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Diagnosi Infermieristica

Una professione è legittimata a esistere


nella misura in cui risponde a esigenze
sociali che devono essere innanzitutto
comprese

diagnosticate

(l’infermiere identifica i bisogni di assistenza infermieristica della


persona – DM 739/94 art. 1 comma 3 punto b)
La diagnosi

(dal greco dià, attraverso e


gnosis, conoscenza)

è frutto di un procedimento intellettuale


mirato a ricondurre un fenomeno a una o più
categorie riconoscibili
con l’obiettivo di prendere decisioni
appropriate in merito alle azioni e ai
risultati conseguenti
definizione di assistenza infermieristica di Virginia Henderson:

«Funzione specifica dell’infermiera è quella di


assistere l’individuo, sano o malato, per aiutarlo a
compiere tutti quegli atti tendenti al mantenimento
della salute o della guarigione (o a prepararlo a una
morte serena) – atti che compirebbe da solo se
disponesse della forza, della volontà, o delle
cognizioni necessarie – e di favorire la sua
partecipazione attiva in modo da aiutarlo a
riconquistare il più rapidamente possibile la propria
indipendenza».

The Principles and Practice of Nursing (1955);


Il ragionamento diagnostico riguarda in forme
diverse, tutte le professioni.
È, infatti, importante per definire non solo la
base cognitiva di una professione, ma anche i
propri campi di intervento esclusivi;
in altri termini, per fondare la legittimità della
propria giurisdizione professionale.

Senza Diagnosi qualsiasi trattamento è


casuale e privo di basi scientifiche
ragionamento
diagnostico

diagnosi

decisioni

azioni

risultati
processo La diagnosi può essere
considerata insieme
come processo e come
Ragionamento prodotto : il primo fa
Diagnostico riferimento
all'attivazione di uno
specifico ragionamento,
prodotto mentre il secondo
riguarda l'esito che ne
titolazione scaturisce e che assume
la forma di una
Diagnostica
titolazione diagnostica.
La diagnosi rappresenta una fase determinante
del processo infermieristico:

«tutte le attività che la precedono sono dirette


alla formulazione delle diagnosi
infermieristiche,
mentre tutte le attività successive di
pianificazione dell'assistenza si basano sulle
diagnosi infermieristiche formulate».

Wilkinson J. M., Processo infermieristico e pensiero critico,


Casa Editrice Ambrosiana, Milano, 2009.
Le diagnosi infermieristiche sono di fondamentale
importanza in quanto:

facilitano l'assistenza personalizzata; le D.I. sono


costruite sulla singola persona e sui suoi bisogni

promuovono la responsabilità e l'autonomia


professionali, definendo le aree di esclusiva
competenza infermieristica; l’infermiere non è un
semplice esecutore delle prescrizione mediche, ma un professionista
capace di individuare nell’area di autonomia dell’attività
professionale i problemi di salute della persona e di farne fronte

Wilkinson J. M., Processo infermieristico e pensiero critico,


Casa Editrice Ambrosiana, Milano, 2009.
Le diagnosi infermieristiche sono di fondamentale
importanza in quanto:

costituiscono un mezzo di comunicazione


efficace tra infermieri e altri professionisti
sanitari; facilitano la comunicazione, poiché nella sua enunciazione
concisa, afferiscono numerose informazioni rappresentando una sorta
di abbreviazione utile a comunicare le condizioni della persona

aiutano a definire i parametri


dell'accertamento. A partire dalla D.I. o dall’ipotesi
diagnostica si possono ricercare ulteriori fattori correlati o
caratteristiche definenti.

Wilkinson J. M., Processo infermieristico e pensiero critico,


Casa Editrice Ambrosiana, Milano, 2009.
Diagnosi

Bisogni di Assistenza
Infermieristica
conseguenza sul piano metodologico ……….

ne deriva che l’infermiere, per


identificare il bisogno di assistenza
infermieristica, deve affrontare
alcuni passaggi, tipici del
ragionamento diagnostico, così
riassumibili
Una persona, quando sta bene, è in grado di adottare comportamenti
efficaci per soddisfare i propri bisogni fondamentali.
La vita quotidiana di una persona, è costellata da continue interazioni
dinamiche tra percezioni di bisogni e comportamenti messi in atto per
placarli.

