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2003-2004
COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . . . . . .
ISTRUZIONI
Facsimile 1 - Pagina 1
Facsimile 1 d’esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2003-2004
2. Sia fissato nello spazio un sistema di riferimento cartesiano e sia dato il punto P := (x0 , y0 , z0 ).
(
y=0
2 (b) Determina il simmetrico K del punto P rispetto alla retta r : .
z=0
K=( , , )
Motivazione:
Facsimile 1 - Pagina 2
Facsimile 1 d’esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2003-2004
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3 (a) Per uno solo di questi due blocchi di condizioni esiste un unico omomorfismo f : R3 → R2 che
verifica tali condizioni. Indica quale blocco:
C1 C2
Motivazione:
Facsimile 1 - Pagina 3
Facsimile 1 d’esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2003-2004
4 (a) Determina gli autovalori di A e, per ciascuno di essi una base per il corrispondente autospazio.
Utilizza la tabella sottostante. In ciascuna riga scrivi un autovalore differente e una base per
il corrispondente autospazio (nota: il numero delle righe già presenti in tabella non è detto
che sia uguale al numero degli autovalori effettivamente presenti)
Autovalore λ Base dell’autospazio E(λ)
3 (b) A è diagonalizzabile?
sı̀ no
Motivazione:
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Facsimile 1 d’esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2003-2004
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5. Sia fissato nel piano un sistema di riferimento affine. Sia O l’origine di questo riferimento, sia U1
il punto unità dell’asse delle x e sia U2 il punto unità dell’asse delle y. Si considerino i punti A, B
e C dati in figura (i trattini sugli assi corrispondono ai punti unità):
C
y A x
U2 = (0, 1) B
O
U1 = (1, 0)
Motivazione:
2 (c) L’insieme dei punti interni al triangolo di vertici A, B e C è definito dal sistema di disequazioni:
2 (d) Il punto D tale che il quadrilatero ABCD (attenzione all’ordine dei vertici!) sia un parallelo-
gramma ha coordinate:
D=( , )
Motivazione:
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Facsimile 1 d’esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2003-2004
6. Fissato nello spazio un sistema di riferimento cartesiano, siano dati i punti A := (0, 2, 4), B :=
(h, 1, 0), C := (1, k, 8).
Motivazione:
2 (d) Il piano π passante per il punto A e perpendicolare alla retta r ha equazione cartesiana:
Motivazione:
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Facsimile 2 d’esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2003-2004
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ISTRUZIONI
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Facsimile 2 d’esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2003-2004
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Ek := (x, y, z, w) | x + k 2 y − z = k − 2
k=
Motivazione:
Motivazione:
Facsimile 2 - Pagina 3
Facsimile 2 d’esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2003-2004
1 (a) Detto f l’endomorfismo di R3 la cui matrice rappresentativa rispetto alla base canonica è A,
determina una base del nucleo di f :
3 (b) Determina una base per ciascun autospazio di f . Utilizza la tabella sottostante. In ciascuna
riga scrivi un autovalore differente e una base per il corrispondente autospazio (nota: il nu-
mero delle righe già presenti in tabella non è detto che sia uguale al numero degli autovalori
effettivamente presenti)
Autovalore λ Base dell’autospazio E(λ)
3 (c) Determina una matrice diagonale A0 e una matrice invertibile M tali che A0 = M −1 AM .
0
A :=
M :=
Motivazione:
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5. Sia fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano. Sia dato al variare del numero reale k il
punto B := (k, 2k).
2 (a) Determina tutti i valori di k per cui il quadrato di lato OB ha area uguale a 20:
k=
Motivazione:
Scegli uno dei valori di k determinati al punto a e utilizzalo nel resto dell’esercizio:
Valore di k scelto:
3 (b) Sia r la retta passante per i punti O e B e sia ρ il semipiano delimitato da r e contenente il
punto P := (0, 1). Determina i vertici C e D del quadrato OBCD contenuto in ρ.
C=( , ) D=( , )
Motivazione:
2 (c) Determina l’equazione cartesiana della circonferenza passante per i punti O, B, C e D trovati
al punto precedente.
Motivazione:
Facsimile 2 - Pagina 5
Facsimile 2 d’esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2003-2004
C=( , , )
r=
Motivazione:
2 (c) Determina l’equazione cartesiana di una sfera S 0 , diversa da S, la cui intersezione con il piano
π è la circonferenza γ.
Motivazione:
Facsimile 2 - Pagina 6
Facsimile 3 d’esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2003-2004
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ISTRUZIONI
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Facsimile 3 d’esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2003-2004
2. Siano A e B due matrici quadrate. Sia v un vettore non nullo che è autovettore di A relativamente
all’autovalore 2 ed è autovettore di B relativamente all’autovalore −6.
Facsimile 3 - Pagina 2
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Motivazione:
2 (c) Determina la matrice rappresentativa dell’omomorfismo f rispetto alla base di R3 formata dai
vettori v1 := (2, 0, −1), v2 := (1, 1, 0), v3 := (1, 0, 0) e alla base canonica di R4 [x].
0
A :=
Facsimile 3 - Pagina 3
Facsimile 3 d’esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2003-2004
2 k −1
4. Sia data la matrice: A := −1 2 −1.
−1 −k 2 2
1 (a) Per quali valori di k esiste una matrice ortogonale M tale che M −1 AM sia una matrice
diagonale?
k=
Motivazione:
Scegliere uno degli eventuali valori di k determinati al punto a (se ce n’è più di
uno) e utilizzarlo nel resto dell’esercizio:
Valore di k scelto:
2 (b) Determina una base per ciascun autospazio di f . Utilizza la tabella sottostante. In ciascuna
riga scrivi un autovalore differente e una base per il corrispondente autospazio (nota: il nu-
mero delle righe già presenti in tabella non è detto che sia uguale al numero degli autovalori
effettivamente presenti)
Autovalore λ Base dell’autospazio E(λ)
3 (c) Determina una matrice diagonale A0 e una matrice ortogonale M tali che A0 = M −1 AM .
A0 :=
M :=
1 (d) Esiste una matrice non ortogonale N tale che N −1 AN sia diagonale? Se sı̀, scrivere una tale
matrice, se no, spiegare perché non esiste.
Non esiste una matrice N siffatta. Infatti:
N :=
Facsimile 3 - Pagina 4
Facsimile 3 d’esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2003-2004
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5. Sia fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano. Siano date le tre rette r1 : 3x − y − 3 = 0,
r2 : x − 3 = 0 e r3 : kx + 3y − 11 = 0, con k parametro reale.
2 (a) Determina il valore di k per cui le rette r1 , r2 e r3 appartengono allo stesso fascio di rette.
k=
Motivazione:
k=
Motivazione:
Facsimile 3 - Pagina 5
Facsimile 3 d’esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2003-2004
6. Fissato nello spazio un ( sistema di riferimento cartesiano, siano dati i punti A := (0, 4, 2) e B :=
y + 3z + 3 = 0
(3, 6, 0) e la retta r : .
x−y− z =0
2 (a) Determina l’equazione cartesiana del piano π passante per i punti A, B e parallelo alla retta
r
Motivazione
2 (b) Determina l’equazione cartesiana del piano σ passante per il punto A e ortogonale alla retta r
Motivazione:
Facsimile 3 - Pagina 6
10 dicembre 2003 - Esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2003-2004
ISTRUZIONI
2 (a) Siano dati i piani π1 : 2x − z − 2 = 0 e π2 : 2y + z = 0. Per quali valori del parametro reale k
il piano π : 4x − 6y − 5z + k = 0 appartiene al fascio di piani individuato da π1 e π2 ?
Motivazione:
Motivazione:
Motivazione:
Scegli uno degli eventuali valori di k determinati al punto a (se ce n’è più di uno)
e utilizzalo nel resto dell’esercizio:
Valore di k scelto:
Motivazione:
2 (c) Esistono tre vettori distinti u, v e w che hanno la stessa immagine tramite f ? Se sı̀, scrivere
dei vettori siffatti, se no, spiegare perché non esistono.
Tre vettori siffatti sono, ad esempio: Non esistono vettori siffatti. Infatti:
2 (a) Detto f l’endomorfismo di R3 la cui matrice rappresentativa rispetto alla base canonica è A,
determina una base del nucleo di f :
Motivazione:
3 (b) Determina una base per ciascun autospazio di f . Utilizza la tabella sottostante. In ciascuna
riga scrivi un autovalore differente e una base per il corrispondente autospazio (nota: il nu-
mero delle righe già presenti in tabella non è detto che sia uguale al numero degli autovalori
effettivamente presenti)
Autovalore λ Base dell’autospazio E(λ)
2 (c) Determina una matrice diagonale D e una matrice invertibile M tali che D = M −1 AM .
D :=
M :=
5. Fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano siano dati i punti A := (1, 4) e B := (−1, 1)
e la retta r : 2x + y − 7 = 0.
2 (a) Determina un punto C sulla retta r in modo tale che il triangolo ABC sia rettangolo in B.
C=( , )
Motivazione:
Motivazione:
3 (c) L’insieme dei punti interni al triangolo di vertici A, B e C è definito dal sistema di disequazioni:
6. Fissato nello spazio un sistemadi riferimento cartesiano, siano dati il punto A := (2, 1, 2) e le rette
x = 2 + t
(
x+ y +4=0
r: es: y=1+ t
2y − z − 1 = 0
z= 3t
Motivazione:
Motivazione:
ISTRUZIONI
3. Sia E il sottospazio vettoriale di R4 generato dai vettori u := (0, 2, 0, 1), v := (3, 0, 2, 0).
3 (a) Per quali valori del parametro reale k il vettore w := (0, 2, k − k 2 , k 2 ) appartiene ad E?
Motivazione:
Motivazione:
Motivazione:
2 (a) Detto f l’endomorfismo di R3 la cui matrice rappresentativa rispetto alla base canonica è A,
calcolare f (−2, 1, −2):
Motivazione:
Motivazione:
3 (c) Determinare la matrice rappresentativa di f rispetto alla base di R3 formata dai vettori
(−2, 1, −2), (1, 0, 2), (1, 1, 1).
B :=
5. Fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano siano dati i punti A := (1, 4), B := (−2, 1) e
C := (2, 7).
2 (a) Determinare un punto D tale che ABCD sia un parallelogramma (fare attenzione all’ordine
dei vertici).
D=( , )
Motivazione:
Motivazione:
Motivazione:
6. Fissato
( nello spazio un sistema di riferimento cartesiano, siano dati il punto A := (2, 1, 3) e la retta
x+y −2=0
r:
x − 2z =0
Motivazione:
Motivazione:
Motivazione:
ISTRUZIONI
1. Fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano, siano dati il punto A := (1, −2) e la
circonferenza γ : (x − 2)2 + (y + 4)2 = 4. Allora:
2. Sia V uno spazio vettoriale di dimensione 4 e siano E ed F due sottospazi di V con dim E = 3 e
dim F = 2. Inoltre F non è contenuto in E.
Ek := (x, y, z) | 2x + (k 2 + k)y + 3z = k 2 − 1
Motivazione:
Motivazione:
Scegli uno dei valori di k determinati al punto b e utilizzalo nel resto dell’esercizio
Valore di k scelto:
Motivazione:
3 (b) Determina gli autovalori di f e, per ciascuno di essi una base per il corrispondente autospazio.
Utilizza la tabella sottostante. In ciascuna riga scrivi un autovalore differente e una base per
il corrispondente autospazio (nota: il numero delle righe già presenti in tabella non è detto
che sia uguale al numero degli autovalori effettivamente presenti)
Autovalore λ Base dell’autospazio E(λ)
2 (c) f è diagonalizzabile?
sı̀ no
Motivazione:
5. Sia fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano. Siano date le tre rette r : 2x − y − 1 = 0,
s : 4x + 3y − 17 = 0 e tk : 2x + ky − 6 = 0, con k parametro reale.
2 (a) Determina tutti i valori di k per cui le rette r, s e tk appartengono allo stesso fascio di rette.
Motivazione:
Motivazione:
Motivazione:
Motivazione:
Motivazione:
ISTRUZIONI
1. Siano A e B due matrici quadrate. Sia v un vettore non nullo che è autovettore di A relativamente
all’autovalore 3 ed è autovettore di B relativamente all’autovalore −2.
2. Sia fissato nel piano un sistema di riferimento euclideo. Siano dati i tre punti non allineati A :=
(1, 5), B := (3, 1) e P := (x0 , y0 ). Sia γ la circonferenza passante per A, B e P .
2 (a) Il segmento di estremi A e B è un diametro di γ se e solo se: (dà una condizione algebrica)
Motivazione:
2 (b) Il segmento di estremi A e P è un diametro di γ se e solo se: (dà una condizione algebrica)
Motivazione:
3. Sia dato al variare del parametro reale k il sistema lineare nelle incognite x, y e z:
x + ky + z = 3
x + y + 3z = k
x + y + 2kz = 2
Motivazione:
2 (b) Per k = 1 il sistema è risolubile? Se sı̀, scrivere le soluzioni del sistema, se no, spiegare perché.
3
2 (c) Per k = 2 il sistema è risolubile? Se sı̀, scrivere le soluzioni del sistema, se no, spiegare perché.
4. Sia f l’endomorfismo di R3 la cui matrice rappresentativa rispetto alla base canonica è:
3 1 −3
A := 3 −1 −3 .
1 1 −1
Motivazione:
Motivazione:
3 (c) Determinare la matrice rappresentativa di f rispetto alla base di R3 formata dai vettori
(2, 1, 1), (1, 0, 1), (1, −1, 1).
B :=
5. Fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano siano dati i punti A := (1, 5) e B := (2, 3) e
la retta r : 8x − 11y + 27 = 0.
2 (a) Determina un punto C sulla retta r in modo tale che il triangolo ABC sia rettangolo in B.
C=( , )
Motivazione:
2 (b) Determina un punto D sulla retta r in modo tale che il triangolo ABD sia isoscele con base
AB (cioè AD = BD).
D=( , )
Motivazione:
3 (c) L’insieme dei punti interni al triangolo di vertici A, B e D è definito dal sistema di disequazioni:
6. Fissato nello spazio un sistema di riferimento cartesiano, siano dati il punto P := (1, 2, −3) e il
piano π : 2x − 3y + 4z − 13 = 0.
Motivazione:
3 (c) Trovare le equazioni di tutti i piani paralleli a π la cui intersezione con S è una circonferenza
di raggio 2:
Motivazione:
ISTRUZIONI
• La prova dura 3 ore.
• Ti sono stati consegnati tre fogli, stampati fronte e retro. Come prima cosa scrivi su
ciascuno di essi negli spazi predisposti il tuo nome, cognome e numero di matricola.
• A fianco di ciascuna domanda è presente un doppio riquadro: in quello di sinistra è indicato
il punteggio corrispondente alla domanda in caso di risposta completamente corretta; quello di
destra è a disposizione della commissione per la correzione.
• I punteggi sono espressi in trentesimi. Un punteggio compreso tra 30 e 32 corrisponde ad un voto
di 30 trentesimi; un punteggio di almeno 33 corrisponde ad un voto di 30 trentesimi e lode.
• Per le risposte utilizza unicamente gli spazi riquadrati già predisposti. Quando richiesto, le risposte
vanno motivate brevemente, ma in maniera comprensibile.
• Se devi cambiare qualche risposta che hai già scritto sul foglio, fai in modo che sia chiaro per chi
correggerà il tuo compito quale sia la risposta definitiva. Se la risposta risultasse poco leggibile,
chiedi al docente un nuovo foglio e ritrascrivi su questo foglio tutte le risposte che hai dato.
• Al termine della prova devi consegnare unicamente i fogli che ti sono stati consegnati
dal docente. Non saranno ritirati eventuali fogli di brutta copia, integrazioni e simili.
1. Si consideri la base di R3 formata dai vettori v1 := (1, 0, 0), v2 := (1, 1, 0) e v3 := (1, 1, 1). Si
considerino i vettori w1 := (1, 3, 1, 2) e w2 := (2, 1, 3, −1) di R4 . Sia f : R3 → R4 l’applicazione
lineare definita da f (v1 ) := w1 , f (v2 ) := w2 , f (v3 ) := 2w1 − 3w2 .
2 (a) L ’applicazione f è suriettiva?
Sı̀ No I dati assegnati non sono sufficienti a stabilire se f è suriettiva o no
Motivazione:
Motivazione:
Motivazione:
Motivazione:
2 (d) Determinare la matrice rappresentativa di f rispetto alla base di R3 [x] formata dai polinomi
x − x2 , 2 + x − x2 , x.
4. Sia E il sottospazio vettoriale di R4 generato dai tre vettori u := (1, 0, 2, 0), v := (0, 3, 0, 2) e
w := (k 2 , 0, 2, k − k 2 ), dove k è un parametro reale.
Motivazione:
Scegli uno degli eventuali valori di k determinati al punto a (se ce n’è più di uno)
e utilizzalo nel resto dell’esercizio:
Valore di k scelto:
5. Fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano sia dato il punto C := (3, 2) e la retta
r : 2x − y − 9 = 0.
Motivazione:
3 (c) L’insieme dei punti interni al triangolo di vertici C, H e O := (0, 0) è definito dal sistema di
disequazioni:
Motivazione:
Motivazione:
Motivazione:
ISTRUZIONI
• La prova dura 3 ore.
• Ti sono stati consegnati tre fogli, stampati fronte e retro. Come prima cosa scrivi su
ciascuno di essi negli spazi predisposti il tuo nome, cognome e numero di matricola.
• A fianco di ciascuna domanda è presente un doppio riquadro: in quello di sinistra è indicato
il punteggio corrispondente alla domanda in caso di risposta completamente corretta; quello di
destra è a disposizione della commissione per la correzione.
• I punteggi sono espressi in trentesimi. Un punteggio compreso tra 30 e 32 corrisponde ad un voto
di 30 trentesimi; un punteggio di almeno 33 corrisponde ad un voto di 30 trentesimi e lode.
• Per le risposte utilizza unicamente gli spazi riquadrati già predisposti. Quando richiesto, le risposte
vanno motivate brevemente, ma in maniera comprensibile.
• Se devi cambiare qualche risposta che hai già scritto sul foglio, fai in modo che sia chiaro per chi
correggerà il tuo compito quale sia la risposta definitiva. Se la risposta risultasse poco leggibile,
chiedi al docente un nuovo foglio e ritrascrivi su questo foglio tutte le risposte che hai dato.
• Al termine della prova devi consegnare unicamente i fogli che ti sono stati consegnati
dal docente. Non saranno ritirati eventuali fogli di brutta copia, integrazioni e simili.
1. Sia dato, al variare del parametro reale k, il sottospazio affine Ek di R3 cosı̀ definito:
Ek := {(x, y, z) | 2x − 3y + 4z = k 2 − k}
2 (a) Determina i valori di k per cui Ek è un sottospazio vettoriale di R3 :
Motivazione:
2 (b) Scegli k1 tale che Ek1 sia un sottospazio vettoriale e k2 tale che Ek2 non sia un sottospazio
vettoriale.
Valori scelti: k1 = k2 =
Il sottospazio affine Ek2 è parallelo al sottospazio vettoriale Ek1 ?
Sı̀ No
Motivazione:
Motivazione:
Motivazione:
Motivazione:
Scegliere uno degli eventuali valori di k determinati al punto b (se ce n’è più di
uno) e utilizzarlo nel resto dell’esercizio:
Valore di k scelto:
3 (c) Determinare una matrice diagonale D e una matrice invertibile M tali che D = M −1 Ak M .
D :=
M :=
5. Fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano sia dato il punto A := (3, 2) e la retta
r : 2x + y − 13 = 0.
2 (b) Determina tutti i punti C tali che ABC sia un triangolo equilatero.
Motivazione:
3 (c) Fissato uno dei punti C determinati al punto precedente si trovi il perimetro e l’area del
triangolo ABC
Motivazione:
6. Fissato nello spazio un sistema di riferimento cartesiano, si considerino i punti A := (0, 2, 0),
B := (1, 3, 3), C := (4, 5, 5), e D := (1, 2, k).
2 (a) Determinare i valori di k per cui i punti A, B, C e D sono complanari:
Motivazione:
2 (b) Fissato il valore di k determinato alla domanda precedente, determinare l’equazione del piano
passante per i punti A, B, C e D:
Motivazione:
Motivazione:
ISTRUZIONI
1. Sia γ la circonferenza del piano passante per i punti A := (2, 0), O := (0, 0) e B := (0, 2k) con
k 6= 0.
Motivazione:
Motivazione:
2. Sia f un omomorfismo da R2 in R3 tale che f (2, 1) = (1, 1, 2) e f (1, −3) = (0, −2, 1).
Motivazione:
2 (b) Sia dato al variare di k il vettore vk := (2, k, 1) e sia F il sottospazio generato da vk . Per
quali valori di k si ha R3 = E ⊕ F ?
Motivazione:
Valore di k scelto:
k=
Esprimi il vettore (5, 5, 3) come somma di un vettore di E e di un vettore di F :
(5, 5, 3) = , , + , ,
Motivazione:
Motivazione:
3 (c) Determinare la matrice rappresentativa di f rispetto alla base di R3 formata dai vettori
(1, −1, −1), (0, −1, −1), (1, 2, 1).
B :=
γ : x2 + y 2 − 2x − 2y − 6 = 0.
Motivazione:
3 (c) Detti A e B i punti d’intersezione della retta r con gli assi coordinati, l’area del triangolo
ABC è:
Motivazione:
Motivazione:
Motivazione:
3 (c) La regione di spazio delimitata dai due piani π e σ è definita dal sistema di disequazioni:
ISTRUZIONI
• La prova dura 3 ore.
• Ti sono stati consegnati tre fogli, stampati fronte e retro. Come prima cosa scrivi su
ciascuno di essi negli spazi predisposti il tuo nome, cognome e numero di matricola.
• A fianco di ciascuna domanda è presente un doppio riquadro: in quello di sinistra è indicato
il punteggio corrispondente alla domanda in caso di risposta completamente corretta; quello di
destra è a disposizione della commissione per la correzione.
• I punteggi sono espressi in trentesimi. Un punteggio compreso tra 30 e 32 corrisponde ad un voto
di 30 trentesimi; un punteggio di almeno 33 corrisponde ad un voto di 30 trentesimi e lode.
• Per le risposte utilizza unicamente gli spazi riquadrati già predisposti. Quando richiesto, le risposte
vanno motivate brevemente, ma in maniera comprensibile.
• Se devi cambiare qualche risposta che hai già scritto sul foglio, fai in modo che sia chiaro per chi
correggerà il tuo compito quale sia la risposta definitiva. Se la risposta risultasse poco leggibile,
chiedi al docente un nuovo foglio e ritrascrivi su questo foglio tutte le risposte che hai dato.
• Al termine della prova devi consegnare unicamente i fogli che ti sono stati consegnati
dal docente. Non saranno ritirati eventuali fogli di brutta copia, integrazioni e simili.
2. Fissato nel piano un sistema di riferimento euclideo sia dato il punto A := (0, 1).
2 (a) Determinare le equazioni cartesiane di tutte le rette passanti per A e che delimitano insieme
agli assi coordinati un triangolo di area uguale a 3.
Motivazione:
2 (b) Scegliere una delle rette determinate al punto a (se ce n’è più di uno)
Equazione della retta scelta:
Detta r la retta scelta, si determini l’equazione cartesiana della retta s simmetrica di r rispetto
all’asse delle y.
Motivazione:
Motivazione:
Motivazione:
Motivazione:
Motivazione:
Motivazione:
Motivazione:
5. Fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano sia dato il punto C := (6, −2) e la retta
l : x − 2y + 5 = 0.√ Sia γ la circonferenza di centro C che interseca la retta l in due punti A e B
distanti tra loro 2 5.
Motivazione:
Motivazione:
3 (c) L’insieme dei punti interni al triangolo di vertici A, B e C è definito dal sistema di disequazioni:
ISTRUZIONI
1. Sia f : E → F un’applicazione lineare tra spazi vettoriali con dim E = 5 e dim F = 7. Siano v1 ,
v2 , e v3 vettori linearmente indipendenti di E tali che f (v3 ) = 2f (v1 ) + 3f (v2 ).
Motivazione:
Motivazione:
Motivazione:
Motivazione:
Motivazione:
Motivazione:
3 (b) Determinare una base per ciascun autospazio di A. Utilizza la tabella sottostante. In ciascu-
na riga scrivi un autovalore differente e una base per il corrispondente autospazio (nota: il
numero delle righe già presenti in tabella non è detto che sia uguale al numero degli autovalori
effettivamente presenti)
Autovalore λ Base dell’autospazio E(λ)
Motivazione:
2 (c) Determinare una matrice diagonale D e una matrice invertibile M tali che D = M −1 AM .
D :=
M :=
5. Fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano siano dati il punto P := (−7, 1) e la circon-
ferenza γ : (x − 3)2 + (y − 6)2 = 25. Siano r e s le rette passanti per P e tangenti a γ e siano R e
S i punti rispettivi di tangenza tra queste rette e γ.
Motivazione:
Motivazione:
3 (c) Detto C il centro di γ, i triangoli CP R e CP S hanno la stessa area. Si calcoli l’area di uno
dei due.
Motivazione:
6. Fissato
nello spazio un
sistema di riferimento cartesiano, siano dati il punto P := (3, 4, 0) e le rette
x = 2 + t
x = 2 + 4t
r : y = 6 + t e s : y = 3 − 5t . Sia π il piano parallelo sia a r che a s e passante per P .
z =2+t z =3+t
Motivazione:
Motivazione:
Motivazione:
ISTRUZIONI
• La prova dura 3 ore.
• Ti sono stati consegnati tre fogli, stampati fronte e retro. Come prima cosa scrivi su
ciascuno di essi negli spazi predisposti il tuo nome, cognome e numero di matricola.
• A fianco di ciascuna domanda è presente un doppio riquadro: in quello di sinistra è indicato
il punteggio corrispondente alla domanda in caso di risposta completamente corretta; quello di
destra è a disposizione della commissione per la correzione.
• I punteggi sono espressi in trentesimi. Un punteggio compreso tra 30 e 32 corrisponde ad un voto
di 30 trentesimi; un punteggio di almeno 33 corrisponde ad un voto di 30 trentesimi e lode.
• Per le risposte utilizza unicamente gli spazi riquadrati già predisposti. Quando richiesto, le risposte
vanno motivate brevemente, ma in maniera comprensibile.
• Se devi cambiare qualche risposta che hai già scritto sul foglio, fai in modo che sia chiaro per chi
correggerà il tuo compito quale sia la risposta definitiva. Se la risposta risultasse poco leggibile,
chiedi al docente un nuovo foglio e ritrascrivi su questo foglio tutte le risposte che hai dato.
• Al termine della prova devi consegnare unicamente i fogli che ti sono stati consegnati
dal docente. Non saranno ritirati eventuali fogli di brutta copia, integrazioni e simili.
2 3+k
1. Siano dati la matrice a coefficienti reali Ak := 2 1 dove k è un parametro reale e il vettore
1
colonna v := −2 .
2 (a) Per quali valori di k esiste una matrice ortogonale M tale che M −1 Ak M sia diagonale?
Motivazione:
Motivazione:
2. Fissato nel piano un sistema di riferimento affine sia data la retta r : x − 2y + 3 = 0 e i punti
A := (18, 9), B := (30, 15) e C := (20, 7).
Ek := {(x, y, z) | x + y − 2z = k 2 + 4k}.
Motivazione:
Scegli uno degli eventuali valori di k determinati al punto a (se ce n’è più di uno)
e utilizzalo nel resto dell’esercizio:
Valore di k scelto:
Motivazione:
4. Sia f l’endomorfismo di R3 [x] definito da f (p(x)) := 2p(x) + 3p0 (x) (si ricorda che la derivata di
un polinomio p(x) = a + bx + cx2 è p0 (x) = b + 2cx).
2 (a) Determina la matrice A rappresentativa di f rispetto alla base canonica di R3 [x] (cioè la base
formata da 1, x e x2 in quest’ordine).
A :=
Motivazione:
3 (b) Determina una base per ciascun autospazio di f . Utilizza la tabella sottostante. In ciascuna
riga scrivi un autovalore differente e una base per il corrispondente autospazio (nota: il nu-
mero delle righe già presenti in tabella non è detto che sia uguale al numero degli autovalori
effettivamente presenti)
Autovalore λ Base dell’autospazio E(λ)
Motivazione:
5. Fissato nel piano un sistema di riferimento euclideo siano dati il punto A := (5, 2) e la retta
r : 4x + 3y − 1 = 0.
3 (b) Determina due punti B e C su r tali che ABC sia un triangolo di area 50 con i lati AB e AC
uguali. B = ( , ) C=( , )
Motivazione:
2 (c) Determina un punto D diverso da A tale che DBC sia un triangolo di area uguale all’area di
ABC con i lati DB e DC uguali. D = ( , )
Motivazione:
Motivazione:
Motivazione:
√
3 (c) Le sfere tangenti in P al piano π e aventi raggio 14 hanno equazioni cartesiane:
Motivazione:
ISTRUZIONI
2. Sia fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano. Siano date le tre rette r : 2x − y − 1 = 0,
s : x + y − 5 = 0 e tk : kx + 3y − 5 = 0, con k parametro reale.
2 (a) Determina tutti i valori di k per cui le rette r, s e tk appartengono allo stesso fascio di rette.
Motivazione:
2 (b) Determina tutti i valori di k per cui le rette r, s e tk delimitano un triangolo rettangolo.
Motivazione:
Motivazione:
2 (b) Sia dato al variare del parametro reale k il vettore wk := (2, k, 1, 0) e sia Fk il sottospazio
vettoriale generato da wk . Per quali valori di k si ha che R4 = E ⊕ Fk ?
Motivazione:
Motivazione:
1 −1 1
4. Sia f l’endomorfismo di R3 che rispetto alla base canonica si rappresenta con A := −1 1 −1 .
1 −1 1
3 (b) Determina una base per ciascun autospazio di f . Utilizza la tabella sottostante. In ciascuna
riga scrivi un autovalore differente e una base per il corrispondente autospazio (nota: il nu-
mero delle righe già presenti in tabella non è detto che sia uguale al numero degli autovalori
effettivamente presenti)
Autovalore λ Base dell’autospazio E(λ)
Motivazione:
2 (c) Determina una matrice diagonale D e una matrice ortogonale M tali che D = M −1 AM .
D :=
M :=
5. Fissato nel piano un sistema di riferimento affine siano dati i punti A := (3, 1), B := (6, −2) e
C := (7, 4).
2 (a) Determina un punto D tale che ABCD sia un parallelogramma (fare attenzione all’ordine dei
vertici).
D=( , )
Motivazione:
2 (b) Determina il semipiano delimitato dalla retta passante per A e B e contenente il punto C.
Motivazione:
3 (c) L’insieme dei punti interni al triangolo di vertici A, B e C è definito dal sistema di disequazioni:
6. Fissato nello spazio un sistema di riferimento euclideo, siano dati il punto P := (2, 1, 1) e il piano
π : x + 2y + 2z − 15 = 0.
2 (a) La sfera S centrata in P e tangente il piano π ha equazione:
Motivazione:
2 (b) La sfera T centrata in P la cui intersezione con il piano π è una circonferenza di raggio 4 ha
equazione:
Motivazione:
3 (c) Un piano σ parallelo al piano π e diverso da esso, la cui intersezione con la sfera T è una
circonferenza di raggio 4 ha equazione cartesiana:
Motivazione:
ISTRUZIONI
• La prova dura 3 ore.
• Ti sono stati consegnati tre fogli, stampati fronte e retro. Come prima cosa scrivi su
ciascuno di essi negli spazi predisposti il tuo nome, cognome e numero di matricola.
• A fianco di ciascuna domanda è presente un doppio riquadro: in quello di sinistra è indicato
il punteggio corrispondente alla domanda in caso di risposta completamente corretta; quello di
destra è a disposizione della commissione per la correzione.
• I punteggi sono espressi in trentesimi. Un punteggio compreso tra 30 e 32 corrisponde ad un voto
di 30 trentesimi; un punteggio di almeno 33 corrisponde ad un voto di 30 trentesimi e lode.
• Per le risposte utilizza unicamente gli spazi riquadrati già predisposti. Quando richiesto, le risposte
vanno motivate brevemente, ma in maniera comprensibile.
• Se devi cambiare qualche risposta che hai già scritto sul foglio, fai in modo che sia chiaro per chi
correggerà il tuo compito quale sia la risposta definitiva. Se la risposta risultasse poco leggibile,
chiedi al docente un nuovo foglio e ritrascrivi su questo foglio tutte le risposte che hai dato.
• Al termine della prova devi consegnare unicamente i fogli che ti sono stati consegnati
dal docente. Non saranno ritirati eventuali fogli di brutta copia, integrazioni e simili.
1. Sia data la circonferenza γ di centro C := (3, 1) e raggio 2k con k numero reale. Sia dato il punto
P := (2, 4).
2 (a) Per quali valori di k per il punto P passano due rette tangenti distinte alla circonferenza γ?
Motivazione:
2 (b) Per quali valori di k una delle due tangenti alla circonferenza γ passanti per P è parallela alla
retta r di equazione 3x − 4y + 1 = 0?
Motivazione:
−2k 2k
2. Sia data la matrice a coefficienti reali Ak := 2 1 1 dove k è un parametro reale.
k2 1 2k
2 (a) Per quali valori di k esiste una matrice ortogonale M tale che M −1 Ak M sia diagonale?
Motivazione:
2 (b) Per quali valori di k esiste una matrice ortogonale M tale che M −1 (Ak +2kI)M sia diagonale?
Motivazione:
Motivazione:
Motivazione:
Motivazione:
4. Sia E il sottospazio vettoriale di R4 generato dai vettori u := (0, 1, 0, −1) e v := (1, 2, 1, 0). Sia
wk := (k, 1, 1, 1)
Motivazione:
2 (b) Per quali valori di k il vettore wk è ortogonale (rispetto al prodotto scalare standard) sia a u
che a v?
