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Facolt di Medicina e Chirurgia

Corso di Laurea in Infermieristica

Corso Integrato
Insegnamento

Funzionamento del Corpo Umano


Diagnostica per immagini e Radioprotezione

RADIOPROTEZIONE
DEI LAVORATORI
Docente Angelo Maggio

maggio.angelo@ircc.it

1921: PRELIMINARY REPORT OF THE


X-RAY AND RADIUM PROTECTION
COMMITTEE

Date importanti nella storia della RADIOPROTEZIONE


(1)
PERIODO

EVENTO

anni
venti

Definizione della dose di tolleranza, uguale per lavoratori e


popolazione, pari a 1R/settimana al corpo intero, cio 50R/anno.

1925

I Congresso Internazionale di Radiologia a Londra e costituzione


dellICRU (International Commission on Radiation Units &
Measurements)

1928

II Congresso Internazionale di
costituzione dellICRP.

1931

Il rntgen adottato come unit di misura della dose di


esposizione al fine di misurare i raggi X.

1934-35

In Italia sono promulgati il Testo Unico delle leggi sanitarie e il


relativo regolamento di attuazione; viene disciplinato lesercizio
della radiologia.

anni
quaranta

Definizione di dose genetica intesa come dose media alle gonadi


tra gli individui in et fertile. Detta dose posto che sia dose di
tolleranza.

1941

Il Comitato USA per la radioprotezione raccomanda per il Radio il


deposito corporeo massimo di 0,1 Ci.

Radiologia

Stoccolma

Date importanti nella storia della RADIOPROTEZIONE (2)


PERIODO
anni
cinquanta

EVENTO
- ipotesi di linearit nella relazione dose/effetto stocastico
- caduta del concetto di dose di tolleranza
- ricerca di una dose a basso rischio biologico

1952

Le malattie professionali da radio, raggi X e sostanze radioattive


sono incluse, in Italia, nella tabella delle lavorazioni per cui
obbligatoria lassicurazione contro gli infortuni e le malattie
professionali.

1956-59

LICRP definisce le dosi massime ammissibili al corpo intero per i


lavoratori (5 rem/anno) e per gli individui della popolazione (0,5
rem/anno), la dose genetica media per gli individui di una vasta
popolazione (5 rem in 30 anni) e propugna la lotta ad ogni rischio
indebito.

1958

E obbligatoria in Italia lassicurazione dei medici contro le malattie


e le lesioni da raggi X e da sostanze radioattive.

1959

La Comunit Europea emana proprie Direttive di Radioprotezione.

1960

LICRP raccomanda di porre in atto ogni sforzo inteso a ridurre le


esposizioni nei limiti pi ristretti possibili.

Date importanti nella storia della RADIOPROTEZIONE (3)

PERIODO

EVENTO

1964

LItalia ha la legge di radioprotezione (il D. P. R. 185/64)

1965

Viene introdotto il principio ALARA (As Low As Readily


Achievable): le dosi siano mantenute tanto basse quanto
ragionevolmente ottenibile, facendo luogo a considerazioni
economiche e sociali.

1966

ICRP 9

1991

LICRP 60 raccomanda
Radiologica.

1995

LItalia ha una nuova legge di radioprotezione, in


attuazione di varie direttive Euratom (il D.L. 230/95).

2000

D. Lgs. 241/00 recepimento direttive Euratom 96/29.


D. Lgs. 187/00 recepimento direttive Euratom 97/43.

il

Sistema

di

Protezione

RADIOPROTEZIONE DEL PAZIENTE E RADIOLOGIA COMPLEMENTARE


Poich le dosi ricevute non sono trascurabili
importante sviluppare una corretta cultura
radioprotezionistica per tutelare
gli operatori
il paziente
la popolazione
Prendendo in considerazione tutti i tipi di
esposizioni mediche (anche quelle medico legali,
assicurative, volontarie e a scopo di ricerca)
Questo risulta essenziale anche per chi utilizza le
apparecchiature radiologiche in maniera
complementare: cardiologi interventisti, chirurghi
ortopedici, vascolari e altri.

LA NORMATIVA ITALIANA
La Normativa italiana in materia di
radioprotezione costituita da:
Decreto Legislativo 187/00
che riguarda la protezione del
paziente nelle pratiche mediche con
utilizzo di radiazioni ionizzanti
Decreto Legislativo 257/01:
che riguarda la protezione della
popolazione e dei lavoratori contro i
rischi derivanti dalle radiazioni
ionizzanti

257/01

Decreto Legislativo del Governo 17 marzo 1995 n 230


modificato
dal D. Lgs. 26 maggio 2000 n. 241,
e dal D. Lgs. 9 maggio 2001 n. 257
Attuazione delle direttive 89/618/Euratom, 90/641/Euratom, 92/3/Euratom
e 96/29/Euratom in materia di radiazioni ionizzanti.

