è uguale o inferiore a 1,5, lo
c) Ghisa grigia: spessore minimo degli involucri cilindrici è dato dalla
La sollecitazionee ammissibile è data dalla formula formula seguente:
seguente: pD -
t = -------------------
R m ,20 2Ke – p
K = -----------
10 essendo:

Regolamenti RINA 2005 55


Parte C, Cap 1, Sez 3

p : Pressione di progetto, in MPa pD


t = -------------------------------------------
( 2Ke – p ) ⋅ cos ϕ
D : Diametro interno del recipiente, in mm
K : Sollecitazione ammissibile, in N/mm2, otte- Per il significato dei simboli, vedere [3.3.2].
nuta come specificato in [3.2] D è il diametro misurato in corrispondenza della base
e : Efficienza del giunto saldato. Per i valori maggiore del cono e ϕ è l’angolo d’inclinazione della
dell’efficienza e vedere [3.3.5]. sezione conica dell’involucro rispetto all’asse del reci-
piente (vedere Fig 2). Nel caso in cui il valore di ϕ
b) Lo spessore minimo degli involucri con rapporto (dia- superi 75°, lo spessore dell’involucro deve essere
metro esterno)/(diametro interno) superiore a 1,5 uguale a quello richiesto per i fondi piani, vedere [3.5].
saranno oggetto di considerazioni speciali.
b) Lo spessore minimo degli involucri con spessore supe-
riore a 1/6 del diametro esterno in corrispondenza della
3.3.3 Involucri sferici
base maggiore del cono sarà oggetto di considerazione
a) Quando il rapporto (diametro esterno)/(diametro speciale.
interno) del recipiente è uguale inferiore a 1,5, lo spes-
sore minimo degli involucri sferici è dato dalla formula c) Gli involucri conici possono essere costituiti da diverse
seguente: sezioni anulari di spessore decrescente. Lo spessore
minimo di ciascuna sezione si ottiene mediante la for-
pD
t = -------------------- mula in a), usando per D il massimo diametro di cia-
4Ke – p scuna sezione considerata.
Per il significato dei simboli, vedere [3.3.2]. d) In genere il collegamento fra due sezioni differenti di
involucri conici aventi differente angolo di inclinazione,
b) Lo spessore minimo degli involucri con rapporto (dia-
o fra un involucro conico e un involucro cilindrico
metro esterno)/(diametro interno) superiore a 1,5
mediante un angolo vivo non è permesso se l’angolo fra
saranno oggetto di considerazioni speciali.
le generatrici delle due sezioni da collegare supera il
valore di 30°.
3.3.4 Involucri conici
e) Lo spessore dell’involucro nella zona torica sarà oggetto
a) La formula seguente si applica ad involucri conici con
di considerazione speciale da parte della Società.
spessore non superiore a 1/6 del diametro esterno alla
base maggiore del cono:

Figura 2 : Involucri conici

DE DE

D D

raccordo

α
α
φ

t
t

CONO/ CILINDRO CONO/ CILINDRO


ZONA TORICA DI PEZZO ZONA TORICA SALDATA

CONO/ CONO CONO/ CONO


ZONA TORICA DI PEZZO ZONA TORICA SALDATA

D D

raccordo

t t
α α

φ φ

56 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 3

3.3.5 Efficienza c) Le aperture sono considerate isolate quando la distanza


I valori dell’efficienza e da usare nelle formule in [3.3.2], fra i centri di due fori adiacenti nella direzione longitu-
[3.3.3] e [3.3.4] sono indicati nella Tab 10. dinale non è inferiore al minore dei valori seguenti:
d + 1 ,1 ( D ⋅ t A )
0 ,5

Tabella 10 : Efficienza di involucri non


oppure
forati (1/7/2004)
5d
Caso e essendo:
Involucri senza giunti 1 d : Diametro delle aperture, in mm, (se due
aperture hanno diametri differenti, d è il dia-
Involucri di recipienti di Classe 1 (1) 1 metro medio).
Involucri di recipienti di Classe 2 (con esame radio- 0,85
3.3.9 Aperture da compensare
grafico parziale dei giunti testa a testa)
Le aperture seguenti devono essere compensate come pre-
Involucri di recipienti di Classe 2 (senza esame 0,75 scritto in [3.3.10]:
radiografico dei giunti testa a testa) a) Aperture isolate nel fasciame dell’involucro il cui dia-
Involucri di recipienti di Classe 3 0,6 metro, in mm, è il maggiore fra i valori seguenti:

(1) In casi particolari, la Società si riserva il diritto di appli- 2 ,5 ⋅ t + 70


care un fattore e < 1, in dipendenza del procedimento oppure
di saldatura adottato. D
----
6
3.3.6 Spessore minimo (1/1/2001)
oppure
Indipendentemente dai valori ottenuti dalle formule in 200 mm
[3.3.2], [3.3.3] e [3.3.4], lo spessore t degli involucri non
deve essere inferiore ad uno dei valori seguenti, come essendo t lo spessore calcolato con una delle formule in
applicabile: [3.3.2], [3.3.3], o [3.3.4] come applicabile, usando un
valore e = 1 per l’efficienza e non aggiungendo la
• Per recipienti in pressione: costante di corrosione.
- in acciaio al carbonio o in acciaio basso legato: b) Aperture non isolate.
t=3+D/1500 mm
- in acciaio inossidabile o in materiali non ferrosi: t=3 3.3.10 Compensi di aperture sugli involucri
mm a) L’area di compenso deve essere prevista in tutte le dire-
• Per involucri di caldaie privi di forature: t = 6 mm zioni corrispondenti a tutti i diametri dell’apertura e
deve essere almeno uguale all’area del materiale man-
• Per piastre tubiere cilindriche di caldaie: t = 9,5 mm. cante in quella direzione, corretta come indicato in b).
Non è necessario aggiungere alcuna costante di corrosione L’area del materiale mancante in una direzione è la lar-
ai valori sopra indicati. ghezza dell’apertura in quella direzione moltiplicata
per il minimo spessore dell’involucro richiesto calcolato
3.3.7 Costante di corrosione con le formule in [3.3.2], [3.3.3] o [3.3.4], come appli-
La Società si riserva il diritto di aumentare il valore della cabile, usando un valore d’efficienza e = 1 al netto delle
costante di corrosione nel caso in cui il recipiente sia espo- costanti di corrosione.
sto a particolari condizioni che possano accelerare la corro- b) L’area corrispondente al diametro massimo dell’apertura
sione. La Società potrà anche considerare la riduzione di per la quale la compensazione non è necessaria può
tale costante qualora siano prese misure efficaci per rallen- essere dedotta dal calcolo dell’area di compensazione
tare la corrosione del recipiente. che si deve provvedere.
c) Non può essere incluso nel calcolo del compenso il
3.3.8 Aperture negli involucri
materiale intorno all’apertura che si trova ad una
a) In genere la più grande dimensione delle aperture non distanza superiore al raggio dell’apertura, in ciascuna
deve superare: direzione.
• Per involucri fino a 1500 mm di diametro DE: d) L’eventuale parte di spessore dell’involucro esuberante
DE,/2 ma non più di 500 mm rispetto a quello regolamentare t, calcolato come indi-
• Per involucri oltre 1500 mm di diametro DE: cato in a), può essere considerato per il calcolo della
DE,/3 ma non più di 1000 mm compensazione per una lunghezza non superiore al
raggio dell’apertura nella direzione considerata.
essendo DE il diametro esterno del recipiente, in mm.
e) Qualora un branchetto sia saldato all’involucro, l’even-
Valori maggiori potranno essere considerati dalla tuale parte di spessore del branchetto eccedente lo spes-
Società caso per caso. sore regolamentare, calcolato in accordo alle
b) In genere il rapporto fra i diametri maggiore e minore prescrizioni in [3.6.1], potrà essere considerato per la
delle aperture ovali o ellittiche non dove superare il compensazione del foro per un altezza h, in mm,
valore di 2. uguale a:

Regolamenti RINA 2005 57


Parte C, Cap 1, Sez 3

h = [ ( d B – 2t B ) ⋅ t B ]
0 ,5 g) Se il materiale degli anelli e collari di rinforzo, bran-
chetti, ha una sollecitazione ammissibile inferiore a
essendo dB e tB i valori, in mm, rispettivamente del dia- quella del materiale dell’involucro, le aree dei com-
metro esterno e dello spessore del branchetto. Vedere penso devono essere aumentate in proporzione.
Fig 3.
h) La Fig 3 sintetizza i criteri di compensazione sopra
f) L’area delle sezioni dei cordoni di saldatura che colle-
descritti.
gano le parti comprese nella zona del compenso può
essere inclusa nel calcolo del compenso, se si trova i) Sistemazioni differenti potranno essere considerate
nella zona menzionata in a). dalla Società caso per caso.

Figura 3 : Compensi delle aperture

dC

dB
tN

tB
tC
tA

h
t*

h'
tE

d/2 d t'B

AREA DA COMPENSARE = ( d meno il massimo diametro di foro non


compensato accettabile) · t*
ECCEDENZA DELLO SPESSORE DELL’INVOLUCRO = d (tA - t *)

ECCEDENZA DELLO SPESSORE DEL BRANCHETTO = h (tB - tN)

PENETRAZIONE DEL BRANCHETTO ENTRO L’INVOLUCRO = h'· t' B

AREA TOTALE DELLE SALDATURE

COMPENSO = (dC - dB) tC con (dC - dB) <


−d

t *= spessore calcolato con e=1 e senza costante di corrosione


t = spessore effettivo "come realizzato" compresa la costante di corrosione
E

58 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 3

3.3.11 Involucri cilindrici forati per la sistemazione H ≥ 0 ,2D


dei tubi
essendo:
Per lo spessore minimo degli involucri cilindrici forati per la
H : L’altezza esterna del fondo bombato, in
sistemazione di tubi vedere [3.7.1].
mm, misurata alla base all’inizio della cur-
3.3.12 Coperchi vatura.
a) Le aperture circolari, ovali o ellittiche per l’ispezione D : Diametro esterno, in m, misurato alla base
devono avere coperchi di acciaio. Aperture per ispe- del fondo bombato.
zioni di diametro non superiore a 150 mm possono b) Fondi bombati torosferici:
essere chiuse da flange cieche. R IN ≤ D
b) Lo spessore dei coperchi non deve essere inferiore al
r IN ≥ 0 ,1D
valore t, in mm, dato dalla formula seguente:
0 ,5 r IN ≥ 3t
t = 1 ,22 ⋅ a ⋅ ⎛ -------⎞
pC
⎝ K⎠ H ≥ 0 ,18D

essendo: essendo:
a : L’asse minore dell’apertura ovale o ellittica RIN : Raggio interno della parte sferica, in mm
misurata a metà larghezza della guarni- rIN : Raggio interno della zona torica, in mm
zione, in mm D : Diametro esterno, in m, misurato alla base
b : L’asse maggiore dell’apertura ovale o ellit- del fondo bombato.
tica misurata a metà larghezza della guarni- H : Altezza esterna calcolata con la formula
zione, in mm seguente (vedere Fig 4 (b)):
C : Coefficiente da ricavare dalla Tab 11 in fun- H = R E – [ ( R E – 0 ,5D ) ⋅ ( R E + 0 ,5D – 2r E ) ]
0 ,5

zione del rapporto b/a degli assi dell’aper-


tura ovale o ellittica, come definita sopra. essendo:
Per valori intermedi del rapporto b/a, il RE : Raggio esterno della parte sfe-
valore di C si ottiene mediante interpola- rica, in mm
zione lineare. rE : Raggio esterno della zona
Per aperture circolari si usa nella formula il diametro d, torica, in mm.
in mm, invece di a.
3.4.3 Spessore minimo dei fondi bombati integri
c) Lo spessore ottenuto con la formula in b) è uno spessore
“netto”, poiché non comprende alcuna costante di cor- a) Lo spessore minimo dei fondi bombati integri (non
rosione. A meno che nella specifica contrattuale non sia forati), emisferici, torosferici o ellissoidali, non tirantati,
concordato un valore più alto, lo spessore ottenuto con soggetti a pressione dal loro lato concavo (interno) non
la formula precedente deve essere aumentato di 1 mm. deve essere inferiore al valore t, in mm, calcolato con la
Vedere anche [3.3.7]. formula seguente:
pDC
t = ------------
3.4 Fondi bombati soggetti a pressione dal 2Ke
lato concavo (interno) essendo:
C : Fattore di forma, che si ricava dal grafico in
3.4.1 Fondi bombati per collettori di caldaie Fig 5, in funzione di H/D e t/D
I fondi bombati per collettori di caldaie devono essere privi per gli altri simboli, vedere [3.3.2].
di saldature.
b) Lo spessore ottenuto con la formula in a) è uno spessore
3.4.2 Profili dei fondi bombati “netto”, poiché non comprende alcuna costante di cor-
rosione. A meno che nella specifica contrattuale non sia
Al fine di determinare il profilo dei fondi bombati si applica
concordato un valore più alto, lo spessore ottenuto con
quanto segue: (Vedere Fig 4 (a) e (b)).
la formula precedente deve essere aumentato di 0,75
a) Fondi bombati ellissoidali: mm. Vedere anche [3.3.7].

Tabella 11 : Coefficiente C

b/a 1,00 1,05 1,10 1,15 1,20 1,25 1,30 1,40 1,50 1,60
C 0,206 0,220 0,235 0,247 0,259 0,271 0,282 0,302 0,321 0,333

b/a 1,70 1,80 1,90 2,00 2,50 3,00 3,50 4,00 4,50 5,00
C 0,344 0,356 0,368 0,379 0,406 0,433 0,449 0,465 0,473 0,480

Regolamenti RINA 2005 59


Parte C, Cap 1, Sez 3

Figura 4 : Profili di fondi bombati

t
t

r r
IN E

2t
R R
IN E

a
D
D

(a) FONDO ELLISSOIDALE (b) FONDO TOROSFERICO

In particolare i fondi emisferici non muniti alla base della


parte cilindrica suddetta devono essere collegati all’involu-
3.4.4 Fondi torosferici composti cro cilindrico, se questo ha uno spessore maggiore di
quello del fondo come indicato in Fig 8.
a) I fondi torosferici possono essere costruiti con elementi
saldati di spessore differente (vedere Fig 6). Altri tipi di collegamento saranno oggetto di considerazione
speciale da parte della Società.
b) Nei fondi torosferici costruiti in due sezioni, lo spessore
della parte torosferica si ottiene con la formula in 3.4.7 Fondi bombati con aperture
[3.4.3], mentre lo spessore della parte sferica si ottiene
con la formula in [3.3.3]. a) Le aperture nei fondi bombati possono essere circolari,
ellittiche od ovali.
c) La parte sferica può incominciare ad una distanza dalla
zona torica non inferiore a: b) Il diametro maggiore delle aperture non compensate
non può superare metà del diametro esterno del fondo.
0 ,5 ⋅ ( R IN ⋅ t )
0 ,5

c) L’apertura deve essere sistemata in modo tale che la sua


essendo: proiezione, o la proiezione del suo rinforzo, nel caso di
aperture compensate, sia contenuta completamente in
RIN : Raggio interno della parte sferica, in mm
un cerchio con centro coincidente col centro del fondo
t : Spessore della zona torica, in mm ed un diametro pari 0,8D, essendo D il diametro esterno
del fondo (vedere Fig 9). Tuttavia piccole aperture rin-
3.4.5 Spessore minimo forzate per drenaggio possono esser accettate al di fuori
di detto cerchio.
Indipendentemente dai valori ottenuti dalle formule in
[3.4.2] e [3.4.3], lo spessore t dei fondi bombati non deve d) Nel caso di aperture non compensate (a questo scopo le
essere inferiore a: aperture flangiate sono anch’esse considerate non com-
pensate) lo spessore del fondo deve essere non inferiore
• 3 + D /1500 mm, per recipienti in pressione normali in a quello calcolato con la formula in [3.4.3] usando il
acciaio al carbonio o basso legato minore dei fattori di forma C ricavati dal grafico in Fig 5
• 3 mm, per recipienti in pressione normali in acciaio in funzione di:
inossidabile o in materiali non ferrosi H/D e t/D oppure H/D e d·(t·D)-0,5,
• 6 mm, per recipienti in pressione che sono parte di una essendo d il diametro della più grande apertura non
caldaia. compensata nel fondo, in mm. Per aperture ovali o ellit-
tiche, d è la larghezza dell’apertura in corrispondenza
Non è necessario aggiungere alcun sovraspessore per corro- del suo asse maggiore.
sione ai valori sopra indicati.
e) In ogni caso il diametro D alla base del fondo, lo spes-
3.4.6 Collegamento dei fondi agli involucri cilindrici sore del fondo t e il diametro d della più grande aper-
tura non compensata devono essere tali da soddisfare le
I fondi devono essere provvisti alla loro base di una zona
condizioni seguenti:
cilindrica di lunghezza non inferiore a 2t e di uno spessore
in nessun caso inferiore allo spessore regolamentare di un • La posizione dell’apertura non compensata nel
involucro cilindrico, dello stesso diametro e dello stesso fondo deve essere come indicato in Fig 9.
materiale, calcolato con la formula in [3.3.2] usando lo
• Per aperture flangiate, il raggio r della flangiatura
stesso coefficiente di efficienza e adottato per il calcolo
non deve essere minore di 25 mm (vedere Fig 9).
dello spessore del fondo. La Fig 7 e la Fig 8 indicano
alcuni collegamenti ammissibili fra fondi bombati ed invo- • Lo spessore della parte flangiata non deve essere
lucri cilindrici. inferiore allo spessore regolamentare.

60 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 3

Figura 5 : Fattore di forma per fondi bombati

C 3,5

2,5
-0,5
d.(t.D)
5

2
4

1,5

t/D 3

0,002
0,005
0,01
0,02
≥0,04 2

0,5

0,5
H/D
0,18 0,20 0,25 0,30 0,35 0,40 0,45 0,5

Regolamenti RINA 2005 61


Parte C, Cap 1, Sez 3

Figura 6 : Fondi torosferici composti c) Le aperture si considerano sufficientemente compensate


quando lo spessore t del fondo è non inferiore a quello
0,5 (RIN t) 0,5 calcolato secondo quanto prescritto in [3.4.3] usando il
fattore di forma C ottenuto dal grafico in Fig 5 usando il
valore:

t ⎛d – A
----⎞ ⋅ ( tD )
– 0 ,5
Pendenza ≤ 1/4 ⎝ t⎠

R IN

r IN
invece di:

d ⋅ ( tD )
– 0 ,5
D
essendo:
A : Area, in mm2, della sezione trasversale
3.4.8 Aperture compensate nei fondi bombati totale delle parti compensanti

a) Qualora vi siano aperture nei fondi bombati e lo spes- t : Spessore effettivo del fondo, in mm, nella
sore proposto per il fondo sia inferiore a quello calco- zona dell’apertura in considerazione.
lato con la formula in [3.4.3], le aperture devono essere d) Quando A/t > d, il coefficiente C si determina usando la
compensate. curva corrispondente al valore:
b) Le Fig 22, Fig 23, Fig 24 e Fig 25 illustrano alcuni detta- d ⋅ ( tD )
– 0 ,5
= 0
gli tipici di collegamento di branchetti ed anelli di com-
pensazione. e) Se necessario i calcoli devono essere ripetuti.

Figura 7 : Collegamenti tipici di fondi bombati ad involucri cilindrici

s
(a) (b)
t

(c)
(d)

(e) (f)

I tipi di collegamento illustrati in (a), (b) e (c) sono accettabili per tutti i recipienti in pressione

I tipi di collegamento illustrati in (d) sono accettabili per tutti i recipienti in pressione di classe 2 e 3

I tipi di collegamento illustrati in (e) e (f) sono accettabili solamente per recipienti in pressione di classe 3

62 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 3

Figura 8 : Collegamento di fondi emisferici ad l = ( 2R IN t )


0 ,5

involucri cilindrici
essendo:
d : Diametro dell’apertura, in mm
RIN : Raggio interno della parte sferica, in mm,
nel caso di fondi emisferici o torosferici.
Nel caso di fondi ellissoidali, RIN deve
essere calcolato con la formula seguente
(vedere Fig 4 a):
3

[a – x (a – b )] 2
4 4 2 2
R IN = ------------------------------------------------
4
-
a b
essendo;
R IN
a : Semiasse maggiore della
sezione meridiana ellittica del
fondo, in mm
b : Semiasse minore della sezione
di cui sopra, in mm
Figura 9 : Aperture sui fondi bombati
x : Distanza tra il centro dell’aper-
> 0,1 D > 0,1 D
tura e l’asse di rotazione
dell’involucro, in mm.
t b) Nel caso di branchetti o anelli saldati nel foro, deve
essere considerata la sezione corrispondente al sovra-
spessore, rispetto a quello regolamentare, per la parte
soggetta a pressione e per un’altezza h, in mm, dalla
d2
r parte interna e dalla parte esterna del fondo, non mag-
H

d1 giore di:
( dB ⋅ tB )
0 ,5
2t

essendo dB e tB, rispettivamente i valori, in mm, del dia-


metro del foro e lo spessore dell’anello o del bran-
D chetto. Vedere anche Fig 3.
c) Possono essere considerate come compensanti le
Non inferiore sezioni delle saldature di collegamento degli anelli o
al diametro branchetti suddetti.
dell’apertura minore
d) Se il materiale degli anelli, dei branchetti e dei collari di
rinforzo ha una sollecitazione ammissibile minore di
quella del materiale del fondo, il valore dell’area A, da
considerare ai fini del calcolo del coefficiente C, deve
essere ridotto in proporzione.

3.5 Fondi piani


3.5.1 Spessore minimo di fondi piani non tirantati
a) Lo spessore dei fondi piani non tirantati deve essere non
inferiore al valore t, in mm, calcolato con la seguente
formula:
0 ,5
t = D ⎛ -------------⎞
100p
⎝ CK ⎠
3.4.9 Criteri di compensazione essendo:
Nella valutazione dell’area A si deve tener conto di quanto p : Pressione di progetto, in MPa
segue:
K : Sollecitazione ammissibile, in N/mm2, otte-
a) Il materiale che può essere considerato per la compen- nuta come specificato in [3.2]
sazione dell’apertura è quel materiale disposto intorno
D : diametro del fondo, in mm. Nel caso di
all’apertura stessa fino ad una distanza l dal lembo
fondi a sezione circolare, tale diametro deve
dell’apertura. La distanza l, in mm, è la più piccola di
essere misurato come indicato nelle Fig 10
quelle ottenute con le formule seguenti:
e Fig 11, per i vari tipi di fondi ivi illustrati.
l = 0 ,5d Nel caso di fondi a sezione rettangolare, si
deve assumere il seguente valore equiva- lente di D:

Regolamenti RINA 2005 63


Parte C, Cap 1, Sez 3

0 ,5 per N ≥ 13 mm
D = a 3 ,4 – 2 ,4 ⎛ ---⎞
a
⎝ b⎠ essendo N la larghezza geome-
trica di contatto della guarni-
essendo a e b, rispettivamente, le misure, in
zione, in mm, come indicato
mm, del lato minore e del lato maggiore del
nella figura Fig 11(o)
rettangolo.
C : I seguenti valori, in funzione del tipo di m, y : coefficienti adimensionali i cui
fondo, con riferimento a quanto indicato valori, in funzione del tipo di
nelle Fig 10 e Fig 11 guarnizione, sono indicati nella
Tab 12.
Fig 10(a): C = 400, per fondi circolari
Fig 10(b): C = 330, per fondi circolari La Società si riserva di accettare o meno alcuni dei detti
tipi di fondi, a suo giudizio, in relazione all’impiego
Fig 10(c): C = 350, per fondi circolari proposto. Altri tipi di fondi non indicati in Fig 10 e
Fig 10(d) : C = 400, per fondi circolari e Fig 11 saranno esaminati, dalla Società, caso per caso.
C = 250, per fondi rettangolari
b) Lo spessore ottenuto con la formula in a) è uno spessore
Fig 10(e): C = 350, per fondi circolari e “netto”, poiché non comprende alcuna costante di cor-
C = 200, per fondi rettangolari rosione. A meno che un valore più alto non sia concor-
Fig 10(f) : C = 350, per fondi circolari dato nella specifica contrattuale, lo spessore ottenuto
con la formula precedente deve essere aumentato di 1
Fig 10(g) : C = 300, per fondi circolari
mm. Vedere anche [3.3.7].
Fig 10(h) : C = 350, per fondi circolari e
C = 200, per fondi rettangolari
Fig 11(i) : C = 350, per fondi circolari e Tabella 12 : Coefficienti m ed y
C = 200, per fondi rettangolari
Tipo di guarnizione m y
Fig 11(j) : C = 200, per fondi circolari
Fig 11(k) : C = 330, per fondi circolari Ad autotenuta, metalliche o in gomma 0 0
(es. O-ring)
Fig 11(l) : C = 300, per fondi circolari
Gomma con tessuto di cotone 10 0,88
Fig 11(m) : C = 300, per fondi circolari
Gomma con tessuto di rinforzo, con o
Fig 11(n) : C = 400, per fondi circolari
senza fili metallici:
Fig 11(o) : C = valore calcolato con la
seguente formula, per fondi cir- - 3 strati 18 4,85
colari: - 2 strati 20 6,4
100 - 1 strato 22 8,2
C = -------------------------------
1 ,9Fh
0 ,3 + --------------- 3 Fibre sintetiche con adatti leganti:
pD
essendo: - spessore 3 mm 16 3,5

h : distanza radiale, in mm, della - spessore 1,5 mm 22 8,2


circonferenza passante per il Fibre vegetali 14 2,4
centro dei fori per i bulloni dalla
circonferenza di diametro D, Spirale metallica avvolta con fibre sinteti-
come indicato nella Fig 11(o). che:

F : carico totale delle viti, in N, da - acciaio al carbonio 20 6,4


assumere uguale al maggiore tra - acciaio inossidabile 24 9,9
i due seguenti valori F1 e F2:
Fibre sintetiche con rivestimento metallico
F 1 = 0 ,785Dp ( D + mb ) liscio:
F 2 = 9 ,81yDb - rame 28 14
essendo: - ferro 30 16,8
b : semilarghezza effettiva di con- - acciaio inossidabile 30 20
tatto della guarnizione, in mm,
calcolata come segue: Metallo pieno:

b = 0 ,5N - rame 38 28,7

per N < 13 mm, e - ferro 44 39,8

b = 1 ,8N 0 ,5 - acciaio inossidabile 52 57,5

64 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 3

Figura 10 : Tipi di fondi piani non tirantati (1)

Regolamenti RINA 2005 65


Parte C, Cap 1, Sez 3

Figura 11 : Tipi di fondi piani non tirantati (2)


t t t

D
t1 D t1 D

t1

(j) (k)
(i)
t1 t
t

t1 D
D t1

(l) (m)
D h
D
N
t
t

t1 t1

(n) (o)

3.5.2 Spessore minimo di fondi piani tirantati d


t = -----E- + 2 ,5
Per lo spessore minimo di fondi piani tirantati vedere 25
[3.8.4].
essendo dE il diametro esterno del branchetto, in mm.
3.5.3 Compensi di aperture nelle lamiere piane
Tuttavia lo spessore del branchetto non deve essere infe-
Le aperture per visita o ispezione o per l’applicazione di
riore allo spessore richiesto per la tubolatura collegata
accessori nelle lamiere piane devono essere compensate
all’involucro del recipiente in pressione, calcolato
mediante l’applicazione di collari di rinforzo oppure
mediante flangiatura. usando la pressione di progetto del recipiente stesso e
non è necessario che sia superiore a quello dell’involu-
In quest’ultimo caso, l’altezza della flangia h, misurata dalla
cro a cui è collegato.
superficie esterna, deve essere non inferiore al valore, in
mm, calcolato con la seguente formula: b) Lo spessore dei branchetti collegati agli involucri e
h = ( t ⋅ dM )
0 ,5 fondi degli altri recipienti in pressione non deve essere
inferiore allo spessore richiesto per la tubolatura colle-
essendo t e dM, rispettivamente, i valori, in mm, dello spes- gata all’involucro del recipiente in pressione, calcolato
sore della lamiera e della dimensione minore dell’apertura. usando la pressione di progetto del recipiente stesso, e
non è necessario che sia superiore a quello dell’involu-
3.6 Branchetti cro a cui è collegato.

3.6.1 Spessore c) Quando un branchetto ha un collegamento filettato, lo


a) Lo spessore t, in mm, dei branchetti collegati agli invo- spessore del branchetto deve essere misurato in corri-
lucri e collettori di caldaie non deve essere inferiore a: spondenza del fondo del filetto.

66 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 3

3.6.2 Collegamento dei branchetti agli involucri essendo:


a) In genere l’asse del branchetto non deve formare un s : Passo dei fori della fila considerata, in mm
angolo superiore a 15° con la normale all’involucro in d : Diametro dei fori, in mm. Il diametro d dei fori
corrispondenza del branchetto stesso. può essere ridotto della quantità A/tA, essendo A
b) Le Fig 22, Fig 23, Fig 24 e Fig 25 mostrano alcuni tipi l’area di compensazione, in mm2, del tubo e
di collegamenti accettabili di branchetti agli involucri. della saldatura (vedere [3.3.9] e Fig 3).
Altri tipi di collegamento sono soggetti alla considera- α : Angolo tra l’asse della fila dei fori considerata e
zione della Società caso per caso. l’asse del cilindro (α = 0°, se la fila dei fori è
lungo una generatrice del cilindro; α = 90° se la
3.7 Caldaie a tubi d’acqua fila dei fori è circonferenziale).
m : Coefficiente, il cui valore funzione del rapporto
3.7.1 Collettori
d/s, è indicato in Tab 13. Per valori intermedi di
I dimensionamenti dei collettori cilindrici con forature per i d/s, il valore di m può essere calcolato
tubi si ottengono con le formule in [3.3], [3.4], [3.5] [3.7.2] mediante interpolazione lineare.
e [3.7.3]come applicabile.
Il coefficiente d’efficienza “e”, effettivamente adottato deve
3.7.2 Coefficienti di efficienza delle forature per tubi essere assunto uguale al minore dei valori calcolati in corri-
nelle piastre tubiere cilindriche spondenza alle diverse file dei fori (longitudinali, diagonali
Il coefficiente d’efficienza “e” delle forature per i tubi nelle o circonferenziali).
piastre tubiere cilindriche deve essere determinato per
3.7.3 Involucri saldati con forature per i tubi e
mezzo di un calcolo diretto o mediante altra idonea meto- coefficiente d’efficienza per differenti
dologia accettabile dalla Società. Nel caso di fori cilindrici configurazioni delle forature
di diametro costante e asse radiale, il coefficiente d’effi- Qualora gli involucri siano saldati (con saldatura testa a
cienza e può essere determinato con al formula seguente testa) e/o abbiano forature differentemente configurate, il
(vedere Fig 12: valore da usare per l’efficienza e nelle formule è il minimo
1
e = ----------------------------------------------------------------------------------------------
tra i valori calcolati separatamente per ogni tipo di saldatura
s (in accordo a [3.3.5]) e per ogni configurazione di forature
----------- ⋅ ( 1 – ( 0 ,5 ⋅ sin2 α ) ) + m ⋅ sin 2α
s–d (secondo [3.7.2]).

Tabella 13 : Coefficiente m

d/s 0,30 0,35 0,40 0,45 0,50 0,55 0,60 0,65 0,70 0,75 0,80
m 0,137 0,175 0,220 0,274 0,342 0,438 0,560 0,740 1,010 1,420 2,060

Figura 12 : Distribuzione dei fori in un involucro cilindrico

=
5

Regolamenti RINA 2005 67


Parte C, Cap 1, Sez 3

3.7.4 Collettori a sezione rettangolare s – 0 ,33d


e = ------------------------
a) Nei collettori a sezione rettangolare, del tipo trafilato s
senza saldatura longitudinale, lo spessore t, in mm, per d ≥1,3a
delle pareti in corrispondenza del raccordo agli spigoli
e quello di qualsiasi parete forata t1, in mm, devono essendo:
essere rispettivamente non inferiori ai valori calcolati s : passo dei fori, in mm, nella fila
con le seguenti formule (vedi Fig 13): longitudinale o diagonale consi-
derata. Nel caso di fori disposti
100pM 0 ,5
t = ⎛ ---------------------1⎞ a scacchiera, si deve assumere il
⎝ K ⎠
passo dei fori misurato in senso
diagonale
100pM 0 ,5
t 1 = ⎛ ---------------------2⎞
⎝ eK ⎠ d : diametro dei fori, in mm

essendo (vedere anche Fig 13): M1 : Coefficiente che si determina con la formula
seguente:
t : Spessore della parete, in corrispondenza del
raccordo agli spigoli, in mm 2
+ b 2 – ab-
M 1 = a-----------------------------
50
t1 : Spessore della parete forata, in mm
p : Pressione di progetto, in MPa M2 : Coefficiente, il cui valore, da assumere in
ogni caso positivo, deve essere calcolato
K : Sollecitazione ammissibile, in N/mm2, otte- con le seguenti formule, come appropriato.
nuta come specificato in [3.2]
Nel caso di fori non disposti a scacchiera:
a : Semi-larghezza interna del collettore, misu-
rata parallelamente alla parete considerata, 1 3
b 2 – --- a 2 – ab + --- c 2
in mm 2 2
M 2 = -------------------------------------------------
50
b : Semi-larghezza interna del collettore, misu-
rata normalmente alla parete considerata, in Nel caso di fori disposti a scacchiera:
mm
1
b 2 – --- a 2 – ab
c : Distanza dell’asse della fila di fori conside- 2
- cos α
M2 = --------------------------------
rata dalla mezzeria della parete del collet- 50
tore, in mm
essendo α l’angolo formato dall’asse della
e : Efficienza della foratura nella parete, il cui fila diagonale di fori considerata con l’asse
valore deve essere calcolato con le seguenti del collettore, nel caso di fori disposti a
formule: scacchiera.
s–d b) Lo spessore ottenuto con la formula in a) è uno spessore
e = -----------
s “netto”, poiché non non comprende alcuna costante di
per d < a corrosione. A meno che un valore più alto non sia con-
cordato nella specifica contrattuale, lo spessore otte-
s – 0 ,67d
e = ------------------------ nuto con la formula precedente deve essere aumentato
s di 1,5 mm. Vedere anche [3.3.7].
per a ≤ d < 1,3a

Figura 13 : Collettori a sezione rettangolare

=
2a
?

s d 2b

68 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 3

3.7.5 Tubi d’acqua di vaporizzatori, tubi di 3.8 Prescrizioni addizionali per caldaie ver-
surriscaldatori ed economizzatori ticali e caldaie cilindriche (caldaie a tubi
a) Lo spessore dei tubi dei vaporizzatori, economizzatori e di fiamma)
surriscaldatori esposti ai gas e soggetti a pressione
interna non deve essere inferiore al valore t, in mm, cal- 3.8.1 Involucri di caldaie verticali e cilindriche
colato con la formula seguente: I dimensionamenti degli involucri delle caldaie verticali e
pd
cilindriche devono essere determinati applicando le pre-
t = ----------------- + 0 ,3 scrizioni in [3.3].
2K + p
essendo: 3.8.2 Fondi delle caldaie verticali
p : Pressione di progetto, in MPa a) Lo spessore minimo dei fondi bombati costituenti la
parte superiore di caldaie verticali e soggetti a pressione
K : Sollecitazione ammissibile, in N/mm2, otte-
dalla parte concava deve essere determinato applicando
nuta come specificato in [3.2]
le prescrizioni in [3.4].
d : Diametro esterno del tubo, in mm
b) Quando il fondo è sopportato al suo centro da un fuma-
Tuttavia, indipendentemente dal valore calcolato con la iolo, lo spessore minimo t, in mm, deve essere calcolato
formula in a), in nessun caso lo spessore t dei tubi sud- con la formula seguente:
detti può essere inferiore ai valori indicati in Tab 14.
pR
t = 0 ,77 ⋅ --------I
b) I valori di t calcolati con la formula suddetta sono da K
considerarsi come valori teorici per tubi diritti e senza essendo:
tener conto della tolleranza di lavorazione. Pertanto nel
caso in cui i tubi non siano garantiti precisi, lo spessore p : Pressione di progetto, in MPa
calcolato in a) deve essere aumentato del 12,5% per K : Sollecitazione ammissibile, in N/mm2, otte-
tener conto delle tolleranze di lavorazione. Per tubi pie- nuta come specificato in [3.2]
gati lo spessore della parte più sottile della piegatura RI : Raggio di curvatura al centro del fondo
non deve risultare inferiore al valore calcolato con la misurato internamente. RI non deve essere
formula suddetta. maggiore del diametro esterno dell’involu-
c) Qualora durante l’esercizio possano verificarsi corro- cro.
sioni ed erosioni anormali, il valore della costante di c) Lo spessore ottenuto con la formula in b) è uno spessore
corrosione 0,3 nella formula in a) potrà essere aumen- “netto”, poiché non comprende alcuna costante di cor-
tato a discrezione della Società. rosione. A meno che un valore più alto non sia concor-
dato nella specifica contrattuale, lo spessore ottenuto
d) Lo spessore dei tubi che formano parte integrante della
con la formula precedente deve essere aumentato di 0,7
caldaia e che non sono esposti ai gas combusti devono
mm. Vedere anche [3.3.7].
soddisfare ai requisiti per i tubi di vapore (Vedere
Sez 10, [15]). d) Il raggio interno d’angolo dei fondi sostenuti al loro cen-
tro da un fumaiolo non deve essere inferiore al più pic-
colo tra i seguenti valori: 4 volte lo spessore del fondo o
65 mm. Il raggio interno di curvatura della flangia di
Tabella 14 : Spessore minimo dei tubi d’acqua collegamento al fumaiolo non deve essere inferiore al
più piccolo dei seguenti valori: il doppio dello spessore
Spessore minimo, in mm, di tubi sog-
del fondo o 25 mm.
getti a pressione interna di caldaie cilin-
driche e caldaie a tubi d’acqua aventi 3.8.3 Fondi di caldaie cilindriche
l’impianto d’acqua d’alimento:
Lo spessore minimo dei fondi bombati e/o fondi piani non
A circuito chiuso tirantati delle caldaie cilindriche deve essere determinato
Diametro esterno A circuito aperto,
oppure a circuito applicando le prescrizioni in [3.4] e/o [3.5], come perti-
in mm non dotato di
aperto, ma dotato nente.
sistemazioni ido-
di sistemazioni
nee per ridurre la 3.8.4 Spessore minimo di fondi piani tirantati
idonee per ridurre
concentrazione
la concentrazione a) Lo spessore dei fondi piani sostenuti da tiranti o da
d’ossigeno
d’ossigeno flange deve essere non inferiore al valore t, in mm, cal-
dall’acqua
dall’acqua colato con la formula seguente:
< 38 1,8 2,9 100p 0 ,5
t = D -----------------------------------------
-
CC 1 K ( 1 + C 2 B 2 )
38 - 48,3 2,0 2,9
essendo:
51 - 63,5 2,4 2,9
B : t1/t = rapporto tra lo spessore delle grandi
70 2,6 3,2 rosette o delle eventuali lamiere di doppia-
76,1 - 88,9 2,9 3,2 tura e lo spessore del fondo. Il valore di B
deve essere assunto non inferiore a 0,67 e
101,6 - 127 3,6 - non superiore a 1

Regolamenti RINA 2005 69


Parte C, Cap 1, Sez 3

K : Sollecitazione ammissibile, in N/mm2, otte- • Nella zona di fondo compresa tra i tiranti e il con-
nuta come specificato in [3.2] torno, ove generalmente il fondo è raccordato con
una flangia o con un profilato oppure collegata con
C : C = 1 se il fondo non è esposto alle
fiamme altri elementi della caldaia:

C = 0,88 se il fondo è esposto alle fiamme D : Diametro, in mm, della circonferenza


più grande passante per non meno di tre
C1 : C1 = 462 se i tiranti sono saldati punti di sostegno, essendo questi ultimi
centri di tiranti oppure punti di tangenza
C1 = 704 se la lamiera è sostenuta da
della circonferenza suddetta con la linea
flange, o sistemazione equivalente
di contorno. Al fine di stabilire il sud-
C2 : C2 = 0 quando non esistono lamiere di detto diametro, dovrà essere delineato il
doppiatura contorno della parte considerata all’ini-
zio della curva di flangiatura o di rac-
C2 = 0,85 quando esiste una doppiatura
completa adeguatamente collegata alla cordo, se il raggio interno di tale curva è
lamiera di base uguale o inferiore a 2,5 volte lo spessore
del fondo piano, o a tale distanza (di 2,5
Il valore di D deve essere assunto in accordo con volte lo spessore del fondo piano) dalla
quanto stabilito qui di seguito: intersezione ideale con altre superfici, se
• Nella zona di fondo entro i tiranti: il raggio suddetto è maggiore (Vedere
Fig 14.
D : Diametro, in mm, della circonferenza
più grande passante per il centro di b) Nell’applicazione delle formule per il calcolo dello
almeno tre tiranti e non racchiudente spessore dei fondi oggetto del presente punto [3.8.4],
altri tiranti, nel caso di distribuzione deve sempre essere considerato il caso più sfavorevole
irregolare dei tiranti (vedere Fig 14); nel quale possa trovarsi una parte del fondo.
oppure
c) Nel caso di punti di sostegno diversi tra loro, il valore di
(a2+b2)0,5 nel caso di distribuzione rego-
C1 deve essere assunto uguale alla media aritmetica dei
lare dei tiranti, considerando il caso più
sfavorevole, valori di C1 corrispondenti ai singoli punti di sostegno.

essendo: d) Lo spessore ottenuto con la formula in a) è uno spessore


“netto”, poiché non comprende alcuna costante di cor-
a : Distanza fra due file succes- rosione. A meno che un valore più alto non sia concor-
sive di tiranti, in mm
dato nella specifica contrattuale, lo spessore ottenuto
b : Passo dei tiranti, in una con la formula precedente deve essere aumentato di 1
stessa fila, in mm. mm. Vedere anche [3.3.7]

Figura 14

LA DELIMITAZIONE DI OGNI AREA CARICATA


DEVE TERMINARE IN CORRISPONDENZA DEL
CENTRO DEL CIRCOLO TRACCIATO PER I 3
PUNTI DI SUPPORTO
RAGGIO

70 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 3

3.8.5 Focolari 3.8.9 Piastre tubiere piane in fasci tubieri


a) In genere lo spessore minimo dei focolari deve essere Lo spessore delle parti di piastre tubiere piane comprese nel
calcolato applicando una norma unificata riconosciuta fascio tubiero e sostenute da tubi tiranti deve essere non
accettabile dalla Società per il calcolo di serbatoi sog- inferiore al valore t, in mm, calcolato con la formula
getti a pressione esterna. seguente:
b) Tuttavia gli spessori minimi dei focolari e dei fondi delle p 0 ,5
t = s ⎛ ------------⎞
camere di combustione delle caldaie a tubi di fiamma ⎝ 2 ,8K⎠
non devono essere inferiori ai valori t ottenuti con le for-
essendo:
mule in [3.8.6], [3.8.7] e [3.8.8].
p : Pressione di progetto, in MPa
c) Lo spessore dei focolari non deve essere inferiore a 8
K : Sollecitazione ammissibile, in N/mm2, ottenuta
mm ed i tiranti devono essere sistemati in modo tale che
come specificato in [3.2]
lo spessore non superi 22 mm.
s : Valore massimo dei passi medi dei tubi tiranti ai
d) Gli spessori ottenuti per i focolari con le formule in vertici di un quadrilatero di lamiera, in mm.
[3.8.6], [3.8.7], [3.8.8], [3.8.9] e [3.8.10] sono spes-
sori “netti”, poiché non comprendono alcuna costante 3.8.10 Piastre tubiere piane in camere di
di corrosione. A meno che un valore più alto non sia combustione di caldaie verticali
concordato nella specifica contrattuale della nave, gli Le piastre tubiere comprese nel fascio tubiero e soggette a
spessori ottenuti con la formule sopra citate devono simultanea compressione per la pressione agente nella
essere aumentati di 1 mm. Vedere anche [3.3.7]. camere di combustione devono avere uno spessore che
oltre che soddisfare alle prescrizioni in [3.8.9] deve essere
3.8.6 Focolari lisci, focolari con anelli di rinforzo e in ogni caso non inferiore al valore t, in mm, calcolato con
simili fondi delle camere di combustione
la formula seguente:
Lo spessore minimo t, in mm, dei focolari lisci, focolari con
anelli di rinforzo e fondi di camere di combustione non pls 1
t = ----------------------------------
-
deve essere inferiore al valore calcolato con la formula 1 ,78 ( s 1 – d )K
seguente: essendo:
pD E L l : Altezza della camera di combustione, in mm
t = ------------------
- + ----------
0 ,28R m 286 s1 : Passo orizzontale dei tubi, in mm
essendo: d : Diametro interno dei tubi lisci, in mm
p : Pressione di progetto, in MPa Per il significato degli altri simboli, vedere [3.8.9].
Rm : Valore del carico unitario di rottura per tra- 3.8.11 Piastre tubiere al di fuori dei fasci tubieri
zione, in N/mm2 Per le parti di piastre tubiere piane al di fuori dei fasci
DE : Diametro esterno del focolare, in mm tubieri, si applica la formula in [3.8.4], assumendo per i
L : Lunghezza del focolare o spaziatura fra gli coefficienti C1 e C2, i valori seguenti:
anelli di rinforzo, in mm. C1 : 390
C2 : 0,55
3.8.7 Focolari ondulati o con nervature di rinforzo
Le doppiature sono ammesse solo nelle piastre tubiere non
Lo spessore minimo dei focolari t, in mm, ondulati o con
costituenti camera di combustione.
nervature di rinforzo non deve essere inferiore al valore cal-
colato con la formula seguente: 3.8.12 Piastre tubiere non sopportate da tiranti
pD Le piastre tubiere non sostenute da tubi tiranti come, per
t = ----------E-
CR m esempio, negli scambiatori di calore, saranno oggetto di
particolare considerazione da parte della Società (vedere
essendo:
anche [3.10.1].
DE : Diametro dell’involucro al fondo dell’ondula-
zione o esternamente nei tratti lisci, in mm 3.8.13 Dimensioni dei tiranti e dei tubi tiranti
C : 0,26 per focolari ondulati a) Il diametro dei tiranti a sezione circolare piena non
deve essere inferiore al valore d calcolato con la for-
0,28 per focolari con nervature.
mula seguente:
Per il significato degli altri simboli, vedere [3.8.6].
pA 0 ,5
d = ⎛ -------⎞
3.8.8 Focolari emisferici ⎝ K⎠
Lo spessore minimo t, in mm, dei focolari emisferici non essendo:
deve essere inferiore al valore calcolato con la formula d : Diametro minimo, in mm, del tirante misu-
seguente: rato per tutta la sua lunghezza.
pD A : Area della superficie sostenuta dal tirante, in
t = ----------E
120 mm2
Per il significato dei simboli, vedere [3.8.6]. K : Rm/7

Regolamenti RINA 2005 71


Parte C, Cap 1, Sez 3

Rm : Minimo carico unitario di rottura per tra- • Nel caso in cui il numero dei tiranti sia dispari:
zione del materiale impiegato per i tiranti,
pL ( L – s )l n + 1
in N/mm2. t = ------------------------2- ⋅ -------------
0 ,25R m a n
La sezione circolare dei tubi tiranti deve essere equiva-
• Nel caso in cui il numero dei tiranti sia pari:
lente a quella dei tiranti a sezione piena sostenenti la
stessa area, il cui diametro sia stato calcolato con la for- pL ( L – s )l n + 2
t = ------------------------2- ⋅ -------------
mula precedente. 0 ,25R m a n + 1

I tiranti obliqui rispetto alla superficie da sostenere


essendo:
devono avere diametro adeguatamente aumentato in
relazione alla componente dello sforzo normale alla p : Pressione di progetto, in MPa
lamiera.
a : Altezza della piastra nella parte centrale, in mm
b) Nel caso di tiranti snodati, dovranno essere ben curati i L : Lunghezza del cavalletto fra gli appoggi, in mm
particolari della snodatura, assumendo per gli elementi
della snodatura medesima un coefficiente di sicurezza s : Passo dei tiranti, in mm
rispetto al valore di Rm sopra definito non inferiore a 5
l : Distanza fra mezzeria e mezzeria dei cavalletti,
ed un sovraspessore di 2 mm per tener conto dell’usura. in mm
Lo snodo deve essere del tipo a forchetta e deve avere, n : Numero dei tiranti nel cavalletto.
nei fori, un gioco non maggiore di 1,5 mm. Il perno a
spina deve essere serrato il più possibile contro le Rm : Valore del minimo carico unitario di rottura per
guance della forchetta e deve avere la sezione non trazione del materiale impiegato per le piastre,
minore dell’80% della sezione del tirante. La larghezza in N/mm2.
delle parti intorno ai fori deve essere non minore di 13
Le formule suddette si riferiscono al caso usuale in cui:
mm.
a) I tiranti siano uniformemente distribuiti nella lunghezza
c) Se i tiranti hanno le estremità foggiate a flangia, per L.
essere collegate alla lamiera, lo spessore della flangia
deve essere non minore della metà del diametro del b) La distanza tra gli appoggi dei tiranti esterni sia inferiore
tirante. o uguale al passo uniforme s.

d) Per i collegamenti saldati dei tiranti alle piastre tubiere, c) Se i cieli delle camere di combustione sono raccordati
vedere Fig 29. ai fianchi con parti curve di raggio esterno minore di
0,5⋅l, la distanza dei cavalletti di estremità dall’interno
della superficie dei fianchi non sia superiore a l.
3.8.14 Costruzione dei tiranti e tubi tiranti
d) Se il raggio di curvatura citato in c) è maggiore di 0,5⋅l,
a) Per le lamiere esposte alle fiamme, devono essere evi-
la distanza dei cavalletti di estremità dall’origine del
tate in generale le doppiature.
raccordo non sia superiore a 0,5⋅l.
b) I tiranti devono essere disposti, per quanto possibile, in In casi diversi, deve essere eseguito un calcolo diretto, assu-
direzione normale alla superficie che essi sostengono. mendo un coefficiente di sicurezza non inferiore a 5,
rispetto al valore del minimo carico di rottura Rm sopra defi-
c) I tiranti lunghi nelle caldaie a doppio fronte e, in gene-
nito.
rale, i tiranti lunghi più di 5 m devono essere sostenuti a
metà lunghezza.
3.8.16 Anelli flangiati
d) L’eventuale maggiore spessore all’estremità dei tubi Lo spessore degli anelli flangiati che collegano l’involucro
tiranti deve essere ottenuto per ricalcamento di mate- al focolare delle caldaie ausiliarie verticali (vedere Fig 15),
riale e non con riporto di materiale mediante saldatura. quando queste ultime sopportano il peso dell’acqua gra-
vante sul focolare, deve essere non inferiore al valore t, in
e) Dopo l’operazione di ricalcatura, le estremità dei tubi
mm, calcolato con la seguente formula:
tiranti devono essere ricotte.
t = [ 1 ,02 ⋅ 10 –3 ⋅ pD A ⋅ ( D A – d A ) ]
0 ,5
+1
3.8.15 Armature a cavalletto
essendo:
Se i cieli delle camere di combustione, o altre analoghe
superfici, sono rinforzati da armature costituite da cavalletti p : Pressione di progetto, in MPa
a sezione rettangolare con relativi tiranti, lo spessore DA : Diametro interno dell’involucro della caldaia,
dell’unica piastra o lo spessore complessivo delle piastre in mm
costituenti il cavalletto, nella parte centrale, deve essere
non inferiore al valore t, in mm, calcolato, come qui di dA : Diametro interno del focolare nella parte infe-
seguito indicato, adottando la formula pertinente in rela- riore in corrispondenza all’anello flangiato, in
zione al numero di tiranti. mm

72 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 3

Figura 15 : Anello flangiato 3.9 Bombole per gas compressi

3.9.1 Generalità
a) Le prescrizioni seguenti si applicano alle bombole desti-
FOCOLARE nate a contenere gas compressi e/o liquefatti a tempera-
tura ambiente, costruite con procedimenti che non
prevedono l’impiego della saldatura.
INVOLUCRO b) In genere, tali bombole devono avere diametro esterno
DELLA CALDAIA non superiore a 420 mm, lunghezza non superiore a
ANELLO 2000 mm e capacità non superiore a 150 I (Vedere
FLANGIATO anche [2.6.1]).
c) Per le bombole di capacità e dimensioni superiori ai
limiti suddetti, le norme seguenti potranno essere appli-
cate a giudizio della Società.

3.9.2 Involucro cilindrico


Lo spessore dell’involucro cilindrico deve essere non infe-
riore al valore t, in mm, calcolato con la formula seguente:

pH DE
t = -------------------
-
2K + p H

essendo:
pH : Pressione di prova idrostatica, in MPa. Tale
pressione deve essere uguale a 1,5 volte la pres-
sione di taratura delle valvole di sicurezza con
le seguenti eccezioni:
• 25 MPa per bombole contenenti CO2
3.8.17 Tubi di fumo
• Per bombole contenenti fluidi frigoriferi, la
a) Lo spessore dei tubi di fumo, soggetti a pressione pressione di prova idrostatica è data in
esterna, delle caldaie cilindriche deve essere non infe- Parte F, Capitolo 8.
riore al valore t, in mm, calcolato con la formula DE : Diametro esterno dell’involucro cilindrico, in
seguente:
mm
pd K : RS,MIN /1,3
t = ------------------- + 1 ,8
0 ,15R m
RS,MIN : Valore del minimo carico unitario di snerva-
essendo: mento del materiale impiegato (ReH), o del
carico al quale corrisponde un allungamento
p : Pressione di progetto, in MPa
permanente dello 0,2% (Rp0,2), riferito alla tem-
d : Diametro esterno del tubo, in mm peratura ambiente, in N/mm2. In nessun caso si
deve assumere RS,MIN superiore a:
Rm : Minimo carico unitario di rottura del mate-
riale del tubo, in N/mm2 • 0,75 Rm per acciai normalizzati
In nessun caso lo spessore dei suddetti tubi deve essere • 0,90 Rm per acciai bonificati.
inferiore a 3 mm.
3.9.3 Fondi bombati
b) I valori di t calcolati con la formula suddetta sono da
considerarsi come valori teorici per tubi diritti e senza I fondi bombati devono soddisfare alle seguenti condizioni:
tener conto della tolleranza di lavorazione. Pertanto nel a) Fondi emisferici: lo spessore dei fondi deve essere non
caso in cui i tubi non siano garantiti precisi, lo spessore inferiore al valore per involucri sferici dato dalla for-
calcolato con la formula in a) deve essere aumentato mula in [3.3.3].
del 12,5% per tener conto delle tolleranze di lavora-
zione. Per tubi piegati lo spessore della parte più sottile b) Fondi bombati verso l’esterno: vedere Fig 16.
della piegatura non deve risultare inferiore al valore cal- c) Fondi bombati verso l’interno: vedere Fig 17.
colato con la formula suddetta.
d) Fondi con aperture: vedere Fig 18.
c) Qualora durante l’esercizio possano verificarsi corro-
e) Altri tipi di fondi saranno oggetto di particolare conside-
sioni ed erosioni anormali, il valore della costante 1,8
razione, caso per caso, da parte della Società.
nella formula potrà essere aumentato a discrezione
della Società.

Regolamenti RINA 2005 73


Parte C, Cap 1, Sez 3

Figura 16 : Fondi bombati verso l’esterno

t t

t t
r r

t2
t2
H

H
0,5DE 0,5DE
t t

t t
h1
h1

t1 t1
r r
t2
t2

H
H

0,5DE 0,5DE

H/DE ≥ 0,20 r ≥ 0,0075 DE t 1 ≥ 1,25 t t 2 ≥ 1,5 t h1 ≥ 6 t

74 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 3

Figura 17 : Fondi bombati verso l’interno 3.10 Scambiatori di calore

0,5 D E 3.10.1 Dimensioni


a) I recipienti devono essere dimensionati in accordo con
t
le prescrizioni pertinenti in [3.3] e [3.4].
b) I tubi devono essere dimensionati in accordo con le pre-
scrizioni in [3.7.5].
c) Le piastre tubiere devono essere dimensionate in
t accordo con una norma riconosciuta accettabile dalla
Società.

3.10.2 Scambiatori di calore per olio diatermico


Le prescrizioni in [3.10.1] si applicano anche agli scambia-
h1

tori di calore per olio diatermico. Tuttavia, indipendente-


mente dallo spessore ottenuto mediante la formula in
[3.7.5], lo spessore dei tubi dei riscaldatori per olio diater-
mico a combustibile liquido e gas di scarico non deve
essere inferiore ai valori indicati nella Tab 15.
t1
t2

Tabella 15 : Spessore minimo dei tubi degli


r
scambiatori di calore per olio diatermico
h2
t3

Spessore minimo, in mm, dei tubi soggetti


t1 > 1,7 t t2 > 2 t t3 > 2 t Diametro a pressione interna dei riscaldatori per olio
esterno in mm diatermico a combustibile liquido o gas di
h1 > 6 t h2 > 0,12 DE r > 0,075 DE
scarico
< 63,5 2,4
70 - 89 2,9

Figura 18 : Fondi con aperture > 89 3,6

4 Progetto e costruzione - Formatura e


saldatura

4.1 Generalità
4.1.1 Materiale base
a) Le prescrizioni seguenti si applicano a caldaie e reci-
pienti in pressione costruiti in acciaio saldabile.
b) La formatura e saldatura di recipienti costruiti in altri
materiali sarà oggetto di considerazioni speciali.

4.1.2 Saldatura
a) Le saldature devono essere effettuate usando procedi-
menti di saldatura approvati dalla Società.
b) Le saldature manuali e semiautomatiche devono essere
effettuate da mano d’opera autorizzata dalla Società.
c) Le condizioni di impiego dei procedimenti di saldatura,
gli impianti e la mano d’opera devono corrispondere a
quanto stabilito nelle rispettive approvazioni o autoriz-
zazioni.
d) Le prescrizioni seguenti si riferiscono a saldature effet-
tuate a mezzo di procedimenti di saldatura all’arco elet-
trico ordinari o speciali.

4.1.3 Taglio delle lamiere


a) Le lamiere devono essere tagliate alla fiamma, mediante
lavorazione di macchina o combinazione di entrambi i
processi. Per lamiere di spessore inferiore a 25 mm, la
tranciatura a freddo è ammessa con la riserva che il

Regolamenti RINA 2005 75


Parte C, Cap 1, Sez 3

bordo tranciato sia rimosso mediante lavorazione mec- 4.2 Progetto delle saldature
canica o molatura per una larghezza pari ad almeno un
quarto dello spessore della lamiera, ma non meno di 3 4.2.1 Giunti saldati principali
mm.
a) Tutti i giunti delle parti in pressione delle caldaie e dei
b) Se necessario, un opportuno preriscaldo deve essere recipienti in pressione di Classe 1 e 2 devono essere sal-
effettuato per il taglio alla fiamma di lamiere in acciai dati testa a testa a piena penetrazione con l’eccezione
legati. delle saldature che uniscono i fondi piani o le piastre
c) I bordi delle lamiere tagliate devono essere esaminati tubiere agli involucri per i quali saldature a penetra-
per la presenza di laminazioni, cricche o altri difetti che zione parziale o saldature d’angolo possono essere
possano avere un effetto negativo sul loro uso. accettabili.
b) I giunti dei recipienti in pressione di Classe 3 sono
4.1.4 Formatura delle lamiere
anche soggetti alle prescrizioni di cui in a). Tuttavia col-
a) Il processo di formatura deve essere tale da non avere legamenti di fondi bombati ad involucri cilindrici
un’influenza negativa sulla qualità del materiale. La mediante saldatura a sovrapposizione possono essere
Società si riserva il diritto di richiedere l’esecuzione di accettati. La Fig 19 mostra alcuni particolari accettabili
prove che dimostrino la validità del processo adottato. di giunti saldati circonferenziali a sovrapposizione per
Non è permessa la formatura mediante martellamento. recipienti in pressione di Classe 3.
b) A meno che non sia altrimenti giustificato, le lamiere
formate a freddo devono essere sottoposte ad un appro- Figura 19 : Esempi di giunti saldati a sovrapposizione
priato trattamento termico se il rapporto del diametro accettabili
interno dopo la formatura rispetto allo spessore della
lamiera è inferiore a 20. Tale trattamento termico può
essere effettuato dopo saldatura.
c) Se la formatura a caldo non è stata effettuata entro un
campo di temperatura adeguato, prima o dopo la salda-
tura le lamiere formate a caldo devono essere normaliz-
zate o sottoposte ad un altro trattamento termico che sia
adatto per il loro tipo d’acciaio.
d) Le lamiere che sono state preventivamente unite
mediante saldatura testa a testa, possono essere formate
rispettando le condizioni seguenti:
• Formatura a caldo:
dopo formatura i giunti saldati devono essere sotto-
posti ad esame mediante raggi X, o metodo equiva-
lente. Inoltre dovranno essere eseguite prove
meccaniche su un campione di saldatura sottoposto
allo stesso trattamento termico.
• Formatura a freddo
la formatura a freddo è ammessa solamente per
lamiere aventi spessore non superiore a:
• 20 mm per acciai con valore del minimo carico
unitario di rottura per trazione Rm compreso fra
360 N/mm2 e 410 N/mm2
I particolari (b) e (c) possono essere usati solamente per recipienti
• 15 mm per acciai con Rm compreso tra 460 in pressione aventi un diametro interno inferiore a 600 mm.
N/mm2 e 510 N/mm2, nonché per acciai 0,3Mo,
1Mn0,5Mo, 1Mn0,5MoV e 0,5Cr0,5Mo. 4.2.2 Saldature longitudinali e circonferenziali degli
involucri
La formatura a freddo non è permessa per acciai
1Cr0,5Mo e 2,25Cr1Mo. I giunti testa-testa longitudinali e circonferenziali devono
essere saldati da entrambi i lati delle lamiere. Saldature da
• I rinforzi saldati devono essere accuratamente
una parte soltanto possono essere permesse solo quando è
molati prima della formatura,
provato che il procedimento di saldatura adottato permette
• Un trattamento termico appropriato deve essere di ottenere la piena penetrazione ed un fondo del giunto
effettuato, dopo la formatura per gli acciai di tipo: sano. Se è usato un sostegno per la saldatura, esso deve
460 N/mm2, 510 N/mm2, 0,3Mo, 1Mn0,5Mo, essere rimosso dopo la saldatura e prima dei controlli non
1Mn0,5MoV e 0,5Cr0,5Mo se il rapporto tra il dia- distruttivi. Tuttavia il sostegno può essere lasciato in giunti
metro interno e lo spessore è inferiore a 36. circonferenziali di recipienti in pressione di Classe 2 di
• Dopo formatura i giunti devono essere sottoposti ad spessore non superiore a 15 mm e in giunti di recipienti in
esame mediante raggi X o metodo equivalente e ad pressione di Classe 3, purché il materiale del sostegno non
esame magnetoscopico o con liquidi penetranti. sia tale da avere un’influenza negativa sulla saldatura.

76 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 3

4.2.3 Lamiere di spessore differente nelle sue immediate vicinanze deve essere evitato.
a) Qualora lamiere, aventi spessore differente per più di 3 Qualora ciò non sia possibile, le saldature per il colle-
mm, vengano saldate testa-testa, la lamiera più spessa gamento degli accessori devono intersecare completa-
deve essere rastremata con continuità per una lun- mente la saldatura principale, piuttosto che fermarsi di
ghezza pari ad almeno 4 volte la differenza di spessore, colpo su di essa o nelle sue immediate vicinanze.
compresa la larghezza della saldatura. Per giunti longi- b) Le aperture intersecanti giunti principali o nelle loro
tudinali la rastremazione deve essere fatta simmetrica- immediate vicinanze devono essere evitate per quanto
mente dalle due parti della lamiera in modo da possibile.
permettere l’allineamento delle linee di mezzeria delle
c) Le doppiature per il collegamento di accessori, quali
due lamiere.
piastre o supporti di fissaggio devono avere una dimen-
b) Se il giunto deve essere sottoposto a controlli radiogra- sione sufficiente ad assicurare un’adeguata distribu-
fici, lo spessore della lamiera più spessa deve essere zione dei carichi sulle parti in pressione, in particolari le
ridotto a quello della lamiera più sottile per una doppiature devono avere angoli ben arrotondati.
distanza di almeno 30 mm dal giunto. Devono essere evitati i collegamenti diretti all’involucro
del recipiente di accessori quali scale e piattaforme che
4.2.4 Fondi bombati
potrebbero impedirne le libere contrazioni ed espan-
a) Il giunto di collegamento fra i fondi emisferici e gli invo- sioni.
lucri cilindrici deve essere effettuato su un piano paral-
lelo a quello del circolo più grande perpendicolare d) I collegamenti saldati di branchetti ed altri accessori,
all’asse dell’involucro ed ad una distanza da tale piano con o senza compenso locale, devono essere di tipo,
tale che la rastremazione dell’involucro eseguita come dimensioni e preparazione idonei e in accordo con i
indicato in [4.2.3] sia completamente contenuta nella piani approvati.
emisfera.
4.2.7 Collegamento dei tiranti alle piastre tubiere
b) Nei fondi torosferici, costruiti in parti collegate
a) Quando i tiranti sono saldati, l’area della sezione della
mediante saldatura, non sono normalmente ammessi
saldatura deve essere pari ad ameno 1,25 volte l’area
giunti saldati lungo un parallelo alla zona torica e ad
della sezione del tirante.
una distanza inferiore a 50 mm dall’inizio di detta zona
torica. b) L’area della sezione della saldatura all’estremità dei tubi
tiranti deve essere non meno di 1,25 volte l’area della
4.2.5 Posizione delle saldature sezione del tubo tirante.
La posizione dei giunti saldati principali deve essere scelta
in modo tale che detti giunti non siano sottoposti ad 4.2.8 Tipi di saldatura
apprezzabili sollecitazioni a flessione. Le Fig 20, Fig 21, Fig 22, Fig 23, Fig 24, Fig 25, Fig 26,
Fig 27, Fig 28 e Fig 29 indicano il tipo e le dimensioni di
4.2.6 Accessori e branchetti alcuni tipici collegamenti saldati di recipienti in pressione.
a) Il collegamento di accessori mediante saldatura che Tipi alternativi di saldature e dimensioni saranno oggetto di
intersechi una saldatura principale dell’involucro o considerazioni speciali da parte della Società.

Regolamenti RINA 2005 77


Parte C, Cap 1, Sez 3

Figura 20 : Tipi di giunti per fondi piani non tirantati (1)

(a) (b)

(c) (d)

(D)

(e) (f)

78 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 3

Figura 21 : Tipi di giunti per fondi piani non tirantati (2)

25˚
25˚
3mm

r = 5mm

3mm
10 mm Tipo di giunto permesso
solo se saldato in piano.
Prima della saldatura l'involucro
deve essere piegato sopra il fondo

(g)
(h)
25

1.5t Prima della saldatura


t l'involucro deve essere
piegato sopra il fondo

(i)
t
t

(k)
(j)

Regolamenti RINA 2005 79


Parte C, Cap 1, Sez 3

Figura 22 : Tipi di giunti per branchetti ed anelli di rinforzo (1)

valore maggiore
scegliendo il
t 2 /3 o 66mm
Quando t 1 è maggiore di 16mm
usare preferibilmente lo
schizzo (a)

a = t /10 o 6 mm, scegliendo


il valore maggiore

(a) (b)

ANELLO DI SOSTEGNO
t/3 o 6mm * Acciaio dolce
Comunemente usato quando scegliendo il * Sistemato accuratamente
valore maggiore * Da rimuovere dopo ultimata
t 2 <1/2 t
la saldatura a meno che non sia
permesso lasciarlo in posto
* Dopo rimozione dell'anello
il fondo della saldatura deve
essere lavorato a macchina
a paro; l'assenza di difetti da
(d) accertare mediante idonea
(c) prova non distruttiva.

Figura 23 : Tipi di giunti per branchetti ed anelli di rinforzo (2)


t (*) t/3 o 6mm t
scegliendo il
valore maggiore

t t
(*)

(*)

t
t

Vedi lo schizzo (a)


(e) (f)
t
t

90°

t
(g)

90°

(h) (i)

(j)

80 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 3

Figura 24 : Tipi di giunti per branchetti ed anelli di riforzo (3)


t t

Da usare solo per branchetti


di piccolo spessore e diametro

≥t ≥t

≥t

≥t

≥ 0,7 t
(k) (l)

t t

t/3 o t/3 o
6 mm 6 mm
≥t ≥t

scegliendo il scegliendo il
valore maggiore valore maggiore

(m) (n)

t t

t/3 o t/3 o
6 mm 6 mm
≥t ≥ t

scegliendo il scegliendo il
valore maggiore valore maggiore

≥ 0,7 t
(o) (p)

Regolamenti RINA 2005 81


Parte C, Cap 1, Sez 3

Figura 25 : Tipi di giunti per branchetti (4)

t t

t
(q) (r) Da rimuovere con mezzi
meccanici dopo la saldatura

(s) Da rimuovere con mezzi


meccanici dopo la saldatura

Nota: Qualora vengano effettuati i collegamenti di cui alla Fig 25, occorre ispezionare accuratamente l’involucro onde accertare l’assenza di
laminazioni.

Figura 26 : Tipi di collegamenti di flange a branchetti

t o 5mm
scegliendo il
(a) (b) valore maggiore

t o 5mm t o 5mm
(c) (d) scegliendo il scegliendo il
valore maggiore valore maggiore
valore maggiore
valore maggiore

scegliendo il
1,5 t o 6mm
scegliendo il
1,5t o 6mm

IV IV

1,5 t o 6mm
(e) (f) scegliendo il
valore maggiore

t o 5mm
scegliendo il
valore maggiore

(g)

82 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 3

Figura 27 : Tipi di giunti di piastre tubiere con involucri

0 - 3 mm
0,7 t

t
t

0,7 t

(a) (b)
t/ 3 o 6mm
scegliendo il
valore maggiore
t

(c)

Figura 28 : Tipi di giunti di piastre tubiere con involucri (2)

Quando (t 1- t 2) > 3mm Quando (t 1- t 2) > 3mm


≥4 ≥ 0,7 t ≥4
1 1
t1

t1
t2

t2

≥ 0,7 t

(d) (e)

Quando (t1 - t 2 ) > 3mm


≥4 70°
1 a
t1
t2

60°

a = t/3 o 6mm
(g)
scegliendo il valore maggiore
(f)

La preparazione indicata negli schizzi (d), (e) ed (f)


t

deve essere usata quando il giunto è accessibile


Qualsiasi saldatura a piena soltanto dall'esterno
penetrazione convenzionale

(h)

Regolamenti RINA 2005 83


Parte C, Cap 1, Sez 3

Figura 29 : Tipi di collegamenti di tiranti e tubi tiranti

1,5 mm
1,5 mm 1,5 mm
a = d/4 a = d/5
1,5 mm

40˚

d
d

a
a

(a) (b) (c)

6 mm 6 mm

a = d/3 1,5 mm a = d/5 1,5 mm

a
d
a
d

t t
t1 > 0,75 t t 1 > 0,75 t
(d) (e)
t1/3 t1/3

t + 3 mm 3 mm
t
t

(f) (g)

4.3 Prescrizioni varie aggiuntive sulla tura per rimuovere ogni traccia di materiali estranei,
costruzione e saldatura quali ruggine, scaglie, olio, grasso, pittura.
b) Se metallo d’apporto deve essere depositato su una
4.3.1 Posizione di saldatura superficie già saldata, tutte le scorie od ossidi devono
essere eliminati per impedire inclusioni.
a) Per quanto possibile le saldature devono essere effet-
tuate in posizione orizzontale e devono essere previste 4.3.3 Protezione contro condizioni meteorologiche
avverse
metodologie affinché tale prescrizione possa essere
applicata durante l’effettuazione di saldature circonfe- a) Le saldature dei recipienti in pressione devono essere
renziali. effettuate lontano da flussi d’aria in posizioni riparate da
freddo e pioggia.
b) Qualora la saldatura non possa essere effettuata in tale b) A meno che non sia data particolare giustificazione,
posizione, le prove di qualifica per il procedimento di nessuna saldatura deve essere effettuata se la tempera-
saldatura e per il saldatore devono tenerne conto. tura del materiale base è inferiore a 0 °C.

4.3.2 Pulizia delle parti da saldare 4.3.4 Interruzione delle saldature


Se, per qualsiasi ragione, la saldatura è interrotta, partico-
a) Le parti da saldare devono essere pulite accuratamente lare cura si deve avere nell’ottenere una completa fusione
per una distanza di almeno 25 mm dai lembi di salda- alla partenza dopo l’interruzione.

84 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 3

4.3.5 Saldatura di ripresa lucro potranno essere richiesti dal Tecnico, se ritenuto
Se è prevista una saldatura di ripresa, essa deve essere effet- necessario.
tuata dopo un’adeguata scriccatura o scalpellatura alla e) Accessori quali doppiature, squadre e rinforzi devono
radice del primo cordone di saldatura, tranne il caso in cui essere tali da sposare opportunamente la superficie alla
il procedimento di saldatura adottato non preveda tale ope- quale devono essere collegati.
razione.

4.3.6 Aspetto dei giunti saldati 4.5 Tolleranze dopo la costruzione


a) I giunti saldati devono avere una superficie liscia senza 4.5.1 Generalità
sottospessori; il loro raccordo con le superficie adia- Le dimensioni e la forma dei recipienti devono essere con-
centi delle lamiere devono essere graduali e senza inci- trollati dopo la saldatura per verificare la conformità al pro-
sioni o simili difetti. getto tenendo conto delle tolleranze qui di seguito indicate.
b) Il sovraspessore dei giunti testa-testa da entrambi i lati La Società si riserva il diritto di fissare tolleranze più restrit-
della lamiera non deve eccedere gli spessori seguenti: tive per recipienti soggetti a carichi speciali.
• 2,5 mm per lamiere di spessore non superiore a 12 Ogni difetto di forma deve essere graduale e non devono
mm, esservi appiattimenti in corrispondenza dei giunti saldati.
• 3 mm per lamiere di spessore maggiore di 12 mm e Le misure vanno prese in corrispondenza delle superfici
minore di 25 mm, delle lamiere e non in corrispondenza delle saldature o
• 5 mm per lamiere di spessore non inferiore a 25 altre parti rilevate.
mm.
4.5.2 Rettilineità
4.4 Preparazione delle parti da saldare La rettilineità degli involucri cilindrici deve essere tale che
la loro deviazione dalla linea retta non superi lo 0,6% della
4.4.1 Preparazione dei lembi da saldare loro lunghezza con un massimo di 15 mm ogni 5 m di lun-
a) I cianfrini e le altre preparazioni dei lembi da saldare ghezza.
devono essere effettuati mediante lavorazione di mac-
4.5.3 Mancanza di circolarità
china, scalpellatura o molatura. Il taglio alla fiamma
può essere accettato purché le zone eventualmente a) La mancanza di circolarità degli involucri cilindrici
danneggiate da tale operazione siano rimosse mediante deve essere misurata sul recipiente sistemato o vertical-
lavorazione di macchina, scalpellatura o molatura. Se mente od orizzontalmente. In questo secondo caso, le
necessario, nel caso di acciai legati deve essere previsto misure dei diametri devono essere ripetute dopo aver
un adeguato preriscaldo prima del taglio alla fiamma. ruotato l’involucro di 90° intorno al suo asse e la man-
canza di circolarità deve essere calcolata come la
b) I lembi preparati devono essere accuratamente control-
media delle due misurazioni.
lati per accertare che non esistano difetti che possano
avere un’influenza negativa sulla saldatura. b) Per ogni sezione trasversale, la differenza tra il massimo
ed il minimo diametro non deve superare l’1% del dia-
4.4.2 Assemblaggio delle parti da saldare metro nominale D, con un massimo di:
a) L’assemblaggio delle parti da saldare deve essere tale (D + 1250)/200, essendo D espresso in mm.
che il disallineamento delle superfici di lamiera non Tale limite può essere aumentato di non più dello 0,2%
superi: del diametro interno dell’involucro nel caso di reci-
• 10% dello spessore della lamiera con un massimo di pienti in pressione di grandi dimensioni. Ogni possibile
3 mm per giunti longitudinali, mancanza di circolarità, entro i limiti di cui sopra, deve
• 10% dello spessore della lamiera più 1 mm con un essere graduale e non sono ammesse deformazioni
massimo di 4 mm per giunti circonferenziali. localizzate in corrispondenza dei collegamenti saldati.
b) Per collegamenti longitudinali le linee mediane devono 4.5.4 Irregolarità
avere un disallineamento massimo entro il 10% dello Irregolarità del profilo degli involucri cilindrici, misurati
spessore della lamiera più sottile con un massimo di 3 con un calibro di 20°, non devono superare il 5% dello
mm. spessore della lamiera più 3 mm. Tale valore può essere
c) Le lamiere da saldare devono essere tenute in posizione aumentato del 25% se la lunghezza dell’irregolarità non
con metodi adeguati ad impedirne la deformazione supera 1/4 della distanza fra due cordoni di saldatura cir-
durante la saldatura. La sistemazione deve essere tale da conferenziali, con un massimo di 1 mm.
impedire che spostamenti delle posizioni relative delle
parti da saldare e disallineamenti dopo la saldatura 4.6 Preriscaldo
siano tali da superare i limiti sopra indicati.
d) Le saldature temporanee necessarie per l’assemblaggio 4.6.1
devono essere effettuate in modo da evitare il rischio di a) L’effettuazione della saldatura in condizioni di preri-
danneggiare l’involucro del recipiente. Queste saldature scaldo, da mantenere durante la saldatura stessa, può
devono essere rimosse con cura dopo la saldatura del essere richiesta dalla Società a suo giudizio tenuto
recipiente e prima di eventuali trattamenti termici. Con- conto delle diverse circostanze, quali tipo di acciaio,
trolli non distruttivi delle zone corrispondenti dell’invo- spessore del materiale base, procedimento e tecnica di

Regolamenti RINA 2005 85


Parte C, Cap 1, Sez 3

saldatura, condizioni di vincolo, effettuazione o meno nelle zone termicamente alterate sia nel materiale deposi-
di trattamento termico dopo saldatura. tato).
b) La temperatura di preriscaldo sarà ugualmente stabilita I recipienti in pressione e i tubi di Classe 3 e le parti ad essi
in relazione alle variabili di cui sopra. È comunque collegati non richiedono trattamenti termici di distensione,
richiesto un preriscaldo di circa 150 °C se l’acciaio è eccetto che in casi particolari.
del tipo 0,5 Mo oppure 1Cr 0,5 Mo e di circa 250 °C se
del tipo 2,25Cr 1Mo. 4.7.3 Procedimento di distensione
c) Tali prescrizioni si applicano anche a saldature interes- La temperatura del forno al momento dell’introduzione del
santi branchetti, accessori, tubi di vapore o altri tubi recipiente non deve essere superiore a 400 °C.
soggetti a condizioni di servizio importanti. a) La velocità di riscaldamento al di sopra dei 400 °C non
deve essere superiore a:
4.7 Trattamento termico di distensione 1) 220 °C all’ora se lo spessore massimo non è mag-
giore di 25 mm, oppure
4.7.1 Generalità
2) (5500/ tA) °C all’ora, con un minimo di 55 °C all’ora,
a) Quando richiesto, il trattamento termico di distensione se lo spessore massimo tA, in mm, è maggiore di 25
di un recipiente in pressione consiste di: mm.
• riscaldamento lento ed uniforme del recipiente fino b) La velocità di raffreddamento nel forno non deve essere
alla temperatura adeguata al tipo di acciaio, superiore a: .
• mantenimento di tale temperatura per una durata
1) 280 °C all’ora se lo spessore massimo non è mag-
determinata in rapporto allo spessore effettivo tA del
giore di 25 mm, oppure
recipiente ed al tipo dell’acciaio,
2) (7000/ tA) °C all’ora, con un minimo di 55 °C all’ora,
• raffreddamento lento del recipiente nel forno fino ad
se lo spessore massimo tA, in mm, è maggiore di 25
una temperatura non superiore a 400 °C, essendo il
mm.
raffreddamento successivo permesso fuori dal forno
in aria calma. Le temperature di distensione termica e la durata del mante-
nimento di queste temperature devono essere quelle indi-
b) Per quanto possibile, i recipienti in pressione devono
cate in Tab 17, salvo nei casi in cui valori diversi siano
essere trattati con una singola operazione. Tuttavia,
specialmente giustificati.
quando le dimensioni del recipiente sono tali da richie-
dere diverse operazioni, ci si deve assicurare che tutte le
Tabella 16 : Trattamento di distensione termica
parti del recipiente siano trattate in maniera soddisfa-
cente. In particolare, i recipienti cilindrici di grande lun-
Spessore al di sopra del
ghezza possono essere trattati in sezioni nei forni,
quale il è richiesto tratta-
purché la sovrapposizione fra le parti riscaldate sia mento termico dopo sal-
almeno di 1500 mm e le parti all’esterno dal forno siano datura (mm)
opportunamente coperte in modo da limitare il gra- Tipo
diente di temperatura entro valori accettablili. Recipienti in
pressione
Caldaie
4.7.2 Trattamento di distensione termica non esposti
alla fiamma
I recipienti in pressione di Classe 1 e 2, le caldaie e le parti
collegate, dopo effettuate tutte le saldature, comprese Rm = 360 N/mm2 tipo HA 14,5 14,5
quelle di collegamento dei branchetti e delle doppiature di Rm = 410 N/mm2 tipo HA
rinforzo e degli accessori in genere, devono di norma
essere sottoposti ad efficace trattamento termico di disten- Rm = 360 N/mm2 tipo HB 20 30
sione nei seguenti casi: Rm = 410 N/mm2 tipo HB
• Recipienti in pressione di Classe 1 e 2, contenenti fluidi Rm = 360 N/mm2 tipo HD 20 38
a temperatura non inferiore a quella ambiente, quando Rm = 410 N/mm2 tipo HD
lo spessore è maggiore di quello indicato Tab 16.
• Caldaie e generatori di vapore per spessori superiori a Rm = 460 N/mm2 tipo HB 20 25
20 mm o, a seconda del tipo di acciaio, per spessori Rm = 510 N/mm2 tipo HB
inferiori, come prescritto per i recipienti di Classe 1. Rm = 460 N/mm2 tipo HD 20 35
Applicazioni a temperature inferiori a quella ambiente e/o Rm = 510 N/mm2 tipo HD
acciai diversi da quelli sopra specificati saranno oggetto di 0,3Mo 20 20
speciale considerazione da parte della Società.
1Mn0,5Mo
Il trattamento termico di distensione non sarà richiesto 1Mn0,5MoV
quando la temperatura minima del fluido è maggiore di 0,5Cr0,5Mo
almeno 30 °C della temperatura della prova di resilienza
1Cr0,5Mo tutti tutti
Charpy KV specificata per l’acciaio; tale margine di tempe-
ratura deve risultare soddisfatto anche sui giunti saldati (sia 2,25Cr1Mo

86 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 3

Tabella 17 : Procedimento di distensione

Tempo per ogni 25 mm di spessore


Tipo Temperatura Tempo minimo
massimo
Acciai al carbonio 580-620 °C 1 ora 1 ora
0,3Mo 620-660 °C 1 ora 1 ora
1Mn0,5Mo
1Mn0,5MoV
0,5Cr0,5Mo
1Cr0,5Mo 620-660 °C 1 ora 2 ore
2,25Cr1Mo 600-750 °C (1) 2 ore 2 ore
(1) La temperatura deve essere scelta con una tolleranza di ± 20 °C, in questo campo di temperature al fine di ottenere le caratte-
ristiche meccaniche richieste

4.7.4 Alternative 4.8 Saggi di prova


Nel caso in cui, per ragioni particolari, il trattamento ter- 4.8.1 Saggi di prova dei giunti saldati
mico venga effettuato in condizioni diverse da quelle speci-
a) Saggi di prova di dimensioni sufficienti, dello stesso tipo
ficate in [4.7.2], tutti i particolari del trattamento proposto
dell’acciaio dell’involucro, devono essere sistemati ad
devono essere comunicati alla Società che si riserva il
ogni estremità dei giunti longitudinali di ciascun reci-
diritto di richiedere prove o ulteriori indagini che attestino
piente, così da poter essere saldati in prosecuzione.
l’efficacia di tale trattamento.
Non vi deve essere alcuna interruzione di metallo
d’apporto passando dal giunto al saggio.
4.7.5 Esecuzione del trattamento termico
b) Per i recipienti per i quali i giunti circonferenziali sono
I forni per il trattamento termico devono essere forniti di dello stesso tipo di quelli longitudinali, non è richiesto
idonee apparecchiature per regolare e registrare la tempera- saggio di prova relativo ai giunti circonferenziali. In
tura; le temperature devono essere rilevate sullo stesso reci- caso diverso, come pure quando il recipiente abbia solo
piente. L’atmosfera all’interno del forno deve essere giunti circonferenziali, deve essere preparato almeno un
controllata al fine di evitare anormali ossidazioni del reci- saggio di prova rappresentativo dei giunti circonferen-
piente. ziali, che deve essere saldato separatamente con lo
stesso procedimento di saldatura adottato per i giunti
4.7.6 Trattamento dei saggi di prova circonferenziali, nello stesso periodo e con stessa partita
di materiali d’apporto.
I saggi di prova devono essere normalmente trattati allo
c) I saggi devono essere irrigiditi al fine di ridurre le defor-
stesso tempo e nello stesso forno del recipiente.
mazioni durante la saldatura. Essi devono essere rad-
Quando non si può evitare un trattamento termico separato, drizzati prima del trattamento termico che deve essere
devono essere prese tutte le precauzioni necessarie per assi- effettuato nelle stesse condizioni del recipiente, vedere
curare che il trattamento termico dei saggi avvenga allo anche [4.7.6].
stesso modo del recipiente: in particolare con la stessa velo- d) Dai saggi di prova, dopo esame radiografico devono
cità di riscaldamento, la stessa temperatura massima, la essere ricavate le provette seguenti:
stessa durata di mantenimento della temperatura e le stesse • una provetta per la prova di trazione del giunto sal-
condizioni di raffreddamento. dato,
• due provette per la prova di piegatura, una diritta ed
4.7.7 Saldature dopo il trattamento termico una rovescia,
a) Normalmente, dopo il trattamento termico, le saldature • tre provette per la prova di resilienza,
sono permesse solamente se: • una provetta per esame macrografico.

• La saldatura è una saldatura d’angolo con dimen- 4.8.2 Prove meccaniche sui saggi
sione di gola non superiore a 10 mm, a) La resistenza a trazione del giunto saldato non deve
essere inferiore a quella specificata per il materiale
• la dimensione più grande delle relative aperture del
base.
recipiente interessate alla saldatura, non sia supe-
riore a 50 mm. b) Le provette di piega devono essere piegate ad un angolo
di 180° su un mandrino di diametro pari a 4 volte lo
b) Eventuali saldature di branchetti, doppiature o altri spessore della provetta. Non vi devono essere cricche o
accessori su caldaie e recipienti in pressione dopo il difetti sulla superficie esterna della provetta di lun-
trattamento termico dovranno essere sottoposti alla con- ghezza superiore a 1,5 mm trasversalmente e 3 mm lon-
siderazione speciale della Società. gitudinalmente. Rotture premature agli angoli della

Regolamenti RINA 2005 87


Parte C, Cap 1, Sez 3

provetta non devono causare lo scarto. Come alterna- ad approssimativamente il 10% della lunghezza
tiva, le provette possono essere piegate di 120° su un totale dei giunti.
mandrino di diametro pari a 3 volte lo spessore della
b) Saldature d’angolo per parti quali doppiature, branchetti
provetta.
o rinforzi devono essere sottoposti a controlli magneto-
c) La resilienza a 0 °C non deve essere inferiore a quella scopici localizzati per almeno il 10% della loro lun-
data nella Parte D per il tipo di acciaio in questione. ghezza. Se le prove magnetoscopiche non possono
essere effettuate, esse devono essere sostituite da prove
d) Le provette per esame macrografico devono permettere con liquidi penetranti.
l’esame di una sezione trasversale completa della salda- c) Saldature su cui i controlli non distruttivi rivelino difetti
tura. Tale esame deve dimostrare una buona penetra- inaccettabili, quali cricche o aree di fusione incom-
zione senza mancanze di fusioni, grandi inclusioni e pleta, devono essere risaldate e quindi devono essere
simili difetti. In caso di dubbio potrà essere richiesto un sottoposte nuovamente a controlli non distruttivi.
esame micrografico della zona sospetta.
4.9.3 Numero dei saggi di produzione
4.8.3 Riprove a) Durante la produzione almeno un saggio ogni 20 m di
a) Se una provetta dà risultati insoddisfacenti, due provette lunghezza (o frazione) di saldature longitudinali deve
simili a quella provata dovranno essere ricavate da un essere provato come prescritto in [4.8.2].
altro saggio di saldatura. b) Durante la produzione almeno un saggio ogni 30 m di
lunghezza (o frazione) di saldature circonferenziali deve
b) Se i risultati di queste nuove provette sono soddisfacenti essere provato come prescritto in [4.8.2]
ed è dimostrato che i risultati della provetta precedente
erano dovuti a difetti locali o accidentali, i risultati della c) Quando diversi recipienti vengono costruiti successiva-
riprova possono essere accettati. mente con lamiere dello stesso tipo d’acciaio e con
spessori varianti non più di 5 mm, solamente un saggio
può essere accettato per ogni 20 m di lunghezza di sal-
4.9 Prescrizioni specifiche per recipienti in datura (o frazione) per i giunti longitudinali e per ogni
pressione di Classe 1 30 m di saldatura (o frazione) per i giunti circonferen-
ziali purché il saldatore sia lo stesso ed usi lo stesso pro-
4.9.1 Generalità cedimento di saldatura. Lo spessore di saggi deve essere
il maggiore fra quelli usati nei vari recipienti.
Le prescrizioni seguenti si applicano a recipienti in pres-
sione di Classe 1, nonché a recipienti in pressione di altre 4.10 Prescrizioni specifiche per recipienti in
Classi, i cui dimensionamenti sono stati determinati usando
pressione di Classe 2
un’efficienza del giunto “e” superiore a 0,90.
4.10.1 Generalità
4.9.2 Prove non distruttive
Per recipienti in pressione i cui dimensionamenti siano stati
a) Tutti i giunti longitudinali e circonferenziali dei reci- determinati usando un’efficienza del giunto saldato “e”
pienti di Classe 1 devono essere sottoposti al 100% di superiore a 0,90 vedere [4.9.1].
esami radiografici o esami equivalenti con le eccezioni
seguenti: 4.10.2 Prove non distruttive (1/7/2004)
Tutti i giunti longitudinali e circonferenziali dei recipienti in
• per recipienti in pressione o parti di essi soggetti pressione di Classe 2 devono essere sottoposti al 10% di
esclusivamente a pressione esterna, a discrezione esami radiografici o equivalenti. Tale estensione può essere
della Società, l’estensione può essere ridotta ad aumentata, a discrezione della Società, in base allo spes-
approssimativamente il 30% della lunghezza del sore effettivo delle lamiere saldate.
giunto. In genere le posizioni prescelte devono com-
prendere tutti gli incroci di saldatura;. Come indicato in Tab 10, quando, nella formula per il cal-
colo dello spessore del recipiente, si assume un'efficienza
• per recipienti in pressione non destinati a contenere del giunto pari a 0,75, possono non essere eseguiti l'esame
sostanze tossiche o pericolose, costruiti in acciaio al radiografico e quello ultrasonoro.
carbonio di spessore inferiore a 20 mm, qualora i
Si assume, tuttavia, che il Tecnico della Società sorvegli
giunti vengano saldati con un processo automatico
adeguatamente tutte le fasi della saldatura e che i controlli
approvato a discrezione della Società, l’estensione
siano completati con qualsiasi eventuale esame non distrut-
può essere ridotta ad approssimativamente il 10%
tivo ritenuto necessario.
della lunghezza del giunto. In genere, le posizioni
prescelte nell’esame devono includere tutti gli
4.10.3 Numero dei saggi di produzione
incroci di saldatura;
In genere, le prescrizioni in [4.9.3] si applicano anche ai
• per giunti circonferenziali di diametro esterno non recipienti in pressione di Classe 2. Tuttavia, i saggi devono
superiore a 175 mm, a discrezione della Società, essere ricavati ogni 50 m di saldatura longitudinale e cir-
l’estensione delle saldature può essere ridotta fino conferenziale (o frazione).

88 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 3

4.11 Prescrizioni specifiche per recipienti in sura automatica che possano bloccare la fuoriuscita di
pressione di Classe 3 vapore in caso di rottura di questo elemento.

4.11.1 Per recipienti in pressione i cui dimensionamenti 5.1.4 Indicatori di livello dell’acqua - Prescrizioni
siano stati determinati usando un’efficienza del giunto sal- speciali per caldaie a tubi d’acqua
dato “e” superiore a 0,90, vedere [4.9.1]. a) Per caldaie a tubi d’acqua che hanno collettori trasver-
Non sono richiesti né trattamenti termici, né prove mecca- sali di lunghezza superiore a 4 m deve essere sistemato
niche o controlli non distruttivi dei giunti saldati degli altri un indicatore di livello ad ogni estremità del collettore.
recipienti in pressione di Classe 3.
b) Le caldaie a tubi d’acqua che servono turbine di propul-
sione devono avere un allarme ottico ed acustico per
5 Progetto e costruzione - Comandi e alto livello d’acqua (Vedere anche Tab 19).
controlli
5.1.5 Indicatori di livello dell’acqua - Prescrizioni
speciali per caldaie a tubi di fiamma (caldaie
5.1 Sistemi di comando e controllo delle verticali e cilindriche)
caldaie
a) Nelle caldaie cilindriche i due indicatori di livello men-
zionati in [5.1.3] devono essere sistemati alle due estre-
5.1.1 Comandi e controlli locali mità della caldaia, cioè le caldaie cilindriche a doppia
I comandi per azionare efficacemente e per controllare le fronte devono avere due indicatori in corrispondenza di
operazioni delle caldaie a combustibile liquido e dei loro ciascuna fronte.
accessori devono essere provvisti localmente. Le condizioni
b) Un sistema di almeno due rubinetti sistemati in posi-
funzionali degli impianti del combustibile, dell’acqua d’ali-
zione opportuna e comandati a distanza può essere
mento, del vapore e le condizioni di funzionamento della
considerato equivalente all’apparecchiatura menzionata
caldaia devono essere indicate mediante manometri, indi-
in [5.1.3] in caldaie cilindriche aventi una pressione di
catori di temperatura, indicatori di flusso, luci, ed altre
simili apparecchiature. progetto inferiore a 1 MPa, per caldaie cilindriche con
diametro inferiore a 2 m e caldaie verticali di altezza
inferiore a 2,3 m. I rubinetti devono essere fissati diretta-
5.1.2 Blocchi d’emergenza
mente all’involucro della caldaia.
Devono essere previsti mezzi per bloccare i ventilatori
dell’impianto d’aria forzata o indotta e le pompe combusti- c) Se gli indicatori di livello non sono fissati direttamente
bile in servizio da uno spazio esterno a quello in cui essi si all’involucro della caldaia, ma su colonne idrometriche,
trovano, nel caso in cui un incendio renda impossibile la il diametro interno di queste colonne non deve essere
loro chiusura locale. inferiore al diametro dN indicato in Tab 18. Le colonne
idrometriche devono essere collegate direttamente
5.1.3 Indicatori di livello dell’acqua all’involucro della caldaia o collegate mediante tubi
con relativi rubinetti fissati direttamente all’involucro. Il
a) Ogni caldaia deve avere almeno due sistemi separati diametro interno dC di questi tubi non deve essere infe-
per indicare il livello dell’acqua. Uno di questi due riore ai valori indicati in Tab 18. La parte superiore di
sistemi deve essere un indicatore di livello munito di questi tubi deve essere sistemata in modo tale che non
elemento trasparente. L’altro può essere un addizionale vi siano gomiti in cui si possa depositare acqua di con-
indicatore di livello con elemento trasparente o un densa. Questi tubi non devono passare attraverso
apparecchio equivalente. Gli indicatori di livello camere fumo o fumaioli, a meno che essi non siano
devono essere di tipo approvato. sistemati entro condotte metalliche aventi diametro
interno eccedente di almeno 100 mm il diametro
b) Gli elementi trasparenti degli indicatori di livello
esterno di questi tubi. La Fig 30 indica una sistemazione
devono essere di vetro, mica o altro materiale appro-
priato. schematica di colonna idrometrica.

c) Gli indicatori di livello devono essere sistemati in modo


tale che il livello dell’acqua sia sempre visibile. La parte Tabella 18 : Diametri interni minimi in dN e dc
bassa dell’elemento trasparente non deve estendersi
sotto il livello dell’acqua di sicurezza specificato dal dN dC
Diametro interno della caldaia
Fabbricante. (mm) (mm)

d) Gli indicatori di livello devono essere sistemati o con D>3m 60 38


rubinetto di chiusura, normalmente chiuso, azionabile 2,30 m ≤ D ≤ 3 m 50 32
da una posizione che non dia luogo a rischi in caso di
rottura dell’elemento trasparente, o con valvole a chiu- D < 2,30 m 45 26

Regolamenti RINA 2005 89


Parte C, Cap 1, Sez 3

Figura 30 : Sistemazione di colonna idrometrica minimo il rischio di intercettazioni dovute agli effetti del
rollio e del beccheggio e/o a transitori. Non è necessa-
RUBINETTO rio che il sistema di intercettazione sia installato in cal-
daie ausiliarie presidiate non progettate per operare in
automatico.
c) La mancanza di circolazione forzata dell’aria deve
intercettare automaticamente la mandata di combusti-
bile ai bruciatori.
d) La perdita dell’energia necessaria al comando della cal-
COLONNA daia deve intercettare automaticamente la mandata di
IDROMETRICA
combustibile ai bruciatori.

5.1.9 Allarmi
INVOLUCRO DELLA Qualsiasi attuazione del sistema di intercettazione della
CALDAIA mandata di combustibile indicato in [5.1.8] deve azionare
un allarme ottico ed acustico.

5.1.10 Prescrizioni aggiuntive per caldaie con


sistemi di comando automatici
RUBINETTO
a) Il dispositivo prescritto in [5.1.8] a) deve azionarsi entro
6 secondi dal momento dello spegnimento della
fiamma.
5.1.6 Apparecchiature di controllo della pressione b) Quando le caldaie hanno un sistema di accensione
a) In ogni caldaia deve essere sistemato un manometro per automatico, un sistema temporizzato di pre-lavaggio
misurare la pressione del vapore. Tale manometro deve automatico o manuale deve potersi iniziare con tutti i
essere sistemato in modo da essere facilmente visibile registri dell’aria aperti. Il tempo di pre-lavaggio deve
dalla posizione di comando della caldaia. Un altro essere basato su un minimo di 4 ricambi d’aria del forno
manometro deve essere sistemato per surriscaldatori e della camera di combustione. I ventilatori per la circo-
che possano essere intercettati dalla caldaia di cui fanno lazione forzata dell’aria devono essere funzionanti ed i
parte. registri e le serrande devono essere aperte prima
dell’inizio dell’operazione di lavaggio.
b) I manometri devono essere graduati con effettive unità
di pressione e devono portare un segno ben visibile c) Deve essere possibile sorpassare temporaneamente il
indicante la pressione che non si deve superare durante dispositivo di controllo della fiamma durante la pre-
il normale esercizio. accensione per un periodo di 15 secondi dal momento
in cui il combustibile raggiunge i bruciatori. Eccetto che
c) Ogni manometro deve essere sistemato con un rubi-
per il periodo di preaccensione, non devono esservi altri
netto d’isolamento.
mezzi per sorpassare il dispositivo di controllo della
d) Le caldaie a doppia fronte devono avere un manometro fiamma a meno che la caldaia non sia presidiata.
per il vapore in corrispondenza di ogni fronte.
d) Qualora le caldaie abbiano un sistema automatico di
5.1.7 Apparecchiature di controllo della accensione e venga utilizzato combustibile residuo, si
temperatura deve provvedere un sistema per azionare i bruciatori
Ogni caldaia con surriscaldatore deve avere un indicatore o con l’accensione del combustibile residuo opportuna-
un registratore di temperatura del vapore in corrispondenza mente riscaldato. Nel caso di mancata accensione, il
dell’uscita del surriscaldatore. bruciatore deve essere riportato al funzionamento auto-
matico solo nella posizione di combuastione ridotta.
5.1.8 Blocchi automatici delle caldaie di
propulsione e delle caldaie ausiliarie e) Un allarme deve essere azionato qualora il bruciatore
lavori al di fuori dei limiti prescritti dal Fabbricante.
a) Ogni bruciatore deve essere dotato di un dispositivo di
controllo della fiamma progettato in modo tale da inter- f) Immediatamente dopo un normale spegnimento della
cettare automaticamente la mandata di combustibile in caldaia, deve essere condotta un’operazione automa-
caso di spegnimento della fiamma stessa. In caso di tica di lavaggio pari come volume e durata all’opera-
guasto del dispositivo, la mandata di combustibile al zione di pre-lavaggio. A seguito di un’intercettazione
bruciatore deve essere intercettata automaticamente. automatica della valvola di mandata del combustibile il
flusso dell’aria all’interno della caldaia non deve
b) Condizioni di basso livello d’acqua devono provocare
aumentare automaticamente; in tali casi lo spurgo deve
l’intercettazione automatica della mandata di combusti-
essere eseguito con comandi manuali.
bile al bruciatore. Il blocco deve avvenire prima che il
livello diventi così basso da avere un’influenza negativa g) Le caldaie di propulsione e le caldaie ausiliarie che
sulla sicurezza della caldaia e da diventare invisibile fanno parte di impianti di propulsione centralizzati non
nell’elemento trasparente dell’indicatore di livello. Il presidiati devono soddisfare le prescrizioni applicabili
sistema di intercettazione deve essere tale da ridurre al del Capitolo 3.

90 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 3

5.2 Strumentazione dei recipienti in pres- flusso. Se la velocità del flusso cade sotto un certo
sione valore minimo, il sistema di combustione deve essere
spento e bloccato.
5.2.1
a) I recipienti in pressione devono avere le apparecchia-
ture necessarie per controllare la pressione, la tempera- 5.3.3 Comando manuale
tura ed il livello, secondo necessità. Almeno il dispositivo di controllo della temperatura
b) In particolare ogni recipiente in pressione deve avere un dell’olio e quello di controllo del flusso devono restare in
manometro locale. funzione durante le operazioni manuali

5.3 Sistemi di comando e controllo dei


5.3.4 Controllo delle perdite
riscaldatori di olio diatermico
Le casse d’olio devono essere equipaggiate con sistemi per
5.3.1 Comandi e controlli locali la rilevazione delle perdite, che quando azionati, intercet-
I comandi per azionare efficacemente e per controllare le tino il sistema di riscaldamento dell’olio diatermico. Se un
operazioni dei riscaldatori d’olio diatermico a combustibile riscaldatore a combustibile liquido è spento pronto ad
liquido e dei loro accessori devono essere provvisti local- entrare in azione, la possibile accensione del bruciatore
mente. Le condizioni funzionali degli impianti del combu- deve essere bloccata se il rilevatore delle perdite è in
stibile, di circolazione dell’olio diatermico, di aria forzata e azione.
di gas combusti devono essere indicati mediante manome-
tri, indicatori di temperatura, indicatori di flusso, luci, ed
altre simili apparecchiature. 5.4 Prescrizioni di comando e controllo

5.3.2 Comandi e controllo del flusso 5.4.1 Le Tab 19, Tab 20, Tab 21 e Tab 22 riassumono i
a) Deve essere sistemato un indicatore del flusso dell’olio comandi ed i controlli rispettivamente per caldaie di pro-
diatermico. pulsione, caldaie ausiliarie, riscaldatori di olio diatermico a
b) I riscaldatori a combustibile liquido o a gas combusti combustibile liquido, riscaldatori di olio diatermico a gas di
devono avere un dispositivo di controllo limitatore del scarico e incineritori.
Tabella 19 : Caldaie di propulsione

Simboli convenzionali Comandi automatici


H= Valore alto, HH = Valore molto alto,
G= Allarme cumulativo
Controlli
L = Valore basso, LL = Valore molto basso,
Caldaia Ausiliari
I = Allarme singolo
X= Funzione richiesta, R = A distanza
Rallen- Blocco Coman- Avvio Arresto
Indica-
Identificazione del parametro dell’impianto Allarme tamen- automa- do della
zione
to tico riserva
Combustibile liquido
• Pressione del combustibile alla mandata o flusso L
• Temperatura dopo il riscaldamento o viscosità del L+H locale
combustibile liquido
• Posizione della valvola d’immissione principale del locale
combustibile liquido (aperta/chiusa)
• Posizione della valvola d’immissione del combusti- locale
bile liquido al bruciatore (aperta/chiusa)
Combustione
• Mancanza di fiamma in corrispondenza di ciascun X
bruciatore
• Mancanza di atomizzazione del combustibile X
• Temperatura dei fumi all’uscita dal corpo della cal- H
daia e dall’economizzatore (allo scopo di determi- HH X
nare possibili fonti d’incendio)
Aria
• Posizione dei registri dell’aria locale
Vapore in generale
• Pressione del vapore surriscaldato L+H locale
X

Regolamenti RINA 2005 91


Parte C, Cap 1, Sez 3

Simboli convenzionali Comandi automatici


H= Valore alto, HH = Valore molto alto,
G= Allarme cumulativo
Controlli
L = Valore basso, LL = Valore molto basso,
Caldaia Ausiliari
I = Allarme singolo
X= Funzione richiesta, R = A distanza
Rallen- Blocco Coman- Avvio Arresto
Indica-
Identificazione del parametro dell’impianto Allarme tamen- automa- do della
zione
to tico riserva
• Temperatura del vapore surriscaldato H locale
• Apertura della valvola di sicurezza (o equivalente: X
per esempio allarme d’alta pressione)
• Livello dell’acqua entro i collettori della caldaia L+H locale (1)
LL X
X
(1) L’indicatore di livello deve essere duplicato

Tabella 20 : Caldaie ausiliarie

Simboli convenzionali Comandi automatici


H= Valore alto, HH = Valore molto alto,
G= Allarme cumulativo
Controlli
L = Valore basso, LL = Valore molto basso,
Caldaia Ausiliari
I = Allarme singolo
X= Funzione richiesta, R = A distanza
Rallen- Blocco Coman- Avvio Arresto
Indica-
Identificazione del parametro dell’impianto Allarme tamen- automa- do della
zione
to tico riserva
Livello dell’acqua L+H locale
LL X
Blocco della circolazione (per caldaie a circolazione for- X X
zata)
Temperatura o viscosità del combustibile liquido (2) L+H locale
Mancanza di fiamma X X
Temperatura all’interno della caldaia (Incendio) H
Pressione del vapore H (1) locale X
(1) Qualora il comando automatico non copra l’intero campo di carico a partire dal carico zero
(2) Qualora sia adoperata nafta pesante

Tabella 21 : Impianti di olio diatermico

Simboli convenzionali Comandi automatici


H= Valore alto, HH = Valore molto alto,
G= Allarme cumulativo
Controlli
L = Valore basso, LL = Valore molto basso,
I = Allarme singolo Impianto Ausiliari
X= Funzione richiesta, R = A distanza
Rallen- Blocco Coman- Avvio Arresto
Indica-
Identificazione del parametro dell’impianto Allarme tamen- automa- do della
zione
to tico riserva
Temperatura del fluido diatermico all’uscita del riscalda- H locale X
tore
Pressione del fluido diatermico allo scarico della pompa H locale X
Flusso del fluido diatermico attraverso ciascun elemento L locale X
riscaldante

92 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 3

Simboli convenzionali Comandi automatici


H= Valore alto, HH = Valore molto alto,
G= Allarme cumulativo
Controlli
L = Valore basso, LL = Valore molto basso,
I = Allarme singolo Impianto Ausiliari
X= Funzione richiesta, R = A distanza
Rallen- Blocco Coman- Avvio Arresto
Indica-
Identificazione del parametro dell’impianto Allarme tamen- automa- do della
zione
to tico riserva
Livello della cassa d’espansione L locale X (1)
Temperatura della cassa d’espansione H
Arresto della ventilazione forzata X X
Temperatura o viscosità della nafta pesante H+L locale
Mancanza di fiamma al bruciatore X X
Temperatura del gas di scarico all’ingresso del riscalda- H X (2)
tore (Per riscaldatori a gas di scarico)
(1) Blocco del bruciatore e flusso del fluido diatermico
(2) Solamente blocco dei gas di scarico

Tabella 22 : Inceneritori

Simboli convenzionali Comandi automatici


H= Valore alto, HH = Valore molto alto,
G= Allarme cumulativo
Controlli
L = Valore basso, LL = Valore molto basso,
Inceneritore Ausiliari
I = Allarme singolo
X= Funzione richiesta, R = A distanza
Rallen- Blocco Coman- Avvio Arresto
Indica-
Identificazione del parametro dell’impianto Allarme tamen- automa- do della
zione
to tico riserva
Arresto della fiamma X X
Temperatura del forno H X
Temperatura dei gas di scarico H
Pressione del combustibile locale
Temperatura o viscosità del combustible (1) H+L locale
(1) Qualora sia adoperata nafta pesante

6 Sistemazione ed installazione 6.2.2 Distanza minima delle caldaie dalle paratie


verticali e dalle casse nafta
6.1 Fondazioni a) La distanza fra le caldaie e le paratie verticali non deve
essere inferiore alla distanza minima necessaria per
6.1.1 Per il fissaggio delle caldaie e recipienti in pressione assicurare l’accesso alle strutture adiacenti alla caldaia
alle loro fondazioni, vedere Sez 1, [3.3.1]. Qualora sia per ispezione e manutenzione.
necessario, essi devono anche essere fissati alle strutture b) In aggiunta alla prescrizione in a), la distanza delle cal-
adiacenti mediante idonei puntelli o tiranti. daie dalle casse nafta deve essere tale da impedire che
Qualora sia richiesta l’interposizione di tacchi o spessori fra la temperatura della parete della cassa si avvicini al
le caldaie e le loro fondazioni, questi tacchi o spessori punto di infiammabilità del combustibile in essa conte-
dovranno essere in ghisa o acciaio. nuto.
c) In ogni caso la distanza fra una caldaia ed una parete
6.2 Caldaie verticale non deve essere inferiore a 450 mm.

6.2.1 Espansione termica 6.2.3 Distanza minima delle caldaie dai doppi fondi
Devono essere previsti dei sistemi per compensare la dilata- a) Qualora i doppi fondi in corrispondenza della caldaia
zione termica delle caldaie. possano caricare combustibile, la distanza fra il cielo

Regolamenti RINA 2005 93


Parte C, Cap 1, Sez 3

del doppio fondo e la parte metallica più bassa della 7 Prove sui materiali, ispezioni e col-
caldaia non deve essere inferiore a:
laudi del Fabbricante, certificazione
• 600 mm, per caldaie cilindriche
• 750 mm, per caldaie a tubi d’acqua. 7.1 Prove sui materiali
b) La distanza minima delle caldaie a tubi verticali dai 7.1.1 Generalità
doppi fondi non impiegati come deposito di combusti-
bile può essere di 200 mm. I materiali, compresi quelli per i materiali di apporto per la
saldatura, per la costruzione delle caldaie e recipienti in
pressione devono essere certificati dal loro Fabbricante
6.2.4 Distanza minima delle caldaie dalle
soffittature secondo le prescrizioni delle specifiche appropriate.

a) Al di sopra delle caldaie si deve provvedere uno spazio 7.1.2 Caldaie, altri generatori di vapore, riscaldatori
sufficiente per un’adeguata dissipazione di calore. per olio diatermico a combustibile liquido e a
gas di scarico
b) Non è permesso sistemare casse di combustibile in
spazi al di sopra delle caldaie. In aggiunta alle prescrizioni in [7.1.1], le prove sui mate-
riali che si intendono utilizzare per la costruzione di parti in
pressione di caldaie ed altri generatori di vapore, riscalda-
6.2.5 Installazione di caldaie su copertini di
macchina tori di olio diatermico a combustibile liquido ed a gas di
scarico devono essere eseguite alla presenza del Tecnico.
Qualora le caldaie siano sistemate su un copertino di mac-
china e non siano separate dagli spazi circostanti per 7.1.3 Recipienti in pressione e scambiatori di calore
mezzo di paratie stagne, il copertino dovrà avere una di Classe 1
mastra di almeno 200 mm di altezza. L’area racchiusa dalla
In aggiunta alle prescrizioni in [7.1.1], le prove sui mate-
mastra dovrà avere la possibilità di essere drenata nella sen-
riali che si intendono utilizzare per la costruzione di parti in
tina.
pressione di recipienti in pressione e scambiatori di calore
di Classe 1 devono essere eseguite alla presenza di un Tec-
6.2.6 Ghiotte nico.
Devono essere sistemate ghiotte in corrispondenza dei bru-
Tale prescrizione può essere derogata a discrezione della
ciatori delle caldaie in modo da evitare stillicidi di combu-
Società per piccoli recipienti in pressione costruiti in serie
stibile liquido in sentina.
(come per esempio gli accumulatori per il comando delle
valvole, bombole, ecc.).
6.2.7 Superfici calde
Le superfici calde che possono venire a contatto col perso- 7.2 Ispezioni in fabbrica
nale durante l’esercizio devono essere opportunamente
riparate o coibentate. Vedere Sez 1, [3.7.1]. 7.2.1 Caldaie e recipienti in pressione di Classe 1 e
2 costruiti individualmente
6.2.8 Registri sistemati nei fumaioli delle caldaie
La costruzione, sistemazione e collaudo delle caldaie e
Qualora registri vengano installati nei fumaioli, quando recipienti in pressione di Classe 1 e 2 costruiti individual-
chiusi essi non devono ostruire più di 2/3 della sezione di mente devono essere sorvegliate dal Tecnico presso il Fab-
passaggio dei gas. Inoltre, essi devono avere dispositivi di bricante.
bloccaggio in posizione aperta quando la caldaia è in fun-
zione e di indicatori della loro posizione e grado di aper- 7.2.2 Recipienti in pressione costruiti in serie
tura.
La sorveglianza del Tecnico può essere non necessaria per
recipienti in pressione prodotti in serie che abbiano
6.3 Recipienti in pressione un’approvazione di tipo rilasciata dalla Società.

6.3.1 Dispositivi di sicurezza in sistemazioni 7.3 Prove idrostatiche


multiple di recipienti in pressione
Qualora due o più recipienti in pressione siano collegati da 7.3.1 Generalità
tubolature di dimensioni adeguate disposte in modo che Le prove idrostatiche di tutti i recipienti in pressione di
nessuna parte della tubolatura possa essere intercettata, Classe 1, 2 e 3 devono essere eseguite in presenza del Tec-
un’unica valvola di sicurezza ed un unico manometro sono nico, ad eccezione di quelle su recipienti costruiti in serie
sufficienti per tutti i recipienti. alle condizioni stabilite in [7.2.2].

6.4 Riscaldatori di olio diatermico 7.3.2 Pressione di prova


a) Le parti in pressione delle caldaie e dei recipienti in
6.4.1 In genere le prescrizioni in [6.2] sono applicabili pressione devono essere sottoposti al loro completa-
anche ai riscaldatori di olio diatermico. mento ad una prova idrostatica alla pressione di prova

94 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 3

pt, come qui sotto definita in funzione della pressione di sentato senza coperture, pitture, o altri rivestimenti e la
progetto p: pressione deve essere mantenuta per un tempo suffi-
ciente affinché il Tecnico possa eseguire un esame com-
• pt = 1,5 p se p ≤ 4 MPa
pleto.
• pt = 1,4 p + 0,4 se 4 MPa < p ≤ 25 MPa
b) Le prove idrostatiche delle caldaie possono essere ese-
• Pt = p + 10,4 se p > 25 MPa guite o dopo installazione a bordo o presso il Fabbri-
b) La pressione di prova può essere determinata in fun- cante. Se la caldaia è stata provata prima
zione di una pressione più bassa di p, ma, in tal caso, la dell’installazione a bordo, il Tecnico può richiedere, se
taratura e le caratteristiche delle valvole di sicurezza e lo considera necessario, l’esecuzione di una seconda
degli altri dispositivi limitatori di pressione devono prova a bordo ad una pressione uguale ad almeno 1,1p.
anche essere determinate e bloccate in funzione di tale Durante tale prova la caldaia può essere rivestita. Tutta-
pressione inferiore. via il Tecnico può richiedere che il rivestimento sia
rimosso parzialmente o totalmente in caso di necessità.
c) Se la temperatura di progetto è superiore a 300 °C, la
pressione pt deve essere determinata con la formula c) Per caldaie a tubi d’acqua la prova idrostatica può
seguente: anche essere eseguita separatamente per le parti diffe-
renti della caldaia al loro completamento e dopo tratta-
K 100 mento termico. Per i collettori questa prova può essere
p t = 1 ,5 ⋅ --------- ⋅p
K condotta prima della foratura per i tubi ma dopo la sal-
essendo: datura di tutte le appendici ed il trattamento termico.
Quando tutte le parti della caldaia sono state provate
p : Pressione di progetto, in MPa separatamente, la caldaia deve essere sottoposta al
K100 : Sollecitazione ammissibile a 100 °C, in completamento del suo montaggio a bordo ad una
N/mm2 prova idrostatica alla pressione di 1,25p.
K : Sollecitazione ammissibile alla temperatura
7.3.5 Prova idrostatica dei condensatori
di progetto, in N/mm2
I condensatori devono essere sottoposti a prova idrostatica
d) Sarà considerata una riduzione della pressione di prova alle pressioni di prova seguenti:
al di sotto dei valori sopra stabiliti, qualora sia necessa-
rio evitare una sollecitazione eccessiva. In nessun caso • Zona vapore: 0,1 MPa
la sollecitazione generale di membrana deve essere • Zona acqua: la pressione massima che può sviluppare
superiore al 90% del carico unitario di snervamento alla la pompa quando la valvola di scarico è chiusa aumen-
temperatura di prova. tata di 0,07 MPa. Tuttavia la pressione di prova non
e) Gli economizzatori che non possono essere intercettati deve essere inferiore a 0,2 MPa. Quando le caratteristi-
dalla caldaia in alcuna condizione di esercizio, devono che della pompa non sono note, la prova deve essere
essere sottoposti a prova idrostatica alle stesse condi- eseguita a non meno di 0,35 MPa.
zioni delle caldaie.
f) Gli economizzatori che possono essere intercettati dalla 7.4 Certificazione
caldaia devono essere sottoposti a prova idrostatica ad
una pressione determinata in funzione della loro effet- 7.4.1 Certificazione di caldaie e recipienti in
tiva pressione di progetto p. pressione costruiti individualmente
Le caldaie ed i recipienti in pressione di Classe 1 e 2 costru-
7.3.3 Prova idrostatica di accessori di caldaie e iti individualmente devono essere certificati dalla Società
recipienti in pressione
secondo le procedure indicate nella Parte D.
a) Gli accessori delle caldaie e recipienti in pressione
devono essere provati ad una pressione pt non inferiore 7.4.2 Recipienti in pressione costruiti in serie
a 1,5 volte la pressione p del recipiente cui sono colle-
Piccoli recipienti in pressione di Classe 1 e 2 costruiti in
gati.
serie possono essere accettati purché abbiano un’approva-
b) La pressione di prova può essere determinata in fun- zione di tipo della Società in accordo con le procedure sta-
zione di una pressione inferiore a p, ma in questo caso bilite nella Parte A.
la taratura e le caratteristiche delle valvole di sicurezza
e degli altri dispostitivi limitatori di pressione devono 7.4.3 Recipienti in pressione per cui la
anche essere determinate e bloccate in funzione di tale certificazione non è richiesta
pressione inferiore. Il certificato del Fabbricante, comprensivo del rapporto
delle ispezioni e prove condotte, deve essere inviato alla
7.3.4 Procedura per le prove idrostatiche Società per quei recipienti in pressione per cui la certifica-
a) La prova idrostatica indicata in [7.3.1] deve essere zione della Società non è richiesta. La Società si riserva il
effettuata dopo che tutte le aperture siano state tagliate e diritto di richiedere prove idrostatiche di verifica alla pre-
dopo l’esecuzione di tutte le saldature ed eventuali trat- senza del Tecnico caso per caso, sulla base della criticità e
tamenti termici. Il recipiente da provare deve essere pre- del servizio del recipiente in pressione in questione.

Regolamenti RINA 2005 95


Parte C, Cap 1, Sez 4

SEZIONE 4 TURBINE A VAPORE

1 Generalità 2 Progetto e costruzione

1.1 Applicabilità
2.1 Materiali
1.1.1 Turbine di propulsione e per servizi essenziali
Le prescrizioni della presente Sezione si applicano a: 2.1.1 Componenti rotanti
a) tutte le turbine di propulsione; a) I rotori, gli alberi e i dischi delle turbine devono essere
b) turbine per servizi ausiliari essenziali per la sicurezza e di acciaio fucinato. Generalmente i fucinati devono
la navigazione o per l’azionamento delle pompe del avere il carico unitario di rottura per trazione Rm entro i
carico delle navi petroliere.
limiti specificati in Tab 2.
1.1.2 Turbine ausiliarie per generatori elettrici
Le turbine ausiliarie per generatori elettrici in aggiunta alle b) I rotori di piccole turbine possono essere costruiti in
prescrizioni contenute nella presente Sezione devono sod- acciai fusi speciali.
disfare le prescrizioni pertinenti nel Capitolo 2.
c) Le palette delle turbine devono essere di un materiale
resistente alla corrosione.
1.2 Documentazione da inviare
1.2.1 Per le turbine di propulsione e quelle per servizi 2.1.2 Componenti statici
essenziali devono essere inviati i disegni e i dati elencati in
Tab 1. Le casse ed i diaframmi delle turbine devono essere costru-
I disegni elencati devono essere disegni costruttivi completi iti in acciaio fucinato o fuso resistente alle pressioni ed alle
con tutte le dimensioni e devono contenere indicazioni temperature cui sono sottoposti. La ghisa può essere
esaurienti sui materiali impiegati. ammessa per temperature fino a 300 °C.

Tabella 1 : Documenti da inviare

No A/I (1) Documenti e dati


1 I Vista d’insieme della turbina in sezione longitudinale
2 A Rotori e dischi, palette fisse e mobili per ciascuna turbina
3 A Particolari di fissaggio delle palette fisse e mobili
4 A Casse
5 A Schema funzionale dei dispositivi di sicurezza e di regolazione
6 I Specifica generale della turbina, comprendente un manuale d’istruzioni e di funzionamento
7 I Potenza massima e corrispondente velocità di rotazione massima, nonché i valori di pressione e tempera-
tura ad ogni stadio
8 A Specifiche dei materiali delle parti principali, comprendenti le caratteristiche fisiche, chimiche e meccani-
che, i dati relativi alla rottura ed allo scorrimento a caldo quando la temperatura in esercizio è superiore a
400 °C, la resistenza a fatica ed alla corrosione ed i trattamenti termici
9 I Casse di distribuzione
10 A Calcoli di robustezza dei rotori, dischi e palette e calcoli delle vibrazioni delle palette
11 A Qualora i rotori, statori o altri componenti della turbina siano di costruzione saldata, tutti i particolari rela-
tivi al progetto dei giunti saldati, condizioni di saldatura, trattamenti termici e controlli non distruttivi
dopo la saldatura
(1) A = da inviare all’approvazione in quadruplice copia
I = da inviare per conoscenza in duplice copia

96 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 4

Tabella 2 : Limiti di Rm 2.2.4 Potenza di marcia indietro per la turbina di


propulsione (1/7/2004)
a) La turbina di propulsione deve avere sufficiente potenza
Acciaio Limiti di Rm (N/mm2)
per la marcia indietro. La potenza in marcia indietro è
Acciai al carbonio ed acciai al 400 < Rm < 600 considerata sufficiente se è capace di far raggiungere
carbonio manganese alla turbina, in marcia indietro, almeno il 70% dei giri
nominali in marcia avanti, per un periodo di almeno 15
Acciai legati per rotori 500 < Rm < 800
minuti.
Acciai legati per dischi ed altri 500 < Rm < 1000 b) Per macchinari di propulsione con invertitori, eliche a
fucinati
pale orientabili o con un sistema di trasmissione elet-
trica, non si deve verificare un sovraccarico della tur-
2.2 Particolari di progetto e costruzione bina durante la marcia indietro.
c) Durante il funzionamento in marcia indietro, non si
2.2.1 Rotori e statori deve verificare un riscaldamento eccessivo del conden-
a) Tutte le parti delle turbine devono essere prive di difetti satore principale e delle turbine di marcia avanti.
e costruite e sistemate con tolleranze e giochi idonei a
permettere le dilatazioni termiche ed a ridurre al 2.2.5 Blocchi
minimo le deformazioni delle casse e dei rotori in tutte L’ammissione simultanea di vapore alle turbine di marcia
le condizioni di funzionamento. avanti e di marcia indietro deve essere impedita da appositi
dispositivi di blocco. Può essere permessa una breve
b) Particolare cura deve essere rivolta ad impedire l’accu- sovrapposizione dell’apertura contemporanea delle valvole
mularsi di acqua di condensazione nelle casse nello per la marcia avanti e per la marcia indietro durante le
spazio occupato dalle palette. In opportuna posizione manovre.
in basso, ciascuna cassa deve essere munita di adeguati
rubinetti e relativi tubi di spurgo. Tali rubinetti devono 2.2.6 Scarichi dalla turbina
essere di facile manovra.
a) Valvole di allarme (sentinelle) o altri dispositivi equiva-
c) Quando sono impiegati sistemi di tenuta a labirinto, le lenti devono essere sistemati sul lato scarico di tutte le
tubolature adducenti il vapore ai manicotti devono turbine. Gli scarichi di tali valvole devono essere ben
essere sistemate in modo che non possa verificarsi un visibili e adeguatamente protetti come necessario.
riversamento di condensa nelle turbine.
b) Quando, nelle turbine a vapore ausiliarie, la pressione
d) I tubi devono essere collegati agli statori con particolare del vapore all’ammissione è superiore alla pressione per
cura in modo da evitare carichi anormali in esercizio. la quale sono proporzionate le casse lato scarico e le
tubolature di vapore fino alla valvola di scarico ad esse
e) Devono essere previsti ampi raccordi in corrispondenza collegate, devono essere sistemati adeguati mezzi per
dei cambiamenti di sezione dei rotori, dei dischi e delle scaricare l’eccesso di pressione.
radici delle palette. I fori nei dischi devono essere ben
arrotondati e lisciati. 2.2.7 Prevenzione del ritorno d’acqua nelle turbine
a) Valvole di non ritorno, o altri mezzi approvati per impe-
2.2.2 Cuscinetti
dire il ritorno del vapore e dell’acqua nelle turbine,
a) I cuscinetti delle turbine devono essere sistemati in devono essere sistemati sugli attacchi per gli spillamenti
modo che la lubrificazione non venga resa inefficiente a di vapore.
causa di un eccessivo riscaldamento dovuto all’alta
b) Deve essere evitata l’installazione, nelle tubolature di
temperatura delle parti adiacenti.
vapore, di gomiti nei quali si possa accumulare acqua.
b) Deve essere impedito che gli stillicidi di olio lubrifi-
cante raggiungano parti ad alta temperatura. 2.2.8 Filtri di vapore
Efficaci filtri di vapore devono essere sistemati all’ingresso
c) Un idoneo dispositivo per raffreddare i cuscinetti dopo delle turbine di alta pressione di marcia avanti e di marcia
che la turbina sia stata fermata potrà essere richiesto a indietro o, in alternativa, all’ingresso del vapore nelle val-
giudizio dalla Società. vole di manovra.
2.2.3 Viratore 2.2.9 Sistemazioni d’emergenza
a) Le turbine di propulsione devono essere dotate di un a) Nelle navi con una sola elica, con apparato motore
viratore per entrambi i sensi di rotazione. Deve essere costituito da più turbine a vapore, la sistemazione
possibile rotare a mano i rotori delle turbine ausiliarie. dell’impianto deve essere tale da garantire la sicura
navigazione anche quando sia intercettata l’ammissione
b) L’ingranamento del viratore deve essere chiaramente
del vapore ad una qualsiasi delle turbine. A tale scopo
indicato sul piano di manovra.
deve essere possibile inviare il vapore direttamente alla
c) Deve essere sistemato un dispositivo di blocco che assi- turbina di bassa pressione e scaricare direttamente il
curi che la turbina principale non possa essere avviata vapore delle turbine di alta o media pressione al con-
quando il viratore è ingranato. densatore.

Regolamenti RINA 2005 97


Parte C, Cap 1, Sez 4

b) Devono essere previsti adeguate sistemazioni e controlli c) Il dispositivo di protezione contro le sovravelocità men-
in modo che, per tali condizioni di emergenza, la pres- zionato in a) per le turbine per generatori elettrici deve
sione e la temperatura del vapore non superino i valori anche avere la possibilità di intervento manuale.
che possono essere sopportati da turbine e condensa-
tore con tutta sicurezza. d) Quando il vapore di scarico di impianti ausiliari è con-
vogliato alla turbina di propulsione, esso deve poter
c) Le navi classificate per navigazione illimitata con appa- essere intercettato automaticamente al momento
rato motore a turbina con una sola caldaia principale dell’intervento del dispositivo di protezione contro le
devono essere dotate di mezzi che assicurino la propul- sovravelocità.
sione d’emergenza in caso di avaria alla caldaia princi-
pale. 2.4.3 Spostamenti assiali dei rotori
Deve essere prevista una valvola per l’intercettazione
2.3 Fabbricazione saldata rapida automatica dell’alimentazione di vapore nel caso in
cui lo spostamento assiale del rotore superi i limiti stabiliti
2.3.1 Le prescrizioni del costruttore relative alle saldature dal costruttore. Il dispositivo che aziona la valvola deve
dei rotori o dei più importanti pezzi fucinati o fusi, quando essere azionato dall’albero della turbina.
permesso, devono essere prontamente identificabili sui
disegni inviati all’approvazione della Società. Le prescri- 2.4.4 Mandata d’olio d’emergenza
zioni relative alla fabbricazione, saldatura, trattamenti ter- Per la mandata d’olio lubrificante d’emergenza, vedere
mici, esami, prove e criteri di accettabilità saranno Sez 10, [12.5].
considerati caso per caso.
Generalmente tutte le saldature devono essere eseguite da 2.4.5 Mancanza di lubrificazione dei cuscinetti
saldatori qualificati secondo procedimenti di saldatura qua- a) Le turbine di propulsione in marcia avanti devono
lificati usando materiale d’apporto approvato. essere provviste di una valvola di intercettazione rapida
della mandata di vapore che intervenga automatica-
2.4 Dispositivi di comando, controllo e bloc- mente nel caso di riduzione pericolosa della pressione
dell’olio nell’impianto di lubrificazione dei cuscinetti.
chi automatici
b) La sistemazione deve essere tale da permettere l’ammis-
2.4.1 Regolatori di velocità sione di vapore nella turbina di marcia indietro per arre-
stare la nave.
a) Le turbine di propulsione di navi con eliche a pale
orientabili, giunti disaccoppiabili o sistemi di propul- 2.4.6 Dispositivi di blocco
sione elettrica dovranno essere dotate di un regolatore
di velocità aggiuntivo che, in caso di perdita improvvisa a) Devono essere previsti idonei dispostivi ad aziona-
del carico, impedisca ai giri di aumentare fino all’inter- mento manuale per l’intercettazione della mandata del
vento del dispositivo di blocco di cui in [2.4.2]. vapore alle turbine principali. Tali dispositivi devono
essere sistemati sul piano di manovra e sulla turbina
b) L’aumento di velocità delle turbine azionanti generatori stessa.
elettrici, eccetto quelle per propulsione elettrica, deri-
vante da un improvvisa caduta di carico dal carico b) Il dispositivo di blocco manuale delle turbine ausiliarie
totale a 0, non deve superare il 5% una volta che si sia deve essere sistemato in prossimità del dispositivo di
riassunta una condizione di funzionamento stabile. protezione contro le sovravelocità della turbina.
L’aumento transitorio di velocità conseguente
c) Per dispositivo di blocco manuale si intende un qualsi-
all’improvvisa caduta di carico dal pieno carico a 0 non
asi dispositivo che possa essere azionato manualmente
deve essere superiore al 10% e deve essere separata con
indipendentemente dal modo in cui l’azione viene
un margine sufficiente dal valore di taratura del disposi-
espletata, cioè meccanicamente o mediante l’intervento
tivo di blocco.
di fonti d’energia esterne.

2.4.2 Dispositivi di protezione contro le d) Le valvole d’intercettazione rapide devono essere anche
sovravelocità controllabili manualmente sulla turbina e dal piano di
manovra.
a) Le turbine di propulsione e le turbine ausiliarie devono
essere dotate di un dispositivo capace di limitare la e) Il ripristino delle valvole di intercettazione rapida deve
velocità di rotazione a non più del 15% al di sopra della potersi effettuare solamente in corrispondenza della tur-
velocità massima continuativa. Tale dispositivo deve bina o dal piano di manovra con le valvole di manovra
essere azionato dall’albero della turbina. in posizione chiusa.
b) Quando due o più turbine a vapore sono accoppiate f) Nel caso in cui le valvole siano azionate da impianti
sulla stessa ruota di un riduttore, la Società potrà accet- idraulici progettati per interventi automatici, essi
tare la sistemazione di un unico dispositivo di prote- devono essere alimentati da due pompe: una pompa
zione contro le sovravelocità per tutte le turbine principale ed una pompa di riserva. In ogni caso la
accoppiate. pompa di riserva deve essere indipendente. In casi parti-

98 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 4

colari la Società, a sua discrezione, potrà accettare aumento della pressione, o aumento del livello
come pompa di riserva una pompa manuale. dell’acqua nel condensatore oltre i limiti ammissibili.
g) L’avviamento di una turbina deve essere possibile sola-
mente quando tutti i dispositivi di intercettazione rapida 2.4.7 Tabelle riassuntive
sono pronti a funzionare. Le Tab 3 e Tab 4 riassumono le prescrizioni minime di
h) Deve essere previsto un dispositivo di intercettazione comando e controllo rispettivamente per le turbine di pro-
rapida della mandata di vapore alla turbina nel caso di pulsione e le turbine ausiliarie.

Tabella 3 : Turbine di propulsione

Simboli convenzionali Comandi automatici


H = Valore alto, HH = Valore molto alto,
G = Allarme cumulativo
Controlli
L = Valore basso, LL = Valore molto basso,
I = Allarme singolo Turbina Ausiliari
X = Funzione richiesta, R = A distanza
Rallen- Blocco Coman- Avvio Arresto
Indica-
Identificazione del parametro dell’impianto Allarme tamen- automa- do della
zione
to tico riserva
• Velocità della turbina principale locale
H X
X
• Spostamento assiale della turbina principale X locale X
• Vibrazioni della turbina principale H locale
Olio lubrificante
• Pressione d’alimentazione locale
L X (2)
• Livello della cassa a gravità L (1) locale
(1) Il sensore deve essere sistemato in prossimità del livello normale
(2) Ciò non deve impedire operazioni di marcia indietro per frenature

Tabella 4 : Turbine ausiliarie

Simboli convenzionali Comandi automatici


H = Valore alto, HH = Valore molto alto,
G = Allarme cumulativo
Controlli
L = Valore basso, LL = Valore molto basso,
I = Allarme singolo Turbina Ausiliari
X = Funzione richiesta, R = A distanza
Rallen- Blocco Coman- Avvio Arresto
Indica-
Identificazione del parametro dell’impianto Allarme tamen- automa- do della
zione
to tico riserva
Sovravelocità H locale X
Spostamento del motore X locale X
Vibrazioni H locale
Pressione dell’olio lubrificante all’ingresso L X
Livello dell’olio lubrificante nella cassa a gravità L

Regolamenti RINA 2005 99


Parte C, Cap 1, Sez 4

3 Sistemazione ed installazione 3.9 Strumenti

3.9.1 Le turbine, sia principali che ausiliarie, devono


3.1 Basamenti
essere provviste di ponti e micrometri di tipo idoneo per il
3.1.1 I basamenti dei gruppi turboriduttori devono essere controllo dell’allineamento dei rotori, degli alberi dei
progettati e costruiti in modo che i movimenti dello scafo pignoni e delle ruote lente.
non diano luogo a rilevanti movimenti relativi tra riduttori e Durante l’installazione tale controllo deve essere effettuato
turbine. In ogni caso tali movimenti devono essere assorbiti a soddisfazione del Tecnico.
da idonei accoppiatoi o giunti.
4 Prove sui materiali, ispezioni e col-
3.2 Giunzione fra le superfici d’accoppia-
mento
laudi in officina, certificazione

3.2.1 Le flange di accoppiamento delle casse devono for- 4.1 Prove sui materiali
mare giunzioni stagne senza la necessità di interposizione
di nessun materiale. 4.1.1 Parti da provare
I materiali impiegati per la costruzione delle parti della tur-
3.3 Installazione delle tubolature bina elencate in Tab 5 devono essere provati secondo le
prescrizioni della Parte D.
3.3.1 I tubi e i collettori collegati alle casse delle turbine
devono essere sistemati in modo da ridurre al minimo le Esami magnetoscopici o con liquidi penetranti sono richie-
spinte ed i momenti sulle turbine. sti per le parti elencate in Tab 5 e devono essere effettuati in
posizioni concordate tra il costruttore ed il Tecnico, nelle
3.4 Superfici calde quali l’esperienza indica che difetti sono più probabili.
Per importanti parti strutturali delle turbine, oltre ai controlli
3.4.1 Le superficie calde che potrebbero venire a contatto non distruttivi sopra menzionati, può essere richiesto un
con l’equipaggio durante il servizio devono essere opportu- esame dei giunti saldati con un metodo approvato.
namente protette o coibentate. Vedere Sez 1, [3.7].
Controlli non distruttivi con metodi approvati possono
essere richiesti per qualsiasi parte della turbina quando vi
3.5 Allineamento
sia ragione di dubitare della sua integrità.
3.5.1 Deve essere curato in modo particolare l’allinea-
mento dei gruppi turboriduttori, tenendo conto di tutte le 4.1.2 Turbine ausiliarie speciali
cause che possono provocare variazioni di allineamento Nel caso di turbine ausiliarie con temperatura d’ingresso
dalle condizioni a freddo a quelle di normale funziona- del vapore uguale o inferiore a 250 °C, le prove indicate in
mento. Tab 5 potranno essere limitate ai materiali dei dischi e degli
Quando è prevista la sistemazione di una cassa strutturale alberi.
in corrispondenza del basamento delle turbine o dei ridut-
tori, deve essere tenuto conto, nell’eseguire l’allineamento, 4.2 Ispezioni e prove durante la costruzione
delle variazioni di temperatura della cassa stessa.
Per le turbine di propulsione, devono essere sistemati stru- 4.2.1 Ispezioni durante la costruzione
menti indicatori degli spostamenti assiali dei rotori rispetto Le ispezioni e prove seguenti devono essere presenziate dal
alle relative casse e degli scorrimenti delle casse sui piedi Tecnico durante la costruzione delle turbine menzionate in
scorrevoli. [1.1.1]. Per le prove a bordo vedere Sez 15, [3.5].
• Prove sui materiali come richiesto (vedere [4.1]).
3.6 Impianto di circolazione dell’acqua
• Fabbricazione saldata (vedere [4.2.2]).
3.6.1 L’impianto di circolazione dell’acqua con eiettori a • Esami non distruttivi delle palette delle turbine (vedere
depressione deve essere tale da impedire eventuali ingressi [4.2.3]).
d’acqua nella turbina di bassa pressione.
• Prove idrostatiche (vedere [4.2.4]).
• Valvole di sicurezza (vedere [4.2.5]).
3.7 Pagliolati
• Prova di stabilità termica dei rotori (vedere [4.2.6]).
3.7.1 I pagliolati ed altre strutture in corrispondenza dei
• Bilanciamento dei rotori e prove di sovravelocità
piedi scorrevoli o di supporti flessibili devono essere siste-
(vedere [4.2.7] e [4.2.8]).
mati in modo da non impedire la dilatazione delle casse
delle turbine. • Prove al banco (vedere [4.2.9]).

4.2.2 Fabbricazione saldata


3.8 Drenaggi
La fabbricazione saldata e le prove sulle saldature, devono
3.8.1 Le turbine e le tubolature collegate devono essere essere presenziate dal Tecnico per quanto ritenuto necessa-
munite di adeguati sistemi per il drenaggio. rio dalla Società.

100 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 4

4.2.3 Palette delle turbine tica in conformità con le prescrizioni normali per tali
Quando le palette sono calcolate usando una tensione elementi.
ammissibile K > Rm/4, tutte le palette dei rotori delle turbine
4.2.5 Valvole di sicurezza
devono essere controllate mediante liquidi penetranti o
metodologie equivalenti. Tutte le valvole di sicurezza di cui in [2.4] devono essere
provate alla loro pressione di taratura, come specificata dal
4.2.4 Prove idrostatiche costruttore della turbina, in presenza del Tecnico.

a) Le casse degli ugelli e le casse delle turbine devono 4.2.6 Prova di stabilità termica dei rotori
essere sottoposte ad una prova idrostatica con pressione
I rotori fucinati in un sol pezzo, o in più pezzi saldati, di
di prova uguale al maggiore tra i seguenti due valori:
turbine di propulsione in cui la temperatura di esercizio sia
b) 1,5 volte la pressione di esercizio, superiore a 400 °C devono essere sottoposti ad una prova di
stabilità termica. Tale prova deve essere eseguita dopo i trat-
c) 1,5 volte la pressione all’atto dell’avviamento,
tamenti termici e la lavorazione di sgrossatura o ad uno sta-
d) In nessun caso, tuttavia, la pressione di prova deve dio successivo di lavorazione secondo una procedura
essere inferiore a 0,2 N/mm2. approvata dalla Società.

e) Le casse delle turbine possono, se necessario, essere 4.2.7 Bilanciamento dei rotori
suddivise temporaneamente con diaframmi per poter
I rotori, finiti di lavorazione e completi di tutti gli accessori
realizzare i differenti valori di pressione nei vari stadi.
e palettature, devono essere bilanciati dinamicamente con
f) Nel caso in cui le prove idrostatiche non risultino effet- un’apparecchiatura di appropriata sensibilità in relazione
tuabili, il costruttore può presentare all’esame della alla grandezza del rotore. Normalmente questa prova deve
Società proposte alternative per controllare l’integrità essere eseguita con la parte primaria di un eventuale giunto
delle casse delle turbine e l’assenza di difetti nelle elastico.
stesse.
4.2.8 Prova di sovravelocità dei rotori
g) Per i corpi delle valvole d’intercettazione rapida, val-
vole di sicurezza, di manovra e di regolazione la pres- I rotori, finiti di lavorazione e completi di tutti gli accessori
e palettature, devono essere sottoposti per almeno 3 minuti
sione di prova è pari a 1,5 volte la massima pressione di
esercizio ammissibile della caldaia (pressione di appro- ad una prova di sovravelocità al maggiore dei seguenti
vazione). L’efficacia della tenuta delle valvole quando valori:
chiuse deve essere provata ad una pressione pari a 1,1 • 5% in più della velocità di taratura del dispositivo di
volte la pressione d’esercizio. sovravelocità
h) I refrigeranti intermedi e gli scambiatori di calore • 15% in più della massima velocità di progetto
devono essere sottoposti ad una prova idrostatica con
La Società può derogare dalla richiesta di detta prova se il
pressione di prova uguale a 1,5 volte la pressione di
costruttore dimostra con un calcolo diretto, ritenuto idoneo,
esercizio.
che il rotore può sopportare con tutta sicurezza il valore
i) Le tubolature, le valvole e gli altri accessori soggetti a suddetto di sovravelocità e se viene accertata mediante
pressione devono essere sottoposti ad una prova idrosta- esami non distruttivi l’assenza di difetti nei rotori.

Tabella 5 : Materiali e prove non distruttive

Prove sui materiali Prove non distruttive


(caratteristiche mec-
Componenti della turbina caniche e composi- Esami magnetosco-
Ultrasuoni o esami
zione chimica) pici o liquidi pene-
mediante raggi X
tranti

Parti rotanti (rotori delle turbine, alberi, giunti rigidi tutte tutte a campione
ed elastici, viti per accoppiatoi, ed altre parti solle-
citate dinamicamente, pignoni e ruote di pezzo
con la turbina)
Parti statiche (fusioni e lamiere per casse) tutte a campione come con- -
cordato tra costruttore
e Tecnico
Palette a campione a campione a campione
Tubolature ed accessori relativi come prescritto nella come prescritto nella come prescritto nella
sezione pertinente del sezione pertinente del sezione pertinente del
regolamento regolamento regolamento

Regolamenti RINA 2005 101


Parte C, Cap 1, Sez 4

4.2.9 Prove al banco parti rotanti e delle palette come elencati in Tab 4 e per le
Quando le turbine sono sottoposte a prove al banco in offi- prove in officina elencate in [4.2.1]. Qualora il costruttore
cina, durante le prove dovrà essere verificato il funziona- abbia un sistema di garanzia della qualità certificato dalla
mento soddisfacente dei dispositivi di comando, controllo e Società, potrà essere concordato un numero minore di ispe-
sicurezza. In ogni caso tale verifica deve essere eseguita zioni e prove presenziate dal Tecnico.
non più tardi della sistemazione della turbina a bordo.
4.3.2 Turbine per le quali non è richiesta la
Le turbine a vapore destinate ad impianti di propulsione
certificazione
devono, in generale, essere sottoposte ad una prova in offi-
cina sotto vapore, senza carico, durante la quale la turbina Per le turbine per le quali non è richiesta la certificazione
deve essere portata, per quanto possibile, fino ai giri di eser- secondo quanto stabilito in [1.1.1], devono essere inviati
cizio. Durante le prove in officina, per tutte le turbine, sia certificati del costruttore con i particolari delle prove ed
principali sia ausiliarie, devono essere tarati i dispositivi di ispezioni eseguite in officina . L’accettazione di queste tur-
sicurezza di sovravelocità. bine è tuttavia subordinata ad una soddisfacente presta-
zione durante le prove in banchina e le prove in mare.
4.3 Certificazione
4.3.3 Turbine con approvazione di tipo
4.3.1 Turbine per le quali è richiesta la Per turbine costruite in serie per le quali è richiesta l’appro-
certificazione vazione di tipo alla Società, le prove ed i collaudi sul proto-
Per le turbine per le quali è richiesta la certificazione tipo devono essere presenziati dal Tecnico come stabilito in
secondo quanto stabilito in [1.1.1], sono richiesti certificati [4.3.1]. Il costruttore e la Società concorderanno caso per
della Società (C) (vedere Parte D, Cap 1, Sez 1, [4.2.1]) per caso il numero minimo di ispezioni del Tecnico durante le
le prove sui materiali impiegati per la costruzione delle prove di produzione.

102 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 5

SEZIONE 5 TURBINE A GAS

1 Generalità 1.2 Definizione di potenza nominale

1.1 Applicabilità 1.2.1 La potenza nominale è la massima potenza costante


che la turbina può sviluppare a velocità costante nel campo
1.1.1 Turbine di propulsione e per servizi essenziali di variazione della temperatura di ingresso dell’aria com-
Le prescrizioni della presente Sezione si applicano a: preso fra 0 °C e 35 °C. Tale potenza deve essere considerata
a) tutte le turbine di propulsione; nell’ipotesi di 0 perdite all’entrata e allo scarico ed un’umi-
b) turbine per servizi ausiliari essenziali per la sicurezza e dità relativa del 60%.
la navigazione.

1.1.2 Turbine per generatori elettrici ausiliari 1.3 Documentazione da inviare


Le turbine ausiliare azionanti generatori elettrici in aggiunta
alle prescrizioni contenute nella presente Sezione devono 1.3.1 I disegni elencati in Tab 1 devono essere inviati per
soddisfare le prescrizioni pertinenti nel Capitolo 2. le turbine di propulsione e quelle per servizi essenziali.

1.1.3 Approvazione di tipo I disegni costruttivi elencati devono essere completi con
Le turbine di propulsione e per servizi essenziali devono tutte le dimensioni e devono contenere indicazioni esau-
essere di un tipo approvato dalla Società. rienti sui tipi di materiali impiegati.

Tabella 1 : Documenti da inviare

N. A/I (1) DOCUMENTO


1 I Vista d’insieme della turbina in sezione longitudinale
2 A Disegni particolareggiati dei rotori, casse, palette, camere di combustione e scambiatori di calore (2)
3 A Specifiche dei materiali delle parti principali, comprese le caratteristiche fisiche, chimiche e meccaniche, i dati
relativi alla rottura ed allo scorrimento a caldo, la resistenza a fatica ed alla corrosione ed i trattamenti termici
(2)
4 A Qualora i rotori, statori o altri componenti della turbina siano di costruzione saldata, tutti i particolari relativi al
progetto dei giunti saldati, procedimenti e sequenze di saldatura, trattamenti termici e controlli non distruttivi
dopo la saldatura (2)
5 I Specifica generale della turbina comprendente un manuale di istruzioni, una descrizione delle strutture e
l’indicazione delle proprietà del combustibile e dell’olio lubrificante da impiegare
6 I Particolari relativi alle condizioni operative, comprese le curve di pressione e temperatura nella turbina e nel
compressore alla potenza nominale ed alle corrispondenti velocità di rotazione, nonché particolari sulle possi-
bili operazioni transitorie al di sopra della potenza normale
7 A Schemi degli impianti per il combustibile, compresi i sistemi di comando e sicurezza, e per l’olio lubrificante
8 A Schema dell’impianto di raffreddamento, se applicabile
9 I Quando possibile, informazioni sulle esperienze operative sul campo di impianti similari
10 I Procedure di manutenzione e di ripristino
11 A Analisi delle tensioni e temperature nelle palette, rotori e camere di combustione (2)
12 A Calcolo del tempo di vita delle parti ad alta temperatura e sottoposte a sollecitazioni particolarmente alte (2)
13 A Analisi delle vibrazioni delle palette e rotori (2)
14 A Particolari dei dispositivi di sicurezza automatici con analisi di guasto ed effetti (2)
(1) A = da inviare all’approvazione in quadruplice copia
I = da inviare per conoscenza in duplice copia
(2) In alternativa, la Società potrà considerare, caso per caso, di esaminare alcuni gruppi scelti di documenti relativi a parti impor-
tanti o critiche della turbina, nei quali tutti i criteri usati dal Costruttore per la progettazione, costruzione, ispezioni, prove e cri-
teri di accettabilità siano chiaramente descritti, purché il sistema di garanzia di qualità del Costruttore sia approvato e certificato
dalla Società.

Regolamenti RINA 2005 103


Parte C, Cap 1, Sez 5

2 Progetto e costruzione relativi tubi di spurgo. Tali rubinetti devono essere di


facile manovra.

2.1 Materiali c) Idonei mezzi di protezione devono essere previsti al


fine di evitare che il calore, il rumore o eventuali avarie
2.1.1 Materiali approvati di parti rotanti possano causare danni alle persone. Se
per tale scopo tutta la turbina a gas viene sistemata in
a) I materiali impiegati per le turbine a gas devono soddi- un inviluppo protettivo, lo spazio tra la cassa turbina e
sfare i requisiti imposti dalle condizioni operative dei detto inviluppo deve essere ben ventilato.
vari componenti. Nella scelta dei materiali si deve tener
conto di effetti, quali, per esempio, scorrimento a caldo, d) Particolare attenzione deve essere prestata al fatto che i
fatica termica, ossidazione e corrosione, ai quali pos- tubi ed i collettori entro le casse delle turbine e dei
compressori siano collegati agli statori in modo da evi-
sono essere sottoposti i componenti durante il loro eser-
cizio. Dovrà essere fornita alla Società la prova che i tare carichi anormali in esercizio.
materiali impiegati sono adatti al loro impiego detta- e) Devono essere previsti ampi raccordi in corrispondenza
gliando le loro caratteristiche chimiche e meccaniche e dei cambiamenti di sezione dei rotori, dei dischi e delle
i trattamenti termici applicati. Qualora siano usati mate- radici delle palette. I fori nei dischi devono essere ben
riali compositi deve essere descritto il loro metodo di arrotondati e lisciati.
costruzione.
2.3.2 Accessi ed aperture d’ispezione
b) Le palette delle turbine devono essere costruite con
materiali resistenti al calore ed alla corrosione. a) Deve essere assicurato l’accesso alla camera di combu-
stione. Deve essere possibile esaminare i bruciatori o la
camera di combustione senza dover rimuovere il gene-
2.2 Analisi delle tensioni ratore di gas.

2.2.1 Calcoli b) Devono essere previste aperture che permettano l’ispe-


zione del percorso dell’aria nella turbina, senza la
a) Il Costruttore deve inviare i risultati dei calcoli delle ten- necessità di smontaggi, mediante opportuni dispositivi,
sioni in ogni rotore nelle condizioni più severe di eser- per esempio sonde a fibre ottiche o simili.
cizio.

b) Deve anche essere inviata un’analisi a fatica di ogni 2.3.3 Cuscinetti


rotore, tenendo conto delle concentrazioni delle ten- a) I cuscinetti delle turbine devono essere sistemati in
sioni. modo che la lubrificazione non venga resa inefficiente a
causa di un eccessivo riscaldamento dovuto a gas caldi
c) La Società potrà considerare i risultati derivanti da espe-
o all’alta temperatura delle parti adiacenti.
rienze in esercizio di impianti similari in alternativa alle
voci a) e b) di cui sopra. b) Deve essere impedito che il gocciolamento di olio o
combustibile raggiunga parti ad alta temperatura.
I calcoli e le analisi (vedere anche [1.3.1]) devono essere
eseguiti secondo criteri concordati con la Società. Inoltre c) Un idoneo dispositivo per raffreddare i cuscinetti dopo
devono essere inviati dati sulla vita di esercizio di progetto che le turbine sono state fermate deve essere previsto se
e i risultati di prove usati per validare le assunzioni dei cal- è necessario per evitare fenomeni di ricottura dei cusci-
coli. netti stessi.
d) I cuscinetti volventi devono essere identificabili e la loro
2.2.2 Vibrazioni
vita deve essere adeguata allo scopo previsto. Comun-
Il campo delle varie velocità in esercizio non deve dar que tale vita non deve essere inferiore a 40000 ore.
luogo a vibrazioni flessionali inaccettabili o a vibrazioni
che possano influenzare l’intero impianto. Devono essere 2.3.4 Viratore
inviati i calcoli delle velocità critiche ove siano dettagliate
a) Le turbine di propulsione devono essere dotate di un
le assunzioni su cui essi sono basati.
viratore o di un motore d’avviamento. Deve essere pos-
sibile ruotare a mano i rotori delle turbine ausiliarie.
2.3 Particolari di progetto e costruzione b) L’ingranamento del viratore o del motore d’avviamento
deve essere chiaramente indicato sul piano di manovra.
2.3.1 Rotori e statori
c) Deve essere sistemato un dispositivo di blocco che assi-
a) Tutte le parti delle turbine e dei compressori devono curi che la turbina principale non possa essere avviata
essere prive di difetti, costruite e installate con tolle- quando il viratore è ingranato.
ranze e giochi idonei a permettere le dilatazioni termi-
che ed a ridurre al minimo le deformazioni delle casse e 2.3.5 Raffreddamento
dei rotori in tutte le condizioni di funzionamento.
Le turbine ed il sistema di gas di scarico al loro esterno
b) Nella parte bassa di ciascuna cassa, devono essere devono essere opportunamente coibentati o raffreddati per
installati in posizione opportuna adeguati rubinetti e impedire un’eccessiva temperatura delle superfici esterne.

104 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 5

2.3.6 Aspirazione d’aria 2.3.11 Marcia indietro


a) Le condotte d’aspirazione d’aria devono essere dotate Per macchinari di propulsione con invertitori, eliche a pale
di dispositivi tali da impedire l’ingresso di corpi estranei orientabili o un sistema di trasmissione elettrica, non si
nella turbina e nel compressore. deve verificare un sovraccarico della turbina durante la
marcia indietro.
b) Devono essere previsti dispositivi atti a controllare che
la salinità dell’aria comburente, sia entro i limiti specifi- 2.3.12 Operazioni in emergenza
cati dal Costruttore. a) In impianti con più di un’elica e relativa linea d’alberi e
c) Devono essere previsti sistemi di pulizia per rimuovere più di una turbina, l’avaria di una qualsiasi turbina a gas
eventuali depositi dalla turbina e dal compressore. collegata ad una linea d’alberi non deve aver alcun
effetto sulle operazioni continue ed indipendenti delle
d) Devono essere previsti dispositivi per impedire la for-
altre turbine.
mazione di ghiaccio nelle condotte di aspirazione
dell’aria. b) In impianti con una sola elica e relativa linea d’alberi
azionata da due o più turbine, deve essere assicurato
2.3.7 Sistemazione degli scarichi delle turbine che in caso di avaria ad una turbina, le altre siano
a) La sistemazione dei tubi e condotte di scarico deve capaci di continuare indipendentemente il loro servizio.
essere progettata in modo tale da impedire l’entrata di c) Le navi classificate per navigazione illimitata con una
gas nel compressore. sola elica e relativa linea d’alberi azionata da un’unica
turbina a gas devono essere dotate di un mezzo di pro-
b) Silenziatori o altre sistemazioni equivalenti devono
pulsione d’emergenza alternativo in caso di avaria alla
essere previsti sui condotti dei gas di scarico, in modo
turbina principale.
tale da limitare il rumore nell’aria, misurato ad 1 m di
distanza dalla turbina, a non più di 110 dB(A) in locali
macchine non presidiati e a non più di 90 dB(A) in 2.4 Fabbricazione saldata
locali macchine presidiati.
2.4.1 Le prescrizioni del Costruttore relative alle saldature
2.3.8 Impianti con più di una turbina dei rotori e dei più importanti pezzi fucinati o fusi, quando
permesso, devono essere prontamente identificabili dalla
Gli impianti con più di una turbina devono avere impianti Società su disegni inviati all’approvazione.
di aspirazione dell’aria e di scarico separati per impedire la
Generalmente tutte le saldature devono essere eseguite da
possibilità di ricircolo dell’aria nelle turbine ferme.
saldatori qualificati secondo procedimenti di saldatura qua-
2.3.9 Combustibile liquido lificati usando materiale d’apporto approvato.
a) Qualora la turbina sia progettata per bruciare combusti-
bili non distillati, deve essere previsto un sistema di
2.5 Dispositivi di comando, controllo e bloc-
depurazione capace di rimuovere, per quanto possibile chi automatici
i componenti corrosivi del combustibile o di inibirne gli
2.5.1 Sistemazione dei dispositivi di comando e
effetti in accordo con la specifica del Costruttore.
controllo
b) Se necessario, devono essere previsti mezzi per rimuo- Tutti i dispostivi di comando e controllo relativi ad ogni
vere eventuali depositi derivati dalla combustione del macchinario principale di propulsione devono essere rag-
combustibile che potrebbero dar luogo ad effetti corro- gruppati insieme in ogni posizione dalla quale il macchina-
sivi o abrasivi. rio in questione possa essere comandato.
c) Le turbine a gas che bruciano gas evaporati dalle
2.5.2 Regolatori di velocità e dispositivi di
cisterne di navi gasiere saranno oggetto di considera- protezione contro le sovravelocità
zione speciale da parte della Società, tenendo conto
a) Le turbine di propulsione che possono operare senza
delle prescrizioni in Parte E, Cap 9, Sez 16.
carico devono essere dotate di un dispositivo capace di
2.3.10 Dispositivi d’avviamento limitare la velocità a non più del 10% al di sopra della
velocità massima continuativa.
a) Le turbine a gas devono essere dotate di dispositivi
capaci di avviarle dalla condizione di fermo. b) Le turbine per propulsione di navi con eliche a pale
orientabili, giunti disaccoppiabili o impianti di propul-
b) Deve essere previsto un sistema per eliminare l’accu- sione elettrica dovranno essere dotate di un regolatore
mulo pericoloso di combustibile liquido o gassoso di velocità che, in caso di perdita improvvisa del carico,
all’interno della turbina prima di ogni tentativo di avvia- impedisca ai giri di aumentare fino all’intervento del
mento o di riavviamento. dispositivo di blocco.
c) I dispositivi di avviamento devono essere realizzati in c) In aggiunta al regolatore di velocità le turbine per gene-
modo tale che se l’accensione non si verifica entro un ratori elettrici devono essere dotate di un dispositivo
tempo predeterminato le operazioni di avviamento ven- separato di protezione contro le sovravelocità, con
gano bloccate e la valvola principale di ammissione del sistema di intervento manuale, capace di impedire che
combustibile si chiuda. la velocità nominale venga superata per più del 15%.
d) Il numero minimo di avviamenti deve essere in accordo d) L’aumento di velocità delle turbine azionanti generatori
con le prescrizioni in Sez 1, [1.4.4]. elettrici, eccetto quelle per propulsione elettrica, deri-

Regolamenti RINA 2005 105


Parte C, Cap 1, Sez 5

vante da un’improvvisa caduta di carico da pieno carico 3 Sistemazione ed installazione


a 0, non deve superare il 5% una volta che si sia rias-
sunta una condizione di funzionamento stabile.
3.1 Basamenti
L’aumento transitorio di velocità conseguente
all’improvvisa caduta di carico da pieno carico a 0 non 3.1.1 I basamenti dei gruppi turboriduttori devono essere
deve essere superiore al 10% e deve essere separata con progettati e costruiti in modo che i movimenti dello scafo
un margine sufficiente dal valore di taratura del disposi- non diano luogo a rilevanti movimenti relativi tra riduttori e
tivo di blocco. Prescrizioni alternative potranno essere turbine. In ogni caso tali movimenti devono essere assorbiti
considerate dalla Società caso per caso sulla base del da idonei accoppiatoi o giunti.
progetto e della sistemazione effettiva della turbina.
3.2 Giunzione fra le superfici d’accoppia-
2.5.3 Sistemi di controllo
mento
I principali parametri operativi (pressioni, temperature, giri
al minuto, ecc.) devono essere adeguatamente controllati e 3.2.1 Le flange di accoppiamento delle casse devono for-
segnalati sul piano di manovra. mare giunzioni stagne senza la necessità di interposizione
di materiale.
2.5.4 Blocchi d’emergenza
3.3 Installazione delle tubolature
a) Un dispositivo di blocco d’emergenza a pulsante deve
essere sistemato sul piano di manovra. 3.3.1 I tubi ed i collettori collegati alle casse delle turbine
e dei compressori devono essere sistemati in modo da
b) Qualsiasi dispositivo di blocco previsto per soddisfare la ridurre al minimo le spinte ed i momenti. Se manichette
prescrizione di cui sopra, deve essere tale da provocare flessibili vengono adoperate a tale scopo, esse devono sod-
l’interruzione dell’alimentazione del combustibile il più disfare alle prescrizioni in Sez 10, [2.6].
vicino possibile al bruciatore.
3.4 Superfici calde
2.5.5 Dispositivi di blocco
3.4.1 Le superficie calde che potrebbero venire a contatto
a) Il ripristino dei dispositivi di blocco rapido automatici
con l’equipaggio durante l’esercizio devono essere oppor-
deve poter essere effettuato solamente presso la turbina
tunamente protette o coibentate. Vedere Sez 1, [3.7].
o dal piano di manovra con la valvola di alimentazione
del combustibile in posizione chiusa.
3.5 Allineamento
b) Quando il sistema è azionato da un impianto oleodina- 3.5.1
mico previsto per le operazioni automatiche, esso deve
a) Deve essere curato in modo particolare l’allineamento
essere alimentato da due pompe: una pompa princi-
dei gruppi turboriduttori, tenendo conto di tutte le cause
pale ed una pompa di riserva. La pompa di riserva deve
che possono provocare variazioni di allineamento dalle
sempre essere indipendente. In casi particolari una
condizioni a freddo a quelle di normale funzionamento.
pompa a mano potrà essere accettata come pompa di
riserva. b) Quando è prevista la sistemazione di una cassa struttu-
rale in corrispondenza del basamento delle turbine o
c) L’avviamento della turbina deve essere possibile sola- dei riduttori, deve essere tenuto conto, nell’eseguire
mente quando i dispositivi di blocco rapido sono pronti l’allineamento, delle variazioni di temperatura previste
per il funzionamento. per la cassa stessa.
c) Per le turbine di propulsione, devono essere sistemati
2.5.6 Controlli automatici della temperatura strumenti indicatori degli spostamenti assiali dei rotori
Le seguenti funzioni della turbina devono avere un sistema rispetto alle relative casse e degli scorrimenti delle casse
di controllo automatico della temperatura tale da mante- sui piedi scorrevoli. Gli strumenti indicatori devono
nere e stabilizzare le condizioni di esercizio della turbina essere sistemati in posizione ben visibile. Tale prescri-
principale entro il normale campo di applicazione. zione non si applica a turbine montate su cuscinetti a
rulli.
a) Olio lubrificante all’entrata ed all’uscita della turbina.

b) Alimentazione del combustibile (o in alternativa con-


3.6 Pagliolati
trollo automatico della viscosità del combustibile). 3.6.1 I pagliolati ed altre strutture in corrispondenza dei
c) Gas di scarico in posizioni specifiche scelte dal Costrut- piedi scorrevoli o di supporti flessibili devono essere siste-
tore nel percorso dei gas all’interno della turbina. mati in modo da non impedire la dilatazione delle casse
delle turbine.
2.5.7 Indicatori, allarmi e blocchi
3.7 Drenaggi
La Tab 2 indica le prescrizioni minime relative ai comandi,
controlli e blocchi delle turbine a gas di propulsione ed 3.7.1 Le turbine e le tubolature collegate devono essere
ausiliarie. munite di adeguati sistemi per il drenaggio.

106 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 5

Tabella 2 : Turbine di propulsione e turbine ausiliarie

Simboli convenzionali Comandi automatici


H= Valore alto, HH = Valore molto alto,
G= Allarme cumulativo
Controlli
L = Valore basso, LL = Valore molto basso,
I = Allarme singolo Turbina Ausiliari
X= Funzione richiesta, R = A distanza
Rallen- Blocco Coman- Avvio Arresto
Indica-
Identificazione del parametro dell’impianto Allarme tamen- automa- do della
zione
to tico riserva
• Guasto dell’impianto di comando X
• Guasto dell’avvio automatico X
Controllo meccanico della turbina a gas
• Velocità locale
X
H X
• Spostamento assiale del rotore (Non applicabile a locale
cuscinetti a rotolamento)
H X
• Vibrazioni H locale
• Numero di cicli della parte rotante effettuati H
Controllo del generatore di gas
• Arresto della fiamma e guasto dell’accensione X X
• Pressione della mandata del combustibile L locale
• Temperatura della mandata del combustibile H locale
• Temperatura media del fluido di raffreddamento H locale
• Temperatura dei gas di scarico o temperatura del gas locale
in posizioni specifiche nel percorso dei gas. (Allarme
H X
prima del blocco)
• Pressione all’ingresso del compressore (allarme locale
prima del blocco)
L X
Olio lubrificante
• Pressione della mandata alla turbina locale
L X
• Pressione differenziale attraverso il il filtro dell’olio H locale
lubrificante
• Temperatura dei cuscinetti o dell’olio lubrificante H locale
(allo scarico)

Regolamenti RINA 2005 107


Parte C, Cap 1, Sez 5

3.8 Strumenti c) Stadio C - Esame delle parti principali della turbina.


Una volta ultimato il programma di prova le parti princi-
3.8.1 Le turbine, sia principali che ausiliarie, devono pali della turbina devono essere esaminate.
essere provviste di ponti e micrometri di tipo idoneo per il
Il Costruttore della turbina deve riportare tutti i risultati e le
controllo dell’allineamento dei rotori, degli alberi dei
misurazioni relativi alla turbina provata durante la prova di
pignoni e delle ruote lente, quando necessario.
tipo in un apposito verbale di prova, che dovrà essere
Durante l’installazione a bordo tale controllo deve essere inviato alla Società.
effettuato alla presenza ed a soddisfazione del Tecnico.
4.2.2 Stadio A - Prove preliminari interne (prove di
funzionamento e raccolta dati operativi)
4 Prove sui materiali, ispezioni e col-
a) Nel corso delle suddette prove devono essere eseguite
laudi in officina, certificazione prove di funzionamento della turbina alle prestazioni
ritenute significative dal Costruttore e devono essere
4.1 Prove di tipo - Generalità registrati i relativi parametri di funzionamento.
b) Le suddette prestazioni di prova possono essere scelte
4.1.1 Una volta ultimato il progetto di un nuovo tipo di
tenendo conto di tutti i campi di funzionamento.
turbina da installare a bordo, un prototipo della stessa deve
essere sottoposto alla prova di tipo secondo quanto qui di c) Le prove di funzionamento in condizioni di normale
seguito stabilito. esercizio devono comprendere:
Una prova di tipo effettuata su di un determinato tipo di tur- 1) Prove al 25%, 50%, 75%, 100% della potenza
bina in una qualsiasi officina del Costruttore sarà ritenuta nominale per la quale è richiesta l’approvazione di
valida per tutte le turbine dello stesso tipo costruite dal tipo, eseguite:
Costruttore o da suoi licenziatari. • alla velocità di rotazione corrispondente alla
Le turbine sottoposte alla prova di tipo sono soggette curva nominale (teorica) dell’elica ed a velocità
all’estensione di prova di seguito specificata dando per di rotazione costante, nel caso di turbine di pro-
scontato che: pulsione;
• la turbina sia stata messa a punto come necessario per • a velocità di rotazione costante, nel caso di tur-
le condizioni della prova di tipo; bine per generatori elettrici.

• nel corso delle prove interne preliminari eseguite dal 2) Prove alle prestazioni limite del campo di funziona-
Costruttore siano stati effettuati gli accertamenti e le mento ammissibile della turbina.
misure necessari ad accertare l’affidabilità di funziona- Tali prestazioni limite devono essere stabilite dal
mento della turbina; Costruttore.
• la documentazione di cui in [1.3.1] sia stata esaminata, d) Un programma alternativo di prova potrà essere con-
e, quando richiesto, approvata dalla Società, e siano cordato tra il Costruttore e la Società caso per caso.
stati comunicati alla Società il tipo e l’estensione degli
accertamenti eseguiti durante le prove preliminari effet- 4.2.3 Stadio B - Prove di tipo presenziate dal
Tecnico
tuate prima della messa in produzione della turbina.
Nel corso delle prove di tipo devono essere eseguite, alla
presenza di un Tecnico, le prove elencate qui di seguito e
4.2 Prove di tipo di turbine non ammesse ad deve essere compilato un verbale contenente i risultati delle
una procedura di collaudo semplificata suddette prove che deve essere firmato sia dal Costruttore
sia dal Tecnico.
4.2.1 Generalità
Eventuali modifiche al presente programma di prova
Le turbine, per le quali il Costruttore non può usufruire
devono essere concordate tra il Costruttore e la Società.
della procedura di collaudo alternativa (vedere Parte D,
Cap 1, Sez 1, [3.2]), devono sottostare a prova di tipo pre- a) Prestazioni di prova
senziata dal Tecnico secondo le prescrizioni seguenti. Le prestazioni di prova, che devono essere scelte per la
La prova di tipo è suddivisa nei seguenti 3 stadi: turbina con riferimento al diagramma potenza/velocità
di rotazione sono quelle qui sotto elencate. Alle diverse
a) Stadio A - Prove preliminari eseguite dal Costruttore. prestazioni di prova devono essere misurati ed annotati
Lo stadio A consiste nell’effettuazione di prove di fun- tutti i parametri di funzionamento necessari.
zionamento e nella registrazione dei parametri opera- Il periodo di funzionamento per ciascuna prestazione di
tivi, compreso il numero di ore di funzionamento prova deve essere stabilito in relazione alle caratteristi-
durante le prove interne. I risultati di dette prove devono che della turbina, cioè al tempo necessario per raggiun-
essere presentati al Tecnico in occasione della prova di gere le condizioni di regime, ed al tempo necessario per
tipo. Il Costruttore deve inoltre dichiarare il numero di misurare i parametri necessari per il funzionamento
ore di prova a cui sono stati sottoposti i componenti della turbina.
della turbina che dovranno essere esaminati.
Di norma, per ogni prestazione di prova, il periodo di
b) Stadio B - Prova di tipo. funzionamento deve essere di mezz’ora.
La prova di tipo deve essere effettuata alla presenza di Il periodo di funzionamento alla massima potenza con-
un Tecnico. tinuativa di cui al successivo punto (1) deve essere di 2

108 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 5

ore; nel corso di tale periodo devono essere effettuate b) 10 ore complessive ai carichi parziali pari al 25%, 50%,
due serie di letture ad un intervallo minimo di un’ora. 75% e 90% della potenza P;
1) Prova alla massima potenza continuativa P, cioè c) 2 ore a carichi intermittenti;
100% della potenza, 100% della coppia e 100% d) prove di avviamento
della velocità di rotazione.
e) prove del regolatore di velocità, del dispositivo di prote-
2) Prova al massimo valore ammissibile della coppia zione contro le sovravelocità e del dispositivo di allarme
(normalmente 110% del valore nominale T) ed al per avaria all’impianto dell’olio lubrificante;
100% della velocità di rotazione; oppure prova alla
f) prove alla minima velocità di rotazione secondo la
massima potenza ammissibile ed alla corrispon-
curva nominale (teorica) dell’elica, per turbine azio-
dente velocità di rotazione secondo la curva nomi-
nanti eliche a pale fisse, ed alla minima velocità di rota-
nale dell’elica.
zione con un carico al freno nullo, per turbine azionanti
3) Prove a carichi parziali, ad esempio al 75%, al 50% eliche a pale orientabili o per turbine destinate a servizi
ed al 25% della massima potenza continuativa P ed ausiliari;.
alle corrispondenti velocità di rotazione, in accordo Le prove alle diverse prestazioni sopra menzionate devono
con la curva nominale dell’elica. essere combinate in cicli di funzionamento da ripetersi in
b) Prove addizionali successione fino al completamento dell’intera durata della
• Prova alla velocità di rotazione minima in accordo prova entro i limiti indicati.
con la curva nominale dell’elica. In particolare, la prova a pieno carico deve essere effettuata
• Prove di avviamento. al termine di ciascun ciclo.
• Prove del regolatore di velocità. Le prove ai carichi parziali di cui in (b) devono essere ese-
• Prove e taratura dei dispositivi di sicurezza. guite:
• alla velocità di rotazione corrispondente alla curva
4.2.4 Valutazione dei risultati delle prove nominale (teorica) dell’elica ed a velocità di rotazione
I risultati delle prove e degli accertamenti di cui al par. costante, nel caso di turbine di propulsione;
[4.2.3] devono dare esito soddisfacente a giudizio del Tec- • a velocità di rotazione costante, nel caso di turbine
nico. I parametri di funzionamento essenziali che devono destinate ad azionare generatori di corrente elettrica.
essere rilevati durante le prove sono di norma quelli elen-
cati in in [4.3.4]. Per turbine prototipo, la durata ed il relativo programma
della prova di tipo sarà oggetto di particolare considera-
I valori delle temperature e delle pressioni dei fluidi, quali
zione da parte della Società.
fluido di raffreddamento, olio lubrificante, gas di scarico,
ecc. devono mantenersi entro limiti appropriati, a giudizio 4.3.3 Alternative
del Tecnico, alle caratteristiche della turbina provata. Per le turbine per le quali il Costruttore fornisca dati docu-
mentati relativi al soddisfacente comportamento in eserci-
4.2.5 Stadio C - Esame dei componenti della
turbina zio oppure risultati di prove al banco precedentemente
eseguite, la Società può, a suo giudizio, accettare l’esecu-
Appena terminata la prova di tipo di cui in [4.2.3], alcuni
zione di una prova di tipo da concordare di volta in volta e
componenti scelti insieme dal Tecnico e dal Costruttore
da effettuare alla presenza di un Tecnico.
devono essere sottoposti all’esame del Tecnico.
4.3.4 Dati da registrare
4.3 Prove di tipo di turbine ammesse alla Nel corso delle prove di tipo devono essere rilevati ed
procedura di collaudo alternativa annotati almeno i seguenti parametri:
a) temperatura, pressione e umidità dell’aria nella sala
4.3.1 Generalità
prove;
Le turbine, per le quali il Costruttore può usufruire per le
b) temperatura del fluido di raffreddamento all’ingresso
prove e ispezioni della procedura di collaudo semplificata
della turbina
(vedere Parte D, Cap 1, Sez 1, [3.2]), devono sottostare a
prova di tipo presenziata dal Tecnico secondo le prescri- c) caratteristiche del combustibile e dell’olio lubrificante
zioni seguenti. impiegati durante la prova;
La scelta della turbina da provare nella linea di produzione d) velocità di rotazione della turbina;
deve essere concordata col Tecnico. e) potenza al freno;

4.3.2 Prova di tipo f) coppia al freno;


In generale la prova di tipo deve essere eseguita secondo il g) perdite alla mandata ed allo scarico dell’aria;
programma di prova qui sotto specificato, essendo P la h) temperatura e pressione dell’olio lubrificante;
potenza nominale continuativa ed n la velocità di rotazione i) temperatura dei gas di scarico in posizioni scelte dal
corrispondente. Costruttore nel percorso gas all’interno della turbina;
Possibili variazioni di questo programma dovranno essere j) minima portata dell’aria di spurgo e d’avviamento e
concordate tra il Costruttore e la Società: pressione dell’aria d’avviamento necessarie per avviare
a) 6 ore alla massima potenza; la turbina a freddo, se applicabile.

Regolamenti RINA 2005 109


Parte C, Cap 1, Sez 5

4.3.5 Ispezione delle parti principali della turbina e 4.5.3 Prove idrostatiche
valutazione delle prove
Le casse completate e gli scambiatori di calore devono
Valgono, per quanto applicabile, le indicazioni di cui in
essere assoggettati ad una prova idrostatica ad una pres-
[4.2.4] e [4.2.5].
sione pari a 1,5 volte la massima pressione d’esercizio. Se
con altri mezzi si dimostra che la robustezza della cassa è
4.4 Prove sui materiali sufficiente, una prova di tenuta a 1,1 volte la massima pres-
sione d’esercizio ammissibile potrà essere accettata dalla
4.4.1 I materiali impiegati per la costruzione delle parti
Società. Nel caso in cui la prova idrostatica non possa
della turbina elencati Tab 3 devono essere sottoposti a
essere eseguita, mezzi alternativi per verificare l’integrità
prove secondo le prescrizioni nella Parte D.
della cassa potranno essere concordati tra il Costruttore e la
Esami magnetoscopici o con liquidi penetranti sono richie- Società caso per caso.
sti per le parti elencate in Tab 3 e devono essere effettuati in
posizioni concordate tra il Costruttore ed il Tecnico, nelle
4.5.4 Bilanciamento dei rotori
quali l’esperienza mostra che difetti sono più probabili.
Per importanti parti strutturali delle turbine, oltre ai controlli I rotori, finiti di lavorazione e completi di tutti gli accessori
non distruttivi sopra menzionati, può essere richiesto un e palettature, devono essere bilanciati dinamicamente con
esame dei giunti saldati con un metodi di ispezione ritenuti un’apparecchiatura di appropriata sensibilità in relazione
idonei. alla grandezza del rotore. Normalmente questa prova deve
essere eseguita con la parte primaria di un eventuale giunto
Controlli non distruttivi con metodi approvati possono elastico.
essere richiesti per qualsiasi parte della turbina quando vi
sia ragione di dubitare della sua integrità.
4.5.5 Prova di sovravelocità dei rotori

4.5 Ispezioni e prove durante la costruzione I rotori, finiti di lavorazione e completi di tutti gli accessori
e palettature, devono essere sottoposti per almeno 3 minuti
4.5.1 Ispezioni durante la costruzione ad una prova di sovravelocità al maggiore dei seguenti
Le ispezioni e prove seguenti devono essere presenziate dal valori:
Tecnico durante la costruzione delle turbine menzionate in
[1.1.1]. Per le prove a bordo vedere Sez 15, [3.6]. • 5% in più della velocità di taratura del dispositivo di
sovravelocità
• Prove sui materiali come richiesto (vedere [4.4]).
• Fabbricazione saldata (vedere [4.5.2]). • 15% in più della massima velocità di progetto
• Prove idrostatiche (vedere [4.5.3]).
La Società può derogare dalla richiesta di detta prova se il
• Bilanciamento del rotore e prova di sovravelocità Costruttore dimostra con un calcolo diretto, ritenuto ido-
(vedere [4.5.4], [4.5.5]). neo, che il rotore può sopportare con tutta sicurezza il
• Collaudi d’officina (vedere [4.5.6]). valore suddetto di sovravelocità e se viene accertata
mediante esami non distruttivi l’assenza di difetti nei rotori.
4.5.2 Fabbricazione saldata
La fabbricazione saldata e le prove sulle saldature, devono
4.5.6 Prove d’officina
essere presenziate dal Tecnico per quanto ritenuto necessa-
rio dalla Società. Per le prove in officina vedere [4.2.3] e [4.3.2].

Tabella 3 : Prove sui materiali e prove non distruttive

Prove sui materiali Prove non distruttive


(Caratteristiche mecca-
Componenti della turbina Esami magnetoscopici Ultrasuoni o esami
niche e composizione
chimica) o con liquidi penetranti mediante raggi X

Parti rotanti (rotori dei compressori e turbine, tutte tutte tutte


alberi, giunti rigidi ed elastici, viti per accoppiatoi,
ed altre parti sollecitate dinamicamente, pignoni e
ruote di pezzo con la turbina)
Parti statiche (fusioni per casse con temperatura tutte a campione come con- -
oltre 230 °C e lamiere per casse con temperatura cordato tra Costruttore
oltre 370 °C o pressione oltre 4 MPa) e Tecnico
Palette a campione a campione a campione
Tubolature ed accessori relativi come prescritto nella come prescritto nella come prescritto nella
sezione pertinente del sezione pertinente del sezione pertinente del
regolamento regolamento regolamento

110 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 5

4.6 Certificazione che alcune delle prove in officina siano presenziate dal
Tecnico.
4.6.1 Certificato di tipo approvato e sua validità
Una volta conclusi con esito soddisfacente gli accertamenti b) Turbine non ammesse alla procedura di collaudo alter-
e le prove di tipo di cui in [4.2] o [4.3], la Società rilascerà nativa
al Costruttore della turbina un “Certificato di tipo appro-
Certificati della Società (C) (vedere Parte D, Cap 1,
vato” valido per tutte le turbine dello stesso tipo di quella
Sez 1, [4.2.1]) sono richiesti per le prove sui materiali
sottoposta alle prove.
adoperati per la costruzione di parti rotanti e per le
4.6.2 Certificazione delle prove palette elencate in Tab 3 e per le prove d’officina in
[4.5.3] e [4.5.4].
a) Turbine con procedura di collaudo alternativa
Certificati interni di fabbrica (W) (vedere Parte D, Cap 1, Certificati interni di fabbrica (W) (vedere Parte D, Cap 1,
Sez 1, [4.2.3]) sono richiesti per le parti e le prove indi- Sez 1, [4.2.3]) sono richiesti per le altre voci elencate in
cate in Tab 3 e per le prove elencate in [4.5.1]. Tuttavia, Tab 3 e per le prove descritte in [4.5.2] [4.5.5] e
la Società si riserva il diritto di richiedere caso per caso [4.5.6].

Regolamenti RINA 2005 111


Parte C, Cap 1, Sez 6

SEZIONE 6 RIDUTTORI ED INVERTITORI

1 Generalità Ulteriori prescrizioni per ingranaggi sistemati su navi con


una notazione relativa alla navigazione tra i ghiacci sono in
Parte F, Capitolo 9.
1.1 Applicabilità
Alcune deviazioni dalle prescrizioni contenute nella pre-
1.1.1 (1/1/2001) sente Sezione potranno essere considerate dalla Società per
A meno che non sia specificato altrimenti, le prescrizioni ingranaggi sistemati su navi con navigazione limitata.
della presente Sezione si applicano a: Calcoli alternativi, basati su norme riconosciute, possono
• riduttori e/o invertitori ad ingranaggi per impianti di pro- essere inviati dal Costruttore degli ingranaggi e formare
pulsione che trasmettano una potenza uguale o supe- oggetto di particolare considerazione da parte della
riore a 220 kW; Società.
• altri riduttori o moltiplicatori di giri che trasmettano una
potenza uguale o superiore a 110 kW, per macchinari 1.2 Documentazione da inviare
destinati a servizi ausiliari essenziali.
1.2.1 Documenti
Le prescrizioni in [2] si applicano solamente ad ingranaggi Prima dell’inizio della costruzione devono essere inviati
cilindrici con profilo ad evolvente a denti diritti o elicoidali alla Società tutti i disegni, specifiche e calcoli elencati in
interni od esterni Tab 1.

Tabella 1 : Documenti da inviare per riduttori ed invertitori

Tipo di
N. Descrizione del documento (2)
controllo (1)
1 A Disegni costruttivi degli alberi e flange
2 A Disegni costruttivi dei pignoni e delle ruote, compresi:
a) specifiche e particolari della procedura di indurimento:
• caratteristiche meccaniche superficiali e del materiale base
• diagramma della profondità di indurimento in funzione dei valori di durezza,
b) specifiche e particolari delle procedure di finitura:
• metodo di finitura dei fianchi dei denti (fresatura, sbarbatura, lappatura, rettifica, pallinatura),
• rugosità superficiale dei fianchi e dei raccordi di piede dei denti,
• correzioni dei fianchi dei denti (correzione dell’elica, spoglia di testa, spoglia di estremità,
bombatura), se esistenti
• grado di precisione secondo ISO 1328-1 1997
3 A Calcolo di forzamento dei pignoni, ruote, corone dentate e/o mozzi forzati con indicazione delle tol-
leranze minime e massime ammesse
4 A Calcolo della capacità di carico degli ingranaggi
5 A/I (3) Disegni costruttivi delle casse
6 A Schema funzionale dell’impianto di lubrificazione con indicazione di:
• grado dell’olio lubrificante di specifica,
• temperatura dell’olio in esercizio prevista,
• viscosità cinematica dell’olio
7 A Schema funzionale degli impianti di comando, controllo e sicurezza
8 I Sezione trasversale e longitudinale del riduttore/invertitore con indicazione del tipo di frizione
9 I Modulo dei dati necessari per il calcolo degli ingranaggi
(1) A: da inviare per approvazione in quattro copie.
I : da inviare per conoscenza in due copie.
Quando vengono fornite due indicazioni I / A, la prima si applica a componenti fusi e la seconda si applica a componenti sal-
dati.
(2) I disegni costruttivi devono comprendere le specifiche dei materiali impiegati con la composizione chimica, il trattamento ter-
mico, le caratteristiche meccaniche e, quando applicabile, i particolari di saldatura, i procedimenti di saldatura ed i trattamenti
termici di distensione.
(3) “A” per casse saldate, “I” negli altri casi

112 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 6

1.2.2 Dati h : Altezza del dente, in mm,


I dati elencati in Tab 2 devono essere inviati insieme ai αFen : Angolo di direzione del carico, relativo alla
documenti elencati in [1.2.1]. direzione di applicazione del carico in corri-
spondenza del punto esterno di contatto della
Tabella 2 : Dati da inviare per i riduttori/invertitori coppia di denti singola dell’ingranaggio a denti
diritti virtuale, in rad,
N. Descrizione dei dati
αn : Angolo di pressione, nella sezione normale, in
1 Tipo di motore azionante l’inganaggio e tipo di mac- corrispondenza del cilindro di riferimento, in
china azionata, nonché tipo di giunto elastico, se esi- rad,
stente
αt : Angolo di pressione, nella sezione trasversale,
2 Potenza massima continuativa trasmessa da ogni in corrispondenza del cilindro di riferimento, in
pignone e corrispondente velocità di rotazione per rad,
tutte le condizioni operative, compreso l’ingranamento
della frizione
αtw : Angolo di pressione, nella sezione trasversale,
in corrispondenza del cilindro primitivo di fun-
3 Moduli dei denti per i pignoni e le ruote zionamento, in rad,
4 Angolo di pressione ed angolo dell’elica β : Angolo dell’elica in corrispondenza del cilindro
5 Profili dei denti dei pignoni e delle ruote compresi il di riferimento, in rad,
diametro di testa ed i raggi di raccordo βb : Angolo dell’elica in corrispondenza del cilindro
6 Interasse di funzionamento base, in rad,
εα : Rapporto di contatto trasversale,
7 Addendum dell’utensile di taglio
εβ : Rapporto di sovrapposizione,
8 Larghezza attiva delle fasce dentate, diametro primitivo
di funzionamento εγ : Rapporto di contatto totale,
ρao : Raggio di arrotondamento di testa dell’utensile,
9 Dati relativi ai cuscinetti:
in mm,
• tipo, caratteristiche e vita di progetto dei cuscinetti
a rotolamento ρF : Raggio di raccordo al piede del dente in corri-
• materiali e giochi dei cuscinetti a strisciamento spondenza della sezione critica, in mm,
• posizione di ogni ingranaggio rispetto ai suoi cusci- hfe : braccio del momento flettente relativo all’appli-
netti cazione del carico in corrispondenza del punto
10 Dati per le vibrazioni torsionali (inerzia e rigidezza) esterno di contatto della coppia di denti sin-
gola, in mm,
2 Progetto degli ingranaggi - Determi- hfp : Dedendum di base della cremagliera di riferi-
mento, in mm,
nazione della capacità di carico
sFn : Spessore del piede del dente misurato secondo
2.1 Simboli, unità, definizioni la corda in corrispondenza della sezione critica,
in mm,
2.1.1 Simboli ed unità (1/1/2001) χB : Fattore di rodaggio (disallineamento dell’ingra-
Il significato dei simboli principali usati nella presente namento),
Sezione è specificato qui di seguito.
Q : Classe di qualità dell’ingranaggio secondo ISO
Altri simboli introdotti in relazione a definizioni o a fattori 1328-1 1997,
d’influenza sono definiti negli articoli appropriati.
HB : Durezza Brinnell
a : Interasse di funzionamento, in mm,
HV : Durezza Vickers
b : Larghezza attiva della fascia o delle fasce den-
R : Minimo valore del carico unitario di rottura a
tate (per ingranaggi a doppia elica, larghezza di
trazione del materiale dell’ingranaggio, in
un’elica), in mm,
N/mm2,
d : Diametro di riferimento, in mm,
RZ(f) : Rugosità media del fianco da cresta a valle, in
da : Diametro di testa, in mm,
mm,
db : Diametro di base, in mm,
RZ(r) : Rugosità media del piede da cresta a valle, in
df : Diametro di piede, in mm mm,
dw : Diametro primitivo di funzionamento, in mm, Ft : Forza tangenziale nominale, in N,
x : Coefficiente di modifica dell’addendum, σF : Sollecitazione a flessione al piede del dente, in
z : Numero di denti, N/mm2,
zn : Numero dei denti virtuale, σFE : Limite di fatica per la tensione di flessione al
n : Velocità di rotazione, giri/min piede del dente, in N/mm2,
U : Rapporto di riduzione, σFP : Sollecitazione a flessione ammissibile al piede
mn : Modulo nella sezione normale, in mm, del dente, in N/mm2,

Regolamenti RINA 2005 113


Parte C, Cap 1, Sez 6

σH : Sollecitazione di contatto (pressione di Hertz), 2.2 Principi


in N/mm2,
2.2.1
σH,lim : Limite di fatica per la sollecitazione di contatto
a) Le prescrizioni seguenti si applicano agli ingranaggi
(pressione di Hertz), in N/mm2, cilindrici con profilo ad evolvente con denti diritti o eli-
σHP : Sollecitazione di contatto ammissibile (pres- coidali, esterni o interni, e forniscono una metodologia
sione di Hertz), in N/mm2, per calcolare la capacità di carico con riferimento a:

v : Velocità periferica in corrispondenza del dia- • resistenza superficiale (sollecitazione di contatto), e


metro primitivo di funzionamento, in m/s, • resistenza a flessione al piede del dente.
Pedici: Le formule pertinenti sono elencate in [2.4] e [2.5].
• 1 per il pignone, cioè l’ingranaggio con il numero I fattori d’influenza comuni per le suddette formule
minore di denti, sono elencati in [2.3].
• 2 per la ruota. b) Gli ingranaggi per i quali non sono soddisfatte le condi-
zioni di validità di certi fattori o formule saranno
2.1.2 Definizioni geometriche oggetto di considerazione particolare da parte della
Nella verifica della resistenza superficiale, b è la larghezza Società.
comune delle fasce dentate in corrispondenza del diametro c) Altri metodi per la determinazione della capacità di
primitivo di funzionamento. carico saranno oggetto di particolare considerazione da
parte della Società.
Nelle verifiche della resistenza a flessione del dente, b1, b2
sono le larghezze al piede dei rispettivi denti. In ogni caso
b1 e b2 non devono essere assunti maggiori di b per più di
2.3 Fattori d’influenza generali
un modulo (mn) da ciascuna parte.
2.3.1 Generalità
Per ingranaggi interni, z2, a, d2, da2, db2 e dw2 devono essere I fattori d’influenza generali sono definiti in [2.3.2], [2.3.3],
presi negativi. [2.3.4], [2.3.5], [2.3.6] e [2.3.7]. Valori alternativi possono
essere usati purché essi siano stati determinati mediante
z
u = -----2 appropriate misurazioni.
z1

Nota 1: u > 0 per ingranaggi esterni, u < 0 per ingranaggi interni. 2.3.2 Fattore di applicazione del carico KA
Il fattore di applicazione del carico KA tiene conto di sovrac-
tan α
tan α t = ---------------n carichi dinamici dovuti a cause esterne all’ingranaggio.
cos β
I valori di KA sono dati in Tab 3.
z⋅m
d = --------------n
cos β
2.3.3 Fattore di distribuzione del carico Kγ
d b = d ⋅ cos α t Il fattore di distribuzione del carico Kγ tiene conto di una
non uniforme distribuzione del carico per trasmissioni mul-
d b1 + d b2
cos α tw = --------------------- tiple, quali, per esempio, ingranaggi epicicloidali o ingra-
2a naggi in tandem.
tan β b = tan β ⋅ cos α t I valori di Kγ sono dati in Tab 4.

inv α = tan α – α 2.3.4 Fattore dinamico KV (1/1/2001)


Il fattore dinamico KV tiene conto dei carichi dinamici
per ingranaggi esterni:
aggiuntivi interni agenti sui fianchi dei denti dovuti alle
1
---
1
--- vibrazioni del pignone e della ruota.
2 2
0 ,5 ( d a1 – d b1 ) + 0 ,5 ( d a2 – d b2 ) – ( a ⋅ sin α tw )
2 2 2 2
ε α = -------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
- I valori di KV sono dati in Tab 5. Essi si applicano solamente
π ⋅ m n ⋅ cos α t
---------------------------------- a ingranaggi d’acciaio con corone di grosso spessore aventi:
cos β
Ft
per ingranaggi interni: ---- > 150
b
1 1
--- ---
2 2 z1 < 50
0 ,5 ( d a1 – d b1 ) – 0 ,5 ( d a2 + d b2 ) – ( a ⋅ sin α tw )
2 2 2 2
ε α = -------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
-
π ⋅ m n ⋅ cos α t Per ingranaggi che non soddisfino le suddette limitazioni o
----------------------------------
cos β le limitazioni date in Tab 5 il valore di KV dovrà essere
comunicato dal Costruttore degli ingranaggi e formerà
b ⋅ sin β-
ε β = ------------------ oggetto di considerazione particolare da parte della
π ⋅ mn
Società.
εγ = εα + εβ

114 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 6

Tabella 3 : Valori di KA Tabella 4 : Valori di Kγ

Tipo d’impianto KA Tipo d’ingranaggio Kγ


Ingranaggi Motori con giunto idraulico 1 Ingranaggi a senza albero di torsione (1) 1,15
principali diesel più fasce
con giunto elastico 1,30 con albero di torsione (1) 1,10
(propulsione)
con altro tipo di giunto 1,50 Ingranaggi con 3 satelliti o meno 1,00
epicicloidali
Turbine 1 con 4 satelliti 1,20
Motori elettrici 1 con 5 satelliti 1,30
Ingranaggi Motori con giunto idraulico 1,00 con 6 o più satelliti 1,40
ausiliari diesel
con giunto elastico 1,20 (1) Un albero di torsione è un albero torsionalmente ela-
stico che migliora la distribuzione dei carichi tra gli
con altro tipo di giunto 1,40
ingranaggi.
Motori elettrici 1,00

Tabella 5 : Valori di KV

Tipo di ingranaggio KV Limitazioni


v⋅z v⋅z
K V2 = 1 + K 1 ⋅ ------------1 ------------1 < 10
Ingranaggi a denti KV = KV2 con: 100 100
diritti
dove K1 ha i valori specificati in Tab 6
v⋅z v ⋅ z1
K V1 = 1 + K 1 ⋅ ------------1 ------------ < 14
Ingranaggi a denti • se εβ≥1: KV = KV1 con: 100 100
elicoidali
dove K1 ha i valori specificati inTab 6

K V = K V2 – ε β ⋅ ( K V2 – K V1 )
• se εβ<1:
dove KV2 è calcolato come se gli ingranaggi fossero a denti
diritti

Tabella 6 : Valori di K1

Grado di precisione ISO (1)


Tipo di ingranaggio 3 4 5 6 7 8
Ingranaggi a denti diritti 0,022 0,030 0,043 0,062 0,092 0,125
Ingranaggi a denti eli- 0,0125 0,0165 0,0230 0,0330 0,0480 0,0700
coidali
(1) Grado di precisione secondo ISO 1328-1 1997. Nel caso di accoppiamento fra ingranaggi con differente grado di precisione,
si deve adoperare il grado corrispondente alla precisione minore.

2.3.5 Fattori di distribuzione del carico sulle fasce superiore a 0,5, sistemati simmetricamente fra i
dentate KHβ e KFβ (1/1/2001) cuscinetti,
a) I fattori di distribuzione del carico sulle fasce dentate, • nessun carico esterno agente sull’albero del
KHβ per le sollecitazioni di contatto e KFβ per le sollecita- pignone.
zioni di flessione al piede del dente, tengono conto K Hβ = 1 + ( F βy ⋅ C γ ⋅ b ) ⁄ ( 2 ⋅ F m ) per K Hβ ≤ 2
degli effetti di una distribuzione di carico non uniforme
lungo la larghezza della fascia. K Hβ = 2 ⋅ F βy ⋅ C γ ⋅ b ⁄ F m per K Hβ > 2
in cui:
b) I valori di KHβ e di KHb devono essere determinati
Fβy : disallineamento equivalente effettivo dopo il
secondo il metodo C2 dell’ISO 6336-1 e si applicano
rodaggio, in µm;
esclusivamente ad ingranaggi aventi:
Cγ : rigidezza dell’ingranamento, vedi [2.3.7];
• ruote, casse, alberi e cuscinetti di costruzione rigida,
Fm : carico tangenziale trasversale medio in cor-
• pignoni montati su alberi pieni o cavi con rapporto rispondenza del cerchio di riferimento rela-
tra il diametro interno ed il diametro esterno non tivo al calcolo dell’ingranamento,

Regolamenti RINA 2005 115


Parte C, Cap 1, Sez 6

Fm = Ft ⋅ KA ⋅ KV σH0 : calcolato con la formula seguente:

Nota 1: Per ingranaggi per i quali le condizioni suddette non siano per ingranaggi esterni:
soddisfatte il valore di KHb dovrà essere comunicato dal
Costruttore degli ingranaggi e formerà oggetto di particolare Ft u + 1
σ H0 = Z H Z E Z ε Z β --------
- -------------
considerazione da parte della Società. d1 b u

c) KFβ si ottiene con la formula seguente: per ingranaggi interni:


1
---------------------------------------------
1 + h ⁄ b + (h ⁄ b)
2
Ft u – 1
K Fβ = K Hβ σ H0 = Z H Z E Z ε Z β --------
- ------------
d1 b u
essendo b/h il minore tra b1/h1 e b2/h2 ma da assumere
non maggiore di 3. KA : Fattore di applicazione del carico (vedere
[2.3.2]),
Nel caso di spoglie di estremità o bombature: KFβ = KHβ.
Kγ : Fattore di distribuzione del carico (vedere
[2.3.3]),
2.3.6 Fattori di distribuzione trasversale del carico
KHα e KFα KV : Fattore dinamico (vedere [2.3.4]),
I fattori di distribuzione trasversale del carico, KHα per le KHβ : Fattore di distribuzione del carico sulle fasce
sollecitazioni di contatto e KFα per il momento flettente al dentate (vedere [2.3.5]),
piede del dente tengono conto degli errori del profilo e del
KHα : Fattore di distribuzione trasversale del carico
passo sulla distribuzione trasversale dei carichi tra due o
(vedere [2.3.6]),
più coppie di denti ingrananti.
ZB : Fattore d’ingranamento di una coppia singola di
I valori di KHα e KFα sono dati in Tab 7 conforme al Metodo
denti per il pignone (vedere [2.4.4]),
B dell’ISO 6336-1.
ZD : Fattore d’ingranamento di una coppia singola di
2.3.7 Rigidezza dell’ingranamento cγ denti per la ruota (vedere [2.4.4]),

Il valore della rigidezza dell’ingranamento cγ sarà comuni- ZH : Fattore di zona (vedere [2.4.5]),
cata dal Costruttore degli ingranaggi e formerà oggetto di ZE : Fattore di elasticità (vedere [2.4.6]),
particolare considerazione da parte della Società. In alter-
nativa si assumerà: Zε : Fattore del rapporto di contatto (vedere [2.4.7]),
Zβ : Fattore dell’angolo dell’elica (vedere [2.4.8]).
C γ = 20 N ⁄ ( mm ⋅ µm )

2.4.3 Sollecitazione di contatto ammissibile σHP


2.4 Verifica della resistenza superficiale La sollecitazione di contatto ammissibile σHP deve essere
determinata separatamente per il pignone e per la ruota con
2.4.1 Generalità la formula seguente:
Il criterio di verifica per la resistenza superficiale si basa σ H ,lim
sulla sollecitazione di contatto (pressione di Hertz) nel σ HP = ------------
- ZL ZV ZR ZW ZX
SH
punto di contatto sui cilindri primitivi di funzionamento o
al punto interno di contatto di una singola coppia di denti. essendo:
La sollecitazione di contatto σH non deve essere superiore ZL : Fattore di lubrificazione (vedere [2.4.9]),
alla sollecitazione di contatto ammissibile σHP.
ZV : Fattore di velocità (vedere [2.4.9]),

2.4.2 Sollecitazione di contatto σH ZR : Fattore di rugosità (vedere [2.4.9]),

La sollecitazione di contatto σH si determina come segue. ZW : Fattore del rapporto tra le durezze (vedere
[2.4.10]),
• per il pignone
ZX : Fattore di dimensione per la sollecitazione di
σ H = Z B σ H0 K A K γ K V K Hβ K Hα contatto (vedere [2.4.11]),
ZN : Fattore di durata per la sollecitazione di con-
• per la ruota
tatto, assunto uguale a ZNT secondo il metodo B
dell’ISO 6336-2, o assunto uguale a 1
σ H = Z D σ H0 K A K γ K V K Hβ K Hα
SH : Coefficiente di sicurezza per la sollecitazione di
essendo: contatto (vedere [2.4.12]).

116 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 6

Tabella 7 : Valori di KHα e KFα (1/1/2001)

Rapporto totale di con- Limitazioni


Fattori di distribuzione trasversale del carico KHα e KFα
tatto εγ

ε c γ ⋅ b ⋅ ( f pb – y α )⎞ K Hα = K Fα ≥ 1 (1)
K Hα = K Fα = ----γ ⋅ ⎛ 0 ,9 + 0 ,4 ⋅ ---------------------------------------
εγ ≤ 2 2 ⎝ F tH ⎠
εγ
K Hα ≤ --------------
-
εα ⋅ Zε
2
(2)

εγ
K Fα ≤ --------------
-
εα ⋅ Yε (3)

2⋅ ( ε γ – 1 ) c γ ⋅ b ⋅ ( f pb – y α )
εγ > 2 K Hα = K Fα = 0 ,9 + 0 ,4 ⋅ -------------------------
- ⋅ ---------------------------------------
εγ F tH

essendo:
cγ : Rigidezza dell’ingranamento, come definita in [2.3.7]
fpb : Massima deviazione del passo base della ruota, in µm (4)
yα : Tolleranza di rodaggio, in µm:
FtH : determinante del carico tangenziale in un piano trasversale,
F tH = F t ⋅ K A ⋅ K V ⋅ K Hβ

(1) Quando KHα=KFα<1, si assume KHα=KFα=1.


(2) Quando KHα>εγ/(εα.Z2ε), si assume KHα=εγ/(εα.Zε2).
(3) Quando KFα>εγ/(εα.Yε), si assume KFα=εγ/(εα.Yε).
(4) Nel caso di correzione del profilo ottimizzata, fpb deve essere sostituito da fpb/2.

2.4.4 Fattori di ingranamento di una coppia singola • quando εβ<1, ZB e ZD devono essere determinati con
di denti ZB e ZD interpolazione lineare fra:
I fattori di ingranamento di una coppia singola di denti ZB • ZB e ZD per ingranaggi a denti diritti, e
per il pignone e ZD per la ruota tengono conto • ZB e ZD per ingranaggi elicoidali con εβ≥1,
dell’influenza sulla sollecitazione di contatto della curva-
quindi:
tura del fianco del dente nel punto interno di contatto di
una coppia singola di denti in relazione con ZH. Questi fat- • Z B = M 1 – ε β( M 1 – 1 ) e ZB ≥ 1
tori trasformano la sollecitazione di contatto determinata • Z D = M 2 – ε β( M 2 – 1 ) e ZD ≥ 1
nel punto di contatto sui cilindri primitivi di funzionamento
nella sollecitazione di contatto al punto interno del contatto 2.4.5 Fattore di zona ZH
di una coppia singola tenendo in considerazione la curva-
Il fattore di zona ZH tiene conto dell’influenza sulla pres-
tura del fianco del dente.
sione di Hertz della curvatura del fianco del dente nel
ZB e ZD si determinano come segue: punto di contatto sui cilindri primitivi di funzionamento e
trasforma la forza tangenziale sul cilindro di riferimento
a) per ingranaggi a denti diritti (εβ=0): nella forza normale al fianco del dente nel suddetto punto
di contatto.
• Il maggiore fra ZB = M1 e 1, essendo:
ZH si determina come segue:
tan α tw
M 1 = ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
- 2 cos β b cos α tw
2 ZH = ------------------------------------
-
d a1⎞
⎛ ------ 2π ⎛ d a2⎞ 2 2π cos2 α t ⋅ sin α tw
- – 1 – ------- ⋅ ------- – 1 – ( ε α – 1 ) -------
⎝ d b1⎠ z1 ⎝ d b2⎠ z2
2.4.6 Fattore di elasticità ZE
• Il maggiore fra ZD = M2 e 1, essendo: Il fattore di elasticità ZE tiene conto dell’influenza delle
caratteristiche del materiale metallico (modulo di elasticità
tan α tw longitudinale E e coefficiente di Poisson ν) sulla pressione
M 2 = ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
-
di Hertz.
d a2⎞ 2
⎛ ------ 2π ⎛ d a1⎞ 2 2π
- – 1 – ------- ⋅ ------- – 1 – ( ε α – 1 ) -------
⎝ d b2⎠ z2 ⎝ d b1⎠ z1 Per ingranaggi in acciaio, ZE = 189,8 N1/2/mm.

2.4.7 Fattore del rapporto di contatto Ze


b) per ingranaggi elicoidali:
Il fattore del rapporto di contatto Zε tiene conto
• quando εβ≥1, ZB = ZD = 1. dell’influenza del rapporto di contatto trasversale e del rap-

Regolamenti RINA 2005 117


Parte C, Cap 1, Sez 6

porto di sovrapposizione sul carico specifico sulla superfi- C ZV = 0 ,85


cie dell’ingranaggio.
• per 850 N/mm2 ≤ σH,lim ≤ 1200 N/mm2
Zε si determina come segue:
σ H ,lim
a) per ingranaggi a denti diritti: - + 0 ,6557
C ZV = ------------
4375

Zε =
4 – εα
--------------
• per σH,lim > 1200 N/mm2
3
C ZV = 0 ,93
b) per ingranaggi elicoidali:
c) Fattore di rugosità ZR
• per εβ<1
3 CZR
Z R = ⎛ --------------⎞
4–ε ε ⎝ R Z10 ( f )⎠
Z ε = -------------α- ( 1 – ε β ) + ----β-
3 εα
essendo:
• per εβ≥1 RZ10(f) : Rugosità media relativa cresta-valle di una
1 coppia d’ingranaggi
Z ε = -----
εα
3 10
R Z10(f) = R Z(f) ρ--------
2.4.8 Fattore dell’angolo dell’elica Zβ red

Il fattore dell’angolo dell’elica Zβ tiene conto dell’influenza RZ(f) : Rugosità media cresta-valle di una coppia
dell’angolo dell’elica sulla resistenza superficiale dei denti, d’ingranaggi,
considerando l’influenza di variabili quali la distribuzione
del carico lungo le linee di contatto. R Z ( f )1 + R Z ( f )2
R Z ( f ) = ------------------------------
-
2
Zβ si determina come segue:
ρred : Raggio relativo di curvatura, uguale a:
Zβ = cos β ρ1 ⋅ ρ2
ρ red = ----------------
-
ρ1 + ρ2
2.4.9 Fattori di lubrificazione ZL, di velocità ZV e di
rugosità ZR con:
Il fattore di lubrificazione ZL tiene conto dell’influenza del ρ 1 = 0 ,5 ⋅ d b1 ⋅ tan α tw
tipo di lubrificante e della sua viscosità, il coefficiente di ρ 2 = 0 ,5 ⋅ d b2 ⋅ tan α tw
velocità ZV tiene conto dell’influenza della velocità in corri-
spondenza del punto di contatto sui cilindri primitivi di fun- db deve essere assunto negativo per ruote a
zionamento, ed il fattore di rugosità ZR tiene conto dentatura interna,
dell’influenza della rugosità della superficie sulla resistenza CZR : Coefficiente che assume i valori seguenti:
superficiale dei denti. • per σH,lim < 850 N/mm2
Questi fattori si determinano come segue: C ZR = 0 ,15
a) Fattore di lubrificazione ZL • per 850 N/mm2 ≤ σH,lim ≤ 1200 N/mm2
4 ⋅ ( 1 ,0 – C ZL ) σ H ,lim
Z L = C ZL + ----------------------------------
2
- C ZR = 0 ,32 – ------------
-
⎛ 1 ,2 + 134 ----------⎞ 5000
⎝ ν 40 ⎠
• per σH,lim > 1200 N/mm2
essendo:
C ZR = 0 ,08
ν40 : la viscosità cinematica nominale dell’olio a
40°C, mm2/s 2.4.10 Fattore del rapporto tra le durezze ZW
CZL : • per σH,lim < 850 N/mm 2 (1/1/2001)
Il fattore del rapporto tra le durezze ZW tiene conto
CZL = 0,83
dell’aumento della resistenza superficiale nel caso di una
• per 850 N/mm2 ≤ σH,lim ≤ 1200 N/mm2 ruota non indurita superficialmente che ingrani con un
σ H ,lim pignone indurito superficialmente o di materiale di durezza
- + 0 ,6357
C ZL = ------------
4375 significativamente superiore (≥200 HV) che abbia una
superficie del dente levigata (RZ(f) ≤ 6 µm). In questo caso,
• per σH,lim > 1200 N/mm2
ZW si applica solo alla ruota non indurita e si determina
C ZL = 0 ,91 come segue:
b) Fattore di velocità ZV • per HB < 130
2 ⋅ ( 1 ,0 – C ZV ) Z W = 1 ,2
Z V = C ZV + -----------------------------------
-
0 ,8 + ------
32 • per 130 ≤ ΗΒ ≤ 470
v
HB – 130
Z W = 1 ,2 – ------------------------
essendo: 1700
• per σH,lim < 850 N/mm2 • per ΗΒ > 470

118 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 6

Z W = 1 ,0 2.5 Verifica della resistenza a flessione del


dente
essendo HB la durezza Brinell della ruota non indurita.
2.5.1 Generalità
2.4.11 Fattore di dimensione ZX Il criterio per la verifica della resistenza a flessione del
dente si basa sulla determinazione della tensione di tra-
Il fattore di dimensione ZX tiene conto dell’influenza delle
zione locale al piede del dente nella direzione dell’altezza
dimensioni del dente sulla sollecitazione di contatto
del dente stesso.
ammissibile e riflette la non-omogeneità delle caratteristi-
che del materiale. La sollecitazione a flessione al piede del dente σF non deve
essere superiore alla sollecitazione a flessione ammissibile
ZX si determina come segue: al piede del dente σFP.
• per acciai bonificati, ZX = 1,
2.5.2 Sollecitazione a flessione al piede del dente σF
• per acciai nitrurati o carbonitrurati: (1/1/2001)
ZX = 1,08 - 0,011 mn, con 0,75 ≤ ΖX ≤ 1, La sollecitazione a flessione al piede del dente σF si deter-
mina come segue:
• per acciai cementati:
Ft
ZX = 1,05 - 0,005 mn, con 0,9 ≤ ΖX ≤ 1 σ F = --------------
-⋅Y ⋅Y ⋅Y ⋅K ⋅K ⋅K ⋅K ⋅K
b ⋅ m n F S β A γ V Fβ Fα
essendo:
2.4.12 Coefficiente di sicurezza per le sollecitazioni
di contatto SH YF : Fattore di forma del dente (vedere [2.5.4]),

I valori da adottare per il coefficiente di sicurezza per le sol- YS : Fattore di correzione delle sollecitazioni (vedere
lecitazioni di contatto SH sono indicati in Tab 8. [2.5.5]),
Yβ : Fattore dell’angolo dell’elica (vedere [2.5.6]),
2.4.13 Limite di fatica per le sollecitazioni di contatto KA : Fattore di applicazione del carico (vedere
σH,lim [2.3.2]),
Il limite di fatica per le sollecitazioni di contatto σH,lim è il Kγ : Fattore di distribuzione del carico (vedere
limite al quale ripetute sollecitazioni di contatto possono [2.3.3]),
essere permanentemente sopportate. KV : Fattore dinamico (vedere [2.3.4]),
I valori da adottare per σH,lim sono dati in Tab 9 in relazione KFβ : Fattore di distribuzione del carico sulle fasce
al tipo di acciaio impiegato ed al trattamento termico ese- dentate (vedere [2.3.5]),
guito, a meno che non siano altrimenti documentati KFα : Fattore di distribuzione trasversale del carico
secondo normative riconosciute. (vedere [2.3.6]).

2.5.3 Sollecitazione a flessione ammissibile al


Tabella 8 : Valori del coeficiente di sicurezza per le piede del dente σFP
sollecitazioni di contatto SH
La sollecitazione a flessione ammissibile al piede del dente
σFP deve essere determinata separatamente per il pignone e
Tipo di installazione SH la ruota usando la formula seguente:
Ingranaggi princi- macchina singola 1,25 σ FE Y d Y
pali (propulsione) σ FP = --------------------N- Y δrelT Y RrelT Y X
SF
macchina in doppio 1,20
essendo:
Ingranaggi ausiliari 1,15
σFE : Limite di fatica per la sollecitazione a flessione
al piede del dente (vedere [2.5.7])
Tabella 9 : Valori dei limiti a fatica per la sollecita- Yd : Fattore di progetto (vedere [2.5.8]),
zione di contatto σH,lim (1/1/2001) YN : Fattore di durata per la tensione di flessione
(vedere [2.5.9]),
σH,lim YδrelT : Fattore relativo di sensibilità all’intaglio (vedere
Tipo dell’acciaio e trattamento termico
in N/mm2 [2.5.10]),
Acciai al carbonio bonificati 0,26 R + 350 YRrelT : Fattore superficiale relativo (vedere [2.5.11]),
YX : Fattore di dimensione (vedere [2.5.12]),
Acciai legati bonificati 0,42 R + 330
SF : Coefficiente di sicurezza per la sollecitazione a
Acciai legati cementati 1500 flessione al piede del dente (vedere [2.5.13]).
Nitrurati (acciai da nitrurazione) 1250
2.5.4 Fattore di forma del dente YF (1/1/2001)
Nitrurati o induriti ad induzione (altri 1000 Il fattore di forma del dente YF tiene conto dell’effetto della
acciai) forma del dente sulla sollecitazione nominale a flessione

Regolamenti RINA 2005 119


Parte C, Cap 1, Sez 6

assumendo il carico applicato in corrispondenza del punto tenendo conto dell’inclinazione delle linee d’ingrana-
esterno di contatto della singola coppia di denti. mento.
Nel caso di dentature elicoidali, i fattori di forma devono Yβ si determina come segue:
essere determinati nella sezione normale, cioè per l’ingra-
naggio a denti diritti virtuale con un numero virtuale zn di
• per εβ ≤ 1, Yβ = 1−0,477.εβ β,
denti.
• per εβ > 1, Yβ = 1−0,477 β
YF deve essere determinato separatamente per il pignone e
per la ruota usando la formula seguente: Se β > 0,52 rad, nelle formule di cui sopra deve essere
sostituito a β il valore di β = 0,52 rad.
h Fe
6 ⋅ ------ - ⋅ cos α Fen
mn 2.5.7 Limite di fatica per la sollecitazione a
Y F = --------------------------------------
-
s Fn ⎞ 2
⎛ ------- ⋅ cos α n flessione al piede del dente σFE
⎝ m n⎠
Il limite di fatica per la sollecitazione a flessione al piede
essendo hFE, αFen e sFn illustrati in Fig 1. del dente σFE è la sollecitazione locale a flessione al piede
del dente che può essere sopportata permanentemente.
I parametri richiesti per il calcolo di YF devono essere deter-
minati secondo il Metodo B dell’ISO 6336-3. I valori da adottare per σFE sono dati in Tab 10 in relazione
al tipo di acciaio impiegato, a meno che non vengano adot-
2.5.5 Fattore di correzione delle sollecitazioni YS tati i valori documentati secondo normative riconosciute.
Il fattore di correzione delle sollecitazioni YS è usato per
2.5.8 Fattore di progetto Yd (1/1/2001)
convertire la sollecitazione a flessione nominale nella solle-
citazione locale al piede del dente, assumendo il carico Il fattore di progetto Yd tiene conto dell’influenza delle
applicato in corrispondenza dal punto esterno di contatto inversioni di carico e delle sollecitazioni dovute all’accop-
della coppia singola di denti. Esso tiene conto piamento forzato sulla resistenza a flessione al piede del
dell’influenza di: dente.
• momento flettente, Yd si determina come segue:
• prossimità del punto di applicazione del carico alla Y d = Y dr ⋅ Y ds
sezione critica.
• per ingranaggi con occasionali inversioni di moto a
YS si determina come segue: basso carico, come per esempio la ruota principale
degli invertitori, Ydr = 0,9
⎛ --------------------------------------
1 ⎞
Y S = ( 1 ,2 + 0 ,13L ) ⋅ q s⎝ 1 ,21 + ( 2 ,3 ⁄ L ) ⎠ • per ruote oziose, Ydr = 0,7
essendo: • per pignoni e corone di ruote forzati:
s Fn σ
• L = ------
- Y ds = 1 – ------t-
h Fe σ FE

sFne hFe sono ottenute da [2.5.4], essendo:


• il parametro d’intaglio qS definito in [2.5.10] è assunto σt : tensione tangenziale indotta dal forzamento
variabile nel campo 1≤qs<8. in corrispondenza del piede del dente
• negli altri casi, Yds = 1.
Figura 1 : Elementi geometrici del dente (1/1/2001)
Tabella 10 : Valori della sollecitazione a flessione a
fatica ammissibile σFE al piede del dente (1/1/2001)

Tipo di acciaio σFE, in N/mm2


Acciai al carbonio bonificati 0,17 R + 300 (1)
Acciai legati bonificati 0,22 R + 340 (1)
Acciai induriti in superficie mediante 0,66 HV + 270
fiamma o induzione
circonferenza
di base Acciai da nitrurazione induriti in 740
superficie mediante gas nitrurati
Acciai induriti in superficie 640 (1)
mediante nitrurazione a bagno o a
gas

2.5.6 Fattore dell’angolo dell’elica Yβ Acciai cementati 840 (1)


Il fattore dell’angolo dell’elica Yβ converte la sollecitazione (1) In caso di pallinatura del piede del dente il valore indi-
al piede del dente di un ingranaggio virtuale a denti diritti cato può essere aumentato fino al 20% per acciai
in quella del corrispondente ingranaggio elicoidale, cementati e fino al 10% per acciai bonificati.

120 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 6

2.5.9 Fattore di durata per la sollecitazione a 3 Progetto e costruzione - tranne la


flessione YN
capacità di carico dei denti
Il fattore di durata per la sollecitazione a flessione YN tiene
conto di sollecitazioni a flessione al piede del dente ammis- 3.1 Materiali
sibili più alte nel caso in cui sia richiesta una vita (numero
di cicli) limitata. 3.1.1 Generalità
YN si assume uguale a YNT secondo il metodo B ISO 6336-3 a) I materiali fucinati, laminati e fusi per la costruzione di
oppure si assume come segue: alberi, accoppiatoi, pignoni e ruote devono soddisfare
le prescrizioni della Parte D.
• per ingranaggi progettati per marcia avanti, YN = 1,
b) Materiali diversi dall’acciaio saranno oggetto di consi-
• per ingranaggi progettati solamente per marcia indietro, derazione particolare da parte della Società.
YN = 1,25,
3.1.2 Acciai per pignoni e corone delle ruote
• per altri servizi intermittenti, YN sarà oggetto di partico-
lare considerazione da parte della Società. a) Gli acciai per pignoni e ruote devono essere scelti
tenendo conto della loro compatibilità in esercizio. In
particolare, nelle coppie pignone/ruota in acciaio boni-
2.5.10 Fattore di sensibilità all’intaglio relatvo Yδrel T
ficato la durezza dei denti del pignone deve essere
Il fattore relativo di sensibilità all’intaglio Yδrel T indica di superiore a quella dei denti della ruota corrispondente.
quanto la sollecitazione concentrata teorica superi i limiti A tale scopo il minimo carico unitario di rottura per tra-
della sollecitazione a fatica. zione del materiale del pignone deve essere più alto di
almeno il 15% di quello del materiale della ruota.
Yδrel T si determina come segue:
b) Il minimo carico unitario di rottura a trazione del mate-
• per valori dei parametri d’intaglio compresi nel campo riale base degli ingranaggi non deve essere inferiore a:
1,5 <qs < 4, Yδrel T = 1,
• 750 N/mm2 nel caso di denti cementati,
• per valori dei parametri d’intaglio al di fuori del campo • 800 N/mm2 nel caso di denti induriti per induzione
di cui sopra, Yδrel T sarà oggetto di considerazione parti- o denti nitrurati.
colare da parte della Società.
Tabella 11 : Valore del fattore superficiale
Il parametro d’intaglio qs è definito come segue: relativo YRrelT

s Fn
q s = ------------
- Tipo di acciaio RZ(r) < 1 1 ≤ RZ(r) ≤ 40
2 ⋅ ρF
Acciai normalizzati 1,070 5,3 - 4,2 (RZ(r)+1)0,01
essendo sFn e ρF dati in [2.5.4]. Acciai cementati e acciai 1,120 1,675 - 0,53
bonificati (RZ(r)+1)0,1
2.5.11 Fattore superficiale relativo YRrel T
Acciai nitrurati 1,025 4,3 - 3,26 (RZ(r)+1)0,005
Il fattore superficiale relativo YR rel T tiene conto della dipen-
denza della sollecitazione a flessione al piede del dente
Tabella 12 : Valore del fattore di forma YX (1/1/2001)
dalle condizioni della superficie del raccordo del piede del
dente (rugosità).
Tipo d’acciaio Modulo normale Valore di YX
I valori da adottare per YR rel T sono dati in Tab 11 in fun- Tutti i tipi di acciaio mn ≤ 5 1
zione del tipo di acciaio impiegato. Essi sono validi sola-
Acciai normalizzati 5 < mn < 30 1,03 - 0,006 mn
mente quando non sono presenti scalfitture o simili difetti
Acciai bonificati mn ≥ 30 0,85
aventi profondità maggiori di 2RZ(r).
Acciai induriti super- 5 < mn < 25 1,05 - 0,01 mn
2.5.12 Fattore di dimensione YX ficialmente
mn ≥ 25 0,80
Il fattore di dimensione YX tiene conto della riduzione di
resistenza con l’aumento delle dimensioni.
Tabella 13 : Valori dei coefficienti di sicurezza per la
I valori da adottare per YX sono dati in Tab 12 in relazione tensione di flessione al piede del dente SF
al tipo di acciaio impiegato ed al valore del modulo nor-
male mn.
Tipo d’installazione SF
2.5.13 Coefficiente di sicurezza per la tensione di Ingranaggi principali macchine singole 1,55
flessione al piede del dente SF (propulsione) macchine in doppio 1,4
I valori da adottare per il coefficiente di sicurezza per la
Ingranaggi ausiliari macchine singole 1,4
tensione di flessione al piede del dente SF sono dati in
Tab 13. macchine in doppio 1,3

Regolamenti RINA 2005 121


Parte C, Cap 1, Sez 6

3.2 Denti Tabella 14 : Caratteristiche degli strati induriti degli


ingranaggi nitrurati
3.2.1 Precisione di costruzione Spessore
minimo dello
a) Il grado di precisione dei denti di ingranaggi per appa- Tipo d’acciaio Durezza minima (HV)
strato indurito
rati di propulsione deve corrispondere alla classe 4 (mm) (1)
come definita in ISO 1328-1. Un grado di precisione
Acciai nitrurati 0,6 500 (alla profondità di
inferiore (per esempio una classe di qualità ISO supe-
0,25 mm)
riore a 4) può essere accettata per ingranaggi per mac-
Altri acciai 0,3 450 (superficie)
chinari ausiliari ed in casi particolari per ingranaggi a
propulsione sulla base di considerazioni speciali. (1) Profondità dello strato indurito alla quale la durezza è
ridotta a quella del corpo dell’ingranaggio.
b) La rugosità media (cresta-valle) dei denti sbarbati o retti- Quando i denti nitrurati sono rettificati, si deve tener
ficati non deve essere superiore a 4 µm. conto della profondità dello strato indurito dopo la retti-
fica.
c) Le ruote devono essere tagliate con utensili secondo
modalità appropriate al tipo ed alla qualità prevista. 3.3 Ruote e pignoni
Quando necessario il taglio deve avvenire in un
ambiente a temperatura controllata. 3.3.1 Generalità
I corpi delle ruote e dei pignoni devono essere progettati in
3.2.2 Piede del dente modo tale che siano evitate frecce e deformazioni sotto
carico e che sia assicurato un soddisfacente ingranamento
I denti devono essere bene avviati ed arrotondati al loro dei denti.
piede. Il raggio di raccordo al piede del dente, in un piano
3.3.2 Saldatura
normale al dente, non deve essere inferiore a 0,25 mn.
a) Qualora sia impiegata saldatura per la costruzione delle
La generazione del profilo dei denti deve essere eseguita in ruote, i procedimenti di saldatura devono essere inviati
modo tale da non lasciare intagli nel raccordo. alla Società per l’approvazione. I processi di saldatura e
le loro qualifiche devono essere in accordo con le pre-
3.2.3 Teste ed estremità dei denti scrizioni della Parte D.
b) Dopo la saldatura deve essere eseguito un trattamento
a) Tutti i bordi taglienti in corrispondenza delle teste e di distensione delle tensioni.
delle estremità dei denti devono essere asportati dopo il
c) L’esame dei giunti saldati deve essere eseguito per
taglio e la finitura dei denti. mezzo di esame magnetoscopico o con liquidi pene-
tranti a soddisfazione del Tecnico. I giunti devono
b) Quando il rapporto b/d supera 0,3, le estremità del
essere realizzati in modo da permettere l’esame della
pignone e della ruota devono avere un angolo di cian-
parte interna dei giunti stessi
frino fra 45 e 60 gradi. L’altezza del cianfrino deve
essere almeno di 1,5 mn. 3.3.3 Forzamenti (1/1/2001)
L’accoppiamento forzato fra:
3.2.4 Trattamento superficiale • corone e corpo delle ruote, e
a) Lo strato indurito di un dente indurito superficialmente • corpo delle ruote ed alberi
si deve estendere in modo uniforme sull’intera superfi- deve essere progettata secondo Sez 7, [2.5.2].
cie del fianco e del raccordo.
3.3.4 Accoppiamenti imbullonati (1/1/2001)
b) Qualora i pignoni e le parti dentate delle ruote siano Gli accoppiamenti imbullonati di:
cementati e rinvenuti, i fianchi dei denti devono essere
• corone e corpo delle ruote, e
rettificati mentre le gole dei denti devono rimanere solo
cementate. La durezza superficiale della zona cemen- • corpo delle ruote ed alberi
tata deve essere almeno pari a 56 Rockwell C. devono essere progettati secondo Sez 7, [2.5.1].

c) Quando i pignoni e la parte dentata della ruote sono I dadi devono essere bloccati con mezzi idonei che non
nitrurate; lo strato indurito deve soddisfare la Tab 14. comportino saldatura.

d) L’impiego di altri processi di indurimento superficiale, 3.4 Alberi e cuscinetti


quali indurimento alla fiamma, saranno oggetto di parti-
colari considerazioni, soprattutto riguardo dei valori da 3.4.1 Generalità
adottare per σH,lim e σFE. Gli alberi ed i loro collegamenti, in particolare accoppia-
toi flangiati e i collegamenti forzati sono soggetti alle pre-
scrizioni della Sez 7.

