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Facsimile 1 d’esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a.

2003-2004

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . . . . . .

ISTRUZIONI

• La prova dura 3 ore.


• Ti sono stati consegnati tre fogli, stampati fronte e retro. Come prima cosa scrivi su
ciascuno di essi negli spazi predisposti il tuo nome, cognome e numero di matricola.

• A fianco di ciascuna domanda è presente un doppio riquadro: in quello di sinistra è indicato


il punteggio corrispondente alla domanda in caso di risposta completamente corretta; quello di
destra è a disposizione della commissione per la correzione.
• I punteggi sono espressi in trentesimi. Un punteggio compreso tra 30 e 32 corrisponde ad un voto
di 30 trentesimi; un punteggio di almeno 33 corrisponde ad un voto di 30 trentesimi e lode.
• Per le risposte utilizza unicamente gli spazi riquadrati già predisposti. Quando richiesto, le risposte
vanno motivate brevemente, ma in maniera comprensibile.
• Se devi cambiare qualche risposta che hai già scritto sul foglio, fai in modo che sia chiaro per chi
correggerà il tuo compito quale sia la risposta definitiva. Se la risposta risultasse poco leggibile,
chiedi al docente un nuovo foglio e ritrascrivi su questo foglio tutte le risposte che hai dato.
• Al termine della prova devi consegnare unicamente i fogli che ti sono stati consegnati
dal docente. Non saranno ritirati eventuali fogli di brutta copia, integrazioni e simili.

1. Siano A e B due matrici quadrate dello stesso ordine.

2 (a) Se A e B sono invertibili allora la matrice A + B è invertibile:


 vero  falso
Se la risposta è ‘vero’ spiega perché, se la risposta è ‘falso’ mostra con un controesempio perché
è falso.

2 (b) Se A è invertibile allora la matrice A2 è invertibile:


 vero  falso
Se la risposta è ‘vero’ spiega perché, se la risposta è ‘falso’ mostra con un controesempio perché
è falso.

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2. Sia fissato nello spazio un sistema di riferimento cartesiano e sia dato il punto P := (x0 , y0 , z0 ).

2 (a) Determina il simmetrico H del punto P rispetto al piano π : z = 0.


H=( , , )
Motivazione:

(
y=0
2 (b) Determina il simmetrico K del punto P rispetto alla retta r : .
z=0
K=( , , )
Motivazione:

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3. Si considerino i due blocchi di condizioni:


 
 f (1, 1, 0) := (2, −1)
  f (1, 1, 0) := (2, −1)

C1 : f (0, 1, 1) := (3, 0) C2 : f (0, 1, 1) := (3, 0)
 
f (1, 2, 1) := (2, −1) f (1, −2, 1) := (2, −1)
 

3 (a) Per uno solo di questi due blocchi di condizioni esiste un unico omomorfismo f : R3 → R2 che
verifica tali condizioni. Indica quale blocco:
 C1  C2
Motivazione:

Nel resto dell’esercizio sia f l’omomorfismo determinato al punto precedente.

2 (b) L’omomorfismo f è iniettivo?


 sı̀  no
Motivazione:

2 (c) L’omomorfismo f è suriettivo?


 sı̀  no
Motivazione:

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4. Sia A la matrice a coefficienti reali:


 
2 −1 −2
A := 4 −2 −4 .
0 0 −1

4 (a) Determina gli autovalori di A e, per ciascuno di essi una base per il corrispondente autospazio.
Utilizza la tabella sottostante. In ciascuna riga scrivi un autovalore differente e una base per
il corrispondente autospazio (nota: il numero delle righe già presenti in tabella non è detto
che sia uguale al numero degli autovalori effettivamente presenti)
Autovalore λ Base dell’autospazio E(λ)

3 (b) A è diagonalizzabile?
 sı̀  no
Motivazione:

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5. Sia fissato nel piano un sistema di riferimento affine. Sia O l’origine di questo riferimento, sia U1
il punto unità dell’asse delle x e sia U2 il punto unità dell’asse delle y. Si considerino i punti A, B
e C dati in figura (i trattini sugli assi corrispondono ai punti unità):

C
y A x

U2 = (0, 1) B
O
U1 = (1, 0)

1 (a) Le coordinate dei punti A, B e C rispetto al sistema di riferimento fissato sono:


A=( , ), B = ( , ), C = ( , )

2 (b) La retta passante per i punti A e B ha equazione cartesiana:

Motivazione:

2 (c) L’insieme dei punti interni al triangolo di vertici A, B e C è definito dal sistema di disequazioni:

2 (d) Il punto D tale che il quadrilatero ABCD (attenzione all’ordine dei vertici!) sia un parallelo-
gramma ha coordinate:
D=( , )
Motivazione:

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6. Fissato nello spazio un sistema di riferimento cartesiano, siano dati i punti A := (0, 2, 4), B :=
(h, 1, 0), C := (1, k, 8).

2 (a) i tre punti sono allineati se e solo se:

Motivazione:

Nel resto dell’esercizio utilizza i valori dei parametri h e k determinati al punto


precedente.

1 (b) La retta r che passa per i punti A, B e C ha equazioni parametriche:



 x =




y =




z =

2 (c) La retta r determinata al punto precedente ha equazioni cartesiane:

2 (d) Il piano π passante per il punto A e perpendicolare alla retta r ha equazione cartesiana:

Motivazione:

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ISTRUZIONI

• La prova dura 3 ore.


• Ti sono stati consegnati tre fogli, stampati fronte e retro. Come prima cosa scrivi su
ciascuno di essi negli spazi predisposti il tuo nome, cognome e numero di matricola.

• A fianco di ciascuna domanda è presente un doppio riquadro: in quello di sinistra è indicato


il punteggio corrispondente alla domanda in caso di risposta completamente corretta; quello di
destra è a disposizione della commissione per la correzione.
• I punteggi sono espressi in trentesimi. Un punteggio compreso tra 30 e 32 corrisponde ad un voto
di 30 trentesimi; un punteggio di almeno 33 corrisponde ad un voto di 30 trentesimi e lode.
• Per le risposte utilizza unicamente gli spazi riquadrati già predisposti. Quando richiesto, le risposte
vanno motivate brevemente, ma in maniera comprensibile.
• Se devi cambiare qualche risposta che hai già scritto sul foglio, fai in modo che sia chiaro per chi
correggerà il tuo compito quale sia la risposta definitiva. Se la risposta risultasse poco leggibile,
chiedi al docente un nuovo foglio e ritrascrivi su questo foglio tutte le risposte che hai dato.
• Al termine della prova devi consegnare unicamente i fogli che ti sono stati consegnati
dal docente. Non saranno ritirati eventuali fogli di brutta copia, integrazioni e simili.

1. Sia V uno spazio vettoriale.

2 (a) Siano v1 , v2 e v3 vettori linearmente indipendenti di V . Siano w1 , w2 , w3 e w4 combinazioni


lineari di v1 , v2 e v3 . Allora:
 w1 , w2 , w3 e w4 sono linearmente indipendenti
 w1 , w2 , w3 e w4 sono linearmente dipendenti
 i dati assegnati non permettono di stabilire se w1 , w2 , w3 e w4 sono linearmente dipendenti
Motivazione:

2 (b) Siano v1 , v2 , v3 e v4 vettori linearmente indipendenti di V . Siano w1 , w2 e w3 combinazioni


lineari di v1 , v2 , v3 e v4 . Allora:
 w1 , w2 e w3 sono linearmente indipendenti
 w1 , w2 e w3 sono linearmente dipendenti
 i dati assegnati non permettono di stabilire se w1 , w2 e w3 sono linearmente dipendenti
Motivazione:

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Facsimile 2 d’esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2003-2004

2. Fissato nello spazio un sistema di riferimento cartesiano siano date le rette:



 x = x0 + mt
( 
a1 x + b1 x + c1 z + d1 = 0
r: s : y = y0 + nt
a2 x + b2 x + c2 z + d2 = 0 
z = z0 + pt

Sia verificata la condizione a1 m + b1 n + c1 p = 0. Allora:

 le rette r e s sono parallele


2 (a)  le rette r e s non sono parallele
 i dati assegnati non permettono di stabilire se le rette r e s sono parallele
Motivazione:

 le rette r e s sono ortogonali


2 (b)  le rette r e s non sono ortogonali
 i dati assegnati non permettono di stabilire se le rette r e s sono ortogonali
Motivazione:

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Facsimile 2 d’esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2003-2004

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3. Sia dato, al variare del parametro reale k, il sottoinsieme Ek di R4 cosı̀ definito:

Ek := (x, y, z, w) | x + k 2 y − z = k − 2


2 (a) Determina il valore di k per cui Ek è un sottospazio vettoriale di R4 :

k=
Motivazione:

Nel resto dell’esercizio utilizza il valore di k determinato al punto precedente.

(b) Determina una base ortonormale di Ek .

2 (c) Determina una base per un sottospazio F supplementare di Ek in R4 .

Motivazione:

Facsimile 2 - Pagina 3
Facsimile 2 d’esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2003-2004

4. Sia A la matrice a coefficienti reali:


 
1 −2 0
A :=  2 −4 0 .
−4 8 0

1 (a) Detto f l’endomorfismo di R3 la cui matrice rappresentativa rispetto alla base canonica è A,
determina una base del nucleo di f :

3 (b) Determina una base per ciascun autospazio di f . Utilizza la tabella sottostante. In ciascuna
riga scrivi un autovalore differente e una base per il corrispondente autospazio (nota: il nu-
mero delle righe già presenti in tabella non è detto che sia uguale al numero degli autovalori
effettivamente presenti)
Autovalore λ Base dell’autospazio E(λ)

3 (c) Determina una matrice diagonale A0 e una matrice invertibile M tali che A0 = M −1 AM .
   
   
   
0
   
A := 


 M := 



   
   

Motivazione:

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5. Sia fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano. Sia dato al variare del numero reale k il
punto B := (k, 2k).

2 (a) Determina tutti i valori di k per cui il quadrato di lato OB ha area uguale a 20:

k=
Motivazione:

Scegli uno dei valori di k determinati al punto a e utilizzalo nel resto dell’esercizio:
Valore di k scelto:

3 (b) Sia r la retta passante per i punti O e B e sia ρ il semipiano delimitato da r e contenente il
punto P := (0, 1). Determina i vertici C e D del quadrato OBCD contenuto in ρ.
C=( , ) D=( , )
Motivazione:

2 (c) Determina l’equazione cartesiana della circonferenza passante per i punti O, B, C e D trovati
al punto precedente.

Motivazione:

Facsimile 2 - Pagina 5
Facsimile 2 d’esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2003-2004

6. Fissato nello spazio un sistema di riferimento cartesiano, siano dati il piano π : x − 3y + 2z − 3 = 0,


il punto P := (2, −1, 6) e la sfera S : (x − 2)2 + (y + 1)2 + (z − 6)2 = 18.

2 (a) Determina la proiezione ortogonale H del punto P sul piano π.


H=( , , )
Motivazione:

3 (b) Detta γ la circonferenza intersezione di π e S, determina il raggio r e il centro C di γ.

C=( , , )
r=
Motivazione:

2 (c) Determina l’equazione cartesiana di una sfera S 0 , diversa da S, la cui intersezione con il piano
π è la circonferenza γ.

Motivazione:

Facsimile 2 - Pagina 6
Facsimile 3 d’esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2003-2004

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ISTRUZIONI

• La prova dura 3 ore.


• Ti sono stati consegnati tre fogli, stampati fronte e retro. Come prima cosa scrivi su
ciascuno di essi negli spazi predisposti il tuo nome, cognome e numero di matricola.

• A fianco di ciascuna domanda è presente un doppio riquadro: in quello di sinistra è indicato


il punteggio corrispondente alla domanda in caso di risposta completamente corretta; quello di
destra è a disposizione della commissione per la correzione.
• I punteggi sono espressi in trentesimi. Un punteggio compreso tra 30 e 32 corrisponde ad un voto
di 30 trentesimi; un punteggio di almeno 33 corrisponde ad un voto di 30 trentesimi e lode.
• Per le risposte utilizza unicamente gli spazi riquadrati già predisposti. Quando richiesto, le risposte
vanno motivate brevemente, ma in maniera comprensibile.
• Se devi cambiare qualche risposta che hai già scritto sul foglio, fai in modo che sia chiaro per chi
correggerà il tuo compito quale sia la risposta definitiva. Se la risposta risultasse poco leggibile,
chiedi al docente un nuovo foglio e ritrascrivi su questo foglio tutte le risposte che hai dato.
• Al termine della prova devi consegnare unicamente i fogli che ti sono stati consegnati
dal docente. Non saranno ritirati eventuali fogli di brutta copia, integrazioni e simili.

1. Sia V uno spazio vettoriale di dimensione 5. Siano E ed F due sottospazi vettoriali di V di


dimensioni rispettive 3 e 4.

2 (a) Determina la minima e la massima dimensione possibile per la somma E + F .


≤ dim(E + F ) ≤
Motivazione:

2 (b) Determina la minima e la massima dimensione possibile per l’intersezione E ∩ F .


≤ dim(E ∩ F ) ≤
Motivazione:

Facsimile 3 - Pagina 1
Facsimile 3 d’esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2003-2004

2. Siano A e B due matrici quadrate. Sia v un vettore non nullo che è autovettore di A relativamente
all’autovalore 2 ed è autovettore di B relativamente all’autovalore −6.

2 (a) Si consideri la matrice −3A.


 il vettore v è autovettore di −3A relativamente all’autovalore
 il vettore v non è autovettore di −3A
 i dati assegnati non permettono di stabilire se il vettore v è autovettore di −3A oppure no
Motivazione:

2 (b) Si consideri la matrice A + B.


 il vettore v è autovettore di A + B relativamente all’autovalore
 il vettore v non è autovettore di A + B
 i dati assegnati non permettono di stabilire se il vettore v è autovettore di A + B oppure no
Motivazione:

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Facsimile 3 d’esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2003-2004

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3. Sia dato l’omomorfismo f : R3 → R4 [x] cosı̀ definito:

f (a, b, c) := b + (a + b + 2c)x + (2a + b + 4c)x2 + 2bx3 .

1 (a) Determina la matrice rappresentativa di f rispetto alle basi canoniche di R3 e R4 [x]:


 
 
 
 
A := 



 
 

2 (b) Determina una base del nucleo di f .

Motivazione:

2 (c) Determina la matrice rappresentativa dell’omomorfismo f rispetto alla base di R3 formata dai
vettori v1 := (2, 0, −1), v2 := (1, 1, 0), v3 := (1, 0, 0) e alla base canonica di R4 [x].
 
 
 
0
 
A := 



 
 

2 (d) Determina f −1 (1 + 2x + 3x2 + 2x3 )

Facsimile 3 - Pagina 3
Facsimile 3 d’esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2003-2004
 
2 k −1
4. Sia data la matrice: A := −1 2 −1.
−1 −k 2 2

1 (a) Per quali valori di k esiste una matrice ortogonale M tale che M −1 AM sia una matrice
diagonale?

k=
Motivazione:

Scegliere uno degli eventuali valori di k determinati al punto a (se ce n’è più di
uno) e utilizzarlo nel resto dell’esercizio:

Valore di k scelto:

2 (b) Determina una base per ciascun autospazio di f . Utilizza la tabella sottostante. In ciascuna
riga scrivi un autovalore differente e una base per il corrispondente autospazio (nota: il nu-
mero delle righe già presenti in tabella non è detto che sia uguale al numero degli autovalori
effettivamente presenti)
Autovalore λ Base dell’autospazio E(λ)

3 (c) Determina una matrice diagonale A0 e una matrice ortogonale M tali che A0 = M −1 AM .
   
   
   
   
A0 := 


 M := 



   
   

1 (d) Esiste una matrice non ortogonale N tale che N −1 AN sia diagonale? Se sı̀, scrivere una tale
matrice, se no, spiegare perché non esiste.
 
 Non esiste una matrice N siffatta. Infatti:
 
 
 
N := 


 
 

Facsimile 3 - Pagina 4
Facsimile 3 d’esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2003-2004

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5. Sia fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano. Siano date le tre rette r1 : 3x − y − 3 = 0,
r2 : x − 3 = 0 e r3 : kx + 3y − 11 = 0, con k parametro reale.

2 (a) Determina il valore di k per cui le rette r1 , r2 e r3 appartengono allo stesso fascio di rette.

k=
Motivazione:

2 (b) Determina il valore di k per cui le rette r1 e r3 sono ortogonali.

k=
Motivazione:

Nel resto dell’esercizio utilizzare il valore di k determinato al punto (b) (r1 e r3


ortogonali).
2 (c) L’insieme dei punti interni al triangolo T individuato dalle rette r1 , r2 e r3 è definito dal
sistema di disequazioni:

1 (d) L’area del triangolo T è:

Facsimile 3 - Pagina 5
Facsimile 3 d’esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2003-2004

6. Fissato nello spazio un ( sistema di riferimento cartesiano, siano dati i punti A := (0, 4, 2) e B :=
y + 3z + 3 = 0
(3, 6, 0) e la retta r : .
x−y− z =0

2 (a) Determina l’equazione cartesiana del piano π passante per i punti A, B e parallelo alla retta
r

Motivazione

2 (b) Determina l’equazione cartesiana del piano σ passante per il punto A e ortogonale alla retta r

Motivazione:

2 (c) Determina la proiezione ortogonale H del punto B sul piano σ.


H=( , , )
Motivazione:

1 (d) Determina il simmetrico K del punto B rispetto al piano σ.


K=( , , )

Facsimile 3 - Pagina 6
10 dicembre 2003 - Esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2003-2004

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ISTRUZIONI

• La prova dura 3 ore.


• Ti sono stati consegnati tre fogli, stampati fronte e retro. Come prima cosa scrivi su
ciascuno di essi negli spazi predisposti il tuo nome, cognome e numero di matricola.
• A fianco di ciascuna domanda è presente un doppio riquadro: in quello di sinistra è indicato
il punteggio corrispondente alla domanda in caso di risposta completamente corretta; quello di
destra è a disposizione della commissione per la correzione.
• I punteggi sono espressi in trentesimi. Un punteggio compreso tra 30 e 32 corrisponde ad un voto
di 30 trentesimi; un punteggio di almeno 33 corrisponde ad un voto di 30 trentesimi e lode.
• Per le risposte utilizza unicamente gli spazi riquadrati già predisposti. Quando richiesto, le risposte
vanno motivate brevemente, ma in maniera comprensibile.
• Se devi cambiare qualche risposta che hai già scritto sul foglio, fai in modo che sia chiaro per chi
correggerà il tuo compito quale sia la risposta definitiva. Se la risposta risultasse poco leggibile,
chiedi al docente un nuovo foglio e ritrascrivi su questo foglio tutte le risposte che hai dato.
• Al termine della prova devi consegnare unicamente i fogli che ti sono stati consegnati
dal docente. Non saranno ritirati eventuali fogli di brutta copia, integrazioni e simili.

1. Sia V uno spazio vettoriale di dimensione 7. Sia E un sottospazio vettoriale di V di dimensione 4.

2 (a) Se F è un sottospazio vettoriale di V di dimensione 5, determina la minima dimensione


possibile per E ∩ F .
dim(E ∩ F ) ≥
Motivazione:

2 (b) Se G è un sottospazio vettoriale di V tale che E ∩ G = {0}, determina la massima dimensione


possibile per G.
dim G ≤
Motivazione:

Esame 10 dicembre 2003 - Pagina 1


10 dicembre 2003 - Esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2003-2004

2. Sia fissato nello spazio un sistema di riferimento affine.

2 (a) Siano dati i piani π1 : 2x − z − 2 = 0 e π2 : 2y + z = 0. Per quali valori del parametro reale k
il piano π : 4x − 6y − 5z + k = 0 appartiene al fascio di piani individuato da π1 e π2 ?

Motivazione:

2 (b) Siano dati i piani non paralleli π1 : a1 x + b1 y + c1 z + d1 = 0 e π2 : a2 x + b2 y + c2 z + d2 = 0.


Il piano π : ax + by + cz + d = 0 appartiene al fascio di piani individuato da π1 e π2 se e solo
se: (dà una condizione algebrica)

Motivazione:

Esame 10 dicembre 2003 - Pagina 2


10 dicembre 2003 - Esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2003-2004

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . .

3. Sia f : R3 → R4 l’omomorfismo definito dalle condizioni f (1, 0, 0) := (0, 2, 0, 1), f (0, 1, 0) :=


(3, 0, 2, 0) e f (0, 0, 1) := (0, 2, k − k 2 , k 2 ), con k parametro reale.

2 (a) Per quali valori di k l’immagine di f ha dimensione 2?

Motivazione:

Scegli uno degli eventuali valori di k determinati al punto a (se ce n’è più di uno)
e utilizzalo nel resto dell’esercizio:
Valore di k scelto:

2 (b) Determina una base del nucleo di f .

Motivazione:

2 (c) Esistono tre vettori distinti u, v e w che hanno la stessa immagine tramite f ? Se sı̀, scrivere
dei vettori siffatti, se no, spiegare perché non esistono.

 Tre vettori siffatti sono, ad esempio:  Non esistono vettori siffatti. Infatti:

Esame 10 dicembre 2003 - Pagina 3


10 dicembre 2003 - Esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2003-2004

4. Sia A la matrice a coefficienti reali:


 
2 0 0
A := −1 −1 2 .
1 −1 2

2 (a) Detto f l’endomorfismo di R3 la cui matrice rappresentativa rispetto alla base canonica è A,
determina una base del nucleo di f :

Motivazione:

3 (b) Determina una base per ciascun autospazio di f . Utilizza la tabella sottostante. In ciascuna
riga scrivi un autovalore differente e una base per il corrispondente autospazio (nota: il nu-
mero delle righe già presenti in tabella non è detto che sia uguale al numero degli autovalori
effettivamente presenti)
Autovalore λ Base dell’autospazio E(λ)

2 (c) Determina una matrice diagonale D e una matrice invertibile M tali che D = M −1 AM .
   
   
   
D := 


 M := 



   

Esame 10 dicembre 2003 - Pagina 4


10 dicembre 2003 - Esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2003-2004

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . .

5. Fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano siano dati i punti A := (1, 4) e B := (−1, 1)
e la retta r : 2x + y − 7 = 0.

2 (a) Determina un punto C sulla retta r in modo tale che il triangolo ABC sia rettangolo in B.
C=( , )
Motivazione:

2 (b) La circonferenza γ passante per i punti A, B e C ha equazione cartesiana:

Motivazione:

3 (c) L’insieme dei punti interni al triangolo di vertici A, B e C è definito dal sistema di disequazioni:

Esame 10 dicembre 2003 - Pagina 5


10 dicembre 2003 - Esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2003-2004

6. Fissato nello spazio un sistemadi riferimento cartesiano, siano dati il punto A := (2, 1, 2) e le rette
x = 2 + t
( 
x+ y +4=0
r: es: y=1+ t
2y − z − 1 = 0 
z= 3t

2 (a) Il piano π contenente r e passante per il punto A ha equazione:

Motivazione:

2 (b) Il piano σ contenente r e parallelo a s ha equazione:

Motivazione:

3 (c) Le rette r e s sono:


 coincidenti  incidenti  parallele e distinte  sghembe
Motivazione:

Esame 10 dicembre 2003 - Pagina 6


7 gennaio 2004 - Esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2003-2004

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . . .

ISTRUZIONI

• La prova dura 3 ore.


• Ti sono stati consegnati tre fogli, stampati fronte e retro. Come prima cosa scrivi su
ciascuno di essi negli spazi predisposti il tuo nome, cognome e numero di matricola.
• A fianco di ciascuna domanda è presente un doppio riquadro: in quello di sinistra è indicato
il punteggio corrispondente alla domanda in caso di risposta completamente corretta; quello di
destra è a disposizione della commissione per la correzione.
• I punteggi sono espressi in trentesimi. Un punteggio compreso tra 30 e 32 corrisponde ad un voto
di 30 trentesimi; un punteggio di almeno 33 corrisponde ad un voto di 30 trentesimi e lode.
• Per le risposte utilizza unicamente gli spazi riquadrati già predisposti. Quando richiesto, le risposte
vanno motivate brevemente, ma in maniera comprensibile.
• Se devi cambiare qualche risposta che hai già scritto sul foglio, fai in modo che sia chiaro per chi
correggerà il tuo compito quale sia la risposta definitiva. Se la risposta risultasse poco leggibile,
chiedi al docente un nuovo foglio e ritrascrivi su questo foglio tutte le risposte che hai dato.
• Al termine della prova devi consegnare unicamente i fogli che ti sono stati consegnati
dal docente. Non saranno ritirati eventuali fogli di brutta copia, integrazioni e simili.

1. Fissato nello spazio un sistema di riferimento affine, siano dati il piano π : 3x − 2y + z − 1 = 0 e i


punti A := (2, −2, 3) e B := (−3, 1, 1).

2 (a) Determinare la disequazione del semispazio delimitato da π e contenente A e la disequazione


del semispazio delimitato da π e contenente B.
Semispazio Semispazio
contenente A: contenente B:
Motivazione:

2 (b) Il segmento di estremi A e B interseca il piano π?


 Sı̀  No
Motivazione:

Esame 7 gennaio 2004 - Pagina 1


7 gennaio 2004 - Esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2003-2004

2. Sia dato un omomorfismo di spazi vettoriali f : R5 → R4 .


Sia f (1, 2, 0, 1, 0) = (0, 0, 0, 0) e f (0, 1, 2, 0, 0) = (0, 0, 0, 0).

2 (a) L’omomorfismo f è suriettivo?


 sicuramente sı̀
 sicuramente no
 i dati assegnati non permettono di stabilire se f è suriettivo o no
Motivazione:

2 (b) Si consideri il vettore v := (1, 0, 0, 0, 0) di R5 . Esiste in R5 un vettore w diverso da v tale che


f (v) = f (w)?
 sicuramente sı̀
 sicuramente no
 i dati assegnati non permettono di stabilire se esiste un vettore w o no
Motivazione:

Esame 7 gennaio 2004 - Pagina 2


7 gennaio 2004 - Esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2003-2004

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . .

3. Sia E il sottospazio vettoriale di R4 generato dai vettori u := (0, 2, 0, 1), v := (3, 0, 2, 0).

3 (a) Per quali valori del parametro reale k il vettore w := (0, 2, k − k 2 , k 2 ) appartiene ad E?

Motivazione:

2 (b) Si consideri il sottospazio F := {(x, y, z, w) | x + y − z + w = 0}. Determinare una base per


E ∩ F.

Motivazione:

2 (c) La dimensione di E + F è:

Motivazione:

Esame 7 gennaio 2004 - Pagina 3


7 gennaio 2004 - Esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2003-2004

4. Sia A la matrice a coefficienti reali:


 
−1 2 0
A :=  2 0 −1 .
0 2 −1

2 (a) Detto f l’endomorfismo di R3 la cui matrice rappresentativa rispetto alla base canonica è A,
calcolare f (−2, 1, −2):

Motivazione:

2 (b) Per quali valori di k il vettore (1, 0, k) è autovettore di f ?

Motivazione:

3 (c) Determinare la matrice rappresentativa di f rispetto alla base di R3 formata dai vettori
(−2, 1, −2), (1, 0, 2), (1, 1, 1).
 
 
 
B := 



 

Esame 7 gennaio 2004 - Pagina 4


7 gennaio 2004 - Esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2003-2004

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . .

5. Fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano siano dati i punti A := (1, 4), B := (−2, 1) e
C := (2, 7).

2 (a) Determinare un punto D tale che ABCD sia un parallelogramma (fare attenzione all’ordine
dei vertici).
D=( , )
Motivazione:

2 (b) L’area del parallelogramma ABCD è:

Motivazione:

3 (c) Sia s la retta passante per i punti C e D e siano E e F le proiezioni ortogonali su s di A e B


rispettivamente. L’area del rettangolo ABF E è uguale a:

Motivazione:

Esame 7 gennaio 2004 - Pagina 5


7 gennaio 2004 - Esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2003-2004

6. Fissato
( nello spazio un sistema di riferimento cartesiano, siano dati il punto A := (2, 1, 3) e la retta
x+y −2=0
r:
x − 2z =0

2 (a) Il piano π contenente r e passante per il punto A ha equazione:

Motivazione:

2 (b) Il piano σ ortogonale a r e passante per il punto A ha equazione:

Motivazione:

3 (c) La distanza tra il punto A e la retta r è:

Motivazione:

Esame 7 gennaio 2004 - Pagina 6


30 marzo 2004 - Esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2003-2004

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . . .

ISTRUZIONI

• La prova dura 3 ore.


• Ti sono stati consegnati tre fogli, stampati fronte e retro. Come prima cosa scrivi su
ciascuno di essi negli spazi predisposti il tuo nome, cognome e numero di matricola.
• A fianco di ciascuna domanda è presente un doppio riquadro: in quello di sinistra è indicato
il punteggio corrispondente alla domanda in caso di risposta completamente corretta; quello di
destra è a disposizione della commissione per la correzione.
• I punteggi sono espressi in trentesimi. Un punteggio compreso tra 30 e 32 corrisponde ad un voto
di 30 trentesimi; un punteggio di almeno 33 corrisponde ad un voto di 30 trentesimi e lode.
• Per le risposte utilizza unicamente gli spazi riquadrati già predisposti. Quando richiesto, le risposte
vanno motivate brevemente, ma in maniera comprensibile.
• Se devi cambiare qualche risposta che hai già scritto sul foglio, fai in modo che sia chiaro per chi
correggerà il tuo compito quale sia la risposta definitiva. Se la risposta risultasse poco leggibile,
chiedi al docente un nuovo foglio e ritrascrivi su questo foglio tutte le risposte che hai dato.
• Al termine della prova devi consegnare unicamente i fogli che ti sono stati consegnati
dal docente. Non saranno ritirati eventuali fogli di brutta copia, integrazioni e simili.

1. Fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano, siano dati il punto A := (1, −2) e la
circonferenza γ : (x − 2)2 + (y + 4)2 = 4. Allora:

 per il punto A passano due rette tangenti distinte alla circonferenza γ


2 (a)  per il punto A passa un’unica retta tangente alla circonferenza γ
 per il punto A non passano rette tangenti alla circonferenza γ
Motivazione:

2 (b) Il segmento congiungente A con il centro C di γ interseca la circonferenza γ?


 Sı̀  No
Motivazione:

Esame 30 marzo 2004 - Pagina 1


30 marzo 2004 - Esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2003-2004

2. Sia V uno spazio vettoriale di dimensione 4 e siano E ed F due sottospazi di V con dim E = 3 e
dim F = 2. Inoltre F non è contenuto in E.

2 (a) La somma E + F è diretta?


 sicuramente sı̀
 sicuramente no
 i dati assegnati non permettono di stabilire se E + F è diretta o no
Motivazione:

2 (b) Vale l’uguaglianza E + F = V ?


 sicuramente sı̀
 sicuramente no
 i dati assegnati non permettono di stabilire se E + F = V o no
Motivazione:

Esame 30 marzo 2004 - Pagina 2


30 marzo 2004 - Esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2003-2004

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . .

3. Sia dato, al variare del parametro reale k, il sottoinsieme Ek di R3 cosı̀ definito:

Ek := (x, y, z) | 2x + (k 2 + k)y + 3z = k 2 − 1


2 (a) Determina i valori di k per cui Ek è un sottospazio affine di R3 :

Motivazione:

2 (b) Determina i valori di k per cui Ek è un sottospazio vettoriale di R3 :

Motivazione:

Scegli uno dei valori di k determinati al punto b e utilizzalo nel resto dell’esercizio
Valore di k scelto:

3 (c) Determina una base per un sottospazio F supplementare di Ek in R3 .

Motivazione:

Esame 30 marzo 2004 - Pagina 3


30 marzo 2004 - Esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2003-2004

4. Sia dato l’endomorfismo f di R4 definito da f (x, y, z, w) := (x + y, −x − y, −w, z + 2w).

2 (a) Il vettore v := (1, 0, 0, 0) appartiene all’immagine di f ?


 sı̀  no
Motivazione:

3 (b) Determina gli autovalori di f e, per ciascuno di essi una base per il corrispondente autospazio.
Utilizza la tabella sottostante. In ciascuna riga scrivi un autovalore differente e una base per
il corrispondente autospazio (nota: il numero delle righe già presenti in tabella non è detto
che sia uguale al numero degli autovalori effettivamente presenti)
Autovalore λ Base dell’autospazio E(λ)

2 (c) f è diagonalizzabile?
 sı̀  no
Motivazione:

Esame 30 marzo 2004 - Pagina 4


30 marzo 2004 - Esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2003-2004

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . .

5. Sia fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano. Siano date le tre rette r : 2x − y − 1 = 0,
s : 4x + 3y − 17 = 0 e tk : 2x + ky − 6 = 0, con k parametro reale.

2 (a) Determina tutti i valori di k per cui le rette r, s e tk appartengono allo stesso fascio di rette.

Motivazione:

2 (b) Determina il valore di k per cui le rette r e tk sono ortogonali.

Motivazione:

Nel resto dell’esercizio utilizza il valore di k determinato al punto (b) (r e tk


ortogonali).
3 (c) L’insieme dei punti interni al triangolo T individuato dalle rette r, s e tk è definito dal sistema
di disequazioni:

Esame 30 marzo 2004 - Pagina 5


30 marzo 2004 - Esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2003-2004

6. Fissato nello spazio un sistema di riferimento


 cartesiano, siano dati il punto A := (1, 3, 2), la retta
( x = 1 − 2t
x+y+ z−1=0


r: e la retta s : y = 2 + 4t
x − 2z =0 
z=3+t

3 (a) Il piano π passante per il punto A e parallelo sia a r che a s ha equazione:

Motivazione:

2 (b) Il piano σ contenente r e ortogonale a π ha equazione:

Motivazione:

2 (c) La proiezione ortogonale di r sul piano π ha equazioni cartesiane:

Motivazione:

Esame 30 marzo 2004 - Pagina 6


15 settembre 2004 - Esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2003-2004

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . . .

ISTRUZIONI

• La prova dura 3 ore.


• Ti sono stati consegnati tre fogli, stampati fronte e retro. Come prima cosa scrivi su
ciascuno di essi negli spazi predisposti il tuo nome, cognome e numero di matricola.
• A fianco di ciascuna domanda è presente un doppio riquadro: in quello di sinistra è indicato
il punteggio corrispondente alla domanda in caso di risposta completamente corretta; quello di
destra è a disposizione della commissione per la correzione.
• I punteggi sono espressi in trentesimi. Un punteggio compreso tra 30 e 32 corrisponde ad un voto
di 30 trentesimi; un punteggio di almeno 33 corrisponde ad un voto di 30 trentesimi e lode.
• Per le risposte utilizza unicamente gli spazi riquadrati già predisposti. Quando richiesto, le risposte
vanno motivate brevemente, ma in maniera comprensibile.
• Se devi cambiare qualche risposta che hai già scritto sul foglio, fai in modo che sia chiaro per chi
correggerà il tuo compito quale sia la risposta definitiva. Se la risposta risultasse poco leggibile,
chiedi al docente un nuovo foglio e ritrascrivi su questo foglio tutte le risposte che hai dato.
• Al termine della prova devi consegnare unicamente i fogli che ti sono stati consegnati
dal docente. Non saranno ritirati eventuali fogli di brutta copia, integrazioni e simili.

1. Siano A e B due matrici quadrate. Sia v un vettore non nullo che è autovettore di A relativamente
all’autovalore 3 ed è autovettore di B relativamente all’autovalore −2.

2 (a) Si consideri la matrice 4AB.


 il vettore v è autovettore di 4AB relativamente all’autovalore
 il vettore v non è autovettore di 4AB
 i dati assegnati non permettono di stabilire se il vettore v è autovettore di 4AB oppure no
Motivazione:

2 (b) Si consideri la matrice B 2 .


 il vettore v è autovettore di B 2 relativamente all’autovalore
 il vettore v non è autovettore di B 2
 i dati assegnati non permettono di stabilire se il vettore v è autovettore di B 2 oppure no
Motivazione:

Esame 15 settembre 2004 - Pagina 1


15 settembre 2004 - Esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2003-2004

2. Sia fissato nel piano un sistema di riferimento euclideo. Siano dati i tre punti non allineati A :=
(1, 5), B := (3, 1) e P := (x0 , y0 ). Sia γ la circonferenza passante per A, B e P .

2 (a) Il segmento di estremi A e B è un diametro di γ se e solo se: (dà una condizione algebrica)

Motivazione:

2 (b) Il segmento di estremi A e P è un diametro di γ se e solo se: (dà una condizione algebrica)

Motivazione:

Esame 15 settembre 2004 - Pagina 2


15 settembre 2004 - Esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2003-2004

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . .

3. Sia dato al variare del parametro reale k il sistema lineare nelle incognite x, y e z:

 x + ky + z = 3

x + y + 3z = k

x + y + 2kz = 2

3 (a) Per quali valori di k il sistema ha esattamente una soluzione?

Motivazione:

2 (b) Per k = 1 il sistema è risolubile? Se sı̀, scrivere le soluzioni del sistema, se no, spiegare perché.

 Il sistema è risolubile.  Il sistema non è risolubile:


Le soluzioni sono:


 x=





y=






z=

3
2 (c) Per k = 2 il sistema è risolubile? Se sı̀, scrivere le soluzioni del sistema, se no, spiegare perché.

 Il sistema è risolubile.  Il sistema non è risolubile:


Le soluzioni sono:


 x=





y=






z=

Esame 15 settembre 2004 - Pagina 3


15 settembre 2004 - Esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2003-2004

4. Sia f l’endomorfismo di R3 la cui matrice rappresentativa rispetto alla base canonica è:
 
3 1 −3
A := 3 −1 −3 .
1 1 −1

2 (a) Determinare rispetto a quale autovalore il vettore (2, 1, 1) è autovettore di f .

Motivazione:

2 (b) Determinare una base del nucleo di f .

Motivazione:

3 (c) Determinare la matrice rappresentativa di f rispetto alla base di R3 formata dai vettori
(2, 1, 1), (1, 0, 1), (1, −1, 1).
 
 
B := 


Esame 15 settembre 2004 - Pagina 4


15 settembre 2004 - Esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2003-2004

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . .

5. Fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano siano dati i punti A := (1, 5) e B := (2, 3) e
la retta r : 8x − 11y + 27 = 0.

2 (a) Determina un punto C sulla retta r in modo tale che il triangolo ABC sia rettangolo in B.
C=( , )
Motivazione:

2 (b) Determina un punto D sulla retta r in modo tale che il triangolo ABD sia isoscele con base
AB (cioè AD = BD).
D=( , )
Motivazione:

3 (c) L’insieme dei punti interni al triangolo di vertici A, B e D è definito dal sistema di disequazioni:

Esame 15 settembre 2004 - Pagina 5


15 settembre 2004 - Esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2003-2004

6. Fissato nello spazio un sistema di riferimento cartesiano, siano dati il punto P := (1, 2, −3) e il
piano π : 2x − 3y + 4z − 13 = 0.

2 (a) La sfera S centrata in P e tangente il piano π ha equazione:

Motivazione:

2 (b) Il punto H di tangenza tra π e S ha coordinate:


H=( , , )
Motivazione:

3 (c) Trovare le equazioni di tutti i piani paralleli a π la cui intersezione con S è una circonferenza
di raggio 2:

Motivazione:

Esame 15 settembre 2004 - Pagina 6


14 dicembre 2004 - Esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2004-2005

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . . .

ISTRUZIONI
• La prova dura 3 ore.
• Ti sono stati consegnati tre fogli, stampati fronte e retro. Come prima cosa scrivi su
ciascuno di essi negli spazi predisposti il tuo nome, cognome e numero di matricola.
• A fianco di ciascuna domanda è presente un doppio riquadro: in quello di sinistra è indicato
il punteggio corrispondente alla domanda in caso di risposta completamente corretta; quello di
destra è a disposizione della commissione per la correzione.
• I punteggi sono espressi in trentesimi. Un punteggio compreso tra 30 e 32 corrisponde ad un voto
di 30 trentesimi; un punteggio di almeno 33 corrisponde ad un voto di 30 trentesimi e lode.
• Per le risposte utilizza unicamente gli spazi riquadrati già predisposti. Quando richiesto, le risposte
vanno motivate brevemente, ma in maniera comprensibile.
• Se devi cambiare qualche risposta che hai già scritto sul foglio, fai in modo che sia chiaro per chi
correggerà il tuo compito quale sia la risposta definitiva. Se la risposta risultasse poco leggibile,
chiedi al docente un nuovo foglio e ritrascrivi su questo foglio tutte le risposte che hai dato.
• Al termine della prova devi consegnare unicamente i fogli che ti sono stati consegnati
dal docente. Non saranno ritirati eventuali fogli di brutta copia, integrazioni e simili.

1. Si consideri la base di R3 formata dai vettori v1 := (1, 0, 0), v2 := (1, 1, 0) e v3 := (1, 1, 1). Si
considerino i vettori w1 := (1, 3, 1, 2) e w2 := (2, 1, 3, −1) di R4 . Sia f : R3 → R4 l’applicazione
lineare definita da f (v1 ) := w1 , f (v2 ) := w2 , f (v3 ) := 2w1 − 3w2 .
2 (a) L ’applicazione f è suriettiva?
 Sı̀  No  I dati assegnati non sono sufficienti a stabilire se f è suriettiva o no
Motivazione:

2 (b) L ’applicazione f è iniettiva?


 Sı̀  No  I dati assegnati non sono sufficienti a stabilire se f è iniettiva o no
Motivazione:

Esame 14 dicembre 2004 - Pagina 1


14 dicembre 2004 - Esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2004-2005

2. Fissato nello spazio un sistema di riferimento euclideo siano date le rette:



 x = 1 + kt
(
x − 2z − 3 = 0

rk : y = 2 − kt s:
 y + 2z − 4 = 0
z = −1 + 2t

dove k è un parametro reale.


2 (a) Per quali valori di k le rette rk e s sono parallele?

Motivazione:

2 (b) Per che valori di k le rette rk e s sono ortogonali?

Motivazione:

Esame 14 dicembre 2004 - Pagina 2


14 dicembre 2004 - Esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2004-2005

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . .

3. Sia f l’endomorfismo di R3 [x] definito da:

f (a + bx + cx2 ) := 2a + (a + b + c)x − ax2 .

1 (a) Determinare la matrice rappresentativa di f rispetto alla base canonica di R3 [x].


 
 
 
 
 
 

2 (b) Determinare una base del nucleo di f .

Motivazione:

2 (c) Stabilire se il polinomio p(x) := 2 + x − x2 è autovettore di f e in caso affermativo rispetto a


quale autovalore.
 il polinomio p(x) è autovettore di f relativamente all’autovalore
 il polinomio p(x) non è autovettore di f
Motivazione:

2 (d) Determinare la matrice rappresentativa di f rispetto alla base di R3 [x] formata dai polinomi
x − x2 , 2 + x − x2 , x.
 
 
 
 
 
 

Esame 14 dicembre 2004 - Pagina 3


14 dicembre 2004 - Esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2004-2005

4. Sia E il sottospazio vettoriale di R4 generato dai tre vettori u := (1, 0, 2, 0), v := (0, 3, 0, 2) e
w := (k 2 , 0, 2, k − k 2 ), dove k è un parametro reale.

2 (a) Determinare i valori di k per cui si ha dim E < 3.

Motivazione:

Scegli uno degli eventuali valori di k determinati al punto a (se ce n’è più di uno)
e utilizzalo nel resto dell’esercizio:
Valore di k scelto:

1 (b) La dimensione di E è:

2 (c) Determinare una base di un sottospazio F supplementare di E in R4 .

2 (d) Esiste un sottospazio G di R4 diverso da F e supplementare di E? Se sı̀, scrivere una base di


G, se no, spiegare perché non esiste.

 Una base per G è:  Non esiste un sottospazio G con le proprietà


richieste. Infatti:

Esame 14 dicembre 2004 - Pagina 4


14 dicembre 2004 - Esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2004-2005

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . .

5. Fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano sia dato il punto C := (3, 2) e la retta
r : 2x − y − 9 = 0.

2 (a) La circonferenza γ centrata in C e tangente la retta r ha equazione:

Motivazione:

2 (b) Determina il punto di tangenza H tra la retta r e la circonferenza γ.


H=( , )
Motivazione:

3 (c) L’insieme dei punti interni al triangolo di vertici C, H e O := (0, 0) è definito dal sistema di
disequazioni:

Esame 14 dicembre 2004 - Pagina 5


14 dicembre 2004 - Esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2004-2005

( spazio un sistema di riferimento cartesiano, siano dati il punto P := (4, 7, −2) e la


6. Fissato nello
x + y − 3z + 1 = 0
retta r :
x − 2y + 2z − 2 = 0

2 (a) La retta s parallela a r e passante per P ha equazioni:

Motivazione:

2 (b) Il piano π contenente sia r sia s ha equazione cartesiana:

Motivazione:

3 (c) La distanza tra r e s è:

Motivazione:

Esame 14 dicembre 2004 - Pagina 6


13 gennaio 2005 - Soluzione esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2004-2005

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . . .

ISTRUZIONI
• La prova dura 3 ore.
• Ti sono stati consegnati tre fogli, stampati fronte e retro. Come prima cosa scrivi su
ciascuno di essi negli spazi predisposti il tuo nome, cognome e numero di matricola.
• A fianco di ciascuna domanda è presente un doppio riquadro: in quello di sinistra è indicato
il punteggio corrispondente alla domanda in caso di risposta completamente corretta; quello di
destra è a disposizione della commissione per la correzione.
• I punteggi sono espressi in trentesimi. Un punteggio compreso tra 30 e 32 corrisponde ad un voto
di 30 trentesimi; un punteggio di almeno 33 corrisponde ad un voto di 30 trentesimi e lode.
• Per le risposte utilizza unicamente gli spazi riquadrati già predisposti. Quando richiesto, le risposte
vanno motivate brevemente, ma in maniera comprensibile.
• Se devi cambiare qualche risposta che hai già scritto sul foglio, fai in modo che sia chiaro per chi
correggerà il tuo compito quale sia la risposta definitiva. Se la risposta risultasse poco leggibile,
chiedi al docente un nuovo foglio e ritrascrivi su questo foglio tutte le risposte che hai dato.
• Al termine della prova devi consegnare unicamente i fogli che ti sono stati consegnati
dal docente. Non saranno ritirati eventuali fogli di brutta copia, integrazioni e simili.

1. Sia dato, al variare del parametro reale k, il sottospazio affine Ek di R3 cosı̀ definito:
Ek := {(x, y, z) | 2x − 3y + 4z = k 2 − k}
2 (a) Determina i valori di k per cui Ek è un sottospazio vettoriale di R3 :

Motivazione:

2 (b) Scegli k1 tale che Ek1 sia un sottospazio vettoriale e k2 tale che Ek2 non sia un sottospazio
vettoriale.
Valori scelti: k1 = k2 =
Il sottospazio affine Ek2 è parallelo al sottospazio vettoriale Ek1 ?
 Sı̀  No
Motivazione:

Soluzione esame 13 gennaio 2005 - Pagina 1


13 gennaio 2005 - Soluzione esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2004-2005

2. Fissato nel piano un sistema di riferimento affine sia data la retta:


(
x = 4 + 3t
r:
y=4− t

2 (a) Il segmento di estremi A := (1, 2) e B := (2, 5) interseca la retta r?


 Sı̀  No
Motivazione:

2 (b) La semiretta di origine A := (1, 2) e contenente C := (1, 4) interseca la retta r?


 Sı̀  No
Motivazione:

Soluzione esame 13 gennaio 2005 - Pagina 2


13 gennaio 2005 - Soluzione esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2004-2005

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . .

3. Sia f : R4 → R3 l’omomorfismo definito da: f (x, y, z, w) := (x+2z+w, 2x+y+5z, 2x+2y+6z−2w).

2 (a) Determinare una base dell’immagine f .

Motivazione:

2 (b) Il vettore v := (1, 1, 0) appartiene all’immagine di f ?


 sı̀  no
Motivazione:

3 (c) Esistono due vettori distinti u e w di R4 tali che f (u) = f (w)?


 sı̀  no
Motivazione:

Soluzione esame 13 gennaio 2005 - Pagina 3


13 gennaio 2005 - Soluzione esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2004-2005
 
0 k−1 1−k
4. Sia data la matrice: Ak := 1 0 1  dove k è un parametro reale.
1 0 1
2 (a) Determinare gli autovalori di Ak .

Motivazione:

2 (b) Determinare i valori di k per cui Ak è diagonalizzabile.

Motivazione:

Scegliere uno degli eventuali valori di k determinati al punto b (se ce n’è più di
uno) e utilizzarlo nel resto dell’esercizio:
Valore di k scelto:

3 (c) Determinare una matrice diagonale D e una matrice invertibile M tali che D = M −1 Ak M .
   
   
D := 


 M := 


Soluzione esame 13 gennaio 2005 - Pagina 4


13 gennaio 2005 - Soluzione esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2004-2005

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . .

5. Fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano sia dato il punto A := (3, 2) e la retta
r : 2x + y − 13 = 0.

2 (a) Il simmetrico B di A rispetto a r ha coordinate:


B=( , )
Motivazione:

2 (b) Determina tutti i punti C tali che ABC sia un triangolo equilatero.

Motivazione:

3 (c) Fissato uno dei punti C determinati al punto precedente si trovi il perimetro e l’area del
triangolo ABC

Motivazione:

Soluzione esame 13 gennaio 2005 - Pagina 5


13 gennaio 2005 - Soluzione esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2004-2005

6. Fissato nello spazio un sistema di riferimento cartesiano, si considerino i punti A := (0, 2, 0),
B := (1, 3, 3), C := (4, 5, 5), e D := (1, 2, k).
2 (a) Determinare i valori di k per cui i punti A, B, C e D sono complanari:

Motivazione:

2 (b) Fissato il valore di k determinato alla domanda precedente, determinare l’equazione del piano
passante per i punti A, B, C e D:

Motivazione:

3 (c) La distanza tra il punto C e la retta r passante per A e B è:

Motivazione:

Soluzione esame 13 gennaio 2005 - Pagina 6


13 aprile 2005 - Esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2004-2005

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . . .

ISTRUZIONI

• La prova dura 3 ore.


• Ti sono stati consegnati tre fogli, stampati fronte e retro. Come prima cosa scrivi su
ciascuno di essi negli spazi predisposti il tuo nome, cognome e numero di matricola.
• A fianco di ciascuna domanda è presente un doppio riquadro: in quello di sinistra è indicato
il punteggio corrispondente alla domanda in caso di risposta completamente corretta; quello di
destra è a disposizione della commissione per la correzione.
• I punteggi sono espressi in trentesimi. Un punteggio compreso tra 30 e 32 corrisponde ad un voto
di 30 trentesimi; un punteggio di almeno 33 corrisponde ad un voto di 30 trentesimi e lode.
• Per le risposte utilizza unicamente gli spazi riquadrati già predisposti. Quando richiesto, le risposte
vanno motivate brevemente, ma in maniera comprensibile.
• Se devi cambiare qualche risposta che hai già scritto sul foglio, fai in modo che sia chiaro per chi
correggerà il tuo compito quale sia la risposta definitiva. Se la risposta risultasse poco leggibile,
chiedi al docente un nuovo foglio e ritrascrivi su questo foglio tutte le risposte che hai dato.
• Al termine della prova devi consegnare unicamente i fogli che ti sono stati consegnati
dal docente. Non saranno ritirati eventuali fogli di brutta copia, integrazioni e simili.

1. Sia γ la circonferenza del piano passante per i punti A := (2, 0), O := (0, 0) e B := (0, 2k) con
k 6= 0.

2 (a) Determina i valori di k per cui γ ha raggio 3:

Motivazione:

2 (b) Determina i valori di k per cui γ è tangente alla retta r : 2x + y − 5 = 0:

Motivazione:

Esame 13 aprile 2005 - Pagina 1


13 aprile 2005 - Esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2004-2005

2. Sia f un omomorfismo da R2 in R3 tale che f (2, 1) = (1, 1, 2) e f (1, −3) = (0, −2, 1).

2 (a) I dati assegnati sono sufficienti per determinare f (5, −1)?


 Sı̀, f (5, −1) = ( , , )  No, non sono sufficienti
Motivazione:

2 (b) Il vettore (4, 0, 10) appartiene all’immagine di f ?


 Sı̀  No  I dati assegnati non sono sufficienti per stabilirlo
Motivazione:

Esame 13 aprile 2005 - Pagina 2


13 aprile 2005 - Esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2004-2005

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . .

3. Sia E il sottospazio vettoriale di R3 definito da E := {(x, y, z) | 2x − y + 3z = 0}.

2 (a) Determina una base di E.

Motivazione:

2 (b) Sia dato al variare di k il vettore vk := (2, k, 1) e sia F il sottospazio generato da vk . Per
quali valori di k si ha R3 = E ⊕ F ?

Motivazione:

3 (c) Scegli k tale che R3 = E ⊕ F .

Valore di k scelto:
k=
Esprimi il vettore (5, 5, 3) come somma di un vettore di E e di un vettore di F :
   
(5, 5, 3) = , , + , ,

Esame 13 aprile 2005 - Pagina 3


13 aprile 2005 - Esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2004-2005

4. Sia A la matrice a coefficienti reali:


 
1 2 −2
A := 1 3 −1 .
1 0 2
2 (a) Detto f l’endomorfismo di R3 la cui matrice rappresentativa rispetto alla base canonica è A,
calcolare f (1, −1, −1):

Motivazione:

2 (b) Per quali valori di k il vettore (0, −1, k) è autovettore di f ?

Motivazione:

3 (c) Determinare la matrice rappresentativa di f rispetto alla base di R3 formata dai vettori
(1, −1, −1), (0, −1, −1), (1, 2, 1).
 
 
 
B := 



 

Esame 13 aprile 2005 - Pagina 4


13 aprile 2005 - Esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2004-2005

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . .

5. Fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano sia data la circonferenza

γ : x2 + y 2 − 2x − 2y − 6 = 0.

2 (a) Il centro C e il raggio r di γ sono:

2 (b) La retta r tangente a γ nel punto P := (−1, −1) ha equazione cartesiana:

Motivazione:

3 (c) Detti A e B i punti d’intersezione della retta r con gli assi coordinati, l’area del triangolo
ABC è:

Motivazione:

Esame 13 aprile 2005 - Pagina 5


13 aprile 2005 - Esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2004-2005
(
x + y − 2z =0
6. Fissato nello spazio un sistema di riferimento cartesiano, siano date le rette r :
y+ z+2=0

x = 1 + t

e s : y = 3 + 2t

z=1− t

2 (a) Il piano π contenente r e parallelo a s ha equazione:

Motivazione:

2 (b) Il piano σ contenente s e parallelo a r ha equazione:

Motivazione:

3 (c) La regione di spazio delimitata dai due piani π e σ è definita dal sistema di disequazioni:

Esame 13 aprile 2005 - Pagina 6


21 settembre 2005 - Soluzione esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a.
2004-2005

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . . .

ISTRUZIONI
• La prova dura 3 ore.
• Ti sono stati consegnati tre fogli, stampati fronte e retro. Come prima cosa scrivi su
ciascuno di essi negli spazi predisposti il tuo nome, cognome e numero di matricola.
• A fianco di ciascuna domanda è presente un doppio riquadro: in quello di sinistra è indicato
il punteggio corrispondente alla domanda in caso di risposta completamente corretta; quello di
destra è a disposizione della commissione per la correzione.
• I punteggi sono espressi in trentesimi. Un punteggio compreso tra 30 e 32 corrisponde ad un voto
di 30 trentesimi; un punteggio di almeno 33 corrisponde ad un voto di 30 trentesimi e lode.
• Per le risposte utilizza unicamente gli spazi riquadrati già predisposti. Quando richiesto, le risposte
vanno motivate brevemente, ma in maniera comprensibile.
• Se devi cambiare qualche risposta che hai già scritto sul foglio, fai in modo che sia chiaro per chi
correggerà il tuo compito quale sia la risposta definitiva. Se la risposta risultasse poco leggibile,
chiedi al docente un nuovo foglio e ritrascrivi su questo foglio tutte le risposte che hai dato.
• Al termine della prova devi consegnare unicamente i fogli che ti sono stati consegnati
dal docente. Non saranno ritirati eventuali fogli di brutta copia, integrazioni e simili.

1. Sia f un endomorfismo di R3 tale che v1 := (0, 1, 2) e v2 := (3, 2, 0) siano autovettori di f rispetto


all’autovalore 2 e v3 := (1, 0, −1) sia autovettore di f rispetto all’autovalore 3.
2 (a) Il vettore w := v1 + 2v2 è autovettore di f ?
 Sı̀, rispetto all’autovalore  No
 I dati assegnati non sono sufficienti a stabilire se u è un autovettore o no
Motivazione:

2 (b) Il vettore u := 2v1 + v3 è autovettore di f ?


 Sı̀, rispetto all’autovalore  No
 I dati assegnati non sono sufficienti a stabilire se u è un autovettore o no
Motivazione:

Soluzione esame 21 settembre 2005 - Pagina 1


21 settembre 2005 - Soluzione esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a.
2004-2005

2. Fissato nel piano un sistema di riferimento euclideo sia dato il punto A := (0, 1).
2 (a) Determinare le equazioni cartesiane di tutte le rette passanti per A e che delimitano insieme
agli assi coordinati un triangolo di area uguale a 3.

Motivazione:

2 (b) Scegliere una delle rette determinate al punto a (se ce n’è più di uno)
Equazione della retta scelta:
Detta r la retta scelta, si determini l’equazione cartesiana della retta s simmetrica di r rispetto
all’asse delle y.

Motivazione:

Soluzione esame 21 settembre 2005 - Pagina 2


21 settembre 2005 - Soluzione esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a.
2004-2005

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . .

3. Sia f l’endomorfismo di R3 definito da: f (x, y, z) := (x + 3y − z, 2x + 2y + z, 2x − 2y + 4z).

2 (a) Determinare una base dell’immagine di f .

Motivazione:

2 (b) Determinare una base del nucleo di f .

Motivazione:

3 (c) Determinare la controimmagine del vettore (1, 2, 2).

Motivazione:

Soluzione esame 21 settembre 2005 - Pagina 3


21 settembre 2005 - Soluzione esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a.
2004-2005

 3x + 4y + 5z + w = 2

4. Si consideri il sistema di equazioni 3x + 5y + 4z + 2w = k dove k è un parametro reale.

2x + 3y + 3z + w = 2k

3 (a) Determinare i valori di k per cui il sistema ha una sola soluzione.

Motivazione:

3 (b) Determinare i valori di k per cui il sistema ha infinite soluzioni.

Motivazione:

1 (c) Determinare i valori di k per cui il sistema non ha soluzioni.

Motivazione:

Soluzione esame 21 settembre 2005 - Pagina 4


21 settembre 2005 - Soluzione esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a.
2004-2005

Soluzione esame 21 settembre 2005 - Pagina 5


21 settembre 2005 - Soluzione esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a.
2004-2005

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . .

5. Fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano sia dato il punto C := (6, −2) e la retta
l : x − 2y + 5 = 0.√ Sia γ la circonferenza di centro C che interseca la retta l in due punti A e B
distanti tra loro 2 5.

2 (a) La circonferenza γ ha raggio:

Motivazione:

2 (b) Il triangolo ABC ha area:

Motivazione:

3 (c) L’insieme dei punti interni al triangolo di vertici A, B e C è definito dal sistema di disequazioni:

Soluzione esame 21 settembre 2005 - Pagina 6


12 dicembre 2005 - Esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2005-2006

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . . .

ISTRUZIONI

• La prova dura 3 ore.


• Ti sono stati consegnati tre fogli, stampati fronte e retro. Come prima cosa scrivi su
ciascuno di essi negli spazi predisposti il tuo nome, cognome e numero di matricola.
• A fianco di ciascuna domanda è presente un doppio riquadro: in quello di sinistra è indicato
il punteggio corrispondente alla domanda in caso di risposta completamente corretta; quello di
destra è a disposizione della commissione per la correzione.
• I punteggi sono espressi in trentesimi. Un punteggio compreso tra 30 e 32 corrisponde ad un voto
di 30 trentesimi; un punteggio di almeno 33 corrisponde ad un voto di 30 trentesimi e lode.
• Per le risposte utilizza unicamente gli spazi riquadrati già predisposti. Quando richiesto, le risposte
vanno motivate brevemente, ma in maniera comprensibile.
• Se devi cambiare qualche risposta che hai già scritto sul foglio, fai in modo che sia chiaro per chi
correggerà il tuo compito quale sia la risposta definitiva. Se la risposta risultasse poco leggibile,
chiedi al docente un nuovo foglio e ritrascrivi su questo foglio tutte le risposte che hai dato.
• Al termine della prova devi consegnare unicamente i fogli che ti sono stati consegnati
dal docente. Non saranno ritirati eventuali fogli di brutta copia, integrazioni e simili.

1. Sia f : E → F un’applicazione lineare tra spazi vettoriali con dim E = 5 e dim F = 7. Siano v1 ,
v2 , e v3 vettori linearmente indipendenti di E tali che f (v3 ) = 2f (v1 ) + 3f (v2 ).

2 (a) L’ applicazione lineare f è iniettiva?


 Sı̀  No  I dati assegnati non sono sufficienti a stabilire se f è iniettiva o no
Motivazione:

2 (b) L’ applicazione lineare f è suriettiva?


 Sı̀  No  I dati assegnati non sono sufficienti a stabilire se f è suriettiva o no
Motivazione:

Esame 12 dicembre 2005 - Pagina 1


12 dicembre 2005 - Esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2005-2006
(
2x + 3y − 3z + 1 = 0
2. Fissato nello spazio un sistema di riferimento affine siano dati la retta r :
3x − y + 2z =0
ed il piano π : 7x + 5y − hz + k = 0 con h e k parametri reali.

2 (a) Per quali valori di h e k la retta r è parallela al piano π?

Motivazione:

2 (b) Per quali valori di h e k la retta r giace sul piano π?

Motivazione:

Esame 12 dicembre 2005 - Pagina 2


12 dicembre 2005 - Esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2005-2006

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . .

3. Fissato in V 3 (O) una base ortonormale e1 , e2 , e3 sia f l’endomorfismo di V 3 (O) definito da


f (xe1 + ye2 + ze3 ) := (x + 2y + 3z)e1 + (x − 2y − z)e2 + (3x + 3z)e3 .

2 (a) Determinare la dimensione dell’immagine di f .

Motivazione:

3 (b) Determinare una base ortonormale dell’immagine di f .

Motivazione:

2 (c) Determinare una base ortonormale del nucleo di f .

Motivazione:

Esame 12 dicembre 2005 - Pagina 3


12 dicembre 2005 - Esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2005-2006
 
2 0 4
4. Sia data la matrice: A := 1 0 2.
0 0 0
2 (a) Determinare gli autovalori di A.

Motivazione:

3 (b) Determinare una base per ciascun autospazio di A. Utilizza la tabella sottostante. In ciascu-
na riga scrivi un autovalore differente e una base per il corrispondente autospazio (nota: il
numero delle righe già presenti in tabella non è detto che sia uguale al numero degli autovalori
effettivamente presenti)
Autovalore λ Base dell’autospazio E(λ)

Motivazione:

2 (c) Determinare una matrice diagonale D e una matrice invertibile M tali che D = M −1 AM .
   
   
D := 


 M := 


Esame 12 dicembre 2005 - Pagina 4


12 dicembre 2005 - Esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2005-2006

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . .

5. Fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano siano dati il punto P := (−7, 1) e la circon-
ferenza γ : (x − 3)2 + (y − 6)2 = 25. Siano r e s le rette passanti per P e tangenti a γ e siano R e
S i punti rispettivi di tangenza tra queste rette e γ.

2 (a) Le rette r e s hanno equazioni cartesiane:

Motivazione:

2 (b) La bisettrice dell’angolo RP


[ S ha equazione cartesiana

Motivazione:

3 (c) Detto C il centro di γ, i triangoli CP R e CP S hanno la stessa area. Si calcoli l’area di uno
dei due.

