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L'AVVENTURA DI RINALDO
Di
ALFREDO BONADEO
199
200
L'Avventura
di Rinaldo
difficile
accettarequesto
Comunqueb evidentemente
ed agiredi Rinaldo.t
"split"nelmododi sentire
subitaneo
e letterariaculturalmente
appuntonotoche storicamente,
tra la tradizione
considerevole
menteesisteuna differenza
e quellabrettone.
ed acutaindiPerun'esauriente
carolingia
trale duetradizioni
differenziatori
viduazione
deglielementi
cf."RolandagainstGanelon"e "The KnightSetsForth"di
of Realityin
E. Auerbachin Mimesis.The Representation
Literature
Western
(NewYork,1953),pp. 83-107e 107-124.
Alfredo
Bonadeo
dar di s6 imperitureprove. Ma chi potrhmai
essere quest'uomo di valore? Allora quell'indefinito"chi" comincia ad assumereuna precisa
quella di Rinaldo. Infattiegli e certo
fisionomia,
uomo di valore e, trovandosinel luogo propizio,
niente gli sarebbe pitufacile ed opportunoche
lasciare anch'egli qualche monumentoe trofeo
pomposo nella selva. Quei "monumenti" e
"trofeipomposi" non possono mancare di produrreinvidia e stimoloin Rinaldo, uno di quei
cavalieriariosteschiche in fattod'armi e valore
personaleson ben decisia noncederea chicchesia.
Infattila narrazioneritornaa Rinaldo precisamentenei terminidi un cavaliereche si appresta
all'azione: "L'arme Rinaldo e il suo Baiardo
truova." E il passo in esame si conclude con il
noto verso: "dove piiu aver strane aventure
pensa."
un altroelementocaratteristico
Vi 6 finalmente
nell'avventura di Rinaldo che occorre tener
presente,la preoccupazionecircail proprioonore
e la propriafama. I versi5, 6 dell'ottava52 suonano cosi: "Chi non ha gran valor, non vada
inanti;/ che dove cerca onor,morteguadagna."
Si trattadel "gran valor" ed "onor" di chiunque
s'inoltri nella selva e naturalmentepercio di
avventurecon succhiunque sappia affrontare
cesso. All'ottava 55 Rinaldo esprime direttamente quel che l'avventura significhiper lui:
"dove si possa in qualche fattoegreggio/ l'uom
se mertabiasmoo pregio."Similmente
dimostrar,
all'ottava 56 i monaci esortanoRinaldo a far si
che alle gesta che egli si appresta a compiere
"segua la fama,e il debitone dica." L'ottava 57
infineriprendeper bocca dei monaci il tema del
"valor": "E se del tuo valor cerchifar prova."
E' evidenteche l'avventuraper Rinaldo 6, fra
l'altro,una prova dalla quale se ne puo derivare
onore,fama e pregio.4
Da quanto precede b chiaro che non c'e in
Rinaldo alcuna ragioneradicata nelleprecedenti
o attuali condizioni della sua vita morale e
sociale che lo spinga a cercare avventure.La
vera ragionee l'atmosferasuggestivache, con i
suoi richiamileggendari,esercitasul paladino un
fascinoirresistibilee gli risvegliail desideriodi
ottenereonoree fama.