122 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 6

3.4.2 Alberi dei pignoni e ruote (1/7/2002) 3.5 Casse


Il diametro minimo degli alberi dei pignoni e delle ruote
non deve essere inferiore al valore dS , in mm, ottenuto con 3.5.1 Generalità
la formula seguente: Le casse dei riduttori/invertitori devono avere rigidezza
tale che disallineamenti, carichi esterni ed effetti termici
1
--- 1 non abbiano un’influenza negativa sul contatto comples-
⎧ ⎫6 ⎛ 1 ⎞ 3
2 2 ---

d S = ⎨ ⎛ 10 ,2 + ----------------⎞ T
28000 170000 sivo dei denti in tutte le condizioni d’esercizio.

+ ----------------------------- M ⎬ ⎝ -----------------4⎠
⎩ R S ,min ⎠ 412 + R s ,min ⎭ 1 – Kd
3.5.2 Casse saldate
essendo: a) Il contenuto di carbonio degli acciai impiegati per la
RS,min : Minimo carico unitario di snervamento del costruzione delle casse saldate deve soddisfare le pre-
materiale dell’albero, in N/mm2, scrizioni della Parte D.

T : Momento torcente nominale trasmesso b) I giunti saldati devono essere realizzati in modo tale che
dall’albero, in N⋅m, sia la saldatura sia l’ispezione possano essere eseguiti
soddisfacentemente. Essi devono essere a piena pene-
M : Momento flettente agente sull’albero, in N⋅m, trazione
Kd : Coefficiente che assume i valori seguenti: c) Le casse saldate devono essere sottoposte a trattamento
• per alberi pieni, Kd = 0, di distensione delle tensioni dopo la saldatura.
• per alberi cavi, Kd = rapporto tra il diametro 3.5.3 Aperture
del foro ed il diametro esterno dell’albero. Aperture di dimensioni sufficienti per l’accesso e per l’ispe-
Se Kd ≤ 0,3, si può assumere Kd = 0. zione devono essere previste per permettere l’esame dei
Nota 1: I valori di dS, T ed M si riferiscono alla sezione d’albero in denti e della struttura delle ruote.
considerazione.
Nota 2: In corrispondenza delle cave per le chiavette ds deve essere 3.6 Lubrificazione
aumentato del 10%.
3.6.1 Generalità
In alternativa alla formula suddetta, la Società può accettare
a) Deve essere assicurato dal costruttore quanto segue:
un calcolo diretto della sollecitazione dimostrante che la
sollecitazione ideale rappresentata in un diagramma della - una lubrificazione affidabile dell’ingranamento dei
sollecitazione alterna in funzione della sollecitazione denti e dei cuscinetti:
media, si trova al di sotto delle linee definite dai punti • per tutto il campo di velocità, compreso l’avvia-
aventi coordinate: mento, l’arresto, e, quando applicabile, la
manovra,
( R m ; 0), ( 0 ; σ fa ⁄ 1, 5)
• per tutti gli angoli indicati in Sez 1, [2.4].
e
- In impianti multielica non provvisti di freni sugli
( 0, 8R s ;0 ), ( 0 ;0, 8R s ) alberi, deve essere assicurata la lubrificazione di
ingranaggi soggetti a rotazione libera.
dove σfa è il limite di fatica a flessione alterna pura per una
probabilità di sopravvivenza non inferiore all'80%. b) Sarà oggetto di considerazioni particolari la lubrifica-
zione che usi sistemi diversi dalla circolazione forzata
3.4.3 Alberi di torsione d’olio.
Il diametro minimo degli alberi di torsione soggetti soltanto 3.6.2 Pompe
a momento torcente non deve essere inferiore al valore dQS ,
a) I riduttori/invertitori di propulsione o di servizi essen-
in mm, dato dalla formula seguente:
ziali devono essere equipaggiati con:
1⁄3 • una pompa principale di lubrificazione, in grado di
d QS = ⎛ 7 ,65 + ----------------⎞ ⋅ -----------------4
27000 T
⎝ R S ,min ⎠ 1 – K d mantenere una lubrificazione sufficiente degli ingra-
naggi in tutti i campi di velocità,
RS,min e Kd sono definiti in [3.4.2] • una pompa di riserva indipendente avente almeno la
stessa portata della prima.
3.4.4 Cuscinetti b) Nel caso di:
a) I cuscinetti di spinta ed i loro supporti devono essere • ingranaggi che trasmettano una potenza non supe-
progettati in modo da evitare frecce dannose sotto riore a 375 kW,
carico. • oppure di impianti con più motori,
b) La durata della vita dei cuscinetti L10h calcolata secondo una delle pompe menzionate in a) può essere una
ISO 281-1 non deve essere inferiore a 40000 ore. pompa di rispetto pronta ad essere collegata
Durate più brevi possono essere accettate sulla base all’impianto dell’olio lubrificante del riduttore, purché
dell’effettiva distribuzione dei carichi in funzione del le operazioni di montaggio e smontaggio possano
tempo e subordinatamente al benestare dell’armatore. essere effettuate a bordo in breve tempo.

Regolamenti RINA 2005 123


Parte C, Cap 1, Sez 6

3.6.3 Filtraggio • corone,


a) Gli impianti di lubrificazione forzata devono avere dei • lamiere ed altri materiali impiegati per la costruzione di
dispositivi che filtrino efficacemente l’olio del circuito. casse saldate di riduttori/invertitori di propulsione.

b) Tali filtri, quando sono sistemati su impianti di apparati 5.2.2 Prove sui fucinati per i pignoni e per le ruote
di propulsione di macchine che azionino generatori
elettrici per la propulsione, devono essere sistemati in a) Le prove meccaniche dei pignoni e delle ruote devono
modo tale da permetterne la pulizia in modo facile essere eseguite secondo le prescrizioni in:
senza arrestare la lubrificazione alle macchine.
• Parte D, Cap 2, Sez 3, [5.6] per fucinati normaliz-
zati e rivenuti o bonificati
3.7 Comandi e controlli • Parte D, Cap 2, Sez 3, [5.7] per fucinati induriti in
superficie.
3.7.1 I riduttori/invertitori devono essere provvisti degli
allarmi e dei dispositivi di sicurezza elencati in Tab 15. b) Le prove non distruttive dei fucinati per i pignoni e le
ruote devono essere eseguite secondo le prescrizioni di
Parte D, Cap 2, Sez 3, [5.8].
4 Installazione
5.2.3 Bilanciamento
4.1 Generalità Tutti i componenti rotanti ed in particolare i gruppi albero
pignone ed albero ruota completi di accoppiatoi devono
4.1.1 I costruttori e i cantieri devono porre cura che la rigi- essere bilanciati staticamente.
dezza delle fondazioni degli ingranaggi e il loro allinea-
mento siano tali da non avere un effetto negativo sul Quando n2.d ≥ 1,5.109, i gruppi alberi pignoni ed alberi
contatto complessivo dei denti degli ingranaggi e sui carichi ruote devono essere sottoposti a prova di bilanciamento
dei cuscinetti in tutte le condizioni operative della nave. dinamico.

5.2.4 Verifica della precisione di taglio


4.2 Fissaggio degli ingranaggi
Verifiche della precisione del taglio dei denti devono essere
eseguite alla presenza del Tecnico. La registrazione dei dati
4.2.1 Blocchi, viti calibrate o mezzi similari devono essere
relativi alle misurazioni di errori, tolleranze e giochi dei
sistemati per ingranaggi soggetti alla spinta dell’elica. Tutta-
denti devono essere presentate a richiesta del Tecnico.
via, qualora la spinta sia trasmessa per attrito con coeffi-
ciente di sicurezza non inferiore a 2, tali sistemazioni
5.2.5 Prova di ingranamento
possono essere omesse.
a) Una prova di ingranamento deve essere eseguita alla
presenza del Tecnico. Tale prova deve essere eseguita
5 Certificazione, ispezioni e collaudi con un carico sufficiente ad assicurare il contatto dei
denti con i perni sistemati nei cuscinetti secondo le nor-
5.1 Generalità mali condizioni di funzionamento. Prima della prova la
superficie dei denti deve essere ricoperta con uno strato
5.1.1 sottile di un appropriato colorante.
a) Le ispezioni ed i collaudi degli alberi e delle parti ad b) I risultati di questa prova devono dimostrare che la
essi collegate (accoppiatoi flangiati, mozzi, viti, perni) superficie di contatto sia adeguatamente distribuita sulla
devono essere eseguiti secondo le prescrizioni della lunghezza dei denti. Tracce di forte contatto alle estre-
Sez 7. mità dei denti non sono accettabili.
b) Per le ispezioni dei giunti saldati delle ruote, vedere c) La registrazione dei contatti dei denti deve essere con-
[3.3.2]. servata e deve essere usata per controllare l’allinea-
mento dopo l’installazione a bordo.

5.2.6 Prove idrostatiche


5.2 Ispezioni e prove in officina
a) Le frizioni oleodinamiche o pneumatiche devono essere
provate idrostaticamente prima del montaggio ad una
5.2.1 Prove sui materiali
pressione pari a 1,5 volte la pressione massima d’eserci-
La composizione chimica e le proprietà meccaniche zio delle pompe di mandata.
devono essere determinate secondo le prescrizioni appli-
b) I tubi in pressione, le casse delle pompe, le valvole e gli
cabili in Parte D, Cap 2, Sez 3 per le parti seguenti:
altri accessori devono essere provati idrostaticamente
• pignoni e corpi delle ruote, secondo le prescrizioni in Sez 10, [20].

124 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 6

Tabella 15 : Riduttori / invertitori (1/7/2002)

Simboli convenzionali Comandi automatici


H = Valore alto, HH = Valore molto alto,
G = Allarme cumulativo
Controlli
L =Valore basso, LL = Valore molto basso, Macchine
Macchine principali
I = Allarme singolo ausiliarie
X = Funzione richiesta, R = A distanza
Rallen- Blocco Coman- Avvio Arresto
Indica-
Identificazione del parametro dell’impianto Allarme tamen- automa- do della
zione
to tico riserva
Temperatura dell’olio lubrificante all’uscita dello scam- locale
biatore
Pressione dell’olio lubrificante locale
L
Livello della cassa dell’olio locale

Regolamenti RINA 2005 125


Parte C, Cap 1, Sez 7

SEZIONE 7 LINEE D’ALBERI DI PROPULSIONE

1 Generalità Per le vibrazioni, vedere Sez 9.

Prescrizioni aggiuntive per le navi con notazione per la


1.1 Applicabilità navigazione tra i ghiacci sono in Parte F, Cap 9, Sez 3.

1.1.1 La presente Sezione si applica agli alberi, giunti, fri- 1.2 Documentazione da inviare
zioni ed altri componenti della linea d’alberi che trasmet-
tono potenza per la propulsione. 1.2.1 Il fabbricante deve inviare alla Società i documenti
Per i componenti delle linee d’alberi in corrispondenza dei elencati in Tab 1 per l’approvazione.
motori, turbine, riduttori ed invertitori e thrusters, vedere I disegni delle parti che trasmettono potenza e delle cami-
rispettivamente Sez 2, Sez 4, Sez 5, Sez 6 e Sez 12; per le cie degli alberi elencati in Tab 1 devono comprendere le
eliche vedere Sez 8. specifiche dei materiali relativi.

Tabella 1 : Documentazione da inviare

N. Documento (disegni, calcoli, ecc.)


1 Insieme della linea d’alberi (1)
2 Albero reggispinta
3 Alberi intermedi
4 Albero portelica
5 Camicie degli alberi, con relativi procedimenti di costruzione e saldatura, se applicabile
6 Accoppiatoi e viti d’accoppiamento
7 Giunti elastici (2)
8 Astuccio
9 Particolari dei dispositivi di tenuta dell’olio negli astucci
10 Schema della tubolatura dell’olio per gli astucci lubrificati ad olio
11 Calcoli dell’allineamento della linea d’alberi, vedere anche [3.3]
(1) Tale disegno deve contenere l’intera linea d’alberi, dalla flangia d’accoppiamento con la macchina principale all’elica.
Devono anche essere indicati in questo disegno la posizione del cuscinetto reggispinta e la posizione ed il numero dei cusci-
netti della linea d’alberi (compreso il tipo del materiale e la loro lunghezza).
(2) Il Costruttore del giunto elastico deve comunicare anche i seguenti dati:
• Momento torcente medio trasmesso (statico) ammissibili per servizio continuativo
• Momento torcente d’urto massimo ammissibile
• Velocità di rotazione massima ammissibile
• Valori limite ammissibili per disallineamento radiale, assiale ed angolare
Inoltre, quando sono richiesti i calcoli delle vibrazioni torsionali dell’apparato di propulsione (vedere Sez 9) devono essere
inviati anche i dati seguenti:
• Momento torcente alterno e perdita di potenza ammissibili per servizio continuativo, in funzione della frequenza e/o del
momento torcente medio trasmesso
• Rigidità statica e dinamica, in funzione della frequenza e/o del momento torcente medio trasmesso
• Momenti d’inerzia della parte primaria e secondaria del giunto
• Coefficiente di smorzamento o capacità di smorzamento
• Le proprietà degli elementi in gomma dei giunti
• Per le molle in acciaio dei giunti: composizione chimica e caratteristiche meccaniche dell’acciaio
impiegato.

126 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 7

2 Progetto e costruzione per gli alberi portaelica. In alternativa può essere adoperato
il metodo di calcolo diretto indicato in [2.2.4].
2.1 Materiali 2.2.2 Alberi intermedi ed alberi reggispinta
2.1.1 Generalità Il diametro minimo degli alberi intermedi e degli alberi reg-
L’impiego di altri materiali o di acciai aventi carico unitario gispinta non deve essere inferiore al valore d, in mm, dato
di rottura per trazione superiore a quelli indicati in [2.1.2] dalla formula seguente:
[2.1.3] e [2.1.4] sarà considerato dalla Società caso per P 560 - 1⁄3

caso. - ⋅ ----------------------
d = F ⋅ k ⋅ -----------------------------
n ⋅ ( 1 – Q 4 ) R m + 160
2.1.2 Materiali per gli alberi essendo:
In generale gli alberi devono essere in acciaio fucinato
Q : • 0, nel caso di alberi pieni;
avente il carico di rottura per trazione, Rm , compreso fra
400 e 800 N/mm 2. • Rapporto tra il valore del diametro del foro e
quello del diametro esterno dell’albero nella
2.1.3 Giunti, giunti elastici, giunti idraulici sezione considerata, nel caso di alberi cavi;
Gli accoppiatoi riportati e le parti rigide dei giunti elastici Se risulta Q ≤ 0,3, si assume Q = 0.
che trasmettono il momento torcente devono essere in
acciaio fucinato, in acciaio fuso o in ghisa sferoidale. Gli alberi cavi con fori aventi l’asse longitu-
dinale non coincidente con quello degli
Le giranti dei giunti idraulici possono essere costruite anche alberi stessi saranno considerati caso per
in ghisa grigia quando la velocità periferica è inferiore o caso dalla Società
uguale a 40 m/s.
F : • 95, per apparati di propulsione con motori
2.1.4 Viti degli accoppiatoi diesel muniti di giunto a scorrimento o con
Le viti degli accoppiatoi devono essere di acciaio fucinato, turbine o con motori elettrici
laminato o trafilato. • 100, per apparati di propulsione con motori
In generale il valore del carico di rottura per trazione, RmB, diesel aventi accoppiamento di tipo diverso
del materiale delle viti deve soddisfare le seguenti condi- da quello suddetto.
zioni: k : Fattore il cui valore, in funzione dei particolari
• R m ≤ R mB ≤ 1,7 R m. costruttivi degli alberi, è indicato nella Tab 2.

• R mB ≤ 1000 N/mm2. Per particolari costruttivi diversi da quelli indi-


cati nella detta Tabella, il valore di k sarà consi-
2.1.5 Camicie degli alberi derato dalla Società caso per caso
Le camicie devono essere di materiale metallico resistente n : Velocità di rotazione dell’albero, in giri/min,
alla corrosione soddisfacente le prescrizioni pertinenti nella corrispondente alla potenza P
Parte D e con una specifica approvata, se esistente. Nel
P : Massima potenza continuativa della macchina
caso di camicie costruite mediante saldatura, il materiale
di propulsione, per la quale è richiesta la classi-
deve essere dimostrato saldabile.
ficazione, in kW
Generalmente, le camicie devono essere ottenute da
fusioni. Rm : Valore del minimo carico unitario di rottura per
trazione del materiale dell’albero, N/mm2.
Per alberi piccoli si può considerare l’uso di camicie rica- Quando, in accordo con quanto stabilito in
vate da tubi invece che da fusioni. [2.1], è ammesso l’impiego di un acciaio avente
Qualora gli alberi siano protetti dal contatto con l’acqua di Rm > 800 N/mm2, il valore di Rm da introdurre
mare non da camicie metalliche ma da altri rivestimenti nella formula sarà oggetto di particolare consi-
protettivi, la procedura di rivestimento deve essere appro- derazione da parte della Società, ma non dovrà
vata dalla Società. in ogni caso essere assunto un valore maggiore
di 800 N/mm2. Nel caso di impiego di acciai
2.1.6 Astucci inossidabili ed in altri casi particolari, a giudizio
Gli astucci sono oggetto delle prescrizioni in Parte B, Cap 9, della Società, il valore di Rm da introdurre nella
Sez 2, [6.7]. formula suddetta sarà oggetto di speciale consi-
derazione caso per caso.
2.2 Alberi - Dimensionamenti Il dimensionamento di alberi intermedi sistemati entro tubi
o astucci sarà oggetto di particolare considerazione da
2.2.1 Generalità parte della Società. Per alberi intermedi sistemati entro
Per la verifica degli alberi si applicano i metodi indicati in astucci a circolazione d’acqua, valgono le norme di cui in
[2.2.2] e [2.2.3], rispettivamente per gli alberi intermedi e [2.4.7].

Regolamenti RINA 2005 127


Parte C, Cap 1, Sez 7

Tabella 2 : Valori del fattore k

Per alberi reggispinta non incorpo-


Per alberi intermedi con
rati nel motore
flange di accop- accoppiatoi chiavette fori radiali o fori feritoie da entrambi i lati in prossimità di
piamento di forzati trasversali longitudinali del collare di un cuscinetto
pezzo spinta assiale, nel caso
in cui un cusci-
netto a rulli
venga usato
come cuscinetto
di spinta
1,0 (1) 1,0 1,10 (2) 1,10 (3) 1,20 (4) 1,10 1,10
(1) Applicabile per flange aventi raggio di raccordo in conformità con quanto stabilito in [2.5.1]
(2) Il diametro dell’albero può essere ridotto al valore d calcolato assumendo k = 1, a partire da una distanza uguale o superiore a
0,2d dall’estremità della chiavetta. I raggi di raccordo nella sezione trasversale sul fondo della cava per la chiavetta non devono
essere inferiori a 0,0125 d, essendo d il valore sopra definito, cioè calcolato assumendo K= 1
(3) Applicabile per fori aventi diametro non superiore a 0,3 d, essendo d come definito in (2).
(4) Applicabile normalmente per feritoie di lunghezza non superiore a 1,4 d e di larghezza non superiore a 0,2 d, essendo d come
definito in (2). Tuttavia ciò deve essere giustificato caso per caso dal Costruttore.

2.2.3 Alberi portaelica dell’albero portaelica in accordo con


Il diametro minimo degli alberi portaelica deve essere non quanto stabilito in [2.5.1];
inferiore al valore dP, in mm, calcolato con la formula • l’astuccio dell’albero portaelica è lubrificato
seguente: ad olio ed è munito di dispositivi di tenuta
P 560 - 1⁄3 dell’olio approvati dalla Società oppure
- ⋅ ----------------------
d P = 100 ⋅ k P ⋅ ----------------------------- quando il suddetto astuccio è a circolazione
n ⋅ ( 1 – Q 4 ) R m + 160
d’acqua e l’albero portaelica è munito di
essendo: camicia continua.
kp : fattore, il cui valore, in funzione dei particolari I suddetti valori di kP sono applicabili per il tratto di albero
costruttivi degli alberi portaelica, è indicato qui portaelica compreso tra l’estremità prodiera del suo ultimo
di seguito. supporto a poppavia e la faccia prodiera del mozzo
Gli altri simboli hanno lo stesso significato di quelli in dell’elica o la faccia prodiera della flangia di pezzo con
[2.2.2]. l’albero portaelica per il collegamento al mozzo dell’elica.
Ai fini della determinazione del diametro regolamentare dP, In ogni caso la lunghezza del suddetto tratto di albero non
il valore di Rm da introdurre nella suddetta formula deve, in deve essere inferiore a 2,5 volte il diametro regolamentare
generale, essere assunto non superiore a 600 N/mm2. dell’albero portaelica dP calcolato con la formula di cui
sopra.
Nel caso di impiego di acciai inossidabili ed in altri casi
particolari, a giudizio della Società, il valore di Rm da intro- Il valore del fattore kP per alberi portaelica con particolari
durre nella formula suddetta sarà oggetto di speciale consi- costruttivi diversi da quelli sopra indicati, sarà considerato
derazione, caso per caso. Il diametro della parte di albero dalla Società caso per caso.
portaelica a proravia della tenuta prodiera dell’astuccio Per il tratto di albero portaelica compreso tra l’estremità
può, in generale, essere ridotto gradualmente fino al valore prodiera del suo ultimo supporto a poppavia e l’estremità
del diametro dell’albero intermedio. prodiera della tenuta prodiera dell’astuccio, si deve assu-
Il valore del fattore kP da introdurre nella formula di cui mere, in ogni caso:
sopra, deve essere assunto come qui di seguito indicato: • kP = 1,15.
kP : kP=1,26, per alberi portaelica in cui:
• l’elica è accoppiata mediante chiavetta 2.2.4 Calcolo diretto delle tensioni
all’estremità conica poppiera dell’albero Il dimensionamento degli alberi può essere approvato sulla
portaelica, in conformità con quanto stabi- base di una documentazione relativa alla loro resistenza a
lito in [2.5.5]. fatica o altre metodologie che siano considerate accettabili
kP= 1,22, per alberi portaelica in cui: dalla Società.
• l’elica è accoppiata, senza chiavetta,
mediante forzamento sull’estremità conica 2.3 Camicie
poppiera dell’albero portaelica, in accordo
con quanto stabilito in Sez 8, [3.1.2], 2.3.1 Generalità
oppure quando l’elica è accoppiata Qualora l’albero portaelica non sia costruito in materiale
all’estremità poppiera flangiata di pezzo resistente alla corrosione, esso dovrà essere protetto da una

128 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 7

camicia di metallo o da altro rivestimento protettivo appro- In ogni caso la lunghezza del supporto deve essere non
vato dalla Società. inferiore a 1,5 volte il valore effettivo del suo diametro
In generale, le camicie devono essere continue; tuttavia la interno.
Società potrà accettare caso per caso camicie interrotte, Potranno essere accettati valori superiori della suddetta
cioè camicie costituite da due o più lunghezze separate, pressione, nel caso in cui il supporto sia realizzato in
purché : materiali per i quali si abbiano soddisfacenti esperienze
• siano sistemate su tutte le portate; documentate di prove e di esercizio.
• i tratti di albero tra le camicie che possono venire a con- 2.4.3 Supporti poppieri in metallo antifrizione o
tatto con l’acqua di mare siano protetti con un rivesti- legno santo lubrificati ad acqua
mento di materiale idoneo; le caratteristiche, la tecnica I supporti in legno santo e quelli rivestiti di metallo antifri-
di applicazione e lo spessore del materiale suddetto zione devono avere lunghezza non inferiore a 4 volte il dia-
devono essere approvati dalla Società. metro regolamentare dell’albero portaelica in
corrispondenza del supporto stesso.
2.3.2 Dimensioni
Le camicie sistemate sugli alberi portaelica o sugli alberi 2.4.4 Supporti poppieri in materiale sintetico a
intermedi entro l’astuccio, devono avere spessore non infe- circolazione d’acqua
riore al valore t, in mm, calcolato con la formula seguente: a) I supporti realizzati in materiali sintetici, quali gomma o
materiali plastici, approvati dalla Società per essere
t = d + 230-
------------------ impiegati come supporti poppieri di astucci a circola-
32
zione d’acqua, devono avere lunghezza non inferiore a
essendo:
4 volte il diametro regolamentare dell’albero portaelica
d : diametro effettivo dell’albero, in mm. in corrispondenza del supporto stesso.
Nel tratto fra i supporti tale spessore t può essere ridotto del b) Per supporti progettati sulla base di documentati dati
25%. sperimentali, ritenuti soddisfacenti dalla Società, pos-
sono essere accettate lunghezze inferiori a 4 volte il dia-
2.4 Cuscinetti dell’astuccio metro regolamentare dell’albero portaelica in
corrispondenza del supporto ma in ogni caso non infe-
2.4.1 Supporti poppieri con metallo antifrizione riori a 2 volte il detto diametro.
lubrificati ad olio
a) I supporti con metallo bianco, od altro metallo antifri- 2.4.5 Supporti poppieri lubrificati a grasso
zione, lubrificati ad olio, con dispositivi di tenuta Per supporti lubrificati a grasso, la lunghezza deve essere,
dell’olio approvati dalla Società, devono avere lun- di norma, non inferiore a 4 volte il diametro regolamentare
ghezza non inferiore a 2 volte il diametro regolamentare dell’albero portaelica in corrispondenza del supporto
dell’albero portaelica in corrispondenza del supporto stesso.
stesso.
2.4.6 Lubrificazione ad olio o a grasso
b) La lunghezza del supporto può essere inferiore a quella
a) Per gli astucci con lubrificazione ad olio deve essere
di cui in a) nel caso in cui la pressione nominale sul
previsto il raffreddamento dell’olio.
supporto non sia superiore a 0,8 N/mm2. La suddetta
pressione deve essere determinata calcolando la rea- Deve essere prevista una cassa di gravitazione per ali-
zione statica del supporto, tenendo conto del peso mentare d’olio l’astuccio; essa deve essere sistemata al
dell’albero e del peso dell’elica che si ritiene agiscano di sopra della linea di galleggiamento di pieno carico.
esclusivamente sul supporto poppiero e dividendo detta I dispositivi di tenuta dell’olio nell’astuccio devono
reazione per l’area proiettata dell’albero. essere tali da assicurare il loro buon funzionamento per
In ogni caso la lunghezza del supporto deve essere non le diverse temperature dell’acqua di mare che si pos-
inferiore a 1,5 volte il valore effettivo del suo diametro sono riscontrare in esercizio.
interno. b) I supporti lubrificati a grasso saranno soggetti a speciale
considerazione, caso per caso, da parte della Società.
2.4.2 Supporti poppieri in gomma sintetica, resina
rinforzata o materiali plastici lubrificati ad olio 2.4.7 Astucci a circolazione d’acqua
a) I supporti in gomma sintetica, resina rinforzata o mate- Per gli astucci a circolazione d’acqua devono essere prese
riali plastici, approvati dalla Società per essere impiegati tutte le precauzioni necessarie per assicurare una efficiente
come supporti poppieri degli astucci lubrificati ad olio, circolazione dell’acqua. Nel caso di supporti rivestiti di
devono avere lunghezza non inferiore a 2 volte il dia- legno santo per diametri maggiori di 400 mm, ed in ogni
metro regolamentare dell’albero portaelica in corrispon- caso per supporti rivestiti con materiali sintetici, deve essere
denza del supporto stesso. prevista la circolazione forzata dell’acqua. Nel caso di sup-
b) La lunghezza del supporto può essere inferiore a quella porti in materiali sintetici, devono essere previsti degli indi-
di cui in a) nel caso in cui la pressione nominale sul catori di flusso dell’acqua o degli indicatori della pressione
supporto non sia superiore a 0,6 N/mm2. La determina- di mandata delle pompe.
zione del valore della suddetta pressione deve essere I canali nei supporti devono avere una sezione sufficiente
effettuata come indicato in [2.4.1] b). per consentire una buona circolazione dell’acqua e tale

Regolamenti RINA 2005 129


Parte C, Cap 1, Sez 7

sezione non deve essere sensibilmente ridotta dall’usura, essendo:


specialmente nel caso di supporti in plastica. d : Diametro regolamentare dell’albero inter-
La valvola o il rubinetto di intercettazione dell’acqua medio, in mm, eventualmente maggiorato
devono essere sistemati direttamente sulla paratia del pres- in accordo con quanto richiesto in Parte F,
satrecce o in corrispondenza dell’entrata della tubolatura Cap 9, Sez 3 per la navigazione fra i ghiacci
dell’acqua nell’astuccio, se questa è a proravia di detta nB : Numero delle viti calibrate
paratia.
DC : Diametro della circonferenza passante per i
centri dei fori per le viti, in mm
2.5 Accoppiatoi Rm : Valore del minimo carico unitario di rottura
per trazione del materiale dell’albero inter-
2.5.1 Accoppiatoi flangiati
medio, assunto per il calcolo di d, in N/mm2
a) Le flange degli accoppiatoi degli alberi intermedi e
RmB : Valore del minimo carico unitario di rottura
degli alberi reggispinta e la flangia dell’accoppiatoio
per trazione del materiale delle viti, in
prodiero dell’albero portaelica devono avere spessore
non inferiore a 0,2 volte il diametro regolamentare N/mm2. Quando, a norma di [2.1.1], è
dell’albero intermedio di pezzo e non inferiore al dia- ammesso per le viti l’impiego di un acciaio
metro delle viti di accoppiamento calcolato per il carico avente RmB maggiore dei limiti specificati in
di rottura uguale a quello dell’albero corrispondente. [2.1.4], il valore di RmB da introdurre nella
formula non dovrà superare i limiti suddetti.
Il raggio di raccordo alla base delle flange fucinate di
pezzo con gli alberi non deve essere inferiore a 0,08 e) Gli accoppiatoi a flangia con viti non calibrate possono
volte il diametro effettivo dell’albero. essere accettati sulla base di un calcolo del serraggio
delle viti e della relativa tensione e sulla base delle istru-
Il raccordo può essere realizzato mediante una curva a zioni per il montaggio.
più raggi purché il fattore di concentrazione delle ten-
sioni non risulti superiore a quello corrispondente al A tale scopo il momento torcente dovuto all’attrito fra le
raccordo circolare avente raggio uguale a 0,08 volte il flange non deve essere inferiore a 2,8 volte il momento
diametro effettivo dell’albero. torcente trasmesso, assumendo per il coefficiente di
attrito acciaio su acciaio il valore di 0,18. Inoltre la ten-
Per accoppiatoi a flangia di tipo smontabile, il suddetto sione nelle viti in corrispondenza della sezione di dia-
raggio di raccordo non deve causare concentrazione di metro minimo, dovuta al serraggio, non deve essere
tensioni superiore a quella che si originerebbe nel rac- maggiore di 0,8 volte il minimo carico unitario di sner-
cordo di una flangia di pezzo come sopra. vamento (ReH), o il carico cui corrisponde una deforma-
La superficie in corrispondenza dei raccordi deve essere zione permanente dello 0,2% (Rp0,2) del materiale delle
ben lisciata e non deve essere intagliata per l’alloggio viti.
delle teste e dei dadi delle viti. Per momento torcente trasmesso s’intende:
b) Quando l’elica è collegata ad una flangia di pezzo con • Per apparati motori di propulsione con motori diesel
l’albero portaelica, lo spessore della flangia stessa non muniti di giunto a scorrimento o ad alta elasticità,
deve essere minore di 0,25 volte il diametro regolamen- con turbine o con motori elettrici: il momento tor-
tare della parte poppiera dell’albero portaelica. Il raggio cente medio trasmesso corrispondente alla potenza
di raccordo alla base delle flange non deve essere infe- massima continuativa P ed alla velocità di rotazione
riore a 0,125 volte il diametro effettivo. corrispondente n, come definite in [2.2.2].
Le viti di collegamento del mozzo dell’elica alla flangia • Per apparati motori di propulsione con motori diesel
devono avere robustezza equivalente a quella della aventi accoppiamenti di tipo diverso da quello citato
parte poppiera dell’albero portaelica. in a): il suddetto momento torcente medio maggio-
c) Gli accoppiatoi a flangia di tipo smontabile e le relative rato del 20%, o del momento torcente dovuto alle
chiavette devono avere robustezza equivalente a quella vibrazioni torsionali, se maggiore.
dell’albero. Il suddetto valore di 2,8 può essere ridotto a 2,5 nei
Essi devono essere accuratamente montati e forzati sugli seguenti casi:
alberi e il loro collegamento con gli alberi stessi deve • per navi aventi due o più linee d’alberi.
offrire sicura resistenza al momento torcente vibratorio • quando il momento torcente trasmesso è ottenuto,
e agli sforzi di trazione durante la marcia addietro. nell’intero campo di giri di funzionamento, come
d) Nel caso di accoppiatoi a flangia con tutte viti calibrate somma del momento torcente nominale e del
degli alberi reggispinta, degli alberi intermedi e per momento alterno dovuto alle vibrazioni torsionali,
l’accoppiamento prodiero degli alberi portaelica, il dia- calcolato come indicato in Sez 9.
metro delle viti, in corrispondenza delle superfici di
contatto delle flange, deve essere non inferiore al valore 2.5.2 Accoppiatoi forzati
dB in mm, calcolato con la formula seguente: Gli accoppiatoi di tipo smontabile, forzati sull’albero con
pressione d’olio o con altri metodi, possono essere accettati
d 3 ⋅ ( R m + 160 ) 0 ,5
sulla base di un calcolo del forzamento e delle tensioni
d B = 0 ,65 ⋅ -------------------------------------
-
n B ⋅ D C ⋅ R mB indotte e sulla base delle istruzioni per il montaggio.

130 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 7

A tale scopo la forza dovuta all’attrito fra le superfici di con- Quando i suddetti particolari costruttivi sono intesi ad
tatto non deve essere inferiore a 2,8 volte la forza totale ottenere l’estensione dell’intervallo della visita perio-
dovuta al momento torcente trasmesso ed alla spinta. dica dell’albero portaelica, come indicato in Parte A,
Cap 2, Sez 2, [5.5] essi devono essere realizzati come
Il suddetto valore di 2,8 può essere ridotto a 2,5 alle condi- indicato in Fig 1.
zioni specificate in [2.5.1] e).
Può essere accettato un dimensionamento diverso pur-
Per il coefficiente di attrito si assumerà il valore di 0,14, nel ché assicuri almeno la stessa riduzione della concentra-
caso di forzamento con pressione d’olio, e 0,18, per i forza- zione delle tensioni.
menti effettuati a secco. Il raggio di raccordo in corrispondenza del fondo
dell’alloggio deve essere non inferiore all’1,25% del
Inoltre la tensione ideale determinata con il criterio di von
diametro effettivo dell’albero portaelica alla base mag-
Mises-Hencky nei punti più sollecitati dell’accoppiatoio
giore del cono.
non deve essere superiore all’80% del valore del minimo
carico unitario di snervamento (ReH), o del carico al quale La chiavetta deve avere gli spigoli arrotondati.
corrisponde una deformazione permanente dello 0,2%
La distanza fra la base maggiore del cono dell’albero
(Rp0,2), del materiale della parte considerata.
portaelica e l’estremità prodiera della chiavetta deve
Il momento torcente trasmesso è definito in [2.5.1] e). essere non inferiore al 20% del diametro effettivo
dell’albero portaelica alla base maggiore del cono.
Per la determinazione della spinta, vedere Sez 8, [3.1.2]. Le viti di fissaggio delle chiavette non devono essere
sistemate nel primo terzo avanti del cono dal suo lato
2.5.3 Altri tipi di accoppiatoi maggiore ed i bordi dei fori devono essere accurata-
mente arrotondati.
Tipi di accoppiatoi diversi da quelli trattati in [2.5.1] e
[2.5.2] saranno soggetti, caso per caso a particolare consi- b) L’area della sezione effettiva della chiavetta resistente al
derazione da parte della Società. taglio deve essere non inferiore al valore A, in mm2,
ottenuto dalla formula seguente:
2.5.4 Giunti elastici
d3
A = 0 ,4 ⋅ --------
a) Le parti rigide dei giunti elastici che trasmettono il d PM
momento torcente devono essere dimensionate
essendo:
secondo le norme del presente Articolo [2].
d : Diametro regolamentare, in mm, dell’albero
b) Per gli elementi elastici non devono essere superati i intermedio calcolato come indicato in
limiti fissati dal costruttore relativi al momento torcente [2.2.2], assumendo R m = 400 N/mm2
statico e dinamico, alla velocità di rotazione e alla
potenza dissipata. dPM : Diametro effettivo dell’albero portaelica a
metà lunghezza della chiavetta, in mm.
c) Quando tutta la potenza del motore viene trasmessa
attraverso un solo elemento elastico (navi con un solo
motore di propulsione e con una sola linea d’alberi), è
2.6 Controlli
necessario che il giunto elastico sia munito di un dispo-
sitivo di fine corsa torsionale o di un altro mezzo idoneo 2.6.1 Generalità
per bloccare il giunto stesso in caso di rottura dell’ele- Le prescrizioni del Capitolo 3 si applicano in aggiunta a
mento elastico. quelle seguenti.

Nelle condizioni di trasmissione rigida col predetto


2.6.2 Monitoraggio dell’albero portaelica
dispositivo di bloccaggio, vi deve essere un campo di
giri, libero da critiche torsionali pericolose, sufficiente- Per l’assegnazione della notazione relativa al monitoraggio
mente ampio e tale da consentire di navigare e di gover- dell’albero porta elica, vedere Parte F, Cap 5, Sez 2
nare la nave con tutta sicurezza. Come alternativa,
dovrà essere sistemato a bordo un elemento elastico di 2.6.3 Indicatori
rispetto. Gli indicatori locali per le linee d’alberi di propulsione che
devono essere installati su navi da 500 tonnellate di stazza
2.5.5 Chiavette degli alberi portaelica e relativi lorda ed oltre senza notazione per l’automazione , sono
alloggi elencati in Tab 3. Per i controlli dei motori, turbine, riduttori
e/o invertitori, eliche a pale orientabili e thrusters, vedere
a) Gli alloggi per le chiavette nel cono degli alberi portae-
rispettivamente Sez 2, Sez 4, Sez 5, Sez 6, Sez 8 e
lica devono avere gli spigoli bene arrotondati con
Sez 12.
l’estremità prodiera ben raccordata e possibilmente
allargata a cucchiaio in modo da ridurre al minimo gli Gli indicatori elencati in Tab 3 devono essere sistemati in
effetti d’intaglio e la concentrazione delle tensioni. una posizione normalmente presenziata.

Regolamenti RINA 2005 131


Parte C, Cap 1, Sez 7

Figura 1 : Particolari dell’estremità prodiera dell’alloggio per la chiavetta dell’albero portaelica


≥ 0,2 d o
≥4t
t r

r3
do A-A

≥2t

r2
C B A B-B

r
r ≥ 0,0125 d o
r1 < r2< r 3
r1
C-C
t t t t
C B A

Tabella 3 : Alberi e frizioni degli alberi di propulsione

Simboli convenzionali Comandi automatici


H= Valore alto, HH = Valore molto alto,
G= Allarme cumulativo
Controlli
L = Valore basso, LL = Valore molto basso,
Macchina principale Ausiliari
I = Allarme singolo
X= Funzione richiesta, R = A distanza
Rallen- Blocco Coman- Avvio Arresto
Indica-
Identificazione del parametro dell’impianto Allarme tamen- automa- do della
zione
to tico riserva
Temperatura di ciascun cuscinetto reggispinta H X
(non applicabile ai cuscinetti a rulli o a sfere)
Livello della cassa a gravità dell’olio per la lubrificazione L
dell’astuccio
Temperatura dell’olio lubrificante per le frizioni H X
Livello della cassa dell’olio delle frizioni L

3 Sistemazione ed installazione 3.2 Protezione dell’albero portaelica contro


la corrosione
3.1 Generalità
3.2.1 A meno che l’ albero portelica non sia di acciaio
inossidabile austenitico, la superficie dell’albero fra l’elica e
3.1.1 L’installazione deve essere eseguita secondo le istru- l’astuccio ed in corrispondenza del dado dell’elica, deve
zione del Costruttore dei componenti o documenti appro- essere adeguatamente protetta in modo da impedire ogni
vati, quando richiesto. trafilamento di acqua di mare.

3.1.2 L’installazione degli astucci e/o cuscinetti relativi


3.3 Allineamento delle linee d’alberi
non forzati è soggetta all’approvazione delle procedure e
dei materiali impiegati. 3.3.1 Il calcolo relativo all’allineamento delle linee
d’alberi deve essere inviato all’approvazione nel caso di
3.1.3 I giunti fra le parti delle camicie non devono essere alberi di propulsione di apparati motori a turbina o alberi
sistemati in corrispondenza dei supporti o in corrispon- direttamente accoppiati a motori, o di alberi con cuscinetti
denza dei dispositivi di tenuta dell’olio che presentino scostamenti rispetto alla linea di riferimento.
Le camicie metalliche devono essere forzate sugli alberi a La Società può richiedere detti calcoli anche nel caso di
caldo o mediante pressione idrostatica con adeguate inter- sistemazioni particolari.
ferenze. Spine, viti o qualunque mezzo similare per fissare Gli allineamenti dei macchinari di propulsione e degli
le camicie sugli alberi non sono permessi. alberi, la distanza e la posizione dei supporti devono essere

132 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 7

tali da assicurare che i carichi siano compatibili col mate- 4.1.2 Prove idrostatiche
riale usato e con i limiti prescritti dal costruttore.
Le parti dei giunti idraulici, delle frizioni degli invertitori
Il calcolo deve tener conto di effetti termici, statici e dina-
oleodinamici, delle apparecchiature di comando, aste e
mici; i risultati devono comprendere le forze di reazione in
cilindri oleodinamici delle eliche a pale orientabili, com-
corrispondenza dei cuscinetti, i momenti flettenti e gli sforzi
di taglio ed altri parametri (quali scostamenti ed insellature presi le tubolature ed i relativi accessori, devono essere sot-
ad ogni accoppiamento flangiato, o carichi di sollevamento toposte ad una prova idrostatica con pressione di prova
con martinetti idraulici) e le istruzioni per le procedure di uguale a 1,5 volte la massima pressione di esercizio.
allineamento.
Gli astucci finiti di lavorazione e le camicie degli alberi por-
L’allineamento deve essere controllato a bordo con un
appropriato metodo di misura. taelica, finite di lavorazione dalla parte interna e con un
sovrametallo non maggiore di 3 mm dalla parte esterna,
4 Prove sui materiali, ispezioni e col- devono essere sottoposti ad una prova idrostatica con pres-
laudi in officina, certificazione sione di prova uguale a 0,2 MPa.

4.1 Prove sui materiali e controlli non 4.2 Certificazione


distruttivi, ispezioni e collaudi in officina
4.2.1 Certificazione delle prove
4.1.1 Prove sui materiali
I componenti degli alberi devono essere provati secondo Certificati della Società (C) (vedere Parte D, Cap 1, Sez 1,
Tab 4 e le prescrizioni nella Parte D. [4.2.1]) sono richiesti per le prove sui materiali delle parti
Prove magnetoscopiche o controlli con liquidi penetranti alle voci da 1 a 5 in Tab 4.
sono richiesti per le parti elencate in Tab 4 e devono essere
effettuati nelle posizioni, concordate tra il costruttore ed il Certificati del costruttore (W) (vedere Parte D, Cap 1, Sez 1,
Tecnico, in cui è più probabile, secondo l’esperienza, che si [4.2.3]) sono richiesti per le prove idrostatiche delle parti
verifichino difetti. indicate in [4.1.2] e per i controlli non distruttivi sui com-
Le prove ad ultrasuoni richiedono un certificato firmato dal ponenti in Tab 4 per cui non è richiesto il certificato della
costruttore. Società (C).

Tabella 4 : Materiali e prove non distruttive

Prove sui materiali (Pro- Controlli non distruttivi


Componente della linea d’alberi
prietà meccaniche e Esame magnetoscopico
composizione chimica) Ultrasuoni
o con liquidi penetranti
1) Accoppiatoi (non di pezzo con l’albero) tutti se il diametro ≥ 250 mm se il diametro ≥ 250 mm
2) Alberi portaelica tutti se il diametro ≥ 250 mm se il diametro ≥ 250 mm
3) Alberi intermedi tutti se il diametro ≥ 250 mm se il diametro ≥ 250 mm
4) Alberi reggispinta tutti se il diametro ≥ 250 mm se il diametro ≥ 250 mm
5) Alberi cardanici (flange, crociere, alberi, forcelle) tutti se il diametro ≥ 250 mm se il diametro ≥ 250 mm
6) Astucci tutti - -
7) Boccole degli astucci e altri cuscinetti tutti - -
8) Camicie degli alberi portaelica tutti - -
9) Viti o prigionieri d’accoppiamento tutti - -
10) Giunti elastici (solo parti metalliche) tutti - -
11) Supporto reggispinta (solo struttura) tutti - -

Regolamenti RINA 2005 133


Parte C, Cap 1, Sez 8

SEZIONE 8 ELICHE

1 Generalità linea verticale che attraversa l’asse dell’elica nello stesso


punto in cui lo attraversa la prima linea (vedere Fig 1).
Abbattimenti verso poppa sono considerati positivi, abbatti-
1.1 Applicabilità
menti verso prora sono considerati negativi.
1.1.1 Eliche di propulsione
Le prescrizioni della presente Sezione si applicano ad eli- 1.2.7 Angolo di abbattimento
che di propulsione di ogni tipo e dimensione. Esse fanno L’angolo di abbattimento è l’angolo fra la tangente alla linea
riferimento ad eliche a pale fisse ed eliche a pale orienta- generatrice della pala ed una linea verticale passante per il
bili, comprese le eliche intubate in mantelli fissi. punto nel quale l’angolo viene considerato. Se la linea
Ulteriori prescrizioni per la navigazione tra i ghiacci sono generatrice della pala è una retta, esiste un unico angolo
trattate nella Parte F, Cap 9, Sez 3. d’abbattimento, se la linea generatrice è curva, esistono
infiniti angoli di abbattimento (vedere Fig 2).
1.1.2 Eliche dei “thrusters” per manovra (1/7/2002)
Per le eliche dei “thrusters” di manovra, vedi Sez 12.
Figura 1 : Abbattimento

1.2 Definizioni
ABBATTIMENTO
1.2.1 Elica a pale fisse
Un’elica a pale fisse è un elica fusa in un unico pezzo
(mozzo e pale incluse).

1.2.2 Eliche a pale riportate


Un’elica a pale riportate è un’elica fusa in più di un pezzo.
Generalmente le eliche a pale riportate hanno le pale fuse
LEMBO
separatamente e collegate al mozzo mediante un sistema di D’USCITA LEMBO
bulloni e prigionieri. D’ENTRATA

1.2.3 Elica a pale orientabili


Un’elica a pale orientabili è un elica a pale riportate nel cui FACCIA
DORSO
mozzo è sistemato un meccanismo atto a rotarne le pale in
modo da poter variare il suo passo a seconda delle esigenze
di esercizio.

1.2.4 Mantello
Un mantello è una struttura tubolare sistemata intorno
all’elica.

1.2.5 Elica intubata


Un’elica intubata è un’elica sistemata in un mantello.

1.2.6 Abbattimento
L’abbattimento è la distanza orizzontale, presa in corrispon-
denza dell’estremità esterna della pala, fra la linea che con-
giunge l’estremità della pala al suo attacco al mozzo e la

134 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 8

Figura 2 : Angolo d’abbattimento molto “skewed” sono eliche le cui pale hanno un angolo di
“skew” superiore a 50°.
ANGOLO D’ABBATTIMENTO
AL RAGGIO CONSIDERATO 1.2.11 Lembo d’entrata
Il lembo d’entrata della pala dell’elica è il lembo della pala
che per prima fende l’acqua durante la rotazione dell’elica
(vedere Fig 1).

1.2.12 Lembo d’uscita


RAGGIO Il lembo d’uscita della pala dell’elica è il lembo opposto al
CONSIDERATO
lembo d’entrata (vedere Fig 1).

1.2.13 Rapporto dell’area sviluppata/area disco


Il rapporto area sviluppata/area disco è il rapporto della
somma delle aree sviluppate di tutte le pale e l’area della
corona circolare avente per diametro esterno il diametro
dell’elica e per diametro interno il diametro del mozzo.

1.3 Documentazione da inviare

1.3.1 Eliche a pale fisse


Per le eliche di propulsione a pale fisse devono essere
inviati i documenti elencati nella Tab 1.
Tutti i disegni elencati devono essere costruttivi, completi di
tutte le dimensioni, e devono comprendere tutte le informa-
zioni necessarie relative ai tipi di materiali da impiegare.
Figura 3 : Angolo di “skew”
1.3.2 Eliche a pale riportate ed eliche a pale
orientabili
LINEA GENERATRICE
Per le eliche di propulsione a pale riportate e per le eliche a
pale orientabili devono essere inviati i documenti elencati
ANGOLO DI "SKEW"
(DI DEVIAZIONE CIRCONFERENZIALE)
nella Tab 2, come applicabile.

Tabella 1 : Documenti da inviare per eliche a pale


fisse

N. A/I Documento
1 A Disegno d’insieme in sezione
2 A Particolari del mozzo e della pala
3 I Dati di progetto (potenza, numero di giri, ecc.)
4 A Dati e procedure per il fissaggio dell’elica
sull’albero
A = da inviare all’approvazione in quadruplice copia
I = da inviare per conoscenza in duplice copia

1.2.8 Angolo di “skew”


Tabella 2 : Documenti da inviare per eliche a pale
L’angolo di “skew”e l’angolo fra la retta tangente alla linea riportate ed eliche a pale orientabili
che unisce i punti medi delle corde della pala dell’elica
(linea generatrice) nel suo punto di origine in corrispon- N. A/I Documento
denza dell’asse dell’elica e la retta congiungente questo 1 A/I I documenti richiesti per le eliche a pale fisse
punto con l’estremità esterna della pala (vedere Fig 3). 2 A Bulloni di collegamento delle pale e procedure
di pretensionamento
1.2.9 Elica “skewed”
3 I Passo corrispondente alla massima spinta
Un’elica “skewed” è un’elica le cui pale hanno un angolo dell’elica in condizioni normali di esercizio
di “skew” diverso da 0.
4 A Meccanismo per il comando del passo
1.2.10 Eliche sensibilmente “skewed” ed eliche 5 A Impianto oleodinamici per il comando del
molto “skewed” passo
Eliche sensibilmente “skewed” sono eliche le cui pale A = da da inviare all’approvazione in quadruplice copia
hanno un angolo di “skew” compreso tra 25° e 50°. Eliche I = da inviare per conoscenza in duplice copia

Regolamenti RINA 2005 135


Parte C, Cap 1, Sez 8

1.3.3 Eliche molto “skewed” ed eliche di disegno f : Coefficiente relativo al materiale come indi-
non comune cato nella Tab 3
Per eliche molto “skewed” e per eliche di disegno non ρ : ρ = D/H
comune, in aggiunta ai documenti elencati nelle Tab 1 e H : Passo medio dell'elica, in m. Se H non è
Tab 2, come applicabile, deve essere inviata un’analisi det- noto, al posto di H potrà essere adoperato il
tagliata dei carichi idrodinamici e delle tensioni delle pale passo H0,7, in corrispondenza della sezione
delle eliche (vedere [2.4.2]). della pala a 0,7 del raggio dall'asse
dell'elica,
2 Progetto e costruzione D : Diametro dell’elica, in m
MT : Momento torcente continuativo, in kN.m;
2.1 Materiali quando non è indicato, MT può essere
assunto uguale al valore ottenuto con la for-
2.1.1 Materiali normalmente usati per la costruzione mula seguente:
di mozzi e pale delle eliche
M T = 9 ,55 ⋅ ⎛ ----⎞
a) La Tab 3 indica il valore minimo del carico unitario di P
⎝ N⎠
rottura per trazione Rm (in N/mm2), la massa volumica δ
(in kg/dm3) ed il coefficiente f relativo ai materiali nor- P : Potenza massima continuativa dell’appa-
malmente usati. rato di propulsione, in kW
b) Bronzi comuni e speciali e acciaio fuso usati per la N : Velocità di rotazione dell’elica, in giri/min
costruzione di mozzi e pale di eliche devono avere un δ : Massa volumica del materiale della pala, in
minimo carico unitario di rottura non inferiore a 400 kg/dm3, come indicato in Tab 3
N/mm2. B : Rapporto area sviluppata/area disco
c) Altri materiali saranno soggetti a considerazioni speciali h : Abbattimento, in mm
da parte della Società a seguito dell’invio delle specifi- l : Larghezza della sezione cilindrica svilup-
che complete dei materiali. pata della pala in corrispondenza della
sezione a 0,25 del raggio dall’asse
Tabella 3 : Materiali normalmente usati per la costru- dell’elica, in mm
zione dei mozzi e delle pale delle eliche
z : Numero delle pale
Materiale Rm δ f Rm : Minimo carico unitario di rottura per tra-
zione, in N/mm2 del materiale delle pale
Ottone comune 400 8,3 7,6
dell’elica.
Ottone al manganese (Cu1) 440 8,3 7,6 b) Lo spessore massimo t0,6, in mm, della pala nella sua
Ottone al nichel-manganese (Cu2) 440 8,3 7,9 sezione a 0,6 del raggio dall’asse dell’elica non deve
essere inferiore a quanto ottenuto dalla formula
Bronzo all’alluminio (Cu3 e Cu4) 590 7,6 8,3 seguente:
Acciaio 440 7,9 9,0 0 ,5
D 3
1 ,5 .10 6 .ρ 0 ,6 .M T + 18 ,4 .δ. ⎛ ----------⎞ .B.l.N .h
2
⎝ 100⎠
2.1.2 Materiali per prigionieri d’accoppiamento t 0 ,6 = 1 ,9 f ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------
l 0 ,6 ⋅ z ⋅ R m
In genere acciaio (preferibilmente acciaio al nichel) deve
essere utilizzato per la costruzione di prigionieri per
l’accoppiamento di pale d’acciaio al mozzo in eliche a pale essendo:
riportate o a pale orientabili. Per i prigionieri per l’accop- ρ0,6 : D/H0,6
piamento di pale di ottone deve essere impiegato ottone ad
H0,6 : Passo in corrispondenza della sezione della
elevata resistenza o acciaio inossidabile.
pala a 0,6 del raggio dall’asse dell’elica, in
m
2.2 Eliche a pale fisse - Spessore della pala l0,6 : Larghezza della sezione cilindrica svilup-
2.2.1 (1/7/2002) pata della pala in corrispondenza della
sezione a 0,6 del raggio dall’asse dell’elica,
a) Lo spessore massimo della pala, nella sua sezione a in mm.
0,25 del raggio dall'asse dell'elica, t0,25, in mm, non
deve essere inferiore a quello ottenuto dalla formula c) Il raggio di collegamento all’attacco della pala col
seguente: mozzo non deve essere inferiore a 3/4 dello spessore
minimo della pala richiesto in quella posizione. In alter-
D 3
0 ,5 nativa potrà essere accettato un raccordo a tensione
1 ,5 . 10 6 . ρ . M T + 51 . δ . ⎛ ----------⎞ . B . l . N . h
2
⎝ 100⎠ costante. Nella misurazione dello spessore della pala
t 0 ,25 = 3 ,2 f ⋅ ----------------------------------------------------------------------------------------------------- non si deve tener conto dell’aumento di spessore
l ⋅ z ⋅ Rm
dovuto al raccordo col mozzo. Nel caso in cui il mozzo
si estenda oltre la distanza di 0,25 del raggio dall’asse
essendo: dell’elica, lo spessore calcolato mediante la formula in

136 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 8

a) dovrà essere paragonato allo spessore a 0,25 del rag- 2.3.2 Flangia di accoppiamento fra pala e mozzo
gio che si ottiene mediante estrapolazione lineare dagli a) Il diametro DF, in mm, della flangia di accoppiamento
spessori effettivi della pala dell’elica. fra la pala ed il mozzo dell’elica non deve essere infe-
riore a quanto ottenuto dalla formula seguente:
d) Un’analisi idrodinamica con determinazione dettagliata
dei carichi e delle tensioni preparata dal Progettista D F = D C + 1 ,8d PR
dell’elica, potrà essere considerata caso per caso dalla
essendo:
Società in alternativa alle formule di cui sopra. Il coefi-
ciente di sicurezza da usare in detta analisi non deve DC : Diametro della circonferenza passante per i
essere inferiore a 8 rispetto al minimo carico unitario di centri dei prigionieri, in mm
rottura per trazione Rm del materiale dell’elica. dPR : Diametro dei prigionieri
b) Lo spessore della flangia non deve essere inferiore a
2.3 Eliche a pale riportate ed eliche a pale 1/10 del diametro DF.
orientabili 2.3.3 Prigionieri d’accoppiamento (1/7/2002)
a) Il diametro dei prigionieri di accoppiamento dPR, in mm,
2.3.1 Spessore della pala (1/7/2002) misurato in corrispondenza del fondo dei filetti, non
a) Lo spessore massimo della pala t0,35, in mm, nella sua deve essere inferiore al valore ottenuto dalla formula
sezione a 0,35 del raggio dall'asse dell'elica, non deve seguente:
essere inferiore al valore ottenuto dalla formula 3 0 ,5
seguente: ⎛ 4 ,6 .10 7 .ρ 0 ,7 .M T + 0 ,88 .δ. ⎛ ----- D-⎞
.B.l 0 ,35 .N .h 1⎞
2
⎜ ⎝ 10⎠ ⎟
d PR = ⎜ ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------⎟
0 ,5 ⎜ n PR ⋅ z ⋅ D C ⋅ R m ,PR ⎟
D 3
1 ,5 .10 .ρ 0 ,7 .M T + 41.δ ⎛ ----------⎞ B.l 0 ,35 .N h ⎝ ⎠
6 2
⎝ 100⎠
t 0 ,35 = 2 ,7 f -----------------------------------------------------------------------------------------------------------
l 0 ,35 ⋅ z ⋅ R m essendo:
h1 : h1 = h + 1,125 Dc
nPR : Numero totale dei prigionieri per ciascuna
essendo:
pala
ρ0,7 : D/H0,7 Rm,PR : Minimo carico minimo unitario di rottura
per trazione del materiale dei prigionieri, in
H0,7 : Passo in corrispondenza della sezione della
N/mm2.
pala a 0,7 del raggio dall'asse dell'elica, in
m. Il passo usato nella formula deve essere b) I prigionieri devono essere stretti in maniera controllata
quello corrispondente alla posizione effet- in modo che la tensione di trazione non superi circa il
tiva della pala che sviluppa la spinta mas- 60 - 70% del loro carico di snervamento.
sima c) I gambi non filettatati dei prigionieri possono avere un
diametro minimo pari a 0,9 volte il diametro al fondo
l0,35 : Larghezza della sezione cilindrica svilup-
del filetto.
pata della pala in corrispondenza della
sezione a 0,35 del raggio dall'asse d) I prigionieri devono essere fissati in modo appropriato
dell'elica, in mm. ad impedire ogni possibile allentamento involontario.

b) Lo spessore massimo t0,6 della pala nella sua sezione a 2.4 Eliche “skewed”
0,6 del raggio dall’asse dell’elica non deve essere infe-
riore a quanto ottenuto dalla formula in [2.2.1]b), 2.4.1 Eliche “skewed”
usando l0,35in luogo di l. Lo spessore delle pale delle eliche “skewed” può essere
ottenuto mediante le formule in [2.2] e [2.3.1] come appli-
c) Il raggio di collegamento all’attacco della pala col
cabile, purché l’angolo di “skew” sia minore di 25°.
mozzo non deve essere inferiore a 3/4 dello spessore
minimo della pala richiesto in quella posizione. In alter- 2.4.2 Eliche sensibilmente “skewed”
nativa potrà essere accettato un raccordo a tensione
a) Lo spessore della pala per eliche con angolo di “skew”
costante. Nella misurazione dello spessore della pala
tra 25° e 50°, in mm, non deve essere inferiore a quanto
non si deve tener conto dell’aumento di spessore
ottenuto dalle formule seguenti:
dovuto al raccordo col mozzo.
1) Eliche a pale fisse
d) Un’analisi idrodinamica con determinazione dettagliata
t S – 0 ,25 = t 0 ,25 ⋅ ( 0 ,92 + 0 ,0032ϑ )
dei carichi e delle tensioni preparata dal progettista,
potrà essere considerata caso per caso dalla Società 2) Eliche a pale riportate ed a pale orientabili
come un alternativa alle formule di cui sopra. Il coefi- t S – 0 ,35 = t 0 ,35 ⋅ ( 0 ,9 + 0 ,004ϑ )
ciente di sicurezza da usare in detta analisi non deve
essere inferiore a 8 rispetto al minimo carico unitario di 3) Tutte le eliche
rottura per trazione Rm del materiale della pala
t S – 0 ,6 = t 0 ,6 ⋅ ( 0 ,74 + 0 ,0129ϑ – 0 ,0001ϑ )
2
dell’elica.

Regolamenti RINA 2005 137


Parte C, Cap 1, Sez 8

t S – 0 ,9 = t 0 ,6 ⋅ ( 0 ,35 + 0 ,0015ϑ ) 2.6 Particolari costruttivi


essendo:
2.6.1 Mozzi e pale
tS-0,25 : Spessore massimo, in mm, della pala
“skewed” alla sezione a 0,25 del raggio a) Tutte le parti dell’elica devono essere prive di difetti e
dall’asse dell’elica devono essere costruite ed installate con giochi e tolle-
ranze conformi alla buona pratica marina.
t0,25 : Spessore massimo, in mm, della pala, consi-
derata non “skewed” alla sezione a 0,25 del b) Particolare cura deve essere applicata alla finitura super-
raggio dall’asse dell’elica, come ottenuta ficiale delle pale.
dalla formula in [2.2.1]
tS-0,35 : Spessore massimo, in mm, della pala 2.6.2 Impianto di comando delle pale delle eliche a
pale orientabili
“skewed” alla sezione a 0,35 del raggio
dall’asse dell’elica a) Quando il meccanismo di comando delle pale è azio-
t0,35 : Spessore massimo, in mm, della pala, consi- nato idraulicamente, devono essere previste almeno
derata non “skewed” alla sezione a 0,35 del due pompe indipendenti azionate da energia mecca-
raggio dall’asse dell’elica, come ottenuta nica. Per impianti di propulsione fino a 220 kW, una
dalla formula in [2.3.1] pompa sola ad azionamento meccanico sarà sufficiente,
purché vi sia, in aggiunta, una pompa a mano capace di
tS-0,6 : Spessore massimo, in mm, della pala
modificare il passo delle pale.
“skewed” alla sezione a 0,6 del raggio
dall’asse dell’elica b) L’impianto di comando dell’orientamento delle pale
t0,6 : Spessore massimo, in mm, della pala, consi- deve essere fornito di un indicatore nel locale macchine
derata non “skewed” alla sezione a 0,6 del che mostri la posizione effettiva delle pale. Ulteriori
raggio dall’asse dell’elica, come ottenuta indicatori della posizione delle pale devono essere
dalla formula in [2.2.1] sistemati in plancia e nella centrale di propulsione, se la
nave ne è provvista.
tS-0,9 : Spessore massimo, in mm, della pala
“skewed” alla sezione a 0,9 del raggio c) Devono essere sistemati dispositivi atti ad impedire che
dall’asse dell’elica improvvise variazioni del passo dell’elica possano por-
ϑ : Angolo di “skew” tare a sovraccarichi o a stallo dell’apparato di propul-
sione.
b) In alternativa, le eliche sensibilmente “skewed” possono
essere accettate sulla base di una analisi, come richiesto d) Devono essere sistemati dispositivi tali da far sì che, in
in [2.4.3] per le eliche molto “skewed”. caso di avaria all’impianto di comando delle pale, la
posizione delle pale:
2.4.3 Eliche molto “skewed”
Lo spessore minimo della pala per eliche molto “skewed” • non cambi, o
deve essere ottenuto mediante un’analisi delle tensioni che • assuma una posizione finale abbastanza lentamente
utilizzi una metodologia accettata dalla Società. Il fattore di da permettere la messa in opera dell’impianto di
sicurezza da usare in questa analisi diretta non deve essere comando di emergenza.
inferiore a 9 rispetto al minimo carico unitario di rottura per
e) Le eliche a pale orientabili devono avere un sistema di
trazione Rmdel materiale della pala.
comando d’emergenza tale da permettere all’elica di
rimanere in esercizio in caso di avaria al suo comando a
2.5 Eliche intubate distanza. Questo requisito si ritiene soddisfatto se l’elica
è provvista di un dispositivo che blocchi meccanica-
2.5.1 Lo spessore minimo delle pale di eliche intubate
mente le pale dell’elica nella posizione di marcia
aventi ampie sezioni sviluppate in corrispondenza delle
avanti.
estremità deve essere non inferiore a quanto ottenuto dalle
formule in [2.2] o [2.3.1] (come applicabile) aumentato f) La Tab 4 mostra le indicazioni che devono esere pre-
del 10%. senti nella stazione di comando.

Tabella 4 : Eliche a pale orientabili

Simboli convenzionali Comandi automatici


H= Valore alto, HH = Valore molto alto,
G= Allarme cumulativo
Controlli
L = Valore basso, LL = Valore molto basso,
Macchina principale Ausiliari
I = Allarme singolo
X= Funzione richiesta, R = A distanza
Rallen- Blocco Coman- Avvio Arresto
Indica-
Identificazione del parametro dell’impianto Allarme tamento automa- do della
zione
tico riserva
Livello della cassa dell’olio L

138 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 8

3 Sistemazione e montaggio interna direttamente accoppiati


mediante accoppiatoi idraulici,
elettromagnetici o ad alta elasti-
3.1 Accoppiamento dell’elica con l’albero
cità
portaelica
C : C = 1,2 per motori diesel dotati
3.1.1 Generalità di accoppiatoi diversi da quelli
sopra descritti
a) Il mozzo dei propulsori ad elica deve essere ben aggiu-
stato e montato sul cono dell’albero portaelica. La Società si riserva il diritto di
aumentare il valore di C se il for-
b) La parte prodiera del foro del mozzo deve avere i lembi zamento deve assorbire un
arrotondati con un raggio di circa 6 mm. momento torcente pulsante
c) Generalmente una sistemazione simile a quella indicata molto elevato
in Fig 4 deve essere adottata nell’assemblaggio di T : Temperatura dei materiali del mozzo e
mozzo e camicia allo scopo di impedire l’ingresso dell’albero portaelica, in °C, assunti per il
d’acqua di mare al di sotto della camicia o verso l’estre- calcolo della lunghezza di avanzamento e
mità poppiera del portaelica. della spinta di montaggio
d) Il dispositivo di tenuta esterno deve essere costituito da V : Velocità della nave alla potenza P, in nodi
un anello di gomma resistente all’acqua di mare preferi- S : Spinta continuativa sviluppata in naviga-
bilmente senza giunzioni. Il gioco fra la camicia e lo zione libera, in N
spazio vuoto all’interno del mozzo deve essere il più
sF : Coeficiente di sicurezza contro lo slitta-
piccolo possibile. Lo spazio vuoto interno deve essere
mento a 35°C
riempito di adeguato materiale protettivo non corrodi-
bile ed insolubile in acqua di mare o con un anello di θ : Semiconicità dell’albero portaelica (per
gomma. esempio: conicità = 1/15, θ =1/30)
µ : Coefficiente di attrito fra le superfici di con-
e) Tutti gli spazi liberi tra il cono dell’albero portaelica, il
tatto
mozzo dell’elica, il dado di fermo e la sua copertura
devono essere riempiti di materiale non corrodibile ed p35 : Pressione fra le superfici di contatto, in
insolubile nell’acqua di mare. Deve essere previsto un N/mm2, a 35°C
sistema che assicuri l’assenza di aria in questi spazi pT : Pressione, in N/mm2, fra le superfici di con-
durante il loro riempimento. Si raccomanda di provare tatto alla temperatura T,
questi spazi ad una pressione corrispondente almeno p0 : Pressione, in N/mm2, fra le superfici di con-
all’immersione dell’elica al fine di controllare l’imper- tatto a 0°C
meabilità ottenuta al termine del riempimento.
pMAX : Massima pressione di contatto ammissibile,
f) Per le chiavette e la loro area vedere Sez 7, [2.5.5]. in N/mm2, a 0°C
3.1.2 Eliche forzate montate senza d35 : Avanzamento di montaggio, in mm, a 35°C
chiavetta (1/1/2001) dT : Avanzamento di montaggio, in mm, alla
In caso di forzamento di eliche montate senza chiavetta, si temperatura T,
applicano le prescrizioni seguenti: dMAX : Massimo avanzamento di montaggio
a) Il significato dei simboli usati qui di seguito è il ammissibile, in mm, a 0°C
seguente: WT : Spinta di montaggio, in N, alla temperatura
A : 100% dell’area teorica di contatto fra il T
mozzo dell’elica e l’albero portaelica come σID : Sollecitazione ideale monoassiale nel
rilevata dai disegni, trascurando le scanala- mozzo secondo il criterio di von Mises-
ture per l’olio, in mm2 Hencky, in N/mm2
dPM : Diametro effettivo dell’albero portaelica a αP : Coefficiente di dilatazione lineare del mate-
metà della rastremazione nella direzione riale dell’albero portaelica, in mm/(mm°C)
dell’asse, in mm αM : Coefficiente di dilatazione lineare del mate-
dH : Diametro esterno medio del mozzo riale del mozzo dell’elica, in mm/(mm°C)
dell’elica nella posizione assiale corrispon- EP : Valore del modulo di elasticità longitudinale
dente a dPM, in mm del materiale dell’albero portaelica, in
K : K = dH/dPM N/ mm2
F : Forza tangenziale all’interfaccia, in N EM : Valore del modulo di elasticità longitudinale
MT : Momento torcente continuativo trasmesso, del materiale del mozzo dell’elica, in
in N.m; quando non è conosciuto, MT può N/ mm2
essere assunto come indicato in [2.2.1] νP : Coefficiente di Poisson del materiale
C : C = 1 per turbine, motori diesel dell’albero portelica
muniti di riduttore, motori elet- νM : Coefficiente di Poisson del materiale del
trici e motori a combustione mozzo dell’elica

Regolamenti RINA 2005 139


Parte C, Cap 1, Sez 8

RS,MIN : Valore del minimo carico unitario di snerva- Acciai fusi e fucinati: E = 206000
mento (ReH), o carico unitario a cui corri- Ghisa: E = 98000
sponde una deformazione permanente dello Ottoni tipo Cu1 e Cu2: E = 108000
0,2% (Rp0,2), del materiale del mozzo
Bronzi tipo Cu3 e Cu4: E = 118000
dell’elica, in N/mm2.
• Coefficiente di Poisson:
Per gli altri simboli non definiti nel presente paragrafo,
vedere [2.2]. Acciai fusi e fucinati: ν = 0,29
b) Il fabbricante deve inviare le specifiche contenenti tutte Ghisa: ν = 0,26
le informazioni necessarie per verificare il forzamento Tutte le leghe di rame: ν = 0,33
insieme ai piani costruttivi richiesti. Prove e controlli • Coefficiente di dilatazione lineare in mm/(mmoC):
ritenuti necessari per verificare le caratteristiche e l’inte-
Acciai fusi e fucinati: α = 12,0 10-6
grità del materiale dell’elica devono essere pure specifi-
cati. Tutte le leghe di rame: α = 17,5 10-6
c) Il fabbricante deve inoltre inviare un manuale di istru- l) Per il calcolo del forzamento devono essere applicate le
zioni nel quale devono essere specificate tutte le opera- formule seguenti che sono valide per la condizioni di
zioni e le precauzioni da prendersi durante il montaggio marcia avanti. Esse danno anche un margine sufficiente
e lo smontaggio dell’elica, nonché i valori di tutti i para- di sicurezza per le condizioni di marcia indietro.
metri relativi. Una copia del manuale, vistata dalla • Minima pressione di contatto richiesta a 35°C:
Società, sarà tenuta a bordo della nave sulla quale
sF S F 2 0 ,5
l’elica è installata. - ⋅ – s F θ + ⎛ µ 2 + B ⋅ -----2⎞
p 35 = -------
AB ⎝ S⎠
d) Le formule e gli altri requisiti qui di seguito elencati non
si applicano ad eliche in cui una boccola è inserita fra essendo:
l’albero ed il mozzo e nel caso di alberi portaelica cavi. B = µ2-sF2θ2
In questi casi, deve essere inviato alla Società un cal-
colo diretto di forzamento. • Avanzamento di montaggio corrispondente a 35°C:
e) La conicità del cono dell’albero portaelica non deve p 35 d PM 1–ν
⋅ ------ ⋅ ⎛ --------------
- + ν M⎞ + --------------P
1 K2 + 1
d 35 = ----------------
superare 1/15. 2θ EM ⎝ K2 – 1 ⎠ EP
f) Prima del montaggio finale, l’area di contatto fra le
superfici d’accoppiamento deve essere controllata e • Minimo avanzamento di montaggio alla temperatura
non deve essere inferiorie al 70% dell’area di contatto T (T < 35 °C):
teorica (100%). Zone di non-contatto estese circonfe- d PM
renzialmente intorno al mozzo o per tutta la lunghezza d T = d 35 + -------- ⋅ ( α M – α P ) ⋅ ( 35 – T )

del mozzo non sono accettabili.
• Pressione minima di contatto corrispondente alla
g) Dopo il montaggio, l’elica deve essere bloccata con un temperatura T:
dado sull’albero portaelica. Il dado deve essere fissato
all’albero. d
p T = p 35 ⋅ ------T-
d 35
h) Il coeficiente di sicurezza contro lo slittamento sF a
35°C non deve essere inferiore a 2,8, sotto l’azione • Minima spinta di montaggio alla temperatura T:
combinata del momento torcente e della spinta
W T = Ap T ⋅ ( µ + θ )
dell’elica, basati sulla potenza massima continuativa P
per la quale è richiesta la classifica alla corrispondente • Massima pressione di contatto ammissibile a 0 °C:
velocità di rotazione N dell’elica, più il momento tor-
cente pulsante dovuto alle vibrazioni torsionali. 0 ,7R S ,MIN ⋅ ( K 2 – 1 )
p MAX = -----------------------------------------------
( 3K 4 + 1 ) 0 ,5
i) Il coefficiente di attrito µ è di 0,13 per mozzi di leghe di
rame o acciaio quando è adottato il metodo ad inie- • Massimo avanzamento di montaggio corrispondente
zione d’olio. Per gli altri metodi il coefficiente di attrito ammissibile a 0 °C:
verrà considerato per ogni caso particolare dalla
p MAX
Società. d MAX = d 35 ⋅ ----------
-
p 35
j) La massima tensione ideale monoassiale nel mozzo
dell’elica a 0°C, basata sul criterio di von Mises-Hencky, • Forza tangenziale all’interfaccia:
non deve superare il 70% del minimo carico di snerva-
2000CM
mento (ReH), o il carico che provoca una deformazione F = -------------------------T
d PM
permanente dello 0,2% (Rp0,2), del materiale dell’elica
basato sui valori ottenuti alle prove. Per la ghisa il valore • Spinta continuativa sviluppata in navigazione libera;
della tensione suddetta non deve superare il 30% della se il valore effettivo non è noto, potrà essere adot-
resistenza a rottura per trazione nominale. tato il valore, in N, calcolato con una delle formule
k) Per le formule sotto indicate saranno assunte le caratte- seguenti:
ristiche dei materiali elencate qui di seguito: P
S = 1760 ⋅ ----
• Modulo di elasticità longitudinale, in N/mm2: V

140 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 8

P • esame visivo dell’intera superficie delle pale dell’elica;


S = 57 ,3 ⋅ 10 3 ⋅ -------------
H⋅N • controllo della conformità del profilo delle pale con i
disegni approvati;
3.1.3 Correnti passive • esame mediante liquidi penetranti di parti critiche o
Devono essere previsti mezzi per impedire la circolazione sospette delle pale dell’elica a soddisfazione del Tec-
di correnti passive fra l’elica e lo scafo. Una descrizione del nico.
tipo di protezione previsto e dei sistemi per la sua manuten-
zione deve essere tenuta a bordo della nave. 4.2.2 Eliche a pale orientabili
L’impianto oleodinamico per il controllo dell’orientamento
4 Prove e certificazione delle pale completo deve essere provato idrostaticamente
ad una pressione pari ad 1,5 volte la pressione di calcolo.
La funzionalità delle valvole di sicurezza deve essere col-
4.1 Prove sui materiali
laudata alla presenza del Tecnico.
4.1.1 Eliche a pale fisse
4.2.3 Bilanciamento
I materiali usati per la costruzione di eliche a pale fisse
Le eliche devono essere bilanciate staticamente una volta
devono essere provati in accordo con i requisiti della
finite. Per le eliche a pale riportate o a pale orientabili, il
Parte D del regolamento alla presenza del Tecnico.
bilanciamento statico dell’elica completa può essere sosti-
4.1.2 Eliche a pale riportate ed a pale orientabili tuito da un controllo individuale del peso delle pale e della
In aggiunta a quanto prescritto in [4.1.1] i materiali per i posizione del loro centro di gravità.
prigionieri e per le altre parti del meccanismo che trasmet-
tono il momento torcente devono essere provati in presenza
4.3 Certificazione
del Tecnico. 4.3.1 Certificazione delle eliche
Le eliche che hanno le caratteristiche indicate in [1.1.1]
4.2 Collaudi ed ispezioni devono essere individualmente collaudate e certificate
dalla Società.
4.2.1 Ispezioni dell’elica finita
Le eliche devono essere ispezionate nell’officina del fabbri- 4.3.2 Eliche prodotte in serie
cante dal Tecnico una volta finite. Devono essere eseguite Eliche prodotte in serie potranno essere accettate nel qua-
almeno le ispezioni seguenti: dro del programma di approvazione di tipo della Società.

Figura 4 : Esempio di sistemazione per rendere stagno l’accoppiamento tra mozzo ed albero portaelica

(B)
DISPOSITIVO DI TENUTA

MOZZO
DELL’ELICA

MASTICE O GRASSO
O GOMMA CAMICIA

ANELLO DI GOMMA

ALBERO PORTAELICA

Regolamenti RINA 2005 141


Parte C, Cap 1, Sez 9

SEZIONE 9 VIBRAZIONI DELLE LINEE D’ALBERI

1 Generalità 2.1.3 Condizioni dei componenti (1/7/2002)


Gli impianti devono essere progettati considerando i com-
1.1 Applicabilità ponenti essenziali in condizioni non ideali: in particolare
devono essere considerate le condizioni seguenti:
1.1.1 Le prescrizioni della presente Sezione si applicano • motore di propulsione: irregolare funzionamento di un
alle linee d’alberi degli impianti seguenti: cilindro,
• impianti di propulsione con macchine principali di • giunti elastici: variazioni eventuali delle caratteristiche
potenza uguale o superiore a 220 kW, di rigidità o smorzamento a causa del riscaldamento o
• altri impianti con motori a combustione interna di dell'invecchiamento,
potenza uguale o superiore a 110 kW azionanti macchi- • smorzatori di vibrazioni: eventuali variazioni del coeffi-
nari ausiliari per servizi essenziali. ciente di smorzamento.

1.1.2 Esenzioni
2.2 Modifiche di impianti esistenti
Le prescrizioni della presente Sezione possono essere dero-
gate nel caso in cui sia dimostrato il funzionamento soddi- 2.2.1 Qualora siano effettuate modifiche sostanziali di
sfacente di installazioni similari. impianti esistenti, quali:
• variazione della velocità o della potenza di funziona-
1.2 Invio della documentazione mento del motore,
1.2.1 Poiché l’analisi del comportamento di un impianto a • sostituzione di un componente essenziale dell’impianto
riguardo delle vibrazioni è parte del suo progetto, devono (elica, giunto elastico, smorzatore) con uno di caratteri-
essere inviati all’approvazione a tempo debito i documenti stiche differenti, o
elencati in [3.2], [4.2] e [5.2]. • collegamento di un nuovo componente,
deve essere inviata all’approvazione una nuova analisi delle
2 Progetto degli impianti a riguardo vibrazioni.
delle vibrazioni
3 Vibrazioni torsionali
2.1 Principi
3.1 Generalità
2.1.1 Generalità
a) Deve essere data considerazione speciale al progetto, 3.1.1 I momenti torcenti (o sollecitazioni) dovuti alle
alla costruzione ed all’installazione degli impianti di pro- vibrazioni torsionali calcolati per i vari componenti
pulsione in modo tale che ciascun modo di vibrare non dell’impianto sono aggiuntivi a quelli risultanti dalla
causi sollecitazioni eccessive in questi impianti nei potenza media trasmessa da detti componenti. Qualora
campi di funzionamento normale. siano applicati i dimensionamenti ottenuti con le formule in
b) Devono essere effettuati i calcoli per tutte le configura- Sez 7 ed in App 1, i momenti torcenti dovuti alle vibrazioni
zioni dell’impianto che potrebbero influenzare le vibra- non devono essere tenuti in conto a meno che non sia indi-
zioni torsionali, flessionali o assiali. cato diversamente.
c) Qualora le vibrazioni torsionali ed assiali possano
essere combinate (per esempio a causa di ingranaggi
3.2 Documentazione da inviare
elicoidali), devono essere valutati gli effetti di tali vibra- 3.2.1 Calcoli
zioni.
Devono essere inviati i calcoli delle vibrazioni torsionali
2.1.2 Livelli di vibrazione per le varie configurazioni degl impianti, comprendenti:
Gli impianti devono avere vibrazioni torsionali, flessionali • il sistema dinamico equivalente usato per modellare
ed assiali, sia in condizioni di funzionamento continuativo l’impianto, con indicazione di:
che transitorio, accettabili dal costruttore e conformi alle - valori dei momenti d’inerzia e delle rigidità torsio-
prescrizioni della presente Sezione. nali per tutti i componenti dell’impianto,
Qualora le vibrazioni superino i limiti indicati nella pre- - diametri e caratteristiche dei materiali degli alberi,
sente Sezione, il progettista o il Costruttore dell’impianto • le frequenze naturali,
devono proporre azioni correttive, quali: • i valori dei momenti torcenti o delle sollecitazioni
• limitazioni operative, purché l’Armatore sia informato, o alterne nei componenti dell’impianto per le velocità cri-
• modifiche dell’impianto. tiche più significative e la loro analisi con riguardo alle

142 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 9

prescrizioni dei regolamenti e agli altri criteri di accetta- i) per le eliche:


bilità,
• il numero delle pale,
• le eventuali limitazioni operative dell’impianto.
• i dati di eccitazione e smorzamento, se disponibili,
3.2.2 Particolari da inviare
j) per motori elettrici, generatori e pompe, il disegno delle
Devono essere inviati insieme ai calcoli delle vibrazioni parti rotanti coi loro momenti d’inerzia di massa e le
torsionali i particolari seguenti: dimensioni principali.
a) per turbine, impianti con più motori o impianti con
presa di potenza ausiliaria: 3.3 Definizioni, simboli ed unità di misura
• descrizione delle configurazioni operative,
• legge di distribuzione dei carichi fra i vari compo- 3.3.1 Definizioni
nenti in ciascuna configurazione, a) Le sollecitazioni alterne dovute alle vibrazioni torsionali
b) per impianti con eliche a pale orientabili, la legge della di cui nel presente Articolo sono le sollecitazioni risul-
potenza in funzione della velocità di rotazione relativa tanti dai momenti torcenti alterni corrispondenti alla
al funzionamento del combinatore, sintesi delle armoniche considerate.
c) per i motori primi, il campo delle velocità d’esercizio e b) La condizione di mancata accensione di un cilindro è il
la velocità minima a carico nullo, cattivo funzionamento di un cilindro a causa della man-
canza di iniezione del combustibile (che dà luogo a
d) per motori a combustione interna:
pura compressione ed espansione nel cilindro).
• Costruttore e tipo,
• potenza nominale e velocità di rotazione, 3.3.2 Simboli, unità di misura
• pressione media indicata, I simboli principali usati nel presente Articolo sono qui di
• numero di cilindri, seguito definiti:
• angolo del “V”, τ : Sollecitazione alterna dovuta alle vibrazioni tor-
• angoli di accensione, sionali, come definita in [3.3.1], in N/mm2,

• alesaggio e corsa, τ1 : Sollecitazione dovuta alle vibrazioni torsionali


ammissibile per funzionamento continuativo, in
• dati d’eccitazione, quali legge polinominale delle
N/mm2,
componenti armoniche delle eccitanti,
• sollecitazione nominale alterna di torsione conside- τ2 : Sollecitazione dovuta alle vibrazioni torsionali
rata per il perno di manovella e il perno di banco, ammissibile per funzionamento transitorio, in
N/mm2,
Nota 1: La sollecitazione nominale alterna di torsione è uno dei
dati di base da considerare per la verifica dell’albero a Rm : Carico unitario di rottura per trazione del mate-
manovelle. Essa è definita in App 1.
riale dell’albero, in N/mm2,
e) per le turbine:
CR : Fattore del materiale, uguale a:
• potenza nominale e velocità di rotazione,
R + 160
• curva potenza/velocità e campo di funzionamento, --------------------
18
• numero di stadi e distribuzione dei carichi fra gli
stadi, d : Diametro minimo dell’albero, in mm,
• ordini di eccitazione principali per ciascun disco CD : Fattore di dimensione dell’albero, uguale a 0,35
rotante, + 0,93 d-0,2,
• smorzamento strutturale degli alberi, N : Velocità dell’albero per la quale viene effettuato
• smorzamento esterno sui dischi (dovuto al fluido), il controllo, in giri/min,
f) per ingranaggi riduttori o moltiplicatori, il rapporto fra le Nn : Velocità nominale dell’albero, in giri/min,
velocità ad ogni stadio,
Nc : Velocità critica, in giri/min,
g) per giunti elastici, i dati richiesti in Sez 7, [2.1.3],
λ : Rapporto di velocità, uguale a N/Nn,
h) per gli smorzatori di vibrazioni torsionali:
Cλ : Fattore del rapporto di velocità, uguale a:
• Costruttore e tipo,
• 3 - 2 λ2 per λ < 0,9,
• la dissipazione di calore ammissibile,
• il coefficiente di smorzamento, • 1,38 per 0,9 ≤ λ ≤ 1,05
• i momenti d’inerzia e le rigidità torsionali, come Ck : Fattore che dipende dalle caratteristiche di pro-
applicabile, getto dell’albero indicate in Tab 1.

Regolamenti RINA 2005 143


Parte C, Cap 1, Sez 9

Tabella 1 : Valori del coefficiente Ck

Alberi porta-
Alberi intermedi Alberi reggispinta esterni al motore
elica
con flange con accoppiatoi con chiavette alberi scanalati da ambo i lati in corrisponden- per i quali
d’accoppia- forzati del collare di za del cusci- k = 1,22 o
mento di pezzo spinta netto assiale k = 1,26
qualora un (1)
cuscinetto a rulli
venga adope-
rato come cusci-
netto reggispinta
1,0 1,0 0,60 0,80 0,85 0,85 0,55
(1) k è definito in Sez 7
Nota 1: Possono essere considerati valori maggiori del coefficiente Ck sulla base di calcoli diretti.
Nota 2: La determinazione dei coefficienti Ck per alberi diversi da quelli indicati nella presente tabella sarà oggetto di considera-
zione speciale da parte della Società.

3.4 Principi di calcolo Limiti maggiori, calcolati con metodi alternativi, pos-
sono essere considerati dalla Società a seguito di un
3.4.1 Metodi esame particolare.
a) I calcoli delle vibrazioni torsionali devono essere ese-
Il limite per funzionamento continuativo τ1 può essere
guiti con una metodologia riconosciuta.
superato solamente nel caso di funzionamento transito-
b) Qualora il metodo di calcolo non comprenda la sintesi rio nei campi di velocità limitati, che sono definiti in
armonica, deve essere prestata attenzione alla eventuale [3.5.5]. In nessun caso le sollecitazioni dovute alle
sovrapposizione di due o più ordini di armoniche di dif- vibrazioni torsionali devono superare il limite per fun-
ferenti modi di vibrare che potrebbero essere presenti in zionamento transitorio τ2.
alcuni campi di velocità.
Gli impianti di propulsione devono essere atti a funzio-
3.4.2 Finalità dei calcoli nare continuativamente senza restrizioni almeno nel
a) I calcoli delle vibrazioni torsionali devono essere effet- campo compreso fra 0,8.Nn e 1,05.Nn. Funzionamenti
tuati tenendo conto di: transitori possono essere considerati esclusivamente in
• accensione normale di tutti i cilindri, e campi di velocità barrati per rapporti di velocità λ ≤ 0,8.
• mancata accensione di un cilindro. I macchinari ausiliari devono essere atti a funzionare
b) Qualora la rigidità torsionale dinamica dei giunti continuativamente senza restrizioni almeno entro il
dipenda dal momento torcente trasmesso, devono campo compreso fra 0,95.Nn e 1,1.Nn. Funzionamenti
essere eseguiti due calcoli: transitori possono essere considerati esclusivamente in
• uno a pieno carico, campi di velocità barrati per rapporti di velocità
• uno al carico minimo previsto durante l’esercizio. λ ≤ 0,95.
c) Per gli impianti con eliche a pale orientabili, devono b) I livelli delle vibrazioni torsionali negli altri componenti
essere eseguiti due calcoli: devono essere in accordo con le prescrizioni in [3.6].
• uno per la condizione corrispondente al passo mas-
simo 3.4.4 Criteri per l’accettazione dei carichi derivanti
• uno per la condizione a passo zero. dalle vibrazioni torsionali nel caso di mancata
accensione di un cilindro
d) I calcoli devono tener conto di tutte le possibili fonti di
eccitazione. Devono essere particolareggiate le fonti di a) Le prescrizioni in [3.4.3] relative alle condizioni nor-
eccitazioni elettriche, quali i convertitori statici di fre- mali d’accensione si applicano anche alle condizioni di
quenza. mancata accensione di un cilindro.
e) Le frequenze naturali devono essere considerate fino ad Nota 1: Per gli impianti di propulsione funzionanti a velocità
un valore corrispondente a 15 volte la massima velocità costante, possono essere accettati campi di velocità barrati
di esercizio. Pertanto le eccitazioni devono compren- relativi alla condizione di mancata accensione di un cilindro
dere armoniche fino al quindicesimo ordine. per rapporti di velocità λ>0,8.

3.4.3 Criteri per l’accettazione dei carichi derivanti b) Qualora i calcoli indichino che i limiti imposti per certi
dalle vibrazioni torsionali nelle normali componenti potrebbero essere superati nelle condizioni
condizioni d’accensione di mancata accensione di un cilindro, deve essere siste-
a) Le sollecitazioni dovute alle vibrazioni torsionali nei mato un dispositivo idoneo a segnalare il verificarsi di
vari alberi non devono superare i limiti definiti in [3.5]. tale evenienza.

144 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 9

3.5 Limiti ammissibili per le sollecitazioni 3.5.5 Campi di velocità barrati


dovute alle vibrazioni torsionali negli a) Qualora le sollecitazioni dovute alle vibrazioni torsio-
alberi a manovelle, linee d’alberi di pro- nali superino il limite τ1 per funzionamento continua-
pulsione ed altri alberi che trasmettono tivo, devono essere imposti campi di velocità barrati,
potenza che devono essere attraversati rapidamente.
b) I limiti dei campi barrati in relazione alla velocità critica
3.5.1 Generalità Nc devono essere calcolati con la formula seguente:
a) I limiti indicati qui di seguito si riferiscono ad alberi 16 ⋅ N c ( 18 – λ ) ⋅ N
----------------- ≤ N ≤ --------------------------------c
d’acciaio. Per alberi costruiti con altri materiali i limiti 18 – λ 16
ammissibili per le sollecitazioni dovute alle vibrazioni c) Qualora la curva di risonanza di una velocità critica sia
torsionali saranno determinati dalla Società a seguito ottenuta da rilievi delle vibrazioni torsionali, il campo
dell’esame dei risultati delle prove a fatica eseguite sui di velocità barrato può essere stabilito considerando le
materiali in questione. velocità per le quali è superato il limite ammissibile per
b) Tali limiti si applicano alle sollecitazioni dovute alle funzionamento continuativo τ1.
vibrazioni torsionali come definite in [3.3.1]. Essi si rife- d) Qualora siano imposti campi barrati di velocità, essi
riscono alla sezione minima dell’albero, senza tener devono essere marcati sul tachimetro e deve essere
conto di eventuali concentrazioni delle sollecitazioni. sistemata una targa nelle stazioni di comando indicante
che:
3.5.2 Alberi a manovelle
• non è permesso il funzionamento continuativo del
a) Qualora l’albero a manovelle sia stato progettato in motore entro il campo di velocità barrato,
accordo con le prescrizioni in App 1, le sollecitazioni • tale campo di velocità deve essere attraversato rapi-
dovute alle vibrazioni torsionali non devono essere damente.
superiori in qualsiasi punto ai limiti seguenti:
e) Qualora siano imposti campi di velocità barrati, deve
• τ1 = τN per funzionamento continuativo, essere controllata la precisione del tachimetro in corri-
• τ2 = 1,7 τN per funzionamento transitorio, spondenza di detti campi e nelle loro vicinanze.

essendo τN la sollecitazione nominale alterna di tor-


3.6 Livelli di vibrazioni ammissibili in com-
sione su cui è basato il dimensionamento dell’albero a
manovelle (vedere [3.2.2], Nota 1). ponenti diversi dagli alberi
b) Qualora l’albero a manovelle non sia stato progettato in 3.6.1 Ingranaggi
accordo con le prescrizioni in App 1, le sollecitazioni a) Il momento torcente dovuto alle vibrazioni torsionali ad
dovute alle vibrazioni torsionali in ogni punto ogni stadio di un ingranaggio non deve superare il 30%
dell’albero a manovelle non devono superare i limiti del momento torcente corrispondente alla potenza
seguenti: approvata entro il campo delle velocità di esercizio.
• τ1 = 0,55 . CR . CD . Cλ per funzionamento conti- Qualora il momento torcente trasmesso alla velocità
nuativo, nominale sia inferiore a quello corrispondente alla
potenza approvata, la Società potrà accettare subordi-
• τ2 = 2,3 τ1 per funzionamento transitorio.
natamente a considerazione speciale, valori più alti dei
momenti torcenti dovuti alle vibrazioni torsionali.
3.5.3 Alberi intermedi, alberi reggispinta, alberi
portaelica b) Il martellamento degli ingranaggi dovuto ad inversione
Le sollecitazioni dovute alle vibrazioni torsionali in ciascun del momento torcente a causa delle vibrazioni torsio-
albero intermedio, albero reggispinta ed albero portaelica, nali non è permesso entro il campo delle velocità in
non devono superare i limiti seguenti: esercizio, ad eccezione del funzionamento transitorio
con rapporto di velocità λ ≤ 0,3.
• τ1 = CR . Ck . CD . Cλ per funzionamento continuativo,
Qualora i calcoli indichino l’esistenza di inversioni del
• τ2 = 1,7 τ1 . Ck -0,5 per funzionamento transitorio. momento torcente dovute alle vibrazioni torsionali per
rapporti di velocità λ > 0,3, i campi di velocità corri-
Nota 1: Il fattore del materiale CR per gli alberi intermedi, alberi
reggispinta ed alberi portaelica non deve essere assunto supe- spondenti devono essere identificati con appropriate
riore a 42,2. verifiche durante le prove in mare e considerati come
campi barrati in accordo con le prescrizioni in [3.5.5].
3.5.4 Alberi di trasmissione per gruppi generatori o
altri macchinari ausiliari 3.6.2 Generatori
a) Nel caso di generatori di corrente alternata, l’ampiezza
Le sollecitazioni dovute alle vibrazioni torsionali in ciascun
delle oscillazioni dovute alle vibrazioni torsionali sul
albero di trasmissione per gruppi generatori o altri macchi-
rotore non deve superare ± 2,5 gradi elettrici alla velo-
nari ausiliari, quali pompe o compressori non devono supe-
cità di rotazione di esercizio in condizioni di pieno
rare i limiti seguenti:
carico.
• τ1 = 0,90 . CR . CD per funzionamento continuativo,
b) I momenti torcenti d’inerzia dovuti alle vibrazioni tor-
• τ2 = 5,4 τ1 per funzionamento transitorio, sionali e imposti sulle parti rotanti dei generatori non

Regolamenti RINA 2005 145


Parte C, Cap 1, Sez 9

devono superare i valori MA, in N.m, calcolati con le 3.7.2 Metodo di misura
formule seguenti, come appropriato: Quando sono richiesti i rilievi, la descrizione del metodo di
• per 0,95 ≤ λ ≤ 1,1: MA = ±2,5 MT, misura deve essere inviata alla Società per l’approvazione.
Devono essere indicati il tipo degli strumenti di misura e
• per λ ≤ 0,95 : MA = ± 6 MT, l’ubicazione dei punti di misura.
essendo:
MT : Momento torcente medio trasmesso dal 4 Vibrazioni flessionali
motore in condizioni di funzionamento a
pieno carico, in N.m, 4.1 Generalità
Nota 1: Nel caso di due o più generatori azionati dallo
4.1.1 Le prescrizioni del presente Articolo si applicano per
stesso motore, deve essere considerata la parte di
MT trasmessa a ciascun generatore.
le vibrazioni flessionali degli impianti di propulsione di
potenza superiore a 1000 KW:
λ : Rapporto di velocità definito in [3.3.2].
• con un rapporto l/D superiore al valore seguente:
3.6.3 Giunti elastici
10 ⎛ ln ----⎞ + D
2 2
⎝ D⎠
a) I giunti elastici devono essere atti a resistere al momento
torcente medio trasmesso ed al momento torcente essendo:
dovuto alle vibrazioni torsionali in tutto il campo delle l : Campata fra i cuscinetti poppieri dell’albero
velocità d’esercizio, senza superare i limiti per funzio-
portaelica, in m
namento continuativo imposti dal Costruttore (momento
torcente vibratorio ammissibile e dissipazione di D : Diametro dell’albero portaelica, in m
potenza). o
Qualora tali limiti siano superati in condizioni di man- • muniti di supporti sistemati al di fuori dello scafo (bracci
cata accensione di un cilindro, devono essere stabilite portaelica), o
opportune restrizioni di potenza o velocità. • muniti di alberi cardanici.
b) I giunti elastici sistemati nei gruppi generatori devono
essere anche atti ad assorbire i momenti torcenti e gli 4.2 Documentazione da inviare
angoli di torsione generati da correnti transitorie critiche
e correnti di corto circuito. 4.2.1 Calcoli
I calcoli delle vibrazioni flessionali devono comprendere:
3.6.4 Smorzatori • il sistema dinamico equivalente adoperato per model-
a) Gli smorzatori di vibrazioni torsionali devono essere tali lare l’impianto, con indicazione della massa degli
che la dissipazione ammissibile di potenza raccoman- alberi, dell’elica e degli altri componenti rotanti e la
data dal Costruttore non sia superata entro il campo di rigidità laterale dei cuscinetti, compresa quella del
velocità di esercizio. meato d’olio lubrificante e quella del basamento,
• le frequenze naturali di vibrazione flessionale,
b) Gli smorzatori per i quali una loro rottura può portare
ad un significativo sovraccarico delle vibrazioni • i valori delle ampiezze di vibrazione e dei momenti flet-
nell’impianto, saranno oggetto di considerazione spe- tenti negli alberi per tutte le velocità critiche significa-
ciale. tive,
• le eventuali limitazioni di funzionamento dell’impianto.
3.7 Rilievi delle vibrazioni torsionali 4.2.2 Particolari da inviare
Devono essere inviati i particolari seguenti insieme ai cal-
3.7.1 Generalità
coli delle vibrazioni flessionali:
a) La Società può richiedere che vengano eseguiti rilievi di
a) sistemazione della linea d’alberi con indicazione di:
vibrazioni torsionali con la sua supervisione nei casi
seguenti: • diametro e lunghezza degli alberi,
• posizione dei cuscinetti,
• qualora i calcoli indichino la possibilità di velocità
critiche pericolose nei campi di velocità d’esercizio, • caratteristiche di montaggio degli alberi cardanici,

• qualora nascano dubbi circa le ampiezze effettive b) disegni particolareggiati dei cuscinetti e dei loro basa-
delle sollecitazioni o circa l’ubicazione delle velo- menti,
cità critiche, o c) particolari della lubrificazione dei cuscinetti, compren-
• qualora sia necessario verificare i campi di velocità dente la viscosità dell’olio,
barrati. d) per l’elica:
b) Qualora vengano richiesti i rilievi, deve essere inviato • i momenti d’inerzia equatoriali e polari dell’elica in
alla Società un rapporto esauriente comprendente l’ana- aria ed in acqua,
lisi dei risultati. • le eccitazioni (momenti flettenti e forze flettenti).

146 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 9

4.3 Principi di calcolo 5 Vibrazioni assiali


4.3.1 Finalità dei calcoli
5.1 Generalità
a) I calcoli delle vibrazioni flessionali devono tener conto:
5.1.1 Le prescrizioni del presente Articolo si applicano
• della rigidità dei cuscinetti e dei loro basamenti e,
alle vibrazioni assiali di impianti di propulsione con:
quando applicabile, quella della pellicola d’olio
lubrificante, • motori a combustione interna di potenza superiore a
2000 kW e velocità di esercizio inferiore a 200 giri/min,
• delle eccitazioni dovute all’elica ed agli alberi car-
o
danici.
• alberi che trasmettono una potenza superiore a 375 kW
b) Qualora non possano essere determinati con sufficiente
con rapporto L/D superiore a 50,
precisione i dati che hanno un’influenza significativa sui
livelli di vibrazione, devono essere eseguiti studi para- essendo:
metrici.
L : lunghezza totale della linea d’alberi fra
l’elica ed il cuscinetto reggispinta,
4.3.2 Criteri per l’accettazione dei livelli di
vibrazioni flessionali D : diametro minimo della linea d’alberi.
a) Le frequenze naturali dell’impianto non devono essere
ubicate entro i campi seguenti: 5.2 Documentazione da inviare
1 ,5 ⋅ 10 N n z ≤ f ≤ 1 ,8 ⋅ 10 N n z
–3 –3
5.2.1 Calcoli
e I calcoli delle vibrazioni assiali devono comprendere:

3 ⋅ 10 N n z ≤ f ≤ 3 ,6 ⋅ 10 N n z
–3 –3 • il sistema dinamico equivalente adoperato per il
modello dell’impianto, con indicazione delle masse e
essendo: delle rigidità assiali di tutti i componenti del sistema,
z : Numero delle pale dell’elica • le frequenze naturali,
f : Frequenza naturale dell’impianto, in Hz. • l’ampiezza delle vibrazioni assiali in corrispondenza
della tenuta dell’astuccio per le velocità critiche più
b) La doppia ampiezza delle vibrazioni flessionali in corri- significative,
spondenza dei cuscinetti a strisciamento non deve in
linea di principio essere superiore a ±25% del gioco • per i motori direttamente accoppiati alla linea d’alberi,
diametrale dei cuscinetti. l’ampiezza delle vibrazioni assiali all’estremità libera
dell’albero a manovelle per le velocità critiche più
significative,
4.4 Rilievi delle vibrazioni flessionali
• le eventuali limitazioni di funzionamento dell’impianto.
4.4.1 Generalità
5.2.2 Particolari da inviare
a) La Società può richiedere rilievi di vibrazioni nei casi
seguenti: Devono essere inviati i particolari seguenti insieme ai cal-
coli delle vibrazioni assiali:
• quando i calcoli indicano la possibilità di velocità
critiche pericolose entro i campi di velocità d’eserci- a) disegno particolareggiato del cuscinetto reggispinta e
zio, della sua struttura di supporto con indicazione della
loro elasticità,
• quando non è ritenuta sufficiente la precisione di
alcuni dati, o b) per l’elica:

• quando devono essere verificati dei campi barrati di • la spinta,


velocità. • le eccitazioni (forze assiali),
b) Qualora vengano richiesti i rilievi, deve essere inviato • le caratteristiche di smorzamento,
alla Società un rapporto esauriente comprendente l’ana-
lisi dei risultati. c) per il motore:
• le eccitazioni assiali,
4.4.2 Metodo di misura
• l’ampiezza assiale ammissibile all’estremità libera
Quando sono richieste misurazioni, la descrizione del dell’albero a manovelle,
metodo di misura deve essere inviato alla Società per
l’approvazione. Devono essere indicati il tipo degli stru- d) le caratteristiche degli smorzatori o desintonizzatori di
menti di misura e l’ubicazione dei punti di misura. vibrazioni assiali.

Regolamenti RINA 2005 147


Parte C, Cap 1, Sez 9

5.3 Principi di calcolo assiali, deve essere sistemato un dispositivo idoneo a


segnalare il verificarsi di tali condizioni.
5.3.1 Finalità dei calcoli Nota 1: Quando gli smorzatori o desintonizzatori sono di un pro-
a) I calcoli delle vibrazioni assiali devono tener conto: getto che ha dato risultati soddisfacenti ben noti, questa pre-
• dell’elasticità del cuscinetto reggispinta e della sua scrizione può essere eliminata.
struttura di supporto,
5.3.3 Campi di velocità barrati
• delle eccitazioni dovute al motore ed all’elica.
Qualora i calcoli indichino livelli di vibrazione eccessivi,
b) Qualora non possano essere determinati con sufficiente devono essere imposti campi di velocità barrati, da attraver-
esattezza i dati che influenzano in modo significativo i sare rapidamente.
livelli di vibrazione (per esempio l’elasticità del cusci-
netto reggispinta e della sua struttura di supporto)
devono essere eseguiti studi parametrici. 5.4 Rilievi delle vibrazioni assiali
c) Qualora l’impianto comprenda smorzatori o desintoniz- 5.4.1 Generalità
zatori delle vibrazioni assiali, deve essere eseguito un
a) La Società può richiedere rilievi delle vibrazioni assiali
calcolo con l’assunzione di cattivo funzionamento dello
nei casi seguenti:
smorzatore o desintonizzatore.
• qualora i calcoli indichino la possibilità di velocità
5.3.2 Criteri per l’accettazione dei livelli di critiche pericolose entro i campi delle velocità di
vibrazioni assiali esercizio.,
a) Le forze generanti vibrazioni assiali che agiscono sul • qualora non sia ritenuta sufficiente la precisione di
cuscinetto reggispinta non devono essere superiori al alcuni dati, o
30% della spinta nominale.
• qualora sia necessario verificare i campi di velocità
b) L’ampiezza delle vibrazioni assiali non deve superare: barrati.
• all’estremità libera dell’albero a manovelle i limiti
b) Qualora vengano richiesti i rilievi, deve essere inviato
raccomandati dal Costruttore del motore,
alla Società un rapporto esauriente comprendente l’ana-
• in corrispondenza della tenuta dell’astuccio i limiti lisi dei risultati.
raccomandati da Costruttore della tenuta, se indi-
cati. 5.4.2 Metodo di misura
c) Qualora i calcoli indichino che nel campo di velocità di Quando sono richiesti i rilievi, la descrizione del metodo di
funzionamento continuativo, i limiti di cui sopra pos- misura deve essere inviato alla Società per approvazione.
sono essere superati a causa di cattivo funzionamento Devono essere indicati il tipo degli strumenti di misura e
dello smorzatore o desintonizzatore di vibrazioni l’ubicazione dei punti di misura.

148 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 10

SEZIONE 10 TUBOLATURE

1 Generalità b) Prescrizioni specifiche per gli impianti e le tubolature


della nave e dei macchinari sono contenute negli arti-
coli dal [6] al [19].
1.1 Applicabilità
1.1.1
1.2 Documentazione da inviare
a) Le prescrizioni di carattere generale che si applicano a
tutte le tubolature sono in: 1.2.1 Documenti
• [2] per il progetto e la costruzione,
Devono essere inviati i documenti elencati in Tab 1.
• [3] per la saldatura dei tubi d’acciaio,
• [4] per la piegatura dei tubi, 1.2.2 Informazioni ulteriori
• [5] per la sistemazione ed installazione, Devono essere inviate anche le informazioni elencate in
• [20] per la certificazione, ispezioni e prove. Tab 2.

Tabella 1 : Documenti da inviare (1/1/2001)

N. I/A (1) Documento (2)


1 A Disegno della sistemazione delle prese a mare e delle valvole a fasciame
2 A Schemi degli impianti di sentina e zavorra (entro e fuori i locali apparato motore)
3 A Descrizione del sistema centralizzato di adescamento delle pompe di sentina, qualora sia previsto
4 A Schema degli ombrinali e scarichi impianti sanitari
5 A Schemi degli sfoghi d’aria, rigurgiti e sistemi di sondaggio
6 A Schema degli impianti di raffreddamento (acqua di mare ed acqua dolce)
7 A Schema dell’impianto del combustibile liquido
8 A Disegni dei depositi non strutturali per combustibili liquidi
9 A Schema dell’impianto dell’olio lubrificante
10 A Schema dell’impianto dell’olio diatermico
11 A Schemi degli impianti idraulici per servizi essenziali o sistemati nei locali apparato motore
12 A Schemi degli impianti del vapore, comprese le valvole di sicurezza, e i tubi di scarico e di drenaggio
13 Per i tubi di vapore ad alta temperatura:
A • calcoli delle tensioni
I • disegno dell’effettiva sistemazione della tubolatura in tre dimensioni
14 A Schema degli impianti dell’acqua d’alimento e del condensato delle caldaie
15 A Schema dell’impianto dell’aria compressa
16 A Schemi degli impianti oleodinamici e pneumatici per i comandi a distanza
17 A Schemi degli impianti per le misurazioni di livello a distanza
18 I Schema dell’impianto dei gas di scarico
19 A Schemi degli impianti di drenaggio, ghiotte
20 I Sistemazione dell’impianto di ventilazione
21 A Schema dell’impianto per la saldatura ossi-acetilenica
22 A Disegni e specifiche delle valvole ed accessori quando richiesto in [2.7]
(1) A: da inviare all’approvazione in quadruplice copia
I: da inviare per informazione in duplice copia
(2) Gli schemi devono comprendere anche gli impianti di comando e controllo (locali ed a distanza) e l’impianto d’automazione,
se applicabile

Regolamenti RINA 2005 149


Parte C, Cap 1, Sez 10

Tabella 2 : Informazioni da inviare

N. I/A (1) Informazione richiesta


1 I Tipo, temperatura e pressione d’esercizio del fluido
2 A Materiali, diametri esterni e spessore dei tubi
3 A Tipi di collegamento tra i vari tratti di tubo, compresi i particolari della saldatura, qualora sia applicabile
4 A Materiali, tipo e dimensioni degli accessori
5 A Portata, motori primi e, quando richiesto, sistemazione delle pompe
6 A Per i tubi in plastica:
• composizione chimica
• caratteristiche fisiche e meccaniche in funzione della temperatura
• caratteristiche di infiammabilità e resistenza al fuoco
• resistenza ai prodotti convogliati
(1) A: da inviare all’approvazione in quadruplice copia
I: da inviare per conoscenza in duplice copia

1.3 Definizioni della valvola di sicurezza per pompe e compressori


volumetrici o alla pressione massima risultante dalla
1.3.1 Tubolature ed impianti di tubolature curva di funzionamento (prevalenza-portata) per le
a) La tubolatura comprende i tubi ed i loro collegamenti, i pompe e compressori centrifughi, se maggiore.
tubi flessibili, i giunti d’espansione, le valvole, compresi
i loro dispositivi di azionamento, altri accessori (filtri, 1.3.3 Temperatura di progetto
indicatori di livello, ecc.) e le casse delle pompe. La temperatura di progetto di un impianto di tubolature è la
temperatura massima del fluido all’interno dell’impianto
b) Gli impianti di tubolature comprendono le tubolature e
stesso.
tutte le apparecchiature interfacciate, quali casse, reci-
pienti in pressione, scambiatori di calore, pompe, depu- 1.3.4 Liquidi infiammabili
ratori centrifughi, ma non comprendono le caldaie, le
I liquidi infiammabili comprendono combustibile liquido,
turbine, i motori a combustione interna ed i riduttori.
olio lubrificante, olio diatermico ed olio idraulico.
Nota 1: Le apparecchiature che non fanno parte delle tubolature
devono essere progettate in accordo con le Sezioni pertinenti nel
1.4 Simboli ed unità di misura
Capitolo 1.
1.4.1 I simboli seguenti e le unità di misura relative sono
1.3.2 Pressione di progetto
usati comunemente nella presente Sezione. Ulteriori sim-
a) La pressione di calcolo di un impianto di tubolature è la boli, relativi alle formule usate nella presente Sezione, sono
pressione considerata dal Costruttore per determinare i elencati dove necessario.
dimensionamenti dei componenti dell’impianto stesso.
Essa non deve essere inferiore al maggiore tra la mas- p : Pressione di progetto, in MPa,
sima pressione d’esercizio prevista nell’impianto e la T : Temperatura di progetto, in °C,
pressione di taratura più alta di qualsiasi valvola o t : Spessore minimo regolamentare, in mm,
dispositivo di sicurezza.
D : Diametro esterno del tubo, in mm.
b) La pressione di progetto dell’impianto d’alimento di una
caldaia non deve essere inferiore al maggiore fra 1,25 1.5 Classi degli impianti di tubolature
volte la pressione di progetto della caldaia e la pres-
sione massima prevista nella tubolatura d’alimento. 1.5.1 Scopo delle classi degli impianti di tubolature
c) La pressione di progetto di una tubolatura di vapore Gli impianti di tubolature sono suddivisi in tre classi, deno-
sistemata a monte della valvola di riduzione (lato ad minate classe I, classe II e classe III, allo scopo di definire i
alta pressione) non deve essere inferiore alla pressione criteri per l’accettazione dei materiali, la selezione dei
di taratura delle valvole di sicurezza della caldaia o del giunti, i trattamenti termici, la saldatura, la pressione di
surriscaldatore. prova e la certificazione degli accessori.
d) La pressione di progetto di un impianto di tubolature sul 1.5.2 Definizione delle classi degli impianti di
lato a valle di una valvola di riduzione di pressione deve tubolature
essere non inferiore alla pressione massima sul lato a
a) Le Classi I, II e III sono definite in Tab 3,
monte, qualora non sia sistemata una valvola di sicu-
rezza sul lato a valle. b) Gli impianti seguenti non sono contemplati nella Tab 3:
e) La pressione di progetto di un impianto di tubolature • tubolature del carico per petroliere, navi gasiere e
sistemato sulla mandata di una pompa o di un compres- navi chimichiere, e
sore non deve essere inferiore alla pressione di taratura • tubolature per i fluidi per impianti frigoriferi.

150 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 10

2 Prescrizioni generali per il progetto e c) I materiali per gli impianti di tubolature di Classe III
devono essere fabbricati e collaudati in accordo con le
la costruzione
prescrizioni di normative o specifiche nazionali od
internazionali accettabili.
2.1 Materiali
d) Le caratteristiche meccaniche prescritte per i materiali
2.1.1 Generalità metallici sono specificate nella Parte D.
I materiali da usare per gli impianti di tubolature devono
essere adatti al fluido e alle condizioni d’esercizio per i 2.1.3 Uso di materiali plastici
quali la tubolatura è adoperata.
a) Materiali plastici possono essere adoperati per impianti
2.1.2 Uso di materiali metallici appartenenti alla Classe III in accordo con App 3. L’uso
a) I materiali metallici devono essere in accordo con della plastica per altri impianti o in altre condizioni sarà
Tab 4. oggetto di considerazione speciale.
b) I materiali per gli impianti di tubolature di Classe I e b) I materiali plastici adoperati per gli impianti di tubola-
Classe II devono essere costruiti e collaudati in accordo ture trattati nella presente Sezione devono essere di un
con le prescrizioni pertinenti della Parte D. tipo approvato dalla Società.

Tabella 3 : Classi degli impianti di tubolature (1/7/2002)

Fluido convogliato dall’impianto di tubolature CLASSE I CLASSE II CLASSE III


Combustibile liquido (1) p>1,6 o T>150 altri (2) p≤0,7 e T≤60
Fluido diatermico p>1,6 o T>300 altri (2) p≤0,7 e T≤170
Fluido idraulico infiammabile (5) p>1,6 o T>150 altri (2) p≤0,7 e T≤60
Olio lubrificante p>1,6 o T>150 altri (2) p≤0,7 e T≤60
Altri fluidi infiammabili: senza precauzioni senza precauzioni
• riscaldati oltre il punto d’infiammabilità, o particolari (3) particolari (3)
• con punto di infiammabilità <60°C e gas
liquefatti
Ossiacetilene indipendentemente da p
Fluidi tossici indipendentemente
da p e da T
Fluidi corrosivi senza precauzioni senza precauzioni
particolari (3) particolari (3)
Vapore p>1,6 o T>300 altri (2) p≤0,7 e T≤170
Aria, gas, acqua, fluidi idraulici non infiamma- p≤1,6 e T≤200
p>4 o T>300 altri (2)
bili (4)
Tubi ad estremità aperta(drenaggi, rigurgiti, sfo-
indipendentemente
ghi d'aria, tubolature di gas di scarico, scarichi
da T
di caldaie)
(1) Le valvole sotto battente dei depositi per il combustibile liquido appartengono alla Classe II.
(2) Condizioni di pressione e temperatura diverse da quelle richieste per le Classi I e III.
(3) Precauzioni per ridurre la possibilità di stillicidio e per la limitazione delle sue conseguenze: per esempio, tubi portati in posi-
zioni nelle quali la perdita di fluidi dal loro interno non comporta un potenziale rischio o danno alle zone circostanti, che pos-
sono comprendere l'uso di condotte di tubi, la schermatura, protezione, etc.
(4) Le valvole e gli accessori sistemati sul fasciame delle murate e sulla paratia di collisione appartengono alla Classe II.
(5) Le tubolature delle macchine di governo appartengono alla Classe I indipendentemente da p e da T.
Nota 1: p : Pressione di progetto come definite in [1.3.2], in MPa.
Nota 2: T : Temperatura di progetto come definite in [1.3.3], in °C.

Regolamenti RINA 2005 151


Parte C, Cap 1, Sez 10

Tabella 4 : Condizioni per l’uso dei materiali metallici negli impianti di tubolature (1/7/2003)

Temperatura
Classi massima di
Materiale Condizioni d’impiego particolari
ammissibili progetto (°C)
(1)
Acciai al carbonio ed III, II, I 400 (2) I tubi di Classe I e II devono essere del tipo privo di saldatura (3)
al carbonio-manga-
nese
Rame e ottone d’allu- III, II, I 200 • Da non usare negli impianti del combustibile liquido, eccetto per tubi
minio di Classe III, con diametro non superiore a 25 mm, che non passino
attraverso depositi del combustibile liquido
Cupro-nichel III, II, I 300 • Da non usare per scarichi delle valvole di estrazione delle caldaie e
branchetti per il collegamento al fasciame
Bronzi speciali resi- III, II, I 260 (4)
stenti alle alte tempera-
ture
Acciai inossidabili III, II, I 300 L'uso di acciaio inossidabile austenitico non è raccomandato per impianti
di acqua di mare
Ghisa sferoidale III, II 350 • La ghisa sferoidale a matrice ferritica, secondo i regolamenti della
grafitica Società per i materiali, può essere accettata per tubolature di sentina e
zavorra e del carico petrolifero
• L'impiego di tale materiale per tubi, valvole e accessori per altri servizi,
in linea di principio di Classe II e III, sarà oggetto di particolare consi-
derazione
• I tubi e le valvole di ghisa sferoidale sistemate a murata devono avere
caratteristiche di specifica a soddisfazione della Società secondo
l'intenzione della Regola 22 della Convenzione del 1966 sulle Linee di
Massimo Carico
• L'allungamento minimo non deve essere inferiore al 12% su una lun-
ghezza di provetta di 5,65 S0,5, essendo S la sezione effettiva della pro-
vetta impiegata
• Da non impiegare per le valvole di estrazione dal fondo delle caldaie e
per i branchetti per il collegamento a fasciame
Ghisa grigia III 220 La ghisa grigia non deve essere usata per gli impianti seguenti:
II (5) • scarichi di impianti d’estrazione delle caldaie ed altri impianti di tubo-
lature soggetti ad urti, alte sollecitazioni e vibrazioni
• tubolature di sentina nelle cisterne
• quelle parti degli scarichi fuori bordo di ombrinali ed impianti sanitari
sistemate vicino allo scafo sotto il ponte di bordo libero, o sotto il
ponte delle paratie per navi da passeggeri
• valvole ed accessori a murata
• valvole sistemate sulla paratia di collisione
• valvole sistemate sui depositi del combustibile liquido e dell’olio lubri-
ficante sotto battente
• impianti per il combustibile liquido di Classe II
• impianti per fluido diatermico

152 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 10

Temperatura
Classi massima di
Materiale Condizioni d’impiego particolari
ammissibili progetto (°C)
(1)
Alluminio e leghe di III, II 200 Alluminio e leghe di alluminio non devono essere usati per gli impianti
alluminio (6) seguenti:
• impianti di liquidi infiammabili,
• sonde e sfoghi d’aria di depositi per il combustibile liquido,
• impianti di estinzione incendi,
• impianti di sentina in locali caldaie o macchine contenenti depositi per
il combustibile liquido o unità di pompaggio,
• ombrinali o scarichi fuori bordo eccetto per tubi diretti verso il fondo, o
al fasciame esterno al di sopra del ponte di bordo libero o muniti
all’imbocco di dispositivi di chiusura azionabili da una posizione al di
sopra del ponte di bordo libero,
• valvole di estrazione delle caldaie e branchetti per il collegamento al
fasciame.
(1) La temperatura massima di progetto non deve essere superiore a quella corrispondente alla classe della tubolatura.
(2) Temperature più alte possono essere accettate se il comportamento metallurgico e la resistenza in funzione del tempo (carico
unitario di rottura dopo 100 000 ore) sono in accordo con normative o specifiche nazionali o internazionali accettabili e se tali
valori sono garantiti dal Fabbricante dell’acciaio.
(3) Possono essere anche usati tubi fabbricati con procedimenti di saldatura approvati dalla Società.
(4) I tubi di rame e leghe di rame devono essere privi di saldatura.
(5) L’uso della ghisa grigia non è permesso quando la pressione di progetto supera 1,3 MPa.
(6) Gli accessori di alluminio o di leghe di alluminio destinati ad impianti di liquidi infiammabili possono essere accettati subordi-
natamente all’esito soddisfacente di una prova di durata con esposizione alla fiamma da eseguirsi secondo le “Norme per
l’approvazione di tipo di tubi flessibili e giunti di dilazione” pubblicate dalla Società.
Nota 1:A bordo delle navi petroliere e chimichiere possono essere accettati tubi trattati con alluminio nelle cisterne di zavorra, nelle
cisterne del carico inertizzate e, a condizione che i tubi siano protetti contro gli urti accidentali, nelle zone pericolose sul ponte sco-
perto.

2.2 Spessore dei tubi in pressione • in base a considerazione


speciale della Società per gli
2.2.1 Calcolo dello spessore dei tubi in pressione altri tubi saldati, tenendo
a) Lo spessore t, in mm, dei tubi in pressione si ottiene conto del servizio e del pro-
mediante la formula seguente, ma in nessun caso deve cesso di fabbricazione.
essere inferiore allo spessore minimo dato nelle tabelle b : Riduzione di spessore dovuta alla piegatura
da Tab 5 a Tab 8. definito [2.2.3], in mm,
t0 + b + c
t = ---------------------- c : Costante di corrosione definita in [2.2.4], in
a
1 – ---------- mm,
100
essendo: a : Percentuale che tiene conto delle tolleranze
negative di costruzione:
t0 : Spessore, in mm, uguale a
• uguale a 10 per tubi di rame e leghe di
p⋅D
t 0 = -------------------
- rame, per tubi d’acciaio privi di salda-
2Ke + p
tura trafilati a freddo e per tubi d’acciaio
dove: saldati con un procedimento di salda-
p, D : Come definiti in [1.4.1], tura approvato dalla Società,
K : Sollecitazione ammissibile defi- • uguale a 12,5 per tubi privi di saldatura
nita in [2.2.2], laminati a caldo,
e : Coefficiente d’efficienza della
saldatura, da assumere: • soggetti a considerazione speciale della
Società negli altri casi,
• uguale a 1 per tubi privi di
saldatura e tubi fabbricati b) Lo spessore così determinato non tiene conto di carichi
adoperando un procedi- particolari ai quali i tubi possano essere soggetti. Parti-
mento di saldatura appro- colare attenzione deve essere prestata al caso di tubi
vato dalla Società, soggetti ad alta o bassa temperatura.

Regolamenti RINA 2005 153


Parte C, Cap 1, Sez 10

Tabella 5 : Spessore minimo per tubi in acciaio (1/7/2001)


Spessore nominale minimo, in mm
Spessore minimo dei tubi
Tubolature di acqua di Spessore minimo dei tubi
Diametro esterno (mm) Altri impianti di tubola- super-rinforzati,
mare, zavorra e sentina rinforzati, in mm (2)
ture (1) in mm (3)
(1)
10,2 - 12 - 1,6 -
13,5 - 19,3 - 1,8 -
20 - 2 -
21,3 - 25 3,2 2 -
26,9 - 33,7 3,2 2 -
38 - 44,5 3,6 2 6,3 7,6
48,3 3,6 2,3 6,3 7,6
51 - 63,5 4 2,3 6,3 7,6
70 4 2,6 6,3 7,6
76,1 - 82,5 4,5 2,6 6,3 7,6
88,9 - 108 4,5 2,9 7,1 7,8
114,3 - 127 4,5 3,2 8 8,8
133 - 139,7 4,5 3,6 8 9,5
152,4 - 168,3 4,5 4 8,8 11
177,8 5 4,5 8,8 12,7
193,7 5,4 4,5 8,8 12,7
219,1 5,9 4,5 8,8 12,7
244,5 - 273 6,3 5 8,8 12,7
298,5 - 368 6,3 5,6 8,8 12,7
406,4 - 457,2 6,3 6,3 8,8 12,7
(1) Particolare attenzione deve essere prestata alle prescrizioni speciali riguardanti:
• impianti di zavorra e sentina,
• ombrinali e scarichi fuori bordo,
• sonde, sfoghi d’aria e rigurgiti,
• impianti di ventilazione,
• impianti per la saldatura ossiacetilenica,
• impianti di estinzione incendi a CO2 (vedere Cap 4, Sez 13)
• tubolature del carico (vedere Parte E, Cap 10, Sez 3)
(2) Gli spessori rinforzati si adoperano per tubi che passano attraverso cisterne contenenti fluidi diversi da quelli convogliati nei tubi
stessi.
(3) Gli spessori super-rinforzati si adoperano per tubi collegati al fasciame esterno.
Nota 1: Uno spessore differente può essere considerato dalla Società caso per caso, purché esso sia in accordo con una normativa
riconosciuta.
Nota 2: Quando i tubi e le relative giunzioni di pezzo sono protetti contro la corrosione per mezzo di pitturazione, rivestimenti, etc,
può essere accettata, a discrezione della Società, una riduzione di spessore non superiore a 1 mm.
Nota 3: Lo spessore dei tubi filettati deve essere misurato in corrispondenza del fondo del filetto.
Nota 4: Gli spessori minimi elencati nella tabella sono spessori nominali e non è richiesto alcun incremento per tolleranze negative di
fabbricazione o riduzione dello spessore dovuto alla piegatura.
Nota 5: Lo spessore minimo per tubi di diametro nominale superiore a 450 mm deve essere in accordo con unificazioni nazionali o
internazionali e, in ogni caso, non inferiore allo spessore minimo indicato nella pertinente colonna in corrispondenza del
diametro nominale di 450 mm.

154 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 10

Tabella 6 : Spessore minimo per tubi in rame e leghe 2.2.2 Sollecitazione ammissibile
di rame
a) La sollecitazione ammissibile K è data in funzione della
Diametro esterno Spessore minimo (mm) temperatura:
(mm) Rame Leghe di rame
• in Tab 9 per tubi in acciai al carbonio ed al carbo-
8 - 10 1 0,8
nio-manganese,
12 - 20 1,2 1
25 - 44,5 1,5 1,2 • in Tab 10 per tubi in acciai legati, e
50 - 76,1 2 1,5
• in Tab 11 per tubi in rame e leghe di rame,
88,9 - 108 2,5 2
133 - 159 3 2,5 Valori intermedi possono essere ottenuti mediante
193,7 - 267 3,5 3 interpolazione.
273 - 457,2 4 3,5
b) Qualora per tubi in acciaio al carbonio e in acciaio
470 4 3,5
legato, il valore della tensione ammissibile K non sia
508 4,5 4
dato in Tab 9 o Tab 10, esso deve essere assunto come il
Nota 1: Uno spessore differente potrà essere considerato
minore tra i valori seguenti:
dalla Società caso per caso, purché esso sia in accordo con
una normativa riconosciuta.
R m ,20 R SR
----------- -----e ----- S
2 ,7 A A
Tabella 7 : Spessore minimo per tubi in acciaio
inossidabile (1/1/2001) essendo:
Diametro esterno (mm) Spessore minimo (mm) Rm,20 : Valore del minimo carico unitario di rottura
fino a 17,2 1,0 del materiale alla temperatura ambiente
fino a 48,3 1,6 (20°C), in N/mm2,
fino a 88,9 2,0
Re : Valore del minimo carico unitario di snerva-
fino a 168,3 2,3
mento o del carico al quale corrisponde un
fino a 219,1 2,6
allungamento permanente dello 0,2% alla
fino a 273,0 2,9
temperatura di progetto, in N/mm2,
fino a 406,4 3,6
superiore a 406,4 4,0 SR : Valore medio del carico unitario di rottura
Nota 1: Uno spessore differente potrà essere considerato per scorrimento viscoso dopo 100 000 ore
dalla Società caso per caso, purché esso sia in accordo con alla temperatura di progetto, in N/mm2,
una normativa riconosciuta.
S : Valore medio del carico unitario che pro-
duce uno scorrimento viscoso dell’1% dopo
Tabella 8 : Spessore minimo per tubi in alluminio e
100 000 ore alla temperatura di progetto, in
leghe d’alluminio
N/mm2,
Diametro esterno (mm) Spessore minimo (mm)
A : Coefficiente di sicurezza da assumere
0 - 10 1,5
uguale a:
12 - 38 2,0
43 - 57 2,5 • 1,6 quando i valori di Re e SR risultano
76 - 89 3,0 da prove eseguite in presenza del Tec-
108 - 133 4,0 nico della Società,
159 - 194 4,5
• 1,8 negli altri casi.
219 - 273 5,0
oltre 273 5,5 c) I valori delle sollecitazioni ammissibili per materiali
Nota 1: Uno spessore differente potrà essere considerato diversi da acciai al carbonio, acciai legati, rame e leghe
dalla Società caso per caso, purché esso sia in accordo con di rame, saranno oggetto di considerazione speciale da
una normativa riconosciuta.
parte della Società.
Nota 2: Per tubi per d’acqua di mare lo spessore minimo
non deve essere inferiore a 5 mm .

Regolamenti RINA 2005 155


Parte C, Cap 1, Sez 10

Tabella 9 : Sollecitazioni ammissibili per tubi in acciaio al carbonio ed al carbonio manganese

Minimo Carico unitario di rottura Temperatura di progetto (°C)


per trazione di specifica (N/mm2) ≤50 100 150 200 250 300 350 400 410 420 430 440 450
320 107 105 99 92 78 62 57 55 55 54 54 54 49
360 120 117 110 103 91 76 69 68 68 68 64 56 49
410 136 131 124 117 106 93 86 84 79 71 64 56 49
460 151 146 139 132 122 111 101 99 98 85 73 62 53
490 160 156 148 141 131 121 111 109 98 85 73 62 53

Tabella 10 : Sollecitazioni ammissibili per acciai legati

Carico minimo uni- Temperatura di progetto


tario di rottura per (°C)
Tipo di acciaio
trazione di speci-
fica (N/mm2) ≤50 100 200 300 350 400 440 450 460 470

1Cr1/2Mo 440 159 150 137 114 106 102 101 101 100 99
2 1/4Cr1Mo ricotto 410 76 67 57 50 47 45 44 43 43 42
2 1/4Cr1Mo normalizzato e 490 167 163 153 144 140 136 130 128 127 116
rinvenuto sotto 750 °C
2 1/4Cr1Mo normalizzato e 490 167 163 153 144 140 136 130 122 114 105
rinvenuto sopra 750 °C
1/2Cr 1/2Mo 1/4V 460 166 162 147 120 115 111 106 105 103 102

Carico minimo uni- Temperatura di progetto


Tipo di acciaio
tario di rottura per (°C)
trazione di speci-
fica (N/mm2) 480 490 500 510 520 530 540 550 560 570

1Cr1/2Mo 440 98 97 91 76 62 51 42 34 27 22
2 1/4Cr1Mo ricotto 410 42 42 41 41 41 40 40 40 37 32
2 1/4Cr1Mo normalizzato e 490 106 96 86 79 67 58 49 43 37 32
rinvenuto sotto 750 °C
2 1/4Cr1Mo normalizzato e 490 96 88 79 72 64 56 49 43 37 32
rinvenuto sopra 750 °C
1/2Cr 1/2Mo 1/4V 460 101 99 97 94 82 72 62 53 45 37

Tabella 11 : Sollecitazioni ammissibili per rame e leghe di rame

Minimo carico Temperatura di progetto (°C)


Materiale unitario di rottura
(ricotto) per trazione di spe- ≤50 75 100 125 150 175 200 225 250 275 300
cifica (N/mm2)
Rame 215 41 41 40 40 34 27,5 18,5
Ottone d’allumi- 325 78 78 78 78 78 51 24,5
nio
Cupro-nichel 275 68 68 67 65,5 64 62 59 56 52 48 44
95/5 e 90/10
Cupro-nichel 365 81 79 77 75 73 71 69 67 65,5 64 62
70/30

156 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 10

2.2.3 Riduzione di spessore dovuto alla piegatura Tabella 13 : Costante di corrosione per tubi in
a) A meno che non sia altrimenti giustificato, la riduzione materiali non ferrosi
di spessore b dovuta alla piegatura deve essere determi-
Costante
nata mediante la formula seguente:
di corro-
Dt 0 Materiale della tubolatura (1)
b = -----------
- sione
2 ,5ρ in mm (2)
essendo: Rame 0,8
ρ : Raggio di piegatura misurato sull’asse del Ottone 0,8
tubo, in mm,
Leghe rame-stagno 0,8
D : Come definito in [1.4.1],
Leghe di rame nichel con meno del 10% di Ni 0,8
t0 : Come definito in [2.2.1].
Leghe di rame e nichel con almeno il 10% di Ni 0,5
b) Qualora non sia dato il raggio di piegatura, la riduzione
Alluminio e leghe di alluminio 0,5
di spessore dovrà essere assunta uguale a:
(1) Le costanti di corrosione per altri materiali saranno
t
-----0- oggetto di considerazione speciale da parte della
10
Società. Qualora la loro resistenza alla corrosione sia
c) Per tubi diritti la riduzione di spessore deve essere adeguatamente dimostrata, la costante di corrosione
assunta uguale a 0. può essere eliminata.
(2) Nel caso di fluidi con alte caratteristiche corrosive, può
2.2.4 Costante di corrosione essere richiesta dalla Società una costante di corrosione
I valori della costante di corrosione c sono dati rispettiva- più alta.
mente in Tab 12 per tubi in acciaio ed in Tab 13per tubi in
materiali non ferrosi. 2.2.5 Giunzioni a T
Lo spessore tT dei tubi sui quali viene saldato un branchetto
Tabella 12 : Costante di corrosione per tubi in in modo tale da formare una giunzione a T, oltre a soddi-
acciaio (1/7/2001) sfare le prescrizioni da [2.2.1] a [2.2.4], non deve essere
Costante di inferiore al valore dato dalla formula seguente:
Impianto di tubolature corrosione
t T = ⎛ 1 + ------1⎞ ⋅ t 0
D
(mm) ⎝ D⎠
Vapore surriscaldato 0,3
essendo:
Vapore saturo 0,8
D1 : Diametro esterno del branchetto
Serpentine di vapore in cisterne del carico 2,0
D : Come definito in [1.4.1]
e depositi di combustibile liquido
Acqua d’alimento per caldaie in impianti a 1,5
t0 : Come definito in [2.2.1]
circuito aperto Nota 1: Tale prescrizione può essere dispensata per giunzioni a T
munite di rinforzi o estruse.
Acqua d’alimento per caldaie in impianti a 0,5
circuito chiuso
Impianti di estrazione delle caldaie 1,5 2.3 Calcolo dei tubi per alte temperature
Aria compressa 1,0 2.3.1 Generalità
Fluido idraulico 0,3 Nel caso di tubolarure principali di vapore con una tempe-
Olio lubrificante 0,3 ratura di progetto superiore a 400 °C, devono essere inviati
Combustibile liquido 1,0 alla Società i calcoli delle sollecitazioni dovute alla pres-
Fluido diatermico 1,0 sione interna, al peso dei tubi ed agli altri carichi esterni ed
Acqua dolce 0,8 alla dilatazione termica per tutti i casi effettivi di esercizio e
per tutti i tratti della tubolatura.
Acqua di mare 3,0
Fluidi frigoriferi definiti in Sezione 13 0,3 In particolare i calcoli devono comprendere:
Impianti del carico per petroliere 2,0 • le componenti lungo i tre assi principali delle forze e
Impianti del carico per navi gasiere 0,3 dei momenti agenti su ogni ramo della tubolatura,
Nota 1: Per tubi passanti attraverso cisterne, si deve aggiun- • le componenti degli spostamenti e delle rotazioni che
gere un ulteriore costante di corrosione per tener conto della causano le forze e i momenti di cui sopra,
corrosione esterna. • tutti i parametri necessari per la valutazione delle forze,
Nota 2: La costante di corrosione può essere ridotta quando i momenti e tensioni.
tubi e qualsiasi giunzione di pezzo di tubi sono protetti con-
In corrispondenza dei tratti curvi, i calcoli devono essere
tro la corrosione mediante pitturazione, rivestimenti etc.
eseguiti tenendo conto, qualora sia necessario, dell’ovaliz-
Nota 3: Qualora la resistenza alla corrosione degli acciai
zazione dei tubi e dei suoi effetti sulla flessibilità e
legati sia adeguatamente dimostrata, la costante di corro-
sione può essere eliminata.
sull’aumento delle sollecitazioni.
Un certo ammontare di pretensioni a freddo valutate in
base alle dilatazioni termiche previste dovrà essere appli-

Regolamenti RINA 2005 157


Parte C, Cap 1, Sez 10

cato alla tubolatura durante il montaggio. Di tali preten- Per "giunti meccanici" si intendono dispositivi per giun-
sioni non si deve tener conto nei calcoli delle zioni di tratti di tubi diversi dai giunti saldati, a flangia o
sollecitazioni; tuttavia potrà esserne tenuto conto agli effetti filettati descritti in [2.4.2], [2.4.3] e [2.4.4].
della determinazione delle spinte sulle turbine o sugli altri c) Le guarnizioni e le baderne usate per i giunti devono
organi. essere adatte alla pressione di progetto, alla temperatura
di progetto ed alla natura dei fluidi convogliati.
2.3.2 Sollecitazioni termiche
d) Le giunzioni fra i tubi di plastica devono soddisfare le
La sollecitazione ideale σID, in N/mm2, dovuta alla dilata-
prescrizioni di cui in App 3.
zione termica, calcolata con la formula seguente:
σ ID = ( σ 2 + 4τ 2 ) 0 ,5 2.4.2 Giunzioni saldate (1/7/2002)
deve essere tale da soddisfare l’equazione seguente: a) La saldatura ed i controlli non distruttivi sui giunti sal-
dati devono essere eseguiti in accordo con le prescri-
σ ID ≤ 0 ,75K 20 + 0 ,25K T zioni di cui in [3]. Le giunzioni saldate devono essere
essendo: usate in accordo con quanto indicato in Tab 15.
σ : Valore della sollecitazione longitudinale dovuta b) I giunti saldati testa a testa devono essere del tipo a
ai momenti flettenti originati dalla dilatazione piena penetrazione con o senza particolari prescrizioni
termica, aumentati, se necessario, di fattori ade- per un'alta qualità del lato radice della saldatura.
guati per i tratti curvi, in N/mm2; generalmente "Particolari prescrizioni per un'alta qualità del lato
non è necessario tener conto dell’effetto delle radice della saldatura" significa che i giunti testa a testa
forze assiali; sono realizzati mediante doppia passata o mediante
τ : Valore della sollecitazione tangenziale dovuta l'uso di anello di sostegno o con protezione di gas
al momento torcente originato dalla dilatazione inerte sulla prima passata o altri simili metodi accettati
termica, in N/mm2; generalmente non è neces- dalla Società.
sario tener conto degli effetti delle forze di Giunzioni saldate testa a testa con particolari prescri-
taglio; zioni per un'alta qualità del lato radice della saldatura
possono essere impiegate per qualsiasi Classe di tubi e
K20 : Valore della sollecitazione ammissibile del
per qualsiasi valore del diametro esterno.
materiale impiegato, calcolato in accordo con
[2.2.2], per la temperatura di 20°C, in N/mm2; c) Le giunzioni saldate a bicchiere o a manicotto devono
aver le spalle e le saldature di dimensioni adeguate in
KT : Valore della sollecitazione ammissibile del
conformità con standard riconosciuti dalla Società.
materiale impiegato, calcolato in accordo con
[2.2.2], per la temperatura di progetto T, in 2.4.3 Giunzioni a flangia (1/7/2002)
N/mm2. a) Le dimensioni e la configurazione delle flange e dei bul-
loni devono essere scelte in accordo con uno standard
2.3.3 Sollecitazioni longitudinali
riconosciuto dalla Società. Tale standard deve coprire la
La somma delle sollecitazioni longitudinali σL, in N/mm2, pressione di progetto e la temperatura di progetto
dovute alla pressione, al peso dei tubi, nonché ad eventuali dell'impianto di tubolature.
carichi esterni deve soddisfare la formula seguente:
b) Nel caso di flange di tipo non standard, le dimensioni
σL ≤ KT delle flange e dei bulloni saranno oggetto di particolare
essendo KT definito in [2.3.2]. considerazione da parte della Società.
c) Il materiale delle flange deve essere adatto alla natura
2.3.4 Valori alternativi delle sollecitazioni ed alla temperatura del fluido. Esso deve essere anche
ammissibili compatibile col materiale del tubo al quale la flangia è
Valori alternativi per le sollecitazioni ammissibili possono collegata.
essere considerati dalla Società caso per caso o qualora d) Le flange devono essere collegate ai tubi mediante sal-
vengano eseguiti calcoli con procedure basate su ipotesi datura o avvitate secondo quanto indicato in uno dei
diverse da quelle sopra considerate. disegni in Fig 1.
Le applicazioni ammissibili sono elencate in Tab 14.
2.4 Giunzioni dei tubi
Tuttavia la Società può accettare giunzioni a flangia in
2.4.1 Generalità (1/7/2002) accordo con standard nazionali o internazionali che siano
applicabili all'impianto di tubolature e che tengano conto
a) Il numero dei giunti negli impianti di liquidi infiamma-
dei fluidi convogliati, della pressione di progetto, e delle
bili deve essere il minimo necessario per le operazioni
condizioni di temperatura, del carico esterno o ciclico e
di montaggio e smontaggio.
della posizione.
b) Le giunzioni dirette fra i vari tratti di tubo possono
essere eseguite mediante saldatura diretta, flange, giunti 2.4.4 Giunti a manicotto filettati (1/7/2002)
filettati o giunti meccanici e devono essere di uno stan- I giunti a manicotto filettati aventi tubi filettati in cui i giunti
dard riconosciuto o di un progetto comprovato come resistenti alla pressione sono realizzati mediante filettature
idoneo per l'impiego previsto e accettabile dalla coniche o cilindriche, devono soddisfare le prescrizioni di
Società. standard nazionali o internazionali riconosciuti.

158 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 10

I giunti a manicotto filettati devono essere impiegati in Le tubolature sulle quali è montato un giunto meccanico
accordo con quanto indicato in Tab 15. devono essere adeguatamente aggiustate, allineate e sup-
portate. Sostegni o sospensioni non devono essere usati per
2.4.5 Giunti meccanici (1/7/2004) forzare l'allineamento dei tubi in corrispondenza del punto
In considerazione della notevole varietà che si ha nel pro- di giunzione.
getto e nella configurazione dei giunti meccanici, nessuna Giunti a manicotto non devono essere usati in tubolature
particolare raccomandazione viene data, nelle presenti entro stive del carico, cisterne ed altri spazi che non siano
norme, relativamente al metodo per il calcolo teorico delle facilmente accessibili, a meno che non siano stati espressa-
sollecitazioni. I giunti meccanici devono essere di un tipo mente approvati dalla Società.
approvato dalla Società, in accordo con le "Norme per
L'impiego di detti giunti entro le cisterne può essere per-
l'approvazione di tipo dei giunti meccanici".
messo solo per convogliare gli stessi fluidi che sono conte-
Le presenti prescrizioni si applicano alle unioni di tubi, agli nuti nelle cisterne.
accoppiamenti a compressione ed ai giunti a manicotto Giunti a manicotto non vincolati devono essere usati solo
illustrati in Fig 2. Possono essere accettati giunti similari che nei casi in cui è necessaria la compensazione di di defor-
soddisfino le presenti prescrizioni. mazioni laterali dei tubi. L'uso di detti giunti come mezzo
L'applicabilità ed i limiti della pressione di progetto di principale di collegamento dei tubi non è permesso.
giunti meccanici diversi da quelli suddetti devono essere Le possibili applicazioni dei giunti meccanici ed il loro
approvati dalla Società. impiego accettabile per ciascun tipo di servizio sono indi-
I giunti meccanici, compresi le unioni di tubi, gli accoppia- cati in Tab 16; l’impiego in funzione della Classe, delle
menti a compressione, i giunti a manicotto e giunti similari, dimensioni, della pressione e della temperatura di esercizio
devono essere di un tipo approvato per le condizioni di dei tubi è indicato in Tab 17.
esercizio e le applicazioni previste. In particolare, la Tab 16 indica gli impianti di tubolature nei
Se l'impiego di giunti meccanici comporta la riduzione quali i vari tipi di giunti possono essere accettati. Tuttavia,
dello spessore del tubo, a causa dell'uso di anelli mordenti in ogni caso, l'accettazione del tipo di giunti è soggetta
o di altri elementi strutturali, se ne deve tenere conto nella all'approvazione per l'applicazione prevista e subordinata
determinazione del minimo spessore del tubo, richiesto per alle condizioni di approvazione ed alle prescrizioni appli-
sopportare la pressione di progetto. cabili.

La costruzione dei giunti meccanici deve prevenire la possi- In casi particolari, dimensioni superiori a quelle sopra men-
bilità della perdita della tenuta stagna causata da pulsazioni zionate possono essere accettate se sono rispondenti a stan-
della pressione, vibrazioni delle tubolature, variazioni della dard nazionali e/o internazionali riconosciuti dalla Società.
temperatura e altre simili avverse condizioni di esercizio I giunti meccanici devono essere provati in accordo con un
che si possono verificare a bordo. programma approvato dalla Società, che deve comprendere
almeno quanto segue:
I materiali dei giunti meccanici devono essere compatibili
con i materiali dei tubi e con i fluidi presenti all'interno ed a) prova di tenuta
all'esterno dei tubi. b) prova sotto vuoto (quando necessaria)
I giunti meccanici devono essere provati, quando applica- c) prova di vibrazione (fatica)
bile, ad una pressione di scoppio uguale a 4 volte la pres- d) prova di resistenza al fuoco (quando necessaria)
sione di progetto.
e) prova alla pressione di scoppio
Per pressioni di progetto superiori a 20 MPa, la pressione di f) prova alle pulsazioni di pressione (quando necessaria)
scoppio richiesta sarà oggetto di particolare considerazione
da parte della Società. g) prova di assemblaggio (quando necessaria)
h) prova di strappo (quando necessaria)
In generale, i giunti meccanici devono essere di tipo resi-
stente al fuoco, come richiesto in Tab 16. L'installazione dei giunti meccanici deve essere effettuata
in accordo con le istruzioni per il montaggio del fabbri-
Giunti meccanici che, in caso di loro danneggiamento, cante. Qualora, per l'installazione dei giunti, siano neces-
potrebbero dar luogo a incendi o allagamenti, non devono sari attrezzi o strumenti di misura particolari, essi devono
essere impiegati in sezioni di tubolature direttamente colle- essere forniti dal fabbricante.
gate alle aperture a mare o a cisterne contenenti fluidi
infiammabili.
2.5 Protezione contro le sovrapressioni
I giunti meccanici devono essere progettati per resistere alla
pressione interna ed esterna, come applicabile, e, qualora 2.5.1 Generalità
impiegati in tubolature di aspirazione, devono poter funzio- a) Le prescrizioni seguenti riguardano la protezione degli
nare sotto vuoto. impianti di tubolature contro le sovrapressioni, con
Il numero dei giunti meccanici nei circuiti del combustibile l’eccezione degli scambiatori di calore e dei recipienti
liquido o dell'olio lubrificante deve essere ridotto al in pressione che sono trattati in Sez 3, [2.4].
minimo indispensabile. In generale, devono essere impie- b) Le valvole di sicurezza devono essere sigillate dopo la
gati giunti a flangia rispondenti a standard riconosciuti. taratura.

Regolamenti RINA 2005 159


Parte C, Cap 1, Sez 10

Tabella 14 : Tipi di collegamento con flange metalliche richiesti in funzione della classe delle tubolature e del tipo
di fluido in esse convogliato (1/7/2002)

Classe della tubolatura →


Classe I Classe II Classe III
Tipo di fluido convogliato ↓

Fluidi tossici o corrosivi, liquidi (A1)-(A2)-(B1)-(B2)-(B3) (A1)-(A2)-(B1)-(B2)-(B3)- (A1)-(A2)-(B1)-(B2)-(B3) -


infiammabili o gas liquefatti (2) (3) (4) (C1)- (C2)-(C3) (2) (4) (C1)- (C2)-(C3) (2) (4)

Combustibile liquido e olio lubrifi- (A1)-(A2)-(B1)-(B2)-(B3) (A1)-(A2)-(B1)-(B2)-(B3) - (A1)-(A2)-(B1)-(B2)-(B3) -


cante (C1)- (C2)-(C3)-(C4) (5) (C1)- (C2)-(C3)-(C4)

Vapore e fluido diatermico (A1)-(A2)-(B1)-(B2)-(B3) (3) (A1)-(A2)-(B1)-(B2)-(B3) - (A1)-(A2)-(B1)-(B2)-(B3) -


(6) (C1)- (C2)-(C3)-(C4)-(D) (7) (C1)- (C2)-(C3)-(C4)-(D)

Altri fluidi, compresi acqua, aria, gas, (A1)-(A2)-(B1)-(B2)-(B3) (6) (A1)-(A2)-(B1)-(B2)-(B3) - (A1)-(A2)-(B1)-(B2)-(B3) -
fluidi frigorigeni, fluido idraulico (8) (C1)- (C2)-(C3)-(C4)-(D) (7) (C1)- (C2)-(C3)-(C4)-(D)-(E)
(9)

(1) I tipi di collegamenti a flangia indicati nella Tabella sono quelli illustrati in Fig 1.
(2) Nel caso di tubolature per liquidi infiammabili, tossici, corrosivi o gas liquefatti aventi una pressione di progetto p (vedi
[1.3.2]) superiore a 1 N/mm2, devono essere adottati solo collegamenti a flangia dei tipi (A1) e (A2).
(3) Per tubolature aventi diametro nominale uguale o superiore a 150 mm, devono essere adottati solo collegamenti a flangia dei
tipi (A1) e (A2).
(4) Per le tubolature del carico delle navi chimichiere, si applicano le norme dell'IBC Code Ch. 5, 5.3. Per le tubolature del carico
delle navi cassiere, si applicano le norme dell'IGC Code Ch. 5, 5.4.
(5) I collegamenti a flangia del tipo (C4) sono accettabili solo per tubolature aventi una pressione di progetto p inferiore a 1,6
N/mm2 e una temperatura di progetto T ( vedi [1.3.3]) inferiore a 150°C.
(6) Nel caso di tubolature aventi temperatura di progetto T superiore a 400°C devono essere adottati solo collegamenti a flangia dei
tipi (A1) e (A2).
(7) I collegamenti a flangia dei tipi (D) e (C4) non sono accettabili per tubolature aventi una temperatura di progetto T superiore a
250°C.
(8) Nel caso di tubolature per circuiti oleodinamici di potenza delle macchine di governo devono essere impiegati solo i collega-
menti a flangia prescritti per le tubolature di Classe I.
(9) I collegamenti a flangia del tipo (E) sono accettabili solo per tubolature per acqua e per tubolature ad estremità aperta (per
esempio: tubolature di spurgo, rigurgito, sfogo d'aria, ecc.).

160 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 10

Tabella 15 : Impiego di giunzioni metalliche saldate e filettate negli impianti di tubolature (1/7/2002)

Classi di tubolature
Limitazioni d’impiego
ammissibili
Giunti saldati testa a testa (1) III, II, I nessuna limitazione
Giunti a manicotto (2) III nessuna limitazione
Giunti a manicotto filettati (filetta- I non ammessi per:
tura conica) (3) • tubi con diametro esterno superiore a 33,7 mm
• tubi all'interno di cisterne
• impianti di tubolature che convogliano fluidi tossici o infiamma-
bili o servizi per I quali è previsto che possa verificarsi fatica, sen-
sibile erosione, o corrosione per fessurazione
II, III non ammessi per:
• tubi con diametro esterno superiore a 60,3 mm
• tubi all'interno di cisterne
• impianti di tubolature che convogliano fluidi tossici o infiamma-
bili o servizi per I quali è previsto che possa verificarsi fatica, sen-
sibile erosione, o corrosione per fessurazione
Giunti a manicotto filettati (filetta- III non ammessi per:
tura cilindrica) (3) • tubi con diametro esterno superiore a 60,3 mm
• tubi all'interno di cisterne
• impianti di tubolature che convogliano fluidi tossici o infiamma-
bili o servizi per I quali è previsto che possa verificarsi fatica, sen-
sibile erosione, o corrosione per fessurazione
(1) Giunti saldati testa a testa senza particolari prescrizioni per il lato radice della saldatura possono essere impiegati per le Classi
II e IIl e per qualsiasi valore del diametro esterno.
(2) In casi particolari, giunti a manicotto e giunti a bicchiere saldati possono essere permessi dalla Società per impianti di tubola-
ture delle Classi I e II con diametro esterno dei tubi ≤ 88,9 mm eccetto che per impianti di tubolature che convogliano fluidi
tossici o per servizi per i quali è previsto che possa verificarsi fatica, sensibile erosione o corrosione per fessurazione.
(3) In casi particolari, dimensioni eccedenti quelle sopra menzionate possono essere accettate dalla Società se sono rispondenti a
standard nazionali e/o internazionali riconosciuti.

2.5.2 Protezione degli impianti di liquidi deve essere determinata in modo tale che la pressione
infiammabili (1/7/2002) sulla mandata non aumenti per più del 10% della pres-
Devono essere previsti mezzi adeguati per impedire la sione di progetto del tubo collegato alla mandata stessa
sovrappressione in qualsiasi cassa o parte di impianto, com- in caso di funzionamento con mandata chiusa.
presi i tubi di riempimento, contenenti liquidi infiammabili,
serviti da pompe di bordo. 2.5.4 Protezione dei tubi
a) I tubi che possono essere facilmente soggetti a pressioni
2.5.3 Protezione delle mandate delle pompe e dei superiori alle pressioni normali d’esercizio devono
compressori essere muniti di valvole di sicurezza o dispositivi equi-
a) Devono essere previsti mezzi adeguati per impedire che valenti di protezione contro le sovrapressioni.
la pressione di mandata delle pompe e dei compressori b) In particolare i tubi sistemati in corrispondenza del lato
sia superiore alla pressione per cui sono progettati i tubi a bassa pressione di una valvola riduttrice di pressione
collegati alla mandata di dette pompe e compressori. devono essere muniti di valvola di sicurezza, a meno
b) Quando a tale scopo sono sistemate valvole di sicu- che essi non siano progettati per una pressione massima
rezza in corrispondenza della mandata delle pompe e corrispondente alla pressione del lato ad alta pressione
dei compressori, queste valvole devono scaricare in cor- della valvola riduttrice. Vedere anche [1.3.2] e [2.9.1].
rispondenza dell’aspirazione della pompa e compres- c) La capacità di scarico dei dispositivi sistemati sui tubi
sore o in altra posizione adeguata. per impedire le sovrapressioni deve essere tale che la
c) La capacità di scarico delle valvole di sicurezza siste- pressione in questi tubi non possa superare per più del
mate in corrispondenza delle pompe e dei compressori 10% la loro pressione di progetto.

Regolamenti RINA 2005 161


Parte C, Cap 1, Sez 10

Figura 1 : Tipi di collegamento con flange metalliche (1/7/2002)

Nota 1: Per collegamenti di tipo D, il tubo e la flangia devono essere avvitati con una filettatura conica ed il diametro della parte filettata del
tubo, fuori filettatura e per tutta la lunghezza della stessa, non deve essere inferiore in modo apprezzabile rispetto al diametro esterno della
parte non filettata del tubo. Per certi tipi di filettatura, dopo che la flangia sia stata avvitata fino in fondo sul tubo, il tubo deve essere espanso
sulla flangia.
Nota 2: Per collegamenti di tipo C1, C2, C3 e C4, la lunghezza del tratto saldato lungo il tubo deve essere in generale uguale a 1,5 volte lo
spessore del tubo ma in nessun caso deve essere inferiore a 6 mm.
Nota 3: Per collegamenti di tipo B1, B2, B3 e C2, la dimensione della penetrazione della saldatura nella flangia deve essere in generale uguale
allo spessore del tubo ma in nessun caso inferiore a 5 mm.

162 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 10

Figura 2 : Esempi di giunti meccanici (1/7/2002)


Giunti di unione Giunti a sovrapposizione

Tipi
saldati e
brasati Tipo
mordente

Giunti a compressione

Tipo
ricalcato Tipo con
saldatura
lavorata a
macchina

Tipo
pressato

Tipo a
scorri-
mento
Tipo ad
anello
tagliente

Tipo
svasato

2.6 Tubi flessibili e giunti di dilatazione • Parte E, Capitolo 9, per tubi flessibili e giunti di dila-
tazione per tubolature del carico di navi gasiere,
2.6.1 Generalità
e) I tubi flessibili ed i giunti di dilatazione per gli impianti
a) La Società può permettere l’impiego di tubi flessibili e
di tubolature con temperatura di progetto inferiore alla
giunti di dilatazione, sia di materiale metallico che di
temperatura ambiente saranno oggetto di considera-
materiale non metallico, purché essi siano approvati per
zione speciale da parte della Società.
il servizio previsto.
b) I tubi flessibili ed i giunti di dilatazione devono essere di 2.6.2 Documentazione
un tipo approvato dalla Società, progettati in accordo
con le prescrizioni di cui in [2.6.3] e sottoposti a prove Le informazioni, i disegni e la documentazione elencati in
in accordo con le prescrizioni di cui in [20.2.1]. [1.2.1] e [1.2.2] devono essere inviati alla Società per ogni
tipo di tubo flessibile o giunto di dilatazione che saranno
c) I tubi flessibili ed i giunti di dilatazione devono essere adoperati.
installati in accordo con le prescrizioni di cui in [5.9.3].
d) Prescrizioni specifiche sono date in: 2.6.3 Progetto dei tubi flessibili e dei giunti di
• Parte E, Capitolo 7, per tubi flessibili e giunti di dila- dilatazione (1/7/2004)
tazione per tubolature del carico di navi petroliere, a) I tubi flessibili ed i giunti di dilatazione devono essere
• Parte E, Capitolo 8, per tubi flessibili e giunti di dila- costruiti con materiali resistenti all’ambiente marino ed
tazione per tubolature del carico di navi chimi- al fluido convogliato. I materiali metallici devono essere
chiere, in accordo con le prescrizioni di cui in [2.1].

Regolamenti RINA 2005 163


Parte C, Cap 1, Sez 10

b) I tubi flessibili ed i giunti di dilatazione devono essere limitare l’allagamento della nave in caso di rottura dei
progettati per resistere a: giunti di dilatazione.
• contatti esterni con idrocarburi, d) I giunti di dilatazione possono essere sistemati nelle
• pressione interna, tubolature dell’acqua di mare purchè essi siano muniti
di ripari che li racchiudano efficacemente, ma senza
• vibrazioni, interferire con l’azione dei giunti di dilatazione, e ridu-
• impulsi di pressione. cano al minimo possibile ogni flusso d’acqua nel locale
macchine nel caso di rottura dell’elemento flessibile.
c) I tubi flessibili per il convogliamento di combustibile
liquido ed olio lubrificante ed i loro attacchi d’estremità e) L’impiego di giunti di dilatazione nelle tubolature
devono essere di materiale resistente al fuoco, di robu- d’acqua per altri servizi, comprese le tubolature di
stezza adeguata e devono essere costruiti a soddisfa- zavorra nei locali macchina, nelle chiglie condotto e nei
zione della Società. doppi fondi adibiti a zavorra e le tubolature di sentina
nei doppi fondi adibiti a cisterna e nelle casse alte
Quando a tale scopo essi sono muniti di un rivestimento
saranno oggetto di considerazione speciale da parte
protettivo, esso deve essere impermeabile agli idrocar-
della Società.
buri ed ai loro vapori.
d) I tubi flessibili convoglianti: 2.7 Valvole ed accessori
• fluidi gassosi con pressione superiore a 1 MPa,
2.7.1 Generalità (1/7/2002)
• combustibile liquido od olio lubrificante,
a) Le valvole e gli accessori devono essere normalmente
devono essere muniti di treccia metallica; giunti a costruiti in accordo con una normativa riconosciuta.
fascette stringitubi o simili tipi di giunzioni non sono
ammessi. Valvole ed accessori negli impianti di tubolature
devono essere compatibili con i tubi ai quali sono colle-
e) In generale i tubi flessibili devono essere fissati ai rac- gati per quanto riguarda la loro robustezza (vedi 1.3.2
cordi d’estremità con collegamenti ondulati o equiva- per la pressione di progetto) e devono essere idonei per
lenti. Per tubi d’acqua sottoposti a pressione non operare efficacemente alla massima temperatura di
superiore a 0,5 MPa, così come per tubolature di aria di esercizio prevista durante il servizio.
lavaggio e tubolature di aria di sovralimentazione dei
In caso diverso essi devono essere approvati dalla
motori a combustione interna, possono essere adope-
Società, quando siano installati:
rate graffe, di acciaio zincato o di materiale resistente
alla corrosione, di spessore non inferiore a 0,4 mm. • in un impianto di tubolature di Classe I, o
• in un impianto di tubolature di Classe II con diame-
f) I tubi flessibili ed i giunti di dilatazione devono essere
tro superiore a 100 mm, o
progettati in modo tale che la loro pressione di scoppio,
alla temperatura di esercizio, non sia inferiore a 4 volte • sulla murata della nave, sulla paratia di collisione o
la massima pressione d'esercizio, tenendo in considera- sotto battente su depositi combustibile liquido.
zione quanto prescritto nelle "Norme per l’omologa- b) Valvole d’intercettazione devono essere sistemate dove
zione di tubi flessibili e compensatori di dilatazione" necessario per isolare le pompe, gli scambiatori di
emanate dalla Società. calore, i recipienti in pressione, ecc. dal resto delle
g) Le giunzioni dei tubi flessibili e dei compensatori di tubolature, quando necessario, e in particolare:
dilatazione ai loro accoppiatoi devono essere tali da • per permettere l’intercettazione di un componente
resistere ad una pressione almeno uguale alla pressione duplicato senza interrompere la circolazione del
di scoppio definita in f). fluido,
• per scopi di ispezione o riparazione.
2.6.4 Condizioni per l’impiego di tubi flessibili e
giunti di dilatazione
2.7.2 Progetto delle valvole e degli accessori
a) L’impiego di tubi flessibili e giunti di dilatazione deve a) I materiali dei corpi delle valvole e degli accessori
essere il più limitato possibile. devono soddisfare le prescrizioni in [2.1].
b) La posizione dei tubi flessibili e dei giunti di dilatazione b) I collegamenti delle valvole e degli accessori con i tubi
deve essere chiaramente indicata nei disegni delle tubo- devono soddisfare le prescrizioni in [2.4].
lature inviati alla Società.
c) Tutte le valvole e tutti gli accessori devono essere pro-
c) L’impiego di giunti di dilatazione non metallici su tubi gettati in modo tale da impedire l’eventuale perdita dei
collegati alle prese a mare ed agli scarichi fuori bordo coperchi e delle guarnizioni quando sono azionati.
sarà oggetto di considerazione speciale da parte della
Società. Di regola, la sistemazione di tali giunti tra le d) Le valvole devono essere progettate in modo da chiu-
murate delle navi e le valvole menzionate in [2.8.3] non dersi con una rotazione verso destra (senso orario) del
è permessa. Inoltre, a meno che le suddette valvole non volantino.
siano munite di comandi a distanza azionabili da una e) Le valvole devono avere indicatori locali che mostrino
posizione al di sopra del ponte di bordo libero, devono se esse sono aperte o chiuse, a meno che ciò non sia
essere previsti mezzi efficaci, qualora necessario, per prontamente comprensibile.

164 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 10

2.7.3 Valvole con comando a distanza 2.8.3 Valvole


a) Le valvole delle prese a mare e degli scarichi fuori
a) Tutte le valvole con comando a distanza devono essere
bordo devono essere fissate:
progettate anche per essere comandate manualmente
• direttamente al fasciame esterno, o
sul posto.
• alle prese a mare costruite in corrispondenza del
b) I dispositivi di comando a distanza e quelli per il fasciame esterno con dimensioni in accordo con le
comando sul posto devono essere indipendenti. A tale prescrizioni della Parte B, o
scopo, la possibilità di effettuare il comando locale • a corti branchetti di spessore super-rinforzato
mediante una pompa manuale sarà oggetto di conside- (vedere Tab 5) collegati al fasciame .
razione speciale da parte della Società. b) I corpi delle valvole ed i branchetti devono avere le loro
estremità passanti attraverso il fasciame, senza tuttavia
c) Nel caso di valvole che, in accordo al regolamento, sporgere dalla superficie esterna del fasciame o dalle
debbano essere provviste di comando a distanza, l’aper- doppiature o dagli anelli di rinforzo, se provvisti.
tura e/o chiusura delle valvole mediante il comando
c) Le valvole devono essere fissate per mezzo di:
manuale sul posto non devono rendere il dispositivo di
comando a distanza non azionabile. • viti con testa svasata avvitate attraverso il fasciame,
o
d) Perdite di energia nel dispositivo di comando delle val- • prigionieri avvitati in doppiature di forte spessore a
vole a distanza non devono causare modifiche indeside- loro volta collegati al fasciame esterno o alla cassa
rate delle posizioni delle valvole. della presa a mare, senza penetrazione nel fasciame
dei fori per i prigionieri.
d) L’impiego di valvole a farfalla sarà oggetto di considera-
2.8 Prese a mare e scarichi fuori bordo zione speciale da parte della Società. In ogni caso le
valvole a farfalla non munite di flange non possono
2.8.1 Generalità essere usate per prese a mare e per scarichi fuori bordo
a meno che non siano previsti dispositivi che permet-
Eccetto per quanto espressamente indicato in [8], le prescri-
tano l’eventuale smontaggio in mare dei tubi collegati a
zioni seguenti non si applicano agli ombrinali ed agli scari- dette valvole senza alcun rischio di allagamento.
chi fuori bordo degli impianti sanitari.
e) I materiali dei corpi delle valvole e dei branchetti di col-
legamento devono essere in accordo con [2.1.2]Tab 4.
2.8.2 Progetto delle prese a mare e degli scarichi
fuori bordo f) Le valvole a fasciame collegate a impianti di tubolature
in plastica devono essere in accordo con le prescrizioni
a) Tutte le prese e gli scarichi sul fasciame esterno devono in App 3, [3.7.1].
avere sistemazioni efficaci ed accessibili che impedi-
2.8.4 Grate
scano l’entrata accidentale di acqua dentro la nave.
a) Le grate delle prese a mare devono avere un’area libera
b) Le prese a mare e gli scarichi fuori bordo devono essere di passaggio non inferiore a due volte la sezione totale
muniti di valvole in accordo con [2.7] e [2.8.3]. dei tubi collegati a dette prese.
b) Quando le grate sono fissate mediante viti a testa sva-
c) Le prese a mare e gli scarichi fuori bordo principali ed
sata, i fori provvisti per dette viti non devono passare
ausiliari nei locali macchine, necessari per il funziona- attraverso le lamiere o le doppiature al di fuori dei bran-
mento delle macchine, devono essere muniti di valvole chetti o delle casse.
facilmente accessibili sistemate fra i tubi ed il fasciame
c) Le viti di fissaggio delle grate non devono essere siste-
esterno o fra i tubi e le casse di presa a mare applicate al
mate negli angoli delle aperture nello scafo o nelle dop-
fasciame esterno. Le valvole possono essere comandate piature.
localmente e devono avere indicatori che mostrino se
d) Nel caso di grandi prese a mare, le viti di fissaggio delle
sono aperte o chiuse.
grate devono essere bloccate e protette dalla corro-
d) Le prese a mare devono essere progettate e sistemate in sione.
modo da limitare turbolenze e da impedire entrate e) Quando le grate sono pulite mediante l’uso di disposi-
d’aria dovute al movimento della nave. tivi ad aria compressa o a vapore, le casse, i branchetti e
le valvole di presa a mare e di scarico devono essere
e) Le prese a mare devono essere munite di grate in sistemate e costruite in modo da sopportare la pressione
accordo a [2.8.4]. massima alla quale esse possono essere soggette
durante l’azionamento di tali dispositivi.
f) Devono essere previsti dispositivi idonei per pulire i fori
delle grate. 2.8.5 Collegamenti a murata per gli scarichi di
estrazione di fondo delle caldaie
g) Le prese a mare devono essere opportunamente protette a) I tubi di estrazione dal fondo delle caldaie devono avere
contro la corrosione rubinetti o valvole sistemati il più vicino possibile alle

Regolamenti RINA 2005 165


Parte C, Cap 1, Sez 10

estremità dei tubi, pur restando facilmente accessibili, e Nota 1: Su navi da carico di stazza lorda inferiore a 500 ton e su
sistemati sopra il copertino di macchina. navi prive di mezzi di propulsione:

b) Le valvole di estrazione dal fondo delle caldaie devono • indicatori di livello cilindrici possono essere adoperati purché
essere progettate in modo da rendere facile determinare essi siano muniti di valvola a chiusura automatica in corrispon-
denza dell'estremità inferiore, nonché in corrispondenza
se esse siano aperte o chiuse. Qualora siano usati rubi-
dell'estremità superiore se quest'ultima è sotto il livello mas-
netti, il dispositivo di comando deve essere tale da non
simo del liquido.
poter essere portato via a meno che i rubinetti non siano
chiusi. Qualora vengano usate valvole, i volantini di • nel caso di depositi non soggetti a riempimento mediante
pompe azionate meccanicamente, con l'eccezione delle casse
comando devono essere permanentemente fissati alle
di servizio del combustibile liquido, non è necessario che le
aste.
valvole siano del tipo a chiusura automatica. Tuttavia tali val-
c) Un anello di protezione deve essere fissato sul fasciame vole devono essere facilmente accessibili e targhe d'istruzione
all’esterno all’estremità dei tubi di estrazione dal fondo che specifichino che le valvole devono essere tenute chiuse
delle caldaie. L’estremità della valvola di cui in [2.8.3], devono essere sistemate in prossimità delle valvole stesse.
voce b), deve passare attraverso questo anello.
3 Saldatura dei tubi in acciaio
2.9 Comandi e controlli
2.9.1 Generalità 3.1 Applicabilità
a) Indicatori locali devono essere previsti almeno per i 3.1.1
parametri seguenti: a) Le prescrizioni seguenti si applicano alle giunzioni sal-
• pressione per i recipienti in pressione, sulla mandata date di tubolature di Classe I o II.
di pompe e compressori, aspirazione dalle apparec-
A discrezione della Società, esse possono essere anche
chiature servite e sul lato a bassa pressione delle val-
applicate a tubolature di Classe III.
vole riduttrici di pressione,
• temperature in corrispondenza di casse, cisterne e b) Le prescrizioni del presente Articolo non sono applica-
recipienti in pressione, nonché aspirazione e man- bili a tubolature che facciano parte di impianti per la
data degli scambiatori di calore, refrigerazione del carico con una temperatura di eserci-
zio inferiore a meno 40°C.
• livelli in casse, cisterne e recipienti in pressione
contenenti liquidi. c) Le prescrizioni relative alle qualifiche dei procedimenti
di saldatura sono date nella Parte D.
b) Devono essere previsti dispositivi adeguati quando è
necessaria un’azione automatica per riportare entro
valori accettabili un parametro difettoso. 3.2 Generalità
c) Devono essere previsti sistemi di regolazione automa-
3.2.1 Procedimenti di saldatura
tica quando è necessario mantenere i parametri relativi
all’impianto di tuibolature entro un valore predetermi- a) Le giunzioni saldate dei tubi devono essere realizzate
nato. con saldature all’arco elettrico, saldature ossiacetileni-
che o altri processi preventivamente approvati.
2.9.2 Indicatori di livello (1/7/2002)
b) Qualora la pressione di progetto superi 0,7 MPa, la sal-
Gli indicatori di livello impiegati negli impianti di liquidi
datura ossiacetilenica non è permessa per tubi con dia-
infiammabili devono essere di un tipo approvato dalla
metro esterno superiore a 100 mm o con spessore
Società e sono soggetti alle condizioni seguenti:
superiore a 6 mm.
• nelle navi da passeggeri, non devono richiedere il pas-
saggio sotto il cielo del deposito e la loro eventuale rot- 3.2.2 Posizione delle giunzioni
tura o il sovrariempimento del deposito non devono La posizione delle giunzioni saldate deve essere determi-
provocare fuoriuscite di combustibile liquido; nata in modo tale da rendere possibile che la maggior parte
• nelle navi da carico, la loro rottura o il sovrariempi- di dette giunzioni venga effettuata in officina. La posizione
mento del deposito non devono permettere la fuoriu- delle giunzioni da eseguire a bordo deve essere determinata
scita di combustibile liquido nel locale. L'uso di in modo tale da permettere la loro esecuzione ed ispezione
indicatori di livello a tubo di vetro non è permesso. La in condizioni soddisfacenti.
Società può permettere di adoperare indicatori di livello
muniti di vetri piatti e valvole a chiusura automatica fra
3.3 Progetto dei giunti saldati
l'indicatore di livello e il deposito di combustibile
liquido;
3.3.1 Tipi di giunti
• i loro vetri devono essere di materiale resistente al
calore e devono essere efficacemente protetti contro gli a) Ad eccezione dei collegamenti delle flange ai tubi nei
urti. casi indicati in [2.4.4], Fig 1, e del collegamento di
branchetti a un tubo principale, le giunzioni fra i tubi e
I suddetti indicatori di livello devono essere conservati in quelle fra i tubi e gli accessori devono essere del tipo
condizioni idonee per assicurare il loro continuo e corretto testa a testa. Tuttavia per i tubi di Classe I di diametro
funzionamento in esercizio. interno non superiore a 50 mm e per i tubi di Classe II

166 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 10

possono essere adoperati collegamenti saldati a tasca di valori; lo spessore ottenuto non deve essere inferiore a
tipo approvato. quello regolamentare.
b) Per le saldature testa a testa fra i tubi e fra i tubi e le c) Nel caso di saldature con anello di sostegno, valori più
flange o altri accessori, possono essere usati anelli di piccoli di disallineamento devono essere ottenuti affin-
supporto adeguatamente sistemati; tali anelli devono ché lo spazio fra l’anello di sostegno e le pareti interne
essere o dello stesso tipo di acciaio dei pezzi da saldare dei due elementi da assiemare sia il più piccolo possi-
o di un tipo tale da non avere un’influenza negativa bile; normalmente tale spazio non deve essere superiore
sulla saldatura; se l’anello di supporto non può essere a 0,5 mm.
asportato dopo la saldatura, esso deve avere un profilo
idoneo. d) Gli elementi da saldare devono essere adeguatamente
mantenuti in posizione in modo da impedire modifiche
3.3.2 Giunzione di tubi di spessore diverso delle loro posizioni relative e deformazioni durante la
Se la differenza di spessore fra i tubi da saldare testa a testa saldatura.
è superiore al 10% dello spessore del tubo più sottile più 1
mm, fino ad un massimo di 4 mm, lo spessore del tubo più e) Le saldature a punti devono essere eseguite con elet-
spesso deve essere ridotto fino allo spessore del tubo più trodo idoneo per il materiale base; le saldature a punti
sottile per una lunghezza uguale a 4 volte la differenza di che fanno parte della saldatura finita devono essere ese-
spessore, compresa, se desiderato, l’ampiezza della salda- guite impiegando procedure approvate.
tura. Quando si impiegano materiali per la saldatura che
richiedono un preriscaldo, lo stesso preriscaldo deve
3.3.3 Accessori
essere applicato durante la saldatura a punti.
a) Qualora accessori, quali valvole, siano collegati
mediante saldatura ai tubi, essi devono avere un collare 3.4.4 Protezione contro condizioni meteorologiche
di lunghezza sufficiente ad impedire deformazioni avverse
anormali durante il processo di saldatura od il tratta-
mento termico. a) I tubi in pressione devono essere saldati, sia a bordo che
in officina, al riparo da correnti d’aria e improvvise
b) Per il collegamento di branchetti sui tubi mediante sal-
variazioni di temperatura.
datura è necessario provvedere o un aumento di spes-
sore come indicato in [2.2.5] o un rinforzo mediante b) A meno che non sia data una giustificazione speciale, le
doppiatura o equivalente. saldature non devono essere effettuate se la temperatura
del metallo base è inferiore a 0°C.
3.4 Preparazione degli elementi da saldare
ed esecuzione delle saldature 3.4.5 Preriscaldo
a) Il preriscaldo deve essere eseguito come indicato in
3.4.1 Generalità
Tab 19, in funzione del tipo di acciaio, della composi-
Particolare attenzione deve essere data alle prescrizioni in zione chimica e dello spessore del tubo.
Sez 3, che si riferiscono alle saldature dei tubi in pressione.
b) Le temperature indicate in Tab 19 sono basate su pro-
3.4.2 Preparazione dei lembi per le giunzioni cessi a basso tenore d’idrogeno. Qualora non vengano
saldate adoperati processi a basso tenore d’idrogeno, la Società
La preparazione dei lembi deve essere preferibilmente ese- si riserva il diritto di richiedere temperature di preri-
guita con mezzi meccanici. Qualora si usi il taglio alla scaldo più alte.
fiamma, deve essere adoperata particolare cura per rimuo-
vere le scaglie d’ossido e gli intagli dovuti alle irregolarità
del taglio mediante smerigliatura, molatura o scalpellatura 3.5 Trattamenti termici dopo la saldatura
fino a metallo sano.
3.5.1 Generalità
3.4.3 Puntatura delle parti da saldare
a) Per quanto possibile i trattamenti termici devono essere
a) I pezzi da saldare devono essere puntati in modo tale eseguiti in forno. Qualora ciò sia impossibile, e più in
che i disallineamenti fra le superfici siano i più piccoli particolare per le saldature eseguite a bordo, il tratta-
possibile. mento può essere eseguito localmente scaldando uni-
b) In genere per pezzi da saldare testa a testa senza anello formemente una striscia circolare che si estenda per
di sostegno il disallineamento tra le pareti interne non almeno 75 mm ai due lati della saldatura; devono
deve essere superiore al minore fra: essere prese tutte le precauzioni necessarie per permet-
• il valore dato in Tab 18 in funzione dello spessore t tere un controllo preciso delle temperature ed un raf-
e del diametro interno d di questi pezzi, e freddamento lento dopo il trattamento.
• t/4. b) Per acciai austenitici ed acciai ferritici-austenitici, il trat-
Qualora necessario, le estremità dei tubi devono essere tamento termico dopo saldatura non è in genere richie-
alesati o leggermente mandrinati per soddisfare questi sto.

Regolamenti RINA 2005 167


Parte C, Cap 1, Sez 10

Tabella 16 : Impiego di giunti meccanici (1/7/2002)


Tipo di giunto
Impianti Unione di tibi Giunti a compressione (6) Giunti a manicotto
Fluidi infiammabili (Punto di infiammabilità ≤ 60°)
1 Linee del carico si si si (5)
2 Linee del petrolio per COW si si si (5)
3 Impianti di sfogo aria si si si (3)
Gas inerte
4 Linee degli effluenti dei dispositivi di si si si
tenuta ad acqua
5 Linee degli effluenti della torre di lavaggio si si si
6 Collettori si si si (2) (5)
7 Linee di distribuzione si si si (5)
Fluidi infiammabili (Punto di infiammabilità > 60°)
8 Linee del carico si si si (5)
9 Linee del combustibile liquido si si si (3) (2)
10 Linee dell'olio lubrificante si si si (2) (3)
11 Linee del fluido idraulico si si si (2) (3)
12 Linee del fluido diatermico si si si (2) (3)
Acqua salata
13 Linee di sentina si si si (1)
14 Collettore incendi ed acqua spruzzata si si si (3)
15 Impianto a schiuma si si si (3)
16 Impianto a sprinklers si si si (3)
17 Impianto di zavorra si si si (1)
18 Impianto dell'acqua di raffreddamento si si si (1)
19 Servizi per lavaggio cisterne si si si
20 Impianti non essenziali si si si
Acqua dolce
21 Impianto dell'acqua di raffreddamento si si si (1)
22 Ritorno del condensato si si si (1)
23 Impianti non essenziali si si si
Servizi sanitari / Drenaggi / Ombrinali
24 Drenaggi del ponte (all'interno) si si si (4)
25 Drenaggi di impianti sanitari si si si
26 Ombrinali e scarichi fuori bordo si si no
Sonda e sfogo aria
27 Cisterne d'acqua/Spazi asciutti si si si
28 Cisterne di petrolio (p. i. > 60°) si si si (2) (3)
Fluidi vari
29 Aria avviamento e comando (1) si si no
30 Servizi di aria (non essenziali) si si si
31 Salamoia si si si
32 Impianto a CO2 (1) si si no
33 Vapore si si no
Si Impiego consentito
No Impiego non consentito
(1) All'interno di locali macchine di Categoria A, consentito solo l'impiego di tipi approvati come resistenti al fuoco
(2) Non consentiti all'interno di locali macchine di Categoria A o di locali di alloggio. Possono essere consentiti all'interno di altri
locali machine a condizione che I giunti siano ubicati in posizioni facilmente visibili ed accessibili.
(3) Tipi approvati come resistenti al fuoco
(4) Solamente al di sopra del ponte di bordo libero
(5) In locali pompe e su ponti scoperti, solo se di tipo approvato come resistente al fuoco
(6) Se gli accoppiamenti a compressione comprendono qualsiasi componente che si possa rapidamente deteriorare in caso di
incendio, essi devono essere approvati come resistenti al fuoco, come richiesto per i giunti a manicotto.

168 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 10

Tabella 17 : Impiego dei giunti meccanici in funzione della classe delle tubolature (1/7/2002)

Tipi di giunti Classi delle tubolature


Classe I Classe II Classe III
Unioni di tubi
Saldato o brasato si (diametro esterno ≤ 60.3mm) si (diametro esterno ≤ 60.3mm) si
Giunti a compressione
Tipo ricalcato si si si
Tipo ad anello tagliente si (diametro esterno ≤ 60.3mm) si (diametro esterno ≤ 60.3mm) si
Tipo svasato si (diametro esterno ≤ 60.3mm) si (diametro esterno ≤ 60.3mm) si
Tipo pressato no no si
Giunti a manicotto
Scanalato a macchina si si si
Tipo mordente no si si
A scorrimento no si si
Si Impiego consentito
No Impiego non consentito

Tabella 19 : Temperatura di preriscaldo


Tabella 18 : Valore massimo del disallineamento
Spessore Temperatura
Tipo d’acciaio del pezzo minima di
d (mm) t (mm)
più spesso pre-riscaldo
t≤6 6 < t ≤ 10 10<t (mm) (°C)
d < 150 1,0 1,0 1,0 Acciai al t≥20 (2) 50
Mn
150 ≤ d < 300 1,0 1,5 1,5 C + --------- ≤ 0 ,40
C e C-Mn 6
300 ≤ d 1,0 1,5 2,0
Mn t≥20 (2) 100
C + --------- > 0 ,40
6
3.5.2 Trattamenti termici dopo saldatura per 0,3 Mo t≥13 (2) 100
processi di saldatura diversi
1 Cr 0,5 Mo t<13 100
dall’ossiacetilenico
t≥13 150
a) I trattamenti termici di distensione dopo saldatura con 2,25 Cr 1 Mo (1) t<13 150
processi diversi da quello ossiacetilenico devono essere t≥13 200
eseguiti come indicato in Tab 20, in funzione del tipo di 0,5 Cr 0,5 Mo V (1) t<13 150
acciaio e dello spessore dei tubi. t≥13 200

b) Il trattamento termico di distensione consiste nel riscal- (1) Per i tipi 2,25 Cr 1 Mo e 0,5 Cr 0,5 Mo V con spessore
fino a 6 mm, il preriscaldo può essere omesso se i risul-
damento lento ed uniforme fino ad una temperatura
tati delle prove di durezza eseguite durante la qualifica-
compresa nel campo indicato nella tabella, perma- zione del procedimento di saldatura sono considerati
nenza a regime a tale temperatura per un tempo ade- accettabili dalla Società.
guato, normalmente un’ora per ogni 25 mm di spessore, (2) Per saldature a temperatura ambiente inferiore a 0°C, la
con un tempo minimo di mezz’ora, raffreddamento temperatura minima di preriscaldo è richiesta indipen-
dentemente dallo spessore, salvo approvazione spe-
lento ed uniforme nel forno fino ad una temperatura
ciale della Società.
non superiore a 400 °C e quindi raffreddamento in aria
calma. 3.5.3 Trattamento termico dopo saldatura
ossiacetilenica
c) In ogni caso la temperatura del trattamento termico non
Il trattamento termico di distensione dopo un processo di
deve essere superiore a (TT - 20)°C, essendo TT la tempe-
saldatura ossiacetilenica deve essere eseguito come indi-
ratura estrema di rinvenimento del materiale. cato in Tab 21, in funzione del tipo d’acciaio.

Regolamenti RINA 2005 169


Parte C, Cap 1, Sez 10

Tabella 20 : Temperature per i trattamenti termici 3.6.3 Controlli non distruttivi


a) Per i tubi di Classe I i controlli non distruttivi devono
Spessore essere eseguiti come segue:
del pezzo Temperatura di
Tipo d’acciaio • i giunti testa a testa dei tubi con diametro esterno
più spesso distensione (°C)
(mm) superiore a 75 mm devono essere sottoposti al
100% di controlli con raggi X o con metodologia
Acciai al C e C-Mn t≥15 (1) (3) da 550 a 620 equivalente,
0,3 Mo t≥15 (1) da 580 a 640 • i giunti saldati diversi da quelli testa a testa e che
1 Cr 0,5 Mo t≥8 da 620 a 680
non possono essere radiografati devono essere esa-
minati con metodi magnetoscopici o liquidi pene-
2,25 Cr 1 Mo qualsiasi (2) da 650 a 720 tranti,
0,5 Cr 0,5 MoV
• le saldature d’angolo dei collegamenti a flangia
(1) Qualora siano impiegati acciai con proprietà di resi- devono essere esaminati con metodi magnetosco-
lienza Charpy V a bassa temperatura specificata, lo pici o altri tipi di controlli non distruttivi appropriati.
spessore al di sopra del quale deve essere effettuato il
b) Per i tubi di Classe II i controlli non distruttivi devono
trattamento termico di distensione può essere aumen-
essere eseguiti come segue:
tato se specialmente concordato con la Società.
(2) Per acciai di tipo 2,25 Cr 1 Mo e 0,5 Cr 0,5 MoV, il trat- • i giunti testa a testa dei tubi con diametro esterno
tamento termico può essere omesso per tubi di spes- superiore a 100 mm devono essere sottoposti
sore inferiore a 8 mm, diametro non superiore a 100 almeno al 10% di controlli con raggi X o con meto-
mm e temperatura d’esercizio non superiore a 450°C. dologia equivalente,
(3) Per acciai al C e C-Mn, il trattamento termico di disten- • i giunti saldati diversi da quelli testa a testa devono
sione può essere omesso fino ad uno spessore di 30 essere esaminati con metodi magnetoscopici o con
mm se specialmente concordato con la Società.
altri tipi di controlli non distruttivi appropriati,
• per le saldature d’angolo dei collegamenti a flangia
Tabella 21 : Trattamento termico dopo saldatura ossi- può essere richiesto l’esame con metodi magneto-
acetilenica scopici o altri tipi di controlli non distruttivi appro-
priati, a discrezione del Tecnico.
Trattamento termico e
Tipo d’acciaio 3.6.4 Difetti e criteri d’accettabilità
temperatura (°C)
a) I giunti sui quali i controlli non distruttivi rivelino difetti
Acciai al C e C-Mn Normalizzazione da 880 a 940 non accettabili devono essere risaldati e quindi devono
0,3 Mo Normalizzazione da 900 a 940 essere sottoposti a nuovi controlli non distruttivi. Il Tec-
nico può richiedere che il numero dei giunti da sotto-
1Cr-0,5Mo Normalizzazione da 900 a 960 porre ai controlli non distruttivi sia maggiore di quelli
Rinvenimento da 640 a 720 risultanti dalle prescrizioni in [3.6.3].
2,25Cr-1Mo Normalizzazione da 900 a 960 b) I criteri di accettazione dei difetti sono:
Rinvenimento da 650 a 780
• per i tubi di Classe I, quelli definiti nella Parte D per
0,5Cr-0,5Mo- Normalizzazione da 930 a 980 il livello di qualità speciale,
0,25V Rinvenimento da 670 a 720 • per i tubi di Classe II, quelli definiti nella Parte D per
il livello di qualità normale.
3.6 Ispezione dei giunti saldati

3.6.1 Generalità 4 Piegatura dei tubi


a) L’ispezione dei giunti saldati dei tubi in pressione deve
essere eseguita a vari stadi di fabbricazione a seguito 4.1 Applicabilità
delle qualifiche definite in [3.1.1], c).
4.1.1 Le prescrizioni del presente Articolo si applicano a
b) L’esame riguarda principalmente i pezzi da saldare tubi:
dopo la loro preparazione, i giunti saldati una volta che
siano stati completati e le condizioni per eseguire un • in acciaio legato ed acciaio non legato,
eventuale trattamento termico. • rame e leghe di rame.
c) Gli esami richiesti devono essere eseguiti da operatori
qualificati in accordo con tecniche e procedure che 4.2 Processo di piegatura
siano a soddisfazione del Tecnico.
4.2.1 Generalità
3.6.2 Esame visivo Il processo di piegatura deve essere tale da non avere
I giunti saldati, compresa la parte interna, quando possibile, influenza negativa sulle caratteristiche dei materiali o sulla
devono essere sottoposti ad esame visivo. robustezza dei tubi.

170 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 10

4.2.2 Raggio di piegatura 5 Sistemazione ed installazione degli


A meno che non sia altrimenti giustificato, il raggio di pie- impianti di tubolature
gatura misurato in corrispondenza dell’asse dei tubi non
deve essere inferiore a: 5.1 Generalità
• 2 volte il diametro esterno per tubi in rame e leghe di
rame, 5.1.1 Gli impianti di pompe e tubolature coperti dal rego-
lamento devono essere installati permanentemente a bordo,
• 3 volte il diametro esterno per tubi in acciaio piegati a eccetto per quanto specificamente indicato.
freddo.
5.2 Sistemazione delle casse e cisterne e
4.2.3 Criteri di accettabilità
dei componenti degli impianti di tubola-
a) I tubi devono essere piegati in modo tale che in corri- ture
spondenza di ogni sezione trasversale la differenza fra il
diametro massimo e quello minimo dopo la piegatura 5.2.1 Impianti di fluidi infiammabili
non sia superiore al 10% del diametro medio; valori più La sistemazione delle casse e cisterne e dei componenti
alti, ma non superiori al 15% possono essere permessi degli impianti di tubolature che convogliano fluidi infiam-
nel caso di tubi che non siano soggetti in esercizio a mabili in pressione devono essere in accordo con [5.10].
momenti flettenti apprezzabili dovuti a dilatazione o
contrazione termica. 5.2.2 Tubolature con estremità aperte
Si deve prestare particolare attenzione alle prescrizioni
b) La piegatura deve essere tale che la profondità delle cor- relative ai tubi con le estremità aperte a bordo delle navi
rugazioni sia la più piccola possibile e che non sia supe- che devono soddisfare le prescrizioni in [5.5].
riore al 5% della lunghezza delle corrugazioni stesse.
5.2.3 Tubolature entro le casse e cisterne
4.2.4 Piegatura a caldo a) Il passaggio di tubi attraverso le casse e cisterne, quando
a) Nel caso di piegatura a caldo, devono essere prese tutte permesso, normalmente richiede sistemazioni partico-
le precauzioni adeguate per un controllo accurato della lari, quali spessori rinforzati o gallerie, in particolare
temperatura del metallo e per impedire un raffredda- per:
mento veloce, specialmente nel caso di acciai legati. • tubi di sentina,
b) La piegatura a caldo deve essere generalmente eseguita • tubi di zavorra,
in un campo di temperature fra 850°C e 1000°C per • ombrinali e scarichi sanitari,
tutti i tipi di acciaio; tuttavia una riduzione di tempera- • tubi per sonde, sfoghi d’aria e rigurgiti,
tura fino a 750°C può essere accettata durante il pro- • tubi di combustibile liquido.
cesso di formatura.
b) Le giunzioni dei tubi entro le casse e cisterne devono
essere saldate o flangiate. Vedere anche [2.4.3].
4.3 Trattamenti termici dopo la piegatura
5.2.4 Scarichi fuori bordo
4.3.1 Rame e leghe di rame Gli scarichi fuori bordo devono essere sistemati in modo
tale da impedire scarichi d’acqua nelle imbarcazioni di sal-
I tubi di rame e leghe di rame devono essere adeguata-
vataggio durante le operazioni di messa a mare.
mente ricotti dopo la piegatura a freddo se il loro diametro
esterno è superiore a 50 mm. 5.2.5 Tubolature ed apparecchiature elettriche
Per quanto possibile, i tubi non devono passare in prossi-
4.3.2 Acciaio mità di quadri elettrici ed altre apparecchiature elettriche.
a) Dopo la piegatura a caldo eseguita entro il campo di Se è impossibile ottemperare a tale prescrizione, devono
temperature specificato in [4.2.4], si applicano le pre- essere sistemate, ogniqualvolta ritenuto necessario, ghiotte
scrizioni seguenti: o schermi tali da impedire getti di liquidi o vapore sulle
parti in tensione.
• per acciai al C, C-Mn e C-Mo, non è richiesto alcun
trattamento termico,
5.3 Passaggi attraverso paratie o ponti sta-
• per acciai al Cr-Mo e Cr-Mo-V, è richiesto un tratta- gni
mento termico di distensione in accordo con le pre-
scrizioni in Tab 20. 5.3.1 Generalità
b) Dopo la piegatura a caldo eseguita al di fuori del campo Le prescrizioni presenti si applicano esclusivamente a navi
di temperature specificato in [4.2.4], un nuovo tratta- da carico.
mento termico in accordo con le prescrizioni in Tab 21 5.3.2 Passaggi a paratia o ponte stagno
è richiesto per tutti i tipi d’acciaio.
a) Qualora sia necessario far passare tubolature e condotte
c) Dopo la piegatura a freddo con un raggio inferiore a 4 di ventilazione attraverso paratie stagne e ponti interni,
volte il diametro esterno del tubo, è richiesto un tratta- devono essere previsti dispositivi per mantenere l’inte-
mento termico in accordo con le prescrizioni in Tab 21. grità della tenuta stagna.

Regolamenti RINA 2005 171


Parte C, Cap 1, Sez 10

b) Piombo o altri materiali sensibili al calore non devono 5.5 Prevenzione dell’allagamento progres-
essere adoperati in dispositivi per il passaggio delle sivo
tubolature attraverso ponti e paratie stagne di comparti-
mentazione, qualora il deterioramento di tali dispositivi 5.5.1 Principi
in caso d’incendio possa degradare l’integrità della a) Allo scopo di soddisfare le prescrizioni per la comparti-
tenuta stagna della paratia o del ponte. mentazione e per la stabilità in condizioni di avaria in
Quanto sopra si applica particolarmente agli impianti Parte B, Cap 3, Sez 3, devono essere prese misure atte
seguenti: ad impedire qualsiasi allagamento progressivo di un
compartimento asciutto nel quale vi sia un tubo ad
• impianto di sentina, estremità aperta, nel caso in cui il tubo venga danneg-
• impianto di zavorra, giato o rotto in un altro compartimento a causa di colli-
sione o incaglio.
• ombrinali e scarichi di impianti sanitari.
b) A tale scopo, se i tubi sono sistemati entro comparti-
c) Qualora siano adoperati collegamenti imbullonati pas- menti che si suppongono allagati, devono essere previ-
santi attraverso paratie stagne o ponti, le viti non ste misure per assicurare che l’allagamento progressivo
devono essere avvitate attraverso la lamiera. Se sono non possa estendersi a compartimenti diversi da quelli
adoperati collegamenti saldati, essi devono essere sal- supposti allagati in ciascun caso di avaria. Tuttavia la
dati da entrambi i lati delle paratie o ponti. Società potrà permettere allagamenti progressivi ridotti
purché sia dimostrato che il loro effetto possa essere
d) I passaggi dei tubi in plastica attraverso paratie stagne o facilmente controllato e che la sicurezza della nave non
ponti devono essere in accordo con le prescrizioni in venga ridotta. Fare riferimento a Parte B, Cap 3, Sez 3.
App 3, [3.6.2].
5.5.2 Estensione dell’avaria
5.3.3 Passaggi attraverso la paratia di collisione Per la definizione dell’estensione trasversale dell’avaria da
a) Sulle navi da carico non più di due tubi possono passare ipotizzare deve essere fatto riferimento a Parte B, Cap 3,
attraverso la paratia di collisione al di sotto del ponte di Sez 3.
bordo libero. Tali tubi devono avere valvole appropriate
5.5.3 Sistemazione delle tubolature
azionabili da una posizione al di sopra del ponte di
bordo libero ed i corpi delle valvole devono essere fis- a) Nell’estensione di avaria assunta non devono essere
sati alla paratia all’interno del gavone di prora. Tali val- contenuti tubi che abbiano una estremità aperta in un
vole possono essere sistemate sulla parte poppiera della compartimento sistemato al di fuori di detta estensione,
paratia di collisione purché siano facilmente accessibili eccetto quando la sezione di tale tubo non supera 50
in tutte le condizioni di esercizio e lo spazio nel quale cm2.
sono sistemate non sia uno spazio per il carico. Tutte le Nota 1: Quando si considerano più tubi il limite di 50 cm2 si
valvole devono essere di acciaio, bronzo o altro mate- applica alla loro sezione totale.
riale tenace approvato. Valvole di ghisa grigia o altro b) Qualora le prescrizioni in a) non possano essere soddi-
materiale simile non sono accettabili. sfatte, a seguito di un esame speciale da parte della
Società, i tubi potranno essere sistemati entro la zona
b) Il passaggio dei tubi che attraversano le paratie di colli-
interessata dell’ avaria ipotizzata, purché :
sione di navi da passeggeri deve essere in accordo con
Parte E, Cap 11, Sez 2, [2.1.3]. • sia sistemata una valvola di intercettazione aziona-
bile da un punto al di sopra del ponte delle paratie
c) Il dispositivo di comando a distanza delle valvole di cui sistemata in corrispondenza di ogni passaggio attra-
in a) deve avere un indicatore che mostri se la valvola è verso una paratia stagna e collegata direttamente
aperta o chiusa. alla paratia, o
• sia sistemata una valvola di intercettazione aziona-
5.4 Indipendenza delle tubolature bile da un punto al di sopra del ponte delle paratie
ad entrambe le estremità del tubo in riferimento; le
5.4.1 In genere le tubolature di sentina e di zavorra valvole ed il loro sistema di comando devono essere
devono essere interamente indipendenti e distinte dalle al di fuori dell’estensione dell’avaria assunta, o
tubolature che convogliano carichi liquidi, olio lubrificante • le casse o le cisterne alle quali porta il tubo vengano
e combustibili liquidi, con l’eccezione di: considerate allagate nei calcoli della stabilità in caso
di avaria, quando si verifica un’avaria in uno dei
• tubi fra le valvole multiple e le pompe,
compartimenti attraversati dal tubo.
• tubi fra le pompe e gli scarichi fuori bordo, c) Le valvole per cui si richiede il comando da un punto al
• tubi che riforniscono compartimenti che possano essere di sopra del ponte delle paratie devono essere munite di
usati alternativamente per zavorra, per combustibile un indicatore che mostri se la valvola è aperta o chiusa.
liquido o per il trasporto di carichi liquidi o solidi, pur- Qualora la valvola sia comandata a istanza per mezzo
ché tali tubi siano muniti di flange cieche o di un dispo- di dispositivi diversi da quelli meccanici e quando il
sitivo di interscambio che impedisca la possibilità di dispositivo di comando a distanza è sistemato anche
manovre errate. parzialmente entro l’estensione dell’avaria ipotizzata, il

172 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 10

dispositivo stesso deve essere tale che la valvola si costruiti o con un trattamento o un rivestimento ade-
chiuda automaticamente in caso di perdita di energia. guato.
d) I tubi degli sfoghi d’aria e dei rigurgiti devono essere b) La planimetria e la sistemazione dei tubi per l’acqua di
sistemati in modo tale da impedire la possibilità di alla- mare deve essere tale da impedire curve brusche ed
gamento delle altre casse o cisterne in altri comparti- improvvisi cambiamenti di sezione così come zone
menti stagni nel caso in cui una cisterna si allaghi. nelle quali l’acqua possa stagnare. La superficie interna
La sistemazione deve essere tale che nel campo dei dei tubi deve essere la più liscia possibile, specialmente
bracci raddrizzanti residui oltre l’angolo di equilibrio, in corrispondenza dei giunti. Qualora i tubi siano pro-
non possa avvenire l’allagamento progressivo di casse o tetti dalla corrosione per mezzo di zincatura o altro rive-
cisterne e compartimenti stagni diversi da quelli alla- stimento interno devono essere prese misure perché tale
gati. protezione sia applicata con continuità per quanto pos-
sibile, in particolare in corrispondenza dei giunti.

5.6 Dispositivi per la dilatazione c) Nel caso in cui tubi di acciaio zincato vengano impie-
gati per impianti d’acqua di mare, la velocità dell’acqua
5.6.1 Generalità non deve essere superiore a 3 m/s.
Gli impianti devono essere progettati ed i tubi devono d) Nel caso in cui vengano usati tubi di rame per gli
essere fissati in modo da permettere i movimenti relativi fra impianti d’acqua di mare, la velocità dell’acqua non
i tubi e le strutture della nave, con particolare riferimento a: deve essere superiore a 2 m/s.
• la temperatura del fluido convogliato, e) Devono essere prese misure atte ad impedire la corro-
• il coefficiente di dilatazione termica dei materiali dei sione galvanica.
tubi,
5.8.3 Protezione contro il gelo
• la deformazione dello scafo della nave. I tubi devono essere adeguatamente coibentati contro il
freddo qualora ciò sia ritenuto necessario per impedire la
5.6.2 Sistemazione dei dispositivi di dilatazione
formazione di brina.
Tutti i tubi soggetti a dilatazione termica e quelli che, a
Tale è il caso dei tubi che attraversano locali refrigerati per
causa della loro lunghezza, possono essere influenzati dalla
impianti diversi da quelli necessari per assicurare la refrige-
deformazione dello scafo, devono avere dispositivi di dila-
razione di detti locali.
tazione o anse di dilatazione.
5.8.4 Protezione dei tubi e componenti ad alta
5.7 Sostegni dei tubi temperatura
a) Tutti i tubi e gli altri componenti la cui temperatura può
5.7.1 Generalità essere superiore a 220 °C devono essere efficacemente
A meno che non sia specificato altrimenti, le tubolature per coibentati. Se necessario si dovranno prendere misure
fluidi indicate nella presente Sezione devono essere colle- atte ad impedire che la coibentazione possa impre-
gati alle strutture della nave per mezzo di collari o disposi- gnarsi di liquidi infiammabili.
tivi simili. b) Deve essere data particolare attenzione al rivestimento
in corrispondenza delle flange.
5.7.2 Sistemazione dei supporti
I costruttori devono curare che:
5.9 Valvole ed accessori
a) La sistemazione dei supporti e dei collari sia tale che i
tubi e le flange non siano sottoposti a sollecitazioni di 5.9.1 Generalità
flessione anormali, tenendo conto della loro massa pro- In genere i rubinetti, le valvole e gli altri accessori devono
pria, del metallo di cui sono fatti, della natura e delle essere sistemati in modo da essere facilmente visibili ed
caratteristiche del fluido convogliato, come pure delle accessibili per la manovra, controllo e manutenzione. Essi
contrazioni e dilatazioni cui sono soggetti. devono essere installati in modo da poter essere azionati
b) I componenti particolarmente pesanti delle tubolature, appropriatamente.
quali le valvole, devono essere sopportati indipendente-
5.9.2 Valvole ed accessori
mente.
a) Nei locali macchina e nelle gallerie, i rubinetti, le val-
vole e gli altri accessori delle tubolature di fluidi trattati
5.8 Protezione dei tubi nella presente Sezione devono essere sistemati:
5.8.1 Protezione contro gli urti • al di sopra dei piani di calpestio,
I tubi che passano attraverso le stive e gli interponti devono • o, quando ciò non sia possibile, appena al di sotto
essere protetti contro gli urti da casse robuste. del piano di calpestio, purché siano prese misure
affinché l’accesso a tali accessori ed il loro
5.8.2 Protezione contro la corrosione e l’erosione comando siano facili durante l’esercizio.
a) I tubi devono essere protetti efficacemente contro la b) I volantini di comando delle valvole delle prese a mare
corrosione, in particolare nelle parti maggiormente basse devono elevarsi di almeno 0,45 m al di sopra del
esposte, o con la scelta dei materiali con cui sono più basso piano di calpestio.

Regolamenti RINA 2005 173


Parte C, Cap 1, Sez 10

5.9.3 Tubi flessibili e giunti di dilatazione cante ed altri liquidi infiammabili non possono essere tra-
a) I tubi flessibili ed i giunti di dilatazione devono essere sportati nel gavone di prora od in altre cisterne a proravia
sistemati in modo tale da essere sempre accessibili. della paratia di collisione.

b) I tubi flessibili ed i giunti di dilatazione devono essere i 5.10.3 Misure per la prevenzione dell'accensione di
più corti possibile. perdite di liquidi infiammabili (1/7/2002)
c) Il raggio di curvatura dei tubi flessibili non deve essere
a) Per quanto possibile, le parti degli impianti di combusti-
inferiore al minimo raccomandato dal Fabbricante.
bile liquido ed olio lubrificante contenenti olio riscal-
d) I tubi collegati devono essere opportunamente allineati, dato con pressione superiore a 0,18 MPa devono essere
sopportati, guidati ed ancorati. sistemati al di sopra del copertino o in altre posizioni
e) Valvole di intercettazione devono essere sistemate in dalle quali difetti o perdite possano venire facilmente
modo da permettere l’intercettazione dei tubi flessibili osservati.
che convogliano liquidi infiammabili o aria compressa. I locali macchine devono essere adeguatamente illumi-
f) I giunti di dilatazione devono essere protetti contro nati in corrispondenza di tali parti.
l’eccessiva dilatazione o compressione.
b) Non devono essere sistemate casse o cisterne per liquidi
g) Qualora vi sia il rischio che possano subire danni infiammabili in posizioni nelle quali perdite o stillicidi
esterni, i tubi flessibili ed i giunti di dilatazione del tipo possano costituire un pericolo cadendo su:
a soffietto devono essere provvisti di protezione ade-
guata. • superfici calde, comprese quelle di caldaie, riscal-
datori, tubi di vapore, collettori del gas di scarico,
5.9.4 Termometri silenziatori,
I termometri e gli altri dispositivi per determinare la tempe-
• apparecchiature elettriche,
ratura negli impianti di fluidi in pressione devono essere
muniti di pozzetti costruiti ed assicurati in modo che i ter- • prese d'aria,
mometri ed i sensori possano essere rimossi mentre i tubi
sono in pressione. • altre fonti d'ignizione.

5.9.5 Manometri c) Le parti degli impianti di liquidi infiammabili con pres-


sione superiore a 0,18 MPa, quali pompe, filtri o riscal-
I manometri e altri strumenti simili devono essere dotati di
datori, devono soddisfare le prescrizioni di cui in b).
una valvola o rubinetto di intercettazione in corrispondenza
del collegamento col tubo principale. d) Le tubolature dei liquidi infiammabili non devono
essere ubicate immediatamente al di sopra o in prossi-
5.9.6 Targhe
mità di unità ad elevata temperatura, comprese le cal-
a) Gli accessori quali i rubinetti e le valvole degli impianti daie, le tubolature di vapore, i collettori dei gas di
dei fluidi trattati nella presente Sezione devono avere scarico, i silenziatori od altre apparecchiature per le
una targa indicante l’impianto e le tubolature servite, a quali è richiesta la coibentazione in Sez 1, [3.7.1]. Per
meno che, a causa della loro posizione a bordo, non quanto realizzabile, le tubolature dei liquidi infiamma-
possa esistere alcun dubbio sul loro scopo. bili devono essere sistemate lontano da superfici calde,
b) Targhe devono essere sistemate in corrispondenza della installazioni elettriche o altre sorgenti di ignizione e
parte alta dei tubi degli sfoghi d’aria e dei tubi sonda. devono essere schermate o altrimenti opportunamente
protette per impedire spruzzi o perdite di liquido sulle
sorgenti di ignizione. Devono essere adottate precau-
zioni per impedire che qualsiasi liquido infiammabile
5.10 Prescrizioni aggiuntive per fluidi infiam- che possa fuoriuscire sotto pressione da qualsiasi
mabili pompa, filtro o riscaldatore venga in contatto con super-
fici riscaldate.
5.10.1 Generalità
e) Qualsiasi valvola di sicurezza degli impianti di combu-
Le prescrizioni in [5.10.3] e [5.10.4] si applicano a: stibile liquido ed olio lubrificante deve scaricare in una
• Impianti di combustibile liquido in tutti i locali, posizione sicura, come una cassa dedicata. Vedi anche
• impianti d’olio lubrificante, nel locale macchine, [9.1.7], comma a).

• altri impianti di liquidi infiammabili, in posizioni dove


5.10.4 Precauzioni per il contenimento delle perdite
sono presenti fonti d’ignizione. di liquidi infiammabili
5.10.2 Proibizione del trasporto di liquidi a) Le casse e le cisterne usate come deposito di liquidi
infiammabili nei gavoni di prora infiammabili ed i loro accessori devono essere sistemate
Nelle navi da carico di stazza lorda superiore a 400 ton e in modo tale da impedire stillicidi dovuti a perdite o
nelle navi da passeggeri, combustibili liquidi, olio lubrifi- sovrariempimento.

174 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 10

b) Devono essere sistemate ghiotte dotate di mezzi di dre- bustibile liquido o carico liquido per i quali siano sistemati
naggio che contengano eventuali stillicidi da impianti di altri efficaci dispositivi di esaurimento. Devono essere siste-
liquidi infiammabili: mati mezzi efficaci per il prosciugamento dell’acqua nelle
• sotto le casse indipendenti (vedere App 4, [2.3.2]) stive coibentate.
• sotto i bruciatori, L’impianto di pompaggio di sentina non è inteso a far fronte
• sotto i depuratori ed altre apparecchiature di pro- ad un ingresso d’acqua provocato da un danneggiamento
cesso di tali liquidi, strutturale o della tubolatura principale dell’acqua di mare.
• sotto le pompe, scambiatori di calore e filtri, 6.2.2 Disponibilità dell’impianto di sentina
• sotto le valvole e tutti gli accessori soggetti a stillici- L’impianto di sentina deve avere la possibilità di funzionare
dio, nello stesso tempo in cui gli altri impianti essenziali della
• intorno ai motori a combustione interna. nave, ed in particolare l’impianto d’estinzione incendi,
c) L’altezza delle mastre delle ghiotte deve essere tale da sono in funzione.
contenere tutto lo stillicidio potenziale.
6.2.3 Impianti di sentina e zavorra
d) Qualora le caldaie siano sistemate su interponti di mac- La sistemazione degli impianti di sentina e di zavorra deve
china ed il locale caldaie non sia separato dal locale essere tale da impedire che l’acqua, dal mare e dai compar-
macchine mediante paratie stagne, l’interponte dovrà timenti di zavorra, passi in spazi per il carico o in locali mac-
essere munito di una mastra stagna all’olio di almeno chine o passi da un compartimento ad un altro.
200 mm d’altezza.
Devono essere adottati gli accorgimenti necessari per impe-
e) Se sono sistemati tubi di drenaggio per raccogliere lo dire che qualsiasi cassa alta con collegamenti alle tubola-
stillicidio, essi devono scaricare in una adeguata cassa ture di sentina e di zavorra possa essere inavvertitamente
di drenaggio. allagata dall’acqua di mare, quando contiene carico, o
5.10.5 Cassa di drenaggio possa essere scaricata attraverso una pompa di sentina,
quando contiene acqua di zavorra.
a) La cassa di drenaggio non deve essere parte di un
sistema di rigurgiti e deve essere munita di un disposi-
tivo d’allarme di troppo pieno. 6.3 Progetto dell’impianto di sentina
b) Nelle navi che devono avere un doppio fondo, quando 6.3.1 Generalità
la cassa di drenaggio è costruita nel doppio fondo,
a) L’impianto di pompaggio di sentina deve consistere di
devono essere prese appropriate precauzioni al fine di
pompe collegate a un collettore di sentina sistemato in
evitare che l’acqua del mare trabocchi nel locale mac-
modo tale da permettere il prosciugamento di tutti gli
china in cui sono sistemate le ghiotte in seguito a un
spazi menzionati in [6.2.1] attraverso branchetti di sen-
accidentale incaglio.
tina, cassette di distribuzione ed aspirazioni di sentina,
5.10.6 Valvole eccetto per alcuni piccoli spazi in cui aspirazioni indivi-
Deve essere possibile comandare tutte le valvole e rubinetti duali per mezzo di pompe a mano possono essere
che fanno parte di un impianto di liquido infiammabile da accettate come indicato in [6.6.3] e [6.6.4].
una posizione facilmente accessibile e, nei locali mac- b) Se ritenuto accettabile dalla Società, può essere data
chine, da una posizione al di sopra del copertino di lavoro. deroga dalla sistemazione di un impianto di pompaggio
di sentina in alcuni compartimenti, purché la sicurezza
5.10.7 Sensori di livello della nave non sia pregiudicata.
I sensori di livello nelle casse e cisterne contenenti liquidi
infiammabili devono avere involucro d’acciaio o in altro 6.3.2 Numero e distribuzione delle aspirazioni di
materiale resistenti al fuoco. sentina
a) Il prosciugamento dei compartimenti stagni deve essere
6 Impianti di sentina possibile quando la nave ha un assetto orizzontale ed è
o diritta o inclinata fino a 5° da entrambi i lati, mediante
almeno:
6.1 Applicabilità
• due aspirazioni nei locali macchina, compresi un
6.1.1 Le prescrizioni del presente Articolo non si appli- branchetto d’aspirazione ed una aspirazione diretta,
cano agli impianti di sentina di navi prive di impianto di nonché, inoltre, per i locali che contengono mac-
propulsione. Vedere Parte E, Capitolo 19. chinari di propulsione, un’aspirazione di sentina
d’emergenza,
6.2 Principi • un’aspirazione negli altri spazi.
Vedere anche [6.5.5].
6.2.1 Generalità
Deve essere sistemato un efficiente impianto di pompe e b) Le aspirazione di sentina devono essere sistemate come
tubolature di sentina atto ad esaurire, fino a prosciugarlo, in segue:
tutte le condizioni che si verificano in pratica, qualsiasi • in genere devono essere sistemate aspirazioni ai lati
compartimento stagno eccetto quegli spazi esclusivamente del compartimento eccetto nel caso di comparti-
destinati a contenere acqua dolce, acqua di zavorra, com- menti corti e stretti quando un’unica aspirazione

Regolamenti RINA 2005 175


Parte C, Cap 1, Sez 10

assicura un efficace prosciugamento nelle condi- della nave è maggiore di 5°, deve essere sistemato
zioni di cui sopra., anche un pozzetto con aspirazione centrale.
• nel caso di compartimenti di forma non comune, b) Se il doppio fondo è di un disegno particolare, ha
potranno essere richieste ulteriori aspirazioni per discontinuità o un pozzo longitudinale, il numero e la
assicurare un efficace prosciugamento nelle condi- posizione delle aspirazioni di sentina sarà oggetto di
zioni indicate in [6.3.2], a). considerazione speciale da parte della Società.
c) Devono in ogni caso essere adottati tutti gli accorgi-
6.4.4 Navi con stive di lunghezza superiore a 30 m
menti necessari affinché l’acqua scorra verso le aspira-
zioni di sentina facilmente e liberamente. In stive di lunghezza superiore a 30 m le aspirazioni di sen-
tina devono essere sistemate in corrispondenza delle estre-
6.3.3 Mezzi per impedire la comunicazione tra i vari mità poppiera e prodiera.
spazi - Indipendenza delle tubolature
6.4.5 Ulteriori aspirazioni
a) Le tubolature di sentina devono essere sistemate in
modo da impedire involontari allagamenti di comparti- Ulteriori aspirazioni possono essere richieste nella parte
menti asciutti. prodiera delle stive delle navi, che potrebbero normalmente
navigare appruate.
b) Le tubolature di sentina devono essere completamente
indipendenti e distinte dalle altre tubolature, eccetto 6.4.6 Prosciugamento delle stive destinate al
quando permesso in [5.4]. trasporto di veicoli a motore con combustibile
liquido nei loro serbatoi per la loro
c) Nelle navi progettate per il trasporto di liquidi tossici o
propulsione, con esclusione delle stive di navi
infiammabili in stive chiuse, l’impianto di pompaggio di tipo “ro-ro”
sentina deve essere progettato in modo da impedire
Nelle stive destinate al trasporto di veicoli a motore con
l’inavvertito pompaggio di tali liquidi attraverso le
combustibile liquido nei loro serbatoi per la loro propul-
pompe o tubolature nei locali macchina. Vedere anche
sione, con esclusione delle stive di navi tipo “ro-ro”, in cui
Cap 4, Sez 11, [2.6.1].
sia sistemato un impianto fisso di estinzione incendi a piog-
gia, l’impianto di pompaggio deve essere tale da impedire il
6.4 Prosciugamento delle stive per il carico formarsi di specchi liberi. Se ciò non fosse possibile,
l’effetto negativo del peso aggiunto e dello specchio libero
6.4.1 Generalità sulla stabilità dovrà essere tenuto in considerazione, come
a) Nelle stive del carico devono essere sistemati branchetti ritenuto necessario dalla Società, nella sua approvazione
d’aspirazione di sentina collegati al collettore di sen- delle informazioni sulla stabilità. Vedere Parte B,
tina. Capitolo 3.
b) Le sistemazioni per prosciugare le stive del carico che 6.4.7 Prosciugamento delle stive destinate al
possano essere usate alternativamente per zavorra o per traporto di liquidi infiammabili o tossici
contenere combustibile liquido o per trasportare carichi
Nelle navi progettate per il trasporto di liquidi infiammabili
liquidi o solidi, devono sottostare alle prescrizioni in
o tossici in locali del carico chiusi e quando tali liquidi ven-
[7.1].
gono trasportati in grande quantità deve essere considerata
6.4.2 Navi senza doppio fondo la necessità di provvedere ulteriori mezzi di prosciugam-
neto di tali locali. Vedere Cap 4, Sez 11, [2.6].
a) Nelle navi senza doppio fondo le aspirazioni di sentina
devono essere sistemate nelle stive:
6.5 Prosciugamento dei locali macchine
• all’estremità poppiera nella zona centrale quando
l’innalzamento del fondo verso i fianchi è superiore 6.5.1 Generalità
a 5°, Qualora tutti i macchinari di propulsione, caldaie ed ausi-
• all’estremità poppiera da entrambi i lati negli altri liari principali siano sistemati nello stesso locale stagno, le
casi. aspirazioni di sentina devono essere distribuite e sistemate
b) Ulteriori aspirazioni potranno essere richieste se, a in accordo con le prescrizioni in [6.5.5].
causa della forma particolare dei madieri, l’acqua nel
6.5.2 Branchetti d’aspirazione
compartimento non può essere completamente prosciu-
gata mediante le aspirazioni indicate in a). I branchetti d’aspirazione di sentina devono essere collegati
al collettore principale di sentina.
6.4.3 Navi con doppio fondo
6.5.3 Aspirazione diretta
a) Nelle navi con doppio fondo le aspirazioni di sentina
L’aspirazione diretta deve essere collegata direttamente ad
devono essere sistemate nella parte poppiera della stiva
una pompa di sentina indipendente azionata da energia
da entrambi i lati. Se la lamiera del cielo del doppio
meccanica e sistemata in modo tale da poter essere adope-
fondo è estesa da lato a lato le aspirazioni di sentina
rata indipendentemente dal collettore principale di sentina.
devono essere sistemate in corrispondenza di pozzetti
posizionati alle estremità dei lati della stiva. Se l’inclina- Sarà data considerazione speciale all’impiego di eiettori
zione del fasciame del doppio fondo verso il centro attraverso l’aspirazione diretta.

176 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 10

6.5.4 Aspirazione di sentina d’emergenza 6.6 Prosciugamento di spazi asciutti diversi


da stive e locali macchine
a) L’aspirazione di sentina d’emergenza deve essere por-
tata direttamente dal livello di prosciugamento nel 6.6.1 Generalità
locale macchina alla pompa principale di circolazione
a) Eccetto quando altrimenti specificato, le aspirazioni di
(o raffreddamento) e deve essere munita di valvola di sentina devono essere devono essere diramate da un
non ritorno. collettore principale di sentina.
b) Nelle navi in cui, a parere della Società, la pompa prin- b) Le sistemazioni per il prosciugamento delle casse e
cipale di circolazione (o di raffreddamento) non è adatta cisterne devono essere in accordo con le prescrizioni in
a tale scopo, l’aspirazione di emergenza della sentina [7].
deve essere portata direttamente dal livello di prosciu-
6.6.2 Prosciugamento delle intercapedini
gamento nel locale macchina alla pompa indipendente
più grande azionata da energia meccanica. Tale pompa a) Tutte le intercapedini devono essere munite di tubi
d’aspirazione collegati al collettore principale di sen-
non deve essere una pompa di sentina. La sua portata
tina.
durante il funzionamento dell’aspirazione di sentina
d’emergenza deve essere almeno uguale alla portata b) Quando le intercapedini sono divise in due o più parti,
richiesta per ogni pompa di sentina in [6.7.4]. da paratie longitudinali stagne o paramezzali è accetta-
bile un unico branchetto d’aspirazione collegato alle
c) L’aspirazione di sentina d’emergenza deve essere siste- zone d’estremità poppiera di ciascuna parte.
mata nei locali macchina nel più basso livello possibile.
6.6.3 Prosciugamento dei gavoni di prora e di
poppa
6.5.5 Numero e distribuzione delle aspirazioni nei
a) Qualora i gavoni non siano impiegati come cisterna e
locali con macchinari di propulsione
non sia sistemata un’aspirazione di sentina, il prosciu-
a) Nei locali con macchinari di propulsione, le aspirazioni gamento di entrambi i gavoni può essere effettuato
di sentina devono comprendere: mediante pompa a mano, purché l’altezza dell’aspira-
zione sia largamente entro la capacità della pompa e in
• qualora il fondo del locale, il fasciame del fondo, le nessun caso sia superiore a 7,3 m.
lamiere del cielo del doppio fondo siano inclinate b) Con l’eccezione di quanto permesso in [5.3.3], la para-
verso il centro per più di 5°, almeno due aspirazioni tia di collisione non deve essere forata al di sotto del
centrali, una diretta ed una da branchetto, o ponte di bordo libero.
• qualora il fondo dello spazio sia orizzontale o sia
inclinato verso i lati, almeno due aspirazioni, cioè
6.6.4 Prosciugamento degli spazi sopra i gavoni di
una diretta ed una da branchetto da ogni lato, prora e di poppa
• ed una aspirazione di sentina d’emergenza. a) Devono essere previsti mezzi per il prosciugamento dei
pozzi catene e dei compartimenti stagni sistemati al di
b) Se il cielo del doppio fondo è di un disegno particolare sopra del gavone di prora mediante pompe ad aziona-
o presenta discontinuità, potranno essere richieste ulte- mento meccanico o pompe a mano.
riori aspirazioni. b) I compartimenti contenenti macchine di governo o altri
piccoli locali chiusi sistemati al di sopra del gavone di
c) Qualora il locale di propulsione sia sistemato a poppa, poppa devono avere mezzi adeguati per il prosciuga-
aspirazioni devono essere normalmente previste su cia- mento mediante pompa ad azionamento meccanico o
scun lato in corrispondenza dell’estremità prodiera e, a pompa a mano. Tuttavia nel caso in cui le guarnizioni
meno che ciò non sia possibile a causa della forma del dell’asta del timone siano sistemate al di sotto della
locale, in corrispondenza di ciascun lato dell’estremità linea di galleggiamento di bordo libero estivo, le aspira-
poppiera del locale stesso. zioni di sentina del locale macchine di governo devono
essere collegate al collettore principale di sentina.
d) Nelle navi con propulsione elettrica, devono essere
prese misure per impedire l’accumulo d’acqua sotto i c) I compartimenti indicati in b) possono essere prosciu-
gati mediante ombrinali che scarichino nella galleria (o
generatori e i motori elettrici.
nei locali macchine nel caso di navi con macchina a
poppa) e muniti di rubinetti automatici sistemati in posi-
6.5.6 Numero e distribuzione delle aspirazioni in zioni ben visibili ed illuminate.
locali con caldaie ed ausiliari
Nota 1: Tale sistemazione non è applicabile a navi soggette alle
Nei locali caldaie ed ausiliari, le aspirazioni di sentina prescrizioni in [5.5], e in particolare a navi da passeggeri, a
devono comprendere: meno che esse non siano specificamente approvate in rela-
zione alla compartimentazione.
• branchetti d’aspirazione distribuiti come richiesto in
6.6.5 Prosciugamento delle gallerie
[6.4.2] a [6.4.5] per le stive.
a) Le gallerie devono essere prosciugate mediante aspira-
• un’aspirazione diretta. zioni collegate al collettore principale di sentina. Tali

Regolamenti RINA 2005 177


Parte C, Cap 1, Sez 10

aspirazioni devono essere in generale sistemate in poz- 6.7.4 Portata delle pompe
zetti nella zona poppiera delle gallerie stesse. a) Ogni pompa di sentina ad azionamento meccanico
b) Quando il cielo del doppio fondo in corrispondenza deve essere capace di pompare acqua attraverso il tubo
della galleria è inclinato da poppa verso prora deve del collettore principale di sentina regolamentare ad
essere sistemata un’ulteriore aspirazione in corrispon- una velocità di non meno di 2 m/s.
denza della parte prodiera di tale spazio. b) La portata di ogni pompa o gruppo di pompe non deve
essere inferiore a:
6.6.6 Prosciugamento degli spazi refrigerati
Q = 0,00565 d2
Devono essere previsti mezzi per il prosciugamento conti-
nuo della condensa negli spazi refrigerati ed in quelli in cui essendo:
sono sistemati gli aerorefrigeranti. Per tale ragione non Q : Portata minima di ogni pompa o gruppo di
devono essere sistemate valvole di intercettazione nelle pompe, in m3/h,
tubolature di prosciugamento di questi spazi, a meno che
esse non siano azionabili da una posizione facilmente d : Diametro interno, in mm, del collettore di
accessibile sistemata al di sopra della linea di massimo sentina come definito in [6.8.1].
carico. Nota 1: Per navi da carico di lunghezza inferiore a 35 m:
• la velocità dell’acqua da considerare per calcolare la por-
6.7 Pompe di sentina tata può essere ridotta a 1,22 m/s,
• la portata di ogni pompa o gruppo di pompe non deve
6.7.1 Numero e sistemazione delle pompe essere inferiore a Q = 0,00345 d2.
a) Per le navi da carico, devono essere sistemate almeno c) Se la portata di una delle pompe o di uno dei gruppi di
due pompe ad azionamento meccanico collegate al pompe è inferiore alla portata regolamentare, la defi-
collettore principale di sentina; una delle pompe può cienza può essere compensata da un eccesso di portata
essere azionata dai macchinari di propulsione. dell’altra pompa o gruppo di pompe; generalmente non
è permesso che tale deficienza sia superiore al 30%
b) Pompe di sentina azionate dai macchinari di propul-
della portata regolamentare.
sione non sono permessi su navi di oltre 1000 tonnel-
late di stazza lorda. Nota 2: Tale prescrizione non si applica alle navi passeggeri.

c) Ogni pompa può essere sostituita da un gruppo di d) La portata delle pompe a mano deve essere basata su un
pompe collegate al collettore di sentina, purché la loro movimento al secondo.
capacità complessiva soddisfi le prescrizioni in [6.7.4]. e) Quando si usa un eiettore in luogo di una pompa ad
d) Sistemazioni alternative, quali l’impiego di pompe a azionamento meccanico, la sua portata in aspirazione
mano in luogo di pompe ad azionamento meccanico, non deve essere inferiore alla portata regolamentare
saranno oggetto di considerazione speciale da parte della pompa da esso sostituita.
della Società.
6.7.5 Scelta delle pompe
6.7.2 Impiego degli eiettori a) Le pompe di sentina devono essere di tipo auto-ade-
Una delle pompe può essere sostituita da un eiettore idrau- scante. Le pompe centrifughe devono essere fornite di
lico collegato ad una pompa d’acqua ad alta pressione che dispositivi efficaci d’adescamento, a meno che non sia
possa assicurare il prosciugamento in condizioni simili a previsto un impianto approvato di adescamento che
quelle che si ottengono con l’altra pompa. assicuri l’adescamento delle pompe in tutte le condi-
zioni operative normali.
Nelle navi da passeggeri la pompa che alimenta l’eiettore
non può essere utilizzata per altri servizi. b) Non è necessario che le pompe di acqua di circola-
zione o di raffreddamento collegate ad un’aspirazione
6.7.3 Impiego delle pompe di sentina per altri di sentina d’emergenza siano del tipo autoadescante.
servizi c) Le pompe di impianti sanitari, servizi generali e zavorra
a) Le pompe di sentina possono essere adoperate per altri possono essere accettate come pompa di sentina indi-
servizi, quali incendio, servizi generali, servizi sanitari, pendente ad azionamento meccanico se provviste dei
o zavorra purché: collegamenti necessari con l’impianto di pompaggio di
• tali servizi siano di natura intermittente, sentina.

