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Stabilimento di Bernezzo
Via Aldo Bruno, 27
12010 Bernezzo (CN)
Febbraio 2015
Ambiente sc Firenze, via di Soffiano, 15 - tel. 055-7399056 Carrara, via Frassina 21 Tel. 0585-85562
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
INDICE
0.
PREMESSA ------------------------------------------------------------------------------------------------------- 5
0.1.
0.2.
0.3.
1.
QUADRO PROGRAMMATICO------------------------------------------------------------------------------------ 8
1.1.
1.1.1.
1.1.1.1.
1.1.1.2.
1.1.1.3.
1.1.1.4.
Rifiuti ------------------------------------------------------------------------------------------------------- 11
1.1.1.5.
1.1.1.6.
1.1.1.7.
1.1.1.8.
1.1.2.
Conformit del progetto con le norme e prescrizioni di strumenti urbanistici, piani paesistici e territoriali,
2.
1.1.2.1.
1.1.2.2.
Piano Regolatore Intercomunale di Comunit Montana (P.R.I.C.M.) del Comune di Bernezzo ------- 16
1.1.2.3.
1.1.2.4.
1.1.2.5.
1.1.2.6.
1.1.2.7.
1.1.2.8.
2.1.1.
2.1.2.
2.1.3.
2.1.3.1.
2.1.3.2.
2.1.3.3.
2.1.4.
2.2.
2.1.4.1.
2.1.4.2.
2.1.4.3.
2.1.4.4.
2.1.4.5.
2.1.4.6.
2.1.4.7.
2.2.1.
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
2.2.1.1.
2.2.1.2.
Energia ----------------------------------------------------------------------------------------------------- 49
2.2.1.3.
2.2.1.4.
Acqua ------------------------------------------------------------------------------------------------------- 51
2.2.2.
2.3.
2.2.2.1.
2.2.2.2.
2.2.2.3.
Rifiuti ------------------------------------------------------------------------------------------------------- 54
2.2.2.4.
Rumore ----------------------------------------------------------------------------------------------------- 55
2.2.2.5.
2.3.1.
2.3.2.
2.3.3.
2.3.4.
2.3.5.
2.3.5.1.
Polveri ------------------------------------------------------------------------------------------------------ 59
2.3.5.2.
2.3.5.3.
2.3.5.4.
2.3.5.5.
2.3.6.
2.4.
Rifiuti ------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 63
2.4.1.
2.4.2.
2.4.2.1.
2.4.3.
3.
QUADRO AMBIENTALE----------------------------------------------------------------------------------------- 65
3.1.
3.1.1.
3.1.2.
3.1.3.
Aria -------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 68
3.1.3.1.
3.1.3.2.
3.1.4.
Acqua ------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 80
3.1.4.1.
Idrografia --------------------------------------------------------------------------------------------------- 80
3.1.4.2.
3.1.4.3.
Vincoli------------------------------------------------------------------------------------------------------- 84
3.1.4.4.
3.1.5.
3.1.5.1.
Geologia ---------------------------------------------------------------------------------------------------- 88
3.1.5.2.
Geomorfologia---------------------------------------------------------------------------------------------- 88
3.1.5.3.
Idrogeologia ------------------------------------------------------------------------------------------------ 89
3.1.5.4.
3.1.5.5.
3.1.5.6.
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
3.1.5.7.
Foreste----------------------------------------------------------------------------------------------------- 104
3.1.6.
3.1.7.
3.1.8.
3.2.
7.
3.2.1.
3.2.2.
3.2.3.
3.2.3.1.
3.2.3.2.
3.2.3.3.
3.2.4.
3.2.5.
3.2.6.
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
0. PREMESSA
Lo Stabilimento di Bernezzo (CN) della Societ Unicalce S.p.A. produce, a partire da pietra dolomitica,
calce viva per l'industria, l'edilizia e l'agricoltura, calce idrata per applicazione negli stessi settori oltre che
nel campo della depurazione delle acque e dei fumi, nonch pietrischi utilizzati perlopi in edilizia, e
carbonati micronizzati per vari impieghi.
Tale attivit industriale contemplata al punto 3 lettera p) dellallegato IV alla parte II del D.Lgs. 152/06
impianti destinati alla produzione di clinker (cemento) in forni rotativi la cui capacit di produzione
supera 500 tonnellate al giorno oppure di calce viva in forni rotativi la cui capacit di produzione supera
50 tonnellate al giorno, o in altri tipi di forni aventi una capacit di produzione di oltre 50 tonnellate al
giorno ed quindi soggetta alla procedura di Verifica di assoggettabilit alla Valutazione di Impatto
Ambientale prevista dallart. 20 del Testo Unico Ambientale.
Nella Regione Piemonte, le procedure di VIA sono disciplinate dalla legge regionale 14 dicembre 1998, n.
40 Disposizioni concernenti la compatibilit ambientale e le procedure di valutazione che inserisce la
stessa categoria di impianti al punto 53 dellallegato B2 ovvero tra i progetti sottoposti alla procedura di
verifica ai sensi dellart. 10 della stessa legge regionale.
La societ ha in progetto una modifica consistente nella realizzazione di un impianto di dosaggio del
polverino di carbone pet-coke allesistente forno rigenerativo Maerz 1 in alternativa allattuale
alimentazione a metano.
Attualmente i forni autorizzati attivi presso lo stabilimento sono alimentati a metano. La modifica
permetter al forno Maerz 1 di essere alimentato a pet-coke in alternativa al metano.
Allinterno del progetto prevista linstallazione quindi di un silos di stoccaggio del pet-coke di 200 m3 con
un sistema automatico di pesatura e dosaggio e un sistema pneumatico per il trasporto del combustibile
ai bruciatori del forno Maerz.
prevista inoltre linstallazione di un ulteriore silo di 20 m3 per la raccolta delle polveri provenienti dal
filtro dei fumi in uscita dal forno Maerz.
Ai sensi della legge regionale 14 dicembre 1998, n. 40 della Regione Piemonte e in conformit con quanto
stabilito dal D.Lgs. 152/06, i progetti di modifica che possono avere ripercussioni significative
sullambiente di impianti soggetti a verifica o a VIA di competenza Regionale o Provinciale, sono a loro
volta soggetti alla procedura di verifica di VIA.
Il presente documento costituisce quindi lo Studio di Prefattibilit Ambientale del progetto, necessario ai
fini dellattivazione della procedura di verifica.
Allinterno
di
questo
documento
verranno
illustrate
le
caratteristiche
del
progetto
preliminare
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
0.1.
UNICALCE S.P.A.
Indirizzo Stabilimento
0.2.
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
0.3.
Stato autorizzativo
Limpianto di Bernezzo ha ottenuto la sua prima Autorizzazione Integrata Ambientale, che ha sostituito
tutte le precedenti autorizzazioni in materia ambientale, con Determina della Provincia di Cuneo dell8
Febbraio 2006.
A seguito di un progetto di modifica allimpianto che prevedeva la realizzazione di un terzo forno per la
calcinazione del calcare, la modifica del sistema di alimentazione del Forno 2 esistente e del Forno in
progetto (Forno 3) e la modifica del sistema di trasporto, vagliatura e insilaggio a valle dei forni,
limpianto stato sottoposto alla procedura di verifica di assoggettabilit alla Valutazione di Impatto
Ambientale.
Con Determina n. 111 del 1 Settembre 2008 del Responsabile dellufficio autonomo VIA, il progetto di
ampliamento viene escluso dalla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale e lazienda provvede a
fare richiesta di rinnovo di AIA per modifica sostanziale che ottiene con Determina della Provincia di
Cuneo n. 373 del 17 Luglio 2009. Tale autorizzazione tuttoggi in vigore.
Le modifiche autorizzate non sono state, per, tuttora realizzate in quanto lazienda ha abbandonato il
progetto per motivazioni economiche e di mercato.
Tuttavia la configurazione autorizzata rappresenter la base di partenza per la valutazione degli impatti
relativi al nuovo progetto di modifica.
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
1. QUADRO PROGRAMMATICO
1.1.
Il presente paragrafo finalizzato alla verifica di conformit alla normativa in materia ambientale e
paesaggistica, nonch agli strumenti di programmazione e pianificazione territoriale e urbanistica.
Di seguito si riporta lanalisi effettuata circa la verifica legislativa del progetto.
1.1.1.
Il progetto sar realizzato in conformit con le leggi nazionali e regionali applicabili, nonch nel rispetto
delle vigenti disposizioni a carattere locale.
1.1.1.1.
La Valutazione di Impatto Ambientale (V.I.A.) una procedura alla quale sono sottoposti i progetti di
opere che, potenzialmente, possono comportare rilevanti modifiche dellambiente.
La procedura si sviluppa attraverso un attento esame, ex-ante, dei possibili effetti ambientali e sanitari
connessi alla realizzazione delle opere in progetto, in relazione alle caratteristiche peculiari dello stato
dellambiente del territorio interessato dallintervento e alle misure di mitigazione e controllo volte a
ridurre o contenere gli impatti ambientali.
La procedura di valutazione dellimpatto ambientale stata introdotta nellordinamento comunitario nel
1985 dalla direttiva 85/337/CEE concernente la valutazione dell'impatto ambientale di determinati
progetti pubblici e privati (oggi sostituita dalla direttiva 2011/92/UE del 13 dicembre 2011).
Alla direttiva 85/337/CEE ha fatto seguito un parziale e frammentato recepimento con la legge istitutiva
del Ministero dell'Ambiente (Legge 8 luglio 1986, n. 349) che ha dettato una disciplina transitoria per
l'applicazione della V.I.A., rimandando a successivi decreti la definizione delle norme tecniche e delle
categorie di opere da assoggettare a V.I.A. (DPCM n 377 del 10/08/1988). Con il D.P.R. 12 Aprile 1996
si ha l'atto di indirizzo e coordinamento nei confronti delle Regioni, cui vengono delegate le competenze a
svolgere la V.I.A. per tutti i progetti non riservati allo Stato.
Ad oggi, il recepimento nellordinamento Italiano delle disposizioni in materia di VIA costituito dal
D.Lgs. 152/06 e s.m.i parte II.
Nella Regione Piemonte la materia disciplinata dalla Legge Regionale n40 del 14/12/1998 e s.m.i che
detta le norme per l'applicazione della valutazione di impatto ambientale.
Limpianto ricade nella tipologia progettuale indicata al punto 53 dellallegato B2 alla L.R. 40/1998:
impianti destinati alla produzione di clinker (cemento) in forni rotativi con capacit di produzione
superiore a 500 tonnellate al giorno oppure di calce viva in forni rotativi con capacit di produzione
superiore a 50 t/giorno, o in altri tipi di forni aventi una capacit di produzione di oltre 50 t/giorno e, per
tale ragione, risulta soggetto a procedura di Verifica di assoggettabilit alla Valutazione di Impatto
Ambientale di competenza Provinciale.
La procedura di Verifica di VIA volta ad accertare lassoggettabilit di un determinato progetto alla
procedura di VIA. La verifica viene effettuata valutando i potenziali effetti che lopera pu avere sulle
matrici ambientali, sulla base di un progetto preliminare e di uno studio preliminare ambientale.
8
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
La procedura di Verifica di Via pu concludersi con lesclusione del progetto dalla fase di valutazione
oppure con lassoggettabilit alla VIA.
1.1.1.2.
Il D.Lgs. n. 59 del 18/02/2005 Attuazione integrale della direttiva 96/61/CE relativa alla prevenzione e
riduzione integrate dell'inquinamento ha introdotto nellordinamento nazionale la materia della
prevenzione e riduzione integrate dell'inquinamento proveniente da determinate attivit (elencate
all'allegato I dello stesso).
Attualmente il riferimento normativo nazionale per la materia IPPC (integrated prevention and pollution
control) la parte II del D.Lgs. 152/06 e s.m.i.
La normativa prevede misure intese ad evitare oppure, qualora non sia possibile, ridurre le emissioni
delle attivit soggette nell'aria, nell'acqua e nel suolo, comprese le misure relative ai rifiuti per conseguire
un livello elevato di protezione dell'ambiente nel suo complesso.
In particolare detto decreto disciplina il rilascio, il rinnovo e il riesame dell'Autorizzazione Integrata
Ambientale (AIA), nonch le modalit di esercizio degli impianti medesimi, ai fini del rispetto
dell'autorizzazione integrata ambientale.
Tale autorizzazione integra e sostituisce ogni altra autorizzazione ambientale di settore.
Lallegato VIII alla parte II del D.Lgs. 152/06 elenca i progetti soggetti a normativa IPPC e quindi al
rilascio dellAutorizzazione Integrata Ambientale. Lo Stabilimento Unicalce di Bernezzo rientra nel caso
previsto dal punto 3.1 di detto allegato: Produzione di cemento, calce viva e ossido di Magnesio; a)
Produzione di clinker (cemento) in forni rotativi la cui capacit di produzione supera 500 Mg al giorno
oppure altri forni aventi una capacit di produzione di oltre 50 Mg al giorno; b) Produzione di calce viva in
forni aventi una capacit di produzione di 50 Mg al giorno; c) Produzione di ossido di Magnesio in forni
aventi una capacit di produzione di oltre 50 Mg al giorno.
I progetti che recano modifiche sostanziali ad impianti soggetti ad AIA devono a loro volta ottenere
lautorizzazione integrata ambientale.
La modifica sostanziale , ai sensi del D.Lgs. 152/06, una variazione delle caratteristiche o del
funzionamento ovvero il potenziamento dellimpianto, che producano effetti negativi e significativi
sullambiente.
Una modifica che non produce effetti negativi e significativi sullambiente invece una modifica non
sostanziale, per la quale sufficiente richiedere un aggiornamento dellAIA.
1.1.1.3.
Norme nazionali
D.Lgs 152/06 Norme in materia Ambientale, Parte V, Titolo I - Prevenzione e limitazione delle
emissioni in atmosfera di impianti e attivit.
D.Lgs. Governo n 171 del 21/05/2004 - Attuazione della direttiva 2001/81/CE relativa ai limiti
nazionali di emissione di alcuni inquinanti atmosferici.
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
DLgs n. 155 del 13 agosto 2010 - Attuazione della direttiva 2008/50/CE relativa alla qualit
dell'aria ambiente e per un'aria pi pulita in Europa.
D.Lgs. Governo n 216 del 04/04/2006 - Attuazione delle direttive 2003/87 e 2004/101/CE in
materia di scambio di quote di emissioni dei gas a effetto serra nella Comunit, con riferimento ai
meccanismi di progetto del Protocollo di Kyoto.
D.Lgs. n 30 del 13 Marzo 2013 Attuazione della direttiva 2009/29/CE che modifica la direttiva
2003/87/CE al fine di perfezionare ed estendere il sistema comunitario per lo scambio di quote di
emissione di gas a effetto serra.
Norme Regionali
I principali inquinanti presenti nelle emissioni in aria sono: Polveri, NOx, CO, SOx, CO2.
Emission Trading
La normativa Emission Trading (ET) regola il sistema di scambio di quote di emissione di gas serra tra gli
stati aderenti, al fine di contenere i cambiamenti climatici dovuti ad eccessiva presenza di gas come
anidride carbonica, metano, protossido di azoto, idrofluorocarburi, perfluorocarburi, esafluoro di zolfo.
La normativa ET stata introdotta nellordinamento comunitario tramite la direttiva 2003/87/CE
successivamente modificata con la direttiva 2009/29/CE.
La direttiva 2009/29/CE stata recepita nellordinamento italiano recepito con decreto legislativo 13
marzo 2013, n. 30.
Lo stabilimento Unicalce di Bernezzo rientra nel campo di applicabilit della direttiva in quanto
riconducibile ad una delle attivit elencate in allegato alla suddetta norma: Produzione di calce viva o
calcinazione di dolomite o magnesite in forni rotativi o altri tipi di forni con capacit di produzione
superiore a 50 tonnellate al giorno.
Il gas ad effetto serra derivante da tale attivit lanidride carbonica.
Lo stabilimento Unicalce di bernezzo autorizzato allemissione in atmosfera di gas serra con
Autorizzazione n 57.
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Stabilimento di Bernezzo
1.1.1.4.
Rifiuti
Norme nazionali
Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152 e s.m.i. Norme in materia ambientale, Parte Quarta Norme in materia di gestione dei rifiuti e di bonifica dei siti inquinati.
Norme regionali
Legge regionale n. 7.del 24 maggio 2012 Disposizioni in materia di servizio idrico integrato e di
gestione integrata dei rifiuti urbani.
Norme nazionali
RD n. 1775 del 11/12/1933 Testo unico delle disposizioni di legge sulle acque e impianti
elettrici.
DPR del 18 febbraio 1999 n. 238 Regolamento recante norme per lattuazione di talune
disposizioni della L. 5 gennaio 1994, n. 36, in materia di risorse idriche.
DLgs n. 258 del 18/08/ 2000 Disposizioni correttive e integrative del DLgs 11/05/1999, n. 152,
in materia di tutela delle acque dallinquinamento, a norma dellart. 1, c. 4, della L. 24/04/1998,
n. 128.
Decreto Legislativo del 2 febbraio 2001, n. 31 Attuazione della direttiva 98/83/CE relativa alla
qualit delle acque destinate al consumo umano (in parte sostituito dal D.L. 27 del 2/2/2002).
Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152 Norme in materia ambientale e s.m.i.. Parte III,
Sezione II Tutela delle acque dall'inquinamento
DLgs n. 219 del 10/12/2010 Attuazione della direttiva 2008/105/CE relativa a standard di
qualit ambientale nel settore della politica delle acque, recante modifica e successiva
abrogazione delle Dir. 82/176/CEE, 83/513/CEE, 84/156/CEE, 84/491/CEE, 86/280/CEE, nonch
modifica della direttiva 2000/60/CE e recepimento della Dir. 2009/90/CE che stabilisce,
conformemente alla direttiva 2000/60/CE, specifiche tecniche per l'analisi chimica e il
monitoraggio dello stato delle acque.
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Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
Norme regionali
Regolamento regionale 10/R del 29 Luglio 2003 Pubblicazioni in materia di acque pubbliche
Legge regionale n. 7.del 24 maggio 2012 Disposizioni in materia di servizio idrico integrato e di
gestione integrata dei rifiuti urbani.
Impatto acustico
Norme Nazionali
Legge del 26 ottobre 1995, n. 447 Legge quadro in materia di inquinamento acustico.
Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 14 novembre 1997 Determinazione dei
valori limite delle sorgenti sonore.
Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 5 dicembre 1997 Determinazione dei
requisiti acustici passivi degli edifici.
Decreto
Ministeriale
del 16
marzo
1998
Tecniche
di
rilevamento e
di
misurazione
dellinquinamento acustico.
Decreto del Presidente della Repubblica del 30 marzo 2004, n. 142 Disposizioni per il
contenimento e la prevenzione dellinquinamento acustico derivante dal traffico veicolare, a
norma dellarticolo 11 della Legge 26 ottobre 1995, n. 447.
Legge del 8 Luglio 1986, n349 Istituzione del ministero dellambiente e norme in materia di
danno ambientale.
Norme Regionali
D.G.R. 14/2/2005, n. 46-14762 L. R. n. 52/2000, art. 3. comma 3, lettera d). Criteri per la
redazione della documentazione di clima acustico.
D.G.R. 2/2/2004, n. 9-11616 L.R. n. 52/2000, art. 3, comma 3, lettera c). Criteri per la
redazione della documentazione di impatto acustico.
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Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
Suolo e sottosuolo
Norme Nazionali
Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152 - Norme in materia ambientale. Parte Quarta - Norme in
materia di gestione dei rifiuti e di bonifica dei siti inquinati
Norme Regionali
Legge Regionale 30 del 14 ottobre 2008 Norme per la tutela della salute, il risanamento
dell'ambiente, la bonifica e lo smaltimento dell'amianto Suppl. al BUR n. 42 del 16 ottobre 2008.
D.G.R. n. 30-2905 del 22 maggio 2006 Decreto Legislativo 3 aprile 2006 n. 152 "Norme in
materia ambientale" art. 242. Disposizioni di indirizzo B.U. n. 25 del 22 giugno 2006.
