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Guida pratica per ambienti ospedalieri


di gruppo 2

indice
Guida pratica
per ambienti ospedalieri
di gruppo 2

Introduzione

1.1
1.2

Premessa e scopo del documento .................................. 2


ABB al servizio dellefcienza
nelle strutture ospedaliere................................................ 3
Referenze ABB nel mondo ospedaliero ........................... 4

1.3

2
2.1
2.2
2.2.1
2.2.2
2.2.3
2.2.4
2.2.5
2.2.6
2.2.7
2.2.8
2.2.9

3
3.1
3.2
3.2.1
3.2.2
3.2.3
3.2.4
3.2.5
3.2.6
3.3
3.3.1
3.3.2
3.3.3
3.3.4
3.3.5
3.3.6
3.3.7
3.3.8

Perch importante progettare e realizzare


un impianto secondo le norme
Principi guida per la protezione degli ambienti adibiti
ad uso medico ............................................................... 6
Denizioni e nomenclatura .............................................. 7
Locale ad uso medico .................................................... 7
Apparecchio elettromedicale .......................................... 8
Sistemi elettromedicali.................................................... 8
Parte applicata ............................................................... 9
Massa estranea ............................................................ 10
Locali di gruppo 0, 1 e 2 .............................................. 10
Zona paziente .............................................................. 14
Sistema IT-M................................................................ 15
Quadro di distribuzione principale................................. 16

Realizzazione degli impianti


nei locali adibiti ad uso medico
Campo di applicazione della Norma ............................. 18
Prescrizioni di sicurezza per i locali ad uso medico ....... 18
Nodo equipotenziale .................................................... 21
Sistema IT-M................................................................ 27
Il monitoraggio dellisolamento ..................................... 31
Gli apparecchi per il controllo
dellisolamento delle linee a 230 V ................................ 33
Gli apparecchi per il controllo dell'isolamento
delle linee a 24 V .......................................................... 38
Pannelli di segnalazione a distanza QSD ...................... 40
Realizzazione dellimpianto elettrico .............................. 43
Quadri elettrici .............................................................. 43
Condutture ................................................................... 47
Condutture di alimentazione
degli apparecchi radiologici o similari ............................ 48
Selettivit delle protezioni ............................................. 48
Criteri di installazione .................................................... 49
Messa a terra ............................................................... 50
Servizi di sicurezza ....................................................... 50
Illuminazione di sicurezza ............................................. 51

Guida pratica per ambienti ospedalieri di gruppo 2

4
4.1
4.2
4.3
4.4
4.5
4.6
4.7
4.8

Clinos 3000: evoluzione della


comunicazione ospedaliera
Sistema di chiamata ..................................................... 52
Struttura del sistema .................................................... 54
Caratteristiche del sistema ........................................... 56
Congurazione del sistema........................................... 58
Componenti del sistema............................................... 58
Afdabilit e sicurezza .................................................. 58
Esempi di applicazione del sistema Clinos 3000 Plus ........59
Esempi di applicazione del sistema Clinos 3000 Phon ......62

Altre informazioni sugli impianti


per locali ad uso medico

5.1
Locali veterinari ............................................................ 66
5.1.1 Rischio elettrico ............................................................ 66
5.1.2 Criteri di dimensionamento
e protezione dellimpianto elettrico ............................... 67
5.1.3 Il sistema IT-M nei locali veterinari................................. 67
5.1.4 Veriche nei locali veterinari .......................................... 67
5.2
Veriche iniziali e periodiche ......................................... 68
5.2.1 Veriche iniziali ............................................................. 68
5.2.2 Veriche periodiche ...................................................... 73
5.2.3 Registrazione dei risultati .............................................. 73

6
6.1
6.2
6.3
6.4

Appendice
Percorso logico per la progettazione degli impianti
elettrici nei locali adibiti ad uso medico ......................... 74
Ipotesi per la progettazione .......................................... 75
Apparecchi elettromedicali con parti applicate .............. 78
Leggi e decreti ............................................................. 80

Introduzione

Questo volume frutto di molti anni di esperienza di ABB nel settore ospedaliero
e del quotidiano rapporto con i nostri clienti attivi nel settore, grazie ai quali
stato possibile approfondire tematiche ed applicazioni reali, in un continuo
confronto tra gli aspetti normativi e quelli tecnico-installativi.
Ringraziamo tutti i clienti ABB che hanno messo a nostra disposizione la loro
quotidiana esperienza per la grande sensibilit dimostrata circa la tutela della
sicurezza dei pazienti.

1.1

Premessa e scopo del documento


Il presente documento ha l'obiettivo di illustrare le prescrizioni fornite dalla Norma CEI 648/7 necessarie per la realizzazione dell'impianto elettrico dei locali adibiti ad uso medico di
gruppo 2: questi ambienti sono interessati da alti rischi per i pazienti e, di conseguenza,
richiedono l'implementazione di misure aggiuntive rispetto i tradizionali impianti elettrici
domestici e residenziali.
Inoltre il documento vuole anche essere di aiuto per tutti coloro che approcciano per la
prima volta questa tipologia di impianto che, rispetto agli impianti ordinari, comporta specici
criteri di progettazione e responsabilit a carico di progettisti ed installatori.

Guida pratica per ambienti ospedalieri di gruppo 2

1.2

ABB al servizio dellefcienza nelle strutture ospedaliere


Realizzare un ambiente ospedaliero comporta saper scegliere e installare prodotti dalle
caratteristiche adeguate. In questambito ABB offre una gamma completa di prodotti con
cui allestire ogni singolo ambiente, dalle sale operatorie ai locali di servizio, per garantire in
ospedali, cliniche, case di riposo, studi dentistici o veterinari condizioni organizzative ottimali
tali da consentire al personale sanitario di svolgere con efcienza le proprie mansioni e offrire
ai pazienti unassistenza costante e di alto livello qualitativo in un ambiente in totale sicurezza.
Per esempio, la comunicazione tra i pazienti e il personale medico-infermieristico assicurata
dal moderno sistema Clinos 3000 nelle diverse versioni per sola chiamata acustico-luminosa
o dotate anche della possibilit di comunicazione vocale diretta tra i singoli pazienti e il
personale. Per lequipaggiamento elettrico delle sale operatorie sono disponibili i quadri
QSO che, grazie ai trasformatori disolamento e agli apparecchi ISOLTESTER e
SELVTESTER, sono in grado di proteggere limpianto da contatti indiretti, senza tuttavia
interrompere automaticamente il circuito al primo guasto.

> Comunicazione
tra personale medico
e infermieristico

ABB fornisce inoltre tutti i prodotti e i sistemi necessari per la realizzazione degli impianti
elettrici e per lautomazione dei diversi impianti tecnologici delledicio: dai quadri elettrici
generali agli interruttori per il comando delle luci, dai sistemi di building automation con il
sistema EIB/KNX agli azionamenti e motori ad elevata efcienza energetica per il
condizionamento e gli impianti idrotermici, dagli interruttori scatolati e aperti ai centralini da
parete e da incasso, dalle canalizzazioni in plastica e metallo ai sistemi per sottopavimento.
Oltre che dagli apparecchi di uso generale per la distribuzione elettrica, le funzioni di
protezione, comando, controllo e misura possono essere realizzate attraverso specici
apparecchi, come ad esempio i blocchi differenziali, gli interruttori differenziali, gli scaricatori
di sovratensione e una vastissima gamma di prodotti da barra DIN.

INTRODUZIONE

Tutti i prodotti ABB sono studiati pensati e realizzati per funzionare in modo perfettamente
integrato, consentendo di realizzare le migliori soluzioni per lottimizzazione degli investimenti
e per massimizzare i risultati in termini di qualit, contenimento dei costi, efcienza operativa.

> Prodotti pensati


per lintegrazione

In ogni situazione e di fronte a qualsiasi esigenza, scegliere i prodotti ABB signica afdare
il funzionamento e la gestione dei propri impianti a unazienda leader nei settori dellenergia
e dellautomazione, da sempre in prima la nella produzione e fornitura di componenti e
sistemi per applicazioni ospedaliere.

Guida pratica per ambienti ospedalieri di gruppo 2

1.3

Referenze ABB nel mondo ospedaliero


Lesperienza ABB in campo ospedaliero deriva ed certicata da una serie di realizzazioni
che rappresentano il meglio dal punto di vista tecnologico.
Di seguito si elencano le pi importanti strutture ospedaliere con le quali ABB ha collaborato
di recente:
s#LINICA(UMANITASDI2OZZANO-)
s#ASADICURA#OLUMBUS -ILANO
s)STITUTO/RTOPEDICO'AETANO0INI -ILANO
s/SPEDALI.IGUARDA#Ag'RANDA -ILANO
s3PEDALI#IVILIDI"RESCIA
s/SPEDALEh#ITTDI"RESCIAv "RESCIA
s&ONDAZIONE0OLIAMBULANZADI"RESCIA
s/SPEDALEDI#IRCOLOE&ONDAZIONE-ACCHI 6ARESE
s/SPEDALEREGIONALEDI!OSTA
s0RESIDIO/SPEDALIERODI#ASTELFRANCO6ENETO46
s0RESIDIO/SPEDALIERODI-ONTEBELLUNA46

1
INTRODUZIONE
Ospedale di Circolo
e Fondazione Macchi - Varese

Ospedale di Circolo
e Fondazione Macchi - Varese
4

Guida pratica per ambienti ospedalieri di gruppo 2

Spedali Civili di Brescia

1
INTRODUZIONE

Spedali Civili di Brescia

Presidio Ospedaliero
di Castelfranco Veneto (TV)

Ospedali Niguarda CaGranda - Milano


Guida pratica per ambienti ospedalieri di gruppo 2

Perch importante progettare


e realizzare un impianto secondo
le norme

2.1

Legge 186
Disposizioni concernenti la
produzione di materiali,
installazioni,
apparecchiature,
macchinari e impianti
elettrici ed elettronici

<

Principi guida per la progettazione degli ambienti adibiti ad uso medico


Garantire la sicurezza contro i pericoli derivanti dagli impianti elettrici lobiettivo che il
legislatore si posto nella promulgazione di alcune leggi. Basilare stata la legge n. 186:
Disposizioni concernenti la produzione di materiali, apparecchiature, macchinari installazioni
e impianti elettrici ed elettronici, entrata in vigore il 1 marzo 1986. Essa impone che tutti
gli impianti elettrici e i relativi componenti siano realizzati a regola darte.
Per dare una denizione concreta del concetto di regola darte, la legge chiarisce che i
materiali, le apparecchiature, i macchinari, le installazioni e gli impianti elettrici ed elettronici
realizzati secondo le norme CEI si considerano costruiti a regola darte. Questa soluzione
legislativa, originale e concreta, anticipa di quindici anni quelli che saranno gli orientamenti
europei in materia, rappresentati dalla risoluzione Nuovo Approccio. Con lentrata in vigore
della legge 186/68, il conformarsi alle norme CEI assicura il rispetto delle prescrizioni; in altre
parole la conformit alle vigenti norme CEI porta come diretta conseguenza la presunzione
di conformit allordinamento giuridico esistente in materia di sicurezza. Rimane comunque
sempre aperta la strada a soluzioni alternative, la cui validit antinfortunistica richiede per
di essere ogni volta dimostrata tecnicamente.

D.M. 37/08
Regolamento concernente
lattuazione dellarticolo
11-quaterdecies,
comma 13, lettera a)
della legge n. 248
del 2 dicembre 2005,
recante riordino delle
disposizioni in materia
di attivit di installazione
degli impianti allinterno
degli edici

Legge 109
Legge quadro in materia
di lavori pubblici

<

Le norme vigenti quindi assumono il ruolo rappresentativo, anche se non esclusivo, del
concetto di regola dellarte e quindi in presenza di prescrizioni generiche o semplici
enunciazioni di scopo da parte delle leggi, la soluzione tecnica a regola darte pu essere
ricercata nelle norme CEI, investite a tutti gli effetti di rilevanza giuridica.
Alla luce della legge 186 e di quelle emanate successivamente (tra cui in particolare il D.M.
37/08 e il D.Lgs. 81/08) loperato di progettisti ed installatori soggetto pertanto a sanzioni
civili e/ penali quando non svolto a regola darte.
A ulteriore tutela della sicurezza il D.M 37/08, che ha sostituito la legge 46/90 e il relativo
regolamento di attuazione, richiede, oltre certi limiti dimensionali e per gli impianti
regolamentati da speciche norme CEI (tra cui appunto i locali ad uso medico), la
predisposizione di un progetto da parte di un professionista iscritto allalbo e l afdamento
dei lavori di installazione ad imprese abilitate che al termine dei lavori devono rilasciare una
dichiarazione di conformit dellimpianto alla regola dellarte.

<

Il progetto rappresenta latto iniziale indispensabile per la costruzione di un impianto elettrico,


come tutte le opere di ingegneria e della tecnica. La progettazione va fatta secondo le norme
di buona tecnica professionale. A tale scopo stata emanata dal CEI la Pubblicazione 0-2
Guida per la denizione della documentazione di progetto degli impianti elettrici. Essa
prevede due livelli: progetto di massima o preliminare e progetto denitivo o esecutivo.
La Legge 11.2.1994 n. 109 Legge quadro in materia di lavori pubblici e la Legge 2.6.1995
n. 216 di modica indicano tre tipi di progetto: preliminare, denitivo, esecutivo, in relazione
alle fasi in cui esso si sviluppa.
Un progetto deve essere redatto in modo da contenere tutti gli elementi necessari per la
precisa individuazione dellimpianto elettrico e per consentirne la costruzione. A tale scopo,
necessario partire dallo studio delle destinazioni duso degli ambienti e delle funzioni ad
essi connesse, dalle leggi e dalle norme tecniche esistenti, dallanalisi dei carichi, dalle
esigenze di gestione.

Guida pratica per ambienti ospedalieri di gruppo 2

2.2

Denizioni e nomenclatura
Prima di esaminare le modalit di realizzazione degli impianti per locali adibiti ad uso medico,
opportuno riportare alcune denizioni che consentono di comprendere meglio i contenuti
delle parti successive.
2.2.1
Locale ad uso medico
Locale destinato a scopi diagnostici, terapeutici, chirurgici, di sorveglianza o di
riabilitazione dei pazienti (inclusi i trattamenti estetici).

> CEI 64-8/7


Art. 710.2.1

Il locale ad uso medico pu essere costituito anche da un gruppo di locali, purch


funzionalmente collegati, anche se non direttamente comunicanti, e destinati a scopi
diagnostici, terapeutici, chirurgici, di sorveglianza o di riabilitazione dei pazienti (inclusi i
trattamenti estetici). Sono funzionalmente collegati, ad esempio, la sala operatoria, il locale
di pre-anestesia e quello di risveglio. I locali ad uso medico sono ambienti a maggior
rischio elettrico rispetto a quelli ordinari perch in essi i pazienti si possono trovare in
condizioni di maggior vulnerabilit e soggetti allapplicazione di apparecchi elettromedicali.
Per gli impianti elettrici, pertanto, necessario adottare particolari accorgimenti al ne di
garantire la massima sicurezza dei pazienti.

Esempi

Tensione di contatto limite


(UL) ammessa

locale ad uso medico

ambulatorio

25 V

locale ordinario

sala daspetto

50 V

PERCH IMPORTANTE PROGETTARE E REALIZZARE UN IMPIANTO SECONDO LE NORME

Tipo di locale

Locale ad uso medico

Locale di gruppo 2

Maggior rischio elettrico

Maggior tutela della sicurezza

Figura 2.1: Locale ad uso medico


(sopra) e locale ordinario (sotto)
Guida pratica per ambienti ospedalieri di gruppo 2

2.2.2
Apparecchio elettromedicale
CEI 64-8/7
Art. 710.2.3

<

Apparecchio elettrico, munito di non pi di una connessione ad una particolare rete


di alimentazione, destinato alla diagnosi, al trattamento o alla sorveglianza del
paziente sotto la supervisione di un medico, e che entra in contatto sico od elettrico
col paziente e/o trasferisce energia verso o dal paziente e/o rivela un determinato
trasferimento di energia verso o dal paziente. Lapparecchio comprende quegli
accessori, deniti dal costruttore, che sono necessari per permettere luso normale
dellapparecchio.
Lalimentazione pu essere anche ottenuta mediante una sorgente elettrica interna.
In relazione al loro grado disolamento gli apparecchi elettromedicali possono essere di
classe I o di classe II. Nei primi, la protezione contro i contatti indiretti assicurata dal
collegamento al conduttore di protezione (Fig. 2.2.a), in quelli di classe II intrinseca in
quanto fornita dal doppio isolamento o dallisolamento rinforzato (Fig. 2.2.b).

2
PERCH IMPORTANTE PROGETTARE E REALIZZARE UN IMPIANTO SECONDO LE NORME

Figura 2.2: Apparecchio elettromedicale

2.2.3
Sistemi elettromedicali
Combinazione di pi apparecchi, uno dei quali almeno deve essere un apparecchio
elettromedicale, interconnessi mediante una connessione funzionale o mediante
una presa multipla mobile.
I sistemi elettromedicali sono un complesso di pi apparecchi elettromedicali oppure di
apparecchi elettromedicali con altri apparecchi non elettromedicali, connessi elettricamente
sia per il trasferimento di dati o segnali, sia tramite lalimentazione. Un esempio pu essere
un apparecchio che rileva i parametri siologici di un paziente e trasferisce i relativi dati
ad unaltra apparecchiatura che provvede ad elaborarli per fornire informazioni utili per la
diagnosi.

Figura 2.3: Sistema elettromedicale


8

Guida pratica per ambienti ospedalieri di gruppo 2

2.2.4
Parte applicata
Una parte dellapparecchio che nelluso normale:
- viene necessariamente in contatto sico con il paziente perch lapparecchio possa
svolgere la sua funzione; oppure
- pu essere portata a contatto con il paziente; oppure
- necessita di essere toccata dal paziente.

> CEI 64-8/7


Art. 710.2.4

La parte applicata pu essere un elettrodo esterno o interno al corpo o una supercie


dellapparecchio che, per ragioni funzionali, devono essere portati in contatto col paziente.
In relazione al tipo di parte applicata, gli apparecchi elettromedicali si distinguono in apparecchi
con parti applicate di tipo CF, BF e B, in base ad una graduatoria decrescente di sicurezza.
Parte
applicata

Simbolo

Descrizione
Apparecchi la cui parte applicata isolata da terra
(F = oating) e pu esser posta in contatto diretto
col cuore in quanto hanno la parte applicata isolata

BF

Apparecchi la cui parte applicata isolata da terra


(F = oating), ma presentano un grado di protezione
inferiore a quelli CF. Non sono pertanto adatti
ad una applicazione cardiaca diretta

Apparecchi con parte applicata non isolata da terra


Sono pertanto meno sicuri riguardo le correnti
di dispersione

2
PERCH IMPORTANTE PROGETTARE E REALIZZARE UN IMPIANTO SECONDO LE NORME

CF

Figura 2.4: Esempio di apparecchio


elettromedicale con parte applicata

Figura 2.5: Esempio di apparecchio


elettromedicale senza parte applicata
Guida pratica per ambienti ospedalieri di gruppo 2

2.2.5
Massa estranea
CEI 64-8/2
Art. 23.3

<

Parte conduttrice non facente parte dellimpianto elettrico in grado di introdurre


un potenziale, generalmente il potenziale di terra.
Sono masse estranee, ad esempio, le condutture metalliche di gas, acqua, per
riscaldamento e dei gas medicali, il tavolo operatorio, le condutture dellaria condizionata
e gli elementi metallici delledicio, come le nestrature metalliche che si estendono
allesterno del locale o le strutture per reggere il carton gesso delle pareti. Gli elementi
metallici presenti nel locale sono da considerare masse estranee se presentano una
resistenza verso terra:
R < 0,5 M
nei locali medici di gruppo 2 dove esiste pericolo di microshock
(ad esempio, sale di chirurgia in genere)
R < 200 
nei locali di gruppo 1 e in quelli di gruppo 2 dove per non c pericolo
di microshock, ma solo di macroshock
R < 1.000 
nei locali ordinari

2
PERCH IMPORTANTE PROGETTARE E REALIZZARE UN IMPIANTO SECONDO LE NORME

1 Masse
2 Masse estranee
3 Massa estranea
(se il tavolo
non elettrico)

2.2.6
Locali di gruppo 0, 1 e 2
La Norma CEI 64-8/7 classica i locali ad uso medico nel seguente modo:
CEI 64-8/7
Art. 710.2.5

<

locale di gruppo 0: locale ad uso medico nel quale non si utilizzano apparecchi
elettromedicali con parti applicate.
Sono gli ambulatori e le sale di massaggio dove non si utilizzano apparecchi elettromedicali;

Figura 2.6: Locale di gruppo 0,


ambulatorio
10

Guida pratica per ambienti ospedalieri di gruppo 2

segue 2.2.6
locale di gruppo 1: locale ad uso medico nel quale le parti applicate sono destinate
ad essere utilizzate nel modo seguente: esternamente, invasivamente entro qualsiasi
parte del corpo, ad eccezione della zona cardiaca.

> CEI 64-8/7


Art. 710.2.6

Sono i locali ove si impiegano apparecchi elettromedicali con parti applicate esternamente
o anche internamente al corpo del paziente, ma in questultimo caso non nella zona
cardiaca;

2
PERCH IMPORTANTE PROGETTARE E REALIZZARE UN IMPIANTO SECONDO LE NORME

Figura 2.7: Locale di gruppo 1,


camera di degenza

locale di gruppo 2: locale ad uso medico nel quale le parti applicate sono destinate
ad essere utilizzate in applicazioni quali interventi intracardiaci, operazioni
chirurgiche, o il paziente sottoposto a trattamenti vitali dove la mancanza
dellalimentazione pu comportare pericolo per la vita.

> CEI 64-8/7


Art. 710.2.7

Sono i locali nei quali si utilizzano apparecchi elettromedicali con cateteri, con uidi
conduttori o elettrodi applicati nella zona cardiaca o direttamente al cuore dei pazienti,
con conseguente pericolo di microshock. Sono da considerarsi locali di gruppo 2 anche
quelli in cui i pazienti sono sottoposti a trattamenti vitali, tali che la mancanza di
alimentazione pu comportare pericolo per la vita, e le sale di preparazione alle
operazioni, sale per ingessature chirurgiche o sale di risveglio postoperatorio, con pazienti
che sono stati sottoposti ad anestesia generale.

Figura 2.8: Locale di gruppo 2,


camera operatoria

Guida pratica per ambienti ospedalieri di gruppo 2

11

segue 2.2.6
Locali ordinari
Sono quei locali di servizio alla struttura medica, quali gli ufci, i locali per il personale
(ad esempio, gli spogliatoi, sala mensa, ecc.), i magazzini, i corridoi di accesso alle camere
di degenza, i locali di servizio, i servizi igienici per il personale, le sale di attesa ecc.
un locale ad uso medico, ossia destinato a scopi
diagnostici, terapeutici, chirurgici, di sorveglianza o di
riabilitazione dei pazienti (inclusi i trattamenti estetici)?

NO

Altro tipo di locale:


ad esempio ordinario

NO

Locale di gruppo 0

NO

Locale di gruppo 1

SI

Locale di gruppo 2

SI

Si usa almeno un apparecchio elettromedicale


con parti applicate?
SI

Si eseguono interventi intracardiaci od altre operazioni


chirurgiche con pericolo di microschock?

