indice
Guida pratica
per ambienti ospedalieri
di gruppo 2
Introduzione
1.1
1.2
1.3
2
2.1
2.2
2.2.1
2.2.2
2.2.3
2.2.4
2.2.5
2.2.6
2.2.7
2.2.8
2.2.9
3
3.1
3.2
3.2.1
3.2.2
3.2.3
3.2.4
3.2.5
3.2.6
3.3
3.3.1
3.3.2
3.3.3
3.3.4
3.3.5
3.3.6
3.3.7
3.3.8
4
4.1
4.2
4.3
4.4
4.5
4.6
4.7
4.8
5.1
Locali veterinari ............................................................ 66
5.1.1 Rischio elettrico ............................................................ 66
5.1.2 Criteri di dimensionamento
e protezione dellimpianto elettrico ............................... 67
5.1.3 Il sistema IT-M nei locali veterinari................................. 67
5.1.4 Veriche nei locali veterinari .......................................... 67
5.2
Veriche iniziali e periodiche ......................................... 68
5.2.1 Veriche iniziali ............................................................. 68
5.2.2 Veriche periodiche ...................................................... 73
5.2.3 Registrazione dei risultati .............................................. 73
6
6.1
6.2
6.3
6.4
Appendice
Percorso logico per la progettazione degli impianti
elettrici nei locali adibiti ad uso medico ......................... 74
Ipotesi per la progettazione .......................................... 75
Apparecchi elettromedicali con parti applicate .............. 78
Leggi e decreti ............................................................. 80
Introduzione
Questo volume frutto di molti anni di esperienza di ABB nel settore ospedaliero
e del quotidiano rapporto con i nostri clienti attivi nel settore, grazie ai quali
stato possibile approfondire tematiche ed applicazioni reali, in un continuo
confronto tra gli aspetti normativi e quelli tecnico-installativi.
Ringraziamo tutti i clienti ABB che hanno messo a nostra disposizione la loro
quotidiana esperienza per la grande sensibilit dimostrata circa la tutela della
sicurezza dei pazienti.
1.1
1.2
> Comunicazione
tra personale medico
e infermieristico
ABB fornisce inoltre tutti i prodotti e i sistemi necessari per la realizzazione degli impianti
elettrici e per lautomazione dei diversi impianti tecnologici delledicio: dai quadri elettrici
generali agli interruttori per il comando delle luci, dai sistemi di building automation con il
sistema EIB/KNX agli azionamenti e motori ad elevata efcienza energetica per il
condizionamento e gli impianti idrotermici, dagli interruttori scatolati e aperti ai centralini da
parete e da incasso, dalle canalizzazioni in plastica e metallo ai sistemi per sottopavimento.
Oltre che dagli apparecchi di uso generale per la distribuzione elettrica, le funzioni di
protezione, comando, controllo e misura possono essere realizzate attraverso specici
apparecchi, come ad esempio i blocchi differenziali, gli interruttori differenziali, gli scaricatori
di sovratensione e una vastissima gamma di prodotti da barra DIN.
INTRODUZIONE
Tutti i prodotti ABB sono studiati pensati e realizzati per funzionare in modo perfettamente
integrato, consentendo di realizzare le migliori soluzioni per lottimizzazione degli investimenti
e per massimizzare i risultati in termini di qualit, contenimento dei costi, efcienza operativa.
In ogni situazione e di fronte a qualsiasi esigenza, scegliere i prodotti ABB signica afdare
il funzionamento e la gestione dei propri impianti a unazienda leader nei settori dellenergia
e dellautomazione, da sempre in prima la nella produzione e fornitura di componenti e
sistemi per applicazioni ospedaliere.
1.3
1
INTRODUZIONE
Ospedale di Circolo
e Fondazione Macchi - Varese
Ospedale di Circolo
e Fondazione Macchi - Varese
4
1
INTRODUZIONE
Presidio Ospedaliero
di Castelfranco Veneto (TV)
2.1
Legge 186
Disposizioni concernenti la
produzione di materiali,
installazioni,
apparecchiature,
macchinari e impianti
elettrici ed elettronici
<
D.M. 37/08
Regolamento concernente
lattuazione dellarticolo
11-quaterdecies,
comma 13, lettera a)
della legge n. 248
del 2 dicembre 2005,
recante riordino delle
disposizioni in materia
di attivit di installazione
degli impianti allinterno
degli edici
Legge 109
Legge quadro in materia
di lavori pubblici
<
Le norme vigenti quindi assumono il ruolo rappresentativo, anche se non esclusivo, del
concetto di regola dellarte e quindi in presenza di prescrizioni generiche o semplici
enunciazioni di scopo da parte delle leggi, la soluzione tecnica a regola darte pu essere
ricercata nelle norme CEI, investite a tutti gli effetti di rilevanza giuridica.
Alla luce della legge 186 e di quelle emanate successivamente (tra cui in particolare il D.M.
37/08 e il D.Lgs. 81/08) loperato di progettisti ed installatori soggetto pertanto a sanzioni
civili e/ penali quando non svolto a regola darte.
A ulteriore tutela della sicurezza il D.M 37/08, che ha sostituito la legge 46/90 e il relativo
regolamento di attuazione, richiede, oltre certi limiti dimensionali e per gli impianti
regolamentati da speciche norme CEI (tra cui appunto i locali ad uso medico), la
predisposizione di un progetto da parte di un professionista iscritto allalbo e l afdamento
dei lavori di installazione ad imprese abilitate che al termine dei lavori devono rilasciare una
dichiarazione di conformit dellimpianto alla regola dellarte.
<
2.2
Denizioni e nomenclatura
Prima di esaminare le modalit di realizzazione degli impianti per locali adibiti ad uso medico,
opportuno riportare alcune denizioni che consentono di comprendere meglio i contenuti
delle parti successive.
2.2.1
Locale ad uso medico
Locale destinato a scopi diagnostici, terapeutici, chirurgici, di sorveglianza o di
riabilitazione dei pazienti (inclusi i trattamenti estetici).
Esempi
ambulatorio
25 V
locale ordinario
sala daspetto
50 V
Tipo di locale
Locale di gruppo 2
2.2.2
Apparecchio elettromedicale
CEI 64-8/7
Art. 710.2.3
<
2
PERCH IMPORTANTE PROGETTARE E REALIZZARE UN IMPIANTO SECONDO LE NORME
2.2.3
Sistemi elettromedicali
Combinazione di pi apparecchi, uno dei quali almeno deve essere un apparecchio
elettromedicale, interconnessi mediante una connessione funzionale o mediante
una presa multipla mobile.
I sistemi elettromedicali sono un complesso di pi apparecchi elettromedicali oppure di
apparecchi elettromedicali con altri apparecchi non elettromedicali, connessi elettricamente
sia per il trasferimento di dati o segnali, sia tramite lalimentazione. Un esempio pu essere
un apparecchio che rileva i parametri siologici di un paziente e trasferisce i relativi dati
ad unaltra apparecchiatura che provvede ad elaborarli per fornire informazioni utili per la
diagnosi.
2.2.4
Parte applicata
Una parte dellapparecchio che nelluso normale:
- viene necessariamente in contatto sico con il paziente perch lapparecchio possa
svolgere la sua funzione; oppure
- pu essere portata a contatto con il paziente; oppure
- necessita di essere toccata dal paziente.
Simbolo
Descrizione
Apparecchi la cui parte applicata isolata da terra
(F = oating) e pu esser posta in contatto diretto
col cuore in quanto hanno la parte applicata isolata
BF
2
PERCH IMPORTANTE PROGETTARE E REALIZZARE UN IMPIANTO SECONDO LE NORME
CF
2.2.5
Massa estranea
CEI 64-8/2
Art. 23.3
<
2
PERCH IMPORTANTE PROGETTARE E REALIZZARE UN IMPIANTO SECONDO LE NORME
1 Masse
2 Masse estranee
3 Massa estranea
(se il tavolo
non elettrico)
2.2.6
Locali di gruppo 0, 1 e 2
La Norma CEI 64-8/7 classica i locali ad uso medico nel seguente modo:
CEI 64-8/7
Art. 710.2.5
<
locale di gruppo 0: locale ad uso medico nel quale non si utilizzano apparecchi
elettromedicali con parti applicate.
Sono gli ambulatori e le sale di massaggio dove non si utilizzano apparecchi elettromedicali;
segue 2.2.6
locale di gruppo 1: locale ad uso medico nel quale le parti applicate sono destinate
ad essere utilizzate nel modo seguente: esternamente, invasivamente entro qualsiasi
parte del corpo, ad eccezione della zona cardiaca.
Sono i locali ove si impiegano apparecchi elettromedicali con parti applicate esternamente
o anche internamente al corpo del paziente, ma in questultimo caso non nella zona
cardiaca;
2
PERCH IMPORTANTE PROGETTARE E REALIZZARE UN IMPIANTO SECONDO LE NORME
locale di gruppo 2: locale ad uso medico nel quale le parti applicate sono destinate
ad essere utilizzate in applicazioni quali interventi intracardiaci, operazioni
chirurgiche, o il paziente sottoposto a trattamenti vitali dove la mancanza
dellalimentazione pu comportare pericolo per la vita.
Sono i locali nei quali si utilizzano apparecchi elettromedicali con cateteri, con uidi
conduttori o elettrodi applicati nella zona cardiaca o direttamente al cuore dei pazienti,
con conseguente pericolo di microshock. Sono da considerarsi locali di gruppo 2 anche
quelli in cui i pazienti sono sottoposti a trattamenti vitali, tali che la mancanza di
alimentazione pu comportare pericolo per la vita, e le sale di preparazione alle
operazioni, sale per ingessature chirurgiche o sale di risveglio postoperatorio, con pazienti
che sono stati sottoposti ad anestesia generale.
11
segue 2.2.6
Locali ordinari
Sono quei locali di servizio alla struttura medica, quali gli ufci, i locali per il personale
(ad esempio, gli spogliatoi, sala mensa, ecc.), i magazzini, i corridoi di accesso alle camere
di degenza, i locali di servizio, i servizi igienici per il personale, le sale di attesa ecc.
un locale ad uso medico, ossia destinato a scopi
diagnostici, terapeutici, chirurgici, di sorveglianza o di
riabilitazione dei pazienti (inclusi i trattamenti estetici)?
NO
NO
Locale di gruppo 0
NO
Locale di gruppo 1
SI
Locale di gruppo 2
SI
oppure
Il paziente sottoposto a trattamenti vitali dove la
mancanza di alimentazione elettrica pu comportare
pericolo di vita?
oppure
Si eseguono attivit di preparazione alle operazioni,
ingessature chirurgiche, risveglio postoperatorio e
viene praticata lanestesia generale?
Figura 2.9: Schema di flusso
per individuare il tipo di locale
12
<
F N
segue 2.2.6
I
B
Tipo di locale
Sala per massaggi
Camere di degenza
Sala parto
(1)
2
PERCH IMPORTANTE PROGETTARE E REALIZZARE UN IMPIANTO SECONDO LE NORME
(1)
(1)
(2)
(2)
(3)
Sala prematuri
(1)
13
2.2.7
Zona paziente
<
CEI 64-8/7
Art. 710.2.8
2
PERCH IMPORTANTE PROGETTARE E REALIZZARE UN IMPIANTO SECONDO LE NORME
Locale di
Gruppo
2
Gruppo
1
Gruppo
0
Nessuna
zona
paziente
SI
2,5 m
1,5
1,5
1,5
Il paziente pu
trovarsi in ununica
posizione
predenita?
m
1,5 m
1,5
m
1,5
NO
1,5
m
1,5
m
m
1,5
1,5
m
m
1,5
1,5
m
2.2.8
Sistema IT-M
Sistema elettrico destinato allalimentazione dei locali ad uso medico di gruppo 2.
pulsante di
prova
Trasformatore
di isolamento
medicale
Monitor di
isolamento
pulsante di
tacitazione
230 V
pulsante di
prova
Pannello con
segnalazioni
a distanza
pulsante di
tacitazione
nodo
equipotenziale
Figura 2.11: Sistema IT-M
15
2.2.9
Quadro di distribuzione principale
<
CEI 64-8/7
Art. 710.2.9
2
RETE
PERCH IMPORTANTE PROGETTARE E REALIZZARE UN IMPIANTO SECONDO LE NORME
Quadro
MT
Gruppo
Elettrogeno
MT/BT
Quadro
gruppo
elettrogeno
Quadro
generale
BT
Quadro di
ditribuzione
principale
(di edificio)
Quadro
reparto
chirurgia
Q2
Quadro zona
operatori
medici
Q3
QDP
Q1
UPS
Q4 e Q5
Quadro
blocco
operatorio
Quadro
sala per
chirurgia
sezione
non
IT-M
IT-M
16
segue 2.2.9
Il D.M. 18 settembre 2002 del Ministero degli Interni richiede che il quadro di distribuzione
principale delledicio ed i quadri di reparto e di zona, alimentati direttamente dal quadro di
distribuzione principale, siano ubicati in posizione protetta dallincendio.
raccomandabile ubicare il quadro di distribuzione delledicio in locali appositi, non
direttamente comunicanti con gli ambienti destinati al pubblico e non in prossimit di
strutture combustibili n di depositi di materiale combustibile.
