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120 (1998), pp. 28-34 Published by: Dr. Rudolf Habelt GmbH, Bonn (Germany) Stable URL: http://www.jstor.org/stable/20190143 . Accessed: 25/11/2012 07:53
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28
Callimaco:
tre
nuovi
frammenti?
su Esiodo da P. Oxy. 3537r appare assai verosimile, esametrica acrostica da I) NelFetopea elargitaci una o meno III-IV del dell'anonimo servile di motivi calli sec?lo1, parte poetastro ripresa pi? egizio e dalla "zona grigia" fra i frr. 1 e 2 Pfeiffer. Converr? muovere da una desunti dal Somnium machei, nuova ricostruzione del problem?tico testo: xiva? cxv ?,oyo\)[? 'Hoio?o? e?tco]i vnb T?V MODGC?V E7i[lKEKVEVC\i]?VOq
Ti? [?e0ecov ?xiva^fe; xi? ?v0eo]v ?fyayevaa0(ia npoXin?vx[i Kai atarea K]ai ?oxa (ii??c?v; Oupe? XE Ndkx? jLLtri xi? ?7tiax[ax' an E\)?8pi\ov 'E?ikcovo? (p?peiv?pi]0r)?,?a?o?ou?; A?cpvric et>7rex?A,oi[o v nxoX]?\iovq xe yiyavxcov 0e ei7i[? (loi Avxr] y?vo?
n?vTcov Ami] 0' r)pc?[c?v yevETiv (p??Jov te yovaiKC?v, K?ajiov evxgk[e xbv ox>8eko]x' ??paKov ooao??.
10
Kai ai)X]ie? ai rcapo? aiycov, ?|iT) xpixa[taxiva ?? 7tTO??|uuSy [xe Kai e?p?a k]-uk?ov ?ycovcov. "Ep^o^ai ovKExi Kiaao[? ?7tapKeoei] o\)5' ?xi noijivrv lepo? MavSpri
Bait) e[|ioi] GiS(i7caaa?l/uypo?? ?vi] ?cojxaGiv"AoKpr], 0\)6' auxfj? K-o(ir|? [?^eyi?co*%ai]pexercavxe? MtiXov?|ioi. MoiSaai [0e?r|v \i' ??]i?a^av ?oi8r|v,
15 'Ek ?' eX?\it\v koXv [xe?|ia 0eo7tv]e\)axo\) 'Ayav?7i7cr|?. v?v ITuKi|ir|?r| Nuv (loi, A?e rc?xep rc[av\)7t?pxaxe], 'OA?ioxri IIa\)pr|v Tt|i??c?? |ir|X?ipa, k?g[i (x?ya vr|7ue] n?par], ou?' ?a' ??aupoi
20
1Edito magistralmente da P. Parsons in The Oxyrhynchus Papyri L, London 1983, p. 59-64: vd. anche M. L. West, A New Poem about Hesiod, ZPE 57, 1984, p. 33-6; A. Barigazzi, Una dialexis in versi su Esiodo, Prometheus 11, 1985, p. 1 10;G. Bona, Esiodo e leMuse in P. Oxy. 3537r, 3-28, in Studia Classica Iohanni Tarditi oblata, Milano 1995, p. 111-26. La scoperta dell'acrostico si deve al mio allievo G. Agosti, P. Oxy. 3537r: etopea acrostica su Esiodo, ZPE 119 (1997) 1-5. 2 Sono mie le integrazioni aiw. 3 (vd. infra), 9 (cf. Ap. Rh. 4.1604 ?? e?p?oc kvk?-ov ?ycovo? e Livrea ad loa: qui Tallusione ? alla guerra lelantina ed alla morte di Anfidamante ai cui giochi funebri Esiodo partecipa), 10 (kitto? edd. = LXXXVIII.4470 Gow-Page ockoXiicai oupvyyec ?v omnes), 15,17,19 (cf. Theog. 26), 20 (cf. Mel. A. P. 12.128.1
fr. 3-7 22 (cf. Call. ovpeoiv), 3 al vol. Addenda Negli Aitia. Callimaco, Libriprimo Pf.), 23: di esse il cui render? testo 1996, conto in altra sede. in app. nella recentissima a p. 239 poi nel comm. ed. di G. Massimilla, opportunamente ricorda II, p. 103, e secondo, Pisa ? riportato solo peraltro il quale p. 66 ad fr. 3-4.,
che la fonte Aganippe ?menzionata per la prima volta da Callimaco, da cui dipendono i poeti latini elencati e discussi da L.
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Callimaco:
29
si distingue per una vistosa il v. 14 della nostra etopea, che comunque al qu?le non pu? non richiamarsi eco callimachea, di Esiodo che attinge alla fonte eliconia, Jov. 32 eK S' e%eev |i?ya %eG|ia. L'immagine = XII.74-5 della Palatina, Ale. 7.55.5-6 riaffiora in tre epigrammi del tutto estranea alia Theogonia, = 1.24.1-2 = III.87-8, dei XLV.1022-3, (o, meglio, Archia) 9.64.5-6 Antip. Thess.l Gow-Page, Asclep. riportare almeno il secondo per le sue vistose analogie con l'etopea: quali ? necessario awa? \mX? xe Moiaai n,eor|n?piva ?v 'Hoio?e* Kpavao?? ot?peoiv, e?paKov Kai aoi KaM,uc?m?,ov f ?pi)aoa|ievai rcepi 1rc?aai rcoiua?vovTa
?v?o]?oi) (o e??o^oi): Parsons), mutuando lamia proposta da Coll. 23 ?K?? ^e^iaarievxo? arc' ew?