Art. 61 Obblighi dei datori di lavoro, dirigenti e preposti


I datori di lavoro, i dirigenti e i preposti devono in particolare:
..
rendere edotti i lavoratori, nellambito di un programma di formazione finalizzato
alla radioprotezione, in relazione alle mansioni cui essi sono addetti, dei rischi
specifici cui sono esposti, delle norme di protezione sanitaria, delle conseguenze
derivanti dalla mancata osservanza delle prescrizioni mediche, delle modalit di
esecuzione del lavoro e delle norme interne

CONSAPEVOLEZZA
=
SICUREZZA

DECRETO LEGISLATIVO 17 marzo 1995, n. 230


Attuazione delle direttive EURATOM 80/836, 84/467, 84/466, 89/618, 90/641 e
92/3 in materia di radiazioni ionizzanti
SOMMARIO
Capo I - Campo di applicazione. Principi generali di protezione dalle
radiazioni ionizzanti.
Capo II

- Definizioni.

Capo III

- Organi.

Capo IV - Lavorazioni minerarie.


Capo V - Regime giuridico per importazione, produzione, commercio,
trasporto e detenzione.
Capo VI - Regime autorizzativo per le installazioni e particolari disposizioni per
i rifiuti radioattivi.
Capo VII - Impianti.
Capo VIII - Protezione sanitaria dei lavoratori.
Capo IX - Protezione sanitaria della popolazione.
Capo X

- Stato di emergenza nucleare.

Capo XI

- Norme penali.

Capo XII - Disposizioni transitorie e finali.

PRINCIPI GENERALI DELLA


RADIOPROTEZIONE NELLA
FORMULAZIONE DEL D.L. 230/95
(art. 2 Sistema di protezione radiologica)
Principio di giustificazione
I tipi di attivit che comportano esposizione alle radiazioni ionizzanti
debbono essere preventivamente giustificati e periodicamente
riconsiderati alla luce dei benefici che da essi derivano.

Principio di ottimizzazione
Le esposizioni alle radiazioni ionizzanti debbono essere mantenute al
livello pi basso ragionevolmente ottenibile, tenuto conto dei fattori
economici e sociali (Principio ALARA).

Principio di limitazione della dose


La somma delle dosi ricevute e impiegate non deve superare i limiti
prescritti, in accordo con le disposizioni legislative e i relativi
provvedimenti applicativi.

D.Lgs 241/00:
FIGURE PROFESSIONALI DELLA RADIOPROTEZIONE
E compito del datore di lavoro nominare lEsperto Qualificato e il
Medico Autorizzato/Competente
In particolare
LEsperto Qualificato deve
fornire valutazione e indicazioni di radioprotezione sullattivit svolta
assicurare la sorveglianza fisica e ambientale
valutare la dose assorbita dai lavoratori esposti e dalla popolazione
classificare le aree a rischio
classificare i lavoratori
Il Medico Autorizzato deve
esprime il giudizio di idoneit al rischio radiologico
sottoporre a visita periodica i lavoratori esposti
richiedere lallontanamento dei lavoratori ove necessario

I LIMITI DI DOSE
Deve essere stabilito un confine tra rischio inaccettabile e
rischio accettabile.
Un valore accettabile di morte per attivit lavorativa di
1 su 10 3 per anno
Viene assunto questo valore anche per i lavoratori esposti al
rischio di radiazioni ionizzanti.
Per la popolazione il rischio accettabile di
1 su 10 4 per anno
Per i lavoratori (che sono esposti fra i 18 e i 65 anni) stato
calcolato che la dose che pu indurre la probabilit di morte di
un caso su 10 3, di
20 mSv/anno

CLASSIFICAZIONE DELLE AREE (1)


Zona classificata: ambiente di lavoro sottoposto a regolamentazione per
motivi di protezione contro le radiazioni ionizzanti. Si divide in:

Zona controllata: ogni area di lavoro ove sussista per i lavoratori, ivi operanti,
il rischio di superamento di uno qualsiasi dei seguenti valori:
6 mSv/anno per esposizione globale o dose efficace;
45 mSv/anno per il cristallino, 150 mSv/anno per la pelle e le estremit.