Legge regionale del 7 aprile 2000 n. 42 Bonifica e ripristino ambientale dei siti inquinati
(articolo 17 del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, da ultimo modificato dalla legge 9
dicembre 1998, n. 426). Approvazione del Piano regionale di bonifica delle aree inquinate.
Abrogazione della legge regionale 28 agosto 1995, n. 71 Suppl. al B.U. n. 15 del 12 aprile 2000.
1.1.1.8.
Tutela paesaggistica
Norme Nazionali
Accordo 19 aprile 2001 tra il Ministero per i beni culturali e le attivit culturali e le regioni e le
Province autonome sullesercizio dei poteri in materia di paesaggio.
13
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
Norme Regionali
L.R. 4 settembre 1979, n. 57 Norme relative alla gestione del patrimonio forestale.
1.1.2.
1.1.2.1.
Il Piano Territoriale di Coordinamento (P.T.C.), adottato dalla Provincia di Cuneo con provvedimento n. 52
in data 5 settembre 2005 e adeguato con D.C.R. n. 241-8817 del 24 febbraio 2009, orienta i processi di
trasformazione territoriale della Provincia ed organizza le manovre di conservazione e protezione attiva
dei valori naturali e storico culturali presenti sul territorio provinciale, al fine di assicurare lo sviluppo
sostenibile della societ e dell'economia della provincia.
Il P.T.C. risponde agli adempimenti che gli sono affidati dal Piano Territoriale Regionale (P.T.R.)
verificandone, integrandone o specificandone le previsioni anche attraverso lattribuzione di specifiche
prestazioni alla pianificazione urbanistica comunale, al perfezionamento della progettazione territoriale,
allo sviluppo della attivit di ricerca.
Il P.T.C. ha quindi funzione di orientamento delle attivit di pianificazione tanto della Provincia che dei
Comuni e delle Comunit Montane e riconosce le Comunit Montane e Collinari ed i loro Piani di Sviluppo
come essenziali riferimenti istituzionali per la attivit di programmazione territoriale, disponendo inoltre,
in corrispondenza di ciascun territorio, particolari finalit che gli strumenti urbanistici comunali interessati
ed i progetti integrati sono tenuti ad assolvere.
Dallanalisi della cartografia allegata al P.T.C. ed in particolare dallesame della carte Carta dei caratteri
territoriali e paesistici si evince come larea su cui insiste lo stabilimento di Unicalce sia posta nelle
immediate vicinanze di unarea boschiva definita rispettivamente come area dominante forestale,
localmente interessata da insediamenti rurali e come area boscata.
Per queste aree il P.T.C., seguendo le direttive in materia dettate dal P.T.R., prevede la tutela e la
valorizzazione del sistema forestale in relazione alla gestione della risorsa, alla prevenzione del dissesto
ed al consolidamento della rete ecologica provinciale.
La risorsa forestale viene intesa non solo come indirizzata alla funzione produttiva del bosco, ma anche
alle funzioni protettive, di connessione ecologica e di fruizione turistico - ambientali. In particolare
interesse del P.T.C. la valorizzazione delle produzioni locali, primarie e secondarie, legate alla presenza
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Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
del bosco, al fine di rilanciare l'economia di aree marginali poste nelle zone montane e favorire il presidio
del territorio da parte della popolazione locale.
Larea boschiva fa da contorno allarea fluviale presente attorno al Rio Cugino. Questi ambiti paesistici di
pertinenza fluviale possono essere riconosciuti quali corridoi ecologici principali, componenti della rete
principale ed essere fatti oggetto di interventi di miglioramento naturalistico e, se compatibili con la
funzionalit ecologica del corridoio, di fruizione naturalistico - ambientale.
Unicalce
Al fine della corretta gestione dei territori a carattere prevalentemente montano, sono state individuate
dal P.T.C. n. 12 Comunit Montane in provincia di Cuneo, corrispondenti ad altrettante aree montane
omogenee per le quali prevista, ai sensi della normativa forestale regionale, la redazione di appositi
Piani Territoriali Forestali per la definizione di un quadro programmatico territoriale il pi completo ed
efficace possibile.
Successivamente, le Comunit Montane sono state aggregate e ridotte a 6 a seguito dellaggiornamento
del PTP nel 2009.
Di seguito si elencano le 6 Comunit Montane e si fornisce la carta delle rispettive localizzazioni:
Alta Langa
Valle Stura
15
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
Lo stabilimento Unicalce si trova allinterno della Comunit Montana della Valle Grana poi accorpata con la
Valle Maira a formare la Comunit Montana delle Valli Grana e Maira.
1.1.2.2.
Il Comune di Bernezzo inserito allinterno della Comunit Montana di Valle Grana, la quale dotata di
un Piano Regolatore Intercomunale di Comunit Montana (P.R.I.C.M.) che si estende a tutti i Comuni
della Comunit, ad eccezione del Comune di Caraglio.
Dallanalisi dellultimo aggiornamento del Piano risulta che la Variante Parziale n. 11 al Piano Regolatore,
approvata con D.G.R. n. 14-12540 del 24/05/2004, pone larea dello stabilimento Unicalce in parte
allinterno di una zona destinata alla coltivazione mineraria (P5.1) e per la restante parte in unarea
destinata agli impianti di lavorazione del materiale abbattuto (P1.6).
16
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
Le aree P5.1 sono regolamentate dallart.29 delle norme tecniche di attuazione, relativo alle aree
destinate ad attivit estrattive (P5). Queste aree sono interessate dalle coltivazioni di cave in atto, che
risultano confermate nei limiti oggetto di autorizzazione. In merito allattivit svolta da Unicalce, la
destinazione duso del territorio in esame prevede la compatibilit con:
Per quanto riguarda le aree P1.6, queste risultano regolamentate dallart. 26 delle norme tecniche di
attuazione del Piano. Queste aree sono generalmente esterne al contesto residenziale e sono gi
occupate da insediamenti a carattere industriale, artigianale o commerciale.
17
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
Sono inoltre adibite a garantire uno sviluppo ordinato delle attivit economiche esistenti, in relazione alle
previsioni socio-economiche comunali. In relazione allattivit svolta da Unicalce, la destinazione duso del
territorio in esame prevede la compatibilit con:
attivit industriali;
lampliamento degli impianti esistenti o di nuova costruzione nel rispetto dei parametri edilizi ed
urbanistici
la realizzazione di residenze a servizio di ogni unit produttiva in misura non superiore a 180 mq
di superficie utile lorda.
1.1.2.3.
Il territorio boscato della Regione Piemonte sottoposto a pianificazione forestale (Piano di assestamento
forestale ai sensi della L.R. n. 57/79) per una porzione marginale dellintero patrimonio boschivo,
determinando a livello locale alcune carenze conoscitive sullo stato dei popolamenti boscati e dei pascoli,
nonch sul tipo di gestione in atto, sulle potenzialit di recupero e riqualificazione del settore.
Lo strumento del Piano di assestamento dei beni silvo - pastorali previsto dalle norme vigenti (R.D.L.
326/23 e L.R. 57/79) presenta dunque alcune carenze sul piano applicativo nei confronti delle reali
esigenze del territorio.
La Regione Piemonte, ed in particolare lAssessorato di Economia Montana e Foreste, ha individuato nel
Piano Forestale Territoriale (P.F.T.), lo strumento gestionale a livello di Area Forestale.
Il Piano Forestale Territoriale uno strumento programmatico che prende in esame lintero territorio, per
quanto concerne propriet sia pubbliche sia private e quindi fornisce in questo senso uno strumento
gestionale maggiormente completo in merito ciascuna Area Forestale, ambito territoriale di pianificazione
sovraccomunale dei P.F.T.
Il Piemonte stato suddiviso quindi in n. 45 Aree Forestali, 33 di queste comprendono Comuni montani
(dall'Area Forestale n. 1 alla n. 44) ed i confini si identificano nella maggior parte dei casi con quelli di
Comunit Montana. I Comuni di pianura e di collina sono stati raggruppati invece in n. 12 Aree Forestali
(dalla n. 51 alla n. 62).
Il Piano Forestale Territoriale (P.F.T.) della Valle Grana, Area Forestale n. 9 del Piemonte, nato
nellambito generale del progetto Interreg II denominato GESMO, Gestione e promozione delle risorse
silvo pastorali montane, attraverso il quale la Regione Piemonte, con il concorso finanziario dellUnione
Europea, ha finanziato la redazione dei P.F.T. relativi a 17 aree forestali prevalentemente montane delle
province di Cuneo e Torino.
Finalit essenziale del P.F.T. di determinare un quadro conoscitivo puntuale in merito al reale assetto
del territorio rurale e semplificare le procedure autorizzative per le utilizzazioni forestali.
In particolare, il Piano Forestale Territoriale finalizzato a promuovere la razionale gestione dei beni silvo
- pastorali, svolgere servizi essenziali di interesse collettivo (protezione del territorio, tutela naturalistica,
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Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
conservazione e valorizzazione del paesaggio, identificazione delle principali tipologie di fruizione, ecc.) e
rappresentare occasione di reddito per proprietari ed utilizzatori.
Il Piano Forestale Territoriale della Valle Grana stato redatto nel 1998 sulla scorta di quanto previsto
nelle Norme tecniche per la pianificazione e la gestione forestale nella Regione Piemonte, elaborate
dallIstituto per le Piante da Legno e lAmbiente (I.P.L.A.) ed include anche le porzioni non montane del
Comune di Caraglio.
La redazione del Piano stata sviluppata a partire dallidentificazione di un quadro conoscitivo il pi
possibile completo in merito alla situazione evolutivo - colturale reale dei boschi dellArea forestale
rilevata mediante linventario forestale, alle risorse pascolive ed alle attivit ad esse collegate ove
presenti, nonch ai fenomeni di instabilit e dissesto del territorio ed alla consistenza della viabilit e
dellassetto catastale; su tale base sono successivamente state evidenziate le funzioni e le destinazioni
prevalenti nei diversi ambiti e sono stati quindi formulati gli indirizzi di intervento per il loro
miglioramento.
I complessi boscati sono localizzati prevalentemente nei Comuni di Monterosso Grana (27,3%), Valgrana
(14,2%) e Pradleves (13,7%) dove prevalgono le faggete; nel Comune di Bernezzo (13,2%) sono ubicati
la maggior parte dei castagneti; la superficie boscata del Comune di Castelmagno (13,1% di quella
totale) composta per la maggior parte da arbusteti montani.
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Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
1.1.2.4.
Classificazione sismica
Secondo la classificazione sismica, elaborata dalla Regione Piemonte, ai sensi della DGR n. 11-13058 del
19.01.2010, in vigore a partire dal 1.01.2012 a seguito dellapprovazione della DGR n.4-3084 del 12.12.
2011 (B.U.R.P n.50 del 15.12.2011), il Comune di Bernezzo di trova in zona 3S pericolosit bassa.
BERNEZZO
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Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
1.1.2.5.
Con Deliberazione di Consiglio Comunale n. 33/2004 del 27.09.2004 ai sensi della L.R. 20.10.2000 n. 52,
il Comune Bernezzo ha approvato ed adottato in via definitiva la classificazione acustica del territorio
comunale.
In base a tale classificazione, si rileva che l'area occupata dalla Unicalce S.p.A. collocata per la maggior
parte della sua superficie in Classe VI (Area esclusivamente industriale) con leccezione delle aree di
confine che sono collocate per fascia di 50 m in Classe V (Area prevalentemente industriale) al fine di
evitare il contatto tra Classi non contigue mentre alle aree in cui sono stati identificati i ricettori stata
assegnata Classe III (Aree di tipo misto).
Nella seguente figura si riporta l'estratto della carta della classificazione acustica del territorio comunale.
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Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
1.1.2.6.
Vincolo idrogeologico
Il R.D.L. n. 3267 del 30 Dicembre 1923 ed il successivo regolamento di applicazione (RDL n. 1126 del 16
Maggio 1926) sottopongono a tutela le aree territoriali che per effetto di interventi quali disboscamenti o
movimenti di terreno possono perdere la stabilit o turbare il regime delle acque.
Il vincolo non preclude la possibilit di intervenire sul territorio ma subordina lintervento allottenimento
di una specifica autorizzazione.
In Piemonte, la LR 45/1989 Nuove norme per gli interventi da eseguire in terreni sottoposti a vincolo per
scopi idrogeologici disciplina gli interventi e le attivit da eseguire nelle zone soggette a vincolo.
Lo stabilimento Unicalce di Bernezzo rientra quasi del tutto in area sottoposta a vincolo idrogeologico.
In particolare, come si evince dalla lettura della seguente carta, il sito della cava risulta interamente
soggetto alla disciplina delle aree a vincolo idrogeologico, mentre risulta esclusa l'area occupata
dall'impianto di trasformazione posto a valle.
Dalla figura seguente si evince anche che larea dello stabilimento non rientra allinterno di Siti di
Importanza Comunitaria (SIC) o Zone di Protezione Speciale (ZPS).
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Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
1.1.2.7.
Vincolo paesaggistico
La pianificazione del paesaggio in Regione Piemonte, gi in parte affrontata col Piano Territoriale
Regionale (PTR), approvato nel 1997 con specifica considerazione dei valori paesaggistici e ambientali,
segna una tappa ulteriore con la redazione del primo Piano Paesaggistico Regionale (PPR), adottato con
D.G.R. n. 53-11975 del 4 agosto 2009.
La Regione Piemonte ha intrapreso innovazioni normative volte a sensibilizzare i soggetti pubblici, le
associazioni e tutta la societ civile; tra queste, la Legge Regionale 16 giugno 2008, n. 14 Norme per la
valorizzazione del paesaggio, con la quale si intende intraprendere politiche attive per il miglioramento
della qualit paesaggistica, attraverso il finanziamento di specifici interventi.
Il Piano Paesaggistico Regionale del Piemonte individua, nella tavola p2, larea dello stabilimento di
Bernezzo tra i territori a prevalente copertura boscata e soggetta a vincolo paesaggistico ai sensi del
D.Lgs 42/2004.
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Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
1.1.2.8.
Aree protette
In Piemonte sono state istituite con legge regionale 94 Aree protette per una superficie complessiva di
137.332 ettari gestiti da 14 Enti strumentali e da enti locali.
Oltre alle Aree protette regionali, la regione Piemonte conta due Parchi Nazionali: il Gran Paradiso istituito
nel 1922 e la Val Grande istituito nel 1992 che interessano complessivamente una superficie di 48.500
ettari. Il territorio del Comune di Bernezzo non interessato dalla presenza di aree protette.
Figura 10 Aree protette e Rete Natura 2000 in Piemonte (Fonte: Regione Piemonte)
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Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
2. QUADRO PROGETTUALE
2.1.
Si provveder in questa sezione a fornire una descrizione della configurazione dellimpianto attualmente
autorizzata tramite Determina n 373 del 17/07/2009 della Provincia di Cuneo e quindi delle modifiche
dovute al progetto da sottoporre alla procedura di assoggettabilit alla Valutazione di Impatto
Ambientale.
La configurazione autorizzata prevede 3 forni funzionanti a metano mentre la configurazione a seguito
della variante prevede la rinuncia al terzo forno e quindi un assetto con 2 forni di cui uno con
alimentazione esclusivamente a metano e laltro (il Forno 1) alimentabile anche a pet-coke.
2.1.1.
Il progetto di modifica ha lo scopo di rendere uno dei forni attualmente operativi nello stabilimento di
Bernezzo alimentabile anche a pet-coke.
Attualmente lunico combustibile utilizzato per lalimentazione dei forni rigenerativi a flusso parallelo
installati nellimpianto Unicalce il metano, risorsa fossile di primaria importanza e soggetta a forti
pressioni antropiche dal momento che ampiamente utilizzata sia da utenze civili che industriali.
La possibilit di una alimentazione alternativa al metano consentir allimpianto di svincolarsi dallutilizzo
del solo metano, andando a ridurre limpatto su tale risorsa e permetter una maggiore flessibilit
energetica nella gestione del processo.
Una scelta accurata del combustibile rappresenta infatti una delle Migliori Tecnologie Disponibili
riconosciute nel documento BREF di riferimento per il settore di produzione della calce.
Secondo le BAT la scelta del combustibile deve avvenire considerandone, oltre alle ripercussioni
ambientali, il costo, la disponibilit sul mercato e la qualit del prodotto desiderato.
Questultimo fattore dovuto al fatto che la calce, reagendo con i fumi di combustione, viene influenzata
dalla composizione chimica del combustibile utilizzato.
Il costo di mercato del metano inoltre, molto variabile raggiungendo spesso prezzi elevati che mettono
in difficolt economiche le aziende del settore.
Infatti, negli ultimi 15 anni, almeno il 40% dei forni di calcinazione costruiti sono nati o sono stati
riadattati secondo la filosofia della flessibilit energetica.
In Italia, inoltre, tutti i competitors utilizzano la diversificazione energetica con forni che impiegano
almeno 2 combustibili.
Il progetto di riassetto di Unicalce nato quindi con lo scopo di ottenere un risparmio economico sul costo
del combustibile.
Lazienda sar cos in grado di adattare lalimentazione di uno dei 2 forni in funzione del costo di mercato
dei combustibili, potendo utilizzare il metano quando vi sia un abbassamento del prezzo o in funzione di
commesse che richiedano una determinata qualit della calce e che comportino quindi una maggiore
remunerazione e potendo utilizzare il pet-coke nei momenti in cui vi sia un rialzo dei prezzi del metano o
comunque per ordini per cui non sia richiesta la purezza della calce ottenibile solo utilizzando il metano.
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Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
2.1.2.
Nella progettazione della variante impiantistica sono stati presi a riferimento i seguenti criteri generali:
adozione delle Migliori Tecniche Disponibili (BAT);
minimizzazione dei consumi energetici, principalmente tramite lutilizzo di forni rigenerativi a flusso
parallelo;
minimizzazione degli impatti sulle matrici ambientali aria, acqua, suolo e sottosuolo;
attuazione di tutte le misure idonee a prevenire gli incidenti e a limitarne le conseguenze per l'uomo e
per l'ambiente, nel rispetto delle normative vigenti in materia di sicurezza ed igiene del lavoro e di
tutela della popolazione e dell'ambiente.
2.1.3.
carbonati micronizzati (finissimi) a partire da pietrisco dolomitico fornito direttamente dalla cava
di propriet.
Fase 1 Frantumazione/vagliatura
La materia prima, costituita da carbonato doppio di calcio e magnesio (dolomia), proveniente dalla cava,
viene scaricata direttamente nella tramoggia posta alla bocca del frantoio primario.
Il progetto autorizzato prevede un alimentatore vagliante in grado di separare e by-passare la pezzatura
pi piccola (0/150mm), prima dellingresso al frantoio primario; in questo modo questultimo viene
sgravato di un cospicuo lavoro, con conseguente minore usura dei componenti, ma soprattutto viene
decisamente ridotta la produzione di fini indesiderati.
In questa fase vengono effettuati i primi trattamenti sul materiale abbattuto, che consistono nelle
operazioni di:
riduzione pezzatura
lavaggio
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Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
8/16 mm, destinata allimpiego sui forni, allimpianto di microfrantumazione per la produzione
dei finissimi e alla vendita prevalentemente per ledilizia;
Mediante un estrattore si preleva il materiale dal silo del 16/30 mm per inviarlo, mediante due nuovi
nastri, ad un nuovo cumulo polmone.
Da qui il calcare estratto, trasportato da nastri, separato nelle pezzature 16/20 mm e 20/30 mm ed
immesso in due nuovi silos in cemento armato da 225 m cadauno.
Il Vaglio selettore, posto sulla sommit dei nuovi silos, segregato in un idonea struttura realizzata con
profilati in acciaio al carbonio, completamente coperta e tamponata sui lati con pannelli fonoassorbenti
per ridurre le emissioni di rumore e di polveri. Le varie granulometrie ottenute sotto i 50 mm vengono
opportunamente miscelate ed alimentate ai forni 2 e 3 secondo lo schema generale di seguito riportato. Il
forno Maerz 1 viene invece alimentato con pezzatura 50-90 mm.
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Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
2.1.3.2.