PERCH IMPORTANTE PROGETTARE E REALIZZARE UN IMPIANTO SECONDO LE NORME

oppure
Il paziente sottoposto a trattamenti vitali dove la
mancanza di alimentazione elettrica pu comportare
pericolo di vita?
oppure
Si eseguono attivit di preparazione alle operazioni,
ingessature chirurgiche, risveglio postoperatorio e
viene praticata lanestesia generale?
Figura 2.9: Schema di flusso
per individuare il tipo di locale

La classificazione dei locali, da attuare in base alluso abituale dellambiente, e


lindividuazione della zona paziente devono essere effettuate dal personale medico
o in accordo con lorganizzazione sanitaria, che devono indicare quali trattamenti medici
devono essere espletati entro tale locale.
Allo scopo di individuare il gruppo di appartenenza di un locale, devono essere tenuti
presente i rischi di macroshock e di microshock e le situazioni di anestesia generale o locale.
Il macroshock viene
identicato con
lelettrocuzione, ossia
la circolazione di corrente
attraverso il corpo che
si verica quando due
porzioni cutanee sono
soggette ad una
differenza di potenziale
(ad esempio tra mano e
mano o tra piede e piede).
In questo caso la corrente
si ripartisce in pi
percorsi e solo una parte
pu interessare la regione
toracica e lambire il
muscolo cardiaco, per cui
pu risultare pericolosa,
per persone in stato
di salute normale, quando
raggiunge intensit
prossime a 40 60 mA

12

<

F N

Guida pratica per ambienti ospedalieri di gruppo 2

segue 2.2.6

> Il microshock si verica


F N

I
B

Tipo di locale
Sala per massaggi

Gruppo 0 Gruppo 1 Gruppo 2




Camere di degenza

Sala parto

Sala ECG, EEG, EHG, EMG


 (1)

Sala per endoscopie


Ambulatori

2
PERCH IMPORTANTE PROGETTARE E REALIZZARE UN IMPIANTO SECONDO LE NORME

Esempi di classicazione dei locali ad uso medico

quando una differenza


di potenziale anche
di entit piccolissima
viene applicata
direttamente al muscolo
cardiaco attraverso una
sonda intracardiaca
o un catetere (ma anche
un ferro chirurgico
buon conduttore
accidentalmente
in tensione).
In questo caso tutta
la corrente va a
sollecitare la massa
cardiaca con maggiore
intensit nel punto
di applicazione della
sonda, determinando
unelevata probabilit
che si inneschi
la brillazione.
La corrente risulta
pericolosa se supera
i 10 60 microampere,
valori di alcune migliaia
di volte inferiori a quelli
del macroshock

Sala per urologia

 (1)
 (1)

Sala per diagnostica radiologica e radioterapie

Sala per idroterapia

Sala per sioterapia

Sala per anestesia

Sala per chirurgia

Sala di preparazione alle operazioni

 (2)

Sala per ingessature chirurgiche

 (2)

Sala di risveglio postoperatorio

 (3)

Sala per applicazioni di cateteri cardiaci

Sala per cure intensive




Sala per esami angiograci ed emodinamici


Sala per emodialisi

Sala per risonanza magnetica (MRI)

Sala per medicina nucleare

Sala prematuri

(1)

Se non una sala per operazioni chirurgiche.


Se viene praticata anestesia generale.
(3)
Se ospita pazienti nella fase di risveglio da anestesia generale.
(2)

Guida pratica per ambienti ospedalieri di gruppo 2

13

2.2.7
Zona paziente

<

CEI 64-8/7
Art. 710.2.8

Il centro di riferimento, per determinare la zona paziente, pu essere, ad esempio, il letto


operatorio, il letto della camera di degenza o la poltrona dello studio dentistico.
La zona paziente non si estende oltre i 2,5 m dal piano di calpestio e al di fuori del locale.
Si osservi che la zona paziente pu essere linviluppo delle zone paziente relativa alle
posizioni in cui ragionevolmente il paziente pu venirsi a trovare mentre in contatto con
parti applicate. Analogamente, se gli apparecchi elettromedicali sono pi di uno e/o
spostabili, la zona paziente si ingrandisce no a occupare al limite tutto il locale. Cos si
tiene conto di possibili spostamenti che gli apparecchi elettromedicali o il paziente possono
subire nel tempo.
La determinazione, nella fase progettuale, della zona paziente permette di evitare il
collegamento al nodo equipotenziale delle masse estranee poste fuori dalla zona paziente,
riducendo la dimensione del nodo e semplicando l'installazione con conseguente
riduzione di costi. Richiede per di stabilire a priori tutte le possibili posizioni nelle quali il
paziente pu trovarsi mentre in contatto con un apparecchio elettromedicale con parti
applicate; diversamente, si corre il rischio di rendere inadeguato limpianto elettrico
allorch, per esigenze mediche, richiesto lo spostamento di un apparecchio
elettromedicale con parti applicate in una posizione diversa da quelle previste
originariamente.
Talvolta, quindi, pu essere opportuno considerare come zona paziente lintero locale,
consentendo una maggior essibilit duso degli spazi.

2
PERCH IMPORTANTE PROGETTARE E REALIZZARE UN IMPIANTO SECONDO LE NORME

Locale di

Gruppo
2

Gruppo
1

Qualsiasi volume in cui un paziente con parti applicate pu venire in contatto


intenzionale, o non intenzionale, con altri apparecchi elettromedicali o sistemi
elettromedicali o con masse estranee o con altre persone in contatto con tali elementi.

Gruppo
0

Nessuna
zona
paziente

SI

2,5 m

1,5

1,5
1,5

Il paziente pu
trovarsi in ununica
posizione
predenita?

m
1,5 m

1,5

m
1,5

NO

1,5
m

1,5
m

m
1,5
1,5
m

m
1,5

1,5
m

Figura 2.10: Individuazione


zona paziente
14

Guida pratica per ambienti ospedalieri di gruppo 2

2.2.8
Sistema IT-M
Sistema elettrico destinato allalimentazione dei locali ad uso medico di gruppo 2.

> CEI 64-8/7


Art. 710.2.10

Il sistema IT-M costituito da un trasformatore di isolamento per uso medicale e da un


dispositivo di controllo permanente della resistenza di isolamento verso terra.
Con il trasformatore disolamento si ottengono due funzioni essenziali: garantire la
continuit di funzionamento in caso di guasto a terra e ridurre entro i limiti di sicurezza la
tensione cui pu essere sottoposto il paziente (e quindi anche la corrente che potrebbe
interessare il paziente, proteggendolo dal rischio di microshock).
Poich un secondo guasto a terra equivarrebbe ad un cortocircuito, con il conseguente
intervento delle protezioni e un elevato pericolo per il paziente, necessario associare al
trasformatore disolamento un dispositivo in grado di rilevare il decadimento dellisolamento
e di segnalare il primo guasto a terra.
Alimentazione

IT-M del locale


di gruppo 2

PERCH IMPORTANTE PROGETTARE E REALIZZARE UN IMPIANTO SECONDO LE NORME

pulsante di
prova
Trasformatore
di isolamento
medicale

Monitor di
isolamento
pulsante di
tacitazione

230 V

pulsante di
prova
Pannello con
segnalazioni
a distanza
pulsante di
tacitazione
nodo
equipotenziale
Figura 2.11: Sistema IT-M

Guida pratica per ambienti ospedalieri di gruppo 2

15

2.2.9
Quadro di distribuzione principale

<

CEI 64-8/7
Art. 710.2.9

Quadro di distribuzione nelledicio destinato alla distribuzione principale dellenergia


elettrica a tutto ledicio (quadro generale) o ad una sua parte consistente, dove
misurato labbassamento di tensione al quale va riferito il funzionamento dei servizi
di sicurezza.
il quadro, alimentato dal quadro generale di bassa tensione, che alimenta a sua volta i
quadri di reparto e di zona.
destinato alla distribuzione ordinaria e di sicurezza (alimentazione in assenza di rete
tramite il gruppo elettrogeno). In esso sono installati: i dispositivi di protezione e di
sezionamento, gli strumenti di misura, leventuale commutatore automatico rete/gruppo
elettrogeno (che potrebbe per essere inserito, in alternativa, sul quadro gruppo
elettrogeno).
Su questo quadro misurato il valore di tensione al di sotto del quale si ha lintervento
dei servizi di sicurezza.

2
RETE
PERCH IMPORTANTE PROGETTARE E REALIZZARE UN IMPIANTO SECONDO LE NORME

Quadro
MT

Gruppo
Elettrogeno

MT/BT

Quadro
gruppo
elettrogeno

Quadro
generale
BT

Quadro di
ditribuzione
principale
(di edificio)

Quadro
reparto
chirurgia

Q2
Quadro zona
operatori
medici

Q3

QDP

Q1
UPS

Q4 e Q5

Quadro
blocco
operatorio

Quadro
sala per
chirurgia

sezione
non
IT-M

IT-M

Figura 2.12: Esempio di distribuzione


a stella dellenergia elettrica allinterno
di una struttura ospedaliera

16

Guida pratica per ambienti ospedalieri di gruppo 2

segue 2.2.9
Il D.M. 18 settembre 2002 del Ministero degli Interni richiede che il quadro di distribuzione
principale delledicio ed i quadri di reparto e di zona, alimentati direttamente dal quadro di
distribuzione principale, siano ubicati in posizione protetta dallincendio.
raccomandabile ubicare il quadro di distribuzione delledicio in locali appositi, non
direttamente comunicanti con gli ambienti destinati al pubblico e non in prossimit di
strutture combustibili n di depositi di materiale combustibile.

2
PERCH IMPORTANTE PROGETTARE E REALIZZARE UN IMPIANTO SECONDO LE NORME

Figura 2.13: Esempio di quadro


di distribuzione principale

Guida pratica per ambienti ospedalieri di gruppo 2

17

Realizzazione degli impianti


nei locali adibiti ad uso medico

3.1

Campo di applicazione della norma

La norma CEI 64-8/7-710


si applica ad ospedali,
cliniche, studi medici
e odontoiatrici, locali
per massosioterapia,
centri estetici e
ambulatori vetrinari

<

Nei locali ad uso medico necessario garantire la sicurezza del personale medico e in
particolare dei pazienti che potrebbero venire in contatto con gli apparecchi elettromedicali;
pertanto devono essere osservate speciche prescrizioni per la sicurezza, aggiuntive a quelle
generali della Norma CEI 64-8, che riguardano sia le apparecchiature sia gli impianti.
La sicurezza delle apparecchiature elettromedicali oggetto delle norme del Comitato
Tecnico 62 del CEI, mentre la sicurezza degli impianti elettrici nei locali adibiti ad uso medico
oggetto della sezione 710 della Norma 64-8/7 che si applica agli ospedali, cliniche
mediche, studi medici ed odontoiatrici, locali per massosioterapia, e in tutti quegli ambienti,
ovunque si trovino (ad es. locali ad uso medico nei luoghi di lavoro o inseriti in edici destinati
anche ad uso residenziale), in cui si utilizzano apparecchi elettromedicali con parti applicate
al paziente.
Le prescrizioni si applicano anche ai locali ad uso estetico e, in quanto praticamente
applicabili, anche per cliniche e ambulatori veterinari.

3.2

Prescrizioni di sicurezza per i locali ad uso medico


Il pericolo di elettrocuzione pu provenire da un contatto diretto con una parte del circuito
ordinariamente in tensione, oppure da contatto indiretto con una parte metallica, per
esempio la carcassa metallica di uno sterilizzatore, ordinariamente non in tensione, ma che
in tensione a causa di un difetto disolamento.
Per la difesa contro i contatti diretti e indiretti nei locali ad uso medico la Norma CEI 64-8/7
ammette i seguenti sistemi di protezione.
Protezione contro i contatti diretti
Per la protezione contro i contatti diretti con parti in tensione sono ammessi solamente
lisolamento delle parti attive o la loro segregazione mediante lutilizzo di barriere o involucri
con grado di protezione non inferiore a IPXXD (oppure IP4X) per le superci orizzontali a
portata di mano e IPXXB (oppure IP2X) in tutti gli altri casi.
Protezione contro i contatti indiretti
La protezione contro i contatti indiretti nei locali ad uso medico si basa sui seguenti
provvedimenti:
a) Protezione mediante interruzione automatica dellalimentazione;
b) Collegamento equipotenziale supplementare (nodo equipotenziale) per le masse e per le
masse estranee presenti nella zona paziente, o che possono entrarvi;
c) Sistema IT-M;
d) Impiego di apparecchiature con isolamento in Classe II;
e) Sistemi a bassissima tensione di sicurezza (SELV e PELV).

18

Guida pratica e di consultazione per ambienti ospedalieri

segue 3.2
Misure di protezione
Interruzione automatica
dellalimentazione

Locali di
Gruppo 1


Locali di
Gruppo 2


Per tutti i circuiti


non alimentati dal sistema IT-M

Sistema IT-M
Collegamento equipotenziale
supplementare

Resistenza dei conduttori


0,2 

Apparecchi di classe II

Collegamento delle masse


al nodo equipotenziale

Sistemi a bassissima tensione


di sicurezza (SELV e PELV)

Collegamento delle masse


al nodo equipotenziale

Tabella 3.1: Sintesi delle misure


di protezione contro i contatti indiretti

a) Protezione mediante interruzione automatica del circuito


Questa protezione deve essere applicata coerentemente con il modo di collegamento a
terra utilizzato dalla rete (TN o TT) e tenendo presente che il valore della tensione di
contatto limite UL, in caso di guasto, ridotto a 25 V (per la sezione di impianto in bassa
tensione).
Nei sistemi TN vietato luso del conduttore PEN (schema TN-C) a valle del quadro di
distribuzione principale in quanto pu provocare disturbi e costituire pericolo dincendio;
per cui ammesso il solo sistema TN-S.
In questi sistemi un guasto franco a terra deve determinare lintervento delle protezioni (in
genere interruttori automatici) nei tempi indicati nella tabella 3.2.
Circuiti terminali
t (s)

Circuiti di distribuzione
t (s)

120

0,4

230

0,2

400

0,06

REALIZZAZIONE DEGLI IMPIANTI NEI LOCALI ADIBITI AD USO MEDICO

Tensione U0 (fase-terra)
(V)

Tabella 3.2: Tempi di interruzione


massimi per sistemi TN-S

Nei sistemi TT deve essere soddisfatta la relazione:


RE Idn 25
dove:
RE la resistenza di terra del dispersore (in ohm);
Idn la corrente differenziale nominale di intervento pi elevata degli interruttori differenziali
posti a protezione dellimpianto (in ampere).
Nei locali medici di gruppo 1 la norma impone la protezione mediante interruttori differenziali
con Idn 30 mA dei soli circuiti terminali che alimentano prese a spina con corrente nominale
no a 32 A, sebbene sia preferibile la protezione differenziale di tutti i circuiti.
Nei locali medici di gruppo 2 devono essere obbligatoriamente protetti mediante interruttori
differenziali con Idn 30 mA tutti i circuiti che non sono alimentati da un sistema IT-M (salvo
che alimentino soltanto apparecchi ssi posti ad altezza superiore a 2,5 m e che non
possono entrare nella zona paziente)

> CEI 64-8/7


Art. 710.413.1.3

Scelta dellinterruttore differenziale


Alcuni utilizzatori, quali i gruppi statici di continuit (UPS), i personal computer, le stampanti,
le apparecchiature elettromedicali, come ad es. gli apparecchi per tomograa assiale
computerizzata (TAC) o per risonanza magnetica (RM) ecc. incorporano circuiti elettronici
che danno luogo, in caso di guasto a terra, a correnti con componenti continue tali da
compromettere il funzionamento dei normali dispositivi differenziali tipo AC posti a protezione
dei circuiti dalimentazione (le correnti di guasto a terra non sono rilevate dal trasformatore
toroidale).
Da qui lobbligo per i locali di gruppo 1 e di gruppo 2, di ricorrere, in funzione del tipo di
corrente di guasto, ai differenziali di tipo A, in grado di intervenire anche con correnti di
guasto unidirezionali pulsanti o di tipo B, capaci di intervenire anche con correnti di guasto
unidirezionali pulsanti e continue.
Nel caso di alimentazione tramite UPS trifase la norma di prodotto richiede che la protezione
sia ottenuta mediante interruttori differenziali di tipo B.

Figura 3.1: Esempi di interruttore


differenziale di tipo A e di tipo B
Guida pratica per ambienti ospedalieri di gruppo 2

19

segue 3.2
Tipi di interruttori differenziali
Simbolo

Tipo
AC

Applicazione

Descrizione

Locali di gruppo
1 o 0 con sistema
di distribuzione TN

Funziona solo per correnti differenziali


alternate, applicate istantaneamente
o lentamente crescenti

Locale di gruppo 2:
circuito di
illuminazione, prese
radiologiche, prese
apparecchiature
fuori dalla zona
paziente

Funziona per correnti differenziali alternate


e pulsanti unidirezionali, applicate
istantaneamente o lentamente crescenti
Funziona per correnti differenziali alternate,
pulsanti unidirezionali e componenti
continue, applicate istantaneamente
o lentamente crescenti.

Una corrente pulsante unidirezionale una corrente che assume per un intervallo di
almeno 150 di ciascun periodo della frequenza nominale (a 50 Hz: 8,33 ms) un valore
che non supera 6 mA.

3
REALIZZAZIONE DEGLI IMPIANTI NEI LOCALI ADIBITI AD USO MEDICO

Obbligo dei
collegamenti
equipotenziali

CEI 64-8/7
Art. 710.413.1.2.2.1

Condizioni che rendono


obbligatorio limpiego del
sistema IT-M

Simbolo del
doppio isolamento

20

<

<

<

b) Collegamento equipotenziale supplementare


La Norma CEI 64-8/4 prescrive leffettuazione di collegamenti equipotenziali principali,
alla base di ogni edicio, al ne di assicurare lequipotenzialit di tutte le masse estranee
entranti nelledicio stesso, e di collegamenti equipotenziali supplementari negli ambienti
a maggior rischio elettrico.
I locali ad uso medico di gruppo 1 e 2 rientrano espressamente in questa prescrizione in
quanto con i collegamenti equipotenziali supplementari si limitano al massimo le differenze
di potenziale tra masse e masse estranee e quindi le correnti che potrebbero interessare
un paziente in contatto con tali masse.
Ciascun locale ad uso medico deve pertanto essere dotato di un proprio nodo
equipotenziale al quale vanno collegati gli apparecchi elettrici e tutte le parti metalliche
che possono chiudere un circuito elettrico verso terra in modo che al vericarsi di un
guasto a terra di un apparecchio (anche esterno al locale) tutte le masse e le masse
estranee assumano istantaneamente pressoch lo stesso potenziale (nessuna differenza
di potenziale signicativa tra gli apparecchi accessibili al paziente).
Per i locali di gruppo 2 il collegamento equipotenziale deve presentare una resistenza non
superiore a 0,2 .
c) Sistema IT-M
noto che linterruttore differenziale non limita la corrente di guasto ma solo il suo tempo
di permanenza (da 30 a 10 ms circa); in questo lasso di tempo seppure ridottissimo, la
tensione verso il nodo equipotenziale pu raggiungere valori elevati ed il paziente pu
essere in serio pericolo se in contatto con la massa dellapparecchio guasto e unaltra
massa o una massa estranea.
Per questo motivo nei locali ad uso medico di gruppo 2 con pericolo di microshock la
norma prescrive limpiego, unitamente al nodo equipotenziale, del sistema IT-M per tutti
i circuiti che alimentano:
- apparecchi elettromedicali situati a meno di 2,5 m dal piano di calpestio, o che possono
entrare nella zona paziente;
- prese a spina (con lesclusione di quelle che alimentano gli apparecchi di potenza
superiore a 5 kVA e gli apparecchi radiologici).
Il sistema IT-M consente infatti di:
- limitare le correnti di guasto verso terra contenendo le tensioni di contatto;
- ridurre le correnti di dispersione;
- assicurare la continuit di servizio in caso di primo guasto a terra di un apparecchio.
Con il sistema IT-M i circuiti derivati al secondario vanno protetti con fusibili o interruttori
automatici magnetotermici ma non differenziali poich il differenziale non avrebbe efcacia
in questo particolare sistema.
d) Componenti di classe II
Anche gli apparecchi elettromedicali possono essere realizzati con isolamento in classe
II e portare il simbolo del doppio isolamento.
Per questi apparecchi non esiste lobbligo del loro collegamento a terra se installati in
locali ordinari o di gruppo 1, devono invece essere collegati al nodo equipotenziale (o a
un subnodo) se usati in locali ad uso medico di gruppo 2.

Guida pratica per ambienti ospedalieri di gruppo 2

segue 3.2

3.2.1

Sistema SELV
230 V

PE

Sistema PELV
230 V

PE

REALIZZAZIONE DEGLI IMPIANTI NEI LOCALI ADIBITI AD USO MEDICO

e) Protezione contro i contatti diretti e indiretti (sistemi SELV e PELV)


La protezione congiunta contro i contatti diretti ed indiretti assicurata dallalimentazione
elettrica a bassissima tensione di sicurezza realizzabile con i sistemi SELV (Safety Extra
Low Voltage) e PELV (Protection Extra Low Voltage) purch la loro tensione nominale non
sia superiore a 25 V in corrente alternata e a 60 V in corrente continua non ondulata.
Lalimentazione deve provenire da un trasformatore di sicurezza oppure da una batteria
di accumulatori e i circuiti SELV e PELV devono essere installati con le modalit prescritte
dalla Norma CEI 64-8/4 al punto 411.1.3.
Le parti attive, se non sufcientemente isolate, devono essere protette con un grado di
protezione almeno IP XXB e, per superci superiori orizzontali a portata di mano (ad es.:
letti o tavoli o superci diverse), almeno IP XXD.
Nei locali di Gruppo 2 limpiego di questi sistemi richiede i seguenti ulteriori provvedimenti:
- il trasformatore di sicurezza deve essere alimentato al primario dal sistema IT-M se ai
sistemi SELV o PELV sono collegate anche apparecchiature che entrano nellarea del
paziente (caso tipico lalimentazione della lampada scialitica se questa a 25 V);
- gli apparecchi alimentati devono essere connessi con il sistema di equipotenzializzazione
del locale ad uso medico (nodo equipotenziale).
I sistemi SELV e PELV sono poco utilizzati se non per lalimentazione di apparecchiature
dedicate come, ad esempio, gli apparecchi di illuminazione di tipo scialitico o anche
pompe dinfusione.

collegamenti
eventuali

Nodo equipotenziale
La funzione del nodo equipotenziale quella di interconnettere galvanicamente tutte
le masse e le masse estranee presenti o che possono entrare nella zona paziente
(g. 3.2). In tal modo, qualora si verichi un guasto a massa, tutte le masse vengono
a trovarsi allo stesso potenziale e il paziente, eventualmente in contatto con due o
pi masse, non soggetto a correnti pericolose.
Le Norme prescrivono linstallazione di un nodo equipotenziale in ogni locale di
gruppo 1 e 2.
Il nodo pu essere realizzato con una morsettiera o una barretta di rame con pi fori (uno
per ogni conduttore connesso) e collocato su una parete allinterno o immediatamente
allesterno del locale.
Nei locali di gruppo 0 si applicano le regole generali e, quindi, non richiesto alcun nodo
equipotenziale, tranne, ovviamente, che per i locali da bagno e doccia.

Figura 3.2: Nodo equipotenziale


costituito da una morsettiera

Guida pratica per ambienti ospedalieri di gruppo 2

21

segue 3.2.1

<

(1)

i conduttori di protezione degli apparecchi (3)


i contatti di terra di tutte le prese del locale, in quanto possono
alimentare apparecchi che potrebbero essere portati nella zona
paziente (4)
i ferri di armatura del cemento armato del locale, quando
possibile
leventuale schermo metallico posto tra gli avvolgimenti del
trasformatore di isolamento medicale (5)

REALIZZAZIONE DEGLI IMPIANTI NEI LOCALI ADIBITI AD USO MEDICO

gli eventuali schermi metallici destinati alla riduzione dei campi


elettromagnetici
le eventuali griglie conduttrici poste sotto il pavimento
i tavoli operatori a posa ssa e non elettrici a meno che essi non
siano destinati ad essere isolati da terra

i mobili metallici (6)


le parti metalliche degli arredi

Elementi da
non collegare

tubazioni metalliche dellacqua


calda/fredda, scarichi, ossigeno,
gas medicali, condizionamento,
strutture portanti del cartongesso, inssi metallici escluse le parti mobili quali le ante di porte e
nestre
(2)
dato che in condizioni duso pu
entrare nellarea paziente
(3)
per i soli locali di gruppo 2 anche
gli apparecchi SELV e PELV
(4)
salvo il contatto di terra delle prese a spina poste al di sopra di
2,5 m, utilizzate esclusivamente
per lalimentazione di apparecchi
di illuminazione, che comunque
deve essere collegato allimpianto di messa a terra
(5)
nei locali di gruppo 2
(6)
senza componenti elettrici

le masse e le masse estranee (1) che si trovano o possono


entrare, durante il loro uso, nella zona paziente, comprese
quelle installate ad altezza superiore a 2,5 m come, ad esempio,
la massa dallapparecchio scialitico (2)

Elementi da collegare al nodo

Al nodo equipotenziale,
ciascuno con un proprio
conduttore,
si devono collegare gli
elementi che possono dar
luogo a differenze di
potenziale

Tabella 3.3: Elementi da collegare


e da non collegare al nodo

22

Guida pratica per ambienti ospedalieri di gruppo 2

segue 3.2.1
Zona paziente

3
REALIZZAZIONE DEGLI IMPIANTI NEI LOCALI ADIBITI AD USO MEDICO

Figura 3.3: Esemplificazione


degli elementi da collegare
al nodo equipotenziale

Nelle camere di degenza (locale di gruppo 1), al nodo equipotenziale vanno collegate tutte
le masse e le masse estranee ed eventuali schermi contro le interferenze elettromagnetiche,
in quanto opportuno considerare la zona paziente estesa a tutto il locale.
Qualora esistano locali da bagno o doccia collegati funzionalmente al locale di gruppo 1 e
ordinariamente utilizzati dal paziente, devono essere anchessi equipotenzializzati tramite il
nodo locale.