Zona sorvegliata: tutte le zone ove pu essere superato, in un anno solare, uno
dei limiti di dose fissati per il pubblico. In particolare, ogni area di lavoro che
non debba essere classificata Zona Controllata, ove sussista per i lavoratori, ivi
operanti, il rischio di superamento di uno qualsiasi dei seguenti valori:
1 mSv/anno per esposizione globale o dose efficace;
15 mSv/anno per il cristallino, 50 mSv/anno per la pelle e le estremit.

Zone interdette: aree dove i ratei di dose potrebbero raggiungere valori


particolarmente elevati e per le quali sia necessario istituire appropriate
procedure di accesso. Queste zone, in genere, sono presidiate da opportuni
sistemi di sicurezza (microinterruttori sulle porte di accesso, controlli di ronda,
etc.) per assicurare che il personale non si trovi al loro interno durante il
funzionamento degli impianti.

CLASSIFICAZIONE DELLE AREE (2)


Per la classificazione delle aree:
SI TENGONO IN CONTO anche le esposizioni conseguenti ad
eventi anomali e a malfunzionamenti che possono aumentare le
dosi derivanti dalla normale attivit lavorativa programmata;
NON SI TENGONO IN CONTO le esposizioni accidentali o di
emergenza.
Le zone controllate, sorvegliate e interdette sono segnalate
mediante idonei cartelli di segnalazione posti in corrispondenza
degli accessi.

CLASSIFICAZIONE DEI LAVORATORI (1)


Lavoratori esposti: soggetti che, in ragione dellattivit svolta per conto del datore

di lavoro, sono suscettibili di una esposizione alle radiazioni ionizzanti superiore


ad uno qualsiasi dei limiti per le persone del pubblico.
Sono suddivisi in due categorie:
sono classificati in Categoria A i lavoratori esposti che, sulla base degli
accertamenti compiuti dallesperto qualificato, sono suscettibili di ricevere, in
un anno solare, una dose superiore a uno dei seguenti valori:
6 mSv/anno per esposizione globale o dose efficace;
45 mSv/anno per il cristallino; 150 mSv/anno per la pelle e le estremit.
Sorveglianza fisica: individuale.
Sorveglianza medica: effettuata dal medico autorizzato con frequenza
semestrale.
I lavoratori esposti non classificati in Categoria A sono classificati in
Categoria B.
Sorveglianza fisica: individuale, pu essere sostituita con quella ambientale.
Sorveglianza medica: effettuata dal medico competente o autorizzato con
frequenza annuale.
Limite di dose efficace annuo, per esposizione globale: 20 mSv.

CLASSIFICAZIONE DEI LAVORATORI (2)


Lavoratori non esposti: soggetti che, in ragione dellattivit svolta per conto del
datore di lavoro, sono suscettibili di una esposizione alle radiazioni ionizzanti
non superiore ad uno qualsiasi dei limiti per le persone del pubblico.
Limite di dose efficace annuo, per esposizione globale: 1 mSv.

Apprendisti e studenti: esposti al rischio derivante dalle radiazioni ionizzanti, in


ragione delle attivit di studio o di apprendistato, vengono suddivisi nelle
seguenti categorie:

a)

apprendisti studenti, di et non inferiore a 18 anni, che si avviano ad una


professione nel corso della quale saranno esposti alle radiazioni ionizzanti, o i
cui studi implichino necessariamente limpiego di sorgenti di radiazioni
ionizzanti;

b)

apprendisti e studenti di et compresa tra 16 e 18 anni, che si trovino nelle


condizioni di cui alla lettera a);

c)

apprendisti e studenti di et non inferiore a 16 anni, che non si trovino nelle


condizioni di cui alla lettera a);

d)

apprendisti e studenti di et inferiore a 16 anni.

Agli apprendisti e studenti di cui alla lettera a) sono applicate le stesse modalit di
classificazione stabilite per i lavoratori.

CLASSIFICAZIONE DEI LAVORATORI (3)

Donne gestanti (art. 69 D.L. 230/95)


a)

non possono svolgere attivit tipiche dei lavoratori esposti, ossia attivit che
le espongano al rischio di superare i limiti di dose stabiliti per i lavoratori
non esposti;

b)

sono obbligate a notificare al datore di lavoro lo stato di gestazione, appena


accertato;

c)

le donne che allattano non possono essere adibite ad attivit comportanti un


rischio di contaminazione.