BISOGNO COMPORTAMENTI
0
B C

EQUILIBRIO DINAMICO

Quando la persona, a causa di un bisogno non totalmente


soddisfatto, vive un temporaneo non equilibrio (disagio), tende
intenzionalmente (motivazione) a ripristinarlo (comportamenti) per
ritrovare il proprio benessere (risultato).
prof. G. Marmo
problema di
salute C1

BISOGNO COMPORTAMENTI
0
B C

NON EQUILIBRIO
B1

quando, per qualche motivo, ad esempio per un problema di salute, i


comportamenti diventano meno efficaci o non vengono più del tutto
adottati, oppure
se i bisogni crescono di intensità a livelli non più gestibili con i
comportamenti abituali, la persona si trova in uno stato di prolungato
non equilibrio e di malessere

A fronte di questa condizione l’infermiere procede


metodologicamente a:
prof. G. Marmo
Tappa 1

piano
problema di 1. Valutare il livello di non autonomia osservabile
salute C1

BISOGNO COMPORTAMENTI
0
B C

NON EQUILIBRIO
B1

valutare il livello di autonomia che la persona ha o non ha nel


soddisfare i propri bisogni fondamentali in correlazione al problema
di salute, ai suoi trattamenti, ai suoi esiti.

(questa valutazione si colloca sul piano dell’osservabilità)


[l’angolo C0C1 rappresenta l’intensità della non autonomia]
prof. G. Marmo
Tappa 2
piano
problema di 1. Valutare il livello di non autonomia osservabile
salute C1

BISOGNO COMPORTAMENTI
0
B C

NON EQUILIBRIO
B1
piano non
osservabile 2. Dedurre il livello di non soddisfazione del bisogno

(questa inferenza si pone sul piano intellettuale, non osservabile


e coincide con la formulazione di una diagnosi)
[l’angolo B0B1 rappresenta l’intensità della non soddisfazione del
bisogno ed essendo opposto al vertice dell’angolo C0C1 risulta ad esso
congruente]
prof. G. Marmo
Tappa 3

piano
problema di 1. Valutare il livello di non autonomia osservabile
salute C1

BISOGNO COMPORTAMENTI
0
B C

NON EQUILIBRIO
B1
piano non
osservabile 2. Dedurre il livello di non soddisfazione del bisogno

3. Definire la tipologia e l’intensità delle necessità di aiuto

(anche questa traslazione, dal bisogno non soddisfatto alla necessità di


aiuto, si pone sul piano intellettuale, non osservabile)
prof. G. Marmo
Tappa 4

piano
problema di 1. Valutare il livello di non autonomia osservabile
salute C1

BISOGNO COMPORTAMENTI
0
B C

NON EQUILIBRIO
B1
piano non
osservabile 2. Dedurre il livello di non soddisfazione del bisogno

3. Definire la tipologia e l’intensità delle necessità di aiuto


4. Distinguere le necessità di aiuto che richiedono un intervento dell’infermiere
da quelle che possono essere affrontate da personale di supporto

prof. G. Marmo
Tappa 5

piano
problema di 1. Valutare il livello di non autonomia osservabile
salute C1

BISOGNO COMPORTAMENTI
0
B C

NON EQUILIBRIO
B1
piano non
osservabile 2. Dedurre il livello di non soddisfazione del bisogno

3. Definire la tipologia e l’intensità delle necessità di aiuto


4. Distinguere le necessità di aiuto che richiedono un intervento dell’infermiere
da quelle che possono essere affrontate da personale di supporto
5. Precisare il bisogno di assistenza infermieristica
prof. G. Marmo
5. Precisare il bisogno di assistenza infermieristica

si configura di conseguenza come:

Scaturisce dalla valutazione del livello di


autonomia che la persona assistita ha nel
soddisfare i propri bisogni fondamentali in
relazione al problema di salute ai trattamenti,
alle sue reazioni, alle sue abitudini di vita agli
esiti possibili, deducendo il tipo e l’intensità di
necessità di aiuto e le competenze,
professionali e non necessaire per affrontarle

Marmo G, Molinar Min M, Montanaro a, Rossetto P. Complessità assistenziale: un


metodo per orientarisi. 2016
5. Precisare il bisogno di assistenza infermieristica

si configura di conseguenza come:

la necessità di aiuto che (per qualità e


intensità) richiede l’intervento esclusivo
di un infermiere, mirato a compensare o
sostituire un’incapacità temporanea o
permanente di una persona nel soddisfare
autonomamente i suoi bisogni in presenza
di un problema reale o potenziale di
salute

prof. G. Marmo
Per l'identificazione dei bisogni di assistenza
infermieristica la scelta di un modello di riferimento
è fondamentale.

