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INSTITUTUM PATRISTICUM AUGUSTINIANUM ROMA

DIZNARIO WRISTICO \ EDIANTICHITA CRISTIANE


diretto da

Angelo Di Berardino

Volume II

GZ

marietti

TESTIMONIANZA.TESTIMONE

TEURGIA

ne conserva la documentazione (cf.r. Ex 29,4 ta, i connotati semanticinon cambiano: Dio gs.i !0,2 ss.; Leo 4,4 ss.; Nunt 4,25 ss.). testimonia a favore di Cristo (Orig., Contra L'AT non conosce la testimonianza espressa Cekam VIII,9), dei cristiani (Gilst., Diat. in base ad una convinzione soggettivi, no, L23-724; Taz., Ad Graecos12). La tstimoverifjcabile, ma suppone la coscenzaper- nianza di questi alla loro fede un rendisonale dell'evento. mento di grazie a Dio (CIem. di Al., Strom. Il NT, menrre ritiene fondamentale la testiIV,4), fatto in forza dell'amore che in loro moniana resa sui fatti, concede grande spa- (Clem. Al., Stron.IV,4.7).I martiri, doii zio alla convinzione soggertiva della verit nando il sangue,hanno reso testim onianza a (religiosa)-per la quale stro le proDio Padre (Atan., Contra Arianos IJI,10), a "-messe ve e si disposti a dare la vita (cft. Mc 6,LI Cristo, (Polic., Mart. 2,25; Og., Mart. i4) e par., 1,3,9; Lc 21,13). Dei termini <<testi- che il Padre celeste ha present"-to .om. ,.ro mone)>e <<testimonanza>>, di frequenza pres- primogenito nel battesimo (Clem. di AI.. soch ugrtale, significativo I'uio giuridico Paed. 16; Met. d'OI., Sinp. VII,l), e allo nella condanna di Ges con la cita-zionedi Spirito sanro (Ipp., In Danielem 2,21,L; falsi testimoni (cfr. Mc L4,15.j6.1.g.6j e A]?tt., De fugq 22; Did., De Tinitate'Il,L|, par- e-in quella di Stefano (Act 6,L3;7,59). ed hanno proclamato la superiorit della reliIn Paolo, il messaggiodella salvezzain'Crigione cristiana su turte le alre (ben., Ada. sto, oggetto dell'annuncio, coincide con la haer. Y,9,2; Clem. di Al., Stron. IV,5). La testimonianza(cfr. 1 Cor 2,I;2 Tb 1,t0); gli purezza della testimonianza di Dio alla Atti, invece, scontate Ie articolazioni dee Scrittura., ai profeti, al Cristo, agli episcopi testimonianze umane, introducono I'accezio- (Const.Apost.1I,25) oggetto diiontaminne di rendere testimonianza intesa come prezione da parte degli eretici (Iren., Adu. haer dicazione di Cristo a.idata a paolo in Rma, I V ) 3 , 9 ) . (Act 2-3,11;cfr. Act 4,j3). Gli Apostoli, i diC.L. Masson, Le tmoignage de lean: RThph scepoli, sopranuno perch in cndizione di l8(195O) 5-63; L. Cerfaux, Tetnoins du Chnst d,aprs le testimoniare la risurrezione e le opere di GeLiare des lcler, Recueil L. Cerfaux II, Gembloux 1954. s (Act 2,32; 3,15;13,3L;22,t5;26,16ss.). pp. 157 -774; A. Vanhoye, Tmoignageet uie en Diea selon