D.Lgs 241/00: LIMITI DI DOSE


Nella tabella sono riassunti i limiti annuali di dose efficace e di
dose equivalente per i lavoratori e per la popolazione

D.Lgs 241/00:
CLASSIFICAZIONE DEI LAVORATORI

D.Lgs 241/00:
CLASSIFICAZIONE DELLE AREE RADIOLOGICHE

D.Lgs 241/00:
MONITORAGGIO DEI LAVORATORI E DELLAMBIENTE
Monitoraggio dei lavoratori
Per ogni lavoratore lEsperto Qualificato istituisce una scheda
dosimetrica in cui vengono riportati i valori di dose efficace, valutati
per mezzo dei dosimetri individuali.
Tali dosi vengono trasmesse al Medico Autorizzato e al lavoratore
stesso.
Monitoraggio ambientale
Con appositi strumenti lesperto qualificato verifica che i livelli di
dose nelle Zone Classificate rispettino i limiti di legge.

DISPOSITIVI di PROTEZIONE e MISURA


Per ridurre lesposizione alle radiazioni ionizzanti si utilizzano
opportuni dispositivi di protezione. Con specifici strumenti di
misura si valuta la dose assorbita.
I dispositivi di protezione si dividono in:
Ambientali: schermature fisse o mobili per macchine
radiogene e sorgenti radioattive sigillate e non sigillate
Individuali: mezzi attenuazione della radiazione, per la
protezione deloperatore sanitario e del paziente.
Gli strumenti di misura della dose assorbita si dividono in:
Ambientali: dosimetri posti in punti critici delle zone
classificate per stimare la dose complessiva nei diversi
ambienti di lavoro
Individuali: dosimetri utilizzati dagli operatori per valutare
il rispetto dei limiti di dose

NORME INTERNE
Strumento per mezzo del quale vengono disciplinate le attivit radiologiche
intorno a ciascun impianto o sorgente di radiazione.
Le norme interne indicano:
-le REGOLE da seguire per lACCESSO e la PERMANENZA nelle Zone
Classificate, per la MANIPOLAZIONE e lUTILIZZO delle sorgenti radioattive;
- i sistemi di segnalazione, di sicurezza e di emergenza;
- le azioni da assicurare in condizioni di emergenza.

DOSIMETRIA INDIVIDUALE
Irradiazione esterna: la valutazione della dose individuale viene effettuata:
- mediante DOSIMETRI INDIVIDUALI (dosimetri a termoluminescenza, a
lettura diretta, elettronici, rivelatori a tracce, dosimetri a film, etc.);
- mediante DOSIMETRIA AMBIENTALE.
Contaminazione interna:
- rivelazione delle radiazioni (se penetranti, come i gamma) emesse dal corpo;
- misure di attivit sugli escreti (urine e feci).

OBBLIGHI DEI LAVORATORI


(art. 68 D.L. 230/95)
I lavoratori devono:
a) osservare le disposizioni impartite dal datore di lavoro o dai suoi incaricati, ai
fini della protezione individuale e collettiva e della sicurezza, a seconda delle
mansioni alle quali sono addetti;
b) usare, secondo le specifiche istruzioni, i dispositivi di sicurezza, i mezzi di
protezione e di sorveglianza dosimetrica, predisposti o forniti dal datore di
lavoro;
c) segnalare immediatamente le deficienze dei dispositivi e dei mezzi di sicurezza,
di protezione e di sorveglianza dosimetrica, nonch le eventuali condizioni di
pericolo di cui vengano a conoscenza;
d) non rimuovere n modificare, senza autorizzazione, i dispositivi e gli altri mezzi
di sicurezza, di segnalazione, di protezione e di misurazione;
e) non compiere, di propria iniziativa, operazioni o manovre che non siano di loro
competenza o che possano compromettere la protezione e la sicurezza;
f) sottoporsi alla sorveglianza medica

DISPOSITIVI DI MISURA INDIVIDUALI: DOSIMETRI


Per valutare la dose ricevuta, loperatore obbligato a indossare sempre il
dosimetro personale (film, TLD o penna).
Quello al corpo intero deve essere posizionato sotto il camice piombato.
Quello per gli arti (anello o bracciale) e complementare ed in aggiunta a quello a
corpo intero ed presto solo per alcune categorie.
Dalla lettura del dosimetro si quantifica la dose, la qualit della radiazione e la
direzione di provenienza della sorgente radiante.

NORME SPECIFICHE:
USO DEI DOSIMETRI PERSONALI

(1)

1) Il personale provvisto di dosimetro e` tenuto a portarlo per tutto il tempo di


permanenza nel reparto e a trattarlo con la massima cura.
2) Il dosimetro personale non pu essere utilizzato al di fuori della struttura ne`
ceduto o prestato ad altre persone.
3) Il dosimetro personale ad anello deve essere indossato sull'arto pi esposto.
4) Si deve porre la massima cura perch il dosimetro non venga in contatto con un
qualunque liquido e non sia esposto a fonti di calore o di umidit.
5) Si deve segnalare immediatamente l'eventuale deterioramento o smarrimento del
dosimetro alla Direzione che provveder alla sua sostituzione.