2
PERCH IMPORTANTE PROGETTARE E REALIZZARE UN IMPIANTO SECONDO LE NORME
17
3.1
<
Nei locali ad uso medico necessario garantire la sicurezza del personale medico e in
particolare dei pazienti che potrebbero venire in contatto con gli apparecchi elettromedicali;
pertanto devono essere osservate speciche prescrizioni per la sicurezza, aggiuntive a quelle
generali della Norma CEI 64-8, che riguardano sia le apparecchiature sia gli impianti.
La sicurezza delle apparecchiature elettromedicali oggetto delle norme del Comitato
Tecnico 62 del CEI, mentre la sicurezza degli impianti elettrici nei locali adibiti ad uso medico
oggetto della sezione 710 della Norma 64-8/7 che si applica agli ospedali, cliniche
mediche, studi medici ed odontoiatrici, locali per massosioterapia, e in tutti quegli ambienti,
ovunque si trovino (ad es. locali ad uso medico nei luoghi di lavoro o inseriti in edici destinati
anche ad uso residenziale), in cui si utilizzano apparecchi elettromedicali con parti applicate
al paziente.
Le prescrizioni si applicano anche ai locali ad uso estetico e, in quanto praticamente
applicabili, anche per cliniche e ambulatori veterinari.
3.2
18
segue 3.2
Misure di protezione
Interruzione automatica
dellalimentazione
Locali di
Gruppo 1
Locali di
Gruppo 2
Sistema IT-M
Collegamento equipotenziale
supplementare
Apparecchi di classe II
Circuiti di distribuzione
t (s)
120
0,4
230
0,2
400
0,06
Tensione U0 (fase-terra)
(V)
19
segue 3.2
Tipi di interruttori differenziali
Simbolo
Tipo
AC
Applicazione
Descrizione
Locali di gruppo
1 o 0 con sistema
di distribuzione TN
Locale di gruppo 2:
circuito di
illuminazione, prese
radiologiche, prese
apparecchiature
fuori dalla zona
paziente
Una corrente pulsante unidirezionale una corrente che assume per un intervallo di
almeno 150 di ciascun periodo della frequenza nominale (a 50 Hz: 8,33 ms) un valore
che non supera 6 mA.
3
REALIZZAZIONE DEGLI IMPIANTI NEI LOCALI ADIBITI AD USO MEDICO
Obbligo dei
collegamenti
equipotenziali
CEI 64-8/7
Art. 710.413.1.2.2.1
Simbolo del
doppio isolamento
20
<
<
<
segue 3.2
3.2.1
Sistema SELV
230 V
PE
Sistema PELV
230 V
PE
collegamenti
eventuali
Nodo equipotenziale
La funzione del nodo equipotenziale quella di interconnettere galvanicamente tutte
le masse e le masse estranee presenti o che possono entrare nella zona paziente
(g. 3.2). In tal modo, qualora si verichi un guasto a massa, tutte le masse vengono
a trovarsi allo stesso potenziale e il paziente, eventualmente in contatto con due o
pi masse, non soggetto a correnti pericolose.
Le Norme prescrivono linstallazione di un nodo equipotenziale in ogni locale di
gruppo 1 e 2.
Il nodo pu essere realizzato con una morsettiera o una barretta di rame con pi fori (uno
per ogni conduttore connesso) e collocato su una parete allinterno o immediatamente
allesterno del locale.
Nei locali di gruppo 0 si applicano le regole generali e, quindi, non richiesto alcun nodo
equipotenziale, tranne, ovviamente, che per i locali da bagno e doccia.
21
segue 3.2.1
<
(1)
Elementi da
non collegare
Al nodo equipotenziale,
ciascuno con un proprio
conduttore,
si devono collegare gli
elementi che possono dar
luogo a differenze di
potenziale
22
segue 3.2.1
Zona paziente
3
REALIZZAZIONE DEGLI IMPIANTI NEI LOCALI ADIBITI AD USO MEDICO
Nelle camere di degenza (locale di gruppo 1), al nodo equipotenziale vanno collegate tutte
le masse e le masse estranee ed eventuali schermi contro le interferenze elettromagnetiche,
in quanto opportuno considerare la zona paziente estesa a tutto il locale.
Qualora esistano locali da bagno o doccia collegati funzionalmente al locale di gruppo 1 e
ordinariamente utilizzati dal paziente, devono essere anchessi equipotenzializzati tramite il
nodo locale.
23
segue 3.2.1
Sub-nodi
In genere non ammessa la connessione in cascata (sub-nodo), ad eccezione delle
tubazioni metalliche e delle prese a spina vicine.
Nel collegamento equipotenziale tra una massa o una massa estranea e il nodo
equipotenziale pu essere interposto un solo sub-nodo. Nello stesso locale, si possono
avere anche pi nodi intermedi, purch sia soddisfatta la regola suddetta.
Il collegamento entra-esci tra prese deve essere considerato un sub-nodo, per cui non
pu coinvolgere pi di due prese.
CORRETTO
sub
nodo
sub
nodo
nodo
equipotenziale
NON AMMESSO
sub nodo
ulteriore
sub
nodo
sub
nodo
nodo
equipotenziale
LIVELLO 1
LIVELLO 0
Figura 3.4: Utilizzo dei sub-nodi
corretto e non ammesso
24
segue 3.2.1
Sezione dei conduttori connessi al nodo equipotenziale
I conduttori che collegano le masse estranee al nodo equipotenziale sono deniti conduttori
equipotenziali e devono avere una sezione non inferiore a 6 mm2.
I conduttori che collegano le masse al nodo equipotenziale sono conduttori di protezione
(PE) e la loro sezione deve essere stabilita con i criteri indicati dalla norma generale, ossia
deve essere almeno uguale a quella dei conduttori di fase.
La sezione del conduttore che collega un sub-nodo al nodo equipotenziale deve essere
almeno uguale a quella del conduttore di sezione pi elevata connesso al sub-nodo.
PE 10 mm2
2,5 mm2
EQS 6 mm2
3
EQS 6 mm
PE
2,5 mm
6 mm2
Sub-nodo
10 mm2
4 mm2
PE
6 mm2
2,5 mm2
Sub-nodo
PE
6 mm2
4 mm2
Sub-nodo
10 mm2
Nodo equipotenziale
1,5
2,5
10
12
19
31
47
78
segue 3.2.1
Identicazione dei conduttori al nodo equipotenziale
Il nodo equipotenziale deve essere facilmente accessibile e ispezionabile; ad esempio,
pu essere installato entro una cassetta incassata nella parete.
I conduttori che con uiscono nel nodo devono essere singolarmente scollegabili (non
ammesso collegare due conduttori allo stesso morsetto) e chiaramente identicabili per
funzione e provenienza ( consigliabile, quindi, identicarli ad entrambe le estremit), in
modo da facilitare leffettuazione delle veriche.
Lidenticazione pu essere realizzata con targhette riportanti le informazioni suddette
oppure numeri il cui signicato deve essere specicato in un apposito elenco facilmente
reperibile (ad esempio, applicato sul retro del coperchio della cassetta).
3
REALIZZAZIONE DEGLI IMPIANTI NEI LOCALI ADIBITI AD USO MEDICO
1
2
3
4
5
infisso
metallico
infisso
metallico
infisso
metallico
infisso
metallico
infisso
metallico
gas
medicali
1=
2= ing
3= gasress
4= acq meo al
5= infi ua dicanod
co ssi cald li o
nd me a
izi ta e
on llic fre
am i dd
a
en
to
1
2
3
4
NON AMMESSO
3.2.2
Sistema IT-M
Il sistema IT-M un sistema di distribuzione elettrica di tipo IT, in cui la lettera M sta ad
indicare lapplicazione specica per il settore medicale. Il sistema IT-M prescritto dalla
Norma CEI 64-8/7-710, che precisa le caratteristiche che devono avere gli impianti di
distribuzione elettrica relativi ad usi particolari (Sezione 7) ed ai locali adibiti ad uso medico
(710). Il sistema IT-M alimentato con uno specico trasformatore disolamento ad uso
medicale che dispone di un dispositivo di controllo permanente dellisolamento secondo
quanto prescritto dalla Norma CEI EN 61557-8.
3
REALIZZAZIONE DEGLI IMPIANTI NEI LOCALI ADIBITI AD USO MEDICO
Monitor disolamento
Un sistema IT-M deve essere alimentato con trasformatore di isolamento ad uso
medicale e deve essere dotato di un dispositivo di controllo permanente
dellisolamento, in accordo con la Norma CEI EN 61557-8 (CEI 85-28)
Il monitor di isolamento deve avere alcuni requisiti essenziali:
- impedenza interna non inferiore a 100 k;
- tensione del circuito dallarme inferiore o uguale a 25 V;
- corrente di prova anche in caso di guasto inferiore o uguale a 1 mA in c.c.;
- allarme per isolamento inferiore ai 50 k
- segnalazione in caso di interruzione del collegamento a terra o del circuito di misura.
Il dispositivo di controllo dellisolamento non deve essere disinseribile.
27
segue 3.2.2
Le caratteristiche
di tali trasformatori sono
indicate al punto
710.512.1.1 della Norma
CEI 64-8/7
<
<
28
segue 3.2.2
Il principio di funzionamento del sistema IT-M si basa sul fatto che il circuito alimentato dal
secondario del trasformatore di isolamento galvanicamente separato per cui al vericarsi
di un primo guasto a massa per difetto degli isolanti in un utilizzatore la corrente non pu
che continuare a uire nei conduttori di fase. In questa situazione tutte le apparecchiature
elettromedicali risultano funzionanti.
Il guasto per non deve permanere a lungo perch se si vericasse un secondo guasto la
sicurezza e la funzionalit del sistema sarebbe compromessa.
Nessun guasto
3
REALIZZAZIONE DEGLI IMPIANTI NEI LOCALI ADIBITI AD USO MEDICO
Non ci sono correnti pericolose che uiscono sul PE, ma il primo apparecchio utilizzatore
rimane fuori servizio.
Secondo guasto
A causa della corrente che uisce sul PE necessario disconnettere lalimentazione alla rete
IT in quanto non pu essere assolto lobbligo di protezione.
29
segue 3.2.2
3
REALIZZAZIONE DEGLI IMPIANTI NEI LOCALI ADIBITI AD USO MEDICO
Potenza
Tensione primaria
Tensione secondaria
Frequenza
Correnti secondarie
Corrente del fusibile ritardato secondario
esterno
Classe termica disolamento
Dimensioni
Peso
Corrente di inserzione (valore di picco)
Corrente di dispersione verso terra
dellavvolgimento secondario e corrente di
dispersione dellinvolucro (entrambe a vuoto)
Temperatura ambiente massima
Norme di riferimento
Classe elettrica
kVA
V
V
Hz
A
C
mm
kg
3
230
230
50-60
13
5
230
230
50-60
21,7
7,5
230
230
50-60
32,6
10
230
230
50-60
43,5
T12,5
T20
T32
T40
B 130
205x340x150
29,5
B130
F 155
240x380x150
240x380x160
44
50,5
< 12 volte la corrente nominale
mA
F 155
277x380x260
73
< 0,5
40
IEC EN 61558-1
1
40
40
IEC EN 61558-2-15
1
1
40
IEC EN 62041
1
Sonda
PT100
Descrizione
Codice ABB
Tipo
30
TI 3
2CSM110000R1541
EH 511 7
TI 5
2CSM120000R1541
EH 512 5
7,5
TI 7,5
2CSM130000R1541
EH 513 3
10
TI 10
2CSM140000R1541
EH 515 8
TI 3-S
2CSM210000R15a1
EH 517 4
TI 5-S
2CSM220000R1541
EH 518 2
7,5
TI 7,5-S
2CSM230000R1541
EH 519 0
10
TI 10-S
2CSM240000R1541
EH 520 8
3.2.3
Il monitoraggio dellisolamento
Una corrente di origine esterna allimpianto elettrico, ad esempio una corrente di
dispersione circolante in un apparecchio elettrico, a causa della maggior vulnerabilit del
paziente, pu causare danni elevati: sufciente, in condizioni di ricovero, una corrente
di qualche decina di microampere a determinare la brillazione ventricolare, al contrario
di quanto avviene in condizioni normali, dove tale valore pi accettabile.