L'avventura e una manifestazioneimportantissimanella vita del cavaliere cortese; la
necessitae il desideriodi cercaree viverel'avventura gli sono dettate da ragioni profonde e
cogenti.Essa non e nb qualcosa di accidentalene
di fantastico."We mustbe verycarefulnot to be
misledby the modernvalue of the termadventure,to thinkof [it] as purelyaccidental.When
201
we modernsspeak of adventure,we mean somethingunstable,peripheral,disordered. . . something that stands outside the real meaningof
existence.... On the contrary,trial through
adventureis the real meaningof the knight's
ideal existence.... The very essence of the
knight'sideal of manhoodis called forthby adventure." Date queste esigenze profonde e
vitali l'avventura equivale a "self-realization";
per adempiere questo scopo occorre,"besides
birth,propertrainingtoo" e perconservare,come
per conquistare,le virtiuche ne derivanooccorre
"the unforcedwill to renew them by constant
and tirelesspracticeand proving.The means by
whichthey are proved and preservedis adventure, 'avanture,' a very characteristicformof
activitydevelopedby courtlyculture."5
4Per quanto riguarda"fama" e "pregio" P. Rajna e dopo
di lui la maggiorpartedei commentatori
hannoosservatoche
l'onoree la gloriaeranoideali estraneia quello cortese;cf.Le
Fonti,cit.,pp. 148,149,e il commentodell'edizioneU.T.E.T.,
p. 145: "Il desideriodi gloria e sentimentoumanistico;i
cavalieri arturianicercavano piuttosto di tenere celate le
proprieimpresee consideravanola modestiacome uno dei
loro primidoveri." Per quanto riguardainvece"valor," se lo
si consideranell'accezionedi forzafisicaed abilitAnel maneggio dellearmiallora,comes'6 visto,non ' di questo generedi
valore che il cavlierecorteseintendedar prova quando affrontal'avventura.Lancillotto,Erec ed altripersonaggidei
romanzicortesisubisconospesso,nel corso delle loro avventure,sconfitte
clamorose;temporaneesconfitte
se si vuole,ma
che sarebberobastate,secondoquesto criterio,a squalificarli
dal rangodi cavalieridi valore.Ma quelle sconfitte
servonoa
stimolareo a mutarenella giusta direzioneil corso dei pensierie delleazioni del cavaliere,nona provarnel'inettitudine.
D'altra parte se si considera"valor" nell'accezionedi valore
morale e spiritualeallora la concezionedell'avventuradel
paladino rappresenterebbe
un'inversionedei terminiideali
dell'avventuracortese-mediantequest'ultimanon s'intende
affattodar prova di valorein quel sensoma, al contrario,
s'intende proprioacquistarlo.
6 Auerbach,p. 117. A questo propositocf. anche R. Bezzola, Le Sens de l'aventureet de l'amour (Chrdiende Troyes)
(Paris, 1947), pp. 85, 152. Che l'avventura di Rinaldo sia
invecefittiziaed accidentaleapparepuremoltoevidentedalla
domanda del paladino ai monaci: "Come dai cavallier sien
ritrovate/ spesso aventure. . . " (ot. 55). Un cavalierecortese, ancorchbfare una domanda simile a chicchesia,non
I'avrebbenemmenofattaa s6 stesso.I due veried importanti
problemidi quest'ultimosono, s'~ visto,il motivoper intradella sua
prenderel'avventura,che investetuttoil significato
esistenza,e il fineultimo dell'avventura,"self-realization."
Al cavalierecortesenon avviene mai di dubitare,una volta
ch'eglis'e messoin camminoper affrontare
l'ignoto,che non
possa trovare avventure; egli non e mai preoccupato da
questo che altro non e se non un elemento accessorio e
d'ordinepratico.Invece nel caso di Rinaldo,un cavaliereappuntosenza problemipersonalio socialid'ordinesentimentale
o moralee che non puZoquindi sentireil bisognodell'avventurain manieraprofondaed urgente,il modo di ritrovareavventuredeve, di necessita,assurgerea problemadi grande
importanza;problematuttaviairrilevantedal puntodi vista
della tradizioneculturalee letteraria.