NORME SPECIFICHE:
USO DEI DOSIMETRI PERSONALI

(2)

6) Durante l'assenza dal lavoro, il dosimetro deve essere riposto in luogo ove non
sussista possibilit alcuna di esposizione alle radiazioni.
L'eventuale assenza dal lavoro per qualsivoglia motivo per almeno tre mesi deve
essere segnalata alla Direzione in modo che possa essere riportata sulla scheda
dosimetrica personale e sul documento sanitario personale del lavoratore.
7) Il dosimetro deve essere consegnato alla persona incaricata nei periodi prestabiliti,
per poter garantire la valutazione della dose individuale assorbita.
8) Nel caso che, per qualsiasi motivo, una persona (dipendente da terzi, lavoratore
autonomo, visitatore o altro) debba svolgere attivit comportante esposizione, anche
solo presunta, alle radiazioni, e' necessario contattare preventivamente lesperto
qualificato.

D.Lgs 241/00:
PROTEZIONE
POPOLAZIONE

DEI

LAVORATORI

DELLA

RADIOPROTEZIONE
OTTIMIZZAZIONE
Ottimizzare una prestazione
radiologica significa utilizzare
tutti
quegli
accorgimenti
tecnici possibili per ridurre
lesposizione
al
minimo
ragionevolmente ottenibile, a
parit di qualit diagnostica,
secondo il principio ALARA
(as
low
as
reasonably
achievable) acquisito dalla
normativa italiana in materia di
radioprotezione

REGOLE GENERALI DI PROTEZIONE


In ciascuna area di lavoro soggetta a rischio
radiologico devono essere affisse le
adeguate norme operative.
Regole generali da ricordare:
limitare il tempo di permanenza.
Usare unadeguata
sorgente di radiazione

distanza

dalla

usare i dispositivi di radioprotezione


individuali e ambientali

MODALITADIESPOSIZIONE
IRRADIAZIONE
Lesposizione ad una sorgente di radiazioni ionizzanti comporta
unairradiazione
Possiamoessereirradiati
dauntuboradiogeno

Possiamoessere
irradiati
daunradioisotopo

32

MODALITADIESPOSIZIONE
IRRADIAZIONETOTALEOPARZIALE
Lirradiazionepu
riguardare
ilcorpointero

ounapartediesso
(peresempiolemani)

33

LIMITAZIONEDELLEDOSIcon
ACCORGIMENTITECNICI
Massimizzare la distanza tra
sorgenteRXepaziente

La dose in un punto varia


proporzionalmente allinverso del
quadrato della distanza: per
esempioraddoppiandoladistanza
ladosesiriducead

Distanze

Minimizzare la distanza
pazienteerivelatore

tra

Poich il rivelatore necessita di una


dose prestabilita per fornire
unimmagine di buona qualit, pi
essovicinoalpazienteeprimasi
raggiungerquestadose.
Inoltre se la distanza rivelatore
paziente elevata, la radiazione
diffusa dal paziente che incide sul
rivelatoredaorigineaimmaginipi
rumorose,quindidipeggiorqualit

Distanze

Campodiirradiazione
Ridurre al minimo le dimensioni
del campo di irradiazione
E importante irradiare soltanto
larea
interessata
allindagine
radiologica limitando il pi possibile
lirraggiamento dei tessuti circostanti.
A tale fine utilizzare correttamente i
diaframmi disponibili
Con un campo pi piccolo, tra laltro
si riduce la radiazione diffusa, quindi
anche la dose alloperatore.

RIDURREITEMPIDIESPOSIZIONE

Utilizzare la scopia pulsata

RADIAZIONE PRIMARIA e SECONDARIA

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE AMBIENTALI


Nel caso di attivit lavorativa
con macchine radiogene al di
fuori del box comandi che
schermato, occorre comunque
proteggersi
con
pannelli
mobili, vetri anti X, tendine
(circa 2 mm Pb)

39

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE AMBIENTALI


Nel caso di impiego di sorgenti non sigillate (isotopi) si
utilizzano schermature locali:
- casseforti piombate
- porta siringhe
- cappe schermate per la manipolazione

40

DISPOSIZIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE

Indossare
dispositivi di protezione individuale
un obbligo
del lavoratore
Il Datore di lavoro ha lobbligo di fornire DPI idonei
41

DISPOSIZIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE


I camici piombati devono proteggere
adeguatamente i distretti corporei con uno
spessore opportuno. Se loperatore mantiene
sempre la stessa posizione potr essere
sufficiente una protezione lungo una sola
direzione mentre se loperatore cambia
posizione dovranno essere usati camici a
protezione (tipicamente 0.25 -0.5 mm Pb)
La protezione dovr essere la pi completa
ed estesa possibile compatibilmente con i
problemi di peso derivanti da una maggior
superficie di materiale schermante usata
Il peso infatti risulta essere un problema non
trascurabile dato che gli indumenti possono
essere usati anche per molte ore
consecutive; sono disponibili per ovviare a
tale inconveniente , diverse taglie e modelli,
tute e kilt per meglio distribuire il peso

CAMICI

MATERIALE PIOMBO EQUIVALENTE


Le schermature ambientali per
attenuare la radiazione sono
costituite in genera da Piombo. Per i
presidi di protezione individuale,
invece, questo materiale risulta
troppo pesante; si ricorre quindi ad
altro materiale pi leggero e si
indica
lequivalenza
al
corrispondente spessore di Piombo.
Questa informazione viene riportata
sulle etichette dei diversi dispositivi
(camici, teli, occhiali etc.).
43

DISPOSIZIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE


Allinterno del fascio primario lirradiazione da
100 a 1000 volte superiore rispetto a quella
presente ai suoi bordi.

GUANTI

Evitare di porre le mani allinterno del fascio o


almeno proteggere le estremit posizionate in
prossimit del fascio con guanti piombati.
Spessore 0.25 mm Pb (o materiale equivalente) e
riducono la dose di 3-10 volte (efficace ma
pesanti e poco utilizzati).
I guanti piombati chirurgici riducono la dose
solo di un 20 - 60 % . Il loro impiego per
effettivamente possibile conducendo quindi ad
un risparmio di dose. Sono guanti sterili che
possono essere risterilizzati ed utilizzati pi
volte.
44

DISPOSIZIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE


Poich il cristallino considerato
maggiormente radiosensibile di quanto non
sia la cute, possono aversi delle situazioni in
cui lo si debba proteggere in modo
particolare.

OCCHIALI

Ci si realizza mediante luso di occhiali


piombati (in genere 0.25 mm Pb
equivalente) che debbono proteggere
anteriormente e lateralmente.
Anche di questi dispositivi esistono diverse
fogge e tipi (normali, da motociclista,
graduati). Il loro denominatore comune il
peso, perci il loro impiego viene limitato ai
soli casi di stretta necessit (es.
emodinamica)

45

DISPOSIZIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE


Poich la tiroide un organo molto
radiosensibile , possono presentarsi dei
casi in cui, anche se altri organi
possono non essere protetti, questa
deve esserlo.

PARATOROIDE

A tale fine vengono usati collari (o


gorgiere) da indossare al collo; la
necessit del loro impiego dipende
dallintensit e dallenergia della
radiazione.
Molti camici piombati presentano per
una protezione gi adeguata in questo
senso
46

DISPOSIZIVI DI

PROTEZIONE
INDIVIDUALE

47

DISPOSIZIVI DI

PROTEZIONE
INDIVIDUALE
48

DISPOSIZIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE


DISPOSITIVI DI PROTEZIONE PER
Principio di ottimizzazione
IL PAZIENTE
Lesposizione deve essere tenuta al livello pi basso
possibile senza inficare il quesito diagnostico

Alcuni dispositivi sono utili per proteggere


parti dei pazienti che potrebbero essere
irradiate, diretta,mente o indirettamente, senza
necessit. Devono sempre essere utilizzati

49

DISPOSIZIVI DI MISURA INDIVIDUALE


DOSIMETRI personali
Per valutare la dose ricevuta, loperatore obbligato ad indossare sempre
il dosimetro personale (film, TLD o penna).
Quella al corpo intero deve essere posizionato

sotto il camice

piombato.
Quello per gli arti (anello o bracciale) complementare ed in aggiunto a
quello a corpo intero ed previsto solo per alcune categorie.
Dalla lettura del dosimetro si quantifica la dose, la qualit della radiazione
e la direzione di provenienza della sorgente radiante.

