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DIO MIO, PERCH SALMO 22 (21) DI PASSIONE E DI GLORIA: GRIDO ‘ E MI HAI ABBANDONATO? «ali calice & finito, stat per morire. Secaiet sadre? Ti esce dala bocca il lamento di Davie: D'° oor io mio, perché mi fai abbandonata? Non c' rspostan {Berto G., La glora, Milano 1978, p. 192) uesto luoga disabitato, che ‘ansia / ei sente qualche fanza; / oppure un utto di certezza, assolute- tisuona, pura, la disperazione. / fhe qualunque cosa / questo mio ‘sto a durare oltre ogni «é un urfo che wuol far sapere, fin a fo esisto.../ un uso / in cut in fondo all vile accento di sper mente assurda, / dentro 2 cul ‘Ad ogni mado questo @ certo: ct tino voglia significare, / esso & destin possiall fine». ‘Teorema, Milano 1968, p. 200) (Pasoli PP. + Al maestro del coro. Sull'aria «Cerva dell’aurora>.' Salmo. Di Davide. 2 Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? Lontano dalla mia salvezza sono le parole del mio lamento? 3 Dio mio, grido di giorno ma tu non rispondi, di notte, non ho mai silenzio. Tu sei santo e siedi in mezzo alle lodi di Israele.” padri, 5 tn te hanno contidato i nostri ti in salvo. hanno confidato e tu Ii hai post liberati, © A te gridarono e furono estarono delusi. hanno confidato e non non un vomo, 220 del popolo. 7 \o invece sono un verme, un fifiuto dell'uomo, lo spres ® Chiunque mi vede, mi schernisce, storce le labbra, scuote il capo: SALMO 22 21) 395 ° «Si @ affidato a Jahweh? Lo liberi lui, lo scampi lui, perché in lui s' compiaciuto!» '® Sei tu che mi hai estratto dal grembo materno, ‘mi hai protetto fin dal seno di mia madre; ““a te Thi Sono appoggiaio fin dalle viscere mateme, dal grembo di mia madre tu sei il mio Dio. "Non stare lontano da me, perché 'angustia & vicina @ non vi é chi aiuti "* Numerosi tori mi cireondano, tori di Ba&an mi assediano ** Spalancano contro di me le loro fauci Jeoni che sbranano e ruggiscono. * Come acqua sono versato, le mie ossa si sono dissolte, 'I mio cuore € come cera, mi si fonde tra le viscera, *° Ii mio vigore inaridisce come coccio, la mia lingua s’é incollata al palato, Su polvere di morte mi hai deposto! *’ Cani mi circondano, una banda di maivagi mi cinge, le mie mani ¢ i miei pied sono legat. '® Posso contare tutte le mie ossa Essi mi osservano, mi guardano, "® spartiscono le mie vesti, ‘sul mio mantello hanno gettato le sorti *° Ma tu, Jahweh, non stare lontano, tu, mia forza, affrettati in mio aiuto! *' Libera dalla spada la mia vita, dalle zampe del cane il mio unico bene ® Salvami dalla bocca del leone @ dalle coma dei bufali Mi hai esaudito *° Annunzierd il tuo nome ai miei fratelli, ti loderd in mezzo all'assemblea: * «Voi che temete Jahweh, lodatelo, tutta la stirpe di Giacobbe gli dia gloria, fo tema tutta la stirpe di Israele! 398 SALMO 22 (21) 25 Egliinfatti non ha disprezzato e non ha sdegnato la miseria del povero, non-gli-ha-nasceste--velte- quando lo invocava, I'ha ascoltato» 26 Ty sei la mia lode nella grande assemblea, adempird i miei voti davanti a quelli che ti temono. 27| poveri mangeranno e si sazieranno, quelli che fo cercano loderanno Jahweh: viva il loro cuore per sempre! 28 Tutte le estremita della terra si ricordino e si convertano a Jahweh, tutte le tamiglie dei popoli si prostrino davanti a ui. 28 Poiché @ a Jahweh che appariiene la regalita, @ lui che domina sui popoli 8° A lui solo si prostreranno quanti dormono negli inferi, davanti a lui si curveranno quanti sono scesi nella polvere, il cui essere non @ pid in vita 31 La mia discendenza gli rendera culto, parlera del Signore alla generazione che viene,’ 92 annunziera la sua salvezza al popolo che deve nascere ancora: «Ecco lopera di Jahweh!». 7 cGawva dellaurora» era probatilmente i nome deta melodia sulla quale si doveva cantare i samo, eae ejeler haSéochar, Ps 22.1, in ZAW 24 (1953), 85-86. Le version nanno tradotto: wer i Conforta malivtinos, | LXX haano Taggiunta per fa Frormento erstologio, conto Fapinione ci Teodoro dt Mops ‘Antioch. ETSI sruggitom, un parcolara genera lees > Ber testo finterretazione vedi Veseges! « Traduzione iptetca * Traduzione non completamente sicua. eee en 30°s oscuro e nchiede una lunge ciscussione esegetica a cul rimendlamo, > eche vione> nal TM & col ¥. 3 * Lott =Perché ha alton i fine, intesa dalla souola origeniana come un ia dela sovola pu velteraista» ch # lamentazione, SALMO 22 397 Testo e contesto Parole che diventano musica e poesia ‘Bossuet nella sua Explication du Praume XX1 aveva riservato una beatitudi- Eb ne a coloro che sarebbero stati capaci di cogliere ia duplice tonalita di questo celebre salmo: «Beati coloro che, recitando questo salmo divino, si troveranno, con Gest! Cristo, cost santamente ratiristati e cosl divinamente gioiosil». Ed effettivamente non c’ cristiano che non conosca Ja carica sconvolgente di quelle battute iniziali del carme, gridate da Gesb agonizzante (Mt 27,46; Mc 15,34). Esse i sono diventate musica, come ci testimonia, ad esempio, Anton Bruckner (1824- 1896) col suo Salmo 22 per coro e pianoforte (1852) 0 J.L. Felix Mendelssohn- Bartholdy (1809-1847) col Salmo 22 op. 78 per otto voci (1843-1844). Quelle parole sono diventate € diventano continuamente poesia, come I’ha dimostrato Ernesto Cardenal, il massimo poeta del Nicaragua libero. nella sua raccolta di | «salmi degli oppressiv. Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato? B Sono una caricatura d'uomo, disprezzato dal popolo. \ Si burlano di me tutti i giornati | ‘Mi circondano i mezzi blindati, le mitragliatrici sono puntate su di me, ho intorno filo spinato elettrico. Tutto il giorno mi chiamano all’appello, ‘mi hanno tatuato un numero, ‘mi hanno foiografato tra il filo spinato | e, come in una radiografia, si possono contare tutte le mie ossa. | ‘Mi hanno strappato la mia identita, ‘mi hanno condotto nudo nella camera a gas ¢ si sono divise le mie vesti e le mie scarpe. | Grido chiedgndo morfina e nessuno mi ascolta, grido con la camicia di forza, grido tutta la none ‘ | nnellospedale dei malati mentali | nel reparto dei malati incurabili nell'ala dei matati contagiosi | nnel ricovero degli anziani, | agonizzo bagnato di sudore nella clinica dello psichiatra, soffoco nella camera d’ossigeno, piango nel posto di polizia nel cortle delta prigione | nella camera di tortura nel ofanotrofio, : i sono contaminato dalla radioattivita 2! i f nestuno mi si avvicina per timore di contago. | Hi! Ma io potrd parlare di te ai miei frateli, 1 esalterd nella riunione del nostro popoto. Risuoneranno i miei inni in mezzo @ una gran folla, i poveri prepareranno un banchetto, 398 - SALMO 22 (21) iL nostro popole celebreri una gran festa if popolo nuovo che sta per nascere. U Sal 22 @ stato amato da Pascal che, nel solco della tradizione, tha continuamente letto, vedendovi in filigeane il volto di Cristo «in agonia sino alla fine del mondo» (Pensieri 553 ed. Brunschvieg); & il salmo della «goccia di sangue del Cristo per te» (ibid.). anche se per scoprire questo sotterraneo significato, bisogna compiere un lungo itinerario come Pascal stesso ammetteva («le profezie sono pitt chiare riguardo al salmista Davide che non a Gest Cristom, Pensieri 752) Un salmo, il 22, caro anche ai teologi maderni. Nei suoi Elementi di teologia spiritiale K. Rahner setiveva che il «perché?» del Sal 22 testimonia Ualta qualita ella spiritualitd jahvista che unisce le pitt grande audacia all'umilta pitt profonda Mentre G. Ebeling commentava: «ll salmo esige il grande movimento che dalla profondita si volga all'ampiezza della lode di Dio che riempie la vitae il mondo. Dove Dio & pia lontano. [8 egli @ pit vicino».? Un salmo che ha colpito anche lo psicologo ¢ filosofo Erich Fromm che lo aveva esaminato nella sua opera Voi savete come dei,’ definendofo «un samo dinamico» perché evolutivo dalla tragedia alla gioia e come tale preghiera legittima anche sulle labbra di Gesi. Il salmo 22 nella tradizione giudaica e cristiana 4 Sal 22 non ha dominato solo la teologia della chiesa primitiva, come vedremo nell'analisi esegetica, né ha trionfato solo nella riflessione patristica che da Giustino (Dialogo con Trifone 97-106) ad Agostino (PL 33,538ss; 36,16755; 41,951) I'ha interpretato in chiave cristologica. con la sola eccezione di Teodoro di Mopsuestia della pitt rigorosa scuola antiochena.' Esso aveva occupato una posizione di prestigio anche nell'esegesi giudaica pre-e postristiana, «Storicizea- to ed attualizzato in senso personale dall'autore degli Inni di ringraziamento di Qumran... il Sal 22 era per Mesegesi giudaica un salmo protetico delle sofferenze i Ester... La teologia dei midrash ne fece un salmo giorioso e quella di Qumran vi raffigurd il pasto escatologico».* Ecco qualche testimonianza dagli Inni di Qumran Mi hai posto come wn oggetta di vergogua e di irvisione per i traditori segreto di veritt e di incltigenza per quanti camminano sulla via giusta Fui faito segno alle offese degli empi " Cardenal E.. Grido. Salmi dey opprest, Assisi “1979, pp, 33-34 Ebeling G.. Sui Suni. Brescia 197%. p. Fromm Vor sarete come dé Roa 1970. pp. 145-149 (smo dinamico quindi unitario) © pp. 185-158 (all Simo 22 e Ia passionen) Questa eezezione. vicina alfimposiazione storicoetiten moderna, fv condannata nel $33 dal eoncilio t Costintinopol e dala Costtzione i pupa Vigil {PL 89 Ss: Mansi IX-2tls), Per Finterpretazone patristien del Sul 22 veui Darvétow J+ Lae prune 21 dns le canéchese patrisique, in sMaisoa-Dieun $9 (1957), IT-3d: Idem, Le Psaume 22 dens Texixere pariatique, in ColBiDLat 13 (1959). 189-21: Guicau LM. Sobre lr ierpretaci puritied del P21 (231. Aug T (1987). 97133. Vedi anche Daniou J. Le Baaune XX ef Fination cdtenne. in btaigen-Dieue 23 (1930), 31-39, MAmmissari A.” La eves 2 In La ego det pariaelt. Roma 1976, pp, 20-220 tin part es) yidaica il Sul 22 0 Tincarnazione ‘rant dell sraeie ehiacciato & soferenie ma alla fine lberato d Dio SALMO 22(21) 999 oggetto di diffamazione sulle labbra dei violent, ‘entre gli irrisori digrignavano i dent. Jo sono diventato oggetto di derisione per i trasgressori. Ma tw, mio Dio, hai soccorso ‘anim dell'umile e del bisognoso dalla mano di colui che € pitt forte di lui, hai liberato Panima mia dalla mano dei potenti. Ed anche in secoli posteriori i commentatori medievali giudei come Rashi e Kimehi vedranno nei Sal 22 la biografia della nazione ebraica, percorsa, si, dalla Junga notte dell’esilio, ma illuminata anche dalla stella mattutina del Messia I Sal 22, infine, é una pagina amata anche dall’esegesi moderna che ad essa hha dedicato un vasto apparato di studi e di analisi.’ E necessario, percio, 1 OH T1041 3435: Moraldt Lf manera! di Qumran, Torino 1971, pp. 366 370. Ct. chy J. Les quate apes du messonime d Qumrdn, ip RD 7) (1960), 461505, * Fer tacaare una bibiograla questo samo, oie ai eomment general ea agg su singol vesseti che sitremo nelTarai esegetice del testo. possamo eicosete rife question! {situa comment gonerel le setae erologche 1. Lequation!tesual. Wiaklet H., Pulm 22 in Altorewaohe Forschungen Ul, 188, pp. 172- 181; De SamteMare Le psaue 2 (31) danse Juxa Hebraees in COIBIOL A 13 (1959) {Silaay Magne J. Le texte du Psaumne XI e ares sr de colons, n Seman 1) (1960; 29-0, Riders NHL. The Pulse figures and sutures feria conidrains ih spa rerenees 19 Pas RAIL XV and XLV) in OTS 13 (1963), 4-76; Leveen J Textual problems ithe Poaas to 21 G97), 46.58 in prt. pp 58). Pet la daazione (maseablc) vedi Lavele Se Grand Pre Onis Ite es Proumds Maccabees 2, 8 e 69, x «Bul Cercle E, Renan Pars 96118 1, Studi gener. Beer G- 2ur Evklrung des 22. Pits, in sFest K. Marie, BEAW 41, Giesso (1823) 1220; Feet A.” Soufrnce et onfanc en Den. Commenuae da Pr 22 ig NRTH 70 (148) 137-69; Westermann ©, Srudtur and Geshicte der lags fT lo ZW 33 (954) a 80; Idem, Gevendete Klage. Eine Auslgung des 22 Pains, Neukichen 1055; Devescon U. T svenal ai Tao. in Riv 10 (1962), 226299; rom 8.8. 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Les quae feces du P22 ig BVC 1 (1959). $139; Salguero 1 Quien eo) “aesarparad™ del sang 327 in slenea Tomita» 88 (1952), $35: Baterweck ©), Ward hat Da smich verlasen? Eine Medan su Ps 22.222, in BL 6 {1963}, 61-68; Drivers PL Pou 28 IMisere et gore de homme etd Fs de Thommne, i. AssSeign 37 (1943), 21.38: Sobeiter VRC, El Saing 22'y la Cretan del Sear, in ExBib 24 (1963), 983; Sopgin 'A\> Appar por Facer eristana deta prone pare del sano 22. in BOr 7 (2965) 105116 (rs V2: = Notes for Chron exegesis of te fst por of Pr. 22in 0.7 and Oriental Studies, Roma 035, pp, 152168) Pape Die shynre du Chit efi er lo, Pats 1968 Gese Hs Pal 22d das 90 ih BTR 65 400. SALMO 22:21) affrontare con impegno questo testo cogliendone tutte le dimensioni ed entrando anche nelle non poche difficolta testuali. esegetiche ed ermeneutiche che pone al lettore moderno. Questo Giobbe in miniatura é la testimonianza viva di cid che scriveva C. Péguy: «La cosa difficile & sperare: a voce bassa e vergognosamente. La cosa facile @ disperare ed & Ia grande tentazione». «L‘orante del salmo, diversamente da tanti altri supplici (Sal 7.4-9; 17,1-4.15: 26: 594-5; 69,5-13...), non tenta di far valere la sua innocenza per far decidere Dio a intervenire in nome della giustizia. Malgrado i suoi dolori e le sue grida, quando il suo corpo si sfascia ¢ il suo spirito agonizza, una pace profonda regna nel fondo della sua anima. Geme, si torce, urla la sua sofferenza; ma ritiene inutile ed irriverente il voler placare il Dio buono ¢ giusto se non attraverso la semplice esposizione della sua miseria: essa & il solo motivo sutficiente della suppliva. sta a Dio vedere la condizione del sofferente ¢ intervenire. Per questo non v'é nessun ricotso alle risorse del patetico facile e ostemtato: una presentazione commossa., pienamente tumana. dei fattied & tutto, Il paziente vive un dramma. non ha niente dell'eroe di un melodrammay. Dimensione letteraria «Si uvrebbe piuttosto impressione che il lungo testo si spezzi in due parti che & impossible unificare. in due salmi provenienti da situazioni diversissime. Da tuna purte sta Torante nella sua tipica condizione di bisogno, alla soglia della morte, abbandonato da Dio ¢ dagli uomini, senza speranza é solo con la sua morte. Dail'altra sta Vorante a cui é stata concessa la felicita della salvezza e che per ringraziamento tiene un banchetto di sacrificio, in pace con Dio e con la comunitim. Limpressione di G. Ebeling’ riflette la prima grande questione letteraria posta dal Sal 22. Il salmo €. si, attraversuto da un forte pathos che lo imparenta con cette pagine strazianti di Giobbe. col terzo e quarto carme del Servo di Jahweh (Is 504-11; 52.13-53.12) 0 con le suppliche pi drammatiche del salterio (Sal 69: 71; 102), Tuttavia la sua superficie letteraria trapassa lentamente all'oscurita del lamento alla pace. al ringraziamento, all'inno di lode. Possiamo. percid, con quasi tutti gti studiosi. distinguere alcuni settori letterati cromatica- mente differenti La prima grande sezione del salmo: la supplica La zona piit ampia & quella della lantentacione che si estende dal v. 2 al v. U sofferente & quasi il paradigma di ogni altro sofferente: disagio ed emarginazio- {1-22 (» Yan Sind zum Zion. Machen 197, 9p. 18-2 = in inglese in «Theology Digests 18 (197. 237.243): Le Guillow Mol Celar qui vent allows: Manocent. Pars WPI: Lange HD, Relarinitap Draven Pram 22 and the Passion narrative. in sConcoraia Theol, Monthly» 48 (197 106031: Reman JH. Psalm 23 and se erin, in sdnterpretin> 28 (197). 39-58: Store F.. Psalm 22 Advetameiiches Rede van enn tad neestanenticesReden von Jesus. in ZK 77 (1980), 29-148. CT. anche Ljung 1. Tien wu mterpretation, study ofthe ue and application of formedere language inthe scaled Ehed Viwt-Pvalns. Land 19TK.¢ Oswald J. Die Besielungen svischen a Bind dem vormarknischen Pacsonsheriit, in ZTR. Wit (1979, 43-6. * Jacquet Ler oc. Ip, 513 Ebeling G..ac. p. 6. SALMO 22 (21) 401 — il silencio di Dio, Questa «supplica con for 17-22) causata da quei «malfattorin che hanno una funzione he salmiche: dolore fisico © malattia grave. solitudine € rida e lncrime» (Eb 5,7) ha 3 che-evoca la radice del dolore & ne sociale (Ww rilevante in molte suppl un‘apertura di rara intensiti religiosu (wv. 2 delFincube-di-morie--Pabbandono-da.parte sli Dio per 1 diventa vana e disperata, Lorizzonte volo € tenebroso. Il lamento é. infatti, intessuto Su UF dlialogo tra un io (v. 7) € un tu (vv. 410) che sembra assente o indifferente, per cul iI dialogo corre il rischio di trasformarsi in un monologo. I fluire del lamento st snoda in mezzo a grida e ad esclamazioni di fiducia ¢ attorno al v. 20 si avvia alla Conclusione, La, infatti, abbiamo la ripresa, in inclusione con 'avvio, del tema Gella lontananza di Dio che & perd cancellata dal v. 22 che nella sua clausola, purtroppo non del tuto sicura. esclama: «Mi hai esauditol». $i chiude, cos, con Questa proclamazione di gioia € di fede, causata forse da un oracolo divino, |e Solenne elegia che costituisce la prima grande sezione del salmo. Tl presente 2, fost, aceantonato; 10 sguardo ora si rivolge al futuro. NelMinterno di questa Sesione & difficile estrarre una rigorosa organizzuzione strutturale, come ha voluto fare Beaucamp allineando tre sestine in una prima suddivisione nei wv. 4-12 (vv. 4- 6.79; 10-12) e altre tre sestine in una seconda suddivisione (wv. 13-14; 15-16; 17- 19). Qualche risultato sara raggiunto in seguito con T'analisi simbolica. il ringraziamento Seconda sezione: Come Giobbe trova in Dio un’illuminazione liberatrice dopo il suo torturato interrogarsi e il suo torrenziale lamento, cosi anche il nostro orante, abbandonata ‘gai soluzione velleitaria allo scandalo del suo dofore innocente, affida alle mant GiDio il suo interrogativo, Sard in questa maggiore e irraggiungibile logica divina che eglt potra placare la sua ansia lancinante. Ed @ su questa pace riacquistata che Si sviluppa una seconda sezione, contrassegnata dalla gratitudine. II settore @ Ietterarlamente ben visibile, @ raccolto nei w. 23-27 ed appartiene al genere letterario del ringraziamento, un genere che spesso ne] salterio sigilla le lamentazioni, essendo il dolore biblico mai totalmente disperato. La formula conclusiva di esaudimento del v. 22b schiude abbastanza spontaneamente questo “grazien a. matrice liturgica (vedi i vv. 23-24 e Vaassemblea» dei wy. 23 € 26). Nell'interno di questa nuova fase della preghiera possiamo intravedere una certa pianificazione letteraria sulla base del rituale della ‘dah o ringraziamento Fiturgico: un’introduzione (v. 23) incomnicia il canto corale dell'assemblea (vy. 24 25): ad esso segue la voce solista dell’orante che proclama jl suo ex-voto (v.26) ei rito @ concluso da un sacrificio di comunione a cui partecipano i poveri di Jahweh (v.27). Lo sfondo & certamente quello del tempio (probabilmente post-eslico). 1 salmo, percid, si rivela come una pagina di immensa amarezza ¢ desolazione, ma say dy fiducia ¢ di speranza. E questo filo di luce finale che fa balenare davanti acli occhi del fedele Ia liberazione € trasforma il salmo in un testo anche «pasquale» ‘Una domanda &, perd 27 suppone una prova ormai super incombente? Moti esegeti si orientano verso la seconda possibilit Jetteratio «supplica» che comprende anche il ringraziamento anticipato. Anticipa- to perché si ha una fiducia incrollabile nel Dio liberatore (si usano spesse volte verbi al perfetto «precativo» che, pur essendo di per sé-identici ad imperativi legittima a questo punto: il canto globale dal v. 2 al v fata o una semplice speranza nella prova ancora a, dato il genere 402 SALMO 22.21) marcano-maggiormente-1a-fidueia-nella-parola- per una sorta di «captatio benevolentiae» che cerca di stimolare l'intervento dell'amore di Dio nei confronti dei suoi fedeli. Anticipato é il ringraziamento anche a causa della fedelta indistruttibile ci Dio nei confronti dellalleanza. Inoltte il grido straziante del nostro salmo & troppo reale e violento per essere una semplice ricostruzione del passato tormento cavanti agli spettatori dell'assemblea liturgica di ringraziamento. Lorante offrirebbe, percid, una dettagliata descrizio- ne della t6dah liturgica solo perché I'assapora come una fonte sognata e desiderata mentre si @ ancora nelloscurita del carcere (vedi Ger 20,14-18) Per altri esegeti, invece, il salmo é un canto elevato a Dio quando si giunti alPaltra riva e si guarda per ultima volta con terrore il gorgo infernale da cui si 8 stati estratti Anche se & difficile essere categorici su una questione psicologico-poetica, noi riteniamo pid probabile la soluzione gia descritta anche se avvertiamo Vincidenza che ha il «Tu mi hai esauditol» del v. 22 che ha il tono di una parola «fine» posta al termine di un travagtiato itinerario. Terza sezione: prospettiva messianica Il salmo, perd, non si chiude nel v. 27. Esso ha infatti una strana finale, piuttosto «sconnessa» con