Motivazione:

Esame 12 dicembre 2005 - Pagina 5


12 dicembre 2005 - Esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2005-2006

6. Fissato
 nello spazio un
 sistema di riferimento cartesiano, siano dati il punto P := (3, 4, 0) e le rette
x = 2 + t
  x = 2 + 4t

r : y = 6 + t e s : y = 3 − 5t . Sia π il piano parallelo sia a r che a s e passante per P .
 
z =2+t z =3+t
 

2 (a) Il piano π ha equazione cartesiana:

Motivazione:

2 (b) La distanza tra r e π è:

Motivazione:

3 (c) La distanza tra r e P è:

Motivazione:

Esame 12 dicembre 2005 - Pagina 6


9 gennaio 2006 - Esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2005-2006

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . . .

ISTRUZIONI
• La prova dura 3 ore.
• Ti sono stati consegnati tre fogli, stampati fronte e retro. Come prima cosa scrivi su
ciascuno di essi negli spazi predisposti il tuo nome, cognome e numero di matricola.
• A fianco di ciascuna domanda è presente un doppio riquadro: in quello di sinistra è indicato
il punteggio corrispondente alla domanda in caso di risposta completamente corretta; quello di
destra è a disposizione della commissione per la correzione.
• I punteggi sono espressi in trentesimi. Un punteggio compreso tra 30 e 32 corrisponde ad un voto
di 30 trentesimi; un punteggio di almeno 33 corrisponde ad un voto di 30 trentesimi e lode.
• Per le risposte utilizza unicamente gli spazi riquadrati già predisposti. Quando richiesto, le risposte
vanno motivate brevemente, ma in maniera comprensibile.
• Se devi cambiare qualche risposta che hai già scritto sul foglio, fai in modo che sia chiaro per chi
correggerà il tuo compito quale sia la risposta definitiva. Se la risposta risultasse poco leggibile,
chiedi al docente un nuovo foglio e ritrascrivi su questo foglio tutte le risposte che hai dato.
• Al termine della prova devi consegnare unicamente i fogli che ti sono stati consegnati
dal docente. Non saranno ritirati eventuali fogli di brutta copia, integrazioni e simili.

2 3+k

1. Siano dati la matrice a coefficienti reali Ak := 2 1 dove k è un parametro reale e il vettore
1

colonna v := −2 .

2 (a) Per quali valori di k esiste una matrice ortogonale M tale che M −1 Ak M sia diagonale?

Motivazione:

2 (b) Per quali valori di k il vettore v è autovettore di Ak ?

Motivazione:

Esame 9 gennaio 2006 - Pagina 1


9 gennaio 2006 - Esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2005-2006

2. Fissato nel piano un sistema di riferimento affine sia data la retta r : x − 2y + 3 = 0 e i punti
A := (18, 9), B := (30, 15) e C := (20, 7).

2 (a) La retta s passante per A e B interseca la retta r?  Sı̀  No


Il segmento di estremi A e B interseca la retta r?  Sı̀  No
Motivazione:

2 (b) La retta n passante per A e C interseca la retta r?  Sı̀  No


Il segmento di estremi A e C interseca la retta r?  Sı̀  No
Motivazione:

Esame 9 gennaio 2006 - Pagina 2


9 gennaio 2006 - Esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2005-2006

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . .

3. Sia dato, al variare del parametro reale k, il sottoinsieme Ek di R3 cosı̀ definito:

Ek := {(x, y, z) | x + y − 2z = k 2 + 4k}.

Sia F il sottospazio vettoriale di R3 generato dai vettori u := (1, 1, 3) e v := (2, 1, 1)

2 (a) Determina i valori di k per cui Ek è un sottospazio vettoriale di R3 :

Motivazione:

Scegli uno degli eventuali valori di k determinati al punto a (se ce n’è più di uno)
e utilizzalo nel resto dell’esercizio:
Valore di k scelto:

3 (b) Determina una base per Ek ∩ F .

Motivazione:

2 (c) Determina una base ortonormale di Ek rispetto al prodotto scalare standard.

Esame 9 gennaio 2006 - Pagina 3


9 gennaio 2006 - Esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2005-2006

4. Sia f l’endomorfismo di R3 [x] definito da f (p(x)) := 2p(x) + 3p0 (x) (si ricorda che la derivata di
un polinomio p(x) = a + bx + cx2 è p0 (x) = b + 2cx).
2 (a) Determina la matrice A rappresentativa di f rispetto alla base canonica di R3 [x] (cioè la base
formata da 1, x e x2 in quest’ordine).
 
 
A := 


Motivazione:

3 (b) Determina una base per ciascun autospazio di f . Utilizza la tabella sottostante. In ciascuna
riga scrivi un autovalore differente e una base per il corrispondente autospazio (nota: il nu-
mero delle righe già presenti in tabella non è detto che sia uguale al numero degli autovalori
effettivamente presenti)
Autovalore λ Base dell’autospazio E(λ)

Motivazione:

2 (c) L’endomorfismo è diagonalizzabile?  Sı̀  No


Motivazione:

Esame 9 gennaio 2006 - Pagina 4


9 gennaio 2006 - Esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2005-2006

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . .

5. Fissato nel piano un sistema di riferimento euclideo siano dati il punto A := (5, 2) e la retta
r : 4x + 3y − 1 = 0.

2 (a) Determina la proiezione ortogonale H di A su r: H = ( , )


Motivazione:

3 (b) Determina due punti B e C su r tali che ABC sia un triangolo di area 50 con i lati AB e AC
uguali. B = ( , ) C=( , )
Motivazione:

2 (c) Determina un punto D diverso da A tale che DBC sia un triangolo di area uguale all’area di
ABC con i lati DB e DC uguali. D = ( , )
Motivazione:

Esame 9 gennaio 2006 - Pagina 5


9 gennaio 2006 - Esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2005-2006

6. Fissato nello spazio un sistema di riferimento euclideo,


( siano dati il punto P := (1, 2, 3) appartenente
2x − y + z =0
al piano π : 2x + 3y + z − 11 = 0 e la retta r : .
x + 2y −1=0

2 (a) Il piano σ contenente r e ortogonale a π ha equazione cartesiana:

Motivazione:

2 (b) La proiezione ortogonale di r sul piano π ha equazioni cartesiane:

Motivazione:


3 (c) Le sfere tangenti in P al piano π e aventi raggio 14 hanno equazioni cartesiane:

Motivazione:

Esame 9 gennaio 2006 - Pagina 6


21 marzo 2006 - Esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2005-2006

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . . .

ISTRUZIONI

• La prova dura 3 ore.


• Ti sono stati consegnati tre fogli, stampati fronte e retro. Come prima cosa scrivi su
ciascuno di essi negli spazi predisposti il tuo nome, cognome e numero di matricola.
• A fianco di ciascuna domanda è presente un doppio riquadro: in quello di sinistra è indicato
il punteggio corrispondente alla domanda in caso di risposta completamente corretta; quello di
destra è a disposizione della commissione per la correzione.
• I punteggi sono espressi in trentesimi. Un punteggio compreso tra 30 e 32 corrisponde ad un voto
di 30 trentesimi; un punteggio di almeno 33 corrisponde ad un voto di 30 trentesimi e lode.
• Per le risposte utilizza unicamente gli spazi riquadrati già predisposti. Quando richiesto, le risposte
vanno motivate brevemente, ma in maniera comprensibile.
• Se devi cambiare qualche risposta che hai già scritto sul foglio, fai in modo che sia chiaro per chi
correggerà il tuo compito quale sia la risposta definitiva. Se la risposta risultasse poco leggibile,
chiedi al docente un nuovo foglio e ritrascrivi su questo foglio tutte le risposte che hai dato.
• Al termine della prova devi consegnare unicamente i fogli che ti sono stati consegnati
dal docente. Non saranno ritirati eventuali fogli di brutta copia, integrazioni e simili.

1. Siano dati i vettori u := (1, 2, 1, 1) e v := (3, 1, 1, 2) di R4 .

2 (a) Esiste un sottospazio vettoriale di R4 di dimensione 1 contenente entrambi i vettori u e v?


 Sı̀  No
Motivazione:

2 (b) Esiste un sottospazio affine di R4 di dimensione 1 contenente entrambi i vettori u e v?


 Sı̀  No
Motivazione:

Esame 21 marzo 2006 - Pagina 1


21 marzo 2006 - Esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2005-2006

2. Sia fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano. Siano date le tre rette r : 2x − y − 1 = 0,
s : x + y − 5 = 0 e tk : kx + 3y − 5 = 0, con k parametro reale.

2 (a) Determina tutti i valori di k per cui le rette r, s e tk appartengono allo stesso fascio di rette.

Motivazione:

2 (b) Determina tutti i valori di k per cui le rette r, s e tk delimitano un triangolo rettangolo.

Motivazione:

Esame 21 marzo 2006 - Pagina 2


21 marzo 2006 - Esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2005-2006

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . .

3. Sia dato il sottospazio E di R4 cosı̀ definito:


E := {(x, y, z, w) | x + y − z − w = 0}.
2 (a) Determina una base di E.

Motivazione:

2 (b) Sia dato al variare del parametro reale k il vettore wk := (2, k, 1, 0) e sia Fk il sottospazio
vettoriale generato da wk . Per quali valori di k si ha che R4 = E ⊕ Fk ?

Motivazione:

3 (c) Detto G il sottospazio vettoriale generato dai vettori u := (1, 0, 1, 2) e v := (1, 2, 2, 1)


determina una base di E ∩ G.

Motivazione:

Esame 21 marzo 2006 - Pagina 3


21 marzo 2006 - Esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2005-2006

1 −1 1
 
4. Sia f l’endomorfismo di R3 che rispetto alla base canonica si rappresenta con A := −1 1 −1 .
1 −1 1

2 (a) Il vettore v := (1, 1, 0) appartiene all’immagine di f ?  Sı̀  No


Motivazione:

3 (b) Determina una base per ciascun autospazio di f . Utilizza la tabella sottostante. In ciascuna
riga scrivi un autovalore differente e una base per il corrispondente autospazio (nota: il nu-
mero delle righe già presenti in tabella non è detto che sia uguale al numero degli autovalori
effettivamente presenti)
Autovalore λ Base dell’autospazio E(λ)

Motivazione:

2 (c) Determina una matrice diagonale D e una matrice ortogonale M tali che D = M −1 AM .
   
   
   
D := 


 M := 



   

Esame 21 marzo 2006 - Pagina 4


21 marzo 2006 - Esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2005-2006

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . .

5. Fissato nel piano un sistema di riferimento affine siano dati i punti A := (3, 1), B := (6, −2) e
C := (7, 4).

2 (a) Determina un punto D tale che ABCD sia un parallelogramma (fare attenzione all’ordine dei
vertici).
D=( , )
Motivazione:

2 (b) Determina il semipiano delimitato dalla retta passante per A e B e contenente il punto C.

Motivazione:

3 (c) L’insieme dei punti interni al triangolo di vertici A, B e C è definito dal sistema di disequazioni:

Esame 21 marzo 2006 - Pagina 5


21 marzo 2006 - Esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2005-2006

6. Fissato nello spazio un sistema di riferimento euclideo, siano dati il punto P := (2, 1, 1) e il piano
π : x + 2y + 2z − 15 = 0.
2 (a) La sfera S centrata in P e tangente il piano π ha equazione:

Motivazione:

2 (b) La sfera T centrata in P la cui intersezione con il piano π è una circonferenza di raggio 4 ha
equazione:

Motivazione:

3 (c) Un piano σ parallelo al piano π e diverso da esso, la cui intersezione con la sfera T è una
circonferenza di raggio 4 ha equazione cartesiana:

Motivazione:

Esame 21 marzo 2006 - Pagina 6


13 settembre 2006 - Esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2005-2006

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . . .

ISTRUZIONI
• La prova dura 3 ore.
• Ti sono stati consegnati tre fogli, stampati fronte e retro. Come prima cosa scrivi su
ciascuno di essi negli spazi predisposti il tuo nome, cognome e numero di matricola.
• A fianco di ciascuna domanda è presente un doppio riquadro: in quello di sinistra è indicato
il punteggio corrispondente alla domanda in caso di risposta completamente corretta; quello di
destra è a disposizione della commissione per la correzione.
• I punteggi sono espressi in trentesimi. Un punteggio compreso tra 30 e 32 corrisponde ad un voto
di 30 trentesimi; un punteggio di almeno 33 corrisponde ad un voto di 30 trentesimi e lode.
• Per le risposte utilizza unicamente gli spazi riquadrati già predisposti. Quando richiesto, le risposte
vanno motivate brevemente, ma in maniera comprensibile.
• Se devi cambiare qualche risposta che hai già scritto sul foglio, fai in modo che sia chiaro per chi
correggerà il tuo compito quale sia la risposta definitiva. Se la risposta risultasse poco leggibile,
chiedi al docente un nuovo foglio e ritrascrivi su questo foglio tutte le risposte che hai dato.
• Al termine della prova devi consegnare unicamente i fogli che ti sono stati consegnati
dal docente. Non saranno ritirati eventuali fogli di brutta copia, integrazioni e simili.

1. Sia data la circonferenza γ di centro C := (3, 1) e raggio 2k con k numero reale. Sia dato il punto
P := (2, 4).
2 (a) Per quali valori di k per il punto P passano due rette tangenti distinte alla circonferenza γ?

Motivazione:

2 (b) Per quali valori di k una delle due tangenti alla circonferenza γ passanti per P è parallela alla
retta r di equazione 3x − 4y + 1 = 0?

Motivazione:

Esame 13 settembre 2006 - Pagina 1


13 settembre 2006 - Esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2005-2006

 −2k 2k

2. Sia data la matrice a coefficienti reali Ak := 2 1 1 dove k è un parametro reale.
k2 1 2k

2 (a) Per quali valori di k esiste una matrice ortogonale M tale che M −1 Ak M sia diagonale?

Motivazione:

2 (b) Per quali valori di k esiste una matrice ortogonale M tale che M −1 (Ak +2kI)M sia diagonale?

Motivazione:

Esame 13 settembre 2006 - Pagina 2


13 settembre 2006 - Esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2005-2006

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . .

3. Sia f l’endomorfismo di R3 definito da f (x, y, z) := (3x − 2y, x + y + 5z, 2x − y + z) e sia E il


sottospazio di R3 cosı̀ definito E := {(x, y, z) | x + y + z = 0}.

2 (a) Determina una base del nucleo di f .

Motivazione:

2 (b) Determina una base dell’immagine di f .

Motivazione:

3 (c) Determina un vettore non nullo appartenente a f (R3 ) ∩ E.

Motivazione:

Esame 13 settembre 2006 - Pagina 3


13 settembre 2006 - Esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2005-2006

4. Sia E il sottospazio vettoriale di R4 generato dai vettori u := (0, 1, 0, −1) e v := (1, 2, 1, 0). Sia
wk := (k, 1, 1, 1)

2 (a) Per quali valori del parametro reale k il vettore wk appartiene ad E?

Motivazione:

2 (b) Per quali valori di k il vettore wk è ortogonale (rispetto al prodotto scalare standard) sia a u
che a v?

Motivazione:

Scegli uno degli eventuali valori di k determinati al punto b (se ce n’è più di uno)
e utilizzalo nel resto dell’esercizio:
Valore di k scelto:

3 (c) Determina una base ortonormale dello spazio generato da u, v e wk .

Esame 13 settembre 2006 - Pagina 4


13 settembre 2006 - Esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2005-2006

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . .

5. Fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano siano dati i punti A := (1, 2) e B := (−1, −2).
Indichiamo con C e D i due punti del piano tali che ABC e ABD siano triangoli equilateri.
3 (a) I punti C e D hanno coordinate:

Motivazione:

2 (b) L’area del quadrilatero ACBD (attenzione all’ordine dei vertici) è uguale a:

Motivazione:

2 (c) Determina l’equazione cartesiana dell’asse del segmento di estremi C e D:

Motivazione:

Esame 13 settembre 2006 - Pagina 5


13 settembre 2006 - Esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2005-2006

 x = −2 + 2t

6. Fissato nello spazio un sistema di riferimento cartesiano, siano date le rette r : y = t e

z= 1



 x = 2 + 3t
s: y = −3 + t .

z= 2t

2 (a) Il piano π passante per r e parallelo a s ha equazione cartesiana:

Motivazione:

2 (b) La distanza tra s e π è:

Motivazione:

3 (c) La retta t, proiezione ortogonale di s sul piano π ha equazioni cartesiane:

Motivazione:

Esame 13 settembre 2006 - Pagina 6


5 dicembre 2006 - Esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2006-2007

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . . .

ISTRUZIONI
• La prova dura 3 ore.
• Ti sono stati consegnati tre fogli, stampati fronte e retro. Come prima cosa scrivi su
ciascuno di essi negli spazi predisposti il tuo nome, cognome e numero di matricola.
• A fianco di ciascuna domanda è presente un doppio riquadro: in quello di sinistra è indicato
il punteggio corrispondente alla domanda in caso di risposta completamente corretta; quello di
destra è a disposizione della commissione per la correzione.
• I punteggi sono espressi in trentesimi. Un punteggio compreso tra 30 e 32 corrisponde ad un voto
di 30 trentesimi; un punteggio di almeno 33 corrisponde ad un voto di 30 trentesimi e lode.
• Per le risposte utilizza unicamente gli spazi riquadrati già predisposti. Quando richiesto, le risposte
vanno motivate brevemente, ma in maniera comprensibile.
• Se devi cambiare qualche risposta che hai già scritto sul foglio, fai in modo che sia chiaro per chi
correggerà il tuo compito quale sia la risposta definitiva. Se la risposta risultasse poco leggibile,
chiedi al docente un nuovo foglio e ritrascrivi su questo foglio tutte le risposte che hai dato.
• Al termine della prova devi consegnare unicamente i fogli che ti sono stati consegnati
dal docente. Non saranno ritirati eventuali fogli di brutta copia, integrazioni e simili.

1. Fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano siano dati i punti A := (4, 3) e B := (7, −1)
e la retta r : x − 3 = 0.
2 (a) Determina un punto C sulla retta r in modo tale che il triangolo ABC sia rettangolo in B.
C=( , )
Motivazione:

2 (b) Determina un punto D sulla retta r in modo tale che il triangolo ABD sia rettangolo in D.
D=( , )
Motivazione:

Esame 5 dicembre 2006 - Pagina 1


5 dicembre 2006 - Esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2006-2007

2. Sia dato in R4 il sottospazio vettoriale E := {(x, y, z, t) | 2x + y − z − t = 0}.


2 (a) Determina, nel caso esista, una base di un sottospazio vettoriale F di R4 di dimensione 2 tale
che R4 = E ⊕ F .

 Sı̀, un sottospazio come F esiste ed  No, non esiste un sottospazio come F


ha come base:

Motivazione:

2 (b) Determina, nel caso esista, una base di un sottospazio vettoriale F di R4 di dimensione 1 tale
che R4 = E ⊕ F .

 Sı̀, un sottospazio come F esiste ed  No, non esiste un sottospazio come F


ha come base:

Motivazione:

Esame 5 dicembre 2006 - Pagina 2


5 dicembre 2006 - Esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2006-2007

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . .

3. Sia dato al variare del parametro reale k il sistema lineare nelle incognite x, y e z:

 x + 2y + 2kz = 1

x + y + 3z = 2k

2x + ky + 6z = 7

3 (a) Per quali valori di k il sistema ha esattamente una soluzione?

Motivazione:

2 (b) Per k = 2 il sistema è risolubile? Se sı̀, scrivere le soluzioni del sistema, se no, spiegare perché.

 Il sistema è risolubile.  Il sistema non è risolubile:


Le soluzioni sono:


 x=





y=






z=

3
2 (c) Per k = 2 il sistema è risolubile? Se sı̀, scrivere le soluzioni del sistema, se no, spiegare perché.

 Il sistema è risolubile.  Il sistema non è risolubile:


Le soluzioni sono:


 x=





y=






z=

Esame 5 dicembre 2006 - Pagina 3


5 dicembre 2006 - Esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2006-2007
 
3 2k 3
4. Sia data la matrice Ak := 0 1 k − 1.
0 0 1

3 (a) Per quali valori di k la matrice è diagonalizzabile?


Motivazione:

Scegli uno degli eventuali valori di k determinati al punto a (se ce n’è più di uno)
e utilizzalo nel resto dell’esercizio:
Valore di k scelto:

4 (b) Determina una matrice diagonale D e una matrice invertibile M tali che D = M −1 Ak M .
   
   
   
D := 


 M := 



   

Motivazione:

Esame 5 dicembre 2006 - Pagina 4


5 dicembre 2006 - Esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2006-2007

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . .

5. Fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano siano dati il punto B := (−1, 7) sulla retta
r : 3x − y + 10 = 0 e il punto A := (4, 2).
2 (a) Determina un punto C sulla retta r in modo tale che il triangolo ABC sia isoscele con base
BC (cioè AB = AC).
C=( , )
Motivazione:

2 (b) Il triangolo ABC ha area:


A(ABC) =
Motivazione:

3 (c) L’insieme dei punti interni al triangolo di vertici A, B e C è definito dal sistema di disequazioni:




Esame 5 dicembre 2006 - Pagina 5


5 dicembre 2006 - Esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2006-2007

6. Fissato
( nello spazio un sistema di riferimento cartesiano, siano dati il punto P := (8, 3, 5), la retta
2x + y − z + 1 = 0
r: e il piano π : 3x + y + 2z − 9 = 0.
5x + 3y − 5z + 6 = 0

2 (a) Il piano σ contenente r e passante per il punto P ha equazione cartesiana:

Motivazione:

2 (b) Determina la proiezione ortogonale H del punto P sul piano π.


H=( , , )
Motivazione:

3 (c) La sfera tangente in H al piano π e avente il centro sul piano σ ha equazione cartesiana:

Motivazione:

Esame 5 dicembre 2006 - Pagina 6


12 gennaio 2007 - Esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2006-2007

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . . .

ISTRUZIONI
• La prova dura 3 ore.
• Ti sono stati consegnati tre fogli, stampati fronte e retro. Come prima cosa scrivi su
ciascuno di essi negli spazi predisposti il tuo nome, cognome e numero di matricola.
• A fianco di ciascuna domanda è presente un doppio riquadro: in quello di sinistra è indicato
il punteggio corrispondente alla domanda in caso di risposta completamente corretta; quello di
destra è a disposizione della commissione per la correzione.
• I punteggi sono espressi in trentesimi. Un punteggio compreso tra 30 e 32 corrisponde ad un voto
di 30 trentesimi; un punteggio di almeno 33 corrisponde ad un voto di 30 trentesimi e lode.
• Per le risposte utilizza unicamente gli spazi riquadrati già predisposti. Quando richiesto, le risposte
vanno motivate brevemente, ma in maniera comprensibile.
• Se devi cambiare qualche risposta che hai già scritto sul foglio, fai in modo che sia chiaro per chi
correggerà il tuo compito quale sia la risposta definitiva. Se la risposta risultasse poco leggibile,
chiedi al docente un nuovo foglio e ritrascrivi su questo foglio tutte le risposte che hai dato.
• Al termine della prova devi consegnare unicamente i fogli che ti sono stati consegnati
dal docente. Non saranno ritirati eventuali fogli di brutta copia, integrazioni e simili.

1. Sia dato, al variare del parametro reale k, il sottoinsieme Ek di R3 cosı̀ definito:


Ek := (x, y, z) | 2(k 2 − k)x + y + 3z = k 2 − 1


2 (a) Determina i valori di k per cui Ek è un sottospazio affine di R3 :

Motivazione:

2 (b) Determina i valori di k per cui Ek è un sottospazio vettoriale di R3 :

Motivazione:

Esame 12 gennaio 2007 - Pagina 1


12 gennaio 2007 - Esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2006-2007

2. Sia fissato nel piano un sistema di riferimento affine e sia dato il triangolo T di vertici A := (1, 2),
B := (4, 1) e C := (5, 7). L’equazione della retta rAB passante per A e B è x + 3y − 7 = 0,
l’equazione della retta rBC passante per B e C è 6x − y − 23 = 0 e l’equazione della retta rAC
passante per A e C è 5x − 4y + 3 = 0

2 (a) Il punto P := (3, 3):


 è interno al triangolo T  è esterno al triangolo T  appartiene al bordo del triangolo T
Motivazione:

2 (b) Il punto Q := (−2, 3):


 è interno al triangolo T  è esterno al triangolo T  appartiene al bordo del triangolo T
Motivazione:

Esame 12 gennaio 2007 - Pagina 2


12 gennaio 2007 - Esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2006-2007

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . .

 1 −1 4 
3. Sia f l’endomorfismo di R3 di matrice rappresentativa A := 0 2 k con k parametro reale e sia
1 0 2
3
v := (1, 2, 1) un vettore di R .

2 (a) Per quali valori di k il vettore v appartiene al nucleo di f ?

Motivazione:

2 (b) Per quali valori di k il vettore v è autovettore di f ?

Motivazione:

3 (c) Per quali valori di k il vettore v appartiene all’immagine di f ?

Motivazione:

Esame 12 gennaio 2007 - Pagina 3


12 gennaio 2007 - Esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2006-2007

4. Sia E il sottospazio vettoriale di R4 generato dai vettori u := (1, 0, 2, 1) e v := (1, 2, −2, 3) e sia
F := {(x, y, z, t) | x + y + z − t = 0}.
2 (a) Determina la dimensione di E ∩ F

Motivazione:

2 (b) Esistono due vettori linearmente indipendenti appartenenti a F ed ortogonali a u?


 Sı̀  No
Motivazione:

3 (c) Determina una base ortonormale di F

Esame 12 gennaio 2007 - Pagina 4


12 gennaio 2007 - Esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2006-2007

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . .

5. Fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano siano dati il punto P := (−11, 5) e la
circonferenza γ : (x − 4)2 + y 2 = 50. Siano r e s le rette passanti per P e tangenti a γ e siano R e
S i punti rispettivi di tangenza tra queste rette e γ.
2 (a) Le rette r e s hanno equazioni cartesiane:

Motivazione:

2 (b) Detto C il centro di γ, i triangoli CP R e CP S hanno la stessa area. Si calcoli l’area di uno
dei due.

Motivazione:

3 (c) Le bisettrici degli angoli formati dalle rette r e s hanno equazioni cartesiane:

Motivazione:

Esame 12 gennaio 2007 - Pagina 5


12 gennaio 2007 - Esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2006-2007
(
2x + y − 4=0
6. Fissato nello spazio un sistema di riferimento cartesiano, siano date le rette r :
5x + y + z − 10 = 0
(
x − z−2=0
es: e sia P il punto d’intersezione tra la retta r e il piano di equazione
x − 2y + 3z =0
x = 0.
3 (a) Il piano π contenente r e parallelo a s ha equazione cartesiana:

Motivazione:

2 (b) La retta l passante per P e parallela a s ha equazioni cartesiane:

Motivazione:

2 (c) La retta l:
 è incidente il piano π  giace sul piano π  è parallela a π ma non giace su π
Motivazione:

Esame 12 gennaio 2007 - Pagina 6


22 marzo 2007 - Esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2006-2007

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . . .

ISTRUZIONI
• La prova dura 3 ore.
• Ti sono stati consegnati tre fogli, stampati fronte e retro. Come prima cosa scrivi su
ciascuno di essi negli spazi predisposti il tuo nome, cognome e numero di matricola.
• A fianco di ciascuna domanda è presente un doppio riquadro: in quello di sinistra è indicato
il punteggio corrispondente alla domanda in caso di risposta completamente corretta; quello di
destra è a disposizione della commissione per la correzione.
• I punteggi sono espressi in trentesimi. Un punteggio compreso tra 30 e 32 corrisponde ad un voto
di 30 trentesimi; un punteggio di almeno 33 corrisponde ad un voto di 30 trentesimi e lode.
• Per le risposte utilizza unicamente gli spazi riquadrati già predisposti. Quando richiesto, le risposte
vanno motivate brevemente, ma in maniera comprensibile.
• Se devi cambiare qualche risposta che hai già scritto sul foglio, fai in modo che sia chiaro per chi
correggerà il tuo compito quale sia la risposta definitiva. Se la risposta risultasse poco leggibile,
chiedi al docente un nuovo foglio e ritrascrivi su questo foglio tutte le risposte che hai dato.
• Al termine della prova devi consegnare unicamente i fogli che ti sono stati consegnati
dal docente. Non saranno ritirati eventuali fogli di brutta copia, integrazioni e simili.

1. Sia fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano e sia dato il quadrato ABCD di vertici
A := (1, 2), B := (4, 6), C := (8, 3) e D := (5, −1).
2 (a) Determina l’equazione cartesiana della circonferenza circoscritta al quadrato ABCD (cioè
passante per tutti i vertici del quadrato):

Motivazione:

2 (b) Determina l’equazione cartesiana della circonferenza inscritta al quadrato ABCD (cioè tan-
gente tutti i lati del quadrato):

Motivazione:

Esame 22 marzo 2007 - Pagina 1


22 marzo 2007 - Esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2006-2007

2. Siano dati i tre vettori u := (3, 1), v := (2, 3) e w := (8, 5) di R2 .

2 (a) Date le condizioni f (u) := (2, 5), f (v) := (3, 3), f (w) := (1, 4):
 esiste un unico omomorfismo f : R2 → R2 che le soddisfa tutte;
 non esiste alcun omomorfismo f : R2 → R2 che le soddisfa tutte;
 esiste più di un omomorfismo f : R2 → R2 che le soddisfa tutte.
Motivazione:

2 (b) Date le condizioni g(u) := (1, 2, 1), g(v) := (2, 1, 0), g(w) := (4, 5, 2):
 esiste un unico omomorfismo g : R2 → R3 che le soddisfa tutte;
 non esiste alcun omomorfismo g : R2 → R3 che le soddisfa tutte;
 esiste più di un omomorfismo g : R2 → R3 che le soddisfa tutte.
Motivazione:

Esame 22 marzo 2007 - Pagina 2


22 marzo 2007 - Esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2006-2007

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . .

3. Sia f l’endomorfismo di R3 definito da f (x, y, z) := (3x + y − 5z, 2x + 3y − z, x − 2z).

2 (a) Determina una base del nucleo di f .

Motivazione:

2 (b) Determina una base dell’immagine di f .

Motivazione:

3 (c) Determina una base di f (R3 ) ∩ ker f .

Motivazione:

Esame 22 marzo 2007 - Pagina 3


22 marzo 2007 - Esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2006-2007
 
3 0 0 k+1
0 1 1 0 
4. Sia data la matrice: Ak := 
  con k parametro reale.
0 1 1 0 
0 0 0 2

3 (a) Per quali valori di k esiste una matrice invertibile N tale che N −1 Ak N sia una matrice
diagonale?

Motivazione:

1 (b) Per quali valori di k esiste una matrice ortogonale M tale che M −1 Ak M sia una matrice
diagonale?

Motivazione:

Scegliere uno degli eventuali valori di k determinati al punto b (se ce n’è più di
uno) e utilizzarlo nel resto dell’esercizio:
Valore di k scelto:

3 (c) Determina una matrice diagonale D e una matrice ortogonale M tali che D = M −1 Ak M .
   
   
   
D := 


 M := 



   

Esame 22 marzo 2007 - Pagina 4


22 marzo 2007 - Esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2006-2007

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . .

5. Fissato nel piano un sistema di riferimento euclideo siano dati i punti P := (2, 5), B := (8, −3) e
la retta r : 3x + y − 1 = 0.

2 (a) Determina la proiezione ortogonale A di P su r: A = ( , )


Motivazione:

2 (b) Determina il simmetrico C di B rispetto a r: C = ( , )


Motivazione:

3 (c) Determina l’area del triangolo ABC:

Motivazione:

Esame 22 marzo 2007 - Pagina 5


22 marzo 2007 - Esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2006-2007
(
x + 3z − 1 = 0
6. Fissato nello spazio un sistema di riferimento cartesiano, siano date le rette r :
y + 2z + 2 = 0

x = 2 + t

e s : y = 1 − 3t

z=3− t

2 (a) Di piani contenenti r e paralleli a s:


 non ne esiste nessuno;
 ne esiste uno solo: il piano π di equazione cartesiana
 ne esiste più di uno.
Motivazione:

2 (b) Di piani contenenti r e ortogonali a s:


 non ne esiste nessuno;
 ne esiste uno solo: il piano σ di equazione cartesiana
 ne esiste più di uno.
Motivazione:

3 (c) Le rette r e s sono:


 coincidenti  incidenti  parallele e distinte  sghembe
Motivazione:

Esame 22 marzo 2007 - Pagina 6


11 luglio 2007 - Esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2006-2007

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . . .

ISTRUZIONI

• La prova dura 3 ore.


• Ti sono stati consegnati tre fogli, stampati fronte e retro. Come prima cosa scrivi su
ciascuno di essi negli spazi predisposti il tuo nome, cognome e numero di matricola.
• A fianco di ciascuna domanda è presente un doppio riquadro: in quello di sinistra è indicato
il punteggio corrispondente alla domanda in caso di risposta completamente corretta; quello di
destra è a disposizione della commissione per la correzione.
• I punteggi sono espressi in trentesimi. Un punteggio compreso tra 30 e 32 corrisponde ad un voto
di 30 trentesimi; un punteggio di almeno 33 corrisponde ad un voto di 30 trentesimi e lode.
• Per le risposte utilizza unicamente gli spazi riquadrati già predisposti. Quando richiesto, le risposte
vanno motivate brevemente, ma in maniera comprensibile.
• Se devi cambiare qualche risposta che hai già scritto sul foglio, fai in modo che sia chiaro per chi
correggerà il tuo compito quale sia la risposta definitiva. Se la risposta risultasse poco leggibile,
chiedi al docente un nuovo foglio e ritrascrivi su questo foglio tutte le risposte che hai dato.
• Al termine della prova devi consegnare unicamente i fogli che ti sono stati consegnati
dal docente. Non saranno ritirati eventuali fogli di brutta copia, integrazioni e simili.

1. Siano A e B due matrici quadrate. Sia v un vettore non nullo che è autovettore di A relativamente
all’autovalore −3 ed è autovettore di B relativamente all’autovalore 1.

2 (a) Si consideri la matrice A + B.


 il vettore v è autovettore di A + B relativamente all’autovalore
 il vettore v non è autovettore di A + B
 i dati assegnati non permettono di stabilire se v è autovettore di A + B oppure no
Motivazione:

2 (b) Si consideri la matrice (A + B)2 .


 il vettore v è autovettore di (A + B)2 relativamente all’autovalore
 il vettore v non è autovettore di (A + B)2
 i dati assegnati non permettono di stabilire se v è autovettore di (A + B)2 oppure no
Motivazione:

Esame 11 luglio 2007 - Pagina 1


11 luglio 2007 - Esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2006-2007

2. Fissato nello spazio un sistema di riferimento affine siano dati i punti A := (1, 3, 1), B := (2, 2, 5)
e il piano π : 2x + y + z − 21 = 0.
2 (a) Il segmento di estremi A e B interseca il piano π?
 Sı̀  No
Motivazione:

2 (b) La semiretta di origine A e contenente B interseca il piano π?


 Sı̀  No
Motivazione:

Esame 11 luglio 2007 - Pagina 2


11 luglio 2007 - Esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2006-2007

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . .

3. Sia f l’endomorfismo di R4 definito da f (x, y, z, w) := (x + y, y + z, z + w, w + x).


2 (a) Determina una base del nucleo di f .

Motivazione:

2 (b) Determina una base dell’immagine di f .

Motivazione:

3 (c) Esistono tre vettori distinti u, v e w che hanno la stessa immagine non nulla tramite f ? Se
sı̀, scrivere dei vettori siffatti (non è necessaria la motivazione), se no, spiegare perché non
esistono.

 Tre vettori siffatti sono, ad esempio:  Non esistono vettori siffatti. Infatti:

Esame 11 luglio 2007 - Pagina 3


11 luglio 2007 - Esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2006-2007

4. Sia E il sottospazio vettoriale di R4 generato da u := (1, 1, −1, 0) e v := (0, 1, −1, 1) e F il


sottospazio vettoriale di R4 generato da (2, 3, 0, 2) e (0, 1, −4, 0).
2 (a) Determina una base per E ∩ F .

Motivazione:

2 (b) Determina una base per E + F .

Motivazione:

3 (c) Determina tutti i vettori di F ortogonali sia a u che a v.

Motivazione:

Esame 11 luglio 2007 - Pagina 4


11 luglio 2007 - Esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2006-2007

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . .

5. Fissato nel piano un sistema di riferimento euclideo sia dato il triangolo di vertici A := (7, 4),
B := (7, −6) e C := (1, 6).

2 (a) Determina l’intersezione delle altezze del triangolo ABC:


Motivazione:

2 (b) Determina l’intersezione degli assi dei lati del triangolo ABC:
Motivazione:

3 (c) Determina l’equazione cartesiana della circonferenza passante per i punti A, B e C:

Motivazione:

Esame 11 luglio 2007 - Pagina 5


11 luglio 2007 - Esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2006-2007

6. Fissato
( nello spazio un sistema di riferimento cartesiano, siano dati il punto A := (4, 1, 1) e la retta
y− z+1=0
r:
x − 3z + 6 = 0

2 (a) Il piano π contenente r e passante per il punto A ha equazione:

Motivazione:

2 (b) Il piano σ ortogonale a r e passante per il punto A ha equazione:

Motivazione:

3 (c) La distanza tra il punto A e la retta r è:

Motivazione:

Esame 11 luglio 2007 - Pagina 6


21 settembre 2007 - Esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2006-2007

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . . .

ISTRUZIONI
• La prova dura 3 ore.
• Ti sono stati consegnati tre fogli, stampati fronte e retro. Come prima cosa scrivi su
ciascuno di essi negli spazi predisposti il tuo nome, cognome e numero di matricola.
• A fianco di ciascuna domanda è presente un doppio riquadro: in quello di sinistra è indicato
il punteggio corrispondente alla domanda in caso di risposta completamente corretta; quello di
destra è a disposizione della commissione per la correzione.
• I punteggi sono espressi in trentesimi. Un punteggio compreso tra 30 e 32 corrisponde ad un voto
di 30 trentesimi; un punteggio di almeno 33 corrisponde ad un voto di 30 trentesimi e lode.
• Per le risposte utilizza unicamente gli spazi riquadrati già predisposti. Quando richiesto, le risposte
vanno motivate brevemente, ma in maniera comprensibile.
• Se devi cambiare qualche risposta che hai già scritto sul foglio, fai in modo che sia chiaro per chi
correggerà il tuo compito quale sia la risposta definitiva. Se la risposta risultasse poco leggibile,
chiedi al docente un nuovo foglio e ritrascrivi su questo foglio tutte le risposte che hai dato.
• Al termine della prova devi consegnare unicamente i fogli che ti sono stati consegnati
dal docente. Non saranno ritirati eventuali fogli di brutta copia, integrazioni e simili.

1. Fissato nello spazio un sistema di riferimento affine siano dati i punti A := (2, 1, 1), B := (3, 2, 4),
C := (1, 1, 2) e D := (3, k, 1).

2 (a) I punti A, B e C sono allineati?


 Sı̀  No
Motivazione:

2 (b) Determina i valori di k per cui i punti A, B, C e D sono complanari:

Motivazione:

Esame 21 settembre 2007 - Pagina 1


21 settembre 2007 - Esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2006-2007

2. Sia dato al variare del parametro reale k il sistema lineare nelle incognite x, y e z:

 x + ky + 2z = 9

2x + y + kz = 5k

3x + 2y + 3z = 16

2 (a) Per quali valori di k il sistema ha esattamente una soluzione?

Motivazione:

2 (b) Per quali valori di k la terna (x, y, z) = (3, 2, 1) è soluzione del sistema?

Motivazione:

Esame 21 settembre 2007 - Pagina 2


21 settembre 2007 - Esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2006-2007

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . .


 
−2 1 k
3. Sia data la matrice: Ak :=  1 −2 1 .
1 1 −2

2 (a) Per quali valori di k la matrice Ak ha −2 come autovalore?

Motivazione:

2 (b) Per quali valori di k esiste una matrice ortogonale M tale che M −1 Ak M sia una matrice
diagonale?

Motivazione:

Scegliere uno degli eventuali valori di k determinati al punto b (se ce n’è più di
uno) e utilizzarlo nel resto dell’esercizio:
Valore di k scelto:

3 (c) Determina una matrice diagonale D e una matrice ortogonale M tali che D = M −1 Ak M .
   
   
   
D := 


 M := 



   

Esame 21 settembre 2007 - Pagina 3


21 settembre 2007 - Esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2006-2007

4. Sia f : R4 → R3 definito da f (x, y, z, w) := (2x + y − z − w, y + z + w, x + y) e sia Ek il sottospazio


vettoriale di R3 generato da vk := (1, 3, k).
2 (a) Determina una base del nucleo di f .

Motivazione:

2 (b) Determina una base dell’immagine di f .

Motivazione:

3 (c) Per quali valori di k si ha R3 = f (R4 ) ⊕ Ek ?

Motivazione:

Esame 21 settembre 2007 - Pagina 4


21 settembre 2007 - Esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2006-2007

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . .

5. Fissato nel piano un sistema di riferimento affine siano dati i punti A := (3, 1), O := (0, 0) e
B := (7, −2).
2 (a) Determina un punto C tale che AOBC sia un parallelogramma (fare attenzione all’ordine dei
vertici).
C=( , )
Motivazione:

2 (b) Determina il punto M di intersezione delle diagonali del parallelogramma AOBC trovato al
punto precedente.
M := ( , )
Motivazione:

3 (c) L’insieme dei punti interni al parallelogramma AOBC è definito dal sistema di disequazioni:

Esame 21 settembre 2007 - Pagina 5


21 settembre 2007 - Esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2006-2007
(
2x + 3y +3=0
6. Fissato nello spazio un sistema di riferimento cartesiano, siano date le rette r :
3x + 5y + 2z + 4 = 0

 x = 5 + 3t

es: y=1− t

z=1+ t

2 (a) Il piano π contenente r e parallelo a s ha equazione:

Motivazione:

2 (b) Il piano σ contenente s e parallelo a r ha equazione:

Motivazione:

3 (c) La sfera tangente ai piani π e σ ed avente il centro sull’asse delle x ha equazione cartesiana:

Motivazione:

Esame 21 settembre 2007 - Pagina 6


6 dicembre 2007 - Esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2007-2008

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . . .

ISTRUZIONI
• La prova dura 3 ore.
• Ti sono stati consegnati tre fogli, stampati fronte e retro. Come prima cosa scrivi su
ciascuno di essi negli spazi predisposti il tuo nome, cognome e numero di matricola.
• A fianco di ciascuna domanda è presente un doppio riquadro: in quello di sinistra è indicato
il punteggio corrispondente alla domanda in caso di risposta completamente corretta; quello di
destra è a disposizione della commissione per la correzione.
• I punteggi sono espressi in trentesimi. Un punteggio compreso tra 30 e 32 corrisponde ad un voto
di 30 trentesimi; un punteggio di almeno 33 corrisponde ad un voto di 30 trentesimi e lode.
• Per le risposte utilizza unicamente gli spazi riquadrati già predisposti. Quando richiesto, le risposte
vanno motivate brevemente, ma in maniera comprensibile.
• Se devi cambiare qualche risposta che hai già scritto sul foglio, fai in modo che sia chiaro per chi
correggerà il tuo compito quale sia la risposta definitiva. Se la risposta risultasse poco leggibile,
chiedi al docente un nuovo foglio e ritrascrivi su questo foglio tutte le risposte che hai dato.
• Al termine della prova devi consegnare unicamente i fogli che ti sono stati consegnati
dal docente. Non saranno ritirati eventuali fogli di brutta copia, integrazioni e simili.

1. Siano f e g due omomorfismi da R2 a R3 tali che f (2, 1) = g(2, 1) = (1, 3, 3) e ker f = ker g.
2 (a) Se dim ker f = dim ker g = 1 allora necessariamente gli omomorfismi f e g coincidono?
 Sı̀  No
Motivazione:

2 (b) Se dim ker f = dim ker g = 0 allora necessariamente gli omomorfismi f e g coincidono?
 Sı̀  No
Motivazione:

Esame 6 dicembre 2007 - Pagina 1


6 dicembre 2007 - Esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2007-2008

2. Fissato nel piano un sistema di riferimento affine, si considerino i punti A := (30, 30), B := (39, 33),
C := (30, 34) e D := (34, 30).

2 (a) I segmenti AB e CD (estremi esclusi) hanno un punto in comune?


 Sı̀  No
Motivazione:

2 (b) Il punto D è interno al triangolo ABC?


 Sı̀  No
Motivazione:

Esame 6 dicembre 2007 - Pagina 2


6 dicembre 2007 - Esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2007-2008

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . .

3. Sia f l’endomorfismo di R3 definito da f (x, y, z) := (2x − 2y, x + y + z, 3x − y + z).


2 (a) Determinare una base del nucleo di f .

Motivazione:

2 (b) Determinare una base dell’immagine di f .

Motivazione:

3 (c) Stabilire se esistono due vettori linearmente indipendenti aventi la stessa immagine. Se
esistono, determinarli.

Motivazione:

Esame 6 dicembre 2007 - Pagina 3


6 dicembre 2007 - Esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2007-2008
 
1 2 1
4. Sia data la matrice: A := 2 4 2.
0 0 0
2 (a) Determinare gli autovalori di A.

Motivazione:

3 (b) Determinare una base per ciascun autospazio di A. Utilizza la tabella sottostante. In ciascu-
na riga scrivi un autovalore differente e una base per il corrispondente autospazio (nota: il
numero delle righe già presenti in tabella non è detto che sia uguale al numero degli autovalori
effettivamente presenti)
Autovalore λ Base dell’autospazio E(λ)

Motivazione:

2 (c) Determinare una matrice diagonale D e una matrice invertibile M tali che D = M −1 AM .
   
   
D := 


 M := 


Esame 6 dicembre 2007 - Pagina 4


6 dicembre 2007 - Esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2007-2008

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . .

5. Fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano siano dati i punti B := (5, 3), C := (−1, 1)
e la retta t : x + 2y + 5 = 0.

2 (a) Determina l’equazione cartesiana della retta r parallela a t ed equidistante dai punti B e C:

Motivazione:

2 (b) Detto A il punto di intersezione tra r e l’asse delle y e detto H il punto d’intersezione tra r e
la retta passante per B e C determinare il simmetrico D di A rispetto a H
D=( , )
Motivazione:

3 (c) Determina l’area del triangolo ABH e del triangolo ACH:


A(ABH) = A(ACH) =

Motivazione:

Esame 6 dicembre 2007 - Pagina 5


6 dicembre 2007 - Esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2007-2008
(
x + 2y − 3z + 2 = 0
6. Fissato nello spazio un sistema di riferimento cartesiano, siano date le rette r :
2x + y − z + 3 = 0

x = 2 + t

e s : y = 1 + 3t

z=3+ t

2 (a) Il piano π contenente r e parallelo a s ha equazione:

Motivazione:

2 (b) Il piano σ contenente s e parallelo a r ha equazione:

Motivazione:

3 (c) Determinare l’equazione cartesiana della sfera con il centro sull’asse delle x e le cui intersezioni
con i piani π e σ sono circonferenze entrambe di raggio uguale a 2.

Motivazione:

Esame 6 dicembre 2007 - Pagina 6


8 gennaio 2008 - Esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2007-2008

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . . .

ISTRUZIONI
• La prova dura 3 ore.
• Ti sono stati consegnati tre fogli, stampati fronte e retro. Come prima cosa scrivi su
ciascuno di essi negli spazi predisposti il tuo nome, cognome e numero di matricola.
• A fianco di ciascuna domanda è presente un doppio riquadro: in quello di sinistra è indicato
il punteggio corrispondente alla domanda in caso di risposta completamente corretta; quello di
destra è a disposizione della commissione per la correzione.
• I punteggi sono espressi in trentesimi. Un punteggio compreso tra 30 e 32 corrisponde ad un voto
di 30 trentesimi; un punteggio di almeno 33 corrisponde ad un voto di 30 trentesimi e lode.
• Per le risposte utilizza unicamente gli spazi riquadrati già predisposti. Quando richiesto, le risposte
vanno motivate brevemente, ma in maniera comprensibile.
• Se devi cambiare qualche risposta che hai già scritto sul foglio, fai in modo che sia chiaro per chi
correggerà il tuo compito quale sia la risposta definitiva. Se la risposta risultasse poco leggibile,
chiedi al docente un nuovo foglio e ritrascrivi su questo foglio tutte le risposte che hai dato.
• Al termine della prova devi consegnare unicamente i fogli che ti sono stati consegnati
dal docente. Non saranno ritirati eventuali fogli di brutta copia, integrazioni e simili.

1. Fissata in V 2 (O) una base ortonormale formata dai vettori e1 e e2 , sia dato il vettore v1 := e1 +e2 .
2 (a) Quante sono le basi di V 2 (O) aventi come primo vettore v1 ?

Motivazione:

2 (b) Quante sono le basi ortonormali di V 2 (O) aventi come primo vettore v1 ?

Motivazione:

Esame 8 gennaio 2008 - Pagina 1


8 gennaio 2008 - Esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2007-2008

2. Fissato nello spazio un sistema di riferimento cartesiano, si considerino il punto A := (3, 5, 7) e, al


variare dei parametri a, b, c e d, le rette:
 
x = a + t
 x = 1

r : y = b + 2t s : y = 2 + dt
 
z = c + 3t z = −1 + 5t
 

2 (a) Determina tutti i valori di a, b, c e d per i quali esiste uno ed un sol piano passante per A e
perpendicolare sia a r che a s.

Motivazione:

2 (b) Determina tutti i valori di a, b, c e d per i quali esiste una ed una sola retta passante per A e
perpendicolare sia a r che a s.

Motivazione:

Esame 8 gennaio 2008 - Pagina 2


8 gennaio 2008 - Esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2007-2008

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . .


 
1 2 0
3. Sia data la matrice: A := 2 4 0.
0 0 5
3 (a) Determina gli autovalori di A e una base per ciascun autospazio di A. Utilizza la tabella
sottostante. In ciascuna riga scrivi un autovalore differente e una base per il corrispondente
autospazio (nota: il numero delle righe già presenti in tabella non è detto che sia uguale al
numero degli autovalori effettivamente presenti)
Autovalore λ Base dell’autospazio E(λ)

Motivazione:

2 (b) Determina una matrice diagonale D e una matrice ortogonale M tali che D = M −1 AM .
   
   
D := 


 M := 


2 (c) Determina, se esiste, un’altra matrice ortogonale N tali che D = N −1 AN (con D stessa
matrice diagonale determinata al punto precedente).
 
 
N := 


Motivazione:

Esame 8 gennaio 2008 - Pagina 3


8 gennaio 2008 - Esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2007-2008

 x + y − z + tw = 1

4. Si consideri il sistema di equazioni x + 2y + tz − w = 2t dove t è un parametro reale.

2x + 2ty − 2z + 2w = 2

2 (a) Determina i valori di t per cui il sistema ha una sola soluzione.

Motivazione:

3 (b) Determina i valori di t per cui il sistema ha infinite soluzioni, specificando per ciascuno di essi
la dimensione dello spazio affine delle sue soluzioni.

Motivazione:

2 (c) Tra i valori di t determinati al punto precedente scegline uno per cui la dimensione dello spazio
affine delle soluzioni è la più alta e trova tutte le soluzioni del sistema in tal caso.
Valore di t scelto:
Soluzioni del sistema:

Esame 8 gennaio 2008 - Pagina 4


8 gennaio 2008 - Esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2007-2008

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . .

5. Fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano siano dati i punti A := (3, 4), B := (5, 3).
Sia r la retta passante per A e B.
3 (a) Determina due punti C e D tali che ABCD sia un quadrato contenuto nel semipiano delimitato
da r e contenente l’origine:
C=( , ) D=( , )
Motivazione:

2 (b) Determina l’equazione cartesiana della circonferenza circoscritta al quadrato ABCD (cioè
passante per i punti A, B, C e D) e l’equazione cartesiana della circonferenza inscritta al
quadrato ABCD (cioè tangente ai lati del quadrato)

Motivazione:

2 (c) Detta s la retta passante per C e D e detto P il punto di intersezione tra la retta s e l’asse
delle x determina l’area del triangolo ABP
Motivazione:

Esame 8 gennaio 2008 - Pagina 5


8 gennaio 2008 - Esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2007-2008
(
2x + y − z − 1 = 0
6. Fissato nello spazio un sistema di riferimento cartesiano, siano date le rette r :
x + y − 2z + 2 = 0
(
3x + 2y − 3z − 11 = 0
es:
4x + 3y − 5z − 9 = 0

3 (a) Le rette r e s sono:


 coincidenti  incidenti  parallele e distinte  sghembe
Motivazione:

2 (b) Di piani contenenti r e paralleli a s:


 non ne esiste nessuno;
 ne esiste uno solo: il piano π di equazione cartesiana
 ne esiste più di uno.
Motivazione:

2 (c) Di piani contenenti r e ortogonali a s:


 non ne esiste nessuno;
 ne esiste uno solo: il piano σ di equazione cartesiana
 ne esiste più di uno.
Motivazione:

Esame 8 gennaio 2008 - Pagina 6


8 gennaio 2008 - Esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2007-2008

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . . .

ISTRUZIONI
• La prova dura 3 ore.
• Ti sono stati consegnati tre fogli, stampati fronte e retro. Come prima cosa scrivi su
ciascuno di essi negli spazi predisposti il tuo nome, cognome e numero di matricola.
• A fianco di ciascuna domanda è presente un doppio riquadro: in quello di sinistra è indicato
il punteggio corrispondente alla domanda in caso di risposta completamente corretta; quello di
destra è a disposizione della commissione per la correzione.
• I punteggi sono espressi in trentesimi. Un punteggio compreso tra 30 e 32 corrisponde ad un voto
di 30 trentesimi; un punteggio di almeno 33 corrisponde ad un voto di 30 trentesimi e lode.
• Per le risposte utilizza unicamente gli spazi riquadrati già predisposti. Quando richiesto, le risposte
vanno motivate brevemente, ma in maniera comprensibile.
• Se devi cambiare qualche risposta che hai già scritto sul foglio, fai in modo che sia chiaro per chi
correggerà il tuo compito quale sia la risposta definitiva. Se la risposta risultasse poco leggibile,
chiedi al docente un nuovo foglio e ritrascrivi su questo foglio tutte le risposte che hai dato.
• Al termine della prova devi consegnare unicamente i fogli che ti sono stati consegnati
dal docente. Non saranno ritirati eventuali fogli di brutta copia, integrazioni e simili.

1. Fissata in V 2 (O) una base ortonormale formata dai vettori e1 e e2 , sia dato il vettore v1 := −e1 −e2 .
2 (a) Quante sono le basi di V 2 (O) aventi come primo vettore v1 ?

Motivazione:

2 (b) Quante sono le basi ortonormali di V 2 (O) aventi come primo vettore v1 ?

Motivazione:

Esame 8 gennaio 2008 - Pagina 1


8 gennaio 2008 - Esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2007-2008

2. Fissato nello spazio un sistema di riferimento cartesiano, si considerino il punto A := (2, 4, 6) e, al


variare dei parametri a, b, c e d, le rette:
 
x = a − t
 x = 3

r: y= b+ t s: y = 5 + dt
 
z = c + 2t z = 7 − 5t
 

2 (a) Determina tutti i valori di a, b, c e d per i quali esiste uno ed un sol piano passante per A e
perpendicolare sia a r che a s.

Motivazione:

2 (b) Determina tutti i valori di a, b, c e d per i quali esiste una ed una sola retta passante per A e
perpendicolare sia a r che a s.

Motivazione:

Esame 8 gennaio 2008 - Pagina 2


8 gennaio 2008 - Esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2007-2008

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . .


 
1 0 −2
3. Sia data la matrice: A :=  0 5 0 .
−2 0 4
3 (a) Determina gli autovalori di A e una base per ciascun autospazio di A. Utilizza la tabella
sottostante. In ciascuna riga scrivi un autovalore differente e una base per il corrispondente
autospazio (nota: il numero delle righe già presenti in tabella non è detto che sia uguale al
numero degli autovalori effettivamente presenti)
Autovalore λ Base dell’autospazio E(λ)

Motivazione:

2 (b) Determina una matrice diagonale D e una matrice ortogonale M tali che D = M −1 AM .
   
   
D := 


 M := 


2 (c) Determina, se esiste, un’altra matrice ortogonale N tali che D = N −1 AN (con D stessa
matrice diagonale determinata al punto precedente).
 
 
N := 


Motivazione:

Esame 8 gennaio 2008 - Pagina 3


8 gennaio 2008 - Esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2007-2008

 x + y + tz − w = 1

4. Si consideri il sistema di equazioni 4x + 2y − 4z + tw = 2t dove t è un parametro reale.

tx + 2y + 4z − 2w = 2

2 (a) Determina i valori di t per cui il sistema ha una sola soluzione.

Motivazione:

3 (b) Determina i valori di t per cui il sistema ha infinite soluzioni, specificando per ciascuno di essi
la dimensione dello spazio affine delle sue soluzioni.

Motivazione:

2 (c) Tra i valori di t determinati al punto precedente scegline uno per cui la dimensione dello spazio
affine delle soluzioni è la più alta e trova tutte le soluzioni del sistema in tal caso.
Valore di t scelto:
Soluzioni del sistema:

Esame 8 gennaio 2008 - Pagina 4


8 gennaio 2008 - Esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2007-2008

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . .

5. Fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano siano dati i punti A := (4, 4), B := (5, 7).
Sia r la retta passante per A e B.
3 (a) Determina due punti C e D tali che ABCD sia un quadrato contenuto nel semipiano delimitato
da r e contenente l’origine:
C=( , ) D=( , )
Motivazione:

2 (b) Determina l’equazione cartesiana della circonferenza circoscritta al quadrato ABCD (cioè
passante per i punti A, B, C e D) e l’equazione cartesiana della circonferenza inscritta al
quadrato ABCD (cioè tangente ai lati del quadrato)

Motivazione:

2 (c) Detta s la retta passante per C e D e detto P il punto di intersezione tra la retta s e l’asse
delle x determina l’area del triangolo ABP
Motivazione:

Esame 8 gennaio 2008 - Pagina 5


8 gennaio 2008 - Esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2007-2008
(
x+y+z−5=0
6. Fissato nello spazio un sistema di riferimento cartesiano, siano date le rette r :
3x − y + z − 1 = 0
(
5x + y + 3z − 14 = 0
es:
x − 3y − z + 2 = 0

3 (a) Le rette r e s sono:


 coincidenti  incidenti  parallele e distinte  sghembe
Motivazione:

2 (b) Di piani contenenti r e paralleli a s:


 non ne esiste nessuno;
 ne esiste uno solo: il piano π di equazione cartesiana
 ne esiste più di uno.
Motivazione:

2 (c) Di piani contenenti r e ortogonali a s:


 non ne esiste nessuno;
 ne esiste uno solo: il piano σ di equazione cartesiana
 ne esiste più di uno.
Motivazione:

Esame 8 gennaio 2008 - Pagina 6


8 gennaio 2008 - Esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2007-2008

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . . .

ISTRUZIONI
• La prova dura 3 ore.
• Ti sono stati consegnati tre fogli, stampati fronte e retro. Come prima cosa scrivi su
ciascuno di essi negli spazi predisposti il tuo nome, cognome e numero di matricola.
• A fianco di ciascuna domanda è presente un doppio riquadro: in quello di sinistra è indicato
il punteggio corrispondente alla domanda in caso di risposta completamente corretta; quello di
destra è a disposizione della commissione per la correzione.
• I punteggi sono espressi in trentesimi. Un punteggio compreso tra 30 e 32 corrisponde ad un voto
di 30 trentesimi; un punteggio di almeno 33 corrisponde ad un voto di 30 trentesimi e lode.
• Per le risposte utilizza unicamente gli spazi riquadrati già predisposti. Quando richiesto, le risposte
vanno motivate brevemente, ma in maniera comprensibile.
• Se devi cambiare qualche risposta che hai già scritto sul foglio, fai in modo che sia chiaro per chi
correggerà il tuo compito quale sia la risposta definitiva. Se la risposta risultasse poco leggibile,
chiedi al docente un nuovo foglio e ritrascrivi su questo foglio tutte le risposte che hai dato.
• Al termine della prova devi consegnare unicamente i fogli che ti sono stati consegnati
dal docente. Non saranno ritirati eventuali fogli di brutta copia, integrazioni e simili.

1. Fissata in V 2 (O) una base ortonormale formata dai vettori e1 e e2 , sia dato il vettore v1 := −e1 +e2 .
2 (a) Quante sono le basi di V 2 (O) aventi come primo vettore v1 ?

Motivazione:

2 (b) Quante sono le basi ortonormali di V 2 (O) aventi come primo vettore v1 ?

Motivazione:

Esame 8 gennaio 2008 - Pagina 1


8 gennaio 2008 - Esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2007-2008

2. Fissato nello spazio un sistema di riferimento cartesiano, si considerino il punto A := (6, 7, 8) e, al


variare dei parametri a, b, c e d, le rette:
 
 x = a + 3t
 x = 1

r : y = b + 2t s : y = 2 + dt
 
z= c+ t z = −1 + 7t
 

2 (a) Determina tutti i valori di a, b, c e d per i quali esiste uno ed un sol piano passante per A e
perpendicolare sia a r che a s.

Motivazione:

2 (b) Determina tutti i valori di a, b, c e d per i quali esiste una ed una sola retta passante per A e
perpendicolare sia a r che a s.

Motivazione:

Esame 8 gennaio 2008 - Pagina 2


8 gennaio 2008 - Esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2007-2008

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . .


 
−4 2 0
3. Sia data la matrice: A :=  2 −1 0 .
0 0 −5
3 (a) Determina gli autovalori di A e una base per ciascun autospazio di A. Utilizza la tabella
sottostante. In ciascuna riga scrivi un autovalore differente e una base per il corrispondente
autospazio (nota: il numero delle righe già presenti in tabella non è detto che sia uguale al
numero degli autovalori effettivamente presenti)
Autovalore λ Base dell’autospazio E(λ)

Motivazione:

2 (b) Determina una matrice diagonale D e una matrice ortogonale M tali che D = M −1 AM .
   
   
D := 


 M := 


2 (c) Determina, se esiste, un’altra matrice ortogonale N tali che D = N −1 AN (con D stessa
matrice diagonale determinata al punto precedente).
 
 
N := 


Motivazione:

Esame 8 gennaio 2008 - Pagina 3


8 gennaio 2008 - Esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2007-2008

 x + y + z + tw = 1

4. Si consideri il sistema di equazioni x + 2y + tz + w = −2t dove t è un parametro reale.

2x − 2ty + 2z − 2w = 2

2 (a) Determina i valori di t per cui il sistema ha una sola soluzione.

Motivazione:

3 (b) Determina i valori di t per cui il sistema ha infinite soluzioni, specificando per ciascuno di essi
la dimensione dello spazio affine delle sue soluzioni.

Motivazione:

2 (c) Tra i valori di t determinati al punto precedente scegline uno per cui la dimensione dello spazio
affine delle soluzioni è la più alta e trova tutte le soluzioni del sistema in tal caso.
Valore di t scelto:
Soluzioni del sistema:

Esame 8 gennaio 2008 - Pagina 4


8 gennaio 2008 - Esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2007-2008

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . .

5. Fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano siano dati i punti A := (5, 3), B := (4, 5).
Sia r la retta passante per A e B.
3 (a) Determina due punti C e D tali che ABCD sia un quadrato contenuto nel semipiano delimitato
da r e contenente l’origine:
C=( , ) D=( , )
Motivazione:

2 (b) Determina l’equazione cartesiana della circonferenza circoscritta al quadrato ABCD (cioè
passante per i punti A, B, C e D) e l’equazione cartesiana della circonferenza inscritta al
quadrato ABCD (cioè tangente ai lati del quadrato)

Motivazione:

2 (c) Detta s la retta passante per C e D e detto P il punto di intersezione tra la retta s e l’asse
delle x determina l’area del triangolo ABP
Motivazione:

Esame 8 gennaio 2008 - Pagina 5


8 gennaio 2008 - Esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2007-2008
(
2x + y + 4z − 9 = 0
6. Fissato nello spazio un sistema di riferimento cartesiano, siano date le rette r :
x+y+ z−5=0
(
3x + 2y + 5z − 19 = 0
es:
3x + y + 7z − 17 = 0

3 (a) Le rette r e s sono:


 coincidenti  incidenti  parallele e distinte  sghembe
Motivazione:

2 (b) Di piani contenenti r e paralleli a s:


 non ne esiste nessuno;
 ne esiste uno solo: il piano π di equazione cartesiana
 ne esiste più di uno.
Motivazione:

2 (c) Di piani contenenti r e ortogonali a s:


 non ne esiste nessuno;
 ne esiste uno solo: il piano σ di equazione cartesiana
 ne esiste più di uno.
Motivazione:

Esame 8 gennaio 2008 - Pagina 6


8 gennaio 2008 - Esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2007-2008

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . . .

