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Firenze, 16.6.

2005
Su invito di Ferdinando Adornato, Direttore del periodico Fondazione Liberal , Fran
co Cardini ha redatto l articolo che segue; nell ipotesi in cui la rivista che l ha r
ichiesto non possa pubblicarlo o ne pubblichi solo una parte, l Autore
fermi resta
ndo i diritti della testata, e nel pieno rispetto di essi - ritiene utile presen
tarne qui la forma originaria per sola consultazione, diffidando i lettori dalla
riproduzione e diffusione anche parziale di esso finche non sia avvenuta l uscit
a sulla detta rivista.
- LA VIRTU DELLA BUONA EDUCAZIONE

Che cosa voleva dire qualche decennio fa don Milani, affermando che l obbedienza no
n e piu una virtu ?. Non ce l aveva certo con i Padri della Chiesa, che l iavevano pos
ta, con la poverta e la castita, tra gli oggetti dei solenni voti monastici: tan
to piu che il prete di Barbiana non stava certo parlando dell obbedienza nei confr
onti della legge divina, e neppure di quella dinanzi ai superiori gerarchici in
seno alla Chiesa (che rimaneva una virtu eccome: tanto e vero che egli non pubbl
ico mai una riga senza l imprimatur del suo vescovo).
Milani intendeva semplicemente dire che il complesso delle virtutes, vale a dire
delle caratteristiche etiche e comportamentali che costituiscono il paradigma d
ell essere umano in un dato contesto religioso e civile (virtus a viro), varia con
il variare delle circostanze storiche. Modernita (e dunque Occidente ) e essenzial
mente questo: l infrazione dei limiti, da quelli spaziali e geografici (Colombo, D
e Gama, Magellano), a quelli dogmatici (Lutero, Calvino, Zwingli), a quelli pol
itici (Nogaret, Machiavelli, Bodin), a quelli gnoseologici e scientifici (Galile
o, Newton), a quelli morali (ancora Machiavelli, Bruno, Cyrano). Il cammino dal
teocentrismo all antropocentrismo eall individualismo, cioe l iter appunto che ha con
dotto alla Modernita-Occidente, sta in sintesi proprio in questi termini: nel co
rso di un processo in realta cominciato forse gia dal XIII secolo, maturato tutt
avia tra Quattro e Settecento, l antico sistema delle Tre Virtu Teologali e della
Quattro Virtu Cardinali (sul quale si appoggiava, per analogia, l educazione fonda
ta sul Trivio grammatico-retorico-dialettico e sul Quadrivio scientific-tecnico)
, e stato sconvolto e azzerato. E pertanto un tantino buffo che proprio i piu dec
isi apologeti della Modernita-Occidente in Italia, quelli di Fondazione Liberal ,
stiano militando per una restaurazione delle virtu; ed e al tempo stesso buffo e
significativo che cerchino, fra gli altri, anche l appoggio di un ferrovecchio de
lla Reazione in Agguato come l autore di queste poche righe. Mentre e assolutament
e logico che, per confonderli e combatterli mostrando loro le contraddizioni nel
le quali stanno affondando, egli tatticamente fornisca loro l appoggio richiesto.
Perche qui sta il punto: la rivoluzione, qualunque Rivoluzione, e tragicamente d
estinata a trangugiare i suoi figli. Quella liberale non fa eccezione: al contra
rio. Una volta pertanto decapitati l uno dietro l altro Dio, i re e quant altro c era da
decapitare, i rivoluzionari si siedono sulle rovine da loro stessi provocate e
invocano l Ordine Nuovo. Vale a dire, appunto, la restaurazione delle Virtu.
Nell ambito di questa mostruosa e ridicola strategia, mi si affida il compito di t
esser l apologia della piu ipocrita e cretina delle Nuove Virtu: la Buona Educazio
ne. M invitate a nozze, amici miei.
Nei tempi in cui trionfa una civilta dogmatica o quantomeno autoritario-repressi
va, e sacrosanta e dirompente la maleducazione: l insulto, la bestemmia, la parola
ccia, lo scandalo. Ce lo hanno insegnato tre grandi italiani: Bernardino da Sien
a nel Quattrocento, Domenico Giuliotti e Pierpaolo Pasolini nel Novecento. Ma q
uando le certezze vengono meno, quando i modelli etici e le misure comportamenta
li vacillano e vengono contestate, insomma quando trionfano individalismo, egoce