202
di Rinaldo
L'Avventura
Alfredo
Bonadeo
E se speratoavea,quandoaccusata
ancorfossea ragione,
d'aiutarquella,[Ginevra]
via conmaggior
baldanzaorvieneinprova,
poicheevidente
la calunniatruova. (v, 75)
Ora e veroche Ginevraappare innocentedell'accusa d'aver tradito Ariodante,ma, e questo e
cio chepiluimporta,allo stessotempoessa appare
pure innocented'aver tratto"un suo amante a
se sopra un verrone," cioe innocente d'aver
riamato l'amante; e questo era proprioil capo
d'accusa che aveva offertoa Rinaldo il motivo
specificoe fondamentaleper gettarsinell'avventura. Cade perci8,o almeno dovrebbecadere,la
ragioneperchela difesadi Ginevrasia assunta e
l'avventuraintrapresa.Ma inveceRinaldo,tutto
al contrario,"via con maggiorbaldanza or viene
in pruova." Ma si badi: la "pruova" (v, 86, 88,
89) sara tuttavianon controLurcanioil vero accusatoreperchela sua accusa, con la confessione
di Dalinda, e ormaiprovatainfondatee Ginevra
non ha piiubisogno di essere difesa,ma contro
Polinesso. Questi "ecolui che aveva intrigatoin
modo che Ginevrafossecredutacolpevoled'aver
riamato l'amante: precisamentela ragione per
assunto la sua
cui Rinaldo aveva originalmente
difesa.Ora, duellando con Polinessoil paladino
la virtiue la castita di Ginevra
difendein effetti
e non piiu certo il diritto all'amore perche
quell'amore,e ora evidente,non era mai stato
consumato.In conclusione,Rinaldo si batte per
la causa esattamenteopposta (castita) a quella
che l'aveva indottoa intraprendere
l'avventura
(amore corrisposto).Questo paradossale capovolgimentodi situazione fa dell'avventuradel
paladino qualcosa di assolutamenteinconsistente
e fittizio.
L'avventura, un caratteristicoprodotto letterarioe culturaledel mondo brettoneha, s'e
visto, nel suo contesto originaleun significato
profondonella vita di colui che l'intraprende;
importa "self-realization"ed e percio potentementemotivata.Rinaldo invece,la cui funzione
e ad ognimodo tutt'altroche quella di indulgere
in avventure,abbraccia l'avventurache il caso
di Ginevraglioffresemplicemente
perchesubisce
il fascino della leggenda evocata e suggeritagli
dal luogo in cui e venuto accidentalinentea
trovarsi;deroga dal naturalecorso d'azione che
da Carlo Magno gl'imil mandato conferitogli
pone e, prontoalle lusinghedelle cose, come un
irrequietofanciulloinsegue, anche per un solo
giorno,il sogno d'onoree di gloriaevocato dalla
leggenda.
Questo modo fantasticoed astratto di concepire e sentireappare ancor piu drammatica-
203
mentedal comportamento
del paladino dinnanzi
al mutamentoradicale che la situazionesubisce
in seguito alla scoperta dell'innocenzadi Ginevra: egli continua imperterritonel corso
d'azione intrapresanon accorgendosipero che
ormai i principiiche quell'azione avevano originato hanno perduto la loro validita e non
ne sostenere
possono quindi piiune giustificare
le sue azioni. E questo stesso modo di concepire
e giudicareil reale in maniera del tutto ideale,
sia esso pure spontaneoe generoso,questo persistere nel corso d'azione intrapresa anche
quando esso si rivela erroneoe in bisogno di
modificazioneed adattamento alla cangiante
situazione del reale, questa ferma volonth di
tenerealta la bandieradi una causa ideale e non
abbassarla nemmenodi fronteall'evidenza che
quella causa smente,sono tutte caratteristiche
dell'avventuradi Rinaldo che preludonoin modo
impressionantealle avventure che, quasi un
secolo dopo l'apparizionedel Furioso,dovevano
rendereimmortaleun altro paladino famoso,il
Cavaliere della Mancia.
L'analisi dell'episodio mostra quanto insidioso ed elusivoil metodopoeticodi Ariostosia.