ISTRUZIONI
• La prova dura 3 ore.
• Ti sono stati consegnati tre fogli, stampati fronte e retro. Come prima cosa scrivi su
ciascuno di essi negli spazi predisposti il tuo nome, cognome e numero di matricola.
• A fianco di ciascuna domanda è presente un doppio riquadro: in quello di sinistra è indicato
il punteggio corrispondente alla domanda in caso di risposta completamente corretta; quello di
destra è a disposizione della commissione per la correzione.
• I punteggi sono espressi in trentesimi. Un punteggio compreso tra 30 e 32 corrisponde ad un voto
di 30 trentesimi; un punteggio di almeno 33 corrisponde ad un voto di 30 trentesimi e lode.
• Per le risposte utilizza unicamente gli spazi riquadrati già predisposti. Quando richiesto, le risposte
vanno motivate brevemente, ma in maniera comprensibile.
• Se devi cambiare qualche risposta che hai già scritto sul foglio, fai in modo che sia chiaro per chi
correggerà il tuo compito quale sia la risposta definitiva. Se la risposta risultasse poco leggibile,
chiedi al docente un nuovo foglio e ritrascrivi su questo foglio tutte le risposte che hai dato.
• Al termine della prova devi consegnare unicamente i fogli che ti sono stati consegnati
dal docente. Non saranno ritirati eventuali fogli di brutta copia, integrazioni e simili.

1. Fissata in V 2 (O) una base ortonormale formata dai vettori e1 e e2 , sia dato il vettore v1 := e1 −e2 .
2 (a) Quante sono le basi di V 2 (O) aventi come primo vettore v1 ?

Motivazione:

2 (b) Quante sono le basi ortonormali di V 2 (O) aventi come primo vettore v1 ?

Motivazione:

Esame 8 gennaio 2008 - Pagina 1


8 gennaio 2008 - Esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2007-2008

2. Fissato nello spazio un sistema di riferimento cartesiano, si considerino il punto A := (−3, −5, −7)
e, al variare dei parametri a, b, c e d, le rette:
 
x = a − t
 x = 1

r: y = b − 2t s: y= 2 + dt
 
z = c − 3t z = −1 + 5t
 

2 (a) Determina tutti i valori di a, b, c e d per i quali esiste uno ed un sol piano passante per A e
perpendicolare sia a r che a s.

Motivazione:

2 (b) Determina tutti i valori di a, b, c e d per i quali esiste una ed una sola retta passante per A e
perpendicolare sia a r che a s.

Motivazione:

Esame 8 gennaio 2008 - Pagina 2


8 gennaio 2008 - Esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2007-2008

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 
−5 0 0
3. Sia data la matrice: A :=  0 −1 2 .
0 2 −4
3 (a) Determina gli autovalori di A e una base per ciascun autospazio di A. Utilizza la tabella
sottostante. In ciascuna riga scrivi un autovalore differente e una base per il corrispondente
autospazio (nota: il numero delle righe già presenti in tabella non è detto che sia uguale al
numero degli autovalori effettivamente presenti)
Autovalore λ Base dell’autospazio E(λ)

Motivazione:

2 (b) Determina una matrice diagonale D e una matrice ortogonale M tali che D = M −1 AM .
   
   
D := 


 M := 


2 (c) Determina, se esiste, un’altra matrice ortogonale N tali che D = N −1 AN (con D stessa
matrice diagonale determinata al punto precedente).
 
 
N := 


Motivazione:

Esame 8 gennaio 2008 - Pagina 3


8 gennaio 2008 - Esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2007-2008

 x + y + tz + w = 1

4. Si consideri il sistema di equazioni 4x + 2y + 4z + tw = −2t dove t è un parametro reale.

tx − 2y + 4z − 2w = −2

2 (a) Determina i valori di t per cui il sistema ha una sola soluzione.

Motivazione:

3 (b) Determina i valori di t per cui il sistema ha infinite soluzioni, specificando per ciascuno di essi
la dimensione dello spazio affine delle sue soluzioni.

Motivazione:

2 (c) Tra i valori di t determinati al punto precedente scegline uno per cui la dimensione dello spazio
affine delle soluzioni è la più alta e trova tutte le soluzioni del sistema in tal caso.
Valore di t scelto:
Soluzioni del sistema:

Esame 8 gennaio 2008 - Pagina 4


8 gennaio 2008 - Esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2007-2008

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5. Fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano siano dati i punti A := (3, 4), B := (6, 5).
Sia r la retta passante per A e B.
3 (a) Determina due punti C e D tali che ABCD sia un quadrato contenuto nel semipiano delimitato
da r e contenente l’origine:
C=( , ) D=( , )
Motivazione:

2 (b) Determina l’equazione cartesiana della circonferenza circoscritta al quadrato ABCD (cioè
passante per i punti A, B, C e D) e l’equazione cartesiana della circonferenza inscritta al
quadrato ABCD (cioè tangente ai lati del quadrato)

Motivazione:

2 (c) Detta s la retta passante per C e D e detto P il punto di intersezione tra la retta s e l’asse
delle x determina l’area del triangolo ABP
Motivazione:

Esame 8 gennaio 2008 - Pagina 5


8 gennaio 2008 - Esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2007-2008
(
2x + y + z − 9 = 0
6. Fissato nello spazio un sistema di riferimento cartesiano, siano date le rette r :
x−y+z−2=0
(
4x − y + 3z − 14 = 0
es:
5x + y + 3z − 19 = 0

3 (a) Le rette r e s sono:


 coincidenti  incidenti  parallele e distinte  sghembe
Motivazione:

2 (b) Di piani contenenti r e paralleli a s:


 non ne esiste nessuno;
 ne esiste uno solo: il piano π di equazione cartesiana
 ne esiste più di uno.
Motivazione:

2 (c) Di piani contenenti r e ortogonali a s:


 non ne esiste nessuno;
 ne esiste uno solo: il piano σ di equazione cartesiana
 ne esiste più di uno.
Motivazione:

Esame 8 gennaio 2008 - Pagina 6


Soluzione facsimile 1 d’esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2003-2004

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ISTRUZIONI

• La prova dura 3 ore.


• Ti sono stati consegnati tre fogli, stampati fronte e retro. Come prima cosa scrivi su
ciascuno di essi negli spazi predisposti il tuo nome, cognome e numero di matricola.

• A fianco di ciascuna domanda è presente un doppio riquadro: in quello di sinistra è indicato


il punteggio corrispondente alla domanda in caso di risposta completamente corretta; quello di
destra è a disposizione della commissione per la correzione.
• I punteggi sono espressi in trentesimi. Un punteggio compreso tra 30 e 32 corrisponde ad un voto
di 30 trentesimi; un punteggio di almeno 33 corrisponde ad un voto di 30 trentesimi e lode.
• Per le risposte utilizza unicamente gli spazi riquadrati già predisposti. Quando richiesto, le risposte
vanno motivate brevemente, ma in maniera comprensibile.
• Se devi cambiare qualche risposta che hai già scritto sul foglio, fai in modo che sia chiaro per chi
correggerà il tuo compito quale sia la risposta definitiva. Se la risposta risultasse poco leggibile,
chiedi al docente un nuovo foglio e ritrascrivi su questo foglio tutte le risposte che hai dato.
• Al termine della prova devi consegnare unicamente i fogli che ti sono stati consegnati
dal docente. Non saranno ritirati eventuali fogli di brutta copia, integrazioni e simili.

1. Siano A e B due matrici quadrate dello stesso ordine.

2 (a) Se A e B sono invertibili allora la matrice A + B è invertibile:


 vero  falso
Se la risposta è ‘vero’ spiega perché, se la risposta è ‘falso’ mostra con un controesempio perché
è falso.

La matrice identica I è invertibile. Anche l’opposta −I è invertibile. La somma di I con −I


è la matrice nulla che non è invertibile.

2 (b) Se A è invertibile allora la matrice A2 è invertibile:


 vero  falso
Se la risposta è ‘vero’ spiega perché, se la risposta è ‘falso’ mostra con un controesempio perché
è falso.

Poiché A è invertibile, sappiamo che det A 6= 0. Per il teorema di Binet


2
det A2 = (det A) 6= 0,


e, dunque, A2 è invertibile.

Soluzione facsimile 1 - Pagina 1


Soluzione facsimile 1 d’esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2003-2004

2. Sia fissato nello spazio un sistema di riferimento cartesiano e sia dato il punto P := (x0 , y0 , z0 ).

2 (a) Determina il simmetrico H del punto P rispetto al piano π : z = 0.


H = (x0 , y0 , −z0 )
Motivazione:

 x = x0

La retta passante per P e ortogonale a π ha equazioni parametriche y = y0 .

z = z0 + t

Intersecando questa retta con il piano π si trova il punto Q := (x0 , y0 , 0). Il punto H è il
punto dello spazio tale che Q sia il punto medio di P e H: dunque se H := (x1 , y1 , z1 ) si ha
x0 +x1
2 = x0 , y0 +y
2
1
= y0 e z0 +z
2
1
= 0.

(
y=0
2 (b) Determina il simmetrico K del punto P rispetto alla retta r : .
z=0
K = (x0 , −y0 , −z0 )
Motivazione:

Il piano passante per P e ortogonale a r ha equazione cartesiana x − x0 = 0. Intersecando


questo piano con la retta r si trova il punto R := (x0 , 0, 0). Il punto K è il punto dello
spazio tale che R sia il punto medio di P e K: dunque se K := (x2 , y2 , z2 ) si ha x0 +x
2
2
= x0 ,
y0 +y2 z0 +z2
2 = 0 e 2 = 0.

Soluzione facsimile 1 - Pagina 2


Soluzione facsimile 1 d’esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2003-2004

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3. Si considerino i due blocchi di condizioni:


 
 f (1, 1, 0) := (2, −1)
  f (1, 1, 0) := (2, −1)

C1 : f (0, 1, 1) := (3, 0) C2 : f (0, 1, 1) := (3, 0)
 
f (1, 2, 1) := (2, −1) f (1, −2, 1) := (2, −1)
 

3 (a) Per uno solo di questi due blocchi di condizioni esiste un unico omomorfismo f : R3 → R2 che
verifica tali condizioni. Indica quale blocco:
 C1  C2
Motivazione:

I vettori (1, 1, 0), (0, 1, 1) e (1, 2, 1) non formano una base di R3 , mentre i vettori (1, 1, 0),
(0, 1, 1) e (1, −2, 1) formano una base di R3 .

Nel resto dell’esercizio sia f l’omomorfismo determinato al punto precedente.

2 (b) L’omomorfismo f è iniettivo?


 sı̀  no
Motivazione:

La dimensione dello spazio di partenza è maggiore della dimensione dello spazio di arrivo.

2 (c) L’omomorfismo f è suriettivo?


 sı̀  no
Motivazione:

L’immagine di f è generata dai vettori f (1, 1, 0), f (0, 1, 1) e f (1, −2, 1), cioè dai vettori
(2, −1), (3, 0) e (2, −1). I vettori (2, −1) e (3, 0) sono linearmente indipendenti, dunque
generano uno spazio di dimensione 2, cioè tutto R2 .

Soluzione facsimile 1 - Pagina 3


Soluzione facsimile 1 d’esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2003-2004

4. Sia A la matrice a coefficienti reali:


 
2 −1 −2
A := 4 −2 −4 .
0 0 −1

4 (a) Determina gli autovalori di A e, per ciascuno di essi una base per il corrispondente autospazio.
Utilizza la tabella sottostante. In ciascuna riga scrivi un autovalore differente e una base per
il corrispondente autospazio (nota: il numero delle righe già presenti in tabella non è detto
che sia uguale al numero degli autovalori effettivamente presenti)
Autovalore λ Base dell’autospazio E(λ)

0 (1, 2, 0)

−1 (2, 4, 1)

3 (b) A è diagonalizzabile?
 sı̀  no
Motivazione:

La somma delle dimensioni degli autospazi è 2, cioè è inferiore a 3.

Soluzione facsimile 1 - Pagina 4


Soluzione facsimile 1 d’esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2003-2004

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5. Sia fissato nel piano un sistema di riferimento affine. Sia O l’origine di questo riferimento, sia U1
il punto unità dell’asse delle x e sia U2 il punto unità dell’asse delle y. Si considerino i punti A, B
e C dati in figura (i trattini sugli assi corrispondono ai punti unità):

C
y A x

U2 = (0, 1) B
O
U1 = (1, 0)

1 (a) Le coordinate dei punti A, B e C rispetto al sistema di riferimento fissato sono:


A = (1, 1), B = (2, 0), C = (2, 1)

2 (b) La retta passante per i punti A e B ha equazione cartesiana:


x+y−2=0

Motivazione:

x − 1 y − 1
Si può usare la formula: =0
2−1 0 − 1

2 (c) L’insieme dei punti interni al triangolo di vertici A, B e C è definito dal sistema di disequazioni:

x + y − 2 > 0

x −2<0

y−1<0

2 (d) Il punto D tale che il quadrilatero ABCD (attenzione all’ordine dei vertici!) sia un parallelo-
gramma ha coordinate:
D = (1, 2)
Motivazione:

La retta r passante per A e parallela alla retta BC ha equazione x − 1 = 0. La retta s


passante per C e parallela alla retta AB ha equazione x + y − 3 = 0. Il punto D si ottiene
come intersezione della retta r e della retta s.

Soluzione facsimile 1 - Pagina 5


Soluzione facsimile 1 d’esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2003-2004

6. Fissato nello spazio un sistema di riferimento cartesiano, siano dati i punti A := (0, 2, 4), B :=
(h, 1, 0), C := (1, k, 8).

2 (a) i tre punti sono allineati se e solo se:

h = −1 e k = 3
Motivazione:

I tre punti sono allineati se e solo se la matrice


   
h−0 1−2 0−4 h −1 −4
=
1−0 k−2 8−4 1 k−2 4

ha rango 1.

Nel resto dell’esercizio utilizza i valori dei parametri h e k determinati al punto


precedente.

1 (b) La retta r che passa per i punti A, B e C ha equazioni parametriche:




 x = −1 − t





y= 1− t






z= − 4t

2 (c) La retta r determinata al punto precedente ha equazioni cartesiane:


(
x− y −2=0
4y − z − 4 = 0

2 (d) Il piano π passante per il punto A e perpendicolare alla retta r ha equazione cartesiana:

x + y + 4z − 18 = 0

Motivazione:

Il piano di equazione ax + by + cz + d = 0 è perpendicolare alla retta r se e solo se (a, b, c)


sono proporzionali ai parametri direttori di r. Possiamo allora scegliere a = 1, b = 1, c = 4.
Imponendo il passaggio per A troviamo poi d = −18.

Soluzione facsimile 1 - Pagina 6


Soluzione facsimile 2 d’esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2003-2004

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ISTRUZIONI

• La prova dura 3 ore.


• Ti sono stati consegnati tre fogli, stampati fronte e retro. Come prima cosa scrivi su
ciascuno di essi negli spazi predisposti il tuo nome, cognome e numero di matricola.

• A fianco di ciascuna domanda è presente un doppio riquadro: in quello di sinistra è indicato


il punteggio corrispondente alla domanda in caso di risposta completamente corretta; quello di
destra è a disposizione della commissione per la correzione.
• I punteggi sono espressi in trentesimi. Un punteggio compreso tra 30 e 32 corrisponde ad un voto
di 30 trentesimi; un punteggio di almeno 33 corrisponde ad un voto di 30 trentesimi e lode.
• Per le risposte utilizza unicamente gli spazi riquadrati già predisposti. Quando richiesto, le risposte
vanno motivate brevemente, ma in maniera comprensibile.
• Se devi cambiare qualche risposta che hai già scritto sul foglio, fai in modo che sia chiaro per chi
correggerà il tuo compito quale sia la risposta definitiva. Se la risposta risultasse poco leggibile,
chiedi al docente un nuovo foglio e ritrascrivi su questo foglio tutte le risposte che hai dato.
• Al termine della prova devi consegnare unicamente i fogli che ti sono stati consegnati
dal docente. Non saranno ritirati eventuali fogli di brutta copia, integrazioni e simili.

1. Sia V uno spazio vettoriale.

2 (a) Siano v1 , v2 e v3 vettori linearmente indipendenti di V . Siano w1 , w2 , w3 e w4 combinazioni


lineari di v1 , v2 e v3 . Allora:
 w1 , w2 , w3 e w4 sono linearmente indipendenti
 w1 , w2 , w3 e w4 sono linearmente dipendenti
 i dati assegnati non permettono di stabilire se w1 , w2 , w3 e w4 sono linearmente dipendenti
Motivazione:

Dire che i vettori w1 , w2 , w3 e w4 sono combinazioni lineari di v1 , v2 e v3 è equivalente


a dire che appartengono al sottospazio vettoriale E di V generato da v1 , v2 e v3 : poiché
questi ultimi sono linearmente indipendenti, il sottospazio E ha dimensione 3.
Comunque scelti 4 vettori in uno spazio vettoriale di dimensione 3, essi sono linearmente
dipendenti.

2 (b) Siano v1 , v2 , v3 e v4 vettori linearmente indipendenti di V . Siano w1 , w2 e w3 combinazioni


lineari di v1 , v2 , v3 e v4 . Allora:
 w1 , w2 e w3 sono linearmente indipendenti
 w1 , w2 e w3 sono linearmente dipendenti
 i dati assegnati non permettono di stabilire se w1 , w2 e w3 sono linearmente dipendenti
Motivazione:

Dire che i vettori w1 , w2 e w3 sono combinazioni lineari di v1 , v2 , v3 e v4 è equivalente a


dire che appartengono al sottospazio vettoriale F di V generato da v1 , v2 , v3 e v4 : poiché
questi ultimi sono linearmente indipendenti, il sottospazio F ha dimensione 4.
Scelti 3 vettori in uno spazio vettoriale di dimensione 4, essi possono essere sia linearmente
indipendenti che dipendenti: dipende dai vettori.

Soluzione facsimile 2 - Pagina 1


Soluzione facsimile 2 d’esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2003-2004

2. Fissato nello spazio un sistema di riferimento cartesiano siano date le rette:



 x = x0 + mt
( 
a1 x + b1 x + c1 z + d1 = 0
r: s : y = y0 + nt
a2 x + b2 x + c2 z + d2 = 0 
z = z0 + pt

Sia verificata la condizione a1 m + b1 n + c1 p = 0. Allora:

 le rette r e s sono parallele


2 (a)  le rette r e s non sono parallele
 i dati assegnati non permettono di stabilire se le rette r e s sono parallele
Motivazione:

La retta r è contenuta nei piani a1 x + b1 x + c1 z + d1 = 0 e a2 x + b2 x + c2 z + d2 = 0, dunque


è ortogonale ai vettori (a1 , b1 , c1 ) e (a2 , b2 , c2 ).
I parametri direttori di s sono (m, n, p). Dunque r e s sono parallele se e solo se il vettore
(m, n, p) è ortogonale sia a (a1 , b1 , c1 ) che a (a2 , b2 , c2 ), cioè se e solo se sono verificate
entrambe le relazioni a1 m + b1 n + c1 p = 0 e a2 m + b2 n + c2 p = 0. Poiché non sappiamo se
a2 m + b2 n + c2 p = 0 i dati assegnati non sono sufficienti a stabilire se r e s sono parallele.

 le rette r e s sono ortogonali


2 (b)  le rette r e s non sono ortogonali
 i dati assegnati non permettono di stabilire se le rette r e s sono ortogonali
Motivazione:

La retta r è contenuta nel piano di equazione a1 x + b1 x + c1 z + d1 = 0 e dunque è ortogonale


al vettore (a1 , b1 , c1 ).
I parametri direttori di s sono (m, n, p): la condizione a1 m + b1 n + c1 p = 0 implica che s è
ortogonale al vettore (a1 , b1 , c1 ).
L’informazione che abbiamo è, dunque, che r e s sono ortogonali allo stesso vettore. Questo
non ci permette di dire né che r e s sono ortogonali né che r e s non sono ortogonali: ad
esempio le rette contenute nel piano xy sono tutte ortogonali all’asse delle z, ma tra esse vi
sono sia rette tra loro ortogonali sia rette tra loro non ortogonali.

Soluzione facsimile 2 - Pagina 2


Soluzione facsimile 2 d’esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2003-2004

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N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . . . . .

3. Sia dato, al variare del parametro reale k, il sottoinsieme Ek di R4 cosı̀ definito:

Ek := (x, y, z, w) | x + k 2 y − z = k − 2


2 (a) Determina il valore di k per cui Ek è un sottospazio vettoriale di R4 :

k=2
Motivazione:

Il sottoinsieme Ek è l’insieme delle soluzioni di un sistema lineare nelle incognite x, y, z e w.


L’insieme delle soluzioni di un sistema lineare è un sottospazio se e solo se il sistema lineare
è omogeneo. Nel caso in questione ciò avviene se e solo se k − 2 = 0.

Nel resto dell’esercizio utilizza il valore di k determinato al punto precedente.

(b) Determina una base ortonormale di Ek .

√1 (1, 0, 1, 0), 2 1 2

(0, 0, 0, 1), 2 3, −3, −3, 0

2 (c) Determina una base per un sottospazio F supplementare di Ek in R4 .

(1, 0, 0, 0)

Motivazione:

Dal momento che Ek è definito dall’unica equazione x + 4y − z = 0, Ek ha dimensione 3.


Un sottospazio F ad esso supplementare in R4 deve avere dimensione uguale a 4 − 3 = 1.
Dobbiamo quindi trovare un singolo vettore non nullo v tale che il sottospazio generato da
v abbia intersezione con Ek ridotta al vettore nullo. Basta allora scegliere un vettore v che
non appartiene a Ek . Se v := (x1 , y1 , z1 , w1 ) basta che sia x1 +4y1 −z1 6= 0. Si può scegliere,
ad esempio, x1 = 1, y1 = z1 = w1 = 0.

Soluzione facsimile 2 - Pagina 3


Soluzione facsimile 2 d’esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2003-2004

4. Sia A la matrice a coefficienti reali:


 
1 −2 0
A :=  2 −4 0 .
−4 8 0

1 (a) Detto f l’endomorfismo di R3 la cui matrice rappresentativa rispetto alla base canonica è A,
determina una base del nucleo di f :

(2, 1, 0), (0, 0, 1)

3 (b) Determina una base per ciascun autospazio di f . Utilizza la tabella sottostante. In ciascuna
riga scrivi un autovalore differente e una base per il corrispondente autospazio (nota: il nu-
mero delle righe già presenti in tabella non è detto che sia uguale al numero degli autovalori
effettivamente presenti)
Autovalore λ Base dell’autospazio E(λ)

0 (2, 1, 0), (0, 0, 1)

−3 (1, 2, −4)

3 (c) Determina una matrice diagonale A0 e una matrice invertibile M tali che A0 = M −1 AM .
   
0 0 0 2 0 1
A0 := 0 0 0  M := 1 0 2
0 0 −3 0 1 −4
Motivazione:

Sulla diagonale della matrice A0 abbiamo riportato gli autovalori di A, ciascuno un numero
uguale alla dimensione del corrispondente autospazio.
Poiché abbiamo riportato l’autovalore 0 sulla prima e sulla seconda colonna di A0 , abbiamo
riportato sulla prima e seconda colonna di di M le componenti, rispetto alla base canonica,
di due vettori che formano una base per l’autospazio relativo a 0.
Poiché abbiamo riportato l’autovalore −3 sulla terza colonna di A0 , abbiamo riportato sulla
terza colonna di di M le componenti, rispetto alla base canonica, di un vettore che forma
una base per l’autospazio relativo a −3.

Soluzione facsimile 2 - Pagina 4


Soluzione facsimile 2 d’esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2003-2004

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . . . . .

5. Sia fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano. Sia dato al variare del numero reale k il
punto B := (k, 2k).

2 (a) Determina tutti i valori di k per cui il quadrato di lato OB ha area uguale a 20:

k = ±2
Motivazione:

L’area del quadrato di lato OB è d(O, B)2 = 5k 2 . Posto 5k 2 = 20, troviamo k = ±2.

Scegli uno dei valori di k determinati al punto a e utilizzalo nel resto dell’esercizio:
Valore di k scelto:
k=2

3 (b) Sia r la retta passante per i punti O e B e sia ρ il semipiano delimitato da r e contenente il
punto P := (0, 1). Determina i vertici C e D del quadrato OBCD contenuto in ρ.
C = (−2, 6) D = (−4, 2)
Motivazione:
La retta r ha equazione 2x − y = 0. Il semipiano ρ, dovendo contenere P , è definito dalla
disequazione 2x − y < 0. √
Il punto D giace sulla retta s ortogonale a r e passante
( per O, e ha distanza uguale a 20
x = 2t
dal punto O. La retta s ha equazioni parametriche .
y = −t

2
√ coordinate (2t, −t). La sua distanza da O è 5t .
Il punto generico della retta s ha allora
Imponendo che questa distanza sia 20 troviamo i valori 2 e −2 per il parametro t, e,
quindi, i due punti (4, −2) e (−4, 2). Scelgo tra questi quello appartenente al semipiano σ,
e determino cosı̀ D.
La retta parallela a r e passante per D ha equazione
( 2x − y + 10 = 0. La retta parallela a s
x = 2 + 2t
e passante per B ha equazioni parametriche Intersecando queste due rette si
y=4− t
trova C.

2 (c) Determina l’equazione cartesiana della circonferenza passante per i punti O, B, C e D trovati
al punto precedente.

(x + 1)2 + (y − 3)2 = 10

Motivazione:

Il centro della circonferenza è il punto medio di O e C, dunque il centro è (−1, 3). Il


raggio della circonferenza è dato dalla distanza del centro dapuno qualsiasi dei
√ punti della
circonferenza, ad esempio il punto (0, 0). Dunque il raggio è (−1)2 + 32 = 10.

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Soluzione facsimile 2 d’esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2003-2004

6. Fissato nello spazio un sistema di riferimento cartesiano, siano dati il piano π : x − 3y + 2z − 3 = 0,


il punto P := (2, −1, 6) e la sfera S : (x − 2)2 + (y + 1)2 + (z − 6)2 = 18.

2 (a) Determina la proiezione ortogonale H del punto P sul piano π.


H = (1, 2, 4)
Motivazione:

x = 2 + t

La retta s passante per P e ortogonale al piano π ha equazioni parametriche y = −1 − 3t

z = 6 + 2t

Intersecando questa retta con il piano π troviamo l’equazione

(2 + t) − 3(−1 − 3t) + 2(6 + 2t) − 3 = 0,

ovvero 14t + 14 = 0, la cui soluzione è −1. Sostituendo questo valore nelle equazioni
parametriche di s troviamo le coordinate del punto H.

3 (b) Detta γ la circonferenza intersezione di π e S, determina il raggio r e il centro C di γ.

C = (1, 2, 4)
r=2
Motivazione:
Notiamo che il centro della sfera è il punto P . Il centro di γ è allora la proiezione ortogonale
di P su π, vale a dire il punto H già determinato.
Per trovare il raggio di γ, notiamo che, detto R un qualsiasi punto di γ, il triangolo P CR è
rettangolo in C. Abbiamo allora:

d(C, R)2 = d(P, R)2 − d(P, C)2 .



Ora d(C, R) è il raggio di γ epd(P, R) è il raggio di C, cioè 18. Possiamo
√ calcolare facilmente
la distanza di P da da C: è (2 − 1)2 + (−1 − 2)2 + (6 − 4)2 = 14. Dunque il raggio della
circonferenza è √
r = 18 − 14 = 2.

2 (c) Determina l’equazione cartesiana di una sfera S 0 , diversa da S, la cui intersezione con il piano
π è la circonferenza γ.

(x − 1)2 + (y − 2)2 + (z − 4)2 = 4

Motivazione:

Si può scegliere una qualsiasi sfera il cui centro sta sulla retta s e il cui raggio è calcolato
opportunamente. Se scegliamo come centro il punto C, dobbiamo prendere la sfera di raggio
uguale al raggio della circonferenza γ, cioè 2.

Soluzione facsimile 2 - Pagina 6


Soluzione facsimile 3 d’esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2003-2004

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . . . . . .

ISTRUZIONI

• La prova dura 3 ore.


• Ti sono stati consegnati tre fogli, stampati fronte e retro. Come prima cosa scrivi su
ciascuno di essi negli spazi predisposti il tuo nome, cognome e numero di matricola.

• A fianco di ciascuna domanda è presente un doppio riquadro: in quello di sinistra è indicato


il punteggio corrispondente alla domanda in caso di risposta completamente corretta; quello di
destra è a disposizione della commissione per la correzione.
• I punteggi sono espressi in trentesimi. Un punteggio compreso tra 30 e 32 corrisponde ad un voto
di 30 trentesimi; un punteggio di almeno 33 corrisponde ad un voto di 30 trentesimi e lode.
• Per le risposte utilizza unicamente gli spazi riquadrati già predisposti. Quando richiesto, le risposte
vanno motivate brevemente, ma in maniera comprensibile.
• Se devi cambiare qualche risposta che hai già scritto sul foglio, fai in modo che sia chiaro per chi
correggerà il tuo compito quale sia la risposta definitiva. Se la risposta risultasse poco leggibile,
chiedi al docente un nuovo foglio e ritrascrivi su questo foglio tutte le risposte che hai dato.
• Al termine della prova devi consegnare unicamente i fogli che ti sono stati consegnati
dal docente. Non saranno ritirati eventuali fogli di brutta copia, integrazioni e simili.

1. Sia V uno spazio vettoriale di dimensione 5. Siano E ed F due sottospazi vettoriali di V di


dimensioni rispettive 3 e 4.

2 (a) Determina la minima e la massima dimensione possibile per la somma E + F .


4 ≤ dim(E + F ) ≤ 5
Motivazione:

La somma di E con F deve contenere sia E che F , quindi deve avere dimensione maggiore
o uguale sia della dimensione di E che della dimensione di F . Dunque dim(E + F ) ≥ 4.
La dimensione della somma non può eccedere la somma delle dimensioni di E e F cioè
7. D’altra parte E + F è un sottospazio di V che ha dimensione 5: pertanto E + F ha
dimensione al più 5.

2 (b) Determina la minima e la massima dimensione possibile per l’intersezione E ∩ F .


2 ≤ dim(E ∩ F ) ≤ 3
Motivazione:

Dalla formula di Grassmann abbiamo dim(E ∩ F ) = dim E + dim F − dim(E + F ), cioè


dim(E ∩ F ) = 7 − dim(E + F ). Dunque se dim(E + F ) = 4 abbiamo dim(E ∩ F ) = 3, se
dim(E + F ) = 5 abbiamo dim(E ∩ F ) = 2.

Soluzione facsimile 3 - Pagina 1


Soluzione facsimile 3 d’esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2003-2004

2. Siano A e B due matrici quadrate. Sia v un vettore non nullo che è autovettore di A relativamente
all’autovalore 2 ed è autovettore di B relativamente all’autovalore −6.

2 (a) Si consideri la matrice −3A.


 il vettore v è autovettore di −3A relativamente all’autovalore −6
 il vettore v non è autovettore di −3A
 i dati assegnati non permettono di stabilire se il vettore v è autovettore di −3A oppure no
Motivazione:

Sappiamo che Av = 2v. Dunque (−3A)v = −3(Av) = −3(2v) = 6v.

2 (b) Si consideri la matrice A + B.


 il vettore v è autovettore di A + B relativamente all’autovalore −4
 il vettore v non è autovettore di A + B
 i dati assegnati non permettono di stabilire se il vettore v è autovettore di A + B oppure no
Motivazione:

Sappiamo che Av = 2v e Bv = −6v. Dunque (A + B)v = Av + Bv = 2v − 6v = −4v.

Soluzione facsimile 3 - Pagina 2


Soluzione facsimile 3 d’esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2003-2004

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . . . . .

3. Sia dato l’omomorfismo f : R3 → R4 [x] cosı̀ definito:

f (a, b, c) := b + (a + b + 2c)x + (2a + b + 4c)x2 + 2bx3 .

1 (a) Determina la matrice rappresentativa di f rispetto alle basi canoniche di R3 e R4 [x]:


 
0 1 0
1 1 2
A := 
2

1 4
0 2 0

2 (b) Determina una base del nucleo di f .

(−2, 0, 1)

Motivazione:

Un vettore (a, b, c) appartiene al nucleo se e solo se f (a, b, c) = 0, cioè se e solo se

b + (a + b + 2c)x + (2a + b + 4c)x2 + 2bx3 = 0.



 b =0


 a + b + 2c = 0
Si ottiene cosı̀ il sistema le cui soluzioni sono (−2h, 0, h) al variare di h
 2a + b + 4c = 0



2b =0
in R. Si ottiene una base di ker f scegliendo, ad esempio, h = 1.

2 (c) Determina la matrice rappresentativa dell’omomorfismo f rispetto alla base di R3 formata dai
vettori v1 := (2, 0, −1), v2 := (1, 1, 0), v3 := (1, 0, 0) e alla base canonica di R4 [x].
 
0 1 0
0 2 1
A0 := 
0 3 2

0 2 0

2 (d) Determina f −1 (1 + 2x + 3x2 + 2x3 )

{(1 − 2h, 1, h) | h ∈ R}

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Soluzione facsimile 3 d’esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2003-2004
 
2 k −1
4. Sia data la matrice: A := −1 2 −1.
−1 −k 2 2

1 (a) Per quali valori di k esiste una matrice ortogonale M tale che M −1 AM sia una matrice
diagonale?

k = −1
Motivazione:

Una matrice si può diagonalizzare per mezzo di una matrice ortogonale se e solo se è
simmetrica. La matrice A è simmetrica se e solo se k = −1.
Scegliere uno degli eventuali valori di k determinati al punto a (se ce n’è più di
uno) e utilizzarlo nel resto dell’esercizio:

Valore di k scelto:
k = −1
2 (b) Determina una base per ciascun autospazio di f . Utilizza la tabella sottostante. In ciascuna
riga scrivi un autovalore differente e una base per il corrispondente autospazio (nota: il nu-
mero delle righe già presenti in tabella non è detto che sia uguale al numero degli autovalori
effettivamente presenti)
Autovalore λ Base dell’autospazio E(λ)

3 (−1, 1, 0), (−1, 0, 1)

0 (1, 1, 1)

3 (c) Determina una matrice diagonale A0 e una matrice ortogonale M tali che A0 = M −1 AM .
 1
√1 √1

− √2
 
3 0 0 6 3
A0 := 0 3 0 M :=  √12 √1 √1 

6 3
0 0 0 0 − √26 √13
1 (d) Esiste una matrice non ortogonale N tale che N −1 AN sia diagonale? Se sı̀, scrivere una tale
matrice, se no, spiegare perché non esiste.

 Non esiste una matrice N siffatta. Infatti:


 
−1 −1 1
N :=  1 0 1
0 1 1

Soluzione facsimile 3 - Pagina 4


Soluzione facsimile 3 d’esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2003-2004

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5. Sia fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano. Siano date le tre rette r1 : 3x − y − 3 = 0,
r2 : x − 3 = 0 e r3 : kx + 3y − 11 = 0, con k parametro reale.

2 (a) Determina il valore di k per cui le rette r1 , r2 e r3 appartengono allo stesso fascio di rette.

k = − 73
Motivazione:

Le rette r1 e r2 si intersecano nel punto (3, 6). Imponendo il passaggio di r3 per questo
punto troviamo la condizione 3k + 18 − 11 = 0 da cui ricaviamo k = − 37 .

2 (b) Determina il valore di k per cui le rette r1 e r3 sono ortogonali.

k=1
Motivazione:

Il vettore (3, −1) è ortogonale a r1 , il vettore (k, 3) è ortogonale a r2 . Imponendo l’or-


togonalità tra questi due vettori otteniamo la condizione 3k − 1 · 3 = 0, da cui segue
k = 1.

Nel resto dell’esercizio utilizzare il valore di k determinato al punto (b) (r1 e r3


ortogonali).
2 (c) L’insieme dei punti interni al triangolo T individuato dalle rette r1 , r2 e r3 è definito dal
sistema di disequazioni:

 3x − y − 3 > 0

x − 3<0

x + 3y − 11 > 0

1 (d) L’area del triangolo T è:

5
3

Soluzione facsimile 3 - Pagina 5


Soluzione facsimile 3 d’esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2003-2004

6. Fissato nello spazio un ( sistema di riferimento cartesiano, siano dati i punti A := (0, 4, 2) e B :=
y + 3z + 3 = 0
(3, 6, 0) e la retta r : .
x−y− z =0

2 (a) Determina l’equazione cartesiana del piano π passante per i punti A, B e parallelo alla retta
r

4x − y + 5z − 6 = 0

Motivazione:
Il generico piano passante per A ha equazione a(x − 0) + b(y − 4) + c(z − 2) = 0. Imponendo
3
il passaggio per B otteniamo la condizione 3a + 2b − 2c = 0, da cui ricaviamo  c = 2 a + b. Il
3
generico piano passante per i punti A e B ha equazione: ax + by + 2 a + b z − 3a − 6b = 0.
Questo piano è parallelo a r se e solo se non è incidente a r cioè se e solo se il sistema:


 y+ 3z + 3=0

 x− y− z =0
 
 3
 ax + by + a + b z − 3a − 6b = 0


2

0 1 3

non è Crameriano, cioè se e solo se 1 −1 −1 = 0, cioè 21 a + 2b = 0. Ponendo a = 4
a b 3
2a + b

e b = −1 troviamo l’equazione del piano cercato.
2 (b) Determina l’equazione cartesiana del piano σ passante per il punto A e ortogonale alla retta r

−2x − 3y + z + 10 = 0

Motivazione:
Risolvendo il sistemache dà le equazioni cartesiane di r possiamo determinare le equazioni
 x = −3 − 2t

parametriche di r: y = −3 − 3t Dunque r ha parametri direttori (−2, −3, 1). Il piano

z= t

di equazione ax + by + cz + d = 0 è perpendicolare alla retta r se e solo se (a, b, c) sono
proporzionali ai parametri direttori di r. Possiamo allora scegliere a = −2, b = −3, c = 1.
Imponendo il passaggio per B troviamo poi d = 10.

2 (c) Determina la proiezione ortogonale H del punto B sul piano σ.


H = (1, 3, 1)
Motivazione: 
 x = 3 − 2t

La retta s passante per B e ortogonale al piano π ha equazioni parametriche y = 6 − 3t

z= t

Intersecando questa retta con il piano π troviamo l’equazione

−2(3 − 2t) − 3(6 − 3t) + t + 10 = 0,

ovvero 14t − 14 = 0, la cui soluzione è 1. Sostituendo questo valore nelle equazioni


parametriche di s troviamo le coordinate del punto H.
1 (d) Determina il simmetrico K del punto B rispetto al piano σ.
K = (−1, 0, 2)

Soluzione facsimile 3 - Pagina 6


10 dicembre 2003 - Soluzione esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a.
2003-2004

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . . .

ISTRUZIONI

• La prova dura 3 ore.


• Ti sono stati consegnati tre fogli, stampati fronte e retro. Come prima cosa scrivi su
ciascuno di essi negli spazi predisposti il tuo nome, cognome e numero di matricola.
• A fianco di ciascuna domanda è presente un doppio riquadro: in quello di sinistra è indicato
il punteggio corrispondente alla domanda in caso di risposta completamente corretta; quello di
destra è a disposizione della commissione per la correzione.
• I punteggi sono espressi in trentesimi. Un punteggio compreso tra 30 e 32 corrisponde ad un voto
di 30 trentesimi; un punteggio di almeno 33 corrisponde ad un voto di 30 trentesimi e lode.
• Per le risposte utilizza unicamente gli spazi riquadrati già predisposti. Quando richiesto, le risposte
vanno motivate brevemente, ma in maniera comprensibile.
• Se devi cambiare qualche risposta che hai già scritto sul foglio, fai in modo che sia chiaro per chi
correggerà il tuo compito quale sia la risposta definitiva. Se la risposta risultasse poco leggibile,
chiedi al docente un nuovo foglio e ritrascrivi su questo foglio tutte le risposte che hai dato.
• Al termine della prova devi consegnare unicamente i fogli che ti sono stati consegnati
dal docente. Non saranno ritirati eventuali fogli di brutta copia, integrazioni e simili.

1. Sia V uno spazio vettoriale di dimensione 7. Sia E un sottospazio vettoriale di V di dimensione 4.

2 (a) Se F è un sottospazio vettoriale di V di dimensione 5, determina la minima dimensione


possibile per E ∩ F .
dim(E ∩ F ) ≥ 2
Motivazione:

Dalla formula di Grassmann sappiamo che

dim(E ∩ F ) = dim E + dim F − dim(E + F ) = 9 − dim(E + F ).

Dal momento che dim(E + F ) ≤ dim V = 7, abbiamo che dim(E ∩ F ) ≥ 2.

2 (b) Se G è un sottospazio vettoriale di V tale che E ∩ G = {0}, determina la massima dimensione


possibile per G.
dim G ≤ 3
Motivazione:

Dalla formula di Grassmann sappiamo che

dim G = dim(E + G) + dim(E ∩ G) − dim E = dim(E + G) − 4.

Dal momento che dim(E + G) ≤ dim V = 7, abbiamo che dim G ≤ 3.

Soluzione esame 10 dicembre 2003 - Pagina 1


10 dicembre 2003 - Soluzione esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a.
2003-2004

2. Sia fissato nello spazio un sistema di riferimento affine.

2 (a) Siano dati i piani π1 : 2x − z − 2 = 0 e π2 : 2y + z = 0. Per quali valori del parametro reale k
il piano π : 4x − 6y − 5z + k = 0 appartiene al fascio di piani individuato da π1 e π2 ?

k = −4
Motivazione:

Il piano π appartiene al fascio di piani individuato da π1 e π2 se e solo se contiene la retta


intersezione di π1 e π2 , vale a direse e solo se l’intersezione dei tre piani π1 , π2 e π è una
 2x
 − z−2=0
retta. Ciò significa che il sistema 2y + z = 0 deve avere soluzioni dipendenti

4x − 6y − 5z + k = 0

da un parametro.
Dunque la matrice del sistema e la matricecompleta del  sistema devono avere entrambe
2 0 −1
rango 2. La matrice del sistema è: A := 0 2 1 . Facendo i calcoli si trova che
4 −6 −5
det A = 0, e, dunque, rk A < 3. D’altra parte il minore B formato dalle prime due righe
e due colonne di A ha determinante diverso da 0 e, pertanto rk A = 2. Se consideriamo
ora la matrice completa del sistema possiamo limitarci a calcolare i determinanti degli or-
lati
 di B che  non sono in A. Dobbiamo quindi calcolare il determinante solo del minore
2 0 −2
0 2 0 . Questa matrice ha determinante 4k + 16 che si annulla se e solo se k = −4.
4 −6 k
Dunque la matrice completa del sistema ha rango 2 se e solo se k = −4.

2 (b) Siano dati i piani non paralleli π1 : a1 x + b1 y + c1 z + d1 = 0 e π2 : a2 x + b2 y + c2 z + d2 = 0.


Il piano π : ax + by + cz + d = 0 appartiene al fascio di piani individuato da π1 e π2 se e solo
se: (dà una condizione algebrica)
 
a1 b1 c1 d1
rk a2 b2 c2 d2  = 2
a b c d
Motivazione:

Il piano π appartiene al fascio di piani individuato da π1 e π2 se e solo se contiene la retta


intersezione di π1 e π2 , vale adire se e solo se l’intersezione dei tre piani π1 , π2 e π è una retta.
 a1 x + b1 y + c1 z + d1 = 0

Ciò significa che il sistema a2 x + b2 y + c2 z + d2 = 0 deve avere soluzioni dipendenti da

ax + by + cz + d = 0

un parametro.
Dunque la matrice del sistema e la matrice completa del sistema devono avere entrambe
rango 2.
Notiamo che se la matrice completa del sistema ha rango 2, allora la matrice del sistema
ha rango al massimo 2. D’altra parte la matrice del sistema ha rango almeno 2 perché i
piani π1 e π2 non sono paralleli. Pertanto se la matrice completa del sistema ha rango 2, la
matrice del sistema ha automaticamente rango 2.

Soluzione esame 10 dicembre 2003 - Pagina 2


10 dicembre 2003 - Soluzione esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a.
2003-2004

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . .

3. Sia f : R3 → R4 l’omomorfismo definito dalle condizioni f (1, 0, 0) := (0, 2, 0, 1), f (0, 1, 0) :=


(3, 0, 2, 0) e f (0, 0, 1) := (0, 2, k − k 2 , k 2 ), con k parametro reale.

2 (a) Per quali valori di k l’immagine di f ha dimensione 2?

k=1
Motivazione:
 
0 3 0
2 0 2 
La matrice rappresentativa di f rispetto alle basi canoniche è A := 
0 2 k − k 2 . La

1 0 k2
dimensione dell’immagine di f è uguale al rango di A. Il minore B formato dalle prime due
righe e due colonne di A ha determinante diverso da 0. Dunque rk A = 2 se e solo se gli
orlati di B hanno tutti determinante
 0.   
0 3 0 0 3 0
Gli orlati di B sono C1 := 2 0 2  e C2 := 2 0 2 . Si ha det C1 = 6k 2 − 6k
0 2 k − k2 1 0 k2
2
e det C2 = 6 − 6k . Dunque det C1 = 0 per k = 1 o k = 0, mentre det C2 = 0 per k = 1 o
k = −1. Quindi det C1 e det C2 si annullano entrambi solo per k = 1.
Scegli uno degli eventuali valori di k determinati al punto a (se ce n’è più di uno)
e utilizzalo nel resto dell’esercizio:
Valore di k scelto:
k=1

2 (b) Determina una base del nucleo di f .

(−1, 0, 1)
Motivazione:

Basta risolvere il sistema la cui matrice rappresentativa è A. Sappiamo già che A ha rango 2,
quindi è sufficiente considerare 2 equazioni indipendenti, ad esempio, quelle corrispondenti
alle prime 2 righe di A: (
3y =0
2x + 2z = 0
Le soluzioni di questo sistema sono (−t, 0, t) al variare di t in R. Otteniamo una base del
nucleo prendendo, ad esempio, t = 1.

2 (c) Esistono tre vettori distinti u, v e w che hanno la stessa immagine tramite f ? Se sı̀, scrivere
dei vettori siffatti, se no, spiegare perché non esistono.

 Tre vettori siffatti sono, ad esempio:  Non esistono vettori siffatti. Infatti:

(0, 0, 0), (−1, 0, 1), (1, 0, −1)

Soluzione esame 10 dicembre 2003 - Pagina 3


10 dicembre 2003 - Soluzione esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a.
2003-2004

4. Sia A la matrice a coefficienti reali:


 
2 0 0
A := −1 −1 2 .
1 −1 2

2 (a) Detto f l’endomorfismo di R3 la cui matrice rappresentativa rispetto alla base canonica è A,
determina una base del nucleo di f :

(0, 2, 1)

Motivazione:

Si risolve il sistema associato alla matrice A.



 2x
 =0
−x − y + 2z = 0

x − y + 2z = 0

Le soluzioni di questo sistema sono (0, 2t, t) al variare di t in R. Otteniamo una base del
nucleo prendendo, ad esempio, t = 1.

3 (b) Determina una base per ciascun autospazio di f . Utilizza la tabella sottostante. In ciascuna
riga scrivi un autovalore differente e una base per il corrispondente autospazio (nota: il nu-
mero delle righe già presenti in tabella non è detto che sia uguale al numero degli autovalori
effettivamente presenti)
Autovalore λ Base dell’autospazio E(λ)

0 (0, 2, 1)

1 (0, 1, 1)

2 (1, 1, 2)

2 (c) Determina una matrice diagonale D e una matrice invertibile M tali che D = M −1 AM .
   
0 0 0 0 0 1
D := 0 1 0 M := 2 1 1
0 0 2 1 1 2

Soluzione esame 10 dicembre 2003 - Pagina 4


10 dicembre 2003 - Soluzione esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a.
2003-2004

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . .

5. Fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano siano dati i punti A := (1, 4) e B := (−1, 1)
e la retta r : 2x + y − 7 = 0.

2 (a) Determina un punto C sulla retta r in modo tale che il triangolo ABC sia rettangolo in B.
C = (5, −3)
Motivazione:

La retta s passante per A e B ha parametri direttori (−1 − 1, 1 − 4) = (−2, −3). Una retta
ortogonale a s ha quindi parametri direttori (3, −2). La retta n passante per B e ortogonale
a s ha allora equazioni parametriche:
(
x = −1 + 3t
y= 1 − 2t

Intersecando questa retta con la retta r troviamo l’equazione 2(−1 + 3t) + (1 − 2t) − 7 = 0
che ha soluzione t = 2. Sostituendo questo valore nelle equazioni parametriche di s troviamo
le coordinate del punto C.

2 (b) La circonferenza γ passante per i punti A, B e C ha equazione cartesiana:

x2 + y 2 − 6x − y − 7 = 0
Motivazione:

Poiché il triangolo ABC è rettangolo, il centro della circonferenza γ passante per i punti
A, B e C è il punto medio dell’ipotenusa
 del triangolo
 ABC, cioè il punto medio di A e C.
1+5 4+(−3)
= 3, 12 . Il raggio della circonferenza è

Dunque il centro di γ ha coordinate 2 , 2
dato dalla distanza del centro da uno qualsiasi
q dei punti A, B e C.
q Calcolando, ad esempio,
2 1 2 65

la distanza tra il centro e A si trova (1 − 3) + 4 − 2 = 4 . La circonferenza ha
quindi equazione:
 2
2 1 65
(x − 3) + y − = .
2 4

3 (c) L’insieme dei punti interni al triangolo di vertici A, B e C è definito dal sistema di disequazioni:

 3x − 2y + 5 > 0

2x + 3y − 1 > 0

7x + 4y − 23 < 0

Soluzione esame 10 dicembre 2003 - Pagina 5


10 dicembre 2003 - Soluzione esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a.
2003-2004

6. Fissato nello spazio un sistemadi riferimento cartesiano, siano dati il punto A := (2, 1, 2) e le rette
x = 2 + t
( 
x+ y +4=0
r: es: y=1+ t
2y − z − 1 = 0 
z= 3t

2 (a) Il piano π contenente r e passante per il punto A ha equazione:

x + 15y − 7z − 3 = 0
Motivazione:

Il fascio di piani passanti per r si scrive: λ(x + y + 4) + µ(2y − z − 1) = 0.


Imponendo il passaggio per A otteniamo la condizione: λ(2 + 1 + 4) + µ(2 · 1 − 2 − 1) = 0,
vale a dire 7λ − µ = 0.
Sostituendo, ad esempio, i valori λ = 1 e µ = 7 nell’equazione del fascio di piani, troviamo
il piano π.

2 (b) Il piano σ contenente r e parallelo a s ha equazione:

x + 5y − 2z + 2 = 0
Motivazione:

Il fascio di piani passanti per r si può scrivere come: λx + (λ + 2µ)y − µz + 4λ − µ = 0.


Imponendo la condizione di parallelismo con s, cioè con il vettore (1, 1, 3), otteniamo la
relazione 1λ + 1(λ + 2µ) + 3(−µ) = 0, vale a dire 2λ − µ = 0.
Sostituendo, ad esempio, i valori λ = 1 e µ = 2 nell’equazione del fascio di piani, troviamo
il piano σ.

3 (c) Le rette r e s sono:


 coincidenti  incidenti  parallele e distinte  sghembe
Motivazione:

Se le rette r e s fossero parallele (coincidenti o distinte), ogni piano passante per r sarebbe
parallelo a s. Sappiamo che cosı̀ non è dal punto precedente. Le rette possono allora essere
o incidenti o sghembe.
Cerchiamo
( un eventuale punto di intersezione ( tra r e s. Otteniamo il sistema:
(2 + t) + (1 + t) +4=0 2t + 7 = 0
vale a dire . Questo sistema è, chiaramente,
2(1 + t) − 3t − 1 = 0 −t + 1 = 0
non risolubile. Dunque r e s non hanno punti in comune e sono, perciò, sghembe.

Soluzione esame 10 dicembre 2003 - Pagina 6


7 gennaio 2004 - Soluzione esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2003-2004

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . . .

ISTRUZIONI

• La prova dura 3 ore.


• Ti sono stati consegnati tre fogli, stampati fronte e retro. Come prima cosa scrivi su
ciascuno di essi negli spazi predisposti il tuo nome, cognome e numero di matricola.
• A fianco di ciascuna domanda è presente un doppio riquadro: in quello di sinistra è indicato
il punteggio corrispondente alla domanda in caso di risposta completamente corretta; quello di
destra è a disposizione della commissione per la correzione.
• I punteggi sono espressi in trentesimi. Un punteggio compreso tra 30 e 32 corrisponde ad un voto
di 30 trentesimi; un punteggio di almeno 33 corrisponde ad un voto di 30 trentesimi e lode.
• Per le risposte utilizza unicamente gli spazi riquadrati già predisposti. Quando richiesto, le risposte
vanno motivate brevemente, ma in maniera comprensibile.
• Se devi cambiare qualche risposta che hai già scritto sul foglio, fai in modo che sia chiaro per chi
correggerà il tuo compito quale sia la risposta definitiva. Se la risposta risultasse poco leggibile,
chiedi al docente un nuovo foglio e ritrascrivi su questo foglio tutte le risposte che hai dato.
• Al termine della prova devi consegnare unicamente i fogli che ti sono stati consegnati
dal docente. Non saranno ritirati eventuali fogli di brutta copia, integrazioni e simili.

1. Fissato nello spazio un sistema di riferimento affine, siano dati il piano π : 3x − 2y + z − 1 = 0 e i


punti A := (2, −2, 3) e B := (−3, 1, 1).

2 (a) Determinare la disequazione del semispazio delimitato da π e contenente A e la disequazione


del semispazio delimitato da π e contenente B.
Semispazio 3x − 2y + z − 1 > 0 Semispazio 3x − 2y + z − 1 < 0
contenente A: contenente B:
Motivazione:

I due semispazi delimitati da π sono definiti dalle disequazioni 3x − 2y + z − 1 > 0 e


3x − 2y + z − 1 < 0.
Sostituendo le coordinate di A in 3x−2y +z −1 otteniamo 3·2−2(−2)+3−1 = 12. Abbiamo
un numero positivo, dunque il semispazio contenente A ha disequazione 3x − 2y + z − 1 > 0.
Sostituendo le coordinate di B in 3x−2y+z−1 otteniamo 3(−3)−2·1+1−1 = −11. Abbiamo
un numero negativo, dunque il semispazio contenente B ha disequazione 3x − 2y + z − 1 < 0.

2 (b) Il segmento di estremi A e B interseca il piano π?


 Sı̀  No
Motivazione:

Il segmento di estremi A e B interseca il piano π perché A e B stanno in semispazi delimitati


da π diversi.

Soluzione esame 7 gennaio 2004 - Pagina 1


7 gennaio 2004 - Soluzione esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2003-2004

2. Sia dato un omomorfismo di spazi vettoriali f : R5 → R4 .


Sia f (1, 2, 0, 1, 0) = (0, 0, 0, 0) e f (0, 1, 2, 0, 0) = (0, 0, 0, 0).

2 (a) L’omomorfismo f è suriettivo?


 sicuramente sı̀
 sicuramente no
 i dati assegnati non permettono di stabilire se f è suriettivo o no
Motivazione:

I vettori linearmente indipendenti (1, 2, 0, 1, 0) e (0, 1, 2, 0, 0) appartengono al nucleo di f .


Dunque ker f ha dimensione almeno 2. Poiché dim f (R5 ) + dim ker f = dim R5 = 5 si ha
che dim f (R5 ) ≤ 5 − 2 = 3. Dunque f (R5 ) 6= R4 .

2 (b) Si consideri il vettore v := (1, 0, 0, 0, 0) di R5 . Esiste in R5 un vettore w diverso da v tale che


f (v) = f (w)?
 sicuramente sı̀
 sicuramente no
 i dati assegnati non permettono di stabilire se esiste un vettore w o no
Motivazione:

Un vettore w di R5 soddisfa l’uguaglianza f (w) = f (v) se e solo se w = v + u con u ∈ ker f .


Poiché abbiamo già osservato che ker f 6= {0}, esistono vettori verificanti la condizione
richiesta.
Uno di essi , per esempio, il vettore w = v + (1, 2, 0, 1, 0) = (2, 2, 0, 1, 0).

Soluzione esame 7 gennaio 2004 - Pagina 2


7 gennaio 2004 - Soluzione esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2003-2004

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . .

3. Sia E il sottospazio vettoriale di R4 generato dai vettori u := (0, 2, 0, 1), v := (3, 0, 2, 0).

3 (a) Per quali valori del parametro reale k il vettore w := (0, 2, k − k 2 , k 2 ) appartiene ad E?

k=1
Motivazione:

I vettori u e v sono linearmente indipendenti, dunque dim E = 2. Il vettore w appartiene


a E se e solo se il sottospazio generato da u, v e w ha dimensione uguale alla dimensione
di E. La dimensione  del sottospazio generato da u, v e w è uguale al rango della matrice
0 3 0
2 0 2 
A := 0 2 k − k 2  le cui colonne danno le componenti di u, v e w rispetto alla base

1 0 k2
canonica. Il minore B formato dalle prime due righe e due colonne di A ha determinante
diverso da 0. Dunque rk A  = 2 se e solo segli orlati di
 B hanno 
tutti determinante 0.
0 3 0 0 3 0
Gli orlati di B sono C1 := 2 0 2  e C2 := 2 0 2 .
0 2 k − k2 1 0 k2
2 2
Si ha det C1 = 6k − 6k e det C2 = 6 − 6k . Dunque det C1 si annulla per k = 1 o k = 0,
mentre det C2 si annulla per k = 1 o k = −1. Quindi det C1 e det C2 si annullano entrambi
solo per k = 1.

2 (b) Si consideri il sottospazio F := {(x, y, z, w) | x + y − z + w = 0}. Determinare una base per


E ∩ F.

(−9, 2, −6, 1)
Motivazione:

Il sottospazio E è l’insieme delle combinazioni lineari dei vettori u e v:

α(0, 2, 0, 1) + β(3, 0, 2, 0) = (3β, 2α, 2β, α).

Il vettore (3β, 2α, 2β, α) appartiene a F se e solo se 3β + 2α − 2β + α = 0, cioè 3α + β = 0,


vale a dire β = −3α.
Dunque E ∩ F = {(−9α, 2α, −6α, α) | α ∈ R}. Una base per E ∩ F si ottiene scegliendo, ad
esempio, α = 1.

2 (c) La dimensione di E + F è:

4
Motivazione:

Dalla formula di Grassmann abbiamo dim(E +F ) = dim E +dim F −dim(E ∩F ). Sappiamo


che dim E = 2 e dim(E ∩F ) = 1. Poiché F è l’insieme delle soluzioni di un sistema omogeneo
in 4 incognite formato da 1 equazione non banale, abbiamo che dim F = 4 − 1 = 3. Pertanto
dim(E + F ) = 2 + 3 − 1 = 4.

Soluzione esame 7 gennaio 2004 - Pagina 3


7 gennaio 2004 - Soluzione esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2003-2004

4. Sia A la matrice a coefficienti reali:


 
−1 2 0
A :=  2 0 −1 .
0 2 −1

2 (a) Detto f l’endomorfismo di R3 la cui matrice rappresentativa rispetto alla base canonica è A,
calcolare f (−2, 1, −2):

(4, −2, 4)
Motivazione:

Consideriamo
  il vettore colonna   di(−2,1, −2)
 delle componenti  rispetto alla base canonica:
−2 −1 2 0 −2 4
 1 . Facendo il prodotto:  2 0 −1  1  = −2 si ottiene il vettore colonna
−2 0 2 −1 −2 4
delle componenti di f (−2, 1, −2) rispetto alla base canonica.

2 (b) Per quali valori di k il vettore (1, 0, k) è autovettore di f ?

k=2
Motivazione:

Il vettore (1, 0, k) è autovettore di f se e solo se esiste λ tale che f (1, 0, k) = λ(1, 0, k).
Consideriamo
  il vettore colonna
 delle componenti
   di(1, 0, k)
 rispetto alla base canonica:
1 −1 2 0 1 −1
0. Facendo il prodotto:  2 0 −1 0 = 2 − k  si ottiene il vettore colonna
k 0 2 −1 k −k
delle componenti di f (1, 0, k) rispetto alla base canonica. Dunque

f (1, 0, k) = (−1, 2 − k, −k).

Allora (1, 0, k) è autovettore di f se e solo se esiste λ tale che (−1, 2 − k, −k) = λ(1, 0, k),
cioè −1 = λ, 2 − k = 0 e −k = λk. Ciò avviene se e solo se k = 2.

3 (c) Determinare la matrice rappresentativa di f rispetto alla base di R3 formata dai vettori
(−2, 1, −2), (1, 0, 2), (1, 1, 1).
 
−2 0 0
B :=  0 −1 0
0 0 1

Soluzione esame 7 gennaio 2004 - Pagina 4


7 gennaio 2004 - Soluzione esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2003-2004

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5. Fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano siano dati i punti A := (1, 4), B := (−2, 1) e
C := (2, 7).

2 (a) Determinare un punto D tale che ABCD sia un parallelogramma (fare attenzione all’ordine
dei vertici).
D = (5, 10)
Motivazione:

Il punto medio tra A e C è il punto M := 1+2 4+7


= 23 , 11
 
2 , 2 2  . Il punto D è il simmetrico
x0 −2 y0 +1 3 11

di B rispetto a M : se D := (x0 , y0 ) si ha allora 2 , 2 = 2 , 2 da cui otteniamo
x0 = 5, y0 = 10.

2 (b) L’area del parallelogramma ABCD è:

6
Motivazione:

Per
pcalcolare l’area del parallelogramma
√ scegliamo come base il lato AB: la sua lunghezza
è (−2 − 1)2 + (1 − 4)2 = 18. L’altezza relativa al lato AB è uguale alla distanza di C
dalla retta r passante per A e B.
x − 1 y − 4
La retta r ha equazione = 0 cioè −3x + 3y − 9 = 0 o, equivalentemente,
−2 − 1 1 − 4
x − y + 3 = 0. √
La distanza di C da r è uguale a 1|2−7+3|
2 +(−1)2 = 2. Dunque l’area del parallelogramma è
√ √
uguale a 18 2 = 6.

3 (c) Sia s la retta passante per i punti C e D e siano E e F le proiezioni ortogonali su s di A e B


rispettivamente. L’area del rettangolo ABF E è uguale a:

6
Motivazione:

Se prendiamo come base il lato AB, vediamo che l’altezza relativa al lato AB è uguale alla
distanza di D dalla retta r passante per A e B. Poiché C e D appartengono alla retta s che
è parallela a r, i punti C e D sono a distanza uguale da r. Dunque l’altezza del rettangolo
ABF E rispetto al lato AB è uguale all’altezza del parallelogramma ABCD rispetto al lato
AB. Pertanto ABF E e ABCD hanno la stessa area.

Soluzione esame 7 gennaio 2004 - Pagina 5


7 gennaio 2004 - Soluzione esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2003-2004

6. Fissato
( nello spazio un sistema di riferimento cartesiano, siano dati il punto A := (2, 1, 3) e la retta
x+y −2=0
r:
x − 2z =0

2 (a) Il piano π contenente r e passante per il punto A ha equazione:

5x + 4y − 2z − 8 = 0
Motivazione:

Il fascio di piani passanti per r si scrive: λ(x + y − 2) + µ(x − 2z) = 0.


Imponendo il passaggio per A otteniamo la condizione: λ(2 + 1 − 2) + µ(2 − 2 · 3) = 0, vale
a dire λ − 4µ = 0.
Sostituendo, ad esempio, i valori λ = 4 e µ = 1 nell’equazione del fascio di piani, troviamo
il piano π.