• ogni avaria agli impianti di tubolature collegati alle d) Le pompe a mano devono avere un’altezza d’aspira-
pompe di sentina non renda l’impianto di sentina zione massima non superiore a 7,3 m e devono essere
non funzionante, azionabili da una posizione sistemata al di sopra della
linea di galleggiamento di massimo carico.
• le pompe siano immediatamente disponibili per il
servizio di sentina, quando necessario. 6.7.6 Collegamento delle pompe ad azionamento
b) L’impiego delle pompe di sentina per estinzione incendi meccanico
deve essere in accordo con le prescrizioni in Cap 4, a) Le pompe di sentina e le altre pompe impiegate per ser-
Sez 6. vizi essenziali che abbiano aspirazioni o mandate in

178 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 10

comune, devono essere collegate ai tubi in maniera tale deve tuttavia essere non inferiore a due volte la sezione il bran-
che: chetto d’aspirazione più grande in questi spazi.
• i compartimenti e le tubolature restino separati in b) In nessun caso il diametro interno effettivo può essere:
modo da impedire eventuali intercomunicazioni, • inferiore al diametro calcolato con la formula in a)
• l’azionamento di una pompa non sia influenzato dal meno 5 mm, o
funzionamento contemporaneo delle altre pompe. • inferiore a 60 mm.
b) Sia reso possibile l’isolamento di qualsiasi pompa di
sentina per ispezione, riparazione o manutenzione 6.8.2 Branchetti di aspirazione
senza impedire il funzionamento delle altre pompe di La sezione di ogni branchetto che collega il collettore di
sentina. sentina ad un cassetta di distribuzione di sentina non deve
essere inferiore alla somma delle sezioni prescritte per i due
branchetti d’aspirazione più grandi collegati a detta cas-
6.7.7 Alimentazione elettrica dei motori delle setta. Tuttavia non è necessario che tale sezione sia supe-
pompe sommerse riore a quella del collettore di sentina.
a) Qualora siano adoperate pompe di sentina sommerse,
6.8.3 Branchetti d’aspirazione di sentina (1/7/2004)
deve essere possibile avviarne i motori da una posizione
conveniente al di sopra del ponte delle paratie. a) Il diametro interno, in mm, dei tubi situati tra le cassette
di distribuzione e le aspirazioni nelle stive e nei locali
b) Qualora vi sia un dispositivo addizionale per l’avvia-
macchine, non deve essere inferiore al diametro otte-
mento dal posto di un motore di una pompa di sentina
nuto dalla formula seguente (può essere accettato un
fissa che può essere sommersa, il circuito deve essere
diametro effettivo inferiore, come detto in [6.8.1] b):
realizzato in modo che tutti i conduttori che partono da
questo dispositivo possano essere sconnessi da una d 1 = 25 + 2 ,16 L 1 ( B + D )
posizione adiacente all’avviatore installato sul ponte.
essendo:
BeD : Come definiti in [6.8.1]
6.8 Dimensioni dei tubi di sentina
L1 : Lunghezza del compartimento, in m.
6.8.1 Collettore di sentina (1/1/2001) d1 non deve essere inferiore a 50 mm e può non essere
a) Il diametro del collettore di sentina deve essere calco- superiore a 100 mm.
lato con la formula seguente: b) Per navi, diverse dalle navi da passeggeri, con casse
d = 25 + 1 ,68 L ( B + D ) laterali di zavorra formanti un doppio scafo, il diametro
dei branchetti d’aspirazione nelle stive può essere deter-
essendo:
minato introducendo, al posto di B, la larghezza effet-
d : Diametro interno del collettore di sentina, tiva delle stive al mezzo nave.
in mm,
L : Lunghezza della nave misurata tra le per- 6.8.4 Aspirazioni dirette diverse dalle aspirazioni di
pendicolari condotte all’estremità del mas- emergenza
simo galleggiamento di a) Le aspirazioni dirette devono essere sistemate opportu-
compartimentazione, in m, namente e quelle nei locali macchine devono avere un
B : Larghezza massima della nave fuori ossatura diametro non inferiore a quello regolamentare dei col-
misurata al massimo galleggiamento di lettori principali di sentina.
compartimentazione o al di sotto di esso, in b) In navi da carico con locali macchine di piccole dimen-
m sioni separati, la dimensione dell’aspirazione diretta
D : Altezza di costruzione della nave al ponte può essere non più grande di quella data in [6.8.3] per
delle paratie, in m. In una nave che abbia le aspirazioni dei branchetti d’aspirazione di sentina.
un locale da carico chiuso sul ponte delle
paratie prosciugato internamente in accordo 6.8.5 Aspirazione d’emergenza nei locali macchine
con le prescrizioni in [8.5.3] e che si a) Il diametro dei tubi d’aspirazione di sentina d’emer-
estenda per tutta la lunghezza della nave, D genza deve essere:
è misurato al primo ponte al di sopra del • almeno di due terzi del diametro della bocca d’aspi-
ponte delle paratie. Qualora i locali da razione della pompa per navi a vapore:
carico chiusi coprano una lunghezza infe-
• dello stesso diametro della bocca d’aspirazione
riore, D deve essere preso come l’altezza di
della pompa nel caso di motonavi.
costruzione misurata al ponte delle paratie
più l⋅h/L, essendo l ed h rispettivamente la b) Qualora l’aspirazione d’emergenza sia collegata ad una
lunghezza e l’altezza complessiva degli pompa diversa dalla pompa principale di circolazione o
spazi chiusi, in m. di raffreddamento l’aspirazione deve avere lo stesso dia-
Nota 1: Nelle navi da carico con casse di zavorra laterali formanti metro della bocca d’aspirazione della pompa.
un doppio scafo per tutta la lunghezza delle stive, il diametro
del collettore di sentina può essere determinato introducendo 6.8.6 Aspirazioni di sentina dalle gallerie
la larghezza effettiva delle stive a centro nave al posto di B I tubi d’aspirazione di sentina nei pozzetti delle gallerie
nella formula di cui sopra. La sezione del collettore di sentina devono avere diametro non inferiore a 65 mm. Nelle navi

Regolamenti RINA 2005 179


Parte C, Cap 1, Sez 10

fino a 60 metri di lunghezza, tale diametro può essere b) Le valvole comandate di non ritorno e le altre valvole di
ridotto a 50 mm. non ritorno devono essere di un tipo riconosciuto che
non offra indebite ostruzioni al flusso dell’acqua.
6.8.7 Ombrinali negli spazi poppieri
Ogni ombrinale previsto per prosciugare gli spazi poppieri 6.9.3 Casse fango
e per scaricare nella galleria o nei locali macchine deve Nei locali macchine e gallerie degli alberi, le estremità
avere un diametro interno non inferiore a 35 mm. delle aspirazioni di sentina devono essere verticali e diritte
e devono essere collegate alle casse fango sistemate in
6.8.8 Impianti di sentina per piccole navi (1/1/2001) modo tale da permettere una facile ispezione e pulizia.
Per navi da carico di lunghezza, come definita in [6.8.1],
Non deve essere sistemata una pigna d’aspirazione in corri-
inferiore a 20 m, cui viene assegnata una notazione di navi-
spondenza dell’estremità inferiore del tubo.
gazione limitata, come pure per navi a vela con o senza
motore ausiliario, l’impianto di sentina formerà oggetto di 6.9.4 Pigne d’aspirazione
particolare considerazione, di volta in volta, da parte della
Società. a) Nei compartimenti diversi dai locali macchine e dalle
gallerie degli alberi, le estremità aperte dei tubi d’aspi-
6.8.9 Collettore di sentina per navi cisterna razione di sentina devono avere una pigna d’aspira-
(1/1/2001) zione o filtri con fori di diametro non superiore a 10
Nelle navi cisterna, e nelle altre navi in cui le pompe di sen- mm. L’area totale di detti fori non deve essere inferiore a
tina sono progettate per aspirare soltanto dai locali mac- due volte la sezione regolamentare del tubo d’aspira-
chine, il diametro interno d, in mm, del collettore di sentina zione.
può essere inferiore a quello prescritto dalla formula nel b) Le pigne d’aspirazione devono essere progettate in
suddetto paragrafo [6.8.1], ma non deve essere inferiore a modo tale da poter essere pulite senza la necessità di
quello ottenuto dalla formula specificata in Parte E, Cap 7, rimuovere alcuna giunzione del tubo d’aspirazione.
Sez 4, [2.2.2].
6.9.5 Pozzetti di sentina
6.9 Accessori degli impianti di sentina a) I pozzetti sistemati per il prosciugamento dei vari com-
partimenti devono essere costruiti con lamiere d’acciaio
6.9.1 Valvole di scarico sulle paratie stagne e la loro capacità non deve essere inferiore a 0,15 m3. In
a) La sistemazione di valvole di scarico od altri dispositivi piccoli compartimenti possono essere sistemati pozzetti
similari non è ammessa sulle paratie di collisione. cilindrici più piccoli.
b) Sulle altre paratie stagne la sistemazione di valvole di b) I pozzetti di sentina sono soggetti alle prescrizioni della
scarico o dispositivi similari è ammessa purché non esi- Parte B.
stano altri mezzi pratici di prosciugamento. Tali valvole
devono essere sempre facilmente accessibili e devono 6.9.6 Dispositivi di tenuta a liquido
essere azionabili da una posizione al di sopra del ponte a) Le tubolature di sentina dei locali refrigerati devono
di bordo libero. Devono essere sistemati dispositivi che essere provviste di dispositivi di tenuta a liquido di
indichino se le valvole sono aperte o chiuse. dimensioni adeguate e sistemate con dispositivi per una
facile pulizia e per riempimento con salamoia. Tali
6.9.2 Valvole comandate di non ritorno dispositivi devono essere munite di griglie rimovibili
a) Devono essere sistemati dispositivi tali da impedire le che trattengano i rifiuti durante lo sbrinamento.
intercomunicazioni fra i compartimenti o le tubolature
b) Quando i tubi di prosciugamento da locali refrigerati
che devono restare separate tra di loro. Allo scopo
separati si collegano ad un collettore comune ognuno
devono essere sistemate dispositivi di non ritorno in cor-
di questi tubi deve avere un dispositivo di tenuta a
rispondenza di:
liquido.
• collegamenti dei tubi alle cassette di distribuzione
di sentina o alle valvole alternative, se sistemate, c) Normalmente i dispositivi di tenuta a liquido devono
essere muniti di valvole di non ritorno. Tuttavia per
• aspirazioni diretta e d’emergenza nei locali mac- locali refrigerati non situati sul fondo della nave le val-
chine, vole di non ritorno possono essere omesse, purché tale
• aspirazioni di pompe che siano anche collegate al sistemazione non danneggi l’integrità della comparti-
mare od altri compartimenti normalmente conte- mentazione stagna.
nenti liquidi,
• collegamenti a tubi flessibili di sentina, 6.10 Materiali
• aspirazioni degli eiettori di sentina,
6.10.1 Tutti i tubi di sentina impiegati in o sotto i depositi
• l’estremità aperta dei tubi di sentina che passano di carbone o depositi di combustibile liquido o in locali
attraverso casse alte, macchine o locali caldaie compresi gli spazi con casse di
• dove necessario per l’applicazione delle prescri- decantazione o unità di pompaggio del combustibile
zioni relative all’impedimento dell’allagamento pro- liquido devono essere d’acciaio o altro idoneo materiale
gressivo, se applicabile, non sensibile al calore.

180 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 10

6.11 Sistemazione delle tubolature di sentina 7.1.3 Caricazione alterna di acqua di zavorra e
combustibile liquido
6.11.1 Passaggi attraverso i compartimenti del a) Gli impianti di zavorra sporca che si adoperano per
doppio fondo casse o cisterne adibite alla caricazione alterna di com-
I tubi di sentina non devono passare attraverso i comparti- bustibile liquido e acqua di zavorra devono essere indi-
menti del doppio fondo. Se tale sistemazione è inevitabile, pendenti dagli impianti di zavorra pulita:
le parti dei tubi di sentina che passano attraverso i doppi • che servono le altre casse o cisterne di zavorra, o
fondi devono avere spessore rinforzato come indicato in • che sono collegate a casse o cisterne destinate
Tab 5 per tubi in acciaio. anche ad acqua d’alimento.
b) Qualora le cisterne possano contenere alternativamente
6.11.2 Passaggi attraverso casse alte
combustibile liquido e acqua di zavorra, gli impianti
Le parti dei tubi di sentina che passano attraverso casse alte relativi devono essere sistemati in accordo con [11.4.4].
contenenti acqua di zavorra, acqua dolce, carichi liquidi o
combustibile liquido, devono essere normalmente conte- 7.1.4 Caricazione alterna di acqua di zavorra o altri
nute in gallerie tubi. Come alternativa tali parti di tubolature liquidi e carico secco
devono avere spessore rinforzato, come indicato in Tab 5 Le stive e le casse alte progettate per la caricazione alterna
per tubi in acciaio, e devono essere costituiti o di un pezzo di acqua di zavorra, combustibile liquido o carico secco
unico o più pezzi collegati mediante saldatura, flange rin- devono avere le loro tubolature di aspirazione e riempi-
forzate o dispositivi ritenuti equivalenti per le applicazioni mento munite di flange cieche o di un appropriato disposi-
considerate; il numero delle giunzioni deve essere il più tivo di scambio per impedire manovre errate.
piccolo possibile. Tali tubi devono avere alle loro estremità
nelle stive valvole di non ritorno. 7.1.5 Caricazione alterna di acqua di zavorra ed
acqua d’alimento
6.11.3 Provvedimenti per le dilatazioni Qualora le casse o cisterne siano adoperate alternativa-
mente per contenere acqua di zavorra ed acqua d’alimento,
Qualora sia necessario, i tubi di sentina entro le cisterne
la tubolatura d’aspirazione deve avere dei branchetti rimo-
devono essere muniti di curve di dilatazione. L’uso di giunti
vibili per il collegamento agli impianti di zavorra e di ali-
scorrevoli non è permesso per questo scopo.
mento, in modo da impedire ogni accidentale
interconnessione tra i due impianti a causa di un errore di
6.11.4 Collegamenti
manovra.
I collegamenti usati per i tubi di sentina che passano attra-
La stessa sistemazione è richiesta per casse o cisterne per
verso le cisterne devono essere effettuati mediante giunti
zavorra ed oli vegetali, o per altri carichi, che non devono
saldati o flange saldate rinforzate.
venire a contatto con l’acqua di mare.
6.11.5 Accesso alle valvole ed alle cassette di
distribuzione 7.2 Sistemazione di pompaggio della
Tutte le cassette di distribuzione e le valvole comandate
zavorra
manualmente relative all’impianto di pompaggio di sentina 7.2.1 Tubolature di riempimento ed esaurimento
devono essere in posizioni accessibili in tutte le circostanze
a) Tutte le casse e cisterne compresi i gavoni prodieri e
ordinarie.
poppieri e le casse nei doppi fondi per acqua di zavorra
I volantini delle valvole che comandano le aspirazioni devono essere munite di appropriati tubi di riempi-
d’emergenza della sentina devono trovarsi a non meno di mento ed aspirazione collegati ad apposite pompe
0,45 m al di sopra del piano di manovra. azionate da energia meccanica di portata adeguata.
b) Le piccole casse adoperate per la caricazione di acqua
7 Impianti di zavorra dolce per usi domestici possono essere servite da una
pompa a mano.
7.1 Progetto dell’impianto di zavorra c) Le aspirazioni devono essere sistemate in modo tale che
il trasferimento dell’acqua di mare possa essere oppor-
7.1.1 Indipendenza delle tubolature di zavorra tunamente eseguito in tutte le normali condizioni ope-
rative della nave. In particolare possono essere richieste
Le tubolature di zavorra devono essere interamente indi- due aspirazioni nei compartimenti lunghi.
pendenti e distinte dalle altre tubolature eccetto per quanto
permesso in [5.4]. 7.2.2 Pompe
Le pompe di sentina possono essere adoperate come
7.1.2 Prevenzione di comunicazioni indesiderabili pompe di trasferimento di zavorra, purché siano soddisfatte
fra i diversi spazi della nave o fra detti spazi le condizioni in [6.7.3].
ed il mare
Gli impianti di zavorra collegati agli impianti di sentina 7.2.3 Passaggi dei tubi di zavorra entro le cisterne
devono essere progettati in modo tale da eliminare il rischio Le parti di tubi di zavorra che passano attraverso le casse o
di comunicazioni indesiderabili fra i diversi spazi della cisterne contenti acqua dolce, combustibile liquido, o
nave o spazi della nave col mare. Vedere [6.2.3]. carico liquido, se non sono contenute entro gallerie tubi,

Regolamenti RINA 2005 181


Parte C, Cap 1, Sez 10

devono avere spessore rinforzato come indicato in Tab 5 • e i tubi siano muniti di mezzi efficaci per impedire
per tubi in acciaio e devono consistere o di un pezzo unico all’acqua di entrare all’interno della nave in accordo
o di diversi pezzi uniti mediante saldatura, flange rinforzate con:
o dispositivi ritenuti equivalenti per l’applicazione conside-
• [8.7] quando gli spazi sono sistemati sotto la linea
rata.
limite,
• [8.8] quando gli spazi sono sistemati al di sopra
8 Ombrinali e scarichi sanitari della linea limite.

8.1 Applicabilità Nota 1: La linea limite è definita come la linea tracciata almeno 76
mm al di sotto della superficie superiore di:
8.1.1
• il ponte delle paratie a murata per navi da passeggeri,
a) Le prescrizioni de presente Articolo si applicano a:
• il ponte di bordo libero a murata per le navi da carico.
• ombrinali e scarichi sanitari, e
• scarichi dalle casse d’acque nere.
8.4 Scarichi da sovrastrutture o tughe prive
b) Gli scarichi relativi al funzionamento delle macchine di efficienti porte stagne alle intemperie
sono trattati in [2.8].
Nota 1: Sistemazioni non in accordo con le prescrizioni del pre- 8.4.1 Gli ombrinali provenienti da sovrastrutture e da
sente Articolo potranno essere prese in considerazione per le navi tughe, che non siano chiuse da porte in accordo con le pre-
seguenti: scrizioni in Parte B, Cap 9, Sez 6 devono portare fuori
• navi di lunghezza inferiore a 24 m, bordo.
• navi da carico di stazza lorda inferiore a 500 ton,
• navi con notazione di navigazione limitata, 8.5 Scarichi da locali da carico chiusi situati
• navi senza apparato di propulsione. sul ponte delle paratie o sul ponte di
bordo libero
8.2 Principi
8.5.1 Generalità
8.2.1
Devono essere previsti mezzi per prosciugare locali chiusi
a) Ombrinali, sufficienti in numero e di dimensioni ido- per il carico situati sul ponte delle paratie per navi da pas-
nee, devono essere sistemati per permettere lo scarico seggeri e sul ponte di bordo libero per navi da carico. La
dell’acqua che può accumularsi negli spazi non siste- Società può permettere che un particolare compartimento
mati sul fondo della nave. sia dispensato da tale prescrizione a condizione che sia
b) Il numero delle aperture a fasciame per gli ombrinali e reso evidente che a causa delle dimensioni o della suddivi-
gli scarichi sanitari deve essere ridotto al minimo o sca- sione interna di detto spazio, la sicurezza della nave non
ricando attraverso lo stesso scarico il maggior numero sia pregiudicata.
possibile di sanitari ed altri tubi o in altra maniera soddi-
sfacente. 8.5.2 Casi di locali sistemati al di sopra della linea
di galleggiamento risultante da un
inclinazione di 5°
8.3 Scarichi da spazi al di sotto del ponte di
bordo libero o entro sovrastrutture a) Sono permessi ombrinali provenienti da locali utilizzati
per il carico in sovrastrutture chiuse che scarichino
chiuse o tughe sul ponte di bordo libero
attraverso il fasciame esterno a condizione che gli spazi
8.3.1 Sistemazione normale prosciugati si trovino al di sopra della linea di galleggia-
mento (GE) risultante ad un’ inclinazione di 5° a dritta o
Gli ombrinali e gli scarichi sanitari dagli spazi sotto il ponte sinistra, corrispondente al bordo libero estivo assegnato.
di bordo libero o entro le sovrastrutture e le tughe sul ponte Tali ombrinali devono essere sistemati in accordo con le
di bordo libero, che siano chiuse da porte in accordo con le prescrizioni in [8.7] o [8.8].
prescrizioni in Parte B, Cap 9, Sez 6 devono portare:
• alla sentina, nel caso di ombrinali, b) Negli altri casi lo scarico deve essere portato all’interno
in accordo con le prescrizioni in [8.5.3].
• o ad una cassa sanitaria appropriata, in caso di scarichi
sanitari. 8.5.3 Casi in cui il margine del ponte delle paratie o
del ponte di bordo libero è immerso quando la
8.3.2 Sistemazioni alternative nave è inclinata di 5° o meno
Gli ombrinali e gli scarichi sanitari possono essere portati Quando il bordo libero è tale che rispettivamente il margine
fuori bordo purché: del ponte delle paratie o del ponte di bordo libero siano
• Gli spazi prosciugati si trovino al di sopra della linea di immersi quando la nave è inclinata di 5° o meno, gli scari-
galleggiamento risultante ad un’inclinazione di 5° a chi dagli spazi chiusi rispettivamente sul ponte delle paratie
destra o a sinistra ad un’immersione corrispondente al o sul ponte di bordo libero devono essere portati in uno
bordo libero estivo assegnato, spazio, o in spazi opportuni di adeguata capacità, dotati di

182 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 10

un allarme d’alto livello e provvisti di mezzi adeguati per avere due valvole di non ritorno automatiche senza mezzi
scaricare fuori bordo. Inoltre deve essere assicurato che: di chiusura comandati a condizione che la più interna delle
• il numero, la dimensione e la disposizione degli ombri- valvole:
nali sia tale da impedire un accumulo irragionevole di • sia al di sopra del massimo galleggiamento di comparti-
acqua a specchio libero; mentazione (MGC), e
• il sistema di pompaggio tenga conto delle prescrizioni • sia sempre accessibile per ispezione in tutte le condi-
relative a qualsiasi impianto fisso antincendio a pioggia; zioni d’esercizio.
• l’acqua contaminata con benzina o altre sostanze peri-
colose non sia scaricata in locali macchine o altri spazi 8.8 Sistemazione degli scarichi da spazi al
dove possano essere presenti fonti d’ignizione; e di sopra del ponte di Bordo Libero
• quando lo spazio chiuso è protetto da un impianto
d’estinzione incendi a CO2, gli ombrinali del ponte 8.8.1 Generalità
abbiano dispositivi che impediscano la fuoriuscita del a) Le prescrizioni seguenti si applicano esclusivamente a
gas estinguente. quegli scarichi che rimangono aperti durante le opera-
zioni normali della nave. Per gli scarichi che devono
8.6 Scarichi dagli spazi del carico, con necessariamente essere chiusi in mare, quali gli scarichi
a gravità dalle cisterne laterali alte di zavorra può essere
esclusione delle stive delle navi ro-ro
accettabile un’unica valvola comandata azionata dal
destinate al trasporto dei veicoli con ponte.
combustibile liquido nei serbatoi per la
b) La posizione dell’estremità interna degli scarichi deve
loro propulsione
essere riferita alla linea di galleggiamento estiva corretta
8.6.1 Prevenzione della formazione di specchi per la caricazione di legname in coperta quando è asse-
liquidi gnato il bordo libero con legname in coperta.
Negli spazi per il carico, con esclusione delle stive di navi 8.8.2 Sistemazione normale
tipo “ro-ro”, destinate al traporto di veicoli a motore con
Normalmente, ogni scarico separato attraverso il fasciame
combustibile liquido nei loro serbatoi per la loro propul-
esterno proveniente da spazi al di sopra della linea limite
sione, in cui sia sistemato un impianto fisso di estinzione
(LL) deve essere munito in corrispondenza del passaggio a
incendi a pioggia, l’impianto di prosciugamento deve
fasciame di:
essere tale da impedire il formarsi di specchi liberi. Se ciò
non fosse possibile, l’effetto negativo del peso aggiunto e • una valvola automatica di non ritorno con dispositivo di
dello specchio libero sulla stabilità dovrà essere tenuto in chiusura da una posizione al di sopra del ponte di
considerazione, come ritenuto necessario dalla Società, bordo libero (BL) o del ponte delle paratie, o
nella sua approvazione delle informazioni sulla stabilità. • una valvola automatica di non ritorno o una valvola a
Vedere Parte B, Cap 3, Sez 3. saracinesca azionata da un punto al di sopra del ponte
delle paratie o del ponte di bordo libero (BL).
8.6.2 Scarichi degli ombrinali
Gli ombrinali provenienti da locali da carico destinati al tra- 8.8.3 Sistemazione alternativa quando l’estremità
sporto di veicoli a motore con combustibile liquido nei loro interna del tubo di scarico è al di sopra della
serbatoi per la loro propulsione, con esclusione dei locali linea di galleggiamento corrispondente al
da carico di navi tipo “ro-ro non devono scaricare in locali bordo libero estivo (GE) per più di 0,01 L
macchine o in altre posizioni dove possano essere presenti Qualora la distanza verticale dalla linea di galleggiamento
fonti di ignizione. corrispondente al bordo libero estivo (GE) all’estremità
interna del tubo di scarico sia superiore a 0,01 L, lo scarico
potrà avere due valvole di automatiche di non ritorno senza
8.7 Sistemazione degli scarichi da spazi al
dispositivo di chiusura a condizione che:
di sotto del ponte di Bordo Libero
• La valvola più interna sia al di sopra della linea di gal-
8.7.1 Sistemazione normale leggiamento tropicale (GT) in modo da essere sempre
Ogni scarico separato attraverso il fasciame esterno prove- accessibile per esame durante tutte le condizioni opera-
niente da spazi al di sotto della linea limite (LL) deve essere tive,
dotato di valvola automatica di non ritorno con comando di • o, quando ciò non sia possibile, una valvola a saracine-
intercettazione da un punto al di sopra del ponte delle para- sca azionata localmente sia interposta tra le due valvole
tie o del ponte di bordo libero (BL). automatiche di non ritorno.

8.7.2 Sistemazione alternativa quando l’estremità 8.8.4 Sistemazione alternativa quando l’estremità
interna del tubo di scarico si trova al di sopra interna del tubo di scarico è al di sopra della
della linea di galleggiamento (GE) linea di galleggiamento corrispondente al
corrispondente al bordo libero estivo per più bordo libero estivo per più di 0,02 L
di 0,01 L Qualora la distanza verticale dalla linea di galleggiamento
Qualora la distanza verticale dalla linea di galleggiamento corrispondente al bordo libero estivo all’estremità interna
corrispondente al bordo libero estivo (GE) all’estremità del tubo di scarico sia superiore a 0,02 L, un’unica valvola
interna del tubo di scarico superi 0,01 L, lo scarico potrà automatica di non ritorno senza dispositivi d’intercetta-

Regolamenti RINA 2005 183


Parte C, Cap 1, Sez 10

zione potrà essere accettata subordinatamente all’approva- 8.10 Valvole e tubi


zione da parte della Società.
8.10.1 Materiali
Nota 1: Tale prescrizione non si applica a navi con notazione di
a) Tutte le valvole e gli accessori a fasciame esterno
nave gasiera o di nave chimichiera.
devono essere di acciaio, bronzo, o altro materiale
tenace. Valvole di ghisa grigia o altro materiale similare
8.8.5 Sistemazione degli scarichi attraverso locali non sono accettabili. Tutti gli ombrinali e tubi di scarico
macchine presidiati devono essere di acciaio o altro materiale tenace. Si fa
Qualora gli scarichi sanitari e gli ombrinali scarichino fuori riferimento a [2.1].
bordo attraverso il fasciame esterno in un locale macchine b) Non può essere usata plastica per la parte di tubolatura
presidiato, potrà essere accettata la sistemazione a fasciame di scarico fra il fasciame esterno e la prima valvola.
di una valvola d’intercettazione azionata localmente
insieme ad una valvola di non ritorno sistemata all’interno.
La posizione di azionamento della valvola sarà oggetto di 8.10.2 Spessore dei tubi
considerazione speciale da parte della Società. a) Lo spessore dei tubi degli ombrinali e dei tubi di scarico
che portano alla sentina o a casse di drenaggio non
8.8.6 Sistemazione degli scarichi attraverso il deve essere minore di quello richiesto in [2.2].
fasciame esterno sistemati a più di 450 mm al b) Lo spessore dei tubi degli ombrinali e dei tubi di scarico
di sotto del ponte di bordo libero o meno di che portano a fasciame non deve essere minore dello
600 mm al di sopra della linea di spessore minimo dato in Tab 22 e Tab 23.
galleggiamento (GE) corrispondente al bordo
libero estivo 8.10.3 Azionamento delle valvole
Ombrinali e tubi di scarico aventi origine a qualsiasi livello a) Qualora sia richiesto che le valvole abbiano dispositivi
ed attraversanti il fasciame esterno a più di 450 mm al di di chiusura, tali dispositivi devono essere facilmente
sotto del ponte di bordo libero o meno di 600 mm al di accessibili e devono avere un indicatore che mostri se la
sopra della linea di galleggiamento (GE) corrispondente al valvola è aperta o chiusa.
bordo libero estivo devono avere una valvola di non ritorno b) Qualora siano impiegati tubi di plastica per gli scarichi
a fasciame. Tale valvola può essere omessa se la tubolatura sanitari e gli ombrinali, la valvola a fasciame esterno
è di spessore rinforzato come indicato in Tab 23, a meno deve essere azionabile da uno spazio diverso da quello
che la valvola non sia richiesta dalle prescrizioni contenute in cui la valvola è sistemata.
nei paragrafi da [8.8.2] a [8.8.4]. Qualora tali tubi di plastica siano sistemati sotto la linea
di galleggiamento (linea di galleggiamento estiva per la
8.8.7 Sistemazione degli scarichi attraverso il caricazione di legname), la valvola deve essere aziona-
fasciame esterno sistemati a meno di 450 mm bile da una posizione al di sopra del ponte di bordo
al di sotto del ponte di bordo libero (BL) e più libero.
di 600 mm al di sopra della linea di Fare riferimento anche a App 3.
galleggiamento (GE) corrispondente al bordo
libero estivo
8.11 Sistemazione degli ombrinali e delle
Non è richiesto che gli ombrinali e tubi di scarico attraver- tubolature degli scarichi sanitari
santi il fasciame esterno a meno di 450 mm al di sotto del
ponte di bordo libero (BL) e a più di 600 mm al di sopra 8.11.1 Scarichi fuori bordo e collegamenti delle
della linea di galleggiamento (GE) corrispondente al bordo valvole
libero estivo abbiano una valvola di non ritorno a fasciame. a) I tubi degli scarichi fuori bordo devono avere estremità
che si estendono attraverso il fasciame esterno saldate
ad esso, e devono essere muniti alla loro estremità
8.9 Tabella riassuntiva della sistemazione interna di flange per il collegamento alla valvola o flan-
degli scarichi fuori bordo gia del tubo.
b) Le valvole possono anche essere collegate al fasciame
8.9.1 Le varie sistemazioni accettabili per gli ombrinali e esterno dello scafo in accordo con le prescrizioni in
gli scarichi fuori bordo sono riassunte in Fig 3. [2.8.3], c).

184 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 10

Figura 3 : Sistemazione degli scarichi fuori bordo


Scarichi da spazi al di sopra della linea limite
Scarico da spazi
al di sotto della Scarichi provenienti da spazi chiusi al di sotto
linea limite Scarichi provenienti da altri spazi
del ponte di bordo libero o sul ponte di bordo libero

Prescrizione Alternativa Scarico Estremità esterna


Prescrizione generale quando Alternative quando estremità interna
generale quando attraverso > 450 mm
quando estremità estremità estremità interna < 0,01 L sotto il ponte di BL Negli altri casi
locali macchine > 0,02 L
interna < 0,01 L interna > 0,01 L sopra LGE o < 600 mm
presidiati > 0,01 L sopra LGE
sopra LGE sopra LGE sopra LGE
sopra LGE

Ponte di Ponte di Ponte di Ponte di


BL Ponte di BL BL Ponte di BL Ponte di BL Ponte di BL BL BL

LL

LGT

MGC

LGE LGE LGE LGE LGE LGE LGE LGE LGE

comando delle valvole da una posizione estremità interna dei tubi


* approvata
valvola di non ritorno senza dispositivo di chiusura comando a distanza

estremità esterna dei tubi


valvola di non ritorno con dispositivo di chiusura spessore normale
comandato localmente
tubi che scaricano
sul ponte scoperto valvola comandata localmente spessore rinforzato

Tabella 22 : Spessore dei tubi degli ombrinali e dei tubi di scarico che portano a fasciame in funzione delle
loro posizioni

Prescrizione
applicabile → [8.8.6] [8.8.6]
[8.7.1] [8.7.2] [8.8.2] [8.8.3] [8.8.4] [8.8.5] [8.8.7]
Posizione del con valvola senza valvola
tubo ↓
Tra il fasciame e Lo spessore maggiore tra quello in accordo con Tab 23, colonna 1, e 0,7 volte NA NA
la prima valvola quello del fasciame della murata (1)
Tra la prima val- Spessore in accordo con Tab 23, colonna 2 NA NA
vola e l’estre-
mità interna
Al di sotto del NA Spessore dato in Spessore
ponte di bordo Tab 23, colonna dato in
libero 1 Tab 23,
colonna 2
Al di sopra del NA Spessore dato in Spessore
ponte di bordo Tab 23, colonna dato in
libero 2 Tab 23,
colonna 2
(1) Tuttavia non è necessario che tale spessore sia superiore a quello del fasciame
Nota 1: NA = non applicabile

Regolamenti RINA 2005 185


Parte C, Cap 1, Sez 10

Tabella 23 : Spessore minimo dei tubi degli ombrinali 8.11.6 Scarichi dalle cucine e dai loro depositi
e dei tubi di scarico che portano al fasciame esterno Gli scarichi dalle cucine e dai loro depositi devono essere
tenuti separati dagli altri scarichi e devono essere drenati
Colonna 1 Colonna 2 fuori bordo o in casse di drenaggio separate; come alterna-
Diametro esterno tiva gli scarichi devono essere muniti di dispositivi adeguati
spessore rinfor- spessore nor-
del tubo d, in mm contro gli odori ed i rigurgiti.
zato (mm) male (mm)
d ≤ 80 7,00 4,50 8.11.7 Scarichi dagli spazi poppieri
155 9,25 4,50 Qualora gli spazi sistemati a poppavia della paratia del
gavone di poppa non siano usati come cisterne e siano pro-
180 10,00 5,00 sciugati mediante ombrinali che scaricano nella galleria
220 12,50 5,80 degli alberi devono essere soddisfatte le prescrizioni in
[6.6.4], c).
230 ≤ d 12,50 6,00
8.11.8 Casse di raccolta
Nota 1: Dimensioni intermedie possono essere determinate
mediante interpolazione a) I tubi di sfogo d’aria delle casse degli ombrinali devono
essere portati al di sopra del ponte di bordo libero.
8.11.2 Passaggio attraverso stive del carico b) Devono essere previsti dispositivi per accertare il livello
Qualora gli scarichi degli ombrinali e degli impainti sanitari dell’acqua nelle casse degli ombrinali.
passino attraverso spazi per il carico, i tubi, le valvole ed i
loro dispositivi di azionamento devono essere adeguata- 9 Sonde, sfoghi d’aria e rigurgiti
mente protetti da casse robuste o schermi prottettivi.

8.11.3 Passaggio attraverso le casse o cisterne 9.1 Sfoghi d’aria


a) Normalmente gli scarichi degli ombrinali e degli 9.1.1 Principi
impianti sanitari non devono passare attraverso casse
cisterne del combustibile liquido. Sfoghi d’aria devono essere sistemati in tutte le cisterne,
casse, doppi fondi, intercapedini, gallerie ed altri comparti-
b) Qualora non sia possibile impedire che gli scarichi degli menti che non abbiano sistemi alternativi di ventilazione,
ombrinali e degli impianti sanitari attraversino casse o per permettere il passaggio di aria o liquido, impedendo
cisterne del combustibile liquido, e questi siano portati così una pressione o un vuoto eccessivi nei detti spazi, in
al fasciame entro la cassa o cisterna, lo spessore del particolare quelli con impianti di tubolature. Le loro estre-
tubo non deve essere minore di quello dato in Tab 23, mità aperte devono essere sistemate in modo da impedire
colonna 1 (spessore rinforzato). Non occorre tuttavia l’entrata libera di acqua di mare nei compartimenti.
superare lo spessore regolamentare del fasciame esterno
adiacente. 9.1.2 Numero e posizione degli sfoghi d’aria
c) Gli scarichi di ombrinali e di impianti sanitari non a) Gli sfoghi d’aria devono essere sistemati nella parte
devono normalmente passare attraverso casse d’acqua superiore del compartimento e progettati in modo che
dolce e casse d’acqua potabile. l’aria o il gas che potrebbe accumularsi in qualsiasi
punto di detto compartimento possa esser evacuato
d) Per il passaggio attraverso cisterne del carico di prodotti
liberamente.
petroliferi, vedere Parte E, Cap 7, Sez 4.
b) Gli sfoghi d’aria devono essere sistemati in posizione
8.11.4 Passaggi attraverso paratie stagne o ponti opposta ai tubi di riempimento e/o nella parte più alta
a) L’integrità delle paratie stagne delimitanti i locali mac- del compartimento, supponendo la nave in assetto oriz-
chine e del fasciame delle gallerie per cui è prescritta la zontale.
costruzione stagna non deve essere pregiudicata dalla c) In genere devono essere sistemati due sfoghi d’aria per
sistemazione di ombrinali che scarichino nei locali ogni compartimento, eccetto in piccoli compartimenti,
macchine o le gallerie da compartimenti adiacenti in cui un solo sfogo d’aria può essere accettabile.
situati al di sotto del ponte di bordo libero. Quando la parte superiore del compartimento è di
b) Tuttavia tali ombrinali possono portare in casse di dre- forma irregolare, la posizione degli sfoghi d’aria sarà
naggio per ombrinali, di costruzione robusta, collocate oggetto di considerazione speciale da parte della
nel locale macchina o nella galleria, ma in vicinanza di Società.
detti spazi adiacenti, che siano prosciugate per mezzo d) Quando è sistemato un solo sfogo d’aria, esso non può
di aspirazioni di dimensioni adeguate collegate al col- essere utilizzato come tubo di riempimento.
lettore di sentina mediante valvole comandate di non
ritorno. 9.1.3 Sistemazione delle estremità aperte degli
sfoghi d’aria
8.11.5 Scarichi negli spazi refrigerati a) Gli sfoghi d’aria dei compartimenti del doppio fondo,
Nessun ombrinale proveniente da spazi non refrigerati può gallerie, casse alte ed altri compartimenti che possono
scaricare in spazi refrigerati. essere allagati in caso di avaria allo scafo devono essere

186 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 10

portati al di sopra del ponte delle paratie o del ponte di casse munite di collegamenti per allagamento reci-
bordo libero. proco.
Nota 1: In navi senza doppio fondo, gli sfoghi d’aria di piccole b) Nei casi seguenti devono essere sistemati dispositivi di
intercapedini o casse non contenenti combustibile liquido o chiusura automatici:
olio lubrificante possono scaricare entro gli spazi in cui si tro-
vano. • qualora siano sistemati su parti esposte del ponte di
bordo libero o sul ponte di sovrastrutture del primo
b) Gli sfoghi d’aria delle cisterne o casse che possono
ordine,
essere caricate mediante pompaggio devono essere por-
tati all’aperto al di sopra del ponte di bordo libero o del • qualora, con la nave al galleggiamento corrispon-
ponte delle paratie. dente al bordo libero estivo, le aperture siano
immerse ad un angolo di sbandamento trasversale di
c) Gli sfoghi d’aria, eccetto quelli provenienti da cisterne o
40° o, all’angolo di allagamento, se quest’ultimo è
casse del combustibile liquido, possono essere portati in
inferiore a 40°,
locali per il carico chiusi situati al di sopra del ponte di
bordo libero, purché tali locali siano dotati di ombrinali • qualora, come permesso in [9.1.3], c), gli sfoghi
che scarichino fuori bordo e che questi ombrinali siano d’aria terminino in spazi del carico chiusi,
capaci di scaricare tutta l’acqua che possa entrare in • qualora, come permesso in [9.1.4], b), gli sfoghi
detti spazi attraverso lo sfogo d’aria, senza dar luogo ad d’aria abbiano un’altezza inferiore a quella richiesta
alcun accumulo d’acqua. in [9.1.4], a), e
d) Gli sfoghi d’aria delle cisterne o casse contenenti pro- • per le navi alle quali sia assegnato un bordo libero
dotti petroliferi possono scaricare attraverso i lati delle per trasporto legname in coperta.
sovrastrutture.
Vedere anche Parte B, Cap 3, Sez 2, [2.1.2] e Parte B,
e) Gli sfoghi d’aria delle casse degli ombrinali devono Cap 3, Sez 3, [3.3.2].
essere portati al di sopra del ponte di bordo libero.
c) I dispositivi di chiusura automatica devono essere di un
f) La posizione degli sfoghi d’aria delle cisterne contenenti tipo approvato dalla Società. Le prescrizioni per le
liquidi infiammabili sono anche oggetto delle prescri- prove di tipo sono contenute in [20.2.2].
zioni di cui in [9.1.7].
d) Per le navi soggette a prescrizioni particolari di galleg-
9.1.4 Altezza degli sfoghi d’aria giabilità o stabilità, o per le navi non soggette alla
a) L’altezza dello sfogo d’aria al di sopra del ponte di vigente Convenzione Internazionale sul Bordo Libero
bordo libero o dei ponti delle sovrastrutture, dal ponte del 1966, la sistemazione dei dispositivi di chiusura
al punto in cui l’acqua può avere accesso, non deve sugli sfoghi d'aria sarà oggetto di particolare considera-
essere minore di: zione.
• 760 mm sul ponte di bordo libero, e e) Le valvole di sicurezza contro pressione e vuoto instal-
• 450 mm sul ponte delle sovrastrutture. late sulle cisterne del carico, come indicato nella
Parte E, Capitolo 7 e nella Parte E, Capitolo 8, possono
Tale altezza deve essere misurata dalla faccia superiore
essere accettate come dispositivi di chiusura .
del ponte, compreso il rivestimento o altre coperture,
fino al punto in cui l’acqua può entrare. 9.1.6 Progetto dei dispositivi di chiusura (1/7/2004)
b) Qualora tali altezze possano interferire con le opera-
a) Quando è richiesto che i dispositivi di chiusura siano di
zioni della nave, potrà essere approvata un’altezza infe-
tipo automatico, essi sono soggetti alle prescrizioni
riore purché la Società sia convinto che i dispositivi di
seguenti:
chiusura ed altre circostanze possano giustificare
l’altezza inferiore. Devono essere previsti soddifacenti • Devono essere progettati in modo da contrastare sia
dispositivi per la chiusura delle aperture degli sfoghi le condizioni ambiente che quelle operative fino ad
d’aria permanentemente collegati. un’inclinazione da -40° a +40° senza guasti o
danni.
c) Può essere richiesto di aumentare l’altezza degli sfoghi
d’aria a seguito dei calcoli relativi alla galleggiabilità. • Devono permettere l’ispezione della chiusura e
dell’interno dell’involucro nonché il cambio delle
d) L’altezza degli sfoghi d’aria che scaricano attraverso i
guarnizioni.
lati delle sovrastrutture deve essere almeno di 2,3 m al
di sopra del bordo libero estivo. • Nel caso di dispositivi di tipo a galleggiante, devono
Nota 1: Per navi con notazione di navigazione limitata, l’altezza
essere previste opportune guide per assicurare il fun-
degli sfoghi d’aria può essere ridotta a: zionamento senza ostruzioni in tutte le condizioni
• 450 mm al di sopra del ponte di bordo libero,
di assetto ed inclinazione trasversale e longitudinale
che si possano verificare durante l’esercizio.
• 300 mm al di sopra del ponte delle sovrastrutture.
• Devono essere sistemati efficaci dispositivi di chiu-
9.1.5 Sistemazione dei dispositivi di sura a sfera o a galleggiante. Devono essere previste
chiusura (1/1/2005) barre, gabbie o altri dispositivi per impedire alla
a) Devono essere sistemati soddisfacenti dispositivi di sfera od al galleggiante di venire a contatto con la
chiusura, permanentemente collegati alle aperture degli camera interna nel loro normale stato, realizzati in
sfoghi d’aria, al fine di impedire l’entrata libera d’acqua modo tale da non danneggiare la sfera od il galleg-
nello spazio in questione, eccetto per tubi di cisterne o giante quando questi sono soggetti all'impatto con

Regolamenti RINA 2005 187


Parte C, Cap 1, Sez 10

l'acqua, in caso di eccessivo riempimento della sostituzione. L'area libera di questi diaframmi non deve
cisterna o della cassa. essere inferiore all'area della sezione del tubo.
• Devono essere di tipo autodrenante. b) Gli sfoghi d'aria delle casse di olio lubrificante o di
• L’area netta di qualunque sezione del dispositivo di fluido idraulico, non soggette ad allagamento in caso di
chiusura di uno sfogo d’aria deve essere almeno avaria allo scafo, possono essere portati in locali mac-
uguale all’area dell’apertura d’ingresso del tubo. chine, purché, in caso di rigurgito, l'olio o il fluido
idraulico non possano venire in contatto con apparec-
• La tolleranza massima ammissibile per lo spessore chiature elettriche, superfici calde o altre sorgenti
dei galleggianti non deve essere superiore a ±10% d'ignizione.
dello spessore nominale.
c) La posizione e la sistemazione degli sfoghi d'aria per le
• Gli involucri devono essere di materiale metallico casse di servizio e decantazione di combustibile liquido
approvato, adeguatamente protetto contro la corro- e le casse d'olio lubrificante devono essere tali che, in
sione. caso di rottura di un tubo dello sfogo d'aria, non vi sia il
• Le chiusure ed i seggi di materiale non metallico rischio di ingresso di acqua di mare o pioggia.
devono essere compatibili con il fluido contenuto d) Gli sfoghi d'aria delle casse di servizio e decantazione
nella cisterna e con l’acqua di mare a temperatura di combustibile liquido e le casse d'olio lubrificante che
ambientale fra -25°C e 85°C. potrebbero essere danneggiati da urti devono essere
• La camera interna e quella esterna della testa di uno adeguatamente rinforzati.
sfogo d'aria automatico devono avere uno spessore e) Qualora acqua di mare o pioggia possano entrare
minimo di 6 mm. all’interno di casse di servizio e decantazione di com-
• Per teste di sfoghi d'aria in acciaio zincato, il rivesti- bustibile liquido o casse d'olio lubrificante, attraverso
mento di zinco deve essere applicato con un un tubo di sfogo d'aria rotto, devono essere sistemati
metodo a caldo ed il suo spessore deve essere com- dispositivi quali tenute ad acqua con
preso tra 70 e 100 micron. • drenaggio automatico, o
• Per le zone delle teste degli sfoghi d'aria suscettibili • allarme per accumulo d'acqua
di erosione (come quelle parti che sono soggette
all'impatto diretto dell'acqua di zavorra, quando la 9.1.8 Costruzione dei tubi degli sfoghi d’aria
cisterna o cassa sia sottoposta a pressione, quale,
a) Qualora gli sfoghi d’aria di cisterne o casse per zavorra
per esempio, l'area della camera interna al di sopra
ed altre cisterne o casse si estendano al di sopra del
dello sfogo d'aria più una sovrapposizione di 10° e
ponte di bordo libero o del ponte delle sovrastrutture, le
oltre da entrambi i lati), deve essere applicato un
parti esposte dei tubi devono essere di costruzione
ulteriore rivestimento protettivo più duro. Questo
robusta con uno spessore minimo di almeno:
rivestimento ulteriore può essere un rivestimento
epossidico a base di alluminio, o un altro rivesti- • 6,0 mm, per tubi di diametro esterno inferiore o
mento equivalente, applicato sopra il rivestimento di uguale a 80 mm,
zinco. • 8,5 mm, per tubi di diametro esterno uguale o supe-
b) Qualora le chiusure siano di tipo non automatico, riore a 165 mm.
devono essere previste sistemazioni atte a eliminare il Gli spessori minimi intermedi possono essere ottenuti
vuoto mentre le cisterne vengono scaricate con le mediante interpolazione lineare.
pompe. A tale scopo, un foro di circa 10 mm di diame-
b) Sfoghi d’aria di altezza superiore a 900 mm devono
tro può essere praticato nella piega del tubo dello sfogo
avere supporti addizionali.
d’aria o in qualsiasi altra posizione opportuna nel
dispositivo di chiusura. c) In ogni compartimento che possa essere riempito
mediante pompaggio, e qualora non siano previsti
c) Tappi di legno e tela non sono permessi in posizione 1 e impianti di rigurgito, la sezione totale degli sfoghi d’aria
in posizione 2, come definite nella Parte B, Cap 1, non deve essere inferiore a 1,25 volte l’area della
Sez 2. sezione del tubo di riempimento corrispondente.
9.1.7 Sistemazioni speciali per sfoghi d’aria di d) Il diametro interno degli sfoghi d’aria non deve essere
casse e cisterne contenenti liquidi inferiore a 50 mm, eccetto che per casse di volume
infiammabili (1/7/2004) minore di 2 m3.
a) Gli sfoghi d'aria, i tubi di rigurgito e le valvole di sicu- 9.1.9 (1/1/2004)
rezza delle casse del combustibile liquido e delle casse Le prescrizioni di cui in [9.1.9] e [9.1.10] si applicano alle
per il fluido diatermico devono scaricare in posizioni, verifiche della robustezza degli sfoghi d'aria e dei loro
sul ponte esposto, nelle quali non vi sia alcun rischio di mezzi di chiusura che siano ubicati nel primo quarto avanti
incendio o di esplosioni derivante dall'emissione di della lunghezza della nave, per navi di lunghezza uguale o
liquidi o vapori. superiore ad 80 metri, nelle quali l'altezza del ponte espo-
Le estremità aperte devono essere provviste di dia- sto in corrispondenza dello sfogo considerato sia inferiore a
frammi di rete metallica, di materiale resistente alla cor- 0,1 L o, se minore, a 22 m, al di sopra del galleggiamento di
rosione e facilmente smontabili per pulizia e pieno carico estivo.

188 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 10

La pressione p, in kN/m2, che agisce sugli sfoghi d'aria e sui drette, se sistemate, devono avere spessore e lunghezza
loro mezzi di chiusura, può essere calcolata mediante la adeguati alla loro altezza. Lo spessore del tubo non
seguente formula: deve essere assunto inferiore a quello indicato in [9.1.8]
a).
p = 0,5 ρ V2 Cd Cs Cp
d) Tutte le parti del componente ed i collegamenti dello
essendo:
sfogo d'aria devono essere capaci di sopportare i carichi
L : lunghezza della nave, in m, come definita in definiti in [9.1.9].
Parte B, Cap 1, Sez 2, [3.1]
ρ : densità dell'acqua di mare (1,025 t/m3) Tabella 24 : Sfoghi d'aria di altezza uguale a 760 mm:
V : velocità dell'acqua sulla parte prodiera del spessori e squadrette standard (1/1/2004)
ponte, (13,5 m/s)
Spessore Massima area Altezza delle
Cd : coefficiente di forma Diametro
minimo lordo proiettata del squadrette
= 0,5 per tubi, 1,3 per sfoghi d'aria in generale, nominale del
adottato coperchio (mm) (1)
0,8, per uno sfogo d'aria a forma di cilindro con tubo (mm)
(mm) (cm2)
l'asse nella direzione verticale.
65 6,0 - 480
Cs : coefficiente di “slamming” (3,2)
Cp : coefficiente di protezione: 80 6,3 - 460
• (0,7) per tubi ubicati immediatamente dietro 100A 7,0 - 380
un paraonde o dietro il castello di prora,
125A 7,8 - 300
• (1,0) in qualsiasi altra posizione e immedi-
atamente dietro un parapetto. 150A 8,5 - 300
Le forze che agiscono in direzione orizzontale sullo sfogo 175A 8,5 - 300
d’aria e sul suo mezzo di chiusura possono essere calcolate
200A 8,5 (2) 1900 300 (2)
sulla base della pressione sopra specificata, usando la mas-
sima area proiettata di ciascun componente. 250A 8,5 (2) 2500 300 (2)

9.1.10 Requisiti di robustezza (1/1/2004) 300A 8,5 (2) 3200 300 (2)
Le presenti prescrizioni sono addizionali a quelle di cui in 350A 8,5 (2) 3800 300 (2)
[9.1.6] a), [20.2.2] e [9.1.8] a).
400A 8,5 (2) 4500 300 (2)
a) I momenti flettenti e le sollecitazioni sugli sfoghi aria
devono essere calcolati nelle posizioni critiche: in corri- (1) Le squadrette (vedere [9.1.10]) non è necessario che si
spondenza delle penetrazioni, in corrispondenza delle estendano fino al giunto a flangia per il coperchio.
giunzioni saldate o a flangia, in corrispondenza dei (2) Le squadrette sono richieste quando lo spessore (lordo)
piedi delle squadrette di supporto. Le sollecitazioni a effettivamente adottato è inferiore a 10,5 mm oppure
flessione nella sezione netta non devono essere supe- quando l'area proiettata è superiore a quella indicata in
tabella.
riori a 0,8 σy , essendo σy il minimo carico unitario di
Nota 1:Per altezze diverse degli sfoghi d'aria, si applicano i
snervamento o la sollecitazione che produce una defor-
relativi requisiti di cui in [9.1.10].
mazione permanente dello 0,2% dell'acciaio alla tem-
peratura ambiente. Indipendentemente dalla protezione
contro la corrosione, si deve aggiungere alla sezione 9.2 Tubi sonda
netta un incremento di 2 mm per tener conto della cor-
rosione. 9.2.1 Principi

b) Per sfoghi d'aria standard di altezza uguale a 760 mm, a) Dispositivi di sondaggio devono essere sistemati nelle
chiusi da coperchi di area proiettata non superiore a cisterne per il contenimento di liquidi e per tutti i com-
quella indicata in tabella, gli spessori dei tubi e le partimenti che non sono facilmente accessibili in ogni
altezze delle squadrette sono quelli indicati nella momento.
Tab 24. b) Per i compartimenti che normalmente contengono
Quando siano prescritte squadrette di supporto, devono liquidi possono essere accettati i sistemi seguenti in
essere sistemate tre o più squadrette radiali. Le squa- luogo dei tubi sonda:
drette devono avere spessore lordo di 8 mm o più, • un indicatore di livello di tipo approvato efficace-
devono avere una lunghezza minima di 100 mm e mente protetto contro gli urti, o
l'altezza indicata nella Tab 24, ma non è necessario che • un dispositivo per la rilevazione dei livelli a distanza
si estendano fino al giunto a flangia per il coperchio. I di tipo approvato, purché sia disponibile un disposi-
piedi delle squadrette in corrispondenza del ponte tivo di sondaggio manuale di emergenza in caso di
devono essere adeguatamente supportati. avaria del sistema di rilevazione a distanza.
c) Per configurazioni diverse, devono essere applicati i
carichi in accordo con le indicazioni di cui in [9.1.9] ed 9.2.2 Posizione dei tubi sonda
i mezzi di supporto devono essere determinati allo I tubi sonda devono essere sistemati il più vicino possibile
scopo di rispettare le prescrizioni di cui in a). Le squa- ai tubi di aspirazione.

Regolamenti RINA 2005 189


Parte C, Cap 1, Sez 10

9.2.3 Estremità dei tubi sonda chio metallico a vite assicurato al tubo mediante cate-
a) Normalmente i tubi sonda devono terminare al di sopra nella o valvola d’intercettazione.
del ponte delle paratie o del ponte di bordo libero in
9.2.6 Costruzione dei tubi sonda
posizioni facilmente accessibili e devono essere muniti
di efficaci dispositivi metallici di chiusura permanente- a) I tubi sonda devono normalmente essere diritti. Se in
mente collegati. questi tubi sono necessarie curve, la curvatura deve
essere la più piccola possibile per permettere il facile
b) Nei locali macchine e gallerie, ove le prescrizioni in a)
passaggio dei dispositivi di sondaggio.
non possano essere soddisfatte, possono essere accettati
tubi sonda corti, con dispositivi di chiusura automatica b) Nelle navi da carico la sistemazione del sondaggio di
che portino a posizioni facilmente accessibili al di sopra un compartimento mediante tubi piegati che passino
del piano di lavoro. attraverso un altro compartimento sarà oggetto di consi-
derazione speciale da parte della Società. Tale sistema-
Nelle navi per le quali è richiesto un doppio fondo, tali
zione è generalmente accettabile solamente se i
dispositivi di chiusura devono essere di tipo automatico.
compartimenti attraversati sono intercapedini o conten-
9.2.4 Sistemazioni speciali per tubi sonda in gono lo stesso liquido del compartimento servito dai
cisterne e casse per liquidi infiammabili tubi sonda.
a) Quando tubi sonda sono adoperati in impianti conte- c) Le parti piegate dei tubi sonda devono avere spessore
nenti liquidi infiammabili, ad eccezione dei lubrificanti, rinforzato e devono essere opportunamente sopportate.
essi devono terminare all’aperto in posizioni nelle quali d) Il diametro interno dei tubi sonda non deve essere infe-
non vi sia rischio di ignizione dello stillicidio dai tubi riore a 32 mm. Qualora i tubi sonda passino attraverso
sonda. In particolare essi non devono terminare nelle spazi refrigerati o attarverso coibentazioni di spazi refri-
zone dei passeggeri o dell’equipaggio. Normalmente gerati nei quali la temperatura possa essere al di sotto di
non devono terminare in locali macchine. Tuttavia la 0°C, il loro diametro interno deve essere di almeno 60
Società, qualora consideri che queste prescrizioni non mm.
siano praticamente applicabili, potrà permettere che
essi terminino nei locali macchine alle condizioni e) Lamiere di doppiatura devono essere sistemate al di
seguenti: sotto dell’estremità inferiore del tubo sonda allo scopo
di prevenire eventuali danni allo scafo. Qualora siano
1) deve esservi un ulteriore indicatore di livello che sia adoperati tubi sonda con estremità inferiore chiusa, la
in accordo con le prescrizioni in [2.9.2], lamiera di chiusura dovrà avere dimensioni rinforzate.
2) i tubi sonda devono terminare in posizioni lontane
da rischi d’ignizione a meno che non siano prese 9.3 Tubi di rigurgito
precauzioni quali la sistemazione di schermi effi-
caci, che impediscano che il liquido infiammabile 9.3.1 Principi
nel caso di perdite attraverso lo sbocco del tubo I tubi di rigurgito devono esser sistemati su cisterne:
sonda venga in contatto con la fonte d’ignizione,
• che possono essere riempite da pompe e che sono state
3) gli sbocchi dei tubi sonda devono avere dispositivi progettate per un battente idrostatico inferiore a quello
automatici di chiusura ed un piccolo rubinetto di corrispondente all’altezza dello sfogo d’aria, o
controllo a chiusura automatica situato al di sotto • quando la sezione del tubo dello sfogo d’aria è inferiore
del dispositivo di chiusura per accertare che il a quella prescritta in [9.1.8], d).
liquido infiammabile non sia presente prima
dell’apertura del dispositivo di chiusura. Devono 9.3.2 Progetto dell’impianto rigurgiti
essere prese precauzioni affinché ogni fuoriuscita di
a) I tubi di rigurgito devono essere portati:
liquido infiammabile attraverso il rubinetto di con-
trollo non generi rischi di ignizione. • fuoribordo,
b) Per casse di olio lubrificante o per casse di combustibile • o, nel caso di combustibile liquido o olio lubrifi-
liquido di meno di 2 m3, non è necessario che sia siste- cante, ad una cassa rigurgiti di capacità adeguata o
mato l’indicatore di livello indicato in a).1 ed il rubi- a un deposito che abbia un certo volume riservato ai
netto di controllo indicato in a).3 a condizione che i rigurgiti.
tubi sonda abbiano appropriati sistemi di chiusura. b) Quando diverse cisterne contenenti lo stesso liquido o
c) Tubi sonda corti possono essere adoperati per casse liquidi diversi sono collegate ad un collettore comune
diverse dai doppi fondi senza l’ulteriore indicatore di di rigurgiti, la sistemazione deve essere tale da impedire
livello chiuso purché sia sistemato un impianto rigurgiti. il rischio di:
• intercomunicazioni fra le varie cisterne dovute al
9.2.5 Dispositivi di chiusura movimento di liquido durante il riempimento o lo
a) I dispositivi di chiusura automatica devono avere tappi svuotamento o dovute all’inclinazione della nave,
cilindrici con contrappeso che assicurino la chiusura • riempimento di una cisterna da un’altra supposta
automatica. allagata a causa di un’avaria dello scafo.
b) I dispositivi di chiusura per i quali non sia richiesta la A tale scopo, i tubi di rigurgito devono essere portati
chiusura automatica, possono consistere di un coper- abbastanza in alto al di sopra del massimo galleggia-

190 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 10

mento o, in alternativa, devono essere sistemate dove un vetro spia nel tubo di rigurgito che indichi quando
necessario valvole di non ritorno. una cassa sta rigurgitando. Tali vetri spia devono essere
c) Devono essere previste sistemazioni tali da impedire sistemati solo su tubi verticali ed in posizione facil-
che un compartimento possa essere allagato dal mare mente visibile.
attraverso i rigurgiti nel caso in cui venga scaricata la
9.3.4 Prescrizioni specifiche per la costruzione dei
sentina di un altro compartimento collegato allo stesso
tubi di rigurgito
collettore di rigurgito. A tale scopo le aperture dei tubi
di rigurgito che scaricano fuori bordo devono essere a) Il diametro interno dei tubi di rigurgito non deve essere
normalmente sistemate al di sopra del massimo galleg- inferiore a 50 mm.
giamento e devono essere munite , dove necessario, di b) In ogni compartimento che può essere riempito con le
valvole di non ritorno sul fasciame esterno, o, in alter- pompe, l’area totale delle sezioni dei tubi di rigurgito
nativa, i tubi rigurgito devono essere portati dalle non deve essere inferiore a 1,25 volte l’area delle
cisterne a un punto al di sopra del massimo galleggia- sezioni dei tubi di riempimento corrispondenti.
mento. c) L’area della sezione del collettore rigurgiti non deve
d) Qualora le casse alte che possono contenere carico essere inferiore all’area totale delle sezioni dei due tubi
liquido o secco o combustibile liquido siano collegate di rigurgito più grandi che scaricano nel collettore.
ad un collettore rigurgiti comune, devono essere prese
misure affinché i liquidi o i vapori provenienti da altri 9.4 Prescrizioni costruttive relative ai tubi
compartimenti non possano entrare in dette casse alte
per le sonde, sfoghi d’aria e rigurgiti
quando contengono carichi secchi.
e) Quando le cisterne contenenti alternativamente combu- 9.4.1 Materiali
stibile liquido o acqua di zavorra sono collegate ad un a) I tubi delle sonde, sfoghi d’aria e rigurgiti devono essere
collettore comune di rigurgiti devono essere prese d’acciaio o di altro materiale approvato per l’applica-
misure affinché l’acqua di zavorra non possa rigurgitare zione considerata.
nelle cisterne che contengono combustibile liquido e
viceversa. b) Le parti esposte dei tubi delle sonde, sfoghi d’aria e
rigurgiti devono essere costruite in materiali metallici
f) Ulteriori prescrizioni per navi soggette a verifiche della approvati.
stabilità in condizioni di allagamento sono date in
[5.5.3]. 9.4.2 Spessore minimo dei tubi in acciaio
Lo spessore minimo dei tubi in acciaio delle sonde, sfoghi
9.3.3 Casse rigurgiti
d’aria e rigurgiti è dato in Tab 25.
a) Le casse rigurgiti devono avere una capacità sufficiente
per ricevere la mandata delle pompe per almeno 10
Tabella 25 : Spessore minimo dei tubi delle sonde,
minuti.
sfoghi d’aria e rigurgiti
b) Le casse rigurgiti devono avere uno sfogo d’aria in
accordo con [9.1] che può essere utilizzato come tubo Diametro esterno (mm) Spessore minimo (mm) (1)
di rigurgito della stessa cassa. Qualora lo sfogo d’aria
fino a 168,3 4,5
raggiunga un’altezza superiore al battente di progetto
della cassa rigurgiti, devono essere prese misure ade- 177,8 5
guate a limitare il battente idrostatico effettivo della
193,7 5,4
cassa.
Tali dispositivi devono scaricare in una posizione che 219,1 5,9
sia sicura a parere della Società. oltre 244,5 6,3
c) Deve essere sistemato un dispositivo di allarme che
(1) Si applica solo a cisterne strutturali.
segnali quando il liquido raggiunge un livello predeter-
minato nella cassa o in alternativa deve essere sistemato Per casse indipendenti fare riferimento alla Tab 5.

Regolamenti RINA 2005 191


Parte C, Cap 1, Sez 10

Tabella 26 : Impianti di raffreddamento

Simboli convenzionali Comandi automatici


H= Valore alto, HH = Valore molto alto,
G= Allarme cumulativo
Controlli
L = Valore basso, LL = Valore molto basso,
I = Allarme singolo Impianto Ausiliari
X= Funzione richiesta, R = A distanza
Rallen- Blocco Coman- Avvio Arresto
Indica-
Identificazione del parametro dell’impianto Allarme tamento automa- do della
zione
tico riserva
Pressione o flusso in corrispondenza della pompa di L locale
acqua di mare
Pressione o flusso in corrispondenza della pompa L locale
d’acqua dolce
Livello dell’acqua di raffreddamneto nella cassa L locale
d’espansione

Tabella 27 : Impianti del combustibile liquido

Simboli convenzionali Comandi automatici


H= Valore alto, HH = Valore molto alto,
G= Allarme cumulativo
Controlli
L = Valore basso, LL = Valore molto basso,
Impianto Ausiliari
I = Allarme singolo
X= Funzione richiesta, R = A distanza
Rallen- Blocco Coman- Avvio Arresto
Indica-
Identificazione del parametro dell’impianto Allarme tamento automa- do della
zione
tico riserva
Livello della cassa rigurgito del combustibile liquido H (1)
Livello nelle tenute ad acqua degli sfoghi d’aria delle H (2)
cisterne del combustibile liquido
Temperatura del combustibile liquido dopo i riscalda- H (4) locale X (5)
tori
Livello della cassa morchie locale
Temperatura delle casse di decantazione e delle casse H (3) locale
servizio del combustibile liquido
Livello del combustibile liquido nella cassa di servizio L+H (1) locale
giornaliera
Temperatura del combustibile liquido nella cassa di H (3) locale
servizio giornaliera
(1) O vetro spia nei tubi di rigurgito
(2) O sistemazione alternativa secondo quanto indicato in [9.1.7] c)
(3) Applicabile quando è previsto un impianto di riscaldamento
(4) O allarme di basso flusso in aggiunta al controllo della temperatura quando riscaldato mediante vapore o altro fluido
(5) Arresto della alimentazione elettrica quando riscaldato elettricamente

9.4.3 Passaggio dei tubi attraverso certi spazi cisterne di combustibile liquido, essi devono essere di
a) I tubi sonda e sfoghi aria che passano attraverso stive o spessore rinforzato in accordo con Tab 5.
locali refrigerati devono essere opportunamente isolati. c) I tubi sonda, sfoghi d’aria e rigurgiti che passano attra-
b) Qualora sia permesso che tubi d’acciaio di sonde, sfo- verso stive del carico devono essere adeguatamente
ghi d’aria e rigurgiti passino attraverso casse di zavorra o protetti.

192 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 10

9.4.4 Auto-drenaggio dei tubi 10.3.2 Impianti di raffreddamento


centralizzati (1/7/2002)
I tubi degli sfoghi d’aria e dei rigurgiti devono essere siste-
mati in modo da essere auto-drenanti quando la nave si a) Nel caso di impianti di raffreddamento centralizzati,
trova in assetto orizzontale. cioè impianti che servono un gruppo di macchine di
propulsione e/o ausiliari, riduttori, compressori ed altre
9.4.5 Targhe apparecchiature essenziali, le pompe dell'acqua di
mare devono essere sistemate come segue:
Devono essere sistemate targhe di identificazione in corri-
spondenza delle parti alte delle sonde e degli sfoghi d’aria. • una pompa d'acqua di raffreddamento principale,
che può essere azionata dai motori, di portata suffi-
ciente a fornire acqua di raffreddamento a tutte le
10 Impianti di raffreddamento apparecchiature servite,
• una pompa di riserva ad azionamento indipendente
10.1 Applicabilità avente almeno la stessa portata.
b) Nel caso di impianti di raffreddamento serviti da un
10.1.1 Le prescrizioni del presente Articolo si applicano gruppo di pompe identiche, la portata della pompa di
ad impianti di raffreddamento che usano i seguenti liquidi riserva deve essere soltanto equivalente a quella di una
refrigeranti: di queste pompe.
• acqua di mare, c) Pompe di zavorra o altre idonee pompe d'acqua di mare
di portata adeguata possono essere adoperate come
• acqua dolce,
pompe di riserva, purché siano presi accorgimenti per
• olio lubrificante. impedire sovrappressioni nell'impianto di raffredda-
mento.
Impianti di raffreddamento ad aria saranno oggetto di consi-
d) Nelle navi che hanno uno o più motori di propulsione,
derazione speciale.
ciascuno con una potenza non superiore a 375 kW, la
pompa indipendente di riserva può essere sostituita da
10.2 Principi una pompa di rispetto completa di portata adeguata che
possa essere prontamente collegata al circuito di raf-
10.2.1 Generalità freddamento.
Gli impianti di raffreddamento ad acqua di mare ed acqua e) Nel caso di impianti di raffreddamento centralizzati che
dolce devono essere sistemati in modo da mantenere entro servono un unico gruppo di motori ausiliari, il secondo
i limiti raccomandati dai Costruttori la temperatura del mezzo di raffreddamento può consistere in un collega-
fluido raffreddato (olio lubrificante, fluido per impianti ole- mento ad una pompa d'acqua di raffreddamento per
odinamici, aria di sovralimentazione, ecc.) per i macchinari l'impianto di propulsione, purché tale pompa abbia una
di propulsione e le apparecchiature essenziali in tutte le portata sufficiente a fornire acqua di raffreddamento ai
condizioni di esercizio, comprese le operazioni di avvia- motori di propulsione ed ai motori ausiliari.
mento e manovra, a tutti gli angoli d’inclinazione ed alle
condizioni ambientali specificate in Sez 1. 10.3.3 Raffreddamento individuale dei motori di
propulsione (1/7/2002)
10.2.2 Disponibilità dell’impianto di raffreddamento a) Gli impianti di raffreddamento individuali dei motori di
propulsione devono comprendere almeno:
L’impianto di raffreddamento deve essere progettato in
modo che, nel caso in cui un componente essenziale • una pompa principale d'acqua di raffreddamento,
diventi inoperativo, sia mantenuto il raffreddamento dei che può essere azionata dal motore,,
macchinari per la propulsione. Una riduzione parziale • una pompa di riserva azionata indipendentemente
della capacità propulsiva può tuttavia essere accettata pur- Qualora la potenza del motore non superi 375 kW, pos-
chè venga dimostrato che la sicurezza delle operazioni sono essere accettate le sistemazioni seguenti:
della nave non ne è pregiudicata.
• una pompa principale d'acqua di raffreddamento,
che può essere azionata dal motore,
10.3 Progetto degli impianti di raffredda- • una pompa di rispetto di portata adeguata che possa
mento ad acqua di mare essere prontamente collegata al circuito di raffred-
damento,
10.3.1 Generalità
b) Qualora, nelle navi che abbiano più di un motore per
a) L’acqua di mare di raffreddamento per motori di propul- ciascuna elica o più eliche, ciascun motore abbia il suo
sione, motori ausiliari ed altre apparecchiature essen- proprio circuito di raffreddamento, il secondo sistema
ziali deve poter essere fornita da due fonti diverse. richiesto in [10.3.1] può consistere in:
b) Le pompe di riserva, quando richieste, non devono • un collegamento ad una pompa indipendente, per
essere collegate alla stessa presa a mare cui sono colle- esempio una pompa di zavorra o qualsiasi altra,
gate le altre pompe d’acqua di mare, a meno che ciò • pompa di acqua di mare idonea, di portata ade-
non sia permesso in [10.7.1], b). guata, purché siano prese precauzioni contro la sor-

Regolamenti RINA 2005 193


Parte C, Cap 1, Sez 10

vrappressione nell'impianto di raffreddamento. 10.4.2 Impianti di raffreddamento


(Vedere [10.7.4], b).
a) Gli impianti di raffreddamento ad acqua dolce delle
• o una pompa completa di rispetto identica a quelle apparecchiature essenziali devono comprendere
collegate ai motori e pronta ad essere collegata al almeno:
circuito di raffreddamento
• una pompa principale d’acqua di raffreddamento,
Tuttavia questo secondo sistema può essere omesso che può essere azionata dall’apparecchiatura,
quando sono fornite giustificazioni sulla sicurezza delle
capacità propulsive e manovriere della nave quando un • una pompa di riserva indipendente.
circuito di raffreddamento è disabilitato.
b) La pompa di riserva può essere omessa purché sia siste-
10.3.4 Raffreddamento individuale dei motori mato un collegamento d’emergenza con un idoneo
ausiliari impianto di acqua di mare e sia sistemato un idoneo
dispositivo di scambio. Devono essere prese precau-
Qualora ogni motore ausiliario abbia il suo proprio circuito
zioni per evitare la sovrapressione nell’impianto di raf-
di raffreddamento non è richiesto il secondo sistema di raf-
freddamento come indicato in [10.7.4], b).
freddamento.
c) La pompa di riserva può essere omessa anche nel caso
10.3.5 Raffreddamento degli impianti a vapore di ridondanza dell’apparecchiatura raffreddata.
a) Gli impianti a vapore devono avere:
10.4.3 Casse d’espansione
• una pompa principale di circolazione,
• una pompa di riserva capace di assicurare la circola- Le casse d’espansione dell’acqua dolce devono essere
zione nel condensatore principale in caso di avaria munite di almeno:
della pompa principale di circolazione. • un dispositivo per la de-aerazione,
b) Qualora l’impianto comprenda più di un’unità propul- • un indicatore del livello dell’acqua,
siva. la pompa di riserva non è richiesta, purché sia
sistemato un branchetto fra le mandate delle pompe di • un collegamento per il riempimento,
circolazione di ogni unità. • un drenaggio.
c) Una presa dinamica può essere accettata in luogo della
pompa di circolazione principale, purché sia sistemata 10.4.4 Rivelazione del combustibile liquido o
un’apparecchiatura ulteriore che assicuri la circolazione dell’olio lubrificante
d’acqua di mare al condensatore durante le manovre Negli impianti di raffreddamento d’acqua dolce che com-
della nave. Tale apparecchiatura può essere: prendono scambiatori di calore con combustibile liquido o
• un’ulteriore pompa indipendente olio lubrificante deve essere sistemato un dispositivo per la
rivelazione di contaminazioni dell’acqua dal combustibile
• o un collegamento ad una pompa disponibile di
liquido o dall’olio lubrificante.
capacità adeguata.

10.3.6 Raffreddamento di altre apparecchiature 10.5 Progetto degli impianti di raffredda-


essenziali
mento ad olio
a) Il secondo sistema di raffreddamento richiesto in
[10.3.1] per apparecchiature essenziali può consistere 10.5.1 Generalità
in un collegamento ad una pompa di zavorra o ad
un’altra pompa d’acqua di mare idonea di portata ade- Gli impianti di raffreddamento ad olio devono essere pro-
guata purché siano prese le precauzioni necessarie con- gettati secondo le prescrizioni applicabili in [10.3].
tro eventuali sovrapressioni dell’impianto di
raffreddamento. (Vedere [10.7.4], voce b). 10.5.2 Mezzi secondari per il raffreddamento

b) Tuttavia, qualora tale apparecchiatura essenziale sia Il secondo mezzo di raffreddamento richiesto in [10.3.1]
duplicata, il sistema secondario può essere omesso qua- può consistere in un collegamento soddisfacente ad una
lora siano fornite giustificazioni sulla sicurezza delle pompa olio lubrificante di portata sufficiente. Devono
capacità propulsive e manovriere della nave con il cir- essere prese precauzioni contro la sovrapressione
cuito di raffreddamento di una apparecchiatura disabili- nell’impianto di raffreddamento.
tato.
10.6 Comandi e controlli
10.4 Progetto degli impianti di raffredda-
mento ad acqua dolce 10.6.1 Devono essere sistemati allarmi per gli impianti
d’acqua di raffreddamento secondo le prescrizioni in
10.4.1 Generalità Tab 26, in aggiunta a quelli stabiliti per i motori diesel in
Gli impianti di raffreddamento ad acqua dolce devono Sez 2 e per gli impianti a vapore in Sez 4.
essere progettati in accordo con le prescrizioni applicabili Nota 1: Alcune deroghe alla Tab 26 possono essere accettate dalla
in [10.3]. Società nel caso di navi con notazione di navigazione limitata.

194 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 10

10.7 Sistemazione degli impianti di raffredda- 11 Impianti del combustibile liquido


mento
11.1 Applicabilità
10.7.1 Prese dal mare
a) Devono essere sistemate almeno due prese dal mare in 11.1.1 Scopo
accordo con le prescrizioni in [2.8], una per ciascun Le prescrizioni del presente Articolo si applicano a tutti gli
mezzo di raffreddamento prescritto in [10.3.1]. impianti del combustibile liquido che alimentano ogni tipo
di apparecchiatura.
b) Le due prese dal mare possono essere collegate da una
traversa che alimenti sia la pompa di raffreddamento 11.1.2 Prescrizioni che si applicano agli impianti del
princpale che la pompa di raffreddamento di riserva. combustibile liquido non contenute nella
presente Sezione
c) Quando il secondo mezzo di raffreddamento è una
Ulteriori prescrizioni sono date:
pompa di rispetto, le due prese dal mare devono essere
sistemate in ogni caso, ed entrambe devono essere col- • per i depositi indipendenti di combustibile liquido, in
legate alla pompa principale di raffreddamento. App 4,
• per le apparecchiature per l’alimentazione del combu-
d) Le prese dal mare devono comprendere una presa bassa stibile liquido che fanno parte dei motori, turbine a gas,
progettata in modo da restare immersa in ogni condi- caldaie, riscaldatori di fluido diatermico ed inceneritori,
zione di navigazione normale. nelle sezioni corrispondenti,
In genere deve essere sistemata una presa dal mare su • per la sistemazione di impianti di depurazione, nel
ciascun lato della nave. Capitolo 4,
e) Una delle prese dal mare può essere quella della pompa • per la sistemazione ed i dimensionamenti dei depositi
di zavorra o della pompa per servizi generali. che fanno parte della struttura della nave, nella Parte B,
Capitolo 2 e Parte B, Capitolo 7,
10.7.2 Refrigeranti • per gli impianti di rifornimento degli elicotteri, in
a) I refrigeranti devono avere valvole di intercettazione agli Cap 4, Sez 10, [6].
ingressi ed alle uscite.
b) I refrigeranti esterni allo scafo (casse di raffreddamento
11.2 Principi
o chiglie condotto) devono avere valvole di intercetta- 11.2.1 Generalità
zione in corrispondenza del fasciame esterno.
a) Gli impianti del combustibile liquido devono essere
progettati in modo da assicurare che il combustibile
10.7.3 Filtri
liquido fornito ai motori ed alle caldaie abbia caratteri-
a) Qualora i motori di propulsione ed ausiliari per servizi stiche adeguate (grado di purezza, viscosità, pressione).
essenziali siano raffreddati direttamente da acqua di
b) Gli impianti di combustibile liquido devono essere pro-
mare, devono essere sistemati filtri in corrispondenza
gettati in modo da impedire:
dell’aspirazione delle pompe di raffreddamento sia in
servizio normale che in emergenza. • rigurgiti o fuoriuscite di combustibile liquido dai
depositi, tubi, accessori, ecc.,
b) Tali filtri devono essere sistemati in modo che essi pos- • che il combustibile liquido venga in contatto con
sono essere puliti senza interrompere la mandata fonti d’ignizione,
dell’acqua di raffreddamento.
• surriscaldamento e addensamento del combustibile
10.7.4 Pompe liquido.
c) I combustibili liquidi usati per motori e caldaie devono
a) Le pompe di raffreddamento la cui pressione di man-
avere un punto di infiammabilità in accordo con le pre-
data può essere superiore alla pressione di progetto
scrizioni in Sez 1.
della tubolatura devono avere una valvola di sicurezza
secondo quanto indicato in [2.5]. 11.2.2 Disponibilità degli impianti del combustibile
b) Qualora la pompa per servizi generali, le pompe di liquido
zavorra o le altre pompe possano essere collegate a) Gli impianti del combustibile liquido devono essere
all’impianto di raffreddamento, devono essere prese progettati in modo tale che, nel caso in cui una qualsiasi
precauzioni secondo quanto indicato in [2.5] per evi- delle apparecchiature ausiliarie essenziali dell’impianto
tare la sovrapressione di qualsiasi parte dell’impianto di diventi non funzionante, la mandata di combustibile
raffreddamento. liquido alle caldaie ed ai motori possa essere mantenuta
(vedere anche [11.2.1] a)). Una riduzione parziale della
10.7.5 Sfoghi d’aria capacità propulsiva può tuttavia essere accettata purché
Devono essere sistemati rubinetti nei punti più alti del il sicuro funzionamento della nave non ne sia pregiudi-
sistema di raffreddamento dei motori per sfogare l’aria od i cato.
gas che dovessero accumularsi. Nel caso di impianti di raf- b) I depositi del combustibile liquido devono essere siste-
freddamento chiusi ad acqua dolce, il rubinetto deve essere mati in modo tale che, nel caso di danneggiamento di
collegato alla cassa d’espansione. un qualsiasi deposito, non avvenga la perdita completa

Regolamenti RINA 2005 195


Parte C, Cap 1, Sez 10

della disponibilità di combustibile liquido per i servizi 11.4.3 Indipendenza delle tubolature di travaso del
essenziali. combustibile liquido
Eccetto per quanto permesso in [11.4.5], l’impianto di tra-
c) Qualora i motori e le caldaie funzionino con combusti-
vaso del combustibile liquido deve essere completamente
bili pesanti, devono essere previsti sistemi atti ad ali-
separato dagli altri impianti della nave.
mentarli con combustibili che non richiedano di essere
riscaldati. 11.4.4 Travaso contemporaneo di combustibile
liquido ed acqua di zavorra
11.3 Generalità Qualora, subordinatamente alle prescrizioni in [7.1.3], le
cisterne siano adoperate alternativamente per contenere
11.3.1 Sistemazione degli impianti del combustibile combustibile liquido ed acqua di zavorra, la sistemazione
liquido della tubolatura deve essere tale che il combustibile liquido
a) Nelle navi nelle quali è adoperato combustibile liquido, possa essere travasato per mezzo di pompe del combusti-
la sistemazione per il deposito, la distribuzione e l’uti- bile liquido a o da un’altra cisterna qualsiasi contempora-
lizzazione del combustibile liquido deve essere tale da neamente all’impiego delle pompe di zavorra.
assicurare la sicurezza della nave e del personale a
11.4.5 Trasporto alternativo di combustibile liquido,
bordo.
acqua di zavorra o altri carichi liquidi o solidi
b) Devono essere rispettate le prescrizioni in [5.10]. Qualora certi compartimenti possano contenere alternativa-
mente combustibile liquido, acqua di zavorra ed altri cari-
11.3.2 Prescrizioni per impedire sovrapressioni chi liquidi o solidi, i tubi di travaso che riempiono questi
Devono essere prese misure adeguate per impedire sovra- compartimenti devono avere flange cieche od altri appro-
pressioni di qualsiasi deposito e qualsiasi parte priati dispositivi di scambio.
dell’impianto del combustibile liquido. Le eventuali valvole
di sicurezza devono scaricare in una posizione sicura. 11.4.6 Pompe di travaso
a) Devono essere sistemati almeno due dispositivi di tra-
11.3.3 Ventilazione vaso. Uno di questi dispositivi deve essere una pompa
La ventilazione dei locali macchine deve essere sufficiente ad azionamento meccanico. L’altro può consistere in:
in tutte le condizioni normali per impedire l’accumulo di • una pompa di riserva,
vapori di combustibile liquido. • o, alternativamente, un collegamento d’emergenza
con un’altra pompa appropriata.
11.3.4 Accessi Nota 1: Se sistemati, gli impianti di depurazione possono essere
I locali, nei quali il combustibile liquido è sistemato o accettati come dispositivo di travaso.
maneggiato, devono essere facilmente accessibili. b) Qualora necessario, deve essere sistemata una valvola
di sicurezza sul lato della mandata delle pompe di tra-
11.4 Progetto degli impianti di riempimento e vaso che scarichi in corrispondenza dell’aspirazione
di travaso del combustibile liquido della pompa o in qualsiasi altra posizione ritenuta sod-
disfacente.
11.4.1 Generalità
a) Deve essere sistemato un impianto di pompe e tubola- 11.5 Sistemazione delle casse e dei depositi
ture per il riempimento ed il travaso del combustibile del combustibile liquido
liquido.
11.5.1 Posizione delle casse del combustibile
b) Devono essere sistemati impianti che permettano il tra- liquido
vaso del combustibile liquido da qualsiasi deposito, a) Non devono essere sistemate casse del combustibile
cassa di decantazione o cassa di sevizio ad un altra liquido in posizioni nelle quali stillicidi o perdite dalle
cassa. casse stesse possano costituire un pericolo cadendo su
superfici calde.
11.4.2 Impianto di riempimento
b) Le casse ed i depositi del combustibile liquido non
a) I tubi di riempimento dei depositi di combustibile devono essere sistemati immediatamente al di sopra di
liquido devono terminare sul ponte scoperto o in sta- caldaie o in posizioni nelle quali potrebbero essere sog-
zioni di pompaggio separate da altri spazi e ventilate gette ad alte temperature, a meno che ciò non sia accet-
efficacemente. Mastre e drenaggi adeguati devono tato dalla Società in base a considerazioni speciali. In
essere sistemati per raccogliere possibili stillicidi genere la distanza fra le casse del combustibile liquido
durante le operazioni di riempimento. e le caldaie non deve essere inferiore a 450 mm. Qua-
b) Devono essere prese misure per impedire la sovrapres- lora le caldaie siano situate al di sopra di un doppio
sione nelle tubolature di riempimento che sono servite fondo adibito a cassa del combustibile liquido, la
dalle pompe di bordo. Qualora valvole di sicurezza distanza tra il cielo della cassa nel doppio fondo e la
siano sistemate per questo scopo, esse devono scaricare parte metallica più bassa della caldaia non deve essere
nella cassa rigurgiti indicata in [9.3.3] o in un’altra inferiore a:
posizione sicura ritenuta soddisfacente. • 750 mm per caldaie a tubi d’acqua,

196 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 10

• 600 mm per caldaie cilindriche. tabelle dell’appendice in questione saranno oggetto di


considerazione speciale da parte della Società.
c) Per quanto possibile le casse del combustibile liquido
devono far parte delle strutture della nave e devono 11.6.3 Tubi di aspirazione e tubi di riempimento
essere sistemate al di fuori dei locali macchine di cate-
goria A. Qualora casse del combustibile liquido, diverse a) Tutti i tubi d’aspirazione dalle casse e dai depositi del
da doppi fondi, debbano necessariamente essere siste- combustibile liquido, inclusi quelli nei doppi fondi,
mate entro locali macchine di categoria A o in locali devono essere muniti di valvole.
adiacenti, almeno uno dei lati verticali della cassa deve b) I tubi di riempimento dei depositi possono essere anche
essere adiacente alla delimitazione del locale mac- adoperati per l’aspirazione.
chine; la cassa deve avere preferibilmente un lato c) Qualora i tubi di riempimento delle casse e dei depositi
comune col doppio fondo e la superficie comune tra del combustibile liquido non siano collegati alla parte
cassa e locale macchine deve essere la minima possi- alta di detti casse e depositi, essi dovranno avere valvole
bile.Qualora tali casse siano sistemate entro le delimita- di non ritorno alle loro estremità, a meno che essi non
zioni locali macchine di categoria A, esse non devono siano muniti di valvole sistemate secondo le prescri-
contenere combustibili con punto d’infiammabilità infe- zioni di cui in [11.6.4].
riore a 60 °C.
Nota 1: I locali macchine di categoria A sono definiti in Cap 4, 11.6.4 Controllo a distanza delle valvole (1/7/2004)
Sez 1. a) Ogni tubo del combustibile liquido che, se danneg-
d) La sistemazione delle casse del combustibile liquido giato, permetterebbe al combustibile liquido di fuoriu-
deve essere secondo le prescrizioni della Parte B, scire da un deposito, una cassa di decantazione o una
Capitolo 2, in particolare per quanto riguarda la siste- cassa di servizio giornaliera, avente una capacità uguale
mazione di intercapedini, la separazione tra le casse ed o superiore a 500 l, situata al di sopra del doppio fondo,
i depositi del combustibile liquido e gli altri spazi della deve avere un rubinetto o una valvola sistemati diretta-
nave e la protezione di queste casse e depositi contro mente sulla cassa; deve essere possibile chiudere la val-
ogni aumento della temperatura al di fuori della norma. vola da una posizione sicura al di fuori dello spazio in
cui è sistemata la cassa in questione, nel caso di un
e) Si richiama l’attenzione alle prescrizioni della Parte E,
incendio in detto spazio.
Cap 7, Sez 4 per quanto riguarda la separazione dei
depositi del combustibile liquido dalle zone del carico. Nota 1: Per la posizione dei comandi a distanza, fare riferimento a
[11.10.3], c).
11.5.2 Uso di casse indipendenti per il combustibile b) Tali valvole e rubinetti devono anche comprendere
liquido dispositivi di comando locali e in corrispondenza dei
a) In genere l’uso di casse indipendenti per il combustibile comandi, a distanza e locali, deve essere possibile veri-
liquido deve essere evitato, con l’eccezione delle navi ficare se essi sono aperti o chiusi. (Vedere [2.7.3]).
da carico, in cui il loro uso è ammesso nei locali mac- c) Nel caso particolare di casse alte situate in corrispon-
chine di categoria A. denza di gallerie d'alberi, gallerie tubi o spazi simili,
b) Per il progetto e l’installazione delle casse indipendenti, devono essere sistemate le valvole sulle casse, ma il
fare riferimento a App 4. comando, nel caso d'incendio, può essere effettuato per
mezzo di un'ulteriore valvola sul tubo o sui tubi al di
fuori della galleria o spazio similare. Se tale valvola
11.6 Progetto dei depositi e delle casse per il
aggiuntiva è sistemata nel locale macchine, essa deve
combustibile liquido essere azionabile da una posizione al di fuori di tale
spazio.
11.6.1 Generalità
Le casse di deaerazione, di raccolta, ecc. devono essere 11.6.5 Tubi di drenaggio
considerate come casse del combustibile liquido, ai fini I tubi di drenaggio, se sistemati, devono avere valvole o
dell’applicazione delle prescrizioni del presente sottoarti- rubinetti a chiusura automatica.
colo [11.6], e, in particolare, per le prescrizioni sulle val-
vole. 11.6.6 Sfoghi d’aria e rigurgiti
Le casse con un volume inferiore a 500 l saranno oggetto di Gli sfoghi d’aria ed i rigurgiti sono soggetti alle prescrizioni
considerazione speciale da parte della Società. in [9.1] e [9.3].

11.6.2 Dimensionamento 11.6.7 Tubi sonda ed indicatori di livello


a) I dimensionamenti dei depositi e delle casse per il com- a) Devono essere sistemati dispositivi sicuri ed efficienti
bustibile liquido che fanno parte della struttura della per determinare la quantità di combustibile liquido con-
nave sono soggetti alle prescrizioni della Parte B, tenuta in qualsiasi deposito del combustibile liquido.
Capitolo 7. b) I tubi sonda dei depositi del combustibile liquido sono
b) I dimensionamenti delle casse e dei depositi del combu- soggetti alle prescrizioni in [9.2].
stibile liquido che non fanno parte della struttura della c) Indicatori di livello in accordo con le prescrizioni in
nave devono essere in accordo con le disposizioni di [2.9.2] possono essere adoperati in luogo dei tubi
cui in App 4. Quei casi che non sono contemplati nelle sonda.

Regolamenti RINA 2005 197


Parte C, Cap 1, Sez 10

d) Rubinetti di livello non devono essere adoperati per b) La temperatura del fluido di riscaldamento non deve
accertare i livelli nei depositi. superare 220 °C.
c) In ogni cassa riscaldata devono essere sistemati sensori
11.7 Progetto dell’impianto di riscaldamento di controllo automatici che mantengano la temperatura
del combustibile liquido del combustibile liquido al di sotto dei limiti prescritti in
a).
11.7.1 Generalità
d) Le casse riscaldate devono essere munite di dispositivi
a) Qualora si adoperi combustibile liquido pesante, deve per la misurazione della temperatura.
essere sistemato un appropriato impianto di riscalda-
mento nei depositi, e nelle casse di decantazione e di 11.7.3 Riscaldatori del combustibile liquido
servizio, per assicurare che il combustibile liquido
a) Quando vengono adoperati nell’impianto del combusti-
abbia la corretta fluidità e che le pompe funzionino effi-
bile liquido, riscaldatori a vapore o con altri fluidi essi
cacemente.
devono essere muniti di almeno un allarme di alta tem-
b) Quando necessario per il pompaggio, un sistema di peratura o un allarme di basso flusso in aggiunta
riscaldamento deve essere sistemato nei depositi di all’indicazione della temperatura, eccetto quando non
combustibili pesanti. sia possibile che vengano raggiunte temperature perico-
c) Quando necessario, pompe, filtri, tubi ed accessori lose per l’ignizione del combustibile liquido.
devono avere dispositivi idonei di riscaldamento. b) Deve essere per quanto possibile evitato il riscalda-
d) Quando i motori principali o ausiliari sono alimentati mento del combustibile liquido mediante dispositivi
da combustibili che necessitano di riscaldamento, elettrici.
devono essere prese misure affinché i motori possano c) Tuttavia, quando sono sistemati dispositivi di riscalda-
ancora funzionare se uno degli impianti di riscalda- mento elettrico, devono essere prese misure per assicu-
mento o la sua fonte d’energia di riscaldamento venga a rare che gli elementi riscaldanti siano permanentemente
mancare. Tali sistemazioni possono consistere in un’ali- sommersi durante l’esercizio. Deve essere sistemato un
mentazione alternativa dei motori, come indicato in termostato di sicurezza per impedire in ogni caso che la
[11.9.2]. temperatura superficiale raggiunga o superi 220 °C.
Esso deve essere:
11.7.2 Impianti di riscaldamento dei
depositi (1/7/2004) • indipendente dal sensore di controllo automatico
a) Il combustibile liquido nei depositi non deve essere della temperatura,
riscaldato a temperature entro 10 °C al di sotto del • progettato in modo da intercettare l’alimentazione
punto di infiammabilità del combustibile liquido. Com- elettrica nel caso di temperatura eccessiva,
bustibili liquidi nelle casse di servizio, nelle casse di • provvisto di un sistema di ripristino manuale.
decantazione e in qualsiasi altra cassa nell’impianto di
alimentazione possono essere riscaldati al di sopra di d) I riscaldatori del combustibile liquido devono essere
tale limite, purché: muniti di valvole di sicurezza che scarichino sull’aspira-
zione della relativa pompa o in un’altra posizione rite-
• la lunghezza del tubo dello sfogo d'aria dalla cassa nuta soddisfacente.
e/o un dispositivo di raffreddamento siano sufficienti
a raffreddare i vapori fino ad una temperatura infe-
riore di almeno 10 °C rispetto al punto d'infiamma- 11.8 Progetto dell’impianto di trattamento del
bilità del combustibile liquido e sia sistemato un combustibile liquido
sensore di temperatura nello sfogo d’aria, tarato in
modo da provocare un allarme se la temperatura 11.8.1 Generalità
dovesse superare il limite stabilito di 10 °C al di a) I combustibili pesanti adoperati nei motori diesel
sotto del punto di infiammabilità del combustibile devono essere depurati e filtrati secondo le prescrizioni
liquido, oppure lo scarico dello sfogo d'aria sia ubi- del Costruttore del motore.
cato a 3 metri di distanza da qualsiasi sorgente di
b) Devono essere prese misure atte ad impedire l’ingresso
ignizione,
involontario di combustibile liquido non depurato entro
• appropriate retine tagliafiamma siano sistemate sui le casse servizio giornaliere, in particolare attraverso
tubi di sfogo gas, l’impianto di rigurgito.
• non esistano aperture dagli spazi contenenti vapore
delle casse del combustibile liquido verso il locale 11.8.2 Drenaggi
macchine (passi d’uomo imbullonati sono accetta- a) Le casse di decantazione o, qualora casse di decanta-
bili), zione non siano sistemate, le casse di servizio giorna-
• non siano sistemati spazi chiusi direttamente al di liero, devono essere munite di dispositivi di drenaggio
sopra delle casse del combustibile liquido, ad ecce- che permettano l’evacuazione d’acqua ed impurità che
zione di intercapedini ben ventilate, potrebbero accumularsi nelle parti inferiori di dette
• non siano sistemate apparecchiature elettriche nello casse.
spazio vapore dei depositi, a meno che esse non b) Devono essere sistemati mezzi efficaci per drenare
siano certificate a sicurezza intrinseca. acqua oleosa che possa sfuggire dai suddetti drenaggi.

198 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 10

11.8.3 Depuratori • una cassa di servizio di combustibile liquido diesel


a) Qualora il combustibile liquido necessiti di essere di tipo marino con capacità di almeno 8 ore di fun-
depurato, devono essere sistemati a bordo almeno due zionamento dell’impianto di propulsione alla mas-
depuratori, ciascuno dei quali sia capace di depurare sima potenza continuativa, dell’impianto di
efficacemente la quantità di combustibile liquido neces- generazione di energia elettrica per le normali ope-
saria per l’esercizio normale dei motori. razioni in mare e delle caldaie ausiliarie.
Nota 1: Per navi con notazione di navigazione limitata che adope- c) Qualora i motori principali e le caldaie ausiliarie fun-
rano un combustibile liquido che necessiti di essere depurato, zionino con combustibile liquido pesante ed i motori
un solo depuratore può essere accettabile. ausilari funzionino con combustibile diesel di tipo
b) La capacità del depuratore di riserva può essere infe- marino, le seguenti sistemazioni equivalenti possono
riore a quella richiesta in a), in base a considerazioni essere accettate per le casse di servizio del combustibile
speciali della Società sulle sistemazioni delle casse di liquido:
servizio del combustibile liquido adottate per soddisfare • una cassa di servizio del combustibile liquido
le prescrizioni in [11.9.2]. pesante con capacità di almeno 8 ore di funziona-
c) Il depuratore di riserva può essere usato anche per altri mento dell’impianto di propulsione alla massima
servizi. potenza continuativa, e delle caldaie ausiliarie per
d) Ogni depuratore deve avere un allarme nel caso di gua- le normali operazioni in mare,
sti che potrebbero influenzare la qualità del combusti- • due casse di servizio del combustibile diesel di tipo
bile liquido depurato. marino, ciascuna delle quali con una capacità di
almeno la maggiore fra:
e) I depuratori del combustibile liquido devono essere
installati come richiesto nel Capitolo 4. • 8 ore di funzionamento dei motori ausiliari per
le normali operazioni in mare,
11.9 Progetto dell’impianto d’alimentazione • 4 ore di funzionamento dell’impianto di propul-
del combustibile liquido sione alla massima potenza continuativa,
dell’impianto di generazione di energia elettrica
11.9.1 Generalità (1/7/2004) per le normali operazioni in mare e delle caldaie
a) Nelle navi sulle quali sono adoperati combustibili ausiliarie.
pesanti e combustibili diesel di tipo marino, deve essere Nota 1: Non è necessario applicare la prescrizione in [11.9.2] a
sistemato un dispositivo per passare da un tipo di com- navi da carico di stazza lorda inferiore a 500 ton e destinate a ser-
bustibile liquido all’altro. Tale impianto deve essere pro- vizio di navigazione limitata.
gettato in modo da impedire:
11.9.3 Alimentazione di combustibile liquido alle
• il surriscaldamento del combustibile diesel di tipo caldaie (1/7/2002)
marino,
a) Nelle navi in cui sono installate caldaie che bruciano
• l’ingresso involontario di combustibile liquido combustibile liquido sotto pressione per la produzione
pesante nelle casse di combustibile diesel di tipo di vapore per macchinari di propulsione o ausiliari per
marino. servizi essenziali, l'impianto di alimentazione del com-
b) Se necessario, dovranno essere presi accorgimenti per bustibile liquido deve comprendere almeno due unità,
raffreddare il combustibile diesel di tipo marino dalle ciascuna delle quali provvista di:
tubolature di ritorno dei motori. • un filtro all’aspirazione,
11.9.2 Casse di servizio del combustibile liquido • una pompa indipendente,
(1/1/2001) • un riscaldatore per combustibili pesanti,
a) Devono essere sistemate due casse di servizio del com- • e un filtro allo scarico.
bustibile liquido, o sistemazioni equivalenti, per ogni
b) Sistemazioni alternative che adoperino filtri doppi sono
tipo di combustibile liquido adoperato a bordo per la
accettabili purché ciascun elemento di detti filtri possa
propulsione ed impianti vitali, la cui capacità sia suffi-
essere pulito mentre l’altro è in funzione.
ciente per il funzionamento di almeno 8 ore
dell’impianto di propulsione alla massima potenza con- c) L’impianto d’alimentazione del combustibile liquido
tinuativa e degli impianti di generazione di energia elet- deve essere capace di fornire il combustibile liquido
trica per le normali operazioni in mare. necessario per la generazione di una quantità di vapore
sufficiente per la propulsione ed i servizi essenziali con
b) Qualora i motori principali, i motori ausiliari e le cal-
un’unità non funzionante.
daie funzionino con combustibile liquido pesante, le
seguenti sistemazioni equivalenti possono essere accet- d) Una valvola a chiusura rapida deve essere sistemata
tate per le casse di servizio del combustibile liquido: sulla mandata del combustibile liquido ai bruciatori di
• una cassa di servizio di combustibile liquido ciascuna caldaia e sistemata in modo tale da poter
pesante con capacità di almeno 8 ore di funziona- essere azionata facilmente nel caso d’emergenza o
mento dell’impianto di propulsione alla massima localmente o a distanza.
potenza continuativa, dell’impianto di generazione e) Deve essere possibile bloccare automaticamente l’ali-
di energia elettrica per le normali operazioni in mentazione del combustibile liquido ai bruciatori
mare e delle caldaie ausiliarie, quando richiesto in Sez 3, [5.1.8].

Regolamenti RINA 2005 199


Parte C, Cap 1, Sez 10

f) I bruciatori sono soggetti alle prescrizioni in Sez 3, La pompa di riserva può essere sostituita da una pompa
[2.2.5]. di rispetto completa di portata adeguata e pronta da col-
legare, nei casi seguenti:
g) Qualora i bruciatori siano forniti di dispositivo di ritorno
del combustibile liquido all’aspirazione della pompa o • quando vi sono due o più motori principali, cia-
ad altre parti in pressione, devono essere sistemati scuno con la sua propria pompa di spinta,
dispositivi di non ritorno per impedire al combustibile • nelle navi il cui motore principale ha una potenza
liquido di fluire indietro verso il bruciatore quando l’ali- non superiore a 375 kW.
mentazione del combustibile liquido è sospesa.
f) Qualora i combustibili richiedano preriscaldamento per
h) Per la prima accensione delle caldaie principali è ottenere una viscosità adeguata al momento dell'inie-
richiesto un sistema di alimentazione del combustibile zione nel motore, devono essere sistemate nella tubola-
liquido ausiliaria che non richieda energia da terra. tura del combustibile liquido le apparecchiature
i) Se il combustibile liquido è fornito per gravità, deve seguenti:
essere sistemato un filtro doppio in accordo con le pre- • un dispositvo di controllo della viscosità,
scrizioni in a) sulla tubolatura d’alimentazione.
• due preriscaldatori, di cui uno di riserva a quello in
j) Gli impianti di alimentazione del combustibile liquido servizio.
devono essere completamente separati dagli impianti
d’alimentazione dell’acqua, sentina, zavorra ed altri g) Il combustibile liquido in eccesso proveniente dalla
impianti di tubolarure. pompa o dall'iniettore deve essere riportato alla cassa di
servizio, alla cassa di decantazione, o ad un'altra cassa
11.9.4 Alimentazione di combustibile liquido ai predisposta per questo scopo.
motori a combustione interna (1/7/2002) h) Le casse di deaerazione sistemate sulle tubolature di
a) Le aspirazioni delle pompe del combustibile liquido del ritorno in pressione del combustibile liquido devono
motore devono essere sistemate in modo tale da impe- essere munite di almeno:
dire il pompaggio d'acqua e residui che potrebbero
• una valvola automatica di sfogo o un dispositivo
accumularsi per decantazione nel fondo delle casse di
equivalente che scarichi nella cassa di servizio gior-
servizio.
naliera,
b) I motori a combustione interna di propulsione devono • una valvola di non ritorno sulla tubolatura di ritorno
avere almeno due filtri, o simili apparecchiature, siste- dai motori.
mati in modo che si possa eseguire la manutenzione di
uno dei filtri mentre l'altro è in uso. i) I componenti dell'impianto del combustibile di un
motore diesel devono essere progettati considerando la
Nota 1: Qualora l'impianto di propulsione consista in:
massima pressione di picco che si può verificare in eser-
• due o più motori, ciascuno col proprio filtro, o cizio, comprese le pulsazioni dell'alta pressione che
• un motore di potenza non superiore a 375 kW, sono generate e ritrasmesse sulla mandata e sul riflusso
del combustibile dall'azione delle pompe di iniezione.
il secondo filtro può essere sostituito con un filtro di rispetto
prontamente accessibile e facile da sostituire. j) I collegamenti tra le linee di mandata e di riflusso del
c) I filtri del combustibile liquido in parallelo devono combustibile devono essere costruiti tenendo presenti la
essere sistemati in modo tale da ridurre al minimo la loro capacità di prevenire perdite di combustibile
possibilità che un filtro in pressione venga aperto per liquido durante l'esercizio e dopo la manutenzione.
errore. k) Nelle installazioni con più motori alimentati dalla stessa
Gli involucri dei filtri devono essere muniti di idonei sorgente di combustibile, devono essere provvisti mezzi
dispositivi atti a: per intercettare la mandata ed il riflusso del combusti-
bile dei singoli motori. I mezzi di intercettazione non
• sfogare l'aria al momento in cui vengono messi in devono influenzare il funzionamento degli altri motori e
servizio, devono poter essere azionati da una posizione che non
• depressurizzarli prima che vengano aperti. possa essere resa inaccessibile da un incendio su uno
qualsiasi dei motori.
Valvole o rubinetti adoperati a tale scopo devono essere
muniti di tubi di drenaggio che scarichino in posizioni l) Per i tubi del combustibile liquido ad alta pressione,
sicure. fare riferimento alla Sez 2.
d) I filtri del combustibile liquido devono essere sistemati
in modo che, nel caso di perdite, il combustibile liquido 11.10 Comandi e controlli
non possa essere proiettato sul collettore di scarico.
11.10.1 Controlli
e) Quando è sistemata una pompa di spinta del combusti-
bile liquido essenziale per il funzionamento del motore Gli impianti del combustibile liquido devono essere dotati
principale, deve essere sistemata anche una pompa di degli allarmi e delle sicurezze indicate in Tab 27.
riserva collegata in modo da essere pronta per uso Nota 1: Alcune deroghe alla Tab 27 potranno essere accettate dalla
immediato. Società per navi con notazione di navigazione limitata.

200 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 10

11.10.2 Comandi automatici essere adoperate in tubolature del combustibile liquido


Dispositivi per il controllo automatico della temperatura in cui la pressione di progetto sia inferiore a 0,7 Mpa e
devono essere sistemati su: la temperatura di calcolo sia inferiore a 60 °C.

• riscaldatori a vapore o ad altri fluidi, d) Deve essere evitata la zincatura interna dei tubi o delle
pareti delle casse e dei depositi del combustibile
• riscaldatori elettrici. liquido.
11.10.3 Comandi a distanza
11.11.2 Spessore dei tubi (1/7/2002)
a) La sistemazione dei comandi a distanza delle valvole
Lo spessore dei tubi che convogliano combustibile liquido
sulle casse del combustibile liquido è soggetta alle pre-
deve essere calcolato per la pressione di progetto indicata
scrizioni in [11.6.4].
in Tab 28.
b) L’alimentazione di energia a:
11.11.3 Collegamenti dei tubi (1/7/2002)
• pompe dei bruciatori del combustibile liquido,
• pompe di travaso ed altre pompe dell’impianto del a) I collegamenti e gli accessori dei tubi che convogliano
combustibile liquido, combustibile liquido devono essere idonei per una pres-
sione di progetto in accordo alla Tab 28.
• depuratori del combustibile liquido,
b) I collegamenti dei tubi che convogliano combustibili
deve essere tale da poter essere fermata da una posi-
riscaldati devono essere eseguiti mediante flange a per-
zione entro lo spazio che contiene dette pompe e da
fetto combaciamento con guarnizioni più sottili possi-
un’altra posizione sistemata al di fuori dello spazio in
bile di materiale impermeabile al combustibile
questione e sempre accessibile nel caso di incendio in
riscaldato a 160°C.
detto spazio.
c) I comandi a distanza delle valvole sistemate sulla cassa
11.12 Sistemazione degli impianti di tubola-
del combustibile liquido per il generatore d’emergenza
devono essere in una posizione separata da quelli delle
ture del combustibile liquido
altre valvole sistemate sulle casse nel locale apparato
motore. 11.12.1 Passaggio dei tubi del combustibile liquido
attraverso cisterne o casse
d) Le posizioni dei comandi a distanza sono anche sog-
gette alle prescrizioni nel Capitolo 3. a) I tubi del combustibile liquido non devono passare
attraverso casse che contengono acqua di alimento per
le caldaie, acqua dolce o carichi liquidi, a meno che
11.11 Fabbricazione degli impianti di tubola- essi non siano contenuti entro gallerie tubi.
ture del combustibile liquido
b) I tubi di travaso che passano attraverso le cisterne di
11.11.1 Materiali (1/7/2002) zavorra devono avere spessore rinforzato in accordo
con quanto indicato in Tab 5.
a) I tubi del combustibile liquido e le loro valvole devono
essere in acciaio o altro materiale approvato, eccetto 11.12.2 Passaggio di tubi attraverso casse del
quando può essere accettato l'uso di tubi flessibili, pur- combustibile liquido
ché essi soddisfino alle prescrizioni in [2.6.3].
Tubi di acqua d’alimento delle caldaie, acqua dolce o tubi
b) Qualora la Società possa permettere di convogliare olio di carichi liquidi non devono passare attraverso casse del
e combustibili liquidi attraverso locali di alloggio e di combustibile liquido a meno che essi non siano contenuti
servizio, i tubi che convogliano detti fluidi devono entro gallerie tubi.
essere di un materiale approvato dalla Società tenendo
presente il rischio di incendio. 11.12.3 Separazione dei depuratori del combustibile
liquido
c) Acciaio o ghisa nodulare possono essere accettati per
valvole sotto battente collegate alle casse del combusti- I depuratori per i combustibili riscaldati devono essere siste-
bile liquido. Tuttavia, valvole di ghisa grigia possono mati come indicato in Cap 4, Sez 7, [4.2.3].

Tabella 28 : Definizione della pressione di progetto degli impianti di tubolature del combustibile liquido (1/7/2002)

Temperatura d’esercizio →
T ≤ 60°C T > 60°C
Pressione di esercizio ↓
0,3 MPa o massima pressione di esercizio, se supe- 0,3 MPa o massima pressione di esercizio, se supe-
P ≤ 0,7 MPa
riore riore
1,4 MPa o massima pressione di esercizio, se supe-
P > 0,7 MPa Massima pressione di esercizio
riore

Regolamenti RINA 2005 201


Parte C, Cap 1, Sez 10

12 Impianti dell’olio lubrificante 12.3.2 Filtraggio


a) Negli impianti di lubrificazione forzata devono essere
sistemati dispositivi atti a filtrare con efficacia l’olio nei
12.1 Applicabilità circuiti.
b) I filtri previsti a tale scopo in corrispondenza delle mac-
12.1.1 Le prescrizioni de presente Articolo si applicano ad
chine principali e delle macchine azionanti generatori
impianti dell’olio lubrificante per la lubrificazione ed il
elettrici per la propulsione elettrica devono essere siste-
comando di motori diesel, turbine a vapore ed a gas, ridut-
mati in modo tale da poter essere puliti facilmente
tori ed invertitori, frizioni ed eliche a pale orientabili.
senza arrestare la lubrificazione delle macchine.
Esse si applicano anche ad impianti d’olio separati per il c) Le dimensioni delle aperture delle maglie dei filtri
raffreddamento degli stantuffi dei motori. devono essere in accordo con le prescrizioni del
Costruttore del motore o della turbina.
12.2 Principi d) Qualora siano sistemati filtri sulla mandata delle pompe
dell’olio lubrificante, deve essere sistemato su detto lato
12.2.1 Generalità una valvola di sicurezza che scarichi sull’aspirazione
della pompa o in altra posizione conveniente sulla man-
a) Gli impianti dell’olio lubrificante devono essere proget- data della pompa stessa.
tati in modo tale da assicurare una lubrificazione affida-
bile dei motori, delle turbine e delle altre 12.3.3 Depurazione
apparecchiature, compresi i motori elettrici, per la pro- I depuratori dell’olio, quando sistemati, sono soggetti alle
pulsione: prescrizioni in [11.8.3].
• in tutto il campo di velocità, compreso avviamento, 12.3.4 Riscaldatori
arresto e, quando applicabile, manovra, I riscaldatori dell’olio lubrificante sono soggetti alle prescri-
• per tutti gli angoli di inclinazione stabiliti in Sez 1 zioni in [11.7.3].

b) Gli impianti dell’olio lubrificante devono essere proget- 12.4 Progetto degli impianti dell’olio lubrifi-
tati in modo da assicurare un sufficiente smaltimento cante per motori diesel
del calore ed un adeguato filtraggio dell’olio.
12.4.1 Lubrificazione di motori di propulsione
c) Gli impianti dell’olio lubrificante devono essere proget-
tati in modo tale da impedire all’olio di venire in con- a) I motori principali devono avere almeno due pompe di
tatto con fonti di ignizione. lubrificazione azionate meccanicamente di capacità
tale da poter mantenere la normale lubrificazione con
una pompa non funzionante.
12.2.2 Disponibilità
b) Nel caso di impianti di propulsione con:
a) Gli impianti dell’olio di lubrificante devono essere pro-
• più di un motore, ciascuno dei quali con la propria
gettati in modo tale che nel caso in cui una pompa sia
pompa di lubrificazione,
non funzionante, la lubrificazione del motore od altra
apparecchiature possa essere mantenuta. Una riduzione • o un motore con potenza non superiore a 375 kW,
parziale della capacità propulsiva può tuttavia essere una delle pompe indicate in a) può essere una pompa di
accettata purché il sicuro funzionamento della nave non rispetto pronta per essere collegata all’impianto
ne sia pregiudicato. dell’olio lubrificante, purché le operazioni di smontag-
gio e rimontaggio possano essere effettuate a bordo in
b) Deve essere sistemato un impianto di lubrificazione breve tempo.
d’emergenza, come per esempio un impianto a gravità,
al fine di assicurare una lubrificazione sufficiente per le 12.4.2 Lubrificazione dei motori ausiliari
apparecchiature che potrebbero essere danneggiate da a) Non sono richieste pompe aggiuntive per i motori ausi-
una mancata alimentazione d’olio. liari che sono forniti di pompe di lubrificazione proprie.
b) Per i motori ausiliari con un impianto di lubrificazione
12.3 Generalità comune devono essere sistemate almeno due pompe.
Tuttavia se tali motori ausiliari sono per servizi non
12.3.1 Sistemazione dell’impianto dell’olio essenziali, non sono richieste pompe aggiuntive
lubrificante
a) Le sistemazioni per il deposito, la distribuzione e l’uti-
12.5 Progetto degli impianti dell’olio lubrifi-
lizzazione degli impianti di lubrificazione ad olio in cante per turbine a vapore
pressione devono essere tali da assicurare la sicurezza
12.5.1 Generalità
della nave e delle persone a bordo.
Deve essere sistemato un dispositivo d’allarme acustico per
b) Esse sono soggette alle prescrizioni in [5.10], se appli- segnalare eventuali danni o riduzioni apprezzabili della
cabili. pressione dell’olio.

202 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 10

12.5.2 Lubrificazione delle turbine di propulsione e b) Nel caso di impianti di propulsione che comprendano:
dei turbogeneratori • più di una linea d’alberi con eliche e/o frizioni con
a) Le turbine di propulsione e i turbogeneratori per la pro- impianto di comando proprio,
pulsione devono essere muniti di: • o un motore con una potenza non superiore a 375
• una pompa di lubrificazione principale, kW,
una delle pompe indicate in a) può essere una pompa di
• ed una pompa di riserva avente almeno la stessa
rispetto pronta per essere collegata all’impianto oleodi-
portata azionata indipendentemente.
namico di comando purché le operazioni di smontaggio
b) Gli impianti di lubrificazione per le turbine di propul- e rimontaggio possano essere eseguite a bordo in breve
sione e per i turbogeneratori devono avere un disposi- tempo.
tivo d’arresto della mandata di vapore alla turbina. c) Tuttavia quando l’impianto di propulsione comprende
(Vedere [12.8.1]) uno o più motori di potenza non superiore a 375 kW, la
pompa di riserva o la pompa di rispetto possono essere
12.5.3 Lubrificazione d’emergenza delle turbine di omesse per le eliche a pale orientabili e le frizioni, pur-
propulsione e dei turbogeneratori per la
ché esse siano progettate in modo tale da essere mecca-
propulsione
nicamente fissate nella posizione “avanti” per le eliche
a) Le turbine di propulsione ed i turbogeneratori per la ed “ingranato” per le frizioni e che la capacità dei
propulsione devono avere un impianto di lubrificazione dispositivi di avviamento sia tale da permettere il
d’emergenza dotato di un dispositivo d’avviamento numero di avviamenti prescritto in tali condizioni.
automatico. (Vedere [12.8.1]).
12.6.2 Raffreddamento degli stantuffi
b) Qualora sia previsto un impianto a gravità per lo scopo
Le prescrizioni indicate in [12.4.2] sono applicabili anche
in a), esso deve assicurare una lubrificazione adeguata
agli impianti separati d’olio per il raffreddamento degli stan-
per non meno di 6 minuti e, nel caso dei turbogenera-
tuffi.
tori, per un periodo almeno uguale a quello necessario
per l’arresto dopo che siano stati scaricati.
12.7 Progetto delle casse d’olio lubrificante
c) Quando la lubrificazione di emergenza avviene
mediante una pompa di emergenza, essa deve essere 12.7.1 Comando a distanza delle valvole (1/7/2002)
sistemata in modo che il suo funzionamento non sia Le casse d'olio lubrificante di capacità uguale o superiore a
influenzato da un’avaria della sorgente di energia prin- 500 litri devono avere valvole comandate a distanza in
cipale. accordo con le prescrizioni in [11.6.4].
d) E’ anche richiesta una sistemazione adeguata per raf- Qualora si ritenga che un azionamento non intenzionale
freddare i cuscinetti dopo l’arresto. delle valvole di rapida chiusura sulla cassa dell'olio lubrifi-
cante possa compromettere il sicuro funzionamento dei
12.5.4 Lubrificazione delle turbine ausiliarie per motori di propulsione e dei macchinari ausiliari essenziali,
servizi essenziali non è necessaria la sistemazione di valvole con comando a
a) Le turbine ausiliarie per servizi essenziali devono avere: distanza.
Le valvole d'aspirazione dalle casse possono non avere il
• una pompa principale di lubrificazione,
comando a distanza purché siano mantenute sempre chiuse
• e una pompa di riserva avente almeno la stessa por- tranne che durante le operazioni di travaso.
tata azionata indipendentemente.
12.7.2 Tubi di riempimento e d’aspirazione
b) La pompa di riserva deve essere in grado di fornire una
I tubi di riempimento e d’aspirazione sono soggetti alle pre-
quantità sufficiente d’olio lubrificante alle turbine
scrizioni in [11.6.3].
durante le operazioni d’avviamento e d’arresto.
12.7.3 Tubi di sfoghi d’aria e rigurgiti
12.6 Progetto degli impianti dell’olio lubrifi- I tubi degli sfoghi d’aria e dei rigurgiti sono soggetti alle pre-
cante, per il comando e raffreddamento scrizioni in [9.1] e [9.3].
di altre apparecchiature 12.7.4 Tubi sonda e indicatori di livello
12.6.1 Comandi per le eliche a pale orientabili e le a) Devono essere sistemati dispositivi atti ad accertare in
frizioni modo sicuro ed efficace il contenuto di olio lubrificante
nelle casse.
a) Gli impianti ad olio separati per il comando delle:
b) I tubi sonda devono sono soggetti alle prescrizioni in
• eliche a pale orientabili, o [9.2].
• frizioni c) In luogo dei tubi sonda possono essere adoperati indi-
devono comprendere almeno due pompe ad aziona- catori di livello dell’olio in accordo con le prescrizioni
mento meccanico di portata tale da poter eseguire i in [2.9.2].
comandi normali con una qualsiasi pompa non funzio- d) Non devono essere adoperati rubinetti di controllo per
nante. accertare il livello dell’olio nelle casse.

Regolamenti RINA 2005 203


Parte C, Cap 1, Sez 10

12.7.5 Casse per la raccolta dell’olio dai motori 12.9.2 Vetri spia

a) Nelle navi per le quali è richiesto il doppio fondo, pos- L’impiego di vetri spia negli impianti di lubrificazione è per-
sono essere permessi dalla Società pozzetti per la rac- messo purché sia dimostrato mediante prove che essi hanno
colta dell’olio al di sotto dei motori principali, purché la un sufficiente grado di resistenza al fuoco.
sistemazione assicuri una protezione equivalente a
quella permessa da un doppio fondo che sia in accordo 13 Impianti di fluido diatermico
con le prescrizioni della Parte B, Cap 4, Sez 4.

b) Qualora nelle navi per le quali è richiesto il doppio 13.1 Applicabilità


fondo, le casse di raccolta dell’olio si estendano per
tutta l’altezza del doppio fondo, deve essere sistemata 13.1.1 Le prescrizioni del presente Articolo si applicano a
una valvola sul tubo di drenaggio dell’olio in una posi- tutti gli impianti d’olio diatermico che contengano liquidi
zione fra il carter del motore e la cassa di drenaggio organici riscaldati ad una temperatura al di sotto del loro
dell’olio. Tale valvola deve poter essere chiusa da una punto di ebollizione alla pressione atmosferica mediante:
posizione facilmente accessibile sistemata al di sopra • riscaldatori con bruciatori,
del pagliolato di lavoro.
• riscaldatori a gas di scarico,
Sarà data considerazione speciale a sistemazioni alter-
• o riscaldatori elettrici.
native.

c) I tubi che portano l’olio dai carter nelle casse di raccolta 13.2 Principi
dell’olio devono avere le estremità sommerse.
13.2.1 Generalità
12.8 Comandi e controlli Gli impianti di olio diatermico devono essere progettati in
modo che:
12.8.1 In aggiunta alle prescrizioni in Sez 2 per i motori • sia evitato il surriscaldamento del fluido diatermico ed il
diesel, in Sez 4 per le turbine a vapore, in Sez 5 per le tur- suo contatto con l’aria,
bine a gas ed in Sez 6 per i riduttori e/o invertitori, devono • sia tenuto conto della compatibilità del fluido diater-
essere sistemati allarmi per gli impianti di olio lubrificante mico con altri prodotti riscaldati nel caso di contatto
in accordo con le prescrizioni in Tab 29. dovuto a perdite dalle serpentine o dai tubi dei riscalda-
Nota 1: Alcune deroghe al contenuto in Tab 29 possono essere tori;
accettate dalla Società per navi con notazione di navigazione limi- • sia impedito al fluido di venire a contatto con fonti
tata. d’ignizione.

12.9 Costruzione degli impianti di tubolature 13.2.2 Disponibilità


dell’olio lubrificante Gli impianti di olio diatermico devono essere progettati in
modo che, nel caso in cui un ausiliario essenziale diventi
non funzionante, possa essere mantenuta l’alimentazione di
12.9.1 Materiali
olio diatermico ai servizi essenziali. Una riduzione parziale
I materiali impiegati per le tubolature dell’olio lubrificante della capacità propulsiva può tuttavia essere accettata pur-
nei locali macchina sono soggetti alle prescrizioni in ché sia dimostrato che la sicurezza d’esercizio della nave
[11.11.1]. non ne sia pregiudicata.

Tabella 29 : Impianti di olio lubrificante

Simboli convenzionali Comandi automatici


H = Valore alto, HH = Valore molto alto,
G = Allarme cumulativo
Controlli
L =Valore basso, LL = Valore molto basso, Impianto Ausiliari
I = Allarme singolo
X = Funzione richiesta, R = A distanza
Rallenta- Blocco Comando Avvio Arresto
Indica-
Identificazione del parametro dell’impianto Allarme mento automa- della
zione
tico riserva
Livello nelle tenute ad acqua degli sfoghi d’aria delle H
casse dell’olio lubrificante (1)
Livello della cassa morchie locale
(1) Vedere [9.1.7]

204 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 10

13.3 Generalità 13.4 Progetto dei riscaldatori del fluido dia-


termico e degli scambiatori di calore
13.3.1 Limitazioni nell’uso del fluido diatermico
a) Il fluido deve essere usato nel campo di temperature 13.4.1 Riscaldatori del fluido diatermico
specificato dal produttore. La temperatura di mandata I riscaldatori del fluido diatermico con bruciatore ed i
deve comunque essere tenuta 50 °C al di sotto del riscaldatori a gas di scarico devono essere progettati, equi-
punto di distillazione del fluido. paggiati e comandati in accordo con le prescrizioni in
b) Il fluido diatermico non deve essere adoperato per Sez 3.
riscaldamento diretto di:
13.4.2 Scambiatori di calore
• alloggi, Gli scambiatori di calore devono essere progettati ed equi-
• acqua potabile, paggiati in accordo con le prescrizioni in Sez 3.
• carichi liquidi con punto di infiammabilità inferiore
a 60 °C, eccetto quando permesso nella Parte E, 13.5 Progetto dei depositi e delle casse
Capitolo 7. d’espansione e di drenaggio
13.3.2 Sistemazione dei componenti dell’impianto di 13.5.1 Depositi e casse di drenaggio
fluido diatermico
a) La capacità dei depositi deve essere sufficiente a com-
I riscaldatori dell’olio diatermico devono essere normal-
pensare le perdite previste in esercizio.
mente sistemati in spazi separati dai locali dei macchinari
principali ed ausiliari. b) La capacità delle casse di drenaggio deve essere suffi-
ciente a raccogliere tutto il fluido diatermico contenuto
Tuttavia, in base a considerazioni speciali della Società, nell’impianto, compreso quello contenuto nella cassa
potranno essere accettati riscaldatori dell’olio diatermico
d’espansione.
in locali macchine purché protetti da adeguate scherma-
ture. c) I depositi e le casse di drenaggio possono essere combi-
nati insieme.
Nota 1: Allo scopo dell’applicazione delle prescrizioni del
Capitolo 4, i locali nei quali i riscaldatori del fluido diatermico
13.5.2 Cassa d’espansione
sono sistemati devono essere considerati come locali macchine di
categoria A. a) La capacità della cassa d’espansione deve essere suffi-
ciente per compensare le variazioni di volume dovute a
13.3.3 Misure per il drenaggio rapido e sistemazioni variazioni di temperatura di tutto l’olio circolante.
alternative
b) La cassa d’espansione deve essere progettata, installata
a) Le valvole di ingresso e d’uscita dei riscaldatori con bru- e collegata al circuito in modo da assicurare che la tem-
ciatore e dei riscaldatori a gas di scarico devono avere peratura entro la cassa rimanga al di sotto di 50 °C.
dispositivi per il loro comando a distanza da un com-
partimento diverso da quello nel quale il riscaldatore è 13.5.3 Tubi di drenaggio
sistemato. Se sistemati, i tubi di drenaggio delle casse del fluido diater-
In alternativa, gli impianti di olio diatermico devono mico devono avere valvole o rubinetti a chiusura automa-
avere un sistema per drenare rapidamente per gravità in tica.
una cassa di drenaggio il fluido diatermico contenuto
nell’impianto. 13.5.4 Sfoghi d’aria
b) La cassa d’espansione deve avere un sistema per dre- a) Gli sfoghi d’aria sistemati sui depositi, sulle casse
nare rapidamente per gravità l’olio in essa contenuto in d’espansione e sulle casse di drenaggio devono avere
una cassa di drenaggio. dimensioni adeguate per il drenaggio rapido per gravità
indicato in [13.3.3].
Tuttavia qualora la cassa di espansione sia sistemata in
un compartimento a basso rischio d’incendio, il sistema b) Devono essere soddisfatte le prescrizioni applicabili in
di drenaggio rapido può essere sostituito da un disposi- [9.1].
tivo d’intercettazione della cassa d’espansione coman-
dato a distanza. 13.5.5 Rigurgiti
Sia il sistema di drenaggio rapido che il dispositivo a) Le casse d’espansione devono avere un tubo di rigurgito
d’intercettazione alternativo devono poter essere che scarichi nella cassa di drenaggio. Tale tubo di rigur-
comandati sia dall’interno che dall’esterno del locale gito può essere combinato con la linea di drenaggio
contenente la cassa d’espansione. rapido prescritta in [13.3.3], b).
b) Devono essere soddisfatte le prescrizioni applicabili in
13.3.4 Ventilazione [9.3].
a) I locali che contengono i riscaldatori di olio diatermico
devono essere adeguatamente ventilati meccanica- 13.5.6 Tubi sonda e indicatori di livello
mente. a) I tubi sonda sono soggetti alle prescrizioni in [9.2].
b) Deve essere possibile arrestare la ventilazione dal di b) Gli indicatori di livello sono soggetti alle prescrizioni in
fuori di questi locali. [2.9.2].

Regolamenti RINA 2005 205


Parte C, Cap 1, Sez 10

13.6 Progetto dell’impianto di circolazione e b) Giunti filettati di un tipo approvato dalla Società pos-
scambio di calore sono essere accettati per tubi di diametro esterno non
superiore a 15 mm purché essi abbiano anelli mordenti
13.6.1 Pompe di circolazione o sistemazioni equivalenti.
Devono essere sistemate almeno due pompe di circola- c) I materiali dei giunti devono essere impermeabili al
zione di capacità tale da mantenere un flusso sufficiente nei fluido diatermico.
riscaldatori con una qualsiasi pompa non funzionante.
Tuttavia per impianti che forniscono servizi non essenziali 13.9 Sistemazione delle tubolature del fluido
può essere accettata una sola pompa di circolazione. diatermico
13.6.2 Filtri 13.9.1 Passaggio dei tubi del fluido diatermico
Deve essere sistemato nel circuito un dispositivo per il fil- attraverso certi spazi
traggio efficace del fluido diatermico. a) I tubi del fluido diatermico non devono passare attra-
Nel caso di servizi essenziali, i filtri sistemati a tale scopo verso alloggi, locali pubblici o stazioni di comando.
devono poter essere facilmente puliti senza arrestare la b) I tubi di fluido diatermico che passano attraverso locali
mandata di fluido diatermico. contenenti macchinari principali ed ausiliari devono
I fori nelle maglie dei filtri devono essere in accordo con le essere ridotti al minimo.
prescrizioni del Costruttore dell’impianto di fluido diater-
13.9.2 Scarico delle valvole di sicurezza
mico.
Le valvole di sicurezza devono scaricare nella cassa di dre-
naggio.
13.7 Comandi e controlli
13.9.3 Misure per la deareazione
13.7.1 Controlli Devono essere prese misure per ottenere un’evacuazione
In aggiunta alle prescrizioni di cui in Sez 3, [2.5.2], per i automatica di aria, vapore e gas dall’impianto del fluido
riscaldatori di fluido diatermico e per gli scambiatori di diatermico con scarico in una posizione sicura.
calore, devono essere sistemati allarmi e sicurezze per
l’impianto di fluido diatermico come indicato in Sez 3,
Tab 21.
14 Impianti oleodinamici
Nota 1: Alcune deroghe alle indicazioni di cui in Sez 3, Tab 21
potranno essere accettate dalla Società per navi con notazione di 14.1 Applicabilità
navigazione limitata.
14.1.1 Impianti oleodinamici per servizi essenziali
13.7.2 Comando a distanza (1/7/2003) A meno che non sia specificato altrimenti, le prescrizioni
a) Deve essere provvisto un comando a distanza per: del presente Articolo si applicano a tutti gli impianti oleodi-
namici per servizi essenziali e comprendono:
• arresto delle pompe di circolazione,
• impianti di comando di eliche a pale orientabili e fri-
• valvole di ingresso ed uscita dei riscaldatori (vedere
zioni,
[13.3.3] a)),
• impianti di comando di thrusters,
• drenaggio rapido dell’impianto dell’olio diatermico
e della cassa d’espansione, o blocco del dispositivo • impianti di azionamento delle macchine di governo,
alternativo (vedere [13.3.3] b)), • impianti di azionamento di apparecchiature di solleva-
mento,
• arresto della mandata di combustibile liquido ai
riscaldatori con bruciatore o dei gas di scarico ai • impianti di manovra delle coperture delle boccaporte,
riscaldatori a gas di scarico (vedere Sez 3, [5.3]). • impianti di manovra di portelloni poppieri, laterali e
b) Tali comandi devono essere possibili dal locale conte- prodieri e celate di prora,
nente il riscaldatore ad olio diatermico e da un’altra • impianti di manovra di rampe mobili, piattaforme
posizione al di fuori di detto locale. mobili, ascensori e ponti di comando telescopici,
• impianti d’avviamento di motori diesel e turbine a gas,
13.8 Costruzione della tubolatura del fluido • comando a distanza delle valvole.
diatermico
14.1.2 Installazioni oleodinamiche in locali
13.8.1 Materiali contenenti fonti d’ignizione
a) I materiali sono soggetti alle prescrizioni in [11.11.1]. Le installazioni oleodinamiche di potenza per servizi non
essenziali, ma sistemate in compartimenti nei quali sono
b) Le casse delle pompe, valvole ed accessori devono presenti sorgenti d’ignizione sono soggette alle prescrizioni
essere d’acciaio o altro materiale tenace. in [14.3.2], [14.3.3], [14.4.3] e [14.4.4].
13.8.2 Collegamenti dei tubi 14.1.3 Impianti oleodinamici a bassa pressione o a
a) I collegamenti dei tubi sono soggetti alle prescrizioni in bassa potenza
[2.4] e devono essere adatti alla temperatura di progetto Gli impianti oleodinamici di potenza con una pressione di
dell’impianto di fluido diatermico. progetto inferiore a 2,5 MPa e i gruppi oleodinamici di

206 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 10

potenza inferiore a 5 kW saranno oggetto di considerazione 14.3.2 Limitazioni nell’uso dei fluidi oleodinamici
speciale da parte della Società. a) I fluidi adoperati per le installazioni oleodinamiche di
potenza devono avere un punto di infiammabilità non
14.1.4 Impianti oleodinamici a pressione molto alta
inferiore a 150 °C e devono essere adatti a tutti i campi
Gli impianti oleodinamici di potenza con una pressione di di temperatura che si possono avere in esercizio.
progetto superiore a 35 MPa saranno oggetto di considera-
zione speciale da parte della Società. b) Il fluido idraulico deve essere sostituito secondo le istru-
zioni nelle specifiche del Costruttore dell’impianto.

14.2 Principi 14.3.3 Sistemazione delle unità di potenza


oleodinamiche
14.2.1 Generalità a) Quando possibile, le unità di potenza oleodinamiche
Gli impianti oleodinamici devono essere progettati in modo devono essere sistemate al di fuori dei locali macchine
da: o caldaie.
• impedire ogni sovraccarico dell’impianto, b) Qualora non sia possibile soddisfare tale prescrizione,
• mantenere e far funzionare l’apparecchiatura nella posi- schermi o simili dispositivi devono essere disposti
zione richiesta (o, per le apparecchiature azionate, alla intorno alle unità di potenza oleodinamiche al fine di
velocità richiesta), evitare che spruzzi accidentali di fluido o fluido nebu-
• impedire il surriscaldamento del fluido idraulico, lizzato vengano in contatto con superfici calde che
potrebbero provocare l’accensione dell’olio.
• impedire che il fluido idraulico venga a contatto con
fonti di ignizione.
14.4 Progetto degli impianti oleodinamici
14.2.2 Disponibilità
14.4.1 Unità di potenza
a) Gli impianti oleodinamici devono essere progettati in
maniera tale che qualora uno qualsiasi dei componenti a) Gli impianti oleodinamici di potenza devono compren-
essenziali diventi non funzionante, possa essere mante- dere almeno due unità di potenza progettate in modo
nuta la mandata di fluido idraulico ai servizi essenziali. tale che le apparecchiature servite dall’impianto oleodi-
Una riduzione parziale della capacità propulsiva può namico di potenza possano funzionare contemporanea-
tuttavia essere accettata purché sia dimostrato che la mente con una delle unità di potenza non funzionante.
sicurezza d’esercizio della nave non ne sia pregiudi- Può essere accettata una riduzione della prestazione,
cata. Tale riduzione di capacità non è accettabile per le purché essa non abbia un effetto negativo sulla sicu-
macchine di governo. rezza della nave. Tale riduzione non può essere accet-
tata per gli organi di governo.
b) Qualora un impianto oleodinamico di potenza sia ado-
perato allo stesso tempo per un’apparecchiatura essen- b) Impianti oleodinamici di ridotta potenzialità che non
ziale e per altre apparecchiature deve essere assicurato servono apparecchiature essenziali possono avere
che: un’unica unità di potenza, purché sia disponibile a
bordo un dispositivo alternativo, come, per esempio,
• una qualsiasi operazione di tali altri impianti, o una pompa a mano.
• una qualsiasi avaria nell’intero impianto esterno
all’apparecchiatura essenziale, 14.4.2 Apparecchiature di filtraggio
non abbia un’influenza negativa sul funzionamento a) Deve essere sistemato un dispositivo in grado di filtrare
dell’impianto essenziale. efficacemente il fluido idraulico nel circuito.
c) In particolare la prescrizione in b) si applica agli organi b) Quando i filtri sono sistemati sulla mandata delle
di governo. pompe oleodinamiche, deve essere sistemata una val-
vola di sicurezza che scarichi sull’aspirazione della
d) Gli impianti oleodinamici per apparecchiature di solle-
pompa o in altra posizione opportuna sulla mandata
vamento, comprese piattaforme, rampe, coperture di
della pompa stessa.
boccaporte, ascensori, ecc. devono essere progettate in
modo che un guasto singolo di un qualsiasi compo- 14.4.3 Misure per il raffreddamento
nente dell’impianto non comporti un improvviso inde-
Quando necessario, devono essere sistemati appropriati
bito spostamento del carico o un’altra situazione
mezzi per il raffreddamento.
pericolosa per la sicurezza della nave e delle persone a
bordo. 14.4.4 Misure contro le sovrappressioni
a) Valvole di sicurezza di capacità sufficiente devono
14.3 Generalità essere sistemate sul lato ad alta pressione dell’impianto.

14.3.1 Definizioni b) Le valvole di sicurezza devono scaricare sul lato a bassa


pressione dell’impianto o nella cassa di servizio.
a) Unità di potenza è l’insieme della pompa oleodinamica
e del motore che l’aziona. 14.4.5 Spurghi dell’aria
b) Attuatore è un dispositivo che converte direttamente la Devono essere sistemati rubinetti, in posizioni appropriate
pressione oleodinamica in un’azione meccanica. dell’impianto, per spurgare l’aria dal circuito.

Regolamenti RINA 2005 207


Parte C, Cap 1, Sez 10

14.5 Progetto delle casse del fluido idraulico le prescrizioni in Tab 30, eccetto per gli impianti delle mac-
ed altri componenti chine di governo per le quali si applicano le prescrizioni in
Sez 11.
14.5.1 Cassa di servizio del fluido idraulico Nota 1: Alcune deroghe alle indicazioni in Tab 30 potranno essere
a) Le casse di servizio del fluido oleodinamico per accettate dalla Società per navi con notazione di navigazione limi-
tata.
impianti oleodinamici di potenza per apparecchiature
essenziali devono essere munite almeno di: Nota 2: La Tab 30 non si applica alle macchine di governo.
• un indicatore di livello soggetto alle prescrizioni in
[2.9.2], 14.7 Costruzione degli impianti di tubolature
• un indicatore di temperatura, per fluido oleodinamico
• un livellostato soggetto alle prescrizioni in [14.6.2].
14.7.1 Materiali
b) Il volume libero della cassa di servizio deve essere
a) I tubi devono essere di acciaio senza saldatura. L’uso di
uguale ad almeno il 10% della capacità della cassa tubi d’acciaio saldati sarà oggetto di particolare consi-
stessa.
derazione da parte della Società.
14.5.2 Depositi del fluido idraulico b) Casse delle pompe, valvole ed accessori devono essere
a) Gli impianti oleodinamici di potenza di apparecchia- d’acciaio o altro materiale tenace.
ture essenziali devono comprendere un deposito di
capacità sufficiente a riempire l’intero impianto in caso 15 Impianti di vapore
di necessità.
b) Per impianti oleodinamici di potenza inferiori a 5 kW, il 15.1 Applicabilità
deposito può consistere in bidoni o latte sigillate siste-
mati in posizioni soddisfacenti. 15.1.1 Campo d’applicazione
14.5.3 Accumulatori oleodinamici Le prescrizioni del presente Articolo si applicano a tutti gli
impianti di vapore per servizi essenziali e non essenziali.
Le parti oleodinamiche degli accumulatori che possono
essere isolate devono essere munite di valvola di sicurezza Impianti di vapore con pressione di calcolo uguale o supe-
o di un altro dispositivo che offra una protezione equiva- riore a 10 MPa saranno oggetto di considerazione speciale.
lente nel caso di sovrapressione.
15.2 Principi
14.6 Comandi e controlli
15.2.1 Generalità
14.6.1 Indicatori
Gli impianti di vapore devono essere progettati in modo
Deve essere possibile collegare manometri dove necessario tale da:
nell’impianto.
• evitare sovrapressioni in qualsiasi parte dell’impianto
14.6.2 Controlli del vapore,
Gli allarmi e le sicurezze per gli impianti oleodinamici di • assicurare il drenaggio della condensa dalle tubolature
potenza per servizi essenziali devono essere in accordo con del vapore.

Tabella 30 : Impianti oleodinamici

Simboli convenzionali Comandi automatici


H= Valore alto, HH = Valore molto alto,
G= Allarme cumulativo
Controlli
L = Valore basso, LL = Valore molto basso,
Impianto Ausiliari
I = Allarme singolo
X= Funzione richiesta, R = A distanza
Rallen- Blocco Coman- Avvio Arresto
Indica-
Identificazione del parametro dell’impianto Allarme tamen- automa- do della
zione
to tico riserva
Pressione in corrispondenza della pompa L
Livello della cassa di servizio L (1)
(1) L’allarme di basso livello deve essere attivato prima che la quantità di fluido perduto raggiunga il valore minore tra 100 litri e il
50% del volume del circuito.

208 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 10

15.2.2 Disponibilità liquido o carichi liquidi o solidi devono essere previste


delle sistemazioni, per esempio flange cieche, per scol-
a) Qualora sia installata un’unica caldaia, gli impianti di legare tali serpentine nel caso di trasporto di carichi
vapore possono essere adoperati solamente per servizi liquidi o solidi che non devono essere riscaldati.
non essenziali.
b) Il numero di giunti delle serpentine di riscaldamento
b) Qualora sia installata più di una caldaia, l’impianto di
deve essere il minimo compatibile con le necessità di
vapore deve essere progettato in maniera tale che, nel
smontaggio.
caso in cui una caldaia sia non funzionante, possa
essere mantenuta l’alimentazione di vapore ai servizi
15.3.6 Tubolature di vapore nelle stive del carico
essenziali.
a) In genere tubi di vapore vivo e di scarico non devono
passare attraverso le stive del carico a meno che non
15.3 Progetto delle tubolature di vapore
siano adottate misure particolari accettate dalla Società.
15.3.1 Generalità b) Qualora i tubi del vapore passino attraverso le stive per
il carico in gallerie tubi, deve essere assicurato un ido-
a) Ogni tubo di vapore ed ogni accessorio ad esso colle-
neo isolamento termico di tali gallerie.
gato attraverso il quale può passare vapore deve essere
progettato, costruito ed installato in modo tale da con- c) Quando nelle stive è sistemato un impianto di estin-
trastare le massime sollecitazioni cui può essere sotto- zione incendi a vapore, devono essere prese misure per
posto durante l’esercizio. impedire danni al carico dovuti al vapore o allo stillici-
dio di condensa.
b) Qualora la temperatura di calcolo della tubolatura del
vapore sia superiore a 400 °C, devono essere inviati alla
Società i calcoli delle sollecitazioni termiche, come 15.3.7 Tubolature di vapore negli alloggi
indicato in [2.3]. Le tubolature di vapore non devono passare attraverso i
locali degli alloggi a meno che non siano sistemate per il
c) I collegamenti del vapore alle caldaie ed alle valvole di
riscaldamento.
sicurezza devono soddisfare le prescrizioni applicabili
in Sez 3.
15.3.8 Collegamenti alle turbine
15.3.2 Misure contro la sovrapressione a) Una valvola di protezione o dispositivo equivalente
deve essere sistemata sul lato di scarico di tutte le tur-
a) Se un tubo di vapore o un accessorio può ricevere
bine. La bocca di scarico della valvola deve essere visi-
vapore da una sorgente a pressione più alta di quella
bile ed opportunamente protetta, se necessario.
per la quale è stato progettato, devono essere sistemati
una valvola riduttrice di pressione, una valvola di sicu- b) I collegamenti per gli spillamenti di vapore devono
rezza ed un manometro idonei. essere muniti di valvole di non ritorno o altri dispositivi
approvati per impedire al vapore ed all’acqua di rien-
b) Quando la pressione del vapore all’ingresso delle tur-
trare nella turbina.
bine ausiliarie è superiore a quella per cui sono state
progettate la cassa di scarico e le tubolature collegate
fino alla valvola di scarico, devono essere sistemati 15.3.9 Filtri
dispositivi per scaricare la pressione eccessiva. a) Filtri di vapore efficaci devono essere sistemati vicino
agli ingressi delle turbine ad alta pressione di marcia
15.3.3 Mezzi per lo scarico avanti e di marcia indietro o, in alternativa, all’ingresso
Al fine di impedire la sovrapressione nelle tubulature di della valvola di regolazione.
vapore a causa di una sovraproduzione di vapore, in parti- b) Quando richiesto dal Costruttore degli ausiliari, filtri del
colare negli impianti in cui la produzione di vapore non vapore devono anche essere sistemati nelle tubolature
può essere regolata, devono essere previste sistemazioni che alimentano detti ausiliari.
che permettano all’eccesso di vapore di essere scaricato
direttamente nel condensatore attraverso un’apposita val-
vola di scarico. 16 Impianti di acqua d’alimento delle
caldaie e del vapore condensato
15.3.4 Drenaggio
Devono essere previsti dispositivi di drenaggio per ogni 16.1 Applicabilità
tubo di vapore nel quale altrimenti potrebbe verificarsi un
pericoloso colpo d’ariete.
16.1.1 Le prescrizioni del presente Articolo si applicano:
15.3.5 Tubi di riscaldamento a vapore • agli impianti d’acqua d’alimento delle caldaie e delle
calderine a gas di scarico,
a) Quando sono sistemate serpentine di riscaldamento in
compartimenti che possono contenere combustibile • agli impianti di drenaggio del vapore e del condensato.

Regolamenti RINA 2005 209


Parte C, Cap 1, Sez 10

16.2 Principi propulsiva non abbia un effetto negativo sulla sicurezza


d’esercizio della nave.
16.2.1 Generalità c) Le pompe principali d’alimento possono essere o indi-
Gli impianti d’acqua d’alimento delle caldaie e del vapore pedenti od azionate dalle turbine principali. La pompa
condensato devono essere progettati in modo tale che: di alimento di riserva deve essere indipendente.
• sia disponibile una riserva d’acqua d’alimento suffi- d) Nelle navi a due eliche nelle quali esiste un’unica
ciente a compensare le perdite, pompa di alimento indipendente, ciascuna turbina prin-
• l’acqua d’alimento non sia contaminata da sostanze cipale deve azionare una pompa. Quando tutte le
oleose o cloruri, pompe d’alimento sono indipendenti, esse devono
essere sistemate in maniera tale da poter fornire l’acqua
• l’acqua d’alimento per gli impianti di propulsione sia d’alimento necessaria all’alimentazione di vapore per
opportunamente deaerata. entrambe le turbine o per una turbina sola.

16.2.2 Disponibilità e) Le pompe d’alimento indipendenti per le caldaie princi-


pali devono avere un dispositivo di controllo della man-
a) Gli impianti dell’acqua d’alimento devono essere pro- data e di regolazione.
gettati in modo tale che, nel caso di guasto di un qualsi-
asi componente, l’alimentazione di vapore ai servizi f) A meno che la sovrapressione non sia impedita dalle
essenziali possa essere mantenuta o ripristinata. caratteristiche delle pompe d’alimento, devono essere
sistemati dispositivi che impediscano sovrapressioni in
b) Gli impianti del vapore condensato devono essere pro- qualsiasi parte dell’impianto d’acqua d’alimento.
gettati in modo tale che in caso di guasto:
g) La pressione di mandata delle pompe d’alimento deve
• di una pompa del vapore condensato, tener conto della massima pressione d’esercizio delle
• o di una sistemazione per mantenere il vuoto nel caldaie nonché delle perdite di carico nella tubolatura
condensatore, di mandata. L’altezza d’aspirazione delle pompe d’ali-
mento deve essere tale da rendere minimo il rischio di
possa essere mantenuta l’alimentazione di vapore ai
cavitazione.
servizi essenziali. Una riduzione parziale della capacità
propulsiva può tuttavia essere accettata purché sia h) Le pompe ed i tubi di alimento devono avere valvole
dimostrato che la sicurezza d’esercizio della nave non sistemate in modo tale che possa essere eseguita la
ne sia pregiudicata. manutenzione di una pompa mentre le caldaie lavorano
a pieno carico.
16.3 Progetto degli impianti d’acqua d’ali- 16.3.3 Pompe d’alimento di porto
mento delle caldaie a) Quando sono sistemate pompe azionate dalle turbine
principali ed un’unica pompa indipendente, deve
16.3.1 Numero degli impianti d’acqua d’alimento essere sistemata, in aggiunta, una pompa d’alimento di
a) Ogni impianto di generazione del vapore che fornisce porto o un eiettore come secondo mezzo per alimentare
servizi essenziali per la sicurezza della nave, o che le caldaie che sono in uso mentre le turbine principali
potrebbe diventare pericoloso in caso di mancanza di sono ferme.
mandata d’acqua d’alimento deve avere non meno di b) La pompa d’alimento di porto può essere adoperata per
due impianti separati d’acqua d’alimento comprensivi i servizi generali della nave ma in nessun caso tale
di pompe d’alimento; tuttavia un’unico collegamento pompa può essere utilizzata per convogliare combusti-
col collettore della caldaia è accettabile. bile liquido, olio lubrificante o acqua con residui oleosi.
b) La prescrizione indicata in a) può essere omessa nel c) I tubi d’aspirazione della pompa d’alimento di porto dal
caso di caldaie riscaldate esclusivamente da gas di sca- pozzo caldo, dai depositi di riserva dell’acqua d’ali-
rico dei motori o da vapore per le quali è considerato mento e dai filtri devono essere muniti di valvole di non
sufficiente un solo impianto d’alimento purché vi sia ritorno.
una fonte alternativa di vapore a bordo.
16.3.4 Casse per l’acqua d’alimento
c) Ogni caldaia deve avere un regolatore di alimento
come indicato in Sez 3, [5]. a) Tutte le navi con caldaie principali ed ausiliarie per ser-
vizi essenziali devono avere un deposito di acqua d’ali-
16.3.2 Pompe d’alimento mento di riserva di capacità sufficiente per il tipo di
servizio della nave.
a) Devono essere sistemate le pompe seguenti:
b) Le caldaie devono avere dispositivi che permettano di
• almeno una pompa principale d’alimento di capa-
controllare e regolare la qualità dell’acqua d’alimento.
cità sufficiente ad alimentare le caldaie nelle condi-
Devono essere adottate precauzioni speciali per impe-
zioni nominali,
dire, per quanto praticamente possibile, l’entrata di
• una pompa d’alimento di riserva. sostanze oleose o di altri contaminanti che potrebbero
b) La portata delle pompe di riserva può essere inferiore a avere un’influenza negativa sulle caldaie.
quella delle pompe principali d’alimento purché sia c) Le casse per l’acqua d’alimento non devono essere
dimostrato che un’eventuale riduzione della capacità sistemate adiacenti alle casse del combustibile liquido.

210 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 10

Esse non devono essere attraversate da tubi del combu- 16.4.3 Cassa d’osservazione della condensa
stibile liquido.
Qualsiasi condensa proveniente da tubi di riscaldatori a
d) Devono essere sistemati uno o più evaporatori per le vapore per casse e depositi del combustibile liquido,
caldaie principali la cui capacità sia tale da compensare cisterne del carico, del combustibile liquido o dell’olio
le perdite d’acqua d’alimento dovute al funzionamento lubrificante deve essere portata ad una cassa d’osservazione
delle macchine, in particolare quando il combustibile o a qualche altro dispositivo di efficacia similare sistemato
liquido fornito alla caldaia è atomizzato mediante in una posizione ben illuminata e prontamente accessibile.
vapore.

16.3.5 Misure per deaerare l’acqua d’alimento 16.5 Comandi e controlli


Deve essere sistemato un deaeratore per assicurare la deae-
razione dell’acqua d’alimento per le caldaie principali
prima che essa entri nelle caldaie stesse. 16.5.1 Generalità

Le prescrizioni del presente sottoarticolo si applicano esclu-


16.4 Progetto dell’impianto di condensazione sivamente ad impianti d’acqua d’alimento e del vapore
condensato per la propulsione.
16.4.1 Condensatori
a) Devono essere provvisti dispositivi adeguati, quali eiet- 16.5.2 Controlli
tori d’aria, per mantenere o ripristinare al valore richie-
sto il vuoto nei condensatori principali. Devono essere previsti allarmi e sicurezze per gli impianti
b) Il raffreddamento dei condensatori principali è soggetto d’acqua d’alimento e del vapore condensato in accordo
alle prescrizioni in [10.3.5]. con le prescrizioni in Tab 31.

16.4.2 Pompe del vapore condensato Nota 1: Alcune deroghe alle indicazioni in Tab 31 potranno essere
accettate dalla Società per navi con notazione di navigazione limi-
a) Le pompe del vapore condensato devono comprendere tata.
almeno:
• una pompa principale di portata sufficiente a trasfe- 16.5.3 Controlli automatici
rire la quantità massima di vapore condensato pro-
dotta in condizioni nominali, Devono essere sistemati controlli automatici di livello per:
• ed una pompa di riserva indipendente.
• deaeratori,
b) La pompa di riserva può essere adoperata per altri
scopi. • condensatori.

Tabella 31 : Impianti di acqua di alimento delle caldaie e del vapore condensato

Simboli convenzionali Comandi automatici


H= Valore alto, HH = Valore molto alto,
G= Allarme cumulativo
Controlli
L = Valore basso, LL = Valore molto basso, Impianto Ausiliari
I = Allarme singolo
X= Funzione richiesta, R = A distanza
Rallenta- Blocco Coman- Avvio alla Arresto
Indica-
Identificazione del parametro dell’impianto Allarme mento automa- do riserva
zione
tico
Flusso dell’acqua di mare o equivalente L
Pressione del condensatore H locale
HH X
Livello dell’acqua nel condensatore principale (a meno H locale
che non giustificato altrimenti)
Salinità dell’acqua di alimento H locale
Pressione sulla mandata della pompa d’acqua d’alimento L locale
X
Livello della cassa d’acqua d’alimento L

Regolamenti RINA 2005 211


Parte C, Cap 1, Sez 10

16.6 Sistemazione delle tubolature di acqua l’energia richiesta per azionare un compressore princi-
d’alimento e del vapore condensato pale.
16.6.1 17.3.2 Numero e portata dei compressori
a) I tubi d’acqua d’alimento non devono passare attraverso d’aria (1/7/2004)
casse di combustibile liquido o d’olio lubrificante. a) Quando i motori principali ed ausiliari sono avviati da
b) I tubi collegati alle casse d’acqua d’alimento devono aria compressa, devono essere sistemati due o più com-
essere sistemate in modo tale da impedire la contamina- pressori di capacità totale sufficiente a fornire, entro
zione dell’acqua d’alimento da combustibile liquido, un’ora, partendo con i serbatoi alla pressione atmosfe-
olio lubrificante o cloruri. rica, la quantità d’aria necessaria per soddisfare le pre-
scrizioni di cui in Sez 2, [3.1.1]. Tale portata deve
17 Impianti d’aria compressa essere approssimativamente divisa in parti uguali tra il
numero di compressori sistemati, escluso il compres-
sore d’emergenza sistemato in accordo con le prescri-
17.1 Applicabilità zioni di cui in [17.3.1].
17.1.1 Le prescrizioni del presente Articolo si applicano b) Almeno un compressore deve essere indipendente dai
ad impianti d’aria compressa per servizi essenziali ed in motori ai quali esso deve fornire l’aria per l’avviamento
particolare per: e deve avere una portata non inferiore al 50% della por-
• avviamento dei motori, tata totale richiesta in a).
• comandi e controlli. 17.3.3 Numero e capacità dei serbatoi d’aria
a) Quando i motori principali sono avviati da aria com-
17.2 Principi pressa devono essere previsti almeno due serbatoi d’aria
17.2.1 Generalità di capacità approssimativamente uguale sistemati in
modo da poter essere utilizzati indipendentemente
a) Gli impianti d’aria compressa devono essere progettati
l’uno dall’altro.
in modo tale che l’aria compressa fornita all’utilizza-
tore: b) La capacità totale dei serbatoi d’aria deve essere suffi-
• sia priva di sostanze oleose e acqua, ciente a fornire, senza ulteriori riempimenti, il numero
di avviamenti richiesto in Sez 2, [3.1.1]. Si deve tener
• non abbia una temperatura eccessiva.
conto anche dell’alimentazione d’aria ad altri utilizza-
b) Gli impianti d’aria compressa devono essere progettati tori quali impianti di comando pneumatici, fischio, ecc,
in modo da impedire le sovrapressioni di una qualsiasi che sono collegati a detti serbatoi.
parte dell’impianto.
17.3.4 Alimentazione d’aria per l’avviamento del
17.2.2 Disponibilità gruppo generatore d’emergenza
a) Gli impianti d’aria compressa devono essere progettati Gli impianti d’aria d’avviamento per motori principali ed
in modo tale che nel caso di avaria ad un compressore ausiliari possono essere adoperati per l’avviamento del
d’aria o di un serbatoio d’aria per l’avviamento, gruppo generatore d’emergenza alle condizioni indicate in
comandi pneumatici o altri servizi essenziali, possa Sez 2, [3.1.3].
essere mantenuta l’alimentazione d’aria a detti servizi.
b) L’impianto d’aria compressa per l’avviamento dei 17.4 Progetto degli impianti pneumatici di
motori principali ed ausiliari, e per servizi essenziali comando e controllo
deve essere sistemato in modo che sia possibile assicu-
rare la carica iniziale del serbatoio o dei serbatoi d’aria 17.4.1 Alimentazione dell’aria
senza ricorrere a sorgenti d’energia esterne alla nave.
a) L’aria per gli impianti pneumatici di comando e con-
trollo per servizi essenziali deve essere disponibile da
17.3 Progetto dell’impianto d’aria d’avvia- due fonti di portata sufficiente a permettere le opera-
mento zioni normali con una fonte fuori servizio.

17.3.1 Carica iniziale dei serbatoi d’aria b) Almeno un serbatoio d’aria munito di valvola di non
d’avviamento ritorno deve essere sistemato per gli scopi di comando e
controllo.
a) Qualora, ai fini di soddisfare le prescrizioni in [17.2.2],
sia sistemato un compressore d’aria d’emergenza, il suo c) I dispositivi riduttori di pressione impiegati in impianti
motore primo deve poter essere avviato da dispositivi a pneumatici di comando e controllo per servizi essen-
mano. Possono anche essere accettate batterie elettriche ziali devono essere duplicati a meno che non sia fornita
d’avviamento indipendente. una fonte d’aria alternativa.
b) Un compressore a mano può essere adoperato allo d) Eventuali guasti nell’impianto della mandata d’aria di
scopo di cui in [17.2.2], solamente se esso è in grado di comando non devono provocare alcuna variazione
ricaricare entro un’ora un serbatoio di capacità suffi- improvvisa della condizione di funzionamento delle
ciente a provvedere 3 avviamenti consecutivi del apparecchiature comandate che possa essere pericolosa
motore di propulsione o di un motore capace di fornire per la sicurezza della nave.

212 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 10

17.4.2 Controllo della pressione contro le esplosioni nel carter sistemata in accordo con le
Devono essere adottate precauzioni per mantenere la pres- prescrizioni in Sez 2, [2.3.4].
sione dell’aria entro valori appropriati che permettano il
funzionamento soddisfacente dell’impianto. 17.5.4 Dispositivi per il drenaggio
I compressori d’aria devono essere muniti di una valvola di
17.4.3 Trattamento dell’aria
drenaggio.
In aggiunta alle prescrizioni in [17.8.3], devono essere pre-
visti dispositivi per raffreddare, filtrare ed essiccare l’aria
prima della sua introduzione nei circuiti di comando e con- 17.6 Comando e controllo degli impianti
trollo. d’aria compressa

17.5 Progetto dei compressori ad aria 17.6.1 Controlli


Devono essere previsti allarmi e sicurezze per gli impianti
17.5.1 Precauzioni contro la temperatura eccessiva d’aria compressa in accordo con le prescrizioni in Tab 32.
dell’aria scaricata
Nota 1: Alcune deroghe alle indicazioni in Tab 32 potranno essere
I compressori d’aria devono essere progettati in modo tale accettate dalla Società per navi con notazione di navigazione limi-
che la temperatura dell’aria scaricata non sia superiore a tata.
95 °C. A tale scopo i compressori devono essere provvisti,
qualora necessario, di: 17.6.2 Comandi automatici
• appropriati dispositivi di raffreddamento, Devono essere sistemati comandi automatici della pres-
• tappi fusibili o dispositivi d’allarme tarati ad una tempe- sione per mantenere la pressione dell’aria nei serbatoi entro
ratura non superiore a 120 °C. i limiti richiesti.
17.5.2 Misure contro la sovrapressione
a) I compressori d’aria devono essere muniti di valvole di 17.7 Materiali
sicurezza in accordo con le prescrizioni in [2.5.3].
17.7.1 I tubi ed i corpi delle valvole negli impianti ad aria
b) Devono essere sistemati dispositivi per impedire la compressa di comando e controllo e negli altri impianti ad
sovrapressione, qualora le camicie di circolazione aria compressa per servizi non essenziali possono essere di
dell’acqua o le casse dei compressori d’aria possano plastica in accordo con le prescrizioni in App 3.
essere soggette a sovrapressioni pericolose nel caso di
perdite dalle altre parti in pressione d’aria.
17.8 Sistemazione delle tubolature d’aria
c) Il lato acqua dei refrigeranti intermedi dei compressori
d’aria deve essere protetto dalla sovrapressione che
compressa
potrebbe verificarsi in caso di rottura dei tubi del lato
17.8.1 Misure contro la sovrapressione
aria.
Devono essere previsti mezzi per impedire sovrapressioni
17.5.3 Valvole di sicurezza dei carter in qualsiasi parte dell’impianto d’aria compressa. Appro-
I compressori d’aria con carter di volume uguale o supe- priati dispositivi di sicurezza devono essere sistemati a tale
riore a 0,6 m3 devono essere muniti di valvola di sicurezza scopo in tutti gli impianti.

Tabella 32 : Impianti ad aria compressa

Simboli convenzionali Comandi automatici


H= Valore alto, HH = Valore molto alto,
G= Allarme cumulativo
Controlli
L = Valore basso, LL = Valore molto basso, Impianto Ausiliari
I = Allarme singolo
X= Funzione richiesta, R = A distanza
Rallenta- Blocco Coman- Arresto
Indica-
Identificazione del parametro dell’impianto Allarme mento automa- do
zione
tico
Pressione dell’olio lubrificante del compressore L
(eccetto che per la lubrificazione a spruzzo)
Pressione dell’aria a valle della valvola riduttrice L+H locale
Pressione dell’aria di avviamento prima della valvola L locale + R
principale d’intercettazione (1)
Pressione dei serbatoi dell’aria L+H
(1) L’indicazione a distanza è richiesta se i compressori dell’aria di avviamento sono comandati a distanza, per esempio dalla plan-
cia

Regolamenti RINA 2005 213


Parte C, Cap 1, Sez 10

17.8.2 Alimentazione d’aria ai compressori 18.2.2 Limitazione della temperatura superficiale


delle tubolature dei gas di scarico
a) Devono essere prese misure per ridurre al minimo
l’ingresso di sostanze oleose negli impianti d’aria com- a) Le tubolature dei gas di scarico ed i silenziatori devono
pressa. essere raffreddati ad acqua o efficacemente coibentati
qualora:
b) I compressori d’aria devono essere sistemati in locali
con ventilazione sufficiente. • la loro temperatura superficiale possa superare
220°C, o
17.8.3 Trattamento dell’aria e drenaggio • passino attraverso gli spazi della nave in cui un
aumento di temperatura possa essere pericoloso.
a) Devono essere sistemati dispositivi per il drenaggio
degli impianti d’aria compressa. b) La coibentazione degli impianti dei gas di scarico deve
essere in accordo con le prescrizioni in Sez 1, [3.7.1].
b) Devono essere sistemati efficaci separatori d’acqua e
sostanze oleose o filtri sullo scarico dei compressori e
18.2.3 Limitazione delle perdite di pressione
devono essere installati drenaggi sui tubi dell’aria com-
pressa, se ritenuto necessario. Gli impianti dei gas di scarico devono essere progettati in
modo tale che le perdite di pressione nelle tubolature di
17.8.4 Tubolature fra compressori, serbatoi e motori scarico non siano superiori ai valori massimi permessi dal
Costruttore del motore, della caldaia.
Tutti i tubi di mandata dai compressori d’avviamento
devono essere portati ai serbatoi dell’aria e tutti i tubi fra i 18.2.4 Intercomunicazioni fra le tubolature di scarico
serbatoi dell’aria ed i motori principali ed ausiliari devono dei motori o le condotte del fumo delle
essere completamente separati dalle tubolature di mandata caldaie
dei compressori.
a) I gas di scarico da diversi motori non devono essere por-
tati a collettori di scarico comuni, caldaie a gas di sca-
17.8.5 Dispositivi di protezione sul collettore
rico o economizzatori a meno che ciascun tubo di
dell’aria d’avviamento
scarico non sia munito di un’opportuna valvola d’inter-
Devono essere sistemate valvole di non ritorno e gli altri cettazione.
dispositivi di sicurezza sui collettori dell’aria d’avviamento
di ciascun motore in accordo con le prescrizioni in Sez 2, b) Le condotte del fumo proveniente dalle caldaie che sca-
[3.1.1]. ricano in un fumaiolo comune devono essere separate
ad un’altezza sufficiente ad impedire che il fumo passi
da una caldaia in servizio ad una caldaia fuori servizio.
18 Impianti dei gas di scarico
18.2.5 Estremità dei tubi dei gas di scarico (1/1/2001)
18.1 Generalità a) Qualora i tubi dei gas di scarico terminino fuori bordo
in vicinanza della linea di galleggiamento di massimo
18.1.1 Applicabilità carico, devono essere previsti dispositivi che impedi-
scano l’ingresso d’acqua nella nave.
Le prescrizioni del presente Articolo si applicano a:
b) Qualora i tubi di scarico siano raffreddati ad acqua, essi
• tubi dei gas di scarico da motori e turbine a gas, devono essere sistemati in modo da essere autodrenanti
• condotte per il fumo da caldaie ed inceneritori. con scarico fuori bordo.

18.1.2 Principi 18.2.6 Comandi e controlli (1/1/2001)

Gli impianti dei gas di scarico devono essere progettati per: Deve essere sistemato un allarme di alta temperatura nel
collettore dei gas di scarico dei riscaldatori di fluido diater-
• limitare il rischio d’incendi, mico per segnalare eventuali incendi.
• impedire ai gas d’entrare negli spazi dove possono
essere presenti persone, 18.3 Materiali
• impedire all’acqua d’entrare nei motori.
18.3.1 Generalità
I materiali per i tubi e gli accessori delle tubolature dei gas
18.2 Progetto degli impianti del gas di di scarico devono essere resistenti ai gas di scarico e
scarico devono essere appropriati alle temperature massime previ-
ste.
18.2.1 Generalità
Gli impianti del gas di scarico devono essere sistemati in 18.3.2 Uso della plastica
modo tale da ridurre al minimo l’ingresso dei gas di scarico L’uso di materiali non metallici può essere accettato in
entro spazi presidiati, impianti di condizionamento dell’aria impianti raffreddati ad acqua in accordo con le prescrizione
ed aspirazioni dei motori. in App 3.

214 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 10

18.4 Sistemazione degli impianti di gas di 19.2.4 Locale bombole


scarico Il locale bombole è un locale contenente le bombole
d’ossigeno e d’acetilene in cui sono anche installati il col-
18.4.1 Misure per la dilatazione termica lettore di distribuzione, le valvole di intercettazione e di
a) I tubi dei gas di scarico e le condotte del fumo devono non ritorno, i dispositivi riduttori di pressione delle tubola-
essere progettati in modo che eventuali dilatazioni e ture che riforniscono le stazioni di distribuzione.
contrazioni non causino sollecitazioni anormali nella
tubolatura ed in particolare in corrispondenza delle tur- 19.2.5 Stazioni di distribuzione
bosoffianti dei motori. Le stazioni di distribuzione sono zone o armadi adeguata-
b) I dispositivi di supporto dei tubi devono permettere le mente protetti ed equipaggiati con valvole di intercetta-
dilatazioni e le contrazioni dei tubi stessi. zione, dispositivi per la regolazione della pressione,
manometri, valvole di non ritorno e collegamenti per mani-
18.4.2 Drenaggio chette che convogliano l’ossigeno e l’acetilene alla torcia.
a) Devono essere sistemati dispositivi di drenaggio dove
necessario negli impianti di gas di scarico ed in partico- 19.3 Progetto dell’impianto di saldatura ossi-
lare nelle condotte del fumo al di sotto delle caldaie a acetilenica
gas di scarico per impedire all’acqua di fluire verso il
motore. 19.3.1 Generalità
b) Qualora i tubi di scarico siano raffreddati ad acqua, essi In genere non sono permesse più di due stazioni di distribu-
devono essere sistemati in modo da poter essere auto- zione, eccetto che in pontoni ed in navi officina.
drenati con scarico fuori bordo.
19.3.2 Bombole di acetilene ed ossigeno
18.4.3 Tubi flessibili
Sarà oggetto di considerazione speciale da parte della a) Le bombole devono essere collaudate dalla Società o da
Società l’impiego di tubi flessibili in impianti di gas di sca- un’Organizzazione riconosciuta dalla Società.
rico raffreddati ad acqua. b) Non sono permesse bombole di capacità superiore a 50
litri.
18.4.4 Silenziatori
I silenziatori dei motori devono essere sistemati in modo c) Le bombole che alimentano gli impianti nonché quelle
tale da permettere una facile accessibilità per pulizia e di rispetto devono essere installate nel locale bombole.
manutenzione. Non sono permesse installazioni nei locali per alloggio,
nei locali per servizi, nelle stazioni di controllo e nei
locali macchine.
19 Impianti di saldatura ossiacetilenica
d) Le bombole devono essere installate in posizione verti-
19.1 Applicabilità cale e devono essere bloccate in maniera sicura. Il
sistema di bloccaggio deve essere tale da permettere
19.1.1 Il presente Articolo si applica ad impianti fissi cen- una pronta e facile rimozione delle bombole.
tralizzati per la saldatura ossiacetilenica installati a bordo
delle navi. Esso, a discrezione della Società, può essere 19.3.3 Impianti di tubolature (1/7/2003)
applicato anche ad altri impianti che usino gas liquefatti, a) Le tubolature dell’acetilene e dell’ossigeno sono sog-
quali il propano. gette alle prescrizioni seguenti:
• tutte le valvole e tutti gli accessori, nonché le torce
19.2 Definizioni di saldatura ed i relativi tubi, devono essere appro-
priati per questo servizio specifico ed adatti alle
19.2.1 Impianto centralizzato per la saldatura
condizioni previste nelle varie parti dell'impianto,
ossiacetilenica
Un impianto centralizzato per la saldatura ossiacetilenica è • i collegamenti fra le varie lunghezze di tubi devono
un impianto fisso consistente in un locale contenente le essere eseguiti mediante saldatura testa a testa. Non
bombole del gas, stazioni e tubolature di distribuzione, sono permessi altri tipi di collegamenti, compresi i
qualora il numero totale di bombole di acetilene e d’ossi- collegamenti filettati e a flangia,
geno sia superiore a 4. • solo un numero minimo di collegamenti inevitabili
è permesso, purché essi siano situati in posizioni
19.2.2 Acetilene chiaramente visibili.
Si assume che l’acetilene (C2H2) sia contenuto in bombole
pressurizzate ad una pressione uguale a 1,5-1,8 MPa a b) Le tubolature ad alta pressione (cioè le tubolature fra le
15 °C. bombole ed i dispositivi riduttori di pressione) devono
essere installate entro il locale bombole e devono essere
19.2.3 Ossigeno in accordo con le prescrizioni seguenti:
Si assume che l’ossigeno (O2) sia contenuto in bombole • le tubolature dell'acetilene devono essere di acciaio
pressurizzate ad una pressione uguale a 15-20 MPa a 15 °C. inossidabile e trafilate senza saldature,

Regolamenti RINA 2005 215


Parte C, Cap 1, Sez 10

• le tubolature dell'ossigeno devono essere di rame o i ponti che lo limitano devono essere d’acciaio e stagni
acciaio inossidabile e trafilate senza saldature, ai gas.
• le tubolature dell’acetilene e dell’ossigeno ed i rela- b) Se il numero totale delle bombole non è superiore a 8,
tivi accessori devono essere dimensionati per una comprese le eventuali bombole di rispetto non collegate
pressione di progetto di 29,5 MPa, all’impianto, le bombole di acetilene e d’ossigeno pos-
• deve essere installata una valvola di non ritorno in sono essere installate nello stesso locale. Altrimenti le
corrispondenza del collegamento di ciascuna bom- bombole di ossigeno e quelle di acetilene devono
bola di acetilene e d'ossigeno col collettore, essere separate da paratie stagne ai gas.
• valvole di intercettazione devono essere sistemate c) Il locale delle bombole deve essere adeguatamente ven-
sulle bombole e devono essere tenute chiuse tilato e coibentato in modo tale che la temperatura
quando le stazioni di distribuzione non sono in fun- interna non superi i 40 °C. Nel caso in cui la tempera-
zione. tura non possa essere controllata mediante ventilazione
naturale, deve essere sistemato un impianto di ventila-
c) Le tubolature a bassa pressione (cioè le tubolature fra i zione meccanica indipendente. Gli scarichi dell’aria
dispositivi riduttori di pressione e le stazioni di distribu- devono essere portati almeno a 3 m di distanza dalle
zione) sono soggette alle prescrizioni seguenti: fonti d’ignizione e dagli ingressi dell’aria e devono
• i tubi devono essere in acciaio inossidabile senza essere equipaggiati con reticella metallica tagliafiamma.
giunti saldati
d) Il locale bombole non deve essere adoperato per altri
• i tubi devono avere spessore non inferiore a: servizi di bordo. Non devono passare attraverso questo
- 2,5 mm, se installati all'aria aperta locale tubolature che convogliano liquidi o gas infiam-
mabili, eccetto quelli relativi all’impianto ossiacetile-
- 2 mm, negli altri casi nico.
• le tubolature verso ogni stazione di distribuzione Nota 1: Sui pontoni e sulle navi officina, le bombole possono
devono comprendere, in corrispondenza essere installate all’aperto sul ponte in posizione sicura a soddisfa-
dell'ingresso della stazione: zione della Società. In questo caso devono essere adottate precau-
- una valvola d'intercettazione, da tenere chiusa zioni adeguate:
quando l'impianto non è in funzione, • contro i raggi del sole e gli agenti atmosferici, per le bombole,
mediante coperture stagne,
- dispositivi per proteggere le tubolature da ritorni
di gas o passaggi di fiamma. • mediante coperchi metallici, griglie metalliche o dispositivi
simili per le relative tubolature, valvole ed accessori.
d) Devono essere sistemate valvole di sicurezza a valle dei
Tali protezioni devono essere facili da rimuovere per permettere la
dispositivi per la riduzione della pressione e i loro scari-
rimozione delle bombole, quando necessario.
chi devono essere portati all'aria aperta, almeno 3 m al
di sopra del ponte, in posizione sicura nella quale non Quando il numero totale delle bombole è superiore ad 8, le bom-
bole d’acetilene devono essere separate da quelle d’ossigeno.
esistano fonti di ignizione.
19.4.2 Stazioni di distribuzione
19.4 Sistemazione dell’impianto di saldatura Le stazioni di distribuzione devono essere sistemate nel
ossiacetilenica locale macchina o nell’officina in posizioni ben ventilate e
protette da ogni possibile danneggiamento meccanico.
19.4.1 Locale bombole
Nota 1: Su pontoni e navi officina le stazioni di distribuzione pos-
a) Il locale bombole deve essere sistemato in uno spazio sono essere installate all’aria aperta, in appositi armadi forniti di
indipendente al di sopra del ponte continuo più alto e porta chiusa a chiave o in zone con accesso controllato a soddisfa-
deve avere un accesso diretto dall’esterno. Le paratie ed zione della Società.

Tabella 33 : Targhe

Posizione della targa Targa da sistemare

nel locale bombole schema dell’impianto ossiacetilenico

“vietato fumare”

in corrispondenza: “da tenere chiusa quando la stazione di distribuzione non è in


• delle valvole d’intercettazione delle bombole funzione”
• delle valvole d’intercettazione della stazione di distribuzione

in corrispondenza del dispositivo di riduzione della pressione indicazione della pressione massima ammissibile a valle del
dispositivo di riduzione della pressione

in corrispondenza dello scarico delle valvole di sicurezza “vietato fumare”

216 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 10

19.4.3 Tubolature Tabella 34 : Prove di tipo da eseguire su tubi flessibili


a) Le tubolature non devono passare attraverso locali per e giunti di dilatazione (1/7/2001)
alloggi o di servizio.
Tubi flessibili e Tubi flessibili e
b) Le tubolature devono essere protette contro ogni possi- giunti di dilata- giunti di dilata-
bile danneggiamento meccanico. Prove
zione di materiale zione di mate-
c) In corrispondenza dei passaggi attraverso i ponti o le non metallico riale metallico
paratie le tubolature devono essere appropriatamente Prova di scoppio X X
installate entro manicotti sistemati in modo tale da Prova di resistenza al X (1) NR
impedire eventuali sfregamenti del tubo entro i mani- fuoco
cotti.
Prova di vibrazione X X
19.4.4 Targhe (2)
Devono essere sistemate a bordo della nave targhe come Prova di pressione X (6) NR
indicato in Tab 33. pulsante
Prova di flessibilità X (3) NR
20 Certificazione, ispezioni e prove Prova di deforma- NR X
degli impianti di tubolature zione elastica
Prova di dilatazione NR X
20.1 Applicabilità (4) ciclica
Resistenza del mate- X X
20.1.1 Le prescrizioni del presente Articolo definiscono la riale (5)
certificazione e il programma di ispezioni e collaudi in offi- (1) solo per tubi flessibili e giunti di dilatazione utilizzati in
cina da eseguire per: impianti di liquidi infiammabili ed acqua di mare
• i vari componenti degli impianti, (2) solo per tubi flessibili e giunti di dilatazione collegati a
• i materiali usati per la loro costruzione. motori, pompe, compressori o altre sorgenti di forti
vibrazioni.
Le prove a bordo sono trattate in Sez 15. (3) solo per tubi flessibili che convogliano fluidi a bassa
temperatura
20.2 Prove di tipo (4) solo per tubolature sottoposte a cicli di dilatazione
(5) internamente al fluido convogliato ed esternamente ai
20.2.1 Prove di tipo dei tubi flessibili e giunti di raggi ultravioletti.
dilatazione (1/7/2001)
(6) solo per tubi flessibili.
a) Per l'approvazione di tipo di tubi flessibili e giunti di Nota 1: X = richiesto, NR = non richiesto.
dilatazione devono essere eseguite le prove per ogni
tipo e per le dimensioni concordate con la Società, in
accordo con le indicazioni in Tab 34. Tabella 35 : Prove di tipo per i dispositivi di chiusura
b) I tubi flessibili e i giunti di dilatazione devono essere degli sfoghi d’aria
provati con i loro raccordi.

20.2.2 Prova di tipo dei dispositivi di chiusura degli Tipo del dispositivo di
sfoghi d’aria (1/1/2002) chiusura
Prova da eseguire
Per l'approvazione di tipo dei dispositivi di chiusura degli Tipo a gal-
sfoghi d'aria devono essere eseguite, per ogni tipo ed ogni Altri tipi
leggiante
dimensione, le prove indicate in Tab 35 e nelle "Norme per
l'approvazione di tipo ed il collaudo dei dispositivi di chiu- prova di tenuta stagna (1) X X
sura degli sfoghi d'aria". determinazione delle caratteri- X X
stiche di flusso (2)
20.3 Prove sui materiali prova d’urto del galleggiante X
20.3.1 Generalità prova di compressione del gal- X (3)
a) Specifiche dettagliate per le prove sui materiali sono leggiante
date nella Parte D. (1) la prova di tenuta stagna deve essere eseguita in acqua
b) Le prescrizioni per le ispezioni dei giunti saldati sono durante un’immersione/emersione in posizione nor-
date nella Parte D. male e con un’inclinazione di 40 °
c) Le prescrizioni del presente Articolo non si applicano a (2) la caduta di pressione deve essere misurata in funzione
impianti soggetti a basse temperature, quali le tubola- della portata usando acqua
ture del carico di navi gasiere. (3) solo per galleggianti non metallici
Nota 1: X = richiesto

Regolamenti RINA 2005 217


Parte C, Cap 1, Sez 10

20.3.2 Prove sui materiali essendo:


a) Quando richiesto in Tab 36, i materiali impiegati per K100 : Sollecitazione ammissibile a 100 °C,
tubi, valvole ed altri accessori sono soggetti alle prove come indicato in Tab 10,
seguenti: KT : Sollecitazione ammissibile alla tempera-
• prova di trazione a temperatura ambiente, tura di progetto, come indicato in
• prova di schiacciamento o piegatura, come applica- Tab 10.
bile, Nota 2: Qualora siano usati acciai legati non elencati in Tab 10, la
• prova di trazione alla temperatura di progetto, sollecitazione ammissibile sarà oggetto di considerazione
speciale.
eccetto se si verifica una delle condizioni seguenti:
• la temperatura di progetto è minore di 200 °C, f) Quando è necessario evitare sollecitazioni eccessive in
corrispondenza dei gomiti e dei branchetti ecc. la
• le caratteristiche meccaniche del materiale ad
Società potrà considerare di concedere una riduzione
alta temperatura sono state approvate,
della pressione di prova fino a, ma non meno di, 1,5 p.
• le dimensioni dei tubi sono basate su un valore In ogni caso la sollecitazione di membrana non deve
ridotto della sollecitazione ammissibile. superare il 90% del carico di snervamento alla tempera-
b) I materiali plastici sono soggetti alle prove indicate in tura di prova.
App 3. g) La pressione di prova dei tubi sistemati in corrispon-
denza della mandata delle pompe centrifughe azionate
20.4 Prove idrostatiche degli impianti di tubo- da turbine a vapore, mentre deve sottostare alle prescri-
lature e dei loro componenti zioni in b), non deve essere inferiore alla massima pres-
sione che potrebbe essere sviluppata da queste pompe a
20.4.1 Generalità scarico chiuso alla velocità massima permessa dai loro
Le prove pneumatiche devono essere evitate per quanto dispositivi di sovravelocità.
possibile. Qualora tali prove siano assolutamente necessa- h) Quando la prova idrostatica delle tubolature viene ese-
rie, in luogo della prova idrostatica, le procedure di prova guita a bordo, tale prova può essere eseguita assieme
dovranno essere sottoposte alla Società per accettazione alle prove richieste in [20.4.7].
prima della prova stessa.
20.4.3 Prove idrostatiche di valvole, accessori e
20.4.2 Prove idrostatiche delle tubolature scambiatori di calore (1/7/2002)
a) Le prove idrostatiche devono essere eseguite a soddisfa- a) Valvole ed accessori che non formano parte integrante
zione del Tecnico per: dell'impianto di tubolature e che devono essere adope-
• tutti tubi di Classe I e II e gli accessori che ne sono rate in tubolature di Classe I e II, devono essere sottopo-
parte integrante, ste a prove idrostatiche secondo normative riconosciute
dalla Società, ad una pressione non inferiore a 1,5 volte
• tutti i tubi del vapore, i tubi dell’acqua d’alimento, i la pressione di progetto p definita in [1.3.2].
tubi dell’aria compressa, i tubi di combustibile
liquido ed altri liquidi infiammabili con una pres- b) Le valvole da sistemare a murata al di sotto della linea
sione di progetto superiore a 0,35 MPa e gli acces- di galleggiamento di pieno carico devono essere sotto-
sori che ne sono parte integrante. poste a prova idrostatica ad una pressione non inferiore
a 0,5 MPa.
b) Tali prove devono essere eseguite dopo completamento
della fabbricazione e prima dell’installazione a bordo e, c) Gli involucri di apparecchiature quali riscaldatori, refri-
quando applicabile, prima dell’applicazione della coi- geranti, scambiatori di calore, che possono essere con-
bentazione e della pittura. siderati recipienti in pressione devono essere provati
secondo le prescrizioni in Sez 3.
Nota 1: le Classi dei tubi sono definite in [1.5.2].
c) Le prove di pressatura dei tubi di piccolo diametro d) I fasci di tubi o serpentine dei riscaldatori, refrigeranti e
interno (meno di 15 mm) possono non essere eseguite a scambiatori di calore devono essere sottoposti a prova
discrezione della Società, secondo le applicazioni. idrostatica alla stessa pressione a cui vengono provate le
tubolature dei fluidi ad essi collegati.
d) Se la temperatura di progetto non è superiore a 300°C,
la pressione di prova deve essere uguale a 1,5 p. e) Per i refrigeranti dei motori diesel, vedere Sez 2.

e) Se la temperatura di progetto è superiore o uguale a 20.4.4 Prove idrostatiche dei depositi e delle casse di
300 °C, la pressione di prova deve essere come segue: combustibile liquido non strutturali
• per acciai al carbonio ed al carbonio manganese la I depositi e le casse del combustibile liquido non strutturali
pressione di prova deve essere uguale a 2 p, devono essere sottoposti a prova idrostatica ad una pres-
• per acciai legati, la pressione di prova pH, deve sione corrispondente al livello massimo del liquido in que-
sti spazi o nel tubo dello sfogo d’aria o rigurgito, con un
essere determinata con la formula seguente, ma non
minimo di 2,40 m al di sopra del cielo della cassa. Il bat-
è necessario che superi 2 p:
tente minimo deve essere di 3,60 m per casse per il conte-
K 100 nimento di combustibile liquido con punto
p H = 1 ,5 --------
-p
KT d’infiammabilità inferiore a 60 °C.

218 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 10

20.4.5 Prove idrostatiche di pompe e compressori idrostatica ad una pressione non inferiore a 1,5 volte la
a) I cilindri, i coperchi e le casse delle pompe e dei com- massima pressione di esercizio.
pressori devono essere sottoposti a prova idrostatica ad b) Durante le prove, i tubi flessibili o i giunti d'espansione
una pressione almeno uguale alla pressione pH determi- devono essere ripetutamente deformati rispetto al loro
nata con le formule seguenti: asse geometrico.
• pH = 1,5 p essendo p ≤ 4,
20.4.7 Prove di pressatura delle tubolature dopo il
• pH = 1,4 p + 4 essendo 4 < p ≤ 25, montaggio a bordo
• pH = p + 10 essendo p > 25 Dopo il montaggio a bordo, devono essere eseguite, alla
essendo presenza del Tecnico, le seguenti prove di tenuta.
• pH : la pressione di prova, in MPa, In generale, tutti gli impianti di tubolature cui si applicano
• p : la pressione di progetto, come definita le presenti norme devono essere controllati per accertare
in [1.3.2], in MPa. eventuali perdite nelle condizioni di esercizio, e, se neces-
pH non deve essere inferiore a 0,4 MPa. sario, usando tecniche speciali diverse dalle prove idrostati-
che. In particolare, le serpentine di riscaldamento nelle
b) Per le pompe centrifughe azionate da turbine a vapore, casse e nelle cisterne, nonchè le tubolature del combusti-
la pressione di prova, mentre deve soddisfare la prescri- bile liquido o gassoso, devono essere provate a non meno
zione in a), non deve essere inferiore a 1,05 volte la di 1,5 volte la pressione di progetto, ma in ogni caso a non
pressione massima che potrebbe verificarsi con scarico meno di 0,4 MPa.
chiuso alla velocità massima consentita dal dispositivo
di sovravelocità.
20.5 Prove dei componenti degli impianti di
c) I refrigeranti intermedi dei compressori devono essere tubolature durante la fabbricazione
sottoposti a prova idrostatica ad una pressione almeno
uguale alla pressione pH definita in a). Nella determina- 20.5.1 Pompe
zione di pH, la pressione p da considerare è quella che a) Le pompe di sentina e d’incendio devono essere sotto-
risulta da una messa in comunicazione accidentale fra il poste a prova di funzionamento.
refrigerante ed il corrispondente stadio d’alta pressione,
b) I rotori delle pompe centrifughe d’alimento per le cal-
tenendo conto del dispositivo di sicurezza sistemato su
daie principali devono essere sottoposti a prova di
detto refrigerante.
bilanciamento.
d) La pressione di prova degli spazi acqua dei compressori
e dei loro refrigeranti intermedi non deve essere infe- 20.5.2 Separatori centrifughi
riore a 1,5 volte la pressione di progetto nello spazio in I separatori centrifughi adoperati per il combustibile liquido
questione ma non deve essere inferiore a 0,2 MPa. e per l’olio lubrificante devono essere sottoposti ad una
e) Per i compressori d’aria e le pompe azionati da motori prova di funzionamento, normalmente con acqua mesco-
diesel, vedere Sez 2. lata a combustibile liquido.

20.4.6 Prove idrostatiche di tubi flessibili e giunti di 20.6 Ispezioni e prove degli impianti
dilatazione (1/7/2004)
a) Ogni tubo flessibile o giunto di dilatazione, insieme ai 20.6.1 Le ispezioni e le prove richieste per gli impianti di
suoi collegamenti, deve essere sottoposto ad una prova tubolature e gli altri componenti sono riassunti in Tab 36.

Regolamenti RINA 2005 219


Parte C, Cap 1, Sez 10

Tabella 36 : Ispezioni e prove in officina degli impianti e dei loro componenti


Prove sui materiali (1) Ispezioni e prove del prodotto (1)
Tipo di certi-
Durante la fabbri- Tipo del certi- Riferimento ai
N. Voce Prove ficato del
cazione (non Prodotto finito ficato del regolamenti
richieste materiale
distruttive) prodotto
(2)
1 Valvole, tubi ed
accessori
a) classe I, d≥32mm X C X (5) X C (3) [20.3.2]
o classe II, [3.6.2] [3.6.3]
d≥100mm [20.4.3]

b) classe I, d<32mm
o classe II, X W X (5) X C (3) [20.3.2]
d<100mm [3.6.2] [3.6.3]
[20.4.3]
2 Tubi flessibili e giunti X (6) W X C (3) [20.3.2]
d’espansione [20.4.6]

3 Pompe e compressori
a) tutti
b) pompe sentina e X C (3) [20.4.5]
incendio X C (3) [20.5.1]
c) pompe d’ali-
mento per caldaie
principali: X C X X C (3) Parte D
• casse e viti Parte D
• parti princi- [20.5.1]
pali
• rotori
d) pompe di circola- X C C (3) Parte D
zione forzata per
caldaie princi-
pali:
• casse e viti
4 Separatori centrifughi X C (3) [20.5.2]
5 Tubolature prefabbri-
cate [3.6.2] [3.6.3]
a) Classi I e II con: X (7) X C (3) [20.4.2]
• d≥ 75 mm o
• t≥ 10 mm

b) Classi I e II con: X (7) X W [3.6.2] [3.6.3]


• d<75mm e [20.4.2]
• t<10mm

X W [20.4.2]
c) Classe III (4)
(1) X = prova richiesta
(2) C = Certificato della Società
W = Certificato d’officina
(3) o tipo alternativo di certificato secondo lo schema d’ispezione. Vedere Parte D.
(4) quando richiesto da [20.4.2]
(5) se di costruzione saldata
(6) se di costruzione metallica
(7) per collegamenti saldati

220 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 11

SEZIONE 11 MACCHINE DI GOVERNO

1 Generalità • Sez 15 per quanto riguarda le prove di navigazione,


• Parte B, Cap 10, Sez 1, per quanto riguarda il timone e
1.1 Applicabilità l’asta del timone,

1.1.1 Campo d’applicazione • Parte E, Cap 7, Sez 4, [7] quando sistemati su navi
A meno che non sia precisato altrimenti, le prescrizioni petroliere, navi chimichiere o navi gasiere.
della presente Sezione si applicano agli impianti di mac-
chine di governo delle navi a propulsione meccanica ed ai 1.2 Documentazione da inviare
meccanismi di governo dei thrusters di propulsione.
1.2.1 Documenti da inviare per le macchine di
1.1.2 Riferimenti governo
In aggiunta alle prescrizioni della presente Sezione gli Prima dell’inizio della costruzione, devono essere inviati
impianti delle macchine di governo sono soggetti anche alla Società per approvazione tutti i disegni e le specifiche
alle prescrizioni in: elencati in Tab 1.

Tabella 1 : Documenti da inviare per le macchine di governo

N. I/A (1) Documento (2)


1 I Disegno d’insieme delle macchine di governo,compresi i pattini, le guide, i dispositivi
di fine corsa ed altri componenti simili
2 I Descrizione generale dell’impianto e dei suoi principi di funzionamento
3 I Manuali operativi delle macchine di governo e dei loro componenti principali
4 I Descrizione delle modalità operative di governo in condizioni normali ed in emergenza
5 A Per le macchine di governo oleodinamiche, il diagramma schematico della tubolatura oleodinamica
dell’impianto di azionamento, compreso l’impianto per la ricarica del fluido idraulico, con l’indicazione:
• della pressione di progetto
• della pressione massima d’esercizio prevista
• del diametro, spessore, specifica dei materiali e particolari di collegamento dei tubi
• della capacità della cassa del fluido idraulico
• del punto d’infiammabilità del fluido idraulico
6 I Per le pompe oleodinamiche delle unità di potenza, i disegni d’insieme delle sezioni trasversali e longitudi-
nali e le curve caratteristiche
7 A Disegni d’assieme dei dispositivi di azionamento del timone e disegni costruttivi dei loro componenti; con
le seguenti indicazioni per gli azionatori oleodinamici:
• momento torcente di progetto
• pressione massima d’esercizio
• pressione di taratura della valvola di sicurezza
8 I Disegni costruttivi delle valvole di sicurezza sistemate a protezione degli azionatori oleodinamici, con
indicazione della:
• pressione di taratura
• capacità di scarico
9 A Diagrammi dei circuiti elettrici di potenza
10 A Schema funzionale relativo ai circuiti di comando, sicurezza, segnalazione ed allarme ed ai circuiti di tele-
comando dalla plancia, che indichi anche l’ubicazione dei dispositivi di comando, sicurezza, segnala-
zione ed allarme
11 A Disegni costruttivi delle parti che trasmettono le forze meccaniche all’asta del timone (barra, settore, aste di
collegamento e altri componenti simili), compresi i calcoli dei collegamenti forzati
12 I/A Per i thrusters azimutali usati come mezzi per il governo, la specifica ed i disegni dei meccanismi per il
governo e, quando applicabile, i documenti elencati alle voci da 2 a 6 e da 8 a 11
(1) A = da inviare all’approvazione in quadruplice copia
I = da inviare per conoscenza in duplice copia
(2) I disegni costruttivi devono comprendere le specifiche dei materiali impiegati e, quando applicabile, i particolari di saldatura ed
i procedimenti di saldatura.

Regolamenti RINA 2005 221


Parte C, Cap 1, Sez 11

1.2.2 Documenti addizionali smettitori, i ricevitori, le pompe oleodinamiche di comando


Devono essere inviati i seguenti disegni addizionali: ed i relativi motori, i dispositivi di manovra dei motori, le
• analisi relativa al rischio della singola avaria, quando tubolature ed i cavi.
richiesta in [3.5.2],
1.3.7 Massima velocità d’esercizio in marcia avanti
• analisi relativa al rischio di blocco idraulico, quando La massima velocità d’esercizio in marcia avanti è la mas-
richiesta in [3.5.5], sima velocità di esercizio in navigazione, alla massima
• analisi delle avarie in relazione alla disponibilità di immersione, per la quale la nave è progettata.
potenza oleodinamica, quando richiesta in [4.5.3],
voce b). 1.3.8 Massima velocità in marcia indietro
• analisi a fatica e/o analisi della meccanica della frattura, La massima velocità in marcia indietro è la velocità che si
quando richiesta in Parte E, Cap 7, Sez 4, [7.3.3]. stima che la nave possa raggiungere alla massima potenza
di progetto in marcia indietro ed alla massima immersione.
1.3 Definizioni 1.3.9 Pressione massima d’esercizio
1.3.1 Macchina di governo principale La pressione massima d’esercizio è la massima pressione
La macchina di governo principale è il complesso costituito prevista nell’impianto per le condizioni di funzionamento
dal macchinario, dagli azionatori del timone, dalle eventuali della macchina di governo specificate in [3.3.1]b), o
unità di potenza, dalle apparecchiature sussidiarie e dai [4.3.1] b).
mezzi per applicare il momento torcente all’asta del timone
(per esempio barra o settore), che è necessario per effet- 1.4 Simboli
tuare i movimenti del timone allo scopo di governare la
1.4.1 I simboli seguenti sono adoperati per i criteri di
nave nelle normali condizioni di esercizio.
robustezza dei componenti delle macchine di governo:
1.3.2 Unità di potenza delle macchine di governo V : Velocità massima d’esercizio, in nodi, con la
L’unità di potenza di una macchina di governo è: nave al massimo galleggiamento estivo.
• nel caso di macchina di governo elettrica, un motore Quando la velocità è inferiore a 10 nodi, V
elettrico con le apparecchiature elettriche ad esso asso- deve essere sostituita dal valore (V+20)/3
ciate, ds : Valore regolamentare del diametro dell’asta del
• nel caso di macchina di governo elettroidraulica, un timone in corrispondenza della barra, in mm,
motore elettrico con le apparecchiature elettriche ad come definito in Parte B, Cap 10, Sez 1
esso associate e la pompa collegata, dse : Diametro effettivo della parte superiore dell’asta
• nel caso di altra macchina di governo idraulica, il del timone in corrispondenza della barra, in
motore primo e la pompa collegata. mm
(nel caso di accoppiamento rastremato, tale dia-
1.3.3 Macchina di governo ausiliaria metro deve essere misurato alla base
La macchina di governo ausiliaria è l’apparecchiatura che è dell’insieme)
necessaria per governare la nave in caso di avaria della mac-
TR : Valore regolamentare di calcolo del momento
china di governo principale, e che non comprende nes-
torcente agente sull’asta del timone, in kN.m,
sun’altra parte della macchina di governo principale ad
dato dalla formula seguente:
eccezione della barra, del settore o di altri componenti
T R = 13 ,5 ⋅ d s ⋅ 10
3 –6
destinati allo stesso scopo.
TE : Per operazioni manuali d’emergenza, il
1.3.4 Sistema d’azionamento
momento torcente di progetto dovuto alle forze
Il sistema d’azionamento è l’apparecchiatura oleodinamica
agenti sul timone, in kN.m, dato dalla formula
sistemata per fornire la potenza necessaria per ruotare l’asta
seguente:
del timone, comprendente una o più unità di potenza con i
V E + 2⎞ 2
T E = 0 ,62 ⋅ ⎛ --------------
relativi tubi ed accessori ed un azionatore del timone. I - ⋅ TR
sistemi di azionamento possono avere in comune compo- ⎝ V + 2⎠
nenti meccanici come la barra, il settore e l’asta del timone, essendo:
o componenti destinati allo stesso scopo.
• VE = 7, per V ≤ 14
1.3.5 Azionatore del timone • VE = 0,5 V, per V > 14
L’azionatore del timone è il componente che trasforma TG : Per macchine di governo idrauliche o elettroi-
direttamente la pressione idraulica nella forza meccanica drauliche principali il momento torcente
che muove il timone. sull’asta del timone dovuto alla macchina di
governo stessa quando la pressione è uguale
1.3.6 Sistema di comando della macchina di
governo alla pressione di taratura della valvola di sicu-
rezza che protegge gli azionatori del timone
Il sistema di comando della macchina di governo è
l’impianto per mezzo del quale vengono trasmessi i Nota 1: per macchine di governo principali manuali deve
essere adoperato il valore seguente:
comandi dalla plancia alle unità di potenza. I sistemi di
comando della macchina di governo comprendono i tra- T G = 1 ,25 ⋅ T R

222 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 11

TA : Per macchine di governo idrauliche o elettroi- cuscinetti a sfere, a rulli o boccole, che devono essere
drauliche ausiliarie il momento torcente lubrificati permanentemente o provvisti di dispositivi di
sull’asta del timone dovuto alla macchina di lubrificazione.
governo stessa quando la pressione è uguale
alla pressione di taratura della valvola di sicu- c) La costruzione deve essere tale da rendere minime le
rezza che protegge gli azionatori del timone concentrazioni locali di sollecitazioni.
Nota 2: per macchine di governo ausiliarie manuali deve d) Tutti i componenti delle macchine di governo che tra-
essere adoperato il valore seguente: smettono forze meccaniche all’asta del timone, che non
T A = 1 ,25 ⋅ T E sono protetti contro sovraccarichi dagli eventuali scontri
T’G : Per macchine di governo che possono azionare strutturali del timone o da ammortizzatori meccanici,
il timone con un numero ridotto di azionatori, il devono avere robustezza almeno equivalente a quella
valore di TG in tali condizioni richiesta per l’asta del timone in corrispondenza della
barra.
σ : Sollecitazione normale dovuta al momento flet-
tente ed alle forze di trazione e compressione,
2.1.2 Materiali e saldature
in N/mm2
τ : Sollecitazione tangenziale dovuta al momento a) Tutti i componenti della macchina di governo che tra-
torcente ed alle forze di taglio, in N/mm2 smettono forze meccaniche all’asta del timone (quali la
σa : Sollecitazione ammissibile, in N/mm2 barra, il settore e componenti simili) devono essere in
σc : Sollecitazione ideale, ottenuta con la formula acciaio od altro materiale tenace approvato in accordo
con le norme nella Parte D. In generale detto materiale
seguente:
deve avere allungamento non inferiore al 12% e carico
σc = σ + 3τ
2 2 di rottura per trazione non superiore a 650 N/mm2.

R : Valore di specifica del minimo carico unitario b) L’impiego della ghisa grigia non è permesso, eccetto che
di rottura per trazione del materiale alla tempe- per parti ridondanti a basso livello di sollecitazioni,
subordinatamente a particolare approvazione da parte
ratura ambiente, in N/mm2
della Società. Inoltre non è mai permesso per i cilindri.
Re : Valore di specifica del minimo carico unitario
di snervamento del materiale alla temperatura c) I particolari di saldatura ed i procedimenti di saldatura
ambiente, in N/mm2 devono essere inviati all’approvazione.
R’e : Carico unitario di snervamento di progetto, in
d) Tutti i giunti saldati ubicati entro la zona soggetta a pres-
N/mm2, determinato con le formule seguenti:
sione di un azionatore del timone o colleganti organi
• R’e = Re, per R ≥ 1,4 Re che trasmettono forze meccaniche devono essere a
• R’e = 0,417 (Re+R) per R < 1,4 Re piena penetrazione od avere resistenza equivalente a
quella dei giunti a piena penetrazione.
2 Progetto e costruzione - Prescrizioni
2.1.3 Dimensionamenti dei componenti
applicabili a tutte le navi
I dimensionamenti dei componenti delle macchine di
2.1 Componenti meccanici governo devono essere determinati considerando il
momento torcente di progetto MT ed il valore ammissibile
2.1.1 Generalità della sollecitazione ideale σa, come dati in:
a) Tutti i componenti della macchina di governo e l’asta
del timone devono essere di sana ed affidabile costru- • Tab 2 per i componenti che sono protetti contro i
zione a soddisfazione della Società. sovraccarichi provenienti dal timone,

b) Tutti i componenti essenziali non duplicati devono, ove • Tab 3 per i componenti che non sono protetti contro i
appropriato, utilizzare supporti antifrizione, come sovraccarichi provenienti dal timone.

Regolamenti RINA 2005 223


Parte C, Cap 1, Sez 11

Tabella 2 : Dimensionamento dei componenti protetti contro i sovraccarichi provenienti dal timone

Condizioni d’impiego del componente MT σa

Funzionamento normale TG • se TG ≤ 1,25 TR, σa = 1,25 σ0


• se 1,25 TR < TG < 1,50 TR, σa = σ0 TG/TR
• se TG ≥ 1,50 ΤR, σa = 1,50 σ0
essendo σ0 = 0,55 R’e

Funzionamento normale con numero ridotto T’G • se T’G ≤ 1,25 TR, σa = 1,25 σ0
di azionatori • se 1,25 TR < T’G < 1,50 TR, σa = σ0 TG/TR
• se T’G ≥ 1,50 ΤR, σa = 1,50 σ0
essendo σ0 = 0,55 R’e

Funzionamento in emergenza ottenuto con il minore tra TR e 0,8 TA 0,69 R’e


una macchina di governo idraulica o elettroi-
draulica
Funzionamento in emergenza con un numero il minore tra TR e 0,69 R’e
ridotto di azionatori 0,8 T’G

Funzionamento in emergenza manuale TE 0,69 R’e

Tabella 3 : Dimensionamento dei componenti non protetti contro i sovraccarichi provenienti dal timone

Condizioni d’impiego del componente MT σa

Funzionamento normale TR 0,55 R’e

Funzionamento normale con numero ridotto di azionatori il minore tra TR e 0,8 T’G 0,55 R’e

Funzionamento in emergenza ottenuto con una macchina di governo il minore tra TR e 0,8 TA 0,69 R’e
idraulica o elettroidraulica
Funzionamento in emergenza con un numero ridotto di azionatori il minore tra TR e 0,8 T’G 0,69 R’e

Funzionamento in emergenza manuale TE 0,69 R’e

2.1.4 Barre, settori e azionatori rotanti della sezione radicale richiesti dalla formula di cui
sopra,
a) La barra deve essere proporzionata come segue:
• nel caso in cui vi sia una doppia barra, il modulo di
• l’altezza HO del mozzo non deve essere minore di resistenza di ciascuna barra non deve essere minore
ds, della metà di quello richiesto dalla formula di cui
• lo spessore radiale del mozzo in corrispondenza sopra.
della barra non deve essere inferiore a 0,4.ds,
Figura 1 : Barra
• il modulo di resistenza della barra all’incastro col
mozzo non deve essere minore del valore Zb, in
cm3, calcolato con la formula seguente:

0 ,147 ⋅ d L′ R
3
Z b = -------------------------s ⋅ ---- ⋅ -----e′
1000 L Re
L’
L

essendo:
L : Distanza tra l’asse dell’asta del timone
ed il punto di applicazione della forza
che agisce sulla barra (vedere Fig 1),
L’ : Distanza tra il punto di applicazione
della forza suddetta e la sezione radicale
della barra in questione sul mozzo
(vedere Fig 1), Ho
• la barra, all’estremità, in corrispondenza del punto b) Il settore deve essere dimensionato analogamente a
di applicazione della forza, deve avere una lar- quanto specificato in a) per la barra; quando sia impie-
ghezza e uno spessore non inferiori, rispettivamente, gato un settore del tipo a due o a tre bracci, il modulo di
alla metà della larghezza e alla metà dello spessore resistenza di ciascun braccio non deve essere inferiore

224 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 11

rispettivamente a metà o a un terzo di quello prescritto Figura 2 : Barre avvitate


per la barra.
n viti ds
Settori non calettati sull’asta del timone possono avere
l’altezza del mozzo ridotta del 10% e le altre dimen-

j
sioni adeguatamente ridotte a soddisfazione della d se
Società.

c) Le chiavette sono soggette alle prescrizioni seguenti:

• La chiavetta deve essere di acciaio con un carico


unitario di snervamento non inferiore a quello
dell’asta del timone e a quello del mozzo della barra
o azionatore rotante; comunque esso non può b

essere minore di 235 N/mm2, e) L’accoppiamento forzato tra la barra (o azionatore


• la larghezza della chiavetta non deve essere minore rotante) e l’asta è soggetto alle prescrizioni seguenti:
di 0,25.ds, • il coefficiente di sicurezza contro lo slittamento non
deve essere minore di:
• lo spessore della chiavetta non deve essere minore • 1 per i collegamenti con chiavetta,
di 0,10.ds, • 2 per i collegamenti senza chiavetta,
• il coefficente d’attrito deve essere assunto uguale a:
• le estremità delle cave per le chiavette nell’asta del
• 0,15 per acciaio e 0,13 per ghisa sferoidale grafi-
timone e nella barra (o azionatore rotante) devono
tica, nel caso di forzamento oleodinamico,
essere arrotondate e il fondo della cava della chia-
• 0,17 nel caso di forzamento a secco,
vetta deve essere raccordato con un raggio di rac-
• le sollecitazioni ideali in accordo col criterio di von
cordo minimo non minore del 5% dello spessore
Mises, dovute alla pressione massima generata dal
della chiavetta. forzamento e calcolata in corrispondenza dei punti
più sollecitati delle parti forzate, non deve essere
d) Le barre ed i settori di tipo avvitato sono soggetti alle
superiore all’80% del carico unitario di snerva-
prescrizioni seguenti: mento del materiale considerato,
• il diametro delle viti non deve essere minore del Nota 1: Valori alternativi di sollecitazioni basati su calcoli agli ele-
menti finiti potranno anche essere considerati dalla
valore db, in mm, calcolato con la formula seguente: Società.
• i lembi d’entrata dei fori nella barra e quello del
TR 235 cono dell’asta del timone devono essere arrotondati
- ⋅ ----------
d b = 153 ---------------------------------
n ( b + 0 ,5d se ) R eb o smussati.

2.1.5 Aste dei cilindri azionatori


essendo:
Il dimensionamento delle aste dei cilindri azionatori deve
n : Numero delle viti sistemate dallo stesso essere determinato tenendo conto dei momenti flettenti, se
lato rispetto all’asse dell’asta (n deve esistenti, in aggiunta alle forze di trazione e compressione,
ed è soggetto alle prescrizioni seguenti:
essere non minore di 2),
a) σc ≤ σa
b : Distanza fra le viti e l’asta del timone, in essendo:
mm (vedere Fig 2), σc : sollecitazione ideale come indicato in
Reb : carico unitario di snervamento, in [1.4.1]
N/mm2, del materiale delle viti, σa : sollecitazione ammissibile come indicato in
[2.1.3]
• lo spessore delle flange d’accoppiamento non deve b) per quanto riguarda la robustezza alla pressoflessione
essere minore del diametro delle viti, con instabilità dell’equilibrio elastico:

------------2 ⋅ ⎛ ωF c + 8M
---------⎞ ≤ 0 ,9σ a
• al fine di assicurare che l’accoppiamento intorno 4
all’asta sia stretto con efficacia, le due parti della πD 2 ⎝ D2 ⎠

barra devono essere alesate insieme con un apposito essendo:


spessore; esso deve essere non minore del valore j, D2 : Diametro dell’asta dello stantuffo, in mm,
in mm, calcolato con la formula seguente: Fc : Forza di compressione nell’asta, in N,
quando l’asta è estesa al massimo della sua
j = 0 ,0015 ⋅ d s corsa,

Regolamenti RINA 2005 225


Parte C, Cap 1, Sez 11

M : eventuale momento flettente nell’asta dello 2.2.3 Valvole d’intercettazione


stantuffo, in N.mm, in corrispondenza Valvole d’intercettazione, valvole di non-ritorno o altri
dell’estremità anteriore del cuscinetto del dispositivi idonei devono essere sistemati per:
cilindro che sopporta l’asta,
• soddisfare le esigenze di disponibilità in [3.5] o [4.5],
ω : = α + (β2 - α)0,5, • mantenere il timone in posizione ferma nel caso di
un’emergenza.
essendo:
In particolare, per tutte le navi con azionatori non duplicati,
α : = 0,0072 (ls/ds)2.R’e/235,
valvole d’intercettazione devono essere sistemate in corri-
β : = 0,48 + 0,5 α + 0,1 α0,5, spondenza del collegamento dei tubi con l’azionatore e
devono essere collegate direttamente all’azionatore stesso.
ls : Lunghezza massima non sop-
portata dell’asta del cilindro 2.2.4 Tubi flessibili
azionatore, in mm. a) Tubi flessibili possono essere sistemati fra due punti fra i
quali sia necessario un collegamento flessibile ma non
2.2 Impianto oleodinamico devono essere sottoposti a deformazioni torsionali (tor-
sione) nelle normali condizioni operative. General-
mente il tubo flessibile deve avere una lunghezza
2.2.1 Generalità
limitata a quella strettamente necessaria per assicurare
a) La pressione di calcolo per determinare il dimensiona- la flessibilità richiesta e per l’appropriato funziona-
mento delle tubolature e di altri componenti della mac- mento della macchina.
china di governo, soggetti a pressione interna b) I tubi flessibili devono essere del tipo ad alta pressione,
oleodinamica, deve essere almeno 1,25 volte la mas- costruiti secondo una normativa riconosciuta e idonei
sima pressione di esercizio prevista per le condizioni di per i fluidi, pressioni, temperature e condizioni ambien-
funzionamento specificate in [3] e [4], tenendo conto tali d’esercizio.
della pressione che può esistere nella parte a bassa pres-
c) Essi devono essere di un tipo approvato dalla Società.
sione dell’impianto.
d) La pressione di scoppio dei tubi flessibili non deve
A giudizio della Società, potrà essere applicato, per la essere minore di quattro volte la pressione di calcolo.
progettazione delle tubolature e dei componenti, il cri-
terio della fatica cumulativa ad alti cicli, tenendo conto 2.2.5 Valvole di sicurezza
delle pulsazioni di pressione dovute ai carichi dinamici.
a) Valvole di sicurezza devono essere sistemate in ogni
b) Il circuito di potenza per macchine di governo idrauli- parte dell’impianto oleodinamico che può essere isolata
che deve essere realizzato in modo che il passaggio da e nella quale la pressione può essere generata sia dalla
una unità di potenza all’altra possa effettuarsi rapida- fonte di energia oleodinamica che da forze esterne. La
mente. pressione di taratura delle valvole di sicurezza non deve
essere maggiore della pressione di calcolo. Le valvole di
c) Quando necessario, devono essere previsti dispositivi sicurezza devono avere dimensionamento adeguato ed
per lo spurgo dell’aria dal sistema oleodinamico. essere sistemate in modo da impedire indebiti aumenti
di pressione al di sopra della pressione di calcolo.
L’impianto di tubolature oleodinamico, compresi i giunti, le
valvole, le flange e gli altri accessori, è soggetto alle presci- b) La pressione di taratura delle valvole di sicurezza non
zioni in Sez 10 per le tubolature di Classe I, ed in partico- deve essere inferiore a 1,25 volte la massima pressione
lare alle prescrizioni in Sez 10, [14], se non altrimenti di esercizio.
indicato. c) La minima capacità di scarico della valvola (o delle val-
vole) di sicurezza non deve essere inferiore alla portata
2.2.2 Materiali totale delle pompe che possono scaricare attraverso di
essa (esse) aumentata del 10%. In tale condizione
a) I cilindri degli azionatori, le casse in pressione degli l’aumento di pressione non deve essere superiore al
azionatori del tipo a palmole, le tubolature del circuito 10% della pressione di taratura delle suddette valvole. A
oleodinamico di potenza, le valvole, le flange e gli tale riguardo devono essere tenute in considerazione le
accessori devono essere in acciaio od altro materiale condizioni ambientali estreme previste in relazione alla
tenace approvato. viscosità del fluido oleodinamico.

b) In generale detto materiale deve avere allungamento 2.2.6 Casse del fluido idraulico
non inferiore al 12% e carico di rottura per trazione non Le macchine di governo azionate oleodinamicamente
superiore a 650 N/mm2. devono essere provviste di quanto segue:
La ghisa grigia può essere accettata subordinatamente a • un allarme di basso livello per ciascuna cassa del fluido
considerazioni speciali per i corpi delle valvole e per idraulico per segnalare il più presto possibile perdite di
componenti ridondanti a basso livello di sollecitazioni, tale fluido. Questo allarme deve essere ottico ed acu-
esclusi i cilindri. stico e sistemato in un posto della plancia e del locale

226 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 11

apparato motore dove possa essere prontamente alternative che assicurino un equivalente grado di prote-
notato; e zione contro le perdite di fluido idraulico.
• una cassa fissa di riserva avente una capacità sufficiente e) La robustezza ed il sistema di fissaggio dei fondi dei
per ricaricare almeno un impianto di azionamento, cilindri (o, nel caso di azionatori di tipo rotante, le pal-
compreso il serbatoio, quando è richiesto che la mac- mole fisse) che agiscono come blocchi del timone sono
china di governo principale sia azionata meccanica- soggetti alle prescrizioni in [7.3.1].
mente. Tale cassa deve essere permanentemente
collegata alla tubolatura in modo che gli impianti oleodi- Tabella 4 : Valori dei coefficienti A e B
namici possano essere prontamente ricaricati da una
posizione entro il locale macchine di governo e deve Ghisa
Coefficiente Acciaio Acciaio fuso
essere munita di indicatore di livello. sferoidale
Nota 1: Per navi da carico di stazza lorda inferiore a 500 ton e per A 3,5 4 5
navi da pesca, il sistema di riserva può consistere in un barile facil-
mente accessibile e di capacità sufficiente a ricaricare almeno un B 1,7 2 3
impianto d’azionamento, se necessario.
2.3 Impianti elettrici
2.2.7 Pompe oleodinamiche
a) Le pompe oleodinamiche devono essere sottoposte a 2.3.1 Progetto generale
prova di tipo in accordo con le prescrizioni in [8.1.1]. Gli impianti elettrici della macchina principale di governo e
della macchina ausiliaria di governo devono essere siste-
b) Deve essere prestata particolare cura all’allineamento
mati in modo tale che l’avaria di uno di essi non metta fuori
delle pompe e dei motori che le azionano.
servizio l’altro.
2.2.8 Filtri
2.3.2 Circuiti di potenza
a) Le macchine di governo azionate oleodinamicamente
a) Ciascuna macchina di governo elettrica o elettroidrau-
devono essere munite di dispositivi atti a mantenere la
lica comprendente una o più unità di potenza deve
pulizia del fluido idraulico tenendo in considerazione il
essere servita da almeno due circuiti destinati solo a tale
tipo ed il progetto dell’impianto oleodinamico.
scopo, alimentati direttamente dal quadro principale;
b) Filtri di finezza adeguata devono essere sistemati nel tuttavia uno di questi circuiti può essere alimentato tra-
circuito oleodinamico, in particolare per assicurare la mite il quadro di emergenza.
protezione delle pompe. b) Una macchina di governo ausiliaria elettrica o elettroi-
draulica, associata ad una macchina di governo princi-
2.2.9 Accumulatori
pale elettrica o elettroidraulica, può essere collegata ad
Gli accumulatori, se sistemati, devono essere progettati in uno dei circuiti che alimentano la detta macchina di
accordo con le prescrizioni in Sez 10, [14.5.3]. governo principale.

2.2.10 Azionatori dei timoni c) I circuiti che alimentano una macchina di governo elet-
trica o elettroidraulica devono avere portata sufficiente
a) Gli azionatori dei timoni, con eccezione di quelli non per alimentare tutti i motori che possono essere colle-
duplicati sistemati su navi petroliere, navi chimichiere e gati contemporaneamente ad essi e che devono funzio-
navi gasiere aventi una stazza lorda pari a o maggiore di nare contemporaneamente.
10000 ton, devono essere progettati in accordo colle
prescrizioni relative in Sez 3 per i recipienti in pres- d) Se in una nave di stazza lorda inferiore a 1.600 ton la
sione di Classe 1, considerando inoltre le prescrizioni macchina di governo ausiliaria che, secondo le prescri-
seguenti. zioni in [3.3.2] c), deve essere azionata meccanica-
mente, non è azionata elettricamente oppure è azionata
b) La sollecitazione primaria generale di membrana da motore elettrico destinato prevalentemente ad altri
ammissibile non deve essere maggiore del minore fra i servizi, la macchina di governo principale può essere
valori seguenti: alimentata con un solo circuito dal quadro principale.
R Re e) Quando il diametro regolamentare dell’asta del timone
---- o -----
A B in corrispondenza della barra è maggiore di 230 mm,
A e B essendo dati in Tab 4. escludendo i rinforzi per la navigazione fra i ghiacci,
deve essere prevista un’alimentazione alternativa di
c) I dispositivi di tenuta del fluido idraulico tra parti non in energia, fornita o dalla sorgente di energia elettrica
movimento, che impediscono la fuoriuscita del fluido d’emergenza o da una sorgente d’energia elettrica indi-
idraulico in pressione, devono essere del tipo metallo su pendente sistemata nel locale agghiaccio sufficiente
metallo od equivalenti. almeno ad alimentare l’unità di potenza della macchina
d) I dispositivi di tenuta del fluido idraulico tra parti in di governo in modo che essa possa fornire almeno le
movimento, che impediscono la fuoriuscita del fluido prestazioni di una macchina di governo ausiliaria.
idraulico in pressione, devono essere duplicati in modo Tale alimentazione deve avvenire automaticamente
tale che l’avaria ad uno di essi non metta l’azionatore entro 45 s nel caso di un’avaria delle sorgenti principali
fuori servizio. Possono essere accettate sistemazioni di energia elettrica.