Motivazione:
Scegli uno degli eventuali valori di k determinati al punto b (se ce n’è più di uno)
e utilizzalo nel resto dell’esercizio:
Valore di k scelto:
5. Fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano siano dati i punti A := (1, 2) e B := (−1, −2).
Indichiamo con C e D i due punti del piano tali che ABC e ABD siano triangoli equilateri.
3 (a) I punti C e D hanno coordinate:
Motivazione:
2 (b) L’area del quadrilatero ACBD (attenzione all’ordine dei vertici) è uguale a:
Motivazione:
Motivazione:
Motivazione:
Motivazione:
Motivazione:
ISTRUZIONI
• La prova dura 3 ore.
• Ti sono stati consegnati tre fogli, stampati fronte e retro. Come prima cosa scrivi su
ciascuno di essi negli spazi predisposti il tuo nome, cognome e numero di matricola.
• A fianco di ciascuna domanda è presente un doppio riquadro: in quello di sinistra è indicato
il punteggio corrispondente alla domanda in caso di risposta completamente corretta; quello di
destra è a disposizione della commissione per la correzione.
• I punteggi sono espressi in trentesimi. Un punteggio compreso tra 30 e 32 corrisponde ad un voto
di 30 trentesimi; un punteggio di almeno 33 corrisponde ad un voto di 30 trentesimi e lode.
• Per le risposte utilizza unicamente gli spazi riquadrati già predisposti. Quando richiesto, le risposte
vanno motivate brevemente, ma in maniera comprensibile.
• Se devi cambiare qualche risposta che hai già scritto sul foglio, fai in modo che sia chiaro per chi
correggerà il tuo compito quale sia la risposta definitiva. Se la risposta risultasse poco leggibile,
chiedi al docente un nuovo foglio e ritrascrivi su questo foglio tutte le risposte che hai dato.
• Al termine della prova devi consegnare unicamente i fogli che ti sono stati consegnati
dal docente. Non saranno ritirati eventuali fogli di brutta copia, integrazioni e simili.
1. Fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano siano dati i punti A := (4, 3) e B := (7, −1)
e la retta r : x − 3 = 0.
2 (a) Determina un punto C sulla retta r in modo tale che il triangolo ABC sia rettangolo in B.
C=( , )
Motivazione:
2 (b) Determina un punto D sulla retta r in modo tale che il triangolo ABD sia rettangolo in D.
D=( , )
Motivazione:
Motivazione:
2 (b) Determina, nel caso esista, una base di un sottospazio vettoriale F di R4 di dimensione 1 tale
che R4 = E ⊕ F .
Motivazione:
3. Sia dato al variare del parametro reale k il sistema lineare nelle incognite x, y e z:
x + 2y + 2kz = 1
x + y + 3z = 2k
2x + ky + 6z = 7
Motivazione:
2 (b) Per k = 2 il sistema è risolubile? Se sı̀, scrivere le soluzioni del sistema, se no, spiegare perché.
3
2 (c) Per k = 2 il sistema è risolubile? Se sı̀, scrivere le soluzioni del sistema, se no, spiegare perché.
Scegli uno degli eventuali valori di k determinati al punto a (se ce n’è più di uno)
e utilizzalo nel resto dell’esercizio:
Valore di k scelto:
4 (b) Determina una matrice diagonale D e una matrice invertibile M tali che D = M −1 Ak M .
D :=
M :=
Motivazione:
5. Fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano siano dati il punto B := (−1, 7) sulla retta
r : 3x − y + 10 = 0 e il punto A := (4, 2).
2 (a) Determina un punto C sulla retta r in modo tale che il triangolo ABC sia isoscele con base
BC (cioè AB = AC).
C=( , )
Motivazione:
3 (c) L’insieme dei punti interni al triangolo di vertici A, B e C è definito dal sistema di disequazioni:
6. Fissato
( nello spazio un sistema di riferimento cartesiano, siano dati il punto P := (8, 3, 5), la retta
2x + y − z + 1 = 0
r: e il piano π : 3x + y + 2z − 9 = 0.
5x + 3y − 5z + 6 = 0
Motivazione:
3 (c) La sfera tangente in H al piano π e avente il centro sul piano σ ha equazione cartesiana:
Motivazione:
ISTRUZIONI
• La prova dura 3 ore.
• Ti sono stati consegnati tre fogli, stampati fronte e retro. Come prima cosa scrivi su
ciascuno di essi negli spazi predisposti il tuo nome, cognome e numero di matricola.
• A fianco di ciascuna domanda è presente un doppio riquadro: in quello di sinistra è indicato
il punteggio corrispondente alla domanda in caso di risposta completamente corretta; quello di
destra è a disposizione della commissione per la correzione.
• I punteggi sono espressi in trentesimi. Un punteggio compreso tra 30 e 32 corrisponde ad un voto
di 30 trentesimi; un punteggio di almeno 33 corrisponde ad un voto di 30 trentesimi e lode.
• Per le risposte utilizza unicamente gli spazi riquadrati già predisposti. Quando richiesto, le risposte
vanno motivate brevemente, ma in maniera comprensibile.
• Se devi cambiare qualche risposta che hai già scritto sul foglio, fai in modo che sia chiaro per chi
correggerà il tuo compito quale sia la risposta definitiva. Se la risposta risultasse poco leggibile,
chiedi al docente un nuovo foglio e ritrascrivi su questo foglio tutte le risposte che hai dato.
• Al termine della prova devi consegnare unicamente i fogli che ti sono stati consegnati
dal docente. Non saranno ritirati eventuali fogli di brutta copia, integrazioni e simili.
Motivazione:
Motivazione:
2. Sia fissato nel piano un sistema di riferimento affine e sia dato il triangolo T di vertici A := (1, 2),
B := (4, 1) e C := (5, 7). L’equazione della retta rAB passante per A e B è x + 3y − 7 = 0,
l’equazione della retta rBC passante per B e C è 6x − y − 23 = 0 e l’equazione della retta rAC
passante per A e C è 5x − 4y + 3 = 0
1 −1 4
3. Sia f l’endomorfismo di R3 di matrice rappresentativa A := 0 2 k con k parametro reale e sia
1 0 2
3
v := (1, 2, 1) un vettore di R .
Motivazione:
Motivazione:
Motivazione:
4. Sia E il sottospazio vettoriale di R4 generato dai vettori u := (1, 0, 2, 1) e v := (1, 2, −2, 3) e sia
F := {(x, y, z, t) | x + y + z − t = 0}.
2 (a) Determina la dimensione di E ∩ F
Motivazione:
5. Fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano siano dati il punto P := (−11, 5) e la
circonferenza γ : (x − 4)2 + y 2 = 50. Siano r e s le rette passanti per P e tangenti a γ e siano R e
S i punti rispettivi di tangenza tra queste rette e γ.
2 (a) Le rette r e s hanno equazioni cartesiane:
Motivazione:
2 (b) Detto C il centro di γ, i triangoli CP R e CP S hanno la stessa area. Si calcoli l’area di uno
dei due.
Motivazione:
3 (c) Le bisettrici degli angoli formati dalle rette r e s hanno equazioni cartesiane:
Motivazione:
Motivazione:
Motivazione:
2 (c) La retta l:
è incidente il piano π giace sul piano π è parallela a π ma non giace su π
Motivazione:
ISTRUZIONI
• La prova dura 3 ore.
• Ti sono stati consegnati tre fogli, stampati fronte e retro. Come prima cosa scrivi su
ciascuno di essi negli spazi predisposti il tuo nome, cognome e numero di matricola.
• A fianco di ciascuna domanda è presente un doppio riquadro: in quello di sinistra è indicato
il punteggio corrispondente alla domanda in caso di risposta completamente corretta; quello di
destra è a disposizione della commissione per la correzione.
• I punteggi sono espressi in trentesimi. Un punteggio compreso tra 30 e 32 corrisponde ad un voto
di 30 trentesimi; un punteggio di almeno 33 corrisponde ad un voto di 30 trentesimi e lode.
• Per le risposte utilizza unicamente gli spazi riquadrati già predisposti. Quando richiesto, le risposte
vanno motivate brevemente, ma in maniera comprensibile.
• Se devi cambiare qualche risposta che hai già scritto sul foglio, fai in modo che sia chiaro per chi
correggerà il tuo compito quale sia la risposta definitiva. Se la risposta risultasse poco leggibile,
chiedi al docente un nuovo foglio e ritrascrivi su questo foglio tutte le risposte che hai dato.
• Al termine della prova devi consegnare unicamente i fogli che ti sono stati consegnati
dal docente. Non saranno ritirati eventuali fogli di brutta copia, integrazioni e simili.
1. Sia fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano e sia dato il quadrato ABCD di vertici
A := (1, 2), B := (4, 6), C := (8, 3) e D := (5, −1).
2 (a) Determina l’equazione cartesiana della circonferenza circoscritta al quadrato ABCD (cioè
passante per tutti i vertici del quadrato):
Motivazione:
2 (b) Determina l’equazione cartesiana della circonferenza inscritta al quadrato ABCD (cioè tan-
gente tutti i lati del quadrato):
Motivazione:
2 (a) Date le condizioni f (u) := (2, 5), f (v) := (3, 3), f (w) := (1, 4):
esiste un unico omomorfismo f : R2 → R2 che le soddisfa tutte;
non esiste alcun omomorfismo f : R2 → R2 che le soddisfa tutte;
esiste più di un omomorfismo f : R2 → R2 che le soddisfa tutte.
Motivazione:
2 (b) Date le condizioni g(u) := (1, 2, 1), g(v) := (2, 1, 0), g(w) := (4, 5, 2):
esiste un unico omomorfismo g : R2 → R3 che le soddisfa tutte;
non esiste alcun omomorfismo g : R2 → R3 che le soddisfa tutte;
esiste più di un omomorfismo g : R2 → R3 che le soddisfa tutte.
Motivazione:
Motivazione:
Motivazione:
Motivazione:
3 (a) Per quali valori di k esiste una matrice invertibile N tale che N −1 Ak N sia una matrice
diagonale?
Motivazione:
1 (b) Per quali valori di k esiste una matrice ortogonale M tale che M −1 Ak M sia una matrice
diagonale?
Motivazione:
Scegliere uno degli eventuali valori di k determinati al punto b (se ce n’è più di
uno) e utilizzarlo nel resto dell’esercizio:
Valore di k scelto:
3 (c) Determina una matrice diagonale D e una matrice ortogonale M tali che D = M −1 Ak M .
D :=
M :=
5. Fissato nel piano un sistema di riferimento euclideo siano dati i punti P := (2, 5), B := (8, −3) e
la retta r : 3x + y − 1 = 0.
Motivazione:
ISTRUZIONI
1. Siano A e B due matrici quadrate. Sia v un vettore non nullo che è autovettore di A relativamente
all’autovalore −3 ed è autovettore di B relativamente all’autovalore 1.
2. Fissato nello spazio un sistema di riferimento affine siano dati i punti A := (1, 3, 1), B := (2, 2, 5)
e il piano π : 2x + y + z − 21 = 0.
2 (a) Il segmento di estremi A e B interseca il piano π?
Sı̀ No
Motivazione:
Motivazione:
Motivazione:
3 (c) Esistono tre vettori distinti u, v e w che hanno la stessa immagine non nulla tramite f ? Se
sı̀, scrivere dei vettori siffatti (non è necessaria la motivazione), se no, spiegare perché non
esistono.
Tre vettori siffatti sono, ad esempio: Non esistono vettori siffatti. Infatti:
Motivazione:
Motivazione:
Motivazione:
5. Fissato nel piano un sistema di riferimento euclideo sia dato il triangolo di vertici A := (7, 4),
B := (7, −6) e C := (1, 6).
2 (b) Determina l’intersezione degli assi dei lati del triangolo ABC:
Motivazione:
Motivazione:
6. Fissato
( nello spazio un sistema di riferimento cartesiano, siano dati il punto A := (4, 1, 1) e la retta
y− z+1=0
r:
x − 3z + 6 = 0
Motivazione:
Motivazione:
Motivazione:
ISTRUZIONI
• La prova dura 3 ore.
• Ti sono stati consegnati tre fogli, stampati fronte e retro. Come prima cosa scrivi su
ciascuno di essi negli spazi predisposti il tuo nome, cognome e numero di matricola.
• A fianco di ciascuna domanda è presente un doppio riquadro: in quello di sinistra è indicato
il punteggio corrispondente alla domanda in caso di risposta completamente corretta; quello di
destra è a disposizione della commissione per la correzione.
• I punteggi sono espressi in trentesimi. Un punteggio compreso tra 30 e 32 corrisponde ad un voto
di 30 trentesimi; un punteggio di almeno 33 corrisponde ad un voto di 30 trentesimi e lode.
• Per le risposte utilizza unicamente gli spazi riquadrati già predisposti. Quando richiesto, le risposte
vanno motivate brevemente, ma in maniera comprensibile.
• Se devi cambiare qualche risposta che hai già scritto sul foglio, fai in modo che sia chiaro per chi
correggerà il tuo compito quale sia la risposta definitiva. Se la risposta risultasse poco leggibile,
chiedi al docente un nuovo foglio e ritrascrivi su questo foglio tutte le risposte che hai dato.
• Al termine della prova devi consegnare unicamente i fogli che ti sono stati consegnati
dal docente. Non saranno ritirati eventuali fogli di brutta copia, integrazioni e simili.
1. Fissato nello spazio un sistema di riferimento affine siano dati i punti A := (2, 1, 1), B := (3, 2, 4),
C := (1, 1, 2) e D := (3, k, 1).
Motivazione:
2. Sia dato al variare del parametro reale k il sistema lineare nelle incognite x, y e z:
x + ky + 2z = 9
2x + y + kz = 5k
3x + 2y + 3z = 16
Motivazione:
2 (b) Per quali valori di k la terna (x, y, z) = (3, 2, 1) è soluzione del sistema?
Motivazione:
Motivazione:
2 (b) Per quali valori di k esiste una matrice ortogonale M tale che M −1 Ak M sia una matrice
diagonale?
Motivazione:
Scegliere uno degli eventuali valori di k determinati al punto b (se ce n’è più di
uno) e utilizzarlo nel resto dell’esercizio:
Valore di k scelto:
3 (c) Determina una matrice diagonale D e una matrice ortogonale M tali che D = M −1 Ak M .
D :=
M :=
Motivazione:
Motivazione:
Motivazione:
5. Fissato nel piano un sistema di riferimento affine siano dati i punti A := (3, 1), O := (0, 0) e
B := (7, −2).
2 (a) Determina un punto C tale che AOBC sia un parallelogramma (fare attenzione all’ordine dei
vertici).
C=( , )
Motivazione:
2 (b) Determina il punto M di intersezione delle diagonali del parallelogramma AOBC trovato al
punto precedente.
M := ( , )
Motivazione:
3 (c) L’insieme dei punti interni al parallelogramma AOBC è definito dal sistema di disequazioni:
Motivazione:
Motivazione:
3 (c) La sfera tangente ai piani π e σ ed avente il centro sull’asse delle x ha equazione cartesiana:
Motivazione:
ISTRUZIONI
• La prova dura 3 ore.
• Ti sono stati consegnati tre fogli, stampati fronte e retro. Come prima cosa scrivi su
ciascuno di essi negli spazi predisposti il tuo nome, cognome e numero di matricola.
• A fianco di ciascuna domanda è presente un doppio riquadro: in quello di sinistra è indicato
il punteggio corrispondente alla domanda in caso di risposta completamente corretta; quello di
destra è a disposizione della commissione per la correzione.
• I punteggi sono espressi in trentesimi. Un punteggio compreso tra 30 e 32 corrisponde ad un voto
di 30 trentesimi; un punteggio di almeno 33 corrisponde ad un voto di 30 trentesimi e lode.
• Per le risposte utilizza unicamente gli spazi riquadrati già predisposti. Quando richiesto, le risposte
vanno motivate brevemente, ma in maniera comprensibile.
• Se devi cambiare qualche risposta che hai già scritto sul foglio, fai in modo che sia chiaro per chi
correggerà il tuo compito quale sia la risposta definitiva. Se la risposta risultasse poco leggibile,
chiedi al docente un nuovo foglio e ritrascrivi su questo foglio tutte le risposte che hai dato.
• Al termine della prova devi consegnare unicamente i fogli che ti sono stati consegnati
dal docente. Non saranno ritirati eventuali fogli di brutta copia, integrazioni e simili.
1. Siano f e g due omomorfismi da R2 a R3 tali che f (2, 1) = g(2, 1) = (1, 3, 3) e ker f = ker g.
2 (a) Se dim ker f = dim ker g = 1 allora necessariamente gli omomorfismi f e g coincidono?
Sı̀ No
Motivazione:
2 (b) Se dim ker f = dim ker g = 0 allora necessariamente gli omomorfismi f e g coincidono?
Sı̀ No
Motivazione:
2. Fissato nel piano un sistema di riferimento affine, si considerino i punti A := (30, 30), B := (39, 33),
C := (30, 34) e D := (34, 30).
Motivazione:
Motivazione:
3 (c) Stabilire se esistono due vettori linearmente indipendenti aventi la stessa immagine. Se
esistono, determinarli.
Motivazione:
Motivazione:
3 (b) Determinare una base per ciascun autospazio di A. Utilizza la tabella sottostante. In ciascu-
na riga scrivi un autovalore differente e una base per il corrispondente autospazio (nota: il
numero delle righe già presenti in tabella non è detto che sia uguale al numero degli autovalori
effettivamente presenti)
Autovalore λ Base dell’autospazio E(λ)
Motivazione:
2 (c) Determinare una matrice diagonale D e una matrice invertibile M tali che D = M −1 AM .
D :=
M :=
5. Fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano siano dati i punti B := (5, 3), C := (−1, 1)
e la retta t : x + 2y + 5 = 0.
2 (a) Determina l’equazione cartesiana della retta r parallela a t ed equidistante dai punti B e C:
Motivazione:
2 (b) Detto A il punto di intersezione tra r e l’asse delle y e detto H il punto d’intersezione tra r e
la retta passante per B e C determinare il simmetrico D di A rispetto a H
D=( , )
Motivazione:
Motivazione:
Motivazione:
Motivazione:
3 (c) Determinare l’equazione cartesiana della sfera con il centro sull’asse delle x e le cui intersezioni
con i piani π e σ sono circonferenze entrambe di raggio uguale a 2.
Motivazione:
ISTRUZIONI
• La prova dura 3 ore.
• Ti sono stati consegnati tre fogli, stampati fronte e retro. Come prima cosa scrivi su
ciascuno di essi negli spazi predisposti il tuo nome, cognome e numero di matricola.
• A fianco di ciascuna domanda è presente un doppio riquadro: in quello di sinistra è indicato
il punteggio corrispondente alla domanda in caso di risposta completamente corretta; quello di
destra è a disposizione della commissione per la correzione.
• I punteggi sono espressi in trentesimi. Un punteggio compreso tra 30 e 32 corrisponde ad un voto
di 30 trentesimi; un punteggio di almeno 33 corrisponde ad un voto di 30 trentesimi e lode.
• Per le risposte utilizza unicamente gli spazi riquadrati già predisposti. Quando richiesto, le risposte
vanno motivate brevemente, ma in maniera comprensibile.
• Se devi cambiare qualche risposta che hai già scritto sul foglio, fai in modo che sia chiaro per chi
correggerà il tuo compito quale sia la risposta definitiva. Se la risposta risultasse poco leggibile,
chiedi al docente un nuovo foglio e ritrascrivi su questo foglio tutte le risposte che hai dato.
• Al termine della prova devi consegnare unicamente i fogli che ti sono stati consegnati
dal docente. Non saranno ritirati eventuali fogli di brutta copia, integrazioni e simili.
1. Fissata in V 2 (O) una base ortonormale formata dai vettori e1 e e2 , sia dato il vettore v1 := e1 +e2 .
2 (a) Quante sono le basi di V 2 (O) aventi come primo vettore v1 ?
Motivazione:
2 (b) Quante sono le basi ortonormali di V 2 (O) aventi come primo vettore v1 ?
Motivazione:
2 (a) Determina tutti i valori di a, b, c e d per i quali esiste uno ed un sol piano passante per A e
perpendicolare sia a r che a s.
Motivazione:
2 (b) Determina tutti i valori di a, b, c e d per i quali esiste una ed una sola retta passante per A e
perpendicolare sia a r che a s.
Motivazione:
Motivazione:
2 (b) Determina una matrice diagonale D e una matrice ortogonale M tali che D = M −1 AM .
D :=
M :=
2 (c) Determina, se esiste, un’altra matrice ortogonale N tali che D = N −1 AN (con D stessa
matrice diagonale determinata al punto precedente).
N :=
Motivazione:
Motivazione:
3 (b) Determina i valori di t per cui il sistema ha infinite soluzioni, specificando per ciascuno di essi
la dimensione dello spazio affine delle sue soluzioni.
Motivazione:
2 (c) Tra i valori di t determinati al punto precedente scegline uno per cui la dimensione dello spazio
affine delle soluzioni è la più alta e trova tutte le soluzioni del sistema in tal caso.
Valore di t scelto:
Soluzioni del sistema:
5. Fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano siano dati i punti A := (3, 4), B := (5, 3).
Sia r la retta passante per A e B.
3 (a) Determina due punti C e D tali che ABCD sia un quadrato contenuto nel semipiano delimitato
da r e contenente l’origine:
C=( , ) D=( , )
Motivazione:
2 (b) Determina l’equazione cartesiana della circonferenza circoscritta al quadrato ABCD (cioè
passante per i punti A, B, C e D) e l’equazione cartesiana della circonferenza inscritta al
quadrato ABCD (cioè tangente ai lati del quadrato)
Motivazione:
2 (c) Detta s la retta passante per C e D e detto P il punto di intersezione tra la retta s e l’asse
delle x determina l’area del triangolo ABP
Motivazione:
ISTRUZIONI
• La prova dura 3 ore.
• Ti sono stati consegnati tre fogli, stampati fronte e retro. Come prima cosa scrivi su
ciascuno di essi negli spazi predisposti il tuo nome, cognome e numero di matricola.
• A fianco di ciascuna domanda è presente un doppio riquadro: in quello di sinistra è indicato
il punteggio corrispondente alla domanda in caso di risposta completamente corretta; quello di
destra è a disposizione della commissione per la correzione.
• I punteggi sono espressi in trentesimi. Un punteggio compreso tra 30 e 32 corrisponde ad un voto
di 30 trentesimi; un punteggio di almeno 33 corrisponde ad un voto di 30 trentesimi e lode.
• Per le risposte utilizza unicamente gli spazi riquadrati già predisposti. Quando richiesto, le risposte
vanno motivate brevemente, ma in maniera comprensibile.
• Se devi cambiare qualche risposta che hai già scritto sul foglio, fai in modo che sia chiaro per chi
correggerà il tuo compito quale sia la risposta definitiva. Se la risposta risultasse poco leggibile,
chiedi al docente un nuovo foglio e ritrascrivi su questo foglio tutte le risposte che hai dato.
• Al termine della prova devi consegnare unicamente i fogli che ti sono stati consegnati
dal docente. Non saranno ritirati eventuali fogli di brutta copia, integrazioni e simili.
1. Fissata in V 2 (O) una base ortonormale formata dai vettori e1 e e2 , sia dato il vettore v1 := −e1 −e2 .
2 (a) Quante sono le basi di V 2 (O) aventi come primo vettore v1 ?
Motivazione:
2 (b) Quante sono le basi ortonormali di V 2 (O) aventi come primo vettore v1 ?
Motivazione:
2 (a) Determina tutti i valori di a, b, c e d per i quali esiste uno ed un sol piano passante per A e
perpendicolare sia a r che a s.
Motivazione:
2 (b) Determina tutti i valori di a, b, c e d per i quali esiste una ed una sola retta passante per A e
perpendicolare sia a r che a s.
Motivazione:
Motivazione:
2 (b) Determina una matrice diagonale D e una matrice ortogonale M tali che D = M −1 AM .
D :=
M :=
2 (c) Determina, se esiste, un’altra matrice ortogonale N tali che D = N −1 AN (con D stessa
matrice diagonale determinata al punto precedente).
N :=
Motivazione:
Motivazione:
3 (b) Determina i valori di t per cui il sistema ha infinite soluzioni, specificando per ciascuno di essi
la dimensione dello spazio affine delle sue soluzioni.
Motivazione:
2 (c) Tra i valori di t determinati al punto precedente scegline uno per cui la dimensione dello spazio
affine delle soluzioni è la più alta e trova tutte le soluzioni del sistema in tal caso.
Valore di t scelto:
Soluzioni del sistema:
5. Fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano siano dati i punti A := (4, 4), B := (5, 7).
Sia r la retta passante per A e B.
3 (a) Determina due punti C e D tali che ABCD sia un quadrato contenuto nel semipiano delimitato
da r e contenente l’origine:
C=( , ) D=( , )
Motivazione:
2 (b) Determina l’equazione cartesiana della circonferenza circoscritta al quadrato ABCD (cioè
passante per i punti A, B, C e D) e l’equazione cartesiana della circonferenza inscritta al
quadrato ABCD (cioè tangente ai lati del quadrato)
Motivazione:
2 (c) Detta s la retta passante per C e D e detto P il punto di intersezione tra la retta s e l’asse
delle x determina l’area del triangolo ABP
Motivazione:
ISTRUZIONI
• La prova dura 3 ore.
• Ti sono stati consegnati tre fogli, stampati fronte e retro. Come prima cosa scrivi su
ciascuno di essi negli spazi predisposti il tuo nome, cognome e numero di matricola.
• A fianco di ciascuna domanda è presente un doppio riquadro: in quello di sinistra è indicato
il punteggio corrispondente alla domanda in caso di risposta completamente corretta; quello di
destra è a disposizione della commissione per la correzione.
• I punteggi sono espressi in trentesimi. Un punteggio compreso tra 30 e 32 corrisponde ad un voto
di 30 trentesimi; un punteggio di almeno 33 corrisponde ad un voto di 30 trentesimi e lode.
• Per le risposte utilizza unicamente gli spazi riquadrati già predisposti. Quando richiesto, le risposte
vanno motivate brevemente, ma in maniera comprensibile.
• Se devi cambiare qualche risposta che hai già scritto sul foglio, fai in modo che sia chiaro per chi
correggerà il tuo compito quale sia la risposta definitiva. Se la risposta risultasse poco leggibile,
chiedi al docente un nuovo foglio e ritrascrivi su questo foglio tutte le risposte che hai dato.
• Al termine della prova devi consegnare unicamente i fogli che ti sono stati consegnati
dal docente. Non saranno ritirati eventuali fogli di brutta copia, integrazioni e simili.
1. Fissata in V 2 (O) una base ortonormale formata dai vettori e1 e e2 , sia dato il vettore v1 := −e1 +e2 .
2 (a) Quante sono le basi di V 2 (O) aventi come primo vettore v1 ?
Motivazione:
2 (b) Quante sono le basi ortonormali di V 2 (O) aventi come primo vettore v1 ?
Motivazione:
2 (a) Determina tutti i valori di a, b, c e d per i quali esiste uno ed un sol piano passante per A e
perpendicolare sia a r che a s.
Motivazione:
2 (b) Determina tutti i valori di a, b, c e d per i quali esiste una ed una sola retta passante per A e
perpendicolare sia a r che a s.
Motivazione:
Motivazione:
2 (b) Determina una matrice diagonale D e una matrice ortogonale M tali che D = M −1 AM .
D :=
M :=
2 (c) Determina, se esiste, un’altra matrice ortogonale N tali che D = N −1 AN (con D stessa
matrice diagonale determinata al punto precedente).
N :=
Motivazione:
Motivazione:
3 (b) Determina i valori di t per cui il sistema ha infinite soluzioni, specificando per ciascuno di essi
la dimensione dello spazio affine delle sue soluzioni.
Motivazione:
2 (c) Tra i valori di t determinati al punto precedente scegline uno per cui la dimensione dello spazio
affine delle soluzioni è la più alta e trova tutte le soluzioni del sistema in tal caso.
Valore di t scelto:
Soluzioni del sistema:
5. Fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano siano dati i punti A := (5, 3), B := (4, 5).
Sia r la retta passante per A e B.
3 (a) Determina due punti C e D tali che ABCD sia un quadrato contenuto nel semipiano delimitato
da r e contenente l’origine:
C=( , ) D=( , )
Motivazione:
2 (b) Determina l’equazione cartesiana della circonferenza circoscritta al quadrato ABCD (cioè
passante per i punti A, B, C e D) e l’equazione cartesiana della circonferenza inscritta al
quadrato ABCD (cioè tangente ai lati del quadrato)
Motivazione:
2 (c) Detta s la retta passante per C e D e detto P il punto di intersezione tra la retta s e l’asse
delle x determina l’area del triangolo ABP
Motivazione:
ISTRUZIONI
• La prova dura 3 ore.
• Ti sono stati consegnati tre fogli, stampati fronte e retro. Come prima cosa scrivi su
ciascuno di essi negli spazi predisposti il tuo nome, cognome e numero di matricola.
• A fianco di ciascuna domanda è presente un doppio riquadro: in quello di sinistra è indicato
il punteggio corrispondente alla domanda in caso di risposta completamente corretta; quello di
destra è a disposizione della commissione per la correzione.
• I punteggi sono espressi in trentesimi. Un punteggio compreso tra 30 e 32 corrisponde ad un voto
di 30 trentesimi; un punteggio di almeno 33 corrisponde ad un voto di 30 trentesimi e lode.
• Per le risposte utilizza unicamente gli spazi riquadrati già predisposti. Quando richiesto, le risposte
vanno motivate brevemente, ma in maniera comprensibile.
• Se devi cambiare qualche risposta che hai già scritto sul foglio, fai in modo che sia chiaro per chi
correggerà il tuo compito quale sia la risposta definitiva. Se la risposta risultasse poco leggibile,
chiedi al docente un nuovo foglio e ritrascrivi su questo foglio tutte le risposte che hai dato.
• Al termine della prova devi consegnare unicamente i fogli che ti sono stati consegnati
dal docente. Non saranno ritirati eventuali fogli di brutta copia, integrazioni e simili.
1. Fissata in V 2 (O) una base ortonormale formata dai vettori e1 e e2 , sia dato il vettore v1 := e1 −e2 .
2 (a) Quante sono le basi di V 2 (O) aventi come primo vettore v1 ?
Motivazione:
2 (b) Quante sono le basi ortonormali di V 2 (O) aventi come primo vettore v1 ?
Motivazione:
2. Fissato nello spazio un sistema di riferimento cartesiano, si considerino il punto A := (−3, −5, −7)
e, al variare dei parametri a, b, c e d, le rette:
x = a − t
x = 1
r: y = b − 2t s: y= 2 + dt
z = c − 3t z = −1 + 5t
2 (a) Determina tutti i valori di a, b, c e d per i quali esiste uno ed un sol piano passante per A e
perpendicolare sia a r che a s.
Motivazione:
2 (b) Determina tutti i valori di a, b, c e d per i quali esiste una ed una sola retta passante per A e
perpendicolare sia a r che a s.
Motivazione:
Motivazione:
2 (b) Determina una matrice diagonale D e una matrice ortogonale M tali che D = M −1 AM .
D :=
M :=
2 (c) Determina, se esiste, un’altra matrice ortogonale N tali che D = N −1 AN (con D stessa
matrice diagonale determinata al punto precedente).
N :=
Motivazione:
Motivazione:
3 (b) Determina i valori di t per cui il sistema ha infinite soluzioni, specificando per ciascuno di essi
la dimensione dello spazio affine delle sue soluzioni.
Motivazione:
2 (c) Tra i valori di t determinati al punto precedente scegline uno per cui la dimensione dello spazio
affine delle soluzioni è la più alta e trova tutte le soluzioni del sistema in tal caso.
Valore di t scelto:
Soluzioni del sistema:
5. Fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano siano dati i punti A := (3, 4), B := (6, 5).
Sia r la retta passante per A e B.
3 (a) Determina due punti C e D tali che ABCD sia un quadrato contenuto nel semipiano delimitato
da r e contenente l’origine:
C=( , ) D=( , )
Motivazione:
2 (b) Determina l’equazione cartesiana della circonferenza circoscritta al quadrato ABCD (cioè
passante per i punti A, B, C e D) e l’equazione cartesiana della circonferenza inscritta al
quadrato ABCD (cioè tangente ai lati del quadrato)
Motivazione:
2 (c) Detta s la retta passante per C e D e detto P il punto di intersezione tra la retta s e l’asse
delle x determina l’area del triangolo ABP
Motivazione:
COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . . . . . .
ISTRUZIONI
e, dunque, A2 è invertibile.
2. Sia fissato nello spazio un sistema di riferimento cartesiano e sia dato il punto P := (x0 , y0 , z0 ).
(
y=0
2 (b) Determina il simmetrico K del punto P rispetto alla retta r : .
z=0
K = (x0 , −y0 , −z0 )
Motivazione:
COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . . . . .
3 (a) Per uno solo di questi due blocchi di condizioni esiste un unico omomorfismo f : R3 → R2 che
verifica tali condizioni. Indica quale blocco:
C1 C2
Motivazione:
I vettori (1, 1, 0), (0, 1, 1) e (1, 2, 1) non formano una base di R3 , mentre i vettori (1, 1, 0),
(0, 1, 1) e (1, −2, 1) formano una base di R3 .
La dimensione dello spazio di partenza è maggiore della dimensione dello spazio di arrivo.
L’immagine di f è generata dai vettori f (1, 1, 0), f (0, 1, 1) e f (1, −2, 1), cioè dai vettori
(2, −1), (3, 0) e (2, −1). I vettori (2, −1) e (3, 0) sono linearmente indipendenti, dunque
generano uno spazio di dimensione 2, cioè tutto R2 .
4 (a) Determina gli autovalori di A e, per ciascuno di essi una base per il corrispondente autospazio.