La corrente di dispersione pu essere classicata in tre tipologie diverse:
- la corrente di dispersione verso terra (quella nel conduttore di protezione) - Fig. 3.8.A;
- la corrente di contatto, cio quella che attraversa la persona in contatto con linvolucro
in tensione a causa di un guasto degli isolanti - Fig. 3.8.B;
- la corrente di dispersione nel paziente cateterizzato e che uisce verso terra - Fig. 3.8.C.
Fig. 3.8.B
Fig. 3.8.A
Fig. 3.8.C
Per ognuna di esse vi sono dei valori ammissibili che dipendono a loro volta dal tipo di
apparecchio elettromedicale secondo quanto stabilito dalla CEI 62-5 Apparecchi
elettromedicali Norme generali di sicurezza che si applica agli apparecchi elettromedicali
destinati ad essere impiegati da personale qualicato o sotto sorveglianza di questo,
nellambiente circostante al paziente, o in relazione col paziente, in modo da inuire
direttamente in quellambiente sulla sicurezza di persone e di animali. Nella Norma
vengono specicate le prescrizioni per il trasporto, la sosta in magazzino, la messa in
opera, limpiego e la manutenzione dei predetti apparecchi nelle condizioni ambientali
specicate nella Norma o dal fabbricante, oppure prescritte in Norme particolari. Lo scopo
quello di stabilire un soddisfacente livello di sicurezza per tutti gli apparecchi
elettromedicali impiegati in un ambiente circostante al paziente e di servire come base
per le prescrizioni di sicurezza di norme particolari per i singoli tipi di apparecchi.
Apparecchio con parti applicate di tipo B
Meno sicuri
Pi sicuri
Ancora pi sicuri
Tabella 3.5: Tipi di apparecchi
elettromedicali con parti applicate
Corrente di
dispersione [mA]
Verso terra
(1)
Di contatto
Nel paziente (2)
(1)
(2)
Condizioni
BF
CF
Normali
Di primo guasto
10
10
10
Normali
0,1
0,1
0,1
Di primo guasto
0,5
0,5
0,5
Normali
0,1
0,1
0,01
Di primo guasto
0,5
0,5
0,05
31
segue 3.2.3
CEI EN 61557-8
3
REALIZZAZIONE DEGLI IMPIANTI NEI LOCALI ADIBITI AD USO MEDICO
CEI 64-8/7
Art. 710.512
Alcune indicazioni
progettuali
<
<
<
3.2.4
Gli apparecchi per il controllo dellisolamento delle linee a 230 V
ISOLTESTER il monitor di isolamento prodotto da ABB e adatto a reti a neutro isolato IT-M
specico per locali adibiti ad uso medico di gruppo 2 con sistema di alimentazione IT-M.
ISOLTESTER monitora lisolamento verso terra della rete di alimentazione e il sovraccarico
elettrico o termico del trasformatore, secondo i parametri richiesti e consigliati dalle
normative internazionali:
- EN 61557-8
- CEI EN 64-8/7-710
- UNE 20615.
Il controllo della resistenza di isolamento avviene applicando un segnale di misura in
corrente continua tra linea isolata e terra e rilevando la corrente di dispersione generata.
Un ltro digitale inserito nello strumento provvede a garantire unefcace misura anche in
presenza di disturbi e componenti armoniche.
in ogni condizione
33
3
REALIZZAZIONE DEGLI IMPIANTI NEI LOCALI ADIBITI AD USO MEDICO
segue 3.2.4
Caratteristiche tecniche ISOLTESTER-DIG-RZ
Tensione di alimentazione
24230 V c.a.
24 V
1 mA
Tensione di isolamento
90
105
6 moduli
Norme di riferimento
61
90
Dimensioni di ingombro
Descrizione
Codice ABB
2CSM244000R1501
EB 250 8
Tipo
ISOLTESTER-DIG-RZ
44
56
34
segue 3.2.4
Caratteristiche tecniche ISOLTESTER-DIG-PLUS
Tensione di alimentazione
24230 V c.a./c.c.
24 V
1 mA
Tensione di isolamento
90
Dimensioni di ingombro
105
6 moduli
2CSM341000R1501
EB 251 6
Tipo
RS485,
valori Min/Max,
rel programmabile
ISOLTESTER-DIG-PLUS
45
Descrizione
61
90
Funzioni avanzate
44
56
35
segue 3.2.4
Funzionamento degli operatori frontali
3
REALIZZAZIONE DEGLI IMPIANTI NEI LOCALI ADIBITI AD USO MEDICO
1 Display a 3 digit
2 LED verde, SET: stato
di programmazione strumento
3 LED giallo, Alarm: allarme
per valore parametro fuori soglia
4 LED rosso, Output Relay:
stato rel ausiliario
5 LED rosso, Error / Link Fail: allarme
per guasto interno, mancato
collegamento alla linea da controllare,
sonda di temperatura PT100 aperta
o in corto circuito
6 LED rosso, R: resistenza di isolamento
(k)
7 LED rosso, Z: impedenza di isolamento
(solo per ISOLTESTER-DIG-PLUS:
impedenza di isolamento e capacit
della linea)
8 LED rosso, T1: temperatura
trasformatore
9 LED rosso, T2: temperatura 2 sensore
10 LED rosso, I: corrente di linea
11 +/- | UP/DOWN: selezione del
parametro da visualizzare, regolazione
delle impostazioni e visualizzazione
dei valori massimi e minimi memorizzati
(solo per ISOLTESTER-DIG-PLUS)
12 RESET | SET: accesso alla
programmazione dello strumento,
tacitazione allarmi e cancellazione
valori memorizzati
13 TEST | ENTER: prova dello strumento
e dei pannelli di segnalazione a distanza
e conferma impostazioni SETUP
10
11
12
13
Vantaggi di ISOLTESTER
- ISOLTESTER specicatamente progettato per lambiente ospedaliero;
- un unico dispositivo consente il controllo di tutti i parametri elettrici e termici;
- la sua essibilit permette di regolare le soglie di intervento per tutte le grandezze
monitorate;
- la tolleranza ai disturbi di rete elevata;
- lo standard riconosciuto nel controllo di isolamento ospedaliero;
- misura e visualizzazione resistenza, temperaturia primario/secondario, impedenza,
sovracorrente;
- porta di comunicazione seriala RS485 con protocollo ModbusRTU (versione PLUS);
- gestione parametri massimi e minimi (versione PLUS);
- insensibilit ai disturbi di rete (versione PLUS).
36
segue 3.2.4
Schemi di inserzione ISOLTESTER-DIG
19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36
RS485
porta seriale
(solo versione
PLUS)
Ingresso
r
2
sensore
r
PT100
Ingresso
r
1 Ingresso
r
sensore
r
corrente
r
PT100 TT.A. .../5 A
Uscita rrel
aux.
ISOLTESTER-DIG-RZ
L
ISOLTESTER-DIG-PLUS
L
115 V
3
115 V
Alimentazione
V aux. 115 V c.a.
115 V
3
Quadretto
r
di segnalazione a distanza
QSD-DIG 230/24
10 11 12 13 14 15 16 17 18
10 11
Alimentazione
V aux. 230 V c.a.
Ad altri QSD-DIG
V
Verifica
mancanza
r
Quadretto
r
di segnalazione a distanza
colleg. alla Controllo
QSD-DIG 230/24
linea isolamento
V aux.*
V aux.*
115 V
PE
T
T.A.
L
PC
C
Rete isolata
Carichi
N
TTrasformatorre di
isolamento
Con trasformatore
con presa centrale (pc)
19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36
RS485
porta seriale
(solo versione
PLUS)
Ingresso
r
2
sensore
r
PT100
Ingresso
r
1 Ingresso
r
sensore
r
corrente
r
PT100 TT.A. .../5 A
Uscita rrel
aux.
ISOLTESTER-DIG-RZ
L
ISOLTESTER-DIG-PLUS
L
V aux.*
115 V
1
115 V
3
V
Verifica
mancanza
r
Quadretto
r
di segnalazione a distanza
colleg. alla Controllo
QSD-DIG 230/24
0
linea isolamento
5
Quadretto
r
di segnalazione a distanza
QSD-DIG 230/24
0
10 11 12 13 14 15 16 17 18
10 11
Ad altri QSD-DIG
Alimentazione
V aux. 230 V c.a.
PE
S
T
T.A.
L
Rete isolata
Carichi
N
TTrasformatorre
di isolamento
senza PC
Con trasformatore
senza presa centrale (pc)
19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36
RS485
porta seriale
(solo versione
PLUS)
Ingresso
r
2
sensore
r
PT100
Ingresso
r
1 Ingresso
r
sensore
r
corrente
r
PT100 TT.A. .../5 A
Uscita rrel
aux.
ISOLTESTER-DIG-RZ
L
ISOLTESTER-DIG-PLUS
L
V aux.*
115 V
1
115 V
3
V
Verifica
mancanza
r
Quadretto
r
di segnalazione a distanza
colleg. alla Controllo
QSD-DIG 230/24
linea isolamento
5
10 11 12 13 14 15 16 17 18
PE
10 11
Ad altri QSD-DIG
Alimentazione
V aux. 230 V c.a.
Quadretto
r
di segnalazione a distanza
QSD-DIG 230/24
0
N
L3
Carichi
L2
L1
TTrasformatorre
di isolamento
37
3.2.5
Gli apparecchi per il controllo dellisolamento delle linee a 24 V
SELVTESTER-24 un apparecchio per il controllo dellisolamento verso terra di circuiti
SELV 24 V c.c./c.a. particolarmente indicato per linstallazione nei locali adibiti ad uso
medico in cui coesistono linee a 24 V e a 230 V. Il controllo sistematico e continuo della
linea a bassa tensione in questi ambienti consigliato dalla CEI 64-8/7 proprio perch un
guasto o un cortocircuito potrebbe trasferire un potenziale di oltre 250 V con conseguenti
danni a persone e cose.
Caratteristiche
SELVTESTER-24 controlla la resistenza di isolamento dei circuiti a 24 V c.a./c.c. dedicati
allalimentazione della lampada scialitica.
importante monitorare l'isolamento della lampada scialitica poich si potrebbero
distaccare dei conduttori che possono entrare in contatto con la struttura metallica durante
la movimentazione della lampada.
SELVTESTER-24 misura la variazione del potenziale delle due polarit di rete in riferimento
alla terra e segnala la diminuzione della resistenza sotto un valore pressato, consentendo
limmediata intercettazione del guasto. In regime di corrente continua inoltre possibile
discernere la polarit interessata dal guasto. Il segnale di uscita pu essere remotato nei
locali a maggior presidio medico grazie a pannelli di segnalazione a distanza denominati
QSD-DIG 230/24.
Sul fronte del SELVTESTER-24 sono presenti il pulsante di test, lindicazione di stato e
due LED per lallarme derivante dal basso isolamento. I microinterruttori consentono la
variazione della soglia di intervento (10.50 k). Mentre un pulsante TEST esegue il test
di buon funzionamento periodico.
Tensione di rete
e alimentazione ausiliaria
Autoconsumo max.
3 VA
Corrente di misura
max. 0,5 mA
Impedenza interna
50 k
Ritardo intervento
circa 1 s
Segnalazioni
Uscita
85,5
Dimensioni di ingombro
52,5
Umidit relativa
95%
Prova di isolamento
4 mm2
Grado di protezione
Moduli
Peso
200 g circa
Norme di riferimento
3 moduli
Descrizione
Codice ABB
2CSM211000R1511
EB 252 4
Tipo
45
85,5
SELVTESTER-24
44
58
38
segue 3.2.5
1 LED verde ON
Indicazione strumento in funzione
2 LED gialli ALARM
Segnalazione allarme basso isolamento;
in caso di linea da controllare,
in corrente alternata si accendono
i due led mentre in corrente continua
si accende solo il led della polarit
sotto la soglia di intervento.
3 Pulsante di test
Prova funzionalit strumento
4 Microinterruttori
I microinterruttori frontali permettono
le impostazioni della soglia di intervento
nellintervallo tra 10 e 50 k,
come schematizzato.
Vantaggi di SELVTESTER
- Ingombro di soli tre moduli
- Installazione immediata;
- Impostazione della soglia di intervento sul valore pi comunemente utilizzato;
- Riconoscimento del polo guasto in regime di corrente continua.