Fase 2 Produzione
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Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
Lo scambio di calore che si verifica nel processo di cottura della calce si pu suddividere in tre macrofasi:
Zona di preriscaldamento. Il calcare viene portato dalla temperatura ambiente a oltre 800 C grazie al
contatto diretto con i gas che lasciano la zona di calcinazione (vale a dire i prodotti della combustione,
laria in eccesso e CO2 derivanti dalla calcinazione);
Zona di raffreddamento. La calce viva che esce dalla zona di calcinazione si raffredda al contatto
diretto con laria di raffreddamento. Nei forni a tino laria di raffreddamento, cos preriscaldata,
costituisce una quota dellaria di combustione.
Nel processo di decomposizione termica del calcare, il 44% circa della massa (CO2) essendo un gas viene
espulso dal camino, mentre il 54% (Ossido di calcio e magnesio) mantiene la forma esterna e la
grandezza del grano originario di calcare. Il restante 2% costituito da polveri che vengono captate nei
filtri e riutilizzate nel ciclo produttivo.
Forno Maerz 1
Il forno 1, di tipo verticale ha una potenzialit termica di circa 10.300 kW, costituito da due tini che
lavorano alternativamente, uniti da un canale per il passaggio dei fumi: mentre in uno avviene il processo
di decarbonatazione vero e proprio, nellaltro avviene il mantenimento in temperatura della calce nella
fascia fra canale e bocca lance, ed il preriscaldo della pietra nella fascia superiore.
Il sollevamento della pietra avviene mediante skip, previa pesatura alla base del forno; lo skip scarica in
una tramoggia in testa al forno e da questa avviene automaticamente, in corrispondenza dellinversione,
il caricamento alternato dei due tini.
La potenzialit produttiva giornaliera del forno in oggetto risulta essere di circa 250 t.
Dal forno 1, durante il processo di calcinazione, si genera un emissione, convogliata in atmosfera
mediante il camino identificato con la sigla E1.
Forno Maerz 2
Il forno 2, a doppio tino verticale ha una potenzialit termica di circa 10.300 kW, sostanzialmente
identico al forno 1, dal quale differisce solo per il sistema di pesatura posizionato in testa al forno.
Per il ciclo di lavoro, cos come per la potenzialit vale quanto detto per il forno 1.
Dal forno 2, durante il processo di calcinazione si genera lemissione identificata con la sigla E2.
Forno Maerz 3
Il terzo forno di Bernezzo progettato a sezione rettangolare per una capacit produttiva di 250
ton/giorno e una potenzialit termica di 10.300 kW ed idoneo a trattare le seguenti frazioni:
16/20 mm
20/30 mm
30/50 mm
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Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
Ciascun forno dotato di un filtro a maniche per la depolverazione del flusso gassoso originato nella fase
di decarbonatazione della dolomia; al fine di prevenire condense ed eventuali impaccamenti delle
maniche filtranti, la temperatura del flusso gassoso in ingresso al filtro deve essere mantenuta tra i 70 e i
120C. Per questo motivo, su ciascuna delle tre linee fumi a monte del filtro, installato un bruciatore a
gas metano, della potenzialit termica di 350 kW per il Forno 1 e 460 kW per il Forno 2, che immette
fumi caldi nella condotta del flusso gassoso originato dal forno, per il Forno 3 il progetto di ampliamento
prevedeva un bruciatore di 350 kW. Il funzionamento dei bruciatori attivato qualora sia necessario
portare la temperatura sopra il punto di rugiada (di solito con T ambiente basse, nella stagione
invernale).
I filtri a maniche funzionano col sistema di controlavaggio automatico pulse-jet, per cui le polveri
depositate sulle maniche cadono in tramoggia; da questa sono addotte ad un silos di stoccaggio, dal
quale vengono poi dosate nel processo di idratazione.
Le linee fumi dei due forni sono anche dotate di valvole di distensione: queste hanno lo scopo di regolare
la pressione in testa forno ed abbassarla propedeuticamente prima della fase di inversione, e evitando
cos il trascinamento delle polveri.
Il prodotto proveniente dai tre forni si congiunge sulla stessa linea nastri e viene scaricato, tramite
elevatore a tazze, su un nastro che conduce a un vibrovaglio: da questo escono diverse pezzature, che
vengono insilate, tramite un sistema a nastri, secondo lo schema riportato di seguito:
30
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
La pezzatura 0/6 mm viene inviata al silos 4 dal quale la calce pu alimentare gli impianti di cui
alla successiva fase 2.2.
lavorazioni successive
Gli alimentatori elettromeccanici posizionati allo scarico dei tre forni consentono di estrarre il materiale
cotto e di inviarlo ai trasportatori a nastro e ad a catena. Per il sollevamento in quota del materiale
impiegato lelevatore a tazze preesistente, opportunamente innalzato di 5 metri ed un altro elevatore di
nuova installazione.
stato realizzato un unico piano di servizio sulla sommit dei silos di stoccaggio, sia nuovi che
preesistenti. Su tale piano sono posizionate le due unit vaglianti e tutte le macchine di trasporto, quali
nastri, coclee e canali vibranti, atti a convogliare il materiale vagliato ai rispettivi silos di stoccaggio.
Lintero reparto confinato in unidonea struttura realizzata con profilati in acciaio al carbonio,
completamente coperta e tamponata sui lati con pannelli fonoassorbenti per ridurre le emissioni di
rumore e di polveri.
Due nastri fuoriescono dalla struttura per trasportare il materiale a due silos preesistenti dislocati a circa
20 metri.
Le linee di estrazione, trasporto su nastro od elevatore, i silos ed i punti di carico sono tutti sotto
aspirazione preventiva con filtri a maniche generando le emissioni E4, E31, E33, E37, E38, E39.
Un gruppo di tre nuovi silos, aventi la capacit di circa 380 m cadauno e disposti in linea, adibito allo
stoccaggio dellossido. Lidonea locazione stata individuata in posizione adiacente al gruppo sili
preesistente.
Tale configurazione consente di veicolare, tramite successivi trasportatori a nastro, il materiale su tre
distinte linee: la prima riporta il materiale in vagliatura tramite il nuovo elevatore, la seconda alimenta il
nastro esistente per il carico degli automezzi, la terza consente di alimentare il mulino impiegato per
macinare le pezzature in eventuale esubero e successivamente riportarle in vagliatura mediante il nuovo
elevatore.
Lattuale impianto di carico degli automezzi stato oggetto di interventi per adeguarlo alle nuove
necessit impiantistiche. stato infatti inserito un vaglio per depolverare e controllare il materiale
destinato agli automezzi, le sottopezzature di scarto sono raccolte in una apposita tramoggia chiusa e
depolverata e trasportate nel silo preposto.
A seguito dei nuovi ingombri necessari, lelevatore dellimpianto carico automezzi stato allungato di 4
metri.
Le macchine aggiunte nel reparto carico automezzi sono depolverate dal preesistente filtro di servizio.
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Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
cos come nel forno di progetto Maerz 3, questo avviene mediante skip con sistema di pesatura alla base
del forno, mentre nel Maerz 2 il carico avviene sempre mediante skip, ma con sistema di pesatura alla
sommit dello stesso.
Ogni forno costituito da due tini che lavorano in alternanza. Mentre nel tino in combustione avviene il
processo di decarbonatazione vero e proprio, nell'altro avviene il recupero di energia tramite i fumi a
vantaggio del preriscaldamento della pietra.
Come si pu rilevare dagli schemi che seguono, nella parte superiore dei due tini sono installate due
valvole (valvole di scambio inversione), ciascuna delle quali controlla luscita dei fumi e limmissione di
aria di combustione: quando in funzione il tino di sinistra, la sua valvola consente lafflusso di aria,
mentre quella dellaltro tino lascia uscire i fumi.
Dette valvole operano in sintonia con le valvole del metano. Il combustibile (gas naturale) immesso in
forno attraverso una serie di lance ed intercettato da due valvole (una per tino) che aprono /chiudono
in alternanza per ogni ciclo.
Al fondo del forno sono presenti due condotti di immissione dell'aria di raffreddamento, uno per ogni tino.
Sia l'aria di combustione che quella di raffreddamento sono spinte in continuo da distinti gruppi di
soffianti poste a monte del forno.
La combustione avviene quando l'aria comburente, entrando dalla sommit del tino, raggiunge il metano
alla bocca delle lance; i fumi della combustione incontrano laria di raffreddamento. Un ventilatore
provvede a mantenere in aspirazione la testa del tino in rigenerazione espellendo i fumi di combustione e
laria di raffreddo..
Sulle mandate dell'aria di combustione e dell'aria di raffreddamento sono poste due valvole di
"distensione" che intervengono quando avviene l'inversione dei tini. Esse sono indispensabili per evitare
sollecitazioni ai sistemi di filtrazione in quanto il funzionamento delle soffianti deve essere continuo e non
pu essere fermato.
Nel momento in cui avviene l'inversione del tino l'apertura delle valvole di distensione permette di
scaricare la pressione. A salvaguardia delle lance dedicata una piccola soffiante che fornisce aria di
raffreddamento durante la fase di rigenerazione del relativo tino.
Di seguito si riporta la sequenza di funzionamento delle valvole sopra descritte quando avviene
l'inversione dei tini.
combustibile immesso nel tino 1 - valvola ingresso metano aperta per tino 1 e chiusa per tino 2
valvola di testa tino 1 aperta per aria comburente/chiusa per fumi; viceversa per tino 2
Inversione tini
1. tino 1: chiusura metano e apertura aria raffreddamento lance
2. apertura valvole di distensione - aria comburente e raffreddamento deviate
3. apertura serrande tino 2, scarico pietra e chiusura serrande
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Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
combustibile immesso nel tino 2 - valvola ingresso metano aperta per tino 2 e chiusa per tino 1
valvola di testa tino 2 aperta per aria di combustione/chiusa per fumi; viceversa per tino 1
A fine ciclo si ripetono le operazioni descritte scambiando ogni volta tino 1 con tino 2 e viceversa.
Si evidenzia che dalle valvole di distensione esce esclusivamente aria pulita proveniente dalle soffianti
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Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
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Stabilimento di Bernezzo
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Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
Ca(OH)2 e
Mg(OH)2.
La quantit di acqua aggiunta circa due volte l'importo stechiometrico richiesto per la reazione di
idratazione. Lacqua in eccesso viene aggiunta per compensare levaporazione, dovuta allaumento di
temperatura prodotta dalla reazione esotermica.
Il processo di reazione viene favorito da palette rotanti che rimescolano il materiale durante il
trasferimento attraverso i tre stadi dellidratatore.
Il tempo medio di reazione della calce nel reattore principale di circa 15 minuti.
Loperazione genera polveri umide che vengono captate dal filtro Scheuch posizionato direttamente sopra
lidratatore. Per azione del controlavaggio delle maniche, le polveri ricadono nel primo stadio. Il flusso
aspirato viene emesso in atmosfera attraverso lemissione E6.
Durante lidratazione si recuperano al ciclo produttivo le polveri provenienti dai filtri dei forni.
La calce idrata in uscita dal reattore viene trasferita mediante coclea ed elevatore in un separatore a
vento, dal quale la frazione fine viene inviata ai sili di stoccaggio, mentre la frazione superiore entra per
caduta nel mulino a sfere e da questo viene poi riciclata nellelevatore per rientrare nel separatore.
Tutto il sistema di riduzione granulometrica e movimentazione idrato precedentemente descritto posto
sotto opportuna aspirazione per evitare la dispersione di polvere. A servizio di detta aspirazione posto
un filtro a maniche che genera lemissione puntuale identificata con la sigla E5.
L aria di aspirazione delle linee di trasferimento ai silos di stoccaggio dell'idrato e laria di aspirazione
durante la fase di caricamento dello stesso sugli automezzi generano lemissione E7, a servizio della
quale posto un filtro a maniche.
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Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
1/6 mm inviato al silo di stoccaggio Magnital e da qui in parte caricato su automezzi e in parte
inviato alla fase di insaccamento;
0/1 mm riciclato al piatto granulatore mediante elevatore a tazze, coclea e nastro trasportatore;
Il piatto granulatore, il vaglio e tutto il sistema di movimentazione del prodotto posto sotto aspirazione
per limitare la dispersione di polvere. A servizio di detta aspirazione sono posti due filtri a maniche.
Ad uno di essi sono inviati i fumi caldi di essiccazione mentre allaltro esclusivamente le aspirazioni
ambientali fresche. Le correnti si uniscono nellemissione E27.
La polvere depositata allesterno delle maniche del filtro viene rilasciata su un nastro trasportatore che la
ricicla al piatto granulatore.
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Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
2.1.3.3.
La fase di insaccamento dei due prodotti viene condotta su due macchine distinte; le linee di trasporto
confluiscono
sullo
stesso
pallettizzatore,
per
cui
due
materiali
non possono
essere
trattati
contemporaneamente.
I prodotti pallettizzati sono caricati su autocarri con carrello elevatore.
Insaccamento idrato
Dai silos dellidrato il materiale viene estratto tramite coclee e mediante elevatori a tazze inviato in una
tramoggia, la quale alimenta lidrato in una insaccatrice rotante automatica a 8 becchi che riempie i
sacchi a peso controllato e li rilascia sul nastro.
A servizio della macchina esiste una rete di aspirazione che convoglia le polveri in un filtro a maniche che
genera lemissione puntuale identificata con la sigla E8.
I sacchi passano successivamente al pallettizzatore ed infine alla fasciatrice.
Insaccamento Magnital
Il Magnital proveniente dalla linea di produzione viene inviato in tramoggia e da qui confezionato in sacchi
mediante uninsaccatrice statica di tipo manuale. Linsaccatrice posta sotto aspirazione per limitare la
dispersione di polvere.
A servizio della macchina esiste una rete di aspirazione che convoglia le polveri in un filtro a maniche che
genera lemissione puntuale identificata con la sigla E36.
I sacchi passano successivamente al pallettizzatore ed infine alla fasciatrice.
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Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
2.1.4.
Il progetto di riassetto, da realizzarsi presso lo stabilimento Unicalce S.p.A. di Bernezzo (CN), prevede la
rinuncia alla costruzione del terzo forno Maerz e la realizzazione di un nuovo impianto di dosaggio del
polverino di coke di petrolio, al forno rigenerativo Maerz 1, quale possibile alternativa allattuale
alimentazione a metano.
Il progetto comprende linstallazione di un silos di stoccaggio da 200 m3 per il pet-coke gi macinato, un
sistema automatico di pesatura e dosaggio, ed un circuito di trasporto pneumatico che alimenter i
bruciatori (lance) del forno Maerz con il combustibile.
Inoltre, verr installato specificatamente un silos da 20 m3 di raccolta delle polveri del filtro dei fumi in
uscita dal forno Maerz 1.
Lapprovvigionamento di pet-coke avverr tramite autotreni in cisterna ( previsto un autotreno al giorno
per 7 giorni alla settimana).
I fumi in uscita dal forno attraverseranno lattuale filtro a maniche e le polveri captate saranno raccolte
nella tramoggia di scarico del filtro stesso.
Il trasferimento al silos di stoccaggio delle polveri da 20 m3 sar effettuato tramite trasporto pneumatico.
Le polveri ivi raccolte, contenenti anche tracce di pet-coke, verranno rialimentate al forno stesso.
2.1.4.1.
Tramoggia con aspo rotante per mantenere in movimento il prodotto sul fondo del silos stesso;
Valvole antiesplosione;
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
A maniche filtranti
Fluido da trattare
Polveri di pet-coke
<50 g/Nm3
<10 mg/Nm3
3.800 m3/h
Temperatura d'esercizio
Ambiente
43
123 x 2.750 mm
49 m2
Velocit di filtrazione
1,30 m3/m2/min
Mezzo filtrante
Poliestere antistatico
550 g/m2
Funzionamento
Discontinuo - sfiato
Tabella 1 - Dati tecnici del filtro al servizio del silo di stoccaggio del pet-coke
2.1.4.2.
Il sistema di dosaggio del polverino di carbone per il forno, sar collocato direttamente sotto il silo di
stoccaggio da 200 m3, e sar composto sostanzialmente da un serbatoio montato su celle di carico per il
controllo del peso, che alimenter una rotocella installata sul fondo, la quale doser il combustibile a due
sistemi di distribuzione statici montati uno per ogni tino del forno.
Il sistema di dosaggio a perdita di peso assicura una costante alimentazione del combustibile ai
bruciatori.
Il serbatoio di dosaggio del pet-coke sar provvisto di uno sfiato e di uno scarico di sicurezza. Il primo
scaricher laria in eccesso nella fase di riempimento dellapparecchiatura di dosaggio.
Questo sfiato unemissione puntuale, discontinua e filtrata, la cui misurazione non tecnicamente
praticabile.
Il secondo interverr solo in caso di malfunzionamento degli impianti e lemissione trascurabile ed
occasionale.
40
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
Il sistema di trasporto del combustibile alle lance (bruciatori) del forno, sar costituito da una soffiante a
vite che alimenter laria nella tubazione dove verr dosato il polverino di pet-coke.
La linea che partir dal sistema di dosaggio si divider in due linee che alimenteranno il combustibile
alternativamente
a due
distributori
statici
(uno
valvole pneumatiche
dintercettazione.
I distributori statici sono in grado di inviare lesatto quantitativo ad ogni lancia (bruciatore) senza lausilio
di ulteriori sistemi di regolazione, utilizzando leffetto di diaframmi calibrati e una perfetta rete di
tubazioni in gomma di distribuzione.
Su ogni linea di trasporto saranno installati dei trasduttori di pressione che controlleranno continuamente
il corretto funzionamento delle linee di trasporto.
Una serie di valvole che permettono di gestire la miscela di combustibile nelle varie fasi dei cicli forno,
completeranno il sistema di dosaggio:
In prossimit dogni lancia sar installata una valvola che servir ad isolare completamente ogni
singola linea del carbone in caso di combustione a metano;
Sulle tubazioni del metano nellimmediata prossimit delle lance saranno installate delle valvole a
sfera per la chiusura dogni linea gas in caso di combustione con polverino di coke.
I forni potranno funzionare indifferentemente con marcia al 100% a metano oppure con marcia al 100%
a polverino di carbone. Vi anche la possibilit di marcia mista con lance alimentate con miscela di
metano e pet-coke.
La gestione delle valvole sar garantita dal PLC dimpianto; le posizioni relative di tutte le valvole saranno
controllate dal sistema di supervisione che ne gestisce anche le eventuali anomalie bloccando i cicli di
combustione.
2.1.4.3.
41
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
Una linea dalimentazione principale con le diramazioni ai vari organi da proteggere equipaggiata
con relativi strumenti e valvole, raggruppati su pannelli di controllo e di manovra di facile
accesso;
Barilotto di dosaggio.
Il silos da 200 m3 per le sue dimensioni, avr diversi punti dimmissione del gas inerte con altrettante
termocoppie di rilevamento della temperatura posti a tre sezioni diverse del silos, parte alta, parte media
e cono ognuna con pi punti dimmissione.
Tutto limpianto dinertizzazione funzioner in automatico e in caso di mancanza denergia, sar possibile
eseguire uninertizzazione in manuale by-passando le valvole pneumatiche.
2.1.4.4.
I fumi in uscita dal forno contengono particelle costituite principalmente da polvere di calcare.
Per garantire il rispetto delle vigenti norme antinquinamento installato un sistema di depolverazione con
filtro a maniche in tessuto speciale in grado di abbattere il contenuto di polveri presenti nei fumi in
emissione in atmosfera al di sotto dei limiti stabiliti dalle norme vigenti.
Il filtro progettato per esercizio automatico e continuo. E costituito da un contenitore, allinterno del
quale sono disposte le maniche filtranti tenute tese da appositi cestelli interni.
I gas da depurare entranti da un raccordo dingresso, si distribuiscono uniformemente tra le maniche e
attraversano il mezzo filtrante dallesterno allinterno depositando le particelle solide sulla superficie delle
maniche.
I gas depolverizzati, dopo lattraversamento delle maniche, sono aspirati da un ventilatore attraverso un
condotto duscita ed immessi in atmosfera.
Il lavaggio delle maniche effettuato con brevi soffiate daria compressa distribuita da appositi ugelli. La
polvere cos proiettata verso lesterno staccandosi dalle maniche e raccolta in una tramoggia
predisposta con macchine devacuazione.
