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La malattia come storia.

Narrative Based Medicine

Istituto per lAnalisi dello Stato Sociale

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DAgostino, filosofia del diritto - Bruno Dallapiccola, genetica - Dietrich von Engelhardt, teoria della
medicina - Adriano Fabris, filosofia delle religioni - Bernardino Fantini, storia e filosofia delle scienze
biologiche - Carlo Favaretti, management sanitario - Raffaele Landolfi, clinica - Salvino Leone, bioetica Luca Marini, diritto internazionale - Sergio Nordio, pedagogia sanitaria - Alessandro Pagnini, storia della
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internazionale - Rosanna Tarricone, economia sanitaria - Marco Trabucchi, neuroscienze - Massimo Valsecchi,
politica economico-sanitaria - Silvia Vegetti Finzi, psicoanalisi.
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Finito di stampare nel mese settembre 2012 da La Tipografia - Roma

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Naturalmente apprezziamo chi vorr, per correttezza, citare la fonte.
FOTO DI COPERTINA: SANDRO FRANCO

LARCO DI GIANO

estate 2012 | numero 72

Insegnare la medicina narrativa


DI

MARIELLA LOMBARDI RICCI


Certe porte si aprono soltanto agli ammalati,
perch la perfetta salute ha i suoi difetti, e non ci consente di capire tutto.
Chi non mai stato malato, almeno una volta,
condannato a essere per qualche verso ottuso e insensibile:
un po stupido, come quelli che non hanno mai viaggiato.
(Andr Gide)

Natura umana e medicina narrativa


La parola
La medicina narrativa, come ha detto Rita Charon in unintervista1, una
sorta di pratica clinica rinforzata dalle parole, affermazione che trova conferma
nei fatti.
La parola non la semplice trasmissione di messaggi la cifra che distingue
luomo dagli altri viventi. In principio era il verbo, la parola crea - racconta la
Bibbia. Infatti, quando parliamo non diamo soltanto informazioni, ma facciamo in
modo che chi ascolta capisca il nostro mondo e ci che vorremmo da lui. Eppure
il rischio pi grave che luomo tecnologico corre proprio quello di allontanarsi
dalla parola per appiattirsi sulla descrizione tecnica e scientifica, facendo assurgere
il linguaggio univoco della scienza a unico linguaggio. In medicina si manifesta se
e quando la malattia letta e interpretata come patologia (Disease) e non come
condizione profonda dellessere nella sua integralit (Illness), il quale subisce non
solo il limite imposto dal mal funzionamento di un organo ma anche quel carico
di dolore sofferenza precariet, quel bisogno di cogliere il senso profondo
dellesistere e del morire che la malattia porta con s.
La parola umana, quella della vita quotidiana, polisemica, simbolica,
metaforica; in particolare lo quando deve esprimere emozioni forti: angosce
esistenziali, paura del distacco e della morte, paura dellignoto e del divino. Come
nota D. Taruscio: La narrazione dellesperienza personale dovrebbe avere un

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/ascoltare-non-costa-nulla/2154768 , 29 giugno 2011

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ruolo significativo nelle relazioni di cura, perch la sofferenza richiede di essere