Guida pratica per ambienti ospedalieri di gruppo 2

23

segue 3.2.1
Sub-nodi
In genere non ammessa la connessione in cascata (sub-nodo), ad eccezione delle
tubazioni metalliche e delle prese a spina vicine.
Nel collegamento equipotenziale tra una massa o una massa estranea e il nodo
equipotenziale pu essere interposto un solo sub-nodo. Nello stesso locale, si possono
avere anche pi nodi intermedi, purch sia soddisfatta la regola suddetta.
Il collegamento entra-esci tra prese deve essere considerato un sub-nodo, per cui non
pu coinvolgere pi di due prese.

CORRETTO

sub
nodo

sub
nodo

REALIZZAZIONE DEGLI IMPIANTI NEI LOCALI ADIBITI AD USO MEDICO

nodo
equipotenziale

NON AMMESSO
sub nodo
ulteriore

sub
nodo

sub
nodo

nodo
equipotenziale
LIVELLO 1
LIVELLO 0
Figura 3.4: Utilizzo dei sub-nodi
corretto e non ammesso

24

Guida pratica per ambienti ospedalieri di gruppo 2

segue 3.2.1
Sezione dei conduttori connessi al nodo equipotenziale
I conduttori che collegano le masse estranee al nodo equipotenziale sono deniti conduttori
equipotenziali e devono avere una sezione non inferiore a 6 mm2.
I conduttori che collegano le masse al nodo equipotenziale sono conduttori di protezione
(PE) e la loro sezione deve essere stabilita con i criteri indicati dalla norma generale, ossia
deve essere almeno uguale a quella dei conduttori di fase.
La sezione del conduttore che collega un sub-nodo al nodo equipotenziale deve essere
almeno uguale a quella del conduttore di sezione pi elevata connesso al sub-nodo.

PE 10 mm2

2,5 mm2

EQS 6 mm2

3
EQS 6 mm

PE

REALIZZAZIONE DEGLI IMPIANTI NEI LOCALI ADIBITI AD USO MEDICO

2,5 mm

6 mm2

Sub-nodo

10 mm2
4 mm2

PE

6 mm2
2,5 mm2

Sub-nodo
PE

6 mm2

4 mm2

Sub-nodo

10 mm2
Nodo equipotenziale

Figura 3.5: Sezioni minime ammesse


per i conduttori equipotenziali

Il nodo equipotenziale va collegato al conduttore di protezione principale dellimpianto di


terra con un conduttore di sezione almeno pari alla maggiore tra quelle dei conduttori che
fanno capo al nodo stesso.
Una sezione non inferiore deve avere anche il conduttore di protezione che svolge la funzione
di montante delledicio.
Per i locali di gruppo 2, la resistenza presentata dal conduttore e dalle connessioni tra nodo
equipotenziale e una massa o una massa estranea non deve essere maggiore di 0,2 .
In presenza di sub-nodi, il limite di resistenza di 0,2  si riferisce alla resistenza del
collegamento complessivo, comprendente anche la resistenza del sub-nodo.
Per i locali di gruppo 1 sufciente assicurarsi della sola continuit elettrica dei conduttori.
Nella tabella 3.4 sono riportate, a titolo indicativo, le lunghezze massime di conduttori di
protezione ed equipotenziali, afnch la loro resistenza non superi il limite indicato.

Sezione del conduttore (mm2)

1,5

2,5

10

Lunghezza massima (m)

12

19

31

47

78

Guida pratica per ambienti ospedalieri di gruppo 2

Tabella 3.4: Lunghezza massima


del conduttore di protezione
ed equipotenziale affinch la sua
resistenza non sia superiore a 0,2 
25

segue 3.2.1
Identicazione dei conduttori al nodo equipotenziale
Il nodo equipotenziale deve essere facilmente accessibile e ispezionabile; ad esempio,
pu essere installato entro una cassetta incassata nella parete.
I conduttori che con uiscono nel nodo devono essere singolarmente scollegabili (non
ammesso collegare due conduttori allo stesso morsetto) e chiaramente identicabili per
funzione e provenienza ( consigliabile, quindi, identicarli ad entrambe le estremit), in
modo da facilitare leffettuazione delle veriche.
Lidenticazione pu essere realizzata con targhette riportanti le informazioni suddette
oppure numeri il cui signicato deve essere specicato in un apposito elenco facilmente
reperibile (ad esempio, applicato sul retro del coperchio della cassetta).

3
REALIZZAZIONE DEGLI IMPIANTI NEI LOCALI ADIBITI AD USO MEDICO

1
2
3
4
5

infisso
metallico

infisso
metallico

infisso
metallico

infisso
metallico

infisso
metallico

gas
medicali

1=
2= ing
3= gasress
4= acq meo al
5= infi ua dicanod
co ssi cald li o
nd me a
izi ta e
on llic fre
am i dd
a
en
to

1
2

3
4

NON AMMESSO

Figura 3.6: Identificazione


dei conduttori equipotenziali
mediante numerazione
(figura in alto) e targhette
(figura al centro)
26

Guida pratica per ambienti ospedalieri di gruppo 2

3.2.2
Sistema IT-M
Il sistema IT-M un sistema di distribuzione elettrica di tipo IT, in cui la lettera M sta ad
indicare lapplicazione specica per il settore medicale. Il sistema IT-M prescritto dalla
Norma CEI 64-8/7-710, che precisa le caratteristiche che devono avere gli impianti di
distribuzione elettrica relativi ad usi particolari (Sezione 7) ed ai locali adibiti ad uso medico
(710). Il sistema IT-M alimentato con uno specico trasformatore disolamento ad uso
medicale che dispone di un dispositivo di controllo permanente dellisolamento secondo
quanto prescritto dalla Norma CEI EN 61557-8.

> Il sistema IT-M assicura


continuit di servizio
in caso di primo guasto
e garantisce la sicurezza
del paziente.
Si usa sempre nei locali
di gruppo 2

3
REALIZZAZIONE DEGLI IMPIANTI NEI LOCALI ADIBITI AD USO MEDICO

Sistema IT-M (IT medicale)


Il punto 710.2.10 della CEI 64-8/7 denisce il sistema IT-M come sistema elettrico
avente i requisiti indicati nellarticolo 710.413.1.5 (Si tratta dellalimentazione che nella
Norma CEI 64-4 III edizione (abrogata dal 1 settembre 2001) era denita come
protezione per separazione elettrica con controllo permanente della resistenza di
isolamento.
Il sistema IT-M non obbligatorio, ma consigliato nei locali di gruppo 0 e 1, mentre
nei locali di gruppo 2 obbligatorio nella zona paziente, per le prese a spina e per le
apparecchiature sse a portata di mano.
Il sistema di distribuzione IT-M garantisce continuit di servizio anche nel caso si
verichi un primo guasto a terra. In un impianto tradizionale, come quello domestico,
al vericarsi di un guasto (cortocircuito, sovraccarico o dispersione), interviene la
relativa apparecchiatura di protezione. Tale intervento non adatto ad una sala
operatoria: in caso di primo guasto necessario mantenere lalimentazione e non
procedere alla sua interruzione, poich questultima prospettiva potrebbe essere
pericolosa, in quanto comporterebbe linterruzione delle attivit dei medici e delle
apparecchiature elettriche connesse con la salute del paziente.

Monitor disolamento
Un sistema IT-M deve essere alimentato con trasformatore di isolamento ad uso
medicale e deve essere dotato di un dispositivo di controllo permanente
dellisolamento, in accordo con la Norma CEI EN 61557-8 (CEI 85-28)
Il monitor di isolamento deve avere alcuni requisiti essenziali:
- impedenza interna non inferiore a 100 k;
- tensione del circuito dallarme inferiore o uguale a 25 V;
- corrente di prova anche in caso di guasto inferiore o uguale a 1 mA in c.c.;
- allarme per isolamento inferiore ai 50 k
- segnalazione in caso di interruzione del collegamento a terra o del circuito di misura.
Il dispositivo di controllo dellisolamento non deve essere disinseribile.

Guida pratica per ambienti ospedalieri di gruppo 2

27

segue 3.2.2
Le caratteristiche
di tali trasformatori sono
indicate al punto
710.512.1.1 della Norma
CEI 64-8/7

La Norma CEI 64-8/7


e i trasformatori
di isolamento
per uso medicale

<

<

Trasformatori di isolamento medicale


La Norma CEI 64-8/7, al punto 710.512.1.1, precisa che:
- i trasformatori devono essere installati allinterno o, nelle immediate vicinanze,
allesterno, dei locali ad uso medico
- la tensione nominale Un secondaria dei trasformatori non deve superare 250 Vc.a.
- i trasformatori devono essere in accordo con la Norma CEI EN 61558-2-15
(CEI 96-16) per quanto applicabile.
Inoltre, devono rispettare le seguenti prescrizioni:
- la corrente di dispersione verso terra dellavvolgimento secondario e la corrente
di dispersione sullinvolucro, misurate a vuoto e con il trasformatore alimentato
alla tensione ed alla frequenza nominali, non deve superare 0,5 mA
- per realizzare sistemi con trasformatore disolamento per uso medicale devono
essere usati trasformatori monofase con potenza nominale di uscita non inferiore
a 0,5 kVA e non superiore a 10 kVA
- se richiesta anche lalimentazione trifase tramite un sistema con trasformatore
disolamento per uso medicale, deve essere previsto per questo scopo un trasformatore trifase distinto, con tensione secondaria nominale non superiore a 250 V.

REALIZZAZIONE DEGLI IMPIANTI NEI LOCALI ADIBITI AD USO MEDICO

Altre prescrizioni per i trasformatori:


- Devono essere raffreddati ad aria
- Devono avere isolamento doppio o rinforzato tra gli avvolgimenti e fra questi e la
massa dellapparecchiatura;
- Tra i due avvolgimenti pu essere interposto uno schermo metallico da collegare
a terra
- La tensione di cortocircuito non deve superare il 3%
- La corrente a vuoto del primario non deve superare il 3%
- La corrente dinserzione (di picco) non deve essere superiore a 12 volte la corrente
nominale
- La targa del trasformatore deve riportare il simbolo:

Come si realizza il sistema IT-M ed i parametri raccomandati dalla Norma


La costruzione di trasformatori disolamento deve tener conto della conformit alla
Norma IEC EN 61558-1, che indica le prescrizioni relative ai requisiti tecnici propri
dei trasformatori disolamento medicali. Nella progettazione necessario anche
rispettare i vincoli di potenza dinstallazione stabiliti dalla Norma CEI 64-8/7-710,
dai 0,5 kVA ai 10 kVA, con tensione 230 V al primario e 230 V al secondario. Infatti,
un uso di carichi a potenze limitate comporta:
- impianti pi piccoli
- minori utilizzatori
- minori probabilit di guasto
- maggior facilit di manutenzione
- maggior ridondanza dei circuiti
- maggior continuit di servizio
Inoltre, devono essere rispettate tutte le prescrizioni dettate dalla Norma CEI 64-8/7
a questo proposito, dalla presenza di un dispositivo di controllo dellisolamento,
allinstallazione in un luogo sorvegliato in permanenza, al collegamento al nodo
equipotenziale delleventuale schermo metallico del trasformatore di isolamento nei
locali di gruppo 1 e di gruppo 2.
Il sistema di distribuzione IT-M viene derivato, rispetto alla linea di alimentazione a
monte, grazie ad un trasformatore disolamento ad uso medicale. Questo separa
galvanicamente i circuiti ordinari dalla linea isolata ed elimina la continuit del
conduttore di protezione.
Lobiettivo della struttura di questi impianti quello di garantire la continuazione
delle operazioni mediche dopo il vericarsi del primo guasto. Tale situazione deve
essere, tuttavia, segnalata, comunicata, tenuta sotto controllo, in modo da riparare
la condizione di primo guasto rapidamente, per evitare un secondo guasto.

28

Guida pratica per ambienti ospedalieri di gruppo 2

segue 3.2.2
Il principio di funzionamento del sistema IT-M si basa sul fatto che il circuito alimentato dal
secondario del trasformatore di isolamento galvanicamente separato per cui al vericarsi
di un primo guasto a massa per difetto degli isolanti in un utilizzatore la corrente non pu
che continuare a uire nei conduttori di fase. In questa situazione tutte le apparecchiature
elettromedicali risultano funzionanti.
Il guasto per non deve permanere a lungo perch se si vericasse un secondo guasto la
sicurezza e la funzionalit del sistema sarebbe compromessa.
Nessun guasto

3
REALIZZAZIONE DEGLI IMPIANTI NEI LOCALI ADIBITI AD USO MEDICO

Nessuna corrente pericolosa circola sul PE e gli apparecchi utilizzatori funzionano


regolarmente.
Primo guasto

Non ci sono correnti pericolose che uiscono sul PE, ma il primo apparecchio utilizzatore
rimane fuori servizio.
Secondo guasto

A causa della corrente che uisce sul PE necessario disconnettere lalimentazione alla rete
IT in quanto non pu essere assolto lobbligo di protezione.

Guida pratica per ambienti ospedalieri di gruppo 2

29

segue 3.2.2

La leadership tecnologica di ABB per il settore ospedaliero


ABB, attraverso la linea di prodotti denominata H+LINE, offre le sue competenze e la sua
esperienza tecnica in un settore, quello ospedaliero, che richiede un altissimo grado di
innovazione e di ricerca, oltre che una garanzia costante di sicurezza e risultati.

3
REALIZZAZIONE DEGLI IMPIANTI NEI LOCALI ADIBITI AD USO MEDICO

Figura 3.7: Trasformatore


di isolamento TI

Trasformatori di isolamento medicali TI


I trasformatori di isolamento medicali di ABB rispondono perfettamente a queste esigenze,
infatti coniugano la conformit alle Norme con il massimo delle prestazioni ed il minimo
degli ingombri. Grazie alle dimensioni ridotte possibile contenere di conseguenza i costi
dei quadri che li devono ospitare.
La gamma si compone di trasformatori con potenze di 3, 5, 7,5 10 kVA, disponibili con
ben due sonde di temperatura PT100, al primario come al secondario. Le sue sonde
PT100, a differenza di quelle PTC, sono vere e proprie sonde di temperatura e non
semplici allarmi termici che intervengono al superamento dei limiti pressati. Con le sonde
PT100 possibile un monitoraggio della temperatura con continuit e precisione, che pu
essere visualizzata dal monitor di isolamento ISOLTESTER. Inoltre, con tali sonde
possibile una compensazione degli errori derivanti dalla resistivit intrinseca del cavo della
sonda di temperatura stessa: la compensazione dell'errore utile qualora si utilizzino cavi
di collegamento delle sonde molto lunghi e l'applicazione richieda una precisione elevata.
Parametro importante da valutare nella scelta di unapparecchiatura di questo tipo la
classe termica disolamento cio quanto il prodotto pu scaldare quando sotto carico,
rimanendo in condizioni di sicurezza. I trasformatori ABB usano un sistema particolare
dimpregnazione, che permette la massima dissipazione del calore verso lesterno, grazie
allesclusiva tecnologia vuoto-pressione.
Inne, il trasformatore disolamento tra i due avvolgimenti dispone di uno schermo metallico
che contribuisce a ltrare i disturbi di rete e le componenti armoniche che provengono
dallalimentazione.
Caratteristiche tecniche Trasformatori di isolamento medicali TI

Potenza
Tensione primaria
Tensione secondaria
Frequenza
Correnti secondarie
Corrente del fusibile ritardato secondario
esterno
Classe termica disolamento
Dimensioni
Peso
Corrente di inserzione (valore di picco)
Corrente di dispersione verso terra
dellavvolgimento secondario e corrente di
dispersione dellinvolucro (entrambe a vuoto)
Temperatura ambiente massima
Norme di riferimento
Classe elettrica

kVA
V
V
Hz
A

C
mm
kg

3
230
230
50-60
13

5
230
230
50-60
21,7

7,5
230
230
50-60
32,6

10
230
230
50-60
43,5

T12,5

T20

T32

T40

B 130
205x340x150
29,5

B130
F 155
240x380x150
240x380x160
44
50,5
< 12 volte la corrente nominale

mA

F 155
277x380x260
73

< 0,5

40
IEC EN 61558-1
1

40
40
IEC EN 61558-2-15
1
1

40
IEC EN 62041
1

Codici dordine Trasformatori di isolamento medicali TI


Potenza
KVA

Sonda
PT100

Descrizione

Codice ABB

Codice dordine italiano

Tipo

30

TI 3

2CSM110000R1541

EH 511 7

TI 5

2CSM120000R1541

EH 512 5

7,5

TI 7,5

2CSM130000R1541

EH 513 3

10

TI 10

2CSM140000R1541

EH 515 8

TI 3-S

2CSM210000R15a1

EH 517 4

TI 5-S

2CSM220000R1541

EH 518 2

7,5

TI 7,5-S

2CSM230000R1541

EH 519 0

10

TI 10-S

2CSM240000R1541

EH 520 8

Guida pratica per ambienti ospedalieri di gruppo 2

3.2.3
Il monitoraggio dellisolamento
Una corrente di origine esterna allimpianto elettrico, ad esempio una corrente di
dispersione circolante in un apparecchio elettrico, a causa della maggior vulnerabilit del
paziente, pu causare danni elevati: sufciente, in condizioni di ricovero, una corrente
di qualche decina di microampere a determinare la brillazione ventricolare, al contrario
di quanto avviene in condizioni normali, dove tale valore pi accettabile.
La corrente di dispersione pu essere classicata in tre tipologie diverse:
- la corrente di dispersione verso terra (quella nel conduttore di protezione) - Fig. 3.8.A;
- la corrente di contatto, cio quella che attraversa la persona in contatto con linvolucro
in tensione a causa di un guasto degli isolanti - Fig. 3.8.B;
- la corrente di dispersione nel paziente cateterizzato e che uisce verso terra - Fig. 3.8.C.

Fig. 3.8.B

REALIZZAZIONE DEGLI IMPIANTI NEI LOCALI ADIBITI AD USO MEDICO

Fig. 3.8.A

Figura 3.8: Esempi di situazioni che


determinano correnti di dispersione

Fig. 3.8.C

Per ognuna di esse vi sono dei valori ammissibili che dipendono a loro volta dal tipo di
apparecchio elettromedicale secondo quanto stabilito dalla CEI 62-5 Apparecchi
elettromedicali Norme generali di sicurezza che si applica agli apparecchi elettromedicali
destinati ad essere impiegati da personale qualicato o sotto sorveglianza di questo,
nellambiente circostante al paziente, o in relazione col paziente, in modo da inuire
direttamente in quellambiente sulla sicurezza di persone e di animali. Nella Norma
vengono specicate le prescrizioni per il trasporto, la sosta in magazzino, la messa in
opera, limpiego e la manutenzione dei predetti apparecchi nelle condizioni ambientali
specicate nella Norma o dal fabbricante, oppure prescritte in Norme particolari. Lo scopo
quello di stabilire un soddisfacente livello di sicurezza per tutti gli apparecchi
elettromedicali impiegati in un ambiente circostante al paziente e di servire come base
per le prescrizioni di sicurezza di norme particolari per i singoli tipi di apparecchi.
Apparecchio con parti applicate di tipo B

Meno sicuri

Apparecchio con parti applicate di tipo BF

Pi sicuri

Apparecchio con parti applicate di tipo CF

Ancora pi sicuri
Tabella 3.5: Tipi di apparecchi
elettromedicali con parti applicate

Corrente di
dispersione [mA]
Verso terra

(1)

Di contatto
Nel paziente (2)

(1)
(2)

Condizioni

Tipo di parte applicata


B

BF

CF

Normali

Di primo guasto

10

10

10

Normali

0,1

0,1

0,1

Di primo guasto

0,5

0,5

0,5

Normali

0,1

0,1

0,01

Di primo guasto

0,5

0,5

0,05

Tabella 3.6: Valori ammissibili per le


correnti di dispersione (CEI 62-5)

Variato rispetto alle precedenti edizioni della Norma CEI 62-5.


In caso di corrente continua i limiti per le parti applicate di tipo B e BF sono un decimo
di quelli indicati. Inoltre sono ammessi valori maggiori per particolari condizioni.

Guida pratica per ambienti ospedalieri di gruppo 2

31

segue 3.2.3

CEI EN 61557-8

3
REALIZZAZIONE DEGLI IMPIANTI NEI LOCALI ADIBITI AD USO MEDICO

CEI 64-8/7
Art. 710.512

Alcune indicazioni
progettuali

<

<

<

Caratteristiche del monitor di isolamento


Il monitoraggio permanente del primo guasto verso terra deve essere effettuato con un
opportuno monitor di isolamento inserito tra il secondario del trasformatore di isolamento
e il conduttore di protezione. Per ogni trasformatore di isolamento ad uso medicale deve
essere previsto un monitor di isolamento al ne di segnalare repentinamente leventuale
primo guasto e consentire gli interventi di manutenzione opportuni per riportare limpianto
in condizioni ottimali. Il dispositivo di monitoraggio deve essere conforme a quanto stabilito
dalla CEI EN 61557-8 (CEI 85-28) e deve avere le seguenti caratteristiche supplementari
qualora sia installato in ambiente medicale:
- impedenza interna: non inferiore a 100 k (misurata tra terminali di sistema e terra);
- tensione di prova: 25 V c.c. max (tra i terminali di misura);
- corrente di prova: 1 mA c.c. max (tra il sistema e la terra, anche in caso di guasto);
- impossibilit di disinserzione.
Quando la resistenza di isolamento verso terra scende sotto i 50 k il dispositivo deve
segnalare il guasto. Deve comunque esserci la possibilit di vericare, attraverso un
circuito di prova, leffettiva capacit operativa dello strumento.
Le indicazioni luminose e i segnali acustici
Il sistema di controllo dellisolamento deve essere provvisto (CEI 64-8/7, art. 710.512) di
segnalazioni acustiche e luminose. Tale funzione viene espletata da un pannello di
segnalazione a distanza, direttamente collegato con il monitor di isolamento. Grazie a
questo dispositivo possibile:
- riportare la segnalazione in pi punti delledicio;
- rendere immediatamente visibile la segnalazione del monitor di isolamento che potrebbe
essere installato in luoghi non opportunamente presidiati dal personale addetto (locali
tecnici, corridoi);
- distinguere la tipologia di allarme in corso (basso isolamento, sovraccarico ecc.).
Queste le segnalazioni previste:
- lampada spia verde (funzionamento normale);
- lampada spia gialla (isolamento che scende sotto i 50 k);
- una segnalazione acustica.
Non deve essere possibile spegnere o togliere la spia gialla nch il guasto persiste
sullimpianto.
Questa la sequenza delle segnalazioni in caso di guasto:
- si mette in funzione lallarme acustico;
- si tacita il ronzatore acustico (spia gialla permanente);
- si spegne la spia gialla dopo aver ripristinato le condizioni normali (dopo aver risolto la
condizione di guasto);
- linterruzione del collegamento tra il sistema IT-M o la terra e il dispositivo di controllo
viene segnalata.
Inne riportiamo alcune indicazioni progettuali:
Non necessario installare un dispositivo di controllo dellisolamento nel caso il
trasformatore alimenti un unico apparecchio elettromedicale; in questo caso infatti la
probabilit di un guasto a terra (e, a maggior ragione, di un secondo guasto a terra)
remota. Inoltre il cortocircuito derivante dal secondo guasto a terra non avrebbe la
possibilit di creare tensioni pericolose sulle masse di altri apparecchi.
bene che linstallazione del sistema di allarme ottico e acustico non avvenga solo in un
punto, in modo che lallarme stesso sia percepito da tutti coloro che sono presenti anche
nei locali attigui.

Figura 3.9: I pannelli di segnalazione


a distanza QSD consentono
al personale medico di venire
istantaneamente a conoscenza
delle situazioni di guasto
32

Guida pratica per ambienti ospedalieri di gruppo 2

3.2.4
Gli apparecchi per il controllo dellisolamento delle linee a 230 V
ISOLTESTER il monitor di isolamento prodotto da ABB e adatto a reti a neutro isolato IT-M
specico per locali adibiti ad uso medico di gruppo 2 con sistema di alimentazione IT-M.
ISOLTESTER monitora lisolamento verso terra della rete di alimentazione e il sovraccarico
elettrico o termico del trasformatore, secondo i parametri richiesti e consigliati dalle
normative internazionali:
- EN 61557-8
- CEI EN 64-8/7-710
- UNE 20615.
Il controllo della resistenza di isolamento avviene applicando un segnale di misura in
corrente continua tra linea isolata e terra e rilevando la corrente di dispersione generata.
Un ltro digitale inserito nello strumento provvede a garantire unefcace misura anche in
presenza di disturbi e componenti armoniche.

> Semplice programmazione

ISOLTESTER-DIG-PLUS adotta un segnale codicato il quale garantisce lafdabilit della


misura in qualsiasi condizione operativa, anche in presenza di elevati disturbi di rete
generati dallapparecchiatura elettronica di sala. Inoltre dotato di una porta seriale RS485
grazie alla quale il dispositivo perfettamente integrabile con sistemi di comunicazione
tipo PLC/PC attraverso il protocollo ModbusRTU. possibile un monitoraggio pi ampio
grazie alla gestione dei valori minimi e del massimi di rete, che aiutano la diagnosi
dellimpianto in caso di guasto. Inne un rel programmabile permette un completo
controllo di qualsiasi condizione dallarme rilevata.