le precedenti sezioni. In un testo non sempre limpido a livello letterario si esalta la regalita di Jahweh (vv. 28-32). Questa terza sezione, nonostante qualche affinita formale tra il v. 23 e i vv. 31-32, resta una sorpresa anche per la sua apertura ecumenica ¢ per la sua sostanziale autonomia carme principale. Lipinski ha parlato esplicitamente di Jahweb re (cf. Sal 24; 47; 93; 96-99) almeno per i vy. 28-30, Per Gelin, Martin- Achard, Beaucamp e altri sarebbe la testimonianza viva di una rilettura tardiva del salmo (IV sec. a.C.) im chiave escatologico-messianica con sfumature ecumeniche.'" Per Podechard (p. 108) il breve testo dei vv. 28-32 sarebbe invece un’aggiunta per I'uso liturgico del Sal 22. Anche nel Sal 102,19-23 il tema della conversione delle nazioni é usato come motivo di lode per la supremazia regale di Jahweh. Il dato certo é, quindi, quello dell'aggiunta attualizzante che rende i versetti finali piuttosto isolati dal resto del poema. Tra altro essi si rivelano differenziati anche a livelto di metrica: nei vv. 28-29 abbiamo il ritmo della ginah o «lamentazione» (3+2) e nei vv. 30-32 il ritmo 44444, mentre tutto il resto del carme @ prevalentemente a 343 accenti. In conclusione possiamo dire che il Sal 22 &, nel suo originale, riducibile ai vv, 2-27 distribuiti secondo due movimenti, uno di supplica (movimento dominan- te: w. 2-22) e uno di ringraziamento (vv. 23-27). A questo carme unitario si & addizionata una composizione frammentaria, dai contorni vaghi, dedicata a Fahweh re universale Cost Podechard, Duesberg (Le Psguter des malades. Paris 1952. p. 183), Manna her J. loruel deer seine Psalm. Stutgat 1986. pp. 9-33. B, Duh e H. Schmid " Weal Bes «in qualche modo Beaucarp sona givai a raicalizare le ivsion’ vel poema distinguend due 0 We arm different cnciiassieme redazhonalmente Osservs ‘06... p. SIS: € umieevole «equilibria nel expressione poetca ce, denn dalla strfe alFantsteofé tun perfetts egolaia,affacin i lettre aiulandota ® meglio SALMO 22(21) 409 icace-di-Dio)—Antieipato-anehe {+——————yari“ai-unar grande-prova-storien:Fipetesi-cara-ai-rabbini-mediewali& st Ambientazione storico-esistenziale de! salmo Stabilito il genere letterario di questa lirica composita, possiamo passare all'individuazione del Sitz im Leben, cio dell'ambito conereto in cui il salmo & rato edi quello in cui si @ sviluppato. G. Beer pensava che il protagonista fosse F'intero popolo i Dio, vittima ripresa anche da molti esegeti contemporanei (W. de Wette, Halévy, Briges Magne, Mannati). Questa lettura comunitaria in realta non riesce @ spiegare assoluta originalita della supplica che, pur essendo stata sicuramente usata in contesto cultico per secoli, resta fortemente personale. 1 sofferente non & una ‘voce anonima, espressiva’ di problemi generali e nazionali, ma & un grido autobiografico di una personalita che lamenta un complesso di_sofferenze qualitativamente e quantitativamente precise: malattia, poverta, diffamazione, beffe, coscienza della morte e silenzio di Dio, Si 2 tentato allora di dare, da parte di alcuni studiosi, un'interpretazione monarchica al salmo. I\ protagonista sarebbe il re gerosolimitano: egli &, si, un individuo, ma anche il rappresentante dell'intera comunita, Spesso nell'AT egli si riconosce peccatore «umiliandosi» davanti a Jahweh anche a nome dell'intera comunita (v. 7; ef. 1Re 21,29; 2Re 22,19; 2Cr 32,26; 33,12; 34,27). Anzi, qualche esegeta é arrivato al punto di proporre nomi specifici come Davide (vedi il titolo; Delitzsch, Eerdmans) ‘0 Ezechia 0 i suggerire qualche personalita spiccata, polemica con la monarchia, come Isaia (V. Rose) 0 Geremia, Tuttavia gli elementi per queste determinazioni sono molto esili ¢ difficilmente si possono applicare a un sovrano le espressioni di solidarieta totale coi poveri (v. 27). Possiamo, percid, restar fermi allinterpretazione individuale paradigmatica, Un orante dalla forte personalita presenta a Dio e ad Israele la vivissima ¢ personale esperienza della sua vita travagliata. Non si tratta di iperboli orientali perché, come ha dimostrato von Rad, il carattere liturgico del lamento ammette stereotipi ma non elimina la realta personale del dolore. 11 suo itinerario diventa, percid, un modello per tutti coloro che sperimentano il problema della sofferenza fisica ¢ della solitudine morale e teologica ¢ che, come il nostro poeta e Giobbe, non si accontentano di soluzioni di seconda mano o velleitarie, ma cercano Ja risposta solo nell'unico che pud rispondere su questo mistero, Dio (v. 22). «La sofferenza delVorante si manifesta anzitutto in una situazione di fondo: l'abbando- no da parte di Dio. Una situazione del genere conduce irrimediabilmente alla morte. Le sofferenze fisiche non sono che la conseguenza di questi due element se Morante avesse la certezza che Iddio con Iui, potrebbe affrontare il dolore comporale con fermezza e rassegnazione; ma mancando proprio quest'elemento, Porante sa che ogni lotta @ vana e viene preso dalla disperazione» (J.A. Soggin). Il salmista, perd, riesce ad approdare a un nuovo incontro: & la risposta di Dio che rion cancella il mistero del male ma lo sana parzialmente con Ja retribuzione (wv. 23-27). In questo senso il Sal 22 @ certamente inferiore a Giobbe che rifiuta questo semplicistico «escamotage» risolutorio. Vedi Ger 37.118, L'idemtificstione geremians & stata sostenuta da Podechard (L, pp. 108- 109), da Geln a..- pp. 31-34) soprateutto da Bonnard P-E., Le psauter selon Jerémie, Pati 1960, pp. S461. Martin-Achard R., Approche des Psaumes, cit. p. 32 rene che il salmista cestimont Un'ideologia superiore a quella geremiane. 404 SALMO 22 (21) es Rilettura «messianica» del salmo Se questo @ il Sitz im Leben originario del salmo, non dobbiame cere exclude la possibilita di quovie ciffereni contesti nella successva sua esister7a see Si teatta di quelle che Gelin ha chiamato le rilerture del salmo. Senza voley cues cost perentori come Tautore francese che distingue, quattro Fletture Clasiica, Ia post-esiica, Tellenistca e la messianico-scatologica), possiane eee te rigonoscere un’operazione di riattualizzazione del carme, testimoniata La liturgia ha progressivamente idealizzato tra altro dall'aggiunta dei w. 2 Is figura originaria del gusto sorferente,elevandola a ideale religioso per Pa‘ Reuilet) Cid vale maggiormente se si pensa che i almo. comera not a) NT, CGmprendeva anche la gloriosa finale della salvezza e del regno di Dio, verseit segnati gia dalla gioia pasquale. iti complesso @ il problem: co finale ¢ ‘a della storicta «gesuanica» dell'uso del Sal 22.25 sn alt termini: del Gesh storico Vinvocazione «Dio mio, Dio mio, perch mi hat i aandoaato?» citata da Mc 15.34 e Mt 2446-47? O 8. invece, un interpretszione eae ral evangelist e quindi dalla chiesa primiiva dello stato danimo di Ges) se fsa? Approfondiremo il discorso durante Vesegesi del salmo. Per, or cere sale ricordare un'osservazione di M. Goguel che, applicando i} worreette cnterio storio della discontinuita, serve: «lai la eoscienza cristiang contin avrebbe potuto inventare idea di Gest abbandonato da Dios & Priario. percid, che Marco ¢ Matteo si sentisero legati a una tradizione storica»." | principall sistemi simbolici del Sal 22 ‘ondurre sul Sal 22, dopo quelle precedenti di Un’ultima analisi letteraria da ali sistemi simbolici cost Form- e Redaktionsgeschichte, & i] censimento dei princip ‘Lavi de Jésus, Paris 1922. p. 525. Vedi anche Lambiasi F Liguemica storia Goguel M rus art Warowelle R- Lucces @ Jesus por ler Evangies, Paris- dei vangelt Bologea 1976. pp. | Foursa Montréal 1978, pp. 223-22 SALMO 22 (21) 405 da delineare alcune zone omogence nel testo. Si tratta solo di un abbozzo, perché i dettagli delle singole immagini restano spesso nebulosi a causa della stessa instabilita testuale. 1 primo sistema simbolico, dalle risonanze anche e soprattutto esistenziali, & quello spaziale delta fontananza, che organizza Vintera sezione della lamentazio- THEE POSKO, AFAR, iM Taclusione aIinizio (v. 2) © alla Fine (v. 20) e al centvo nel v. 12. La distanza di Dio, tema frequente nelle suppliche (10,1; 35,22; 38,22; 71,12), viene esaltata dalla solitudine del grido che sale verso I'alto e Ta si spegne senza esaudimento, dal motivo dell’«abbandono», tipico del secondo Isaia (Is 41,17; 49.14; 54,7; cf. 60.15; 62.4) oltre che di alcuni salmi (9,12; 27,10; 38,22; 71.11; 119.8), e dalla «santita-separatezza» di Dio che & assiso su un trono lontano (v. 4). Allarticolazione spaziale, che oppone alla solita vicinanza di Dio (w. 6.10; Sal 85,10; 119.151: 145,18; of. 16,8-9.11) la sua assenza, si associa la continuitd temporale del lamento: «giorno e notte». Grido del sofferente e silenzio di Dio sono continui e introducono I'idea di un cielo oscuro che mai si squarcia, di un carcere senza sbocchi, di una vita senza respiro (Sal 88,2; Ger 14.17) La seconda grande unita simbolica é zoomorfa ed @ raccolta soprattutto nei w. 138s, Essa si fonde con quella milizare e realizza un interessante esempio di chiasmo che potremmo cosi disegnare: tori-bufali (v. 13) leopi (v. 14) ni (Vv. 17) nemici (v. 17) spada Tw. 21) caf (v. 21) TeBne (v. 22) nufalo (v. 22) Non entriamo per ora nei dettagli di questo bestiario, ma cerchiamo solo di rilevarne il significato profondo globale. Gunkel aveva dato di questa simbologia Uun‘interpretazione solo metaforica, riducendola a una serie di sinonimi per attaccare i «malfattori» altrove citati e considerati i responsabili della sofferenza dellorante causa dei loro malefici magici (vedi Sal 6) In realta la scena molto barocca e dalle tinte intense, pur rientrando in un modello diffuso nel salterio, dev'essere spiegata sulla base della cultura orientale. L'immagine ha probabilmente risvolti demoniaci perché in oriente i demoni, ritenuti responsabili delle malattie e dei dolori, erano spesso raffigurati con tratti animaleschi. Percid, agli occhi dell‘orante i nemici. i malfattori, le disgrazie che lo assediano sono quasi l'incarnazione storica delle forze demoniache. La scena poi si trasforma, nell'oscuro v. 17, in un quadro venatorio come spesso avviene nei salmi di supplica (7,6.16; 31,5; 35.7-8; 57,7). Liorante, inseguito da cani e da battitori, ¢ come una preda gid ferita, aisimante e quasi raggiunta, In pratica una stessa armonica simbolica unisce belve-caccia-guerra in un'unica sequenza, per tracciare una rovina senza scampo causata da assalti e trame nemiche. 