inserita in racconti reali per acquisire un senso preciso, diventare condivisibile e
trasformarsi in risorsa.2. Luomo un essere trascendente e colora lambiente
in cui vive, sia naturale sia sociale3, facendo riferimento a quel di pi che origina
metafore, simbolismi, riti. Egli esprime la capacit di incorporare nelle cose
sentimenti e ricordi dantan attraverso il linguaggio e con il linguaggio. Una seria
familiarit con la parola da parte dei curanti rafforza la buona prassi clinica,
indissolubilmente legata alla considerazione della soggettivit, della persona e
delle sue richieste - del suo sentirsi malato, e non soltanto del suo essere
malato (Israel, 2010, p.87).
La corretta comunicazione il fondamento di ogni relazione umana, a
maggior ragione della clinica, perch la medicina , per sua natura, una
relazione tra persone. La medicina la relazione medico-paziente perch, in
senso proprio, la medicina non pu compiersi che allinterno di tale relazione.
Proprio dallaver posto al centro del proprio interesse la persona umana,
scaturisce la natura etica della medicina: la persona umana con la sua esperienza
di malattia e di sofferenza costituisce loggetto peculiare della medicina.
(Comoretto, 2012, p.50).
e la storia personale
Accanto alla parola, laltro aspetto proprio dellessere umano il suo
riconoscersi attraverso la storia personale. Il S rappresenta la storia che
attimo dopo attimo va prendendo forma nella libert delle scelte personali;
storia, sempre uguale e sempre diversa, che il soggetto costruisce collocando e
ricollocando gli eventi della vita in un certo ordine temporale e consequenziale.
La storia personale non scritta in nessun luogo, si scompone e ricompone ad
ogni successivo racconto in unatmosfera fortemente emozionale.
In questo susseguirsi di eventi e narrazione di eventi si forma lidentit
personale, unidentit, come dice Paul Ricoeur, narrativa (Ricoeur, 1986-1988).
Ogni evento inatteso crea una frattura nella biografia e implica la costruzione di
una nuova trama del vissuto capace di inglobare la novit, pena una crisi di identit
personale. Essa, infatti, non si costituisce come dato immediato, dice sempre
Ricoeur, ma leffetto di una dialettica io-tu/altro. Luomo trova se stesso nella
mediazione che laltro il tu4 - gli porta e che gli permette di riconoscersi
come persona. Diventa evidente la radice del malessere generato dallinfermit:
2

Si veda il sito dellIstituto Superiore di Sanit (ISS) relativo a medicina narrativa e malattie rare
http://www.iss.it/medi/chis/cont.php?id=79&tipo=10&lang=1
Tutti abbiamo fatto lesperienza di luoghi e profumi ritrovati che riportano indietro nel tempo
dellinfanzia, una musica che rievoca unoccasione speciale, il vecchio oggetto sbrecciato senza
valore commerciale ma ricco di valenza affettiva etc.
Dellaltro, il tu, fanno parte anche contesto personale e culturale, linguaggio, istituzioni, tutto ci
entro cui si costituisce il soggetto e che contribuisce a condizionarlo.

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il s precedente la malattia come svanito a fronte di un io nuovo, debole,


allettato, spogliato, dipendente dagli altri per sopravvivere e dipendente dalla
dialettica io-tu, paziente-curante per ritrovarsi e riconoscersi. lo sguardo
dellaltro, dei familiari come dei curanti, che gli permette di esistere come persona.
Linsorgere della patologia, evento inatteso per eccellenza, fa scattare nel
paziente il bisogno di raccontare lesperienza nuova, rivisitando il racconto della
vita in salute alla ricerca di s (Ricoeur, 1970, p.211).
necessario che i sanitari accolgano questo racconto con ascolto vivo,
partecipe, sincero. Accogliere, come afferma G. Bert (2007, p.XI), significa
rispettare, tener conto che luniverso di significati definenti lidentit e la vita
quotidiana non pu venire sostituito dalla razionalit scientifica del discorso
medico. Infatti, la vita quotidiana il luogo e il tempo in cui luomo fa esperienza
del mondo che lo circonda rivestendolo di significato, interagisce con i suoi
simili nei differenti ambienti (casa, lavoro, tempo libero), crea e distrugge legami,
modifica se stesso costruendo la sua memoria individuale e progettando il suo
futuro. Il mondo esterno influisce anche sul modo di vivere la malattia, sul
concetto di salute, malattia e sofferenza (Kleinman, 1988); lo stesso linguaggio
medico un linguaggio culturale legato ad una visione specializzata della realt
e a un sistema di relazioni sociali(Good, 2006, p.9). Il paziente porta con s
questo mondo nel momento del colloquio con il medico - dellanamnesi, come
nellincontro con tutte le figure implicate nellassistenza e cura; racconta il suo
vissuto di sofferenza legato ai cambiamenti che il morbo inesorabilmente impone
insieme allurgenza di ritessere il filo della pluralit delle esperienze per
riconoscersi nel nuovo racconto. La storia di malattia che il paziente consegna
al professionista costituisce la cornice di significati entro cui si colloca unanamnesi
completa e adeguata alla singolarit del soggetto.
Il raccontare del malato e lascoltare dei curanti hanno radice comune
nellemozione. Quindi molto importante anche per costoro saper riconosce
prima e gestire poi le emozioni proprie e del paziente, vale a dire saper
decodificare le narrazioni, per evitare ogni imbarazzo emozionale5.
La bioetica, che per sua natura si autodefinita sapienza e ponte, non pu
non inserirsi in questo delicato contesto relazionale e sforzarsi di saper essere
catalizzatore del dialogo tra differenti saperi o, per usare parole concrete, tra
professionisti specializzati in differenti settori. Questo il senso di una bioetica
clinica veramente prossima alla persona malata e sensibile ai bisogni dei
professionisti della cura.