2 (b) Il piano σ ortogonale a r e passante per il punto A ha equazione:

2x − 2y + z − 5 = 0
Motivazione:

La retta r è ortogonale ai vettori (1, 1, 0) e (1, 0, −2). Dunque, se (m, n, p) sono parametri
direttori di r, si ha m + n = 0 e m − 2p = 0. Si può scegliere allora (2, −2, 1) come parametri
direttori di r. Un generico piano ortogonale a r ha allora equazione del tipo 2x−2y+z+d = 0.
Imponendo il passaggio per A otteniamo la condizione 2·2−2·1+3+d = 0 da cui otteniamo
d = −5.

3 (c) La distanza tra il punto A e la retta r è:



5
Motivazione:

La distanza tra A e r è uguale alla distanza tra A e la sua proiezione H su r.


Il
 punto H è l’intersezione di r con σ. Dunque H si trova risolvendo il sistema:
 x+ y
 −2=0
x − 2z = 0 Risolvendo questo sistema troviamo (2, 0, 1). La distanza tra A

2x − 2y + z − 5 = 0

p √
e H è (2 − 2)2 + (0 − 1)2 + (1 − 3)2 = 5.

Soluzione esame 7 gennaio 2004 - Pagina 6


30 marzo 2004 - Soluzione esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2003-2004

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . . .

ISTRUZIONI

• La prova dura 3 ore.


• Ti sono stati consegnati tre fogli, stampati fronte e retro. Come prima cosa scrivi su
ciascuno di essi negli spazi predisposti il tuo nome, cognome e numero di matricola.
• A fianco di ciascuna domanda è presente un doppio riquadro: in quello di sinistra è indicato
il punteggio corrispondente alla domanda in caso di risposta completamente corretta; quello di
destra è a disposizione della commissione per la correzione.
• I punteggi sono espressi in trentesimi. Un punteggio compreso tra 30 e 32 corrisponde ad un voto
di 30 trentesimi; un punteggio di almeno 33 corrisponde ad un voto di 30 trentesimi e lode.
• Per le risposte utilizza unicamente gli spazi riquadrati già predisposti. Quando richiesto, le risposte
vanno motivate brevemente, ma in maniera comprensibile.
• Se devi cambiare qualche risposta che hai già scritto sul foglio, fai in modo che sia chiaro per chi
correggerà il tuo compito quale sia la risposta definitiva. Se la risposta risultasse poco leggibile,
chiedi al docente un nuovo foglio e ritrascrivi su questo foglio tutte le risposte che hai dato.
• Al termine della prova devi consegnare unicamente i fogli che ti sono stati consegnati
dal docente. Non saranno ritirati eventuali fogli di brutta copia, integrazioni e simili.

1. Fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano, siano dati il punto A := (1, −2) e la
circonferenza γ : (x − 2)2 + (y + 4)2 = 4. Allora:

 per il punto A passano due rette tangenti distinte alla circonferenza γ


2 (a)  per il punto A passa un’unica retta tangente alla circonferenza γ
 per il punto A non passano rette tangenti alla circonferenza γ
Motivazione:

La circonferenza γ ha centro √
p C := (2, −4) e raggio 2. La distanza di A da C è uguale a
(2 − 1)2 + (−4 − (−2))2 = 5, che è maggiore di 2. Dunque il punto A è esterno alla
circonferenza e, perciò, per esso passano due rette distinte tangenti alla circonferenza γ.

2 (b) Il segmento congiungente A con il centro C di γ interseca la circonferenza γ?


 Sı̀  No
Motivazione:

Il segmento di estremi A e C interseca la circonferenza γ perché i punti A e C sono uno


esterno e l’altro interno alla circonferenza.

Soluzione esame 30 marzo 2004 - Pagina 1


30 marzo 2004 - Soluzione esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2003-2004

2. Sia V uno spazio vettoriale di dimensione 4 e siano E ed F due sottospazi di V con dim E = 3 e
dim F = 2. Inoltre F non è contenuto in E.

2 (a) La somma E + F è diretta?


 sicuramente sı̀
 sicuramente no
 i dati assegnati non permettono di stabilire se E + F è diretta o no
Motivazione:

La somma E + F è diretta se E ∩ F = {0}.


Per la formula di Grassmann sappiamo che dim(E ∩ F ) = dim E + dim F − dim(E + F ),
cioè dim(E ∩ F ) = 5 − dim(E + F ).
Poiché E + F è un sottospazio di V , la dimensione di E + F è al massimo 4, e, pertanto,
E ∩ F ha dimensione almeno 1.

2 (b) Vale l’uguaglianza E + F = V ?


 sicuramente sı̀
 sicuramente no
 i dati assegnati non permettono di stabilire se E + F = V o no
Motivazione:

Sappiamo che valgono le inclusioni E ⊆ E + F ⊆ V . Dunque dim E ≤ dim(E + F ) ≤ dim V ,


cioè 3 ≤ dim(E + F ) ≤ 4.
Se E + F non fosse uguale a V , avremmo dim(E + F ) = 3 e quindi E + F = E.
Poiché la somma E + F contiene F avremmo allora che E contiene F . Ma ciò è contrario
all’ipotesi che F non sia contenuto in E. Dunque E + F = V .

Soluzione esame 30 marzo 2004 - Pagina 2


30 marzo 2004 - Soluzione esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2003-2004

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . .

3. Sia dato, al variare del parametro reale k, il sottoinsieme Ek di R3 cosı̀ definito:

Ek := (x, y, z) | 2x + (k 2 + k)y + 3z = k 2 − 1


2 (a) Determina i valori di k per cui Ek è un sottospazio affine di R3 :

Per ogni k
Motivazione:

Il sottoinsieme Ek è l’insieme delle soluzioni di un sistema lineare nelle incognite x, y e z,


qualunque sia k.

2 (b) Determina i valori di k per cui Ek è un sottospazio vettoriale di R3 :

k = 1 e k = −1
Motivazione:

L’insieme delle soluzioni di un sistema lineare è un sottospazio vettoriale se e solo se il


sistema lineare è omogeneo. Nel caso in questione ciò avviene se e solo se k 2 − 1 = 0.

Scegli uno dei valori di k determinati al punto b e utilizzalo nel resto dell’esercizio
Valore di k scelto:
k=1

3 (c) Determina una base per un sottospazio F supplementare di Ek in R3 .

(1, 0, 0)

Motivazione:

Dal momento che Ek è definito dall’unica equazione 2x + 2y + 3z = 0, Ek ha dimensione


3 − 1 = 2. Un sottospazio F ad esso supplementare in R3 deve avere dimensione uguale a
3 − 2 = 1. Dobbiamo quindi trovare un singolo vettore non nullo v tale che il sottospazio
generato da v abbia intersezione con Ek ridotta al vettore nullo. Basta allora scegliere un
vettore v che non appartiene a Ek . Se v := (x1 , y1 , z1 ) deve essere 2x1 + 2y1 + 3z1 6= 0. Si
può scegliere, ad esempio, x1 = 1, y1 = z1 = 0.

Soluzione esame 30 marzo 2004 - Pagina 3


30 marzo 2004 - Soluzione esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2003-2004

4. Sia dato l’endomorfismo f di R4 definito da f (x, y, z, w) := (x + y, −x − y, −w, z + 2w).

2 (a) Il vettore v := (1, 0, 0, 0) appartiene all’immagine di f ?


 sı̀  no
Motivazione:

Il vettore v appartiene all’immagine di f se e solo se esiste (x, y, z, w) in R4 tale che


f (x, y, z, w) = (1, 0, 0, 0), cioè (x+y, −x−y, −w, z +2w) = (1, 0, 0, 0). Il vettore v appartiene
dunque all’immagine di f se e solo se il sistema lineare:

 x+y =1

 −x − y

=0

 − w=0


z + 2w = 0

Notiamo subito che il sistema non è risolubile: infatti dalla prima equazione dovrebbe essere
x + y = 1 mentre dalla seconda equazione dovrebbe essere x + y = 0.

3 (b) Determina gli autovalori di f e, per ciascuno di essi una base per il corrispondente autospazio.
Utilizza la tabella sottostante. In ciascuna riga scrivi un autovalore differente e una base per
il corrispondente autospazio (nota: il numero delle righe già presenti in tabella non è detto
che sia uguale al numero degli autovalori effettivamente presenti)
Autovalore λ Base dell’autospazio E(λ)

0 (−1, 1, 0, 0)

1 (0, 0, −1, 1)

2 (c) f è diagonalizzabile?
 sı̀  no
Motivazione:

La somma delle dimensioni degli autospazi è 2, cioè è inferiore alla dimensione di R4 , cioè 4.

Soluzione esame 30 marzo 2004 - Pagina 4


30 marzo 2004 - Soluzione esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2003-2004

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . .

5. Sia fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano. Siano date le tre rette r : 2x − y − 1 = 0,
s : 4x + 3y − 17 = 0 e tk : 2x + ky − 6 = 0, con k parametro reale.

2 (a) Determina tutti i valori di k per cui le rette r, s e tk appartengono allo stesso fascio di rette.

k = 23
Motivazione:

Risolvendo il sistema: (
2x − y − 1 = 0
4x + 3y − 17 = 0
troviamo il punto di intersezione delle rette r e s, cioè il punto (2, 3).
Imponendo il passaggio di tk per questo punto troviamo la condizione 4 + 3k − 6 = 0 da cui
ricaviamo k = 32 .

2 (b) Determina il valore di k per cui le rette r e tk sono ortogonali.

k=4
Motivazione:

Il vettore (2, −1) è ortogonale a r, il vettore (2, k) è ortogonale a tk . Imponendo l’ortogonalità


tra questi due vettori otteniamo la condizione 2 · 2 − 1 · k = 0, da cui segue k = 4.

Nel resto dell’esercizio utilizza il valore di k determinato al punto (b) (r e tk


ortogonali).
3 (c) L’insieme dei punti interni al triangolo T individuato dalle rette r, s e tk è definito dal sistema
di disequazioni:

 2x − y − 1 > 0

4x + 3y − 17 < 0

x + 2y − 3 > 0

Soluzione esame 30 marzo 2004 - Pagina 5


30 marzo 2004 - Soluzione esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2003-2004

6. Fissato nello spazio un sistema di riferimento


 cartesiano, siano dati il punto A := (1, 3, 2), la retta
( x = 1 − 2t
x+y+ z−1=0


r: e la retta s : y = 2 + 4t
x − 2z =0 
z=3+t

3 (a) Il piano π passante per il punto A e parallelo sia a r che a s ha equazione:

7x + 4y − 2z − 15 = 0
Motivazione:

La retta r è ortogonale ai vettori (1, 1, 1) e (1, 0, −2). Dunque, se (m, n, p) sono parametri
direttori di r, si ha m + n + p = 0 e m − 2p = 0. Si può scegliere allora (2, −3, 1) come
parametri direttori di r.
La retta s ha parametri direttori (−2, 4, 1). Il piano π è dunque parallelo ai vettori

x − 1 y − 3 z − 2

(2, −3, 1) e (−2, 4, 1). La sua equazione cartesiana è, dunque, 2 −3 1 = 0,
−2 4 1
che, sviluppata, dà l’equazione cercata.

2 (b) Il piano σ contenente r e ortogonale a π ha equazione:

2x + 11y + 29z − 11 = 0
Motivazione:

Il fascio di piani passanti per r si scrive: λ(x + y + z − 1) + µ(x − 2z) = 0.


Tale fascio può essere riscritto come: (λ + µ)x + λy + (λ − 2µ)z − λ = 0.
Questo piano è ortogonale al piano π se e solo se i vettori (λ + µ, λ, λ − 2µ) e (7, 4, −2) sono
ortogonali. Otteniamo cosı̀ la condizione: 7(λ + µ) + 4λ − 2(λ − 2µ) = 0, cioè 9λ + 11µ = 0.
Sostituendo, ad esempio, i valori λ = 11 e µ = −9 nell’equazione del fascio di piani, troviamo
il piano σ.

2 (c) La proiezione ortogonale di r sul piano π ha equazioni cartesiane:


(
7x + 4y − 2z − 15 = 0
2x + 11y + 29z − 11 = 0
Motivazione:

La proiezione ortogonale della retta r su π si ottiene intersecando il piano π con il piano che
passa per r ed è ortogonale a π cioè il piano σ.

Soluzione esame 30 marzo 2004 - Pagina 6


15 settembre 2004 - Soluzione esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a.
2003-2004

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . . .

ISTRUZIONI

• La prova dura 3 ore.


• Ti sono stati consegnati tre fogli, stampati fronte e retro. Come prima cosa scrivi su
ciascuno di essi negli spazi predisposti il tuo nome, cognome e numero di matricola.
• A fianco di ciascuna domanda è presente un doppio riquadro: in quello di sinistra è indicato
il punteggio corrispondente alla domanda in caso di risposta completamente corretta; quello di
destra è a disposizione della commissione per la correzione.
• I punteggi sono espressi in trentesimi. Un punteggio compreso tra 30 e 32 corrisponde ad un voto
di 30 trentesimi; un punteggio di almeno 33 corrisponde ad un voto di 30 trentesimi e lode.
• Per le risposte utilizza unicamente gli spazi riquadrati già predisposti. Quando richiesto, le risposte
vanno motivate brevemente, ma in maniera comprensibile.
• Se devi cambiare qualche risposta che hai già scritto sul foglio, fai in modo che sia chiaro per chi
correggerà il tuo compito quale sia la risposta definitiva. Se la risposta risultasse poco leggibile,
chiedi al docente un nuovo foglio e ritrascrivi su questo foglio tutte le risposte che hai dato.
• Al termine della prova devi consegnare unicamente i fogli che ti sono stati consegnati
dal docente. Non saranno ritirati eventuali fogli di brutta copia, integrazioni e simili.

1. Siano A e B due matrici quadrate. Sia v un vettore non nullo che è autovettore di A relativamente
all’autovalore 3 ed è autovettore di B relativamente all’autovalore −2.

2 (a) Si consideri la matrice 4AB.


 il vettore v è autovettore di 4AB relativamente all’autovalore −24
 il vettore v non è autovettore di 4AB
 i dati assegnati non permettono di stabilire se il vettore v è autovettore di 4AB oppure no
Motivazione:

Sappiamo che Av = 3v e che Bv = −2v. Dunque

(4AB)v = 4A(Bv) = 4A(−2v) = −8(Av) = −8(3v) = −24v.

2 (b) Si consideri la matrice B 2 .


 il vettore v è autovettore di B 2 relativamente all’autovalore 4
 il vettore v non è autovettore di B 2
 i dati assegnati non permettono di stabilire se il vettore v è autovettore di B 2 oppure no
Motivazione:

Sappiamo che Bv = −2v. Dunque

B 2 v = B(Bv) = B(−2v) = −2Bv = −2(−2v) = 4v.

Soluzione esame 15 settembre 2004 - Pagina 1


15 settembre 2004 - Soluzione esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a.
2003-2004

2. Sia fissato nel piano un sistema di riferimento euclideo. Siano dati i tre punti non allineati A :=
(1, 5), B := (3, 1) e P := (x0 , y0 ). Sia γ la circonferenza passante per A, B e P .

2 (a) Il segmento di estremi A e B è un diametro di γ se e solo se: (dà una condizione algebrica)

x20 + y02 − 4x0 − 6y0 + 8 = 0


Motivazione:

I punti A e B sono gli estremi di un diametro se e solo se il triangolo AP B è rettangolo in


P . La retta passante per A e P ha vettore direttore (x0 − 1, y0 − 5). La retta passante per
B e P ha vettore direttore (x0 − 3, y0 − 1). Imponendo l’ortogonalità tra i vettori direttori
cosı̀ trovati otteniamo la condizione:

(x0 − 1)(x0 − 3) + (y0 − 5)(y0 − 1) = 0,

cioè
x20 + y02 − 4x0 − 6y0 + 8 = 0.

2 (b) Il segmento di estremi A e P è un diametro di γ se e solo se: (dà una condizione algebrica)

x0 − 2y0 − 1 = 0
Motivazione:

I punti A e P sono gli estremi di un diametro se e solo se il triangolo ABP è rettangolo


in B. La retta passante per A e B ha vettore direttore (3 − 1, 1 − 5) = (2, −4). La retta
passante per B e P ha vettore direttore (x0 − 3, y0 − 1). Imponendo l’ortogonalità tra i
vettori direttori cosı̀ trovati otteniamo la condizione:

2(x0 − 3) − 4(y0 − 1) = 0,

cioè
x0 − 2y0 − 1 = 0.

Soluzione esame 15 settembre 2004 - Pagina 2


15 settembre 2004 - Soluzione esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a.
2003-2004

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . .

3. Sia dato al variare del parametro reale k il sistema lineare nelle incognite x, y e z:

 x + ky + z = 3

x + y + 3z = k

x + y + 2kz = 2

3 (a) Per quali valori di k il sistema ha esattamente una soluzione?

3
k 6= 1 e k 6= 2
Motivazione:
 
1 k 1
La matrice del sistema è A := 1 1 3 . Il determinante di A è −2k 2 + 5k − 3 che si
1 1 2k
annulla per k = 1 e k = 32 . Se k è diverso da questi due valori il sistema è Crameriano ed
ha, quindi, una sola soluzione. Se k = 1 oppure k = 23 la matrice A ha rango minore r di
3: pertanto o il sistema non è risolubile, oppure le soluzioni dipendono da 3 − r parametri,
sono cioè più di una.

2 (b) Per k = 1 il sistema è risolubile? Se sı̀, scrivere le soluzioni del sistema, se no, spiegare perché.

 Il sistema è risolubile.  Il sistema non è risolubile:


Le soluzioni sono:


 x= 4−t





y= t






z = −1

con t parametro reale.

3
2 (c) Per k = 2 il sistema è risolubile? Se sı̀, scrivere le soluzioni del sistema, se no, spiegare perché.

 Il sistema è risolubile.  Il sistema non è risolubile:


Le soluzioni sono:

x = 3
 

 
 x+ y+ z=3





 2
y= Per k = 3
2 il sistema diviene x + y + 3z = 3
2

 


 

x + y + 3z = 2

 
z=

La seconda e la terza equazione sono chiaramente incompatibili.

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4. Sia f l’endomorfismo di R3 la cui matrice rappresentativa rispetto alla base canonica è:
 
3 1 −3
A := 3 −1 −3 .
1 1 −1

2 (a) Determinare rispetto a quale autovalore il vettore (2, 1, 1) è autovettore di f .

2
Motivazione:

Calcoliamo f (2, 1, 1).Consideriamo


 il vettore colonna
 delle componenti
   di(2, 1, 1) rispetto
2 3 1 −3 2 4
alla base canonica: 1. Facendo il prodotto: 3 −1 −3 1 = 2 si ottiene il
1 1 1 −1 1 2
vettore colonna delle componenti di f (2, 1, 1) rispetto alla base canonica. Dunque

f (2, 1, 1) = (4, 2, 2),

cioè
f (2, 1, 1) = 2(2, 1, 1).

2 (b) Determinare una base del nucleo di f .

(1, 0, 1)
Motivazione:

Si risolve il sistema associato alla matrice A.



 3x + y − 3z = 0

3x − y − 3z = 0

x+y− z=0

Le soluzioni di questo sistema sono (t, 0, t) al variare di t in R. Otteniamo una base del
nucleo prendendo, ad esempio, t = 1.

3 (c) Determinare la matrice rappresentativa di f rispetto alla base di R3 formata dai vettori
(2, 1, 1), (1, 0, 1), (1, −1, 1).
 
2 0 0
B := 0 0 0 
0 0 −1

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5. Fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano siano dati i punti A := (1, 5) e B := (2, 3) e
la retta r : 8x − 11y + 27 = 0.

2 (a) Determina un punto C sulla retta r in modo tale che il triangolo ABC sia rettangolo in B.
C = (−2, 1)
Motivazione:

La retta s passante per A e B ha parametri direttori (2 − 1, 3 − 5) = (1, −2). Una retta


ortogonale a s ha quindi parametri direttori (2, 1). La retta n passante per B e ortogonale
a s ha allora equazioni parametriche:
(
x = 2 + 2t
y=3+ t

Intersecando questa retta con la retta r troviamo l’equazione 8(2+2t)−11(3+t)+27 = 0 che


ha soluzione t = −2. Sostituendo questo valore nelle equazioni parametriche di n troviamo
le coordinate del punto C.

2 (b) Determina un punto D sulla retta r in modo tale che il triangolo ABD sia isoscele con base
AB (cioè AD = BD).
D = 72 , 5


Motivazione:

Il punto D deve appartenere all’asse del segmento AB cioè alla retta l passante per il punto
medio M di A e B e ortogonale alla retta s passante per A e B.
Dal punto precedente sappiamo
 che lha parametri direttori (2, 1). Il punto medio M di A
e B ha coordinate 1+2 5+3
2 , 2 = 32 , 4 . La retta l ha allora equazioni parametriche:

 x = 3 + 2t

2
y= 4+ t

Intersecando questa retta con la retta r troviamo l’equazione 8 23 + 2t − 11(4 + t) + 27 = 0




che ha soluzione t = 1. Sostituendo questo valore nelle equazioni parametriche di l troviamo


le coordinate del punto D.

3 (c) L’insieme dei punti interni al triangolo di vertici A, B e D è definito dal sistema di disequazioni:

 2x + y − 7 > 0

4x − 3y + 1 < 0

y−5<0

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15 settembre 2004 - Soluzione esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a.
2003-2004

6. Fissato nello spazio un sistema di riferimento cartesiano, siano dati il punto P := (1, 2, −3) e il
piano π : 2x − 3y + 4z − 13 = 0.

2 (a) La sfera S centrata in P e tangente il piano π ha equazione:

(x − 1)2 + (y − 2)2 + (z + 3)2 = 29


Motivazione:

La sfera S ha raggio uguale alla distanza di P da π. La distanza di P da π è:

|2 · 1 − 3 · 2 + 4(−3) − 13| √
p = 29.
22 + (−3)2 + 42

Dunque l’equazione della sfera è: (x − 1)2 + (y − 2)2 + (z + 3)2 = 29.

2 (b) Il punto H di tangenza tra π e S ha coordinate:


H = (3, −1, 1)
Motivazione:

Il punto H è la proiezione ortogonale


 di P su π. La retta s passante per P e ortogonale al
 x = 1 + 2t

piano π ha equazioni parametriche y = 2 − 3t Intersecando questa retta con il piano π

z = −3 + 4t

troviamo l’equazione

2(1 + 2t) − 3(2 − 3t) + 4(−3 + 4t) + 3 = 0,

ovvero 29t − 29 = 0, la cui soluzione è 1. Sostituendo questo valore nelle equazioni


parametriche di s troviamo le coordinate del punto H.

3 (c) Trovare le equazioni di tutti i piani paralleli a π la cui intersezione con S è una circonferenza
di raggio 2:
√ √
2x − 3y + 4z + 16 + 5 29 = 0 2x − 3y + 4z + 16 − 5 29 = 0
Motivazione:

Intersecando
√ S con un piano
√ distante d dal centro della sfera S si ottiene una circonferenza di
raggio 29 − d2 (se d > 29 l’intersezione tra piano e circonferenza è vuota). Dall’equazione

29 − d2 = 2 ricaviamo allora d = 5.
Il generico piano parallelo al piano π ha equazione 2x − 3y + 4z + k = 0. Imponendo che la
distanza di questo generico piano da P sia d = 5 otteniamo l’equazione:

|2 · 1 − 3 · 2 + 4(−3) + k|
p = 5,
22 + (−3)2 + 42
√ √ √
cioè |k − 16| = 5 29 le cui soluzioni sono 16 + 5 29 e 16 − 5 29.

Soluzione esame 15 settembre 2004 - Pagina 6


14 dicembre 2004 - Soluzione esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a.
2004-2005

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ISTRUZIONI
• La prova dura 3 ore.
• Ti sono stati consegnati tre fogli, stampati fronte e retro. Come prima cosa scrivi su
ciascuno di essi negli spazi predisposti il tuo nome, cognome e numero di matricola.
• A fianco di ciascuna domanda è presente un doppio riquadro: in quello di sinistra è indicato
il punteggio corrispondente alla domanda in caso di risposta completamente corretta; quello di
destra è a disposizione della commissione per la correzione.
• I punteggi sono espressi in trentesimi. Un punteggio compreso tra 30 e 32 corrisponde ad un voto
di 30 trentesimi; un punteggio di almeno 33 corrisponde ad un voto di 30 trentesimi e lode.
• Per le risposte utilizza unicamente gli spazi riquadrati già predisposti. Quando richiesto, le risposte
vanno motivate brevemente, ma in maniera comprensibile.
• Se devi cambiare qualche risposta che hai già scritto sul foglio, fai in modo che sia chiaro per chi
correggerà il tuo compito quale sia la risposta definitiva. Se la risposta risultasse poco leggibile,
chiedi al docente un nuovo foglio e ritrascrivi su questo foglio tutte le risposte che hai dato.
• Al termine della prova devi consegnare unicamente i fogli che ti sono stati consegnati
dal docente. Non saranno ritirati eventuali fogli di brutta copia, integrazioni e simili.

1. Si consideri la base di R3 formata dai vettori v1 := (1, 0, 0), v2 := (1, 1, 0) e v3 := (1, 1, 1). Si
considerino i vettori w1 := (1, 3, 1, 2) e w2 := (2, 1, 3, −1) di R4 . Sia f : R3 → R4 l’applicazione
lineare definita da f (v1 ) := w1 , f (v2 ) := w2 , f (v3 ) := 2w1 − 3w2 .
2 (a) L ’applicazione f è suriettiva?
 Sı̀  No  I dati assegnati non sono sufficienti a stabilire se f è suriettiva o no
Motivazione:

La dimensione di R3 , spazio di partenza, è minore della dimensione di R4 , spazio di arrivo.


Dunque non esistono applicazioni lineari suriettive da R3 in R4 . In particolare f non è
suriettiva.

2 (b) L ’applicazione f è iniettiva?


 Sı̀  No  I dati assegnati non sono sufficienti a stabilire se f è iniettiva o no
Motivazione:

L’immagine di f è generata da f (v1 ), f (v2 ) e f (v3 ). Poiché f (v3 ) è combinazione lineare


di f (v1 ) e f (v2 ), l’immagine di f può essere generata solo da f (v1 ) e f (v2 ). L’immagine
di f ha allora dimensione minore di 3 (più precisamente ha dimensione 2): dunque f non è
iniettiva perché altrimenti l’immagine di f avrebbe dimensione uguale alla dimensione dello
spazio di partenza, cioè 3.

Soluzione esame 14 dicembre 2004 - Pagina 1


14 dicembre 2004 - Soluzione esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a.
2004-2005

2. Fissato nello spazio un sistema di riferimento euclideo siano date le rette:



 x = 1 + kt
(
x − 2z − 3 = 0

rk : y = 2 − kt s:
 y + 2z − 4 = 0
z = −1 + 2t

dove k è un parametro reale.


2 (a) Per quali valori di k le rette rk e s sono parallele?

4
Motivazione:

La retta rk ha parametri direttori (k, −k, 2).


La retta s ha equazioni parametriche

 x = 3 + 2t

s : y = 4 − 2t

z= t

e quindi ha parametri direttori (2, −2, 1).


Le rette rk e s sono parallele se e solo se hanno parametri direttori proporzionali il che
avviene se e solo se k = 4.

2 (b) Per che valori di k le rette rk e s sono ortogonali?

− 21
Motivazione:

Conosciamo già, dal punto precedente, i vettori direttori per rk e s. Le rette sono ortogonali
se e solo se il prodotto scalare dei loro vettori direttori è nullo cioè se e solo se:

k · 2 − k(−2) + 2 · 1 = 0

cioè se e solo se k = − 21 .

Soluzione esame 14 dicembre 2004 - Pagina 2


14 dicembre 2004 - Soluzione esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a.
2004-2005

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3. Sia f l’endomorfismo di R3 [x] definito da:

f (a + bx + cx2 ) := 2a + (a + b + c)x − ax2 .

1 (a) Determinare la matrice rappresentativa di f rispetto alla base canonica di R3 [x].


 
2 0 0
 1 1 1
−1 0 0

2 (b) Determinare una base del nucleo di f .

x − x2
Motivazione:

Un polinomio a + bx + cx2 appartiene al nucleo di f se e solo se



 2a
 =0
a+b+c=0

−a =0

Risolvendo questo sistema si trova che il nucleo di f è formato da tutti e soli i polinomi della
forma bx − bx2 . Una base per il nucleo è allora formata dal polinomio x − x2 .

2 (c) Stabilire se il polinomio p(x) := 2 + x − x2 è autovettore di f e in caso affermativo rispetto a


quale autovalore.
 il polinomio p(x) è autovettore di f relativamente all’autovalore 2
 il polinomio p(x) non è autovettore di f
Motivazione:

Si ha f (2 + x − x2 ) = 2 · 2 + (2 + 1 − 1)x − 2x2 = 4 + 2x − 2x2 .


Poiché f (p(x)) = 2p(x), il polinomio p(x) è autovettore di f rispetto all’autovalore 2.

2 (d) Determinare la matrice rappresentativa di f rispetto alla base di R3 [x] formata dai polinomi
x − x2 , 2 + x − x2 , x.
 
0 0 0
0 2 0
0 0 1

Soluzione esame 14 dicembre 2004 - Pagina 3


14 dicembre 2004 - Soluzione esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a.
2004-2005

4. Sia E il sottospazio vettoriale di R4 generato dai tre vettori u := (1, 0, 2, 0), v := (0, 3, 0, 2) e
w := (k 2 , 0, 2, k − k 2 ), dove k è un parametro reale.

2 (a) Determinare i valori di k per cui si ha dim E < 3.

1
Motivazione:

k2
 
1 0
0 3 0 
La dimensione di E è uguale al rango della matrice A :=  2 0
 le cui colonne
2 
0 2 k − k2
danno le componenti di u, v e w rispetto alla base canonica. Il minore B formato dalle
prime due righe e due colonne di A ha determinante diverso da 0. Dunque rk A < 3 se e
solo se gli orlati di B hanno
tutti determinante 0.
1 0 k2 k2
 
1 0
Gli orlati di B sono C1 := 0 3 0  e C2 := 0 3 0 .
2 0 2 0 2 k − k2
Si ha det C1 = 6 − 6k 2 e det C2 = 3k − 3k 2 . Dunque det C1 si annulla per k = 1 o k = −1,
mentre det C2 si annulla per k = 0 o k = 1. Quindi det C1 e det C2 si annullano entrambi
solo per k = 1.

Scegli uno degli eventuali valori di k determinati al punto a (se ce n’è più di uno)
e utilizzalo nel resto dell’esercizio:
Valore di k scelto:
k=1

1 (b) La dimensione di E è:

2 (c) Determinare una base di un sottospazio F supplementare di E in R4 .

(1, 0, 0, 0), (0, 1, 0, 0)

2 (d) Esiste un sottospazio G di R4 diverso da F e supplementare di E? Se sı̀, scrivere una base di


G, se no, spiegare perché non esiste.

 Una base per G è:  Non esiste un sottospazio G con le proprietà


richieste. Infatti:

(0, 0, 1, 0), (0, 0, 0, 1)

Soluzione esame 14 dicembre 2004 - Pagina 4


14 dicembre 2004 - Soluzione esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a.
2004-2005

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . .

5. Fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano sia dato il punto C := (3, 2) e la retta
r : 2x − y − 9 = 0.

2 (a) La circonferenza γ centrata in C e tangente la retta r ha equazione:

(x − 3)2 + (y − 2)2 = 5
Motivazione:

Il raggio della circonferenza cercata è uguale alla distanza tra C e r. Questa si ottiene dalla
formula
|2 · 3 − 2 − 9| √
d(C, r) = p = 5.
22 + (−1)2
√ 2
La circonferenza cercata ha allora equazione (x − 3)2 + (y − 2)2 = 5 .

2 (b) Determina il punto di tangenza H tra la retta r e la circonferenza γ.


H = (5, 1)
Motivazione:

La retta r è ortogonale al vettore (2, −1). La retta n passante per C e ortogonale a r ha


allora equazioni parametriche: (
x = 3 + 2t
y=2− t
Intersecando questa retta con la retta r troviamo l’equazione 2(3 + 2t) − (2 − t) − 9 = 0 che
ha soluzione t = 1. Sostituendo questo valore nelle equazioni parametriche di n troviamo le
coordinate del punto H.

3 (c) L’insieme dei punti interni al triangolo di vertici C, H e O := (0, 0) è definito dal sistema di
disequazioni:

 x + 2y − 7 < 0

x − 5y <0

2x − 3y >0

Soluzione esame 14 dicembre 2004 - Pagina 5


14 dicembre 2004 - Soluzione esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a.
2004-2005

( spazio un sistema di riferimento cartesiano, siano dati il punto P := (4, 7, −2) e la


6. Fissato nello
x + y − 3z + 1 = 0
retta r :
x − 2y + 2z − 2 = 0

2 (a) La retta s parallela a r e passante per P ha equazioni:


(
x + y − 3z − 17 = 0
x − 2y + 2z + 14 = 0
Motivazione:

La retta r è data come intersezione dei piani α : x + y − 3z + 1 = 0 e β : x − 2y + 2z − 2 = 0.


Consideriamo il fascio di piani paralleli a α:

x + y − 3z + k = 0.

Imponendo il passaggio per P troviamo 4 + 7 − 3(−2) + k = 0, da cui ricaviamo k = −17.


Il piano α0 parallelo a α e passante per P ha allora equazione x + y − 3z − 17 = 0.
Consideriamo ora il fascio di piani paralleli a β:

x − 2y + 2z + k = 0.

Imponendo il passaggio per P troviamo 4 − 2 · 7 + 2(−2) + k = 0, da cui ricaviamo k = 14.


Il piano β 0 parallelo a β e passante per P ha allora equazione x − 2y + 2z + 14 = 0.
La retta s è l’intersezione di α0 e β 0 .
2 (b) Il piano π contenente sia r sia s ha equazione cartesiana:

17x − 10y − 6z − 10 = 0
Motivazione:

Consideriamo il fascio di piani passanti per r:

λ(x + y − 3z + 1) + µ(x − 2y + 2z − 2) = 0.

Imponendo il passaggio per P troviamo la condizione λ(4 + 7 − 3(−2) + 1) + µ(4 − 2 · 7 +


2(−2) − 2) = 0 cioè 18λ − 16µ = 0. Prendendo, ad esempio λ = 8 e µ = 9 troviamo
l’equazione del piano contenente r e P . La retta s essendo parallela a r e passante per P è
quindi contenuta in questo piano.
3 (c) La distanza tra r e s è:

34
Motivazione:

x =
 4t
Risolvendo il sistema che dà r troviamo le sue equazioni parametriche: y = −1 + 5t

z= 3t

Prendiamo ora un qualunque piano perpendicolare ad r (e quindi anche a s), ad esempio
quello passante per P : σ : 4(x − 4) + 5(y − 7) + 3(z + 2) = 0. Ovviamente l’intersezione
di σ con s è il punto P , mentre l’intersezione di σ con r si ottiene risolvendo l’equazione:
4(4t − 4) + 5(−1 + 5t − 7) + 3(3t + 2) = 0 che ha soluzione t = 1. Sostituendo questo valore
nelle equazioni parametriche di r troviamo il punto H := (4, 4, 3). Dunque:
p √
d(r, s) = d(H, P ) = (4 − 4)2 + (4 − 7)2 + (3 − (−2))2 = 34

Soluzione esame 14 dicembre 2004 - Pagina 6


13 gennaio 2005 - Soluzione esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2004-2005

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . . .

ISTRUZIONI
• La prova dura 3 ore.
• Ti sono stati consegnati tre fogli, stampati fronte e retro. Come prima cosa scrivi su
ciascuno di essi negli spazi predisposti il tuo nome, cognome e numero di matricola.
• A fianco di ciascuna domanda è presente un doppio riquadro: in quello di sinistra è indicato
il punteggio corrispondente alla domanda in caso di risposta completamente corretta; quello di
destra è a disposizione della commissione per la correzione.
• I punteggi sono espressi in trentesimi. Un punteggio compreso tra 30 e 32 corrisponde ad un voto
di 30 trentesimi; un punteggio di almeno 33 corrisponde ad un voto di 30 trentesimi e lode.
• Per le risposte utilizza unicamente gli spazi riquadrati già predisposti. Quando richiesto, le risposte
vanno motivate brevemente, ma in maniera comprensibile.
• Se devi cambiare qualche risposta che hai già scritto sul foglio, fai in modo che sia chiaro per chi
correggerà il tuo compito quale sia la risposta definitiva. Se la risposta risultasse poco leggibile,
chiedi al docente un nuovo foglio e ritrascrivi su questo foglio tutte le risposte che hai dato.
• Al termine della prova devi consegnare unicamente i fogli che ti sono stati consegnati
dal docente. Non saranno ritirati eventuali fogli di brutta copia, integrazioni e simili.

1. Sia dato, al variare del parametro reale k, il sottospazio affine Ek di R3 cosı̀ definito:
Ek := {(x, y, z) | 2x − 3y + 4z = k 2 − k}
2 (a) Determina i valori di k per cui Ek è un sottospazio vettoriale di R3 :

k=0ek=1
Motivazione:

L’insieme delle soluzioni di un sistema lineare è un sottospazio vettoriale se e solo se il


sistema lineare è omogeneo. Nel caso in questione ciò avviene se e solo se k 2 − k = 0.

2 (b) Scegli k1 tale che Ek1 sia un sottospazio vettoriale e k2 tale che Ek2 non sia un sottospazio
vettoriale.
Valori scelti: k1 = 0 k2 = 2
Il sottospazio affine Ek2 è parallelo al sottospazio vettoriale Ek1 ?
 Sı̀  No
Motivazione:

L’insieme delle soluzioni di un sistema è un sottospazio affine parallelo al sottospazio


vettoriale delle soluzioni del sistema omogeneo associato.
Il sottospazio affine Ek2 è l’insieme delle soluzioni del sistema lineare S : 2x − 3y + 4z = 2.
Il sistema omogeneo associato a S è SO : 2x − 3y + 4z = 0 il cui insieme delle soluzioni è
esattamente Ek1 .

Soluzione esame 13 gennaio 2005 - Pagina 1


13 gennaio 2005 - Soluzione esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2004-2005

2. Fissato nel piano un sistema di riferimento affine sia data la retta:


(
x = 4 + 3t
r:
y=4− t

2 (a) Il segmento di estremi A := (1, 2) e B := (2, 5) interseca la retta r?


 Sı̀  No
Motivazione:

Determiniamo l’equazione cartesiana di r : (x − 4)(−1) = (y − 4)3 cioè x + 3y − 16 = 0.

I due semipiani delimitati da r sono definiti dalle disequazioni x+3y−16 > 0 e x+3y−16 < 0.

Sostituendo le coordinate di A in x + 3y − 16 otteniamo 1 + 3 · 2 − 16 = −9. Abbiamo un


numero negativo, dunque A appartiene al semipiano di disequazione x + 3y − 16 < 0.
Sostituendo le coordinate di B in x + 3y − 16 otteniamo 2 + 3 · 5 − 16 = 1. Abbiamo un
numero positivo, dunque B appartiene al semipiano di disequazione x + 3y − 16 > 0.

Il segmento di estremi A e B interseca la retta r perché A e B stanno in semipiani delimitati


da r diversi.

2 (b) La semiretta di origine A := (1, 2) e contenente C := (1, 4) interseca la retta r?


 Sı̀  No
Motivazione:

La retta passante per A e C ha equazioni parametriche:


(
x=1
s:
y = 2 + (4 − 2)t

I punti della semiretta di origine A e contenente C sono quelli corrispondenti ai valori positivi
del parametro t.
Intersecando la retta r con la retta s otteniamo l’equazione 1 + 3(2 + 2t) − 16 = 0 la cui
soluzione è t = 32 . Poiché questo è un valore positivo, l’intersezione tra r e s è un punto
della semiretta di origine A e contenente C.

Soluzione esame 13 gennaio 2005 - Pagina 2


13 gennaio 2005 - Soluzione esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2004-2005

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . .

3. Sia f : R4 → R3 l’omomorfismo definito da: f (x, y, z, w) := (x+2z+w, 2x+y+5z, 2x+2y+6z−2w).

2 (a) Determinare una base dell’immagine f .

(1, 2, 2) (0, 1, 2)
Motivazione:
1 0 2 1 
La matrice rappresentativa di f rispetto alle basi canoniche è A := 2 1 5 0 . La dimen-
2 2 6 −2
sione dell’immagine di f è uguale al rango di A. Il minore B formato dalle prime due righe
e due colonne di A ha determinante
 1 0 2  diverso
 1da0 0.
1

Gli orlati di B sono C1 := 2 1 5 e C2 := 2 1 0 . Si ha det C1 = 0 e det C2 = 0. Dunque
226 2 2 −2
rk A = 2, e, poiché per formare il minore B sono state usate le prime due colonne di A, una
base per l’immagine di f è formata dai vettori le cui componenti rispetto alla base canonica
di R3 sono date dalle prime due colonne di A.

2 (b) Il vettore v := (1, 1, 0) appartiene all’immagine di f ?


 sı̀  no
Motivazione:

Al punto precedente abbiamo calcolato una base dell’immagine. Il vettore v appartiene


all’immagine di f se  e solo
 se è 
combinazione
 lineare dei vettori (1, 2, 2) e (0, 1, 2), il che
10 101
avviene se e solo se rk 2 1 = rk 2 1 1 . La prima matrice ha rango 2. La seconda matrice
22 220
ha determinante nullo: dunque ha rango 2.

3 (c) Esistono due vettori distinti u e w di R4 tali che f (u) = f (w)?


 sı̀  no
Motivazione:

Dalla domanda a sappiamo che l’immagine di f ha dimensione 2. Dunque

dim ker f = dim R3 − dim f (R3 ) = 3 − 2 = 1.

Poiché ker f 6= {(0, 0, 0)}, l’omomorfismo f non è iniettivo, e, perciò esistono vettori distinti
aventi la medesima immagine.

Soluzione esame 13 gennaio 2005 - Pagina 3


13 gennaio 2005 - Soluzione esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2004-2005
 
0 k−1 1−k
4. Sia data la matrice: Ak := 1 0 1  dove k è un parametro reale.
1 0 1

2 (a) Determinare gli autovalori di Ak .

0 1
Motivazione:

−x k−1 1 − k

Il polinomio caratteristico di Ak è det(Ak − xI) = 1 −x 1 = −x3 + x2 , che si
1 0 1 − x
annulla per 0 e 1.

2 (b) Determinare i valori di k per cui Ak è diagonalizzabile.

k=1
Motivazione:

Calcoliamo la dimensione degli autospazi in dipendenza da k. Si ha


  (
0 k−1 1−k
3−2=1 se k 6= 1
dim E0 = 3 − rk(Ak − 0 · I) = 3 − rk 1 0 1 =
1 0 1 3−1=2 se k = 1

Inoltre si ha
 
−1 k−1 1−k
dim E1 = 3 − rk(Ak − 1 · I) = 3 − rk  1 −1 1  = 3 − 2 = 1,
1 0 0

qualunque sia k. (
2 se k 6= 1
Dunque si ha dim E0 + dim E1 = .
3 se k = 1
Pertanto Ak è diagonalizzabile se e solo se k = 1.

Scegliere uno degli eventuali valori di k determinati al punto b (se ce n’è più di
uno) e utilizzarlo nel resto dell’esercizio:
Valore di k scelto:
k=1

3 (c) Determinare una matrice diagonale D e una matrice invertibile M tali che D = M −1 Ak M .
   
0 0 0 0 −1 0
D := 0 0 0 M := 1 0 1
0 0 1 0 1 1

Soluzione esame 13 gennaio 2005 - Pagina 4


13 gennaio 2005 - Soluzione esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2004-2005

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5. Fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano sia dato il punto A := (3, 2) e la retta
r : 2x + y − 13 = 0.
2 (a) Il simmetrico B di A rispetto a r ha coordinate:
B = (7, 4)
Motivazione:

La retta r è ortogonale al vettore (2, 1). La retta n passante per A e ortogonale a r ha allora
equazioni parametriche: (
x = 3 + 2t
y=2+ t
Intersecando questa retta con la retta r troviamo l’equazione 2(3 + 2t) + (2 + t) − 13 = 0 che
ha soluzione t = 1. Sostituendo questo valore nelle equazioni parametriche di n troviamo
le coordinate del punto H = (5, 3) proiezione di A su r. Il punto B cercato è il punto tale
2+ȳ
che H sia il punto medio di A e B. Dunque, se B = (x̄, ȳ) si ha 3+x̄
2 = 5 e 2 = 3, da cui
ricaviamo x̄ = 7 e ȳ = 4.

2 (b) Determina tutti i punti C tali che ABC sia un triangolo equilatero.
√ √ √ √
C1 = (5 + 3, 3 − 2 3) C2 = (5 − 3, 3 + 2 3)
Motivazione:
p √ √
La distanza di A da B è (7 − 3)2 + (4 − 2)2 = 2 5. I punti cercati devono distare 2 5
da A, devono cioè appartenere alla circonferenza (x − 3)2 + (y − 2)2 = 20. I punti cercati
devono
( inoltre appartenere all’asse del segmento AB cioè alla retta r. Risolvendo il sistema
(x − 3)2 + (y − 2)2 = 20
troviamo l’equazione risolvente (x − 3)2 + (13 − 2x − 2)2 = 20 le
2x + y − 13 = 0
√ √
cui soluzioni sono 5 + 3 e 5 − 3. Corrispondentemente troviamo le coordinate dei punti
C1 e C2 .

3 (c) Fissato uno dei punti C determinati al punto precedente si trovi il perimetro e l’area del
triangolo ABC
√ √
per(ABC) = 6 5 A(ABC) = 5 3

Motivazione:

Dal punto precedente sappiamo già√che la lunghezza di un lato del triangolo ABC è 2 5,
e, dunque, il perimetro di ABC è 6 5.
Per calcolare l’area, osserviamo
q che√l’altezza relativa√alla base AB è uguale alla distanza

2 2
di C da H, cioè è uguale a (5 + 3 − 5) + (3 − 2 3 − 3) = 15. Dunque il triangolo
√ √ √
ABC ha area uguale a 2 52 15 = 5 3.

Soluzione esame 13 gennaio 2005 - Pagina 5


13 gennaio 2005 - Soluzione esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2004-2005

6. Fissato nello spazio un sistema di riferimento cartesiano, si considerino i punti A := (0, 2, 0),
B := (1, 3, 3), C := (4, 5, 5), e D := (1, 2, k).

2 (a) Determinare i valori di k per cui i punti A, B, C e D sono complanari:

k = −4
Motivazione:

Utilizziamo la formula che dà la complanarità dei quattro punti A, B, C e D:



1 − 0 3 − 2 3 − 0

4 − 0 5 − 2 5 − 0 = 0

1 − 0 2 − 2 k − 0

che dà −4 − k = 0 la cui soluzione è k = −4.

2 (b) Fissato il valore di k determinato alla domanda precedente, determinare l’equazione del piano
passante per i punti A, B, C e D:

4x − 7y + z + 14 = 0
Motivazione:

Utilizziamo la formula che dà l’equazione del piano passante per i tre punti A, B e C:

x − 0 y − 2 z − 0

1 − 0 3 − 2 3 − 0 = 0

4 − 0 5 − 2 5 − 0

cioè 4x − 7y + z + 14 = 0.

3 (c) La distanza tra il punto C e la retta r passante per A e B è:



6
Motivazione:

Soluzione esame 13 gennaio 2005 - Pagina 6


13 aprile 2005 - Soluzione esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2004-2005

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . . .

ISTRUZIONI
• La prova dura 3 ore.
• Ti sono stati consegnati tre fogli, stampati fronte e retro. Come prima cosa scrivi su
ciascuno di essi negli spazi predisposti il tuo nome, cognome e numero di matricola.
• A fianco di ciascuna domanda è presente un doppio riquadro: in quello di sinistra è indicato
il punteggio corrispondente alla domanda in caso di risposta completamente corretta; quello di
destra è a disposizione della commissione per la correzione.
• I punteggi sono espressi in trentesimi. Un punteggio compreso tra 30 e 32 corrisponde ad un voto
di 30 trentesimi; un punteggio di almeno 33 corrisponde ad un voto di 30 trentesimi e lode.
• Per le risposte utilizza unicamente gli spazi riquadrati già predisposti. Quando richiesto, le risposte
vanno motivate brevemente, ma in maniera comprensibile.
• Se devi cambiare qualche risposta che hai già scritto sul foglio, fai in modo che sia chiaro per chi
correggerà il tuo compito quale sia la risposta definitiva. Se la risposta risultasse poco leggibile,
chiedi al docente un nuovo foglio e ritrascrivi su questo foglio tutte le risposte che hai dato.
• Al termine della prova devi consegnare unicamente i fogli che ti sono stati consegnati
dal docente. Non saranno ritirati eventuali fogli di brutta copia, integrazioni e simili.

1. Sia γ la circonferenza del piano passante per i punti A := (2, 0), O := (0, 0) e B := (0, 2k) con
k 6= 0.

2 (a) Determina i valori di k per cui γ ha raggio 3:


√ √
k = 8 e k = − 8.
Motivazione:

L’asse del segmento di estremi A e O ha equazione x = 1.


L’asse del segmento di estremi B e O ha equazione y = k.
L’intersezione di queste due rette dà il centro C = (1, k) di γ.
La
√ distanza tra C e un qualsiasi punto della circonferenza, ad esempio O, dà il2 raggio
12 + k 2 di γ. Imponendo
√ che il raggio
√ sia uguale a 3 otteniamo l’equazione 1 + k = 9 le
cui soluzioni sono k = 8 e k = − 8.

2 (b) Determina i valori di k per cui γ è tangente alla retta r : 2x + y − 5 = 0:

k = 12 e k = −2
Motivazione:

Dal punto precedente conosciamo il centro e il raggio di γ.


La distanza del centro di γ dalla retta r è |2+k−5|

22 +12
.

Uguagliando tale distanza al raggio di γ otteniamo l’equazione |k−3| √
5
= 1 + k 2 che
2 1
sviluppata diviene 2k + 3k − 2 = 0 le cui soluzioni sono k = 2 e k = −2.

Soluzione esame 13 aprile 2005 - Pagina 1


13 aprile 2005 - Soluzione esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2004-2005

2. Sia f un omomorfismo da R2 in R3 tale che f (2, 1) = (1, 1, 2) e f (1, −3) = (0, −2, 1).

2 (a) I dati assegnati sono sufficienti per determinare f (5, −1)?


 Sı̀, f (5, −1) = (2, 0, 5)  No, non sono sufficienti
Motivazione:

Esprimiamo il vettore (5, −1) come combinazione lineare dei vettori (2, 1) e (1, −3).

(5, −1) = α(2, 1) + β(1, −3),

cioè (
5 = 2α + β
−1 = α − 3β
Risolvendo questo sistema troviamo (5, −1) = 2(2, 1) + (1, −3). Poiché f è un omomorfismo,
troviamo allora

f (5, −1) = 2f (2, 1) + f (1, −3) = 2(1, 1, 2) + (0, −2, 1) = (2, 0, 5).

2 (b) Il vettore (4, 0, 10) appartiene all’immagine di f ?


 Sı̀  No  I dati assegnati non sono sufficienti per stabilirlo
Motivazione:

Notiamo che (4, 0, 10) è esattamente 2f (5, −1). Poiché f (5, −1) appartiene all’immagine di
f e l’immagine di f è un sottospazio vettoriale di R3 , anche (4, 0, 10) appartiene all’immagine
di f .

Soluzione esame 13 aprile 2005 - Pagina 2


13 aprile 2005 - Soluzione esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2004-2005

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . .

3. Sia E il sottospazio vettoriale di R3 definito da E := {(x, y, z) | 2x − y + 3z = 0}.

2 (a) Determina una base di E.

(1, 2, 0) (0, 3, 1)
Motivazione:

Risolvendo l’equazione 2x − y + 3z = 0 si può esprimere, ad esempio, y in funzione di x e z


ed ottenere cosı̀:
E = {(x, 2x + 3z, z) | x ∈ R, z ∈ R}.
Ponendo prima x = 1 e z = 0 e poi x = 0 e z = 1 otteniamo una base per E.

2 (b) Sia dato al variare di k il vettore vk := (2, k, 1) e sia F il sottospazio generato da vk . Per
quali valori di k si ha R3 = E ⊕ F ?

k 6= 7
Motivazione:

Si ha R3 = E ⊕ F se e solo se E ∩ F = {0} e E + F = R3 .
Il sottospazio F ha dimensione 1. Dunque F ⊆ E oppure E ∩F = {0}. Pertanto E ∩F = {0}
se e solo se vk ∈
/ E. Il vettore vk ∈
/ E se e solo se 2 · 2 − k + 3 · 1 6= 0, cioè se e solo se k 6= 7.
Se E ∩ F = {0} per la formula di Grassmann abbiamo che dim(E + F ) = dim E + dim F :
poiché dim E = 2 dal punto precedente e dim F = 1 abbiamo che dim(E +F ) = 3 e, pertanto
E + F = R3 .

3 (c) Scegli k tale che R3 = E ⊕ F .

Valore di k scelto:
k=0
Esprimi il vettore (5, 5, 3) come somma di un vettore di E e di un vettore di F :
(5, 5, 3) = (1, 5, 1) + (4, 0, 2)

Soluzione esame 13 aprile 2005 - Pagina 3


13 aprile 2005 - Soluzione esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2004-2005

4. Sia A la matrice a coefficienti reali:


 
1 2 −2
A := 1 3 −1 .
1 0 2

2 (a) Detto f l’endomorfismo di R3 la cui matrice rappresentativa rispetto alla base canonica è A,
calcolare f (1, −1, −1):

(1, −1, −1)


Motivazione:

Consideriamo
  il vettore colonnadelle componenti
  −1, −1)
di (1,   rispetto alla base canonica:
1 1 2 −2 1 1
−1. Facendo il prodotto: 1 3 −1 −1 = −1 si ottiene il vettore colonna
−1 1 0 2 −1 −1
delle componenti di f (1, −1, −1) rispetto alla base canonica.

2 (b) Per quali valori di k il vettore (0, −1, k) è autovettore di f ?

k = −1
Motivazione:

Il vettore (0, −1, k) è autovettore di f se e solo se esiste λ tale che f (0, −1, k) = λ(0, −1, k).
Consideriamo
  il vettore colonna delle componenti
  di  (0, −1,
 k) rispetto
 alla base canonica:
0 1 2 −2 0 −2 − 2k
−1. Facendo il prodotto: 1 3 −1 −1 =  −3 − k  si ottiene il vettore
k 1 0 2 k 2k
colonna delle componenti di f (0, −1, k) rispetto alla base canonica. Dunque

f (0, −1, k) = (−2 − 2k, −3 − k, 2k).

Allora (0, −1, k) è autovettore di f se e solo se esiste λ tale che

(−2 − 2k, −3 − k, 2k) = λ(0, −1, k),

cioè −2 − 2k = 0, −3 − k = −λ e 2k = λk. Ciò avviene se e solo se k = −1.

3 (c) Determinare la matrice rappresentativa di f rispetto alla base di R3 formata dai vettori
(1, −1, −1), (0, −1, −1), (1, 2, 1).
 
1 0 0
B := 0 2 0
0 0 3

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13 aprile 2005 - Soluzione esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2004-2005

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . .

5. Fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano sia data la circonferenza

γ : x2 + y 2 − 2x − 2y − 6 = 0.

2 (a) Il centro C e il raggio r di γ sono:



C = (1, 1) r=2 2

2 (b) La retta r tangente a γ nel punto P := (−1, −1) ha equazione cartesiana:

x+y+2=0
Motivazione:

La tangente in P è ortogonale al raggio congiungente C con P , i cui parametri direttori


sono (1 − (−1), 1 − (−1)) = (2, 2). La retta r ha allora equazione del tipo 2x + 2y + k = 0.
Imponendo il passaggio per P troviamo la condizione 2(−1)+2(−1)+k = 0 da cui otteniamo
k = 4. La retta r ha allora equazione 2x + 2y + 4 = 0 o, equivalentemente, x + y + 2 = 0.

3 (c) Detti A e B i punti d’intersezione della retta r con gli assi coordinati, l’area del triangolo
ABC è:

4
Motivazione:

L’intersezione della retta r con l’asse delle x si ottiene risolvendo il sistema:


(
x+y+2=0
y =0

che dà il punto A = (−2, 0). L’intersezione della retta r con l’asse delle y si ottiene risolvendo
il sistema: (
x+y+2=0
x =0
che dà il punto B = (0, −2). p √
La distanza di A da B è uguale a (−2 − 0)2 + (0 − (−2))2 = 8. L’altezza del triangolo
ABC relativa al lato AB è uguale alla distanza di C dalla retta per A e B, cioè dalla retta
r. Poiché tale retta è tangente a γ, la sua distanza da C, cioè dal centro di γ è uguale al
√ √ √
8 8
raggio di γ cioè 8. Dunque l’area del triangolo ABS è uguale a 2 = 4.

Soluzione esame 13 aprile 2005 - Pagina 5


13 aprile 2005 - Soluzione esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a. 2004-2005
(
x + y − 2z =0
6. Fissato nello spazio un sistema di riferimento cartesiano, siano date le rette r :
y+ z+2=0

x = 1 + t

e s : y = 3 + 2t

z=1− t

2 (a) Il piano π contenente r e parallelo a s ha equazione:

x − 4y − 7z − 10 = 0
Motivazione:

Il fascio di piani passanti per r si può scrivere come: λ(x + y − 2z) + µ(y + z + 2) = 0 ovvero
λx + (λ + µ)y + (−2λ + µ)z + 2µ = 0.
Imponendo la condizione di parallelismo con s, cioè con il vettore (1, 2, −1), otteniamo la
relazione 1λ + 2(λ + µ) − 1(−2λ + µ) = 0, vale a dire 5λ + µ = 0.
Sostituendo, ad esempio, i valori λ = 1 e µ = −5 nell’equazione del fascio di piani, troviamo
il piano π.

2 (b) Il piano σ contenente s e parallelo a r ha equazione:

x − 4y − 7z + 18 = 0
Motivazione:

Il piano cercato è parallelo sia a r sia a s e, dunque, è parallelo al piano π, e ha, pertanto,
equazione del tipo x − 4y − 7z + k = 0. Per imporre che il piano contenga la retta s è allora
sufficiente imporre che contenga un punto di s, ad esempio, il punto (1, 3, 1), ottenendo la
condizione 1 − 4 · 3 − 7 · 1 + k = 0, da cui troviamo k = 18.

3 (c) La regione di spazio delimitata dai due piani π e σ è definita dal sistema di disequazioni:

(
x − 4y − 7z − 10 < 0
x − 4y − 7z + 18 > 0

Soluzione esame 13 aprile 2005 - Pagina 6


21 settembre 2005 - Soluzione esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a.
2004-2005

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . . .

ISTRUZIONI

• La prova dura 3 ore.


• Ti sono stati consegnati tre fogli, stampati fronte e retro. Come prima cosa scrivi su
ciascuno di essi negli spazi predisposti il tuo nome, cognome e numero di matricola.
• A fianco di ciascuna domanda è presente un doppio riquadro: in quello di sinistra è indicato
il punteggio corrispondente alla domanda in caso di risposta completamente corretta; quello di
destra è a disposizione della commissione per la correzione.
• I punteggi sono espressi in trentesimi. Un punteggio compreso tra 30 e 32 corrisponde ad un voto
di 30 trentesimi; un punteggio di almeno 33 corrisponde ad un voto di 30 trentesimi e lode.
• Per le risposte utilizza unicamente gli spazi riquadrati già predisposti. Quando richiesto, le risposte
vanno motivate brevemente, ma in maniera comprensibile.
• Se devi cambiare qualche risposta che hai già scritto sul foglio, fai in modo che sia chiaro per chi
correggerà il tuo compito quale sia la risposta definitiva. Se la risposta risultasse poco leggibile,
chiedi al docente un nuovo foglio e ritrascrivi su questo foglio tutte le risposte che hai dato.
• Al termine della prova devi consegnare unicamente i fogli che ti sono stati consegnati
dal docente. Non saranno ritirati eventuali fogli di brutta copia, integrazioni e simili.

1. Sia f un endomorfismo di R3 tale che v1 := (0, 1, 2) e v2 := (3, 2, 0) siano autovettori di f rispetto


all’autovalore 2 e v3 := (1, 0, −1) sia autovettore di f rispetto all’autovalore 3.

2 (a) Il vettore w := v1 + 2v2 è autovettore di f ?


 Sı̀, rispetto all’autovalore 2  No
 I dati assegnati non sono sufficienti a stabilire se w è un autovettore o no
Motivazione:

I vettori v1 e v2 appartengono entrambi all’autospazio relativo all’autovalore 2. Il vettore w è


loro combinazione lineare e quindi appartiene anch’esso all’autospazio relativo all’autovalore
2.

2 (b) Il vettore u := 2v1 + v3 è autovettore di f ?


 Sı̀, rispetto all’autovalore  No
 I dati assegnati non sono sufficienti a stabilire se u è un autovettore o no
Motivazione:

Calcoliamo esplicitamente il vettore u e la sua immagine tramite f . Si ha

u = 2v1 + v3 = 2(0, 1, 2) + (1, 0, −1) = (1, 2, 3)

f (u) = f (2v1 + v3 ) = 2f (v1 ) + f (v3 ) = 2 · 2v1 + 3v3 = 4(0, 1, 2) + 3(1, 0, −1) = (3, 4, 5).

Poiché f (u) non è multiplo di u, il vettore u non è autovettore di f .

Soluzione esame 21 settembre 2005 - Pagina 1


21 settembre 2005 - Soluzione esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a.
2004-2005

2. Fissato nel piano un sistema di riferimento euclideo sia dato il punto A := (0, 1).

2 (a) Determinare le equazioni cartesiane di tutte le rette passanti per A e che delimitano insieme
agli assi coordinati un triangolo di area uguale a 3.

x + 6y − 6 = 0 e x − 6y + 6 = 0
Motivazione:

I triangoli cercati hanno un vertice nell’origine O := (0, 0) del sistema di riferimento, un


vertice in A e l’altro vertice in un punto B := (k, 0) dell’asse delle x. Tale triangolo è
rettangolo in O: possiamo considerare i due lati OA e OB come base e altezza del triangolo.
La distanza di O da A è uguale a 1, mentre la distanza di O da B è uguale a |k|. L’area
|k|
del triangolo OAB è allora uguale a 1·|k|
2 = 2 . Imponendo che tale valore sia uguale a 3
troviamo che i due valori possibili di k sono 6 e −6. Pertanto abbiamo i punti
B1 = (6, 0) e
x − 0 y − 1
B2 = (−6, 0). La retta passante per il punto A e il punto B1 ha equazione
=0
6 − 0 0 − 1
vale
a dire x + 6y − 6 = 0. La retta passante per il punto A e il punto B2 ha equazione
x − 0 y − 1
−6 − 0 0 − 1 = 0 vale a dire x − 6y + 6 = 0.

2 (b) Scegliere una delle rette determinate al punto a (se ce n’è più di uno)

Equazione della retta scelta:


x + 6y − 6 = 0
Detta r la retta scelta, si determini l’equazione cartesiana della retta s simmetrica di r rispetto
all’asse delle y.

x − 6y + 6 = 0
Motivazione:

Per determinare la simmetrica rispetto all’asse delle y basta prendere due punti distinti di r,
trovarne i simmetrici rispetto all’asse delle y e considerare la retta passante per i due punti
cosı̀ determinati.
Possiamo allora considerare i due punti A e B1 . Poiché A appartiene all’asse delle y il suo
simmetrico rispetto all’asse delle y è A stesso, mentre il simmetrico di B1 rispetto all’asse
delle y è ovviamente il punto B2 . Pertanto la retta s è la retta che passa per A e B2 , la cui
equazione abbiamo già determinato al punto precedente ed è x + 6y − 6 = 0.

Soluzione esame 21 settembre 2005 - Pagina 2


21 settembre 2005 - Soluzione esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a.
2004-2005

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3. Sia f l’endomorfismo di R3 definito da: f (x, y, z) := (x + 3y − z, 2x + 2y + z, 2x − 2y + 4z).

2 (a) Determinare una base dell’immagine di f .