Utilizza la tabella sottostante. In ciascuna riga scrivi un autovalore differente e una base per
il corrispondente autospazio (nota: il numero delle righe già presenti in tabella non è detto
che sia uguale al numero degli autovalori effettivamente presenti)
Autovalore λ Base dell’autospazio E(λ)
0 (1, 2, 0)
−1 (2, 4, 1)
3 (b) A è diagonalizzabile?
sı̀ no
Motivazione:
COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . . . . .
5. Sia fissato nel piano un sistema di riferimento affine. Sia O l’origine di questo riferimento, sia U1
il punto unità dell’asse delle x e sia U2 il punto unità dell’asse delle y. Si considerino i punti A, B
e C dati in figura (i trattini sugli assi corrispondono ai punti unità):
C
y A x
U2 = (0, 1) B
O
U1 = (1, 0)
Motivazione:
x − 1 y − 1
Si può usare la formula: =0
2−1 0 − 1
2 (c) L’insieme dei punti interni al triangolo di vertici A, B e C è definito dal sistema di disequazioni:
x + y − 2 > 0
x −2<0
y−1<0
2 (d) Il punto D tale che il quadrilatero ABCD (attenzione all’ordine dei vertici!) sia un parallelo-
gramma ha coordinate:
D = (1, 2)
Motivazione:
6. Fissato nello spazio un sistema di riferimento cartesiano, siano dati i punti A := (0, 2, 4), B :=
(h, 1, 0), C := (1, k, 8).
h = −1 e k = 3
Motivazione:
ha rango 1.
2 (d) Il piano π passante per il punto A e perpendicolare alla retta r ha equazione cartesiana:
x + y + 4z − 18 = 0
Motivazione:
COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . . . . . .
ISTRUZIONI
COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . . . . .
Ek := (x, y, z, w) | x + k 2 y − z = k − 2
k=2
Motivazione:
√1 (1, 0, 1, 0), 2 1 2
(0, 0, 0, 1), 2 3, −3, −3, 0
(1, 0, 0, 0)
Motivazione:
1 (a) Detto f l’endomorfismo di R3 la cui matrice rappresentativa rispetto alla base canonica è A,
determina una base del nucleo di f :
3 (b) Determina una base per ciascun autospazio di f . Utilizza la tabella sottostante. In ciascuna
riga scrivi un autovalore differente e una base per il corrispondente autospazio (nota: il nu-
mero delle righe già presenti in tabella non è detto che sia uguale al numero degli autovalori
effettivamente presenti)
Autovalore λ Base dell’autospazio E(λ)
−3 (1, 2, −4)
3 (c) Determina una matrice diagonale A0 e una matrice invertibile M tali che A0 = M −1 AM .
0 0 0 2 0 1
A0 := 0 0 0 M := 1 0 2
0 0 −3 0 1 −4
Motivazione:
Sulla diagonale della matrice A0 abbiamo riportato gli autovalori di A, ciascuno un numero
uguale alla dimensione del corrispondente autospazio.
Poiché abbiamo riportato l’autovalore 0 sulla prima e sulla seconda colonna di A0 , abbiamo
riportato sulla prima e seconda colonna di di M le componenti, rispetto alla base canonica,
di due vettori che formano una base per l’autospazio relativo a 0.
Poiché abbiamo riportato l’autovalore −3 sulla terza colonna di A0 , abbiamo riportato sulla
terza colonna di di M le componenti, rispetto alla base canonica, di un vettore che forma
una base per l’autospazio relativo a −3.
COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . . . . .
5. Sia fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano. Sia dato al variare del numero reale k il
punto B := (k, 2k).
2 (a) Determina tutti i valori di k per cui il quadrato di lato OB ha area uguale a 20:
k = ±2
Motivazione:
L’area del quadrato di lato OB è d(O, B)2 = 5k 2 . Posto 5k 2 = 20, troviamo k = ±2.
Scegli uno dei valori di k determinati al punto a e utilizzalo nel resto dell’esercizio:
Valore di k scelto:
k=2
3 (b) Sia r la retta passante per i punti O e B e sia ρ il semipiano delimitato da r e contenente il
punto P := (0, 1). Determina i vertici C e D del quadrato OBCD contenuto in ρ.
C = (−2, 6) D = (−4, 2)
Motivazione:
La retta r ha equazione 2x − y = 0. Il semipiano ρ, dovendo contenere P , è definito dalla
disequazione 2x − y < 0. √
Il punto D giace sulla retta s ortogonale a r e passante
( per O, e ha distanza uguale a 20
x = 2t
dal punto O. La retta s ha equazioni parametriche .
y = −t
√
2
√ coordinate (2t, −t). La sua distanza da O è 5t .
Il punto generico della retta s ha allora
Imponendo che questa distanza sia 20 troviamo i valori 2 e −2 per il parametro t, e,
quindi, i due punti (4, −2) e (−4, 2). Scelgo tra questi quello appartenente al semipiano σ,
e determino cosı̀ D.
La retta parallela a r e passante per D ha equazione
( 2x − y + 10 = 0. La retta parallela a s
x = 2 + 2t
e passante per B ha equazioni parametriche Intersecando queste due rette si
y=4− t
trova C.
2 (c) Determina l’equazione cartesiana della circonferenza passante per i punti O, B, C e D trovati
al punto precedente.
(x + 1)2 + (y − 3)2 = 10
Motivazione:
ovvero 14t + 14 = 0, la cui soluzione è −1. Sostituendo questo valore nelle equazioni
parametriche di s troviamo le coordinate del punto H.
C = (1, 2, 4)
r=2
Motivazione:
Notiamo che il centro della sfera è il punto P . Il centro di γ è allora la proiezione ortogonale
di P su π, vale a dire il punto H già determinato.
Per trovare il raggio di γ, notiamo che, detto R un qualsiasi punto di γ, il triangolo P CR è
rettangolo in C. Abbiamo allora:
2 (c) Determina l’equazione cartesiana di una sfera S 0 , diversa da S, la cui intersezione con il piano
π è la circonferenza γ.
Motivazione:
Si può scegliere una qualsiasi sfera il cui centro sta sulla retta s e il cui raggio è calcolato
opportunamente. Se scegliamo come centro il punto C, dobbiamo prendere la sfera di raggio
uguale al raggio della circonferenza γ, cioè 2.
COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . . . . . .
ISTRUZIONI
La somma di E con F deve contenere sia E che F , quindi deve avere dimensione maggiore
o uguale sia della dimensione di E che della dimensione di F . Dunque dim(E + F ) ≥ 4.
La dimensione della somma non può eccedere la somma delle dimensioni di E e F cioè
7. D’altra parte E + F è un sottospazio di V che ha dimensione 5: pertanto E + F ha
dimensione al più 5.
2. Siano A e B due matrici quadrate. Sia v un vettore non nullo che è autovettore di A relativamente
all’autovalore 2 ed è autovettore di B relativamente all’autovalore −6.
COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . . . . .
(−2, 0, 1)
Motivazione:
2 (c) Determina la matrice rappresentativa dell’omomorfismo f rispetto alla base di R3 formata dai
vettori v1 := (2, 0, −1), v2 := (1, 1, 0), v3 := (1, 0, 0) e alla base canonica di R4 [x].
0 1 0
0 2 1
A0 :=
0 3 2
0 2 0
{(1 − 2h, 1, h) | h ∈ R}
1 (a) Per quali valori di k esiste una matrice ortogonale M tale che M −1 AM sia una matrice
diagonale?
k = −1
Motivazione:
Una matrice si può diagonalizzare per mezzo di una matrice ortogonale se e solo se è
simmetrica. La matrice A è simmetrica se e solo se k = −1.
Scegliere uno degli eventuali valori di k determinati al punto a (se ce n’è più di
uno) e utilizzarlo nel resto dell’esercizio:
Valore di k scelto:
k = −1
2 (b) Determina una base per ciascun autospazio di f . Utilizza la tabella sottostante. In ciascuna
riga scrivi un autovalore differente e una base per il corrispondente autospazio (nota: il nu-
mero delle righe già presenti in tabella non è detto che sia uguale al numero degli autovalori
effettivamente presenti)
Autovalore λ Base dell’autospazio E(λ)
0 (1, 1, 1)
3 (c) Determina una matrice diagonale A0 e una matrice ortogonale M tali che A0 = M −1 AM .
1
√1 √1
− √2
3 0 0 6 3
A0 := 0 3 0 M := √12 √1 √1
6 3
0 0 0 0 − √26 √13
1 (d) Esiste una matrice non ortogonale N tale che N −1 AN sia diagonale? Se sı̀, scrivere una tale
matrice, se no, spiegare perché non esiste.
COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . . . . .
5. Sia fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano. Siano date le tre rette r1 : 3x − y − 3 = 0,
r2 : x − 3 = 0 e r3 : kx + 3y − 11 = 0, con k parametro reale.
2 (a) Determina il valore di k per cui le rette r1 , r2 e r3 appartengono allo stesso fascio di rette.
k = − 73
Motivazione:
Le rette r1 e r2 si intersecano nel punto (3, 6). Imponendo il passaggio di r3 per questo
punto troviamo la condizione 3k + 18 − 11 = 0 da cui ricaviamo k = − 37 .
k=1
Motivazione:
5
3
6. Fissato nello spazio un ( sistema di riferimento cartesiano, siano dati i punti A := (0, 4, 2) e B :=
y + 3z + 3 = 0
(3, 6, 0) e la retta r : .
x−y− z =0
2 (a) Determina l’equazione cartesiana del piano π passante per i punti A, B e parallelo alla retta
r
4x − y + 5z − 6 = 0
Motivazione:
Il generico piano passante per A ha equazione a(x − 0) + b(y − 4) + c(z − 2) = 0. Imponendo
3
il passaggio per B otteniamo la condizione 3a + 2b − 2c = 0, da cui ricaviamo c = 2 a + b. Il
3
generico piano passante per i punti A e B ha equazione: ax + by + 2 a + b z − 3a − 6b = 0.
Questo piano è parallelo a r se e solo se non è incidente a r cioè se e solo se il sistema:
y+ 3z + 3=0
x− y− z =0
3
ax + by + a + b z − 3a − 6b = 0
2
0 1 3
non è Crameriano, cioè se e solo se 1 −1 −1 = 0, cioè 21 a + 2b = 0. Ponendo a = 4
a b 3
2a + b
e b = −1 troviamo l’equazione del piano cercato.
2 (b) Determina l’equazione cartesiana del piano σ passante per il punto A e ortogonale alla retta r
−2x − 3y + z + 10 = 0
Motivazione:
Risolvendo il sistemache dà le equazioni cartesiane di r possiamo determinare le equazioni
x = −3 − 2t
parametriche di r: y = −3 − 3t Dunque r ha parametri direttori (−2, −3, 1). Il piano
z= t
di equazione ax + by + cz + d = 0 è perpendicolare alla retta r se e solo se (a, b, c) sono
proporzionali ai parametri direttori di r. Possiamo allora scegliere a = −2, b = −3, c = 1.
Imponendo il passaggio per B troviamo poi d = 10.
ISTRUZIONI
2 (a) Siano dati i piani π1 : 2x − z − 2 = 0 e π2 : 2y + z = 0. Per quali valori del parametro reale k
il piano π : 4x − 6y − 5z + k = 0 appartiene al fascio di piani individuato da π1 e π2 ?
k = −4
Motivazione:
k=1
Motivazione:
0 3 0
2 0 2
La matrice rappresentativa di f rispetto alle basi canoniche è A :=
0 2 k − k 2 . La
1 0 k2
dimensione dell’immagine di f è uguale al rango di A. Il minore B formato dalle prime due
righe e due colonne di A ha determinante diverso da 0. Dunque rk A = 2 se e solo se gli
orlati di B hanno tutti determinante
0.
0 3 0 0 3 0
Gli orlati di B sono C1 := 2 0 2 e C2 := 2 0 2 . Si ha det C1 = 6k 2 − 6k
0 2 k − k2 1 0 k2
2
e det C2 = 6 − 6k . Dunque det C1 = 0 per k = 1 o k = 0, mentre det C2 = 0 per k = 1 o
k = −1. Quindi det C1 e det C2 si annullano entrambi solo per k = 1.
Scegli uno degli eventuali valori di k determinati al punto a (se ce n’è più di uno)
e utilizzalo nel resto dell’esercizio:
Valore di k scelto:
k=1
(−1, 0, 1)
Motivazione:
Basta risolvere il sistema la cui matrice rappresentativa è A. Sappiamo già che A ha rango 2,
quindi è sufficiente considerare 2 equazioni indipendenti, ad esempio, quelle corrispondenti
alle prime 2 righe di A: (
3y =0
2x + 2z = 0
Le soluzioni di questo sistema sono (−t, 0, t) al variare di t in R. Otteniamo una base del
nucleo prendendo, ad esempio, t = 1.
2 (c) Esistono tre vettori distinti u, v e w che hanno la stessa immagine tramite f ? Se sı̀, scrivere
dei vettori siffatti, se no, spiegare perché non esistono.
Tre vettori siffatti sono, ad esempio: Non esistono vettori siffatti. Infatti:
2 (a) Detto f l’endomorfismo di R3 la cui matrice rappresentativa rispetto alla base canonica è A,
determina una base del nucleo di f :
(0, 2, 1)
Motivazione:
Le soluzioni di questo sistema sono (0, 2t, t) al variare di t in R. Otteniamo una base del
nucleo prendendo, ad esempio, t = 1.
3 (b) Determina una base per ciascun autospazio di f . Utilizza la tabella sottostante. In ciascuna
riga scrivi un autovalore differente e una base per il corrispondente autospazio (nota: il nu-
mero delle righe già presenti in tabella non è detto che sia uguale al numero degli autovalori
effettivamente presenti)
Autovalore λ Base dell’autospazio E(λ)
0 (0, 2, 1)
1 (0, 1, 1)
2 (1, 1, 2)
2 (c) Determina una matrice diagonale D e una matrice invertibile M tali che D = M −1 AM .
0 0 0 0 0 1
D := 0 1 0 M := 2 1 1
0 0 2 1 1 2
5. Fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano siano dati i punti A := (1, 4) e B := (−1, 1)
e la retta r : 2x + y − 7 = 0.
2 (a) Determina un punto C sulla retta r in modo tale che il triangolo ABC sia rettangolo in B.
C = (5, −3)
Motivazione:
La retta s passante per A e B ha parametri direttori (−1 − 1, 1 − 4) = (−2, −3). Una retta
ortogonale a s ha quindi parametri direttori (3, −2). La retta n passante per B e ortogonale
a s ha allora equazioni parametriche:
(
x = −1 + 3t
y= 1 − 2t
Intersecando questa retta con la retta r troviamo l’equazione 2(−1 + 3t) + (1 − 2t) − 7 = 0
che ha soluzione t = 2. Sostituendo questo valore nelle equazioni parametriche di s troviamo
le coordinate del punto C.
x2 + y 2 − 6x − y − 7 = 0
Motivazione:
Poiché il triangolo ABC è rettangolo, il centro della circonferenza γ passante per i punti
A, B e C è il punto medio dell’ipotenusa
del triangolo
ABC, cioè il punto medio di A e C.
1+5 4+(−3)
= 3, 12 . Il raggio della circonferenza è
Dunque il centro di γ ha coordinate 2 , 2
dato dalla distanza del centro da uno qualsiasi
q dei punti A, B e C.
q Calcolando, ad esempio,
2 1 2 65
la distanza tra il centro e A si trova (1 − 3) + 4 − 2 = 4 . La circonferenza ha
quindi equazione:
2
2 1 65
(x − 3) + y − = .
2 4
3 (c) L’insieme dei punti interni al triangolo di vertici A, B e C è definito dal sistema di disequazioni:
3x − 2y + 5 > 0
2x + 3y − 1 > 0
7x + 4y − 23 < 0
6. Fissato nello spazio un sistemadi riferimento cartesiano, siano dati il punto A := (2, 1, 2) e le rette
x = 2 + t
(
x+ y +4=0
r: es: y=1+ t
2y − z − 1 = 0
z= 3t
x + 15y − 7z − 3 = 0
Motivazione:
x + 5y − 2z + 2 = 0
Motivazione:
Se le rette r e s fossero parallele (coincidenti o distinte), ogni piano passante per r sarebbe
parallelo a s. Sappiamo che cosı̀ non è dal punto precedente. Le rette possono allora essere
o incidenti o sghembe.
Cerchiamo
( un eventuale punto di intersezione ( tra r e s. Otteniamo il sistema:
(2 + t) + (1 + t) +4=0 2t + 7 = 0
vale a dire . Questo sistema è, chiaramente,
2(1 + t) − 3t − 1 = 0 −t + 1 = 0
non risolubile. Dunque r e s non hanno punti in comune e sono, perciò, sghembe.
ISTRUZIONI
3. Sia E il sottospazio vettoriale di R4 generato dai vettori u := (0, 2, 0, 1), v := (3, 0, 2, 0).
3 (a) Per quali valori del parametro reale k il vettore w := (0, 2, k − k 2 , k 2 ) appartiene ad E?
k=1
Motivazione:
1 0 k2
canonica. Il minore B formato dalle prime due righe e due colonne di A ha determinante
diverso da 0. Dunque rk A = 2 se e solo segli orlati di
B hanno
tutti determinante 0.
0 3 0 0 3 0
Gli orlati di B sono C1 := 2 0 2 e C2 := 2 0 2 .
0 2 k − k2 1 0 k2
2 2
Si ha det C1 = 6k − 6k e det C2 = 6 − 6k . Dunque det C1 si annulla per k = 1 o k = 0,
mentre det C2 si annulla per k = 1 o k = −1. Quindi det C1 e det C2 si annullano entrambi
solo per k = 1.
(−9, 2, −6, 1)
Motivazione:
4
Motivazione:
2 (a) Detto f l’endomorfismo di R3 la cui matrice rappresentativa rispetto alla base canonica è A,
calcolare f (−2, 1, −2):
(4, −2, 4)
Motivazione:
Consideriamo
il vettore colonna di(−2,1, −2)
delle componenti rispetto alla base canonica:
−2 −1 2 0 −2 4
1 . Facendo il prodotto: 2 0 −1 1 = −2 si ottiene il vettore colonna
−2 0 2 −1 −2 4
delle componenti di f (−2, 1, −2) rispetto alla base canonica.
k=2
Motivazione:
Il vettore (1, 0, k) è autovettore di f se e solo se esiste λ tale che f (1, 0, k) = λ(1, 0, k).
Consideriamo
il vettore colonna
delle componenti
di(1, 0, k)
rispetto alla base canonica:
1 −1 2 0 1 −1
0. Facendo il prodotto: 2 0 −1 0 = 2 − k si ottiene il vettore colonna
k 0 2 −1 k −k
delle componenti di f (1, 0, k) rispetto alla base canonica. Dunque
Allora (1, 0, k) è autovettore di f se e solo se esiste λ tale che (−1, 2 − k, −k) = λ(1, 0, k),
cioè −1 = λ, 2 − k = 0 e −k = λk. Ciò avviene se e solo se k = 2.
3 (c) Determinare la matrice rappresentativa di f rispetto alla base di R3 formata dai vettori
(−2, 1, −2), (1, 0, 2), (1, 1, 1).
−2 0 0
B := 0 −1 0
0 0 1
5. Fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano siano dati i punti A := (1, 4), B := (−2, 1) e
C := (2, 7).
2 (a) Determinare un punto D tale che ABCD sia un parallelogramma (fare attenzione all’ordine
dei vertici).
D = (5, 10)
Motivazione:
6
Motivazione:
Per
pcalcolare l’area del parallelogramma
√ scegliamo come base il lato AB: la sua lunghezza
è (−2 − 1)2 + (1 − 4)2 = 18. L’altezza relativa al lato AB è uguale alla distanza di C
dalla retta r passante per A e B.
x − 1 y − 4
La retta r ha equazione = 0 cioè −3x + 3y − 9 = 0 o, equivalentemente,
−2 − 1 1 − 4
x − y + 3 = 0. √
La distanza di C da r è uguale a 1|2−7+3|
2 +(−1)2 = 2. Dunque l’area del parallelogramma è
√ √
uguale a 18 2 = 6.
6
Motivazione:
Se prendiamo come base il lato AB, vediamo che l’altezza relativa al lato AB è uguale alla
distanza di D dalla retta r passante per A e B. Poiché C e D appartengono alla retta s che
è parallela a r, i punti C e D sono a distanza uguale da r. Dunque l’altezza del rettangolo
ABF E rispetto al lato AB è uguale all’altezza del parallelogramma ABCD rispetto al lato
AB. Pertanto ABF E e ABCD hanno la stessa area.
6. Fissato
( nello spazio un sistema di riferimento cartesiano, siano dati il punto A := (2, 1, 3) e la retta
x+y −2=0
r:
x − 2z =0
5x + 4y − 2z − 8 = 0
Motivazione:
2x − 2y + z − 5 = 0
Motivazione:
La retta r è ortogonale ai vettori (1, 1, 0) e (1, 0, −2). Dunque, se (m, n, p) sono parametri
direttori di r, si ha m + n = 0 e m − 2p = 0. Si può scegliere allora (2, −2, 1) come parametri
direttori di r. Un generico piano ortogonale a r ha allora equazione del tipo 2x−2y+z+d = 0.
Imponendo il passaggio per A otteniamo la condizione 2·2−2·1+3+d = 0 da cui otteniamo
d = −5.
ISTRUZIONI
1. Fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano, siano dati il punto A := (1, −2) e la
circonferenza γ : (x − 2)2 + (y + 4)2 = 4. Allora:
La circonferenza γ ha centro √
p C := (2, −4) e raggio 2. La distanza di A da C è uguale a
(2 − 1)2 + (−4 − (−2))2 = 5, che è maggiore di 2. Dunque il punto A è esterno alla
circonferenza e, perciò, per esso passano due rette distinte tangenti alla circonferenza γ.
2. Sia V uno spazio vettoriale di dimensione 4 e siano E ed F due sottospazi di V con dim E = 3 e
dim F = 2. Inoltre F non è contenuto in E.
Ek := (x, y, z) | 2x + (k 2 + k)y + 3z = k 2 − 1
Per ogni k
Motivazione:
k = 1 e k = −1
Motivazione:
Scegli uno dei valori di k determinati al punto b e utilizzalo nel resto dell’esercizio
Valore di k scelto:
k=1
(1, 0, 0)
Motivazione:
Notiamo subito che il sistema non è risolubile: infatti dalla prima equazione dovrebbe essere
x + y = 1 mentre dalla seconda equazione dovrebbe essere x + y = 0.
3 (b) Determina gli autovalori di f e, per ciascuno di essi una base per il corrispondente autospazio.
Utilizza la tabella sottostante. In ciascuna riga scrivi un autovalore differente e una base per
il corrispondente autospazio (nota: il numero delle righe già presenti in tabella non è detto
che sia uguale al numero degli autovalori effettivamente presenti)
Autovalore λ Base dell’autospazio E(λ)
0 (−1, 1, 0, 0)
1 (0, 0, −1, 1)
2 (c) f è diagonalizzabile?
sı̀ no
Motivazione:
La somma delle dimensioni degli autospazi è 2, cioè è inferiore alla dimensione di R4 , cioè 4.
5. Sia fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano. Siano date le tre rette r : 2x − y − 1 = 0,
s : 4x + 3y − 17 = 0 e tk : 2x + ky − 6 = 0, con k parametro reale.
2 (a) Determina tutti i valori di k per cui le rette r, s e tk appartengono allo stesso fascio di rette.
k = 23
Motivazione:
Risolvendo il sistema: (
2x − y − 1 = 0
4x + 3y − 17 = 0
troviamo il punto di intersezione delle rette r e s, cioè il punto (2, 3).
Imponendo il passaggio di tk per questo punto troviamo la condizione 4 + 3k − 6 = 0 da cui
ricaviamo k = 32 .
k=4
Motivazione:
7x + 4y − 2z − 15 = 0
Motivazione:
La retta r è ortogonale ai vettori (1, 1, 1) e (1, 0, −2). Dunque, se (m, n, p) sono parametri
direttori di r, si ha m + n + p = 0 e m − 2p = 0. Si può scegliere allora (2, −3, 1) come
parametri direttori di r.
La retta s ha parametri direttori (−2, 4, 1). Il piano π è dunque parallelo ai vettori
x − 1 y − 3 z − 2
(2, −3, 1) e (−2, 4, 1). La sua equazione cartesiana è, dunque, 2 −3 1 = 0,
−2 4 1
che, sviluppata, dà l’equazione cercata.
2x + 11y + 29z − 11 = 0
Motivazione:
La proiezione ortogonale della retta r su π si ottiene intersecando il piano π con il piano che
passa per r ed è ortogonale a π cioè il piano σ.
ISTRUZIONI
1. Siano A e B due matrici quadrate. Sia v un vettore non nullo che è autovettore di A relativamente
all’autovalore 3 ed è autovettore di B relativamente all’autovalore −2.
2. Sia fissato nel piano un sistema di riferimento euclideo. Siano dati i tre punti non allineati A :=
(1, 5), B := (3, 1) e P := (x0 , y0 ). Sia γ la circonferenza passante per A, B e P .
2 (a) Il segmento di estremi A e B è un diametro di γ se e solo se: (dà una condizione algebrica)
cioè
x20 + y02 − 4x0 − 6y0 + 8 = 0.
2 (b) Il segmento di estremi A e P è un diametro di γ se e solo se: (dà una condizione algebrica)
x0 − 2y0 − 1 = 0
Motivazione:
2(x0 − 3) − 4(y0 − 1) = 0,
cioè
x0 − 2y0 − 1 = 0.
3. Sia dato al variare del parametro reale k il sistema lineare nelle incognite x, y e z:
x + ky + z = 3
x + y + 3z = k
x + y + 2kz = 2
3
k 6= 1 e k 6= 2
Motivazione:
1 k 1
La matrice del sistema è A := 1 1 3 . Il determinante di A è −2k 2 + 5k − 3 che si
1 1 2k
annulla per k = 1 e k = 32 . Se k è diverso da questi due valori il sistema è Crameriano ed
ha, quindi, una sola soluzione. Se k = 1 oppure k = 23 la matrice A ha rango minore r di
3: pertanto o il sistema non è risolubile, oppure le soluzioni dipendono da 3 − r parametri,
sono cioè più di una.
2 (b) Per k = 1 il sistema è risolubile? Se sı̀, scrivere le soluzioni del sistema, se no, spiegare perché.
3
2 (c) Per k = 2 il sistema è risolubile? Se sı̀, scrivere le soluzioni del sistema, se no, spiegare perché.
4. Sia f l’endomorfismo di R3 la cui matrice rappresentativa rispetto alla base canonica è:
3 1 −3
A := 3 −1 −3 .
1 1 −1
2
Motivazione:
cioè
f (2, 1, 1) = 2(2, 1, 1).
(1, 0, 1)
Motivazione:
Le soluzioni di questo sistema sono (t, 0, t) al variare di t in R. Otteniamo una base del
nucleo prendendo, ad esempio, t = 1.
3 (c) Determinare la matrice rappresentativa di f rispetto alla base di R3 formata dai vettori
(2, 1, 1), (1, 0, 1), (1, −1, 1).
2 0 0
B := 0 0 0
0 0 −1
5. Fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano siano dati i punti A := (1, 5) e B := (2, 3) e
la retta r : 8x − 11y + 27 = 0.
2 (a) Determina un punto C sulla retta r in modo tale che il triangolo ABC sia rettangolo in B.
C = (−2, 1)
Motivazione:
2 (b) Determina un punto D sulla retta r in modo tale che il triangolo ABD sia isoscele con base
AB (cioè AD = BD).
D = 72 , 5
Motivazione:
Il punto D deve appartenere all’asse del segmento AB cioè alla retta l passante per il punto
medio M di A e B e ortogonale alla retta s passante per A e B.
Dal punto precedente sappiamo
che lha parametri direttori (2, 1). Il punto medio M di A
e B ha coordinate 1+2 5+3
2 , 2 = 32 , 4 . La retta l ha allora equazioni parametriche:
x = 3 + 2t
2
y= 4+ t
3 (c) L’insieme dei punti interni al triangolo di vertici A, B e D è definito dal sistema di disequazioni:
2x + y − 7 > 0
4x − 3y + 1 < 0
y−5<0
6. Fissato nello spazio un sistema di riferimento cartesiano, siano dati il punto P := (1, 2, −3) e il
piano π : 2x − 3y + 4z − 13 = 0.
|2 · 1 − 3 · 2 + 4(−3) − 13| √
p = 29.
22 + (−3)2 + 42
3 (c) Trovare le equazioni di tutti i piani paralleli a π la cui intersezione con S è una circonferenza
di raggio 2:
√ √
2x − 3y + 4z + 16 + 5 29 = 0 2x − 3y + 4z + 16 − 5 29 = 0
Motivazione:
Intersecando
√ S con un piano
√ distante d dal centro della sfera S si ottiene una circonferenza di
raggio 29 − d2 (se d > 29 l’intersezione tra piano e circonferenza è vuota). Dall’equazione
√
29 − d2 = 2 ricaviamo allora d = 5.
Il generico piano parallelo al piano π ha equazione 2x − 3y + 4z + k = 0. Imponendo che la
distanza di questo generico piano da P sia d = 5 otteniamo l’equazione:
|2 · 1 − 3 · 2 + 4(−3) + k|
p = 5,
22 + (−3)2 + 42
√ √ √
cioè |k − 16| = 5 29 le cui soluzioni sono 16 + 5 29 e 16 − 5 29.
ISTRUZIONI
• La prova dura 3 ore.
• Ti sono stati consegnati tre fogli, stampati fronte e retro. Come prima cosa scrivi su
ciascuno di essi negli spazi predisposti il tuo nome, cognome e numero di matricola.
• A fianco di ciascuna domanda è presente un doppio riquadro: in quello di sinistra è indicato
il punteggio corrispondente alla domanda in caso di risposta completamente corretta; quello di
destra è a disposizione della commissione per la correzione.
• I punteggi sono espressi in trentesimi. Un punteggio compreso tra 30 e 32 corrisponde ad un voto
di 30 trentesimi; un punteggio di almeno 33 corrisponde ad un voto di 30 trentesimi e lode.
• Per le risposte utilizza unicamente gli spazi riquadrati già predisposti. Quando richiesto, le risposte
vanno motivate brevemente, ma in maniera comprensibile.
• Se devi cambiare qualche risposta che hai già scritto sul foglio, fai in modo che sia chiaro per chi
correggerà il tuo compito quale sia la risposta definitiva. Se la risposta risultasse poco leggibile,
chiedi al docente un nuovo foglio e ritrascrivi su questo foglio tutte le risposte che hai dato.
• Al termine della prova devi consegnare unicamente i fogli che ti sono stati consegnati
dal docente. Non saranno ritirati eventuali fogli di brutta copia, integrazioni e simili.
1. Si consideri la base di R3 formata dai vettori v1 := (1, 0, 0), v2 := (1, 1, 0) e v3 := (1, 1, 1). Si
considerino i vettori w1 := (1, 3, 1, 2) e w2 := (2, 1, 3, −1) di R4 . Sia f : R3 → R4 l’applicazione
lineare definita da f (v1 ) := w1 , f (v2 ) := w2 , f (v3 ) := 2w1 − 3w2 .
2 (a) L ’applicazione f è suriettiva?
Sı̀ No I dati assegnati non sono sufficienti a stabilire se f è suriettiva o no
Motivazione:
4
Motivazione:
− 21
Motivazione:
Conosciamo già, dal punto precedente, i vettori direttori per rk e s. Le rette sono ortogonali
se e solo se il prodotto scalare dei loro vettori direttori è nullo cioè se e solo se:
k · 2 − k(−2) + 2 · 1 = 0
cioè se e solo se k = − 21 .
x − x2
Motivazione:
Risolvendo questo sistema si trova che il nucleo di f è formato da tutti e soli i polinomi della
forma bx − bx2 . Una base per il nucleo è allora formata dal polinomio x − x2 .
2 (d) Determinare la matrice rappresentativa di f rispetto alla base di R3 [x] formata dai polinomi
x − x2 , 2 + x − x2 , x.
0 0 0
0 2 0
0 0 1
4. Sia E il sottospazio vettoriale di R4 generato dai tre vettori u := (1, 0, 2, 0), v := (0, 3, 0, 2) e
w := (k 2 , 0, 2, k − k 2 ), dove k è un parametro reale.
1
Motivazione:
k2
1 0
0 3 0
La dimensione di E è uguale al rango della matrice A := 2 0
le cui colonne
2
0 2 k − k2
danno le componenti di u, v e w rispetto alla base canonica. Il minore B formato dalle
prime due righe e due colonne di A ha determinante diverso da 0. Dunque rk A < 3 se e
solo se gli orlati di B hanno
tutti determinante 0.
1 0 k2 k2
1 0
Gli orlati di B sono C1 := 0 3 0 e C2 := 0 3 0 .
2 0 2 0 2 k − k2
Si ha det C1 = 6 − 6k 2 e det C2 = 3k − 3k 2 . Dunque det C1 si annulla per k = 1 o k = −1,
mentre det C2 si annulla per k = 0 o k = 1. Quindi det C1 e det C2 si annullano entrambi
solo per k = 1.
Scegli uno degli eventuali valori di k determinati al punto a (se ce n’è più di uno)
e utilizzalo nel resto dell’esercizio:
Valore di k scelto:
k=1
5. Fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano sia dato il punto C := (3, 2) e la retta
r : 2x − y − 9 = 0.
(x − 3)2 + (y − 2)2 = 5
Motivazione:
Il raggio della circonferenza cercata è uguale alla distanza tra C e r. Questa si ottiene dalla
formula
|2 · 3 − 2 − 9| √
d(C, r) = p = 5.
22 + (−1)2
√ 2
La circonferenza cercata ha allora equazione (x − 3)2 + (y − 2)2 = 5 .