questo un nodo critico di grande rilevanza, poiché - come


afferma Manara - «viviamo un tempo professionale in cui
abbiamo un bisogno estremo di modelli di riferimento, per
l’accresciuta complessità organizzativa e la responsabilità
manageriale degli infermieri, per la necessità di governare
l’attribuzione di attività assistenziali al personale di supporto
e di gestire adeguatamente l’aumento esponenziale della
richiesta di collaborazioni interdisciplinari»

Manara D.F., Un grimaldello per scardinare le nostre gabbie mentali: la filosofia dell’assistenza
infermieristica, "Nursing Oggi", n. 4, 2007
L’utilizzo delle diagnosi infermieristiche
all’interno della pratica assistenziale potrebbe
quindi rappresentare una delle principali
strade da percorre per sviluppare pienamente
la professionalità infermieristica, nonché un
importante passaggio culturale per l’intera
categoria professionale.
«Nel corso degli anni, sono state avanzate numerose tesi per
sostenere la necessità di riferirsi alle diagnosi infermieristiche nella
pratica assistenziale. In primo luogo, esse sarebbero legittimate
dalla constatazione dell’esistenza di particolari problemi
di salute, non compresi nella diagnosi medica, gestiti
autonomamente dagli infermieri, che si assumono in toto la
responsabilità della loro identificazione e del conseguente
trattamento. Inoltre, le diagnosi infermieristiche permetterebbero
di standardizzare meglio il linguaggio tecnico-scientifico
dell’infermieristica e di supportare sia un’appropriata
documentazione dell’assistenza fornita, sia un coerente
sistema di valutazione dell’efficacia degli interventi, in
rapporto con i loro esiti. Infine, più recentemente, le diagnosi
infermieristiche sono state individuate come una base concreta per
un’accurata determinazione dei costi dell’assistenza infermieristica
stessa».

Motta P.C., Diagnosi infermieristiche e pianificazione dell’assistenza domiciliare nell’Asl di


Brescia, "Nursing Oggi", n. 3,
«un gruppo infermieristico che sappia affermare il
proprio spazio di intervento, anche con un linguaggio
specifico, può farsi ascoltare con autorevolezza anche
nei confronti degli altri operatori. Il medico è abituato
a guardare principalmente la malattia, ma se si
trovasse accanto un infermiere che ha chiaro che il suo
spazio autonomo è quello legato alle “risposte umane”
alla malattia, credo che ciò costituirebbe un
arricchimento per tutti. Si affermerebbe quella
prospettiva olistica, che non è specifica dell’infermiere
ma su cui l’infermiere ha forse lavorato di più ed è quindi
in grado di proporla con maggior chiarezza e convinzione.
In una visione olistica, le diagnosi infermieristiche
potrebbero arricchire tutta l’èquipe (…)».

Calamandrei C., Le diagnosi infermieristiche in Italia, "Nursing Oggi", n. 4, 2001


In definitiva, sono in molti a sottolineare la scarsa
conoscenza degli infermieri relativamente alle
diagnosi infermieristiche e pertanto l’inadeguatezza
nel garantire percorsi assistenziali mirati per ogni
singolo paziente: «ancora oggi il concetto di “diagnosi
infermieristica” non è ben fermo nella mente dei
professionisti (…); gli infermieri non sono consapevoli
per primi di quale sia la modalità corretta di
documentare, raccogliere dati e sulla base di questi
elaborare un piano di assistenza ben studiato e
"personalizzato"»

Forti E., Manteo A., L’utilizzazione delle diagnosi secondo la classificazione Nanda ed il modello
NIC/NOC, nell’ospedale S.Giovanni Calibita, Fatebenefratelli, in "Infermiere oggi", n. 1, 2008
…………..la scelta di un modello di riferimento è
fondamentale.