Schemi di inserzione
SELVTESTER-24
L
10 11
PE
C1 C2 C3 C4 X
Ad altri QSD-230/24-C
Quadretto
r
di segnalazione a distanza
QSD-DIG 230/24
L(+)
Rete isolata 24 V
Carichi
N(-)
TTrasformatorre di
isolamento
39
3.2.6
Pannelli di segnalazione a distanza QSD
opportuno che la segnalazione di allarme dovuta ad un possibile guasto sia inviata a
distanza, in modo da essere immediatamente evidente a personale medico e a tecnici
specializzati.
I pannelli di segnalazione a distanza QSD riportano inoltre le segnalazioni di allarme relative
alla situazione di basso isolamento o in caso di sovraccarico elettrico o termico del
trasformatore, consentendo la distinzione della tipologia di guasto.
Un unico pannello
di segnalazione
a distanza universle
<
Caratteristiche
I quadretti QSD-DIG 230/24 possono essere installati facilmente in scatole da incasso
universale a tre moduli E503. Presentano un pulsante di test per la verica periodica della
loro funzionalit ed un secondo pulsante che consente la tacitazione simultanea del
segnale acustico di tutti i pannelli eventualmente connessi ad uno stesso monitor di
isolamento ISOLTESTER.
Con QSD-DIG 230/24 possibile discriminare, anche da remoto il tipo di allarme, se
derivante, ad esempio, da una bassa resistenza, da un sovraccarico o da una sovracorrente
(discriminazione del tipo di guasto). QSD-DIG 230/24 stato studiato in modo da essere
completamente compatibile con tutti i monitor di isolamento ABB per linee a 230 e a 24 V,
sia di produzione attuale che precedente tra cui:
Tipo di linea controllata
230 V
ISOLTESTER-DIG-RZ
Monitor di isolamento attuali
ISOLTESTER-DIG-PLUS
ISOLTESTER-RZ
Monitor di isolamento precedenti
ISOLTESTER-C
Norme di riferimento
per QSD
<
24 V
SELVTESTER-24
SELVTESTER-C
Il cablaggio pu essere effettuato con un comune cavo da 0,35 mm2, che garantisce una
copertura del segnale no a 300 m di distanza.
QSD-DIG 230/24 osserva le seguenti norme di riferimento internazionali:
- CEI EN 612010-1;
- CEI EN 61557/8;
- CEI 64-8/7;
- UNE 20615;
- EN 61326-1 (Compatibilit elettromagnetica).
Caratteristiche tecniche QSD-DIG 230/24
Pulsanti
2,5 mm2
Segnalazioni
IP30
Installazione
Peso
200 g
Temp. di funzionamento
Temperatura di stoccaggio
-25 +80 C
Isolamento
78
Dimensioni di ingombro
Grado di protezione
Norme di riferimento
121
78
Compatibilit
Descrizione
Codice ABB
2CSM273063R1521
M273063
Tipo
Universale
QSD-DIG 230/24
17
40
segue 3.2.6
1
2
3
4
5
Pulsante di prova
Pulsante di tacitazione acustica
LED verde di rete
LED rosso di allarme sovraccarico
LED giallo di allarme guasto
19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36
RS485
porta seriale
(solo versione
PLUS)
Ingresso
r
2
sensore
r
PT100
Ingresso
r
1 Ingresso
r
sensore
r
corrente
r
PT100 TT.A. .../5 A
Uscita rrel
aux.
ISOLTESTER-DIG-RZ
L
ISOLTESTER-DIG-PLUS
L
V aux.*
V aux.*
115 V
3
115 V
Alimentazione
V aux. 115 V c.a.
115 V
3
V
Verifica
mancanza
r
Quadretto
r
di segnalazione a distanza
colleg. alla Controllo
QSD-DIG 230/24
linea isolamento
5
Quadretto
r
di segnalazione a distanza
QSD-DIG 230/24
10 11 12 13 14 15 16 17 18
Alimentazione
V aux. 230 V c.a.
PE
10 11
Ad altri QSD-DIG
115 V
S
T
T.A.
L
PC
C
Rete isolata
Carichi
N
TTrasformatorre di
isolamento
ISOLTESTER-DIG
41
segue 3.2.6
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
31
32
33
34
35
36
ISOLTESTER-C
pannello controllo remoto
QSD-DIG 230/24
uscita rel
ausiliario
Vaux:*
controllo
link fail
230V
3
AUX-01
1
AUX-L1
1
LF-L
controllo
isolamento
8
10
11
VC-L VC-PE
E
LF-PE
Pannello
controllo remoto
12
13
14
15
COM- FAULT
T V-P
P
16
17
18
RNC
RNO
RC
COMS
FS
V-P
ACUS ACK
10
11
OVER FAULT
T COM- TEST- TEST- TEST+
P
S
alimentazione
ausiliaria
Vaux: 230Vca
PE
AGLI ALTRI
PANNELLI
QSD-DIG 230/24
S
S
L
PC
CARICO
TRASFORMATORE ISOLAMENTO
ISOLTESTER-C
ISOLTESTER-DIG-RZ
controllore isolamento
SELVTESTER-24
L
1
V+
3
V-
OUTU
OUTU OUTU
NO
O
C
NC
C
10 11
P
E
COMS
FS
V-P
ACUS ACK
9 10
11
L COMP TESTS
OVER FAULT
S TESTTEST+
+
S
-
PE
AGLI ALTR
L I
QSD-DIG 230/24
L(+)
LINEA
A ISOLATA
A 24V ca/cc
CARICHI
N(-)
TRASFORMATORE ISOLAMENTO
SELVTESTER-24
42
3.3
Pa
dig
elettrici
Pa
dig
lio
ne
2
lio
ne
Quadri elettrici
Tutti i quadri elettrici devono essere conformi alle prescrizioni di sicurezza delle Norme
CEI EN 60439-1 e 3 ed eventualmente alla Norma CEI 23-51.
Negli ambienti ad uso medico possono essere necessari, in relazione alla loro dimensione,
i seguenti tipi di quadri elettrici (g. 3.11):
- generale di bassa tensione (QGBT);
- di distribuzione principale di edicio (QDPE);
- di reparto (QR);
- per sala chirurgia (QSO).
QR
Re
pa
rto
QR
Sa
op la
era
A t.
Re
pa
rto
Re
pa
rto
PE
Re
pa
rto
S
op ala
er
a
B t.
QS
O
QR
B
QR
QR
QD
QS
O
QR
C
eleabin
ttr a
ica
QG
BT Q
u
ba adr
ss o g
at e
en ner
sio ale
ne
R
QD
PE epar
to
D
Ing
res
so
-u
ffic
i
QD
PE
43
segue 3.3.1
Quadro generale BT
Quadro destinato alla distribuzione di energia ordinaria (da rete) nel quale sono installati, a
titolo di esempio:
- dispositivi generali di protezione e di sezionamento;
- strumenti di misura ed eventuali dispositivi per i controlli a distanza;
- apparecchi di protezione per le linee che alimentano, ad esempio: i servizi ausiliari di cabina;
i servizi ausiliari gruppo elettrogeno; le linee di distribuzione principale agli edici; le linee
di distribuzione dei servizi esterni agli edici; le centrali tecnologiche (impianto di
climatizzazione, centrale termica e idrica).
Quadro di distribuzione principale di edicio
Quadro destinato alla distribuzione ordinaria e di sicurezza (tramite il gruppo elettrogeno)
nel quale sono installati:
- dispositivi generali di protezione e di sezionamento;
- strumenti di misura ed eventuali dispositivi per i controlli a distanza;
- apparecchi di protezione, preferibilmente adatti per il sezionamento, delle linee che
alimentano le utenze che richiedono lalimentazione da gruppo elettrogeno (sistema
antincendio, sistemi di sollevamento).
3
REALIZZAZIONE DEGLI IMPIANTI NEI LOCALI ADIBITI AD USO MEDICO
Quadri di reparto
I quadri di reparto possono coincidere con i quadri di distribuzione principale delledicio.
Qualora questi quadri si trovino allinterno del padiglione o del reparto, preferibile che essi
siano collocati in apposito locale. consigliabile che siano dotati di porte provviste di vetro
(o materiale plastico trasparente) per facilitare la verica dello stato delle apparecchiature.
Le destinazioni delle linee in uscita dal quadro dipendono dalle funzioni che il reparto svolge.
Quadri per sale chirurgia
Per i locali di chirurgia di gruppo 2 oltre al quadro per lalimentazione dei circuiti ordinari
necessario il quadro destinato ad alimentare il sistema IT-M (g. 3.12). ammesso anche
limpiego di un unico quadro che raggruppa in due sezioni distinte le apparecchiature del
sistema IT-M e le apparecchiature di alimentazione delle restanti utenze.
In mancanza dellalimentazione ordinaria, il quadro deve essere commutato sullalimentazione
di sicurezza fornita da un gruppo di continuit (UPS).
1
2
3
4
5
6
Scaricatore di sovratensione
Trasformatore di isolamento
Sonda temperatura PT100
monitor di isolamento linea 230 V
monitor di isolamento linea 24 V
Trasformatore 2207/24 V - 1 kVA
Id
QSD-DIG
230
Linea
ausiliaria
5
QSD
230/24-C
Linea 24 V
Gruppo
prese
1
44
Gruppo
prese
2
Gruppo
prese
3
Diafanoscopio
Prese
pensile
anestesista (1)
Riserva
segue 3.3.1
In tale modo si migliora la continuit di servizio di tutti gli apparecchi alimentati da IT-M
presenti nel locale e si garantisce una elevata qualit dellalimentazione per gli apparecchi
elettromedicali particolarmente sensibili alle variazioni di tensione e di frequenza.
Nel caso di un quadro unico, suddiviso in due sezioni, sono installati i seguenti componenti:
- un dispositivo generale di sezionamento;
- interruttori differenziali su ogni partenza e con Idn 30 mA e del tipo A o B per
lalimentazione ordinaria;
- un dispositivo di protezione contro le sovracorrenti a monte del trasformatore di isolamento;
- un eventuale interruttore a valle del trasformatore di isolamento per la protezione contro i
sovraccarichi nel caso non siano previste sonde di temperatura sul trasfomatore di isolamento
- le apparecchiature del sistema IT-M (trasformatore di isolamento, dispositivo di controllo
permanente dell isolamento con la segnalazione ottica e acustica).
- dispositivi di protezione contro le sovracorrenti delle linee che alimentano le prese a spina
e di eventuali altri apparecchi ssi del sistema IT-M.
Il nodo equipotenziale del quadro potrebbe essere utilizzato come nodo equipotenziale del
locale qualora rispondesse alle prescrizioni normative.
45
segue 3.3.1
Caratteristiche tecniche quadri QSO
Tensione nominale
Frequenza nominale
Numero fasi
Tensione nominale circuiti ausiliari
Tensione nominale di isolamento
Sistema di distribuzione riferito
a terra
Corrente di corto circuito max
Altitudine max
[V]
[Hz]
[V]
[V]
TT / TN-S
[kA]
[m]
Grado di inquinamento
Grado di resistenza agli urti
Grado di protezione
Umidit relativa
Temperatura di funzionamento
Temperatura di stoccaggio
Norme di riferimento
[C]
[C]
6 RMS simmetrico
2000 s.l.m
1 assenza di inquinamento o soltanto
inquinamento secco e non conduttore
IK09
IP 65 frontale con porta
IP 31 frontale senza porta
IP 20 sul tetto
50%
- 5 / + 40
- 25 / + 55
CEI 64-8/7 CEI 17-13/1
Codice ABB
Codice dordine
italiano
EJ 135 3
QSO 3kVA
2CSM110000R1551
QSO 5kVA
2CSM120000R1551
EJ 136 1
7,5
QSO 7.5kVA
2CSM130000R1551
EJ 137 9
QSO 3kVA-S
2CSM210000R1551
EJ 140 3
QSO 5kVA-S
2CSM210000R1541
EJ 163 5
7,5
QSO 7.5kVA-S
2CSM230000R1551
EJ 164 3
46
QSO 3kVA-S-PV
2CSM310000R1551
EJ 165 0
QSO 5kVA-S-PV
2CSM320000R1551
EJ 166 8
7,5
QSO 7.5kVA-S-PV
2CSM330000R1551
EJ 167 6
10
QSO 10kVA-S-PV
2CSM340000R1551
EJ 168 4
QSO 3kVA-S-PV+24Vac
2CSM410000R1551
EJ 254 2
QSO 5kVA-S-PV+24Vac
2CSM420000R1541
EJ 255 9
7,5
QSO 7.5kVA-S-PV+24Vac
2CSM430000R1551
EJ 256 7
10
QSO 10kVA-S-PV+24Vac
2CSM440000R1551
EJ 257 5
3.3.2
Condutture
Nei locali di gruppo 2 le condutture installate allinterno del locale devono essere destinate
esclusivamente allalimentazione delle apparecchi elettrici e dei loro accessori presenti nel
locale stesso; in pratica in questi locali non possono transitare condutture che alimentano
apparecchiature poste in altri locali.