(1, 2, 2) (3, 2, −2)


Motivazione:

Le immagini tramite f dei vettori della base canonica sono (1, 2, 2), (3, 2, −2), (−1, 1, 4):
questi vettori generano l’immagine di f . La matrice rappresentativa di f rispetto alla base
canonica è allora  
1 3 −1
A := 2 2 1
2 −2 4
La dimensione dell’immagine di f è uguale al rango di A. La matrice A ha determinante
nullo e, quindi, ha rango minore di 3. Il minore di A formato dalle prime 2 righe e dalle
prime 2 colonne è invertibile e, quindi, la matrice A ha rango 2 e le prime 2 colonne sono
linearmente indipendenti. Pertanto (1, 2, 2) e (3, 2, −2) formano una base per l’immagine di
f.

2 (b) Determinare una base del nucleo di f .

(−5, 3, 4)
Motivazione:

Un vettore (x, y, z) appartiene al nucleo se e solo se



 x + 3y − z = 0

2x + 2y + z = 0

2x − 2y + 4z = 0

Occorre dunque risolvere il sistema omogeneo di matrice A. Dal punto precedente sappiamo
già che questa matrice ha rango 2 e che le prime due righe di A sono linearmente indipendenti.
Il sistema è quindi equivalente a quello formato a quello delle prime 2 equazioni. Risolvendolo
troviamo che le sue soluzioni sono i vettori del tipo (−5h, 3h, 4h) al variare di h in R.
Scegliendo, ad esempio, h = 1 troviamo una base per il nucleo di f .

3 (c) Determinare la controimmagine del vettore (1, 2, 2).

{(1 − 5h, 3h, 4h) | h ∈ R}


Motivazione:

Dal punto a sappiamo che il vettore (1, 2, 2) è immagine di (1, 0, 0) e dunque (1, 0, 0) ap-
partiene alla controimmagine di (1, 2, 2). La controimmagine di (1, 2, 2) è allora formata da
tutti e soli i vettori che si possono ottenere come somma di (1, 0, 0) e di un vettore del nucleo
di f . Al punto b abbiamo calcolato il nucleo di f . Dunque la controimmagine di (1, 2, 2) è
formata da tutti e soli i vettori del tipo (1, 0, 0) + (−5h, 3h, 4h) al variare di h in R.

Soluzione esame 21 settembre 2005 - Pagina 3


21 settembre 2005 - Soluzione esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a.
2004-2005

 3x + 4y + 5z + w = 2

4. Si consideri il sistema di equazioni 3x + 5y + 4z + 2w = k dove k è un parametro reale.

2x + 3y + 3z + w = 2k

3 (a) Determinare i valori di k per cui il sistema ha una sola soluzione.

Nessun valore
Motivazione:
 
3 4 5 1
La matrice del sistema è A := 3 5 4 2. Calcoliamone il rango. Il minore B formato
2 3 3 1
dalle prime 2 righe e dalle
 prime 2colonne diA ha determinante
 non nullo. Gli orlati di
3 4 5 3 4 1
B sono le matrici C1 := 3 5 4 e C2 := 3 5 2. Entrambi questi minori hanno
2 3 3 2 3 1
determinante nullo. Dunque la matrice A ha rango 2. Per il teorema di Rouché-Capelli
un sistema risolubile ha un’unica soluzione se e solo se il rango della matrice del sistema è
uguale al numero delle incognite. Poiché il nostro sistema ha 3 incognite e matrice di rango
inferiore a 3 non può avere esattamente una soluzione per nessun valore di k.

3 (b) Determinare i valori di k per cui il sistema ha infinite soluzioni.

k = 25
Motivazione:

Dal punto a sappiamo che la matrice del sistema  A ha rango  2. Calcoliamo ora il rango
3 4 5 1 2
della matrice completa del sistema A0 := 3 5 4 2 k . Il minore B ha tre orlati
2 3 3 1 2k
in A0 :al punto a abbiamo già visto che due di essi hanno determinante nullo, l’altro è
3 4 2
C := 3 5 k  il cui determinante è 5k − 2. Questo determinante si annulla per k = 25 ,
2 3 2k
e, dunque, il rango della matrice completa del sistema è 3 per k 6= 52 ed è 2 per k = 25 . Per
il teorema di Rouché-Capelli un sistema è risolubile se e solo se la matrice del sistema e la
matrice completa del sistema hanno lo stesso rango. Dunque per k 6= 52 il sistema non è
risolubile, mentre per k = 25 il sistema è risolubile: poiché in quest’ultimo caso il rango della
matrice è minore del numero delle incognite il sistema ammette infinite soluzioni.

1 (c) Determinare i valori di k per cui il sistema non ha soluzioni.

k 6= 25
Motivazione:

Soluzione esame 21 settembre 2005 - Pagina 4


21 settembre 2005 - Soluzione esame di geometria - Ingegneria gestionale - a.a.
2004-2005

Si veda il punto precedente.

Soluzione esame 21 settembre 2005 - Pagina 5


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2004-2005

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5. Fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano sia dato il punto C := (6, −2) e la retta
l : x − 2y + 5 = 0.√ Sia γ la circonferenza di centro C che interseca la retta l in due punti A e B
distanti tra loro 2 5.

2 (a) La circonferenza γ ha raggio:



r=5 2
Motivazione:

La proiezione H di C su l è il punto medio di A e B. Il triangolo


√ CAH è allora un triangolo
rettangolo in H il cui lato AH è lungo la metà di AB, cioè 5, e il cui lato CH ha lunghezza
uguale alla distanza di C da l. Applicando la formula della √ distanza tra un punto e una
|6−2(−2)+5|
retta si trova che il lato CH ha lunghezza √ 2 2
= 3 5.
1 +(−2)
Poichè il lato q
AC ha lunghezza uguale al raggio r di γ applicando il teorema di Pitagora
√ 2 √ √
troviamo r = 5 + (3 5)2 = 5 2.

2 (b) Il triangolo ABC ha area:


A(ABC) = 15
Motivazione:

L’altezza relativa al lato AB (che è lungo 2 5) è uguale alla distanza
√ tra il punto C e la
retta r.√ Dal

punto precedente sappiamo che tale distanza è 3 5. L’area del triangolo è
allora 3 52
2
5
= 15.

3 (c) L’insieme dei punti interni al triangolo di vertici A, B e C è definito dal sistema di disequazioni:

 x − 2y + 5 > 0

x+ y− 4>0

7x + y − 40 < 0

Soluzione esame 21 settembre 2005 - Pagina 6


12 dicembre 2005 - Soluzione esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2005-2006

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . . .

ISTRUZIONI

• La prova dura 3 ore.


• Ti sono stati consegnati tre fogli, stampati fronte e retro. Come prima cosa scrivi su
ciascuno di essi negli spazi predisposti il tuo nome, cognome e numero di matricola.
• A fianco di ciascuna domanda è presente un doppio riquadro: in quello di sinistra è indicato
il punteggio corrispondente alla domanda in caso di risposta completamente corretta; quello di
destra è a disposizione della commissione per la correzione.
• I punteggi sono espressi in trentesimi. Un punteggio compreso tra 30 e 32 corrisponde ad un voto
di 30 trentesimi; un punteggio di almeno 33 corrisponde ad un voto di 30 trentesimi e lode.
• Per le risposte utilizza unicamente gli spazi riquadrati già predisposti. Quando richiesto, le risposte
vanno motivate brevemente, ma in maniera comprensibile.
• Se devi cambiare qualche risposta che hai già scritto sul foglio, fai in modo che sia chiaro per chi
correggerà il tuo compito quale sia la risposta definitiva. Se la risposta risultasse poco leggibile,
chiedi al docente un nuovo foglio e ritrascrivi su questo foglio tutte le risposte che hai dato.
• Al termine della prova devi consegnare unicamente i fogli che ti sono stati consegnati
dal docente. Non saranno ritirati eventuali fogli di brutta copia, integrazioni e simili.

1. Sia f : E → F un’applicazione lineare tra spazi vettoriali con dim E = 5 e dim F = 7. Siano v1 ,
v2 , e v3 vettori linearmente indipendenti di E tali che f (v3 ) = 2f (v1 ) + 3f (v2 ).

2 (a) L’ applicazione lineare f è iniettiva?


 Sı̀  No  I dati assegnati non sono sufficienti a stabilire se f è iniettiva o no
Motivazione:

Poiché v1 , v2 , e v3 sono linearmente indipendenti, il vettore v3 non è combinazione lineare di


v1 e v2 : in particolare v3 6= 2v1 +3v2 . D’altra parte f (v3 ) = 2f (v1 )+3f (v2 ) = f (2v1 +3v2 ).
Esistono dunque due vettori diversi che hanno la stessa immagine tramite f e, dunque, f
non è iniettiva.

2 (b) L’ applicazione lineare f è suriettiva?


 Sı̀  No  I dati assegnati non sono sufficienti a stabilire se f è suriettiva o no
Motivazione:

L’immagine di f ha dimensione al più uguale alla dimensione di E. Poiché dim E < dim F ,
l’immagine di f ha dimensione minore della dimensione di F e, quindi, non è uguale a F ,
cioè f non è suriettiva.

Soluzione esame 12 dicembre 2005 - Pagina 1


12 dicembre 2005 - Soluzione esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2005-2006
(
2x + 3y − 3z + 1 = 0
2. Fissato nello spazio un sistema di riferimento affine siano dati la retta r :
3x − y + 2z =0
ed il piano π : 7x + 5y − hz + k = 0 con h e k parametri reali.

2 (a) Per quali valori di h e k la retta r è parallela al piano π?

h=4 k qualsiasi
Motivazione:

La retta r è parallela al piano π se e solo se la retta non è incidente il piano, cioè se e solo se
l’intersezione tra retta e piano non è formata esattamente da un punto. L’intersezione tra
retta e piano si ottiene risolvendo il sistema lineare:

 2x + 3y − 3z + 1 = 0

3x − y + 2z =0

7x + 5y − hz + k = 0

Questo è un sistema in 3 incognite ed ha esattamente una soluzione se la matrice del sistema


e la matrice completa del sistema hanno entrambe rango 3: notiamo che se la matrice del
sistema ha rango 3 anche la matrice completa del sistema (che  è una matrice di tipo (3, 4))
2 3 −3

ha necessariamente rango 3. La matrice del sistema è A := 3 −1 2 il cui determinante
7 5 −h
è 11h − 44, che si annulla se e solo se h = 4. Dunque, se h 6= 4 la matrice del sistema ha
rango 3 e la retta ed il piano sono incidenti, mentre se h = 4 la matrice del sistema ha rango
minore di 3 e la retta ed il piano sono paralleli.

2 (b) Per quali valori di h e k la retta r giace sul piano π?

h=4 k=2
Motivazione:

Affinché la retta r giaccia sul piano, la retta deve essere innanzitutto parallela al piano, e
quindi deve essere h = 4. In tal caso la matrice del sistema ha rango 2 ed un minore di
ordine 2 invertibile estratto dalla matrice del sistema è, ad esempio, quello formato dalle
prime 2 righe e 2 colonne. Questo minore ha, nella matrice completa del sistema,2 orlati:
2 3 1

uno è la matrice A che sappiamo già avere determinante nullo, l’altro è il minore 3 −1 0
7 5 k
il cui determinante è 22 − 11k. Dunque, se k 6= 2 la matrice completa del sistema ha rango
3 e il piano e la retta hanno intersezione vuota, mentre se k = 2 la matrice completa del
sistema ha rango 2 e la retta e il piano hanno intersezione dipendente da 3 − 2 parametri,
ovvero l’intersezione tra retta e piano è una retta, cioè r stessa.

Soluzione esame 12 dicembre 2005 - Pagina 2


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COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . .

3. Fissato in V 3 (O) una base ortonormale e1 , e2 , e3 sia f l’endomorfismo di V 3 (O) definito da


f (xe1 + ye2 + ze3 ) := (x + 2y + 3z)e1 + (x − 2y − z)e2 + (3x + 3z)e3 .

2 (a) Determinare la dimensione dell’immagine di f .

2
Motivazione:
1 2 3 
La matrice dell’endomorfismo rispetto alla base assegnata è A := 1 −2 −1 . Le prime 2
3 0 3
colonne di A sono indipendenti e la matrice A ha determinante 0: dunque A ha rango 2.
L’immagine di f ha allora dimensione 2.

3 (b) Determinare una base ortonormale dell’immagine di f .

√1 (e1 + e2 + 3e3 ), √1 (e1 − e2 )


11 2
Motivazione:

Sappiamo già che l’immagine ha dimensione 2 e che le prime 2 colonne della matrice rap-
presentativa di f rispetto alla base assegnata sono indipendenti. Dunque l’immagine di f
è generata da f (e1 ) e f (e2 ) cioè da u := e1 + e2 + 3e3 e v := 2e1 − 2e2 . Determiniamo
una base ortonormale dello spazio generato da u e v. Calcoliamo innanzitutto il prodotto
scalare di u e v:

(e1 + e2 + 3e3 ) × (2e1 − 2e2 ) = 1 · 2 + 1 · (−2) + 3 · 0 = 0.

Dunque u e v formano una base ortogonale dell’immagine di f : per ottenere una base
ortonormale basta dividere ciascuno dei vettori u e v per la propria norma.

2 (c) Determinare una base ortonormale del nucleo di f .

√1 (e1 + e2 − e3 )
3
Motivazione:

Per calcolare il nucleo di f dobbiamo risolvere il sistema omogeneo associato alla matrice
A. Le soluzioni di questo sistema sono le terne del tipo (h, h, −h) al variare di h in R.
Scegliendo, ad esempio, h = 1, troviamo che una base del nucleo è formata dal vettore
e1 + e2 − e3 . Dividendo questo vettore per la propria norma troviamo una base ortonormale
del nucleo.

Soluzione esame 12 dicembre 2005 - Pagina 3


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 
2 0 4
4. Sia data la matrice: A := 1 0 2.
0 0 0
2 (a) Determinare gli autovalori di A.

0 2
Motivazione:

2 − x 0 4

Il polinomio caratteristico di A è det(A − xI) = 1 −x 2 = −x3 + 2x2 , che si
0 0 −x
annulla per 0 e 2.

3 (b) Determinare una base per ciascun autospazio di A. Utilizza la tabella sottostante. In ciascu-
na riga scrivi un autovalore differente e una base per il corrispondente autospazio (nota: il
numero delle righe già presenti in tabella non è detto che sia uguale al numero degli autovalori
effettivamente presenti)
Autovalore λ Base dell’autospazio E(λ)

0 (0, 1, 0), (−2, 0, 1)

2 (2, 1, 0)

Motivazione:

Per calcolare E(0) risolviamo il sistema lineare omogeneo associato alla matrice A − 0I, cioè

 2x + 4z = 0

x + 2z = 0

0=0

le cui soluzioni sono (−2k, h, k) con h e k parametri reali. Una base di E(0) si ottiene
ponendo prima h = 1 e k = 0 e poi h = 0 e k = 1.
Per calcolare E(2) risolviamo il sistema lineare omogeneo associato alla matrice A − 2I, cioè


 4z = 0
x − 2y + 2z = 0

− 2z = 0

le cui soluzioni sono (2h, h, 0) con h parametro reale. Una base di E(2) si ottiene ponendo
h = 1.

2 (c) Determinare una matrice diagonale D e una matrice invertibile M tali che D = M −1 AM .
   
0 0 0 0 −2 2
D := 0 0 0 M := 1 0 1
0 0 2 0 1 0

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5. Fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano siano dati il punto P := (−7, 1) e la circon-
ferenza γ : (x − 3)2 + (y − 6)2 = 25. Siano r e s le rette passanti per P e tangenti a γ e siano R e
S i punti rispettivi di tangenza tra queste rette e γ.

2 (a) Le rette r e s hanno equazioni cartesiane:

r :y−1=0 s : 4x − 3y + 31 = 0
Motivazione:

Una retta è tangente alla circonferenza γ se la sua distanza dal centro della circonferenza
è uguale al raggio. La circonferenza γ ha centro C := (3, 6) e raggio 5. La generica retta
passante per P ha equazione a(x + 7) + b(y − 1) = 0. Imponendo che la distanza di questa
retta generica da C sia uguale al raggio di γ troviamo la condizione:

|a(3 + 7) + b(6 − 1)|


√ =5
a2 + b2

equivalente a 3a2 + 4ab = 0 le cui soluzioni sono a = 0 e b = − 43 a, da cui troviamo le


equazioni cercate.

2 (b) La bisettrice dell’angolo RP


[ S ha equazione cartesiana

x − 2y + 9 = 0
Motivazione:

Il centro della circonferenza γ è equidistante dai lati P R e P S dell’angolo RP


[ S. La bisettrice
dell’angolo è, quindi, la congiungente il punto P con il centro della circonferenza. La sua
equazione può allora scriversi come

x − (−7) y − 1
3 − (−7) 6 − 1 = 0

che, sviluppata, dà l’equazione cercata.

3 (c) Detto C il centro di γ, i triangoli CP R e CP S hanno la stessa area. Si calcoli l’area di uno
dei due.
25
Motivazione:

Il triangolo CP
p R è rettangolo in R. L’ipotenusa
√ CP ha lunghezza uguale alla distanza tra
C e P , cioè (−7 − 3)2 + (1 − 6)2 = 5 5. Il cateto CR ha lunghezza quguale al raggio di
√ 2
γ, cioè 5. Per il teorema di Pitagora il lato P R ha allora lunghezza 5 5 − 52 = 10.
5·10
L’area del triangolo è allora uguale a 2 = 25.

Soluzione esame 12 dicembre 2005 - Pagina 5


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6. Fissato
 nello spazio un
 sistema di riferimento cartesiano, siano dati il punto P := (3, 4, 0) e le rette
x = 2 + t
  x = 2 + 4t

r : y = 6 + t e s : y = 3 − 5t . Sia π il piano parallelo sia a r che a s e passante per P .
 
z =2+t z =3+t
 

2 (a) Il piano π ha equazione cartesiana:

2x + y − 3z − 10 = 0
Motivazione:

La retta r ha vettore direttore (1, 1, 1). La retta s ha vettore direttore (4, −5, 1). Il piano π
deve essere parallelo a questi due vettori. La sua equazione è allora:

x − 3 y − 4 z − 0

1 1 1 = 0

4 −5 1

che, sviluppata, dà l’equazione cercata.

2 (b) La distanza tra r e π è:


√6
14
Motivazione:

Poiché il piano π è parallelo alla retta r basta calcolare la distanza di un qualsiasi punto di
r da π. Ad esempio prendiamo il punto (2, 6, 2) di r: la sua distanza da π è uguale a

|2 · 2 + 6 − 3 · 2 − 10| 6
p =√
2 2
2 + 1 + (−3) 2 14

3 (c) La distanza tra r e P è:



6
Motivazione:

Il piano σ ortogonale a r e passante per P ha equazione (x − 3) + (y − 4) + (z − 0) = 0.


Intersecando σ con r troviamo l’equazione: (2 + t − 3) + (6 + t − 4) + (2 + t − 0) = 0, la cui
soluzione è t = −1. Sostituendo questo valore nelle equazioni parametriche di r troviamo
il punto H := (1, 5, 1) proiezione
p ortogonale di P su r. La √distanza di P da r è allora la
distanza di P da H, cioè (3 − 1)2 + (4 − 5)2 + (0 − 1)2 = 6.

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9 gennaio 2006 - Soluzione esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2005-2006

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . . .

ISTRUZIONI
• La prova dura 3 ore.
• Ti sono stati consegnati tre fogli, stampati fronte e retro. Come prima cosa scrivi su
ciascuno di essi negli spazi predisposti il tuo nome, cognome e numero di matricola.
• A fianco di ciascuna domanda è presente un doppio riquadro: in quello di sinistra è indicato
il punteggio corrispondente alla domanda in caso di risposta completamente corretta; quello di
destra è a disposizione della commissione per la correzione.
• I punteggi sono espressi in trentesimi. Un punteggio compreso tra 30 e 32 corrisponde ad un voto
di 30 trentesimi; un punteggio di almeno 33 corrisponde ad un voto di 30 trentesimi e lode.
• Per le risposte utilizza unicamente gli spazi riquadrati già predisposti. Quando richiesto, le risposte
vanno motivate brevemente, ma in maniera comprensibile.
• Se devi cambiare qualche risposta che hai già scritto sul foglio, fai in modo che sia chiaro per chi
correggerà il tuo compito quale sia la risposta definitiva. Se la risposta risultasse poco leggibile,
chiedi al docente un nuovo foglio e ritrascrivi su questo foglio tutte le risposte che hai dato.
• Al termine della prova devi consegnare unicamente i fogli che ti sono stati consegnati
dal docente. Non saranno ritirati eventuali fogli di brutta copia, integrazioni e simili.

2 3+k

1. Siano dati la matrice a coefficienti reali Ak := 2 1 dove k è un parametro reale e il vettore
1

colonna v := −2 .

2 (a) Per quali valori di k esiste una matrice ortogonale M tale che M −1 Ak M sia diagonale?

k = −1
Motivazione:

Una matrice è diagonalizzabile con matrice di passaggio ortogonale se e solo se è simmetrica.


La matrice Ak è simmetrica se e solo se 3 + k = 2 cioè se e solo se k = −1.

2 (b) Per quali valori di k il vettore v è autovettore di Ak ?

k = −2
Motivazione:

Il vettore v è autovettore


   di Ak se e solo Av è multiplo di v. Facendo il prodotto:
2 3+k 1 −4 − 2k
= si vede che v è autovettore di Ak se e solo se esiste λ
2 1 −2 0
   
1 −4 − 2k
tale che λ = cioè λ = −4 − 2k, −2λ = 0. Ciò avviene se e solo se λ = 0 e
−2 0
k = −2.

Soluzione esame 9 gennaio 2006 - Pagina 1


9 gennaio 2006 - Soluzione esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2005-2006

2. Fissato nel piano un sistema di riferimento affine sia data la retta r : x − 2y + 3 = 0 e i punti
A := (18, 9), B := (30, 15) e C := (20, 7).

2 (a) La retta s passante per A e B interseca la retta r?  Sı̀  No


Il segmento di estremi A e B interseca la retta r?  Sı̀  No
Motivazione:

Poiché i coefficienti delle incognite nell’equazione cartesiana di r sono (1, −2) , la retta r ha
parametri direttori (2, 1). I parametri direttori di s sono (30 − 18, 15 − 9) = (12, 6): poiché
questi parametri direttori sono proporzionali ai parametri direttori di r, le rette r e s sono
parallele, eventualmente coincidenti. Sostituendo le coordinate di A in x − 2y + 3 abbiamo
18 − 2 · 9 + 3 6= 0: il punto A non giace dunque su r, e, quindi, r e s sono parallele distinte e
non hanno pertanto punti in comune. A maggior ragione il segmento di estremi A e B non
ha punti in comune con r.

2 (b) La retta n passante per A e C interseca la retta r?  Sı̀  No


Il segmento di estremi A e C interseca la retta r?  Sı̀  No
Motivazione:

I parametri direttori di n sono (20 − 18, 7 − 9) = (2, −2): poiché questi parametri direttori
non sono proporzionali ai parametri direttori di r, le rette r e n non sono parallele, e sono,
dunque, incidenti in un punto.

I due semipiani delimitati da r sono definiti dalle disequazioni x−2y +3 > 0 e x−2y +3 < 0.

Sostituendo le coordinate di A in x − 2y + 3 otteniamo 18 − 2 · 9 + 3 = 3. Abbiamo un


numero positivo, dunque A appartiene al semipiano di disequazione x − 2y + 3 > 0.
Sostituendo le coordinate di C in x − 2y + 3 otteniamo 20 − 2 · 7 + 3 = 9. Abbiamo un
numero positivo, dunque C appartiene al semipiano di disequazione x − 2y + 3 > 0.

Il segmento di estremi A e C non interseca la retta r perché A e C stanno nello stesso


semipiano delimitato da r.

Soluzione esame 9 gennaio 2006 - Pagina 2


9 gennaio 2006 - Soluzione esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2005-2006

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3. Sia dato, al variare del parametro reale k, il sottoinsieme Ek di R3 cosı̀ definito:

Ek := {(x, y, z) | x + y − 2z = k 2 + 4k}.

Sia F il sottospazio vettoriale di R3 generato dai vettori u := (1, 1, 3) e v := (2, 1, 1)

2 (a) Determina i valori di k per cui Ek è un sottospazio vettoriale di R3 :

k = 0 e k = −4
Motivazione:

L’insieme delle soluzioni di un sistema lineare è un sottospazio vettoriale se e solo se il


sistema lineare è omogeneo. Nel caso in questione ciò avviene se e solo se k 2 + 4k = 0.

Scegli uno degli eventuali valori di k determinati al punto a (se ce n’è più di uno)
e utilizzalo nel resto dell’esercizio:
Valore di k scelto:
k=0

3 (b) Determina una base per Ek ∩ F .

(9, 5, 7)
Motivazione:

Il sottospazio F è l’insieme delle combinazioni lineari dei vettori u e v:

α(1, 1, 3) + β(2, 1, 1) = (α + 2β, α + β, 3α + β).

Il vettore (α+2β, α+β, 3α+β) appartiene a Ek se e solo se (α+2β)+(α+β)−2(3α+β) = 0,


cioè −4α + β = 0, vale a dire β = 4α.
Dunque Ek ∩ F = {(9α, 5α, 7α) | α ∈ R}. Una base per Ek ∩ F si ottiene scegliendo, ad
esempio, α = 1.

2 (c) Determina una base ortonormale di Ek rispetto al prodotto scalare standard.

√1 (1, −1, 0), √1 (1, 1, 1)


2 3

Soluzione esame 9 gennaio 2006 - Pagina 3


9 gennaio 2006 - Soluzione esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2005-2006

4. Sia f l’endomorfismo di R3 [x] definito da f (p(x)) := 2p(x) + 3p0 (x) (si ricorda che la derivata di
un polinomio p(x) = a + bx + cx2 è p0 (x) = b + 2cx).
2 (a) Determina la matrice A rappresentativa di f rispetto alla base canonica di R3 [x] (cioè la base
formata da 1, x e x2 in quest’ordine).
 
2 3 0
A := 0 2 6
0 0 2
Motivazione:

Calcoliamo l’immagine tramite f dei vettori della base canonica e decomponiamo i vettori
cosı̀ ottenuti rispetto alla base canonica stessa. Si ha f (1) = 2 = 2 · 1 + 0 · x + 0 · x2 : sulla
prima colonna della matrice scriviamo allora i coefficienti (2, 0, 0). Si ha poi f (x) = 2x + 3 =
3 · 1 + 2 · x + 0 · x2 : sulla seconda colonna della matrice scriviamo allora i coefficienti (3, 2, 0).
Infine f (x2 ) = 2x2 + 3 · 2x = 2x2 + 6x = 0 · 1 + 6 · x + 2 · x2 : sulla terza colonna della matrice
scriviamo allora i coefficienti (0, 6, 2).

3 (b) Determina una base per ciascun autospazio di f . Utilizza la tabella sottostante. In ciascuna
riga scrivi un autovalore differente e una base per il corrispondente autospazio (nota: il nu-
mero delle righe già presenti in tabella non è detto che sia uguale al numero degli autovalori
effettivamente presenti)
Autovalore λ Base dell’autospazio E(λ)

2 1

Motivazione:
2−x 3 0
Il polinomio caratteristico di A è det(A − xI) = 0 2−x 6 = (2 − x)3 , che si annulla se

0 0 2−x
e solo x = 2.
Per trovare i polinomi del tipo a + bx + cx2 che sono autovettori di f relativamente all’auto-
valore 2, risolviamo il sistema lineare omogeneo nelle incognite a, b e c associato alla matrice
A − 2I, cioè 
 3b
 =0
6c = 0

0=0

le cui soluzioni sono (a, 0, 0) con a parametro reale. Una base di E(2) si ottiene ponendo
a = 1 ed ottenendo cosı̀ il polinomio 1.

2 (c) L’endomorfismo è diagonalizzabile?  Sı̀  No


Motivazione:

L’unico autospazio di f ha dimensione 1. La somma delle dimensioni degli autospazi di f


è, dunque, minore della dimensione di R3 [x].

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9 gennaio 2006 - Soluzione esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2005-2006

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5. Fissato nel piano un sistema di riferimento euclideo siano dati il punto A := (5, 2) e la retta
r : 4x + 3y − 1 = 0.

2 (a) Determina la proiezione ortogonale H di A su r: H = (1, −1)


Motivazione:

La retta r è ortogonale al vettore (4, 3). La retta n passante per A e ortogonale a r ha allora
equazioni parametriche: (
x = 5 + 4t
y = 2 + 3t
Intersecando questa retta con la retta r troviamo l’equazione 4(5 + 4t) + 3(2 + 3t) − 1 = 0 che
ha soluzione t = −1. Sostituendo questo valore nelle equazioni parametriche di n troviamo
le coordinate del punto H = (1, −1) proiezione di A su r.

3 (b) Determina due punti B e C su r tali che ABC sia un triangolo di area 50 con i lati AB e AC
uguali. B = (7, −9) C = (−5, 7)
Motivazione:

L’altezza di ABC relativa alplato BC è uguale alla distanza di A dalla retta r, cioè alla
distanza di A da H ovvero a (5 − 1)2 + (2 − (−1))2 = 5. Affinché l’area sia uguale a 50 il
lato BC deve quindi avere lunghezza 50·25 = 20.
Poiché i lati AB e AC sono uguali la proiezione ortogonale di A sul lato BC, cioè H, è il
punto medio di B e C: dunque B e C sono i punti della retta r la cui distanza da H è uguale
alla metà della lunghezza del lato BC. I punti B e C appartengono cioè alla circonferenza
di centro H e raggio 20 2 2
2 = 10, la cui equazione è (x − 1) + (y + 1) = 100. Risolvendo il
sistema (
(x − 1)2 + (y + 1)2 = 100
4x + 3y − 1 = 0
troviamo i punti cercati.

2 (c) Determina un punto D diverso da A tale che DBC sia un triangolo di area uguale all’area di
ABC con i lati DB e DC uguali. D = (−3, −4)
Motivazione:

Poiché i lati DB e DC sono uguali la proiezione di D sulla retta r è uguale al punto medio
tra B e C, cioè H. Poiché l’area di ABC e l’area di DBC sono uguali le altezze relative
al lato BC nei due triangoli sono uguali, vale a dire che le distanze di A e D dalla retta
r sono uguali. Dunque A e D sono due punti equidistanti da r aventi la stessa proiezione
ortogonale su r, cioè H: poiché A e D sono distinti ciò significa che D è il simmetrico di
A rispetto alla retta r, cioè è H è il punto medio di A e D. Dunque, se D = (x̄, ȳ) si ha
5+x̄ 2+ȳ
2 = 1 e 2 = −1, da cui ricaviamo x̄ = −3 e ȳ = −4.

Soluzione esame 9 gennaio 2006 - Pagina 5


9 gennaio 2006 - Soluzione esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2005-2006

6. Fissato nello spazio un sistema di riferimento euclideo,


( siano dati il punto P := (1, 2, 3) appartenente
2x − y + z =0
al piano π : 2x + 3y + z − 11 = 0 e la retta r : .
x + 2y −1=0

2 (a) Il piano σ contenente r e ortogonale a π ha equazione cartesiana:

7x − 6y + 4z + 1 = 0
Motivazione:

Il fascio di piani passanti per r si scrive: λ(2x − y + z) + µ(x + 2y − 1) = 0.


Tale fascio può essere riscritto come: (2λ + µ)x + (−λ + 2µ)y + λz − µ = 0.
Questo piano è ortogonale al piano π se e solo se i vettori (2λ + µ, −λ + 2µ, λ) e (2, 3, 1)
sono ortogonali. Otteniamo cosı̀ la condizione: 2(2λ + µ) + 3(−λ + 2µ) + 1 · λ = 0, cioè
2λ + 8µ = 0.
Sostituendo, ad esempio, i valori λ = 4 e µ = −1 nell’equazione del fascio di piani, troviamo
il piano σ.

2 (b) La proiezione ortogonale di r sul piano π ha equazioni cartesiane:


(
7x − 6y + 4z + 1 = 0
2x + 3y + z − 11 = 0
Motivazione:

La proiezione ortogonale della retta r su π si ottiene intersecando il piano π con il piano che
passa per r ed è ortogonale a π cioè il piano σ.


3 (c) Le sfere tangenti in P al piano π e aventi raggio 14 hanno equazioni cartesiane:

(x − 3)2 + (y − 5)2 + (z − 4)2 = 14 (x + 1)2 + (y + 1)2 + (z − 2)2 = 14


Motivazione:

Le sfere cercate hanno  centro sulla retta n ortogonale a π e passante per P : questa ha
 x = 1 + 2t

equazioni parametriche y = 2 + 3t . Imponendo che il punto generico (1 + 2t, 2 + 3t, 3 + t)

z=3+ t


di n disti 14 da P troviamo la condizione (1 + 2t − 1)2 + (2 + 3t − 2)2 + (3 + t − 3)2 = 14 le
cui soluzioni t = 1 e t = −1, sostituite nelle equazioni parametriche di n danno le coordinate
dei due centri delle sfere C1 := (3, 5, 4) e C2 := (−1, −1, 2).

Soluzione esame 9 gennaio 2006 - Pagina 6


21 marzo 2006 - Soluzione esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2005-2006

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ISTRUZIONI

• La prova dura 3 ore.


• Ti sono stati consegnati tre fogli, stampati fronte e retro. Come prima cosa scrivi su
ciascuno di essi negli spazi predisposti il tuo nome, cognome e numero di matricola.
• A fianco di ciascuna domanda è presente un doppio riquadro: in quello di sinistra è indicato
il punteggio corrispondente alla domanda in caso di risposta completamente corretta; quello di
destra è a disposizione della commissione per la correzione.
• I punteggi sono espressi in trentesimi. Un punteggio compreso tra 30 e 32 corrisponde ad un voto
di 30 trentesimi; un punteggio di almeno 33 corrisponde ad un voto di 30 trentesimi e lode.
• Per le risposte utilizza unicamente gli spazi riquadrati già predisposti. Quando richiesto, le risposte
vanno motivate brevemente, ma in maniera comprensibile.
• Se devi cambiare qualche risposta che hai già scritto sul foglio, fai in modo che sia chiaro per chi
correggerà il tuo compito quale sia la risposta definitiva. Se la risposta risultasse poco leggibile,
chiedi al docente un nuovo foglio e ritrascrivi su questo foglio tutte le risposte che hai dato.
• Al termine della prova devi consegnare unicamente i fogli che ti sono stati consegnati
dal docente. Non saranno ritirati eventuali fogli di brutta copia, integrazioni e simili.

1. Siano dati i vettori u := (1, 2, 1, 1) e v := (3, 1, 1, 2) di R4 .

2 (a) Esiste un sottospazio vettoriale di R4 di dimensione 1 contenente entrambi i vettori u e v?


 Sı̀  No
Motivazione:

I vettori u e v sono linearmente indipendenti perché nessuno dei due è multiplo dell’altro.
Uno spazio vettoriale che contenga entrambi i vettori u e v ha allora almeno dimensione 2.

2 (b) Esiste un sottospazio affine di R4 di dimensione 1 contenente entrambi i vettori u e v?


 Sı̀  No
Motivazione:

Consideriamo il vettore w := v−u. Il vettore w genera un sottospazio E di R4 di dimensione


1. Il sottospazio affine u + E è allora un sottospazio affine di dimensione 1 di R4 . Il
sottospazio affine u + E contiene u (infatti u = u + 0) e contiene v (infatti v = u + w).

Soluzione esame 21 marzo 2006 - Pagina 1


21 marzo 2006 - Soluzione esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2005-2006

2. Sia fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano. Siano date le tre rette r : 2x − y − 1 = 0,
s : x + y − 5 = 0 e tk : kx + 3y − 5 = 0, con k parametro reale.

2 (a) Determina tutti i valori di k per cui le rette r, s e tk appartengono allo stesso fascio di rette.

k = −2
Motivazione:

Risolvendo il sistema (
2x − y − 1 = 0
x +y−5=0
troviamo che le rette r e s si intersecano nel punto (2, 3). Imponendo il passaggio di tk per
questo punto troviamo la condizione 2k + 3 · 3 − 5 = 0 da cui ricaviamo k = −2.

2 (b) Determina tutti i valori di k per cui le rette r, s e tk delimitano un triangolo rettangolo.

k = 32 o k = −3
Motivazione:

Affinché r, s e tk delimitino un triangolo rettangolo due delle rette debbono essere ortogonali
tra loro.
Il vettore (2, −1) è ortogonale a r, il vettore (1, 1) è ortogonale a s ed il vettore (k, 3) è
ortogonale a tk .
Il prodotto scalare dei due vettori (2, −1) e (1, 1) è uguale a 2 · 1 + (−1)1 = 1, dunque r e s
non sono ortogonali.
Il prodotto scalare di (2, −1) per (k, 3) è uguale a 2k + (−1)3 = 2k − 3. Per k = 23 questo
prodotto scalare si annulla, quindi r e tk sono ortogonali.
Il prodotto scalare di (1, 1) per (k, 3) è uguale a 1k + 1 · 3 = k + 3. Per k = −3 questo
prodotto scalare si annulla, quindi s e tk sono ortogonali.

Soluzione esame 21 marzo 2006 - Pagina 2


21 marzo 2006 - Soluzione esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2005-2006

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . .

3. Sia dato il sottospazio E di R4 cosı̀ definito:


E := {(x, y, z, w) | x + y − z − w = 0}.
2 (a) Determina una base di E.

(−1, 1, 0, 0), (1, 0, 1, 0), (1, 0, 0, 1)


Motivazione:

Risolvendo l’equazione x + y − z − w = 0 si può esprimere, ad esempio, x in funzione di y,


z e w ed ottenere cosı̀:

E = {(−y + z + w, y, z, w) | y ∈ R, z ∈ R, w ∈ R}.

Ponendo prima y = 1, z = 0 e w = 0, poi y = 0, z = 1 e w = 0 e, infine y = 0, z = 0 e


w = 1 otteniamo una base per E.

2 (b) Sia dato al variare del parametro reale k il vettore wk := (2, k, 1, 0) e sia Fk il sottospazio
vettoriale generato da wk . Per quali valori di k si ha che R4 = E ⊕ Fk ?

k 6= −1
Motivazione:

Affinché sia R4 = E ⊕ Fk deve essere E + Fk = R4 e E ∩ Fk = {0}. Poiché wk 6= 0, il


sottospazio Fk ha dimensione 1 qualunque sia k. Dunque E ∩ Fk può avere dimensione 0
o 1: ha dimensione 1 se e solo se E contiene Fk , cioè se e solo se E contiene wk ; quindi
E ∩ Fk = {0} se e solo se E non contiene wk . Il vettore (2, k, 1, 0) appartiene a E se e solo
se 2 + k − 1 − 0 = 0 cioè k = −1.
Pertanto per k 6= −1 si ha E ∩ Fk = {0}. Poiché E ha dimensione 3, per tali valori di k
dalla formula di Grassmann si ha

dim(E + Fk ) = dim E + dim Fk − dim(E ∩ Fk ) = 4 − dim(E ∩ Fk ) = 4,

e, dunque, E + Fk = R4 .

3 (c) Detto G il sottospazio vettoriale generato dai vettori u := (1, 0, 1, 2) e v := (1, 2, 2, 1)


determina una base di E ∩ G.

(1, 2, 2, 1)
Motivazione:

Il sottospazio G è l’insieme delle combinazioni lineari dei vettori u e v:

α(1, 0, 1, 2) + β(1, 2, 2, 1) = (α + β, 2β, α + 2β, 2α + β).

Il vettore (α + β, 2β, α + 2β, 2α + β) appartiene a E se e solo se (α + β) + 2β − (α + 2β) −


(2α + β) = 0, cioè 2α = 0, vale a dire α = 0.
Dunque E ∩ G = {(β, 2β, 2β, β) | α ∈ R}. Una base per E ∩ F si ottiene scegliendo, ad
esempio, β = 1.

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1 −1 1
 
4. Sia f l’endomorfismo di R3 che rispetto alla base canonica si rappresenta con A := −1 1 −1 .
1 −1 1

2 (a) Il vettore v := (1, 1, 0) appartiene all’immagine di f ?  Sı̀  No


Motivazione:
x
Il vettore v appartiene all’immagine di f se e solo se esiste un vettore colonna y tale che
x 1 z
A y = 1 . Questo è equivalente a dire che il sistema
z 0

 x−y+z=1

−x + y − z = 1

x−y+z=0

è risolubile. La prima e la terza equazione sono chiaramente incompatibili: pertanto v non


appartiene all’immagine di f .

3 (b) Determina una base per ciascun autospazio di f . Utilizza la tabella sottostante. In ciascuna
riga scrivi un autovalore differente e una base per il corrispondente autospazio (nota: il nu-
mero delle righe già presenti in tabella non è detto che sia uguale al numero degli autovalori
effettivamente presenti)
Autovalore λ Base dell’autospazio E(λ)

0 (1, 1, 0), (−1, 0, 1)

3 (1, −1, 1)

Motivazione:
1−x −1 1
Il polinomio caratteristico di A è det(A − xI) = −1 1−x −1 = −x3 + 3x2 = x2 (3 − x),

1 −1 1−x
che si annulla per x = 0 e x = 3.
Per trovare una base di E(0) risolviamo il sistema lineare omogeneo associato alla matrice
A − 0 · I: 
 x−y+z=0

−x + y − z = 0

x−y+z=0

le cui soluzioni sono (h − k, h, k) con h e k parametri reali. Una base di E(0) si ottiene
ponendo prima h = 1 e k = 0 e poi h = 0 e k = 1.
Per trovare una base di E(3) risolviamo il sistema lineare omogeneo associato alla matrice
A − 3 · I: 
 −2x − y + z = 0

−x − 2y − z = 0

x − y − 2z = 0

le cui soluzioni sono (h, −h, h) con h parametro reale. Una base di E(3) si ottiene ponendo
h = 1.

2 (c) Determina una matrice diagonale D e una matrice ortogonale M tali che D = M −1 AM .
 1
√1 √1


 
0 0 0 2 6 3
D := 0 0 0 M :=  √12 − √16 − √13 
 
0 0 3 2 1
0 − √6 √
3

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21 marzo 2006 - Soluzione esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2005-2006

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . .

5. Fissato nel piano un sistema di riferimento affine siano dati i punti A := (3, 1), B := (6, −2) e
C := (7, 4).

2 (a) Determina un punto D tale che ABCD sia un parallelogramma (fare attenzione all’ordine dei
vertici).
D = (4, 7)
Motivazione:

Il punto medio tra A e C è il punto M := 3+7 1+4


= 5, 25 . Il punto D è il simmetrico di
 
2 , 2
B rispetto a M : se D := (x0 , y0 ) si ha allora x02+6 , y02−2 = 5, 52 da cui otteniamo x0 = 4,
 

y0 = 7.

2 (b) Determina il semipiano delimitato dalla retta passante per A e B e contenente il punto C.

x+y−4>0
Motivazione:

La retta passante per A e B ha equazione cartesiana x−3 y−1



6−3 −2−1 = 0, cioè x + y − 4 = 0.
I due semipiani delimitati da questa retta sono descritti dalle disequazioni x + y − 4 > 0 e
x + y − 4 < 0. Sostituendo le coordinate di C nel polinomio x + y − 4 otteniamo 7 + 4 − 4 = 7:
poiché il valore cosı̀ ottenuto è positivo, il semipiano cercato è identificato dalla disequazione
x + y − 4 > 0.

3 (c) L’insieme dei punti interni al triangolo di vertici A, B e C è definito dal sistema di disequazioni:

 x+ y− 4>0

3x − 4y − 5 > 0

6x − y − 38 < 0

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6. Fissato nello spazio un sistema di riferimento euclideo, siano dati il punto P := (2, 1, 1) e il piano
π : x + 2y + 2z − 15 = 0.
2 (a) La sfera S centrata in P e tangente il piano π ha equazione:

(x − 2)2 + (y − 1)2 + (z − 1)2 = 9


Motivazione:

La sfera S ha raggio uguale alla distanza di P da π. La distanza di P da π è:

|2 + 2 · 1 + 2 · 1 − 15|
√ = 3.
12 + 2 2 + 2 2

Dunque l’equazione della sfera è: (x − 2)2 + (y − 1)2 + (z − 1)2 = 9.

2 (b) La sfera T centrata in P la cui intersezione con il piano π è una circonferenza di raggio 4 ha
equazione:

(x − 2)2 + (y − 1)2 + (z − 1)2 = 25


Motivazione:

Se H è la proiezione di P sul piano π e A è un qualunque punto dell’intersezione γ tra T


e π, si ha che P HA è un triangolo rettangolo in H e H è il centro di γ. La lunghezza del
cateto P H è uguale alla distanza di P da π cioè 3 (dal punto precedente). La lunghezza
del cateto HA è uguale al raggio di γ, cioè√4. L’ipotenusa P A, la cui lunghezza è uguale al
raggio di T , ha allora lunghezza uguale a 32 + 42 = 5. Dunque la sfera cercata ha raggio
5 ed ha, quindi, equazione (x − 2)2 + (y − 1)2 + (z − 1)2 = 25.

3 (c) Un piano σ parallelo al piano π e diverso da esso, la cui intersezione con la sfera T è una
circonferenza di raggio 4 ha equazione cartesiana:

x + 2y + 2z + 3 = 0
Motivazione:

Se i due piani π e σ intersecano T in duc circonferenze aventi il medesimo raggio, i due piani
devono avere la stessa distanza dal centro di T . Sappiamo già che la distanza di P da π è
uguale a 3. Un generico piano parallelo a π ha equazione x + 2y + 2z + k = 0. Imponendo
che questo piano disti 3 dal punto P otteniamo la condizione

|2 + 2 · 1 + 2 · 1 + k|
√ = 3.
12 + 2 2 + 2 2
cioè |6 + k| = 9 le cui soluzioni sono k = −15 corrispondente al piano π e k = 3 che fornisce
l’equazione del piano cercato.

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13 settembre 2006 - Soluzione esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2005-2006

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . . .

ISTRUZIONI
• La prova dura 3 ore.
• Ti sono stati consegnati tre fogli, stampati fronte e retro. Come prima cosa scrivi su
ciascuno di essi negli spazi predisposti il tuo nome, cognome e numero di matricola.
• A fianco di ciascuna domanda è presente un doppio riquadro: in quello di sinistra è indicato
il punteggio corrispondente alla domanda in caso di risposta completamente corretta; quello di
destra è a disposizione della commissione per la correzione.
• I punteggi sono espressi in trentesimi. Un punteggio compreso tra 30 e 32 corrisponde ad un voto
di 30 trentesimi; un punteggio di almeno 33 corrisponde ad un voto di 30 trentesimi e lode.
• Per le risposte utilizza unicamente gli spazi riquadrati già predisposti. Quando richiesto, le risposte
vanno motivate brevemente, ma in maniera comprensibile.
• Se devi cambiare qualche risposta che hai già scritto sul foglio, fai in modo che sia chiaro per chi
correggerà il tuo compito quale sia la risposta definitiva. Se la risposta risultasse poco leggibile,
chiedi al docente un nuovo foglio e ritrascrivi su questo foglio tutte le risposte che hai dato.
• Al termine della prova devi consegnare unicamente i fogli che ti sono stati consegnati
dal docente. Non saranno ritirati eventuali fogli di brutta copia, integrazioni e simili.

1. Sia data la circonferenza γ di centro C := (3, 1) e raggio 2k con k numero reale. Sia dato il punto
P := (2, 4).

2 (a) Per quali valori di k per il punto P passano due rette tangenti distinte alla circonferenza γ?

k < 210
Motivazione:

Per il punto P passano due rette tangenti distinte a γ se e solo se P è esterno a γ, cioè se
e solo se la
p distanza di P dal centro γ è maggiore del raggio di γ. La distanza √
di P da C è
√ √
uguale a (2 − 3)2 + (4 − 1)2 = 10. Dunque deve essere 10 > 2k cioè k < 210 .

2 (b) Per quali valori di k una delle due tangenti alla circonferenza γ passanti per P è parallela alla
retta r di equazione 3x − 4y + 1 = 0?

k = 32
Motivazione:

La retta s parallela a r e passante per P ha equazione 3x−4y +10 = 0. Affinché questa retta
sia tangente a γ la sua distanza dal centro di γ deve essere uguale al raggio. La distanza di
C da s è uguale a |3·3−4·1+10|
√2 2
= 3. Dunque deve essere 3 = 2k cioè k = 32 .
3 +(−4)

Soluzione esame 13 settembre 2006 - Pagina 1


13 settembre 2006 - Soluzione esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2005-2006

 −2k 2 k

2. Sia data la matrice a coefficienti reali Ak := 2 1 1 dove k è un parametro reale.
k2 1 2k

2 (a) Per quali valori di k esiste una matrice ortogonale M tale che M −1 Ak M sia diagonale?

k=0ok=1
Motivazione:

Una matrice è diagonalizzabile con matrice di passaggio ortogonale se e solo se è simmetrica.


La matrice Ak è simmetrica se e solo se k = k 2 cioè se e solo se k = 0 o k = 1.

2 (b) Per quali valori di k esiste una matrice ortogonale M tale che M −1 (Ak +2kI)M sia diagonale?

k=0ok=1
Motivazione:

0 2 k
 
La matrice A + 2kI è 2 1+2k 1 . Questa matrice è simmetrica se e solo se k = k 2 cioè se
k2 1 4k
e solo se k = 0 o k = 1.

Soluzione esame 13 settembre 2006 - Pagina 2


13 settembre 2006 - Soluzione esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2005-2006

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . .

3. Sia f l’endomorfismo di R3 definito da f (x, y, z) := (3x − 2y, x + y + 5z, 2x − y + z) e sia E il


sottospazio di R3 cosı̀ definito E := {(x, y, z) | x + y + z = 0}.

2 (a) Determina una base del nucleo di f .

(−2, −3, 1)
Motivazione:

Risolvendo il sistema lineare omogeneo



 3x − 2y
 =0
x + y + 5z = 0

2x − y + z = 0

si trova che il nucleo è formato dai vettori del tipo (−2t, −3t, t) al variare del parametro
reale t. Scegliendo, ad esempio, t = 1 troviamo che una base del nucleo di f è formata dal
vettore (−2, −3, 1).

2 (b) Determina una base dell’immagine di f .

(3, 1, 2), (−2, 1, −1).


Motivazione:

Per il punto precedente il nucleo di f ha dimensione 1: pertanto l’immagine


 3 −2 0 di f ha dimen-
sione 3 − 1 = 2. La matrice di f rispetto alla base canonica è A := 1 1 5 . Basta allora
2 −1 1
prendere 2 colonne linearmente indipendenti di A, ad esempio le prime 2, e considerare i
vettori le cui componenti rispetto alla base canonica sono dati da queste due colonne e cioè
i vettori (3, 1, 2) e (−2, 1, −1).

3 (c) Determina un vettore non nullo appartenente a f (R3 ) ∩ E.

(−3, 4, −1)
Motivazione:

Per il punto precedente i vettori di f (R3 ) sono del tipo v = h(3, 1, 2) + k(−2, 1, −1) per
qualche h e k reali, cioè v = (3h − 2k, h + k, 2h − k). Questo vettore appartiene a E se e
solo se (3h − 2k) + (h + k) + (2h − k) = 0 cioè se e solo se 6h − 2k = 0, ovvero k = 3h.
Dunque f (R3 ) ∩ E è formato dai vettori del tipo (−3h, 4h, −h) al variare di h. Scegliendo,
ad esempio, h = 1 troviamo un vettore come quello cercato.

Soluzione esame 13 settembre 2006 - Pagina 3


13 settembre 2006 - Soluzione esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2005-2006

4. Sia E il sottospazio vettoriale di R4 generato dai vettori u := (0, 1, 0, −1) e v := (1, 2, 1, 0). Sia
wk := (k, 1, 1, 1)
2 (a) Per quali valori del parametro reale k il vettore wk appartiene ad E?

k=1
Motivazione:

I vettori u e v sono linearmente indipendenti, dunque dim E = 2. Il vettore wk appartiene


a E se e solo se il sottospazio generato da u, v e wk ha dimensione uguale alla dimensione
di E. La
 dimensione  del sottospazio generato da u, v e wk è uguale al rango della matrice
0 1 k
 1 2 1
A :=   0 1 1 le cui colonne danno le componenti di u, v e wk rispetto alla base

−1 0 1
canonica. Il minore B formato dalla seconda e terza riga e dalle prime due colonne di A
ha determinante diverso da 0. Dunque rk A = 2 se e solo se gli orlati di B hanno tutti
determinante 0.    
0 1 k 1 2 1
Gli orlati di B sono C1 := 1 2 1 e C2 :=  0 1 1.
0 1 1 −1 0 1
Si ha det C1 = k − 1 e det C2 = 0. Quindi det C1 e det C2 si annullano entrambi solo per
k = 1.

2 (b) Per quali valori di k il vettore wk è ortogonale (rispetto al prodotto scalare standard) sia a u
che a v?

k = −3
Motivazione:

Calcoliamo il prodotto scalare di u per wk e di u per wk . Si ha

u × wk = 0 · k + 1 · 1 + 0 · 1 + (−1) · 1 = 0

e
v × wk = 1 · k + 2 · 1 + 1 · 1 + 0 · 1 = k + 3.
Questi prodotti scalari si annullano entrambi se e solo se k = −3.

Scegli uno degli eventuali valori di k determinati al punto b (se ce n’è più di uno)
e utilizzalo nel resto dell’esercizio:
Valore di k scelto:
k = −3

3 (c) Determina una base ortonormale dello spazio generato da u, v e wk .


    3 
0, √12 , 0, − √12 , 1 1 1 1
2, 2, 2, 2 , − √12 , √112 , √112 , √112

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COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . .

5. Fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano siano dati i punti A := (1, 2) e B := (−1, −2).
Indichiamo con C e D i due punti del piano tali che ABC e ABD siano triangoli equilateri.
3 (a) I punti C e D hanno coordinate:
√ √ √ √
C = (2 3, − 3) D = (−2 3, 3)
Motivazione:

Iplati dei triangoli equilateri cercati


√ hanno lunghezza uguale alla distanza di A da B, cioè
(1 − (−1))2 + (2 − (−2))2 =√ 20.
I punti C e D devono distare 20 sia da A che da B, devono cioè appartenere alle circonfe-
renze (x − 1)2 + (y − 2)2 = 20 e (x − (−1))2 + (y − (−2))2 = 20. Mettendo a sistema queste
due equazioni troviamo: ( 2
x + y 2 − 2x − 4y − 15 = 0
x2 + y 2 + 2x + 4y − 15 = 0
Risolvendo questo sistema si trovano le coordinate dei due punti.

2 (b) L’area del quadrilatero ACBD (attenzione all’ordine dei vertici) è uguale a:

10 3
Motivazione:

I punti C e D sono simmetrici rispetto alla retta passante per A e B. Rispetto al lato AB i
triangoli ABC e ABD qhanno altezza uguale alla metà della distanza tra C e D. La distanza
√ √ √ √ √
tra C e D è uguale a (2 3 − (−2 3))2 + (− 3 − 3)2 = 2 15: dunque le altezze cercate

sono uguali a 15. √ √ √
Ciascuno dei due triangoli ABC e ABD ha allora area uguale a 202 15 = 5 3. Poiché il
quadrilatero
√ ACBD è composto dai due triangoli ABC e ABD la sua area è allora uguale
a 10 3.

2 (c) Determina l’equazione cartesiana dell’asse del segmento di estremi C e D:

2x − y = 0
Motivazione:

L’asse del segmento di estremi C e D è una retta ed è formata da tutti e soli i punti
equidistanti da C e da D. Il punto A è equidistante da C e da D. Allo stesso modo il
punto B è equidistante da C e da D. Per questo motivo
la retta cercata
è la retta passante
x−1 y − 2
per A e B. La sua equazione cartesiana è allora = 0 che, sviluppata, dà
−1 − 1 −2 − 2
l’equazione cercata.

Soluzione esame 13 settembre 2006 - Pagina 5


13 settembre 2006 - Soluzione esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2005-2006

 x = −2 + 2t

6. Fissato nello spazio un sistema di riferimento cartesiano, siano date le rette r : y = t e

z= 1



 x = 2 + 3t
s: y = −3 + t .

z= 2t

2 (a) Il piano π passante per r e parallelo a s ha equazione cartesiana:

2x − 4y − z + 5 = 0
Motivazione:

La retta r ha vettore direttore (2, 1, 0). La retta s ha vettore direttore (3, 1, 2). Il piano π
deve essere parallelo a questi due vettori e passare per un punto qualunque di r, ad esempio
(−2, 0, 1). La sua equazione è allora:

x − (−2) y − 0 z − 1


2 1 0 = 0
3 1 2

che, sviluppata, dà l’equazione cercata.

2 (b) La distanza tra s e π è:



21
Motivazione:

Poiché il piano π è parallelo alla retta s basta calcolare la distanza di un qualsiasi punto di
s da π. Ad esempio prendiamo il punto (2, −3, 0) di s: la sua distanza da π è uguale a

|2 · 2 − 4 · (−3) − 0 + 5| √
p = 21
22 + (−4)2 + (−1)2

3 (c) La retta t, proiezione ortogonale di s sul piano π ha equazioni cartesiane:


(
2x − 4y − z + 5 = 0
x + y − 2z + 1 = 0
Motivazione:

La retta t è l’intersezione del piano π con il piano σ contenente s e ortogonale a π. Per


trovare σ servono un suo punto e due vettori ad esso paralleli. Il piano σ passa per tutti i
punti di s, prendiamo, ad esempio, (2, −3, 0). Inoltre σ è parallelo al vettore (3, 1, 2) (vettore
direttore di s) e al vettore (2, −4, −1) (vettore ortogonale a π). Dunque σ ha equazione:

x − 2 y − (−3) z − 0

3 1 2 = 0

2 −4 −1

cioè 7x + 7y − 14z + 7 = 0 o, equivalentemente, x + y − 2z + 1 = 0.

Soluzione esame 13 settembre 2006 - Pagina 6


5 dicembre 2006 - Soluzione esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2006-2007

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . . .

ISTRUZIONI
• La prova dura 3 ore.
• Ti sono stati consegnati tre fogli, stampati fronte e retro. Come prima cosa scrivi su
ciascuno di essi negli spazi predisposti il tuo nome, cognome e numero di matricola.
• A fianco di ciascuna domanda è presente un doppio riquadro: in quello di sinistra è indicato
il punteggio corrispondente alla domanda in caso di risposta completamente corretta; quello di
destra è a disposizione della commissione per la correzione.
• I punteggi sono espressi in trentesimi. Un punteggio compreso tra 30 e 32 corrisponde ad un voto
di 30 trentesimi; un punteggio di almeno 33 corrisponde ad un voto di 30 trentesimi e lode.
• Per le risposte utilizza unicamente gli spazi riquadrati già predisposti. Quando richiesto, le risposte
vanno motivate brevemente, ma in maniera comprensibile.
• Se devi cambiare qualche risposta che hai già scritto sul foglio, fai in modo che sia chiaro per chi
correggerà il tuo compito quale sia la risposta definitiva. Se la risposta risultasse poco leggibile,
chiedi al docente un nuovo foglio e ritrascrivi su questo foglio tutte le risposte che hai dato.
• Al termine della prova devi consegnare unicamente i fogli che ti sono stati consegnati
dal docente. Non saranno ritirati eventuali fogli di brutta copia, integrazioni e simili.

1. Fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano siano dati i punti A := (4, 3) e B := (7, −1)
e la retta r : x − 3 = 0.
2 (a) Determina un punto C sulla retta r in modo tale che il triangolo ABC sia rettangolo in B.
C = (3, −4)
Motivazione:

Il punto generico Pt sulla retta r ha coordinate (3, t). La retta congiungente Pt con B ha
vettore direttore (7 − 3, −1 − t) = (4, −1 − t). La retta congiungente A con B ha vettore
direttore (7 − 4, −1 − 3) = (3, −4). Imponendo che il prodotto scalare di questi due vettori
sia uguale a 0 troviamo la condizione 4 · 3 + (−1 − t)(−4) = 0 che, risolta, dà t = −4.
Pertanto C = (3, −4).

2 (b) Determina un punto D sulla retta r in modo tale che il triangolo ABD sia rettangolo in D.
D = (3, 1)
Motivazione:

Il punto generico Pt sulla retta r ha coordinate (3, t). La retta congiungente Pt con B ha
vettore direttore (7 − 3, −1 − t) = (4, −1 − t). La retta congiungente Pt con A ha vettore
direttore (4 − 3, 3 − t) = (1, 3 − t). Imponendo che il prodotto scalare di questi due vettori
sia uguale a 0 troviamo la condizione 4 · 1 + (−1 − t)(3 − t) = 0 vale a dire t2 − 2t + 1 = 0
la cui unica soluzione è t = 1. Pertanto D = (3, 1).

Soluzione esame 5 dicembre 2006 - Pagina 1


5 dicembre 2006 - Soluzione esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2006-2007

2. Sia dato in R4 il sottospazio vettoriale E := {(x, y, z, t) | 2x + y − z − t = 0}.


2 (a) Determina, nel caso esista, una base di un sottospazio vettoriale F di R4 di dimensione 2 tale
che R4 = E ⊕ F .

 Sı̀, un sottospazio come F esiste ed  No, non esiste un sottospazio come F


ha come base:

Motivazione:

R4 = E ⊕ F se e solo se E ∩ F = {0} e R4 = E + F .
Il sottospazio vettoriale E è definito da una singola equazione non banale e ha, quindi,
dimensione 4 − 1 = 3. Ma allora si avrebbe, per la formula di Grassmann:

4 = dim(R4 ) = dim E + dim F − dim(E ∩ F )) = 3 + 2 − 0,

il che non può essere.

2 (b) Determina, nel caso esista, una base di un sottospazio vettoriale F di R4 di dimensione 1 tale
che R4 = E ⊕ F .

 Sı̀, un sottospazio come F esiste ed  No, non esiste un sottospazio come F


ha come base:
(1, 0, 0, 0)
Motivazione:

Un sottospazio F di dimensione 1 è generato da un singolo vettore non nullo v. Scegliamo


v∈
/ E (perché altrimenti E ∩ F 6= {0}). Per la formula di Grassmann abbiamo:

dim(E + F ) = dim E + dim F − dim(E ∩ F )) = 3 + 1 − 0 = 4.

Poiché l’unico sottospazio di R4 di dimensione 4 è R4 stesso, abbiamo che E + F = R4 . Sono


allora soddisfatte entrambe le condizioni che ci permettono di dire che R4 = E ⊕ F . Basta
dunque scegliere un vettore v := (x, y, z, t) che non appartiene a E, cioè tale che l’equazione
2x + y − z − t = 0 non sia soddisfatta, ad esempio (1, 0, 0, 0).

Soluzione esame 5 dicembre 2006 - Pagina 2


5 dicembre 2006 - Soluzione esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2006-2007

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . .

3. Sia dato al variare del parametro reale k il sistema lineare nelle incognite x, y e z:

 x + 2y + 2kz = 1

x + y + 3z = 2k

2x + ky + 6z = 7

3 (a) Per quali valori di k il sistema ha esattamente una soluzione?

3
k 6= 2 e k 6= 2
Motivazione:

1 2 2k
La matrice del sistema è A := 1 1 3 . Il determinante di A è (2 − k)(2k − 3) che si
2 k 6
annulla per k = 2 e k = 23 . Se k è diverso da questi due valori il sistema è Crameriano ed
ha, quindi, una sola soluzione. Se k = 2 oppure k = 23 la matrice A ha rango minore r di
3: pertanto o il sistema non è risolubile, oppure le soluzioni dipendono da 3 − r parametri,
sono cioè più di una.

2 (b) Per k = 2 il sistema è risolubile? Se sı̀, scrivere le soluzioni del sistema, se no, spiegare perché.

 Il sistema è risolubile.  Il sistema non è risolubile:


Le soluzioni sono:


 x=
 
 x + 2y + 4z = 1



 
y= Per k = 2 il sistema diviene x + y + 3z = 4
 
2x + 2y + 6z = 7

 



z=

La seconda e la terza equazione sono chiaramente incompatibili.

3
2 (c) Per k = 2 il sistema è risolubile? Se sı̀, scrivere le soluzioni del sistema, se no, spiegare perché.