Regolamenti RINA 2005 227


Parte C, Cap 1, Sez 11

Tale sorgente indipendente deve essere utilizzata esclu- 2.3.5 Protezione dei circuiti
sivamente per tale scopo. a) Deve essere prevista la protezione contro il corto cir-
La sorgente alternativa deve anche alimentare gli cuito per ciascun circuito di comando e di potenza
impianti di comando relativi alla macchina di governo, delle macchine di governo principali e ausiliarie, elettri-
gli impianti di comando a distanza delle unità di che o elettroidrauliche.
potenza e l’indicatore dell’angolo del timone. b) Non devono essere sistemate altre protezioni, eccetto
f) In ogni nave avente una stazza lorda pari a o maggiore quelle contro i corto circuiti, sulle linee d’alimentazione
di 10.000 ton, la sorgente alternativa di energia deve dei dispositivi di comando delle macchine di governo.
avere la capacità di assicurare almeno 30 minuti di fun- c) La protezione contro sovracorrenti (per esempio
zionamento continuo, e per le altre navi almeno 10 mediante relè termici), compresa la corrente di avvia-
minuti. mento, se prevista per i circuiti di potenza, deve essere
per non meno di due volte la corrente di pieno carico
2.3.3 Motori e dispositivi di comando relativi del motore o del circuito protetti e deve essere realiz-
zata in modo da permettere il passaggio di correnti di
a) Per determinare le caratteristiche dei motori elettrici
avviamento appropriate.
richieste per le unità di potenza deve essere considerato
il momento torcente di spunto ed il massimo momento d) Qualora siano adoperati fusibili, la loro corrente di tara-
torcente in esercizio della macchina di governo in tutte tura deve essere di due volte più alta della corrente
le condizioni di funzionamento. Il rapporto tra il nominale del motore. Tuttavia, nel caso di motori per
momento torcente massimo del motore ed il momento servizio intermittente, la taratura dei fusibili non deve
torcente nominale deve essere almeno uguale a 1,6. essere maggiore del 160% della corrente nominale del
motore.
b) I motori per le unità di potenza delle macchine di
governo possono essere dimensionati per una richiesta e) L’intervento istantaneo contro il corto circuito degli
di potenza intermittente. interruttori deve essere tarato a un valore non maggiore
di 15 volte la corrente nominale del motore alimentato.
Il dimensionamento deve essere determinato sulla base
delle caratteristiche della macchina di governo della f) La protezione dei circuiti di comando deve essere tarata
nave in questione; in ogni caso deve essere almeno: ad almeno due volte la corrente nominale massima del
circuito, tuttavia, se possibile, a non meno di 6 A.
• S3 - 40% per motori di unità di potenza di macchine
di governo elettriche; 2.3.6 Avviamento ed arresto dei motori per le unità
di potenza delle macchine di governo
• S6 - 25% per motori di unità di potenza di macchine
di governo elettroidrauliche e per convertitori. a) I motori per le unità di potenza devono poter essere
avviati ed arrestati da una posizione in plancia e da una
c) Ciascun motore elettrico per unità di potenza per mac- posizione nel locale agghiaccio del timone.
chine di governo principali o ausiliarie deve essere
munito del proprio dispositivo d’avviamento separato, b) In corrispondenza degli avviatori deve essere possibile
sistemato nel locale agghiaccio. isolare qualsiasi dispositivo per il comando a distanza
dell’avviamento o dell’arresto (per esempio mediante
2.3.4 Alimentazione dei circuiti di comando dei rimozione di un fusibile o apertura di un interruttore
motori e degli impianti di comando delle automatico).
macchine di governo c) Le unità di potenza per le macchine principali ed ausi-
a) Ciascun impianto di comando per l’avviamento e l’arre- liarie di governo devono essere realizzate in modo da
sto dei motori per le unità di potenza deve essere servito riavviarsi automaticamente quando viene ripristinata
da una propria linea indipendente alimentata dal suo l’erogazione di energia dopo una sua interruzione.
rispettivo circuito di potenza.
2.3.7 Separazione
b) Qualsiasi impianto di comando delle macchine di a) I circuiti di potenza elettrici duplicati devono essere
governo principali ed ausiliarie azionabile dalla plan- separati per quanto possibile.
cia, se elettrico, deve essere servito da una propria linea
indipendente, derivata da un circuito di potenza della b) I cavi per i circuiti elettrici di potenza duplicati con i
macchina di governo in un punto situato all’interno del loro relativi componenti devono essere per quanto pos-
locale macchine di governo, oppure direttamente dalle sibile separati. Essi devono seguire percorsi diversi sepa-
sbarre del quadro elettrico che alimentano quel circuito rati sia verticalmente che orizzontalmente, per quanto
di potenza della macchina di governo, in un punto, sul possibile, per la loro intera lunghezza.
quadro, adiacente all’alimentazione di tale circuito. I c) Gli impianti di comando delle macchine di governo
sistemi di alimentazione di potenza devono essere pro- duplicati con i relativi componenti devono essere per
tetti selettivamente. quanto possibile separati.
c) I comandi a distanza delle unità di potenza e dei dispo- d) I cavi per gli impianti di comando delle macchine di
sitivi di comando delle macchine di governo devono governo duplicati con i loro relativi componenti devono
essere anche alimentati dalla sorgente d’energia alterna- essere per quanto possibile separati. Essi devono seguire
tiva quando richiesto in [2.3.2], e). percorsi diversi separati sia verticalmente che orizzon-

228 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 11

talmente, per quanto possibile, per la loro intera lun- dispositivi che indichino che i motori delle macchine di
ghezza. governo elettriche ed elettroidrauliche sono funzionanti.
e) Cavi, morsetti e altri componenti per gli impianti di c) Se è usata una linea d’alimentazione trifase vi deve
comando di macchine di governo duplicati, installati su essere un allarme che segnali la mancanza di una qua-
unità, pannelli di comando, quadri o consoles in plan- lunque delle fasi.
cia devono essere per quanto possibile separati. d) Deve essere previsto un allarme di sovraccarico per cia-
Qualora la separazione fisica non sia possibile, la sepa- scun motore delle unità di potenza di macchine di
razione può essere ottenuta mediante divisioni non pro- governo elettriche o elettroidrauliche.
paganti la fiamma. e) Gli allarmi richiesti in c) e d) devono essere ottici ed acu-
f) Tutti i componenti elettrici degli impianti di comando stici e devono essere ubicati in una posizione del locale
delle macchine di governo devono essere duplicati. Ciò apparato motore o della stazione di comando dalla
non richiede la duplicazione della ruota o della barra di quale l’apparato motore stesso viene normalmente
comando. comandato, dove essi possano essere prontamente
notati.
g) Se per entrambi gli impianti di comando della macchina
di governo è impiegato un unico selettore del modo di 2.4.2 Impianti oleodinamici
governare (interruttore uniassiale), i collegamenti agli a) Le casse del fluido idraulico devono essere munite degli
impianti di comando devono essere divisi come neces- allarmi richiesti in [2.2.6].
sario e separati fra di loro da una piastra isolante o aria
b) Qualora un blocco idraulico, causato da un guasto sin-
libera.
golo, possa portare alla perdita della capacità di gover-
h) Nel caso di doppio comando “follow-up”, gli amplifica- nare deve essere sistemato un allarme ottico ed acustico
tori devono essere progettati ed alimentati in modo da in plancia capace di individuare l’impianto in avaria.
essere elettricamente e meccanicamente separati. Nel Nota 1: Tale allarme deve essere attivato quando, per esempio:
caso di comando “non-follow-up” e comando “follow- • la posizione del sistema di comando della pompa a
up”, deve essere assicurato che l’amplificatore “follow- volume variabile non corrisponde all’ordine impartitole; o
up” sia protetto selettivamente. • è rilevata una posizione non corretta della valvola a tre vie,
i) I circuiti di comando per impianti di comando addizio- o simile dispositivo, negli impianti con pompe a portata
nali, per esempio barre di governo o autopilota, devono costante.
essere progettate in modo da poter disconnettere tutti i
2.4.3 Impianti di comando
poli.
Nel caso di interruzione dell’alimentazione dell’energia
j) Le unità di informazione di ritorno e gli interruttori di elettrica all’impianto di comando della macchina di
fine corsa, se esistenti, per gli impianti di comando delle governo, deve essere dato in plancia un allarme ottico ed
macchine di governo devono essere elettricamente acustico.
separati e collegati meccanicamente in modo separato
all’asta o all’azionatore del timone. 2.4.4 Indicatore dell’angolo del timone
La posizione angolare del timone deve essere:
k) I dispositivi che controllano i circuiti di potenza delle
macchine del timone, per esempio le valvole magneti- a) indicata in plancia se la macchina di governo principale
che, devono essere duplicati e separati. è azionata meccanicamente. L’indicatore dell’angolo
del timone deve essere indipendente dall’impianto di
comando della macchina di governo ed alimentato dal
2.4 Allarmi ed indicatori
quadro d’emergenza o da una fonte d’energia elettrica
2.4.1 Unità di potenza alternativa indipendente come quella riferita in [2.3.2],
e);
a) Nel caso di mancanza di potenza ad una qualsiasi delle
b) rilevabile nel locale agghiaccio del timone.
unità di potenza per la macchina di governo, deve
essere attivato un allarme ottico ed acustico in plancia. 2.4.5 Tabella riassuntiva
b) In plancia ed in un’opportuna posizione di comando Gli indicatori e gli allarmi che devono essere sistemati con
della macchina principale devono essere sistemati dei le posizioni relative sono elencati in Tab 5.

Regolamenti RINA 2005 229


Parte C, Cap 1, Sez 11

Tabella 5 : Indicatori ed allarmi con le posizioni relative


Posizione
Allarme
Stazione di
Voce Indicatore (Ottico ed Locale agghiac-
Plancia comando in
acustico) cio del timone
macchina
Mancanza di alimentazione a ciascuna X X X
unità di potenza
Indicazione di funzionamento per i motori X X X
elettrici di ciascuna unità di potenza
Sovraccarico dei motori elettrici di X X X
ciascuna unità di potenza
Mancanza di una fase dei motori elettrici X X X
di ciascuna unità di potenza
Basso livello per ciascuna cassa di fluido X X X
idraulico
Mancanza di alimentazione in ciascun X X X
circuito di comando
Blocco idraulico X X
Indicatore dell’angolo del timone X X X

3 Progetto e costruzione - Prescrizioni 120 mm, escludendo i rinforzi per la navigazione fra i
ghiacci; e
per navi da carico di stazza lorda
d) progettate in modo da non essere danneggiate alla mas-
uguale a o maggiore di 500 ton e per
sima velocità di marcia indietro; tuttavia non è necessa-
navi da passeggeri rio che tale esigenza di progettazione sia dimostrata con
prove alla massima velocità di marcia indietro e con
3.1 Applicabilità angolo massimo di timone.

3.1.1 Le prescrizioni del presente Articolo si applicano in 3.3.2 Macchina di governo ausiliaria
aggiunta a quelle di cui in [2]. La macchina di governo ausiliaria e l’asta del timone devono
essere:
3.2 Generalità a) di robustezza adeguata e capaci di governare la nave ad
una velocità che possa essere considerata ancora di
3.2.1 Salvo espressa disposizione contraria, le navi devono navigazione e deve poter essere messa in azione rapida-
essere munite di una macchina di governo principale e di mente in caso di emergenza;
una macchina di governo ausiliaria, a soddisfazione della b) capaci di portare il timone da 15° da una parte a 15°
Società. dalla parte opposta in non più di 60 s, con la nave alla
massima immersione ed in navigazione in marcia avanti
3.3 Robustezza, prestazioni ed azionamento a velocità metà di quella massima di marcia avanti o alla
con energia meccanica delle macchine velocità di 7 nodi, se questa è maggiore; e
di governo c) azionata da energia meccanica quando necessario per
soddisfare alle norme del precedente comma b) e in
3.3.1 Macchina di governo principale tutti i casi in cui la Società richieda per l’asta del timone,
La macchina di governo principale e l’asta del timone in corrispondenza della barra, un diametro maggiore di
devono essere: 230 mm, escludendo i rinforzi per la navigazione fra i
ghiacci.
a) di robustezza adeguata e capaci di governare la nave
alla massima velocità di esercizio in marcia avanti, e ciò
3.4 Comando delle macchine di governo
deve essere dimostrato;
b) capaci di portare il timone da 35° da una parte a 35° 3.4.1 Comando delle macchine di governo
dalla parte opposta con la nave alla massima immer- principali ed ausiliarie
sione ed in navigazione di marcia avanti alla massima Deve essere previsto il comando delle macchine di governo
velocità di esercizio in marcia avanti e, nelle stesse con- come segue:
dizioni, da 35° da una qualsiasi delle due parti a 30° a) in plancia e nel locale macchine di governo, per la mac-
dalla parte opposta in non più di 28 s; china di governo principale;
c) azionate da energia meccanica quando necessario per b) con due impianti di comando indipendenti, ciascuno
soddisfare alle norme del precedente comma b), e in dei quali possa essere manovrato dalla plancia, quando
tutti i casi in cui la Società richieda per l’asta del timone, la macchina di governo principale è realizzata in confor-
in corrispondenza della barra, un diametro maggiore di mità con le norme in [3.5.2]. Ciò non richiede la dupli-

230 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 11

cazione della ruota o della leva del timone. Quando il in [3.3.1] mentre tutte le unità di potenza sono in fun-
sistema di comando è un telemotore idraulico, non è zione;
necessaria la sistemazione di un secondo impianto di
c) la macchina di governo principale sia realizzata in modo
comando indipendente, fatta eccezione per le navi
che, a seguito di una singola avaria al suo sistema di
petroliere, chimichiere o gasiere di stazza lorda uguale a
tubolature o ad una delle unità di potenza, il difetto
o superiore a 10.000 ton;
possa essere isolato in modo che la capacità di gover-
c) nel locale macchine di governo, per la macchina di nare possa essere mantenuta o ripristinata rapidamente.
governo ausiliaria. Se la macchina di governo ausiliaria è Le macchine di governo diverse da quelle idrauliche devono
azionata meccanicamente, vi deve essere anche un avere uno standard equivalente a quello stabilito nel pre-
impianto di comando azionato dalla plancia e questo sente punto [3.5.2] a soddisfazione della Società.
deve essere indipendente dall’impianto di comando
della macchina di governo principale. 3.5.3 Alimentazione del fluido idraulico
3.4.2 Impianti di comando a distanza azionati dalla Gli impianti oleodinamici per le macchine di governo prin-
plancia cipali ed ausiliarie devono essere indipendenti dagli altri
impianti oleodinamici della nave.
Ciascun impianto di comando delle macchine di governo
principale ed ausiliaria che agisce dalla plancia deve soddi-
3.5.4 Componenti non duplicati
sfare a quanto segue:
L’idoneità di ogni componente essenziale non duplicato
• se elettrico, esso deve essere servito da una propria sarà oggetto di considerazione particolare.
linea indipendente, derivata da un circuito di potenza
della macchina di governo in un punto situato 3.5.5 Blocco idraulico
all’interno del locale macchine di governo, oppure diret-
Nei casi in cui la macchina di governo sia sistemata in
tamente dalle sbarre del quadro elettrico che alimen-
modo tale che possano essere azionati contemporanea-
tano quel circuito di potenza della macchina di
mente più di un impianto (sia di potenza che di comando),
governo, in un punto, sul quadro, adiacente all’alimen-
deve essere preso in considerazione il rischio di un blocco
tazione di tale circuito,
idraulico causato da una singola avaria.
• nel locale macchine di governo devono essere sistemati
dispositivi per scollegare dalla macchina di governo da
esso servita qualsiasi impianto di comando che agisca 4 Progetto e costruzione - Prescrizioni
dalla plancia, per navi da carico con stazza lorda
• l’impianto deve poter essere messo in funzione da una minore di 500 ton e per navi da pesca
posizione in plancia,
• nel caso di interruzione dell’alimentazione dell’energia 4.1 Applicabilità
elettrica all’impianto di comando, deve essere dato in
plancia un allarme ottico ed acustico, e 4.1.1 Le prescrizioni del presente Articolo si applicano in
aggiunta a quelle di cui in [2].
• i circuiti elettrici di alimentazione dell’impianto di
comando delle macchine di governo devono essere
muniti soltanto di protezione contro i cortocircuiti. 4.2 Generalità

4.2.1 Salvo espressa disposizione contraria, le navi


3.5 Disponibilità devono essere munite di una macchina di governo princi-
pale e di una macchina di governo ausiliaria, a soddisfa-
3.5.1 Sistemazione delle macchine di governo
zione della Società.
principali ed ausiliarie
La macchina di governo principale e quella ausiliaria
devono essere sistemate in modo che un’avaria ad una di 4.3 Robustezza, prestazioni ed azionamento
esse non metta fuori servizio l’altra. con energia meccanica delle macchine
di governo
3.5.2 Omissione della macchina di governo
ausiliaria 4.3.1 Macchina di governo principale
Quando la macchina di governo principale comprende due La macchina di governo principale e l’asta del timone
o più unità di potenza uguali, non è necessario sistemare la devono essere:
macchina di governo ausiliaria, a condizione che:
a) di robustezza adeguata e capaci di governare la nave
a) nel caso di navi da passeggeri, la macchina di governo alla massima velocità di esercizio in marcia avanti, e ciò
principale sia capace di manovrare il timone come deve essere dimostrato;
richiesto in [3.3.1] mentre una qualunque delle unità di
b) capaci di portare il timone da 35° da una qualsiasi delle
potenza è fuori servizio;
due parti a 35° dalla parte opposta con la nave alla mas-
b) nel caso di navi da carico, la macchina di governo prin- sima immersione ed in navigazione di marcia avanti alla
cipale sia capace di manovrare il timone come richiesto massima velocità di esercizio in marcia avanti e, nelle

Regolamenti RINA 2005 231


Parte C, Cap 1, Sez 11

stesse condizioni, da 35° da una qualsiasi delle due 4.5.2 Omissione della macchina di governo ausi-
parti a 30° dalla parte opposta in non più di 28 s; liari
c) azionate da energia meccanica quando necessario per Quando la macchina di governo principale comprende due
soddisfare alle norme del precedente comma b), e o più unità di potenza uguali, non è necessario sistemare la
macchina di governo ausiliaria, purché la macchina di
d) progettate in modo da non essere danneggiate alla mas- governo principale sia in grado di azionare il timone:
sima velocità di marcia indietro; tuttavia non è necessa-
a) come richiesto in [4.3.1] b), quando funzionano tutte le
rio che questa esigenza di progettazione sia dimostrata
unità di potenza;
con prove alla massima velocità di marcia indietro e
con angolo massimo di timone. b) come richiesto in [4.3.2] b) quando una qualsiasi delle
unità di potenza è fuori servizio.
4.3.2 Macchina di governo ausiliaria
4.5.3 Alimentazione del fluido idraulico
La macchina di governo ausiliaria deve essere:
Gli impianti oleodinamici che servono le macchine di
a) di robustezza adeguata e sufficiente per governare la governo possono anche servire altri macchinari allo stesso
nave ad una velocità che possa essere considerata tempo purché il funzionamento della macchina di governo
ancora di navigazione e deve poter essere messa in non sia influenzato negativamente:
azione rapidamente in caso di emergenza;
a) dal funzionamento di detti macchinari, o
b) capace di portare il timone da 15° da una parte a 15°
b) da un guasto di detti macchinari o della loro tubolatura
dalla parte opposta in non più di 60 s, con la nave alla
di alimentazione oleodinamica.
massima immersione ed in navigazione in marcia avanti
a velocità metà di quella massima di marcia avanti o
alla velocità di 7 nodi, se questa è maggiore; e 5 Progetto e costruzione - Prescrizioni
c) azionata da energia meccanica quando necessario per per navi con più di un timone
soddisfare alle norme del precedente comma b).
5.1 Principi
4.3.3 Azionamento manuale
Macchine di governo azionate manualmente sono per- 5.1.1 Generalità
messe quando esse richiedano uno sforzo inferiore a In aggiunta alle prescrizioni applicabili di cui in [2], [3] e
160 N. [4], le navi munite di due o più timoni poppieri sono sog-
gette alle prescrizioni del presente Articolo.
4.4 Comando delle macchine di governo 5.1.2 Disponibilità
Qualora una nave sia munita di due o più timoni, ciascuno
4.4.1 Comando delle macchine di governo
principali dei quali col proprio impianto di azionamento, non è
necessario che questi ultimi vengano duplicati.
a) Il comando della macchina di governo principale deve
poter essere effettuato dalla plancia. 5.1.3 Diametro equivalente dell’asta del timone
b) Quando la macchina di governo principale è realizzata Qualora i timoni siano azionati da un impianto di aziona-
in conformità con le norme in [4.5.2] sono richiesti due mento comune, il diametro dell’asta del timone indicato in
circuiti indipendenti di comando, entrambi azionabili [3.3.1] c) e in [4.3.1] deve essere sostituito dal diametro
dalla plancia. Ciò non richiede la duplicazione della equivalente d ottenuto con la formula seguente:
ruota o della leva del timone.

∑d
3
d = 3 j
4.4.2 Comandi delle macchine di governo ausiliarie
j

a) Il comando della macchina di governo ausiliaria deve


poter essere effettuato dalla plancia, dal locale agghiac- essendo:
cio del timone o da un’altra opportuna posizione. dj : il diametro regolamentare della parte superiore
b) Se la macchina di governo ausiliaria è azionata mecca- dell’asta di ciascun timone in corrispondenza
nicamente, il suo impianto di comando deve essere della barra, escludendo i rinforzi per la naviga-
indipendente da quello della macchina di governo prin- zione tra i ghiacci.
cipale.
5.2 Sincronizzazione
4.5 Disponibilità 5.2.1 Generalità
4.5.1 Sistemazione dei sistemi principali ed ausiliari Deve essere installato un sistema per sincronizzare il movi-
per azionare il timone mento dei timoni:
La macchina di governo principale e i mezzi ausiliari per • o mediante un accoppiamento meccanico, o
azionare il timone devono essere sistemati in modo che una • mediante un altro dispositivo che assicuri una sincroniz-
singola avaria di uno di essi non metta fuori servizio l’altra. zazione automatica.

232 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 11

5.2.2 Sincronizzazione non meccanica essere azionato meccanicamente quando si prevede


Qualora la sincronizzazione del movimento dei timoni non che il momento torcente di governo sia maggiore di 3
sia ottenuta per mezzo di un accoppiamento meccanico, kN⋅m.
devono essere soddisfatte le prescrizioni seguenti:
6.2.2 Thrusters azimutali impiegati come mezzo di
a) deve essere indicata in plancia la posizione angolare di
governo ausiliario
ciascun timone,
Qualora la macchina di governo ausiliaria indicata in
b) gli indicatori degli angoli dei timoni devono essere indi-
[3.2.1] o [4.2.1] consista in uno o più thrusters azimutali,
pendenti fra loro ed in particolare dall’impianto di sin-
almeno uno di questi thruster deve essere atto a:
cronizzazione,
• governare la nave alla massima velocità d’esercizio in
c) in caso di guasto dell’impianto di sincronizzazione
marcia avanti,
devono essere previsti mezzi atti a scollegare detto
impianto in modo tale che la capacità di governare • essere messo velocemente in servizio in caso d’emer-
possa essere mantenuta o ricuperata rapidamente. genza,
Vedere anche Parte E, Cap 7, Sez 4, [7.2.1]. • avere una velocità di rotazione di almeno 0,4 giri/min.

6 Progetto e costruzione - Prescrizioni Non è necessario sistemare l’impianto di azionamento ausi-


liario indicato in [6.1.2].
per navi che adoperano thrusters per
governare 6.2.3 Omissione dell’impianto di azionamento
ausiliario
6.1 Principi Qualora la macchina di governo della nave consista in due
o più thrusters azimutali indipendenti, l’impianto di aziona-
6.1.1 Generalità mento ausiliario indicato in [6.1.2] può essere omesso pur-
Le macchine di governo principali ed ausiliarie indicate in ché:
[3] e [4] possono essere costituite da thrusters dei tipi
• i thrusters siano progettati in modo tale che la nave
seguenti:
possa governare con uno di essi non funzionante,
• thrusters azimutali,
• l’impianto di azionamento di ciascun thruster sia in
• propulsori a idrogetto,
accordo con le prescrizioni in [6.2.1] b).
• propulsori cicloidali,
che soddisfino alle prescrizioni in Sez 12, per quanto 6.3 Uso dei propulsori ad idrogetto
applicabile.
6.3.1 L’uso dei propulsori a idrogetto per il governo della
6.1.2 Impianti d’azionamento nave sarà oggetto di considerazione particolare da parte
I thrusters adoperati per governare devono avere un sistema della Società.
di azionamento principale ed uno ausiliario.

6.1.3 Impianti di comando 7 Sistemazione ed installazione


Qualora l’impianto di governo della nave consista in due o
più thrusters, il loro impianto di comando deve compren- 7.1 Sistemazione del locale agghiaccio
dere un dispositivo che assicuri la sincronizzazione auto-
matica della rotazione dei thrusters, a meno che ciascun 7.1.1 Il locale agghiaccio deve essere:
thruster non sia progettato in modo da contrastare le forze
addizionali risultanti dalla spinta esercitata dagli altri thru- a) prontamente accessibile e, per quanto possibile, sepa-
sters. rato dai locali macchine; e
b) provvisto di idonee sistemazioni per assicurare l’accesso
6.2 Impiego dei thrusters azimutali per lavori al macchinario di governo ed ai relativi
comandi. Tali sistemazioni devono comprendere passa-
6.2.1 Thrusters azimutali adoperati come unico mani, pagliolati aperti o altre superfici non sdrucciole-
mezzo di governo voli per assicurare idonee condizioni di lavoro in caso di
Qualora una nave abbia un unico thruster azimutale impie- perdite del fluido idraulico.
gato come unico mezzo per governare, tale thruster è sog-
getto alle prescrizioni in [3.3.1] o [4.3.1], come
applicabile, con l’eccezione che: 7.2 Sistemazione degli azionatori del timone
a) l’impianto di azionamento principale deve avere una 7.2.1
velocità di rotazione di almeno 0,4 giri/min e deve a) Gli azionatori del timone devono essere sistemati su
essere azionato meccanicamente quando si prevede basamenti di costruzione robusta progettati in modo
che il momento torcente di governo sia maggiore di 1,5 tale da poter trasmettere alle strutture della nave le forze
kN⋅m. risultanti dal momento torcente proveniente dal timone
b) l’impianto di azionamento ausiliario deve avere una e/o dagli azionatori, secondo i criteri di robustezza indi-
velocità di rotazione di almeno 0,1 giri/min e deve cati in [2.1.3] e [7.3.1]. La struttura della nave in corri-

Regolamenti RINA 2005 233


Parte C, Cap 1, Sez 11

spondenza di detti basamenti deve essere 7.4 Mezzi di comunicazione


adeguatamente rinforzata.
7.4.1 Devono essere sistemati mezzi di comunicazione tra
b) Qualora gli azionatori del timone siano avvitati allo
la plancia ed il locale agghiaccio.
scafo, la classe delle viti adoperate non deve essere
inferiore a 8.8. A meno che le viti non siano del tipo Se elettrici, essi devono essere alimentati dal quadro di
calibrato sistemate con un pretensionamento control- emergenza o devono essere energizzati dal suono della
lato, devono essere sistemati degli scontri robusti per voce.
impedire ogni spostamento laterale degli azionatori del
timone.
7.5 Istruzioni di funzionamento
7.3 Protezione contro i sovraccarichi
7.5.1 Quando la macchina di governo comprende due
identiche unità di potenza destinate a funzionare contem-
7.3.1 Scontri strutturali del timone poraneamente, aventi normalmente ciascuna i propri
impianti di comando separati l’uno dall’altro (completa-
a) Le macchine di governo devono essere munite di scon-
mente o parzialmente), deve essere sistemato in plancia, in
tri robusti capaci di arrestare meccanicamente la rota-
un’idonea posizione del posto di comando della macchina
zione del timone ad un angolo appena maggiore
di governo, o inserito nel manuale operativo, il seguente
dell’angolo massimo di funzionamento. In alternativa,
avviso unificato:
tali scontri possono essere sistemati sulla nave in modo
da agire in un altro punto del sistema di trasmissione ATTENZIONE
meccanica fra l’azionatore del timone e la pala del
timone. IN ALCUNE CIRCOSTANZE, QUANDO DUE UNITA’ DI
POTENZA FUNZIONANO CONTEMPORANEAMENTE, IL
b) I dimensionamenti degli scontri e dei componenti che TIMONE PUO’ NON RISPONDERE AL SEGNALE DI
trasmettono alla struttura della nave le forze applicate a COMANDO. QUALORA CIO’ ACCADA, FERMARE UNA
detti scontri devono essere basate sul maggiore fra i POMPA ALLA VOLTA, FINO A CHE IL COMANDO DALLA
momenti torcenti TR o TG. PLANCIA SIA RIPRISTINATO.
Se TG ≥ 1,5 TR, gli scontri del timone devono essere
sistemati fra l’azionatore del timone e l’asta del timone, 8 Certificazione, ispezione e prove
a meno che l’asta del timone e tutti i componenti che
trasmettono forze meccaniche fra l’azionatore del
timone e la pala del timone non siano idoneamente rin- 8.1 Prove di tipo delle pompe oleodinami-
forzati. che

7.3.2 Dispositivi per limitare l’angolo di rotazione 8.1.1 Ciascun tipo di pompa delle unità di potenza deve
del timone essere sottoposta in officina ad una prova di tipo di durata
non minore di 100 ore.
a) Le macchine di governo azionate da energia meccanica
devono essere dotate di efficaci dispositivi, come per Le condizioni di prova devono essere tali che la pompa fun-
esempio interruttori di fine corsa, per arrestare il timone zioni:
prima che esso raggiunga gli eventuali scontri strutturali.
Tali dispositivi devono essere sincronizzati con la posi- • a vuoto, e
zione della macchina di governo stessa e non con il
• alla massima portata con la massima pressione di eser-
sistema di comando di quest’ultima.
cizio.
b) Saranno oggetto di considerazione particolare le mac-
chine di governo ad azionamento meccanico il cui Durante la prova, i periodi di funzionamento a vuoto
timone possa essere ruotato per più di 35°. devono essere alternati a quelli di funzionamento a mas-
sima portata e con la massima pressione di esercizio. Il pas-
saggio dall’una all’altra condizione deve avvenire almeno
7.3.3 Valvole di sicurezza
con la stessa velocità prevista a bordo.
Le valvole di sicurezza devono essere sistemate in accordo
con le prescrizioni in [2.2.5]. Durante l’intera prova non si devono verificare riscalda-
menti anormali, vibrazioni eccessive o altre irregolarità di
funzionamento.
7.3.4 Ammortizzatori
Dopo la prova la pompa deve essere smontata ed ispezio-
Devono essere sistemati ammortizzatori su tutte le navi con
nata.
macchine di governo ad azionamento meccanico. Gli
ammortizzatori possono essere omessi negli impianti oleo- Nota 1: Le prove di tipo possono essere omesse per unità di
dinamici muniti di valvole di sicurezza o dispositivi di sor- potenza per le quali esista l’evidenza di un servizio affidabile in
passo tarati. campo navale.

234 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 11

8.2 Prove sui materiali b) I difetti possono essere riparati mediante saldatura sola-
mente sulle parti fucinate o di acciaio fuso di qualità
8.2.1 Componenti soggetti a pressione o che saldabile. Tali riparazioni devono essere eseguite sotto
trasmettono forze meccaniche la supervisione del Tecnico in accordo con le prescri-
a) I materiali dei componenti soggetti a pressione o che zioni applicabili nella Parte D.
trasmettono forze meccaniche, in particolare:
• involucri cilindrici dei cilindri oleodinamici, stan- 8.3.2 Tubolature oleodinamiche, valvole ed
tuffi ed aste dei cilindri, accessori
• barre, settori,
Le tubolature oleodinamiche, le valvole e gli accessori
• azionatori rotanti e loro casse per macchine di devono essere ispezionati e collaudati durante la costru-
governo a palmole, zione in accordo con le prescrizioni in Sez 10, [20], per le
• casse delle pompe oleodinamiche, tubolature di Classe I.
• accumulatori oleodinamici, se esistenti
devono essere appropriatamente collaudati, compresi
8.4 Ispezioni e prove dopo il completamento
gli esami per la rilevazione di difetti interni, in accordo
con le prescrizioni nella Parte D.
8.4.1 Prove idrostatiche
b) Un certificato d’officina può essere accettato per le parti
a basse sollecitazioni, purché tutte le caratteristiche per a) Gli involucri dei cilindri oleodinamici e gli accumula-
le quali è richiesta la verifica siano garantite da detto tori devono essere sottoposti a prova idrostatica
certificato. secondo le prescrizioni applicabili in Sez 3.
8.2.2 Tubolature oleodinamiche, valvole ed b) Le tubolature oleodinamiche, le valvole, gli accessori e
accessori le pompe oleodinamiche devono essere sottoposti a
Le prove per i materiali delle tubolature oleodinamiche, prova idrostatica secondo le prescrizioni pertinenti in
valvole ed accessori devono essere in accordo con le pre- Sez 10, [20.4].
scrizioni in Sez 10, [20.3].
8.4.2 Prove a bordo
8.3 Ispezioni e prove durante la costruzione
Dopo l’installazione a bordo la macchina di governo deve
8.3.1 Componenti soggetti a pressione o che essere sottoposta alle prove indicate in Sez 15, [3.11].
trasmettono forze meccaniche
a) I componenti meccanici indicati in [8.2.1] devono 8.4.3 Prove di navigazione
essere sottoposti ad appropriate prove non distruttive.
Fare riferimento a Sez 3. Per le prove di navigazione, fare riferimento alla Sez 15.

Regolamenti RINA 2005 235


Parte C, Cap 1, Sez 12

SEZIONE 12 THRUSTERS

1 Generalità ha una forma tale da permettere alla girante di produrre un


getto d’acqua di intensità tale da fornire una spinta propul-
siva. I propulsori a idrogetto possono avere dispositivi
1.1 Applicabilità capaci di deviare il getto d’acqua in modo da assolvere
1.1.1 (1/7/2002) anche la funzione di governo.
Le prescrizioni della presente Sezione si applicano ai
seguenti tipi di thrusters: 1.2.5 Thrusters per servizio continuativo
• Thrusters trasversali per manovra, che sviluppano una Un thruster per servizio continuativo è un thruster proget-
potenza uguale o superiore a 500 kW, tato per funzionamento continuativo, quale, ad esempio, la
propulsione.
• Thrusters per propulsione, governo e posizionamento
dinamico, che sviluppano una potenza uguale o supe- 1.2.6 Thrusters per servizio intermittente
riore a 220 kW; per potenze inferiori a 220 kW, le pre-
Un thruster per servizio intermittente è un thruster proget-
scrizioni si applicano all'elica ed al relativo albero.
tato per operare a piena potenza per periodi non superiori
Per thrusters azimutali impiegati per posizionamento dina- ad 1 ora, seguiti da servizio a potenza ridotta per periodi
mico si applicano le ulteriori prescrizioni in Parte F, Cap 10, limitati di tempo che non superino una certa percentuale di
Sez 6. ore nel giorno ed una certa percentuale (minore della
prima) di ore nell’anno. In genere i thrusters trasversali sono
Per thrusters installati su navi con notazione relativa ai rin-
thrusters per servizio intermittente.
forzi per la navigazione fra i ghiacci, si applicano le ulte-
riori prescrizioni in Parte F, Capitolo 9, eccetto che per
thrusters trasversali non impiegati per posizionamento dina- 1.3 Thrusters per propulsione
mico.
1.3.1 In genere almeno due thrusters azimutali devono
1.1.2 (1/7/2002) essere installati sulle navi nelle quali tali thrusters sono
I thrusters che sviluppano una potenza inferiore a quella l’unico mezzo di propulsione. L’installazione di un unico
indicata in [1.1.1], devono essere costruiti secondo la thruster azimutale sarà oggetto di considerazione partico-
buona pratica marina e devono essere collaudati secondo lare da parte della Società caso per caso.
quanto prescritto in [3.2] a soddisfazione del Tecnico.
E’ permessa l’installazione di un unico propulsore a idro-
getto.
1.2 Definizioni
1.2.1 Thruster
1.4 Documentazione da inviare
Thruster è un’elica intubata in un mantello girevole o in un 1.4.1 Disegni da inviare per thrusters trasversali e
apposito tunnel trasversale nella nave, o un propulsore a thrusters azimutali (1/7/2002)
idrogetto. Un thruster può avere funzioni propulsive, mano-
Devono essere inviati i disegni elencati in Tab 1 per i
vriere, di governo, o una qualsiasi combinazione di queste
seguenti thrusters:
funzioni. Eliche di propulsione intubate in mantelli fissi non
sono considerate thrusters (vedere Sez 8, [1.1.1]). • Thrusters per propulsione, governo e posizionamento
dinamico;
1.2.2 Thrusters trasversali • Thrusters trasversali per manovra, che sviluppano una
Un thruster trasversale è un thruster sistemato trasversal- potenza uguale o superiore a 500 kW.
mente rispetto all’asse della nave, che produce una spinta
in direzione trasversale per operazioni di manovra. I disegni di cui al punto 6 della Tab 1 devono essere inviati
anche per thrusters che sviluppano una potenza inferiore a
1.2.3 Thruster azimutale 500 kW.
Un thruster azimutale è un thruster che ha la capacità di
ruotare di 360° in modo da sviluppare una spinta in qualsi- 1.4.2 Disegni da inviare per propulsori a getto
asi direzione. Devono essere inviati i disegni elencati in Tab 2.

1.2.4 Propulsore a idrogetto 1.4.3 Ulteriori dati ed informazioni da inviare


Un propulsore a idrogetto è un macchinario costituito da Le informazioni e dati elencati in Tab 3 devono essere
un condotto tubolare che racchiude una girante. L’involucro inviati dal Fabbricante insieme ai disegni.

236 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 12

Tabella 1 : Disegni da inviare per thrusters trasversali e azimutali (1/7/2002)

N. A/I (1) Voce


Prescrizioni generali per tutti i thrusters
1 I Piano generale del thruster
2 A Elica, compresi i particolari applicabili indicati nella Sez 8
3 A Particolari dei cuscinetti
4 A Albero portaelica ed alberi intermedi
5 A Ingranaggi, compresi i calcoli in accordo con le prescrizioni di cui in Sez 6, per ingranaggi cilindrici, o in
accordo con standard riconosciuti dalla Società, per ingranaggi conici
Prescrizioni specifiche per thrusters trasversali
6 A Struttura del tunnel con indicazione dei materiali e degli spessori
7 A Sistemazioni strutturali o altri dispositivi di collegamento che trasmettono la spinta dall’elica al tunnel
8 A Dispositivi di tenuta (tenuta dell’albero portaelica e del collegamento thruster-tunnel)
9 A Per eliche a pale orientabili: meccanismo di comando dell’orientamento della pala e corrispondente
impianto di controllo
Prescrizioni specifiche per thrusters rotanti ed azimutali
10 A Parti strutturali (mantello, bracci, ecc.)
11 A Collegamento strutturale a scafo
12 A Meccanismo di rotazione del thruster
13 A Sistema di comando del thruster
14 A Tubolature collegate al thruster
(1) A = da inviare all’approvazione in quadruplice copia
I = da inviare per conoscenza in duplice copia

Tabella 2 : Documenti da inviare per propulsori a getto

N. A/I (1) Voce


1 I Piano generale del propulsore a idrogetto
2 A Condotto (posizione e forma) con i materiali, gli spessori ed indicazione delle forze trasmesse allo scafo
3 A Particolari degli alberi, flange e chiavette
4 I Dispositivo di tenuta
5 A Cuscinetti
6 A Girante
7 A Dispositivi di governo ed inversione con i relativi dispositivi di comando, nonché i relativi diagrammi oleodina-
mici
(1) A = da inviare all’approvazione in quadruplice copia
I = da inviare per conoscenza in duplice copia

Tabella 3 : Documenti e dati da inviare per thrusters trasversali, thrusters azimutali e propulsori a idrogetto

N. A/I (1) Voce


1 I Potenza nominale e numero di giri
2 I Spinta nominale
3 A Specifiche dei materiali per le parti più importanti, comprese le proprietà fisiche, chimiche e meccaniche
4 A Qualora parti del thruster siano di costruzione saldata, tutti i particolari dei giunti saldati, procedimenti di
saldatura, trattamenti termici, controlli non distruttivi dopo saldatura
5 I Se possibile, informazioni di ritorno da esperienze in servizio di sistemazioni similari
(1) A = da inviare all’approvazione in quadruplice copia
I = da inviare per conoscenza in duplice copia

Regolamenti RINA 2005 237


Parte C, Cap 1, Sez 12

2 Progetto e costruzione naggi conici, applicando i fattori di sicurezza previsti


per ingranaggi di macchinari ausiliari.
2.1 Materiali 2.2.5 Mantelli e collegamento a scafo per thrusters
azimutali
2.1.1 Eliche (1/7/2002)
a) Per le prescrizioni relative alla struttura dei mantelli,
Per le prescrizioni relative ai materiali per le eliche, vedere
vedere Parte B, Capitolo 10.
Sez 8.
b) I dimensionamenti dei collegamenti dei mantelli allo
2.1.2 Altri componenti dei thrusters scafo nonché il tipo e dimensionamento delle saldature
Per le prescrizioni relative ai materiali impiegati per la sarà oggetto di considerazione particolare da parte della
costruzione di altre parti dei thrusters, quali ingranaggi, Società, che si riserva il diritto di richiedere analisi parti-
alberi, accoppiatoi, ecc. si applicano le prescrizioni perti- colareggiata delle tensioni per certi impianti ad alta
nenti nelle altre parti del regolamento. potenza.
c) Per thrusters che possono ruotare per assolvere a fun-
2.2 Thrusters trasversali ed azimutali zioni di governo, il diametro dell’asta del timone equi-
valente deve essere determinato come prescritto nella
2.2.1 Motori Parte B, Capitolo 10.
a) I motori diesel per thrusters devono soddisfare le pre-
scrizioni pertinenti di cui in Sez 2. 2.2.6 Tunnel per thrusters trasversali
b) I motori elettrici per i thrusters ed i loro sistemi di ali- a) Lo spessore del tunnel non deve essere inferiore a
mentazione devono soddisfare le prescrizioni del quello delle parti adiacenti dello scafo.
Capitolo 2. In particolare: b) I tunnels collegati allo scafo mediante sistemi diversi
• Devono essere previste precauzioni per impedire dalla saldatura saranno oggetto di considerazione parti-
l’avviamento dei motori quando non vi siano abba- colare da parte della Società.
stanza generatori in servizio.
2.2.7 Cuscinetti
• Thrusters a servizio intermittente possono essere
oggetto di considerazioni particolari da parte della I cuscinetti devono essere identificabili e devono avere una
Società. vita prevista adeguata al loro servizio. In ogni caso la loro
vita non deve essere inferiore a:
2.2.2 Eliche (1/7/2002) • 40000 ore per thrusters per servizio continuativo. Per
a) Per le eliche di thrusters impiegati per la propulsione, il navi con navigazione limitata potranno essere conside-
governo ed il posizionamento dinamico, si applicano le rati dalla Società valori inferiori.
prescrizioni di cui in Sez 8. • 5000 ore per thrusters per servizio intermittente.
b) Si applicano le prescrizioni di cui in Sez 8 anche per le
eliche di thrusters impiegati esclusivamente per la 2.3 Propulsori a idrogetto
manovra; tuttavia non è necessario applicare l'aumento
di spessore del 10%, di cui in Sez 8, [2.5]. 2.3.1 Alberi (1/7/2002)
2.2.3 Alberi (1/7/2002) Il diametro dell'albero della girante, misurato al fondo della
cava per la chiavetta o alla base della scanalatura, non deve
a) Per gli alberi portaelica dei thrusters, si applicano le pre-
essere inferiore al valore d2, in mm, ottenuto con la formula
scrizioni di cui in Sez 7 per la parte degli alberi com-
seguente:
presa tra la faccia interna del cuscinetto ubicato più a
poppavia e la faccia interna del mozzo dell'elica o la 1/3
d 2 = 100fh ⋅ ⎛ ----⎞
P
faccia della flangia di pezzo con l'albero per il collega- ⎝ N⎠
mento al mozzo dell'elica.
essendo:
b) Per gli altri alberi dei thrusters, si applicano le prescri-
zioni di cui in Sez 6, [3.4.2]. P : Potenza, in kW
N: : Velocità di rotazione, in giri/min
2.2.4 Ingranaggi (1/7/2002)
f : calcolato come segue:
a) Gli ingranaggi dei thrusters impiegati per la propul-
1/3
f = ⎛ -----------------------⎞
sione, il governo ed il posizionamento dinamico 560
devono soddisfare le prescrizioni pertinenti di cui in ⎝ R m + 160⎠
Sez 6, nel caso di ingranaggi cilindrici, o standard rico-
nosciuti dalla Società, nel caso di ingranaggi conici, essendo: Rm il carico unitario di rottura per tra-
applicando i fattori di sicurezza previsti per ingranaggi zione del materiale dell’albero, in N/mm2
di propulsione. h: : 1 quando l’albero trasmette esclusivamente
b) Gli ingranaggi dei thrusters impiegati esclusivamente carichi torsionali, e quando il peso e la spinta
per manovra devono soddisfare le prescrizioni perti- dell’elica sono totalmente sopportati da disposi-
nenti di cui in Sez 6, nel caso di ingranaggi cilindrici, o tivi sistemati nella parte fissa del thruster.
standard riconosciuti dalla Società, nel caso di ingra- 1,22 negli altri casi.

238 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 12

L'albero deve essere protetto dalla corrosione mediante 3 Prove e certificazione


camicia continua, bagno d'olio con tenuta di tipo appro-
vato o dalla natura stessa del suo materiale. 3.1 Prove sui materiali
3.1.1 Thrusters di propulsione e di governo
2.3.2 Involucri e giranti
(1/7/2002)
Involucri e giranti saranno oggetto di considerazione parti- Tutti i materiali relativi alle parti che trasmettono il
colare da parte della Società. momento torcente, nonchè quelli delle pale delle eliche e
delle giranti devono essere collaudati, in accordo con le
prescrizioni applicabili di cui in Sez 6, [5.2] o Sez 8, [4.1],
2.3.3 Capacità di governo
alla presenza del Tecnico.
La capacità di governo e la disponibilità in caso d’emer-
3.1.2 Thrusters trasversali
genza devono essere almeno equivalenti a quanto prescritto
Non è necessario che le prove sui materiali dei thrusters tra-
nella Sez 11, [6.2] e nella Sez 11, [6.3].
sversali siano presenziate dal Tecnico, purché siano forniti
al Tecnico rapporti esaurienti di prova.
2.4 Allarmi, sistemi di comando e controllo
3.2 Ispezioni e collaudi
2.4.1 Comandi dei thrusters con funzione di 3.2.1 Thrusters (1/7/2002)
governo I thrusters devono essere ispezionati secondo le prescrizioni
a) I comandi per il governo devono essere sistemati in pertinenti contenute in Regolamenti e norme relativi agli
plancia, nella centrale di propulsione e localmente. specifici componenti.
3.2.2 Motori
b) Deve essere possibile arrestare qualsiasi thruster da cia-
I motori devono essere collaudati secondo le prescrizioni
scuna delle posizioni di comando. pertinenti al tipo di motore in questione.
c) In ogni posizione di comando deve essere sistemato un 3.3 Certificazione
indicatore dell’angolo del thruster. Tale indicatore deve
essere indipendente dal sistema di comando. 3.3.1 Certificazione dei thrusters
I thrusters devone essere collaudati e certificati individual-
2.4.2 Allarmi e controlli mente dalla Società.

La Tab 4 riassume le prescrizioni minime di allarme e con- 3.3.2 Thrusters costruiti in serie
trollo per i thrusters di propulsione e di governo. Vedi I thruster costruiti in serie possono essere accettati secondo
anche Sez 11, [6] lo schema di approvazione di tipo della Società.
Tabella 4 : Thrusters azimutali

Simboli convenzionali Comandi automatici


H= Valore alto, HH = Valore molto alto,
G= Allarme cumulativo
Controlli
L = Valore basso, LL = Valore molto basso, Thruster Ausiliari
I = Allarme singolo
X= Funzione richiesta, R = A distanza
Rallenta- Blocco Coman- Avvio Arresto
Indica-
Identificazione del parametro dell’impianto Allarme mento automa- do della
zione
tico riserva
Pressione dell’olio di manovra L
Livello della cassa dell’olio L

Regolamenti RINA 2005 239


Parte C, Cap 1, Sez 13

SEZIONE 13 IMPIANTI FRIGORIFERI

1 Generalità c) I tubi per i fluidi frigorigeni devono essere considerati


appartenenti alle classi seguenti:
1.1 Applicabilità • classe I: se impiegati per ammoniaca o altre
sostanze tossiche
1.1.1 Impianti frigoriferi su tutte le navi
• classe II: se impiegati per altri fluidi frigoriferi
Ogni impianto frigorifero che sia installato a bordo di navi
cassificate dalla Società è soggetto alle prescrizioni minime • classe III se impiegati per salamoia.
relative alla sicurezza della presente Sezione. Queste pre- d) Generalmente le tubolature che convogliano fluidi fri-
scrizioni non coprono alcun aspetto relativo alla funziona- gorigeni non devono essere a diretto contatto con le
lità o alla disponibilità dell’impianto, poiché questi aspetti strutture della nave; esse devono essere coibentate con
non sono oggetto di requisiti di classe a meno che non sia cura quando si trovano al di fuori degli spazi refrigerati
richiesta una notazione addizionale di classe. ed in particolare quando passano attraverso le paratie
ed i ponti.
1.1.2 Notazioni addizionali di classe
Nel caso in cui una o più delle notazioni addizionali di e) I materiali impiegati per i tubi devono essere appropriati
classe seguenti sia richiesta: REFCARGO, REFCONT, REF- al tipo di fluido convogliato. Rame, ottone, bronzo ed
STORE, AIRCONT, PRECOOLING, QUICKFREEZE, si altre leghe di rame non devono essere usati per tubola-
applicano le prescrizioni pertinenti nella Parte F, ture che possono convogliare ammoniaca. Le metodo-
Capitolo 8. logie proposte per il collegamento dei tubi devono
essere inviate alla Società per esame.
2 Prescrizioni minime di progetto f) La resilienza degli acciai usati per le tubolature deve
essere adeguata all’applicazione in questione.
2.1 Componenti degli impianti frigoriferi g) Se necessario, le tubolature per i fluidi frigorigeni entro
gli spazi refrigerati, o quando inserite entro la coibenta-
2.1.1 Generalità
zione devono essere protette esternamente contro la
In genere le prescrizioni specifiche pertinenti nella Parte C corrosione; per i tubi d’acciaio tale protezione potrà
del regolamento relative ai vari macchinari ed apparecchia- essere data mediante zincatura o metodo equivalente.
ture sono anche applicabili ai componenti degli impianti Devono inoltre essere prese le precauzioni necessarie
frigoriferi. per proteggere i collegamenti di detti tubi dalla corro-
sione.
2.1.2 Recipienti in pressione e scambiatori di
calore h) L’uso dei tubi in plastica sarà considerato dalla Società
a) I recipienti in pressione degli impianti frigoriferi sono caso per caso.
soggetti alle prescrizioni pertinenti in Sez 3.
b) I recipienti contenenti ammoniaca o sostanze tossiche 2.2 Fluidi frigorigeni
devono essere considerati di classe 1 come indicato in
Sez 3, [1.4]. 2.2.1 Fluidi frigorigeni non permessi
c) I materiali impiegati per i recipienti in pressione devono L’impiego dei fluidi frigorigeni seguenti non è permesso in
essere adatti al fluido in essi contenuto. Qualora il impianti navali:
fluido frigorigeno sia ammoniaca, rame, bronzo, ottone
• Cloruro di metile
ed altre leghe di rame non potranno essere adoperati.
d) La resilienza degli acciai impiegati per impianti a bassa • R11 - Tricloromonofluorometano (C Cl3 F)
temperatura deve essere adeguata allo spessore ed alla • Etano
minima temperatura di progetto. Potrà essere richiesto il
• Etilene
controllo della resilienza quando la temperatura di pro-
getto è inferiore a - 40 °C. • Altre sostanze con limite inferiore d’infiammabilità in
aria maggiore di 3.5%.
2.1.3 Tubolature
a) I tubi degli impianti frigoriferi sono generalmente consi- 2.2.2 Norme statuali
derati tubi in pressione. Si deve prestare particolare attenzione a possibili limita-
b) I tubi per fluido frigorigeno, salamoia o acqua di mare zioni nell’impiego di fluidi frigorigeni imposte dall’Ammini-
sono soggetti alle prescrizioni pertinenti in Sez 10. strazione dello Stato di cui la nave batte bandiera.

240 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 13

2.2.3 Refrigeranti tossici o infiammabili locali in depressione rispetto ai locali circostanti o, in


La sistemazione dei locali macchina degli impianti che alternativa, le porte devono avere un “air lock”.
usino fluidi frigorigeni tossici o infiammabili sarà oggetto di f) I locali contenenti macchine frigorifere devono avere un
considerazione speciale da parte della Società. impianto di sentina separato.
Per prescrizioni specifiche relative ai locali per impianti che g) Al di fuori ed in vicinanza dei locali contenenti macchi-
usino ammoniaca, vedere [2.3]. nari ad ammoniaca devono essere sistemati almeno due
corredi di indumenti prottettivi ed apparecchiature per
2.3 Prescrizioni specifiche per l’ammoniaca la respirazione.
(R717) h) Tutte le apparecchiature ed impianti elettrici in tali
locali devono essere sistemati in modo tale che essi pos-
2.3.1 Locale macchinari frigoriferi
sano essere spenti mediante un interruttore centrale
a) Il locale contenente i macchinari frigoriferi ed i locali situato all’esterno dei locali. Tale interruttore non deve
dove sono depositate le bombole di ammoniaca devono comandare l’impianto di ventilazione.
essere separati dai locali di alloggio, dal locale apparato
i) Le apparecchiature e gli impianti elettrici in tali locali
motore (inclusa la galleria alberi) e dagli altri locali con-
sono soggetti alle prescrizioni per le installazioni elettri-
tenenti macchinari per servizi essenziali, mediante
che in zone pericolose in Cap 2, Sez 3, [10].
paratie stagne ai gas. Questa prescrizione non si applica
ad impianti che usino meno di 25 kg di ammoniaca. 2.3.2 Ammoniaca nei locali apparato motore
b) Tali locali devono essere provvisti di un sistema di venti- Qualora l’ammoniaca sia ammessa nel locale macchine
lazione, distinto da quelli che servono altri spazi, avente sulla base della prescrizione in [2.3.1] a), la zona nella
una capacità di almeno 30 ricambi d’aria all’ ora. Deve quale sono installati i macchinari frigoriferi ad ammoniaca
essere possibile avviare e fermare i ventilatori da una deve essere servita da una cappa con un sistema di ventila-
posizione esterna ai locali refrigerati. zione in estrazione avente una capacità di non meno di 30
c) Un sistema di spegnimento incendi a pioggia deve ricambi d’aria all’ora, che sia indipendente da ogni altro
essere sistemato in ogni locale macchine ad ammoni- sistema di ventilazione, in modo da non permettere che
aca, in particolare in corrispondenza delle porte di alcuna perdita di ammoniaca si sparga in altre zone.
accesso. Il dispositivo di azionamento deve essere ubi-
2.3.3 Locali macchine non presidiati
cato vicino all’entrata, all’esterno del locale protetto.
Qualora il locale nel quale si trova l’impianto frigorifero
d) Almeno due porte di accesso devono essere previste.
non sia permanentemente presidiato, un allarme ottico ed
Una di queste porte, da usarsi in caso di emergenza,
acustico dovrà essere sistemato in posizione opportuna per
deve dare direttamente su uno spazio aperto. Le porte si
segnalare la presenza di gas. Tale sistema deve anche arre-
devono aprire verso l’esterno e devono essere di tipo a
stare automaticamente il compressore quando si raggiunge
chiusura automatica.
una concentrazione infiammabile di gas.
e) Nel caso in cui l’accesso al locale contenente le mac-
chine frigorifere avvenga attraverso locali di alloggio o 2.3.4 Separazione
locali macchine, la ventilazione dei locali contenenti le Le tubolature contenenti ammoniaca non devono attraver-
macchine frigorifere deve essere tale da tenere questi sare locali di alloggio.

Regolamenti RINA 2005 241


Parte C, Cap 1, Sez 14

SEZIONE 14 TURBOSOFFIANTI

1 Generalità 2.2 Progetto

1.1 Applicabilità 2.2.1 Devono essere soddisfatte, per quanto applicabile, a


discrezione della Società le prescrizioni in Sez 5, [2.3].
1.1.1 Le prescrizioni presenti si applicano alle turbosof-
fianti sistemate sui motori diesel elencati in Sez 2, [1.1.1]
a), b) e c) di potenza uguale o superiore a 1000 kW. 2.3 Controlli
1.1.2 Le turbosoffianti non comprese in [1.1.1] devono
essere progettate e costruite secondo la buona pratica 2.3.1 Generalità
marina e devono essere fornite con un certificato del
Le prescrizioni seguenti si applicano in aggiunta a quelle
costruttore (W) relativo alle prove al banco indicate in
[4.3.3] ed alle prove idrostatiche indicate in [4.3.4]. nel Capitolo 2.

1.1.3 Nel caso di tipi speciali di turbosoffianti, la Società si 2.3.2 Indicatori


riserva il diritto di modificare le prescrizioni della presente
Sezione e di stabilire prescrizioni addizionali per casi indi- La Sez 2, Tab 2 elenca gli indicatori locali per le turbosof-
viduali e di richiedere l’invio di disegni e dati addizionali. fianti sistemate su motori diesel di potenza uguale o supe-
riore a 2000 kW, installati su navi prive di notazioni relative
1.2 Documentazione da inviare all’automazione.
1.2.1 Il costruttore deve inviare alla Società i documenti
elencati in Tab 1.
3 Sistemazione ed installazione
2 Progetto e costruzione
3.1 Generalità
2.1 Materiali
2.1.1 Devono essere soddisfatte, per quanto applicabile, a 3.1.1 La sistemazione e l’installazione devono essere tali
discrezione della Società le prescrizioni in Sez 5, [2.1.1] . da impedire carichi inaccettabili sulla turbosoffiante.

Tabella 1 : Documentazione da inviare

N. I/A (1) Documento


1 A Vista d’insieme in sezione longitudinale con indicazione delle dimensioni principali
2 A Parti rotanti (rotore, dischi e palette)
3 A Particolari di fissaggio delle palette
4 A Una specifica tecnica della turbosoffiante con l’indicazione dei valori delle condizioni estreme di funziona-
mento (massima velocità di rotazione ammissibile e massima temperatura ammissibile);
5 A Le specifiche dei materiali delle parti più importanti, comprendenti le caratteristiche fisiche, chimiche e mecca-
niche, i dati relativi alla rottura ed allo scorrimento a caldo, alla resistenza alla corrosione ed ai trattamenti ter-
mici.
6 I Manuali per la conduzione e la manutenzione
(1) A: da inviare in quattro copie per approvazione
I : da inviare in due copie per conoscenza
Nota 1:I disegni di cui alle voci 2) e 3) devono essere costruttivi ed in essi devono essere chiaramente indicate tutte le quote più
importanti e le informazioni necessarie relative al tipo ed alla qualità dei materiali impiegati.
Nel caso di parti rotanti saldate, devono essere indicati sui disegni i particolari dei giunti saldati e devono essere sottoposti all’appro-
vazione della Società i procedimenti relativi alle saldature ed agli eventuali trattamenti termici.

242 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 14

4 Prove di tipo, prove sui materiali, La durata di detta prova, a giudizio della Società, può
essere ridotta a 10 minuti sulla base dell’esame della docu-
ispezioni e collaudi in officina, certi-
mentazione, fornita dal costruttore, relativa alla distribu-
ficazione zione dei difetti riscontrati durante le prove al banco
effettuate su di un numero sufficiente di turbosoffianti.
4.1 Prove di tipo Nel caso di costruttori che siano in grado di effettuare la
prova delle turbosoffianti montate sul motore al quale sono
4.1.1 Le turbosoffianti menzionate in [1.1.1] per le quali destinate, la prova al banco di cui sopra può essere
si possa usufruire di una procedura di collaudo alternativa sostituita da una prova di funzionamento della durata di 20
devono essere di tipo approvato. minuti in condizioni di sovraccarico del motore
La prova di tipo deve essere eseguita su un’unità di serie corrispondenti al 110% della massima potenza
prelevata dalla linea di montaggio e deve essere presenziata continuativa.
dal Tecnico. Normalmente la prova di tipo consiste in una
Qualora le turbosoffianti possano usufruire di una proce-
prova di funzionamento con gas caldo della durata di
dura di collaudo alternativa, e subordinatamente alle con-
un’ora alla velocità ed alla temperatura massima ammissi-
clusioni favorevoli di un audit storico, la Società potrà
bili. Dopo la prova la turbosoffiante deve essere smontata
accettare che la prova di funzionamento al banco venga
ed ispezionata.
eseguita su campionatura.
Per i Costruttori che hanno la possibilità di provare le turbo-
soffianti installate sul motore per il quale è richiesta l’appro- 4.3.4 Prove idrostatiche
vazione di tipo della turbosoffiante stessa, si può
L’eventuale inviluppo di raffreddamento della turbosoffiante
considerare la sostituzione della prova a gas caldo con una
deve essere sottoposto a prova idrostatica ad una pressione
prova di sovraccarico (al 110% della potenza nominale del
pari ad 1,5 volte la pressione massima di esercizio ma, in
motore) della durata di un’ora.
ogni caso, non inferiore a 0,4 MPa.

4.2 Prove sui materiali


4.4 Certificazione
4.2.1 Sono richieste prove sui materiali (proprietà mecca-
niche e composizione chimica) per alberi e rotori completi 4.4.1 Certificato di tipo approvato e sua validità
di palette, come prescritto, (vedere [4.4.2] circa il tipo di Al completamento soddisfacente delle prove di tipo specifi-
certificato richiesto). cate in [4.1], la Società rilascerà al costruttore della turbo-
soffiante un “Certificato di tipo approvato” valido per tutte
4.3 Ispezioni e collaudi in officina le turbosoffianti dello stesso tipo.

4.3.1 Prova di sovravelocità (1/1/2001) 4.4.2 Prove per la certificazione


I rotori (giranti e distributori), finiti di lavorazione e com- a) Turbosoffianti che possono usufruire di una procedura
pleti di tutti gli accessori e delle palettature, devono essere di collaudo semplificata
sottoposti per almeno 3 minuti ad una delle seguenti due
E’ richiesta una dichiarazione scritta del costruttore che
prove di sovravelocità:
certifichi che la turbosoffiante è conforme a quella sot-
a) al 20% in più della massima velocità di rotazione, alla toposte a prova di tipo. Il numero di riferimento e la
temperatura ambiente; data del certificato di tipo approvato devono essere
anche indicati nella dichiarazione (vedere Parte D,
b) al 10% in più della massima velocità di rotazione, alla
Cap 1, Sez 1, [4.2.2]).
massima temperatura di esercizio ammissibile.
Nota 1: Se ciascun rotore fucinato viene controllato singolarmente Certificati d’officina (W) (vedere Parte D, Cap 1, Sez 1,
per mezzo di un metodo di esame non distruttivo approvato, la [4.2.3]) sono richiesti per le prove sui materiali indicate
prova di sovravelocità può non essere richiesta, fatta eccezione per in [4.2] e per le prove in officina indicate in [4.3].
i rotori dell’unità sottoposta alla prova di tipo.
b) Turbosoffianti che non possono usufruire di una proce-
4.3.2 Bilanciamento dura di collaudo semplificata

I rotori (alberi e giranti), finiti di lavorazione e completi di Certificati della Società (C) (vedere Parte D, Cap 1,
tutti gli accessori e delle palettature, devono essere bilan- Sez 1, [4.2.1]) sono richiesti per le prove al banco indi-
ciati dinamicamente con un’apparecchiatura di appropriata cate in [4.3.3] e per le prove di sovravelocità indicate
sensibilità in relazione alla dimensione del rotore. in [4.3.1], per i materiali e per le prove idrostatiche
indicate in [4.2] e [4.3.4].
4.3.3 Prove di funzionamento al banco (1/1/2001) Certificati d’officina (W) (vedere Parte D, Cap 1, Sez 1,
Ciascuna turbosoffiante deve essere sottoposta ad una [4.2.3]) possono essere accettati per le prove sui mate-
prova di funzionamento al banco della durata di 20 minuti riali in luogo dei certificati della Società, per turbosof-
alla massima velocità di rotazione alla temperatura fianti sistemate su motori diesel aventi alesaggio uguale
ambiente. o inferiore a 300 mm.

Regolamenti RINA 2005 243


Parte C, Cap 1, Sez 15

SEZIONE 15 PROVE DI FUNZIONAMENTO A BORDO

1 Generalità 2.2 Prove di navigazione


2.2.1 Obiettivi delle prove
1.1 Applicabilità Le prove di navigazione devono essere condotte dopo le
prove sugli ormeggi e devono comprendere quanto segue:
1.1.1 La presente Sezione descrive le prove ed i collaudi
da eseguire a bordo sia durante le prove sugli ormeggi che a) dimostrazione del funzionamento corretto dei macchi-
durante le prove in mare. Tali prove sono addizionali nari principali ed ausiliari, compresi gli impianti di con-
rispetto alle prove di collaudo in officina richieste nelle trollo, allarme e sicurezza, in condizioni realistiche di
altre Sezioni del presente Capitolo. esercizio,
b) controllo della capacità propulsiva con uno degli ausi-
1.2 Scopo delle prove di funzionamento a liari essenziali non funzionante,
bordo c) rilevazione di vibrazioni dannose per mezzo delle let-
ture necessarie, quando richiesto,
1.2.1 Le prove ed i collaudi a bordo devono dimostrare d) controlli ritenuti necessari per la classificazione della
che i macchinari principali ed ausiliari e gli impianti relativi nave o richiesti dalle parti interessate e che sono possi-
funzionino in maniera appropriata, con particolare riguardo bili solamente durante la navigazione in mare aperto.
ai criteri imposti dal regolamento. Le prove ed i collaudi
devono essere eseguiti in presenza di un Tecnico della 2.2.2 Esenzioni
Società. L’esenzione da alcune delle prove di navigazione potrà
essere considerata dalla Società nel caso sia dimostrato il
1.3 Documentazione da inviare regolare comportamento in esercizio di navi gemelle.
La dispensa dalla prova di navigazione è in ogni caso
1.3.1 Deve essere inviato alla Società un elenco particola- subordinata al benestare delle parti interessate ed alla rego-
reggiato delle prove che il Cantiere intende eseguire a lare esecuzione di una prova sugli ormeggi sufficiente ad
bordo. accertare la completa efficienza e sicurezza dell’impianto
Per ogni prova devono essere fornite le informazioni di propulsione.
seguenti:
• obiettivo della prova, 3 Prove a bordo per i macchinari
• parametri da registrare.
3.1 Condizioni per le prove di navigazione
2 Prescrizioni generali per le prove di 3.1.1 Dislocamento della nave
funzionamento a bordo La prova di navigazione, salvo casi di impossibilità pratica o
altri casi particolari da considerare di volta in volta, deve
essere eseguita con la nave nelle condizioni di disloca-
2.1 Prove sugli ormeggi mento più prossime alla portata lorda (pieno carico) od alla
metà della portata lorda (metà carico).
2.1.1 Le prove sugli ormeggi devono dimostrare quanto
segue: 3.1.2 Potenza propulsiva
a) soddisfacente rispondenza di ciascun macchinario in a) La potenza sviluppata dalle macchine di propulsione
relazione al servizio cui è destinato; durante la prova di navigazione deve essere la più
vicina possibile a quella per la quale è stata richiesta la
b) facilità e prontezza delle manovre;
classificazione e comunque non deve, in generale,
c) sicurezza delle varie installazioni nei riguardi: superare la massima potenza che può essere sopportata,
• delle difese di organi meccanici; in modo continuativo, dal più debole tra gli organi che
costituiscono l’impianto di propulsione. Per i motori
• della salvaguardia delle persone;
diesel e per le turbine a gas, non deve essere superata la
d) accessibilità per pulizia, ispezione e manutenzione. potenza massima continuativa per la quale è stato
Nel caso in cui le caratteristiche di cui sopra non siano sod- approvato il tipo di motore o turbina considerato.
disfacenti e vengano richieste riparazioni o modifiche, la b) Se il numero dei giri al minuto dell’albero motore fosse
Società si riserva il diritto di richiedere la ripetizione delle diverso da quello di calcolo, in modo da portare a ten-
prove sugli ormeggi, in tutto o in parte, dopo che le ripara- sioni superiori alle massime ammissibili, la potenza ero-
zioni o le modifiche siano state eseguite. gata durante la prova deve essere adeguatamente

244 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 15

modificata per riportare le dette tensioni ai valori 3.3.2 Prove da effettuare


ammessi nel progetto. Dopo l’installazione a bordo, le seguenti prove devono
essere eseguiti alla presenza del Tecnico della Società:
3.1.3 Determinazione della potenza e della velocità
di rotazione a) Prove a caldo delle caldaie e surriscaldatori.
a) Durante la prova di navigazione deve essere rilevato il b) Prove di accumulo e tarature delle valvole di sicurezza
numero dei giri al minuto dell’albero motore, preferibil- delle caldaie e dei surriscaldatori.
mente mediante contagiri continuo. • Le valvole di sicurezza devono essere tarate per
b) In generale la potenza deve essere determinata aprirsi ad una pressione non superiore al 103%
mediante rilievi torsiometrici, da effettuarsi con metodi della pressione di progetto.
ed apparecchiature ritenuti idonei dalla Società. • Per caldaie con surriscaldatori, le valvole di sicu-
In alternativa, per i motori alternativi a combustione rezza dei surriscaldatori stessi devono essere tarate
interna e per le turbine a gas, è ammesso che la potenza in modo da aprirsi prima o tutt’al più allo stesso
venga determinata mediante la misurazione del con- tempo delle valvole di sicurezza sistemate sul collet-
sumo di combustibile ed in base alle altre caratteristiche tore del vapore saturo.
di funzionamento, in confronto con i risultati delle c) Verifica che, durante la produzione massima di vapore,
prove al banco del motore o turbina prototipo. la pressione della caldaia non superi il 110% della pres-
Altri sistemi per la determinazione della potenza pos- sione di progetto, quando le valvole di intercettazione
sono essere esaminati dalla Società caso per caso. della caldaia sono chiuse, con eccezione di quelle che
devono restare aperte durante il funzionamento del bru-
ciatore. La caldaia deve essere alimentata in modo tale
3.2 Prove di navigazione e manovra il livello dell’acqua resti normale durante tutta la prova.
La prova deve durare almeno:
3.2.1 Prove di velocità
• 15 minuti per le caldaie a tubi di fumo,
a) Quando richiesto dal regolamento (vedere Parte A,
Cap 1, Sez 2, [4.9.4]), la velocità della nave deve essere • 7 minuti per le caldaie a tubi d’acqua.
determinata con modalità ritenute idonee dalla Società. d) Prove e simulazioni di tutti i dispositivi di sicurezza,
allarmi, blocchi ed avviamenti automatici delle appa-
b) La velocità della nave deve essere determinata come la
recchiature di riserva.
velocità media ottenuta in non meno di due coppie di
corse in direzione opposta. 3.3.3 Prescrizioni alternative
3.2.2 Prove in marcia indietro a) Quando è riconosciuto, per alcuni tipi di caldaie, che la
prova di accumulo può danneggiare i surriscaldatori,
a) Durante le prove di navigazione deve essere verificata e
può essere considerata l’omissione di tali prove.
registrata la capacità delle macchine di propulsione di
invertire la direzione di spinta dell’elica in un tempo b) Tuttavia, questa omissione può essere considerata sola-
adeguato e di provocare l’arresto della nave entro una mente se i disegni e le dimensioni delle valvole di sicu-
distanza ragionevolmente breve partendo dall’andatura rezza sono stati esaminati dalla Società e purché le
massima di esercizio in marcia avanti. valvole di sicurezza siano di un tipo la cui capacità di
scarico sia stata stabilita mediante prove eseguite in pre-
b) Devono essere disponibili a bordo, per uso del Coman- senza del Tecnico, o in altre condizioni ritenute equiva-
dante o del personale responsabile, i valori misurati lenti alle condizioni effettive della caldaia.
durante le prove in mare del tempo di arresto, della
distanza di arresto e la curva di evoluzione della nave. c) Quando la Società non concorda circa l’esecuzione di
Oltre a quanto sopra, per le navi a più eliche, devono una prova d’accumulo, il Fabbricante delle valvole di
essere disponibili i risultati delle prove intese a determi- sicurezza deve fornire per ogni valvola di sicurezza un
nare le caratteristiche di navigabilità e di manovrabilità certificato specificante la sua capacità di scarico per le
con una o più eliche non funzionanti. condizioni di funzionamento della caldaia. Inoltre il
Fabbricante della caldaia deve fornire un certificato spe-
c) Nel caso in cui la nave sia provvista di mezzi supple- cificante la massima produzione di vapore della cal-
mentari per la manovra o per l’arresto, l’efficienza di tali daia.
mezzi deve essere verificata e registrata come richiesto
nei paragrafi a) e b).
3.4 Prove dei motori diesel
Per gli impianti di propulsione elettrica, vedere [3.7].
3.4.1 Generalità
3.3 Prove delle caldaie a) L’estensione delle prove dei motori diesel può essere
incrementata per certe condizioni operative particolari,
3.3.1 Generalità quali il rimorchio, la pesca a strascico, ecc.
Il funzionamento soddisfacente delle caldaie principali ed b) Qualora l’impianto di macchina sia progettato per l’uso
ausiliarie che alimentano servizi essenziali deve essere di combustibili residui o altri tipi speciali di combusti-
dimostrato in tutte le condizioni operative durante le prove bile, deve essere dimostrata la capacità dei motori di
sugli ormeggi e le prove di navigazione. bruciare tali combustibili.

Regolamenti RINA 2005 245


Parte C, Cap 1, Sez 15

3.4.2 Motori principali di propulsione azionanti 3.4.5 Motori azionanti macchinari ausiliari
eliche a pale fisse a) I motori che azionano generatori elettrici o macchinari
Il programma di prova dei motori principali di propulsione ausiliari importanti devono essere sottoposti ad una
che azionano eliche a pale fisse deve comprendere le prove prova di funzionamento per almeno 4 ore. Durante la
seguenti: prova, il gruppo in questione deve funzionare alla sua
a) funzionamento, per almeno 4 ore, alla velocità nomi- potenza nominale per almeno 2 ore.
nale del motore n0 , corrispondente alla massima b) Deve essere dimostrato che il motore è in grado di for-
potenza continuativa, nire il 100% della sua potenza nominale, e nel caso di
b) funzionamento, per almeno 2, ore alla velocità del gruppi generatori di bordo, si deve tener conto del
motore corrispondente alla potenza nominale continua- tempo necessario per azionare il dispositivo di prote-
tiva di crociera, zione contro il sovraccarico del generatore.
c) funzionamento, per 30 minuti, ad una velocità del
motore pari a n = 1,032 n0, 3.5 Prove delle turbine a vapore
Nota 1: La prova di cui in c) si deve eseguire solamente se la stessa 3.5.1 Turbine principali di propulsione (1/7/2004)
è permessa dalla regolazione del motore (vedere Sez 2, [4.5.3],
Le turbine principali devono essere sottoposte alle prove
Nota 1).
seguenti, durante le prove sugli ormeggi e le successive
d) funzionamento alla velocità corrispondente al carico prove di navigazione:
minimo del motore,
• funzionamento alla velocità di rotazione nominale, per
e) manovre di avviamento e di inversione del senso di almeno 3 ore
rotazione, • manovre d’inversione
f) funzionamento, per 10 minuti, in senso inverso di rota- • navigazione libera in marcia indietro ad almeno il 70%
zione dell’elica, ad una velocità minima del motore pari della velocità di rotazione in marcia avanti, per la
a n = 0,7n0, durata di almeno 15 minuti. La durata della prova di
Nota 2: La prova di cui in f) può essere eseguita durante le prove in marcia indietro deve essere limitata a 30 minuti o al
banchina o durante le prove di navigazione, tempo raccomandato dal costruttore, al fine di evitare il
g) prove degli impianti di controllo, allarme e sicurezza, surriscaldamento della turbina dovuto agli effetti della
resistenza al vento e dell'attrito.
h) per motori dotati di soffianti ausiliari, prova di funziona-
mento in emergenza del motore, con una soffiante non Durante il funzionamento in marcia indietro e il successivo
funzionante. funzionamento in marcia avanti, le pressioni e le tempera-
ture del vapore e le dilatazioni relative non devono assu-
3.4.3 Motori principali di propulsione azionanti mere valori tali da mettere a rischio il funzionamento in
eliche a pale orientabili o invertitori
sicurezza dell’impianto.
a) L’obiettivo delle prove dei motori principali di propul-
Durante le prove, tutti gli impianti di sicurezza, allarme,
sione azionanti eliche a pale orientabili o invertitori è
blocco e comando, relativi alla turbina, devono essere pro-
quello di soddisfare le prescrizioni di cui in [3.4.2].
vati o opportunamente simulati.
b) I motori che azionano eliche a pale orientabili devono
essere provati in corrispondenza di diversi valori del 3.5.2 Turbine ausiliarie
passo dell’elica. Le turbine che azionano generatori elettrici o macchinari
ausiliari devono essere provate, per almeno 4, ore alla loro
3.4.4 Motori che azionano generatori per la potenza nominale e, per 30 minuti, al 110% della potenza
propulsione elettrica (1/7/2004)
nominale.
Il programma di prova dei motori che azionano generatori
per la propulsione deve comprendere le seguenti prove: Durante le prove, tutti gli impianti di sicurezza, allarme,
blocco e comando, relativi alla turbina, devono essere pro-
a) funzionamento al 100% della potenza (potenza nomi- vati o opportunamente simulati.
nale), per almeno 4 ore,
b) funzionamento alla potenza normale continuativa di 3.6 Prove delle turbine a gas
crociera, per almeno 2 ore,
c) funzionamento al 110% della potenza nominale, per 30 3.6.1 Turbine principali di propulsione
minuti, Le turbine principali devono essere sottoposte durante le
prove sugli ormeggi e successive prove di navigazione ai
d) funzionamento in senso inverso di rotazione dell’elica,
collaudi seguenti:
ad una velocità minima del motore pari al 70% della
velocità nominale dell’elica, per 10 minuti, • funzionamento alla velocità di rotazione nominale per
almeno 3 ore,
e) manovre d’avviamento,
• manovre d’inversione della marcia della nave.
f) prove degli impianti di controllo, allarme e sicurezza.
Nota 1: Le prove da a) a f) devono essere eseguite alla velocità Durante le varie operazioni, le pressioni, temperature e
nominale con una taratura costante del regolatore di velocità. Le relative dilatazioni non devono assumere grandezze tali da
potenze si riferiscono alle potenze elettriche nominali dei genera- mettere a rischio il funzionamento in sicurezza
tori azionati. dell’impianto.

246 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 15

Durante le prove tutti gli impianti di sicurezza, allarmi, e) Prova del funzionamento della gestione di potenza:
blocchi e comando relativi alla turbina devono essere pro- riduzione della potenza dovuta alla perdita di uno o più
vati o opportunamente simulati. generatori per controllare, in ciascun caso, la limita-
zione di potenza e la disponibilità della propulsione.
3.6.2 Turbine ausiliarie
Le turbine che azionano generatori elettrici o macchinari 3.8 Prove degli ingranaggi
ausiliari devono essere provate per almeno 4 ore alla loro
potenza nominale e per 30 minuti al 110% della potenza 3.8.1 Prove durante le prove di navigazione
nominale. Durante le prove di navigazione devono essere verificate le
Durante le prove tutti gli impianti di sicurezza, allarme, prestazioni dei riduttori ed invertitori ad ingranaggi, sia nel
blocco e comando relativi alla turbina devono essere pro- funzionamento in marcia avanti che nel funzionamento a
vati o opportunamente simulati. marcia indietro.
Inoltre devono essere eseguiti i controlli seguenti:
3.7 Prove degli impianti di propulsione elet- • controllo della temperatura dell’olio e dei cuscinetti,
trica • rivelazione di eventuale martellamento degli ingra-
naggi, quando richiesto da Sez 9, [3.6.1],
3.7.1 Prove sugli ormeggi
• verifica degli impianti di controllo, allarme e sicurezza.
a) Le prove sugli ormeggi devono comprendere la prova
dell’impianto di generazione elettrica, la gestione della 3.8.2 Controllo del contatto tra i denti
potenza e le limitazioni del carico.
a) Prima di iniziare le prove di navigazione, le superfici
b) Deve essere eseguita la prova dell’impianto di propul- dei denti dei pignoni e delle ruote devono essere rico-
sione a potenza ridotta secondo le disponibilità alla perte con uno strato sottile di una adatta sostanza colo-
banchina. Durante questa prova si deve controllare: rante.
• La variazione della velocità di rotazione dei motori A completamento delle prove, deve essere controllato il
elettrici, contatto fra i denti. Il contatto deve risultare uniforme-
mente distribuito, senza marcature accentuate nelle
• Prove funzionali, per quanto possibile (la limita-
zone di estremità dei denti e senza linee preferenziali di
zione di potenza deve essere provata con un valore
contatto.
ridotto),
Il contatto fra i denti deve essere in accordo con le pre-
• Dispositivi di protezione,
scrizioni in Tab 1.
• Impianti di controllo e trasmissione allarmi, com-
b) Il controllo del contatto fra i denti in occasione delle
presi gli interblocchi.
prove di navigazione, effettuato con metodi diversi da
c) Prima delle prove di navigazione deve essere effettuata quello sopra descritto, sarà oggetto di particolare consi-
una prova d’isolamento dell’impianto di propulsione derazione da parte della Società.
elettrica.
c) Nel caso di invertitori e/o riduttori con più treni di ingra-
naggi montati su cuscinetti a rotolamento, costruiti con
3.7.2 Prove di navigazione (1/7/2002)
un elevato grado di precisione, e per i quali il momento
Deve essere eseguita una prova di funzionamento torcente di ingresso non sia superiore a 20000 N⋅m,
dell'impianto di propulsione elettrica secondo un pro- l’estensione del controllo del contatto fra i denti può
gramma di prove approvato. essere ridotta a giudizio della Società.
Tale programma deve comprendere almeno: Tale riduzione può essere anche concessa per quegli
a) Registrazione incremento della velocità, ingranaggi che siano stati sottoposti a prove di lunga
durata in officina a pieno carico e per i quali il controllo
b) Prova di durata: del contatto fra i denti sia risultato soddisfacente.
• 4 ore al 100% della potenza nominale, In tutti i casi i denti degli ingranaggi devono essere esa-
• 2 ore alla potenza massima continuativa normal- minati dopo le prove di navigazione dal Tecnico; a
mente usata in navigazione, seconda del risultato di tale esame, potranno essere
richiesti controlli supplementari o nuovi esami dopo un
• 10 minuti alla massima potenza in marcia indietro, determinato periodo di funzionamento.
c) Controllo dell'operazione d'inversione improvvisa di
marcia, secondo la sequenza prevista per il passaggio 3.9 Prove della linea d’alberi di propulsione
immediato da tutta forza avanti a tutta forza indietro, in e delle eliche
caso d'emergenza. Durante questa prova devono essere
registrati tutti i dati necessari relativi all'eventuale effetto 3.9.1 Allineamento delle linee d’alberi
dell'inversione di potenza sui generatori, comprese le
Qualora siano richiesti i calcoli di allineamento delle linee
variazioni di potenza e velocità.
d’alberi in accordo con le prescrizioni in Sez 7, [3.3.1],
d) Prove di funzionalità della propulsione elettrica, in devono essere controllate a bordo le condizioni per l’alline-
manovra e durante la prova d'evoluzione. amento come segue:

Regolamenti RINA 2005 247


Parte C, Cap 1, Sez 15

a) installazione della linea d’alberi e posizione dei cusci- indietro. Si deve anche controllare che tale impianto
netti intermedi prima e durante il montaggio della linea non induca sovraccarico del motore.
d’alberi: b) Deve essere provato durante le prove di navigazione il
• controllo delle posizioni relative delle boccole dopo funzionamento corretto dei dispositivi per il funziona-
il montaggio (controllo ottico), mento in emergenza.
• controllo dei parametri degli accoppiatoi a flangia
(apertura ed eccentricità relative gap e sag). 3.10 Prove delle tubolature
• controllo del centraggio delle tenute degli alberi, 3.10.1 Prove di funzionamento
b) installazione del motore (o riduttore), a nave galleg- Durante le prove di navigazione, gli impianti di tubolature
giante: relativi ai macchinari di propulsione ed ausiliari, compresi i
• controllo dei parametri degli accoppiatoi a flangia dispositivi di comando e di controllo associati, devono
(apertura ed eccentricità relative) del motore (o del essere sottoposti a prove di funzionamento alla potenza
riduttore), nominale della macchina. I parametri operativi (pressione,
temperatura, consumi) devono essere in accordo con i
• controllo delle inflessioni dell’albero a manovelle
valori raccomandati dai Fabbricanti dei vari macchinari.
prima e dopo il collegamento del motore alla linea
d’alberi misurando la variazione della distanza tra 3.10.2 Prove di prestazione
due maschette adiacenti durante una rotazione La Società si riserva il diritto di richiedere prove di presta-
completa dell’albero. zione, come, per esempio, misurazioni di portata, nel caso
Nota 1: La nave deve essere nelle condizioni di carico definite nei in cui vengano sollevati dubbi durante le prove di funziona-
calcoli d’allineamento. mento.
c) carico sui cuscinetti:
• controllo dei carichi sui cuscinetti intermedi 3.11 Prove delle macchine di governo
mediante misura dei carichi su martinetti idraulici,
3.11.1 Generalità
• controllo della superficie di contatto col cuscinetto a) Le macchine di governo devono essere provate durante
mediante adatta sostanza colorante. le prove di navigazione secondo le condizioni indicate
in [3.1] al fine di dimostrare a soddisfazione del Tec-
Tabella 1 : Contatto tra i denti per gli ingranaggi nico, che le prescrizioni applicabili di cui in Sez 11
sono soddisfatte.
Trattamento termico e lavora- Percentuale di contatto del b) Per eliche a pale orientabili, la posizione delle pale
zione di macchina dente deve essere fissata sul massimo passo di progetto appro-
rispetto rispetto vato per la velocità massima continuativa di rotazione
all’intera lar- all’altezza di in marcia avanti.
ghezza della lavoro del
c) Se la nave non può essere provata alla massima immer-
fascia dente
sione, la Società darà considerazione speciale a condi-
bonificato, tagliato 70 40 zioni di prova alternative. In tale caso può essere
considerata la velocità della nave corrispondente al
• bonificato, rasato o 90 40
numero massimo di giri continuativi del sistema di pro-
molato
pulsione.
• indurito superficialmente

3.9.2 Vibrazioni delle linee d’alberi 3.11.2 Prove da eseguire


Le prove degli organi di governo devono comprendere
I rilievi delle vibrazioni torsionali, flessionali ed assali
almeno:
devono essere eseguiti quando richiesto in Sez 9. Devono
essere specificati il tipo degli strumenti di misura e l’ubica- a) prova di funzionamento della macchina di governo
zione dei punti di misura. principale ed ausiliaria per dimostrare la capacità di
soddisfare le prestazioni richieste in Sez 11, [3.4] e
3.9.3 Cuscinetti Sez 11, [4.4],
La temperatura dei cuscinetti deve essere controllata nelle b) prova delle unità di potenza delle macchine di governo
condizioni di potenza della macchina specificate in [3.1.2] compreso il passaggio da una unità di potenza all’altra,
c) prova di esclusione di un sistema di azionamento, con
3.9.4 Tenuta dell’astuccio
verifica del tempo necessario per ripristinare la capacità
Deve essere controllato l’impianto d’olio lubrificante di governare,
dell’astuccio per determinare eventuali perdite attraverso le
d) prova dell’impianto di ricarica del fluido idraulico,
tenute.
e) prova della fonte alternativa di energia richiesta in
3.9.5 Eliche Sez 11, [2.3.2], voce e),
a) Per le eliche a pale orientabili deve essere dimostrato il f) prova dei sistemi di comando della macchina di
funzionamento del dispositivo per l’orientamento delle governo, compreso il passaggio da un sistema di
pale dalla posizione di tutta forza avanti a tutta forza comando all’altro e il comando sul posto,

248 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, Sez 15

g) prova dei mezzi di comunicazione tra plancia, locale dubbi sul loro funzionamento appropriato, devono
apparato motore e locale macchine di governo, essere smontati o aperti per l’ispezione.
h) prova dei sistemi di segnalazione e di allarme, I macchinari o le parti che sono aperti o smontati per
altre ragioni devono essere anche essi ispezionati.
i) prova atta a dimostrare l’idoneità dei dispositivi previsti
in fase di progettazione della macchina di governo al b) Nel caso in cui l’ispezione riveli difetti o danni di una
fine di rilevare blocchi oleodinamici. certa importanza, la Società si riserva il diritto di richie-
dere che altri macchinari simili o loro parti siano aperte
Nota 1: Le prove da (d) a (i) possono essere effettuate nel corso per l’ispezione.
delle prove sugli ormeggi o durante le prove di navigazione.
c) Un rapporto esauriente dell’ispezione deve essere
Nota 2: Per navi di stazza lorda inferiore a 500 ton e per pesche-
inviato alla Società per conoscenza.
recci, la Società potrà accettare deroghe dall’elenco di cui sopra, in
particolare per tenere conto delle peculiarità effettive degli organi
di governo in questione. 4.2 Motori diesel
Nota 3: I thrusters azimutali devono essere sottoposti alle prove 4.2.1
sopra elencate per quanto applicabile. a) In genere devono essere verificati per tutti i motori die-
sel gli elementi seguenti:
4 Ispezione dei macchinari dopo le • le inflessioni dell’albero a manovelle misurando le
prove di navigazione variazioni delle distanze fra le maschette adiacenti
nel corso di una rotazione completa del motore,
• la pulizia dei filtri dell’olio lubrificante.
4.1 Generalità
b) Nel caso di motori di propulsione per i quali non siano
4.1.1 state effettuate prove al banco, alcuni componenti del
a) Per tutti i tipi di macchinari di propulsione, quelle parti motore, concordati fra le parti interessate, devono
che non hanno funzionato soddisfacentemente durante essere smontate per l’ispezione dopo le prove di naviga-
le prove di navigazione, o che hanno dato luogo a zione.

Regolamenti RINA 2005 249


Parte C, Cap 1, App 1

APPENDICE 1 VERIFICA DEL DIMENSIONAMENTO DEGLI


ALBERI A MANOVELLE DEI MOTORI DIESEL

1 Generalità Il calcolo per la verifica del dimensionamento presuppone


inoltre che le zone soggette alle tensioni più elevate siano
quelle in corrispondenza dei raccordi tra il perno di mano-
1.1 Applicabilità vella e la maschetta e tra il perno di banco e la maschetta.

1.1.1 Gli sbocchi dei fori di lubrificazione nei perni di banco e di


manovella devono essere lavorati in modo tale che il mar-
a) Le norme della presente Appendice per la verifica del gine di sicurezza nei riguardi della fatica in corrispondenza
dimensionamento degli alberi a manovelle si applicano dei fori suddetti non sia inferiore a quello ritenuto accetta-
ai motori diesel elencati in Sez 2, [1.1.1] a), b) e c) pro- bile per le zone in corrispondenza dei raccordi di cui sopra.
gettati per operare con continuità alla massima potenza
continuativa P, come definita in Sez 2, [1.3.2], alla cor- la Società si riserva la facoltà di richiedere al costruttore
rispondente velocità di rotazione n. una documentazione comprovante la corretta progetta-
zione dei detti fori di lubrificazione.
Gli alberi a manovelle che non soddisfino le norme
della presente Appendice saranno considerati caso per Il calcolo di verifica della robustezza dell’albero a mano-
caso dalla Società; a tale scopo possono essere inviati velle consiste inizialmente nella determinazione delle ten-
per esame alla Società calcoli dettagliati e risultati di sioni nominali alterne di flessione e di torsione; i suddetti
rilievi. valori delle tensioni nominali moltiplicati per appropriati
I casi in cui: fattori di concentrazione delle tensioni, applicando la teoria
della energia di deformazione costante (criterio di von
• le zone in corrispondenza dei raggi di raccordo Mises), danno luogo ad un valore di tensione alterna ideale
siano state sottoposte ad idonei trattamenti superfi- (monoassiale). Tale valore della tensione alterna ideale deve
ciali; quindi essere confrontato con il valore della resistenza a
fatica del materiale dell’albero a manovelle, al fine di verifi-
• l’influenza dei parametri inerenti alla fatica sia stata
care l’adeguatezza del dimensionamento dell’albero a
accertata mediante prove; e
manovelle in esame.
• siano disponibili i valori delle tensioni misurati
durante l’esercizio;
1.4 Simboli
saranno oggetto di considerazione particolare da parte
della Società 1.4.1

B : Larghezza della maschetta, in mm; vedere


b) Le norme della presente Appendice si applicano solo
Fig 2
agli alberi fucinati in un solo pezzo ed a quelli di tipo
composto, in acciaio fucinato o fuso, aventi un unico dBC : Diametro del foro nel perno di manovella, in
gomito fra due cuscinetti di banco contigui. mm; vedere Fig 2

dBJ : Diametro del foro nel perno di banco, in mm;


1.2 Documentazione da inviare
vedere Fig 2

1.2.1 I dati richiesti per la verifica dei dimensionamenti dC : Diametro del perno di manovella, in mm;
sono indicati nello specifico modulo della Società menzio- vedere Fig 2
nato in Sez 2, Tab 1, voce 1.
dJ : Diametro del perno di banco, in mm; vedere
Fig 2
1.3 Criteri di calcolo
DE : Il valore più piccolo fra:
1.3.1 Il dimensionamento degli alberi a manovelle di cui • diametro esterno della maschetta , in mm, o
alla presente Appendice è basato sulla valutazione del
grado di sicurezza nei riguardi della fatica nelle zone più • valore, in mm, uguale a 2 volte la minima
sollecitate degli alberi stessi. distanza x tra l’asse del perno di banco ed il

250 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, App 1

contorno esterno della maschetta (vedere rJ : Raggio di raccordo tra maschetta e perno di
Fig 3) banco, in mm; vedere Fig 2
dS : Diametro nominale del foro nella maschetta per Rm : Valore di specifica del minimo carico unitario
l’accoppiamento forzato col perno, in mm ; di rottura a trazione del materiale dell’albero a
vedere Fig 3 manovelle, in N/mm2
E : Eccentricità del perno di manovella, in mm; RS,MIN : Valore di specifica, in N/mm2, del minimo
vedere Fig 2 carico unitario di snervamento (ReH), o del
EW : Modulo di elasticità longitudinale del materiale carico al quale corrisponde un allungamento
della maschetta, in N/mm2; vedere [7.2.2] permanente dello 0,2% (Rp0,2), del materiale
F : Area, in mm2, della sezione trasversale della della maschetta.
maschetta data dalla formula seguente: S : Tratto di sovrapposizione tra i perni di banco e
di manovella collegati alla stessa maschetta
F = B⋅W
(vedere Fig 2, il cui valore, in mm, si ottiene
K : Fattore relativo al processo di fabbricazione dalla relazione seguente:
dell’albero a manovelle; vedere [6.1.1] a) dC + dJ
S = ----------------
- –E
KE : Fattore empirico di correzione della tensione 2
alterna a flessione, che tiene conto fino ad un Nel caso di perni che non si sovrappongano, si
certo punto degli effetti di vincolo dei gomiti e deve assumere per S il valore negativo ottenuto
dei cuscinetti adiacenti, il cui valore può essere dalla suddetta relazione.
assunto come segue:
TC : Profondità della rientranza nella maschetta in
• KE = 0,8 per motori a 2 tempi corrispondenza del raccordo tra maschetta e
• KE = 1,0 per motori a 4 tempi perno di manovella, in mm; vedere Fig 2
LS : Lunghezza assiale del forzamento, in mm; TJ : Profondità della rientranza nella maschetta in
vedere Fig 3 corrispondenza del raccordo tra maschetta e
MB : Momento flettente al centro della maschetta, in perno di banco, in mm; vedere Fig 2
N⋅m W : Spessore assiale della maschetta, in mm; vedere
MB,MAX : Valore massimo del momento flettente MB, in Fig 2
N⋅m WEQ : Modulo di resistenza a flessione, in mm3, rife-
MB,MIN : Valore minimo del momento flettente MB, in rito all’area della sezione trasversale della
N⋅m maschetta, il cui valore si ottiene dalla rela-
zione seguente:
MBN : Momento flettente alterno nominale, in N⋅m;
per la determinazione di MBN vedere [2.1.2] b) B ⋅ W -2
W EQ = ---------------
6
MT,MAX : Valore massimo del momento torcente, in N⋅m,
tenuto conto del valore del momento torcente WPC : Valore, in mm3, del modulo di resistenza polare
medio relativo all’area della sezione trasversale del
MT,MIN : Valore minimo del momento torcente, in N⋅m, perno di manovella; per la determinazione di
WPC vedere [2.2.2]
tenuto conto del valore del momento torcente
medio WPJ : Valore, in mm3, del modulo di resistenza polare
MTN : Momento nominale alterno di torsione, in N⋅m, relativo all’area della sezione trasversale del
calcolato con la formula seguente: perno di banco, per la determinazione di WPJ
vedere [2.2.2]
M TN = ± 0,5 ⋅ ( M T ,MAX – M T ,MIN )
y : Distanza, in mm, tra le generatrici prospicienti
Q1 : Fattore di accettabilità in corrispondenza del del perno di banco e del perno di manovella
raccordo tra maschetta e perno di manovella; collegati alla stessa maschetta (vedere Fig 3)
vedere [8.1.1]
Si deve assumere in generale y ≥ 0,05 dS.
Q2 : Fattore di accettabilità in corrispondenza del
Nel caso in cui y sia inferiore a 0,1dS deve
raccordo tra maschetta e perno di banco;
essere considerato caso per caso dalla Società
vedere [8.1.1]
l’effetto della tensione dovuta al forzamento
QMAX : Valore massimo della forza alterna di taglio Q, sulla resistenza a fatica della maschetta in corri-
in N spondenza del raggio di raccordo con il perno
QMIN : Valore minimo della forza alterna di taglio Q, di manovella.
in N βBC : Fattore di concentrazione delle tensioni di fles-
QN : Valore nominale della forza alterna di taglio, sione in corrispondenza del raccordo tra
in N; per la determinazione di QN vedere maschetta e perno di manovella; per il calcolo
[2.1.2] c) di βBC vedere [3.1.2] a)
rC : Raggio di raccordo tra maschetta e perno di βBJ : Fattore di concentrazione delle tensioni di fles-
manovella, in mm; vedere Fig 2 sione in corrispondenza del raccordo tra

Regolamenti RINA 2005 251


Parte C, Cap 1, App 1

maschetta e perno di banco; per il calcolo di βBJ di banco, in N/mm2; per la determinazione di τJ
vedere [3.1.3]a) vedere [2.2.3] b)
βQJ : Fattore di concentrazione delle tensioni di τNC : Valore della tensione nominale alterna di tor-
taglio in corrispondenza del raccordo tra sione, in N/mm2, in corrispondenza del rac-
maschetta e perno di banco; per il calcolo di βQJ cordo tra maschetta e perno di manovella; per
vedere [3.1.3] b) la determinazione di τNC vedere [2.2.2]
βTC : Fattore di concentrazione delle tensioni di tor- τNJ : Valore della tensione nominale alterna di tor-
sione in corrispondenza del raccordo tra sione, in N/mm2, in corrispondenza del rac-
maschetta e perno di manovella; per il calcolo cordo tra maschetta e perno di banco; per la
di βTC vedere [3.1.2] b) determinazione di τNJ vedere [2.2.2].

βTJ : Fattore di concentrazione delle tensioni di tor-


sione in corrispondenza del raccordo tra
2 Calcolo delle tensioni alterne
maschetta e perno di banco (per il calcolo di βTJ
vedere [3.1.3] c) 2.1 Calcolo delle tensioni alterne dovute ai
σB,ADD : Valore della tensione addizionale alterna di
momenti flettenti ed alle forze di taglio
flessione, in N/mm2, dovuta a disallineamento; 2.1.1 Ipotesi di calcolo
vedere [4.1.1] Ai fini del calcolo delle tensioni alterne, si fanno le ipotesi
σBN : Valore della tensione nominale alterna di fles- di cui ai seguenti commi.
sione, in N/mm2; per la determinazione di σBN a) Si considera un sistema staticamente determinato com-
vedere [2.1.2] b) posto da un solo gomito avente i perni di banco sempli-
σBC : Valore della tensione alterna di flessione in cor- cemente appoggiati in corrispondenza delle mezzerie
rispondenza del raccordo tra maschetta e perno dei relativi cuscinetti e soggetto alle forze dovute ai gas
ed alle forze di inerzia. Si assume come campata la
di manovella, in N/mm2; per la determinazione
distanza L3 tra le mezzerie di due cuscinetti di banco
di σBC vedere [2.1.3] a)
contigui (vedere Fig 1(a) e (b)).
σBJ : Valore della tensione alterna di flessione in cor-
b) Si assume come momento flettente nominale il
rispondenza del raccordo tra maschetta e perno momento flettente nella sezione trasversale della
di banco, in N/mm2; per la determinazione di maschetta in corrispondenza della mezzeria della
σBJ vedere [2.1.3] b) maschetta stessa (posta a distanza L1 dalla mezzeria del
σ′E : Valore, in N/mm2, della tensione alterna ideale cuscinetto di banco più vicino); detto momento flettente
in corrispondenza della zona di raccordo tra nominale viene calcolato sulla base di un diagramma
maschetta e perno di banco; per la determina- triangolare del momento flettente dovuto alle compo-
zione di σ″E vedere [5.2.1] a) nenti radiali della forza trasmessa dalla biella. Nel caso
di gomiti con due bielle agenti su di un solo perno di
σ″E : Valore, in N/mm2, della tensione alterna ideale manovella, si assume il momento flettente nominale
in corrispondenza della zona di raccordo tra uguale al momento flettente ottenuto per sovrapposi-
maschetta e perno di banco; per la determina- zione dei due diagrammi triangolari relativi ai momenti
zione di σ″E vedere [5.2.1] b) flettenti dovuti alle componenti radiali delle forze tra-
σ′F,ALL : Valore ammissibile, in N/mm2, della tensione smesse da ciascuna biella, tenendo conto delle fasi.
alterna di flessione in corrispondenza della c) Le tensioni nominali alterne dovute ai momenti flettenti
zona di raccordo tra maschetta e perno di ed alle forze di taglio devono essere riferite all’area
manovella; per la determinazione di σ′F,ALL della sezione trasversale della maschetta in corrispon-
vedere [6.1.1] a) denza della metà del tratto S di sovrapposizione dei
σ″F,ALL : Valore ammissibile, in N/mm2, della tensione perni nel caso di alberi a manovelle con perni di banco
alterna di flessione in corrispondenza della e di manovella che si sovrappongono e in corrispon-
zona di raccordo tra maschetta e perno di denza della metà della distanza y tra le generatrici pro-
banco; per la determinazione di σ″F,ALL vedere spicienti dei due perni nel caso di alberi a manovelle
con perni di banco e di manovella che non si sovrap-
[6.1.1] b)
pongono (vedere Fig 2 e Fig 3).
σQN : Valore della tensione nominale alterna di taglio, Le tensioni nominali medie di flessione si trascurano.
in N/mm2; per la determinazione di σQN vedere
[2.1.2]c) 2.1.2 Calcolo delle tensioni nominali alterne di
flessione e di taglio
τC : Valore della tensione alterna di torsione in cor-
a) Di norma il calcolo delle suddette tensioni nominali
rispondenza del raccordo tra maschetta e perno
viene eseguito in modo tale che ciascuna delle forze
di manovella, in N/mm2; per la determinazione
radiali agenti sul perno di manovella e dovute alle forze
di τC vedere [2.2.3] a)
dei gas ed alle forze di inerzia siano calcolate per tutte
τJ : Valore della tensione alterna di torsione in cor- le posizioni angolari assunte dalla manovella durante
rispondenza del raccordo tra maschetta e perno un ciclo di lavoro. Il calcolo delle forze radiali può

252 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, App 1

essere eseguito mediante un metodo semplificato rite- c) La forza nominale alterna di taglio QN, in N, e la relativa
nuto idoneo dalla Società. tensione nominale alterna di taglio σQN, in N/mm2, pos-
b) Note le suddette forze radiali variabili con il tempo sono essere calcolate con le formule seguenti:
durante un ciclo di lavoro e tenendo conto della Q N = ± 0 ,5 ⋅ ( Q MAX – Q MIN )
distanza assiale del punto di applicazione della forza
Q
sul perno rispetto alla mezzeria dei cuscinetti contigui σ QN = ± -------N ⋅ K E
F
possono essere calcolati i valori in funzione del tempo
del momento flettente MB in corrispondenza della mez-
2.1.3 Calcolo delle tensioni alterne di flessione in
zeria della maschetta come definito in [2.1.1] a). Il corrispondenza dei raccordi tra maschette e
momento flettente alterno nominale MBN, in N⋅m, e la perni
relativa tensione nominale alterna di flessione σBN, in Il calcolo delle tensioni alterne di flessione deve essere
N/mm2, possono pertanto essere calcolati con le for- effettuato sia in corrispondenza del raccordo tra maschetta
mule seguenti: e perno di manovella sia in corrispondenza del raccordo tra
M BN = ± 0 ,5 ⋅ ( M B ,MAX – M B ,MIN ) maschetta e perno di banco, come indicato nei commi
seguenti.
M BN
σ BN = ± ----------
- ⋅ K ⋅ 10 3 a) La tensione alterna di flessione in corrispondenza del
W EQ E
raccordo tra maschetta e perno di manovella deve
Per motori con cilindri disposti a V, i momenti flettenti, essere assunta uguale al valore σBC, in N/mm2, ottenuto
calcolati per i diversi valori dell’angolo di manovella e
dalla relazione seguente:
dovuti alle forze dei gas e a quelle d’inerzia dei due
cilindri agenti sulla stessa manovella, devono essere σ BC = ± ( β BC ⋅ σ BN )
sommati tenendo conto delle relative fasi e dei diversi b) La tensione alterna di flessione in corrispondenza del
tipi di biella (bielle a innesto, articolate o affiancate). raccordo tra maschetta e perno di banco deve essere
Nel caso di alberi aventi manovelle con diversa configu- assunta uguale al valore σBJ, in N/mm2, ottenuto dalla
razione geometrica (per esempio alberi con manovelle seguente relazione:
di tipo asimmetrico) il calcolo deve essere eseguito per
ciascuna di dette manovelle. σ BJ = ± ( β BJ ⋅ σ BN + β QJ ⋅ σ QN )

Figura 1 : Gomito di un albero a manovelle di pezzo


dC
dC

E
E
dJ

dJ
asse della biella

assi delle bielle

L1 L1 L1 L1

L2 L2 L2 L2

L3 L3

(a) Gomito per motore con cilindri in linea (b) Gomito per motore con due bielle affiancate

Regolamenti RINA 2005 253


Parte C, Cap 1, App 1

Figura 2 : Dimensioni del gomito necessarie per il calcolo dei fattori di concentrazione delle tensioni

Figura 3 : Gomito di un albero a manovelle di tipo semi composto

2.2 Calcolo delle tensioni alterne di torsione 2) Rigidità torsionale, in N⋅m/rad, di tutti i tronchi
dell’albero a manovelle (supposti privi di massa)
2.2.1 Generalità compresi tra due masse concentrate
Il calcolo delle tensioni nominali alterne di torsione deve b) Smorzatori di vibrazioni, con l’indicazione di:
essere eseguito dal costruttore del motore in accordo con
1) Sigla di identificazione del tipo
quanto stabilito in [2.2.2].
Il valore massimo ottenuto per mezzo del calcolo suddetto 2) Momenti d’inerzia di massa, in kg⋅m2
sarà assunto dalla Società per la determinazione della ten- 3) Rigidità torsionale dello smorzatore (supposto privo
sione alterna ideale, in accordo con quanto stabilito in [5]. di massa), in N⋅m/rad
In assenza di tale valore massimo, la Società si riserva di 4) Valori dei coefficienti di smorzamento, in N⋅m⋅s/rad
assumere, per la verifica delle dimensioni dell’albero a c) Volani, con l’indicazione di:
manovelle, un valore fisso stabilito, a suo giudizio, caso per
1) Momenti d’inerzia di massa, in kg⋅m2.
caso.
Nel caso in cui debba essere considerato l’intero apparato
Nel caso in cui alla Società venga richiesto di eseguire un
motore di propulsione, devono essere comunicati anche i
calcolo di vibrazioni forzate per conto del costruttore del
dati relativi a:
motore, al fine di determinare le tensioni alterne dovute alle
vibrazioni torsionali previste nel motore ed eventualmente a) Giunti elastici, con l’indicazione di:
nella linea d’alberi, devono essere comunicati alla Società, 1) Caratteristiche dinamiche-elastiche e di smorza-
oltre a quelli richiesti in [1.2.1], i seguenti dati relativi a: mento nonché valori ammissibili del momento tor-
a) Sistema dinamico-elastico equivalente del motore, con cente alterno
l’indicazione di: b) Ingranaggi e linea d’alberi, con l’indicazione di:
1) Momento d’inerzia di massa di ciascuna massa con- 1) Diametri degli alberi degli ingranaggi, degli alberi
centrata, in kg⋅m2 reggispinta, degli alberi intermedi e degli alberi por-

254 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, App 1

taelica, momenti d’inerzia di massa, in kg/m2, di uguali ai valori τNC e τNJ, in N/mm2, calcolati con le seguenti
ruotismi o masse concentrate importanti, rapporti di formule:
riduzione o di moltiplicazione e, per riduttori ad M TN
τ NC = ± ---------- ⋅ 10 3
ingranaggi di tipo complesso, schema dei ruotismi W PC

c) Eliche con l’indicazione di: M TN


τ NJ = ± ---------
- ⋅ 10 3
W PJ
1) Diametro dell’elica essendo:
2) Numero delle pale a) Nel caso di perni pieni:
π⋅d
3

3) Passo e rapporto tra area sviluppata ed area del W PC = ------------C-


16
disco
π⋅d
3
W PJ = -------------J
4) Momento d’inerzia di massa dell’elica, in aria e con 16
l’acqua trascinata, in kg⋅m2 (per eliche a pale orien- b) Nel caso di perni forati:
tabili devono essere indicati i valori relativi sia al
π d C4 – d BC 4
passo massimo sia al passo zero) W PC = ------ ⋅ --------------------
16 dC
5) Caratteristiche di smorzamento, se disponibili e π d J4 – d BJ 4
W PJ = ------ ⋅ ------------------
-
documentate 16 dJ
Per i simboli dC, dJ, dBC e dBJ vedere [3.1.1] e Fig 2.
d) Frequenze naturali di vibrazione, con i relativi modi di
vibrare e le sommatorie vettoriali per le armoniche dei Ai fini della determinazione dei valori dei moduli di resi-
momenti eccitanti del motore stenza polare WPC e WPJ suddetti, i perni di manovella e di
banco forati con fori aventi diametro uguale o inferiore a
e) Valori stimati delle tensioni alterne dovute alle vibra- 0,3 volte il diametro esterno dei perni stessi si possono con-
zioni torsionali in tutti gli elementi importanti del siderare come perni pieni.
sistema, con particolare riguardo ai giri critici di riso- I perni di manovella e di banco forati con fori aventi l’asse
nanza ben definiti ed ai campi di funzionamento conti- longitudinale non coincidente con quello dei perni stessi
nuativo. saranno considerati, caso per caso, dalla Società.
Ai fini dell’accettazione delle dimensioni proposte
2.2.2 Calcolo delle tensioni nominali alterne di dell’albero a manovelle, deve essere considerata la tensione
torsione alterna di torsione che, combinata con quella associata di
flessione, dà luogo al minimo valore del fattore di accettabi-
I valori massimo e minimo dei momenti torcenti alterni lità FA di cui in [8.1].
devono essere determinati per ciascuna massa concentrata Il calcolo di detto fattore di accettabilità deve essere effet-
del sistema e per l’intero campo di velocità di rotazione per tuato trascurando le tensioni alterne di torsione in corri-
mezzo della sintesi armonica delle tensioni alterne dovute spondenza degli eventuali campi di velocità di rotazione
alle vibrazioni forzate dal 1° ordine fino al 15° ordine sbarrati.
incluso, per i motori a 2 tempi e dall’ordine 0,5 fino al 12° I campi di velocità di rotazione sbarrati devono essere tali
ordine incluso, per i motori a 4 tempi. da permettere, nonostante la loro esistenza, il soddisfacente
funzionamento in esercizio.
Il calcolo deve essere eseguito tenendo conto degli smorza-
I suddetti campi sbarrati non sono accettabili per valori di λ
menti del sistema e delle condizioni di funzionamento ano-
≥ 0,8, essendo λ il rapporto tra la velocità di rotazione con-
male (per esempio, la mancata o incompleta accensione di siderata e quella corrispondente alla massima potenza con-
un cilindro). tinuativa.
La scelta delle velocità di rotazione utilizzate per il calcolo Ai fini dell’accettazione delle dimensioni proposte
dell’albero a manovelle, deve essere considerata
delle vibrazioni forzate deve essere tale da permettere di
l’installazione che dà luogo al minimo valore del fattore di
valutare con sufficiente precisione l’andamento della rispo-
accettabilità suddetto.
sta vibratoria alle diverse velocità di rotazione.
Pertanto, per ogni effettiva installazione, deve essere con-
I valori ottenuti a seguito di questo calcolo devono essere trollato, mediante un idoneo calcolo, che non venga supe-
inviati alla Società per esame. rato il valore della tensione nominale alterna di torsione
accettato ai fini dell’approvazione del dimensionamento
Le tensioni nominali alterne di torsione, riferite al perno di dell’albero a manovelle.
manovella ed a quello di banco, in corrispondenza di cia- Il calcolo suddetto deve essere inviato per esame alla
scun punto significativo di calcolo, devono essere assunte Società (vedere Sez 9).

Regolamenti RINA 2005 255


Parte C, Cap 1, App 1

2.2.3 Calcolo delle tensioni alterne di torsione in Nella Fig 2 sono indicate le dimensioni necessarie per il
corrispondenza dei raccordi tra maschette e calcolo dei valori dei suddetti fattori di concentrazione
perni di manovella e di banco delle tensioni.
Il calcolo delle tensioni alterne di torsione deve essere effet- Per il calcolo dei valori dei fattori di concentrazione delle
tuato sia in corrispondenza del raccordo tra maschetta e tensioni di flessione, di torsione e di taglio, si utilizzano i
perno di manovella sia in corrispondenza del raccordo tra coefficienti adimensionali indicati in Tab 1.
maschetta e perno di banco, come qui di seguito specifi-
cato:
Tabella 1
a) La tensione alterna di torsione in corrispondenza del
raccordo tra maschetta e perno di manovella deve Raccordi tra maschette e Raccordi tra maschette e
essere assunta uguale al valore τC, in N/mm2, ottenuto perni di manovella perni di banco
dalla relazione seguente: r1 = rC/dC r2 = rJ /dC
τ C = ± ( β TC ⋅ τ NC ) s = S /dC s = S /dC
b) La tensione alterna di torsione in corrispondenza del w = W /dC w = W/dC
raccordo tra maschetta e perno di banco deve essere
assunta uguale al valore τJ, in N/mm2, ottenuto dalla b = B /dC b = B/dC
relazione seguente: d1 = dBC/dC d2 = dBJ /dC
τ J = ± ( β TJ ⋅ τ NJ ) t1 = TC/dC t2 = TJ /dC

3 Calcolo dei fattori di concentrazione I valori dei fattori di concentrazione delle tensioni calcolati
come indicato nel seguito sono validi per valori dei suddetti
delle tensioni coefficienti adimensionali compresi entro i seguenti limiti,
per i quali sono state eseguite ricerche sperimentali:
3.1 Generalità – 0 ,50 ≤ s ≤ 0,70
0, 20 ≤ w ≤ 0,80
3.1.1 I fattori di concentrazione delle tensioni di flessione
(βBC e βBJ) sono definiti come il rapporto tra il valore mas- 1,20 ≤ b ≤ 2,20
simo della tensione di flessione che si ha in corrispondenza 0,03 ≤ r 1 ≤ 0,13
dei raccordi per effetto del momento flettente agente nel 0,03 ≤ r 2 ≤ 0,13
centro della sezione trasversale di una manovella ed il 0 ≤ d 1 ≤ 0,80
valore della tensione nominale alterna di flessione riferita 0 ≤ d 2 ≤ 0,80
alla sezione trasversale della maschetta.
Il fattore f (t, s), che tiene conto dell’influenza delle rien-
Il valore della tensione nominale alterna suddetta deve tranze nella maschetta in corrispondenza dei raccordi con i
essere determinato tenendo conto del momento flettente perni di manovella e di banco, è valido se i coefficienti adi-
agente nel centro della maschetta. mensionali t1 e t2 soddisfano le seguenti condizioni:
I fattori di concentrazione delle tensioni di torsione (βTC e
t1 ≤ r1 t2 ≤ r2
βTJ) sono definiti come il rapporto tra il valore massimo
della tensione di torsione che si ha in corrispondenza dei e può essere applicato per valori del coefficiente adimen-
raccordi per effetto del momento torcente agente sui rac- sionale s compresi entro i seguenti limiti:
cordi stessi ed il valore della tensione nominale alterna di – 0,30 ≤ s ≤ 0,50
torsione riferita alla sezione trasversale del perno di mano-
vella od a quella del perno di banco, tenendo conto di 3.1.2 Raccordo fra maschetta e perno di manovella
eventuali fori nei perni stessi.
a) Il valore del fattore di concentrazione delle tensioni di
Il fattore di concentrazione delle tensioni di taglio βQJ è flessione βBC può essere ottenuto dalla seguente rela-
definito come il rapporto tra il valore massimo della ten- zione:
sione di taglio che si ha in corrispondenza del raccordo tra
β BC = 2 ,6914 .f 1 ( s ,w ).f 1 ( w ).f 1 ( b ).f 1 ( r 1 ).f 1 ( d 1 ).f 1 ( d 2 ).f 1 ( t ,s )
maschetta e perno di banco per effetto del momento flet-
tente ed il valore della tensione nominale di taglio riferita essendo:
alla sezione trasversale della maschetta. f1(s,w) = - 4,1883 + 29,2004 ⋅ w - 77,5925 ⋅ w2 +
Nel caso in cui i valori dei suddetti fattori di concentrazione 91,9454 ⋅ w3 - 40,0416 ⋅ w4 + (1 - s) ⋅
delle tensioni non possano essere ottenuti mediante misura- (9,5440 - 58,3480 ⋅ w + 159,3415 ⋅ w2 -
zioni affidabili, essi possono essere calcolati utilizzando le 192,5846 ⋅ w3 + 85,2916 ⋅ w4) + (1 - s)2 ⋅
formule di cui in in [3.1.2] e [3.1.3], che sono applicabili (- 3,8399 + 25,0444 ⋅ w - 70,5571 ⋅ w2 +
ai raccordi tra maschette e perni di manovella ed a quelli tra 87,0328 ⋅ w3 - 39,1832 ⋅ w4)
maschette e perni di banco, nel caso di alberi a manovelle f1(w) = 2,1790 ⋅ w0,7171
non di tipo composto, ed ai soli raccordi tra maschette e
perni di manovella, nel caso di alberi a manovelle di tipo f1(b) = 0,6840 - 0,0077 ⋅ b + 0,1473 ⋅ b2
semicomposto. f1(r1) = 0,2081 ⋅ r1-0,5231

256 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, App 1

f1(d1) = 0,9978 + 0,3145 ⋅ d1 - 1,5241 ⋅ d12 + 2,4147 essendo f2 (r1,s), f2(b) e f2(w) le funzioni calcolate
⋅ d13 come indicato in [3.1.2], assumendo tuttavia, per il
calcolo di f2 (r1,s), r1 = rJ/dJ anziché r1 = rC/dC.
f1(d2) = 0,9993 + 0,27 ⋅ d2 - 1,0211 ⋅ d22 + 0,5306 ⋅
d23
f (t,s) = 1 + (t1 + t2) ⋅ (1,8 + 3,2 s)
4 Tensioni addizionali di flessione
b) Il valore del fattore di concentrazione delle tensioni di
4.1
torsione βTC può essere ottenuto dalla seguente rela-
zione:
4.1.1 In aggiunta alle tensioni alterne di flessione agenti in
β TC = 0 ,8 ⋅ f 2 ( r 1 ,s ) ⋅ f 2 ( b ) ⋅ f 2 ( w ) corrispondenza delle zone dei raccordi (vedere [2.1.3]),
devono essere considerate le tensioni addizionali di fles-
essendo: sione dovute sia a disallineamenti e a deformazioni del
f2(r1,s) = r1x con x = - 0,322 + 0,1015 ⋅ (1 - s) basamento sia a vibrazioni assiali e flessionali.
f2(b) = 7,8955 - 10,654 ⋅ b + 5,3482 ⋅ b2 - 0,857 ⋅ I valori delle suddette tensioni addizionali di flessione pos-
b3 sono essere assunti uguali ai valori σB,ADD, in N/mm2, indi-
f2(w) = w-0,145 cati nella Tab 2.

3.1.3 Raccordo fra maschetta e perno di banco Tabella 2 : Tensioni addizionali di flessione
a) Il valore del fattore di concentrazione delle tensioni di
flessione βBJ può essere ottenuto dalla seguente rela- Tipo di motore σB,ADD, in N/mm2
zione: Motore con testa a croce ± 30
β BJ = 2 ,7146 .f 3 ( s ,w ).f 3 ( w ).f 3 ( b ).f 3 ( r 2 ).f 3 ( d 1 ).f 3 ( d 2 ).f ( t ,s ) Motore con stantuffi tuffanti ± 10
essendo:
f3(s,w) = - 1,7625 + 2,9821 ⋅ w - 1,5276 ⋅ w2 + (1 - s) 5 Calcolo della tensione alterna ideale
⋅ (5,1169 - 5,8089 ⋅ w + 3,1391 ⋅ w2) +
(1 - s)2 ⋅ (- 2,1567 + 2,3297 ⋅ w - 1,2952 ⋅ 5.1 Generalità
w2)
f3(w) = 2,2422 ⋅ w0,7548 5.1.1 La tensione alterna ideale deve essere calcolata sia
per la zona in corrispondenza del raccordo tra maschetta e
f3(b) = 0,5616 + 0,1197 ⋅ b + 0,1176 ⋅ b2 perno di manovella sia per la zona in corrispondenza del
f3(r2) = 0,1908 ⋅ r2-0,5568 raccordo tra maschetta e perno di banco.
f3(d1) = 1,0022 - 0,1903 ⋅ d1 + 0,0073 ⋅ d12 Nell’esecuzione di questo calcolo deve essere utilizzata la
teoria della energia di deformazione costante (criterio di
f3(d2) = 1,0012 - 0,6441 ⋅ d2 + 1,2265 ⋅ d22
von Mises).
f (t,s) = 1 + (t1 + t2) ⋅ (1,8 + 3,2 s)
Si deve assumere che i valori massimi delle tensioni alterne
b) Il valore del fattore di concentrazione delle tensioni di di flessione e di torsione nell’albero a manovelle si verifi-
taglio βQJ può essere ottenuto dalla seguente relazione: chino contemporaneamente e nello stesso punto.

β QJ = 3 ,0128 ⋅ f 4 ( s ) ⋅ f 4 ( w ) ⋅ f 4 ( b ) ⋅ f 4 ( r 2 ) ⋅ f 4 ( d 1 ) ⋅ f ( t ,s )
5.2 Tensione alterna ideale
essendo:
5.2.1 La tensione alterna ideale deve essere assunta
f4(s) = 0,4368 + 2,1630 ⋅ (1 - s) - 1,5212 ⋅ (1 - s)2
w
uguale al maggiore tra i due valori σ′E e σ″E, calcolati con le
f4(w) = ---------------------------------------------------- formule di cui ai seguenti commi a) e b).
0 ,0637 + 0 ,9369 ⋅ w
f4(b) = - 0,5 + b a) La tensione alterna ideale in corrispondenza della zona
di raccordo tra maschetta e perno di manovella deve
f4(r2) = 0,5331 ⋅ r2-0,2038 essere assunta uguale al valore σ′E, in N/mm2, calcolato
f4(d1) = 0,9937 - 1,1949 ⋅ d1 + 1,7373 ⋅ d12 con la seguente formula:
f (t,s) = 1 + (t1 + t2) ⋅ (1,8 + 3,2 s) 2 0 ,5
σ' E = ± [ ( σ BC + σ B ,ADD ) + 3τ C ]
2

c) Il valore del fattore di concentrazione delle tensioni di


torsione βTJ può essere ottenuto dalle seguenti relazioni: b) La tensione alterna ideale in corrispondenza della zona
• se dJ = dC e rJ = rC: di raccordo tra maschetta e perno di banco deve essere
assunta uguale al valore σ″ID, in N/mm2, calcolato con
βTJ = βTC la seguente formula:
• se dJ ≠ dC e/o rJ ≠ rC:
2 0 ,5
σ'' E = ± [ ( σ BJ + σ B ,ADD ) + 3τ J ]
2
βTJ = 0,8 ⋅ f2 (r1,s) ⋅ f2(b)⋅ f2(w)

Regolamenti RINA 2005 257


Parte C, Cap 1, App 1

6 Calcolo della resistenza a fatica fatica ottenuti da prove sperimentali deve essere a soddisfa-
zione della Società ed in generale non inferiore all’80%.
6.1
7 Calcolo di verifica del forzamento
6.1.1 Si definisce come resistenza a fatica il valore della per alberi a manovelle del tipo semi-
tensione alterna di flessione che un albero a manovelle può
sopportare permanentemente in corrispondenza dei punti
composto
più sollecitati delle zone dei raccordi tra maschette e perni.
Nel caso in cui la resistenza a fatica di un albero a mano- 7.1 Generalità
velle non possa essere stabilita a seguito di misurazioni affi-
7.1.1 Considerando il raggio di transizione rJ tra il diame-
dabili, essa può essere assunta uguale al minore tra i valori
σ′F,.ALL e σ″F,.ALL calcolati con le formule di cui ai seguenti tro del perno di banco dJ ed il diametro dS dello stesso
commi (a) e (b). perno in corrispondenza della superficie di forzamento,
devono essere verificate entrambe le seguenti disugua-
a) Il valore ammissibile della tensione alterna di flessione glianze:
in corrispondenza della zona di raccordo tra maschetta
e perno di manovella può essere assunto uguale al r J ≥ 0 ,015d J
valore σ′F.ALL, in N/mm2, calcolato con la seguente for- r J ≥ 0 ,5 ⋅ ( d S – d J )
mula:
Il valore effettivo dell’interferenza h dell’accoppiamento
σ' F ,ALL = ± K ⋅ R' m ⋅ ( 0 ,264 + 1 ,073 ⋅ d C + R'' m + R''' m ⋅ r C )
– 0 ,2 – 0 ,5
forzato deve essere compreso tra i valori hMIN and hMAX cal-
essendo: colati come indicato in [7.2] e [7.3]. o in accordo ad una
normativa riconosciuta.
K : fattore, applicabile ai diversi tipi di alberi a
manovelle in acciaio fucinato o fuso non
sottoposti a trattamento superficiale dei 7.2 Valore minimo richiesto dell’interferenza
perni, il cui valore può essere assunto come
segue: 7.2.1 Il valore minimo dell’interferenza richiesto per
l’accoppiamento forzato deve essere non inferiore al mag-
• 1,05, per alberi a manovelle in acciaio giore tra i valori calcolati come indicato in [7.2.2] e
fucinato con andamento continuo delle [7.2.3].
fibre o in acciaio stampato
• 1,0, per alberi a manovelle in acciaio 7.2.2 Il valore minimo richiesto dell’interferenza hMIN, in
fucinato mm, deve essere non inferiore a quello calcolato mediante
• 0,93, per alberi a manovelle in acciaio la formula indicata nel seguito, considerando il gomito sog-
fuso getto al momento torcente massimo MT,MAX in valore asso-
luto.
R′m : 0,42 ⋅ Rm + 39,3
785 – R m Il suddetto momento torcente MT,MAX, in N⋅m, corrisponde a
R″m : ----------------------
quello calcolato per le diverse masse concentrate
4900
dell’albero a manovelle.
R′″m : 196 / Rm
4 ⋅ 10 s F ⋅ M T ,MAX
3
b) Il valore ammissibile della tensione alterna di flessione h MIN = ---------------- ⋅ -------------------------
- ⋅ f(Z)
π ⋅ µ EW ⋅ dS ⋅ LS
in corrispondenza della zona di raccordo tra maschetta
e perno di banco può essere assunto uguale al valore essendo:
σ″F,ALL, in N/mm2, calcolato con la seguente formula:
sF : coefficiente di sicurezza nei riguardi dello slitta-
σ'' F ,ALL = ± K ⋅ R' m ⋅ ( 0 ,264 + 1 ,073 ⋅ d J–0 ,2 + R m″ + R ′′′ m ⋅ r J–0 ,5 ) mento, da assumere in ogni caso non inferiore a
2
Ai fini del calcolo di σ′F,ALL and σ″F,ALL, i valori di rC e rJ
devono essere assunti, in ogni caso, uguali o superiori a 2 µ : coefficiente di attrito statico tra le superfici del
mm. perno e della maschetta, da assumere uguale a
0,20 se LS / dS ≥ 0,40
Nel caso in cui non siano disponibili i risultati di prove di 1 – Z A2 ⋅ Z S2
fatica eseguite su gomiti o su alberi a manovelle di dimen- f (Z) : --------------------------------------------
-
( 1 – Z A2 ) ⋅ ( 1 – Z S2 )
sioni reali, i cui perni siano stati sottoposti a trattamento
superficiale, devono essere assunti i valori del fattore K ZA : d S / DE
sopra indicati relativi ad alberi a manovelle con perni non ZS : dBJ / dS
sottoposti a trattamento superficiale.
I risultati delle prove di fatica eseguiti su gomiti o su alberi a 7.2.3 In aggiunta a quanto stabilito in [7.2.2], il valore
manovelle completi di dimensioni reali saranno tuttavia minimo dell’interferenza hMIN, in mm, deve essere non infe-
inviati alla Società per considerazione caso per caso. riore al valore ottenuto dalla seguente relazione:

La probabilità degli alberi a manovelle di resistere a solleci- R S ,MIN ⋅ d S


h MIN = -----------------------
-
tazioni a fatica corrispondenti a valori della resistenza a EW

258 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, App 1

7.3 Valore massimo ammissibile dell’interfe- 8 Condizioni d’accettabilità


renza
8.1
7.3.1 Il valore massimo ammissibile dell’interferenza deve
8.1.1 Ai fini dell’accettazione del dimensionamento pro-
essere non superiore al valore hMAX, in mm, calcolato con la posto dell’albero a manovelle, le tensioni alterne ideali cal-
seguente formula: colate in corrispondenza di entrambe le zone di raccordo
tra maschetta e perno di manovella e tra maschetta e perno
R S ,MIN ⋅ d S 0 ,8d S di banco, devono risultare tali da soddisfare le seguenti
h MAX = -----------------------
- + --------------
EW 1000 condizioni:
σ' F ,ALL
La suddetta limitazione del valore massimo dell’interfe- - ≥ 1 ,15
Q 1 = -------------
σ' E
renza è intesa a ridurre la tensione media indotta dal forza-
mento in corrispondenza della zona del raccordo tra σ″ F ,ALL
Q 2 = ------------------- ≥ 1 ,15
maschetta e perno. σ″ E

Regolamenti RINA 2005 259


Parte C, Cap 1, App 2

APPENDICE 2 MOTORI DIESEL AD ALIMENTAZIONE MISTA

1 Generalità delle valvole di sicurezza deve essere determinata conside-


rando possibili esplosioni dovute a perdite di gas.

1.1 Applicabilità 2.1.2 Se è adoperato come motore DF un motore a stan-


tuffi tuffanti, il carter deve essere protetto come segue:
1.1.1 La presente Appendice si applica ai motori diesel ad a) deve essere prevista ventilazione sufficiente ad impedire
alimentazione mista (da qui in poi indicati con le parole l’accumulo di gas trafilato; lo scarico di tale ventila-
motori DF), che possono utilizzare sia combustibile liquido zione deve essere portato in una zona sicura all’aperto
che gas metano iniettato ad alta pressione (cioè motori attraverso un dispositivo tagliafiamma;
sistemati su navi gasiere che impiegano il gas evaporato dal
carico (boil off) come combustibile). b) con dispositivi per la rivelazione di gas o dispositivi
equivalenti.
Per quanto possibile si applicano le prescrizioni contenute
nelle Sez 2, Sez 10 e nella Parte E, Cap 9, Sez 16.
2.2 Protezione negli spazi sotto agli stan-
L’accettazione di motori ad alimentazione mista alimentati tuffi dei motori con testa a croce
con gas a bassa pressione sarà considerata caso per caso.
2.2.1 Dispostivi per la rivelazione di gas o dispositivi
equivalenti devono essere previsti per gli spazi sotto agli
1.2 Documentazione da inviare
stantuffi dei motori con testa a croce.
1.2.1 In aggiunta alla documentazione richiesta nella
Sez 2, [1.2] devono essere inviati: 2.3 Impianti di immissione e scarico
dell’aria dei motori DF
• un’analisi di guasto e conseguenza (FMEA) che esamini
tutti i guasti passibili che possano influenzare il pro- 2.3.1 Devono essere sistemate valvole di sicurezza contro
cesso di combustione (vedere [2.6.1]) le esplosioni o altri appropriati sistemi di protezione contro
• disegni e specifiche relative all’impianto d’alimenta- le esplosioni in corrispondenza dei collettori di scarico,
zione del gas al motore DF. lavaggio ed immissione dell’aria.

2.3.2 I tubi dei gas di scarico dei motori DF non devono


1.3 Modalità di funzionamento essere collegati ai tubi dei gas di scarico di altri motori o
altri impianti.
1.3.1 I motori DF devono adoperare un’iniezione pilota di
combustibile liquido per l’accensione del gas e devono
2.4 Tubolatura dell’aria d’avviamento
avere la possibilità di passare con immediatezza dall’ali-
mentazione a gas all’alimentazione a combustibile liquido. 2.4.1 I branchetti della tubolatura d’aria d’avviamento che
portano ad ogni cilindro devono essere muniti di efficaci
1.3.2 Per avviare i motori DF deve essere utilizzato sola- dispositivi tagliafiamma.
mente combustibile liquido.

1.3.3 In linea di principio, deve essere adoperato sola-


2.5 Alimentazione di combustibile gassoso
mente solamente combustibile liquido quando il funziona- ai motori DF
mento del motore DF non è stabile e/o durante le
2.5.1 Le tubolature del gas d’alimentazione devono essere
operazioni di manovra e in porto.
contenute entro tubi o condotte di protezione come richie-
sto in Parte E, Cap 9, Sez 16.
1.3.4 In caso di interruzione dell’alimentazione di gas, il
motore DF deve poter funzionare ininterrottamente sola- I tubi o le condotte di protezione devono estendersi per
mente con combustibile liquido. tutta la lunghezza della tubolatura del gas fino alle valvole
d’iniezione del combustibile.

2 Progetto, comandi e controlli 2.6 Controllo della combustione

2.1 Protezione del carter 2.6.1 I particolari del sistema di controlli richiesto ver-
ranno determinati sulla base dei risultati dell’analisi del
2.1.1 In corrispondenza di ciascuna manovella devono guasto e delle sue conseguenze richiesta in [1.2.1]. Tuttavia
essere sistemate valvole di sicurezza per la protezione del può essere adoperata come guida la Tab 1.
carter . La costruzione e la pressione di funzionamento

260 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, App 2

Tabella 1 : Guida per il controllo della combustione 2.7 Arresti d’emergenza


Blocco automa- 2.7.1 L’alimentazione del gas deve essere bloccata prima
Condizione di gua-
Allarme (1) tico delle valvole che la concentrazione del gas rilevata dai rivelatori del gas
sto
del gas (1) (2) nel locale macchine richiesti in 16.2.2 del “International
Guasto della val- X X Code for the Construction and Equipment of Ships Carrying
vola pilota del com- Liquefied Gases in Bulk (IGC Code)” raggiunga il 60% del
bustibile liquido e limite inferiore d’infiammabilità.
della valvola di
comando
dell’impianto del
gas
Temperatura dei gas H
di scarico all’uscita
da ogni cilindro
Deviazione della H (valore positivo H (valore nega-
temperatura dei gas o negativo) tivo)
di scarico dalla
media
Pressione nel cilin- X X
dro o mancata
accensione di cia-
scun cilindro
(1) X= controllo richiesto; L=valore basso; H= valore alto.
(2) E’ raccomandato che anche la valvola principale del
gas sia chiusa.

Regolamenti RINA 2005 261


Parte C, Cap 1, App 3

APPENDICE 3 TUBI IN PLASTICA

1 Generalità pressione di taratura di qualsiasi valvola di sicurezza o


dispositivo di limitazione della pressione dell’impianto, se
sistemati.
1.1 Applicabilità
1.3.7 Resistenza al fuoco
1.1.1 Le presenti prescrizioni sono applicabili a tutti gli
impianti di tubolature che hanno parti costruite con plastica La resistenza al fuoco è la capacità della tubolatura di man-
rigida. tenere la capacità di adempiere alla funzione cui essa è
destinata (cioè di mantenere la propria robustezza ed inte-
grità) per un periodo di tempo prefissato mentre è esposta al
1.2 Uso dei tubi in plastica
fuoco.
1.2.1 La plastica può essere adoperata negli impianti di
tubolature in accordo con le disposizioni in Sez 10, [2.1.3], 2 Progetto degli impianti di tubolature
secondo le prescrizioni seguenti.
in plastica
1.2.2 I tubi in plastica devono essere di tipo approvato
dalla Società. 2.1 Generalità

1.3 Definizioni 2.1.1 Specifica

Deve essere inviata la specifica della tubolatura in plastica


1.3.1 Plastica
in accordo con le prescrizioni in Sez 10, [1.2.2]. Essa deve
Il termine "plastica" si riferisce a materiali termoplastici essere redatta secondo un'unificazione nazionale od inter-
come pure a materiali plastici termoindurenti, sia rinforzati nazionale riconosciuta e deve essere approvata dalla
sia non rinforzati, quali PVC e plastica rinforzata con fibra Società e deve soddisfare le ulteriori norme di prestazione
(FRP). riportate qui di seguito.

1.3.2 Impianti di tubolature 2.1.2 Marcatura


Gli impianti di tubolature comprendono i tubi, gli acces- I tubi in plastica ed i loro accessori devono avere una marca
sori, i giunti dell'impianto e tutte le camicie, le coperture e i
d’identificazione permanente comprendente:
rivestimenti interni o esterni richiesti per soddisfare i requi-
siti di impiego. • i limiti di pressione,

1.3.3 Giunti • l’indicazione della normativa di progetto secondo la


quale il tubo od accessorio è fabbricato,
I giunti comprendono tutti i dispositivi e metodi di unione
dei tubi, quali collegamento con adesivo, laminazione, sal- • il materiale di cui il tubo o l’accessorio sono costituiti.
datura, ecc.

1.3.4 Accessori
2.2 Robustezza

Gli accessori comprendono le curve, i gomiti, i branchetti 2.2.1 Generalità


saldati, ecc. di materiale plastico.
a) La tubolatura deve avere una resistenza sufficiente a
1.3.5 Pressione nominale sopportare le più severe condizioni simultanee di pres-
sione, temperatura, il peso della tubolatura stessa e
La pressione nominale è la pressione di esercizio massima
ammissibile da determinarsi secondo le prescrizioni di cui qualsiasi carico statico e dinamico imposto dal progetto
in [2.2.2]. o dall'ambiente circostante.

b) La massima pressione d’esercizio ammissibile deve


1.3.6 Pressione di progetto essere specificata avendo riguardo alla massima tempe-
La pressione di progetto è la massima pressione di esercizio ratura di esercizio possibile secondo le raccomanda-
prevista nelle condizioni di funzionamento o la più alta zioni del Fabbricante.

262 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, App 3

2.2.2 Pressione ammissibile 2.2.4 Resistenza assiale


Le tubolature devono essere progettate per una pressione a) La somma delle tensioni longitudinali dovute alla pres-
nominale determinata con le condizioni seguenti: sione, al peso e ad altri carichi non deve superare la
a) Pressione interna tensione ammissibile in direzione longitudinale.
La pressione interna nominale non deve essere supe- b) Nel caso di tubi in plastica rinforzata con fibre la
riore al minore fra: somma delle tensioni longitudinali non deve superare
• Psth/4 metà della tensione circonferenziale nominale dovuta
alla pressione interna nominale (vedere [2.2.2]).
• Plth/2,5
essendo: 2.2.5 Resistenza all’urto
Psth : Pressione di rottura durante la prova idrosta- I tubi e i giunti in plastica devono avere una minima resi-
tica a breve termine, in MPa, stenza all'urto secondo una normativa nazionale od inter-
Plth : Pressione di rottura durante la prova idrosta- nazionale riconosciuta.
tica a lungo termine (>100 000 ore), in MPa.
b) Pressione esterna (da considerare per installazioni sog- 2.3 Prescrizioni dipendenti dal servizio e/o
gette a condizioni di vuoto all’interno del tubo o ad un dalla posizione
battente di liquido agente al di fuori del tubo)
2.3.1 Resistenza al fuoco
La pressione esterna nominale non deve essere supe-
Le prescrizioni per la resistenza al fuoco dei tubi in plastica
riore a Pcol/3, essendo:
e degli accessori relativi sono indicate in Tab 1 per i vari
Pcol : Pressione di collasso impianti e posizioni nelle quali i tubi sono impiegati.
Nota 1: La pressione esterna è la somma del vuoto all’interno del
Tali prescrizioni sono:
tubo e del battente statico al di fuori del tubo.
• Quando indicato “L1” in Tab 1, deve essere eseguita
c) La pressione di collasso non deve essere inferiore a 0,3
una prova di resistenza al fuoco di 60 min in condizioni
MPa.
asciutte, in accordo con quanto prescritto nell’Appen-
2.2.3 Temperatura ammissibile dice 1 della Risoluzione IMO A.753(18),
a) In genere i tubi in plastica non devono essere adoperati • Quando indicato “L2” in Tab 1, deve essere eseguita
per convogliare fluidi con temperatura al di sopra di una prova di resistenza al fuoco di 30 min in condizioni
60 °C o al di sotto di 0 °C, a meno che non sia fornita asciutte, in accordo con quanto prescritto nell’Appen-
alla Società una giustificazione soddisfacente. dice 1 della Risoluzione IMO A.753(18),
b) Il campo delle temperature d’esercizio ammissibili • Quando indicato “L3” in Tab 1, deve essere eseguita
dipende dalla pressione d’esercizio e deve essere in una prova di resistenza al fuoco di 30 min in condizioni
accordo con le raccomandazioni del Fabbricante. umide, in accordo con quanto prescritto nell’Appendice
1 della Risoluzione IMO A.753(18),
c) La massima temperatura di esercizio deve essere come
minimo inferiore di 20 °C alla minima temperatura di • Quando indicato “0” in Tab 1, non è richiesta alcuna
deformazione del materiale del tubo per effetto del prova di resistenza al fuoco,
calore (determinata secondo l'ISO 75 metodo A, o equi- • Quando indicato “X” in Tab 1, deve essere adoperato
valente). un materiale metallico avente punto di fusione supe-
riore a 925 °C
d) La minima temperatura di deformazione per effetto del
calore non deve essere inferiore a 80 °C. Nota 1: “NA” significa “non applicabile”.

Regolamenti RINA 2005 263


Parte C, Cap 1, App 3

Tabella 1 : Resistenza al fuoco delle tubolature

POSIZIONE
Inter-
Altri capedi-
Locali Locali Altre Casse Locali di
locali Ci- ni, spazi
mac- per le Stive stive com- Cisterne alloggio e Ponti
TUBOLATURA mac- sterne vuoti,
chine di pompe di navi per busti- di di servizi e sco-
chine e del gallerie
catego- del Ro/ro carichi bile zavorra stazioni di perti
locali carico tubi e
ria A carico (14) secchi liquido (18) comando (21)
pompe (16) con-
(11) (13) (15) (17) (20)
(12) dotte
(19)
CARICO (CARICHI INFIAMMABILI CON PUNTO D’INFIAMMABILITA’ ≤ 60 °C)
Tubolature del NA NA L1 NA NA 0 NA 0 0 NA L1
carico (10) (2)
Tubolature di NA NA L1 NA NA 0 NA 0 0 NA L1
lavaggio col (10) (2)
crudo
Tubolature di NA NA NA NA NA 0 NA 0 0 NA X
sfogo gas (10)
GAS INERTE
Tubolature di NA NA 0 NA NA 0 0 0 0 NA 0
scarico dal (1) (1) (1) (1) (1)
dispositivo di
tenuta ad
acqua
Tubolatura di 0 0 NA NA NA NA NA 0 0 NA 0
scarico dalla (1) (1) (1) (1)
torre di lavag-
gio
Collettore 0 0 L1 NA NA NA NA NA 0 NA L1 (6)
Tubolature di NA NA L1 NA NA 0 NA NA 0 NA L1
distribu-zione (2)
LIQUIDI INFIAMMABILI (PUNTO D’INFIAMMABILITA’ > 60 °C)
Tubolature del X X L1 X X NA 0 0 0 NA L1
carico (3) (10)
Combustibile X X L1 X X NA 0 0 0 L1 L1
liquido (3)
Olio lubrifi- X X L1 X X NA NA NA 0 L1 L1
cante
Olio per X X L1 X X 0 0 0 0 L1 L1
impianti ole-
odi-namici
ACQUA DI MARE (1)
Collettori e L1 L1 L1 X X NA 0 0 0 NA L1
branchetti di (7) (7)
sentina
Collettore L1 L1 L1 X NA NA NA 0 0 X L1
incendio e
acqua spruz-
zata
Impianto a L1 L1 L1 NA NA NA NA NA 0 L1 L1
schiuma
Impianto L1 L1 L3 X NA NA NA 0 0 L3 L3
sprinkler
Zavorra L3 L3 L3 L3 X 0 (10) 0 0 0 L2 L2

264 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, App 3

POSIZIONE
Inter-
Altri capedi-
Locali Locali Altre Casse Locali di
locali Ci- ni, spazi
mac- per le Stive stive com- Cisterne alloggio e Ponti
TUBOLATURA mac- sterne vuoti,
chine di pompe di navi per busti- di di servizi e sco-
chine e del gallerie
catego- del Ro/ro carichi bile zavorra stazioni di perti
locali carico tubi e
ria A carico (14) secchi liquido (18) comando (21)
pompe (16) con-
(11) (13) (15) (17) (20)
(12) dotte
(19)
Acqua di raf- L3 L3 NA NA NA NA NA 0 0 NA L2
fred-damento,
servizi essen-
ziali
Servizi pulizia NA NA L3 NA NA 0 NA 0 0 NA L3
cisterne. mac- (2)
chi-nette fisse
Impianti non 0 0 0 0 0 NA 0 0 0 0 0
essenziali
ACQUA DOLCE
Acqua di raf- L3 L3 NA NA NA NA 0 0 0 L3 L3
fred-damento,
servizi essen-
ziali
Ritorno della L3 L3 L3 0 0 NA NA NA 0 0 0
condensa
Servizi non 0 0 0 0 0 NA 0 0 0 0 0
essenziali
SANITARI, SCARICHI, OMBRINALI
Scarichi dal L1 L1 NA L1 0 NA 0 0 0 0 0
ponte (interni) (4) (4) (4)
Scarichi sani- 0 0 NA 0 0 NA 0 0 0 0 0
tari (interni)
Ombrinali e 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0
scarichi (fuori (1) (1) (1) (1) (1) (1)
bordo) (8) (8) (8) (8) (8) (8)
SONDE, SFOGHI D’ARIA
Casse acqua, 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0
spazi asciutti (10)
Casse combu- X X X X X X 0 0 0 X X
stibile liquido (3) (10)
ed olio lubrifi-
cante (punto
d’infiam-mabi-
lità >60°C)
VARIE
Aria di L1 L1 L1 L1 L1 NA 0 0 0 L1 L1
comando (5) (5) (5) (5) (5) (5) (5)
Aria di servi- 0 0 0 0 0 NA 0 0 0 0 0
zio non essen-
ziale
Salamoia 0 0 NA 0 0 NA NA NA 0 0 0

Regolamenti RINA 2005 265


Parte C, Cap 1, App 3

POSIZIONE
Inter-
Altri capedi-
Locali Locali Altre Casse Locali di
locali Ci- ni, spazi
mac- per le Stive stive com- Cisterne alloggio e Ponti
TUBOLATURA mac- sterne vuoti,
chine di pompe di navi per busti- di di servizi e sco-
chine e del gallerie
catego- del Ro/ro carichi bile zavorra stazioni di perti
locali carico tubi e
ria A carico (14) secchi liquido (18) comando (21)
pompe (16) con-
(11) (13) (15) (17) (20)
(12) dotte
(19)
Vapore ausilia- L2 L2 0 0 0 0 0 0 0 0 0
rio a bassa (9) (9) (9) (9) (9)
pressione (≤
0,7 MPa)
(1) Qualora vengano impiegate tubolature non metalliche, devono essere previste valvole comandate a distanza sistemate a murata
(la valvola deve essere comandata da uno spazio esterno).
(2) Devono essere previste sulle cisterne del carico valvole con chiusura a distanza.
(3) Qualora le cisterne del carico contengano liquidi infiammabili con punto d’infiammabilità > 60 °C, “0” può sostituire “NA” o
“X”.
(4) Per gli scarichi che servono solo lo spazio interessato, “0” può sostituire “L1”.
(5) Qualora le norme non richiedano funzioni di comando, “0” può sostituire “L1”.
(6) Per tubi tra il locale macchine e il dispositivo di tenuta ad acqua sul ponte, “0” può sostituire “L1”.
(7) Per navi da passeggeri, “X” deve sostituire “L1”.
(8) Gli ombrinali che servono ponti scoperti nelle posizioni 1 e 2, come definiti in Parte B, Cap 1, Sez 2, devono essere sempre
contraddistinti con "X", a meno che essi non siano muniti, all'estremità superiore, di mezzi di chiusura che possano essere
comandati da una posizione al di sopra del ponte di bordo libero, al fine di prevenire l'allagamento degli spazi sottostanti.
(9) Per i servizi essenziali, quali il riscaldamento delle casse combustibile liquido e il fischio della nave, “X” deve sostituire “0”.
(10) Nelle navi cisterna per le quali è richiesto che esse soddisfino le prescrizioni in Parte E, Cap 7, Sez 4, [2.1.3], “NA” deve sosti-
tuire “0”.
(11) I locali macchine di categoria A sono definiti in Sez 1, [1.4.1].
(12) Locali, diversi da locali macchine di categoria A e locali pompe del carico, contenenti macchinari di propulsione, caldaie, mac-
chine a vapore e a combustione interna, generatori e macchine elettriche importanti, pompe, stazioni di imbarco combustibile
liquido e/o olio lubrificante, macchinari per la refrigerazione, stabilizzazione, ventilazione e condizionamento, nonché locali
similari e relativi cofani d'accesso.
(13) Locali contenenti pompe del carico e relativi ingressi e cofani d'accesso.
(14) Locali da carico Ro-Ro e locali di categoria speciale come definiti in Cap 4, Sez 1, [3].
(15) Tutti gli spazi diversi da stive da carico Ro-Ro utilizzati per carichi diversi da carichi liquidi e relativi cofani d'accesso
(16) Tutti gli spazi utilizzati per carichi liquidi e relativi cofani d'accesso.
(17) Tutti gli spazi utilizzati per il combustibile liquido (escluse le cisterne del carico) e relativi cofani d'accesso.
(18) Tutti gli spazi utilizzati per acqua di zavorra e relativi cofani d'accesso.
(19) lntercapedini e spazi vuoti compresi tra due paratie separanti due compartimenti adiacenti.
(20) Locali alloggio, locali di servizio e stazioni di comando come definiti in Cap 4, Sez 1, [3].
(21) Spazi di ponti scoperti come definiti in Cap 4, Sez 1, [3].

2.3.2 Propagazione della fiamma le procedure di prova specificate in ASTM D635 o in


altra normativa nazionale equivalente.
a) Tutti i tubi, tranne quelli sistemati su ponti scoperti ed
entro cisterne e casse, intercapedini, gallerie tubi e con- 2.3.3 Rivestimenti antincendio
dotte, devono avere caratteristiche di limitata attitudine
Ove sia necessario un rivestimento dei tubi e degli acces-
a propagare la fiamma e non devono superare i valori di
sori al fine di raggiungere i gradi di resistenza al fuoco
propagazione medi elencati nella Risoluzione IMO
richiesti, si applicano le prescrizioni seguenti:
A.653(16).
• I tubi devono in generale essere forniti dal costruttore
b) Le caratteristiche superficiali di propagazione della con i rivestimenti protettivi già applicati.
fiamma devono essere determinate utilizzando la proce-
dura indicata nella Risoluzione IMO A.653(16) avendo • Le caratteristiche di protezione antincendio del rivesti-
riguardo alle modifiche, dovute alle superfici curve dei mento non devono essere menomate quando esso
tubi, come indicato nell'Appendice 3 della Risoluzione venga esposto ad acqua salata, combustibile liquido,
IMO A.753(18). olio o "slops" di sentina. Deve essere dimostrato che il
rivestimento deve possedere adeguate caratteristiche di
c) Le caratteristiche superficiali di propagazione della resistenza rispetto all'azione dei prodotti con i quali la
fiamma possono essere determinate anche impiegando tubolatura può venire in contatto.

266 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, App 3

• Nel considerare i rivestimenti antincendio si deve tener giunto comporta la necessità di riqualificazione della
conto di caratteristiche, quali la dilatazione termica, la procedura stessa.
resistenza contro le vibrazioni e l’elasticità.
• Il rivestimento protettivo antincendio deve avere una 3 Sistemazione ed installazione dei
sufficiente resistenza all'urto, in modo da mantenere la tubi in plastica
propria integrità.

2.3.4 Conduttività elettrica 3.1 Generalità


a) Le tubolature che convogliano fluidi aventi conduttività
3.1.1 I tubi in plastica ed i loro accessori devono essere
inferiori a 1000 (1pS/m=10-9siemeus/metro), quali pro-
installati secondo le istruzioni del Fabbricante.
dotti raffinati e distillati, devono essere costituite di tubi
elettricamente conduttori.
3.2 Supporti dei tubi
b) Indipendentemente dal fluido che passa entro le tubola-
ture in plastica, tali tubolature quando attraversano una 3.2.1
zona pericolosa devono essere elettricamente condut-
trici. a) La scelta e la distanza dei supporti dei tubi negli
impianti di bordo devono essere stabilite in funzione
c) Ove siano richieste tubolature conduttrici, la resistenza delle tensioni e della freccia massima ammissibili.
dei tubi e degli accessori non deve superare 1 x 105
Ohm/m. b) La scelta e la distanza dei supporti dei tubi deve tener
conto dei dati seguenti:
d) Qualora i tubi e gli accessori non siano conduttori in
• dimensioni dei tubi,
modo omogeneo, devono essere previsti strati condut-
tori opportunamente protetti contro l’eventualità di dan- • proprietà meccaniche e fisiche del materiale dei
neggiamenti da scintille sulle pareti dei tubi. tubi,
• massa del tubo e del fluido in esso contenuto,
2.4 Collegamenti dei tubi ed accessori • pressione esterna,
• temperatura d’esercizio,
2.4.1 Generalità
• effetti della dilatazione termica,
a) La robustezza delle giunzioni non deve essere inferiore
a quella dell’impianto di tubolature su cui sono instal- • carichi dovuti alle forze esterne,
late. • forze di spinta,
b) I tubi e gli accessori possono essere montati usando • colpo d’ariete,
giunzioni collegate con adesivo, saldate, flangiate o altri • vibrazioni,
tipi di collegamento. • accelerazioni massime cui l’impianto può essere
c) Gli adesivi, quando vengono usati per il montaggio dei soggetto.
tubi e gli accessori, devono essere idonei ad offrire una Devono essere anche considerate le combinazioni dei
tenuta permanente tra di essi per tutto il campo di tem- carichi.
peratura e di pressione previste per l'impianto di cui il
c) La distanza fra i supporti non deve essere superiore alla
tubo fa parte.
spaziatura raccomandata dal Fabbricante dei tubi.
d) Il serraggio dei giunti, ove richiesto, deve essere ese-
guito in accordo con le istruzioni del costruttore. 3.2.2 Ciascun supporto deve distribuire in modo uniforme
e) Le procedure adottate per il collegamento dei tubi e il carico del tubo e del suo contenuto su tutta la larghezza
degli accessori devono essere inviate alla Società per del supporto stesso e deve essere progettato in modo da
l’approvazione, prima di cominciare il lavoro. ridurre al minimo il consumo e l'abrasione dei tubi nei
punti in cui essi vengono in contatto con i supporti.

3.2.3 Componenti pesanti dell'impianto di tubolature


2.4.2 Collegamento dei tubi e degli accessori
quali le valvole e i giunti di espansione devono essere sop-
a) Le tecniche di collegamento devono essere inviate alla portati in modo indipendente.
Società per essere qualificate. Esse devono compren-
dere quanto segue:
3.3 Mezzi per la dilatazione
• materiali usati,
• utensili ed attrezzature, 3.3.1 Per ogni tubolatura si devono prevedere mezzi ade-
• prescrizioni per la preparazione dei giunti, guati che tengano conto del movimento relativo tra i tubi in
plastica e la struttura in acciaio, avendo debito riguardo:
• temperatura di presa,
• alla forte differenza tra i coefficienti di dilatazione ter-
• prescrizioni e tolleranze dimensionali,
mica.
• criteri di accettazione per il collaudo del complesso
• alle deformazioni della struttura della nave.
ultimato.
b) Qualsiasi variazione nella procedura di collegamento 3.3.2 Nell'eseguire il calcolo delle dilatazioni termiche,
che influenzi le caratteristiche fisiche e meccaniche del deve essere tenuto conto della temperatura di esercizio

Regolamenti RINA 2005 267


Parte C, Cap 1, App 3

dell'impianto e della temperatura alla quale viene eseguito 3.7.2 Ombrinali e scarichi sanitari
il montaggio. a) Qualora in accordo con le prescrizioni in [2.3.1], sia
permesso l’uso di tubi in plastica per gli scarichi sanitari
3.4 Carichi esterni ed ombrinali collegati al fasciame, la loro estremità
superiore dovrà essere munita di dispositivi di chiusura
3.4.1 Bisogna prevedere dei margini di dimensionamento azionabili da una posizione al di sopra del ponte di
per carichi concentrati occasionali, dove questi si verifi- bordo libero per impedire l’allagamento degli spazi sot-
chino durante l'installazione dei tubi. Tali margini, per tubi tostanti. Vedere note (1) e (8) in Tab 1.
aventi diametro esterno nominale maggiore di 100 mm, b) Le valvole di scarico devono essere munite di comando
devono tener conto almeno della forza esercitata dal carico a distanza azionabile da uno spazio diverso da quello
di una persona (100 kg) in corrispondenza della mezzeria considerato.
di ogni tubo.

3.4.2 I tubi devono essere protetti contro i danneggiamenti 3.8 Applicazione dei rivestimenti antincen-
meccanici ove necessario. dio
3.8.1 I rivestimenti antincendio devono essere applicati ai
3.5 Messa a terra giunti, dove necessario per soddisfare la resistenza al fuoco
come detto in [2.3.3], dopo aver effettuato la prova di pres-
3.5.1 Qualora in accordo con le prescrizioni in [2.3.4], sia satura idrostatica dell'impianto di tubolature.
richiesto che i tubi siano elettricamente conduttori, la resi-
stenza da terra ad ogni punto della tubolatura non deve 3.8.2 I rivestimenti antincendio devono essere applicati
superare 1 x 106 ohm. secondo le raccomandazioni del costruttore, utilizzando
una procedura approvata per ciascun caso.
3.5.2 Se previsto, i cavi per la messa a terra devono essere
accessibili per l’ispezione.
4 Certificazione, ispezione e prove dei
3.6 Passaggi attraverso divisioni taglia-
tubi in plastica
fuoco e ponti e paratie stagni
4.1 Certificazione
3.6.1 Qualora siano previsti passaggi di tubi in plastica
4.1.1 Approvazione di tipo
attraverso divisioni di classe "A" o "B", devono essere realiz-
zate sistemazioni atte a garantire che la resistenza al fuoco I tubi in plastica ed i loro accessori devono essere di un tipo
delle predette divisioni non venga menomata. Tali sistema- approvato dalla Società per il loro impiego. A tale scopo
zioni devono essere provate secondo le "Recommendations devono essere eseguite le prove sui materiali richieste in
for fire test procedures for "A", "B" and "F" bulkheads" (Rac- [4.1.2], e, se applicabile, devono essere effettuate le prove
comandazioni per le procedure di prova del fuoco per para- per la qualifica del giunto descritte in [4.1.3].
tie di classe "A", "B" ed "F") (Risoluzione dell'IMO
4.1.2 Prove sui materiali (1/7/2001)
A.754(18), come emendata).
a) Le prove devono essere effettuate secondo procedimenti
3.6.2 Qualora tubi in plastica passino attraverso paratie o approvati dalla Società per determinare le caratteristi-
ponti stagni deve essere assicurata l'integrità della tenuta che seguenti per ciascun tipo di tubo e accessorio:
stagna della paratia o del ponte. Se la paratia o il ponte • resistenza di progetto a breve e lungo termine,
costituisce anche una divisione tagliafuoco e la distruzione • collasso,
da parte di un incendio dei tubi in plastica può causare
• resilienza,
l'ingresso di liquidi dalle cisterne, deve essere sistemata
sulla paratia o sul ponte una valvola d'intercettazione • resistenza al fuoco,
metallica che possa essere comandata dal di sopra del • caratteristiche di limitata attitudine alla propaga-
ponte di bordo libero. zione della fiamma,
• resistenza elettrica (per tubi elettricamente condut-
3.7 Impianti collegati a scafo tori).
Per le prove di cui sopra devono essere scelti campioni
3.7.1 Impianti di sentina e d’acqua di mare rappresentativi dei tubi e degli accessori a soddisfazione
a) Quando in accordo con le prescrizioni in [2.3.1], tubi della Società.
in plastica sono permessi negli impianti di sentina e di Per casi particolari, a discrezione dell'Istiotuto, le prove
acqua di mare, le valvole a fasciame richieste in Sez 10, richieste saranno oggetto di particolare considerazione
[2.8] e, se sistemati, i branchetti di collegamento a caso per caso.
fasciame devono essere costruiti in materiale metallico
b) Il carico unitario di rottura per trazione dei tubi deve
in accordo con le prescrizioni in Sez 10, [2.1].
essere determinato mediante prove idrostatiche su cam-
b) Le valvole a fasciame devono essere munie di comando pioni di tubi, sottoposti ad un aumento di pressione fino
a distanza azionabile dal di fuori del locale considerato. alla rottura ad un tasso d'aumento tale che la rottura si
Vedere nota (1) della Tab 1. verifichi in non meno di 5 minuti. Tale prova deve

268 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, App 3

essere eseguita alle seguenti condizioni standard: pres- la massima dimensione da collegare è di diametro
sione atmosferica uguale a 100 kPa, umidità relativa esterno nominale superiore a 200 mm.
30%, temperatura del fluido convogliato e ambientale
298 K (25 °C). 4.2 Prove in officina
c) In alternativa, le pressioni idrostatiche di rottura e di 4.2.1 Ogni tubo ed accessorio deve essere provato dal
collasso possono essere determinate mediante una Fabbricante ad una pressione idrostatica non inferiore a 1,5
combinazione di prove e calcoli, soggetta all'accetta- volte la pressione nominale.
zione della Società.
4.2.2 Il Fabbricante deve avere un sistema di garanzia
d) Dopo la prova di resilienza, il campione deve essere della qualità in conformità con la normativa ISO serie 9000
sottoposto a pressione idrostatica uguale a 2,5 volte la o normativa equivalente. Il sistema di garanzia della qualità
pressione di progetto per almeno un'ora. deve possedere gli elementi necessari ad assicurare che i
tubi e gli accessori vengano prodotti con caratteristiche
4.1.3 Prove per la qualifica del giunto meccaniche e fisiche costanti e uniformi.

a) Un prototipo di prova deve essere realizzato secondo la 4.2.3 Nel caso in cui il Fabbricante non possieda un
procedura di collegamento da qualificare e deve consi- sistema di garanzia della qualità approvato in conformità
stere di almeno un giunto tubo-tubo e di almeno un con l’ISO serie 9000 o normativa equivalente, i tubi e gli
giunto tubo-accessorio. accessori devono essere collaudati in conformità con le
presenti prescrizioni, a soddisfazione del Tecnico, per cia-
b) Quando il prototipo di prova ha fatto presa, esso deve scun lotto di tubi.
essere sottoposto ad una pressione di prova idrostatica
eguale a 2,5 volte la pressione di calcolo del complesso 4.3 Prove dopo l’installazione a bordo
di prova, durante un periodo non inferiore ad un'ora
senza che si verifichino perdite o separazione dei giunti. 4.3.1 Prove idrostatiche
La prova deve essere condotta in modo tale che il a) Le tubolature per gli impianti essenziali devono essere
giunto venga caricato sia in direzione circonferenziale sottoposte a prova idrostatica ad una pressione non infe-
sia in direzione longitudinale. riore al maggiore fra 1,5 volte la pressione di calcolo e
0,4 MPa.
c) La scelta dei tubi impiegati per il prototipo di prova
deve essere come segue: b) Le tubolature per servizi non essenziali devono essere
sottoposte a prova di tenuta nelle condizioni operative
• quella del tubo più grande da collegare, quando la normali.
massima dimensione prevista è uguale o inferiore a
200 mm di diametro esterno nominale. 4.3.2 Prova di messa a terra
Per le tubolature che devono essere elettricamente condut-
• 200 mm oppure il 25% della dimensione della tubo- trici, deve essere controllata la messa a terra ed eseguite
latura più grande da collegare, se maggiore, quando prove di resistenza a campione.

Regolamenti RINA 2005 269


Parte C, Cap 1, App 4

APPENDICE 4 CASSE INDIPENDENTI PER IL COMBUSTIBILE


LIQUIDO

1 Generalità 1.3.2 Rinforzi


Per i rinforzi sono adoperati i simboli e le unità di misura
1.1 Applicabilità seguenti:
b : Larghezza della striscia di lamiera sopportata
1.1.1
dal rinforzo, in m,
a) Le prescrizioni della presente Appendice si applicano a w : Modulo di resistenza del rinforzo, in cm3.
casse e depositi del combustibile liquido che non for-
mano parte integrante della struttura della nave.
2 Progetto e sistemazione delle casse
b) Le prescrizioni relative ai dimensionamenti si applicano
solo a casse in acciaio. Formeranno oggetto di conside-
razione speciale i dimensionamenti delle casse non 2.1 Materiali
costruite in acciaio.
2.1.1 Generalità
Le casse indipendenti per il combustibile liquido devono
1.2 Documenti da inviare essere costruite in acciaio eccetto quando altrimenti per-
messo in [2.1.2].
1.2.1 Devono essere inviati i disegni costruttivi delle
casse. Tali disegni devono indicare l’altezza dei rigurgiti e 2.1.2 Uso di materiali diversi dall’acciaio
sfoghi d’aria al di sopra della cassa.
a) Per navi di stazza lorda inferiore a 100 ton le casse
indipendenti per il combustibile liquido possono essere
1.3 Simboli e unità di misura costruite in:
• leghe d’alluminio o materiali equivalenti, purché le
1.3.1 Casse
casse siano sistemate al di fuori dei locali dei mac-
Il significato dei simboli adoperati per le casse è indicato in
chinari di propulsione, o, qualora siano sistemate in
Fig 1.
tali locali, siano coilbentate secondo lo standard di
Classe A-60,
Figura 1 : Simboli adoperati per le casse
• plastica rinforzata con fibra di vetro (PRFV), purché:
• il volume totale delle casse sistemate nello
h

stesso locale non sia superiore a 4,5 m3, e


• le proprietà della PRVF compresa la resistenza al
fuoco soddisfino le prescrizioni relative in
H

b App 3.
b

b) Per navi aventi stazza lorda uguale o superiore a 100


ton, l’uso di leghe d’alluminio o PRVF per le casse indi-
pendenti per il combustibile liquido formerà oggetto di
l

considerazione particolare.

l L 2.2 Dimensionamenti delle casse d’acciaio


L : Lato maggiore dell’elemento di lamiera consi- 2.2.1 Generalità
derato, in m, a) Saranno oggetto di considerazione particolare i dimen-
l : Lato minore dell’elemento di lamiera conside- sionamenti delle casse le cui dimensioni siano al di
rato, in m, fuori del campo coperto dalle presenti norme.
H : Altezza, in m, del rigurgito o sfogo d’aria dal b) I dimensionamenti delle casse devono essere calcolati
lembo inferiore dell’elemento di lamiera consi- assumendo un’altezza minima h del rigurgito o sfogo
derato, d’aria al di sopra della cassa di:
h : Altezza, in m, del rigurgito o sfogo d’aria al di • 3,60 m per combustibili con un punto d’infiamma-
sopra della cassa, soggetta al minimo di: bilità al di sotto di 60 °C,
• 3,60 m per combustibili liquidi con punto di • 2,40 m negli altri casi.
infiammabilità inferiore a 60 °C, c) Tutte le casse con elemeti di lamiera aventi una lun-
• 2,40 m negli altri casi. ghezza superiore a 2,5 m devono essere rinforzate.

270 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, App 4

2.2.2 Spessore delle lamiere • Tab 3 per i rinforzi orizzontali,


Lo spessore delle lamiere non deve essere inferiore al valore per i diversi tipi di collegamento indicati in Fig 2.
dato in Tab 1 per i vari valori di l, L/l e H. Tuttavia lo spes-
sore delle lamiere non deve essere inferiore a 5 mm per le 2.3 Sistemazione
casse aventi un volume superiore a 1 m3.
2.3.1 Collegamento
Le casse indipendenti devono essere fissate in maniera
2.2.3 Dimensionamenti dei rinforzi sicura alle strutture dello scafo e devono essere sistemate in
a) Questa prescrizione si applica esclusivamente a rinforzi modo tale da permettere l’ispezione delle strutture adia-
completamente verticali od orizzontali e per i diversi centi.
tipi di collegamento indicati in Fig 2. Altri casi forme- 2.3.2 Protezione contro lo stillicidio
ranno oggetto di considerazioni particolari. Quando permesse, le casse indipendenti per il conbustibile
b) Il valore minimo del rapporto w/b richiesto per i rinforzi liquido devono essere sistemate su una ghiotta stagna al
è dato in: combustibile liquido di dimensioni ampie e munita di ido-
neo tubo di drenaggio che scarichi in una cassa di drenag-
• Tab 2 per i rinforzi verticali, gio degli stillicidi di dimensioni adeguate.

Tabella 1 : Spessore delle lamiere (mm)

H (m)
2,4 - 2,7 - 3,0 - 3,3 - 3,6 - 4,0 - 4,4 - 4,8 - 5,2 - 5,8 - 6,4 - 7,0 - 8,0 - 9,0 -
l (m) L/l 2,7 3,0 3,3 3,6 4,0 4,4 4,8 5,2 5,8 6,4 7,0 8,0 9,0 10,0
<2 3,0 3,0 3,0 3,0 3,0 3,0 3,0 3,5 3,5 3,5 4,0 4,0 4,0 4,5
0,40
≥2 3,0 3,0 3,0 3,5 3,5 3,5 4,0 4,0 4,0 4,5 4,5 5,0 5,0 5,5
<2 3,0 3,0 3,0 3,0 3,0 3,5 3,5 3,5 4,0 4,0 4,0 4,5 4,5 5,0
0,45
≥2 3,5 3,5 3,5 4,0 4,0 4,0 4,5 4,5 4,5 5,0 5,0 5,5 6,0 6,0
<2 3,0 3,0 3,5 3,5 3,5 4,5 4,5 5,0 5,0 5,5 5,5 6,0 6,5 7,0
0,50
≥2 3,5 4,0 4,0 4,0 4,5 4,5 4,5 5,0 5,0 5,5 5,5 6,0 6,5 7,0
<2 3,5 3,5 3,5 4,0 4,0 4,0 4,0 4,5 4,5 5,0 5,0 5,5 5,5 6,0
0,55
≥2 4,0 4,5 4,5 4,5 4,5 5,0 5,0 5,5 5,5 6,0 6,0 6,5 7,0 7,5
<2 3,5 4,0 4,0 4,0 4,0 4,5 4,5 4,5 5,0 5,0 5,5 5,5 6,0 6,5
0,60
≥2 4,5 4,5 4,5 5,0 5,0 5,5 5,5 6,0 6,0 6,5 6,5 7,0 7,5 8,0
<2 4,0 4,0 4,0 4,0 4,5 4,5 5,0 5,0 5,5 5,5 6,0 6,0 6,5 7,0
0,65
≥2 4,5 5,0 5,0 5,0 5,5 6,0 6,0 6,5 6,5 7,0 7,5 7,5 8,5 8,5
<2 4,0 4,0 4,5 4,5 5,0 5,0 5,0 5,5 5,5 6,0 6,5 6,5 7,0 7,5
0,70
≥2 5,0 5,0 5,5 5,5 6,0 6,5 6,5 7,0 7,0 7,5 8,0 8,5 9,0 ----
<2 4,5 4,5 5,0 5,0 5,0 5,5 5,5 6,0 6,0 6,5 6,5 7,0 7,5 8,0
0,75
≥2 5,5 5,5 6,0 6,0 6,5 6,5 7,0 7,5 7,5 8,0 8,5 9,0 ---- ----
<2 4,5 5,0 5,0 5,0 5,5 6,0 6,0 6,0 6,5 7,0 7,0 7,5 8,0 8,5
0,80
≥2 5,5 6,0 6,0 6,5 6,5 7,0 7,5 7,5 8,0 8,5 9,0 ---- ---- ----
<2 5,0 5,0 5,5 5,5 5,5 6,0 6,5 6,5 7,0 7,0 7,5 8,0 8,5 9,0
0,85
≥2 6,0 6,5 6,5 7,0 7,0 7,5 8,0 8,0 8,5 9,0 ---- ---- ---- ----
<2 5,0 5,5 5,5 6,0 6,0 6,5 6,5 7,0 7,0 7,5 80 8,5 9,0 ----
0,90
≥2 6,5 6,5 7,0 7,0 7,5 8,0 8,5 8,5 9,0 ---- ---- ---- ---- ----
<2 5,5 5,5 6,0 6,0 6,5 7,0 7,0 7,5 7,5 8,0 8,5 9,0 ---- ----
0,95
≥2 6,5 7,0 7,0 7,5 8,0 8,5 9,0 9,0 ---- ---- ---- ---- ---- ----
<2 5,5 6,0 6,0 6,5 7,0 7,0 7,5 7,5 8,0 8,5 9,0 ---- ---- ----
1,00
≥2 7,0 7,5 7,5 8,0 8,5 8,5 9,0 ---- ---- ---- ---- ---- ---- ----

Regolamenti RINA 2005 271


Parte C, Cap 1, App 4

Figura 2 : Tipi di collegamento delle estremità dei rinforzi


Gruppo I
H Gruppo II

Rinforzo con squadre Rinforzo saldato in


Rinforzo con
in corrispondenza corrispondenza

L
estremità smussate
L

L
delle estremità delle estremità
superiore e inferiore superiore e inferiore

Tabella 2 : Valori del rapporto w/b per rinforzi verticali (cm3/m)

Collega- H, in m (1)
L (m) mento
d’estremità 3,0 3,3 3,6 3,9 4,3 4,6 5,0 5,5 6,0 7,0 8,0 9,0 10,0

0,6 I 5,0 5,5 6,0 6,5 7,5 8,0 9,0 9,5 10,5 11,5 14,0 16,0 18,0
II 8,0 9,0 10,0 11,0 12,0 12,5 13,0 15,0 16,0 19,0 22,0 25,0 28,0
0,8 I 8,5 9,5 10,5 11,5 13,0 14,0 15,0 16,5 18,0 22,0 25,0 28,0 31,5
II 13,0 15,0 16,0 18,0 20,0 21,5 24,0 25,5 28,5 34,0 38,0 43,0 48,0
1,0 I 14,5 16,0 17,5 19,5 21,0 23,0 26,0 28,5 34,0 38,0 43,0 49,0
II 22,0 24,0 27,0 30,0 32,5 36,0 39,0 43,0 51,0 58,0 67,0 75,0
1,2 I 22,5 24,5 28,0 30,0 33,0 37,0 40,5 48,0 55,0 63,0 71,0
II 34,0 30,7 42,5 46,0 50,0 55,0 61,0 73,0 84,0 96,0 107
1,4 I 30,0 32,5 37,0 40,0 44,0 49,0 55,0 65,0 75,0 85,0 96,0
II 45,0 49,0 56,0 61,0 67,0 74,0 82,0 98,0 113 129 144
1,6 I 47,0 53,0 57,0 64,0 71,0 79,0 94,0 110 125 140
II 71,0 80,0 87,0 96,0 107 118 141 165 187
I 58,0 65,0 71,0 79,0 88,0 98,0 117 136 156 175
1,8
II 87,0 98,0 107 118 132 147 176 204
I 78,0 85,0 95,0 107 119 142 166 190
2,0
II 118 129 142 160 178
I 100 112 126 140 170 198
2,2
II 151 168 190
I 124 139 158
2,5
II 187
(1) H deve essere assunto uguale alla distanza tra l’estremità inferiore del rinforzo e l’estremità superiore della cassa, più h.

272 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 1, App 4

Tabella 3 : Valori del rapporto w/b per i rinforzi orizzontali, nonché per i rinforzi del fondo e del cielo della cassa
(cm3/m)

Collega- H, in m (1)
L mento
(m) d’estre- 2,4 2,6 2,8 3,0 3,3 3,6 3,9 4,3 4,6 5,0 5,5 6,0 7,0 8,0 9,0 10,0
mità
0,6 I 4,5 5,0 5,5 6,0 6,5 7,0 7,5 8,5 9,0 10,0 11,0 12,0 13,5 15,0 17,0 19,0
II 7,0 8,0 8,5 9,0 10,0 11,0 11,5 12,5 13,5 15,0 16,0 17,5 21,0 24,0 27,0 30,0
0,8 I 8,0 9,0 9,5 10,0 11,0 12,0 13,0 14,5 15,5 17,0 18,5 20,0 23,5 27,0 30,0 33,5
II 13,0 15,0 15,5 16,5 18,0 19,5 21,5 23,5 25,0 27,0 30,0 34,0 38,0 44,0 49,0 55,0
1,0 I 13,0 15,0 15,5 16,5 18,0 19,5 21,5 23,5 25,0 27,0 30,0 34,0 38,0 44,0 49,0 55,0
II 20,0 22,0 23,5 25,0 28,0 30,0 33,0 36,0 39,0 42,0 46,0 50,0 59,0 67,0 75,0 84,0
1,2 I 18,0 20,0 21,0 22,5 25,0 26,5 29,5 32,5 34,5 37,5 41,5 45,0 52,5 60,0 67,5 75,0
II 28,0 31,0 33,0 35,0 39,0 42,0 46,0 51,0 54,0 59,0 65,0 70,0 82,0 93,0 105 117
1,4 I 26,0 28,0 30,5 32,5 36,0 39,0 42,5 46,5 50,0 54,5 59,5 65,0 76,0 87,0 97,0 108
II 39,0 43,0 45,5 49,0 54,0 58,5 63,5 70,0 75,0 81,0 89,0 97,0 113 130 146 162
1,6 I 36,0 39,0 42,0 45,0 50,0 54,0 59,0 65,0 69,0 75,0 82,0 90,0 105 120 135 150
II 56,0 61,0 66,0 70,0 77,0 84,0 91,0 100 107 117 128 140 163 186
1,8 I 46,0 50,0 54,0 58,0 63,0 69,0 75,0 82,0 88,0 95,0 105 115 134 153 172 191
II 70,0 76,0 82,0 88,0 96,0 105 113 125 134 146 160 175 204
2,0 I 57,0 62,0 67,0 72,0 78,0 85,0 92,0 102 109 118 130 142 166 190
II 87,0 95,0 102 109 120 130 141 155 166 181 198
2,2 I 70,0 76,0 82,0 88,0 96,0 105 113 125 134 145 160 175 204
II 107 116 125 134 147 160 174 192 205
2,5 I 92,0 100 108 115 127 138 150 165 176 191
II 140 152 163 175 192
(1) Per i rinforzi orizzontali, H deve essere misurato dal rinforzo orizzontale immediatamente inferiore a quello considerato.
Per i rinforzi del cielo della cassa, H = h.

Regolamenti RINA 2005 273


Parte C
Macchinari, Impianti e Protezione
contro gli Incendi

Capitolo 2

IMPIANTI ELETTRICI

SEZIONE 1 GENERALITÀ
SEZIONE 2 NORME GENERALI PER LA PROGETTAZIONE
SEZIONE 3 PROGETTAZIONE DELL’IMPIANTO
SEZIONE 4 MACCHINE ELETTRICHE ROTANTI
SEZIONE 5 TRASFORMATORI
SEZIONE 6 CONVERTITORI A SEMICONDUTTORI
SEZIONE 7 BATTERIE DI ACCUMULATORI E DISPOSITIVI DI CARICA
SEZIONE 8 APPARECCHIATURE ASSIEMATE DI PROTEZIONE E DI MANOVRA
(QUADRI)
SEZIONE 9 CAVI
SEZIONE 10 APPARECCHIATURE IN GENERE
SEZIONE 11 UBICAZIONE
SEZIONE 12 INSTALLAZIONE
SEZIONE 13 IMPIANTI IN ALTA TENSIONE
SEZIONE 14 IMPIANTI DI PROPULSIONE ELETTRICA
SEZIONE 15 PROVE AD IMPIANTO COMPLETATO
APPENDICE 1 METODO DI PROVA INDIRETTO PER LE MACCHINE SINCRONE

Regolamenti RINA 2005 275


Parte C, Cap 2, Sez 1

SEZIONE 1 GENERALITÀ

1 Applicabilità ed in quadruplice copia se inviati dal fornitore del macchi-


nario.
1.1 Generalità I documenti da presentare per informazione devono essere
inviati in duplice copia.
1.1.1 Le norme del presente Capitolo si applicano agli In qualsiasi caso, la Società si riserva il diritto di richiedere
impianti elettrici delle navi. In particolare, esse si applicano copie addizionali quando ritenuto necessario.
ai componenti ed impianti elettrici dei:
• servizi essenziali primari 3 Definizioni
• servizi essenziali secondari
• servizi che, per navi specificamente adibite ad impieghi 3.1 Generalità
speciali, occorrono proprio per tali impieghi (e.g.
pompe per il carico su navi cisterna, impianti di refrige- 3.1.1 I termini usati nel presente Capitolo hanno il signifi-
razione del carico, impianti di condizionamento su navi cato attribuito loro dalle “definizioni” convenute nelle
da passeggeri) norme IEC, se non diversamente specificato.
• servizi per l’abitabilità. Valgono inoltre le seguenti definizioni.

Le rimanenti parti degli impianti devono, per progetto ed 3.2 Servizi essenziali
installazione, non comportare rischi né disfunzioni ai ser-
vizi sopra menzionati. 3.2.1 Servizi essenziali sono i servizi che devono funzio-
nare con continuità per mantenere la propulsione, il
1.1.2 La Società si riserva la facoltà di concedere deroghe governo e la sicurezza della nave, e quei servizi che assicu-
in casi particolari quali impianti a tensione inferiore di 50 V rino condizioni minime di comfort e di abitabilità e che, per
o di potenza totale dei generatori inferiore a 50 kW (e per navi specificamente adibite ad impieghi speciali, occorrono
navi classificate per navigazioni limitate). proprio per tali impieghi (e.g. pompe del carico su navi
cisterna, impianto di refrigerazione del carico, impianto di
1.2 Riferimenti ad altri regolamenti e norme condizionamento su navi da passeggeri).

1.2.1 La Società può fare riferimento ad altri regolamenti o 3.3 Servizi essenziali primari
norme quando necessario. Essi includono le pubblicazioni
IEC, in special modo tutta la serie IEC 60092. 3.3.1 Servizi essenziali primari sono quei servizi che
devono funzionare con continuità per mantenere la propul-
1.2.2 Quando richiamate dalla Società, le Pubblicazioni sione ed il governo della nave quali ad esempio:
della International Electrotechnical Commission (IEC) o altri • Organi di governo
standard riconosciuti internazionalmente, sono quelli in
• Pompe per eliche a pale orientabili
vigore alla data di sottoscrizione dell’accordo per la classifi-
cazione della nave. • Soffianti per l’aria di lavaggio, pompe alimento combu-
stibile, pompe raffreddamento polverizzatori, pompe
olio di lubrificazione e pompe acqua di raffreddamento
2 Documentazione da inviare per macchine principali ed ausiliarie e turbine necessa-
rie per la propulsione
2.1 • Ventilatori a tiraggio forzato, pompe acqua alimento,
pompe circolazione ed estrazione condensatore,
2.1.1 Deve essere inviata la documentazione elencata in
impianto dei bruciatori, per impianti a vapore o navi
Tab 1. con turbine a vapore, ed anche per caldaie ausiliarie su
L’elenco dei documenti richiesti è indicativo del complesso navi in cui il vapore viene utilizzato per le apparecchia-
di informazioni che devono essere inviate e non deve ture che alimentano i servizi primari essenziali
essere assunto come un mero elenco di titoli. • Pompe olio di lubrificazione e pompe acqua di raffred-
La Società si riserva il diritto di richiedere l’invio di docu- damento per impianti a propulsione e governo con pro-
mentazione aggiuntiva per progetti non convenzionali o se pulsori azimutali
ritenuto necessario per la valutazione dell’impianto, • Apparecchiature elettriche per gli impianti di propul-
dell’apparecchiatura o del componente. sione elettrica con pompe olio di lubrificazione e
A meno che non sia diversamente concordato con la pompe acqua di raffreddamento
Società, i documenti da presentare all’approvazione • Generatori elettrici e sorgenti di energia associate per
devono essere inviati in triplice copia se inviati dal Cantiere alimentare le suddette apparecchiature

Regolamenti RINA 2005 277


Parte C, Cap 2, Sez 1

• Pompe oleodinamiche di alimentazione delle suddette • Regolatori di velocità dipendenti da energia elettrica per
apparecchiature macchine principali o ausiliarie necessarie per la pro-
pulsione
• Apparecchiature di controllo della viscosità del combu-
stibile Si considera come servizio essenziale primario anche
l’impianto luce principale per quelle parti della nave usual-
• Impianti/dispositivi di comando, controllo e sicurezza mente accessibili ed usate dal personale di bordo e dai pas-
per apparecchiature dei servizi essenziali primari seggeri.

Tabella 1 : Documentazione da inviare (1/7/2004)

N. I/A (1) Documentazione da inviare


1 A Schema unifilare dell’impianto elettrico principale, di emergenza e di illuminazione.
2 A Bilancio elettrico (impianto elettrico principale e di emergenza).
3 A Calcolo delle correnti di corto circuito per ciascun impianto nel quale la somma delle potenze nominali delle sor-
genti di energia che possono essere connesse contemporaneamente alla rete è superiore a 500 kVA (kW).
4 A Tabella dei circuiti comprendente, per ciascun circuito di alimentazione e di distribuzione, le indicazioni relative
alla corrente nominale, al tipo, lunghezza e sezione del cavo, ai dati nominali e di taratura dei dispositivi di prote-
zione e di manovra.
5 A Schema unifilare e funzionale del quadro principale.
6 A Schema unifilare e funzionale del quadro di emergenza.
7 A Schema dei più importanti sottoquadri e dei quadri centralizzati avviatori (oltre 100 kW).
8 A Schema degli impianti di alimentazione e di comando e controllo dei motori di propulsione e dei generatori primi.
9 A Schema degli impianti di alimentazione e di comando e controllo delle eliche direzionali.
10 A Schema degli impianti di alimentazione e di comando e controllo delle eliche a pale orientabili.
11 A Schema dell’impianto di allarme generale di emergenza, dell’impianto di informazione pubblica e di altri impianti
di comunicazione.
12 A Schema del quadro fanali di navigazione.
13 A Schema dell’impianto di arresti a distanza (ventilazione, pompe del combustibile, valvole del combustibile, ecc.).
14 I Distinta per registrare il tipo, l'ubicazione ed il ciclo di manutenzione delle batterie
15 A (2) Selettività e coordinamento della protezione elettrica.
16 A (3) Schema unifilare.
17 A (3) Schemi dell’impianto di comando e della sua alimentazione di potenza.
18 A (3) Impianti di allarme e controllo inclusi:
• elenco degli allarmi e dei punti controllati;
• schema dell’alimentazione.
19 A (3) Impianti di sicurezza inclusi:
• elenco dei parametri controllati per l’impianto di sicurezza;
• schema dell’alimentazione.
20 I (3) Sistemazioni e dettagli delle consolles e dei pannelli di comando propulsione.
21 I (3) Sistemazioni e dettagli dell’accoppiamento elettrico.
22 I (3) Sistemazioni e dettagli dei convertitori di frequenza insieme alla giustificazione delle loro caratteristiche.
23 I (3) Sistemazioni dell’impianto di raffreddamento per il convertitore di frequenza e la custodia del motore.
24 A (3) Programma di prova per convertitori e macchine rotanti con potenza nominale > 3 MW, programma delle prove in
banchina ed in mare.
(1) A: da inviare per approvazione;
I: da inviare per informazione.
(2) Per impianti ad alta tensione.
(3) Per impianti di propulsione elettrica.

278 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 2, Sez 1

3.4 Servizi essenziali secondari 3.6 Impianti a bassa tensione


3.4.1 Servizi essenziali secondari sono quei servizi che 3.6.1 Impianti in corrente alternata a tensione nominale
non è necessario funzionino con continuità per mantenere superiore a 50 V valore efficace ed inferiore o uguale a
la propulsione ed il governo della nave ma che sono neces- 1000 V valore efficace ed impianti in corrente continua con
sari per mantenere la sicurezza della nave quali ad esem- valore istantaneo massimo della tensione in condizioni
pio. nominali di funzionamento superiore a 50 V ed inferiore o
• Verricelli a salpare uguale a 1500 V.
• Pompe di travaso e depurazione combustibile
3.7 Impianti in alta tensione
• Pompe di travaso e depurazione olio lubrificante
• Pre-riscaldamento combustibile 3.7.1 Impianti in corrente alternata a tensione nominale
superiore a 1000 V valore efficace ed impianti in corrente
• Pompe acqua mare
continua con valore istantaneo massimo della tensione in
• Compressori aria avviamento e comando condizioni nominali di funzionamento superiore a 1500 V.
• Pompe di sentina, zavorra e bilanciamento
• Pompe incendio ed altre pompe per mezzi estinzione 3.8 Isolamento fondamentale
incendio
3.8.1 Isolamento applicato a parti sotto tensione per assi-
• Ventilazione locali macchine e caldaie curare la protezione principale contro la scossa elettrica.
• Servizi considerati necessari per mantenere i carichi Nota 1: L’isolamento fondamentale non comprende necessaria-
pericolosi in condizioni di sicurezza mente l’isolamento usato esclusivamente ai fini del funzionamento.
• Fanali di navigazione, ausili alla navigazione
• Apparecchiatura di comunicazione interna di sicurezza 3.9 Isolamento supplementare
• Impianto di rivelazione e allarme incendio 3.9.1 Isolamento indipendente applicato in aggiunta
• Apparecchiature elettriche per impianti di chiusura all’isolamento fondamentale allo scopo di assicurare la pro-
delle porte stagne tezione contro la scossa elettrica in caso di guasto dell’iso-
• Generatori elettrici e sorgenti di energia associate per lamento fondamentale.
alimentare le suddette apparecchiature
• Pompe idrauliche di alimentazione delle suddette appa- 3.10 Doppio isolamento
recchiature 3.10.1 Isolamento che comprende sia l’isolamento fonda-
• Impianti di comando, controllo e sicurezza per il man- mentale sia quello supplementare.
tenimento del carico
• Impianti/dispositivi di comando, controllo e sicurezza 3.11 Isolamento rinforzato
per apparecchiature dei servizi essenziali secondari.
3.11.1 Sistema unico di isolamento applicato a parti sotto
3.4.2 I servizi per l’abitabilità sono quei servizi che tensione, che assicura un grado di protezione contro la
devono funzionare con continuità per mantenere le condi- scossa elettrica equivalente al doppio isolamento.
zioni di comfort minimo della nave per le persone a bordo. Nota 1: L’espressione “sistema unico di isolamento” non implica
Esempi di apparecchiature per mantenere le condizioni di che l’isolante sia un unico pezzo omogeneo. Esso può essere costi-
abitabilità sono i seguenti: tuito da più strati che non possono essere provati singolarmente
come isolamento fondamentale o come isolamento supplementare.
• Cucine
• Riscaldamento 3.12 Messa a massa
• Refrigerazione
3.12.1 E’ la connessione alla massa dello scafo della nave
• Ventilazione meccanica in modo da assicurare in ogni istante la scarica immediata e
• Acqua lavanda e impianti sanitari senza pericoli connessi all’energia elettrica.
• Generatori elettrici e sorgenti di energia associate per
alimentare le suddette apparecchiature. 3.13 Condizione ordinaria di funzionamento e
di abitabilità
3.5 Tensione di sicurezza
3.13.1 E’ una condizione nella quale sono in grado di ope-
3.5.1 Tensione che non eccede 50 V c.a. valore efficace rare e funzionano normalmente la nave nel suo insieme, i
tra i conduttori, o tra qualsiasi conduttore e la massa, in un macchinari, i servizi, i mezzi e gli ausili che assicurano la
circuito isolato rispetto all’alimentazione da mezzi quali un propulsione, la capacità di governare, la navigazione in
trasformatore di sicurezza. condizioni sicure, la sicurezza contro l’incendio e l’allaga-
mento, le comunicazioni e le segnalazioni interne ed
3.5.2 Tensione che non eccede 50 V c.c. tra i conduttori, o esterne, i mezzi di sfuggita ed i verricelli per le imbarcazioni
tra qualsiasi conduttore e la massa, in un circuito isolato da di emergenza, così come il comfort corrispondente alle con-
circuiti a tensione più elevata. dizioni di abitabilità di progetto.

Regolamenti RINA 2005 279


Parte C, Cap 2, Sez 1

3.14 Condizione di emergenza 3.23 Circuito terminale


3.14.1 E’ una condizione nella quale tutti i servizi neces- 3.23.1 Parte della rete che si estende oltre l’ultimo disposi-
sari per assicurare le condizioni ordinarie di funzionamento tivo di protezione richiesto per la protezione contro le
e di abitabilità non sono in grado di operare a causa della sovracorrenti.
mancanza della sorgente principale di energia elettrica.
3.24 Luoghi pericolosi
3.15 Sorgente principale di energia elettrica
3.24.1 Luoghi nei quali vi sono o possono esservi atmo-
3.15.1 E’ una sorgente destinata a fornire energia elettrica
sfere esplosive, per la presenza di vapori, gas, polveri
al quadro principale per la distribuzione dell’energia a tutti i
infiammabili od esplosive in quantità tali da richiedere par-
servizi necessari a mantenere la nave in condizioni ordina-
ticolari precauzioni per la costruzione, l’installazione e
rie di funzionamento e di abitabilità.
l’uso di apparecchiature elettriche.
3.16 Condizione di nave priva di energia 3.24.2 I luoghi pericolosi sono classificati in zone in base
alla probabilità che sia presente un’atmosfera esplosiva ed
3.16.1 E’ la condizione nella quale l’impianto di propul-
alla sua durata.
sione principale, le caldaie e gli ausiliari non sono in fun-
zione a causa della mancanza di energia.
3.24.3 I luoghi pericolosi per atmosfera esplosiva sono
Nota 1: La condizione di nave priva di energia è una condizione classificati nelle seguenti zone:
nella quale tutte le macchine, inclusa la sorgente di energia elet-
trica, sono fuori servizio ed i servizi ausiliari come l’aria com- • Zona 0: luogo dove è presente continuamente o per
pressa, la corrente di avviamento dalle batterie ecc., per portare la lunghi periodi un’atmosfera esplosiva per la presenza di
propulsione principale in funzione e per riavviare la sorgente di gas
energia principale non sono disponibili.
• Zona 1: luogo dove è probabile che sia presente durante
il funzionamento normale un’atmosfera esplosiva per la
3.17 Centrale elettrica principale presenza di gas
3.17.1 E’ lo spazio nel quale viene ubicata la sorgente • Zona 2: luogo dove non è probabile che sia presente
principale di energia elettrica. un’atmosfera esplosiva per la presenza di gas durante il
funzionamento normale o, se ciò avviene, è probabile
3.18 Quadro principale che sia presente solo poco frequentemente e per breve
periodi.
3.18.1 E’ un quadro che è alimentato direttamente dalla
sorgente principale di energia elettrica ed è destinato a
3.25 Apparecchiature certificate di sicurezza
distribuire l’energia elettrica ai servizi della nave.
3.25.1 Le apparecchiature certificate di sicurezza sono
3.19 Quadro di emergenza apparecchiature elettriche per le quali una autorità nazio-
nale od altre autorità competenti abbiamo condotto prove
3.19.1 E’ un quadro che in caso di avaria dell’impianto di
di tipo ed altre prove necessarie per certificarne l’idoneità a
energia elettrica principale è alimentato direttamente dalla
poter funzionare in una atmosfera infiammabile contro il
sorgente di emergenza di energia elettrica o dalla sorgente
pericolo di esplosione.
di emergenza temporanea di energia elettrica ed è destinato
a distribuire l’energia ai servizi di emergenza.
3.26 Categorie ambientali
3.20 Sorgente di emergenza di energia elet-
3.26.1 Le apparecchiature elettriche sono classificate in
trica categorie ambientali, a seconda degli intervalli di tempera-
3.20.1 E’ una sorgente di energia elettrica destinata ad ali- tura, i livelli di vibrazione, la resistenza alle sostanze chimi-
mentare il quadro di emergenza in caso di mancanza di ali- che attive ed all’umidità.
mentazione da parte della sorgente principale di energia L’assegnazione delle categorie ambientali è indicata dal
elettrica. Codice EC in Tab 2.
Il primo numero caratteristico indica l’intervallo di tempera-
3.21 Sottoquadro tura in cui le apparecchiature elettriche funzionano in
modo soddisfacente, come specificato in Tab 3.
3.21.1 Quadro che è alimentato da un altro quadro ed è
destinato a distribuire l’energia elettrica ad altri sottoquadri, Il secondo numero caratteristico indica il livello di vibra-
o a quadri di distribuzione. zioni al quale le apparecchiature elettriche funzionano in
modo soddisfacente, come specificato in Tab 4.
3.22 Quadro di distribuzione
3.26.2 Le prove per la verifica delle lettere addizionali e
3.22.1 Quadro destinato a distribuire l’energia elettrica supplementari e del numero caratteristico delle Categorie
solamente a circuiti terminali. Ambientali sono descritte in Cap 3, Sez 6.

280 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 2, Sez 1

Tabella 2 : Codice EC

Codice Primo numero caratteristico Secondo numero caratteristico Lettera Addizionale Lettera Supplementare
EC (numero da 1 a 4) (numero da 1 a 3) (lettera S) (1) (lettera C) (2)
(1) La lettera addizionale S indica la resistenza alla nebbia salina delle apparecchiature elettriche (ponti esposti, alberi).
(2) La lettera supplementare C indica l’umidità relativa fino all’80% (locali con aria condizionata) nei quali le apparecchiature elet-
triche funzionano soddisfacentemente.

Tabella 3 : Primo numero caratteristico

Primo numero caratteristico Breve descrizione dell’ubicazione Campo di temperatura °C


1 Locali con aria condizionata +5 + 40
2 Locali chiusi +5 + 45
3 All’interno delle consolles o in prossimità dei motori diesel e +5 + 55
simili
4 Ponti esposti, alberi - 25 + 45

Tabella 4 : Secondo numero caratteristico

Secondo numero Breve descrizione dell’ubicazione Campo di frequenza Ampiezza Ampiezza di


caratteristico Hz di spostamento accelerazione
mm g
1 Locali macchine, stazioni di comando e da 2,0 a 13,2 1,0 -
controllo, locali alloggio, ponti esposti, da 13,2 a 100 - 0,7
locali del carico
2 Alberi da 2,0 a 13,2 3 -
da 13,2 a 50 - 2,1
3 Sui compressori d’aria, sui motori diesel e da 2,0 a 25,0 1,6 -
simili da 25,0 a 100 - 4,0

Regolamenti RINA 2005 281


Parte C, Cap 2, Sez 2

SEZIONE 2 NORME GENERALI PER LA PROGETTAZIONE

1 Condizioni ambientali 1.2.3 (1/7/2004)


Ai fini dell'accettazione di una temperatura ambiente infe-
riore a 45 °C, deve essere assicurato che i cavi elettrici, per
1.1 Generalità tutta la loro lunghezza, siano adeguatamente progettati per
la massima temperatura ambiente alla quale essi possono
1.1.1 I componenti elettrici degli impianti devono essere
essere esposti lungo tutta la loro lunghezza.
progettati e costruiti per funzionare in modo soddisfacente
nelle condizioni ambientali di bordo. 1.2.4 (1/7/2004)
Le apparecchiature utilizzate per la refrigerazione e per
In particolare si deve tenere conto delle condizioni indicate
mantenere una temperatura ambiente più bassa devono
nelle Tabelle della presente Sezione.
essere classificate come servizi essenziali secondari.
Nota 1: Le condizioni ambientali sono caratterizzate da:
• un insieme comprendente condizioni climatiche (p.e. tempera- 1.2.5 Per navi classificate per servizio in specifiche zone,
tura e umidità dell’aria ambiente), condizioni biologiche, con- la Società può accettare differenti valori di temperature
dizioni dipendenti da sostanze attive chimicamente (p.e. dell’aria ambiente (per esempio: per navi operanti al di
nebbia salina) o meccanicamente (p.e. polvere o olio) condi- fuori della cintura tropicale, la temperatura massima
zioni meccaniche (p.e. vibrazioni o inclinazioni) e condizioni dell’aria ambiente può essere assunta pari a + 40 °C anzi-
dipendenti da disturbi elettromagnetici, e chè a + 45 °C).
• un altro insieme dipendente principalmente dal luogo di instal-
lazione, dal modo di funzionamento e da condizioni transito- 1.3 Umidità
rie.
1.3.1 Per le navi classificate per servizio senza limitazioni
1.2 Temperatura dell’aria ambiente si assumono i campi di umidità, in relazione alle varie ubi-
cazioni degli impianti, riportate in Tab 2.
1.2.1 Per le navi classificate per servizio senza limitazioni,
si assumono le temperature, in relazione alle varie ubica- Tabella 1 : Temperatura dell’aria ambiente (1/7/2004)
zioni degli impianti, riportate in Tab 1. Ubicazione Campo di temperatura
1.2.2 (1/7/2004) °C
Quando apparecchiature elettriche sono installate entro Locali chiusi +5 + 45
spazi con condizionamento dell'aria ambiente, diversi dai All’interno delle consolles o mon- +5 + 55
locali macchine, la temperatura dell'aria ambiente per la tati su motori a combustione
quale l'apparecchiatura elettrica è idonea può essere ridotta interna e simili
rispetto ai 45 °C e mantenuta ad un valore non inferiore a
Ponti esposti - 25 + 45
35 °C, a condizione che:
• l'apparecchiatura non debba essere usata per servizi di
emergenza e sia ubicata fuori del locale apparato Tabella 2 : Umidità
motore
Ubicazione Umidità
• il controllo della temperatura sia effettuato mediante
In generale 95% a 55°C
almeno due unità di refrigerazione, sistemate in modo
che, nel caso di perdita di una unità, per una qualsiasi Locali con aria Differenti valori possono essere conside-
ragione, le unità rimanenti siano capaci di mantenere condizionata rati caso per caso
soddisfacentemente la temperatura di progetto
1.4 Temperatura dell’acqua di mare
• l'apparecchiatura sia capace di essere tarata inizial-
mente in modo da operare entro una temperatura 1.4.1 Per le navi classificate per servizio senza limitazioni
dell'aria ambiente di 45 °C, per un tempo entro il quale si assumono le temperature riportate in Tab 3.
possa essere raggiunta la temperatura dell'aria ambiente
inferiore; l'esercizio dell'unità refrigerante deve essere Tabella 3 : Temperatura dell’acqua di mare
previsto per una temperatura dell'aria ambiente di
45 °C Refrigerante Campo di temperatura, in °C
• siano previsti allarmi ottici ed acustici, presso una sta- Acqua di mare 0 + 32
zione di comando continuativamente presidiata, che
indichino qualsiasi malfunzionamento delle unità di 1.4.2 Per navi classificate per servizio in zone specifiche,
refrigerazione. la Società può accettare differenti valori di temperature

282 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 2, Sez 2

dell’acqua di mare (p.e. per navi operanti al di fuori della 1.7.2 Le frequenze proprie dei componenti, delle loro
cintura tropicale la temperatura massima dell’acqua di sospensioni e dei loro supporti, non devono trovarsi nei
mare può essere assunta pari a + 25 °C invece che di + campi di frequenza sopra specificati.
32 °C). Se le frequenze proprie non possono essere tenute al di
fuori dei campi specificati mediante una opportuna tecnica
costruttiva, le vibrazioni devono essere smorzate in modo
1.5 Nebbia salina tale da evitare una inaccettabile amplificazione.

1.5.1 Il contenuto di nebbia salina in aria deve essere di 1


2 Qualità dell’alimentazione di energia
mg/m3.
elettrica
1.6 Inclinazioni 2.1 Generalità

1.6.1 Si assumono le inclinazioni riportate in Tab 4. 2.1.1 Tutti i componenti elettrici degli impianti devono
essere progettati e costruiti per funzionare in modo soddi-
La Società può considerare deviazioni da questi angoli di sfacente con le variazioni di tensione, frequenza e distor-
inclinazione tenendo in considerazione il tipo, le dimen- sioni armoniche dell’alimentazione di energia elettrica
sioni e le condizioni di servizio della nave. specificate da [2.2] a [2.4].

2.2 Sistemi di distribuzione in corrente alter-


1.7 Vibrazioni
nata
1.7.1 In relazione all’ubicazione dei componenti elettrici 2.2.1 Per componenti in corrente alternata si assumono le
si assumono i livelli di vibrazione riportati in Tab 5. variazioni di tensione e frequenza riportate in Tab 6.

Tabella 4 : Angoli di inclinazione della nave

Tipo di macchina, apparecchiatura o componente Angoli di inclinazione della nave, in gradi (1)
Inclinazione trasversale Inclinazione longitudinale
statica dinamica (4) statica dinamica (5)
Macchine ed apparecchiature relative all’impianto elettrico prin- 15 22,5 5 7,5
cipale
Macchine ed apparecchiature relative all’impianto elettrico di 22,5 (2) 22,5 (2) 10 10
emergenza e ad impianti per la sicurezza dell’equipaggio e dei
passeggeri della nave (p.e. sorgente di energia di emergenza,
pompe incendio di emergenza, ecc.)
Apparecchi di interruzione e relativi componenti elettrici ed elet- 22,5 22,5 10 10
tronici e sistemi di comando a distanza (3)
(1) Gli angoli di inclinazione trasversale e longitudinale devono essere considerati simultaneamente nella loro più sfavorevole
combinazione.
(2) Nel caso di navi gassiere o di navi chimichiere, l’impianto elettrico di emergenza deve poter funzionare in modo soddisfacente
anche quando la nave è allagata in modo da comportare un angolo di inclinazione trasversale finale massimo di 30°.
(3) Fino ad un angolo di inclinazione di 45° non devono verificarsi né interruzioni né variazioni operative non volute.
(4) Il periodo dell’inclinazione dinamica può essere assunto pari a 10 s.
(5) Il periodo dell’inclinazione dinamica può essere assunto pari a 5 s.

Tabella 5 : Livelli di vibrazione

Ubicazione Campo di frequenza Ampiezza di Ampiezza di


Hz spostamento accelerazione
mm g
Locali macchine, stazioni di comando e controllo, locali da 2,0 a 13,2 1,0 -
alloggio, ponti esposti, locali per il carico da 13,2 a 100 - 0,7
Sui compressori d’aria, sui motori diesel e simili da 2,0 a 25,0 1,6 -
da 25,0 a 100 - 4,0
Alberi da 2,0 a 13,2 3,0 -
da 13,2 a 50 - 2,1

Regolamenti RINA 2005 283


Parte C, Cap 2, Sez 2

2.3 Sistemi di distribuzione in corrente con- quali i carichi costituiti da convertitori statici predominano,
tinua si assume che:
• le singole armoniche non superino il 5% in valore effi-
2.3.1 Per componenti in corrente continua si assumono le cace della tensione nominale fino alla quindicesima
variazioni di tensione e frequenza riportate in Tab 7. armonica della frequenza nominale, riducendosi all’1%
alla 100esima armonica (vedere Fig 1), e che
Tabella 6 : Variazioni di tensione e frequenza • la distorsione armonica totale non superi il 10%.
di alimentazione in corrente alternata (1/7/2004)
Figura 1
Parametro Variazione 10
Permanente Transitoria
5
Tensione + 6% - 10% ± 20% (tempo di rista-
bilimento: 1,5 s)
Frequenza ± 5% ± 10% (tempo di rista-

(%)
bilimento: 5 s) 1


U
Tabella 7 : Variazioni di tensione
di alimentazione in corrente continua
0,1
Parametro Variazione 1 3 10 15 100
ν
Tolleranza (continua) di tensione ± 10%
Variazione ciclica di tensione 5% 2.4.3 Valori più elevati del contenuto di armoniche (p.e.
negli impianti di propulsione elettrica) possono essere
Ondulazione di tensione (valore 10% accettati sulla base del corretto funzionamento di tutti i
efficace della tensione alternata
dispositivi elettrici.
rispetto alla tensione continua per-
manente)
3 Suscettibilità elettromagnetica
2.3.2 Per i componenti in corrente continua alimentati da
una batteria di accumulatori si devono assumere le seguenti
3.1
variazioni di tensione: 3.1.1 Per componenti di tipo elettronico quali sensori,
• da +30% a -25%, per i componenti connessi alla batte- centralini di allarme, apparecchiature di comando automa-
ria durante il processo di carica (vedere Nota 1); tico e a distanza, dispositivi di protezione e regolatori di
• da +20% a -25%, per i componenti non connessi alla velocità, si assumono i livelli di disturbi condotti e irradiati
batteria durante il processo di carica. indicati nel Capitolo 3.
Nota 1: Vedere anche la Pubblicazione IEC 60533 - “Electroma-
Nota 1: Possono essere considerate differenti variazioni di ten- gnetic compatibility of electrical and electronic installations in
sione, come quelle determinate dalle caratteristiche di carica/sca- ships and of mobile and fixed offshore units”.
rica, compresa l’ondulazione di tensione proveniente dal
dispositivo di carica.
4 Materiali
2.3.3 (1/7/2004)
Qualsiasi impianto particolare, per esempio: circuiti elettro- 4.1 Generalità
nici, la cui funzione non può essere soddisfacentemente
4.1.1 In generale tutti i componenti elettrici degli impianti
svolta entro i limiti di tensione e frequenza indicati in Tab 6
devono essere costruiti con materiali durevoli, non propa-
e Tab 7, non deve essere alimentata direttamente
ganti la fiamma, resistenti all’umidità e non soggetti al dete-
dall'impianto ma mediante mezzi alternativi, per esempio:
rioramento nell’atmosfera ed alle temperature alle quali
mediante alimentazione stabilizzata.
possono essere esposti, a meno che essi non siano adegua-
tamente protetti. Si devono tenere in particolare considera-
2.4 Distorsione armonica zione gli effetti dell’aria di mare e dei vapori d’olio.
Nota 1: Le caratteristiche di non propagazione della fiamma e di
2.4.1 Per i componenti destinati ad essere installati in resistenza all’umidità possono essere verificate con le prove ripor-
impianti alimentati da generatori a corrente alternata e nei tate nella Pubblicazione IEC 60092-101 od in altre norme ricono-
quali non sono previsti carichi rilevanti costituiti da conver- sciute.
titori statici, si assume che la distorsione armonica totale
della tensione non superi il 5%, e la singola armonica non 4.1.2 Quando viene richiesto l’impiego di materiali
superi il 3% della tensione nominale. incombustibili o di rivestimenti di tali materiali, le caratteri-
stiche di incombustibilità possono essere verificate con le
2.4.2 Per componenti destinati ad essere installati in prove riportate nella Pubblicazione IEC 60092-101 od in
impianti alimentati da convertitori statici e/o in impianti nei altre norme riconosciute.

284 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 2, Sez 2

4.2 Materiali isolanti per avvolgimenti 5.2 Gradi di protezione delle custodie

4.2.1 Gli avvolgimenti isolati devono essere resistenti 5.2.1 Le apparecchiatura elettriche devono essere protette
all’umidità, all’atmosfera salina ed ai vapori d’olio, a meno contro la penetrazione di corpi solidi estranei e contro la
che non vengano prese speciali precauzioni per proteggere penetrazione dannosa di acqua.
gli isolanti contro tali agenti. In generale il grado di protezione minimo richiesto, in rela-
zione al luogo di installazione, è quello indicato in Sez 3,
4.2.2 Per gli avvolgimenti delle costruzioni elettriche pos- Tab 2.
sono essere impiegate le classi di isolamento riportate in
Tab 8 in accordo con la Pubblicazione IEC 60085. 5.2.2 I gradi di protezione devono essere in accordo con:
• la Pubblicazione IEC 60529 per le apparecchiature in
Tabella 8 : Classi di isolamento genere;
• la Pubblicazione IEC 60034-5 per le macchine rotanti.
Classe di isolamento Massima temperatura in funziona-
mento continuo °C 5.2.3 Per le entrate dei cavi vedere [5.1.5].
A 105
E 120 6 Protezione contro il pericolo di
B 130 esplosione
F 155
6.1 Protezione contro il pericolo di esplo-
H 180
sione per atmosfere esplosive per gas o
vapori
4.3 Materiali isolanti per i cavi
6.1.1 Le apparecchiature elettriche per impiego in atmo-
4.3.1 Vedere Sez 9, [1.3]. sfere potenzialmente esplosive per gas o vapori (p.e. navi
petroliere, gassiere, chimichiere, ecc.) devono essere di
5 Costruzione sicurezza adeguata alla relativa atmosfera esplosiva e per
uso di bordo.
5.1 Generalità 6.1.2 Le apparecchiature di tipo certificato di sicurezza
considerate sono le seguenti:
5.1.1 Ogni apparecchiatura elettrica deve essere costruita
• a sicurezza intrinseca: Ex ia - Ex ib
in modo tale da non provocare danni alle persone quando
la stessa viene toccata o maneggiata in maniera corretta. • a prova di esplosione: Ex d
• a sicurezza aumentata: Ex e
5.1.2 Le apparecchiature elettriche devono essere proget- • a sovrapressione interna: Ex p
tate in modo da permettere le ispezioni ed i lavori di manu-
• incapsulata: Ex m
tenzione necessari per tutte le loro parti, tenuto conto
anche della loro sistemazione a bordo. • a riempimento di sabbia Ex q
• a protezione speciale: Ex s
5.1.3 Le custodie devono essere di costruzione meccanica • a immersione in olio (vedere Nota 1): Ex o
robusta e di adeguata rigidità.
Nota 1: Soltanto quando richiesto dall’applicazione.
5.1.4 I contenitori nei quali sono installate le apparecchia-
ture elettriche devono in generale essere in materiale metal- 6.1.3 Altre apparecchiature con tipi di protezione diversi
lico; per accessori quali cassette di derivazione, prese a da quelli elencati in [6.1.2] possono essere considerate
spina, piccoli interruttori, apparecchiature di illuminazione dalla Società, come ad esempio:
possono essere accettate custodie di materiale non metal- • semplici apparecchi e componenti elettrici (p.e. termo-
lico. Custodie o parti di custodie di materiale non metallico coppie, fotocellule, estensimetri a resistenza elettrica,
per altre apparecchiature elettriche costituiranno oggetto di scatole di giunzione, dispositivi di interruzione), inclusi
particolare considerazione da parte della Società. in circuiti a sicurezza intrinseca incapaci di immagazzi-
nare o generare energia elettrica o energia eccedente i
5.1.5 Le entrate dei cavi non devono diminuire il grado di limiti stabiliti nelle norme relative
protezione delle rispettive custodie (vedere Sez 3, Tab 2). • apparecchi elettrici particolarmente progettati e certifi-
cati dall’autorità competente per l’utilizzo nella Zona 0
5.1.6 Tutte le viti ed i dadi che fissano parti percorse da
o appositamente collaudati per la Zona 2 (p.e. prote-
corrente o parti in movimento devono essere bloccati in
zione di tipo “n”)
modo duraturo.
• apparecchiature il cui tipo assicura l’assenza di scintille,
5.1.7 In tutte le apparecchiature devono essere previsti archi e punti caldi durante il loro normale funziona-
adeguati morsetti fissi in una posizione accessibile per la mento
connessione con i cavi esterni. • apparecchiature pressurizzate

Regolamenti RINA 2005 285


Parte C, Cap 2, Sez 2

• apparecchiature con custodie riempite con un liquido mabili devono essere protette mediante custodie aventi un
dielettrico o incapsulate. grado di protezione ed una temperatura massima superfi-
ciale idonea alle polveri cui possono essere esposte.
6.2 Protezione contro il pericolo di polvere
Nota 1: Nel caso in cui le caratteristiche delle polveri non siano
combustibile
note, le costruzioni elettriche dovranno avere grado di protezione
6.2.1 Le costruzioni elettriche per impiego in atmosfera IP6X. Per la maggior parte della polveri si considera adeguata una
potenzialmente esplosiva per la presenza di polveri infiam- temperatura massima superficiale di 200°C.

286 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 2, Sez 3

SEZIONE 3 PROGETTAZIONE DELL’IMPIANTO

1 Sistemi di distribuzione e caratteri- 1.1.3 Il sistema di distribuzione con ritorno attraverso lo


scafo non deve essere impiegato per forza, riscaldamento o
stiche della distribuzione
illuminazione, su tutte le navi aventi stazza lorda uguale o
superiore a 1600 ton.
1.1 Sistemi di distribuzione
1.1.4 Le prescrizioni di cui in [1.1.3] non precludono (a
1.1.1 Possono essere impiegati i seguenti sistemi di distri- determinate condizioni stabilite dalla Società) l’impiego di:
buzione: a) sistemi di protezione catodica a corrente impressa;
a) in corrente continua: b) sistemi di limitata estensione connessi a massa local-
• a due conduttori isolati; mente, o
• a due conduttori con un polo a massa c) sistemi per la verifica dello stato di isolamento purché la
b) in corrente alternata: corrente di circolazione non superi i 30 mA nelle condi-
zioni più sfavorevoli.
• trifase a tre conduttori isolati;
Nota 1: I sistemi di limitata estensione connessi a massa local-
• trifase a tre conduttori con il neutro direttamente a mente, quali quelli per i circuiti di avviamento e di accensione di
massa o a massa attraverso una impedenza; motori a combustione interna, sono ammessi purché qualsiasi pos-
• trifase a quattro conduttori con il neutro diretta- sibile corrente risultante non fluisca direttamente attraverso un
mente a massa o a massa attraverso una impedenza; qualsiasi luogo pericoloso.
• monofase a due conduttori isolati; 1.1.5 Per i sistemi di distribuzione di navi che trasportano
• monofase a due conduttori con una fase a massa. liquidi che sviluppano gas o vapori infiammabili, vedere
Parte E, Cap 7, Sez 5, Parte E, Cap 8, Sez 10 e Parte E,
1.1.2 Sistemi di distribuzione diversi da quelli di cui in Cap 9, Sez 10.
[1.1.1] (p.e. con ritorno attraverso lo scafo, trifase a quattro
conduttori isolati) saranno considerati caso per caso dalla 1.1.6 Per i sistemi di distribuzione degli impianti in alta
Società. tensione, vedere Sez 13.
Tabella 1 : Tensioni massime per i diversi servizi nave

Tensione
Impiego
massima V
Per apparecchi fis- Forza motrice; 1000
sati stabilmente e Riscaldamento (eccetto quelli nei locali alloggio); 500
collegati perma- Cottura; 500
nentemente per: Illuminazione; 250
Riscaldamento nei locali alloggio; 250
Comando (1), comunicazione (incluse lampade di segnalazione), strumenti. 250
Per apparecchi fis- Potenza e riscaldamento, ove tale collegamento sia necessario in funzione dell’applicazione
sati stabilmente e (p.e. gru mobili o altri apparecchi di sollevamento); 1000
collegati con cavi
flessibili per:
Con cavo flessibile di apparecchiature portatili fissate provvisoriamente (p.e. contenitori refrige- 1000
rati);
Per prese a spina Con cavo flessibile di apparecchiature portatili ed altri utilizzatori; 250
per alimentazione: Di apparecchiature che richiedono precauzioni particolari contro le scosse elettriche dove è
impiegato un trasformatore di isolamento che alimenta un solo apparecchio (2); 250
Di apparecchiature che richiedono precauzioni particolari contro le scosse elettriche con o
senza un trasformatore di sicurezza (2). 50
(1) Per le apparecchiature di comando facenti parte di impianti di potenza e di riscaldamento (p.e. pressostati o termostati per
l’avviamento/arresto dei motori), può essere utilizzata la stessa tensione massima come per le apparecchiature di potenza e di
riscaldamento purché tutti i componenti siano costruiti per tale valore di tensione. In qualunque caso la tensione di comando
di apparecchiature esterne non deve essere superiore a 500 V.
(2) Entrambi i conduttori di tali sistemi devono essere isolati dalla massa.

Regolamenti RINA 2005 287


Parte C, Cap 2, Sez 3

1.2 Tensioni massime b) un benessere corrispondente alle minime condizioni di


abitabilità Sez 1, [3.4.2];
1.2.1 Le tensioni massime per i sistemi di alimentazione
c) la conservazione del carico.
sia in corrente alternata che in corrente continua dei servizi
della nave a bassa tensione sono indicate in Tab 1. Tale potenza deve inoltre essere sufficiente per permettere
l’avviamento del più potente motore senza causare l’arresto
1.2.2 Per impianti particolari, tensioni più elevate di di un qualsiasi motore già funzionante ed avere qualsiasi
quelle indicate saranno oggetto di particolare considera- effetto sfavorevole su altre apparecchiature in funzione.
zione.
2.2.4 I servizi necessari per assicurare condizioni ordina-
1.2.3 Per gli impianti in alta tensione vedere Sez 13. rie di propulsione e di sicurezza comprendono i servizi
essenziali primari e secondari.
Al fine di valutare la potenza necessaria per tali servizi
2 Sorgenti di energia elettrica occorre considerare quali di questi si presume siano in ser-
vizio contemporaneamente.
2.1 Generalità Nel caso di servizi in doppio, uno dei quali alimentato elet-
tricamente e l’altro non elettricamente (p.e. trascinato), la
2.1.1 Le installazioni elettriche devono soddisfare le potenza elettrica necessaria non viene computata al fine
seguenti condizioni: sopra detto.
a) tutti i servizi ausiliari per mantenere la nave in condi-
zioni ordinarie di funzionamento e di abitabilità e per la 2.2.5 Nei servizi di cui in [2.2.4] non sono compresi:
conservazione del carico, devono essere assicurati • eliche di spinta non facenti parte dell’impianto di pro-
senza far ricorso alla sorgente di emergenza di energia pulsione principale;
elettrica. • macchinario per il maneggio del carico;
b) i servizi elettrici essenziali per la sicurezza devono • pompe del carico;
essere assicurati anche nelle diverse condizioni di emer- • refrigerazione per il condizionamento dell’aria.
genza.
c) per quanto riguarda i generatori a c.a. deve essere posta 2.2.6 Oltre a quanto detto sopra, i gruppi elettrogeneratori
attenzione all’avviamento dei motori a gabbia collegati devono essere tali da assicurare che, in caso di fuori servizio
all’impianto, con particolare riguardo alla grandezza e di uno qualsiasi dei generatori o del suo motore primo, il
alla durata della variazione transitoria di tensione che si rimanente o i rimanenti gruppi elettrogeneratori siano in
manifesta per effetto della corrente massima di avvia- grado di assicurare l’alimentazione dei servizi elettrici
mento e del fattore di potenza. La caduta di tensione necessari per avviare l’impianto principale di propulsione
dovuta a tale corrente di avviamento non deve causare dalla condizione di nave priva di energia.
l’arresto di un qualsiasi motore già funzionante od avere
2.2.7 La sorgente di emergenza di energia elettrica può
qualsiasi effetto sfavorevole su altre apparecchiature in
essere usata per l’avviamento dalla condizione di nave priva
funzione.
di energia se la sua potenza o da sola o unita a quella di
qualsiasi altra sorgente di energia elettrica, è sufficiente per
2.2 Sorgente principale di energia elettrica assicurare contemporaneamente l’alimentazione anche a
quei servizi che devono essere alimentati in accordo con le
2.2.1 Deve essere prevista una sorgente principale di ener- disposizioni di [3.6.3] (a, b, c, d) o di Parte E, Cap 11, Sez 5
gia elettrica, di potenza sufficiente ad alimentare tutti i ser- per le navi da passeggeri.
vizi ausiliari necessari per mantenere la nave in condizioni
ordinarie di funzionamento e di abitabilità e per la conser- 2.2.8 La sorgente principale di energia elettrica della nave
vazione del carico, senza fare ricorso alla sorgente di emer- deve essere tale che i servizi essenziali possano essere assi-
genza di energia elettrica. curati indipendentemente dalla velocità e dal senso di rota-
zione del macchinario di propulsione o della linea d’alberi.
2.2.2 Per navi a propulsione elettrica aventi due o più
gruppi generatori di propulsione a tensione costante, nelle 2.2.9 Generatori azionati dall’impianto di propulsione
quali l’energia elettrica per i servizi ausiliari della nave è (generatori asse) che si prevede di far funzionare a velocità
derivata da questa sorgente, vedere Sez 14. costante (p.e. nel caso di impianto in cui la velocità e la
direzione della nave siano comandate variando il passo
2.2.3 La sorgente principale di energia elettrica deve dell’elica) possono essere accettati come facenti parte della
essere costituita da almeno due gruppi elettrogeneratori. sorgente principale di energia elettrica qualora, per tutte le
condizioni di navigazione e di manovra, comprese quelle
La potenza di questi gruppi elettrogeneratori deve essere
con elica ferma, l’energia elettrica da essi generata sia suffi-
tale che, nel caso in cui uno qualsiasi dei gruppi venga arre-
ciente per assicurare le alimentazioni richieste in [2.2.3] e
stato, sia ancora possibile alimentare i servizi necessari per
da tutte le altre prescrizioni, con particolare riguardo per
assicurare:
quelle in [2.2.6]. Tali generatori azionati dall’impianto di
a) le condizioni ordinarie di propulsione e di sicurezza propulsione devono essere non meno efficaci e non meno
[2.2.4]; affidabili dei gruppi generatori indipendenti.