Il filtro associato al forno, che meccanicamente rester quello esistente, avr le seguenti caratteristiche:
Filtro a maniche
Fluido
Fumi
Portata di progetto
40.000 Nm3/h
60130 C circa
Efficienza di abbattimento
>98%
Numero maniche
330
42
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
622 m2
Tessuto filtrante
Funzionamento
Continuo
Il filtro a maniche e i condotti dei fumi sono coibentati esternamente per ovviare al raffreddamento dei
fumi e quindi alla formazione di condense.
Con lutilizzo del pet-coke le polveri trattenute nel filtro saranno trasferite pneumaticamente ad un silos
polmone da 20 m3 di nuova costruzione.
Le polveri recuperate, contenenti tracce di pet-coke, saranno inviate sempre con un sistema pneumatico
al forno per completare la combustione.
Il silos di raccolta delle polveri, per il controllo dellemissione legata allo sfiato, avr un nuovo filtro con le
seguenti caratteristiche:
Camera di raccolta dell'aria filtrata, completa di piastra tubiera per fissaggio maniche, portellone
a fondo bullonato per ispezione e bocca di uscita aria con flangia e contro flangia;
Involucro di contenimento del sistema filtrante;
Telaio di collegamento al silo completo di rete anticaduta maniche e flangia di connessione al
bocchello del silo;
Portello dispezione lato polveroso per estrazione maniche 1.000x500 mm;
Maniche filtranti in materiale come descritto nella seguente tabella, con rinforzo di fondo e
fissaggio ad anello flessibile nella parte superiore;
Cestelli in filo d'acciaio zincato, completi di sistemi di bloccaggio;
Collettore dell'aria compressa equipaggiato con valvole a membrana ed elettrovalvole pilota;
Rampe soffianti ad ugelli multipli per la rigenerazione delle maniche, complete di accessori e
raccorderia di montaggio;
Gruppo di regolazione della pressione dell'aria compressa, completo di filtro, scaricatore di
condensa e manometro;
Pannello elettronico per la temporizzazione del sistema di rigenerazione delle maniche e comando
ciclo di pulizia sulla base della perdita di carico (P) con segnale in uscita 4-20 mA.
A maniche filtranti
Fluido da trattare
<50 g/Nm3
<10 mg/Nm3
43
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
1.000 m3/h
Temperatura d'esercizio
Ambiente
14
127 x 2.000 mm
10.5 m2
Velocit di filtrazione
1,58 m3/m2/min
Mezzo filtrante
Poliestere antistatico
550 g/m2
Funzionamento
Discontinuo - sfiato
Tabella 3 - Dati tecnici del filtro al servizio del silos di stoccaggio polveri
2.1.4.5.
Strutture accessorie
Allinterno di strutture esistenti in cemento armato affiancate alla struttura del forno, verranno realizzati
dei locali per alloggiare la batteria di soffianti a capsulismi per il trasporto pneumatico e raffreddamento
lance, il locale quadri elettrici ed il nuovo locale compressori.
Per quanto riguarda il locale adibito alle soffianti esso sar provvisto di unadeguata presa daria
silenziata e di un ampio portone dello spessore di 100 mm. per prevenire la diffusione del rumore verso
lesterno.
2.1.4.6.
Tutto limpianto sar equipaggiato con un quadro di processo adatto per controllare e regolare il
funzionamento del forno. Un PLC (sistema automatico di logica programmabile) installato come sistema
standard per la gestione di tutti gli allarmi dellimpianto.
Il sistema di controllo composto da:
Personal Computer per il controllo dei principali dati di processo e funzionamento del forno
Stampante
Attraverso il software grafico di supervisione sar possibile la visualizzazione delle seguenti funzioni:
Sinottico impianto, articolato in pi pagine grafiche con indicazione dello stato di funzionamento
dei macchinari, allarmi e valori analogici principali in tempo reale;
44
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
2.1.4.7.
126.563
Pietra Forno 2
120.180
Totale
246.743
Prodotti finiti
Si riportano in tabella i quantitativi corrispondenti di ossido prodotti dai forni.
PRODOTTO
Forno 1
Ossido
PRODUZIONE
(TON/ANNO)
71.820
Forno 2
68.198
Totale
140.018
45
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
Consumi energetici
I principali consumi energetici dellimpianto Unicalce sono riconducibili allutilizzo di metano, del pet-coke
e dellenergia elettrica.
FONTE
FORNO 1
Metano1 (Nm3/anno)
Pet coke
(Ton/anno)
7.200
Energia Elettrica2
(kWh/anno)
2.613.000
FORNO 2
TOTALE
6.385.410
6.385.410
7.200
2.062.000
4.675.000
Consumi idrici
Non sono previste variazioni dei consumi idrici attuali.
Emissioni in atmosfera
Si riporta di seguito il quadro emissivo dellimpianto cos come si presenter a seguito delle modifiche,
evidenziando le emissioni dovute al progetto di riassetto:
ALTEZZA
CAMINO
DIAM.
CAMINO
(M)
(M)
42
0.8
35.000
Maerz 2
39.5
0.8
33.500
E4
Estrazione sili,
macinazione e
carica idrato
31.2
0.6
E5
Linea evacuazione
idrato
32.7
E6
Idratazione calce
E7
5 sili di stoccaggio
idrato e 1 silo di
stoccaggio filler
EM.
N.
PROVENIENZA
E1
Forno Maerz 13
E2
Forno
PORTATA
(NM3/H)
CONC.
(MG/NM3)
EMISSIONE
(G/H)
Polveri
25
875
NOx
400
14.000
Polveri
25
837,5
NOx
150
5.025
7.000
Polveri
10
70
36
0.8
20.000
Polveri
10
200
40
25
0.9
19.000
Polveri
10
190
78
33
0.6
10.000
Polveri
10
100
33
INQUINANTE
TEMP.
(C)
72
74
Il forno 1 sar alimentato a pet-coke, il forno 2 a metano, la riduzione del consumo di metano prevista del 50%
circa.
2
Il consumo specifico di energia elettrica previsto per il forno 1 nel nuovo assetto aumenter del 15% circa passando
dagli attuali 31Kwh/t (dato 2013) a 34,5 Kwh/t. Il consumo globale rispetto al progetto con i tre forni chiaramente
inferiore venendo a mancare lapporto di un forno.
3
Nella configurazione di progetto inoltre si valuta lemissione di metalli pesanti (MP) e idrocarburi policiclici aromatici
(IPA) e che in via cautelativa vengono posti, a livello emissivo, pari ai limiti massimi autorizzabili e cio a 0.5 mg/m3
per MP e 0.01 mg/m3 per IPA.
46
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
DIAM.
CAMINO
(M)
CAMINO
(M)
36.2
0.8
PORTATA
(NM3/H)
INQUINANTE
20.000
Polveri
CONC.
EM.
N.
PROVENIENZA
(MG/NM3)
EMISSIONE
(G/H)
TEMP.
(C)
E8
Insaccatrice
rotante idrato o
insaccatrice statica
magnital
10
200
32
E9
Forno retrattile
confezionamento
pallets
DISMESSA
E11
Serbatoio gasolio
per autotrazione
Non soggetto ad autorizzazione ai sensi dellart 269, c.16 del D.Lgs. 152/06
E12
Serbatoio gasolio
per autotrazione
Non soggetto ad autorizzazione ai sensi dellart 269, c.16 del D.Lgs. 152/06
E13
Forno di
essiccazione
produzione
finissimi
11
0.6
15.000
E14
Incrocio nastri
trasportatori
microfrantumati
23
0.3
Microfrantumazione
e vagliatura
E15
produzione
finissimi
32
Microfrantumazione
e vagliatura
E16
produzione
finissimi
Polveri
20
300
NOx
150
2.250
3000
Polveri
10
30
19
0.5
5.500
Polveri
10
55
16
32
0.6
13.000
Polveri
10
130
17
Microfrantumazione
e vagliatura
E17
produzione
finissimi
32
0.5
5.500
Polveri
10
55
15
Microfrantumazione
e vagliatura
E18
produzione
finissimi
32
0.6
12.000
Polveri
10
120
17
Microfrantumazione
e vagliatura
E19
produzione
finissimi
32
0.35
3.000
Polveri
10
30
16
Microfrantumazione
e vagliatura
E20
produzione
finissimi
32
0.5
5.500
Polveri
10
55
17
101
E21
Bruciatore a
metano da 58 kW
per produzione
acqua calda
E22
Gruppo elettrogeno
di emergenza a
gasolio da 150 kW
Non soggetto ad autorizzazione ex art. 269 c.14 lettera a) del D.Lgs. 152/06 e
s.m.i.
E27
Produzione
Magnital
31
0.8
37.000
Polveri
10
370
NOx
150
5.550
56
47
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
DIAM.
CAMINO
CAMINO
( M)
( M)
PORTATA
(NM3/H)
CONC.
EM.
N.
PROVENIENZA
E28
Caldaia servizi
personale
E29
Caldaia
riscaldamento uffici
Caldaia
E30 riscaldamento uffici
pesa
INQUINANTE
(MG/NM )
EMISSIONE
(G/H)
TEMP.
(C)
E31
25.5
0.4
13.000
Polveri
10
130
24
E32
Aspirazione ossido
da elevatore a
tazze, vaglio,
trasporto ai sili A,
BeC
32,5
0,45
9.000
Polveri
10
90
35
E33
Aspirazione ossido
fase trasporto da
uscita forni ad
elevatore a tazze
27
0.55
14.000
Polveri
10
140
36
E34
32
0.5
10.000
Polveri
10
100
23
E35
Silo idratazione e
sili stoccaggio
inerti micronizzati
25
0.35
3.000
Polveri
10
30
29
Area insaccamento
idrato e Magnital,
E36 trasporto e fase di
carico Magnital
sfuso
36
0.62
17.000
Polveri
10
170
27
E37
Reparto di
vagliatura e
insilaggio
E38
Linea estrazione e
macinazione
E39
Aspirazione da
vagliatura
secondaria
E40
Forno Maerz 3
E41
Impianto Molaris
18
45.000
E42
Sfiato silos
Stoccaggio petcoke
33,5
0,4
E43
16,8
0,2
Polveri
10
450
NOx
50
2.250
3.800
Polveri
10
38
Amb.
1.000
Polveri
10
10
Amb.
60
48
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
2.2.
Fattori di impatto
2.2.1.
2.2.1.1.
Materie prime
La materia prima per la produzione di calce costituita dalla dolomia o dal calcare. Tipicamente, la pietra
calcarea composta per pi del 90% da calcare (CaCO3) e contiene una piccola percentuale di carbonato
di magnesio (MgCO3) mentre la dolomia costituita per il 54 58% da CaCO3 e per il 40 44% da
MgCO3.
La produzione di calce utilizza generalmente un quantitativo di pietra compreso tra 1,4 e 2,2 tonnellate di
pietra per tonnellata di calce prodotta in base alla purezza della materia prima, al grado di calcinazione e
alla quantit di polveri disperse dal forno tra i gas esausti.
Il progetto di modifica di Unicalce riguarda linstallazione di un impianto di dosaggio pet-coke al forno
Maerz 1. Tale modifica non finalizzata allaumento di capacit produttiva ma progettata
esclusivamente per consentire una alimentazione alternativa al metano per il forno Maerz 1.
Nella tabella seguente sono rappresentati i quantitativi della produzione di cava estratti dai dati
ambientali derivanti dai monitoraggi del 2013. I quantitativi estratti resteranno quelli della configurazione
esistente, ma sicuramente vi sar una riduzione rispetto a quanto autorizzato nel 2009, venendo a
mancare lapporto del terzo forno.
MATERIE PRIME
TON/ANNO
Dolomia Totale
466.830
213.336
70.120
635
La percentuale
di trasformazione in calce prevista dal progetto del 2009, era pari al 64% circa del
minerale estratto. Le rese di conversione a seguito di ottimizzazioni impiantistiche effettuate nel corso
degli ultimi anni nel recupero della frazione utile da destinarsi ai forni, sono comunque migliorate rispetto
ai dati ipotizzati nel progetto autorizzato. Pertanto, a parit di minerale estratto avr una resa in calce
non molto inferiore, ma per la capacit ridotta di due forni rispetto a tre, ovviamente serviranno pi anni
per lesaurimento del giacimento.
2.2.1.2.
Energia
Limpatto energetico della produzione di calce dipende da molteplici fattori tra cui la qualit della materia
prima, il grado di conversione dei carbonati di calcio e magnesio in ossido, la dimensione della pietra, il
combustibile utilizzato, la configurazione impiantistica del forno, il controllo del processo, etc.
49
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
Nella fase di calcinazione, con lutilizzo di forni rigenerativi a flusso parallelo come quelli presenti
nellimpianto di Bernezzo, stato stimato nel BREF di riferimento, un consumo di energia variabile tra 3,2
e 4,2 GJ per tonnellata di prodotto.
Il consumo di energia elettrica per tali tipologie di forni generalmente compreso tra 20 e 40 kWh per
tonnellata di prodotto.
Il processo di idratazione per produrre calce idrata esotermico, quindi vengono aggiunte piccole
quantit di acqua per controllare la temperatura negli idratatori. Lacqua in eccesso si trasforma in vapore
e si diffonde in atmosfera.
Lenergia richiesta per il funzionamento degli idratatori, e degli impianti accessori (sistemi di trasporto,
etc) generalmente compresa tra 5 e 30 kWh per tonnellata di idrato (17,65 dato 2013).
Lenergia specifica richiesta invece per la frantumazione della calce di 4 10 kWh/ton per le pezzature
pi grossolane e di 10 40 kWh/ton per quelle pi fini.
Il consumo specifico di energia elettrica relativo alla configurazione attualmente autorizzata dei forni
riassunto nella tabella seguente.
FORNO
CONSUMO SPECIFICO
(KWH/TOSSIDO)
Maerz 1
26 (31,64)
Maerz 2
33 (30,23)
Maerz 3
33
A seguito della variante al progetto non verr pi realizzato il terzo forno, quindi il consumo totale di
energia elettrica a seguito delle modifiche sar inferiore. Il consumo specifico per il forno 1 salir circa del
15% a seguito dellinstallazione di un paio di compressori e di alcune macchine minori. Per lanalisi degli
impatti, tale diminuzione andr comunque raffrontata con il consumo delle altre fonti energetiche
(metano, gasolio, pet-coke).
FORNO
CONSUMO SPECIFICO
(KWH/TOSSIDO)
Maerz 1
34,50
Maerz 2
30,23
2.2.1.3.
In merito al gasolio, grazie ad una ottimizzazione della frazione recuperata attraverso miglioramenti del
processo di frantumazione, a parit di produzione di calce, non ci si aspettano variazioni significative.
Il consumo di metano risulter invece diminuito in considerazione della mancata realizzazione del terzo
forno e dellalimentazione alternativa a pet-coke ma bisogner valutare laliquota dovuta al consumo di
questultimo in relazione alle esigenze richieste.
Nella tabella seguente si riportano i consumi energetici specifici previsti per i due forni a seguito delle
opere in esame: non vi sono ragionevoli previsioni di variazione rispetto a quanto in autorizzazione.
50
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
FORNO
Consumo specifico
(kcal/tossido)
Maerz 1
758
Maerz 2
707
Tabella 11 - Consumi energetici dei due forni (variante di progetto riferimento dati ambientali 2013)
2.2.1.4.
Acqua
Il consumo di acqua, per quanto di interesse per lo studi in oggetto, risulta legato esclusivamente al
lavaggio della pietra. Generalmente viene utilizzato un quantitativo compreso tra 0,5 e 2 m3 di acqua per
tonnellata di pietra.
Il progetto di variante non apporter variazioni nel consumo della risorsa.
2.2.2.
2.2.2.1.
Emissioni in atmosfera
Le emissioni in aria pi significative nellambito della produzione di calce, avvengono durante il processo
di calcinazione. Gli inquinanti pi rilevanti che vengono emessi in questa fase sono:
Polveri (PM).
Combustibili usati
Emissioni puntuali
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
E32 proveniente dallelevatore a tazze, vaglio e trasporto ai silos A, B, C (in dismissione con FM3)
Emissioni areali
Le sorgenti puntiformi sono rappresentate dai camini dellimpianto di lavorazione, i quali convogliano ed
espellono le polveri prodotte dai processi di trasformazione della materia prima. Le varie operazioni di
frantumazione, vagliatura, polverizzazione, ecc. si svolgono, infatti, allinterno di edifici chiusi,
opportunamente tamponati e dotati di appositi sistemi di estrazione aria.
Tutti i dati necessari alla caratterizzazione delle sorgenti puntiformi attualmente autorizzate sono riportati
nella tabella seguente.
ALTEZZA
DIAM.
QUOTA
CAMINO
CAMINO
CAMINO
E1
42
0.8
E2
39.5
E4
E5
EM. N.
INQUINANTE
EMISSIONE (G/H)
TEMP. (C)
670
Polveri, NOx
800/4.800
72
0.8
670
Polveri, NOx
837.5/5.025
74
31.2
0.6
670
Polveri
70
36
32.7
0.8
670
Polveri
200
40
E6
25
0.9
670
Polveri
190
78
E7
33
0.6
670
Polveri
100
33
E8
36.2
0.8
670
Polveri
200
32
E13
11
0.6
665
Polveri, NOx
300/2.250
101
E14
23
0.3
665
Polveri
30
19
52
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
ALTEZZA
DIAM.
QUOTA
CAMINO
CAMINO
CAMINO
E15
32
0.5
E16
32
E17
32
E18
EM. N.
INQUINANTE
EMISSIONE (G/H)
TEMP. (C)
675
Polveri
55
16
0.6
675
Polveri
130
17
0.5
675
Polveri
55
15
32
0.6
675
Polveri
120
17
E19
32
0.35
675
Polveri
30
16
E20
32
0.5
675
Polveri
55
17
E27
31
0.8
675
Polveri, NOx
370/5.550
56
E31
25.5
0.4
675
Polveri
130
24
E33
27
0.55
675
Polveri
140
36
E34
32
0.5
675
Polveri
100
23
E35
25
0.35
675
Polveri
30
29
E36
36
0.62
675
Polveri
170
27
E37
36.5
0.55
670
Polveri
120
38
E38
36.5
0.5
670
Polveri
100
38
E39
36,5
0,5
670
Polveri
90
37
E40
49
1.15
670
Polveri, NOx
837,5/5.025
74
E41
18
665
Polveri, NOx
450/2.250
60
E32
A seguito della messa in opera della modifica, la differenza pi rilevante per quanto riguarda il quadro
emissivo, sar lassenza dellemissione E40, dovuta al terzo forno.
Di contro saranno presenti 2 nuove emissioni discontinue, dovute agli sfiati del silos di stoccaggio del petcoke di nuova installazione ed al silos di raccolta polveri dal filtro al servizio del Forno 1, di cui dovranno
essere rivalutate le emissioni per il funzionamento a pet-coke.
Di seguito riportato un quadro riassuntivo delle emissioni nello stato futuro4.
ALTEZZA
DIAM.
QUOTA
CAMINO
CAMINO
CAMINO
E1
42
0.8
E2
39.5
E4
EM. N.
INQUINANTE
EMISSIONE (G/H)
TEMP. (C)
670
Polveri, NOx
875/14.000
72
0.8
670
Polveri, NOx
837.5/5.025
74
31.2
0.6
670
Polveri
70
36
E5
32.7
0.8
670
Polveri
200
40
E6
25
0.9
670
Polveri
190
78
E7
33
0.6
670
Polveri
100
33
E8
36.2
0.8
670
Polveri
200
32
E13
11
0.6
665
Polveri, NOx
300/2.250
101
E14
23
0.3
665
Polveri
30
19
E15
32
0.5
675
Polveri
55
16
Per altri microinquinanti presenti, si rimanda allo studio diffusionale, allinterno del quale sono stati valutati in via
cautelativa gli effetti della ricaduta al suolo considerandone la presenza massima consentita dai limiti di legge.
53
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
ALTEZZA
DIAM.
QUOTA
CAMINO
CAMINO
CAMINO
E16
32
0.6
E17
32
E18
EM. N.