La gran disinvolturae naturalezzanarrativa,lo
stile elevato e fluente afferranoe trascinano
dolcementeil lettorecostringendoload abbandonarsiall'onda musicaledell'ottavae facendogli
dimenticareal tempostesso gli uominie le cose
che sono l'oggettodel suo poetare.Queste caratteristichehanno portato schiere di critici ad
ed ammirareil Furiosocomeun puro
interpretare
mondo della bella formae a fare di Ariostoil
poeta dal "cor sereno" e senza problemi. In
questo episodio diverseottave sono dedicate al
perigliosoviaggio ed approdo di Rinaldo e alla
selva Calidonia; tali elementihanno in se una
funzionepuramentedescrittiva;ma la relativa
lunghezzadell'esposizionee il richiamoalla tradizioneleggendariache essi contengonotendono
ad assorbiretutta l'attenzionedel lettoreinavveduto e a farglidimenticareil paladino e la sua
missione.Viceversa,all'ottava 54 del Canto iv
appare improvvisamenteed apparentemente
slegato dal centronarrativoil verso "dove piiu
aver strane aventurepensa"; questo fugace ed
isolato accennopotrebbedifficilmente
risvegliare
l'attenzionedel lettorein senso diversoimmerso
com 'e nella selva e nell'ammirazioneper il
mondo degli antichi cavalieri. Ma quel verso
rimanepure,con tuttoil peso dei problemiculturali,socialied umaniche portain se, una parte
importantedella poesia ariostesca.
L'onore, la gloria,I'aspirazioneall'imitazione
204
di Rinaldo
L'Avventura
nuovo tipodi vita economicane era la protagonista e beneficiaria.Essa era costituitada membri
di famiglienon nobili ma che, quanto a mezzi
finanziarie potere politico, contavano ormai
tanto quanto, e spesso di piiu,dei membridi
quellefamiglieil cui prestigioeconomicoe sociale
era consacratodalla tradizione.II risultatofu
che se nella societa feudalepoteva essere cavadi famiglianobile
liere chi era tradizionalmente
e ricca,nell'epoca comunaleinvece la borghesia
"si trovo sollevata alla pari della nobilta e
allora ... fu naturalmenteportata ad appropriarsii distintividella nobilta, per ... vanita
e tendenzaad imitarele classisuperiori."8Ma gli
attributied ideali cavallereschipassando alla
borghesiacambiano,necessariamente,di carattere: "questi borghesiarricchitisinelle manifatture e nei trafficisono menti equilibratissime,
hanno profondoil senso della praticitae vivono
in un mondo che . . . e ormaiparecchiolontano
dalla violenza e dall'anarchiafeudale." Pertanto
essi nella morale cavalleresca tradizionalenon
vedono niente di profondoe vitale: "un uomo
che, mettendosicome gli eroi romanzeschial di
fuori e al di sopra delle leggi, si occupasse a
difendereper contosuo il giustoe a raddrizzarei
torti, ammazzando o lasciandosi ammazzare,
un briganteo un matto."9E
essi lo riterrebbero
quale valore assume allora per questi borghesila
quella di un
dignitacavalleresca?Semplicemente
titoloonorifico"il quale da dirittoa certedeterminate distinzioniallo stesso modo che i cavalieratie le commended'oggigiornoservonosolo
ad esseremessisulle carteda visita e annunziati
nelle anticamere."'lUn altrofattoreimportante
le prerogativecavaltendetuttaviaa distruggere
leresche, il sorgere degli eserciti mercenari.
Mentre nel passato solo il vero nobile poteva
andare a cavallo ed indossareun'armatura,ora
invece non occorrepiiu essere nobile per farlo;
cosi cade un'altra causa di differenzatra nobili
ed ignobili.Perciola degenerazionedi quella che
era un'istituzioneeminentementearistocartica
continua.Ora anche gli uominidella plebe piiu
bassa "vogliono darsi la soddisfazionedi fare i
7 P. Rajna, Le Fonti,e G. Bertoni,L'OrlandoFuriosoe la
Rinascenzaa Ferrara(Modena, 1919), pp. 91-110.
8 G. Salvemini, La Dignitd cavallerescaned comune di
Firenzein Magnati e popolani in Firenzedal 1280 al 1295
(Torino,1960), p. 356.
9 Salvemini,p. 359.
10Salvemini,p. 358. I risultatidelle ricerchedi Salvemini
non sono valide strettamente
per il Comunedi Firenzecome
il titolodel saggiopotrebbesuggerire,ma anche per la maggior parte dei comuniitaliani ed alcuni paesi europei:cf.p.