sono incaricati di diffondere il messaggio. I eyaylene ana4ile: Christus 16 (t95j) 150-171; R. Koch, Tmoignaged'aprs ks Actes: Masses Ouvrires 129 Gli scritti giovannei presentano la testimo(1957) 16-33;131(19i7) 4-25; I. de la potterie Ia notion , nianza in forma indicatrice nel Battista, perpagina II, paris /1 ,t-enoignage dans Saint-Jean. Sacra sonale in Ges e da proclamare nei disce- L959, 193-208; H. Strathmann, pdpruq, GtNf Vt, 7J69-1392; Enc. Bibbia, Torino 1971, VI,907-910; E. poli. 9_nther, -Zeuge and Martyrer: ZNTI7 47 (195 6114 5 -l 6l; Nel quarto vangelo la testimonanza ha per sur h tertxinologi Y.A.M. Hoppenbrouwers, Recherches du martyr de Tertul[ien Lactance, Nijmegen t96I. oggetto, oltre i fatti documentabili, in paiticolare l'autocomunicazione di Dio in Ges E. Peretto sulla linea dei profeti. Questo concerto, tipicamente giovanneo, integrato dalla testiTEURGIA. Come hanno mosrraro E.R. monianza dello Spiriro sant $o L5,25.27) e Dodds (Theutgjt, p. l>5) e H. Lewy (Chatda quella di coloro che hanno-accolio la pa/gan2 p. 46L), il termine teurgiaha due signirola confermando cos la verit di Dio (/o f]iati: quello di <compim.ntl di operazloni 3,33;4,39). In t Jo 5,10, testimonianza, co- divine> e quello di <<fare dell'uomo un dio>. noscenzae messaggo della fede si identificaSecondoGiamblico, la t. <d'arre di compieno. Qui I'esperienza dei sensi non dice molre operazioni "divine"rr,(De nyst. I, 9)-, p. to, ma solo il coinvolgimento della fede. 33,9-10 Des Places),.,il sacro compimenio Nella letteratura patristica ha grande impor, di operazioni ineffabili, superiori d ogni tanza e assommala semantica classicacon pensiero e convenienti a Dio> (De nyst.1l, quella biblica. Dio testim onia a suo favore 96, 1.7-19,p. 96 Des Places).Secondo Minella- Scrittura (Clem. di Al., Paed. III,!), chele Psello <<noici rendiamo simili a Dio nel battesimo del Cristo (Const. Aposit'. anche secondo le virt teurgiche, e questa II,32,2).Il cristiano, fedele alla sceltache ha la -somiglianza pi perfetta... il poter fare fatto, un testimone del Cristo (A Diogneto dell'uomo un dio (theopoiin), allontanarlo L2,6; Clem. di Al., Strom.IV,6; Orig., Con- dalla materia e liberarlo dalle passioni, in tra Celsam I,8) e spinto dalla carit (Giou. modo che egli possa "a sua volia" fare anCrisost., Hom. 27,3 in Rom.) dona Ia vita che di un'alrra persona un dio (theurgin), per Cristo e per la fede (Euseb.,HE y,2I,4; rapprese-nta la somighanzapi perfett al (De Giov. Crisosr., Hom. 66 in Gen). Nei testi onyif. doctr. c.7'J.,5-11, pp. 4S-qe \flestedei Padri, dove privilegiata Ia voce astrat- rink); <colui che possiedela-virt teurgica...