INQUINANTE
EMISSIONE (G/H)
TEMP. (C)
675
Polveri
130
17
0.5
675
Polveri
55
15
32
0.6
675
Polveri
120
17
E19
32
0.35
675
Polveri
30
16
E20
32
0.5
675
Polveri
55
17
E27
31
0.8
675
Polveri, NOx
370/5.550
56
E31
25.5
0.4
675
Polveri
130
24
E32
32.5
0.45
675
Polveri
90
38
E33
27
0.55
675
Polveri
140
36
E34
32
0.5
675
Polveri
100
23
E35
25
0.35
675
Polveri
30
29
E36
36
0.62
675
Polveri
170
27
E41
18
665
Polveri, NOx
450/2.250
60
E42
33,5
0,4
675
Polveri
38
38
E43
16,8
0,2
675
Polveri
10
38
2.2.2.2.
Scarichi idrici
La rete di approvvigionamento idrico si caratterizza come ciclo chiuso mediante ricircolo dellacqua
recuperata (e depurata) con parziale reintegro di acqua fresca derivata da un pozzo e da una sorgente
industriali.
E installato un impianto di chiarificazione e di filtropressatura delle acque e disidratazione dei fanghi.
Tale impianto permette di recuperare buona parte dellacqua coinvolta nei processi di lavorazione e di
riciclarla a ciclo continuo, riducendo i prelievi idrici.
Le acque meteoriche sono raccolte in tre bacini di laminazione. Sono previsti due scarichi di emergenza
nel Rio Creusa, attualmente mai intervenuti in nessuna circostanza.
Gli unici scarichi esistenti sono quelli per le acque ad uso civile (pozzi perdenti) ubicati nella palazzina
uffici direzione, nella palazzina uffici pesa, negli spogliatoi, e in prossimit dellimpianto di lavorazione
vero e proprio (frantoio primario). Allinterno dellimpianto della Unicalce non esistono quindi scarichi
idrici industriali n in fognatura, n in acque superficiali, salvo, a carattere eccezionale, quanto sopra
precisato.
Per ragione analoghe a quelle esposte in merito al consumo di risorse idriche, pertanto, non si ravvisano
nel progetto in esame potenziali fattori di impatto in relazione agli scarichi idrici, che non verranno
modificati.
2.2.2.3.
Rifiuti
Lo Stabilimento Unicalce, come tutti gli impianti in cui sono installati forni di nuova concezione per la
produzione di calce, non produce direttamente scarti dalle attivit del ciclo produttivo.
54
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
In ogni caso, come tutti gli impianti industriali, lo Stabilimento di Bernezzo produce rifiuti quali
imballaggi, oli esausti, apparecchiature e macchinari dismessi, rifiuti solidi urbani, ecc.
Le opere oggetto della variante, tuttavia, non risultano presentare caratteristiche tali da far prevedere
significative variazioni nella produzione di rifiuti.
2.2.2.4.
Rumore
Le fonti di emissioni sonore in un impianto di produzione di calce sono generalmente costituite da:
Mezzi pesanti
Aspiratori e soffianti
La principale sorgente acustica che sar introdotta, in riferimento alla modifica impiantistica, risulta
essere il sistema pneumatico di trasposto del pet-coke dal silos di stoccaggio alla struttura del forno a
causa del quale, dal punto di vista dellimpatto acustico, non si prevedono sostanziali modifiche al clima
acustico attualmente presente ai ricettori limitrofi allimpianto.
2.2.2.5.
Allo stato attuale, il traffico generato dallattivit dello stabilimento connesso alla spedizione dei prodotti
finiti per la vendita che genera, sulla base dei dati di vendita del 2007, un esercizio di circa 13.376
camion/anno.
La modifica in progetto prevede dei camion aggiuntivi dovuti allapprovvigionamento del pet-coke che
sar utilizzato come combustibile.
E previsto 1 camion al giorno per 7 giorni/settimana per un totale di 365 camion annui aggiuntivi.
Tuttavia lottimizzazione della gestione del processo di frantumazione in cava ha portato lo sfruttamento
della riserva mineraria dal 55% al 60%, nel corso degli ultimi anni. Essendo la frazione minore
generalmente venduta solo se presente, tale azione ha generato una drastica riduzione di mezzi impiegati
per tale scopo pari a pi di 1.000 camion annui in riferimento alla produzione del 2007.
55
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
2.3.
In questo paragrafo verr analizzato il documento BREF Best Available Techniques (BAT) Reference
Document for the Production of Cement, Lime and Magnesium Oxide il cui ultimo aggiornamento stato
pubblicato ad Aprile 2013. Il BREF analizza le migliori tecniche disponibili per la produzione di cemento,
calce e ossido di Magnesio minimizzando le fonti di impatto.
Di particolare interesse, ai fini di questo studio, le migliori tecniche disponibili in merito alla scelta del
combustibile di alimentazione dei forni utilizzati nella fase di calcinazione.
2.3.1.
Lindustria della produzione di calce un settore ad alto consumo energetico. Il consumo di energia
rappresenta generalmente il 60% dei costi di produzione.
Nel processo di calcinazione, il combustile fornisce lenergia necessaria perch avvenga la reazione
desiderata.
I combustibili pi comuni, utilizzati allinterno dellUnione Europea sono:
Combustibili gassosi:
-
Gas naturale
Gas di cokeria
Combustibili solidi:
-
Carbone/antracite
Combustibili liquidi:
-
Rifiuti:
-
Biomasse.
Molti forni possono utilizzare pi di un combustibile ma alcuni combustibili non sono compatibili con certe
tipologie di forni. La tabella che segue, mostra le percentuali di utilizzo della tipologia di combustibile per
i diversi tipi di forno utilizzati nellUnione Europea.
56
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
I forni in attivit nello stabilimento Unicalce di Bernezzo sono del tipo PFRK (Parallele Flow Regenerative
Kiln), forni rigenerativi a flusso parallelo che, secondo la tabella precedente, utilizzano:
per il 20% combustibile solido (tra cui il pet-coke come prevede la modifica in progetto a
Bernezzo),
per il 3% rifiuti,
per il 3% biomasse.
Nellimmagine seguente, tratta dal BREF, si ripropongono i dati sullutilizzo dei combustibili per le varie
tipologie di forni in termini energetici.
Qualit della calce (il combustibile influenza la qualit del prodotto sotto gli aspetti del residuo di
CO2, livello di impurezze, reattivit, contenuto di zolfo, etc.);
Emissioni (il combustibile influenza i livelli emissivi di CO2, CO, fumi, polveri, SO2, NOx);
Laccurata scelta e controllo dei combustibili in ingresso allimpianto rappresenta una BAT dal momento
che lutilizzo di un determinato combustibile influenza significativamente le emissioni in atmosfera e i
consumi energetici.
Ad esempio, combustibili a basso tenore di zolfo riducono le emissioni di SO2, ma dato che lo zolfo viene
chimicamente assorbito dalla calce, possibile utilizzare combustibili con un pi alto contenuto di zolfo
57
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
senza incrementare le emissioni di SO2 rendendo quindi sostenibile dal punto di vista ambientale lutilizzo
di combustibili solidi come il carbone e il pet-coke.
Lutilizzo di biomasse contribuisce al risparmio dei combustibili fossili. Lutilizzo di rifiuti come
combustibile, consente di ridurre limpiego di combustibili fossili e le conseguenti emissioni di CO2,
mentre lutilizzo di combustibili fossili solidi contribuisce ad incrementarle.
Gran parte dei forni di calcinazione pu utilizzare miscele di combustibili.
La scelta del combustibile influenza anche il consumo di energia specifica per tonnellata di prodotto, che
pu variare in funzione del potere calorifico dei combustibili utilizzati. I combustibili fossili hanno un
potere calorifico medio netto di 26 30 MJ/kg per il carbone, 40 42 MJ/kg per lolio combustibile.
2.3.2.
Il BREF considera come miglior tecnologia disponibile per migliorare limpatto ambientale generale degli
impianti di produzione di cemento, calce e ossido di magnesio, ladozione di un sistema di gestione
ambientale.
Lo stabilimento Unicalce di Bernezzo dotato di Sistema di Gestione Ambientale con certificazione
ISO14001 ed in possesso di registrazione EMAS (Eco audit and Management Scheme).
2.3.3.
Tecniche generali
Al fine di ridurre le emissioni dei forni e per un utilizzo efficiente dellenergia, il BREF individua come BAT
(Best Available Tecnique) di carattere generale il conseguimento di condizioni di processo stabili e
condizioni operative il pi possibile vicine ai parametri di processo utilizzando le seguenti tecniche:
Utilizzo di sistemi
gassoso.
Limpianto di Bernezzo equipaggiato con un quadro di processo adatto per controllare e regolare il
funzionamento del forno.
Lautomazione dellimpianto ottenuta mediante lausilio di un PLC il quale gestisce tutte le gestioni
logiche quali sequenze davviamento e di fermata, segnali analogici e digitali provenienti dal forno.
Il sistema di dosaggio del polverino di carbone, in progetto per il forno 1, collocato direttamente sotto il
silo di stoccaggio da 200 m3, composto sostanzialmente da un serbatoio montato su celle di carico per il
controllo del peso, che alimenta una rotocella installata sul fondo, la quale dosa il combustibile a due
sistemi di distribuzione statici montati uno per ogni tino del forno.
Il sistema di dosaggio a perdita di peso assicura una costante alimentazione del combustibile ai
bruciatori.
2.3.4.
Consumi energetici
Il Bref indica i consumi di energia termica tipici delle varie tipologie di forni utilizzate nella produzione di
calce. Come indicato nella tabella seguente (tratta dal BREF), la tipologia di forno utilizzata nellimpianto
di Bernezzo (PFRK) quello a pi basso consumo di energia termica (3,2 4,2 GJ/tonprodotto).
58
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
Utilizzo di tecnologie impiantistiche moderne con condizioni di processo stabili, utilizzo di sistemi
di controllo del processo, recupero del calore dai gas di scarico (applicabile solo per i forni rotanti
lunghi), sistemi gravimetrici di dosaggio del combustibile, corretta manutenzione degli impianti e
ottimizzazione della dimensione della pietra utilizzata.
Utilizzo di combustibili con buone caratteristiche energetiche come alto potere calorifico e bassa
umidit.
Limitazione delleccesso di aria nella combustione. Tale tecnica prevede la riduzione dellaria
utilizzata nella fase di combustione, il che consente di ridurre i consumi energetici in quanto
necessario riscaldare un volume di aria minore. La tecnica comunque applicabile solo ai forni del
tipo LRK e PRK ed potenzialmente in grado di aumentare le emissioni di monossido di carbonio.
2.3.5.
Emissioni in atmosfera
2.3.5.1.
Polveri
b.
c.
d.
e.
f.
g.
h.
i.
Utilizzo di tubazioni flessibili e dotate di sistema di estrazione della polvere per il caricamento
della calce.
Tra gli interventi del progetto di modifica prevista linstallazione, nellimpianto Unicalce di Bernezzo, di
un sistema di trasporto pneumatico per convogliare il pet coke al silo di stoccaggio.
59
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
Filtri a maniche (per le fasi di frantumazione, trasporto e stoccaggio), a cui il BREF associa una
concentrazione di polveri < 105 mg/Nm3
Wet scrubber (maggiormente idoneo per gli impianti di produzione di calce idrata), a cui
associata una concentrazione di polveri < 206 mg/Nm3.
Le polveri emesse dai forni provengono dalle particelle fini del calcare in alimentazione, dalla
degradazione meccanica della calce e del calcare all'interno del forno e, in misura inferiore, dalle ceneri
del combustibile (assenti nel metano).
Per le emissioni convogliate derivanti dai forni di calcinazione, le tecniche previste dal BREF sono:
Precipitatori elettrostatici
Filtri a maniche
Separatori ad umido
Cicloni
La tecnica che presenta la massima efficienza quella dei filtri a maniche che consente di avere un
effluente con una concentrazione di polveri inferiore a 10 mg/Nm3.
2.3.5.2.
Ossidi di Azoto
Il BREF prevede diverse tecniche per la riduzione delle emissioni di Ossidi di Azoto:
Scelta appropriata del combustibile di alimentazione dei forni. Tale BAT generalmente vincolata
alle condizioni di disponibilit dei possibili combustibili, alla fattibilit tecnica in relazione ai forni
installati e alla politica energetica nazionale.
Ottimizzazione del processo di combustione con tecniche di controllo della fiamma e del profilo di
temperatura.
Utilizzo di bruciatori tipo low NOx. Tale tecnica prevede la riduzione della temperatura di fiamma
tramite limmissione di aria portando alla riduzione delle emissioni di ossidi di azoto. Tale tecnica
non comunque applicabile ai forni rigenerativi a flusso parallelo (PFRK) che operano in assenza
di fiamma.
Lair staging una tecnica che prevede la formazione di una zona riducente tramite la
diminuzione di Ossigeno nelle zone di reazione primarie. Le temperature elevate in questa fase
facilitano la reazione che converte gli NOx in Azoto elementare. Tale tecnica non applicabile ai
forni a tino ma solamente ai forni tipo PRK (forni a rotazione con zona di preriscaldamento).
SNCR (Selective non-catalytic reduction). Gli ossidi di azoto presenti nei gas di combustione sono
trasformati in Azoto semplice tramite limmissione nel forno di agenti riducenti (tipicamente
ammoniaca o urea). La reazione avviene a temperature comprese tra 850 e 1020C con un range
ottimale tra 900 e 920C. Per tale motivo la tecnica applicabile solo ai forni tipo LRK (Long
Rotary Kilns), nei quali tali temperature sono praticabili.
Valore medio giornaliero o media sul periodo di misurazione (misure puntuali per almeno 30 minuti)
Valore medio giornaliero o media sul periodo di misurazione (misure puntuali per almeno 30 minuti)
60
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
I forni verticali emettono meno NOx rispetto ai forni rotanti. Ci dipende dal fatto che nei verticali la
temperatura inferiore a 1400C, ed quindi pi bassa la formazione dell'ossido di azoto termico.
Infatti, il processo di cottura in un forno a tino verticale, richiede temperature di fiamma pi basse e
fiamme non turbolente morbide.
Al contrario, nei forni rotanti, la fiamma deve essere compatta e ben definita, con temperature di fiamma
molto alte rispetto ai forni verticale e conseguente maggiori emissioni di NOx dovute alla combustione.
Inoltre, a causa del processo di trasferimento del calore per irraggiamento, necessario avere picchi di
temperature molto alti che comportano cos un aumento dei livelli di emissione di NOx termico.
Ai forni rigenerativi a flusso parallelo utilizzati nellimpianto di Bernezzo sono quindi associati livelli
emissivi di ossidi di azoto pi bassi rispetto a quelli dei forni rotanti, come si pu notare dalla seguente
tabella estratta dal BREF.
2.3.5.3.
Ossidi di Zolfo
Ottimizzazione del processo al fine di assicurare un efficiente adsorbimento degli ossidi di zolfo,
ad esempio favorendo il contatto tra i gas di combustione e la calce viva.
Selezione di carburanti a basso tenore di zolfo. Tale tecnica soggetta alla disponibilit del
combustibile e particolarmente indirizzata ai forni del tipo LRK (Long Rotary Kilns) caratterizzata
da elevati livelli di emissioni di SOx.
Tecniche di addizione di materiali adsorbenti (es. carboni attivi). Tale tecnica scarsamente
utilizzata in quanto richiede ulteriori sperimentazioni.
Le emissioni di SOx dipendono, oltre che dal contenuto di zolfo nel combustibile, dalla tipologia di forno
utilizzata. Nei forni verticali a tino e in quelli a letto fluido lefficiente contatto tra i gas del forno e la calce
viva assicura un buon assorbimento di SOx.
Le emissioni associate ai forni in uso nel sito di Bernezzo sono quelli che garantiscono, quindi, i livelli
emissivi pi bassi, come indicato nel BREF dalla tabella che segue.
61
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
2.3.5.4.
La CO2 di processo deriva dalla trasformazione chimica del calcare in calce, mentre la CO2 di combustione
dallutilizzo del combustibile.
Lemissione di anidride carbonica intrinseca alla produzione di calce e quindi inevitabile. La quantit di
CO2 dipende dalla composizione chimica della pietra e dal tipo di forno utilizzato.
I forni rigenerativi a flusso parallelo emettono da 1 a 1,2 tonnellate di CO2 per tonnellata di ossido di
calcio prodotta e da 1,1 a 1,3 tonnellate di CO2 per tonnellata di calce dolomitica prodotta (compreso il
contributo dovuto alla CO2 di combustione.
62
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
2.3.5.5.
Per ridurre le emissioni di CO dei gas di scarico del processo di cottura del calcare, il BREF individua le
seguenti tecniche:
Utilizzo di tecniche di controllo del processo al fine di ottenere una combustione stabile e
completa.
Le emissioni di CO che il BREF associa allutilizzo di forni rigenerativi a flusso parallelo sono inferiori a
5007 mg/Nm3.
2.3.6.
Rifiuti
Il BREF individua come miglior tecnica disponibile per la riduzione dei rifiuti prodotti durante la
produzione di calce, il riutilizzo della polvere e del particolato raccolti durante il processo.
A tal proposito si precisa che, con lutilizzo del pet-coke come da modifica in progetto a Bernezzo, le
polveri trattenute nel filtro al servizio del Forno Maerz 1 (contenenti tracce di pet-coke) saranno trasferite
pneumaticamente ad un silo polmone da 20 m3 di nuova costruzione, recuperate e inviate sempre con
sistema pneumatico al forno per completare la combustione.
Valore medio giornaliero o media sul periodo di misurazione (misure puntuali per almeno 30 minuti)
63
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
2.4.
2.4.1.
Alternativa zero
Lalternativa zero, ovvero la non realizzazione del progetto, non permetterebbe di avere alcuna
alternativa allalimentazione a gas naturale. Questo andrebbe ad impattare su una risorsa, il metano,
fortemente stressata da utilizzi sia civili che industriale e sui costi di produzione.
Il costo dei combustibili infatti molto variabile e per questo motivo negli ultimi anni, nel panorama degli
impianti di produzione di calce almeno il 40% dei forni stato realizzato o riadattato secondo una filosofia
di flessibilit energetica ed anche in Italia tutti i principali competitors utilizzano forni che impiegano
almeno 2 combustibili.
La realizzazione dellimpianto di dosaggio del pet-coke consentirebbe allimpianto Unicalce una alternativa
per la scelta del combustibile, in quanto il forno Maerz 1 potr funzionare con alimentazione 100% petcoke, 100% metano o con una miscela dei due combustibili.
Tale possibilit permetterebbe quindi ad Unicalce di adattare il consumo del combustibile in base a diversi
fattori, specificati anche nelle BAT, come il costo, la disponibilit sul mercato e la qualit della calce
richiesta dal cliente in quanto questa condizionata anche dal materiale combustibile, i cui prodotti di
combustione reagiscono con la calce viva.
La possibilit di poter attenuare il consumo di metano con lutilizzo di pet-coke, gioverebbe inoltre al
risparmio di una risorsa di primaria importanza come il gas naturale.
2.4.2.
Alternative di processo
2.4.2.1.
Alimentazione a biomasse
Nel biennio 2012 2013 Unicalce ha prodotto degli studi su un possibile utilizzo di alimentazione a
biomasse.
La biomassa vergine risultata avere un costo proibitivo a causa della necessit di ridurre lumidit del
legno dal 50% al 15% e del processo di macinazione che tale soluzione richiede.
LAzienda ha inoltre preso in considerazione lutilizzo di biomassa da recupero, valutando linvestimento
necessario alle modifiche di adeguamento degli impianti esistenti.
Il costo di tale progetto risultato essere troppo elevato in rapporto alla produzione ottenibile con i forni
presenti. Inoltre lo studio ha evidenziato una difficolt di reperimento del combustibile nelle quantit
necessarie.
A fronte dei risultati di tali studi effettuati, lAzienda ha deciso di abbandonare lipotesi di una
alimentazione a biomasse.
2.4.3.
Alternative di localizzazione
Non sono state prese in considerazione diverse alternative di localizzazione del progetto in quanto
lintervento riguarda modifiche ad un impianto gi esistente ed integrato con il territorio.
64
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
3. QUADRO AMBIENTALE
3.1.
In questo paragrafo verranno analizzate le varie componenti ambientali, allo scopo di definire un quadro
dellambiente allo stato attuale, prima della realizzazione dellintervento.