Con limbarazzo emozionale intendo quel carico di sensazioni inconsce che qualunque paziente
ti riversa addosso, anche tuo malgrado. (Venturino, 2005, p.128).

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La comunicazione umana: una risorsa terapeutica


Saper essere: fondamento dellarte di comunicare
Sono tre i livelli complementari riconosciuti indispensabili per una
formazione completa: sapere, saper fare e saper essere.
Linsegnamento tecnico6 si ritiene debba essere integrato con uno che
tocchi dimensioni antropologiche pi ampie, che abbia come oggetto/soggetto
luomo in relazione con s, con gli altri, con il mondo, per guidarlo al saper
essere.
Ma si pu educare al saper essere, condizione cos strettamente connessa
con il modo singolare in cui ciascuno e si muove nel mondo? Una cosa
certamente si pu: sollecitare lattitudine che permette di capire se stessi, di
fare il bilancio con i propri limiti e potenzialit per aprirsi pi facilmente allaltro.
E ci avviene principalmente imparando a riconoscere e interpretare le
narrazioni, proprie e altrui, ad individuare significati, convinzioni, credenze, valori,
speranze che animano lindividuo rendendolo singolare e irripetibile.
Insegnare medicina narrativa, meglio ancora latteggiamento narrativo in
medicina, vuol dire mirare allobiettivo di raggiungere un vero saper essere.
Saper essere curante per aiutare la persona a saper essere malato, nel
senso di creare le condizioni perch arrivi ad accettare una situazione di vita
subita e non voluta, che impone un profondo cambiamento di prospettiva
(Lombardi Ricci, 1990a, 1990b). Come ben diceva Montaigne, la malattia ha le
sue saluti come la salute ha le sue malattie. Sentirsi malato vuol dire scoprirsi
diversi da come si sempre stati, significa ricostruire una trama di relazioni con
le stesse persone ma tessute a partire dalle nuove condizioni esistenziali, dai
nuovi limiti dellagire, dal diverso modo di prospettarsi il futuro che la malattia
inesorabilmente esige. Per questo molto importante insegnare ai curanti a
comprendere in tutte le sue differenti articolazioni il significato della malattia
vissuta (illness) approcciandola con sguardo sistemico (Watzlawick-BeavinJackson,1971; Watzlawick, 1976), perch la malattia risente anche del racconto
collettivo su di essa (Sickness), anche costruzione sociale (Ingrosso, 1994).
Nella totale dipendenza dallaltro, il malato aspetta uno sguardo benevolo,
un sorriso, una complicit che comunichi condivisione e quella prossimit che
passa dal corpo al corpo (Bellet, 1988, p.41). Ci di cui ha bisogno, insieme alla
competenza del sapere duro, proprio delle scienze sperimentali, la dolcezza
umana, che si realizza nel prendersi cura del corpo con rispetto e prossimit. Il
contatto fisico di per s linguaggio di comunicazione; non un caso se, fin
dallantichit, il toccare stato avvicinato al gesto di cura7. I gesti sono una
6