> Una misura afdabile

mediante quattro tasti

- Tenere premuti i tasti e SET


per entrare nel set up di installazione
e definire i parametri controllati
- Tener premuto il tasto SET
per entrare nel setup di regolazione
e definire i valori di soglia

in ogni condizione

Figura 3.10: Quadro QSO da parete

Guida pratica per ambienti ospedalieri di gruppo 2

33

3
REALIZZAZIONE DEGLI IMPIANTI NEI LOCALI ADIBITI AD USO MEDICO

Grazie ai quattro tasti di selezione e al display LCD possibile programmare semplicemente


il dispositivo, impostando delle soglie di intervento senza la possibilit di errore (i valori
impostabili sono allinterno del campo di valori previsto dalle Norme).
ISOLTESTER permette il controllo del sovraccarico elettrico e termico del trasformatore
di isolamento medicale, gestendo due soglie di temperatura distinte sia provenienti da
sonde PT100 che PTC.
Il controllo della temperatura permette di monitorare il sovraccarico del trasformatore ed
evitare l'interrutore automatico a valle del secondario.
Tutte le condizioni di guasto sono remotizzate grazie a un collegamento con (no a quattro)
pannelli di segnalazione a distanza QSD, in modo da garantire unadeguata e tempestiva
supervisione tecnica.
Inne il sistema Error-Link Fail esegue lautodiagnosi del dispositivo controllando la
presenza e la correttezza del cablaggio ai capi dei morsetti: in questo modo si esclude la
possibilit di avere il locale medico di gruppo 2 in funzione senza la supervisione del
monitor di isolamento.

segue 3.2.4
Caratteristiche tecniche ISOLTESTER-DIG-RZ
Tensione di alimentazione

110 - 230 V/50-60 Hz

Tensione rete da controllare

24230 V c.a.

Misura massima tensione

24 V

Misura massima corrente

1 mA

Tensione di isolamento

2,5 kV/60 sec.

Tipo di segnale di controllo


Misure rilevate

90

105

6 moduli

Norme di riferimento

61

CEI 64-8/7, CEI EN 61557-8, EN 60255-6, UNE 20615

Codici dordine ISOLTESTER-DIG-RZ


45

90

REALIZZAZIONE DEGLI IMPIANTI NEI LOCALI ADIBITI AD USO MEDICO

Dimensioni di ingombro

componente continua con ltro digitale


range misura isolamento 0999 k/HIGH risoluzione 1 k
misura temperatura da termosonda tipo Rd PT100
a 2 o 3 li - 0250 C, precisione 2%
misura corrente da T.A., esterno con secondario 5 A,
precisione 2% (valore rapporto T.A. selezionabile 1200)
misura impedenza 0999 k/HIGH risoluzione 1 k
(segnale test 2500 Hz)
Soglie di intervento
basso isolamento 50500 k, precisione 5%,
isteresi 5%, ritardo impostabile
sovratemperatura 0200 C, precisione 2%
sovraccarico corrente 1999 A, precisione 2%
bassa impedenza (disattivabile)
dispositivo non connesso alla linea (link fail)
Uscite disponibili
massimo no a 2 pannelli QSD per la segnalazione
a distanza
uscita rel ausiliario NA-C-NC, 5 A, 250 V a.c.
Visualizzazioni
valore resistenza isolamento con segnalazione valore
oltre fondo scala e guasto franco terra
valore temperatura misurata 0200 C per canale 1
valore temperatura misurata 0200 C per canale 2
valore corrente misurata 0999 A
valore impedenza isolamento
parametri programmazione
mancanza collegamento dispositivo alla linea (link fail)
stato uscita rel
Connessioni
massima sezione collegabile 2,5 mm2
Temperatura di funzionamento -10...60 C
Temperatura di stoccaggio
-25...70 C, umidit < 90%
Dimensioni
6 moduli DIN
Peso
0,5 kg
Involucro
contenitore plastico autoestinguente per montaggio su
prolato DIN 35 mm, con calotta trasparente di
protezione frontale piombabile
Grado di protezione
IP20
Autoconsumo
5 VA

Descrizione

Codice ABB

Codice dordine italiano

2CSM244000R1501

EB 250 8

Tipo
ISOLTESTER-DIG-RZ

44
56

34

Guida pratica per ambienti ospedalieri di gruppo 2

segue 3.2.4
Caratteristiche tecniche ISOLTESTER-DIG-PLUS
Tensione di alimentazione

110 - 230 V/50-60 Hz

Tensione rete da controllare

24230 V c.a./c.c.

Misura massima tensione

24 V

Misura massima corrente

1 mA

Tensione di isolamento

2,5 kV/60 sec.

Tipo di segnale di controllo


Misure rilevate

90

Dimensioni di ingombro

105

6 moduli

Codici dordine ISOLTESTER-DIG-PLUS


Codice ABB

Codice dordine italiano

2CSM341000R1501

EB 251 6

Tipo
RS485,
valori Min/Max,
rel programmabile

ISOLTESTER-DIG-PLUS

45

Descrizione

61

90

Funzioni avanzate

REALIZZAZIONE DEGLI IMPIANTI NEI LOCALI ADIBITI AD USO MEDICO

segnale composto codicato


range misura isolamento 0999 k/HIGH risoluzione 1 k
misura temperatura da termosonda tipo Rd PT100
a 2 o 3 li - 0250 C, precisione 2%
misura corrente da T.A., esterno con secondario 5 A,
precisione 2% (valore rapporto T.A. selezionabile 1200)
misura impedenza 0999 k/HIGH
risoluzione 1 k (segnale variabile composto)
Soglie di intervento
basso isolamento 50500 k, precisione 5%,
isteresi 5%, ritardo impostabile
sovratemperatura 0200 C, precisione 2%
sovraccarico corrente 1999 A, precisione 2%
bassa impedenza (disattivabile)
dispositivo non connesso alla linea (link fail)
Uscite disponibili
massimo no a 4 pannelli QSD per la segnalazione
a distanza
uscita rel ausiliario programmabile
NA-C-NC, 5 A, 250 V a.c.
uscita szeriale R S 485, protocollo standard Modbus RTU
Visualizzazioni
valore resistenza isolamento con segnalazione valore oltre
fondo scala e guasto franco terra
valore temperatura misurata 0200 C per canale 1
valore temperatura misurata 0200 C per canale 2
valore corrente misurata 0999 A
valore impedenza isolamento
valore capacit della linea verso terra
parametri programmazione
mancanza collegamento dispositivo alla linea (link fail)
stato uscita rel
memorizzazione valore min. isolamento
e max temperatura e corrente
Connessioni
massima sezione collegabile 2,5 mm2
Temperatura di funzionamento -10...60 C
Temperatura di stoccaggio
-25...70 C, umidit < 90%
Dimensioni
6 moduli DIN
Peso
0,5 kg
Involucro
contenitore plastico autoestinguente per montaggio su
prolato DIN 35 mm, con calotta trasparente di
protezione frontale piombabile
Grado di protezione
IP20
Autoconsumo
5 VA
Norme di riferimento
CEI 64-8/7, CEI EN 61557-8, EN 60255-6, UNE 20615

44
56

Guida pratica per ambienti ospedalieri di gruppo 2

35

segue 3.2.4
Funzionamento degli operatori frontali

3
REALIZZAZIONE DEGLI IMPIANTI NEI LOCALI ADIBITI AD USO MEDICO

1 Display a 3 digit
2 LED verde, SET: stato
di programmazione strumento
3 LED giallo, Alarm: allarme
per valore parametro fuori soglia
4 LED rosso, Output Relay:
stato rel ausiliario
5 LED rosso, Error / Link Fail: allarme
per guasto interno, mancato
collegamento alla linea da controllare,
sonda di temperatura PT100 aperta
o in corto circuito
6 LED rosso, R: resistenza di isolamento
(k)
7 LED rosso, Z: impedenza di isolamento
(solo per ISOLTESTER-DIG-PLUS:
impedenza di isolamento e capacit
della linea)
8 LED rosso, T1: temperatura
trasformatore
9 LED rosso, T2: temperatura 2 sensore
10 LED rosso, I: corrente di linea
11 +/- | UP/DOWN: selezione del
parametro da visualizzare, regolazione
delle impostazioni e visualizzazione
dei valori massimi e minimi memorizzati
(solo per ISOLTESTER-DIG-PLUS)
12 RESET | SET: accesso alla
programmazione dello strumento,
tacitazione allarmi e cancellazione
valori memorizzati
13 TEST | ENTER: prova dello strumento
e dei pannelli di segnalazione a distanza
e conferma impostazioni SETUP

10

11

12

13

Vantaggi di ISOLTESTER
- ISOLTESTER specicatamente progettato per lambiente ospedaliero;
- un unico dispositivo consente il controllo di tutti i parametri elettrici e termici;
- la sua essibilit permette di regolare le soglie di intervento per tutte le grandezze
monitorate;
- la tolleranza ai disturbi di rete elevata;
- lo standard riconosciuto nel controllo di isolamento ospedaliero;
- misura e visualizzazione resistenza, temperaturia primario/secondario, impedenza,
sovracorrente;
- porta di comunicazione seriala RS485 con protocollo ModbusRTU (versione PLUS);
- gestione parametri massimi e minimi (versione PLUS);
- insensibilit ai disturbi di rete (versione PLUS).

36

Guida pratica per ambienti ospedalieri di gruppo 2

segue 3.2.4
Schemi di inserzione ISOLTESTER-DIG

19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36

RS485
porta seriale
(solo versione
PLUS)

Ingresso
r
2
sensore
r
PT100

Ingresso
r
1 Ingresso
r
sensore
r
corrente
r
PT100 TT.A. .../5 A

Uscita rrel
aux.

ISOLTESTER-DIG-RZ
L
ISOLTESTER-DIG-PLUS
L

115 V
3

115 V

Alimentazione
V aux. 115 V c.a.

115 V
3

Quadretto
r
di segnalazione a distanza
QSD-DIG 230/24

10 11 12 13 14 15 16 17 18

10 11

Alimentazione
V aux. 230 V c.a.

Ad altri QSD-DIG

V
Verifica
mancanza
r
Quadretto
r
di segnalazione a distanza
colleg. alla Controllo
QSD-DIG 230/24
linea isolamento

V aux.*

V aux.*
115 V

PE

T
T.A.
L
PC
C

Rete isolata

Carichi

REALIZZAZIONE DEGLI IMPIANTI NEI LOCALI ADIBITI AD USO MEDICO

N
TTrasformatorre di
isolamento

Con trasformatore
con presa centrale (pc)

19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36

RS485
porta seriale
(solo versione
PLUS)

Ingresso
r
2
sensore
r
PT100

Ingresso
r
1 Ingresso
r
sensore
r
corrente
r
PT100 TT.A. .../5 A

Uscita rrel
aux.

ISOLTESTER-DIG-RZ
L
ISOLTESTER-DIG-PLUS
L

V aux.*
115 V
1

115 V
3

V
Verifica
mancanza
r
Quadretto
r
di segnalazione a distanza
colleg. alla Controllo
QSD-DIG 230/24
0
linea isolamento
5

Quadretto
r
di segnalazione a distanza
QSD-DIG 230/24
0

10 11 12 13 14 15 16 17 18

10 11

Ad altri QSD-DIG

Alimentazione
V aux. 230 V c.a.

PE

S
T
T.A.
L
Rete isolata

Carichi

N
TTrasformatorre
di isolamento
senza PC

Con trasformatore
senza presa centrale (pc)

19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36

RS485
porta seriale
(solo versione
PLUS)

Ingresso
r
2
sensore
r
PT100

Ingresso
r
1 Ingresso
r
sensore
r
corrente
r
PT100 TT.A. .../5 A

Uscita rrel
aux.

ISOLTESTER-DIG-RZ
L
ISOLTESTER-DIG-PLUS
L

V aux.*
115 V
1

115 V
3

V
Verifica
mancanza
r
Quadretto
r
di segnalazione a distanza
colleg. alla Controllo
QSD-DIG 230/24
linea isolamento
5

10 11 12 13 14 15 16 17 18

PE

10 11

Ad altri QSD-DIG

Alimentazione
V aux. 230 V c.a.

Quadretto
r
di segnalazione a distanza
QSD-DIG 230/24
0

N
L3

Rete isolata trifase

Carichi

L2
L1
TTrasformatorre
di isolamento

Con trasformatore trifase

* il collegamento di sonde di temperature e trasformatore amperometrico opzionale


Guida pratica per ambienti ospedalieri di gruppo 2

37

3.2.5
Gli apparecchi per il controllo dellisolamento delle linee a 24 V
SELVTESTER-24 un apparecchio per il controllo dellisolamento verso terra di circuiti
SELV 24 V c.c./c.a. particolarmente indicato per linstallazione nei locali adibiti ad uso
medico in cui coesistono linee a 24 V e a 230 V. Il controllo sistematico e continuo della
linea a bassa tensione in questi ambienti consigliato dalla CEI 64-8/7 proprio perch un
guasto o un cortocircuito potrebbe trasferire un potenziale di oltre 250 V con conseguenti
danni a persone e cose.
Caratteristiche
SELVTESTER-24 controlla la resistenza di isolamento dei circuiti a 24 V c.a./c.c. dedicati
allalimentazione della lampada scialitica.
importante monitorare l'isolamento della lampada scialitica poich si potrebbero
distaccare dei conduttori che possono entrare in contatto con la struttura metallica durante
la movimentazione della lampada.
SELVTESTER-24 misura la variazione del potenziale delle due polarit di rete in riferimento
alla terra e segnala la diminuzione della resistenza sotto un valore pressato, consentendo
limmediata intercettazione del guasto. In regime di corrente continua inoltre possibile
discernere la polarit interessata dal guasto. Il segnale di uscita pu essere remotato nei
locali a maggior presidio medico grazie a pannelli di segnalazione a distanza denominati
QSD-DIG 230/24.
Sul fronte del SELVTESTER-24 sono presenti il pulsante di test, lindicazione di stato e
due LED per lallarme derivante dal basso isolamento. I microinterruttori consentono la
variazione della soglia di intervento (10.50 k). Mentre un pulsante TEST esegue il test
di buon funzionamento periodico.

Tensione di rete
e alimentazione ausiliaria

24 V 50-60 Hz/c.c. 20%

Autoconsumo max.

3 VA

Corrente di misura

max. 0,5 mA

Impedenza interna

50 k

Impostazione soglia intervento

regolabile 10 50 k (4 livelli tramite microinterruttori)

Ritardo intervento

circa 1 s

Segnalazioni

LED ON, LED ALARM +, LED ALARM -

Uscita

per max. 2 pannelli remoti QSD-DIG230/24


max. 24 V 1 A

Temperatura di funzionamento -10 60 C


Temperatura di stoccaggio
-20 70 C

85,5

Dimensioni di ingombro

52,5

Umidit relativa

95%

Prova di isolamento

2,5 kV 60 s / 4 kV imp. 1,2/50 s

Sezione dei morsetti

4 mm2

Grado di protezione

IP40 frontale con calotta / IP20 contenitore

Moduli

Peso

200 g circa

Norme di riferimento

sicurezza CEI EN 61010-1


prodotto CEI 64-8/7-710
compatibilit elettromagnetica CEI EN 61326-1

3 moduli

Codici dordine SELVTESTER-24


Rete controllata

Descrizione

Codice ABB

Codice dordine italiano

2CSM211000R1511

EB 252 4

Tipo

45

85,5

REALIZZAZIONE DEGLI IMPIANTI NEI LOCALI ADIBITI AD USO MEDICO

Caratteristiche tecniche SELVTESTER

linea SELV isolata 24 V


c.a./c.c.

SELVTESTER-24

44
58

38

Guida pratica per ambienti ospedalieri di gruppo 2

segue 3.2.5

1 LED verde ON
Indicazione strumento in funzione
2 LED gialli ALARM
Segnalazione allarme basso isolamento;
in caso di linea da controllare,
in corrente alternata si accendono
i due led mentre in corrente continua
si accende solo il led della polarit
sotto la soglia di intervento.
3 Pulsante di test
Prova funzionalit strumento
4 Microinterruttori
I microinterruttori frontali permettono
le impostazioni della soglia di intervento
nellintervallo tra 10 e 50 k,
come schematizzato.

REALIZZAZIONE DEGLI IMPIANTI NEI LOCALI ADIBITI AD USO MEDICO

Vantaggi di SELVTESTER
- Ingombro di soli tre moduli
- Installazione immediata;
- Impostazione della soglia di intervento sul valore pi comunemente utilizzato;
- Riconoscimento del polo guasto in regime di corrente continua.
Schemi di inserzione

SELVTESTER-24
L

10 11

PE

C1 C2 C3 C4 X

Ad altri QSD-230/24-C

Quadretto
r
di segnalazione a distanza
QSD-DIG 230/24

L(+)
Rete isolata 24 V

Carichi

N(-)
TTrasformatorre di
isolamento

Guida pratica per ambienti ospedalieri di gruppo 2

39

3.2.6
Pannelli di segnalazione a distanza QSD
opportuno che la segnalazione di allarme dovuta ad un possibile guasto sia inviata a
distanza, in modo da essere immediatamente evidente a personale medico e a tecnici
specializzati.
I pannelli di segnalazione a distanza QSD riportano inoltre le segnalazioni di allarme relative
alla situazione di basso isolamento o in caso di sovraccarico elettrico o termico del
trasformatore, consentendo la distinzione della tipologia di guasto.

Un unico pannello
di segnalazione
a distanza universle

<

REALIZZAZIONE DEGLI IMPIANTI NEI LOCALI ADIBITI AD USO MEDICO

Caratteristiche
I quadretti QSD-DIG 230/24 possono essere installati facilmente in scatole da incasso
universale a tre moduli E503. Presentano un pulsante di test per la verica periodica della
loro funzionalit ed un secondo pulsante che consente la tacitazione simultanea del
segnale acustico di tutti i pannelli eventualmente connessi ad uno stesso monitor di
isolamento ISOLTESTER.
Con QSD-DIG 230/24 possibile discriminare, anche da remoto il tipo di allarme, se
derivante, ad esempio, da una bassa resistenza, da un sovraccarico o da una sovracorrente
(discriminazione del tipo di guasto). QSD-DIG 230/24 stato studiato in modo da essere
completamente compatibile con tutti i monitor di isolamento ABB per linee a 230 e a 24 V,
sia di produzione attuale che precedente tra cui:
Tipo di linea controllata

230 V
ISOLTESTER-DIG-RZ
Monitor di isolamento attuali
ISOLTESTER-DIG-PLUS
ISOLTESTER-RZ
Monitor di isolamento precedenti
ISOLTESTER-C

Norme di riferimento
per QSD

<

24 V
SELVTESTER-24
SELVTESTER-C

Il cablaggio pu essere effettuato con un comune cavo da 0,35 mm2, che garantisce una
copertura del segnale no a 300 m di distanza.
QSD-DIG 230/24 osserva le seguenti norme di riferimento internazionali:
- CEI EN 612010-1;
- CEI EN 61557/8;
- CEI 64-8/7;
- UNE 20615;
- EN 61326-1 (Compatibilit elettromagnetica).
Caratteristiche tecniche QSD-DIG 230/24

Pulsanti

led verde RETE,


led rosso ALLARME sovraccarico,
led giallo ALLARME GUASTO
basso isolamento, segnalatore acustico, emissione 2400 Hz
intermittenza 2 Hz dB
prova (TEST), tacitazione acustica (MUTE)

Sezione dei morsetti

2,5 mm2

Segnalazioni

IP30

Installazione

incasso scatola universale E503

Peso

200 g

Temp. di funzionamento

-10 60 C, umidit max. 95%

Temperatura di stoccaggio

-25 +80 C

Isolamento

2500 Vrms 50 Hz per 60 s

Sezione minima del cavo

0,35 mm2 (300 m max)


sicurezza CEI EN 61010-1
prodotto CEI EN 61557-8 / CEI 64.8/7-710
IEC 60364-7-710 UNE 20615
compatibilit elettromagnetica CEI EN 61326-1

78

Dimensioni di ingombro

Grado di protezione

Norme di riferimento
121

Codici dordine QSD-DIG 230/24


55

78

Compatibilit

Descrizione

Codice ABB

Codice dordine italiano

2CSM273063R1521

M273063

Tipo
Universale

QSD-DIG 230/24

17

40

Guida pratica per ambienti ospedalieri di gruppo 2

segue 3.2.6

1
2
3
4
5

Pulsante di prova
Pulsante di tacitazione acustica
LED verde di rete
LED rosso di allarme sovraccarico
LED giallo di allarme guasto

REALIZZAZIONE DEGLI IMPIANTI NEI LOCALI ADIBITI AD USO MEDICO

Vantaggi del prodotto


- Dimensioni ridotte
- Installabilit in scatola universale tipo E503
- Immediato riconoscimento della tipologia di guasto
- Tacitazione simultanea di pi pannelli di segnalazione
- Efcienza operativa.
Schemi di collegamento

19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36

RS485
porta seriale
(solo versione
PLUS)

Ingresso
r
2
sensore
r
PT100

Ingresso
r
1 Ingresso
r
sensore
r
corrente
r
PT100 TT.A. .../5 A

Uscita rrel
aux.

ISOLTESTER-DIG-RZ
L
ISOLTESTER-DIG-PLUS
L

V aux.*

V aux.*

115 V
3

115 V

Alimentazione
V aux. 115 V c.a.

115 V
3

V
Verifica
mancanza
r
Quadretto
r
di segnalazione a distanza
colleg. alla Controllo
QSD-DIG 230/24
linea isolamento
5

Quadretto
r
di segnalazione a distanza
QSD-DIG 230/24

10 11 12 13 14 15 16 17 18

Alimentazione
V aux. 230 V c.a.

PE

10 11

Ad altri QSD-DIG

115 V

S
T
T.A.
L
PC
C

Rete isolata

Carichi

N
TTrasformatorre di
isolamento

ISOLTESTER-DIG

Guida pratica per ambienti ospedalieri di gruppo 2

41

segue 3.2.6

19

20

21

22

23

24

25

26

27

28

29

30

31

32

33

34

35

36

ISOLTESTER-C
pannello controllo remoto
QSD-DIG 230/24

uscita rel
ausiliario
Vaux:*

controllo
link fail

230V

3
AUX-01
1

AUX-L1
1

LF-L

controllo
isolamento
8

10

11

VC-L VC-PE
E

LF-PE

Pannello
controllo remoto
12

13

14

15

COM- FAULT
T V-P
P

16

17

18

RNC

RNO

RC

COMS

FS

V-P

ACUS ACK

10

11

OVER FAULT
T COM- TEST- TEST- TEST+
P
S

alimentazione
ausiliaria
Vaux: 230Vca

PE

AGLI ALTRI
PANNELLI
QSD-DIG 230/24
S

S
L
PC

RETE ISOLATA (IT-M)

CARICO

TRASFORMATORE ISOLAMENTO

REALIZZAZIONE DEGLI IMPIANTI NEI LOCALI ADIBITI AD USO MEDICO

ISOLTESTER-C
ISOLTESTER-DIG-RZ

controllore isolamento
SELVTESTER-24
L
1
V+

3
V-

OUTU
OUTU OUTU
NO
O
C
NC
C

pannello segnalazione a distanza


QSD-DIG 230/24

10 11
P
E

COMS

FS

V-P

ACUS ACK

9 10

11

L COMP TESTS
OVER FAULT
S TESTTEST+
+
S
-

PE

AGLI ALTR
L I
QSD-DIG 230/24

L(+)
LINEA
A ISOLATA
A 24V ca/cc

CARICHI

N(-)
TRASFORMATORE ISOLAMENTO

SELVTESTER-24

42

Guida pratica per ambienti ospedalieri di gruppo 2

3.3

Realizzazione dellimpianto elettrico


Per la realizzazione dellimpianto elettrico nei locali ad uso medico necessario osservare
sia le prescrizioni generali della Norma CEI 64-8 sia quelle speciche della sezione 710
riportate nella parte settima.
Ulteriori utili informazioni possono essere desunte dalla Guida CEI 64-56.
Nel seguito sono indicate le principali regole di buona tecnica riguardanti i quadri per la
distribuzione dellenergia nellambito di una struttura ospedaliera e linstallazione degli
impianti nei locali di gruppo 2.
3.3.1

Pa
dig

elettrici

Pa
dig
lio
ne
2

lio

ne

> Tipologie dei quadri

REALIZZAZIONE DEGLI IMPIANTI NEI LOCALI ADIBITI AD USO MEDICO

Quadri elettrici
Tutti i quadri elettrici devono essere conformi alle prescrizioni di sicurezza delle Norme
CEI EN 60439-1 e 3 ed eventualmente alla Norma CEI 23-51.
Negli ambienti ad uso medico possono essere necessari, in relazione alla loro dimensione,
i seguenti tipi di quadri elettrici (g. 3.11):
- generale di bassa tensione (QGBT);
- di distribuzione principale di edicio (QDPE);
- di reparto (QR);
- per sala chirurgia (QSO).