288 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 2, Sez 3

2.2.10 (1/7/2003) con uno di essi fuori servizio, il rimanente(i) sia (siano) suffi-
I generatori ed i sistemi di generazione che siano azionati ciente per assicurare l’alimentazione ai servizi indicati in
dall'impianto di propulsione principale ma che non for- [2.2.3].
mino parte della sorgente principale di energia elettrica Ciascun trasformatore deve essere contenuto una custodia
della nave (vedere Nota 1) possono essere impiegati, men- separata o in una sistemazione equivalente, e deve essere
tre la nave è in navigazione, per alimentare quei servizi servito da circuiti separati sul lato avvolgimento primario e
elettrici che sono richiesti per le normali condizioni opera- secondario. Ciascun circuito primario e secondario deve
tive e di abitabilità, a condizione che: essere provvisto di apparecchi di interruzione e dispositivi
a) siano sistemati un numero sufficiente di generatori di di protezione su ciascuna fase.
potenza nominale adeguata, che costituiscano la sor- Devono essere previsti idonei interblocchi o una targa di
gente principale di energia elettrica prescritta in [2.2.1] avvertimento per impedire che avvengano operazioni di
e che soddisfino le disposizioni di cui in [2.2.8]; manutenzione o di riparazione di un qualsiasi trasformatore
b) siano previste sistemazioni per avviare automatica- monofase a meno che entrambi gli apparecchi di interru-
mente uno o più dei generatori che costituiscono la sor- zione sul lato avvolgimento primario e secondario siano
gente principale di energia elettrica prescritta in [2.2.1], aperti.
in accordo con le disposizioni di cui in [3.4.5] e anche
dopo che si siano verificate variazioni di frequenza 2.2.12 Per navi con locali macchina periodicamente non
superiori al ± 10% dei limiti sotto specificati; presidiati, vedere Parte F, Capitolo 3.
c) entro il campo di funzionamento dichiarato dei genera-
2.2.13 Per gli impianti di avviamento dei gruppi generatori
tori e/o dei sistemi di generazione, possano essere sod-
principali vedere Cap 1, Sez 2, [3.1].
disfatti i limiti di variazione della tensione di cui in IEC
60092-301 e di variazione di frequenza di cui alla
Tab 6; 2.3 Sorgente di emergenza di energia elet-
d) la corrente di corto circuito del generatore e/o sistema
trica
di generazione sia sufficiente a far scattare l'interruttore
2.3.1 Deve essere prevista una sorgente autonoma di
del generatore/sistema di generazione tenendo conto
emergenza di energia elettrica.
della selettività dei dispositivi di protezione per il
sistema di distribuzione;
2.3.2 Il generatore di emergenza può essere usato in casi
e) se ritenuto appropriato, siano provvedute sistemazioni eccezionali e per brevi periodi per alimentare circuiti non di
per l'esclusione del carico, per soddisfare le prescrizioni emergenza, qualora siano adottate appropriate misure per
di cui in [3.4.6], [3.4.7] e [3.4.8]; salvaguardare l’indipendenza del funzionamento in emer-
f) sulle navi dotate di comando a distanza delle macchine genza in tutte le circostanze.
di propulsione dalla plancia, siano provvisti mezzi o Sono da considerarsi eccezionali, con nave in navigazione,
adottate procedure che assicurino il mantenimento situazioni quali:
dell'alimentazione ai servizi essenziali durante le con-
dizioni di manovra, allo scopo di evitare situazioni di a) mancanza totale di energia elettrica (black-out);
"black out" (vedere Nota 4). b) nave priva di energia;
Nota 1: Detti sistemi di generazione sono quelli il cui funziona-
c) impiego per prove periodiche;
mento non soddisfa le disposizioni dell'IEC 60092-201, paragrafo
6.2.3. d) funzionamento in parallelo per brevi periodi con la sor-
Nota 2: IEC 60092-201 Electrical installations in ships - part 201: gente di energia elettrica principale per il trasferimento
System design - General. del carico.
Nota 3: IEC 60092-301 Electrical installations in ships - part 301: A meno che non sia altrimenti stabilito dalla Società, il
Equipment - Generators and motors. generatore di emergenza può essere impiegato durante le
Nota 4: Una situazione di "black out" significa che le macchine soste in porto per alimentare la rete principale purché siano
principali ed ausiliarie, compresa la sorgente principale di energia, soddisfatte le prescrizioni di cui in [2.4].
sono fuori servizio ma che i servizi per rimetterle in funzione (cioè
aria compressa, corrente di avviamento dalle batterie, etc.) sono 2.3.3 L’energia elettrica disponibile deve essere sufficiente
disponibili. ad alimentare tutti quei servizi che sono essenziali per la
sicurezza in una condizione di emergenza, ponendo parti-
2.2.11 Quando trasformatori, convertitori o apparecchia- colare attenzione a quei servizi che possono dover essere
ture analoghe costituiscono una parte essenziale fatti funzionare contemporaneamente.
dell’impianto principale di alimentazione elettrica,
l’impianto deve essere realizzato in modo tale da assicurare 2.3.4 La sorgente di emergenza di energia elettrica deve
la stessa continuità di alimentazione elettrica richiesta nel essere capace di alimentare contemporaneamente almeno i
presente sottoarticolo. servizi riportati in [3.6.3] per i periodi specificati, se essi
Ciò può essere realizzato sistemando almeno due trasfor- dipendono per il loro funzionamento da una sorgente di
matori trifase o tre trasformatori monofase alimentati, pro- energia elettrica, tenendo presenti le correnti di avviamento
tetti ed installati come indicato in Fig 1, in modo che, anche e la natura transitoria di alcuni carichi.

Regolamenti RINA 2005 289


Parte C, Cap 2, Sez 3

Figura 1

Trasformatori trifase Trasformatori monofase

custodie o separazioni

2.3.5 La sorgente temporanea di emergenza di energia Il generatore di emergenza e gli altri mezzi necessari a ripri-
elettrica, quando prescritta, deve avere capacità sufficiente stinare la propulsione devono avere una capacità tale che
per alimentare almeno i servizi riportati in [3.6.7] per l'energia di avviamento necessaria per la propulsione sia
mezz’ora, se essi dipendono per il loro funzionamento da disponibile entro 30 minuti dal manifestarsi della condi-
una sorgente di energia elettrica. zione di mancanza totale di energia elettrica (black out) /
"nave priva di energia" definite sopra. L'energia di avvia-
2.3.6 In una posizione adeguata sul quadro principale o mento immagazzinata per il generatore d'emergenza non
nella stazione di comando del macchinario, deve essere deve essere utilizzata direttamente per avviare l'impianto di
montato un indicatore che indichi quando le batterie costi- propulsione, la sorgente principale di energia elettrica e/o
tuenti la sorgente di emergenza di energia elettrica o la sor- altri ausiliari essenziali (generatore di emergenza escluso).
gente di emergenza temporanea di energia elettrica di cui in
Per le navi a vapore, il limite di tempo di 30 minuti dato
[2.3.13] e [2.3.14] sono in fase di scarica.
nella Convenzione SOLAS può essere interpretato come il
2.3.7 Se i servizi che devono essere alimentati dalla sor- tempo che intercorre tra la condizione di mancanza totale
gente temporanea ricevono alimentazione dalle batterie di di energia elettrica (black out) / "nave priva di energia" defi-
accumulatori mediante convertitori a semiconduttori, nite sopra e l'accensione della prima caldaia.
devono essere previsti mezzi per poter alimentare tali ser- Per le navi da passeggeri non adibite a viaggi internazionali
vizi dalla sorgente di emergenza anche nel caso di guasto e per le navi da carico di stazza lorda inferiore a 500 ton o
del convertitore (p.e. prevedendo una linea di by pass o la di stazza lorda uguale o superiore a 500 ton non adibite a
duplicazione del convertitore). viaggi internazionali, il limite di tempo di 30 minuti non si
applica.
2.3.8 (1/7/2002)
Quando, per ripristinare la propulsione, è necessaria l'ener- 2.3.9 Devono essere previsti mezzi per prove periodiche
gia elettrica, la capacità della sorgente di emergenza deve dell’impianto completo di emergenza, comprendenti la
essere sufficiente a ripristinare la propulsione unitamente verifica dei dispositivi di avviamento automatico, quando
agli altri macchinari, come appropriato, a partire dalla con- questi ultimi sono presenti.
dizione di nave priva di energia. Ciò deve avvenire entro 30
2.3.10 Per gli impianti di avviamento dei gruppi elettroge-
minuti dopo che si è verificata la mancanza totale di energia
neratori di emergenza vedere Cap 1, Sez 2, [3.1].
elettrica.
Ai fini di questa norma soltanto, la condizione di "nave 2.3.11 La sorgente di emergenza di energia elettrica può
priva di energia" e di mancanza totale di energia elettrica essere un generatore o una batteria di accumulatori che
(black-out) sono entrambe intese significare una condizione devono soddisfare rispettivamente le norme [2.3.12] o
nella quale l'impianto di propulsione principale, le caldaie [2.3.13].
e gli ausiliari non sono in funzione, e per ripristinare la pro-
pulsione si assume che non sia disponibile alcuna energia 2.3.12 Se la sorgente di emergenza di energia elettrica è
immagazzinata per l'avviamento dell'impianto di propul- un generatore, esso deve essere:
sione, della sorgente principale di energia elettrica e degli a) azionato da un idoneo motore primo con una alimenta-
altri ausiliari essenziali. Si assume che siano disponibili in zione indipendente del combustibile avente punto di
ogni momento i mezzi per avviare il generatore di emer- infiammabilità (determinato con prova in vaso chiuso)
genza. non inferiore a 43°C;

290 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 2, Sez 3

b) avviato automaticamente per effetto di mancata alimen- 2.4.3 La cassa di alimento combustibile al motore primo
tazione del quadro di emergenza dalla sorgente princi- deve essere provvista di un allarme di basso livello, posizio-
pale di energia elettrica se non è provvista una sorgente nato ad un livello tale da assicurare una capacità di combu-
di emergenza temporanea di energia elettrica in stibile sufficiente per i servizi di emergenza per i periodi di
accordo con il successivo comma (c); se il generatore di tempo richiesti in [3.6].
emergenza è avviato automaticamente esso deve essere
connesso automaticamente al quadro di emergenza; i 2.4.4 Il motore primo deve essere progettato e costruito
servizi indicati in [3.6.7] devono quindi essere automati- per il funzionamento continuo e deve essere soggetto ad
camente connessi sul gruppo elettrogeneratore di emer- uno schema di manutenzione programmata che assicuri
genza; e che esso sia sempre disponibile e in grado si soddisfare al
suo compito in caso di una situazione di emergenza in
c) integrato da una sorgente temporanea di emergenza di mare.
energia elettrica in accordo con quanto stabilito in
[2.3.14] se non vi è un generatore di emergenza capace 2.4.5 Devono essere installati rivelatori di incendio nei
sia di alimentare i servizi menzionati in tale punto, sia di locali nei quali sono sistemati il gruppo generatore di emer-
essere avviato automaticamente e di alimentare il carico genza ed il quadro di emergenza.
richiesto nel più breve tempo possibile, per quanto
possa realizzarsi in condizioni di sicurezza, con un mas- 2.4.6 Devono essere previsti mezzi per commutare pron-
simo di 45 s. tamente al funzionamento in condizioni di emergenza.

2.3.13 Se la sorgente di emergenza di energia elettrica è 2.4.7 I circuiti di comando, controllo e di alimentazione,
una batteria di accumulatori, essa deve essere capace di: per l’uso del generatore di emergenza in porto, devono
essere sistemati e protetti in modo tale che qualsiasi guasto
a) sopportare il carico elettrico di emergenza senza essere
elettrico non influisca sul funzionamento dei servizi princi-
ricaricata mantenendo la tensione della batteria durante
pali e di emergenza.
tutto il periodo di scarica entro il 12% al di sopra o al di
sotto della sua tensione nominale; Quando necessario per il funzionamento in condizioni di
sicurezza, il quadro di emergenza deve essere munito di
b) connettersi automaticamente al quadro di emergenza interruttori-sezionatori per isolare i circuiti.
nel caso di mancanza della sorgente principale di ener-
gia elettrica; e 2.4.8 Devono essere previste istruzioni a bordo per assicu-
c) alimentare immediatamente almeno quei servizi pre- rare, con nave alla via, che tutti i dispositivi di comando
scritti in [3.6.7]. (p.e. valvole, interruttori) siano in una posizione corretta
per il funzionamento indipendente in emergenza del
2.3.14 La sorgente temporanea di emergenza di energia gruppo generatore di emergenza e del quadro di emer-
elettrica quando prescritta in [2.3.12] (c) deve essere costi- genza.
tuita da una batteria di accumulatori che deve funzionare, Queste istruzioni devono contenere anche le informazioni
senza essere ricaricata, mantenendo la tensione della batte- sul livello richiesto della cassa combustibile, sulla posi-
ria durante tutto il periodo di scarica entro il 12% al di zione dell’interruttore porto/navigazione se previsto, sulle
sopra o al di sotto della sua tensione nominale e che deve aperture di ventilazione, ecc.
essere provvista di sistemazioni tali da alimentare automati-
camente, in caso di mancanza o della sorgente principale di
3 Distribuzione dell’energia
energia elettrica o di quella di emergenza, almeno per
mezz’ora, i servizi riportati in [3.6.7], se essi dipendono per
il loro funzionamento da una sorgente di energia elettrica. 3.1 Sistemi di distribuzione collegati a
massa
2.3.15 Per la sorgente di emergenza di energia elettrica su
navi da passeggeri vedere Parte E, Cap 11, Sez 5. 3.1.1 Il collegamento a massa del sistema di distribuzione
deve essere realizzato con mezzi indipendenti dai collega-
menti a massa delle parti che non portano corrente.
2.4 Impiego del generatore di emergenza in
porto 3.1.2 Dispositivi di sezionamento devono essere sistemati
nel collegamento a massa del neutro di ogni generatore in
2.4.1 Per evitare che il generatore od il suo motore primo modo che il generatore stesso possa essere sconnesso per
siano sovraccaricati durante l’impiego in porto, devono manutenzione o per la misura della resistenza d’isola-
essere previsti dispositivi per sganciare un numero suffi- mento.
ciente di carichi non di emergenza al fine di garantire il loro
continuo funzionamento in condizioni di sicurezza. 3.1.3 I neutri dei generatori possono essere connessi in
comune, purché il contenuto di terza armonica della forma
2.4.2 Il motore primo deve essere provvisto di filtri per d’onda di tensione di ciascun generatore non superi il 5%.
l’olio di lubrificazione e per il combustibile, di apparec-
chiature di controllo e di dispositivi di protezione come 3.1.4 Nel caso in cui un quadro sia diviso in due sezioni
richiesto per i motori primi dell’impianto di generazione di che funzionano in modo indipendente o quando vi sono
energia elettrica principale e per condizioni di funziona- quadri separati, deve essere prevista la messa a massa del
mento non presidiato. neutro di ciascun sezione o di ciascun quadro. Devono

Regolamenti RINA 2005 291


Parte C, Cap 2, Sez 3

essere previsti dispositivi per assicurare che la connessione devono essere previste misure di protezione, compreso lo
a massa non venga rimossa quando i generatori sono isolati. scollegamento automatico di un numero sufficiente di ser-
vizi non essenziali e, se necessario, di servizi essenziali
3.1.5 Nel caso in cui per circuiti terminali sia necessario secondari e di quelli previsti per l’abitabilità, al fine di assi-
connettere localmente a massa un polo (o fase) degli stessi a curare che, nel caso di perdita di uno qualsiasi di questi
valle dei dispositivi di protezione, (p.e. in impianti di auto- gruppi generatori, i gruppi rimanenti rimangano funzionanti
mazione o per evitare disturbi elettromagnetici), devono per garantire la propulsione, il governo e la sicurezza.
essere adottati provvedimenti (p.e. convertitori DC/DC o
trasformatori) affinché in tali circuiti non si verifichino squi- 3.4.5 (1/1/2001)
libri di corrente nelle singole polarità o fasi. Quando l’energia elettrica è normalmente fornita da un
solo generatore, deve essere previsto, per il caso di man-
3.1.6 Per gli impianti in alta tensione vedere Sez 13.
canza di energia, l’avviamento automatico e la connessione
al quadro principale del generatore (dei generatori) di
3.2 Sistemi di distribuzione isolati riserva di capacità sufficiente per il riavviamento automa-
tico degli ausiliari essenziali, con avviamento sequenziale
3.2.1 Ogni sistema di distribuzione isolato, primario o
se richiesto. L’avviamento e la connessione al quadro prin-
secondario (vedere Nota 1), per forza, riscaldamento o illu-
cipale di un generatore deve essere il più rapido possibile,
minazione, deve essere corredato di dispositivi per control-
preferibilmente entro 30 secondo dalla mancanza di ener-
lare con continuità lo stato di isolamento (cioè il valore di
gia.
isolamento elettrico verso massa) e dare un’indicazione
ottica ed acustica per valori di isolamento eccessivamente Quando vengono impiegati motori primi con tempi di
bassi (vedere Sez 15). avviamento più lunghi, tale tempo di avviamento e di con-
Nota 1: Sistema primario è quello alimentato direttamente dai nessione può essere superato subordinatamente al bene-
generatori. Sistemi secondari sono quelli alimentati da trasforma- stare della Società.
tori o convertitori.
3.4.6 (1/1/2001)
3.2.2 Per gli impianti in alta tensione vedere Sez 13. Devono essere previsti un’esclusione del carico o altre
sistemazioni equivalenti per proteggere i generatori da un
3.3 Sistemi di distribuzione con ritorno per sovraccarico prolungato.
lo scafo
3.4.7 (1/1/2001)
3.3.1 Quando, se permesso, viene impiegato un sistema di L’esclusione del carico deve essere automatica.
distribuzione con ritorno per lo scafo, tutti i circuiti termi-
nali, cioè tutti i circuiti derivati a valle dall’ultimo dispositivo 3.4.8 (1/1/2001)
di protezione, devono essere costituiti da due conduttori. Possono essere esclusi i sevizi non essenziali, i servizi per le
Il ritorno per lo scafo deve essere realizzato connettendo condizioni di abitabilità ed inoltre, quando necessario, i
allo scafo una delle sbarre principali del quadro di distribu- servizi essenziali secondari, in maniera sufficiente per assi-
zione dal quale i circuiti terminali sono derivati. curare che il gruppo generatore collegato (i gruppi genera-
tori collegati) non venga(no) sovraccaricato(i).
3.4 Requisiti generali per i sistemi di distri-
buzione 3.5 Distribuzione principale di energia elet-
trica
3.4.1 L’impianto di distribuzione deve essere tale che il
guasto di ogni singolo circuito non comporti danni o mal- 3.5.1 Quando la sorgente principale di energia elettrica è
funzionamenti ai servizi essenziali primari e non metta fuori necessaria per la propulsione della nave, le sbarre princi-
servizio i servizi essenziali secondari per periodi lunghi. pali devono essere suddivise in almeno due sezioni che
devono essere normalmente connesse tra loro per mezzo di
3.4.2 Non deve esserci alcuna apparecchiatura (p.e. con-
interruttori o altri mezzi approvati, come interruttori auto-
tattori per arresto di emergenza) tra le sbarre del quadro e
matici sprovvisti di meccanismi di sgancio o mezzi di scon-
due servizi essenziali primari non duplicati.
nessione o interruttori di manovra attraverso i quali le sbarre
3.4.3 Quando la sorgente principale di energia elettrica è possano essere divise in modo sicuro e facile.
necessaria per la propulsione ed il governo della nave, Per quanto possibile la connessione dei generatori, com-
l’impianto deve essere realizzato in modo tale che, in caso presi tutti gli ausiliari ad essi relativi, e di ogni altra apparec-
di perdita di uno qualsiasi dei generatori in servizio, sia chiatura in doppio deve essere equamente divisa tra le due
mantenuta o immediatamente ripristinata l’alimentazione sezioni, in modo che, in caso di guasto di una sezione del
elettrica alle apparecchiature necessarie per la propulsione quadro, le rimanenti parti siano ancora alimentate.
e il governo ed a quelle per garantire la sicurezza della
nave. 3.5.2 Le unità che sono in doppio, destinate allo stesso
servizio, (p.e. le pompe olio lubrificazione principale e di
3.4.4 (1/1/2001) riserva) devono essere singolarmente alimentate da circuiti
Quando l’energia elettrica è normalmente fornita da più che non abbiano in comune nè i cavi di alimentazione nè i
gruppi funzionanti contemporaneamente in parallelo, dispositivi di protezione nè i circuiti di comando.

292 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 2, Sez 3

Ciò si intende soddisfatto se esse sono alimentate con con- c) per un periodo di 18 ore:
dutture separate derivate dal quadro principale o da due 1) i fanali di navigazione e altre luci prescritte dalle
sottoquadri indipendenti. vigenti “Norme internazionali per prevenire gli
abbordi in mare”; e
3.5.3 La fonte principale di energia elettrica deve alimen-
tare un impianto elettrico di illuminazione principale che 2) su navi costruite il 1 febbraio 1995 o successiva-
fornisca luce a tutte quelle parti della nave normalmente mente l’installazione radio VHF richiesta dalla
accessibili ed usate da (passeggeri o) equipaggio. Regola IV/7.1.1 e IV/7.1.2 della SOLAS, Consolida-
ted Edition 1992, e, se applicabile:
3.6 Distribuzione di emergenza di energia • l’installazione radio MF richiesta dalle Regole
IV/9.1.1, IV/9.1.2, IV/10.1.2 e IV/10.1.3;
elettrica
• la stazione terrestre di nave richiesta dalla Regola
3.6.1 Il quadro di emergenza deve essere alimentato, IV/10.1.1; e
durante il normale funzionamento, dal quadro principale • l’installazione radio MF/HF richiesta dalle Regole
per mezzo di una linea di alimentazione di interconnes- IV/10.2.1, IV/10.2.2 e IV/11.1;
sione che deve essere adeguatamente protetta sul quadro d) per un periodo di 18 ore:
principale contro sovraccarico e corto circuito e che deve
essere automaticamente scollegata sul quadro di emer- 1) tutti gli impianti di comunicazione interna richiesti in
genza a seguito della mancanza della sorgente principale di una condizione di emergenza [3.6.4];
energia elettrica. 2) gli ausili alla navigazione richiesti dalla Regola V/12;
Quando l’impianto è previsto per alimentazione inversa, la la Società può esentare da questa prescrizione le
linea di alimentazione di interconnessione deve anche navi aventi stazza lorda inferiore a 5,000 ton,
essere protetta sul quadro di emergenza almeno contro quando ritenga la prescrizione stessa non pratica o
corto circuito. non ragionevole;
3) l’impianto automatico di rivelazione e allarme di
3.6.2 Al fine di assicurare una pronta disponibilità della incendio; e
sorgente di emergenza di energia elettrica, devono essere
4) il funzionamento intermittente della lampada per
previsti, se necessario, dispositivi per sconnettere automati-
segnalazioni diurne, del fischio nave, degli avvisatori
camente circuiti non di emergenza dal quadro di emer-
a comando manuale e di tutte le segnalazioni
genza per assicurare che l’energia sia disponibile ai circuiti
interne (vedere [3.6.5]) che sono richieste in una
di emergenza.
condizione di emergenza; a meno che tali servizi
non abbiano una alimentazione indipendente per
3.6.3 (1/7/2002)
un periodo di 18 ore da una batteria di accumulatori
La sorgente di emergenza di energia elettrica deve essere ubicata in maniera adeguata per essere impiegata in
capace di alimentare contemporaneamente almeno i una condizione di emergenza;
seguenti servizi per i periodi sottospecificati, se essi dipen-
dono per il loro funzionamento da una sorgente elettrica: e) per un periodo di 18 ore: una delle pompe da incendio
prescritte dalle pertinenti norme di cui al Capitolo 4, se
a) per un periodo di 3 ore, l'illuminazione di emergenza di dipendente dal generatore di emergenza per la sua sor-
ogni posto di riunione ed imbarco e sulle murate gente di energia;
b) per un periodo di 18 ore, l'illuminazione di emergenza: f) per il periodo di tempo richiesto in Cap 1, Sez 11, [2], le
1) di tutti i corridoi, le scale e le uscite di servizio e macchine di governo, quando per esse sia prescritta
degli alloggi, delle cabine degli ascensori del perso- l’alimentazione dalla sorgente di emergenza.
nale e dei vani degli ascensori del personale;
3.6.4 Gli impianti di comunicazione interna richiesti in
2) dei locali macchine e delle centrali elettriche princi- una condizione di emergenza comprendono in generale:
pali, incluse le loro posizioni di comando; a) i mezzi di comunicazione tra il ponte di comando ed il
3) di tutti i posti di comando, delle sale di comando del locale agghiaccio timone,
macchinario e di ogni quadro principale e di emer- b) i mezzi di comunicazione tra il ponte di comando e la
genza; posizione nel locale macchine o la postazione nella
4) di tutte le posizioni di deposito degli equipaggia- sala di controllo dalla quale i motori sono normalmente
menti da vigile del fuoco; comandati,

5) delle macchine di governo; c) l’impianto di informazione pubblica.

6) della pompa da incendio di cui al successivo 3.6.5 I segnali interni richiesti in una condizione di emer-
comma (e), della pompa per l'impianto a " sprink- genza generalmente comprendono in generale:
ler", se prevista, e della pompa di sentina di emer- a) l’allarme generale,
genza, se prevista, e dei posti di avviamento dei loro
motori, e b) l’indicazione delle porte stagne.

7) di tutti i locali pompe del carico di navi cisterna 3.6.6 Per le navi impegnate regolarmente in viaggi di
costruite il 1° luglio 2002 o successivamente. breve durata e cioè che non si allontanano dalla costa per

Regolamenti RINA 2005 293


Parte C, Cap 2, Sez 3

più di 20 miglia o navi classificate per navigazione costiera, 3.7.7 L’alimentazione da terra deve essere provvista di un
la Società può accettare un periodo inferiore alle 18 ore indicatore ubicato sul quadro principale che segnali
specificate nei commi da [3.6.3] (b) a [3.6.3] (e), ma non quando il cavo tra la cassetta di connessione ed il quadro
minore di 12 ore, purché a sua soddisfazione sia garantito principale è in tensione.
un adeguato livello di sicurezza.
3.7.8 La cassetta di connessione deve essere provvista di
Nota 1: Per le navi per le quali non è applicabile la Convenzione
una targa che dia indicazioni sulla tensione e sulla fre-
SOLAS, può essere accettato un periodo di tempo inferiore.
quenza nominale dell’impianto.
Nota 2: Per le navi da passeggeri vedere Parte E, Cap 11, Sez 5.
3.7.9 (1/7/2001)
3.6.7 La sorgente di emergenza temporanea di energia L'interruttore di manovra-sezionatore sul quadro principale
elettrica, quando prescritta, deve alimentare almeno i deve essere interbloccato con gli interruttori automatici dei
seguenti servizi per mezz’ora, se essi dipendono per il loro generatori principali, per impedire la sua richiusura quando
funzionamento da una sorgente di energia elettrica: un qualsiasi generatore sta alimentando il quadro princi-
a) l’illuminazione richiesta nei punti a, b, c1 del requisito pale, a meno che non siano stati adottati particolari accor-
[3.6.3]; per questa fase temporanea, l’illuminazione gimenti, a soddisfazione della Società, per permettere un
elettrica di emergenza richiesta, per quanto concerne il sicuro trasferimento del carico elettrico.
locale macchine ed i locali di alloggio e di servizio può
essere fornita per mezzo di singole lampade ad accumu- 3.7.10 Devono essere predisposti adeguati mezzi per
latore ad inserzione automatica, fissate permanente- equalizzare il potenziale tra lo scafo e la terra quando
mente e caricate automaticamente; e l’impianto elettrico della nave viene alimentato da terra.

b) tutti i servizi richiesti in d1, d2 e d4 del punto [3.6.3] a


meno che tali servizi abbiano una alimentazione indi-
3.8 Alimentazione di motori
pendente, per il periodo specificato, da una batteria di
3.8.1 Si deve prevedere un circuito terminale distinto per
accumulatori ubicata adeguatamente per essere impie-
ogni motore che alimenti un servizio essenziale (e per ogni
gata in una condizione di emergenza.
motore di potenza nominale superiore o uguale a 1 kW).

3.7 Alimentazione da terra 3.8.2 Ciascun motore deve essere provvisto di una appa-
recchiatura di comando che assicuri un avviamento soddi-
3.7.1 Quando vi è la possibilità di alimentazione sfacente del motore stesso.
dell’impianto elettrico da una sorgente di energia posta a A seconda della capacità dell’impianto di generazione
terra o comunque fuori dalla nave, deve essere sistemata a dell’energia o della rete di distribuzione, può essere neces-
bordo una adatta cassetta di connessione per ricevere ade- sario limitare la corrente di avviamento ad un valore accet-
guatamente il cavo flessibile proveniente dalla sorgente tabile.
esterna.
Sono accettabili avviatori diretti se la caduta di tensione
3.7.2 La cassetta di connessione deve essere collegata al non supera il 15% della tensione di rete.
quadro principale mediante cavi di portata adeguata e fis-
3.8.3 Devono essere provvisti efficaci mezzi per poter
sati permanentemente.
mettere fuori tensione il motore e le relative apparecchia-
ture di comando, aprendo tutti i poli attraverso cui ricevono
3.7.3 Nella cassetta di connessione deve essere previsto
l’alimentazione.
un terminale di terra per collegare, quando necessario nel
caso di sistemi con neutro a massa, il neutro del sistema di Quando l’apparecchiatura di comando è montata su un
terra con quello della nave o per collegare un conduttore di quadro o nelle vicinanze, può essere usato per questo
protezione. scopo un interruttore sezionatore del quadro stesso.
In caso contrario occorre prevedere un interruttore seziona-
3.7.4 Nella cassetta di connessione vi deve essere un tore dentro l’involucro dell’avviatore o in un involucro
interruttore automatico o un interruttore di manovra-sezio- separato.
natore e fusibili.
L’alimentazione da terra deve essere protetta contro sovrac- 3.8.4 Quando l’avviatore od ogni altra apparecchiatura
carico e corto circuito, comunque la protezione contro per sconnettere il motore è lontano dal motore stesso, si
sovraccarico può essere omessa nella cassetta di connes- deve adottare uno dei seguenti provvedimenti:
sione se prevista sul quadro principale. a) sistemazione di un dispositivo di blocco dell’interruttore
di manovra nella posizione di “aperto”; oppure
3.7.5 Devono esservi dispositivi per il controllo della
b) sistemazione di un secondo interruttore di manovra
sequenza delle fasi della alimentazione da terra rispetto alla
vicino al motore; oppure
rete della nave.
c) sistemazione di fusibili in ciascun polo o fase in ten-
3.7.6 Il cavo di collegamento della cassetta di connessione sione realizzata in modo tale che essi possano essere
deve fare capo almeno ad un interruttore di manovra-sezio- facilmente estratti e conservati dalle persone autorizzate
natore sul quadro principale. ad accedere al motore.

294 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 2, Sez 3

3.9 Requisiti specifici per servizi forza parti- 3.13 Fanali di navigazione
colari
3.13.1 (1/7/2003)
3.9.1 Per l’alimentazione e le caratteristiche della distribu- I fanali di navigazione devono essere collegati separata-
zione dei seguenti servizi vedere: mente ad un quadro di distribuzione ad essi appositamente
riservato.
• Macchine di governo: Cap 1, Sez 11, [2];
Le lampade di segnalazione possono essere collegate al
• Impianti di estinzione e rivelazione incendi: Cap 4, quadro di distribuzione dei fanali di navigazione o ad un
Sez 6; quadro di distribuzione separato.
• Pompa di sentina fissa che deve essere sommersa:
Cap 1, Sez 10, [6.7.7]; 3.13.2 (1/7/2003)
Il quadro di distribuzione dei fanali di navigazione deve
• Impianti di ventilazione meccanica: Capitolo 4;
essere alimentato da due circuiti separati, uno dalla sor-
• Pompe del combustibile: Cap 1, Sez 10; gente principale di energia elettrica e uno dalla sorgente di
• Pompe che scaricano fuoribordo al di sopra del galleg- emergenza di energia elettrica; vedere anche [3.6].
giamento più basso in corrispondenza delle zone di Il cambio di alimentazione deve essere effettuato dal ponte
messa a mare delle imbarcazioni e delle zattere di sal- di comando, per esempio mediante un commutatore.
vataggio: Cap 1, Sez 10, [5.2.4];
3.13.3 Ciascun fanale di navigazione deve essere coman-
3.9.2 Tutti i circuiti forza che terminano in un carbonile o dato e protetto da un interruttore bipolare ed un fusibile su
in un locale da carico devono essere provvisti di apparecchi ciascun polo isolato, oppure, in alternativa, da un interrut-
di interruzione multipolari, sistemati fuori del locale, per tore automatico bipolare, sistemato sul quadro di cui in
scollegare detti circuiti. [3.13.1].

3.13.4 Qualora siano previsti fanali di navigazione doppi,


3.10 Alimentazione di apparecchi di riscalda- cioè con due lampadine, ovvero qualora sia installato per
mento ogni fanale anche un fanale di rispetto, i collegamenti agli
stessi possono far parte di un unico cavo, purché siano pre-
3.10.1 Ciascun apparecchio di riscaldamento avente cor- visti nel quadro mezzi per alimentare una sola lampadina o
rente nominale superiore a 16A deve essere collegato ad un un solo fanale per volta.
circuito terminale distinto.
3.13.5 Ciascun fanale di navigazione deve essere provvi-
3.11 Alimentazione di impianti luce sto di un indicatore automatico che dia una segnalazione
acustica e/o ottica in caso di spegnimento del fanale.
3.11.1 I circuiti terminali per l’illuminazione che alimen- In caso di impiego del solo dispositivo acustico, questo
tano più punti luce e per le prese di corrente devono essere deve essere alimentato da una sorgente di energia distinta
provvisti di dispositivi di protezione aventi portate non da quella che alimenta i fanali, per esempio da una batteria
superiori a 16 A. di accumulatori.
In caso di impiego di un indicatore ottico collegato in serie
3.12 Servizi luce particolari col fanale, devono esservi dispositivi per impedire che il
fanale si spenga in caso di guasto dell’indicatore.
3.12.1 In locali quali: Deve essere assicurato un livello minimo di visibilità, nel
• locale apparato motore principale e grandi locali mac- caso in cui vengano utilizzati dispositivi attenuatori della
chine; luce.
• grandi cucine;
3.14 Impianto di allarme generale di emer-
• corridoi;
genza
• scale che conducono ai ponti imbarcazioni;
3.14.1 (1/7/2002)
• spazi pubblici; L'impianto di campane o sirene o altri dispositivi di allarme
sonoro equivalenti, in aggiunta al fischio o alla sirena della
deve esservi per l’illuminazione più di un circuito terminale
nave, per diffondere il segnale di allarme generale di emer-
in modo che il guasto in un circuito non riduca l’illumina-
genza devono rispondere alle prescrizione del presente sot-
zione ad un livello insufficiente.
toarticolo.
3.12.2 Se è prescritto l’impianto di emergenza uno dei cir- Per le navi da passeggeri non adibite a viaggi internazionali
cuiti di cui in [3.12.1] può essere alimentato dalla sorgente e per le navi da carico di stazza lorda inferiore a 500 ton o
di energia di emergenza. di stazza lorda uguale o superiore a 500 ton non adibite a
viaggi internazionali, il sistema deve poter essere azionato
3.12.3 Tutti i circuiti luce che terminano in un carbonile o dal ponte di comando, deve essere continuamente alimen-
in un locale da carico devono essere provvisti di apparecchi tato da una sorgente di energia elettrica di emergenza e
di interruzione multipolari, sistemati fuori dal locale, per deve soddisfare le prescrizioni di cui in [3.14.2], [3.14.3],
scollegare detti circuiti. [3.14.8], [3.14.10] e [3.14.12].

Regolamenti RINA 2005 295


Parte C, Cap 2, Sez 3

3.14.2 L’impianto di allarme generale di emergenza deve persone presenti a bordo possono avere normalmente
essere supplementato da un impianto di informazione pub- accesso.
blica rispondente ai requisiti di cui in [3.15] o da altri ade- L'impianto di informazione pubblica è/può non essere
guati mezzi di comunicazione. richiesto in spazi come ad esempio i passaggi sotto i ponti,
il deposito nostromo, l'ospedale ed il locale pompe.
3.14.3 L’impianto di intrattenimento musicale deve essere
automaticamente escluso quando è attivato l’impianto di Per le navi da passeggeri non adibite a viaggi internazionali
allarme generale. e per le navi da carico di stazza lorda inferiore a 500 ton o
di stazza lorda uguale o superiore a 500 ton non adibite a
3.14.4 L’impianto deve essere alimentato con continuità e viaggi internazionali, le prescrizioni di cui in [3.15.7] non
deve essere dotato di commutazione automatica ad una si applicano.
sorgente di alimentazione di riserva in caso di perdita della
sorgente di alimentazione normale. 3.15.2 Quando l’impianto di informazione pubblica è uti-
lizzato per supplementare l’impianto d’allarme generale
Deve essere dato un allarme in caso di guasto della sor-
d’emergenza di cui in [3.14.2], esso deve essere alimentato
gente di alimentazione normale.
con continuità dalla sorgente di emergenza di energia elet-
3.14.5 L’impianto deve essere alimentato, per mezzo di trica richiesta in [2.3] e [3.6].
due circuiti, uno dalla sorgente di alimentazione principale
3.15.3 L’impianto deve permettere di diffondere messaggi
della nave e l’altro dalla sorgente di emergenza di energia
dalla plancia e da altri punti a bordo come ritentuto neces-
elettrica richiesta in [2.3] e [3.6].
sario.
3.14.6 L’impianto deve essere azionabile dalla plancia e,
3.15.4 L’impianto deve essere protetto contro l’uso non
eccetto che per il fischio nave, da altre postazioni strategi-
autorizzato.
che.
Nota 1: Possono essere considerate altre postazioni strategiche 3.15.5 L’impianto deve essere installato in considerazione
quelle postazioni, oltre alla plancia, dalle quali si possono control- delle condizioni acustiche presenti e non deve richiedere
lare in situazioni di emergenza e dalle quali si può attivare nessuna azione da parte dei destinatari.
l’impianto di allarme generale di emergenza. La stazione anti-
incendio o la stazione di controllo del carico sono normalmente 3.15.6 Quando il singolo altoparlante possiede un dispo-
considerate postazioni strategiche. stivo locale per essere tacitato, deve essere previsto un
dispositivo di intervento ad esclusione della tacitazione
3.14.7 L’allarme deve continuare a funzionare, dopo che è
dalla(e) stazione(i) di comando, inclusa la plancia.
stato attivato, fino a quando non venga interrotto manual-
mente oppure non venga temporaneamente interrotto da un 3.15.7 Con la nave alla via in normali condizioni, il livello
messaggio sull’impianto di informazione pubblica. minimo di pressione sonora per la diffusione di messaggi
d’emergenza deve essere:
3.14.8 L’impianto d’allarme deve essere udibile in tutti i
locali alloggio e negli spazi in cui l’equipaggio normal- a) all’interno di 75 dB (A) e di almeno 20 dB (A) al di sopra
mente lavora. del brusio di fondo; e
b) all’esterno di 80 dB (A) e di almeno 15 dB (A) al di sopra
3.14.9 Il livello minimo di pressione sonora per il segnale del brusio di fondo.
dell’allarme di emergenza all’interno e all’esterno deve
Il livello di pressione sonora deve essere conforme a quanto
essere di 80 dB (A) e di almeno 10 dB (A) sopra il rumore di
richiesto all’interno delle cabine e dei luoghi pubblici
fondo presente durante il normale funzionamento delle
durante le prove in mare.
apparecchiature con la nave alla via in condizioni di tempo
normale.
3.16 Impianto combinato di allarme generale
3.14.10 Nelle cabine senza altoparlante, deve essere di emergenza - informazione pubblica
installato un trasduttore elettronico d’allarme, p.e. un buz-
zer o simile. 3.16.1 Quando l’impianto di informazione pubblica è
l’unico mezzo per azionare il segnale di allarme generale di
3.14.11 Il livello di pressione sonora, in corrispondenza emergenza e l’allarme d’incendio, in aggiunta alle prescri-
dei testa letto e nei bagni delle cabine deve essere di zioni di cui in [3.14] e [3.15], devono essere soddisfatte
almeno 75 dB (A) e di almeno 10 dB (A) sopra il rumore di anche le seguenti:
fondo. • l’impianto deve superare automaticamente ogni altro
segnale di ingresso quando è richiesto un allarme di
3.14.12 Per i cavi utilizzati per gli impianti di allarme
emergenza;
generale di emergenza vedere [9.6].
• l’impianto deve superare automaticamente qualsiasi
controllo di volume per fornire il volume prescritto in
3.15 Impianto di informazione pubblica condizione di emergenza quando è richiesto un allarme
3.15.1 (1/7/2002) di emergenza;
L'impianto di informazione pubblica deve essere munito di • l’impianto deve essere sistemato per prevenire retroa-
altoparlanti per diffondere messaggi in tutti gli spazi dove le zioni o altre interferenze;

296 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 2, Sez 3

• l’impianto deve essere realizzato in modo da minimiz- 3.19 Alimentazione ai sistemi di regolazione
zare l’effetto di un singolo guasto cosicché il segnale di della velocità di tipo elettrico per gruppi
allarme sia ancora udibile (sopra il rumore di fondo) generatori
anche in caso di guasto di qualsiasi circuito o compo-
nente, tramite l’uso di:
3.19.1 Ciascun sistema di comando di tipo elettrico e/o
- amplificatori multipli; sistema di regolazione della velocità di tipo elettrico per
gruppi generatori deve essere singolarmente alimentato
- vie cavi segregate per spazi pubblici, corridoi, scale dalla sorgente principale di energia elettrica e da una batte-
e stazioni di comando; ria di accumulatori per almeno 15 minuti o altra analoga
- più di un generatore elettronico di segnale sonoro; sorgente di alimentazione.

- protezioni elettriche contro il corto circuito per ogni 3.19.2 Le condutture di alimentazione dalla sorgente prin-
singolo altoparlante. cipale di energia elettrica devono essere derivate dal qua-
dro principale o da sottoquadri indipendenti.
3.17 Circuiti di comando e segnalazione Se le sbarre principali sono divise in due sezioni, i regola-
tori devono essere per quanto possibile alimentati dalla
3.17.1 Per l’alimentazione degli impianti di automazione, sezione alla quale i relativi generatori sono connessi.
compresi gli impianti di comando, allarme e sicurezza,
vedere le prescrizioni del Capitolo 3.
4 Grado di protezione degli involucri
3.17.2 I circuiti di comando e di segnalazione relativi ai
servizi essenziali devono essere derivati dal circuito princi-
4.1 Generalità
pale in cui è installata la relativa apparecchiatura. Disposi-
zioni equivalenti potranno essere accettate dalla Società. 4.1.1 Il grado di protezione minimo richiesto dell’apparec-
chiatura elettrica, in relazione alla sua ubicazione, è in
generale quello prescritto in Tab 2.
3.17.3 I circuiti di comando e segnalazione relativi a ser-
vizi essenziali secondari ed a servizi non essenziali possono
essere alimentati da impianti di distribuzione ad essi desti- 4.1.2 Le costruzioni elettriche alimentate a tensione nomi-
nati a soddisfazione della Società. nale superiore a 500 V ed accessibili a persone non autoriz-
zate (p.e. apparecchiature non ubicate nei locali macchina
o in locali chiusi sotto la responsabilità degli ufficiali di
3.18 Alimentazione ai sistemi di regolazione bordo) devono avere un grado di protezione contro il con-
della velocità di tipo elettrico per mac- tatto accidentale di parti sotto tensione pari ad almeno
chine di propulsione IP4X.

3.18.1 I sistemi di regolazione della velocità di tipo elet- 4.1.3 Le apparecchiature installate in luoghi con pericolo
trico per macchine di propulsione devono essere alimentati di esplosione devono in aggiunta a quanto prescritto nel
dalla sorgente principale di energia elettrica. presente sottoarticolo soddisfare le norme di cui alla Sez 2,
[6].
3.18.2 Se sono previste più macchine di propulsione, cia-
scun sistema di regolazione della velocità deve essere ali- 4.1.4 Le custodie delle apparecchiature elettriche per il
mentato singolarmente mediante condutture separate comando ed il controllo delle porte stagne ubicate al di
derivate dal quadro principale o da due sottoquadri indi- sotto del ponte delle paratie devono essere protette in
pendenti. maniera adeguata contro la penetrazione dannosa di acqua.

Se le sbarre principali sono divise in due sezioni, i regola- In particolare il grado di protezione minimo richiesto deve
tori devono essere per quanto possibile equamente alimen- essere:
tati dalle due sezioni.
• IPX7 per motori elettrici e circuiti ad essi associati e per
i componenti di comando;
3.18.3 Nel caso di macchine di propulsione che non
dipendono per il loro funzionamento da energia elettrica, • IPX8 per gli indicatori di posizione delle porte ed i com-
ossia macchine aventi gli ausiliari condotti, i sistemi di ponenti dei circuiti ad essi associati;
regolazione della velocità devono essere alimentati oltre
che dalla sorgente principale di energia elettrica anche da • IPX6 per i segnali di avviso di movimento della porta.
una batteria di accumulatori per almeno 15 minuti o da
altra analoga sorgente di alimentazione. Nota 1: La pressione di prova per le custodie protette con il grado
IPX8 deve essere basata sulla pressione che può determinarsi nel
Tale batteria può essere anche destinata ad altri servizi quali punto di installazione del componente durante l’allagamento per
gli impianti di automazione, se previsti. una durata di 36 ore.

Regolamenti RINA 2005 297


Parte C, Cap 2, Sez 3

Tabella 2 : Gradi minimi di protezione richiesti

Acces-
Quadri sori
Apparec- Trasfor- Appa- (p.e.
Appa-
chiature matori recchi Appa- Prese interrut-
Condizioni recchi
Esempio di di Genera- Converti- di recchi di tori e
nel luogo di Motori di illu-
ubicazione comando tori tori a riscal- di cor- cassette
installazione mina-
Avviatori semicon- damen cottura rente di giun-
zione
di motori duttore to zione)
Soltanto peri- Locali asciutti per
colo di con- alloggio I P 20 X (1) I P 20 I P 20 I P 20 I P20 I P 20 I P 20 I P 20
tatto con parti Locali asciutti di
in tensione comando
Sale comando, I P 22 X I P 22 I P 22 I P 22 I P22 I P 22 I P 22 I P 22
timoneria,
stazione RT
Sala macchine o I P 22 I P 22 I P 22 I P 22 I P 22 I P22 I P 22 I P 44 I P 44
Pericolo di caldaie sopra
stillicidio di pagliolo
liquidi e/o Locali agghiaccio I P 22 I P 22 I P 22 I P 22 I P 22 I P22 X I P 44 I P 44
moderati timone
danni mecca-
Locali macchinari I P 22 I P 22 I P 22 I P 22 I P 22 I P22 X I P 44 I P 44
nici
emergenza
Locali deposito I P 22 X I P 22 I P 22 I P 22 I P22 X I P 22 I P 44
generali
Riposterie I P 22 X I P 22 I P 22 I P 22 I P22 I P 22 I P 44 I P 44
Locali provviste I P 22 X I P 22 I P 22 I P 22 I P22 X I P 44 I P 44
Condotte di venti- X X I P 22 X X X X X X
lazione
Locali da bagno X X X X I P 34 I P44 X I P 55 I P 55
e/o per doccia
Sala macchine o X X I P 44 X I P 34 I P44 X X I P 55
Pericolo caldaie sotto
aumentato pagliolo
per liquidi Locali chiusi per I P 44 X I P 44 I P 44 I P 34 I P44 X X I P 55
e/o danni depurazione nafta
meccanici
Locali chiusi per I P 44 X I P 44 I P 44 I P 34 I P44 X X I P 55
depuratori olio
lubrificante
Pericolo Locali I P 44 X I P 44 I P 44 (2) I P 34 I P44 X I P 55 I P 55
aumentato pompe zavorra (2)
per liquidi Locali frigoriferi X X I P 44 X I P 34 I P44 X I P 55 I P 55
e danni mec- Cucine e lavande- I P 44 X I P 44 I P 44 I P 34 I P44 I P 44 I P 44 I P 44
canici rie
Locali da bagno X X I P 44 I P 44 I P 34 I P44 X I P 44 I P 44
e/o per docce
pubblici
(1) Il simbolo “X” significa apparecchiatura di cui è sconsigliata l’installazione.
(2) I motori ed i trasformatori di avviamento per le eliche di manovra ubicati in locali simili a quelli delle pompe zavorra possono
avere grado di protezione IP22.

298 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 2, Sez 3

Acces-
Quadri sori
Apparec- Trasfor- Appa- (p.e.
Appa-
chiature matori recchi Appa- Prese interrut-
Condizioni recchi
Esempio di di Genera- Converti- di recchi di tori e
nel luogo di Motori di illu-
ubicazione comando tori tori a riscal- di cor- cassette
installazione mina-
Avviatori semicon- damen cottura rente di giun-
zione
di motori duttore to zione)
Pericolo di
spruzzi di Gallerie assi e I P 55 X I P 55 I P 55 I P 55 I P55 X I P 56 I P 56
liquidi. Pre- tubolature in dop-
senza di pol- pio fondo
vere dovuta
al carico. Seri
Stive per carico X X I P 55 X I P 55 I P55 X I P 56 I P 56
danni mecca-
generale
nici. Vapori
aggressivi Condotte (trunks) X X I P 55 X X X X X X
di ventilazione
Pericolo per
liquidi in Ponti esposti I P 56 X I P 56 X I P 55 I P56 X I P 56 I P 56
grande quan-
tità
(1) Il simbolo “X” significa apparecchiatura di cui è sconsigliata l’installazione.
(2) I motori ed i trasformatori di avviamento per le eliche di manovra ubicati in locali simili a quelli delle pompe zavorra possono
avere grado di protezione IP22.

5 Coefficienti di contemporaneità 7 Protezioni elettriche

5.1 Generalità 7.1 Generalità sulla protezione contro le


sovracorrenti
5.1.1 I cavi ed i dispositivi di protezione dei circuiti termi-
nali devono essere dimensionati in base al carico loro con- 7.1.1 Gli impianti elettrici devono essere protetti contro le
nesso. sovracorrenti accidentali ivi compreso il corto circuito.
La scelta, la disposizione e le prestazioni dei diversi appa-
5.1.2 I cavi ed i dispositivi di protezione dei circuiti che recchi di protezione devono fornire una protezione auto-
alimentano due o più circuiti terminali devono essere matica completa e coordinata per garantire il più possibile:
dimensionati in base al carico totale alimentato tenendo
• la continuità di servizio in caso di guasto attraverso
conto, se giustificabile, di un coefficiente di contempora-
l’intervento coordinato e selettivo degli apparecchi di
neità.
protezione;
5.1.3 Il coefficiente di contemporaneità può essere appli- • il contenimento degli effetti dei guasti, per ridurre il più
cato purché ciò sia consentito dalla conoscenza o dalla pre- possibile il danneggiamento dell’impianto ed il pericolo
visione delle condizioni operative di una particolare parte di incendio.
dell’impianto.
Nota 1: Sovracorrente è una corrente che eccede la corrente nomi-
nale.
6 Categorie ambientali delle apparec- Nota 2: Corto circuito è il collegamento accidentale attraverso una
chiature resistenza o impedenza relativamente bassa, di due o più punti di
un circuito che sono usualmente a tensioni diverse.

6.1 Categorie ambientali 7.1.2 Gli apparecchi previsti per la protezione contro le
sovracorrenti devono essere scelti in base alle prescrizioni
6.1.1 Le categorie ambientali delle apparecchiature elettri- riguardanti il sovraccarico e il corto circuito.
che, in relazione alla loro ubicazione, sono in generale Nota 1: Sovraccarico è una condizione di funzionamento in un cir-
quelle indicate in Tab 3. cuito elettricamente sano che provoca una sovracorrente.

6.1.2 Per le navi operanti al di fuori della cintura tropicale, 7.1.3 Gli impianti devono essere tali da sopportare le sol-
la temperatura massima dell’aria ambiente può essere lecitazioni termiche ed elettrodinamiche causate dal pas-
assunta pari a + 40 °C invece che di + 45 °C, cosicchè il saggio, per la durata ammissibile, di possibili sovracorrenti
primo numero caratteristico cambia da 1 a 3. fino ai corto circuiti.

Regolamenti RINA 2005 299


Parte C, Cap 2, Sez 3

Tabella 3 : Categorie ambientali richieste

Luoghi entro l’area principale


Sui macchinari come i
Aree principali Generale All’interno dei vani, motori a combustione Alberi
a bordo ponti, etc. interna, compressori

Locali macchine / locali agghiaccio EC21 EC31 EC23 X (1)


timone

Sala comando, EC21 EC31 X X


locali alloggio EC11C

Ponte di comando EC21 EC31 X X


EC11C

Locale pompe,
stive, locali senza riscaldamento EC41 X X X

Ponti esposti EC41S X X EC42S


(1) Il simbolo “x” significa ubicazioni in generale non applicabili.

7.2 Correnti di corto circuito C10 : capacità della batteria in Ah per una durata di
scarica di 10 ore
7.2.1 Per la valutazione della corrente massima di corto K : rapporto tra la corrente di corto circuito delle
circuito presunta, la sorgente della corrente deve compren- batterie e C10 (vedere Nota 1)
dere il massimo numero di generatori che possono essere
ITM : corrente nominale di tutti i motori che sono
collegati contemporaneamente (per quanto permesso da
qualsiasi dispositivo di interblocco), ed il massimo numero normalmente collegati contemporaneamente
dei motori che sono normalmente collegati contemporane- all’impianto.
amente nell’impianto. Nota 1: Per batterie stazionarie si possono indicativamente assu-
mere i seguenti valori:
Il massimo numero di generatori o trasformatori deve essere
• batterie al piombo di tipo aperto: K = 8;
valutato senza tenere in considerazione operazioni di paral-
• batterie alcaline di tipo aperto per una scarica a bassa densità
lelo di breve durata (p.e. per il trasferimento del carico) a
corrispondenti ad una durata della batteria superiore a tre ore:
patto che sia previsto un interblocco adatto. K = 15;
7.2.2 I calcoli delle correnti di corto circuito devono • batterie al piombo di tipo ermetico aventi capacità uguale o
superiore a 100 Ah o batterie alcaline per una scarica ad alta
essere eseguiti secondo un metodo riconosciuto dalla
densità corrispondenti ad una durata della batteria inferiore a
Società, quale ad esempio quello riportato nella Pubblica- tre ore: K = 30.
zione IEC 60363.

7.2.3 In mancanza di precise informazioni sulle caratteri- 7.3 Scelta delle apparecchiature
stiche dei generatori, delle batterie di accumulatori e dei
7.3.1 Sono richiesti interruttori automatici di tipo estraibile
motori, le correnti massime di corto circuito sulle sbarre
quando essi non siano adatti all’isolamento.
principali possono essere valutate come segue:
• per impianti in corrente alternata: 7.3.2 Le apparecchiature devono essere scelte sulla base
Iac = 10 ITG + 3.5 ITM della loro corrente nominale e del loro potere di interru-
zione e di chiusura.
Ipk = 2.4 Iac
• per impianti in corrente continua alimentati da batterie: 7.3.3 Nella scelta degli interruttori automatici con ritardo
Ip = K C10 + 6 ITM breve intenzionale per sgancio in condizioni di corto cir-
cuito, devono essere utilizzati interruttori automatici di
dove: categoria di utilizzazione B ed essi devono essere scelti
Ip : corrente massima di corto circuito tenendo in considerazione anche la loro corrente nominale
ammissibile di breve durata (Icw).
Iac : valore efficace della componente simmetrica (al
Per interruttori automatici senza ritardo breve intenzionale
tempo T/2)
per sgancio in condizioni di corto circuito, possono essere
Ipk : valore massimo di picco utilizzati interruttori automatici di categoria di utilizzazione
ITG : corrente nominale di tutti i generatori che pos- A ed essi devono essere scelti in accordo al loro potere
sono essere collegati contemporaneamente nominale di interruzione in corto circuito (Ics).

300 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 2, Sez 3

Nota 1: Per lo scopo di questi Regolamenti, le categorie di utilizza- 7.4.7 La prestazione di corto circuito della combinazione
zione A e B sono definite come segue: di protezione in serie deve essere eguale a quella prescritta
• Categoria di utilizzazione A: interruttori non specificamente dalla Pubblicazione IEC 60947-2 per un interruttore singolo
previsti per la selettività nelle condizioni di corto circuito, avente la stessa categoria di prestazioni di corto circuito
rispetto ad altri dispositivi di protezione posti in serie lato dell’interruttore assistito (quello a valle) ed avere presta-
carico, cioè senza ritardo intenzionale in condizioni di corto zioni nominali di corto circuito non inferiori al livello mas-
circuito.
simo presunto di corto circuito nel punto di alimentazione
• Categoria di utilizzazione B: interruttori specificamente previsti della combinazione.
per la selettività nelle condizioni di corto circuito, rispetto ad
altri dispositivi di protezione posti in serie lato carico, cioè con 7.4.8 Si possono usare interruttori automatici combinati
ritardo intenzionale (che può essere regolabile) in condizioni con fusibili installati a monte, purché i fusibili e gli interrut-
di corto circuito. tori siano coordinati in sede di progetto, in modo da garan-
7.3.4 Gli interruttori automatici per i servizi essenziali tire che l’intervento dei fusibili abbia luogo nel tempo
duplicati ed i servizi non essenziali possono essere selezio- dovuto così da impedire formazioni d’arco fra i poli o verso
nati in base al loro potere di interruzione estremo in corto le parti metalliche degli interruttori automatici, quando essi
circuito (Icu). sono soggetti a sovracorrenti che provocano l’intervento dei
fusibili.
7.3.5 Per gli interruttori di manovra, il potere di interru-
7.4.9 Nel determinare le prescrizioni di prestazione della
zione e di chiusura deve essere in accordo alla categoria di
combinazione di protezione in serie (back-up) sopra citata
utilizzazione AC-22 A o DC-22 A (secondo la Pubblica-
è ammesso tener conto della impedenza dei vari elementi
zione IEC 60947-3).
costituenti il circuito, quali l’impedenza della connessione
7.3.6 Per gli interruttori di manovra-sezionatore-fusibile o in cavo quando l’interruttore assistito (quello a valle) è ubi-
gli interruttori di manovra-sezionatore con fusibile, il potere cato lontano dall’interruttore o fusibile di protezione
di interruzione e di chiusura devono essere in accordo alle (quello sistemato a monte).
categorie di utilizzazione AC-23 A o DC-23 A (secondo la
Pubblicazione IEC 60947-3). 7.5 Continuità di alimentazione e continuità
di servizio
7.4 Protezione contro il corto circuito
7.5.1 La protezione dei circuiti deve essere tale che un
7.4.1 La protezione contro le correnti di corto circuito guasto in un servizio non causi la perdita di qualsiasi servi-
deve essere effettuata con interruttori automatici o con fusi- zio essenziale.
bili.
7.5.2 La protezione di un circuito di emergenza deve
7.4.2 Il potere di interruzione nominale di corto circuito di
essere tale che un guasto in un circuito non causi la perdita
ogni apparecchio di protezione non deve essere inferiore al
di altri servizi di emergenza.
valore massimo previsto della corrente di corto circuito nel
punto di installazione all’istante di separazione dei contatti. Nota 1: Deve essere assicurata la continuità di alimentazione per i
servizi essenziali primari e la continuità di servizio per i servizi
7.4.3 Il potere di chiusura nominale su corto circuito di essenziali secondari.
ogni apparecchio di manovra destinato a poter essere La continuità di alimentazione è quella condizione in cui, durante
chiuso su corto circuito, non deve essere inferiore al valore e dopo un guasto in un circuito, viene permanentemente assicurata
massimo della corrente di corto circuito nel punto di instal- l’alimentazione ai circuiti sani (vedere il circuito 3 in Fig 2).
lazione. In corrente alternata questo valore massimo corri-
La continuità di servizio è quella condizione in cui, dopo che è
sponde al valore di picco in condizioni di massima stato pulito un guasto in un circuito, viene ristabilita l’alimenta-
asimmetria. zione ai circuiti sani (vedere il circuito 3 in Fig 2).
7.4.4 Ogni apparecchiatura di protezione e manovra non
destinata a interrompere correnti di corto circuito deve 7.6 Protezione contro il sovraccarico
essere adeguata alla massima corrente di corto circuito nel
suo punto di installazione, tenuto conto del tempo necessa- 7.6.1 I dispositivi previsti per la protezione contro il
rio perché il corto circuito sia eliminato. sovraccarico devono avere una caratteristica di intervento
(sovracorrente - tempo di intervento) adeguata alla capacità
7.4.5 È ammesso l’uso di un dispositivo di protezione che di sovraccarico degli elementi dell’impianto da proteggere
non abbia potere d’interruzione e/o di chiusura su corto cir- ed alle esigenze della selettività.
cuito almeno uguale alla massima corrente di corto circuito
presunta nel punto in cui esso è installato, purché tale inter- 7.6.2 L’impiego di fusibili per la protezione contro il
ruttore sia protetto a monte (ossia dal lato del generatore) da sovraccarico è ammessa fino a 320 A.
un fusibile o da un interruttore che abbia almeno le presta-
zioni nominali di corto circuito necessarie e che non sia
l’interruttore del generatore. 7.7 Localizzazione delle protezioni contro le
sovracorrenti
7.4.6 Uno stesso fusibile o interruttore può proteggere da
monte più di un interruttore se i circuiti interessati non sono 7.7.1 La protezione contro il corto circuito deve essere
relativi a servizi essenziali. prevista su ciascun conduttore non connesso a massa.

Regolamenti RINA 2005 301


Parte C, Cap 2, Sez 3

Figura 2

Prima di un guasto Durante un guasto Dopo un guasto

Continuità di alimentazione 1 1 1

2 3 2 3 2 3
Continuità di servizio

1 1 1

2 3 2 3 2 3

7.7.2 La protezione contro il sovraccarico deve essere pre- riori alla corrente di corto circuito permanente del
vista su ciascun conduttore non connesso a massa; tuttavia generatore. Per esigenze di selettività si possono intro-
per circuiti isolati monofase e circuiti isolati trifase con cari- durre ritardi brevi (p.e. da 0,5 s a 1 s) nei dispositivi ad
chi sostanzialmente equilibrati, la protezione contro il intervento istantaneo.
sovraccarico può essere omessa su un conduttore.
7.8.4 Per il generatore di emergenza la protezione contro
7.7.3 I dispositivi di protezione contro corto circuito e il sovraccarico, anziché provocare l’intervento automatico
quelli contro sovraccarico non devono interrompere con- dell’interruttore, può azionare un allarme ottico ed acustico
duttori connessi a massa, a meno che tutti i conduttori non in un luogo permanentemente presidiato.
connessi a massa vengano interrotti nello stesso istante da
un apparecchio di interruzione multipolare. 7.8.5 Dopo l’apertura dell’interruttore di un generatore per
sovraccarico, deve essere possibile la sua immediata richiu-
7.7.4 La protezione elettrica deve essere posta il più vicino sura.
possibile all’origine del circuito protetto.
7.8.6 Gli interruttori dei generatori devono essere forniti di
7.8 Protezione dei generatori dispositivi che impediscano la loro richiusura automatica
dopo che si sono aperti per corto circuito.
7.8.1 I generatori devono essere protetti contro sovracca-
rico e corto circuito per mezzo di interruttori multipolari. 7.8.7 Per i generatori aventi una potenza di 1500 kVA o
superiore si deve prevedere un adeguato dispositivo o
Per i generatori non predisposti per funzionare in parallelo
sistema di protezione che, in caso di corto circuito nel
aventi potenza nominale uguale o minore a 50 kVA, può
generatore o nel cavo di alimentazione tra il generatore ed
essere accettato un apparecchio di interruzione multipolare
il suo interruttore provochi la diseccitazione del generatore
e fusibili su ciascuna fase isolata lato generatore.
e l’apertura dell’interruttore stesso (p.e. mediante prote-
7.8.2 Quando è utilizzato un apparecchio di interruzione zione differenziale).
multipolare e fusibili, la taratura del fusibile deve essere al
7.8.8 Quando la sorgente principale di energia elettrica è
massimo il 110% della corrente nominale del generatore.
necessaria per la propulsione della nave, i generatori che la
7.8.3 Qualora si impieghi un interruttore automatico: costituiscono devono essere protetti contro sovraccarico
prolungato mediante l’esclusione automatica dei carichi in
a) la protezione contro il sovraccarico deve provocare
eccesso o altri mezzi equivalenti.
l’intervento dello stesso per sovraccarichi compresi tra
10% ed il 50%; per sovraccarico del 50% della corrente 7.8.9 Si deve prevedere un sistema che escluda automati-
nominale del generatore, il ritardo deve essere di non camente il carico in eccesso allorché i generatori siano
oltre 2 minuti; tuttavia il valore del 50% od il ritardo di sovraccaricati e che operi in modo da impedire una prolun-
2 minuti possono essere aumentati se la costruzione del gata diminuzione della velocità e/o della tensione (vedere
generatore lo permette; Sez 2, Tab 6). L’intervento di tale dispositivo deve provocare
b) la protezione contro il corto circuito deve provocare un allarme ottico ed acustico. È considerato accettabile un
l’intervento istantaneo per valori di sovracorrenti infe- ritardo di 5-20 s.

302 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 2, Sez 3

7.8.10 Quando viene rilevato un sovraccarico, il sistema 7.9.6 I circuiti per le macchine di governo devono essere
di esclusione del carico deve sconnettere automaticamente, protetti solo contro il corto circuito (vedere Cap 1, Sez 11,
dopo un appropriato ritardo, i circuiti che alimentano i ser- [2]).
vizi non essenziali e, se necessario, i servizi essenziali
secondari in un secondo tempo. 7.10 Protezione dei motori
7.8.11 I generatori a corrente alternata predisposti per fun- 7.10.1 I motori di potenza nominale superiore a 1 kW e
zionare in parallelo devono essere muniti di protezione tutti i motori per servizi essenziali devono essere singolar-
ritardata contro il ritorno di energia. mente protetti contro il sovraccarico ed il corto circuito. La
I dispositivi di protezione devono essere scelti in accordo protezione contro il corto circuito può essere assicurata
alle caratteristiche del motore primo. dallo stesso dispositivo di protezione impiegato per il cavo
di alimentazione del motore (vedere [7.9.5]).
Sono raccomandati i seguenti valori:
• 2-6% della potenza nominale per turbogeneratori; 7.10.2 Per i motori destinati a servizi essenziali, la prote-
zione contro il sovraccarico può essere sostituita da un
• 8-15% della potenza nominale per dieselgeneratori.
dispositivo di allarme (per i motori delle macchine di
La protezione contro il ritorno di energia può essere sostitu- governo vedere Cap 1, Sez 11, [2]).
ita da altri dispositivi che garantiscano un’adeguata prote-
zione dei motori primi. 7.10.3 I dispositivi di protezione devono essere progettati
per lasciare passare la corrente in eccesso durante il peri-
7.8.12 I generatori devono essere provvisti di uno sgancia- odo di accelerazione dei motori nelle condizioni ordinarie
tore di apertura di minima tensione che provochi l’apertura di funzionamento.
dell’interruttore quando la tensione scende ad un valore Quando la caratteristica tempo-corrente del dispositivo di
compreso tra il 70% ed il 35% della tensione nominale. protezione contro il sovraccarico non è compatibile con la
durata di avviamento del motore (p.e. per motori con un
Per generatori destinati a funzionare in parallelo devono
essere prese misure atte ad impedire che l’interruttore del lungo periodo di avviamento), il dispositivo di protezione
contro il sovraccarico può essere reso inattivo durante il
generatore si chiuda se il generatore non è in tensione e ad
periodo di accelerazione, purché resti operante la prote-
impedire che il generatore rimanga connesso alle sbarre nel
caso di caduta di tensione. zione contro il corto circuito e la soppressione della prote-
zione contro il sovraccarico sia solo temporanea.
Il funzionamento dello sganciatore di minima tensione
deve essere istantaneo quando impedisce la chiusura 7.10.4 Per i motori per servizio continuo, i dispositivi di
dell’interruttore, ma deve essere ritardato a scopo di seletti- protezione devono avere una caratteristica di ritardo che
vità quando apre l’interruttore. assicuri un’efficace protezione termica contro il sovracca-
rico.
7.9 Protezione dei circuiti 7.10.5 I dispositivi di protezione devono essere regolati
per limitare la corrente massima continuativa ad un valore
7.9.1 Ogni singolo circuito deve essere protetto contro
compreso fra il 105% ed il 120% della corrente nominale
corto circuito e sovraccarico, a meno che non sia altrimenti
del motore protetto.
specificato nelle presenti norme, o consentito eccezional-
mente dalla Società. 7.10.6 Per i motori per servizio intermittente, la regola-
zione della corrente e le caratteristiche di ritardo (in fun-
7.9.2 Ogni circuito deve essere protetto contro sovracca- zione del tempo) dei dispositivi di protezione devono
rico e corto circuito per mezzo di interruttori multipolari o essere scelte in base alle condizioni effettive d’esercizio.
di apparecchi di interruzione multipolari e fusibili.
7.10.7 Quando si utilizzano fusibili per la protezione dei
7.9.3 I circuiti di illuminazione devono essere sezionati su circuiti di motori polifasi devono essere previsti mezzi atti a
entrambi i conduttori non connessi a massa, il seziona- proteggere il motore contro sovraccarichi non accettabili
mento su un solo conduttore di circuiti terminali a due con- nel caso di funzionamento in monofase.
duttori isolati è ammesso solo nei locali alloggio.
7.10.8 I motori di potenza nominale superiore a 1 kW
7.9.4 I dispositivi di protezione dei circuiti che alimentano devono essere provvisti di:
i motori devono lasciare passare le correnti dovute ai transi-
tori di avviamento dei motori stessi. • protezione di minima tensione, che intervenga in caso
di riduzione o mancanza di tensione, in grado di cau-
7.9.5 I circuiti terminali che alimentano apparecchi utiliz- sare e mantenere l’interruzione dell’alimentazione nel
zatori dotati di protezione individuale contro il sovracca- circuito fino al riavviamento volontario del motore o
rico (per esempio motori), o apparecchi utilizzatori che non • interruttore di minima tensione, che intervenga in caso
possono essere sovraccaricati (per esempio circuiti di riscal- di riduzione o mancanza di tensione, sistemato in modo
damento permanentemente collegati e circuiti di illumina- tale da far riavviare automaticamente il motore quando
zione), possono essere muniti soltanto di protezione contro l’alimentazione venga ristabilita dopo una mancanza di
il corto circuito. tensione.

Regolamenti RINA 2005 303


Parte C, Cap 2, Sez 3

7.10.9 Il riavviamento automatico di un motore non deve La protezione contro il sovraccarico può essere omessa per
provocare correnti di avviamento tali da determinare una trasformatori aventi corrente nominale al secondario infe-
eccessiva caduta di tensione. riore a 2 A.
Nel caso di più motori previsti con riavviamento automa- La protezione contro corto circuito al secondario può
tico, la corrente totale di avviamento degli stessi non deve essere omessa se il trasformatore è progettato per resistere
provocare un’eccessiva caduta di tensione o un subitaneo alla corrente di corto circuito permanente.
incremento di corrente assorbita; a tale scopo può essere
necessario realizzare il riavviamento con operazioni 7.13.3 Qualora un guasto su una lampada spia possa com-
sequenziali. promettere il funzionamento di servizi essenziali, esse
devono essere protette separatamente da altri circuiti quali
7.10.10 I dispositivi di protezione di minima tensione quelli di comando.
devono permettere l’avviamento del motore quando la ten-
Nota 1: Lampade spia alimentate tramite trasformatori resistenti al
sione è superiore all’85% della tensione nominale e devono
corto circuito possono essere protette unitamente ai circuiti di
intervenire sicuramente quando la tensione è inferiore al comando.
20% circa della tensione nominale, alla frequenza nomi-
nale, e con ritardo quando ciò sia necessario. 7.13.4 I circuiti nei quali una mancanza di tensione possa
avere gravi conseguenze quali ad esempio quelli di alimen-
7.11 Protezione delle batterie di accumulatori tazione del sistema di comando delle macchine di governo
devono essere protetti soltanto contro corto circuito.
7.11.1 Le batterie di accumulatori devono essere protette
contro il sovraccarico ed il corto circuito per mezzo di fusi- 7.13.5 La protezione deve essere adeguata alla sezione
bili o interruttori automatici multipolari in una posizione minima dei circuiti protetti.
adiacente al locale batterie.
La protezione contro le sovracorrenti può essere omessa per 7.14 Protezione dei trasformatori
i circuiti di avviamento dei motori quando la corrente assor-
bita è così grande da rendere impraticabile la protezione 7.14.1 Il lato avvolgimento primario dei trasformatori di
contro il corto circuito. potenza deve essere protetto contro corto circuito e sovrac-
carico per mezzo di interruttori automatici multipolari o di
7.11.2 Le batterie di emergenza, che alimentano servizi apparecchi di interruzione multipolari e fusibili.
essenziali, devono essere protette solo contro il corto cir- La protezione contro il sovraccarico sul lato primario può
cuito. essere omessa, se prevista sul lato secondario o quando il
carico totale ammissibile non può raggiungere la potenza
7.12 Protezione della linea di alimentazione nominale del trasformatore.
da terra
7.14.2 La protezione contro corto circuito deve essere tale
da assicurare la selettività tra i circuiti alimentati dal secon-
7.12.1 I cavi fissi che collegano al quadro principale la
dario del trasformatore ed il circuito di alimentazione dello
cassetta di connessione della alimentazione da terra
stesso.
devono essere protetti con fusibili o interruttori automatici
(vedere [3.7.4]).
7.14.3 Quando i trasformatori sono predisposti per il fun-
zionamento in parallelo, si devono prevedere dispositivi
7.13 Protezione degli strumenti di misura,
che provochino l’apertura dell’interruttore sul lato avvolgi-
delle lampade spia e dei circuiti di mento secondario quando si apre il corrispondente interrut-
comando tore sul primario.

7.13.1 I circuiti e gli apparecchi di misura (trasformatori di


tensione, voltmetri, bobine voltmetriche di strumenti di 8 Componenti dell’impianto
misura, misuratori dello stato di isolamento, ecc.) e le lam-
pade spia devono essere protetti contro il corto circuito per 8.1 Generalità
mezzo di interruttori automatici multipolari o fusibili.
I dispositivi di protezione devono essere posti il più vicino 8.1.1 I componenti dell’impianto elettrico devono essere
possibile al punto di derivazione dei circuiti. dimensionati in modo da sopportare, senza che siano supe-
rate le loro caratteristiche nominali, le correnti che possono
Il lato secondario dei trasformatori di corrente non deve percorrerli in servizio ordinario.
essere provvisto di dispositivi di protezione.
8.1.2 I componenti dell’impianto elettrico devono essere
7.13.2 I circuiti di comando ed i trasformatori di comando progettati e costruiti in modo da sopportare, per le durate
devono essere protetti contro sovraccarico e corto circuito ammissibili, le sollecitazioni termiche ed elettrodinamiche
per mezzo di interruttori multipolari o fusibili su ciascun provocate dalle possibili sovracorrenti, compreso il corto
polo non connesso a massa. circuito.

304 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 2, Sez 3

9 Cavi elettrici 9.2.3 I cavi con isolante di PVC non devono essere utiliz-
zati in locali frigoriferi, o sui ponti esposti di navi classifi-
9.1 Generalità cate per navigazione illimitata.

9.2.4 I cavi con isolante minerale saranno considerati caso


9.1.1 Tutti i cavi e la cavetteria esterni all’apparecchiatura
per caso.
devono essere almeno di tipo “non propagante la fiamma”,
in accordo con la Pubblicazione IEC 60332-1.
9.3 Scelta del rivestimento protettivo
9.1.2 In aggiunta a quanto prescritto in [9.1.1], quando i
9.3.1 Il materiale isolante del conduttore deve essere rac-
cavi sono installati in fascio, devono essere scelti tipi di
chiuso in una guaina impermeabile di materiale appro-
cavo, rispondenti alle Norme IEC 60332-3 categoria A, o
priato per la condizioni ambientali previste per i cavi che
adottati accorgimenti tali da non sminuire le loro proprietà
devono essere sistemati:
originarie di non propagazione della fiamma (vedere
Sez 12. • su ponti esposti alle intemperie;
• in ambienti umidi o bagnati (p.e. nei locali da bagno);
9.1.3 Nel caso di particolari applicazioni quali quelle per • negli spazi refrigerati;
impianti a radio frequenza o di comunicazione digitali, che
• nei locali macchine; e, in generale
richiedono l’impiego di cavi speciali, la Società può con-
sentire l’impiego di cavi che non soddisfano [9.1.1] e • dove possono verificarsi condensazione di acqua o
[9.1.2]. vapori nocivi.

9.3.2 Quando i cavi sono provvisti di armatura o di treccia


9.1.4 I cavi per i quali è prescritto che abbiano caratteristi- metallica (p.e. per cavi installati nei luoghi pericolosi), deve
che di “resistenza al fuoco” devono essere soddisfare le pre- essere prevista una guaina impermeabile esterna o altri
scrizioni stabilite dalla Pubblicazione IEC 60331. mezzi per proteggere gli elementi metallici contro la corro-
sione, vedere Sez 9, [1.5].
9.2 Scelta dell’isolamento
9.3.3 Nei circuiti con una tensione massima d’impianto di
9.2.1 La temperatura nominale massima ammessa in servi- 250 V non è richiesta una guaina impermeabile per i cavi
zio per il materiale isolante deve essere superiore di almeno unipolari installati in tubi o canalette entro i locali alloggio.
10°C alla massima temperatura ambiente che può esistere o
prodursi nei locali in cui il cavo è installato. 9.3.4 Nella scelta dei diversi tipi di rivestimenti protettivi,
particolare attenzione deve essere posta all’azione mecca-
9.2.2 Le temperature nominali massime dei conduttori per nica alla quale ciascun cavo può essere soggetto durante le
funzionamento in condizioni normali e di corto circuito, fasi di installazione e di servizio.
per tipologia di composto isolante normalmente utilizzato Se la resistenza meccanica del rivestimento protettivo è
per i cavi impiegati ai bordo non devono superare i valori considerata insufficiente, i cavi devono essere protetti mec-
riportati in Tab 4. Altri materiali isolanti saranno conside- canicamente (p.e. per mezzo di armature o attraverso
rati caso per caso. l’installazione in tubi o condotti).

Tabella 4 : Temperature nominali massime dei conduttori

Temperature nominali massime


Nome dei conduttori °C
Tipo di composto isolante
abbreviato Funzionamento in corto
normale circuito
a) Termoplastico:
- basato su cloruro di polivinile o copolimeri di cloruro di vinile e acetato di vinile PVC/A 60 150
b) Elastomerico o termoindurente:
- basato su gomma etilen-propilenica o simile (EPM o EPDM) EPR 85 250
- basato su gomma etilen-propilenica ad elevato modulo di elasticità o rigida HEPR 85 250
- basato su polietilene reticolato XLPE 85 250
- basato su gomma siliconica S 95 95 350
- basato su gomma etilen-propilenica o simile (EPM or EPDM) esente da alogeni HF EPR 85 250
- basato su gomma etilen-propilenica ad elevato modulo di elasticità o rigida
esente da alogeni HF HEPR 85 250
- basato su polietilene reticolato esente da alogeni HF XLPE 85 250
- basato su gomma siliconica esente da alogeni HF S 95 95 350
- basato su materiale poliolefinico reticolato per cavi esenti da alogeni (1) HF 85 85 250
(1) Utilizzato soltanto su cavi con guaina

Regolamenti RINA 2005 305


Parte C, Cap 2, Sez 3

9.3.5 I cavi unipolari per circuiti a corrente alternata • gli impianti di comando e di alimentazione delle porte
aventi corrente nominale superiore a 20 A devono essere o stagne ad azionamento meccanico e indicazione della
non armati o armati con materiale diamagnetico. loro condizione di aperto o chiuso;
• l’illuminazione di emergenza;
9.4 Cavi in stive o celle frigorifere • l’impianto di informazione pubblica;
• l’impianto di illuminazione bassa (Low Location Light-
9.4.1 I cavi installati in stive o celle frigorifere devono ing).
avere una guaina stagna o impermeabile ed essere protetti
contro i danneggiamenti meccanici. Se si applica un’arma- 9.6.3 (1/1/2001)
tura sulla guaina, l’armatura deve essere protetta contro la a) I cavi e le apparecchiature per servizi per cui è pre-
corrosione per mezzo di un rivestimento supplementare scritto il funzionamento in condizioni di incendio, com-
resistente all’umidità. prese le loro alimentazioni di energia, devono essere
sistemati in modo che la perdita di servizi in qualsiasi
9.5 Cavi nei luoghi con pericolo di esplo- area dovuta a un incendio localizzato venga ridotta al
sione minimo.
b) I cavi per servizi per cui è prescritto il funzionamento in
9.5.1 Per i cavi nei luoghi con perioclo di esplosione condizioni di incendio, comprese le loro alimentazioni
vedere [10]. di energia, devono avere percorsi i più diretti possibile
avendo riguardo a tutti i requisiti speciali di installa-
9.6 Cavi per circuiti che devono funzionare zione, per esempio quelli relativi ai minimi raggi di cur-
vatura.
in caso di incendio
9.6.4 (1/1/2001)
9.6.1 (1/1/2001) I cavi che collegano le pompe da incendio al quadro di
I cavi per servizi per cui è prescritto il funzionamento in emergenza devono essere di tipo resistente al fuoco dove
condizioni di incendio, compresi quelli per la loro alimen- essi attraversano zone ad elevato rischio di incendio.
tazione di energia, devono essere di tipo resistente al fuoco
quando essi passano attraverso aree, zone antincendio o 9.7 Cavi per pompe di sentina immerse
ponti ad alto rischio di incendio, diversi da quelli da essi
serviti. Gli impianti di tipo autosegnalatore di guasto, a 9.7.1 I cavi e le loro connessioni a tali pompe devono
sicurezza positiva in caso di guasto (fail-safe) o duplicati essere in grado di funzionare sotto un battente d’acqua cor-
con percorsi di cavi separati quanto più possibile possono rispondente alla loro immersione dal ponte delle paratie. Il
essere esentati dalla suddetta prescrizione purchè la loro cavo deve essere rivestito da una guaina impermeabile ed
funzionalità possa essere mantenuta. armato e non deve avere interruzioni per tutto il suo per-
NOTE: corso da sopra il ponte delle paratie sino ai terminali del
motore e deve entrare dal basso all’interno della campana
a) Nel caso di cavi per sevizi per cui è prescritto il funzio- d’aria.
namento in condizioni di incendio, i cavi resistenti al
fuoco devono estendersi dal pannello di comando/con- 9.8 Cavetteria per collegamenti interni dei
trollo al pannello di distribuzione locale più vicino che
serve il relativo ponte/area
quadri e di altre custodie per apparec-
chiature
b) Nel caso di cavi per alimentazione di energia impiegati
per servizi per cui è prescritto il funzionamento in con- 9.8.1 Per installazione entro quadri e altre custodie per
dizioni di incendio, i cavi resistenti al fuoco devono apparecchiature, possono essere utilizzati cavi unipolari
estendersi dal loro punto di distribuzione entro il locale senza alcuna protezione (guaina) aggiuntiva.
contenente la fonte di energia elettrica al pannello di Altra cavetteria per quadri di tipo non propagante la fiamma
distribuzione locale più vicino che serve il relativo potrà essere accettata a giudizio della Società.
ponte/area.
9.9 Portata dei cavi
9.6.2 (1/1/2001)
I servizi di emergenza per cui è prescritto che funzionino in 9.9.1 Le portate per servizio continuo dei cavi date dalla
condizioni di incendio comprendono: Tab 5 alla Tab 9 sono basate sulla temperatura massima
• l’impianto di allarme generale e allarme incendio; ammessa in servizio per il conduttore indicate nelle stessa e
su una temperatura ambiente di 45°C.
• gli impianti di estinzione incendio e gli impianti di
allarme relativi agli agenti estinzione incendio; 9.9.2 Le portate di cui in [9.9.1] sono applicabili, con
• gli impianti di rivelazione incendio; buona approssimazione, qualunque sia il tipo di rivesti-
mento protettivo (p.e. sia per i cavi armati sia per i cavi non
• gli impianti di comando e di alimentazione delle porte armati).
tagliafuoco ad azionamento meccanico e indicazione
delle condizioni di aperto o chiuso per tutte le porte 9.9.3 Valori delle portate dei cavi diversi da quelli riportati
tagliafuoco; dalla Tab 5 alla Tab 9 possono essere accettati a condizione

306 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 2, Sez 3

che siano determinati sulla base di metodi di calcolo o di 9.9.4 Quando si sappia che la temperatura ambiente diffe-
valori sperimentali approvati dalla Società. risce dai 45°C, le portate dalla Tab 5 alla Tab 9 possono
essere variate utilizzando i fattori di correzione riportati in
Tab 10.
Tabella 5 : Portate, in Ampere, in servizio continuo
per cavi con temperatura massima in servizio del con- Tabella 7 : Portate, in Ampere, in servizio continuo
duttore di 60°C (Temperatura ambiente 45°C) per cavi con temperatura massima in servizio del con-
duttore di 80°C (Temperatura ambiente 45°C)
Sezione nominale Numero di conduttori Sezione nominale Numero di conduttori
mm2 1 2 3o4 1 2 3o4
mm2
1 8 7 6 1 15 13 11
1,5 12 10 8 1,5 19 16 13
2,5 17 14 12 2,5 26 22 18
4 22 19 15 4 35 30 25
6 29 25 20 6 45 38 32
10 40 34 28 10 63 54 44
16 54 46 38 16 84 71 59
25 71 60 50 25 110 94 77
35 87 74 61 35 140 119 98
50 105 89 74 50 165 140 116
70 135 115 95 70 215 183 151
95 165 140 116 95 260 221 182
120 190 162 133 120 300 255 210
150 220 187 154 150 340 289 238
185 250 213 175 185 390 332 273
240 290 247 203 240 460 391 322
300 335 285 235 300 530 450 371

Tabella 6 : Portate, in Ampere, in servizio continuo Tabella 8 : Portate, in Ampere, in servizio continuo
per cavi con temperatura massima in servizio del con- per cavi con temperatura massima in servizio del con-
duttore di 75°C (Temperatura ambiente 45°C) duttore di 85°C (Temperatura ambiente 45°C)

Sezione nominale Numero di conduttori Sezione nominale Numero di conduttori


mm2 1 2 3o4 mm2 1 2 3o4
1 13 11 9 1 16 14 11
1,5 17 14 12 1,5 20 17 14
2,5 24 20 17 2,5 28 24 20
4 32 27 22 4 38 32 27
6 41 35 29 6 48 41 34
10 57 48 40 10 67 57 47
16 76 65 53 16 90 77 63
25 100 85 70 25 120 102 84
35 125 106 88 35 145 123 102
50 150 128 105 50 180 153 126
70 190 162 133 70 225 191 158
95 230 196 161 95 275 234 193
120 270 230 189 120 320 272 224
150 310 264 217 150 365 310 256
185 350 298 245 185 415 353 291
240 415 353 291 240 490 417 343
300 475 404 333 300 560 476 392

Regolamenti RINA 2005 307


Parte C, Cap 2, Sez 3

9.9.5 Quando vi sono più di sei cavi raggruppati in fascio Tabella 9 : Portate, in Ampere, in servizio continuo
in modo che non vi sia libera circolazione di aria attorno ad per cavi con temperatura massima in servizio del con-
essi e si prevede che possano funzionare contemporanea- duttore di 95°C (Temperatura ambiente 45°C)
mente a pieno carico si deve applicare un fattore di corre-
Sezione nominale Numero di conduttori
zione pari a 0,85.
mm2 1 2 3o4
9.9.6 Quando un cavo è destinato ad alimentare un carico 1 20 17 14
che funzioni per periodi di durata limitata a mezz’ora o 1,5 24 20 17
un’ora (p.e. verricelli di ormeggio o propulsori trasversali), 2,5 32 27 22
la portata fornita dalla Tab 5 alla Tab 9 può essere aumen-
4 42 36 29
tata applicando i corrispondenti fattori di correzione ripor-
tati in Tab 11. 6 55 47 39
10 75 64 53
Non è ammesso proporzionare i cavi per periodi inferiori a
mezz’ora, indipendentemente dal periodo effettivo di fun- 16 100 85 70
zionamento. 25 135 115 95
35 165 140 116
9.9.7 Per cavi che alimentano un unico servizio destinato 50 200 170 140
a funzionare a servizio intermittente (p.e. verricelli da
70 255 217 179
carico o gru del locale macchine), le portate fornite dalla
Tab 5 alla Tab 9 possono essere aumentate applicando i fat- 95 310 264 217
tori di correzione riportati in Tab 12. 120 360 306 252
I fattori di correzione sono calcolati in maniera approssi- 150 410 349 287
mata per periodi di 10 min., dei quali 4 min. a carico 185 470 400 329
costante e 6 min. senza carico. 240 570 485 399
300 660 560 462

Tabella 10 : Fattori di correzione per varie temperature dell’aria ambiente

Temperatura massima Fattori di correzione per temperature dell’aria ambiente pari a:


del conduttore
35 °C 40 °C 45 °C 50 °C 55 °C 60 °C 65 °C 70 °C 75 °C 80 °C 85 °C
°C
60 1,29 1,15 1,00 0,82 - - - - - - -
75 1,15 1,08 1,00 0,91 0,82 0,71 0,58 - - - -
80 1,13 1,07 1,00 0,93 0,85 0,76 0,65 0,53 - - -
85 1,12 1,06 1,00 0,94 0,87 0,79 0,71 0,61 0,50 - -
95 1,10 1,05 1,00 0,95 0,89 0,84 0,77 0,71 0,63 0,55 0,45

Tabella 11 : Fattori di correzione per servizio di durata limitata


Servizio ½ ora Servizio 1 ora
Somma delle sezioni nominali di tutti i conduttori nel Somma delle sezioni nominali di tutti i conduttori nel
cavo, in mm2 cavo, in mm2 Fattore di
correzione
Cavi con guaina metallica e Cavi con guaina non metal- Cavi con guaina metallica e Cavi con guaina non metal-
cavi armati lica e cavi non armati cavi armati lica e cavi non armati
fino a 20 fino a 75 fino a 80 fino a 230 1,06
21-41 76-125 81-170 231-400 1,10
41-65 126-180 171-250 401-600 1,15
66-95 181-250 251-430 601-800 1,20
96-135 251-320 431-600 - 1,25
136-180 321-400 601-800 - 1,30
181-235 401-500 - - 1,35
236-285 501-600 - - 1,40
286-350 - - - 1,45

308 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 2, Sez 3

Tabella 12 : Fattori di correzione per servizio 9.11.2 La sezione nominale di ciascun cavo deve essere
intermittente sufficiente per soddisfare le seguenti condizioni con riferi-
mento alla massima temperatura ambiente prevista:
Somma S delle sezioni nominali di tutti i • la portata di corrente non deve essere inferiore alla più
conduttori nel cavo Fattore di elevata corrente che esso è chiamato a portare conti-
mm2 correzione nuativamente,
Cavi con guaina Cavi senza guaina • la caduta di tensione del circuito, a carico massimo,
metallica e cavi metallica e cavi non non deve superare i limiti prescritti,
armati armati • la sezione determinata in base a quanto sopra, deve
S≤5 1,10 essere tale che gli aumenti di temperatura che possono
5<S≤8 1,15 essere causati da sovracorrenti o transitori di avvia-
mento non danneggino l’isolante.
8 < S ≤ 16 1,20
S≤4 16 < S ≤ 825 1,25 9.11.3 La più elevata corrente che il cavo è chiamato a
portare con continuità deve essere calcolata in base alle
4<S≤7 25 < S ≤ 42 1,30
potenze richieste ad ai coefficienti di contemporaneità dei
7 < S ≤ 17 42 < S ≤ 72 1,35 carichi e delle macchine alimentate dal cavo stesso.
17 < S ≤ 42 72 < S ≤ 140 1,40
9.11.4 La caduta di tensione fra le sbarre del quadro prin-
42 < S ≤ 110 140 < S 1,45 cipale o di quello di emergenza ed ogni punto
110 < S - 1,50 dell’impianto non deve superare il 6% della tensione nomi-
nale quando i conduttori portano la massima corrente di
9.10 Sezione nominale minima dei conduttori servizio nominale.
Per alimentazioni da batterie con tensione non superiore a
9.10.1 In generale le sezioni minime dei conduttori 55 V, tale valore può essere aumentato al 10%.
ammesse sono quelle riportate in Tab 13. Per i circuiti dei fanali di navigazione la caduta di tensione
non deve superare il 5% della tensione nominale in condi-
9.10.2 La sezione nominale del conduttore neutro nei zioni normali.
sistemi di distribuzione trifase deve essere pari ad almeno il
50% della sezione delle fasi, a meno che tale sezione sia 10 Impianti elettrici nei luoghi perico-
inferiore o uguale a 16 mm2. In tal caso la sezione del con-
duttore neutro deve essere eguale a quella della fase.
losi

9.10.3 Per la sezione nominale dei seguenti conduttori 10.1 Apparecchiature elettriche
vedere i paragrafi citati:
10.1.1 Nei luoghi pericolosi non devono esservi apparec-
• conduttori di massa: Sez 12, [2.3], chiature elettriche a meno che le stesse non siano ritenute,
• conduttori di connessione a massa per sistemi di distri- a giudizio della Società:
buzione: Sez 12, [2.5]. • essenziali ai fini operativi;
• di un tipo che non provochi l’ignizione dell’atmosfera
9.11 Scelta dei cavi esplosiva;
• idonee al luogo considerato; e
9.11.1 La tensione nominale di ciascun cavo non deve • opportunamente certificate per un impiego sicuro in
essere inferiore alla tensione nominale del circuito in cui presenza delle polveri, vapori o gas ai quali possono
esso viene utilizzato. essere esposte.

Tabella 13 : Sezioni nominali minime

Sezione nominale
Servizio collegamento esterno, in mm2 collegamento interno, in mm2
Potenza, riscaldamento e illuminazione 1,0 1,0
Circuiti di comando per impianti di energia 1,0 1,0
Circuiti di comando diversi da quelli per impianti di forza 0,75 0,5
Circuiti di comando per telecomunicazioni, misure, allarmi 0,5 0,2
Apparecchi telefonici o a campane e campanelle, non richiesti 0,2 0,1
per la sicurezza della nave o la chiamata dell’equipaggio
Cavi per la trasmissione dati (bus) 0,2 0,1

Regolamenti RINA 2005 309


Parte C, Cap 2, Sez 3

10.1.2 Quando apparecchiature elettriche certificate di • pressurizzato, ed accettato dall’autorità competente


sicurezza sono ammesse in luoghi pericolosi esse devono • incapsulato, ed accettato dall’autorità competente
essere scelte tenendo conto di quanto segue:
• tipi che assicurano l’assenza di scintille, archi e punti
a) per il pericolo di polveri esplosive, vedere Sez 2, [6.2]: caldi durante il loro normale funzionamento (per esem-
• grado di protezione dell’involucro pio classe di protezione minima IP55).
• temperatura massima superficiale
10.1.7 Quando l’apparato incorpora un certo numero di
b) per il pericolo di atmosfera esplosiva per gas, vedere tipi di protezione, ci si deve assicurare che tutti siano adatti
Sez 2, [6.1]: per l’uso nella zona in cui l’apparato è ubicato.
• gruppo di esplosione
• classe di temperatura. 10.2 Cavi elettrici

10.1.3 Gli apparecchi per la manovra e la protezione di 10.2.1 Nei luoghi pericolosi non devono essere istallati
apparecchiature permesse in luoghi pericolosi devono cavi elettrici, a meno che non sia specificamente ammesso
interrompere tutti i poli o le fasi e, quando possibile, essere o quando essi siano associati a circuiti a sicurezza intrin-
sistemati in luogo non pericoloso, a meno che non sia spe- seca.
cificatamente permesso altrimenti.
10.2.2 (1/7/2003)
Tali apparecchi devono essere provvisti di idonee targhette
unitamente alle apparecchiature installate nel luogo con Tutti i cavi installati in Zona 0, Zona 1 e nei luoghi esposti
pericolo di esplosione per la loro individuazione. alle intemperie classificati come Zona 2 devono essere pro-
tetti con almeno uno dei seguenti rivestimenti:
10.1.4 Per le apparecchiature elettriche installate in Zona a) una guaina non metallica impermeabile, in combina-
0, sono permessi soltanto i seguenti tipi: zione con trecce o altro rivestimento metallico
• apparati di tipo certificato a sicurezza intrinseca Ex(ia) b) una guaina in rame o in acciaio inossidabile (soltanto
• semplici apparecchi elettrici e componenti (p.e. temo- per cavi ad isolamento minerale).
coppie, fotocellule, estensimetro a resistenza elettrica,
scatole di giunzione, dispositivi di interruzione), inclusi 10.2.3 Tutti i cavi installati in aree di Zona 2 non esposte
in circuiti a sicurezza intrinseca di categoria “ia” inca- alle intemperie devono essere rivestiti con almeno una
paci di immagazzinare o generare energia elettrica o guaina esterna impermeabile non metallica.
energia eccedente i limiti stabiliti nelle norme relative,
ed accettati dall’autorità competente 10.2.4 I cavi per circuiti a sicurezza intrinseca devono
avere una schermatura metallica con almeno una guaina
• apparati particolarmente progettati e certificati
esterna impermeabile non metallica.
dall’autorità competente per l’utilizzo nella Zona 0.
10.2.5 I circuiti dei sistemi a sicurezza intrinseca di cate-
10.1.5 Per le apparecchiature elettriche installate in Zona
goria “ib” non devono essere contenuti nello stesso cavo
1, sono permessi soltanto i seguenti tipi:
associato a circuiti a sicurezza intrinseca di categoria “ia”
• qualsiasi tipo che può essere considerato per la Zona 0 richiesti per luoghi pericolosi nei quali sono permessi sola-
• apparati di tipo certificato a sicurezza intrinseca Ex(ib) mente circuiti di categoria “ia”.
• semplici apparecchi e componenti elettrici (p.e. temo-
coppie, fotocellule, estensimetro a resistenza elettrica, 10.3 Apparecchiature elettriche nei locali
scatole di giunzione, dispositivi di interruzione), inclusi batterie
in circuiti a sicurezza intrinseca “ib” incapaci di imma-
gazzinare o generare energia elettrica o energia ecce- 10.3.1 (1/7/2003)
dente i limiti stabiliti nelle norme relative, ed accettati Nei locali riservati unicamente alle batterie di accumulatori
dall’autorità competente grandi del tipo aperto (vedere Sez 11, [6.2.1]), possono
• apparati di tipo certificato a prova di esplosione Ex d essere installati solamente apparecchiature a sicurezza
• apparati di tipo certificato a sovrapressione interna Ex p intrinseca e apparecchi di illuminazione di tipo certificato
sicuro.
• apparati di tipo certificato a sicurezza aumentata Ex e
I relativi interruttori devono essere installati all'esterno di
• apparati di tipo certificato incapsulato Ex m
detti locali.
• apparati di tipo certificato a riempimento di sabbia Ex q
I motori elettrici per la ventilazione devono essere esterni
• apparati di tipo certificato a protezione speciale Ex s alle condotte di ventilazione e, se entro un raggio di 3 m
• attraversamenti di cavi elettrici. dalle estremità di scarico delle condotte di ventilazione
stesse, devono essere di sicurezza contro il pericolo di
10.1.6 Per le apparecchiature elettriche installate in Zona esplosione. La girante del ventilatore deve essere di tipo
2, sono permessi soltanto i seguenti tipi: anti-scintilla.
• qualsiasi tipo che può essere considerato per la Zona 1 I dispositivi di protezione delle batterie contro le sovracor-
• appositamente provati per la Zona 2 (p.e. protezione di renti devono essere installati il più vicino possibile, ma
tipo “n”) esterne, ai locali.

310 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 2, Sez 3

Non sono permessi altri cavi oltre a quelli relativi alle appa- entro 3 m dalle aperture di uscita dell'aria per la ventila-
recchiature sistemate nel locale batterie. zione meccanica, possono essere installate le apparecchia-
Le apparecchiature elettriche per impiego nei locali batterie ture elettriche dei tipi sotto elencati.
devono avere come minimo il gruppo di esplosione IIC e la Le prescrizioni minime per le apparecchiature certificate di
classe di temperatura T1. tipo sicuro sono le seguenti:

10.3.2 Nei compartimenti assegnati soltanto alle batterie • apparecchiature elettriche con un tipo di protezione
del tipo ermetico con valvola di regolazione, possono ammesso per i depositi di pitture, oppure
essere istallate apparecchiature elettriche marine standard. • apparecchiature con classe di protezione Exn, oppure
10.3.3 (1/7/2004) • apparecchiature che non generino archi in esercizio e la
Quando batterie con sfogo di gas (vedere Nota 1) sono cui superficie non raggiunga temperature elevate non
installate in luogo di batterie del tipo sigillato con valvola di accettabili, oppure
regolazione (vedere Nota 2) devono essere soddisfatte le • apparecchiature con contenitori a sovrappressione sem-
prescrizioni di cui in Sez 11. plificata o con contenitori a tenuta di vapori (minima
Nota 1: Una batteria con sfogo di gas è una batteria nella quale le classe di protezione IP55) la cui superficie non rag-
celle sono munite di un coperchio dotato di un'apertura attraverso giunga temperature elevate non accettabili
la quale i prodotti dell'elettrolisi e quelli dovuti all'evaporazione
possono sfogare liberamente dalle celle all'atmosfera. • cavi dei tipi precisati in [10.4.1].
Nota 2: Una batteria del tipo sigillato con valvola di regolazione è 10.4.5 (1/1/2002)
una batteria nella quale le celle sono chiuse ma hanno un disposi-
tivo (valvola) che permette lo sfogo dei gas se la pressione interna I locali chiusi, dai quali si può accedere ai depositi di pit-
supera un determinato valore. ture possono essere considerati non pericolosi purché:
• la porta del deposito di pitture sia una porta stagna ai
10.4 Apparecchiature elettriche ammesse nei gas a chiusura automatica e senza mezzi di ritenuta in
depositi di pittura e negli spazi chiusi posizione di apertura
che portano a depositi di pitture • il deposito di pitture sia provvisto di un accettabile
impianto di ventilazione naturale indipendente che
10.4.1 (1/1/2002) aspiri aria da un luogo sicuro
Apparecchiature elettriche devono essere installate nei
• siano previsti segnali di avviso in vicinanza dell'entrata
depositi di pitture e nelle condotte di ventilazione che ser-
del deposito di pitture per informare che esso contiene
vono detti spazi solo quando ciò è essenziale per ragioni
liquidi infiammabili.
operative.
Sono accettabili apparecchiature elettriche certificate di Nota 1: I depositi di pitture e le condotte di ventilazione per
tipo sicuro dei seguenti tipi: l'ingresso e l'uscita dell'aria di cui in [10.4.4] sono classificate
come Zona 1 e gli spazi sul ponte scoperto di cui in [10.4.4] come
a) a sicurezza intrinseca Exi Zona 2, in accordo con le definizioni date nello Standard IEC
b) a prova di esplosione Exd 60092-502- Installazioni elettriche nelle navi-parte 502: sistema-
zioni speciali per le navi cisterna.
c) a sovrappressione interna Exp
Nota 2: Una porta stagna all'acqua può essere considerata anche
d) a sicurezza aumentata Exe stagna ai gas.
e) a protezione speciale Exs.
Devono essere impiegati cavi (di attraversamento o termi- 10.5 Apparecchiature elettriche nei depositi
nali) armati o sistemati entro condotte metalliche. per bombole di gas (acetilene) per salda-
tura
10.4.2 (1/1/2002)
Le prescrizioni minime per le apparecchiature certificate di 10.5.1 Le seguenti apparecchiature possono essere instal-
tipo sicuro sono le seguenti: late nei depositi per bombole di gas per saldatura purché
• gruppo di esplosione II B siano di sicurezza di tipo appropriato per l’area di installa-
zione in Zona 1:
• classe di temperatura T3.
• apparecchi di illuminazione
10.4.3 (1/1/2002) • motori per la ventilazione dove previsti.
Gli interruttori, i dispositivi di protezione, i dispositivi di
comando dei motori delle apparecchiature installate in un 10.5.2 Non sono permessi altri cavi oltre a quelli relativi
deposito di pitture devono interrompere tutti i poli o le fasi alle apparecchiature sistemate nei depositi per le bombole
e devono di preferenza essere ubicati in un luogo non peri- di gas per saldatura.
coloso.
10.5.3 Le apparecchiature elettriche per impiego in depo-
10.4.4 (1/1/2002) siti per bombole di gas per saldatura devono avere come
Negli spazi sul ponte scoperto entro 1 m dalle aperture di minimo il gruppo di esplosione IIC e la classe di tempera-
ingresso e di uscita dell'aria per la ventilazione naturale o tura T2.

Regolamenti RINA 2005 311


Parte C, Cap 2, Sez 3

10.6 Navi speciali pilata e conservata una distinta delle batterie stesse. La
distinta, richiesta in Sez. 1, Tab. 1, deve contenere almeno
10.6.1 Per installazione in luoghi pericolosi su: le seguenti informazioni riguardanti le batterie:
• navi petroliere, chimichiere e gasiere, vedere Parte E,
Cap 7, Sez 5, Parte E, Cap 8, Sez 10, Parte E, Cap 9, • Tipo e designazione del tipo da parte del fabbricante
Sez 10 e
• Dati relativi alla tensione ed agli Ampere/ora
• navi dotate di locali o spazi destinati al trasporto auto-
veicoli, vedere Parte E, Cap 1, Sez 4 o Parte E, Cap 12, • Ubicazione
Sez 4.
• Apparecchiature e/o impianti serviti
11 Registrazione del tipo, dell'ubica- • Dati relativi alla manutenzione /sostituzione
zione e del ciclo di manutenzione
• Per le batterie di riserva conservate in deposito, data di
delle batterie
fabbricazione e tempo di vita previsto.

11.1 Distinta delle batterie Nota 1: Il tempo di vita previsto è la durata del periodo di imma-
11.1.1 (1/7/2004) gazzinamento in determinate condizioni, fino al termine del quale
Quando le batterie sono installate per essere utilizzate per una batteria conserva la capacità di fornire una determinata presta-
servizi essenziali e servizi di emergenza, deve essere com- zione.

312 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 2, Sez 4

SEZIONE 4 MACCHINE ELETTRICHE ROTANTI

1 Norme di costruzione e funziona- 1.2.2 La posizione di lavoro dei porta-spazzole deve


essere marcata in modo chiaro e permanente.
mento comuni per generatori e
motori 1.2.3 Devono esservi mezzi per poter accedere pronta-
mente per ispezione, manutenzione e riparazioni ai collet-
1.1 Costruzione meccanica tori ad anelli, commutatori e spazzole.
1.1.1 (1/7/2001)
1.3 Morsetti
I materiali isolanti, gli avvolgimenti isolati e la costruzione
delle macchine elettriche devono rispondere alle norme 1.3.1 Devono essere previsti adeguati morsetti fissi in una
applicabili di cui in Sez 2, [4] e Sez 2, [5]. posizione accessibile per la connessione dei cavi esterni.
1.1.2 Gli alberi devono essere costruiti con materiali che
1.3.2 I morsetti devono essere chiaramente contrassegnati
soddisfino i requisiti di Parte D, Cap 2, Sez 3 oppure,
con riferimento ad uno schema.
quando siano ammessi prodotti laminati in sostituzione di
quelli fucinati, di Parte D, Cap 2, Sez 1. 1.3.3 Il grado di protezione delle scatole morsettiere deve
essere adeguato a quello della macchina.
1.1.3 Qualora siano previste parti saldate sugli alberi e sui
rotori, devono applicarsi le norme di Parte D, Capitolo 5.
1.4 Isolamento elettrico
1.1.4 I cuscinetti a strisciamento devono essere lubrificati
in maniera efficiente ed automaticamente a tutte le velocità 1.4.1 I materiali isolanti per gli avvolgimenti e per le altre
di esercizio. parti in tensione devono essere in accordo con quanto pre-
scritto in Sez 2, [4.2] e Sez 2, [4.3].
Devono essere previsti dispositivi per impedire al lubrifi-
cante di raggiungere gli avvolgimenti o altre parti in ten-
sione isolate o nude. 2 Norme speciali per i generatori

1.1.5 Devono essere previsti mezzi per impedire che i 2.1 Motori primi, regolatori di velocità e pro-
cuscinetti possano essere danneggiati dalla circolazione di tezione contro la sovravelocità
correnti tra l'albero ed i cuscinetti stessi. In accordo con le
prescrizioni del costruttore, deve essere considerato l'isola- 2.1.1 I motori primi dei generatori devono soddisfare alle
mento elettrico di almeno un cuscinetto. norme applicabili di Cap 1, Sez 2, [2.8].

1.1.6 Per le macchine raffreddate superficialmente aventi 2.1.2 Quando i generatori devono funzionare in parallelo
un ventilatore esterno installato sul ponte scoperto, deve le caratteristiche dei regolatori di velocità devono soddi-
essere prevista una protezione adeguata del ventilatore sfare quanto specificato in [2.2].
contro la formazione di ghiaccio.
2.2 Generatori a corrente alternata
1.1.7 Quando si impiega il raffreddamento con liquidi, i
refrigeranti devono essere sistemati in modo tale da impe- 2.2.1 La costruzione dei generatori deve essere tale che
dire l'ingresso di acqua nella macchina sia per perdite che essi possano fornire tensione all'avviamento senza l'aiuto di
per condensazione nello scambiatore di calore e devono una sorgente esterna di energia elettrica.
essere previsti mezzi per la rivelazione di perdite. Qualora quanto richiesto non sia soddisfatto, la sorgente
esterna di energia elettrica deve essere costituita da un
1.1.8 Le macchine rotanti, per le quali l'efficienza
impianto a batterie in accordo con quanto prescritto per
dell'impianto di ventilazione e di lubrificazione dipende
l'impianto di avviamento elettrico di macchine ausiliarie
dalla direzione di rotazione, devono essere provviste di una
(vedere Cap 1, Sez 2).
targa di avvertimento.
2.2.2 La forma d'onda della tensione deve essere pratica-
1.2 Collettori ad anelli, commutatori e mente sinusoidale, ossia tale che la differenza tra ogni suo
spazzole valore istantaneo ed il corrispondente valore istantaneo
della componente fondamentale non superi il 5% del
1.2.1 I collettori ad anelli, i commutatori ed i loro sistemi valore di picco dell'ampiezza di quest'ultima.
di spazzole devono essere costruiti in modo da evitare
indebiti scintillamenti nel funzionamento a tutte le condi- 2.2.3 Ogni alternatore deve essere munito di mezzi auto-
zioni di carico normale. matici per la regolazione della tensione.

Regolamenti RINA 2005 313


Parte C, Cap 2, Sez 4

2.2.4 Per i gruppi generatori a corrente alternata che 3.3 Prove


devono funzionare in parallelo, le caratteristiche dei regola-
3.3.1 (1/7/2002)
tori dei motori primi devono essere tali che, tra il 20% ed il
Le prove di tipo devono essere eseguite su una macchina
100% del carico attivo totale, il carico attivo di ciascun
prototipo o su una sola macchina di un lotto di macchine
gruppo non differisca normalmente da quello teorico (pro-
identiche e le prove di accettazione devono essere eseguite
porzionale alla potenza nominale) di più del 15% della
su tutte le altre macchine dello stesso tipo, in accordo con
potenza nominale della macchina più potente o del 25%
quanto indicato in Tab 1.
della potenza nominale della macchina considerata assu-
mendo il minore dei due valori. Nota 1: Le prescrizioni di prova possono variare per i generatori
asse, per le macchine per servizi speciali e per le macchine di
2.2.5 I regolatori dei gruppi elettrogeneratori a corrente nuovo modello.
alternata che devono funzionare in parallelo, devono per-
mettere una regolazione del carico non superiore al 5% del 4 Descrizione delle prove
carico nominale alla frequenza nominale.
4.1 Esame della documentazione tecnica,
2.2.6 Quando i generatori a corrente alternata funzionano
in parallelo, il carico reattivo di ciascun generatore non come appropriato, ed esame visivo
deve differire, rispetto alla parte del carico totale reattivo 4.1.1 Esame della documentazione tecnica
che è ad esso proporzionale, per più del 10% della potenza (1/1/2002)
reattiva della macchina più potente o per più del 25% della
La documentazione tecnica relativa alle macchine di
potenza reattiva della macchina meno potente se il secondo
potenza uguale o superiore a 100 kW(kVA) deve essere resa
valore è inferiore al primo.
disponibile al tecnico della Società per esame.
4.1.2 (1/1/2002)
3 Prove sulle macchine rotanti Deve essere eseguito un esame visivo della macchina per
assicurarsi, per quanto possibile, che essa corrisponde alla
3.1 Generalità relativa documentazione tecnica.

3.1.1 (1/1/2002)
4.2 Misura della resistenza d'isolamento
Tutte le macchine devono essere collaudate dal costruttore.
4.2.1 (1/1/2002)
3.1.2 (1/1/2002) Immediatamente dopo le prove ad alta tensione, devono
Per tutte le macchine destinate a servizi essenziali, devono essere misurate le resistenze d'isolamento, usando un misu-
sempre essere forniti i verbali di collaudo del costruttore; ratore a corrente continua, tra:
per tutte le altre macchine, detti rapporti devono essere for- a) tutte le parti che portano corrente e la terra
niti su richiesta.
b) tutte le parti che portano corrente di diversa polarità e
3.1.3 (1/1/2002) fase, quando entrambe le estremità di ciascuna polarità
Tutte le prove devono essere eseguite in conformità con le o fase sono singolarmente accessibili.
disposizioni della Pubblicazione IEC 60092-301. Il valore minimo delle tensioni di prova e delle corrispon-
3.1.4 (1/1/2002) denti resistenze d'isolamento sono indicati in Tab 2. La resi-
Tutti i generatori a corrente alternata di potenza uguale o stenza d'isolamento deve essere misurata vicino in
superiore a 100 kVA, tutti generatori a corrente continua di prossimità della temperatura di funzionamento, oppure
potenza uguale o superiore a 100 kW e tutti i motori a cor- deve essere usato un appropriato metodo di calcolo.
rente continua o alternata di potenza uguale o superiore a
100 kW, destinati a servizi essenziali, devono essere sorve- 4.3 Misura della resistenza degli avvolgi-
gliati da parte di un tecnico della Società durante le prove menti
e, se ritenuto necessario, durante la costruzione. 4.3.1 (1/1/2002)
Nota 1: La Società può concordare con il fabbricante un sistema Le resistenze degli avvolgimenti della macchina devono
alternativo di ispezione che non richieda la presenza del tecnico essere misurate e registrate usando un appropriato metodo
sopra indicata.
a ponte o a tensione e corrente.

3.2 Materiale degli alberi 4.4 Verifica del sistema di regolazione della
3.2.1 (1/1/2002) tensione
I materiali degli alberi per i motori elettrici di propulsione e 4.4.1 (1/1/2002)
per i generatori azionati dai motori principali, nei quali Il generatore a corrente alternata insieme con il suo sistema
l'albero è parte della linea d'alberi di propulsione, devono di regolazione della tensione, deve essere verificato in
essere certificati dalla Società. modo tale che, in tutti i casi, dal funzionamento a vuoto a
quello a pieno carico, la tensione nominale al fattore di
3.2.2 (1/1/2002) potenza nominale, si mantenga in condizioni di regime
I materiali degli alberi per le altre macchine devono soddi- entro il ± 2,5%. Questi valori limite possono essere incre-
sfare standard nazionali o internazionali (vedi [1.1.2]). mentati fino a ± 3,5%, per i generatori di emergenza.

314 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 2, Sez 4

Tabella 1 : Prove da eseguire sulle macchine elettriche rotanti (1/1/2002)

Generatori in c.a. Motori


N. Prove Prove di Prove di Prove di Prove di
tipo (1) accetta- tipo (1) accetta-
zione (2) zione (2)
1 Esame della documentazione tecnica, come appropriato, ed esame X X X X
visivo
2 Misura della resistenza di isolamento X X X X
3 Misura della resistenza degli avvolgimenti X X X X
4 Verifica del sistema di regolazione della tensione X X (3)
5 Prova al carico nominale e misura delle sovratemperature X X
6 Prova di sovraccarico / sovracorrente X X (4) X X (4)
7 Verifica del comportamento in condizioni di corto circuito X
8 Prova di sovravelocità X (6) X (6)
9 Prova di tensione applicata X X X X
10 Prova a vuoto X X X X
11 Verifica del grado di protezione X X
12 Verifica dei cuscinetti X X X X
(1) Prove di tipo su su una macchina prototipo o almeno sulla prima macchina di un lotto di macchine identiche.
(2) Il verbale delle prove di accettazione delle macchine deve contenere il numero di matricola dato dal costruttore della macchina
che è stata sottoposta alla prova di tipo ed le risultanze di tale prova.
(3) Solo prove di funzionamento del sistema di regolazione della tensione.
(4) Applicabile solo a macchine destinate a servizi essenziali di potenza superiore a 100kW/kVA.
(5) La verifica della condizione di regime di corto circuito si applica solo ai generatori sincroni.
(6) Non applicabile per motori a gabbia di scoiattolo.

Tabella 2 : Minima resistenza d’isolamento (1/1/2002)

Tensione nominale Un Minima tensione di prova Minima resistenza di isolamento


V V MΩ
Un = 250 2 Un 1
250 < Un ≤ 1000 500 1
1000 < Un ≤ 7200 1000 Un / 1000 + 1
7200 < Un ≤ 15000 5000 Un / 1000 + 1

4.4.2 (1/1/2002) 4.4.4 (1/1/2002)


Quando il generatore viene fatto funzionare alla sua velo- In assenza di più precise informazioni riguardanti i massimi
cità nominale e fornisce la sua tensione nominale, e viene valori dei carichi improvvisi, si possono assumere le
assoggettato ad un improvviso cambio di carico simme- seguenti condizioni: 60% della corrente nominale con un
trico, entro i limiti del fattore di corrente e potenza specifi- fattore di potenza tra 0,4 in ritardo e zero, da applicare bru-
cato, la tensione non deve scendere al di sotto dell'85% né scamente sul generatore che funziona a vuoto e quindi da
salire al di sopra del 120% del valore della tensione nomi- togliere dopo che è stata raggiunta la condizione di regime.
nale.
4.4.3 (1/1/2002) 4.5 Prova al carico nominale e misurazione
La tensione del generatore deve quindi essere riportata delle sovratemperature
entro i limiti del ± 3% del valore della tensione nominale,
per generatori principali, in non più di 1,5 secondi. Questi 4.5.1 (1/1/2002)
valori limite possono essere incrementati fino a ± 4% in Le sovratemperature devono essere misurate ai valori nomi-
non più di 5 secondi, rispettivamente, per generatori di nali di potenza, tensione e frequenza e per il servizio per il
emergenza. quale la macchina è stata tarata e marcata, in conformità

Regolamenti RINA 2005 315


Parte C, Cap 2, Sez 4

con i metodi di prova indicati nella Pubblicazione IEC 4.9.3 (1/1/2002)


60034-1 o per mezzo di una combinazione di altre prove. Qualora sia necessario eseguire una seconda prova di ten-
I limiti delle sovratemperature sono quelli indicati nella sione applicata, questa va effettuata dopo un nuovo even-
Tabella 6 della Pubblicazione IEC 60034-1 corretti come tuale essiccamento, con tensione pari all'80% di quella
necessario per riportarli alla temperatura ambiente di riferi- specificata in Tab 1 e Tab 2.
mento indicata in Sez 2. 4.9.4 (1/1/2002)
Gli avvolgimenti di macchine usate completamente rifatti
4.6 Prove di sovraccarico / sovracorrente devono essere provati con la piena tensione di prova come
nel caso di macchine nuove.
4.6.1 (1/1/2002)
4.9.5 (1/1/2002)
La prova di sovraccarico deve essere eseguita come prova Gli avvolgimenti di macchine usate parzialmente rifatti
di tipo, per generatori quale prova della capacità di soppor- devono essere provati al 75% della tensione di prova stabi-
tare il sovraccarico dei generatori e dei sistemi di eccita- lita per macchine nuove. Prima della prova la parte non
zione; per i motori quale prova di un momentaneo eccesso riavvolta dell'avvolgimento deve essere accuratamente
di coppia, come richiesto nella Pubblicazione IEC 60034-1. pulita ed essiccata.
La prova di sovraccarico può essere sostituita, alla prova di
accettazione, da una prova di sovracorrente. La prova di 4.9.6 (1/1/2002)
sovracorrente deve costituire la prova di sostenimento della Le macchine revisionate dopo pulizia ed essiccamento,
corrente da parte di avvolgimenti, cavi, connessioni, etc. di possono essere sottoposte ad una prova con tensione
ciascuna macchina. La prova di sovracorrente può essere uguale a 1,5 volte la tensione nominale, con un minimo di
eseguita a velocità ridotta (per i motori) o in condizione di 500 V, se la tensione nominale è inferiore a 100 V, e con un
corto circuito (per i generatori). minimo di 1000 V, se la tensione nominale è uguale o supe-
riore a 100 V.
4.6.2 (1/1/2002)
4.9.7 (1/1/2002)
Nel caso di macchine per usi particolari (ad esempio per
Per gruppi costituiti da macchine ed apparecchiature, si
verricelli a salpare), possono essere presi in considerazione
deve evitare, se possibile, la ripetizione della prova di ten-
valori di sovraccarico diversi dai precedenti.
sione applicata; tuttavia se si esegue la prova su un gruppo
di macchine e apparecchiature nuove installate in posto,
4.7 Verifica del comportamento in condi- ciascuna delle quali abbia già superato la propria prova di
zioni di regime di corto circuito tensione applicata, la tensione di prova non deve superare
l'80% della più bassa delle tensioni di prova applicabili a
4.7.1 (1/1/2002) ciascuno dei componenti.
Deve essere verificato che, in condizioni stabili di corto cir- Nota 1: Per gli avvolgimenti di una o più macchine elettricamente
cuito, il generatore con il suo sistema di regolazione della collegati assieme, la tensione da considerare è la massima che si
tensione sia capace di mantenere, senza sopportare alcun stabilisce rispetto a terra.
danneggiamento, una corrente di almeno tre volte supe-
riore alla corrente nominale, per una durata di almeno 2 4.10 Prova a vuoto
secondi, oppure, se sono disponibili dati precisi, per la
4.10.1 (1/1/2002)
durata di qualsiasi tempo di ritardo che può essere adottato
per un dispositivo di blocco per ragioni di discriminazione. Le macchine devono essere fatte funzionare a vuoto ed alla
velocità nominale alimentandole alla tensione ed alla fre-
quenza nominali, se si tratta di motori, oppure, se si tratta di
4.8 Prova di sovravelocità generatori, trainandoli con mezzi adeguati ed eccitandoli in
4.8.1 (1/1/2002) modo che forniscano la tensione nominale.

Le macchine devono sopportare la prova di sovravelocità Durante la prova di funzionamento, devono essere control-
specificata nella Pubblicazione IEC 60034-1. Questa prova lati le vibrazioni della macchina ed il funzionamento
non è applicabile per i motori a gabbia di scoiattolo. dell'eventuale sistema di lubrificazione dei cuscinetti.

4.11 Verifica del grado di protezione


4.9 Prova di tensione applicata
4.11.1 (1/1/2002)
4.9.1 (1/1/2002)
La verifica deve essere eseguita in accordo con le disposi-
Le macchine rotanti nuove e complete di tutte le loro parti zioni della Pubblicazione IEC 60034-5.
devono poter sopportare senza una prova di tensione appli-
cata in accordo con le disposizioni della Pubblicazione IEC 4.12 Verifica dei cuscinetti
60034-1.
4.12.1 (1/1/2002)
4.9.2 (1/1/2002) Dopo il completamento delle prove di cui sopra, le mac-
Per le macchine ad alta tensione deve essere eseguita una chine che hanno cuscinetti a strisciamento devono essere
prova di tenuta all'impulso sulle spire in accordo con le aperte, a richiesta del Tecnico della Società, per stabilire se
disposizioni in Sez 13. l'asse è correttamente alloggiato nelle sedi dei cuscinetti.

316 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 2, Sez 5

SEZIONE 5 TRASFORMATORI

1 Prescrizioni relative alla costruzione Per i trasformatori aventi potenza inferiore a 5 kVA per fase,
e al funzionamento tale caduta di tensione di tensione non deve superare il 5%.

Fanno eccezione i trasformatori di tipo speciale quali ad


1.1 Costruzione esempio quelli per avviamento o di misura, per i quali pos-
sono essere considerati valori di tensione diversi.
1.1.1 I trasformatori, eccetto quelli per avviamento di
motori, devono essere a doppio avvolgimento (a due o più 1.3.2 Nel determinare il rapporto di trasformazione e la
avvolgimenti separati). tensione di corto circuito dei trasformatori si deve tenere
conto della caduta di tensione complessiva ammessa tra le
1.1.2 I trasformatori devono essere normalmente del tipo a sbarre principali e gli utilizzatori (vedere Sez 3, [9.11.4]).
secco, raffreddati ad aria.
1.3.3 I trasformatori devono poter sopportare senza danno
1.1.3 Quando è utilizzato un impianto di raffreddamento le sollecitazioni termiche e meccaniche di un corto circuito
forzato dell’aria, deve essere previsto un allarme in caso di ai terminali del secondario per la durata di 2 s con la ten-
un suo guasto. sione nominale applicata al primario a frequenza nominale.

1.1.4 Possono essere utilizzati trasformatori raffreddati a Per i trasformatori aventi potenza superiore o uguale a 1
liquido purchè: MVA, ciò deve essere giustificato con appropriate prove o
documentazioni.
• il liquido non sia tossico e di un tipo che non sostenga
la combustione, 1.3.4 Se i trasformatori sono predisposti per funzionare in
• la loro costruzione sia tale che il liquido non fuoriesca parallelo i loro gruppi di collegamento degli avvolgimenti
in posizione inclinata, devono essere compatibili, le loro tensioni primarie e
secondarie devono essere uguali (con le tolleranze con-
• siano installati dispositivi di rivelazione di temperatura e cesse) e le loro tensioni di corto circuito devono avere un
di sovrapressione con relativo allarme,
rapporto compreso tra 0,9 e 1,1.
• siano previste ghiotte di raccolta od altri dispositivi
Quando i trasformatori sono destinati a funzionare in paral-
adatti per raccogliere la fuoriuscita di liquido,
lelo, la potenza nominale del trasformatore più piccolo pre-
• sia previsto un indicatore della normale variazione di sente nel gruppo non deve essere inferiore alla metà della
livello del liquido. potenza nominale del trasformatore più grande presente nel
gruppo stesso.
1.1.5 La custodia dei trasformatori deve avere grado di
protezione in accordo con Sez 3, Tab 2.
1.4 Isolamento elettrico e sovratemperature

1.2 Morsetti 1.4.1 I materiali isolanti per gli avvolgimenti e le altre parti
in tensione devono essere in accordo con quanto prescritto
1.2.1 Devono essere previsti adeguati morsetti fissi in una nel Sez 2.
posizione accessibile con spazio sufficiente per una
comoda connessione dei cavi esterni.
1.4.2 Tutti gli avvolgimenti dei trasformatori raffreddati ad
aria devono essere impregnati in modo idoneo per resistere
1.2.2 I morsetti devono essere chiaramente contrassegnati.
all’umidità, all’atmosfera salina ed ai vapori d’olio.

1.3 Variazione di tensione, tenuta al corto 1.4.3 I limiti ammissibili di sovratemperatura rispetto ad
circuito e funzionamento in parallelo una temperatura dell’aria ambiente di 45°C per i trasforma-
tori raffreddati ad aria (naturale o forzata) sono riportati in
1.3.1 La caduta di tensione tra il funzionamento a vuoto e Tab 1. Le sovratemperature indicate per gli avvolgimenti si
quello a pieno carico per un carico resistivo (cos ϕ = 1) non intendono misurate col metodo della variazione della resi-
deve superare il 2,5%. stenza, quelle indicate per i nuclei mediante termometri.

Regolamenti RINA 2005 317


Parte C, Cap 2, Sez 5

Tabella 1 : Limiti delle sovratemperature di trasformatori

Sovratemperatura per classe di isolamento °C


N. Parte della macchina
A E B F H

1 Avvolgimenti 55 70 75 95 120
2 Nuclei ed altre parti:
a) in contatto con gli avvolgimenti a) gli stessi valori come per gli avvolgimenti
b) non in contatto con gli avvolgimenti b) la temperatura in nessun caso dovrà raggiungere valori tali
da danneggiare il nucleo stesso, altre parti o i materiali
adiacenti

1.4.4 Per trasformatori a secco raffreddati con un liquido 2 Prove


refrigerante esterno, i limiti ammessi di sovratemperatura
sono di 13°C maggiori di quelli specificati in Tab 1, consi-
derando la temperatura dell’acqua di mare di 32°C. 2.1 Generalità

1.4.5 Per i trasformatori raffreddati a liquido si applicano 2.1.1 Sui trasformatori nuovi destinati ai servizi essenziali
le seguenti sovratemperature misurate col metodo della devono essere eseguite le prove riportate in [2.2].
variazione della resistenza:
• 55 °C quando il fluido è raffreddato ad aria, 2.1.2 Il costruttore dovrà emettere i rapporti di prova con-
tenenti informazioni relative alla costruzione, tipo, numero
• 68 °C quando il fluido è raffreddato ad acqua.
di serie, classe di isolamento e tutti gli altri dati tecnici del
trasformatore, oltre che i risultati delle prove richieste.
1.5 Prove di isolamento
I suddetti rapporti di prova devono essere resi disponibili
1.5.1 I trasformatori devono essere sottoposti ad una prova alla Società.
di tensione applicata in accordo con la procedura definita
in Sez 4, [4.9]. 2.1.3 Nel caso di trasformatori completamente identici sia
per quanto riguarda le caratteristiche nominali che gli altri
1.5.2 La tensione di prova deve essere applicata tra cia- dettagli costruttivi può essere accettato che la prova di
scun avvolgimento in prova e la custodia del trasformatore riscaldamento sia eseguita su un solo trasformatore.
alla quale vanno collegati il nucleo magnetico e gli altri
avvolgimenti non in prova. I risultati della prova ed il numero di serie del trasformatore
provato devono essere indicati anche nei rapporti di prova
Trasformatori monofasi usati in un gruppo polifase vanno
degli altri trasformatori.
provati con le prescrizioni valide per il gruppo.

1.5.3 Il valore efficace della tensione di prova deve essere 2.1.4 Le modalità di esecuzione delle prove sono, ove non
pari a 2 U + 1000 V, con un minimo di 2500 V, dove U è la specificato, quelle riportate nelle norme IEC 60076 e
tensione nominale dell’avvolgimento. La tensione deve 60726.
essere mantenuta per 1 minuto. 2.1.5 (1/7/2004)
1.5.4 Gli avvolgimenti parzialmente riavvolti devono I trasformatori aventi potenza uguale o superiore a 100 kVA
essere provati al 75% della tensione di prova richiesta per la (60 kVA se monofase), destinati ad alimentare servizi essen-
macchina nuova. ziali, devono essere sorvegliati dal Tecnico della Società
durante le prove e, se ritenuto opportuno, durante la costru-
1.5.5 La resistenza di isolamento di un trasformatore zione.
nuovo, pulito ed asciutto, misurata dopo la prova di riscal-
I trasformatori aventi potenza superiore a 5 kVA, fino al
damento (alla temperatura di esercizio o ad una
limite sopra specificato, sono approvati caso per caso, a
temperatura vicina) ad una tensione pari a 500 V c.c., deve
discrezione della Società, sulla base della sottomissione di
essere non inferiore a 5 MΩ.
una adeguata documentazione tecnica e di prove di accet-
1.5.6 I trasformatori devono essere sottoposti ad una prova tazione.
di isolamento con tensione indotta, applicando ai terminali Nota 1: Può essere concordato tra la Società ed il fabbricante uno
dell’avvolgimento in prova una tensione pari al doppio schema alternativo di collaudo secondo il quale la presenza del
della sua tensione nominale. La durata della prova deve Tecnico non sarà richiesta come detto sopra.
essere di 60 s per frequenza di prova fp minore o uguale al
doppio della frequenza nominale fn. 2.2 Prove sui trasformatori
Se la frequenza di prova supera il doppio della frequenza
nominale, la durata corrispondente in secondi sarà di 120 2.2.1 I trasformatori devono essere sottoposti alle prove
fn/fp con un minimo di 15 s. indicate in Tab 2:

318 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 2, Sez 5

Tabella 2 : Prove a cui devono essere sottoposti i trasformatori

N. Prove Prove di tipo (1) Prove di accettazione (2)


1 Esame della documentazione tecnica, come appropriato, ed esame
X X
visivo (3)
2 Misura della resistenza di isolamento X X
3 Misura della caduta di tensione X X
4 Prova di tensione applicata X X
5 Misura della sovratemperatura X
6 Prova di tensione indotta X X
7 Controllo del rapporto di trasformazione X X
(1) Prove di tipo da eseguirsi su trasformatori prototipo o su un trasformatore di un lotto di trasformatori identici.
(2) I certificati dei trasformatori sottoposti alle prove di accettazione devono contenere il numero di serie del trasformatore che è
stato sottoposto alle prove di tipo ed i risultati delle prove.
(3) L’esame visivo deve accertare per quanto possibile la rispondenza del trasformatore alla sua documentazione tecnica.

Regolamenti RINA 2005 319


Parte C, Cap 2, Sez 6

SEZIONE 6 CONVERTITORI A SEMICONDUTTORI

1 Prescrizioni relative alla costruzione 1.2 Protezione


e al funzionamento 1.2.1 Gli elementi a semiconduttore devono essere provvi-
sti di protezione contro il corto circuito avente caratteristi-
1.1 Costruzione che idonee al punto di installazione nell’impianto.

1.2.2 Il convertitore deve essere provvisto di protezione


1.1.1 I convertitori a semiconduttori devono in generale contro le sovracorrenti e le sovratensioni. Quando il con-
soddisfare le norme per i quadri (vedere Sez 8). vertitore a semiconduttori è progettato per alimentare una
rete come inverter, durante il transitorio, devono essere
1.1.2 I circuiti di comando e controllo devono in generale prese precauzioni per limitare la corrente.
soddisfare le norme del Capitolo 3.
1.2.3 I convertitori a semiconduttori non devono causare
1.1.3 Per i convertitori a semiconduttori raffreddati a perturbazioni eccedenti ai limiti ammessi nella forma
liquido devono essere soddisfatti i seguenti requisiti: d’onda di tensione di alimentazione a livelli ai morsetti di
ingresso degli altri utilizzatori (vedere Sez 2, [2.4]).
• il liquido non sia tossico e sia di un tipo a bassa infiam-
mabilità, 1.2.4 I convertitori per la propulsione elettrica e per la sor-
gente di emergenza di energia elettrica devono essere prov-
• siano previste ghiotte di raccolta od altri dispositivi visti di un allarme per lo sgancio dei dispositivi di
adatti per raccogliere la fuoriuscita di liquido, protezione contro le sovratensioni e le sovracorrenti.
• la resistività del liquido di raffreddamento in contatto
diretto con i semiconduttori od altre parti in tensione 1.3 Funzionamento in parallelo con altre
deve essere tenuta sotto controllo e deve essere previsto sorgenti di energia
un allarme se essa è fuori dai limiti specificati.
1.3.1 Per i convertitori destinati a funzionare in parallelo
1.1.4 Quando si impiega il raffreddamento forzato la tem- con altre sorgenti di energia devono esservi mezzi affinché
peratura del mezzo di raffreddamento riscaldato deve nelle normali condizioni di funzionamento la ripartizione
essere tenuta sotto controllo. del carico sia tale che non si abbiano sovraccarichi di nes-
suna unità e che l’accoppiamento in parallelo sia stabile.
Se la temperatura supera un valore prestabilito deve essere
attivato un allarme e deve intervenire l’arresto di emergenza
1.4 Sovratemperature
del convertitore.
1.4.1 Il limite ammissibile di sovratemperatura dell’involu-
1.1.5 Quando si impiega il raffreddamento forzato (ad aria cro dei dispositivi a semiconduttore deve essere valutato
o a liquido) esso deve essere tale che il convertitore non rispetto ad una temperatura dell’aria ambiente di 45°C o ad
possa essere messo o rimanere sotto carico se non viene una temperatura dell’acqua di mare di 32°C per dispositivi
assicurata una efficace refrigerazione dello stesso. raffreddati ad acqua, tenendo conto del valore della mas-
sima temperatura ammissibile per essi specificata.
In alternativa possono essere previsti altri mezzi di prote-
zione contro le sovratemperature. 1.4.2 Il valore della massima temperatura ammissibile
degli elementi nel punto in cui essa può essere misurata
1.1.6 Le colonne di dispositivi a semiconduttore, ed altre (punto di riferimento) deve essere stabilito dal costruttore.
apparecchiature come i fusibili, schede di comando e
accensione ecc., devono essere montate in modo tale da 1.4.3 Il valore della corrente nominale media degli ele-
poter essere rimosse dall’apparecchiatura senza smontare menti a semiconduttore deve essere stabilito dal costruttore.
l’unità completa.
1.5 Prova di isolamento
1.1.7 I convertitori a semiconduttori devono essere tali da
fornire le caratteristiche richieste con particolare attenzione 1.5.1 Le modalità di esecuzione delle prove sono quelle
ai picchi di carico, ai transitori ed alle sovratensioni pre- riportate nelle norme IEC 60146.
senti sull’impianto e devono essere dimensionati per resi-
stere alle massime correnti di corto circuito previste nel 1.5.2 Il valore efficace della tensione di prova, per la prova
punto di installazione per il tempo necessario all’intervento di isolamento, deve essere quello indicato in Tab 1.
delle protezioni dei circuiti da essi alimentati.

320 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 2, Sez 6

Tabella 1 : Tensione di prova per prove di tensione 2.1.3 Nel caso di convertitori completamente identici sia
applicata su convertitori statici per quanto riguarda le caratteristiche nominali che gli altri
dettagli costruttivi può essere accettato che le prove della
Um corrente nominale e le misure dell’aumento di temperatura
-= U
-------
2 Tensione di prova
di cui in [2.2] non siano repetute.
V
in V, (1)
2.1.4 I convertitori aventi potenza superiore o uguale a 50
U ≤ 60 600
kVA destinati ad alimentare servizi essenziali devono essere
60 < U ≤ 90 900 sorvegliati dal Tecnico della Società durante le prove e, se
ritenuto opportuno, durante la costruzione.
2U + 1000
90 < U
(almeno 2000)
2.2 Prove sui convertitori
(1) Um: più elevato valore di cresta previsto tra qualunque
coppia di terminali.
2.2.1 I convertitori devono essere sottoposti alle prove
indicate in Tab 2.
2 Prove
Prove di tipo sono prove da eseguirsi su convertitori proto-
2.1 Generalità tipo o su un convertitore di un lotto di convertitori identici,
e le prove di accettazione devono essere eseguite sugli altri
2.1.1 Sui convertitori destinati ai servizi essenziali devono convertitori dello stesso tipo.
essere eseguite le prove riportate in [2.2].

2.1.2 (1/7/2004) 2.2.2 I componenti elettronici dei convertitori devono


essere costruiti per resistere alle prove richieste in Cap 3,
Il costruttore dovrà emettere i rapporti di prova contenenti
Sez 6.
informazioni relative alla costruzione, al tipo ed al numero
di serie e tutti i dati tecnici del convertitore, oltre che i risul-
tati delle prove richieste. 2.2.3 L’accettazione finale dei convertitori deve compren-
Nota 1: Può essere concordato tra la Società ed il fabbricante uno dere prove di funzionamento dopo l’installazione a bordo,
schema alternativo di collaudo secondo il quale la presenza del con tutti gli impianti della nave in funzione e in tutte le con-
Tecnico non sarà richiesta come detto sopra. dizioni di carico normali.

Tabella 2 : Prove da eseguire sui convertitori statici

N. Prove Prove di tipo (1) Prove di accetta-


zione (2)
1 Esame della documentazione tecnica, come appropriato, ed esame visivo (3) X X
incluso il controllo della continuità elettrica verso massa
2 Prova di funzionamento a carico ridotto per verificare tutte funzioni fondamentali X X
ed ausiliarie del gruppo
3 Misura della corrente nominale X
4 Misura della sovratemperatura X
5 Prove di isolamento (prova di tensione applicata e misura della resistenza di isola- X X
mento)
6 Protezione del convertitore in caso di guasto dell’impianto di raffreddamento for- X X
zato
(1) Prove di tipo da eseguirsi su convertitori prototipo o su un convertitore di un lotto di convertitori identici.
(2) I certificati dei convertitori sottoposti alle prove di accettazione devono contenere il numero di serie del convertitore che è stato
sottoposto alle prove di tipo ed i risultati delle prove.
(3) L’esame visivo deve accertare per quanto possibile la rispondenza del convertitore alla sua documentazione tecnica.

Regolamenti RINA 2005 321


Parte C, Cap 2, Sez 7

SEZIONE 7 BATTERIE DI ACCUMULATORI E DISPOSITIVI DI


CARICA

1 Prescrizioni relative alla costruzione pati di essere liberati nell’atmosfera; tali batterie dovrebbero
più propriamente essere chiamate batterie ermetiche con valvole
delle batterie di regolazione. In alcune circostanze la quantità di gas liberato può
essere anche il 25% di quello di progetto. Di conseguenza devono
1.1 Generalità essere sempre presi provvedimenti per una adeguata ventilazione.

1.1.1 I requisiti di questa Sezione si applicano alle batterie 1.3.2 La progettazione degli elementi deve minimizzare i
di accumulatori per installazione fissa (non alle batterie rischi di fughe di gas in condizioni normali e non.
portatili).
1.4 Prove sulle batterie
1.1.2 Le batterie di accumulatori possono essere del tipo
al piombo con elettrolito acido o del tipo al nichel-cadmio 1.4.1 L’autonomia delle batterie deve essere verificata a
con elettrolito alcalino, in relazione alla loro idoneità allo bordo in relazione alle condizioni di funzionamento.
specifico impiego.
Possono essere accettate batterie di accumulatori di altri tipi 2 Prescrizioni relative alla costruzione
già sperimentati con esito soddisfacente (p.e. all’argento-
zinco), purché idonee per impiego a bordo a soddisfazione dei dispositivi di carica
della Società.
2.1 Caratteristiche
1.1.3 Gli elementi devono essere raggruppati in telai o
contenitori idonei, provvisti di maniglie per facilitarne il 2.1.1 I dispositivi di carica devono essere adeguati alle
maneggio. batterie cui sono destinati e devono essere provvisti di un
regolatore di tensione.
1.2 Batterie di accumulatori del tipo aperto
2.1.2 In assenza di indicazioni circa il funzionamento del
1.2.1 Le batterie di accumulatori del tipo aperto sono dispositivo di carica, esso deve essere tale che la batteria
quelle batterie in cui l’elettrolito liquido può essere rabboc- completamente scarica possa essere ricaricata all’80% della
cato e sviluppa gas liberamente durante i periodi di carica sua capacità entro un tempo di 10 ore senza superare la
e di carica a fondo. massima corrente di carica permessa. In relazione
all’impiego della batteria potrà essere richiesto un regime di
1.2.2 Le batterie di accumulatori del tipo aperto devono carica diverso dal suddetto (p.e. piena capacità entro 6 ore
essere costruite in modo da resistere ai movimenti della per batterie di avviamento motori).
nave ed all’atmosfera cui possono essere esposte (nebbia
salina, oli, ecc.). 2.1.3 Per servizio in tampone o per qualsiasi altra condi-
zione in cui il carico è collegato alla batteria mentre essa si
1.2.3 Gli elementi di una batteria di accumulatori devono trova sotto carica, la tensione massima sulla batteria non
essere costruiti in maniera tale da impedire la fuoriuscita di deve superare il valore di sicurezza di qualsiasi apparec-
elettrolito liquido per effetto di una inclinazione della batte- chio che sia ad essa connesso.
ria di 40° rispetto alla verticale.
Nota 1: Si deve tenere conto della variazione di temperatura delle
1.2.4 Deve essere possibile verificare il livello dell’elettro- batterie.
lito liquido ed il pH.
2.1.4 Il dispositivo di carica della batteria deve essere pro-
gettato in modo tale che la corrente di carica sia compresa
1.3 Batterie di accumulatori di tipo tra la massima corrente ammessa dal costruttore quando la
ermetico con valvole di regolazione batteria è scarica e la corrente di mantenimento per tenere
la batteria caricata a fondo.
1.3.1 Le batterie di accumulatori del tipo ermetico con
valvole di regolazione sono batterie i cui elementi sono 2.1.5 Quando le batterie restano inoperative per lunghi
chiusi in condizioni normali, ma sono dotati di dispositivi periodi, deve essere prevista, dove possibile, una carica
che permettono la fuoriuscita di gas se la pressione interna lenta e continua per eliminare le perdite interne. Deve
supera un valore predeterminato. Gli elementi non richie- essere previsto un indicatore della tensione di carica sul
dono normalmente un rabbocco di elettrolito liquido. dispositivo di carica.
Nota 1: Gli elementi delle batterie che sono contrassegnate da
“ermetiche” o “manutenzione esente” sono provvisti di valvole di 2.1.6 Deve essere prevista una protezione contro l’inver-
sfogo come precauzione di sicurezza per permettere ai gas svilup- sione della corrente di carica.

322 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 2, Sez 7

2.1.7 I dispositivi di carica delle batterie devono essere e le prove di accettazione devono essere eseguite sugli altri
costruiti per rendere agevoli le operazioni di manutenzione. dispositivi di carica dello stesso tipo.
Devono essere previste indicazioni per visualizzare il cor-
retto funzionamento del dispositivo di carica e per l’indivi- 2.2.2 I componenti elettronici dei dispositivi di carica
duazione dei guasti. devono essere costruiti per resistere alle prove richieste in
Cap 3, Sez 6.

2.2 Prove sui dispositivi di carica 2.2.3 (1/7/2004)


I dispositivi di carica di potenza uguale o superiore a 50
2.2.1 I carica batteria devono essere sottoposti alle prove kVA destinati ad alimentare servizi essenziali devono essere
indicate in Tab 1. sorvegliati dal Tecnico della Società durante le prove.
Nota 1: Può essere concordato tra la Società ed il fabbricante uno
Prove di tipo sono prove da eseguirsi su carica batteria pro- schema alternativo di collaudo secondo il quale la presenza del
totipo o sul primo di un lotto di dispositivi di carica identici, Tecnico non sarà richiesta come detto sopra.

Tabella 1 : Prove da eseguire sui dispositivi di carica delle batterie

N. Prove Prove di tipo (1) Prove di accetta-


zione (2)
1 Esame della documentazione tecnica, come appropriato, ed esame visivo (3) X X
incluso il controllo della continuità elettrica verso massa
2 Prove di funzionamento (regolazione di corrente e tensione, carica in tampone, X X
veloce, lenta, allarmi)
3 Misura della sovratemperatura X
4 Prove di isolamento (prova di tensione applicata e misura della resistenza di iso- X X
lamento)
(1) Prove di tipo da eseguirsi su dispositivo di carica prototipo o sul primo di un lotto di dispositivi di carica identici.
(2) I certificati dei dispositivi di carica sottoposti alle prove di accettazione devono contenere il numero di serie del dispositivo di
carica che è stato sottoposto alle prove di tipo ed i risultati delle prove.
(3) L’esame visivo deve accertare per quanto possibile la rispondenza del dispositivo di carica alla sua documentazione tecnica.

Regolamenti RINA 2005 323


Parte C, Cap 2, Sez 8

SEZIONE 8 APPARECCHIATURE ASSIEMATE DI PROTE-


ZIONE E DI MANOVRA (QUADRI)

1 Costruzione dei quadri principali e di per proteggere tutte le parti in tensione in modo che
esse non possano essere toccate accidentalmente
emergenza
quando la porta è aperta. Tali dispositivi non devono
poter essere rimossi se non mediante l’uso di una chiave
1.1 Costruzione o di un attrezzo.
1.1.1 La costruzione deve essere in accordo con le norme 1.1.9 Tutte le parti dei quadri devono essere facilmente
IEC 60092-302. accessibili per manutenzione, riparazione o sostituzione. In
particolare i fusibili devono essere inseriti ed estratti dalle
1.1.2 Quando la struttura di sostegno, i pannelli e le porte
loro basi senza pericolo.
della custodia sono di acciaio, devono essere adottati
accorgimenti al fine di evitare surriscaldamenti dovuti alla 1.1.10 Le porte incernierate, che devono poter essere
possibile circolazione di correnti parassite. aperte per operare sulle apparecchiature poste sulle porte
stesse o all’interno, devono essere provviste di dispositivi
1.1.3 I materiali isolanti impiegati per i pannelli o altri ele-
per tenerle in posizione di aperto.
menti del quadro devono essere almeno del tipo resistente
all’umidità e non propagante la fiamma. 1.1.11 Devono esservi mezzi per sezionare gli interruttori
1.1.4 I quadri devono essere del tipo a protezione frontale, dei generatori e di altre importanti parti dell’impianto, al
con grado di protezione delle custodie in accordo con fine di permettere la manutenzione in condizioni di sicu-
Sez 3, Tab 2. rezza mentre le sbarre sono in tensione.

1.1.5 I quadri devono essere provvisti di un corrimano iso- 1.1.12 Se apparecchi a tensione superiore alla tensione di
lato o di maniglie isolate montati in posizione appropriata sicurezza sono montati su porte incernierate, le porte
sul fronte del quadro. Quando è necessario l’accesso sul devono essere elettricamente collegate al quadro mediante
retro per il funzionamento o per lavori di manutenzione un conduttore di protezione flessibile separato.
devono essere sistemati un corrimano isolato o maniglie
1.1.13 Tutti gli strumenti di misura, e tutti i mezzi di
isolate.
comando e controllo devono essere provvisti di targhette,
1.1.6 Quando la capacità complessiva dei generatori con- costituite da materiale duraturo non propagante la fiamma,
nessi alle sbarre principali è superiore a 100 kVA, deve recanti indicazioni chiare ed indelebili.
esservi uno scomparto separato per ciascun generatore, con
1.1.14 Per ogni circuito deve essere permanentemente
suddivisioni tra gli scomparti di materiali non propaganti la
indicato, insieme con la corrente nominale del circuito, la
fiamma. Analoghe suddivisioni devono esser previste tra i
portata del fusibile o la taratura dell’apparecchiatura di pro-
suddetti scomparti ed i circuiti in partenza dal quadro.
tezione (interruttore, relè termico etc.) contro il sovracca-
1.1.7 Gli strumenti, le impugnature o i pulsanti per il fun- rico, nel luogo in cui è installato.
zionamento delle apparecchiature devono essere sistemati
sul fronte del quadro. Tutte le altre parti sulle quali è neces- 1.2 Sbarre e conduttori nudi
sario operare devono essere accessibili e disposte in modo
che il rischio di contatti accidentali con parti in tensione, di 1.2.1 Le sbarre devono essere di rame o di leghe di allumi-
produrre corto circuiti e messe a massa accidentali sia per nio ricoperte di rame adatte all’uso in ambiente marino e
quanto possibile ridotto. devono essere prese precauzioni per evitare fenomeni di
corrosione galvanica.
1.1.8 Se è necessario prevedere l’apertura delle portelle
del quadro deve essere rispettata una delle seguenti prescri- 1.2.2 Tutte le connessioni devono essere eseguite in modo
zioni: da impedire la corrosione.
a) l’apertura deve richiedere l’uso di una chiave o di un 1.2.3 Le sbarre devono essere dimensionate in accordo
attrezzo (p.e. quando occorra sostituire fusibili o lam- con le norme IEC 60092-302.
pade);
La loro sovratemperatura quando sono percorse dalla cor-
b) tutte le parti in tensione che possono essere toccate rente nominale non deve superare 45°C con una tempera-
accidentalmente dopo l’apertura della portella devono tura ambiente di 45°C (vedere Sez 2, [1.2.5]) e non deve
essere sezionate prima dell’apertura stessa; provocare effetti dannosi sui componenti ad esse adiacenti.
c) il quadro deve contenere barriere interne o chiusure che Valori più elevati di sovratemperatura possono essere accet-
assicurino un grado di protezione non inferiore a IP2X tati a discrezione della Società.

324 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 2, Sez 8

1.2.4 La sezione delle sbarre per la connessione del neutro 1.3 Cablaggio interno
in sistemi trifasi a quattro conduttori deve essere pari ad
almeno il 50% della sezione delle fasi corrispondenti. 1.3.1 La cavetteria per il cablaggio interno dei circuiti
ausiliari dei quadri deve essere costruita in accordo con
1.2.5 Le sbarre nude principali, eccetto i conduttori tra le Sez 9, [1.1.5].
sbarre principali ed i terminali lato alimentazione delle
apparecchiature dei circuiti in uscita, devono avere le 1.3.2 La cavetteria di cui in [1.3.1] deve essere flessibile e
distanze in aria e superficiali minime riportate in Tab 1. Tali del tipo a corda.
valori si applicano alle distanze in aria e superficiali tra
parti in tensione e tra queste e le parti esposte in materiale 1.3.3 I collegamenti tra le sbarre principali ed i dispositivi
conduttore. di protezione devono essere il più corti possibile. Essi
devono essere installati e fissati in modo tale da minimiz-
zare il rischio di un corto circuito.
Tabella 1 : Distanze in aria e superficiali
1.3.4 I conduttori isolati devono essere fissati in modo da
Tensione Distanze in aria Distanze impedire le vibrazioni e tenuti lontani da spigoli vivi.
nominale di minime superficiali
isolamento mm minime 1.3.5 Le connessioni relative agli strumenti o alle apparec-
V mm chiature di segnalazione e di comando montate su porte
devono essere installate in modo da non essere danneggiate
≤ 250 15 20 meccanicamente a seguito del movimento delle porte.
> 250 e ≤ 690 20 25
> 690 25 35 1.3.6 Le canalette non metalliche per il cablaggio interno
dei quadri devono essere di materiale non propagante la
fiamma.
Nota 1: La distanza in aria è la distanza più breve in linea retta tra
due parti conduttrici. La distanza superficiale è la distanza più
breve tra due parti conduttrici lungo la superficie del materiale iso-
1.3.7 I circuiti di comando devono essere installati e pro-
lante che le separa. tetti in modo da non essere danneggiati da archi fuoriu-
scenti dalle apparecchiature di protezione.
1.2.6 Per le apparecchiature provate con prove di tipo e
1.3.8 I connettori fissi per il collegamento dei cavi esterni,
parzialmente provate con prove di tipo, possono essere
se previsti, devono essere sistemati in posizioni facilmente
accettati valori ridotti in accordo con le rispettive Pubblica-
accessibili.
zioni IEC.
I valori di riferimento per la valutazione delle distanze in 1.4 Apparecchiature di protezione e
aria e supeficiali minime per le varie apparecchiature elet-
manovra
triche sono i seguenti:
• grado di inquinamento 3 (inquinamento conduttivo, o 1.4.1 Le apparecchiatura di protezione e manovra devono
inquinamento secco non-conduttivo che diviene con- essere in accordo con la Pubblicazione IEC Serie 60947 ed
duttivo a causa della condensazione che è prevista); essere scelte tra quelle omologate dalla Società.

• categoria di sovratensione III (a livello di circuito di 1.4.2 Le caratteristiche dei dispositivi di protezione e
distribuzione); manovra ed i dispositivi di protezione per i diversi utilizza-
tori devono essere in accordo con Sez 3, [7].
• condizioni di campo non omogeneo (caso A);
• tensione nominale di funzionamento 1000 V in c.a., 1.5 Circuiti ausiliari
1500 V in c.c.;
1.5.1 I circuiti ausiliari devono essere progettati in modo
• gruppo di materiale di isolamento IIIa. che, per quanto possibile, i guasti in tali circuiti non
sminuiscano la sicurezza dell’impianto. In particolare i
Particolari considerazioni devono essere fatte per le appa-
circuiti di comando devono essere progettati in modo da
recchiature ubicate in quei luoghi in cui è applicabile un
limitare i pericoli risultanti da un guasto tra tale circuito e la
grado di inquinamento maggiore di 3, come p.e. nei locali
massa (p.e. il funzionamento non desiderato o il
apparato motore.
malfunzionamento di un componente dell’impianto),
tenuto conto anche del sistema di messa a massa della loro
1.2.7 Le sbarre e gli altri conduttori nudi con i loro sup- alimentazione.
porti devono essere dimensionati meccanicamente e fissati
in modo tale da resistere alle sollecitazioni derivanti da 1.5.2 I circuiti ausiliari dei servizi essenziali devono essere
corto circuiti. indipendenti da altri circuiti ausiliari.

1.2.8 Le sbarre ed i conduttori nudi devono essere, se 1.5.3 I circuiti ausiliari in comune per gruppi di utilizzatori
necessario, protetti contro l’eventuale caduta di oggetti (p.e. sono ammessi solo quando il guasto di un utilizzatore mette
utensili, cartucce di fusibili o altro). fuori servizio l’intero impianto a cui esso appartiene.

Regolamenti RINA 2005 325


Parte C, Cap 2, Sez 8

1.5.4 I circuiti ausiliari devono in generale essere derivati • 1 amperometro in ciascuna fase o un amperometro con
dal circuito principale nel quale è inserita la relativa appa- commutatore che permetta la misura della corrente in
recchiatura. ciascuna fase.

1.5.5 L’alimentazione dei circuiti ausiliari da impianti di 1.6.11 Per le esigenze della messa in parallelo devono
distribuzione ad essi specificamente destinati, costituirà esservi anche:
oggetto di particolare considerazione da parte della • 2 voltmetri
Società. • 2 frequenzimetri
• 1 sincronoscopio e lampade indicatrici della sincroniz-
1.5.6 Devono essere previsti mezzi per isolare anche i cir-
zazione o mezzi equivalenti.
cuiti ausiliari quando il circuito principale è isolato (p.e. per
manutenzione). Deve esservi un commutatore per permettere che un volt-
metro ed un frequenzimetro siano connessi a ciascun gene-
1.5.7 Per la protezione dei circuiti ausiliari vedere Sez 3, ratore prima che questo sia connesso alle sbarre.
[7.13].
L’altro voltmetro e l’altro frequenzimetro devono essere
connessi permanentemente alle sbarre.
1.6 Strumenti
1.6.12 Ciascun impianto di distribuzione secondaria deve
1.6.1 Il limite superiore della scala di ogni voltmetro deve essere provvisto di voltmetro.
essere non inferiore al 120% della tensione nominale del
circuito in cui è installato. 1.6.13 Sui quadri devono essere installati i mezzi per la
verifica dello stato di isolamento dei sistemi di distribuzione
1.6.2 Il limite superiore della scala di ogni amperometro isolati prescritti in Sez 3, [3.2.1].
deve essere non inferiore al 130% del valore nominale del
1.6.14 Sul quadro principale deve essere installato un volt-
circuito in cui è installato.
metro o una lampada di segnalazione per indicare che il
1.6.3 Il limite superiore della scala di ogni wattmetro deve cavo tra la cassetta di connessione per l’alimentazione da
essere non inferiore al 120% del valore nominale del cir- terra ed il quadro principale è in tensione (vedere Sez 3,
cuito in cui è installato. [3.7.7]).

1.6.15 Per ciascuna sorgente di energia elettrica in c.c.


1.6.4 Gli amperometri o i wattmetri dei generatori a c.a.
(p.e. convertitori, raddrizzatori e batterie) devono essere
che possono funzionare in parallelo devono essere previsti
previsti un voltmetro ed un amperometro, eccetto che per le
per indicazioni negative del 15% rispettivamente della cor-
sorgenti di energia elettrica in c.c. per avviamento (p.e. per
rente o della potenza nominale.
l’avviamento del generatore di emergenza).
1.6.5 Per i wattmetri che utilizzano un unico circuito di
corrente, la misura di corrente di tutti i generatori deve 2 Prescrizioni relative alla costruzione
essere fatta sulla stessa fase. dei sottoquadri e dei quadri di distri-
1.6.6 Sulla scala degli strumenti di misura deve in gene- buzione
rale essere marcato con un segno il valore nominale a
pieno carico della grandezza misurata. 2.1 Costruzione

1.6.7 I frequenzimetri devono avere una scala pari ad 2.1.1 I sottoquadri ed i quadri di distribuzione devono
almeno al ± 5% della frequenza nominale. essere costruiti, per quanto applicabile, come prescritto per
i quadri principale e di emergenza.
1.6.8 Gli avvolgimenti secondari dei trasformatori di
misura devono essere connessi a massa. 2.1.2 Tutte le parti sulle quali è necessario operare in con-
dizione di normale uso devono essere disposte sul fronte.
1.6.9 Ciascun generatore in c.a. che non funziona in
2.1.3 I quadri di distribuzione che sono provvisti di due o
parallelo deve essere provvisto di:
più circuiti di alimentazione per la connessione automatica
• 1 voltmetro di riserva, devono possedere l’indicazione di quale circuito
• 1 frequenzimetro sta alimentando il quadro.
• 1 amperometro in ciascuna fase o un amperometro con
commutatore che permetta la misura della corrente in 3 Prove
ciascuna fase
• 1 wattmetro trifase nel caso di generatori di potenza 3.1 Generalità
superiore a 50 kVA.
3.1.1 Sui quadri devono essere eseguite le prove riportate
1.6.10 Ciascun generatore in c.a. che funziona in parallelo da [3.2] a [3.4].
deve essere provvisto di: 3.1.2 Il costruttore deve emettere i relativi rapporti di
• 1 wattmetro trifase prova contenenti informazioni relative alla costruzione, al

326 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 2, Sez 8

numero di serie e dati tecnici del quadro oltre che i risultati 3.3.3 La prova va iniziata con tensione non superiore alla
delle prove richieste. metà del valore prescritto. La tensione va in seguito aumen-
tata fino al valore di prova prescritto, in modo continuo in
3.1.3 Le prove devono essere eseguite prima dell’installa- qualche secondo. Il valore prescritto della tensione di prova
zione a bordo. va mantenuto per 1 minuto.
3.1.4 Le modalità di esecuzione delle prove sono quelle
3.3.4 I valori della tensione di prova per i circuiti princi-
riportate nelle norme IEC 60092-302.
pali e per i circuiti ausiliari sono indicati in Tab 2 e Tab 3.

3.2 Ispezione dell’apparecchiatura,


controllo del cablaggio e prova di 3.4 Misura della resistenza di isolamento
funzionamento 3.4.1 Immediatamente dopo la prova di tensione applicata
3.2.1 Deve essere verificato che il quadro: deve essere fatta una misura di resistenza di isolamento
usando un apparecchio di misura ad una tensione continua
• risponda ai disegni approvati
di almeno 500 V.
• soddisfi il grado di protezione previsto
• sia costruito in accordo con le norme di costruzione 3.4.2 La resistenza di isolamento tra tutte le parti attive e le
prescritte, in particolare per quanto riguarda le distanze masse (e tra ciascuna polarità e le altre) deve essere almeno
in aria e superficiali. pari a 1 MΩ.

3.2.2 Deve essere verificato, eventualmente con prove


casuali, il soddisfacente contatto dei collegamenti, in parti- Tabella 2 : Tensioni di prova per i circuiti principali
colare di quelli avvitati od imbullonati.
Tensione di isolamento Tensione di prova c.a
3.2.3 Secondo la complessità del quadro può essere nominale Ui (valore efficace)
necessario eseguire una prova di funzionamento elettrico. V V
Le modalità di prova ed il numero delle prove dipendono
Ui ≤ 60 1000
dalla possibilità che il quadro contenga o meno blocchi
complicati, dispositivi di comando in sequenza ecc. Può 60 < Ui ≤ 300 2000
essere necessario in alcuni casi eseguire o ripetere questa
300 < Ui ≤ 660 2500
prova dopo l’installazione a bordo.
660 < Ui ≤ 800 3000
3.3 Prova di tensione applicata
800 < Ui ≤ 1000 3500
3.3.1 La tensione di prova deve essere alternata, avere una
forma d’onda praticamente sinusoidale ed una frequenza
compresa tra 25 e 100 Hz. Tabella 3 : Tensione di prova per i circuiti ausiliari

3.3.2 La tensione di prova deve essere applicata:


• tra tutte le parti attive e le masse del quadro collegate tra Tensione di isolamento Tensione di prova c.a
loro; nominale Ui (valore efficace)
V V
• tra ciascuna polarità e tutte le altre polarità collegate per
questa prova con le masse. Ui ≤ 12 250
Durante la prova gli strumenti di misura, apparecchi ausi- 12 < Ui ≤ 60 500
liari e dispositivi elettronici possono essere sconnessi e pro-
Ui > 60 2 Ui + 1000 (almeno 1500)
vati a parte secondo le norme per essi stabilite.

Regolamenti RINA 2005 327


Parte C, Cap 2, Sez 9

SEZIONE 9 CAVI

1 Requisiti costruttivi 1.3 Isolanti

1.3.1 I materiali impiegati per l’isolamento devono essere


1.1 Costruzione in accordo con le norme IEC 60092-351 e devono avere gli
spessori specificati per ciascun tipo di cavo nelle norme ad
1.1.1 I cavi e la cavetteria devono in generale essere esso relative. Per i vari materiali è specificata la massima
costruiti secondo le norme IEC della serie 60092-3.. oltre a temperatura nominale ammissibile.
quanto stabilito nella presente Sezione.
1.3.2 Materiali e spessori diversi da quelli di cui in [1.3.1]
1.1.2 I cavi isolati con materia minerale devono essere costituiranno oggetto di particolare considerazione da parte
costruiti secondo le norme IEC 60702. della Società.

1.1.3 I cavi a fibra ottica devono essere costruiti secondo


le norme IEC 60794. 1.4 Rivestimenti interni, riempitivi e
nastrature
1.1.4 I cavi flessibili costruiti in accordo a norme nazionali
costituiranno oggetto di particolare considerazione da parte 1.4.1 I cavi a più conduttori devono essere assemblati. Gli
della Società. spazi tra le anime devono essere riempiti in modo da for-
mare un insieme praticamente cilindrico. Il riempitivo può
1.1.5 Cavi e cavetterie costruiti secondo norme diverse da mancare nei cavi a più conduttori quando la sezione di essi
quelle indicate nelle norme IEC saranno considerati dalla non supera i 4 mm2.
Società in ciascun caso particolare; quelli per impieghi Quando una guaina non metallica viene applicata diretta-
generali devono comunque essere costruiti con materiali mente sopra i rivestimenti interni od i riempitivi, essa può
aventi caratteristiche tali che vengano prodotti cavi almeno sostituire parzialmente i rivestimenti interni od i riempitivi.
equivalenti a quelli costruiti con i materiali considerati nelle
norme IEC sopracitate. 1.4.2 I materiali impiegati, le nastrature e gli spessori dei
rivestimenti interni devono in generale essere in accordo
1.1.6 La cavetteria per circuiti ausiliari dei quadri può alle norme IEC della serie 60092-3.. relative al tipo di cavo.
essere costituita da cavi ad un solo conduttore, del tipo a
corda per tutte le sezioni, isolato in PVC o in gomma
rispondenti alle norme di cui in [1.1.1] senza ulteriori pro- 1.5 Rivestimenti protettivi (armature e
tezioni. guaine)
La cavetteria deve essere almeno di tipo non propagante la 1.5.1 L’armatura metallica esterna, se non protetta diversa-
fiamma secondo la norma IEC 60332-1. Altri tipi di cavetti mente contro la corrosione, deve esserlo mediante pittura-
per cablaggio dei quadri di tipo non propagante la fiamma zione (vedere Sez 3, [9.3]).
costituiranno oggetto di particolare considerazione da parte
della Società. 1.5.2 La pittura deve essere di un tipo non infiammabile,
di adeguata fluidità e di adeguata aderenza.
1.2 Conduttori
1.5.3 I materiali e le costruzioni impiegati per le armature
1.2.1 I conduttori devono essere di rame elettrolitico (metalliche) devono essere in accordo con le norme IEC
ricotto avente resistività non superiore a 17,241 Ω mm2/km 60092-350 e le loro dimensioni devono essere quelle speci-
a 20°C in accordo con le norme IEC 60228. ficate per ciascun tipo di cavo nelle norme ad esso relative.

1.2.2 I singoli fili dei conduttori dei cavi isolati in gomma 1.5.4 I materiali impiegati per le guaine protettive devono
devono essere stagnati o ricoperti con una lega adatta. essere in accordo con le norme IEC 60092-359 e devono
avere gli spessori specificati per ciascun tipo di cavo nelle
1.2.3 Tutti i conduttori devono essere composti da più fili norme ad esso relative.
avvolti ad elica, eccetto per i cavi con sezione nominale La qualità dei materiali deve essere adeguata alla tempera-
minore o uguale a 2,5 mm2 (purchè sia assicurata una ade- tura di servizio del cavo.
guata flessibilità dei cavi finiti).
1.5.5 Materiali diversi da quelli di cui in [1.5.3] e [1.5.4]
1.2.4 Per le sezioni nominali minime ammesse, vedere costituiranno oggetto di particolare considerazione da parte
Sez 3, [9.10]. della Società.

328 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 2, Sez 9

1.6 Identificazione 2.2.2 Devono essere eseguite le seguenti prove di accetta-


zione:
1.6.1 Ciascun cavo deve avere un contrassegno che con- a) esame visivo;
senta di individuare il suo fabbricante.
b) controllo della sezione del conduttore mediante misura
della resistenza elettrica;
1.6.2 I cavi “non propaganti l’incendio” devono essere
chiaramente contrassegnati mediante l’indicazione della c) prova di tensione applicata;
norma secondo la quale tale caratteristica è stata verificata d) misura della resistenza di isolamento;
e se applicabile della categoria cui corrispondono. e) controlli dimensionali (come necessario).
1.6.3 (1/7/2003)
2.2.3 Il costruttore deve emettere una dichiarazione conte-
I cavi "resistenti al fuoco" devono essere chiaramente con- nente informazioni relative al tipo ed alle caratteristiche del
trassegnati mediante l'indicazione della norma secondo la cavo, oltre che ai risultati delle prove richieste ed al Certifi-
quale tale caratteristica è stata verificata. cato di Omologazione.

2.2.4 Le modalità di esecuzione delle prove sono quelle


2 Prove riportate nelle norme IEC 60092-350.

2.2.5 Quando uno schema alternativo, e.g. un sistema cer-


2.1 Prove di tipo
tificato di assicurazione della qualità, è riconosciuto dalla
Società, la presenza del Tecnico può non essere richiesta.
2.1.1 Le prove di tipo devono essere in accordo con le
relative norme IEC della serie 60092-3.. e le norme IEC 2.2.6 (29/8/2003)
60332-1, IEC 60332-3 categoria A, e IEC 60331 quando I cavi di potenza per impianti di propulsione elettrica,
applicabili. diversi dai cavi interni dei quadri elettrici, devono essere di
tipo approvato ed essere sottoposti a prove di accettazione
alla presenza del Tecnico. Le prove di accettazione devono
2.2 Prove di accettazione comprendere almeno:
2.2.1 Su ogni lunghezza di cavo finito devono essere ese- a) prova ad alta tensione
guite le prove riportate in [2.2.2]. b) misurazione della resistenza di isolamento.

Regolamenti RINA 2005 329


Parte C, Cap 2, Sez 10

SEZIONE 10 APPARECCHIATURE IN GENERE

1 Apparecchiature di manovra e 1.3.5 Gli sganciatori in derivazione devono provocare


l’intervento anche quando la tensione di alimentazione
comando, dispositivi di protezione
dello sganciatore scende al 85% della tensione nominale di
alimentazione.
1.1 Generalità
1.3.6 I relè o sganciatori per ritorno di energia devono
1.1.1 Le apparecchiature di manovra e comando devono essere sensibili alla potenza attiva, indipendentemente dal
rispondere alle norme IEC 60947. fattore di potenza, e devono intervenire solamente per
l’inversione dell’energia.
1.1.2 Per i materiali e la costruzione vedere Sez 2, [4] e
Sez 2, [5]. 1.3.7 I dispositivi di protezione contro il funzionamento
senza una fase nei circuiti trifase devono intervenire senza
1.2 Interruttori automatici ritardo intenzionale.

1.2.1 Gli interruttori provvisti di manovra dipendente da 1.3.8 I dispositivi per il controllo dello stato di isolamento
sorgente esterna di energia, devono essere provvisti anche verso massa devono indicare con continuità la resistenza di
di manovra manuale indipendente. isolamento ed attivare un allarme se la resistenza di isola-
mento scende al di sotto di un valore predeterminato.
1.2.2 Gli interruttori aventi potere di chiusura superiore a La corrente di misura di tale dispositivo non deve superare
10 kA devono essere provvisti di una manovra che effettui 30 mA in caso di corto circuito a massa.
la chiusura in modo sicuro indipendente dalla velocità e
dalla forza con le quali essi vengono chiusi.
2 Apparecchi di illuminazione
1.2.3 Se le condizioni per chiudere l’interruttore non sono
soddisfatte (p.e. nel caso di protezione di minima tensione 2.1 Norme applicabili
non alimentata), la manovra di chiusura non deve provo-
care la chiusura dei contatti. 2.1.1 Gli apparecchi di illuminazione devono rispondere
alle norme IEC 60598 e 60092-306.
1.2.4 Tutti gli interruttori aventi corrente nominale mag-
giore di 16 A devono essere con dispositivo di sgancio Apparecchi rispondenti ad altre norme costituiranno
libero, ossia tali che l’azione di interruzione iniziata dagli oggetto di particolare considerazione da parte della
sganciatori di sovracorrente o di minima tensione possa Società.
avvenire indipendentemente dalla posizione dell’organo di
comando o altro dispositivo di chiusura. 2.2 Costruzione
2.2.1 I morsetti di connessione dei cavi di alimentazione
1.3 Dispositivi di protezione
non devono assumere una temperatura superiore a quella
1.3.1 Gli sganciatori per corto circuito devono in generale ammessa per i conduttori dei cavi stessi (vedere Sez 3,
essere indipendenti dall’energia fornita da circuiti diversi da [9.9]).
quello protetto. Lo sgancio per corto circuito deve avvenire Se necessario, gli apparecchi di illuminazione devono
anche in mancanza totale della tensione del circuito pro- essere provvisti di scatole morsettiere termicamente isolate
tetto. dalla sorgente di luce.

1.3.2 Gli sganciatori per corto circuito dei generatori 2.2.2 La cavetteria impiegata per le connessioni interne
devono essere provvisti di dispositivi che impediscano la deve appartenere ad una classe di temperatura corrispon-
richiusura automatica dell’interruttore e devono essere dente alla massima temperatura interna dell’apparecchio di
provvisti di ritardi intenzionali per ragioni di selettività. illuminazione.

1.3.3 I relè o sganciatori per sovraccarico devono funzio- 2.2.3 La sovratemperatura delle parti degli apparecchi di
nare correttamente indipendentemente dal valore della ten- illuminazione in contatto con le superfici di appoggio non
sione di alimentazione del circuito protetto. deve in generale superare 50°C. Per le parti in contatto con
materiali infiammabili essa non deve superare 40°C.
1.3.4 I relè o gli sganciatori di minima tensione devono
provocare l’apertura dell’apparecchio cui sono associati 2.2.4 La sovratemperatura delle superfici che possono
quando la tensione scende ad un valore compreso tra il essere facilmente toccate in servizio non deve superare
70% ed il 35% della sua tensione nominale. 15°C.

330 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 2, Sez 10

2.2.5 Apparecchi di illuminazione ad alta potenza aventi 5.2.2 I morsetti di connessione dei cavi di alimentazione
temperature superficiali superiori a quelle di cui in [2.2.2] e non devono assumere una temperatura superiore a quella
[2.2.3] devono essere adeguatamente protetti contro il con- ammessa per il conduttore del cavo stesso.
tatto accidentale.
5.2.3 La temperatura delle parti che devono essere neces-
sariamente manipolate durante l’uso (manopole, maniglie e
3 Accessori simili) non deve superare i valori seguenti:

• 55°C per parti metalliche


3.1 Norme applicabili
• 65°C per parti di materiale stampato o vetroso.
3.1.1 Gli accessori devono essere costruiti in accordo con
le relative norme IEC, ed in particolare con la Pubblica-
5.3 Apparecchi per il riscaldamento dei
zione IEC 60092-306.
locali

3.2 Costruzione 5.3.1 La custodia degli apparecchi per il riscaldamento dei


locali deve essere realizzata in modo tale che su di essi non
3.2.1 Le custodie degli accessori devono essere di metallo si possano collocare vestiti o altro materiale combustibile.
avente caratteristiche adeguate all’impiego a bordo o di
materiale isolante non propagante la fiamma. 5.3.2 La temperatura della superficie esterna degli appa-
recchi per il riscaldamento dei locali non deve essere supe-
3.2.2 I morsetti devono essere idonei al collegamento di riore 60°C.
conduttori a più fili, salvo il caso dei conduttori rigidi dei
cavi isolati in materia minerale. 5.3.3 Gli apparecchi per il riscaldamento dei locali
devono essere provvisti di un limitatore di temperatura non
a richiusura automatica che apra automaticamente tutti i
4 Connessioni a presa e spina poli o le fasi non connessi a massa quando la temperatura
supera il valore massimo ammesso.
4.1 Norme applicabili
5.4 Apparecchi di cottura
4.1.1 Le connessioni a presa e spina devono rispondere
alle norme IEC 60092-306 ed in relazione al loro impiego 5.4.1 Le parti sotto tensione degli apparecchi di cottura
alle seguenti altre: devono essere protette in maniera tale che versamenti o tra-
cimamenti di liquidi o di cibi non provochino corto circuiti
• nei locali alloggio, locali di servizio e soggiorno (fino a
16 A, 250 V c.a.): norme IEC 60083 o 60320, come né perdita di isolamento.
applicabile;

• per circuiti forza (fino a 250 A, 690 V c.a.): norme IEC 5.5 Riscaldatori di combustibile liquido e
60309; olio lubrificante

• per apparecchiature elettroniche: norme IEC, quali ad 5.5.1 Nei riscaldatori di combustibile liquido e olio lubrifi-
esempio 60130 e 60603; cante a flusso continuo la temperatura massima degli ele-
• per containers refrigerati: norme ISO 1496-2. menti riscaldatori deve essere al di sotto della temperatura
di ebollizione del fluido.

5 Apparecchi di riscaldamento e cot- 5.5.2 Ciascun riscaldatore deve essere provvisto di un ter-
tura mostato che mantenga la temperatura del fluido al valore
prestabilito.

5.1 Norme applicabili 5.5.3 Ciascun riscaldatore, in aggiunta al termostato di cui


in [5.5.2], deve essere provvisto di un limitatore di tempera-
5.1.1 Gli apparecchi di riscaldamento e cottura devono tura non a richiusura automatica, il cui elemento sensibile
rispondere alle norme IEC applicabili (p.e. le norme della sia installato il più vicino possibile all’elemento riscaldante
serie 60335), ed in particolare a quelle IEC 60092-307. e permanentemente sommerso nel liquido.

5.2 Generalità 5.6 Riscaldatori d’acqua

5.2.1 Gli elementi riscaldanti devono essere racchiusi e 5.6.1 I riscaldatori d’acqua devono essere provvisti di ter-
protetti con metalli o materiale refrattario. mostato e limitatore di temperatura di sicurezza.

Regolamenti RINA 2005 331


Parte C, Cap 2, Sez 10

6 Vie cavi o involucri protettivi in mate- 6.2.2 (1/7/2003)


riali plastici dei cavi Il carico sulle vie cavi o sugli involucri protettivi deve essere
entro il valore del SWL (Safe Working Load). La distanza tra
i supporti non deve essere superiore a quella raccomandata
6.1 Prescrizioni generali
dal fabbricante né superiore a quella con la quale è stata
6.1.1 (1/7/2003) effettuata la prova al carico SWL. In generale la distanza tra
Vie cavi o involucri protettivi (vedere Nota 1) in materiali i supporti non deve essere superiore a 2 metri.
plastici (vedere Nota 2) dei cavi devono essere sottoposti a
La scelta e la distanza dei supporti delle vie cavi e degli
prova di tipo (vedere Nota 3).
involucri protettivi dei cavi devono essere stabilite tenendo
Nota 1: "Involucri protettivi" significa coperture chiuse sotto forma
conto di:
di tubi o di altre condotte chiuse di forma non circolare.
Nota 2: "Materiali plastici" significa materiali plastici sia termopla- • dimensioni delle vie cavi o degli involucri protettivi
stici che termoindurenti con o senza rinforzi, quali PVC e FRP • caratteristiche fisiche e meccaniche del loro materiale
(materiali plastici con rinforzi in fibre).
• massa delle vie cavi o degli involucri protettivi
Nota 3: Vie cavi e involucri protettivi in materiali plastici dei cavi
devono essere sottoposti a prova di tipo in accordo con le disposi- • carichi dovuti al peso dei cavi, a forze esterne, a forze di
zioni della IACS REC 73. spinta ed a vibrazioni
• massime accelerazioni alle quali può essere soggetto il
6.2 Prescrizioni relative all'installazione sistema
6.2.1 (1/7/2003) • combinazione dei carichi.
Vie cavi o involucri protettivi in materiali plastici dei cavi
devono essere provvisti di fissaggi metallici e nastri in modo 6.2.3 (1/7/2003)
che, nel caso di incendio, essi ed i cavi fissati non possano La somma delle aree delle sezioni trasversali dei cavi, deter-
cadere e causare danni al personale e/o ostruzione di qual- minate in base al diametro esterno dei cavi, non deve
siasi via di sfuggita. essere superiore al 40% dell'area della sezione trasversale
Nota 1: Quando vie cavi e involucri protettivi sono sistemati sul interna dell'involucro protettivo. Ciò non si applica ad un
ponte scoperto devono essere protetti anche contro i raggi UV. singolo cavo all'interno di un involucro protettivo.

332 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 2, Sez 11

SEZIONE 11 UBICAZIONE

1 Generalità 2.2.5 Il quadro principale deve essere ubicato il più vicino


possibile alla centrale principale di generazione dell’ener-
gia elettrica, entro il medesimo locale macchine e la mede-
1.1 Luoghi di installazione sima divisione verticale ed orizzontale di Classe A60.
1.1.1 I gradi di protezione delle custodie e le categorie 2.2.6 Quando i servizi essenziali per il governo e la pro-
ambientali delle apparecchiature devono essere appropriate pulsione sono alimentati da sottoquadri, anche questi ultimi
ai luoghi in cui esse sono installate, vedere Sez 3, Tab 2, e qualsiasi trasformatore, convertitore e simili apparecchia-
Sez 3, Tab 3 e Sez 2, [5.2.2]. ture che costituiscono una parte essenziale dell’impianto
elettrico di alimentazione devono soddisfare i requisiti
1.2 Luoghi con pericolo di esplosione sopracitati.

1.2.1 Eccetto dove è prevista dai regolamenti l’installa- 2.2.7 Una paratia di suddivisione non richiesta, avente un
zione delle apparecchiature in atmosfera con pericolo di accesso sufficiente, ubicata tra il quadro ed i generatori, o
esplosione, le apparecchiature elettriche non devono essere tra due o più generatori, non deve essere considerata come
installate dove esiste la possibilità di accumulo di gas o una separazione tra le apparecchiature.
vapori infiammabili, vedere Sez 3, [10].
3 Impianto elettrico di emergenza
2 Impianto principale
3.1 Locali per la sorgente di emergenza
2.1 Ubicazione in relazione all’impianto di 3.1.1 La sorgente di emergenza di energia elettrica, le
emergenza eventuali apparecchiature di trasformazione dell’energia ad
essa associata, la sorgente temporanea di emergenza, il
2.1.1 La sistemazione dell’impianto elettrico di emergenza
quadro di emergenza ed il quadro per l’illuminazione di
deve essere tale che un incendio o altro accidente nei locali
emergenza devono essere ubicati al di sopra del ponte con-
che contengono la sorgente di emergenza di energia elet-
tinuo più alto e devono essere prontamente accessibili dal
trica, le eventuali apparecchiature di trasformazione
ponte scoperto.
dell’energia elettrica ad esse associate, il quadro di emer-
genza ed il quadro di illuminazione di emergenza non met- Essi non devono essere ubicati a proravia della paratia di
tano fuori servizio l’impianto di illuminazione principale e collisione.
gli altri servizi essenziali primari. 3.1.2 I locali che contengono la sorgente di emergenza di
energia elettrica, le eventuali apparecchiature di trasforma-
2.2 Quadro principale zione dell’energia ad essa associate, la sorgente di emer-
genza temporanea di energia elettrica ed il quadro di
2.2.1 Il quadro principale deve essere ubicato, rispetto ad emergenza non devono essere adiacenti alle delimitazioni
una centrale elettrica principale, in modo tale che, per dei locali macchine di categoria A o a quei locali che con-
quanto praticamente realizzabile, l’integrità della normale tengono la sorgente principale di energia elettrica, le even-
alimentazione elettrica possa essere influenzata solamente tuali apparecchiature di trasformazione ad essa associate od
da un incendio o altro accidente in un solo locale. il quadro principale.
Qualora ciò non sia possibile le delimitazioni tra i locali di
2.2.2 Il racchiudere il quadro principale entro un ambiente
emergenza ed il locale macchine devono essere di Classe
quale quello che può essere costituito da una stazione di
A60.
comandi del macchinario situato entro le delimitazioni prin-
cipali del locale, non deve essere considerato come una
separazione tra i quadri e i generatori. 3.2 Ubicazione in relazione all’impianto elet-
trico principale
2.2.3 La centrale principale di generazione dell’energia
elettrica deve essere situata entro il locale macchine, cioè 3.2.1 L’ubicazione della sorgente di emergenza di energia
entro le paratie stagne trasversali principali estreme. elettrica e delle eventuali apparecchiature di trasformazione
dell’energia ad essa associate, della sorgente di emergenza
2.2.4 Qualsiasi paratia compresa tra le paratie stagne tra- temporanea di energia elettrica, del quadro di emergenza e
sversali principali estreme non è considerata come una del quadro per l’illuminazione elettrica di emergenza,
separazione tra le apparecchiature nella centrale principale rispetto alla sorgente principale di energia elettrica, alle
di generazione dell’energia elettrica a patto che vi sia libero eventuali apparecchiature di trasformazione dell’energia ad
accesso tra gli spazi. essa associate ed al quadro principale, deve essere tale da

Regolamenti RINA 2005 333


Parte C, Cap 2, Sez 11

assicurare, a soddisfazione della Società, che un incendio 5 Percorsi dei cavi


od un altro accidente nei locali contenenti la sorgente prin-
cipale di energia elettrica, le eventuali apparecchiature di
5.1 Generalità
trasformazione dell’energia ad essa associate ed il quadro
principale, o in qualsiasi locale macchine di categoria A, 5.1.1 Il percorso dei cavi deve essere scelto in modo che
non interferiscano con l’alimentazione, il comando e la essi risultino, per quanto possibile, accessibili, salvo cavi
distribuzione dell’energia elettrica di emergenza. singoli posti dietro pareti o soffitti costruiti con materiali
incombustibili per alimentazione degli apparecchi di illu-
3.2.2 La sistemazione dell’impianto elettrico principale minazione e prese a spina nei locali alloggio, o cavi rac-
deve essere tale che un incendio o altro accidente nei locali chiusi entro tubi o condotti per necessità di installazione.
che contengono la sorgente principale di energia elettrica,
le eventuali apparecchiature di trasformazione dell’energia 5.1.2 Il percorso dei cavi deve essere scelto in modo da
ad esse associate, il quadro elettrico principale o il quadro evitare l’azione dell’acqua di condensazione e degli stilli-
principale di illuminazione non mettano fuori servizio cidi di liquidi.
l’impianto di illuminazione di emergenza e gli altri servizi
di emergenza oltre a quelli che si trovano entro i locali in 5.1.3 Le cassette di derivazione e giunzione devono essere
cui si è manifestato l’incendio o altro accidente. accessibili.

5.1.4 I cavi non devono in generale essere sistemati a


3.3 Quadro di emergenza cavallo di giunti di dilatazione.
Se tuttavia ciò è inevitabile occorre prevedere un’ansa di
3.3.1 Il quadro elettrico di emergenza deve essere siste- lunghezza proporzionale al movimento del giunto (vedere
mato il più vicino possibile alla sorgente di emergenza di Sez 12, [7.2.2]).
energia elettrica.
5.2 Ubicazione dei cavi in relazione al peri-
3.3.2 Quando la sorgente di emergenza di energia elet- colo di incendio e di surriscaldamento
trica è un generatore, il quadro di emergenza deve essere
5.2.1 I cavi ed i cablaggi che alimentano servizi essenziali
sistemato nello stesso locale del generatore, a meno che la
o di emergenza, siano essi di forza, illuminazione, comuni-
condotta del quadro di emergenza sia da ciò ostacolata.
cazioni interne o segnalazioni, devono essere ubicati, per
quanto possibile, al di fuori di cucine, lavanderie, locali
3.4 Batteria di emergenza macchine di categoria A e relativi cofani ed altre zone ad
elevato rischio di incendio, a meno che non debbano ali-
3.4.1 Nessuna batteria di accumulatori sistemata in mentare apparecchiature in dette zone.
accordo con quanto stabilito in Sez 3, [2.3] deve essere 5.2.2 Quando è indispensabile fare passare attraverso una
ubicata nello stesso locale del quadro di emergenza. zona ad elevato rischio di incendio cavi di circuiti che è
essenziale che funzionino per un certo tempo durante un
3.4.2 Per le navi non soggette alla SOLAS, le batterie di incendio (p.e. i cavi di connessione delle pompe incendio
accumulatori sistemate in accordo con quanto stabilito in al quadro di emergenza), essi devono essere di tipo resi-
Sez 3, [2.3] e connesse ad un dispositivo di carica che stente al fuoco o adeguatamente protetti contro l’esposi-
eroga una potenza uguale o inferiore a 2 kW, possono zione diretta al fuoco.
essere accettate nello stesso locale del quadro di emer-
genza ma esternamente al quadro di emergenza, a discre- 5.2.3 I percorsi principali dei cavi (vedere Nota 1) ed i cavi
zione della Società. per l’alimentazione od il comando dei servizi essenziali
devono essere ubicati per quanto possibile lontano da parti
di macchinario che presentano un aumentato rischio di
4 Quadretti di distribuzione incendio (vedere Nota 2) a meno che:
• i cavi debbano essere connessi al macchinario stesso;
4.1 Quadretti di distribuzione per locali da • i cavi siano protetti da una paratia od un ponte di
carico e simili acciaio; o
• in quelle zone i cavi siano di tipo resistente al fuoco.
4.1.1 I quadretti di distribuzione contenenti gli interruttori Nota 1: Percorsi principali dei cavi sono ad esempio:
multipolari per il comando dei circuiti forza e luce di car- • i collegamenti tra i generatori, motori di propulsione ed i qua-
bonili e locali da carico devono essere sistemati fuori da tali dri principali e di emergenza;
locali. • i percorsi dei cavi direttamente al di sopra o al di sotto dei qua-
dri principali e di emergenza, di quadri centralizzati di avvia-
tori per motori, di quadri di distribuzione o di pannelli di
4.2 Quadretto per i fanali di navigazione comando centralizzato per la propulsione ed i servizi ausiliari.
Nota 2: Macchinari, parti di macchinario o apparecchiature che
4.2.1 Il quadretto per i fanali di navigazione deve essere elaborano combustibili sono considerati ad aumentato rischio di
ubicato in un posto accessibile in plancia. incendio.

334 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 2, Sez 11

5.2.4 I cavi ed i cablaggi che alimentano servizi essenziali 6.1.2 Le batterie devono essere opportunamente alloggiate
o di emergenza, siano essi di forza, illuminazione, comuni- ed i compartimenti (locali, armadi o casse) impiegati princi-
cazioni interne o segnalazioni devono essere sistemati, per palmente per la loro sistemazione devono essere adeguata-
quanto possibile, in maniera tale che non possano essere mente costruiti ed efficacemente ventilati in modo da
messi fuori servizio dal riscaldamento delle paratie causato impedire l’accumulo di gas infiammabili.
da un eventuale incendio nelle zone adiacenti.
6.1.3 Le batterie di avviamento devono essere ubicate il
5.2.5 I cavi devono essere sistemati il più lontano possibile più vicino possibile al motore o ai motori serviti.
da fonti di calore quali tubi caldi, resistori, ecc. Dove la
sistemazione dei cavi in prossimità di fonti di calore è inevi- 6.1.4 Le batterie non devono essere ubicate negli alloggia-
tabile e dove di conseguenza esiste un rischio di danneggia- menti per dormire eccetto se ermeticamente sigillate a
mento da calore, si devono installare schermi appropriati o discrezione della Società.
prendere altre precauzioni atte ad evitare surriscaldamenti,
utilizzando per esempio ventilazione, materiali coibenti o 6.1.5 Non si devono installare in uno stesso comparti-
cavi speciali resistenti al calore. mento (locale, armadio o cassa) batterie al piombo e batte-
rie alcaline, a meno che non siano di tipo ermetico con
valvole di regolazione.
5.3 Ubicazione dei cavi in relazione alle
interferenze elettromagnetiche 6.2 Batterie grandi del tipo aperto
5.3.1 Per l’installazione dei cavi in prossimità di apparec-
6.2.1 Le batterie connesse ad un dispositivo di carica che
chiature radioelettriche o di cavi relativi a sistemi elettronici
eroghi una potenza superiore a 2 kW, calcolata in base alla
di comando e segnalazione, dovranno essere adottati
corrente massima di carica erogabile ed alla tensione nomi-
accorgimenti per limitare gli effetti indesiderati delle inter-
nale della batteria, (denominate in seguito "batterie
ferenze elettromagnetiche (vedere Cap 3, Sez 5).
grandi"), devono essere ubicate in un locale riservato unica-
mente ad esse.
5.4 Servizi con doppia alimentazione Qualora questo non fosse possibile esse potranno essere
ubicate in un appropriato armadio posto sul ponte scoperto.
5.4.1 Nel caso di servizi essenziali con doppia alimenta-
zione (p.e. i circuiti per le macchine di governo), i cavi di 6.2.2 I locali riservati alle “batterie grandi” devono essere
una alimentazione ed i relativi cavi di comando devono ventilati per mezzo di estrazione meccanica.
seguire percorsi, per quanto possibile, distinti e lontani da
quelli dell’altra alimentazione e relativi cavi di comando, Per gli armadi o casse ubicati sul ponte scoperto si può fare
uso di ventilazione naturale.
sia verticalmente che orizzontalmente.
6.2.3 Quanto prescritto in [6.2.1] e [6.2.2] si applica
5.5 Circuiti di emergenza anche a più batterie connesse a dispositivi di carica che
eroghino complessivamente una potenza superiore a 2 kW
5.5.1 I cavi dei circuiti di emergenza non devono pene- calcolata per ciascuno di essi come indicato in [6.2.1].
trare nei locali contenenti la sorgente principale di energia
elettrica, le apparecchiature di trasformazione dell’energia
6.3 Batterie medie del tipo aperto
ad esse associate, se esistenti, il quadro elettrico principale
o il quadro principale di illuminazione, a meno che non 6.3.1 Le batterie connesse ad un dispositivo di carica che
debbano alimentare apparecchiature di emergenza in tali eroghi una potenza compresa tra 0,2 kW e 2 kW calcolata
locali (vedere [3.2.2]). come indicato in [6.2.1], (denominate in seguito "batterie
medie"), devono essere ubicate come le “batterie grandi”
5.6 Distribuzione elettrica su navi da pas- oppure in una cassa o armadio situati in posti idonei come
seggeri locali macchine, depositi o simili. Nei locali macchine e
locali simili efficacemente ventilati, esse possono essere
5.6.1 Per la distribuzione elettrica su navi da passeggeri installate senza contenitore, purché protette contro la
vedere Parte E, Cap 11, Sez 5, [1.2]. caduta di oggetti, lo stillicidio d’acqua e la condensazione
quando necessario.
6 Batterie di accumulatori 6.3.2 I locali, armadi o casse riservate alle “batterie
medie” devono essere ventilati per mezzo di ventilazione
6.1 Generalità naturale o di estrazione meccanica, salvo il caso di batterie
installate senza contenitore (in aria libera) in locali efficace-
6.1.1 Le batterie devono essere installate in luoghi non mente ventilati.
esposti ad eccessivo calore, o ad eccessivo freddo, a
spruzzi, vapore od altre condizioni che potrebbero meno- 6.3.3 Quanto prescritto in [6.3.1] e [6.3.2] si applica
marne le prestazioni o accelerarne il deterioramento. Esse anche a più batterie connesse a dispositivi di carica che
devono essere installate in modo che i vapori da esse gene- eroghino complessivamente una potenza compresa tra 0,2
rate non possano danneggiare le apparecchiature ad esse kW e 2 kW calcolata per ciascuno di essi come indicato in
vicine. [6.2.1].

Regolamenti RINA 2005 335


Parte C, Cap 2, Sez 11

6.4 Batterie piccole del tipo aperto 6.5.6 Negli impianti di ventilazione naturale i condotti di
estrazione:
6.4.1 Le batterie connesse ad un dispositivo di carica che a) devono andare direttamente dalla parte superiore del
eroghi una potenza inferiore a 0,2 kW calcolato come indi- compartimento all’aria libera sovrastante (essi possono
cato in [6.2.1], (denominate in seguito "batterie piccole"), terminare all’aperto o in locali efficacemente ventilati);
devono essere ubicate come le batterie medie o grandi, b) devono avere la bocca a non meno di 90 cm al di sopra
oppure senza contenitore, purché protette contro la caduta del compartimento delle batterie;
di oggetti, o in una cassa in un luogo ventilato.
c) devono avere per tutto il loro percorso una inclinazione
6.4.2 Le casse per “batterie piccole” del tipo aperto pos- non superiore a 45° rispetto alla verticale;
sono essere ventilate per mezzo di aperture praticate nella d) non devono contenere dispositivi (per esempio per sbar-
parte superiore per permettere l’evacuazione dei gas. rare le fiamme) che possano impedire il passaggio
dell’aria o delle miscele di gas.
Quando la ventilazione naturale non può essere impiegata
6.5 Ventilazione
o è insufficiente, si deve provvedere una ventilazione mec-
canica in estrazione.
6.5.1 I compartimenti per batterie devono essere ventilati
con impianti di ventilazione indipendenti da quelli di altri 6.5.7 Negli impianti di ventilazione meccanica in estra-
spazi. zione:
a) i motori elettrici devono essere esterni ai condotti di
6.5.2 La quantità di aria da espellere (per ventilazione
estrazione ed al compartimento delle batterie e devono
naturale o forzata) nei locali contenenti batterie del tipo
essere di sicurezza se installati entro 3 m dalla bocca di
aperto deve essere almeno pari a:
estrazione del condotto di ventilazione;
Q = 110 ⋅ I ⋅ n b) i ventilatori devono essere costruiti in modo tale e con
materiali tali da rendere impossibile le formazione di
dove:
scintille nel caso che la ventola venga a contatto con la
Q : quantità di aria da espellere, in litri all’ora; cassa del ventilatore;
I : massima corrente di carica (in A) durante la for- c) non devono essere utilizzate ventole di acciaio o di
mazione di gas, da non assumersi mai inferiore alluminio;
a un quarto della massima corrente erogabile d) l’impianto deve essere interbloccato con il dispositivo di
dal dispositivo di carica; carica a fondo in modo tale che la batteria non possa
essere caricata senza ventilazione (la carica di manteni-
n : numero di elementi in serie.
mento può essere mantenuta);
6.5.3 La quantità di aria da espellere (per ventilazione e) un sensore di temperatura deve essere ubicato nel com-
naturale o forzata) nei locali contenenti batterie del tipo partimento delle batterie per monitorare il buon com-
ermetico con valvole di regolazione deve essere almeno portamento della batteria nel caso in cui l’elemento
pari al 25% del valore fornito in [6.5.2]. della batteria sia sensibile alla temperatura.

6.5.8 Per gli impianti di ventilazione naturale di casse


6.5.4 I condotti di ventilazione devono essere di materiale
situate sul ponte:
resistente alla corrosione o in alternativa le loro superfici
interne devono essere protette con vernice resistente alla a) le aperture di entrate d’aria devono essere disposte su
corrosione. almeno due lati opposti della cassa;
b) il condotto di estrazione deve essere di ampie dimen-
6.5.5 Appropriate aperture per l’entrata dell’aria (connesse sioni;
o no a condotti) devono essere previste vicino al pavimento c) il condotto di estrazione deve terminare al di sopra
dei locali batterie o vicino al fondo degli armadi o delle della cassa ad almeno 1,25 m, a collo d’oca o a testa di
casse (eccetto quello per piccole batterie). fungo o con un dispositivo equivalente;
Esse possono aspirare aria dall’aperto o da un altro locale d) il grado di protezione deve essere in accordo con Sez 3,
(per esempio dai locali macchine). Tab 2.

336 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 2, Sez 12

SEZIONE 12 INSTALLAZIONE

1 Generalità 2 Messa a massa di parti normalmente


non in tensione
1.1 Protezione contro i danni alle persone o
alle cose causati dalle apparecchiature 2.1 Parti da mettere a massa
elettriche 2.1.1 Le parti metalliche esposte delle macchine o delle
apparecchiature elettriche sia fisse che portatili che non
1.1.1 Ogni apparecchiatura elettrica deve essere installata sono destinate ad essere in tensione ma che, in condizioni
in modo tale da non provocare danni alle persone quando di guasto, possono andare in tensione e simili parti metalli-
la stessa viene toccata o maneggiata in modo normale. che all’interno di custodie non metalliche devono essere
messe a massa a meno che le macchine o le apparecchia-
1.1.2 L’installazione delle apparecchiature deve essere tale ture siano:
che le parti sotto tensione non possano essere toccate inav-
a) alimentate ad una tensione non superiore a 50 V c.c. o
vertitamente a meno che siano alimentate a tensione di
50 V c.a. valore efficace tra i conduttori, ottenuti senza
sicurezza.
l’impiego di autotrasformatori (tensione di sicurezza); o,
1.1.3 Per la messa a massa ai fini della protezione contro i b) alimentate ad una tensione non superiore a 250 V per
contatti indiretti, vedere [2]. mezzo di trasformatori di isolamento che alimentino
una sola utenza; o,
1.1.4 Le apparecchiature devono essere installate in modo c) costruite secondo il principio del doppio isolamento.
che non siano arrecate o almeno siano attenuate eventuali
interferenze elettromagnetiche. 2.1.2 Per ridurre al minimo le scosse dovute alle tensioni
ad alta frequenza indotte dal trasmettitore radio, le impu-
gnature, i corrimano ed altri elementi metallici che si tro-
1.2 Protezione contro i danni alle apparec- vano in plancia o sui ponti superiori devono essere in
chiature elettriche collegamento elettrico con lo scafo o le sovrastrutture.

1.2.1 Le apparecchiature elettriche devono essere instal- 2.2 Metodi di messa a massa
late in modo da essere esposte il meno possibile al rischio
di danneggiamento da acqua, vapore, olio e vapori di olio. 2.2.1 Le carcasse delle macchine elettriche, i telai o le
custodie metalliche delle apparecchiature elettriche pos-
1.2.2 L’aria per la ventilazione interna delle apparecchia- sono essere considerate connesse a massa attraverso il loro
ture elettriche deve essere per quanto possibile pulita ed fissaggio alle strutture della nave a condizione che le super-
asciutta; nei locali macchine e/o caldaie non è ammesso fici in contatto durante l’installazione siano pulite e prive di
aspirare l’aria di refrigerazione per la ventilazione interna ruggine, depositi o vernici e che il fissaggio avvenga solida-
dagli spazi sottostanti al pagliolato. mente con bulloni.

2.2.2 Per i telai o le custodie non messe a massa come


1.2.3 Le apparecchiature devono essere montate in modo specificato in [2.2.1], si devono impiegare connessioni a
che i loro dispositivi di chiusura ed il funzionamento delle massa rispondenti a [2.3] e [2.4].
apparecchiature elettriche fissate al loro interno non siano
interessate da deformazioni, vibrazioni e movimenti della 2.2.3 Per le prescrizioni inerenti la messa a massa dei rive-
struttura della nave o da altre possibili cause di danno. stimenti e delle protezioni meccaniche dei cavi, vedere
[7.11] e [7.12].
1.2.4 Quando accessori elettrici non di alluminio sono fis-
sati su parti di alluminio devono essere adottate adeguate 2.3 Connessioni a massa
misure per impedire la corrosione galvanica.
2.3.1 I conduttori per le connessioni a massa devono
essere di rame o di altro idoneo materiale resistente alla
1.3 Accessibilità corrosione, solidamente fissati e, se necessario, protetti
contro danneggiamenti e contro corrosione elettrolitica.
1.3.1 Le apparecchiature elettriche devono essere instal-
late in modo che vi sia spazio sufficiente per permettere le 2.3.2 La sezione nominale di ogni connessione a massa in
ispezioni ed i lavori di manutenzione necessari per tutte le rame non deve essere inferiore a quella prescritta nella
loro parti (vedere [6.1.3]). Tab 1.

Regolamenti RINA 2005 337


Parte C, Cap 2, Sez 12

Tabella 1 : Sezione dei conduttori di protezione e di massa

Sezione del cor-


rispondente Sezione minima di rame del conduttore di protezione o di massa
Tipo del conduttore
conduttore
principale
1 Conduttore di prote- qualsiasi Uguale a quella del conduttore principale fino a 16 mm2 compresi, alla metà al
zione incorporato in un di sopra di 16 mm2 col minimo di 16 mm2
cavo flessibile
2 Conduttore di prote- qualsiasi a) per cavi con conduttore di protezione isolato
zione incorporato in un • uguale a quella dei conduttori principali fino a 16 mm2, ma almeno 1,5
cavo fisso mm2
• uguale almeno alla metà di quella del conduttore principale, quando
questa supera 16 mm2 col minimo di 16 mm2
b) per cavi con conduttore di protezione nudo in contatto diretto con guaina
di piombo
Sezione del conduttore principale, in Sezione del conduttore di protezione,
mm2 in mm2
1 ÷ 2,5 1
4÷6 1,5
3 Conduttore di massa ≤ 2,5 mm2 Uguale alla metà del conduttore di alimentazione col minimo di 1,5 mm2 per i
fisso separato conduttori a corda o di 2,5 mm2 per i conduttori a filo unico
> 2,5 mm2 ma Uguale alla metà della sezione del conduttore di alimentazione con minimo di
≤ 120 mm2 4 mm2
> 120 mm2 70 mm2

Le connessioni a massa di altro metallo devono avere una 2.5.2 Le connessioni a massa dei sistemi di distribuzione
conduttanza almeno uguale a quella specificata per una messi a massa, nei quali il conduttore di massa non porta
connessione a massa in rame. abitualmente corrente, devono essere come previsto in
[2.3], eccetto che per il limite inferiore di 70 mm2 (vedere
2.3.3 Le custodie metalliche degli apparecchi portatili Tab 1) che non si applica.
devono essere messe a massa, se richiesto (vedere [2.1.1]),
per mezzo di un conduttore di protezione incorporato nel 2.5.3 Le connessioni a massa nei sistemi di distribuzione
cavo flessibile di alimentazione della sezione prescritta in con ritorno attraverso lo scafo devono avere almeno la
Tab 1 e messo a massa, per esempio, attraverso la presa di stessa sezione delle linee di alimentazione.
corrente corrispondente.
2.5.4 La connessione a massa deve essere in posizione
2.3.4 In nessun caso la guaina di piombo o l’armatura dei accessibile in modo da poter essere facilmente ispeziona-
cavi possono essere considerate come il solo mezzo per la bile e sconnessa per le prove di isolamento.
messa a massa.
2.6 Sovrastrutture di alluminio
2.4 Connessioni alle strutture dello scafo
2.6.1 Le sovrastrutture di alluminio, isolate dallo scafo di
2.4.1 Il collegamento dei conduttori di protezione o di acciaio per impedire la corrosione elettrolitica tra questi
massa alle strutture dello scafo deve essere fissato per materiali, devono essere collegate elettricamente allo scafo
mezzo di una vite di ottone o di altro materiale resistente per mezzo di idonei conduttori.
alla corrosione del diametro di almeno 6 mm.
2.6.2 Le connessioni devono essere a distanza adeguata
2.4.2 Tale collegamento a massa non può essere utilizzato l’una dall’altra ed avere una resistenza minore di 0.1 Ω.
per altri scopi.
2.6.3 Le connessioni devono essere ubicate in modo da
2.4.3 Il collegamento di cui in [2.4.1] deve essere ubicato essere facilmente ispezionabili.
in punti accessibili per una pronta verifica dello stesso.
3 Macchine rotanti
2.5 Sistemi di distibuzione messi a massa
3.1
2.5.1 La messa a massa di un sistema di distribuzione deve
essere effettuata in modo indipendente dalla messa a massa 3.1.1 Ogni macchina rotante deve essere di preferenza
di parti metalliche non destinate ad essere in tensione e installata con l’asse orientato nella direzione prora-poppa.
deve essere connessa a scafo in un solo punto. Ove una macchina rotante di 100 kW ed oltre sia installata

338 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 2, Sez 12

trasversalmente, oppure con asse verticale, deve essere assi- 5.2.3 Le casse per le batterie devono essere rivestite come
curato che il progetto dei cuscinetti e le sistemazioni per la detto in [5.2.2] sino ad una altezza di 75 mm.
lubrificazione siano sufficienti per resistere al rollio specifi-
cato in Sez 2, Tab 4. 6 Apparecchiature assiemate di prote-
zione e manovra
4 Convertitori a semiconduttori
6.1 Quadro principale
4.1 Convertitori di potenza a semiconduttori
6.1.1 Il quadro principale deve essere sistemato in modo
4.1.1 I convertitori a semiconduttori raffreddati con venti- che sia facilmente consentito l’accesso necessario alle
lazione naturale devono essere installati in modo che la cir- apparecchiature ed ai componenti senza pericolo per il per-
colazione dell’aria destinata ad essi ed alle loro custodie sonale.
non sia ostacolata e che la temperatura dell’aria in entrata
6.1.2 Davanti al quadro deve esservi un passaggio libero
non ecceda la temperatura ambiente per la quale sono stati
di larghezza adeguata per i necessari interventi; in generale
progettati.
tale larghezza deve essere di circa 1 m.
Se il quadro principale contiene apparecchiature estraibili,
5 Batterie di accumulatori di tipo tale larghezza non deve essere inferiore a 0,5 metri quando
aperto l’apparecchiatura è estratta completamente.
Per piccole navi possono essere prese in considerazione lar-
5.1 Generalità ghezze ridotte.

6.1.3 Quando è necessario accedere per interventi dietro


5.1.1 Le batterie devono essere installate in modo che i il quadro, deve essere lasciato uno spazio libero, ampio a
singoli elementi o gli elementi assiemati siano accessibili sufficienza per permettere la manutenzione; in generale la
dall’alto e almeno da un lato per le necessità di sostituzione larghezza libera del passaggio deve essere non meno di 0,6
e di manutenzione periodica. m, riducibile a 0,5 m in corrispondenza di angolari o di
nervature, e l’altezza sufficiente a consentire gli interventi
5.1.2 I singoli elementi o gli elementi assiemati devono previsti.
essere installati su sostegni isolanti di materiale che non
assorba l’elettrolita (p.e. legno impregnato). 6.1.4 Lo spazio sul retro di cui in [6.1.3] se il quadro sul
retro è aperto, deve formare uno spazio chiuso provvisto a
5.1.3 Gli elementi devono essere fissati solidamente con ciascuna estremità di porta di accesso. Deve essere contem-
mezzi di materiali isolante che non assorbe l’elettrolita, p.e. plato il grado di protezione IP richiesto per i rispettivi luo-
strisce di legno impregnato. Speciali precauzioni meccani- ghi di installazione.
che devono essere prese per preservare la batteria di emer-
genza da possibili danni dovuti ad una collisione. 6.1.5 Al di sopra del quadro, se necessario, deve essere
lasciata l’altezza libera prescritta dal costruttore per lo sca-
5.1.4 Devono esservi mezzi per permettere la libera circo- rico della pressione in caso di corto circuito.
lazione di aria da ogni lato attorno alle batterie.
6.1.6 Se la tensione supera la tensione di sicurezza,
davanti al quadro ed anche sul retro devono essere sistemati
5.2 Protezione contro la corrosione tappeti o grate (carabottini) isolanti.

5.2.1 L’interno dei compartimenti per batterie (locali, 6.1.7 Non devono esservi tubolature o condotti diretta-
armadi, casse) compresi tutti gli elementi metallici soggetti mente al di sopra o in vicinanza dei quadri.
agli effetti dell’elettrolita deve essere protetto contro In caso di impossibilità pratica essi devono avere soltanto
l’effetto deteriorante dello stesso per mezzo di verniciatura giunti saldati o essere provvisti di protezioni per impedire
resistente all’elettrolita o altri mezzi equivalenti, a meno spruzzi di vapore o di liquidi in pressione o sgocciolamenti.
che non siano impiegati materiali resistenti alla corrosione.

5.2.2 Le superfici interne dei ripiani metallici per gli ele-


6.2 Quadro di emergenza
menti di batteria, raggruppati o no in gabbie o vassoi, 6.2.1 Per l’installazione del quadro di emergenza valgono
devono essere protette con un rivestimento di materiale le stesse norme di installazione del quadro principale ripor-
resistente all’elettrolita, stagno all’acqua e ribordato verso tate in [6.1].
l’alto di almeno 75 mm da tutti i lati. In particolare lo spes-
sore minimo del rivestimento deve essere di 1,5 mm se di
piombo nel caso di batterie al piombo e di 0,8 mm se di 6.3 Sottoquadri e quadri di distribuzione
acciaio nel caso di batterie alcaline.
6.3.1 Per l’installazione dei sottoquadri e dei quadri di
In alternativa, il pavimento del locale o dell’armadio deve distribuzione valgono, per quanto applicabili, le stesse
essere rivestito in maniera analoga fino ad una altezza di norme di installazione del quadro principale riportate in
150 mm. [6.1].

Regolamenti RINA 2005 339


Parte C, Cap 2, Sez 12

7 Cavi - ciascun ponte alterno o approssimativamente ogni 6


metri per percorsi verticali ed ogni 14 metri per per-
corsi orizzontali in spazi chiusi e semi-chiusi,
7.1 Generalità
- estremità delle zone del carico.
7.1.1 I cavi i cui isolanti abbiano temperature massime
c) impiego di pitture protettive al fuoco applicate per
ammesse in servizio diverse non devono essere messi in
almeno 1 metro ogni 14 metri sui percorsi orizzontali e
fascio assieme.
per l’intera lunghezza dei percorsi verticali per i cavi
Se ciò non fosse realizzabile, i cavi devono essere installati installati in spazi chiusi e semi-chiusi.
in modo che nessuno di essi possa raggiungere una tempe-
ratura superiore alla sua temperatura di esercizio. Gli attraversamenti dei cavi devono essere installati in
lamiere di acciaio di almeno 3 mm di spessore estenden-
7.1.2 I cavi aventi un rivestimento protettivo che possa dosi tutto attorno per due volte la maggiore dimensione del
danneggiare il rivestimento di cavi più vulnerabili non percorso cavi per percorsi verticali ed una volta per i per-
devono essere messi in fascio con questi ultimi. corsi orizzontali, ma non è necessario che si estendano
attraverso i soffitti, ponti, paratie o pareti di condotte. Gli
7.1.3 I cavi aventi una guaina metallica (p.e. in rame), una accorgimenti suddetti si applicano in particolare a fasci di 5
treccia o un’armatura non rivestite, devono essere installate o più cavi in luoghi ad elevato rischio di incendio (quali
in modo da impedire la corrosione galvanica conseguente locali macchine di categoria A, cucine ecc.) ed a fasci di
al contatto con altri metalli. più di 10 cavi in altri luoghi.
7.1.4 Tutti i cavi e la cavetteria esterni alle apparecchiature
devono essere installati in modo da non sminuire le loro Figura 1 : Condotti completamente chiusi
proprietà originarie di non propagazione della fiamma.
A questo scopo possono essere adottati i seguenti metodi:
a) impiego di cavi che abbiano superato una prova quale
quella prevista nella Pubblicazione IEC 332-3 per cate-
goria A o una procedura di prova equivalente per cavi Attraversamento
installati in fascio; oppure di classe B0
b) impiego di idonee barriere contro il fuoco con almeno
un attraversamento di Classe B0 sistemate come
descritto di seguito (vedere Fig 1, Fig 2, Fig 3 e Fig 4)
in corrispondenza di:
- entrate dei cavi nel quadro principale e di emer-
genza,
Attraversamento
- entrate dei cavi nella sala controllo propulsione,
di classe B0
- entrate dei cavi nei pannelli centralizzati per il con-
trollo degli apparati di propulsione e degli ausiliari
essenziali,
- ciascuna estremità di un condotto completamente
chiuso,

340 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 2, Sez 12

Figura 2 : Condotti non completamente chiusi, percorso verticale

2a

Barriere contro il fuoco con lamiere di acciaio


e attraversamento di classe B0
6m

a
B

2a

2a

Figura 3 : Condotti non completamente chiusi, percorso orizzontale

Lamiere di acciaio

14 m

Attraversamento Attraversamento
di classe B0 di classe B0

PONTE PONTE

a Lamiere di acciaio
1a

Regolamenti RINA 2005 341


Parte C, Cap 2, Sez 12

Figura 4 : Percorso cavi in condotti aperti

Verticale

oppure

2a
BARRIERE
2a 2a a 2a CONTRO IL FUOCO

Pittura protettiva per tutta


la lunghezza
6m

BARRIERE
CONTRO IL FUOCO

Lamiera di acciaio Attraversamento


di classe B0

Orizzontale

14m Lamiera
1a di acciaio
a BARRIERE
1a
1a CONTRO IL FUOCO
Attraversamento
di classe B0

1a

14m
1m 1m

Pittura protettiva Pittura protettiva

342 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 2, Sez 12

Tabella 2 : Raggi di curvatura

Costruzione del cavo Diametro Raggio interno


esterno del cavo minimo di
Isolamento Rivestimento esterno
D mm curvatura
Senza armatura ≤ 25 mm 4D
o senza treccia
> 25 mm 6D
Treccia metallica schermata o armata Qualsiasi 6D
Termoplastico or termoindurente con conduttori Cavetto metallico armato Qualsiasi 6D
circolari in rame
Nastro metallico armato o con guaina
metallica
Unità schermate a nastro composito in Qualsiasi 8D
poliestere/a lamine metalliche o nastro
collettivo a effetto schermante
Termoplastico o termoindurente con conduttori Qualsiasi Qualsiasi 8D
sagomati in rame

7.2 Raggi di curvatura 7.3.6 Quando i cavi sono fissati per mezzo di gaffe o
fascette non metalliche e quando non sono posati sopra
7.2.1 Il raggio di curvatura interno per l’installazione di un supporti orizzontali, in tutti gli altri casi (p.e. installazioni
cavo deve essere scelto in funzione del tipo di cavo come verticali) si devono aggiungere gaffe o fascette metalliche di
prescritto del fabbricante. fissaggio distanti tra di loro non più di 1 m, al fine di evi-
Il suo valore in generale deve essere non inferiore ai valori tarne il distacco in caso di incendio.
riportati in Tab 2.
7.3.7 I cavi di tipo resistente al fuoco installati sospesi
7.2.2 Nel caso in cui sia inevitabile sistemare cavi a devono essere fissati con fascette di acciaio distanti tra di
cavallo di giunti di dilatazione, il raggio interno minimo loro non più di 500 mm.
dell’ansa a fine escursione del giunto non deve essere infe-
riore a 12 volte il diametro esterno del cavo. 7.4 Protezione meccanica
7.4.1 I cavi esposti a pericolo di danneggiamento mecca-
7.3 Fissaggio dei cavi
nico devono essere protetti mediante coperture metalliche,
7.3.1 I cavi devono essere installati e sostenuti in modo da profilati o grigliati o racchiusi entro tubi o condotti metal-
impedire pericolosi sfregamenti o altri danni. lici, a meno che l’eventuale rivestimento protettivo degli
stessi (p.e. armatura o guaina) possa fornire una protezione
7.3.2 I supporti (solette, staffe o telai a traversini) ed i rela- meccanica sufficiente.
tivi accessori devono essere di robusta costruzione ed in
materiale resistente alla corrosione, oppure essere trattati a 7.4.2 In caso di rischio particolarmente elevato di danneg-
questo scopo prima del montaggio. giamento meccanico, per es. in stive, magazzini, depositi
del carico ecc., se gli elementi strutturali dello scafo o gli
Per l’installazione dei cavi direttamente su strutture di allu-
elementi fissati alle strutture non assicurano una protezione
minio si devono impiegare dispositivi di fissaggio di allumi-
sufficiente, i cavi, anche se armati, devono essere protetti
nio o di acciaio convenientemente trattato.
con coperture, canalette o condotti metallici.
Per cavi ad isolamento minerale con guaina metallica in
rame i dispositivi di fissaggio a contatto con la guaina 7.4.3 Per la protezione dei cavi attraversanti i ponti vedere
devono essere in lega di rame. [7.5.3].

7.3.3 Ad eccezione dei cavi posati in tubi, condotti, cana- 7.4.4 I ricoprimenti metallici destinati alla protezione
lette o modanature, i cavi devono essere fissati mediante meccanica dei cavi devono essere efficacemente protetti
gaffette, fascette o nastri di materiale appropriato, tali da contro la corrosione.
mantenere i cavi fissati senza che il loro rivestimento sia
danneggiato. 7.5 Attraversamenti di paratie o ponti
7.3.4 Le gaffe e le fascette di materiale non metallico 7.5.1 Qualora i cavi attraversino senza adeguato supporto
devono essere fabbricate con materiali non propaganti la una paratia non stagna o in genere attraversino fori praticati
fiamma. nelle lamiere delle strutture della nave, questi fori devono
avere guarnizioni o boccole di idoneo materiale.
7.3.5 Le distanze tra i punti di fissaggio e tra i supporti
devono essere scelte convenientemente a seconda del tipo 7.5.2 Qualora i cavi attraversino una paratia o un ponte
e del numero di cavi e della probabilità di vibrazioni. stagno, gli attraversamenti devono essere essi stessi stagni.

Regolamenti RINA 2005 343


Parte C, Cap 2, Sez 12

Si possono utilizzare a questo scopo o idonei passaggi sta- 7.7.6 I tubi o i condotti di metallo devono essere protetti
gni per cavo singolo o passaggi stagni multipli costituiti da contro la corrosione.
cassette contenenti più cavi riempite di un mastice non pro-
pagante la fiamma. 7.7.7 I tubi o i condotti non metallici devono essere non
propaganti la fiamma.
Qualunque sia il tipo di passaggio utilizzato, la caratteri-
stica di ermeticità della paratia o del ponte deve essere
mantenuta. 7.8 Cavi in listelli di ricoprimento o cana-
lette e condotti con coperchi amovibili
7.5.3 I cavi che attraversano i ponti e proseguono vertical-
mente devono essere protetti contro danni meccanici fino 7.8.1 I coperti devono essere amovibili e, quando aperti, i
ad una altezza conveniente al di sopra del ponte. cavi devono risultare accessibili.

7.5.4 Qualora i cavi attraversino una paratia o un ponte 7.8.2 I materiali devono essere come richiesto in [7.7.6] e
che delimitano luoghi con pericolo di esplosione, i passaggi [7.7.7].
devono essere tali che gas o polveri pericolosi non possano
penetrare in altri luoghi attraverso le aperture per il passag- 7.8.3 Se le coperture sono fissate a mezzo di viti, queste
gio dei cavi. devono essere di materiale non soggetto alla ruggine e
poste in modo da non danneggiare i cavi.
7.5.5 Qualora i cavi attraversino una paratia o un ponte
avente un prescritto grado di resistenza all’incendio, gli 7.8.4 Devono esservi mezzi per dissipare il calore pro-
attraversamenti devono essere realizzati in modo da non dotto dai cavi e per evitare l’accumulo di acqua (vedere
[7.7.4]).
ridurre detto grado di resistenza.

7.6 Giunti di dilatazione 7.9 Terminazioni dei cavi


7.9.1 Le terminazioni in tutti i conduttori devono essere
7.6.1 Quando vi è motivo di temere che le solette, i tubi o
fatte in modo da mantenere inalterate le proprietà originarie
i condotti possano rompersi per movimenti della nave,
elettriche, meccaniche e di “non propagazione della
diverse condizioni di carico e variazioni di temperatura, si
fiamma” del cavo.
devono adottare appropriati giunti di dilatazione.
Ciò vale in particolare nel caso di percorsi dei cavi sul 7.9.2 Qualora non si faccia uso di morsetti meccanici, le
ponte di coperta. estremità di ogni conduttore di sezione superiore a 4 mm2
devono essere munite di capicorda saldati o del tipo a com-
7.7 Cavi entro tubi o condotti chiusi pressione, di dimensioni sufficienti per contenere tutti i fili
del conduttore.
7.7.1 Le dimensioni interne ed i raggi di curvatura dei tubi
o dei condotti chiusi devono essere tali da permettere di 7.9.3 I cavi con isolante non resistente all’umidità (p.e.
introdurre e di estrarre facilmente i cavi che essi devono isolante minerale) devono avere le estremità efficacemente
contenere; i raggi di curvatura interni devono essere non sigillate contro l’ingresso dell’umidità.
inferiori a quelli ammessi per i cavi e, per i tubi aventi dia-
metro esterno superiore a 63 mm, devono essere non infe- 7.10 Giunzioni e derivazioni
riori a due volte il diametro esterno dei tubi stessi
assumendo il valore maggiore. 7.10.1 I cavi non devono, in generale, comportare giun-
zioni lungo il loro percorso. Quando è assolutamente
7.7.2 I tubi o i condotti chiusi devono essere sufficiente- necessaria una giunzione, essa deve essere effettuata con
mente lisci al loro interno ed avere le estremità sagomate o un metodo di giunzione a ricostruzione dell’isolamento e
guarnite in modo da non danneggiare il rivestimento dei dei rivestimenti protettivi.
cavi.
7.10.2 Le giunzioni in tutti i conduttori devono essere fatte
7.7.3 Il fattore di riempimento (rapporto tra la somma in modo da mantenere inalterate le proprietà originali elet-
delle sezioni corrispondenti ai diametri esterni dei cavi e la triche (continuità elettrica ed isolamento), meccaniche
sezione interna del tubo o condotto) non deve essere mag- (robustezza e protezione meccanica), di “non propagazione
giore di 0,4. della fiamma” e, se necessario, di “resistenza al fuoco” del
cavo.
7.7.4 Ove necessario devono esservi aperture di ventila-
zione, nei punti più alti e più bassi, in modo da permettere 7.10.3 Le derivazioni devono essere effettuate con connes-
la circolazione d’aria per dissipare il calore prodotto dai sioni adeguate entro cassette di derivazione appropriate tali
cavi ed ovviare all’eventualità di accumulo d’acqua in qual- che i conduttori in esse contenuti rimangano conveniente-
siasi parte del tubo o del condotto. mente isolati e protetti dagli agenti atmosferici e muniti di
terminali (morsetti) o sbarre di dimensioni appropriate alle
7.7.5 Le canalizzazioni verticali adibite al passaggio dei portate previste.
cavi elettrici devono essere realizzate in modo da non dan-
neggiare la protezione passiva al fuoco richiesta tra gli 7.10.4 I cavi per tensioni di sicurezza non devono avere
spazi. terminazioni nelle stesse cassette di giunzione dei cavi per

344 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 2, Sez 12

tensione superiore a meno che non siano separati con 7.12.3 I tubi e i condotti possono essere messi a massa per
mezzi adeguati. mezzo di gaffe o di fibbie di metallo resistente alla corro-
sione, che assicurino un efficace contatto con la struttura
7.11 Messa a massa e continuità dei rivesti- metallica messa a massa.
menti metallici dei cavi
7.12.4 I tubi, i condotti o le canalette unitamente alle sca-
7.11.1 Tutti i rivestimenti metallici dei cavi devono essere tole di giunzione in materiali metallici devono essere elet-
collegati elettricamente alla struttura metallica della nave. tricamente continui.

7.11.2 La connessione a massa dei rivestimenti metallici, 7.12.5 Tutti i giunti nei tubi e condotti metallici impiegati
deve essere realizzata, in generale, ad entrambe le estre- per la continuità di massa devono essere effettuati in modo
mità del cavo eccetto che per [7.11.3] e [7.11.4]. efficace e protetti, ove necessario, contro la corrosione.