Linsegnamento tecnico identificabile come il dare strumenti per raggiungere lo scopo nel modo
migliore, pi efficace, pi rapido, facendo acquisire un corretto saper fare.
Si pensi, a mo di esempio alla guarigione del lebbroso Ges stese la mano e lo tocc dicendo: Lo
voglio, sii risanato!. E subito la lebbra scomparve da lui. (Luca, 5,13; analogo in Matteo, 8,3; Marco,
1, 41-42)

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sottolineatura del discorso, possono rinforzare o contraddire ci che il soggetto


sta dicendo a parole; se comunicazione verbale e comunicazione corporea non
coincidono si pu generare una situazione conflittuale (Autton, 1992, p.59). Nella
cura della persona malata il toccare fondamentale per cui diventa necessario
insegnare a tutti i professionisti della salute limportanza del tocco espressivo a
completamento del tocco tecnico, senza il quale diventa difficile latteggiamento
di accoglienza (Austin, 1974).
opportuno che la formazione universitaria di base ed lEducazione
Continua in medicina (ECM) educhino tutto il personale impegnato nella cura e
assistenza ad avvalersi di una metodica articolata, idonea al rilevamento della
complessit del vissuto personale e allutilizzo terapeutico dei racconti ascoltati
e sollecitati. La medicina narrativa non una nuova moda, ma la riscoperta e la
riaffermazione del ruolo e del compito primario del medico: la curaun compito
ben pi vasto e complesso della diagnosi e della terapia, perch implica ascolto,
attenzione, rispetto, solidariet condivisione, partecipazione, empatia. (Parizzi,
2009, p.169).
A tale fine la medicina torna ad aprirsi alle scienze che liperspecializzazione
ha via via allontanato dal sapere medico8 come ad altre pi recenti quali counselling
( il counselling sanitario finalizzato ad aiutare laltro a costruirsi il suo modo di
vivere nella malattia) e la prossemica9 (Hall, 1966). Il linguaggio non verbale, il
linguaggio del corpo, immediato e non mistificabile e per questo bene che
costituisca uno degli elementi di formazione di base dei curanti perch, in modo
similare allespressione artistica (arti figurative, narrativa, poesia, cinema ..), esso
indica in modo simbolico, metaforico - e dunque pienamente umano - il senso
delle cose e della relazione.
Lapproccio narrativo valorizza la matrice antropologica e umanistica della
medicina, da sempre volta a cogliere la dimensione esistenziale, riorientando il
professionista al reale fondamento dellarte medica. Se la prima immagine che
ha connotato la figura del medico il medico-filosofo, e ci avvenuto in
unepoca non certo dotata di tecnologia e bioinformatica, significa che gli
interrogativi che la condizione di vita inferma sollecita sono anchessi inevitabile
oggetto della medicina, dal momento che Il malato un essere che vive
unangoscia che chi sta bene ignora o non comprende (Vannesse, 1993, p.22) .
La dimensione di trascendenza, tipica dellessere umano, il bisogno di
scoprire il senso delle cose e della vita rientra nella clinica; di questo parla il
malato quando varca la soglia dello studio medico o si trova nella corsia
dellospedale. Parla con le parole e parla con il corpo alla ricerca di accettazione.

8
9

In passato psicologia, sociologia, antropologia erano comprese nella formazione del medico.
La prossemica studia linterrelazione tra spazio e distanze allinterno di una comunicazione. Si pensi
alla valenza che ha nel colloquio medico/curante-paziente.