QR
Re
pa
rto

QR
Sa
op la
era
A t.

Re
pa
rto

Re
pa
rto

PE

Re
pa
rto

S
op ala
er
a
B t.

QS
O

QR
B
QR

QR

QD

QS
O

QR

C
eleabin
ttr a
ica

QG
BT Q
u
ba adr
ss o g
at e
en ner
sio ale
ne

R
QD
PE epar
to
D
Ing
res
so

-u
ffic
i

QD
PE

Figura 3.11: Rappresentazione


del sistema di distribuzione a stella
utilizzato nelle strutture sanitarie

Il quadro generale ed il quadro di distribuzione delledicio opportuno siano ubicati in


locali appositi non direttamente comunicanti con gli ambienti destinati al pubblico e non
in prossimit di strutture combustibili n di depositi di materiale combustibile.
Grado di protezione dei quadri
Per la protezione contro i contatti diretti
IPXXD per le superci orizzontali
(IP4X) a portata di mano
IPXXB
per tutti gli altri casi
(IP2X)

Guida pratica per ambienti ospedalieri di gruppo 2

Protezione contro le inuenze esterne


nei locali nei quali si procede
IPX4
usualmente a spargimenti di liquidi
nei locali per la cui pulizia previsto
IPX5
luso di getti dacqua

43

segue 3.3.1
Quadro generale BT
Quadro destinato alla distribuzione di energia ordinaria (da rete) nel quale sono installati, a
titolo di esempio:
- dispositivi generali di protezione e di sezionamento;
- strumenti di misura ed eventuali dispositivi per i controlli a distanza;
- apparecchi di protezione per le linee che alimentano, ad esempio: i servizi ausiliari di cabina;
i servizi ausiliari gruppo elettrogeno; le linee di distribuzione principale agli edici; le linee
di distribuzione dei servizi esterni agli edici; le centrali tecnologiche (impianto di
climatizzazione, centrale termica e idrica).
Quadro di distribuzione principale di edicio
Quadro destinato alla distribuzione ordinaria e di sicurezza (tramite il gruppo elettrogeno)
nel quale sono installati:
- dispositivi generali di protezione e di sezionamento;
- strumenti di misura ed eventuali dispositivi per i controlli a distanza;
- apparecchi di protezione, preferibilmente adatti per il sezionamento, delle linee che
alimentano le utenze che richiedono lalimentazione da gruppo elettrogeno (sistema
antincendio, sistemi di sollevamento).

3
REALIZZAZIONE DEGLI IMPIANTI NEI LOCALI ADIBITI AD USO MEDICO

Quadri di reparto
I quadri di reparto possono coincidere con i quadri di distribuzione principale delledicio.
Qualora questi quadri si trovino allinterno del padiglione o del reparto, preferibile che essi
siano collocati in apposito locale. consigliabile che siano dotati di porte provviste di vetro
(o materiale plastico trasparente) per facilitare la verica dello stato delle apparecchiature.
Le destinazioni delle linee in uscita dal quadro dipendono dalle funzioni che il reparto svolge.
Quadri per sale chirurgia
Per i locali di chirurgia di gruppo 2 oltre al quadro per lalimentazione dei circuiti ordinari
necessario il quadro destinato ad alimentare il sistema IT-M (g. 3.12). ammesso anche
limpiego di un unico quadro che raggruppa in due sezioni distinte le apparecchiature del
sistema IT-M e le apparecchiature di alimentazione delle restanti utenze.
In mancanza dellalimentazione ordinaria, il quadro deve essere commutato sullalimentazione
di sicurezza fornita da un gruppo di continuit (UPS).
1
2
3
4
5
6

Scaricatore di sovratensione
Trasformatore di isolamento
Sonda temperatura PT100
monitor di isolamento linea 230 V
monitor di isolamento linea 24 V
Trasformatore 2207/24 V - 1 kVA

Id

QSD-DIG
230

Linea
ausiliaria
5

QSD
230/24-C

Linea 24 V

Gruppo
prese
1

Figura 3.12: Quadro per lalimentazione


del sistema IT-M.
(1)

44

Gruppo
prese
2

Gruppo
prese
3

Diafanoscopio

Prese
pensile
anestesista (1)

Prese Alimenta- Tavolo


pensile
zione operatorio
chirurgo lampada
fisso
(1)
scialitica

Riserva

Le prese dei pensili anestesista e chirurgo sono alimentate da pi linee

Guida pratica per ambienti ospedalieri di gruppo 2

segue 3.3.1
In tale modo si migliora la continuit di servizio di tutti gli apparecchi alimentati da IT-M
presenti nel locale e si garantisce una elevata qualit dellalimentazione per gli apparecchi
elettromedicali particolarmente sensibili alle variazioni di tensione e di frequenza.
Nel caso di un quadro unico, suddiviso in due sezioni, sono installati i seguenti componenti:
- un dispositivo generale di sezionamento;
- interruttori differenziali su ogni partenza e con Idn 30 mA e del tipo A o B per
lalimentazione ordinaria;
- un dispositivo di protezione contro le sovracorrenti a monte del trasformatore di isolamento;
- un eventuale interruttore a valle del trasformatore di isolamento per la protezione contro i
sovraccarichi nel caso non siano previste sonde di temperatura sul trasfomatore di isolamento
- le apparecchiature del sistema IT-M (trasformatore di isolamento, dispositivo di controllo
permanente dell isolamento con la segnalazione ottica e acustica).
- dispositivi di protezione contro le sovracorrenti delle linee che alimentano le prese a spina
e di eventuali altri apparecchi ssi del sistema IT-M.
Il nodo equipotenziale del quadro potrebbe essere utilizzato come nodo equipotenziale del
locale qualora rispondesse alle prescrizioni normative.

Guida pratica per ambienti ospedalieri di gruppo 2

REALIZZAZIONE DEGLI IMPIANTI NEI LOCALI ADIBITI AD USO MEDICO

Scelta della potenza del trasformatore di isolamento


La potenza del trasformatore di isolamento dipende dal tipo di locale che si considera, dall'assorbimento delle utenze collegate, dalle esigenze di manutenzione e continuit di servizio.
Mediamente il sistema IT-M alimenta almeno 6 gruppi di prese:
- 2 gruppi di prese a disposizione del chirurgo
- 2 gruppi di prese a disposizione dellanestesista
- 2 gruppi di prese installate a parete.
Per le sale di cardiochirurgia molto estese si possono prevedere assorbimenti no a 15 kVA,
per cui in genere si usano due trasformatori di isolamento da 10 kVA in modo di avere una
eccedenza di potenza che pu consentire ampliamenti futuri. Un trasformatore pu
alimentare le prese a parete mentre laltro pu alimentare le prese dei pensili.
Nelle sale operatorie normali o negli ambulatori la potenza del trasformatore pu scendere
a 7,5 - 5 - 3,5 kVA.
In ogni caso preferibile sovrastimare la potenza per avere disponibilit per ampliamenti
futuri senza necessit di modicare limpianto.

45

segue 3.3.1
Caratteristiche tecniche quadri QSO
Tensione nominale
Frequenza nominale
Numero fasi
Tensione nominale circuiti ausiliari
Tensione nominale di isolamento
Sistema di distribuzione riferito
a terra
Corrente di corto circuito max
Altitudine max

[V]
[Hz]
[V]
[V]

TT / TN-S
[kA]
[m]

Grado di inquinamento
Grado di resistenza agli urti

Grado di protezione

REALIZZAZIONE DEGLI IMPIANTI NEI LOCALI ADIBITI AD USO MEDICO

Umidit relativa
Temperatura di funzionamento
Temperatura di stoccaggio
Norme di riferimento

230 15% c.a.


50
1 + N ~/ PE
230 c.a.
300 - 2.500

[C]
[C]

6 RMS simmetrico
2000 s.l.m
1 assenza di inquinamento o soltanto
inquinamento secco e non conduttore
IK09
IP 65 frontale con porta
IP 31 frontale senza porta
IP 20 sul tetto
50%
- 5 / + 40
- 25 / + 55
CEI 64-8/7 CEI 17-13/1

Codici dordine quadri QSO


Potenza Sonda Linea Descrizione
KVA
PT100 SELV
24 V Tipo

Codice ABB

Codice dordine
italiano

EJ 135 3

Quadri elettrici per sala operatoria da parete


3

QSO 3kVA

2CSM110000R1551

QSO 5kVA

2CSM120000R1551

EJ 136 1

7,5

QSO 7.5kVA

2CSM130000R1551

EJ 137 9

QSO 3kVA-S

2CSM210000R1551

EJ 140 3

QSO 5kVA-S

2CSM210000R1541

EJ 163 5

7,5

QSO 7.5kVA-S

2CSM230000R1551

EJ 164 3

Quadri elettrici per sala operatoria da pavimento

46

QSO 3kVA-S-PV

2CSM310000R1551

EJ 165 0

QSO 5kVA-S-PV

2CSM320000R1551

EJ 166 8

7,5

QSO 7.5kVA-S-PV

2CSM330000R1551

EJ 167 6

10

QSO 10kVA-S-PV

2CSM340000R1551

EJ 168 4

QSO 3kVA-S-PV+24Vac

2CSM410000R1551

EJ 254 2

QSO 5kVA-S-PV+24Vac

2CSM420000R1541

EJ 255 9

7,5

QSO 7.5kVA-S-PV+24Vac

2CSM430000R1551

EJ 256 7

10

QSO 10kVA-S-PV+24Vac

2CSM440000R1551

EJ 257 5

Guida pratica per ambienti ospedalieri di gruppo 2

3.3.2
Condutture
Nei locali di gruppo 2 le condutture installate allinterno del locale devono essere destinate
esclusivamente allalimentazione delle apparecchi elettrici e dei loro accessori presenti nel
locale stesso; in pratica in questi locali non possono transitare condutture che alimentano
apparecchiature poste in altri locali.
I circuiti derivati da un sistema IT-M devono essere necessariamente separati dai circuiti
elettrici alimentati da altri sistemi, devono quindi, essere installati in tubazioni o canalette e
cassette indipendenti. anche ammesso lutilizzo di canalette e cassette in comune purch
la separazione sia realizzata con un setto isolante (g. 3.13).

Anche i circuiti del sistema IT-M possono essere realizzati usando cavi unipolari (cordine)
tipo N07V-K (con lavvertenza di non utilizzare conduttori di colore blu o azzurro o celeste,
in quanto un sistema IT-M non ha mai neutro).
Se risultasse impossibile la realizzazione di una separazione sica di due sistemi elettrici ed
il circuito IT-M dovesse percorrere una canalizzazione in comune con conduttori di un altro
sistema, necessario utilizzare cavi a doppio isolamento con guaina non metallica. Inoltre
nel caso la corrente di dispersione per effetto capacitivo fosse elevata consigliabile che il
conduttore di protezione sia separato dai conduttori di fase e quindi inserito in un proprio
tubo protettivo.
Nei locali di gruppo 2 dove si utilizzano apparecchi elettromedicali per il controllo e
lassistenza dei parametri vitali, quali quelli di terapia intensiva, rianimazione e similari, bene
che gli apparecchi siano alimentati con conduttori schermati o inseriti in tubazioni metalliche
a scopo precauzionale contro i campi elettrici. Sia le schermature dei cavi, sia le tubazioni
metalliche devono essere equipotenzializzate sul nodo o subnodo pi vicino.
Per i locali di radiologia, TAC e locali con apparecchiature che emettono radiazioni ionizzanti,
opportuno che i conduttori di alimentazione non interrompano le schermature antiradiazione
predisposte.
La protezione delle condutture contro le sovracorrenti devessere effettuata mediante
interruttori automatici onnipolari. Anche nei sistemi IT-M i circuiti derivati al secondario vanno
protetti con fusibili o interruttori automatici magnetotermici ma non differenziali in quanto il
differenziale non avrebbe efcacia su questo particolare sistema di isolamento medicale.

Guida pratica per ambienti ospedalieri di gruppo 2

47

REALIZZAZIONE DEGLI IMPIANTI NEI LOCALI ADIBITI AD USO MEDICO

Figura 3.13: Separazione dei circuiti


IT-M dagli altri mediante setti isolanti

3.3.3
Condutture di alimentazione degli apparecchi radiologici o similari
Gli apparecchi radiologici e quelli di potenza superiore a 5 kVA assorbono dalla linea di
alimentazione correnti di valore elevato per cui occorre valutare con attenzione il
dimensionamento dei conduttori di alimentazione al ne di contenere le cadute di tensione.
Gli apparecchi radiologici di tipo sso e gli apparecchi con potenza superiore a 5 kVA, alimentati direttamente dalla rete ordinaria e in genere senza interposizione di un gruppo presa/
spina, possono essere protetti con interruttori differenziali con corrente differenziale di 0,5 A.
Se possono entrare nellarea del paziente obbligatoria ladozione di interruttori magnetotermici differenziali di tipo A (per circuiti monofasi) o B (specie per circuiti trifasi) da 30 mA;
3.3.4
Selettivit delle protezioni
Particolare cura va posta nel realizzare unefcace selettivit dei dispositivi di protezione
dalle sovracorrenti allo scopo di assicurare al massimo la continuit del servizio.
Per quanto possibile deve essere realizzata una selettivit orizzontale e verticale.
Con la selettivit orizzontale, e quindi suddividendo limpianto in vari circuiti, si riduce il
disservizio creato in caso di guasto. La suddivisione su pi circuiti consente inoltre di evitare
che luso simultaneo di numerosi apparecchi collegati allo stesso circuito provochi lintervento
dellinterruttore differenziale (ad esempio a causa delle correnti di dispersione capacitive
degli apparecchi).
Un aspetto particolare della selettivit orizzontale riguarda i locali di gruppo 2: le norme
richiedono che per ogni posto di trattamento del paziente (come ad esempio un quadretto
prese, ununit di alimentazione a parete o lo stativo pensile) le prese a spina alimentate dal
Sistema IT-M siano, alternativamente (g. 3.14):
connesse a due distinti circuiti di alimentazione (dotati ciascuno del relativo dispositivo di
protezione);
protette contro le sovracorrenti individualmente o a gruppi (almeno due).
Con questa disposizione, in caso di guasto a valle di una presa a spina, con intervento del
relativo dispositivo di protezione, solo una presa o un gruppo di prese risultano fuori servizio,
mentre le altre restano in funzione.
Unitamente alla selettivit orizzontale necessario assicurare la selettivit verticale in modo
che in caso di sovracorrente intervenga solo il dispositivo posto a protezione del circuito
interessato dal guasto e non il dispositivo a monte (g. 3.15).

3
REALIZZAZIONE DEGLI IMPIANTI NEI LOCALI ADIBITI AD USO MEDICO
Figura 3.14: Protezione delle
prese alimentate dal sistema IT-M
a) suddivisione in due circuiti
separati e singolarmente protetti
b) protezione a gruppi
c) protezione singola

Deve intervenire
solo questo interruttore

Figura 3.15: Selettivit verticale in


presenza di interruttori in serie.

48

Guida pratica per ambienti ospedalieri di gruppo 2

segue 3.3.4
La selettivit nei circuiti IT-M pu essere realizzata con interruttori magnetotermici o fusibili
di taglia adeguata.
Utilizzando i fusibili, questi sono posti a protezione di ciascuna presa nel gruppo e, a monte
nel quadro di sala a protezione della conduttura di alimentazione di ciascun gruppo di prese.
Scegliendo i fusibili di taglia adatta e linterruttore generale con una corrente di intervento
magnetica molto alta si realizza la selettivit totale.
I vantaggi sono evidenti: se si considera che un cortocircuito in una sala operatoria si verica
in genere perch le spine vengono disinserite dando uno strappo al cavo e non impugnando
il corpo della spina o per liquidi che entrano in contatto con parti attive, un corto circuito su
una presa implica lintervento dei rispettivi fusibili per cui possibile utilizzare unaltra presa
(le prese sono sempre in eccesso) senza gravi disservizi.
Con limpiego degli interruttori automatici la selettivit pu essere ottenuta scegliendo i
dispositivi di protezione in modo che per tutti i valori della corrente di cortocircuito, no alla
massima corrente di guasto prevista sulla conduttura protetta dallinterruttore a valle, le zone
di intervento degli interruttori in serie non si sovrappongano (g. 3.16). In genere per la
selettivit tra interruttori si ottiene regolando anche i loro tempi di intervento.

3
REALIZZAZIONE DEGLI IMPIANTI NEI LOCALI ADIBITI AD USO MEDICO

Figura 3.16: Selettivit totale


tra due interruttori in serie.

La selettivit deve essere realizzata anche per gli interruttori differenziali posti a protezione
delle apparecchiature alimentate direttamente dalla rete.
Ad esempio nelle sale di degenza (locali di gruppo 1) si hanno tre circuiti (luce, prese a spina,
prese dei testa letto) ciascuno protetto con differenziale da 30 mA; per la protezione dei
circuiti di alimentazione di un gruppo di stanze viene installato un differenziale da 300 mA,
e a monte in cabina si ha un differenziale da 500 mA. La selettivit totale ottenuta inne
regolando i tempi di intervento dei differenziali.
3.3.5
Criteri di installazione
Il quadro contenente il trasformatore disolamento pu essere installato a parete o a pavimento allesterno dei locali di gruppo 2, oppure allinterno purch fuori della zona paziente,
cos da evitare un contatto, da parte del paziente, anche tramite il personale medico, con
larmadio, nel quale si trovano, oltre ai circuiti a valle del trasformatore, i conduttori di alimentazione dello stesso.
Se le esigenze richiedono una potenza superiore a quella ammessa (10 kVA) per il trasformatore di isolamento, necessario installare pi trasformatori di isolamento allo scopo di
contenere le correnti di dispersione. In questo modo possibile beneciare della ridondanza
dei circuiti per massimizzare la continuit di servizio anche in caso di manutenzione.
Lapparecchio di controllo e di misura dellisolamento pu essere posto nel quadro elettrico
del sistema IT-M, ma un pannello con la ripetizione delle segnalazioni acustica/ottica ed un
pulsante di controllo deve essere collocato nel locale di maggiore uso, in cui si presume la
stabile presenza degli operatori sanitari.
Sia le prese a spina, sia gli interruttori devono essere installati a pi di 20 cm (da centro a
centro) da qualsiasi attacco per gas ad uso medicale.
Le prese a spina alimentate da un sistema IT-M non devono essere intercambiabili con le
prese spina dello stesso locale alimentate direttamente dalla rete.

Guida pratica per ambienti ospedalieri di gruppo 2

49

3.3.6
Messa a terra
Nei locali di gruppo 1 e 2 consentito il collegamento diretto al conduttore di protezione
solamente delle seguenti apparecchiature (tutte la altre vanno connesse al nodo
equipotenziale):
- le apparecchiature sse, quali ad es. gli apparecchi illuminanti in classe 0 e I a softto
purch installate sopra i 2,5 m daltezza dal piano di calpestio, o completamente fuori dalla
zona paziente;
- i limitatori contro le sovratensioni di qualsiasi origine ( consigliabile installarli sulle linee di
ingresso che alimentano i locali ad uso medico).
3.3.7
Necessit della continuit
di esercizio

<

3
REALIZZAZIONE DEGLI IMPIANTI NEI LOCALI ADIBITI AD USO MEDICO

Servizi di sicurezza
Nei locali ad uso medico possono essere utilizzate apparecchiature per le quali richiesta una
disponibilit dellalimentazione totale onde evitare pericoli per il paziente in caso di guasti
allimpianto o alle apparecchiature o di black-out.
Ai ni della continuit di esercizio a seguito di un guasto, limpiego del trasformatore di isolamento consigliabile anche nei locali di gruppo 1, negli ambulatori e nei laboratori in quanto
assicura la possibilit di utilizzo delle apparecchiature elettriche anche nel caso che in una di
queste si vericasse un primo guasto a terra. In particolare nei laboratori di analisi la continuit un fattore essenziale in quanto le apparecchiature richiedono, in caso di interruzione
dellenergia, tempi lunghi per la loro riprogrammazione e rimessa in servizio.
Per fronteggiare invece linterruzione dellalimentazione (black-out) occorre installare un impianto di emergenza destinato allalimentazione di sicurezza per i carichi deniti privilegiati in
quanto necessari per la sicurezza del paziente.
Le caratteristiche dellalimentazione di sicurezza devono essere stabilite dal progettista, tenendo conto delle effettive esigenze della struttura sanitaria da servire e delle norme in vigore.
Lalimentazione di sicurezza in tutti i locali di gruppo 2 (ed in alcuni di gruppo 1) deve essere
automatica ad interruzione breve ( 0,5 s) e assicurare per almeno 3 ore lalimentazione degli
apparecchi di illuminazione dei tavoli operatori, degli apparecchi elettromedicali che necessitano di alimentazione di sicurezza e degli impianti di rivelazione, allarme.
Per altri servizi e apparecchi elettromedicali lalimentazione di sicurezza pu essere a interruzione media, ossia con un tempo di intervento non superiore a 15 s (illuminazione di sicurezza
delle vie di esodo, apparecchi elettromedicali ecc.), o a interruzione lunga, superiore a 15 s
(apparecchi di sterilizzazione, frigoriferi ecc).
La sorgente di sicurezza pu essere costituita da batterie di accumulatori, gruppi statici di
continuit (UPS) o da gruppi elettrogeni.
In ciascuna sala operatoria o gruppo di sale opportuno realizzare la continuit di esercizio
con almeno due UPS. In questo modo ogni UPS lavora al 50% della sua potenza, per cui non
soggetto a sovraccarichi e pu supplire laltro nel caso questo si guasti.
Limpiego di pi UPS in ridondanza avvantaggia anche la manutenzione che pu essere fatta
su un gruppo alla volta consentendo cos di mantenere in attivit la sala operatoria.
Un ulteriore vantaggio offerto dagli UPS la qualit dellenergia fornita con conseguente assenza di disturbi sui circuiti a valle.
Gli UPS sono in grado di alimentare il carico senza interruzione alcuna, ma in genere hanno una
autonomia limitata (10 30 min) per cui interviene in seguito un gruppo elettrogeno (g. 3.17).

Figura 3.17: Alimentazione di sicurezza


realizzata tramite un UPS e un gruppo
elettrogeno.
50

Guida pratica per ambienti ospedalieri di gruppo 2

3.3.8
Illuminazione di sicurezza
Lilluminazione di sicurezza richiesta nei seguenti ambienti:
- locali ad uso medico di gruppo 1 e di gruppo 2.
- vie di esodo e uscite di sicurezza, compreso la relativa segnaletica di sicurezza;
- locali di cabine, quadri elettrici, sorgenti di impianti di produzione;
- locali con servizi essenziali, quali locali macchinario ascensori, cucine, centrali di
climatizzazione, centri elaborazione dati;
Lilluminazione di sicurezza deve entrare in funzione secondo i tempi indicati dalla normativa
(tabella 3.7).
Lilluminazione di sicurezza pu essere assicurata mediante sistemi centralizzati (batterie di
accumulatori o gruppo elettrogeno) oppure tramite apparecchi autonomi, provvisti
singolarmente di una batteria di accumulatori con unautonomia di almeno 2 ore.
Nella tabella sono indicati i tempi di intervento dellalimentazione di sicurezza previsti dalla
normativa in relazione al tipo di locale medico.
Tipo di locale

(1)
(2)

3
REALIZZAZIONE DEGLI IMPIANTI NEI LOCALI ADIBITI AD USO MEDICO

Sala per massaggi


Camere di degenza
Sala parto
Sala ECG, EEG, EHG, EMG
Sala per endoscopie
Ambulatori
Sala per urologia
Sala per diagnostica radiologica e per radioterapie
Sala per idroterapia
Sala per sioterapia
Sala per anestesia
Sala per chirurgia
Sala di preparazione alle operazioni
Sala per ingessature chirurgiche
Sala di risveglio postoperatorio
Sala per applicazioni di cateteri cardiaci
Sala per cure intensive
Sala per esami angiograci ed emodinamici
Sala per emodialisi
Sala per risonanza magnetica (MRI)
Sala per medicina nucleare
Sala prematuri

Interruzione Interruzione
0,5 s
15 s
 (1)


 (2)


 (2)
 (1)




(2)



 (2)

 (2)

 (2)

 (2)
(2)


(2)



 (2)



(2)



Tabella 3.7: Tempi di intervento


dellalimentazione di sicurezza
in relazione al tipo di locale medico

Solo per locali di gruppo 1.


Apparecchi di illuminazione ed apparecchi elettromedicali con funzione di supporto vitale
che richiedono unalimentazione entro 0,5 s o meno.