360.
Alfredo
Bonadeo
paladini." Cosi, sempre nel secolo XIII, si
trovanoricordatiin certistatuti"dei cavalieri,e
lorofiglie nipoti,che si occupano di lavorimanuali, come zappare e condurresull'asino legna e
letame.""l
Questa degenerazionecausata dalle mutazioni
di carattereeconomico,sociale e militarenell'epoca comunalenon segnotuttaviala liquidazione
dell'istitutoe spiritocavalleresco.Al contrario,
quest'ultimo rivive vigorosamente presso le
societa aristocratichedi tutta Europa e rivive
nella formadi una delle piiufallaci e tenaci illusioni della civilta occidentale al tramontodel
Medio Evo. J. Huizinga dimostrobrillantemente
alcuni decennifa il ruolo e il valore dello spirito
cavallerescopressole aristocraziedi quel tempo
essere radicato nell'imitazioneed aspirazione
all'onore, gloria e splendore dell'antica vita
cavalleresca. Ed anche se le concreteesigenze
della realta politicae sociale contrastavanoapertamente all'attuazione di tali aspirazioni,esse
erano pero cosi tenaci e vitali, cosi profondamente radicate nella concezione di quella che
doveva essereuna nobileesistenza,che fu spesso
tentato di soddisfarleanche a costo di tragici
erroripolitici con disastrosieffettisul destino
delle nazioni.'2
Ora, il Rinascimentoereditale caratteristiche
dello spiritocavallerescoformatesinelle epoche
distinzione
precedenti,quelle di titoloonorifico,
personalee aspirazioneall'onoree alla gloriadel
passato. Ma questa e 1'epoca delle tiranniee dei
principati,le esigenze politiche e sociali sono
divenuteimperioseed impriscindibili,
e un'epoca
dominata dall'astuzia, dal calcolo e dalla considerazione oggettiva della realta. Lo spirito
cavallerescopur permanendodeve allora di necessita estraniarsisemprepiiudalla realta della
vita politica e sociale se vuole sopravvivere;il
senso del reale e dell'importanzadei valori pratici e divenutopreponderantee non tollererebbe
piiu l'interferenzadi motivazionied atti puramente ideali.13Ma appunto perche allo spirito
cavalleresco vengono ora a mancare, da una
parte,motivazionied interessivitali e dall'altra
la deplorevolepossibilita di cozzare ed interferire,nel suo manifestarsi,con i valori e le
si
esigenzepratichedi una realtaimpriscindibile,
esterna allora nella maniera piiu dilettantesca,
fantastica,futileed accentuandovieppiu il propriocaratteredi distinzionepersonale.Cosi verso
la finedel Quattrocentoe ai primidel Cinquecentoa Ferrara,un principatogettatocometanti
altri principatidel tempo nella turbolenza di
quelle lotte economiche,politichee militariche
205
spazzavano ad intermittenza
la penisolaitaliana
da un capo all'altro,'4si assiste alla corte di
Ercole I a "singolaricombattimenti
che traevano
origineda cause futilissime
e a guisa di spettacoli
avvenivanodinnanzial duca e alla corte" e alla
sfidadi Giuliod'Este, un figliobastardodel duca,
a un nobileferrareseperches'era reso colpevole
di vilipendioalla sua cagna.'5 Lo stesso genere
di manifestazioni
e le "fintebattagliecavalleresche" prevarannoalla cortedi AlfonsoI, il successoredi Ercole I.16 Per quanto concerneinfine
11Salvemini, pp. 357, 358. Una fonte autorevole sulla
decadenza cavallerescanell'epoca comunale e naturalmente
Dante: cf. specialmentePurgatorioxiv.109-111 e xvi.115117.
12Cf. J. Huizinga,"The Politicaland MilitarySignificance
of Chivalric Ideas in the Middle Ages" in Men and Ideas
(New York, 1959), pp. 196-206, e il capitolo "The Political
and MilitaryValue of ChivalrousIdeas" in ThzeWaningof
theMiddleAges (New York,n.d.), pp. 93-107.
del valoredegliideali cavallereschi
z Per la trasformazione
in rapportoalla realtApoliticae sociale rinascimentale,
cf.R.