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Saper dialogare per i curanti vuol anche dire aver imparato a toccare la persona
in modo da abbattere la percezione di estraneit che spesso lospedalizzazione
comunica.
La semeiotica10 si costruita sul racconto del malato, sullesperienza quotidiana
al letto del paziente finch, poco a poco, cause oggettive11 e cause culturali hanno
prodotto un progressivo e generale allontanamento del medico dal malato. La
medicina si fatta scientifica e la scienza medica ha spinto la clinica ad imitarla per
acquistare maggior credito assumendo il misurabile come parametro di obiettivit,
scientificit, verit. Cos facendo, per, va a negare lessenza della pratica medica
che un incessante dialogo tra le conoscenze, la sapienza dei libri e la sapienza
della pratica. un percorso circolare continuo in cui la pratica illumina la teoria e
la teoria a sua volta la pratica (Bert, 2007, p.193).
Il colloquio con il paziente, tra malattia studiata e malattia narrata
Dal secondo dopoguerra in poi la medicina ha studiato la malattia in quanto
patologia organica (disease) ricorrendo a ricerche che utilizzavano il metodo
quantitativo, la cosddetta medicina basata sulle evidenze (EBM). Questo metodo,
per, lavorando sul dato statistico, generale, non riesce a cogliere gli elementi
tipici del vissuto esistenziale (illness). La rilevazione del dolore/sofferenza e la sua
trascrizione in cartella clinica certamente un passo importante, ma la percezione
della qualit della vita vissuta non pu essere valutata solo mediante numeri e
faccette. I dati qualitativi per loro natura non sono volti a definire verit universali
ma a capire la realt nella sua concretezza, che pu essere raggiunta solo attraverso
la storia che il soggetto costruisce quando racconta il suo sentirsi malato, i suoi
sintomi, quelli della sua malattia. Grazie a questa abilit di comprensione possibile
trovare le parole giuste per comunicare e rendere comune la decisione da
prendere. Si capisce facilmente perch, negli ultimi decenni, sviluppare lattitudine
capace di attenzione al, e comprensione del, racconto sia diventato un elemento
necessario nel percorso formativo delle professioni sanitarie.
Questa pedagogia di pi ampio respiro, che utilizza Medical Humanities12 e
medicina basata sulla narrazione (NMB)13, aiuta la clinica a non sbilanciarsi
10

11

12

13

La semeiotica ( , semion, segno e tkhn, arte) indica la disciplina che studia sintomi
soggettivi e segni clinici; in senso lato, linsieme dello studio anamnestico, dellesame obiettivo,
nonch dei reperti di quanto ricercato in esami di laboratorio e con le tecniche diagnostiche.
Tra esse possiamo porre la nuova strumentazione si pensi allauscultazione in ambito cardiaco
che vede prima lorecchio del medico sul corpo del paziente, poi lo stetoscopio, poi eco ed
elettrocardiogramma.
Le Medical Humanities possono essere generalmente definite come ci che riguarda la comprensione
delluomo attraverso le scienze umane. in Zannini, 2008a, p.6.
Il paradigma narrativo si basa sullattivazione della capacit di ascoltare ci che la persona dice
cogliendo tutta la ricchezza di sfumature, metafore, riferimenti, riconoscendo la strutturazione
narrativa e quindi le ragioni che hanno portato alla costruzione di tale trama piuttosto che di
unaltra.

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eccessivamente verso una valutazione prevalentemente tecnico-quantitativa,