1) motivo simbolico teriomorfo, pur predominando nella sezione che va dal v. 13 in avanti, non é assente nella sezione precedente, anche se la @ usato in forma antitetica Infatti nel v. 2 si parla del «ruggito» dellorante, un motivo che é teriomorfo come si vede nel v. 14 ove & applicato al leone e indica solitamente il nemico (Is 5,29; Ez 19,7). II simbolo @ anche «teologico» come mostra Amos col suo «ruggito» ti Dio "© motivo det etrono» regal di Dio indiretiamente echeggia nella finale aggiunta dei vw. 28 2 406 SALMO 22 (21) tro caso, anche al lamento dell'orante ai 32.3; ef, Eb 5,7). Tuttavia questa considerazione ‘da un dato acutamente messo in luce dal Castellino wenere letterario accadico detto sigu (in deva ad uno speciale tipo di lamento. Ser eeatterebbe, percid, di un'iperbole zoomorfa, erroneamente corretta do welt esegeti, ma di uno specifco genere letterario. Altra allsione zoomorfa net eye quella. del «verme» che col suo strisciare per terra indica lestrema imiliazione (Gb 25,6). esplicitata nei vv. 6b-8 (Is 53.3). wricosiata alla simbologia zoomorfo-bellica appare nel v. 19 quella gluridica I fedele & ormai moribondo, & giunto alle soglie dela sepottura. E gia spoglista valle westi che vengono divise e cistribuite dato che non gli serviranno pid. I) te nei lamenti oriental, Nel celebre poema babilonese Ludlul e della sapienzan)” si legge: (1,2; ef. 3,4) ed @ riservato, come nel nos perseguitato (Gb 3,24; Si dev'essere ridimensionata L'ebraico Sa’agah corrisponde ad un g sumerico er-Jagohun-ga) che cortispon motivo & motto n bel nemeqi («Voglio celebrare il signor La mia tomba @ aperta, il corredo funerario pronto; prima che fossi spirato, il pianto era gid terminato Tutto il paese diceva: «Com’e stroncatol» Senti la notizia l'invidioso maligno il suo volto s‘illumind... (UL, tinea 114). Lo sfondo simbotico di questa prassi svela ormai Tisreversibiita della situazione ¢ del destino dell’orante. Teak ye. 15-18 ei troviamo anche in presenza del simbolismo somatico i cut dettagli spesso non sono decifrabili come si vedra nellesegesi. La morte Savane e, come in Qo 12, si ramifica nell ‘organismo devastandolo. Probabil- came mbolo-base & quello del'acqua (v.15), un elemento ia cui asenca dice are one, ma la eu eccessva presenza pud ugualmenteintrodurre it nulla ela ue © rousta antitesi emerge nei W. 15-16 ove i simboli di ecoesso acquoso (v. 15) suggeriscono una liquidith © una fiudita che ® simile al eaos aequstt® primordiale (Lam 2.i1-12) ¢ quelli di assenza (v.16) introducono In polerinnat> Prelindividuo la cui gola riarsa (Sal 69.4; Lam 4,4; Gv 19,28) evoca Ja mort Eeiste, quindi urVinterazione tra fsiologia € destino esistenziale, La spolvert di vatee del v. 16 (ef. v. 30) prepara ormai il destino ultimo ¢ drammaticn sirecgere umano che, tratto dalla polvere, ritorna in polvere (Gn 2,7; 3.19), per sai ia polvere non & che sinonimo di tomba e sheol (Is 26.10; Gb 7.21), interno dell’ Articolazione e struttura del salmo [Abbiamo concluso il nostro itinerario nella simbologia della Iamentazione dei ve nan Esso ci hn offerto qualche spunto per una suddivisione strutursle esivamens per Irate: 0 vel, ah 18 e mnfronti (Is 41,14: 4; 53.2). ne one dal Vitex aC, Delle Sereda am iesat ‘Th gecondo aia use il simbolo del , «stirpe di Israele (cf. Is ) 45,19.25), «povero» (‘ant) e «poveris (‘anawim), «quelli che cercano Jahweh» nel tempio, «il cui cuore vive per sempre» I! tono della lode col lessico relativo occupa anche la parte aggiunta dei wy. 28-32 che sembra quasi il cantico corale finale dei fedeli. L’adorazione planetatia qui dipinta supera anche i tradizionali settori cosmici della lode. Infatti, questo «é unico testo dell’AT in cui “quelli che discendono nella polvere” sono associati a Ain atto d'adorazione. Dappertutto altrove (Sal 30,10; 88,11-12; 115,17; Is 38,18) regna la dottrina nettamente formulata dal Sal 6,6: nella morte non c’& nessun ricordo di te»." All'adorazione cosmica corrisponde la regalitt universale di Jahweh (v. 29) il cui orizzonte non conosce confini (vedi anche il v. 4). Possiamo allora, al termine di questa lunga introduzione ad und delle pagine pid famose dell'AT tracciare il piano di lettura che ci accompagner’ nel corso dell’esegesi I. La qinah o lamentazione (vy. 2-22) Questo corpus fondamentale del salmo pud essere articolato cosi: ‘A. La drammatica apertura (vv. 2-3): perché sei lontano? B. Primo movimento: lontananze-vieinanza (vv. 4-12) B\ Secondo movimento: belve e sfacelo fisico (w. 13-19) [A La drammatica finale: non ti allontanare! (wy. 20-22) Osty E., Le Bible-Osty. Paris 1973, p. 1185. Lo stesso A. ritiene che i sulmo sie una supplica 408 SALMO.22 (21) La tédah o ringraziamento (wv. 23:27) $i snoda sul rito liturgico della tédah A Aperaira tematica: annunziare-lodare (¥- 23) B. Canto corale dell'assemblea (vv. 24-25) B', Canto solista dell'orante (v. 26) e-lodare (v. 27) ‘A’. Ti rito finale: mangia I 8-32) Si intravedono: IIL. L'inno a Jahweh re universale (vv. 2 {} frammento ha tratti molto oscuri { ‘A. La regalita di Jahweh (v. 29) B. Ti canto cosmico a Jahweh re (wv. 28.30-32) I Lettura esegetica__ sta, il mistico scende senza troppo so che Vasee' Gest i eL'abisso della chenosi éIabiss spavento, perché appunto & sostenuto da Dio, ron & abeandcnet, Tis Fea Pee Dios Ma i vero abiso dela chenos, quell che spaventa 0 Sere Signore, e che né noi né Tui possiamo sostenere, & labisyo det SEE & sepersi Signore da Dion.” Questa & la drammatica radice da cui sbocria H nostro salmo. La qinah o lamentazione (vv. 2-22) ‘Mio’ Dio, mio Dio perché mi hai abbandona- «Nel grido della prima tiga! Tost intero va compreso, affinché ci aiuti a vibra il salmo nella sua totalitd & to" morte di trovare la giusta memoria deila celebre contiene la cifra ideologic Silenzio di Dio sono la ragione dio} ‘La drammatica apertura violento contrasto tra il ripetuto aggettivo verbi del silenzio di Dio («abbandonaren Come nel libro di Giobbe. deporre, a giustificarsi preoccupazione ansiosa interiore tra la certezza sot la costatazione negativa dell'abt mistico ma anche ¢ soprattutto male)’ E una tensione nota, babilonesi contro il dio protettore ck sono senza riposo». «[l giorno & sospiro, (1Sam 3,10; tintesa nella pro spandono a livello leone, Milano Ae Duinzio $., Doll Bocew det 1g GS Saft, ein Ci iimentazion vet Jepsen " Voui Eisleat ©. celebre sPorhéts delle dike Wort ss. L- Rost Studle, in Das ferme und 44 dellintero poema: la lontananza di yeni tragedia © di og! (vv. 23). Queste parole a Dio @ chiamato, La ripetizione «Dio mio. Le 22.31; At 94) € i sperimentale (la permis he tradisce. «Sono annient IAT. in Kleine Sehr Gesi».® Effettivamente Pavvio cost fi Dio e ill ni solitudine. ‘avvio sono costruite sul a, mio, € i possessivo di prima person: feessere lontano>, «non rispondere>). con un’insistenza carica d'angoscia, @ Dio mio» sottolinea una introduce 1a tensione Dio mio». (Gy 20,28) che non é solo da intendere in senso ssione delPirruzione del anche alle proteste ato, Giorno e notte il mese @ silenzio, fessione di fede «l pitt sbrigativo la notte & lacrime, roa. p35. IHL. pp. 357. Peril Tabingen 1956, eid theologische ee Sarum ine leskalisch ‘Bean 1967, pp. 106-3. SALMO 22(21) 408 810 SALMO 22,21) Vanno 2 dolore». «Cerco aiuto, nessuno mi da la mano; piango, nessuno viene in aiuto; lancio grida, nessuno m’ascolta».” Nel v. 2b si parla di una lontananza dalla «mia salvezza» che @ una circonlocuzione per indicare Jahweh: Puomo si sentiredbe escluso dalPorizzonte della vita in cui Dio si rivela. La versione sira ha appunto esplicitato un po’ banalmente quest’idee traducendo: «Hai allontanato da me la mia salvezza». Ma una tradizione esegetica pluridecennale, trovando lo stico un po' faticoso, propone di leggere miifaw'ait, «dal mio grido»: slontano dal iio grido, dalle parole det mio-tanrento-ruggitor-Anche-se-ie-correzione-non-ci bra necessaria, possiamo, perd, intravedere che il motivo fondamentale dello stico e del v. 2 intero @ l'incrocigrsi tra un grido che svanisce nei cieli e una Jontananza e un'assenza totale. Il «lamento» specifico, detto appunto «il ruggito», scaglia invano verso un cielo muto la sua protesta. Questa tensione non potrit essere placata da qualche piccola consolazione; essa restera in tutta la sua tragicita sino a che Dio stesso non decidera di superarla e risolverla col suo «avvicinarsi» (v. 22). Tl lamento non aitraversa solo lo spazio ma anche il tempo (v. 3), ur'invocazione ininterrotta a cui nessuno risponde: «grido» (gr) e «rispostax (nh) qui non si intrecciano mai in un dialogo. Eppure questo «Perché?» doloroso non ha mai un istante di silenzio; ¢ violento e continuo; non conosce tregua perché c® una sottile speranza che esso, prima o poi, riesca a perforare i cieli ¢ Vindifferenza divina.” Possiamo a questo punto riprendere questo grido nella sua rielaborazione cristiana. Miguel de Unamuno, noto scrittore spagnolo (1864-1936), cost finiva la sua opera Agonia del cristianismo: jCristo nuestro, Cristo nuestro! por qué nos has abandonado? ‘Questa «cristianizzazione» del grido dett'orante veterotestamentario ci riporta alla parola di Gest sulla croce: «Allle tre Gesit gridd con voce forte: Eloi, Eloi, lema sabactani?, che significa: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? Aleuni dei presenti, udito cid, dicevano: Ecco, chiama Elian (Mc 15,3435; Mt 27,46-47) Heinrich Schiitz, il primo «grande» della musica tedesca, nel 1645 aveva composto un'opera sulle Sette parole di Gest sulla croce, accostandosi a una tradizione classica nella predicazione di tutti i tempi. Le parole di Gest tratte dal Sal 22 erano le pid impressionanti anche musicalmente. I testo citato dai vangeli @ linizio in aramaico del salmo, non in ebraico; la versione greca aggiunta non @ quella dei LXX e il testo aramaico non & quello del Targum. Siemo percid in presenza di una tradizione antichissima, autonoma, trasmessa certamente dalla chiesa palestinese, II grido di Gest non @ da interpretare come segno d’una disperazione totale, quasi che egli si sentisse condannato ¢ maledetto da Dio; ma non & neppure un'invocazione che si apre ed Jem G,Le Bible es ls Bbyones Pai 13, . 