Guida pratica per ambienti ospedalieri di gruppo 2

51

Clinos 3000: evoluzione


della comunicazione ospedaliera

Ideale per ospedali, cliniche, case di riposo, cliniche riabilitative, residenze comunitarie e
strutture similari, Clinos 3000 la nuova proposta di ABB per la comunicazione in quei luoghi
in cui fondamentale installare sistemi che consentano al personale di svolgere le proprie
mansioni con la massima efcienza ed efcacia, e che, contemporaneamente, garantiscano
lo scambio dinformazioni a distanza tra i singoli pazienti e il personale medico e infermieristico
presente.
Il sistema Clinos 3000 conforme alle Norme nazionali e internazionali che regolano la
progettazione e la realizzazione di impianti di segnalazione ottica e di comunicazione:
- DIN 41050-1: Impianti di chiamata visiva; denizioni
- DIN 41050-2: Impianti di chiamata luminosa: installazione, dispositivi, indicazioni di
chiamata
- DIN VDE 0834, Parte 1 e 2: 2000-04: Impianti di chiamata in ospedali, case di cura e
istituzioni analoghe.

4.1

Sistema di chiamata
Clinos 3000 rappresenta levoluzione dei sistemi che svolgono le tradizionali funzioni di
segnalazione ottico-acustica offrendo, ad esempio:
sINFORMAZIONIDETTAGLIATESULIVELLODIPRIORITEPROVENIENZADELLECHIAMATE
sINFORMAZIONIFACILMENTECOMPRENSIBILIGRAZIEADISPLAYALFANUMERICIETERMINALIVIDEO
sDIFFUSIONEAUTOMATICADELLEINFORMAZIONIINTUTTIILOCALIDOVESIAREGISTRATALAPRESENZADI
personale di servizio
sIMMEDIATA LOCALIZZAZIONE DEL PERSONALE DI SERVIZIO INDIVIDUABILE SEPARATAMENTE COME
appartenente alla categoria dei medici o degli infermieri
sPOSSIBILITDICOLLEGARESEGNALAZIONIINTERNEAGGIUNTIVE COMEADESEMPIOALLARMIANTINCENDIO
e allarmi tecnici
sPOSSIBILITDIINTERFACCIARSICONSISTEMI$%#4
Le chiamate e le segnalazioni di presenza possono essere visualizzate in ogni locale, quali
stanze di presidio e camere di degenza, e da l gestite.

52

Guida pratica per ambienti ospedalieri di gruppo 2

Quando il paziente
effettua una chiamata
Si accende il led
di tranquillizzazione
del dispositivo
di chiamata usato

TV

Quando il personale arriva


nel locale da cui partita la chiamata
Preme il pulsante
di reset/presenza

Il sistema annulla
la chiamata e le relative
segnalazioni (lampade
direzionali, lampada
di rassicurazione e
lampada fuori porta)

Nei locali dove


presente personale
di servizio, si attiva
un segnale acustico

Il sistema attiva la
segnalazione di
presenza di personale
nel locale (lampada
nel corridoio, di colore
verde)

Nel corridoio si
accendono le lampade
direzionali, se presenti

Il sistema segnala
acusticamente le altre
eventuali chiamate anche
nel locale dove si trova
ora il personale, che pu
rispondere e visualizzarle

3UIDISPLAYPRESENTI
nellimpianto compare
il numero della stanza
dove si effettuata
la chiamata

Il sistema si predispone
ad evidenziare come
chiamata demergenza
un ulteriore segnale
che dovesse partire
DALLOCALEDOVEGISITROVA
il personale

Chiamata pazienti

Tipo di identicazione

Tipo di segnalazione

DIN VDE 0834-1:2000-04

ottica

chiamata normale

chiamata infermiere (chiamata)

luce rossa ssa

chiamata bagno/WC

chiamata WC

luce bianca e luce rossa ssa

chiamata prioritaria

luce rossa lampeggiante

Chiamata personale di
servizio

Tipo di
identicazione

Tipo di
segnalazione

DIN VDE 0834-1:2000-04

ottica

chiamata di emergenza

chiamata di emergenza

luce rossa lampeggiante


luce verde e/o gialla ssa

chiamata medico

luce rossa, verde, bianca


lampeggianti velocemente

chiamata di emergenza
bagno/WC

chiamata telefonica

luce rossa lampeggiante


luce bianca e verde ssa

Chiamata di altro tipo

Tipo di identicazione

Tipo di segnalazione

DIN VDE 0834-1:2000-04

ottica

chiamata diagnostica

chiamata diagnostica

luce rossa lampeggiante

chiamata di promemoria

luce verde lampeggiante

chiamata telefonica

chiamata telefonica

luce bianca ssa

4
CLINOS 3000: EVOLUZIONE DELLA COMUNICAZIONE OSPEDALIERA

Contemporaneamente
si accende la lampada
di chiamata, di colore
rosso oppure del colore
corrispondente al tipo
di chiamata effettuata

Le differenti tipologie di chiamate sono identicabili anche acusticamente, attraverso ritmi


sonori differenti, che identicano le seguenti 3 categorie:
Categoria 1: comprende le chiamate normali e quelle da bagno/WC
Categoria 2: comprende le chiamate di emergenza, le prioritarie, le diagnostiche e quelle
di emergenza bagno/WC
Categoria 3: comprende le chiamate di allarme come, ad esempio, la chiamata medico

Guida pratica per ambienti ospedalieri di gruppo 2

53

4.2

Struttura del sistema


Clinos 3000 disponibile in due versioni, adatte per soddisfare qualsiasi esigenza applicativa:
- Clinos Plus:SIARTICOLAINQUATTRODIVERSILIVELLIDIFUNZIONALITPERCONSENTIRELAMASSIMA
mESSIBILITAPPLICATIVAINFUNZIONEDELLEREALIESIGENZEDIOGNISINGOLASTRUTTURA
sanitaria:
- livello 1:
funzioni tradizionali di segnalazione acustico/luminosa
- livello 2:
in aggiunta alle funzioni del livello 1, gestione della linea di trasmissione dati
NELLA STANZA E CONSEGUENTE POSSIBILIT DI CONNESSIONE DI UNIT INTELLIGENTI
#ONSENTE TRALALTRO LAVISUALIZZAZIONESUDISPLAYDELLEINFORMAZIONIOPERATIVE
(chiamate pazienti, presenze del personale, ecc.), lutilizzo delle apposite
UNITCOMPATTENEILOCALIDIPRESIDIOEILRICONOSCIMENTODEISINGOLILETTIDACUI
provengono le chiamate
- livello 3:
comunicazione vocale in aggiunta alle funzioni del livello 2
- livello 4:
radiodiffusione in aggiunta alle funzioni del livello 3.
- Clinos Phon, rende disponibili allutente una serie di funzioni evolute che, in abbinamento
a quelle tradizionali di segnalazione acustico-luminosa, ne aumentano lefcienza operativa,
il comfort e il risparmio sui costi gestionali:
- comunicazione vocale diretta tra ogni singolo paziente e il personale sanitario
- gestione differenziata delle segnalazioni di presenza per due categorie di personale (medici
e infermieri)
POSSIBILITDIATTRIBUIREDIVERSEPRIORITALLECHIAMATEINARRIVO
- chiamata diagnostica, segnalata da trasduttori o apparecchiature diagnostiche speciche
(cure intensive e simili)
- chiamata diretta del medico, tramite apposito pulsante, opportunamente protetta contro
false attivazioni
- autodiagnosi del sistema, con restituzione in chiaro delle informazioni relative allo stato di
funzionamento
- predisposizione ad agevoli modiche funzionali e strutturali nel corso del normale esercizio.
La struttura del sistema Clinos 3000 riproduce lorganizzazione dellambiente in cui deve
operare

4
CLINOS 3000: EVOLUZIONE DELLA COMUNICAZIONE OSPEDALIERA

Segnali e comandi
vengono trasmessi
attraverso un unico cavo
(linea bus), facilitando
e ottimizzando cos
i costi di installazione
e manutenzione
del sistema.
Verso altri concentratori
di zona

54

Guida pratica per ambienti ospedalieri di gruppo 2

segue 4.2
Ogni sistema costituito da una o pi zone, che si possono assimilare ai reparti, piani o
padiglioni di una struttura di ricovero. Ad ogni zona fanno capo una o pi stanze, come
camere di degenza, locali di presidio e locali di servizio comuni. Inne, ogni camera di
degenza pu ospitare uno o pi letti.
4UTTIIDISPOSITIVIDELSISTEMASONOCONNESSITRALOROATTRAVERSOUNALINEABUS CHE INBASE
alle funzioni che svolge, assume le seguenti denominazioni:
- bus di zona: collega tra loro i concentratori di zona e le apparecchiature comuni a tutto
il sistema, come, ad esempio, interfacce e alimentatore
- bus di corridoio: collega i moduli elettronici delle camere e dei locali di presidio, le lampade
DI CORRIDOIO I DISPOSITIVI DI SEGNALAZIONE E I DISPLAY AL CONCENTRATORE DI ZONA CUI
appartengono
- bus di camera: collega tutti i dispositivi che si trovano nella camera al modulo elettronico
della camera.
I diagrammi che seguono mostrano la struttura del sistema Clinos 3000 nelle due versioni
disponibili.

Bus dati di corridoio (dati)

Modulo
display

Modulo
elettronico
per locale di
presidio

Remind

Unit del
locale
di presidio

Modulo
display

Modulo di
chiamata
(letto 1)

Bus dati posto letto (dati)

Bus dati di zona

Modulo
elettronico
con bus dati
posto letto

CLINOS 3000: EVOLUZIONE DELLA COMUNICAZIONE OSPEDALIERA

Centrale di
zona
(gruppo 1-3)

Modulo di
selezione
zone locale
di presidio

Modulo di
chiamata
(letto 2)

Altri moduli
di chiamata

Tirante
(bagno/WC)
Pulsante di
chiamata
(bagno/WC)

Display di informazioni
Pulsante di
annullamento
chiamata

Pulsante di
chiamata
(letto 1)

Pulsante di
chiamata
(letto 2)
Altri pulsanti
di chiamata

Dispositivo
di fine linea
del bus dati

Modulo
elettronico
senza bus dati
posto letto

Pulsante di
chiamata
(bagno/WC)

Tirante
(bagno/WC)

Centrale di zona
(gruppo 4-6)
Altre centrali
di zona

Guida pratica per ambienti ospedalieri di gruppo 2

Clinos Plus consente di realizzare


sistemi in grado di evolvere dalle
funzioni di base alla comunicazione
vocale bidirezionale half duplex
e al servizio di radiodiffusione.

55

segue 4.2

Terminale di
camera
Dispositivo di
fine linea

Pulsante di Pulsante di
chiamata
chiamata
(letto 2)
(letto 1)

Lampada
di corridoio

Bus di corridoio

Bus posto letto (dati)

Altri pulsanti di chiamata

Pulsante di
chiamata e
Tirante
annullamento
(bagno/WC) (bagno/WC)

Display di informazioni
Terminale di
camera

Combinazione
letto (letto 1)

Combinazione letto (letto 2)

Bus posto letto


(dati + audio)

Alimentatore
Tirante
(bagno/WC)

N L

Altre e combinazioni letto

Pulsante di
annullamento
(bagno/WC)
Interfaccia locale
di presidio

Concentratore
di zona (slave 1)
Bus di zona

CLINOS 3000: EVOLUZIONE DELLA COMUNICAZIONE OSPEDALIERA

Lampada di
corridoio

Combinazione
letto (letto 2)

Stazione
operativa

Alimentatore

N L

Ethernet / LAN

Server
chiamate
infermiere

Concentratore
di zona (master)

Clinos Phon, oltre a svolgere


le funzioni tradizionali, consente
di realizzare sistemi di comunicazioni
full duplex tra il singolo paziente
e il personale di servizio.

Altri concentratori di zona

4.3

Caratteristiche del sistema


Grazie alle soluzioni adottate, Clinos 3000 consente di ottenere importanti risultati, tra cui
SEMPLICITDUSO ECONOMIENELLINSTALLAZIONEEGESTIONEEMIGLIORAMENTODELSERVIZIOOFFERTO
I principali punti di forza del sistema sono:
- semplicit di cablaggio. Clinos 3000 usa per il collegamento tra i dispositivi un cablaggio
con tecnologia bus. Ci signica che tutti i dati e le informazioni viaggiano su un semplice
doppino, risparmiando cos sul materiale e sul tempo impiegato per la stesura dei cavi.
Usando un cavo a 6 conduttori si pu, inoltre, portare anche lalimentazione e la fonia ai
VARI DISPOSITIVI ,A POSSIBILIT DI USARE UN SEMPLICE CAVO A  CONDUTTORI RISPETTO AL
considerevole fascio di cavi (o al grosso cavo multipolare) tradizionalmente usato, agevola
notevolmente la posa in opera, riducendo i tempi di installazione
- modularit. Clinos 3000 utilizza una tecnologia modulare, consentendo in tal modo di far
evolvere il sistema nel tempo, partendo dalle funzioni base ed aggiungendo
SUCCESSIVAMENTELEALTREFUNZIONALIT SENZAVANIlCAREGLIINVESTIMENTIGIEFFETTUATI
- continuit di servizio e facilit di manutenzione. Sfruttando le funzioni di autodiagnosi
interna e di riconoscimento delle anomalie, Clinos 3000 permette limmediata individuazione
DIEVENTUALIGUASTI)NCASODINECESSIT IMODULIELETTRONICISONOSOSTITUIBILISENZADOVER
INTERROMPEREILFUNZIONAMENTODELSISTEMA GARANTENDOCOSLACONTINUITDELSERVIZIO)NOLTRE
i moduli elettronici di controllo camera, nella versione Plus, sono installati nel corridoio e
possono perci essere sostituiti senza dover entrare nella camera del paziente. In questo
modo non si arreca alcun disturbo ai degenti e medici ed infermieri possono tranquillamente
continuare ad operare secondo le proprie esigenze, mentre il personale tecnico addetto
alla manutenzione pu intervenire tempestivamente
56

Guida pratica per ambienti ospedalieri di gruppo 2

segue 4.3
Quadro sinottico delle funzioni dei sistemi Clinos 3000
Funzioni

Clinos Plus Clinos Phon




Sistema di comunicazione bidirezionale half duplex

4
CLINOS 3000: EVOLUZIONE DELLA COMUNICAZIONE OSPEDALIERA

Autodiagnosi
0OSSIBILITDIVARIARE VIASOFTWARE ILLIVELLO
DIPRIORITASSOCIATOADUNAPARTICOLARECHIAMATA
(ad esempio, proveniente dal letto di un paziente grave)
)NFORMAZIONIDETTAGLIATESULIVELLODIPRIORIT
e provenienza delle chiamate
Diffusione automatica delle informazioni in tutti i locali
con personale di servizio presente
Immediata localizzazione del personale di servizio
)NFORMAZIONIFACILMENTECOMPRENSIBILIGRAZIEADISPLAY
alfanumerici e terminali video
Identicazione della chiamata con codice alfanumerico
di 8 caratteri
Radiodiffusione

Sistema di comunicazione vocale bidirezionale full duplex




Fonia di camera




Fonia posto letto

Quadro sinottico delle caratteristiche dei sistemi Clinos 3000


Dimensioni massime
del sistema
Numero di concentratori

Clinos Plus

Clinos Phon

16

64

Numero totale di zone


(zone gestite da ogni concentratore
di zona)
Numero di dispositivi sul bus di zona
(comprese le interfacce dati)
Numero di interfacce dati

48
(3)

254
(6)

32

- 1 per cercapersone
- 1 per PC
127 (1)

Numero moduli sul bus di corridoio

127 (1)

Numero di locali di presidio


9
sul bus di corridoio
Numero di locali di presidio, per zona 3 (2)

Numero di moduli sul bus di camera 10

10

Numero di moduli sul bus di


camera, per tipologia

Numero di moduli nel locale


di presidio, per tipologia

DISPLAY
- 1 mod. di
comunicazione
- 8 mod. di chiamata
- 4 mod. elettronici da
parete
DISPLAY
- 1 modulo di
comunicazione
- 1 modulo di selezione
UNITCOMPATTA

TERMINALECONDISPLAY
- 1 mod. di selezione
- 4 mod. di chiamata
con fonia
- 8 mod. di chiamata
senza fonia
UNITCOMPATTA

Lunghezza massima del bus

Clinos Plus

Clinos Phon

Bus di zona (doppino 0,8 mm)

2.000 m

Bus tra 2 concentratori di zona, in funzione del cavo usato

50150 m

Bus di corridoio (doppino 0,8 mm)

1.000 m

500 m

Bus audio (doppino 0,8 mm)

500 m

Bus di camera (doppino 0,6 mm)

200m

200 m

Guida pratica per ambienti ospedalieri di gruppo 2

Note:
(1)
il totale di moduli attivi, tra moduli
di corridoio e moduli di camera,
non deve superare 255
(2)
per ogni concentratore di zona deve
esserci almeno un locale di presidio

57

4.4

Congurazione del sistema


Clinos 3000 pu essere congurato per funzionare come:
- sistema decentralizzato DOVELEINFORMAZIONIVENGONORIPORTATESOLOALLUNITDIPRESIDIO
e ai terminali appartenenti alla stessa zona (ad esempio, un reparto, un piano, un padiglione, ecc.)
- sistema centralizzato DOVELEINFORMAZIONIVENGONOTRASMESSEERIPORTATEALLEUNITDI
presidio e ai terminali di tutte le zone.
'RAZIEALLAFACILITDICOMMUTAZIONETRALEDUEMODALITDICONlGURAZIONEDELSISTEMALEZONE
possono essere collegate tra loro come si desidera mediante un modulo di selezione per la
versione Plus), si pu prevedere anche una loro combinazione per soddisfare speciche
esigenze. Ad esempio, si pu avere un funzionamento decentralizzato di giorno ed uno
centralizzato di notte, quando il personale presente ridotto, ottimizzando i costi e manteNENDOLASTESSAQUALITDISERVIZIO

4.5

Componenti del sistema

CLINOS 3000: EVOLUZIONE DELLA COMUNICAZIONE OSPEDALIERA

Il principale componente del sistema il concentratore di zona, che controlla e sincronizza


lintera linea bus su cui transitano i dati e assicura funzioni come le segnalazioni acustiche
e lintermittenza delle segnalazioni ottiche. Le chiamate possono essere distinte tra chiamate
per medico, chiamate per infermiere, chiamate demergenza, di promemoria e telefoniche.
Ogni concentratore di zona pu gestire no a 3 (Clinos Plus) o 6 (Clinos Phon) sottozone
distinte.
Ai concentratori di zona si connettono il bus di zona, che permette di collegare altri concentratori di zona e dispositivi o interfacce di sistema, e i bus di corridoio, che collegano tutti i
moduli elettronici e dispositivi appartenenti alla zona gestita da ciascun concentratore.
I moduli elettronici attivi, collegati al bus di corridoio, forniscono lidenticazione e la meMORIZZAZIONEDELLECHIAMATEECONSENTONODIALLACCIARELEUNITATTIVECHESITROVANONELLE
camere di degenza o nei locali di presidio.
Le unit attive, inne, sono rappresentate da tutti quei dispositivi (display, terminali di
camera, moduli di chiamata, moduli di comunicazione, ecc.) che, collegati ai moduli
elettronici attivi attraverso il bus di corridoio, consentono ai pazienti e al personale di servizio
di effettuare e gestire le chiamate (individuazione della provenienza, cancellazione, ecc.).
/GNIUNITATTIVAIDENTIlCATASUIDISPLAYATTRAVERSOUNCODICEALFANUMERICODICARATTERI
Il sistema comprende, inoltre, altri dispositivi la cui funzione quella di rendere pi confortevole la permanenza dei pazienti nelle camere di degenza (tastiere, unit radio, ecc.).
I dispositivi del sistema sono alimentati con tensione di sicurezza di 24 Vc.c., fornita da appositi alimentatori.

4.6

Afdabilit e sicurezza
)LSISTEMA#LINOSADOTTAUNASERIEDIACCORGIMENTIPERGARANTIRELACONTINUITDIFUNZIOnamento del sistema e la salvaguardia delle persone:
- in caso di mancanza dellalimentazione elettrica, le chiamate rimangono in memoria per
circa 24 ore e, quando lalimentazione viene ripristinata, vengono automaticamente visualizzate le chiamate e le indicazioni di presenza attive prima dellinterruzione
QUALORAILCONCENTRATOREDIZONADOVESSEGUASTARSI ILSISTEMACOMMUTAINMODALITEMERgenza, che garantisce le chiamate normali e demergenza, la cancellazione delle chiamate,
lindicazione di presenza, il trasferimento delle chiamate nei locali dove stata segnalata
la presenza del personale di servizio e lindicazione luminosa delle lampade del corridoio
ILCONCENTRATOREDIZONACONTROLLACOSTANTEMENTETUTTELEUNITATTIVEESEGNALAQUALSIASI
anomalia con un messaggio generale o con messaggi specici
- alcune tastiere sono dotate di connettori a strappo, che evitano danni al cavo di collegamento in caso di strattoni accidentali
LASICUREZZAELETTRICAEDIREQUISITIDICOMPATIBILITELETTROMAGNETICADEICOMPONENTIDELSISTEMASONOGARANTITIINCONFORMITALLE$IRETTIVEEUROPEEMARCHIO#% 

58

Guida pratica per ambienti ospedalieri di gruppo 2

4.7

Esempi di applicazione del sistema Clinos 3000 Plus


Moduli su bus
di camera
Bus di camera

Bus di corridoio

Max. 255 moduli


attivi per
raggruppamento

Bus di zona

2
3

Max. 32 dispositivi

max
16

CLINOS 3000: EVOLUZIONE DELLA COMUNICAZIONE OSPEDALIERA

15

CZ = Concentratore di zona
DZ = Dispositivo su bus di zona
MC = Modulo su bus di corridoio

Guida pratica per ambienti ospedalieri di gruppo 2

59

segue 4.7

Altri concentratori
di zona

Magazzino

4
CLINOS 3000: EVOLUZIONE DELLA COMUNICAZIONE OSPEDALIERA

Reparto ospedaliero
1 Alimentatore stabilizzato
2 Concentratore di zona
3 Modulo elettronico per locali di presidio
4 Modulo elettronico di controllo
per camera
5 $ISPLAYDIINFORMAZIONE
6 $ISPLAYMODULAREALFANUMERICO
7 Modulo di selezione presidio

Locale
di lavoro

Locale di presidio
infermieri/medico

8 5NITPERLOCALEDIPRESIDIO
9 Combinazione di chiamata
e annullamento

Remind

Camera di degenza livello 1


1 Combinazione di chiamata
e annullamento
2 Modulo di chiamata
3 4ASTIERA
4 5NITDICHIAMATAATIRANTE
5 Modulo elettronico di controllo
per camera

Bus di corridoio

60

Guida pratica per ambienti ospedalieri di gruppo 2

segue 4.7

Camera di degenza livello 2


1 $ISPLAYMODULAREALFANUMERICO
2 Modulo di chiamata compresa
per dispositivo diagnostico
3 4ASTIERA
4 5NITDICHIAMATAATIRANTE
5 Pulsante di chiamata
6 Modulo elettronico di controllo
per camera

4
CLINOS 3000: EVOLUZIONE DELLA COMUNICAZIONE OSPEDALIERA

Bus di corridoio

Camera di degenza livello 3


1 $ISPLAYMODULAREALFANUMERICO
2 Modulo di chiamata compresa
per dispositivo diagnostico
3 4ASTIERA
4 5NITDICHIAMATAATIRANTE
5 Pulsante di chiamata
6 Modulo elettronico di controllo
per camera
7 Modulo di comunicazione vocale

Bus di corridoio

Camera di degenza livello 34


1 $ISPLAYMODULAREALFANUMERICO
2 Interfaccia elettronica
3 4ASTIERAPENSILE
4 5NITDICHIAMATAATIRANTE
5 Pulsante di chiamata
6 Modulo elettronico di controllo
per camera

Bus di corridoio

Guida pratica per ambienti ospedalieri di gruppo 2

61

4.8

Esempi di applicazione del sistema Clinos 3000 Phon

Moduli su bus
di camera
Bus di camera

Bus di corridoio

Max. 255 moduli attivi


per raggruppamento

Bus di zona

CLINOS 3000: EVOLUZIONE DELLA COMUNICAZIONE OSPEDALIERA

63
max
64

CZ = Concentratore di zona
DZ = Dispositivo su bus di zona
MC = Modulo su bus di corridoio

62

Guida pratica per ambienti ospedalieri di gruppo 2

segue 4.8

Altri concentratori
di zona

Magazzino

4
CLINOS 3000: EVOLUZIONE DELLA COMUNICAZIONE OSPEDALIERA

Reparto ospedaliero
1 Alimentatore stabilizzato
2 Concentratore di zona
3 Modulo elettronico per locali
di presidio
4 Modulo elettronico di controllo
per camera
Locale di presidio
infermieri/medico

Locale
di lavoro

5 $ISPLAYDIINFORMAZIONE
6 $ISPLAYMODULAREALFANUMERICO
7 Modulo di selezione presidio
8 5NITPERLOCALEDIPRESIDIO
9 Combinazione di chiamata
e annullamento

Camera di degenza versione base


1 4ERMINALEDICAMERA
2 Modulo di chiamata
3 4ASTIERA
4 5NITDICHIAMATAATIRANTE
Bus di corridoio

5 Combinazione di chiamata
e annullamento
6 Lampada di corridoio

Guida pratica per ambienti ospedalieri di gruppo 2

63

segue 4.8

Camera di degenza versione


intermedia
1 4ERMINALEDICAMERA
2 Combinazione per letto
3 4ASTIERA
4 5NITDICHIAMATAATIRANTE
5 Combinazione di chiamata
e annullamento

Bus di corridoio

6 Lampada di corridoio

4
CLINOS 3000: EVOLUZIONE DELLA COMUNICAZIONE OSPEDALIERA

Camera di degenza versione


avanzata
1 4ERMinale di camera
2 Modulo elettronco per tastiera
pensile/microtelefono

TV

TV

3 4ASTIERAPENSILE
4 5NITDICHIAMATAATIRANTE
5 Combinazione di chiamata
e annullamento

Bus di corridoio

6 Lampada di corridoio

64

Guida pratica per ambienti ospedalieri di gruppo 2

4
CLINOS 3000: EVOLUZIONE DELLA COMUNICAZIONE OSPEDALIERA

65

Guida pratica per ambienti ospedalieri di gruppo 2

Altre informazioni sugli impianti


per locali ad uso medico

5.1

Locali veterinari
Campo di applicabilit delle norme ai locali veterinari
La Norma CEI 64-8/7 precisa che in quanto praticamente applicabile, la norma pu essere
utilizzata anche per cliniche ed ambulatori veterinari.
Le raccomandazioni normative si applicano alle strutture veterinarie individuate nellaccordo
del 26/11/03 tra Ministero della salute, Regioni e Province autonome.
Laccordo denisce quattro tipologie di ambienti:
- studio veterinario con o senza ingresso degli animali;
- ambulatorio veterinario;
- clinica veterinaria;
- ospedale veterinario.
Gli ambenti veterinari possono avere un grado di rischio pi o meno elevato secondo la
funzione che il responsabile medico veterinario desidera conferire al proprio studio o alla
struttura nella quale espleta la sua attivit. il direttore medico veterinario pertanto che deve
stabilire mediante dichiarazione scritta lattivit svolta nei vari locali; in base alle sue scelte
il progettista denisce gli impianti da realizzare.
5.1.1
Rischio elettrico
Nei confronti dei fenomeni di elettrocuzione (contatti diretti e indiretti) gli animali presentano rischi pi o meno elevati secondo la specie a cui appartengono, le loro dimensioni
e le cure o gli interventi a cui vengono sottoposti, e in alcune condizioni (compreso gli
interventi cardiaci su animali a scopo di ricerca) possono essere soggetti anche al rischio
di microshock.
In genere il rischio di microshock particolarmente signicativo nelle cliniche, negli ospedali veterinari e nei centri di ricerca. Negli studi e laboratori veterinari invece:
- non si eseguono interventi intracardiaci o che possono interessare il muscolo cardiaco;
- si usano con molta moderazione apparecchi elettromedicali con parti applicate, mentre
sono usati con frequenza dei dispositivi elettrici e loro accessori quali gli apparecchi per
tosatura, trapani elettrici portatili e dispositivi elettromedicali come le lampade scialitiche
ad installazione ssa o carrellate che entrano nella zona paziente.