Facilitare / indirizzare
l’accertamento (raccolta
e organizzazione dei dati)

Attivare il Ragionamento
diagnostico per formulare
Diagnosi Infermieristiche

Identificare i Bisogni
di Assistenza
Infermieristica

Supportare la
pianificazione
assistenziale
Quali modelli presenti nello
scenario internazionale e in
particolar modo in quello
italiano?
Metodi basati
Metodi basati Metodi basati Metodi basati
sulla
sulla sulle sui
intensità/
dipendenza attività piani di
complessità
delle persone infermieristiche assistenza
assistenziale

R.A.I. W.I.S.N. P.R.N. RAFAELA

F.I.M. N.H.P.P.D. P.L.A.I.S.I.R. I.C.A..

N.M.D.S.
CRITERIA ……….. P.I.N.I.
FOR CARE
L.E.P.

SVIZZERO ZEBRA SYSTEM


S.I.I.P.S.

…………. M.A.P.
T.I.S.S.

……….
T.O.S.S.

………...
“Modello bifocale della pratica clinica”
secondo Lynda Juall Carpenito-Moyet 1983

• rappresenta uno dei modelli più diffusi


nella formazione infermieristica a
livello internazionale.
• in Italia il primo libro esce nel 1996.
• é un classico della letteratura
professionale americana.
Il Modello Bifocale dell’attività clinica identifica due situazioni
cliniche nelle quali l’infermiere interviene nella sua pratica
professionale:

diagnosi infermieristica
(in veste di prescrittore)

problemi collaborativi
(in veste di collaboratore con altre professioni)
diagnosi infermieristica (in veste di prescrittore)
Sono giudizi clinici riguardanti le risposte della persona, della famiglia, della
comunità a problemi di salute/ processi vitali attuali o potenziali.

problemi collaborativi (in veste di collaboratore con altre professioni)

Sono certe complicanze fisiologiche associate ad una particolare condizione


clinica, che per gli infermieri costituiscono oggetti di monitoraggio, per
individuarne la comparsa o una modificazione. Gli infermieri gestiscono i
problemi collaborativi con interventi di prescrizione medica o infermieristica
volti a ridurre al minimo le complicanze di determinati eventi.
Carpenito, 1997

Vi sono quindi degli ambiti in cui per erogare


assistenza l’infermiere è autonomo rispetto ad altri
professionisti; altri in cui le conoscenze
dell’infermiere sono inadeguate ad una particolare
situazione, e in esse quindi è possibile e doveroso
avvalersi della consulenza degli operatori idonei.
• Classificazione delle diagnosi • Classificazione, per le varie diagnosi,
infermieristiche NANDA, degli interventi infermieristici
raggruppate sulla base degli 11 presumibilmente necessari (NIC) e
modelli funzionali della salute degli esiti/risultati da raggiungere
elaborati da Marjory Gordon (NOC) di pertinenza infermieristica.

• Diagnosi infermieristiche che non • Piani assistenziali standardizzati


fanno parte dell’elenco NANDA

• Elenco problemi collaborativi

NIC (Nursing Interventions Classification) - NOC (Nursing Outcomes Classification)


Classificazioni elaborate presso l’Università dell’Iowa
NANDA
(North American Nursing Diagnosis Association)

è un'associazione professionale di infermieri fondata nel


1982 con il fine di standardizzare la terminologia
infermieristica. Sviluppa e definisce le nomenclature, i
criteri e la tassonomia delle diagnosi infermieristiche.

definizione ufficiale della diagnosi infermieristica:

La diagnosi infermieristica è un giudizio clinico riguardante le risposte della


persona, della famiglia o della comunità a problemi di salute/processi vitali in
atto o potenziali. La diagnosi infermieristica costituisce la base sulla quale
scegliere gli interventi infermieristici volti a conseguire dei risultati di cui
l’infermiere è responsabile. (NANDA, 1990)
Altre definizioni

“la diagnosi infermieristica è la rilevazione di un


problema di salute reale o potenziale che
richiede l’intervento infermieristico per essere
risolto, parzialmente o definitivamente
Atkinson, Murray, 1994

“ E’ un problema di salute , presente o potenziale


che si affronta con interventi stabiliti ed
attuati in modo autonomo dall’infermiere”
Calamandrei, 1992
Come si integrano il Modello bifocale, gli 11 Modelli Funzionali di Salute e la
Tassonomia NANDA per giungere alla identificazione della Diagnosi
Infermieristica ed elaborare il piano assistenziale?

Compilazione del Data Base infermieristico secondo


i modelli funzionale di Gordon. (accertamento)
Come si integrano il Modello bifocale, gli 11 Modelli Funzionali di Salute e la
Tassonomia NANDA per giungere alla identificazione della Diagnosi
Infermieristica ed elaborare il piano assistenziale?