I circuiti derivati da un sistema IT-M devono essere necessariamente separati dai circuiti
elettrici alimentati da altri sistemi, devono quindi, essere installati in tubazioni o canalette e
cassette indipendenti. anche ammesso lutilizzo di canalette e cassette in comune purch
la separazione sia realizzata con un setto isolante (g. 3.13).
Anche i circuiti del sistema IT-M possono essere realizzati usando cavi unipolari (cordine)
tipo N07V-K (con lavvertenza di non utilizzare conduttori di colore blu o azzurro o celeste,
in quanto un sistema IT-M non ha mai neutro).
Se risultasse impossibile la realizzazione di una separazione sica di due sistemi elettrici ed
il circuito IT-M dovesse percorrere una canalizzazione in comune con conduttori di un altro
sistema, necessario utilizzare cavi a doppio isolamento con guaina non metallica. Inoltre
nel caso la corrente di dispersione per effetto capacitivo fosse elevata consigliabile che il
conduttore di protezione sia separato dai conduttori di fase e quindi inserito in un proprio
tubo protettivo.
Nei locali di gruppo 2 dove si utilizzano apparecchi elettromedicali per il controllo e
lassistenza dei parametri vitali, quali quelli di terapia intensiva, rianimazione e similari, bene
che gli apparecchi siano alimentati con conduttori schermati o inseriti in tubazioni metalliche
a scopo precauzionale contro i campi elettrici. Sia le schermature dei cavi, sia le tubazioni
metalliche devono essere equipotenzializzate sul nodo o subnodo pi vicino.
Per i locali di radiologia, TAC e locali con apparecchiature che emettono radiazioni ionizzanti,
opportuno che i conduttori di alimentazione non interrompano le schermature antiradiazione
predisposte.
La protezione delle condutture contro le sovracorrenti devessere effettuata mediante
interruttori automatici onnipolari. Anche nei sistemi IT-M i circuiti derivati al secondario vanno
protetti con fusibili o interruttori automatici magnetotermici ma non differenziali in quanto il
differenziale non avrebbe efcacia su questo particolare sistema di isolamento medicale.
47
3.3.3
Condutture di alimentazione degli apparecchi radiologici o similari
Gli apparecchi radiologici e quelli di potenza superiore a 5 kVA assorbono dalla linea di
alimentazione correnti di valore elevato per cui occorre valutare con attenzione il
dimensionamento dei conduttori di alimentazione al ne di contenere le cadute di tensione.
Gli apparecchi radiologici di tipo sso e gli apparecchi con potenza superiore a 5 kVA, alimentati direttamente dalla rete ordinaria e in genere senza interposizione di un gruppo presa/
spina, possono essere protetti con interruttori differenziali con corrente differenziale di 0,5 A.
Se possono entrare nellarea del paziente obbligatoria ladozione di interruttori magnetotermici differenziali di tipo A (per circuiti monofasi) o B (specie per circuiti trifasi) da 30 mA;
3.3.4
Selettivit delle protezioni
Particolare cura va posta nel realizzare unefcace selettivit dei dispositivi di protezione
dalle sovracorrenti allo scopo di assicurare al massimo la continuit del servizio.
Per quanto possibile deve essere realizzata una selettivit orizzontale e verticale.
Con la selettivit orizzontale, e quindi suddividendo limpianto in vari circuiti, si riduce il
disservizio creato in caso di guasto. La suddivisione su pi circuiti consente inoltre di evitare
che luso simultaneo di numerosi apparecchi collegati allo stesso circuito provochi lintervento
dellinterruttore differenziale (ad esempio a causa delle correnti di dispersione capacitive
degli apparecchi).
Un aspetto particolare della selettivit orizzontale riguarda i locali di gruppo 2: le norme
richiedono che per ogni posto di trattamento del paziente (come ad esempio un quadretto
prese, ununit di alimentazione a parete o lo stativo pensile) le prese a spina alimentate dal
Sistema IT-M siano, alternativamente (g. 3.14):
connesse a due distinti circuiti di alimentazione (dotati ciascuno del relativo dispositivo di
protezione);
protette contro le sovracorrenti individualmente o a gruppi (almeno due).
Con questa disposizione, in caso di guasto a valle di una presa a spina, con intervento del
relativo dispositivo di protezione, solo una presa o un gruppo di prese risultano fuori servizio,
mentre le altre restano in funzione.
Unitamente alla selettivit orizzontale necessario assicurare la selettivit verticale in modo
che in caso di sovracorrente intervenga solo il dispositivo posto a protezione del circuito
interessato dal guasto e non il dispositivo a monte (g. 3.15).
3
REALIZZAZIONE DEGLI IMPIANTI NEI LOCALI ADIBITI AD USO MEDICO
Figura 3.14: Protezione delle
prese alimentate dal sistema IT-M
a) suddivisione in due circuiti
separati e singolarmente protetti
b) protezione a gruppi
c) protezione singola
Deve intervenire
solo questo interruttore
48
segue 3.3.4
La selettivit nei circuiti IT-M pu essere realizzata con interruttori magnetotermici o fusibili
di taglia adeguata.
Utilizzando i fusibili, questi sono posti a protezione di ciascuna presa nel gruppo e, a monte
nel quadro di sala a protezione della conduttura di alimentazione di ciascun gruppo di prese.
Scegliendo i fusibili di taglia adatta e linterruttore generale con una corrente di intervento
magnetica molto alta si realizza la selettivit totale.
I vantaggi sono evidenti: se si considera che un cortocircuito in una sala operatoria si verica
in genere perch le spine vengono disinserite dando uno strappo al cavo e non impugnando
il corpo della spina o per liquidi che entrano in contatto con parti attive, un corto circuito su
una presa implica lintervento dei rispettivi fusibili per cui possibile utilizzare unaltra presa
(le prese sono sempre in eccesso) senza gravi disservizi.
Con limpiego degli interruttori automatici la selettivit pu essere ottenuta scegliendo i
dispositivi di protezione in modo che per tutti i valori della corrente di cortocircuito, no alla
massima corrente di guasto prevista sulla conduttura protetta dallinterruttore a valle, le zone
di intervento degli interruttori in serie non si sovrappongano (g. 3.16). In genere per la
selettivit tra interruttori si ottiene regolando anche i loro tempi di intervento.
3
REALIZZAZIONE DEGLI IMPIANTI NEI LOCALI ADIBITI AD USO MEDICO
La selettivit deve essere realizzata anche per gli interruttori differenziali posti a protezione
delle apparecchiature alimentate direttamente dalla rete.
Ad esempio nelle sale di degenza (locali di gruppo 1) si hanno tre circuiti (luce, prese a spina,
prese dei testa letto) ciascuno protetto con differenziale da 30 mA; per la protezione dei
circuiti di alimentazione di un gruppo di stanze viene installato un differenziale da 300 mA,
e a monte in cabina si ha un differenziale da 500 mA. La selettivit totale ottenuta inne
regolando i tempi di intervento dei differenziali.
3.3.5
Criteri di installazione
Il quadro contenente il trasformatore disolamento pu essere installato a parete o a pavimento allesterno dei locali di gruppo 2, oppure allinterno purch fuori della zona paziente,
cos da evitare un contatto, da parte del paziente, anche tramite il personale medico, con
larmadio, nel quale si trovano, oltre ai circuiti a valle del trasformatore, i conduttori di alimentazione dello stesso.
Se le esigenze richiedono una potenza superiore a quella ammessa (10 kVA) per il trasformatore di isolamento, necessario installare pi trasformatori di isolamento allo scopo di
contenere le correnti di dispersione. In questo modo possibile beneciare della ridondanza
dei circuiti per massimizzare la continuit di servizio anche in caso di manutenzione.
Lapparecchio di controllo e di misura dellisolamento pu essere posto nel quadro elettrico
del sistema IT-M, ma un pannello con la ripetizione delle segnalazioni acustica/ottica ed un
pulsante di controllo deve essere collocato nel locale di maggiore uso, in cui si presume la
stabile presenza degli operatori sanitari.
Sia le prese a spina, sia gli interruttori devono essere installati a pi di 20 cm (da centro a
centro) da qualsiasi attacco per gas ad uso medicale.
Le prese a spina alimentate da un sistema IT-M non devono essere intercambiabili con le
prese spina dello stesso locale alimentate direttamente dalla rete.
49
3.3.6
Messa a terra
Nei locali di gruppo 1 e 2 consentito il collegamento diretto al conduttore di protezione
solamente delle seguenti apparecchiature (tutte la altre vanno connesse al nodo
equipotenziale):
- le apparecchiature sse, quali ad es. gli apparecchi illuminanti in classe 0 e I a softto
purch installate sopra i 2,5 m daltezza dal piano di calpestio, o completamente fuori dalla
zona paziente;
- i limitatori contro le sovratensioni di qualsiasi origine ( consigliabile installarli sulle linee di
ingresso che alimentano i locali ad uso medico).
3.3.7
Necessit della continuit
di esercizio
<
3
REALIZZAZIONE DEGLI IMPIANTI NEI LOCALI ADIBITI AD USO MEDICO
Servizi di sicurezza
Nei locali ad uso medico possono essere utilizzate apparecchiature per le quali richiesta una
disponibilit dellalimentazione totale onde evitare pericoli per il paziente in caso di guasti
allimpianto o alle apparecchiature o di black-out.
Ai ni della continuit di esercizio a seguito di un guasto, limpiego del trasformatore di isolamento consigliabile anche nei locali di gruppo 1, negli ambulatori e nei laboratori in quanto
assicura la possibilit di utilizzo delle apparecchiature elettriche anche nel caso che in una di
queste si vericasse un primo guasto a terra. In particolare nei laboratori di analisi la continuit un fattore essenziale in quanto le apparecchiature richiedono, in caso di interruzione
dellenergia, tempi lunghi per la loro riprogrammazione e rimessa in servizio.
Per fronteggiare invece linterruzione dellalimentazione (black-out) occorre installare un impianto di emergenza destinato allalimentazione di sicurezza per i carichi deniti privilegiati in
quanto necessari per la sicurezza del paziente.
Le caratteristiche dellalimentazione di sicurezza devono essere stabilite dal progettista, tenendo conto delle effettive esigenze della struttura sanitaria da servire e delle norme in vigore.
Lalimentazione di sicurezza in tutti i locali di gruppo 2 (ed in alcuni di gruppo 1) deve essere
automatica ad interruzione breve ( 0,5 s) e assicurare per almeno 3 ore lalimentazione degli
apparecchi di illuminazione dei tavoli operatori, degli apparecchi elettromedicali che necessitano di alimentazione di sicurezza e degli impianti di rivelazione, allarme.
Per altri servizi e apparecchi elettromedicali lalimentazione di sicurezza pu essere a interruzione media, ossia con un tempo di intervento non superiore a 15 s (illuminazione di sicurezza
delle vie di esodo, apparecchi elettromedicali ecc.), o a interruzione lunga, superiore a 15 s
(apparecchi di sterilizzazione, frigoriferi ecc).
La sorgente di sicurezza pu essere costituita da batterie di accumulatori, gruppi statici di
continuit (UPS) o da gruppi elettrogeni.
In ciascuna sala operatoria o gruppo di sale opportuno realizzare la continuit di esercizio
con almeno due UPS. In questo modo ogni UPS lavora al 50% della sua potenza, per cui non
soggetto a sovraccarichi e pu supplire laltro nel caso questo si guasti.
Limpiego di pi UPS in ridondanza avvantaggia anche la manutenzione che pu essere fatta
su un gruppo alla volta consentendo cos di mantenere in attivit la sala operatoria.
Un ulteriore vantaggio offerto dagli UPS la qualit dellenergia fornita con conseguente assenza di disturbi sui circuiti a valle.
Gli UPS sono in grado di alimentare il carico senza interruzione alcuna, ma in genere hanno una
autonomia limitata (10 30 min) per cui interviene in seguito un gruppo elettrogeno (g. 3.17).
3.3.8
Illuminazione di sicurezza
Lilluminazione di sicurezza richiesta nei seguenti ambienti:
- locali ad uso medico di gruppo 1 e di gruppo 2.
- vie di esodo e uscite di sicurezza, compreso la relativa segnaletica di sicurezza;
- locali di cabine, quadri elettrici, sorgenti di impianti di produzione;
- locali con servizi essenziali, quali locali macchinario ascensori, cucine, centrali di
climatizzazione, centri elaborazione dati;
Lilluminazione di sicurezza deve entrare in funzione secondo i tempi indicati dalla normativa
(tabella 3.7).