18; em, Hie bau, bass 92 S98 el. p29 Srna Lele Se Tob Pas BS pab Vel nse Ger 85 oe Rigi "Hin selon nal ego che Ia supple consi, Per lun ivese ol tree use ogc gn. deen we Ie eel senso Tovpontoe di: conte ne poeple vl naualnente © Bi (od ese Lacy Podechard © Zorell). . ° : us rare hes immediatamente alla speranza ¢ alla certezza d cspressione d'ina desolazione immensa perch troce diventa il «maledetto» (Gal 3,13), porta io esplode proprio sul Figlio ch Ie, divino ed umano. Ma las do la consuetudine giudai giudizio di Tabbandono total citando Tinizio del salmo, secon Ganme, in cui la tenebra conosce anche lo squarcio della passo ‘alla gioia «pasquale». Seriveva A. Jolicher: Uisperata ma una preghiera, perché Gesit si riserva come consolazior sofferenze tutto il Sal 22 che comincia cos @Tinerollabile fiducia in Dio». Pit. complicata & la notizia astanti: «Chiama Elia». Per alcuni esegeti si tratte parole, ben comprese, di Gesd. Elia, oltre che i! p $153). secondo la tradizione popolare giudaica era an ei moribondi (Sir 48.10-11). In questa linea T. Bomar otizia distinguendo due livelli dello stesso evento avrebbe detto: ‘el ‘attah, «Dio mio sei tu» gli spettatori avrebbero inteso la frase come I'identi eElig, vienil», Al di l& di ogni clucubrazione.* certo Ga Gest storico. delle sue ultime ore e delle sue ultime parole Primo movimento: lontananza-vicinanza assente ha una prima stanza po tun po’ ambigua e di rion limp difficolta del v. 4. Letteralment i Israel». Jahweh troneggia sul tun‘immagine che evoca quella di Jahwe 6,2; 2Re 19.15; Sal 80.2; 99.1). In Is 57. che ha una sede eterna ¢ il cui nome Limmagine regale @ normale. come normal esantitam che indica separ ne di Jahweh che «siede sul ida decifrazione. Iniziamo ce teil TM suona cosi: «Tu sei santo ¢ si canto di fo je @ che ad essa sia collegata Ii fazione e trascende lle lodi cultiche» di Israele. D'altro ae pe NGiuda @ il suo santuario (qds) ¢ Isracle il suo dominion: Liman Sahweh assiso sulle preghiere di Israele non @ di ‘Mendosi pure a Dt 10,21 e Gee 17.14, ha anche precisato idea: Tei nelle lodi d'Israele, ci ddi Dio che si curva verso il suo popolo 2 la fiturgia di Sion (Is 6) Taher A. Die Religion Jesu and die Anfange des Chrisents, anche ta binineratainoata lla nota 7 (10) ¢ Za S.. La prire di rep 10D) 258-27. Perle citaion!veeroestamentric auestarnent aero cretangen in Merkasevangefien, Grterstoh 1965 (in pate BP adtename i er He Tne use of he O.T, Si. Manhen’s Gospel Leisen 1697 ae: Gundry ate Wort dest in «Staia Theologican 17 C96}, 10819 aot Charchard ha sostenuto ce fa frase eDio mio deriverahte Uaantca lings MU. parata in an continente Snghiotto da deriveretne oats in amen el antco Maye! f prot J. Allegro et i Crs es tetativo di dimostrare che it istianesima non & che ura nel ee gero Amani muscaria scrve a proposito i auesta and? sacra Aron sme del fango ster LIMASH-BAILAVG-ANTA. una mportante om clatar i fungo € le croce, Roma 19H). p- 1ST)! Shek re asain trano vedi Kraus J. 0.6. 1 rst srt rok, eta inziatica fopertura deli ric che fia Per la tipologia 19tss. SALMO 22 21) ll trionfo futuro. Le parole sono come scriveva Paolo, Cristo sulla do su di sé il peccato del mondo. Tl fe sperimenta il silenzio del Padre © ‘ua non & una disperazione suicida: , si pensa allintero Tce, la morte lascia il ‘Questa’ non @ un’accusa ne alle Tubingen 1906. p, 5 2, ‘Marco vedi Suh A... Die Funktion 15:58) si, ma che finisce con una professione delleco suscitata dalle parole di Gest negli rebbe di una voluta ironia sulle ecursore del Messia (cf. Ml che il patrono dei tribolati ¢ n® ha pensato di spiegare la storico. Gest in ebraico (interpretato dai vangeli col Sal 22,2); ico suono aramaico ‘elija ta’, ® che si conserva un ricordo (ov. 4-12). Questo canto aun Dio etica nei w, 4-6. Essa si apré con una scent regale reando di dipanare le jedi (sulle) lodi de che sale dal popolo eletto, hehe «siede sui cherubini» dell area (2Sam ‘bbiamo: «Cosi parla I'Alto e I'Eecelso, 2 canto: in luogo eccelso e santo io dimoro»-" idea di miza. Barocca & invece la presentazio- nde nel Sal 114,2 si agine di per sé impossibile. Kraus ei presente ) € Vaca é il Iuogo della presenza che lo invoca, intessendo cost un dialogo. Dio mio.» del Sal 222 eiien 10,000 a ‘niversifa di Manchester, eats ab Gest: «Esso & unable ‘ermal an I ——_____|_______Ia-zona-sacta.del_tempioterrestre che & unite a_quello celest Le nozioni che si collegano @ questa visione sono quella issiana af 'Iscaele» (distanza - santita e vicinanza in Israele) e quella pit generale di Jahweh evant di Israele> (Dt 10,21), Detto questo, dobbiamo perd annotare unche le proposte che le stesse versioni antiche ci offrono con varianti suggestive. I LXX e il Salterio gallicano di Gerolamo hanno: «Tu abiti nel luogo santo, o lode di Israele».™ Dio @ invocato come «la lode di Israele», loggetto e la ragione di quella preghiera che sale verso e. La versione Juxta ‘Hebraeos di Gerolamo ha, invece, «O tu, santo abitatore, lode d'lsraclen, variante meno probabile, mentre altri intendono godes come «trono» 0 «tempion: «Tu siedi sul trono o nei santuario», esplicitando, cosi, la versione dei LXX. Sia pure nell'incertezza del testo, immagine @ sufficientemente chiara: Dio & assiso jn mezzo al suo popolo e alla liturgia del tempio, € Isracle pud fondare la sua fiducia su questo dato fondamentale (JRe 6,12-13; 8,29-30; 9,34) Dichiarata questa grandiosa presenza di Dio, i vv. 5-6 proseguono con una considerazione ambigua che rende appunto dubbio il senso della presenza stessa La strofa potzebbe essere leita come un‘ironia velata sul Dio «lontanom: tu sei un re assente, disinteressato, assiso pacificamente sul trono del tuo regno o sulle lodi che i tuoi fedeli ti indirizzano, distante dal turbinare delle nostre vicende, Un tempo hai salvato i nostri padri, la loro fiducia in te (si ripete per tre volte nei w 5-6 la radicale beh della speranza) aveva un senso, ma ora nei nostri confronti sei silenzioso e distaccato. La strofa, letta in questa luce, contrapporrebbe quasi due economie, quella passata delleascolto» € quella presente della «lomtananzan Ma la strofa pud avere anche una seconda ¢ forse pit probabile interpretazione che la orienta verso la speranza 0 almeno verso uno spiraglio di luce. Addurre gl interventi salvifici passati nella Bibbia @ solitamente una via apologetica per convincere Dio a manifestarsi di nuovo (Sal 44,1; 77.6.125 78,3; 143.5). Mai Dio & invocato invano nel salterio (25.2.3.20; 31,218: 44.8; 53,6: 69,7; 71,13; 119,31.116). Allora il senso dei wv. 4-6 si trasforma: tu sei il re dell'universo, in te possiamo trovare una solida garanzia di esaudimento perché gid in passato hai salvato i nostri padri (Gn 14; 31-32; 39ss; Esodo) ¢ le tua fedelta salvifica non verri mai meno. L'orante si rifiuta di credere ad una cesura nella trama ideale € continua della storia della salvezza. La strofa successiva (vv. 7-9) é fosca, dominata com’é dal fallimento e dallo squallore del fedele circondato da ostilit’ ¢ miserie, Egli @ quasi un ex-uomo, proprio come il Servo di Jahweh: «Disprezzato ¢ reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quate cisi copre'la faccia, era disprezzato ¢ non ne avevamo alcuna stimam (Is 53,3; of. Is 52,14). E come il Geremia rifiutato ¢ calpestato di certe strazianti «contessioni» (15,15; 18,20; 20,8 49,15). L’abiezione a cui @ ridotto @ estrema ed é rappresentata nella riduzione all'animalita pit vile, quella del verme (v. 7), animale fragile ed impuro perché confuso con la polvere (Gb 25,6).” Anzi, come nel Sal 42,4 il dolore del giusto Gib suppone. invece di géded, baggodet, win sanctos, tehillah, «lode» invece del plurale Vedi anche la recente proposta di Wambacq B.N.. Psaume 22,4, in Bib 62. 1981, 99-10. mFolklorstica &invece Tesegestpatrisica che, basandasi sulla eredena popolare secondo la quale il verme nasce senea process sessuall. hu ato flv. T come testo per sosteneve la nascita eeuinale di Gest! Cos: Agostino (PL. 36.174: «vermis de carne sine eoncubite nasitur), Gerolamo [PU 26,840), Eusebia. Origene, Teodoreto cee. YE Gunkel. invece. sepnala aleuni paraleliegiiani che fanno dire alforante: «Sone simile al, 412 SALMO 22(21) io da parte dei «nemich> (v. 9), quel sofferente del Sal 6 (wv. 9-11) per il non-credente si trasformano i Dio ¢ dell'assurdita della fede. Ma in crisi la fiducia dello stesso orante ssto senso si pud dire che Dio: la vergogna del iamente intervenire, diventa motivo di ironia nei confronti di Di “qvalfattori» che circondavano gia orante Liinfelicita e il male che colpiscono i glusto facilmente in una prova della non-esistenza di vp muro di dispreazo e di solitudine mette i the lascia in balia del male i suoi fede. In que TTovante, con audace antropomorfismo. vuole «Provost feulele colpisce in qualche modo Dio stesso. che deve necessart Wediamo ora alcuni dettagli della scena di ostilita Treo innanaitutto i gest del nemico tutti improntati 8 0 Pear arg 20c/ sta) 7S 2 Neeser ears Pralsopportazione (Sal 35.21; Gb 1610); «severe Ja testan, un atto di duro isprezzo © di aisapprovazione (Sal 4.15: 64.9: "109,25; 2Re 19,21; Is 37,22: Ger 18.16; 48,27; Lam 2,15; Gb 16.4). Seguono poi le parole blasfeme che vogliono Tastes na afida a Dio. Esse comprendono quattro vert. due riservati al giusto € cesere veh, I fedele ha voluto eafidars a Jabwebv= PsP jone originale & du rang Tha giraro a Jahweh», quasi nel senso di vate Uh impegno, un Capito, un assegno ad un altro. Il giusto. ba consegnato, ha «riversato» eae a anon eanre a DION eeoOae et a hhps, scompiacersi> in Dio; Porante ha posto la sua gioia in Dio ‘abbandonandosi @ [ui serenamente {atfio Dio, questo 2 il mio piacere. ps, To 0a Tt nel profondo del mio ce Sai 40.9). 