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MATEMATICA

FUNZIONE REALE DI UNA VARIABILE REALE


Siano A e B due sottoinsiemi non vuoti di R, si chiama funzione di A in B
una qualsiasi legge che fa corrispondere ad ogni elemento di x
appartenente ad A uno e un solo elemento y appartenente a B.
Una funzione si dice crescente quando al crescere della x anche la y,
mentre una funzione si dice decrescente quando al crescere della x la y
decresce.
CAMPO DI ESISTENZA
Il campo di esistenza linsieme dei valori che posso attribuire alla
variabile indipendente x per ottenere una y reale.
DERIVATA
Si chiama derivata della funzione f(x) nel punto x0, il limite, se esiste ed
finito, del rapporto incrementale
al tendere comunque a zero
dellincremento h della variabile indipendente x.
Da un punto di vista geometrico la derivata della funzione f(x) uguale al
coefficiente angolare della tangente alla curva di equazione y= f(x) nel
punto [x0; f(x0)].
Se una f(x) derivabile nel punto x0 necessariamente continua in quel
punto.
La derivata di una somma di due o pi funzioni esiste ed uguale
alla somma delle derivate di ogni funzione.
La derivata di un prodotto di due funzioni esiste ed uguale alla
derivata del primo fattore, per il secondo fattore pi il primo fattore per la
derivata del secondo.
La derivata di un quoziente di due funzioni esiste ed uguale ad una
frazione avente per numeratore la derivata del numeratore per il
denominatore meno il numeratore per la derivata del denominatore, e per
denominatore il quadrato del denominatore.
Se in un intervallo (a; b) la derivata della funzione f(x) positiva, allora la
funzione , in (a; b), crescente in senso stretto mentre se in un intervallo
(a; b) la derivata della funzione f(x) negativa, allora la funzione , in (a;
b) decrescente in senso stretto.
MASSIMO E MINIMO RELATIVO
Per massimi o minimi relativi si intende il punto pi alto o pi basso che la
funzione assume in un certo intervallo.
Sia f(x) una funzione reale definita nellintervallo [a; b] e x0 un punto di
tale intervallo. Se esiste un intorno H del punto x0, per ogni x del quale,
diverso da x0, risulta:
f(x)<= f(x0): si dice che x0 un punto di massimo relativo;

f(x)>= f(x0): si dice che x0 un punto di minimo relativo;


Regola pratica per la determinazione dei massimi e minimi relativi di una
funzione derivabile
1_ si deriva la funzione f(x) e si trovano i valori che annullano la f(x), cio
si determinano le soluzioni dellequazione: f(x)=0.
2_ Se x0 una di queste soluzioni, si calcola la f(x0). Se risulta f(x0)0
allora x0 un punto di massimo o minimo relativo. In particolare sar un
massimo se f(x0)<0 ed un minimo se f(x0)>0.
3_ Se risulta che f(x0)=0 non possibile determinare se in x0 ci sia un
massimo o un minimo, se non calcolando la f(x0). Questultima, se 0
non determiner n un massimo n un minimo.
MASSIMO E MINIMO ASSOLUTO
Per massimi o minimi assoluti si intende il punto pi alto o pi basso che
la funzione assume nellintero campo di esistenza.
Sia f(x) una funzione definita nellintervallo [a; b]. Se in tale intervallo
esiste un punto c in cui la funzione assume un valore non minore dei
valori che essa assume negli altri punti di [a; b], il valore f( c) si dice
massimo assoluto della f(x) in [a; b] e il punto b si dice punto di massimo
assoluto per la funzione f(x) in [a; b].
Al contrario, se in [a; b] esiste un punto d in cui la f(x) assume un valore
non maggiore dei valori che essa assume negli altri punti di [a; b], il
valore della f(d) si dice minimo assoluto della f(x) in [a; b], e il punto b si
dice punto di minimo assoluto per la f(x) in [a; b].
Il massimo o minimo assoluto di una funzione f(x) continua in un
intervallo [a; b], assunto o nei punti critici, oppure negli estremi
dellintervallo.
La condizione necessaria per lesistenza di un massimo o di un minimo
che la derivata prima sia uguale a zero (in quanto nel punto di massimo o
di minimo la f(x) non potr essere che 0, in quanto non n crescente n
decrescente. Dal punto di vista geometrico, la f(x) il coefficiente
angolare della tangente della f(x) in un punto. Con un massimo o un
minimo la tg sar parallela allasse x e avr, quindi, il coefficiente
angolare =0. La condizione sufficiente che la derivata seconda sia
diversa da zero perci quando >0 si ha un minimo, quando <0 si ha
un massimo.
C MARGINALE (C)
E la variazione del costo totale che risulta da una variazione infinitesima
della quantit prodotta.
RICAVO MEDIO (Rm)
E il ricavo che limpresa ottiene dalla vendita di una unit di prodotto; per
questo si ottiene la formula p= R(q)/q in concorrenza perfetta e p(q)=
R(q)/q nella imperfetta.