ntrismo ed egoismo (cioe la Trimurti fondante del liberal-liberismo), allora i c


eti dirigenti avvertono, per tutelar se stessi e il loro sistemi di valori , il bis
ogno di ricostruire una tassonomia che per forza di cose si presenta come il suc
cedaneo di quelle precedenti, fondate sui dogmi religiosi e sulla paideia filoso
fica. Ed ecco che, tramontata l Etica, affiora l Etichetta; e che, sulle rovine dell O
rdine Civile e del bene Comune, si affermano bon ton e savoir vivre. Il mutuo r
ispetto, vale a dire la civile convivenza tra individui abituati all idea del contrat
to sociale , dell utilita e della convenienza come fatto di mutua tutela tra indiv
idui volta al vantaggio di tutti in quanto singoli , si traduce in norme atte al ben
vivere e al ben comportarsi: e sostituisce appunto qualunque etica fondata sulla
metafisica e raidfcata non gia sulle convenienze soggettive e individuali, bens
i sulle necessita societarie e comunitarie.
Le virtu odierne sono divenute essenzialmente fisiche, psichiche ed economiche.
E virtu il vivere piu a lungo, il presentarsi sempre ben in forma e gradevolmente o
lezzanti (le famose regole di Berlusconi ai suoi parlamentari: usate lo spray, n
on mangiate ne aglio ne cipolla ), non far debiti e comunque pagarli (i paesi virtu
osi , in Europa, sono quelli in regola con la normativa finanziaria), il dire no al
colesterolo. La maleducazione, in cambio, e pericolosa perche sa di sovversione
o di eversione (i fricchettoni, gli extracomunitari ecc.: pericolosi non tanto p
erche non conoscono le regole , quanto perche hanno l aria di volerne dimostrar l inani
ta contestandole).
Norbert Elias ha dimostrato magari senza volerlo -, a proposito di quel che egli
definisce processo di civilizzazione , che l unica possibile Etica condivisa per il
mondo moderno, una volta azzerate le ragioni obiettive su cui la civilta si fon
dava e sostituite con le ragioni soggettive delle elite che governano mediante l
a violenza (politica o economica che sia), e appunto l Etichetta: le buone maniere
. L Etica dell ultimo grande fondatore di essa, Immanuel Kant, era diretta a stabili
re la necessaria obbligatorieta delle leggi morali: ma una volta che la Moderni
ta-Occidente ha definitivamente stabilito la soggettivita di tali leggi morali,
quindi il relativismo etico (quello giustamente condannato da Benedetto XVI, e
che Marcello Pera confonde con il relativismo antropologico), e ovvio che una s
ocieta non possa mantenersi salda se non attraverso il rispetto delle convenzion
i. E che essa difenda tali convenzioni (ad esempio quella secondo cui la democra
zia parlamentare e la proprieta privata sarebbero le basi del Migliore dei Mondi
Possibili) come intangibili, salvo il loro naturale evolversi mano a mano che l
e esigenze dell esercizio del potere e del meccanismo dei profitti e dei consumi l
o mostreranno opprtuno: e a quel punto saranno i meccanismi ben temperati e acc
ortamente diretti e controllati dei mass media a suggerire qualita, indirizzi e
tempistica di tale evoluzione.
In tale contesto, e ovvio che, se educazione e l insieme delle regole e degli inte
rventi volti a sviluppare le facolta intellettuali, morali e fisiche degli indiv
idui secondo determinati principi, la buona educazione
trasmessa attraverso una pe
dagogia e una didattica che fino a qualche anno fa in Italia e stata quasi monop
olisticamente gestita sia da una scuola pubblica ormai praticamente smantellata
, sia da una famiglia ch e ormai divenutta un astrazione, salvo in certe nicchie di el
ite o, all estremo opposto, in via di progressiva e forse irreversibile emarginazi
one serve a perpetuare l equilibrio e pertanto il sistema di potere attuale. La su
a preservazione e pertanto di vitale importanza per chiunque aspiri, per se e pe
r i suoi cari, alla conservazione e allo sviluppo di questo tipo di civilta e di
questo siatema di potere. Sara fondamentale che, come gia accade ad esempio neg
li Stati Uniti, chi aspira a entrare o a rimanere nel giro delle elites e delle
lobbies che contano impari e applichi con rigore le norme di tutti i Galatei con
sentiti e accettati, da quello di monsignor della Casa in poi. Nella Buona Educa
zione non sono incluse preoccupazioni di sorta ad esempio per l inquinamento del
pianeta (salvo forse gli immediati provvedimenti riguardanti la pulizia degli am
bienti e la raccolta differenziata dei rifiuti) o per la fame nel mondo; si puo
lucrare tranquillamente sul commercio dei filetti di persico del Nilo senza preo

ccuparsi del fatto che dopo mezzo secolo dall immissione di tale predatore nelle a
cque del lago Vittoria tutta l area circostante tale specchio d acqua sia caduta n
ell impoverimento e nella carestia a vantaggio d un fruttuoso giro di multinazionali
. Fruttuoso e virtuoso , nel senso economico-finanziario del termine. E gestito da
ambienti che, al loro top, hanno senza dubbio managers del tutto ben educati.
Tali i motivi, soggettivamente sacrosanti, per cui Fondazione Liberal include la b
uona educazione tra le Nuove Virtu e la difende. Tali i motivi per cui l Autore di
queste righe la detesta. Ma questa, come diceva Kipling, e un altra storia.
Franco Cardini

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