1 verbi di Dio invece sono quel della salvezza (plt e ns!), tgpressioni d'una liberezione ates invocat, farcasmo, perc, si distribuisce Schuamente sul inutile Fede dellorante ¢sull Ausione Gi un intervento divino (Sal Soe 42.4.1; 59.8; 64,6; 7111). Le stesse idee sone formulate anche nel canto 2 ee ale degli empi di Sap 2: «Se i gusto filio di Dio. Bt Trassistera e lo liberera aera ont dei sui avversari. Condanniamolo @ una morte init perché secondo fe sue parole la Visita gli verra» (2:18.20), sie Messe idee, con la frase del Sal 22, sono ripetute Anant da chi assiste alla morte di Cristo: i passanti che lo «bestemmiano» scuotendo il capo, ¢ i pontefici e ali sorbi che ironizzano sulla sua pretesa idivinita messianica. Ecco il testo di Mt Br BO.A3 (et, Me 15.29-32; Le 23.35-37): «Quelli che passant di [alo insultavano 2 rvotendo il capo e dicendo: Tu che distruggi il temp € To ricostruisci in tre giorni, salva te stesso! Se tu sei figlio di Dio, "scendi dalla croce! Anche i sommi somone ali serie gli anziani fo schernivano: Ha salvato gli altri, non pud ic stesso. E i re d'lsraele, scenda ora ‘dalla croce e gli crederemo. Ha 1 fut ora, se gli vuol bene. Ha dett infati: Sono filo di lei w. 7-9 subentra ora un quadretto di uesto intermezzo @ «quasi UD totalmente abbandonato a 4; 46,3; 49.1; Ger 1,5; Gb quest in un Dio cl isprezzo (v. 8): «farsi nun sottio di salvare 8 confidara in Dio: to li Dio!» ‘Alla tormentata ¢ tenebrosa scena dk pace, eustapposto quasi per contrasto (W101). © peek ripasante> che evoca la serenith dum pasint9 raenpasrintimita e nella gioia (ck, Sal 71.56; 18 442 SR The ria per sram, 1 sili I ee ST ce molto amp nelle ere ey mn iam etl sperieis Jeh WF Getke potvere (= tuilsz0 ETE) tn soll con sre pesto (XX € Ve. non c= i emendarto come fanmo alcun eseeet anno alm eel mare anche It acompacenas di Dl con el suo Fedele fir, citano Hl verse. ae angel ene. come si (Cosi anny inteso 1 SALMO 22(21) 419 10,8-11; 29). Il simbolo usato per indicare questo passato & un merismo (una parte estrema per indicare la totalita). la nascita. L'immagine nella Bibbia é usata in tre contesti fondamentali. Dio sceglie fin dal grembo materno il suo profeta-apostolo (Gde 13.5; Is 44,2; 49.1; Ger 1,5; Gal 1.15). Dio scegtie tutti gli uomini destinandolalla vita fin dal grembo materno (Gb 10,8-11; Sal 139.13-14). Infine, contrariamente a quanto avveniva in Egitto ove questo atto era riservato ai soli re (Sal Z7), Dio adotta tin dal-grembo t suoi Fedeli (GO 3.12; Gn 303; 5023; Rt 4,16). In tutti questi testi il soggetto dell’azione @ sempre Dio. Nel v. 11 orante stesso che «si appoggiay a Dio prima ancora di nascere. Cosi avviene anche nel Sal 71,6: «Su di te mi appoggiai fin dal grembo materno...». Negli inizi stessi della vita, simbolo di an arco di tempo pitt vasto € appartenente al passato. c'€ quasi un intreccio tra la tenerezza di Dio ¢ Ia fiducia dell'uomo. La tenerezza divina @ audacemente espressa ne! v. I) dall'hapax gohi (da ghh o gjh), inutilmente emendato da molti esegeti." Dio «estrae» (cf. Gb 38,8) dal grembo il bimbo, quasi come una levatrice. © lo protegge con amore come una madre. Se dovessimo appaiare i wv, 5-6 € MI! troveremmo che essi esprimono Ia stessa situazione: il passato felice di Israele e il passato felice dell’orante. La drammatica situazione presente sembra, percid, inspiegabile. E per questo che, in inclusione col v. 2, il primo movimento del ‘carme di supplica si chiude con l'evocazione della alontananza> (v. 12), fortemente antitetica rispetto alla «vicinanza» un tempo sperimentata. L’evocazione si trasforma, allora, in invocazione di aiuto contro la «vicinanza» (grb) dell’«angoscia» che stringe uomo in una morsa senza respiro Una curiosita finale. Iv. 10 nella tradizione cristiana @ stato usato come una testimonianza della nascita verginale di Gesu. Ecco due testimonianze. La prima & di Evagrio (PG 12,1253): «E solo il Salvatore che é stato tratto dal seno materno dal Padre stesso. Cosciente di questo insigne privilegio, dice: Sei tu che mi hai tratto dal seno materno. Gli altti uomini, invece, non sono tratti ma escono semplicemente, come si dice di Esati (Gn 25,25)». La Glossa di Nicola da Lyra, accogliendo la testimonianza dellintero medio evo, s. Tommaso incluso (In Psalmos expositio 21,7), dichiara: «Tu mi hai tratto dal yentre, cio® mi hai fatto hascere soprannaturalmente da una vergine>.” Secondo movimento: belve e sfacelo fisico (vv. 13-19). Si apre ora una scena dai colori barocchi, interamente dedicata a descriveré l'acme raggiunto dalla prova e dal dolore: la dignita umana del fedele & totalmente calpestata. L’affresco tunisce a scene di caccia e di belve un‘impressionante fenomenologia della morte e uuna pittoresca descrizione della solitudine. Iniziamo col quadro teriomorfo- demoniaco di cui abbiamo gid tracciato le linee simboliche essenziali nel!’analisi della dimensione letteraria del salmo. Entrano in scena innanzitutto i «ori di BaSan» (v. 13), una regione transgiordanica particolarmente ricca di pascoli e quindi di greggi e bestiame (Dt 32,14; Am 4,1; Is 34,7; Mi 7,14). Questi gagliardi giovenchi rappresentano per eccellenza la forza libera ¢ inarrestabile: ed & per questo che si possono rivelare come un simbolo ambiguo: segno della potenza divina o di quella regale, ma ® Leveen corregge in nif. «Tu sei il mio riposo, la mia tranquilitd». Herkeane, Kaler € Vaccari hanno nd. smia guidan. Jacquet con Aquila e Gerolamo lease «difensores (propa gator} Vedi De Aldame J.A.. La naissonce du Seigneur dans Pexégése patristque du Ps 21,100, in RSR 51 (1962). $29. 414 SALMO 22.21) distrutirice come nel nostro Testo (wear segno anche della violenza demoniaca nagine di furore si unisce nel v. 14 oscuro Sal 68,31 anti-egiziano). A questa imm (quella pit classca del leone, spesso rappresentato nel salterio (7-5 10,9; 17,125 $15.) come avversario pid nobile © pid aggressivo, che si scaglia cont Ni preda di qualita, come pud essere il re 0 un principe del popolo La descrizione, ur utilizzando stereotipi anche accadici (Ia gola che sbrana o che perde brandelli ae neo! sangue della vitima), @ molto mossa: il leone spalanca le fauci, sbrana e ruggisce (Lam 2,16; 3.46; Sal 35.21) Il destino & inesorabilmente segna¥e, FAT Tovante, egiinon ha pits scampo né futuro, la morte incalza. Ecco. infati, ne! Vi 1516 irrompere In morte, vista come un dissolvimento nell'acqua cootet primordiale (v. 15) © come una polverizzazione radicale dellorganismo vivente (v. 16). Questa anatomia del tes rrore dai colori ormai funebri é forse una delle pagine pitt wisiven e tragiche della Bibbia. adn nessun altro passo della SerAtirt pit umlano cos numerose metafore © comparazioni per descrivere Ia costernty aerate. dellanima> (Waccar)- Lo sfacelo dellessere umano & simile ed Gimesplosione che disperde frammenti dappertutto o vanifca ogni real riducen- dole & polvere. Seriveva il poeta francese P. Ronsard (1524-1585): «Non ho che le cote pe cheletto io sembro, scamito, snervato, demuscolato, spolpato. TI mio corpo sta discendendo fa dove tutto si dssocian. Ma git in passato it PHOTONS el gia citato poemeito babilonese Lualiul bel nemegi esclamava: (ef Sal 9.16: 107,18; 1s 38,10 Gd 38,17) Cosi ntende anche Dahood senza correagere Vebraico ritenendolo una tera persone ferominle colletva. Peril simbolo «infernale» della spoveres vedi Ridderbos N.H.. "apa als Staub des Totenortes, in OTS 5 (1948), 174-178. Vedi anche la Wadiionale espresione. per indiare.1 defunti, scare che giscciono nelle polvere © nellombra di morte ece» (¥. 0; Is 26,19: Gb 7.2L: 201i: 21.28), Che si att dl una scena ci cacca& confermsto dalle versioni i Aquila, Teodozione e Gerolamo che, invece di canis, tracueono ecacciator.. Contrario &. iavece, Genleman C., Conribuions to the O.7. terminology of the chase. Lund 1946, p. 10. Vogt, invece, legge ‘adel gera'im, asciame di vespe» (Gde 14,8) e nel v.21, per contiouare Timmagine, in luogo di espadae traduce weer brandellis, Lo stess0 risultato & raggiunto da M. Dahood™ che si rifa alla sree sarah, alare a pezzi affettaren, «strappare a branin (Sal 80.13; Ct 5). STEM, Roberts” ricorre a un Karak V che significherebbe «raggrinzirsi, essere sotto. abbreviaton, da un omofono accadico (kari). E altri propongono altte f persino fantesiose soluzioni." E impossibile fare una scelta, anche nella freduzione abbiano accettato una tra le tante soluzioni senza molta convinzicn Certo # che la desolazione fisica ritorna in campo se si accettano le version fura, proprio come nella crocifissione che introducono una ferita o una frate cre safonale romana o come nel lamento del ctato Lucllul bel nemegi: «Mi hanno trapassato con un pivolo dalla punta acuta: tuto il giorno il persesitor®, petseguita»(II.36-37). Ma se ci si orienta su una versione che suppor alegaren 0 Per asermani ¢ pied, cllora limmagine della caccia occupa interamente il v-17 Come la preda & avviluppata mani e piedi alle reti del caccatore ¢ si tov’. tmpotente e csperata, circondata dal [atratoe dall'ansimare dei can fame cost ropente si sente ormai irrimediabilmente catturato € imprigionato dai suo! eversari (Sal 9.16; 25.15; 57.7...) proprio come il profeta Geremia legato ¢ gettato in una cisterna fangosa (Ger 37.15-38.9) Ta simbologia fisiologica ritorna nel v. 18 ove con ironia sinistra e surreale jf protayonista messo in scene mente sta «contando» le ossa" che appaion® Sov fr pelle d'un corpo ormai scheletito. Questo auto-esame. che svela agli occhi Toho sventurato fo sfacelo del suo corpo martoriato, @ tragicamente accosta’o Ciiatteggiamento sadico dei persecutori che contemplano quelle ferite come fe suatesemclemento spettacolae (Sal 102.6; 109,24: Gb 33.21). I! verbo aah ha fatora proprio il senso di esaminare con interesse e soddisfazione come in Uno spettacolo divertente (Sal, 54,9: 112.8) ‘Le tragedia sembra-raggiungere il suo sboceo definitive quando. considers do la corte del sofferente un dato acquisto.inizia la trionfale spartizione dele do Ja miOtholo der beni-e della dignita dellorante (v. 19). Abbiamo gid evocato Geeta pros! giudiiari, tipicat del dirt asso ed entrata anche nelle laments: fe Psoume XXILIY. in VT 23 (1973), 111-112: Reed sarebbe un Ke rei fs terea persona. Cost traduce anche Dele. ie Pe 22.17, in VIM (974), SST Fouroay R.- Note sur (ecomen) un ifiita costrut Spann Mar The. ver “ar, et pick cleans Br aod Mi THe ew root for an a erg, Ps 2/17e, in Vt 23 (1973). 