Qualora per taluni argomenti non fossero reperibili dati relativi al sito specifico, si far riferimento allarea
vasta rappresentata dalla Valle del Grana.
3.1.1.
Linsediamento Unicalce ubicato nel territorio comunale di Bernezzo, circa ad 1 km in direzione Ovest
dal nucleo abitativo. Lo stabilimento occupa il settore inferiore della valle secondaria del Rio Creusa (Valle
del Cugino), immediatamente a monte dello sbocco nella pianura.
Il territorio del comune di Bernezzo ha una superficie di 25,84 km2 ed ubicato a 565 m slm.
La popolazione residente di circa di 3.901 abitanti (agg. Istat 2012).
La Valle del Cugino, incisa per una profondit media di 300 metri e per una lunghezza massima di 8 km
nella dorsale che separa la Valle Stura dalla Valle Grana, sbocca ad oriente nella Piana di Bernezzo.
Entrambi i versanti risultano piuttosto ripidi: in particolare quello sinistro raggiunge una pendenza
naturale del 65%, mentre prevale una morfologia aspra, dovuta ai frequenti affioramenti rocciosi, in
corrispondenza del versante destro.
La Valle del Cugino ha orientamento rettilineo nella prima met del suo corso, tratto in cui impostata la
cava. In questa parte il fondovalle si innalza rapidamente e ci determina la visibilit dell'area di cava
anche dalla pianura, mentre dai crinali vicini, anche a quote superiori, la zona viene mascherata dalla
presenza di vegetazione lungo tutto il perimetro.
3.1.2.
Clima e meterologia
Il clima dell'area quello tipico della zona temperata-fredda, caratterizzato da temperature estive non
particolarmente elevate e da temperature invernali non eccessivamente fredde.
La rete meteo idro nivometrica automatica regionale, la cui realizzazione stata avviata nel 1988,
oggi costituita da oltre 400 stazioni di rilevamento in teletrasmissione ed in tempo reale, con una densit
media di uno strumento ogni 100 km2.
La stazione meteorologica pi prossima al sito Unicalce quella di Cuneo Cascina Vecchia, situata ad una
quota di 575 m s.l.m.
Dal punto di vista pluviometrico la Valle Grana si inquadra nel regime pluviometrico prealpino di tipo b
caratterizzato da due massimi, primaverile ed autunnale, con temperatura pi alta in primavera; le
temperature minime sono piuttosto consistenti in inverno con punte in estate che tendono a raggiungere
gli stessi livelli.
La piovosit media annua, nella parte bassa della Valle si attesta su valori compresi tra i 1000ed i 1100
mm mentre i settori della media ed alta Valle sono caratterizzati da una piovosit compresa tra i 1100 ed
i 1200 mm con punte superiori ai 1200 mm in prossimit della testata della valle di Frise (Monte Bram).
65
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
La piovosit media annua in linea con i dati medi delle Alpi Occidentali, mentre il numero di giorni
piovosi leggermente inferiore (sempre inferiore ai 90 giorni). La piovosit del trimestre estivo si attesta
su valori superiori ai 200 mm in tutta la Valle con un massimo di 258 mm a Pradleves ed un minimo di
219 mm a Vignolo.
La precipitazione nevosa media cumulata annua influenzata dalla posizione marginale della Valle che
risente quindi maggiormente della vicinanza della pianura cuneese; i valori tipici delle testate dalle vallate
alpine limitrofe (oltre 600 cm) sono raggiunti solo nella zona del colle di Fauniera mentre lalta Valle e la
media Valle sono caratterizzate da unaltezza del manto nevoso rispettivamente di 400-600 cm e 200400 cm.
Le variazioni pluviometriche nella Valle sono piuttosto limitate; gli indicatori relativi alla variabilit
interannuale degli afflussi meteorici (decile inferiore e decile superiore) subiscono una variazione limitata
(compresa tra i 600 ed i 1000 mm) mentre le precipitazioni con massima intensit giornaliera (tempo di
ritorno 50 anni) sono sempre comprese tra i 150 ed i 200 mm.
A livello termometrico, in tutta la Valle, il mese pi freddo gennaio con una temperatura oscillante dai 2.1 C di Castelmagno ai 0.0 C di Caraglio, Vignolo e Cervasca; riferendoci al mese pi caldo (luglio), la
variazione di temperatura, risulta pi sensibile oscillando dai 20.8 C di Bernezzo ai 14.9 C di
Castelmagno.
La temperatura media mensile ed annua diminuisce progressivamente allaumentare dellaltitudine con un
gradiente termico non molto elevato che talvolta (ad es. la stazione di Caraglio) influenzato
maggiormente dalla posizione topografica rispetto alla pianura ed alla differente esposizione. La
temperatura media annua nella Valle pari a 9.5 C ed oscilla tra i 6.6 C di Castelmagno e gli 11.1 C di
Bernezzo.
66
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
67
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
3.1.3.
Aria
3.1.3.1.
La Regione Piemonte con la L.R 43/2000, indicante le disposizione finalizzate al controllo della qualit
dellaria, per il miglioramento della qualit della vita, per la salvaguardia dellambiente e delle forme di
vita in esso contenute sul territorio regionale, ha disposto listituzione del sistema regionale di
rilevamento della qualit dellaria.
In Provincia di Cuneo sono presenti 6 stazioni di rilevamento che misurano diversi parametri di qualit
dellaria secondo quanto indicato nella tabella successiva tratta dalla Relazione sulla qualit dellaria del
2013 redatta da Arpa Piemonte.
68
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
Le stazioni pi vicine al sito dello stabilimento sono quelle di Cuneo, che una stazione di fondo e Borgo
San Dalmazzo che una stazione di traffico.
Dalla relazione sulla qualit dellaria del 2013 redatta da Arpa Piemonte per la Provincia di Cuneo, stato
possibile estrarre i dati di monitoraggio su base provinciale.
Nel 2013, il valore medio annuale non ha superato il valore limite di 40 g/m3 definito dal D.Lgs.
155/2010 in nessuna delle stazioni di monitoraggio della Provincia.
Anche la situazione sul numero di superamenti del limite di 50 g/m3 nel 2013 risulta nettamente
migliorata rispetto agli anni precedenti. Infatti il numero di superamenti , per tutte le stazioni di
monitoraggio, nettamente inferiore al limite di 35 tranne per le stazioni di Alba e Bra dove il limite di
superamenti stato oltrepassato nonostante la diminuzione dei valori rispetto agli anni precedenti.
69
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
70
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
Anche il limite orario di 200 g/m3 stato rispettato per tutte le stazioni dellambito provinciale. Il valore
pi alto stato rilevato a Cuneo il 6 Dicembre ed pari a 159 g/m3.
71
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
Ozono O3
Nel corso del 2013 ci sono stati dei superamenti della soglia di informazione (180 g/m3) per quanto
riguarda la concentrazione di Ozono di cui 4 nella stazione di Cuneo.
Uno dei riferimenti normativi per lOzono, il valore obiettivo pari ad una media di 120 g/m3 calcolata su
8 ore da non superare per pi di 25 giorni per anno civile come media di tre anni a partire dal trienno
2010 2012. Alla stazione di Cuneo, la media del numero di giorni in cui si sono verificati superamenti
stato pari, nel triennio 2011 2013, a 52 e quindi al di sopra del limite.
72
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
73
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
Benzene
La media delle concentrazioni medie annuali di benzene delle stazioni di Cuneo ed Alba stata, nel 2013,
come del resto negli anni precedenti, di gran lunga inferiore al limite normativo di 5 g/m3 come si evince
dalla figura seguente.
Figura 27 - Media delle concentrazioni medie annuali di benzene delle stazioni di Cuneo e Alba
74
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
Monossido di Carbonio CO
Anche il valore di CO espresso come media delle medie massime su 8 ore delle centraline di Cuneo, Alba
e Bra stato molto al di sotto del limite di 10 mg/m3.
Figura 28 - Media delle medie massime su 8 ore di CO delle centraline di Cuneo, Alba e Bra
75
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
Benzo(a)pirene
La media annuale di benzo(a)pirene stata, sia nella stazione di Cuneo che in quella di Borgo San
Dalmazzo, inferiore al limite normativo di 1 ng/m3.
76
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
3.1.3.2.
Sorgenti di emissione
Ai fini della definizione delle pressioni esercitate sul comparto "aria", stato consultato lInventario
Regionale delle Emissioni, andando ad individuare i contributi dei settori direttamente influenzati dalle
attivit svolte da Unicalce S.p.A.: attivit industriali e trasporti su strada.
Di seguito si riportano le carte tematiche per le emissioni dei principali inquinanti dovute alle attivit
industriali.
77
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
A seguire si riportano invece le carte tematiche relative alle emissioni di inquinanti dovute al trasporto su
strada.
78
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
Di seguito si riepiloga la situazione del Comune di Bernezzo alla luce dei dati illustrati.
Dalla tabella si evince che le emissioni pi significative si hanno per lanidride carbonica, il monossido di
Carbonio e le polveri PM10 e PM2,5.
Attivit
industriali
(t/anno)
CO2
0 - 6.676.000
10.586.000 - 37.196.000
CO
n.d.
207.269 - 701.736
SO2
n.d.
0 - 0,879
NOX
n.d.
0 - 59.931
PM10
0 - 5.164
4.300 - 15.155
2.542 - 8.506
2.863 - 11.241
PM2,5
79
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
3.1.4.
Acqua
3.1.4.1.
Idrografia
Lo stabilimento Unicalce sorge nella Valle del Rio Cugino (o Rio Creusa), corso d'acqua appartenente al
bacino idrografico Grana Mellea e ritenuto potenzialmente influente su corpo idrico significativo dal
Piano di Tutela delle acque (PTA) delle Regione Piemonte. Il piano, approvato dal Consiglio Regionale del
Piemonte il 13 Marzo 2007, colloca larea oggetto di studio allinterno dellArea Idrografica AI07 Grana
Mellea nome del corpo idrico superficiale principale dellarea.
BERNEZZO
Il bacino montano si connota per una successione di solchi vallivi di modellamento glaciale, fortemente
ripresi dallerosione fluviale, con formazione di numerose valli laterali sospese. Diffusa presenza di
movimenti gravitativi di versante, alcuni dei quali di grandi dimensioni. Larea di caratterizza per la
presenza di tributari minori soggetti a fenomeni di violenta attivit torrentizia, con riattivazione di settori
di conoide e per il fondovalle principale con morfologia dapprima incassata, pi a valle sovralluvionata.
80
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
Vasti settori di piana alluvionale sono soggetti ad inondazione lungo l'asta principale nel settore di
pianura.
3.1.4.2.
In Regione Piemonte attiva un sistema integrato di monitoraggio finalizzato a definire lo stato quali
quantitativo della risorsa idrica. Per quanto riguarda le acque superficiali il sistema costituito da una
rete di punti di monitoraggio manuale e da una rete di monitoraggio in automatico. La prima distribuita
sui corsi dacqua significativi, di rilevante interesse ambientale o potenzialmente influenti su quelli
significativi. La rete di monitoraggio manuale annovera inoltre una serie di stazioni di monitoraggio sui
laghi naturali significativi o di rilevante interesse ambientale.
La normativa in vigore al momento della redazione del Piano di Tutela delle Acque (D.Lgs. 152/99)
prevedeva innanzitutto la classificazione dei corpi idrici secondo precisi standard di qualit ambientale;
con riferimento al comparto idrico superficiale sono previste 5 classi: 1 Elevato, 2 Buono, 3
Sufficiente, 4 Scadente, 5 Pessimo.
Tutti i corsi dacqua significativi sono classificati mediante uno specifico monitoraggio che riguarda i
seguenti comparti:
Qualit chimico fisica:
Qualit biologica:
81
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
Per la valutazione del risultato dell'IBE si considera il valore medio ottenuto dalle analisi eseguite durante
il periodo di misura per la classificazione.
Lo stato ecologico (SECA) di ciascun punto di monitoraggio viene definito dal confronto tra indice IBE e
LIM attribuendo il risultato peggiore tra i due, come evidenziato nella prossima tabella.
Per lattribuzione dello Stato Ambientale (SACA) i dati relativi allo Stato Ecologico vengono rapportati con
i dati relativi alla presenza di inquinanti chimici, secondo lo schema riportato nella tabella seguente, sulla
base del 75 percentile dei risultati analitici.
Le stazioni di monitoraggio dellarea idrografica Grana Mellea sono ubicate lungo il corso del GranaMellea, mentre non risulta indagato lo stato di qualit dei corpi idrici minori.
Lungo il corso d'acqua della Valle Grana sono attive le seguenti stazioni di monitoraggio:
Tipologia
Localit
Anno inizio
osservazioni
2000
Caraglio
Centallo
1978
Savigliano
1983
Lo stato di qualit del corso dacqua Grana Mellea classificato dal PTA come buono come
rappresentato nella figura seguente.
I valori risultano in classe 2 anche secondo dati disponibili pi recenti riguardanti i monitoraggi del 2013,
classificati secondo la nuova normativa (DM 160/10).
82
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
83
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
3.1.4.3.
Vincoli
La consultazione della Tavola 7 del Piano di Tutela delle Acque, consente di escludere la presenza sul sito
Unicalce di vincoli legati a:
Aree Protette
Parchi naturali
84
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
3.1.4.4.
Il Piano di tutela delle acque stima gli impatti esercitati dallattivit antropica sulla matrice acqua facendo
riferimento alle seguenti categorie:
accidentali: siti di rilevante impatto quali siti contaminati, industrie a rischio, discariche,
aree di bonifica, miniere ecc.;
pressioni legate alle alterazioni di natura fisica: sistemazioni spondali, opere in alveo, pressioni a
carico della regione golenale ecc..
Consultando il Catasto delle derivazioni idriche, il PTA ha stimato gli impatti dovuti ai prelievi idrici,
riassumendoli nella tabella riportata di seguito.
Figura 37 - Volumi annui (Mm3) per uso e per area idrografica (Fonte: PTA)
85
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
Nel bacino idrografico della Grana Mellea, dei 357 Mm3 annui prelevati, il 13% delle derivazioni
utilizzato a scopo irriguo, mentre l87% per uso idroelettrico e termoelettrico.
Secondo il rapporto sullo stato dellambiente in Piemonte 2014, la pressione sullambiente, a scala
regionale, del sistema fognario/depurativo determinata da circa 3.600 punti di scarico con un volume
annuo di 773 milioni di m3. 173 scarichi, tutti dotati di adeguato sistema di trattamento, fanno
riferimento ai principali agglomerati urbani (con pi di 2.000 abitanti equivalenti). Pertanto il 5% degli
scarichi corrisponde al 76% dei volumi totale e ad una popolazione trattata equivalente di poco superiore
a 5,6 milioni.
Per quanto riguarda le pressioni relative alle sorgenti puntuali di carichi inquinanti, il PTA distingue le
seguenti tipologie:
recapito di acque non depurate da parte delle sezioni terminali dei sistemi fognario-depurativi
(liquami domestici e industriali);
scarichi di piena provenienti in tempo di pioggia dai manufatti scaricatori di piena che si trovano
sia lungo i sistemi fognari e di collettamento che subito a monte degli impianti di depurazione, a
protezione degli stessi dai sovraccarichi di portata.
Complessivamente, nel territorio piemontese sono presenti quasi 3.300 impianti di depurazione di cui il
74% dotato di trattamento primario, il 22% di trattamento secondario e l1% di trattamenti pi
avanzati; il 3% degli impianti presenta tipologia non definibile.
Dallanalisi della carta degli scarichi civili tratta dal PTA, si pu evincere come nel bacino del Grana
Mella di cui il sito dello stabilimento Unicalce fa parte, gli scarichi civili presenti siano quasi
esclusivamente trattati.
86
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
Gli scarichi da insediamenti produttivi vengono in parte indirizzati nelle reti urbane, in parte scaricano
direttamente nel corpo idrico o al suolo.
Come per gli scarichi civili, anche per le analisi sugli scarichi da insediamenti produttivi si fatto
riferimento al catasto scarichi industriali predisposto dalle Province e aggregato su base regionale,
comprendente 2.718 scarichi autorizzati.
La figura che segue rappresenta gli scarichi produttivi superficiali del territorio. Nella zona dellimpianto
sono presenti in maggioranza scarichi superficiali trattati, con alcune unit di scarichi produttivi
superficiali non trattati.
Secondo le stime del PTA, il Grana Mellea risulta interessato da 26 scarichi produttivi superficiali.
87
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
3.1.5.
Suolo e sottosuolo
3.1.5.1.
Geologia
Il bacino del fiume Grana rientra, dal punto di vista geologico, nellambito delle Alpi Cozie. Tale settore
comprende in parte terreni riferibili alla Zona Brianzonese, in parte alla Zona Piemontese dei Calcescisti
Ofiolitiferi. I depositi riferibili al Quaternario comprendono morene, detriti, alluvioni e risultano
variamente distribuiti lungo il solco vallivo principale ed in corrispondenza dei versanti.
La Zona Brianzonese costituita dallinsieme dei terreni di et carbonifero-mesozoica-eocenica compresi
tra la Zona Sub-brianzonese (esterna) e la Zona dei Calcescisti con pietre verdi (interna). I caratteri
salienti della Zona Brianzonese sono dati dallestrema condensazione della serie sedimentaria
conseguenza di emersioni localizzate e di assenze di sedimentazione.
La Zona dei Calcescisti con pietre verdi inizia con una potente fascia calcareo-dolomitica (Anisico-Norico)
che affiora nel fondovalle, in corrispondenza al nucleo dellanticlinale di Campomolino e nella zona di
Cauri. Le principali litologie che costituiscono il Complesso dei Calcescisti, osservabili sul versante sinistro
in corrispondenza del vallone di Narbona, sono rappresentate da calcari dolomitici compatti ben
stratificati e di colore chiaro, calcari cristallini compatti scuri, calcari scuri con Ammoniti del Sinemuriano,
calcescisti ricchi di Belemniti, brecce calcaree in bancate.
I depositi pi diffusi in tutta la Valle Grana, particolarmente sviluppati nei settori a bassa quota
caratterizzati da una fittissima vegetazione e da una ridottissima presenza di affioramenti rocciosi sono
rappresentati dalle coperture eluvio colluviale.
3.1.5.2.
Geomorfologia
La Valle Grana confina, nella zona di testata, con la Valle Maira (a nord-ovest) e con la Valle Stura (a
sud-ovest); il limite territoriale segue la dorsale che collega il M. Tibert (2.647 m s.l.m.) con Cima
Fauniera (2.515 m s.l.m.). A sud la Valle confina con una diramazione laterale della Valle Stura (Vallone
dellArma) attraverso la dorsale che collega la Cima Fauniera con il Monte Bram (2.357 m s.l.m.) per poi
degradare sino alle pendici della Cima Beccas del Mezzod (1.931 m s.l.m.), sino oltre il monte Tamone
(1.393 m s.l.m.) in direzione est; a nord confina con la Valle Maira attraverso il displuvio che congiunge il
Monte Tibert con il Monte Croce Praboccone (1.422 m s.l.m.) in direzione est.
La Valle Grana, nel complesso, presenta un andamento est-ovest con un allargamento in corrispondenza
dello sbocco con la pianura. La porzione pianeggiante limitata al fondovalle principale, che non si spinge
oltre il capoluogo di Monterosso Grana.
A livello morfologico la Valle presenta un andamento regolare sino a Pradleves con versanti boscati
caratterizzati da pendenze uniformi mentre a monte del capoluogo si ha un notevole incremento
dellaccidentalit delle superfici con presenza di versanti acclivi spesso caratterizzati da balze rocciose e
impluvi molto incassati ed irregolari.
I rilievi montuosi di testata sono molto accidentati e raggiungono altitudini abbastanza elevate anche in
considerazione della loro localizzazione marginale rispetto allasse della catena alpina.
88
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
3.1.5.3.
Idrogeologia
In Provincia di Cuneo sono presenti tre principali serie idrogeologiche e relativi complessi. La serie
idrogeologica Oligo-Miocenicacorrisponde alla omonima serie geologica ed costituita da quattro
complessi idrogeologici. La serie idrogeologica Plio-Pleistocenica, corrispondente alla relativa successione
stratigrafica, composta da quattro complessi idrogeologici.