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dres, in cr:j l'Himmelreise dell'anima si con:::::':u, gri uomini,>(op cit , c.74, t-2,p. 47 \X/esterink). In questi due passi Psello clude con la sua deificazione: I'anima umanon fa che riprodurre concetti procliani e na, abbandonatetutte le passioni, impurit giamblichei (cosa che il \Westerink non ha e inclinazioni cattive nei sette cieli inferiori, notato ne|l'apparatuslontiurn della sua edi- .ascendeall'ottavo cielo (ogdoatikphysis),diventa una potenza divina, entra in Dio e si zione del De ornnilaia d.octina): sia per Proclo che per Giamblico sono proprio le <virt deifica (CorpusHerneticum I, 25-26, pp. 15, teurgiche>> a rappresentare il grado sommo L5-t6,11 Nock-Festugire; cfr. a tal proposito anche E. Des Places, La religion grecque, dell'elevazione umana (cfr. Marino, Vita Procli, c. 26, pp. 20 s. Boissanade). Paris 1969, p. )24, che giustamentepone in rapporto questo motivo con la t.). Come risulta dal Lexikon Suidas, il primo personaggioa ricevere ufficialmente I'appel- La corrente filosofica dominante della tarda antichit, iI Neoplatonismo, resta sostanziallativo di <teurgo>> un certo Giuliano conmente immune da influenze della t. nella sua temporaneo dell'imperatore Marco Aurelio, e autore di un'opera intitolata Logia d'epn, fase iniziale, quella rappresentata da Plotiidentica con ogni probabilit agli Oracoli cal- no. Giustamenteil Dodds (op. cit., pp. 57 s., 60 s.) rileva che Plotino, nonostante l'indaici (cf.r. Dodds, op. cit., p. 55), dei quali terpretazione che di lui hanno voluto dare sono rimasti numerosi frammenti editi prima da W. Kroll (De oraculis chaldaicis, Breslau certi studiosi moderni, non un teurgo, ma 1,894)e pi di recente da E. Des. Places un puro razionalista, che non mostra alcun (Oracles ChaldaiQues,Paris L97L). E assai interesse per la t. e non nasconde il suo di probabile che Giuliano abbia composto ansprezzo per le pratiche magiche tanto in voga ai suoi tempi. Solo con Porfirio la t. s'imche un commento a questi Logia, intitolato force Theurgikt: ad esso alluderebbero Promette nella tradizione neoplatonica, fino a diventare una delle caratteristiche pi salienclo, Marino e Damascio(cfr. Dodds, op. cit., p. 56). Il termine <<teurgo>> ti del Neoplatonismo del IV e del V sec., appare nel testo stessodegli oracoli: nel fr. Lfi Des Places quello di Giamblico, di Proclo e di Dama(p. 101) viene affermato che <i teurgi non scio. Il giovane Porfirio, prima ancora d'incontrare Plotino, nutre un grande interesse cadono nel gregge sottomessoal fato>. Il pri per gli <<oracolir>, come dimostra la sua opera mo scopo della t. quindi la liberazione delI'uomo dalle ferree leggi del mondo materia- giovanile De philosophia ex oraculis haaienda le, premessa indispensabiledella'sua <deifi- nella quale non sembra tuttavia avere conoscenza degli Orucoli caldaici (cfr. Dodds, op. cazione>>, chiaramente affermata ad es. nel cit., p. 58; Des Places, Oracles caldaiQues, fr. 97 (p. 90 Des Places). pp. 18 s.; i frammenti di quest'operadi PorIl Dodds (op. cit., p. 56) pone in rilievo il fatto che gli Oracoli caldaici contenevano firio sono stati raccolti ed editi da \0. \olff, Berlin 1856). Smorzatosi durante il istruzioni per il culto del sole e del fuoco, e prescrizioni magiche miranti ad evocare periodo in cui discepolo di Plotino e ne sudeterminati spiriti o divinit (sotto questo bisce maggiormente I'influenza - a questa punto di vista, la funzione della t. corrispon- fase risale la Lettera ad Anebo, fortemente de a quella dei mediurn della nostra epoca). critica nei confronti delle pratiche magiche e dell'occultismo - I'interesse di Porfirio Non possibile procedere qui ad una deftaper la <<sapienza gliata descrizioni dei vari rituali e delle varie oracolare> ha una revivipratiche magiche: dobbiamo limitarci a riscenza dopo la morte del maesro: egli scopre gli Oracoli caldaici, dedica ad essi un mandare, a tal proposito, all'articolo del commento, ne fa un uso continuo nel De reDodds (op. cit., pp.6L-69) e al libro di Lewy (op. cit., pp. 227-2r7, 467-471,). Quest'enfa- glesst animae (cfr. Dodds, oP. cit., p. 58 Des Places,op, cit., pp. 18 s. e 23 s.) e si si posta sulle pratiche magiche concorda del adopera per conciliare il proprio sistemafiloresto pienamente con le tendenze filosofisofico con le loro dotrine (cfr. in questo Didel II sec. d.C.: Apuleio e il riche-religiose zionario la sezione riservata a Porfirio nella da tratto di Apollonio di Tiana trasmessoci voce Neoplatonismo). Nel De regressu animae Filostrato rappresentano dei chiari esempiin proposito. La stretta connessione tra le pratuttavia egli, pur rivalutando parzialmente il ruolo della t., non prova per essal'ammiratiche teurgiche e i papiri magici stata mostrata da S. Eirem (La thurgie, in particola- zione incondizionata che traspare nel De philosophia ex oraculis hauriexda, scritta vari re pp. 53-58). op. cit., p.247: anni prima (cfr. Des Places, Uno schema analogoa quello osservatonegli animae se da Oracoli caldaici riscontrabile nel Poiman- nel fr. 2 Biez del De regressu