3 (c) L’insieme dei punti interni al triangolo di vertici C, H e O := (0, 0) è definito dal sistema di
disequazioni:
x + 2y − 7 < 0
x − 5y <0
2x − 3y >0
x + y − 3z + k = 0.
x − 2y + 2z + k = 0.
17x − 10y − 6z − 10 = 0
Motivazione:
λ(x + y − 3z + 1) + µ(x − 2y + 2z − 2) = 0.
ISTRUZIONI
• La prova dura 3 ore.
• Ti sono stati consegnati tre fogli, stampati fronte e retro. Come prima cosa scrivi su
ciascuno di essi negli spazi predisposti il tuo nome, cognome e numero di matricola.
• A fianco di ciascuna domanda è presente un doppio riquadro: in quello di sinistra è indicato
il punteggio corrispondente alla domanda in caso di risposta completamente corretta; quello di
destra è a disposizione della commissione per la correzione.
• I punteggi sono espressi in trentesimi. Un punteggio compreso tra 30 e 32 corrisponde ad un voto
di 30 trentesimi; un punteggio di almeno 33 corrisponde ad un voto di 30 trentesimi e lode.
• Per le risposte utilizza unicamente gli spazi riquadrati già predisposti. Quando richiesto, le risposte
vanno motivate brevemente, ma in maniera comprensibile.
• Se devi cambiare qualche risposta che hai già scritto sul foglio, fai in modo che sia chiaro per chi
correggerà il tuo compito quale sia la risposta definitiva. Se la risposta risultasse poco leggibile,
chiedi al docente un nuovo foglio e ritrascrivi su questo foglio tutte le risposte che hai dato.
• Al termine della prova devi consegnare unicamente i fogli che ti sono stati consegnati
dal docente. Non saranno ritirati eventuali fogli di brutta copia, integrazioni e simili.
1. Sia dato, al variare del parametro reale k, il sottospazio affine Ek di R3 cosı̀ definito:
Ek := {(x, y, z) | 2x − 3y + 4z = k 2 − k}
2 (a) Determina i valori di k per cui Ek è un sottospazio vettoriale di R3 :
k=0ek=1
Motivazione:
2 (b) Scegli k1 tale che Ek1 sia un sottospazio vettoriale e k2 tale che Ek2 non sia un sottospazio
vettoriale.
Valori scelti: k1 = 0 k2 = 2
Il sottospazio affine Ek2 è parallelo al sottospazio vettoriale Ek1 ?
Sı̀ No
Motivazione:
I due semipiani delimitati da r sono definiti dalle disequazioni x+3y−16 > 0 e x+3y−16 < 0.
I punti della semiretta di origine A e contenente C sono quelli corrispondenti ai valori positivi
del parametro t.
Intersecando la retta r con la retta s otteniamo l’equazione 1 + 3(2 + 2t) − 16 = 0 la cui
soluzione è t = 32 . Poiché questo è un valore positivo, l’intersezione tra r e s è un punto
della semiretta di origine A e contenente C.
(1, 2, 2) (0, 1, 2)
Motivazione:
1 0 2 1
La matrice rappresentativa di f rispetto alle basi canoniche è A := 2 1 5 0 . La dimen-
2 2 6 −2
sione dell’immagine di f è uguale al rango di A. Il minore B formato dalle prime due righe
e due colonne di A ha determinante
1 0 2 diverso
1da0 0.
1
Gli orlati di B sono C1 := 2 1 5 e C2 := 2 1 0 . Si ha det C1 = 0 e det C2 = 0. Dunque
226 2 2 −2
rk A = 2, e, poiché per formare il minore B sono state usate le prime due colonne di A, una
base per l’immagine di f è formata dai vettori le cui componenti rispetto alla base canonica
di R3 sono date dalle prime due colonne di A.
Poiché ker f 6= {(0, 0, 0)}, l’omomorfismo f non è iniettivo, e, perciò esistono vettori distinti
aventi la medesima immagine.
0 1
Motivazione:
−x k−1 1 − k
Il polinomio caratteristico di Ak è det(Ak − xI) = 1 −x 1 = −x3 + x2 , che si
1 0 1 − x
annulla per 0 e 1.
k=1
Motivazione:
Inoltre si ha
−1 k−1 1−k
dim E1 = 3 − rk(Ak − 1 · I) = 3 − rk 1 −1 1 = 3 − 2 = 1,
1 0 0
qualunque sia k. (
2 se k 6= 1
Dunque si ha dim E0 + dim E1 = .
3 se k = 1
Pertanto Ak è diagonalizzabile se e solo se k = 1.
Scegliere uno degli eventuali valori di k determinati al punto b (se ce n’è più di
uno) e utilizzarlo nel resto dell’esercizio:
Valore di k scelto:
k=1
3 (c) Determinare una matrice diagonale D e una matrice invertibile M tali che D = M −1 Ak M .
0 0 0 0 −1 0
D := 0 0 0 M := 1 0 1
0 0 1 0 1 1
5. Fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano sia dato il punto A := (3, 2) e la retta
r : 2x + y − 13 = 0.
2 (a) Il simmetrico B di A rispetto a r ha coordinate:
B = (7, 4)
Motivazione:
La retta r è ortogonale al vettore (2, 1). La retta n passante per A e ortogonale a r ha allora
equazioni parametriche: (
x = 3 + 2t
y=2+ t
Intersecando questa retta con la retta r troviamo l’equazione 2(3 + 2t) + (2 + t) − 13 = 0 che
ha soluzione t = 1. Sostituendo questo valore nelle equazioni parametriche di n troviamo
le coordinate del punto H = (5, 3) proiezione di A su r. Il punto B cercato è il punto tale
2+ȳ
che H sia il punto medio di A e B. Dunque, se B = (x̄, ȳ) si ha 3+x̄
2 = 5 e 2 = 3, da cui
ricaviamo x̄ = 7 e ȳ = 4.
2 (b) Determina tutti i punti C tali che ABC sia un triangolo equilatero.
√ √ √ √
C1 = (5 + 3, 3 − 2 3) C2 = (5 − 3, 3 + 2 3)
Motivazione:
p √ √
La distanza di A da B è (7 − 3)2 + (4 − 2)2 = 2 5. I punti cercati devono distare 2 5
da A, devono cioè appartenere alla circonferenza (x − 3)2 + (y − 2)2 = 20. I punti cercati
devono
( inoltre appartenere all’asse del segmento AB cioè alla retta r. Risolvendo il sistema
(x − 3)2 + (y − 2)2 = 20
troviamo l’equazione risolvente (x − 3)2 + (13 − 2x − 2)2 = 20 le
2x + y − 13 = 0
√ √
cui soluzioni sono 5 + 3 e 5 − 3. Corrispondentemente troviamo le coordinate dei punti
C1 e C2 .
3 (c) Fissato uno dei punti C determinati al punto precedente si trovi il perimetro e l’area del
triangolo ABC
√ √
per(ABC) = 6 5 A(ABC) = 5 3
Motivazione:
√
Dal punto precedente sappiamo già√che la lunghezza di un lato del triangolo ABC è 2 5,
e, dunque, il perimetro di ABC è 6 5.
Per calcolare l’area, osserviamo
q che√l’altezza relativa√alla base AB è uguale alla distanza
√
2 2
di C da H, cioè è uguale a (5 + 3 − 5) + (3 − 2 3 − 3) = 15. Dunque il triangolo
√ √ √
ABC ha area uguale a 2 52 15 = 5 3.
6. Fissato nello spazio un sistema di riferimento cartesiano, si considerino i punti A := (0, 2, 0),
B := (1, 3, 3), C := (4, 5, 5), e D := (1, 2, k).
k = −4
Motivazione:
2 (b) Fissato il valore di k determinato alla domanda precedente, determinare l’equazione del piano
passante per i punti A, B, C e D:
4x − 7y + z + 14 = 0
Motivazione:
Utilizziamo la formula che dà l’equazione del piano passante per i tre punti A, B e C:
x − 0 y − 2 z − 0
1 − 0 3 − 2 3 − 0 = 0
4 − 0 5 − 2 5 − 0
cioè 4x − 7y + z + 14 = 0.
ISTRUZIONI
• La prova dura 3 ore.
• Ti sono stati consegnati tre fogli, stampati fronte e retro. Come prima cosa scrivi su
ciascuno di essi negli spazi predisposti il tuo nome, cognome e numero di matricola.
• A fianco di ciascuna domanda è presente un doppio riquadro: in quello di sinistra è indicato
il punteggio corrispondente alla domanda in caso di risposta completamente corretta; quello di
destra è a disposizione della commissione per la correzione.
• I punteggi sono espressi in trentesimi. Un punteggio compreso tra 30 e 32 corrisponde ad un voto
di 30 trentesimi; un punteggio di almeno 33 corrisponde ad un voto di 30 trentesimi e lode.
• Per le risposte utilizza unicamente gli spazi riquadrati già predisposti. Quando richiesto, le risposte
vanno motivate brevemente, ma in maniera comprensibile.
• Se devi cambiare qualche risposta che hai già scritto sul foglio, fai in modo che sia chiaro per chi
correggerà il tuo compito quale sia la risposta definitiva. Se la risposta risultasse poco leggibile,
chiedi al docente un nuovo foglio e ritrascrivi su questo foglio tutte le risposte che hai dato.
• Al termine della prova devi consegnare unicamente i fogli che ti sono stati consegnati
dal docente. Non saranno ritirati eventuali fogli di brutta copia, integrazioni e simili.
1. Sia γ la circonferenza del piano passante per i punti A := (2, 0), O := (0, 0) e B := (0, 2k) con
k 6= 0.
k = 12 e k = −2
Motivazione:
2. Sia f un omomorfismo da R2 in R3 tale che f (2, 1) = (1, 1, 2) e f (1, −3) = (0, −2, 1).
Esprimiamo il vettore (5, −1) come combinazione lineare dei vettori (2, 1) e (1, −3).
cioè (
5 = 2α + β
−1 = α − 3β
Risolvendo questo sistema troviamo (5, −1) = 2(2, 1) + (1, −3). Poiché f è un omomorfismo,
troviamo allora
f (5, −1) = 2f (2, 1) + f (1, −3) = 2(1, 1, 2) + (0, −2, 1) = (2, 0, 5).
Notiamo che (4, 0, 10) è esattamente 2f (5, −1). Poiché f (5, −1) appartiene all’immagine di
f e l’immagine di f è un sottospazio vettoriale di R3 , anche (4, 0, 10) appartiene all’immagine
di f .
(1, 2, 0) (0, 3, 1)
Motivazione:
2 (b) Sia dato al variare di k il vettore vk := (2, k, 1) e sia F il sottospazio generato da vk . Per
quali valori di k si ha R3 = E ⊕ F ?
k 6= 7
Motivazione:
Si ha R3 = E ⊕ F se e solo se E ∩ F = {0} e E + F = R3 .
Il sottospazio F ha dimensione 1. Dunque F ⊆ E oppure E ∩F = {0}. Pertanto E ∩F = {0}
se e solo se vk ∈
/ E. Il vettore vk ∈
/ E se e solo se 2 · 2 − k + 3 · 1 6= 0, cioè se e solo se k 6= 7.
Se E ∩ F = {0} per la formula di Grassmann abbiamo che dim(E + F ) = dim E + dim F :
poiché dim E = 2 dal punto precedente e dim F = 1 abbiamo che dim(E +F ) = 3 e, pertanto
E + F = R3 .
Valore di k scelto:
k=0
Esprimi il vettore (5, 5, 3) come somma di un vettore di E e di un vettore di F :
(5, 5, 3) = (1, 5, 1) + (4, 0, 2)
2 (a) Detto f l’endomorfismo di R3 la cui matrice rappresentativa rispetto alla base canonica è A,
calcolare f (1, −1, −1):
Consideriamo
il vettore colonnadelle componenti
−1, −1)
di (1, rispetto alla base canonica:
1 1 2 −2 1 1
−1. Facendo il prodotto: 1 3 −1 −1 = −1 si ottiene il vettore colonna
−1 1 0 2 −1 −1
delle componenti di f (1, −1, −1) rispetto alla base canonica.
k = −1
Motivazione:
Il vettore (0, −1, k) è autovettore di f se e solo se esiste λ tale che f (0, −1, k) = λ(0, −1, k).
Consideriamo
il vettore colonna delle componenti
di (0, −1,
k) rispetto
alla base canonica:
0 1 2 −2 0 −2 − 2k
−1. Facendo il prodotto: 1 3 −1 −1 = −3 − k si ottiene il vettore
k 1 0 2 k 2k
colonna delle componenti di f (0, −1, k) rispetto alla base canonica. Dunque
3 (c) Determinare la matrice rappresentativa di f rispetto alla base di R3 formata dai vettori
(1, −1, −1), (0, −1, −1), (1, 2, 1).
1 0 0
B := 0 2 0
0 0 3
γ : x2 + y 2 − 2x − 2y − 6 = 0.
x+y+2=0
Motivazione:
3 (c) Detti A e B i punti d’intersezione della retta r con gli assi coordinati, l’area del triangolo
ABC è:
4
Motivazione:
che dà il punto A = (−2, 0). L’intersezione della retta r con l’asse delle y si ottiene risolvendo
il sistema: (
x+y+2=0
x =0
che dà il punto B = (0, −2). p √
La distanza di A da B è uguale a (−2 − 0)2 + (0 − (−2))2 = 8. L’altezza del triangolo
ABC relativa al lato AB è uguale alla distanza di C dalla retta per A e B, cioè dalla retta
r. Poiché tale retta è tangente a γ, la sua distanza da C, cioè dal centro di γ è uguale al
√ √ √
8 8
raggio di γ cioè 8. Dunque l’area del triangolo ABS è uguale a 2 = 4.
x − 4y − 7z − 10 = 0
Motivazione:
Il fascio di piani passanti per r si può scrivere come: λ(x + y − 2z) + µ(y + z + 2) = 0 ovvero
λx + (λ + µ)y + (−2λ + µ)z + 2µ = 0.
Imponendo la condizione di parallelismo con s, cioè con il vettore (1, 2, −1), otteniamo la
relazione 1λ + 2(λ + µ) − 1(−2λ + µ) = 0, vale a dire 5λ + µ = 0.
Sostituendo, ad esempio, i valori λ = 1 e µ = −5 nell’equazione del fascio di piani, troviamo
il piano π.
x − 4y − 7z + 18 = 0
Motivazione:
Il piano cercato è parallelo sia a r sia a s e, dunque, è parallelo al piano π, e ha, pertanto,
equazione del tipo x − 4y − 7z + k = 0. Per imporre che il piano contenga la retta s è allora
sufficiente imporre che contenga un punto di s, ad esempio, il punto (1, 3, 1), ottenendo la
condizione 1 − 4 · 3 − 7 · 1 + k = 0, da cui troviamo k = 18.
3 (c) La regione di spazio delimitata dai due piani π e σ è definita dal sistema di disequazioni:
(
x − 4y − 7z − 10 < 0
x − 4y − 7z + 18 > 0
ISTRUZIONI
f (u) = f (2v1 + v3 ) = 2f (v1 ) + f (v3 ) = 2 · 2v1 + 3v3 = 4(0, 1, 2) + 3(1, 0, −1) = (3, 4, 5).
2. Fissato nel piano un sistema di riferimento euclideo sia dato il punto A := (0, 1).
2 (a) Determinare le equazioni cartesiane di tutte le rette passanti per A e che delimitano insieme
agli assi coordinati un triangolo di area uguale a 3.
x + 6y − 6 = 0 e x − 6y + 6 = 0
Motivazione:
2 (b) Scegliere una delle rette determinate al punto a (se ce n’è più di uno)
x − 6y + 6 = 0
Motivazione:
Per determinare la simmetrica rispetto all’asse delle y basta prendere due punti distinti di r,
trovarne i simmetrici rispetto all’asse delle y e considerare la retta passante per i due punti
cosı̀ determinati.
Possiamo allora considerare i due punti A e B1 . Poiché A appartiene all’asse delle y il suo
simmetrico rispetto all’asse delle y è A stesso, mentre il simmetrico di B1 rispetto all’asse
delle y è ovviamente il punto B2 . Pertanto la retta s è la retta che passa per A e B2 , la cui
equazione abbiamo già determinato al punto precedente ed è x + 6y − 6 = 0.
Le immagini tramite f dei vettori della base canonica sono (1, 2, 2), (3, 2, −2), (−1, 1, 4):
questi vettori generano l’immagine di f . La matrice rappresentativa di f rispetto alla base
canonica è allora
1 3 −1
A := 2 2 1
2 −2 4
La dimensione dell’immagine di f è uguale al rango di A. La matrice A ha determinante
nullo e, quindi, ha rango minore di 3. Il minore di A formato dalle prime 2 righe e dalle
prime 2 colonne è invertibile e, quindi, la matrice A ha rango 2 e le prime 2 colonne sono
linearmente indipendenti. Pertanto (1, 2, 2) e (3, 2, −2) formano una base per l’immagine di
f.
(−5, 3, 4)
Motivazione:
Occorre dunque risolvere il sistema omogeneo di matrice A. Dal punto precedente sappiamo
già che questa matrice ha rango 2 e che le prime due righe di A sono linearmente indipendenti.
Il sistema è quindi equivalente a quello formato a quello delle prime 2 equazioni. Risolvendolo
troviamo che le sue soluzioni sono i vettori del tipo (−5h, 3h, 4h) al variare di h in R.
Scegliendo, ad esempio, h = 1 troviamo una base per il nucleo di f .
Dal punto a sappiamo che il vettore (1, 2, 2) è immagine di (1, 0, 0) e dunque (1, 0, 0) ap-
partiene alla controimmagine di (1, 2, 2). La controimmagine di (1, 2, 2) è allora formata da
tutti e soli i vettori che si possono ottenere come somma di (1, 0, 0) e di un vettore del nucleo
di f . Al punto b abbiamo calcolato il nucleo di f . Dunque la controimmagine di (1, 2, 2) è
formata da tutti e soli i vettori del tipo (1, 0, 0) + (−5h, 3h, 4h) al variare di h in R.
Nessun valore
Motivazione:
3 4 5 1
La matrice del sistema è A := 3 5 4 2. Calcoliamone il rango. Il minore B formato
2 3 3 1
dalle prime 2 righe e dalle
prime 2colonne diA ha determinante
non nullo. Gli orlati di
3 4 5 3 4 1
B sono le matrici C1 := 3 5 4 e C2 := 3 5 2. Entrambi questi minori hanno
2 3 3 2 3 1
determinante nullo. Dunque la matrice A ha rango 2. Per il teorema di Rouché-Capelli
un sistema risolubile ha un’unica soluzione se e solo se il rango della matrice del sistema è
uguale al numero delle incognite. Poiché il nostro sistema ha 3 incognite e matrice di rango
inferiore a 3 non può avere esattamente una soluzione per nessun valore di k.
k = 25
Motivazione:
Dal punto a sappiamo che la matrice del sistema A ha rango 2. Calcoliamo ora il rango
3 4 5 1 2
della matrice completa del sistema A0 := 3 5 4 2 k . Il minore B ha tre orlati
2 3 3 1 2k
in A0 :al punto a abbiamo già visto che due di essi hanno determinante nullo, l’altro è
3 4 2
C := 3 5 k il cui determinante è 5k − 2. Questo determinante si annulla per k = 25 ,
2 3 2k
e, dunque, il rango della matrice completa del sistema è 3 per k 6= 52 ed è 2 per k = 25 . Per
il teorema di Rouché-Capelli un sistema è risolubile se e solo se la matrice del sistema e la
matrice completa del sistema hanno lo stesso rango. Dunque per k 6= 52 il sistema non è
risolubile, mentre per k = 25 il sistema è risolubile: poiché in quest’ultimo caso il rango della
matrice è minore del numero delle incognite il sistema ammette infinite soluzioni.
k 6= 25
Motivazione:
5. Fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano sia dato il punto C := (6, −2) e la retta
l : x − 2y + 5 = 0.√ Sia γ la circonferenza di centro C che interseca la retta l in due punti A e B
distanti tra loro 2 5.
3 (c) L’insieme dei punti interni al triangolo di vertici A, B e C è definito dal sistema di disequazioni:
x − 2y + 5 > 0
x+ y− 4>0
7x + y − 40 < 0
ISTRUZIONI
1. Sia f : E → F un’applicazione lineare tra spazi vettoriali con dim E = 5 e dim F = 7. Siano v1 ,
v2 , e v3 vettori linearmente indipendenti di E tali che f (v3 ) = 2f (v1 ) + 3f (v2 ).
L’immagine di f ha dimensione al più uguale alla dimensione di E. Poiché dim E < dim F ,
l’immagine di f ha dimensione minore della dimensione di F e, quindi, non è uguale a F ,
cioè f non è suriettiva.
h=4 k qualsiasi
Motivazione:
La retta r è parallela al piano π se e solo se la retta non è incidente il piano, cioè se e solo se
l’intersezione tra retta e piano non è formata esattamente da un punto. L’intersezione tra
retta e piano si ottiene risolvendo il sistema lineare:
2x + 3y − 3z + 1 = 0
3x − y + 2z =0
7x + 5y − hz + k = 0
h=4 k=2
Motivazione:
Affinché la retta r giaccia sul piano, la retta deve essere innanzitutto parallela al piano, e
quindi deve essere h = 4. In tal caso la matrice del sistema ha rango 2 ed un minore di
ordine 2 invertibile estratto dalla matrice del sistema è, ad esempio, quello formato dalle
prime 2 righe e 2 colonne. Questo minore ha, nella matrice completa del sistema,2 orlati:
2 3 1
uno è la matrice A che sappiamo già avere determinante nullo, l’altro è il minore 3 −1 0
7 5 k
il cui determinante è 22 − 11k. Dunque, se k 6= 2 la matrice completa del sistema ha rango
3 e il piano e la retta hanno intersezione vuota, mentre se k = 2 la matrice completa del
sistema ha rango 2 e la retta e il piano hanno intersezione dipendente da 3 − 2 parametri,
ovvero l’intersezione tra retta e piano è una retta, cioè r stessa.
2
Motivazione:
1 2 3
La matrice dell’endomorfismo rispetto alla base assegnata è A := 1 −2 −1 . Le prime 2
3 0 3
colonne di A sono indipendenti e la matrice A ha determinante 0: dunque A ha rango 2.
L’immagine di f ha allora dimensione 2.
Sappiamo già che l’immagine ha dimensione 2 e che le prime 2 colonne della matrice rap-
presentativa di f rispetto alla base assegnata sono indipendenti. Dunque l’immagine di f
è generata da f (e1 ) e f (e2 ) cioè da u := e1 + e2 + 3e3 e v := 2e1 − 2e2 . Determiniamo
una base ortonormale dello spazio generato da u e v. Calcoliamo innanzitutto il prodotto
scalare di u e v:
Dunque u e v formano una base ortogonale dell’immagine di f : per ottenere una base
ortonormale basta dividere ciascuno dei vettori u e v per la propria norma.
√1 (e1 + e2 − e3 )
3
Motivazione:
Per calcolare il nucleo di f dobbiamo risolvere il sistema omogeneo associato alla matrice
A. Le soluzioni di questo sistema sono le terne del tipo (h, h, −h) al variare di h in R.
Scegliendo, ad esempio, h = 1, troviamo che una base del nucleo è formata dal vettore
e1 + e2 − e3 . Dividendo questo vettore per la propria norma troviamo una base ortonormale
del nucleo.
0 2
Motivazione:
2 − x 0 4
Il polinomio caratteristico di A è det(A − xI) = 1 −x 2 = −x3 + 2x2 , che si
0 0 −x
annulla per 0 e 2.
3 (b) Determinare una base per ciascun autospazio di A. Utilizza la tabella sottostante. In ciascu-
na riga scrivi un autovalore differente e una base per il corrispondente autospazio (nota: il
numero delle righe già presenti in tabella non è detto che sia uguale al numero degli autovalori
effettivamente presenti)
Autovalore λ Base dell’autospazio E(λ)
2 (2, 1, 0)
Motivazione:
Per calcolare E(0) risolviamo il sistema lineare omogeneo associato alla matrice A − 0I, cioè
2x + 4z = 0
x + 2z = 0
0=0
le cui soluzioni sono (−2k, h, k) con h e k parametri reali. Una base di E(0) si ottiene
ponendo prima h = 1 e k = 0 e poi h = 0 e k = 1.
Per calcolare E(2) risolviamo il sistema lineare omogeneo associato alla matrice A − 2I, cioè
4z = 0
x − 2y + 2z = 0
− 2z = 0
le cui soluzioni sono (2h, h, 0) con h parametro reale. Una base di E(2) si ottiene ponendo
h = 1.
2 (c) Determinare una matrice diagonale D e una matrice invertibile M tali che D = M −1 AM .
0 0 0 0 −2 2
D := 0 0 0 M := 1 0 1
0 0 2 0 1 0
5. Fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano siano dati il punto P := (−7, 1) e la circon-
ferenza γ : (x − 3)2 + (y − 6)2 = 25. Siano r e s le rette passanti per P e tangenti a γ e siano R e
S i punti rispettivi di tangenza tra queste rette e γ.
r :y−1=0 s : 4x − 3y + 31 = 0
Motivazione:
Una retta è tangente alla circonferenza γ se la sua distanza dal centro della circonferenza
è uguale al raggio. La circonferenza γ ha centro C := (3, 6) e raggio 5. La generica retta
passante per P ha equazione a(x + 7) + b(y − 1) = 0. Imponendo che la distanza di questa
retta generica da C sia uguale al raggio di γ troviamo la condizione:
x − 2y + 9 = 0
Motivazione:
3 (c) Detto C il centro di γ, i triangoli CP R e CP S hanno la stessa area. Si calcoli l’area di uno
dei due.
25
Motivazione:
Il triangolo CP
p R è rettangolo in R. L’ipotenusa
√ CP ha lunghezza uguale alla distanza tra
C e P , cioè (−7 − 3)2 + (1 − 6)2 = 5 5. Il cateto CR ha lunghezza quguale al raggio di
√ 2
γ, cioè 5. Per il teorema di Pitagora il lato P R ha allora lunghezza 5 5 − 52 = 10.
5·10
L’area del triangolo è allora uguale a 2 = 25.
6. Fissato
nello spazio un
sistema di riferimento cartesiano, siano dati il punto P := (3, 4, 0) e le rette
x = 2 + t
x = 2 + 4t
r : y = 6 + t e s : y = 3 − 5t . Sia π il piano parallelo sia a r che a s e passante per P .
z =2+t z =3+t
2x + y − 3z − 10 = 0
Motivazione:
La retta r ha vettore direttore (1, 1, 1). La retta s ha vettore direttore (4, −5, 1). Il piano π
deve essere parallelo a questi due vettori. La sua equazione è allora:
x − 3 y − 4 z − 0
1 1 1 = 0
4 −5 1
Poiché il piano π è parallelo alla retta r basta calcolare la distanza di un qualsiasi punto di
r da π. Ad esempio prendiamo il punto (2, 6, 2) di r: la sua distanza da π è uguale a
|2 · 2 + 6 − 3 · 2 − 10| 6
p =√
2 2
2 + 1 + (−3) 2 14
ISTRUZIONI
• La prova dura 3 ore.
• Ti sono stati consegnati tre fogli, stampati fronte e retro. Come prima cosa scrivi su
ciascuno di essi negli spazi predisposti il tuo nome, cognome e numero di matricola.
• A fianco di ciascuna domanda è presente un doppio riquadro: in quello di sinistra è indicato
il punteggio corrispondente alla domanda in caso di risposta completamente corretta; quello di
destra è a disposizione della commissione per la correzione.
• I punteggi sono espressi in trentesimi. Un punteggio compreso tra 30 e 32 corrisponde ad un voto
di 30 trentesimi; un punteggio di almeno 33 corrisponde ad un voto di 30 trentesimi e lode.
• Per le risposte utilizza unicamente gli spazi riquadrati già predisposti. Quando richiesto, le risposte
vanno motivate brevemente, ma in maniera comprensibile.
• Se devi cambiare qualche risposta che hai già scritto sul foglio, fai in modo che sia chiaro per chi
correggerà il tuo compito quale sia la risposta definitiva. Se la risposta risultasse poco leggibile,
chiedi al docente un nuovo foglio e ritrascrivi su questo foglio tutte le risposte che hai dato.
• Al termine della prova devi consegnare unicamente i fogli che ti sono stati consegnati
dal docente. Non saranno ritirati eventuali fogli di brutta copia, integrazioni e simili.
2 3+k
1. Siano dati la matrice a coefficienti reali Ak := 2 1 dove k è un parametro reale e il vettore
1
colonna v := −2 .
2 (a) Per quali valori di k esiste una matrice ortogonale M tale che M −1 Ak M sia diagonale?
k = −1
Motivazione:
k = −2
Motivazione:
2. Fissato nel piano un sistema di riferimento affine sia data la retta r : x − 2y + 3 = 0 e i punti
A := (18, 9), B := (30, 15) e C := (20, 7).
Poiché i coefficienti delle incognite nell’equazione cartesiana di r sono (1, −2) , la retta r ha
parametri direttori (2, 1). I parametri direttori di s sono (30 − 18, 15 − 9) = (12, 6): poiché
questi parametri direttori sono proporzionali ai parametri direttori di r, le rette r e s sono
parallele, eventualmente coincidenti. Sostituendo le coordinate di A in x − 2y + 3 abbiamo
18 − 2 · 9 + 3 6= 0: il punto A non giace dunque su r, e, quindi, r e s sono parallele distinte e
non hanno pertanto punti in comune. A maggior ragione il segmento di estremi A e B non
ha punti in comune con r.
I parametri direttori di n sono (20 − 18, 7 − 9) = (2, −2): poiché questi parametri direttori
non sono proporzionali ai parametri direttori di r, le rette r e n non sono parallele, e sono,
dunque, incidenti in un punto.
I due semipiani delimitati da r sono definiti dalle disequazioni x−2y +3 > 0 e x−2y +3 < 0.
Ek := {(x, y, z) | x + y − 2z = k 2 + 4k}.
k = 0 e k = −4
Motivazione:
Scegli uno degli eventuali valori di k determinati al punto a (se ce n’è più di uno)
e utilizzalo nel resto dell’esercizio:
Valore di k scelto:
k=0
(9, 5, 7)
Motivazione:
4. Sia f l’endomorfismo di R3 [x] definito da f (p(x)) := 2p(x) + 3p0 (x) (si ricorda che la derivata di
un polinomio p(x) = a + bx + cx2 è p0 (x) = b + 2cx).
2 (a) Determina la matrice A rappresentativa di f rispetto alla base canonica di R3 [x] (cioè la base
formata da 1, x e x2 in quest’ordine).
2 3 0
A := 0 2 6
0 0 2
Motivazione:
Calcoliamo l’immagine tramite f dei vettori della base canonica e decomponiamo i vettori
cosı̀ ottenuti rispetto alla base canonica stessa. Si ha f (1) = 2 = 2 · 1 + 0 · x + 0 · x2 : sulla
prima colonna della matrice scriviamo allora i coefficienti (2, 0, 0). Si ha poi f (x) = 2x + 3 =
3 · 1 + 2 · x + 0 · x2 : sulla seconda colonna della matrice scriviamo allora i coefficienti (3, 2, 0).
Infine f (x2 ) = 2x2 + 3 · 2x = 2x2 + 6x = 0 · 1 + 6 · x + 2 · x2 : sulla terza colonna della matrice
scriviamo allora i coefficienti (0, 6, 2).
3 (b) Determina una base per ciascun autospazio di f . Utilizza la tabella sottostante. In ciascuna
riga scrivi un autovalore differente e una base per il corrispondente autospazio (nota: il nu-
mero delle righe già presenti in tabella non è detto che sia uguale al numero degli autovalori
effettivamente presenti)
Autovalore λ Base dell’autospazio E(λ)
2 1
Motivazione:
2−x 3 0
Il polinomio caratteristico di A è det(A − xI) = 0 2−x 6 = (2 − x)3 , che si annulla se
0 0 2−x
e solo x = 2.
Per trovare i polinomi del tipo a + bx + cx2 che sono autovettori di f relativamente all’auto-
valore 2, risolviamo il sistema lineare omogeneo nelle incognite a, b e c associato alla matrice
A − 2I, cioè
3b
=0
6c = 0
0=0
le cui soluzioni sono (a, 0, 0) con a parametro reale. Una base di E(2) si ottiene ponendo
a = 1 ed ottenendo cosı̀ il polinomio 1.
5. Fissato nel piano un sistema di riferimento euclideo siano dati il punto A := (5, 2) e la retta
r : 4x + 3y − 1 = 0.
La retta r è ortogonale al vettore (4, 3). La retta n passante per A e ortogonale a r ha allora
equazioni parametriche: (
x = 5 + 4t
y = 2 + 3t
Intersecando questa retta con la retta r troviamo l’equazione 4(5 + 4t) + 3(2 + 3t) − 1 = 0 che
ha soluzione t = −1. Sostituendo questo valore nelle equazioni parametriche di n troviamo
le coordinate del punto H = (1, −1) proiezione di A su r.
3 (b) Determina due punti B e C su r tali che ABC sia un triangolo di area 50 con i lati AB e AC
uguali. B = (7, −9) C = (−5, 7)
Motivazione:
L’altezza di ABC relativa alplato BC è uguale alla distanza di A dalla retta r, cioè alla
distanza di A da H ovvero a (5 − 1)2 + (2 − (−1))2 = 5. Affinché l’area sia uguale a 50 il
lato BC deve quindi avere lunghezza 50·25 = 20.
Poiché i lati AB e AC sono uguali la proiezione ortogonale di A sul lato BC, cioè H, è il
punto medio di B e C: dunque B e C sono i punti della retta r la cui distanza da H è uguale
alla metà della lunghezza del lato BC. I punti B e C appartengono cioè alla circonferenza
di centro H e raggio 20 2 2
2 = 10, la cui equazione è (x − 1) + (y + 1) = 100. Risolvendo il
sistema (
(x − 1)2 + (y + 1)2 = 100
4x + 3y − 1 = 0
troviamo i punti cercati.