47-25. Roberts 1M rv ao dolore aba). Magne (a) eer. acomme a Nis. scare a ne esd Tammagine del 15 (cos anehe Manna, Driver: eataceono same un Fumes Re pon noes, Pr 2,17 05.0.0 JTS 37 (196), SIT: Kans Ve anche Barnes WE. The Brn ieTO 19 (1881), 2-73 Sti Pi Intorn af Seino Federunt mans ese {3kaas, Teodoro di Mopsesta ensurato del concilo Costin nope james Dot ess na metafra per near a perecrusson Pen mua Ur, pense he at egoricn delrcbreo raneee che nasconde soto 1 peeudonine Cong Eelaranve ese tices, ars 1963: al sansa pasa alle wortre del Maco, Eos 10-2) era fl] des Paeasiaen, merite 1 LXX. [a Pesta © Vg suppongono che sana | Aerie re, atte Sco compute dele ost shanna contatos, Veel Driver CR. Mirus fare, sochta aer e) gE-B3 1 wv. Le sono etrot nels. popolare prehlers 0 roe ‘io oman buon Gest lls Hn ngturalmente secondo Ia versione Geita’ Ve (ehanna trapassato Te mie mar Te mie 896 esr seis prserza pros ie init pied, hunoo conto Cut SALMO 22(21) 417 zioni come simbolo della morte imminente in un contesto di solitudine e di persecuzione. La prassi. riservata anche ai condannati a morte ed entrata pure nella legislazione imperiale romana con Adriano ¢ Ulpiano (Digestum VI,48.20), é alla base di famosi testi evangelici che si riferiscono liberamente ma anche esplicitamente al nostro Sal 22,19. Ecco il passo pit vicino al v. 19 di Mt 27,35: «Dopo averlo crocifisso, si spartirono le sue vesti tirandole a sorte». Giovanni, ‘nvece, svluppa una scena pitt ampia, citando i nostro versetto per intero, ma introducendo una distinzione tra vesti ¢ tunica. «I soldati, quando ebbero crocifisso Gesit, presero le sue vesti ¢ ne fecero quattro parti, una per ciascun soldato, e la tunica. Ora quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d'un pezz0 da cima a fondo. Percid dissero tra loro: Non straceiamola, ma tiriamo @ sorte a chi tocea. Cosi si adempiva ta Serittura: Si sono divise le vesti e sulla mia tunica anno gettato la sorter (Gv 19.23-24). Giovanni spezza il parallelismo sinonimico delPoriginale (veste-mantello) in due elementi divergenti dei quali il secondo riceve un'ampia espansione interpretativa (tunica, segno del sommo sacerdote? simbolo ecclesiologico?).© «Molti studiosi hanno avanzato lipotesi che I'incidente della tunica sia il prodotto dell'interpretazione erronea ¢ fantastica che I’evangeli- sta da al salmo, di cui un riferimento gli era pervenuto nella tradizione da lui seguita, Tuttavia, sembra pid probabile che 'interpretazione del salmo sia forzatamente applicata a un incidente che 'evangelista trovd nella tradizione, invece che il contrario. Per esempio. se l'evangelista stesse inventando partendo dal salmo, perché non avrebbe usato Ia stessa espressione verbale del salmo. cio’ ballein kldron(«rotolare i dadi»), invece del difficile lanchanein (stirare a sorte»)? Inoltre come avrebbe potuto la seconda parola del salmo, che indica «indumenti, _Mantello» (himatismds). far pensare alla tunica (chitdn)?»* La drammatica finale: non ti allontanare! (vv. 20-22). In inclusione con Pavvio (v, 2) ¢ con il centro (v. 12) della lamentazione, il poeta rievoca in finale il tema della lontananza di Dio in un ultimo angosciato appello in cui si susseguono imperativi di aiuto di esaudimento («non tallontanare.... affrettati, libera, salvamil»). Siamo ormai a quel grido eroico che & proprio della fede pura; oltre ogni delusione essa lancia il suo appello di speranza, nella certezza che Dio non ud restare indifferente sino alla fine (Sal 27,9; 35,2; 38.23; 40, 14.18; 44,27; 46,2; 63,8.13; 70.2; 71.12; 94,17; Ger 23,23). Si appaia ora all'immagine teriomorfa (vv. 21b-22a) quella bellica della «spadan (v. 21a), che sta per incombere sulPorante, conducendolo alla condanna capitale, L'immagine ha una sfumatura giudiziaria (Sel 37,14-15; Ez 21.19) perché ud alludere alla violenza e alla sopraffazione delia calunnia processuale. Ma il simbolo delle belve‘domina con metafore barocche ¢ parossistiche. Ritornano i ‘astini ferocie il leone (vv. 14.17), ma si unisce ora a questa muta urlante di fiere anche il mitico re'em, un misterioso animale interpretato da alcuni come il mitico tunicorno, In realta si tratta del bufalo selvatico, una delle prede pit ambite nello sport della caccia. Tiglat-pileser I si premura di farci sapere in un'iscrizione che anch'egli ha ucciso a caccia un rimu, mentre Salmanassar III, nel suo famoso ‘obelisco nero, ha inserito tra i tributi ottenuti con le sue vittorie anche la sagoma © NePampiabibliografia sul motivo della «tunica inconsutilen di Cristo segliamo Merzotto D., Leunia degli uomin el vangelo di Giovanni. Brescia 1977, pp. 207-211 e Be La Poterie I. La unique sans couture, symbole du Christ grand prétve?. in Bib) (1979), 255-269 "Brown R.E., Giovanni. Assisi 1979, pp. 1145-1146, 418 SALMO 22 (21) di un bufalo, animale raffigurato anche nella splendida porta di Istar a Babilonia, Il bufalo era diventato cosi il simbolo della forza bruta e lacerante anche nella Bibbia (Nm 23,22; 24,8; Dt 33,17; Sal 29,6; 92,11, Is 34,7). Giobbe (39,9-12) ce lo presenta in una scenetta curiosa: al centro c’é il tentativo vano di un contadino che si illude di poter utilizzare per Vattivita agricola questo serbatoio di energie ¢ di forza." ‘A questo complesso di belve che digrignano i denti, pronte a balzare sulla preda, l'orante sente che & ormai affidato I'intero suo essere. II nefeé, cioé I'intero essere vivente ¢ a mia «cosa unica», cio’ il mio unico bene, la vita (v. 21) pud essere solo da Dio strappata alla spada e alla gola delle fiere. La vita, detta anche nella letteratura babilonese il «mio tesoro», pud essere salvaguardata solo da un‘irruzione liberatrice di Dio (si notino i verbi classici della liberazione e dell'aiuto: ‘ezrah, ngl, ).° E questo intervento forse @ proclamato nella clausola che sigilla Ia lamentazione. Prima di iniziare il ringraziamento, Vorante affermerebbe la sua certezza nell'esaudimento dicendo: ‘anttant, «Mi hai esauditol» (cosi Kraus e altri). Anche se questa versione & da alcuni contestata," la professione di fede nell’ascolto di Dio farebbe da ideale ponte di comunicazione tra il lamento e Vinno. L’esaudi- mento potrebbe essere mediato da un oracolo sacerdotale: «Mando la sua parola e |i fece guarire, li salvo dalla distruzione» (Sal 107,20), Ormai & pronto il ringraziamento. La tédah o ringraziamento (w.. 23-27) Aperta da un versetto introduttorio (v. 23) si snoda ora la liturgia della radah © del ringraziamento. Fla zona di luce del salmo che anticipa il futuro felice in cu il fedele sciogliera il suo voto nelVassemblea liturgica. La liberta e la salvezza appaiono all’orizzonte angosciato della vita. Dio non agisce secondo gli schemi tumani e mondani, si schiera con le vittime, coi poveri, con chi é stato privato dei suoi diritti, con chi non ha altro difensore se non il Signore stesso. Questo tema diventa il motivo fondamentale del!'inno cantato dall’assemblea liturgica (vv. 24- 25) raccolta attorno al’orante. Ormai la bilancia degli eventi si squilibra a favore el povero, perché in suo soccorso @ intervenuto un tale difensore. E questa parzialita di Jahweh & il sommo dell'imparzialitt ¢ della giustizia, Questa & la politica del re dell'universo a cui sari dedicato it frammento innico finale posteriormente aggiunto (vv. 28-32). Liintroduzione del v. 23 dipinge a gahal, la «onvocazione» che Jahweh stesso fa dell’assemblea liturgica. Il culto di Israele ha lo scopo di celebrare le azioni salvifiche storiche di Dio: @ un culto narrativo (sapar). Ma & anche un atto “ Godbey A.H.. The unicorn in the O.T.. in «American Journal of Semitic Languages» 56 (1930), 256-296; Klotz I, Notes on the unicorn, in «Concordia Theol. Monthly» 32 (1961), 286-287. "s Dahood conserva ancora la dimensione Misiologiea traducendo refes co acollo, goo (Sal 73: 105.18e Go 7.15) e auniea cosan con «volt, Inolie eg setea tt conservare il parallelisma tra sspadaw e Alb. intendendo quest ultimo non come waren ma come waccetta: Libera il mio colo dalla pada, 1a mia fceia dalla lama delnccett» (0... Tp. I41) "=" Vedi Face. i Kilian, TLXX. Simmaco e la Vg hanna ltto ‘anja. ola ena. miserian (la mia precedent wvita» ¢ winien cosan). Cost ha anche la «Bibbia di Gerusalemmes. Ale leggono “tr sstrappamin dalla occa... © dalle corn... (vedi 1Cr 1221; Sal ‘3740: 75.9: 109,26). Aquila il Salterio uta Hebraeas hanna: eexaudi me» (anche Dabiood traduce ‘oat supponendo un perferto preativ). misera vita, in parallelo con SALMO 22(21) 419 j Gi lode e di adorazione che nasce dal fedele che ha sperimentato l'intervento divino. La preghiera biblica @ «storica» © contemplativa. Appare per la prima volta nel salterio il verbo halal, «lodares, che ha definito il titolo ebraico del salterio, rehillin, «lodi» (vedi v. 27; Sal 34,3; 35.18; 44,9; 56,5.11; 63,4.6.12 ecc.). La radicale di questo verbo, nota anche ad Ugarit, significa innanzitutto esplendore», «luce» (Ger 17,14; Ab 3,3) ed esprime, percid, una qualita della tabéd-gloria—di—Die,—la—suia—luminosita_itraggiungibile_e_accacante,_eppur percepibile all'uomo. La «lode» @ allora la proclamazione della trascendenza divina, ma anche della sua rivelazione nell'ambito umano. E un canto cosmico (Sal 19,1-7; 104; 148) e angelico (Sal 29,1-2; 103,20; 148,2), che nel tempio di Gerusalemme trova il suo punto di coordinamento. Questo versetto, cosi sintetico eppur cosi completo sul senso della liturgia biblica, ha avuto un certo successo nella tradizione giudaica ¢ cristiana. A Qumran due inn (XI,32-33 e XII,3-8) ’hanno ripreso ampiamente per testimo- ' niare la gioia comunitaria che si crea attorno ad un fedele esaudito. Ma a noi interessa Papplicazione fatta dalla lettera agli Ebrei in 2,11-12.” L'accento dell’A. ij cristiano & posto sulla parola «tratelli> per dimostrare la solidarieta fraterna che \ intercorre tra Cristo e Pumanita. Ecco il testo di Ebrei: «Colui che santifica € | | \ i A coloro che sono santificati provengono tutti da una stessa origine; per questo non i si vergogna di chiamarli frateli dicendo: Annunzieré il tuo nome ai miei frateli, in ! mezzo all'assemblea canieré le tue lodiv. Naturalmente ora protagonista del salmo ! il Cristo glorificato che proclama (diversamente dai LXX che hanno fedelmente con Febraico «narrerd», qui c@ «annunzierd») i) nome di Dio, cioé il mistero divino (Gv 17,26). Questo egli lo pud fare pienamente perché @ «santo», ® consacrato, eppartenendo alla sfera divina. Me passando attraverso P'umanita € + diventando con essa solidale, Cristo ha comunicato fa sua santita ed ha annunciato il nome di Dio all'uomo. Nella prospettiva della ekklesia-gahal cristiana i due verbi «annunzierd» e «canterd» descrivono ie due fondamentali funzioni della liturgia, la predicazione (il kerygma) e il culto (il canto e la preghiera ‘ceucaristica»), entrambi presieduti dal Cristo pasquale circondato dai suoi «fratelli» (Mt 28,20; Gv 20,17; 21,23 e spesso in Paolo) i "Allepertura della liturgia di ringraziamento segue ora il canto corale (wv. 24- ‘ 25). Si tatta di un mini-inno che vede come protagonist i fedeli 'Israele che ora : stanno ecclesialmente lodando Dio (hallel) e «glorificandolo» nella preghiera | | della lode pura. Due sono le definizioni della comunita racchiuse nel v. 24: «chi : teme Jahweh», cio8, come @ noto, «chi crede in lun ¢ «stirpe di Giacobbe/Israe~ : le»: un’espressione che collega il credente alla catena ininterrotta della storia della i salvezza. Il