 Il sistema è risolubile.  Il sistema non è risolubile:


Le soluzioni sono:

 x = 5 − 3t






y= −2






z= t

con t parametro reale.

Soluzione esame 5 dicembre 2006 - Pagina 3


5 dicembre 2006 - Soluzione esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2006-2007
 
3 2k 3
4. Sia data la matrice Ak := 0 1 k − 1.
0 0 1

3 (a) Per quali valori di k la matrice è diagonalizzabile?


1
Motivazione:

Una matrice è diagonalizzabile se e solo se la somma delle dimensioni dei suoi autospazi è
uguale al suo ordine (in questo caso a 3).
Poiché la matrice è triangolare, i suoi autovalori sono gli elementi della sua diagonale
principale, cioè 1 e 3, qualunque sia k.
Determiniamo, in dipendenza da k, ladimensione degli autospazi:
2 2k 3
(
2 se k = 1
dim E(1) = 3 − rk(Ak − 1I) = 3 − rk 0 0 k − 1 = ,
0 0 0 1 se k 6= 1
 
0 2k 3
dim E(3) = 3 − rk(Ak − 3I) = 3 − rk 0 −2 k − 1 = 1.
0 0 −2
Dunque dim E(1) + dim E(3) = 3 se e solo se k = 1.

Scegli uno degli eventuali valori di k determinati al punto a (se ce n’è più di uno)
e utilizzalo nel resto dell’esercizio:
Valore di k scelto:
k=1

4 (b) Determina una matrice diagonale D e una matrice invertibile M tali che D = M −1 Ak M .
−1 − 32 1
   
1 0 0
D := 0 1 0 M :=  1 0 0
0 0 3 0 1 0
Motivazione:

Per calcolare E(1) risolviamo il sistema lineare omogeneo associato alla matrice A1 − 1I,
cioè 
 2x + 2y + 3z = 0

0=0

0=0

le cui soluzioni sono −h − 23 k, h, k con h e k parametri reali. Una base di E(1) si ottiene,


ad esempio,  ponendo prima h = 1 e k = 0 e poi h = 0 e k = 1, cioè è formata da (−1, 1, 0)


e − 23 , 0, 1 .
Per calcolare E(3) risolviamo il sistema lineare omogeneo associato alla matrice A1 − 3I,
cioè 

 2y + 3z = 0
− 2y =0

− 2z = 0

le cui soluzioni sono (h, 0, 0) con h parametro reale. Una base di E(3) si ottiene, ad esempio,
ponendo h = 1, ed è formata da (1, 0, 0).
Riportiamo ora sulla diagonale della matrice D gli autovalori di A, ciascuno un numero di
volte uguale alla dimensione del corrispondente autospazio. Riportiamo sulle colonne della
matrice M le componenti degli autovettori determinati in un ordine coerente con quello con
cui abbiamo posto gli autovalori sulla diagonale di D.

Soluzione esame 5 dicembre 2006 - Pagina 4


5 dicembre 2006 - Soluzione esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2006-2007

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5. Fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano siano dati il punto B := (−1, 7) sulla retta
r : 3x − y + 10 = 0 e il punto A := (4, 2).
2 (a) Determina un punto C sulla retta r in modo tale che il triangolo ABC sia isoscele con base
BC (cioè AB = AC).
C = (−3, 1)
Motivazione:

Poiché il triangolo è isoscele il punto medio dei vertici B e C coincide con la proiezione M
di A sulla retta passante per B e C, cioè la retta r.
Per determinare M consideriamo la retta n ortogonale a r e passante per A:
(
x = 4 + 3t
y=2− t

Intersecando questa retta con la retta r troviamo l’equazione 3(4 + 3t) − (2 − t) + 10 = 0 che
ha soluzione t = −2. Sostituendo questo valore nelle equazioni parametriche di n troviamo
che M = (−2, 4).
Se C := (x0 , y0 ) si ha allora x02−1 , y02+7 = (−2, 4) da cui otteniamo x0 = −3, y0 = 1.


2 (b) Il triangolo ABC ha area:


A(ABC) = 20
Motivazione:
p √
Il lato BC ha lunghezza uguale a (−3 − (−1))2 + (1 − 7)2 = 2 10. L’altezza relativa a
questo lato è ugualepalla distanza tra A e il punto
√ M determinato al punto precedente ed
è,√quindi, uguale a (4 − (−2)) 2 + (2 − 4)2 = 2 10. L’area cercata è, pertanto, uguale a

2 10·2 10
2 = 20.

3 (c) L’insieme dei punti interni al triangolo di vertici A, B e C è definito dal sistema di disequazioni:

 3x − y + 10 > 0

x+ y− 6<0

x − 7y + 10 < 0

Soluzione esame 5 dicembre 2006 - Pagina 5


5 dicembre 2006 - Soluzione esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2006-2007

6. Fissato
( nello spazio un sistema di riferimento cartesiano, siano dati il punto P := (8, 3, 5), la retta
2x + y − z + 1 = 0
r: e il piano π : 3x + y + 2z − 9 = 0.
5x + 3y − 5z + 6 = 0

2 (a) Il piano σ contenente r e passante per il punto P ha equazione cartesiana:

x + y − 3z + 4 = 0
Motivazione:

Il fascio di piani passanti per r si scrive: λ(2x + y − z + 1) + µ(5x + 3y − 5z + 6) = 0.


Imponendo il passaggio per P otteniamo la condizione:

λ(2 · 8 + 3 − 5 + 1) + µ(5 · 8 + 3 · 3 − 5 · 5 + 6) = 0,

vale a dire 15λ + 30µ = 0.


Sostituendo, ad esempio, i valori λ = −2 e µ = 1 nell’equazione del fascio di piani, troviamo
il piano π.

2 (b) Determina la proiezione ortogonale H del punto P sul piano π.


H = (2, 1, 1)
Motivazione:

 x = 8 + 3t

La retta n passante per P e ortogonale al piano π ha equazioni parametriche y = 3 + t

z = 5 + 2t

Intersecando questa retta con il piano π troviamo l’equazione

3(8 + 3t) + (3 + t) + 2(5 + 2t) − 9 = 0,

ovvero 14t + 28 = 0, la cui soluzione è −2. Sostituendo questo valore nelle equazioni
parametriche di n troviamo le coordinate del punto H.

3 (c) La sfera tangente in H al piano π e avente il centro sul piano σ ha equazione cartesiana:

(x − 8)2 + (y − 3)2 + (z − 5)2 = 56


Motivazione:

La sfera cercata ha centro sulla retta ortogonale a π e passante per H, vale a dire sulla retta
n determinata al punto precedente. Il punto P appartiene sia a n che al piano σ, quindi è il
centro della sfera cercata. Per
p determinare il raggio della sfera,
√ basta calcolare la distanza
di P da H che è uguale a: (8 − 2)2 + (3 − 1)2 + (5 − 1)2 = 56.

Soluzione esame 5 dicembre 2006 - Pagina 6


12 gennaio 2007 - Soluzione esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2006-2007

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ISTRUZIONI
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• Ti sono stati consegnati tre fogli, stampati fronte e retro. Come prima cosa scrivi su
ciascuno di essi negli spazi predisposti il tuo nome, cognome e numero di matricola.
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destra è a disposizione della commissione per la correzione.
• I punteggi sono espressi in trentesimi. Un punteggio compreso tra 30 e 32 corrisponde ad un voto
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correggerà il tuo compito quale sia la risposta definitiva. Se la risposta risultasse poco leggibile,
chiedi al docente un nuovo foglio e ritrascrivi su questo foglio tutte le risposte che hai dato.
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1. Sia dato, al variare del parametro reale k, il sottoinsieme Ek di R3 cosı̀ definito:


Ek := (x, y, z) | 2(k 2 − k)x + y + 3z = k 2 − 1


2 (a) Determina i valori di k per cui Ek è un sottospazio affine di R3 :

Per ogni k
Motivazione:

Il sottoinsieme Ek è l’insieme delle soluzioni di un sistema lineare nelle incognite x, y e z,


qualunque sia k.

2 (b) Determina i valori di k per cui Ek è un sottospazio vettoriale di R3 :

k = 1 e k = −1
Motivazione:

L’insieme delle soluzioni di un sistema lineare è un sottospazio vettoriale se e solo se il


sistema lineare è omogeneo. Nel caso in questione ciò avviene se e solo se k 2 − 1 = 0.

Soluzione esame 12 gennaio 2007 - Pagina 1


12 gennaio 2007 - Soluzione esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2006-2007

2. Sia fissato nel piano un sistema di riferimento affine e sia dato il triangolo T di vertici A := (1, 2),
B := (4, 1) e C := (5, 7). L’equazione della retta rAB passante per A e B è x + 3y − 7 = 0,
l’equazione della retta rBC passante per B e C è 6x − y − 23 = 0 e l’equazione della retta rAC
passante per A e C è 5x − 4y + 3 = 0

2 (a) Il punto P := (3, 3):


 è interno al triangolo T  è esterno al triangolo T  appartiene al bordo del triangolo T
Motivazione:

L’insieme dei punti interni al triangolo T è dato dall’intersezione del semipiano delimitato
da rAB e contenente C, del semipiano delimitato da rBC e contenente A, e del semipiano
delimitato da rAC e contenente B.
I due semipiani delimitati da rAB hanno disequazioni x + 3y − 7 > 0 e x + 3y − 7 < 0.
Sostituendo le coordinate di C in x + 3y − 7 troviamo 5 + 3 · 7 − 7 = 19 che è un numero
positivo. Pertanto il primo semipiano cercato è x + 3y − 7 > 0. Procedendo analogamente
per le altre rette troviamo che l’insieme dei punti interni al triangolo T è definito dal sistema
di disequazioni: 
 x + 3y − 7 > 0

6x − y − 23 < 0

5x − 4y + 3 > 0

Sostituendo le coordinate di P troviamo 3 + 3 · 3 − 7 = 5 > 0, 6 · 3 − 3 − 23 = −8 < 0 e


5 · 3 − 4 · 3 + 3 = 6 > 0. Dunque il punto P è interno al triangolo.

2 (b) Il punto Q := (−2, 3):


 è interno al triangolo T  è esterno al triangolo T  appartiene al bordo del triangolo T
Motivazione:

Conosciamo già dal punto precedente i semipiani la cui intersezione definisce i punti interni
del triangolo. Poiché 5 · (−2) − 4 · 3 + 3 = −19 < 0, il punto Q appartiene al semipiano
delimitato da rAC che non contiene B: questo semipiano è formato da punti esterni al
triangolo.

Soluzione esame 12 gennaio 2007 - Pagina 2


12 gennaio 2007 - Soluzione esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2006-2007

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 1 −1 4 
3. Sia f l’endomorfismo di R3 di matrice rappresentativa A := 0 2 k con k parametro reale e sia
1 0 2
v := (1, 2, 1) un vettore di R3 .
2 (a) Per quali valori di k il vettore v appartiene al nucleo di f ?

nessun valore
Motivazione:

Moltiplicando
 la matrice  A per ilvettore
 colonna delle componenti di v rispetto alla base
1 −1 4 1 3
canonica: 0 2 k  2 = k + 4 si ottiene che f (v) = (3, k + 4, 3). Poiché questo
1 0 2 1 3
vettore non si annulla per alcun valore di k si ottiene che v non appartiene al nucleo di f
per alcun valore di k.

2 (b) Per quali valori di k il vettore v è autovettore di f ?

k=2
Motivazione:

Il vettore v è autovettore di f se e solo se esiste λ tale che f (v) = λv. Dal punto precedente
sappiamo già che f (v) = (3, k + 4, 3). Dunque v è autovettore di f se e solo se esiste λ tale
che
(3, k + 4, 3) = λ(1, 2, 1),
cioè 3 = λ, k + 4 = 2λ e 3 = λ. Ciò avviene se e solo se λ = 3 e k = 2.

3 (c) Per quali valori di k il vettore v appartiene all’immagine di f ?

k 6= −4
Motivazione:

La dimensione dell’immagine di f è uguale al rango di A. Poiché det A = −4 − k si ha


che per k 6= −4 l’immagine di f ha dimensione 3 e, pertanto, coincide con R3 : in tal caso
chiaramente v appartiene all’immagine di f .
Nel caso in cui k = −4 il rango di A è minore di 3. Poiché A possiede almeno un minore
di ordine 2 con determinante non nullo, ad esempio quello formato dalle prime due righe
e due colonne, il rango di A è esattamente 2. Inoltre le prime due colonne di A danno i
vettori u := (1, 0, 1) e w := (−1, 2, 0) che formano una base dell’immagine di f . Allora v
appartiene all’immagine di f se e solo se il sottospazio
1E generato da u, w e v coincide con
−1 1

l’immagine di f , cioè ha dimensione 2. La matrice 0 2 2 le cui colonne sono date dalle
1 0 1
componenti di u, w e v rispetto alla base canonica ha determinante −2 e, pertanto, E ha
dimensione 3: dunque v non appartiene all’immagine di f .

Soluzione esame 12 gennaio 2007 - Pagina 3


12 gennaio 2007 - Soluzione esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2006-2007

4. Sia E il sottospazio vettoriale di R4 generato dai vettori u := (1, 0, 2, 1) e v := (1, 2, −2, 3) e sia
F := {(x, y, z, t) | x + y + z − t = 0}.
2 (a) Determina la dimensione di E ∩ F

1
Motivazione:

Il sottospazio E è generato da due vettori linearmente indipendenti e ha, quindi, dimensione


2. Il sottospazio F è definito come insieme delle soluzioni di una equazione omogenea non
banale e ha, quindi, dimensione 4 − 1 = 3. Per la formula di Grassmann si ha

dim(E ∩ F ) = dim E + dim F − dim(E + F ) = 5 − dim(E + F ).

Poiché F ⊆ E + F ⊆ R4 la dimensione di E + F può essere 3 o 4. La dimensione di E + F


è 3 se e solo se E + F = F il che avviene se e solo se E ⊆ F vale a dire se e solo se sia u che
v appartengono a F . Poiché 1 + 0 + 2 − 1 6= 0, si ha che u ∈/ F . Dunque dim(E + F ) = 4 e
dim(E ∩ F ) = 1.

2 (b) Esistono due vettori linearmente indipendenti appartenenti a F ed ortogonali a u?


 Sı̀  No
Motivazione:

Un vettore (x, y, z, t) è ortogonale a u se e solo se il suo prodotto scalare con u si annulla,


cioè se e solo se x + 2z + t = 0. Dunque l’insieme dei vettori di F ortogonali a u è l’insieme
dei vettori (x, y, z, t) che soddisfano il sistema
(
x+y+ z−t=0
x + 2z + t = 0

Questo è un sistema omogeneo formato da 2 equazioni indipendenti: pertanto i vettori di F


ortogonali a u formano un sottospazio vettoriale di R4 di dimensione 4 − 2 = 2, e quindi tra
essi se ne possono scegliere 2 linearmente indipendenti.

3 (c) Determina una base ortonormale di F

√1 (1, −1, 0, 0), √1 (0, 0, 1, 1), 1 (1, 1, −1, 1)


2 2 2

Soluzione esame 12 gennaio 2007 - Pagina 4


12 gennaio 2007 - Soluzione esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2006-2007

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5. Fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano siano dati il punto P := (−11, 5) e la
circonferenza γ : (x − 4)2 + y 2 = 50. Siano r e s le rette passanti per P e tangenti a γ e siano R e
S i punti rispettivi di tangenza tra queste rette e γ.
2 (a) Le rette r e s hanno equazioni cartesiane:

r :x+y+6=0 s : x − 7y + 46 = 0
Motivazione:

Una retta è tangente alla circonferenza γ se la sua distanza dal centro√della circonferenza è
uguale al raggio. La circonferenza γ ha centro C := (4, 0) e raggio 5 2. La generica retta
passante per P ha equazione a(x + 11) + b(y − 5) = 0. Imponendo che la distanza di questa
retta generica da C sia uguale al raggio di γ troviamo la condizione:

|a(4 + 11) + b(0 − 5)| √


√ =5 2
a2 + b2

equivalente a 7a2 − 6ab − b2 = 0 le cui soluzioni sono b = a e b = −7a, da cui troviamo le


equazioni cercate.

2 (b) Detto C il centro di γ, i triangoli CP R e CP S hanno la stessa area. Si calcoli l’area di uno
dei due.
50
Motivazione:

Il triangolo CP
p R è rettangolo in R. L’ipotenusa
√ CP ha lunghezza uguale alla distanza tra
C e P, √cioè (−11 − 4)2 + (5 − 0)2 = 250. Il cateto CR ha lunghezza uguale al raggio di
γ, cioè 50. Per il teorema di Pitagora il cateto P R ha lunghezza
r
√ 2 √ 2 √
250 − 50 = 200.
√ √
50· 200
L’area del triangolo è allora uguale a 2 = 50.

3 (c) Le bisettrici degli angoli formati dalle rette r e s hanno equazioni cartesiane:

x + 3y − 4 = 0 3x − y + 38 = 0
Motivazione:

Il centro della circonferenza γ è equidistante dalle rette r e s. Una delle due bisettrici è,
quindi, la congiungente il punto P con il centro della circonferenza. La sua equazione può
allora scriversi come
x−4 y − 0
−11 − 4 5 − 0 = 0

che, sviluppata e semplificata, dà l’equazione x + 3y − 4 = 0. Poiché le due bisettrici sono


ortogonali tra loro, consideriamo la generica retta ortogonale alla retta trovata 3x−y+h = 0.
Imponendo il passaggio per P troviamo la condizione 3(−11) − 5 + h = 0 da cui otteniamo
h = 38.

Soluzione esame 12 gennaio 2007 - Pagina 5


12 gennaio 2007 - Soluzione esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2006-2007
(
2x + y − 4=0
6. Fissato nello spazio un sistema di riferimento cartesiano, siano date le rette r :
5x + y + z − 10 = 0
(
x − z−2=0
es: e sia P il punto d’intersezione tra la retta r e il piano di equazione
x − 2y + 3z =0
x = 0.

3 (a) Il piano π contenente r e parallelo a s ha equazione cartesiana:

x−y+z−2=0
Motivazione:

Risolvendo il sistema
 che dà le equazioni cartesiane di s possiamo determinare le equazioni
x = 2 + t

parametriche di s : y = 1 + 2t . Dunque s ha parametri direttori (1, 2, 1).

z= t

Consideriamo il fascio di piani passanti per r:

λ(2x + y − 4) + µ(5x + y + z − 10) = 0,

che possiamo riscrivere come (2λ + 5µ)x + (λ + µ)y + µz − 4λ − 10µ = 0. Imponendo il


parallelismo di questo piano con il vettore direttore di s troviamo la condizione (2λ + 5µ) ·
1 + (λ + µ) · 2 + µ · 1 = 0, vale a dire 4λ + 8µ = 0. Prendendo, ad esempio, λ = −2 e µ = 1
troviamo l’equazione del piano π.

2 (b) La retta l passante per P e parallela a s ha equazioni cartesiane:


(
x − z+ 6=0
x − 2y + 3z − 10 = 0
Motivazione:

 2x + y
 − 4=0
Risolvendo il sistema 5x + y + z − 10 = 0 che dà l’intersezione tra r e il piano di

x =0

equazione x = 0 troviamo che P = (0, 4, 6). (
x − z+h=0
La generica retta parallela a s ha equazioni cartesiane . Imponendo
x − 2y + 3z + k = 0
il passaggio per P otteniamo le condizioni 0 − 6 + h = 0 e 0 − 2 · 4 + 3 · 6 + k = 0 da cui
ricaviamo h = 6 e k = −10.

2 (c) La retta l:
 è incidente il piano π  giace sul piano π  è parallela a π ma non giace su π
Motivazione:

Il piano π è parallelo a s e, quindi, è parallelo a ogni retta parallela a s, in particolare a l.


Il piano π contiene la retta r: in particolare contiene il punto P . Poiché P è un punto di l,
il piano π è parallelo a l e contiene un punto di l: pertanto π contiene l’intera retta l.

Soluzione esame 12 gennaio 2007 - Pagina 6


22 marzo 2007 - Soluzione esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2006-2007

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . . .

ISTRUZIONI
• La prova dura 3 ore.
• Ti sono stati consegnati tre fogli, stampati fronte e retro. Come prima cosa scrivi su
ciascuno di essi negli spazi predisposti il tuo nome, cognome e numero di matricola.
• A fianco di ciascuna domanda è presente un doppio riquadro: in quello di sinistra è indicato
il punteggio corrispondente alla domanda in caso di risposta completamente corretta; quello di
destra è a disposizione della commissione per la correzione.
• I punteggi sono espressi in trentesimi. Un punteggio compreso tra 30 e 32 corrisponde ad un voto
di 30 trentesimi; un punteggio di almeno 33 corrisponde ad un voto di 30 trentesimi e lode.
• Per le risposte utilizza unicamente gli spazi riquadrati già predisposti. Quando richiesto, le risposte
vanno motivate brevemente, ma in maniera comprensibile.
• Se devi cambiare qualche risposta che hai già scritto sul foglio, fai in modo che sia chiaro per chi
correggerà il tuo compito quale sia la risposta definitiva. Se la risposta risultasse poco leggibile,
chiedi al docente un nuovo foglio e ritrascrivi su questo foglio tutte le risposte che hai dato.
• Al termine della prova devi consegnare unicamente i fogli che ti sono stati consegnati
dal docente. Non saranno ritirati eventuali fogli di brutta copia, integrazioni e simili.

1. Sia fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano e sia dato il quadrato ABCD di vertici
A := (1, 2), B := (4, 6), C := (8, 3) e D := (5, −1).
2 (a) Determina l’equazione cartesiana della circonferenza circoscritta al quadrato ABCD (cioè
passante per tutti i vertici del quadrato):
2 2
x − 92 + y − 52 = 25
2
Motivazione:

Le diagonali di un quadrato si intersecano in un punto che è il punto medio di entrambe:


poiché le diagonali hanno la medesima lunghezza questo punto è equidistante dai vertici ed
è, perciò, il centro della circonferenza cercata. Calcolando
 il 9punto
 medio di due vertici non
consecutivi, ad esempio A e C, si trova E := 1+8 2 , 2+3
2 = 5
2 2 . Calcolando la distanza di
,
E daquno qualsiasi dei vertici,q ad esempio A, troviamo il raggio della circonferenza cercata,
9
2 2
cioè 2 −1 + 25 − 2 = 25 2 .

2 (b) Determina l’equazione cartesiana della circonferenza inscritta al quadrato ABCD (cioè tan-
gente tutti i lati del quadrato):
2 2
x − 92 + y − 52 = 25
4
Motivazione:

Il punto E determinato al punto precedente è equidistante dai quattro lati ed è, quindi, il
centro della circonferenza inscritta al quadrato ABCD. Questa circonferenza ha diametro
uguale al lato del quadrato (e, quindi, raggio uguale alla metà del lato). Per calcolare la
lunghezza del lato
p basta calcolare la distanza tra due vertici consecutivi, ad esempio A e B.
Si ottiene cosı̀ (4 − 1)2 + (6 − 2)2 = 5. Dunque la circonferenza cercata ha raggio 25 .

Soluzione esame 22 marzo 2007 - Pagina 1


22 marzo 2007 - Soluzione esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2006-2007

2. Siano dati i tre vettori u := (3, 1), v := (2, 3) e w := (8, 5) di R2 .

2 (a) Date le condizioni f (u) := (2, 5), f (v) := (3, 3), f (w) := (1, 4):
 esiste un unico omomorfismo f : R2 → R2 che le soddisfa tutte;
 non esiste alcun omomorfismo f : R2 → R2 che le soddisfa tutte;
 esiste più di un omomorfismo f : R2 → R2 che le soddisfa tutte.
Motivazione:

I 2 vettori u e v non sono uno multiplo dell’altro e sono, quindi, linearmente indipendenti.
Essi, pertanto, formano una base di R2 . Comunque siano assegnate le immagini dei vettori di
una base di uno spazio vettoriale esiste un unico omomorfismo che soddisfa tali assegnazioni.
In particolare esiste un unico omomorfismo f : R2 → R2 che soddisfa le prime due condizioni.
Se l’omomorfismo f cosı̀ determinato soddisfa anche la terza condizione allora esiste un unico
omomorfismo che soddisfa tutte e tre le condizioni, altrimenti non ne esiste nessuno.
Per vedere se f soddisfa anche la terza assegnazione esprimiamo w come combinazione
lineare di u e v:
α(3, 1) + β(2, 3) = (8, 5).
Risolvendo il sistema che cosı̀ si ottiene si trova α = 2 e β = 1 cioè 2u + v = w. Poiché f è
un omomorfismo si ha allora:

f (w) = 2f (u) + f (v) = 2(2, 5) + (3, 3) = (7, 13).

Dunque la terza condizione non è soddisfatta.

2 (b) Date le condizioni g(u) := (1, 2, 1), g(v) := (2, 1, 0), g(w) := (4, 5, 2):
 esiste un unico omomorfismo g : R2 → R3 che le soddisfa tutte;
 non esiste alcun omomorfismo g : R2 → R3 che le soddisfa tutte;
 esiste più di un omomorfismo g : R2 → R3 che le soddisfa tutte.
Motivazione:

Come al punto precedente sappiamo che esiste un unico omomorfismo g : R2 → R3 che


soddisfa le prime due condizioni. Se l’omomorfismo g cosı̀ determinato soddisfa anche la
terza condizione allora esiste un unico omomorfismo che soddisfa tutte e tre le condizioni,
altrimenti non ne esiste nessuno.
Poiché g è un omomorfismo si ha allora:

g(w) = 2g(u) + g(v) = 2(1, 2, 1) + (2, 1, 0) = (4, 5, 2).

Dunque la terza condizione è soddisfatta.

Soluzione esame 22 marzo 2007 - Pagina 2


22 marzo 2007 - Soluzione esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2006-2007

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . .

3. Sia f l’endomorfismo di R3 definito da f (x, y, z) := (3x + y − 5z, 2x + 3y − z, x − 2z).


2 (a) Determina una base del nucleo di f .

(2, −1, 1)
Motivazione:

Risolvendo il sistema lineare omogeneo



 3x + y − 5z = 0

2x + 3y − z = 0

x − 2z = 0

si trova che il nucleo è formato dai vettori del tipo (2t, −t, t) al variare del parametro reale
t. Scegliendo, ad esempio, t = 1 troviamo che una base del nucleo di f è formata dal vettore
(2, −1, 1).

2 (b) Determina una base dell’immagine di f .

(3, 2, 1), (1, 3, 0).


Motivazione:

Per il punto precedente il nucleo di f ha dimensione 1: pertanto l’immagine


 3 1 −5 di f ha dimen-
sione 3 − 1 = 2. La matrice di f rispetto alla base canonica è A := 2 3 −1 . Basta allora
1 0 −2
prendere 2 colonne linearmente indipendenti di A, ad esempio le prime 2, e considerare i
vettori le cui componenti rispetto alla base canonica sono dati da queste due colonne e cioè
i vettori (3, 2, 1) e (1, 3, 0).

3 (c) Determina una base di f (R3 ) ∩ ker f .

(2, −1, 1)
Motivazione:

Dai punti precedenti sappiamo già che dim ker f = 1 e dim f (R3 ) = 2. Per la formula di
Grassmann abbiamo allora

dim(f (R3 ) ∩ ker f ) = dim(f (R3 ) + dim ker f − dim(f (R3 ) + ker f ) = 3 − dim(f (R3 ) + ker f )

La somma f (R3 )+ker f è generata dai vettori (3,2, 1), (1, 3, 0) e (2, −1, 1). La sua dimensione
31 2

è allora uguale al rango della matrice 2 3 −1 . Questo rango è almeno 2 (la dimensione
10 1
di f (R ) + ker f è almeno uguale alla dimensione di f (R3 )). Calcolando il determinante si
3

trova che è uguale a 0, pertanto la matrice ha rango 2. Dalla formula precedente abbiamo
allora che f (R3 ) ∩ ker f ha dimensione 1 e, pertanto, coincide con ker f .

Soluzione esame 22 marzo 2007 - Pagina 3


22 marzo 2007 - Soluzione esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2006-2007
 
3 0 0 k+1
0 1 1 0 
4. Sia data la matrice: Ak := 
  con k parametro reale.
0 1 1 0 
0 0 0 2

3 (a) Per quali valori di k esiste una matrice invertibile N tale che N −1 Ak N sia una matrice
diagonale?

ogni valore di k
Motivazione:

Il polinomio caratteristico di Ak è uguale a −(3 − x)(2 − x)2 x qualunque sia k. I suoi


autovalori sono, dunque, 0, 2 e 3. Determiniamo, in dipendenza da k, la dimensione degli
autospazi:

dim E(0) = 4 − rk(Ak − 0 · I) = 1 qualunque sia k,


dim E(2) = 4 − rk(Ak − 2 · I) = 2 qualunque sia k,
dim E(3) = 4 − rk(Ak − 3 · I) = 1 qualunque sia k.

Dunque la somma delle dimensioni degli autospazi è uguale all’ordine della matrice, cioè a
4, per ogni valore di k.

1 (b) Per quali valori di k esiste una matrice ortogonale M tale che M −1 Ak M sia una matrice
diagonale?

k = −1
Motivazione:

Una matrice si può diagonalizzare per mezzo di una matrice ortogonale se e solo se è
simmetrica. La matrice A è simmetrica se e solo se k = −1.

Scegliere uno degli eventuali valori di k determinati al punto b (se ce n’è più di
uno) e utilizzarlo nel resto dell’esercizio:
Valore di k scelto:
k = −1

3 (c) Determina una matrice diagonale D e una matrice ortogonale M tali che D = M −1 Ak M .
1 0 0 0
   
3 0 0 0
0 0 0 0 0 √1 √1 0
D :=   M :=  2 2 
0 0 − √ 1 √1
0 2 0 2 2
0
0 0 0 2 0 0 0 1

Soluzione esame 22 marzo 2007 - Pagina 4


22 marzo 2007 - Soluzione esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2006-2007

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . .

5. Fissato nel piano un sistema di riferimento euclideo siano dati i punti P := (2, 5), B := (8, −3) e
la retta r : 3x + y − 1 = 0.

2 (a) Determina la proiezione ortogonale A di P su r: A = (−1, 4)


Motivazione:

La retta r è ortogonale al vettore (3, 1). La retta n passante per P e ortogonale a r ha allora
equazioni parametriche: (
x = 2 + 3t
y=5+ t
Intersecando questa retta con la retta r troviamo l’equazione 3(2 + 3t) + (5 + t) − 1 = 0 che
ha soluzione t = −1. Sostituendo questo valore nelle equazioni parametriche di n troviamo
le coordinate del punto A = (−1, 4) proiezione di P su r.

2 (b) Determina il simmetrico C di B rispetto a r: C = (−4, −7)


Motivazione:

La retta s passante per B e ortogonale a r ha equazioni parametriche:


(
x = 8 + 3t
y = −3 + t

Intersecando questa retta con la retta r troviamo l’equazione 3(8 + 3t) + (−3 + t) − 1 = 0 che
ha soluzione t = −2. Sostituendo questo valore nelle equazioni parametriche di s troviamo
le coordinate del punto H = (2, −5) proiezione di B su r. Il punto C = (x̄, ȳ) è il punto tale
−3+ȳ
che H sia il punto medio di B e C, cioè 8+x̄
2 =2 e 2 = −5 da cui si trova C = (−4, −7).

3 (c) Determina l’area del triangolo ABC:


60

Motivazione:

Per il calcolo dell’area prendiamo


p √ come
√ base il lato BC la cui lunghezza è
(8 − (−4))2 + (−3 − (−7))2 = 160 = 4 10.
Poiché B e C sono simmetrici rispetto a r, la retta s passante per B e C è ortogonale
a r. Poiché il punto A appartiene a r, la sua proiezione ortogonale su s è esattamente
l’intersezione tra r e s, cioè il punto H determinato al punto precedente. La distanza tra A
e s, cioè l’altezzapdel triangolo ABC relativa al√ lato BC,
√ è allora uguale alla distanza tra A
e H, vale a dire (−1 − 2)2 + (4 − (−5)) √
2 =

90 = 3 10.
4 10·3 10
L’area del triangolo è allora uguale a 2 = 60.

Soluzione esame 22 marzo 2007 - Pagina 5


22 marzo 2007 - Soluzione esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2006-2007
(
x + 3z − 1 = 0
6. Fissato nello spazio un sistema di riferimento cartesiano, siano date le rette r :
y + 2z + 2 = 0

x = 2 + t

e s : y = 1 − 3t

z=3− t

2 (a) Di piani contenenti r e paralleli a s:


 non ne esiste nessuno;
 ne esiste uno solo: il piano π di equazione cartesiana 5x − 2y + 11z − 9 = 0
 ne esiste più di uno.
Motivazione:

Il fascio di piani passanti per r si scrive: λ(x + 3z − 1) + µ(y + 2z + 2) = 0, che, riscritto, dà
λx + µy + (3λ + 2µ)z − λ + 2µ = 0.
Imponendo la condizione di parallelismo con s, cioè con il vettore (1, −3, −1), otteniamo la
relazione 1λ − 3µ − 1(3λ + 2µ) = 0, vale a dire −2λ − 5µ = 0. Le soluzioni non banali di
questa equazione omogenea sono tutte proporzionali tra loro e corrispondono quindi a un
unico piano π di cui si può trovare l’equazione cartesiana sostituendo, ad esempio, i valori
λ = 5 e µ = −2 nell’equazione del fascio di piani.

2 (b) Di piani contenenti r e ortogonali a s:


 non ne esiste nessuno;
 ne esiste uno solo: il piano σ di equazione cartesiana
 ne esiste più di uno.
Motivazione:

Dal punto precedente sappiamo già che il piano generico contenente r ha equazione cartesiana
λx + µy + (3λ + 2µ)z − λ + 2µ = 0: il vettore (λ, µ, 3λ + 2µ) dà la direzione ortogonale a
questo piano. La condizione di ortogonalità con la retta s può essere espressa richiedendo
che questo vettore sia proporzionale al vettore (1, −3, −1) che dà la direzione di s. Visto che
λ e µ sono determinati a meno di un coefficiente di proporzionalità possiamo richiedere che
(λ, µ, 3λ + 2µ) = (1, −3, −1). È facile allora vedere che queste condizioni sono incompatibili
e, quindi, non esistono piani contenenti r e ortogonali a s.

3 (c) Le rette r e s sono:


 coincidenti  incidenti  parallele e distinte  sghembe
Motivazione:

Se le rette r e s fossero parallele (coincidenti o distinte), ogni piano passante per r sarebbe
parallelo a s. Sappiamo che cosı̀ non è dal primo punto. Le rette possono allora essere o
incidenti o sghembe.
Cerchiamo
( un eventuale punto di intersezione( tra r e s. Otteniamo il sistema:
(2 + t) + 3(3 − t) − 1 = 0 −2t + 10 = 0
vale a dire . Questo sistema è, chia-
(1 − 3t) + 2(3 − t) + 2 = 0 −5t + 9 = 0
ramente, non risolubile. Dunque r e s non hanno punti in comune e sono, perciò,
sghembe.

Soluzione esame 22 marzo 2007 - Pagina 6


11 luglio 2007 - Soluzione esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2006-2007

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . . .

ISTRUZIONI

• La prova dura 3 ore.


• Ti sono stati consegnati tre fogli, stampati fronte e retro. Come prima cosa scrivi su
ciascuno di essi negli spazi predisposti il tuo nome, cognome e numero di matricola.
• A fianco di ciascuna domanda è presente un doppio riquadro: in quello di sinistra è indicato
il punteggio corrispondente alla domanda in caso di risposta completamente corretta; quello di
destra è a disposizione della commissione per la correzione.
• I punteggi sono espressi in trentesimi. Un punteggio compreso tra 30 e 32 corrisponde ad un voto
di 30 trentesimi; un punteggio di almeno 33 corrisponde ad un voto di 30 trentesimi e lode.
• Per le risposte utilizza unicamente gli spazi riquadrati già predisposti. Quando richiesto, le risposte
vanno motivate brevemente, ma in maniera comprensibile.
• Se devi cambiare qualche risposta che hai già scritto sul foglio, fai in modo che sia chiaro per chi
correggerà il tuo compito quale sia la risposta definitiva. Se la risposta risultasse poco leggibile,
chiedi al docente un nuovo foglio e ritrascrivi su questo foglio tutte le risposte che hai dato.
• Al termine della prova devi consegnare unicamente i fogli che ti sono stati consegnati
dal docente. Non saranno ritirati eventuali fogli di brutta copia, integrazioni e simili.

1. Siano A e B due matrici quadrate. Sia v un vettore non nullo che è autovettore di A relativamente
all’autovalore −3 ed è autovettore di B relativamente all’autovalore 1.

2 (a) Si consideri la matrice A + B.


 il vettore v è autovettore di A + B relativamente all’autovalore −2
 il vettore v non è autovettore di A + B
 i dati assegnati non permettono di stabilire se v è autovettore di A + B oppure no
Motivazione:

Sappiamo che Av = −3v e che Bv = v. Dunque

(A + B)v = Av + Bv = −3v + v = −2v.

2 (b) Si consideri la matrice (A + B)2 .


 il vettore v è autovettore di (A + B)2 relativamente all’autovalore 4
 il vettore v non è autovettore di (A + B)2
 i dati assegnati non permettono di stabilire se v è autovettore di (A + B)2 oppure no
Motivazione:

Dal punto precedente sappiamo che (A + B)v = −2v. Dunque

(A + B)2 v = (A + B)(A + B)v = (A + B)(−2v) = −2(A + B)v = −2(−2v) = 4v.

Soluzione esame 11 luglio 2007 - Pagina 1


11 luglio 2007 - Soluzione esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2006-2007

2. Fissato nello spazio un sistema di riferimento affine siano dati i punti A := (1, 3, 1), B := (2, 2, 5)
e il piano π : 2x + y + z − 21 = 0.
2 (a) Il segmento di estremi A e B interseca il piano π?
 Sı̀  No
Motivazione:

I due semispazi delimitati dal piano π sono definiti dalle disequazioni 2x + y + z − 21 > 0 e
2x + y + z − 21 < 0.

Sostituendo le coordinate di A in 2x + y + z − 21 otteniamo 2 · 1 + 3 + 1 − 21 = −15. Abbiamo


un numero negativo, dunque A appartiene al semispazio di disequazione 2x + y + z − 21 < 0.
Sostituendo le coordinate di B in 2x + y + z − 21 otteniamo 2 · 2 + 2 + 5 − 21 = −10. Abbiamo
un numero negativo, dunque B appartiene al semispazio di disequazione 2x + y + z − 21 < 0.

Il segmento di estremi A e B non interseca il piano π perché A e B stanno nello stesso


semispazio delimitato da π.

2 (b) La semiretta di origine A e contenente B interseca il piano π?


 Sı̀  No
Motivazione:

La retta passante per A e B ha equazioni parametriche:



 x = 1 + (2 − 1)t

r : y = 3 + (2 − 3)t

z = 1 + (5 − 1)t

Il punto A si ottiene in corrispondenza del valore 0 del parametro t, mentre il punto B si


ottiene in corrispondenza del valore 1 del parametro t: dunque i punti della semiretta di
origine A e contenente B sono quelli corrispondenti ai valori positivi del parametro t.
Intersecando la retta r con il piano π otteniamo l’equazione 2(1+t)+(3−t)+(1+4t)−21 = 0
la cui soluzione è t = 3. Poiché questo è un valore positivo, l’intersezione tra r e π è un
punto della semiretta di origine A e contenente B.

Soluzione esame 11 luglio 2007 - Pagina 2


11 luglio 2007 - Soluzione esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2006-2007

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . .

3. Sia f l’endomorfismo di R4 definito da f (x, y, z, w) := (x + y, y + z, z + w, w + x).


2 (a) Determina una base del nucleo di f .

(−1, 1, −1, 1)
Motivazione:

Risolvendo il sistema lineare omogeneo



 x+y =0


 y+z =0

 z+w =0


x +w =0

si trova che il nucleo è formato dai vettori del tipo (−t, t, −t, t) al variare del parametro reale
t. Scegliendo, ad esempio, t = 1 troviamo che una base del nucleo di f è formata dal vettore
(−1, 1, −1, 1).

2 (b) Determina una base dell’immagine di f .

(1, 0, 0, 1), (1, 1, 0, 0), (0, 1, 1, 0).


Motivazione:

Per il punto precedente il nucleo di f ha dimensione 1: pertanto l’immagine


 1 1 0 dif ha dimen-
0
0 1 1 0
sione 4 − 1 = 3. La matrice di f rispetto alla base canonica è A := 0 0 1 1 . Il minore
1001
formato dalle prime 3 righe e 3 colonne è invertibile e, quindi, le prime 3 colonne di A sono
linearmente indipendenti. I vettori le cui componenti rispetto alla base canonica sono dati
da queste colonne, e cioè i vettori (1, 0, 0, 1), (1, 1, 0, 0) e (0, 1, 1, 0), formano dunque una
base per l’immagine di f .

3 (c) Esistono tre vettori distinti u, v e w che hanno la stessa immagine non nulla tramite f ? Se
sı̀, scrivere dei vettori siffatti (non è necessaria la motivazione), se no, spiegare perché non
esistono.

 Tre vettori siffatti sono, ad esempio:  Non esistono vettori siffatti. Infatti:

(1, 0, 0, 0), (0, 1, −1, 1), (2, −1, 1, −1)

Soluzione esame 11 luglio 2007 - Pagina 3


11 luglio 2007 - Soluzione esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2006-2007

4. Sia E il sottospazio vettoriale di R4 generato da u := (1, 1, −1, 0) e v := (0, 1, −1, 1) e F il


sottospazio vettoriale di R4 generato da (2, 3, 0, 2) e (0, 1, −4, 0).
2 (a) Determina una base per E ∩ F .

(2, 4, −4, 2)
Motivazione:

Un vettore w appartiene a E ∩ F se si può esprimere come combinazione lineare sia di


(1, 1, −1, 0) e (0, 1, −1, 1) sia di (2, 3, 0, 2) e (0, 1, −4, 0). Dunque:

α(1, 1, −1, 0) + β(0, 1, −1, 1) = γ(2, 3, 0, 2) + δ(0, 1, −4, 0).



 α = 2γ


 α + β = 3γ + δ
Questa relazione conduce al sistema . Sostituendo ad α e β nella se-

 −α − β = − 4δ


β = 2γ
conda e terza equazione le espressioni in termini di γ date dalla prima e quarta equazione
otteniamo δ = γ e −4δ = −4γ. Le equazioni cosı̀ trovate sono ovviamente equivalenti, e pos-
siamo cosı̀ esprimere le soluzioni in termini di γ nel modo seguente (α, β, γ, δ) = (2t, 2t, t, t)
al variare del parametro reale t. Il generico vettore di E ∩ F si può allora scrivere come
t(2, 3, 0, 2) + t(0, 1, −4, 0), vale a dire (2t, 4t, −4t, 2t). Scegliendo, ad esempio, t = 1 si trova
un vettore che forma una base di E ∩ F .

2 (b) Determina una base per E + F .

(1, 1, −1, 0), (0, 1, −1, 1), (2, 3, 0, 2)


Motivazione:

Sia E che F sono generati da due vettori linearmente indipendenti e hanno quindi dimensione
2. Dal punto precedente sappiamo che E ∩F ha dimensione 1. Per la formula di Grassmann,
si ha allora dim(E + F ) = dim E + dim F − dim(E ∩ F ) = 2 + 2 − 1 = 3. I vettori
(1, 1, −1, 0), 0, 1, −1, 1), (2, 3, 0, 2) e (0, 1, −4, 0) generano E + F : dobbiamo quindi trovare 3
vettori linearmente indipendenti tra questi. I primi 2 sono linearmente indipendenti perché
formano una base per E: il terzo vettore (che appartiene a F ) non è combinazione lineare
dei primi 2 perché, se cosı̀ fosse, apparterrebbe anche a E e dovrebbe quindi essere multiplo
di (2, 4, −4, 2), vettore che genera E ∩ F . Dunque i primi 3 vettori formano una base di
E + F.

3 (c) Determina tutti i vettori di F ortogonali sia a u che a v.

(2t, 2t, 4t, 2t) al variare di t in R


Motivazione:

I vettori di F si scrivono come γ(2, 3, 0, 2) + δ(0, 1, −4, 0) cioè (2γ, 3γ + δ, −4δ, 2γ). Ponendo
uguale a 0 il prodotto scalare di questo vettore generico sia con u che con v otteniamo
2γ · 1 + (3γ + δ) · 1 − 4δ(−1) + 2γ · 0 = 0 e 2γ · 0 + (3γ + δ) · 1 − 4δ(−1) + 2γ · 1 = 0 vale
a dire 5γ + 5δ = 0 e 5γ + 5δ = 0, le cui soluzioni sono (γ, δ) = (t, −t) al variare di t in R.
Quindi i vettori cercati sono i vettori del tipo (2t, 2t, 4t, 2t) al variare di t in R.

Soluzione esame 11 luglio 2007 - Pagina 4


11 luglio 2007 - Soluzione esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2006-2007

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . .

5. Fissato nel piano un sistema di riferimento euclideo sia dato il triangolo di vertici A := (7, 4),
B := (7, −6) e C := (1, 6).

2 (a) Determina l’intersezione delle altezze del triangolo ABC:


(11, 6)
Motivazione:

Basta ovviamente intersecare due delle altezze. La retta passante per A e B è parallela
all’asse delle y. La generica retta ortogonale al lato AB ha allora equazione cartesiana
y + c = 0. Imponendo il passaggio per il punto C troviamo quindi che l’altezza relativa
al lato AB ha equazione y − 6 = 0. La retta passante per A e C ha parametri direttori
(1 − 7, 6 − 4) = (−6, 2) o, equivalentemente, (3, −1). La generica retta ortogonale al lato
AC ha allora equazione cartesiana 3x − y + c = 0. Imponendo il passaggio per B troviamo
la condizione 3 · 7 − (−6) + c = 0 da cui otteniamo c = −27. L’altezza relativa al lato AC ha
allora equazione 3x − y − 27 = 0. Mettendo a sistema le equazioni delle due altezze trovate,
determiniamo il punto (11, 6).

2 (b) Determina l’intersezione degli assi dei lati del triangolo ABC:
(2, −1)
Motivazione:

Basta ovviamente intersecare due degli assi. Dal punto precedente sappiamo già che la
generica retta ortogonale al lato AB ha equazione cartesiana y + c = 0. Il punto medio di
A e B è 7+7 4−6

2 , 2 = (7, −1). Imponendo il passaggio per questo punto troviamo quindi
che l’asse del lato AB ha equazione y + 1 = 0. Dal punto precedente sappiamo già che la
generica retta ortogonale al lato AC ha equazione cartesiana 3x − y + c = 0. Il punto medio
di A e C è 7+1 4+6

2 , 2 = (4, 5). Imponendo il passaggio per questo punto troviamo quindi la
condizione 3 · 4 − 5 + c = 0 da cui otteniamo c = −7. L’asse del lato AC ha allora equazione
3x − y − 7 = 0. Mettendo a sistema le equazioni dei due assi trovati, determiniamo il punto
(2, −1).

3 (c) Determina l’equazione cartesiana della circonferenza passante per i punti A, B e C:


(x − 2)2 + (y + 1)2 = 50

Motivazione:

Il centro della circonferenza passante per i punti A, B e C è l’intersezione degli assi trovati al
punto precedente, cioè il punto (2, −1). Per determinare il raggio della circonferenza basta
calcolare lapdistanza tra il centro e uno√qualunque dei vertici del triangolo, ad esempio A. Si
trova cosı̀ (7 − 2)2 + (4 − (−1))2 = 50. La circonferenza ha allora equazione cartesiana
(x − 2)2 + (y + 1)2 = 50.

Soluzione esame 11 luglio 2007 - Pagina 5


11 luglio 2007 - Soluzione esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2006-2007

6. Fissato
( nello spazio un sistema di riferimento cartesiano, siano dati il punto A := (4, 1, 1) e la retta
y− z+1=0
r:
x − 3z + 6 = 0

2 (a) Il piano π contenente r e passante per il punto A ha equazione:

x − 7y + 4z − 1 = 0
Motivazione:

Il fascio di piani passanti per r si scrive: λ(y − z + 1) + µ(x − 3z + 6) = 0.


Imponendo il passaggio per A otteniamo la condizione: λ(1 − 1 + 1) + µ(4 − 3 · 1 + 6) = 0,
vale a dire λ + 7µ = 0.
Sostituendo, ad esempio, i valori λ = −7 e µ = 1 nell’equazione del fascio di piani, troviamo
il piano π.

2 (b) Il piano σ ortogonale a r e passante per il punto A ha equazione:

3x + y + z − 14 = 0
Motivazione:

La retta r è ortogonale ai vettori (0, 1, −1) e (1, 0, −3). Dunque, se (m, n, p) sono parametri
direttori di r, si ha n − p = 0 e m − 3p = 0. Si può scegliere allora (3, 1, 1) come parametri
direttori di r. Un generico piano ortogonale a r ha allora equazione del tipo 3x+y+z+d = 0.
Imponendo il passaggio per A otteniamo la condizione 3 · 4 + 1 + 1 + d = 0 da cui otteniamo
d = −14.

3 (c) La distanza tra il punto A e la retta r è:



6
Motivazione:

La distanza tra A e r è uguale alla distanza tra A e la sua proiezione H su r.


Il
 punto H è l’intersezione di r con σ. Dunque H si trova risolvendo il sistema:

 y− z+ 1=0
x − 3z + 6 = 0 Risolvendo questo sistema troviamo (3, 2, 3). La distanza tra A

3x + y + z − 14 = 0

p √
e H è (4 − 3)2 + (1 − 2)2 + (1 − 3)2 = 6.

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21 settembre 2007 - Soluzione esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2006-2007

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . . .

ISTRUZIONI

• La prova dura 3 ore.


• Ti sono stati consegnati tre fogli, stampati fronte e retro. Come prima cosa scrivi su
ciascuno di essi negli spazi predisposti il tuo nome, cognome e numero di matricola.
• A fianco di ciascuna domanda è presente un doppio riquadro: in quello di sinistra è indicato
il punteggio corrispondente alla domanda in caso di risposta completamente corretta; quello di
destra è a disposizione della commissione per la correzione.
• I punteggi sono espressi in trentesimi. Un punteggio compreso tra 30 e 32 corrisponde ad un voto
di 30 trentesimi; un punteggio di almeno 33 corrisponde ad un voto di 30 trentesimi e lode.
• Per le risposte utilizza unicamente gli spazi riquadrati già predisposti. Quando richiesto, le risposte
vanno motivate brevemente, ma in maniera comprensibile.
• Se devi cambiare qualche risposta che hai già scritto sul foglio, fai in modo che sia chiaro per chi
correggerà il tuo compito quale sia la risposta definitiva. Se la risposta risultasse poco leggibile,
chiedi al docente un nuovo foglio e ritrascrivi su questo foglio tutte le risposte che hai dato.
• Al termine della prova devi consegnare unicamente i fogli che ti sono stati consegnati
dal docente. Non saranno ritirati eventuali fogli di brutta copia, integrazioni e simili.

1. Fissato nello spazio un sistema di riferimento affine siano dati i punti A := (2, 1, 1), B := (3, 2, 4),
C := (1, 1, 2) e D := (3, k, 1).

2 (a) I punti A, B e C sono allineati?


 Sı̀  No
Motivazione:

I tre punti sono allineati se e solo se la matrice


   
3−2 2−1 4−1 1 1 3
=
1−2 1−1 2−1 −1 0 1

ha rango 1. Questa matrice ha rango 2 e, pertanto i punti non sono allineati.

2 (b) Determina i valori di k per cui i punti A, B, C e D sono complanari:

k = 54
Motivazione:

Utilizziamo la formula che dà la complanarità dei quattro punti A, B, C e D:



3 − 2 2 − 1 4 − 1

1 − 2 1 − 1 2 − 1 = 0

3 − 2 k − 1 1 − 1

che dà 5 − 4k = 0 la cui soluzione è k = 45 .

Soluzione esame 21 settembre 2007 - Pagina 1


21 settembre 2007 - Soluzione esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2006-2007

2. Sia dato al variare del parametro reale k il sistema lineare nelle incognite x, y e z:

 x + ky + 2z = 9

2x + y + kz = 5k

3x + 2y + 3z = 16

2 (a) Per quali valori di k il sistema ha esattamente una soluzione?

5
k 6= 1 e k 6= 3
Motivazione:
 
1 k 2
La matrice del sistema è A := 2 1 k . Il determinante di A è 3k 2 − 8k + 5 che si
3 2 3
annulla per k = 1 e k = 53 . Se k è diverso da questi due valori il sistema è Crameriano ed
ha, quindi, una sola soluzione. Se k = 1 oppure k = 35 la matrice A ha rango minore r di
3: pertanto o il sistema non è risolubile, oppure le soluzioni dipendono da 3 − r parametri,
sono cioè più di una.

2 (b) Per quali valori di k la terna (x, y, z) = (3, 2, 1) è soluzione del sistema?

k=2
Motivazione:

La terna assegnata deve soddisfare tutte le equazioni del sistema. Sostituendo i valori dati
nel sistema troviamo le condizioni

 3+k·2+ 2·1=9

2·3+ 2 + k · 1 = 5k

3 · 3 + 2 · 2 + 3 · 1 = 16

vale a dire 
 5 + 2k = 9

8 + k = 5k

16 = 16

Risolvendo questo semplice sistema nell’incognita k si trova 2 come unica soluzione.

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21 settembre 2007 - Soluzione esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2006-2007

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 
−2 1 k
3. Sia data la matrice: Ak :=  1 −2 1 .
1 1 −2

2 (a) Per quali valori di k la matrice Ak ha −2 come autovalore?

k = −1
Motivazione:

La matrice Ak ha −2 come autovalore se e solo se det(Ak − (−2)I) = 0. Poiché



0 1 k

det(Ak − (−2)I) = 1 0 1 = k + 1
1 1 0

si ha che Ak ha −2 come autovalore se e solo se k + 1 = 0, cioè k = −1.

2 (b) Per quali valori di k esiste una matrice ortogonale M tale che M −1 Ak M sia una matrice
diagonale?

k=1
Motivazione:

Una matrice si può diagonalizzare per mezzo di una matrice ortogonale se e solo se è
simmetrica. La matrice A è simmetrica se e solo se k = 1.

Scegliere uno degli eventuali valori di k determinati al punto b (se ce n’è più di
uno) e utilizzarlo nel resto dell’esercizio:

Valore di k scelto:
k=1
3 (c) Determina una matrice diagonale D e una matrice ortogonale M tali che D = M −1 Ak M .
 1
− √2 − √16 √13
  
−3 0 0
D :=  0 −3 0 M :=  √12 − √16 √13 


0 0 0 0 √2 √1
6 3

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4. Sia f : R4 → R3 definito da f (x, y, z, w) := (2x + y − z − w, y + z + w, x + y) e sia Ek il sottospazio


vettoriale di R3 generato da vk := (1, 3, k).
2 (a) Determina una base del nucleo di f .

(−1, 1, 0, −1), (0, 0, 1, −1)


Motivazione:

 2x + y − z − w = 0

Basta risolvere il sistema: y + z + w = 0 , le cui soluzioni sono (−h, h, k, −h − k) al

x+y =0

variare di h e k in R. Ponendo h = 1 e k = 0 troviamo il vettore (−1, 1, 0, −1); ponendo
h = 0 e k = 1 troviamo il vettore (0, 0, 1, −1).

2 (b) Determina una base dell’immagine di f .

(2, 0, 1), (1, 1, 1)


Motivazione:

Dal punto precedente sappiamo che dim ker f = 2 e, pertanto, dim f (R4 ) = 4−dim ker f = 2.
L’immagine di f è generata dalle immagini dei vettori della base canonica: basta allora
trovare 2 vettori linearmente indipendenti tra questi vettori immagine. Facendo i calcoli si
vede che f (1, 0, 0, 0) = (2, 0, 1) e f (0, 1, 0, 0) = (1, 1, 1). Questi due vettori cosı̀ trovati sono
linearmente indipendenti e, pertanto, formano una base per l’immagine di f .

3 (c) Per quali valori di k si ha R3 = f (R4 ) ⊕ Ek ?

k 6= 2
Motivazione:

Devono essere soddisfatte le due condizioni R3 = f (R4 ) + Ek e f (R4 ) ∩ Ek = {0}. Se la


prima condizione è soddisfatta, abbiamo che dim(f (R4 ) + Ek ) = dim R3 = 3 e, quindi, dalla
formula di Grassmann si ottiene

dim(f (R4 ) ∩ Ek ) = dim(f (R4 ) + Ek ) − dim f (R4 ) − dim Ek = 3 − 2 − 1 = 0.

Basta dunque verificare per quali valori di k si ha R3 = f (R4 ) + Ek . Poiché f (R4 ) è generato
da (2, 0, 1) e (1, 1, 1), mentre Ek è generato da (1, 3, k), abbiamo che la somma f (R4 ) + Ek
è generata da (2, 0, 1), e (1, 3, k): pertanto la dimensione di f (R4 ) + Ek è uguale al
 (1, 1, 1) 
2 1 1
rango della matrice 0 1 3. Questa matrice ha rango 3 se e solo se ha determinante
1 1 k
non nullo, cioè se e solo se 2k − 4 6= 0.

Soluzione esame 21 settembre 2007 - Pagina 4


21 settembre 2007 - Soluzione esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2006-2007

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . .

5. Fissato nel piano un sistema di riferimento affine siano dati i punti A := (3, 1), O := (0, 0) e
B := (7, −2).

2 (a) Determina un punto C tale che AOBC sia un parallelogramma (fare attenzione all’ordine dei
vertici).
C = (10, −1)
Motivazione:

Il punto medio tra A e B è il punto M := 3+7 1−2


= 5, − 21 . Il punto C è il simmetrico
 
2 , 2
di O rispetto a M : se D := (x0 , y0 ) si ha allora x02+0 , y02+0 = 5, − 12 da cui otteniamo
 

x0 = 10, y0 = −1.

2 (b) Determina il punto M di intersezione delle diagonali del parallelogramma AOBC trovato al
punto precedente.
M := 5, − 12


Motivazione:

Il punto di intersezione delle diagonali di un parallelogramma è il punto medio di ciascuna


delle diagonali. Abbiamo già trovato questo punto medio al punto precedente.

3 (c) L’insieme dei punti interni al parallelogramma AOBC è definito dal sistema di disequazioni:

x − 3y

 >0


 2x + 7y >0

 x − 3y − 13 < 0

2x + 7y − 13 < 0

Soluzione esame 21 settembre 2007 - Pagina 5


21 settembre 2007 - Soluzione esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2006-2007
(
2x + 3y +3=0
6. Fissato nello spazio un sistema di riferimento cartesiano, siano date le rette r :
3x + 5y + 2z + 4 = 0

 x = 5 + 3t

es: y=1− t

z=1+ t

2 (a) Il piano π contenente r e parallelo a s ha equazione:

x + y − 2z + 2 = 0
Motivazione:

Considerato il fascio di piani passanti per r: λ(2x + 3y + 3) + µ(3x + 5y + 2z + 4) = 0,


riscriviamone l’equazione come (2λ + 3µ)x + (3λ + 5µ)y + 2µz + 3λ + 4µ = 0.
Imponendo la condizione di parallelismo con s, cioè con il vettore (3, −1, 1), otteniamo la
relazione (2λ + 3µ)3 + (3λ + 5µ)(−1) + 2µ · 1 = 0, vale a dire 3λ + 6µ = 0.
Sostituendo, ad esempio, i valori λ = 2 e µ = −1 nell’equazione del fascio di piani, troviamo
il piano π.

2 (b) Il piano σ contenente s e parallelo a r ha equazione:

x + y − 2z − 4 = 0
Motivazione:

Il piano cercato è parallelo alle rette r e s e, quindi, è anche parallelo al piano π trovato al
punto precedente. La sua equazione sarà allora del tipo x + y − 2z + k = 0. Per determinare
il valore di k per cui si ottiene un piano contenente s basta allora imporre il passaggio per
un punto di s: infatti un piano parallelo ad una retta o contiene tutta la retta o non contiene
alcun punto della retta. Imponendo allora il passaggio per il punto P := (5, 1, 1) (ottenuto
ponendo t = 0 nelle equazioni parametriche di s) otteniamo la condizione 5 + 1 − 2 · 1 + k = 0
da cui otteniamo k = −4.

3 (c) La sfera tangente ai piani π e σ ed avente il centro sull’asse delle x ha equazione cartesiana:

3
(x − 1)2 + y 2 + z 2 = 2
Motivazione:

Una sfera è tangente a un piano se e solo se la distanza tra questo piano e il centro della
sfera è uguale al raggio della sfera stessa.
Il centro C della sfera cercata dovrà allora essere un punto equidistante dai due piani π e
σ. Poiché C deve appartenere all’asse delle x avremo che C := (h, 0, 0) per qualche valore
di h. Imponendo l’equidistanza da π e σ troviamo la condizione:

|h + 0 − 2 · 0 + 2| |h + 0 − 2 · 0 − 4|
p =p
2 2
1 + 1 + (−2) 2 12 + 12 + (−2)2

vale a dire |h + 2| = |h − 4| da cui si ricava che o h + 2 = h − 4, che non ha soluzione, o


che h + 2 = 4 − h la cui soluzione è h = 1. La sfera cercata ha allora centro in (1, 0, 0).
Calcolando ora la distanza del centro da uno dei due piani, ad esempio da π troviamo che
il raggio della sfera è uguale a √|1+0−2·0+2|
2 2 2
= √36 e, pertanto l’equazione cartesiana della
1 +1 +(−2)
sfera è (x − 1)2 + y 2 + z 2 = 32 .

Soluzione esame 21 settembre 2007 - Pagina 6


6 dicembre 2007 - Soluzione esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2007-2008

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ISTRUZIONI
• La prova dura 3 ore.
• Ti sono stati consegnati tre fogli, stampati fronte e retro. Come prima cosa scrivi su
ciascuno di essi negli spazi predisposti il tuo nome, cognome e numero di matricola.
• A fianco di ciascuna domanda è presente un doppio riquadro: in quello di sinistra è indicato
il punteggio corrispondente alla domanda in caso di risposta completamente corretta; quello di
destra è a disposizione della commissione per la correzione.
• I punteggi sono espressi in trentesimi. Un punteggio compreso tra 30 e 32 corrisponde ad un voto
di 30 trentesimi; un punteggio di almeno 33 corrisponde ad un voto di 30 trentesimi e lode.
• Per le risposte utilizza unicamente gli spazi riquadrati già predisposti. Quando richiesto, le risposte
vanno motivate brevemente, ma in maniera comprensibile.
• Se devi cambiare qualche risposta che hai già scritto sul foglio, fai in modo che sia chiaro per chi
correggerà il tuo compito quale sia la risposta definitiva. Se la risposta risultasse poco leggibile,
chiedi al docente un nuovo foglio e ritrascrivi su questo foglio tutte le risposte che hai dato.
• Al termine della prova devi consegnare unicamente i fogli che ti sono stati consegnati
dal docente. Non saranno ritirati eventuali fogli di brutta copia, integrazioni e simili.

1. Siano f e g due omomorfismi da R2 a R3 tali che f (2, 1) = g(2, 1) = (1, 3, 3) e ker f = ker g.
2 (a) Se dim ker f = dim ker g = 1 allora necessariamente gli omomorfismi f e g coincidono?
 Sı̀  No
Motivazione:

Sia v1 := (2, 1) e sia v2 un vettore non nullo di ker f = ker g. Dal momento che v1 ∈
/ ker f ,
abbiamo che v1 e v2 formano una base di R2 .
Per ipotesi abbiamo f (v1 ) = g(v1 ) = (1, 3, 3) e f (v2 ) = g(v2 ) = 0.
Ma allora i due omomorfismi f e g coincidono perché coincidono sugli elementi di una base
di R2 .