2 (c) Determina un punto D diverso da A tale che DBC sia un triangolo di area uguale all’area di
ABC con i lati DB e DC uguali. D = (−3, −4)
Motivazione:
Poiché i lati DB e DC sono uguali la proiezione di D sulla retta r è uguale al punto medio
tra B e C, cioè H. Poiché l’area di ABC e l’area di DBC sono uguali le altezze relative
al lato BC nei due triangoli sono uguali, vale a dire che le distanze di A e D dalla retta
r sono uguali. Dunque A e D sono due punti equidistanti da r aventi la stessa proiezione
ortogonale su r, cioè H: poiché A e D sono distinti ciò significa che D è il simmetrico di
A rispetto alla retta r, cioè è H è il punto medio di A e D. Dunque, se D = (x̄, ȳ) si ha
5+x̄ 2+ȳ
2 = 1 e 2 = −1, da cui ricaviamo x̄ = −3 e ȳ = −4.
7x − 6y + 4z + 1 = 0
Motivazione:
La proiezione ortogonale della retta r su π si ottiene intersecando il piano π con il piano che
passa per r ed è ortogonale a π cioè il piano σ.
√
3 (c) Le sfere tangenti in P al piano π e aventi raggio 14 hanno equazioni cartesiane:
Le sfere cercate hanno centro sulla retta n ortogonale a π e passante per P : questa ha
x = 1 + 2t
equazioni parametriche y = 2 + 3t . Imponendo che il punto generico (1 + 2t, 2 + 3t, 3 + t)
z=3+ t
√
di n disti 14 da P troviamo la condizione (1 + 2t − 1)2 + (2 + 3t − 2)2 + (3 + t − 3)2 = 14 le
cui soluzioni t = 1 e t = −1, sostituite nelle equazioni parametriche di n danno le coordinate
dei due centri delle sfere C1 := (3, 5, 4) e C2 := (−1, −1, 2).
ISTRUZIONI
I vettori u e v sono linearmente indipendenti perché nessuno dei due è multiplo dell’altro.
Uno spazio vettoriale che contenga entrambi i vettori u e v ha allora almeno dimensione 2.
2. Sia fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano. Siano date le tre rette r : 2x − y − 1 = 0,
s : x + y − 5 = 0 e tk : kx + 3y − 5 = 0, con k parametro reale.
2 (a) Determina tutti i valori di k per cui le rette r, s e tk appartengono allo stesso fascio di rette.
k = −2
Motivazione:
Risolvendo il sistema (
2x − y − 1 = 0
x +y−5=0
troviamo che le rette r e s si intersecano nel punto (2, 3). Imponendo il passaggio di tk per
questo punto troviamo la condizione 2k + 3 · 3 − 5 = 0 da cui ricaviamo k = −2.
2 (b) Determina tutti i valori di k per cui le rette r, s e tk delimitano un triangolo rettangolo.
k = 32 o k = −3
Motivazione:
Affinché r, s e tk delimitino un triangolo rettangolo due delle rette debbono essere ortogonali
tra loro.
Il vettore (2, −1) è ortogonale a r, il vettore (1, 1) è ortogonale a s ed il vettore (k, 3) è
ortogonale a tk .
Il prodotto scalare dei due vettori (2, −1) e (1, 1) è uguale a 2 · 1 + (−1)1 = 1, dunque r e s
non sono ortogonali.
Il prodotto scalare di (2, −1) per (k, 3) è uguale a 2k + (−1)3 = 2k − 3. Per k = 23 questo
prodotto scalare si annulla, quindi r e tk sono ortogonali.
Il prodotto scalare di (1, 1) per (k, 3) è uguale a 1k + 1 · 3 = k + 3. Per k = −3 questo
prodotto scalare si annulla, quindi s e tk sono ortogonali.
E = {(−y + z + w, y, z, w) | y ∈ R, z ∈ R, w ∈ R}.
2 (b) Sia dato al variare del parametro reale k il vettore wk := (2, k, 1, 0) e sia Fk il sottospazio
vettoriale generato da wk . Per quali valori di k si ha che R4 = E ⊕ Fk ?
k 6= −1
Motivazione:
e, dunque, E + Fk = R4 .
(1, 2, 2, 1)
Motivazione:
1 −1 1
4. Sia f l’endomorfismo di R3 che rispetto alla base canonica si rappresenta con A := −1 1 −1 .
1 −1 1
3 (b) Determina una base per ciascun autospazio di f . Utilizza la tabella sottostante. In ciascuna
riga scrivi un autovalore differente e una base per il corrispondente autospazio (nota: il nu-
mero delle righe già presenti in tabella non è detto che sia uguale al numero degli autovalori
effettivamente presenti)
Autovalore λ Base dell’autospazio E(λ)
3 (1, −1, 1)
Motivazione:
1−x −1 1
Il polinomio caratteristico di A è det(A − xI) = −1 1−x −1 = −x3 + 3x2 = x2 (3 − x),
1 −1 1−x
che si annulla per x = 0 e x = 3.
Per trovare una base di E(0) risolviamo il sistema lineare omogeneo associato alla matrice
A − 0 · I:
x−y+z=0
−x + y − z = 0
x−y+z=0
le cui soluzioni sono (h − k, h, k) con h e k parametri reali. Una base di E(0) si ottiene
ponendo prima h = 1 e k = 0 e poi h = 0 e k = 1.
Per trovare una base di E(3) risolviamo il sistema lineare omogeneo associato alla matrice
A − 3 · I:
−2x − y + z = 0
−x − 2y − z = 0
x − y − 2z = 0
le cui soluzioni sono (h, −h, h) con h parametro reale. Una base di E(3) si ottiene ponendo
h = 1.
2 (c) Determina una matrice diagonale D e una matrice ortogonale M tali che D = M −1 AM .
1
√1 √1
√
0 0 0 2 6 3
D := 0 0 0 M := √12 − √16 − √13
0 0 3 2 1
0 − √6 √
3
5. Fissato nel piano un sistema di riferimento affine siano dati i punti A := (3, 1), B := (6, −2) e
C := (7, 4).
2 (a) Determina un punto D tale che ABCD sia un parallelogramma (fare attenzione all’ordine dei
vertici).
D = (4, 7)
Motivazione:
y0 = 7.
2 (b) Determina il semipiano delimitato dalla retta passante per A e B e contenente il punto C.
x+y−4>0
Motivazione:
3 (c) L’insieme dei punti interni al triangolo di vertici A, B e C è definito dal sistema di disequazioni:
x+ y− 4>0
3x − 4y − 5 > 0
6x − y − 38 < 0
6. Fissato nello spazio un sistema di riferimento euclideo, siano dati il punto P := (2, 1, 1) e il piano
π : x + 2y + 2z − 15 = 0.
2 (a) La sfera S centrata in P e tangente il piano π ha equazione:
|2 + 2 · 1 + 2 · 1 − 15|
√ = 3.
12 + 2 2 + 2 2
2 (b) La sfera T centrata in P la cui intersezione con il piano π è una circonferenza di raggio 4 ha
equazione:
3 (c) Un piano σ parallelo al piano π e diverso da esso, la cui intersezione con la sfera T è una
circonferenza di raggio 4 ha equazione cartesiana:
x + 2y + 2z + 3 = 0
Motivazione:
Se i due piani π e σ intersecano T in duc circonferenze aventi il medesimo raggio, i due piani
devono avere la stessa distanza dal centro di T . Sappiamo già che la distanza di P da π è
uguale a 3. Un generico piano parallelo a π ha equazione x + 2y + 2z + k = 0. Imponendo
che questo piano disti 3 dal punto P otteniamo la condizione
|2 + 2 · 1 + 2 · 1 + k|
√ = 3.
12 + 2 2 + 2 2
cioè |6 + k| = 9 le cui soluzioni sono k = −15 corrispondente al piano π e k = 3 che fornisce
l’equazione del piano cercato.
ISTRUZIONI
• La prova dura 3 ore.
• Ti sono stati consegnati tre fogli, stampati fronte e retro. Come prima cosa scrivi su
ciascuno di essi negli spazi predisposti il tuo nome, cognome e numero di matricola.
• A fianco di ciascuna domanda è presente un doppio riquadro: in quello di sinistra è indicato
il punteggio corrispondente alla domanda in caso di risposta completamente corretta; quello di
destra è a disposizione della commissione per la correzione.
• I punteggi sono espressi in trentesimi. Un punteggio compreso tra 30 e 32 corrisponde ad un voto
di 30 trentesimi; un punteggio di almeno 33 corrisponde ad un voto di 30 trentesimi e lode.
• Per le risposte utilizza unicamente gli spazi riquadrati già predisposti. Quando richiesto, le risposte
vanno motivate brevemente, ma in maniera comprensibile.
• Se devi cambiare qualche risposta che hai già scritto sul foglio, fai in modo che sia chiaro per chi
correggerà il tuo compito quale sia la risposta definitiva. Se la risposta risultasse poco leggibile,
chiedi al docente un nuovo foglio e ritrascrivi su questo foglio tutte le risposte che hai dato.
• Al termine della prova devi consegnare unicamente i fogli che ti sono stati consegnati
dal docente. Non saranno ritirati eventuali fogli di brutta copia, integrazioni e simili.
1. Sia data la circonferenza γ di centro C := (3, 1) e raggio 2k con k numero reale. Sia dato il punto
P := (2, 4).
2 (a) Per quali valori di k per il punto P passano due rette tangenti distinte alla circonferenza γ?
√
k < 210
Motivazione:
Per il punto P passano due rette tangenti distinte a γ se e solo se P è esterno a γ, cioè se
e solo se la
p distanza di P dal centro γ è maggiore del raggio di γ. La distanza √
di P da C è
√ √
uguale a (2 − 3)2 + (4 − 1)2 = 10. Dunque deve essere 10 > 2k cioè k < 210 .
2 (b) Per quali valori di k una delle due tangenti alla circonferenza γ passanti per P è parallela alla
retta r di equazione 3x − 4y + 1 = 0?
k = 32
Motivazione:
La retta s parallela a r e passante per P ha equazione 3x−4y +10 = 0. Affinché questa retta
sia tangente a γ la sua distanza dal centro di γ deve essere uguale al raggio. La distanza di
C da s è uguale a |3·3−4·1+10|
√2 2
= 3. Dunque deve essere 3 = 2k cioè k = 32 .
3 +(−4)
−2k 2 k
2. Sia data la matrice a coefficienti reali Ak := 2 1 1 dove k è un parametro reale.
k2 1 2k
2 (a) Per quali valori di k esiste una matrice ortogonale M tale che M −1 Ak M sia diagonale?
k=0ok=1
Motivazione:
2 (b) Per quali valori di k esiste una matrice ortogonale M tale che M −1 (Ak +2kI)M sia diagonale?
k=0ok=1
Motivazione:
0 2 k
La matrice A + 2kI è 2 1+2k 1 . Questa matrice è simmetrica se e solo se k = k 2 cioè se
k2 1 4k
e solo se k = 0 o k = 1.
(−2, −3, 1)
Motivazione:
si trova che il nucleo è formato dai vettori del tipo (−2t, −3t, t) al variare del parametro
reale t. Scegliendo, ad esempio, t = 1 troviamo che una base del nucleo di f è formata dal
vettore (−2, −3, 1).
(−3, 4, −1)
Motivazione:
Per il punto precedente i vettori di f (R3 ) sono del tipo v = h(3, 1, 2) + k(−2, 1, −1) per
qualche h e k reali, cioè v = (3h − 2k, h + k, 2h − k). Questo vettore appartiene a E se e
solo se (3h − 2k) + (h + k) + (2h − k) = 0 cioè se e solo se 6h − 2k = 0, ovvero k = 3h.
Dunque f (R3 ) ∩ E è formato dai vettori del tipo (−3h, 4h, −h) al variare di h. Scegliendo,
ad esempio, h = 1 troviamo un vettore come quello cercato.
4. Sia E il sottospazio vettoriale di R4 generato dai vettori u := (0, 1, 0, −1) e v := (1, 2, 1, 0). Sia
wk := (k, 1, 1, 1)
2 (a) Per quali valori del parametro reale k il vettore wk appartiene ad E?
k=1
Motivazione:
−1 0 1
canonica. Il minore B formato dalla seconda e terza riga e dalle prime due colonne di A
ha determinante diverso da 0. Dunque rk A = 2 se e solo se gli orlati di B hanno tutti
determinante 0.
0 1 k 1 2 1
Gli orlati di B sono C1 := 1 2 1 e C2 := 0 1 1.
0 1 1 −1 0 1
Si ha det C1 = k − 1 e det C2 = 0. Quindi det C1 e det C2 si annullano entrambi solo per
k = 1.
2 (b) Per quali valori di k il vettore wk è ortogonale (rispetto al prodotto scalare standard) sia a u
che a v?
k = −3
Motivazione:
u × wk = 0 · k + 1 · 1 + 0 · 1 + (−1) · 1 = 0
e
v × wk = 1 · k + 2 · 1 + 1 · 1 + 0 · 1 = k + 3.
Questi prodotti scalari si annullano entrambi se e solo se k = −3.
Scegli uno degli eventuali valori di k determinati al punto b (se ce n’è più di uno)
e utilizzalo nel resto dell’esercizio:
Valore di k scelto:
k = −3
5. Fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano siano dati i punti A := (1, 2) e B := (−1, −2).
Indichiamo con C e D i due punti del piano tali che ABC e ABD siano triangoli equilateri.
3 (a) I punti C e D hanno coordinate:
√ √ √ √
C = (2 3, − 3) D = (−2 3, 3)
Motivazione:
2 (b) L’area del quadrilatero ACBD (attenzione all’ordine dei vertici) è uguale a:
√
10 3
Motivazione:
I punti C e D sono simmetrici rispetto alla retta passante per A e B. Rispetto al lato AB i
triangoli ABC e ABD qhanno altezza uguale alla metà della distanza tra C e D. La distanza
√ √ √ √ √
tra C e D è uguale a (2 3 − (−2 3))2 + (− 3 − 3)2 = 2 15: dunque le altezze cercate
√
sono uguali a 15. √ √ √
Ciascuno dei due triangoli ABC e ABD ha allora area uguale a 202 15 = 5 3. Poiché il
quadrilatero
√ ACBD è composto dai due triangoli ABC e ABD la sua area è allora uguale
a 10 3.
2x − y = 0
Motivazione:
L’asse del segmento di estremi C e D è una retta ed è formata da tutti e soli i punti
equidistanti da C e da D. Il punto A è equidistante da C e da D. Allo stesso modo il
punto B è equidistante da C e da D. Per questo motivo
la retta cercata
è la retta passante
x−1 y − 2
per A e B. La sua equazione cartesiana è allora = 0 che, sviluppata, dà
−1 − 1 −2 − 2
l’equazione cercata.
2x − 4y − z + 5 = 0
Motivazione:
La retta r ha vettore direttore (2, 1, 0). La retta s ha vettore direttore (3, 1, 2). Il piano π
deve essere parallelo a questi due vettori e passare per un punto qualunque di r, ad esempio
(−2, 0, 1). La sua equazione è allora:
x − (−2) y − 0 z − 1
2 1 0 = 0
3 1 2
Poiché il piano π è parallelo alla retta s basta calcolare la distanza di un qualsiasi punto di
s da π. Ad esempio prendiamo il punto (2, −3, 0) di s: la sua distanza da π è uguale a
|2 · 2 − 4 · (−3) − 0 + 5| √
p = 21
22 + (−4)2 + (−1)2
ISTRUZIONI
• La prova dura 3 ore.
• Ti sono stati consegnati tre fogli, stampati fronte e retro. Come prima cosa scrivi su
ciascuno di essi negli spazi predisposti il tuo nome, cognome e numero di matricola.
• A fianco di ciascuna domanda è presente un doppio riquadro: in quello di sinistra è indicato
il punteggio corrispondente alla domanda in caso di risposta completamente corretta; quello di
destra è a disposizione della commissione per la correzione.
• I punteggi sono espressi in trentesimi. Un punteggio compreso tra 30 e 32 corrisponde ad un voto
di 30 trentesimi; un punteggio di almeno 33 corrisponde ad un voto di 30 trentesimi e lode.
• Per le risposte utilizza unicamente gli spazi riquadrati già predisposti. Quando richiesto, le risposte
vanno motivate brevemente, ma in maniera comprensibile.
• Se devi cambiare qualche risposta che hai già scritto sul foglio, fai in modo che sia chiaro per chi
correggerà il tuo compito quale sia la risposta definitiva. Se la risposta risultasse poco leggibile,
chiedi al docente un nuovo foglio e ritrascrivi su questo foglio tutte le risposte che hai dato.
• Al termine della prova devi consegnare unicamente i fogli che ti sono stati consegnati
dal docente. Non saranno ritirati eventuali fogli di brutta copia, integrazioni e simili.
1. Fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano siano dati i punti A := (4, 3) e B := (7, −1)
e la retta r : x − 3 = 0.
2 (a) Determina un punto C sulla retta r in modo tale che il triangolo ABC sia rettangolo in B.
C = (3, −4)
Motivazione:
Il punto generico Pt sulla retta r ha coordinate (3, t). La retta congiungente Pt con B ha
vettore direttore (7 − 3, −1 − t) = (4, −1 − t). La retta congiungente A con B ha vettore
direttore (7 − 4, −1 − 3) = (3, −4). Imponendo che il prodotto scalare di questi due vettori
sia uguale a 0 troviamo la condizione 4 · 3 + (−1 − t)(−4) = 0 che, risolta, dà t = −4.
Pertanto C = (3, −4).
2 (b) Determina un punto D sulla retta r in modo tale che il triangolo ABD sia rettangolo in D.
D = (3, 1)
Motivazione:
Il punto generico Pt sulla retta r ha coordinate (3, t). La retta congiungente Pt con B ha
vettore direttore (7 − 3, −1 − t) = (4, −1 − t). La retta congiungente Pt con A ha vettore
direttore (4 − 3, 3 − t) = (1, 3 − t). Imponendo che il prodotto scalare di questi due vettori
sia uguale a 0 troviamo la condizione 4 · 1 + (−1 − t)(3 − t) = 0 vale a dire t2 − 2t + 1 = 0
la cui unica soluzione è t = 1. Pertanto D = (3, 1).
Motivazione:
R4 = E ⊕ F se e solo se E ∩ F = {0} e R4 = E + F .
Il sottospazio vettoriale E è definito da una singola equazione non banale e ha, quindi,
dimensione 4 − 1 = 3. Ma allora si avrebbe, per la formula di Grassmann:
2 (b) Determina, nel caso esista, una base di un sottospazio vettoriale F di R4 di dimensione 1 tale
che R4 = E ⊕ F .
3. Sia dato al variare del parametro reale k il sistema lineare nelle incognite x, y e z:
x + 2y + 2kz = 1
x + y + 3z = 2k
2x + ky + 6z = 7
3
k 6= 2 e k 6= 2
Motivazione:
1 2 2k
La matrice del sistema è A := 1 1 3 . Il determinante di A è (2 − k)(2k − 3) che si
2 k 6
annulla per k = 2 e k = 23 . Se k è diverso da questi due valori il sistema è Crameriano ed
ha, quindi, una sola soluzione. Se k = 2 oppure k = 23 la matrice A ha rango minore r di
3: pertanto o il sistema non è risolubile, oppure le soluzioni dipendono da 3 − r parametri,
sono cioè più di una.
2 (b) Per k = 2 il sistema è risolubile? Se sı̀, scrivere le soluzioni del sistema, se no, spiegare perché.
3
2 (c) Per k = 2 il sistema è risolubile? Se sı̀, scrivere le soluzioni del sistema, se no, spiegare perché.
Una matrice è diagonalizzabile se e solo se la somma delle dimensioni dei suoi autospazi è
uguale al suo ordine (in questo caso a 3).
Poiché la matrice è triangolare, i suoi autovalori sono gli elementi della sua diagonale
principale, cioè 1 e 3, qualunque sia k.
Determiniamo, in dipendenza da k, ladimensione degli autospazi:
2 2k 3
(
2 se k = 1
dim E(1) = 3 − rk(Ak − 1I) = 3 − rk 0 0 k − 1 = ,
0 0 0 1 se k 6= 1
0 2k 3
dim E(3) = 3 − rk(Ak − 3I) = 3 − rk 0 −2 k − 1 = 1.
0 0 −2
Dunque dim E(1) + dim E(3) = 3 se e solo se k = 1.
Scegli uno degli eventuali valori di k determinati al punto a (se ce n’è più di uno)
e utilizzalo nel resto dell’esercizio:
Valore di k scelto:
k=1
4 (b) Determina una matrice diagonale D e una matrice invertibile M tali che D = M −1 Ak M .
−1 − 32 1
1 0 0
D := 0 1 0 M := 1 0 0
0 0 3 0 1 0
Motivazione:
Per calcolare E(1) risolviamo il sistema lineare omogeneo associato alla matrice A1 − 1I,
cioè
2x + 2y + 3z = 0
0=0
0=0
le cui soluzioni sono −h − 23 k, h, k con h e k parametri reali. Una base di E(1) si ottiene,
le cui soluzioni sono (h, 0, 0) con h parametro reale. Una base di E(3) si ottiene, ad esempio,
ponendo h = 1, ed è formata da (1, 0, 0).
Riportiamo ora sulla diagonale della matrice D gli autovalori di A, ciascuno un numero di
volte uguale alla dimensione del corrispondente autospazio. Riportiamo sulle colonne della
matrice M le componenti degli autovettori determinati in un ordine coerente con quello con
cui abbiamo posto gli autovalori sulla diagonale di D.
5. Fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano siano dati il punto B := (−1, 7) sulla retta
r : 3x − y + 10 = 0 e il punto A := (4, 2).
2 (a) Determina un punto C sulla retta r in modo tale che il triangolo ABC sia isoscele con base
BC (cioè AB = AC).
C = (−3, 1)
Motivazione:
Poiché il triangolo è isoscele il punto medio dei vertici B e C coincide con la proiezione M
di A sulla retta passante per B e C, cioè la retta r.
Per determinare M consideriamo la retta n ortogonale a r e passante per A:
(
x = 4 + 3t
y=2− t
Intersecando questa retta con la retta r troviamo l’equazione 3(4 + 3t) − (2 − t) + 10 = 0 che
ha soluzione t = −2. Sostituendo questo valore nelle equazioni parametriche di n troviamo
che M = (−2, 4).
Se C := (x0 , y0 ) si ha allora x02−1 , y02+7 = (−2, 4) da cui otteniamo x0 = −3, y0 = 1.
3 (c) L’insieme dei punti interni al triangolo di vertici A, B e C è definito dal sistema di disequazioni:
3x − y + 10 > 0
x+ y− 6<0
x − 7y + 10 < 0
6. Fissato
( nello spazio un sistema di riferimento cartesiano, siano dati il punto P := (8, 3, 5), la retta
2x + y − z + 1 = 0
r: e il piano π : 3x + y + 2z − 9 = 0.
5x + 3y − 5z + 6 = 0
x + y − 3z + 4 = 0
Motivazione:
λ(2 · 8 + 3 − 5 + 1) + µ(5 · 8 + 3 · 3 − 5 · 5 + 6) = 0,
ovvero 14t + 28 = 0, la cui soluzione è −2. Sostituendo questo valore nelle equazioni
parametriche di n troviamo le coordinate del punto H.
3 (c) La sfera tangente in H al piano π e avente il centro sul piano σ ha equazione cartesiana:
La sfera cercata ha centro sulla retta ortogonale a π e passante per H, vale a dire sulla retta
n determinata al punto precedente. Il punto P appartiene sia a n che al piano σ, quindi è il
centro della sfera cercata. Per
p determinare il raggio della sfera,
√ basta calcolare la distanza
di P da H che è uguale a: (8 − 2)2 + (3 − 1)2 + (5 − 1)2 = 56.
ISTRUZIONI
• La prova dura 3 ore.
• Ti sono stati consegnati tre fogli, stampati fronte e retro. Come prima cosa scrivi su
ciascuno di essi negli spazi predisposti il tuo nome, cognome e numero di matricola.
• A fianco di ciascuna domanda è presente un doppio riquadro: in quello di sinistra è indicato
il punteggio corrispondente alla domanda in caso di risposta completamente corretta; quello di
destra è a disposizione della commissione per la correzione.
• I punteggi sono espressi in trentesimi. Un punteggio compreso tra 30 e 32 corrisponde ad un voto
di 30 trentesimi; un punteggio di almeno 33 corrisponde ad un voto di 30 trentesimi e lode.
• Per le risposte utilizza unicamente gli spazi riquadrati già predisposti. Quando richiesto, le risposte
vanno motivate brevemente, ma in maniera comprensibile.
• Se devi cambiare qualche risposta che hai già scritto sul foglio, fai in modo che sia chiaro per chi
correggerà il tuo compito quale sia la risposta definitiva. Se la risposta risultasse poco leggibile,
chiedi al docente un nuovo foglio e ritrascrivi su questo foglio tutte le risposte che hai dato.
• Al termine della prova devi consegnare unicamente i fogli che ti sono stati consegnati
dal docente. Non saranno ritirati eventuali fogli di brutta copia, integrazioni e simili.
Per ogni k
Motivazione:
k = 1 e k = −1
Motivazione:
2. Sia fissato nel piano un sistema di riferimento affine e sia dato il triangolo T di vertici A := (1, 2),
B := (4, 1) e C := (5, 7). L’equazione della retta rAB passante per A e B è x + 3y − 7 = 0,
l’equazione della retta rBC passante per B e C è 6x − y − 23 = 0 e l’equazione della retta rAC
passante per A e C è 5x − 4y + 3 = 0
L’insieme dei punti interni al triangolo T è dato dall’intersezione del semipiano delimitato
da rAB e contenente C, del semipiano delimitato da rBC e contenente A, e del semipiano
delimitato da rAC e contenente B.
I due semipiani delimitati da rAB hanno disequazioni x + 3y − 7 > 0 e x + 3y − 7 < 0.
Sostituendo le coordinate di C in x + 3y − 7 troviamo 5 + 3 · 7 − 7 = 19 che è un numero
positivo. Pertanto il primo semipiano cercato è x + 3y − 7 > 0. Procedendo analogamente
per le altre rette troviamo che l’insieme dei punti interni al triangolo T è definito dal sistema
di disequazioni:
x + 3y − 7 > 0
6x − y − 23 < 0
5x − 4y + 3 > 0
Conosciamo già dal punto precedente i semipiani la cui intersezione definisce i punti interni
del triangolo. Poiché 5 · (−2) − 4 · 3 + 3 = −19 < 0, il punto Q appartiene al semipiano
delimitato da rAC che non contiene B: questo semipiano è formato da punti esterni al
triangolo.
nessun valore
Motivazione:
Moltiplicando
la matrice A per ilvettore
colonna delle componenti di v rispetto alla base
1 −1 4 1 3
canonica: 0 2 k 2 = k + 4 si ottiene che f (v) = (3, k + 4, 3). Poiché questo
1 0 2 1 3
vettore non si annulla per alcun valore di k si ottiene che v non appartiene al nucleo di f
per alcun valore di k.
k=2
Motivazione:
Il vettore v è autovettore di f se e solo se esiste λ tale che f (v) = λv. Dal punto precedente
sappiamo già che f (v) = (3, k + 4, 3). Dunque v è autovettore di f se e solo se esiste λ tale
che
(3, k + 4, 3) = λ(1, 2, 1),
cioè 3 = λ, k + 4 = 2λ e 3 = λ. Ciò avviene se e solo se λ = 3 e k = 2.
k 6= −4
Motivazione:
4. Sia E il sottospazio vettoriale di R4 generato dai vettori u := (1, 0, 2, 1) e v := (1, 2, −2, 3) e sia
F := {(x, y, z, t) | x + y + z − t = 0}.
2 (a) Determina la dimensione di E ∩ F
1
Motivazione:
5. Fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano siano dati il punto P := (−11, 5) e la
circonferenza γ : (x − 4)2 + y 2 = 50. Siano r e s le rette passanti per P e tangenti a γ e siano R e
S i punti rispettivi di tangenza tra queste rette e γ.
2 (a) Le rette r e s hanno equazioni cartesiane:
r :x+y+6=0 s : x − 7y + 46 = 0
Motivazione:
Una retta è tangente alla circonferenza γ se la sua distanza dal centro√della circonferenza è
uguale al raggio. La circonferenza γ ha centro C := (4, 0) e raggio 5 2. La generica retta
passante per P ha equazione a(x + 11) + b(y − 5) = 0. Imponendo che la distanza di questa
retta generica da C sia uguale al raggio di γ troviamo la condizione:
2 (b) Detto C il centro di γ, i triangoli CP R e CP S hanno la stessa area. Si calcoli l’area di uno
dei due.
50
Motivazione:
Il triangolo CP
p R è rettangolo in R. L’ipotenusa
√ CP ha lunghezza uguale alla distanza tra
C e P, √cioè (−11 − 4)2 + (5 − 0)2 = 250. Il cateto CR ha lunghezza uguale al raggio di
γ, cioè 50. Per il teorema di Pitagora il cateto P R ha lunghezza
r
√ 2 √ 2 √
250 − 50 = 200.
√ √
50· 200
L’area del triangolo è allora uguale a 2 = 50.
3 (c) Le bisettrici degli angoli formati dalle rette r e s hanno equazioni cartesiane:
x + 3y − 4 = 0 3x − y + 38 = 0
Motivazione:
Il centro della circonferenza γ è equidistante dalle rette r e s. Una delle due bisettrici è,
quindi, la congiungente il punto P con il centro della circonferenza. La sua equazione può
allora scriversi come
x−4 y − 0
−11 − 4 5 − 0 = 0
x−y+z−2=0
Motivazione:
Risolvendo il sistema
che dà le equazioni cartesiane di s possiamo determinare le equazioni
x = 2 + t
parametriche di s : y = 1 + 2t . Dunque s ha parametri direttori (1, 2, 1).
z= t
Consideriamo il fascio di piani passanti per r:
2 (c) La retta l:
è incidente il piano π giace sul piano π è parallela a π ma non giace su π
Motivazione:
ISTRUZIONI
• La prova dura 3 ore.
• Ti sono stati consegnati tre fogli, stampati fronte e retro. Come prima cosa scrivi su
ciascuno di essi negli spazi predisposti il tuo nome, cognome e numero di matricola.
• A fianco di ciascuna domanda è presente un doppio riquadro: in quello di sinistra è indicato
il punteggio corrispondente alla domanda in caso di risposta completamente corretta; quello di
destra è a disposizione della commissione per la correzione.
• I punteggi sono espressi in trentesimi. Un punteggio compreso tra 30 e 32 corrisponde ad un voto
di 30 trentesimi; un punteggio di almeno 33 corrisponde ad un voto di 30 trentesimi e lode.
• Per le risposte utilizza unicamente gli spazi riquadrati già predisposti. Quando richiesto, le risposte
vanno motivate brevemente, ma in maniera comprensibile.
• Se devi cambiare qualche risposta che hai già scritto sul foglio, fai in modo che sia chiaro per chi
correggerà il tuo compito quale sia la risposta definitiva. Se la risposta risultasse poco leggibile,
chiedi al docente un nuovo foglio e ritrascrivi su questo foglio tutte le risposte che hai dato.
• Al termine della prova devi consegnare unicamente i fogli che ti sono stati consegnati
dal docente. Non saranno ritirati eventuali fogli di brutta copia, integrazioni e simili.
1. Sia fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano e sia dato il quadrato ABCD di vertici
A := (1, 2), B := (4, 6), C := (8, 3) e D := (5, −1).
2 (a) Determina l’equazione cartesiana della circonferenza circoscritta al quadrato ABCD (cioè
passante per tutti i vertici del quadrato):
2 2
x − 92 + y − 52 = 25
2
Motivazione:
2 (b) Determina l’equazione cartesiana della circonferenza inscritta al quadrato ABCD (cioè tan-
gente tutti i lati del quadrato):
2 2
x − 92 + y − 52 = 25
4
Motivazione:
Il punto E determinato al punto precedente è equidistante dai quattro lati ed è, quindi, il
centro della circonferenza inscritta al quadrato ABCD. Questa circonferenza ha diametro
uguale al lato del quadrato (e, quindi, raggio uguale alla metà del lato). Per calcolare la
lunghezza del lato
p basta calcolare la distanza tra due vertici consecutivi, ad esempio A e B.
Si ottiene cosı̀ (4 − 1)2 + (6 − 2)2 = 5. Dunque la circonferenza cercata ha raggio 25 .
2 (a) Date le condizioni f (u) := (2, 5), f (v) := (3, 3), f (w) := (1, 4):
esiste un unico omomorfismo f : R2 → R2 che le soddisfa tutte;
non esiste alcun omomorfismo f : R2 → R2 che le soddisfa tutte;
esiste più di un omomorfismo f : R2 → R2 che le soddisfa tutte.
Motivazione:
I 2 vettori u e v non sono uno multiplo dell’altro e sono, quindi, linearmente indipendenti.
Essi, pertanto, formano una base di R2 . Comunque siano assegnate le immagini dei vettori di
una base di uno spazio vettoriale esiste un unico omomorfismo che soddisfa tali assegnazioni.
In particolare esiste un unico omomorfismo f : R2 → R2 che soddisfa le prime due condizioni.
Se l’omomorfismo f cosı̀ determinato soddisfa anche la terza condizione allora esiste un unico
omomorfismo che soddisfa tutte e tre le condizioni, altrimenti non ne esiste nessuno.
Per vedere se f soddisfa anche la terza assegnazione esprimiamo w come combinazione
lineare di u e v:
α(3, 1) + β(2, 3) = (8, 5).
Risolvendo il sistema che cosı̀ si ottiene si trova α = 2 e β = 1 cioè 2u + v = w. Poiché f è
un omomorfismo si ha allora:
2 (b) Date le condizioni g(u) := (1, 2, 1), g(v) := (2, 1, 0), g(w) := (4, 5, 2):
esiste un unico omomorfismo g : R2 → R3 che le soddisfa tutte;
non esiste alcun omomorfismo g : R2 → R3 che le soddisfa tutte;
esiste più di un omomorfismo g : R2 → R3 che le soddisfa tutte.