spesso disattenta allimportanza del rapporto umano curante-paziente, la sollecita
a dare alla narrazione importanza pari a quella attribuita ai segni e sintomi clinici
(Peruselli, 1997, p.44). Infatti la narrazione una delle strategie con cui il soggetto
cerca di far fronte allesperienza negativa, dolorosa, minacciante lidentit
personale. Completare lanamnesi con la dimensione esistenziale e relazionale
che il malato vive concretamente nel quotidiano rende possibile per medico e
paziente costruire insieme la nuova trama di vita a partire da un percorso terapeutico
condiviso e calibrato sulla reale condizione esistenziale della persona.
Muovendo dai dati oggettivi ricavati secondo lEBM arricchiti mediante la
capacit di ricevere il racconto personale (NMB) possibile cogliere il significato
del vissuto di malattia, passo imprescindibile se si vuole ottenere un percorso di
cura personalizzato (Bert, 2012, p.37); a questo fine importante che i curanti
sappiano far buon uso dei racconti che raccolgono. La co-costruzione del processo
terapeutico la via che apre ad una presa in carico olistica e integrata della
persona, perch in questo contesto si riconosce e si accetta la complessit della
realt, delle differenti posizioni e il dialogo tra professioni si snoda con naturalezza:
comunicare bene parte del saper essere. Nella presa in carico del paziente,
ogni disciplina partecipa al processo di cura secondo la propria prospettiva e
peculiarit nella condivisione dello stesso obiettivo comune: individuare la strategia
terapeutica pi opportuna per raggiungere la migliore qualit di vita possibile.
Aprendo la via allaccettazione di vivibilit a fronte di una salute diversa, si aiuta
la persona a raggiungere lautorealizzazione nonostante la malattia.
Lapproccio narrativo, completamento di una medicina
veramente deccellenza
EBM e NBM: Anamnesi, narrazione ed ermeneutica
Linsegnamento della medicina, pur perseguendo sempre una seria
formazione scientifica, sta cercando di ritrovare lunit dello sguardo clinico,
tecnico-scientifico e antropologico. Allinterno delle stesse facolt di medicina,
valorizzando la natura interpretativa dellattivit medica i referti sono una
lettura/interpretazione di un tracciato, di percentuali cominciata la
sensibilizzazione degli studenti allimportanza dellantropologia medica14. Larte
dellinterpretazione dei fenomeni (lermeneutica) consiste proprio nella capacit
di inglobare spiegazione e comprensione in un atto unico, quindi di mettere in
dialogo EBM e NBM. Non in contrapposizione ma in completamento reciproco.
A questo riguardo interessante ricordare, tra gli altri, un programma che
prevede la collaborazione tra la Facolt di medicina e il Center for British Art (Yale
University) che mira ad insegnare ai futuri medici ad osservare dipinti per rilevare
14

Sulle fratture che la malattia crea nel percorso della vita si veda Geets C., La maladie comme
exprience et comme condition, Le Supplement, 184 (1993), pp.33 55;

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il modo in cui pensieri e sentimenti sono resi visivamente, nella convinzione che
essere migliori osservatori, notare i dettagli, insegni a porre le domande giuste
per raggiungere una valida diagnosi. In fondo, si tratta di un modo diverso per
affinare le stesse abilit di osservazione coinvolte nellanalisi diagnostica15.
Lespressione Arte medica allude a questa capacit professionale: La differenza
tra la medicina scientifica e larte medica consiste nel divario che sussiste tra un
sapere generale e lapplicazione concreta di tale sapere al singolo caso (Zannini,
2010, p.48).
La malattia vissuta, lo si detto, non risponde solo ad un quadro teorico,
la manifestazione particolare di un disagio esistenziale che il soggetto esprime
attraverso il racconto dei suoi sintomi. .. i miei medici tenevano conto
esclusivamente dei fatti e non di quellinafferrabile altro che poteva nascondersi
dietro i fatti Io ero un corpo: un corpo ammalato da guarire. .. Quel che
veniva attaccato era il cancro, un cancro ben descritto nei manuali, con le sue
statistiche di incidenza e di sopravvivenza, il cancro che pu essere di tutti. Ma
non il mio! (Terzani, 2004, p.15). Per evitare siffatti scivolamenti clinici fiorita
allinterno della medicina lesigenza di superare la modalit di costruzione del
quadro nosologico che per molto tempo ha fatto soprattutto riferimento a
dati raccolti quasi esclusivamente secondo il metodo scientifico, quantitativo.
Prigionieri di un eccesso di tecnicizzazione della medicina, i curanti non sanno
lasciarsi istruire dalla situazione concreta; eppure il loro agire una risposta ad
una situazione concreta e personale. (Hacpille, 1996, p.22). Tale limite una
delle ragioni allorigine del disagio professionale che si manifesta nella nota
sindrome del burn out, tra le cui ragioni si annovera anche il deterioramento
delle emozioni, che influisce sulle relazioni le quali finiscono per essere vissute
in modo distaccato, freddo, impersonale. Saper e poter esprimere lemotivit
per controllare i turbamenti emozionali e relazionali quindi importante non
solo per la persona malata ma anche per gli operatori, e lo particolarmente
nel momento storico attuale che interpreta lespressione delle emozioni come
sintomo di debolezza e fragilit. Dare spazio allapproccio narrativo , dunque,
elemento cruciale per ritrovare una reale arte di convivere e di guarire. Cos
lanamnesi se non il giudizio clinico che prende avvio dalla storia di malattia che
la persona porta al medico?
Il bisogno di raccontare eventi, paure, emozioni e lurgenza di essere ascoltati
per essere aiutati sul piano bio-fisiologico ed esistenziale vitale per ogni essere
umano. Come suggerisce A. DAvenia in riferimento ad un diverso contesto, si
muore in molti modi e il pi diffuso quello della solitudine causata dallassenza
di possibilit di raccontare la propria storia, unica e irripetibile, a qualcuno.
(2011).