Figura 5.1: Esempio di clinica veterinario


66

Guida pratica per ambienti ospedalieri di gruppo 2

segue 5.1.1
Si pu quindi concludere che gli studi e i laboratori veterinari possono essere sempre ritenuti di gruppo 1 anche se in essi si possono eseguire interventi chirurgici, mentre i locali di
gruppo 2 possono essere presenti nelle cliniche veterinarie, negli ospedali universitari ad
indirizzo veterinario e nei centri di ricerca veterinari o chimico-farmacologici.
Nella gura 5.2 riportato un diagramma di usso per la scelta del gruppo di locale
veterinario.

un locale dove il veterinario visita lanimale senza


utilizzare apparecchi elettrici anche se non prettamente
elettromedicali con parti applicate (es. elettrotosatore)
o che possono entrare nella zona paziente (es. lampada
scialiatica)?

SI

Locale di gruppo 0
veterinario. (incluso i locali
di degenza animali)

SI

Locale di gruppo 1
veterinario

SI

Locale di gruppo 2
veterinario sempre con
pericolo di microshock

NO

5
ALTRE INFORMAZIONI SUGLI IMPIANTI PER LOCALI AD USO MEDICO

Lanimale sottoposto a cure e/o trattamenti anche


chirurgici invasivi con apparecchi elettrici o
elettromedicali con parti applicate o che entrano nella
zona paziente, ma ridotto il rischio di microshock?
NO

Lanimale viene sottoposto a interventi o cure a livello


cardiaco che possono creare rischi elevati di
microshock?

Figura 5.2: Criteri di scelta dei locali


a uso veterinario

5.1.2
Criteri di dimensionamento e protezione dellimpianto elettrico
I metodi di protezione adottati per i locali ad uso medico, indicati dalla Norma CEI 64-8/7,
possono essere applicati anche per i locali veterinari, come precedentemente
classicati.
5.1.3
Il sistema IT-M nei locali veterinari
Il sistema IT-M pu essere adottato per esigenze diverse secondo il gruppo di appartenenza del locale veterinario. Se il locale dichiarato di gruppo 2 (pericolo di microshock)
il sistema obbligatorio. Se il locale appartiene al gruppo 1 ladozione del sistema IT-M
pu essere consigliabile al ne di assicurare la possibilit di utilizzo di alcune apparecchiature elettriche anche nel caso che in una di queste si verichi un primo guasto a terra. Ladozione di un apparecchio di controllo dellisolamento della parte dimpianto sottesa al trasformatore disolamento obbligatoria per i locali di gruppo 2 e raccomandabile
nei locali di gruppo 1.
5.1.4
Veriche nei locali veterinari
Anche per i locali veterinari obbligatorio, come per i locali ad uso medico umano eseguire le veriche iniziali e periodiche secondo quanto prescritto dalle norme.

Guida pratica per ambienti ospedalieri di gruppo 2

67

5.2

Veriche iniziali e periodiche


Gli impianti elettrici nei locali adibiti ad uso medico devono essere vericati, sia prima della
messa in servizio e sia dopo eventuali modifiche o riparazioni (verifiche iniziali);
successivamente devono essere controllati a intervalli prestabiliti (veriche periodiche) da
un tecnico esperto, che pu essere oppure no alle dipendenze della struttura sanitaria, e i
risultati di ciascuna verica devono essere registrati.
5.2.1
Veriche iniziali
Gli impianti elettrici dei locali di gruppo 0 (impianti ordinari) sono soggetti alle sole veriche
previste dalla Norma CEI 64-8/6. Per gli impianti dei locali di gruppo 1 e di gruppo 2 in
aggiunta alle veriche richieste per gli impianti ordinari devono essere effettuati i seguenti
controlli:
Prove e veriche da effettuare

5
ALTRE INFORMAZIONI SUGLI IMPIANTI PER LOCALI AD USO MEDICO

3
4
5

Strumentazione
Per eseguire le prove e le
misure necessaria
unadeguata
strumentazione,
comprendente:
- un voltmetro;
- una pinza
milliamperometrica;
- un milliohmmetro
con tensione a vuoto
da 4 a 24 V in c.c. o in c.a.
e corrente di prova di 10 A;
- un apparecchio per
provare gli interruttori
differenziali

<

Prove funzionali del dispositivo di controllo


dellisolamento e del sistema di allarme ottico e
acustico del sistema IT-M
Misura delle correnti di dispersione dellavvolgimento
secondario a vuoto e sullinvolucro dei trasformatori
per uso medicale; la prova non necessaria se gi
stata eseguita dal costruttore del trasformatore
Misura di resistenza dei collegamenti equipotenziali
supplementari
Verica della continuit dei conduttori di protezione
ed equipotenziali
Esame a vista per controllare che siano state
rispettate le altre prescrizioni normative previste dalla
Sezione 710 della Norma 64-8/7

Locali
di gruppo 1

Locali
di gruppo 2

Le veriche si effettuano sulla base della documentazione di progetto comprendente almeno:


- la planimetria indicante il gruppo di appartenenza dei singoli locali medici;
- le planimetrie indicanti il posizionamento dei nodi equipotenziali con i relativi collegamenti;
- gli schemi elettici.
Prove funzionali del sistema IT-M
La verica di funzionalit del dispositivo di controllo dellisolamento si effettua con una serie
di accertamenti seguiti da alcune prove.

Accertamenti
iniziali

- il dispositivo deve essere conforme alla Norma CEI EN 61557-8,


riguardante gli apparecchi di prova, di misura e di sorveglianza delle
misure di protezione;
- limpedenza interna del dispositivo non deve essere inferiore
a 100 k;
- la tensione di alimentazione del circuito di allarme non deve essere
superiore a 25 V c.c..

Prove

68

Guida pratica per ambienti ospedalieri di gruppo 2

segue 5.2.1
a) Misura della corrente nel circuito di allarme
Scopo della prova: Si deve accertare che anche in caso di guasto la corrente nel circuito
non superi il valore di 1 mA c.c.
Strumento: milliamperometro.
Procedura: la misura della corrente circolante nel circuito di allarme pu essere effettuata
in condizioni di guasto franco a terra inserendo il milliamperometro in serie al conduttore
che connette il dispositivo al nodo equipotenziale e collegando direttamente a terra uno dei
conduttori del circuito isolato (g. 5.3).
trasformatore
disolamento
rete
230 V/50 Hz

5
ALTRE INFORMAZIONI SUGLI IMPIANTI PER LOCALI AD USO MEDICO

collegamento
franco a terra

al nodo
equipotenziale
I

1 mA

monitor
di isolamento

Figura 5.3: Misura della corrente


nel circuito di allarme.

b) Prova di intervento
Scopo della prova: vericare il corretto funzionamento del dispositivo di controllo
dellisolamento, ossia che si attivi lindicazione di allarme quando il valore di resistenza di
isolamento scende sotto i 50 k.
Strumento: reostato.
Procedura: dopo aver scollegato le utenze, si pone in collegamento tramite un reostato
ciascun conduttore del circuito alimentato dal secondario del trasformatore di isolamento
uno alla volta col nodo equipotenziale (g. 5.4). La simulazione del guasto si attua
riducendo la resistenza del reostato a un valore R < 50 k. Ci deve far intervenire il sistema
di allarme ottico e acustico. Quindi, aumentando R no a valori superiori a 50 k, si verica
se lallarme in grado di disattivarsi automaticamente.
trasformatore
disolamento
rete
230 V/50 Hz

al nodo
equipotenziale

monitor
di isolamento

Guida pratica per ambienti ospedalieri di gruppo 2

Figura 5.4: Prova di intervento


del controllore di isolamento.

69

segue 5.2.1
Verica di funzionalit dei sistemi di segnalazione
Scopo della prova: vericare la funzionalit dei sistemi di allarme ottico e acustico.
Procedura: la prova si esegue accertando, mediante esame a vista, che siano state
rispettate le seguenti prescrizioni:
- presenza della spia luminosa di segnalazione a luce verde che indica il regolare
funzionamento;
- presenza della spia luminosa di segnalazione a luce gialla che si accende quando il
dispositivo di allarme interviene (resistenza di isolamento < 50 k);
- impossibilit di disinserire il segnale luminoso giallo; lo spegnimento deve avvenire solo a
seguito delleliminazione del guasto segnalato;
- presenza di un segnale acustico che entri in funzione quando il dispositivo di allarme
interviene (resistenza di isolamento < 50 k); il segnale deve essere percepibile nei locali
del reparto dove prevista la presenza di personale medico.
Misura delle correnti di dispersione del trasformatore di isolamento

5
ALTRE INFORMAZIONI SUGLI IMPIANTI PER LOCALI AD USO MEDICO

Scopo della prova: Vericare che la corrente di dispersione verso terra dell avvolgimento
secondario e dellinvolucro del trasformatore disolamento non sia superiore a 0,5 mA.
Strumento: milliamperometro.
Procedura:
a) la misura di dispersione verso terra dellavvolgimento secondario si effettua con il
trasformatore alimentato a vuoto alla tensione nominale, con il monitor di isolamento
disinserito e collegando il milliamperometro tra nodo equipotenziale e ciascun polo del
trasformatore uno alla volta (g. 5.5).
b) la misura della corrente di dispersione sullinvolucro si esegue sulle parti metalliche
accessibili non collegate a terra, (ad esempio rivetti, viti ecc.), e sulle parti isolanti
applicando su di esse un foglio metallico.

trasformatore
disolamento
rete
230 V/50 Hz

al nodo
equipotenziale

I
Figura 5.5: Misura delle correnti
di dispersione del trasformatore
di isolamento

70

0,5 mA

monitor di isolamento
(scollegato)

Guida pratica per ambienti ospedalieri di gruppo 2

segue 5.2.1
Misura dei collegamenti equipotenziali supplementari (locali di gruppo 2)
Nei locali di gruppo 2 si deve misurare la resistenza di ogni conduttore di collegamento al
nodo equipotenziale.
Scopo della prova: vericare che ciascun collegamento tra il nodo equipotenziale e gli
alveoli di terra delle prese a spina, il morsetto di terra degli apparecchi utilizzatori ssi e
qualsiasi massa estranea presenti una resistenza non superiore a 0,2 .
Strumento: apparecchio a quattro morsetti, funzionante secondo il principio
voltamperometrico, con tensione a vuoto compresa tra 4 e 24 V in c.a. o in c.c. ed in grado
di erogare una corrente di almeno 10 A.
Procedura: si collegano i morsetti dello strumento da un lato al nodo equipotenziale e
dallaltro alla massa o alla massa estranea, come indicato nella gura 5.6. Tramite il circuito
amperometrico (morsetti A1 e A2) si fa circolare la corrente di prova mentre tramite il circuito
volumetrico (morsetti V1 e V2) si misura la tensione
I puntali devono essere collocati in due punti differenti sia sul nodo equipotenziale sia sulla
massa. In tal modo si misurano, oltre la resistenza Rc del conduttore equipotenziale anche le
resistenze di contatto delle connessioni del conduttore stesso (R1 e R2). In presenza di un subnodo la misura deve essere effettuata tra nodo equipotenziale e massa o massa estranea,
deve riguardare cio contemporaneamente entrambi i conduttori, quello tra il nodo equipotenziale e il sub-nodo e quello che connette il sub-nodo alla massa o massa estranea (g. 5.7).

R2

R1

ALTRE INFORMAZIONI SUGLI IMPIANTI PER LOCALI AD USO MEDICO

Rc

V1
A1

V2
A2

R1

Rc

R2

V
G

Figura 5.6: Misura della resistenza


dei conduttori equipotenziali
supplementari.

Strumento
di misura

Nodo principale

Sub-nodo

Conduttore
equipotenziale

Massa estranea

Guida pratica per ambienti ospedalieri di gruppo 2

Figura 5.7: Misura del collegamento


equipotenziale di una massa estranea
tramite un sub-nodo.
71

segue 5.2.1
Verica dei collegamenti equipotenziali supplementari (locali di gruppo 1)
La verica viene effettuata accertando la corretta esecuzione dei collegamenti dei conduttori
di protezione ed equipotenziali e del nodo equipotenziale e la loro integrit.
Scopo della prova: vericare la continuit elettrica dei conduttori ossia lassenza di falsi
contatti (senza misurarne la resistenza).
Strumento: ohmmetro che abbia una tensione a vuoto compresa tra 4 e 24 V in c.a. o in
c.c. ed eroghi una corrente di almeno 0,2 A.
Procedura: si collegano i morsetti dello strumento da un lato al nodo equipotenziale e
dallaltro alla massa o alla massa estranea e si verica che la corrente erogata dallo
strumento non scenda al di sotto dei 0,2 A.
Misura per lidenticazione delle masse estranee
Scopo della prova: accertare se una parte metallica una massa estranea mediante misura
della resistenza verso terra. considerata massa estranea se il valore di resistenza misurato
inferiore a 0,5 M nei locali di gruppo 2 e inferiore a 200  negli locali di gruppo 1.

5
ALTRE INFORMAZIONI SUGLI IMPIANTI PER LOCALI AD USO MEDICO

Strumento: ohmmetro o apposito strumento dotato di presa a spina da inserire in una presa
dellimpianto e di una sonda da porre in contatto con leventuale massa estranea.
Procedura: la misura si effettua collegando i puntali dello strumento uno al nodo
equipotenziale e laltro sulla struttura metallica in esame (g. 5.8).

le

zia

n
do te
nouipo
eq

c
opamer
era a
tor
ia

se R < 0,5 M
la struttura
una massa estranea
Figura 5.8: Misura della resistenza
di terra delle masse estranee.

Esame a vista
Lesame a vista deve riguardare in particolare i seguenti aspetti:
- coordinamento delle protezioni nei sistemi TN e TT;
- tarature dei dispositivi di protezione;
- caratteristiche dei sistemi SELV e PELV;
- protezioni contro lincendio;
- congurazioni circuitali per lalimentazione delle prese a spina nei locali di gruppo 2;
- identicazione delle prese a spina alimentate da sorgenti di sicurezza;
- prestazioni delle sorgenti e degli apparecchi per lalimentazione e lilluminazione di sicurezza.

72

Guida pratica per ambienti ospedalieri di gruppo 2

5.2.2
Veriche periodiche
I locali ad uso medico necessitano, oltre che di una manutenzione minuziosa e accurata di
tipo preventivo, anche di veriche periodiche che hanno cadenze temporali speciche. Lo
scopo delle veriche periodiche quello di accertare il mantenimento delle condizioni di
accettabilit e conformit alle norme riscontrate in occasione delle veriche iniziali, nonch
di appurare il corretto funzionamento dei dispositivi e dei sistemi di sicurezza.
Nella tabella 5.1 sono riassunte le veriche da effettuare sugli impianti elettrici dei locali ad
uso medico, e la relativa periodicit richiesta dalla Norma CEI 64-8/7. Si ricorda che tali
veriche vanno ad aggiungersi a quelle richieste dalla Norma CEI 64-8/6 per gli impianti
ordinari.
Verica

Periodicit

Prova funzionale dei dispositivi di controllo dellisolamento


(sui sistemi IT-M)

2
3

Controllo, mediante esame a vista, delle tarature dei dispositivi


1 anno
di protezione regolabili
Misure di resistenza dei collegamenti equipotenziali supplementari 3 anni

Prova che gli interruttori differenziali intervengano al valore di Idn

1 anno

Prova funzionale dellalimentazione dei servizi di sicurezza


con motori a combustione:
sPROVAAVUOTO
sPROVASOTTOCARICOPERALMENOMINUTI

1 mese
4 mesi

Prova funzionale dellalimentazione dei servizi


di sicurezza a batteria, seguendo le istruzioni del fabbricante

6 mesi

6 mesi

5
ALTRE INFORMAZIONI SUGLI IMPIANTI PER LOCALI AD USO MEDICO

Tabella 5.1: Verifiche periodiche


che devono essere effettuate sugli
impianti elettrici dei locali ad uso
medico di gruppo 1 e di gruppo 2.

5.2.3
Registrazione dei risultati
Le date e i risultati delle veriche, sia quelle iniziali che quelle periodiche, devono essere
registrati su supporto cartaceo o elettronico e conservati nel tempo, cos come richiesto
allarticolo 710.6 della Norma CEI 64-8/7.

Guida pratica per ambienti ospedalieri di gruppo 2

73

Appendice

6.1

Percorso logico per la progettazione degli impianti elettrici nei locali adibiti
ad uso medico
Dichiarazione del responsabile sanitario sul tipo di interventi sanitari
che devono essere effettuati nel locale ad uso medico
Denizione della tipologia del locale
Analisi dei rischi derivanti da campi elettromagnetici,
scariche atmosferiche, sovratensioni sullalimentazione, incendio
Individuazione delle canalizzazioni per la climatizzazione del locale,
e delle tubazioni di gas medicali o altro
Individuazione della zona paziente
Determinazione da parte del responsabile sanitario degli apparecchi
elettromedicali che saranno utilizzati nel locale e relativi valori di potenza assorbita
Suddivisione degli apparecchi elettromedicali tra ordinari
e apparecchi che devono essere alimentati da sistema IT-M
Denizione della taglia del trasformatore di isolamento in relazione
alla potenza delle apparecchiature previste nel locale
Individuazione delle masse e delle masse estranee
che devono essere connesse al nodo equipotenziale
Individuazione dei percorsi delle condutture e delle posizioni dove collocare
i quadri e il nodo equipotenziale e degli spazi necessari alla manutenzione
Individuazione di esigenze o vincoli particolari e della necessit
di eventuali schermi contro i campi elettromagnetici esterni
Dimensionamento dei conduttori e delle protezioni
Scelta delle apparecchiature di manovra e protezione

74

Guida pratica per ambienti ospedalieri di gruppo 2

6.2

Ipotesi per la progettazione


La progettazione dellimpianto elettrico ospedaliero richiede unattenta valutazione di numerosi fattori che concorrono a garantire una corretta sintesi tra due aspetti intrinsecamente
antitetici: protezione e continuit di servizio.
Limpianto elettrico ospedaliero dei locali di gruppo due presenta un alto grado di complessit
e non pu prescindere dal coordinamento con la distribuzione a monte di esso. E preciso
compito del progettista quello di pesare le possibili scelte progettuali compatibilmente con
le normative applicabili e contestualmente alle esigenze tecniche.
Di seguito vengono riportate a titolo di supporto alcune tipologie di installazioni alternative
che il progettista potrebbe trovarsi a dover valutare, con lintento di illustrare vantaggi e
svantaggi delle soluzioni a confronto e, laddove possibile, offrire un suggerimento
qualitativo.
Concentrazione delle utenze sotto linea privilegiata o divisione della linea privilegiata
dalla linea UPS

Concentrazione
s-INORCOMPLESSITDELLIMPIANTO
s-INORICOSTI
s-ANCATOUTILIZZODELDIFFERENZIALE
a protezione delle linee dedicate
ad illuminazione e macchinari
con assorbimento >5 kVA, come
ad esempio apparecchi radiologici
s.ESSUNASELETTIVITSULSECONDARIO503

APPENDICE

Si consiglia di suddividere i circuiti cos come previsto dalla Norma CEI 64-8/7 per avere
comunque la doppia alimentazione sui circuiti della sala operatoria anche qualora la potenza
assorbita dai carichi non IT-M possa essere considerata trascurabile rispetto alla potenza
installata
Divisione
s2IDONDANZADEICIRCUITI
s#ONTINUITDISERVIZIOINCASONON
FUNZIONI28LELINEEDELLASEZIONE
emergenza sono comunque
regolarmente in funzione
s2IDUZIONEDELLAPOTENZADELTRASFORMATORE
di isolamento medicale
s2IDUZIONEDELLATAGLIADEIDISPOSITIVI
di protezione allinterno del quadro IT-M

Utenze
privilegiate

Guida pratica per ambienti ospedalieri di gruppo 2

75

segue 6.2
La scelta del dispositivo di protezione pi idoneo dipende dal contesto applicativo e deve
essere prescritta dal progettista. Nei locali di terapia intensiva, nei quali i pazienti hanno una
degenza prolungata, consigliabile servire le utenze con pi trasformatori sia per aumentare
la continuit di servizio sia per poter effettuare interventi di manutenzione che non possono
causare disagi a tutti i pazienti ricoverati.
Negli ambulatori chirurgici invece, pu essere opportuno erogare lalimentazione da un unico
trasformatore in quanto le potenze assorbite sono generalmente molto contenute ed
possibile gestire una riserva di potenza anche con un trasformatore di isolamento da 3 o 5
kVA. In questi locali invece molto sentito il vincolo di spazio entro cui ubicare il quadro,
pertanto potrebbe essere preferibile privilegiare un quadro di dimensioni ridotte.
Concentrazione o distribuzione della potenza nei locali di gruppo 2
Concentrazione
s2IDUZIONEDELNUMERODIQUADRI
s2IDUZIONEINGOMBRI
s0OTENZADISPONIBILEPERFUTURI
ampliamenti dellimpianto
s-INORICOSTI

6
APPENDICE

Distribuzione
s2IDONDANZA
s-AGGIORECONTINUITDISERVIZIO
s&ACILITDIMANUTENZIONE
s2ICERCADELGUASTOPIVELOCE
s2IDUZIONEDELLEDIMENSIONIDELSINGOLO
quadro
s-AGGIORFACILITADINSTALLAREILQUADRO
a parete