7.11.3 Nel caso di circuiti terminali è ammessa la connes- 7.12.6 Brevi tratti di tubi o condotti singoli non necessi-
sione a massa ad una sola estremità (lato alimentazione), tano di essere messi a massa.
eccetto che per i circuiti ubicati in luoghi con pericolo di
esplosione.
7.13 Precauzioni per cavi unipolari in cor-
7.11.4 Per alcune installazioni particolari (cavi ad isola- rente alternata
mento minerale, circuiti a sicurezza intrinseca, circuiti di
comando (vedere Cap 3, Sez 5, ecc.) la connessione a 7.13.1 Per la messa a massa dei rivestimenti metallici
massa, per motivi tecnici o di sicurezza, deve essere fatta vedere [7.11.5].
ad una sola estremità.
7.13.2 Quando è necessario impiegare cavi unipolari per
7.11.5 I rivestimenti metallici dei cavi unipolari in cor- circuiti a corrente alternata percorsi da una corrente di
rente alternata o di cavi speciali in corrente continua con intensità superiore a 20 A, devono essere soddisfatte le pre-
un elevato contenuto di ondulazione (ripple) (p.e. in appa- scrizioni di cui da [7.13.3] a [7.13.7].
recchiature a tiristori) devono essere connessi a massa in un
solo punto (p.e. nel punto mediano). 7.13.3 I cavi unipolari appartenenti allo stesso circuito
devono essere contenuti nello stesso tubo, condotto o cana-
7.11.6 La continuità elettrica di tutti i rivestimenti metallici letta a meno che questi non siano in materiale diamagne-
dei cavi deve essere assicurata per tutta la loro lunghezza, tico.
in particolare in corrispondenza di giunzioni e derivazioni.
7.13.4 Le gaffette di fissaggio dei cavi devono compren-
7.11.7 Il rivestimento metallico dei cavi può essere messo dere tutte le fasi dello stesso circuito a meno che esse non
a massa per mezzo di premistoppa adatti a questo scopo e siano di materiale diamagnetico.
costruiti in modo da assicurare un efficace collegamento a
massa. 7.13.5 Nella posa di due, tre o quattro cavi ad un condut-
I premistoppa devono essere saldamente fissati e con effi- tore, costituenti rispettivamente un circuito monofase, tri-
cace contatto elettrico ad una parte metallica collegata a fase o trifase con neutro, i cavi devono essere il più
massa in conformità con le presenti norme. possibile a contatto l’uno con l’altro. In ogni caso la
distanza tra i rivestimenti esterni di due cavi adiacenti non
7.11.8 Il rivestimento metallico dei cavi può anche essere deve essere maggiore di un diametro.
messo a massa per mezzo di gaffe o fibbie di metallo resi-
stenti alla corrosione, che assicurino un efficace contatto tra 7.13.6 Quando cavi unipolari soggetti a portate superiori a
il rivestimento stesso e la struttura metallica messa a massa. 250 A devono essere posati in prossimità di una paratia di
acciaio, la distanza in aria tra i cavi e la paratia deve essere
7.12 Messa a massa e continuità dei tubi, di almeno 50 mm, a meno che i cavi appartenenti allo
condotti e canalette o ricoprimento stesso circuito non siano disposti a trifoglio trasposto.
metallici 7.13.7 Non deve essere frapposto materiale magnetico tra
7.12.1 Ricoprimenti, tubi, condotti o canalette metallici i cavi unipolari di un gruppo. Quando cavi attraversano
devono essere efficacemente messi a massa. lamiere di acciaio, tutti i conduttori dello stesso circuito
devono passare insieme attraverso una piastra od una pas-
7.12.2 Tubi o condotti possono essere messi a massa per sacavo costruiti in modo che non vi sia materiale magnetico
avvitamento in un involucro metallico o mediante fissaggio tra i cavi e la distanza in aria tra questi ed il materiale
con dadi su entrambe le facce della parete di un involucro magnetico non deve essere inferiore a 75 mm a meno che i
metallico, a condizione che le superfici a contatto siano cavi appartenenti allo stesso circuito non siano disposti a
pulite e prive di ruggine, incrostazioni o vernici e che trifogli trasposti.
l’involucro a sua volta sia messo a massa conformemente
alla presente norma. 7.14 Cavi in celle frigorifere
Il collegamento deve essere protetto con vernice immedia-
tamente dopo la realizzazione, al fine di evitare la corro- 7.14.1 Per i tipi di cavi ammessi nelle celle frigorifere
sione. vedere Sez 3, [9.4].

Regolamenti RINA 2005 345


Parte C, Cap 2, Sez 12

7.14.2 I cavi installati in celle frigorifere non devono duttore del cavo di alimentazione (vedere Sez 3, [9.9] ) devono
essere ricoperti dall’isolamento termico. Essi non devono essere previsti speciali accorgimenti di installazione, p.e. scatole di
inoltre essere installati direttamente sul rivestimento delle connessione termicamente isolate dalla sorgente luminosa.
celle frigorifere, a meno che non abbiano una guaina ter-
moplastica o elastomerica estrusa. 8.1.2 Gli apparecchi di illuminazione devono essere
7.14.3 I cavi forza che entrano in celle frigorifere devono installati in modo da impedire che i materiali circostanti si
attraversare la paratia e l’isolamento termico perpendicolar- riscaldino eccessivamente.
mente entro tubi sigillati ad entrambe le estremità e protetti
contro l’ossidazione. 8.1.3 Gli apparecchi di illuminazione devono essere fissati
in modo da non risentire dei movimenti della nave.
7.15 Cavi in luoghi con pericolo di
esplosione
8.2 Apparecchi di riscaldamento
7.15.1 Per i tipi di cavi ammessi in luoghi con pericolo di
esplosione vedere Sez 3, [10.2]. 8.2.1 Gli apparecchi di riscaldamento dei locali devono
essere installati in modo che vestiti, coperte e altri materiali
7.15.2 Per gli attraversamenti di paratie o ponti che delimi-
tano luoghi con pericolo di esplosione vedere [7.5.4]. infiammabili non possano trovarsi in contatto con essi in
modo da generare rischi di incendio.
7.15.3 I cavi dei circuiti a sicurezza intrinseca devono
essere separati dai cavi di ogni altro circuito (minimo 50 Nota 1: A tale scopo ad esempio non dovranno essere installati
mm). ganci o altri appendiabiti al di sopra degli stessi o, se del caso,
dovranno essere montate sopra di essi piastre perforate di materiale
incombustibile, inclinate in modo tale che non sia possibile appen-
7.16 Cavi in vicinanza di installazioni
dervi sopra qualcosa.
radioelettriche
7.16.1 Tutti i cavi situati tra antenne e trasmettitori devono 8.2.2 Gli apparecchi di riscaldamento dei locali devono
seguire percorsi separati da qualsiasi altro cavo. essere installati in modo che non vi sia un pericolo di riscal-
damento eccessivo del ponte o delle paratie sui quali o in
7.16.2 Quando è necessario impiegare cavi unipolari, la
vicinanza dei quali essi sono montati.
loro sistemazione deve essere tale da evitare la formazione
di anse complete o parziali.
8.2.3 I materiali combustibili che si trovano in vicinanza
7.17 Cavi per pompe di sentina immerse di apparecchi di riscaldamento dei locali devono essere
protetti mediante appropriati materiali incombustibili e coi-
7.17.1 Vedere Sez 3, [9.7]. benti.

8 Apparecchiature varie
8.3 Cavi, nastri o altri elementi riscaldanti
8.1 Apparecchi di illuminazione
8.3.1 Cavi, nastri o altri elementi riscaldanti non devono
8.1.1 Gli apparecchi di illuminazione devono essere essere installati in contatto con materiali combustibili.
installati in modo da impedire sovratemperature che
potrebbero essere dannose ai cavi ed alle condutture. Se sono installati in vicinanza di tali materiali, essi devono
Nota 1: Se la temperatura dei terminali delle apparecchiature di essere separati dagli stessi mediante l’interposizione di
illuminazione supera la massima temperatura ammessa per il con- materiale non infiammabile.

346 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 2, Sez 13

SEZIONE 13 IMPIANTI AD ALTA TENSIONE

1 Generalità Deve essere garantito che almeno una connessione a massa


di un neutro di una sorgente di alimentazione sia disponi-
bile tutte le volte che l'impianto è energizzato. Apparec-
1.1 Limiti di applicazione chiature elettriche con neutro direttamente connesso a
1.1.1 (1/1/2002) massa o con altri diversi sistemi di connessione a massa
devono sopportare la corrente risultante da un guasto
Le presenti norme si applicano agli impianti elettrici a cor- monofase verso massa per il tempo necessario a sganciare il
rente alternata trifase con tensioni nominali superiori a 1
dispositivo di protezione.
kV, essendo la tensione nominale quella tra le fasi. Se non
stabilito altrimenti nella presente Sezione, agli impianti ad 2.1.3 Disconnessione del neutro (1/1/2002)
alta tensione si applicano in generale anche le norme appli- Dispositivi di sezionamento devono essere sistemati sulla
cabili per gli impianti a bassa tensione. connessione a massa del centro stella di ciascun alternatore
in modo che esso possa essere disconnesso per manuten-
1.2 Tensione nominale zione e per l'esecuzione della misurazione della resistenza
di isolamento.
1.2.1 Configurazione di rete per la continuità dei
servizi della nave (1/1/2002) 2.1.4 Connessione a scafo dei resistori di
La tensione nominale del sistema non deve superare i 15 connessione a massa (1/1/2002)
kV. Tutti i resistori di connessione a massa devono essere con-
nessi allo scafo. Il collegamento a scafo deve essere realiz-
Nota 1: Se necessario per speciali applicazioni, possono essere
accettati dalla Società valori superiori della tensione.
zato in modo che ciascuna corrente circolante nelle
connessioni a massa non crei possibili interferenze con i
circuiti di impianti radio, radar e impianti di comunica-
1.3 Segregazione alta/bassa tensione zione ed apparecchiature di controllo.
1.3.1 (1/1/2002) 2.1.5 Sistemi con suddivisione delle sezioni
Apparecchiature con tensione superiore a 1 kV non devono (1/1/2002)
essere ubicate, assieme ad apparecchiature a bassa ten- Nei sistemi con neutro connesso a massa, la connessione
sione, entro la stessa custodia, a meno che non siano segre- del neutro a massa deve essere prevista per ciascuna
gate o non siano adottate altre idonee misure intese a sezione nella quale i sistemi sono suddivisi.
consentire l'accesso alle apparecchiature a bassa tensione
senza pericoli. 2.2 Gradi di protezione

2 Progetto dell’impianto 2.2.1 Generalità (1/1/2002)


Le varie parti dell'impianto elettrico devono avere un grado
di protezione adeguato in relazione alla loro ubicazione e,
2.1 Sistemi di distribuzione che soddisfi, come minimo, le prescrizioni della Pubblica-
zione IEC 60092-201.
2.1.1 Configurazione di rete per la continuità dei
servizi della nave (1/1/2002) 2.2.2 Macchine rotanti (1/1/2002)
Deve essere possibile suddividere in almeno due sezioni Il grado di protezione degli involucri delle macchine elettri-
indipendenti, ciascuna alimentata da almeno un alterna- che rotanti deve essere almeno IP23.
tore, le sbarre del quadro principale, mediante almeno un
Il grado di protezione delle scatole morsettiere deve essere
interruttore o altri idonei mezzi di disconnessione. Se sono
almeno IP44.
provvisti due quadri separati interconnessi tra loro per
mezzo di cavi, deve essere previsto un interruttore a cia- Per i motori ubicati in spazi accessibili a personale non
scuna estremità dei cavi. qualificato il grado di protezione contro l'avvicinamento o
il contatto con parti in tensione e con parti in movimento
2.1.2 Sistema con neutro connesso a massa deve essere almeno IP4X.
(1/1/2002)
In caso di un guasto verso la massa, la corrente deve essere 2.2.3 Trasformatori (1/1/2002)
non superiore alla corrente nominale dell'alternatore di Il grado di protezione degli involucri dei trasformatori deve
maggior potenza connesso al quadro o sezione di quadro essere almeno IP23.
relativa e non inferiore a 3 volte la minima corrente neces- I trasformatori ubicati in spazi accessibili a personale non
saria per l'intervento di ogni dispositivo di protezione con- qualificato devono avere almeno un grado di protezione
tro i guasti a massa. IP4X.

Regolamenti RINA 2005 347


Parte C, Cap 2, Sez 13

2.2.4 Quadri, dispositivi di comando e convertitori 2.4.2 (1/1/2002)


(1/1/2002)
Ogni guasto verso massa del sistema deve essere segnalato
Il grado di protezione degli involucri metallici dei quadri, per mezzo di un allarme ottico ed acustico.
dei dispositivi di comando e dei convertitori statici deve
essere almeno IP 32. Per quadri, dispositivi di comando e Per i sistemi con resistori di connessione a bassa impedenza
convertitori statici ubicati in spazi accessibili a personale o direttamente connessi a massa, devono essere previste
non qualificato, il grado di protezione deve essere almeno sistemazioni per garantire una rapida disconnessione auto-
IP4X. matica dei circuiti interessati al guasto. Per i sistemi con
resistori di connessione ad alta impedenza, qualora il
sistema sia stato progettato per funzionare continuativa-
2.3 Isolamento mente con un guasto a massa, l'isolamento dell'apparec-
chiatura deve essere progettato per la tensione tra fase e
2.3.1 Distanze in aria (1/1/2002)
fase.
In generale, per apparecchiature elettriche non sottoposte a
prova di tipo, le distanze in aria tra le fasi e tra fasi e massa Un sistema è definito efficacemente a massa (bassa impe-
di parti non isolate, devono essere non inferiori a quelle denza) quando il fattore di connessione a massa è inferiore
indicate in Tab 1. a 0,8. Un sistema è definito non efficacemente a massa (alta
impedenza) quando detto fattore è superiore a 0,8.
Potranno essere accettati valori intermedi di tensioni nomi-
nali purché sia osservata la distanza minima in aria succes- Nota 1: Il fattore di connessione a massa è definito come il rap-
siva più alta. porto tra la tensione tra la fase e la massa e la tensione tra fase e
fase. Il valore di questo fattore può variare tra 1/31/2 e 1.
Nel caso di distanze inferiori, deve essere eseguita una
prova adeguata di tenuta all'impulso. 2.4.3 Trasformatori di potenza (1/1/2002)
Per i trasformatori di potenza deve essere prevista una pro-
Tabella 1 : Distanze minime in aria (1/7/2004)
tezione contro il sovraccarico ed il corto circuito.
Quando più trasformatori sono connessi in parallelo, l'inter-
Tensione nominale Distanze in aria minime
vento del dispositivo di protezione sul primario deve auto-
kV mm
maticamente comportare l'apertura dell'interruttore inserito
3 - 3,3 55 sul secondario.
6 - 6,6 90
2.4.4 Trasformatori di tensione utilizzati per
10 - 11 120 comando e misura (1/1/2002)

15 160 I trasformatori di tensione utilizzati per comando e misura


devono essere protetti contro il corto circuito da fusibili
posti sul secondario.
2.3.2 Distanze superficiali (1/1/2002)
Le distanze superficiali tra le parti in tensione e tra e le parti 2.4.5 Fusibili (1/1/2002)
metalliche connesse a massa per i componenti standard
devono essere in accordo con le disposizioni delle relative Non è ammesso l'impiego di fusibili per la protezione con-
Pubblicazioni IEC, tenendo conto della tensione nominale tro sovraccarico.
del sistema, della natura dell'isolante e delle sovratensioni
transitorie originate da apparecchi di interruzione e da con- 2.4.6 Sistemi a bassa tensione (1/1/2002)
dizioni di guasto. I sistemi a bassa tensione alimentati tramite trasformatori da
sistemi ad alta tensione devono essere protetti contro le
Per parti non standardizzate, entro la sezione delle sbarre di
sovratensioni. Ciò può essere realizzato mediante:
un quadro, la minima distanza superficiale deve essere di
almeno 25 mm/kV e oltre i dispositivi di limitazione della a) Connessione diretta a massa del sistema a più bassa ten-
corrente, 16 mm/kV. sione
b) Adeguati limitatori della tensione sul neutro
2.4 Protezioni elettriche
c) Scherma collegato a massa tra tra gli avvolgimenti pri-
2.4.1 Guasti dal lato generatore degli interruttori mario e secondario dei trasformatori.
(1/1/2002)
Devono essere previsti dispositivi di protezione contro i 3 Macchine rotanti
guasti tra fase e fase nei cavi di collegamento degli alterna-
tori con il quadro principale e contro i guasti fra gli avvolgi-
menti degli alternatori. I dispositivi di protezione devono 3.1 Avvolgimenti statorici dei generatori
provocare l'apertura dell'interruttore del generatore e la
diseccitazione automatica dello stesso. 3.1.1 (1/1/2002)
Nei sistemi di distribuzione con il neutro collegato a massa, Gli avvolgimenti statorici degli alternatori devono avere
i guasti tra fase e massa devono essere trattati come detto tutti i terminali delle fasi portati all'esterno per l'installa-
sopra. zione della protezione differenziale.

348 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 2, Sez 13

3.2 Rivelatori di temperatura 6.2 Costruzione


3.2.1 (1/1/2002) 6.2.1 Costruzione meccanica (1/1/2002)
Le macchine rotanti devono essere provviste di dispositivi I quadri devono essere del tipo con involucro metallico
per il controllo delle temperature negli avvolgimenti stato- rispondenti alle disposizioni della Pubblicazione IEC 60298
rici, che provochino un allarme ottico ed acustico, in una o del tipo a scomparti separati rispondenti alle disposizioni
postazione usualmente presidiata, ogni qualvolta la tempe- della Pubblicazione IEC 60466.
ratura superi i limiti ammissibili.
Se si impiegano rivelatori di temperatura incorporati, 6.2.2 (1/1/2002)
devono essere previsti mezzi per la loro protezione contro Gli interruttori e gli interruttori di manovra estraibili devono
le sovratensioni. essere provvisti di sistemi meccanici di blocco sia in posi-
zione di servizio che in posizione di sezionamento.
3.3 Prove Ai fini della manutenzione deve essere possibile il blocco a
chiave degli interruttori e degli interruttori di manovra
3.3.1 (1/1/2002)
estraibili, e dei sezionatori fissi.
In aggiunta alle prove normalmente previste per le mac-
I componenti estraibili devono essere sistemati nella posi-
chine rotanti, ciascuna matassa deve essere sottoposta ad
zione di servizio in modo che non vi sia movimento relativo
una prova di alta tensione ad alta frequenza tra le spire, in
tra le parti fisse e quelle mobili.
accordo con le disposizioni della Pubblicazione IEC
60034-15, per verificare l'idoneità dell'isolamento della 6.2.3 Dispositivi di copertura (1/1/2002)
stessa a sopportare picchi di tensione a fronte ripido.
I contatti fissi di interruttori e di interruttori di manovra
estraibili devono essere sistemati in modo che in posizione
4 Trasformatori di potenza estratta i contatti in tensione siano automaticamente
coperti.
4.1 Generalità 6.2.4 Messa a massa ed in corto circuito (1/1/2002)
4.1.1 (1/1/2002) Per ragioni di manutenzione, deve essere disponibile un
adeguato numero di dispositivi di messa a massa e in corto
I trasformatori del tipo a secco devono soddisfare le disposi-
circuito delle linee, per consentire di eseguire sulle stesse
zioni della Pubblicazione IEC 60726.
interventi e lavori in condizioni di sicurezza.
I trasformatori raffreddati con liquidi devono soddisfare le
disposizioni della Pubblicazione IEC 60076. 6.3 Circuiti ausiliari
I trasformatori immersi in olio devono essere provvisti degli
allarmi e delle protezioni seguenti: 6.3.1 Sorgente di energia (1/1/2002)
Se per azionare gli interruttori e gli interruttori di manovra è
• Basso livello del liquido - allarme
richiesta energia elettrica e/o meccanica, devono esservi
• Alta temperatura del liquido - allarme mezzi per accumulare tale energia almeno per due mano-
• Basso livello del liquido - distacco o riduzione del vre di tutti i componenti.
carico Tuttavia lo sgancio dovuto a sovraccarico o corto circuito o
• Alta temperatura del liquido - distacco o riduzione del minima tensione deve essere indipendente da ogni sorgente
carico di energia elettrica accumulata. Ciò non esclude l'impiego
• Relé della pressione del gas - distacco. di sganciatori in derivazione (ossia alimentati da una sor-
gente di tensione) a condizione che siano attivati allarmi in
caso di discontinuità nelle linee di alimentazione e di man-
5 Cavi canza di energia.
6.3.2 (1/7/2004)
5.1 Generalità Quando sia necessaria una sorgente di energia esterna per i
circuiti ausiliari, devono essere previste almeno due sor-
5.1.1 (1/1/2002)
genti di energia, sistemate in modo tale che l'avaria o la
I cavi devono essere costruiti in accordo con le disposizioni perdita di una sorgente non causi la perdita di più di un
delle Pubblicazioni IEC 60092-353 e 60092-354 o di altri gruppo generatore e/o di un gruppo di servizi essenziali.
standard equivalenti.
Quando necessario, una delle sorgenti di energia deve
essere derivata dalla sorgente di energia elettrica di emer-
6 Quadri e dispositivi di comando genza per il riavviamento dei motori dalla condizione di
nave priva di energia.
6.1 Generalità
6.4 Prova ad alta tensione
6.1.1 (1/1/2002)
I quadri ed i dispositivi di comando devono essere costruiti 6.4.1 (1/1/2002)
in accordo con le disposizioni della Pubblicazione IEC Ogni quadro e dispositivo di manovra deve essere sottopo-
60298 e con le seguenti prescrizioni addizionali. sto alla prova di tensione a frequenza industriale. Le moda-

Regolamenti RINA 2005 349


Parte C, Cap 2, Sez 13

lità e le tensioni di prova sono quelle indicate nella sono isolati, le fasi devono essere separate fra loro e verso
Pubblicazione IEC 60298. massa nelle scatole morsettiere per mezzo di solide barriere
di idoneo materiale isolante.

7 Installazione Per i cavi ad alta tensione del tipo a campo radiale, cioè
aventi uno strato conduttore per controllare il campo elet-
trico entro l'isolamento, devono avere terminazioni che
7.1 Apparecchiature elettriche
provvedano al controllo degli sforzi elettrici.

7.1.1 (1/1/2002) Le terminazioni e le giunzioni devono essere di un tipo


compatibile con l'isolamento ed i materiali delle guaine del
Quando una apparecchiatura non è contenuta in una custo-
cavo e devono essere provviste di mezzi per collegare a
dia ma il locale in cui è ubicata costituisce custodia della
massa tutte le guaine metalliche dello stesso (ossia i nastri, i
stessa, le porte di accesso al locale devono essere interbloc-
fili metallici ecc.).
cate in modo tale che esse non possano essere aperte fino a
quando l'alimentazione non è scollegata e l'apparecchia-
tura non è messa a massa. 7.2.5 Marcatura (1/1/2002)

I cavi ad alta tensione devono essere chiaramente identifi-


All'ingresso dei locali in cui sono installate apparecchiature
cabili mediante idonea marcatura.
in alta tensione devono esservi targhe adeguate ad indicare
che vi è pericolo per l'alta tensione.
7.2.6 Prove dopo l'installazione (1/1/2002)
Per le apparecchiature in alta tensione non ubicate in un
Prima della messa in servizio di una nuova istallazione di
locale ad esse destinato, devono esservi targhe simili a
quelle di cui sopra. cavi ad alta tensione, o di nuovi cavi aggiunti ad una instal-
lazione esistente, su ciascun cavo completo e sui suoi
accessori, deve essere eseguita, con esito soddisfacente,
7.2 Cavi una prova di sostenimento della tensione.

La prova deve essere eseguita dopo la verifica della resi-


7.2.1 Attraversamenti dei cavi (1/1/2002)
stenza d'isolamento.
I cavi ad alta tensione devono attraversare i locali alloggio
entro custodie chiuse per il transito di cavi. Quando si esegua una prova di sostenimento della tensione
a corrente continua, la tensione di prova non deve essere
7.2.2 Separazione (1/1/2002) inferiore a:

I cavi ad alta tensione devono essere separati da quelli a • 1,6 (2,5 Uo + 2 kV), per cavi con tensione nominale
tensione diversa; in particolare non devono essere installati (Uo) fino a 3,6 kV inclusi
insieme nello stesso fascio o negli stessi tubi o condotti, né
• 4,2 Uo per cavi con tensione nominale più elevata
in generale nella stessa scatola morsettiera.

Qualora cavi ad alta tensione con diversi valori di tensione essendo Uo la tensione nominale tra il conduttore e la
siano installati insieme nella stessa scatola, la distanza in massa o la schermatura metallica, per la quale il cavo è pro-
aria tra i cavi non deve essere inferiore al valore minimo gettato.
stabilito per il lato a più alta tensione di cui in [2.3.1]. Tutta-
La tensione di prova deve essere mantenuta per almeno 15
via cavi ad alta tensione non devono essere installati nella
minuti.
stessa scatola utilizzata per cavi operanti con tensione
nominale del sistema di 1 KV o meno. Dopo il completamento della prova i conduttori devono
essere collegati a massa per un periodo sufficiente per
7.2.3 Sistemazioni per l'installazione (1/1/2002) rimuovere ogni carico elettrico.
I cavi ad alta tensione in generale devono essere installati su Deve essere quindi ripetuta una verifica della resistenza di
telai o solette quando sono provvisti di una guaina metal- isolamento.
lica continua o di una armatura efficacemente collegate a
massa o, in caso contrario, entro condotti o tubi metallici In alternativa, può essere eseguita una prova di sosteni-
che siano efficacemente collegati a massa e che li proteg- mento della tensione a corrente alternata, su consiglio del
gano per tutta la loro lunghezza. costruttore dei cavi ad alta tensione, ad una tensione di
prova non inferiore alla normale tensione di esercizio previ-
7.2.4 Estremità dei conduttori (1/1/2002) sta per il cavo, che deve essere mantenuta per almeno 24
ore.
Le estremità di tutti i conduttori dei cavi ad alta tensione
devono essere, per quanto possibile, efficacemente rico- Nota 1: Sono considerate idonee anche le prove eseguite in
perte con adatto materiale isolante. Se i conduttori non accordo con le disposizioni della Pubblicazione IEC 60502.

350 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 2, Sez 14

SEZIONE 14 IMPIANTI DI PROPULSIONE ELETTRICA

1 Generalità raggiunta in esercizio, tutti i componenti rotanti siano ade-


guatamente bilanciati.
1.1 Norme applicabili
2 Progettazione degli impianti di pro-
1.1.1 Le seguenti prescrizioni si applicano alle navi dotate pulsione
di impianti di propulsione elettrica con almeno un motore
di propulsione elettrico e la sua alimentazione elettrica.
Tutti i componenti elettrici degli impianti di propulsione 2.1 Generalità
devono rispondere alle seguenti prescrizioni. 2.1.1 L’energia elettrica per l’impianto di propulsione può
1.1.2 I motori primi devono rispondere alle prescrizioni di essere fornita da gruppi generatori, dedicati per l’impianto
cui in Cap 1, Sez 2. di propulsione, o da un impianto centrale di generazione
d’energia che alimenta i servizi della nave e la propulsione
1.1.3 Per le vibrazioni torsionali dell’impianto di propul- elettrica.
sione elettrica vale quanto stabilito alla Cap 1, Sez 9. La configurazione minima di un impianto di propulsione
elettrica può consistere in un motore primo, un solo genera-
1.1.4 Gli impianti di refrigerazione e di lubrificazione tore ed un solo motore elettrico. Quando la produzione di
devono rispondere alle prescrizioni di cui in Cap 1, Sez 10. energia elettrica utilizzata per la propulsione è indipen-
1.1.5 Gli impianti di comando e di controllo devono dente dalla produzione di bordo, i motori diesel che trasci-
rispondere alle prescrizioni di cui nel Capitolo 3. nano i generatori elettrici devono essere considerati come
motori principali.
1.1.6 Le installazioni con assegnazione di notazioni addi-
zionali di automazione devono rispondere alle prescrizioni 2.1.2 Negli impianti aventi un solo motore di propulsione
di cui nella Parte F. alimentato tramite un convertitore statico, deve essere pre-
visto un convertitore di riserva facilmente commutabile.
L’utilizzo di avvolgimenti doppi di statore con un converti-
1.2 Condizioni di funzionamento
tore per ciascun avvolgimento è considerata una soluzione
1.2.1 La coppia motrice ordinariamente disponibile per la alternativa.
manovra nei motori per la propulsione elettrica deve essere
2.1.3 Negli impianti di propulsione elettrica alimentati da
tale da permettere di fermare o invertire il verso del moto
due o più gruppi generatori a tensione costante, l’energia
della nave quando questa è alla velocità massima di eserci-
elettrica per i servizi ausiliari della nave può essere derivata
zio.
da questa sorgente. Non è necessario installare generatori
1.2.2 Per i motori sincroni trifasi deve essere previsto un addizionali per i servizi ausiliari a patto che, con un genera-
adeguato margine di coppia motrice per evitare che il tore fuori servizio, possano essere mantenuti una efficace
motore perda il passo (il sincronismo) in condizioni di mare propulsione ed i servizi menzionati in Sez 3, [2.2.3].
agitato e durante le virate. Qualora siano impiegati trasformatori per alimentare i ser-
vizi ausiliari della nave, vedere Sez 5.
1.2.3 Quando un impianto di generazione di energia elet-
trica ha una potenza nominale superiore a quella di un 2.1.4 Gli impianti aventi due o più generatori di propul-
motore elettrico di propulsione, devono essere previsti sione, due o più convertitori statici, o due o più motori su
mezzi per limitare i valori delle grandezze di ingresso al uno stesso albero di propulsione, devono essere realizzati
motore. Tali valori non devono superare quelli corrispon- in modo da poter escludere dal servizio e scollegare elettri-
denti alla coppia continuativa di pieno carico per la quale il camente qualunque unità, senza influenzare il funziona-
motore e gli assi sono dimensionati. mento delle rimanenti.

1.2.4 Tutto l’impianto deve avere una capacità di sovrac- 2.2 Caratteristiche della alimentazione
carico sufficiente a fornire la coppia, la potenza attiva e la
potenza reattiva necessaria durante l’avviamento e le condi- 2.2.1 Negli impianti destinati esclusivamente alla propul-
zioni di manovra. sione elettrica, le variazioni di tensione e la tensione mas-
In relazione al tipo di servizio della nave (p.e. per naviga- sima devono essere mantenute entro i limiti richiesti in
zione tra i ghiacci) deve essere considerata la coppia a Sez 2.
motore bloccato che può essere richiesta.
2.2.2 Le variazioni di frequenza, in condizioni particolari
1.2.5 I motori elettrici e le linee d’alberi devono essere (p.e. durante la manovra di inversione rapida del moto),
costruite ed installate in modo tale che, a qualsiasi velocità potranno superare i limiti stabiliti in Sez 2, purché esse non

Regolamenti RINA 2005 351


Parte C, Cap 2, Sez 14

influenzino indebitamente le altre apparecchiature con- del motore che provochino la diseccitazione dei generatori
nesse in rete. e dei motori o la sconnessione del relativo circuito.

2.2.3 L’impianto elettrico deve essere progettato in modo


che gli effetti dannosi dovuti a interferenze elettromagneti-
2.5 Eccitazione dei motori di propulsione
che provocate da dispositivi a semiconduttori siano impe- elettrica
diti, in accordo a Sez 2.
2.5.1 Ciascun motore di propulsione deve avere la pro-
pria eccitatrice.
2.3 Macchinari ausiliari
2.5.2 Negli impianti di propulsione nei quali è previsto o
2.3.1 Gli impianti ausiliari dell’elica o degli spintori (thru-
un solo generatore o un solo motore, deve esservi, per cia-
sters) devono essere alimentati direttamente dal quadro
scuna macchina, una eccitatrice statica elettronica di
principale o dal quadro principale di distribuzione o da un riserva, facilmente commutabile.
quadro di distribuzione riservato a tali circuiti, alla tensione
nominale ausiliaria. 2.5.3 Nel caso di navi aventi più motori di propulsione,
deve essere prevista una eccitatrice statica elettronica addi-
2.3.2 Quando l’installazione ha uno o più impianti di
zionale di riserva facilmente commutabile.
lubrificazione, devono essere previsti dispositivi per assicu-
rare il monitoraggio della temperatura di ritorno dell’olio 2.5.4 Per la protezione degli avvolgimenti di campo e dei
lubrificante. cavi, devono essere previsti mezzi per limitare la tensione
2.3.3 Le installazioni di macchinari per la propulsione indotta quando i circuiti di campo sono aperti. In alterna-
tiva, quando i circuiti di campo sono aperti, la tensione
aventi in impianto di lubrificazione forzata devono essere
indotta deve essere mantenuta al valore nominale di pro-
provvisti di dispositivi di allarme che intervengono in caso
di mancanza della pressione dell’olio. getto.

2.5.5 Nei circuiti di eccitazione, non devono esistere pro-


2.4 Protezioni elettriche tezioni contro il sovraccarico che provochino l’apertura dei
circuiti, eccetto per i circuiti di eccitazione con convertitori
2.4.1 L’esclusione automatica degli impianti di propul-
a semiconduttori.
sione elettrica che abbia conseguenze negative sulla mano-
vrabilità della nave deve essere limitata a quelle cause di
guasto che possono comportare severi danni all’apparec- 3 Costruzione delle macchine rotanti e
chiatura. dei convertitori a semiconduttori
2.4.2 Devono essere previste le seguenti protezioni dei
convertitori: 3.1 Ventilazione
• protezione contro la sovratensione negli impianti di ali- 3.1.1 Nel caso in cui le macchine elettriche siano provvi-
mentazione a cui sono connessi i convertitori; ste di ventilatori incorporati e debbano funzionare a velo-
• protezione contro le sovracorrenti negli elementi a cità inferiori a quella nominale, con coppia motrice,
semiconduttore durante il normale funzionamento; corrente, eccitazione, o altre caratteristiche corrispondenti
• protezione contro i corto circuiti. al pieno carico, non devono verificarsi sovratemperature
superiori a quelle di progetto.
2.4.3 Gli eventuali dispositivi di protezione contro sovra-
corrente nei circuiti principali devono essere regolati su 3.1.2 Nel caso in cui le macchine elettriche o i converti-
valori sufficientemente elevati in modo che non ci sia possi- tori siano provvisti di ventilazione forzata, devono essere
bilità di un loro intervento per le sovracorrenti causate nel previsti almeno due ventilatori, o altre sistemazioni idonee,
corso di funzionamento normale dell’impianto, p.e. per cosicchè sia ancora possibile il loro funzionamento, anche
operazioni di manovra o di navigazione in acque agitate. se a potenza ridotta, in caso di guasto di un ventilatore.

2.4.4 La protezione contro sovracorrenti può essere sosti-


tuita da impianti di controllo automatici per garantire che le 3.2 Protezione contro umidità e acqua di
sovracorrenti non raggiungano valori che possano danneg- condensazione
giare l’impianto, p.e. impianti di esclusione selettiva o di
rapida riduzione del flusso magnetico dei generatori e dei 3.2.1 Le macchine e le apparecchiature nelle quali pos-
motori. sano accumularsi umidità e acqua di condensazione
devono essere provviste di efficaci mezzi di riscaldamento.
2.4.5 Nel caso di impianti di propulsione alimentati da Questi riscaldatori devono essere previsti per motori con
generatori connessi in parallelo, devono esservi idonei potenza superiore a 500 kW, per mantenere la temperatura
impianti di controllo per garantire che, se uno o più genera- interna della macchina a circa 3°C al di sopra della tempe-
tori vengono sconnessi dalla rete, i rimanenti non siano ratura ambiente.
sovraccaricati dai motori di propulsione.
3.2.2 Devono essere prese misure per prevenire l’accu-
2.4.6 Negli impianti trifase devono essere previsti disposti- mulo di acqua di sentina che può essere soggetta ad entrare
tivi di protezione contro lo squilibrio delle fasi nel circuito nelle macchine.

352 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 2, Sez 14

3.3 Macchine rotanti 4.2 Impianti di comando dell’impianto di


potenza
3.3.1 Le macchine elettriche devono poter sopportare
l’eccesso di coppia che può determinarsi durante il servizio 4.2.1 Devono essere previsti impianti di comando
della nave. dell’impianto di potenza che garantiscano la disponibilità
di potenza adeguata alla propulsione, per mezzo di
3.3.2 Nella progettazione delle macchine rotanti alimen- impianti automatici e/o di impianti di comando a distanza
tate da convertitori statici occorre tenere presente gli effetti manuali.
delle armoniche nell’alimentazione.
4.2.2 Gli impianti di comando automatici devono essere
3.3.3 L’isolamento degli avvolgimenti delle macchine elet- tali che, in caso di guasto, la velocità del propulsore e la
triche deve poter sopportare le sovratensioni che possono direzione di spinta non subiscano variazioni sostanziali.
determinarsi in condizioni di manovra.
4.2.3 Un guasto nell’impianto di comando dell’impianto
3.3.4 Le macchine a corrente alternata devono essere
di potenza non deve provocare la perdita completa
capaci di sopportare senza danno un corto circuito improv-
dell’energia generata (cioè black out) o la perdita della pro-
viso ai terminali, quando funzionano alle condizioni nomi-
pulsione.
nali.
4.2.4 La perdita degli impianti di comando dell’impianto
3.3.5 La corrente e la tensione fornita dalle eccitatrici e la
di potenza non deve provocare variazioni nella potenza
loro alimentazione devono essere adeguate ad assicurare la
disponibile, cioè non devono determinarsi avviamenti o
potenza richiesta durante le condizioni di manovra e di
arresti dei gruppi generatori come conseguenza di tale per-
sovracorrente compreso il corto circuito in transitorio.
dita.

3.4 Convertitori a semiconduttori 4.2.5 Quando nel funzionamento manuale viene impie-
gato il comando con aiuto di energia (per esempio elettrica,
3.4.1 Per i singoli elementi di convertitori a semicondut- pneumatica o idraulica), una deficienza di tale energia non
tori devono essere usati come base i seguenti valori limite deve comportare l’interruzione della potenza al propulsore.
URM per le tensioni di picco ripetitive: Tale dispositivo deve essere in grado di funzionare in modo
• impianto collegato a sbarre di propulsione separate: del tutto manuale.
URM = 1,5 UP
4.2.6 L’impianto di comando deve includere la seguenti
• impianto collegato a sbarre comuni ad altri servizi della funzioni principali:
nave:
• Controllo degli allarmi: qualsiasi evento critico per il
URM = 1,8 UP buon funzionamento di un servizio ausiliario essenziale
dove o di un elemento principale dell’installazione che
richiede un un’azione immediata per evitare l’arresto
UP : è il valore di picco della tensione nominale
deve generare un allarme.
all’ingresso del convertitore a semicondut-
tori. • Comando della velocità o del passo dell’elica.
• Arresto o riduzione quando necessario.
3.4.2 Per gli elementi dei convertitori a semiconduttori
collegati in serie, i valori di cui in [3.4.1] devono essere 4.2.7 Quando l’impianto di propulsione elettrica è alimen-
aumentati del 10%. Deve essere assicurata un’adeguata tato dal quadro principale insieme ai servizi della nave,
ripartizione della tensione. deve essere prevista l’esclusione automatica dei servizi non
essenziali e/o la limitazione di potenza della propulsione
3.4.3 Per gli elementi dei convertitori a semiconduttori elettrica. Deve essere azionato un allarme in caso di limita-
collegati in parallelo deve essere assicurata una eguale zione di potenza o di esclusione automatica dei carichi in
ripartizione di corrente. eccesso.
3.4.4 Devono essere adottati mezzi, quando necessario, 4.2.8 Deve essere eliminato il rischio di black out dovuto
per limitare l’effetto delle armoniche sia all’impianto sia ad al funzionamento della propulsione elettrica. Su richiesta
altri convertitori a semiconduttori. Devono essere installati della Società, deve essere effettuata una analisi dei modi di
idonei filtri per tenere la corrente e la tensione entro i limiti guasto e degli effetti per dimostrare l’affidabilità
forniti in Sez 2. dell’impianto.

4 Impianti di comando e controllo 4.3 Strumenti di indicazione

4.1 Generalità 4.3.1 In ciascuna postazione di comando a distanza della


propulsione, in aggiunta alle prescrizioni di cui nel
4.1.1 Gli impianti di comando e controllo, compresi gli Capitolo 3, devono esservi strumenti di indicazione della
impianti a computer, devono essere di tipo omologato, in potenza impiegata e di quella disponibile per la propul-
accordo con Cap 3, Sez 6. sione.

Regolamenti RINA 2005 353


Parte C, Cap 2, Sez 14

4.3.2 Sul quadro di comando della potenza o in altra posi- 4.4.4 Devono essere previsti gli allarmi di seguito indicati,
zione appropriata devono essere previsti, in relazione al quando applicabile:
tipo di impianto, gli strumenti indicati in [4.3.3] e [4.3.4]. • alta temperatura dell’aria di raffreddamento per le mac-
chine e i convertitori a semiconduttore provvisti di ven-
4.3.3 Per ciascun alternatore per la propulsione sono tilazione forzata (vedere Nota 1);
richiesti i seguenti strumenti:
• basso flusso dei fluidi di raffreddamento primario o
• un amperometro su ogni fase o commutabile sulle varie secondario per le macchine e i convertitori a semicon-
fasi; duttori provviste di raffreddamento a circuito chiuso con
scambiatore di calore;
• un voltmetro commutabile sulle varie fasi;
• presenza di perdite di fluido refrigerante nell’interno
• un wattmetro; della custodia delle macchine e dei convertitori a semi-
• un tachimetro o un frequenzimetro; conduttori con scambiatori aria-liquido;
• un cosfimetro o un varmetro o un amperometro di • alta temperatura degli avvolgimenti dei generatori e
campo per ciascun alternatore funzionante in parallelo; motori di propulsione, quando richiesto (vedere [4.3]);
• bassa pressione dell’olio lubrificante dei cuscinetti in
• un indicatore di temperatura per la lettura diretta dei
macchine con impianto di lubrificazione forzata;
valori delle temperature degli avvolgimenti statorici per
ciascun alternatore avente potenza nominale superiore • intervento delle protezioni sui dispositivi contro le
a 500 kW. sovratensioni nei convertitori a semiconduttori (allarme
critico);
4.3.4 Per ciascun motore di propulsione in corrente alter- • intervento delle protezioni sui circuiti di filtro per limi-
nata sono richiesti i seguenti strumenti: tare i disturbi dovuti ai convertitori a semiconduttori;
• un amperometro per il circuito principale; • intervento dei dispositivi di protezione contro le sovra-
correnti fino al corto circuito incluso dei convertitori a
• un sensore incorporato per la lettura diretta dei valori semiconduttori (allarme critico);
della temperatura degli avvolgimenti statorici per motori
• sbilanciamento di tensione nei sistemi trifasi in corrente
aventi potenza nominale superiore a 500 kW;
alternata alimentati da convertitori di frequenza a semi-
• un amperometro per il circuito di eccitazione per cia- conduttori;
scun motore sincrono; • guasto verso massa nel circuito principale di propul-
• un voltmetro per la misura della tensione tra le fasi per sione (vedere Nota 2);
ciascun motore alimentato tramite un convertitore di • guasto verso massa nei circuiti di eccitazione delle mac-
frequenza a semiconduttori. chine di propulsione (vedere Nota 3).
Nota 1: In alternativa alla temperatura dell’aria per i convertitori
4.3.5 Quando sono utilizzati impianti di misura della
possono essere controllati il flusso dell’aria, l’alimentazione di
velocità per il comando e l’indicazione, l’impianto deve energia elettrica al ventilatore o la temperatura dei semiconduttori.
essere duplicato con i circuiti dei sensori separati e l’ali-
Nota 2: Nel caso di impianti con generatori e motori in corrente
mentazione separata.
alternata connessi a stella e con i neutri connessi a massa, questo
dispositivo può non rivelare il guasto a massa dell’intero avvolgi-
4.3.6 mento delle macchine.
Per ciascun ponte di semiconduttori deve essere previsto un Nota 3: Tali dispositivi possono essere omessi nei sistemi di eccita-
amperometro sul suo circuito di alimentazione. zione senza spazzole e nei circuiti di eccitazione di macchine di
potenza nominale fino a 500 kW. Per essi dovranno tuttavia essere
previste lampadine, voltmetri o altri mezzi per indicare lo stato di
4.4 Impianto di allarme isolamento durante il funzionamento.

4.4.1 Deve essere previsto un impianto di allarme rispon- 4.5 Riduzione di potenza
dente alle norme del Capitolo 3. L’impianto deve fornire
una segnalazione nelle postazioni di comando quando i 4.5.1 Deve determinarsi una riduzione automatica di
parametri specificati in [4.4] assumono valori al di fuori potenza nei casi di seguito indicati:
dall’intervallo di normale funzionamento e quando si verifi-
• bassa pressione dell’olio lubrificante dei cuscinetti dei
chi qualsiasi episodio che possa influenzare la propulsione
generatori e motori di propulsione;
elettrica.
• alta temperatura degli avvolgimenti dei generatori e
4.4.2 Se è previsto un impianto di allarme per altri mac- motori di propulsione;
chinari o impianti essenziali, gli allarmi di cui in [4.4.1] • guasto ai ventilatori delle macchine e dei convertitori
possono far parte di tale impianto. provvisti di ventilazione forzata, o guasto dell’impianto
di raffreddamento;
4.4.3 (1/7/2004) • mancanza dei fluidi di raffreddamento di macchine e
Gli allarmi che comportano una condizione critica per la convertitori a semiconduttori;
propulsione possono essere raggruppati ma devono essere • limitazione di carico dei generatori ovvero potenza
segnalati in plancia separatamente da altri allarmi. disponibile inadeguata.

354 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 2, Sez 14

4.5.2 Nelle postazioni di comando della propulsione deve 7 Norme specifiche per i POD
essere segnalata l’avvenuta riduzione automatica della
potenza (allarme critico).
7.1 Generalità
4.5.3 Deve essere previsto lo spegnimento dei semicon-
7.1.1 Le prescrizioni per la parte strutturale di un POD
duttori in caso di condizioni di funzionamento anormale in
sono indicate in Parte B, Cap 10, Sez 1, [11].
accordo con le specifiche del costruttore.
7.1.2 Quando viene utilizzato come impianto di governo
5 Installazione per la manovra, il POD deve soddisfare i requisiti di cui in
Cap 1, Sez 11.

5.1 Ventilazione dei locali


7.2 Commutatori rotanti
5.1.1 La mancanza della ventilazione nei locali con venti-
7.2.1 Per quanto riguarda l’impianto elettrico, il motore
lazione forzata non deve provocare una mancanza di pro-
elettrico è alimentato da un commutatore rotante che ruota
pulsione. A tale scopo devono essere previsti due sistemi di
con il POD. La parte della trasmissione di potenza è con-
ventilazione, uno dei quali di riserva all’altro. Possono
nessa all’alimentazione della nave che utilizza gli stessi
essere considerate disposizioni equivalenti che utilizzano
componenti di un impianto di propulsione convenzionale.
diversi ventilatori alimentati indipendentemente.
Sono utilizzati contatti striscianti con un adeguato supporto
tra le parti fisse e quelle rotanti.
5.2 Percorsi dei cavi 7.2.2 (1/7/2003)
Le prove di tipo devono essere eseguite, a meno che il
5.2.1 I cavi per il comando e gli strumenti devono soddi-
costruttore non possa produrre giustificazioni basate su
sfare le prescrizioni di cui in Cap 3, Sez 5.
esperienze precedenti che attestino le prestazioni soddisfa-
5.2.2 Negli impianti nei quali è previsto più di un motore centi di tali apparecchiature a bordo.
di propulsione, i cavi di ogni macchina devono seguire per-
7.2.3 Deve essere inviato un programma di prove per
corsi il più lontano possibile dai cavi delle altre macchine.
l’approvazione da parte della Società. Deve essere dimo-
strato che la trasmissione di potenza, e la trasmissione dei
5.2.3 I cavi collegati ai collettori ad anelli dei motori sin-
segnali di basso livello, non siano influenzati dalle condi-
croni devono essere adeguatamente isolati per la tensione
zioni ambientali e di funzionamento che si instaurano a
alla quale essi sono soggetti durante la manovra.
bordo. A questo scopo, devono essere considerate le
seguenti prove e verifiche:
6 Prove • Verifica del grado di protezione (I.P.), in accordo con
l’ubicazione del commutatore rotante,
6.1 Prove sulle macchine rotanti • Verifica delle distanze superficiali ed in aria,
• Verifica del materiale di isolamento (in accordo con la
6.1.1 Le prove devono soddisfare le prescrizioni di cui in procedura di prova descritta nella Pubblicazione IEC
Sez 4. 60112).
6.1.2 Per le macchine rotanti, come generatori sincroni e • Prova di durata:
motori elettrici sincroni, di potenza superiore a 3 MW, deve Dopo aver impostato la pressione di contatto e la cor-
essere inviato per approvazione alla Società un programma rente nominale, il commutatore viene sottoposto alla
di prove. prova di rotazione. Il numero di rotazioni è valutato
tenendo conto del funzionamento della nave e
6.1.3 Per quanto riguarda la valutazione delle sovratempe- dell’impianto di comando della velocità di rotazione.
rature, è necessario tenere in considerazione le perdite di Deve essere considerata la possibilità di ruotare il POD
origine termica supplementari indotte dalle armoniche di di 180° per la marcia avanti e di 360° per ritornare nella
corrente nell’avvolgimento di statore. A questo scopo, pos- posizione originale. Il commutatore potrebbe essere sot-
sono essere utilizzati due metodi: toposto a cicli comprendenti la rotazione totale o par-
• Metodo di prova diretto, quando il motore di propul- ziale in relazione all’utilizzo del POD come organo di
sione elettrica è alimentato dal suo convertitore di fre- governo. Devono essere registrate la caduta di tensione
quenza e/o da sistemazioni back to back in accordo alle e la corrente.
apparecchiature presenti nell’officina del fornitore. Deve essere effettuata una prova di sovraccarico in
accordo con le disposizioni di cui in Sez 4 (minimo
• Metodo di prova indiretto come definito in App 1. In
150%, 15 secondi).
questo caso, deve essere documentata una validazione
delle stima dell’eccesso di temperatura dovuta alle • Verifica del comportamento dei collettori ad anelli,
armoniche. Può essere presa in considerazione una giu- quando sottoposti alla vibrazione definita in Cap 3,
stificazione basata su un programma di calcolo a com- Sez 6.
puter, a patto che la validazione di tale programma sia • Verifica del comportamento dei collettori ad anelli,
dimostrata da esperienze precedenti. dopo la prova di caldo umido, come definita nel

Regolamenti RINA 2005 355


Parte C, Cap 2, Sez 14

Capitolo 3, e della possibile corrosione delle parti impianti. Potrebbero essere presi in considerazione i risultati basati
mobili e dei contatti. su prove su modelli in scala o di altri metodi.
Dopo la prova di caldo umido, devono essere eseguite 7.3.2 Devono essere previsti a bordo mezzi per regolare le
le prove di seguito indicate: caratteristiche di raffreddamento ad aria, per ottenere una
• Misura della resistenza di isolamento. Il valore di resi- sovratemperatura degli avvolgimenti accettabile. Tali mezzi
stenza minima deve essere in accordo con la Sez 4, devono essere impostati secondo le prove in banchina ed in
Tab 2 mare.
• Prova di tensione applicata come definita nella Sez 4.
7.4 Strumenti e dispositivi associati
7.3 Motori elettrici 7.4.1 Devono essere previsti mezzi per trasmettere i
segnali connessi ai sensori ubicati nei POD.
7.3.1 Le perdite di origine termica sono dissipate dal
liquido di raffreddamento del bulbo e dalla ventilazione
7.5 Prove addizionali
interna del POD. Deve essere inviata alla Società la giustifi-
cazione per la valutazione del bilancio termico tra l’acqua 7.5.1 Le prove sui motori per la propulsione elettrica
di mare e l’aria di raffreddamento. devono essere eseguite in accordo a Sez 4, e le altre prove
Nota 1: Deve essere documentato il metodo di calcolo utilizzato in accordo a Cap 1, Sez 15.
per la valutazione dell’impianto di raffreddamento (basato princi-
palmente su programmi a computer). Il metodo di calcolo deve 7.5.2 Devono essere eseguite prove per verificare la vali-
essere giustificato basandosi sull’esperienza del progettista di tali dazione del calcolo delle sovratemperature.

356 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 2, Sez 15

SEZIONE 15 PROVE AD IMPIANTO COMPLETATO

1 Generalità 3 Resistenza di isolamento

1.1 Applicabilità 3.1 Circuiti luce e forza


1.1.1 Prima della messa in servizio di un impianto elet- 3.1.1 La resistenza di isolamento tra tutti i poli (o fasi) iso-
trico di nuova costruzione o di un impianto esistente in cui lati e la massa e, dove possibile, tra i poli (o fasi), deve
siano state apportate modifiche o aggiunte, questo deve essere di almeno 1 MΩ nelle condizioni ordinarie.
essere provato in accordo con gli Articoli [3], [4] e [5] a
L’impianto può essere suddiviso come si vuole e gli appa-
soddisfazione del Tecnico incaricato.
recchi possono essere sconnessi se le prime prove danno
risultati inferiori a quello sopra indicato.
1.2 Apparecchi per la misura della resi-
stenza di isolamento 3.2 Circuiti per comunicazioni interne
1.2.1 Le resistenze di isolamento devono essere misurate 3.2.1 I circuiti che funzionano alla tensione di 50 V o
per mezzo di un apparecchio che applichi una tensione di superiore devono avere una resistenza di isolamento tra i
almeno 500 V. Le misure devono essere effettuate quando conduttori e tra ciascun conduttore e la massa di almeno 1
la deviazione del dispositivo di misura si è stabilizzata. MΩ..
Nota 1: Dispositivi elettronici eventualmente presenti
nell’impianto devono essere scollegati prima della prova onde evi- 3.2.2 I circuiti che funzionano a tensione inferiore a 50 V
tarne il danneggiamento. devono avere una resistenza di isolamento tra i conduttori e
tra ciascun conduttore e la massa di almeno 0,33 MΩ..
2 Componenti per i quali è richiesta
3.2.3 Ove necessario, tutte o parte delle apparecchiature
l’approvazione di tipo possono essere sconnesse dal circuito durante l’esecuzione
della misura di isolamento.
2.1
3.3 Quadri
2.1.1 (1/7/2004)
I componenti di seguito elencati devono essere di tipo omo- 3.3.1 La resistenza si isolamento tra ciascuna sbarra e la
logato o di tipo approvato oppure accettati in accordo con massa e tra ciascuna sbarra isolata da massa e ogni altra
le prescrizioni di cui in [2.1.2]: sbarra relativa agli altri poli (o fasi) di ciascun quadro (prin-
• Cavi elettrici (esclusi i cavi interni alle apparecchiature) cipali, di emergenza, sottoquadri, ecc.) deve essere non
inferiore a 1 MΩ..
• Trasformatori
• Motori elettrici 3.3.2 La misura della resistenza di isolamento deve essere
• Convertitori elettrici per servizi essenziali primari effettuata, prima della messa in servizio del quadro, con
tutti gli interruttori aperti, tutti i fusibili per lampade spia,
• Apparecchiature di manovra e protezione (interruttori per lampade indicatrici dello stato di isolamento, voltmetri
automatici, contattori, ecc.) e dispositivi di protezione ecc. rimossi e bobine di tensione temporaneamente scon-
contro le sovracorrenti (fusibili esclusi) nesse per evitare i danni che potrebbero verificarsi.
• Sensori, centralini di allarme, dispositivi di protezione
di tipo elettronico, apparecchiature di comando auto- 3.4 Generatori e motori
matico e a distanza, attuatori, dispositivi di sicurezza
per impianti destinati a servizi essenziali (timonerie, eli- 3.4.1 La resistenza di isolamento in condizioni normali di
che a pale orientabili, macchine di propulsione, ecc.), funzionamento dei generatori e dei motori completi di tutte
regolatori di velocità di tipo elettronico per macchine le loro parti deve essere misurata ed annotata.
principali o ausiliarie
• Computer utilizzati per compiti essenziali per la sicu- 3.4.2 La prova deve essere eseguita a caldo subito dopo il
rezza della nave. funzionamento al carico ordinario.

2.1.2 Può essere ammessa, caso per caso, una accetta- 3.4.3 La resistenza di isolamento dei cavi di collegamento
zione basata sull’invio di una documentazione adeguata e dei generatori e motori, degli avvolgimenti di campo e degli
sull’esecuzione di prove a discrezione della Società. avviatori deve essere non inferiore a 1 MΩ..

Regolamenti RINA 2005 357


Parte C, Cap 2, Sez 15

4 Messa a massa • protezione di minima tensione.

Nota 1: Per l’esecuzione di questa verifica si può ricorrere, se del


4.1 Costruzioni elettriche caso, a verifiche simulate.

4.1.1 Devono essere effettuati accertamenti, attraverso 5.1.5 Deve essere provato il funzionamento in maniera
l’esame visivo o per mezzo di un tester, per verificare che soddisfacente della sorgente di energia di emergenza e
tutti i conduttori di protezione e di massa siano connessi ai della sorgente transitoria di energia quando richiesta. In
telai delle costruzioni elettriche ed allo scafo e che i con- particolare devono essere verificati l’avviamento automa-
duttori di massa delle prese a spina siano connessi a massa. tico e la connessione automatica al quadro di emergenza,
in caso di guasto della sorgente principale di energia elet-
4.2 Cavi con guaina metallica, tubi o con- trica.
dotti metallici
4.2.1 Devono essere effettuati accertamenti, attraverso
5.2 Apparecchi di interruzione
l’esame visivo o per mezzo di un tester, per verificare che i
rivestimenti metallici dei cavi e che i tubi, condotti, cana- 5.2.1 Gli apparecchi di interruzione devono essere posti
lette o ricoprimenti metallici ad essi relativi siano elettrica- sotto carico e, se ritenuto necessario dal Tecnico addetto
mente continui ed efficacemente messi a massa. alla sorveglianza, deve essere verificato il funzionamento
dei dispositivi di protezione contro le sovracorrenti (vedere
Nota 1).
5 Prove di funzionamento
Nota 1: Il collaudo già effettuato in fabbrica è in generale ritenuto
sufficiente per garantire che nell’esercizio tali apparecchi funzio-
5.1 Gruppi elettrogeneratori e relative appa- nino come richiesto.
recchiature di protezione
5.2.2 A giudizio della Società possono essere richieste
5.1.1 I gruppi elettrogeneratori devono essere fatti funzio- prove in corto circuito per verificare le caratteristiche di
nare al pieno carico nominale per verificare che siano sod- selettività dell’impianto.
disfacenti:
• le caratteristiche elettriche 5.3 Apparecchi utilizzatori
• la commutazione (eventuale)
• la lubrificazione 5.3.1 Le apparecchiature elettriche devono essere fatte
• la ventilazione funzionare nelle normali condizioni di esercizio (non
necessariamente al pieno carico o contemporaneamente),
• il livello di rumore e vibrazioni.
per verificare che esse siano idonee e soddisfacenti per il
5.1.2 Deve essere verificato, mediante idonee variazioni loro impiego.
di carico, il soddisfacente funzionamento in condizioni di
regime permanente e transitorio (vedere Sez 4, [2] ) dei: 5.3.2 I motori ed i relativi avviatori devono essere provati
in condizioni di normale funzionamento per verificare che
• regolatori di tensione e
siano soddisfacenti:
• regolatori di velocità.
• la potenza;
5.1.3 I gruppi elettrogeneratori destinati a funzionare in
• le caratteristiche di funzionamento;
parallelo devono essere provati per una gamma di carichi
fino al pieno carico per verificare che siano soddisfacenti: • la commutazione (eventuale);
• il funzionamento in parallelo • la velocità;
• la ripartizione del carico attivo • la direzione di rotazione;
• la ripartizione del carico reattivo (per generatori in c.a.).
• l’allineamento.
Devono anche essere verificati i dispositivi di sincronizza-
zione. 5.3.3 Devono essere provati gli arresti a distanza previsti.

5.1.4 Deve essere verificato il corretto funzionamento dei 5.3.4 Gli apparecchi per l’illuminazione, riscaldamento
seguenti dispositivi di protezione: ecc. devono essere provati nelle condizioni di funziona-
• protezione contro la sovravelocità; mento per verificarne la soddisfacente idoneità all’impiego
• protezione contro le sovracorrenti (vedere Nota 1); (in particolare per quanto riguarda il funzionamento
dell’illuminazione di emergenza).
• dispositivi di esclusione dei carichi;
• altri eventuali dispositivi di sicurezza.
5.4 Reti di comunicazione interna
Per gruppi destinati a funzionare in parallelo deve anche
essere verificato il corretto funzionamento della: 5.4.1 Le reti di comunicazione interna, i trasmettitori di
• protezione contro il ritorno di energia per impianti in ordini ed il telegrafo di macchina devono essere provati per
c.a. (o ritorno di corrente per impianti in c.c.); verificarne l’idoneità all’impiego.

358 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 2, Sez 15

5.5 Impianti in luoghi con pericolo di 5.6 Caduta di tensione


esplosione
5.6.1 Se ritenuto necessario dal Tecnico addetto alla sor-
5.5.1 Gli impianti ed i relativi certificati di sicurezza veglianza, si deve misurare la caduta di tensione di alimen-
devono essere esaminati per verificare che siano di tipo tazione per verificare che non superi i limiti ammissibili
ammesso nei vari luoghi e che l’integrità del tipo di prote- (vedere Sez 3, [9.11.4]).
zione adottato non sia stata menomata.

Regolamenti RINA 2005 359


Parte C, Cap 2, App 1

APPENDICE 1 METODO DI PROVA INDIRETTO PER LE MAC-


CHINE SINCRONE

1 Generalità resistenza per il calcolo della sovratemperatura, la misura


della resistenza deve essere eseguita non appena la mac-
china viene arrestata.
1.1 Metodo di prova
La sovratemperatura del rotore è ottenuta attraverso il cal-
1.1.1 Quando la macchina è stata completata (con i rive- colo della resistenza del rotore, Rrotore = U/Ir, dove U e Ir
stimenti, gli scambiatori di calore, tutti i dispositivi di sono la tensione e la corrente dell’avvolgimento di campo.
comando ed i sensori), il circuito di eccitazione è stato con-
I seguenti parametri devono essere registrati ogni 1/2 ora:
nesso alla sua alimentazione normale o ad una alimenta-
zione separata avente le stesse caratteristiche, e • i sensori di temperatura come pure la corrente e la ten-
l’alimentazione è stata equipaggiata con gli strumenti di sione dello statore,
misura necessari, essa deve essere sottoposta a tre prove di • la tensione e la corrente del campo principale,
funzionamento separate (vedere Fig 1): • le temperature dei cuscinetti (sensori incorporati o ter-
• Prova N° 1: Prova a vuoto alla tensione e corrente mometri), e la condizione di raffreddamento dei cusci-
nominale sul rotore, con il circuito dell’avvolgimento netti che devono essere confrontate a quelle che si
statorico aperto. La sovratemperatura dell’avvolgimento prevedono a bordo.
statorico dipende, in questo caso, dalle perdite nel cir-
cuito magnetico e dalle perdite maccaniche dovute alla 1.1.3 Le prove sopra descritte permettono di determinare
ventilazione dove. la sovratemperatura finale degli avvolgimenti di statore e di
• ∆ts1 è la sovratemperatura dello statore rotore con un grado di precisione accettabile.
• ∆tr1 è la sovratemperatura del rotore • La sovratemperatura dell’avvolgimento di statore è sti-
• Prova N° 2: Corrente di avvolgimento statorico nomi- mata essere la seguente:
nale con i terminali corto circuitati. La temperatura ∆t statore = ∆ts1 + ∆ts2 - ∆ts3
dell’avvolgimento statorico dipende dalle perdite di tipo ∆t dell’avvolgimento di statore deve essere corretta con
termico (Joule) e dalle perdite meccaniche, come sopra. la sovratemperatura supplementare dovuta alle armoni-
• ∆ts2 è la sovratemperatura dello statore che di corrente valutate dal costruttore.
• ∆tr2 è la sovratemperatura del rotore che per la prova • Tenendo in considerazione che nella prova N° 1 la cor-
N° 2 è trascurabile rente dell’avvolgimento di campo Irt è diversa dal valore
• Prova N° 3: Eccitazione nulla. La temperatura di tutti gli stimato dal costruttore Ir (dovuto al fatto che il cos ϕ in
avvolgimenti dipende dalle perdite meccaniche dovute condizioni di funzionamento non è uguale a 1), la
all’attrito ed alla ventilazione, essendo: sovratemperatura del rotore dovrà essere corretta come
• ∆ts3 è la sovratemperatura dello statore segue:
• ∆tr3 è la sovratemperatura del rotore. ∆t rotore = (∆tr1 - ∆tr3) x (lr in condizioni di carico nomi-
nali / lrt in condizioni di carico della prova)2 + ∆tr3
Nota 1: Il motore elettrico sincrono è alimentato alla sua velocità
nominale da un motore di trascinamento. Sarà considerato il bilan-
cio termico ottenuto, quando la sovratemperatura non varia più di
1.1.4 Nel metodo indiretto, non deve essere presa in con-
1°C all’ora. siderazione una possibile influenza reciproca della sovra-
temperatura tra lo statore ed il rotore. I risultati delle prove
1.1.2 Le misure di temperatura dell’avvolgimento statorico possono essere rappresentative della sovratemperatura a
possono essere basate sull’utilizzo sia di rilevatori termici bordo ma è consigliabile un margine da 10 a 15°C per il
incorporati che di misure della resistenza dell’avvolgi- confronto con la temperatura permessa dai regolamenti ed i
mento. Quando si utilizza il metodo della variazione di valori ottenuti durante le prove.

360 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 2, App 1

Figura 1 : Diagramma schematico utilizzato per la prova


Motore elettrico
di propulsione

Circuito di eccitazione
Giunto di
accoppiamento

Motore primo
Eccitatrice rotante
Diodi rotanti

TEST N 1 circuito aperto e TEST N 3

TEST N 2 corto circuito

Regolamenti RINA 2005 361


Parte C
Macchinari, Impianti e Protezione
contro gli Incendi

Capitolo 3

IMPIANTI DI AUTOMAZIONE

SEZIONE 1 NORME GENERALI


SEZIONE 2 NORME DI PROGETTO
SEZIONE 3 IMPIANTI A COMPUTER
SEZIONE 4 NORME PER LA COSTRUZIONE
SEZIONE 5 NORME PER L’INSTALLAZIONE
SEZIONE 6 PROVE

Regolamenti RINA 2005 363


Parte C, Cap 3, Sez 1

SEZIONE 1 NORME GENERALI

1 Generalità stazioni identiche, e deve essere in grado di funzionare


entro 10 minuti.
1.1 Limiti di applicazione alle norme • Impianto a computer è un impianto di uno o più com-
puter, con il relativo software, le periferiche e le inter-
1.1.1 Le norme seguenti si applicano agli impianti di auto- facce, e la rete di computer con i suoi protocolli.
mazione installati a bordo di tutte le navi, destinati ai ser- • Stazione di comando è un insieme di dispositivi di
vizi essenziali come definiti in Cap 2, Sez 1. Esse di comando e di controllo (monitoring) attraverso i quali
applicano anche agli impianti richiesti nel Capitolo 1 e nel un operatore può comandare e verificare la prestazione
Capitolo 2. dell’apparecchiatura.
1.1.2 Il presente Capitolo è inteso ad evitare che i guasti o • Impianto di comando è un impianto mediante il quale si
i malfunzionamenti degli impianti di automazione destinati esercita una azione volontaria su un’apparecchiatura,
ai servizi essenziali e non essenziali comportartino rischi diretta a soddisfare determinati obiettivi.
agli altri servizi essenziali. • Sistema esperto è un sistema intelligente basato
sull’apprendimento che è progettato per risolvere un
1.1.3 Le prescrizioni per le navi con locali macchina non
problema utilizzando informazioni che sono state com-
presidiati e per le navi aventi notazioni addizionali sono
pilate utilizzando qualche forma di esperienza umana.
specificati nella Parte F.
• Sicurezza in caso di guasto è un principio progettuale
1.2 Norme e Standard secondo cui un modo di guasto porta predominante-
mente a una condizione di sicurezza con riguardo in
1.2.1 Le Norme e gli Standard applicabili sono quelli defi- primo luogo alla sicurezza della nave.
niti in Cap 2, Sez 1. • Impianto completamente ridondante è un impianto di
automazione che comprende due impianti indipendenti
1.3 Definizioni (identici o diversi) che svolgono le medesime funzioni
ed operano nello stesso tempo.
1.3.1 I termini utilizzati nel presente Capitolo hanno il
• Impianto di riserva “caldo” è un impianto di automa-
significato attribuito loro dalle “definizioni” convenute in
zione che comprende due impianti indipendenti (iden-
Cap 2, Sez 1 o nelle norme IEC, se non diversamente speci-
tici o diversi) che svolgono le medesime funzioni, uno
ficato. Si applicano inoltre le seguenti definizioni:
dei quali è in funzione mentre l’altro è di riserva con un
• Indicatore di allarme è un indicatore che fornisce un interruttore di commutazione automatica.
segnale ottico e/o acustico all’insorgere di uno o più
guasti per attirare l’attenzione dell’operatore. • Strumentazione è un sensore o un elemento di con-
trollo.
• Impianto di allarme è un impianto destinato a dare un
allarme in caso di condizioni anormali di funziona- • Impianto integrato è un impianto che comprende due o
mento. più sottosistemi aventi funzioni indipendenti collegati
attraverso una rete di trasmissione dati e controllati da
• Software applicativo è il software che esegue compiti
una o più stazioni di lavoro.
specifici della configurazione effettiva dell’impianto a
computer ed è supportato dal software di base. • Comando locale è il comando di un’operazione da una
• Comando automatico è il comando di una operazione posizione adiacente all’apparecchiatura di manovra o
senza l’intervento umano diretto o indiretto, in risposta sistemata sull’apparecchiatura stessa.
all’insorgere di predeterminate condizioni. • Comando manuale è il comando di un’operazione
• Impianti di automazione sono impianti costituiti da agendo sugli organi di comando finali, direttamente o
impianti di comando (control) e da impianti di controllo indirettamente, tramite l’ausilio di energia elettrica,
(monitoring). oleodinamica o meccanica.
• Software di base è il software minimo comprendente il • L’impianto di controllo (monitoring) è un impianto pro-
firmware (programmi di funzionamento) e il mid- gettato per tenere sotto controllo corrette le condizioni
dleware richiesto per supportare il software applicativo. operative delle apparecchiature rivelando condizioni
• Impianto di riserva “freddo” è un impianto duplicato anormali di funzionamento (misura delle variabili con-
con commutazione manuale o con possibilità di sostitu- frontate con valori di riferimento specificati).
zione manuale di schede sotto tensione e non in fun- • Impianto di sicurezza è un impianto destinato a limitare
zione. L’impianto duplicato deve essere in grado di le conseguenze di guasti e ad intervenire automatica-
svolgere le operazione dell’impianto principale con pre- mente quando si verificano condizioni anormali.

Regolamenti RINA 2005 365


Parte C, Cap 3, Sez 1

• Software è l’insieme dei programmi, delle procedure e 2 Documentazione


delle documentazioni associate riguardanti il funziona-
mento dell’impianto del computer.
2.1 Generalità
• Ridondanza è l’esistenza di più di un mezzo per effet-
tuare una funzione richiesta. 2.1.1 Prima che la costruzione sia effettivamente incomin-
ciata, il Costruttore, il Progettista od il Cantiere devono
• Comando a distanza è un comando a distanza di
inviare alla Società i documenti (disegni, diagrammi, speci-
un’apparecchiatura per mezzo di un collegamento elet-
fiche e calcoli) richiesti nella presente Sezione.
trico o di altro tipo.
L’elenco dei documenti richiesti è indicativo del complesso
di informazioni che devono essere inviate e non deve
1.4 Generalità essere assunto come un mero elenco di titoli.
La Società si riserva il diritto di richiedere l’invio di docu-
1.4.1 Gli impianti ed i componenti di automazione, come
menti addizionali nel caso di progetti non convenzionali o
indicato in Cap 2, Sez 15, [2], devono essere scelti tra la
se ritenuto necessario per la valutazione dell’impianto,
lista dei prodotti di tipo approvato.
dell’apparecchiatura o del singolo componente.
Essi devono essere approvati sulla base delle prescrizioni I disegni devono comprendere tutti i dati necessari per la
applicabili delle presenti Norme ed in particolare quelle loro interpretazione, la loro verifica e la loro approvazione.
elencate nel presente Capitolo.
A meno che non sia diversamente concordato con la
L’approvazione può essere concessa a discrezione della Società, i documenti devono essere inviati all’approvazione
Società, caso per caso, a seguito dell’invio di una docu- in triplice copia se inviati dal Cantiere ed in quadruplice
mentazione adeguata e a seguito del buon esito delle prove copia se inviati dal fornitore di una apparecchiatura. I docu-
richieste. menti richiesti per conoscenza devono essere inviati in
duplice copia.
1.4.2 Le macchine principali e ausiliarie essenziali per la
In ogni caso, la Società si riserva il diritto di richiedere
propulsione, il comando e la sicurezza della nave devono
copie addizionali, quando ritenuto necessario.
essere provviste di mezzi efficaci per il loro funzionamento
ed il loro comando.
2.2 Documentazione da inviare
1.4.3 Gli impianti di comando, allarme e sicurezza
devono essere basati sul principio della “sicurezza in caso 2.2.1 Deve essere inviata la documentazione elencata in
di guasto” (fail-to-safety). Tab 1.

1.4.4 Ogni guasto degli impianti di automazione deve 2.3 Documentazione per gli impianti a
generare un allarme. computer

1.4.5 Indicazioni particolareggiate, prescrizioni di allarme 2.3.1 Generalità


e sicurezza riguardanti gli impianti di automazione per sin- Per gli impianti a computer, deve essere inviata la docu-
goli macchinari e impianti sono riportati nel Capitolo 1. mentazione elencata in Tab 2.

Tabella 1 : Documentazione da inviare

N. I/A (1) Documenti


1 A Specifiche generali per l’automazione della nave.
2 A Specifiche dettagliate degli impianti dei servizi essenziali.
3 A L’elenco dei componenti utilizzati nei circuiti di automazione, ed i riferimenti (costruttore, tipo, ecc.).
4 I Manuali di istruzione.
5 I Procedure di prova per gli impianti di comando, allarme e sicurezza.
6 A Schema generale indicante le postazioni di comando e/o di controllo delle varie installazioni, con l’indicazione
dei mezzi di accesso e dei mezzi di comunicazione tra le postazioni stesse e gli alloggi del personale di mac-
china.
7 A Schemi dei circuiti di alimentazione degli impianti di automazione, identificanti la fonte di energia.
8 A L’elenco dei parametri monitorati per gli impianti di allarme/controllo e di sicurezza.
9 A Schema dell’impianto di allarme per il personale di macchina.
(1) A : da inviare per approvazione;
I : da inviare per conoscenza.

366 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 3, Sez 1

2.3.2 Descrizione dell’impianto, software dei 2.3.5 Descrizione delle interfacce con l’utilizzatore
computer
La documentazione deve contenere:
Tale documentazione deve contenere:
• una descrizione delle funzioni residenti in ciascuna
• un elenco di tutti i principali moduli software installati interfaccia con l’operatore (tastiera/schermo o equiva-
in ciascuna unità hardware con i nomi ed i numeri di lente)
versione
• una descrizione di ciascuna schermata (schemi, foto a
• la descrizione di tutti i software principali che deve
colori, ecc.)
comprendere almeno:
• la descrizione del software di base installato in cia- • una descrizione di come funziona il menu (presenta-
scuna unità hardware, incluso il software per la zione ad albero)
comunicazione, quando applicabile • un manuale per l’operatore contenente le informazioni
• la descrizione del software applicativo. necessarie per l’installazione e l’impiego.

2.3.3 Descrizione del hardware dei computer 2.3.6 Programmi di prova


La documentazione da inviare deve comprendere: Devono essere inviati i seguenti programmi di prova:
• tutte le informazioni hardware di importanza per • prove di moduli/unità software
l’applicazione ed un elenco di tutti i documenti che si
applicano all’impianto. • prove di integrazione software
• lo schema del circuito di alimentazione • prove di validazione dell’impianto
• una descrizione degli strumenti hardware e software • prove a bordo.
necessari per la configurazione delle apparecchiature
• le informazioni necessarie per la messa in servizio Ogni programma di prova deve comprendere:
dell’impianto • una descrizione di ciascuna fase di prova
• le informazioni generali necessarie per la ricerca guasti • una descrizione dei criteri di accettabilità per ciascuna
e la riparazione quando l’impianto è in funzione. prova.
2.3.4 Analisi di affidabilità dell’impianto
La documentazione da inviare deve dimostrare l’affidabilità 2.4 Documenti per l’omologazione delle
dell’impianto per mezzo di appropriate analisi come ad apparecchiature
esempio:
2.4.1 I documenti da inviare per l’omologazione delle
• un’analisi del modo di guasto che descriva gli effetti
apparecchiature sono elencati di seguito:
dovuti ai guasti che portano alla distruzione
dell’impianto di automazione. In aggiunta, questo • una domanda di omologazione espressa dal costruttore
documento deve mostrare le conseguenze sugli altri od un suo rappresentante autorizzato
impianti, se esistono. Tale analisi deve essere valutata in
• le specifiche tecniche ed i disegni che descrivono
accordo alla Norma IEC 60812, o a qualsiasi altro Stan-
dard riconosciuto l’impianto, i suoi componenti, le caratteristiche, i prin-
cipi di funzionamento, l’installazione e le condizione
• rapporto di prova /prova di vita d’uso, e quando vi sia un impianto a computer, i docu-
• calcolo del MTBF (Mean Time Between Failure) menti elencati in Tab 2
• qualsiasi altro documento che provi alla Società l’affida- • eventuali rapporti di prova precedentemente preparati
bilità dell’impianto. da laboratori specializzati.

Tabella 2 : Documentazione da inviare per gli impianti a computer

N. I/A (1) Documenti


1 I Descrizione dell’impianto, software dei computer [2.3.2]
2 A Descrizione dell’impianto, hardware dei computer [2.3.3]
3 I Analisi di affidabilità dell’impianto [2.3.4]
4 I Descrizione delle interfacce con l’utilizzatore [2.3.5]
5 I Programmi di prova [2.3.6]
(1) A : da inviare per approvazione;
I : da inviare per conoscenza.

Regolamenti RINA 2005 367


Parte C, Cap 3, Sez 1

3 Condizioni ambientali e di alimenta- 3.2.2 Alimentazione pneumatica


zione Per l’apparecchiatura pneumatica, le caratteristiche di fun-
zionamento devono essere mantenute in caso di una varia-
zione permanente di pressione di alimentazione del ± 20%
3.1 Generalità della pressione nominale.
Per prescrizioni particolareggiate vedere in Cap 1, Sez 10.
3.1.1 Generalità
Gli impianti di automazione devono garantire un corretto 3.2.3 Alimentazione oleodinamica
funzionamento quando l’alimentazione è nei limiti specifi- Per l’apparecchiatura oleodinamica, le caratteristiche di
cati in Sez 2. funzionamento devono essere mantenute in caso di una
variazione permanente di pressione di alimentazione del ±
3.1.2 Condizioni ambientali 20% della pressione nominale.
Gli impianti di automazione devono essere progettati per Per prescrizioni dettagliate vedere in Cap 1, Sez 10.
funzionare in modo soddisfacente nelle condizioni ambien-
tali in cui si trovano ad operare. Le condizioni ambientali 4 Materiali e costruzione
sono descritte in Cap 2, Sez 2.

3.1.3 Comportamento in caso di guasto


4.1 Generalità
Gli impianti di automazione non devono avere un compor- 4.1.1 La scelta dei materiali e dei componenti deve essere
tamento critico in caso di mancanza di alimentazione, in fatta in relazione alle condizioni ambientali e di
caso di guasto o di rispristino delle condizioni di esercizio a funzionamento per garantire il corretto funzionamento
seguito di un guasto. Se vengono utilizzate alimentazioni delle apparecchiature.
ridondanti, esse devono essere derivate da fonti indipen-
denti. 4.1.2 La progettazione e la costruzione delle apparecchia-
ture di automazione devono tener conto delle condizioni
ambientali e di funzionamento per garantire un appropriato
3.2 Condizioni di alimentazione funzionamento delle apparecchiature.

3.2.1 Alimentazione elettrica


4.2 Componenti di tipo approvato
Si devono considerare le condizioni di alimentazione elet-
trica definite in Cap 2, Sez 2. 4.2.1 Vedere Cap 2, Sez 15.

368 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 3, Sez 2

SEZIONE 2 NORME DI PROGETTO

1 Generalità dell’impianto di allarme e di sicurezza per almeno


mezz’ora.
1.1
3 Impianti di comando
1.1.1 Tutti gli impianti di comando essenziali per la propul-
sione, il controllo e la sicurezza della nave devono essere 3.1 Generalità
indipendenti o progettati in modo tale che una avaria in un
impianto non porti al degrado delle prestazioni di un altro 3.1.1 Gli impianti di comando utilizzati per i servizi essen-
impianto. ziali, in caso di guasto, devono rimanere nell’ultima posi-
zione assunta prima del guasto stesso.
1.1.2 Gli impianti comandati automaticamente devono
poter essere comandati manualmente.
3.2 Impianti di comando locale
Un’avaria in qualsiasi parte di tali impianti non deve pregiu-
dicare l’uso del comando manuale. 3.2.1 Ciascun impianto deve poter essere comandato
manualmente da una posizione ubicata in modo da garan-
1.1.3 Gli impianti di automazione devono possedere pre- tire il controllo visivo da parte dell’operatore. Per il detta-
stazioni costanti. glio degli strumenti necessari in ciascun impianto vedere il
Capitolo 1 e il Capitolo 2.
1.1.4 Le funzioni di sicurezza devono essere indipendenti
dalle funzioni di comando (control) e di controllo (monito- Deve essere anche possibile comandare i macchinari ausi-
ring). Per quanto possibile, anche le funzioni di comando e liari, essenziali per la propulsione e la sicurezza della nave,
di controllo devono essere indipendenti. dai macchinari stessi o da un posto vicino.

1.1.5 Gli impianti di comando, controllo e sicurezza 3.3 Impianti di comando a distanza
devono possedere dispositivi di autodiagnosi. In caso di
guasto, deve generarsi un allarme. 3.3.1 Quando sono previste più postazioni di comando,
In particolare, un guasto dell’alimentazione dell’impianto deve essere possibile comandare i macchinari da una sola
di automazione deve attivare un allarme. postazione per volta.

3.3.2 In ogni postazione vi devono essere dispositivi che


1.1.6 Quando vengono utilizzati impianti a computer per
indichino quale di esse ha il comando delle macchine di
gli impianti di comando, allarme o sicurezza, essi devono
propulsione.
soddisfare le prescrizioni di cui in Sez 3.
3.3.3 Il comando a distanza deve essere provvisto della
2 Alimentazione degli impianti di auto- strumentazione necessaria, in ciascuna postazione di
mazione comando, per assicurare l’effettivo comando (corretto fun-
zionamento dell’impianto, indicazione della postazione
che ha il comando, indicazione di allarme).
2.1 Generalità
3.3.4 Il trasferimento del comando da una postazione ad
2.1.1 La fonte di alimentazione degli impianti di automa- un’altra, non deve comportare apprezzabili variazioni nello
zione deve essere duplicata. Le batterie, gli accumulatori stato del macchinario o dell’impianto comandato. Il trasferi-
pneumatici o oleodinamici, installati per garantire che mento del comando deve essere indicato da una segnala-
l’impianto sia alimentato con continuità, non devono consi- zione acustica e riconosciuto dalla postazione di comando
derarsi come una duplicazione della fonte di alimenta- verso la quale avviene il trasferimento. La postazione di
zione. La perdita di tensione o di pressione di queste fonti controllo principale deve essere in grado di prendere il
di alimentazione deve attivare un allarme. comando senza riconoscimento.

2.2 Alimentazione elettrica 3.4 Impianti di comando automatico


2.2.1 L’alimentazione di ciascun impianto di automazione 3.4.1 Gli impianti di avviamento, di funzionamento e di
indipendente deve prevedere una protezione contro il corto comando automatico devono comprendere mezzi per
circuito ed il sovraccarico. escludere manualmente i comandi automatici.
L’alimentazione deve essere isolata.
3.4.2 Gli impianti di comando automatico devono essere
2.2.2 La capacità della fonte di riserva deve essere suffi- stabili in tutto il loro campo di funzionamento nelle normali
ciente per assicurare il normale funzionamento condizioni di funzionamento.

Regolamenti RINA 2005 369


Parte C, Cap 3, Sez 2

3.4.3 Ogni impianto di comando automatico deve posse- 4.2 Impianti di comando a distanza dalla
dere gli strumenti sufficienti per verificare il corretto funzio- plancia
namento dell’impianto stesso.
4.2.1 Quando il macchinario di propulsione è comandato
dalla plancia, il comando a distanza deve comprendere un
4 Impianti di comando delle macchine dispositivo automatico tale che il numero di operazioni da
di propulsione effettuare sia ridotto e che la loro natura sia semplificata e
tale da permettere il comando in entrambe le direzioni di
marcia avanti e marcia indietro. Quando necessario,
4.1 Impianti di comando a distanza devono essere previsti mezzi per prevenire il sovraccarico
ed il prolungato funzionamento in velocità critiche del
4.1.1 Le prescrizioni indicate in [3] devono essere appli- macchinario di propulsione.
cate alle macchine di propulsione. Nota 1: Sistemazioni che non soddisfino le prescrizioni del pre-
sente Articolo possono essere considerate per le seguenti navi:
4.1.2 Il progetto dell’impianto di comando a distanza deve • navi con lunghezza minore di 24 m
essere tale che, in caso di sua avaria, sia dato un allarme.
• navi da carico con stazza lorda inferiore a 500 ton
• navi con notazioni di navigazione limitata
4.1.3 La mancanza di alimentazione (elettrica, oleodina-
mica, ecc.) del comando a distanza dell’impianto di propul- • unità prive di impianto di propulsione propria.
sione deve essere segnalata con un allarme nella
4.2.2 Sulle navi provviste di un comando a distanza, il
postazione di comando. In caso di guasto dell’impianto di
comando diretto dei macchinari di propulsione deve essere
comando a distanza e a meno che la Società non lo consi-
previsto localmente. Il comando locale diretto deve essere
deri impraticabile, la velocità di rotazione e la direzione
indipendente dai circuiti di comando a distanza e, quando
della spinta dell’elica prefissate devono essere mantenute ai
impiegato, prevalere su tutti i comandi a distanza.
valori prestabiliti fino a quando non sia stato assunto il
comando sul posto. Ciò si applica in particolare nel caso di 4.2.3 Ciascuna postazione di comando compreso, incluso
mancanza di alimentazione di tipo elettrico, pneumatico il comando parziale (per esempio il comando locale delle
od oleodinamico. eliche a pale orientabili o delle frizioni) deve essere provvi-
sta di mezzi di comunicazione con ciascuna postazione di
4.1.4 Gli ordini dalla plancia alle macchine di propulsione comando a distanza. Le postazioni di comando locale
devono essere indicati nella postazione di comando propul- devono essere indipendenti dal comando a distanza del
sione e nella postazione di comando locale. macchinario di propulsione ed ancora funzionanti in caso
di mancanza di alimentazione elettrica (black-out) (vedere
4.1.5 Il comando deve essere realizzato per mezzo di una Nota 1 in [4.2.1])
apparecchiatura di comando singola per ogni elica indipen-
dente, con funzionamento automatico di tutti i servizi asso- 4.2.4 Il comando a distanza delle macchine di propulsione
ciati, compresi, se necessario, dispositivi per prevenire il deve essere possibile solo da una sola postazione per volta;
sovraccarico delle macchine di propulsione. Quando è pre- a tali postazione sono ammesse posizioni di comando inter-
visto che funzionino contemporaneamente più eliche, que- connesse.
ste possono essere comandate da un’unica apparecchiatura
4.2.5 Il trasferimento del comando tra la plancia e i locali
di comando.
macchine deve essere possibile solamente dai locali mac-
chine di propulsione o dalla sala di comando delle mac-
4.1.6 Devono essere sistemati in plancia, nella postazione chine di propulsione. L’impianto deve comprendere mezzi
di comando propulsione ed in corrispondenza della posta- per prevenire sensibili variazioni della spinta dell’elica
zione di comando locale indicatori per i seguenti parametri: quando il comando viene trasferito da una postazione ad
velocità e senso di rotazione dell’elica nel caso di eliche a un’altra (vedere Nota 1 in [4.2.1])
pale fisse; e
4.2.6 In plancia, il comando delle normali manovre per
velocità e posizione del passo dell’elica nel caso di eliche a una linea d’alberi deve essere realizzato da un singolo
pale orientabili. dispositivo di comando: una leva, un volantino o una pul-
santiera.Tuttavia, ciascun meccanismo che contribuisce
4.1.7 Le macchine di propulsione principali devono essere direttamente alla propulsione, come un motore, una fri-
provviste di un dispositivo di arresto di emergenza in plan- zione, un freno automatico o un’elica a pale orientabili,
cia, indipendente dall’impianto di comando dalla plancia. deve poter essere comandato individualmente sia local-
mente sia dalla postazione di comando e controllo delle
Devono essere previsti mezzi alternativi per un arresto di macchine di propulsione (vedere Nota 1 in [4.2.1]).
emergenza nel caso in cui non vi siano reazioni ad un
comando di arresto. Tale dispositivo di comando per l’arre- 4.2.7 L’avviamento a distanza del macchinario di propul-
sto di emergenza può consistere in un dispositivo contrad- sione deve essere automaticamente impedito se sussistono
distinto in modo semplice e chiaro, per esempio da un condizioni che potrebbero danneggiare il macchinario
pulsante. Tale dispositivo deve essere in grado di arrestare stesso, p.l. viratore ingranato, insufficiente pressione
la spinta dell’elica, qualunque sia la causa del guasto. dell’olio lubrificante o freno inserito.

370 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 3, Sez 2

4.2.8 Gli allarmi e gli indicatori che non sono richiesti, comando in caso di mancanza di energia; per quanto possi-
non devono in generale essere posizionati sui pannelli della bile tale allarme deve attivarsi mentre sia ancora possibile
plancia. operare sull’impianto (vedere Nota 1 in [4.2.1]).

4.5.2 Quando è installata una sola frizione il suo comando


4.3 Impianti di comando automatico deve essere di tipo “fail-set” (cioè, in caso di guasto il
4.3.1 Sono applicabili le prescrizioni di cui in [3]. Inoltre, comando deve rimanere nell’ultima posizione assunta
quando necessario, devono essere considerate le seguenti prima del guasto). Altre sistemazioni possono essere consi-
prescrizioni. derate in relazione alla configurazione del macchinario di
propulsione.
4.3.2 Le macchine di propulsione principale a turbine e, se
applicabile, le macchine di propulsione principale a combu- 4.6 Freni
stione interna ed il macchinario ausiliario devono essere
provviste di arresto automatico nel caso di avarie, quali 4.6.1 L’inserzione del freno può essere effettuata in modo
mancanza di olio lubrificante, che potrebbero portare rapi- automatico o comandata a distanza soltanto se:
damente ad una completa rottura, a seri danni o ad esplo- • la propulsione è stata arrestata
sione. • il viratore è stato scollegato
• la velocità della linea d’alberi (giri/min) è inferiore ad
4.3.3 L’impianto di comando automatico deve essere pro-
un valore di soglia indicata dal costruttore (vedere
gettato sul principio di sicurezza in caso di guasto, ed in
Nota 1 in [4.2.1].
caso di avaria, l’impianto deve essere portato automatica-
mente ad uno stato di sicurezza predeterminato.
5 Impianti di comando a distanza delle
4.3.4 Quando l’impianto di comando a distanza dei mac- valvole
chinari di propulsione è progettato per eseguire l’avvia-
mento automatico, il numero dei tentativi automatici
5.1
consecutivi deve essere limitato ad un predeterminato
valore della pressione dell’aria di avviamento che permetta 5.1.1 Le seguenti prescrizioni sono applicabili alle valvole
tre tentativi e deve essere previsto un allarme, in plancia e il cui guasto può portare alla perdita di servizi essenziali.
nei locali macchina.
5.1.2 Un guasto dell’alimentazione non deve permettere
4.3.5 Le operazioni conseguenti ad ogni posizionamento ad una valvola di spostarsi in una condizione non sicura.
del dispositivo di comando della plancia (compresa l’inver-
sione del moto dalla massima velocità in avanti in caso di 5.1.3 Deve essere prevista una indicazione nella posta-
emergenza) devono avvenire secondo una sequenza auto- zione di comando a distanza per visualizzare la posizione
matica ed in tempi accettabili come prescritto dal Costrut- effettiva della valvola o se la valvola è completamente
tore. aperta o completamente chiusa.

4.3.6 Per le turbine a vapore, deve essere previsto un 5.1.4 Deve essere possibile manovrare manualmente le
dispositivo per la rotazione a bassissimi giri che intervenga valvole in caso di avarie agli impianti di comando automa-
automaticamente nel caso in cui la turbina resti ferma oltre tici o manuali a distanza.
un tempo prestabilito. Deve essere possibile interrompere
5.1.5 Le apparecchiature sistemate in posizione tale che
questa rotazione automatica dalla plancia.
possano essere sommerse, devono essere in grado di poter
funzionare anche in tali condizioni.
4.4 Impianti di comando automatico per la
propulsione e la manovra 6 Impianti di allarme
4.4.1 Deve essere attivato un allarme in caso di guasto
della fonte di alimentazione del comando automatico delle 6.1 Norme generali
unità di propulsione. In tale circostanza, la direzione prefis-
sata della spinta deve essere mantenuta per un tempo suffi- 6.1.1 Gli allarmi devono essere ottici ed acustici e distin-
ciente a consentire l’intervento del personale di macchina. guibili chiaramente dagli altri segnali nelle condizioni di
Non essendo possibile ciò, devono essere previste sistema- rumore ed illuminazione presenti nella normale postazione
zioni minime, come ad esempio un arresto della linea del personale di guardia.
d’alberi, per prevenire qualsiasi inversione non voluta della 6.1.2 Devono essere previste sufficienti informazioni per
spinta. Tale arresto potrebbe essere automatico o ordinato una gestione ottimale degli allarmi.
dall’operatore, a seguito di una appropriata segnalazione.
6.1.3 L’impianto di allarme deve essere del tipo autose-
4.5 Frizioni gnalatore di guasto; un guasto dell’impianto di allarme,
compreso il collegamento verso l’esterno, deve attivare un
4.5.1 Quando la frizione di una macchina di propulsione allarme. I circuiti di allarme devono essere indipendenti gli
è alimentata elettricamente, pneumaticamente od oleodina- uni dagli altri. Tutti i circuiti di allarme devono essere pro-
micamente, deve essere dato un allarme alla postazione di tetti in modo tale da non danneggiarsi l’uno con l’altro.

Regolamenti RINA 2005 371


Parte C, Cap 3, Sez 2

6.2 Funzioni di allarme 6.2.6 Trasferimento di responsabilità


Quando sono previste più postazioni di comando degli
6.2.1 Attivazione degli allarmi allarmi ubicate in spazi diversi, la responsabilità degli
Gli allarmi devono essere attivati quando sui macchinari si allarmi non deve essere trasferita prima di essere stata rico-
manifestano condizioni anormali che necessitano l’inter- nosciuta dalla postazione di ricezione. Il trasferimento di
vento del personale di guardia, e sul dispositivo di commu- responsabilità deve fornire un avvertimento acustico. Ad
tazione automatica, quando sono installati macchinari di ogni postazione di comando degli allarmi deve essere indi-
riserva. cata quale postazione è in comando.
Un allarme, quando attivato, non deve impedire l’attiva- 6.2.7 Impianti di allarme con un numero limitato di
zione di qualsiasi ulteriore allarme per altri guasti. punti controllati
6.2.2 Riconoscimento di un allarme Per allarmi con un numero limitato di punti controllati, pos-
sono essere concesse, a discrezione della Società, attenua-
Il riconoscimento di un allarme consiste nel tacitare zioni alle prescrizioni di [6.2].
manualmente le segnalazioni acustiche e le segnalazioni
ottiche addizionali (p.l. segnale a luce rotante) lasciando il
segnale ottico sulla postazione di comando attiva. Gli 7 Impianti di sicurezza
allarmi che sono stati riconosciuti devono essere chiara-
mente distiguibile dagli allarmi che non sono stati ricono- 7.1 Progettazione
sciuti. Il riconoscimento, non deve impedire che la
segnalazione acustica funzioni per una successiva condi- 7.1.1 Guasti degli impianti
zione di allarme.
Un impianto di sicurezza deve essere progettato per limi-
Gli allarmi devono persistere fino a che non siano stati rico- tare le conseguenze delle avarie. Esso deve essere costruito
nosciuti e le segnalazioni ottiche dei singoli allarmi devono per rispondere al principio della “sicurezza in caso di gua-
permanere fino a quando la causa di allarme non sia stata sto”.
eliminata, dopodichè l’impianto di allarme deve riportarsi
Un impianto di sicurezza deve essere del tipo autosegnala-
automaticamente nelle condizioni normali di funziona-
tore di guasto; di norma, qualsiasi guasto dell’impianto di
mento.
sicurezza, compreso il collegamento verso l’esterno, deve
Il riconoscimento degli allarmi deve essere possibile sol- attivare un allarme.
tanto dalla stazione di comando attiva.
Gli allarmi, compresa la rivelazione di anomalie transitorie, 7.2 Funzioni
devono rimanere attivi sino al riconoscimento dell’indica-
zione ottica. 7.2.1 Attivazione dell’impianto di sicurezza
Il riconoscimento di segnalazioni ottiche deve essere sepa- Gli impianti di sicurezza devono essere attivati automatica-
rato per ciascun segnale oppure comune ad un limitato mente nel caso in cui vengano identificate condizioni che
gruppo di segnali. Il riconoscimento deve essere possibile possano portare a danni gravi sugli impianti o sui macchi-
soltanto quando l’utilizzatore possiede informazioni ottiche nari, in modo tale che:
sulle condizioni di allarme per il segnale o tutti i segnali • vengano ripristinate le normali condizioni di funziona-
raggruppati. mento (p.l. avviando una unità di riserva), oppure

6.2.3 Esclusione degli allarmi • il funzionamento del macchinario sia temporaneamente


adattato alle condizioni anormali che si sono verificate
Può essere accettata l’esclusione manuale di allarmi sepa- (p.l. riducendo le grandezze di uscita del macchinario
rati quando ciò sia chiaramente indicato. controllato), oppure
L’esclusione delle funzioni di allarme e di sicurezza in certe • il macchinario sia protetto, per quanto possibile, contro
condizioni operative (per esempio durante l’avviamento o condizioni critiche di funzionamento escludendo il
l’assestamento) deve essere automaticamente disabilitata combustibile o interrompendo l’alimentazione di ener-
nelle altre condizioni operative. gia e quindi fermando il macchinario (arresto), o
mediante arresto appropriato.
6.2.4 Ritardo nell’attivazione degli allarmi
Deve essere possibile ritardare l’attivazione di un allarme 7.2.2 Indicazioni di sicurezza
per evitare il manifestarsi di falsi allarmi come conseguenza Dopo che l’impianto di sicurezza è intervenuto, deve essere
di normali condizioni transitorie (p.l. durante il riscalda- possibile identificare la causa che ne ha provocato l’inter-
mento e l’assestamento). vento. Ciò deve essere realizzato con una indicazione cen-
trale o locale.
6.2.5 Allarme per il personale di macchina
L’esclusione manuale di un impianto di sicurezza deve
Deve esservi un allarme per il personale di macchina, azio-
essere segnalato chiaramente nella relativa postazione di
nabile dalla postazione di comando delle macchine di pro-
comando.
pulsione o dalla postazione di comando locale, come
appropriato ed esso deve essere chiaramente udibile negli L’intervento automatico della sicurezza deve attivare un
alloggi del personale di macchina. allarme alle postazioni di comando prestabilite.

372 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 3, Sez 2

7.3 Impianti di arresto (shutdown) • quando un macchinario è in riserva, pronto per essere
avviato automaticamente, ciò deve essere segnalato
7.3.1 Per l’impianto di arresto (shut down) dei macchinari chiaramente nella sua postazione di comando
valgono le seguenti prescrizioni:
• quando un macchinario è stato fermato, esso non deve • la commutazione all’unità di riserva deve essere indi-
potersi riavviare automaticamente prima che sia stato cata con un allarme ottico ed acustico
azionato il ripristino manuale (reset) dell’impianto di
• devono essere previsti, in vicinanza dei macchinari,
sicurezza
mezzi per impedire avviamenti automatici o a distanza
• l’arresto dell’impianto di propulsione deve essere limi- non desiderati (p.l. in fase di riparazione)
tato ai casi che potrebbero portare a danni gravi, alla
rottura completa o ad esplosioni. • deve essere impedito l’avviamento automatico se sussi-
stono condizioni che potrebbero mettere in pericolo i
7.4 Impianti di riserva macchinari di riserva.

7.4.1 Per l’impianto di avviamento automatico delle unità


di riserva valgono le seguenti prescrizioni: 7.5 Prove
• guasti all’impianto elettrico o meccanico del macchina-
rio in moto non devono impedire l’avviamento automa- 7.5.1 Sugli impianti di sicurezza devono essere eseguite
tico di quello di riserva delle prove, in accordo alle prescrizioni di cui in Sez 6.

Regolamenti RINA 2005 373


Parte C, Cap 3, Sez 3

SEZIONE 3 IMPIANTI A COMPUTER

1 Norme generali predeterminata che garantisca un appropriato grado di sicu-


rezza. Il guasto deve attivare un allarme ottico ed acustico.
1.1 Generalità 1.5.2 Deve essere predisposto un dispositivo di autodia-
gnosi per tenere sotto controllo l’appropriato funziona-
1.1.1 Le caratteristiche dell’impianto devono essere com- mento dell’hardware e del software dell’impianto. Tale
patibili con i servizi a cui sono destinati, in condizioni nor- dispositivo deve includere, per quanto possibile, una auto-
mali ed anomale del processo. Il tempo di risposta delle diagnosi delle schede di ingresso/uscita.
funzioni di allarme deve essere inferiore a 5 secondi.
1.5.3 Il guasto ed il successivo ripristino degli impianti a
1.1.2 Quando è richiesto che gli impianti sotto controllo computer non devono portare i processi in uno stato critico
siano duplicati ed ubicati in compartimenti separati, ciò o indefinito.
deve essere applicato anche agli elementi di comando
appartenenti agli impianti a computer. 1.6 Ridondanza degli impianti
1.1.3 Di norma gli impianti a computer destinati ai servizi 1.6.1 Se è dimostrato che un guasto dell’impianto, che
essenziali devono essere di tipo omologato. includa l’impianto a computer, porta a danni gravi che met-
tono in pericolo i servizi essenziali e la sicurezza della
1.2 Approvazione di tipo degli impianti nave, deve essere disponibile un mezzo indipendente
secondario di appropriata diversità per ripristinare le fun-
1.2.1 L’approvazione di tipo deve contemplare l’hardware zionalità base del servizio.
ed il software di base dell’impianto. Le prescrizioni per
l’approvazione di tipo sono dettagliate in Sez 6. Una lista
2 Hardware
della documentazione da inviare è fornita in Sez 1.

2.1 Generalità
1.3 Funzionamento degli impianti
2.1.1 La costruzione degli impianti deve soddisfare le pre-
1.3.1 Gli impianti devono essere protetti in modo tale che scrizioni di cui in Sez 4.
solo il personale autorizzato possa modificare qualunque
parametro di configurazione che possa alterare gli impianti
2.2 Custodie
stessi.
2.2.1 Le custodie degli impianti devono essere progettate
1.3.2 Deve essere possibile modificare la configurazione, i
per fronteggiare le condizioni ambientali di cui in Cap 2,
segnali di riferimento (set-point) o i parametri, senza opera-
Sez 2, [1] presenti nei luoghi di installazione. La custodia
zioni complesse come ad esempio la compilazione di pro-
deve essere tale da proteggere i circuiti stampati ed i com-
grammi o l’inserimento di dati codificati.
ponenti associati dalle aggressioni esterne. Quando richie-
1.3.3 La memorizzazione di programmi o dati sto, gli impianti di raffreddamento devono essere
dell’impianto deve essere progettata in modo tale da non controllati, ed un allarme deve essere attivato quando le
essere alterata dalle condizioni ambientali definite in condizioni di temperatura superano la normale temperatura
Cap 2, Sez 2, [1] o dalla mancanza di alimentazione. di esercizio.

2.2.2 La costruzione meccanica deve essere progettata per


1.4 Affidabilità degli impianti sopportare il livello di vibrazioni definito in Cap 2, Sez 2 in
accordo con le condizioni ambientali applicabili.
1.4.1 L’affidabilità degli impianti deve essere provata in
accordo con la documentazione richiesta in Sez 1, [2.3.4].
3 Software
1.4.2 Quando è utilizzato per funzioni di allarme, sicu-
rezza e comando, la progettazione dell’impianto hardware 3.1 Generalità
deve essere basata sul principio della “sicurezza in caso di
guasto”. 3.1.1 Il software di base deve essere sviluppato con
moduli compatibili ed indipendenti.
1.5 Guasto degli impianti Devono essere previsti mezzi di autodiagnosi per identifi-
care i guasti di qualsiasi modulo software.
1.5.1 In caso di guasto di un impianto a computer, il pro- Quando l’hardware (p.l. dispositivi di ingresso/uscita, colle-
cesso deve ritornare automaticamente ad una condizione gamenti di comunicazione, memoria, ecc.) è predisposto

374 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 3, Sez 3

per limitare la conseguenza di guasti, il software corrispon- golo guasto, essi non alterino il funzionamento della rete. In
dente deve essere separato anche nei differenti moduli sof- caso di guasto, deve essere attivato un allarme.
tware per raggiungere il medesimo grado di indipendenza. L’aggiunta di dispositivi di accoppiamento non deve alte-
rare il funzionamento della rete.
3.1.2 Il software di base deve essere di tipo approvato in
accordo a Sez 6, [2.3]. I dispositivi di collegamento hardware devono essere scelti,
quando possibile, in accordo con gli standard internazio-
3.1.3 Il software applicativo deve essere provato in nali.
accordo con Sez 6, [3.3].
Quando un impianto a computer è utilizzato con un
3.1.4 Il caricamento del software, quando necessario, impianto non essenziale e collegato alla rete utilizzata per
deve essere fatto in modalità di aiuto interattivo. gli impianti essenziali, il dispositivo di accoppiamento deve
essere di tipo approvato.
3.2 Sviluppo in qualità del software
4.3 Software per la trasmissione
3.2.1 Lo sviluppo del software deve essere eseguito in
accordo con i piani di qualità definiti dal costruttore e ne 4.3.1 Il software per la trasmissione deve essere progettato
devono essere mantenute le registrazioni. Lo standard ISO in modo tale che i dati di allarme o comando abbiano prio-
9000-1, o standard internazionali equivalenti, devono rità su qualsiasi altro dato. Per i dati di comando il tempo di
essere presi come guida per la procedura di qualità. Il piano trasmissione non deve compromettere l’efficienza delle fun-
di qualità deve comprendere la procedura di prova del sof- zioni.
tware ed i risultati delle prove devono essere documentati.
4.3.2 Il protocollo di trasmissione deve essere scelto prefe-
ribilmente tra gli standard internazionali.
4 Collegamento della trasmissione
dati 4.3.3 Deve essere previsto un mezzo di comando della
trasmissione progettato in modo tale da verificare il com-
pletamento dei dati trasmessi (CRC o un metodo accettabile
4.1 Generalità
equivalente). Quando viene rilevato un dato danneggiato, il
4.1.1 La prestazione del mezzo di trasmissione della rete numero di tentativi deve essere limitato in modo da otte-
(velocità di trasferimento e tempo di ritardo) deve essere nere un accettabile tempo di risposta globale. La durata del
compatibile con l’applicazione cui è destinata. messaggio deve essere tale da non interrompere la trasmis-
sione di altre stazioni.
4.1.2 Quando è installata una configurazione master
/slave, il terminale master deve essere indicato agli altri ter- 4.4 Funzionamento della trasmissione
minali.
4.4.1 In caso di guasto hardware o software nella trasmis-
4.2 Supporti hardware sione dati deve essere attivato un allarme. Deve essere pre-
visto un mezzo per verificare l’attività della trasmissione ed
4.2.1 La trasmissione dei dati deve essere di tipo autodia- il suo corretto funzionamento (informazione di conferma).
gnostico, sia per quanto riguarda il mezzo di trasmissione
della rete sia per quanto riguarda le interfacce/collega- 4.5 Reti ridondanti
menti.
Il collegamento della trasmissione dati deve essere avviata 4.5.1 Quando due o più funzioni essenziali utilizzano la
automaticamente quando alimentata, o ripristinata dopo medesima rete, è richiesta la ridondanza della rete in
una mancanza di alimentazione. accordo con le condizioni riportate in [1.6.1].

4.2.2 La scelta dei cavi di trasmissione deve essere effet- 4.5.2 La commutazione delle reti ridondanti da una
tuata in accordo con le condizioni ambientali. Una atten- all’altra deve avvenire senza causare alterazioni alle presta-
zione particolare deve essere data alle caratteristiche di zioni richieste.
livello richieste per le interferenze elettromagnetiche.
4.5.3 Quando non è in servizio, la rete ridondante deve
4.2.3 L’installazione dei cavi di trasmissione deve soddi- essere permanentemente monitorata, in modo tale da rive-
sfare le prescrizioni descritte in Cap 2, Sez 11. Inoltre, il lare qualsiasi guasto su entrambe le reti. Quando una rete è
percorso dei cavi di trasmissione deve essere scelto in in condizioni di guasto deve essere attivato un allarme .
modo tale da passare nelle zone meno esposte ai danni di
origine meccanica, chimica o EMI da interferenze elettro- 4.5.4 Nelle reti ridondanti, le due reti devono essere
magnetiche. Per quanto possibile, il percorso di ciascun mutuamente indipendenti. Un guasto su qualsiasi compo-
cavo deve essere indipendente da qualsiasi altro cavo. Tali nente comune non deve causare nessun degrado delle pre-
cavi non possono essere posti in fascio con altri cavi sui stazioni.
vassoi portacavi.
4.5.5 Quando sono richiesti collegamenti ridondanti per
4.2.4 I dispositivi di accoppiamento devono essere proget- la comunicazione dei dati, i loro percorsi devono essere per
tati, per quanto possibile, in modo tale che in caso di sin- quanto possibile separati.

Regolamenti RINA 2005 375


Parte C, Cap 3, Sez 3

5 Interfaccia uomo-macchina 5.4 Dispositivi di uscita

5.4.1 Unità video


5.1 Generalità Le Unità Video (VDU) e gli altri dispositivi di uscita devono
essere adeguatamente illuminati ed attenuabili quando
5.1.1 La progettazione dell’interfaccia con l’operatore installati in plancia. La regolazione della luminosità e del
deve seguire principi ergonomici. Può essere utilizzato lo colore delle unità video deve essere limitata ad un livello
standard IEC 60447 “Interfaccia uomo-macchina” o stan- minimo di leggibilità.
dard riconosciuti equivalenti.
Quando vengono utilizzate unità video per dare l’allarme,
il segnale d’allarme, richiesto dai regolamenti, deve essere
5.2 Indicazione del funzionamento degli indicato qualunque altra informazione sia presente sullo
impianti schermo. Gli allarmi devono essere visualizzati in accordo
con la sequenza di apparizione.
5.2.1 Deve essere previsto un mezzo per verificare l’atti- Quando gli allarmi sono visualizzati su unità video a colori,
vità dell’impianto, o di un sottoimpianto, ed il suo corretto la distinzione dello stato di allarme deve essere possibile in
funzionamento. caso di guasto di un colore primario.
La posizione delle unità video deve essere tale da essere
5.2.2 In caso di cattivo funzionamento di un impianto o di facilmente leggibili dalla normale postazione del personale
un sottoimpianto deve attivarsi un allarme ottico ed acu- di guardia. La dimensione dello schermo e dei caratteri
stico. Questo allarme deve essere tale da semplificare devono essere scelte di conseguenza.
l’identificazione del guasto.
Quando sono previste più postazioni di comando ubicate
in diversi luoghi, deve essere fornita una indicazione della
5.3 Dispositivi di ingresso postazione in comando a ciascuna postazione di comando.
Il trasferimento del comando deve essere effettuato senza
interruzione del servizio.
5.3.1 I dispositivi di ingresso devono essere posizionati in
modo tale che l’operatore abbia una chiara visuale dei rela-
tivi schermi. 5.5 Stazioni di lavoro
Il funzionamento dei dispositivi di ingresso, quando instal- 5.5.1 Il numero delle stazioni di lavoro nelle postazioni di
lati, deve essere logico e corrispondente alla direzione di comando deve essere sufficiente per assicurare che tutte le
funzionamento delle apparecchiature controllate. funzioni possano essere previste con una qualsiasi unità
fuori servizio, tenendo in considerazione qualsiasi funzione
L’utilizzatore deve essere informato del buon esito del che deve essere disponibile con continuità.
suo operato.
5.5.2 Le stazioni di lavoro multi funzione per il comando e
Il comando delle funzioni essenziali deve essere disponi- l’indicazione devono essere ridondanti ed intercambiabili.
bile da una sola postazione di comando per volta. Non
essendo possibile ciò, devono essere impediti conflitti tra i 5.5.3 La scelta dei colori, dei simboli grafici, ecc. deve
comandi per mezzo di interblocchi e/o avvertimenti. essere coerente in tutti gli impianti installati a bordo.

5.3.2 Quando sono utilizzate chiavi per i comandi 5.6 Comunicazioni tra computer
comuni/importanti, e se a dette chiavi sono assegnate più
funzioni, deve essere riconoscibile la funzione attiva. 5.6.1 Le comunicazioni tra computer devono essere più
Se l’uso di una chiave può avere conseguenze indesiderate, semplici ed autoesplicative possibile.
devono essere presi provvedimenti per impedire che venga Il contenuto degli schermi deve essere strutturato in
eseguita una istruzione a seguito di un singolo comando maniera logica e deve mostrare soltanto quello che è
(p.l. simultaneo uso di 2 chiavi, ripetuto uso di una chiave, importante per l’utilizzatore.
ecc.). Il menu deve essere organizzato in modo tale da avere un
Devono essere previsti mezzi per controllare la validità dei rapido accesso alle funzioni più frequentemente utilizzate.
dati introdotti manualmente nel sistema (p.l. controllando il
5.6.2 Deve essere sempre accessibile un mezzo per tor-
numero dei caratteri, valori limite, ecc.).
nare ad uno stato di sicurezza.

5.3.3 Se l’uso di un pulsante può avere conseguenze inde- 5.6.3 Un avvertimento chiaro deve essere visualizzato
siderate, misure appropriate devono impedire che venga quando si usano funzioni come l’alterazione delle condi-
eseguita una istruzione a seguito di un singolo comando zioni di comando, il cambiamento di dati o di programmi
(p.l. contemporaneo uso di 2 pulsanti, ripetuto uso di un nella memoria dell’impianto.
pulsante, ecc.). In alternativa, tale pulsante deve essere pro-
tetto contro attivazioni accidentali per mezzo di una coper- 5.6.4 Una indicazione di ‘attesa’ deve avvertire l’operatore
tura adeguata o l’uso di un pulsante a tirare, se applicabile. quando l’impianto sta eseguendo una operazione.

376 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 3, Sez 3

6 Impianti integrati 7.1.2 Il software dei sistemi esperti non deve essere utiliz-
zato per il comando diretto od il funzionamento, e neces-
6.1 Generalità sita una validazione umana da parte del personale di
guardia.
6.1.1 Il funzionamento con un impianto integrato deve
garantire le stesse prestazioni di un singolo impianto indi-
pendente. 8 Prove sugli impianti
6.1.2 Il guasto di una parte (un modulo singolo, una appa-
recchiatura od un sottoimpianto) di un impianto integrato 8.1
non deve influenzare la funzionalità di altre parti, eccetto
per quelle funzioni che dipendono direttamente dalle infor- 8.1.1 Le prove sugli impianti devono essere eseguite in
mazioni provenienti dalla parte che ha subito il guasto. accordo con la Sez 6.
6.1.3 Un guasto nel collegamento tra le parti, dei collega-
menti delle schede o dei cavi di collegamento, non devono 8.1.2 Tutte le alterazioni di un impianto (hardware e sof-
influenzare la funzionalità indipendente di ciascuna parte tware) devono essere provate ed i risultati documentati.
collegata.

6.1.4 I messaggi di allarme per le funzioni essenziali 9 Manutenzione degli impianti


devono avere la priorità su qualsiasi altra informazione pre-
sente sullo schermo.
9.1
7 Sistemi esperti
9.1.1 La manutenzione degli impianti deve essere pianifi-
cata e documentata. I cambiamenti della configurazione,
7.1
hardware e software, devono essere documentati. I docu-
7.1.1 Il software dei sistemi esperti non deve essere appli- menti necessari e le copie di riserva (back-up) devono
cato su un computer collegato a funzioni essenziali. essere preparati quando l’impianto viene consegnato.

Regolamenti RINA 2005 377


Parte C, Cap 3, Sez 4

SEZIONE 4 NORME PER LA COSTRUZIONE

1 Generalità 2.1.2 Quando sono ubicati nella stessa custodia, deve esi-
stere una separazione tra qualsiasi componente elettrico e
qualsiasi liquido. Deve essere previsto un sistema di dre-
1.1 Generalità
naggio quando è possibile sia presente una fuoriuscita di
1.1.1 Gli impianti di automazione devono essere costruiti liquido.
in modo tale da:
2.1.3 Se si impiegano connettori od elementi del tipo ad
• sopportare le condizioni ambientali di cui in Cap 2,
innesto, i loro contatti non devono essere esposti ad ecces-
Sez 2, [1] presenti nei luoghi in cui essi devono funzio-
sivi carichi meccanici. Essi devono essere provvisti di un
nare
dispositivo di fissaggio.
• essere forniti dei mezzi necessari per i lavori di manu-
tenzione. 2.1.4 Tutti i pezzi sostituibili devono essere sistemati in
modo tale che non sia possibile collegarli in modo scorretto
1.2 Materiali o utilizzare pezzi di ricambio sbagliati. Quando ciò non è
possibile, i pezzi di ricambio così come i dispositivi di col-
1.2.1 I materiali devono essere, in generale, di tipo non legamento associati devono essere chiaramente identifica-
propagante la fiamma. bili. In particolare, tutti i terminali di collegamento devono
essere adeguatamente etichettati. Quando non può essere
1.2.2 I connettori devono essere in grado di sopportare le
eseguita la sostituzione con l’impianto in tensione, deve
vibrazioni, gli sforzi meccanici e la corrosione di cui in
essere previsto un segnale di avvertimento.
Sez 6.
2.1.5 Si devono evitare impianti di raffreddamento forzato.
1.3 Progettazione dei componenti Deve essere previsto un allarme in caso di guasto
dell’impianto di raffreddamento forzato, quando installato.
1.3.1 I componenti degli impianti di automazione devono
essere progettati per semplificare tutte le operazioni di 2.1.6 I collegamenti tra le interfacce devono essere proget-
manutenzione. Essi devono essere costruiti per avere: tate in modo tale da permettere il corretto collegamento dei
• una facile identificazione dei guasti cavi richiesti. I cavi devono essere scelti in accordo con
• un facile accesso alle parti da sostituire Cap 2, Sez 3.
• una facile installazione ed una sicura maneggevolezza
in caso di sostituzione di parti (secondo il principio del 2.2 Impianti di tipo elettronico
“plug and play”) senza deteriorare le capacità di funzio-
namento dell’impianto, per quanto possibile 2.2.1 I circuiti stampati devono essere progettati in modo
• mezzi per la regolazione dei valori di riferimento o tale da essere adeguatamente protetti contro la normale
della taratura aggressione prevista nell’ambiente in cui sono installati.
• mezzi per effettuare prove al fine di verificare il corretto
funzionamento dei componenti. 2.2.2 Gli impianti elettronici devono essere costruiti
tenendo in considerazione le interferenze elettromagneti-
che.
1.4 Condizioni ambientali e di alimentazione
Particolari precauzioni devono essere prese per:
1.4.1 Le condizioni ambientali e di alimentazione sono
• elementi di misura come amplificatori analogici o con-
descritte in Sez 1. Devono essere considerate specifiche
vertitori analogico/digitali; e
condizioni ambientali per la temperatura e l’umidità
dell’aria, le vibrazioni, la corrosione da parte di agenti chi- • il collegamento tra impianti diversi aventi diversi riferi-
mici, gli attacchi meccanici o biologici. menti a massa.

2.2.3 I componenti degli impianti elettronici (circuiti stam-


2 Impianti di tipo elettrico e/o elettro- pati, componenti elettronici) devono essere chiaramente
nico identificabili con riferimento alla relativa documentazione.

2.1 Generalità 2.2.4 Quando sono disponibili segnali di riferimento rego-


labili, essi devono essere prontamente identificabili e
2.1.1 Le apparecchiature di tipo elettrico e/o elettronico devono essere previsti mezzi adeguati per proteggerli con-
devono soddisfare le prescrizioni di cui nel Capitolo 2 e tro variazioni dovute a vibrazioni e ad accesso incontrol-
Capitolo 3. lato.

378 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 3, Sez 4

2.2.5 La scelta dei componenti elettronici deve essere fatta 4.1.2 Devono essere incorporati nei circuiti oleodinamici
in accordo con le normali condizioni ambientali, in parti- dispositivi di filtraggio adeguati.
colare alla temperatura.
4.1.3 I circuiti oleodinamici degli impianti di automazione
2.2.6 Deve essere eseguito un controllo qualità durante
devono essere indipendenti da qualsiasi altro circuito oleo-
tutte le fasi della fabbricazione dei circuiti stampati. La
dinamico installato a bordo.
prova di tale controllo deve essere documentata.

2.2.7 Devono essere eseguite prove di invecchiamento ter-


mico (burn-in) o prove equivalenti.
5 Consolles di automazione

2.2.8 I componenti programmabili devono essere chiara-


mente etichettati, con la data ed il riferimento al pro-
5.1 Generalità
gramma.
Quando caricati, essi devono essere protetti contro altera- 5.1.1 Le consolles di automazione devono essere proget-
zioni esterne. tate sulla base dei principi ergonomici. Devono essere
montati corrimani per un sicuro funzionamento delle con-
solles.
2.3 Impianti di tipo elettrico
2.3.1 I cavi ed i conduttori isolati utilizzati per il cablaggio 5.2 Strumenti di indicazione
interno devono essere almeno di tipo non propagante la
fiamma, e devono soddisfare le prescrizioni di cui nel
5.2.1 L’operatore deve ricevere continue informazioni di
Capitolo 2.
ritorno sugli effetti dei suoi ordini.
2.3.2 Se esiste la probabilità che prodotti specifici (olio per
esempio) entrino in contatto con l’isolamento dei cavi, que- 5.2.2 La sistemazione degli strumenti di indicazione e di
sti ultimi devono resistere all’attacco di tali prodotti o comando deve essere effettuata in accordo alla logica
devono essere adeguatamente protetti da essi, e devono dell’impianto in comando. Inoltre, il funzionamento e
soddisfare le prescrizioni di cui nel Capitolo 2. l’indicazione degli strumenti devono essere omogenei l’uno
con l’altro.
3 Impianti di tipo pneumatico
5.2.3 Gli strumenti devono essere chiaramente etichettati.
3.1 Quando sono installati sul ponte di comando, tutti gli stru-
menti illuminati delle consolles devono essere provvisti di
3.1.1 Gli impianti di automazione di tipo pneumatico dispositivo di attenuazione, dove necessario.
devono soddisfare le prescrizioni di cui in Cap 1, Sez 10,
[17].
5.3 VDU (unità video) e tastiere
3.1.2 I circuiti pneumatici degli impianti di automazione
devono essere indipendenti da qualsiasi altro circuito pneu- 5.3.1 Le VDU, ubicate nelle consolles, devono essere
matico installato a bordo. posizionate in modo tale da essere facilmente leggibili dalla
normale postazione dell’operatore. L’illuminazione
4 Impianti di tipo oleodinamico dell’ambiente non deve creare alcun riflesso che possa ren-
dere difficoltosa la lettura sullo schermo.
4.1
5.3.2 Le tastiere devono essere posizionate in modo tale
4.1.1 Gli impianti di automazione di tipo oleodinamico da garantire un accesso agevole dalla normale postazione
devono soddisfare le prescrizioni di cui in Cap 1, Sez 10, dell’operatore. Devono essere prese precauzioni particolari
[14]. per evitare operazioni non volute sulle tastiere.

Regolamenti RINA 2005 379


Parte C, Cap 3, Sez 5

SEZIONE 5 NORME PER L’INSTALLAZIONE

1 Generalità ferenze elettromagnetiche (EMI) e di correzione di tempera-


tura.
1.1
2.2 Sensori di temperatura
1.1.1 L’installazione degli impianti di automazione deve
essere eseguita tenendo in considerazione: 2.2.1 I sensori di temperatura, i termostati o i termometri
devono essere installati in pozzetti di materiale adeguato,
• i requisiti per la manutenzione (prove e sostituzione di
per permettere una facile sostituzione e prove di funziona-
impianti o componenti)
mento. L’ubicazione del pozzetto non deve modificare in
• l’influenza delle interferenze elettromagnetiche (EMI). modo significativo il tempo di risposta dell’intero sensore.
Deve essere presa come guida la Norma IEC 60533
• le condizioni ambientali in corrispondenza delle ubica- 2.3 Sensori di pressione
zioni descritte in Cap 2, Sez 1 e Cap 2, Sez 3, [6].
2.3.1 Devono essere installate valvole a tre vie o altre
1.1.2 Le postazioni di comando devono essere sistemate sistemazioni adeguate, per consentire prove di funziona-
per consentire agli addetti di operare comodamente. mento dei sensori come sensori di pressione, pressostati o
manometri, senza arrestare l’impianto.
1.1.3 I componenti degli impianti di automazione devono
essere sistemati convenientemente. Le viti ed i dadi devono 2.3.2 In applicazioni particolari, dove è possibile che
essere bloccati meccanicamente, quando necessario. siano presenti forti pulsazioni di pressione, deve essere
installato un elemento smorzatore, come un tubo capillare
2 Sensori e componenti o qualcosa di equivalente.

2.1 Generalità 2.4 Sensori di livello

2.1.1 L’ubicazione e la scelta dei sensori devono essere 2.4.1 I livellostati sistemati nelle cisterne per liquidi
tali da ottenere una misura effettiva del parametro. Devono infiammabili, o impianti pericolosi simili, devono essere
essere presi in considerazione i livelli dellle temperature, installati in modo tale da ridurre il rischio di incendio.
delle vibrazioni e delle interferenze elettromagnetiche
(EMI). Quando ciò non è possibile, il sensore deve essere 3 Cavi
progettato per sopportare le condizioni ambientali locali.

2.1.2 La custodia dei sensori e le entrate dei cavi devono 3.1 Installazione
essere appropriate per il luogo in cui esse sono ubicate.
3.1.1 L’installazione dei cavi deve essere effettuata in
2.1.3 Devono essere previsti mezzi per l’effettuazione di accordo con le prescrizioni di cui in Cap 2, Sez 12, [7].
prove, di tarature e per la sostituzione dei componenti degli
3.1.2 Per evitare possibili interferenze sui cavi di comando
impianti di automazione. Essi devono essere progettati, per
e su quelli degli strumenti di misura, devono essere prese
quanto possibile, in modo tale da evitare qualsiasi disturbo
adeguate misure preventive come la schermatura e/o
al normale funzionamento dell’impianto.
l’avvolgimento di due cavi e/o la separazione tra i cavi di
2.1.4 I componenti dell’impianto di automazione devono segnale e gli altri cavi.
essere identificati con un numero di targhetta; esso deve
3.1.3 I cavi specifici per la trasmissione dei dati (cavi coas-
essere scritto in modo chiaro ed essere attaccato al compo-
siali, avvolti, ecc.) devono passare in specifiche vie cavi e
nente. Tali numeri identificati devono essere raccolti
devono essere protetti meccanicamente per evitare la per-
nell’elenco degli strumenti menzionato in Sez 1, Tab 1.
dita di qualsiasi trasmissione importante di dati. Quando è
2.1.5 I collegamenti elettrici devono essere sistemati per presente un elevato rischio di danneggiamento meccanico,
permettere facili sostituzioni e prove sui sensori e sui com- il cavo deve essere protetto entro tubi o mezzi equivalenti.
ponenti. Esse devono essere chiaramente contrassegnate.
3.1.4 Il raggio di curvatura dei cavi deve essere in accordo
2.1.6 Deve essere evitato un debole segnale dei sensori. con le prescrizioni di cui in Cap 2, Sez 12, [7.2].
Quando installati, essi devono essere ubicati il più vicino Per i cavi con isolante minerale, i cavi coassiali o a fibre
possibile agli amplificatori, in modo da evitare influenze ottiche, per i quali possono essere modificate le caratteristi-
esterne. Non essendo possibile ciò, la circuiteria deve che, devono essere prese precauzioni particolari in accordo
essere provvista di una adeguata protezione contro le inter- con le istruzioni del costruttore.

380 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 3, Sez 5

3.2 Terminazioni dei cavi 4.1.2 Per quanto praticabile, i tubi che contengono liquidi
non devono essere installati all’interno o nelle vicinanze
3.2.1 Le terminazioni dei cavi devono essere realizzate in
delle custodie contenenti apparecchiature elettriche (vedere
accordo con le prescrizioni di cui nel Capitolo 2. Deve
essere posta una particolare attenzione per la connessione Sez 4, [2.1.2]).
della schermatura dei cavi. La schermatura deve essere
posta soltanto all’estremità del sensore quando il sensore è 4.1.3 Le tubolature oleodinamiche e pneumatiche per gli
collegato a massa, e soltanto all’estremità del processore impianti di automazione devono essere contrassegnate per
quando il sensore è isolato. indicare la loro funzione.
3.2.2 Le terminazioni dei cavi devono essere realizzate in
modo tale da resistere alle condizioni ambientali identifi-
cate (urti, vibrazioni, nebbia salina, umidità, ecc.) in cui 5 Consolles di automazione
sono installati.

3.2.3 Le terminazioni di tutti i cavi speciali come i cavi 5.1 Generalità


con isolante minerale, i cavi coassiali o a fibre ottiche
devono essere realizzate in accordo con le istruzioni del 5.1.1 L’ubicazione della consolle, o pannello di comando,
costruttore.
deve essere scelta per avere una adeguata visibilità sul pro-
4 Tubolature cesso sotto controllo, per quanto praticabile. Gli strumenti
devono essere chiaramente visibili nelle condizioni d’illu-
4.1 minazione ambientale.
4.1.1 Per l’installazione dei circuiti di tubolature utilizzati
per scopi di automazione vedere le prescrizioni di cui in 5.1.2 L’ubicazione deve essere tale da permettere un facile
Cap 1, Sez 10. accesso alle operazioni di manutenzione.

Regolamenti RINA 2005 381


Parte C, Cap 3, Sez 6

SEZIONE 6 PROVE

1 Generalità • Strumenti di carico


• Comunicazioni interne
1.1 Generalità • Altri impianti per i quali la Società ritiene appropriate le
presenti disposizioni.
1.1.1 I componenti degli impianti di automazione devono
essere sottoposti a prove per l’omologazione, per l’accetta- Nota 1: Le presenti disposizioni sono armonizzate con quelle della
zione o per la messa in servizio, quando richiesto. Le prove Pubblicazione IEC 60092-504: "Electical Installations in Ships - Part
devono essere effettuate sotto la supervisione di un Tecnico 504: : Special features - Control and Instrumentation" e della Pub-
della Società. blicazione IEC 60533: "Electrical and electronic installations in
ships - Electromagnetic compatibility" . Installazioni elettriche od
1.1.2 Le condizioni cui devono essere eseguite le prove di elettroniche a bordo di navi non richieste né dai Regolamenti, né
omologazione per le apparecchiature elettriche, di da Convenzioni internazionali, che possono causare disturbi elet-
comando e di misura, i computer e le periferiche sono tromagnetici devono essere di un tipo che soddisfi pienamente le
descritte in [2]. prescrizioni di prova di cui ai punti 19 e 20 della Tab 1.

1.1.3 Gli impianti di automazione devono essere ispezio- 2.1.2 I documenti da inviare, prima delle prove di omolo-
nati in officina, in accordo con le prescrizioni di cui in [3], gazione, sono elencati in Sez 1, [2.4.1]. L'omologazione
per controllare che la loro costruzione avvenga in accordo degli impianti di automazione si riferisce all'omologazione
con i regolamenti. dell'hardware o del software, come applicabile.

1.1.4 Gli impianti di automazione devono essere messi in


2.2 Omologazione dell'hardware
servizio, quando installati ai bordo, prima dell’effettuazione
delle prove in mare per verificare le loro prestazioni e la 2.2.1 (1/1/2002)
loro sistemazione in loco, in accordo a quanto stabilito in Le presenti prove sono intese a dimostrare la capacità delle
[4]. apparecchiature di funzionare come dovuto nelle condi-
zioni di prova specificate.
2 Omologazione L'estensione delle prove, cioè la scelta e la sequenza di ese-
cuzione delle prove ed il numero di pezzi da sottoporre a
2.1 Generalità prova, deve essere determinata previ esame e valutazione
2.1.1 (1/1/2002) dell'apparecchiatura o del componente da sottoporre a
Le presenti disposizioni relative all'omologazione si appli- prova tenendo nella debita considerazione l'utilizzazione
cano, anche se non esclusivamente, a tutti gli impianti che prevista.
sono destinati a (vedere Nota 1): Le prove devono essere effettuate su provini posti nella loro
• Comando e monitoraggio posizione normale, a meno che non sia diversamente stabi-
• Sicurezza e protezione lito nelle presenti disposizioni.
• Sistemi di bordo basati su computers e unità periferiche Le prove da eseguire sono quelle elencate in Tab 1.

382 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 3, Sez 6

Tabella 1 : Prove di omologazione (1/1/2002)

N. Prova Procedura (1) Parametri di prova Informazioni aggiuntive


1 Esame visivo • verifica della conformità ai disegni e ai
dati di progetto

2 Verifica delle Programma della prova • condizioni atmosferiche normali • verifica che il funzionamento dell'appa-
prestazioni di funzionamento del • temperatura: 25 °C ± 10 °C recchiatura sia in accordo con le norme
fabbricante basato sulle • umidità relativa: 60% ± 30% specificate per il particolare sistema o
specifiche dell'apparec- • pressione atmosferica: 96 KPa ± apparecchiatura;
chiatura e sulle relative 10KPa • prova delle caratteristiche di autodia-
disposizioni dei Regola- gnosi;
menti • prova della protezione specifica contro
un accesso alla memoria;
• prova contro gli effetti di un impiego
non corretto degli elementi di comando
in caso di sistemi a computer.
3 Mancanza • 3 interruzioni consecutive in 5 min; Verifica:
della alimen- • durata della mancanza di alimenta- • del comportamento a seguito della
tazione zione 30 s ogni volta mancanza e del ritorno della alimenta-
esterna zione,
• della eventuale corruzione del pro-
gramma o dei dati contenuti nei sistemi
elettronici programmabili, come appli-
cabile.
4 a Variazioni di COMBINAZIONE
alimenta- Variazione Variazione
zione elet- permanente permanente
trica in c. a. di tensione: di frequenza:
+ 6% + 5%
+ 6% – 5%
–10% – 5%
–10% + 5%
Variazione Variazione
transitoria transitoria
di tensione di frequenza
1,5 s 5s
+20% +10%
–20% –10%
4 b Variazioni di Variazione permanente di tensione tolle-
alimenta- rata: ± 10%
zione elet- Fluttuazione (variazione ciclica di ten-
trica in c. c. sione): 5%
Ondulazione della tensione: 10%
Alimentazione da batterie elettriche:
• da +30% a -25% per apparecchiature
collegate alle batterie di carica,
oppure come determinato dalle carat-
teristiche di carica/discarica, com-
presa l'ondulazione della tensione
dal dispositivo di carica;
• da +20% a -25% per apparecchiature
non collegate alle batterie, durante la
carica.
4 c Variazioni di Pressione: + 20%
alimenta- Durata 15 minuti
zione pneu-
matica/idrauli
ca

Regolamenti RINA 2005 383


Parte C, Cap 3, Sez 6

N. Prova Procedura (1) Parametri di prova Informazioni aggiuntive


5 Caldo secco Pubblicazione IEC Temperatura: 55° ± 2 °C • apparecchiatura funzionante durante
60068-2-2 Durata: 16 ore, oppure l'assestamento preliminare e la prova;
Temperatura: 70° ± 2 °C • prova di funzionamento durante
Durata: 2 ore (vedi (2)) l'ultima ora alla temperatura di prova.

6 Caldo umido Pubblicazione IEC Temperatura: 55 °C • misura della resistenza di isolamento


60068-2-30 - Prova Db Umidità: 95% prima della prova;
Durata: 2 cicli 2 x (12 +12 ore) • apparecchiatura funzionante durante
tutto il primo ciclo e spenta durante il
secondo ciclo eccetto che per la prova
di funzionamento;
• prova di funzionamento durante le
prime 2 ore del primo ciclo alla tempe-
ratura di prova e durante le ultime 2 ore
del secondo ciclo alla temperatura di
prova;
• riassestamento alle condizioni atmosfe-
riche normali;
• misura della resistenza di isolamento e
verifica delle prestazioni.
7 Vibrazioni Pubblicazione IEC • da 2 ±3/0 Hz a 13,2 Hz - ampiezza: • durata nel caso in cui non siano manife-
60068-2-6 - Prova Fc ±1mm state frequenze di risonanza: 90 minuti
• da 13,2 Hz a 100 Hz: - accelerazione a 30 Hz;
± 0,7 g • durata per ciascuna frequenza di riso-
Per condizioni di vibrazioni più gravose nanza per la quale è registrato un fat-
come ad esempio su motori diesel, com- tore di amplificazione Q ≥ 2 : 90
pressori d'aria, ecc.: minuti;
• da 2,0 Hz a 25 Hz - ampiezza: ±1,6 • durante le prove di vibrazione, deve
mm essere verificato il soddisfacente funzio-
• da 25,0 Hz a 100 Hz: - acceerazione: namento dell'apparecchiatura;
± 4,0 g. • le prove devono essere eseguite in tre
Nota: Condizioni di vibrazioni più severe piani ortogonali tra loro;
possono esistere, per esempio, sui collet- • si raccomanda come guida che il fattore
tori gas di scarico dei motori diesel spe- di amplificazione Q non sia superiore a
cialmente per motori semiveloci e veloci. 5.
I valori da applicare in tal caso devono • nel caso in cui sia stata scelta la prova a
essere: passaggio rapido, essendo state rilevate
• da 40 Hz a 2000 Hz - accelerazione: numerose frequenze di risonanza ravvi-
± 10,0 g a 600 °C - durata: 90 minuti. cinate tra loro, la durata deve essere di
120 minuti.

384 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 3, Sez 6

N. Prova Procedura (1) Parametri di prova Informazioni aggiuntive


8 Inclinazione Pubblicazione IEC Statica: 22,5° a) apparecchiatura inclinata rispetto alla
60092- 504. verticale di un angolo di almeno 22.5°
b) apparecchiatura inclinata fino ad
almeno 22.5° dall'altro lato della verti-
cale e nello stesso piano di cui in (a),
c) apparecchiatura inclinata rispetto alla
verticale di un angolo di almeno 22.5°
in un piano ortogonale a quello di cui
in (a),
d) apparecchiatura inclinata fino ad
almeno 22.5° dall'altro lato della verti-
cale e nello stesso piano di cui in (c).
Nota: Il periodo di prova in ciascuna posi-
zione deve essere sufficiente a valutare
completamente il comportamento
dell'apparecchiatura.
L'apparecchiatura deve essere sottoposta a
rollio, nelle direzioni definite da a) a d),
fino ad un angolo di 22.5° da ciascun lato
Dinamica: 22,5° della verticale con un periodo di 10
secondi. La prova in ciascuna direzione
deve essere eseguita per non meno di 15
minuti
Nelle navi per il trasporto di gas liquefatti e
di prodotti chimici, la sorgente di energia di
emergenza deve restare operativa con la
nave allagata fino alla massima inclina-
zione finale trasversale di 30°.
Nota: Questa prova di inclinazione non è
normalmente richiesta per apparecchiature
senza parti in movimento.
9 Resistenza di Tensione Tensione Minima resistenza di isolamento Per la prova di alta tensione, si deve fare
isolamento nominale di prova riferimento alle disposizioni di cui in Cap 2,
Un (V) Un (V) Prima della prova dopo la prova Sez 13.
• la verifica delle resistenze di isolamento
Un ≤ 65 2 x Un 10 MΩ 1,0 MΩ deve essere eseguita prima e dopo la
min. 24 prova di caldo umido, di freddo, di neb-
Un > 65 100 MΩ 10 MΩ bia salina e di alta tensione;
500
• tra ciascun circuito e la massa
• tra i terminali di alimentazione, quando
appropriato;
Nota: Alcuni componenti, per esempio per
la protezione contro le interferenze elettro-
magnetiche (EMC) possono essere scolle-
gati per questa prova.
10 Alta tensione Tensione nominale Un (V) Tensione di prova (V) Per la prova di alta tensione, si deve fare
(c.a. 50 o 60 Hz) riferimento alle disposizioni di cui in Cap 2,
Fino a 65 2 x Un + 500 Sez 13.
da 66 a 250 1500 • la tensione di prova deve essere appli-
da 251 a 500 2000 cata tra circuiti separati provati l’uno
verso l’altro e tra tutti i circuiti collegati
da 501 a 690 2500
insieme provati verso la massa;
• circuiti stampati con componenti elet-
tronici, possono essere rimossi durante
la prova;
• periodo di applicazione della tensione
di prova: 1 minuto;

Regolamenti RINA 2005 385


Parte C, Cap 3, Sez 6

N. Prova Procedura (1) Parametri di prova Informazioni aggiuntive


11 Freddo Norma IEC • Temperatura: +5 °C ± 3 °C • misurazione della resistenza di isola-
60068 - 2-1 Durata: 2 ore oppure mento iniziale;
• Temperatura: –25 °C ± 3 °C • apparecchiatura non funzionante
Durata: 2 ore durante l'assestamento preliminare e
(vedere (3)) durante la prova eccetto che per la
prova di funzionamento;
• prova di funzionamento durante
l'ultima ora alla temperatura di prova;
• misurazione della resistenza di isola-
mento e prova di funzionamento dopo
il periodo di assestamento .
12 Nebbia salina Pubblicazione IEC 4 periodi di spruzzatura, ciascuno • misurazione della resistenza di isola-
60068- 2- 52 seguito da periodo di immagazzinamento mento prima della prova e prova di fun-
Prova Kb di 7 giorni. zionamento iniziale;
• apparecchiatura non funzionante
durante l'assestamento preliminare;
• prova di funzionamento al settimo
giorno di ciascun periodo di immagaz-
zinamento;
• misurazione della resistenza di isola-
mento e prova di funzionamento dopo
4 - 6 ore di assestamento.
(vedere (4))
13 Scariche elet- Pubblicazione IEC 61000 Scarica di contatto: 6 kV • simulazione delle scariche elettrostati-
trostatiche -4-2 Scarica in aria: 8 kV che che possono verificarsi quando una
Intervallo tra le singole scariche: 1 s persona tocca l'apparecchiatura;
N° di impulsi: 10 per polarità • la prova deve essere limitata a quei
In accordo con il livello di severità 3. punti ed a quelle superfici che possono
essere normalmente raggiunte dall'ope-
ratore;
• prestazioni in accordo con il criterio B
(Vedere (5)).
14 Campo elet- Pubblicazione IEC Banda di frequenza: da 80 MHz a 2 GHz • simulazione dei campi elettromagne-
tromagnetico 61000- 4- 3 Modulazione**: 80% AM a 1000Hz tici irradiati da vari emettitori;
Campo elettrico: 10 V/ m • la prova deve essere limitata a quelle
Scansione di frequenza: ≤ 1,5 x 10 -3 apparecchiature esposte a radiazione
decadi/ s (oppure 1%/ 3 s) diretta da parte di emettitori nel loro
In accordo con il livello di severità 3. luogo di installazione;
• prestazioni in accordo al criterio A
(Vedere (6))
** Se per la prova dell'apparecchiatura è
necessario un segnale di ingresso, con una
modulazione di frequenza a 1000 Hz, può
essere scelta una modulazione di frequenza
a 400 Hz.

386 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 3, Sez 6

N. Prova Procedura (1) Parametri di prova Informazioni aggiuntive


15 Interferenze Pubblicazione IEC 60533 c.a.: • simulazione di distorsioni
condotte a • Banda di frequenza: dalla frequenza nell'impianto di alimentazione di ener-
frequenze nominale alla 200^ armonica gia generate per esempio da utilizzatori
radio • Tensione di prova (valore efficace): elettronici ed accoppiate come armoni-
dal 10% della tensione di alimenta- che;
zione fino alla 15^ armonica ridu- • prestazioni in accordo al criterio A
cendosi all'1% alla 100^ armonica e (vedere (6)).
mantenendo tale livello fino alla
200^ armonica.
Potenza massima 2 W.
c.c.:
• Banda di frequenza: da 50 Hz a 10
kHz
• Tensione di prova (valore efficace):
10% della tensione di alimenta-
zione, ma almeno 3 V.
Potenza massima 2 W.
16 Interferenze Pubblicazione IEC 61000 c.a., c.c., porte di I/O, linee di • la progettazione dell'apparecchiature e
condotte a - 4- 6 segnale/comando: la scelta dei materiali devono simulare
frequenze Banda di frequenza: da 150 kHz campi elettromagnetici accoppiati in
radio Ampiezza: 3 V rms (vedi (6)) alta frequenza alle apparecchiature in
Modulazione***: 80% AM a 1000 Hz prova per mezzo delle linee di intercon-
nessione;
Scansione di frequenza: ≤ 1,5 x 10-3
decadi/s (o 1%/3 s) • prestazioni in accordo al criterio A
(vedere (6)).
In accordo con il livello di severità 2.
*** Se per la prova dell'apparecchiatura è
necessario un segnale di ingresso, con una
modulazione di frequenza a 1000 Hz, può
essere scelta una modulazione di frequenza
a 400 Hz.
17 Transitorio Pubblicazione IEC 61000 Tempo di salita del singolo impulso: 5 ns • archi elettrici prodotti quando vengono
veloce/ -4-4 (tra il 10% ed il 90% del valore) effettuati contatti elettrici;
treno di Durata del singolo impulso: 50 ns (valore • gli effetti dell'interfaccia si verificano
impulsi al 50%) sia sulle linee di alimentazione che sui
Ampiezza (picco): 2 kV linea/massa sulla collegamenti esterne all'apparecchia-
porta di alimentazione; 1 kV sulle linee tura in prova;
di I/O, dati, comando e porte di comuni- • prestazioni in accordo con il criterio B
cazione (coupling clamp) (vedere (5)).
Periodo della scarica: 300 ms
Lunghezza della scarica: 15 ms
Durata/polarità: 5 min
In accordo con il livello di severità 3.
18 Transitorio Pubblicazione IEC 61000 Tempo di salita: 1,2 µs (tra il 10% ed il • interferenze generate per esempio
lento/ -4-5 90% del valore) dall'inserzione o disinserzione di cari-
onda di ten- Durata dell'onda: 50 µs (valore al 50%) chi induttivi di alta potenza;
sione Ampiezza (picco): 1kV linea/massa; ± 0,5 • la prova deve essere eseguita in
linea/linea accordo con la figura 10 della Pubbli-
Ripetizione: > 1 impulso/min cazione IEC per le apparecchiature in
N° di impulsi: 5 per polarità cui le linee di potenza e di segnale
Applicazione: continua siano identiche;
In accordo con il livello di severità 2. • prestazioni in accordo al criterio B
(vedere (5))

Regolamenti RINA 2005 387


Parte C, Cap 3, Sez 6

N. Prova Procedura (1) Parametri di prova Informazioni aggiuntive


19 Emissioni CISPR 16-1, 16-2 • Per apparecchiature installate in plan- • procedura in accordo con la norma ma
irradiate cia e nelle sue vicinanze. distanza fra antenna e apparecchiatura
Banda di frequenza: Limiti: in prova di 3 m
(MHz) (dBµV/ m)
0,15 - 0.30 80 - 52
0,30 - 30 50 - 34
30 - 2000 54
ad eccezione di:
156 - 165 24
• Per apparecchiature installate nelle
zone di distribuzione dell'energia in
generale.
Banda di frequenza: Limiti:
(MHz) (dBµV/ m)
0,15 - 30 80 - 50
30 - 100 60 - 54
100 - 2000 54
ad eccezione di:
156- 165 24
20 Emissioni CISPR 16- 1; 16- 2 • Per apparecchiature installate in plan-
condotte cia e nelle sue vicinanze.
Banda di frequenza: Limiti:
(dBµV/m)
10 -150 kHz 96 - 50
150 -350 kHz 60 - 50
0,35 -30 MHz 50
• Per le apparecchiature installate nelle
zone di distribuzione dell’energia in
generale.
Banda di frequenza: Limiti:
dBµ V/m
10 -150 kHz 120 - 69
150 -500 kHz 79
0,5 - 30 MHz 73

388 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 3, Sez 6

N. Prova Procedura (1) Parametri di prova Informazioni aggiuntive


21 Ritardante la Pubblicazione IEC Applicazione della fiamma: 5 volte cia- • la parte bruciata o danneggiata del pro-
fiamma 60092-101 oppure IEC scuna vino per non più di 60 mm di lun-
60695-2-2 Intervallo tra ciascuna applicazione: 15 s ghezza;
• la progettazione dell'apparecchiatura e
la scelta dei materiali deve ridurre la
probabilità di incendio, assicurando
che:
a) se la parte elettrica energizzata può
causare l'ignizione e l'incendio, essa
sia contenuta entro i limiti della custo-
dia del prodotto elettrotecnico
b) la progettazione, i materiali e la costru-
zione della custodia riducano al
minimo possibile qualsiasi ignizione
interna che possa causare l'ignizione di
materiali adiacenti; e, se le superfici dei
prodotti elettrotecnici possono essere
esposte ad un incendio esterno, esse
non devono contribuire ad aumentare il
fuoco.
(1) Le procedure di prova indicate nella colonna 3 sono quelle che devono essere normalmente applicate. Possono tuttavia essere
accettate dalla Società procedure di prova equivalenti, a condizione che sia soddisfatto tutto quanto richiesto nelle altre colonne
della tabella.
(2) Le apparecchiature da sistemare su consolles, alloggi, etc. insieme con altre apparecchiature, devono essere provate a 70 °C.
(3) La prova deve essere eseguita a -25 °C per le apparecchiature installate in luoghi non protetti contro le intemperie o in locali
freddi.
(4) La prova in nebbia salina deve essere eseguita per tutte le apparecchiature installate in luoghi esposti alle intemperie.
(5) Criterio di prestazione B: (per fenomeni transitori): L'apparecchiatura in prova deve continuare a funzionare come previsto dopo
la prova. Non è concesso un degrado delle prestazioni od una perdita delle funzioni dichiarate nella specifica tecnica pubblicata
dal costruttore. Durante la prova, il degrado od una perdita delle funzioni o delle prestazioni che si ripristinino automaticamente
è comunque concesso, ma non sono accettabili variazioni dello stato di funzionamento impostato o dei dati in memoria.
(6) Criterio di prestazione A: (per fenomeni persistenti): L'apparecchiatura in prova deve continuare a funzionare come previsto
durante e dopo la prova. Non sono ammessi il degrado della prestazione o la perdita della funzione come definiti negli standard
relativi alle apparecchiature e nelle specifiche tecniche pubblicate dal costruttore.
(7) Per apparecchiature installate in plancia o nelle sue vicinanze, i livelli di prova devono essere incrementati a 10 V rms per fre-
quenze specifiche, in accordo con le disposizioni della Pubblicazione IEC 60945, a 2; 3; 4; 6,2; 8,2; 12,6; 16,5; 18,8; 22 e 25
MHz.

2.2.2 Possono essere richieste le seguenti prove addizio- Per dimostrare lo sviluppo secondo un piano di qualità
nali, in relazione a particolari condizioni di costruzione o sono richiesti i documenti di cui in Sez 1, Tab 2.
di funzionamento:
Per verificare la consistenza dei risultati delle prove sono
• prova a fatica meccanica richieste prove ripetute su unità singole, prove di integra-
• prova di shock termico (per esempio 12 shock su sen- zione o prove di validazione.
sori di temperatura del gas di scarico da 20 °C ± 5 °C
Una volta ottenuta l’omologazione, su richiesta del costrut-
alla temperatura massima del campo)
tore può essere emesso un certificato.
• prova di immersione
• prova di resistenza all'olio 2.3.2 Per gli impianti a computer, i documenti da inviare
per conoscenza sono elencati in Tab 2 a titolo di guida:
• prova all'urto.

La procedura di prova deve essere definita con la Società, in 2.3.3 L’omologazione del software si applica solo al sof-
ciascun caso particolare. tware di base dell’impianto a computer.
L’approvazione del software di base viene eseguita con le
2.3 Omologazione del software seguenti fasi:
• Esame dei documenti come prescritto in Sez 1, [2.3.2];
2.3.1 L’omologazione del software consiste nella valuta-
zione del suo sviluppo secondo un piano di qualità e la • Verifica che tutto il lavorodi sviluppo sia stato eseguito
verifica dei risultati delle prove. secondo la procedura di qualità. I documenti comple-

Regolamenti RINA 2005 389


Parte C, Cap 3, Sez 6

mentari prescritti in Tab 2 provano la qualità del lavoro 2.5 Strumenti di tipo elettronico per il con-
di sviluppo. trollo della caricazione
Nota 1: Particolare attenzione deve essere prestata ai risultati di
2.5.1 L’approvazione degli strumenti di tipo elettronico
prova raccolti nella pratica di prova dell’apparecchiatura, nella
per il controllo della caricazione consiste nella:
prove di integrazione e nella pratica della prova di convalida.
• approvazione dell’hardware in accordo con [2.2], a
• Ripetizione di prove della funzione essenziale del sof- meno che non siano disponibili a bordo due computer
tware. Deve essere effetuato il confronto con la docu- dedicati a tale scopo
mentazione contenente i risultati delle prove • approvazione del software di base in accordo con [2.3]
precedenti. • approvazione del software applicativo che consiste
nella verifica dei dati risultanti nella Endorsed Test Con-
2.3.4 Il software applicativo deve essere approvato caso dition in accordo con la Parte B
per caso secondo [3.3.2]. • prove di installazione in accordo con [4].

Tabella 2 : Documenti per lo sviluppo del software 3 Prove di accettazione


di base
3.1 Generalità

I/A 3.1.1 Le prove di accettazione devono essere eseguite, in


N. DOCUMENTI generale, presso le strutture del costruttore, prima della spe-
(2)
dizione delle apparecchiature.
1 I Rintracciabilità del software sviluppato: identi-
ficazione, protezione, memorizzazione Le prove di accettazione si riferiscono alle prove dell’hard-
ware e del software quando applicabili.
2 I Documento che mostri la capacità e l’adde-
stramento del gruppo di sviluppatori
3.2 Prove dell’hardware
3 I Produzione di un file di specifiche
3.2.1 Le prove di accettazione dell’hardware compren-
4 I Produzione di un file di progetto preliminare dono, quando applicabili:
5 I Produzione di un file di progetto particolareg- • esame visivo
giato • prove di funzionamento, ed in particolare:
6 I Produzione di un file di codifica • prove di tutti gli allarmi e delle funzioni di sicurezza
7 I Produzione di una unità di prova dei file (1) • verifica delle prestazioni richieste (campo di misura,
taratura, ripetibilità, ecc.) per sensori analogici
8 I Produzione di un file di prova per l’integra-
zione (1) • verifica delle prestazioni richieste (campo di misura,
valori di riferimento, ecc.) per i sensori digitali
9 I Produzione di un file di prova per la valida- (on/off)
zione (1)
• verifica delle prestazioni richieste (campo di misura,
10 I Produzione di un file di servizi per la manu- tempo di risposta, ecc.) per gli attuatori
tenzione • verifica delle prestazioni richieste (fondo scala, etc.)
11 I Produzione di un piano della qualità per strumenti di indicazione
• prove a fatica (fatica termica (burn-in) o prove equiva-
12 I Rintracciabilità del piano di qualità: verifiche,
lenti)
controlli, ispezioni, revisioni
• prove di alta tensione
(1) prove complementari eseguite, a scelta, su richiesta del
Tecnico
• prove idrostatiche.
(2) A: da inviare per approvazione; Prove addizionali potranno essere richieste dalla Società.
I: da inviare per conoscenza.
3.2.2 L’accettazione finale sarà concessa in considera-
zione dei:
2.4 Apparecchiature per la navigazione ed • risultati di prova elencati in [3.2.1]
apparecchiature radio
• rapporti di prova o dei certificati di omologazione.
2.4.1 (1/1/2002)
3.3 Prove del software
Per le suddette apparecchiature, devono essere applicate le
condizioni di prova come specificato nella Norma IEC 3.3.1 Le prove di accettazione del software per gli
60945 (apparecchiature ed impianti per la navigazione e la impianti a computer devono essere eseguite per verificarne
radio comunicazione - norme generali, metodi di prova e il corretto adattamento al loro rispettivo utilizzo a bordo, e
risultati delle prove richieste). riguardano principalmente il software applicativo.

390 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 3, Sez 6

3.3.2 I moduli del software applicativo devono essere pro- (per mezzo di un esame visivo) e la loro prestazione e fun-
vati individualmente e a tali prove ne deve seguire una di zionalità in accordo alla Tab 3.
integrazione. I risultati delle prove devono essere documen- L’impianto di automazione, una volta completato, deve
tate e devono fare parte del rapporto finale. Deve essere essere tale che in caso di singolo guasto, per esempio la
verificato che: perdita di alimentazione di energia elettrica, non comporti
• il lavoro sviluppato sia stato eseguito in accordo alla la perdita della propulsione o del governo della nave. Inol-
programmazione originale tre, una prova di mancanza alimentazione (blackout) deve
• la documentazione comprenda la prova proposta, il cri- dimostrare che l’impianto di automazione è alimentato con
terio di accettabilità ed i risultati. continuità.
Una volta concluse le prove di messa in servizio
La ripetizione di prove può essere richiesta per verificare la dell’impianto, i rapporti di prova devono essere resi dispo-
coerenza con la documentazione disponibile. nibili al Tecnico.
3.3.3 L’accettazione del software sarà concessa in consi-
Tabella 3 : Prove di messa in servizio
derazione di:
• un esame della documentazione disponibile Apparecchiature Natura delle prove
• una prova di funzionamento dell’intero impianto. Apparecchiature Funzionalità hardware principali
elettroniche
La Società si riserva il diritto di richiedere prove addizionali
sugli impianti che facciano parte di impianti di sicurezza o Sensori analogici Taratura del segnale, regolazione del
che integrano numerose funzioni. valore di riferimento
Sensori digitali Simulazione dei parametri per verificare
4 Messa in servizio (on / off) e registrare i valori di riferimento

Attuatori Controllo del funzionamento nell’intero


4.1 Generalità campo di funzionamento e prestazioni
(tempo di risposta, pumping)
4.1.1 Devono essere eseguite prove di messa in servizio
sugli impianti di automazione associati ai servizi essenziali Strumenti di let- Controllo della taratura, valori di riferi-
per verificare la loro rispondenza ai presenti regolamenti tura mento standard e di fondo scala

Regolamenti RINA 2005 391


Parte C
Macchinari, Impianti e Protezione
contro gli Incendi

Capitolo 4

PROTEZIONE ANTINCENDIO, RIVELAZIONE ED


ESTINZIONE DEGLI INCENDI

SEZIONE 1 GENERALITÀ
SEZIONE 2 PREVENZIONE DEGLI INCENDI E DELLE ESPLOSIONI
PROBABILITÀ DI IGNIZIONE
SEZIONE 3 PREVENZIONE DEGLI INCENDI E DELLE ESPLOSIONI POTENZIALE DI
SVILUPPO DELL'INCENDIO, POTENZIALE DI GENERAZIONE DI FUMO E DI
TOSSICITÀ
SEZIONE 4 ELIMINAZIONE DEGLI INCENDI E DELLE ESPLOSIONI
RIVELAZIONE E SEGNALAZIONE
SEZIONE 5 ELIMINAZIONE DEGLI INCENDI
CONTROLLO DELLA PROPAGAZIONE DEI FUMI
SEZIONE 6 ELIMINAZIONE DEGLI INCENDI
CONTENIMENTO DELL'INCENDIO
SEZIONE 7 ELIMINAZIONE DEGLI INCENDI
ESTINZIONE DEGLI INCENDI
SEZIONE 8 ELIMINAZIONE DEGLI INCENDI
INTEGRITÀ STRUTTURALE
SEZIONE 9 SFUGGITE
SEZIONE 10 SISTEMAZIONI PER ELICOTTERI
SEZIONE 11 TRASPORTO DI MERCI PERICOLOSE
SEZIONE 12 PROTEZIONE DEI LOCALI PER AUTOVEICOLI E DEI
LOCALI RO-RO
SEZIONE 13 IMPIANTI DI SICUREZZA CONTRO GLI INCENDI
APPENDICE 1 NORME PER LE NAVI DA CARICO (COMPRESE LE NAVI CISTERNA) DI
STAZZA LORDA INFERIORE A 500 TON, ADIBITE A VIAGGI
INTERNAZIONALI E PER NAVI DA PASSEGGERI E NAVI DA CARICO
(COMPRESE LE NAVI CISTERNA) NON ADIBITE A VIAGGI INTERNAZIONALI

Regolamenti RINA 2005 393


Parte C, Cap 4, Sez 1

SEZIONE 1 GENERALITÀ

1 Premessa viaggi internazionali e navi da carico, comprese le navi


cisterna, di stazza lorda inferiore a 500 ton, oppure di
stazza lorda uguale o superiore a 500 ton che non effet-
1.1 Contenuto del presente capitolo
tuano viaggi internazionali).
1.1.1 (1/7/2002)
Il presente Capitolo comprende: 2.2 Esenzioni
a) le prescrizioni del Cap. II-2 della Convenzione SOLAS
1974 come emendata ed alcune Risoluzioni dell'Assem- 2.2.1 La Società, se ritiene che la natura riparata e le con-
blea dell'IMO, precisate nel testo, stampate nel presente dizioni del viaggio siano tali da rendere l'applicazione di
carattere corsivo; nel riportare il testo suddetto nel pre- determinate prescrizioni del presente Capitolo non ragione-
sente Capitolo applicabile ai fini della classificazione, la vole né necessaria, può esentare dalle prescrizioni stesse
parola "Amministrazione", ove riportata, è stata sostitu- singole navi o categorie di navi che, nel corso del loro viag-
ita con la parola "Società". gio, non navighino ad una distanza superiore a 20 miglia
Il testo delle varie Regole del Capitolo II-2 della Con- marine dalla costa più vicina.
venzione SOLAS 1974 è contenuto in generale nel pre-
sente Capitolo 4 ed in altre parti dei Regolamenti 2.3 Norme nazionali e approvazione da
opportunamente richiamate in questo Capitolo, ad parte dell’Amministrazione
eccezione delle prescrizioni operative di cui alle Regole
II-2/14, 15 e 16 che non sono applicabili ai fini della 2.3.1 (1/1/2001)
classificazione. Quando esistono norme specifiche relative alla protezione
contro gli incendi emanate dall'Amministrazione dello
b) prescrizioni addizionali della Società, stampate nel pre-
Stato di cui la nave batte la bandiera, la Società, ai fini della
sente carattere normale.
classificazione, potrà disporre l'accettazione di tali norme
in luogo di quelle contenute nel presente Capitolo.
1.2 Progettazioni alternative
2.3.2 (1/1/2001)
1.2.1 (1/7/2002)
Qualora venga dimostrato che l'Amministrazione compe-
Le disposizioni contenute nel presente Capitolo, a meno
tente ha approvato la protezione contro gli incendi, tale
che non sia espressamente stabilito altrimenti, devono
approvazione può essere accettata ai fini della classifica-
essere intese come prescrizioni. Tuttavia, quando siano
zione.
accettate dall'Amministrazione dello Stato di cui la nave
batte la bandiera, la progettazione della sicurezza contro gli 2.3.3 (1/1/2001)
incendi e le relative sistemazioni possono non rispondere a Nel caso di applicazione delle prescrizioni di cui in [2.3.1]
dette disposizioni, a condizione che i criteri stabiliti nei o [2.3.2], nella documentazione di classe verrà apposta
Regolamenti per la valutazione di progettazioni e sistema- una apposita annotazione.
zioni alternative a quelle descritte nel presente Capitolo 4,
siano debitamente rispettati a soddisfazione della Società. 2.4 Prescrizioni applicabili in funzione del
1.2.2 (1/7/2002) tipo di nave
Nel caso di progettazioni e sistemazioni alternative del tipo
2.4.1 (1/7/2002)
descritto in [1.2.1], viene apposta una opportuna annota-
zione sulla documentazione relativa alla classificazione Salvo quando diversamente stabilito altrimenti:
della nave ed i documenti richiesti dai sopra citati Regola- a) le prescrizioni che non si riferiscono ad un particolare
menti devono essere conservati a bordo della nave. tipo di nave si applicano a qualsiasi tipo di nave;
b) le prescrizioni che si riferiscono alle "navi cisterna" si
2 Campo di applicazione applicano alle navi cisterna come definite in [2.5].

2.1 Generalità 2.5 Applicazione delle norme per le navi


cisterna
2.1.1 Le Sezioni da 1 a 13 del presente Capitolo si appli-
cano alle navi da passeggeri e alle navi da carico (comprese 2.5.1 (1/7/2002)
le navi cisterna) aventi stazza lorda uguale o superiore a a) Le norme per le navi cisterna del presente Capitolo, si
500 ton, che effettuano viaggi internazionali come definiti applicano alle navi cisterna che trasportano petrolio
nel Capitolo I, Parte A, Regola 2 della Convenzione SOLAS. greggio o prodotti petroliferi che abbiano un punto di
L’ App 1 si applica a navi in acciaio diverse da quelle sopra infiammabilità inferiore o uguale a 60 °C (prova in vaso
specificate (cioè navi da passeggeri che non effettuano chiuso), determinato con idoneo apparecchio, e una

Regolamenti RINA 2005 395


Parte C, Cap 4, Sez 1

tensione Reid inferiore alla pressione atmosferica e altri soddisfazione della Società e in accordo con le relative
prodotti liquidi che presentino rischi di incendio similari. prescrizioni operative contenute nella Guida per gli
b) Quando vengono trasportati carichi liquidi diversi da impianti a gas inerte.
quelli menzionati in a) o gas liquefatti che comportino h) Le navi chimichiere o gassiere devono soddisfare alle
rischi di incendio addizionali, devono essere previste prescrizioni per le navi cisterna eccetto quando siano
misure addizionali di sicurezza, a soddisfazione della previste sistemazioni alternative e supplementari a sod-
Società, tenendo conto delle disposizioni di cui in disfazione della Società, tenuto conto delle disposizioni
Parte E, Capitolo 8 e Parte E, Capitolo 9, a seconda dei di cui in Parte E, Capitolo 8 o Parte E, Capitolo 9, a
casi. seconda dei casi.
c) Un carico liquido con punto di infiammabilità inferiore a
60 °C per il quale un impianto di estinzione incendi a 2.6 Documentazione richiesta
schiuma che utilizzi una "regular foam", rispondente
alle prescrizioni della Sez 13 non sia efficace, deve 2.6.1 Gli interessati devono inviare alla Società i docu-
essere considerato come un carico che introduce rischi menti indicati in Tab 1.
di incendio addizionali nel presente contesto. Sono per-
tanto richieste le seguenti misure addizionali: 2.7 Prodotti di tipo approvato
• la schiuma deve essere del tipo resistente agli alcool 2.7.1 (1/1/2001)
• il tipo di liquido schiumogeno da utilizzarsi sulle I seguenti materiali, apparecchi, impianti o prodotti in
navi chimichiere deve essere a soddisfazione della genere per la protezione contro gli incendi devono essere
Società, e di tipo preventivamente approvato dalla Società, salvo casi
• la capacità e la portata di schiuma dell'impianto di particolari per i quali l'accettazione può essere concessa
estinzione devono soddisfare le prescrizioni di cui in per singole navi, sulla base di adeguata documentazione o
Parte E, Cap 8, Sez 11, salvo che possono essere di collaudi specifici:
accettate portate di schiuma inferiori sulla base degli a) Divisioni (paratie o ponti) resistenti al fuoco o ritardanti
esiti di prove di prestazione dell'impianto. Per le il fuoco, e porte relative.
navi dotate di impianto a gas inerte, una quantità di b) Mobili imbottiti, esclusa l'ossatura (per i locali di cui in
di liquido schiumogeno sufficiente per 20 minuti di [3.38]).
generazione di schiuma può essere accettabile.
c) Materiali per tubolature attraversanti divisioni di Classe
d) Ai fini delle presenti prescrizioni, un carico liquido con A o B (quando non siano in acciaio o altro materiale
tensione di vapore superiore a 1,013 bar assoluti, alla equivalente).
temperatura di 37, 8 °C, deve essere considerato come
un carico che introduce rischi di incendio addizionali. d) Materiali per tubolature d'olio o di combustibile liquido
Le navi che trasportano tali tipi di carico devono soddi- (quando non siano in acciaio o rame e sue leghe).
sfare le prescrizioni di cui al paragrafo 15.14 dell'"Inter- e) Passacavi per cavi elettrici attraversanti divisioni di
national Bulk Chemical Code" dell'IMO. Qualora le navi Classe A o B (paratie e ponti).
operino in aree ristrette ed in periodi ristretti, la Società f) Materiali con superficie avente caratteristica di limitata
può accettare di derogare dall'applicazione delle pre- attitudine a propagare la fiamma, comprese pitture, ver-
scrizioni relative alla refrigerazione del carico di cui al nici e simili, quando per esse è richiesta tale caratteri-
paragrafo 15.14.3 del sopraccitato "Code" dell'IMO. stica.
e) I carichi liquidi con punto di infiammabilità superiore a g) Materiali non combustibili.
60 °C, diversi dai prodotti petroliferi o dai carichi liquidi
h) Materiali tessili e non tessili sospesi verticalmente, ad
soggetti alle prescrizioni della Parte E, Capitolo 8, sono
es. tendaggi (per locali di cui in [3.38]).
considerati come carichi con basso rischio di incendio
che non richiedono l'instrallazione di un impianto fisso i) Materiali non facilmente infiammabili per sottofondi di
di estinzione incendi a schiuma. rivestimento dei ponti.
f) Le navi cisterna che trasportano prodotti petroliferi j) Impianti fissi di estinzione incendi a schiuma e relativi
aventi punto di infiammabilità superiore a 60 °C (prova liquidi schiumogeni.
in vaso chiuso), determinato con apparecchio idoneo, k) Impianti fissi di estinzione incendi a polvere, compresa
devono soddisfare le norme di cui Sez 7, [1.2.4] d) e la relativa polvere.
Sez 7, [9.2.3] e le norme per le navi da carico eccetto l) Tubi flessibili e compensatori di dilatazione in materiale
che, in luogo dell'impianto fisso di estinzione incendi non tradizionale, per qualsiasi tipo di fluido.
prescritto in Sez 7, [6], devono essere provviste di un
impianto fisso a schiuma per il ponte rispondente alle m) Teste spruzzatrici ("sprinklers") per impianti fissi auto-
norme della Sez 13. matici di estinzione incendi a sprinklers.
g) Le norme del presente Capitolo si applicano anche alle n) Ugelli spruzzatori per impianti fissi di estinzione
navi miste "petroliere-portarinfusa. Tali navi non devono incendi ad acqua spruzzata sotto pressione, per locali
trasportare carichi diversi dall'olio minerale a meno che macchine e caldaie o per locali destinati al trasporto di
tutti gli spazi per il carico siano siano vuote di olio mine- autoveicoli.
rale e degassificate o a meno che le sistemazioni impie- o) Teste sensibili per impianti di rivelazione e segnalazione
gate per ciascun caso di caricazione siano a automatica di incendi.

396 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 4, Sez 1

p) Impianti fissi di rivelazione e segnalazione di incendi. z) Caschi e maschere contro il fumo.


q) Impianti fissi di rivelazione di miscele esplosive. aa) Lampade elettriche di sicurezza.
r) Apparecchi portatili di rivelazione di miscele esplosive.
ab) Cavi di sicurezza.
s) Impianti fissi analizzatori del contenuto di ossigeno, per
impianti a gas inerte per le cisterne del carico. ac) Manichette da incendio.
t) Apparecchi portatili analizzatori del contenuto di ossi- ad) Lance e boccalini nebulizzatori per manichette da
geno, per impianti di gas inerte per le cisterne del incendio, compresi i boccalini a doppio uso.
carico.
ae) Materia secca, sostitutiva della sabbia, per "cassette di
u) Estintori portatili. sabbia".
v) Estintori di grande capacità.
af) Serrande tagliafuoco.
w) Agenti sostitutivi della schiuma, per estintori di incen-
dio. La Società si riserva di richiedere l'approvazione di tipo
anche per altri materiali, apparecchi, impianti e prodotti in
x) Tute antincendio. genere prescritti dalle pertinenti norme per navi o sistema-
y) Apparecchi per la respirazione. zioni di tipo particolare.

Tabella 1 : Documentazione da inviare

N. I/A (1) Documentazione (2)


1 A Disegni relativi alla protezione antincendio strutturale, con l’indicazione del metodo di costruzione, scopo dei
diversi spazi della nave, grado di resistenza al fuoco di paratie e ponti, mezzi di chiusura delle aperture nelle divi-
sioni di Classe A e B , dispositivi tagliatiraggio
2 A Disegno relativo agli impianti di ventilazione naturale e meccanica, con indicazione degli attraversamenti nelle
divisioni di Classe A, dell’ubicazione delle serrande, dei mezzi di chiusura e delle sistemazioni per il condiziona-
mento dell’aria
3 A Piano dei mezzi di sfuggita comprendente, ove richiesto, il relativo dimensionamento
4 A Disegno relativo agli impianti di avvisatori di incendio manuali ed automatici
5 A Disegno relativo all’ubicazione delle pompe e dei collettori antincendio (con l’indicazione di prevalenza e portata),
degli idranti e delle manichette antincendio
6 A Piano relativo alla sistemazione degli impianti fissi di estinzione incendi (2) e agli impianti di gas inerte
7 A Piano relativo alla sistemazione degli impianti a sprinklers o degli impianti equivalenti comprendente l’indicazione
della portata e della prevalenza delle pompe (2)
8 A Piani relativi agli equipaggiamenti da vigile del fuoco e dotazioni mobili antincendio (o piani per la difesa contro gli
incendi)
9 A Disegni relativi all’impianto fisso di estinzione incendi negli spazi per l’aria di lavaggio dei motori diesel a due tempi
con testa croce (vedere Cap 1, Sez 2, [2.5.1])
10 A Schema elettrico degli impianti fissi di estinzione incendi a gas
11 A Schema elettrico degli impianti a sprinklers
12 A Schema elettrico dell’impianto di comando meccanico e di indicazione della posizione delle porte tagliafuoco
13 I Piano generale
(1) A : da inviare all’approvazione, in quadruplice copia;
I : da inviare per conoscenza, in duplice copia.
(2) I piani devono essere diagrammatici e funzionali e devono contenere tutte le informazioni necessarie per la loro corretta inter-
pretazione e verifica, quali, per esempio:
• pressioni di esercizio;
• caratteristiche di portata e di prevalenza delle pompe e degli eventuali compressori;
• materiali e dimensioni delle tubolature e dei relativi accessori;
• volumi dei locali protetti, per impianti di estinzione incendi a gas ed a schiuma;
• area delle zone protette, per impianti automatici a sprinklers e ad acqua spruzzata sotto pressione, a schiuma a bassa espan-
sione ed a polvere;
• capacità, in volume e/o in massa, dei serbatoi o delle bombole di contenimento degli agenti estinguenti o dei gas propel-
lenti, per gli impianti di estinzione incendi a gas, automatici a sprinklers, a schiuma ed a polvere;
• tipo, numero e posizione degli erogatori degli agenti estinguenti per impianti di estinzione incendi a gas, automatici a
sprinklers, ad acqua spruzzata sotto pressione, a schiuma ed a polvere.
Tutte le informazioni sopra elencate, o parte di esse, possono essere riportate, anziché nei piani suddetti, in appositi manuali
d’uso o specifiche degli impianti.

Regolamenti RINA 2005 397


Parte C, Cap 4, Sez 1

3 Definizioni opera di divisioni di Classe B sono non combustibili;


impiallacciature combustibili possono tuttavia essere
consentite purché esse soddisfino le altre pertinenti pre-
3.1 Locali di alloggio scrizioni del presente Capitolo;

3.1.1 Locali di alloggio sono i locali adibiti a locali pub- b) hanno un grado di coibentazione tale che la tempera-
blici, corridoi, scale, locali di igiene, cabine, uffici, ospedali, tura media del lato non esposto al fuoco non salga di
cinema, sale giochi e passatempi, sale barbieri, riposterie oltre 140 °C al di sopra della temperatura iniziale, e che
che non contengono apparecchi di cottura e locali consi- la temperatura in un punto qualunque di tale lato, ivi
mili. compreso qualsiasi giunto, non salga di oltre 225 °C al
di sopra della temperatura iniziale, al termine dei sottoe-
lencati periodi di tempo:
3.2 Divisioni di Classe A
- Classe "B-15" ........................................... 15 minuti
3.2.1 Le divisioni di Classe A sono quelle formate da para-
tie e ponti che soddisfano i seguenti criteri: - Classe "B-0" ............................................... 0 minuti

a) sono costruite in acciaio od altro materiale equivalente; c) sono costruite in modo da impedire il passaggio delle
fiamme fino al termine della prima mezz'ora di prova
b) sono convenientemente irrobustite;
standard del fuoco;
c) sono coibentate con materiali non combustibili appro-
vati, in modo che la temperatura media del lato non d) un prototipo di paratia sarà sottoposto, su richiesta della
esposto al fuoco non salga di oltre 140 °C al di sopra Società, ad una prova in accordo con le disposizioni del
della temperatura iniziale, e che la temperatura in un "Fire Test Procedures Code" (vedere [3.22]) per accer-
punto qualunque di tale lato, ivi compreso qualsiasi tare che esso corrisponda alle sopraddette prescrizioni
giunto, non salga di oltre 180 °C al di sopra della tempe- per quanto si riferisce all'integrità ed all'aumento della
ratura iniziale, al termine dei sottoelencati periodi di temperatura.
tempo:
- Classe “A-60”............................................60 minuti 3.5 Ponte delle paratie
- Classe “A-30”.............................................30 minuti
3.5.1 Il ponte delle paratie è il ponte più alto fino al quale
- Classe “A-15”.............................................15 minuti si prolungano le paratie trasversali stagne a battente
- Classe “A-0”.................................................0 minuti d'acqua.

d) sono costruite in modo da impedire il passaggio del


fumo e delle fiamme fino al termine della prova stan- 3.6 Zona del carico
dard del fuoco di un'ora;
3.6.1 La zona del carico è quella parte della nave che con-
e) la Società deve richiedere l'esecuzione di una prova su
tiene le stive del carico, le cisterne del carico, le "slop
un prototipo di paratia o ponte in accordo con il "Fire
tanks" e i locali pompe del carico, compresi i locali pompe,
Test Procedures Code" (vedere [3.22]) per accertare
le intercapedini, le cisterne di zavorra e gli spazi vuoti adia-
che esso corrisponda alle sopraddette prescrizioni per
centi alle cisterne del carico nonché le aree del ponte che si
quanto si riferisce all'integrità ed all'aumento della tem-
estendono per l'intera lunghezza e l'intera larghezza della
peratura.
parte della nave soprastante gli spazi sopra menzionati.
3.2.2 I prodotti indicati in Tab 2 possono essere sistemati
senza prova o approvazione: 3.6.2 Per quanto riguarda la definizione della zona del
carico di navi chimichiere (vedere [3.11]) e di navi cassiere
(vedere [3.24]) vedere rispettivamente Parte E, Capitolo 8 e
3.3 Atrii Parte E, Capitolo 9.
3.3.1 (1/7/2002)
Gli atrii sono locali pubblici all'interno di una singola zona 3.7 Nave da carico
verticale principale che si estendono a tre o più ponti aperti.
3.7.1 Nave da carico è qualsiasi nave che non sia una nave
3.4 Divisioni di Classe B da passeggeri.

3.4.1 Le divisioni di Classe B sono quelle divisioni formate 3.8 Locali da carico
da paratie, ponti, soffittature o rivestimenti che soddisfino ai
seguenti criteri:
3.8.1 Locali da carico sono gli spazi usati per il carico, le
a) sono costruite con materiali non combustibili approvati cisterne del carico per olio minerale ed altre cisterne per
e tutti i materiali usati per la costruzione e la messa in carichi liquidi, compresi i cofani di tutti i suddetti spazi.

398 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 4, Sez 1

Tabella 2

Classificazione Descrizione del prodotto


Paratia di Classe A-0 Una paratia di acciaio avente dimensioni non inferiori alle dimensioni minime indicate nel seguito:
• spessore del fasciame: 4 mm
• rinforzi 60 x 60 x 5 mm, distanziati di 600 mm, o struttura equivalente
Ponte di Classe A-0 Un ponte di acciaio avente dimensioni non inferiori alle dimensioni minime indicate qui di seguito:
• spessore del fasciame: 4 mm
• rinforzi 95 x 65 x 7 mm, distanziati di 600 mm, o struttura equivalente

3.9 Stazione di comando centrale 3.14 Nave mista petroliera-portarinfusa


3.14.1 (1/7/2002)
3.9.1 La stazione di comando centrale è una stazione di
comando nella quale sono centralizzate le seguenti funzioni Nave mista petroliera-portarinfusa è una nave cisterna pro-
di comando e di indicazione: gettata per trasportare sia olio minerale, sia carichi solidi
alla rinfusa.
a) impianti fissi di rivelazione e segnalazione di incendi;
b) impianti automatici a sprinklers con rivelazione e segna- 3.15 Materiali combustibili
lazione di incendi;
3.15.1 (1/7/2002)
c) indicazioni dei pannelli indicatori delle porte taglia-
Materiale combustibile è qualsiasi materiale che non sia un
fuoco;
materiale non combustibile.
d) chiusura delle porte tagliafuoco;
e) indicazioni dei pannelli indicatori delle porte stagne a 3.16 Soffittature e rivestimenti continui di
battente d'acqua; Classe B
f) chiusura delle porte stagne a battente d'acqua;
3.16.1 Le soffittature od i rivestimenti continui di Classe B
g) ventilatori ed estrattori d’aria; sono quelle soffittature o quei rivestimenti di Classe B che
h) allarme generale e allarme incendio; terminano solo su una divisione di Classe A o B.
i) impianti di comunicazione compresi i telefoni; e
Nota 1: Ci si riferisce solo agli impianti di comunicazione richiesti 3.17 Stazione di comando centrale presi-
nel presente Capitolo. diata con continuità
j) microfoni per l’impianto di informazione pubblica.
3.17.1 Una stazione di comando centrale presidiata con
continuità è una stazione di comando centrale che è presi-
3.10 Divisioni di Classe C diata con continuità da un membro responsabile dell'equi-
3.10.1 Le divisioni di Classe C sono quelle costruite con paggio.
materiali non combustibili approvati. Non è necessario che
esse soddisfino alle prescrizioni concernenti il passaggio del 3.18 Stazioni di comando
fumo e delle fiamme, né a quelle sull'aumento della tempe-
ratura. Impiallacciature combustibili possono essere con- 3.18.1 Le stazioni di comando sono i locali entro i quali
sentite purché esse soddisfino le prescrizioni del presente sono sistemati gli apparecchi radio o le apparecchiature
Capitolo. principali per la navigazione o il generatore di emergenza o
entro i quali sono centralizzate le installazioni per la segna-
lazione od il controllo degli incendi.
3.11 Nave chimichiera
3.11.1 Una nave chimichiera è una nave cisterna costruita 3.19 Petrolio greggio
o adattata ed impiegata per il trasporto alla rinfusa di qualsi-
asi prodotto liquido di natura infiammabile elencato in 3.19.1 Petrolio greggio è qualsiasi olio esistente in natura
Parte E, Cap 8, Sez 17. nel sottosuolo, sia non trattato che trattato per renderlo ido-
neo al trasporto, e che comprende il petrolio greggio, dal
quale od al quale possono essere state rimosse o aggiunte
3.12 Locali ro-ro chiusi certe frazioni distillate.
3.12.1 Locali ro-ro chiusi sono locali ro-ro che non sono
locali ro-ro aperti né ponti scoperti. 3.20 Merci pericolose
3.20.1 Merci pericolose sono quelle merci appartenenti
3.13 Locali per autoveicoli chiusi alle seguenti classi:
3.13.1 Locali per autoveicoli chiusi sono locali per autovei- • Classe 1 - Esplosivi
coli che non sono locali per autoveicoli aperti né ponti sco- • Classe 2 - Gas: compressi, liquefatti o disciolti sotto
perti. pressione

Regolamenti RINA 2005 399


Parte C, Cap 4, Sez 1

• Classe 3 - Liquidi infiammabili 3.26 Sistemazione per elicotteri


• Classe 4.1 - Solidi infiammabili 3.26.1 (1/7/2002)
• Classe 4.2 - Sostanze suscettibili di combustione sponta- Una sistemazione per elicotteri è costituita da un ponte eli-
nea cotteri comprendente qualsiasi sistemazione per il riforni-
mento di combustibile ed il rimessaggio.
• Classe 4.3 - Sostanze che, a contatto con l’acqua, svi-
luppano gas infiammabili
3.27 Dislocamento a nave scarica
• Classe 5.1 - Sostanze ossidanti
• Classe 5.2 - Perossidi organici 3.27.1 Il dislocamento a nave scarica è il dislocamento,
espresso in tonnellate, di una nave priva di carico, di com-
• Classe 6.1 - Sostanze tossiche bustibile, di olio lubrificante, di acqua di zavorra, di acqua
• Classe 6.2 - Sostanze infettanti dolce ed acqua di alimento nelle casse e cisterne, di provvi-
ste di bordo e di passeggeri ed equipaggio con i loro effetti
• Classe 7 - Materiali radioattivi
personali.
• Classe 8 - Corrosivi
• Classe 9 - Sostanze pericolose diverse (cioè qualsiasi 3.28 Limitata attitudine alla propagazione
altra sostanza per cui l'esperienza abbia dimostrato, o della fiamma
possa dimostrare, che presenti carattere di pericolosità
tale da rendere ad essa applicabili le prescrizioni della 3.28.1 Una superficie designata a "limitata attitudine alla
Parte A del Capitolo VII della SOLAS). propagazione della fiamma" è quella che offre una ade-
guata resistenza al propagarsi della fiamma; questa pro-
prietà è determinata secondo il "Fire Test Procedures
3.21 Portata lorda Code".
3.21.1 La portata lorda è la differenza, espressa in tonnel- 3.28.2 I materiali non combustibili sono considerati come
late, tra il dislocamento di una nave in acqua di massa volu- aventi limitata attitudine a propagare la fiamma. Tuttavia,
mica uguale a 1,025 t/m3 al galleggiamento di pieno carico, debita considerazione verrà prestata da parte della Società
corrispondente al bordo libero estivo assegnato, ed il dislo- al metodo di applicazione e di fissaggio.
camento a nave scarica.
3.29 Locali macchine
3.22 Fire Test Procedures Code
3.29.1 Locali macchine sono tutti i locali macchine di cate-
3.22.1 Il "Fire Test Procedures Code" è l' "International goria A e tutti gli altri locali che contengono l'apparato
Code for Application of Fire Test Procedures", adottato dal motore di propulsione, caldaie, gruppi per il trattamento del
Maritime Safety Committee dell'IMO con Risoluzione combustibile liquido, macchine a vapore, motori a combu-
MSC.61(67), così come può essere emendato dall'IMO. stione interna, generatori e motori elettrici principali, sta-
zioni di imbarco del combustibile liquido e dell'olio
lubrificante, macchinari frigoriferi, stabilizzatori, macchinari
3.23 Punto di infiammabilità per la ventilazione e per il condizionamento dell'aria, e
3.23.1 (1/7/2002) spazi di tipo simile, ed i relativi cofani.
Il punto di infiammabilità è il valore della temperatura, in
gradi Celsius (prova in vaso chiuso), al quale il prodotto 3.30 Locali macchine di categoria A
emette una quantità di vapori infiammabili sufficienti per 3.30.1 (1/7/2002)
prendere fuoco, misurato con un apparecchio approvato
I locali macchine di categoria A sono i locali ed i relativi
per la determinazione del punto di infiammabilità.
cofani che contengono sia:
a) motori a combustione interna utilizzati per l'apparato di
3.24 Nave gassiera propulsione principale;
3.24.1 Una nave gassiera è una nave cisterna costruita o b) motori a combustione interna di potenza complessiva
adattata ed impiegata per il trasporto alla rinfusa di qualsias non minore di 375 kW, utilizzati per altri scopi; oppure
gas liquefatto o di altri prodotti di natura infiammabile elen- c) caldaie a combustibile liquido o gruppi per il tratta-
cati in Parte E, Cap 9, Sez 19. mento del combustibile liquido, oppure qualsiasi appa-
recchiatura a combustibile liquido diversa dalle caldaie,
3.25 Ponte elicotteri come generatori di gas inerte, inceneritori, etc.

3.25.1 (1/7/2002)
3.31 Zone verticali principali
Il ponte elicotteri è un'area appositamente costruita per
l'atterraggio di elicotteri, ubicata su una nave e compren- 3.31.1 Le zone verticali principali sono quelle sezioni,
dente tutte le strutture, i mezzi antincendio ed altri equipag- risultanti dalla suddivisione con divisioni di Classe A dello
giamenti necessari per il sicuro impiego degli elicotteri. scafo, delle sovrastrutture e delle tughe, la cui lunghezza

400 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 4, Sez 1

media e larghezza media su ogni ponte non superi, in gene- 3.37 Locali pubblici
rale, i 40 m.
3.37.1 Locali pubblici sono quelle parti dei locali di allog-
3.32 Materiale non combustibile gio adibite a saloni, sale da pranzo, sale di soggiorno e spazi
consimili, muniti di mezzi di chiusura permanente.
3.32.1 Un materiale non combustibile è un materiale che
non brucia, né emette vapori infiammabili in quantità suffi- 3.38 Locali contenenti mobili ed elementi di
ciente per la sua auto-accensione, quando è portato ad una
arredamento che presentano un limitato
temperatura di circa 750 °C; tale proprietà è determinata
secondo il "Fire Test Procedures Code". Ogni altro mate- rischio di incendio
riale è considerato combustibile.
3.38.1 Locali contenenti mobili ed elementi di arreda-
3.32.2 (1/7/2002) mento che presentano un limitato rischio di incendio sono,
In generale, i prodotti costituiti soltanto da vetro, calce- ai fini della Sez 6, [1.2.3], spazi (cabine, locali pubblici,
struzzo, prodotti ceramici, pietra naturale, parti in mura- uffici o altri tipi di locali di alloggio) contenenti mobili ed
tura, metalli comuni e leghe metalliche sono considerati elementi di arredamento che presentano un limitato rischio
non combustibili e possono essere sistemati senza collaudo di incendio, nei quali:
e approvazione.
a) tutti i mobili fissi come scrittoi, armadi, toelette, scriva-
nie e cassettoni siano interamente costruiti con mate-
3.33 Gruppo di trattamento del combustibile riale non combustibile approvato, essendo tuttavia
liquido ammesso che, sulla superficie di lavoro di tali mobili, sia
usata una impiallacciatura combustibile di spessore non
3.33.1 Il gruppo di trattamento del combustibile liquido è eccedente 2 mm;
l'equipaggiamento necessario a preparare il combustibile
liquido per l'alimentazione di una caldaia o quello per la b) l'arredamento amovibile, come sedie, divani tavoli,
preparazione e l'alimentazione del combustibile liquido abbia un'ossatura di materiale non combustibile;
riscaldato per l'alimentazione di un motore a combustione c) i tendaggi, le tendine ed altri articoli tessili sospesi
interna; esso comprende pompe, filtri e riscaldatori in pres- abbiano una resistenza alla propagazione della fiamma
sione che trattano il combustibile ad una pressione supe- che non sia inferiore a quella di un articolo di lana di
riore a 0,18 MPa. massa areica di 0,8 kg/m2, tale proprietà essendo deter-
minata in accordo con le disposizioni del "Fire Test Pro-
3.33.2 Un gruppo di trattamento del combustibile liquido
cedures Code"(vedere [3.22]);
comprende qualsiasi apparecchiatura utilizzata per la pre-
parazione e la distribuzione del combustibile liquido, d) i rivestimenti dei pavimenti abbiano caratteristiche di
riscaldato o no, alle caldaie (compresi i generatori di gas limitata attitudine a propagare la fiamma;
inerte) e ai motori (comprese le turbine a gas) ad una pres-
e) le superfici esposte di paratie, rivestimenti e soffitti
sione superiore a 0,18 MPa.
abbiano caratteristiche di limitata attitudine alla propa-
gazione della fiamma;
3.34 Locali ro-ro aperti
f) i mobili imbottiti abbiano caratteristiche di resistenza
3.34.1 (1/7/2002) all'ignizione ed alla propagazione della fiamma, deter-
Locali ro-ro aperti sono quei locali ro-ro che sono aperti ad minate in accordo con le disposizioni del "Fire Test Pro-
entrambe le estremità oppure che sono aperti ad una sola cedures Code" (vedere [3.22]); e
estremità e provvisti di adeguata ventilazione naturale, effi-
cace su tutta la loro lunghezza, ottenuta per mezzo di aper- g) i corredi dei letti abbiano caratteristiche di resistenza
ture permanenti distribuite sui fianchi o sul ponte all'ignizione ed alla propagazione della fiamma, deter-
sovrastante o dal di sopra che abbiano una superficie com- minate in accordo con le disposizioni del "Fire Test Pro-
plessiva pari ad almeno il 10% della superficie complessiva cedures Code" (vedere [3.22]).
dei fianchi del locale.
3.39 Locali ro-ro
3.35 Locali per autoveicoli aperti 3.39.1 (1/7/2002)
3.35.1 (1/7/2002) Locali ro-ro sono locali, normalmente non suddivisi in alcun
Locali per autoveicoli aperti sono aperti ad entrambe le modo ed estendentisi per tutta la lunghezza della nave o
estremità oppure aperti ad una sola estremità e provvisti di per una parte sostanziale della stessa, nei quali autoveicoli a
adeguata ventilazione naturale, efficace su tutta la loro lun- motore con, nei serbatoi, il combustibile per la loro propul-
ghezza, ottenuta per mezzo di aperture permanenti sui fian- sione e/o merci in colli o alla rinfusa, entro o su carri ferro-
chi o sul ponte sovrastante, a soddisfazione della Società. viari o stradali, veicoli (comprese le cisterne stradali o
ferroviarie), rimorchi, contenitori, piattaforme mobili (pal-
3.36 Nave da passeggeri lets), cisterne smontabili oppure entro o su mezzi di stivag-
gio simili o altri mezzi di contenimento possono essere
3.36.1 Nave da passeggeri è una nave che trasporta più di caricati o scaricati normalmente con movimentazione oriz-
dodici passeggeri. zontale.

Regolamenti RINA 2005 401


Parte C, Cap 4, Sez 1

3.40 Nave da passeggeri ro-ro potenza superiore a 2 kW, o tostapane, riscaldatori ad


induzione, forni a microonde e apparecchiature simili,
3.40.1 Una nave da passeggeri ro-ro è una nave da passeg- ciascuna con potenza superiore a 2 kW, devono essere
geri con locali ro/ro o locali di categoria speciale come defi- considerati, ai fini delle prescrizioni della Sez 6, come
niti in [3.44] . cucine.

3.41 Acciaio o altro materiale equivalente 3.44 Locali di categoria speciale

3.44.1 Locali di categoria speciale sono quegli spazi chiusi


3.41.1 Quando ricorre la dizione "acciaio o altro materiale
per veicoli, situati al di sopra e al di sotto del ponte delle
equivalente", per "materiale equivalente" si deve intendere
paratie, nei quali e dai quali gli autoveicoli possono entrare
qualsiasi materiale non combustibile che, per le sue pro-
ed uscire guidati dai conducenti ed ai quali possono acce-
prietà intrinseche o per la coibentazione di cui sia provvisto,
dere i passeggeri. I locali di categoria speciale possono
presenti caratteristiche di resistenza ed integrità equivalenti
essere disposti su più di un singolo ponte a condizione che
a quelle dell'acciaio alla fine della esposizione al fuoco nella
l'altezza libera complessiva disponibile per i veicoli non sia
pertinente prova standard del fuoco (ad esempio, una lega
superiore a 10 metri.
d'alluminio adeguatamente coibentata).

3.45 Prova standard del fuoco


3.42 Sale per sauna
3.42.1 (1/7/2002) 3.45.1 La prova standard del fuoco è una prova nel corso
della quale campioni di paratie e ponti vengono esposti in
Una sala per sauna è un locale riscaldato a temperature che un forno di prova ad una serie di temperature corrispon-
normalmente variano tra 80 e 120 °C, nel quale il calore è denti all'incirca alla curva standard tempo-temperatura. I
fornito da una superficie calda (per esempio: da un forno metodi di prova devono essere conformi a quelli indicati nel
elettrico). Il locale riscaldato può anche contenere lo spazio "Fire Test Procedures Code"(vedere [3.22]).
in cui è sistemato il forno e le adiacenti sale da bagno.

3.46 Nave cisterna


3.43 Locali di servizio
3.46.1 Una nave cisterna è una nave da carico costruita o
3.43.1 I locali di servizio sono quelli usati per cucine, ripo- adattata per il trasporto alla rinfusa di carichi liquidi di
sterie che contengono apparecchi di cottura, ripostigli, natura infiammabile.
locali posta, locali valori, magazzini, officine diverse da
quelle che si trovano nei locali macchine e locali consimili, Nota 1: Ai fini dell'applicazione delle prescrizioni del presente
ed i relativi cofani. Capitolo, l'espressione "nave cisterna" comprende le seguenti nota-
zioni di servizio (vedere Parte A, Cap 1, Sez 2, Tab 1):
3.43.2 (1/7/2002)
• Chemical tanker
a) Riposterie principali e secondarie contenenti apparec-
• Combination carrier/OBO
chi di cottura possono contenere:
• Combination carrier/OOC
1) tostapane, riscaldatori ad induzione, forni a micro-
onde e apparecchiature consimili, ciascuna delle • Flammable liquid substances tanker
quali con potenza non superiore a 5 kW
• Liquefied gas carrier
2) piastre elettriche di cottura e apparecchi per mante-
• Oil recovery ship
nere i cibi caldi, ciascuno dei quali con potenza
non superiore a 2 kW, e con temperatura superfi- • Oil tanker.
ciale non superiore a 150 °C,

3) bollitori d'acqua, di qualsiasi potenza elettrica, 3.47 Locali per autoveicoli


4) macchine per la distribuzione automatica del caffè e 3.47.1 (1/7/2002)
apparecchiature diverse da quelle di cottura come
I locali per autoveicoli sono locali da carico progettati per il
lavastoviglie, bollitori d'acqua, macchine per la pro-
trasporto di autoveicoli con, nei serbatoi, il combustibile
duzione di cubetti di ghiaccio, frigoriferi, senza
per la loro propulsione.
alcuna limitazione della loro potenza.

Una sala da pranzo contenente tali apparecchiature non


deve essere considerata come una riposteria.
3.48 Ponti scoperti

b) Locali contenenti qualsiasi tipo di piastre elettriche di 3.48.1 Ponti scoperti sono i ponti completamente esposti
cottura o apparecchi per mantenere i cibi caldi, di alle intemperie dall’alto e da almeno due lati.

402 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 4, Sez 2

SEZIONE 2 PREVENZIONE DEGLI INCENDI E DELLE


ESPLOSIONI
PROBABILITÀ DI IGNIZIONE

1 Probabilità di ignizione 2) Il sistema di regolazione deve assicurare una pres-


sione di circa 0,001 bar a valle del regolatore stesso.
1.1 Sistemazioni per il combustibile liquido, 3) Deve essere sistemato un manometro tra la bombola
per l'olio lubrificante e altri olii infiam- del gas e l'impianto di regolazione, per indicare il
valore della pressione del gas nella bombola.
mabili
4) Per la manichetta a bassa pressione (tra il sistema di
1.1.1 Limitazione nell’uso dei combustibili liquidi regolazione ed il forno) devono essere usati mate-
Vedere Cap 1, Sez 1, [2.9] riali speciali, in modo che, in caso di incendio, la
manichetta si fonda e si chiuda conseguentemente
1.1.2 Sistemazioni per il combustibile liquido l'alimentazione del gas come se ci fosse una valvola
Vedere Cap 1, Sez 10 e Parte F, Cap 3, Sez 1, [4.7]. di ritegno automatica.

1.1.3 Sistemazioni per l’olio lubrificante 5) La bombola del gas deve essere fissata in modo
sicuro al suo alloggio all'interno del "cart".
Vedere Cap 1, Sez 10.
6) Deve essere previsto un sistema di re-ignizione che
1.1.4 Sistemazioni per altri olii infiammabili accenda automaticamente il bruciatore se la fiamma
Vedere Cap 1, Sez 10. si estingue con la valvola di alimentazione aperta.
7) Almeno due delle quattro rotelle devono essere
1.1.5 Sistemazioni per il combustibile liquido nei
locali macchine periodicamente non provviste di freno per bloccare il carrello sul posto.
custoditi (1/7/2002) b) Prescrizioni operative
Vedere Parte F, Cap 3, Sez 1. I "flambé carts" che soddisfano i requisiti di costruzione
di cui al precedente comma a) possono essere usati
1.2 Sistemazioni per combustibili gassosi negli spazi pubblici (ristoranti, buffet, etc.) delle navi da
per usi domestici passeggeri alle seguenti condizioni, il cui adempimento
è lasciato alla responsabilità dell’Armatore
1.2.1 (1/7/2002)
Gli impianti per il combustibile gassoso usato per usi dome- 1) I "carts" devono essere fissati in modo sicuro, spe-
stici devono essere approvati dalla Società. Le bombole di cialmente quando vengono lasciati incustoditi nel
gas devono essere sistemate sul ponte scoperto o in uno locale dove sono utilizzati.
spazio ben ventilato che si apre solo sul ponte scoperto. 2) Il numero di "carts" permesso in un locale pubblico
1.2.2 (1/7/2002) deve essere tale che il volume libero, a temperatura
ambiente ed a pressione atmosferica, del gas natu-
In generale, impianti con combustibile gassoso possono
rale contenuto nelle bombole di tutti "carts" sia
essere presi in considerazione solo per navi da carico.
minore del 2% del volume lordo del locale pub-
Ciò non preclude, tuttavia, l'uso, sulle navi da passeggeri, blico.
di apparecchi di cottura mobili conosciuti come "flambe
3) Non sono ammesse a bordo bombole di riserva
carts", a condizione che essi soddisfino le seguenti disposi-
piene di gas.
zioni:
Le bombole vuote devono essere sostituite solo
a) Requisiti di costruzione
quando la nave è in porto.
1) In aggiunta alla valvola principale di alimentazione
del gas, i "flambe carts" devono essere provvisti di 1.3 Requisiti vari sulle sorgenti di ignizione
una valvola di intercettazione di emergenza che
e sulle caratteristiche di ignizione
possa essere attivata:
• a mano da un operatore, sia tirando un cavetto 1.3.1 Radiatori elettrici
metallico, sia azionando una leva; I radiatori elettrici, se installati a bordo, devono essere siste-
• automaticamente mediante un dispositivo mec- mati e costruiti in modo da ridurre al minimo i rischi di
canico a ribaltamento (in generale del tipo a gra- incendio. Non devono essere installati radiatori elettrici con
vità), che intercetti l'alimentazione del gas dalla elemento riscaldante esposto in modo tale che panni, tende
bombola nel caso in cui il dispositivo stesso si o altri articoli simili possano essere carbonizzati o prendere
ribaltasse accidentalmente. fuoco a causa del calore emesso dai radiatori stessi.

Regolamenti RINA 2005 403


Parte C, Cap 4, Sez 2

1.3.2 Cestini per rifiuti preso fra due paratie o ponti in acciaio adiacenti. La
Tutti i cestini per rifiuti devono essere costruiti con materiale distanza minima fra le due paratie o fra i due ponti deve
non combustibile e con fondo e lati non forati. essere sufficiente per permettere con sicurezza
l'accesso e l'ispezione. Allo scopo di soddisfare il crite-
1.3.3 Superficie della coibentazione contro rio della singola avaria, in particolare nelle posizioni
l’assorbimento di oli (1/7/2002) d'angolo contro angolo, si può accettare una lamiera
a) La superficie della coibentazione nei locali in cui vi sia la diagonale saldata attraverso l'angolo.
possibilità di penetrazione di prodotti oleosi non deve
assorbire gli oli ed i relativi vapori. Le intercapedine non devono contenere carico, rifiuti o
altre merci.
b) I materiali usati nei locali macchine non devono di
norma avere proprietà che incrementano il potenziale b) Le stazioni principali di controllo del carico, le stazioni
rischio di incendio in detti locali. Non devono essere di comando ed i locali di alloggio e di servizio (esclusi i
usati né materiali combustibili, né materiali che assor- locali isolati per apparecchiature per il maneggio del
bano oli per i pagliolati, i rivestimenti di paratie, cieli o carico) devono essere ubicati a poppavia delle cisterne
ponti nella stazione di comando, nei locali macchine, per il carico, delle "slop tanks" e dei locali che separano
nelle gallerie di alberi o in locali dove sono sistemate cisterne per il carico o "slop tanks" da locali macchine,
casse di combustibile liquido. ma non necessariamente a poppavia dei depositi di
combustibile liquido e cisterne di zavorra; tuttavia
1.3.4 Sottofondo di rivestimento dei ponti devono essere sistemate in modo tale che una singola
Il sottofondo di rivestimento dei ponti nei locali di alloggio e avaria ad un ponte o ad una paratia non permetta
di servizio e nelle stazioni di comando deve essere di mate- l'ingresso di gas o esalazioni dalle cisterne del carico in
riale approvato come non facilmente infiammabile; tale pro- locali di alloggio, stazioni principali di controllo del
prietà è determinata secondo il Fire Test Procedures Code carico, stazioni di comando o locali di servizio. Un
(vedere Sez 1, [3.22]). recesso realizzato in conformità alle prescrizioni di cui
in a) può non essere preso in considerazione quando
1.4 Zona del carico delle navi cisterna viene decisa l'ubicazione dei suddetti locali.

c) Quando ritenuto necessario, tuttavia, a giudizio della


1.4.1 Separazione delle cisterne del carico
Società, possono essere ammessi locali di alloggio, sta-
a) I locali delle pompe del carico, le cisterne per il carico, zioni principali di controllo del carico, stazioni di
le "slop tanks” e le intercapedini devono essere siste- comando e locali di servizio a proravia delle cisterne del
mate a proravia dei locali macchine. I depositi per il carico, "slop tanks" e locali che separano cisterne del
combustibile liquido non devono tuttavia essere ubicate carico e "slop tanks" da locali macchine, ma non neces-
a proravia dei locali macchine. Le cisterne per il carico e sariamente a proravia di depositi di combustibile liquido
le "slop tanks" devono essere separate dai locali mac- o cisterne di zavorra. Può essere consentito di sistemare
chine mediante intercapedini, locali pompe per il locali macchine diversi da quelli di categoria A a prora-
carico, depositi di combustibile liquido o casse e via delle cisterne del carico e delle "slop tanks" purchè
cisterne di acqua di zavorra. Locali pompe contenenti essi siano separati dalle cisterne del carico e dalle "slop
pompe e loro accessori per lo zavorramento degli spazi tanks" mediante intercapedini, locali pompe del carico,
adiacenti a cisterne per il carico ed a "slop tanks" non- depositi di combustibile liquido o da cisterne di zavorra
ché pompe per il travaso di combustibile liquido devono e siano dotati di almeno un estintore antincendio porta-
essere considerati equivalenti ad un locale pompe per il tile. Nel caso in cui essi contengano macchine a combu-
carico nel contesto del presente comma a), a condi- stione interna, deve essere provvisto, in aggiunta agli
zione che tali locali pompe posseggano lo stesso grado estintori portatili, un estintore a schiuma approvato da
di sicurezza di quello prescritto per i locali pompe per il 45 litri o equivalente. Qualora non risulti pratico
carico. I locali pompe destinati esclusivamente a pompe l'impiego di un estintore di grande capacità, esso può
per il travaso di zavorra o combustibile liquido non essere sostituito da due estintori portatili addizionali. I
devono tuttavia soddisfare le prescrizioni di cui in Sez 7, locali di alloggio, le stazioni principali di controllo del
[8]. La parte inferiore di un locale pompe può avere un carico, le stazioni di comando e i locali di servizio
recesso nei locali macchine di categoria A per installarvi devono essere sistemati in modo tale che una singola
pompe, purché l'altezza del cielo del recesso sia, in avaria ad un ponte o ad una paratia non consenta
generale, non maggiore di un terzo dell'altezza di l'entrata di gas o esalazioni dalle cisterne del carico
costruzione della nave; fanno eccezione le navi aventi entro questi locali. Inoltre, quando ritenuto necessario
portata lorda inferiore od uguale a 25000 t, se può
per la sicurezza o per la navigazione della nave, a giudi-
essere dimostrato che tale installazione non è realizza-
zio della Società, può essere permesso che locali conte-
bile per motivi di accesso e di soddisfacente sistema-
nenti macchine a combustione interna aventi potenza
zione delle tubolature, nel qual caso la Società può
maggiore di 375 kW, diverse da quelle impiegate per la
permettere che la suddetta altezza sia maggiore, ma
propulsione principale, siano ubicati a proravia della
non superiore alla metà dell'altezza di costruzione.
zona del carico purché le sistemazioni siano realizzate
Per "intercapedine" si intende, ai fini dell'applicazione in conformità con le prescrizioni del presente comma
del presente paragrafo [1.4.1], uno spazio isolato com- c).

404 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 4, Sez 2

d) Nelle sole navi miste petroliere-portarinfusa devono pulite e ventilate e siano realizzate a soddisfazione
essere soddisfatte le seguenti prescrizioni: della Società. Quando non esistono cisterne laterali
1) Le "slop tanks" devono essere delimitate da interca- per il carico, le tubolature per il carico liquido ubi-
pedini, eccetto quando le loro delimitazioni, nei casi cate sotto il ponte devono essere sistemate in con-
in cui le "slop tanks" possano contenere "slops" dotte speciali.
mentre la nave trasporta carico secco, siano costitu- e) Qualora sia dimostrato che la sistemazione di un posto
ite da parte dello scafo, dal ponte principale del navigazione al di sopra della zona delle cisterne per il
carico, dalla paratia del locale pompe del carico carico è indispensabile, tale posto deve essere utilizzato
oppure da un deposito di combustibile liquido. Tali esclusivamente come posto di navigazione e deve
intercapedini non devono avere aperture di comuni- essere separato dal ponte delle cisterne del carico
cazione con doppi fondi, gallerie di tubi, locali mediante uno spazio aperto avente altezza di almeno 2
pompe o altri spazi chiusi, né devono essere usate metri. Inoltre la protezione antincendio di tale posto di
per carico o zavorra o essere collegate a tubolature navigazione deve essere come prescritto per le stazioni
destinate a carico o zavorra.. Devono essere provve- comando in Sez 6, [1.4.2], commi a) e b) ed in altre
duti mezzi per riempire le intercapedini con acqua e norme, se applicabili, del presente Capitolo.
per il loro svuotamento. Quando le "slop tanks"
f) Devono essere previsti mezzi per evitare che perdite di
sono delimitate dalla paratia del locale pompe del
carico dal ponte delle cisterne si riversino nelle zone dei
carico, questo locale non deve avere aperture di
locali di alloggio e di servizio. Ciò può ottenersi
comunicazione con doppi fondi, gallerie di tubi o
mediante la sistemazione di una mastra fissa continua di
altri spazi chiusi, eccetto che possono essere
altezza uguale ad almeno 300 mm che si estenda per
ammesse aperture munite di mezzi di chiusura
tutta la larghezza della nave. Particolare attenzione deve
imbullonati stagni ai gas.
essere posta alle sistemazioni inerenti la caricazione da
2) Devono essere previsti mezzi per intercettare la poppa.
tubolatura collegante il locale pompe con le "slop
tanks" citate in 1). Tali mezzi di intercettazione 1.4.2 Limitazioni per le aperture sulle
devono consistere in una valvola seguita da una flan- delimitazioni (1/7/2002)
gia a otto, oppure in un branchetto smontabile con a) Tranne i casi permessi nel successivo comma b), porte
idonee flange cieche. Tale sistemazione deve essere d'ingresso, prese d'aria e aperture dei locali di alloggio,
ubicata nelle adiacenze delle "slop tanks" ma, dei locali di servizio, delle stazioni di comando e dei
quando ciò non sia ragionevole o attuabile, la siste- locali macchine non devono essere prospicienti la zona
mazione può essere ubicata entro il locale pompe, del carico. Essi devono essere ubicati sulla paratia tra-
immediatamente vicino al punto dove la suddetta sversale non prospiciente la zona del carico o sulle deli-
tubolatura attraversa la paratia del locale pompe mitazioni laterali esterne di sovrastrutture e di tughe ad
medesimo. una distanza pari ad almeno il 4% della lunghezza della
Deve essere provveduta una sistemazione fissa indi- nave, ma in nessun caso inferiore a 3 m, dalla estremità
pendente di pompa e tubolatura comprendente un della sovrastruttura o tuga prospiciente la zona del
collettore, provvisto di valvola di intercettazione e di carico. Non è tuttavia necessario che tale distanza sia
flangia cieca, per scaricare il contenuto delle "slop superiore a 5 m.
tanks" direttamente sul ponte scoperto, per la sua b) Nelle paratie di delimitazione prospicienti la zona del
eliminazione nelle stazioni di ricezione a terra, carico o entro i limiti di 5 m stabiliti in a), possono
quando la nave opera nel trasporto di carico secco. essere permesse, a giudizio della Società, porte che
Quando l'impianto per il trasferimento è utilizzato diano accesso a stazioni principali di controllo del
per il trasferimento del contenuto delle "slop tanks" carico e a locali di servizio, quali locali per provviste,
quando la nave opera nel trasporto di carico secco, magazzini e depositi, purchè essi non diano accesso,
l'impianto non deve avere alcun collegamento con direttamente o indirettamente, ad altri locali contenenti
altri impianti. Può essere accettata la separazione da o destinati ad alloggi, stazioni di comando o locali di
altri impianti per mezzo di manicotti smontabili. servizio quali cucine, riposterie, officine o spazi similari,
3) Portelli ed aperture per il lavaggio delle "slop tanks" contenenti fonti d'ignizione per i vapori. Le delimitazioni
possono essere sistemati soltanto sul ponte scoperto di tali locali devono essere coibentate in Classe A-60, ad
e devono essere dotati di mezzi di chiusura. Salvo i eccezione della delimitazione prospiciente la zona del
casi in cui essi consistano di lamiere collegate con carico. Entro i limiti prescritti nel precedente comma a),
bulloni con passo stagno all'acqua, detti mezzi di possono essere sistemate lamiere imbullonate per lo
chiusura devono essere dotati di dispositivo di chiu- smontaggio dei macchinari. Le porte di accesso e le fine-
sura a chiave, che deve essere tenuto sotto il con- stre della timoneria possono essere sistemate entro limiti
trollo dell'ufficiale responsabile della nave, e. precisati nel precedente comma a), a condizione che
4) Quando esistono cisterne laterali per il carico, le siano progettate in modo da assicurare una rapida ed
tubolature per il carico liquido ubicate sotto il ponte efficace chiusura, stagna ai gas ed ai vapori, della timo-
devono essere installate entro dette cisterne. Tuttavia neria.
la Società può permettere che le tubolature per il c) Finestre e portellini prospicienti la zona del carico siste-
carico liquido siano sistemate entro speciali con- mati su delimitazioni laterali di sovrastrutture tughe,
dotte, purché esse possano essere adeguatamente entro i limiti specificati nel precedente comma, devono

Regolamenti RINA 2005 405


Parte C, Cap 4, Sez 2

essere di tipo fisso (non apribile). Tali finestre e portel- I locali pompe del carico devono essere provvisti di ven-
lini, eccetto le finestre della timoneria, devono essere tilazione meccanica e gli scarichi dell'aria degli estrattori
costruiti in Classe A-60 (vedere anche Parte B, Cap 9, devono essere portati in una posizione sicura sul ponte
Sez 9. scoperto.
d) Quando vi sia un accesso permanente da una galleria di Inoltre, gli scarichi e le prese dell'aria devono essere
tubi al locale pompe principale, deve essere sistemata sistemate ad una distanza verticale di almeno 2,4 m
una porta stagna rispondente alle prescrizioni di cui in sopra il ponte scoperto. Gli scarichi dell'aria devono
Parte B, Cap 2, Sez 1, [6.2.1] e, in aggiunta, alle anche essere sistemati ad una distanza orizzontale non
seguenti disposizioni: inferiore a 3 m da qualsiasi altra apertura che porti ai
locali serviti.
1) in aggiunta al comando dal ponte, la porta stagna
deve poter essere chiusa manualmente dal di fuori La portata dell'impianto di ventilazione di tali locali
del locale pompe principale, e deve essere sufficiente per ridurre al minimo la possibi-
lità di accumulo di vapori infiammabili. Il numero di
2) la porta stagna deve essere tenuta chiusa durante il ricambi d'aria all'ora, riferiti al volume lordo del locale,
normale esercizio della nave, eccetto quando è deve essere non inferiore a 20. Le condotte di ventila-
richiesto l'accesso alla galleria di tubi. zione devono essere sistemate in modo tale che tutto il
e) Sulle paratie e sui ponti che separano i locali pompe per locale venga efficacemente ventilato. La ventilazione
il carico dagli altri spazi della nave, possono essere deve essere del tipo ad estrazione e devono essere
installate apparecchiature fisse approvate, stagne ai per impiegati ventilatori antiscintilla (vedere [1.4.4]).
l'illuminazione dei locali pompe per il carico, a condi- L'impianto di ventilazione in grado di effettuare il
zione che esse siano di adeguata robustezza e venga numero di ricambi di aria all'ora richiesti deve soddi-
conservata l'integrità e la tenuta stagna ai gas della para- sfare quanto segue:
tia o del ponte. 1) al fine di evitare zone di ristagno d'aria, le bocchette
Nel caso in cui il locale pompe sia illuminato attraverso di aspirazione entro il locale pompe devono essere
portellini di vetro, questi devono essere efficacemente adeguatamente distribuite ed i vari ripiani devono
protetti da danni meccanici e devono essere dotati di un essere costituiti da grigliati aperti oppure da coper-
coperchio robusto fissato dal lato del suddetto locale. I tini forati;
portellini di vetro devono essere costruiti in modo che il 2) in generale le condotte di immissione devono essere
vetro e le tenute non siano danneggiati dalle operazioni arrestate nella parte alta del locale e quelle di estra-
della nave. La sistemazione del vetro e delle protezioni zione devono essere estese in basso fin sotto il
non devono compromettere l'integrità della paratia e pagliolo, con bocchette di aspirazione a livello
devono avere robustezza equivalente. dell'orlo superiore dei madieri comuni, ovvero dei
Tale sistemazione deve avere la stessa resistenza fuoco e longitudinali del fasciame del fondo;
al fumo della paratia integra. 3) inoltre, le condotte di estrazione devono avere una
f) La sistemazione delle prese e degli scarichi della ventila- presa di emergenza situata circa 2,20 m al di sopra
zione, come pure la sistemazione di altre aperture di del grigliato inferiore del locale pompe, con ser-
locali racchiusi da sovrastrutture e tughe, devono essere randa in grado di essere aperta o chiusa, sia al
tali da soddisfare le norme di cui in Parte E, Capitolo 7. livello del grigliato inferiore, sia al livello del ponte
Tali prese, scarichi e aperture, specialmente per i locali scoperto, in modo che l'aspirazione venga effettuata
macchine, devono essere situati quanto più possibile a normalmente con le bocchette in basso e, in caso di
poppavia. A tale proposito, particolare attenzione deve allagamento del locale pompe, con quelle in alto
deve essere posta ai casi in cui la nave attrezzata per derivate dalla presa di emergenza suddetta;
caricare o scaricare da poppa. Sorgenti di ignizione, 4) una sistemazione che comporti un rapporto speci-
come macchinari e apparecchiature elettrici, devono fico tra le aree delle bocchette di ventilazione di
essere sistemate in modo da impedire pericoli di esplo- emergenza superiori rispetto a quelle delle boc-
sione. chette di ventilazione principali inferiori, per cui si
g) Devono essere sistemati dispositivi di tenuta stagni ai dimostri che essa garantisce i prescritti 20 ricambi
gas nel caso in cui alberi di trasmissione attraversino d'aria all'ora attraverso le bocchette inferiori, può
una paratia o un ponte del locale pompe. Tali dispositivi essere adottata senza l'impiego di serrande. Quando
di tenuta devono essere efficacemente lubrificati le bocchette di aspirazione inferiori sono chiuse,
dall'esterno del locale pompe. Le guarnizioni dei dispo- devono essere ottenuti almeno 15 ricambi d'aria
sitivi di tenuta devono essere in materiale antiscintilla. I all'ora attraverso le bocchette superiori.
dispositivi di tenuta devono essere costruiti ed installati b) Impianti di ventilazione in locali diversi dai locali
in accordo con le relative norme per gli accessori instal- pompe del carico.
lati sulle paratie stagne e, se nel progetto sono previsti I depositi delle manichette ed i locali chiusi o parzial-
soffietti, questi devono essere sottoposti a prova di pres- mente chiusi adiacenti alle cisterne del carico devono
satura prima della sistemazione. essere provvisti di ventilazione indipendente, che, in
generale, deve essere meccanica (in estrazione) per i
1.4.3 Ventilazione (1/7/2002) locali normalmente frequentati dall'equipaggio. In
a) Impianti di ventilazione nei locali pompe del carico. generale, la sistemazione delle prese e degli scarichi

406 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 4, Sez 2

che servono detti locali deve soddisfare le prescrizioni sistemato, in corrispondenza della ventola, un
contenute nel precedente comma a). anello di materiale non ferroso e di spessore
c) Impianti di ventilazione nelle navi miste petroliere-porta- adeguato;
rinfusa • qualsiasi combinazione di ventole e casse di
Nelle navi miste petroliere-portarinfusa tutti i locali da materiale ferroso (incluso l'acciaio inossidabile
carico e qualsiasi altro locale chiuso adiacente a detti austenitico) con gioco di progetto non inferiore a
locali devono essere provvisti di ventilazione mecca- 13 mm.
nica. La ventilazione meccanica può essere realizzata 4) Le seguenti combinazioni di casse e ventole sono
per mezzo di ventilatori portatili. Nei locali pompe, considerate capaci di produrre scintille e non sono
nelle gallerie per tubolature e nelle intercapedini men- quindi ammesse:
zionate al comma d) di [1.4.1] adiacenti alle "slop • ventole di lega di alluminio o di lega di magne-
tanks", deve essere installato un impianto fisso di segna- sio e casse di materiale ferroso, indipendente-
lazione gas approvato, capace di rivelare la presenza di mente dal gioco;
vapori infiammabili. Idonee sistemazioni devono essere
• albero in lega di alluminio o in lega di magnesio
previste per facilitare la rivelazione della presenza di
e ventole in materiale ferroso, indipendente-
vapori infiammabili in tutti gli altri spazi entro la zona di
mente dal gioco;
ponte sovrastante le cisterne del carico. Tale rivelazione
deve poter essere effettuata dal ponte scoperto o da • qualsiasi combinazione di ventole e casse in
posizioni facilmente accessibili. materiale ferroso con gioco di progetto inferiore
a 13 mm.
1.4.4 Ventilatori antiscintilla 5) I ventilatori completi devono essere sottoposti a
a) Generalità prove in accordo con le prescrizioni della Società o
Quando nei regolamenti è richiesto che i ventilatori con unificazioni nazionali o internazionali ricono-
siano antiscintilla, devono, in particolare, essere osser- sciute dalla Società.
vate anche le disposizioni dei seguenti commi b) e c).
1.4.5 Impianti a gas inerte (1/7/2002)
b) Criteri di progetto
a) Campo di applicazione
1) Il gioco tra la ventola e la cassa non deve essere
1) Per le navi cisterna di portata lorda uguale o supe-
inferiore a 1/10 del diametro dell'albero, in corri-
riore a 20000 t, la protezione delle cisterne del
spondenza del cuscinetto dell'albero della ventola,
carico deve essere realizzata mediante un impianto
con un minimo di 2 mm. Non è necessario però che
fisso a gas inerte rispondente alle norme della
esso superi 13 mm.
Sez 13; tuttavia, in luogo di tali impianti, la Società,
2) Devono essere sistemate reti di protezione aventi dopo aver considerato le sistemazioni e le apparec-
maglia quadrata, di lato non superiore a 13 mm, su chiature della nave, può accettare altri impianti fissi,
tutte le prese e su tutti gli scarichi d'aria delle con- se questi assicurano una protezione equivalente a
dotte di ventilazione, per impedire l'entrata di corpi quella sopra menzionata.
estranei nelle casse dei ventilatori.
2) le navi cisterna che impieghino un impianto di lavag-
c) Materiali gio delle cisterne del carico con petrolio greggio,
1) Fatta eccezione per quanto indicato nel quarto devono essere dotate di un impianto a gas inerte
punto di cui in 3), la ventola e la cassa in corrispon- rispondente alle prescrizioni della Sez 13 e di mac-
denza della ventola devono essere costruite con chinette di lavaggio fisse.
materiali le cui caratteristiche antiscintilla siano 3) Sulle navi cisterna che devono essere provviste di
state accertate mediante una prova pratica ritenuta un impianto a gas inerte:
idonea dalla Società. • gli spazi del doppio scafo devono essere provvi-
2) Devono essere impiegati materiali tali da prevenire sti di idonei attacchi per la mandata di gas
l'accumulo di cariche elettrostatiche, sia nella parte inerte;
rotante che nella cassa. Inoltre l'installazione a • nel caso in cui gli spazi dello scafo siano perma-
bordo delle unità di ventilazione deve essere tale da nentemente collegati a un impianto permanente
assicurare un'efficace messa a terra delle unità di distribuzione di gas inerte, devono essere pre-
stesse. visti mezzi per impedire che gas di idrocarburi
3) Prove di antiscintilla possono non essere richieste dalle cisterne del carico possano entrare attra-
per ventilatori aventi le seguenti combinazioni di verso l'impianto negli spazi del doppio scafo; e
materiali: • nel caso in cui tali spazi non siano permanente-
• ventole e/o casse di materiale non metallico, mente collegati ad un impianto di distribuzione
ponendo attenzione all'eliminazione di cariche di gas inerte, devono essere previsti mezzi
elettrostatiche; appropriati per consentire di collegarli al collet-
• ventole e casse di materiale non ferroso; tore del gas inerte.
• ventole di leghe di alluminio o di leghe di b) Impianti di gas inerte di navi chimichiere e navi gassiere
magnesio e casse di materiale ferroso (incluso Le prescrizioni per gli impianti a gas inerte di cui nella
l'acciaio inossidabile austenitico) sulle quali sia Sez 13 possono non essere applicate a:

Regolamenti RINA 2005 407


Parte C, Cap 4, Sez 2

1) navi chimichiere e navi gassiere che trasportino i della presenza di gas devono essere capaci di misu-
prodotti menzionati in Sez 1, [2.5.1], a), a condi- rare le concentrazioni di vapori infiammabili
zione che le stesse navi siano dotate di un impianto nell'atmosfera inerte.
a gas inerte rispondente alle norme stabilite 3) Devono essere provvisti idonei mezzi per la taratura
dall'IMO per gli impianti a gas inerte delle navi chi- dei suddetti strumenti.
michiere (vedere la "Regulation for Inert Gas
Systems on Chemical Tankers" adottata con Risolu- b) Sistemazioni per le misurazioni del gas negli spazi del
zione A.567(14), inclusa in Sez 13, [16]; oppure doppio scafo e nei doppi fondi (vedere anche Parte E,
Cap 7, Sez 6, [4.2])
2) navi chimichiere e navi gassiere, che trasportino
1) Nel caso in cui l'atmosfera negli spazi del doppio
prodotti infiammabili diversi dal petrolio greggio o
scafo non possa essere misurata con attendibilità
da prodotti petroliferi, quali i carichi elencati nei
impiegando manichette flessibili per la campiona-
Capitoli 17 e 18 dell'"International Code for the
tura del gas, tali spazi devono essere dotati di tubo-
Construction and Equipment of Ships Carrying Dan-
lature permanenti di campionatura di gas. La
gerous Chemicals in Bulk"(vedere anche Parte E,
configurazione dei circuiti di campionatura dei gas
Capitolo 8 e Parte E, Capitolo 9), a condizione che
deve essere adattata alla progettazione di tali spazi.
il volume di ogni cisterna impiegata per il trasporto
dei detti prodotti non sia superiore a 3000 m3 e la 2) I materiali di costruzione e le dimensioni delle tubo-
portata dei singoli ugelli delle macchinette per il lature di campionatura del gas devono essere tali da
lavaggio delle cisterne del carico non sia superiore a impedire strozzature. Nel caso in cui vengano
17,5 m3/h, e che la portata complessiva delle sud- impiegati materiali plastici, questi devono essere
dette macchinette che possono essere simultanea- elettricamente conduttori.
mente impiegate in una cisterna del carico non sia 3) Unità di analisi di gas con apparecchiature di
superiore a 110 m3/h. misura di tipo non antideflagrante, associate ad
c) Prescrizioni generali per gli impianti a gas inerte impianti fissi di campionatura di gas citati nei punti
da 1) a 3) del precedente comma a), possono essere
1) L'impianto a gas inerte deve essere in grado di iner- sistemate in locali al di fuori delle zone del carico,
tizzare, spurgare e degassificare le cisterne del quali ad esempio stazioni di controllo del carico,
carico vuote dai gas di idrocarburi e mantenere ponti di comando o locali macchine quando sono
l'atmosfera nelle cisterne del carico con il richiesto installate sulla paratia frontale prospiciente la zona
tenore di ossigeno. del carico ed a condizione che vengano soddisfatte
2) L’impianto a gas inerte menzionato in [1] deve essere le seguenti prescrizioni:
progettato, costruito e collaudato in accordo con i • le tubolature di campionatura non devono attra-
requisiti di cui in Sez 13. versare spazi sicuri da gas ad eccezione di
3) Le navi cisterna dotate di impianto fisso a gas inerte quanto previsto nell'ultimo dei seguenti punti;
devono essere dotate di un sistema di sonde chiuse. • le suddette tubolature devono essere dotate di
d) Prescrizioni per impianti equivalenti dispositivo atto ad impedire il passaggio di
Quando sia installato un impianto equivalente a quello fiamma. Le campionature di gas devono essere
fisso a gas inerte, esso deve essere:: convogliate all'atmosfera per mezzo di scarichi
sistemati in zona sicura;
1) in grado di impedire pericolosi accumuli di miscele
• i passaggi a paratia delle tubolature di campio-
esplosive nelle cisterne del carico intatte, durante il
natura sulle delimitazioni tra le zone sicure e
normale esercizio, per tutto il viaggio in zavorra e
quelle pericolose devono essere approvate dalla
durante le necessarie operazioni nelle cisterne; e
Società e devono avere lo stesso grado di inte-
2) progettato in modo da ridurre al minimo il rischio di grità al fuoco delle divisioni attraversate. Ogni
ignizione dovuto a produzione di elettricità statica tubolatura di campionatura deve essere dotata di
da parte dell'impianto stesso. valvola di intercettazione manuale, sistemata
sulla paratia tra zona sicura e zona pericolosa da
1.4.6 Misurazioni di gas (1/7/2002)
gas, sul lato sicuro;
a) Strumenti portatilii
• l'apparecchiatura di rivelazione gas, compren-
1) Le navi cisterna (eccettuate le petroliere per le quali dente la tubolatura di campionatura, le pompe
si applica il successivo punto 2)) devono essere di campionatura, i solenoidi, le unità di analisi,
provviste di almeno uno strumento portatile per etc., deve essere sistemata in un contenitore in
misurare le concentrazioni di vapori infiammabili, acciaio stagno ai gas, la cui atmosfera deve
insieme con una sufficiente scorta di parti di essere analizzata da un proprio punto di cam-
rispetto. pionatura. Qualora, all'interno del suddetto con-
2) Tutte le navi petroliere devono essere provviste di tenitore, la concentrazione di gas superi il 30%
almeno due rilevatori della presenza di gas capaci del limite inferiore di esplosività (LFL), l'intera
di misurare le concentrazioni di vapori infiammabili unità di analisi di gas deve essere automatica-
nell'aria e di almeno due analizzatori di ossigeno mente arrestata;
portatili. Inoltre, nelle le navi petroliere provviste di • nel caso in cui il contenitore non possa essere
impianti di gas inerte, almeno due rivelatori portatili sistemato direttamente sulla paratia frontale pro-

408 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 4, Sez 2

spiciente la zona del carico, le tubolature di zione dei collegamenti a terra) e devono essere collegate a
campionatura devono essere in acciaio o altro massa per scaricare le correnti elettrostatiche.
materiale equivalente e senza altri collegamenti
smontabili, eccettuati i punti di collegamento 1.4.9 Protezione delli locali pompe per il
delle valvole di intercettazione sulla paratia carico (1/7/2002)
citata e le unità di analisi. Inoltre il percorso Nelle navi cisterna:
delle tubolature di campionatura deve essere il a) le pompe del carico, quelle di zavorra e quelle per lo
più breve possibile. stripping, installate nei locali pompe ed azionate da
alberi che attraversano le paratie del locale pompe
1.4.7 Aspetti di sicurezza dei doppi fondi e delle devono essere provviste di rilevatori delle temperature
gallerie di tubi sotto le cisterne del carico di delle tenute dei passaggi a paratia degli alberi, dei cusci-
olio minerale (1/7/2002) netti e delle casse delle pompe. Deve essere automatica-
Le gallerie di tubi nel doppio fondo devono soddisfare le mente attivato un allarme continuo ottico ed acustico
seguenti prescrizioni: nella centrale di controllo del carico e nella stazione di
comando delle pompe.
a) In generale, esse non devono essere in comunicazione
con il locale macchine. Quando è possibile l'accesso da b) l'illuminazione nei locali pompe per il carico, eccettuata
un locale pompe, si applica quanto indicato in [1.4.2], l'illuminazione di emergenza, deve essere interconnessa
d). con la ventilazione in modo tale che la ventilazione sia
azionata con l'accensione dell'illuminazione. Un'avaria
b) Per i doppi fondi e le chiglie condotto, devono essere dell'impianto di ventilazione non deve causare lo spe-
previste almeno due uscite sul ponte scoperto, sistemate gnimento dell'illuminazione.
quanto più lontane possibile tra di loro. Una di queste
c) deve essere installato un impianto per il monitoraggio
uscite, munita di chiusura stagna all'acqua, può con-
continuo della concentrazione di gas di idrocarburi. I
durre al locale pompe del carico.
sensori o le testine rivelatrici devono essere ubicati in
c) Gli spazi del doppio scafo ed i doppi fondi devono posizioni idonee per poter prontamente rilevare perdite
essere provvisti di un idoneo collegamento per la forni- potenzialmente pericolose. Quando la concentrazione
tura dell'aria. Nella galleria deve essere prevista un'ade- di gas di idrocarburi raggiunge un prederminato livello
guata ventilazione meccanica. che non deve essere superiore al 10% del limite infe-
riore di infiammabilità, deve essere automaticamente
1.4.8 Protezione della zona per il carico (1/7/2002) attivato un allarme continuo ottico ed acustico nel
Vaschette di colaggio per raccogliere i residui dalle tubola- locale pompe, nella centrale di comando delle mac-
ture e dalla manichette del carico devono essere sistemate chine, nella centrale di controllo del carico e sul ponte
nella zona dei collegamenti delle tubolature e delle mani- di comando, in modo di allertare il personale circa il
chette del carico al di sotto della zona del collettore. Le potenziale pericolo; e
manichette per il carico e quelle per il lavaggio delle d) tutti i locali pompe devono essere provvisti di dispositivi
cisterne devono avere continuità elettrica per tutta la loro per il monitotoraggio del livello di sentina e di allarmi
lunghezza, compresi gli accoppiatoi e le flange (ad ecce- opportunamente ubicati.