Motivazione:
(2, −1, 1)
Motivazione:
si trova che il nucleo è formato dai vettori del tipo (2t, −t, t) al variare del parametro reale
t. Scegliendo, ad esempio, t = 1 troviamo che una base del nucleo di f è formata dal vettore
(2, −1, 1).
(2, −1, 1)
Motivazione:
Dai punti precedenti sappiamo già che dim ker f = 1 e dim f (R3 ) = 2. Per la formula di
Grassmann abbiamo allora
dim(f (R3 ) ∩ ker f ) = dim(f (R3 ) + dim ker f − dim(f (R3 ) + ker f ) = 3 − dim(f (R3 ) + ker f )
La somma f (R3 )+ker f è generata dai vettori (3,2, 1), (1, 3, 0) e (2, −1, 1). La sua dimensione
31 2
è allora uguale al rango della matrice 2 3 −1 . Questo rango è almeno 2 (la dimensione
10 1
di f (R ) + ker f è almeno uguale alla dimensione di f (R3 )). Calcolando il determinante si
3
trova che è uguale a 0, pertanto la matrice ha rango 2. Dalla formula precedente abbiamo
allora che f (R3 ) ∩ ker f ha dimensione 1 e, pertanto, coincide con ker f .
3 (a) Per quali valori di k esiste una matrice invertibile N tale che N −1 Ak N sia una matrice
diagonale?
ogni valore di k
Motivazione:
Dunque la somma delle dimensioni degli autospazi è uguale all’ordine della matrice, cioè a
4, per ogni valore di k.
1 (b) Per quali valori di k esiste una matrice ortogonale M tale che M −1 Ak M sia una matrice
diagonale?
k = −1
Motivazione:
Una matrice si può diagonalizzare per mezzo di una matrice ortogonale se e solo se è
simmetrica. La matrice A è simmetrica se e solo se k = −1.
Scegliere uno degli eventuali valori di k determinati al punto b (se ce n’è più di
uno) e utilizzarlo nel resto dell’esercizio:
Valore di k scelto:
k = −1
3 (c) Determina una matrice diagonale D e una matrice ortogonale M tali che D = M −1 Ak M .
1 0 0 0
3 0 0 0
0 0 0 0 0 √1 √1 0
D := M := 2 2
0 0 − √ 1 √1
0 2 0 2 2
0
0 0 0 2 0 0 0 1
5. Fissato nel piano un sistema di riferimento euclideo siano dati i punti P := (2, 5), B := (8, −3) e
la retta r : 3x + y − 1 = 0.
La retta r è ortogonale al vettore (3, 1). La retta n passante per P e ortogonale a r ha allora
equazioni parametriche: (
x = 2 + 3t
y=5+ t
Intersecando questa retta con la retta r troviamo l’equazione 3(2 + 3t) + (5 + t) − 1 = 0 che
ha soluzione t = −1. Sostituendo questo valore nelle equazioni parametriche di n troviamo
le coordinate del punto A = (−1, 4) proiezione di P su r.
Intersecando questa retta con la retta r troviamo l’equazione 3(8 + 3t) + (−3 + t) − 1 = 0 che
ha soluzione t = −2. Sostituendo questo valore nelle equazioni parametriche di s troviamo
le coordinate del punto H = (2, −5) proiezione di B su r. Il punto C = (x̄, ȳ) è il punto tale
−3+ȳ
che H sia il punto medio di B e C, cioè 8+x̄
2 =2 e 2 = −5 da cui si trova C = (−4, −7).
Motivazione:
Il fascio di piani passanti per r si scrive: λ(x + 3z − 1) + µ(y + 2z + 2) = 0, che, riscritto, dà
λx + µy + (3λ + 2µ)z − λ + 2µ = 0.
Imponendo la condizione di parallelismo con s, cioè con il vettore (1, −3, −1), otteniamo la
relazione 1λ − 3µ − 1(3λ + 2µ) = 0, vale a dire −2λ − 5µ = 0. Le soluzioni non banali di
questa equazione omogenea sono tutte proporzionali tra loro e corrispondono quindi a un
unico piano π di cui si può trovare l’equazione cartesiana sostituendo, ad esempio, i valori
λ = 5 e µ = −2 nell’equazione del fascio di piani.
Dal punto precedente sappiamo già che il piano generico contenente r ha equazione cartesiana
λx + µy + (3λ + 2µ)z − λ + 2µ = 0: il vettore (λ, µ, 3λ + 2µ) dà la direzione ortogonale a
questo piano. La condizione di ortogonalità con la retta s può essere espressa richiedendo
che questo vettore sia proporzionale al vettore (1, −3, −1) che dà la direzione di s. Visto che
λ e µ sono determinati a meno di un coefficiente di proporzionalità possiamo richiedere che
(λ, µ, 3λ + 2µ) = (1, −3, −1). È facile allora vedere che queste condizioni sono incompatibili
e, quindi, non esistono piani contenenti r e ortogonali a s.
Se le rette r e s fossero parallele (coincidenti o distinte), ogni piano passante per r sarebbe
parallelo a s. Sappiamo che cosı̀ non è dal primo punto. Le rette possono allora essere o
incidenti o sghembe.
Cerchiamo
( un eventuale punto di intersezione( tra r e s. Otteniamo il sistema:
(2 + t) + 3(3 − t) − 1 = 0 −2t + 10 = 0
vale a dire . Questo sistema è, chia-
(1 − 3t) + 2(3 − t) + 2 = 0 −5t + 9 = 0
ramente, non risolubile. Dunque r e s non hanno punti in comune e sono, perciò,
sghembe.
ISTRUZIONI
1. Siano A e B due matrici quadrate. Sia v un vettore non nullo che è autovettore di A relativamente
all’autovalore −3 ed è autovettore di B relativamente all’autovalore 1.
2. Fissato nello spazio un sistema di riferimento affine siano dati i punti A := (1, 3, 1), B := (2, 2, 5)
e il piano π : 2x + y + z − 21 = 0.
2 (a) Il segmento di estremi A e B interseca il piano π?
Sı̀ No
Motivazione:
I due semispazi delimitati dal piano π sono definiti dalle disequazioni 2x + y + z − 21 > 0 e
2x + y + z − 21 < 0.
(−1, 1, −1, 1)
Motivazione:
si trova che il nucleo è formato dai vettori del tipo (−t, t, −t, t) al variare del parametro reale
t. Scegliendo, ad esempio, t = 1 troviamo che una base del nucleo di f è formata dal vettore
(−1, 1, −1, 1).
3 (c) Esistono tre vettori distinti u, v e w che hanno la stessa immagine non nulla tramite f ? Se
sı̀, scrivere dei vettori siffatti (non è necessaria la motivazione), se no, spiegare perché non
esistono.
Tre vettori siffatti sono, ad esempio: Non esistono vettori siffatti. Infatti:
(2, 4, −4, 2)
Motivazione:
Sia E che F sono generati da due vettori linearmente indipendenti e hanno quindi dimensione
2. Dal punto precedente sappiamo che E ∩F ha dimensione 1. Per la formula di Grassmann,
si ha allora dim(E + F ) = dim E + dim F − dim(E ∩ F ) = 2 + 2 − 1 = 3. I vettori
(1, 1, −1, 0), 0, 1, −1, 1), (2, 3, 0, 2) e (0, 1, −4, 0) generano E + F : dobbiamo quindi trovare 3
vettori linearmente indipendenti tra questi. I primi 2 sono linearmente indipendenti perché
formano una base per E: il terzo vettore (che appartiene a F ) non è combinazione lineare
dei primi 2 perché, se cosı̀ fosse, apparterrebbe anche a E e dovrebbe quindi essere multiplo
di (2, 4, −4, 2), vettore che genera E ∩ F . Dunque i primi 3 vettori formano una base di
E + F.
I vettori di F si scrivono come γ(2, 3, 0, 2) + δ(0, 1, −4, 0) cioè (2γ, 3γ + δ, −4δ, 2γ). Ponendo
uguale a 0 il prodotto scalare di questo vettore generico sia con u che con v otteniamo
2γ · 1 + (3γ + δ) · 1 − 4δ(−1) + 2γ · 0 = 0 e 2γ · 0 + (3γ + δ) · 1 − 4δ(−1) + 2γ · 1 = 0 vale
a dire 5γ + 5δ = 0 e 5γ + 5δ = 0, le cui soluzioni sono (γ, δ) = (t, −t) al variare di t in R.
Quindi i vettori cercati sono i vettori del tipo (2t, 2t, 4t, 2t) al variare di t in R.
5. Fissato nel piano un sistema di riferimento euclideo sia dato il triangolo di vertici A := (7, 4),
B := (7, −6) e C := (1, 6).
Basta ovviamente intersecare due delle altezze. La retta passante per A e B è parallela
all’asse delle y. La generica retta ortogonale al lato AB ha allora equazione cartesiana
y + c = 0. Imponendo il passaggio per il punto C troviamo quindi che l’altezza relativa
al lato AB ha equazione y − 6 = 0. La retta passante per A e C ha parametri direttori
(1 − 7, 6 − 4) = (−6, 2) o, equivalentemente, (3, −1). La generica retta ortogonale al lato
AC ha allora equazione cartesiana 3x − y + c = 0. Imponendo il passaggio per B troviamo
la condizione 3 · 7 − (−6) + c = 0 da cui otteniamo c = −27. L’altezza relativa al lato AC ha
allora equazione 3x − y − 27 = 0. Mettendo a sistema le equazioni delle due altezze trovate,
determiniamo il punto (11, 6).
2 (b) Determina l’intersezione degli assi dei lati del triangolo ABC:
(2, −1)
Motivazione:
Basta ovviamente intersecare due degli assi. Dal punto precedente sappiamo già che la
generica retta ortogonale al lato AB ha equazione cartesiana y + c = 0. Il punto medio di
A e B è 7+7 4−6
2 , 2 = (7, −1). Imponendo il passaggio per questo punto troviamo quindi
che l’asse del lato AB ha equazione y + 1 = 0. Dal punto precedente sappiamo già che la
generica retta ortogonale al lato AC ha equazione cartesiana 3x − y + c = 0. Il punto medio
di A e C è 7+1 4+6
2 , 2 = (4, 5). Imponendo il passaggio per questo punto troviamo quindi la
condizione 3 · 4 − 5 + c = 0 da cui otteniamo c = −7. L’asse del lato AC ha allora equazione
3x − y − 7 = 0. Mettendo a sistema le equazioni dei due assi trovati, determiniamo il punto
(2, −1).
Motivazione:
Il centro della circonferenza passante per i punti A, B e C è l’intersezione degli assi trovati al
punto precedente, cioè il punto (2, −1). Per determinare il raggio della circonferenza basta
calcolare lapdistanza tra il centro e uno√qualunque dei vertici del triangolo, ad esempio A. Si
trova cosı̀ (7 − 2)2 + (4 − (−1))2 = 50. La circonferenza ha allora equazione cartesiana
(x − 2)2 + (y + 1)2 = 50.
6. Fissato
( nello spazio un sistema di riferimento cartesiano, siano dati il punto A := (4, 1, 1) e la retta
y− z+1=0
r:
x − 3z + 6 = 0
x − 7y + 4z − 1 = 0
Motivazione:
3x + y + z − 14 = 0
Motivazione:
La retta r è ortogonale ai vettori (0, 1, −1) e (1, 0, −3). Dunque, se (m, n, p) sono parametri
direttori di r, si ha n − p = 0 e m − 3p = 0. Si può scegliere allora (3, 1, 1) come parametri
direttori di r. Un generico piano ortogonale a r ha allora equazione del tipo 3x+y+z+d = 0.
Imponendo il passaggio per A otteniamo la condizione 3 · 4 + 1 + 1 + d = 0 da cui otteniamo
d = −14.
ISTRUZIONI
1. Fissato nello spazio un sistema di riferimento affine siano dati i punti A := (2, 1, 1), B := (3, 2, 4),
C := (1, 1, 2) e D := (3, k, 1).
k = 54
Motivazione:
2. Sia dato al variare del parametro reale k il sistema lineare nelle incognite x, y e z:
x + ky + 2z = 9
2x + y + kz = 5k
3x + 2y + 3z = 16
5
k 6= 1 e k 6= 3
Motivazione:
1 k 2
La matrice del sistema è A := 2 1 k . Il determinante di A è 3k 2 − 8k + 5 che si
3 2 3
annulla per k = 1 e k = 53 . Se k è diverso da questi due valori il sistema è Crameriano ed
ha, quindi, una sola soluzione. Se k = 1 oppure k = 35 la matrice A ha rango minore r di
3: pertanto o il sistema non è risolubile, oppure le soluzioni dipendono da 3 − r parametri,
sono cioè più di una.
2 (b) Per quali valori di k la terna (x, y, z) = (3, 2, 1) è soluzione del sistema?
k=2
Motivazione:
La terna assegnata deve soddisfare tutte le equazioni del sistema. Sostituendo i valori dati
nel sistema troviamo le condizioni
3+k·2+ 2·1=9
2·3+ 2 + k · 1 = 5k
3 · 3 + 2 · 2 + 3 · 1 = 16
vale a dire
5 + 2k = 9
8 + k = 5k
16 = 16
−2 1 k
3. Sia data la matrice: Ak := 1 −2 1 .
1 1 −2
k = −1
Motivazione:
2 (b) Per quali valori di k esiste una matrice ortogonale M tale che M −1 Ak M sia una matrice
diagonale?
k=1
Motivazione:
Una matrice si può diagonalizzare per mezzo di una matrice ortogonale se e solo se è
simmetrica. La matrice A è simmetrica se e solo se k = 1.
Scegliere uno degli eventuali valori di k determinati al punto b (se ce n’è più di
uno) e utilizzarlo nel resto dell’esercizio:
Valore di k scelto:
k=1
3 (c) Determina una matrice diagonale D e una matrice ortogonale M tali che D = M −1 Ak M .
1
− √2 − √16 √13
−3 0 0
D := 0 −3 0 M := √12 − √16 √13
0 0 0 0 √2 √1
6 3
Dal punto precedente sappiamo che dim ker f = 2 e, pertanto, dim f (R4 ) = 4−dim ker f = 2.
L’immagine di f è generata dalle immagini dei vettori della base canonica: basta allora
trovare 2 vettori linearmente indipendenti tra questi vettori immagine. Facendo i calcoli si
vede che f (1, 0, 0, 0) = (2, 0, 1) e f (0, 1, 0, 0) = (1, 1, 1). Questi due vettori cosı̀ trovati sono
linearmente indipendenti e, pertanto, formano una base per l’immagine di f .
k 6= 2
Motivazione:
Basta dunque verificare per quali valori di k si ha R3 = f (R4 ) + Ek . Poiché f (R4 ) è generato
da (2, 0, 1) e (1, 1, 1), mentre Ek è generato da (1, 3, k), abbiamo che la somma f (R4 ) + Ek
è generata da (2, 0, 1), e (1, 3, k): pertanto la dimensione di f (R4 ) + Ek è uguale al
(1, 1, 1)
2 1 1
rango della matrice 0 1 3. Questa matrice ha rango 3 se e solo se ha determinante
1 1 k
non nullo, cioè se e solo se 2k − 4 6= 0.
5. Fissato nel piano un sistema di riferimento affine siano dati i punti A := (3, 1), O := (0, 0) e
B := (7, −2).
2 (a) Determina un punto C tale che AOBC sia un parallelogramma (fare attenzione all’ordine dei
vertici).
C = (10, −1)
Motivazione:
x0 = 10, y0 = −1.
2 (b) Determina il punto M di intersezione delle diagonali del parallelogramma AOBC trovato al
punto precedente.
M := 5, − 12
Motivazione:
3 (c) L’insieme dei punti interni al parallelogramma AOBC è definito dal sistema di disequazioni:
x − 3y
>0
2x + 7y >0
x − 3y − 13 < 0
2x + 7y − 13 < 0
x + y − 2z + 2 = 0
Motivazione:
x + y − 2z − 4 = 0
Motivazione:
Il piano cercato è parallelo alle rette r e s e, quindi, è anche parallelo al piano π trovato al
punto precedente. La sua equazione sarà allora del tipo x + y − 2z + k = 0. Per determinare
il valore di k per cui si ottiene un piano contenente s basta allora imporre il passaggio per
un punto di s: infatti un piano parallelo ad una retta o contiene tutta la retta o non contiene
alcun punto della retta. Imponendo allora il passaggio per il punto P := (5, 1, 1) (ottenuto
ponendo t = 0 nelle equazioni parametriche di s) otteniamo la condizione 5 + 1 − 2 · 1 + k = 0
da cui otteniamo k = −4.
3 (c) La sfera tangente ai piani π e σ ed avente il centro sull’asse delle x ha equazione cartesiana:
3
(x − 1)2 + y 2 + z 2 = 2
Motivazione:
Una sfera è tangente a un piano se e solo se la distanza tra questo piano e il centro della
sfera è uguale al raggio della sfera stessa.
Il centro C della sfera cercata dovrà allora essere un punto equidistante dai due piani π e
σ. Poiché C deve appartenere all’asse delle x avremo che C := (h, 0, 0) per qualche valore
di h. Imponendo l’equidistanza da π e σ troviamo la condizione:
|h + 0 − 2 · 0 + 2| |h + 0 − 2 · 0 − 4|
p =p
2 2
1 + 1 + (−2) 2 12 + 12 + (−2)2
ISTRUZIONI
• La prova dura 3 ore.
• Ti sono stati consegnati tre fogli, stampati fronte e retro. Come prima cosa scrivi su
ciascuno di essi negli spazi predisposti il tuo nome, cognome e numero di matricola.
• A fianco di ciascuna domanda è presente un doppio riquadro: in quello di sinistra è indicato
il punteggio corrispondente alla domanda in caso di risposta completamente corretta; quello di
destra è a disposizione della commissione per la correzione.
• I punteggi sono espressi in trentesimi. Un punteggio compreso tra 30 e 32 corrisponde ad un voto
di 30 trentesimi; un punteggio di almeno 33 corrisponde ad un voto di 30 trentesimi e lode.
• Per le risposte utilizza unicamente gli spazi riquadrati già predisposti. Quando richiesto, le risposte
vanno motivate brevemente, ma in maniera comprensibile.
• Se devi cambiare qualche risposta che hai già scritto sul foglio, fai in modo che sia chiaro per chi
correggerà il tuo compito quale sia la risposta definitiva. Se la risposta risultasse poco leggibile,
chiedi al docente un nuovo foglio e ritrascrivi su questo foglio tutte le risposte che hai dato.
• Al termine della prova devi consegnare unicamente i fogli che ti sono stati consegnati
dal docente. Non saranno ritirati eventuali fogli di brutta copia, integrazioni e simili.
1. Siano f e g due omomorfismi da R2 a R3 tali che f (2, 1) = g(2, 1) = (1, 3, 3) e ker f = ker g.
2 (a) Se dim ker f = dim ker g = 1 allora necessariamente gli omomorfismi f e g coincidono?
Sı̀ No
Motivazione:
Sia v1 := (2, 1) e sia v2 un vettore non nullo di ker f = ker g. Dal momento che v1 ∈
/ ker f ,
abbiamo che v1 e v2 formano una base di R2 .
Per ipotesi abbiamo f (v1 ) = g(v1 ) = (1, 3, 3) e f (v2 ) = g(v2 ) = 0.
Ma allora i due omomorfismi f e g coincidono perché coincidono sugli elementi di una base
di R2 .
2 (b) Se dim ker f = dim ker g = 0 allora necessariamente gli omomorfismi f e g coincidono?
Sı̀ No
Motivazione:
Poiché dim ker f + dim f (R2 ) = dim R2 = 2, abbiamo che dim ker f = 0 se e solo se
l’immagine di f ha dimensione 2. Lo stesso vale per g.
Scelta una base per R2 , per dare un omomorfismo da R2 in R3 si possono assegnare le
immagini dei vettori di una base: comunque si scelgano queste immagini esisterà uno e un
solo omomorfismo che soddisfa queste assegnazioni.
Poiché conosciamo già l’immagine di (2, 1) sia tramite f che tramite g scegliamo una base
di R2 formata da (2, 1) e da un altro vettore che non sia un suo multiplo, ad esempio (1, 0).
Poiché per ipotesi f (2, 1) = (1, 3, 3), per avere un omomorfismo la cui immagine abbia
dimensione 2 basta imporre che f (1, 0) non sia multiplo di (1, 3, 3): ad esempio possiamo
porre f (1, 0) = (1, 0, 0).
Analogamente per costruire g basta imporre che g(1, 0) non sia multiplo di (1, 3, 3): possiamo
scegliere ad esempio g(1, 0) = (2, 0, 0) ottenendo cosı̀ un omomorfismo diverso da f .
2. Fissato nel piano un sistema di riferimento affine, si considerino i punti A := (30, 30), B := (39, 33),
C := (30, 34) e D := (34, 30).
Il sistema ha come soluzione t = 31 , u = 34 . Dal momento che sia t che u sono compresi tra
0 e 1, il punto di intersezione delle due rette appartiene ai segmenti AB e CD.
Motivazione:
si trova che il nucleo è formato dai vettori del tipo (t, t, −2t) al variare del parametro reale
t. Scegliendo, ad esempio, t = 1 troviamo che una base del nucleo di f è formata dal vettore
(1, 1, −2).
Dal punto precedente sappiamo che il nucleo ha dimensione uguale a 1. Pertanto l’immagine
ha dimensione uguale a dim R3 − dim ker f = 3 − 1 = 2. Poiché l’immagine è generata dalle
immagini dei vettori di una base di R3 , possiamo calcolare successivamente le immagini dei
vettori di una base di R3 , ad esempio la base canonica, finché ne troviamo due linearmente
indipendenti. Abbiamo f (1, 0, 0) = (2, 1, 3) e f (0, 1, 0) = (−2, 1, −1). Poiché i vettori cosı̀
ottenuti sono linearmente indipendenti, essi formano una base per l’immagine di f e non c’è
bisogno di calcolare l’immagine di (0, 0, 1).
3 (c) Stabilire se esistono due vettori linearmente indipendenti aventi la stessa immagine. Se
esistono, determinarli.
Due vettori hanno la stessa immagine se e solo se la loro differenza appartiene al nucleo.
Poiché il nucleo è generato dal vettore (1, 1, −2) abbiamo, ad esempio, che i vettori (1, 0, 0) e
(1, 0, 0) + (1, 1, −2) = (2, 1, −2) hanno la stessa immagine. Questi vettori sono chiaramente
linearmente indipendenti.
0 5
Motivazione:
1 − x 2 1
Il polinomio caratteristico di A è det(A − xI) = 2 4−x 2 = −x3 + 5x2 , che si
0 0 0 − x
annulla per 0 e 5.
3 (b) Determinare una base per ciascun autospazio di A. Utilizza la tabella sottostante. In ciascu-
na riga scrivi un autovalore differente e una base per il corrispondente autospazio (nota: il
numero delle righe già presenti in tabella non è detto che sia uguale al numero degli autovalori
effettivamente presenti)
Autovalore λ Base dell’autospazio E(λ)
5 (1, 2, 0)
Motivazione:
Per calcolare E(0) risolviamo il sistema lineare omogeneo associato alla matrice A − 0I, cioè
x + 2y + z = 0
2x + 4y + 2z = 0
0=0
le cui soluzioni sono (−2h − k, h, k) con h e k parametri reali. Una base di E(0) si ottiene
ponendo prima h = 1 e k = 0 e poi h = 0 e k = 1.
Per calcolare E(5) risolviamo il sistema lineare omogeneo associato alla matrice A − 5I, cioè
−4x + 2y + z = 0
2x − y + 2z = 0
− 5z = 0
le cui soluzioni sono (h, 2h, 0) con h parametro reale. Una base di E(5) si ottiene ponendo
h = 1.
2 (c) Determinare una matrice diagonale D e una matrice invertibile M tali che D = M −1 AM .
0 0 0 −2 −1 1
D := 0 0 0 M := 1 0 2 Vedere il file dei commenti.
0 0 5 0 1 0
5. Fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano siano dati i punti B := (5, 3), C := (−1, 1)
e la retta t : x + 2y + 5 = 0.
2 (a) Determina l’equazione cartesiana della retta r parallela a t ed equidistante dai punti B e C:
x + 2y − 6 = 0
Motivazione:
2 (b) Detto A il punto di intersezione tra r e l’asse delle y e detto H il punto d’intersezione tra r e
la retta passante per B e C determinare il simmetrico D di A rispetto a H
D = (4, 1)
Motivazione:
Motivazione:
x − y + 2z + 1 = 0
Motivazione:
Il fascio di piani passanti per r si può scrivere come: λ(x+ 2y −3z + 2)+ µ(2x+y −z + 3) = 0
ovvero (λ + 2µ)x + (2λ + µ)y + (−3λ − µ)z + 2λ + 3µ = 0.
Imponendo la condizione di parallelismo con s, cioè con il vettore (1, 3, 1), otteniamo la
relazione 1 · (λ + 2µ) + 3 · (2λ + µ) + 1 · (−3λ − µ) = 0, vale a dire 4λ + 4µ = 0.
Sostituendo, ad esempio, i valori λ = −1 e µ = 1 nell’equazione del fascio di piani, troviamo
il piano π.
x − y + 2z − 7 = 0
Motivazione:
Il piano cercato è parallelo sia a r sia a s e, dunque, è parallelo al piano π, e ha, pertanto,
equazione del tipo x − y + 2z + k = 0. Per imporre che il piano contenga la retta s è allora
sufficiente imporre che contenga un punto di s, ad esempio, il punto (2, 1, 3), ottenendo la
condizione 2 − 1 + 2 · 3 + k = 0, da cui troviamo k = −7.
3 (c) Determinare l’equazione cartesiana della sfera con il centro sull’asse delle x e le cui intersezioni
con i piani π e σ sono circonferenze entrambe di raggio uguale a 2.
20
(x − 3)2 + y 2 + z 2 = 3
Motivazione:
Due piani intersecano una sfera in circonferenze di raggio uguale se e solo se il centro della
sfera è equidistante dai due piani. Il generico punto dell’asse x è del tipo (h, 0, 0). Imponendo
che sia equidistante da π e σ troviamo l’equazione: √|h−0+2·0+1|
2 2 2
= √|h−0+2·0−7|
2 2 2
la cui
1 +(−1) +2 1 +(−1) +2
soluzione è h = 3. Dunque il centro della sfera cercata è C := (3, 0, 0). Inoltre la distanza
di C dal piano π (e da σ) è uguale a √46 . Se γ è la circonferenza di raggio 2 intersezione
della sfera cercata con il piano π, il suo centro H è la proiezione di C su π. Detto allora P
un qualsiasi punto di γ, il triangolo CHP è un triangolo rettangolo in H il cui cateto CH è
uguale alla distanza di C da π, cioè √46 , mentre il cateto HP è uguale al raggio di γ cioè 2.
r 2 q
Per il teorema di Pitagora l’ipotenusa CP è allora uguale a 22 + √46 = 20 3 : poiché
P sta sulla sfera questo valore è uguale al raggio della sfera cercata.
ISTRUZIONI
• La prova dura 3 ore.
• Ti sono stati consegnati tre fogli, stampati fronte e retro. Come prima cosa scrivi su
ciascuno di essi negli spazi predisposti il tuo nome, cognome e numero di matricola.
• A fianco di ciascuna domanda è presente un doppio riquadro: in quello di sinistra è indicato
il punteggio corrispondente alla domanda in caso di risposta completamente corretta; quello di
destra è a disposizione della commissione per la correzione.
• I punteggi sono espressi in trentesimi. Un punteggio compreso tra 30 e 32 corrisponde ad un voto
di 30 trentesimi; un punteggio di almeno 33 corrisponde ad un voto di 30 trentesimi e lode.
• Per le risposte utilizza unicamente gli spazi riquadrati già predisposti. Quando richiesto, le risposte
vanno motivate brevemente, ma in maniera comprensibile.
• Se devi cambiare qualche risposta che hai già scritto sul foglio, fai in modo che sia chiaro per chi
correggerà il tuo compito quale sia la risposta definitiva. Se la risposta risultasse poco leggibile,
chiedi al docente un nuovo foglio e ritrascrivi su questo foglio tutte le risposte che hai dato.
• Al termine della prova devi consegnare unicamente i fogli che ti sono stati consegnati
dal docente. Non saranno ritirati eventuali fogli di brutta copia, integrazioni e simili.
1. Fissata in V 2 (O) una base ortonormale formata dai vettori e1 e e2 , sia dato il vettore v1 := e1 +e2 .
2 (a) Quante sono le basi di V 2 (O) aventi come primo vettore v1 ?
Infinite.
Motivazione:
I vettori v1 = e1 + e2 e v2 := ae1 + be2 formano una base di V 2 (O) se e solo se essi sono
linearmente indipendenti. Ciò è verificato se la matrice
1 a
1 b
2 (b) Quante sono le basi ortonormali di V 2 (O) aventi come primo vettore v1 ?
Nessuna.
Motivazione:
I vettori appartenenti ad una base ortonormale hanno tutti norma uguale a 1. Poiché il
vettore v1 ha norma diversa da 1, non esiste alcuna base ortonormale contenente il vettore
v1 .
2 (a) Determina tutti i valori di a, b, c e d per i quali esiste uno ed un sol piano passante per A e
perpendicolare sia a r che a s.
Nessun valore di a, b, c e d.
Motivazione:
è uguale a 2 per tutti i valori di a, b, c e d: infatti il minore formato dalla prima e dalla
terza colonna ha determinante non nullo. Pertanto le due rette non sono tra loro parallele.
Sappiamo però che rette perpendicolari ad uno stesso piano sono tra loro parallele. Ne segue
che non esiste mai un piano perpendicolare ad entrambe le rette r e s.
2 (b) Determina tutti i valori di a, b, c e d per i quali esiste una ed una sola retta passante per A e
perpendicolare sia a r che a s.
Tutti i valori di a, b, c e d.
Motivazione:
0 (−2, 1, 0)
Motivazione:
1−x 2 0
Il polinomio caratteristico di A è det(A − xI) = 2 4−x 0 = −x(x − 5)2 , che si annulla
0 0 5−x
per 0 e 5.
Per calcolare E(0) risolviamo il sistema lineare omogeneo associato alla matrice A − 0I, cioè
x + 2y
=0
2x + 4y =0
5z = 0
le cui soluzioni sono (−2h, h, 0) con h parametro reale. Una base di E(0) si ottiene ponendo
h = 1.
Per calcolare E(5) risolviamo il sistema lineare omogeneo associato alla matrice A − 5I, cioè
−4x + 2y = 0
2x − y = 0
0=0
le cui soluzioni sono (h, 2h, k) con h e k parametri reali. Una base di E(5) si ottiene ponendo
prima h = 1 e k = 0 e poi h = 0 e k = 1.
2 (b) Determina una matrice diagonale D e una matrice ortogonale M tali che D = M −1 AM .
√2
− 5 √15 0
0 0 0
D := 0 5 0 M := √15 √2
5
0 Vedere il file dei commenti.
0 0 5 0 0 1
2 (c) Determina, se esiste, un’altra matrice ortogonale N tali che D = N −1 AN (con D stessa
matrice diagonale determinata al punto precedente).
√2
− 5 √15 0
N := √15 √2
5
0 Vedere il file dei commenti.
0 0 −1
Motivazione:
Le colonne di una matrice ortogonale che diagonalizza A si ottengono a partire da una base
ortonormale di ciascun autospazio: basta quindi prendere, anche solo per uno degli autospazi,
una base ortonormale differente. Ad esempio, nella base ortonormale di E(5) utilizzata per
scrivere M rimpiazziamo il vettore (0, 0, 1) con il suo vettore opposto (0, 0, −1) ottenendo
un vettore che è anch’esso ortogonale all’altro vettore della base di E(5) ed ha norma 1:
modifichiamo poi di conseguenza la terza colonna della matrice ortogonale.
Nessun valore
Motivazione:
Motivazione:
2 (c) Tra i valori di t determinati al punto precedente scegline uno per cui la dimensione dello spazio
affine delle soluzioni è la più alta e trova tutte le soluzioni del sistema in tal caso.
Valore di t scelto:
t=1
Soluzioni del sistema:
3h − 3k
x=
y = 1 − 2h + 2k
con h e k parametri reali
z=
h
w= k
5. Fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano siano dati i punti A := (3, 4), B := (5, 3).
Sia r la retta passante per A e B.
3 (a) Determina due punti C e D tali che ABCD sia un quadrato contenuto nel semipiano delimitato
da r e contenente l’origine:
C = (4, 1) D = (2, 2)
Motivazione:
Entrambe le circonferenze hanno centro nel centro M del quadrato che abbiamo gia deter-
minato al punto precedente.
√
La circonferenza inscritta ha raggio uguale alla metà del lato
del quadrato, cioè 25 , mentre il raggio della circonferenza circoscritta può essere calcolato
come la distanza tra il centro
q della circonferenza equno qualunque dei vertici del quadrato,
7 2 5 2
3 − 2 + 4 − 2 = 52 .
ad esempio A, ottenendo
2 (c) Detta s la retta passante per C e D e detto P il punto di intersezione tra la retta s e l’asse
A(ABP ) = 52
delle x determina l’area del triangolo ABP
Motivazione:
√
Consideriamo come base del triangolo il lato AB la cui lunghezza è 5. L’altezza relativa
a tale base è data dalla distanza di P da r: poiché P giace sulla retta s che è parallela a r,
la distanza di P da r è uguale alla distanza di s da r cioè al lato del quadrato ABCD che è
√ √ √
5 5
5. Il triangolo ha allora area 2 = 52 .
Se
trasformiamo le equazioni
cartesiane di r e s nelle equazioni parametriche otteniamo:
x = 1 + t
x = 2 + t
r : y = 1 − 3t e s : y = 2 − 3t
z=2− t z=1− t
Poiché i parametri direttori delle due rette sono proporzionali, le due rette sono parallele.