15

Si veda il sito http://www.yale.edu/opa/arc-ybc/ybc/v26.n24.news.03.html

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La necessit fondamentale di narrarsi richiede, lo ricordiamo, ascolto attivo


capace di individuare il significato che il paziente d agli eventi che vive e che si
esprime nel linguaggio polisemico. Esso ha anche forte valenza clinica perch
non solo descrive una situazione ma lascia intravvedere se e come sia possibile
costruire possibilit terapeutiche e di vita. Ci che il paziente racconta analogo
a ci che un autore scrive e pu essere avvicinato con la stessa curiosit,
attenzione e assenza di pre-giudizi con cui si legge un testo.
Attivare capacit ermeneutica e capacit di counselling porta un notevole
cambiamento nella struttura della relazione terapeutica perch significa accettare
di essere coinvolto nella relazione non solo come curante asettico, neutro, passivo,
ma come co-autore del modo di costruire possibilit reali di vita nella malattia.
la via per la proposta di una speranza intermedia o possibile (Sandrin, 2009; 2010)
e di un percorso terapeutico proporzionato al paziente che si trova in un
particolare stadio della sua vicenda di malattia. Esso si inscrive in un processo
circolare (circolo ermeneutico) che comprende il vissuto del singolo paziente e
del singolo curante, perch ogni essere umano porta con s il suo mondo
esistenziale, i significati che lo rivestono e dai quali non pu prescindere16. Tali
universi esistenziali emergono nel linguaggio non verbale e si mostrano attraverso
la relazione intessuta dai due interlocutori. Latteggiamento del curante, al di l di
ci che dice verbalmente, suggerisce di per s alla persona la vivibilit/ invivibilit
che egli intravede nella concreta condizione di malattia. Come nota Pierluigi Tunesi,
paziente bisognoso di tutto e incapace di parlare, Agli occhi non si pu mentire
e negli occhi di Valini [il medico] ho visto tutto.17 (Venturino, 2005, p.144).
Saggezza pratica e Medical Humanities
Latteggiamento narrativo permette alla medicina di personalizzare il dato
obiettivo della EBM. Larte medica da sempre espressa dal binomio scienza e
coscienza - sintesi di EBM e sapienza umana e professionale, la
aristotelica vale a dire saggezza / ragione pratica, prudenza che si impara al letto
del malato. La saggezza riguarda anche i particolari, i quali diventano noti in base
allesperienza18; quindi la saggezza pratica permette di individuare, tra le possibili,
lazione migliore per la persona cui diretta. In questa ottica assumono importanza
primaria i significati che il paziente attribuisce alla sua condizione, individuabili nella
storia di malattia che egli ha presentato ai curanti, perch in essa si celano anche
le probabili reazioni alla situazione terapeutica che sar scelta.
16

17

18

Ciascuno entra nel luogo di cura con tutta la sua concretezza, la sua storia passata e presente nel
corso della quale ha costruito i punti di riferimento, la visione che permette di interpretare la realt,
di vivere in essa, di creare relazioni e di costruire il senso della vita.
Pierluigi Tunisi il protagonista del racconto, ricoverato in terapia intensiva, che intesse con il
dottor Valini che lha in cura una umanissima e personale relazione. Libro che ogni curante dovrebbe
leggere.
Etica Nicomachea, 1142 a