Regolamenti RINA 2005 409


Parte C, Cap 4, Sez 3

SEZIONE 3 PREVENZIONE DEGLI INCENDI E DELLE


ESPLOSIONI
POTENZIALE DI SVILUPPO DELL'INCENDIO,
POTENZIALE DI GENERAZIONE DI FUMO E DI
TOSSICITÀ

1 Potenziale di sviluppo dell'incendio b) Devono essere previsti dispositivi di comando per l'arre-
sto dei ventilatori e degli estrattori.
I comandi per la ventilazione forzata servente i locali
1.1 Controllo dell'immissione di aria e
macchine devono essere raggruppati in modo da poter
liquidi infiammabili in un locale essere azionati da due posizioni, una delle quali deve
essere esterna ai detti locali.
1.1.1 Dispositivi di chiusura e di arresto della
ventilazione (1/7/2002) I comandi per arrestare gli impianti di ventilazione mec-
canica dei locali macchine devono essere completa-
a) Le aperture principali per l'aspirazione e la mandata mente separati dai comandi per arrestare la ventilazione
degli impianti di ventilazione devono poter essere degli altri spazi.
chiuse dall'esterno del locale servito.
c) Devono essere previsti dispositivi di comando per l'arre-
I mezzi di chiusura devono essere facilmente accessibili sto dei ventilatori per il tiraggio forzato e attivato, delle
e marcati in modo permanente ed evidente e devono pompe per il travaso del combustibile liquido, delle
indicare se il dispositivo è aperto o chiuso. pompe dei gruppi di trattamento del combustibile
L'aspirazione e la mandata degli impianti di ventila- liquido, delle pompe di servizio per l'olio lubrificante,
zione sistemati su delimitazioni esterne devono essere delle pompe di circolazione del fluido diatermico e degli
provvisti di dispositivi di chiusura come sopra richiesto impianti di depurazione del combustibile liquido. Tutta-
e non è necessario che soddisfino le prescrizioni di cui via le disposizioni di cui in d) ed e) non si applicano ai
in Sez 6, [6.3.1]. separatori di acque oleose.
d) I comandi prescritti nei precedenti commi da a) a c) e in
b) Gli impianti di ventilazione meccanica dei locali di
Cap 1, Sez 10, [11.6.4] devono essere sistemati
alloggio e di servizio, dei locali da carico, delle stazioni
all'esterno del locale interessato e posizionati in modo
di comando e dei locali macchine devono poter essere
che possano essere accessibili anche in caso di incendio
arrestati da una posizione facilmente accessibile
nel locale servito.
all'esterno del locale servito. Tale posizione non deve
poter essere facilmente tagliata fuori nel caso di un Nei locali macchine di categoria A, i dispositivi di
incendio nei locali serviti. comando della chiusura delle condotte e dei tubi di
ventilazione devono essere sistemati tenendo in debita
c) Nelle navi da passeggeri che trasportino più di 36 pas- considerazione i gas caldi prodotti dall'incendio in tali
seggeri, gli impianti di ventilazione meccanica, eccetto locali.
quelli serventi i locali macchine e i locali da carico, e
e) Nelle navi da passeggeri, i comandi prescritti nei prece-
qualunque impianto di ventilazione alternativo che
denti commi da a) a d), in Sez 5, [2.3] e in Sez 6,
possa essere richiesto in applicazione delle prescrizioni
[4.2.3] e i comandi di qualsiasi impianto di estinzione
di cui in Sez 5, [1.1], devono essere muniti di comandi
incendi prescritto devono essere sistemati in una singola
raggruppati in modo che tutti i ventilatori possano
posizione di comando o raggruppati in un numero il più
essere arrestati da uno qualsiasi di due posti diversi
possibile limitato di posizioni, a soddisfazione della
distanti tra loro il più possibile. I ventilatori degli
Società. Tali posizioni devono avere un sicuro accesso
impianti di ventilazione meccanica serventi i locali da
dal ponte scoperto.
carico devono essere tali da poter essere arrestati da una
posizione sicura situata all'esterno di tali locali. 1.1.3 Prescrizioni addizionali per i dispositivi di
comando in locali macchine periodicamente
1.1.2 Dispositivi di comando nei locali non presidiati (1/7/2002)
macchine (1/7/2003) a) Per locali macchine periodicamente non presidiati, la
a) Devono essere previsti dispositivi di comando per Società stabilirà prescrizioni particolari circa il manteni-
l'apertura e la chiusura degli osteriggi, la chiusura delle mento dell'integrità al fuoco dei locali stessi, l'ubica-
aperture nei fumaioli che normalmente costituiscono zione e la centralizzazione dei comandi degli impianti di
scarichi d'aria e la chiusura delle serrande delle con- estinzione incendi e le prescritte sistemazioni di arresto
dotte di ventilazione. di emergenza (per esempio della ventilazione, delle

410 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 4, Sez 3

pompe del combustibile, ecc.) e circa la possibilità di sauna sono permessi e non sono soggetti ai calcoli
richiedere sistemazioni addizionali di estinzione prescritti nei punti b) e c) del presente paragrafo
incendi, dotazioni addizionali contro gli incendi ed [1.2.2].
apparecchi di respirazione.
2) Nelle navi da carico, paratie, soffittature e rivesti-
b) Sulle navi da passeggeri le prescrizioni di cui in a) menti non combustibili sistemati in locali di alloggio
devono essere almeno equivalenti a quelle indicate per e di servizio possono essere ricoperti con materiali
locali macchine normalmente presidiati. combustibili e rifiniture superficiali, modanature,
decorazioni e impiallacciature combustibili possono
1.2 Materiali per la protezione contro gli essere utilizzate nei locali di alloggio e di servizio
incendi delimitati da paratie e soffittature e rivestimenti non
combustibili, in accordo con le prescrizioni dei
1.2.1 Utilizzo di materiali non combustibili commi da b) a d) del presente paragrafo [1.2.2] e
(1/7/2002) del punto [3].
a) Materiali coibenti b) Massimo potere calorifico dei materiali combustibili
Le coibentazioni devono essere di materiale non com- Materiali combustibili utilizzati su superfici e rivesti-
bustibilei, eccetto che per i locali da carico, i locali menti di cui al comma a) devono avere un potere calori-
posta, i depositi bagagli e le celle frigorifere di locali di fico (vedere Nota 1) non superiore a 45 MJ per ogni
servizio. Non è necessario che le barriere al vapore e gli metro quadrato di superficie del materiale avente lo
adesivi adoperati nella coibentazione degli impianti di spessore adottato. Il suddetto requisito non si applica
refrigerazione, come pure la coibentazione degli acces- alle superfici del mobilio fissato a delimitazioni perime-
sori delle relative tubolature, siano non combustibili, ma trali.
la loro quantità deve essere limitata quanto più possibile
e le loro superfici esposte devono avere caratteristiche c) Volume totale dei materiali combustibil
di limitata attitudine alla propagazione della fiamma. Quando si usino materiali combustibili, in accordo con
Fra gli impianti di refrigerazione sopra citati si inten- quanto richiesto nel precedente comma a), essi devono
dono anche le tubolature dell'acqua refrigerata degli soddisfare i seguenti requisiti:
impianti di condizionamento dell'aria. 1) Il volume totale di rifiniture superficiali, modanature,
b) Soffittature e rivestimenti decorazioni e impiallacciature combustibili in qualsi-
asi locale di alloggio e di servizio non deve superare
1) Nelle navi da passeggeri, tutti i rivestimenti ed i loro
il valore del volume equivalente di una impiallaccia-
sostegni, i diaframmi tagliatiraggio e le soffittature
tura di spessore 2,5 mm che ricopra la superficie
devono essere di materiale non combustibile,
complessiva dei rivestimenti delle pareti e del sof-
eccetto che per i locali da carico, i locali posta, i
fitto. Il mobilio fissato ai rivestimenti, alle paratie ed
depositi bagagli e le celle frigorifere di locali di servi-
ai ponti può non essere incluso nel calcolo del
zio. Paratie e ponti parziali sistemati per suddividere
volume totale dei materiali combustibili.
un locale per utilità o per abbellimento artistico
devono essere anch'essi di materiale non combusti- 2) Nel caso di navi provviste di un impianto automa-
bile. tico a sprinklers conforme alle prescrizioni della Sez.
13, detto volume può comprendere dei materiali
2) Nelle navi da carico, tutti i rivestimenti, le soffitta-
combustibili impiegati per l'installazione di divisioni
ture, i diaframmi tagliatiraggio ed i loro sostegni
di Classe C.
devono essere di materiali non combustibili:
• nei locali di alloggio e di servizio e nelle stazioni d) Caratteristica di limitata attitudine a propagare la
di comando di navi per le quali è stato adottato il fiamma delle superfici esposte
metodo IC di cui in Sez 6, [1.3.1]. Le seguenti superfici devono possedere la caratteristica
• nei corridoi e nei cofani delle scale serventi locali di limitata attitudine a propagare la fiamma, in accordo
di alloggio e di servizio e stazioni di comando di con il "Fire Test Procedures Code":
navi per le quali sono stati adottati i metodi IIC e 1) Nelle navi da passeggeri:
IIIC di cui in Sez 6, [1.3.1].
• superfici esposte dei corridoi e dei cofani scale, e
1.2.2 Utilizzo di materiali combustibili (1/7/2002) dei rivestimenti delle paratie e dei soffitti nei
locali di alloggio e di servizio (eccetto i locali per
a) Generalità
sauna) e nelle stazioni di comando;
1) Nelle navi da passeggeri, le divisioni di classe A, B o
• superfici e sostegni di spazi nascosti o inaccessi-
C , nei locali di alloggio e di servizio, che sono rive-
bili nei locali di alloggio e di servizio e nelle sta-
stite con materiali combustibili, rifiniture superficiali,
zioni di comando.
modanature, decorazioni e impiallacciature combu-
stibili devono soddisfare le prescrizioni dei commi 2) Nelle navi da carico:
da b) a d) del presente paragrafo [1.2.2] e del suc- • superfici esposte dei corridoi e dei cofani scale, e
cessivo punto [2]. dei rivestimenti dei soffitti nei locali di alloggio e
Tuttavia, panche in legno tradizionali e rivestimenti di servizio (eccetto i locali per sauna) e nelle sta-
in legno sulle paratie e sulle soffittature dei locali per zioni di comando;

Regolamenti RINA 2005 411


Parte C, Cap 4, Sez 3

• superfici e sostegni di spazi nascosti o inaccessi- che essi siano ben fissati e non costituiscano una restrizione
bili nei locali di alloggio e di servizio e nelle sta- dei percorsi di sfuggita. Ciò si applica anche a sistemazioni
zioni di comando. decorative di piante e fiori, statue o altri oggetti artistici
Nota 1: Per il potere calorifico si deve assumere quello superiore come dipinti e tappezzerie, sistemate nei corridoi e nei
misurato secondo la norma ISO 1716 "Building Materials - Deter- cofani scale.
mination of Calorific Potential".

1.2.3 Arredamento nei cofani delle scale delle navi 2 Potenziale di formazione di fumo e
da passeggeri (1/7/2002)
tossicità
L'arredamento nei cofani delle scale deve essere limitato a
componenti di arredamento per sedersi. I componenti di
arredamento devono essere fissi, limitati a sei posti a sedere 2.1 Pitture, vernici e altre rifiniture
in ciascun cofano di scala di ciascun ponte, devono essere a
limitato rischio di incendio, in accordo con il "Fire Test Pro- 2.1.1 Pitture, vernici e altre rifiniture applicate su superfici
cedures Code", e non devono limitare il percorso di sfuggita interne esposte della nave non devono essere in grado di
dei passeggeri. La Società può permettere componenti di produrre una eccessiva quantità di fumo e prodotti tossici,
arredamento per sedersi addizionali nell'area di ricevimento essendo tali caratteristiche determinate in accordo con il
principale entro un cofano di scale se tali componenti sono "Fire Test Procedures Code".
fissi, non combustibili e non limitano il percorso di sfuggita
dei passeggeri. Non è ammesso arredamento nei corridoi
delle aree delle cabine dei passeggeri e dell'equipaggio 2.2 Sottofondo di rivestimento dei ponti
costituenti percorsi di sfuggita. In aggiunta a quanto sopra,
possono essere permessi depositi in materiale non combu- 2.2.1 Il sottofondo di rivestimento dei ponti, se sistemato
stibile adibiti all'immagazzinaggio di dotazioni di sicurezza nei locali di alloggio e di servizio e nelle stazioni di
non pericolose prescritte dalle norme del presente comando, deve essere di materiale approvato che non dia
Capitolo 4. luogo a rischi di tossicità o esplosione a temperature ele-
Distributori di acqua potabile e macchinette per i cubetti di vate, essendo tali caratteristiche determinate in accordo con
ghiaccio possono essere sistemati nei corridoi a condizione il "Fire Test Procedures Code".

412 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 4, Sez 4

SEZIONE 4 ELIMINAZIONE DEGLI INCENDI E DELLE


ESPLOSIONI
RIVELAZIONE E SEGNALAZIONE

1 Prescrizioni generali b) locali macchine in cui:


• l'installazione di impianti ed apparecchiature di
1.1 Numero minimo di avvisatori automatici automazione e di telecomando sia stata approvata
di incendio in sostituzione di un servizio di sorveglianza conti-
nua del locale; e
1.1.1 (1/7/2002)
• le macchine di propulsione e i relativi macchinari
Deve essere installato un impianto fisso automatico di rive-
ausiliari, comprese le fonti principali di energia elet-
lazione e segnalazione di incendi in accordo con le prescri-
trica, siano provvisti di vari livelli di comando auto-
zioni della presente Sez 4.
matico o a distanza e siano continuamente
1.1.2 (1/7/2002) sorvegliati da una stazione di comando.
Un impianto fisso automatico di rivelazione e segnalazione
Le prescrizioni del presente paragrafo si applicano a locali
di incendi e un impianto per la rivelazione di fumo
macchine di categoria A.
mediante estrazione di campioni richiesti nella presente
Sez 4 ed in altre Sezioni del presente Capitolo 4 devono Per impianti di rivelazione incendi in locali macchine non
essere di tipo approvato e soddisfare le prescrizioni della presidiati, vedere anche Parte F, Cap 3, Sez 2.
Sez 13.
1.1.3 (1/7/2002) 3.2 Progettazione
Nel caso in cui sia richiesto un impianto fisso automatico di
rivelazione e segnalazione di incendi per la protezione di 3.2.1 Il progetto dell'impianto fisso di rivelazione e segna-
spazi diversi da quelli specificati in [4.1], in ognuno di tali lazione di incendi richiesto in [3.1.1] ed il posizionamento
spazi deve essere installato almeno un avvisatore automa- degli avvisatori devono essere tali che possa essere segna-
tico di incendio, rispondente alle prescrizioni di cui in lato rapidamente l'insorgere di un incendio in qualsiasi
Sez 13. parte di quei locali e in qualsiasi normale condizione di fun-
zionamento dei macchinari e di variazione dei regimi di
ventilazione richiesta dalla possibile gamma di temperature
2 Prove iniziali e periodiche ambiente. Impianti di rivelazione di incendi con soli avvisa-
tori termici non sono ammessi, fatta eccezione per locali di
2.1 Generalità limitata altezza e per i casi in cui il loro impiego è particolar-
mente appropriato.
2.1.1 Il funzionamento dell'impianto fisso di rivelazione e
L'impianto di rivelazione deve attivare allarmi ottici ed acu-
segnalazione di incendi, richiesto nelle relative sezioni del
stici, distinti, per entrambi gli aspetti, da qualsiasi altro
presente Capitolo, deve essere provato in varie condizioni
impianto di allarme non segnalante incendio; detti allarmi
di funzionamento delle macchine e della ventilazione, dopo
devono essere situati in un numero sufficiente di posti, tale
la sua installazione.
da assicurare che gli stessi siano uditi e notati in plancia e
2.1.2 Il funzionamento dell'impianto fisso di rivelazione e da un ufficiale responsabile di macchina. Quando la plancia
segnalazione di incendi deve essere periodicamente pro- non è presidiata, la segnalazione d'allarme deve avvenire in
vato, a soddisfazione della Società, per mezzo di un'attrez- un posto dove è di guardia un membro abilitato dell'equi-
zatura producente aria calda a temperatura appropriata o paggio.
fumo o particelle aerosoliche aventi appropriati spettro di
densità e dimensioni di particelle, oppure altri fenomeni 4 Protezione dei locali di alloggio e di
associati ad inizi di incendi per i quali l'avvisatore automa-
tico d'incendio è progettato.
servizio e delle stazioni di comando

3 Protezione dei locali macchine 4.1 Avvisatori automatici di incendio nei


locali di alloggio
3.1 Installazione 4.1.1 (1/7/2002)
Avvisatori automatici di incendio a fumo devono essere
3.1.1 Un impianto fisso di rivelazione e segnalazione di installati in tutte le scale, in tutti i corridoi ed i percorsi di
incendi deve essere sistemato in: sfuggita entro i locali di alloggio, come richiesto da [4.2] a
a) locali macchine periodicamente non presidiati; [4.5]. Deve essere presa in considerazione l'installazione

Regolamenti RINA 2005 413


Parte C, Cap 4, Sez 4

per fini specifici di avvisatori automatici di incendio a fumo a) Metodo IC


entro le condotte di ventilazione.
Deve essere installato un impianto fisso di rivelazione e
segnalazione di incendi, sistemato e realizzato in modo
4.2 Prescrizioni per le navi da passeggeri da rivelare la presenza di fumo in tutti i corridoi, le scale
che trasportano più di 36 passeggeri ed i percorsi di sfuggita ubicati entro i locali di alloggio.
4.2.1 (1/7/2002) b) Metodo IIC
Un impianto fisso di rivelazione e segnalazione di incendi Deve essere installato un impianto automatico di estin-
deve essere installato e realizzato in modo da rivelare la zione incendi a "sprinklers" con rivelazione e segnala-
presenza di fumo nei locali di servizio, nelle stazioni di zione di incendi, di tipo approvato e rispondente alle
comando e nei locali di alloggio, compresi i corridoi, i prescrizioni della Sez 13, sistemato e realizzato in modo
cofani scale ed i percorsi di sfuggita entro i locali di alloggio. da proteggere i locali di alloggio, le cucine e altri locali
Avvisatori a fumo possono non essere sistemati nei locali di servizio, eccetto i locali che non presentano sostan-
igienici privati e nelle cucine. Avvisatori di calore possono ziale rischio di incendio, quali spazi vuoti, locali igienici,
essere installati nelle cucine in luogo degli avvisatori a fumo. ecc. Inoltre, deve essere installato un impianto fisso di
Gli spazi con basso o senza rischio di incendio come gli rivelazione e segnalazione di incendi, sistemato e realiz-
spazi vuoti, i locali igienici, i locali per anidride carbonica e zato in modo da rivelare la presenza di fumo in tutti i
spazi similari non devono essere provvisti di un impianto corridoi, le scale ed i percorsi di sfuggita ubicati entro i
fisso di rivelazione e segnalazione di incendi. locali di alloggio.
c) Metodo IIIC
4.3 Prescrizioni per le navi da passeggeri
che trasportano non più di 36 passeg- Deve essere installato un impianto fisso di rivelazione e
geri segnalazione di incendi, sistemato e realizzato in modo
da rilevare la presenza di incendi in tutti i locali di allog-
4.3.1 (1/7/2002) gio ed i locali di servizio, eccetto i locali che non pre-
In tutti i locali di alloggio e di servizio e, quando è ritenuto sentano sostanziale rischio di incendio, quali spazi
necessario dalla Società, nelle stazioni di comando, fatta vuoti, locali igienici, ecc.
eccezione per i locali che non presentano un sostanziale
Non è necessario proteggere i locali per CO2 mediante un
rischio di incendio, quali spazi vuoti, locali igienici etc, deve
impianto di rivelazione di fumi o un impianto a sprinkler
essere installato, in ogni parte di ciascuna singola zona, sia
essa verticale o orizzontale:
a) un impianto fisso di rivelazione e segnalazione di 5 Protezione dei locali da carico nelle
incendi, installato e realizzato in modo da rivelare la navi da passeggeri
presenza d'incendio nei suddetti spazi; oppure
b) un impianto automatico di estinzione incendi a "sprink- 5.1 Campo di applicazione e requisiti gene-
lers" con rivelazione e segnalazione di incendi, di tipo rali
approvato, rispondente alle norme della Sez 13, instal-
lato e realizzato in modo da proteggere i suddetti locali 5.1.1 Un impianto fisso di rivelazione e segnalazione
ed, in aggiunta, un impianto fisso di rivelazione e segna- d'incendi oppure un impianto di rivelazione fumi mediante
lazione di incendi installato e realizzato in modo da prelievo di campioni deve essere previsto in ogni locale da
rivelare la presenza di fumo nei corridoi, nelle scale e carico che, a giudizio della Società, non sia accessibile,
nei percorsi di sfuggita ubicati entro i locali di alloggio. tranne i casi in cui sia dimostrato, a soddisfazione della
Non è necessario proteggere i locali per CO2 mediante un Società, che la nave è impegnata in viaggi di durata tanto
impianto di rivelazione di fumi o un impianto a sprinkler. breve che non sarebbe ragionevole applicare tale prescri-
zione.
4.4 Protezione degli atrii
6 Avvisatori di incendio a comando
4.4.1 L'intera zona verticale principale che contiene l'atrio manuale
deve essere protetta mediante un impianto di rivelazione
fumi.
6.1
4.5 Navi da carico
6.1.1 Avvisatori di incendio a comando manuale, rispon-
4.5.1 (1/1/2001) denti alle prescrizioni della Sez 13 devono essere installati
I locali di alloggio e di servizio e le stazioni di comando ovunque nei locali di alloggio, nei locali di servizio e nelle
delle navi da carico devono essere protette da un impianto stazioni di comando. Un avvisatore d'incendio a comando
fisso di rivelazione e segnalazione di incendi e/o un manuale deve essere posizionato presso ogni uscita. Gli
impianto automatico di estinzione a "sprinklers" con rivela- avvisatori di incendio a comando manuale devono essere
zione e segnalazione di incendi come indicato nel seguito, prontamente accessibili nei corridoi di ogni ponte, in modo
in funzione del metodo di protezione adottato in accordo che nessuna parte di corridoio disti più di 20 m da uno di
con Sez 6, [1.3.1]. tali avvisatori.

414 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 4, Sez 4

7 Portelli di ispezione e apparecchio (per esempio, l'apertura di un circuito di avvisatore deve


causare una condizione di allarme).
radiotelefonico
8.2 Navi da passeggeri che trasportano più
7.1 Portelli di ispezione di 36 passeggeri
7.1.1 La costruzione delle soffittature e delle paratie deve 8.2.1 Le navi da passeggeri che trasportano più di 36 pas-
essere tale da rendere possibile alle ronde antincendio di seggeri devono avere gli allarmi di rivelazione per gli
individuare l'origine di qualsiasi fumo proveniente da spazi impianti prescritti in [4.2] centralizzati in una stazione
nascosti o inaccessibili, senza compromettere l'efficacia comando centrale presidiata con continuità. Inoltre, i
della protezione contro gli incendi, tranne quando, a giudi- comandi per la chiusura a distanza delle porte tagliafuoco e
zio della Società, non vi sia alcun pericolo che si origini un per l'arresto delle macchine della ventilazione devono
incendio in tali spazi. essere centralizzati nella stessa posizione. Le macchine della
ventilazione devono poter essere riattivate dall'equipaggio
7.2 Apparecchio radiotelefonico a due vie dalla posizione nella stazione di comando presidiata con
continuità. I pannelli di comando nella stazione di
7.2.1 Ogni membro dell'equipaggio facente parte del ser- comando centrale devono poter indicare le posizioni di
vizio di ronda antincendio deve essere dotato di un appa- chiusura o di apertura delle porte tagliafuoco e di marcia o
recchio radiotelefonico ricetrasmittente portatile. di arresto delle macchine della ventilazione e di apertura o
di chiusura dei rivelatori e segnalatori di incendio.
7.2.2 Gli apparecchi radiotelefonici ricetrasmittenti porta- Il pannello di comando deve essere alimentato con conti-
tili devono potersi udire dalla maggior parte delle zone nuità e deve avere un commutatore automatico che con-
della nave. Essi devono potersi udire almeno dalle zone in senta il rifornimento di energia di riserva in caso di
cui si effettua il servizio di ronda antincendio quali la posi- mancanza della normale alimentazione di energia. Il pan-
zione dei contenitori delle chiavi e i percorsi specificati nello di comando deve essere alimentato dalla fonte princi-
sugli elenchi di controllo del servizio di ronda antincendio. pale di energia elettrica e dalla fonte di energia elettrica di
Quando necessario, devono essere sistemate antenne addi- emergenza di cui in Parte E, Cap 11, Sez 5, [2], a meno che
zionali al fine di ottenere una comunicazione efficace. dalle norme applicabili non siano ammesse altre sistema-
zioni.
8 Impianti di segnalazione dell'allarme
nelle navi da passeggeri 8.3 Allarme incendio
8.3.1 (1/7/2002)
8.1 Pannello di comando Un allarme speciale, attivato dal ponte di comando o dalla
stazione di controllo incendi, deve essere installato per
8.1.1 Il pannello di comando di un impianto fisso di rivela- allertare l’equipaggio. Detto allarme può essere parte
zione e segnalazione di incendi deve essere progettato dell’allarme generale incendio e deve poter essere attivato
secondo il principio di sicurezza positiva in caso di guasto indipendentemente dall’allarme per gli spazi dei passeggeri.

Regolamenti RINA 2005 415


Parte C, Cap 4, Sez 5

SEZIONE 5 ELIMINAZIONE DEGLI INCENDI


CONTROLLO DELLA PROPAGAZIONE DEI FUMI

1 Protezione delle stazioni di comando locale da proteggere, in accordo con le prescrizioni di cui in
Sez 6, [4.2.1]. A questo scopo, può essere accettato l'usuale
situate fuori dai locali macchine
impianto di ventilazione.

1.1 Generalità
2.3 Mezzi di comando
1.1.1 Devono essere adottati tutti i possibili provvedimenti
2.3.1 Devono essere previsti mezzi di comando per per-
per far sì che, nelle stazioni di comando situate fuori dai
mettere la fuoriuscita del fumo ed i comandi devono essere
locali macchine, la ventilazione, la visibilità e l'assenza di
sistemati all'esterno del locale interessato e posizionati in
fumo siano assicurate in modo che, in caso di incendio, i
modo che possano essere accessibili anche in caso di incen-
macchinari e le apparecchiature in esse contenuti possano
dio nel locale servito.
essere ispezionati e continuino a funzionare regolarmente.
Devono essere previsti mezzi alternativi e separati per la 2.3.2 Nelle navi da passeggeri, i comandi di cui in [2.3.1]
mandata d'aria in questi locali; le prese d'aria dei due devono essere sistemati in una singola posizione di
mezzi di mandata devono essere disposte in modo che sia comando o raggruppati in un numero il più possibile limi-
ridotto al minimo il rischio di immissione di fumo contem- tato di posizioni a soddisfazione della Società. Tali posizioni
poraneamente dalle due prese d'aria. A giudizio della devono avere un sicuro accesso dal ponte scoperto.
Società, tali norme possono non essere applicate alle sta-
zioni di comando poste su un ponte scoperto, o che si
affaccino su un ponte scoperto, e nel caso in cui i mezzi di 3 Diaframmi tagliatiraggio
chiusura dei locali abbiano un'efficacia equivalente.
3.1 Generalità
1.1.2 Efficacia equivalente dei mezzi di chiusura dei locali
significa che, nel caso di trombe di ventilazione, esse 3.1.1 Gli strati d'aria racchiusi nell'interno di soffittature e
devono essere munite di serrande tagliafuoco o per il fumo, sotto pannellature o rivestimenti devono essere suddivisi
che possano essere chiuse facilmente dall'interno della sta- mediante diaframmi tagliatiraggio, integri ed a perfetta
zione di comando, allo scopo di garantire l'assenza di fumo tenuta per tutta la loro estensione e distanziati non più di 14
in caso di incendio. m l'uno dall'altro. Nel senso verticale, tali strati d'aria, com-
presi quelli all'interno di rivestimenti di scale, cofani, ecc.,
2 Fuoriuscita del fumo dai locali mac- devono essere chiusi ad ogni ponte.
chine
4 Impianti di estrazione fumi negli atrii
2.1 Campo di applicazione delle navi da passeggeri
2.1.1 (1/7/2002)
Le disposizioni del presente Articolo [2] si applicano ai locali 4.1 Generalità
macchine di Categoria A e, qualora la Società lo consideri 4.1.1 (1/1/2001)
opportuno, agli altri locali macchine. Gli atrii devono essere dotati di un impianto di estrazione
fumi. Detto impianto di estrazione deve essere attivato
2.2 Sistemazioni per permettere la fuoriu- dall'impianto di rivelazione fumi richiesto, e deve poter
scita del fumo essere comandato anche manualmente. I ventilatori devono
essere dimensionati in modo tale che l'intero volume d'aria
2.2.1 Adeguate sistemazioni devono essere previste per compreso nel locale possa essere ricambiato in 10 min o
permettere, in caso di incendio, la fuoriuscita del fumo dal meno.

416 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 4, Sez 6

SEZIONE 6 ELIMINAZIONE DEGLI INCENDI


CONTENIMENTO DELL'INCENDIO

1 Delimitazioni termiche e meccaniche zona verticale principale e devono essere previste porte
di accesso che portino alle scale dalle due zone esterne.
Il numero delle zone verticali principali aventi lun-
1.1 Suddivisione termica e meccanica ghezza maggiore di 48 m non è limitato a condizione
1.1.1 (1/7/2002) che esse soddisfino tutte le prescrizioni.
Le navi di qualsiasi tipo devono essere suddivise in spazi per d) Tali paratie delimitanti le zone verticali principali
mezzo di divisioni aventi resistenza termica e meccanica in devono estendersi verticalmente da ponte a ponte e
in relazione al rischio d'incendio nel locale. lateralmente fino al fasciame esterno o ad altre delimita-
zioni.
1.2 Navi da passeggeri e) Quando una zona verticale principale è suddivisa in
zone orizzontali mediante delimitazioni orizzontali di
1.2.1 Zone verticali principali e zone Classe A, allo scopo di provvedere una idonea barriera
orizzontali (1/7/2002)
tra una zona protetta da sprinklers e una zona senza
a) Nelle navi che trasportano più di 36 passeggeri, lo sprinklers, le delimitazioni devono estendersi tra le para-
scafo, le sovrastrutture e le tughe devono essere suddi- tie delle zone verticali principali adiacenti e fino al
vise in zone verticali principali mediante divisioni di fasciame o alle delimitazioni esterne della nave e
classe A-60. Gli scalini e i recessi devono essere ridotti al devono essere coibentate in accordo con i valori supe-
minimo, ma, dove essi sono necessari, devono costituire riori di isolamento al fuoco indicati in Tab 4.
anche divisioni di classe A-60. Nel caso in cui uno spa-
zio di categoria 5, 9 o 10 come definite al punto b) di f) Sulle navi destinate a servizi speciali, come, ad esempio,
cui in [1.2.3] sia situato su un lato della divisione, traghetti per il trasporto di automobili o di vagoni ferro-
oppure nel caso in cui casse di combustibile liquido viari, nelle quali la sistemazione di paratie di zone verti-
siano situate su entrambi i lati della divisione, il grado di cali principali sarebbe incompatibile con il servizio al
resistenza al fuoco può essere ridotto ad A-0. quale le navi sono destinate, devono essere sistemati,
con specifica approvazione da parte della Società,
b) Nelle navi che trasportano non più di 36 passeggeri, lo mezzi equivalenti per controllare e limitare gli incendi.
scafo, le sovrastrutture e le tughe in corrispondenza dei Gli spazi di servizio ed i depositi della nave non devono
locali di alloggio e di servizio devono essere suddivisi in essere ubicati sui ponti ro-ro, a meno che essi siano pro-
zone verticali principali mediante divisioni di Classe A. tetti in accordo con le norme applicabili.
Tali divisioni devono essere coibentate come richiesto in
Tab 3 e Tab 4. g) Tuttavia, nelle navi che abbiano locali di categoria spe-
ciale, ogni locale di tale tipo deve soddisfare alle norme
c) Per quanto possibile, le paratie delimitanti le zone verti- applicabili di cui in Sez 12 e, nel caso in cui tale confor-
cali principali al di sopra del ponte delle paratie devono mità sia incompatibile con l'osservanza delle altre pre-
essere in prosecuzione delle paratie stagne di comparti- scrizioni per navi da passeggeri contenute nel presente
mentazione situate immediatamente al di sotto del Capitolo, le prescrizioni di cui in Sez 12 sono quelle
ponte delle paratie. La lunghezza e la larghezza delle che prevalgono.
zone verticali principali possono essere incrementate
fino a un massimo di 48 m per far coincidere le estre- 1.2.2 Paratie all'interno di una zona verticale
mità delle zone verticali principali con le paratie stagne principale (1/7/2002)
di compartimentazione o per includere un grande locale
a) Per le navi che trasportano più di 36 passeggeri, tutte le
pubblico estendentesi per l'intera lunghezza della zona
paratie per le quali non sono prescritti i requisiti della
verticale principale, a condizione che l'area totale della
Classe A devono essere almeno divisioni di Classe B o C,
zona verticale principale non sia su alcun ponte mag-
come prescritto in Tab 1 e Tab 2.
giore di 1600 m2. La lunghezza o la larghezza di una
zona verticale principale è la massima distanza fra i b) Per le navi che trasportano non più di 36 passeggeri,
punti più distanti delle paratie che delimitano la zona tutte le paratie entro i locali di alloggio e di servizio per
stessa. le quali non sono prescritti i requisiti della Classe A,
Se una scala serve due zone verticali principali, non è devono essere almeno divisioni di Classe B o C come
necessario che la lunghezza massima di ciascuna zona prescritto in Tab 3 e Tab 4.
verticale principale sia misurata dal lato più lontano del Inoltre, per le navi che trasportano non più di 36 passeg-
cofano scale. In tal caso tutte le delimitazioni del geri, tutte le paratie dei corridoi per le quali non sono
cofano scale devono essere coibentate come paratie di prescritti i requisiti della Classe A devono essere di

Regolamenti RINA 2005 417


Parte C, Cap 4, Sez 6

Classe B e devono estendersi da ponte a ponte, eccetto avente delimitazioni con prescrizioni più severe. Pic-
che: coli locali chiusi entro uno spazio che abbiano
1) quando soffittature o rivestimenti continui di Classe meno del 30% di aperture comunicanti con detto
B sono sistemati da ambo i lati della paratia, la parte spazio devono essere considerati come spazi sepa-
della paratia situata entro le soffittature o i rivesti- rati. L'integrità al fuoco delle paratie e dei ponti che
menti continui deve essere di materiale che, per delimitano tali piccoli locali deve essere quella
spessore e composizione, sia considerato accettabile richiesta in Tab 1 e Tab 2.
per la costruzione di paratie di Classe B, ma che Il titolo di ogni categoria è da considerare come
deve soddisfare al grado di integrità della Classe B tipico piuttosto che come vincolante.
soltanto nella misura giudicata realizzabile e ragio- Il numero tra parentesi che precede ogni categoria si
nevole dalla Società; riferisce alla colonna o riga delle tabelle ad essa rela-
2) nel caso di una nave protetta da un impianto auto- tive.
matico ad acqua spruzzata (sprinklers) conforme • (1) Stazioni di comando
alle norme di cui in Sez 13, le paratie dei corridoi Locali contenenti fonti di energia e di illumina-
possono arrestarsi ad una soffittatura nel corridoio, zione di emergenza
purché tali paratie e soffittatura siano in materiali di Timoneria e sala nautica
Classe B in accordo con [1.2.4]. Tutte le porte e le
Locali contenenti apparecchiature radio
intelaiature situate in tali paratie devono avere la
stessa integrità al fuoco delle paratie sulle quali sono Stazioni di controllo degli incendi
sistemate. Stazione di comando delle macchine di propul-
sione, quando situata fuori dal locale macchine
c) Le paratie per le quali sono prescritti i requisiti della
di propulsione
Classe B, eccetto le paratie di corridoio prescritte al pre-
cedente punto b), devono estendersi da ponte a ponte e Locali contenenti impianti centralizzati per
fino al fasciame esterno o ad altre delimitazioni. Tutta- allarme incendio
via, quando siano sistemati soffittature o i rivestimenti Locali contenenti stazioni ed impianti centraliz-
continui di Classe B da ambo i lati della paratia che zati di informazione pubblica di emergenza.
abbiano almeno la stessa resistenza al fuoco della para- • (2) Scale
tia stessa, detta paratia può terminare alla soffittatura Scale interne, ascensori, montacarichi, cofani
continua o al rivestimento continuo. totalmente chiusi per sfuggita di emergenza e
scale mobili (diversi da quelli situati interamente
1.2.3 Resistenza al fuoco delle paratie e dei ponti entro i locali macchine), per passeggeri ed equi-
nelle navi che trasportano più di 36
paggio, e relativi cofani
passeggeri (1/7/2002)
A tale riguardo, una scala chiusa in cofano in un
a) Oltre a soddisfare alle particolari prescrizioni inerenti
solo interponte deve essere considerata come
l'integrità al fuoco delle paratie e dei ponti delle navi da
facente parte del locale dal quale non è separata
passeggeri, la minima resistenza al fuoco di ogni paratia
da una porta tagliafuoco.
e ponte deve essere quella richiesta in Tab 1 e Tab 2.
Quando, a causa di qualsiasi particolare sistemazione • (3) Corridoi
strutturale sulla nave, si incontri difficoltà nel ricavare Corridoi per passeggeri ed equipaggio e disimpe-
dalle tabelle il minimo grado di integrità al fuoco di una gni.
divisione, i relativi gradi devono essere stabiliti dalla • (4) Stazioni di abbandono nave e percorsi di
Società. sfuggita esterni
b) Nell'applicazione di Tab 1 e Tab 2, devono essere Area nella quale sono sistemati i mezzi collettivi
tenute presenti le seguenti disposizioni: di salvataggio
1) Tab 1 si applica alle paratie che non delimitano, né Spazi di ponti scoperti e passeggiate chiuse
zone verticali principali, né zone orizzontali. costituenti zone di imbarco sulle imbarcazioni e
sulle zattere di salvataggio e messa a mare delle
Tab 2 si applica ai ponti che non costituiscono sca- stesse
lino di zone verticali principali, né delimitano zone
orizzontali Stazioni di riunione, interne ed esterne
Scale esterne e ponti scoperti costituenti percorsi
2) Per determinare i pertinenti gradi di integrità al
di sfuggita
fuoco che sono richiesti per le delimitazioni fra spazi
adiacenti, tali spazi sono raggruppati, in relazione al La murata della nave fino alla linea d'acqua nella
loro rischio di incendio, come indicato nelle sottoe- condizione di navigazione della nave al minimo
lencate categorie da (1) a (14). Quando il conte- dislocamento e i lati delle sovrastrutture e delle
nuto e l'utilizzazione di uno spazio sono tali da tughe adiacenti o sottostanti a zone di imbarco
generare, ai fini della presente Sez 6, dubbi sulla su zattere e scivoli di evacuazione.
categoria di appartenenza dello stesso, o quando sia • (5) Ponti scoperti
possibile assegnare due o più classificazioni ad uno Ponti scoperti e passeggiate chiuse lontano da
stesso spazio, esso deve essere considerato come zone d'imbarco e di messa in mare delle imbar-
uno spazio compreso nella pertinente categoria cazioni e delle zattere di salvataggio. Per essere

418 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 4, Sez 6

considerati in questa categoria, le passeggiate I locali igienici privati devono essere considerati
chiuse non devono avere alcun sostanziale come parte del locale in cui si trovano.
rischio di incendio, intendendosi che il mobilio • (10) Cisterne, casse, spazi vuoti e locali per
deve essere ristretto a quello per il ponte. Detti macchine ausiliarie aventi piccolo o nessun
locali devono inoltre essere ventilati con ventila- rischio d'incendio
zione naturale mediante aperture permanenti
Cisterne d'acqua formanti parte della struttura
Spazi all'aria libera (spazi situati al di fuori di della nave
sovrastrutture e tughe).
Spazi vuoti ed intercapedini
• (6) Alloggi con limitato rischio d'incendio
Locali per macchine ausiliarie, non contenenti
Cabine contenenti mobili ed elementi di arreda-
macchine con impianto di lubrificazione sotto
mento a limitato rischio d'incendio
pressione e nei quali non sia consentito imma-
Uffici ed infermerie contenenti mobili ed ele- gazzinare combustibili, come:
menti di arredamento a limitato rischio d'incen-
- stazioni di ventilazione e per il condiziona-
dio
mento dell'aria;
Locali pubblici contenenti mobili ed elementi di
- locale salpancore;
arredamento a ristretto rischio d'incendio ed
aventi superficie di ponte inferiore a 50 m2. - locale macchine del timone;
• (7) Alloggi con moderato rischio d'incendio - locale stabilizzatori;
Locali come in categoria (6), ma contenenti - locale motori elettrici di propulsione;
mobili ed elementi di arredamento a non limitato - locali contenenti sottoquadri elettrici e siste-
rischio d'incendio mazioni esclusivamente elettriche che non
Locali pubblici contenenti mobili ed elementi di siano trasformatori elettrici in olio (di
arredamento a limitato rischio d'incendio ed potenza superiore a 10 kVA);
aventi superficie di ponte uguale o superiore a - gallerie per alberi e per tubolature
50 m2
- locali per pompe e macchine frigorifere (non
Depositi isolati e piccoli ripostigli nei locali di pompanti o utilizzanti liquidi infiammabili).
alloggio, di area inferiore a 4 m2 (nei quali non
Cofani chiusi che servono i sopraelencati locali.
siano depositati liquidi infiammabili)
Altri cofani chiusi quali cofani per tubolature e
Negozi
per cavi.
Sale di proiezione e locali adibiti a deposito di
pellicole • (11) Locali per macchine ausiliarie, locali da
carico, cisterne da carico e casse per olio e com-
Cucine dietetiche (non contenenti fiamme bustibile liquido e altri locali della stessa natura
libere) che presentano un moderato rischio d'incendio
Depositi di attrezzi per la pulizia (nei quali non
Cisterne da carico per olio minerale
siano depositati liquidi infiammabili)
Stive da carico, cofani e boccaporte
Laboratori (nei quali non siano depositati liquidi
infiammabili) Celle refrigerate
Farmacie Casse per combustibile liquido (se installate in
Piccoli essiccatoi (aventi superficie di ponte apposito locale non contenente macchine)
uguale o inferiore a 4 m2) Gallerie per alberi e per tubolature ove sia con-
Depositi valori sentito immagazzinare combustibili
Sale operatorie. Locali per macchine ausiliarie, indicati nella cate-
goria (10), che contengano macchine con
• (8) Alloggi con più elevato rischio d'incendio
impianto di lubrificazione sotto pressione o nei
Locali pubblici contenenti mobili ed elementi di quali sia consentito immagazzinare combustibili.
arredamento con non limitato rischio d'incendio
Stazioni di imbarco del combustibile liquido
ed aventi superficie di ponte uguale o superiore
a 50 m2. Locali contenenti trasformatori elettrici in olio (di
potenza superiore a 10 kVA)
Locali per barbiere, parrucchiere ed estetista
Locali contenenti turbine e macchine alternative
Locali per sauna.
a vapore azionanti generatori ausiliari e piccoli
• (9) Locali igienici e simili motori a combustione interna, di potenza resa
Locali igienici pubblici, docce, bagni, gabinetti, fino a 110 kW, azionanti generatori, impianti di
ecc. estinzione incendi ad acqua spruzzata (sprink-
Piccole lavanderie lers), pompe per acqua spruzzata, pompe da
Piscine coperte incendio, pompe di sentina, ecc.
Riposterie di servizio isolate, non contenenti Cofani chiusi che servono i locali sopraelencati.
apparecchi di cottura, nei locali di alloggio • (12) Locali macchine e cucine principali

Regolamenti RINA 2005 419


Parte C, Cap 4, Sez 6

Locali per macchine dell'apparato di propulsione all'interno della delimitazione perimetrale e degli
principale (esclusi i locali motori elettrici di pro- spazi delle categorie (5), (9) e (10).
pulsione) e locali caldaie 2) Sale da bagno con accesso diretto ai locali per sauna
Locali per macchine ausiliarie, diversi da quelli possono essere considerati come parte di essi. In
delle categorie (10) e (11), che contengono questi casi, la porta di comunicazione tra la sala da
macchine a combustione interna od altre mac- bagno ed il locale per sauna non deve soddisfare i
chine che bruciano combustibile liquido o requisiti di sicurezza contro gli incendi.
gruppi di riscaldamento o pompaggio del com- 3) Nel locale per sauna è permesso il tradizionale rive-
bustibile liquido stimento in legno sulle paratie e sulla soffittatura.La
Cucine principali e locali annessi soffittatura al di sopra del forno deve essere rivestita
Cofani relativi ai locali sopraelencati. con una lamiera incombustibile con una intercape-
• (13) Magazzini, officine, riposterie etc. dine d'aria di almeno 30 mm. La distanza tra le
superfici calde ed i materiali combustibili deve
Riposterie principali non annesse alle cucine.
essere di circa 500 mm, oppure i materiali combusti-
Lavanderie principali bili devono essere protetti (per esempio: mediante
Grandi locali essiccatoi (aventi superficie di una lamiera non combustibile con intercapedine
ponte superiore a 4 m2) d'aria di almeno 30 mm).
Depositi per materiali di vario genere 4) Nel locale per sauna è permesso l'uso delle tradizio-
Depositi bagagli e posta nali panche di legno.
Locali per immondizie 5) La porta del locale per sauna deve aprirsi spingen-
Officine (che non facciano parte di locali mac- dola verso l'esterno.
chine, cucine, ecc.) 6) I forni a riscaldamento elettrico devono essere prov-
Depositi e magazzini di area superiore a 4 m , 2 visti di un temporizzatore.
diversi dai locali per i quali sia previsto il depo- 1.2.4 Resistenza al fuoco delle paratie e dei ponti
sito di liquidi infiammabili. nelle navi che trasportano non più di 36
• (14) Altri locali dove vengano immagazzinati passeggeri (1/7/2002)
liquidi infiammabili a) Oltre a soddisfare le prescrizioni particolari inerenti
Depositi pitture l'integrità al fuoco delle paratie e dei ponti delle navi da
Magazzini contenenti liquidi infiammabili (com- passeggeri, la minima resistenza al fuoco di ogni paratia
presi tinture, medicinali, ecc.) o ponte deve essere quella prescritta in Tab 3 e Tab 4.
Laboratori (dove siano depositati liquidi infiam- b) Nell'applicazione di Tab 3 e Tab 4 devono essere tenute
mabili). presenti le seguenti disposizioni:
3) Quando è indicato un singolo grado di integrità al 1) Tab 3 e Tab 4 devono essere applicate rispettiva-
fuoco di una divisione tra due spazi, detto grado mente alle paratie ed ai ponti che separino spazi
deve essere applicato per tutti i casi. contigui.
4) Nonostante le disposizioni di cui in [1.2.2], non vi 2) Per determinare i pertinenti gradi di integrità al
sono particolari prescrizioni per i materiali o per fuoco, che sono richiesti per le delimitazioni tra
l'integrità al fuoco delle delimitazioni quando nelle spazi contigui, tali spazi vengono raggruppati, in
tabelle appare soltanto un trattino. relazione al loro rischio di incendio, nelle sottoelen-
cate categorie da (1) a (11). Quando il contenuto e
5) Per quanto riguarda gli spazi di categoria (5), la l'utilizzazione di uno spazio sono tali da generare, ai
Società stabilirà se alle paratie di estremità delle fini della presente Sez 6, dubbi sulla categoria di
sovrastrutture e delle tughe debbano applicarsi i appartenenza dello stesso, o quando sia possibile
gradi di coibentazione dati in Tab 1 e se ai ponti sco- assegnare due o più classificazioni ad uno stesso
perti debbano applicarsi i gradi di coibentazione spazio, esso deve essere considerato come uno spa-
dati in Tab 2. In nessun caso le prescrizioni di Tab 1 zio compreso nella pertinente categoria avente deli-
o Tab 2 relative alla categoria (5) possono rendere mitazioni con prescrizioni più severe. Piccoli locali
necessario racchiudere dei locali che, secondo la chiusi entro uno spazio, che abbiano meno del 30%
Società, non necessitano di essere chiusi. di aperture comunicanti con detto spazio, devono
c) Soffittature e rivestimenti continui di Classe B, associati essere considerati come spazi separati. L'integrità al
con i relativi ponti e paratie, possono essere considerati fuoco delle paratie e dei ponti che delimitano tali
come contribuenti in tutto o in parte alla richiesta coi- piccoli locali deve essere quella richiesta in Tab 3 e
bentazione e integrità di una divisione. Tab 4.
d) Costruzione e sistemazione dei locali per sauna: Il titolo di ogni categoria è da considerare come
1) La delimitazione perimetrale del locale per sauna tipico piuttosto che come vincolante.
deve essere costituita da divisioni di Classe A e deve Il numero tra parentesi che precede ogni categoria si
includere gli spogliatoi, le docce ed i locali igienici. Il riferisce alla colonna o riga delle tabelle ad essa rela-
locale per sauna deve essere separato mediante divi- tive.
sioni di Classe A da altri locali, eccettuati quelli • (1) Stazioni di comando

420 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 4, Sez 6

Locali contenenti fonti di energia e di illumina- officine diverse da quelle che si trovano nei locali
zione di emergenza macchine.
Timoneria e sala nautica • (10) Ponti scoperti
Locali contenenti apparecchiature radio
Ponti scoperti e passeggiate chiuse con basso o
Stazioni di controllo degli incendi senza rischio d'incendio. Le passeggiate chiuse
Stazione di comando delle macchine di propul- non devono avere alcun sostanziale rischio di
sione, quando situata fuori dal locale macchine incendio, intendendosi che il mobilio deve
di propulsione essere ristretto a quello per il ponte. Detti locali
devono inoltre essere ventilati con ventilazione
Locali contenenti impianti centralizzati per naturale mediante aperture permanenti.
allarme incendio.
Spazi all'aria libera (spazi situati al di fuori di
• (2) Corridoi tughe e sovrastrutture).
Corridoi e disimpegni per passeggeri ed equipag-
gio. • (11) Locali di categoria speciale

• (3) Locali di alloggio Locali come definiti in Sez 1, [3.39] e in Sez 1,


[3.44].
Locali come definiti in Sez 1, [3.1], esclusi i corri-
doi. 3) Nel determinare il grado della pertinente integrità al
• (4) Scale fuoco di una delimitazione fra due locali entro una
zona verticale principale, o una zona orizzontale,
Scale interne, ascensori, montacarichi, cofani non protetta da un impianto automatico di estin-
scale completamente chiusi e scale mobili zione incendi ad acqua spruzzata (sprinklers) con-
(diverse da quelle situate interamente entro i forme alle norme di cui in Sez 13, o fra due di dette
locali macchine), per passeggeri ed equipaggio, zone nessuna delle quali sia così protetta, deve
e relativi cofani essere applicato il più alto dei due gradi indicati
A tale riguardo, una scala chiusa in un cofano in nelle tabelle.
un solo interponte deve essere considerata come
facente parte del locale dal quale non è separata 4) Nel determinare il grado della pertinente integrità al
da una porta tagliafuoco fuoco di una delimitazione fra due locali entro una
zona verticale principale, o una zona orizzontale,
• (5) Locali di servizio (a basso rischio di incen- che sia protetta da un impianto automatico di estin-
dio) zione incendi ad acqua spruzzata (sprinklers) con-
Depositi e magazzini nei quali non sia previsto il forme alle norme di cui in Sez 13, o fra due di dette
deposito di liquidi infiammabili, aventi un'area zone, ambedue così protette, deve essere applicato
inferiore a 4 m2, essiccatoi e lavanderie. il più piccolo dei due gradi indicati nelle tabelle. Per
esempio, quando nei locali di alloggio e di servizio
• (6) Locali macchine di categoria A una zona protetta con sprinklers è adiacente ad una
Locali come definiti in Sez 1, [3.30]. zona non così protetta, deve essere richiesto, per la
divisione fra tali due zone, il più alto dei due gradi
• (7) Altri locali macchine indicati nelle tabelle.
Locali per apparecchiature elettriche (scambio
automatico dei telefoni, spazi per le condotte c) Soffittature e rivestimenti continui di Classe B, associati
dell'impianto di condizionamento) con i relativi ponti e paratie, possono essere considerati
come contribuenti in tutto o in parte alla richiesta coi-
Locali come definiti in Sez 1, [3.29], esclusi i bentazione e integrità di una divisione.
locali macchine di categoria A
• (8) Locali da carico d) Sulle delimitazioni esterne che, in accordo con le pre-
scrizionidi cui in Sez 8, [1.1], devono essere costruite in
Tutti gli pazi usati per il carico (comprese le acciaio o in altro materiale equivalente, possono essere
cisterne del carico per olio minerale) e relativi sistemati portellini o finestre, a condizione che nessuna
cofani e boccaportelli, diversi dai locali di cate- norma per navi da passeggeri prescriva per tali delimita-
goria speciale. zioni l'integrità al fuoco di una divisione di Classe A.
• (9) Locali di servizio (ad elevato rischio d'incen- Analogamente, su tali delimitazioni, quando per esse
dio) non siano prescritti i requisiti della Classe A, possono
essere sistemate porte costruite con materiali a soddisfa-
Cucine, riposterie contenenti apparecchi di cot- zione della Società.
tura, locali per pitture e fanali, depositi e magaz-
zini aventi un'area uguale o superiore a 4 m2, e) I locali per sauna devono soddisfare le prescrizioni di
locali per il deposito di liquidi infiammabili ed cui in [1.2.3], d).

Regolamenti RINA 2005 421


Parte C, Cap 4, Sez 6

Tabella 1 : Paratie non costituenti divisioni di zone verticali principali o di zone orizzontali di navi da passeggeri
che trasportano più di 36 passeggeri

LOCALI (1) (2) (3) (4) (5) (6) (7) (8) (9) (10) (11) (12) (13) (14)
Stazioni di comando (1) B-0 A-0 A-0 A-0 A-0 A-60 A-60 A-60 A-0 A-0 A-60 A-60 A-60 A-60
[a]
Scale (2) A-0 A-0 A-0 A-0 A-0 A-15 A-15 A-0 A-0 A-15 A-30 A-15 A-30
[a] [c]
Corridoi (3) B-15 A-60 A-0 B-15 B-15 B-15 B-15 A-0 A-15 A-30 A-0 A-30
Stazioni di abbandono nave e A-0 A-60 A-60 A-60 A-0 A-0 A-60 A-60 A-60 A-60
percorsi di sfuggita esterni (4) [b][d] [b][d] [b][d] [d] [b] [b] [b] [b]
Ponti scoperti (5) A-0 A-0 A-0 A-0 A-0 A-0 A-0 A-0 A-0
Locali di alloggio con limitato B-0 B-0 B-0 C A-0 A-0 A-30 A-0 A-30
rischio di incendio (6)
Locali di alloggio con mode- B-0 B-0 C A-0 A-15 A-60 A-15 A-60
rato rischio di incendio (7)
Locali di alloggio con più ele- B-0 C A-0 A-30 A-60 A-15 A-60
vato rischio di incendio (8)
Locali igienici e simili (9) C A-0 A-0 A-0 A-0 A-0
Cisterne, casse, spazi vuoti e A-0 A-0 A-0 A-0 A-0
locali macchine ausiliarie [a]
aventi piccolo o nessun rischio
di incendio (10)
Locali macchine ausiliarie, A-0 A-0 A-0 A-15
locali da carico, cisterne da [a]
carico ed altre casse per olio e
combustibile liquido ed altri
locali della stessa natura che
presentano un moderato
rischio di incendio (11)
Locali macchine principali e A-0 A-0 A-60
cucine principali (12) [a]
Magazzini, officine, riposterie, A-0 A-0
etc. (13) [a]
Altri locali dove vengono A-30
immagazzinati liquidi infiam-
mabili (14)
Nota 1:
[a] Quando locali contigui appartengono alla stessa categoria numerica e nella tabella compare l'indice "a", non è richiesta la sis-
temazione di una paratia o di un ponte tra tali locali, se la Società non la giudica necessaria. Per esempio, nella categoria (12) non
è necessario che sia sistemata una paratia tra la cucina e le annesse riposterie, a condizione che la paratia ed i ponti delle ripos-
terie abbiano l'integrità al fuoco richiesta per le delimitazioni della cucina. Tuttavia, fra una cucina ed un locale macchine è
richiesta la sistemazione di una paratia anche se entrambi i locali appartengono alla stessa categoria (12).
[b] La murata della nave fino al galleggiamento nella condizione di navigazione con nave al minimo dislocamento e i lati delle sovras-
trutture e delle tughe, situati sotto e adiacenti alle aree d'imbarco delle zattere e degli scivoli di evacuazione, possono essere di
Classe A-30.
[c] Nel caso in cui i locali igiene pubblici siano sistemati completamente entro un cofano di scale, la paratia del locale igiene pub-
blico entro il cofano delle scale può essere di Classe B.
[d] Nel caso in cui degli spazi di categoria (6), (7), (8) e (9) siano situati completamente entro il perimetro esterno della stazione di
riunione, è consentito che le paratie di tali spazi abbiano resistenza al fuoco di classe B-0. Posti di comando per le sistemazioni
audio, video e di illuminazione possono essere considerati come parte della stazione di riunione.

422 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 4, Sez 6

Tabella 2 : Ponti non costituenti scalino di zone verticali principali né delimitazioni di zone orizzontali di navi da
passeggeri che trasportano più di 36 passeggeri

SPACE above
LOCALI sottostanti
(1) (2) (3) (4) (5) (6) (7) (8) (9) (10) (11) (12) (13) (14)
Stazioni di comando (1) A-30 A-30 A-15 A-0 A-0 A-0 A-15 A-30 A-0 A-0 A-0 A-60 A-0 A-60
Scale (2) A-0 A-0 A-0 A-0 A-0 A-0 A-0 A-0 A-0 A-0 A-0 A-30 A-0 A-30
Corridoi (3) A-15 A-0 A-0 A-60 A-0 A-0 A-15 A-15 A-0 A-0 A-0 A-30 A-0 A-30
[a]
Stazioni di abbandono A-0 A-0 A-0 A-0 - A-0 A-0 A-0 A-0 A-0 A-0 A-0 A-0 A-0
nave e percorsi di sfug-
gita esterni (4)
Ponti scoperti (5) A-0 A-0 A-0 A-0 - A-0 A-0 A-0 A-0 A-0 A-0 A-0 A-0 A-0
Alloggi con limitato A-60 A-15 A-0 A-60 A-0 A-0 A-0 A-0 A-0 A-0 A-0 A-0 A-0 A-0
rischio di incendio (6)
Alloggi con moderato A-60 A-15 A-15 A-60 A-0 A-0 A-15 A-15 A-0 A-0 A-0 A-0 A-0 A-0
rischio di incendio (7)
Alloggi con più elevato A-60 A-15 A-15 A-60 A-0 A-15 A-15 A-30 A-0 A-0 A-0 A-0 A-0 A-0
rischio di incendio (8)
Locali igienici e simili A-0 A-0 A-0 A-0 A-0 A-0 A-0 A-0 A-0 A-0 A-0 A-0 A-0 A-0
(9)
Cisterne, casse, spazi A-0 A-0 A-0 A-0 A-0 A-0 A-0 A-0 A-0 A-0 A-0 A-0 A-0 A-0
vuoti e locali macchine [a]
ausiliarie aventi piccolo
o nessun rischio di
incendio (10)
Locali macchine ausi- A-60 A-60 A-60 A-60 A-0 A-0 A-15 A-30 A-0 A-0 A-0 A-0 A-0 A-30
liarie, locali da carico, [a]
cisterne da carico ed
altre casse per olio e
combustibile liquido ed
altri locali della stessa
natura che presentano
un moderato rischio di
incendio (11)
Locali macchine e A-60 A-60 A-60 A-60 A-0 A-60 A-60 A-60 A-0 A-0 A-30 A-30 A-0 A-60
cucine principali (12) [a]
Magazzini, officine, A-60 A-30 A-15 A-60 A-0 A-15 A-30 A-30 A-0 A-0 A-0 A-0 A-0 A-0
riposterie, etc. (13)
Altri locali dove ven- A-60 A-60 A-60 A-60 A-0 A-30 A-60 A-60 A-0 A-0 A-0 A-0 A-0 A-0
gono immagazzinati
liquidi infiammabili
(14)

Nota 1: Alla presente tabella si applicano, come appropriato, le note in calce alla Tab 1.

Regolamenti RINA 2005 423


Parte C, Cap 4, Sez 6

Tabella 3 : Resistenza al fuoco delle paratie che separano locali contigui di navi da passeggeri che trasportano non
più di 36 passeggeri (1/7/2002)

LOCALI (1) (2) (3) (4) (5) (6) (7) (8) (9) (10) (11)
Stazioni di comando (1) A-0 [c] A-0 A-60 A-0 A-15 A-60 A-15 A-60 A-60 * A-60
Corridoi (2) C [e] B-0 [e] A-0 [a] B-0 [e] A-60 A-0 A-0 A-15 * A-15
B-0 [e] A-0 [d]

Locali di alloggio (3) C [e] A-0 [a] B-0 [e] A-60 A-0 A-0 A-15 * A-30
B-0 [e] A-0 [d] A-0 [d]

Scale (4) A-0 [a] A-0 [a] A-60 A-0 A-0 A-15 * A-15
B-0 [e] B-0 [e] A-0 [d]

Locali di servizio (a basso C [e] A-60 A-0 A-0 A-0 * A-0


rischio di incendio)(5)
Locali macchine di catego- * A-0 A-0 A-60 * A-60
ria A (6)
Altri locali macchine (7) A-0 [b] A-0 A-0 * A-0
Locali da carico (8) * A-0 * A-0
Locali di servizio (ad ele- A-0 [b] * A-30
vato rischio di incendio)
(9)
Ponti scoperti (10) - A-0
Locali di categoria spe- A-0
ciale (11)
Nota 1:(applicabile a Tab 3 e Tab 4 come appropriato)
[a] Per chiarimenti circa l'applicazione di questa prescrizione, ved. [1.2.2] e [1.2.5]
[b] Quando locali contigui sono inclusi nella stessa categoria numerica e nella Tabella compare l'indice [b], è richiesta la sistemazi-
one di una paratia o di un ponte della classe indicata nella Tabella soltanto quando i locali contigui hanno una diversa utilizzazi-
one, come, per esempio, nella categoria (9). Nel caso di una cucina contigua ad un'altra cucina, la paratia non è richiesta
mentre, nel caso di una cucina contigua ad un deposito di pitture, è richiesta la sistemazione di una paratia di Classe A-0.
[c] Le paratie separanti tra loro la timoneria e la sala nautica possono essere di classe B-0.
[d] Vedere i punti b)3 e b)4 di cui in [1.2.4].
[e] Ai fini dell'applicazione del comma (b) di cui in [1.2.1], B-0 e C, quando sono indicati in Tab 3, devono essere intesi come A-0.
[f] Per i locali macchine della categoria (7) che, a giudizio della Società, abbiano un rischio di incendio basso o nullo, la
coibentazione tagliafuoco può essere omessa.
* Quando nella Tabella compare un asterisco, la divisione deve essere di acciaio o di altro materiale equivalente, ma non è
necessario che soddisfi ai requisiti di una divisione di Classe A. Tuttavia, quando un ponte, eccetto che in uno spazio di categoria
(10), è attraversato per il passaggio di cavi elettrici, tubi e condotte di ventilazione, gli attraversamenti devono essere resi stagni per
impedire il passaggio di fiamme o fumi. Le divisioni tra stazioni di comando (generatori di emergenza) e ponti scoperti possono
avere le aperture per le prese d'aria non provviste di mezzi di chiusura, a meno che non sia installato un impianto per la protezione
contro gli incendi.
Ai fini dell'applicazione del comma (b) di cui in [1.2.1], quando in Tab 4 compare un asterisco, fatta eccezione per le categorie (8) e
(10), questo deve essere inteso come A-0.

424 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 4, Sez 6

Tabella 4 : Resistenza al fuoco dei ponti che separano locali contigui di navi da passeggeri che trasportano non più
di 36 passeggeri

LOCALI sovrastanti
LOCALI
(1) (2) (3) (4) (5) (6) (7) (8) (9) (10) (11)
sottostanti
Stazioni di A-0 A-0 A-0 A-0 A-0 A-60 A-0 A-0 A-0 * A-30
comando (1)
Corridoi (2) A-0 * * A-0 * A-60 A-0 A-0 A-0 * A-0
Locali di alloggio A-60 A-0 * A-0 * A-60 A-0 A-0 A-0 * A-30
(3) A-0 [d]
Scale (4) A-0 A-0 A-0 * A-0 A-60 A-0 A-0 A-0 * A-0
Locali di servizio A-15 A-0 A-0 A-0 * A-60 A-0 A-0 A-0 * A-0
(a basso rischio di
incendio (5)
Locali macchine A-60 A-60 A-60 A-60 A-60 * A-60 [f] A-30 A-60 * A-60
di categoria A (6)
Altri locali mac- A-15 A-0 A-0 A-0 A-0 A-0 * A-0 A-0 * A-0
chine (7)
Locali da carico A-60 A-0 A-0 A-0 A-0 A-0 A-0 * A-0 * A-0
(8)
Locali di servizio A-60 A-30 A-30 A-30 A-0 A-60 A-0 A-0 A-0 * A-30
(ad elevato rischio A-0 [d] A-0 [d] A-0 [d]
di incendio (9)
Ponti scoperti (10) * * * * * * * * * - A-0
Locali di catego- A-60 A-15 A-30 A-15 A-0 A-30 A-0 A-0 A-30 A-0 A-0
ria speciale (11) A-0 [d]
Nota 1: Alla presente Tab 4 si applicano, come appropriato, le Note in calce alla Tab 3.

1.2.5 Protezione delle scale e degli ascensori e sono permessi piccoli passaggi per i cavi degli ascensori.
montacarichi nella zona degli alloggi Gli ascensori che si aprono verso spazi diversi da corri-
(1/1/2001) doi, locali pubblici, locali di categoria speciale, scale ed
a) Le scale devono essere situate entro cofani formati da aree esterne non devono aprirsi verso scale comprese
divisioni di Classe A aventi mezzi efficaci di chiusura per nei mezzi di sfuggita.
tutte le aperture, con le seguenti eccezioni:
1) non è necessario che una scala che mette in comu- 1.3 Navi da carico, escluse le navi cisterna
nicazione due soli interponti sia circondata da un
cofano, purché l'integrità del ponte attraversato dal 1.3.1 Metodi di protezione nella zona degli alloggi
vano della scala sia garantita da adeguate paratie o a) Nelle zone dei locali di alloggio e di servizio e nelle sta-
porte a chiusura automatica in uno dei due inter- zioni di comando, deve essere applicato uno dei
ponti. Quando una scala è chiusa in un solo inter- seguenti metodi di protezione:
ponte, il cofano della scala deve essere protetto 1) Metodo IC
secondo le tabelle per i ponti di cui in [1.2.3] o Costruzione di tutte le divisioni interne con paratie
[1.2.4]; e di Classe B o C, di materiale non combustibile, gene-
2) in un locale pubblico possono essere sistemate scale ralmente senza l'installazione di un impianto auto-
senza alcuna protezione purché esse si trovino com- matico di estinzione incendi ad acqua spruzzata
pletamente nell'interno di tale locale. (sprinklers) con rivelazione e segnalazione di
b) I cofani degli ascensori e dei montacarichi devono incendi nei locali di alloggio e di servizio, fatta ecce-
essere costruiti in modo da impedire il passaggio di zione per quanto prescritto al comma a) di cui in
fumo e di fiamme da un interponte all'altro e devono Sez 4, [4.5.1]; oppure
essere provvisti di mezzi di chiusura tali da impedire il 2) Metodo IIC
tiraggio d'aria e di fumo. Sistemazione di un impianto automatico di estin-
I macchinari degli ascensori ubicati entro i cofani delle zione incendi ad acqua spruzzata (sprinklers) con
scale devono essere sistemati in un locale separato, cir- rivelazione e segnalazione di incendi, come pre-
condato da delimitazioni in acciaio, con l'eccezione che scritto al comma b) di cui in Sez 4, [4.5.1], per la

Regolamenti RINA 2005 425


Parte C, Cap 4, Sez 6

rivelazione e l'estinzione di incendi in tutti i locali in per i locali pubblici sarà oggetto di particolare conside-
cui si ritiene che possa originarsi un incendio, gene- razione da parte della Società.
ralmente senza alcuna limitazione circa il tipo delle L'area della superficie dei locali pubblici può essere
paratie divisionali interne degli spazi così protetti; aumentata fino a 75 m2.
oppure
3) Metodo IIIC 1.3.3 Resistenza al fuoco delle paratie e dei ponti
(1/7/2002)
Sistemazione di un impianto fisso di rivelazione e
a) Oltre a soddisfare alle particolari prescrizioni inerenti
segnalazione di incendi, come prescritto al comma
l'integrità al fuoco delle paratie e dei ponti per navi da
c) di cui in Sez 4, [4.5.1], in tutti i locali in cui si
carico, la minima resistenza al fuoco delle paratie e dei
ritiene che possa originarsi un incendio, general-
ponti deve essere quella prescritta in Tab 5 e Tab 6.
mente senza alcuna limitazione circa il tipo delle
paratie divisionali interne degli spazi così protetti; in b) Nell'applicazione di Tab 5 e Tab 6 devono essere tenute
nessun caso, tuttavia, l'area di qualsiasi locale di presenti le seguenti disposizioni:
alloggio o dei locali delimitati da divisioni di Classe 1) Tab 5 e Tab 6 si applicano rispettivamente alle para-
A o di Classe B deve superare i 50 m2. La maggiora- tie ed ai ponti separanti spazi contigui.
zione di detto limite di superficie per i locali pubblici
2) Per determinare i pertinenti gradi di integrità al
sarà oggetto di particolare considerazione da parte
fuoco che sono richiesti per le delimitazioni fra spazi
della Società.
contigui, tali spazi sono raggruppati, in relazione al
L'area della superficie dei locali pubblici può essere loro rischio di incendio, nelle sottoelencate Catego-
aumentata fino a 75 m2. rie da (1) a (11). Quando il contenuto e l'utilizza-
b) Le prescrizioni per l'impiego di materiali non combusti- zione di uno spazio sono tali da generare, ai fini
bili nella costruzione e nella coibentazione delle paratie della presente Sez 6, dubbi sulla categoria di appar-
delimitanti i locali macchine, le stazioni di comando, i tenenza dello stesso, o quando sia possibile asse-
locali di servizio, ecc., e per la protezione dei cofani gnare due o più classificazioni ad uno stesso spazio,
delle scale e dei corridoi devono essere considerate esso deve essere considerato come uno spazio com-
applicabili a tutti i tre metodi descritti nel precedente preso nella pertinente categoria avente delimitazioni
comma a). con prescrizioni più severe. Piccoli locali chiusi
entro uno spazio, che abbiano meno del 30% di
1.3.2 Paratie entro la zona degli alloggi aperture comunicanti con detto spazio, devono
essere considerati come spazi separati. L'integrità al
a) Generalità
fuoco delle paratie e dei ponti che delimitano tali
Le paratie che devono essere di Classe B devono esten- piccoli locali deve essere quella richiesta in Tab 5 e
dersi da ponte a ponte e fino al fasciame o ad altre deli- Tab 6.
mitazioni. Tuttavia qualora siano sistemate soffittature
Il titolo di ogni categoria è da considerare come
e/o rivestimenti continui di Classe B da ambo i lati della
tipico piuttosto che come vincolante.
paratia, la paratia può terminare a tale soffittatura e/o
rivestimento continuo. Il numero tra parentesi che precede ogni categoria si
riferisce alla colonna o riga delle tabelle ad essa rela-
b) Metodo IC tive.
Le paratie, per le quali le norme per navi da carico della • (1) Stazioni di comando
presente e delle altre sezioni non prescrivono i requisiti
Locali contenenti fonti di energia e di illumina-
della Classe A o della Classe B, devono essere almeno di
zione di emergenza
Classe C.
Timoneria e sala nautica
c) Metodo IIC
Locali contenenti apparecchiature radio
Nessuna limitazione è posta circa il tipo delle paratie
Stazioni di controllo degli incendi
divisionali per le quali le norme per navi da carico della
presente e delle altre sezioni non prescrivono i requisiti Stazione di comando delle macchine di propul-
della Classe A o della Classe B, fatta eccezione per i casi sione, quando situata fuori dal locale macchine
singoli nei quali, in accordo con Tab 5, sono prescritte di propulsione
paratie di Classe C. Locali contenenti impianti centralizzati per
d) Metodo IIIC allarme incendio.
Nessuna limitazione è posta circa il tipo delle paratie • (2) Corridoi
divisionali per le quali le norme per navi da carico della Corridoi e disimpegni
presente e delle altre sezioni non prescrivono i requisiti • (3) Locali di alloggio
della Classe A o della Classe B; l'area di qualsiasi locale
Locali come definiti in Sez 1, [3.1], esclusi i corri-
di alloggio o dei locali delimitati da divisioni continue di
doi.
Classe A o di Classe B non deve tuttavia, in alcun caso,
superare i 50 m2, fatta eccezione per casi singoli nei • (4) Scale
quali, in accordo con Tab 5, sono prescritte paratie di Scale interne, ascensori, montacarichi, cofani
Classe C. La maggiorazione del suddetto limite di area scale completamente chiusi e scale mobili

426 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 4, Sez 6

(diversi da quelli situati interamente entro i locali Ponti scoperti e passeggiate chiuse senza rischio
macchine), e relativi cofani di incendio. Per essere considerate in questa
A tale riguardo, una scala chiusa in un cofano in categoria, le passeggiate chiuse non devono
un solo interponte deve essere considerata come avere alcun sostanziale rischio di incendio,
facente parte del locale dal quale non è separata intendendosi che il mobilio deve essere ristretto
da una porta tagliafuoco. a quello per il ponte. Detti locali devono inoltre
• (5) Locali di servizio (a basso rischio di incen- essere ventilati con ventilazione naturale
dio) mediante aperture permanenti
Depositi e magazzini nei quali non sia previsto il Spazi all'aria libera (spazi situati al di fuori di
deposito di liquidi infiammabili aventi un'area sovrastrutture e tughe)
inferiore a 4 m2, essiccatoi e lavanderie. • (11) Locali ro-ro e locali destinati al trasporto di
• (6) Locali macchine di categoria A autoveicoli
Locali come definiti in Sez 1, [3.31] Locali ro-ro come definiti in Sez 1, [3.39]
• (7) Altri locali macchine Locali destinati al trasporto di autoveicoli come
Locali come definiti in Sez 1, [3.30], esclusi i definiti in Sez 1, [3.47]
locali macchine di categoria A c) Soffittature e rivestimenti continui di Classe B, associati
• (8) Locali da carico con i relativi ponti e paratie, possono essere considerati
Tutti gli spazi usati per il carico (comprese le come contribuenti in tutto o in parte alla richiesta coi-
cisterne per olio minerale) ed i relativi cofani e bentazione e integrità di una divisione.
boccaportelli. d) Sulle delimitazioni esterne che, secondo le norme di cui
• (9) Locali di servizio (ad elevato rischio di in Sez 8, [1.1], devono essere costruite in acciaio o altro
incendio) materiale equivalente, possono essere sistemati portel-
Locali per apparecchiature elettriche (centrale lini e finestre, a condizione che le norme per navi da
telefonica) carico non prescrivano per tali delimitazioni l'integrità al
Cucine, riposterie che contengono apparecchi di fuoco di una divisione di Classe A. Analogamente, su
cottura, locali per sauna, locali pitture, depositi e tali delimitazioni, se le norme non prescrivono che esse
magazzini aventi un'area uguale o superiore a 4 debbano essere di Classe A, possono essere sistemate
m2, locali per il deposito di liquidi infiammabili e porte costruite con materiali a soddisfazione della
officine diverse da quelle che si trovano nei locali Società.
macchine e) I locali per sauna devono soddisfare le prescrizioni di
• (10) Ponti scoperti cui in [1.2.3], d).

Regolamenti RINA 2005 427


Parte C, Cap 4, Sez 6

Tabella 5 : Resistenza al fuoco delle paratie che separano locali contigui di navi da carico, eccettuate le navi
cisterna (1/7/2002)

LOCALI (1) (2) (3) (4) (5) (6) (7) (8) (9) (10) (11)
Stazioni di comando (1) A-0 [e] A-0 A-60 A-0 A-15 A-60 A-15 A-60 A-60 * A-60
Corridoi (2) C B-0 A-0 [c] B-0 A-60 A-0 A-0 A-0 * A-30
B-0
Locali di alloggio (3) C [a,b] A-0 [c] B-0 A-60 A-0 A-0 A-0 * A-30
B-0
Scale (4) A-0 [c] A-0 [c] A-60 A-0 A-0 A-0 * A-30
B-0 B-0
Locali di servizio (a basso C A-60 A-0 A-0 A-0 * A-0
rischio di incendio) (5)
Locali macchine di catego- * A-0 A-0 [g] A-60 * A-60 [f]
ria A (6)
Altri locali macchine (7) A-0 [d] A-0 A-0 * A-0
Locali da carico (8) * A-0 * A-0
Locali di servizio (ad ele- A-0 [d] * A-30
vato rischio di incendio)
(9)
Ponti scoperti (10) - A-0
Locali da carico ro-ro (11) * [h]
Nota 1: (applicabile a Tab 5 e Tab 6, come appropriato)
[a] Per i metodi IIC e IIIC di protezione contro gli incendi, le paratie non devono soddisfare alcuna particolare prescrizione.
[b] Nel caso del metodo IIIC, le paratie separanti spazi o gruppi di spazi aventi un'area uguale o superiore a 50 m2 devono essere di
Classe B-0.
[c] Per chiarimenti circa l'applicazione di questa prescrizione, vedere [1.3.2] e [1.3.4].
[d] Quando locali contigui sono inclusi nella stessa categoria numerica e nella Tabella compare l'indice [d], è richiesta la
sistemazione di una paratia o di un ponte della Classe indicata nella Tabella soltanto quando i locali contigui hanno una diversa
utilizzazione, come, per esempio, per la categoria (9). Nel caso di una cucina contigua ad un'altra cucina, la paratia non è
richiesta, mentre, nel caso di una cucina contigua ad un deposito di pitture, è richiesta la sistemazione di una paratia di Classe A-
0.
[e] Le paratie separanti tra loro la timoneria, la sala nautica e la stazione radio possono essere di Classe B-0.
[f] Può essere sistemata una paratia di Classe A-0 se non vengono trasportate merci pericolose o se tali merci vengono stivate ad una
distanza in orizzontale non inferiore a 3 m da detta paratia.
[g] Per i locali da carico nei quali si intendono trasportare merci pericolose, si applicano le prescrizioni di cui in Sez 11, [2.9].
[h] Le paratie ed i ponti separanti locali da carico ro-ro devono poter essere chiusi in modo ragionevolmente stagno ai gas e devono
costituire divisioni di Classe A, e, se praticamente possibile, a giudizio della Società, devono avere un rischio di incendio.basso o
nullo.
[i] Per i locali macchine della categoria (7) che, a giudizio della Società abbiano un rischio di incendio basso o nullo, la
coibentazione tagliafuoco può essere omessa.
* Quando nella Tabella appare un asterisco, la divisione deve essere di acciaio o di altro materiale equivalente, ma non è necessario
che soddisfi ai requisiti di una divisione di Classe A. Tuttavia, quando un ponte, eccetto che in uno spazio di categoria (10), è
attraversato per il passaggio di cavi elettrici, tubi e condotte di ventilazione, gli attraversamenti devono essere resi stagni per impe-
dire il passaggio di fiamme o fumi. Le divisioni tra stazioni di comando (generatori di emergenza) e ponti scoperti possono avere
le aperture per le prese d'aria non provviste di mezzi di chiusura, a meno che non sia installato un impianto per la protezione
contro gli incendi.

428 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 4, Sez 6

Tabella 6 : Resistenza al fuoco dei ponti che separano locali contigui di navi da carico, escluse le navi cisterna

LOCALI soprastanti
LOCALI sottostanti (1) (2) (3) (4) (5) (6) (7) (8) (9) (10) (11)
Stazioni di comando (1) A-0 A-0 A-0 A-0 A-0 A-60 A-0 A-0 A-0 * A-60
Corridoi (2) A-0 * * A-0 * A-60 A-0 A-0 A-0 * A-30
Locali di alloggio (3) A-60 A-0 * A-0 * A-60 A-0 A-0 A-0 * A-30
Scale (4) A-0 A-0 A-0 * A-0 A-60 A-0 A-0 A-0 * A-30
Locali di servizio (a basso A-15 A-0 A-0 A-0 * A-60 A-0 A-0 A-0 * A-0
rischio di incendio) (5)
Locali macchine di categoria A-60 A-60 A-60 A-60 A-60 * A-60 [i] A-30 A-60 * A-60
A (6)
Altri locali macchine (7) A-15 A-0 A-0 A-0 A-0 A-0 * A-0 A-0 * A-0
Locali da carico (8) A-60 A-0 A-0 A-0 A-0 A-0 A-0 * A-0 * A-0
Locali di servizio (ad elevato A-60 A-0 A-0 A-0 A-0 A-60 A-0 A-0 A-0 [d] * A-30
rischio di incendio) (9)
Ponti scoperti (10) * * * * * * * * * - *
Locali da carico ro-ro (11) A-60 A-30 A-30 A-30 A-0 A-60 A-0 A-0 A-30 * * [h]
Nota 1: Alla presente Tabella si applicano, come appropriato, le note in calce alla Tab 5

1.3.4 Protezione delle scale, dei vani degli b) Nell'applicazione di Tab 7 e Tab 8 devono essere tenute
ascensori o dei montacarichi nei locali di presenti le seguenti disposizioni:
alloggio e di servizio e nelle stazioni di
1) Tab 7 e Tab 8 devono essere applicate rispettiva-
comando (1/7/2002)
mente alle paratie ed ai ponti che separino spazi
a) Le scale che attraversano un solo ponte devono essere contigui.
racchiuse come minimo ad un livello con divisioni
2) Ai fini della determinazione del pertinente grado di
almeno di Classe B-0 e con porte a chiusura automatica.
integrità al fuoco richiesto per le delimitazioni di
Gli ascensori ed i montacarichi che attraversano un solo
spazi contigui, tali spazi sono suddivisi, in relazione
ponte devono essere racchiusi ad entrambi i livelli con
al loro rischio di incendio, nelle Categorie da (1) a
divisioni di Classe A-0 e con porte di acciaio. Le scale ed
(10) sottoelencate. Quando il contenuto e l'utilizza-
i cofani degli ascensori e dei montacarichi che attraver-
zione di uno spazio sono tali da generare, ai fini
sano più di un ponte devono essere racchiusi, a tutti i
della presente Sez 6, dubbi sulla categoria di appar-
livelli, con divisioni almeno di Classe A-0 e con porte a
tenenza dello stesso, o quando sia possibile asse-
chiusura automatica.
gnare due o più classificazioni ad uno stesso spazio,
I montavivande devono essere considerati come ascen- esso deve essere considerato come uno spazio com-
sori o montacarichi. preso nella pertinente categoria avente delimitazioni
b) Sulle navi aventi locali di alloggio per 12 persone o con prescrizioni più severe. Piccoli locali chiusi
meno, nel caso in cui le scale attraversino più di un entro uno spazio, che abbiano meno del 30% di
ponte e nel caso in cui da ogni livello dei locali di allog- aperture comunicanti con detto spazio, devono
gio vi siano almeno due percorsi di sfuggita direttamente essere considerati come spazi separati. L'integrità al
al ponte scoperto, le divisioni di Classe A-0 prescritte fuoco delle paratie e dei ponti che delimitano tali
per le scale dal precedente comma a) possono essere piccoli locali deve essere quella richiesta in Tab 7 e
ridotte a divisioni di Classe B-0. Tab 8.
• (1) Stazioni di comando
1.4 Navi cisterna Locali contenenti fonti di energia e di illumina-
zione di emergenza
1.4.1 Campo di applicazione Timoneria e sala nautica
Per le navi cisterna, deve essere adottato soltanto il Metodo Locali contenenti apparecchiature radio
IC come definito al comma a) di [1.3.1]. Stazioni di controllo degli incendi
1.4.2 Resistenza al fuoco delle paratie e dei ponti Stazione di comando delle macchine di propul-
sione, quando situata fuori dal locale macchine
a) Invece di soddisfare le prescrizioni di cui in [1.3.3] ed di propulsione
oltre a soddisfare le prescrizioni specifiche inerenti
Locali contenenti impianti centralizzati per
l'integrità al fuoco delle paratie e dei ponti delle navi
allarme incendio.
cisterna, la minima resistenza al fuoco delle paratie e dei
ponti delle navi cisterna deve essere in accordo con • (2) Corridoi
quanto prescritto in Tab 7 e in Tab 8. Corridoi e disimpegni

Regolamenti RINA 2005 429


Parte C, Cap 4, Sez 6

• (3) Locali di alloggio come contribuenti in tutto o in parte alla coibentazione


ed integrità richiesta per una divisione.
Locali come definiti in Sez 1, [3.1], esclusi i corri-
doi. d) Sulle delimitazioni esterne che, secondo le norme di cui
• (4) Scale in Sez 8, [1.1], siano costruite in acciaio o altro mate-
riale equivalente, possono essere sistemati finestre e por-
Scale interne, ascensori, montacarichi, cofani tellini a condizione che nessuna norma per navi cisterna
scale completamente chiusi e scale mobili richieda per tali delimitazioni l'integrità al fuoco di
(diversi da quelli situati interamente entro i locali
Classe A. Analogamente, su dette delimitazioni, se non
macchine), e relativi cofani.
è richiesto che siano di Classe A, possono essere siste-
A tale riguardo, una scala chiusa in un cofano in mate porte costruite in materiale a soddisfazione della
un solo interponte deve essere considerata come Società.
facente parte del locale dal quale non è separata
da una porta tagliafuoco. e) Le delimitazioni esterne di sovrastrutture e tughe rac-
chiudenti locali di alloggio, compresi i ponti a sbalzo
• (5) Locali di servizio (a basso rischio di incen-
che sostengono tali locali, devono essere costruite in
dio)
acciaio e coibentate in Classe A-60 in tutte le parti pro-
Depositi e magazzini nei quali non sia previsto il spicienti la zona del carico e sui fianchi esterni per una
deposito di liquidi infiammabili aventi un'area distanza di 3 m dalla delimitazione terminale prospi-
inferiore a 4 m2 , essiccatoi e lavanderie. ciente la zona del carico. Per quanto concerne i fianchi
di tali sovrastrutture e tughe, tale coibentazione deve
• (6) Locali macchine di categoria A
essere estesa in alto fino alla faccia inferiore del ponte
Locali come definiti in Sez 1, [3.30] della plancia di comando.
• (7) Altri locali macchine f) Locali di servizio e stazioni di comando (esclusa la
Locali per apparecchiature elettriche (centrale timoneria) situati in sovrastrutture e tughe racchiudenti
telefonica, spazi per condotte di condiziona- locali di alloggio devono soddisfare il precedente
mento) comma e).

Locali come definiti in Sez 1, [3.29], esclusi i g) Gli osteriggi dei locali pompe del carico devono essere
locali macchine di categoria A. di acciaio, non devono avere alcun vetro e devono
• (8) Locali pompe del carico poter essere chiusi dall'esterno del locale pompe.

Locali contenenti le pompe del carico e cofani h) La costruzione e la sistemazione dei locali per sauna
ed accessi di tali locali. devono soddisfare le prescrizioni di cui in [1.2.3], d).
• (9) Locali di servizio (ad elevato rischio di incen-
dio) 2 Attraversamenti di divisioni resi-
Cucine, riposterie che contengano apparecchi di stenti al fuoco e prevenzione della
cottura, locali per sauna, locali per pitture, depo- trasmissione di calore
siti e magazzini aventi un'area uguale o supe-
riore a 4 m2, locali per il deposito di liquidi
infiammabili ed officine diverse da quelle che si 2.1 Attraversamenti di divisioni di Classe A
trovano nei locali macchine.
2.1.1 (1/7/2002)
• (10) Ponti scoperti
Quando le divisioni di Classe A sono attraversate, gli attra-
Ponti scoperti e passeggiate chiuse senza rischio
versamenti devono essere provati in conformità con le
di incendio. Per essere considerate in questa
disposizioni del "Fire Test Procedures Code", in accordo
categoria, le passeggiate chiuse non devono
avere alcun sostanziale rischio di incendio, con il comma e) di [3.1]. Nel caso delle condotte di ventila-
intendendosi che il mobilio deve essere ristretto zione, si applicano le disposizioni di cui in [6.2.2] e [6.3.1].
a quello per il ponte. Detti locali devono inoltre Tuttavia, quando un attraversamento per tubi è realizzato in
essere ventilati con ventilazione naturale acciaio o materiale equivalente, avente uno spessore non
mediante aperture permanenti. inferiore a 3 mm ed una lunghezza non inferiore a 900 mm
(preferibilmente 450 mm da ciascuna parte della divisione)
Spazi all'aria libera (spazi situati al di fuori di
e senza alcuna apertura, la suddetta prova non è richiesta.
sovrastrutture e tughe).
Tali attraversamenti devono essere coibentati mediante
c) Soffittature e rivestimenti continui di Classe B, associati estensione della coibentazione dello stesso grado della divi-
con relativi ponti e paratie, possono essere accettati sione attraversata.

430 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 4, Sez 6

Tabella 7 : Resistenza al fuoco delle paratie che separano locali contigui di navi cisterna (1/7/2002)

LOCALI (1) (2) (3) (4) (5) (6) (7) (8) (9) (10)
Stazioni di comando (1) A-0 [c] A-0 A-60 A-0 A-15 A-60 A-15 A-60 A-60 *
Corridoi (2) C B-0 A-0 [a] B-0 A-60 A-0 A-60 A-0 *
B-0
Locali di alloggio (3) C A-0 [a] B-0 A-60 A-0 A-60 A-0 *
B-0
Scale (4) A-0 [a] A-0 [a] A-60 A-0 A-60 A-0 *
B-0 B-0
Locali di servizio (a basso C A-60 A-0 A-60 A-0 *
rischio di incendio) (5)
Locali macchine di catego- * A-0 A-0 [d] A-60 *
ria A (6)
Altri locali macchine (7) A-0 [b] A-0 A-0 *
Locali pompe del carico (8) * A-60 *
Locali di servizio (ad elevato A-0 [b] *
rischio di incendio) (9)
Ponti scoperti (10) -
Nota 1: (applicabile alle Tab 7 e Tab 8, come appropriato)
[a] Per chiarimenti circa l'applicazione di questa prescrizione, vedere [1.3.2] e [1.3.4]
[b] Quando locali contigui sono inclusi nella stessa categoria numerica e nella tabella compare l'indice [b], è richiesta la
sistemazione di una paratia o di un ponte della Classe indicata nella tabella soltanto quando i locali contigui hanno una diversa
utilizzazione, come, per esempio, per la categoria (9). Nel caso di una cucina contigua ad un'altra cucina, la paratia non è
richiesta, mentre, nel caso di una cucina adiacente ad un deposito di pitture, è richiesta la sistemazione di una paratia di Classe
A-0.
[c] Le paratie separanti tra loro la timoneria, la sala nautica e la stazione radio possono essere di Classe B-0.
[d] Le paratie ed i ponti tra i locali pompe del carico ed i locali macchine di categoria A possono essere attraversati da passaggi a
paratia stagni degli alberi delle pompe del carico o da simili passaggi a paratia stagni a condizione che gli stessi siano provvisti, in
corrispondenza del fasciame della paratia o del ponte, di dispositivi di tenuta stagni ai gas con efficiente lubrificazione o di altri
dispositivi che assicurino la conservazione della tenuta stagna ai gas, vedere il comma g) di cui in Sez 2, [1.4.2].
[e] Per i locali macchine della categoria (7) che, a giudizio della Società abbiano un rischio di incendio basso o nullo, la
coibentazione tagliafuoco può essere omessa.
* Quando nella Tabella appare un asterisco, la divisione deve essere di acciaio o di altro materiale equivalente, ma non è necessario
che soddisfi ai requisiti di una divisione di Classe A. Tuttavia, quando un ponte, eccetto che in uno spazio di categoria (10), è
attraversato per il passaggio di cavi elettrici, tubi e condotte di ventilazione, gli attraversamenti devono essere resi stagni per
impedire il passaggio di fiamme o fumi. Le divisioni tra stazioni di comando (generatori di emergenza) e ponti scoperti possono
avere le aperture per le prese d'aria non provviste di mezzi di chiusura, a meno che non sia installato un impianto per la
protezione contro gli incendi.

2.2 Attraversamenti di divisioni di Classe B e non inferiore a 600 mm, per tubi di diametro inferiore
2.2.1 (1/7/2002) a 150 mm (la lunghezza del manicotto deve essere sud-
divisa in parti uguali da entrambi i lati della divisione
Quando le divisioni di classe B sono attraversate da cavi
attraversata. Il tubo deve essere collegato alle estremità
elettrici, tubolature, cofani, condotte ecc. o sono forate per
del manicotto mediante flange od accoppiatoi; oppure
la sistemazione di terminali di ventilazione, apparecchi di
il gioco tra il manicotto ed il tubo non deve essere supe-
illuminazione e altri dispositivi similari, devono essere adot-
riore a 2,5 mm; oppure qualsiasi gioco tra il tubo ed il
tati provvedimenti per assicurare che la loro resistenza al
manicotto deve essere reso stagno mediante materiale
fuoco non ne sia compromessa, subordinatamente alle pre-
non combustibile od altro idoneo materiale.
scrizioni di cui in [6.3.2]. Tubi che non siano in acciaio o in
rame che attraversino divisioni di Classe B devono essere
protetti mediante: 2.3 Tubolature attraversanti divisioni di
a) un dispositivo di attraversamento provato al fuoco, ido- classe A o B
neo per la resistenza al fuoco della divisione attraversata 2.3.1 (1/7/2002)
e per il tipo di tubo usato, oppure Tubolature metalliche non coibentate attraversanti divisioni
b) un manicotto in acciaio, avente uno spessore non infe- di Classe A o B devono essere di materiali aventi una tempe-
riore a 1,8 mm ed una lunghezza non inferiore a 900 ratura di fusione superiore a 950 °C, per divisioni di Classe
mm, per tubi di diametro uguale o superiore a 150 mm, A-0, e superiore a 850 °C, per divisioni di Classe B-0.

Regolamenti RINA 2005 431


Parte C, Cap 4, Sez 6

Tabella 8 : Resistenza al fuoco dei ponti che separano locali contigui di navi cisterna

LOCALI sovrastanti
LOCALI (1) (2) (3) (4) (5) (6) (7) (8) (9) (10)
sottostanti
Stazioni di comando (1) A-0 A-0 A-0 A-0 A-0 A-60 A-0 - A-0 *
Corridoi (2) A-0 * * A-0 * A-60 A-0 - A-0 *
Locali di alloggio (3) A-60 A-0 * A-0 * A-60 A-0 - A-0 *
Scale (4) A-0 A-0 A-0 * A-0 A-60 A-0 - A-0 *
Locali di servizio (a basso rischio A-15 A-0 A-0 A-0 * A-60 A-0 - A-0 *
di incendio) (5)
Locali macchine di categoria A (6) A-60 A-60 A-60 A-60 A-60 * A-60 A-0 A-60 *
[e]
Altri locali macchine (7) A-15 A-0 A-0 A-0 A-0 A-0 * A-0 A-0 *
Locali pompe del carico (8) - - - - - A-0 [d] A-0 * - *
Locali di servizio (ad elevato A-60 A-0 A-0 A-0 A-0 A-60 A-0 - A-0 [b] *
rischio di incendio) (9)
Ponti scoperti (10) * * * * * * * * * -
Nota 1: Alla presente Tabella si applicano, come appropriato, le note in calce alla Tab 7

2.4 Particolari relativi alla protezione strut- telai devono essere in acciaio o altro materiale equiva-
turale contro gli incendi lente. Non è necessario coibentare le porte stagne.

2.4.1 (1/7/2002) c) Ogni porta deve poter essere aperta e chiusa, da


entrambi i lati della paratia, da una sola persona.
Nell'approvare i particolari relativi alla protezione struttu-
rale contro gli incendi, la Società dovrà porre attenzione al d) Le porte tagliafuoco nelle paratie delle zone verticali
rischi di trasmissione del calore in corrispondenza delle principali, nelle delimitazioni delle cucine e nei cofani
intersezioni e dei punti terminali delle prescritte barriere ter- delle scale che non siano porte stagne azionate da ener-
miche. La coibentazione di un ponte o di una paratia deve gia meccanica né porte normalmente chiuse a chiave,
essere estesa al di là dell'attraversamento, dell'intersezione devono soddisfare alle seguenti prescrizioni:
o del punto terminale per almeno 450 mm, nel caso di strut- 1) le porte devono essere a chiusura automatica e in
ture in acciaio o alluminio. Se uno spazio è separato da un grado di chiudersi con un angolo di inclinazione sfa-
ponte o una paratia di Classe A aventi una coibentazione di vorevole fino a 3,5°;
gradi diversi, la coibentazione di grado superiore dovrà
2) il tempo approssimativo di chiusura delle porte
continuare sul ponte o sulla paratia con la coibentazione di
tagliafuoco a cerniera deve essere non superiore a
grado inferiore per una distanza di almeno 450 mm.
40 s e non inferiore a 10 s a partire dall'inizio del
loro movimento a nave diritta. La velocità uniforme
3 Protezione delle aperture nelle divi- approssimativa di chiusura delle porte tagliafuoco a
sioni resistenti al fuoco scorrimento deve essere non superiore a 0,2 m/s e
non inferiore a 0,1 m/s a nave diritta;
3.1 Aperture nelle paratie e nei ponti delle 3) le porte devono poter essere rilasciate a distanza da
navi da passeggeri una centrale di comando presidiata con continuità,
simultaneamente o a gruppi, ed anche individual-
3.1.1 Aperture nelle divisioni di Classe A (1/7/2002) mente da una posizione su entrambi i lati della
porta. Gli interruttori di rilascio devono essere di
a) Fatta eccezione per boccaporte tra spazi per il carico, tipo aperto-chiuso per prevenire un ripristino auto-
locali di categoria speciale, magazzini e depositi bagagli matico dell'impianto;
e tra tali locali o spazi e i ponti scoperti, tutte le aperture
devono essere munite di mezzi di chiusura permanente- 4) ganci di ritenuta non sganciabili da una stazione
mente collegati, aventi una resistenza al fuoco almeno centrale di comando non sono ammessi;
uguale a quella delle divisioni sulle quali sono sistemati. 5) una porta chiusa a distanza dalla stazione centrale
b) Le porte, e i relativi telai, sistemate sulle divisioni di di comando deve poter essere riaperta da entrambi i
Classe A, come pure i dispositivi per tenerle chiuse, lati della porta mediante un comando locale. Dopo
devono essere costruiti in maniera da offrire una resi- tale apertura locale, la porta deve richiudersi auto-
stenza al fuoco e al passaggio del fumo e delle fiamme maticamente;
equivalenti, per quanto possibile, a quella delle paratie 6) sul pannello di controllo incendio, nella stazione
nelle quali le porte sono sistemate. Tali porte e relativi centrale di comando presidiata con continuità, deve

432 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 4, Sez 6

essere segnalato se ciascuna delle porte comandate e) Sulle navi che trasportano non più di 36 passeggeri,
a distanza sia chiusa; quando uno spazio è protetto da un impianto automa-
7) il meccanismo di rilascio deve essere progettato in tico ad acqua spruzzata (sprinklers), che soddisfi le pre-
modo che la porta si chiuda automaticamente in scrizioni di cui in Sez 13, o è provvisto di una
caso di avaria al sistema di comando o di interru- soffittatura continua di Classe B, le aperture praticate
zione dell'alimentazione centrale di energia elet- nei ponti, che non formino scalini nelle zone verticali
trica; principali né delimitino zone orizzontali, devono essere
chiuse in modo sufficientemente stagno e tali ponti
8) accumulatori locali di energia per porte azionate da
devono soddisfare i requisiti di resistenza al fuoco delle
energia meccanica devono essere previsti nella
divisioni di Classe A, nella misura che la Società giudichi
immediata vicinanza delle porte stesse, per poterle
ragionevole e realizzabile.
manovrare, in caso di avaria al sistema di comando
o di interruzione dell'alimentazione centrale di ener- f) Le prescrizioni concernenti l'integrità al fuoco di Classe
gia elettrica, almeno dieci volte (completa apertura
A delle delimitazioni esterne della nave non si applicano
e chiusura) usando i comandi locali;
alle pareti divisorie in vetro, alle finestre e ai portellini, a
9) l'avaria all'impianto di comando o l'interruzione condizione che al comma c) di cui in [3.2.3] non vi sia
dell'alimentazione centrale di energia elettrica ad nessuna prescrizione per tali delimitazioni di possedere
una porta non deve compromettere il sicuro funzio- l'integrità di divisioni di Classe A. Le prescrizioni concer-
namento delle altre porte; nenti l'integrità al fuoco di Classe A delle delimitazioni
10)le porte con rilascio a distanza, scorrevoli o azionate esterne della nave non si applicano alle porte esterne,
da energia meccanica, devono essere munite di un fatta eccezione per quelle nelle sovrastrutture e tughe
allarme che dia un segnale acustico per almeno 5 s, prospicienti le sistemazioni dei mezzi di salvataggio, le
ma per non più di 10 s, dopo che la porta sia stata zone di imbarco sui mezzi di salvataggio, le aree esterne
rilasciata dalla stazione centrale di comando e prima costituenti punto di riunione, le scale esterne e i ponti
che la porta inizi a muoversi, e continui a suonare scoperti impiegati per i percorsi di sfuggita. Non è
fino alla chiusura completa della porta; richiesto che le porte dei cofani delle scale soddisfino a
11)una porta progettata per riaprirsi quando venga a tali prescrizioni.
contatto con un oggetto nella sua corsa deve ria-
g) Eccetto che per le porte stagne all'acqua, per le porte
prirsi a non più di 1 m dal punto di contatto;
stagne alle intemperie (porte semi-stagne all'acqua), per
12)le porte a due battenti provviste di un chiavistello le porte che diano accesso al ponte scoperto e per le
necessario per la loro integrità al fuoco, devono porte che devono essere ragionevolmente stagne ai gas,
avere tale chiavistello attivato automaticamente dal tutte le porte di Classe A nei percorsi di sfuggita che
funzionamento delle porte quando esse vengono sono posizionate sulle paratie delle scale, dei locali pub-
rilasciate dall'impianto di comando; blici e delle zone verticali principali devono essere prov-
13)non è richiesto che le porte che danno diretto viste di un portello a chiusura automatica per il
accesso ai locali di categoria speciale, che sono passaggio di una manichetta, di materiale che per
azionate da energia meccanica e a chiusura automa- costruzione e resistenza al fuoco sia equivalente alla
tica, siano provviste degli allarmi e meccanismi di porta sulla quale è sistemato. Tale portello deve avere,
rilascio a distanza prescritti ai punti 3) e 10); quando la porta è chiusa, apertura netta quadrata di
14)i componenti dell'impianto di comando locale 150 mm di lato e deve essere posizionato nello spigolo
devono essere accessibili per la manutenzione e la formato dal lato inferiore della porta e dal lato della
regolazione; e porta opposto alle cerniere, ovvero in caso di porta
scorrevole, dal lato più vicino all'apertura.
15)le porte azionate da energia meccanica devono
essere munite di un impianto di comando di tipo h) Quando sia necessario che una condotta di ventilazione
approvato che sia in grado di funzionare in caso di attraversi una divisione di zona verticale principale,
incendio, essendo tale caratteristica determinata
deve essere sistemata, nelle adiacenze della divisione,
conformemente al Fire Test Procedures Code. Tale
una serranda tagliafuoco a chiusura automatica, del tipo
impianto deve soddisfare alle seguenti prescrizioni:
"fail-safe" (ossia di tipo tale che un'avaria al dispositivo
• l'impianto di comando, servito dall'alimenta- comporti comunque una situazione di sicurezza). La
zione di energia, deve poter azionare la porta serranda deve potersi chiudere anche manualmente da
alla temperatura di almeno 200 °C per almeno ciascun lato della divisione. La posizione di comando
60 min; deve essere prontamente accessibile ed essere eviden-
• l'alimentazione di energia per le altre porte non ziata in colore rosso che rifletta la luce. La condotta tra
interessate dall'incendio non deve essere pregiu- la divisione e la serranda deve essere in acciaio o altro
dicata; e materiale equivalente e, se necessario, coibentata in
• a temperature superiori a 200 °C, l'impianto di accordo con le prescrizioni di cui in [2.1]. La serranda
comando deve essere automaticamente isolato deve essere provvista, su almeno un lato della divisione,
dall'alimentazione di energia e deve poter tenere di un indicatore visivo che mostri se la serranda è nella
la porta chiusa fino ad almeno 945 °C. posizione di apertura.

Regolamenti RINA 2005 433


Parte C, Cap 4, Sez 6

3.1.2 Aperture nelle divisioni di classe B (1/7/2002) dall'esterno devono essere costruite con intelaiature di
a) Le porte, e i relativi telai, sistemati su divisioni di Classe acciaio o altro materiale appropriato. Il cristallo deve
B, come pure i dispositivi di fissaggio, devono garantire essere trattenuto in posto mediante un telaio o una cor-
un metodo di chiusura con una resistenza al fuoco, nice di metallo.
equivalente a quella di tali divisioni, ciò essendo deter- c) Le finestre prospicienti i mezzi di salvataggio, le aree di
minato secondo il "Fire Test Procedure Code"; nella imbarco su tali mezzi di salvataggio e le stazioni di riu-
parte inferiore delle porte possono tuttavia essere prati- nione, le scale esterne e i ponti scoperti usati per per-
cate aperture per la ventilazione. Se una o più di tali corsi di sfuggita e le finestre situate sotto le aree di
aperture è praticata su una porta o sotto di essa, la sua imbarco delle zattere e degli scivoli di evacuazione
area netta totale non deve essere superiore a 0,05 m2. In devono avere integrità al fuoco come prescritto in Tab 1.
alternativa, può essere permessa una condotta non Nel caso in cui le finestre siano protette da teste sprink-
combustibile di compensazione dell'aria tra una cabina lers automatiche e dedicate, possono essere accettate
e un corridoio, sistemata sotto il gruppo igienico attra- come equivalenti finestre di Classe A-0.
verso la paratia del corridoio, per ottenere la corrispon- Per essere considerate ai fini del presente paragrafo, le
denza tra la mandata d'aria alla cabina e l'estrazione testine sprinklers devono essere:
d'aria dalla stessa, purchè l'area della sezione della con-
1) testine dedicate ubicate al di sopra delle finestre e
dotta non superi 0,05 m2. Tutte le aperture per la venti-
installate in aggiunta a quelle convenzionali siste-
lazione devono essere munite di una griglia di materiale
mate sul soffitto, oppure
non combustibile. Le porte devono essere di materiale
non combustibile. 2) teste sprinklers convenzionali, sistemate sul soffitto
in modo che la finestra sia protetta da una portata
b) Le porte delle cabine nelle divisioni di Classe B devono
media di almeno 5 l/min.m2 e che la superficie addi-
essere di tipo a chiusura automatica. Non sono ammessi
zionale della finestra sia considerata nel calcolo
ganci per la ritenuta.
della superficie totale protetta.
c) Le prescrizioni concernenti l'integrità al fuoco di Classe
Le finestre situate sulla murata della nave, sotto le aree
B delle delimitazioni esterne della nave non si applicano
di imbarco sulle imbarcazioni di salvataggio devono
alle pareti divisorie in vetro, alle finestre ed ai portellini.
avere un'integrità al fuoco almeno uguale a quella della
Similmente, tali prescrizioni non si applicano alle porte
Classe A-0.
esterne delle sovrastrutture e delle tughe. Per navi che
trasportano non più di 36 passeggeri, la Società può
consentire l'uso di materiali combustibili per le porte 3.2 Porte nelle divisioni resistenti al fuoco
che separano le cabine dagli annessi locali igienici 3.2.1 (1/7/2002)
come, per esempio, le docce. La resistenza al fuoco delle porte deve essere equivalente a
d) Sulle navi che trasportano non più di 36 passeggeri, quella della divisione sulla quale sono sistemate, essendo
quando è installato un impianto automatico ad acqua ciò determinato in accordo con le disposizioni del "Fire Test
spruzzata (sprinklers) conforme alle norme di cui in Procedures Code". Le porte, ed i relativi telai, sistemati sulle
Sez 13: divisioni di Classe A devono essere costruiti in acciaio. Le
porte sulle divisioni di Classe B devono essere di materiale
1) le aperture praticate nei ponti che non formano sca-
non combustibile. Le porte sistemate sulle paratie delimi-
lini di zone verticali principali né costituiscono deli-
tanti i locali macchine di categoria A devono essere ragione-
mitazioni di zone orizzontali devono essere chiuse
volmente stagne ai gas e a chiusura automatica. Sulle navi
in modo sufficientemente stagno e tali ponti devono
costruite in conformità al metodo IC, la Società può consen-
soddisfare le prescrizioni di integrità al fuoco di
tire l'impiego di materiale combustibile per le porte che
Classe B, per quanto possibile e ragionevole a giudi-
separano le cabine dagli annessi locali igienici, quali, ad
zio della Società; e
esempio, le docce.
2) le aperture sulle paratie di corridoio in materiali di
Classe B devono essere protette secondo le norme di 3.2.2 Le porte per le quali è prescritta la chiusura automa-
cui in [1.2.2]. tica non devono avere ganci per tenerle aperte. Tuttavia è
ammessa l'installazione di dispositivi di ritenuta comanda-
3.1.3 Finestre e portellini (1/7/2002) bili a distanza e del tipo "fail safe" (ossia di tipo tale che
a) Le finestre e i portellini sulle paratie dei locali di alloggio, un'avaria al dispositivo comporti comunque una situazione
dei locali di servizio e delle stazioni di comando, di sicurezza).
eccetto quelli ai quali si applicano le prescrizioni del 3.2.3 (1/7/2002)
comma f) di cui in [3.1.1] e del comma b) di cui in Le aperture per la ventilazione sulle paratie dei corridoi pos-
[3.1.2], devono essere costruiti in modo da non meno- sono essere ammesse sulle porte di cabine e di locali pub-
mare i requisiti di integrità del tipo delle paratie sulle blici e sotto le porte stesse. Aperture per la ventilazione
quali sono sistemati, essendo ciò determinato in sono anche permesse nelle porte di Classe B che portino a
accordo con le disposizioni del "Fire Test Procedures gabinetti, uffici, riposterie, ripostigli e depositi. Aperture
Code". devono essere praticate soltanto nella metà inferiore di una
b) Nonostante le prescrizioni delle Tabelle da 1 a 4 , le porta. Quando dette aperture sono praticate sulla o sotto la
finestre e i portellini sulle paratie che separano locali di porta, l'area netta complessiva delle aperture non deve
alloggio, locali di servizio e stazioni di comando essere superiore a 0,05 m2. In alternativa, può essere per-

434 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 4, Sez 6

messa una condotta non combustibile di compensazione 4.2.6 Sulle delimitazioni dei locali macchine non devono
dell'aria tra una cabina ed un corridoio, sistemata sotto il essere sistemate finestre. Ciò non preclude la sistemazione
gruppo igienico attraverso la paratia del corridoio, per otte- di finestre in stazioni di comando all'interno dei locali mac-
nere la corrispondenza tra la mandata d'aria alla cabina chine.
l'estrazione dell'aria dalla stessa, purchè la sezione della
condotta non superi 0,05 m2. Le aperture per la ventila- 5 Protezione delle delimitazioni dei
zione, eccetto quelle sotto la porta, devono essere munite
di una griglia di materiale non combustibile.
locali da carico

3.2.4 Non è necessario coibentare le porte stagne di com- 5.1 Navi da passeggeri che trasportano più
partimentazione. di 36 passeggeri

4 Protezione delle aperture sulle deli- 5.1.1 Nelle navi da passeggeri che trasportano più di 36
passeggeri, le paratie ed i ponti che delimitano i locali di
mitazioni dei locali macchine categoria speciale e locali da carico ro-ro devono essere coi-
bentati con integrità al fuoco di Classe A-60. Tuttavia nel
4.1 Campo di applicazione caso in cui uno spazio di categoria (5) ovvero (9) ovvero
(10) di cui in [1.3.3] sia situato su un lato della divisione la
4.1.1 Le prescrizioni del presente Articolo [4] si applicano classe può essere ridotta ad A-0. Nel caso in cui casse del
ai locali macchine di categoria A e, se ritenuto opportuno a combustibile liquido siano situate sotto un locale di catego-
giudizio della Società, ad altri locali macchine. ria speciale, il ponte tra tali spazi può essere di classe A-0.

4.2 Protezione delle aperture sulle delimita- 5.2 Navi da passeggeri che trasportano non
zioni dei locali macchine più di 36 passeggeri
4.2.1 Il numero di osteriggi, porte, aperture per ventila- 5.2.1 Le paratie che delimitano i locali di categoria spe-
zione, aperture di scarico aria di ventilazione nei fumaioli e ciale devono essere coibentate come prescritto per i locali
altre aperture sulle delimitazioni di locali macchine deve di categoria (11) in Tab 3 e le delimitazioni orizzontali
essere ridotto al minimo, compatibilmente con le esigenze come prescritto per gli spazi di categoria (11) in Tab 4.
della ventilazione e di una conduzione della nave corretta
ed esente da rischi. 5.2.2 Nelle navi da passeggeri che trasportano non più di
36 passeggeri, le paratie e i ponti di delimitazione dei locali
4.2.2 I portelli degli osteriggi devono essere in acciaio e ro/ro chiusi e aperti devono avere un'integrità al fuoco
non contenere pannelli in vetro. come richiesto per i locali di categoria (11) in Tab 3, e le
4.2.3 Devono essere previsti mezzi di comando per la delimitazioni orizzontali come richiesto per i locali di cate-
chiusura delle porte manovrate meccanicamente o il rilascio goria (11) in Tab 4.
del meccanismo di chiusura sulle altre porte, fatta ecce-
zione per le porte stagne di compartimentazione a 5.3 Indicatori
comando meccanico. I comandi devono essere sistemati
all'esterno del locale interessato e posizionati in modo che 5.3.1 Nelle navi da passeggeri, devono essere sistemati
possano essere accessibili anche in caso di incendio nel indicatori, sul ponte di comando, che devono segnalare
locale servito. quando è chiusa qualsiasi porta tagliafuoco di accesso ai
locali di categoria speciale o di uscita dagli stessi.
4.2.4 Nelle navi da passeggeri,i mezzi di comando richiesti
in [4.2.3] devono essere sistemati in una singola posizione 5.4 Navi cisterna
di comando o raggruppati in un numero il più possibile limi-
tato di posizioni a soddisfazione della Società. Tali posizioni 5.4.1 Nelle navi cisterna, per la protezione delle cisterne
devono avere un sicuro accesso dal ponte scoperto. del carico che trasportano petrolio greggio e prodotti petro-
4.2.5 (1/7/2002) liferi aventi punto di infiammabilità non superiore a 60 °C,
materiali che il calore può rendere facilmente inefficienti
Nelle navi da passeggeri, le porte, escluse le porte stagne di
non devono essere usati per valvole, accessori, mezzi di
compartimentazione a comando meccanico, devono essere
chiusura delle aperture nelle cisterne, tubolature di sfogo
progettate in modo che, in caso di incendio nel locale mac-
gas delle cisterne del carico e tubolature del carico, in
chine, la perfetta chiusura sia assicurata mediante disposi-
modo tale da impedire la propagazione dell'incendio al
tivi di chiusura a comando meccanico oppure mediante la
carico stesso.
sistemazione di porte a chiusura automatica, in grado di
chiudersi con una inclinazione sfavorevole di 3,5° e aventi
ritenute in posizione di apertura a sgancio di sicurezza in 6 Impianti di ventilazione
caso di avaria (fail-safe) manovrabile a distanza per mezzo
di un dispositivo di rilascio. Le porte per i cofani delle sfug- 6.1 Condotte e serrande
gite di emergenza non devono essere provviste di ritenute
in posizione di apertura a sgancio di sicurezza in caso di 6.1.1 Le condotte di ventilazione devono essere di mate-
avaria (fail-safe) e di un dispositivo di comando a distanza. riale non combustibile. Tuttavia non è necessario che pic-

Regolamenti RINA 2005 435


Parte C, Cap 4, Sez 6

coli tronchi di condotta, non eccedenti di norma 0,02 m2, d) coibentate, in accordo con i requisiti della Classe A-60,
come area della sezione trasversale netta, né 2 m, come dai locali macchine, dalle cucine, dai locali per autovei-
lunghezza, siano di materiale non combustibile, purché coli, dai locali ro-ro o dai locali di categoria speciale,
siano soddisfatte le seguenti condizioni: fino ad un punto distante almeno 5 m oltre ogni ser-
a) il tronco di condotta sia costruito con un materiale randa tagliafuoco;
avente caratteristiche di limitata attitudine a propagare oppure
la fiamma; e) costruite in acciaio, in conformità ai precedenti commi
b) il tronco di condotta sia usato soltanto nel tratto termi- a) e b); e
nale del dispositivo di ventilazione; f) coibentate in accordo con i requisiti della Classe A-60 in
c) il tronco di condotta sia sistemato a non meno di 600 tutti i locali di alloggio, i locali di servizio o le stazioni di
mm, misurati lungo la sua lunghezza, da una apertura comando,
su divisioni di Classe A o B, ivi comprese le soffittature eccetto che, gli attraversamenti di divisioni di zone verticali
continue di Classe B. principali devono soddisfare anche le prescrizioni di cui in
Raccordi flessibili in materiale combustibile possono essere [3.1.1], h).
utilizzati per collegare i ventilatori alla condotta nel locale
condizionatori. 6.2.2 Le condotte di ventilazione che servono locali di
alloggio, locali di servizio o stazioni di comando non
Nota 1: Il termine area della sezione trasversale netta significa,
anche nel caso di una condotta pre-coibentata, l'area calcolata
devono attraversare locali macchine di categoria A, cucine,
sulla base del diametro interno della condotta. locali per autoveicoli, locali ro-ro o locali di categoria spe-
ciale, a meno che:
6.1.2 Le seguenti sistemazioni devono essere provate in a) le condotte, nel caso in cui attraversino un locale mac-
accordo con le disposizioni del Fire Test Procedures Code: chine di categoria A, una cucina, un locale per autovei-
a) le serrande tagliafuoco, compresi i relativi dispositivi di coli, un locale ro-ro o un locale di categoria speciale,
azionamento; e siano costruite in acciaio in conformità ai commi (a) e
b) i passaggi delle condotte attraverso le divisioni di classe (b) di [6.2.1]
A. Tuttavia, la prova non è richiesta quando i manicotti b) siano sistemate, vicino all'attraversamento delle delimi-
in acciaio sono collegati direttamente alle condotte di tazioni, serrande tagliafuoco automatiche; e
ventilazione per mezzo di flange chiodate o avvitate o c) venga ripristinata l'integrità al fuoco in corrispondenza
per mezzo di saldatura. dell'attraversamento delle delimitazioni del locale mac-
chine, della cucina, del locale per autoveicoli, del locale
6.2 Sistemazione delle condotte ro-ro o del locale di categoria speciale;
oppure
6.2.1 Gli impianti di ventilazione per i locali macchine di
Categoria A, locali per autoveicoli, locali ro-ro, cucine, d) le condotte, nel caso in cui attraversino un locale mac-
locali di categoria speciale e locali da carico, devono essere chine di categoria A, una cucina, un locale per autovei-
separati, in generale l'uno dall'altro e da impianti di ventila- coli, un locale ro-ro o un locale di categoria speciale
zione serventi altri locali. Quanto sopra con l'eccezione che siano costruite in acciaio in conformità ai commi (a) e
gli impianti di ventilazione delle cucine sulle navi da carico (b) di [6.2.1]; e
di stazza lorda inferiore a 4000 ton e sulle navi da passeg- e) siano coibentate in accordo con i requisiti della Classe
geri che trasportano non più di 36 passeggeri, non devono A-60 entro il locale macchine, la cucina, il locale per
essere completamente separati ma l'immissione d'aria può autoveicoli, il locale ro-ro o il locale di categoria spe-
essere derivata da un impianto di ventilazione servente altri ciale, eccetto che, gli attraversamenti di divisioni di zone
locali. In ogni caso, deve essere sistemata una serranda verticali principali devono soddisfare anche le prescri-
automatica tagliafuoco nella condotta di ventilazione della zioni di cui in [3.1.1].
cucina, vicina all'unità per la ventilazione.
Le condotte di ventilazione serventi locali macchine di cate- 6.2.3 Aperture di compensazione o condotte fra due spazi
goria A, cucine, locali per autoveicoli, locali ro-ro o locali di chiusi non sono ammesse, ad eccezione delle aperture
categoria speciale non devono attraversare locali di allog- ammesse in accordo con le disposizioni del comma a) di
gio, locali di servizio o stazioni di comando, ad eccezione [3.1.2] e di [3.1.3].
del caso in cui le condotte siano:
a) costruite in acciaio e abbiano rispettivamente spessore 6.3 Particolari sull'attraversamento delle
di 3 mm, per condotte aventi lato maggiore o diametro condotte
fino a 300 mm, e spessore di 5 mm, per condotte aventi
6.3.1 Quando una condotta di lamiera sottile avente
lato maggiore o diametro uguale o superiore a 760 mm.
un'area della sezione trasversale netta uguale o inferiore a
Se il lato maggiore o il diametro sono compresi fra 300
mm e 760 mm, lo spessore della condotta deve essere 0,02 m2 passa attraverso paratie o ponti di Classe A, le aper-
determinato mediante interpolazione lineare; ture devono essere rivestite con un manicotto in lamiera di
acciaio avente uno spessore di almeno 3 mm ed una lun-
b) adeguatamente irrobustite e sostenute; ghezza di almeno 200 mm, suddiviso preferibilmente in due
c) provviste di serrande tagliafuoco automatiche, vicino parti di lunghezza di 100 mm da entrambi i lati della para-
all'attraversamento delle delimitazioni; e tia, o, nel caso di un ponte, tutto giacente nella parte infe-

436 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 4, Sez 6

riore del ponte attraversato. Quando condotte di comma e) di [3.1.1] , per ridurre la probabilità che fumo e
ventilazione aventi un'area della sezione trasversale netta gas caldi passino da un interponte ad un altro attraverso
superiore a 0,02 m2 passano attraverso paratie o ponti di l'impianto. In aggiunta alle prescrizioni di coibentazione
Classe A, le aperture devono essere rivestite con un mani- contenute in [6.4.4], le condotte verticali devono, se neces-
cotto in lamiera di acciaio. Tuttavia, quando queste con- sario, essere coibentate come richiesto dalle pertinenti
dotte sono costruite in acciaio e passano attraverso un Tab 1 e Tab 2 di cui in [1.2.3], come appropriato.
ponte o una paratia, le condotte ed i manicotti devono sod-
disfare le seguenti prescrizioni: 6.4.4 Salvo che nei locali da carico, le condotte di ventila-
zione devono essere costruite con i seguenti materiali:
a) I manicotti devono avere uno spessore di almeno 3 mm
e una lunghezza di almeno 900 mm. Quando attraver- a) le condotte di sezione trasversale non inferiore a 0,075
sano paratie, la loro lunghezza deve essere preferibil- m2 e le condotte verticali serventi più di un interponte
mente suddivisa in 450 mm su ciascun lato della devono essere costruite in acciaio o altro materiale equi-
paratia. Tali condotte o manicotti contornanti dette con- valente;
dotte devono essere rivestiti con coibentazione taglia-
b) le condotte di sezione trasversale inferiore a 0,075 m2,
fuoco. La coibentazione deve avere almeno lo stesso
diverse dalle condotte verticali di cui in a), devono
grado di integrità al fuoco della paratia o del ponte attra-
essere costruite con materiale non combustibile.
versati dalla condotta, e
Quando tali condotte attraversano divisioni di Classe A
b) Le condotte aventi una sezione trasversale netta supe- o B, deve essere posta particolare attenzione per assicu-
riore a 0,075 m2 devono essere provviste di serrande rare l'integrità al fuoco delle divisioni stesse;
tagliafuoco oltre a rispondere alle prescrizioni del prece-
c) non è necessario che piccoli tronchi di condotte, non
dente comma (a). La serranda tagliafuoco deve essere
eccedenti di norma 0,02 m2 di sezione né 2 m di lun-
automatica e deve poter essere chiusa manualmente da
ghezza, siano di materiale non combustibile, purché
entrambi i lati della paratia o del ponte. La serranda
siano soddisfatte tutte le seguenti condizioni:
deve essere provvista di un indicatore che segnali se la
serranda è aperta o chiusa. Tuttavia le serrande taglia- 1) il tronco di condotta sia costruito con un materiale
fuoco non sono richieste nel caso in cui la condotta avente caratteristiche di limitata attitudine alla pro-
attraversi spazi delimitati da divisioni di Classe A senza pagazione della fiamma;
servire tali spazi, purché la condotta abbia lo stesso- 2) il tronco di condotta sia usato soltanto all'estremità
grado di integrità al fuoco delle divisioni attraversate. terminale dell'impianto di ventilazione; e
Le serrande tagliafuoco devono essere facilmente acces-
3) il tronco di condotta non sia sistemato a meno di
sibili. Quando esse sono sistemate dietro soffittature o
600 mm, misurati lungo la sua lunghezza, da un
rivestimenti, detti soffittature o rivestimenti devono
attraversamento di divisione di Classe A o B, ivi
essere provvisti di un portellino d'ispezione sul quale
incluse le soffittature continue di Classe B.
deve essere sistemata una targhetta indicante il numero
di identificazione della serranda tagliafuoco. Il numero
6.4.5 I cofani delle scale devono essere ventilati e devono
di identificazione della serranda tagliafuoco deve essere
essere serviti soltanto da impianti di ventilazione meccanica
indicato in corrispondenza di qualsiasi postazione di
e da condotte entrambi i quali non devono servire altri
comando a distanza.
spazi nell'impianto di ventilazione della nave.
6.3.2 Le condotte di ventilazione aventi una sezione tra-
6.4.6 Le condotte di ventilazione devono essere provviste
sversale netta superiore a 0,02 m2 che attraversino paratie
di portelli per ispezione e pulizia. I portelli devono essere
di Classe B devono essere contornate, in corrispondenza
ubicati in prossimità delle serrande tagliafuoco.
dell'attraversamento, con manicotti di acciaio aventi lun-
ghezza di 900 mm suddivisi, preferibilmente, in 450 mm su
ciascun lato della parete. Tali manicotti possono essere 6.5 Condotte di estrazione dai fornelli delle
omessi se la condotta è di acciaio per tutta detta lunghezza. cucine

6.4 Impianti di ventilazione di navi da pas- 6.5.1 Prescrizioni per navi da passeggeri che
trasportano più di 36 passeggeri
seggeri che trasportano più di 36 pas-
Le condotte di estrazione dai fornelli delle cucine nelle quali
seggeri
è probabile che si possa accumulare grasso od unto devono
6.4.1 L'impianto di ventilazione di una nave da passeggeri soddisfare alle prescrizioni dei commi e) e f) di [6.2.1] e
che trasporta più di 36 passeggeri deve inoltre soddisfare le devono essere munite di:
seguenti prescrizioni addizionali. a) un filtro del grasso che possa smontarsi con facilità per
la pulizia, a meno che non venga installato un idoneo
6.4.2 In generale i ventilatori devono essere disposti in impianto alternativo di rimozione del grasso;
modo che le condotte dirette ai vari locali rimangano den-
tro la stessa zona verticale principale. b) una serranda tagliafuoco situata all'estremità inferiore
della condotta, che sia azionabile automaticamente e a
6.4.3 Quando impianti di ventilazione attraversano ponti, distanza, e, in aggiunta, una serranda tagliafuoco situata
devono essere prese delle misure, in aggiunta a quelle rela- all'estremità superiore della condotta e azionabile a
tive alla integrità al fuoco dei ponti prescritte in [2.1] e nel distanza;

Regolamenti RINA 2005 437


Parte C, Cap 4, Sez 6

c) un mezzo fisso per spegnere un incendio all'interno • nella condotta di estrazione dalle cucine, il grasso si
delle condotte; accumula maggiormente nella parte bassa. Pertanto,
d) sistemazioni di comando a distanza per arrestare le portelli devono essere sistemati anche in questa
macchine di immissione e di estrazione della ventila- parte della condotta.
zione, per azionare le serrande menzionate al prece-
dente comma b) e l'impianto di spegnimento incendio 6.5.2 Prescrizioni per navi da passeggeri che
che devono essere situate in posizione vicino alle trasportano più di 36 passeggeri e per navi da
entrate della cucina. Nel caso in cui sia installato un carico
impianto di ventilazione della cucina con branchetti di
condotta, devono essere previsti mezzi di comando a Le condotte di estrazione dai fornelli delle cucine devono
distanza ubicati vicino ai comandi per chiudere tutti i essere costituite da divisioni di Classe A ove attraversino
branchetti di estrazione, tramite la relativa condotta locali di alloggio o locali contenenti materiali combustibili.
principale, prima di rilasciare l'agente estinguente Ogni condotta di estrazione deve essere munita di:
nell'impianto di condotte; e
e) portelli per ispezione e pulizia situati in posizione ade- a) un filtro del grasso che possa smontarsi con facilità per
guata. la pulizia;
Le prescrizioni di cui ai precedenti commi da a) ad e) si
b) una serranda tagliafuoco situata all'estremità inferiore
applicano a tutte le condotte di estrazione dai fornelli
della condotta;
delle cucine nelle quali si possa accumulare grasso o
unto proveniente dai fornelli. c) dispositivi azionabili dalla cucina per arrestare l'estrat-
Con riferimento alle prescrizioni di cui al precedente tore d'aria;
comma e):
• un portello deve essere previsto vicino al ventilatore d) un mezzo fisso per spegnere un incendio all'interno
di estrazione della condotta.

438 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 4, Sez 7

SEZIONE 7 ELIMINAZIONE DEGLI INCENDI


ESTINZIONE DEGLI INCENDI

1 Impianti di alimentazione dell'acqua automatica di almeno una pompa da incendio o


mediante la messa in moto a distanza, dal ponte di
comando, di almeno una pompa da incendio. Se la
1.1 Generalità
pompa si mette in moto automaticamente o se la
1.1.1 Le navi devono essere munite di pompe da incendio, valvola sul fondo non può essere aperta da dove la
collettore principale d'incendio, prese e manichette da pompa è comandata a distanza, la valvola deve
incendio soddisfacenti alle norme applicabili della presente essere tenuta sempre aperta; e
Sezione. 3) se provviste di locali macchine periodicamente non
presidiati, in conformità con la Parte F, Cap 3, Sez 1,
1.2 Collettori principali d'incendio e prese la Società stabilirà, per tali locali, sistemazioni rela-
da incendio tive all'impianto idrico antincendio fisso equivalenti
a quelle richieste per locali macchine normalmente
1.2.1 Generalità (1/7/2002) presidiati.
Per i collettori principali d'incendio e per le prese da incen- b) sulle navi da carico:
dio non deve essere usato materiale che possa essere reso
1) a soddisfazione della Società.
facilmente inefficiente dal calore, a meno che non sia ade-
guatamente protetto. L'uso di valvole a diaframma nelle L'immediata disponibilità dell'alimentazione
quali siano presenti membrane di gomma può essere dell'acqua può essere ottenuta per mezzo della
ammesso a condizione che la loro efficienza non sia com- messa in moto automatica di almeno una delle
promessa in caso di esposizione a sorgenti di calore; pompe da incendio o per mezzo della messa in
essendo ciò dimostrato a soddisfazione della Società. Le moto a distanza dalla plancia di almeno una delle
tubolature e le prese da incendio devono essere sistemate in pompe da incendio;
modo da facilitare l'attacco delle manichette. La sistema- 2) se provviste con locale macchine periodicamente
zione delle tubolature e delle prese da incendio deve essere non presidiato, o quando la guardia in macchina è
tale da evitare che l'acqua in esse possa formare ghiaccio. effettuata da una sola persona, il collettore di incen-
Devono essere previsti idonei mezzi di drenaggio per la dio deve poter fornire immediatamente acqua ad
tubolature del collettore incendi. una pressione adeguata, o con la messa in moto a
Devono essere previste valvole di intercettazione per tutte distanza dalla plancia e, se esiste, dalla stazione
le derivazioni del collettore incendi sul ponte che vengano antincendio, di una delle pompe principali da incen-
usate per servizi diversi dal servizio incendio. Sulle navi che dio oppure mantenendo permanentemente in pres-
possono portare carichi sui ponti, le prese da incendio sione l'impianto idrico principale tramite una delle
devono essere disposte in modo tale da essere sempre pron- pompe principali da incendio. Per navi da carico di
tamente accessibili e le tubolature da incendio devono stazza lorda inferiore a 1600 ton, la Società può non
essere disposte, per quanto possibile, in modo tale da evi- richiedere il rispetto di questa prescrizione, se la
tare il rischio che il carico possa danneggiarle. sistemazione per la messa in moto della pompa è
ubicata in una posizione facilmente accessibile.
1.2.2 Pronta alimentazione dell'acqua (1/7/2002)
Le sistemazioni per una pronta alimentazione dell'acqua 1.2.3 Diametro dei collettore principali
devono soddisfare le prescrizioni dei seguenti commi: Il diametro del collettore principale d'incendio e quello
delle tubolature dell'acqua devono essere sufficienti ad assi-
a) sulle navi da passeggeri:
curare una efficace erogazione d'acqua alla portata mas-
1) di stazza lorda uguale o superiore a 1000 ton, sima prescritta per due pompe da incendio
devono essere tali che almeno un efficace getto contemporaneamente in funzione. Tuttavia, per le navi da
d'acqua sia immediatamente disponibile da una carico, è solo richiesto che il diametro sia sufficiente ad ero-
qualunque delle prese d'incendio situate in una gare 140 m3/h.
posizione interna e tali da assicurare la continua-
zione dell'alimentazione d'acqua con la messa in 1.2.4 (1/7/2002)
moto automatica di una delle pompe da incendio a) In posizioni esterne ai locali macchine, facilmente
prescritte; soltanto una delle pompe da incendio accessibili ed esenti da rischi, devono essere sistemate
prescritte deve essere provvista di messa in moto valvole di intercettazione per isolare le sezioni del col-
automatica; lettore d'incendio entro il locale macchine contenente
2) di stazza lorda inferiore a 1000 ton, l'alimentazione una o più pompe principali d’incendio dal resto del col-
d'acqua può avvenire mediante la messa in moto lettore principale d’incendio. Il collettore principale di

Regolamenti RINA 2005 439


Parte C, Cap 4, Sez 7

incendio deve essere realizzato in modo che, quando b) In aggiunta alle prescrizioni di cui al precedente comma
vengono chiuse le valvole di intercettazione, tutte le a), le navi da passeggeri devono soddisfare quanto
prese da incendio della nave, eccetto quelle nel pre- segue:
detto locale macchine, possano essere alimentate da
un'altra pompa da incendio o dalla pompa da incendio 1) Nei locali di alloggio e di servizio e nei locali mac-
di emergenza. La pompa da incendio di emergenza, la chine, il numero e la posizione delle prese da incen-
sua presa di acqua di mare e le tubolature di aspirazione dio devono essere tali da soddisfare le prescrizioni
e di mandata, nonchè la valvola di intercettazione, del precedente comma a), quando tutte le porte sta-
devono essere ubicate al di fuori dal locale macchine. gne e tutte le porte situate sulle paratie delimitanti le
Se tale sistemazione non è realizzabile, la presa a mare zone verticali principali sono chiuse.
può essere ubicata nel locale macchine se la valvola è 2) Quando un locale macchine di categoria A è provvi-
comandata a distanza da una posizione situata nello sto, nella parte bassa, di un accesso da un'adiacente
stesso compartimento contenente la pompa da incendio galleria d'alberi, devono essere sistemate, in posi-
di emergenza e la tubolatura di aspirazione è la più zione esterna al locale macchine ma vicino alla
corta possibile. Brevi tratti delle tubolature di aspira- porta di accesso al locale stesso, due prese da incen-
zione e di mandata possono attraversare il locale mac- dio. Quando tale accesso avviene da un altro locale,
chine, a condizione che esse siano racchiuse in un o da altri locali, devono essere sistemate, in uno di
robusto manicotto in acciaio o coibentate in Classe A- tali locali e vicino all'entrata del locale macchine di
60. Le tubolature devono essere di forte spessore, in nes- categoria A, due prese da incendio. Quando la gal-
sun caso inferiore a 11 mm, e devono avere collega- leria d'alberi o locali adiacenti al locale macchine di
menti saldati ad eccezione del collegamento a flangia categoria A non formano parte di un percorso di
con la valvola di presa a mare. sfuggita, non è necessario che la suddetta prescri-
b) Deve essere sistemata una valvola in corrispondenza di zione sia soddisfatta.
ciascuna presa da incendio, in modo che qualsiasi
manichetta possa essere disinnestata mentre le pompe 1.2.6 Pressione nelle prese da incendio (1/1/2001)
da incendio sono in funzione. Con due pompe contemporaneamente in funzione che ero-
ghino, attraverso i boccalini prescritti in [1.4.3] la quantità
c) Se le pompe da incendio possono sviluppare una pres-
d'acqua specificata in [1.2.3], per mezzo di prese da incen-
sione eccedente quella di progetto delle tubolature,
dio contigue tra di loro, ovunque ubicate, devono essere
delle prese e delle manichette dell'impianto idrico antin-
mantenute per tutte le prese da incendio le seguenti pres-
cendio, devono essere sistemate valvole di sicurezza in
sioni minime:
corrispondenza di tutte le pompe stesse. Tali valvole
devono essere sistemate e tarate in modo da evitare una a) Navi da passeggeri:
eccessiva pressione in qualsiasi punto del collettore
principale di incendio. • se di stazza lorda uguale o superiore a
4000 ton:....................................................0,4 MPa
d) Sulle navi cisterna, il collettore principale di incendio
deve essere munito di valvole di intercettazione, ubicate • se di stazza lorda inferiore a
in una posizione protetta in corrispondenza della parte
anteriore del cassero di poppa e sul ponte delle cisterne 4000 ton:....................................................0,3 MPa
del carico ad intervalli non superiori a 40 m, per isolare b) Navi da carico:
le sezioni danneggiate dell'impianto idrico in caso di
incendio o di esplosione. • se di stazza lorda uguale o superiore a
6000 ton:.................................................0,27 MPa
1.2.5 Numero e posizione delle prese da incendio
• se di stazza lorda inferiore a
a) Il numero e la posizione delle prese da incendio devono
essere tali che almeno due getti d'acqua, non prove- 6000 ton:..................................................0,25 MPa
nienti dalla stessa presa da incendio e uno dei quali pro- c) La pressione massima in corrispondenza di qualsiasi
veniente da una manichetta in un solo pezzo, possano presa da incendio non deve superare la pressione alla
raggiungere qualsiasi parte della nave normalmente quale può essere dimostrato che si abbia un efficace
accessibile ai passeggeri o all'equipaggio durante la controllo della manichetta da incendio.
navigazione e qualsiasi parte di qualsiasi locale da
carico, quando vuoto, o di qualsiasi locale ro- ro o di
1.2.7 Raccordo internazionale per il collegamento a
qualsiasi locale per autoveicoli. Nel caso dei locali per terra
autoveicoli, i due getti d'acqua devono raggiungere
qualsiasi parte del locale e devono provenire ciascuno a) Le navi di stazza lorda uguale o superiore a 500 ton
da manichette in un solo pezzo. Inoltre dette prese da devono essere provviste di un raccordo internazionale
incendio devono essere posizionate vicino agli accessi per il collegamento a terra, conforme alle prescrizioni di
dei locali protetti. cui in Sez 13.

Nei locali macchine di categoria A, devono essere siste- b) Vi devono essere delle sistemazioni che consentano di
mate almeno due prese da incendio. utilizzare il raccordo da ambo i lati della nave.

440 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 4, Sez 7

1.3 Pompe da incendio quale una pompa principale da incendio sia ubicata in
un compartimento con più di una paratia e/o ponte con-
1.3.1 Pompe che possono essere accettate come tigui al compartimento contenente l'altra pompa princi-
pompe da incendio pale da incendio, è pure prescritta una pompa da
Le pompe d’igiene, di zavorra, di sentina o per servizi gene- incendio di emergenza.
rali possono essere considerate come pompe da incendio, b) Prescrizioni per i locali contenenti la pompa di emer-
purché non vengano normalmente usate per pompare com- genza
bustibile liquido od olio e, se usate occasionalmente per il
travaso o il pompaggio di combustibile liquido, siano 1) Ubicazione e dimensioni del locale
munite di adatti dispositivi per passare da un servizio Il locale contenente la pompa da incendio di emer-
all'altro. genza non deve essere contiguo alle delimitazioni
La pompa di emergenza di cui in [1.3.3] può essere anche dei locali macchine di categoria A o ai locali nei
utilizzata per altri scopi idonei, a condizione che ciò sia quali sono sistemate le pompe da incendio princi-
approvato dalla Società in ogni singolo caso. pali. Nel caso in cui tale prescrizione non sia pratica-
mente realizzabile, le paratie comuni fra i due locali
1.3.2 Numero delle pompe da incendio devono essere coibentate con un grado di prote-
Le navi devono essere dotate del numero di pompe da zione strutturale contro gli incendi equivalente a
incendio indipendenti azionate da energia meccanica di cui quello prescritto per una stazione di comando in
ai seguenti commi: Sez 6, [1.2.3], Sez 6, [1.2.4], Sez 6, [1.3.3] e Sez 6,
[1.4.2].
a) navi da passeggeri:
I locali nei quali sono sistemati la pompa ed il suo
• se di stazza lorda uguale o superiore a
motore primo devono avere uno spazio adeguato
4000 ton:.................................................almeno tre
per la manutenzione e l'ispezione dei detti macchi-
• se di stazza lorda inferiore a nari.
4000 ton:.......…………........................ almeno due
2) Accesso alla pompa da incendio di emergenza
b) navi da carico:
Non è ammesso l'accesso diretto tra il locale mac-
• se di stazza lorda uguale o superiore a chine ed il locale ove sono sistemate la pompa da
1000 ton:...............................................almeno due incendio di emergenza e la sua fonte di energia. Nei
• se di stazza lorda inferiore a 1000 ton:.... almeno casi in cui l'applicazione di tale prescrizione sia rite-
due pompe azionate da energia meccanica, una nuta praticamente impossibile, la Società può accet-
sola delle quali deve essere una pompa indipen- tare tale accesso, purchè esso sia realizzato per
dente. mezzo di una camera d'aria (airlock) con la porta
che dà accesso al locale macchine in Classe A-60 e
1.3.3 Sistemazione delle pompe da incendio e dei l'altra porta che sia almeno in acciaio, entrambe
collettori principali da incendio (1/7/2003)
ragionevolmente stagne ai gas, a chiusura automa-
a) Pompe da incendio tica e senza alcun dispositivo di ritenuta. In alterna-
La sistemazione delle prese dal mare, delle pompe da tiva, l'accesso può essere realizzato mediante una
incendio e delle loro fonti di energia deve essere tale da porta stagna manovrabile da una posizione distante,
assicurare quanto indicato nei seguenti punti: sia dal locale macchine, sia dal locale contenente la
1) Sulle navi da passeggeri di stazza lorda uguale o pompa da incendio di emergenza, e tale che difficil-
superiore a 1000 ton, un incendio in qualsiasi com- mente possa essere resa inaccessibile in caso di
partimento non deve mettere fuori servizio tutte le incendio in tali locali. In tali casi, deve essere previ-
pompe da incendio; e sto un secondo mezzo di accesso al locale in cui
sono sistemate la pompa da incendio di emergenza
2) Sulle navi da passeggeri di stazza lorda inferiore a e la sua fonte di energia.
1000 ton e sulle navi da carico di stazza lorda
uguale o superiore a 500 ton, se un incendio in un Quando l'unico accesso al locale contenente la
compartimento qualsiasi può rendere tutte le pompe pompa da incendio di emergenza avviene attraverso
da incendio inutilizzabili, vi devono essere adeguati un'altro locale attiguo ad un locale macchine di
mezzi alternativi, consistenti in una pompa da categoria A o ai locali contenenti le pompe princi-
incendio di emergenza, rispondente alle prescrizioni pali da incendio, deve essere sistemata una divi-
di cui in Sez 13, [12], con la sua fonte di energia e sione di classe A-60 fra tale altro locale e il locale
con collegamento a mare posizionati fuori dal locale macchine di categoria A o il locale contenente le
macchine. pompe principali da incendio.
A meno che le due pompe principali da incendio, non- 3) Ventilazione del locale contenente la pompa da
ché l'alimentazione del combustibile o la fonte di ener- incendio di emergenza
gia di ciascuna pompa, non siano ubicate in La sistemazione per la ventilazione del locale conte-
compartimenti separati tra loro almeno da una divisione nente la fonte di energia indipendente per la pompa
di Classe A-0, in modo che un incendio in uno qualsiasi da incendio di emergenza deve essere tale da impe-
dei compartimenti non possa rendere entrambe le dire, per quanto possibile, la possibilità che fumo,
pompe da incendio inutilizzabili, deve essere sistemata prodotto da un eventuale incendio in un locale mac-
una pompa di emergenza. Per una sistemazione nella chine, possa entrare o essere aspirato in detto locale.

Regolamenti RINA 2005 441


Parte C, Cap 4, Sez 7

Se il locale è ventilato meccanicamente, l'energia sufficiente per lanciare un getto d'acqua in qualsiasi
deve essere fornita dalla fonte di emergenza. punto in cui possa essere necessario.
4) Illuminazione del locale Ciascuna manichetta deve avere il proprio boccalino ed
Il locale dove è installato il motore primo della i necessari raccordi. Le manichette indicate nel presente
pompa da incendio di emergenza deve essere illu- capitolo come "manichette da incendio" devono, unita-
minato con alimentazione derivata dalla fonte di mente a tutti i necessari accessori ed attrezzi, essere
energia di emergenza e deve essere adeguatamente tenute pronte all'uso in posizioni chiaramente visibili in
ventilato. vicinanza delle prese da incendio o dei raccordi. Inoltre,
negli spazi interni delle navi da passeggeri che traspor-
c) Pompe addizionali per navi da carico tano più di 36 passeggeri, le manichette da incendio
Inoltre, per le navi da carico, nel caso in cui nel locale devono essere collegate in permanenza alle prese da
macchine siano sistemate altre pompe, come ad esem- incendio.
pio pompe di zavorra o di sentina o per servizi generali
Le manichette da incendio devono avere una lunghezza
ecc., devono essere realizzate delle sistemazioni tali da
di almeno 10 m, ma non superiore a:
assicurare che almeno una di tali pompe, avente portata
e prevalenza come richiesto nel comma b) di [1.3.4] e • 15 m, nei locali macchine;
nel comma b) di [1.2.6], possa alimentare il collettore • 20 m, per altri spazi e ponti scoperti; e
principale d'incendio.
• 25 m, per ponti scoperti di navi aventi larghezza
1.3.4 Portata delle pompe da incendio (1/7/2002) massima superiore a 30 m.
a) Portata totale delle pompe da incendio prescritte b) Salvo quando vi sia una manichetta con boccalino per
Le pompe da incendio prescritte devono essere in grado ciascuna presa da incendio, i raccordi ed i boccalini
di erogare, per servizio antincendio, alle pressioni speci- delle manichette devono essere completamente inter-
ficate in [1.2.6], le seguenti portate d'acqua: cambiabili.

1) pompe da incendio su navi da passeggeri: una por- 1.4.2 Numero e diametro delle manichette da
tata d'acqua non inferiore ai due terzi di quella pre- incendio (1/7/2002)
scritta per le pompe di sentina, quando impiegate a) Le navi devono essere dotate di manichette da incendio
per prosciugare le sentine; e in numero e diametro adeguati a soddisfazione della
2) pompe da incendio su navi da carico (diverse dalla Società.
pompa di emergenza): una portata d'acqua non
b) Sulle navi da passeggeri, vi deve essere almeno una
inferiore ai quattro terzi di quella che ciascuna delle
manichetta per ciascuna presa da incendio richiesta in
pompe indipendenti di sentina di una nave da pas-
[1.2.5] e tali manichette devono essere utilizzate sola-
seggeri delle stesse dimensioni deve poter erogare in
mente per l'estinzione di incendi o per provare gli
conformità alle prescrizioni di cui in Cap 1, Sez 10,
impianti nelle esercitazioni antincendio e nelle visite.
quando venga utilizzata per l'esaurimento delle sen-
tine. Tuttavia, in nessuna nave da carico è necessario c) Sulle navi da carico,
che la portata totale delle pompe da incendio superi 1) di stazza lorda uguale o superiore a 1000 ton, il
180 m3/h. numero di manichette da incendio da sistemare a
b) Portata di ciascuna pompa da incendio bordo deve essere: una manichetta per ogni 30 m di
Ogni pompa da incendio prescritta (che non sia la lunghezza della nave, più una di riserva, ma in nes-
pompa di emergenza prescritta per le navi da carico in sun caso meno di cinque in tutto. In questo numero
[1.3.3]) deve avere una portata uguale ad almeno l'80% non sono comprese le manichette prescritte nei
della portata totale prescritta, divisa per il numero locali macchine o caldaie. Il numero delle mani-
minimo di pompe da incendio prescritto, ma in nessun chette prescritte può essere aumentato, a richiesta
caso inferiore a 25 m3/h. Ciascuna di tali pompe deve in della Società, in modo che in qualsiasi momento le
ogni caso essere in grado di lanciare almeno i due getti manichette disponibili ed accessibili siano in
d'acqua prescritti. Le pompe da incendio devono avere numero sufficiente in relazione al tipo nave e al ser-
caratteristiche tali da alimentare il collettore principale vizio svolto dalla nave. Le navi che trasportano merci
d'incendio nelle condizioni prescritte. Nel caso in cui pericolose, in accordo con le disposizioni della
venga installato un numero di pompe superiore a quello Sez 11 devono essere provviste di almeno 3 mani-
minimo prescritto, tali pompe addizionali devono avere chette, con relativi boccalini, in aggiunta a quelle
una portata di almeno 25 m3/h e devono essere capaci sopra richieste.
di alimentare almeno i due getti d'acqua richiesti nel Le prese da incendio nei locali macchine di catego-
comma a) di [1.2.5]. ria A devono essere provviste di manichetta da
incendio.
1.4 Manichette e boccalini da incendio 2) di stazza lorda inferiore a 1000 ton, il numero delle
manichette da incendio deve essere calcolato in
1.4.1 Caratteristiche generali (1/7/2002) accordo con le prescrizioni di cui al precedente
a) Le manichette da incendio devono essere di materiale punto 1). In ogni caso il numero delle manichette
non deteriorabile approvato dalla Società e di lunghezza non deve essere inferiore a tre.

442 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 4, Sez 7

1.4.3 Dimensioni e tipo dei boccalini 2.2.2 Uno degli estintori portatili destinati ad essere impie-
a) Ai fini del presente Capitolo 4, i diametri standard dei gati in un determinato locale deve essere collocato vicino
boccalini devono essere di 12 mm, 16 mm e 19 mm o all'ingresso del locale stesso.
delle misure vicine a queste il più possibile. A giudizio
2.2.3 (1/7/2002)
della Società, possono essere ammessi boccalini di dia-
metro maggiore. Gli estintori a CO2 non devono essere ubicati nei locali di
b) Per i locali di alloggio e di servizio, non è necessario che alloggio. Nelle stazioni di comando ed in altri spazi conte-
siano usati boccalini di diametro superiore a 12 mm. nenti apparecchiature o dispositivi elettrici od elettronici o
mezzi necessari per la sicurezza della nave, devono essere
c) Per i locali macchine e gli spazi all'aperto, il diametro provvisti estintori i cui agenti estinguenti non siano, né con-
dei boccalini deve essere tale da ottenere la portata duttori di elettricità né pericolosi per apparecchiature,
massima possibile da due getti, alla pressione indicata in dispositivi e mezzi di cui sopra.
[1.2.6], quando è in funzione la pompa di minore por-
tata, restando inteso che non è necessario ricorrere 2.2.4 (1/7/2002)
all'uso di boccalini di diametro superiore a 19 mm.
Gli estintori devono essere posizionati pronti all'uso in luo-
d) Tutti i boccalini delle manichette da incendio sistemati a ghi facilmente visibili, che possano essere raggiunti facil-
bordo devono essere di tipo approvato a doppio uso mente e rapidamente in qualsiasi momento in caso di
(getto normale/getto a pioggia), con dispositivo di inter- incendio, e sistemati in modo tale che la loro utilizzabilità
cettazione dell'acqua. non sia compromessa dalle condizioni atmosferiche, da
vibrazioni o da altri fattori esterni. Gli estintori portatili
2 Estintori portatili devono essere provvisti di dispositivi che indichino se essi
sono stati usati.
2.1 Tipo e caratteristiche
2.1.1 (1/7/2002) 2.3 Cariche di ricambio
Tutti gli estintori devono soddisfare le prescrizioni di cui in
Sez 13. 2.3.1 Devono essere fornite cariche di ricambio per il
100% dei primi 10 estintori ed il 50% dei rimanenti estin-
2.2 Sistemazione degli estintori tori che possono essere ricaricati a bordo. Non sono richie-
ste più di 60 cariche complessive di ricambio.
2.2.1 Nei locali di alloggio e di servizio e nelle stazioni di
comando devono essere sistemati estintori portatili, di tipo 2.3.2 Per gli estintori non ricaricabili dal personale di
appropriato, in numero giudicato sufficiente dalla Società. bordo, devono essere forniti, in luogo delle cariche di
Sulle navi di stazza lorda uguale o superiore a 1000 ton, il ricambio, estintori portatili addizionali nella stessa quantità,
numero di tali estintori deve essere almeno uguale a 5. tipo, capacità e numero determinati in accordo con quanto
Il numero ed il tipo degli estintori portatili richiesti per i stabilito in [2.3.1].
suddetti locali della nave sono quelli indicati nel seguito:
• Nei locali di alloggio e di servizio di navi da passeggeri: 3 Impianti fissi di estinzione incendi
un estintore a schiuma o equivalente, per ogni gruppo
di locali, confinanti fra loro e facilmente accessibili
l'uno dall'altro, con estensione complessiva dell'area di 3.1 Tipi di impianti fissi di estinzione
ponte non superiore a 200 m2. incendi
• Nei locali di alloggio di navi da carico di stazza lorda
uguale o superiore a 1000 ton: almeno cinque estintori 3.1.1 Un impianto fisso di estinzione incendi prescritto in
a schiuma o equivalenti, ma non meno di uno in ogni [2.3.1] può essere uno qualsiasi dei seguenti dei seguenti
interponte. impianti:
• Nei locali di alloggio di navi da carico di stazza lorda
a) un impianto fisso di estinzione incendi a gas, conforme
inferiore a 1000 ton: almeno due estintori a schiuma o
alle prescrizioni di cui in Sez 13
equivalenti, ma non meno di uno in ogni interponte.
• Vicino ad ogni quadro o sottoquadro elettrico di b) un impianto fisso di estinzione incendi a schiuma ad alta
potenza uguale o superiore a 20 kW: almeno un estin- espansione, conforme alle prescrizioni di cui in Sez 13
tore a CO2 o a polvere.
c) un impianto fisso di estinzione incendi ad acqua spruz-
• In ogni locale di servizio in cui è installata una sistema-
zata sotto pressione, conforme alle prescrizioni di cui in
zione per cucinare cibi grassi: almeno un estintore a Sez 13.
schiuma o equivalente.
• Nei pressi di ogni deposito di pitture o di altri prodotti 3.1.2 Se viene installato un impianto fisso di estinzione
facilmente infiammabili: almeno un estintore a schiuma incendi non prescritto dal presente Capitolo, esso deve
o equivalente. comunque soddisfare le pertinenti prescrizioni del presente
• In plancia: un estintore a CO2 o equivalente. Capitolo.

Regolamenti RINA 2005 443


Parte C, Cap 4, Sez 7

3.2 Dispositivi di chiusura nei locali protetti b) La ventilazione dei locali macchine deve essere suffi-
da impianti fissi di estinzione incendi a ciente per impedire l'accumulo di vapori in tutte le nor-
gas mali condizioni di esercizio.
Tutti i locali nei quali siano ubicate le installazioni per
3.2.1 (1/7/2002) l'impiego del combustibile liquido, le casse di decanta-
Nel caso in cui sia installato un impianto fisso di estinzione zione o le casse di servizio giornaliero devono essere
incendi a gas, le aperture che possono consentire l'entrata facilmente accessibili e ben ventilati.
di aria nel locale protetto o la fuoriuscita del gas dal locale c) Nelle posizioni nelle quali possano verificarsi colaggi di
stesso, devono poter essere chiuse dall'esterno del locale liquidi infiammabili durante il servizio normale od il
protetto. lavoro di manutenzione ordinaria, devono essere previ-
ste particolari sistemazioni per impedire che tali liquidi
3.3 Magazzini per l'agente estinguente raggiungano altre parti dei macchinari nelle quali possa
insorgere il pericolo di ignizione.
3.3.1 (1/7/2002) d) I materiali impiegati nei locali macchine non devono, di
Quando l'agente estinguente è immagazzinato al di fuori norma, avere proprietà che accrescano il potenziale
del locale protetto, deve essere immagazzinato in un locale rischio di incendio di tali locali e non devono essere
situato dietro la paratia di collisione prodiera e non impie- impiegati materiali combustibili, né materiali che assor-
gato per alcun altro uso. Qualsiasi accesso a tale locale bano oli, per pavimentazioni, rivestimenti di paratie,
deve preferibilmente avvenire dal ponte scoperto e, in ogni soffittature o ponti nella stazione di comando, nei locali
caso, deve essere indipendente dai locali protetti. Se il macchine, nella galleria d'alberi o in altri locali dove
locale usato come magazzino è ubicato al di sotto del siano ubicati depositi per oli o combustibili liquidi.
ponte, deve essere ubicato non più di un ponte al di sotto Qualora sia possibile la penetrazione di prodotti oleosi,
del ponte scoperto e deve essere direttamente accessibile la superficie della coibentazione deve essere tale da
mediante un cofano scala o una scala dal ponte scoperto. non permettere l'assorbimento di olio, di combustibili
Locali che sono ubicati sotto ponte o locali che non siano liquidi o di vapori degli stessi.
accessibili dal ponte scoperto devono essere provvisti di un
impianto di ventilazione meccanica progettato per estrarre
4.2 Locali macchine contenenti caldaie a
l'aria dal fondo del locale e dimensionato per assicurare
almeno 6 ricambi di aria all’ora. Le porte di accesso devono combustibile liquido o gruppi di tratta-
aprirsi verso l'esterno del locale e le paratie e i ponti, com- mento del combustibile liquido
prese le porte e altri mezzi di chiusura che delimitano tale
locale da locali chiusi della nave, devono essere stagni al 4.2.1 Impianti fissi di estinzione incendi
gas. Ai fini dell'applicazione dei requisiti di integrità al fuoco I locali macchine di categoria A nei quali siano installati cal-
delle Tabelle da 1 a 8 di cui in Sez 6, [1.2.3], Sez 6, [1.2.4], daie a combustibile liquido oppure gruppi di trattamento
Sez 6, [1.3.3] e Sez 6, [1.4.2], tali locali devono essere con- del combustibile liquido devono essere provvisti di uno
siderati come stazioni di controllo degli incendi. degli impianti fissi di estinzione incendi di cui in [3.1].
In ogni caso, se il locale macchine e il locale caldaie non
sono completamente separati, o se vi è la possibilità che
3.4 Pompe per l'alimentazione dell'acqua ad
combustibile liquido defluisca dal locale caldaie nel locale
altri impianti di estinzione incendi macchine, lo spazio formato dal locale caldaie e dal locale
macchine deve essere considerato come un unico compar-
3.4.1 Le pompe prescritte per l'alimentazione dell'acqua timento.
ad altri impianti di estinzione incendi prescritti dal presente
Capitolo 4, le loro fonti di energia ed i loro organi di 4.2.2 Sistemazioni antincendio addizionali
comando devono essere sistemati esternamente al locale o (1/7/2002)
ai locali protetti dagli impianti stessi e devono essere posi- a) In ciascun locale caldaie, vi deve essere almeno una
zionati in modo che un incendio nel locale o nei locali pro- serie di apparecchi schiumogeni portatili conformi alle
tetti non metta fuori servizio nessuno di tali impianti. norme di cui in Sez 13.
b) In ogni spazio antistante ai forni di ciascun locale cal-
4 Sistemazioni per l'estinzione degli daie ed in ogni spazio in cui si trovi installata una parte
incendi nei locali macchine degli impianti di trattamento del combustibile liquido, vi
devono essere almeno due estintori portatili a schiuma o
equivalenti. In ciascun locale caldaie, vi deve essere
4.1 Sistemazione dei locali macchine almeno un estintore a schiuma, di tipo approvato, della
capacità di almeno 135 l o un estintore equivalente. Tali
4.1.1 Generalità estintori devono essere muniti di manichette avvolte su
tamburo, atte a raggiungere qualsiasi parte del locale
caldaie. Nel caso di caldaie per uso domestico aventi
a) La sistemazione dei locali macchine deve essere tale da potenzialità inferiore a 175 kW, non è richiesta la siste-
assicurare il sicuro contenimento e la sicura movimen- mazione di un estintore approvato a schiuma da 135
tazione dei liquidi infiammabili. litri.

444 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 4, Sez 7

Vicino ad ogni quadro o sottoquadro elettrico di 4.3 Locali macchine contenenti motori a
potenza uguale o superiore a 20 kW, deve essere siste- combustione interna
mato almeno un estintore a CO2 o a polvere.
4.3.1 Impianti fissi di estinzione incendi
c) In ogni spazio antistante ai forni delle caldaie, deve
I locali macchine di categoria A nei quali siano installati
essere sistemato un recipiente contenente almeno 1 m3 motori a combustione interna devono essere provvisti di
di sabbia, segatura di legno impregnata di soda od altro uno degli impianti fissi di estinzione incendi previsti in [3.1].
materiale asciutto approvato, insieme con un idonea
pala per spargere detti materiali. Può essere sistemato, 4.3.2 Sistemazioni antincendio addizionali
in sostituzione, un estintore portatile di tipo approvato. a) Deve essere sistemato almeno un apparecchio schiumo-
geno portatile conforme ai requisiti di cui in Sez 13
4.2.3 Separazione dei depuratori del combustibile
liquido e degli altri impianti per la b) In ognuno dei detti locali macchine devono essere siste-
preparazione di liquidi infiammabili (1/7/2002) mati estintori a schiuma di tipo approvato e ciascuno di
capacità non inferiore a 45 l, o equivalenti, in numero
a) Gli impianti (come ad esempio i depuratori) per la pre- sufficiente per rendere possibile il lancio di schiuma, o
parazione di liquidi infiammabili da impiegare in cal- di altro agente estinguente equivalente, su qualsiasi
daie e macchinari, nonché impianti separati per oli con parte degli impianti di combustibile e di olio lubrificante
pressione di esercizio superiore a 1,5 MPa e che non sotto pressione e su ingranaggi e altre parti con rischio
costituiscono parte delle macchine principali, delle di incendio. Inoltre deve essere previsto un numero suf-
macchine ausiliarie, delle caldaie, etc., sono soggetti ficiente di estintori portatili a schiuma, o equivalenti,
alle ulteriori prescrizioni dei seguenti commi. posizionati in modo che nessun estintore sia a più di 10
m di percorso a piedi da un qualsiasi punto del locale;
b) I componenti principali degli impianti di cui in a)
in ognuno dei detti locali vi devono essere almeno due
devono essere ubicati in un locale separato, racchiuso
di tali estintori. Per piccoli locali di navi da carico, la
da paratie d'acciaio che si estendano da ponte a ponte e
Società può ammettere attenuazioni alle prescrizioni di
munite di porte d'acciaio a chiusura automatica.
cui sopra.
c) I locali nei quali vengono trattati combustibili liquidi c) Nel caso di locali macchine contenenti, sia caldaie, sia
come detto in a), devono essere dotati di: motori a combustione interna, si applicano i punti [4.1]
• ventilazione meccanica indipendente, oppure di un e [4.2] eccetto che uno degli estintori a schiuma di
sistema di ventilazione tale che possa essere isolato capacità non inferiore 45 l, o equivalenti, può essere
da quello per il locale macchine; omesso, a condizione che l'estintore da 136 l possa pro-
teggere efficacemente e prontamente l'area coperta
• impianto di rivelazione di incendi; dall'estintore da 45 l.
• impianto fisso di estinzione incendi. L'impianto fisso d) Almeno un estintore a CO2 o a polvere, deve essere
di estinzione incendi deve poter essere attivato dal sistemato vicino ad ogni quadro o sottoquadro elettrico
di fuori del locale protetto. Esso deve essere sepa- di potenza uguale o superiore a 20 kW.
rato dal locale protetto ma può essere derivato
dall'impianto principale di estinzione incendi del 4.4 Locali macchine contenenti turbine a
locale macchine. La chiusura delle aperture per la vapore o macchine a vapore di tipo
ventilazione deve poter essere effettuata da una chiuso
posizione vicina al posto di attivazione
dell'impianto fisso di estinzione incendi. 4.4.1 Impianti fissi di estinzione incendi
Comunque, ai fini del presente requisito, è accetta- I locali nei quali siano installate turbine a vapore, o mac-
bile un impianto installato in accordo con [4.7]. chine a vapore di tipo chiuso impiegate per la propulsione
oppure per altri servizi, quando la potenza complessiva di
d) Quando le dimensioni del locale macchine rendono tali macchine è uguale o superiore a 375 kW e detti locali
impossibile ubicare i componenti principali dei suddetti sono periodicamente non presidiati, devono essere provvisti
impianti in un locale separato, essi saranno oggetto di di uno degli impianti fissi di estinzione incendi previsti in
particolare considerazione da parte della Società, per [3.1].
quanto riguarda la loro ubicazione, la possibilità di con-
tenimento di eventuali colaggi, la loro schermatura e la 4.4.2 Sistemazioni antincendio addizionali
ventilazione. a) Devono essere sistemati estintori a schiuma, di tipo
approvato, ciascuno di capacità non inferiore a 45 l, o
Deve essere previsto un impianto locale fisso di estin-
equivalenti, in numero sufficiente a rendere possibile il
zione incendi, che possa essere attivato automatica-
lancio di schiuma, o di altro agente estinguente equiva-
mente o manualmente dalla posizione di comando
lente, su qualsiasi parte dell'impianto di lubrificazione in
delle macchine o da altre posizioni idonee. Se
pressione e su qualsiasi parte di casse racchiudenti parti
l'impianto è dotato di discarica automatica, deve essere
lubrificate sotto pressione di turbine, motori o ingra-
provvisto anche di discarica manuale.
naggi ad essi connessi e su altre parti con rischio di
Comunque, ai fini del presente requisito, è accettabile incendio. Tali estintori non sono, tuttavia, richiesti se per
un impianto installato in accordo con [4.7]. tali locali è assicurata una protezione antincendio,

Regolamenti RINA 2005 445


Parte C, Cap 4, Sez 7

almeno equivalente a quella indicata nel presente Nel progettare tale tipo di impianto, deve essere tenuta in
comma, mediante la sistemazione di un impianto fisso debita considerazione la possibilità di falsi allarmi.
di estinzione incendi del tipo richiesto in [3.1]. Nota 1: Deve essere fatto riferimento alle "Guidelines for the
b) Deve essere sistemato un numero sufficiente di estintori approval of fixed local application fire-fighting systems for use in
portatili a schiuma, o equivalenti, posizionati in modo category A machinery spaces" (MSC/Circ. 913).
che nessun estintore sia a più di 10 m di percorso a 4.7.3 (1/7/2002)
piedi da un qualsiasi punto del locale e che, in ognuno Gli impianti fissi antincendio per applicazioni locali devono
dei locali, vi siano almeno due di questi estintori; tali proteggere le aree dei tipi sotto elencati senza che vi sia la
estintori non sono richiesti in aggiunta a quelli sistemati necessità di arrestare le macchine, evacuare il personale o
in conformità alle prescrizioni del comma b) di cui in sigillare i locali:
[4.2.2].
a) le parti a rischio di incendio delle macchine a combu-
c) Almeno un estintore a CO2 o a polvere, deve essere stione interna usate per la propulsione principale della
sistemato vicino ad ogni quadro o sottoquadro elettrico nave e per la generazione di energia elettrica;
di potenza uguale o superiore a 20 kW.
b) i fronti delle caldaie,
4.5 Altri locali macchine c) le parti a rischio di incendi degli inceneritori; e
d) i depuratori per combustibile liquido riscaldato.
4.5.1 Quando, a giudizio della Società, esiste un rischio di
incendio in qualsiasi locale macchine per il quale i punti 4.7.4 (1/7/2004)
[4.2], [4.3] e [4.4] non prevedono alcuna speciale prescri- La messa in funzione di qualsiasi impianto per applicazioni
zione relativa a mezzi di estinzione incendi, devono essere locali deve attivare un allarme ottico ed un distinto allarme
provvisti, all'interno o in prossimità di tale locale, estintori acustico nel locale protetto e nelle stazioni continuamente
portatili di tipo approvato o altri mezzi di estinzione incendi presidiate. L'allarme deve indicare lo specifico impianto
in numero giudicato sufficiente dalla Società. avviato. Le prescrizioni relative agli impianti di allarme
descritti in questo paragrafo sono aggiuntivi e non sostitutivi
4.6 Requisiti addizionali per navi da passeg- rispetto a quelli relativi agli impianti di rivelazione e di
geri segnalazione di incendi prescritti in qualsiasi altra parte del
presente Capitolo 4.
4.6.1 (1/7/2002)
Sulle navi da passeggeri che trasportano più di 36 passeg-
geri, ogni locale macchine di categoria A deve essere prov-
5 Sistemazioni antincendio nelle sta-
visto di almeno due idonei nebulizzatori d'acqua, zioni di comando, nei locali di allog-
rispondenti alle prescrizioni di cui in Sez 13. gio e nei locali di servizio
Nota 1: Un nebulizzatore d'acqua può consistere in un tubo metal-
lico a L il cui tratto di lunghezza maggiore sia lungo circa 2 metri e
5.1 Impianti fissi di estinzione incendi ad
sia collegabile ad una manichetta da incendio ed il cui tratto di lun-
ghezza minore sia lungo circa 250 mm e sia munito di un nebuliz- acqua spruzzata (a sprinklers) su navi
zatore d'acqua o collegabile ad un boccalino spruzzatore d'acqua. da passeggeri
5.1.1 (1/7/2002)
4.7 Impianti fissi antincendio per applica- Le navi da passeggeri che trasportano più di 36 passeggeri
zioni locali devono essere munite di un impianto automatico di estin-
4.7.1 (1/7/2002) zione incendi ad acqua spruzzata (a sprinklers) con rivela-
Le prescrizioni di cui al presente [4.7] si applicano alle navi zione e segnalazione di incendi, di tipo approvato,
da passeggeri di stazza lorda uguale o superiore a 500 ton e rispondente alle norme di cui in Sez 13, in tutte le stazioni
alle navi da carico di stazza lorda uguale o superiore a 2000 di comando, i locali di alloggio ed i locali servizio, compresi
ton. corridoi e scale. In alternativa, le stazioni di comando nelle
quali l'acqua può danneggiare apparecchiature essenziali,
4.7.2 (1/7/2002)
possono essere provviste di un impianto fisso di estinzione
I locali macchine di Categoria A aventi volume superiore a
incendi approvato di altro tipo. Gli spazi aventi nessuno o
500 m3 devono essere protetti, in aggiunta all'impianto fisso piccolo rischio di incendio, quali spazi vuoti, locali di igiene
di estinzione incendi richiesto in [4.2.1], da un impianto pubblici e spazi simili, possono non essere provvisti di
fisso di tipo approvato a base di acqua o da un impianto impianto fisso di estinzione incendi ad acqua spruzzata (a
equivalente antincendio per applicazioni locali realizzato in sprinklers).
accordo con le Guidelines dell'IMO (vedi Nota 1). Nel caso
di locali macchine periodicamente non presidiati, 5.1.2 Sulle navi da passeggeri che trasportano non più di
l'impianto fisso antincendio deve poter essere avviato, sia 36 passeggeri, nel caso in cui un impianto fisso di rivela-
automaticamente, sia manualmente. Nel caso di locali mac- zione e segnalazione di fumi, rispondente alle prescrizioni
chine continuamente presidiati, l'impianto fisso antincendio di cui in Sez 13 sia sistemato solo in corridoi, scale e per-
è sufficiente che possa essere avviato solo manualmente. corsi di sfuggita inclusi nei locali di alloggio, deve essere
L'avviamento automatico può essere realizzato per mezzo installato un impianto automatico di estinzione incendi ad
di un impianto di rivelazione d'incendi capace di identifi- acqua spruzzata (a sprinklers) rispondente alle prescrizioni
care in modo affidabile l'area protetta. del comma b) di cui in Sez 4, [4.3.1].

446 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 4, Sez 7

5.2 Impianti fissi di estinzione incendi ad c) sistemazioni per staccare automaticamente l'alimenta-
acqua spruzzata (sprinkers) su navi da zione elettrica in caso di attivazione dell'impianto di
carico estinzione incendi;
d) un allarme che indichi il funzionamento dell'impianto di
5.2.1 Sulle navi per le quali sia stato adottato il metodo IIC estinzione incendi nella cucina dove è sistemato l'appa-
specificato al punto a)2) di cui in Sez 6, [1.3.1], deve recchio di cottura; e
essere installato un impianto automatico di estinzione e) comandi per il funzionamento manuale dell'impianto di
incendi ad acqua spruzzata (a sprinklers) con rivelazione e estinzione incendi, provvisti di idonee targhette per il
segnalazione di incendi, rispondente alle prescrizioni del loro pronto uso da parte dell'equipaggio.
comma b) di cui in Sez 4, [4.5.1].
Nota 1: Deve essere fatto riferimento alle Raccomandazioni
dell'"International Organization for Standardization", e in partico-
5.3 Locali contenenti liquidi infiammabili lare all'"ISO Publication 15371-2000 su: "Fire extinguishing
systems for protection of galley deep-fat cooking equipment".
5.3.1 (1/7/2002)
I depositi di pitture e di liquidi infiammabili devono essere 6 Sistemazioni antincendio nei locali
protetti mediante:
da carico
a) un impianto ad anidride carbonica, progettato per ero-
gare un volume minimo di gas libero pari al 40% del
6.1 Impianti fissi di estinzione incendi a gas
volume lordo del locale protetto;
b) un impianto a polvere chimica, progettato per produrre 6.1.1 Fatta eccezione per quanto prescritto in [6.2], i locali
almeno 0,5 kg/m3 di polvere; da carico delle navi da passeggeri di stazza lorda uguale o
superiore a 1000 ton devono essere protetti con un
c) un impianto ad acqua spruzzata od a sprinklers proget- impianto fisso di estinzione incendi a gas, conforme alle
tato per erogare almeno 5 l/m2.min di acqua. L'impianto norme di cui in Sez 13, oppure con un impianto fisso di
ad acqua spruzzata può essere collegato al collettore estinzione incendi a schiuma ad alta espansione, che assi-
dell'impianto idrico della nave; oppure curi una protezione equivalente.
d) un impianto che assicuri una protezione equivalente, a 6.1.2 (1/7/2002)
giudizio della Società. Quando è dimostrato, a soddisfazione della Società, che
In ogni caso l'impianto deve poter essere comandato una nave da passeggeri effettua viaggi di così breve durata
dall'esterno del locale protetto. che non sarebbe ragionevole applicare le prescrizioni di cui
in [6.1.1], come pure nel caso di navi di stazza lorda infe-
5.3.2 I depositi di liquidi infiammabili devono essere pro- riore a 1000 ton, i mezzi di estinzione incendi nei locali da
tetti mediante un'idonea sistemazione per l'estinzione di carico devono essere a soddisfazione della Società, a condi-
incendi approvata dalla Società. zione che la nave sia provvista di coperture delle bocca-
porte in acciaio e di mezzi efficaci per chiudere tutte le
5.3.3 (1/7/2002)
trombe a vento e le altre aperture che portano ai locali da
Per i depositi di superficie orizzontale inferiore a 4 m2, che carico.
non diano accesso a locali di alloggio, un estintore portatile
6.1.3 (1/7/2002)
ad anidride carbonica che produca un volume minimo di
gas libero pari al 40% del volume lordo dei locali può Fatta eccezione per i locali ro-ro ed i locali per autoveicoli,
essere accettato in sostituzione di un impianto fisso. Nel per i quali si applicano le prescrizioni di cui in Sez 12, i
locale deve essere previsto un portellino per la scarica che locali da carico delle navi da carico di stazza lorda uguale o
permetta di scaricare l'estintore senza che sia necessario superiore a 2000 ton devono essere protetti con un
accedere al locale protetto. L'estintore portatile richiesto impianto fisso di estinzione incendi ad anidride carbonica
deve essere ubicato in prossimità del suddetto portello. In od a gas inerte, conforme alle prescrizioni di cui in Sez 13
alternativa, deve essere provvisto un collegamento oppure con altro impianto fisso di estinzione incendi che
mediante portello o manichetta per permettere l'uso assicuri una protezione equivalente.
dell'impianto idrico principale. 6.1.4 (1/7/2002)
La Società può esentare dall'applicazione delle norme di cui
5.4 Apparecchi di cottura con molto grasso in [6.1.3] e [6.2] i locali da carico di qualsiasi nave da carico
costruita e destinata esclusivamente al trasporto di mine-
5.4.1 (1/7/2002) rale, carbone, granaglie, legname non stagionato, merci non
Gli apparecchi di cottura con molto grasso devono essere combustibili oppure di merci che, a giudizio della Società,
provvisti di: presentino piccolo rischio d'incendio (vedere Nota 1).
Detta esenzione può essere concessa soltanto se gli spazi
a) un impianto automatico o manuale di estinzione
da carico sono provvisti di coperture delle boccaporte di
incendi provato secondo una normativa internazionale
acciaio e di efficaci mezzi per la chiusura delle trombe a
accettata dalla Società (vedere Nota 1);
vento e di altre aperture interessanti i locali medesimi. Nel
b) un termostato primario ed uno di supporto dotato di caso in cui vengano concesse tali esenzioni, la Società
allarme che avverta l'operatore della avaria a ciascuno dovrà rilasciare un Certificato di esenzione, indipendente-
dei due termostati; mente dalla data di costruzione della nave interessata, in

Regolamenti RINA 2005 447


Parte C, Cap 4, Sez 7

conformità con le disposizioni della Regola I/12 (a)(VII) a) Un impianto ad anidride carbonica rispondente alle pre-
della Convenzione SOLAS 1974, come emendata, e deve scrizioni di cui in Sez 13 ed alle seguenti altre prescri-
assicurarsi che l'elenco dei carichi che la nave è autorizzata zioni:
a trasportare sia allegato al Certificato di esenzione. 1) gli allarmi che danno un segnale acustico di allarme
Nota 1: Deve essere fatto riferimento alle disposizioni del "Code of della immissione dell'agente estinguente devono
Safe Practice for Solid Bulk Cargoes - Emergency Schedule B 14, essere idonei per impiego senza rischi in miscele di
entry for coal" ed alla "List of solid bulk cargoes which are not vapori infiammabili del carico e aria;
combustible or constitute a low fire risk or for which a fixed gas fire-
extinguishing system is ineffective" (MSC/Circ 671).
2) nelle posizioni di comando dell'impianto vi deve
essere un avviso che segnali che, a causa del peri-
colo di ignizione dovuto alle cariche elettrostatiche,
6.2 Impianti fissi di estinzione incendi nel l'impianto deve essere usato soltanto per l'estinzione
caso di trasporto di merci pericolose di incendi e non per l'inertizzazione del locale.
b) Un impianto a schiuma ad alta espansione rispondente
6.2.1 Una nave da carico impiegata per il trasporto di alle prescrizioni di cui in Sez 13, a condizione che il
merci pericolose in qualsiasi locale da carico deve essere liquido schiumogeno previsto sia idoneo per l'estinzione
munita, di un impianto fisso di estinzione incendi ad ani- di incendi interessanti i carichi trasportati.
dride carbonica od a gas inerte conforme alle prescrizioni di
cui in Sez 13 oppure di altro impianto fisso di estinzione c) Un impianto fisso ad acqua spruzzata sotto pressione
incendi che assicuri, a giudizio della Società, una prote- (sprinklers) rispondente alle prescrizioni di cui in
zione equivalente per i carichi trasportati. Sez 13.

8.2 Quantità di agente estinguente


7 Protezione delle cisterne del carico
8.2.1 Nel caso in cui l'agente estinguente dell'impianto di
estinzione incendi per il locale pompe del carico venga
7.1 Impianto fisso di estinzione incendi a
impiegato anche per impianti che proteggono altri locali,
schiuma per il ponte non è necessario che la quantità dell'agente estinguente
7.1.1 (1/7/2002) disponibile a bordo, o la portata dello stesso che deve
essere scaricata, siano superiori a quella massima prescritta
Per le navi cisterna di portata lorda uguale o superiore a
per il più grande dei locali protetti con lo stesso agente
20000 t, deve essere previsto un impianto fisso di estin-
estinguente considerato.
zione incendi a schiuma per il ponte, rispondente alle pre-
scrizioni di cui in Sez 13, [13], ad eccezione che, in
sostituzione del detto impianto, la Società può, dopo aver 9 Equipaggiamenti da vigile del fuoco
preso in debita considerazione le sistemazioni e l'equipag-
giamento della nave, accettare altre sistemazioni fisse, se 9.1 Tipo degli equipaggiamenti da vigile del
esse garantiscono una protezione equivalente a quella fuoco
dell'impianto. I requisiti delle sistemazioni fisse alternative
devono soddisfare le prescrizioni di cui in [7.1.2]. 9.1.1 Gli equipaggiamenti da vigile del fuoco devono cor-
rispondere alle prescrizioni di cui in Sez 13.
7.1.2 In accordo con le prescrizioni di cui in [7.1.1], per
essere considerato equivalente dalla Società, se da essa 9.2 Numero di equipaggiamenti da vigile del
accettato, l'impianto proposto in luogo di quello a schiuma
fuoco
per il ponte deve essere:
a) in grado di estinguere incendi di spargimenti del carico 9.2.1 Tutte le navi devono avere a bordo almeno due equi-
sul ponte ed anche di impedire l'accensione di spargi- paggiamenti da vigile del fuoco.
menti del carico sul ponte che non abbiano ancora
9.2.2 In aggiunta, per le navi da passeggeri, deve essere
preso fuoco; e
previsto quanto segue:
b) in grado di combattere incendi in cisterne rotte. a) per ogni 80 m, o frazione, della somma delle lunghezze
di tutti i locali da passeggeri ed i locali di servizio situati
8 Protezione dei locali pompe del sul ponte ad essi adibito ovvero, se vi sono più di uno di
tali ponti, sul ponte che ha la più grande somma di tali
carico lunghezze, due equipaggiamenti da vigile del fuoco e,
in aggiunta, due corredi individuali, ciascuno dei quali
8.1 Impianti fissi di estinzione incendi deve comprendere tutti gli elementi elencati in Sez 13.
Sulle navi da passeggeri che trasportano più di 36 pas-
8.1.1 Ogni locale pompe del carico deve essere munito di seggeri, per ogni zona verticale principale, devono
uno dei seguenti impianti fissi di estinzione incendi aziona- essere provvisti due altri equipaggiamenti da vigile del
bili da una posizione facilmente accessibile, situata fuori dal fuoco; tuttavia, per i cofani delle scale che costituiscono
locale pompe. Tale impianto deve essere di tipo idoneo per singole zone verticali principali e per le zone verticali
locali macchine di categoria A. principali alle estremità prodiera e poppiera di una

448 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 4, Sez 7

nave, che non contengano locali di categoria (6), (7), carica di ricambio per ciascun apparecchio di respirazione
(8) o (12), come definiti al comma (b) di cui in Sez 6, prescritto. Per le navi da passeggeri che trasportano più di
[1.2.3], non sono richiesti equipaggiamenti da vigile del 36 passeggeri, devono essere fornite due cariche di ricam-
fuoco addizionali. bio per ciascun apparecchio di respirazione prescritto.
b) sulle navi da passeggeri che trasportano più di 36 pas-
seggeri, per ogni due apparecchi di respirazione, deve 9.3 Sistemazione degli equipaggiamenti da
essere previsto un nebulizzatore d'acqua che deve vigile del fuoco
essere sistemato vicino a detti apparecchi. 9.3.1
9.2.3 In aggiunta, sulle navi cisterna, devono essere previ- a) Gli equipaggiamenti da vigile del fuoco o i corredi indi-
sti due equipaggiamenti da vigile del fuoco. viduali devono essere tenuti sempre pronti per l'uso, in
una posizione facilmente, accessibile che sia permanen-
9.2.4 La Società può richiedere corredi individuali e appa- temente e chiaramente indicata e, quando la nave è
recchi di respirazione addizionali, tenendo conto delle dotata di più di un equipaggiamento da vigile del fuoco
dimensioni e del tipo della nave. o di più di un corredo individuale, essi devono essere
9.2.5 (1/7/2002) sistemati in posti ben lontani l'uno dall'altro.
Per ogni apparecchio di respirazione prescritto, devono b) Sulle navi da passeggeri devono essere disponibili, in
essere fornite due cariche di ricambio. Le navi da passeggeri ognuna di tali postazioni, almeno due equipaggiamenti
che trasportano non più di 36 passeggeri e le navi da carico da vigile del fuoco ed, in aggiunta, un corredo indivi-
che sono provviste di mezzi adeguatamente ubicati per duale. Almeno due equipaggiamenti da vigile del fuoco
ricaricare completamente le bombole d'aria senza rischi di devono essere posizionati in ciascuna zona verticale
contaminazione, possono essere provviste di una sola principale.

Regolamenti RINA 2005 449


Parte C, Cap 4, Sez 8

SEZIONE 8 ELIMINAZIONE DEGLI INCENDI


INTEGRITÀ STRUTTURALE

1 Materiali per lo scafo, le sovrastrut- c) Con riferimento al suddetto comma a):


ture, le paratie strutturali, i ponti e le 1) quando spazi di categoria da 1 a 10 di cui in Sez 6,
tughe [1.2.3], o di categoria da 1 a 5 e 10 di cui in Sez 6,
[1.2.4], sono sistemati su ponti in alluminio, non è
necessario che il ponte stesso sia coibentato dal lato
1.1 Generalità superiore, a condizione che esso sia protetto da rive-
stimenti in materiale non facilmente infiammabile;
1.1.1 Lo scafo, le sovrastrutture, le paratie strutturali, i
ponti e le tughe devono essere costruiti in acciaio o altro 2) per "strutture che sopportano carico", si intende un
materiale equivalente. Ai fini dell'applicazione della defini- ponte o una paratia comprendente rinforzi, puntelli,
zione di "acciaio o altro materiale equivalente" di cui in montanti e altri componenti strutturali che, nel caso
Sez 1, [3.41], il "tempo di esposizione al fuoco prescritto" in cui fossero eliminati, inciderebbero negativa-
deve essere in accordo con i gradi d'integrità e di coibenta- mente sulla resistenza strutturale prevista per la
zione prescritti nelle Tabelle da 1 a 4 di cui alla Sez 6; per nave.
esempio, quando divisioni quali ponti o paratie laterali o
estremità di tughe possono avere una integrità al fuoco B-0, 3 Locali macchine di categoria A
il "tempo di esposizione al fuoco prescritto" deve essere
mezz'ora.
3.1 Ponti cielo e cofani
2 Struttura in lega di alluminio 3.1.1 (1/7/2002)
Ponti cielo e cofani di locali macchine di categoria A
devono essere costruiti in acciaio e devono essere coiben-
2.1 Generalità tati in accordo con le appropriate prescrizioni di cui in
Sez 6, Tab 5 e Sez 6, Tab 7.
2.1.1 Salvo quando diversamente specificato in [1.1], nei
casi in cui parti della struttura siano in lega di alluminio, si 3.1.2 Fasciame del pagliolato (1/7/2002)
applica quanto segue:
Il fasciame del pagliolato delle normali passerelle nei locali
a) La coibentazione degli elementi della struttura in lega di macchine di categoria A deve essere costruito in acciaio.
alluminio delle divisioni di Classe A o B, ad eccezione di
quelle strutture che, a giudizio della Società, non sop-
portano carico, deve essere tale che la temperatura del 4 Materiali per accessori a fasciame
nucleo della struttura non si sopraelevi più di 200 °C al
di sopra della temperatura ambiente in nessun 4.1 Generalità
momento del prescritto tempo di esposizione alla prova
standard del fuoco. 4.1.1 Materiali che il calore può rendere facilmente ineffi-
cienti non devono essere usati per ombrinali scaricanti fuori
b) Particolare attenzione deve essere posta alla coibenta-
bordo, per scarichi sanitari o per altri scarichi situati vicino
zione degli elementi in lega di alluminio, quali colonne,
alla linea di galleggiamento e in posizioni nelle quali il cedi-
puntelli o altri elementi strutturali sopportanti le zone
mento del materiale, in caso di incendio, potrebbe dar
per la sistemazione e la messa in mare delle imbarca-
luogo a pericolo di allagamento.
zioni e delle zattere di salvataggio e le zone d'imbarco
su di esse, come pure alla coibentazione delle divisioni
di Classe A e B, in modo da assicurare che: 5 Protezione delle strutture delle
1) nel caso di elementi sopportanti zone per la sistema- cisterne del carico da valori ecces-
zione di imbarcazioni e zattere di salvataggio o sop- sivi di pressione o vuoto
portanti divisioni di Classe A, la limitazione della
sopraelevazione di temperatura indicata al prece-
dente comma a) si applichi alla fine di un'ora; e
5.1 Riferimento alla Parte E

2) nel caso di elementi sopportanti divisioni di Classe 5.1.1 Le prescrizioni relative alla protezione delle strutture
B, la limitazione di sopraelevazione di temperatura delle cisterne del carico nei confronti di valori eccessivi di
indicata al precedente comma a) si applichi alla fine pressione o vuoto sono contenute in Parte E, Cap 7, Sez 4,
di mezz'ora. [4.2] e Parte E, Cap 7, Sez 4, [4.5].

450 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 4, Sez 9

SEZIONE 9 SFUGGITE

1 Avvisi all'equipaggio ed ai passeg- una altezza non superiore alla sua larghezza è conside-
rato come un recesso o come un prolungamento locale
geri
ed è permessa.
c) Tutte le scale nei locali di alloggio e di servizio e nelle
1.1 Impianto di allarme generale di emer-
stazioni di comando devono avere struttura in acciaio,
genza tranne quando la Società permette l'impiego di un altro
1.1.1 Deve essere sistemato un impianto di allarme gene- materiale equivalente.
rale di emergenza come prescritto in Cap 2, Sez 3 per avvi- d) Se la stazione radiotelegrafica non ha un accesso diretto
sare l'equipaggio ed i passeggeri di un incendio. al ponte scoperto, deve essere provvista di due mezzi di
sfuggita o di accesso, uno dei quali può essere un por-
1.2 Impianti di informazione pubblica tello o una finestra di adeguate dimensioni o un altro
mezzo giudicato idoneo dalla Società a fornire una sfug-
1.2.1 (1/7/2002)
gita di emergenza.
In tutti i locali di alloggio, di servizio e nelle stazioni di
comando e nei ponti scoperti, deve essere sistemato un e) Le porte nei percorsi di sfuggita devono in generale
impianto di informazione pubblica o un altro efficace aprirsi nel senso della direzione di fuga eccetto che:
mezzo di comunicazione, rispondente alle prescrizioni di 1) le porte delle singole cabine possono aprirsi verso
cui in Cap 2, Sez 3. l'interno, per evitare danni alle persone che transi-
tano nei corridoi quando si aprano le porte stesse; e
2 Mezzi di sfuggita 2) le porte nei cofani verticali di sfuggita di emergenza
possono aprirsi verso l'esterno dei cofani, allo scopo
2.1 Prescrizioni generali di permetterne l'uso sia per la sfuggita che per
l'accesso.
2.1.1 Salvo quando espressamente stabilito altrimenti nel
seguito, devono essere sistemati almeno due mezzi di sfug- 2.2.2 Mezzi di sfuggita sulle navi da passeggeri
(1/7/2002)
gita, il più lontani possibile tra di loro e pronti all'impiego,
da tutti gli spazi o gruppi di spazi. a) Sfuggite da spazi sotto il ponte delle paratie
1) Sotto il ponte delle paratie, per ciascun comparti-
2.1.2 In nessun caso gli ascensori o i montacarichi devono mento stagno o locale o gruppo di locali similmente
essere considerati come uno dei mezzi di sfuggita prescritti delimitati, devono essere installati due mezzi di sfug-
nel presente punto [2]. gita, di cui almeno uno indipendente dalle porte sta-
gne. Eccezionalmente la Società può dispensare da
2.2 Mezzi di sfuggita dalle stazioni di uno dei mezzi di sfuggita, per locali per equipaggio
comando e dai locali di alloggio e di ser- ai quali si acceda solo occasionalmente, se il per-
vizio corso di sfuggita richiesto è indipendente dalle porte
stagne.
2.2.1 Prescrizioni generali (1/7/2002)
2) Nel caso in cui la Società abbia concesso la dispensa
a) Scale e scalette devono essere sistemate in modo da prevista dal precedente punto 1), il solo mezzo di
costituire un pronto mezzo di sfuggita verso il ponte di sfuggita deve consentire una sicura sfuggita. Tutta-
imbarco sulle imbarcazioni e sulle zattere di salvataggio via, le scale di sfuggita non devono avere larghezza
dai locali di alloggio dei passeggeri e dell'equipaggio e netta inferiore a 800 mm, con corrimano su
dagli spazi nei quali l'equipaggio normalmente opera, entrambi i lati.
che non siano locali macchine.
b) Sfuggite da spazi al di sopra del ponte delle paratie
b) Salvo quando espressamente stabilito altrimenti in
Sopra il ponte delle paratie, per la sfuggita da ciascuna
[2.2.3], un corridoio, un disimpegno o una parte di un
zona verticale principale o da ciascun locale o gruppo
corridoio dal quale vi sia soltanto un percorso di sfuggita
di locali similmente delimitati, vi devono essere almeno
non sono ammessi. Corridoi senza sbocco usati nelle
due mezzi di sfuggita, di cui almeno uno deve dare
aree di servizio, che sono necessari per l'utilizzazione
accesso ad una scala che costituisca un mezzo di sfug-
pratica della nave, come stazioni per combustibile
gita verticale.
liquido e corridoi per l'alimentazione sistemati per
madiere sono permessi a condizione che detti corridoi c) Comunicazione diretta con i cofani scale
ciechi siano separati dalle aree per l'alloggio dell'equi- I cofani delle scale nei locali di alloggio e di servizio
paggio e siano inaccessibili dalle aree per l'alloggio dei devono avere accesso diretto dai corridoi e, tenuto
passeggeri. Inoltre, una parte di un corridoio che abbia conto del numero di persone che possono utilizzarli in

Regolamenti RINA 2005 451


Parte C, Cap 4, Sez 9

caso di emergenza, devono essere di ampiezza suffi- prese le scale e le uscite, devono essere segnalati
ciente per evitare affollamenti. Entro il perimetro di tali con luci o strisce indicatrici di materiale fotolumine-
cofani di scale, sono permessi soltanto locali d’igiene scente posizionate a non più di 300 mm sopra il
pubblici, depositi di materiale non combustibile adibiti ponte, in tutti i punti del percorso di sfuggita, inclusi
all'immagazzinamento di dotazioni di sicurezza non gli angoli e gli incroci. Le tracce di illuminazione
pericolose e banchi di informazione aperti. Soltanto devono consentire ai passeggeri di identificare i per-
locali pubblici, corridoi, ascensori e montacarichi, locali corsi di sfuggita e di identificare prontamente le
d’igiene pubblici, locali di categoria speciale, altre scale uscite di sfuggita. Se è usata l’illuminazione elettrica,
di sfuggita prescritte nel seguente comma d) e aree l'energia deve essere fornita dalla fonte di energia di
esterne possono avere comunicazione diretta con detti emergenza e deve essere realizzata in modo che
cofani di scale. Piccoli corridoi o disimpegni impiegati l'avaria di qualsiasi singola luce, ovvero un taglio in
per separare una scala chiusa da cucine o lavanderie una striscia di illuminazione, non abbia come risul-
principali possono avere comunicazione diretta con la tato di rendere inefficace la traccia di illuminazione.
scala, purché essi abbiano una minima area di ponte di Inoltre tutte le indicazioni dei percorsi di sfuggita e i
4,5 m2, una larghezza non inferiore a 900 mm e conten- contrassegni di localizzazione delle dotazioni antin-
gano una stazione di manichette da incendio. cendio devono essere di materiale fotoluminescente
d) Particolari dei mezzi di sfuggita o provvisti di illuminazione. La Società deve accer-
tarsi che il sistema di detta illuminazione e di detto
1) Almeno uno dei mezzi di sfuggita prescritti nei pre- materiale fotoluminescente sia stato giudicato ido-
cedenti commi a) e b) deve essere costituito da una neo, collaudato e installato in conformità con le pre-
scala prontamente accessibile, chiusa in un cofano scrizioni di cui in Sez 13.
che assicuri una protezione continua contro l'incen-
dio dal livello della sua origine fino ai pertinenti 2) Sulle navi da passeggeri che trasportano più di 36
ponti di imbarco sulle imbarcazioni e sulle zattere di passeggeri, le prescrizioni del precedente punto 1) si
salvataggio, o fino al ponte scoperto più alto se il applicano anche alle zone di alloggio dell'equipag-
ponte di imbarco non si estende alla zona verticale gio.
principale che si considera. In quest' ultimo caso, f) Porte normalmente chiuse che costituiscono parte di un
deve essere previsto un accesso diretto al ponte di percorso di sfuggita
imbarco con scale esterne e passaggi, entrambi
1) Le porte delle cabine per passeggeri od ufficiali non
all'aperto, e le scale e i passaggi devono avere illumi-
devono richiedere l'uso di chiavi per essere aperte
nazione di emergenza in accordo con Cap. 2, Sez. 3
dal loro interno. Né vi deve essere alcuna porta
e superficie calpestabile antisdrucciolo. Le delimita-
lungo un qualsiasi percorso designato per la sfuggita
zioni prospicienti dette scale e passaggi facenti parte
che richieda l'uso di una chiave per essere aperta
di un percorso di sfuggita e le delimitazioni in posi-
nella direzione di fuga.
zione tale che il loro cedimento durante un incendio
impedirebbe la sfuggita verso il ponte di imbarco 2) Le porte di sfuggita da locali pubblici che sono nor-
devono avere un'integrità al fuoco, compresi i valori malmente provviste di ritenuta devono essere prov-
di coibentazione, come prescritto in da Sez 6, Tab 1 viste di un dispositivo di rapido sganciamento. Detto
a Sez 6, Tab 4, come appropriato. mezzo deve consistere in un dispositivo di ritenuta
della porta che incorpori un dispositivo che sganci la
2) La protezione degli accessi dai cofani scale alle zone
ritenuta quando si applichi una forza nella direzione
di imbarco sulle imbarcazioni e zattere di salvatag-
della fuga. Il dispositivo di rapido sganciamento
gio deve essere realizzata direttamente o attraverso
deve essere progettato e installato a soddisfazione
un percorso interno che abbia il grado di integrità al
della Società e, in particolare deve:
fuoco e di coibentazione prescritto per cofani di
scale secondo le Tabelle da 1 a 4 della Sez 6, come • consistere in barre o pannelli, la cui porzione di
appropriato. attivazione si estenda attraverso almeno la metà
della larghezza dell'anta della porta, almeno 760
3) Le scale che servono soltanto un locale e una galle-
mm e non più di 1120 mm al di sopra del ponte;
ria in tale locale, non devono essere considerate
come costituenti uno dei mezzi di sfuggita prescritti. • causare lo sganciamento della ritenuta quando si
applichi una forza non superiore a 67 N, e
4) Ciascun livello entro l'atrio deve avere due mezzi di
sfuggita, uno dei quali deve dare accesso diretto ad • non essere provvisto di alcun dispositivo di bloc-
un mezzo di sfuggita verticale chiuso che soddisfi le caggio, vite di regolazione o altra sistemazione
prescrizioni del precedente punto 1). che impedisca lo sgancio della ritenuta quando
La stessa prescrizione si applica, in generale, a si eserciti una pressione al dispositivo di sgancia-
locali pubblici che si estendano per due ponti. mento.

5) Larghezza, numero e continuità delle sfuggite, 2.2.3 Mezzi di sfuggita nelle navi da carico
devono essere in accordo con le prescrizioni di cui (1/7/2002)
in Sez 13. a) Generalità
e) Segnalazione delle vie di sfuggita A tutti i livelli degli alloggi, devono essere previsti
1) In aggiunta all'illuminazione di emergenza prescritta almeno due mezzi di sfuggita, distanziati tra di loro il
in Parte E, Cap 11, Sez 5, i mezzi di sfuggita, com- più possibile, da ogni spazio o gruppi di spazi delimitati.

452 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 4, Sez 9

b) Mezzi di sfuggita dagli spazi al di sotto del ponte sco- a) Mezzi di sfuggita dai locali al di sotto del ponte delle
perto più basso paratie
Al di sotto del ponte scoperto più basso, il mezzo di Per gli spazi al di sotto del ponte delle paratie, i due
sfuggita principale deve essere una scala e il secondo mezzi di sfuggita devono consistere in:
mezzo di sfuggita può essere una garitta o una scala.
1) due gruppi di scalette di acciaio, separati quanto più
c) Mezzi di sfuggita dagli spazi al di sopra del ponte sco-
possibile l'uno dall'altro, conducenti a due porte,
perto più basso
egualmente separate e situate nella parte superiore
Al di sopra del ponte scoperto più basso, i mezzi di sfug- del locale, dalle quali sia previsto un accesso al cor-
gita devono essere scale o porte che diano accesso a un rispondente ponte d'imbarco sulle imbarcazioni e
ponte scoperto, oppure una combinazione di esse. zattere di salvataggio. Uno di tali gruppi deve essere
d) Corridoi senza sbocco ubicato entro un cofano protetto, rispondente ai
Non sono ammessi corridoi senza sbocco lunghi più di requisiti di cui in Sez 6, [1.2.3], categoria (2) o
7 m. Sez 6, [1.2.4], categoria (4), come appropriato,
dalla parte più bassa dello spazio che serve fino ad
e) Larghezza e continuità dei percorsi di sfuggita
una posizione sicura al di fuori dello spazio stesso. Il
La larghezza, il numero e la continuità dei percorsi di cofano deve essere provvisto di porte tagliafuoco a
sfuggita devono essere in accordo con le prescrizioni di chiusura automatica che abbiano gli stessi requisiti
cui in Sez 13. di integrità al fuoco. Le scalette devono essere fissate
f) Dispensa dalla richiesta di due mezzi di sfuggita in modo che il calore non si trasmetta al cofano
Eccezionalmente la Società può dispensare da uno dei attraverso punti di fissaggio non coibentati. Il cofano
mezzi di sfuggita, per spazi destinati all'equipaggio ai protetto deve avere dimensioni interne di almeno
quali si acceda solo occasionalmente e se il percorso di 800 x 800 mm e deve avere sistemazioni per l'illumi-
sfuggita prescritto è indipendente dalle porte stagne. nazione di emergenza; oppure
2) una scaletta di acciaio conducente ad una porta,
2.2.4 Apparecchi di respirazione portatili per
situata nella parte superiore del locale, dalla quale
sfuggita di emergenza nei locali di alloggio
(vedere Nota 1) (1/7/2002) sia previsto un accesso al ponte di imbarco e, inol-
tre, nella parte inferiore del locale ed in posizione
a) Gli apparecchi di respirazione portatili per sfuggita di
ben distante da tale scaletta, una porta in acciaio,
emergenza devono soddisfare le prescrizioni di cui in
manovrabile da entrambi i lati che garantisca
Sez 13. Devono essere conservati a bordo unità di
l'accesso ad un sicuro percorso di sfuggita dalla
ricambio di tali apparecchi.
parte più bassa del locale fino al ponte di imbarco.
Le cariche di ricambio devono essere: una per le navi
da carico e non meno di due per le navi da passeggeri. b) Mezzi di sfuggita dai locali al di sopra del ponte delle
paratie
b) Su tutte le navi vi devono essere almeno due apparecchi
di respirazione portatili per sfuggita di emergenza entro Per gli spazi al di sopra del ponte delle paratie, i due
i locali di alloggio. mezzi di sfuggita devono essere separati quanto più
c) Nelle navi da passeggeri, vi devono essere almeno due possibile l'uno dall'altro e le porte alle quali conducono
apparecchi di respirazione portatili per sfuggita di emer- tali mezzi di sfuggita devono essere ubicate in una posi-
genza in ciascuna zona verticale principale. zione dalla quale sia previsto un accesso al corrispon-
dente ponte di imbarco sulle imbarcazioni e zattere di
d) Nelle navi da passeggeri che trasportano più di 36 pas- salvataggio. Quando tali mezzi di sfuggita richiedono
seggeri, vi devono essere altri due apparecchi di respira- l'uso di scalette, queste devono essere in acciaio.
zione portatili per sfuggita di emergenza in ciascuna
zona verticale principale, in aggiunta a quelli richiesti c) Deroga alla prescrizione di due mezzi di sfuggita
nel precedente comma c). Per le navi di stazza lorda inferiore a 1000 ton, la
e) Tuttavia le prescrizioni dei commi c) e d) non si appli- Società può non richiedere uno dei mezzi di sfuggita,
cano ai cofani di scale che costituiscono singole zone tenuto conto della larghezza e della disposizione della
verticali principali e per le zone verticali principali ubi- parte superiore del locale. In una nave di stazza lorda
cate nelle zone di estremità prodiera o poppiera di una uguale o superiore a 1000 ton, la Società può non
nave che non contiene spazi delle categorie (6) , (7), richiedere uno dei mezzi di sfuggita da qualsiasi locale
(8) o (12) come definite in Sez 6, [1.2.3]. macchine, inclusi i locali per macchinari ausiliari nor-
Nota 1: Deve essere fatto riferimento alle "Guidelines for te perfor- malmente non presidiati, a condizione che una porta o
mance, location, use and care of emergency escape breathing devi- una scaletta di acciaio garantisca un sicuro percorso di
ces" (MSC/Circ. 849). sfuggita verso il ponte di imbarco sui mezzi di salvatag-
gio, tenuto debito conto della natura e della ubicazione
2.3 Mezzi di sfuggita dai locali macchine del locale e del fatto che persone prestino o meno servi-
zio normalmente nel locale stesso. Nel locale macchine
2.3.1 Mezzi di sfuggita per navi da passeggeri di governo, deve essere previsto un secondo mezzo di
(1/7/2002) sfuggita quando la postazione di governo di emergenza
I mezzi di sfuggita da ogni locale macchine devono rispon- è ubicata in detto locale, a meno che non vi sia un
dere alle prescrizioni di cui ai seguenti commi da a) a d). accesso diretto al ponte scoperto.

Regolamenti RINA 2005 453


Parte C, Cap 4, Sez 9

d) Mezzi di sfuggita da stazioni di comando di macchinari 2.3.3 Apparecchi di respirazione portatili di


Una stazione di comando di macchinari sistemata entro emergenza nei locali macchine (1/7/2002)
un locale macchine deve essere provvista di due mezzi a) Nei locali macchine di tutte le navi devono essere siste-
di sfuggita; almeno uno di tali mezzi deve essere provvi- mati apparecchi di respirazione portatili di emergenza,
sto di una protezione continua contro l'incendio fino ad pronti all'uso ed ubicati in posizioni facilmente visibili,
un luogo sicuro situato al di fuori del locale macchine. che possano essere raggiunti rapidamente ed agevol-
mente in qualsiasi momento in caso di incendio. La
2.3.2 Mezzi di sfuggita per navi da carico (1/7/2002) sistemazione dei suddetti apparecchi deve tener conto
I mezzi di sfuggita da ogni locale macchine deve rispondere della disposizione del locale macchine e del numero di
alle prescrizioni dei seguenti commi da a) a c). persone che normalmente lavorano nel locale stesso
a) Mezzi di sfuggita da locali macchine di categoria A (vedere Nota 1).
La presente prescrizione si applica ai locali macchine di
Fermo restando quanto previsto al successivo comma
categoria A nei quali l'equipaggio opera normalmente o
b), ogni locale macchine di categoria A deve essere
può essere presente in modo continuativo, con le
provvisto di due mezzi di sfuggita. In particolare deve
seguenti precisazioni:
essere prevista una delle seguenti sistemazioni:
1) Nei locali macchine contenenti motori a combu-
1) due gruppi di scalette di acciaio, separati quanto più
stione interna usati per la propulsione principale, gli
possibile l'uno dall'altro, conducenti a due porte,
apparecchi di respirazione portatili di emergenza
egualmente separate e situate nella parte superiore
(EEBD) devono essere ubicati come segue:
del locale, dalle quali sia previsto un accesso al
ponte scoperto. Uno di tali gruppi deve essere ubi- • 1 EEBD per la centrale di comando dei motori
cato entro un cofano protetto, che soddisfi i requisiti (se ubicata all'interno del locale);
di cui in Sez 6, [1.2.4], categoria (4), a partire dalla • 1 EEBD vicino alla zona dove sono ubicate le
parte inferiore del locale fino ad una posizione officine;
sicura situata fuori dal locale stesso. Il cofano deve • 1 EEBD al livello di ciascun ponte o piattaforma
essere provvisto di porte tagliafuoco a chiusura auto- vicino alla scaletta che costituisce il secondo
matica che abbiano gli stessi requisiti di integrità al mezzo di sfuggita dal locale (l'altro mezzo di
fuoco. Le scalette devono essere fissate in modo che sfuggita essendo costituito da un cofano chiuso
il calore non si trasmetta al cofano attraverso punti o da una porta stagna al livello più basso del
di fissaggio non coibentati. Il cofano protetto deve locale).
avere dimensioni interne di almeno 800 x 800 mm e Tuttavia, la Società potrà richiedere un diverso
deve avere sistemazioni per l'illuminazione di emer- numero ed una diversa ubicazione dei dispositivi in
genza; oppure argomento tenendo conto della disposizione e delle
2) una scaletta di acciaio conducente ad una porta, dimensioni o del normale presidio del locale.
situata nella parte superiore del locale, dalla quale 2) Nei locali macchine di categoria A diversi da quelli
sia previsto un accesso al ponte scoperto e, inoltre, contenenti motori a combustione interna usati per la
nella parte più bassa del locale in questione e in propulsione principale, gli apparecchi di respira-
posizione ben distanziata da detta scaletta, una zione portatili di emergenza (EEBD) devono essere
porta di acciaio, manovrabile da entrambi i lati, che ubicati, come minimo, come di seguito indicato:
garantisca l'accesso ad un sicuro percorso di sfug-
• 1 EEBD al livello di ciascun ponte o piattaforma,
gita dalla parte inferiore del locale al ponte scoperto.
vicino alla scaletta che costituisce il secondo
b) Deroga alla richiesta di due mezzi di sfuggita mezzo di sfuggita dal locale (l'altro mezzo di
La Società può dispensare da uno dei mezzi di sfuggita sfuggita essendo costituito da un cofano chiuso
prescritti al comma a) le navi di stazza lorda inferiore a o da una porta stagna al livello più basso del
1000 ton, tenuto conto delle dimensioni e della disposi- locale).
zione della parte superiore del locale. In aggiunta, i 3) Negli altri locali macchine, gli apparecchi di respi-
mezzi di sfuggita dai locali macchine di categoria A non razione portatili di emergenza non sono richiesti.
devono soddisfare le prescrizioni per il cofano protetto
b) Il numero e l'ubicazione dei dispositivi in argomento
di cui al punto 1) del precedente comma a). Nel locale
devono essere indicati nel piano dei mezzi antincendio
macchine di governo, deve essere previsto un secondo
(vedere Nota 2)
mezzo di sfuggita quando la postazione di governo di
emergenza è ubicata in detto locale, a meno che non vi c) Gli apparecchi di respirazione portatili di emergenza
sia un accesso diretto al ponte scoperto. devono soddisfare le prescrizioni di cui in Sez 13.
Nota 1: Deve essere fatto riferimento alle "Guidelines for te perfor-
c) Mezzi di sfuggita da locali macchine diversi da quelli di
mance, location, use and care of emergency escape breathing devi-
categoria A
ces" (MSC/Circ. 849)
Per i locali macchine diversi da quelli di categoria A, Gli EEBD richiesti nel presente punto non devono essere provvisti
devono essere previsti due percorsi di sfuggita eccetto se il personale indossa individualmente i detti apparecchi come
che può essere accettato un solo percorso di sfuggita richiesto in 4.3 delle predette Guidelines.
per i locali ai quali si acceda solo occasionalmente e per Nota 2: Questi apparecchi devono essere indicati anche nel piano
i locali in cui la distanza massima da percorrere verso la per il controllo degli incendi richiesto nella Regola 15.2.4 del
porta sia inferiore o uguale a 5 m. Capitolo II-2 della Convenzione SOLAS 1974, come emendata.

454 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 4, Sez 9

2.4 Mezzi di sfuggita, sulle navi da passeg- sedie che possono essere spostati per creare spazio
geri, dai locali di categoria speciale e dai libero, gli armadietti e gli altri mobili pesanti nei locali
locali ro-ro aperti ai quali ogni passeg- pubblici e lungo i percorsi di sfuggita devono essere fis-
sati in posto per impedire che essi slittino in caso di rol-
gero trasportato può avere accesso
lio o sbandamento della nave. Anche i rivestimenti dei
2.4.1 (1/7/2002) pavimenti devono essere fissati in posto. Durante la
Nei locali di categoria speciale e nei locali ro-ro aperti ai navigazione, i percorsi di sfuggita devono essere mante-
quali può avere accesso ogni passeggero trasportato, il nuti liberi da ostacoli, quali carrelli per le pulizie,
numero e l'ubicazione dei mezzi di sfuggita situati sia al di coperte, lenzuola, materassi, bagagli e casse di merce.
sopra che al di sotto del ponte delle paratie devono essere a
soddisfazione della Società e, in generale, la sicurezza del 2.6.2 Istruzioni per un abbandono nave sicuro
percorso di accesso al ponte di imbarco sui mezzi di salva- a) I ponti devono essere numerati in sequenza, indicando
taggio deve essere almeno equivalente a quella prevista nel con il numero "1" il cielo del doppio fondo o il ponte
punto 1 dei commi a) e b), nei punti 1) e 2) del comma d) più basso. Tali numeri devono essere esposti in modo
e in [2.2.2]. Tali locali devono essere provvisti di apposite ben visibile in tutti i pianerottoli delle scale e i disimpe-
passerelle che conducano ai mezzi di sfuggita aventi una gni degli ascensori. I ponti possono anche avere un
larghezza di almeno 600 mm. Il parcheggio degli autovei- nome, ma il numero del ponte deve essere sempre espo-
coli deve essere tale da lasciare le passerelle sempre libere. sto assieme al nome.
2.4.2 (1/7/2002) b) Semplici grafici "mimici", indicanti la posizione "voi
Uno dei percorsi di sfuggita dai locali macchine nei quali siete qui" e i percorsi di sfuggita contrassegnati da
l'equipaggio presta normalmente servizio deve evitare frecce, devono essere esposti in modo ben visibile sulla
l'accesso diretto a qualsiasi locale di categoria speciale. parte interna di ciascuna porta di cabina e nei locali
pubblici. Il grafico deve indicare le direzioni di sfuggita e
2.5 Percorsi di sfuggita dai locali ro-ro deve essere orientato in modo appropriato in relazione
alla sua posizione sulla nave.
2.5.1 (1/7/2002)
In tutti i locali ro-ro in cui l'equipaggio presta normalmente 2.6.3 Robustezza di corrimano e corridoi (1/7/2002)
servizio, devono esservi almeno due mezzi di sfuggita. I
a) In tutti i corridoi lungo l'intero percorso di sfuggita
percorsi di sfuggita devono garantire una sicura sfuggita
devono essere previsti corrimano o altri appigli, in
verso i ponti di imbarco sulle imbarcazioni e sulle zattere di
modo da consentire una presa ben ferma della mano ad
salvataggio e devono essere ubicati in corrispondenza delle
ogni passo del percorso, ove possibile, fino ai punti di
estremità prodiera e poppiera del locale.
riunione e ai punti di imbarco sui mezzi di salvataggio.
Tali corrimano devono essere previsti su ambo i lati dei
2.6 Prescrizioni addizionali per le navi da corridoi longitudinali di larghezza maggiore di 1,8 m e
passeggeri ro-ro dei corridoi trasversali di larghezza maggiore di 1 m.
Deve essere prestata particolare attenzione alla neces-
2.6.1 Generalità
sità di attraversamento di disimpegni, atrii e altri grandi
a) Devono essere previsti percorsi di sfuggita verso un spazi aperti lungo i percorsi di sfuggita. I corrimano e gli
punto di riunione da ogni locale della nave normal- altri appigli devono avere una robustezza tale da resi-
mente occupato. Tali percorsi di sfuggita devono essere stere ad un carico orizzontale distribuito di 750 N/m
realizzati in modo da offrire il percorso più diretto possi- applicato verso il centro del corridoio o dello spazio, e
bile verso il punto di riunione e devono essere contras- ad un carico verticale distribuito di 750 N/m applicato
segnati con simboli conformi alla Risoluzione IMO verso il basso. Non è necessario che i due carichi ven-
A.760(18). gano applicati contemporaneamente.
b) Il percorso di sfuggita dalle cabine ai cofani delle scale La robustezza dei corrimano deve essere verificata, a
deve essere il più diretto possibile, con un minimo soddisfazione della Società, sulla base del metodo indi-
numero di cambiamenti di direzione. Non deve essere cato nella Circolare dell'IMO MSC/Circ. 910.
necessario attraversare la nave da murata a murata per
b) La parte inferiore, per un'altezza di 0,5 m, delle paratie
raggiungere un percorso di sfuggita. Non deve essere
ed altre delimitazioni che formino divisioni verticali
necessario salire o scendere più di due ponti per rag-
lungo i percorsi di sfuggita deve essere in grado di sop-
giungere un punto di riunione o un ponte scoperto da
portare un carico di 750 N/m onde permettere di usarla
qualsiasi locale da passeggeri.
come superficie di calpestio dal lato del percorso di
c) Devono essere previsti percorsi esterni dai ponti esposti, sfuggita con la nave inclinata a grandi angoli di sbanda-
di cui al precedente comma b), verso i punti di imbarco mento.
sui mezzi di salvataggio.
La robustezza delle paratie deve essere verificata a sod-
d) Quando spazi chiusi sono contigui ad un ponte sco- disfazione della Società.
perto, le aperture dello spazio chiuso verso tale ponte
scoperto devono poter essere usate, ove praticamente 2.6.4 Analisi di evacuazione (1/7/2002)
possibile, come uscite di emergenza. I percorsi di sfuggita devono essere sottoposti, allo stadio
e) I percorsi di sfuggita non devono essere ostruiti da iniziale del progetto, a valutazione mediante un'analisi di
mobili o da altri ostacoli. Fatta eccezione per i tavoli e le evacuazione. Si deve impiegare tale analisi per identificare

Regolamenti RINA 2005 455


Parte C, Cap 4, Sez 9

ed eliminare, per quanto praticamente possibile, eventuali Inoltre la suddetta analisi deve essere impiegata per dimo-
ingorghi che si possano verificare durante l'abbandono strare che le sistemazioni di sfuggita siano sufficientemente
della nave, creati dal normale movimento dei passeggeri e flessibili da far fronte all'eventualità che certi percorsi di
dell'equipaggio lungo i percorsi di sfuggita, compresa la sfuggita, punti di riunione, o punti d'imbarco sui mezzi col-
possibilità che l'equipaggio possa aver la necessità di muo- lettivi di salvataggio possano non essere disponibili a causa
versi lungo tali percorsi in direzione opposta al movimento di un sinistro.
dei passeggeri.