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TEURGIA

una parte ammette che la t. pu contribuire daiQues, p. 24). Anche Proclo, al pari di Poralla purificazione della parte inferiore o <<spi- firio e di Giamblico, compone un Commento rituale>> dell'anima, dall'altra tiene a precisa- sulla filosolia caldaica(i suoi frammenti sono re che essanon ha alcun effetto sulla converstati editi dal Des Placesnella sua edizione sione a Dio della sua parte superiore o <<in- degli Oracles chaldaiqiles, pp. 206-212). Il tellettuale>, e ribadisce la sua condanna delgiudizio di Psello su Proclo tuttavia solo le pratiche magiche pi basse (cfr. la sezione in parte vero; in realt in Proclo convivono riservata a Porfirio alla voce Neoplntonisno). senza conffasto due componenti: quella Come ha notato il Dodds (op. cit., p. 58), razionalistico-filosofica (basti pensare agli in questa precisa delimitazione del ruolo delElenenti teologici) e quella <<sovrarazionaler> la t. Porfirio ancora, sia pur parzialmente, e <<mistico-religiosa>>, che non esita a far risotto I'influenza di Plotino. corso alla t. e alle sue prariche magiche (anIn Giamblico la t. svolgeun ruolo di gran lunche per Proclo I'unione con il sommo princiga superiore a quello che Porfirio le aveva as- pio, superiore all'essere e all'intelligenza, segnato:non solo egli consideru gh Oracoli calnon pu essere realizzata dall'intelligenza daici comeuna sorta di libro sacro e ne comumana, che pu giungere al massimo a conpone un commento (cfr. E. Des Places, templare I'essereassoluro,ma qualcosache ]a*blique, Les mystres d'Eg1tpte, Paris 196, p. 15; trascende le sue facolt: cfr. voce NeoplatoDodds, op. cit., p. 58), ma scrive ancheil De nismo). Il Dodds (op. cit., p. 61) ha richiamysteiis Aegyptiorum sotto il nome di Anebo mato l'attenzione su di un passo della Teolo- il destinatario della lettera in cui Porfirio gia platonica (I, 25, I, 111, 6-10 Saffrey\Westerink) in cui Proclo cos si esprime sulla aveva criticato Ie pratiche magiche - proprio per rispondere alle accusedi Porfirio. <<Non t.: <<...altre cose sono "infine" salvate dalla il pensiero - dice Giamblico - ad unire i potenza teurgica, che migliore di ogni sagteurgi agli di; se cos fosse, che cosaimpedigezza e scienza umana, in quanto raccoglie rebbe ai filosofi teoretici di possedere I'unioin s i beni dell'arte divinatoria, le forze pune teurgicacon gli di? Ma la verit non querificatrici proprie del compimento dei riti e sta: sono il sacro compimento delle operazio- in una parola rurti gli effetti del possesso dini ineffabili, superiori ad ogni pensiero e convino>. Si gi avuto modo di notare (cfr. sovenienti a Dio, e la potenza dei simboli inefpra) che secondo Marino (Vita Procli, c. 26) fabili, che solo gli di possonopensare,a prosia Giamblico che Proclo vedevano nelle durre I'unione teugico> (De myst.I, I1,,96,13- <<virtteurgiche> le virt somme, quelle ca97,2, p. 96 Des Places). paci di produrre nell'anima il massimo grado L'imperatore Giuliano subisceprofondamen- di deificazione; sempre Marino (Vita Procli, te I'influenza di Giamblico (su questo punro c. 28) ricorda la dimestichezza di Proclo con cfr. anche la sezione dedicata a Giamblico e le pratiche teurgiche e con i riti relativi. Daa Giuliano I'apostataalla voce Neoplatonismo). mascio, al pari dei suoi predecessori, consiIn una lettera (Ep. 12 ed. Bidez, L'enperetr dera la filosofia caldaica da pi misrica> (Dub. et sol. 11L, I, 285, L-2 Ruelle);e non compltes,I, 2, Paris L924, pp. lulien, Oeuures 1 18-119) egli esorta Prisco a <(cercare tutto ci esita a chiamare <<teurgi>> filosofi come Orfeo che Giamblico ha scritto sul mio omonimo>> e Platone, che avrebbero ricevuto la loro fi(vale a dire il commento di Giamblico aghOralosofia da una rivelazione divina (Dub. et coli caldaici di Giuliano); e confessa:<<fo ims o l . 7 1 1 , I , 2 8 5 , 5 . 8 . 1 . 1 1R u e l l e ) .P e r l u i l a pazziscoper Giamblico per quanro riguarda la (Vita Is. 227, cfr. Eit. una <<pratica sacra)> filosofia, e per il mio omonimo per quanto ritrem, op. cit., p. 50). guardala teosofio (valea dire la r., cfr. Dodds, PU|K24,258-270; LTK 10,111; KLP 6, 767;EC op. cit., p. 59). 72, 28 s.; J. Bidez, Le philosopheJamblique et son cole: L'esempio di Giamblico seguito anchedalREG 12 (19t9) 29-40; J. Bidez-F. Cumonr, Les mages hellettiss, Paris 1918, I, pp. 158-169;II, pp. 25I-2$;. la scuola neoplatonica ateniese del V e degli Faller, Griecbische Veryottang and cbristlicbe Vergrittliinizi del VI sec. Olimpiodorc (In Platonis chung; Gregorianum 6 (1925) 405-435; F. Cumont, les Phaedonem,170) annovera Siriano, Giamblireligions oientales dans le paganisme romain, Paris 1929, co e Proclo tra i cultori della t., contrappo- pp. 115.173-175.294,note 87-89; S. Eitrem, La thuryie chez les noplatoticiens et dans les papyrus magiques: SO nendoli ai puri filosofi, rappresenrati da Plo22 (1942) 49-79; E.R. Dodds, Theutgt and its Relatontino e Porfirio; e Michele Psello ricorda Proship to Neophtonism: JRSI 37 (1947) 55-69 (in The Greek clo come colui che, assieme a Giamblico, ab- and the Irrational, Berkeiey-Los Angeles 1956, pp. bandon i metodi greci del ragionamenro 28)-3Il); AJ. Festugire, La realation d'Herms Tismgiste, I; L'astrologie et les sciencesoccultes, Paris 1950, pp. per abbracciare la dottrina caldea (su questi 28)-308; Id., Contemplation philosophique et art thurgidue i riferimenti in Des Places. Oracleschal- que chez Proclus, in Etudes de phlosophie grecque, Paris