50

DISPOSIZIVI DI MISURA AMBIENTALE


DOSIMETRI ambientali e misure
Per misurare la dose ambientale
nelle zone classificate vengono
utilizzati appositi dosimetri a film
che sono affissi in punti critici
dellambiente di lavoro.
Misure periodiche vengono poi
effettuate per accertare il corretto
funzionamento dei dispositivi di
protezione (shcermi, barriere) o per
misurare leventuale presenza di
contaminazione
ambientale
da
radionuclidi in forma non sigillata
(medicina nucleare)
51

RADIOPROTEZIONE NELLE PROCEDURE


AD ALTA DOSE

Radiologia
interventistica
TSRM

radiologo

infermiere
52

Riduzione della dose agli operatori


in radiologia interventistica
NORME di RADIOPROTEZIONE
Ridurre al minimo il numero degli operatori presenti in sala
durante lesposizione RX

Utilizzare le barriere mobili di protezione e chiudere le porte/vetri


piombati

Indossare grembiuli e occhiali di protezione, utilizzare schermi e


dosimetri personali
Posizionare in modo corretto lapparecchiatura
Nel caso in cui il fascio sia orizzontale loperatore deve
posizionarsi dalla parte dellintensificatore
Se il fascio verticale, posizionare il tubo sotto il53paziente.

BARRIERE MOBILI

54

BARRIERE
MOBILI

Attenzione alla porta


Deve essere chiusa durante
le procedure

55

BARRIERE MOBILI

56

POSIZIONAMENTO DEL TUBO

ICRP 1985: valori limite peggiorativi della dose agli operatori, in caso
di utilizzo del tubo radiogeno sopra e non sotto il tavolo radiologico:
DOSE ALLE MANI

250

DOSE AGLI OCCHI

100

DOSE AL CORPO INTERO

35
57

POSIZIONAMENTO DEL TUBO

58

POSIZIONAMENTO DEL TUBO

59

CORRETTO POSIZIONAMENTO IN SALA


Pianta di unit operativa di radiologia interventistica con curve di
isodose

60
In high dose mode dose rates will be mSv/hr (same numerical
values)

CORRETTO POSIZIONAMENTO IN SALA


Radiazione diffusa e fattore distanza in RX convenzionale:
dose a diverse distanze dal corpo diffondente

61

CORRETTO POSIZIONAMENTO IN SALA


Radiazione diffusa e fattore distanza
in scopia intra-operatoria:
dose a diverse distanze dal corpo diffondente

Posizione fascio:
emi-torace destro

62

CORRETTO POSIZIONAMENTO IN SALA

Radiazione diffusa e fattore distanza in scopia intra-operatoria: dose


a diverse distanze dal corpo diffondente

Posizione fascio:
emi-bacino destro

63

CORRETTO POSIZIONAMENTO IN SALA


Campo di radiazione tipicamente presente durante un esame
in regime di scopia
ARTERIOGRAFIA ADDOMINALE

64

CORRETTO POSIZIONAMENTO IN SALA


Campo di radiazione tipicamente presente durante un esame in
regime di scopia
CATETERISMO CARDIACO

65

CORRETTO POSIZIONAMENTO IN SALA


Posizione operatore

Dipendenza dallangolo

66

CORRETTO POSIZIONAMENTO IN SALA


Posizione operatore

Distanza dal paziente

67

CORRETTO POSIZIONAMENTO IN SALA


Posizione operatore

Dimensione del campo

68

CORRETTO POSIZIONAMENTO IN SALA


Posizione operatore

Posizione del tubo

69

CORRETTO POSIZIONAMENTO IN SALA


Posizione operatore

Posizione del tubo

70

MODALITADIESPOSIZIONE
IRRADIAZIONE
Lesposizione ad una sorgente di radiazioni ionizzanti comporta
unairradiazione
Possiamoessereirradiati
dauntuboradiogeno

Possiamoessere
irradiati
daunradioisotopo

71

MODALITADIESPOSIZIONE
CONTAMINAZIONE

Ilradioisotopopupresentarsiinformaliquidaoinpolvere
Sesidisperdeavremocontaminazione

Inquestocasolasuperficiedel
tavolocontaminataeirradiata
Loperatoreirradiato

Inquestocasosialasuperficiedel
tavolocheloperatoresono
contaminatieirradiati

72

MODALITADIESPOSIZIONE
CONTAMINAZIONEINTERNAEDESTERNA

La
contaminazione
pu essere esterna

La
contaminazione
pu essere interna

Sia interna che esterna

73

DECONTAMINAZIONE

Lirradiazione cessa quando viene rimossa la 74contaminazione

NORME GENERALI per


RIDURRE LA CONTAMINAZIONE

Logica del percorso nel reparto per ridurre il rischio


di contaminazione
Raccolta e smaltimento speciale dei rifiuti radioattivi
Vasche di raccolta delle deiezioni dei pazienti
Utilizzo di DPI (schermi, guanti, protezioni)
Lavoro sotto cappa cella schermata
Dosimetri personali
75