2 (b) Se dim ker f = dim ker g = 0 allora necessariamente gli omomorfismi f e g coincidono?
 Sı̀  No
Motivazione:

Poiché dim ker f + dim f (R2 ) = dim R2 = 2, abbiamo che dim ker f = 0 se e solo se
l’immagine di f ha dimensione 2. Lo stesso vale per g.
Scelta una base per R2 , per dare un omomorfismo da R2 in R3 si possono assegnare le
immagini dei vettori di una base: comunque si scelgano queste immagini esisterà uno e un
solo omomorfismo che soddisfa queste assegnazioni.
Poiché conosciamo già l’immagine di (2, 1) sia tramite f che tramite g scegliamo una base
di R2 formata da (2, 1) e da un altro vettore che non sia un suo multiplo, ad esempio (1, 0).
Poiché per ipotesi f (2, 1) = (1, 3, 3), per avere un omomorfismo la cui immagine abbia
dimensione 2 basta imporre che f (1, 0) non sia multiplo di (1, 3, 3): ad esempio possiamo
porre f (1, 0) = (1, 0, 0).
Analogamente per costruire g basta imporre che g(1, 0) non sia multiplo di (1, 3, 3): possiamo
scegliere ad esempio g(1, 0) = (2, 0, 0) ottenendo cosı̀ un omomorfismo diverso da f .

Soluzione esame 6 dicembre 2007 - Pagina 1


6 dicembre 2007 - Soluzione esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2007-2008

2. Fissato nel piano un sistema di riferimento affine, si considerino i punti A := (30, 30), B := (39, 33),
C := (30, 34) e D := (34, 30).

2 (a) I segmenti AB e CD (estremi esclusi) hanno un punto in comune?


 Sı̀  No
Motivazione:

Il segmento AB è dato dai punti P := (x, y) tali che


(
x = 30 + (39 − 30)t
y = 30 + (33 − 30)t

con 0 < t < 1.


Il segmento CD è dato dai punti P := (x, y) tali che
(
x = 30 + (34 − 30)t
y = 34 + (30 − 34)t

con con 0 < t < 1.


Per determinare i punti di intersezione delle rette contenenti i due segmenti cerchiamo le
soluzioni del sistema (
30 + 9t = 30 + 4u
30 + 3t = 34 − 4u

Il sistema ha come soluzione t = 31 , u = 34 . Dal momento che sia t che u sono compresi tra
0 e 1, il punto di intersezione delle due rette appartiene ai segmenti AB e CD.

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2 (b) Il punto D è interno al triangolo ABC?


 Sı̀  No
Motivazione:

Osserviamo che, se il punto D fosse interno al triangolo ABC allora i punti C e D


apparterrebbero allo stesso semipiano delimitato dalla retta rAB passante per A e B.
Abbiamo però visto che il segmento CD interseca la retta rAB passante per A e B, pertanto
i punti C e D appartengono a semipiani delimitati dalla retta rAB differenti.
Da ciò segue che il punto D non è interno al triangolo ABC.

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COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . .

3. Sia f l’endomorfismo di R3 definito da f (x, y, z) := (2x − 2y, x + y + z, 3x − y + z).

2 (a) Determinare una base del nucleo di f .


(1, 1, −2)

Motivazione:

Risolvendo il sistema lineare omogeneo



 2x − 2y
 =0
x+ y+z=0

3x − y + z = 0

si trova che il nucleo è formato dai vettori del tipo (t, t, −2t) al variare del parametro reale
t. Scegliendo, ad esempio, t = 1 troviamo che una base del nucleo di f è formata dal vettore
(1, 1, −2).

2 (b) Determinare una base dell’immagine di f .

(2, 1, 3), (−2, 1, −1)


Motivazione:

Dal punto precedente sappiamo che il nucleo ha dimensione uguale a 1. Pertanto l’immagine
ha dimensione uguale a dim R3 − dim ker f = 3 − 1 = 2. Poiché l’immagine è generata dalle
immagini dei vettori di una base di R3 , possiamo calcolare successivamente le immagini dei
vettori di una base di R3 , ad esempio la base canonica, finché ne troviamo due linearmente
indipendenti. Abbiamo f (1, 0, 0) = (2, 1, 3) e f (0, 1, 0) = (−2, 1, −1). Poiché i vettori cosı̀
ottenuti sono linearmente indipendenti, essi formano una base per l’immagine di f e non c’è
bisogno di calcolare l’immagine di (0, 0, 1).

3 (c) Stabilire se esistono due vettori linearmente indipendenti aventi la stessa immagine. Se
esistono, determinarli.

(1, 0, 0) e (2, 1, −2)


Motivazione:

Due vettori hanno la stessa immagine se e solo se la loro differenza appartiene al nucleo.
Poiché il nucleo è generato dal vettore (1, 1, −2) abbiamo, ad esempio, che i vettori (1, 0, 0) e
(1, 0, 0) + (1, 1, −2) = (2, 1, −2) hanno la stessa immagine. Questi vettori sono chiaramente
linearmente indipendenti.

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6 dicembre 2007 - Soluzione esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2007-2008
 
1 2 1
4. Sia data la matrice: A := 2 4 2.
0 0 0
2 (a) Determinare gli autovalori di A.

0 5
Motivazione:

1 − x 2 1

Il polinomio caratteristico di A è det(A − xI) = 2 4−x 2 = −x3 + 5x2 , che si
0 0 0 − x
annulla per 0 e 5.

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3 (b) Determinare una base per ciascun autospazio di A. Utilizza la tabella sottostante. In ciascu-
na riga scrivi un autovalore differente e una base per il corrispondente autospazio (nota: il
numero delle righe già presenti in tabella non è detto che sia uguale al numero degli autovalori
effettivamente presenti)
Autovalore λ Base dell’autospazio E(λ)

0 (−2, 1, 0), (−1, 0, 1)

5 (1, 2, 0)

Motivazione:

Per calcolare E(0) risolviamo il sistema lineare omogeneo associato alla matrice A − 0I, cioè

 x + 2y + z = 0

2x + 4y + 2z = 0

0=0

le cui soluzioni sono (−2h − k, h, k) con h e k parametri reali. Una base di E(0) si ottiene
ponendo prima h = 1 e k = 0 e poi h = 0 e k = 1.
Per calcolare E(5) risolviamo il sistema lineare omogeneo associato alla matrice A − 5I, cioè

 −4x + 2y + z = 0

2x − y + 2z = 0

− 5z = 0

le cui soluzioni sono (h, 2h, 0) con h parametro reale. Una base di E(5) si ottiene ponendo
h = 1.

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2 (c) Determinare una matrice diagonale D e una matrice invertibile M tali che D = M −1 AM .
   
0 0 0 −2 −1 1
D := 0 0 0 M :=  1 0 2 Vedere il file dei commenti.
0 0 5 0 1 0

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COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . .

5. Fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano siano dati i punti B := (5, 3), C := (−1, 1)
e la retta t : x + 2y + 5 = 0.
2 (a) Determina l’equazione cartesiana della retta r parallela a t ed equidistante dai punti B e C:

x + 2y − 6 = 0
Motivazione:

La generica retta parallela a t ha equazione del tipo x+2y+h = 0. Imponendo l’equidistanza


da B e C troviamo l’equazione |5+2·3+h|

12 +22
= |−1+2·1+h|

12 +22
da cui ricaviamo h = −6.

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2 (b) Detto A il punto di intersezione tra r e l’asse delle y e detto H il punto d’intersezione tra r e
la retta passante per B e C determinare il simmetrico D di A rispetto a H
D = (4, 1)
Motivazione:

Intersecando la retta r con l’asse delle y troviamo il punto


( A = (0, 3).
x = 5 + (−1 − 5)t
La retta passante per B e C ha equazioni parametriche: . Intersecando
y = 3 + (1 − 3)t
con la retta r troviamo l’equazione (5 − 6t) + 2(3 − 2t) − 6 = 0 la cui soluzione è t = 12 . In
corrispondenza di tale valore troviamo allora il punto H = (2, 2). Il simmetrico di A rispetto
a H è il punto D := (x̄, ȳ) tale che H sia punto medio di A e D: otteniamo cosı̀ le equazioni
0+x̄ 3+ȳ
2 = 2, 2 = 2 da cui ricaviamo x̄ = 4, ȳ = 1.

3 (c) Determina l’area del triangolo ABH e del triangolo ACH:


A(ABH) = 52 A(ACH) = 25

Motivazione:

Se consideriamo come √base di entrambi i triangoli il lato AH, la cui lunghezza è


p
(2 − 0)2 + (2 − 3)2 = 5, vediamo che le altezze relative a tali basi sono, rispettivamente,
la distanza di B da r e la distanza di C da r. Dal punto a sappiamo che queste distanze
sono uguali fra loro e sono uguali precisamente a √55 : pertanto entrambi i triangoli hanno

5 √55
area uguale a 2 = 52 .

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6 dicembre 2007 - Soluzione esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2007-2008
(
x + 2y − 3z + 2 = 0
6. Fissato nello spazio un sistema di riferimento cartesiano, siano date le rette r :
2x + y − z + 3 = 0

x = 2 + t

e s : y = 1 + 3t

z=3+ t

2 (a) Il piano π contenente r e parallelo a s ha equazione:

x − y + 2z + 1 = 0
Motivazione:

Il fascio di piani passanti per r si può scrivere come: λ(x+ 2y −3z + 2)+ µ(2x+y −z + 3) = 0
ovvero (λ + 2µ)x + (2λ + µ)y + (−3λ − µ)z + 2λ + 3µ = 0.
Imponendo la condizione di parallelismo con s, cioè con il vettore (1, 3, 1), otteniamo la
relazione 1 · (λ + 2µ) + 3 · (2λ + µ) + 1 · (−3λ − µ) = 0, vale a dire 4λ + 4µ = 0.
Sostituendo, ad esempio, i valori λ = −1 e µ = 1 nell’equazione del fascio di piani, troviamo
il piano π.

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2 (b) Il piano σ contenente s e parallelo a r ha equazione:

x − y + 2z − 7 = 0
Motivazione:

Il piano cercato è parallelo sia a r sia a s e, dunque, è parallelo al piano π, e ha, pertanto,
equazione del tipo x − y + 2z + k = 0. Per imporre che il piano contenga la retta s è allora
sufficiente imporre che contenga un punto di s, ad esempio, il punto (2, 1, 3), ottenendo la
condizione 2 − 1 + 2 · 3 + k = 0, da cui troviamo k = −7.

3 (c) Determinare l’equazione cartesiana della sfera con il centro sull’asse delle x e le cui intersezioni
con i piani π e σ sono circonferenze entrambe di raggio uguale a 2.

20
(x − 3)2 + y 2 + z 2 = 3
Motivazione:

Due piani intersecano una sfera in circonferenze di raggio uguale se e solo se il centro della
sfera è equidistante dai due piani. Il generico punto dell’asse x è del tipo (h, 0, 0). Imponendo
che sia equidistante da π e σ troviamo l’equazione: √|h−0+2·0+1|
2 2 2
= √|h−0+2·0−7|
2 2 2
la cui
1 +(−1) +2 1 +(−1) +2
soluzione è h = 3. Dunque il centro della sfera cercata è C := (3, 0, 0). Inoltre la distanza
di C dal piano π (e da σ) è uguale a √46 . Se γ è la circonferenza di raggio 2 intersezione
della sfera cercata con il piano π, il suo centro H è la proiezione di C su π. Detto allora P
un qualsiasi punto di γ, il triangolo CHP è un triangolo rettangolo in H il cui cateto CH è
uguale alla distanza di C da π, cioè √46 , mentre il cateto HP è uguale al raggio di γ cioè 2.
r  2 q
Per il teorema di Pitagora l’ipotenusa CP è allora uguale a 22 + √46 = 20 3 : poiché
P sta sulla sfera questo valore è uguale al raggio della sfera cercata.

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8 gennaio 2008 - Soluzione esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2007-2008

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . . .

ISTRUZIONI
• La prova dura 3 ore.
• Ti sono stati consegnati tre fogli, stampati fronte e retro. Come prima cosa scrivi su
ciascuno di essi negli spazi predisposti il tuo nome, cognome e numero di matricola.
• A fianco di ciascuna domanda è presente un doppio riquadro: in quello di sinistra è indicato
il punteggio corrispondente alla domanda in caso di risposta completamente corretta; quello di
destra è a disposizione della commissione per la correzione.
• I punteggi sono espressi in trentesimi. Un punteggio compreso tra 30 e 32 corrisponde ad un voto
di 30 trentesimi; un punteggio di almeno 33 corrisponde ad un voto di 30 trentesimi e lode.
• Per le risposte utilizza unicamente gli spazi riquadrati già predisposti. Quando richiesto, le risposte
vanno motivate brevemente, ma in maniera comprensibile.
• Se devi cambiare qualche risposta che hai già scritto sul foglio, fai in modo che sia chiaro per chi
correggerà il tuo compito quale sia la risposta definitiva. Se la risposta risultasse poco leggibile,
chiedi al docente un nuovo foglio e ritrascrivi su questo foglio tutte le risposte che hai dato.
• Al termine della prova devi consegnare unicamente i fogli che ti sono stati consegnati
dal docente. Non saranno ritirati eventuali fogli di brutta copia, integrazioni e simili.

1. Fissata in V 2 (O) una base ortonormale formata dai vettori e1 e e2 , sia dato il vettore v1 := e1 +e2 .
2 (a) Quante sono le basi di V 2 (O) aventi come primo vettore v1 ?

Infinite.
Motivazione:

I vettori v1 = e1 + e2 e v2 := ae1 + be2 formano una base di V 2 (O) se e solo se essi sono
linearmente indipendenti. Ciò è verificato se la matrice
 
1 a
1 b

è invertibile, cioè se e solo se a 6= b. Chiaramente vi sono infinite coppie (a,b) verificanti


questa condizione. Basta infatti osservare che, fissata per esempio a = 0, tutti gli infiniti
numeri b 6= 0 verificano la condizione richiesta.

2 (b) Quante sono le basi ortonormali di V 2 (O) aventi come primo vettore v1 ?

Nessuna.
Motivazione:

I vettori appartenenti ad una base ortonormale hanno tutti norma uguale a 1. Poiché il
vettore v1 ha norma diversa da 1, non esiste alcuna base ortonormale contenente il vettore
v1 .

Soluzione esame 8 gennaio 2008 - Pagina 1


8 gennaio 2008 - Soluzione esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2007-2008

2. Fissato nello spazio un sistema di riferimento cartesiano, si considerino il punto A := (3, 5, 7) e, al


variare dei parametri a, b, c e d, le rette:
 
x = a + t
 x = 1

r : y = b + 2t s : y = 2 + dt
 
z = c + 3t z = −1 + 5t
 

2 (a) Determina tutti i valori di a, b, c e d per i quali esiste uno ed un sol piano passante per A e
perpendicolare sia a r che a s.

Nessun valore di a, b, c e d.
Motivazione:

Le rette r e s hanno rispettivamente vettori direttori u := (1, 2, 3) e v := (0, d, 5).


Osserviamo che il rango della matrice
 
1 2 3
B :=
0 d 5

è uguale a 2 per tutti i valori di a, b, c e d: infatti il minore formato dalla prima e dalla
terza colonna ha determinante non nullo. Pertanto le due rette non sono tra loro parallele.
Sappiamo però che rette perpendicolari ad uno stesso piano sono tra loro parallele. Ne segue
che non esiste mai un piano perpendicolare ad entrambe le rette r e s.

2 (b) Determina tutti i valori di a, b, c e d per i quali esiste una ed una sola retta passante per A e
perpendicolare sia a r che a s.

Tutti i valori di a, b, c e d.
Motivazione:

Una retta verificante le condizioni date ha equazioni parametriche:



 x = 3 + lt

y = 5 + mt

z = 7 + nt

con il vettore w := (l, m, n) perpendicolare ai vettori u e v. Pertanto (l, m, n) devono


verificare il sistema: (
l + 2m + 3n = 0
dm + 5n = 0
Abbiamo un sistema omogeneo formato da due equazioni in tre incognite. La matrice dei
coefficienti del sistema è la matrice B determinata nel punto (a) e quindi ha rango uguale
a 2 per tutti i valori di a, b, c e d. Il nostro sistema ha quindi infinite soluzioni tutte
proporzionali tra loro. Pertanto queste infinite soluzioni determinano un’unica retta.

Vedere il file dei commenti.

Soluzione esame 8 gennaio 2008 - Pagina 2


8 gennaio 2008 - Soluzione esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2007-2008

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . .


 
1 2 0
3. Sia data la matrice: A := 2 4 0.
0 0 5
3 (a) Determina gli autovalori di A e una base per ciascun autospazio di A. Utilizza la tabella
sottostante. In ciascuna riga scrivi un autovalore differente e una base per il corrispondente
autospazio (nota: il numero delle righe già presenti in tabella non è detto che sia uguale al
numero degli autovalori effettivamente presenti)
Autovalore λ Base dell’autospazio E(λ)

0 (−2, 1, 0)

5 (1, 2, 0), (0, 0, 1)

Motivazione:
1−x 2 0
Il polinomio caratteristico di A è det(A − xI) = 2 4−x 0 = −x(x − 5)2 , che si annulla

0 0 5−x
per 0 e 5.
Per calcolare E(0) risolviamo il sistema lineare omogeneo associato alla matrice A − 0I, cioè

 x + 2y
 =0
2x + 4y =0

5z = 0

le cui soluzioni sono (−2h, h, 0) con h parametro reale. Una base di E(0) si ottiene ponendo
h = 1.
Per calcolare E(5) risolviamo il sistema lineare omogeneo associato alla matrice A − 5I, cioè

 −4x + 2y = 0

2x − y = 0

0=0

le cui soluzioni sono (h, 2h, k) con h e k parametri reali. Una base di E(5) si ottiene ponendo
prima h = 1 e k = 0 e poi h = 0 e k = 1.

2 (b) Determina una matrice diagonale D e una matrice ortogonale M tali che D = M −1 AM .
 √2
− 5 √15 0
  
0 0 0
D := 0 5 0 M :=  √15 √2
5
0 Vedere il file dei commenti.
0 0 5 0 0 1
2 (c) Determina, se esiste, un’altra matrice ortogonale N tali che D = N −1 AN (con D stessa
matrice diagonale determinata al punto precedente).
 √2
− 5 √15 0

N :=  √15 √2
5
0  Vedere il file dei commenti.
0 0 −1
Motivazione:

Le colonne di una matrice ortogonale che diagonalizza A si ottengono a partire da una base
ortonormale di ciascun autospazio: basta quindi prendere, anche solo per uno degli autospazi,
una base ortonormale differente. Ad esempio, nella base ortonormale di E(5) utilizzata per
scrivere M rimpiazziamo il vettore (0, 0, 1) con il suo vettore opposto (0, 0, −1) ottenendo
un vettore che è anch’esso ortogonale all’altro vettore della base di E(5) ed ha norma 1:
modifichiamo poi di conseguenza la terza colonna della matrice ortogonale.

Soluzione esame 8 gennaio 2008 - Pagina 3


8 gennaio 2008 - Soluzione esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2007-2008

 x + y − z + tw = 1

4. Si consideri il sistema di equazioni x + 2y + tz − w = 2t dove t è un parametro reale.

2x + 2ty − 2z + 2w = 2

2 (a) Determinare i valori di t per cui il sistema ha una sola soluzione.

Nessun valore
Motivazione:

Per il teorema di Rouché-Capelli un sistema ha un’unica soluzione se e solo se la matrice


del sistema e la matrice completa del sistema hanno entrambe rango uguale al numero delle
incognite, cioè, in questo caso, 4. La matrice del sistema e la matrice completa del sistema
hanno entrambe 3 righe e quindi hanno al massimo rango 3: pertanto non esiste alcun valore
per cui hanno rango 4.

Vedere il file dei commenti.


3 (b) Determina i valori di t per cui il sistema ha infinite soluzioni, specificando per ciascuno di essi
la dimensione dello spazio affine delle sue soluzioni.

Vi sono infinite soluzioni per ogni valore di t.


Per t = 1 l’insieme delle soluzioni è un sottospazio affine di dimensione 2
per t 6= 1 l’insieme delle soluzioni è un sottospazio affine di dimensione 1

Motivazione:

Per il teorema di Rouché-Capelli un sistema è risolubile se e solo se la matrice del sistema


e la matrice completa del sistema hanno lo stesso rango: in tal caso le soluzioni dipendono
da un numero di parametri uguale  1 al1 numero delle incognite meno il rango delle matrici.
−1 t
La matrice del sistema è At := 1 2 t −1 . Calcoliamone il rango. Il minore B formato
2 2t −2 2
dalle prime 2 righe e dalle prime 2 colonne di  1A1t hadeterminante non nullo. Gli orlati di
1 1 −1 t
B sono le matrici C1 := 1 2 t e C2 := 1 2 −1 . Questi minori hanno determinante
2 2t −2 2 2t 2
rispettivamente uguale a −2t2 + 2 e 2t2 − 2t. Il determinante di C1 si annulla per t = 1 e
t = −1 mentre quello di C2 si annulla per t = 0 e t = 1: l’unico valore per cui si annullano
contemporaneamente è t = 1. Pertanto At ha rango 3 se t 6= 1 e rango 2 se t = 1. Nel primo
caso anche la matrice completa del sistema ha rango 3: infatti il suo rango è maggiore o
uguale del rango della matrice del sistema e non può essere maggiore di 3 perché la matrice
completa ha 3 righe. Pertanto, se t 6= 1 il sistema è risolubile con infinite soluzioni dipendenti
da 4 − 3 = 1 parametro. Pertanto lo spazio affine delle soluzioni ha dimensione 1.
Se invece t = 1 consideriamo gli orlati di B nella matrice completa del sistema: sappiamo già
che
 due di essi (cioè C1 e C2 ) hanno determinante nullo. L’unico che dobbiamo considerare
111
è 1 2 2 . Poiché il determinante di questo minore è 0 la matrice completa del sistema ha
222
rango 2 e il sistema è risolubile con infinite soluzioni dipendenti da 4 − 2 = 2 parametri
indipendenti. Pertanto lo spazio affine delle soluzioni ha dimensione 2.

2 (c) Tra i valori di t determinati al punto precedente scegline uno per cui la dimensione dello spazio
affine delle soluzioni è la più alta e trova tutte le soluzioni del sistema in tal caso.
Valore di t scelto:
t=1
Soluzioni del sistema:

3h − 3k

 x=

 y = 1 − 2h + 2k

con h e k parametri reali
 z=
 h


w= k

Soluzione esame 8 gennaio 2008 - Pagina 4


8 gennaio 2008 - Soluzione esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2007-2008

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5. Fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano siano dati i punti A := (3, 4), B := (5, 3).
Sia r la retta passante per A e B.
3 (a) Determina due punti C e D tali che ABCD sia un quadrato contenuto nel semipiano delimitato
da r e contenente l’origine:
C = (4, 1) D = (2, 2)
Motivazione:

La retta r ha equazione x−3 y−4



5−3 3−4 = 0 cioè x + 2y − 11 = 0. Poiché 0 + 2 · 0 − 11 < 0, il
semipiano delimitato da r e contenente l’origine è definito dalla disequazione
p x+2y −11 < √0.
Il quadrato cercato ha lato uguale alla distanza tra A e B cioè (5 − 3) 2 + (3 − 4)2 = 5.
(
x=3+ t
La retta ortogonale a r e passante per A ha equazioni parametriche : dunque
y = 4 + 2t
il generico punto di questa retta è (3 + t, 4 + 2t). p Imponendo che la distanza di questo√
punto da A sia uguale al lato del quadrato troviamo (3 + t − 3)2 + (4 + 2t − 4)2 = 5 da
cui otteniamo t = 1 e t = −1. I due punti che otteniamo in corrispondenza di tali valori
appartengono a semipiani opposti rispetto a r. Per t = 1 otteniamo il punto (4, 6): poiché
4 + 2 · 6 − 11 > 0, il punto cercato è l’altro, cioè D := (2, 2). Poiché un quadrato è, in
particolare, un parallelogramma, per trovare C calcoliamo prima il punto medio M tra B
e D. Otteniamo cosı̀ M = 5+2 3+2 7 5
2 , 2  = 2, 2 . Imponendo che M sia il punto medio tra
x̄+3 ȳ+4 7 5

C := (x̄, ȳ) e A otteniamo 2 , 2 = 2 , 2 da cui ricaviamo C = (4, 1).

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2 (b) Determina l’equazione cartesiana della circonferenza circoscritta al quadrato ABCD (cioè
passante per i punti A, B, C e D) e l’equazione cartesiana della circonferenza inscritta al
quadrato ABCD (cioè tangente ai lati del quadrato)
2 2
Circonferenza circoscritta: x − 72 + y − 25 = 5
2
2 2
Circonferenza inscritta: x − 72 + y − 25 = 54
Motivazione:

Entrambe le circonferenze hanno centro nel centro M del quadrato che abbiamo gia deter-
minato al punto precedente.

La circonferenza inscritta ha raggio uguale alla metà del lato
del quadrato, cioè 25 , mentre il raggio della circonferenza circoscritta può essere calcolato
come la distanza tra il centro
q della circonferenza equno qualunque dei vertici del quadrato,
7 2 5 2
3 − 2 + 4 − 2 = 52 .

ad esempio A, ottenendo

2 (c) Detta s la retta passante per C e D e detto P il punto di intersezione tra la retta s e l’asse
A(ABP ) = 52
delle x determina l’area del triangolo ABP
Motivazione:

Consideriamo come base del triangolo il lato AB la cui lunghezza è 5. L’altezza relativa
a tale base è data dalla distanza di P da r: poiché P giace sulla retta s che è parallela a r,
la distanza di P da r è uguale alla distanza di s da r cioè al lato del quadrato ABCD che è
√ √ √
5 5
5. Il triangolo ha allora area 2 = 52 .

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Soluzione esame 8 gennaio 2008 - Pagina 5


8 gennaio 2008 - Soluzione esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2007-2008
(
2x + y − z − 1 = 0
6. Fissato nello spazio un sistema di riferimento cartesiano, siano date le rette r :
x + y − 2z + 2 = 0
(
3x + 2y − 3z − 11 = 0
es:
4x + 3y − 5z − 9 = 0
3 (a) Le rette r e s sono:
 coincidenti  incidenti  parallele e distinte  sghembe
Motivazione:

Se 
trasformiamo le equazioni
 cartesiane di r e s nelle equazioni parametriche otteniamo:

 x = 1 + t 
 x = 2 + t
r : y = 1 − 3t e s : y = 2 − 3t
 
z=2− t z=1− t
 
Poiché i parametri direttori delle due rette sono proporzionali, le due rette sono parallele.
Per stabilire coincidono oppure sono distinte prendiamo un punto qualsiasi di r, ad esempio
P := (1, 1, 2) e ne sostituiamo le coordinate nelle equazioni di s. Poiché 3·1+2·1−3·2−11 6= 0
abbiamo che P non appartiene a s e, dunque, le due rette sono distinte.

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2 (b) Di piani contenenti r e paralleli a s:


 non ne esiste nessuno;
 ne esiste uno solo: il piano π di equazione cartesiana
 ne esiste più di uno.
Motivazione:

Dal punto precedente sappiamo che le rette r e s sono parallele. Dunque tutti i piani che
contengono r, essendo paralleli a r, sono anche paralleli a s.

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2 (c) Di piani contenenti r e ortogonali a s:


 non ne esiste nessuno;
 ne esiste uno solo: il piano σ di equazione cartesiana
 ne esiste più di uno.
Motivazione:

Sappiamo già che le rette r e s sono parallele: quindi ogni piano ortogonale a s è anche
ortogonale a r. I piani contenenti r non sono ortogonali a r stessa, quindi non esiste nessun
piano come quello cercato.

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Soluzione esame 8 gennaio 2008 - Pagina 6


8 gennaio 2008 - Soluzione esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2007-2008

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . . .

ISTRUZIONI
• La prova dura 3 ore.
• Ti sono stati consegnati tre fogli, stampati fronte e retro. Come prima cosa scrivi su
ciascuno di essi negli spazi predisposti il tuo nome, cognome e numero di matricola.
• A fianco di ciascuna domanda è presente un doppio riquadro: in quello di sinistra è indicato
il punteggio corrispondente alla domanda in caso di risposta completamente corretta; quello di
destra è a disposizione della commissione per la correzione.
• I punteggi sono espressi in trentesimi. Un punteggio compreso tra 30 e 32 corrisponde ad un voto
di 30 trentesimi; un punteggio di almeno 33 corrisponde ad un voto di 30 trentesimi e lode.
• Per le risposte utilizza unicamente gli spazi riquadrati già predisposti. Quando richiesto, le risposte
vanno motivate brevemente, ma in maniera comprensibile.
• Se devi cambiare qualche risposta che hai già scritto sul foglio, fai in modo che sia chiaro per chi
correggerà il tuo compito quale sia la risposta definitiva. Se la risposta risultasse poco leggibile,
chiedi al docente un nuovo foglio e ritrascrivi su questo foglio tutte le risposte che hai dato.
• Al termine della prova devi consegnare unicamente i fogli che ti sono stati consegnati
dal docente. Non saranno ritirati eventuali fogli di brutta copia, integrazioni e simili.

1. Fissata in V 2 (O) una base ortonormale formata dai vettori e1 e e2 , sia dato il vettore v1 := −e1 −e2 .
2 (a) Quante sono le basi di V 2 (O) aventi come primo vettore v1 ?

Infinite.
Motivazione:

I vettori v1 = −e1 − e2 e v2 := ae1 + be2 formano una base di V 2 (O) se e solo se essi sono
linearmente indipendenti. Ciò è verificato se la matrice
 
−1 a
−1 b

è invertibile, cioè se e solo se a 6= b. Chiaramente vi sono infinite coppie (a,b) verificanti


questa condizione. Basta infatti osservare che, fissata per esempio a = 0, tutti gli infiniti
numeri b 6= 0 verificano la condizione richiesta.

2 (b) Quante sono le basi ortonormali di V 2 (O) aventi come primo vettore v1 ?

Nessuna.
Motivazione:

I vettori appartenenti ad una base ortonormale hanno tutti norma uguale a 1. Poiché il
vettore v1 ha norma diversa da 1, non esiste alcuna base ortonormale contenente il vettore
v1 .

Soluzione esame 8 gennaio 2008 - Pagina 1


8 gennaio 2008 - Soluzione esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2007-2008

2. Fissato nello spazio un sistema di riferimento cartesiano, si considerino il punto A := (2, 4, 6) e, al


variare dei parametri a, b, c e d, le rette:
 
x = a − t
 x = 3

r: y= b+ t s : y = 5 + dt
 
z = c + 2t z = 7 − 5t
 

2 (a) Determina tutti i valori di a, b, c e d per i quali esiste uno ed un sol piano passante per A e
perpendicolare sia a r che a s.

Nessun valore di a, b, c e d.
Motivazione:

Le rette r e s hanno rispettivamente vettori direttori u := (−1, 1, 2) e v := (0, d, −5).


Osserviamo che il rango della matrice
 
−1 1 2
B :=
0 d −5

è uguale a 2 per tutti i valori di a, b, c e d: infatti il minore formato dalla prima e dalla
terza colonna ha determinante non nullo. Pertanto le due rette non sono tra loro parallele.
Sappiamo però che rette perpendicolari ad uno stesso piano sono tra loro parallele. Ne segue
che non esiste mai un piano perpendicolare ad entrambe le rette r e s.

2 (b) Determina tutti i valori di a, b, c e d per i quali esiste una ed una sola retta passante per A e
perpendicolare sia a r che a s.

Tutti i valori di a, b, c e d.
Motivazione:

Una retta verificante le condizioni date ha equazioni parametriche:



 x = 2 + lt

y = 4 + mt

z = 6 + nt

con il vettore w := (l, m, n) perpendicolare ai vettori u e v. Pertanto (l, m, n) devono


verificare il sistema: (
−l + m + 2n = 0
dm − 5n = 0
Abbiamo un sistema omogeneo formato da due equazioni in tre incognite. La matrice dei
coefficienti del sistema è la matrice B determinata nel punto (a) e quindi ha rango uguale
a 2 per tutti i valori di a, b, c e d. Il nostro sistema ha quindi infinite soluzioni tutte
proporzionali tra loro. Pertanto queste infinite soluzioni determinano un’unica retta.

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8 gennaio 2008 - Soluzione esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2007-2008

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . .


 
1 0 −2
3. Sia data la matrice: A :=  0 5 0 .
−2 0 4
3 (a) Determina gli autovalori di A e una base per ciascun autospazio di A. Utilizza la tabella
sottostante. In ciascuna riga scrivi un autovalore differente e una base per il corrispondente
autospazio (nota: il numero delle righe già presenti in tabella non è detto che sia uguale al
numero degli autovalori effettivamente presenti)
Autovalore λ Base dell’autospazio E(λ)

0 (2, 0, 1)

5 (1, 0, −2), (0, 1, 0)

Motivazione:
1−x 0 −2
Il polinomio caratteristico di A è det(A − xI) = 0 5−x 0 = −x(x − 5)2 , che si annulla

−2 0 4−x
per 0 e 5.
Per calcolare E(0) risolviamo il sistema lineare omogeneo associato alla matrice A − 0I, cioè

 x
 − 2z = 0
5y =0

−2x + 4z = 0

le cui soluzioni sono (2h, 0, h) con h parametro reale. Una base di E(0) si ottiene ponendo
h = 1.
Per calcolare E(5) risolviamo il sistema lineare omogeneo associato alla matrice A − 5I, cioè

 −4x − 2z = 0

0=0

−2x − z = 0

le cui soluzioni sono (h, k, −2h) con h e k parametri reali. Una base di E(5) si ottiene
ponendo prima h = 1 e k = 0 e poi h = 0 e k = 1.

2 (b) Determina una matrice diagonale D e una matrice ortogonale M tali che D = M −1 AM .
 √2 √1 0
  
0 0 0 5 5
D := 0 5 0 M :=  0 0 1 Vedere il file dei commenti.
1 2
0 0 5 √
5
− √5 0
2 (c) Determina, se esiste, un’altra matrice ortogonale N tali che D = N −1 AN (con D stessa
matrice diagonale determinata al punto precedente).
 √2 √1 0

5 5
N :=  0 0 −1 Vedere il file dei commenti.
√1 − √2 0
5 5
Motivazione:

Le colonne di una matrice ortogonale che diagonalizza A si ottengono a partire da una base
ortonormale di ciascun autospazio: basta quindi prendere, anche solo per uno degli autospazi,
una base ortonormale differente. Ad esempio, nella base ortonormale di E(5) utilizzata per
scrivere M rimpiazziamo il vettore (0, 1, 0) con il suo vettore opposto (0, −1, 0) ottenendo
un vettore che è anch’esso ortogonale all’altro vettore della base di E(5) ed ha norma 1:
modifichiamo poi di conseguenza la terza colonna della matrice ortogonale.

Soluzione esame 8 gennaio 2008 - Pagina 3


8 gennaio 2008 - Soluzione esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2007-2008

 x + y + tz − w = 1

4. Si consideri il sistema di equazioni 4x + 2y − 4z + tw = 2t dove t è un parametro reale.

tx + 2y + 4z − 2w = 2

2 (a) Determinare i valori di t per cui il sistema ha una sola soluzione.

Nessun valore
Motivazione:

Per il teorema di Rouché-Capelli un sistema ha un’unica soluzione se e solo se la matrice


del sistema e la matrice completa del sistema hanno entrambe rango uguale al numero delle
incognite, cioè, in questo caso, 4. La matrice del sistema e la matrice completa del sistema
hanno entrambe 3 righe e quindi hanno al massimo rango 3: pertanto non esiste alcun valore
per cui hanno rango 4.

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3 (b) Determina i valori di t per cui il sistema ha infinite soluzioni, specificando per ciascuno di essi
la dimensione dello spazio affine delle sue soluzioni.

Il sistema ha una infinite soluzioni per ogni valore di t.


Per t = 2 lo spazio affine delle soluzioni ha dimensione uguale a 2.
Per t 6= 2 lo spazio affine delle soluzioni ha dimensione uguale a 1.

Motivazione:

Per il teorema di Rouché-Capelli un sistema è risolubile se e solo se la matrice del sistema


e la matrice completa del sistema hanno lo stesso rango: in tal caso le soluzioni dipendono
da un numero di parametri uguale  1al numero
 delle incognite meno il rango delle matrici.
1 t −1
La matrice del sistema è At := 4 2 −4 t . Calcoliamone il rango. Il minore B formato
t 2 4 −2
dalle prime 2 righe e dalle prime 2 colonne di
 1A1t −1
hadeterminante non nullo. Gli orlati di
11 t
B sono le matrici C1 := 4 2 −4 e C2 := 4 2 t . Questi minori hanno determinante
t 2 4 t 2 −2
rispettivamente uguale a −2t2 + 4t e t2 − 4. Il determinante di C1 si annulla per t = 0 e
t = 2 mentre quello di C2 si annulla per t = −2 e t = 2: l’unico valore per cui si annullano
contemporaneamente è t = 2. Pertanto At ha rango 3 se t 6= 1 e rango 2 se t = 2. Nel primo
caso anche la matrice completa del sistema ha rango 3: infatti il suo rango è maggiore o
uguale del rango della matrice del sistema e non può essere maggiore di 3 perché la matrice
completa ha 3 righe. Pertanto, se t 6= 2 il sistema è risolubile con infinite soluzioni dipendenti
da 4 − 3 = 1 parametro. La dimensione dello spazio affine delle soluzioni è quindi uguale a
1.
Se invece t = 2 consideriamo gli orlati di B nella matrice completa del sistema: sappiamo già
che due di essi (cioè C1 e C2 ) hanno determinante nullo. L’unico che dobbiamo considerare
111
è 4 2 4 . Poiché il determinante di questo minore è 0 la matrice completa del sistema ha
222
rango 2 e il sistema è risolubile con infinite soluzioni dipendenti da 4 − 2 = 2 parametri. La
dimensione dello spazio affine delle soluzioni è quindi uguale a 2.
2 (c) Tra i valori di t determinati al punto precedente scegline uno per cui la dimensione dello spazio
affine delle soluzioni è la più alta e trova le soluzioni del sistema in tal caso.
Valore di t scelto:
t=2
Soluzioni del sistema:

x = 1 + 4h − 2k



 y = − 6h + 3k

con h e k parametri reali
 z=
 h


w= k

Soluzione esame 8 gennaio 2008 - Pagina 4


8 gennaio 2008 - Soluzione esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2007-2008

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . .

5. Fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano siano dati i punti A := (4, 4), B := (5, 7).
Sia r la retta passante per A e B.
3 (a) Determina due punti C e D tali che ABCD sia un quadrato contenuto nel semipiano delimitato
da r e contenente l’origine:
C = (2, 8) D = (1, 5)
Motivazione:

La retta r ha equazione x−4 y−4



5−4 7−4 = 0 cioè 3x − y − 8 = 0. Poiché 3 · 0 − 0 − 8 < 0, il
disequazione 3x − y − 8√
semipiano delimitato da r e contenente l’origine è definito dallap < 0.
Il quadrato cercato ha lato uguale alla distanza tra A e B cioè (5 −(4)2 + (7 − 4)2 = 10.
x = 4 + 3t
La retta ortogonale a r e passante per A ha equazioni parametriche : dunque
y=4− t
il generico punto di questa retta è (4 + 3t, 4 − t). Imponendo
p che la distanza di questo

punto da A sia uguale al lato del quadrato troviamo (4 + 3t − 4)2 + (4 − t − 4)2 = 10
da cui otteniamo t = 1 e t = −1. I due punti che otteniamo in corrispondenza di tali valori
appartengono a semipiani opposti rispetto a r. Per t = 1 otteniamo il punto (7, 3): poiché
3 · 7 − 3 − 8 > 0, il punto cercato è l’altro, cioè D := (1, 5). Poiché un quadrato è, in
particolare, un parallelogramma, per trovare C calcoliamo prima il punto medio M tra B
e D. Otteniamo cosı̀ M = 5+1 7+5
2 , 2  = (3, 6). Imponendo che M sia il punto medio tra
x̄+4 ȳ+4
C := (x̄, ȳ) e A otteniamo 2 , 2 = (3, 6) da cui ricaviamo C = (2, 8).

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2 (b) Determina l’equazione cartesiana della circonferenza circoscritta al quadrato ABCD (cioè
passante per i punti A, B, C e D) e l’equazione cartesiana della circonferenza inscritta al
quadrato ABCD (cioè tangente ai lati del quadrato)

2 2
Circonferenza circoscritta: (x − 3) + (y − 6) = 5
2 2
Circonferenza inscritta: (x − 3) + (y − 6) = 52
Motivazione:

Entrambe le circonferenze hanno centro nel centro M del quadrato che abbiamo gia deter-
minato al punto precedente.

La circonferenza inscritta ha raggio uguale alla metà del lato
del quadrato, cioè 210 , mentre il raggio della circonferenza circoscritta può essere calcolato
come la distanza tra il centro
q della circonferenza √ e uno qualunque dei vertici del quadrato,
2 2
ad esempio A, ottenendo (4 − 3) + (4 − 6) = 5.

2 (c) Detta s la retta passante per C e D e detto P il punto di intersezione tra la retta s e l’asse
A(ABP ) = 5
delle x determina l’area del triangolo ABP
Motivazione:

Consideriamo come base del triangolo il lato AB la cui lunghezza è 10. L’altezza relativa
a tale base è data dalla distanza di P da r: poiché P giace sulla retta s che è parallela a r,
la distanza di P da r è uguale alla distanza di s da r cioè al lato del quadrato ABCD che è
√ √ √
10 10
10. Il triangolo ha allora area 2 = 5.

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8 gennaio 2008 - Soluzione esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2007-2008
(
x+y+z−5=0
6. Fissato nello spazio un sistema di riferimento cartesiano, siano date le rette r :
3x − y + z − 1 = 0
(
5x + y + 3z − 14 = 0
es:
x − 3y − z + 2 = 0
3 (a) Le rette r e s sono:
 coincidenti  incidenti  parallele e distinte  sghembe
Motivazione:

Se 
trasformiamo le equazioni
 cartesiane di r e s nelle equazioni parametriche otteniamo:

 x = 1 + t 
 x = 2 + t
r: y=3+ t es: y=1+ t
 
z = 1 − 2t z = 1 − 2t
 
Poiché i parametri direttori delle due rette sono proporzionali, le due rette sono parallele.
Per stabilire coincidono oppure sono distinte prendiamo un punto qualsiasi di r, ad esempio
P := (1, 3, 1) e ne sostituiamo le coordinate nelle equazioni di s. Poiché 5·1+3+3·1−14 6= 0
abbiamo che P non appartiene a s e, dunque, le due rette sono distinte.

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2 (b) Di piani contenenti r e paralleli a s:


 non ne esiste nessuno;
 ne esiste uno solo: il piano π di equazione cartesiana
 ne esiste più di uno.
Motivazione:

Dal punto precedente sappiamo che le rette r e s sono parallele. Dunque tutti i piani che
contengono r, essendo paralleli a r, sono anche paralleli a s.

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2 (c) Di piani contenenti r e ortogonali a s:


 non ne esiste nessuno;
 ne esiste uno solo: il piano σ di equazione cartesiana
 ne esiste più di uno.
Motivazione:

Sappiamo già che le rette r e s sono parallele: quindi ogni piano ortogonale a s è anche
ortogonale a r. I piani contenenti r non sono ortogonali a r stessa, quindi non esiste nessun
piano come quello cercato.

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8 gennaio 2008 - Soluzione esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2007-2008

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . . .

ISTRUZIONI
• La prova dura 3 ore.
• Ti sono stati consegnati tre fogli, stampati fronte e retro. Come prima cosa scrivi su
ciascuno di essi negli spazi predisposti il tuo nome, cognome e numero di matricola.
• A fianco di ciascuna domanda è presente un doppio riquadro: in quello di sinistra è indicato
il punteggio corrispondente alla domanda in caso di risposta completamente corretta; quello di
destra è a disposizione della commissione per la correzione.
• I punteggi sono espressi in trentesimi. Un punteggio compreso tra 30 e 32 corrisponde ad un voto
di 30 trentesimi; un punteggio di almeno 33 corrisponde ad un voto di 30 trentesimi e lode.
• Per le risposte utilizza unicamente gli spazi riquadrati già predisposti. Quando richiesto, le risposte
vanno motivate brevemente, ma in maniera comprensibile.
• Se devi cambiare qualche risposta che hai già scritto sul foglio, fai in modo che sia chiaro per chi
correggerà il tuo compito quale sia la risposta definitiva. Se la risposta risultasse poco leggibile,
chiedi al docente un nuovo foglio e ritrascrivi su questo foglio tutte le risposte che hai dato.
• Al termine della prova devi consegnare unicamente i fogli che ti sono stati consegnati
dal docente. Non saranno ritirati eventuali fogli di brutta copia, integrazioni e simili.

1. Fissata in V 2 (O) una base ortonormale formata dai vettori e1 e e2 , sia dato il vettore v1 := −e1 +e2 .
2 (a) Quante sono le basi di V 2 (O) aventi come primo vettore v1 ?

Infinite.
Motivazione:

I vettori v1 = −e1 + e2 e v2 := ae1 + be2 formano una base di V 2 (O) se e solo se essi sono
linearmente indipendenti. Ciò è verificato se la matrice
 
−1 a
1 b

è invertibile, cioè se e solo se a 6= −b. Chiaramente vi sono infinite coppie (a,b) verificanti
questa condizione. Basta infatti osservare che, fissata per esempio a = 0, tutti gli infiniti
numeri b 6= 0 verificano la condizione richiesta.

2 (b) Quante sono le basi ortonormali di V 2 (O) aventi come primo vettore v1 ?

Nessuna.
Motivazione:

I vettori appartenenti ad una base ortonormale hanno tutti norma uguale a 1. Poiché il
vettore v1 ha norma diversa da 1, non esiste alcuna base ortonormale contenente il vettore
v1 .

Soluzione esame 8 gennaio 2008 - Pagina 1


8 gennaio 2008 - Soluzione esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2007-2008

2. Fissato nello spazio un sistema di riferimento cartesiano, si considerino il punto A := (6, 7, 8) e, al


variare dei parametri a, b, c e d, le rette:
 
 x = a + 3t
 x = 1

r : y = b + 2t s : y = 2 + dt
 
z= c+ t z = −1 + 7t
 

2 (a) Determina tutti i valori di a, b, c e d per i quali esiste uno ed un sol piano passante per A e
perpendicolare sia a r che a s.

Nessun valore di a, b, c e d.
Motivazione:

Le rette r e s hanno rispettivamente vettori direttori u := (3, 2, 1) e v := (0, d, 7).


Osserviamo che il rango della matrice
 
3 2 1
B :=
0 d 7

è uguale a 2 per tutti i valori di a, b, c e d: infatti il minore formato dalla prima e dalla
terza colonna ha determinante non nullo. Pertanto le due rette non sono tra loro parallele.
Sappiamo però che rette perpendicolari ad uno stesso piano sono tra loro parallele. Ne segue
che non esiste mai un piano perpendicolare ad entrambe le rette r e s.

2 (b) Determina tutti i valori di a, b, c e d per i quali esiste una ed una sola retta passante per A e
perpendicolare sia a r che a s.

Tutti i valori di a, b, c e d.
Motivazione:

Una retta verificante le condizioni date ha equazioni parametriche:



 x = 6 + lt

y = 7 + mt

z = 8 + nt

con il vettore w := (l, m, n) perpendicolare ai vettori u e v. Pertanto (l, m, n) devono


verificare il sistema: (
3l + 2m + n = 0
dm + 7n = 0
Abbiamo un sistema omogeneo formato da due equazioni in tre incognite. La matrice dei
coefficienti del sistema è la matrice B determinata nel punto (a) e quindi ha rango uguale
a 2 per tutti i valori di a, b, c e d. Il nostro sistema ha quindi infinite soluzioni tutte
proporzionali tra loro. Pertanto queste infinite soluzioni determinano un’unica retta.

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8 gennaio 2008 - Soluzione esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2007-2008

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . .


 
−4 2 0
3. Sia data la matrice: A :=  2 −1 0 .
0 0 −5
3 (a) Determina gli autovalori di A e una base per ciascun autospazio di A. Utilizza la tabella
sottostante. In ciascuna riga scrivi un autovalore differente e una base per il corrispondente
autospazio (nota: il numero delle righe già presenti in tabella non è detto che sia uguale al
numero degli autovalori effettivamente presenti)
Autovalore λ Base dell’autospazio E(λ)

0 (1, 2, 0)

−5 (−2, 1, 0), (0, 0, 1)

Motivazione:
−4−x 2 0

Il polinomio caratteristico di A è det(A − xI) = 2 −1−x 0 = −x(x + 5)2 , che si

0 0 −5−x
annulla per 0 e −5.
Per calcolare E(0) risolviamo il sistema lineare omogeneo associato alla matrice A − 0I, cioè

 −4x + 2y
 =0
2x − y =0

− 5z = 0

le cui soluzioni sono (h, 2h, 0) con h parametro reale. Una base di E(0) si ottiene ponendo
h = 1.
Per calcolare E(−5) risolviamo il sistema lineare omogeneo associato alla matrice A−(−5)I,
cioè 
 x + 2y = 0

2x + 4y = 0

0=0

le cui soluzioni sono (−2h, h, k) con h e k parametri reali. Una base di E(−5) si ottiene
ponendo prima h = 1 e k = 0 e poi h = 0 e k = 1.

2 (b) Determina una matrice diagonale D e una matrice ortogonale M tali che D = M −1 AM .
 √1
− √25 0
  
0 0 0 5
D := 0 −5 0  M :=  √25 √1
5
0 Vedere il file dei commenti.
0 0 −5 0 0 1
2 (c) Determina, se esiste, un’altra matrice ortogonale N tali che D = N −1 AN (con D stessa
matrice diagonale determinata al punto precedente).
 √1
− √25 0

5
N :=  √25 √1
5
0  Vedere il file dei commenti.
0 0 −1
Motivazione:

Le colonne di una matrice ortogonale che diagonalizza A si ottengono a partire da una base
ortonormale di ciascun autospazio: basta quindi prendere, anche solo per uno degli autospazi,
una base ortonormale differente. Ad esempio, nella base ortonormale di E(5) utilizzata per
scrivere M rimpiazziamo il vettore (0, 0, 1) con il suo vettore opposto (0, 0, −1) ottenendo
un vettore che è anch’esso ortogonale all’altro vettore della base di E(5) ed ha norma 1:
modifichiamo poi di conseguenza la terza colonna della matrice ortogonale.

Soluzione esame 8 gennaio 2008 - Pagina 3


8 gennaio 2008 - Soluzione esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2007-2008

 x + y + z + tw = 1

4. Si consideri il sistema di equazioni x + 2y + tz + w = −2t dove t è un parametro reale.

2x − 2ty + 2z − 2w = 2

2 (a) Determinare i valori di t per cui il sistema ha una sola soluzione.

Nessun valore
Motivazione:

Per il teorema di Rouché-Capelli un sistema ha un’unica soluzione se e solo se la matrice


del sistema e la matrice completa del sistema hanno entrambe rango uguale al numero delle
incognite, cioè, in questo caso, 4. La matrice del sistema e la matrice completa del sistema
hanno entrambe 3 righe e quindi hanno al massimo rango 3: pertanto non esiste alcun valore
per cui hanno rango 4.

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3 (b) Determina i valori di t per cui il sistema ha infinite soluzioni, specificando per ciascuno di essi
la dimensione dello spazio affine delle sue soluzioni.

Si hanno infinite soluzioni per ogni valore di t.


Per t = −1 lo spazio affine delle soluzioni ha dimensione uguale a 2.
per t 6= −1 lo spazio affine delle soluzioni ha dimensione uguale a 1.

Motivazione:

Per il teorema di Rouché-Capelli un sistema è risolubile se e solo se la matrice del sistema


e la matrice completa del sistema hanno lo stesso rango: in tal caso le soluzioni dipendono
da un numero di parametri uguale 1 al1 numero
 delle incognite meno il rango delle matrici.
1 t
La matrice del sistema è At := 1 2 t 1 . Calcoliamone il rango. Il minore B formato
2 −2t 2 −2
dalle prime 2 righe e dalle
 1 1 1 2 colonne di1 A1t ha
prime determinante non nullo. Gli orlati di
t
B sono le matrici C1 := 1 2 t e C2 := 1 2 1 . Questi minori hanno determinante
2 −2t 2 2 −2t −2
rispettivamente uguale a 2t2 − 2 e −2t2 − 2t. Il determinante di C1 si annulla per t = 1
e t = −1 mentre quello di C2 si annulla per t = 0 e t = −1: l’unico valore per cui si
annullano contemporaneamente è t = −1. Pertanto At ha rango 3 se t 6= −1 e rango 2 se
t = −1. Nel primo caso anche la matrice completa del sistema ha rango 3: infatti il suo
rango è maggiore o uguale del rango della matrice del sistema e non può essere maggiore
di 3 perché la matrice completa ha 3 righe. Pertanto, se t 6= −1 il sistema è risolubile con
infinite soluzioni dipendenti da 4 − 3 = 1 parametro. Lo spazio affine delle soluzioni ha
quindi dimensione uguale a 1.
Se invece t = −1 consideriamo gli orlati di B nella matrice completa del sistema: sappiamo
già chedue di
 essi (cioè C1 e C2 ) hanno determinante nullo. L’unico che dobbiamo conside-
111
rare è 1 2 2 . Poiché il determinante di questo minore è 0 la matrice completa del sistema
222
ha rango 2 e il sistema è risolubile con infinite soluzioni dipendenti da 4 − 2 = 2 parametri
indipendenti. Lo spazio affine delle soluzioni ha quindi dimensione uguale a 2.
2 (c) Tra i valori di t determinati al punto precedente scegline uno per cui la dimensione dello spazio
affine delle soluzioni è la più alta e trova tutte le soluzioni del sistema in tal caso.
Valore di t scelto:
t = −1
Soluzioni del sistema:

x = − 3h + 3k



 y = 1 + 2h − 2k

con h e k parametri reali

 z= h


w= k

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8 gennaio 2008 - Soluzione esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2007-2008

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . .

5. Fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano siano dati i punti A := (5, 3), B := (4, 5).
Sia r la retta passante per A e B.
3 (a) Determina due punti C e D tali che ABCD sia un quadrato contenuto nel semipiano delimitato
da r e contenente l’origine:
C = (2, 4) D = (3, 2)
Motivazione:

La retta r ha equazione x−5 y−3



4−5 5−3 = 0 cioè 2x + y − 13 = 0. Poiché 2 · 0 + 0 − 13 < 0, il
semipiano delimitato da r e contenente l’origine è definito dalla disequazione
p 2x+y −13 < √0.
Il quadrato cercato ha lato uguale alla distanza tra A e B cioè (4 − 5) 2 + (5 − 3)2 = 5.
(
x = 5 + 2t
La retta ortogonale a r e passante per A ha equazioni parametriche : dunque
y=3+ t
il generico punto di questa retta è (5 + 2t, 3 + t). p Imponendo che la distanza di questo√
punto da A sia uguale al lato del quadrato troviamo (5 + 2t − 5)2 + (3 + t − 3)2 = 5 da
cui otteniamo t = 1 e t = −1. I due punti che otteniamo in corrispondenza di tali valori
appartengono a semipiani opposti rispetto a r. Per t = 1 otteniamo il punto (7, 4): poiché
2 · 7 + 4 − 13 > 0, il punto cercato è l’altro, cioè D := (3, 2). Poiché un quadrato è, in
particolare, un parallelogramma, per trovare C calcoliamo prima il punto medio M tra B
e D. Otteniamo cosı̀ M = 4+3 5+2 7 7
2 , 2  = 2, 2 . Imponendo che M sia il punto medio tra
x̄+5 ȳ+3 7 7

C := (x̄, ȳ) e A otteniamo 2 , 2 = 2 , 2 da cui ricaviamo C = (2, 4).

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2 (b) Determina l’equazione cartesiana della circonferenza circoscritta al quadrato ABCD (cioè
passante per i punti A, B, C e D) e l’equazione cartesiana della circonferenza inscritta al
quadrato ABCD (cioè tangente ai lati del quadrato)
2 2
Circonferenza circoscritta: x − 72 + y − 27 = 5
2
2 2
Circonferenza inscritta: x − 72 + y − 27 = 54
Motivazione:

Entrambe le circonferenze hanno centro nel centro M del quadrato che abbiamo gia deter-
minato al punto precedente.

La circonferenza inscritta ha raggio uguale alla metà del lato
del quadrato, cioè 25 , mentre il raggio della circonferenza circoscritta può essere calcolato
come la distanza tra il centro
q della circonferenza equno qualunque dei vertici del quadrato,
7 2 7 2
5 − 2 + 3 − 2 = 52 .

ad esempio A, ottenendo

2 (c) Detta s la retta passante per C e D e detto P il punto di intersezione tra la retta s e l’asse
A(ABP ) = 52
delle x determina l’area del triangolo ABP
Motivazione:

Consideriamo come base del triangolo il lato AB la cui lunghezza è 5. L’altezza relativa
a tale base è data dalla distanza di P da r: poiché P giace sulla retta s che è parallela a r,
la distanza di P da r è uguale alla distanza di s da r cioè al lato del quadrato ABCD che è
√ √ √
5 5
5. Il triangolo ha allora area 2 = 52 .

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8 gennaio 2008 - Soluzione esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2007-2008
(
2x + y + 4z − 9 = 0
6. Fissato nello spazio un sistema di riferimento cartesiano, siano date le rette r :
x+y+ z−5=0
(
3x + 2y + 5z − 19 = 0
es:
3x + y + 7z − 17 = 0
3 (a) Le rette r e s sono:
 coincidenti  incidenti  parallele e distinte  sghembe
Motivazione:

Se 
trasformiamo le equazioni
 cartesiane di r e s nelle equazioni parametriche otteniamo:

 x = 1 + 3t 
 x = 2 + 3t
r : y = 3 − 2t e s : y = 4 − 2t
 
z=1− t z=1− t
 
Poiché i parametri direttori delle due rette sono proporzionali, le due rette sono parallele.
Per stabilire coincidono oppure sono distinte prendiamo un punto qualsiasi di r, ad esempio
P := (1, 3, 1) e ne sostituiamo le coordinate nelle equazioni di s. Poiché 3·1+2·3+5·1−19 6= 0
abbiamo che P non appartiene a s e, dunque, le due rette sono distinte.

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2 (b) Di piani contenenti r e paralleli a s:


 non ne esiste nessuno;
 ne esiste uno solo: il piano π di equazione cartesiana
 ne esiste più di uno.
Motivazione:

Dal punto precedente sappiamo che le rette r e s sono parallele. Dunque tutti i piani che
contengono r, essendo paralleli a r, sono anche paralleli a s.

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2 (c) Di piani contenenti r e ortogonali a s:


 non ne esiste nessuno;
 ne esiste uno solo: il piano σ di equazione cartesiana
 ne esiste più di uno.
Motivazione:

Sappiamo già che le rette r e s sono parallele: quindi ogni piano ortogonale a s è anche
ortogonale a r. I piani contenenti r non sono ortogonali a r stessa, quindi non esiste nessun
piano come quello cercato.

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COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . . .

ISTRUZIONI
• La prova dura 3 ore.
• Ti sono stati consegnati tre fogli, stampati fronte e retro. Come prima cosa scrivi su
ciascuno di essi negli spazi predisposti il tuo nome, cognome e numero di matricola.
• A fianco di ciascuna domanda è presente un doppio riquadro: in quello di sinistra è indicato
il punteggio corrispondente alla domanda in caso di risposta completamente corretta; quello di
destra è a disposizione della commissione per la correzione.
• I punteggi sono espressi in trentesimi. Un punteggio compreso tra 30 e 32 corrisponde ad un voto
di 30 trentesimi; un punteggio di almeno 33 corrisponde ad un voto di 30 trentesimi e lode.
• Per le risposte utilizza unicamente gli spazi riquadrati già predisposti. Quando richiesto, le risposte
vanno motivate brevemente, ma in maniera comprensibile.
• Se devi cambiare qualche risposta che hai già scritto sul foglio, fai in modo che sia chiaro per chi
correggerà il tuo compito quale sia la risposta definitiva. Se la risposta risultasse poco leggibile,
chiedi al docente un nuovo foglio e ritrascrivi su questo foglio tutte le risposte che hai dato.
• Al termine della prova devi consegnare unicamente i fogli che ti sono stati consegnati
dal docente. Non saranno ritirati eventuali fogli di brutta copia, integrazioni e simili.

1. Fissata in V 2 (O) una base ortonormale formata dai vettori e1 e e2 , sia dato il vettore v1 := e1 −e2 .
2 (a) Quante sono le basi di V 2 (O) aventi come primo vettore v1 ?

Infinite.
Motivazione:

I vettori v1 = e1 − e2 e v2 := ae1 + be2 formano una base di V 2 (O) se e solo se essi sono
linearmente indipendenti. Ciò è verificato se la matrice
 
1 a
−1 b

è invertibile, cioè se e solo se a 6= −b. Chiaramente vi sono infinite coppie (a,b) verificanti
questa condizione. Basta infatti osservare che, fissata per esempio a = 0, tutti gli infiniti
numeri b 6= 0 verificano la condizione richiesta.

2 (b) Quante sono le basi ortonormali di V 2 (O) aventi come primo vettore v1 ?

Nessuna.
Motivazione:

I vettori appartenenti ad una base ortonormale hanno tutti norma uguale a 1. Poiché il
vettore v1 ha norma diversa da 1, non esiste alcuna base ortonormale contenente il vettore
v1 .

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2. Fissato nello spazio un sistema di riferimento cartesiano, si considerino il punto A := (−3, −5, −7)
e, al variare dei parametri a, b, c e d, le rette:
 
x = a − t
 x = 1

r : y = b − 2t s : y = 2 + dt
 
z = c − 3t z = −1 + 5t
 

2 (a) Determina tutti i valori di a, b, c e d per i quali esiste uno ed un sol piano passante per A e
perpendicolare sia a r che a s.

Nessun valore di a, b, c e d.
Motivazione:

Le rette r e s hanno rispettivamente vettori direttori u := (−1, −2, −3) e v := (0, d, 5).
Osserviamo che il rango della matrice
 
−1 −2 −3
B :=
0 d 5

è uguale a 2 per tutti i valori di a, b, c e d: infatti il minore formato dalla prima e dalla
terza colonna ha determinante non nullo. Pertanto le due rette non sono tra loro parallele.
Sappiamo però che rette perpendicolari ad uno stesso piano sono tra loro parallele. Ne segue
che non esiste mai un piano perpendicolare ad entrambe le rette r e s.

2 (b) Determina tutti i valori di a, b, c e d per i quali esiste una ed una sola retta passante per A e
perpendicolare sia a r che a s.

Tutti i valori di a, b, c e d.
Motivazione:

Una retta verificante le condizioni date ha equazioni parametriche:



 x = −3 + lt

y = −5 + mt

z = −7 + nt

con il vettore w := (l, m, n) perpendicolare ai vettori u e v. Pertanto (l, m, n) devono


verificare il sistema: (
−l − 2m − 3n = 0
dm + 5n = 0
Abbiamo un sistema omogeneo formato da due equazioni in tre incognite. La matrice dei
coefficienti del sistema è la matrice B determinata nel punto (a) e quindi ha rango uguale
a 2 per tutti i valori di a, b, c e d. Il nostro sistema ha quindi infinite soluzioni tutte
proporzionali tra loro. Pertanto queste infinite soluzioni determinano un’unica retta.

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8 gennaio 2008 - Soluzione esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2007-2008

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . .


 
−5 0 0
3. Sia data la matrice: A :=  0 −1 2 .
0 2 −4
3 (a) Determina gli autovalori di A e una base per ciascun autospazio di A. Utilizza la tabella
sottostante. In ciascuna riga scrivi un autovalore differente e una base per il corrispondente
autospazio (nota: il numero delle righe già presenti in tabella non è detto che sia uguale al
numero degli autovalori effettivamente presenti)
Autovalore λ Base dell’autospazio E(λ)

0 (0, 2, 1)

−5 (1, 0, 0), (0, 1, −2)

Motivazione:
−5−x 0 0

Il polinomio caratteristico di A è det(A − xI) = 0 −1−x 2 = −x(x + 5)2 , che si

0 2 −4−x
annulla per 0 e −5.
Per calcolare E(0) risolviamo il sistema lineare omogeneo associato alla matrice A − 0I, cioè

 −5x
 =0
− y + 2z = 0

2y − 4z = 0

le cui soluzioni sono (0, 2h, h) con h parametro reale. Una base di E(0) si ottiene ponendo
h = 1.
Per calcolare E(−5) risolviamo il sistema lineare omogeneo associato alla matrice A−(−5)I,
cioè 

 0=0
4y + 2z = 0

2y + z = 0

le cui soluzioni sono (h, k, −2k) con h e k parametri reali. Una base di E(−5) si ottiene
ponendo prima h = 1 e k = 0 e poi h = 0 e k = 1.