Per stabilire coincidono oppure sono distinte prendiamo un punto qualsiasi di r, ad esempio
P := (1, 1, 2) e ne sostituiamo le coordinate nelle equazioni di s. Poiché 3·1+2·1−3·2−11 6= 0
abbiamo che P non appartiene a s e, dunque, le due rette sono distinte.
Dal punto precedente sappiamo che le rette r e s sono parallele. Dunque tutti i piani che
contengono r, essendo paralleli a r, sono anche paralleli a s.
Sappiamo già che le rette r e s sono parallele: quindi ogni piano ortogonale a s è anche
ortogonale a r. I piani contenenti r non sono ortogonali a r stessa, quindi non esiste nessun
piano come quello cercato.
ISTRUZIONI
• La prova dura 3 ore.
• Ti sono stati consegnati tre fogli, stampati fronte e retro. Come prima cosa scrivi su
ciascuno di essi negli spazi predisposti il tuo nome, cognome e numero di matricola.
• A fianco di ciascuna domanda è presente un doppio riquadro: in quello di sinistra è indicato
il punteggio corrispondente alla domanda in caso di risposta completamente corretta; quello di
destra è a disposizione della commissione per la correzione.
• I punteggi sono espressi in trentesimi. Un punteggio compreso tra 30 e 32 corrisponde ad un voto
di 30 trentesimi; un punteggio di almeno 33 corrisponde ad un voto di 30 trentesimi e lode.
• Per le risposte utilizza unicamente gli spazi riquadrati già predisposti. Quando richiesto, le risposte
vanno motivate brevemente, ma in maniera comprensibile.
• Se devi cambiare qualche risposta che hai già scritto sul foglio, fai in modo che sia chiaro per chi
correggerà il tuo compito quale sia la risposta definitiva. Se la risposta risultasse poco leggibile,
chiedi al docente un nuovo foglio e ritrascrivi su questo foglio tutte le risposte che hai dato.
• Al termine della prova devi consegnare unicamente i fogli che ti sono stati consegnati
dal docente. Non saranno ritirati eventuali fogli di brutta copia, integrazioni e simili.
1. Fissata in V 2 (O) una base ortonormale formata dai vettori e1 e e2 , sia dato il vettore v1 := −e1 −e2 .
2 (a) Quante sono le basi di V 2 (O) aventi come primo vettore v1 ?
Infinite.
Motivazione:
I vettori v1 = −e1 − e2 e v2 := ae1 + be2 formano una base di V 2 (O) se e solo se essi sono
linearmente indipendenti. Ciò è verificato se la matrice
−1 a
−1 b
2 (b) Quante sono le basi ortonormali di V 2 (O) aventi come primo vettore v1 ?
Nessuna.
Motivazione:
I vettori appartenenti ad una base ortonormale hanno tutti norma uguale a 1. Poiché il
vettore v1 ha norma diversa da 1, non esiste alcuna base ortonormale contenente il vettore
v1 .
2 (a) Determina tutti i valori di a, b, c e d per i quali esiste uno ed un sol piano passante per A e
perpendicolare sia a r che a s.
Nessun valore di a, b, c e d.
Motivazione:
è uguale a 2 per tutti i valori di a, b, c e d: infatti il minore formato dalla prima e dalla
terza colonna ha determinante non nullo. Pertanto le due rette non sono tra loro parallele.
Sappiamo però che rette perpendicolari ad uno stesso piano sono tra loro parallele. Ne segue
che non esiste mai un piano perpendicolare ad entrambe le rette r e s.
2 (b) Determina tutti i valori di a, b, c e d per i quali esiste una ed una sola retta passante per A e
perpendicolare sia a r che a s.
Tutti i valori di a, b, c e d.
Motivazione:
0 (2, 0, 1)
Motivazione:
1−x 0 −2
Il polinomio caratteristico di A è det(A − xI) = 0 5−x 0 = −x(x − 5)2 , che si annulla
−2 0 4−x
per 0 e 5.
Per calcolare E(0) risolviamo il sistema lineare omogeneo associato alla matrice A − 0I, cioè
x
− 2z = 0
5y =0
−2x + 4z = 0
le cui soluzioni sono (2h, 0, h) con h parametro reale. Una base di E(0) si ottiene ponendo
h = 1.
Per calcolare E(5) risolviamo il sistema lineare omogeneo associato alla matrice A − 5I, cioè
−4x − 2z = 0
0=0
−2x − z = 0
le cui soluzioni sono (h, k, −2h) con h e k parametri reali. Una base di E(5) si ottiene
ponendo prima h = 1 e k = 0 e poi h = 0 e k = 1.
2 (b) Determina una matrice diagonale D e una matrice ortogonale M tali che D = M −1 AM .
√2 √1 0
0 0 0 5 5
D := 0 5 0 M := 0 0 1 Vedere il file dei commenti.
1 2
0 0 5 √
5
− √5 0
2 (c) Determina, se esiste, un’altra matrice ortogonale N tali che D = N −1 AN (con D stessa
matrice diagonale determinata al punto precedente).
√2 √1 0
5 5
N := 0 0 −1 Vedere il file dei commenti.
√1 − √2 0
5 5
Motivazione:
Le colonne di una matrice ortogonale che diagonalizza A si ottengono a partire da una base
ortonormale di ciascun autospazio: basta quindi prendere, anche solo per uno degli autospazi,
una base ortonormale differente. Ad esempio, nella base ortonormale di E(5) utilizzata per
scrivere M rimpiazziamo il vettore (0, 1, 0) con il suo vettore opposto (0, −1, 0) ottenendo
un vettore che è anch’esso ortogonale all’altro vettore della base di E(5) ed ha norma 1:
modifichiamo poi di conseguenza la terza colonna della matrice ortogonale.
Nessun valore
Motivazione:
Motivazione:
x = 1 + 4h − 2k
y = − 6h + 3k
con h e k parametri reali
z=
h
w= k
5. Fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano siano dati i punti A := (4, 4), B := (5, 7).
Sia r la retta passante per A e B.
3 (a) Determina due punti C e D tali che ABCD sia un quadrato contenuto nel semipiano delimitato
da r e contenente l’origine:
C = (2, 8) D = (1, 5)
Motivazione:
2 2
Circonferenza circoscritta: (x − 3) + (y − 6) = 5
2 2
Circonferenza inscritta: (x − 3) + (y − 6) = 52
Motivazione:
Entrambe le circonferenze hanno centro nel centro M del quadrato che abbiamo gia deter-
minato al punto precedente.
√
La circonferenza inscritta ha raggio uguale alla metà del lato
del quadrato, cioè 210 , mentre il raggio della circonferenza circoscritta può essere calcolato
come la distanza tra il centro
q della circonferenza √ e uno qualunque dei vertici del quadrato,
2 2
ad esempio A, ottenendo (4 − 3) + (4 − 6) = 5.
2 (c) Detta s la retta passante per C e D e detto P il punto di intersezione tra la retta s e l’asse
A(ABP ) = 5
delle x determina l’area del triangolo ABP
Motivazione:
√
Consideriamo come base del triangolo il lato AB la cui lunghezza è 10. L’altezza relativa
a tale base è data dalla distanza di P da r: poiché P giace sulla retta s che è parallela a r,
la distanza di P da r è uguale alla distanza di s da r cioè al lato del quadrato ABCD che è
√ √ √
10 10
10. Il triangolo ha allora area 2 = 5.
Se
trasformiamo le equazioni
cartesiane di r e s nelle equazioni parametriche otteniamo:
x = 1 + t
x = 2 + t
r: y=3+ t es: y=1+ t
z = 1 − 2t z = 1 − 2t
Poiché i parametri direttori delle due rette sono proporzionali, le due rette sono parallele.
Per stabilire coincidono oppure sono distinte prendiamo un punto qualsiasi di r, ad esempio
P := (1, 3, 1) e ne sostituiamo le coordinate nelle equazioni di s. Poiché 5·1+3+3·1−14 6= 0
abbiamo che P non appartiene a s e, dunque, le due rette sono distinte.
Dal punto precedente sappiamo che le rette r e s sono parallele. Dunque tutti i piani che
contengono r, essendo paralleli a r, sono anche paralleli a s.
Sappiamo già che le rette r e s sono parallele: quindi ogni piano ortogonale a s è anche
ortogonale a r. I piani contenenti r non sono ortogonali a r stessa, quindi non esiste nessun
piano come quello cercato.
ISTRUZIONI
• La prova dura 3 ore.
• Ti sono stati consegnati tre fogli, stampati fronte e retro. Come prima cosa scrivi su
ciascuno di essi negli spazi predisposti il tuo nome, cognome e numero di matricola.
• A fianco di ciascuna domanda è presente un doppio riquadro: in quello di sinistra è indicato
il punteggio corrispondente alla domanda in caso di risposta completamente corretta; quello di
destra è a disposizione della commissione per la correzione.
• I punteggi sono espressi in trentesimi. Un punteggio compreso tra 30 e 32 corrisponde ad un voto
di 30 trentesimi; un punteggio di almeno 33 corrisponde ad un voto di 30 trentesimi e lode.
• Per le risposte utilizza unicamente gli spazi riquadrati già predisposti. Quando richiesto, le risposte
vanno motivate brevemente, ma in maniera comprensibile.
• Se devi cambiare qualche risposta che hai già scritto sul foglio, fai in modo che sia chiaro per chi
correggerà il tuo compito quale sia la risposta definitiva. Se la risposta risultasse poco leggibile,
chiedi al docente un nuovo foglio e ritrascrivi su questo foglio tutte le risposte che hai dato.
• Al termine della prova devi consegnare unicamente i fogli che ti sono stati consegnati
dal docente. Non saranno ritirati eventuali fogli di brutta copia, integrazioni e simili.
1. Fissata in V 2 (O) una base ortonormale formata dai vettori e1 e e2 , sia dato il vettore v1 := −e1 +e2 .
2 (a) Quante sono le basi di V 2 (O) aventi come primo vettore v1 ?
Infinite.
Motivazione:
I vettori v1 = −e1 + e2 e v2 := ae1 + be2 formano una base di V 2 (O) se e solo se essi sono
linearmente indipendenti. Ciò è verificato se la matrice
−1 a
1 b
è invertibile, cioè se e solo se a 6= −b. Chiaramente vi sono infinite coppie (a,b) verificanti
questa condizione. Basta infatti osservare che, fissata per esempio a = 0, tutti gli infiniti
numeri b 6= 0 verificano la condizione richiesta.
2 (b) Quante sono le basi ortonormali di V 2 (O) aventi come primo vettore v1 ?
Nessuna.
Motivazione:
I vettori appartenenti ad una base ortonormale hanno tutti norma uguale a 1. Poiché il
vettore v1 ha norma diversa da 1, non esiste alcuna base ortonormale contenente il vettore
v1 .
2 (a) Determina tutti i valori di a, b, c e d per i quali esiste uno ed un sol piano passante per A e
perpendicolare sia a r che a s.
Nessun valore di a, b, c e d.
Motivazione:
è uguale a 2 per tutti i valori di a, b, c e d: infatti il minore formato dalla prima e dalla
terza colonna ha determinante non nullo. Pertanto le due rette non sono tra loro parallele.
Sappiamo però che rette perpendicolari ad uno stesso piano sono tra loro parallele. Ne segue
che non esiste mai un piano perpendicolare ad entrambe le rette r e s.
2 (b) Determina tutti i valori di a, b, c e d per i quali esiste una ed una sola retta passante per A e
perpendicolare sia a r che a s.
Tutti i valori di a, b, c e d.
Motivazione:
0 (1, 2, 0)
Motivazione:
−4−x 2 0
Il polinomio caratteristico di A è det(A − xI) = 2 −1−x 0 = −x(x + 5)2 , che si
0 0 −5−x
annulla per 0 e −5.
Per calcolare E(0) risolviamo il sistema lineare omogeneo associato alla matrice A − 0I, cioè
−4x + 2y
=0
2x − y =0
− 5z = 0
le cui soluzioni sono (h, 2h, 0) con h parametro reale. Una base di E(0) si ottiene ponendo
h = 1.
Per calcolare E(−5) risolviamo il sistema lineare omogeneo associato alla matrice A−(−5)I,
cioè
x + 2y = 0
2x + 4y = 0
0=0
le cui soluzioni sono (−2h, h, k) con h e k parametri reali. Una base di E(−5) si ottiene
ponendo prima h = 1 e k = 0 e poi h = 0 e k = 1.
2 (b) Determina una matrice diagonale D e una matrice ortogonale M tali che D = M −1 AM .
√1
− √25 0
0 0 0 5
D := 0 −5 0 M := √25 √1
5
0 Vedere il file dei commenti.
0 0 −5 0 0 1
2 (c) Determina, se esiste, un’altra matrice ortogonale N tali che D = N −1 AN (con D stessa
matrice diagonale determinata al punto precedente).
√1
− √25 0
5
N := √25 √1
5
0 Vedere il file dei commenti.
0 0 −1
Motivazione:
Le colonne di una matrice ortogonale che diagonalizza A si ottengono a partire da una base
ortonormale di ciascun autospazio: basta quindi prendere, anche solo per uno degli autospazi,
una base ortonormale differente. Ad esempio, nella base ortonormale di E(5) utilizzata per
scrivere M rimpiazziamo il vettore (0, 0, 1) con il suo vettore opposto (0, 0, −1) ottenendo
un vettore che è anch’esso ortogonale all’altro vettore della base di E(5) ed ha norma 1:
modifichiamo poi di conseguenza la terza colonna della matrice ortogonale.
Nessun valore
Motivazione:
Motivazione:
x = − 3h + 3k
y = 1 + 2h − 2k
con h e k parametri reali
z= h
w= k
5. Fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano siano dati i punti A := (5, 3), B := (4, 5).
Sia r la retta passante per A e B.
3 (a) Determina due punti C e D tali che ABCD sia un quadrato contenuto nel semipiano delimitato
da r e contenente l’origine:
C = (2, 4) D = (3, 2)
Motivazione:
Entrambe le circonferenze hanno centro nel centro M del quadrato che abbiamo gia deter-
minato al punto precedente.
√
La circonferenza inscritta ha raggio uguale alla metà del lato
del quadrato, cioè 25 , mentre il raggio della circonferenza circoscritta può essere calcolato
come la distanza tra il centro
q della circonferenza equno qualunque dei vertici del quadrato,
7 2 7 2
5 − 2 + 3 − 2 = 52 .
ad esempio A, ottenendo
2 (c) Detta s la retta passante per C e D e detto P il punto di intersezione tra la retta s e l’asse
A(ABP ) = 52
delle x determina l’area del triangolo ABP
Motivazione:
√
Consideriamo come base del triangolo il lato AB la cui lunghezza è 5. L’altezza relativa
a tale base è data dalla distanza di P da r: poiché P giace sulla retta s che è parallela a r,
la distanza di P da r è uguale alla distanza di s da r cioè al lato del quadrato ABCD che è
√ √ √
5 5
5. Il triangolo ha allora area 2 = 52 .
Se
trasformiamo le equazioni
cartesiane di r e s nelle equazioni parametriche otteniamo:
x = 1 + 3t
x = 2 + 3t
r : y = 3 − 2t e s : y = 4 − 2t
z=1− t z=1− t
Poiché i parametri direttori delle due rette sono proporzionali, le due rette sono parallele.
Per stabilire coincidono oppure sono distinte prendiamo un punto qualsiasi di r, ad esempio
P := (1, 3, 1) e ne sostituiamo le coordinate nelle equazioni di s. Poiché 3·1+2·3+5·1−19 6= 0
abbiamo che P non appartiene a s e, dunque, le due rette sono distinte.
Dal punto precedente sappiamo che le rette r e s sono parallele. Dunque tutti i piani che
contengono r, essendo paralleli a r, sono anche paralleli a s.
Sappiamo già che le rette r e s sono parallele: quindi ogni piano ortogonale a s è anche
ortogonale a r. I piani contenenti r non sono ortogonali a r stessa, quindi non esiste nessun
piano come quello cercato.
ISTRUZIONI
• La prova dura 3 ore.
• Ti sono stati consegnati tre fogli, stampati fronte e retro. Come prima cosa scrivi su
ciascuno di essi negli spazi predisposti il tuo nome, cognome e numero di matricola.
• A fianco di ciascuna domanda è presente un doppio riquadro: in quello di sinistra è indicato
il punteggio corrispondente alla domanda in caso di risposta completamente corretta; quello di
destra è a disposizione della commissione per la correzione.
• I punteggi sono espressi in trentesimi. Un punteggio compreso tra 30 e 32 corrisponde ad un voto
di 30 trentesimi; un punteggio di almeno 33 corrisponde ad un voto di 30 trentesimi e lode.
• Per le risposte utilizza unicamente gli spazi riquadrati già predisposti. Quando richiesto, le risposte
vanno motivate brevemente, ma in maniera comprensibile.
• Se devi cambiare qualche risposta che hai già scritto sul foglio, fai in modo che sia chiaro per chi
correggerà il tuo compito quale sia la risposta definitiva. Se la risposta risultasse poco leggibile,
chiedi al docente un nuovo foglio e ritrascrivi su questo foglio tutte le risposte che hai dato.
• Al termine della prova devi consegnare unicamente i fogli che ti sono stati consegnati
dal docente. Non saranno ritirati eventuali fogli di brutta copia, integrazioni e simili.
1. Fissata in V 2 (O) una base ortonormale formata dai vettori e1 e e2 , sia dato il vettore v1 := e1 −e2 .
2 (a) Quante sono le basi di V 2 (O) aventi come primo vettore v1 ?
Infinite.
Motivazione:
I vettori v1 = e1 − e2 e v2 := ae1 + be2 formano una base di V 2 (O) se e solo se essi sono
linearmente indipendenti. Ciò è verificato se la matrice
1 a
−1 b
è invertibile, cioè se e solo se a 6= −b. Chiaramente vi sono infinite coppie (a,b) verificanti
questa condizione. Basta infatti osservare che, fissata per esempio a = 0, tutti gli infiniti
numeri b 6= 0 verificano la condizione richiesta.
2 (b) Quante sono le basi ortonormali di V 2 (O) aventi come primo vettore v1 ?
Nessuna.
Motivazione:
I vettori appartenenti ad una base ortonormale hanno tutti norma uguale a 1. Poiché il
vettore v1 ha norma diversa da 1, non esiste alcuna base ortonormale contenente il vettore
v1 .
2. Fissato nello spazio un sistema di riferimento cartesiano, si considerino il punto A := (−3, −5, −7)
e, al variare dei parametri a, b, c e d, le rette:
x = a − t
x = 1
r : y = b − 2t s : y = 2 + dt
z = c − 3t z = −1 + 5t
2 (a) Determina tutti i valori di a, b, c e d per i quali esiste uno ed un sol piano passante per A e
perpendicolare sia a r che a s.
Nessun valore di a, b, c e d.
Motivazione:
Le rette r e s hanno rispettivamente vettori direttori u := (−1, −2, −3) e v := (0, d, 5).
Osserviamo che il rango della matrice
−1 −2 −3
B :=
0 d 5
è uguale a 2 per tutti i valori di a, b, c e d: infatti il minore formato dalla prima e dalla
terza colonna ha determinante non nullo. Pertanto le due rette non sono tra loro parallele.
Sappiamo però che rette perpendicolari ad uno stesso piano sono tra loro parallele. Ne segue
che non esiste mai un piano perpendicolare ad entrambe le rette r e s.
2 (b) Determina tutti i valori di a, b, c e d per i quali esiste una ed una sola retta passante per A e
perpendicolare sia a r che a s.
Tutti i valori di a, b, c e d.
Motivazione:
0 (0, 2, 1)
Motivazione:
−5−x 0 0
Il polinomio caratteristico di A è det(A − xI) = 0 −1−x 2 = −x(x + 5)2 , che si
0 2 −4−x
annulla per 0 e −5.
Per calcolare E(0) risolviamo il sistema lineare omogeneo associato alla matrice A − 0I, cioè
−5x
=0
− y + 2z = 0
2y − 4z = 0
le cui soluzioni sono (0, 2h, h) con h parametro reale. Una base di E(0) si ottiene ponendo
h = 1.
Per calcolare E(−5) risolviamo il sistema lineare omogeneo associato alla matrice A−(−5)I,
cioè
0=0
4y + 2z = 0
2y + z = 0
le cui soluzioni sono (h, k, −2k) con h e k parametri reali. Una base di E(−5) si ottiene
ponendo prima h = 1 e k = 0 e poi h = 0 e k = 1.
2 (b) Determina una matrice diagonale D e una matrice ortogonale M tali che D = M −1 AM .
0 1 0
0 0 0
2 √1 Vedere il file dei commenti.
D := 0 −5 0 M := √5 0 5
0 0 −5 √1 0 − √25
5
2 (c) Determina, se esiste, un’altra matrice ortogonale N tali che D = N −1 AN (con D stessa
matrice diagonale determinata al punto precedente).
0 −1 0
2 √1 Vedere il file dei commenti.
N := √5 0 5
1
√
5
0 − √25
Motivazione:
Le colonne di una matrice ortogonale che diagonalizza A si ottengono a partire da una base
ortonormale di ciascun autospazio: basta quindi prendere, anche solo per uno degli autospazi,
una base ortonormale differente. Ad esempio, nella base ortonormale di E(5) utilizzata per
scrivere M rimpiazziamo il vettore (1, 0, 0) con il suo vettore opposto (−1, 0, 0) ottenendo
un vettore che è anch’esso ortogonale all’altro vettore della base di E(5) ed ha norma 1:
modifichiamo poi di conseguenza la seconda colonna della matrice ortogonale.
Nessun valore
Motivazione:
Motivazione:
x = 1 − 4h + 2k
6h − 3k
y=
con h e k parametri reali
z= h
w= k
5. Fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano siano dati i punti A := (3, 4), B := (6, 5).
Sia r la retta passante per A e B.
3 (a) Determina due punti C e D tali che ABCD sia un quadrato contenuto nel semipiano delimitato
da r e contenente l’origine:
C = (7, 2) D = (4, 1)
Motivazione:
2 2
Circonferenza circoscritta: (x − 5) + (y − 3) = 5
2 2
Circonferenza inscritta: (x − 5) + (y − 3) = 52
Motivazione:
Entrambe le circonferenze hanno centro nel centro M del quadrato che abbiamo gia deter-
minato al punto precedente.
√
La circonferenza inscritta ha raggio uguale alla metà del lato
del quadrato, cioè 210 , mentre il raggio della circonferenza circoscritta può essere calcolato
come la distanza tra il centro
q della circonferenza √ e uno qualunque dei vertici del quadrato,
2 2
ad esempio A, ottenendo (5 − 3) + (3 − 4) = 5.
2 (c) Detta s la retta passante per C e D e detto P il punto di intersezione tra la retta s e l’asse
A(ABP ) = 5
delle x determina l’area del triangolo ABP
Motivazione:
√
Consideriamo come base del triangolo il lato AB la cui lunghezza è 10. L’altezza relativa
a tale base è data dalla distanza di P da r: poiché P giace sulla retta s che è parallela a r,
la distanza di P da r è uguale alla distanza di s da r cioè al lato del quadrato ABCD che è
√ √ √
10 10
10. Il triangolo ha allora area 2 = 5.
Se
trasformiamo le equazioni
cartesiane di r e s nelle equazioni parametriche otteniamo:
x = 1 + 2t
x = 3 + 2t
r: y=3− t es: y=1− t
z = 4 − 3t z = 1 − 3t
Poiché i parametri direttori delle due rette sono proporzionali, le due rette sono parallele.
Per stabilire coincidono oppure sono distinte prendiamo un punto qualsiasi di r, ad esempio
P := (1, 3, 4) e ne sostituiamo le coordinate nelle equazioni di s. Poiché 4·1−3+3·4−14 6= 0
abbiamo che P non appartiene a s e, dunque, le due rette sono distinte.
Dal punto precedente sappiamo che le rette r e s sono parallele. Dunque tutti i piani che
contengono r, essendo paralleli a r, sono anche paralleli a s.
Sappiamo già che le rette r e s sono parallele: quindi ogni piano ortogonale a s è anche
ortogonale a r. I piani contenenti r non sono ortogonali a r stessa, quindi non esiste nessun
piano come quello cercato.
Questo documento riporta commenti, approfondimenti o metodi di soluzione alternativi per alcuni esercizi
dell’esame. Ovviamente alcuni esercizi potevano essere risolti utilizzando metodi ancora diversi. I testi
utilizzati si riferiscono a quelli della prima versione.
Esercizio 2 L’insieme dei punti del triangolo, bordo compreso, si ottiene considerando il sistema di
disequazioni
x + 3y
− 7≥0
6x − y − 23 ≤ 0
5x − 4y + 3≥0
è risolubile. Per il teorema di Rouché-Capelli questo può essere espresso dicendo che il rango della
matrice A è uguale al rango della matrice orlata
1 −1 4 0
A0 := 0 2 k 2
1 0 2 1
Notiamo ora che, a parte il diverso modo di interpretare l’esercizio, rispetto alle soluzioni pubblicate
nel testo i calcoli da fare sono essenzialmente i medesimi. Per calcolare il rango di A, infatti si può
iniziare a calcolarne il determinante. Poiché questo determinante è −4 − k si ha che per k 6= −4
la matrice A ha rango 3 e, quindi, necessariamente anche la matrice orlata ha lo stesso rango: il
sistema è risolubile.
Nel caso in cui k = −4 si ha che il rango di A è 2 e un minore invertibile di A di ordine 2 è il minore
B formato dalle prime due righe e due colonne. Il minore B ha in A0 precisamente due orlati:
uno è A, di cui è inutile calcolare il determinante perché sappiamo essere 0 (stiamo per l’appunto
1 −1 1
considerando il valore di k che annulla il determinante di A), l’altro è la matrice 0 2 2 che è
1 0 1
esattamente la stessa matrice di cui abbiamo calcolato il determinante nelle soluzioni pubblicate
nel testo: il determinante di questa matrice è −2 e, pertanto, la matrice A0 ha rango 3. Dunque il
sistema non è risolubile.
Esercizio 4(a) Si poteva anche determinare direttamente l’intersezione. Un vettore appartiene a E se
e solo se si può esprimere come combinazione lineare di u e v:
α(1, 0, 2, 1) + β(1, 2, −2, 3)
o, equivalentemente,
(α + β, 2β, 2α − 2β, α + 3β).
Questo vettore generico di E appartiene a F se e solo se
vale a dire
2α − 2β = 0,
cioè se e solo se α = β. Dunque i vettori di E ∩ F sono tutti e soli i vettori del tipo
cioè
(2α, 2α, 0, 4α).
L’intersezione E ∩ F è dunque generata dal singolo vettore non nullo (2, 2, 0, 4).
Esercizio 4(c) Vediamo in dettaglio la soluzione. Innanzitutto troviamo una base di F : risolvendo
l’equazione che descrive tale sottospazio si ha che i vettori di F sono tutti e soli i vettori del tipo
(x, y, z, x + y + z)
al variare dei parametri x, y e z in R. Dunque una base per F è formata dai vettori v1 := (1, 0, 0, 1),
v2 := (0, 1, 0, 1) e v3 := (0, 0, 1, 1). Applichiamo ora il procedimento di ortonormalizzazione di
Gram-Schmidt. Poniamo
u1 := v1 ,
u2 := v2 + αu1 .
u1 = (1, 0, 0, 1) ,
1 1 1
u2 = (0, 1, 0, 1) − (1, 0, 0, 1) = − , 1, 0, .
2 2 2
Poniamo ora:
u3 := v3 + β1 u1 + β2 u2 .
Cerchiamo allora β1 e β2 tali che u3 sia ortogonale a u1 e a u2 . Calcoliamo i prodotti scalari:
u3 × u1 = (v3 + β1 u1 + β2 u2 ) × u1 =
= v3 × u1 + β1 u1 × u1 + β2 u2 × u1 =
= v3 × u1 + β1 u1 × u1 =
= (0, 0, 1, 1) × (1, 0, 0, 1) + β1 (1, 0, 0, 1) × (1, 0, 0, 1) =
= 1 + 2β1 .
Si noti che abbiamo utilizzato il fatto che u1 × u2 = 0. Dunque se scegliamo β1 = − 21 abbiamo che
u3 × u1 = 0. Analogamente:
u3 × u2 = (v3 + β1 u1 + β2 u2 ) × u2 =
= v3 × u2 + β1 u1 × u2 + β2 u2 × u2 =
= v3 × u2 + β2 u2 × u2 =
1 1
= (0, 0, 1, 1) × − , 1, 0, +
2 2
1 1 1 1
+ β2 − , 1, 0, × − , 1, 0, =
2 2 2 2
1 3
= + β2 .
2 2
Dunque se scegliamo β2 = − 13 abbiamo che u3 × u2 = 0. Abbiamo dunque una base ortogonale
per E:
u1 = (1, 0, 0, 1) ,
1 1
u2 = − , 1, 0, ,
2 2
1 1 1 1 1 1 1
u3 = (0, 0, 1, 1) − (1, 0, 0, 1) − − , 1, 0, = − , − , 1, .
2 3 2 2 3 3 3
Prima di proseguire può essere utile, per escludere eventuali errori di calcolo, controllare che i
vettori cosı̀ ottenuti sono a due a due ortogonali facendo i vari prodotti scalari e che appartengono
effettivamente a F verificando che soddisfano l’equazione che definisce F .
Se ora dividiamo ciascuno di questi vettori per la propria norma otteniamo una base ortonormale
di E:
1 1
w1 := u1 = √ (1, 0, 0, 1),
ku1 k 2
r
1 2 1 1
w2 := u2 = − , 1, 0, ,
ku2 k 3 2 2
r
3 1 1 1
w3 := − , − , 1, .
4 3 3 3
Questa base è diversa da quella data nelle soluzioni pubblicate nel testo.
Esercizio 5(a) Per risolvere esplicitamente l’equazione omogenea 7a2 − 6ab − b2 = 0 si può notare che
per b = 0 si ottiene come corrispondente soluzione a = 0: poiché ponendo a = b = 0 nell’equazione
del fascio di rette non si ottiene l’equazione di una retta ma l’identità 0 = 0, possiamo supporre
che b 6= 0. Dividendo allora per b2 l’equazione omogenea otteniamo l’equazione di secondo grado
nell’incognita ab :
a 2 a
7 − 6 − 1 = 0,
b b
che può ora essere facilmente risolta.
Esercizio 5(b) Notiamo che per risolvere questo esercizio non è stato necessario determinare esplicita-
mente i vertici del triangolo. In particolare si noti che si poteva dare risposta a questa domanda
anche senza conoscere le risposta alla domanda (a).
Se non ci si fosse accorti di ciò si poteva procedere determinando l’intersezione tra una delle
tangenti, ad esempio la retta r : x + y + 6 = 0, e la circonferenza:
(
x+y+6=0
(x − 4)2 + y 2 = 50
ovvero
2y 2 + 20y + 50,
che ha come soluzione (doppia) y = −5. Sostituendo questo valore nell’equazione di r troviamo
R := (−1, −5).
p Ora abbiamo i tre vertici del triangolo
√ CP R: la lunghezza del lato del lato P R
è uguale a (−11 − (−1))2 + (5 − (−5))2 ) = 10 2 (questo dato, ovviamente coincide con quello
calcolato nelle soluzioni pubblicate nel testo). Per determinare l’altezza relativa a questo lato si
può procedere in due modi:
• si nota che il triangolo CP R è rettangolo in R poiché P R è tangente alla circonferenza in
P e CP è il raggio della circonferenza passante per il punto di tangenza. Grazie a questa
osservazione, dunque, l’altezza non è altro che il raggio della circonferenza.
• se non si nota che il triangolo CP R è rettangolo in R, basta calcolare la distanza del punto
C dalla retta r trovando ancora (ovviamente) lo stesso valore.
Esercizio 5(c) Questo esercizio è stato risolto in maniera semplice utilizzando proprietà geometriche
della circonferenza: in particolare si poteva dare risposta alla domanda (c) anche senza conoscere
la risposta alla domanda (a). Se non si fosse notato questo fatto si poteva procedere anche cosı̀:
una volta trovate le rette tangenti rispondendo alla domanda (a), le bisettrici degli angoli formati
dalle rette r e s sono formate da tutti e soli i punti equidistanti da r e s, cioè da tutti i punti (x, y)
che soddisfano la condizione:
|x + y + 6| |x − 7y + 46|
√ =p
2
1 +1 2 12 + (−7)2
vale a dire
5|x + y + 6| = |x − 7y + 46|.
Questo avviene se e solo se
5(x + y + 6) = x − 7y + 46,
o
−5(x + y + 6) = x − 7y + 46.
Sviluppando queste due equazioni otteniamo le equazioni delle bisettrici cercate.
Esercizio 6(b) Alternativamente questo esercizio poteva essere risolto anche cosı̀. Una volta trovato il
punto P , ricordando che al punto (a) abbiamo determinato i parametri direttori di s (e, quindi, di
l) le equazioni parametriche di l possono essere scritte cosı̀:
x =
t
y = 4 + 2t .
z=6+ t
(
2x − y 4=0
Ora è facile ottenere delle equazioni cartesiane di t, ad esempio
x −z+6=0
Esercizio 6(c) La risposta a questa domanda è stata data con considerazioni unicamente geometriche
senza bisogno di alcun calcolo. In particolare si noti che si poteva dare risposta a questa domanda
anche senza conoscere le risposte alle domande (a) e (b).
Se non ci si fosse accorti di ciò si poteva procedere determinando l’intersezione tra la retta l e il
piano π. Questo può essere fatto in due modi:
Risolvendo questo sistema con il metodo preferito si vede facilmente che le soluzioni dipendono
da un parametro, cioè corrispondono ai punti di una retta. Dunque l’intersezione tra l e π è
una retta (che deve necessariamente coincidere con l).
t − (4 + 2t) + (6 + t) − 2 = 0.