La scelta del dispositivo di protezione pi idoneo dipende dal contesto applicativo e deve
essere valutata dal progettista alla luce delle considerazioni di cui sopra.
Protezione dei circuiti IT-M mediante fusibili o interruttori automatici
Fusibili
s0OTEREDIINTERRUZIONEELEVATO
s6ELOCITDIINTERVENTO
s3ELETTIVITCONIGRUPPIPRESEPRESENTI
su pensili, testaletto e quadretti di sala
s-IGLIORESELETTIVITORIZZONTALEEVERTICALE
dei circuiti
s3OSTITUZIONEDELLASOLAPARTEDETERIORATA
s)LDISPOSITIVONONRISENTEDEGLIEFFETTIDEL
guasto poich la cartucciat deteriorata
pu essere sostituita
s0OSSIBILITDIEFFETTUAREILSEZIONAMENTO
sotto carico della linea mediante
un dispositivo con categoria
di utilizzo AC-22B

76

Interruttori automatici
s2IARMOISTANTANEO
s6ELOCITDIMANUTENZIONENESSUN
bisogno di sostituzione delle parti attive
s.ONRICHIESTECOMPETENZESPECIlCHEIN
fase di manutenzione
s4ARATURADELLAPROTEZIONENON
MODIlCABILEDALLUTENTEMEDIANTE
sostituzione di componenti
s0OSSIBILITDIINSTALLARENUMEROSI
accessori tra cui contatti di segnalazione

Guida pratica per ambienti ospedalieri di gruppo 2

segue 6.2
Si consiglia fortemente la protezione della linea di alimentazione del monitor di isolamento
per mezzo di una base portafusibile opportunamente coordinata.
0ERSCONGIURARECHEILMONITORDIISOLAMENTOSIADISINSERITOMENTREILCIRCUITO)4 -INFUNZIONE
consigliabile installare il portafusibile in una parte inaccessibile del quadro, tipicamente sul
RETRODELLAPORTELLADELQUADRO0ERLASTESSARAGIONEIMPORTANTECHELABASEPORTAFUSIBILE
non sia atta al sezionamento e venga piombata in posizione di chiuso: in questo modo si ha
la garanzia che lalimentazione del monitor di isolamento possa venir a mancare solo nel
momento in cui il secondario del trasformatore, e dunque la sala operatoria, non in funzione
Protezione del monitor di isolamento da cortocircuito e sovraccarico
Non proteggere
s#OSTODEIDISPOSITIVIDIPROTEZIONE
s)NGOMBROALLINTERNODELQUADRO
s2ISCHIODIRENDEREININmUENTELA
protezione qualora venga utilizzato
un fusibile non appropriato
s2ISCHIODIROTTURADELMONITOR
di isolamento per sovraccarico
o cortocircuito contenuto

6
APPENDICE

Proteggere
s3IEVITANOEVENTUALISOVRACCARICHI
e cortocircuiti
s3IEVITALAROTTURADELMONITOR
di isolamento
s3IEVITANOPRINCIPIDIINCENDIALLINTERNO
del quadro
s3IASSICURALACONTINUITDISERVIZIO
ai circuiti IT-M

Si consiglia sempre lutilizzo del differenziale su tutti i circuiti non IT-M: i differenziali infatti
permettono di effettuare la protezione dai rischi di incendio e di contenere il guasto allinterno
del circuito interessato, senza causare ripercussioni pi gravi sullimpianto a monte.
Protezione dei circuiti non IT-M per mezzo di differenziale
Uso del differenziale
s#ONDIFFERENZIALEDA)dn = 0,03 A garantita
anche protezione addizionale dai contatti
diretti
s0ROTEZIONEDAIRISCHIDIINCENDIO
con Idn 0,5 A
s)SOLAMENTODELGUASTOALLINTERNODEL
circuito coinvolto
s#OORDINAMENTOSELETTIVOTRADIFFERENZIALI

Guida pratica per ambienti ospedalieri di gruppo 2

Nessun differenziale
s.ESSUNOSCATTOINTEMPESTIVO
s,ACONFORMITALLAPROTEZIONEDEICONTATTI
indiretti, nei sistemi TN, assicurata da
interruttori magnetotermici
s#ONlGURAZIONEESSENZIALEDELLIMPIANTO
s3NELLIMENTODELLEVERIlCHEPERIODICHE
s3ELETTIVITSUGUASTIATERRADAREALIZZARE
mediante magnetotermici

77

6.3Leggi e decreti

Apparecchi elettromedicali con parti applicate


Nella tabella seguente sono riportati i valori di potenza delle principali apparecchiature
elettromedicali installate nelle sale operatorie.
Come si pu rilevare la potenza complessiva richiesta prossima ai 13 kW e ci comporta
limpiego di almeno due trasformatori disolamento medicali.
Potenze installate in una sala operatoria di cardiochirurgia
$ElBRILLATORE
0OMPEINFUSIONE
Display/Ecrani
Sorgente luminosa allo xenon
Elettrobisturi monitor
Alimentatore (monitoraggi)
Scambiatore di calore sangue
0OMPEPEREXTRACORPOREA
2ISCALDAMENTOADARIAPERPAZIENTE 4HERMACARE
N.3 lampade scialitiche
Negativoscopio
Totale potenze installate
."0OTENZEDACONSIDERARECONUNFATTOREDICONTEMPORANEIT
come previsto dalla norma

6
APPENDICE
78

320 W
50 W
100 W
1500 W
1300 W
2500 W
2400 W
160 W
1400 W
450 W
200 W
10380 W

Apparecchiature per cardiochirurgia


Apparecchio per autotrasfusione
$ElBRILLATORE
$ElBRILLATOREIMPIANTABILE
Monitor
Monitor funzionalita' cerebrali
Ossigenatore per circolazione extracorporea
2ISCALDATORESANGUIGNO
Scambiatore di calore per circolazione extracorporea
Sistema per circolazione extracorporea,
Sternotomo

ATT
DEF
DIN
MON
MFC
OCE
RSA
SCC
CEC
STT

Apparecchiature per chirurgia generale


Ablatore per arteriectomia
Apparecchio motorizzato, generatore per
Apparecchio per anestesia,
Apparecchio per autotrasfusione,
Apparecchio per criochirurgia,
Artroscopio
Aspiratore fumi laser
Aspiratore medico chirurgico
Avvitatore chirurgico
Bisturi ad ultrasuoni
Broncoscopio
Cistoscopio
Cistouretroscopio
Coledocoscopio
$ElBRILLATORE
Dermografo
Dermotomo
Diafanoscopio
Diatermocoagulatore
Elettrobisturi

ABA
ACI
ANS
ATT
CRC
ASC
AFU
ACH
AVV
AUL
BRS
CIS
CUS
COS
DEF
DEG
DEE
DIA
DIC
ELB
Guida pratica per ambienti ospedalieri di gruppo 2

segue 6.3
EAG
FLU
FTC
AFO
IGA
IRR
ISS
IST
LFR
LSC
LAS
LCH
LIE
LIT
LIL
MME
MPE
MON
MFC
MTV
PES
PSO
PSI
PIN
PPE
PRD
OOR
RAI
ROS
SCS
SIS
TOP
VIR

Anestesia e rianimazione
Anestesia, apparecchio per
Centrale monitoraggio
Compressore cardiaco
Compressore per ventilatore polmonare
$ElBRILLATORE
Diafanoscopio
Elettroterapia, apparecchio per
Emogasanalizzatore
Emogasanalizzatore portatile
Emossimetro
&LUSSIMETROPERGAS
Letto elettrocomandato per terap intens o rianimazione
Letto per rianimazione
Letto per ustionati
Misuratore automatico non invasivo della pressione
-ISURATOREDIPRESSIONEDELmUIDOCEREBRO SPINALE
Misuratore di pressione intracranica
Misuratore invasivo della pressione
Monitor
Monitor funzionalita' cerebrali
Monitor per ventilazione

ANS
CMO
CCA
CEV
$%&
DIA
ELT
EGA
%'0
EOM
&'!
LTT
,2)
,53
,%0
-03
-0#
-$0
MON
-&#
MVN

Guida pratica per ambienti ospedalieri di gruppo 2

6
APPENDICE

Evacuatore di gas anestetici


&ONTELUMINOSA
&OTOCOAGULATORE
&OTOGRAlCOPERBIOIMMAGINI APPARECCHIO
)NSUFmATOREDIGAS
Irrigatore
Isteroscopio
Isterosuttore
Lampada frontale
Lampada scialitica
Laparoscopio
Laser chirurgico
Litotritore endoscopico
Litotritore extracorporeo
Litotritore laser
Manipolo motorizzato per endoscopia
Misuratore di pressione esofagea
Monitor
Monitor funzionalita' cerebrali
Monitor televisivo per bioimmagini
0ELVISCOPIO
0ENSILEPERSALAOPERATORIA
0OMPAASIRINGA
0OMPADIINFUSIONE
0OMPAPERISTALTICA
0ORTATILEPERRADIOSCOPIA APPARECCHIO
0ULSOSSIMETRO
2ADIOBISTURI
2ETTOSCOPIO
Scaldasacche a bagno termostatico
Sigmoidoscopio
Tavolo operatorio
Videoregistratore per bioimmagini

79

segue 6.3
-42
.50
0!#
03)
0).
00#
//2
2-!
3-0
32%
TOS
5-)
6!0
60/

Monitor transcutaneo po2/pco2


Nutripompa
0OLMONEDgACCIAIO
0OMPAASIRINGA
0OMPADIINFUSIONE
0RESSIONEPOSITIVACONTINUA APPARECCHIOPER
0ULSOSSIMETRO
2ESPIRATOREMANUALE
Sistema per il monitoraggio della pressione
Stimolatore respiratorio
Tenda per ossigeno terapia
5MIDIlCATORE
Vaporizzatore
Ventilatore polmonare

6
APPENDICE

6.4

Leggi e decreti
DPR 27/0471955 n. 547
Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro
DM 18/9/2002
Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la costruzione
e lesercizio delle strutture sanitarie pubbliche e private
DM 16/2/1982
-ODIlCAZIONEDEL$-CONCERNENTELADETERMINAZIONEDELLEATTIVITSOGGETTE
alle visite di prevenzione incendi
DM 8/3/1985
$IRETTIVESULLEMISUREPIURGENTIEDESSENZIALIDIPREVENZIONEINCENDIAIlNIDELRILASCIODEL
nullaosta provvisorio di cui alla legge 7/12/ 1984 n. 818
DL.gs 26/10/1995 n.504
Testo unico delle disposizioni legislative concernenti le imposte sulla produzione e sui consumi e relative sanzioni penali e amministrative
DL.gs 14/8/1996 n.493
Attuazione della direttiva 95/58/CEE concernente le prescrizioni minime per la segnaletica
di sicurezza e/o salute sul luogo di lavoro
DPR 22-10-2001 n. 462
2EGOLAMENTODISEMPLIlCAZIONEDELPROCEDIMENTOPERLADENUNCIADIINSTALLAZIONEDEIDIspositivi di protezione contro le scariche atmosferiche, di dispositivi di messa a terra di impianti elettici e di impianti elettrici pericolosi
DM 18/9/2002
Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la costruzione
e lesercizio delle strutture sanitarie pubbliche e private
DM 15/9/2005
Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per i vani degli impianti di sollevamento ubicati nelle attivit soggette ai controlli di prevenzione incendi
DM 15/9/2005
Approvazione della regola tecnica di prevenzione per i vani degli impianti di sollevamento
ubicati nelle attivit soggette ai controlli di prevenzione incendi
DL.gs 3/4/2006 n.152
Norme in materia ambientale
DL.gs 12/4/2006 n.163
Codice dei contratti pubblici relativi ai lavori servizi e forniture in attuazione alle direttive
2004/17/CE e 2004/18/CE
DL.gs 02/02/07 n.26
Attuazione della Direttiva 2003/96/CE che ristruttura il quadro comunitario per la tassazione
dei prodotti energetici e dellelettricit

80

Guida pratica per ambienti ospedalieri di gruppo 2

segue 6.4
DM 20/06/2007
!PPROVAZIONEDELLACLASSIlCAZIONENAZIONALEDEIDISPOSITIVIMEDICI#.$
DM 37/08
2EGOLAMENTOCONCERNENTELATTUAZIONEDELLARTICOLO QUATERDECIES COMMA LETTERAA
della legge n. 248 del 2 dicembre 2005, recante riordino delle disposizioni in materia di atTIVITDIINSTALLAZIONEDEGLIIMPIANTIALLINTERNODEGLIEDIlCI
6.4.1
Leggi
Legge 4/1/ 1990 n. 1
Disciplina dellattivit di estetista
6.4.2
Norme CEI

CEI 0-2
'UIDAPERLADElNIZIONEDELLADOCUMENTAZIONEDIPROGETTODEGLIIMPIANTIELETTRICI

APPENDICE

CEI 11-27
Lavori su impianti elettrici
CEI 11-48
Esercizio sugli impianti elettrici
CEI 17-5
Apparecchiature a bassa tensione parte 2: Interruttori automatici
CEI 23-42
Interruttori differenziali senza sganciatori di sovracorrente incorporate per installazioni doMESTICHEESIMILARI0ARTEPRESCRIZIONIGENERALI
CEI 31-30
#OSTRUZIONIELETTRICHEPERATMOSFEREESPLOSIVEPERLAPRESENZADIGAS0ARTECLASSIlCAzione dei luoghi pericolosi
CEI 34-21
!PPARECCHIDIILLUMINAZIONE0ARTEPRESCRIZIONIGENERALIEPROVE
CEI 34-22
!PPARECCHIDIILLUMINAZIONE0ARTE 0RESCRIZIONIPARTICOLARI APPARECCHIDIEMERGENZA
CEI 34-76
!PPARECCHIDIILLUMINAZIONE0ARTE0RESCRIZIONIPARTICOLARI3EZIONE!PPARECCHIDIILLUminazione per gli ambienti clinici degli ospedali e delle unit sanitarie
CEI 62-5
!PPARECCHIELETTROMEDICALIn0ARTE0RESCRIZIONIGENERALIRELATIVEALLASICUREZZAFONDAMENtale e alle prestazioni essenziali
CEI 62-39
Apparecchi elettrici per uso estetico. Guida generale per la sicurezza
CEI 62-51
!PPARECCHIELETTROMEDICALIn0ARTE.ORMEGENERALIPERLASICUREZZA
CEI 62-93
Aspetti fondamentali delle norme di sicurezza per gli apparecchi elettromedicali
CEI 62-60
!PPARECCHIELETTROMEDICALI0ARTE)).ORMEPARTICOLARIPERLASICUREZZADEIRISCALDATORIRADIANTI
per neonati
CEI 62-71
!PPARECCHIELETTROMEDICALI0ARTE.ORMEPARTICOLARIPERLASICUREZZA COMPRESELEPRESTAZIONIESSENZIALI DEGLIAPPARECCHIDIMONITORAGGIOELETTROCARDIOGRAlCO
CEI 62-93
Aspetti fondamentali delle norme di sicurezza per gli apparecchi elettromedicali
CEI 62-100
!PPARECCHIELETTROMEDICALI0ARTE.ORMEPARTICOLARIPERLASICUREZZADEITAVOLIOPERATORI
CEI 62-118
!PPARECCHIELETTROMEDICALI0ARTE.ORMEGENERALIPERLASICUREZZADEGLIAPPARECCHIDIILluminazione per uso chirurgico e per la diagnosi

Guida pratica per ambienti ospedalieri di gruppo 2

81

segue 6.4.2
CEI 64-16
Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in ca e a 1500 V in
CC0ROTEZIONECONTROLEINTERFERENZEELETTROMAGNETICHENEGLIIMPIANTIELETTRICI
CEI 64-56
Guida per lintegrazione degli impianti elettrici utilizzatori e per la predisposizione di impianti
AUSILIARI TELEFONICI E DI TRASMISSIONE DATI NEGLI EDIlCI #RITERI PARTICOLARI PER LOCALI AD USO
medico
CEI 68-8
Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in ca e a 1500 V in cc
CEI 81-10/1
0ROTEZIONECONTROIFULMINI0ARTE0RINCIPIGENERALI
CEI 81-10/2
0ROTEZIONECONTROIFULMINI0ARTE6ALUTAZIONEDELRISCHIO
CEI 81-10/3
0ROTEZIONE CONTRO I FULMINI 0ARTE  $ANNO MATERIALE ALLE STRUTTURE E PERICOLO PER LE
persone

6
APPENDICE

CEI 81-10/4
0ROTEZIONECONTROIFULMINI0ARTE)MPIANTIELETTRICIEDELETTRONICINELLESTRUTTURE
CEI 81-28
3ICUREZZA ELETTRICA NEI SISTEMI DI DISTRIBUZIONE A BASSA TENSIONE lNO A  6 IN CA E
6INCCn!PPARECCHIPERPROVE MISUREOCONTROLLODEISISTEMIDIPROTEZIONEn0ARTE
8: dispositivi di controllo dellisolamento nei sistemi IT
CEI 96-3
Sicurezza dei trasformatori, delle unit di alimentazione dei reattori e prodotti similari.
0ARTE0RESCRIZIONIGENERALIEPROVE
CEI 96-16
3ICUREZZADEITRASFORMATORI DELLEUNITDIALIMENTAZIONEESIMILARI0ARTE 0RESCRIZIONI
particolari per trasformatori di isolamento per alimentazione di locali ad uso medico
6.4.3
UNI
UNI EN 737-3
Impianti di distribuzione di gas medicali Impianti per gas medicali compressi e per vuoto
UNI EN 838
Applicazioni dellilluminotecnica. Illuminazione di emergenza
UNI EN ISO 11197
5NITDIALIMENTAZIONEADUSOMEDICO
UNI EN 12464-1
,UCEEILLUMINAZIONEn)LLUMINAZIONEDEIPOSTIDILAVOROn0ARTE0OSTIDILAVOROINTERNI

82

Guida pratica per ambienti ospedalieri di gruppo 2

SEDI E STABILIMENTI

Interruttori B.T.
24123 Bergamo
Via Baioni, 35
Tel.: 035 395.111
Telefax: 035 395.306 - 395.433
Stabilimenti
24123 Bergamo, Via Baioni, 35
Tel.: 035 395.111
Telefax: 035 395.306 - 395.433
03100 Frosinone,
Via Enrico Fermi, 14
Tel.: 0775 297.1
Telefax: 0775 297.210

Quadri e Sistemi di B.T.


26817 S. Martino in strada - LO
Frazione C de Bolli
Tel.: 0371 453.1
Telefax: 0371 453.251 453.265
Stabilimenti
26817 S. Martino in strada - LO
Frazione C de Bolli
Tel.: 0371 453.1
Telefax: 0371 453.251 453.265

03010 Patrica - FR
Via Morolense Km. 9
Tel.: 0775 88091
Telefax: 0775 201922

Apparecchi Modulari, Serie Civili,


Home e Building Automation
e Prodotti per Applicazioni
Industriali
20010 Vittuone - MI
Viale DellIndustria, 18
Tel.: 02 9034.1
Telefax: 02 9034.7609 - 9034.7613
Stabilimenti
20010 Vittuone - MI
Viale DellIndustria, 18
Tel.: 02 9034.1
Telefax: 02 9034.7609 - 9034.7613

Prodotti per Installazione


36063 Marostica - VI
Viale Vicenza, 61
Tel.: 0424 478.200 r.a
Telefax: 0424 478.305 (It.)
-478.310 (Ex.)

Carpenterie per
Automazione e Distribuzione
23846 Garbagnate M.ro - LC
Via Italia, 58
Tel.: 031 3570.111
Telefax: 031 3570.228

Stabilimenti

Stabilimenti

36063 Marostica - VI
Viale Vicenza, 61
Tel.: 0424 478.200 r.a
Telefax: 0424 478.320
- 478.325

23846 Garbagnate M.ro - LC


Via Italia, 50/58
Tel.: 031 3570.111
Telefax: 031 3570.228

00040 Roma - Santa Palomba


Via Ardeatina 2491
Tel.: 06 71634.1
Telefax: 06 71634.248

ORGANIZZAZIONE COMMERCIALE
Direzione Commerciale Italia
20010 Vittuone - MI (Italy)
Viale DellIndustria, 18
Tel.: 02 9034.1
Telefax: 02 9034.7613

RETE COMMERCIALE
ABB SACE Abruzzo & Molise
65128 Pescara
Via Albegna, 3
Tel.: 085 4406146
Telefax: 085 4460268

ABB SACE Torino


10137 Torino
Corso Tazzoli, 189
Tel.: 011 3012 211
Telefax: 011 3012 318

ERREDUE S.n.c.
06087 Ponte San Giovanni - PG
Strada del Piano, 6/Z/24
Tel.: 075 5990550
Telefax: 075 5990551

RIVA S.r.l.
24047 Treviglio - BG
Via P. Nenni, 20
Tel.: 0363 302585
Telefax: 0363 301510

info.saceam@it.abb.com

info.saceto@it.abb.com

erredue@interbusiness.it

riva@interbusiness.it

ABB SACE Firenze


50145 Firenze
Via Pratese, 199
Tel.: 055 302721
Telefax: 055 3027233

ABB SACE Udine


33010 Feletto Umberto - UD
Via Cotonicio, 47
Tel.: 0432 574098 - 575705
Telefax: 0432 570318

LABADINI GIANCARLO
21052 Busto Arsizio - VA
Via Vespri Siciliani, 27
Tel.: 0331 631199
Telefax: 0331 631999

SCHIAVONI S. & C.
60127 Ancona
Via della Tecnica, 7/9
Tel.: 071 2802081
Telefax: 071 2802462

info.sace@it.abb.com

info.saceud@it.abb.com

labadini.giancarlo@interbusiness.it

schiavoni@interbusiness.it

ABB SACE Genova


16145 Genova
Via Piave, 7
Tel.: 010 3627379
Telefax: 010 315554

ABB SACE Verona


37139 Verona
Via Binelunghe, 13 - Loc. Basson
Tel.: 045 8511811
Telefax: 045 8511812

MEDITER S.a.s.
16145 Genova
Via Piave, 7
Tel.: 010 369041
Telefax: 010 3690459

SLG S.r.l.
24100 Bergamo
Via Camozzi, 111
Tel.: 035 230466
Telefax: 035 225618

info.sacege@it.abb.com

info.sacevr@it.abb.com

mediter@interbusiness.it

info@slg-bg.it

ABB SACE Milano


20010 Vittuone - MI
Viale DellIndustria, 18
Tel.: 02 90347679
Telefax: 02 90347609

AEB S.r.l.
40013 Castelmaggiore - BO
Via G. Di Vittorio, 14
Tel.: 051 705576
Telefax: 051 705578

TECNOELLE S.r.I.
25128 Brescia
Via Trento, 11
Tel.: 030 303786 r.a.-3700655 r.a.
Telefax : 030 381711

info.sacemi@it.abb.com

aeb@interbusiness.it

R.E.&I. S.r.l.
09170 Oristano
Via dei Fabbri 6/C
ang. via Valle dAosta
Tel.: 0783 310313 - 298036
Telefax: 0783 310428

info@tecnoelle.it

mura@interbusiness.it
ABB SACE Napoli
80013 Casalnuovo - NA
Via Napoli, 125 - Centro Meridiana
Tel.: 081 8444811
Telefax: 081 8444820

AGEBT S.n.c.
39031 Brunico - BZ
Via Europa, 7/B
Tel.: 0474 530860
Telefax: 0474 537345

info.sacena@it.abb.com

info@agebt.it

ABB SACE Padova


35043 Monselice - PD
Via Piave, 8
Tel.: 0429 787410
Telefax: 0429 787314
info.sacepd@it.abb.com

DOTT. A. PASSARELLO
rappresentanze S.a.s.
90141 Palermo
Via XX Settembre, 64
Tel.: 091 6256816
Telefax: 091 6250258
passarello.rappr@libero.it

ABB SACE Roma


00040 Roma - Santa Palomba
Via Ardeatina, 2491
Tel.: 06 71634 302
Telefax: 06 71634 300
info.sacerm@it.abb.com

ELCON 2000 S.r.l


20099 Sesto San Giovanni - MI
Viale Rimembranze, 93
Tel.: 02 26222622
Telefax: 02 26222307
segreteria@elcon2000.com

11/08

Nuova O.R. SUD S.r.l.


70125 Bari
C.so Alcide De Gasperi, 320
c/o Parco Di Cagno Abbrescia
Tel.: 080 5482079
Telefax: 080 5482653
orsud@interbusiness.it
Ufcio Regionale Calabria
Giampaolo Bianchi
Tel.: 081 8444823
Telefax: 081 8444820

Urso Michela
90143 Palermo
Piazza A. Gentili, 12
Tel.: 091 6262412
Telefax: 091 6262000
95030 Tremestieri Etneo - CT
Via Etnea, 114 - Palazzina C
Tel.: 095 7255018
Telefax: 095 7254010
urso.mpa@interbusiness.it

ABB SACE
Una divisione di ABB S.p.A.
Apparecchi Modulari
Viale dellIndustria, 18
20010 Vittuone (MI)
Tel.: 02 9034 1
Fax: 02 9034 7609
bol.it.abb.com
www.abb.com

Dati e immagini non sono impegnativi. In funzione dello


sviluppo tecnico e dei prodotti, ci riserviamo il diritto
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