motivo della lode @ formulato nel v. 25 ed @ di alta teologia. Dio, i diversamente dai potenti di questo mondo, si schiera col povero, con la vittima dei tnalfator col perseguitati di questa societa che opprime il debole e chi & senza { diritti Il «volto» di Dio, secondo la metafora liturgico-teologica ben nota, brillera i di nuovo sul giusto dopo loscurita della «lontananza» e della prova. Appare il ; vocabolo classico del fedele di Jahweh, spesso umiliato e indifeso contro il potere 4 arrogante: ‘ant, «poveron, «misero», La parola, presente’ anche nel v. 27 (anawim), & gia stata studiata a pid riprese (vedi ad esempio il Sal 9-10) ed © Ch, MeCullough J.C.. The 0.7. quotations in Hebrews, in NTS 26 (1980), 363.379 (in pat pp. 367.373) | 420, SALMO 2220) 3 | ino stato sociale, né un partito politico o un gruppo religioso esprime non tanto ut di rettitudine e fedeltd ben definito, quanto piuttosto un atteggiamento interiore che spesso comporta l'isolamento in una classe sociale perseguitata o colpita dal potere. II testo ebraico, con un gioco di parole, parla della «miseria» o «povert Bel povero» (‘end /'anf), che non @ disprezzata ma amata ¢ aiutata da Dio.” Ed in mezzo al culto comunitario (Ia «grande assemblea») si leva la voce de! ssolista che in prima persona introduce un tema caratteristico, il voto (v. 26) L'awio del piccolo carme @ faticoso a causa di un iniziale me'iteka, «da te (proviene) la mia lode». Le correzioni sono molte. C’ chi corregge in “etmok, riterrdm, in senso figurato «renderd Ia mia lode» (vedi Pr 4,4; Castellino) ¢ chi traduce «proclamerd» 0 «canterd» senza precisare ulteriormente (Lancellotti, Beaucamp) o anche «io canterd Ia tua fedeltt (‘amiteka)» come fanno Gunkel, Osty, Podechard e Jacquet. Noi riteniamo sia possibile conservare il TM rieocdando che la ragione ultima della lode & proprio il dono divino; la liberazione 2 la radice del canto di ringraziamento, proprio come traduce la CEI sia pure un po" Hiberamente: «Sei tu Ia mia lode nella grande assemblea». Il ringraziamento Gui comporta lo scioglimento d'un voto, come nel Sal 50,145, 61,9; 66,13; 116.14.18, scioglimento che @ pubblico, divenendo una specie di catechesi missionaria destinata a dar luce e coraggio a tutti coloro che, come l'orante, sono pelPoscurita e nell’amarezza (Sal 30,4; 39,19; 41,3; 71.20; 80,19; 85,7; 119.25; 138,7; 143,10). La litargia si chiude con un sacrficio di comunione (v. 27) che comporta it pasto sacro con le cari delle vittime. L’orante invita gli ‘anawim, chiamati anche eon un termine dalle sfumature liturgiche «coloro che cezcano Jahweh». Per molti i il simbolo del banchetto sazebbe solo una metafora per esaltare la saziet’a fornano a colmare di vita © prosperita il felicitd che si esegeii delle benedizioni che, prima o poi, rit fedele. I salmo si chiude, allora, con un ritratto della piena fo fedeli a Dio anche nel groviglio delle assurditd della vita a vivere il loro cuore per sempre!» é la sigla conclusiva del 10 servo vival raggiunge restand L'nugurio finale «Poss salmo.” Un inno accadico finisce in modo simile dicendo: «ll tu Cantera la tua potenza e proclamera la tua grandezza in tutte le citti» L'inno a Jahweh re universale (vv. 28-32) degli studiosi contemporanei considera questo frammento junto come espansione finale del canto di ringrazia~ mento, Non manca neppure la solita incertezza testuale che testimonia un certo travaglio redazionale, né @ assente una strana variazione di ritmo che dai 3+2 ecenti dei vv. 28-29 passa nei vv. 3-32 ai 4+444 accenti, «Con questa aggiunta ‘aun ampio allargamento del panorama, le nazioni tutte a digio, cost meraviglioso e misterioso, cantato dal jordo € a tirarne Je conseguenze La quasi totali tun «fuori tema» libero, aggi uno scriba invita, prestare attenzione al pro salmista, a conservarne accuratamente il ric = Danoed ha proposto di lexgre it vocab “en ugaritico ‘nj. «canta ime anto antifonlen: Dio nan disprezza ail canto de Eee sat anon ha mst dm suo we. quan ko OE. te ee oranone non € neces pore canto & orale © 0s © cottante oi Dio TPF LHX la Vg hang i test al povertin, come derivate dallebraco i poverom. 1 EXX hanno poi hs esauto> (eos anche ategglamento generale in terza pes, placa. snaaltro rigors il TM. invece, ha SALMO 22(21) 421 ' ppratiche che simpongono: riconoscere che Jahweh & il Signore degli womini, che gli tiene in mano i destini di ciascuno ¢ che, onnipotente e giusto, finisce sempre pper assicurare il trionfo di chi confida in lui. Come non vedere che lo scriba traspone il caso del salmista nella storia dell'esilio e della restaurazione d'Isracle, per convincere le nazioni, nello spirito dei salmi regali (93; 96-100) ¢ di Isaia (62,3; cf. Zc 14,9), del carattere miracoloso della restaurazione d'Israele, invitandole a “confessare” la sovranita universale di Jahweh?».* uesto-orizzonte-universalistico,.caro alla teologia profetica (Am.9,11-15: 1s 2,1+5; 19; 56,1-8; 60; 66,18-21; Ez 29,13-16; Ag 2,6-9; Gl 3; MI 1.11) ma non alieno anche alla letteratura sapienziale di vario genere (Gio; Tb 13; Sap 11-12), alle stesse tradizioni patriarcali (Gn 12,3F; 18,181; 22,18E; 28,14); cf. Gn 1 ¢ 2-3) e al salterio (Sal 2,8-12; 19,1-7; 33.8; 45.13-18; 47,2.9-10; 49,1; 66; 67,3-8; 96-100; 102,16.23; 117; 138,4-6; 145; 148), & spontaneamente associato al tema della regalitA universale di Jahweh. E vero, da un lato, che abbiamo un certo stereotipo retorico, per cui il ringraziamento viene esteso a tutto Forizzonte cosmico, anche negli inni babilonesi a Marduk, a Shama8 o Tstar: «Annunzierd la tua grandezza alle vaste nazioni e le region’ dell'universo ti loderanno». Nellinno di Gul si dice: «Gula ba fatto vivere il suo devoto; renderd pubblico il suo nome a tutte le nazionin. D'altra parte, perd, il lessico usato dal v. 28 & teologico e riflette soprattutto Isaia (2,2-4; 60,1-3) e il suo orizzonte universalstico: il «ricordare» 2, infatti, il verbo della’ fede che @ memoriale delle azioni salvifiche di Dio; ««convertirsi» (sib) & 'impegno esistenziale nuovo, richiesto a chi muta il cammino errato della sua vita; e «prostrarsi davanti a luin® atto pieno di culto. Per questa apertura, i w. 28-29 sono stati allegati dalla Dei Verbum del Vaticano Il (n. 14) ad tun paragrafo sulla rivelazione divina: «Dio si riveld al popolo d’'Israele, che s'era acquistato, come I’unico Dio vivo e vero, in modo tale che Israele sperimentasse quale fosse il piano di Dio con gli uomini e, parlando Iddio per bocea dei profeti, lo comprendesse con sempre maggior profonditi e chiarezza © lo facesse conoscere con maggior ampiezza alle genti (cf. Sal 21,28-29; 95,1-3; Is 2,1-4; Ger 3,17). Allla base di questa prospettiva c'é quindi la regalita universale di Jahweh dichiarata tematicamente nel v. 29 (Sal 24,7; 47,3) e precisata negli oscurissimi versetti seguenti ove, come si detto, per la prima e I'ultima volta nella Bibbia si proclama non solo la signoria di Jahweh anche sullo sheol e sui suoi abitanti, ma anche la continuazione dell'adorazione nei confronti di Jahweh da parte dei defunti, Cerchiamo ora di vedere le difficolta testuali dei vy. 30-31.* Si inizia con un impossibile 'akld, «mangiarono», che Jacquet cerca di mantenere traducendo «saziati» e alludendo al banchetto sacro del v. 27. In realta la maggior parte degli ® jaequet La, 0.6, 1. pp. 544-545, Per Vingo del wv. 2632 vedi: Lipnski E., L/hymne & Yahvé Roi au Poaure 2,382. in Bib 0 (1969), 158-168; Krahimalkov C., Psalm 22,2633, in Bib 50 (1969), 399.599; Keel Leu O.. Nachmole Ps 22,38-32, in Bib 53 (1970), 05-413. ITM ha edavant a ten. Naturalmente dev'essere sosiuto al TM il migliore «davanti a iv elle versioni antiche © di un manosertto ebraico. Perb, quest salt di persona non sono di per sé fmpossi nella slistica ebraiea sopratatto innice, © Vedi, ole agi arcollcitati ella nots $0, Aytoun R.A., «Alimslf he cannot save» (Ps XXU,30 and MEAV,H), in ES 2 (1920), 265-248: Nober BPs 22,30: verre Inerorum (In ND $US cA At3 Nore pilolgicae, pp, 108113) Touray R, Relecrresbibliquey conceal ie jure et Panella RB 63 (962), 41-505 (pe v.30 pp. 499502), Aoi Nx Sl 22,308 tnnapid "hija in Aug 1 (1971). 88308 422, SALMO 22/21) esegeti preferisce leggere ‘ak 16, «solo davanti a lui», Proseguendo nel v. 30 ci incontriamo col verbo dell'adorazione («si prostreranno»), a cui segue T'oscuro diSnii, «essere pingui, sugosiv, che ha come parallelo «coloro che discendono nella polvere», unimmagine «infernale». Le soluzioni si contano quasi a decine. 1 mnisteriost protagonisti del versetto sono visti da Nober come i «potenti», gli copulenti» sulla base dell'accadico (duimu; ef. Sal 92,13-16); come «cenere» da ‘carni grasse, sinonimo di defunti, da Tournay; come «quelli che hanno forza vitale» (lett, «succhi vitali») contrapposti in’ modo «polare» 2 «quelli che muoiono», secondo un’acuta intuizione di Keel; come «nomadis (accadico dasnu) da parte di Krahmalkov.® Molti, invece, sulla base del parallelism. correggono in jiina, «dormono», secondo un tema abbastanza noto: quello del «sonno nello sheol» (Dn 12,2; Sal 13,3) Cominciamo, allora, a tracciare un primo ipotetico risultato sul v. 30. IL poeta immagina che davanti a Dio si prostrino in adorazione i vivi e i morti (secondo linterpretazione di Keel) o invece i soli defunti descritti secondo la duplice metafora del sonno nello sheol (schema «ipnico» molto famoso) ¢ della discesa nella polvere, immagine pit poetica della tradizionale «quelli che discendono nella fossa (Sal 28,1; 30.4; 88,5; 143,7; Is 38,18; Ez 26,20; 31,14.16; 32,18.24-25.29.30; Pr 1,12). ‘Eres in questo versetto sarebbe un riferimento allo sheol, agli «ingeriv, come «polvere» é un simbolo della cenere della morte € degli inferi. Abbiamo, cosl, una sorprendente presentazione della liturgia t.” > Legal sil mio seme come nei LXX. nel Salterio Gallcano ¢ in Teodozione. H. Winekler € Lipinski intendono semen in senso vegetale e suppongono che questa lode liturgiea sia cosmica € cotnvolge anche a creazione vegetsle ed animale pevressere, pend, correlto in avo Jevapper (invece del passivo TM). I pluralejabo"2, «che ‘applica t sBenerazione @ legitimo perehe s) atta di un collettve. ia trate Tine perché fece, elites, senza oggeto, Tuot ritmo, © che si surebbe tentatl di sopprimere, si riscontra in sll alm (37.5. 3211)» (Real V.. 9.2, p- 320). *'Quinzio S.. Dalla gola del leone. Milano 1980, pp. 56-57, 428 SALMO 22 (21)

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