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THELA concilio) 1971, pp. )85 ss.; Id., De la religiox Ia magie, in Etude d'histoire et de philosophie, Paris 197L, pp. 9-156; P. Boyanc, Thuryie et tlestque nopLatonicienaes:RHR 147 (1955) 189-209; W. Theiler, Gott und Seelein kaiserzeitlichen Denleen, in Rech. sar h trad. p&r. (Entr. sur I'ant. class. III), Genve 1955, pp. 65-90 ( = Forschangen zum Neuplatonismus,Berlin 1966, pp. i04-123); H. Lewy, Chald.ean Oracles and Tbeutgt, Le Caire 1956; r0. Beierwaltes, Prok los. Grundzge seiner Metaphysl, Frankfurt/M, L965, pp. )28, )85J90 (quest'ultima sezioneriguarda in particolare la deificazion.); A.A. Barb, La soprauuiuenzadelle arti magiche, in Il conllitto tra paganesimo e Cistianesimo nel IV secolo, ed. A. Momigliano, Torino 1968, pp. 111 ss.; E. Des Places,Jamblique. Les mystres d'Egypte, Paris 1966; Id., La religiox grecqae, Paris 1969, pp. 300-104.124; ld., Oracles chalaiQues,Paris 1971.

THEORIA

<Medio Platonismo>> e al Neoplatonismo la t. appare spessoassociataa termini presi dal linguaggio misterico, quali nonteo ed nonreerv,e viene cos ad assumereun'impronta esoterica.La paristica greca accetta pienamentequestaconcezionedella t.: alpari di Platone, di Filone, degli esponenti del <Medio Platonismo> e di quelli del Neoplatonismo, autori come Clemente di Alessandtia, Origene, Gregorio di Nissa, Evagrio e lo Ps. Dionigi Areopagita vedono nella t. la contemplazione - da parte del flous vmarno - delle realt o idee trascendenti che per loS. Lilla ro sono tutte riunite nel logos divino, l'associano intimamente alla terminologia presa THELA (concilio). Il 24 febbraio 418, una dal linguaggio misterico e l'identificano trentina di vescovi della Bizacena (Africa) si quindi con la gnosisesoterica superiore, che riuniscono sotto la presidenza del loro pripurtuttavia in autori <mistici>> come Gregomate, Donaziano di Thelepte, presenti Vinrio di Nissa e lo Ps. Dionigi Areopagita ricenzo e Fortunaziano, legati alla Proconsola- mane distinta dall'vcoorq con il sommo prinre. probabile che ques;o concilio abbia dicipio, esperienzaquest'ultima che trascende scussodei problemi relativi al pelagianesimo, qualsiasi forma di conoscenza intellettuale preparando, cos, il concilio plenario aca- (anche nel Neoplatonismo la t. e l'vcoorq rino del 1o maggio 418. Ma tutto quanto ci mangono distinte: cfr. la voce Neoplatoni rimasto degli Atti conciliari parla soltanto srno). La contemplazione svolge un ruolo imdella lettura della lettera circolare inviata da portante anche in s. Agostino e Cassiano papa Siricio ai vescovi africani, per comuni(cfr. I'articolo di M. Olphe-Galliard, citato care loro le decisioni