Misure di contaminazione personale e ambientale

Sonde
di misura

Logica del percorso per ridurre la


Sonde
contaminazione
di misura
Stanza
Donne

Somministrazione

Stanza
Uomini

corridoio

Bagno
Uomini
PC

Bagno
Donne

Alle Vasche
di raccolta
Monitor MANI e PIEDI per
misura di contaminazione

INGRESSI e
PERCORSI
INTERNI

USCITE

Alle Vasche
di raccolta

Smaltimento Rifiuti Radioattivi


DEPOSITO RIFIUTI
RADIOATTIVI
SOLIDI E/O LIQUIDI

SISTEMA DI
RACCOLTA RIFIUTI
RADIOATTIVI
LIQUIDI

Sistema di Controllo delle


Vasche di Raccolta dei Rifiuti Liquidi

Valori al di
sotto del livello
di pericolosit

Scarico nella
rete fognaria

Presidi Radioprotezionistici
Sono presidi radioprotezionistici:
i guanti (indossarne anche pi di 1 coppia)
le sovrascarpe (indossarne anche pi di 1 coppia)
i camici monouso
i grembiuli piombati
le mascherine
INDOSSARLI, prima di entrare nel Reparto
TOGLIERSELI, prima di uscire dal Reparto

Come Valutare leventuale Dose Assorbita?


1. DOSIMETRI PERSONALI
Indossare sempre il dosimetro personale, tenendolo SOPRA il
camice e rivolto con la parte sensibile verso lesterno

2. MISURE immediate di contaminazione personale


Ogni volta che si esce dal reparto di degenza protetta:
seguire il percorso stabilito (corridoio)
misurare mani e piedi con lapposito strumento
annotare e riferire le eventuali contaminazioni

3. MISURE successive di contaminazione personale


Misura delle urine (trimestrale, se necessario)
Misura della tiroide (almeno mensile)

Misure dirette di Contaminazione prima di uscire


MONITOR MANI E PIEDI (del tipo riportato in foto)
Un Monitor Mani e Piedi ha di
solito quattro rivelatori, due posti
affiancati sulla pedana inferiore
(per i piedi) e due inseriti nelle
sonde superiori (per le mani e gli
abiti). Una delle sonde superiori
pu essere rimossa e utilizzata per
le misure degli indumenti. In altri
monitor esiste, per gli abiti, una
sonda aggiuntiva.

Monitor di misura del Corpo Intero

sempre attivo
Emette un segnale di ALLARME se lirradiazione supera una
certa soglia, al fine di segnalare luscita non autorizzata dei
pazienti dal Reparto Protetto.

Misure successive di Contaminazione


Misure dellattivit
accumulata

Eseguite Settimanalmente presso Laboratorio Isotopi della Fisica Sanitaria con


obbligatoriet mensile

Misure della URINE

Eseguita su richiesta dal Laboratorio Isotopi delle Fisica Sanitaria, con raccolta
delle 24 ore in appositi contenitori forniti dal Laboratorio

CONTROLLODIQUALITA
QUANDO ESEGUIRE I CONTROLLI

primadicominciareadutilizzareunapparecchiaturadinuova
installazione:(provadiaccettazione)
dopounrilevanteinterventomanutentivo
(provadifunzionamentodoporilevanteintervento
manutentivo)
conperiodicitcostantealfinediverificarneilbuon
funzionamento(provadifunzionamento)

ESEMPIO DI UN MANUALE DI QUALITA

RUOLI E TEMPISTICHE
Il Fisico Medico esegue il controllo con la collaborazione del Tecnico Sanitario di Radiologia
Medica e ne comunica i risultati al Responsabile dellImpianto Radiologico (radiologo) che
firma il giudizio alluso clinico

Con apposita strumentazione, misurando i singoli parametri (es kV, tempo di esposizione,
dosi)

Tutti i parametri fisici stabiliti dalla Normativa e Linee Guida Internazionali e Nazionali

A scadenze periodiche o dopo rilevanti interventi manutentivi per conseguire


linformazione indiretta sulla corretta esposizione medica del paziente

CONTROLLODIQUALITA
Il Controllo di Qualit prevede una
serie di operazioni intese a
mantenere, o a migliorare, la qualit
dellaprestazionefornita
Essocomprende:
ilmonitoraggiodeiparametri
fisici
ilmantenimentoalivelli
richiestidituttele
caratteristicheoperative
delleattrezzature
lavalutazionedellaqualit
delleimmaginidioggettitest

CONTROLLODIQUALITA
Valutazione
dosimetrica

Valutazionequalit
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