Lilluminazione di sicurezza pu essere assicurata mediante sistemi centralizzati (batterie di
accumulatori o gruppo elettrogeno) oppure tramite apparecchi autonomi, provvisti
singolarmente di una batteria di accumulatori con unautonomia di almeno 2 ore.
Nella tabella sono indicati i tempi di intervento dellalimentazione di sicurezza previsti dalla
normativa in relazione al tipo di locale medico.
Tipo di locale
(1)
(2)
3
REALIZZAZIONE DEGLI IMPIANTI NEI LOCALI ADIBITI AD USO MEDICO
Interruzione Interruzione
0,5 s
15 s
(1)
(2)
(2)
(1)
(2)
(2)
(2)
(2)
(2)
(2)
(2)
(2)
(2)
51
Ideale per ospedali, cliniche, case di riposo, cliniche riabilitative, residenze comunitarie e
strutture similari, Clinos 3000 la nuova proposta di ABB per la comunicazione in quei luoghi
in cui fondamentale installare sistemi che consentano al personale di svolgere le proprie
mansioni con la massima efcienza ed efcacia, e che, contemporaneamente, garantiscano
lo scambio dinformazioni a distanza tra i singoli pazienti e il personale medico e infermieristico
presente.
Il sistema Clinos 3000 conforme alle Norme nazionali e internazionali che regolano la
progettazione e la realizzazione di impianti di segnalazione ottica e di comunicazione:
- DIN 41050-1: Impianti di chiamata visiva; denizioni
- DIN 41050-2: Impianti di chiamata luminosa: installazione, dispositivi, indicazioni di
chiamata
- DIN VDE 0834, Parte 1 e 2: 2000-04: Impianti di chiamata in ospedali, case di cura e
istituzioni analoghe.
4.1
Sistema di chiamata
Clinos 3000 rappresenta levoluzione dei sistemi che svolgono le tradizionali funzioni di
segnalazione ottico-acustica offrendo, ad esempio:
s INFORMAZIONI DETTAGLIATE SU LIVELLO DI PRIORIT E PROVENIENZA DELLE CHIAMATE
s INFORMAZIONI FACILMENTE COMPRENSIBILI GRAZIE A DISPLAY ALFANUMERICI E TERMINALI VIDEO
s DIFFUSIONE AUTOMATICA DELLE INFORMAZIONI IN TUTTI I LOCALI DOVE SIA REGISTRATA LA PRESENZA DI
personale di servizio
s IMMEDIATA LOCALIZZAZIONE DEL PERSONALE DI SERVIZIO INDIVIDUABILE SEPARATAMENTE COME
appartenente alla categoria dei medici o degli infermieri
s POSSIBILIT DI COLLEGARE SEGNALAZIONI INTERNE AGGIUNTIVE COME AD ESEMPIO ALLARMI ANTINCENDIO
e allarmi tecnici
s POSSIBILIT DI INTERFACCIARSI CON SISTEMI $%#4
Le chiamate e le segnalazioni di presenza possono essere visualizzate in ogni locale, quali
stanze di presidio e camere di degenza, e da l gestite.
52
Quando il paziente
effettua una chiamata
Si accende il led
di tranquillizzazione
del dispositivo
di chiamata usato
TV
Il sistema annulla
la chiamata e le relative
segnalazioni (lampade
direzionali, lampada
di rassicurazione e
lampada fuori porta)
Il sistema attiva la
segnalazione di
presenza di personale
nel locale (lampada
nel corridoio, di colore
verde)
Nel corridoio si
accendono le lampade
direzionali, se presenti
Il sistema segnala
acusticamente le altre
eventuali chiamate anche
nel locale dove si trova
ora il personale, che pu
rispondere e visualizzarle
3UI DISPLAY PRESENTI
nellimpianto compare
il numero della stanza
dove si effettuata
la chiamata
Il sistema si predispone
ad evidenziare come
chiamata demergenza
un ulteriore segnale
che dovesse partire
DAL LOCALE DOVE GI SI TROVA
il personale
Chiamata pazienti
Tipo di identicazione
Tipo di segnalazione
ottica
chiamata normale
chiamata bagno/WC
chiamata WC
chiamata prioritaria
Chiamata personale di
servizio
Tipo di
identicazione
Tipo di
segnalazione
ottica
chiamata di emergenza
chiamata di emergenza
chiamata medico
chiamata di emergenza
bagno/WC
chiamata telefonica
Tipo di identicazione
Tipo di segnalazione
ottica
chiamata diagnostica
chiamata diagnostica
chiamata di promemoria
chiamata telefonica
chiamata telefonica
4
CLINOS 3000: EVOLUZIONE DELLA COMUNICAZIONE OSPEDALIERA
Contemporaneamente
si accende la lampada
di chiamata, di colore
rosso oppure del colore
corrispondente al tipo
di chiamata effettuata
53
4.2
4
CLINOS 3000: EVOLUZIONE DELLA COMUNICAZIONE OSPEDALIERA
Segnali e comandi
vengono trasmessi
attraverso un unico cavo
(linea bus), facilitando
e ottimizzando cos
i costi di installazione
e manutenzione
del sistema.
Verso altri concentratori
di zona
54
segue 4.2
Ogni sistema costituito da una o pi zone, che si possono assimilare ai reparti, piani o
padiglioni di una struttura di ricovero. Ad ogni zona fanno capo una o pi stanze, come
camere di degenza, locali di presidio e locali di servizio comuni. Inne, ogni camera di
degenza pu ospitare uno o pi letti.
4UTTI I DISPOSITIVI DEL SISTEMA SONO CONNESSI TRA LORO ATTRAVERSO UNA LINEA BUS CHE IN BASE
alle funzioni che svolge, assume le seguenti denominazioni:
- bus di zona: collega tra loro i concentratori di zona e le apparecchiature comuni a tutto
il sistema, come, ad esempio, interfacce e alimentatore
- bus di corridoio: collega i moduli elettronici delle camere e dei locali di presidio, le lampade
DI CORRIDOIO I DISPOSITIVI DI SEGNALAZIONE E I DISPLAY AL CONCENTRATORE DI ZONA CUI
appartengono
- bus di camera: collega tutti i dispositivi che si trovano nella camera al modulo elettronico
della camera.
I diagrammi che seguono mostrano la struttura del sistema Clinos 3000 nelle due versioni
disponibili.
Modulo
display
Modulo
elettronico
per locale di
presidio
Remind
Unit del
locale
di presidio
Modulo
display
Modulo di
chiamata
(letto 1)
Modulo
elettronico
con bus dati
posto letto
Centrale di
zona
(gruppo 1-3)
Modulo di
selezione
zone locale
di presidio
Modulo di
chiamata
(letto 2)
Altri moduli
di chiamata
Tirante
(bagno/WC)
Pulsante di
chiamata
(bagno/WC)
Display di informazioni
Pulsante di
annullamento
chiamata
Pulsante di
chiamata
(letto 1)
Pulsante di
chiamata
(letto 2)
Altri pulsanti
di chiamata
Dispositivo
di fine linea
del bus dati
Modulo
elettronico
senza bus dati
posto letto
Pulsante di
chiamata
(bagno/WC)
Tirante
(bagno/WC)
Centrale di zona
(gruppo 4-6)
Altre centrali
di zona
55
segue 4.2
Terminale di
camera
Dispositivo di
fine linea
Pulsante di Pulsante di
chiamata
chiamata
(letto 2)
(letto 1)
Lampada
di corridoio
Bus di corridoio
Pulsante di
chiamata e
Tirante
annullamento
(bagno/WC) (bagno/WC)
Display di informazioni
Terminale di
camera
Combinazione
letto (letto 1)
Alimentatore
Tirante
(bagno/WC)
N L
Pulsante di
annullamento
(bagno/WC)
Interfaccia locale
di presidio
Concentratore
di zona (slave 1)
Bus di zona
Lampada di
corridoio
Combinazione
letto (letto 2)
Stazione
operativa
Alimentatore
N L
Ethernet / LAN
Server
chiamate
infermiere
Concentratore
di zona (master)
4.3
segue 4.3
Quadro sinottico delle funzioni dei sistemi Clinos 3000
Funzioni
4
CLINOS 3000: EVOLUZIONE DELLA COMUNICAZIONE OSPEDALIERA
Autodiagnosi
0OSSIBILIT DI VARIARE VIA SOFTWARE IL LIVELLO
DI PRIORIT ASSOCIATO AD UNA PARTICOLARE CHIAMATA
(ad esempio, proveniente dal letto di un paziente grave)
)NFORMAZIONI DETTAGLIATE SU LIVELLO DI PRIORIT
e provenienza delle chiamate
Diffusione automatica delle informazioni in tutti i locali
con personale di servizio presente
Immediata localizzazione del personale di servizio
)NFORMAZIONI FACILMENTE COMPRENSIBILI GRAZIE A DISPLAY
alfanumerici e terminali video
Identicazione della chiamata con codice alfanumerico
di 8 caratteri
Radiodiffusione
Fonia di camera
Clinos Plus
Clinos Phon
16
64
48
(3)
254
(6)
32
- 1 per cercapersone
- 1 per PC
127 (1)
127 (1)
10
DISPLAY
- 1 mod. di
comunicazione
- 8 mod. di chiamata
- 4 mod. elettronici da
parete
DISPLAY
- 1 modulo di
comunicazione
- 1 modulo di selezione
UNIT COMPATTA
TERMINALE CON DISPLAY
- 1 mod. di selezione
- 4 mod. di chiamata
con fonia
- 8 mod. di chiamata
senza fonia
UNIT COMPATTA
Clinos Plus
Clinos Phon
2.000 m
50150 m
1.000 m
500 m
500 m
200m
200 m
Note:
(1)
il totale di moduli attivi, tra moduli
di corridoio e moduli di camera,
non deve superare 255
(2)
per ogni concentratore di zona deve
esserci almeno un locale di presidio
57
4.4
4.5
4.6
Afdabilit e sicurezza
)L SISTEMA #LINOS ADOTTA UNA SERIE DI ACCORGIMENTI PER GARANTIRE LA CONTINUIT DI FUNZIOnamento del sistema e la salvaguardia delle persone:
- in caso di mancanza dellalimentazione elettrica, le chiamate rimangono in memoria per
circa 24 ore e, quando lalimentazione viene ripristinata, vengono automaticamente visualizzate le chiamate e le indicazioni di presenza attive prima dellinterruzione
QUALORA IL CONCENTRATORE DI ZONA DOVESSE GUASTARSI IL SISTEMA COMMUTA IN MODALIT EMERgenza, che garantisce le chiamate normali e demergenza, la cancellazione delle chiamate,
lindicazione di presenza, il trasferimento delle chiamate nei locali dove stata segnalata
la presenza del personale di servizio e lindicazione luminosa delle lampade del corridoio
IL CONCENTRATORE DI ZONA CONTROLLA COSTANTEMENTE TUTTE LE UNIT ATTIVE E SEGNALA QUALSIASI
anomalia con un messaggio generale o con messaggi specici
- alcune tastiere sono dotate di connettori a strappo, che evitano danni al cavo di collegamento in caso di strattoni accidentali
LA SICUREZZA ELETTRICA ED I REQUISITI DI COMPATIBILIT ELETTROMAGNETICA DEI COMPONENTI DEL SISTEMA SONO GARANTITI IN CONFORMIT ALLE $IRETTIVE EUROPEE MARCHIO #%
58
4.7
Bus di corridoio
Bus di zona
2
3
Max. 32 dispositivi
max
16
15
CZ = Concentratore di zona
DZ = Dispositivo su bus di zona
MC = Modulo su bus di corridoio
59
segue 4.7
Altri concentratori
di zona
Magazzino
4
CLINOS 3000: EVOLUZIONE DELLA COMUNICAZIONE OSPEDALIERA
Reparto ospedaliero
1 Alimentatore stabilizzato
2 Concentratore di zona
3 Modulo elettronico per locali di presidio
4 Modulo elettronico di controllo
per camera
5 $ISPLAY DI INFORMAZIONE
6 $ISPLAY MODULARE ALFANUMERICO
7 Modulo di selezione presidio
Locale
di lavoro
Locale di presidio
infermieri/medico
8 5NIT PER LOCALE DI PRESIDIO
9 Combinazione di chiamata
e annullamento
Remind
Bus di corridoio
60
segue 4.7
4
CLINOS 3000: EVOLUZIONE DELLA COMUNICAZIONE OSPEDALIERA
Bus di corridoio
Bus di corridoio
Bus di corridoio
61
4.8
Moduli su bus
di camera
Bus di camera
Bus di corridoio
Bus di zona
63
max
64
CZ = Concentratore di zona
DZ = Dispositivo su bus di zona
MC = Modulo su bus di corridoio
62
segue 4.8
Altri concentratori
di zona
Magazzino
4
CLINOS 3000: EVOLUZIONE DELLA COMUNICAZIONE OSPEDALIERA
Reparto ospedaliero
1 Alimentatore stabilizzato
2 Concentratore di zona
3 Modulo elettronico per locali
di presidio
4 Modulo elettronico di controllo
per camera
Locale di presidio
infermieri/medico
Locale
di lavoro
5 $ISPLAY DI INFORMAZIONE
6 $ISPLAY MODULARE ALFANUMERICO
7 Modulo di selezione presidio
8 5NIT PER LOCALE DI PRESIDIO
9 Combinazione di chiamata
e annullamento
5 Combinazione di chiamata
e annullamento
6 Lampada di corridoio
63
segue 4.8
Bus di corridoio
6 Lampada di corridoio
4
CLINOS 3000: EVOLUZIONE DELLA COMUNICAZIONE OSPEDALIERA
TV
TV
3 4ASTIERA PENSILE
4 5NIT DI CHIAMATA A TIRANTE
5 Combinazione di chiamata
e annullamento
Bus di corridoio
6 Lampada di corridoio
64
4
CLINOS 3000: EVOLUZIONE DELLA COMUNICAZIONE OSPEDALIERA
65
5.1
Locali veterinari
Campo di applicabilit delle norme ai locali veterinari
La Norma CEI 64-8/7 precisa che in quanto praticamente applicabile, la norma pu essere
utilizzata anche per cliniche ed ambulatori veterinari.