prese nel concilio ronella bibliografia). mano del gennaio 186. Come hanno mostrato E. Kihn (ThQ 62 t18801 58L-582), e soprattutto A. Vaccari, ccL (Biblica l[L920] 4-)61= Suitti di erudizione 5,298. Ch. Munier e di filologia, I, Roma t952, pp. 101-1421), la t., nella scuolaantiochena,apparestrettamente connessacon il tipo di esegesiscrittuTHEORIA. In tutto il pensiero greco, dai Presocratici fino al Corpus Hermeticum ed,al rale che rifiuta recisamente I'allegoria pratpi tardo Neoplatonismo, i termini 0ecopa cata dalla scuola alessandrinasotto I'esempio (contemplazione)e geopev(contemplare),as- di Filone. Diodoro di Tarso scrisseun rrarsieme ad altri analoghi, come 0c, Oedo0ar, tato sulla differenza tra t. ed allegoria di cui la pref.azione al commento al salmo 118, pcorq, pdv, designanola pi alta forma di conoscenzache la mente umana riesca a rag- conservato nel codice Paris gr. Coisln. 275 giungere (cfr. I'articolo di R. Arnou citato nele edito da L. Maris, rappresentaun comla bibliografia). Gi in Platone la contempla- pendio (cfr. Vacca, Scitti di erudizionee di zione assumeun'importanza di primo piano . na conl i l o l o g i a , I , p p . 1 0 1 - 1 0 2 ,1 1 0 - 1 1 1 )U (cfr. I'articolo di R. Arnou e il libro di A.J. cisa definizione della t. in senso antiocheno Festugire, citati nella bibliografia; i passi riportata da Giuliano di Eclano (PL 21,97t8; cfr. Vaccari, op. cit., pp. 11Ltt2). pi importanti di Platone si trovano raccolti anche in S. Lilla, Clenzentot' Alexandria, OxA questo tipo di t. si attennero, tra gli altri, ford 1971, p. 165). Ma stato soprattutto Severiano di Gabala e s. Giovanni Crisostomo (cfr. Vaccari, op. cit., pp. 109-110) (cfr. Aristotele ad esaltarela t.: per lui essa il le voci Allegoria e Esegesipatristica). supremo fine dell'uomo (Protr. ft. 6 \flalzer lAristotelis dialog. frog*., Firenze t934, p. R. Arnou, La contemphtion chez les anciens pbiloso3t, l3-4Ll), strettamente associatacon il phes du monde grco-romain:DSp 2,I7L6-1742; J. Danisuo amore per la conoscenza (Protr. fu. 2 lou, Mystiqae de la tnbre chez Grgoire de Nysse: DSp \Walzer), la cosa pi piacevole e pi eccelsa 2,1872-1885; Lematre-R. Roques-M. YlJIer, ContemJ. (Met. LL072b 24), ed produttrice di piace- phtion chez les grecs et autres oientaax chrtiens: DSp 2,I762-L787; M. Olphe-Galliard, La contemphtion dans re e di felicit (Et. Nic. VII 1152b )6-1Lfia R. Rob littratttre chrtienne latine: DSp 2,l9ll-I929; 1, X 1I78b 28J2). In tutta la tradizione ques, Contemplation, extase et tnbre .chez le pseadoplatonica - da Platone fino a Filone, al Denys: DSp 2,1885-1911; E. Kihn, Uber Beloeaund,

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