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La ragione pratica inscindibile dalla prassi clinica, perch la buona clinica


non si pu limitare ad applicare regole condivise per compiere una buona scelta,
ma deve sapersi orientare alla migliore scelta collocata nella circostanza precisa,
se vuole essere eticamente corretta. Come ricorda L. Zannini, La forma
perfetta del sapere prassico non la capacita di applicare regole date, ma va
individuata in unadeguata capacita di deliberare bene (Mortari, 2003, p. 11),
ossia di fare le scelte giuste in relazione ai vincoli e alle possibilit date da una
specifica situazione in cui si trova un individuo. Tale capacita sembra
particolarmente rilevante per imparare a gestire una dimensione fondamentale
nella pratica clinica e professionale, che quella etica. (Zannini, 2008, p.4).
Lapproccio narrativo supera la sola dimensione razionale del problema la quale
riduce i conflitti umani a problemi razionali che devono essere risolti con un
rigoroso ragionamento morale, mentre lapproccio narrativo alla questione etica
presenta lesperienza di malattia in tutta la contraddittoriet e significativit che
si assume per il singolo individuo. (Zannini, 2008, p.4).
Per aiutare i professionisti della salute a riconoscere e far tesoro della
storia che ricevono importante che nel corso della formazione universitaria
ci siano momenti nei quali la storia essa stessa strumento di scuola. Mi riferisco
allosservazione guidata di quadri, alluso della fotografia, di film (proiettati
interamente o spezzoni), al ricorso a diari autobiografici o racconti reali19, alla
letteratura finzionale la quale crea mondi emozionali che per loro natura
promuovono la identificazione tra lettore e protagonisti, presenta numerosi
personaggi con caratteri diversi e soprattutto propone vari e disparati scenari20.
Il modo metaforico-simbolico permette di parlare della sofferenza, di riconoscerla grazie alla suggestione filmico-letteraria, di aprirsi alla compartecipazione. Lapproccio artistico-letterario, suggerendo nuove possibilit di
essere-nel-mondo, apre ad un poter essere diverso da quello precedente
linsorgere della patologia ma altrettanto vivibile nella vita malata.
Queste le ragioni per cui Medical Humanities e medicina narrativa hanno
consolidato un ruolo pedagogico nelle universit straniere e lo stesso sta
avvenendo in quelle italiane21. Rafforzando lo sviluppo di capacit osservative,
permettono il confronto tra la situazione narrata e la propria esperienza

Esistono varie metodologie per comprendere il materiale narrativo, scritto come orale, su cui non
possiamo soffermarci ma che pu essere chiarificatore richiamare schematicamente. Si presta
attenzione (se la comunicazione scritta si conta la) alla frequenza con cui certe parole o questioni
ritornano, perch diventano parole/questioni-chiave; al genere della narrazione nellottica della
linguistica; al contenuto, alla trama.
20
Un esempio interessante lintrigante racconto del medico rianimatore Marco Venturino Cosa
sognano i pesci rossi (Venturino, 2005).
21
Al proposito si veda linteressante riflessione di Zanini L., Medical Humaties e medicina narrativa. Nuove
prospettive nella formazione dei professionisti della cura, R. Cortina ed., Milano 2008, in cui mostra
limportanza della competenza narrativa nella formazione dei professionisti della cura.
19

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personale; incoraggiando lintrospezione, insegnano a guardare oltre il dato


descrittivo. Uno sguardo pi articolato sul malato allontana il rischio di
riduzionismo e apre alla capacit di riconoscersi prossimo allaltro (Sandrin,
2007, p.55ss), strada maestra per la realizzazione di una vera medicina che curi
i malati come persone (Israel, 2010).
Bibliografia*
* I testi indicati con lasterisco sono un ampliamento bibliografico utile per chi
interessato al tema e vuole approfondire la conoscenza della medicina narrativa
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news/il_racconto_delle_malattie_un_laboratorio_in_tempo_reale-21550198/

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