Compilazione del Data Base infermieristico secondo


i modelli funzionale di Gordon.
Individuazione dei modelli funzionali inadeguati.
Consultazione dell’elenco delle D.I. suddivise per
ciascun modello funzionale.
Come si integrano il Modello bifocale, gli 11 Modelli Funzionali di Salute e la
Tassonomia NANDA per giungere alla identificazione della Diagnosi
Infermieristica ed elaborare il piano assistenziale?

Compilazione del Data Base infermieristico secondo


i modelli funzionale di Gordon.
Individuazione dei modelli funzionali inadeguati.
Consultazione dell’elenco delle D.I. suddivise per
ciascun modello funzionale.
Ipotizzato il problema si ricercano le caratteristiche
definenti maggiori e minori (segni e sintomi) relative
al problema stesso.
Struttura della diagnosi infermieristica
linguaggio diagnostico secondo NANDA

Tipi di Diagnosi: Reali – di Rischio o Potenziali – Possibili – di Benessere –


a Sindrome

• Titolo (è il nome della diagnosi: qualifica la tipologia del problema e


quindi se la D. esamina un problema di “inefficace”, “alterazione”,
“deficit”, “alterato”, ”rischio”. )

• Definizione (chiarifica ulteriormente il concetto diagnostico, ne


delinea il significato e aiuta a differenziarla da D. simili)

• Caratteristiche definenti ( corrispondono a segni e sintomi rilevati


nell’accertamento, che nel loro insieme, rappresentano la diagnosi
stessa. Possono essere Maggiori o Minori)

• Fattori correlati (fattori eziologici o altri fattori


contribuenti che influenzano un determinato cambiamento
dello stato di salute)
TIPI DI DIAGNOSI INFERMIERISTICHE

• Diagnosi infermieristica reale


• Diagnosi infermieristica potenziale
• Diagnosi infermieristica possibile
• Diagnosi infermieristica di benessere
• Diagnosi infermieristica a sindrome
Struttura della diagnosi NANDA

Diagnosi NANDA approvate nel biennio 2007-2008 187; biennio 2009-2011 201
biennio 2012-2014 216; biennio 2015-2017 235 (25 nuove, 13 riviste)
Come si integrano il Modello bifocale, gli 11 Modelli Funzionali di Salute e la
Tassonomia NANDA per giungere alla identificazione della Diagnosi
Infermieristica ed elaborare il piano assistenziale?

Compilazione del Data Base infermieristico secondo


i modelli funzionale di Gordon.
Individuazione dei modelli funzionali inadeguati.
Consultazione dell’elenco delle D.I. suddivise per
ciascun modello funzionale.
Ipotizzato il problema si ricercano le caratteristiche
definenti maggiori e minori (segni e sintomi) relative
al problema stesso.
Individuazione della diagnosi
(non è detto che esprima bene il problema del paziente)
Difficoltà alla individuazione della D.I.
(ricerca della D.I. vicina risalendo attraverso le
caratteristiche definenti).
Come si integrano il Modello bifocale, gli 11 Modelli Funzionali di Salute e la
Tassonomia NANDA per giungere alla identificazione della Diagnosi
Infermieristica ed elaborare il piano assistenziale?

Compilazione del Data Base infermieristico secondo


i Visione
modelli analitica
funzionale di Gordon.
e non sistemica
Individuazione dei modelli funzionali inadeguati.
Consultazione dell’elenco delle D.I. suddivise per
ciascun modello funzionale.
Ipotizzato il problema si ricercano le caratteristiche
definenti maggiori e minori (segni e sintomi) relative
al problema stesso.
Individuazione della diagnosi
Stimola
(non è detto che esprima bene il problema il
del paziente)
Processo
Difficoltà alla individuazione dellaRagionamento
D.I.
meccanico
(ricerca della D.I. vicina risalendo attraverso le
caratteristiche definenti). Diagnostico?
I sistemi di classificazione in uso in ambito infermieristico sono
piuttosto recenti; le prime tassonomie sono state infatti elaborate
negli Stati Uniti solo dalla seconda metà degli anni Settanta

NANDA (North American Nursing Diagnosis


Association)

AFEDI (Association Francophone Européenne


des Diagnostics )

ACENDIO (Association for Common European


Nursing Diagnoses)

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