Kilgour, The Decline of Chivalryas Shown in the French
Literatureof theLate Middle Ages, Cambridge,Mass., 1937,
A. Ferguson,The Indian Summerof EnglishChivalry,Durham,N. C., 1960 e H. Baron,"SecularizationofWisdomand
Political Humanism: Rice's RenaissanceIdea of Wisdom,"
JHI, xxi (1960), 131-150.
14 Per le condizionipolitichee sociali, interneed esterne
degli stati italiani b sempredi capitale importanzala Storia
d'Italia di F. Guicciardini,a cura di C. Panigada, Bari, 1929,
5 vols., che copre appunto il periodo in questione. Per le
condizionidi Ferraracf.J.Burckhardt,
La CiviltddelRinascimentoin Italia, trad. Valbusa (Firenze, 1927), i, 52-62, G.
Bertoni,L'OrlandoFuriosoe la Rinascenzaa Ferrara,pp. 7, 8,
e M. Catalano, Vita di LudovicoAriosto(Geneve, 1930), I,
104-116 e 179-201.
15 Catalano, I, 267 e nota 22.
'6 Catalano, i, 491, 492. Ci6 che rappresentanel modo pia
esemplaree sensazionale questo caratterefittizioe irreale
delle manifestazioni
cavallereschedel temposono i torneie il
duello d'onore.II torneoha nel Rinascimentouna storiagia
relativamentelunga ma il duello d'onorefiorisceinvece proprionel secolo XVI. Ambeduele praticheebberouna diffusione enormein Italia e vi feceriscontro
una parimentienorme
trattatistica.1Itorneocon la sua pompa ed apparato impressionante nasce dalla necessita di trovare un mezzo per
ottenereonore,gloriae beni materialiquando la reale possibilita di farlonel campo di battaglia,resa ormaiimpossibile
dalle pratiche esigenze militari,viene a mancare; cf. J.
Huizinga, The WaningoftheMiddleAges,p. 96, e S. Painter,
FrenchChivalry:ChivalricIdeas and Practicesin Mediaeval
France (Baltimore,Md., 1940), pp. 60-62. Per manifestazioni di questo generea Ferraraal tempodi Ercole I cf. B.
Zambotti,Diario ferraresein L. Muratori,Rerumitalicarum
scriptores(Bologna, 1934), 24:7:2, 81, 215, 216. D'altra
parteil duellanted'onore,ricercandogloriae onoremediante
motivazioniil piA delle volte arbitrariee semprecon le armi
anzichecon la giustizia,impartiscea quella praticaun carattere,pia ancora che irreale,disumano,minandocosi alla base
la concezionedell'onoree della gloria tradizionale;cf. J. G.
Millingen,TheHistoryofDuelling(London,1841),i, 67, 70, e
P. Rush, The BookofDuels (London, 1964), pp. 55, 56.
206
di Rinaldo
L'Avventura
il conferimento
della dignithcavalleresca tra i
nobilidella corteestenseoccorreraaccennaread
alcuni fatti significativi.
Ercole I nomina cavalieri uno studente all'Universith di Ferrara
proveniente dalla Borgogna a cagione delle
amichevoli relazioni tra le due corti, "un suo
camereroe compagno"e due ambasciatoribolognesi perche erano riuscitia combinaie il matrimonio tra la figliaillegittimadel duca e un Bentivoglio. Successivamentelo stesso Ercole I
prima d'intraprendereuna pericolosa missione
politica e dopo aver raccomandatolo stato e la
famigliaai notabilidella corte,all'atto di partire,
crea cavalieri, impromptu,quattro di questi
notabili unicamenteper assicurarsenei fedeli
servigidurante l'assenza. Similmentealle corti
del re d'Ungheria e dei Gonzaga di Mantova,
Davis
17 Cf. B. Zambotti,Diarioferrarese,
pp. 4, 33, 46, 183, 189,