Le raccomandazioni normative si applicano alle strutture veterinarie individuate nellaccordo
del 26/11/03 tra Ministero della salute, Regioni e Province autonome.
Laccordo denisce quattro tipologie di ambienti:
- studio veterinario con o senza ingresso degli animali;
- ambulatorio veterinario;
- clinica veterinaria;
- ospedale veterinario.
Gli ambenti veterinari possono avere un grado di rischio pi o meno elevato secondo la
funzione che il responsabile medico veterinario desidera conferire al proprio studio o alla
struttura nella quale espleta la sua attivit. il direttore medico veterinario pertanto che deve
stabilire mediante dichiarazione scritta lattivit svolta nei vari locali; in base alle sue scelte
il progettista denisce gli impianti da realizzare.
5.1.1
Rischio elettrico
Nei confronti dei fenomeni di elettrocuzione (contatti diretti e indiretti) gli animali presentano rischi pi o meno elevati secondo la specie a cui appartengono, le loro dimensioni
e le cure o gli interventi a cui vengono sottoposti, e in alcune condizioni (compreso gli
interventi cardiaci su animali a scopo di ricerca) possono essere soggetti anche al rischio
di microshock.
In genere il rischio di microshock particolarmente signicativo nelle cliniche, negli ospedali veterinari e nei centri di ricerca. Negli studi e laboratori veterinari invece:
- non si eseguono interventi intracardiaci o che possono interessare il muscolo cardiaco;
- si usano con molta moderazione apparecchi elettromedicali con parti applicate, mentre
sono usati con frequenza dei dispositivi elettrici e loro accessori quali gli apparecchi per
tosatura, trapani elettrici portatili e dispositivi elettromedicali come le lampade scialitiche
ad installazione ssa o carrellate che entrano nella zona paziente.
segue 5.1.1
Si pu quindi concludere che gli studi e i laboratori veterinari possono essere sempre ritenuti di gruppo 1 anche se in essi si possono eseguire interventi chirurgici, mentre i locali di
gruppo 2 possono essere presenti nelle cliniche veterinarie, negli ospedali universitari ad
indirizzo veterinario e nei centri di ricerca veterinari o chimico-farmacologici.
Nella gura 5.2 riportato un diagramma di usso per la scelta del gruppo di locale
veterinario.
SI
Locale di gruppo 0
veterinario. (incluso i locali
di degenza animali)
SI
Locale di gruppo 1
veterinario
SI
Locale di gruppo 2
veterinario sempre con
pericolo di microshock
NO
5
ALTRE INFORMAZIONI SUGLI IMPIANTI PER LOCALI AD USO MEDICO
5.1.2
Criteri di dimensionamento e protezione dellimpianto elettrico
I metodi di protezione adottati per i locali ad uso medico, indicati dalla Norma CEI 64-8/7,
possono essere applicati anche per i locali veterinari, come precedentemente
classicati.
5.1.3
Il sistema IT-M nei locali veterinari
Il sistema IT-M pu essere adottato per esigenze diverse secondo il gruppo di appartenenza del locale veterinario. Se il locale dichiarato di gruppo 2 (pericolo di microshock)
il sistema obbligatorio. Se il locale appartiene al gruppo 1 ladozione del sistema IT-M
pu essere consigliabile al ne di assicurare la possibilit di utilizzo di alcune apparecchiature elettriche anche nel caso che in una di queste si verichi un primo guasto a terra. Ladozione di un apparecchio di controllo dellisolamento della parte dimpianto sottesa al trasformatore disolamento obbligatoria per i locali di gruppo 2 e raccomandabile
nei locali di gruppo 1.
5.1.4
Veriche nei locali veterinari
Anche per i locali veterinari obbligatorio, come per i locali ad uso medico umano eseguire le veriche iniziali e periodiche secondo quanto prescritto dalle norme.
67
5.2
5
ALTRE INFORMAZIONI SUGLI IMPIANTI PER LOCALI AD USO MEDICO
3
4
5
Strumentazione
Per eseguire le prove e le
misure necessaria
unadeguata
strumentazione,
comprendente:
- un voltmetro;
- una pinza
milliamperometrica;
- un milliohmmetro
con tensione a vuoto
da 4 a 24 V in c.c. o in c.a.
e corrente di prova di 10 A;
- un apparecchio per
provare gli interruttori
differenziali
<
Locali
di gruppo 1
Locali
di gruppo 2
Accertamenti
iniziali
Prove
68
segue 5.2.1
a) Misura della corrente nel circuito di allarme
Scopo della prova: Si deve accertare che anche in caso di guasto la corrente nel circuito
non superi il valore di 1 mA c.c.
Strumento: milliamperometro.
Procedura: la misura della corrente circolante nel circuito di allarme pu essere effettuata
in condizioni di guasto franco a terra inserendo il milliamperometro in serie al conduttore
che connette il dispositivo al nodo equipotenziale e collegando direttamente a terra uno dei
conduttori del circuito isolato (g. 5.3).
trasformatore
disolamento
rete
230 V/50 Hz
5
ALTRE INFORMAZIONI SUGLI IMPIANTI PER LOCALI AD USO MEDICO
collegamento
franco a terra
al nodo
equipotenziale
I
1 mA
monitor
di isolamento
b) Prova di intervento
Scopo della prova: vericare il corretto funzionamento del dispositivo di controllo
dellisolamento, ossia che si attivi lindicazione di allarme quando il valore di resistenza di
isolamento scende sotto i 50 k.
Strumento: reostato.
Procedura: dopo aver scollegato le utenze, si pone in collegamento tramite un reostato
ciascun conduttore del circuito alimentato dal secondario del trasformatore di isolamento
uno alla volta col nodo equipotenziale (g. 5.4). La simulazione del guasto si attua
riducendo la resistenza del reostato a un valore R < 50 k. Ci deve far intervenire il sistema
di allarme ottico e acustico. Quindi, aumentando R no a valori superiori a 50 k, si verica
se lallarme in grado di disattivarsi automaticamente.
trasformatore
disolamento
rete
230 V/50 Hz
al nodo
equipotenziale
monitor
di isolamento
69
segue 5.2.1
Verica di funzionalit dei sistemi di segnalazione
Scopo della prova: vericare la funzionalit dei sistemi di allarme ottico e acustico.
Procedura: la prova si esegue accertando, mediante esame a vista, che siano state
rispettate le seguenti prescrizioni:
- presenza della spia luminosa di segnalazione a luce verde che indica il regolare
funzionamento;
- presenza della spia luminosa di segnalazione a luce gialla che si accende quando il
dispositivo di allarme interviene (resistenza di isolamento < 50 k);
- impossibilit di disinserire il segnale luminoso giallo; lo spegnimento deve avvenire solo a
seguito delleliminazione del guasto segnalato;
- presenza di un segnale acustico che entri in funzione quando il dispositivo di allarme
interviene (resistenza di isolamento < 50 k); il segnale deve essere percepibile nei locali
del reparto dove prevista la presenza di personale medico.
Misura delle correnti di dispersione del trasformatore di isolamento
5
ALTRE INFORMAZIONI SUGLI IMPIANTI PER LOCALI AD USO MEDICO
Scopo della prova: Vericare che la corrente di dispersione verso terra dell avvolgimento
secondario e dellinvolucro del trasformatore disolamento non sia superiore a 0,5 mA.
Strumento: milliamperometro.
Procedura:
a) la misura di dispersione verso terra dellavvolgimento secondario si effettua con il
trasformatore alimentato a vuoto alla tensione nominale, con il monitor di isolamento
disinserito e collegando il milliamperometro tra nodo equipotenziale e ciascun polo del
trasformatore uno alla volta (g. 5.5).
b) la misura della corrente di dispersione sullinvolucro si esegue sulle parti metalliche
accessibili non collegate a terra, (ad esempio rivetti, viti ecc.), e sulle parti isolanti
applicando su di esse un foglio metallico.
trasformatore
disolamento
rete
230 V/50 Hz
al nodo
equipotenziale
I
Figura 5.5: Misura delle correnti
di dispersione del trasformatore
di isolamento
70
0,5 mA
monitor di isolamento
(scollegato)
segue 5.2.1
Misura dei collegamenti equipotenziali supplementari (locali di gruppo 2)
Nei locali di gruppo 2 si deve misurare la resistenza di ogni conduttore di collegamento al
nodo equipotenziale.
Scopo della prova: vericare che ciascun collegamento tra il nodo equipotenziale e gli
alveoli di terra delle prese a spina, il morsetto di terra degli apparecchi utilizzatori ssi e
qualsiasi massa estranea presenti una resistenza non superiore a 0,2 .
Strumento: apparecchio a quattro morsetti, funzionante secondo il principio
voltamperometrico, con tensione a vuoto compresa tra 4 e 24 V in c.a. o in c.c. ed in grado
di erogare una corrente di almeno 10 A.
Procedura: si collegano i morsetti dello strumento da un lato al nodo equipotenziale e
dallaltro alla massa o alla massa estranea, come indicato nella gura 5.6. Tramite il circuito
amperometrico (morsetti A1 e A2) si fa circolare la corrente di prova mentre tramite il circuito
volumetrico (morsetti V1 e V2) si misura la tensione
I puntali devono essere collocati in due punti differenti sia sul nodo equipotenziale sia sulla
massa. In tal modo si misurano, oltre la resistenza Rc del conduttore equipotenziale anche le
resistenze di contatto delle connessioni del conduttore stesso (R1 e R2). In presenza di un subnodo la misura deve essere effettuata tra nodo equipotenziale e massa o massa estranea,
deve riguardare cio contemporaneamente entrambi i conduttori, quello tra il nodo equipotenziale e il sub-nodo e quello che connette il sub-nodo alla massa o massa estranea (g. 5.7).
R2
R1
Rc
V1
A1
V2
A2
R1
Rc
R2
V
G
Strumento
di misura
Nodo principale
Sub-nodo
Conduttore
equipotenziale
Massa estranea
segue 5.2.1
Verica dei collegamenti equipotenziali supplementari (locali di gruppo 1)
La verica viene effettuata accertando la corretta esecuzione dei collegamenti dei conduttori
di protezione ed equipotenziali e del nodo equipotenziale e la loro integrit.
Scopo della prova: vericare la continuit elettrica dei conduttori ossia lassenza di falsi
contatti (senza misurarne la resistenza).
Strumento: ohmmetro che abbia una tensione a vuoto compresa tra 4 e 24 V in c.a. o in
c.c. ed eroghi una corrente di almeno 0,2 A.
Procedura: si collegano i morsetti dello strumento da un lato al nodo equipotenziale e
dallaltro alla massa o alla massa estranea e si verica che la corrente erogata dallo
strumento non scenda al di sotto dei 0,2 A.
Misura per lidenticazione delle masse estranee
Scopo della prova: accertare se una parte metallica una massa estranea mediante misura
della resistenza verso terra. considerata massa estranea se il valore di resistenza misurato
inferiore a 0,5 M nei locali di gruppo 2 e inferiore a 200 negli locali di gruppo 1.