RICAVO MARGINALE (R)


E la variazione del ricavo totale che risulta da una infinitesima variazione
della quantit prodotta e venduta. In concorrenza perfetta R =Rm.
MASSIMIZZAZIONE DEL PROFITTO
Se Rt(q) =p*q allora = Rt(q)- Ct(q).
Si ha il massimo profitto dove questa differenza massima.
ELASTICITA DI UNA FUNZIONE (della domanda)
E la misura della sensibilit media di variazione della quantit
domandata al variare del prezzo da p1 a p2.
E= |qd(p)* p/qd(p)|
E>1 (domanda elastica)
E=1 (domanda ad elasticit =1)
E<1 (domanda rigida)

PUNTI DI ACCUMULAZIONE
Si dice che il punto p di accumulazione per un insieme piano E, se in
ogni intorno circolare di centro p, cadono punti di E, distinti da p.
INSIEME APERTO
Un insieme I di punti di un piano si dice aperto se ogni suo punto un
punto interno, cio quando linsieme non contiene alcun punto di
frontiera.
INSIEME CHIUSO
Un insieme I di punti si dice chiuso se esso contiene tutta la propria
frontiera.
PUNTO INTERNO
Un punto p del piano si dice interno allinsieme I se esiste un intorno
circolare di p che sia interamente costituito da tutti i punti che
appartengono ad I.
PUNTO ESTERNO
Un punto p si dice esterno allinsieme I quando esiste un intorno circolare
di p i cui punti siano tutti (compreso p) non appartenenti ad I.
PUNTO DI FRONTIERA
Un punto p si dice i frontiera per linsieme I se in qualsiasi intorno
circolare di P cade almeno un punto contenuto in I e un punto non
contenuto in I;
DEFINIZIONE DI FUNZIONE REALE DI DUE VARIABILI REALI

Si dice che la variabile z una funzione reale delle due variabili


indipendenti x e y nellinsieme piano d, quando esiste una legge, di
natura qualsiasi, che faccia corrispondere ad ogni punto p (x; y)
dellinsieme d, uno e un solo valore della variabile dipendente z.
Linsieme piano d detto insieme di esistenza (o dominio o insieme di
definizione) della funzione z; linsieme di numeri reali e dei valori assunti
dalla funzione si dice codominio della funzione.
DERIVATA PARZIALE
Sia z= f(x; y) una funzione di due variabili definita in un rettangolo R del
piano xy, e Po (x0; y0)un punto interno di R.
Assegnato alla variabile y il valore y0, la f(x; y) diventa una funzione f(x;
y0) della sola variabile x, definita in un certo intervallo dellasse x,
proiezione ortogonale del segmento appartenente ad R e alla retta y= y0.
La funzione f1(x) = f(x; y0) si chiama funzione parziale della f(x; y).
Se questa funzione, f(x; y0), della sola variabile x, ammette derivata nel
punto x0, questa si chiama derivata parziale prima rispetto alla x della
f(x; y) nel punto (x0; y0), nellipotesi che esista e sia finito il limite a
secondo membro.
Analogamente si pu trovare e definire la derivata parziale prima rispetto
alla y della f(x; y) nel punto (x0; y0).
LINEE DI LIVELLO
Si dicono linee di livello le proiezioni sul piano cartesiano di tutti i punti
che hanno la stessa altezza.

MASSIMO E MINIMO RELATIVO (in funzioni a due variabili)


Si dice che il punto Po (xo; yo) un punto di massimo relativo per la
funzione f(x; y) se esiste un intorno circolare C del punto Po tale che per
ogni punto (x; y) di A, contenuto in C risulti: f(x; y)<= f(xo; yo).
Si dice, invece, che Po un punto di minimo relativo se per tutti i punti
(x; y) di A, contenuti in C, risulta: f(x; y)>= f(xo; yo).
I massimi e minimi di una funzione sono detti estremi di questa funzione:
si dice che una funzione ammette un estremo in un dato punto se essa ha
in questo punto un massimo o un minimo.
MASSIMI E MINIMI VINCOLATI
A volte i massimi e minimi di una funzione a pi variabili non sono
indipendenti, ma legati a condizioni (rappresentate da equazioni).
Dovremo, allora considerare la f(x; y) non per tutti i pinti del piano, ma
esclusivamente nei punti del piano che soddisfano il vincolo dato.
Il punto Po (xo; yo) di I si dice che un punto di massimo relativo
vincolato per la funzione f(x; y), se esiste un intorno circolare H di Po nel

quale risulta f(x; y)<= f(xo; yo), per tutti i punti (x; y) di H che
appartengono allinsieme I.
Il punto Po di massimo assoluto vincolato se per tutti i punti (x; y) di I si
ha: f(x; y)<= f(xo; yo).
CONDIZIONI PER LESISTENZA DI ESTREMI
Se il punto Po (xo; yo) di A un punto di massimo o di minimo relativo per
la f(x; y), e se in esso la f(x; y) parzialmente derivabile rispetto a x e y,
allora risulta: fx(xo; yo)=0, fy(xo; yo)=0.
Ogni punto ove si annullano le due derivate parziali prime della f(x; y)
viene detto punto stazionario o critico della f(x; y).
Ogni punto di massimo, o di minimo relativo, necessariamente un punto
critico.
Un punto Po (xo; yo) stazionario per la funzione f(x; y) detto punto di
sella se ogni intorno di (xo; yo) contiene dei punti (x; y) tali che f(x; y)<
f(xo; yo) e altri punti tali che f (x; y)> f(xo; yo).
Se una funzione f(x; y) ha derivate parziali seconde, si chiama hessiano
della f(x; y), la funzione:
|fxx (x; y) fxy (x; y)|
H(x; y)= |fyx (x; y) fyy (x; y)|

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