Questo documento riporta commenti, approfondimenti o metodi di soluzione alternativi per alcuni esercizi
dell’esame. Ovviamente alcuni esercizi potevano essere risolti utilizzando metodi ancora diversi. I testi
utilizzati si riferiscono a quelli della prima versione.
Esercizio 3(c) Una volta trovate le basi per nucleo e immagine di f si poteva determinare direttamente
la loro intersezione senza utilizzare la formula di Grassman. Un vettore v appartiene al nucleo di
f se è multiplo del vettore (2, −1, 1) cioè se è uguale a α(2, −1, 1) per qualche α reale; d’altra parte
v appartiene all’immagine di f se è combinazione lineare di (3, 2, 1) e (1, 3, 0) cioè se esistono β e
γ tali che v = β(3, 2, 1) + γ(1, 3, 0). Dunque si ha
vale a dire
(2α, −α, α) = (3β + γ, 2β + 3γ, β)
che dà come condizione β = α e γ = −α. Dunque i vettori dell’intersezione dipendono da un
parametro α e sono tutti e soli i vettori del tipo (2α, −α, α) al variare di α in R.
Esercizio 4(b) Si noti che per rispondere a questa domanda non è necessario aver risposto alla domanda
precedente: in particolare non è necessario calcolare gli autovalori di f utilizzando il polinomio
caratteristico.
Esercizio 4(c) Vediamo per esteso come determinare le matrici D e M . La matrice D può essere
ottenuta immediatamente: basta scrivere lungo la diagonale gli autovalori determinati al punto a,
ciascuno un numero di volte uguale alla dimensione del corrispondente autospazio. Dunque
3 0 0 0
0 0 0 0
D := 0 0 2 0 .
0 0 0 2
Si sarebbe potuto scegliere anche un diverso ordine per gli autovalori: in tal caso anche la matrice
M dovrebbe essere modificata di conseguenza.
Poi occorre calcolare per ciascun autovalore una base ortonormale del relativo autospazio.
Cominciamo, ad esempio, a calcolare una base (non necessariamente ortonormale) dell’autospazio
relativo a 2. Occorre risolvere il sistema omogeneo:
3−2 0 0 0 x 0
0
1 − 2 1 0 y 0
= ,
0 1 1−2 0 z 0
0 0 0 2−2 t 0
le cui soluzioni sono i vettori del tipo (0, t, t, u) al variare di t e u in R. Una base per E(2) è
allora formata dai vettori (0, 1, 1, 0) e (0, 0, 0, 1). Dobbiamo ora ortonormalizzare questa base:
fortunatamente questi due vettori formano già una base ortogonale di E(2) (se non ce ne fossimo
accorti o se avessimo trovato una base differente non sarebbe stato comunque difficile trovare una
base ortogonale con la prima parte del processo di ortonormalizzazione di Gram-Schmidt). Per
ottenere una base ortonormale di E(2) basta ora dividere ciascun vettore della base ortogonale
per la propria norma, ottenendo cosı̀ i vettori 0, √12 , √12 , 0 e (0, 0, 0, 1). Poiché nella matrice D
abbiamo posto l’autovalore 2 in terza e quarta posizione, scriviamo le componenti rispetto alla base
canonica dei vettori cosı̀ ottenuti lungo la terza e quarta colonna di M . Possiamo poi calcolare in
maniera analoga una base ortonormale per gli altri autospazi (poiché entrambi gli altri autospazi
hanno dimensione 1, una volta trovata una base per essi, basta dividere ciascun vettore per la
propria norma).
È importante notare che il processo di ortonormalizzazione va applicato separatamente sulle basi
di ciascun autospazio: se si considerasse una base di R4 formata da autovettori di A e si applicasse
a questa base il processo di ortonormalizzazione si otterrebbe una base ortonormale di R4 che
potrebbe non essere formata da autovettori di A.
In particolare si poteva senz’altro escludere la possibilità che non esistesse alcun piano contenente
r e parallelo a s.
Esercizio 6(b) L’insieme dei piani ortogonali a s forma un fascio di piani paralleli. Dato un punto
qualunque dello spazio esiste esattamente uno e un solo piano di questo fascio che lo contiene. In
particolare dato un punto qualunque di r esiste un unico piano ortogonale a s che lo contiene:
pertanto può esistere al massimo un piano ortogonale a s contenente tutta la retta r Si poteva
senz’altro escludere quindi la possibilità che ci fossero infiniti piani contenenti r e ortogonali a s.
Il piano in questione esiste se e solo se le rette r e s son ortogonali (si ricordi che nello spazio due
rette ortogonali non sono necessariamente incidenti).
Esercizio 6(c) Si noti che si è potuto escludere il parallelismo tra le due rette sfruttando la soluzione
della prima domanda. Se non ci si fosse accorti di ciò si potevano determinare i parametri direttori
di r ricavandone le equazioni parametriche:
x=1 − 3t
y = −2 − 2t.
z= t
Poiché i parametri direttori di r non sono proporzionali ai parametri direttori di s, le due rette non
sono parallele.
Questo documento riporta commenti, approfondimenti o metodi di soluzione alternativi per alcuni esercizi
dell’esame. Ovviamente alcuni esercizi potevano essere risolti utilizzando metodi ancora diversi. I testi
utilizzati si riferiscono a quelli della prima versione.
Esercizio 2(a) I calcoli utilizzati nella seconda parte permettono di rispondere anche a questo quesito.
Nella parametrizzazione data nelle soluzioni i punti del segmento di estremi A e B corrispondono
a valori del parametro compreso tra 0 e 1: poiché l’intersezione tra la retta r e il piano π si ottiene
per il valore 3 del parametro, ciò significa che tale intersezione non appartiene al segmento.
Esercizio 2(b) La retta r può essere parametrizzata anche in modi diversi: ovviamente in tal caso i
punti della semiretta di origine A e contenente B corrispondono a valori differenti del parametro.
Ad esempio se parametrizziamo la retta r cosı̀:
x = 2 + t
r: y=2− t
z = 5 + 4t
vediamo che A si ottiene per t = −1 e B si ottiene per t = 0. Dunque i punti della semiretta di
origine A e contenente B sono quelli corrispondenti ai valori del parametro t maggiori di −1.
Esercizio 3(c) Dato un vettore u, i vettori che hanno la stessa immagine di u tramite f sono tutti e
soli quelli che si possono scrivere nella forma u + t per qualche vettore t in ker f . Poiché sappiamo
dal punto (a) che il nucleo di f ha dimensione 1 e contiene, quindi, infiniti vettori, dato un qualsiasi
vettore u, esistono infiniti vettori che hanno la stessa immagine di u tramite f . Poiché è richiesto
di trovare tre vettori aventi la stessa immagine non nulla, basta allora scegliere un qualsiasi vettore
u tale che f (u) 6= 0 cioè tale che u ∈ / ker f . Poiché ker f è formato dai multipli di (−1, 1, −1, 1),
scegliamo, ad esempio, u := (1, 0, 0, 0). Sommiamo a questo vettore due distinti vettori non
nulli del nucleo di f e otteniamo, ad esempio, i vettori (1, 0, 0, 0) + (−1, 1, −1, 1) = (0, 1, −1, 1) e
(1, 0, 0, 0) + (1, −1, 1, −1) = (2, −1, 1, −1).
Esercizio 4(b) Se non avessimo calcolato preventivamente la dimensione della somma utilizzando la
formula di Grassmann, avremmo potuto considerare la matrice le cui colonne sono date dalle
componenti rispetto alla base canonica dei generatori della somma:
1 0 2 0
1 1 3 1
−1 −1 0 −4 .
0 1 2 0
Calcolando poi il rango di questa matrice con uno dei metodi usuali (il risultato sarà chiaramente
3) è facile poi determinare una base per E + F .
Esercizio 5(b) L’equazione dell’asse di un segmento può anche essere determinata tenendo conto del
fatto che è il luogo dei punti del piano equidistanti dagli estremi. Ad esempio un punto P := (x, y)
appartiene all’asse del segmento AC se e solo se la distanza di P da A e uguale alla distanza di P
da C, cioè se (x − 7)2 + (y − 4)2 = (x − 1)2 + (y − 6)2 . Espandendo questa uguaglianza troviamo
x2 − 14x + 49 + y 2 − 8y + 16 = x2 − 2x + 1 + y 2 − 12y + 36 da cui si ottiene 12x − 4y − 28 = 0
equivalente all’equazione 3x − y − 7 = 0 trovata con altro metodo.
Esercizio 5(c) Per trovare l’equazione della circonferenza senza determinare esplicitamente il centro e il
raggio si può considerare l’equazione cartesiana della generica circonferenza x2 +y 2 +ax+by+c = 0.
Imponendo il passaggio per A, B e C otteniamo il sistema
65 + 7a + 4b + c = 0
85 + 7a − 6b + c = 0
37 + a + 6b + c = 0
Questo documento riporta commenti, approfondimenti o metodi di soluzione alternativi per alcuni esercizi
dell’esame. Ovviamente alcuni esercizi potevano essere risolti utilizzando metodi ancora diversi. I testi
utilizzati si riferiscono a quelli della prima versione.
Esercizio 3(a) Per rispondere a questa domanda non serve calcolare il polinomio caratteristico e de-
terminare gli autovalori in funzione del parametro k.
Esercizio 3(b) Vediamo per esteso come determinare le matrici D e M . Calcoliamo innanzitutto il
polinomio caratteristico della matrice Ak (con k = 1):
−2 − x 1 1
1 = −x3 − 6x2 − 9x = −x(x + 3)2 .
det(A − xI) = 1 −2 − x
1 1 −2 − x
le cui soluzioni sono i vettori del tipo (−t − u, t, u) al variare di t e u in R. Una base per E(−3) è
allora formata dai vettori v1 := (−1, 1, 0) e v2 := (−1, 0, 1). Applichiamo ora il procedimento di
ortonormalizzazione di Gram-Schmidt. Poniamo
u1 := v1 ,
u2 := v2 + αu1 .
u1 = (−1, 1, 0) ,
1 1 1
u2 = (−1, 0, 1) − (−1, 1, 0) = − ,− ,1
2 2 2
formano una base ortogonale per E(−3).
Prima di proseguire può essere utile, per escludere eventuali errori di calcolo, controllare che i vettori
cosı̀ ottenuti siano effettivamente ortogonali facendone il prodotto scalare e che appartengano a
E(−3) verificando che soddisfino il sistema che dà gli autovettori relativi all’autovalore −3.
Per ottenere una base ortonormale di E(−3) basta
ora dividere
ciascun vettore della base ortogonale
per la propria norma, ottenendo cosı̀ i vettori − √12 , √12 , 0 e (− √16 , − √16 , √26 ).
Calcoliamo ora una base (non necessariamente ortonormale) dell’autospazio relativo a 0. Occorre
risolvere il sistema omogeneo:
−2 − 0 1 1 x 0
1 −2 − 0 1 y = 0 ,
1 1 −2 − 0 z 0
le cui soluzioni sono i vettori del tipo (t, t, t) al variare di t e in R. Una base per E(0) è allora formata
dal vettore (1, 1, 1). Poiché abbiamo un singolo vettore, per ottenere una base ortonormale di E(0)
è sufficiente dividere questo vettore per la propria norma, ottenendo cosı̀ il vettore √1 , √1 , √1 .
3 3 3
Per scrivere la matrice M riportiamo sulle sue colonne le componenti rispetto alla base canonica
dei vettori della base ortonormale di autovettori di Ak che abbiamo determinato in precedenza:
1
− √2 − √16 √13
Si sarebbe potuto scegliere anche un diverso ordine per gli autovalori: in tal caso anche la matrice
M dovrebbe essere modificata di conseguenza.
Esercizio 5(a) Per determinare il punto C avremmo anche potuto determinare la retta passante per
O = (0, 0) e A = (3, 1) la cui equazione cartesiana è x − 3y = 0 e la retta passante per O = (0, 0)
e B := (7, −2) la cui equazione cartesiana è 2x + 7y = 0. Intersecando queste due rette troviamo
le coordinate del punto C. Ovviamente questo metodo funziona perché i punti O, A e B non sono
allineati, vale a dire il parallelogramma non è degenere.
Esercizio 5(c) Determiniamo innanzitutto le rette cui appartengono i lati del parallelogramma. La
retta passante per O = (0, 0) e A = (3, 1) ha equazione cartesiana x − 3y = 0; la retta passante
per O = (0, 0) e B := (7, −2) ha equazione cartesiana 2x + 7y = 0, la retta passante per B e C
ha equazione cartesianax − 3y − 13 = 0 e la retta passante per A e C ha equazione cartesiana
2x + 7y − 13 = 0. Per ciascuna di queste rette dobbiamo trovare, tra i due semipiani che essa
delimita, qual è quello che contiene i punti interni al parallelogramma. Ad esempio, data la retta
passante per O e A, dobbiamo considerare il semipiano contenente il punto B (e di conseguenza
anche il punto C). Sostituendo nel polinomio x − 3y le coordinate di B, troviamo 7 − 3(−2) = 13.
Poiché 13 > 0 la disequazione che ci interessa è x − 3y > 0. Analogamente troviamo le altre
disequazioni.
Esercizio 2(a)
M.A. Per risolvere questo esercizio si poteva anche determinare la retta rAB passante per i punti
A e B la cui equazione è x − 3y + 60 = 0 e la retta rCD passante per i punti C e D la
cui equazione è x + y − 64 = 0. Poiché le due rette non sono parallele, si intersecano in un
punto H. Per vedere se H appartiene al segmento AB consideriamo i due semipiani in cui la
retta rCD divide il piano: questi semipiani sono descritti rispettivamente dalle disequazioni
x + y − 64 > 0 e x + y − 64 < 0. Poiché 30 + 30 − 64 < 0 e 39 + 33 − 64 > 0 i punti A e
B stanno in semipiani delimitati da rCD diversi: pertanto il punto H sta sul segmento AB.
Analogamente si vede che il punto H sta sul segmento CD.
I.D.E.A. Molti studenti hanno affermato che i segmenti AB e CD si intersecano poiché le rette
rAB e rBC non sono parallele. Questa affermazione è chiaramente sbagliata. Infatti affinché
i due segmenti si intersechino è necessario ma non sufficiente che le rette si intersechino. Le
rette infatti si possono intersecare in un punto esterno ad uno o ad entrambi i segmenti. Si
consiglia a questo proposito di dare qualche esempio.
I.D.E.A. Alcuni studenti hanno affermato che i segmenti AB e BC si intersecano se i punti C e
D appartengono a semipiani differenti delimitati dalla retta rAB . Anche questa affermazione
è sbagliata. Infatti in tal caso il punto di intersezione del segmento CD con la retta rAB è
chiaramente interno al segmento CD ma potrebbe essere esterno al segmento AB.
Esercizio 2 (b)
M.A. Abbiamo visto come rispondere alla domanda senza fare alcun calcolo e sfruttando il fatto
che, se un segmento interseca una retta r in un suo punto interno, allora gli estremi del
segmento appartengono a due semipiani differenti delimitati dalla retta r. Ovviamente si
sarebbe potuto rispondere alla domanda determinando innanzitutto le condizioni verificate
da tutti e soli i punti interni al triangolo di vertici A, B e C. Esse sono:
x − 3y + 60 < 0
x + 9y − 336 < 0
x − 30 > 0
A.U. Una rappresentazione geometrica può aiutare a capire. Ricordiamo che i sottospazi vettoriali
di dimensione 1 possono essere pensati come rette passanti per l’origine, mentre i sottospazi
affini di dimensione 1 possono essere pensati come rette non necessariamente passanti per
l’origine. Nel nostro caso il nucleo corrisponde alla retta r passante per l’origine e avente
(1, 1, −2) come vettore direttore, mentre le controimmagini non vuote corrispondono alle rette
parallele a r.
Se prendiamo quindi un vettore v non appartenente al nucleo e indichiamo con w la sua
immagine tramite f (cioè f (v) = w, il sottospazio affine v + ker f è formato da tutti i vettori
aventi per immagine w: questo sottospazio affine corrisponde a una retta s parallela a r e non
passante per l’origine. Due vettori distinti qualunque di questo sottospazio affine (cioè aventi
il punto finale su s) sono linearmente indipendenti perché se fossero linearmente dipendenti
dovrebbero essere uno multiplo dell’altro e, in particolare, la retta passante per i loro punti
finali (cioè s) dovrebbe passare per l’origine.
Esercizio 4(a)
I.D.E.A. Alcuni studenti hanno compiuto vari errori nel calcolo delle radici del polinomio carat-
teristico. Spesso l’errore è nato dalla lunghezza dei calcoli dovuta al fatto che si è scelto un
metodo lungo per il calcolo del determinante. In questo caso conviene ovviamente sviluppare
il determinante rispetto alla terza riga in modo tale che il polinomio caratteristico det(A − xI)
sia automaticamente fattorizzato nel prodotto di −x per un polinomio di secondo grado, le
cui radici sono facili da calcolare.
I.D.E.A. Alcuni studenti, per calcolare il polinomio caratteristico di A, hanno innanzitutto ope-
rato sulla matrice A operazioni elementari di riga, ottenendo una matrice A0 . Si tratta di un
errore grave. Infatti operando operazioni elementari di riga, il determinante e il rango della
matrice rimangono inalterati, ma variano autovettori ed autovalori.
Esercizio 4(b)
M.A. Si sarebbe potuto determinare una base dell’autospazio relativo a 0 osservando innanzitutto
che il rango di A è uguale a 1 e quindi l’autospazio ha dimensione uguale a 2 (spiegare perché).
Dobbiamo quindi determinare due vettori linearmente indipendenti aventi come immagine il
vettore nullo. A tale scopo osserviamo che la matrice A ha la prima e la terza colonna uguali
e quindi le immagini del primo e del terzo vettore della base canonica di R3 hanno la stessa
immagine (spiegare perché). Ne segue che il vettore v1 = (1, 0, −1), differenza dei due vettori
di cui sopra, ha come immagine il vettore nullo. Osserviamo poi che la seconda colonna della
matrice A è il doppio della prima colonna. Ne segue che il vettore v2 = (2, −1, 0) ha come
immagine il vettore nullo (spiegare perché). Si verifica facilmente che v1 e v2 sono linearmente
indipendenti.
I.D.E.A. Alcuni studenti hanno calcolato in modo esatto i vettori dell’autospazio di f . Sono
(−2h−k, h, k). Hanno poi però assegnato in modo sbagliato i valori ai parametri. Ricordiamo il
procedimento da seguire in questo caso. I parametri sono 2 , quindi l’autospazio ha dimensione
2. Una sua base si ottiene prima assegnando i valori (1, 0) a (h, k) e poi assegnando i valori
(0, 1) a (h, k).
I.D.E.A. Vari studenti hanno scritto “Il vettore (−2, 1, 0) forma una base di E(0) e il vettore
(−1, 0, 1) forma un’altra base di E(0)”. Questa affermazione è chiaramente sbagliata. Si
sarebbe dovuto scrivere “Il vettore (−2, 1, 0) è il primo vettore di una base di E(0) e il vettore
(−1, 0, 1) è il secondo vettore”.
I.D.E.A. Alcuni studenti, per fortuna pochi, hanno determinato autospazi la cui somma delle
dimensioni è maggiore di 3. Si tratta di un gravissimo errore. Sappiamo infatti che i vettori
delle singole basi degli autospazi, messi tutti insieme, sono linearmente indipendenti. Non
possono essere quindi in numero superiore a 3.
Esercizio 4(c)
M.A. Per ottenere la matrice D basta scrivere lungo la diagonale gli autovalori determinati in
precedenza, ciascuno un numero di volte uguale alla dimensione del corrispondente autospazio.
Dunque
0 0 0
D := 0 0 0 .
0 0 5
Per scrivere la matrice M riportiamo sulle sue colonne le componenti rispetto alla base
canonica dei vettori della base di autovettori di A che abbiamo determinato in precedenza:
−2 −1 1
M := 1 0 2 .
0 1 0
Si sarebbe potuto scegliere anche un diverso ordine per gli autovalori: in tal caso si sarebbe
dovuto modificare di conseguenza anche la matrice M (vedere il punto successivo).
I.D.E.A. Molti studenti hanno posto
5 0 0
D := 0 0 0 .
0 0 0
e
−2 −1 1
M := 1 0 2 .
0 1 0
Si tratta di un errore grave. Dal momento che abbiamo inserito al primo posto della diagonale
principale della matrice D l’autovalore 5 dobbiamo scegliere come prima colonna della matrice
M le coordinate del vettore di una base di E(5). Analogamente, dato che abbiamo inserito al
secondo e al terzo posto della matrice D il valore 0, dobbiamo inserire nella seconda e terza
colonna della matrice M le coordinate di due vettori che formano una base di E(0).
I.D.E.A. Alcuni studenti hanno determinato una matrice M avente chiaramente il determinante
nullo. Si tratta di un gravissimo errore. La matrice M deve avere il determinante non nullo
dal momento che si deve avere D = M −1 AM .
I.D.E.A. Alcuni studenti hanno posto sulla diagonale principale di D numeri che non sono auto-
valori di A. Grave errore: sulla diagonale principale di D compaiono solo gli autovalori di A.
Si consiglia di dimostrare questa affermazione.
I.D.E.A. Alcuni studenti, pochi per la verità, hanno determinato per ogni autospazio una base
ortonormale. In effetti non hanno compiuto alcun errore. Hanno però fatto tanti calcoli inutili.
Infatti non è richiesto che la matrice M sia ortonormale. Osserviamo che, poiché la matrice
A non è simmetrica, non esiste alcuna matrice M ortogonale che la diagonalizza. Osserviamo
infine che, anche scegliendo basi ortonormali in ogni autospazio, in questo caso non si ottiene
una base ortonormale per tutto lo spazio R3 . Infatti i vettori di E(5) non sono ortogonali ad
ambedue i vettori di una qualsiasi base di E(0). Provare per credere.
Esercizio 5(a)
M.A. Si può risolvere questo esercizio anche trovando il punto medio H = 5−1 3+1
2 , 2 = (2, 2) di
C e D, considerando il fascio di rette parallele a t: x + 2y + k = 0 e imponendo il passagio
per H ottenendo cosı̀ la condizione 2 + 2 · 2 + k = 0 da cui ricaviamo k = −6 che dà quindi
l’equazione x + 2y − 6 = 0.
Si può infatti dimostrare che ogni retta passante per il punto medio H di B e C è equidistante
dai punti B e C. Se chiamiamo E la proiezione ortogonale di B su r e F la proiezione
ortogonale di C su r vediamo che i triangoli BHE e CHF hanno gli angoli BEH \ e CF \ H
uguali (perché retti), gli angoli in BHE
\ e CHF \ uguali perché opposti al vertice e i lati BH e
CH uguali (perché H è punto medio di B e C). Dunque i triangoli BHE e CHF sono uguali:
in particolare i lati BE e CF sono uguali. Poiché la distanza di B da r è uguale alla distanza
di B da E e la distanza di C da r è uguale alla distanza di C da F abbiamo che B e C sono
equidistanti da r. Per completezza avremmo dovuto osservare che la retta passante per B e
C non è parallela a t: in tal caso infatti i punti B e C sarebbero stati equidistanti da ciascuna
retta parallela a t.
C
r
F
t
H
E
I.D.E.A. Alcuni studenti dopo aver determinato il punto medio H tra C e D hanno determinato
la retta ortogonale al segmento CD passante per H (ottenendo cosı̀ la retta di equazione
4x + 2y − 12 = 0). Questa retta è l’asse del segmento ma non è parallela a t (che ha equazione
x + 2y + 5). Il disegno dovrebbe aiutare a comprendere meglio la situazione.
Si noti che l’asse del segmento è la retta formata dai punti che sono equidistanti da B e C
ma dicendo che una retta è equidistante da B e C non si intende dire che ogni punto della
retta è equidistante da B e C. Anche qui, il disegno dovrebbe aiutare a comprendere meglio
la situazione.
Esercizio 5(c)
I.D.E.A. Alcuni studenti hanno calcolato l’area dei triangoli ACH e ADH supponendo che fossero
rettangoli in H cioè che la retta r fosse ortogonale alla retta passante per B e C. Questo
errore è simile al precedente: la retta r non è l’asse del segmento B e C. Anche qui, il disegno
dovrebbe aiutare a comprendere meglio la situazione.
Esercizio 6(a)
I.D.E.A. Alcuni studenti, dopo aver scritto l’equazione del fascio come (λ + 2µ)x + (2λ + µ)y +
(−3λ − µ)z + 2λ + 3µ = 0 e aver notato che la retta s ha vettore direttore (1, 3, 1) hanno
imposto come condizione di parallelismo tra retta e fascio
invece che
1 · (λ + 2µ) + 3 · (2λ + µ) + 1 · (−3λ − µ) = 0.
La condizione
1 · (λ + 2µ) + 3 · (2λ + µ) + 1 · (−3λ − µ) + 2λ + 3µ = 0
non è la condizione di parallelismo tra piano e retta ma è, semmai, la condizione di passaggio
per il punto (1, 3, 1).
Per ricordare la condizione di parallelismo tra un piano e un vettore in un riferimento cartesia-
no si può ragionare cosı̀: il piano di equazione ax+by+cz+d = 0 è parallelo al vettore (m, n, p)
se e solo se il vettore (a, b, c) (che è ortogonale al piano) è ortogonale al vettore (m, n, p) cioè
se e solo se il prodotto scalare tra questi due vettori (cioè am + bn + cp si annulla.
D’altra parte la condizione di parallelismo non può coinvolgere il termine noto del piano.
Infatti i due piani ax + by + cz + d = 0 e ax + by + cz + d0 = 0 sono tra loro paralleli e quindi
ogni vettore m, n, p) parallelo al primo piano è parallelo anche al secondo: se la condizione
fosse am + bn + cp + d = 0 avremmo (nel caso in cui d 6= d0 ) che am + bn + cp + d0 6= 0 cioè il
vettore m, n, p) sarebbe parallelo al primo piano ma non al secondo.
Esercizio 2(b)
M.A. Per rispondere a questo esercizio si poteva anche osservare che, scelti comunque i parametri,
le due rette non sono parallele per e quindi esistono infiniti piani, tutti tra loro paralleli,
paralleli alle rette date. Pertanto esistono infinite rette, tutte tra loro parallele, perpendicolari
a tali piani e quindi perpendicolari alle due rette. Una sola di queste rette passa per il punto
A.
I.D.E.A. Alcuni studenti hanno detto che dal momento che le rette r e s non sono parallele, allora
non può esistere nessuna retta ortogonale a entrambe: la proprietà che rette ortogonali alla
stessa retta sono fra loro parallele vale nel piano ma non nello spazio.
Esercizio 3(b)
I.D.E.A. Molti studenti hanno determinato la matrice M usando una base ortogonale. Ricordiamo
che, nonostante il nome, per avere una matrice ortogonale, si deve considerare una base
ortonormale. In effetti il nome “matrice ortogonale” può indurre in errore. D’altronde il
nome è usato in tutto il mondo: non è quindi possibile modificarlo.
Esercizio 3(c)
M.A. Per determinare un’altra matrice ortogonale N a partire dalla matrice M , si potrebbe anche
scambiare tra loro il secondo e terzo vettore e ottenere quindi la matrice
√2 √1
− 5 0
5
N := √15 0 √2 .
5
0 −1 0
La diagonalizzata di A rispetto a questa nuova base è sempre la matrice
0 0 0
D = 0 5 0
0 0 5
dal momento che il secondo e il terzo vettore sono autovettori con lo stesso autovettore.
I.D.E.A. Molti studenti hanno invece scambiato il primo con il secondo vettore. In tal caso però
la diagonalizzata di A è la matrice
5 0 0
D0 := 0 0 0 .
0 0 5
Esercizio 4(a)
I.D.E.A. Molti studenti hanno affermato che, affinché un sistema abbia una sola soluzione, il
sistema deve essere Crameriano: deve cioè avere un ugual numero di equazioni e di incognite
e il determinante della matrice dei coefficienti deve essere non nullo. Questa affermazione è
falsa. Si pensi per esempio al sistema:
x + 2y = 1
2x + y = 2 .
3x + 3y = 3
Il numero delle incognite è diverso dal numero delle equazioni (e, quindi, non si può neanche
fare il determinante della matrice del sistema, perché non è quadrata), eppure il sistema ha
una sola soluzione. Fare i calcoli. È invece vera l’affermazione che ogni sistema Crameriano ha
una sola soluzione. In altri termini gli studenti che hanno fatto questo errore hanno confuso
tra condizione necessaria e condizione sufficiente.
I.D.E.A. Molti studenti hanno compiuto un errore nel calcolo del rango della matrice At dei coeffi-
cienti del sistema. Hanno calcolato esattamente i valori per i quali si annullano i determinanti
dei due minori orlati a partire dal minore formato dalle prime due righe e due colonne. Il
determinante del primo minore si annulla per t = 1 e t = −1 mentre il determinante del
secondo minore si annulla per t = 0 e t = 1. Fin qui tutto giusto. Hanno però commesso
l’errore di affermare che il rango della matrice A è uguale a 2 per t = −1, t = 1 e t = 0. Infatti
per t = −1 il determinante del primo minore si annulla ma il determinante del secondo minore
è diverso da 0. Pertanto il rango della matrice A è uguale a 3. Analogamente per t = 0 il
determinante del secondo minore si annulla ma il determinante del primo minore è diverso da
0. Pertanto il rango della matrice A è uguale a 3. Solo per t = 1 il rango della matrice A è
uguale a 2. In tal caso infatti i determinanti di entrambi i minori si annullano.
Esercizio 5(a)
√ √
I.D.E.A Diversi√studenti√hanno risolto l’equazione 10t2 = 10 dicendo che era equivalente al-
l’equazione 10t = 10 e ottenendo √ quindi la√sola soluzione t = 1: la radice di t2 , tuttavia,
non è t ma è |t|. Quindi l’equazione 10t = 10 ha le due soluzioni t = 1 e t = −1. Geo-
metricamente questo corrisponde ai due quadrati di lato AB, posti simmetricamente rispetto
alla retta passante per AB. Per determinare quale delle due soluzioni dell’equazione andasse
scelta, occorreva considerare la condizione data dal testo dell’esercizio, che richiedeva che il
quadrato fosse contenuto nel semipiano delimitato da r e contenente l’origine.
Esercizio 5(c)
A.U. Notiamo che non è necessario determinare esplicitamente il punto P per determinare l’area
del triangolo ABP : infatti tutti i punti della retta s, essendo parallela alla retta r passante
per A e B hanno la medesima distanza da r; in altri termini, tutti i triangoli ABP con vertice
P sulla retta s hanno la stessa altezza relativa alla base AB e, quindi, la stessa area.
r
A
B
s
P2
P1
I.D.E.A Diversi studenti per calcolare l’area del triangolo ABP hanno scelto un certo lato come
base (ad esempio AP ) e poi per calcolare l’altezza relativa a tale base hanno calcolato la
distanza del punto B dal punto medio M del lato AP : cosı̀ facendo non si calcola la distanza
di B dalla retta passante per il lato AP ma la lunghezza di una mediana. Queste due misure
coincidono se e solo se AB = BP , cioè il triangolo è isoscele. Anche nel caso in cui il triangolo
fosse stato isoscele (e non era questo il caso) si sarebbe dovuto osservarlo esplicitamente e
dimostrarlo. Occorre fare attenzione a non fidarsi di quello che sembra di poter ricavare dalle
figure.
I.D.E.A Diversi studenti per calcolare l’area del triangolo ABP hanno calcolato la misura di due
lati (ad esempio AB e BP ) e hanno espresso l’area come prodotto di questi due lati diviso
2. Ciò vale solo in un caso particolare, cioè quando il triangolo è rettangolo in B: valgono le
stesse considerazioni appena esposte e cioè di non fidarsi delle figure.
Esercizio 6(a)
I.D.E.A Diversi studenti hanno commesso errori di calcolo nel ricavare le equazioni parametriche
di una retta a partire dalle equazioni cartesiane. A parte consigliare maggior attenzione, può
essere opportuno in questi casi fare una semplice verifica dei risultati ottenuti. Ad esempio,
se dalle equazioni cartesiane della retta r:
(
2x + y − z − 1 = 0
x + y − 2z + 2 = 0
M.A. Si poteva anche ragionare in questo modo: dopo aver visto che s ha parametri direttori
(1, 1, −2) consideriamo il fascio di piani passanti per r:
λ(x + y + z − 5) + µ(3x − y + z − 1) = 0,
vale a dire
(λ + 3µ)x + (λ − µ)y + (λ + µ)z − 5λ − µ = 0.
Ora imponiamo la condizione di parallelismo tra il piano generico del fascio e la retta s
ottenendo la condizione
(λ + 3µ) · 1 + (λ − µ) · 1 + (λ + µ) · (−2) = 0,
che, sviluppata, dà 0 = 0 cioè un’identità soddisfatta da tutti i valori di λ e µ. Pertanto tutti
i piani passanti per r sono paralleli a µ.
I.D.E.A. Alcuni studenti hanno impostato correttamente il problema come descritto poco sopra,
ma, arrivati all’identità 0 = 0 hanno dedotto che non c’era nessun piano: ricordiamo che
quando si ottiene un’identità significa che tutti i valori possibili sono soluzioni.
Esercizio 6(c)
M.A. Si poteva anche ragionare in questo modo: dopo aver visto che s ha parametri direttori
(1, 1, −2) consideriamo il fascio di piani passanti per r:
λ(x + y + z − 5) + µ(3x − y + z − 1) = 0,
vale a dire
(λ + 3µ)x + (λ − µ)y + (λ + µ)z − 5λ − µ = 0.
La condizione di ortogonalità tra il piano generico del fascio e la retta s può essere espressa
dicendo che i vettori (λ + 3µ, λ − µ, λ + µ) e (1, 1, −2) sono proporzionali: poiché non ci sono
valori per cui ciò accade, possiamo concludere che non ci sono piani passanti per r e ortogonali
a s.