Marco 16,15-18 Rivelazione di Ges Cristo a san Paolo
15 In quel tempo Ges risorto disse agli Undici: "Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. 16 Chi creder e sar battezzato sar salvato, ma chi non creder sar condannato. 17 Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demni, parleranno lingue nuove, 18 prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recher loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno". La memoria liturgica odierna indicata come Conversione di san Paolo ma, se siamo attenti al dettato biblico, dovremmo parlare di Rivelazione di Ges Cristo a san Paolo. Infatti, il termine conversione nella bibbia indica il passaggio dagli idoli al Dio vero e vivente (cf. 1Ts 1,9) e il cammino quotidiano di ritorno a lui, grazie alla sua misericordia e al suo perdono: Facci tornare, Signore, e noi ritorneremo! (Lam 5,21). Se poi leggiamo le diverse versioni dellevento sconvolgente accaduto a Paolo sulla via di Damasco (cf. At 9,1-19; 22,516; 26,9-18; Gal 1,12-17), proprio la rivelazione della presenza di Ges Cristo stesso nei suoi discepoli perseguitati che ha cambiato il corso della vita del fariseo Saulo di Tarso, facendone un discepolo di quel rabbi di Nazareth, morto e risorto per la salvezza di tutti. La liturgia, scegliendo il brano conclusivo del vangelo di Marco per la festa di san Paolo, accomuna questultimo agli Undici, facendone quello che la tradizione ha ben presto definito lApostolo. E in questo commiato di Ges dai suoi, lannuncio della buona notizia rivolto a ogni creatura: non solo a tutti gli umani, ma alla creazione, a ogni essere in rapporto con il suo Creatore. La predicazione degli apostoli, gli inviati basata essenzialmente sul seguire le orme di Ges di Nazareth che ha narrato Dio, nel ripetere gesti e stile di lui che ha parlato con voce e autorit nuove di un amore antico, che ha scacciato i demoni e curato i malati, che ha vinto la morte con la vita. Oggi siamo tentati di dire che segni cos non se ne vedono pi e vorremmo contestare la parola evangelica che invece ci assicura che il Signore non cessa di operare attraverso i suoi discepoli. Ma se abbiamo occhi per guardare la realt con uno sguardo conforme a quello di Dio, allora ritroviamo questi grandi segni nei piccoli gesti di un vissuto quotidiano che con la sua semplicit e il suo desiderio di unificazione scaccia i demoni della divisione, li ritroviamo in una capacit di parlare il linguaggio dellaltro, nel saperne decifrare il bisogno, nellarticolare una risposta ricca di senso: miracolo anche opporre resistenza ai veleni che imbarbariscono il nostro vivere insieme, impedire che il loro flusso di morte si propaghi, agire come balsamo che lenisce le ferite pi profonde; il prendersi cura dei malati, dei poveri, dei carcerati, degli stranieri e dei deboli come di ci che abbiamo di pi caro, stendere su di loro le nostre mani come segno efficace della mano di Dio in cui tutti siamo raccolti. Se saremo capaci di questo agire, ogni creatura avr ascoltato lannuncio della buona notizia, ne ricever del bene e la presenza dei cristiani torner a essere occasione di benedizione e di ringraziamento verso Colui che ancora oggi opera in loro meraviglie. Fratel Guido
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