2 (b) Determina una matrice diagonale D e una matrice ortogonale M tali che D = M −1 AM .
0 1 0
   
0 0 0
2 √1  Vedere il file dei commenti.
D := 0 −5 0  M :=  √5 0 5
0 0 −5 √1 0 − √25
5
2 (c) Determina, se esiste, un’altra matrice ortogonale N tali che D = N −1 AN (con D stessa
matrice diagonale determinata al punto precedente).
0 −1 0
 
2 √1  Vedere il file dei commenti.
N :=  √5 0 5
1

5
0 − √25
Motivazione:

Le colonne di una matrice ortogonale che diagonalizza A si ottengono a partire da una base
ortonormale di ciascun autospazio: basta quindi prendere, anche solo per uno degli autospazi,
una base ortonormale differente. Ad esempio, nella base ortonormale di E(5) utilizzata per
scrivere M rimpiazziamo il vettore (1, 0, 0) con il suo vettore opposto (−1, 0, 0) ottenendo
un vettore che è anch’esso ortogonale all’altro vettore della base di E(5) ed ha norma 1:
modifichiamo poi di conseguenza la seconda colonna della matrice ortogonale.

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 x + y + tz + w = 1

4. Si consideri il sistema di equazioni 4x + 2y + 4z + tw = −2t dove t è un parametro reale.

tx − 2y + 4z − 2w = −2

2 (a) Determinare i valori di t per cui il sistema ha una sola soluzione.

Nessun valore
Motivazione:

Per il teorema di Rouché-Capelli un sistema ha un’unica soluzione se e solo se la matrice


del sistema e la matrice completa del sistema hanno entrambe rango uguale al numero delle
incognite, cioè, in questo caso, 4. La matrice del sistema e la matrice completa del sistema
hanno entrambe 3 righe e quindi hanno al massimo rango 3: pertanto non esiste alcun valore
per cui hanno rango 4.

Vedere il file dei commenti.


3 (b) Determina i valori di t per cui il sistema ha infinite soluzioni, specificando per ciascuno di essi
la dimensione dello spazio affine delle soluzioni del sistema.

Si hanno infinite soluzioni per ogni valore di t.


Per t = −2 lo spazio affine delle soluzioni ha dimensione uguale a 2.
per t 6= −2 lo spazio affine delle soluzioni ha dimensione uguale a 1.

Motivazione:

Per il teorema di Rouché-Capelli un sistema è risolubile se e solo se la matrice del sistema


e la matrice completa del sistema hanno lo stesso rango: in tal caso le soluzioni dipendono
da un numero di parametri uguale  1al1 numero
 delle incognite meno il rango delle matrici.
t 1
La matrice del sistema è At := 4 2 4 t . Calcoliamone il rango. Il minore B formato
t −2 4 −2
dalle prime 2 righe e dalle
 1prime 2 colonne di At hadeterminante non nullo. Gli orlati di
1 t 1 1 1

B sono le matrici C1 := 4 2 4 e C2 := 4 2 t . Questi minori hanno determinante
t −2 4 t −2 −2
rispettivamente uguale a −2t2 − 4t e t2 − 4. Il determinante di C1 si annulla per t = 0 e
t = −2 mentre quello di C2 si annulla per t = −2 e t = 2: l’unico valore per cui si annullano
contemporaneamente è t = −2. Pertanto At ha rango 3 se t 6= −2 e rango 2 se t = −2.
Nel primo caso anche la matrice completa del sistema ha rango 3: infatti il suo rango è
maggiore o uguale del rango della matrice del sistema e non può essere maggiore di 3 perché
la matrice completa ha 3 righe. Pertanto, se t 6= 1 il sistema è risolubile con infinite soluzioni
dipendenti da 4 − 3 = 1 parametro. Pertanto lo spazio affine delle soluzioni ha dimensione
uguale a 1.
Se invece t = −2 consideriamo gli orlati di B nella matrice completa del sistema: sappiamo
già che due
 di essi 
(cioè C1 e C2 ) hanno determinante nullo. L’unico che dobbiamo consi-
1 1 1
derare è 4 2 4 . Poiché il determinante di questo minore è 0 la matrice completa del
−2 −2 −2
sistema ha rango 2 e il sistema è risolubile con infinite soluzioni dipendenti da 4 − 2 = 2
parametri. Pertanto lo spazio affine delle soluzioni ha dimensione uguale a 2.
2 (c) Tra i valori di t determinati al punto precedente scegline uno per cui la dimensione dello spazio
affine delle soluzioni è la più alta e trova tutte le soluzioni del sistema in tal caso.
Valore di t scelto:
t = −2
Soluzioni del sistema:

x = 1 − 4h + 2k



6h − 3k

y=
con h e k parametri reali

 z= h


w= k

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8 gennaio 2008 - Soluzione esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2007-2008

COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. MATRICOLA . . . . . . . . . . . .

5. Fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano siano dati i punti A := (3, 4), B := (6, 5).
Sia r la retta passante per A e B.
3 (a) Determina due punti C e D tali che ABCD sia un quadrato contenuto nel semipiano delimitato
da r e contenente l’origine:
C = (7, 2) D = (4, 1)
Motivazione:

La retta r ha equazione x−3 y−4



6−3 5−4 = 0 cioè x − 3y + 9 = 0. Poiché 0 − 3 · 0 + 9 > 0, il
disequazione x − 3y + 9√
semipiano delimitato da r e contenente l’origine è definito dallap > 0.
Il quadrato cercato ha lato uguale alla distanza tra A e B cioè (6 −(3)2 + (5 − 4)2 = 10.
x=3+ t
La retta ortogonale a r e passante per A ha equazioni parametriche : dunque
y = 4 − 3t
il generico punto di questa retta è (3 + t, 4 − 3t). Imponendo
p che la distanza di questo

punto da A sia uguale al lato del quadrato troviamo (3 + t − 3)2 + (4 − 3t − 4)2 = 10
da cui otteniamo t = 1 e t = −1. I due punti che otteniamo in corrispondenza di tali valori
appartengono a semipiani opposti rispetto a r. Per t = 1 otteniamo il punto (4, 1): poiché
4 − 3 · 1 + 9 > 0, questo è il punto cercato D. Poiché un quadrato è, in particolare, un
parallelogramma, per trovare C calcoliamo prima il punto medio M tra B e D. Otteniamo
cosı̀ M = 6+4 5+1
2 , 2  = (5, 3). Imponendo che M sia il punto medio tra C := (x̄, ȳ) e A
x̄+3 ȳ+4
otteniamo 2 , 2 = (5, 3) da cui ricaviamo C = (7, 2).

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2 (b) Determina l’equazione cartesiana della circonferenza circoscritta al quadrato ABCD (cioè
passante per i punti A, B, C e D) e l’equazione cartesiana della circonferenza inscritta al
quadrato ABCD (cioè tangente ai lati del quadrato)

2 2
Circonferenza circoscritta: (x − 5) + (y − 3) = 5
2 2
Circonferenza inscritta: (x − 5) + (y − 3) = 52
Motivazione:

Entrambe le circonferenze hanno centro nel centro M del quadrato che abbiamo gia deter-
minato al punto precedente.

La circonferenza inscritta ha raggio uguale alla metà del lato
del quadrato, cioè 210 , mentre il raggio della circonferenza circoscritta può essere calcolato
come la distanza tra il centro
q della circonferenza √ e uno qualunque dei vertici del quadrato,
2 2
ad esempio A, ottenendo (5 − 3) + (3 − 4) = 5.

2 (c) Detta s la retta passante per C e D e detto P il punto di intersezione tra la retta s e l’asse
A(ABP ) = 5
delle x determina l’area del triangolo ABP
Motivazione:

Consideriamo come base del triangolo il lato AB la cui lunghezza è 10. L’altezza relativa
a tale base è data dalla distanza di P da r: poiché P giace sulla retta s che è parallela a r,
la distanza di P da r è uguale alla distanza di s da r cioè al lato del quadrato ABCD che è
√ √ √
10 10
10. Il triangolo ha allora area 2 = 5.

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Soluzione esame 8 gennaio 2008 - Pagina 5


8 gennaio 2008 - Soluzione esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2007-2008
(
2x + y + z − 9 = 0
6. Fissato nello spazio un sistema di riferimento cartesiano, siano date le rette r :
x−y+z−2=0
(
4x − y + 3z − 14 = 0
es:
5x + y + 3z − 19 = 0
3 (a) Le rette r e s sono:
 coincidenti  incidenti  parallele e distinte  sghembe
Motivazione:

Se 
trasformiamo le equazioni
 cartesiane di r e s nelle equazioni parametriche otteniamo:

 x = 1 + 2t 
 x = 3 + 2t
r: y=3− t es: y=1− t
 
z = 4 − 3t z = 1 − 3t
 
Poiché i parametri direttori delle due rette sono proporzionali, le due rette sono parallele.
Per stabilire coincidono oppure sono distinte prendiamo un punto qualsiasi di r, ad esempio
P := (1, 3, 4) e ne sostituiamo le coordinate nelle equazioni di s. Poiché 4·1−3+3·4−14 6= 0
abbiamo che P non appartiene a s e, dunque, le due rette sono distinte.

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2 (b) Di piani contenenti r e paralleli a s:


 non ne esiste nessuno;
 ne esiste uno solo: il piano π di equazione cartesiana
 ne esiste più di uno.
Motivazione:

Dal punto precedente sappiamo che le rette r e s sono parallele. Dunque tutti i piani che
contengono r, essendo paralleli a r, sono anche paralleli a s.

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2 (c) Di piani contenenti r e ortogonali a s:


 non ne esiste nessuno;
 ne esiste uno solo: il piano σ di equazione cartesiana
 ne esiste più di uno.
Motivazione:

Sappiamo già che le rette r e s sono parallele: quindi ogni piano ortogonale a s è anche
ortogonale a r. I piani contenenti r non sono ortogonali a r stessa, quindi non esiste nessun
piano come quello cercato.

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Soluzione esame 8 gennaio 2008 - Pagina 6


12 gennaio 2007 - Commenti esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2006-2007

Questo documento riporta commenti, approfondimenti o metodi di soluzione alternativi per alcuni esercizi
dell’esame. Ovviamente alcuni esercizi potevano essere risolti utilizzando metodi ancora diversi. I testi
utilizzati si riferiscono a quelli della prima versione.
Esercizio 2 L’insieme dei punti del triangolo, bordo compreso, si ottiene considerando il sistema di
disequazioni 
 x + 3y
 − 7≥0
6x − y − 23 ≤ 0

5x − 4y + 3≥0

In sostanza si sostituiscono le disuguaglianze strette con disuguaglianze deboli. In particolare i punti


del bordo del triangolo sono quelli che soddisfano questo sistema e che soddisfano almeno una  delle
disequazioni con il segno uguale: ad esempio sostituendo le coordinate del punto R := 3, 34 nelle
disequazioni troviamo 3 + 3 · 43 − 7 = 0, 6 · 3 − 34 − 23 = − 19 4 38
3 e 5 · 3 − 4 3 + 3 = 3 . Dunque il punto
R soddisfa tutte e tre le disequazioni e la prima di esse con il segno uguale: pertanto appartiene al
bordo. Il punto Q := (−2, 3) invece, anche se soddisfa la disequazione x + 3y − 7 ≥ 0 con il segno
uguale non appartiene al bordo del triangolo: infatti, come visto nella soluzione dell’esercizio, le
coordinate di Q non soddisfano la terza disequazione del sistema e, quindi, il punto Q è esterno al
triangolo. Il fatto che −2 + 3 · 3 − 7 = 0 non ci dice che Q appartiene al bordo del triangolo, ma
solo che appartiene alla retta passante per i punti A e B.
Esercizio 3(b) Si noti che non è necessario calcolare preventivamente gli autovalori di f utilizzando il
polinomio caratteristico.
Esercizio 3(c) Si poteva anche determinare esplicitamente f a partire dalla matrice ottenendo cosı̀
f (x, y, z) = (x − y + 4z, 2y + kz, x + 2z).
Ora il vettore v appartiene all’immagine di f se e solo se esistono x, y, z tali che
(x − y + 4z, 2y + kz, x + 2z) = (1, 2, 1),
il che equivale a dire che il sistema 
 x − y + 4z = 0

2y + kz = 2

x + 2z = 1

è risolubile. Per il teorema di Rouché-Capelli questo può essere espresso dicendo che il rango della
matrice A è uguale al rango della matrice orlata
 
1 −1 4 0
A0 := 0 2 k 2
1 0 2 1
Notiamo ora che, a parte il diverso modo di interpretare l’esercizio, rispetto alle soluzioni pubblicate
nel testo i calcoli da fare sono essenzialmente i medesimi. Per calcolare il rango di A, infatti si può
iniziare a calcolarne il determinante. Poiché questo determinante è −4 − k si ha che per k 6= −4
la matrice A ha rango 3 e, quindi, necessariamente anche la matrice orlata ha lo stesso rango: il
sistema è risolubile.
Nel caso in cui k = −4 si ha che il rango di A è 2 e un minore invertibile di A di ordine 2 è il minore
B formato dalle prime due righe e due colonne. Il minore B ha in A0 precisamente due orlati:
uno è A, di cui è inutile calcolare il determinante perché sappiamo essere 0 (stiamo per l’appunto
1 −1 1

considerando il valore di k che annulla il determinante di A), l’altro è la matrice 0 2 2 che è
1 0 1
esattamente la stessa matrice di cui abbiamo calcolato il determinante nelle soluzioni pubblicate
nel testo: il determinante di questa matrice è −2 e, pertanto, la matrice A0 ha rango 3. Dunque il
sistema non è risolubile.
Esercizio 4(a) Si poteva anche determinare direttamente l’intersezione. Un vettore appartiene a E se
e solo se si può esprimere come combinazione lineare di u e v:
α(1, 0, 2, 1) + β(1, 2, −2, 3)

Commenti esame 12 gennaio 2007 - Pagina 1


12 gennaio 2007 - Commenti esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2006-2007

o, equivalentemente,
(α + β, 2β, 2α − 2β, α + 3β).
Questo vettore generico di E appartiene a F se e solo se

(α + β) + (2β) + (2α − 2β) − (α + 3β) = 0

vale a dire
2α − 2β = 0,
cioè se e solo se α = β. Dunque i vettori di E ∩ F sono tutti e soli i vettori del tipo

(α + α, 2α, 2α − 2α, α + 3α),

cioè
(2α, 2α, 0, 4α).
L’intersezione E ∩ F è dunque generata dal singolo vettore non nullo (2, 2, 0, 4).
Esercizio 4(c) Vediamo in dettaglio la soluzione. Innanzitutto troviamo una base di F : risolvendo
l’equazione che descrive tale sottospazio si ha che i vettori di F sono tutti e soli i vettori del tipo

(x, y, z, x + y + z)

al variare dei parametri x, y e z in R. Dunque una base per F è formata dai vettori v1 := (1, 0, 0, 1),
v2 := (0, 1, 0, 1) e v3 := (0, 0, 1, 1). Applichiamo ora il procedimento di ortonormalizzazione di
Gram-Schmidt. Poniamo

u1 := v1 ,
u2 := v2 + αu1 .

Calcolando il prodotto scalare u1 × u2 troviamo:

u1 × u2 = (1, 0, 0, 1) × ((0, 1, 0, 1) + α (1, 0, 0, 1)) =


= (1, 0, 0, 1) × (0, 1, 0, 1) + α (1, 0, 0, 1) × (1, 0, 0, 1) =
= 1 + 2α.

Se ora scegliamo α = − 21 abbiamo che u1 ⊥ u2 . Dunque:

u1 = (1, 0, 0, 1) ,
 
1 1 1
u2 = (0, 1, 0, 1) − (1, 0, 0, 1) = − , 1, 0, .
2 2 2

Poniamo ora:
u3 := v3 + β1 u1 + β2 u2 .
Cerchiamo allora β1 e β2 tali che u3 sia ortogonale a u1 e a u2 . Calcoliamo i prodotti scalari:

u3 × u1 = (v3 + β1 u1 + β2 u2 ) × u1 =
= v3 × u1 + β1 u1 × u1 + β2 u2 × u1 =
= v3 × u1 + β1 u1 × u1 =
= (0, 0, 1, 1) × (1, 0, 0, 1) + β1 (1, 0, 0, 1) × (1, 0, 0, 1) =
= 1 + 2β1 .

Commenti esame 12 gennaio 2007 - Pagina 2


12 gennaio 2007 - Commenti esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2006-2007

Si noti che abbiamo utilizzato il fatto che u1 × u2 = 0. Dunque se scegliamo β1 = − 21 abbiamo che
u3 × u1 = 0. Analogamente:

u3 × u2 = (v3 + β1 u1 + β2 u2 ) × u2 =
= v3 × u2 + β1 u1 × u2 + β2 u2 × u2 =
= v3 × u2 + β2 u2 × u2 =
 
1 1
= (0, 0, 1, 1) × − , 1, 0, +
2 2
   
1 1 1 1
+ β2 − , 1, 0, × − , 1, 0, =
2 2 2 2
1 3
= + β2 .
2 2
Dunque se scegliamo β2 = − 13 abbiamo che u3 × u2 = 0. Abbiamo dunque una base ortogonale
per E:

u1 = (1, 0, 0, 1) ,
 
1 1
u2 = − , 1, 0, ,
2 2
   
1 1 1 1 1 1 1
u3 = (0, 0, 1, 1) − (1, 0, 0, 1) − − , 1, 0, = − , − , 1, .
2 3 2 2 3 3 3
Prima di proseguire può essere utile, per escludere eventuali errori di calcolo, controllare che i
vettori cosı̀ ottenuti sono a due a due ortogonali facendo i vari prodotti scalari e che appartengono
effettivamente a F verificando che soddisfano l’equazione che definisce F .
Se ora dividiamo ciascuno di questi vettori per la propria norma otteniamo una base ortonormale
di E:
1 1
w1 := u1 = √ (1, 0, 0, 1),
ku1 k 2
r  
1 2 1 1
w2 := u2 = − , 1, 0, ,
ku2 k 3 2 2
r  
3 1 1 1
w3 := − , − , 1, .
4 3 3 3
Questa base è diversa da quella data nelle soluzioni pubblicate nel testo.
Esercizio 5(a) Per risolvere esplicitamente l’equazione omogenea 7a2 − 6ab − b2 = 0 si può notare che
per b = 0 si ottiene come corrispondente soluzione a = 0: poiché ponendo a = b = 0 nell’equazione
del fascio di rette non si ottiene l’equazione di una retta ma l’identità 0 = 0, possiamo supporre
che b 6= 0. Dividendo allora per b2 l’equazione omogenea otteniamo l’equazione di secondo grado
nell’incognita ab :
 a 2 a
7 − 6 − 1 = 0,
b b
che può ora essere facilmente risolta.
Esercizio 5(b) Notiamo che per risolvere questo esercizio non è stato necessario determinare esplicita-
mente i vertici del triangolo. In particolare si noti che si poteva dare risposta a questa domanda
anche senza conoscere le risposta alla domanda (a).
Se non ci si fosse accorti di ciò si poteva procedere determinando l’intersezione tra una delle
tangenti, ad esempio la retta r : x + y + 6 = 0, e la circonferenza:
(
x+y+6=0
(x − 4)2 + y 2 = 50

la cui equazione risolvente è


(−6 − y − 4)2 + y 2 = 50

Commenti esame 12 gennaio 2007 - Pagina 3


12 gennaio 2007 - Commenti esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2006-2007

ovvero
2y 2 + 20y + 50,
che ha come soluzione (doppia) y = −5. Sostituendo questo valore nell’equazione di r troviamo
R := (−1, −5).
p Ora abbiamo i tre vertici del triangolo
√ CP R: la lunghezza del lato del lato P R
è uguale a (−11 − (−1))2 + (5 − (−5))2 ) = 10 2 (questo dato, ovviamente coincide con quello
calcolato nelle soluzioni pubblicate nel testo). Per determinare l’altezza relativa a questo lato si
può procedere in due modi:
• si nota che il triangolo CP R è rettangolo in R poiché P R è tangente alla circonferenza in
P e CP è il raggio della circonferenza passante per il punto di tangenza. Grazie a questa
osservazione, dunque, l’altezza non è altro che il raggio della circonferenza.
• se non si nota che il triangolo CP R è rettangolo in R, basta calcolare la distanza del punto
C dalla retta r trovando ancora (ovviamente) lo stesso valore.
Esercizio 5(c) Questo esercizio è stato risolto in maniera semplice utilizzando proprietà geometriche
della circonferenza: in particolare si poteva dare risposta alla domanda (c) anche senza conoscere
la risposta alla domanda (a). Se non si fosse notato questo fatto si poteva procedere anche cosı̀:
una volta trovate le rette tangenti rispondendo alla domanda (a), le bisettrici degli angoli formati
dalle rette r e s sono formate da tutti e soli i punti equidistanti da r e s, cioè da tutti i punti (x, y)
che soddisfano la condizione:
|x + y + 6| |x − 7y + 46|
√ =p
2
1 +1 2 12 + (−7)2
vale a dire
5|x + y + 6| = |x − 7y + 46|.
Questo avviene se e solo se
5(x + y + 6) = x − 7y + 46,
o
−5(x + y + 6) = x − 7y + 46.
Sviluppando queste due equazioni otteniamo le equazioni delle bisettrici cercate.
Esercizio 6(b) Alternativamente questo esercizio poteva essere risolto anche cosı̀. Una volta trovato il
punto P , ricordando che al punto (a) abbiamo determinato i parametri direttori di s (e, quindi, di
l) le equazioni parametriche di l possono essere scritte cosı̀:

x =
 t
y = 4 + 2t .

z=6+ t

(
2x − y 4=0
Ora è facile ottenere delle equazioni cartesiane di t, ad esempio
x −z+6=0

Esercizio 6(c) La risposta a questa domanda è stata data con considerazioni unicamente geometriche
senza bisogno di alcun calcolo. In particolare si noti che si poteva dare risposta a questa domanda
anche senza conoscere le risposte alle domande (a) e (b).
Se non ci si fosse accorti di ciò si poteva procedere determinando l’intersezione tra la retta l e il
piano π. Questo può essere fatto in due modi:

• Utilizzando le equazioni cartesiane della retta l si considera il sistema



x
 − z+ 6=0
x − 2y + 3z − 10 = 0

x− y+ z− 2=0

Risolvendo questo sistema con il metodo preferito si vede facilmente che le soluzioni dipendono
da un parametro, cioè corrispondono ai punti di una retta. Dunque l’intersezione tra l e π è
una retta (che deve necessariamente coincidere con l).

Commenti esame 12 gennaio 2007 - Pagina 4


12 gennaio 2007 - Commenti esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2006-2007

• Utilizzando le equazioni parametriche di l si considera l’equazione risolvente

t − (4 + 2t) + (6 + t) − 2 = 0.

Poiché questa è un’identità, ogni punto di l appartiene al piano π.

Commenti esame 12 gennaio 2007 - Pagina 5


22 marzo 2007 - Commenti esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2006-2007

Questo documento riporta commenti, approfondimenti o metodi di soluzione alternativi per alcuni esercizi
dell’esame. Ovviamente alcuni esercizi potevano essere risolti utilizzando metodi ancora diversi. I testi
utilizzati si riferiscono a quelli della prima versione.

Esercizio 3(c) Una volta trovate le basi per nucleo e immagine di f si poteva determinare direttamente
la loro intersezione senza utilizzare la formula di Grassman. Un vettore v appartiene al nucleo di
f se è multiplo del vettore (2, −1, 1) cioè se è uguale a α(2, −1, 1) per qualche α reale; d’altra parte
v appartiene all’immagine di f se è combinazione lineare di (3, 2, 1) e (1, 3, 0) cioè se esistono β e
γ tali che v = β(3, 2, 1) + γ(1, 3, 0). Dunque si ha

α(2, −1, 1) = β(3, 2, 1) + γ(1, 3, 0),

vale a dire
(2α, −α, α) = (3β + γ, 2β + 3γ, β)
che dà come condizione β = α e γ = −α. Dunque i vettori dell’intersezione dipendono da un
parametro α e sono tutti e soli i vettori del tipo (2α, −α, α) al variare di α in R.

Esercizio 4(b) Si noti che per rispondere a questa domanda non è necessario aver risposto alla domanda
precedente: in particolare non è necessario calcolare gli autovalori di f utilizzando il polinomio
caratteristico.
Esercizio 4(c) Vediamo per esteso come determinare le matrici D e M . La matrice D può essere
ottenuta immediatamente: basta scrivere lungo la diagonale gli autovalori determinati al punto a,
ciascuno un numero di volte uguale alla dimensione del corrispondente autospazio. Dunque
 
3 0 0 0
 0 0 0 0
D :=  0 0 2 0 .

0 0 0 2

Si sarebbe potuto scegliere anche un diverso ordine per gli autovalori: in tal caso anche la matrice
M dovrebbe essere modificata di conseguenza.
Poi occorre calcolare per ciascun autovalore una base ortonormale del relativo autospazio.
Cominciamo, ad esempio, a calcolare una base (non necessariamente ortonormale) dell’autospazio
relativo a 2. Occorre risolvere il sistema omogeneo:
    
3−2 0 0 0 x 0
 0
 1 − 2 1 0  y  0
  =  ,
 0 1 1−2 0   z  0
0 0 0 2−2 t 0

le cui soluzioni sono i vettori del tipo (0, t, t, u) al variare di t e u in R. Una base per E(2) è
allora formata dai vettori (0, 1, 1, 0) e (0, 0, 0, 1). Dobbiamo ora ortonormalizzare questa base:
fortunatamente questi due vettori formano già una base ortogonale di E(2) (se non ce ne fossimo
accorti o se avessimo trovato una base differente non sarebbe stato comunque difficile trovare una
base ortogonale con la prima parte del processo di ortonormalizzazione di Gram-Schmidt). Per
ottenere una base ortonormale di E(2) basta ora dividere ciascun vettore della base ortogonale
per la propria norma, ottenendo cosı̀ i vettori 0, √12 , √12 , 0 e (0, 0, 0, 1). Poiché nella matrice D
abbiamo posto l’autovalore 2 in terza e quarta posizione, scriviamo le componenti rispetto alla base
canonica dei vettori cosı̀ ottenuti lungo la terza e quarta colonna di M . Possiamo poi calcolare in
maniera analoga una base ortonormale per gli altri autospazi (poiché entrambi gli altri autospazi
hanno dimensione 1, una volta trovata una base per essi, basta dividere ciascun vettore per la
propria norma).
È importante notare che il processo di ortonormalizzazione va applicato separatamente sulle basi
di ciascun autospazio: se si considerasse una base di R4 formata da autovettori di A e si applicasse
a questa base il processo di ortonormalizzazione si otterrebbe una base ortonormale di R4 che
potrebbe non essere formata da autovettori di A.

Commenti esame 22 marzo 2007 - Pagina 1


22 marzo 2007 - Commenti esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2006-2007

Esercizio 6(a) Date due rette r e s:


• nel caso siano parallele, tutti i piani contenenti r sono paralleli a s;
• nel caso non siano parallele, esiste un unico piano contenente r e parallelo a s.

In particolare si poteva senz’altro escludere la possibilità che non esistesse alcun piano contenente
r e parallelo a s.
Esercizio 6(b) L’insieme dei piani ortogonali a s forma un fascio di piani paralleli. Dato un punto
qualunque dello spazio esiste esattamente uno e un solo piano di questo fascio che lo contiene. In
particolare dato un punto qualunque di r esiste un unico piano ortogonale a s che lo contiene:
pertanto può esistere al massimo un piano ortogonale a s contenente tutta la retta r Si poteva
senz’altro escludere quindi la possibilità che ci fossero infiniti piani contenenti r e ortogonali a s.
Il piano in questione esiste se e solo se le rette r e s son ortogonali (si ricordi che nello spazio due
rette ortogonali non sono necessariamente incidenti).
Esercizio 6(c) Si noti che si è potuto escludere il parallelismo tra le due rette sfruttando la soluzione
della prima domanda. Se non ci si fosse accorti di ciò si potevano determinare i parametri direttori
di r ricavandone le equazioni parametriche:

x=1 − 3t
y = −2 − 2t.
z= t

Poiché i parametri direttori di r non sono proporzionali ai parametri direttori di s, le due rette non
sono parallele.

Commenti esame 22 marzo 2007 - Pagina 2


11 luglio 2007 - Commenti esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2006-2007

Questo documento riporta commenti, approfondimenti o metodi di soluzione alternativi per alcuni esercizi
dell’esame. Ovviamente alcuni esercizi potevano essere risolti utilizzando metodi ancora diversi. I testi
utilizzati si riferiscono a quelli della prima versione.

Esercizio 2(a) I calcoli utilizzati nella seconda parte permettono di rispondere anche a questo quesito.
Nella parametrizzazione data nelle soluzioni i punti del segmento di estremi A e B corrispondono
a valori del parametro compreso tra 0 e 1: poiché l’intersezione tra la retta r e il piano π si ottiene
per il valore 3 del parametro, ciò significa che tale intersezione non appartiene al segmento.
Esercizio 2(b) La retta r può essere parametrizzata anche in modi diversi: ovviamente in tal caso i
punti della semiretta di origine A e contenente B corrispondono a valori differenti del parametro.
Ad esempio se parametrizziamo la retta r cosı̀:

x = 2 + t

r: y=2− t

z = 5 + 4t

vediamo che A si ottiene per t = −1 e B si ottiene per t = 0. Dunque i punti della semiretta di
origine A e contenente B sono quelli corrispondenti ai valori del parametro t maggiori di −1.

Esercizio 3(c) Dato un vettore u, i vettori che hanno la stessa immagine di u tramite f sono tutti e
soli quelli che si possono scrivere nella forma u + t per qualche vettore t in ker f . Poiché sappiamo
dal punto (a) che il nucleo di f ha dimensione 1 e contiene, quindi, infiniti vettori, dato un qualsiasi
vettore u, esistono infiniti vettori che hanno la stessa immagine di u tramite f . Poiché è richiesto
di trovare tre vettori aventi la stessa immagine non nulla, basta allora scegliere un qualsiasi vettore
u tale che f (u) 6= 0 cioè tale che u ∈ / ker f . Poiché ker f è formato dai multipli di (−1, 1, −1, 1),
scegliamo, ad esempio, u := (1, 0, 0, 0). Sommiamo a questo vettore due distinti vettori non
nulli del nucleo di f e otteniamo, ad esempio, i vettori (1, 0, 0, 0) + (−1, 1, −1, 1) = (0, 1, −1, 1) e
(1, 0, 0, 0) + (1, −1, 1, −1) = (2, −1, 1, −1).
Esercizio 4(b) Se non avessimo calcolato preventivamente la dimensione della somma utilizzando la
formula di Grassmann, avremmo potuto considerare la matrice le cui colonne sono date dalle
componenti rispetto alla base canonica dei generatori della somma:
 
1 0 2 0
1 1 3 1
−1 −1 0 −4 .
 

0 1 2 0

Calcolando poi il rango di questa matrice con uno dei metodi usuali (il risultato sarà chiaramente
3) è facile poi determinare una base per E + F .
Esercizio 5(b) L’equazione dell’asse di un segmento può anche essere determinata tenendo conto del
fatto che è il luogo dei punti del piano equidistanti dagli estremi. Ad esempio un punto P := (x, y)
appartiene all’asse del segmento AC se e solo se la distanza di P da A e uguale alla distanza di P
da C, cioè se (x − 7)2 + (y − 4)2 = (x − 1)2 + (y − 6)2 . Espandendo questa uguaglianza troviamo
x2 − 14x + 49 + y 2 − 8y + 16 = x2 − 2x + 1 + y 2 − 12y + 36 da cui si ottiene 12x − 4y − 28 = 0
equivalente all’equazione 3x − y − 7 = 0 trovata con altro metodo.
Esercizio 5(c) Per trovare l’equazione della circonferenza senza determinare esplicitamente il centro e il
raggio si può considerare l’equazione cartesiana della generica circonferenza x2 +y 2 +ax+by+c = 0.
Imponendo il passaggio per A, B e C otteniamo il sistema

 65 + 7a + 4b + c = 0

85 + 7a − 6b + c = 0

37 + a + 6b + c = 0

la cui soluzione a = −4, b = 2, c = −45 dà l’equazione cercata.

Commenti esame 11 luglio 2007 - Pagina 1


21 settembre 2007 - Commenti esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2006-2007

Questo documento riporta commenti, approfondimenti o metodi di soluzione alternativi per alcuni esercizi
dell’esame. Ovviamente alcuni esercizi potevano essere risolti utilizzando metodi ancora diversi. I testi
utilizzati si riferiscono a quelli della prima versione.

Esercizio 3(a) Per rispondere a questa domanda non serve calcolare il polinomio caratteristico e de-
terminare gli autovalori in funzione del parametro k.
Esercizio 3(b) Vediamo per esteso come determinare le matrici D e M . Calcoliamo innanzitutto il
polinomio caratteristico della matrice Ak (con k = 1):

−2 − x 1 1
1 = −x3 − 6x2 − 9x = −x(x + 3)2 .

det(A − xI) = 1 −2 − x
1 1 −2 − x

Gli autovalori di Ak sono, quindi, 0 e −3.


Occorre calcolare per ciascun autovalore una base ortonormale del relativo autospazio.
Cominciamo con il calcolare una base (non necessariamente ortonormale) dell’autospazio relativo
a −3. Occorre risolvere il sistema omogeneo:
    
−2 − (−3) 1 1 x 0
 1 −2 − (−3) 1  y  = 0 ,
1 1 −2 − (−3) z 0

le cui soluzioni sono i vettori del tipo (−t − u, t, u) al variare di t e u in R. Una base per E(−3) è
allora formata dai vettori v1 := (−1, 1, 0) e v2 := (−1, 0, 1). Applichiamo ora il procedimento di
ortonormalizzazione di Gram-Schmidt. Poniamo

u1 := v1 ,
u2 := v2 + αu1 .

Calcolando il prodotto scalare u1 × u2 troviamo:

u1 × u2 = (−1, 1, 0) × ((−1, 0, 1) + α (−1, 1, 0)) =


= (−1, 1, 0) × (−1, 0, 1) + α (−1, 0, 1) × (−1, 0, 1) =
= 1 + 2α.

Se ora scegliamo α = − 21 abbiamo che u1 ⊥ u2 . Dunque:

u1 = (−1, 1, 0) ,
 
1 1 1
u2 = (−1, 0, 1) − (−1, 1, 0) = − ,− ,1
2 2 2
formano una base ortogonale per E(−3).
Prima di proseguire può essere utile, per escludere eventuali errori di calcolo, controllare che i vettori
cosı̀ ottenuti siano effettivamente ortogonali facendone il prodotto scalare e che appartengano a
E(−3) verificando che soddisfino il sistema che dà gli autovettori relativi all’autovalore −3.
Per ottenere una base ortonormale di E(−3) basta
 ora dividere
 ciascun vettore della base ortogonale
per la propria norma, ottenendo cosı̀ i vettori − √12 , √12 , 0 e (− √16 , − √16 , √26 ).
Calcoliamo ora una base (non necessariamente ortonormale) dell’autospazio relativo a 0. Occorre
risolvere il sistema omogeneo:
    
−2 − 0 1 1 x 0
 1 −2 − 0 1  y  = 0 ,
1 1 −2 − 0 z 0

le cui soluzioni sono i vettori del tipo (t, t, t) al variare di t e in R. Una base per E(0) è allora formata
dal vettore (1, 1, 1). Poiché abbiamo un singolo vettore, per ottenere una base ortonormale  di E(0)

è sufficiente dividere questo vettore per la propria norma, ottenendo cosı̀ il vettore √1 , √1 , √1 .
3 3 3

Commenti esame 21 settembre 2007 - Pagina 1


21 settembre 2007 - Commenti esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2006-2007
 
Abbiamo cosı̀ trovato una base ortonormale di R3 formata da autovettori di Ak : − √12 , √12 , 0 ,
 
(− √16 , − √16 , √26 ) e √13 , √13 , √13 .

È importante notare che il processo di ortonormalizzazione va applicato separatamente sulle basi


di ciascun autospazio: se si considerasse una base di R3 formata da autovettori di A e si applicasse
a questa base il processo di ortonormalizzazione si otterrebbe una base ortonormale di R3 che
potrebbe non essere formata da autovettori di Ak . Inoltre, lase che abbiamo trovato è solo una
delle possbili basi ortonormali di R3 formata da autovettori di Ak .
Possiamo ora scrivere la matrice D e la matrice M . Per la matrice D basta scrivere lungo la diago-
nale gli autovalori determinati in precedenza, ciascuno un numero di volte uguale alla dimensione
del corrispondente autospazio. Dunque
 
−3 0 0
D :=  0 −3 0 .
0 0 0

Per scrivere la matrice M riportiamo sulle sue colonne le componenti rispetto alla base canonica
dei vettori della base ortonormale di autovettori di Ak che abbiamo determinato in precedenza:
 1
− √2 − √16 √13

M :=  √12 − √16 √13 .



0 √2 √1
6 3

Si sarebbe potuto scegliere anche un diverso ordine per gli autovalori: in tal caso anche la matrice
M dovrebbe essere modificata di conseguenza.

Esercizio 5(a) Per determinare il punto C avremmo anche potuto determinare la retta passante per
O = (0, 0) e A = (3, 1) la cui equazione cartesiana è x − 3y = 0 e la retta passante per O = (0, 0)
e B := (7, −2) la cui equazione cartesiana è 2x + 7y = 0. Intersecando queste due rette troviamo
le coordinate del punto C. Ovviamente questo metodo funziona perché i punti O, A e B non sono
allineati, vale a dire il parallelogramma non è degenere.

Esercizio 5(c) Determiniamo innanzitutto le rette cui appartengono i lati del parallelogramma. La
retta passante per O = (0, 0) e A = (3, 1) ha equazione cartesiana x − 3y = 0; la retta passante
per O = (0, 0) e B := (7, −2) ha equazione cartesiana 2x + 7y = 0, la retta passante per B e C
ha equazione cartesianax − 3y − 13 = 0 e la retta passante per A e C ha equazione cartesiana
2x + 7y − 13 = 0. Per ciascuna di queste rette dobbiamo trovare, tra i due semipiani che essa
delimita, qual è quello che contiene i punti interni al parallelogramma. Ad esempio, data la retta
passante per O e A, dobbiamo considerare il semipiano contenente il punto B (e di conseguenza
anche il punto C). Sostituendo nel polinomio x − 3y le coordinate di B, troviamo 7 − 3(−2) = 13.
Poiché 13 > 0 la disequazione che ci interessa è x − 3y > 0. Analogamente troviamo le altre
disequazioni.

Commenti esame 21 settembre 2007 - Pagina 2


6 dicembre 2007 - Commenti esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2007-2008

Questo documento riporta:


• Motivazioni Alternative (M.A.). Mostriamo risoluzioni dell’esercizio differenti da quelle inserite
nelle soluzioni. Alcune volte queste richiedono meno calcoli.
• Impariamo Dagli Errori Altrui (I.D.E.A.)
• Approfondimenti Ulteriori (A.U.)
I testi utilizzati si riferiscono a quelli della prima versione.

Esercizio 2(a)
M.A. Per risolvere questo esercizio si poteva anche determinare la retta rAB passante per i punti
A e B la cui equazione è x − 3y + 60 = 0 e la retta rCD passante per i punti C e D la
cui equazione è x + y − 64 = 0. Poiché le due rette non sono parallele, si intersecano in un
punto H. Per vedere se H appartiene al segmento AB consideriamo i due semipiani in cui la
retta rCD divide il piano: questi semipiani sono descritti rispettivamente dalle disequazioni
x + y − 64 > 0 e x + y − 64 < 0. Poiché 30 + 30 − 64 < 0 e 39 + 33 − 64 > 0 i punti A e
B stanno in semipiani delimitati da rCD diversi: pertanto il punto H sta sul segmento AB.
Analogamente si vede che il punto H sta sul segmento CD.
I.D.E.A. Molti studenti hanno affermato che i segmenti AB e CD si intersecano poiché le rette
rAB e rBC non sono parallele. Questa affermazione è chiaramente sbagliata. Infatti affinché
i due segmenti si intersechino è necessario ma non sufficiente che le rette si intersechino. Le
rette infatti si possono intersecare in un punto esterno ad uno o ad entrambi i segmenti. Si
consiglia a questo proposito di dare qualche esempio.
I.D.E.A. Alcuni studenti hanno affermato che i segmenti AB e BC si intersecano se i punti C e
D appartengono a semipiani differenti delimitati dalla retta rAB . Anche questa affermazione
è sbagliata. Infatti in tal caso il punto di intersezione del segmento CD con la retta rAB è
chiaramente interno al segmento CD ma potrebbe essere esterno al segmento AB.
Esercizio 2 (b)
M.A. Abbiamo visto come rispondere alla domanda senza fare alcun calcolo e sfruttando il fatto
che, se un segmento interseca una retta r in un suo punto interno, allora gli estremi del
segmento appartengono a due semipiani differenti delimitati dalla retta r. Ovviamente si
sarebbe potuto rispondere alla domanda determinando innanzitutto le condizioni verificate
da tutti e soli i punti interni al triangolo di vertici A, B e C. Esse sono:

 x − 3y + 60 < 0

x + 9y − 336 < 0

x − 30 > 0

La prima disequazione è ottenuta considerando dapprima l’equazione x − 3y + 60 = 0 della


retta passante per i punti A e B e scegliendo tra le due disequazioni x − 3y + 60 > 0 e
x − 3y + 60 < 0 quella verificata dal punto C. In modo analogo la seconda disequazione è
ottenuta a partire dall’equazione della retta passante per B e C, mentre la terza è ottenuta
a partire dall’equazione della retta passante per A e C (osserviamo a questo proposito che i
punti B e C hanno entrambi l’ascissa uguale a 30 e quindi l’equazione della retta passante
per essi è x − 30 = 0). Una volta determinate le tre disequazioni si osserva che le coordinate
del punto D verificano solo la prima delle tre disequazioni e quindi il punto D non è interno
al triangolo ABC.
Esercizio 3 (c)
I.D.E.A. Alcuni studenti hanno affermato che, poiché il nucleo di f ha dimensione uguale a
1, non esistono due vettori linearmente indipendenti che hanno la stessa immagine. Questa
affermazione è sbagliata dal momento che il fatto che il nucleo ha dimensione uguale a 1 ci dice
solamente che non esistono due vettori linearmente indipendenti che abbiano come immagine il
vettore nullo. Esistono invece vettori linearmente indipendenti che hanno la stessa immagine.

Commenti esame 6 dicembre 2007 - Pagina 1


6 dicembre 2007 - Commenti esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2007-2008

A.U. Una rappresentazione geometrica può aiutare a capire. Ricordiamo che i sottospazi vettoriali
di dimensione 1 possono essere pensati come rette passanti per l’origine, mentre i sottospazi
affini di dimensione 1 possono essere pensati come rette non necessariamente passanti per
l’origine. Nel nostro caso il nucleo corrisponde alla retta r passante per l’origine e avente
(1, 1, −2) come vettore direttore, mentre le controimmagini non vuote corrispondono alle rette
parallele a r.
Se prendiamo quindi un vettore v non appartenente al nucleo e indichiamo con w la sua
immagine tramite f (cioè f (v) = w, il sottospazio affine v + ker f è formato da tutti i vettori
aventi per immagine w: questo sottospazio affine corrisponde a una retta s parallela a r e non
passante per l’origine. Due vettori distinti qualunque di questo sottospazio affine (cioè aventi
il punto finale su s) sono linearmente indipendenti perché se fossero linearmente dipendenti
dovrebbero essere uno multiplo dell’altro e, in particolare, la retta passante per i loro punti
finali (cioè s) dovrebbe passare per l’origine.

Esercizio 4(a)
I.D.E.A. Alcuni studenti hanno compiuto vari errori nel calcolo delle radici del polinomio carat-
teristico. Spesso l’errore è nato dalla lunghezza dei calcoli dovuta al fatto che si è scelto un
metodo lungo per il calcolo del determinante. In questo caso conviene ovviamente sviluppare
il determinante rispetto alla terza riga in modo tale che il polinomio caratteristico det(A − xI)
sia automaticamente fattorizzato nel prodotto di −x per un polinomio di secondo grado, le
cui radici sono facili da calcolare.
I.D.E.A. Alcuni studenti, per calcolare il polinomio caratteristico di A, hanno innanzitutto ope-
rato sulla matrice A operazioni elementari di riga, ottenendo una matrice A0 . Si tratta di un
errore grave. Infatti operando operazioni elementari di riga, il determinante e il rango della
matrice rimangono inalterati, ma variano autovettori ed autovalori.
Esercizio 4(b)
M.A. Si sarebbe potuto determinare una base dell’autospazio relativo a 0 osservando innanzitutto
che il rango di A è uguale a 1 e quindi l’autospazio ha dimensione uguale a 2 (spiegare perché).
Dobbiamo quindi determinare due vettori linearmente indipendenti aventi come immagine il
vettore nullo. A tale scopo osserviamo che la matrice A ha la prima e la terza colonna uguali
e quindi le immagini del primo e del terzo vettore della base canonica di R3 hanno la stessa
immagine (spiegare perché). Ne segue che il vettore v1 = (1, 0, −1), differenza dei due vettori
di cui sopra, ha come immagine il vettore nullo. Osserviamo poi che la seconda colonna della
matrice A è il doppio della prima colonna. Ne segue che il vettore v2 = (2, −1, 0) ha come
immagine il vettore nullo (spiegare perché). Si verifica facilmente che v1 e v2 sono linearmente
indipendenti.
I.D.E.A. Alcuni studenti hanno calcolato in modo esatto i vettori dell’autospazio di f . Sono
(−2h−k, h, k). Hanno poi però assegnato in modo sbagliato i valori ai parametri. Ricordiamo il
procedimento da seguire in questo caso. I parametri sono 2 , quindi l’autospazio ha dimensione
2. Una sua base si ottiene prima assegnando i valori (1, 0) a (h, k) e poi assegnando i valori
(0, 1) a (h, k).
I.D.E.A. Vari studenti hanno scritto “Il vettore (−2, 1, 0) forma una base di E(0) e il vettore
(−1, 0, 1) forma un’altra base di E(0)”. Questa affermazione è chiaramente sbagliata. Si
sarebbe dovuto scrivere “Il vettore (−2, 1, 0) è il primo vettore di una base di E(0) e il vettore
(−1, 0, 1) è il secondo vettore”.
I.D.E.A. Alcuni studenti, per fortuna pochi, hanno determinato autospazi la cui somma delle
dimensioni è maggiore di 3. Si tratta di un gravissimo errore. Sappiamo infatti che i vettori
delle singole basi degli autospazi, messi tutti insieme, sono linearmente indipendenti. Non
possono essere quindi in numero superiore a 3.
Esercizio 4(c)

M.A. Per ottenere la matrice D basta scrivere lungo la diagonale gli autovalori determinati in
precedenza, ciascuno un numero di volte uguale alla dimensione del corrispondente autospazio.

Commenti esame 6 dicembre 2007 - Pagina 2


6 dicembre 2007 - Commenti esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2007-2008

Dunque  
0 0 0
D := 0 0 0 .
0 0 5
Per scrivere la matrice M riportiamo sulle sue colonne le componenti rispetto alla base
canonica dei vettori della base di autovettori di A che abbiamo determinato in precedenza:
 
−2 −1 1
M :=  1 0 2 .
0 1 0
Si sarebbe potuto scegliere anche un diverso ordine per gli autovalori: in tal caso si sarebbe
dovuto modificare di conseguenza anche la matrice M (vedere il punto successivo).
I.D.E.A. Molti studenti hanno posto
 
5 0 0
D := 0 0 0 .
0 0 0
e  
−2 −1 1
M :=  1 0 2 .
0 1 0
Si tratta di un errore grave. Dal momento che abbiamo inserito al primo posto della diagonale
principale della matrice D l’autovalore 5 dobbiamo scegliere come prima colonna della matrice
M le coordinate del vettore di una base di E(5). Analogamente, dato che abbiamo inserito al
secondo e al terzo posto della matrice D il valore 0, dobbiamo inserire nella seconda e terza
colonna della matrice M le coordinate di due vettori che formano una base di E(0).
I.D.E.A. Alcuni studenti hanno determinato una matrice M avente chiaramente il determinante
nullo. Si tratta di un gravissimo errore. La matrice M deve avere il determinante non nullo
dal momento che si deve avere D = M −1 AM .
I.D.E.A. Alcuni studenti hanno posto sulla diagonale principale di D numeri che non sono auto-
valori di A. Grave errore: sulla diagonale principale di D compaiono solo gli autovalori di A.
Si consiglia di dimostrare questa affermazione.
I.D.E.A. Alcuni studenti, pochi per la verità, hanno determinato per ogni autospazio una base
ortonormale. In effetti non hanno compiuto alcun errore. Hanno però fatto tanti calcoli inutili.
Infatti non è richiesto che la matrice M sia ortonormale. Osserviamo che, poiché la matrice
A non è simmetrica, non esiste alcuna matrice M ortogonale che la diagonalizza. Osserviamo
infine che, anche scegliendo basi ortonormali in ogni autospazio, in questo caso non si ottiene
una base ortonormale per tutto lo spazio R3 . Infatti i vettori di E(5) non sono ortogonali ad
ambedue i vettori di una qualsiasi base di E(0). Provare per credere.

Esercizio 5(a)
M.A. Si può risolvere questo esercizio anche trovando il punto medio H = 5−1 3+1

2 , 2 = (2, 2) di
C e D, considerando il fascio di rette parallele a t: x + 2y + k = 0 e imponendo il passagio
per H ottenendo cosı̀ la condizione 2 + 2 · 2 + k = 0 da cui ricaviamo k = −6 che dà quindi
l’equazione x + 2y − 6 = 0.
Si può infatti dimostrare che ogni retta passante per il punto medio H di B e C è equidistante
dai punti B e C. Se chiamiamo E la proiezione ortogonale di B su r e F la proiezione
ortogonale di C su r vediamo che i triangoli BHE e CHF hanno gli angoli BEH \ e CF \ H
uguali (perché retti), gli angoli in BHE
\ e CHF \ uguali perché opposti al vertice e i lati BH e
CH uguali (perché H è punto medio di B e C). Dunque i triangoli BHE e CHF sono uguali:
in particolare i lati BE e CF sono uguali. Poiché la distanza di B da r è uguale alla distanza
di B da E e la distanza di C da r è uguale alla distanza di C da F abbiamo che B e C sono
equidistanti da r. Per completezza avremmo dovuto osservare che la retta passante per B e
C non è parallela a t: in tal caso infatti i punti B e C sarebbero stati equidistanti da ciascuna
retta parallela a t.

Commenti esame 6 dicembre 2007 - Pagina 3


6 dicembre 2007 - Commenti esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2007-2008

C
r

F
t
H
E

I.D.E.A. Alcuni studenti dopo aver determinato il punto medio H tra C e D hanno determinato
la retta ortogonale al segmento CD passante per H (ottenendo cosı̀ la retta di equazione
4x + 2y − 12 = 0). Questa retta è l’asse del segmento ma non è parallela a t (che ha equazione
x + 2y + 5). Il disegno dovrebbe aiutare a comprendere meglio la situazione.
Si noti che l’asse del segmento è la retta formata dai punti che sono equidistanti da B e C
ma dicendo che una retta è equidistante da B e C non si intende dire che ogni punto della
retta è equidistante da B e C. Anche qui, il disegno dovrebbe aiutare a comprendere meglio
la situazione.
Esercizio 5(c)

I.D.E.A. Alcuni studenti hanno calcolato l’area dei triangoli ACH e ADH supponendo che fossero
rettangoli in H cioè che la retta r fosse ortogonale alla retta passante per B e C. Questo
errore è simile al precedente: la retta r non è l’asse del segmento B e C. Anche qui, il disegno
dovrebbe aiutare a comprendere meglio la situazione.

Esercizio 6(a)
I.D.E.A. Alcuni studenti, dopo aver scritto l’equazione del fascio come (λ + 2µ)x + (2λ + µ)y +
(−3λ − µ)z + 2λ + 3µ = 0 e aver notato che la retta s ha vettore direttore (1, 3, 1) hanno
imposto come condizione di parallelismo tra retta e fascio

1 · (λ + 2µ) + 3 · (2λ + µ) + 1 · (−3λ − µ) + 2λ + 3µ = 0

invece che
1 · (λ + 2µ) + 3 · (2λ + µ) + 1 · (−3λ − µ) = 0.
La condizione
1 · (λ + 2µ) + 3 · (2λ + µ) + 1 · (−3λ − µ) + 2λ + 3µ = 0
non è la condizione di parallelismo tra piano e retta ma è, semmai, la condizione di passaggio
per il punto (1, 3, 1).
Per ricordare la condizione di parallelismo tra un piano e un vettore in un riferimento cartesia-
no si può ragionare cosı̀: il piano di equazione ax+by+cz+d = 0 è parallelo al vettore (m, n, p)
se e solo se il vettore (a, b, c) (che è ortogonale al piano) è ortogonale al vettore (m, n, p) cioè
se e solo se il prodotto scalare tra questi due vettori (cioè am + bn + cp si annulla.
D’altra parte la condizione di parallelismo non può coinvolgere il termine noto del piano.
Infatti i due piani ax + by + cz + d = 0 e ax + by + cz + d0 = 0 sono tra loro paralleli e quindi
ogni vettore m, n, p) parallelo al primo piano è parallelo anche al secondo: se la condizione
fosse am + bn + cp + d = 0 avremmo (nel caso in cui d 6= d0 ) che am + bn + cp + d0 6= 0 cioè il
vettore m, n, p) sarebbe parallelo al primo piano ma non al secondo.

Commenti esame 6 dicembre 2007 - Pagina 4


8 gennaio 2008 - Commenti esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2007-2008

Questo documento riporta:


• Motivazioni Alternative (M.A.). Mostriamo risoluzioni dell’esercizio differenti da quelle inserite
nelle soluzioni. Alcune volte queste richiedono meno calcoli.
• Impariamo Dagli Errori Altrui (I.D.E.A.)
• Approfondimenti Ulteriori (A.U.)
I testi utilizzati si riferiscono a quelli della prima versione.

Esercizio 2(b)

M.A. Per rispondere a questo esercizio si poteva anche osservare che, scelti comunque i parametri,
le due rette non sono parallele per e quindi esistono infiniti piani, tutti tra loro paralleli,
paralleli alle rette date. Pertanto esistono infinite rette, tutte tra loro parallele, perpendicolari
a tali piani e quindi perpendicolari alle due rette. Una sola di queste rette passa per il punto
A.
I.D.E.A. Alcuni studenti hanno detto che dal momento che le rette r e s non sono parallele, allora
non può esistere nessuna retta ortogonale a entrambe: la proprietà che rette ortogonali alla
stessa retta sono fra loro parallele vale nel piano ma non nello spazio.

Esercizio 3(b)

I.D.E.A. Molti studenti hanno determinato la matrice M usando una base ortogonale. Ricordiamo
che, nonostante il nome, per avere una matrice ortogonale, si deve considerare una base
ortonormale. In effetti il nome “matrice ortogonale” può indurre in errore. D’altronde il
nome è usato in tutto il mondo: non è quindi possibile modificarlo.

Esercizio 3(c)

M.A. Per determinare un’altra matrice ortogonale N a partire dalla matrice M , si potrebbe anche
scambiare tra loro il secondo e terzo vettore e ottenere quindi la matrice
 √2 √1
− 5 0

5
N :=  √15 0 √2  .
5
0 −1 0
La diagonalizzata di A rispetto a questa nuova base è sempre la matrice
 
0 0 0
D = 0 5 0
0 0 5
dal momento che il secondo e il terzo vettore sono autovettori con lo stesso autovettore.
I.D.E.A. Molti studenti hanno invece scambiato il primo con il secondo vettore. In tal caso però
la diagonalizzata di A è la matrice
 
5 0 0
D0 := 0 0 0 .
0 0 5

Esercizio 4(a)

I.D.E.A. Molti studenti hanno affermato che, affinché un sistema abbia una sola soluzione, il
sistema deve essere Crameriano: deve cioè avere un ugual numero di equazioni e di incognite
e il determinante della matrice dei coefficienti deve essere non nullo. Questa affermazione è
falsa. Si pensi per esempio al sistema:

 x + 2y = 1

2x + y = 2 .

3x + 3y = 3

Commenti esame 8 gennaio 2008 - Pagina 1


8 gennaio 2008 - Commenti esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2007-2008

Il numero delle incognite è diverso dal numero delle equazioni (e, quindi, non si può neanche
fare il determinante della matrice del sistema, perché non è quadrata), eppure il sistema ha
una sola soluzione. Fare i calcoli. È invece vera l’affermazione che ogni sistema Crameriano ha
una sola soluzione. In altri termini gli studenti che hanno fatto questo errore hanno confuso
tra condizione necessaria e condizione sufficiente.
I.D.E.A. Molti studenti hanno compiuto un errore nel calcolo del rango della matrice At dei coeffi-
cienti del sistema. Hanno calcolato esattamente i valori per i quali si annullano i determinanti
dei due minori orlati a partire dal minore formato dalle prime due righe e due colonne. Il
determinante del primo minore si annulla per t = 1 e t = −1 mentre il determinante del
secondo minore si annulla per t = 0 e t = 1. Fin qui tutto giusto. Hanno però commesso
l’errore di affermare che il rango della matrice A è uguale a 2 per t = −1, t = 1 e t = 0. Infatti
per t = −1 il determinante del primo minore si annulla ma il determinante del secondo minore
è diverso da 0. Pertanto il rango della matrice A è uguale a 3. Analogamente per t = 0 il
determinante del secondo minore si annulla ma il determinante del primo minore è diverso da
0. Pertanto il rango della matrice A è uguale a 3. Solo per t = 1 il rango della matrice A è
uguale a 2. In tal caso infatti i determinanti di entrambi i minori si annullano.

Esercizio 5(a)
√ √
I.D.E.A Diversi√studenti√hanno risolto l’equazione 10t2 = 10 dicendo che era equivalente al-
l’equazione 10t = 10 e ottenendo √ quindi la√sola soluzione t = 1: la radice di t2 , tuttavia,
non è t ma è |t|. Quindi l’equazione 10t = 10 ha le due soluzioni t = 1 e t = −1. Geo-
metricamente questo corrisponde ai due quadrati di lato AB, posti simmetricamente rispetto
alla retta passante per AB. Per determinare quale delle due soluzioni dell’equazione andasse
scelta, occorreva considerare la condizione data dal testo dell’esercizio, che richiedeva che il
quadrato fosse contenuto nel semipiano delimitato da r e contenente l’origine.
Esercizio 5(c)
A.U. Notiamo che non è necessario determinare esplicitamente il punto P per determinare l’area
del triangolo ABP : infatti tutti i punti della retta s, essendo parallela alla retta r passante
per A e B hanno la medesima distanza da r; in altri termini, tutti i triangoli ABP con vertice
P sulla retta s hanno la stessa altezza relativa alla base AB e, quindi, la stessa area.
r
A

B
s

P2

P1

I.D.E.A Diversi studenti per calcolare l’area del triangolo ABP hanno scelto un certo lato come
base (ad esempio AP ) e poi per calcolare l’altezza relativa a tale base hanno calcolato la
distanza del punto B dal punto medio M del lato AP : cosı̀ facendo non si calcola la distanza
di B dalla retta passante per il lato AP ma la lunghezza di una mediana. Queste due misure
coincidono se e solo se AB = BP , cioè il triangolo è isoscele. Anche nel caso in cui il triangolo
fosse stato isoscele (e non era questo il caso) si sarebbe dovuto osservarlo esplicitamente e
dimostrarlo. Occorre fare attenzione a non fidarsi di quello che sembra di poter ricavare dalle
figure.

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8 gennaio 2008 - Commenti esame di geometria - Ing. gestionale - a.a. 2007-2008

I.D.E.A Diversi studenti per calcolare l’area del triangolo ABP hanno calcolato la misura di due
lati (ad esempio AB e BP ) e hanno espresso l’area come prodotto di questi due lati diviso
2. Ciò vale solo in un caso particolare, cioè quando il triangolo è rettangolo in B: valgono le
stesse considerazioni appena esposte e cioè di non fidarsi delle figure.
Esercizio 6(a)

I.D.E.A Diversi studenti hanno commesso errori di calcolo nel ricavare le equazioni parametriche
di una retta a partire dalle equazioni cartesiane. A parte consigliare maggior attenzione, può
essere opportuno in questi casi fare una semplice verifica dei risultati ottenuti. Ad esempio,
se dalle equazioni cartesiane della retta r:
(
2x + y − z − 1 = 0
x + y − 2z + 2 = 0

ricaviamo queste equazioni parametriche:



x = 1 + t

r : y = 1 − 3t ,

z=2− t

sostituendo le espressioni di x, y e z nelle equazioni cartesiane otteniamo


(
2(1 + t) + (1 − 3t) − (2 − t) − 1 = 0
.
(1 + t) + (1 − 3t) − 2(2 − t) + 2 = 0

Dal momento che si ottengono de identità 0 = 0 le equazioni parametriche sono corrette.


Se non avessimo trovato delle identità ci saremmo accorti di aver commesso errori nella
determinazione delle equazioni parametriche.
I.D.E.A Alcuni studenti hanno determinato
 in manieracorretta le equazioni parametriche delle

 x = 1 + t x = 2 + t

due rette, ad esempio cosı̀: r : y = 1 − 3t e s : y = 2 − 3t ma hanno poi interpretato
 
z=2− t z=1− t
 
in maniera scorretta il risultato. Alcuni hanno osservato che poiché i parametri direttori
delle due rette sono proporzionali allora le due rette sono coincidenti: la proporzionalità dei
parametri direttori ci dà però solo il parallelismo. Altri hanno osservato che le rette sono
parallele e, per giustificare il fatto che fossero distinte, hanno usato il fatto che r passa per
il punto (1, 1, 2) mentre s passa per il punto (2, 2, 1): questo non è sufficiente per dire che
le due rette sono diverse, infatti la stessa retta può essere rappresentata in modi diversi, in
particolare prendendo come punto corrispondente al valore 0 del parametro t un qualunque
punto della stessa retta.
Esercizio 6(b)

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M.A. Si poteva anche ragionare in questo modo: dopo aver visto che s ha parametri direttori
(1, 1, −2) consideriamo il fascio di piani passanti per r:

λ(x + y + z − 5) + µ(3x − y + z − 1) = 0,

vale a dire
(λ + 3µ)x + (λ − µ)y + (λ + µ)z − 5λ − µ = 0.
Ora imponiamo la condizione di parallelismo tra il piano generico del fascio e la retta s
ottenendo la condizione

(λ + 3µ) · 1 + (λ − µ) · 1 + (λ + µ) · (−2) = 0,

che, sviluppata, dà 0 = 0 cioè un’identità soddisfatta da tutti i valori di λ e µ. Pertanto tutti
i piani passanti per r sono paralleli a µ.
I.D.E.A. Alcuni studenti hanno impostato correttamente il problema come descritto poco sopra,
ma, arrivati all’identità 0 = 0 hanno dedotto che non c’era nessun piano: ricordiamo che
quando si ottiene un’identità significa che tutti i valori possibili sono soluzioni.
Esercizio 6(c)

M.A. Si poteva anche ragionare in questo modo: dopo aver visto che s ha parametri direttori
(1, 1, −2) consideriamo il fascio di piani passanti per r:

λ(x + y + z − 5) + µ(3x − y + z − 1) = 0,

vale a dire
(λ + 3µ)x + (λ − µ)y + (λ + µ)z − 5λ − µ = 0.
La condizione di ortogonalità tra il piano generico del fascio e la retta s può essere espressa
dicendo che i vettori (λ + 3µ, λ − µ, λ + µ) e (1, 1, −2) sono proporzionali: poiché non ci sono
valori per cui ciò accade, possiamo concludere che non ci sono piani passanti per r e ortogonali
a s.

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