5
ALTRE INFORMAZIONI SUGLI IMPIANTI PER LOCALI AD USO MEDICO
Strumento: ohmmetro o apposito strumento dotato di presa a spina da inserire in una presa
dellimpianto e di una sonda da porre in contatto con leventuale massa estranea.
Procedura: la misura si effettua collegando i puntali dello strumento uno al nodo
equipotenziale e laltro sulla struttura metallica in esame (g. 5.8).
le
zia
n
do te
nouipo
eq
c
opamer
era a
tor
ia
se R < 0,5 M
la struttura
una massa estranea
Figura 5.8: Misura della resistenza
di terra delle masse estranee.
Esame a vista
Lesame a vista deve riguardare in particolare i seguenti aspetti:
- coordinamento delle protezioni nei sistemi TN e TT;
- tarature dei dispositivi di protezione;
- caratteristiche dei sistemi SELV e PELV;
- protezioni contro lincendio;
- congurazioni circuitali per lalimentazione delle prese a spina nei locali di gruppo 2;
- identicazione delle prese a spina alimentate da sorgenti di sicurezza;
- prestazioni delle sorgenti e degli apparecchi per lalimentazione e lilluminazione di sicurezza.
72
5.2.2
Veriche periodiche
I locali ad uso medico necessitano, oltre che di una manutenzione minuziosa e accurata di
tipo preventivo, anche di veriche periodiche che hanno cadenze temporali speciche. Lo
scopo delle veriche periodiche quello di accertare il mantenimento delle condizioni di
accettabilit e conformit alle norme riscontrate in occasione delle veriche iniziali, nonch
di appurare il corretto funzionamento dei dispositivi e dei sistemi di sicurezza.
Nella tabella 5.1 sono riassunte le veriche da effettuare sugli impianti elettrici dei locali ad
uso medico, e la relativa periodicit richiesta dalla Norma CEI 64-8/7. Si ricorda che tali
veriche vanno ad aggiungersi a quelle richieste dalla Norma CEI 64-8/6 per gli impianti
ordinari.
Verica
Periodicit
2
3
1 anno
1 mese
4 mesi
6 mesi
6 mesi
5
ALTRE INFORMAZIONI SUGLI IMPIANTI PER LOCALI AD USO MEDICO
5.2.3
Registrazione dei risultati
Le date e i risultati delle veriche, sia quelle iniziali che quelle periodiche, devono essere
registrati su supporto cartaceo o elettronico e conservati nel tempo, cos come richiesto
allarticolo 710.6 della Norma CEI 64-8/7.
73
Appendice
6.1
Percorso logico per la progettazione degli impianti elettrici nei locali adibiti
ad uso medico
Dichiarazione del responsabile sanitario sul tipo di interventi sanitari
che devono essere effettuati nel locale ad uso medico
Denizione della tipologia del locale
Analisi dei rischi derivanti da campi elettromagnetici,
scariche atmosferiche, sovratensioni sullalimentazione, incendio
Individuazione delle canalizzazioni per la climatizzazione del locale,
e delle tubazioni di gas medicali o altro
Individuazione della zona paziente
Determinazione da parte del responsabile sanitario degli apparecchi
elettromedicali che saranno utilizzati nel locale e relativi valori di potenza assorbita
Suddivisione degli apparecchi elettromedicali tra ordinari
e apparecchi che devono essere alimentati da sistema IT-M
Denizione della taglia del trasformatore di isolamento in relazione
alla potenza delle apparecchiature previste nel locale
Individuazione delle masse e delle masse estranee
che devono essere connesse al nodo equipotenziale
Individuazione dei percorsi delle condutture e delle posizioni dove collocare
i quadri e il nodo equipotenziale e degli spazi necessari alla manutenzione
Individuazione di esigenze o vincoli particolari e della necessit
di eventuali schermi contro i campi elettromagnetici esterni
Dimensionamento dei conduttori e delle protezioni
Scelta delle apparecchiature di manovra e protezione
74
6.2
Concentrazione
s -INOR COMPLESSIT DELLIMPIANTO
s -INORI COSTI
s -ANCATO UTILIZZO DEL DIFFERENZIALE
a protezione delle linee dedicate
ad illuminazione e macchinari
con assorbimento >5 kVA, come
ad esempio apparecchi radiologici
s .ESSUNA SELETTIVIT SUL SECONDARIO 503
APPENDICE
Si consiglia di suddividere i circuiti cos come previsto dalla Norma CEI 64-8/7 per avere
comunque la doppia alimentazione sui circuiti della sala operatoria anche qualora la potenza
assorbita dai carichi non IT-M possa essere considerata trascurabile rispetto alla potenza
installata
Divisione
s 2IDONDANZA DEI CIRCUITI
s #ONTINUIT DI SERVIZIO IN CASO NON
FUNZIONI 28 LE LINEE DELLA SEZIONE
emergenza sono comunque
regolarmente in funzione
s 2IDUZIONE DELLA POTENZA DEL TRASFORMATORE
di isolamento medicale
s 2IDUZIONE DELLA TAGLIA DEI DISPOSITIVI
di protezione allinterno del quadro IT-M
Utenze
privilegiate
75
segue 6.2
La scelta del dispositivo di protezione pi idoneo dipende dal contesto applicativo e deve
essere prescritta dal progettista. Nei locali di terapia intensiva, nei quali i pazienti hanno una
degenza prolungata, consigliabile servire le utenze con pi trasformatori sia per aumentare
la continuit di servizio sia per poter effettuare interventi di manutenzione che non possono
causare disagi a tutti i pazienti ricoverati.
Negli ambulatori chirurgici invece, pu essere opportuno erogare lalimentazione da un unico
trasformatore in quanto le potenze assorbite sono generalmente molto contenute ed
possibile gestire una riserva di potenza anche con un trasformatore di isolamento da 3 o 5
kVA. In questi locali invece molto sentito il vincolo di spazio entro cui ubicare il quadro,
pertanto potrebbe essere preferibile privilegiare un quadro di dimensioni ridotte.
Concentrazione o distribuzione della potenza nei locali di gruppo 2
Concentrazione
s 2IDUZIONE DEL NUMERO DI QUADRI
s 2IDUZIONE INGOMBRI
s 0OTENZA DISPONIBILE PER FUTURI
ampliamenti dellimpianto
s -INORI COSTI
6
APPENDICE
Distribuzione
s 2IDONDANZA
s -AGGIORE CONTINUIT DI SERVIZIO
s &ACILIT DI MANUTENZIONE
s 2ICERCA DEL GUASTO PI VELOCE
s 2IDUZIONE DELLE DIMENSIONI DEL SINGOLO
quadro
s -AGGIOR FACILIT AD INSTALLARE IL QUADRO
a parete
La scelta del dispositivo di protezione pi idoneo dipende dal contesto applicativo e deve
essere valutata dal progettista alla luce delle considerazioni di cui sopra.
Protezione dei circuiti IT-M mediante fusibili o interruttori automatici
Fusibili
s 0OTERE DI INTERRUZIONE ELEVATO
s 6ELOCIT DI INTERVENTO
s 3ELETTIVIT CON I GRUPPI PRESE PRESENTI
su pensili, testaletto e quadretti di sala
s -IGLIORE SELETTIVIT ORIZZONTALE E VERTICALE
dei circuiti
s 3OSTITUZIONE DELLA SOLA PARTE DETERIORATA
s )L DISPOSITIVO NON RISENTE DEGLI EFFETTI DEL
guasto poich la cartucciat deteriorata
pu essere sostituita
s 0OSSIBILIT DI EFFETTUARE IL SEZIONAMENTO
sotto carico della linea mediante
un dispositivo con categoria
di utilizzo AC-22B
76
Interruttori automatici
s 2IARMO ISTANTANEO
s 6ELOCIT DI MANUTENZIONE NESSUN
bisogno di sostituzione delle parti attive
s .ON RICHIESTE COMPETENZE SPECIlCHE IN
fase di manutenzione
s 4ARATURA DELLA PROTEZIONE NON
MODIlCABILE DALLUTENTE MEDIANTE
sostituzione di componenti
s 0OSSIBILIT DI INSTALLARE NUMEROSI
accessori tra cui contatti di segnalazione
segue 6.2
Si consiglia fortemente la protezione della linea di alimentazione del monitor di isolamento
per mezzo di una base portafusibile opportunamente coordinata.
0ER SCONGIURARE CHE IL MONITOR DI ISOLAMENTO SIA DISINSERITO MENTRE IL CIRCUITO )4
- IN FUNZIONE
consigliabile installare il portafusibile in una parte inaccessibile del quadro, tipicamente sul
RETRO DELLA PORTELLA DEL QUADRO 0ER LA STESSA RAGIONE IMPORTANTE CHE LA BASE PORTAFUSIBILE
non sia atta al sezionamento e venga piombata in posizione di chiuso: in questo modo si ha
la garanzia che lalimentazione del monitor di isolamento possa venir a mancare solo nel
momento in cui il secondario del trasformatore, e dunque la sala operatoria, non in funzione
Protezione del monitor di isolamento da cortocircuito e sovraccarico
Non proteggere
s #OSTO DEI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE
s )NGOMBRO ALLINTERNO DEL QUADRO
s 2ISCHIO DI RENDERE ININmUENTE LA
protezione qualora venga utilizzato
un fusibile non appropriato
s 2ISCHIO DI ROTTURA DEL MONITOR
di isolamento per sovraccarico
o cortocircuito contenuto
6
APPENDICE
Proteggere
s 3I EVITANO EVENTUALI SOVRACCARICHI
e cortocircuiti
s 3I EVITA LA ROTTURA DEL MONITOR
di isolamento
s 3I EVITANO PRINCIPI DI INCENDI ALLINTERNO
del quadro
s 3I ASSICURA LA CONTINUIT DI SERVIZIO
ai circuiti IT-M
Si consiglia sempre lutilizzo del differenziale su tutti i circuiti non IT-M: i differenziali infatti
permettono di effettuare la protezione dai rischi di incendio e di contenere il guasto allinterno
del circuito interessato, senza causare ripercussioni pi gravi sullimpianto a monte.
Protezione dei circuiti non IT-M per mezzo di differenziale
Uso del differenziale
s #ON DIFFERENZIALE DA )dn = 0,03 A garantita
anche protezione addizionale dai contatti
diretti
s 0ROTEZIONE DAI RISCHI DI INCENDIO
con Idn 0,5 A
s )SOLAMENTO DEL GUASTO ALLINTERNO DEL
circuito coinvolto
s #OORDINAMENTO SELETTIVO TRA DIFFERENZIALI
Nessun differenziale
s .ESSUNO SCATTO INTEMPESTIVO
s ,A CONFORMIT ALLA PROTEZIONE DEI CONTATTI
indiretti, nei sistemi TN, assicurata da
interruttori magnetotermici
s #ONlGURAZIONE ESSENZIALE DELLIMPIANTO
s 3NELLIMENTO DELLE VERIlCHE PERIODICHE
s 3ELETTIVIT SU GUASTI A TERRA DA REALIZZARE
mediante magnetotermici
77
6.3Leggi e decreti
6
APPENDICE
78
320 W
50 W
100 W
1500 W
1300 W
2500 W
2400 W
160 W
1400 W
450 W
200 W
10380 W
ATT
DEF
DIN
MON
MFC
OCE
RSA
SCC
CEC
STT
ABA
ACI
ANS
ATT
CRC
ASC
AFU
ACH
AVV
AUL
BRS
CIS
CUS
COS
DEF
DEG
DEE
DIA
DIC
ELB
Guida pratica per ambienti ospedalieri di gruppo 2
segue 6.3
EAG
FLU
FTC
AFO
IGA
IRR
ISS
IST
LFR
LSC
LAS
LCH
LIE
LIT
LIL
MME
MPE
MON
MFC
MTV
PES
PSO
PSI
PIN
PPE
PRD
OOR
RAI
ROS
SCS
SIS
TOP
VIR
Anestesia e rianimazione
Anestesia, apparecchio per
Centrale monitoraggio
Compressore cardiaco
Compressore per ventilatore polmonare
$ElBRILLATORE
Diafanoscopio
Elettroterapia, apparecchio per
Emogasanalizzatore
Emogasanalizzatore portatile
Emossimetro
&LUSSIMETRO PER GAS
Letto elettrocomandato per terap intens o rianimazione
Letto per rianimazione
Letto per ustionati
Misuratore automatico non invasivo della pressione
-ISURATORE DI PRESSIONE DEL mUIDO CEREBRO
SPINALE
Misuratore di pressione intracranica
Misuratore invasivo della pressione
Monitor
Monitor funzionalita' cerebrali
Monitor per ventilazione
ANS
CMO
CCA
CEV
$%&