tuo cuore appartiene all’ eternita
‘Ma allora devo forse fuggire dal mondo, riti-
rarmi nella solitudine, farmi asceta, mortificar-
mi, reprimere e soffocare in me ogni gioia terre-
na come qualcosa di peccaminoso, devo dichia-
rare guerza al sole, alla gioia, alla felicitd? E,cost
che diventerd un uomo di eternita? E quanto
hanno pensato il medioevo e un certo monache-
simo.
No, Dio ti ha posto nel mondo: @ in esso, al
cuore stesso della caducita, che tu devi fare la
volonta di Dio. Rallegrati di cid di cui puoi ral-
legrarti, ma non attaccate il tuo cuore al mondo;
il tuo cuore appartiene all’eternita, appartiene a
Dio. Se il mondo reclama il tuo cuore, allora di-
chiata guerra al mondo; ma se reclama la tua
forza, il tuo aiuto, la tua vita, daglieli, per quan-
to @ in te: cosi da uomo di morte diventerai un
uomo di eternita.
Qualora vi foste fatta l'idea che i cristiani sia-
no dei pessimisti che in tutto cié che vedono
pensano solo alla caducita e non sanno far altro
che rassegnarsi, vorrebbe dire che il testo biblico
€ questa mia predica sono stati fraintesi. Certo,
i cristiani sono pessimisti nei confronti del mon-
do, non si aspettano pit di tanto dal mondo,
non fanno della cultura una ragione di vita, Ma
essi sono ottimisti nei confronti del divino che &
presente nel mondo; sanno che Dio dona loro
U
—Peremita, perci’ sono vomint ptent di giota, se
reni, anche se di una serenit& che & pur sempre
venata di malinconia e di nostalgia. Il cristiano
ha nel mondo i suo campo d'azione. E qui che
deve impegnarsi, compiere il sao lavoro, agire;
qui che deve fare la volonta di Dio. Percid il cri-
stiano non é un pessimista rassegnato, ma ¢ uno
che tutto spera da Dio e per questo motivo, gia
in questo mondo, @ lieto e sereno; questo mon-
do infatti diventa per lui il campo seminato del-
Veternita, “Ma chi fa la volonta di Dio timane
in eterno!”.
Viene Pora in cui si decide di noi: alla morte
eterna o alla vita eterna. Gridi-pure lo spirito
del'male, come nel finale del Faust: ““Condan-
nato!”, purché l’eterno Spirito di bonta gridi
“Salvato!”.
D._Bonbe fe
Predice, XII domenica dopo la Trinitl, 26 agost 1929(GS
V, pp. 452-457)