Infine la serie idrogeologica Quaternaria, stata riferita lomonimaserie costituita da tre complessi.
Ogni serie idrogeologica caratterizzata dalle presenza di diversi acquiferi che, in ragione del complesso
di appartenenza, possono avere differenti caratteristiche idrodinamiche e geochimiche.
La serie idrogeologica Oligo-Miocenica affiora in corrispondenza dei rilievi collinari delle Langhe ed in una
limitata porzione del monregalese compresa tra il Torrente Ellero, il Fiume Tanaro ed i rilievi montuosi
delle Alpi Liguri. Questa serie presente anche in profondit, al di sotto della sottile coltre quaternaria,
solo nel settore compreso tra Mondov e Narzole; mentre nel resto del territorio provinciale individuabile
solo a notevoli profondit (dellordine di migliaia di metri), ricoperta dalla successione plio-quaternaria.
La serie idrogeologica Plio-Pleistocenica ospita una serie di acquiferi, in genere in pressione, importanti
per il loro utilizzo come risorsa idropotabile che nel Roero rappresenta lunica risorsa disponibile, mentre
nella pianura cuneese costituisce una riserva, solo in parte sfruttata, con buona qualit e bassa
vulnerabilit. La serie Plio-pleistocenica affiora prevalentemente solo nel settore del Roero, mentre si
trova con affioramenti piuttosto limitati lungo le scarpate dei Torrenti Stura, Gesso, Pesio ed Ellero e dei
loro relativi affluenti. Costituisce infine la sommit dei rilievi collinari del settore monregalese.
Nella serie idrogeologica quaternaria sono presenti diversi acquiferi liberi, localmente in pressione, che
costituiscono la principale risorsa idrica sotterranea sfruttata sia ad uso idropotabile che irriguo.
Purtroppo, lalta vulnerabilit di questi acquiferi condiziona pesantemente la qualit di base delle acque
emunte. La serie idrogeologica quaternaria si estende in tutto il settore della Pianura Cuneese, nelle
principali valli alpine, nei fondovalle del Tanaro e dei suoi affluenti e in piccoli lembi del settore
meridionale dellaltopiano di Poirino.
3.1.5.4.
ll suolo pu essere contaminato da fonti puntuali, che agiscono su una superficie limitata e sono
attribuibili ad un soggetto chiaramente individuabile, o da fonti diffuse, che agiscono su ampie superfici e
non hanno unattribuzione specifica.
I contaminanti presenti nel suolo possono essere pericolosi anche in concentrazioni molto basse sia per la
salute umana, perch sono assorbiti dai prodotti coltivati, sia per lambiente.
Arpa Piemonte realizza un programma di monitoraggio dei suoli del territorio piemontese, con lo scopo
principale di valutare la presenza, lorigine, lintensit e la distribuzione spaziale della contaminazione
diffusa del suolo, fornire indicazioni a grande scala relative ai valori di fondo dei contaminanti e
identificare sul territorio la presenza di aree critiche caratterizzate da elevate probabilit di superamento
dei limiti di legge stabiliti DLgs 152/06 Norme in materia ambientale.
Il monitoraggio dei suoli effettuato in corrispondenza di stazioni di monitoraggio distribuite su tutto il
territorio regionale, in corrispondenza dei vertici di una maglia sistematica ampliata con livelli successivi
di approfondimento.
89
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
Allo stato attuale la rete costituita da 373 stazioni su maglia sistematica 9x9 km, realizzata su tutto il
territorio piemontese, e 3x3 o 1,5x1,5 km in aree caratterizzate da problemi rilevanti di contaminazione
diffusa del suolo. I dati della rete sistematica sono integrati con analisi di altre stazioni di monitoraggio
(attualmente 328), realizzate nellambito di progetti di Arpa ma campionate e analizzate con le stesse
procedure.
I risultati delle elaborazioni effettuate dallARPA evidenziano la presenza di tre principali gruppi di
contaminanti responsabili di altrettante forme di contaminazione diffusa differenti per origine ed
intensit:
Contaminanti organici
90
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
Nella figura che segue sono riportati i risultati delle indagini effettuate da Arpa Piemonte per lo studio
della contaminazione del suolo da Cromo. Larea in cui si trova lo stabilimento Unicalce di Bernezzo,
compresa nellarea omogenea di concentrazione a1 della figura IV caratterizzata dalle pi basse
concentrazioni di Cromo della Regione (in media 61 mg/kg).
Unicalce
91
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
Anche per il Nichel, larea in esame si colloca tra le zone a minore concentrazione (in media 33 mg/kg)
della Regione (area omogenea a1), come illustrato nellimmagine seguente.
Unicalce
92
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
Di seguito la distribuzione del Cobalto nei suoli del Piemonte. Bernezzo presenta le concentrazioni pi
basse della Regione (area omogenea a1) con una media di 11 mg/kg.
Unicalce
93
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
Per quanto riguarda le concentrazioni di Arsenico, la zona di Bernezzo presenta le concentrazioni di fondo
pi elevate della Regione (area omogenea d1) con una media di 39 mg/kg, come si pu osservare
dallimmagine che segue.
Unicalce
94
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
Unicalce
95
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
Per quanto riguarda la concentrazione di Zinco, larea di Bernezzo presenta elevate concentrazioni (area
omogenea c2 con una media di 126 mg/kg) come raffigurato nellimmagine seguente.
Unicalce
96
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
Le concentrazioni di Rame sono invece molto basse (area omogenea a) con una media di 33 mg/kg
come si evince dalla seguente figura.
Unicalce
Figura 47
97
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
Contaminanti organici
LARPA Piemonte ha effettuato analisi per la ricerca di Diossine - furani (PCDD/DF), policlorobifenili (PCB)
e idrocarburi policiclici aromatici (IPA) di origine prevalentemente antropica (combustioni di idrocarburi,
attivit industriali, incenerimento di rifiuti etc.). Presentano forme lievi di contaminazione diffusa su tutto
il territorio con concentrazioni medie e valori di fondo ampiamente al disotto dei limiti di legge. Non sono
state individuate zone critiche, mentre i pochi superamenti riscontrati sono da attribuire a casi isolati di
contaminazione puntuale.
Nellimmagine seguente si pu riscontrare la scarsa presenza di PCDD/DF nellarea del sito Unicalce (in
media 1,6 ng/kg) e la concentrazione di PCB invece pi elevata rispetto alla media regionale (in media
0,0335 mg/kg).
Unicalce
Unicalce
98
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
3.1.5.5.
Siti contaminati
Dal rapporto sullo stato dellambiente in Piemonte nel 2013 emerge che, alla data del 1 marzo 2013,
in Piemonte ci sono 1.397 siti contaminati di cui circa il 53% sono siti attivi in quanto stata attivata una
procedura di bonifica. Nella figura seguente illustrata la ripartizione di tali siti nelle provincie
Piemontesi.
Figura 49 - Distribuzione dei siti contaminati nelle provincie del Piemonte (Fonte: ARPA Piemonte)
La maggior parte dei siti censiti si trova in Provincia di Torino (45%) mentre nella Provincia di Cuneo si
trova il 6% di essi.
Nella figura seguente si pu osservare la distribuzione territoriale dei siti contaminati allinterno della
Provincia di Cuneo. Circa il 40% dei siti costituito da punti vendita carburanti, nei quali linquinamento
causato da rilasci accidentali o perdite strutturali di idrocarburi dai serbatoi interrati.
Minori sono i danni ambientali causati da rilasci di microinquinanti metallici, mentre i casi di
contaminazione da idrocarburi policiclici aromatici e solventi clorurati, numericamente limitati, presentano
maggiori criticit in ragione della persistenza delle sostanze inquinanti.
Nel Comune di Bernezzo non sono presenti siti contaminati.
99
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
100
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
3.1.5.6.
La Rete di Monitoraggio delle Acque Sotterranee (RMRAS) del Piemonte costituita da 605 punti: 397
sono inerenti al sistema acquifero superficiale e i rimanenti 208 a quello profondo. Fanno parte della rete
anche i 116 piezometri strumentati della Regione Piemonte, di cui 3 rappresentativi della rete profonda.
Larea di monitoraggio, cui afferiscono i succitati punti di monitoraggio, composta da 17 corpi idrici
sotterranei (GWB Ground Water Body) relativi al sistema idrico sotterraneo superficiale di pianura e
fondovalle e 6 a quello profondo. Nelle aree limitrofe al Comune di Bernezzo, sono presenti diversi punti
di monitoraggio, di cui quelli pi prossimi al sito Unicalce, come si pu riscontrare dalla figura che segue,
sono:
Unicalce
Bernezzo
Figura 51 - Punti di monitoraggio delle acque sotterranee (Fonte: ARPA)
Lo Stato Chimico un indice che valuta la qualit chimica delle acque sotterranee a livello di singolo
punto di monitoraggio. Lo Stato Chimico determinato sulla base di Standard di Qualit Ambientale
(SQA) per Nitrati e Pesticidi definiti a livello comunitario dalla Direttiva 2006/118/CE (recepiti dal D. Lgs.
30/09), e di valori soglia nazionali per altre categorie di contaminanti. Lo Stato Chimico pu essere Buono
o Scarso in base al superamento o meno degli SQA o dei valori soglia previsti secondo una modalit di
calcolo definita dal DLgs 30/2009 e ripresa nel DM 260/10.
101
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
Dai risultati riportati nel Rapporto sullo stato dellAmbiente in Piemonte 2014, risulta che lo stato chimico
puntuale per quanto riguarda la falda superficiale, dei punti di monitoraggio pi prossimi al sito Unicalce
sono classificati come buono, come rappresentato nellimmagine seguente.
Unicalce
Bernezzo
Anche i monitoraggi della falda profonda presentano sostanzialmente un buono stato come raffigurato
nellimmagine seguente.
Unicalce
102
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
A livello di Corpo Idrico Sotterraneo (GWB), lo Stato Chimico determinato sulla base della percentuale
di area sottesa dai punti di monitoraggio che presentano uno stato chimico Scarso. Lo Stato Chimico in
stato Scarso quando la percentuale di area sottesa ai punti di monitoraggio in stato chimico puntuale
Scarso supera il 20% dellarea totale del GWB. Di conseguenza sono classificate con Stato Chimico Buono
solo quelle aree nelle quali la percentuale dei punti con Stato Buono superiore all'80%.
Nel complesso lo stato chimico del GWB pi prossimo al sito Unicalce scarso per i corpi idrici superficiali,
mentre risulta buono per i corpi idrici profondi come rappresentato nellimmagine seguente.
103
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
3.1.5.7.
Foreste
Dal Rapporto sullo stato dellambiente del 2014, emerge che la superficie forestale in Piemonte occupa
pi di 1/3 del territorio regionale, pari a 922.866 ettari, di cui 874.660 ettari costituiti da foreste in senso
stretto e 48.206 ettari da impianti di arboricoltura da legno. La composizione e l'assetto dei boschi del
Piemonte estremamente variabile e riflette la complessit delle situazioni ambientali e gestionali.
L'insieme dei boschi del Piemonte stato classificato sulla base di 93 tipi forestali a loro volta raggruppati
in 21 categorie forestali. L'indice di boscosit medio del territorio piemontese pari al 36% (34% boschi
e 2% arboricoltura da legno).
Figura 55 - Suddivisione delle principali categorie di copertura del suolo in Piemonte (Fonte: ARPA)
Dalla carta forestale regionale, riportata di seguito, si evidenzia come ben il 60% sia costituito da 4 sole
categorie tra le 21 individuate: Castagneti (23%), Faggete (16%), Robinieti (12%), Larici-cembrete
(9%).
104
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
105
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
3.1.6.
Energia
In Piemonte il 31% dellenergia prodotta da fonti rinnovabili, di cui la maggior parte costituita da
impianti idroelettrici con un significativo contributo del solare fotovoltaico. La parte restante di energia
proviene da tradizionali impianti termoelettrici.
Negli ultimi anni c stata una rapida crescita degli impianti a bioenergie. A Settembre 2013, sono stati
individuati in Piemonte 150 impianti di digestione anaerobica, di cui 130 in esercizio e 20 in costruzione.
La provincia di Cuneo quella con il maggiore numero di impianti autorizzati e in esercizio, seguita dalle
province di Torino e Alessandria.
La produzione lorda di energia elettrica in Piemonte nel 2012 stata pari a 25.580,7 GWh, quella netta
(ossia al netto dei fabbisogni per i servizi ausiliari della produzione) stata di 25.016,0 GWh. Circa il 66%
della produzione stata ottenuta da impianti termoelettrici e circa il 28% da impianti idroelettrici, con un
lieve calo del termoelettrico rispetto agli anni precedenti. La produzione da fotovoltaico ulteriormente
cresciuta e rappresenta oggi il 5,6% del totale, guadagnando oltre due punti percentuali rispetto allanno
precedente.
I consumi elettrici in Provincia di Cuneo sono prevalentemente di tipo industriale, seguiti dai consumi del
settore terziario, domestico e agrario come si evince dalla figura seguente.
Figura 57 - Consumi di energia elettrica per categoria e per Provincia (Fonte: ARPA Piemonte)
106
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
3.1.7.
Infrastrutture di trasporto
In area prossima allo stabilimento si possono individuare le seguenti arterie viarie di principale interesse:
Autostrada A6 Torino-Savona
L'aeroporto pi vicino quello di Levaldigi, ubicato a circa a 26 km da Bernezzo, sulla strada Statale Nord
1.
L'accesso all'area dell'impianto industriale e della cava avviene attraverso la strada provinciale CaraglioBernezzo. Al limite nord-ovest dell'abitato di Bernezzo un tratto di circonvallazione consente il
collegamento con la strada Vicinale Alpi, che raggiunge direttamente gli impianti Unicalce SpA. La
viabilit esistente consente di svincolare completamente il percorso di accesso all'insediamento dal centro
abitato di Bernezzo, evitando il transito di mezzi pesanti lungo le strade del piccolo borgo.
107
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
3.1.8.
Tra il 2000 e il 2009 il Piemonte ha rilevato una dinamica del Pil pari a -4,3%, la pi debole nel contesto
delle regioni italiane e -25% per quanto riguarda la dinamica del valore aggiunto dellindustria (la
peggiore insieme alla Basilicata) a sottolineare la presenza di difficolt strutturali del contesto produttivo
regionale preesistenti alla grande crisi. Nella fase di ripresa, leconomia del Piemonte ha recuperato
nel 2010, con una dinamica superiore al dato nazionale (+3,6% rispetto a +1,8%) ma nel 2011 ha
rallentato, allineandosi alla dinamica nazionale (+0,9% contro +0,4% per lItalia). Landamento recessivo
nella parte finale del 2011 si aggravato trasformando il 2012 in un anno di recessione: la dinamica del
Pil, in modesta crescita, ha subito una contrazione analoga a quanto riscontrato a livello nazionale (2,1%), confermando un andamento meno favorevole rispetto allarea settentrionale.
Tra le Provincie piemontesi, Cuneo si conferma la provincia meno colpita dalla recessione degli ultimi anni
sul piano produttivo anche se il quadro occupazionale subisce un sensibile peggioramento con un
repentino forte aumento del tasso di disoccupazione.
Piemonte
Torino
Vercelli
Novara
Cuneo
Asti
Alessandria
Biella
Verbano-Cusio-Ossola
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
5,25
6,11
4,47
6,12
2,21
5,06
5,16
5,06
4,52
4,66
4,83
4,71
4,63
3,15
5,08
5,24
5,42
4,94
4,03
4,13
3,72
4,68
2,65
4,16
4,58
4,83
4,21
4,23
4,69
4,21
5,21
2,24
3,24
4,63
4,29
3,20
5,05
5,61
4,43
5,43
3,44
4,17
4,75
4,89
5,03
6,84
8,32
5,20
7,58
2,89
5,81
5,81
6,70
5,11
7,58
9,43
5,74
7,67
3,39
6,26
5,12
8,14
6,69
7,63
9,16
6,31
7,80
3,79
5,70
6,67
8,31
5,42
9,20
9,83
11,10
10,29
6,11
7,51
10,24
8,86
6,88
10,60
11,38
11,98
12,35
6,91
9,62
11,70
9,50
7,32
Dagli studi sulla qualit di vita e sul benessere sociale, Cuneo risulta la prima provincia per gli indicatori
di benessere sociale (BES): tempi di vita, benessere soggettivo e politica.
Figura 59 Posizione in classifica delle Provincie piemontesi nelle 12 Dimensioni del BES (Fonte: Ires su dati Istat)
108
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
3.2.
3.2.1.
Attraverso una analisi congiunta del quadro progettuale e del quadro ambientale stato possibile stimare
limpatto della variante al progetto nei confronti della materia prima, ovvero la pietra estratta dalla cava.
Considerando quindi il consumo di pietra, le capacit produttive di calce attuali autorizzate e quelle
ipotizzate per il futuro, soggiacciono ai seguenti schemi di conduzione:
Nella situazione autorizzata: 3 forni di capacit teorica massima di 250 t/giorno di calce prodotta
(valori per impiego di pezzatura grossa) tutti alimentati a metano, con la marcia del forno n1 a
pezzatura grossa (50-100 mm) e la marcia de forni n2 e n3 con un mix controllato di tre pezzature
diverse (16-20 mm, 20-30 mm, 30-50 mm). Mediamente la pezzatura utilizzata nel mix risulta pi
fine della pezzatura piccola e questo comporta per il forno n2 e n3 un ulteriore decremento della
produzione rispetto allattuale forno n2.
Nella situazione futura: 2 forni di capacit teorica di 250 t/giorno di calce prodotta (valori per
impiego di pezzatura grossa), con la marcia del forno n1 a pezzatura grossa (50-90 mm) e la marcia
del forno n2 a pezzatura piccola (25-50 mm). La produzione del forno n2, alimentato
esclusivamente a metano, ridotta rispetto al forno n1 e il forno 1 ha a disposizione una
alimentazione sia a metano che a pet-coke.
UNIT DI
STATO
STATO
MISURA
AUTORIZZATO
FUTURO
Forno 1
TON/GIORNO
250
250
Forno 2
TON/GIORNO
175
190
Forno 3
TON/GIORNO
175
Totale:
TON/GIORNO
600
440
GIORNI/ANNO
350
350
TON/ANNO
210.000
154.000
Corrispondente ad un decremento di
TON/ANNO
190.000
140.000
91
91
DESCRIZIONE
-36
In conseguenza della variante al progetto che non prevede pi la realizzazione di un terzo forno, la
capacit produttiva dellimpianto in termini di calce sar inferiore rispetto alla configurazione autorizzata.
109
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
Nella tabelle seguenti riassunto il consumo di pietra per la configurazione autorizzata e per quella di
progetto.
STATO AUTORIZZATO
MATERIE PRIME
TON/ANNO
Pietra Forno 1
140.000
Pietra Forno 2
98.000
Pietra Forno 3
98.000
17.000
Ghiaia
48.000
110.000
10.000
521.000
Tabella 26 Impatto sulla materia prima nello stato autorizzato (Dati 2007)
STATO DI PROGETTO
MATERIE PRIME
TON/ANNO
Dolomia Totale
466.830
216.336
70.120
Bretax (lignina)
635
466.830
Tabella 27 - Impatto sulla materia prima nello stato di progetto (Dati 2013)
Dal momento che la variante al progetto non prevede la realizzazione del terzo forno inizialmente
progettata, previsto un decremento dellutilizzo di materia prima, a seguito delle minori produzioni in
calce e seppur con percentuali di sfruttamento inferiori. Limpatto sulla materia prima dunque da
ritenersi positivo. In linea di principio la capacit produttiva dello stabilimento in termini di calce
passerebbe da 600 t/g a 440 t/g (che risulta anche il dato attuale). Con le ottimizzazioni effettuate nel
processo di frantumazione, si sono migliorate le percentuali di materiale utilizzabili per la conversione, ma
per via della ridotta capacit produttiva di calce, servir comunque pi tempo per il consumo della risorsa
mineraria.
110
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
3.2.2.