456 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 4, Sez 10

SEZIONE 10 SISTEMAZIONI PER ELICOTTERI

1 Generalità 1) il cielo della tuga e le sue paratie sottostanti la piatta-


forma non devono avere alcuna apertura
1.1 Campo di applicazione 2) le finestre al di sotto della piattaforma devono essere
munite di portelli di chiusura in acciaio; e
1.1.1 In aggiunta alle prescrizioni di cui alle altre sezioni
3) dopo ogni incendio sulla piattaforma o nelle sue
del presente capitolo come appropriato, le navi aventi ponti
immediate vicinanze, la piattaforma deve essere sot-
elicotteri devono soddisfare alle prescrizioni della presente
toposta ad una analisi strutturale per assicurarsi della
sezione.
sua idoneità per un successivo impiego.
1.1.2 Nel caso in cui gli elicotteri atterrino o effettuino
operazioni di sollevamento occasionalmente o in emer- 3 Mezzi di sfuggita
genza su navi senza ponte elicotteri, possono essere impie-
gate le dotazioni antincendio sistemate in accordo con le 3.1 Generalità
prescrizioni di cui in Sez 7. Tali dotazioni devono essere
rese prontamente disponibili nell'immediata vicinanza delle 3.1.1 Un ponte elicotteri deve essere munito sia di un
aree di atterraggio o di sollevamento durante le operazioni mezzo principale sia di un mezzo di emergenza per la sfug-
degli elicotteri. gita e per l'accesso del personale antincendio e di soccorso;
1.1.3 (1/7/2002) tali mezzi devono essere ubicati quanto più lontano possi-
Nonostante le prescrizioni di cui in [1.1.2], le navi da pas- bile tra di loro, e preferibilmente su lati opposti del ponte
seggeri ro-ro non provviste di ponte elicotteri devono soddi- elicotteri.
sfare le prescrizioni della Regola III/28 della Convenzione
SOLAS 1974, come emendata. 4 Mezzi antincendio
1.1.4 I punti [1.1.2], f) di [4.1.1] e [7] non contengono
prescrizioni applicabili ai fini della classe e sono stati intro- 4.1 Generalità
dotti solamente ai fini della completezza del testo. 4.1.1
Nelle immediate vicinanze del ponte elicotteri devono
2 Struttura essere previsti i seguenti mezzi antincendio, che devono
essere tenuti vicino ai mezzi di accesso al ponte elicotteri
2.1 Costruzione in acciaio o altro materiale stesso:
equivalente a) almeno due estintori a polvere, di capacità totale non
inferiore a 45 kg;
2.1.1 In generale, la struttura dei ponti elicotteri deve
b) estintori ad anidride carbonica, di capacità totale non
essere in acciaio o altro materiale equivalente. Se il ponte
inferiore a 18 kg o equivalenti;
elicotteri costituisce il cielo di una tuga o sovrastruttura esso
deve essere coibentato in classe A-60. c) un idoneo impianto a schiuma, consistente di spingarde
o di erogatori di schiuma, in grado di scaricare schiuma
2.2 Costruzione in alluminio o altri materiali su tutte le parti del ponte elicotteri in tutte le condizioni
meteorologiche nelle quali gli elicotteri possano dover
metallici aventi basso punto di fusione
operare. L'impianto dovrà essere in grado di fornire per
2.2.1 (1/7/2002) almeno cinque minuti una portata come richiesto dalla
Qualora la Società permetta che vengano impiegate strut- seguente Tab 1.
ture in alluminio o in altri materiali metallici aventi basso Il fluido estinguente principale deve soddisfare agli stan-
punto di fusione che non siano rese equivalenti all'acciaio, dard di prestazione dell'International Civil Aviation
devono essere soddisfatte le seguenti condizioni: Organization - Airport Service Manual, Part 1 - Rescue
a) se la piattaforma è a sbalzo sul fianco della nave, dopo and Firefighting, Chapter 8 - Extinguishing Agent Cha-
ogni incendio sulla nave o sulla piattaforma, la piatta- racteristics, paragraph 8.1.5 - Foam Specifications Table
forma deve essere sottoposta ad una analisi strutturale 8-1, Level "B" foam, ed essere idoneo per l'impiego con
per assicurarsi della sua idoneità per un successivo acqua di mare;
impiego; e d) almeno due boccalini di tipo approvato a doppio uso
b) se la piattaforma è ubicata al di sopra di una tuga della (getto normale/getto a pioggia) e manichette di lun-
nave o di una struttura similare, devono essere soddi- ghezza sufficiente per raggiungere qualsiasi parte del
sfatte le seguenti condizioni: ponte elicotteri;

Regolamenti RINA 2005 457


Parte C, Cap 4, Sez 10

e) in aggiunta alle prescrizioni di cui in Sez 7, [9], due quali possano essere raccolti e drenati in luogo sicuro
equipaggiamenti da vigile del fuoco, e eventuali spandimenti di combustibile.
f) almeno le seguenti dotazioni, sistemate in modo da c) I serbatoi, e relativi dotazioni e accessori, devono essere
essere immediatamente pronte per l'impiego e protette protetti contro danneggiamenti meccanici e da un
dagli agenti atmosferici: incendio in un'area o in uno spazio adiacente.
• chiave regolabile;
d) Quando sono impiegati serbatoi del combustibile porta-
• coperta (resistente al fuoco); tili, deve essere posta particolare attenzione
• cesoie, da 60 cm;
1) alla progettazione del serbatoio in relazione al suo
• gancio, di presa o di salvataggio; utilizzo;
• sega per metalli, completa di 6 lame di rispetto;
2) alla sistemazione dei mezzi di sostegno e di fissag-
• scala; gio;
• cavo di sicurezza da 5 mm di diametro e 15 m di
lunghezza; 3) ai collegamenti a massa; e
• pinze, aventi la parte laterale per il taglio; 4) alle procedure di ispezione.
• muta di cacciaviti assortiti; e e) Le pompe del combustibile dei depositi devono essere
• coltello da lavoro completo di fodero. dotate di mezzi che permettano il loro arresto a
distanza, da una posizione sicura, in caso di incendio.
Tabella 1 : Portata di soluzione schiumogena Qualora l'impianto di alimentazione del combustibile
sia del tipo a gravità, devono essere previsti dispositivi di
Lunghezza fuori tutto Portata della soluzione chiusura, equivalenti a quelli sopra descritti, per arre-
Categoria
dell'elicottero schiumogena (l/min.) stare l'alimentazione del combustibile.
H1 Inferiore a 15 m 250
f) L'unità di pompaggio del combustibile deve essere col-
H2 uguale o superiore a 15 500 legata ad un serbatoio per volta. La tubolatura tra il ser-
m ma inferiore a 24 m batoio e l'unità di pompaggio deve essere di acciaio o di
H3 Uguale o superiore a 24 800 materiale equivalente, avere percorso il più breve possi-
m ma inferiore a 35 m bile ed essere protetta contro i danneggiamenti.

g) Le unità elettriche di pompaggio del combustibile e le


5 Sistemazioni di drenaggio relative apparecchiature di comando devono essere di
tipo appropriato per collocazione e per rischi potenziali.
5.1
h) Le unità di pompaggio del combustibile devono avere
5.1.1 Le sistemazioni di drenaggio in corrispondenza dei incorporato un dispositivo che impedisca una sovrap-
ponti elicotteri devono essere costruite in acciaio e scaricare pressione nella manichetta di mandata o di riempi-
direttamente fuori bordo, in modo indipendente da qualsi- mento.
asi altro impianto e devono essere progettate in modo tale i) Le apparecchiature impiegate nelle operazioni di riforni-
che il liquido scaricato non cada su alcuna parte della nave. mento del combustibile devono essere collegate a
massa.
6 Installazioni di rifornimento del com- j) Devono essere affissi in posizioni appropriate avvisi con
bustibile e di aviorimesse per elicot- la dicitura "VIETATO FUMARE".
teri
k) Le installazioni di aviorimesse, di rifornimento del com-
bustibile e di manutenzione devono essere trattate, ai
6.1 Generalità fini della protezione strutturale contro gli incendi e degli
impianti fissi di estinzione e di rivelazione incendi, quali
6.1.1 Quando la nave è provvista di installazioni per il locali macchine di categoria A.
rifornimento del combustibile e di aviorimesse per gli elicot-
teri, devono essere soddisfatte le seguenti prescrizioni: l) Le installazioni di aviorimesse chiuse o gli spazi chiusi
contenenti installazioni di rifornimento del combustibile
a) Deve essere prevista un'area appositamente destinata a
devono essere muniti di ventilazione meccanica come
contenere i serbatoi del combustibile, che deve essere:
richiesto, per gli spazi ro-ro chiusi delle navi da carico,
1) il più lontano possibile da locali di alloggio, percorsi in Sez 12. I ventilatori devono essere di tipo antiscintilla
di sfuggita e stazioni di imbarco sui mezzi collettivi (vedere Sez 2, [1.4.4]).
di salvataggio; e
m) Le apparecchiature e i cavi elettrici in aviorimesse chiuse
2) separata da aree contenenti sorgenti di ignizione di o in spazi chiusi contenenti installazioni di rifornimento
vapori infiammabili. del combustibile devono soddisfare le prescrizioni di cui
b) L'area destinata a contenere i serbatoi di combustibile in Sez 12, [2.2], Sez 12, [2.3], Sez 12, [2.4] e Sez 12,
deve essere provvista di sistemazioni per mezzo delle [2.5].

458 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 4, Sez 10

7 Manuale operativo e servizio antin- 7.2 Servizio antincendio


cendio 7.2.1 (1/7/2002)
Il personale addetto alle operazioni antincendio deve consi-
stere di almeno due persone addestrate per le operazioni di
7.1 Manuale operativo soccorso e di lotta contro gli incendi e le dotazioni antin-
cendio devono essere immediatamente disponibili in qualsi-
7.1.1 Ogni installazione per elicotteri deve avere un asi momento quando siano previste operazioni con
manuale operativo, comprendente una descrizione e un l'elicottero.
elenco di controllo delle precauzioni di sicurezza, delle pro- 7.2.2 (1/7/2002)
cedure e delle prescrizioni relative alle dotazioni. Tale Il personale addetto alle operazioni antincendio deve essere
manuale può far parte delle procedure di intervento in caso presente durante le operazioni di rifornimento del combu-
stibile. Tuttavia il personale addetto alle operazioni antin-
di emergenza della nave.
cendio non deve essere coinvolto nelle operazioni di
7.1.2 (1/7/2002) rifornimento.
7.2.3 (1/7/2002)
Le procedure e le precauzioni da adottare durante le opera-
Devono essere effettuati corsi di aggiornamento a bordo e
zioni di rifornimento del combustibile devono essere in devono essere fornite quantità addizionali di agenti estin-
accordo con pratiche di sicurezza riconosciute e contenute guenti per addestrarsi con le dotazioni antincendio e per
in un manuale operativo. provarle.

Regolamenti RINA 2005 459


Parte C, Cap 4, Sez 11

SEZIONE 11 TRASPORTO DI MERCI PERICOLOSE

1 Generalità sportate "sotto il ponte", valgono le prescrizioni dei


seguenti punti da [2.2] a [2.11] indicati nella prima colonna
delle suddette Tabelle.
1.1 Prescrizioni generali
1.1.1 (1/7/2002) 2.2 Disponibilità di acqua
Oltre a soddisfare le prescrizioni delle altre sezioni del pre-
sente capitolo, come appropriato, i tipi di navi e i locali da 2.2.1 Devono essere realizzate delle sistemazioni tali da
carico, menzionati in [1.1.2], destinati al trasporto di merci assicurare una pronta disponibilità di acqua dal collettore
pericolose devono soddisfare le prescrizioni della presente principale di incendio alla prescritta pressione; ciò può
sezione, come appropriato, salvo quando siano trasportate essere ottenuto mantenendo il collettore costantemente
quantità limitate, a giudizio della Società, di merci perico- sotto pressione oppure mediante sistemazioni, ubicate in
lose e a meno che tali prescrizioni non siano state già soddi- idonee posizioni, per la messa in moto a distanza delle
sfatte ai fini dell'applicazione di prescrizioni riportate pompe da incendio.
altrove nel presente capitolo. I tipi di navi e i modi di tra-
sporto delle merci pericolose sono indicati in [1.1.2] e in 2.2.2 La quantità di acqua disponibile deve essere tale da
Tab 1, nella quale le lettere che compaiono in [1.1.2] sono alimentare quattro boccalini, alla pressione e delle dimen-
riportate nella riga di testa. sioni specificate in Sez 7, [1.2.6], i cui getti possano essere
Per le navi da carico di stazza lorda inferiore a 500 ton, diretti su qualsiasi parte del locale da carico, quando vuoto.
vedere anche le prescrizioni di cui in App. 1, [3.2.8]. La stessa quantità di acqua può essere riversata con mezzi
Nota 1: "quantità limitate" come definite nell' "International Marit- equivalenti a soddisfazione della Società.
time Dangerous Code" dell'IMO (IMDG Code). La quantità di acqua totale disponibile deve soddisfare il
presente paragrafo [2.2.2] e il paragrafo [2.2.3] (se applica-
1.1.2 I tipi di nave ed i locali da carico cui si applicano la bile) quando calcolata contemporaneamente per il più
Tab 1 e la Tab 2 sono i seguenti: grande locale del carico. La quantità di acqua indicata in
a) Navi e locali da carico non appositamente progettati per [2.2.2] deve essere fornita dalla portata complessiva della
il trasporto di contenitori per uso generale ma destinati pompa o delle pompe principali da incendio, escludendo
al trasporto di merci pericolose in colli, comprese le quella fornita dalla pompa da incendio di emergenza, se
merci in contenitori per uso generale e in contenitori sistemata.
cisterna. 2.2.3 (1/7/2002)
b) Navi trasporto contenitori appositamente costruite e Devono essere previsti mezzi per raffreddare in modo effi-
locali da carico destinati al trasporto di merci pericolose cace un determinato locale da carico sotto il ponte con una
in contenitori per uso generale e in contenitori cisterna quantità di acqua di almeno 5 l/min. per ogni m2 della
(vedere la Nota 1). superficie dei locali da carico, tramite una sistemazione fissa
c) Navi traghetto ro-ro e locali ro-ro destinati al trasporto di di ugelli per acqua spruzzata, oppure allagando con acqua
merci pericolose (vedere la Nota 2). il locale da carico. A tale scopo possono essere impiegate, a
d) Navi e locali da carico destinati al trasporto di merci discrezione della Società, manichette in piccoli locali da
pericolose solide alla rinfusa. carico ed in piccole zone di grandi locali da carico. In ogni
caso, i sistemi di esaurimento e prosciugamento devono
e) Navi e locali da carico destinati al trasporto di merci essere tali da evitare la formazione di specchi liquidi liberi.
pericolose che non siano liquidi e gas alla rinfusa in L'impianto di drenaggio deve essere dimensionato per esau-
chiatte trasportate a bordo. rire non meno del 125% della portata complessiva di
Nota 1: Un locale per trasporto contenitori appositamente costru- entrambe le pompe dell'impianto di acqua spruzzata e del
ito è un locale per il carico avente guide cellulari per lo stivaggio prescritto numero di boccalini delle manichette antincen-
ed il fissaggio dei contenitori.
dio. Le valvole dell'impianto di drenaggio devono poter
Nota 2: I locali ro-ro comprendono locali di categoria speciale e essere manovrate dal di fuori del locale protetto, da una
spazi ponte per autoveicoli.
posizione in prossimità dei comandi dell'impianto di estin-
zione incendi. I pozzetti di sentina devono essere capaci di
2 Prescrizioni particolari contenere una sufficiente quantità d'acqua e devono essere
ubicati presso il fasciame del fianco della nave ad una
2.1 Generalità distanza l'uno dall'altro di non più di 40 m in ciascun com-
partimento stagno. Se ciò non fosse possibile, nella valuta-
2.1.1 Salvo espresse prescrizioni contrarie, ai fini zione delle condizioni di stabilità della nave, deve essere
dell'applicazione di Tab 1, Tab 2 e Tab 3, sia per le merci tenuto conto degli effetti sfavorevoli sulla stabilità dovuti al
pericolose trasportate "sopra il ponte" che per quelle tra- peso aggiuntivo e agli specchi liberi dell'acqua, come stabi-

460 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 4, Sez 11

lito dalla Società all'atto dell'approvazione delle informa- (vedere l' "International Maritime Dangerous Goods Code"
zioni sulla stabilità. (vedere Nota 1) dell'IMO).

Nota 1: Deve essere fatto riferimento alla "Recommendation on 2.2.5 (1/7/2002)


fixed fire-extinguishing systems for special category spaces" (Reso-
La quantità complessiva di acqua da erogare deve soddi-
lution A.123 (V)).
sfare quanto richiesto in [2.2.2] e [2.2.3], se applicabile,
quando calcolata simultaneamente per il più esteso locale
2.2.4 In sostituzione del raffreddamento con acqua di cui da carico previsto. I requisiti sulla portata d'acqua di cui in
in [2.2.3], possono essere previste delle sistemazioni che [2.2.2] devono essere soddisfatti dalla portata complessiva
consentano di allagare con adeguati e specifici agenti un della pompa o delle pompe principali da incendio, senza
determinato spazio da carico sotto il ponte. tener conto della portata dell'eventuale pompa incendio di
emergenza. Se è usato un impianto a pioggia per soddisfare
E' accettabile un impianto a schiuma ad alta espansione, le prescrizioni di cui in [2.2.3], la relativa pompa deve
rispondente alle prescrizioni di cui in Sez 13, eccetto essere tenuta in considerazione nel calcolo della quantità
quando il carico può reagire pericolosamente con l'acqua complessiva di acqua da erogare.

Tabella 1 : Applicazione delle prescrizioni ai diversi modi di trasporto di merci pericolose sulle navi e nei locali
da carico

punto [1.1.2]
a) b) c) d) e)
punti dell’Art. [2] Ponti scoperti
da a) da e) Non apposita- Locali da Locali da Locali da Merci perico- Chiatte tra-
compreso mente proget- carico per carico ro-ro carico ro-ro lose solide alla sportate su
tati contenitori chiusi (5) aperti rinfusa navi

[2.2.1] x x x x x Per l’applica- x


[2.2.2] x x x x x zione delle -
prescrizioni
[2.2.3] - x x x x della presente x
[2.2.4] - x x x x sezione 11 x
alle diverse
[2.3] - x x x x x (4)
classi di merci
[2.4] - x x x - pericolose, x (4)
[2.5.1] - x x (1) x - vedere x (4)
[2.5.2] - x x (1) x - x (4)
[2.6] - x x x - -
[2.7.1] x x x x x -
[2.7.2] x x x x x -
[2.8] x x - - x -
[2.9] x x x (2) x x -
[2.10] - - - x (3) x -
[2.11.1] - - - x - -
[2.11.2] - - - x - -

(1) Per le merci pericolose delle classi 4 e 5.1, non si applica ai contenitori per uso generale chiusi.
Per le merci pericolose delle classi 2, 3, 6.1 e 8, quando trasportate in contenitori per uso generale chiusi, il numero dei ricambi
d’aria all’ora può essere ridotto a non meno di due. Ai fini di questa prescrizione, un contenitore cisterna si considera come un
contenitore per uso generale chiuso.
(2) Si applica soltanto ai ponti.
(3) Si applica soltanto ai locali ro-ro chiusi, che non possono essere chiusi ermeticamente.
(4) Nel caso particolare di chiatte idonee a contenere vapori infiammabili o, in alternativa, idonee a scaricare vapori infiammabili
in una posizione sicura al di fuori del compartimento delle chiatte nel quale le stesse sono trasportate, per mezzo di condotte di
ventilazione collegate alle chiatte stesse, la Società, a suo giudizio, può consentire attenuazioni alle prescrizioni della Tabella o
esenzioni dalle stesse.
(5) I locali di categoria speciale devono essere considerati come locali ro-ro chiusi, qualora vengano trasportate merci pericolose.
Ogniqualvolta nella Tabella compare una "x", ciò significa che la relativa prescrizione è applicabile a tutte le classi di merci perico-
lose, come indicato nella riga appropriata della Tab 3, fatta eccezione per quanto indicato nelle note.

Regolamenti RINA 2005 461


Parte C, Cap 4, Sez 11

2.3 Sorgenti di ignizione carico devono essere muniti di un impianto fisso di rivela-
zione e segnalazione di incendi o di un impianto di rivela-
2.3.1 (1/7/2002)
zione fumi mediante prelievo di campioni, che soddisfi alle
Macchinari, apparecchiature e cavi elettrici non devono prescrizioni di cui in Sez 13. Se viene installato un impianto
essere installati in locali da carico chiusi o in zone di ponte di rivelazione fumi mediante prelievo di campioni, partico-
coperte o scoperte per autoveicoli, a meno che ciò non sia lare attenzione deve essere prestata al comma c) di cui in
necessario per motivi operativi, a giudizio della Società. Tut- Sez 13, [10.1.1], al fine di impedire la fuga di esalazioni tos-
tavia, eventuali macchinari ed apparecchiature elettrici siche nelle zone occupate.
installati in detti locali o spazi devono essere di un tipo di
sicurezza certificato (vedere Nota 1) per uso in ambienti
pericolosi ai quali possono essere esposti, a meno che non 2.5 Ventilazione
sia possibile isolare completamente l'impianto elettrico
(mediante la rimozione di un elemento rimovibile diverso 2.5.1 I locali da carico chiusi devono essere provvisti di un
da un fusibile). Gli attraversamenti di ponti e paratie per adeguato impianto di ventilazione meccanica. L'impianto di
cavi elettrici devono essere resi stagni al passaggio di gas o ventilazione deve essere realizzato in modo da effettuare
vapori. L'intero percorso dei cavi ed i cavi entro i locali da almeno sei ricambi d'aria all'ora, riferiti al volume lordo del
carico devono essere protetti contro danneggiamenti da locale, e da estrarre i vapori dalle parti alte o dalle parti
urti. Qualsiasi altra apparecchiatura che possa costituire basse del locale stesso, come appropriato.
una fonte di ignizione di vapori infiammabili non è
ammessa.
2.5.2 I ventilatori e gli estrattori devono essere tali da evi-
Nota 1: Deve essere fatto riferimento alle raccomandazioni tare la possibilità di ignizione di miscele infiammabili di gas
dell"International Electrotechnical Commission" e in particolare e aria. Sulle aperture per l'immissione e lo scarico dell'aria
alla Pubblicazione IEC 60092 relativa alle "Electrical installations in devono essere sistemate adeguate reti di protezione.
ships".
I ventilatori di estrazione devono essere del tipo antiscintilla
2.4 Impianto di rivelazione e segnalazione di in accordo con le prescrizioni di cui in Sez 2, [1.4.4].
incendi
2.5.3 Deve essere prevista una ventilazione naturale nei
2.4.1 I locali ro-ro devono essere muniti di un impianto locali da carico chiusi destinati al trasporto alla rinfusa di
fisso di rivelazione e segnalazione di incendi che soddisfi merci pericolose solide, quando non sia prevista una venti-
alle prescrizioni di cui in Sez 13. Tutti gli altri tipi di locali da lazione meccanica.

Tabella 2 : Applicazione delle prescrizioni alle diverse classi di merci pericolose per navi e per locali da carico
adibiti al trasporto di merci pericolose solide alla rinfusa

Punti Classe
dell’Art. [2] 4.1 4.2 4.3 (1) 5.1 6.1 8 9
[2.2.1] x x - x - - x
[2.2.2] x x - x - - x
[2.3] x x (2) x x (3) - - x (3)
[2.5.1] - x (2) x - - - -
[2.5.2] x (4) x (2) x x (2) (4) - - x (2) (4)
[2.5.3] x x x x x x x
[2.7] x x x x x x x
[2.9] x x x x (2) - - x (5)
(1) I rischi delle merci di questa classe che possono essere trasportate alla rinfusa sono tali da richiedere, oltre alla rispondenza alle
prescrizioni elencate nella presente Tabella, una particolare considerazione da parte della Società circa la costruzione e le
dotazioni della nave considerata.
(2) Si applica soltanto agli agglomerati di semi contenenti estratti con solvente, al nitrato di ammonio e ai fertilizzanti contenenti
nitrato di ammonio.
(3) Si applica soltanto al nitrato di ammonio e ai fertilizzanti contenenti nitrato di ammonio. Tuttavia è sufficiente un grado di pro-
tezione secondo gli standard contenuti nell’”International Electrotechnical Commission, publication 79 - Electrical Apparatus
for Explosive Gas Atmospheres” .
(4) Sono richieste soltanto idonee protezioni mediante reticelle di filo metallico.
(5) Sono sufficienti le prescrizioni del “Code of Safe Practice for Solid Bulk Cargoes” adottato con Risoluzione IMO A.434 (XI),
come emendata.

462 Regolamenti RINA 2005


Tabella 3 : Applicazione delle prescrizioni alle diverse classi di merci pericolose fatta eccezione per le merci pericolose solide alla rinfusa (1/7/2004)

Classi

3 6.1 8
3 6.1 8
liquidi liquidi liquidi

Regolamenti RINA 2005


da 1.1 liquidi 6.1 liquidi 6.1 8 liquidi 8
Punti di 1.4S 2.1 2.2 2.3 >23°C 4.1 4.2 4.3 5.1 5.2 >23°C >23°C 9
a 1.6 ≤ 23 liquidi <23°C solidi liquidi <23°C solidi
[2] ≤61°C ≤61°C ≤61°C
°C (5) (5) (5)
(5) (5) (5)

[2.2.1] x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x
[2.2.2] x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x
[2.2.3] x - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -
[2.2.4] x - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -
[2.3] x - x - - x - - - - - - - x - - - x - - -
[2.4] x x x x x x x x x x x - x x x x x x x x -
[2.5.1] - - x - x x - x (1) x (1) x x (1) - - x x x (3) - x x - x (1)
[2.5.2] - - x - - x - - - - - - - x x - - x x - -
[2.6] - - - - - x - - - - - - x x x - - x - - -
[2.7] - - x x x x x x x x x x x x x x x x x x x (4)
[2.8] - - - - - x x x x x x - - x x - - x x - -
[2.9] x (2) - x x x x x x x x x (2) - - x x - - x x - -
[2.10] x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x
[2.11.1] x x x x x x x x x x x (6) x x x x x x x x x x
[2.11.2] x x x x x x x x x x x (6) x x x x x x x x x x

(1) Quando dall’”International Maritime Dangerous Goods Code” (IMDG Code), come emendato, sono prescritti “locali con ventilazione meccanica”.
(2) In tutti i casi le merci devono essere stivate alla distanza di 3 m , in direzione orizzontale, dalle delimitazioni dei locali macchine.
(3) Si fa riferimento all’”International Maritime Dangerous Goods Code”, come emendato.
(4) Come appropriato per le merci che vengono trasportate.
(5) Si riferisce al punto di infiammabilità
(6) In accordo con le disposizioni dell’”International Dangerous Goods Code” (IMDG Code), come emendato, è vietato lo stivaggio delle merci pericolose della Classe 5.2 sotto il ponte
o in locali ro-ro chiusi.

463
Parte C, Cap 4, Sez 11
Parte C, Cap 4, Sez 11

2.6 Impianto di sentina 2.7.2 (1/7/2002)


Devono esservi a bordo almeno due apparecchi autorespi-
2.6.1 Nel caso in cui vengano trasportati liquidi infiamma- ratori in aggiunta a quelli prescritti in Sez 7, [9].
bili o tossici in locali da carico chiusi, l'impianto di sentina
deve essere progettato in modo da prevenire il pompaggio Devono esservi due cariche di ricambio idonee per l'uso
involontario di tali liquidi attraverso tubolature o pompe con gli apparecchi autorespiratori per ciascun apparecchio
ubicate nel locale macchine. Quando la nave trasporta ele- autorespiratore richiesto. Le navi da passeggeri che traspor-
vati quantitativi di detti liquidi, deve essere valutata la tano non più di 36 passeggeri e le navi da carico provviste
necessità di provvedere mezzi addizionali di drenaggio per i di mezzi adeguatamente ubicati per la completa ricarica
locali destinati al loro trasporto. Tali mezzi devono essere a delle bombole d'aria senza contaminazione possono essere
soddisfazione della Società. provviste di una sola carica di ricambio per ciascun appa-
recchio autorespiratore richiesto.
2.6.2
a) I locali da carico destinati al trasporto di liquidi infiam-
2.8 Estintori di incendio portatili
mabili con punto d'infiammabilità inferiore a 23°C o di
liquidi tossici devono essere muniti di un impianto fisso
2.8.1 Nei locali da carico devono esservi estintori di incen-
di drenaggio delle sentine, indipendente o separato
dio portatili per una capacità complessiva di almeno 12 kg
dall'impianto di sentina nel locale macchine e sistemato
di polvere o equivalente. Tali estintori devono essere in
fuori dal locale macchine stesso. Se viene installato un
aggiunta a qualsiasi altro estintore portatile prescritto da
impianto singolo di drenaggio delle sentine completa-
altre norme del presente capitolo.
mente indipendente dal locale macchine, l'impianto
stesso deve soddisfare alle prescrizioni di cui al Cap 1,
Sez 10. 2.9 Coibentazione delle delimitazioni dei
b) Se l'impianto di drenaggio delle sentine è addizionale locali macchine
rispetto a quello servito dalle pompe nel locale mac-
chine, la portata dell'impianto non deve essere inferiore 2.9.1 Le paratie costituenti delimitazioni tra i locali da
carico e i locali macchine di categoria A devono avere
a 10 m3/h, per ciascun locale da carico servito. Se
grado di integrità al fuoco di Classe A-60, salvo il caso in cui
l'impianto addizionale serve più di un locale da carico,
le merci pericolose vengano stivate a una distanza orizzon-
non è necessario che la portata superi 25 m3/h. Non è
tale non inferiore a 3 m da dette paratie. Le altre delimita-
necessario che l'impianto addizionale di sentina sia
zioni tra detti locali devono avere grado di integrità al fuoco
sistemato con ridondanza.
di Classe A-60.
c) Ogniqualvolta vengano trasportati liquidi infiammabili o
liquidi tossici, la tubolatura di sentina che entra nel
locale macchine deve essere separata mediante la siste-
2.10 Impianto ad acqua spruzzata
mazione di una flangia cieca o mediante una valvola
2.10.1 Ogni locale ro-ro aperto avente un ponte sopra-
bloccata chiusa.
stante ed ogni locale considerato locale ro-ro chiuso che
d) I locali chiusi fuori dai locali macchine contenenti le non possa essere chiuso ermeticamente deve essere provvi-
pompe di sentina che servono i locali da carico destinati sto di un impianto fisso ad acqua spruzzata sotto pressione
al trasporto di liquidi infiammabili o tossici devono a comando manuale approvato. L'impianto deve proteggere
essere provvisti di ventilazione meccanica separata con tutte le parti di qualsiasi ponte e piattaforma per autoveicoli
almeno 6 ricambi d'aria all'ora. Se a tale locale si in detti locali. La Società può permettere la sistemazione di
accede da un altro locale chiuso, la porta deve essere a qualsiasi altro impianto fisso di estinzione incendi che abbia
chiusura automatica. dimostrato, a seguito di prova in scala reale, di essere non
e) Se il drenaggio di sentina dei locali da carico viene effet- meno efficace. Tuttavia le sistemazioni di esaurimento e di
tuato per gravità, il drenaggio deve essere portato diret- prosciugamento devono essere tali da evitare la formazione
tamente fuori bordo o ad una cassa di drenaggio chiusa di specchi liquidi liberi. L'impianto di drenaggio deve essere
sistemata fuori dai locali macchine. La cassa deve essere dimensionato per esaurire non meno del 125% della por-
munita di un tubo di sfogo gas che scarichi in una posi- tata complessiva di entrambe le pompe dell'impianto di
zione sicura sul ponte scoperto. Il drenaggio da uno acqua spruzzata e del prescritto numero di boccalini delle
spazio per il carico nei pozzi di sentina in uno spazio manichette antincendio. Le valvole dell'impianto di drenag-
inferiore è consentito solo se detto spazio soddisfa gli gio devono poter essere manovrate dal di fuori del locale
stessi requisiti dello spazio per il carico superiore. protetto, da una posizione in prossimità dei comandi
dell'impianto di estinzione incendi. I pozzetti di sentina
devono essere capaci di contenere una sufficiente quantità
2.7 Mezzi di protezione individuale
d'acqua e devono essere ubicati presso il fasciame del
fianco della nave ad una distanza l'uno dall'altro di non più
2.7.1 In aggiunta agli equipaggiamenti da vigile del fuoco
di 40 m in ciascun compartimento stagno.
prescritti in Sez 7, [9], devono esservi a bordo quattro cor-
redi di indumenti protettivi completi, resistenti all'attacco Se ciò non fosse possibile, nella valutazione delle condizioni
dei prodotti chimici. L'indumento protettivo deve coprire di stabilità della nave deve essere tenuto conto degli effetti
tutta la pelle in modo da proteggere qualsiasi parte del sfavorevoli sulla stabilità dovuti al peso aggiuntivo e agli
corpo. specchi liberi dell'acqua, come stabilito dalla Società

464 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 4, Sez 11

all'atto dell'approvazione delle informazioni sulla stabilità contiguo. La separazione deve essere tale da ridurre al
(vedere Nota 1). minimo il passaggio di vapori e liquidi pericolosi tra tali
Nota 1: Deve essere fatto riferimento alla "Recommendation on spazi. In alternativa, tale separazione può non essere previ-
fixed fire-extinguishing systems for special category spaces" (Resol- sta se le sistemazioni dei locali ro-ro chiusi sono conformi a
lution A.123 (V)) quelle prescritte per le merci pericolose trasportate nel
ponte scoperto contiguo.
2.11 Separazione dei locali ro-ro
2.12 Documento di conformità
2.11.1 Sulle navi con locali ro-ro, deve essere prevista una 2.12.1 (1/7/2002)
separazione tra un locale ro-ro chiuso e un locale ro-ro La Società rilascerà alla nave un idoneo documento che
aperto contiguo. La separazione deve essere tale da ridurre attesti la conformità della costruzione e dell’equipaggia-
al minimo il passaggio di vapori e liquidi pericolosi tra tali mento con le prescrizioni della presente Sezione. La certifi-
locali. In alternativa, tale separazione può non essere previ- cazione relativa alle merci pericolose non è richiesta,
sta se il locale ro-ro viene considerato come un locale da eccetto che, per i carichi solidi pericolosi alla rinfusa, per
carico chiuso per tutta la sua lunghezza e se esso soddisfa quei carichi specificati come di classe 6.1 e 7 dall’IMDG
completamente le relative norme particolari della presente Code dell’IMO e per merci pericolose in quantità limitata.
sezione. Nota 1: Deve essere fatto riferimento al “Document of Com-
pliance” con le speciali prescrizioni per navi che trasportano merci
2.11.2 Sulle navi con locali ro-ro, deve essere prevista una pericolose, in accordo con le disposizioni della Regola II-2/54
separazione tra un locale ro-ro chiuso e il ponte scoperto della Convenzione SOLAS 1974, come emendata (MSC/Circ. 642).

Regolamenti RINA 2005 465


Parte C, Cap 4, Sez 12

SEZIONE 12 PROTEZIONE DEI LOCALI PER AUTOVEICOLI E


DEI LOCALI RO-RO

1 Generalità • Locali ro-ro e locali per autoveicoli chiusi, diversi da


locali di categoria speciale, per navi che trasportano
non più di 36 passeggeri: 6 ricambi d'aria all'ora
1.1 Campo di applicazione
b) Navi da carico: 6 ricambi d'aria all'ora
1.1.1 In aggiunta alle prescrizioni di cui alle altre sezioni
La Società può richiedere un numero maggiore di ricambi
del presente capitolo come appropriato, i locali per autovei-
d'aria durante le fasi d'imbarco e sbarco degli autoveicoli.
coli, di categoria speciale e ro-ro, devono soddisfare le pre-
scrizioni della presente sezione. 2.1.2 Caratteristiche degli impianti di ventilazione
a) Nelle navi da passeggeri, l'impianto prescritto in [2.2.1]
1.2 Principi fondamentali per le navi da pas- deve essere indipendente da altri impianti di ventila-
seggeri zione e deve essere sempre in funzione quando in detti
locali vi sono autoveicoli. Le condotte di ventilazione e
1.2.1 Il principio fondamentale sul quale sono basate le
di estrazione che servono tali locali che possono essere
norme della presente sezione è che, poiché l'usuale suddivi-
chiusi ermeticamente devono essere separate per cia-
sione in zone verticali può non essere realizzabile per i
scun locale. L'impianto di ventilazione deve poter essere
locali autoveicoli delle navi da passeggeri, per tali locali
comandato da una posizione esterna a tali locali.
deve essere realizzata una protezione equivalente sulla base
di un concetto di zona orizzontale e della sistemazione di b) Nelle navi da carico, le macchine di ventilazione
un efficiente impianto fisso di estinzione incendi. Sulla base devono di norma essere mantenute sempre in funzione
di tale concetto, una zona orizzontale, ai fini della presente per tutto il tempo in cui i veicoli sono a bordo. Qualora
sezione, può comprendere locali di categoria speciale ciò risultasse non pratico, l'impianto può essere fatto
situati su più di un ponte, a condizione che l'altezza totale funzionare ogni giorno per un limitato periodo di
netta utilizzata per gli autoveicoli non sia superiore a 10 m. tempo, secondo quanto può essere consentito dalle
condizioni meteomarine, e in ogni caso per un ragione-
1.2.2 Il principio fondamentale di cui in [1.2.1] si applica vole periodo di tempo, prima dello sbarco dei veicoli, in
anche ai locali ro-ro. modo che, dopo tale operazione, il locale ro-ro risulti
libero da gas. A tal fine devono essere previsti uno o più
1.2.3 Le norme per gli impianti di ventilazione, per le aper- rivelatori portatili di vapori combustibili. L'impianto di
ture e i passaggi in divisioni di Classe A date nel presente ventilazione deve essere completamente separato da
capitolo per preservare l'integrità delle zone verticali princi- altri impianti di ventilazione. Le condotte di ventilazione
pali devono essere applicate ugualmente ai ponti e alle e di estrazione serventi locali ro-ro che possono essere
paratie che costituiscono le delimitazioni separanti le zone ermeticamente chiusi devono essere separate per cia-
orizzontali tra loro e dal resto della nave. scun locale da carico. L'impianto di ventilazione deve
poter essere comandato da una posizione esterna a tali
2 Precauzioni contro l'ignizione di locali.
vapori infiammabili nei locali per c) La ventilazione deve essere tale da impedire stratifica-
autoveicoli chiusi, nei locali ro-ro zioni e/o formazioni di sacche d'aria.
chiusi e nei locali di categoria spe- d) I ventilatori devono soddisfare le prescrizioni di cui in
ciale Sez 2, [1.4.4].

2.1.3 Dispositivi di segnalazione per gli impianti di


2.1 Impianti di ventilazione ventilazione
2.1.1 Portata degli impianti di ventilazione Devono essere previsti dispositivi sul ponte di comando che
Deve essere previsto un efficace impianto di ventilazione segnalino ogni interruzione o riduzione della capacità di
meccanica in grado di effettuare almeno i seguenti ricambi ventilazione prescritta.
d'aria:
2.1.4 Sistemazioni per la chiusura e condotte per la
a) Navi da passeggeri ventilazione
• Locali di categoria speciale: 10 ricambi d'aria all'ora a) Devono essere previste sistemazioni per il rapido arresto
• Locali ro-ro e locali per per autoveicoli chiusi diversi e per l'efficace intercettazione dell'impianto di ventila-
da locali di categoria speciale per navi che traspor- zione dal di fuori del locale, in caso di incendio,
tano più di 36 passeggeri: 10 ricambi d'aria all'ora tenendo conto delle condizioni meteomarine.

466 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 4, Sez 12

b) Le condotte di ventilazione, comprese le serrande, entro 2.5 Ombrinali e scarichi di sentina


una zona orizzontale comune, devono essere di acciaio.
Nelle navi da passeggeri, le condotte di ventilazione che 2.5.1 Gli ombrinali non devono scaricare nei locali mac-
passano attraverso altre zone orizzontali o i locali mac- chine o in altri locali dove possano essere presenti fonti di
chine devono essere costruite in acciaio e coibentate in ignizione.
Classe A-60, in accordo con quanto richiesto nei commi
a) e b) di cui in Sez 6, [6.2]. 3 Rivelazione e segnalazione di
2.1.5 Aperture permanenti di ventilazione
incendi
Le aperture permanenti di ventilazione nel fasciame laterale, 3.1 Impianti fissi di rivelazione e segnala-
nelle estremità o nel ponte di copertura dei locali devono
zione di incendi
essere situate in modo tale che un incendio nel locale da
carico non crei pericolo per le aree di posizionamento dei 3.1.1 Ad eccezione di quanto disposto in [3.3.1], deve
mezzi collettivi di salvataggio e per le aree di imbarco sugli essere previsto un impianto fisso di rivelazione e segnala-
stessi nonché per i locali di alloggio, i locali di servizio e le zione di incendi che soddisfi alle prescrizioni di cui in
stazioni di comando nelle sovrastrutture e nelle tughe sopra Sez 13. L'impianto fisso di rivelazione di incendi deve
i locali da carico. essere in grado di rivelare rapidamente l'inizio di un incen-
dio. Il tipo di rivelatori e la loro spaziatura e ubicazione
2.2 Macchinari, apparecchiature e cavi elet- devono essere a soddisfazione della Società, tenendo conto
trici dell'effetto della ventilazione e di altri fattori pertinenti.
Dopo la sua installazione, l'impianto deve essere provato
2.2.1 (1/7/2002) nelle condizioni normali di ventilazione e deve dare un
Ad eccezione di quanto disposto in [2.2.2], macchinari, tempo di risposta globale a soddisfazione della Società.
apparecchiature e cavi elettrici devono essere di un tipo di
sicurezza riconosciuto idoneo per l'impiego in miscele 3.2 Impianto di rivelazione fumi mediante
esplosive di benzina ed aria. (vedere Nota 1). prelievo di campioni
Nota 1: Deve essere fatto riferimento alle raccomandazioni
3.2.1 Eccetto nei locali ro-ro aperti, locali per autoveicoli
dell"International Electrotechnical Commission" e in particolare
alla Pubblicazione IEC 60079.
aperti e locali di categoria speciale, in alternativa
all'impianto fisso di rivelazione e segnalazione di incendi di
2.2.2 (1/7/2002) cui in [3.1], può essere permessa la sistemazione di un
Nel caso di locali diversi da locali di categoria speciale posti impianto di rivelazione fumi mediante prelievo di campioni
al di sotto del ponte delle paratie, nonostante le prescrizioni che soddisfi alle prescrizioni di cui in Sez 13.
di cui in [2.2.1], sono ammessi in alternativa macchinari e
apparecchiature elettrici di tipo racchiuso e protetto in 3.3 Locali di categoria speciale
modo da impedire la fuoriuscita di scintille, ad un'altezza di 3.3.1 (1/7/2002)
almeno 450 mm al di sopra del ponte o di ciascuna even- Deve essere mantenuto un servizio di ronda efficace nei
tuale piattaforma per veicoli, eccettuate le piattaforme con locali di categoria speciale. Tuttavia, se l'efficace servizio di
aperture di dimensioni sufficienti per permettere la penetra- ronda è mantenuto mediante una guardia continua antin-
zione dei vapori di benzina verso il basso, a condizione che cendio in qualsiasi momento durante il viaggio, l'impianto
l'impianto di ventilazione sia progettato e funzioni in modo fisso di rivelazione e segnalazione di incendi può non essere
da garantire una ventilazione continua dei locali da carico richiesto.
con un numero di ricambi d'aria all'ora non inferiore a 10
per tutto il tempo in cui i veicoli sono a bordo. 3.3.2 (1/7/2002)
Devono essere sistemati avvisatori d'incendio a comando
manuale in numero tale che ogni parte dello spazio non sia
2.3 Macchinari, apparecchiature e cavi elet- distante da un avvisatore più di 20 m; un avvisatore deve
trici entro condotte di estrazione d'aria essere posizionato vicino ad ogni sfuggita dai locali.

2.3.1 Macchinari, apparecchiature e cavi elettrici, se siste-


4 Protezione strutturale
mati entro condotte di estrazione d'aria, devono essere di
un tipo di sicurezza approvato per l'impiego in miscele
esplosive di benzina ed aria, e lo scarico da ogni condotta 4.1 Generalità
di estrazione d'aria deve essere situato in una posizione
4.1.1 Nonostante le prescrizioni di cui in Sez 6, [1.2], sulle
sicura in relazione ad altre possibili sorgenti di ignizione.
navi da passeggeri che trasportano più di 36 passeggeri le
paratie ed i ponti che delimitano i locali di categoria spe-
2.4 Altre sorgenti di ignizione ciale e i locali ro-ro devono essere coibentati con grado di
integrità al fuoco di Classe A-60. Tuttavia nel caso in cui uno
2.4.1 Altri macchinari ed apparecchiature che possono spazio di categoria (5), (9) o (10), come definite in Sez 6,
costituire una fonte di ignizione di vapori infiammabili non [1.2], sia situato su un lato della divisione, la classe può
sono permessi. essere ridotta ad A-0. Nel caso in cui casse del combustibile

Regolamenti RINA 2005 467


Parte C, Cap 4, Sez 12

liquido siano situate sotto un locale di categoria speciale o 5.1.4 (1/7/2002)


un locale ro-ro, il ponte tra tali spazi può essere di classe
A-0. Quando siano previsti impianti fissi di estinzione incendi ad
acqua spruzzata sotto pressione, in considerazione della
sensibile perdita di stabilità che potrebbe derivare
5 Estinzione degli incendi dall'accumularsi di grandi quantità d'acqua sul ponte o sui
ponti durante il funzionamento del detto tipo di impianto
5.1 Impianti fissi di estinzione incendi fisso di estinzione incendi, devono essere ottemperate le
seguenti prescrizioni:
5.1.1 Locali per autoveicoli e locali da ro-ro che non siano
locali di categoria speciale e che possano essere ermetica- a) Navi da passeggeri
mente chiusi da una posizione esterna ai locali da carico, 1) negli spazi al di sopra del ponte delle paratie,
devono essere provvisti di un impianto fisso di estinzione devono essere sistemati ombrinali atti ad assicurare
incendi a gas, rispondente alle prescrizioni di cui in Sez 13, che l'acqua di detto impianto sia rapidamente e
eccetto che: direttamente scaricata fuori bordo;
a) se è sistemato un impianto ad anidride carbonica, la
quantità di gas disponibile deve essere almeno suffi- 2)
ciente a fornire un volume di gas libero uguale almeno
• nelle navi da passeggeri ro-ro, le valvole di sca-
al 45% del volume lordo del più grande dei locali da
rico per gli ombrinali, munite di mezzi di chiu-
carico che possa essere ermeticamente chiuso.
sura diretti, manovrabili da un punto situato
L'impianto deve essere tale da assicurare un' immissione
sopra il ponte delle paratie, secondo quanto pre-
di gas nel locale in modo che almeno 2/3 del gas richie-
scritto dalla Convenzione Internazionale sulle
sto venga scaricato in 10 min;
linee di massimo carico in vigore, devono essere
b) ogni altro tipo di impianto fisso di estinzione incendi, a lasciate aperte durante la navigazione
gas inerte o a schiuma ad alta espansione, può essere
accettato purché assicuri una protezione equivalente a • tutte le manovre delle valvole di cui al prece-
giudizio della Società; dente punto devono essere annotate nel giornale
di bordo;
c) in alternativa, può essere installato un impianto rispon-
dente alle prescrizioni di cui in [5.1.2]. 3) negli spazi situati al di sotto del ponte delle paratie,
5.1.2 (1/1/2005) la Società può richiedere l'installazione di mezzi di
esaurimento e di prosciugamento in aggiunta a
I locali ro ro ed i locali per autoveicoli che non possano quelli prescritti in Cap 1, Sez 10 e in Parte E,
essere chiusi ermeticamente nonchè i locali di categoria Capitolo 11.
speciale devono essere dotati di un impianto fisso di estin-
zione incendi ad acqua spruzzata sotto pressione appro- b) nelle navi da carico, gli impianti di esaurimento e pro-
vato (vedere la Nota 1) che possa essere usato sciugamento devono essere tali da impedire la forma-
manualmente e che protegga tutte le parti di qualsiasi ponte zione di specchi liquidi liberi. L'impianto di drenaggio
e piattaforma per autoveicoli in tali locali. Tale impianto deve essere dimensionato per esaurire non meno del
deve avere: 125% della portata complessiva di entrambe le pompe
a) un manometro sul collettore delle valvole; dell'impianto di acqua spruzzata e del prescritto
numero di boccalini delle manichette antincendio. Le
b) una chiara segnalazione su ciascuna valvola del collet- valvole dell'impianto di drenaggio devono poter essere
tore che indichi i locali serviti; manovrate dal di fuori del locale protetto, da una posi-
c) istruzioni per la manutenzione e il funzionamento siste- zione in prossimità dei comandi dell'impianto di estin-
mate nel locale valvole; e zione incendi. I pozzetti di sentina devono essere
capaci di contenere una sufficiente quantità d'acqua e
d) un numero sufficiente di valvole di drenaggio.
devono essere ubicati presso il fasciame del fianco della
Nota 1: Si fa riferimento alla "Recommendation on fixed fire-extin- nave ad una distanza l'uno dall'altro di non più di 40 m
guishing systems for special cargo spaces" adottata dall'IMO con la in ciascun compartimento stagno. Se ciò non fosse pos-
Risoluzione A.123(V). sibile, nella valutazione delle condizioni di stabilità della
5.1.3 (1/1/2005) nave deve essere tenuto conto degli effetti sfavorevoli
La Società può permettere la sistemazione di qualsiasi altro sulla stabilità dovuti al peso aggiuntivo e agli specchi
impianto fisso di estinzione incendi (vedere la Nota 1) che liberi dell'acqua, come stabilito dalla Società all'atto
abbia evidenziato, a seguito di prova in scala reale simu- dell'approvazione delle informazioni sulla stabilità
lante l'incendio di uno spandimento di benzina in un locale (vedere la Nota 1). Le informazioni su tali effetti sfavore-
per autoveicoli o in un locale ro-ro, che esso non è meno voli devono essere incluse nelle Istruzioni al Coman-
efficace nello spegnere incendi che possano verificarsi in tali dante sulla stabilità della nave, come richiesto in
locali. Parte B, Cap 3, Sez 2, [1.1.1].

Nota 1: Si fa riferimento alle "Guidelines when approving alterna- Nota 1: Si fa riferimento alla "Recommendation on fixed fire-extin-
tive fixed water-based fire-fighting systems for use in special cate- guishing systems for special cargo spaces" adottata dall'IMO
gory spaces" (MSC/Circ.914). con la Risoluzione A.123(V).

468 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 4, Sez 12

5.2 Estintori da incendio portatili 5.2.2 (1/7/2002)


In aggiunta alle prescrizioni di cui in [5.2.1], nei locali ro-ro
5.2.1 (1/7/2002) e nei locali di categoria speciale destinati al trasporto di
autoveicoli con il serbatoio contenente combustibile per la
Devono essere sistemati, a livello di ciascun ponte per auto-
loro propulsione, devono essere provviste le seguenti appa-
veicoli in qualsiasi stiva o compartimento in cui possano
recchiature antincendio:
essere trasportati autoveicoli, estintori portatili, idonei per lo
spegnimento di incendi di combustibile liquido, posizionati a) almeno tre lance per la nebulizzazione dell'acqua; e
a distanza non superiore a 20 m l'uno dall'altro, su b) un apparecchio schiumogeno portatile, soddisfacente
entrambi i lati della nave. Uno di tali estintori deve essere alle norme di cui in Sez 13 devono comunque essere
posizionato in corrispondenza di ciascun ingresso dei locali disponibili a bordo della nave, per l'uso nei locali ro-ro,
per autoveicoli. almeno due di tali apparecchi schiumogeni.

Regolamenti RINA 2005 469


Parte C, Cap 4, Sez 13

SEZIONE 13 IMPIANTI DI SICUREZZA CONTRO GLI INCENDI

1 Genetalità 2 Raccordo internazionale per il colle-


gamento a terra
1.1 Campo di applicazione
2.1 Caratteristiche tecniche
1.1.1 La presente sezione si applica agli impianti di estin-
2.1.1 Dimensioni standard
zione incendi prescritti nelle altre sezioni del presente capi-
tolo. Le flange del raccordo internazionale per il collegamento a
terra devono avere le dimensioni standard specificate nella
Tab 1 (vedere anche Fig 1).
1.2 Uso di agenti estinguenti tossici
Figura 1 : Raccordo internazionale per il collega-
1.2.1 (1/7/2002) mento a terra
Non è ammesso l'uso di agenti estinguenti che, a giudizio
della Società, sia di per sé, sia in alcune condizioni di
impiego previste, emettono gas, liquidi o altre sostanze tos-
siche in quantità tali da danneggiare le persone.

1.3 Informazioni ed istruzioni


> 14,5

1.3.1 (1/7/2002)

Devono essere affisse targhette su tutti i dispositivi (valvole,


rubinetti, avviatori, etc.) degli impianti antincendio che
richiedono una manovra per la loro attuazione.

Tali targhette devono essere di materiale resistente alla cor-


rosione da parte dell'atmosfera marina e devono indicare le
principali operazioni da eseguire in caso di incendio. Le
valvole di distribuzione devono essere marcate per indicare
chiaramente i compartimenti verso i quali le diverse dira-
mazioni sono dirette e devono essere provviste di segnala-
19

zioni di aperto e chiuso.

In corrispondenza di ciascuna ubicazione dei comandi


degli impianti di estinzione incendi a gas, vi devono essere
chiare istruzioni relative al funzionamento dell'impianto,
tenendo presente la sicurezza del personale.

Manualetti di istruzione o schizzi che spieghino chiara- 64


mente lo schema operativo di ciascun impianto di estin-
132
zione incendi devono essere disponibili e collocati in posti
ben visibili. 178

Nota 1: Detti manualetti o schizzi possono far parte del manuale di


addestramento prescritto dalla Regola II-2/15 della Convenzione 2.1.2 Materiali e accessori (1/7/2002)
SOLAS 1974, come emendata. Il raccordo deve essere di acciaio o di altro materiale equi-
valente e deve essere progettato per una pressione di eserci-
zio di 1,0 MPa. La flangia da un lato deve avere una
1.4 Materiali e criteri di progettazione
superficie piana e dall'altro deve essere permanentemente
1.4.1 (1/7/2002) collegata ad un accoppiatoio adattabile alle prese da incen-
dio ed alle manichette della nave. Il raccordo deve essere
Salvo quando diversamente stabilito, per i materiali e per i conservato a bordo della nave insieme a una guarnizione di
criteri di progettazione delle tubolature e dei relativi acces- materiale adatto a sopportare una pressione di esercizio di
sori, si deve fare riferimento al Cap 1, Sez 10. 1,0 MPa ed insieme a 4 bulloni da 16 mm di diametro e

470 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 4, Sez 13

50 mm di lunghezza, 4 dadi da 16 mm di diametro e 8 ron- la quale viene sottoposto ad un carico statico di 3,5 kN
delle. per 5 minuti. Inoltre il cavo di sicurezza deve avere un
carico minimo di rottura di 10 kN. Il cavo di sicurezza
Tabella 1 : Dimensioni standard deve essere collegabile per mezzo di un moschettone ai
finimenti dell'apparecchio o ad una cintura separata, in
Descrizione Dimensioni modo che l'apparecchio di respirazione non possa in
alcun caso staccarsi quando si manovra il cavo di sicu-
Diametro esterno 178 mm rezza.
Diametro interno 64 mm Il cavo di sicurezza ed i relativi accessori (redance,
ganci, etc.) destinati ad essere impiegati in zone perico-
Diametro della circonfe- 132 mm
lose per la presenza di gas devono essere di materiali
renza passante per i cen-
tali che non diano origine a scintille.
tri dei fori per i bulloni
Feritoie nella flangia 4 fori equidistanti da 19 mm di 3.2 Apparecchi di respirazione portatili di
diametro sulla circonferenza pas-
sante per i centri dei fori per i bul-
emergenza (EEBD)
loni del diametro suddetto, 3.2.1 (1/7/2002)
prolungati con feritoia fino a) Un (EEBD) è un apparecchio alimentato con aria o ossi-
all’orlo della flangia geno, usato solamente per la fuga da un compartimento
Spessore della flangia minimo 14,5 mm con atmosfera pericolosa.
Bulloni e dadi 4, ciascuno del diametro di 16 b) Gli EEBD non devono essere usati per combattere
mm e della lunghezza di 50 mm incendi, per entrare in cisterne o spazi vuoti poveri di
ossigeno o per essere indossati dai vigili del fuoco. Per
tali usi deve essere impiegato un apparecchio autorespi-
3 Protezione individuale ratore che sia idoneo per ciascuna specifica applica-
zione.
3.1 Particolari tecnici
3.2.2 Definizioni (1/7/2002)
3.1.1 Equipaggiamento da vigile del fuoco Ai fini delle prescrizioni del presente punto [3.2] si appli-
(1/7/2002)
cano le seguenti definizioni:
Un equipaggiamento da vigile del fuoco deve comprendere
un corredo individuale e un apparecchio di respirazione. a) Protezione facciale significa una protezione della faccia
progettata per garantire una completa tenuta attorno
a) Corredo individuale
agli occhi, al naso ed alla bocca e che è fissata nella
Il corredo individuale deve essere composto da: posizione dovuta mediante idonei mezzi di fissaggio.
1) Un indumento protettivo, di un materiale che pro- b) Cappuccio significa una copertura della testa che copra
tegga la pelle dal calore radiante del fuoco e dalle completamente la testa, il collo e che possa coprire
bruciature o scottature da vapore. Il suo strato anche parte delle spalle.
esterno deve essere resistente all'acqua.
c) Atmosfera pericolosa significa una atmosfera che possa
2) Stivali e guanti di gomma o altro materiale non con- risultare immediatamente nociva per la vita o la salute
duttore di elettricità. delle persone.
3) Un casco rigido che assicuri una protezione efficace
contro gli urti. 3.2.3 Dettagli (1/7/2002)
4) Una lampada elettrica di sicurezza (lampada porta- a) Un EEBD deve avere un autonomia di servizio di
tile) di tipo approvato, con periodo minimo di fun- almeno 10 minuti.
zionamento di tre ore. b) Un EEBD deve comprendere un cappuccio o una prote-
5) Un'ascia a soddisfazione della Società. zione facciale completa, come appropriato, per proteg-
b) Apparecchio di respirazione gere gli occhi, il naso e la bocca durante la fuga. I
cappucci e le protezioni facciali devono essere costruiti
Gli apparecchi di respirazione devono essere apparec- di materiali resistenti alla fiamma e devono compren-
chi autorespiratori funzionanti ad aria compressa, con dere una finestrella pulita per poter vedere.
bombole d'aria compressa contenenti almeno 1200 l di
aria libera, oppure altri tipi di apparecchi autorespiratori c) Un EEBD non in uso deve essere capace di essere tra-
in grado di funzionare per almeno 30 min. Tutte le bom- sportato avendo le mani libere.
bole di aria compressa per gli apparecchi autorespiratori d) Un EEBD, quando immagazzinato, deve essere efficace-
devono essere intercambiabili. mente protetto dall'ambiente che lo circonda.
c) Cavo di sicurezza e) Brevi istruzioni o diagrammi che illustrino il funziona-
Per ogni apparecchio di respirazione deve essere provvi- mento degli apparecchi devono essere chiaramente
sto un cavo di sicurezza resistente al fuoco, di almeno stampati sugli apparecchi stessi. La procedura per indos-
30 metri di lunghezza. Il cavo di sicurezza deve supe- sare gli apparecchi deve essere rapida ed agevole in
rare senza rompersi una prova di accettazione durante modo da permetterne l'uso in situazioni in cui c'è poco

Regolamenti RINA 2005 471


Parte C, Cap 4, Sez 13

tempo disponibile per mettersi in salvo da una atmo- tubo di discarica dalle valvole di sicurezza che con-
sfera pericolosa. duca direttamente all'aria aperta.
3.2.4 (1/7/2002) 2) Devono essere previsti mezzi con i quali l'equipag-
Su ciascun EEBD devono essere stampati le istruzioni per la gio possa controllare, senza rischi, la quantità
manutenzione, il marchio del fabbricante ed il numero di dell'agente estinguente nei contenitori.
matricola, durata di vita e data di fabbricazione ed il nome 3) I suddetti contenitori e tutti i componenti in pres-
dell'Autorità che lo ha approvato. Tutte le unità EEBD desti- sione ad essi associati devono essere progettati sulla
nate all’addestramento devono essere chiaramente identifi- base di norme per recipienti in pressione ritenute
cate. accettabili dalla Società, in relazione alla loro ubica-
zione ed alla massima temperatura ambiente previ-
4 Apparecchi portatili di estinzione sta in esercizio.
incendi b) Prescrizioni per l'installazione
1) La sistemazione delle tubolature di distribuzione
4.1 Caratteristiche tecniche dell'agente estinguente ed il posizionamento degli
ugelli erogatori devono essere tali da assicurare una
4.1.1 Estintori d'incendio (1/7/2002) efficace distribuzione dell'agente estinguente stesso.
a) Quantità di agente estinguente 2) Eccetto quando diversamente ammesso dalla
1) Ciascun estintore a polvere o ad anidride carbonica Società, i contenitori in pressione per lo stoccaggio
deve avere una capacità di almeno 5 kg e ciascun di agenti estinguenti, diversi dal vapore, devono
estintore a schiuma deve avere una capacità di essere sistemati fuori dai locali protetti, in accordo
almeno 9 litri. Tutti gli estintori portatili non devono con quanto stabilito in Sez 7, [3.3].
avere una massa superiore a 23 kg e devono avere
3) Devono essere tenuti a bordo pezzi di rispetto per
una capacità di estinguere gli incendi almeno equi-
gli impianti, in numero e tipo adeguato a soddisfa-
valente a quella di un estintore del tipo a liquido da
zione della Società.
9 litri.
c) Prescrizioni per gli impianti di comando
2) L'equivalenza fra gli estintori d'incendio è stabilita
dalla Società. 1) Le tubolature necessarie per convogliare l'agente
estinguente nei locali protetti devono essere dotate
b) Ricarica
di valvole o rubinetti di comando contrassegnati in
Per la ricarica devono essere usati solo ricambi appro- modo da indicare chiaramente i compartimenti ai
vati per lo specifico tipo di estintore. quali le tubolature sono dirette. Devono essere prese
adeguate misure per impedire che l'agente estin-
4.1.2 Apparecchi schiumogeni portatili (1/7/2002)
guente possa essere immesso inavvertitamente in un
Un apparecchio schiumogeno portatile è costituito da un
qualsiasi compartimento. Quando locali da carico
erogatore, con relativo miscelatore di aria e schiuma, del provvisti di un impianto di estinzione incendi a gas
tipo ad eiettore, che possa essere collegato al collettore sono utilizzati come locali da passeggeri, il collega-
principale d'incendio per mezzo di una manichetta, da un
mento con il gas di estinzione incendi deve essere
serbatoio portatile di liquido schiumogeno avente una capa- intercettato con flangia cieca per il tempo in cui tali
cità minima di 20 litri e da un serbatoio di riserva di liquido locali sono usati per trasporto di passeggeri.
schiumogeno. L'erogatore deve essere in grado di produrre
efficace schiuma, idonea a spegnere un incendio di combu- Le tubolature possono attraversare locali di alloggio,
stibile liquido, in ragione di 1,5 m3/min. a condizione che siano di spessore rinforzato e che
la loro tenuta sia verificata mediante prova di pressa-
tura, dopo l'installazione, ad una pressione non infe-
5 Impianti fissi di estinzione incendi a riore a 5 MPa. Inoltre, le tubolature attraversanti
gas zone di alloggio devono essere collegate solo per
mezzo di saldatura e non devono essere munite di
5.1 Caratteristiche tecniche scarichi o altre aperture all'interno di tali locali. Le
tubolature non devono attraversare locali refrigerati.
5.1.1 Generalità (1/7/2002) 2) Devono essere provveduti mezzi per dare automati-
a) Agente estinguente camente un segnale acustico di allarme della immis-
1) Quando l'impianto deve proteggere più di un locale, sione dell'agente estinguente in ogni locale ro-ro ed
non è necessario che il quantitativo di agente estin- altri locali nei quali normalmente lavorano o hanno
guente disponibile sia maggiore di quello che accesso le persone.
occorre per la protezione del locale che richiede la L'allarme di prediscarica deve attivarsi automatica-
maggior quantità di tale agente. Il volume delle mente (per esempio: mediante l'apertura della porta
bombole d'aria compressa per avviamento dei dell'armadietto contenente il dispositivo di disca-
motori, convertito in volume di aria libera, deve rica). L'allarme deve suonare per il tempo necessario
essere aggiunto al volume dei locali macchine ad abbandonare il locale, ma in ogni caso non meno
quando si calcoli la quantità necessaria di agente di 20 secondi prima che l'agente estinguente venga
estinguente. In alternativa può essere sistemato un scaricato. Spazi convenzionali per il carico e piccoli

472 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 4, Sez 13

spazi (come i locali compressori od i depositi di pit- tra il cielo del doppio fondo e la parte inferiore
ture, etc.) non devono essere provvisti del suddetto del cofano; oppure
allarme. • il 35% del volume lordo del più grande locale
Nel caso in cui siano sistemati allarmi acustici per macchine protetto, incluso il cofano.
avvisare dell'immissione dell'agente estinguente in Nel computo del 35% del volume suddetto va
locali pompe, essi possono essere del tipo pneuma- considerato il volume netto del fumaiolo, sino
tico o elettrico: ad un'altezza pari a quella totale del cofano, nel
• Allarmi a funzionamento pneumatico caso in cui il vano del fumaiolo sia in comunica-
zione con il locale macchine, senza interposi-
Nei casi in cui siano prescritte visite periodiche
zione di mezzi di chiusura.
dei suddetti allarmi, non devono essere impie-
gati allarmi funzionanti a CO2, a causa della 3) Per navi da carico di stazza lorda inferiore a 2000
possibilità di generazione di elettricità statica ton, le percentuali menzionate nel precedente punto
nella nube di CO2. Allarmi funzionanti ad aria 2) possono essere ridotte rispettivamente al 35% e
possono essere impiegati a condizione che l'aria al 30%. Inoltre due o più locali macchine, se non
di alimentazione sia pulita e secca. completamente separati fra loro, devono essere con-
siderati come formanti un unico locale.
• Allarmi a funzionamento elettrico
4) Ai fini del presente paragrafo [5.2.1], il volume libero
Quando sono impiegati allarmi a funzionamento
di anidride carbonica deve essere calcolato sulla
elettrico, le sistemazioni devono essere tali che il
base di 0,56 m3 /kg.
meccanismo di azionamento elettrico sia siste-
mato fuori dal locale pompe, tranne il caso in 5) Per i locali macchine le tubolature dell'impianto fisso
cui gli allarmi siano certificati a sicurezza intrin- devono essere tali che entro 2 minuti possa essere
seca. scaricato nel locale l'85% del volume di gas pre-
scritto.
3) I dispositivi di comando di ogni impianto fisso di
estinzione incendi a gas devono essere facilmente b) Comandi
accessibili e semplici da azionare. Essi devono 1) Gli impianti ad anidride carbonica devono soddi-
essere raggruppati insieme, nel minor numero possi- sfare le seguenti prescrizioni:
bile di posizioni che non possano essere facilmente • Per la scarica dell'anidride carbonica nel locale
tagliate fuori da un incendio nel locale protetto. In protetto e per assicurare le attivazioni
ciascuna posizione vi devono essere chiare istru- dell'allarme, devono essere previsti due comandi
zioni relative alla manovra dell'impianto, con separati. Un comando deve essere usato per
riguardo alla sicurezza del personale. aprire la valvola della tubolatura che convoglia il
La sistemazione dei mezzi di comando, siano essi gas nel locale protetto ed il secondo comando
meccanici, idraulici o pneumatici, deve essere a deve essere usato per scaricare il gas dai conteni-
soddisfazione della Società. tori per il suo stoccaggio.
4) Non è ammessa l'immissione automatica dell'agente • I due comandi devono essere posizionati
estinguente, eccetto quando consentita dalla all'interno di una cassetta di scarica, provvista di
Società. chiara segnaletica identificante il particolare spa-
zio. Se la cassetta contenente i comandi è chiusa
a chiave, una chiave protetta in cassetta di vetro
5.2 Impianti ad anidride carbonica
frangibile deve essere posta in posizione ben
visibile, nelle immediate vicinanze della cassetta
5.2.1 Generalità
contenente i comandi.
a) Quantità di agente estinguente
1) Per i locali da carico, la quantità di anidride carbo- 5.2.2 Impianti ad anidride carbonica ad alta
pressione (1/7/2002)
nica disponibile, salvo esplicite prescrizioni contra-
rie, deve essere sufficiente a fornire un volume Quando l'anidride carbonica è contenuta in bombole ad
minimo di gas libero uguale al 30% del volume alta pressione, in aggiunta alle prescrizioni di cui in [5.2.1],
lordo del maggior compartimento da carico protetto devono essere soddisfatte le seguenti prescrizioni.
della nave. a) Locale bombole
2) Per i locali macchine, la quantità di anidride carbo- Le seguenti prescrizioni sono addizionali rispetto a
nica disponibile deve essere sufficiente a fornire un quelle contenute in Sez 7, [3.3].
volume minimo di gas libero uguale al maggiore dei Di norma il locale bombole non deve essere adiacente
seguenti due volumi: a depositi riscaldati. Se ciò non fosse possibile, le pareti
• il 40% del volume lordo del più grande locale adiacenti a detti depositi dovranno essere adeguata-
macchine protetto, escluso il volume di quella mente coibentate, alla stregua di quanto di seguito
parte di cofano che si trova al di sopra del livello richiesto per le pareti dei locali bombole esposte
al quale la superficie della sezione orizzontale all'irraggiamento solare.
del cofano è uguale o inferiore al 40% di quella Non sono ammesse porte di comunicazione con locali
del locale considerato, misurata a metà distanza alloggi, fatta eccezione per i corridoi.

Regolamenti RINA 2005 473


Parte C, Cap 4, Sez 13

Le pareti ed il cielo del locale bombole, quando in posi- I collettori della CO2 ubicati nel locale bombole devono
zione esposta, devono essere isolate contro l'irraggia- essere provvisti di una o più valvole di sicurezza o
mento solare in modo che la temperatura interna non dischi di rottura, tarati ad un valore di pressione com-
superi i 55° C. Per navi destinate ad operare in zone preso tra 17 e 20 MPa, con la tubolatura di scarico por-
temperate, in relazione al grado di riempimento accet- tata all'aria aperta. La sezione trasversale di passaggio
tato per le bombole, può essere richiesto che la tempe- delle valvole di sicurezza o dei dischi di rottura deve
ratura del locale sia mantenuta inferiore ai 45° C. A essere non inferiore a 300 mm2 . Quando il diametro
questo riguardo deve essere fornita una documentata del tubo di scarico dei dispositivi di sicurezza delle
conferma. bombole menzionati nel precedente comma c), è con-
b) Sistemazione delle bombole vogliato nei collettori che raccolgono la CO2, la sezione
minima trasversale di passaggio dei sopra citati valvole
Le bombole devono essere sistemate in posizione verti- di sicurezza o dischi di rottura sarà oggetto di partico-
cale e disposte in modo da facilitare le operazioni di lare considerazione da parte della Società.
pesatura. Inoltre, allo scopo di evitare eventuali feno-
meni corrosivi sui fondi delle bombole, i relativi sistemi e) Distribuzione dell'anidride carbonica
di appoggio devono essere tali da favorire l'aerazione e • L'impianto di distribuzione della CO2 all'interno dei
la pulizia in corrispondenza dei fondi stessi. locali protetti deve essere studiato in modo tale che,
quando viene scaricato il giusto quantitativo di gas
c) Bombole e relativi accessori
previsto per quel locale, esso venga distribuito uni-
• Le bombole devono essere approvate dalla Società formemente da tutti i coni di erogazione. Nei locali
sulla base delle norme di cui in Cap 1, Sez 3 e non macchine e nei locali caldaie, almeno il 20% della
devono avere di norma capacità superiore a 67 l. Le quantità totale di anidride carbonica deve essere
bombole aventi una capacità fino a 80 l possono scaricata al di sotto del pagliolo.
essere accettate dalla Società, caso per caso, • La Tab 2 indica i diametri minimi delle tubolature
tenendo conto delle sistemazioni per il loro maneg- per la scarica rapida in funzione della quantità di
gio. anidride carbonica da scaricare; valori diversi pos-
• Ciascuna bombola deve essere dotata di una val- sono essere accettati dalla Società sulla base dei
vola, riconosciuta idonea dalla Società, costruita in risultati di calcoli di perdite di carico particolareg-
modo da evitare, durante la discarica del gas, la for- giati. Per la scarica lenta, le tubolature devono avere
mazione di ghiaccio secco nel suo interno. Tale val- diametro nominale, DN, non minore di 20 mm. Sul
vola deve essere munita di un attacco filettato, di collettore di scarico deve essere sistemato un
tipo unificato, per il riempimento della bombola e di attacco per il collegamento alla tubolatura di aria
un dispositivo di sicurezza (disco di rottura) tarato compressa necessaria per la pulizia delle tubolature
ad un valore di pressione compreso fra 17 e 20 MPa. dell'impianto e dei relativi ugelli. Tale attacco deve
La minima sezione di passaggio del suddetto dispo- essere filettato e chiuso con tappo filettato.
sitivo non deve essere inferiore a 50 mm2. La val- • Salvo quanto espressamente stabilito altrimenti nel
vola, infine, deve essere munita di un comando di comma c) di [5.1.1], i collegamenti dei tubi devono
apertura manuale di facile ed immediato aziona- essere realizzati mediante flange. Tuttavia collega-
mento o di altro dispositivo di apertura approvato menti mediante filettature possono essere usati entro
dalla Società. Se lo scarico dei dispositivi di sicu- il locale CO2 ed entro spazi protetti.
rezza è convogliato entro il collettore per lo scarico • Le tubolature, le valvole e gli accessori devono
della CO2, ovvero entro apposito collettore con essere ben fissati alle strutture dello scafo e, quando
sbocco all'aperto, la Società potrà non richiedere la necessario, devono essere protetti contro eventuali
ventilazione meccanica del locale citata in Sez 7, danneggiamenti. Tappi e dispositivi di spurgo ed
[3.3]; ed inoltre, se lo scarico del dispositivo di sicu- eventuali filtri devono essere sistemati, dove neces-
rezza non è in tal modo convogliato, esso deve sario, per prevenire l'accumulo di condensa e di
essere corredato di rompigetto. residui. Essi devono essere sistemati in posizioni
• Le bombole devono essere collegate permanente- facilmente accessibili e controllabili e comunque
fuori dei locali di alloggio. Allo scopo di ridurre le
mente ad un collettore di scarico comune per
mezzo di un tubo in acciaio rispondente alle norme perdite di carico nelle tubolature, queste devono
di cui al successivo comma k) o di un tubo flessibile essere sistemate il più diritte possibile e seguendo il
percorso più breve.
riconosciuto idoneo dalla Società. Una valvola di
non ritorno deve essere sistemata tra ciascuna bom- • L'anidride carbonica deve essere scaricata,
bola ed il collettore comune. mediante ugelli erogatori, allo stato nebulizzato ed
a tale proposito deve posta la massima attenzione
• Il grado di riempimento delle bombole non deve
alla conformazione ed al dimensionamento dei coni
essere, in generale, maggiore di 0,67 kg/l. In casi
degli erogatori, allo scopo di evitare la formazione
eccezionali, in cui il servizio della nave è limitato a
di neve secca o di ghiaccio secco. Quando è previ-
zone temperate, può essere accettato un grado di
sto un sistema di rivelazione di fumo utilizzante le
riempimento fino a 0,75 kg/l.
tubolature di distribuzione della CO2, il collega-
d) Dispositivi di sicurezza per i collettori che convogliano mento dell'impianto di rivelazione con tali tubola-
la CO2 ture deve essere fatto in corrispondenza delle

474 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 4, Sez 13

valvole di distribuzione con un dispositivo idoneo • La disposizione dei circuiti e le loro protezioni elet-
ad impedire che durante la discarica l'anidride car- triche devono essere realizzate in modo che il gua-
bonica possa essere convogliata anche al centralino sto di uno dei dispositivi di allarme acustici non
di rivelazione stesso. comprometta il funzionamento dei rimanenti.
• Gli ugelli erogatori non devono essere sistemati • I fusibili, se impiegati per la protezione contro i cor-
vicino a bocche di ventilazione e devono essere tocircuiti, devono essere del tipo provvisto di dispo-
distanziati da eventuali macchinari ed apparecchi sitivo indicatore dello stato del fusibile.
che possano ostacolarne l'efflusso. I tubi diramatori • I cavi elettrici devono essere del tipo "resistente al
cui sono applicati gli ugelli devono estendersi fuoco".
almeno 50 mm dopo l'ultimo ugello e devono • I dispositivi di allarme acustico e le eventuali altre
essere chiusi con un tappo filettato che permetta apparecchiature sistemati entro il locale devono
l'asportazione di eventuali residui che si fossero essere protetti da custodie che assicurino il grado di
depositati nelle tubolature, trascinati dal gas. La protezione meccanica adeguato al locale in cui
sezione complessiva degli ugelli erogatori, nei locali sono sistemati ma non meno di IP44. Se i dispositivi
macchine e caldaie e nei locali adibiti al trasporto di di allarme acustico e le eventuali altre apparecchia-
autoveicoli diversi dai locali di categoria speciale, ture sono sistemati in una zona "pericolosa", devono
non deve essere minore del 50% né maggiore essere rispettate anche le norme relative riportate
dell'85% della sezione del collettore principale di nel Capitolo 2.
scarico dell'anidride carbonica. In generale la
sezione effettiva di passaggio di ciascun erogatore h) Bombole pilota
deve essere compresa tra 50 e 160 mm2 e, nel caso Quando il comando simultaneo delle bombole viene
di erogatori a fori multipli, il diametro di ciascun effettuato con la pressione dell'anidride carbonica a
foro non deve essere minore di 4 mm; valori diversi mediante bombole pilota, devono essere previste
possono essere accettati dalla Società sulla base di almeno due bombole pilota le cui valvole devono poter
risultati di calcoli particolareggiati di perdite di essere sempre manovrate sul posto. Le tubolature che
carico. Ogni stiva da carico ed ogni interponte da collegano le bombole pilota alle valvole delle altre
carico aventi volume lordo minore di 800 m3 bombole devono essere in acciaio rispondente alle
devono essere muniti di almeno 2 ugelli erogatori e norme di cui in k) ed il collegamento deve permettere
quelli di volume lordo maggiore di almeno 4 ugelli. alla tubolatura di deformarsi per effetto delle variazioni
Gli ugelli devono, di massima, essere sistemati nella termiche oppure, se ciò non si verifica, il collegamento
parte alta del locale da proteggere e la distanza tra deve essere effettuato mediante un tubo flessibile rico-
due ugelli non deve, in generale, essere superiore a nosciuto idoneo dalla Società.
12 m. i) Valvole di intercettazione
f) Dispositivi di allarme Per gli impianti, in cui l'apertura delle valvole delle
bombole è ottenuta sfruttando la pressione dell'anidride
In aggiunta alle norme di cui in c) 2) di [5.1.1], il
carbonica scaricata dalle bombole pilota, una valvola,
sistema di allarme deve essere approvato dalla Società;
da tenere normalmente chiusa, deve essere sistemata tra
esso può essere di tipo pneumatico, con funzionamento
il collettore delle bombole pilota e quelli delle altre
a CO2, con dispositivo ritardatore idoneo a realizzare
bombole. Tale valvola deve essere aperta con lo stesso
l'intervallo di tempo di preallarme richiesto, o del tipo
dispositivo di azionamento delle bombole pilota e deve
elettrico.
essere sistemata a monte del dispositivo ritardatore di
g) Dispositivo di allarme elettrico scarica delle bombole non pilota.
Quando il segnale di allarme acustico del precedente j) Materiali
comma f) è azionato elettricamente, devono essere sod- Le apparecchiature dell'impianto a CO2 devono essere
disfatte le seguenti condizioni: costruite in materiali idonei per resistere alla corrosione
• L'alimentazione del segnale di allarme deve essere dovuta all'ambiente marino; è raccomandato che tutti
continuativamente assicurata dalla sorgente di ener- gli accessori importanti dell'impianto siano costruiti in
gia elettrica di emergenza o da una batteria opportu- ottone, bronzo speciale o acciaio inossidabile. Le tubo-
namente posizionata per l'uso in emergenza. In lature dell'anidride carbonica devono essere in acciaio,
caso di mancanza di energia all'impianto di zincate a caldo internamente ed esternamente. I relativi
allarme, deve essere dato un allarme in una posta- spessori devono essere non inferiori a quelli indicati
zione presidiata. nella Tab 3. Non sono ammessi giunti ed accessori in
ghisa, salvo accessori in ghisa malleabile o sferoidale
• In ciascun locale protetto devono essere previsti due che possono essere sistemati dopo le valvole di distribu-
o più dispositivi di allarme acustico, ubicati il più zione. Le valvole o i rubinetti di distribuzione devono
possibile lontani tra loro e tali che, se uno di essi va essere dimensionati per resistere ad una pressione
fuori servizio, i rimanenti (o il rimanente) siano suffi- nominale non inferiore a 16 MPa. Le valvole, le flange e
cienti per dare l'allarme a tutto il locale. gli altri accessori delle tubolature situati tra le bombole
• I circuiti che alimentano i dispositivi di allarme acu- e le valvole di distribuzione devono essere dimensionati
stico devono essere protetti solo contro corto cir- per una pressione nominale non inferiore a 16 MPa. Le
cuito. valvole, le flange e gli altri accessori delle tubolature

Regolamenti RINA 2005 475


Parte C, Cap 4, Sez 13

situati tra le valvole di distribuzione e gli ugelli erogatori MPa, in officina, prima della loro sistemazione a
devono essere proporzionati per una pressione nomi- bordo, e a prova idrostatica alla pressione di 0,7
nale non inferiore a 4 MPa. Mpa dopo la loro sistemazione a bordo;
k) Collaudi e prove
• quelli che attraversano locali di alloggio, a prova
Le bombole ed i relativi accessori sotto pressione idrostatica alla pressione di 5 MPa dopo la loro siste-
devono essere sottoposti a prova idrostatica alla pres- mazione a bordo;
sione di 25 MPa. Le tubolature, le valvole e gli altri
accessori devono essere sottoposti alle seguenti prove • quelli compresi tra le valvole di distribuzione e gli
alla presenza di un Tecnico della Società: ugelli erogatori, a prova pneumatica, dopo la loro
• quelli compresi tra le bombole e le valvole di distri- sistemazione a bordo, a pressione atta a controllare
buzione, a prova idrostatica alla pressione di 20 la tenuta al gas e l'assenza di ostruzioni.

Tabella 2 : Dimensionamento delle tubolature di CO2 per scarica rapida

Diametro Diametro Quantità di CO2, in kg


Nominale Esterno
Locali adibiti al trasporto di autoveicoli,
DN de Locali macchine e caldaie
diversi dai locali di categoria speciale
mm mm
15 21,3 45 225
20 26,9 100 500
25 33,7 135 675
32 42,4 275 1375
40 48,3 450 2250
50 60,3 1100 5500
65 76,1 1500 7500
80 88,9 2000 10000
90 101,6 3250 16250
100 114,3 4750 23750
110 127 6810 34050
125 139,7 9500 47500
150 168,3 15250 76250

Tabella 3 : Spessori minimi richiesti per tubi in acciaio per impianti di estinzione incendi a CO2

Spessore minimo richiesto (mm)


Diametro esterno dei tubi
Tratti di tubi tra le bombole e le valvole
(mm) Tratti di tubi tra le valvole di distribuzione e gli ugelli
di distribuzione
21,3-26,9 3,2 2,6
30-48,3 4 3,2
51-60,3 4,5 3,6
63,5-76,1 5 3,6
82,5-88,9 5,6 4
101,6 6,3 4
108-114,3 7,1 4,5
127 8 4,5
133-139,7 8 5
152,4-168,3 8,8 5,6
Note:
1) I tubi devono essere zincati a caldo internamente ed esternamente. La zincatura può non essere richiesta, ad esclusivo giudizio
della Società, per tubi ubicati entro il locale apparato motore.
2) Nel caso di tubi filettati, ove ammessi, lo spessore minimo deve essere misurato a fondo filetto.
3) Per tubi aventi diametro esterno superiore ai valori indicati in Tabella, lo spessore minimo richiesto sarà oggetto di particolare con-
siderazione da parte della Società.
4) In generale i valori degli spessori minimi indicati nella Tabella sono valori nominali e non è necessario effettuare alcuna aggiunta
per tener conto della tolleranza negativa di fabbricazione o della riduzione dello spessore per la piegatura dei tubi.
5) I valori dei diametri esterni e degli spessori minimi indicati nella Tabella sono stati scelti in base alle norme ISO per tubi di acciaio
saldati e senza saldatura. Per tubi costruiti in accordo con unificazioni diverse, possono essere accettati, a giudizio della Società, spes-
sori minimi lievemente inferiori.

476 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 4, Sez 13

5.2.3 Impianti ad anidride carbonica a bassa sicurezza nelle 24 ore successive alla disattivazione
pressione (1/7/2002) dell'impianto di refrigerazione. I materiali coibenti e
Quando l'anidride carbonica è contenuta in serbatoi refri- i rivestimenti esterni devono essere a soddisfazione
gerati a bassa pressione anziché in bombole non refrigerate della Società, tenendo presenti, in particolare, le
ad alta pressione, devono essere soddisfatte le seguenti pre- loro proprietà meccaniche e di resistenza al fuoco
scrizioni addizionali rispetto a quelle di cui in [5.2.1]. nonché la protezione contro la penetrazione di
a) Generalità vapore acqueo.
In linea generale valgono, ove non sia diversamente c) Impianto di refrigerazione
precisato nel presente paragrafo [5.2.3], le norme di cui 1) I serbatoi, devono essere serviti da due unità di refri-
in [5.2.2], relative agli impianti ad anidride carbonica gerazione automatizzate e completamente indipen-
contenuta in bombole ad alta pressione. denti, impiegate soltanto per questo scopo, ognuna
b) Serbatoi e loro accessori comprendente un compressore con il suo motore
1) La quantità stabilita di anidride carbonica allo stato primo, un evaporatore e un condensatore.
liquido deve essere tenuta in serbatoi ad una pres- 2) L'impianto di refrigerazione deve rispondere alle
sione di esercizio compresa tra 1,8 MPa e 2,2 MPa . norme di cui in Cap 1, Sez 13. La capacità di refri-
La normale carica liquida in ogni serbatoio deve gerazione e il comando automatico di ciascuna
essere limitata allo scopo di lasciare un sufficiente unità devono essere tali da mantenere la tempera-
volume, per lo spazio del vapore, che consenta tura prescritta nelle condizioni di funzionamento
l'espansione della fase liquida alla massima tempe- continuativo per 24 ore, con una temperatura
ratura di contenimento che può essere raggiunta alla dell'acqua di mare fino a 32 °C e con una tempera-
pressione di taratura delle valvole di sicurezza; tale tura dell'aria ambiente fino a 45 °C.
carico liquido non deve in ogni caso superare il
95% della capacità volumetrica del serbatoio stesso. 3) In caso di avaria ad una qualsiasi delle unità di refri-
gerazione, l'altra deve entrare in funzione automati-
2) I serbatoi devono essere progettati, costruiti e col- camente. L'impianto di refrigerazione deve poter
laudati in accordo con le norme per i recipienti in essere comandato manualmente sul posto.
pressione contenute in Cap 1, Sez 3. A questo
scopo, la pressione di progetto non deve essere 4) Ciascuna unità elettrica di refrigerazione deve
assunta inferiore alla pressione di taratura delle val- essere alimentata dalle sbarre del quadro elettrico
vole di sicurezza. Inoltre si devono provvedere per principale per mezzo di un alimentatore separato.
ciascun serbatoio: 5) L'alimentazione dell'acqua di raffreddamento
• manometri all'impianto di refrigerazione (quando è prescritta)
• allarme di alta pressione, tarato ad un valore di deve essere assicurata da almeno due pompe di cir-
pressione non superiore a quello di taratura colazione, di cui una usata come riserva. La pompa
delle valvole di sicurezza di riserva può essere una pompa usata per altri ser-
vizi purché il suo impiego quale pompa di raffredda-
• allarme di bassa pressione, tarato ad una pres-
mento non interferisca con qualsiasi altro servizio
sione non inferiore a 1,8 MPa
essenziale della nave. L'acqua di raffreddamento
• branchetti con valvole di intercettazione per il deve essere aspirata da non meno di due prese dal
riempimento del serbatoio mare, sistemate preferibilmente una a sinistra e una
• tubolature di discarica a dritta della nave.
• indicatore di livello dell'anidride carbonica d) Tubolature, valvole e loro accessori
liquida, sistemato sul serbatoio
1) Le tubolature, le valvole e gli accessori devono sod-
• due valvole di sicurezza, sistemate in modo che
disfare le norme di cui in Cap 1, Sez 10, per una
ognuna delle due possa essere intercettata men-
pressione di progetto non inferiore alla pressione di
tre l'altra è in comunicazione con il serbatoio.
progetto dei serbatoi di anidride carbonica.
La pressione di taratura delle valvole di sicu-
rezza non deve essere inferiore a 1,1 volte la 2) Vi devono essere dispositivi di sicurezza in ciascun
pressione di esercizio. La capacità di ciascuna tratto di tubolatura che possa essere isolato con val-
valvola deve essere tale che i vapori generati in vole di intercettazione e in cui possano formarsi
caso di incendio possano essere scaricati senza pressioni maggiori delle pressioni di progetto di un
che si verifichi un aumento della pressione al di qualsiasi componente.
sopra della pressione di taratura della valvola
3) Le tubolature devono essere progettate in modo che
stessa superiore al 20%. Lo scarico delle valvole
l'anidride carbonica effluisca nella fase liquida fino
di sicurezza deve essere portato all'aperto.
agli ugelli erogatori. A tal fine, la pressione agli
3) I serbatoi e le tubolature che vi si diramano perma- ugelli erogatori non deve essere inferiore a 1 MPa.
nentemente riempiti di anidride carbonica, devono
avere coibentazione termica per prevenire, alla tem- e) Controllo del funzionamento dell'impianto di estin-
peratura ambiente di 45 °C ed alla pressione iniziale zione incendi
alla quale si verifica la messa in moto dell'unità di Il sistema di allarme in macchina deve essere dotato di
refrigerazione, il funzionamento delle valvole di allarmi ottici ed acustici che segnalino quando:

Regolamenti RINA 2005 477


Parte C, Cap 4, Sez 13

1) la pressione nei serbatoi raggiunge i valori di 5.4 Impianti che utilizzano prodotti gassosi
allarme, per alta e bassa pressione, stabiliti al prece- della combustione del combustibile
dente comma b) 2); liquido
2) una qualsiasi delle unità refrigeranti non funziona; 5.4.1 (1/7/2002)
a) Generalità
3) è raggiunto il minimo livello del liquido ammissibile
Quando un aeriforme che non sia anidride carbonica o
nei serbatoi.
vapore come ammesso in [5.3], è prodotto a bordo e
f) Comando della scarica utilizzato come agente estinguente, l'impianto deve
rispondere alle prescrizioni contenute nel seguente
1) La scarica di anidride carbonica deve essere iniziata comma b).
manualmente. b) Prescrzioni per gli impianti
2) Se vi è un dispositivo che regola automaticamente la 1) Prodotti gassosi
scarica della quantità stabilita di anidride carbonica Il gas deve essere un prodotto gassoso della combu-
negli spazi protetti, deve essere possibile regolare la stione del combustibile, i cui tenori di ossigeno, di
scarica anche manualmente. ossido di carbonio, di elementi corrosivi e di ele-
menti combustibili solidi siano stati ridotti ad un
3) Se l'impianto protegge più di uno spazio, devono minimo ammissibile.
essere previsti mezzi per il controllo del quantitativo
2) Capacità dell'impianto di estinzione incendi
dell'anidride carbonica da scaricare, quali, ad esem-
pio, temporizzatori automatici o precisi indicatori di • Tale gas, se usato come agente estinguente di un
livello sistemati nella posizione o nelle posizioni impianto fisso di estinzione incendi per la prote-
dalle quali viene dato il comando per la scarica. zione di locali macchine, deve assicurare una
protezione equivalente a quella fornita da un
g) Collaudo impianto fisso ad anidride carbonica.
• Tale gas, se usato come agente estinguente in un
1) Le tubolature, le valvole e gli accessori e l'impianto impianto fisso di estinzione incendi per la prote-
montato devono essere provati a soddisfazione della zione di locali da carico, deve essere disponibile
Società. in quantità sufficiente per fornire, ogni ora e per
un periodo di 72 ore, un volume di gas libero
2) Le tubolature comprese tra i serbatoi e le valvole di uguale almeno al 25% del volume lordo del più
scarica sul collettore di distribuzione devono essere grande locale così protetto.
sottoposte a prova idrostatica con pressione di prova
non inferiore a 1,5 volte la pressione di taratura c) Impianti fissi equivalenti per l'estinzione incendi nei
delle valvole di sicurezza. locali macchine e nei locali pompe del carico
Impianti fissi di estinzione incendi equivalenti a quelli
3) Le tubolature comprese tra le valvole di scarica menzionati nei punti da [5.2] a [5.4] devono essere
sistemate sul collettore di distribuzione e gli ugelli approvati dalla Società sulla base delle prescrizioni delle
erogatori devono essere sottoposte a prove di tenuta "IMO Revised guidelines for the approval of equivalent
ed a prova di libero efflusso dell'anidride carbonica, fixed gas fire-extinguishing systems" a cui fa riferimento
dopo il loro montaggio a bordo. la Convenzione internazionale SOLAS 1974, per i locali
macchine ed i locali pompe del carico (vedere
4) L'impianto di refrigerazione, dopo la sua installa- MSC/Circ. 848).
zione a bordo, deve essere controllato per verificare
il suo buon funzionamento.
6 Impianti fissi di estinzione incendi a
5) A giudizio della Società, può essere richiesta una schiuma
prova di scarica per verificare che siano ottemperate
le prescrizioni di cui al precedente comma d) 3). 6.1 Caratteristiche tecniche
6.1.1 Generalità
5.3 Prescrizioni relative agli impianti a
Gli impianti fissi di estinzione incendi a schiuma devono
vapore essere in grado di generare schiuma idonea a spegnere
incendi di combustibile liquido.
5.3.1 (1/7/2002)

La caldaia o le caldaie disponibili per produrre il vapore 6.1.2 Impianti fissi di estinzione incendi a schiuma
ad alta espansione (1/7/2002)
devono avere una capacità di produzione oraria di almeno
1 kg di vapore per 0,75 m3 del volume lordo del più grande a) Quantità e caratteristiche del liquido schiumogeno
locale così protetto. Le installazioni, oltre a soddisfare le 1) Il liquido schiumogeno degli impianti fissi di estin-
precedenti prescrizioni, devono sotto ogni aspetto rispon- zione incendi a schiuma ad alta espansione deve
dere alle eventuali prescrizioni addizionali stabilite dalla essere approvato dalla Società, tenendo conto delle
Società ed essere a sua soddisfazione. prescrizioni dele "IMO Guidelines for performance

478 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 4, Sez 13

and testing criteria and surveys of high expansion 3) Il generatore di schiuma, le sue fonti di energia, il
foam concentrates for fire-extinguishing systems" liquido schiumogeno ed i dispositivi di comando
(MSC/Circ. 670). dell'impianto devono essere facilmente accessibili e
2) Ogni impianto fisso di estinzione incendi a schiuma semplici da azionare e devono essere raggruppati
ad alta espansione prescritto nei locali macchine nel minor numero di posizioni possibile, in posti che
deve essere in grado di scaricare rapidamente, attra- non possano essere tagliati fuori da un incendio nel
verso erogatori fissi di scarica, una quantità di locale protetto.
schiuma sufficiente per riempire il più grande dei
locali protetti in ragione di almeno 1 m di altezza di 6.1.3 Impianti fissi di estinzione incendi a schiuma
a bassa espansione (1/7/2002)
schiuma al minuto. La quantità di liquido schiumo-
geno disponibile deve essere sufficiente per pro- a) Quantità e caratteristiche dei liquidi schiumogeni
durre un volume di schiuma uguale a 5 volte il 1) Il liquido schiumogeno degli impianti fissi di estin-
volume del più grande dei locali da proteggere. Il zione incendi a bassa espansione deve essere appro-
rapporto di espansione della schiuma non deve vato dalla Società (vedere Nota 1)
superare 1000 a 1.
Nota 1: Deve essere fatto riferimento alle "Guidelines for perfor-
3) La Società può permettere sistemazioni e portate di mance and testing criteria and surveys of low expansion
scarica alternative quando ritenga che sia assicurata foam concentrates for fire-extinguishing systems"
una protezione equivalente. (MSC/Circ. 582 e Corr. 1).
4) L'impianto a schiuma ad alta espansione prescritto 2) L'impianto deve poter scaricare, tramite erogatori
nei locali per autoveicoli, nei locali ro-ro e nei locali fissi di scarica, in meno di 5 min, una quantità di
di categoria speciale deve essere in grado di proteg- schiuma sufficiente a coprire, con uno spessore di
gere tutte le parti dei ponti dei locali nonché di 150 mm, la superficie più grande tra quelle sulle
eventuali piattaforme. L'impianto deve essere in quali vi è la possibilità che si sparga del combusti-
grado di fornire una quantità di schiuma sufficiente bile. Il rapporto di espansione della schiuma non
a: deve superare 12 a 1.
• riempire il più grande dei locali protetti in
b) Prescrizioni relative alla sistemazione
ragione di 1 m di altezza di schiuma al minuto,
riferita alla massima area orizzontale del locale 1) Devono essere previsti mezzi per un'efficace distri-
stesso; buzione della schiuma, tramite un impianto fisso di
• riempire tutto il locale da proteggere in un tubolature e valvole o rubinetti di comando, ed ido-
tempo non superiore a 5 min. nei erogatori di scarica e per consentire di lanciare
efficacemente la schiuma con ugelli fissi su zone ad
Deve inoltre essere disponibile a bordo un quantita-
elevato rischio di incendio nel locale protetto.
tivo di liquido schiumogeno sufficiente a produrre
L'accettabilità dei mezzi per l'efficace distribuzione
un volume di schiuma non inferiore a 5 volte il
della schiuma deve essere dimostrata alla Società
volume del più grande dei locali da proteggere.
per mezzo di calcoli o prove.
b) Prescrizioni relative alla sistemazione
2) I dispositivi di comando di ciascun impianto del tipo
1) Le condotte per l'immissione della schiuma, le prese suddetto devono essere facilmente accessibili e sem-
d'aria del generatore di schiuma ed il numero delle plici da azionare e devono essere raggruppati nel
unità produttrici di schiuma devono essere tali, a minor numero di posizioni possibile in posti che non
giudizio della Società, da consentire una produzione possano essere verosimilmente tagliati fuori da un
e una ripartizione della schiuma efficaci. incendio nel locale protetto.
Se i generatori di schiuma sono ubicati vicino allo
spazio protetto, le condotte che erogano la schiuma
devono essere installate in modo da permettere una
7 Impianti fissi di estinzione incendi ad
separazione di almeno 450 mm tra i generatori e lo acqua spruzzata sotto pressione e
spazio protetto. Le condotte che erogano la schiuma ad acqua nebulizzata
devono essere costruite in acciaio e devono avere
uno spessore non inferiore a 5 mm. In aggiunta, ser-
rande in acciaio inossidabile (con singolo pannello o
7.1 Caratteristiche tecniche
con pannelli multipli) di spessore non inferiore a 3
7.1.1 Impianti fissi di estinzione incendi ad acqua
mm, devono essere installate sulle paratie o sui ponti
spruzzata sotto pressione (1/7/2002)
di delimitazione tra i generatori di schiuma ed il
locale protetto. Le serrande devono essere mano- a) Ugelli spruzzatori e pompe
vrate automaticamente (con energia elettrica, pneu- 1) Il numero e la disposizione degli ugelli spruzzatori
matica o idraulica) mediante il comando a distanza deve essere a soddisfazione della Società e devono
del generatore di schiuma ad esse relativo. essere tali da assicurare una efficace ripartizione
2) La sistemazione del condotto di erogazione del media dell'acqua nei locali da proteggere, in ragione
generatore di schiuma deve essere tale che un di almeno 5 l/m2 al minuto. Quando sono ritenute
incendio nel locale protetto non comprometta necessarie delle portate superiori, esse devono
l'apparato generatore di schiuma. essere a soddisfazione della Società.

Regolamenti RINA 2005 479


Parte C, Cap 4, Sez 13

2) Devono essere prese precauzioni per evitare che gli 2) chiare marcature, su ciascuna valvola del collettore,
ugelli vengano otturati da impurità contenute che indichino i locali serviti;
nell'acqua o da corrosioni che si producano nelle
tubolature, negli ugelli, nelle valvole e nella pompa. 3) istruzioni per la manutenzione ed il funzionamento,
ubicate nel locale delle valvole; e
3) Nei locali macchine, la pompa deve essere in grado
di alimentare contemporaneamente, alla pressione 4) un sufficiente numero di valvole di drenaggio.
necessaria, tutte le sezioni dell'impianto in ciascun
L'impianto deve proteggere l'intero locale, ma può
compartimento da proteggere.
essere suddiviso in sezioni, ognuna delle quali deve
Nei locali per autoveicoli, nei locali ro-ro e nei avere una lunghezza non inferiore a 20 m. Tali sezioni
locali di categoria speciale, la portata della pompa, devono avere, di norma, una larghezza uguale alla lar-
o delle pompe, deve essere sufficiente ad alimentare ghezza del locale, fatta eccezione per quelle navi in cui
contemporaneamente, in ogni momento, alla pres- il locale è suddiviso da divisioni tagliafuoco longitudi-
sione necessaria, tutti gli ugelli spruzzatori o almeno nali di classe A, delimitanti scale o altri spazi, per le
le due sezioni adiacenti che abbiano la massima quali la larghezza delle sezioni può essere proporzio-
estensione. nalmente ridotta. Deve essere assicurata la uniforme
distribuzione dell'acqua in tutto il locale da proteggere.
4) La pompa può essere azionata da un motore a com- Le valvole di distribuzione dell'impianto devono essere
bustione interna indipendente. Se invece funziona ubicate in una posizione facilmente accessibile, adia-
per mezzo dell'energia fornita dal generatore di cente ma esterna al locale da proteggere e che non
emergenza previsto dalle norme di cui in Cap 1, venga rapidamente tagliata fuori da un incendio nel
Sez 2, nel Capitolo 2 e in Parte E, Capitolo 11, come locale. Alle valvole di distribuzione si deve poter acce-
appropriato, tale generatore deve mettersi in moto dere direttamente sia dal locale che dall'esterno. Il
automaticamente in caso di avaria alla fonte princi- locale dove sono sistemate le valvole di distribuzione
pale di energia elettrica, in modo che l'energia deve essere dotato di adeguati mezzi di ventilazione.
necessaria alla pompa, prescritta al precedente L'impianto deve essere alimentato da una o più pompe
punto [3], sia immediatamente disponibile. Il motore indipendenti che non siano le prescritte pompe da
a combustione interna indipendente deve essere incendio della nave o altre pompe destinate a servizi
posizionato in maniera che l'alimentazione d'aria essenziali per la sicurezza e la navigazione. Le pre-
per il suo funzionamento non venga compromessa scritte pompe da incendio della nave devono, comun-
da un incendio nel locale o nei locali protetti. que, essere collegate all'impianto di estinzione incendi
del locale da proteggere mediante valvole di non
b) Prescrizioni di installazione nei locali macchine
ritorno, ad intercettazione manuale, che impediscano
1) Gli ugelli spruzzatori devono essere sistemati sopra un riflusso dall'impianto ad acqua spruzzata sotto pres-
la sentina, sopra il cielo dei depositi di combustibile, sione al collettore di quello idrico antincendio della
sopra altre zone nelle quali possa, con maggior pro- nave.
babilità, spandersi del combustibile liquido ed
d) Prescrizioni per il comando dell'impianto
anche sopra altre particolari zone ad elevato rischio
di incendio nei locali macchine. L'impianto deve essere mantenuto alla necessaria pres-
sione e la pompa che fornisce l'acqua per l'impianto
2) L'impianto può essere diviso in sezioni, le cui valvole deve entrare automaticamente in funzione appena vi sia
di distribuzione devono essere manovrabili da posi- un abbassamento di pressione nell'impianto.
zioni facilmente accessibili fuori dai locali da proteg-
gere e che non possano essere facilmente tagliate Nei locali per autoveicoli, nei locali ro-ro e nei locali di
fuori da un incendio nel locale protetto. categoria speciale, la pompa o le pompe devono poter
essere messe in azione mediante comandi a distanza
3) La pompa ed i dispositivi per la sua manovra devono dalla stessa posizione ove sono ubicate le valvole di
essere situati fuori dal locale o dai locali da proteg- distribuzione.
gere. L'impianto non deve poter essere messo fuori
servizio da un incendio che si sviluppi nel locale o
7.1.2 Impianti di estinzione incendi ad acqua
nei locali da esso protetti.
nebulizzata equivalenti per locali macchine e
locali pompe del carico (1/7/2002)
c) Prescrizioni di installazione per locali per autoveicoli,
per locali ro-ro e per locali di categoria speciale Gli impianti di estinzione incendi ad acqua nebulizzata per
locali macchine e locali pompe del carico devono essere
L'impianto deve poter essere azionato manualmente e
approvati dalla Società.(vedere Nota 1)
deve proteggere tutte le parti di ciascun ponte o piatta-
forma per autoveicoli negli spazi in argomento. Detti Nota 1: Deve essere fatto riferimento agli "Alternative arrange-
impianti ad acqua spruzzata devono avere: ments for halon fire-extinguishing systems in machinery spaces and
in pump rooms" (MSC/Circ. 668) ed al "Revised method for for
1) un manometro in corrispondenza della valvola sul equivalent water-based fire-extinguishing systems for machinery
collettore; spaces of Category A and cargo pump rooms" (MSC/Circ. 728).

480 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 4, Sez 13

8 Impianti automatici di estinzione protetto non comprometta l'alimentazione d'aria al


motore stesso.
incendi ad acqua spruzzata sotto
b) Navi da carico
pressione (Sprinklers)
Il numero delle fonti di energia che alimentano la
pompa d'acqua di mare e l'impianto automatico di rive-
8.1 Caratteristiche tecniche lazione e segnalazione di incendi non deve essere infe-
riore a due. Quando la pompa è azionata da un motore
8.1.1 Generalità (1/7/2002)
elettrico, essa deve essere collegata alla fonte principale
a) Tipi di impianti a sprinklers di energia elettrica, la quale deve poter essere alimen-
L'impianto automatico di estinzione incendi ad acqua tata da almeno due generatori. I circuiti elettrici di ali-
spruzzata sotto pressione (sprinklers) deve essere per- mentazione devono essere disposti in modo da non
manentemente riempito d'acqua, ad eccezione di pic- attraversare cucine, locali macchine ed altri spazi chiusi
cole sezioni esposte alle intemperie che possono essere che presentino un elevato rischio di incendio, eccetto
mantenute vuote, quando tale precauzione appare quando ciò sia necessario per raggiungere i relativi qua-
necessaria, a giudizio della Società. I locali per sauna dri elettrici. Una delle fonti di energia elettrica
devono essere provvisti di un sistema a tubo secco, con dell'impianto automatico di rivelazione e segnalazione
teste spruzzatici aventi una temperatura di funziona- di incendi deve essere una fonte di emergenza di ener-
mento fino a 140 °C. gia elettrica. Quando una delle fonti di energia della
pompa d'acqua di mare è un motore a combustione
b) Impianti automatici di estinzione incendi ad acqua
interna, esso, oltre a dover soddisfare alle prescrizioni
spruzzata sotto pressione (sprinklers) equivalenti a
del comma c) del paragrafo [8.1.4], deve essere posizio-
quelli di cui ai paragrafi da [8.1.2] a [8.1.4].
nato in maniera tale che un incendio in qualsiasi locale
Tali impianti devono essere approvati dalla Società protetto non comprometta l'alimentazione d'aria al
(vedere Nota 1). motore stesso.
Nota 1: Deve essere fatto riferimento alle "Revised Guidelines for
approval of sprinkler systems equivalent to that referred to in 8.1.3 Prescrizioni per i componenti
SOLAS Regulation II-2/12" as adopted by the Organisation by a) Teste spruzzatrici
Resolution A-800(19).
1) Le teste spruzzatrici devono essere resistenti alla cor-
8.1.2 Fonti di energia di alimentazione rosione dell'atmosfera marina. Nei locali di alloggio
e di servizio, le teste spruzzatrici devono entrare in
a) Navi da passeggeri
funzione ad una temperatura compresa tra 68 °C e
Il numero delle fonti di energia che alimentano la 79 °C. Tuttavia, in posti dove si possano prevedere
pompa di acqua di mare e l'impianto automatico di rive- temperature ambiente elevate, come negli essicca-
lazione e segnalazione di incendi non deve essere infe- toi, la temperatura di entrata in funzione delle teste
riore a due. Quando le fonti di energia per la pompa spruzzatrici può essere aumentata fino a 30 °C oltre
sono elettriche, esse devono essere un generatore prin- la temperatura massima prevista nella parte supe-
cipale e una fonte di energia di emergenza. Un'alimen- riore del locale considerato.
tazione della pompa deve essere derivata dal quadro
2) Deve essere provveduta una quantità di teste spruz-
principale e l'altra dal quadro di emergenza, con circuiti
zatici di ricambio per ogni tipo e portata delle teste
elettrici separati ed adibiti esclusivamente a tale scopo. I
spruzzatici sistemate a bordo della nave, come
circuiti elettrici di alimentazione devono essere disposti
segue:
in modo da non attraversare cucine, locali macchine ed
altri spazi chiusi che presentino un elevato rischio di N. totale di teste spruzzatici N. richiesto di ricambi
incendio, eccetto quando ciò sia necessario per raggiun- <300 6
gere i relativi quadri elettrici, e devono far capo ad un 300 a 1000 12
commutatore automatico situato vicino alla pompa >1000 24
dell'impianto sprinkler. Tale commutatore deve permet-
Il numero delle teste spruzzatici di ricambio di ciascun
tere l'alimentazione con energia proveniente dal quadro
tipo non deve essere superiore al numero totale delle
principale fino a quando è disponibile energia da tale
teste installate a bordo della nave.
quadro e deve essere progettato in modo che, in caso di
mancanza di tale energia, si commuti automaticamente b) Serbatoio in pressione
sull'alimentazione dal quadro di emergenza. Gli inter- 1) Deve essere previsto un serbatoio in pressione che
ruttori sul quadro principale e su quello di emergenza abbia un volume uguale almeno al doppio della
devono essere chiaramente contrassegnati e, di norma, quantità di acqua specificata nel presente punto. Il
chiusi. I suddetti circuiti non devono avere altri interrut- serbatoio in pressione deve contenere sempre una
tori. Una delle fonti di energia dell'impianto automatico quantità di acqua dolce uguale alla quantità di
di rivelazione e segnalazione di incendi deve essere una acqua erogata in un minuto dalla pompa di cui al
fonte di energia di emergenza. Quando una delle fonti successivo punto c) 2) e devono essere adottate
di energia della pompa è un motore a combustione misure affinché nel serbatoio sia assicurata una pres-
interna, esso, oltre a dover soddisfare alle prescrizioni sione d'aria tale che, una volta esaurita la carica di
del comma c) del paragrafo [8.1.4], deve essere posizio- acqua dolce del serbatoio, la pressione non sia infe-
nato in maniera tale che un incendio in qualsiasi locale riore alla pressione di funzionamento delle teste

Regolamenti RINA 2005 481


Parte C, Cap 4, Sez 13

spruzzatrici più quella dovuta alla colonna d'acqua zione al di fuori della sezione servita od in armadietti
misurata dal fondo del serbatoio alla testa spruzza- vicino ai cofani delle scale. L'ubicazione della val-
trice più alta dell'impianto. Devono essere previsti vola deve essere chiaramente e permanentemente
mezzi appropriati per la ricarica dell'aria compressa indicata. Devono essere adottate misure per evitare
e dell'acqua dolce nel serbatoio. Deve essere previ- che le valvole di intercettazione possano essere
sto un tubo di livello in vetro indicante il giusto manovrate da persone non autorizzate.
livello di acqua nel serbatoio. 3) Deve essere provveduta una valvola di prova, per
Il serbatoio deve essere progettato e costruito in provare la segnalazione automatica per ogni sezione
conformità alle norme per i recipienti in pressione, di teste spruzzatrici, mediante la scarica di una
di cui in Cap 1, Sez 3. quantità di acqua uguale a quella che si scariche-
2) Devono essere previsti dispositivi per impedire che rebbe con l'entrata in funzione di una testa spruzza-
nel serbatoio penetri acqua di mare. trice. La valvola di prova di ogni sezione di teste
spruzzatrici deve trovarsi nelle vicinanze della val-
c) Pompe per gli sprinklers
vola di intercettazione della sezione stessa.
1) Deve essere provveduta una pompa indipendente
4) L'impianto sprinkler deve essere collegato al collet-
azionata da energia meccanica, che abbia il solo
tore principale di incendio tramite una valvola di
scopo di far continuare automaticamente la scarica
non ritorno, ad intercettazione e assicurazione
dell'acqua dalle teste spruzzatrici. La pompa deve
manuale, che impedisca all'acqua di defluire
mettersi in moto automaticamente, in caso di caduta
dall'impianto verso il collettore principale di incen-
di pressione nell'impianto, prima che la prescritta
dio.
quantità di acqua dolce nel serbatoio in pressione
sia completamene esaurita. L'impianto automatico di estinzione incendi ad
acqua spruzzata, con rivelazione e segnalazione di
2) La pompa e le tubolature dell'impianto devono
incendi (sprinklers), deve essere un impianto com-
essere in grado di mantenere, al livello della più alta
pletamente indipendente e pertanto non vi deve
testa spruzzatrice, la pressione necessaria per assicu-
essere alcun collegamento od allacciamento estra-
rare una portata d'acqua sufficiente a coprire con-
neo, fatta eccezione per:
temporaneamente una superficie di almeno 280 m2
alla portata indicata al comma b) di cui in [8.1.5]. La • prese, munite di valvole di intercettazione e val-
capacità idraulica dell'impianto deve essere confer- vole di non ritorno collegate vicino alle prese
mata dall'esame dei calcoli idraulici, seguiti, se rite- stesse, attraverso le quali l'impianto possa essere
nuto necessario dalla Società, da una prova alimentato da fonti d'acqua disponibili a terra;
dell'impianto. • collegamento con il collettore principale di
incendio della nave come sopra richiesto.
3) La pompa deve essere munita, dalla parte della man-
data, di una valvola di prova con un corto tubo di Le valvole sulle prese da terra e sul collegamento
scarico aperto. La sezione netta della valvola e del alla tubolatura di incendio devono essere munite di
tubo deve essere adeguata per permettere la scarica targhette con scritte chiare ed indelebili indicanti la
della portata prescritta per la pompa mentre loro funzione. Tali valvole devono poter essere assi-
nell'impianto è mantenuta la pressione indicata al curate nella posizione di "chiuso".
punto b) 1) di cui in [8.1.3]. 5) In corrispondenza della valvola di intercettazione di
ogni sezione e nella stazione centrale dell'impianto,
8.1.4 Prescrizioni di installazione deve essere sistemato un manometro che indichi la
a) Generalità pressione dell'acqua nell'impianto stesso.
Ogni parte dell'impianto che possa essere sottoposta in 6) La presa dal mare della pompa deve essere ubicata,
servizio a temperature di congelamento deve essere per quanto possibile, nello stesso locale in cui è
adeguatamente protetta contro il gelo. installata la pompa e deve essere sistemata in
b) Sistemazione delle tubolature maniera che, quando la nave è galleggiante, non sia
1) Le teste spruzzatrici devono essere raggruppate in necessario chiudere la mandata d'acqua di mare alla
sezioni separate, ognuna delle quali non deve com- pompa per alcun altro motivo che non sia quello di
prendere più di 200 teste. Sulle navi da passeggeri, ispezione o riparazione della pompa stessa.
ogni sezione di teste spruzzatrici non deve servire c) Ubicazione degli impianti
più di due interponti e non deve trovarsi in più di La pompa e il serbatoio in pressione dell'impianto
una zona verticale principale. Tuttavia la Società sprinkler devono essere installati in posizione ragione-
può permettere che una sezione di teste spruzzatici volmente lontana da ogni locale macchine di categoria
serva più di due interponti o si trovi in più di una A e non devono essere sistemati in locali che devono
zona verticale principale, se è convinto che la prote- essere protetti dall'impianto stesso.
zione della nave contro l'incendio non ne venga
diminuita. 8.1.5 Prescrizioni relative al controllo dell'impianto
2) Ogni sezione di teste spruzzatrici deve poter essere a) Pronta disponibilità
isolata per mezzo di una sola valvola di intercetta- 1) Ogni prescritto impianto automatico di estinzione
zione. La valvola di intercettazione di ogni sezione incendi ad acqua spruzzata, con rivelazione e
deve essere prontamente accessibile in una posi- segnalazione di incendi (sprinklers), deve essere in

482 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 4, Sez 13

grado di entrare immediatamente in funzione in ogni a comando manuale, deve essere in grado di entrare
momento, e la sua entrata in funzione non deve aver immediatamente in funzione in qualsiasi momento.
bisogno di alcun intervento da parte dell'equipag- b) L'impianto fisso di rivelazione e segnalazione di incendi
gio. non deve essere usato per altri scopi. Tuttavia può
2) L'impianto deve essere mantenuto carico alla pres- essere consentito che la chiusura delle porte tagliafuoco
sione necessaria e devono essere prese tutte le ed analoghe operazioni siano effettuate dal centralino di
misure necessarie per assicurare un continuo riforni- controllo dell'impianto.
mento d'acqua come prescritto nella presente c) L'impianto e le sue parti componenti devono essere ade-
Sez 13. guatamente progettati per sopportare variazioni della
b) Allarme e segnalazione tensione di alimentazione e fenomeni transitori, varia-
zioni di temperatura ambiente, vibrazioni, umidità,
1) Ogni sezione di teste spruzzatrici deve comprendere scosse, urti e corrosione, che normalmente si verificano
dei dispositivi che diano automaticamente un sulle navi.
allarme ottico e acustico in uno o più centralini ogni-
qualvolta una testa spruzzatrice entra in funzione. d) Gli impianti fissi di rivelazione e segnalazione di incendi
Gli impianti di allarme devono essere costruiti in in grado di identificare a distanza ciascun avvisatore di
modo che possa essere segnalata qualsiasi avaria incendio devono essere realizzati in modo che:
che si verifichi nell'impianto. Tali centralini devono 1) siano previsti mezzi per assicurare che una qualsiasi
indicare in quale sezione di teste spruzzatrici servita avaria (per esempio interruzione dell'alimentazione
dall'impianto si sia verificato l'incendio e devono di energia, corto circuito, massa) che si possa verifi-
essere centralizzati sul ponte di comando o nella sta- care nel circuito non renda l'intero circuito inattivo;
zione di comando continuativamente presidiata; Nota 1: Circuito significa un circuito elettrico che colleghi avvisa-
inoltre devono essere installati allarmi ottici ed acu- tori di diverse sezioni in sequenza e collegate (ingresso ed
stici attivati dal centralino in posizione diversa dalle uscita) alle unità indicatrici.
posizioni sopra menzionate, in modo da assicurare 2) tutte le sistemazioni siano eseguite in modo tale da
che il segnale di allarme sia immediatamente rice- consentire che la configurazione iniziale
vuto dall'equipaggio. dell'impianto possa essere ripristinata in caso di gua-
2) Devono essere previsti pulsanti o commutatori in sto (elettrico, elettronico, informatico);
almeno uno dei centralini menzionati al precedente 3) l'attivazione di un primo allarme di incendio non
punto 1), tali da consentire di provare gli allarmi e i impedisca a qualsiasi altro avvisatore d'incendio di
segnalatori di ciascuna sezione dell'impianto. attivare ulteriori allarmi d'incendio.
3) Le teste spruzzatrici devono essere sistemate sul 4) Nessun circuito deve attraversare un locale per due
cielo del locale da proteggere e disposte con confi- volte. Quando ciò non è realizzabile (per esempio
gurazione geometrica tale da assicurare, per l'area per grandi locali pubblici), la parte del circuito che è
nominale protetta dalle teste, una portata media di necessario attraversi lo spazio per una seconda volta
almeno 5 l/m2 al minuto. In alternativa, la Società deve essere installata alla massima distanza possibile
può permettere l'impiego di teste spruzzatrici che da altre parti del circuito.
forniscano una diversa quantità d'acqua adeguata-
mente distribuita, se è dimostrato, a soddisfazione 9.1.2 Fonti di energia di alimentazione
della Società, che essa non è meno efficace di quella Il numero delle fonti di energia che alimentano le sistema-
sopra indicata. zioni elettriche costituenti parte dell'impianto di rivelazione
e segnalazione di incendi non deve essere inferiore a due ed
4) Vicino ad ogni centralino di segnalazione deve
una di esse deve essere una fonte di energia di emergenza.
essere affisso un elenco o un piano indicante gli
L'alimentazione deve essere provvista mediante circuiti elet-
spazi protetti e l'ubicazione delle zone servite da
trici separati e adibiti esclusivamente a tale scopo. Tali cir-
ogni sezione. Devono essere disponibili adeguate
cuiti devono far capo a un commutatore automatico situato
istruzioni per la prova e la manutenzione.
nel centralino di controllo dell'impianto di rivelazione di
c) Prova della pompa incendi o adiacente ad esso.
Devono essere previsti dispositivi per provare il funzio- L'alimentazione principale o l'alimentazione di emergenza
namento automatico della pompa quando si abbassi la devono essere derivate, rispettivamente, dal quadro princi-
pressione nell'impianto. pale o da quello di emergenza, fino al commutatore, senza
passare attraverso qualsiasi altro quadro o sottoquadro.
9 Impianti fissi di rivelazione e segna- 9.1.3 Prescrizioni per i componenti (1/7/2002)
lazione di incendi a) Avvisatori automatici d'incendio
1) Gli avvisatori automatici di incendio devono entrare
9.1 Caratteristiche tecniche in funzione per effetto di calore, fumo o altri prodotti
della combustione, fiamme, o qualsiasi combina-
9.1.1 Prescrizioni generali (1/7/2002) zione di essi. Avvisatori automatici di incendio che
a) Ogni impianto fisso di rivelazione e segnalazione di entrano in funzione per effetto di altri elementi indi-
incendi prescritto, comprendente avvisatori di incendio cativi di inizi di incendio possono essere presi in

Regolamenti RINA 2005 483


Parte C, Cap 4, Sez 13

considerazione dalla Società purché non siano larmente, non è ammesso che alcuna sezione di
meno sensibili di quelli sopra menzionati. Avvisatori avvisatori entro locali di alloggio, locali di servizio e
automatici di incendio che entrano in funzione per stazioni di comando serva normalmente più di un
effetto delle fiamme possono essere usati solo in interponte, ad eccezione delle sezioni che servano
aggiunta ad avvisatori a fumo o termici. cofani di scale. Al fine di evitare ritardi nell'indivi-
2) Deve essere certificato che gli avvisatori a fumo pre- duare l'origine dell'incendio, il numero di locali
scritti in tutte le scale, in tutti i corridoi e percorsi di chiusi compresi in ciascuna sezione deve essere limi-
sfuggita nei locali di alloggio entrano in funzione tato come stabilito dalla Società. In ogni caso una
prima che la densità di fumo superi il 12,5% di sezione non deve comprendere più di 50 locali
oscuramento per metro ma non prima che la densità chiusi. Se l'impianto di rivelazione di incendio è
di fumo superi il 2% di oscuramento per metro. provvisto di mezzi per identificare a distanza singo-
Avvisatori a fumo da installare in spazi diversi da larmente ciascun avvisatore di incendio, le sezioni
quelli sopra citati devono entrare in funzione entro possono comprendere più ponti e servire qualsiasi
limiti di sensibilità a soddisfazione della Società, numero di locali chiusi.
tenuto conto della necessità di evitare sensibilità 4) Sulle navi da passeggeri, se non è installato un
eccessivamente basse o eccessivamente alte. impianto fisso di rivelazione e segnalazione di
3) Deve essere certificato che gli avvisatori termici incendi in grado di identificare a distanza e singolar-
entrano in funzione prima che la temperatura superi mente ciascun avvisatore di incendio, una sezione di
78 °C ma non prima che la temperatura superi 54 avvisatori automatici non deve servire locali situati
°C, quando l'incremento di temperatura per rag- su ambo i lati della nave, né su più di un interponte,
giungere tali limiti è inferiore a 1 °C al minuto. Per né su più di una zona verticale principale, eccetto
incrementi di temperatura superiori a quello sud- che la stessa sezione di avvisatori può servire spazi
detto, l'avvisatore termico deve entrare in funzione collocati su più di un ponte se detti spazi sono ubi-
entro limiti di temperatura a soddisfazione della cati nelle estremità prodiera o poppiera della nave o
Società, tenuto conto della necessità di evitare sensi- se detti avvisatori proteggono spazi comuni su ponti
bilità eccessivamente basse o eccessivamente alte. diversi (per esempio: locali per ventilatori, cucine,
spazi pubblici, etc.). Nelle navi di larghezza infe-
4) La temperatura di funzionamento degli avvisatori ter-
riore a 20 m, la stessa sezione di avvisatori può ser-
mici nei locali essiccatoi o in analoghi locali nei quali
vire spazi ubicati su entrambi i lati della nave. Sulle
la temperatura ambiente è normalmente elevata può
navi da passeggeri sulle quali gli avvisatori di incen-
essere fino a 130 °C e, nei locali per sauna, fino a
dio sono singolarmente identificabili a distanza, una
140 °C.
sezione può servire locali su ambo i lati della nave e
5) Tutti gli avvisatori automatici di incendio devono può comprendere più interponti ma non può tro-
essere di tipo tale che possano essere provati per varsi in più di una zona verticale principale.
constatarne il corretto funzionamento e risistemati
per la normale sorveglianza senza che sia necessaria b) Ubicazione degli avvisatori automatici di incendio
la sostituzione di alcun componente.
1) Gli avvisatori automatici di incendio devono essere
9.1.4 Prescrizioni di installazione (1/7/2002) posizionati in modo da garantirne la migliore presta-
zione. Deve essere evitata l'ubicazione degli stessi
a) Sezioni vicino a bagli e a condotte di ventilazione od altre
1) Gli avvisatori automatici di incendio e gli avvisatori posizioni dove il flusso d'aria potrebbe influenzarne
di incendio a comando manuale devono essere rag- negativamente il funzionamento o dove sono proba-
gruppati in sezioni. bili urti o danneggiamenti meccanici. In generale, gli
Nota 1: Per "sezione" si intende un gruppo di avvisatori automatici avvisatori automatici di incendio sistemati a soffitto
di incendio e di avvisatori di incendio a comando manuale devono avere una distanza minima di 0,5 m dalle
come indicato nel pannello o nei pannelli di avviso incen- paratie.
dio prescritti in a)3) di [9.1.5].
2) La massima distanza tra gli avvisatori automatici di
2) Una sezione di avvisatori automatici di incendio che incendio deve essere in accordo con la Tab 4. La
serva una stazione di comando, un locale di servizio Società può richiedere o consentire altre distanze in
o un locale di alloggio non deve comprendere un
base a dati di prova che dimostrino le caratteristiche
locale macchine di categoria A. degli avvisatori considerati.
Per impianti fissi di rivelazione e segnalazione di
incendi con avvisatori d'incendio identificabili singo- c) Disposizione dei circuiti elettrici
larmente e a distanza, un circuito comprendente 1) I circuiti elettrici costituenti parte dell'impianto
sezioni di avvisatori di incendio in locali di alloggio e devono essere disposti in modo da non attraversare
di servizio e in stazioni di comando non deve com- cucine, locali macchine di categoria A ed altri locali
prendere sezioni di avvisatori nei locali macchine di chiusi che presentino un elevato rischio di incendio,
categoria A. ad eccezione di quando ciò sia necessario per assi-
3) Nel caso in cui l'impianto fisso di rivelazione e curare la rivelazione o la segnalazione di incendi in
segnalazione di incendi non sia in grado di identifi- tali locali o per raggiungere la relativa alimentazione
care a distanza ciascun avvisatore d'incendio singo- elettrica.

484 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 4, Sez 13

2) Un circuito dell'impianto di avvisatori di incendio in 10 Impianti di rivelazione fumi mediante


grado di identificare a distanza ciascun avvisatore di
prelievo di campioni
incendio non deve poter essere danneggiato in più
di un punto da un incendio.
10.1 Caratteristiche tecniche
Tabella 4 : Massima distanza tra gli avvisatori
10.1.1 Prescrizioni generali
Massima a) Ogniqualvolta nel testo del presente Articolo [10] com-
Massima area Massima
Tipo di distanza fra i pare la parola "impianto", esso significa "impianto di
di ponte per distanza da
avvisatore centri di avvi- rivelazione fumi mediante prelievo di campioni".
avvisatore paratie
satori contigui
b) Qualsiasi impianto prescritto deve essere in grado di
Termico 37 m2 9m 4,5 m funzionare in modo continuativo in qualsiasi momento;
possono però essere accettati impianti funzionanti sulla
A fumo 74 m2 11 m 5,5 m
base di un principio di scansione sequenziale, purché
l'intervallo tra due successive scansioni della stessa posi-
9.1.5 Prescrizioni di controllo per l'impianto di zione dia un tempo di risposta totale a soddisfazione
allarme (1/7/2002) della Società.
a) Segnali d'incendio ottici ed acustici (vedere Nota 1)
c) L'impianto deve essere progettato, costruito e sistemato
Nota 1: Deve essere fatto riferimento al "Code on Alarms and Indi- in modo tale da impedire la fuga di sostanze tossiche o
cators" adottato dall'IMO con Risoluzione A.830(19).
infiammabili o di agenti estinguenti entro locali di allog-
1) L'attivazione di qualsiasi avvisatore automatico gio e di servizio, stazioni di comando o locali macchine.
d'incendio o di qualsiasi avvisatore di incendio a
d) L'impianto e le apparecchiature devono essere proget-
comando manuale deve mettere in azione un
tati in modo idoneo a sopportare variazioni di tensione
segnale d'incendio ottico ed acustico al centralino di
e transitori, variazioni di temperatura ambiente, vibra-
controllo dell'impianto ed ai pannelli di avviso
zioni, umidità, scuotimenti, urti e corrosioni che si
incendio. Se le segnalazioni di incendio non ven-
incontrano normalmente sulle navi e ad evitare la possi-
gono recepite entro due minuti, deve diffondersi
bilità di ignizione di miscele infiammabili di gas e aria.
automaticamente un allarme acustico ovunque nei
locali di alloggio equipaggio, nei locali di servizio, e) L'impianto deve essere tale da poter essere provato per
nelle stazioni di comando e nei locali macchine di accertarne il corretto funzionamento e restituito alla sor-
categoria A. Tale impianto di allarme acustico può veglianza normale senza rinnovo di alcun componente.
non essere parte integrante dell'impianto di rivela- f) Deve essere prevista un'alimentazione alternativa di
zione di incendi. energia per le apparecchiature elettriche usate nell'eser-
2) Il centralino di controllo dell'impianto deve essere cizio dell'impianto.
posizionato in plancia o nella stazione principale di
10.1.2 Prescrizioni per i componenti
controllo incendio.
a) L'unità sensibile deve essere certificata per entrare in
3) I pannelli di avviso incendio devono almeno indi-
azione prima che la densità del fumo nella camera sen-
care la sezione in cui un avvisatore automatico o un
sibile superi il 6,65% di oscuramento per metro.
avvisatore di incendio a comando manuale è stato
attivato. Almeno un pannello deve essere posizio- b) Devono essere previsti estrattori per prelievo campioni
nato in modo da essere sempre facilmente accessi- in doppio. Gli estrattori devono avere una portata suffi-
bile al personale responsabile dell'equipaggio. Un ciente per funzionare nella zona protetta in condizioni
pannello di avviso incendio deve essere posizionato normali di ventilazione e devono dare un adeguato
in plancia, se il centralino di segnalazione è situato tempo totale di risposta a giudizio della Società.
nella stazione principale di controllo incendio. c) Il pannello di controllo deve permettere l'osservazione
4) Informazioni facilmente comprensibili relative agli del fumo nel singolo tubo di prelievo campioni.
spazi protetti e alla ubicazione delle sezioni devono d) Devono essere previsti mezzi per controllare il flusso
essere affisse sopra ogni pannello di avviso incendio d'aria attraverso i tubi di prelievo campioni, progettati in
o adiacenti ad esso. modo tale da assicurare che vengano estratte quantità
5) Le fonti di energia ed i circuiti elettrici necessari per per quanto possibile uguali da ciascun accumulatore
l'azionamento dell'impianto devono essere provvisti collegato allo stesso tubo di prelievo.
di dispositivi che segnalino la mancanza di energia o e) I tubi di prelievo campioni devono avere un diametro
situazioni di guasto, come appropriato. Al verificarsi interno non inferiore a 12 mm, tranne quando essi sono
di una situazione di guasto, deve mettersi in azione usati in combinazione con impianti fissi di estinzione
un segnale di guasto ottico e acustico al centralino incendi a gas, nel qual caso la dimensione minima del
di controllo dell'impianto. Tale segnale deve essere tubo deve essere sufficiente a permettere al gas estin-
distinto da quello di segnalazione incendio. guente di essere scaricato entro il tempo appropriato.
b) Prove f) I tubi di prelievo campioni devono essere muniti di una
Devono essere previste adeguate istruzioni e parti di sistemazione per il loro lavaggio periodico con aria com-
rispetto per le prove e la manutenzione dell'impianto. pressa.

Regolamenti RINA 2005 485


Parte C, Cap 4, Sez 13

10.1.3 Prescrizioni di installazione b) Prova


a) Accumulatori di fumo Devono essere previste idonee istruzioni e parti di
1) Almeno un accumulatore di fumo deve essere siste- rispetto per i componenti per la prova e la manuten-
mato in tutti gli spazi chiusi per i quali è prescritta la zione dell'impianto.
rivelazione dei fumi. Tuttavia, qualora uno spazio sia
destinato a trasportare olio minerale o carico refrige- 11 Impianti di illuminazione posizio-
rato in alternanza con merci per le quali è prescritto nata nella parte bassa (low-location
un impianto di prelievo di campioni di fumi, devono
essere previsti mezzi idonei, a giudizio della Società,
lighting)
per isolare gli accumulatori di fumo in tali comparti-
menti dall'impianto. 11.1 Caratteristiche tecniche
2) Gli accumulatori di fumo devono essere posizionati 11.1.1 (1/7/2002)
in modo da garantirne la migliore prestazione e Qualsiasi impianto di illuminazione posizionata nella parte
devono essere distanziati in modo tale che nessuna bassa (low-location lighting) deve essere approvato dalla
parte dell'area di ponte sopratesta si trovi ad una Società sulla base delle prescrizioni delle "Guidelines for
distanza da un'accumulatore, misurata orizzontal- the evaluation, testing and application of low-location
mente, superiore a 12 m. Qualora gli impianti ven- lighting on passenger ships" adottato dall’IMO con Risolu-
gano usati entro locali che possono avere zione A.752(18) o dalla Norma ISO 15370:2001: "Low-
ventilazione meccanica, la posizione degli accumu- location lighting on passenger ships".
latori di fumo deve essere considerata avendo
riguardo agli effetti della ventilazione.
12 Pompa da incendio di emergenza
3) Gli accumulatori di fumo devono essere posizionati fissa
dove è improbabile che avvengano urti o danneggia-
menti meccanici.
12.1 Caratteristiche tecniche
4) Ad ogni punto di prelievo campioni non devono
essere collegati più di quattro accumulatori. 12.1.1 Tipo di pompa da incendio di emergenza
5) Accumulatori di fumo ubicati in locali chiusi diversi (1/7/2002)
non devono essere collegati allo stesso punto di pre- La pompa da incendio di emergenza deve essere una
lievo campioni. pompa fissa indipendente azionata da energia meccanica.
b) Tubi di prelievo campioni Quando necessario ai fini dell'innesco, la pompa incendio
di emergenza deve essere del tipo autoadescante.
1) La sistemazione dei tubi di prelievo campioni deve
essere tale da far prontamente identificare l'ubica- 12.1.2 Prescrizioni per i componenti (1/7/2002)
zione dell'incendio.
a) Pompe da incendio di emergenza
2) I tubi di prelievo campioni devono essere autodre-
nanti e protetti in modo idoneo da urti o danneggia- 1) Portata della pompa
menti da maneggio del carico. La portata della pompa deve essere non inferiore al
40% della portata complessiva delle pompe da
10.1.4 Prescrizioni per l'impianto di allarme incendio principali di cui in Sez 6 ed in ogni caso
(1/7/2002) non inferiore ai seguenti valori:
a) Segnali d'incendio ottico ed acustico • per navi da passeggeri di stazza lorda inferiore a
1) Il pannello di controllo deve essere sistemato in 1000 ton e per navi da carico di stazza lorda
plancia o nella stazione principale di comando uguale o superiore a 2000 ton: 25 m3
costantemente presidiata. • per navi da carico di stazza lorda inferiore a
2) Una chiara informazione deve essere visualizzata sul 2000 ton: 15 m3
pannello di controllo o nelle sue immediate vici- Se la pompa di emergenza costituisce la principale
nanze, specificando i locali interessati. alimentazione di acqua per qualsiasi impianto fisso
3) La rivelazione del fumo o di altri prodotti della com- di estinzione incendi per la protezione del locale
bustione deve far azionare un segnale ottico e acu- dove sono sistemate le pompe principali da incen-
stico sul pannello di controllo e in plancia o nella dio, la pompa stessa deve avere la capacità necessa-
stazione principale di comando costantemente pre- ria per detto impianto e, in aggiunta, la capacità
sidiata. sopra prescritta alla pressione specificata nel succes-
sivo punto 2).
4) Le alimentazioni di energia per il funzionamento
dell'impianto devono essere controllate per rivelare 2) Pressione in corrispondenza delle prese da incendio
mancanze di energia. Una mancanza di energia Con la pompa di emergenza erogante la portata pre-
deve far azionare un segnale ottico ed acustico sul scritta al precedente punto a)1), la pressione in cor-
pannello di controllo e in plancia, che deve essere rispondenza di qualsiasi presa da incendio deve
distinto da un segnale indicante una rivelazione di essere non inferiore a quella prescritta in Sez 7,
fumo [1.2.6].

486 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 4, Sez 13

3) Altezze di aspirazione 2) Capacità della cassa del combustibile

L'altezza totale di aspirazione e l'altezza netta asso- Ogni cassa di servizio del combustibile deve conte-
luta di aspirazione della pompa devono essere tali nere un quantitativo di combustibile tale da consen-
che le prescrizioni di cui in Sez 6 e quelle del pre- tire il funzionamento della pompa di emergenza per
sente articolo [12] relative alla portata delle pompe e almeno tre ore a pieno carico. Inoltre, fuori del
alla pressione in corrispondenza delle prese da locale macchine di categoria A, deve essere disponi-
incendio siano soddisfatte in tutte le condizioni di bile una quantità di combustibile di riserva suffi-
sbandamento, assetto, rollio e beccheggio che è ciente a consentire un ulteriore periodo di
probabile incontrare durante l'esercizio. Le condi- funzionamento a pieno carico della pompa di emer-
zioni di zavorra di una nave quando entri od esca da genza di almeno 15 ore.
un bacino di carenaggio non devono essere conside-
c) Motore primo e alimentazione della pompa da incendio
rate come condizioni di esercizio. di emergenza
4) Sistemazione della presa dal mare della pompa da 1) La pompa da incendio di emergenza e il suo motore
incendio di emergenza primo devono essere a soddisfazione della Società.
• La presa dal mare della pompa da incendio di 2) Il motore primo della pompa da incendio di emer-
emergenza deve essere sistemata ad una genza deve poter essere prontamente avviato in tutte
distanza adeguata sotto la linea di galleggia- le condizioni di temperatura prevalenti. I motori die-
mento, tale da risultare immersa in tutte le con- sel di potenza superiore a 15 kW devono essere
dizioni di sbandamento ed assetto che possono muniti di un idoneo dispositivo ausiliario di avvia-
verificarsi durante l'esercizio della nave. L'ubi- mento approvato (per esempio, impianto a batterie,
cazione della pompa deve essere tale da permet- impianto idraulico indipendente, impianto ad aria
tere di pompare acqua con la nave a qualunque indipendente, etc.) avente una capacità sufficiente
immersione ed in tutte le condizioni di sbanda- per almeno sei avviamenti della pompa da incendio
mento e di assetto. La valvola sulla presa dal di emergenza. Per i motori diesel di potenza infe-
mare deve poter essere manovrata da una posi- riore o uguale a 15 kW, sono sufficienti dispositivi di
zione vicino alla pompa. avviamento a mano.

• Quando risulti necessario sistemare la presa dal 3) Il combustibile richiesto per il funzionamento per
mare della pompa da incendio di emergenza nel almeno 18 ore della pompa da incendio di emer-
locale nel quale sono sistemate le pompe princi- genza deve essere disponibile dall'esterno del locale
pali da incendio, la valvola sulla presa dal mare macchine principali.
deve poter essere manovrata da una posizione
facilmente accessibile che non possa essere inte- 4) Quando la pompa da incendio di emergenza è azio-
ressata da un incendio nel locale contenente le nata elettricamente, l'energia deve essere fornita da
pompe principali da incendio. una fonte diversa da quella che alimenta le pompe
principali da incendio; tale fonte di energia deve
b) Motori diesel e casse del combustibile essere situata fuori dal locale macchine, in un locale
separato da questo mediante una divisione di Classe
1) Avviamento del motore diesel A; i relativi cavi elettrici non devono attraversare il
compartimento in cui sono installate le pompe prin-
Qualsiasi motore diesel costituente la fonte di ener- cipali da incendio.
gia meccanica che aziona la pompa di emergenza
deve poter essere prontamente messo in moto con d) Prove della pompa da incendio di emergenza e del rela-
una manovella azionata manualmente nelle sue con- tivo motore primo
dizioni a freddo ed anche ad una temperatura di 0
°C. Nei casi in cui ciò non sia possibile o quando si 1) Ad installazione ultimata, la pompa da incendio di
emergenza deve essere sottoposta ad una prova di
possa presumere che la temperatura nel locale in cui
funzionamento a soddisfazione della Società.
è sistemato il motore primo della pompa possa scen-
dere al di sotto di 0 °C, deve essere presa in conside- 2) Il generatore di emergenza e il suo motore primo e
razione la sistemazione e il mantenimento di ciascuna batteria di accumulatori di emergenza
dispositivi di preriscaldamento del motore, ritenuti devono essere sistemati in modo che sia assicurato il
accettabili dalla Società, tali da assicurare una loro funzionamento alla piena potenza nominale,
pronta messa in moto del motore. Se non è realizza- sia quando la nave è diritta, sia con nave ad ogni
bile la messa in moto a mano, per la messa in moto angolo di inclinazione trasversale fino a 22,5° (com-
possono essere ammessi dalla Società altri dispositivi presi) a dritta o a sinistra e appruata o appoppata
tali da consentire che il motore diesel, costituente la fino a 10° (compresi) di inclinazione. I suddetti
fonte di energia meccanica che aziona la pompa di angoli di inclinazione trasversale e longitudinale
emergenza, possa essere avviato almeno 6 volte in devono essere considerati simultaneamente nella
un periodo di 30 minuti ed almeno due volte entro i loro combinazione più sfavorevole. (vedere anche
primi 10 minuti. Cap 1, Sez 1, [2.4]).

Regolamenti RINA 2005 487


Parte C, Cap 4, Sez 13

13 Sistemazione dei mezzi di sfuggita - tre ponti consecutivi:


W = (N1 + N2 + 0,5N3) x 10 mm
13.1 Navi da passeggeri - quattro ponti consecutivi:
W = (N1 + N2 + 0,5N3 + 0,25N4) x 10 mm
13.1.1 Larghezza delle scale
Quando sono considerati cinque o più ponti
a) Prescrizioni di base relative alla larghezza delle scale consecutivi, la larghezza delle scale deve
Le scale devono avere larghezza netta non minore di essere determinata applicando la precedente
900 mm. La larghezza netta delle scale deve essere formula per quattro ponti al ponte in consi-
incrementata di 10 mm per ogni persona prevista in più derazione e al ponte consecutivo, essendo:
di 90 persone. Il numero totale di persone che devono W = la prescritta larghezza dello scalino fra i
essere evacuate da tali scale deve essere assunto pari a corrimano della scala.
due terzi dell'equipaggio più il numero totale di passeg- Nel caso in cui sia prevista un'area S di pia-
geri nell'area servita dalle scale stesse. La larghezza nerottolo al livello del ponte della scala, è
delle scale non deve essere inferiore a quella calcolata ammessa una riduzione del valore calcolato
come indicato nel seguente comma b). di W; la riduzione ammessa si ottiene sottra-
b) Metodo di calcolo della larghezza delle scale endo P da Z in modo che:
1) Principio base di calcolo P = S x 3,0 persone/m2; Pmax = 0,25Z
• Il presente metodo di calcolo determina la dove:
minima larghezza della scala al livello di ciascun Z = il numero totale di persone che si assume
ponte prendendo in considerazione tre scale debbano essere evacuate dal ponte in consi-
consecutive conducenti alla scala in considera- derazione;
zione. P = il numero di persone che si rifugiano tem-
• È inteso che il metodo di calcolo deve conside- poraneamente sul pianerottolo della scala
rare singolarmente l'evacuazione da locali chiusi che può essere sottratto da Z fino a un mas-
entro ciascuna singola zona verticale principale simo valore P = 0,25Z (da arrotondare al
e deve tenere conto di tutte le persone che numero intero inferiore);
usano i cofani delle scale in ciascuna zona anche S = l'area della superficie, in m2, del piane-
se le persone accedono alla scala da un'altra rottolo diminuita dell'area di superficie
zona verticale principale. necessaria all'apertura delle porte e dell'area
• Per ciascuna zona verticale principale, il calcolo della superficie necessaria per accesso al
deve essere eseguito per la situazione notturna flusso di persone sulla scala (vedere Fig 2 );
(Caso 1) e per la situazione diurna (Caso 2), e N = numero complessivo delle persone che
per determinare la larghezza della scala per cia- si assume usino la scala da ogni ponte conse-
scun ponte in considerazione deve essere usata cutivo in considerazione; N1 è relativo al
la maggior larghezza dell'uno o dell'altro caso. ponte con il maggior numero di persone che
• I calcoli delle larghezze delle scale devono usano quella scala; N2 è relativo al ponte
essere basati sul numero di passeggeri e di com- con il prossimo più alto numero di persone
ponenti dell’equipaggio su ciascun ponte. Il che accedono direttamente al flusso della
numero delle persone deve essere come stabilito scala tale che quando si dimensiona la lar-
dal progettista per i locali alloggio dell'equipag- ghezza della scala a ciascun livello di ponte,
gio e dei passeggeri, per i locali di servizio, per le risulta N1>N2>N3>N4 (vedere Fig 3). I pre-
stazioni di comando e per i locali macchine. Ai cedenti ponti sono assunti coincidenti con il
fini del calcolo il numero massimo delle persone ponte in considerazione o a monte dello
in un locale pubblico deve essere assunto come stesso (cioé lontani dal ponte d'imbarco).
il maggiore fra il numero di posti a sedere o siste- • Distribuzione delle persone
mazioni similari e il numero ottenuto asse- Le dimensioni dei mezzi di sfuggita devono
gnando 2 m2 dell'area della superficie lorda del essere calcolate sulla base del numero totale di
ponte a ciascuna persona. persone che si assume debbano sfuggire tramite
2) Metodo di calcolo del valore minimo la scala e attraverso porte, corridoi e pianerottoli
• Formule di base (vedere Fig 4). I calcoli devono essere effettuati
separatamente per il numero di persone negli
Per determinare le larghezze delle scale per cia- spazi dei due casi sotto riportati. Per ogni com-
scun singolo caso, al fine di includere l'oppor- ponente costituente parte del percorso di sfug-
tuno flusso di persone da evacuare verso i punti gita, le dimensioni da adottare non devono
di riunione dagli adiacenti ponti sottostanti e essere inferiori alla più grande dimensione risul-
soprastanti, deve essere adottato il seguente tante in ciascun caso:
metodo
- Caso 1 - Passeggeri nelle cabine occupate al
- due ponti consecutivi: massimo numero di posti letto disponibili;
W = (N1 + N2) x 10 mm membri dell'equipaggio nelle cabine occu-

488 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 4, Sez 13

pate ai 2/3 del numero dei posti letto dispo- pale, comprese le persone che accedono alle
nibili; e locali di servizio occupati da 1/3 scale da un'altra zona verticale principale,
dell'equipaggio. non deve essere assunto più elevato del
- Caso 2 - Passeggeri in locali pubblici occu- numero massimo di persone delle quali è
pati ai 3/4 della capacità massima; stato autorizzato il trasporto.
membri dell'equipaggio nei locali pubblici
occupati ad 1/3 della capacità massima; c) Divieto di riduzione della larghezza delle scale nella
direzione di evacuazione verso il punto di riunione
locali di servizio occupati da 1/3 dell'equi-
paggio; e La larghezza delle scale non deve decrescere nella dire-
cabine per l'equipaggio occupate da 1/3 zione di evacuazione verso il punto di riunione e, nel
dell'equipaggio. caso in cui vi siano più punti di riunione in una zona
Soltanto ai fini del calcolo della larghezza verticale principale, la larghezza della scala non deve
delle scale il massimo numero delle persone decrescere nella direzione di evacuazione verso il più
che si trovino in una zona verticale princi- distante punto di riunione.

Figura 2 : Calcolo area del pianerottolo per riduzione larghezza della scala

Pianerottolo
W2

Corrimano su ambo intermedio


W2 W2
i lati della scala

Area di scorrimento per


l'accesso al flusso di
persone sulla scala

W1 W
1

N W1

Area Porta

Z
P = S x 3 persone/m2 = numero di persone che trovano rifugio nel pianerottolo fino ad un massimo di P = 0,25 Z

N = Z - P = numero di persone che accedono direttamente al flusso della scala da un determinato ponte

Z = numero di persone da evacuare da un determinato ponte

S = area, in m2, del pianerottolo disponibile dopo sottrazione dell’area necessaria per il movimento delle persone e dell’area dello spazio inte-
ressato dalla rotazione delle ante delle porte.

L’area del pianerottolo è la somma dell’area di scorrimento, dell’area disponibile e dell’area per lo spazio della rotazione delle porte.

D = larghezza, in mm, delle porte di accesso all’area del pianerotolo della scala.

Regolamenti RINA 2005 489


Parte C, Cap 4, Sez 13

Figura 3 : Esempio di calcolo della minima larghezza della scala (W)

N1= 200
N = 200
W = 2000
Ponte 8

Punto di riunione D = 2000 + 9395 = 11355


N = 283 nota 1
Ponte 7

N1= 425 N 2= 419 N =3 158 N =450


N = 419
W = (425 + 419 + 0,5 x 158 + 0,25 x 50) x 10 = 9355
Ponte 6

N1= 425 N 2= 200 N =3 158 N =450


N = 425 W = (425 + 200 + 0,5 x 158 + 0,25 x 50) x 10 = 7165

Ponte 5
N1= 200 N 2= 158 N =3 50
N = 158 W = (200 + 158 + 0,5 x 50) x 10 = 3830
Ponte 4
N1= 200 N 2= 50
N = 50 W = (200 + 50 ) x 10 = 2500

Ponte 3
N1= 200
N = 200 W = 200 x 10 = 2000
Ponte 2

Z (pers) = numero di persone che si assume debbano essere evacuate con la scala
N (pers) = numero di persone che accedono direttamente al flusso della scala da un determinato ponte
W (mm) = (N1 + N2 + 0,5xN3 + 0,25xN4)x10 = larghezza calcolata della scala
D (mm) = larghezza delle porte di accesso
N1>N2>N3>N4
dove:
N 1 (pers) = numero di persone per il ponte con il maggior numero di persone N che accedono direttamente alle scale
N 2 (pers) = numero di persone per il ponte con il prossimo maggior numero di persone N che accedono direttamente alla scala, ecc.
NOTA : Nell’esempio indicato le porte di accesso al punto di riunione devono avere una larghezza complessiva di 10225 mm.

490 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 4, Sez 13

Figura 4 : Esempio di calcolo del numero di persone

25m

Calcolo del numero = 25m x 8m = 200m²


= 100 PASSEGGERI
di persone 2m² 2m²

100 PASSEGGERI x 75% = 75 passeggeri

8m

35 40

LOCALE PUBBLICO

AREA AREA
PORTA PORTA

GIU' SU

PERCORSO DEL FLUSSO


SULLE SCALE

AREA DISPONIBILE
DEL PIANEROTTOLO

AREA AREA
PORTA PORTA

LOCALE PUBBLICO
48 45

125 PASSEGGERI x 75% = 93 passeggeri


10m

CALCOLO DEL NUMERO = 25m x 10m = 250m²


= 125 PASSEGGERI
DI PERSONE 2m² 2m²

25m

Regolamenti RINA 2005 491


Parte C, Cap 4, Sez 13

13.1.2 Particolari delle scale a) il numero di passeggeri e di membri dell'equipaggio in


a) Corrimano tutti gli spazi nei quali possono usualmente trovarsi;
Le scale devono essere provviste di corrimano su b) il numero di passeggeri e di membri dell'equipaggio che
entrambi i lati. La massima larghezza netta fra i corri- si presume sfuggano per mezzo di una scala e attraverso
mano deve essere di 1800 mm. porte, corridoi e pianerottoli;
b) Allineamento delle scale c) i punti di riunione e le stazioni di imbarco sui mezzi col-
Tutte le scale dimensionate per più di 90 persone lettivi di salvataggio;
devono essere allineate nella direzione longitudinale
d) mezzi di sfuggita primari e secondari;
della nave.
e) larghezze delle scale, delle porte, dei corridoi e delle
c) Altezza e inclinazione
aree dei pianerottoli.
Le scale non devono avere rispetto al ponte un'altezza
superiore a 3,5 m senza un pianerottolo intermedio e I piani dei mezzi di sfuggita devono essere corredati da cal-
non devono avere un angolo di inclinazione superiore a coli particolareggiati che evidenzino la determinazione
45°. delle larghezze delle scale, delle porte e dei corridoi e delle
aree dei pianerottoli (vedere anche Sez 9, [2.6.4]).
d) Pianerottoli
I pianerottoli a livello di ciascun ponte non devono
13.2 Navi da carico
avere un'area inferiore a 2 m2. Tale area deve essere
incrementata di 1 m2 per ogni 10 persone in più di 20 13.2.1 (1/7/2002)
persone, ma, fatta eccezione per i pianerottoli serventi Scale e corridoi usati come mezzi di sfuggita non devono
locali pubblici aventi accesso diretto ai cofani delle avere una larghezza libera inferiore a 700 mm e devono
scale, non è necessario che superi 16 m2. avere un corrimano su un lato. Scale e corridoi aventi una
larghezza libera superiore a 1800 mm devono avere un cor-
13.1.3 Aperture delle porte e corridoi rimano su entrambi i lati. Per "larghezza libera" si intende la
a) Le aperture delle porte, i corridoi e i pianerottoli inter- distanza tra il corrimano e la paratia dal lato opposto o tra i
medi, compresi nei mezzi di sfuggita, devono essere due corrimano. L'angolo di inclinazione delle scale deve
dimensionati nella stessa maniera delle scale. essere in generale di 45° ma non superiore a 50° e, nei
b) La larghezza totale delle porte di accesso dalle scale al locali macchine e in piccoli locali, non superiore a 60°. Le
punto di riunione non deve essere inferiore alla lar- porte che danno accesso alle scale devono avere le stesse
ghezza complessiva delle scale serventi il ponte sul dimensioni delle scale.
quale si trova il punto di riunione.

13.1.4 Percorsi di evacuazione al ponte di imbarco


14 Impianti fissi di estinzione incendi a
a) Punto di riunione schiuma per il ponte
Deve essere tenuto conto che i percorsi di evacuazione
verso il ponte di imbarco possono comprendere un 14.1 Caratteristiche tecniche
punto di riunione. In tal caso nell'applicare le presenti
norme devono essere valutate le prescrizioni della pro- 14.1.1 Generalità
tezione strutturale contro gli incendi ed il dimensiona- a) I mezzi di erogazione della schiuma devono essere in
mento dei corridoi e delle porte dal cofano delle scale al grado di scaricare schiuma su tutta l'area di ponte sovra-
punto di riunione e da tale punto al ponte di imbarco; stante le cisterne del carico come pure in ogni cisterna
inoltre può essere assunto che l'evacuazione delle per- del carico il cui ponte si sia rotto.
sone dai punti di riunione alle posizioni di imbarco
b) L'impianto a schiuma per il ponte deve poter essere
venga eseguita con piccoli gruppi controllati di persone.
azionato in modo semplice e rapido.
b) Percorsi dal punto di riunione alla stazione di imbarco
sui mezzi collettivi di salvataggio c) Il funzionamento dell'impianto fisso di estinzione a
schiuma per il ponte alla prescritta portata, deve con-
Nel caso in cui i passeggeri e l'equipaggio siano radunati
sentire l'impiego contemporaneo del numero minimo
ad un punto di riunione che non sia situato nella sta-
prescritto di getti d'acqua dal collettore principale
zione di imbarco sui mezzi collettivi di salvataggio, le
d'incendio alla pressione prescritta per il collettore
dimensioni della larghezza delle scale e delle porte dal
stesso.
punto di riunione a detta stazione di imbarco saranno
basate sulla consistenza numerica di piccoli gruppi con- Può essere accettata una tubolatura comune per il col-
trollati di persone. La larghezza di tali scale e delle porte lettore principale da incendio e per la tubolatura della
può non eccedere 1500 mm a meno che dimensioni schiuma sul ponte a condizione che sia dimostrato che
maggiori siano prescritte per l'evacuazione degli spazi gli erogatori possano essere efficacemente controllati da
costituenti punti di riunione in situazioni diverse dal loro una persona quando erogano dalla tubolatura comune
utilizzo come punti di riunione. alla pressione necessaria all'azionamento delle spin-
garde. Deve essere provvista una quantità di liquido
13.1.5 Piani dei mezzi di sfuggita schiumogeno addizionale per l'azionamento di due ero-
Devono essere previsti piani dei mezzi di sfuggita riportanti gatori per lo stesso periodo di tempo prescritto per
le seguenti indicazioni: l'impianto a schiuma.

492 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 4, Sez 13

Deve essere possibile, sul ponte e per tutta la lunghezza primi due punti di a)1) deve essere lanciabile da cia-
della nave, l'impiego contemporaneo del numero scuna spingarda fissa. Sulle navi cisterna di portata
minimo di getti d'acqua prescritto nei locali di alloggio, lorda inferiore a 4000 t, la Società può consentire
locali di servizio, stazioni di comando e locali mac- l'installazione di sole lance mobili. Tuttavia, in tal
chine. caso, la portata di soluzione schiumogena erogata
da ciascuna lancia mobile deve essere pari ad
14.1.2 Prescrizioni per i componenti almeno il 25% di quella prescritta ai primi due punti
a) Soluzione schiumogena e liquido schiumogeno di a)1).
1) La portata di soluzione schiumogena che deve 2) La portata di soluzione schiumogena di ciascuna
essere erogata non deve essere inferiore al più spingarda fissa deve essere almeno di 3 l/min per
grande dei tre seguenti valori: metro quadrato di area di ponte protetta dalla spin-
garda fissa considerata, essendo tale area situata
• 0,6 l/min per metro quadrato dell'area del ponte
interamente a proravia della spingarda stessa. Tale
sovrastante le cisterne del carico, dove area del
portata non deve essere inferiore a 1250 l/min.
ponte sovrastante le cisterne del carico significa
la massima larghezza della nave moltiplicata per 3) La portata di qualsiasi lancia mobile deve essere non
la lunghezza longitudinale totale del ponte sopra inferiore a 400 l/min e la gittata di ciascuna lancia
le cisterne del carico; mobile in aria tranquilla non deve essere inferiore a
• 6 l/min per metro quadrato dell'area della 15 m.
sezione orizzontale della cisterna singola avente
14.1.3 Prescrizioni di installazione
la maggiore sezione orizzontale; oppure
• 3 l/min per metro quadrato dell'area protetta a) Stazione di comando principale
dalla più grande spingarda fissa, essendo tale 1) La stazione di comando principale dell'impianto
area situata interamente a proravia della spin- deve essere adeguatamente ubicata fuori della zona
garda stessa, ma non meno di 1250 l/min. del carico, adiacente ai locali di alloggio e pronta-
2) L'impianto deve essere provvisto di un quantitativo mente accessibile e facilmente manovrabile in caso
di liquido schiumogeno sufficiente ad assicurare di incendio nelle aree protette.
almeno 20 min di produzione di schiuma, per navi b) Spingarde fisse
cisterna dotate di impianto a gas inerte, o almeno 30
1) Il numero e la posizione delle spingarde fisse devono
min di produzione di schiuma, per navi cisterna non
essere tali da soddisfare le norme di cui al comma a)
dotate di impianto a gas inerte, per la più grande
di [14.1.1].
delle portate di soluzione schiumogena stabilita al
suddetto punto 1). Il rapporto di espansione della 2) La distanza tra una spingarda fissa e l'estremità più
soluzione schiumogena (cioè il rapporto fra il lontana dell'area protetta a proravia della spingarda
volume della schiuma prodotta e il volume della non deve essere superiore al 75% della gittata della
miscela di acqua e liquido schiumogeno fornita) non spingarda in aria tranquilla.
deve, in generale, essere superiore a 12 a 1. Quando 3) Una spingarda fissa ed un attacco per manichetta di
gli impianti producono essenzialmente schiuma a lancia mobile devono essere posizionati sul lato
bassa espansione ma con rapporto di espansione destro e sul lato sinistro della nave in corrispon-
leggermente superiore a 12 a 1, la quantità di solu- denza del frontale del cassero di poppa ovvero nella
zione schiumogena di cui deve essere provvisto parte dei locali di alloggio prospiciente il ponte
l'impianto deve essere calcolata come per gli sovrastante le cisterne del carico. Sulle navi cisterna
impianti con rapporto di espansione 12 a 1. (vedere di portata lorda inferiore a 4000 t, vi deve essere un
Nota 1). Quando viene impiegata schiuma con rap- attacco per manichetta di lancia mobile sia sul lato
porto di espansione medio (rapporto di espansione destro che su quello sinistro della nave, in corrispon-
compreso fra 50 a 1 e 150 a 1) (vedere Nota 2)), la denza del frontale del cassero di poppa o nella parte
quantità di schiuma che deve essere erogata e la dei locali di alloggio prospiciente il ponte sovra-
portata del sistema di spingarde devono essere a stante le cisterne del carico.
soddisfazione della Società.
c) Lance mobili
Nota 1: Deve essere fatto riferimento alle "Guidelines for the per-
formance and testing criteria and surveys of low-expansion 1) Il numero delle lance mobili disponibili deve essere
foam concentrates for fixed fire-extinguishing systems" non inferiore a quattro. Il numero e la disposizione
(MSC/Circ. 582 and Corr. 1) delle prese di soluzione schiumogena deve essere
Nota 2: Deve essere fatto riferimento alle "Guidelines for the per- tale che la schiuma possa essere lanciata da almeno
formance and testing criteria and surveys of medium- due lance mobili su qualsiasi parte dell'area del
expansion foam concentrates for fixed fire-extinguishing ponte sovrastante le cisterne del carico.
systems" (MSC/Circ.798).
2) Devono essere sistemate lance mobili per assicurare
b) Spingarde fisse e lance mobili elasticità di intervento durante le operazioni di estin-
1) La schiuma prodotta dall'impianto fisso deve essere zione incendi e per proteggere quelle superfici che
lanciata per mezzo di spingarde fisse e lance mobili. sono schermate da ostacoli dal getto delle spingarde
Almeno il 50% della portata di schiuma prescritta ai fisse.

Regolamenti RINA 2005 493


Parte C, Cap 4, Sez 13

d) Valvole di intercettazione eccezione di quando è necessario che tale cisterna


1) Sia sul collettore del liquido schiumogeno che sul sia degassificata;
collettore principale d'incendio, quando questo 4) spurgare i gas di idrocarburi dalle cisterne del carico
costituisce parte integrante dell'impianto fisso di vuote in modo tale da non creare un'atmosfera
estinzione incendi a schiuma per il ponte, devono infiammabile all'interno delle cisterne allorché si
essere sistemate valvole di intercettazione, immedia- effettuano le operazioni di degassificazione.
tamente a proravia di ogni spingarda fissa, per iso-
lare le sezioni danneggiate di tali collettori. 15.2.2 Prescrizioni per i componenti
a) Erogazione del gas inerte
15 Impianti a gas inerte per navi petro- 1) Il gas inerte fornito può essere il gas di scarico, trat-
liere tato, proveniente da una o più caldaie principali o
ausiliarie. La Società può accettare che il gas inerte
15.1 Argomento del presente articolo sia fornito da uno o più generatori di gas separati o
da altre fonti o da qualsiasi combinazione di essi, a
15.1.1 Il presente articolo [15] stabilisce le caratteristiche condizione che si abbia un equivalente grado di
tecniche che devono avere gli impianti a gas inerte nelle sicurezza. Tali sistemi devono, per quanto pratica-
cisterne del carico di olio minerale e negli spazi del doppio mente realizzabile, rispondere alle prescrizioni del
scafo come richiesto nel presente Capitolo. presente articolo [15]. Sistemi che usino immagazzi-
namento di CO2 non sono permessi, a meno che
15.2 Caratteristiche tecniche non sia dimostrato, a soddisfazione della Società,
che è stato ridotto al minimo il rischio di ignizione
15.2.1 Generalità dovuto alla generazione, da parte dell'impianto
medesimo, di cariche elettrostatiche.
a) In tutto il presente articolo [15] il termine "cisterne del
carico" comprende anche le "slop tanks". 2) L'impianto deve essere in grado di inviare gas inerte
alle cisterne del carico ad una portata pari ad
b) L'impianto a gas inerte menzionato nel presente Capi-
almeno il 125% della massima portata di scarica-
tolo deve essere progettato, costruito e collaudato a
zione della nave, espressa in volume.
soddisfazione della Società. Esso deve essere costruito, e
deve poter operare, in modo tale da rendere e mante- 3) L'impianto deve essere in grado di fornire gas inerte
nere in ogni momento non infiammabile l'atmosfera con contenuto di ossigeno non superiore al 5%, in
all'interno delle cisterne del carico, ad eccezione di volume, nel collettore di mandata del gas inerte alle
quando è prescritto che tali cisterne siano degassificate. cisterne del carico, a tutti i valori di flusso richiesti.
Nel caso in cui l'impianto a gas inerte non sia in grado 4) Devono esservi due pompe del combustibile liquido
di assicurare le condizioni operative di cui sopra, e sia per il generatore di gas inerte. La Società può per-
stata accertata l'impossibilità di ripararlo, lo sbarco del mettere che vi sia una sola pompa del combustibile
carico e della zavorra ed il necessario lavaggio delle liquido, a condizione che vi siano a bordo sufficienti
cisterne devono essere iniziati soltanto quando siano pezzi di rispetto per la pompa e per il suo motore
rispettate le "condizioni di emergenza" elencate nelle primo, in modo che il personale di bordo sia in
"Norme per gli impianti a gas inerte" (vedere Nota 1). grado di riparare qualsiasi avaria della pompa e del
Nota 1: Le "Norme per gli impianti a gas inerte" della Società con- suo motore primo.
tengono le "Guidelines for inert gas systems" approvate dal
Maritime Safety Committee (MCS) dell'IMO alla sua 42 ma ses- b) Apparecchi per lavaggio e raffreddamento (scrubbers)
sione e successivamente emendate dallo stesso MSC nel corso 1) Deve essere sistemato un apparecchio per un effi-
della 48 ma sessione e della 50 ma sessione. Le Guidelines
cace lavaggio e raffreddamento del volume di gas
suddette e i successivi emendamenti sono stati diffusi
dall'IMO, rispettivamente, con circolari MSC/Circ. 282, 353 e
precisato ai punti 2) e 3) del precedente comma a)
387. e per la rimozione dei prodotti solidi e solforosi della
combustione. L'impianto dell'acqua di raffredda-
c) L'impianto deve essere in grado di: mento deve essere tale che sia sempre disponibile
1) inertizzare le cisterne del carico vuote riducendo il una adeguata alimentazione di acqua, senza interfe-
contenuto di ossigeno nell'atmosfera di ciascuna rire con uno qualsiasi dei servizi essenziali della
cisterna, ad un livello al quale la combustione non nave. Deve essere anche provveduto ad una alimen-
possa aver luogo; tazione alternativa di acqua di raffreddamento.
2) mantenere l'atmosfera, in qualsiasi parte di qualsiasi 2) Devono essere installati filtri o mezzi equivalenti per
cisterna del carico, con un contenuto di ossigeno ridurre al minimo il quantitativo d'acqua trascinato
non superiore all' 8% in volume e sempre ad una alle soffianti di gas inerte.
pressione superiore a quella atmosferica, sia in porto 3) L'apparecchio di lavaggio e di raffreddamento deve
che in navigazione, ad eccezione di quando è essere installato a poppavia di tutte le cisterne del
necessario che tale cisterna sia degassificata; carico, dei locali pompe del carico e delle intercape-
3) eliminare la necessità di immettere aria per entrare dini che separano tali spazi dai locali macchine di
in una cisterna durante le normali operazioni, ad categoria A.

494 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 4, Sez 13

c) Soffianti idrocarburi alla pressione pari a quella di pressatura


delle cisterne del carico.
1) Devono essere sistemate almeno due soffianti che,
insieme, devono essere in grado di inviare nelle 6) Con riferimento al basso livello dell'acqua nel dispo-
cisterne del carico almeno il volume di gas richiesto sitivo di tenuta di cui in c)1) di [15.2.4], la disponibi-
ai punti 2) e 3) del precedente comma a). In un lità in qualsiasi momento di una adeguata riserva
impianto con generatore di gas inerte, la Società può d'acqua e l'integrità delle sistemazioni che permet-
permettere che vi sia una sola soffiante se tale tono l'automatica formazione della tenuta ad acqua,
impianto può erogare il volume totale di gas richie- allorché cessa il flusso di gas, devono essere a soddi-
sto ai punti 2) e 3) del precedente comma a) alle sfazione della Società. L'allarme ottico ed acustico di
cisterne del carico protette, a condizione che vi basso livello dell'acqua nella tenuta ad acqua deve
siano a bordo sufficienti pezzi di rispetto per la sof- funzionare quando non viene erogato gas inerte.
fiante e per il suo motore primo, in modo che il per-
sonale di bordo sia in grado di riparare qualsiasi 15.2.3 Prescrizioni di installazione (1/7/2002)
avaria della soffiante e del suo motore primo. a) Misure di sicurezza nell'impianto
2) L'impianto a gas inerte deve essere progettato in 1) Valvole di intercettazione del gas di scarico
modo che la massima pressione che può essere eser- Devono essere installate valvole di intercettazione
citata su una qualsiasi cisterna del carico non superi sui collettori di alimentazione del gas inerte tra la
la pressione di pressatura della cisterna stessa. presa del gas sui condotti di scarico della caldaia e
Devono essere previsti idonei mezzi di intercetta- l'apparecchio di lavaggio e di raffreddamento dei
zione sull'aspirazione e sulla mandata di ciascuna gas di scarico. Queste valvole devono essere munite
soffiante. Devono essere previste sistemazioni che di indicatori di apertura e di chiusura e devono
permettano che il funzionamento dell'impianto a essere presi accorgimenti per mantenere le valvole a
gas inerte venga stabilizzato prima di iniziare lo tenuta di gas ed i loro seggi di tenuta sgombri da
sbarco del carico. Se le soffianti devono essere fuliggine. Devono essere previsti dispositivi atti ad
impiegate per la degassificazione, le loro aspirazioni impedire l'impiego dei soffiatori di fuliggine della
d'aria devono essere munite di flange cieche. caldaia quando la corrispondente valvola di prelievo
3) Le soffianti devono essere installate a poppavia di del gas di scarico è aperta.
tutte le cisterne del carico, dei locali pompe del 2) Prevenzione delle perdite di gas di scarico
carico e delle intercapedini che separano questi
• Particolare considerazione deve essere data alla
spazi dai locali macchine di categoria A.
progettazione ed all'ubicazione dell'apparec-
d) Tenute ad acqua chio di raffreddamento e di lavaggio e delle sof-
fianti, con tubolature ed accessori ad esse
1) Il dispositivo di non ritorno con tenuta ad acqua a relativi, allo scopo di prevenire perdite di gas in
cui si fa riferimento in [15.2.3] deve poter essere ali- locali chiusi.
mentato da due pompe separate, ciascuna delle
• Allo scopo di permettere operazioni di manuten-
quali deve essere in grado di mantenere in qualsiasi
zione in condizioni di sicurezza, deve essere
momento una portata adeguata.
sistemato un dispositivo addizionale di tenuta ad
2) La sistemazione del dispositivo di tenuta ad acqua e acqua od altri efficaci mezzi che impediscano
degli accessori ad esso connessi deve essere tale da perdite di gas di scarico tra le valvole di intercet-
impedire il riflusso di vapori di idrocarburi e deve tazione sul prelievo del gas di scarico e l'appa-
assicurare il corretto funzionamento della tenuta recchio di raffreddamento e di lavaggio; essi
nelle condizioni di esercizio. possono essere incorporati, all'ingresso del gas,
nell'apparecchio di raffreddamento e di lavag-
3) Deve essere provveduto ad assicurare che il disposi- gio.
tivo di tenuta ad acqua sia protetto contro il conge-
lamento e in modo che l'integrità della tenuta non 3) Valvola di regolazione del gas
sia compromessa da surriscaldamento. • Deve essere installata una valvola di regolazione
del gas sul collettore principale di mandata del
4) Un'ansa di sigillo ad acqua o un'altra sistemazione gas inerte. Questa valvola deve potersi chiudere
approvata deve essere sistemata anche su tutti gli automaticamente, come richiesto al seguente
sfoghi gas e su tutte le tubolature connesse per l'ali- punto 5). Tale valvola deve essere inoltre in
mentazione dell'acqua e per il drenaggio o su tutte grado di regolare automaticamente il flusso di
le tubolature di sfogo gas o per sensori di pressione gas inerte alle cisterne del carico, a meno che
che conducano a spazi sicuri da gas. Devono essere non siano previsti mezzi per il controllo automa-
previsti mezzi per prevenire lo svuotamento, dovuto tico della velocità delle soffianti richieste in c) di
al vuoto, di tali dispositivi di tenuta. [15.2.2].
5) Il dispositivo di non ritorno con tenuta ad acqua sul • La valvola alla quale si fa riferimento nel prece-
ponte e tutte le anse di sigillo ad acqua devono dente punto deve essere sistemata sulla paratia
essere in grado di impedire il ritorno di vapori di prodiera dello spazio sicuro da gas che si trova

Regolamenti RINA 2005 495


Parte C, Cap 4, Sez 13

più a proravia e attraverso il quale passa il collet- operazioni relative alle cisterne del carico devono
tore principale di mandata del gas inerte. essere sospese, allo scopo di evitare l’immissione
Nota 1: "Spazio sicuro da gas" è uno spazio in cui l'entrata di d'aria nelle cisterne, e la valvola di intercettazione di
gas di idrocarburi potrebbe produrre pericoli di infiam- cui al terzo punto del precedente comma 4) deve
mabilità o di tossicità. essere chiusa.
4) Dispositivi di non ritorno nelle tubolature dei gas di b) Tubolature del gas inerte
scarico
1) Il collettore del gas inerte può essere suddiviso in
• Devono essere installati almeno due dispositivi due o più diramazioni a proravia dei dispositivi di
di non ritorno, uno dei quali deve essere un non ritorno richiesti al comma d) di [15.2.2].
dispositivo di tenuta ad acqua, sul collettore
principale di mandata del gas inerte, allo scopo 2) Il collettore o i collettori di mandata del gas inerte
di impedire il ritorno di vapori di idrocarburi devono avere una tubolatura di diramazione per cia-
nelle tubolature di prelievo dei gas di scarico nei scuna cisterna del carico. Le tubolature di dirama-
locali macchine o in qualsiasi locale sicuro da zione per il gas inerte devono essere munite di
gas, in tutte le normali condizioni di assetto lon- valvole di intercettazione o di equivalenti mezzi di
gitudinale, di inclinazione trasversale e di movi- comando per isolare ciascuna cisterna. Quando
mento della nave. Essi devono essere sistemati sono installate valvole di intercettazione, devono
tra la valvola automatica richiesta al precedente essere provvisti, per le stesse, dispositivi di bloccag-
comma 3) e il collegamento, situato più a pop- gio che devono essere sotto il controllo di un uffi-
pavia, ad una qualsiasi cisterna del carico o ciale responsabile della nave. Il sistema di comando
tubolatura del carico. deve fornire una indicazione diretta dello stato ope-
rativo di tali valvole.
• I dispositivi di cui al precedente punto devono
essere installati sul ponte, nella zona del carico. 3) Nelle navi miste petroliere-portarinfusa, la sistema-
• Il secondo dispositivo deve essere una valvola di zione per isolare le "slop tanks" che contengono
non ritorno o equivalente, in grado di impedire il olio minerale o residui di olio minerale dalle altre
ritorno di vapori e/o liquidi, sistemata a proravia cisterne deve essere realizzata con flange cieche che
del dispositivo di tenuta ad acqua sul ponte pre- devono rimanere in posizione per tutto il tempo in
scritto nel primo punto del presente comma 4). cui vengono trasportati carichi diversi dall’olio mine-
Tale valvola di non ritorno deve essere munita di rale, ad eccezione di quanto stabilito nella relativa
efficaci mezzi di chiusura. Quale alternativa agli sezione della "Guida per gli impianti a gas inerte"
efficaci mezzi di chiusura, può essere accettata (ved. Nota 1 al comma b) di [15.2.1]).
una valvola addizionale, che abbia tali mezzi di 4) Devono essere provvisti mezzi per proteggere le
chiusura, da sistemare a proravia della valvola di cisterne del carico dagli effetti della sovrappressione
non ritorno, allo scopo di isolare il dispositivo di o del vuoto, causati dalle variazioni termiche allor-
tenuta ad acqua sul ponte dal collettore princi- ché le cisterne del carico sono isolate dal collettore
pale di mandata del gas inerte alle cisterne del o dai collettori del gas inerte.
carico.
5) Gli impianti di tubolature devono essere progettati in
• Quale sicurezza addizionale contro il ritorno dal
modo tale da prevenire l'accumulo di carico o di
collettore principale sul ponte di eventuali per-
acqua nelle tubolature in tutte le condizioni normali.
dite di idrocarburi liquidi o vapori, devono
essere previsti dispositivi di sfogo sicuri per il 6) Devono essere previste sistemazioni che permettano
tratto di collettore tra la valvola munita di efficaci di collegare il collettore del gas inerte con una fonte
mezzi di chiusura, citata al punto precedente, e di gas inerte esterna. Le sistemazioni devono consi-
la valvola citata al comma 3), allorché la prima stere in una flangia imbullonata per tubo di diametro
delle due è chiusa. nominale di 250 mm, isolata dal collettore del gas
inerte mediante una valvola e ubicata a proravia
5) Arresto automatico
della valvola di non ritorno menzionata nel terzo
• Deve essere realizzato l'arresto automatico delle punto del precedente comma a). La flangia deve
soffianti del gas inerte e la chiusura automatica essere progettata in conformità con la classe appro-
della valvola di regolazione del gas allorché ven- priata della unificazione adottata per la progetta-
gono raggiunti predeterminati limiti in relazione zione di altri collegamenti esterni dell'impianto di
ai primi tre punti di c) 1) di cui in [15.2.4]. tubolature per il carico della nave.
• Deve essere realizzata la chiusura automatica
7) Se vi è un collegamento tra il collettore o i collettori
della valvola di regolazione del gas, con riferi-
principali di mandata del gas inerte e l'impianto
mento al quarto punto di c) 1) di cui in [15.2.4].
delle tubolature del carico, devono essere realizzate
6) Eccesso di ossigeno nel gas inerte sistemazioni che assicurino una effettiva separazione
Con riferimento al quinto punto di c) 1) di cui in tra i due impianti, tenendo conto della forte diffe-
[15.2.4], allorché il contenuto di ossigeno del gas renza di pressione che si può avere tra i due impianti
inerte supera l'8% in volume, devono essere presi stessi. Tale separazione deve essere realizzata con
immediati provvedimenti per migliorare la qualità due valvole di intercettazione munite di un disposi-
del gas. Se la qualità del gas non migliora, tutte le tivo per sfogare in modo sicuro lo spazio tra le due

496 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 4, Sez 13

valvole oppure deve essere realizzata mediante un inerte devono essere previsti allarmi ottici ed acustici
tronchetto smontabile con relative flange cieche. che indichino:
8) La valvola che separa il collettore di mandata del gas • bassa pressione dell'acqua o basso flusso
inerte dal collettore del carico e che si trova dalla dell'acqua all'apparecchio di lavaggio e di raf-
parte dell'impianto del carico deve essere del tipo di freddamento dei gas di scarico, di cui in b)1) di
non ritorno e munita di efficaci mezzi di chiusura. [15.2.2];
• alto livello dell'acqua nell'apparecchio di lavag-
15.2.4 Prescrizioni relative al funzionamento e al gio e di raffreddamento dei gas di scarico di cui
controllo in b)1) di [15.2.2];
a) Dispositivi di indicazione • alta temperatura del gas, di cui al comma a) del
Devono essere previsti dispositivi per l'indicazione con- presente [15.2.4];
tinua della temperatura e della pressione del gas inerte • avaria alle soffianti del gas inerte, di cui al
sulla mandata delle soffianti, quando le soffianti stesse comma c) di [15.2.2];
sono in funzione. • contenuto di ossigeno superiore all'8%, in
b) Dispositivi di indicazione e registrazione volume, di cui al secondo punto di b)1) del pre-
sente [15.2.4];
1) Deve essere sistemata una strumentazione per la
• mancanza di energia all'impianto di comando
indicazione continua e la registrazione permanente,
automatico per la valvola di regolazione del gas
quando viene fornito il gas inerte:
ed ai dispositivi di indicazione, di cui in a) 3) di
• della pressione nel collettore o nei collettori prin- [15.2.3] e in b)1) del presente [15.2.4];
cipali di mandata del gas inerte, a proravia dei • basso livello dell'acqua nel dispositivo di tenuta
dispositivi di non ritorno richiesti al primo punto ad acqua, di cui al primo punto di a)4) di
del punto a) 4) di [15.2.3]; e [15.2.3];
• del contenuto di ossigeno del gas inerte nel col- • pressione del gas inferiore a 981 Pa (100 mm di
lettore principale di mandata del gas inerte a colonna di acqua) di cui al primo punto di b)1)
valle della soffiante. del presente [15.2.4]. Il sistema di allarme deve
2) I dispositivi ai quali si fa riferimento al precedente essere tale da assicurare che la pressione nelle
punto 1 devono essere sistemati nella centrale di slop tanks delle navi miste petroliere- portarin-
controllo del carico, se prevista. Se non è prevista la fusa possa essere segnalata in qualsiasi
centrale di controllo del carico, i dispositivi devono momento; e
essere sistemati in una posizione facilmente accessi- • alta pressione del gas, di cui al primo punto di
bile all'ufficiale responsabile delle operazioni del b)1) del presente [15.2.4].
carico. 2) Per impianti a gas inerte del tipo a generatore di gas
3) Inoltre, devono essere installati strumenti: inerte, devono essere previsti allarmi ottici ed acu-
stici addizionali che indichino:
• in plancia, per indicare in ogni momento la pres-
sione di cui al primo punto di b)1) precedente e • insufficiente alimentazione di combustibile
la pressione nelle "slop tanks" delle navi miste liquido;
petroliere-portarinfusa, tutte le volte che tali • mancanza di energia al generatore;
cisterne siano isolate dal collettore di mandata • mancanza di energia all'impianto automatico di
del gas inerte; e comando del generatore.
• nella centrale di comando delle macchine o nel 3) Gli allarmi prescritti al quinto, sesto e ottavo punto
locale macchine, per indicare il contenuto di del precedente comma c) 1) devono essere installati
ossigeno di cui al secondo punto del precedente ne locale macchine e nella centrale di controllo del
b)1). carico, se prevista, ma, in ogni caso, in posizione
tale che siano immediatamente recepiti dal perso-
4) Devono essere previsti strumenti portatili per la
nale responsabile dell'equipaggio.
misurazione dell'ossigeno e della concentrazione di
vapori infiammabili. Devono inoltre essere sistemati 4) Deve essere previsto un sistema di allarme acustico,
idonei dispositivi, su ciascuna cisterna del carico, tali indipendente da quello di cui all'ottavo punto del
che sia possibile determinare, con l'uso di questi precedente comma c) 1), oppure l'arresto automa-
strumenti portatili, le condizioni dell'atmosfera delle tico delle pompe del carico, che intervengano
cisterne del carico. quando si raggiungono nel collettore o nei collettori
principali del gas inerte predeterminati limiti di bassa
5) Devono essere previsti mezzi idonei per l'azzera- pressione.
mento e la taratura di tutti gli strumenti fissi e porta-
tili per la misurazione della concentrazione di gas, di d) Manuale di istruzione
cui ai precedenti punti da 1) a 4). Devono esservi a bordo manuali particolareggiati
d'istruzione, che comprendano le prescrizioni opera-
c) Allarmi ottici ed acustici
tive, di sicurezza e di manutenzione, nonché indica-
1) Per impianti a gas inerte di ambo i tipi, e cioè del zioni sui pericoli di malattie professionali relative all'uso
tipo a gas di scarico e del tipo con generatore di gas dell'impianto a gas inerte e alla sua applicazione al

Regolamenti RINA 2005 497


Parte C, Cap 4, Sez 13

sistema delle cisterne del carico (vedere Nota 1). Detti sfatte, per quanto applicabile, le prescrizioni precedenti
manuali devono comprendere una guida circa le proce- per gli impianti di gas inerte applicabile alle sistema-
dure che devono essere osservate nel caso di un difetto zioni di tubolature, allarmi e strumentazione a valle del
o di una avaria all'impianto a gas inerte. generatore.
Nota 1: Deve essere fatto riferimento alle "Revisefd guidelines for
c) Un generatore di azoto consiste in un impianto di tratta-
inert gas systems" (MSC/Circ. 353), come emendata dalla
MSC/Circ. 387) mento dell'aria di alimentazione e in un numero di
moduli di membrane o materiale adsorbente in paral-
lelo necessario per realizzare la portata prescritta, che
15.3 Prescrizioni addizionali deve essere almeno il 125% della massima portata di
scaricazione della nave, espressa in volume.
15.3.1 Generalità
In aggiunta a quanto stabilito nei precedenti punti del pre- d) Il compressore d'aria e il generatore di azoto possono
sente Articolo [15], valgono le seguenti norme: essere sistemati nel locale macchine o in un comparti-
mento separato. Un compartimento separato deve
a) Nel caso in cui siano sistemate due soffianti, la capacità essere trattato, ai fini della protezione antincendio,
complessiva dell'impianto di gas inerte deve essere pre- come uno degli "Altri locali macchine".
feribilmente equamente suddivisa fra le due soffianti ma
in ogni caso una soffiante non può avere una portata e) Qualora sia previsto un compartimento separato, esso
inferiore a 1/3 della portata complessiva richiesta. deve essere posizionato fuori della zona del carico e
b) In particolare quelle parti degli apparecchi di lavaggio e deve essere munito di un impianto di ventilazione mec-
raffreddamento, delle soffianti, dei dispositivi di non canica indipendente in estrazione, che garantisca 6
ritorno, dei tubi di uscita dai dispositivi di lavaggio e di ricambi d'aria all'ora. Deve essere anche sistemato un
raffreddamento e degli altri tubi di scarico che possono allarme di basso contenuto di ossigeno. Il comparti-
essere soggetti all'azione corrosiva dei gas e/o dei mento non deve avere accesso diretto ai locali alloggio
liquidi devono essere costruite in materiale resistente e di servizio e alle stazioni di comando.
alla corrosione o rivestite di gomma, resina epossidica
f) Il generatore di azoto deve essere in grado di fornire
rinforzata con fibra di vetro o altro materiale di rivesti-
azoto ad alto grado di purezza con un contenuto di O2
mento equivalente.
non superiore al 5% in volume. L'impianto deve essere
c) Un compartimento nel quale sia sistemato un qualsiasi munito di dispositivi automatici per scaricare all'atmo-
generatore di gas inerte con bruciatori a combustibile sfera il gas fuori specifica nella fase di avviamento e in
liquido deve essere considerato, ai fini della protezione caso di funzionamento anormale.
antincendio, come un locale macchine di categoria A.
g) L'impianto deve essere munito di due compressori
d) Devono essere previsti dispositivi per scaricare automa- d'aria. La portata totale prescritta per l'impianto deve
ticamente all'atmosfera il gas inerte prodotto dal gene- preferibilmente essere divisa in parti uguali tra i due
ratore di gas inerte con bruciatore a combustibile compressori, e in nessun caso un compressore deve
liquido allorché, durante la fase di messa in funzione avere una portata inferiore a 1/3 della portata totale pre-
oppure in caso di avaria all'impianto, la qualità del gas scritta. Può essere accettato un solo compressore d'aria,
inerte prodotto non è quella richiesta. a condizione che vi siano a bordo sufficienti pezzi di
e) La valvola di mandata del combustibile liquido al bru- rispetto per il compressore d'aria e il suo motore primo,
ciatore del generatore di gas inerte deve potersi chiu- in modo che il personale di bordo sia in grado di ripa-
dere automaticamente per bassa pressione, o per basso rare qualsiasi loro avaria.
flusso, dell'acqua all'apparecchio di lavaggio e di raf-
freddamento dei gas e per alta temperatura del gas h) Deve essere previsto un impianto di trattamento
inerte. dell'aria di alimentazione per togliere, dall'aria com-
pressa, acqua libera, particelle e tracce di olio e per
f) La valvola di regolazione del gas, cui è fatto riferimento mantenere la temperatura di specifica.
in a) 3) di [15.2.3], deve potersi chiudere automatica-
mente in caso di mancanza di energia al generatore di i) Qualora previsto, un serbatoio/polmone di azoto può
gas inerte. essere sistemato in un compartimento destinato esclusi-
vamente a tale scopo o in un compartimento separato
15.3.2 Impianti con generatori di azoto contenente il compressore d'aria e il generatore o può
a) Le prescrizioni del presente paragrafo [15.3.2] sono essere ubicato nella zona del carico. Quando il serba-
relative soltanto all'impianto generatore di gas e si toio/polmone di azoto è sistemato in un locale chiuso,
applicano quando il gas inerte viene prodotto sepa- l'accesso deve avvenire soltanto dal ponte scoperto e la
rando l'aria nei suoi gas componenti, facendo passare porta di accesso deve aprirsi verso l'esterno. Devono
aria compressa attraverso un fascio di fibre cave, mem- essere previsti una ventilazione permanente e un
brane semipermeabili o materiali adsorbenti. allarme come prescritto dal precedente comma e).

b) Qualora tali impianti siano previsti in luogo del gas di j) L'aria ad alto contenuto di ossigeno proveniente dal
scarico delle caldaie o dei generatori di gas inerte con generatore di azoto e il gas ad alto contenuto di azoto
bruciatori a combustibile liquido, devono essere soddi- proveniente dai dispositivi di protezione del serbatoio

498 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 4, Sez 13

di azoto devono essere scaricati ad un posto sicuro sul comma a) della Sez 2, [1.4.5] si applicano le prescrizioni
ponte scoperto. dei seguenti commi a) e b):
k) Ai fini della manutenzione, devono essere sistemati a) Si applicano le prescrizioni dei commi da d) a r) di
dispositivi di intercettazione tra il generatore e il serba- [15.3.2] tranne quelle del comma g).
toio.
b) Qualora i collegamenti alle cisterne del carico, agli
l) Almeno due dispositivi di non ritorno devono essere spazi di stiva o alle tubolature del carico non siano per-
sistemati sul collettore di alimentazione del gas inerte, manenti, i dispositivi di non ritorno prescritti nel comma
uno dei quali deve essere una sistemazione di doppio l) di [15.3.2] possono essere sostituiti da due valvole di
blocco e di spillamento (si fa riferimento al comma a) di non ritorno.
[15.2.3]). Il secondo dispositivo di non ritorno deve
essere munito di efficaci mezzi di chiusura.
16 Impianto a gas inerte per navi chimi-
m) Deve essere prevista una strumentazione per la misura- chiere
zione continua della temperatura e della pressione
dell'aria:
16.1 Contenuto
1) sulla mandata del compressore,
2) sull'entrata del generatore di azoto. 16.1.1 Il presente articolo [16] specifica le norme per gli
impianti a gas inerte sulle navi chimichiere. Il punto [16.2]
n) Deve essere sistemata una strumentazione per l'indica- contiene le prescrizioni della Risoluzione IMO A.567(14)
zione continua e la registrazione permanente del conte- eccetto le voci 11 e 12 di tale Risoluzione che sono conte-
nuto di ossigeno del gas inerte a valle del generatore di nute in Parte E, Capitolo 8.
azoto quando viene erogato gas inerte.
o) La strumentazione di cui al precedente comma n) deve 16.2 Caratteristiche tecniche
essere ubicata nella centrale di controllo del carico e
nella centrale di comando delle macchine (o nel locale 16.2.1 Generalità
macchine).
a) In tutto il presente Articolo [16] il termine "cisterne del
p) Devono essere previsti allarmi ottici ed acustici per carico" comprende anche le "slop tanks".
segnalare:
b) L'impianto generatore di gas inerte deve essere proget-
1) bassa pressione dell'aria di alimentazione all'uscita tato, costruito e collaudato a soddisfazione della
dal compressore con riferimento al precedente Società. Esso deve essere costruito, e deve poter ope-
punto m) 1), rare, in modo tale da rendere e mantenere in ogni
2) alta temperatura dell'aria con riferimento al prece- momento non infiammabile l'atmosfera all'interno delle
dente punto m) 1), cisterne del carico, ad eccezione di quando è prescritto
che tali cisterne siano mantenute vuote e degassificate.
3) alto livello del condensato in corrispondenza dello Possono essere accettati impianti di gas inerte alimentati
scarico automatico del separatore d'acqua di cui al da uno o più generatori di gas inerte con bruciatori a
precedente comma h), combustibile liquido. La Società può accettare impianti
4) avaria al riscaldatore elettrico, se sistemato, che utilizzino gas inerte prodotto da fonti diverse a con-
dizione che sia assicurato un equivalente livello di sicu-
5) contenuto di ossigeno superiore al limite prescritto rezza.
al precedente comma f),
Nota 1: Per "impianto generatore di gas inerte" si intende il mac-
6) mancanza dell'alimentazione di energia alla stru- chinario utilizzato esclusivamente per la produzione e l'eroga-
mentazione di cui al precedente comma n). zione del gas inerte; esso comprende le soffianti dell'aria, le
camere di combustione, le pompe a combustibile liquido ed i
q) Deve essere previsto un arresto automatico bruciatori, i refrigeranti/torri di lavaggio dei gas e le apparec-
dell'impianto al verificarsi delle condizioni di allarme, chiature per il controllo automatico della combustione, come,
come prescritto nei precedenti punti da p) 1) a p) 5). ad esempio, i dispositivi per la mancanza di fiamma.

r) Gli allarmi prescritti nei precedenti punti da p) 1) a p) 6) c) Gli impianti devono essere in grado di:
devono essere sistemati nel locale macchine e nella sta-
1) inertizzare le cisterne del carico vuote riducendo il
zione di controllo del carico, se prevista, ma in ogni
contenuto di ossigeno nell'atmosfera di ciascuna
caso in posizione tale da essere immediatamente rece-
cisterna, ad un livello al quale la combustione non
piti dalle persone responsabili dell'equipaggio.
possa aver luogo;
15.3.3 Impianti ad azoto/gas inerte sistemati per 2) mantenere l'atmosfera, in qualsiasi parte di qualsiasi
scopi diversi da quelli di inertizzazione cisterna del carico, adibita al trasporto di prodotti
prescritti nel comma a) della Sez 2, [1.4.5] infiammabili, e che deve essere protetta
Per gli impianti ad azoto/gas inerte sistemati sulle navi dall'impianto a gas inerte, con un contenuto di ossi-
petroliere aventi meno di 20.000 tonnellate di portata lorda geno non superiore all'8% in volume e sempre ad
per scopi diversi da quelli di inertizzazione prescritti nel una pressione superiore a quella atmosferica, sia in

Regolamenti RINA 2005 499


Parte C, Cap 4, Sez 13

porto che in navigazione, ad eccezione di quando è cato nella paratia di estremità non prospiciente la
necessario che tale cisterna sia degassificata; zona del carico e/o sulla paratia laterale della sovra-
3) eliminare la necessità di immettere aria per entrare struttura o della tuga, ad una distanza di almeno il
in una cisterna durante le operazioni normali, ad 25% della lunghezza della nave, ma a non meno di
eccezione di quando è necessario che tale cisterna 5 m, dall'estremità della sovrastruttura o della tuga
sia degassificata; prospiciente la zona del carico. Nel caso in cui tale
locale sia sistemato nel castello di prora, si deve
4) spurgare i vapori infiammabili dalle cisterne del accedere allo stesso dal ponte a proravia dell'area
carico vuote in modo tale da non creare un'atmo- del carico.
sfera infiammabile all'interno delle cisterne allorché
si effettuano le operazioni di degassificazione. b) Apparecchi per raffreddamento e filtri
d) Le tubolature del gas inerte non devono passare attra- 1) Deve essere sistemato un apparecchio per un effi-
verso i locali di alloggio e di servizio e le stazioni di cace raffreddamento del volume di gas precisato nei
comando. punti 1) e 2) del precedente comma a) e per la
rimozione dei prodotti solidi e solforosi della combu-
16.2.2 Prescrizioni per i componenti stione. L'impianto dell'acqua di raffreddamento
a) Erogazione del gas inerte e generatori di gas inerte deve essere tale che sia sempre disponibile una ade-
guata alimentazione di acqua, senza interferire con
1) Gli impianti devono essere in grado di inviare gas
uno qualsiasi dei servizi essenziali della nave. Deve
inerte alle cisterne del carico ad una portata pari ad
essere anche provveduta una alimentazione alterna-
almeno il 125% della massima portata di scarica-
tiva di acqua di raffreddamento.
zione della nave, espressa in volume. La Società può
accettare impianti a gas inerte con potenzialità infe- 2) Devono essere installati filtri o mezzi equivalenti per
riore purchè a massima portata di scaricazione dalle ridurre al minimo il quantitativo d'acqua trascinata
cisterne del carico protette dall'impianto sia ridotto nel collettore del gas inerte.
all'80% della portata del gas inerte. c) Soffianti
2) Gli impianti devono essere in grado di inviare gas
1) Ogni generatore di gas inerte deve essere dotato di
inerte con contenuto di ossigeno non superiore al
due soffianti d'aria che, insieme, siano in grado di
5%, in volume, nel collettore di mandata del gas
inviare nelle cisterne del carico, che devono essere
inerte alle cisterne del carico, a tutti i valori di flusso
protette dall'impianto, almeno il volume di gas pre-
richiesti.
scritto in a) 1) di [16.2.2]. La Società può accettare
3) Ciascun generatore di gas inerte deve essere dotato una sola soffiante, a condizione che l'impianto così
di due pompe del combustibile liquido. Può essere realizzato sia in grado di erogare alle cisterne del
accettata dalla Società una sola pompa del combu- carico protette il volume totale di gas inerte pre-
stibile liquido a condizione che siano tenuti a bordo scritto in a) 1) di [16.2.2], ed a condizione che siano
sufficienti pezzi di rispetto, per la pompa e per il suo tenuti a bordo sufficienti pezzi di rispetto per la sof-
motore primo, allo scopo di consentire al personale fiante e per il suo motore primo, allo scopo di con-
di bordo di riparare qualsiasi loro avaria. sentire al personale di bordo di riparare qualsiasi
4) Per i generatori di gas inerte deve essere disponibile, loro avaria.
in quantità sufficiente, idoneo combustibile. 2) L'impianto a gas inerte deve essere progettato in
5) I generatori di gas inerte devono essere installati al di modo che la massima pressione che può essere eser-
fuori della zona sovrastante le cisterne del carico, citata su una qualsiasi cisterna del carico non superi
come definita nell'International Code for the Con- la pressione di pressatura della cisterna stessa.
struction and Equipment of Ships Carrying Dange- 3) Allorché risulta installato più di un generatore di gas
rous Chemicals in Bulk dell' IMO (vedere anche inerte, devono essere previsti idonei mezzi di inter-
Parte E, Capitolo 8). I locali che contengono i gene- cettazione a valle di ciascun impianto generatore di
ratori di gas inerte non devono avere accesso diretto gas inerte.
ai locali di alloggio, di servizio o alle stazioni di
comando, ma possono essere ubicati nei locali mac- 4) Devono essere previsti dispositivi per scaricare auto-
chine. Se non sono ubicati nei locali macchine, essi maticamente all'atmosfera il gas inerte allorchè il gas
devono essere installati in un locale riservato esclusi- inerte prodotto è fuori specifica, ad esempio durante
vamente al loro uso. Tale locale deve essere separato la fase di messa in funzione oppure in caso di avaria
con paratie e/o ponti in acciaio, stagni ai gas, dai dell'impianto.
locali di alloggio e di servizio e dalle stazioni di 5) Allorché i generatori di gas inerte sono installati sulla
comando, come definiti nell'International Code for mandata delle soffianti, dovrà essere previsto un
the Construction and Equipment of Ships Carrying dispositivo di sicurezza per evitare sovrappressione
Dangerous Chemicals in Bulk dell' IMO (vedere sulla mandata stessa.
anche Parte E, Capitolo 8), e deve essere munito di
adeguata ventilazione meccanica in mandata. d) Tenute ad acqua
L'accesso a tali locali sistemati a poppa deve avve- 1) Il dispositivo di non ritorno con tenuta ad acqua a
nire solamente da un ponte scoperto, fuori dall'area cui si fa riferimento in a) 2) di [16.2.3] deve poter
delle cisterne del carico. L'accesso deve essere ubi- essere alimentato da due pompe separate, ciascuna

500 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 4, Sez 13

delle quali deve essere in grado di mantenere in principale di mandata del gas inerte, allo scopo
qualsiasi momento una adeguata portata. di impedire il ritorno di vapori infiammabili al
2) La sistemazione del dispositivo di tenuta ad acqua e generatore di gas inerte o in qualsiasi locale
degli accessori ad esso connessi deve essere tale da sicuro da gas, in tutte le normali condizioni di
impedire il riflusso di vapori infiammabili e deve assi- assetto longitudinale, di inclinazione trasversale
curare il corretto funzionamento della tenuta nelle e di movimento della nave. Essi devono essere
condizioni di esercizio. sistemati tra la valvola automatica prescritta al
precedente punto 1) e il primo collegamento ad
3) Deve essere provveduto ad assicurare che il disposi-
una qualsiasi cisterna del carico o tubolatura del
tivo di tenuta ad acqua sia protetto contro il conge-
carico. La Società può accettare sistemazioni o
lamento, in modo che l'integrità della tenuta non sia dispositivi alternativi, a condizione che garanti-
compromessa da surriscaldamento.
scano una misura di sicurezza equivalente a
4) Un'ansa di sigillo ad acqua o un'altra sistemazione quella del dispositivo di tenuta ad acqua.
approvata deve essere sistemata anche su tutti gli
• I dispositivi di cui al precedente punto devono
sfoghi gas e su tutte le tubolature connesse per l'ali-
essere installati sul ponte, nella zona del carico.
mentazione dell'acqua e per il drenaggio o su tutte
le tubolature per sensori di pressione che condu- • Il secondo dispositivo deve essere una valvola di
cano a spazi sicuri da gas. Devono essere previsti non ritorno o equivalente, in grado di impedire il
mezzi per impedire lo svuotamento, dovuto al ritorno di vapori e/o liquidi, sistemata tra il
vuoto, di tali dispositivi di tenuta. dispositivo di tenuta ad acqua (o sistemazione
equivalente) prescritta al primo punto del pre-
5) I dispositivi di tenuta ad acqua sul ponte o sistema-
sente punto 2) e la prima derivazione dal collet-
zioni equivalenti, e tutte le anse di sigillo ad acqua,
tore gas inerte ad una cisterna del carico. Tale
devono essere in grado di impedire il ritorno di
valvola di non ritorno deve essere munita di effi-
vapori infiammabili al generatore di gas inerte alla
caci mezzi di chiusura. Quale alternativa agli
pressione pari a quella di pressatura delle cisterne
efficaci mezzi di chiusura, può essere accettata
del carico.
una valvola addizionale, che abbia tali mezzi di
6) Con riferimento al basso livello dell'acqua nel dispo- chiusura, da sistemare tra la valvola di non
sitivo di tenuta di cui al settimo punto di c) 1) di ritorno e la prima derivazione dal collettore di
[16.2.4], la disponibilità in qualsiasi momento di una gas inerte ad una cisterna del carico, allo scopo
adeguata riserva d'acqua e l'integrità delle sistema- di isolare il dispositivo di tenuta ad acqua (o
zioni che permettono l'automatica formazione della sistemazione equivalente).
tenuta ad acqua, allorchè cessa il flusso di gas,
• Quale addizionale sicurezza contro il ritorno dal
devono essere a soddisfazione della Società.
collettore principale sul ponte di liquidi o vapori
L'allarme ottico ed acustico di basso livello
infiammabili, devono essere previsti dispositivi di
dell'acqua nella tenuta ad acqua deve funzionare
sfogo sicuri per il tratto di collettore tra la valvola
quando non viene erogato gas inerte.
munita di efficaci mezzi di chiusura, citata al
16.2.3 Prescrizioni di installazione precedente punto, e la valvola citata al punto a)
1), allorché la prima delle due è chiusa.
a) Misure di sicurezza nell'impianto
• In alternativa al suddetto dispositivo di tenuta ad
1) Valvola di regolazione del gas
acqua nella tubolatura del gas inerte sul ponte,
• Deve essere sistemata una valvola di regolazione può essere accettata una sistemazione consi-
del gas sul collettore principale di mandata del stente in due valvole di intercettazione in serie
gas inerte. Tale valvola deve potersi chiudere tra le quali sia interposta una valvola di sfogo gas
automaticamente, come richiesto al seguente (doppio blocco e spillamento). Si applicano le
punto a) 3). Tale valvola deve essere inoltre in condizioni seguenti:
grado di regolare automaticamente il flusso di
gas inerte alle cisterne del carico, a meno che • L'azionamento della valvola deve essere ese-
non siano previsti altri mezzi per il controllo guito automaticamente. Il segnale o i segnali
automatico del flusso del gas inerte. per l'apertura/chiusura devono essere presi
direttamente dai parametri di processo, per
• La valvola di cui al precedente punto deve essere
esempio dalla portata del flusso di gas inerte
sistemata sulla paratia prodiera dello spazio
o dalla differenza di pressione.
sicuro da gas che si trova più a proravia e attra-
verso il quale passa il collettore principale di • Deve essere previsto un allarme per il fun-
mandata del gas inerte. zionamento difettoso delle valvole; per
esempio la condizione operativa di "Arresto
Nota 1: "Spazio sicuro da gas" è uno spazio in cui l'entrata di gas
di idrocarburi potrebbe produrre pericoli di infiammabilità soffiante" e "Valvola (o valvole) di mandata
o di tossicità. aperta (o aperte)" è una condizione di
allarme.
2) Dispositivi di non ritorno dei gas di scarico
• Devono essere sistemati almeno due dispositivi 3) Arresto automatico
di non ritorno, uno dei quali deve essere un • Deve essere realizzata la chiusura automatica
dispositivo di tenuta ad acqua, sul collettore della valvola di regolazione del gas, e l'arresto

Regolamenti RINA 2005 501


Parte C, Cap 4, Sez 13

automatico dell'alimentazione di combustibile sulla mandata dell'impianto, allorchè lo stesso è in fun-


liquido al generatore di gas inerte, allorché ven- zione.
gono raggiunti predeterminati limiti in relazione
b) Dispositivi di indicazione e registrazione
al primo e al terzo punto di c) 1) di [16.2.4].
1) Deve essere installata una strumentazione per l'indi-
• Deve essere realizzata la chiusura automatica
cazione continua e la registrazione permanente,
della valvola di regolazione del gas, con riferi-
quando viene fornito il gas inerte:
mento al quarto punto di cui in c) 1) di [16.2.4].
• della pressione nel collettore principale di man-
4) Operazioni nel caso di eccesso di ossigeno nel gas data del gas inerte, tra i dispositivi di non ritorno
inerte prescritti in a)2) di [16.2.3]; e
Con riferimento al quinto punto di c)1) di [16.2.4], • del contenuto di ossigeno del gas inerte nel col-
allorché il contenuto di ossigeno del gas inerte lettore di mandata del gas inerte.
supera l'8% in volume, devono essere presi imme-
diati provvedimenti per migliorare la qualità del gas. 2) I dispositivi ai quali si fa riferimento al precedente
Se la qualità del gas inerte non migliora, tutte le ope- punto 1 devono essere installati nella centrale di
razioni nelle cisterne del carico alle quali viene ero- controllo del carico, se prevista. Se non è prevista la
gato il gas inerte devono essere sospese allo scopo centrale di controllo del carico, i dispositivi devono
di evitare immissione d'aria nelle cisterne. La valvola essere installati in una posizione facilmente accessi-
munita di efficaci mezzi di chiusura di cui al terzo bile all'ufficiale responsabile delle operazioni del
punto di a) 2) di [16.2.3] deve essere chiusa ed il gas carico.
fuori specifica scaricato all'atmosfera. 3) Inoltre, devono essere installati strumenti:
b) Tubolature del gas inerte • in plancia, per indicare in ogni momento la pres-
sione di cui al precedente primo punto di b)1); e
1) Il collettore del gas inerte può essere suddiviso in
due o più diramazioni tra i dispositivi di non ritorno • nella centrale di comando delle macchine o nel
prescritti in a) 2) di [16.2.3]. locale macchine, per indicare il contenuto di
ossigeno di cui al precedente secondo punto di
2) I collettori di mandata del gas inerte devono avere b)1).
una tubolatura di diramazione per ciascuna cisterna
adibita al trasporto di prodotti infiammabili, per i 4) Devono essere previsti strumenti portatili per la
quali è prescritta la protezione con l'impianto a gas misurazione dell'ossigeno e della concentrazione di
inerte di cui al presente Articolo [16]. Le cisterne che vapori infiammabili. Devono inoltre essere sistemati
contengono o trasportano prodotti per i quali non è idonei dispositivi, su ciascuna cisterna del carico, tali
richiesta l'inertizzazione devono essere separate dal che sia possibile determinare, con l'uso di tali stru-
collettore di mandata del gas inerte mediante: menti portatili, le condizioni dell'atmosfera nelle
cisterne del carico.
• rimozione di tronchetti smontabili, valvole o altri
tratti di tubo, con flangia cieca all'estremità dei 5) Tutti gli strumenti fissi e portatili per la misurazione
tubi; oppure della concentrazione di gas, di cui ai precedenti
punti da 1) a 4), devono essere muniti di dispositivi
• sistemazione di due flange cieche a otto in serie per il loro azzeramento e per la loro taratura.
con sistemazioni atte a rilevare colaggi nel tratto
di tubo tra le due flange cieche a otto. c) Allarmi ottici ed acustici

3) Devono essere previsti mezzi per proteggere le 1) Devono essere previsti allarmi ottici ed acustici che
cisterne del carico dagli effetti della sovrappressione indichino
o del vuoto, causati dalle variazioni termiche, allor- • bassa pressione dell'acqua o basso flusso
ché le cisterne del carico sono isolate dal collettore dell'acqua all'apparecchio di lavaggio e di raf-
o dai collettori del gas inerte. freddamento dei gas di scarico, di cui in b) 1) di
[16.2.2];
4) Gli impianti di tubolature devono essere progettati in
modo tale da impedire l'accumulo di carico o di • insufficiente alimentazione di combustibile
acqua nei tubi in tutte le condizioni normali. liquido;

5) Devono essere previste idonee sistemazioni che per- • alta temperatura del gas, di cui al precedente
mettano di collegare il collettore del gas inerte con comma a);
una fonte di gas inerte esterna. • mancanza di energia ai generatori di gas inerte;
• contenuto di ossigeno superiore all'8%, in
16.2.4 Prescrizioni relative al funzionamento ed al
controllo volume, di cui al secondo punto del precedente
punto b)1);
a) Dispositivi di indicazione
• mancanza di energia ai dispositivi di indica-
Devono essere previsti dispositivi per l'indicazione con- zione, di cui al precedente punto b)1), e agli
tinua della temperatura e della pressione del gas inerte impianti automatici di comando della valvola di

502 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 4, Sez 13

regolazione del gas di cui in a)1) di [16.2.3] e d) Manuale di istruzioni


del generatore di gas inerte; Devono esservi a bordo manuali particolareggiati
• basso livello nel dispositivo di tenuta ad acqua, d'istruzioni, che comprendano le prescrizioni operative,
di cui al primo punto di a) 2) di [16.2.3]; di sicurezza e di manutenzione, nonchè indicazioni sui
pericoli di malattie professionali relative all'uso
• pressione del gas inferiore a 981 Pa (100 mm di
dell'impianto a gas inerte e alla sua applicazione al
colonna d’acqua) di cui al primo punto del pre-
sistema delle cisterne del carico. Detti manuali devono
cedente punto b)1); e
comprendere una guida circa le procedure che devono
• alta pressione del gas di cui al primo punto del essere osservate nel caso di un difetto o di una avaria
precedente punto b)1). dell'impianto a gas inerte.
2) Gli allarmi prescritti al quinto, sesto e ottavo punto
del precedente comma c)1) devono essere installati 16.3 Prescrizioni addizionali
nel locale macchine e nella centrale di controllo del
carico, se prevista, ma, in ogni caso, in posizione 16.3.1 Generalità
tale che siano immediatamente recepiti dal perso- In aggiunta alle prescrizioni di cui al presente Articolo [16],
nale responsabile dell'equipaggio. Tutti gli altri devono essere soddisfatte le prescrizioni contenute nei
allarmi prescritti dal presente [16.2.4] devono essere commi da a) a c) di [15.3.1] e in [15.3.2] e [15.3.3].
udibili dal personale responsabile di bordo e pos-
sono essere sia singoli che cumulativi. 17 Impianto di gas inerte per navi gas-
3) Deve essere previsto un sistema di allarme acustico, siere
indipendente da quello di cui all'ottavo punto del
punto c)1), oppure l'arresto automatico delle 17.1 Generalità
pompe del carico, che intervenga quando si rag-
giungono nel collettore o nei collettori principali del 17.1.1 Valgono, per quanto applicabile, le prescrizioni di
gas inerte predeterminati limiti di bassa pressione. cui all'Articolo [16] .

Regolamenti RINA 2005 503


Parte C, Cap 4, App 1

APPENDICE 1 NORME PER LE NAVI DA CARICO (COMPRESE


LE NAVI CISTERNA) DI STAZZA LORDA INFE-
RIORE A 500 TON, ADIBITE A VIAGGI INTERNA-
ZIONALI E PER NAVI DA PASSEGGERI E NAVI DA
CARICO (COMPRESE LE NAVI CISTERNA) NON
ADIBITE A VIAGGI INTERNAZIONALI

1 Generalità che soddisfi le prescrizioni di cui in Sez 4 e in Parte F,


Cap 3, Sez 2.
1.1 Applicabilità 3.2.4 Eliminazione degli incendi e delle esplosioni -
Controllo della propagazione dei fumi
1.1.1 La presente Appendice si applica a:
Si applicano le prescrizioni della Sez 5.
• navi da carico (comprese le navi cisterna) di stazza
lorda inferiore a 500 ton, adibite a viaggi internazionali, 3.2.5 Eliminazione degli incendi e delle esplosioni -
(così come definiti nel Cap. I, Parte A, Regola 2 della Contenimento dell’incendio
Convenzione internazionale SOLAS), Si applicano le prescrizioni della Sez 6. A tal fine le navi
• navi da passeggeri e navi da carico (comprese le navi devono essere considerate come soddisfacenti il metodo IC,
cisterna) non adibite a viaggi internazionali. ma senza l'installazione dei rivelatori di fumo nei corridoi e
nei cofani scale.
Tuttavia, possono essere applicati i metodi IIC o IIIC, purché
2 Navi da Passeggeri
siano soddisfatte tutte le prescrizioni applicabili contenute
nella suddetta Sez 6.
2.1 Applicabilità
3.2.6 Eliminazione degli incendi e delle esplosioni -
2.1.1 Si applicano le prescrizioni della Direttiva N. Estinzione degli incendi
98/18/CE dell’Unione Europea adottata dal Consiglio il 17 Si applicano le prescrizioni della Sez 7 con le modifiche
marzo 1998. qui di seguito indicate.
Tali modifiche si applicano in aggiunta o in alternativa alle
3 Navi da carico prescrizioni dei punti della Sez 7, che, per pronto riferi-
mento, sono indicati tra parentesi dopo il titolo di ciascun
3.1 Navi di stazza lorda uguale o superiore a punto.
500 ton a) Numero e posizione delle prese da incendio ( Sez 7,
[1.2.5])
3.1.1 Si applicano le prescrizioni dalla Sez 1 alla Sez 13. I locali macchine di categoria A possono essere provvi-
sti di una sola presa da incendio se il prescritto secondo
3.2 Navi di stazza lorda inferiore a 500 ton getto d'acqua può essere garantito da un'altra presa da
incendio opportunamente sistemata fuori dall'entrata
3.2.1 Prevenzione degli incendi e delle esplosioni - del locale.
Probabilità di ignizione
Qualora, in accordo con il seguente comma (b), le navi
Si applicano le prescrizioni della Sez 2. siano provviste di una pompa da incendio portatile, non
è richiesta la sistemazione di un collettore da incendio
3.2.2 Prevenzione degli incendi e delle esplosioni - fisso.
Potenziale di sviluppo dell'incendio,
potenziale di generazione di fumo e di b) Numero delle pompe da incendio ( Sez 7, [1.3.2])
tossicita' Le navi di stazza lorda uguale o superiore a 200 ton
Si applicano le prescrizioni della Sez 3. devono essere provviste di almeno una pompa da
incendio indipendente. Le navi di stazza lorda inferiore
3.2.3 Eliminazione degli incendi e delle esplosioni - a 200 ton devono essere provviste di almeno una
Rivelazione e segnalazione pompa da incendio, la quale può essere azionata dal
Per le navi con la notazione AUT, i locali macchine devono motore principale di propulsione o essere una pompa
essere protetti da un impianto fisso di rivelazione incendi portatile.

504 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 4, App 1

c) Sistemazione dei depuratori del combustibile liquido e tali estintori se la potenza complessiva è uguale o
degli altri impianti per la preparazione di liquidi infiam- superiore a 15 kW, ma non superiore a 75 kW.
mabili ( Sez 7, [4.2.3]) 3) I locali contenenti turbine a vapore o macchine a
I depuratori del combustibile liquido e gli altri impianti vapore di tipo chiuso, usate per la propulsione o per
per la preparazione dei liquidi infiammabili possono servizi ausiliari, quando tali macchinari hanno una
essere sistemati nel locale apparato motore di propul- potenza complessiva uguale o superiore a 750 kW,
sione o in altro locale macchine di categoria A. se separati dal locale caldaie da una paratia stagna,
d) Locali macchine contenenti caldaie a combustibile devono essere provvisti delle sistemazioni seguenti:
liquido o gruppi di trattamento del combustibile liquido - estintori a schiuma, ciascuno di capacità non
( Sez 7, [4.2]) inferiore a 45 l, o equivalenti, in numero suffi-
Devono essere installate le seguenti sistemazioni antin- ciente a rendere possibile il lancio di schiuma, o
cendio portatili: di altro agente estinguente equivalente, su qual-
siasi parte dell'impianto di lubrificazione in
- almeno due estintori portatili approvati, idonei per
pressione e su qualsiasi parte di casse racchiu-
spegnere incendi di combustibile liquido, in cia-
denti parti lubrificate sotto pressione di turbine,
scuno spazio antistante i forni delle caldaie in cia-
motori o ingranaggi ad essi connessi e su altre
scun locale caldaie e in ciascuno spazio in cui è
parti con rischio di incendio. Tali estintori non
situato un gruppo di trattamento del combustibile
sono richiesti se per tali locali è assicurata una
liquido. Nel caso di caldaie per uso domestico di
protezione antincendio almeno equivalente a
potenzialità inferiore a 175 kW, la Società può con-
quella indicata nel presente capoverso mediante
siderare una mitigazione di tali prescrizioni;
la sistemazione di un impianto fisso di estin-
- un recipiente contenente sabbia, segatura di legno zione incendi;
impregnata di soda od altro materiale asciutto
- un numero sufficiente di estintori portatili a
approvato, in ciascuno spazio antistante i forni delle
schiuma, o equivalenti, posizionati in modo tale
caldaie nella quantità richiesta dalla Società. In
che nessun estintore sia a più di 10 m di per-
alternativa può essere installato un estintore portatile
corso a piedi da un qualsiasi punto del locale e
approvato;
che, in ognuno dei locali, vi siano almeno due
- un estintore a CO2, vicino al quadro elettrico princi- di questi estintori; tali estintori non sono richiesti
pale e a qualsiasi altro quadro o sottoquadro elet- in aggiunta a quelli sistemati in conformità alle
trico di potenza non inferiore a 20 kW. prescrizioni del punto 2);
e) Locali macchine contenenti motori a combustione - un estintore CO2, vicino al quadro elettrico prin-
interna o turbine a vapore o macchine a vapore di tipo cipale o a qualsiasi altro quadro o sottoquadro
chiuso ( Sez 7, [4.3] e Sez 7, [4.4]) elettrico di potenza non inferiore a 20 kW.
1) I locali contenenti motori a combustione interna f) Locali contenenti liquidi infiammabili ( Sez 7, [5.3])
usati per la propulsione di potenza complessiva non Considerando l'ubicazione e le dimensioni dei locali
inferiore a 375 kW o usati per servizi ausiliari con destinati all'immagazzinamento di liquidi infiammabili,
una potenza complessiva non inferiore a 750 kW la Società può richiedere la sistemazione di ulteriori
devono essere provvisti di: estintori.
- un estintore a schiuma di capacità non inferiore
g) Sistemazioni antincendio nei locali da carico Sez 7, [6]
a 45 l, o equivalente, e anche di un estintore
portatile approvato per ogni 750 kW di potenza Tutte le navi destinate al trasporto di merci pericolose
delle macchine o sua frazione. Tuttavia, su navi sul ponte o nei locali da carico devono essere provviste
di stazza lorda inferiore a 200 ton, l'estintore a di un impianto fisso di estinzione incendi a gas con-
schiuma da 45 l di capacità può essere sostituito forme alle prescrizioni della Sez 13 o di un impianto di
da estintori a schiuma portatili da 9 l di capacità estinzione incendi che, a giudizio della Società, assicuri
o, equivalenti, in numero tale da avere almeno una protezione equivalente per i carichi trasportati.
uno di tali estintori per ogni 75 kW, o frazione, h) Protezione delle cisterne del carico ( Sez 7, [7])
di potenza eccedente i 375 kW. In tal caso non è Non è necessario installare un impianto fisso di estin-
necessario che il numero totale degli estintori a zione incendi per la protezione delle cisterne del
schiuma da 9 l di capacità sistemati nel locale carico.
macchine sia superiore a 6;
i) Protezione dei locali pompe del carico ( Sez 7, [8])
- un estintore a CO2, vicino al quadro elettrico
principale e a qualsiasi altro quadro o sottoqua- Due estintori a schiuma portatili, o equivalenti, devono
dro elettrico di potenza non inferiore a 20 kW. essere disponibili per l'impiego nei locali pompe del
carico. Tali estintori possono essere sistemati fuori dal
2) I locali contenenti solo motori a combustione locale, ma vicino alla sua porta di entrata.
interna per servizi ausiliari, aventi una potenza com-
plessiva inferiore a 750 kW, devono essere provvisti j) Equipaggiamenti da vigile del fuoco Sez 7, [9]
di due estintori a schiuma portatili approvati da 9 l Le navi di stazza lorda uguale o superiore a 400 ton
di capacità, o equivalenti, se la potenza complessiva devono avere a bordo almeno un equipaggiamento da
è uguale o superiore a 75 kW, e di almeno uno di vigile del fuoco. Gli equipaggiamenti da vigile del

Regolamenti RINA 2005 505


Parte C, Cap 4, App 1

fuoco non sono richiesti per navi di stazza lorda infe- - il numero di persone che può essere presente nello
riore a 400 ton. spazio o gruppi di spazi sia limitato; e
- non siano previsti corridoi a fondo cieco di lun-
3.2.7 Eliminazione degli incendi e delle esplosioni - ghezza superiore a 7 m.
Integrità strutturale
d) Mezzi di sfuggita dai locali macchine
Si applicano, in generale, le prescrizioni della Sez 8.
Nei locali macchine devono essere previsti due mezzi
3.2.8 Sfuggite di sfuggita, uno dei quali può essere una porta stagna,
a) Avvisi all’equipaggio da ciascun locale apparato motore, galleria alberi e
locale caldaie. Nei locali macchine in cui non siano
Per allertare l'equipaggio deve essere installato un parti- disponibili porte stagne i due mezzi di sfuggita devono
colare allarme azionabile dalla plancia o dalla stazione essere formati da due gruppi di scalette di acciaio, sepa-
di controllo incendio. Tale allarme può far parte rati quanto più possibile l'uno dall'altro, conducenti a
dell'impianto di allarme generale della nave, ma deve due porte nel cofano, egualmente separate, dalle quali
poter essere azionato indipendentemente dall'allarme sia previsto l'accesso al ponte scoperto e quindi al
nei locali da passeggeri. ponte di imbarco sui mezzi collettivi di salvataggio. Può
b) Prescrizioni generali essere concessa deroga dalla sistemazione del secondo
Tutte le scale nei locali di alloggio e di servizio e nelle mezzo di sfuggita sulla base delle dimensioni del
sezioni di comando devono avere struttura in acciaio locale, della sua sistemazione rispetto al ponte scoperto
tranne quando la Società permette l'impiego di un altro e del numero di persone normalmente impiegato.
materiale equivalente. In tutti i locali di alloggio e nei e) Mezzi di sfuggita dai locali ro-ro
locali in cui l'equipaggio presta normalmente servizio In tutti i locali ro-ro dove l'equipaggio è normalmente
scale, scalette e porte devono essere sistemate in modo impiegato, il numero e l'ubicazione dei percorsi di sfug-
da assicurare un mezzo di sfuggita rapido per raggiun- gita verso il ponte scoperto devono essere a soddisfa-
gere il ponte scoperto e quindi il ponte di imbarco sui zione della Società, ma in nessun caso essi possono
mezzi collettivi di salvataggio. essere in numero minore di due ed inoltre essi devono
c) Mezzi di sfuggita nei locali di alloggio e di servizio e essere il più possibile separati.
nelle stazioni di comando
3.2.9 Trasporto di merci pericolose (1/7/2002)
A tutti i livelli degli alloggi devono essere previsti, in Le navi alle quali si applicano le prescrizioni della presente
generale, due mezzi di sfuggita da ogni spazio delimi- App 1, devono soddisfare le prescrizioni della Sez 11; la
tato o gruppo di spazi delimitati. Può essere concessa Società può tuttavia attenuare dette prescrizioni e le norme
deroga dalla sistemazione del secondo mezzo di sfug- attenuate applicate devono essere registrate nel documento
gita purchè: di conformità menzionato in Sez 11, [2.12], per navi di
- l'area totale dello spazio o gruppo di spazi conside- stazza lorda inferiore a 500 ton adibite a viaggi internazio-
rati non superi 50 m2; nali od in documenti equivalenti, per le restanti navi.

506 Regolamenti RINA 2005


Parte C, Cap 4, App 1

508 Regolamenti RINA 2005

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