Il consumo di energia uno degli impatti ambientali pi significativi negli impianti destinati alla
produzione di calce in quanto il processo chimico di decarbonatazione richiede una grande quantit di
energia termica, come evidenziato dalla reazione di calcinazione sotto riportata (dati riferiti a 1 kg di
prodotto):
CaMg(CO3)2 + 3050 kJ = CaO.MgO + 2CO2
Il processo condotto in un forno di calcinazione dove l'energia termica necessaria per le reazioni di
decarbonatazione fornita dall'ossidazione di un combustibile.
Anche i processi secondari di idratazione e macinazione della calce possono essere significativi in termini
di consumi di energia elettrica, mentre tutte le fasi di preparazione del materiale (vagliatura, trasporto,
stoccaggio, etc.) hanno minore importanza.
I consumi energetici principali, nello stato autorizzato, sono dovuti ai consumi di energia elettrica e
metano per lalimentazione ai forni di calcinazione come riportato nella tabella seguente.
I consumi specifici di gasolio, sostanzialmente legati ai mezzi di cava, resteranno invariati, ma
annualmente scenderanno per via della ridotta capacit produttiva in termini di calce.
ELETTRICA
(KWH/TON)
Forno 1
26,17
787
Forno 2
33
790
Forno 3
33
790
ELETTRICA
(KWH/TON)
Forno 1
31,64
758,39
Forno 2
30,23
707,42
Forno 3
Si presume che le variazioni di consumi specifici elettrici, a seguito dellinserimento di alcune macchine
ausiliarie sul forno 1, subiranno un incremento tale da innalzare il valore secondo lo schema seguente.
Non subiranno variazioni i consumi specifici termici.
CONSUMO SPECIFICO
CONSUMI IN VARIANTE SU BASE DATI 2013
ENERGIA ELETTRICA
(KWH/TON)
(KCAL/TONPF)
Forno 1
34,50
758,39
Forno 2
30,23
707,42
111
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
PRODUZIONE
OSSIDO
CONSUMO ENERGIA
ELETTRICA (KWH)
CONSUMO DI
( M 3 / A)
METANO
CONSUMO DI PET
COKE (TON/A)
(TON/ANNO)
Forno 1
79.625
2.080.601
7.504.775
Forno 2
55.737
1.839.321
5.306.696
Forno 3
55.737
1.839.321
5.306.696
191.099
5.759.243
18.118.167
TEP
1.324.877
14.863.139
16.188.016
STATO VARIANTE
PRODUZIONE
(T/ANNO)
OSSIDO
CONSUMO ENERGIA
ELETTRICA (KWH)
CONSUMO DI
(M3/A)
METANO
CONSUMO DI PET
COKE (T/A)
Forno 1
95.522
3.295.509
7.200
Forno 2
32.175
972.650
2.750.775
127.697
4.268.159
2.750.775
7.200
TEP
981.863
2.256.583
5.328
TOTALE TEP
3.243.774
I consumi energetici sono stati convertiti in Tonnellate Equivalenti di Petrolio (TEP), al fine di poter
confrontare i quantitativi dovuti allutilizzo dei diversi combustibili e stimare limpatto della configurazione
di progetto rispetto a quella attualmente autorizzata.
Dal confronto dei consumi energetici, tenendo in considerazione i contributi dovuti alle vari fonti (energia
elettrica, metano, pet-coke), si stima per lo stato di progetto un risparmio di circa 13 milioni di Tonnellate
equivalenti di petrolio rispetto allo stato autorizzato. Nellesempio precedente ci dovuto oltre che alla
riduzione dei consumi anche alleffetto della bassa produzione degli ultimi anni. In ogni caso previsto il
solo incremento del consumo specifico elettrico del forno 1. Non sono stati riportati dati riferiti ai processi
a valle dei forni in quanto non oggetto specifico della relazione. In particolare in altra sede saranno
approfonditi gli aspetti legati alle modifiche riduttive necessarie a seguito della rinuncia alla costruzione
del terzo forno.
Limpatto della modifica sul sistema energetica quindi da ritenersi in ogni caso positivo.
112
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
3.2.3.
Impatti sullaria
Emissioni puntuali
E32 proveniente dallelevatore a tazze, vaglio e trasporto ai silos A, B, C (in dismissione con FM3)
Emissioni areali
Le sorgenti puntiformi sono rappresentate dai camini dellimpianto di lavorazione, i quali convogliano ed
espellono le polveri prodotte dai processi di trasformazione della materia prima.
113
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
EMISSIONE
N.
ALTEZZA
DIAM.
CAMINO
CAMINO
PORTATA
(NM3/H)
INQUINANTE
CONC LIMITE
(MG/NM3)
E1
(Forno 1)
42
0.8
32.000
E2
(Forno 2)
39.5
0.8
33.500
E4
31.2
0.6
E5
32.7
E6
Polveri
25
NOx
150
Polveri
25
NOx
150
7.000
Polveri
10
36
0.8
20.000
Polveri
10
40
25
0.9
19.000
Polveri
10
78
E7
33
0.6
10.000
Polveri
10
33
E8
36.2
0.8
20.000
32
Polveri
10
Polveri
20
NOx
150
TEMP.
(C)
72
74
E13
11
0.6
15.000
101
E14
23
0.3
3.000
Polveri
10
19
E15
32
0.5
5.500
Polveri
10
16
E16
32
0.6
13.000
Polveri
10
17
E17
32
0.5
5.500
Polveri
10
15
E18
32
0.6
12.000
Polveri
10
17
E19
32
0.35
3.000
Polveri
10
16
E20
32
0.5
5.500
Polveri
10
17
E27
31
0.8
37.000
Polveri
10
NOx
150
E31
25.5
0.4
13.000
Polveri
10
E32
32.5
0.45
E33
27
0.55
14.000
Polveri
10
36
E34
32
0.5
10.000
Polveri
10
23
E35
25
0.35
3.000
Polveri
10
29
E36
36
0.62
17.000
Polveri
10
27
E37
36.5
0.55
12.000
Polveri
10
38
E38
36.5
0.5
10.000
Polveri
10
38
E39
9.000
Polveri
10
E40
(Forno 3)
49
1.15
33.500
Polveri
25
NOx
150
E41
18
45.000
Polveri
10
NOx
50
56
24
74
60
A causa della mancata realizzazione del progetto relativo al terzo forno e della realizzazione del nuovo
impianto di dosaggio pet-coke, lo stato di variante presenta alcune differenze nelle emissioni in
atmosfera, come riportato di seguito:
114
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
Emissioni puntuali
Emissioni areali
I dati di emissione dai monitoraggi effettuati nel 2013 sono riportati nella tabella successiva. In giallo
sono evidenziate le emissioni aggiunte o in modifica a seguito della variante.
EM. N.
E1
(Forno 1)
INQUINANTE
CONCENTR.
3
(MG/NM )
Polveri
<0,33
NOx
14,56
CO
9,84
PORTATA
(NM3/H)
CARICO DI
ORE DI
EMISSIONE
MASSA
ATTIVAZIONE
ANNUA
(G/H)
(H/ANNO)
(KG/ANNO)
<8,75
19.223
381,63
189,15
8.612
PROCEDURA DI
DETERMINAZ.
75
3.287
1.629
115
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
EM. N.
INQUINANTE
CONCENTR.
3
(MG/NM )
PORTATA
(NM3/H)
CARICO DI
ORE DI
EMISSIONE
MASSA
ATTIVAZIONE
ANNUA
(G/H)
(H/ANNO)
(KG/ANNO)
PROCEDURA DI
DETERMINAZ.
SOx
0,08
1,54
13
Polveri
<0,31
<8,92
39
NOx
7,82
CO
34,4
963
2.826
SOx
0,29
24
E4
Polveri
<0,38
5.835
<2,23
7.430
17
E5
Polveri
3,87
14.227
55,29
3.637
201
E6
Polveri
<0,50
8.094
<4,02
2.111
E7
Polveri
<0,40
7.074
<2,77
3.637
10
E8
Polveri
0,84
13.186
11,05
1.303
14
Polveri
<0,66
<3,67
13
NOx
12,54
69,51
244
CO
6,6
214
SOx
0,58
E14
Polveri
0,67
1.540
1,03
3.505
E15
Polveri
<0,48
4.048
<1,89
3.505
E16
Polveri
1,30
6.247
8,02
3.505
28
E17
Polveri
0,99
3.990
3,84
3.505
13
E18
Polveri
<0,43
6.540
<2,73
3.505
10
E19
Polveri
3,15
2.244
7,06
3.505
25
E20
Polveri
<0,43
4.527
<1,92
3.505
Polveri
4,02
131
NOx
59,34
771
M
M
CO
9,6
312
SOx
0,94
30,54
E31
Polveri
<0,48
12.173
<5,83
703
E32
Polveri
1,34
5.843
7,71
8.668
67
E33
Polveri
<0,43
7.224
<3,03
8.668
26
E34
Polveri
<0,42
6.040
<2,50
1.753
E35
Polveri
<0,43
3.956
<1,70
1.825
E36
Polveri
<0,38
13.021
<4,95
276
Polveri
10
E2
(Forno 2)
E13
E27
E41
18.904
221,63
650,3
4.346
5,48
9.238
60,97
3.505
5,36
124,22
30.918
733,81
296,81
1.051
29,06
45.000
450
NOx
50
E42
(Silos
pet-coke)
2.250
Polveri
10
3.800
38
E43
(Silos
polveri)
Polveri
10
1.000
10
Per gli effetti di tali variazioni sulla qualit dellaria si rimanda allo studio diffusionale.
116
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
3.2.3.1.
Studio diffusionale
Per la valutazione degli effetti sullatmosfera insiti nel progetto in esame, stato redatto uno specifico
studio diffusionale, al quale si rimanda per il dettaglio.
Lo
studio
diffusionale
ha
quindi
permesso
un
confronto
diretto
delle
seguenti
configurazioni
impiantistiche:
Configurazione futura di progetto: presenza di n.2 forni Maerz di cui uno alimentato
esclusivamente a metano ed uno alimentabile sia con pet coke che con metano.
Pur avendo a disposizione dati di emissione basati sullesperienza nella conduzione di forni a pet coke, si
preferito impiegare per alcuni parametri i limiti di legge al fine di ottenere risultati pi conservativi. Lo
studio dellarea di indagine, della meteorologia e climatologia ha permesso di ricostruire, tramite il preprocessore CALMET (CALPUFF MODEL SYSTEM), il campo di vento 3D e dei necessari parametri
meteorologici necessari per le simulazioni di dispersione dei gas e delle polveri in aria ambiente.
Al fine di caratterizzare in maniera pi realistica la dispersione e ricaduta degli inquinanti stato
implementato nel codice di calcolo anche lorografia dellarea ed stato valutato leffetto edificio.
Nessuno degli inquinanti valutati, tramite lapplicazione del codice numerico di dispersione, rileva nei
punti recettori individuati significative criticit; i valori di media annuale e massimo orario per i gas e le
polveri risultano essere ben al disotto dei limiti previsti per legge per gli standard di qualit dellaria.
La media annuale degli ossidi di azoto, infatti, si attesta a valori di oltre 2 ordini di grandezza inferiori al
limite normativo mentre la media oraria risulta inferiore al limite di legge. La media giornaliera delle
polveri risulta inferiore di pi di un ordine di grandezza mentre la media annuale di pi di 2 ordini di
grandezza rispetto al limite di legge. In relazione agli ossidi di zolfo, infine, si denota un valore di ricaduta
di oltre un ordine di grandezza inferiore al limite normativo. Anche i metalli pesanti presentano valori di
ricaduta di oltre 4 ordini di grandezza inferiori ai valori obiettivo indicati dal D.lgs. 155/2010.
Inoltre, stato possibile dimostrare come la configurazione di progetto rispetto a quella autorizzata
determina praticamente il medesimo impatto sulla qualit dellaria per gli ossidi di azoto ed una
apprezzabile diminuzione per le concentrazioni in aria ambiente di polveri.
Si ritenuto utile effettuare una valutazione a parte in relazione alla deposizione delle sostanze al suolo,
paragonate anche a quanto ad oggi rilevato dalle campagne di monitoraggio di Arpa Piemonte.
I valori di deposizione al suolo sia dei metalli pesanti che degli IPA si attestano su dati massimi calcolati
ai recettori inferiori a 4,84*10-7g/m2/s; considerando la deposizione continuativa in un anno ed una
superficie unitaria di impatto si pu affermare che limpianto, nella configurazione futura, porter ad una
deposizione annuale di circa 15,26 g/m2.
Il monitoraggio effettuato da Arpa riporta i seguenti valori medi nel terreno:
cromo: 61 mg/kg;
nichel: 33 mg/kg;
Cobalto: 11 mg/kg;
Arsenico: 39 mg/kg;
117
Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
Piombo: 21 mg/kg;
Rame: 33 mg/kg;
Considerando un valore medio di densit del terreno pari a circa 1,6 t/m3, i valori massimi di metalli
pesanti (es. zinco) presenti al suolo, sono pari a circa 200 g/m3.
Considerando che i metalli emessi dal camino si depositino su uno strato di terra di spessore pari a circa
1 cm, si ottiene un quantitativo depositato di metalli pesanti pari a 1.526 g/m3/anno. Al fine di
aumentare dell1%, pari a 2 g/m3, la concentrazione rilevata sul terreno sar necessario attivare
limpianto in maniera continuativa al massimo della sua potenzialit per pi di 1.300 anni.
Limpatto della modifica, quindi, pu essere considerata a ragione assolutamente irrilevante sulla qualit
del suolo.
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Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
3.2.3.2.
Emissioni di CO2
Lemissione di CO2 un processo intrinseco alla trasformazione chimica del Carbonato di Calcio in Ossido
di Calcio. Tale emissione si va a sommare a quella derivante dalla combustione per il funzionamento dei
forni. Si parla quindi di CO2 di processo e di CO2 di combustione come esplicitato nelle reazioni di base
che descrivono la produzione di calce e di calce dolomitica:
Laliquota dovuta al processo quindi indipendente dalla combustione e dal tipo di combustibile utilizzato
in quanto legata esclusivamente al processo chimico.
Laliquota dovuta alla combustione varia, invece, in base al combustibile utilizzato.
A parit di Energia termica fornita per la combustione, lutilizzo del pet-coke comporta maggiori emissioni
di CO2 rispetto al gas naturale.
Il pet-coke emette infatti 319 kgCO2 contro i 189,5 kgCO2 del metano, con un incremento del 40% circa
delle emissioni di anidride carbonica per combustione.
Considerando per, le emissioni totali di CO2 (sommando laliquota da decarbonatazione e laliquota da
combustione) riferite ad una tonnellata di calce prodotta, la differenza non cos marcata come si pu
vedere dal grafico successivo.
2.000
1.800
1.600
1.400
Kg CO2 da comb.
Kg CO2 da decarb.
1.200
1.000
800
600
400
200
0
Il pet-coke emette circa 1.223,7 kgCO2 per tonnellata di calce prodotta contro i 1.094,3 kg del metano
con un incremento del 10% circa delle emissioni di CO2.
Tale attenuazione dovuta al fatto che la grande maggioranza delle emissioni di CO2 nella produzione di
calce sono dovute alla decarbonatazione e sono quindi inevitabili.
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Stabilimento di Bernezzo
3.2.3.3.
Emissioni di zolfo
Per dimostrare la possibilit di utilizzare pet-coke con una concentrazione di zolfo fino al 6% stato
calcolato un bilancio dello zolfo per il forno di Bernezzo:
S + O2
MSO2 = 32
SO2
1,28 KmolSO2
1,28 x MSO2
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Stabilimento di Bernezzo
3.2.4.
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Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
3.2.5.
Rifiuti
La modifica in progetto non avr impatti sulla produzione di rifiuti dello stabilimento Unicalce di Bernezzo
che rester sostanzialmente invariata.
Si riportano nelle tabelle seguenti i monitoraggi relativi alla matrice rifiuti effettuati nel 2013 come
prescritto dallAutorizzazione Integrata Ambientale.
CER
DESCRIZIONE
12.03.01
13.02.05
12.01.12
15.01.10
16.01.07
20.01.21
ATTIVIT DI RECUPERO O
DI SMALTIMENTO
QUANTIT (KG)
Smaltimento
14.070
Recupero
1.524
Smaltimento
431
Smaltimento
2.692
Recupero
290
Recupero
11
18.908
TOTALE (KG/ANNO)
Tabella 35 - Rifiuti pericolosi prodotti (Dati Ambientali 2013)
ATTIVIT DI RECUPERO O
CER
DESCRIZIONE
07.02.13
Rifiuti plastici
Recupero
1.853
15.01.03
Imballaggi in legno
Recupero
1.830
15.01.06
Recupero
6.970
Smaltimento
508
Recupero
22.410
Recupero
120
Recupero
9.900
15.02.03
17.04.05
17.04.11
16.01.06
DI SMALTIMENTO
TOTALE (KG/ANNO)
QUANTIT (KG)
43.591
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Stabilimento di Bernezzo
3.2.6.
In occasione del progetto iniziale di costruzione del terzo forno, era stato valutato limpatto paesaggistico
dellopera.
La visibilit degli impianti dalla pianura risulta mitigata gi ora dallopera svolta dai filari di alberi
posizionali in maniera trasversale al torrente Cugino in corrispondenza dello sbocco a valle contribuisce al
ridimensionamento del ruolo del comparto produttivo come elemento attrattore, limitando la capacit di
alterare il livello di frammentazione paesistica.
I rilevati esterni attorno agli impianti e i volumi di accumulo dei materiali di lavorazione non risultano
visibili grazie alleffetto schermante delle barriere verdi
appare significativo soprattutto in relazione allimpatto che potrebbero avere le aree di stoccaggio in
relazione al loro aspetto cromatico.
Dallanalisi svolta in occasione di tale studio, risultava un impatto molto basso dovuto alla visibilit del
camino del terzo forno di progetto che comunque non modificava in maniera sostanziale la percezione e
limpatto visivo del comparto produttivo nel suo insieme.
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Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
La variante in esame prevede la rinuncia alla costruzione del terzo forno e linstallazione di un silos di
stoccaggio del pet-coke di altezza comunque inferiore a quella del terzo forno di progetto.
La visibilit degli impianti a seguito della variante sar quindi inferiore se confrontata con la
configurazione autorizzata che prevede il terzo forno.
A seguito di tali considerazioni si ritiene quindi positivo limpatto sul paesaggio.
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Unicalce S.p.A.
Stabilimento di Bernezzo
7. CONCLUSIONI
Dalle valutazioni effettuate possibile stimare un impatto globale della variante impiantistica al progetto
autorizzato.
Gli impatti maggiormente significativi per un impianto di produzione di calce come quello di Bernezzo si
possono essenzialmente individuare sul sistema energetico e sulle emissioni in atmosfera.
Dallanalisi degli impatti energetici affrontata in questo studio si tuttavia stimato un impatto positivo
della configurazione a 2 forni (di cui il forno 1 alimentato a pet-coke e il forno 2 a metano) rispetto alla
configurazione a 3 forni alimentati esclusivamente a metano.
Tale impatto positivo essenzialmente dovuto alla rinuncia al terzo forno prevista dalla variante
progettuale.
Per quanto riguarda le emissioni atmosferiche, lo studio diffusionale implementato al fine di valutare tale
impatto, ha permesso di dimostrare come la configurazione di progetto rispetto a quella autorizzata
determini praticamente il medesimo impatto sulla qualit dellaria per gli ossidi di azoto ed una
apprezzabile diminuzione per le concentrazioni in aria ambiente di polveri.
Lo studio diffusionale ha inoltre valutato i valori di deposizione al suolo dei metalli pesanti permettendo
anche qui di stimare un impatto assolutamente irrilevante sulla qualit del suolo.
Per le emissioni di CO2 stato stimato un incremento sul singolo forno non superiore al 10% dovuto alla
combustione del pet-coke; tale aumento risulta comunque irrilevante se confrontato con le emissioni di
CO2 dovute al processo chimico di decarbonatazione e che non possibile evitare in quanto intrinseche al
processo produttivo.
Anche limpatto sul paesaggio risultato essere positivo in ragione della minore visibilit degli interventi
previsti dalla variante rispetto a quelli progettati per la realizzazione del terzo forno.
In conclusione, considerate le valutazioni effettuate, si possono ragionevolmente definire irrilevanti gli
impatti sullambiente dovuti alla variante al progetto autorizzato dellimpianto Unicalce di Bernezzo.
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