HOTj 'E?ikc?vo?. Nel verso a\)|i?vcov5 ?, colpisce un preciso modello6, che il confronto variante d'autore arc' e\)o?|iou M: ?rceo colluteo, a parte l'interessantissima norma osservanza m?trica nonniana, sicura spia dell'utilizzo la mancata della di con l'etopea induce ad identificare in Callimaco. Un enoplio come
in Callimaco,
Pf.
riferito
alie
corone
di un banchetto
in un contesto
simile
ad Achae.
TrGF
17.3 uupcp Ge xpioco tkxutkxv e?OGjxcp GxecpavoiGi,Mus. S?uu?, Pallad. A. P. 11.54.4 e?oSuoi? 8? ji?poiGi Kai ex>mx?Xoi<; 264-5 ?Xaicp/ e?o?uip po??cp, ma non sappiamo se il termine non epico sia mutuato da Pind. fr. 52 b 97, 75.15 Snell
Maehler. Dalla poesia alessandrina esso fluisce in Nonno, che lo riferisce a 7iap0evecov (2.674) sulla scorta di Euphor. SH
415.1.10, ma anche ai pi? varii denotata, quali venti (?cvejio?23.266,41.21, ?rrrri? 3.149,283,41.128, 48.579), la pietra of?te (2.674), noXi?, (18.101), anfore (24.228), ?couoc (40.395), il nettare e Tambrosia (42.368 da Theocr. 17.29; 11.243), 6n?pr\ (12.291), liquidi varii (17.75, 20.28, 21.254,284, 27.163, 47.43,92), fumo (44.104), vesti (14.163, 34.54), fiori o piante (12.232, 33.5, 40.267, 48.515). Una profonda risemantizzazione dell'epiteto appare in Par. I 7 (pmaXif)v euoSuov
?eiOaX?o? cedro mio (cf. Greg. Naz. nel testo evengelico implicita Kost commento, p. 111. Incompleto rcapa?e?GOD solo 5 Per = ovvie ragioni Studia sintattiche, 1462.15 la nozione del profumo euGocX?oc? op7ir|Ka? an* e?o?jioio (piyco?o), dove a quella dell'e?coS?a su cui vd. il materiale si sovrappone del Cristo, raccolto a Mus. 133, p. 323. e per la repulsione a scrivere Me^iGGrievio? difficile costante corretto con Weinberger, avevo considerato di nel
preferibile la lez. di ? nel mio comm. a Colluto (p. 73-4) e, sulla scorta della cosmogon?a di P. Oxy. 2816, inZPE 17, 1975,
p. 35-6 Suppl. indica m?trica Gr. E. Livrea, 488 come Firenze Hellenistica, una glossa a \ieXiocr\e\xoc,, la presenza di varianti d'autore. a scapito di un tassello 1991, mentre resta II p. 491. Ma la grande differenza insomma Colluto la lez. del vetustissimo spiegare fra i due rami della tradizione se stesso per uniformarsi Paris. collutea di pi? alla
piuttosto nonniana, -
Qui alessandrino.
avr?
6 Gi? W.
oltranza nonniane, nessuna di M
Weinberger, Studien zu Tryphiodor und Kolluth, WSt 18, 1896, p. 172,228 sia pur spinto dalla sua difesa ad
collutea p. 277-81 da Hopkinson da un modello e Keydell, ad loe. ? infatti L'iato perduto. esso 40.1. Tuttavia Prol., p. inaccettabile ? difeso dall' secondo imitado le norme in 2.641,
38.278, e ci? mi induce a proporre e??Ouou ?nb ??vSpoi) (eio?jxov ano ??v?pov L!) nel difficile 20.146, per il quale
delle escogitate suona convincente. Pur se resta possibile che Dioniso ammiri
da lontano Nisa (cf. Orph. fr. 289 Kern) ponendosi all'ombra degli alberi in un'oasi del deserto ar?bico, preferisco intendere un passo del resto ripreso da che il dio ? salito sopra un albero, corne Penteo in Eur. Ba. 1061 au?occ ?? ?XaTnv \)\|/ou)%?va, Nonno in 44.273 secondo F. Tissoni, Acme 47, 1994, p. 105-6.
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30
E. Livrea
arc'
non solo perch? nel Somnium callimacheo, legittimo 'E?aKcovo? suona pieriamente la nozione del profumo della divinit?7 prefigurando la consacrazione convoglia nell'ep?teto po?tica, ma - con uno tutto callimachea assimila anche perch? levita del ad sciame di api l'?a^o?8 delle Muse fior da flore, in armon?a con lamet?fora della rugiadosa cicala di 1.32-4. Pi? di un barlume trasvolanti euo?^ou callimachea traluce del resto anche nel proemio (Tu^?ioio Kax??e^e dei Theriaca di Nicandro, vv. 11-2
dell'imagerie
?rc' o%0ai? |ie?iiaar|evxo?9 rcap' u?aai riep|ir|aao?o. della contrapposizione eliconia fra PAganippe e la pi? alta
an?nimo,
Ippocrene (cf. Paus. 9.29.5 ?v 'E?ikcovi ?? rcpo? to oc?go? ??vxi x&vModgcov ?v ?purcep?
?? eivai
|i?v f]
... 31.3 tt|v 'Ayavircrcr|v xox> Tepuriooou Xejovciv: 'Ayavircrcri rcr|yr|, Guyax?pa ercava?avxi xox> toutou eiKoaiv ?rc? ?aTiv ri to? "Ircrcou KaA,ou|i?vr| Kpr|vr|), che si carica di ?? axa?ia c?? a?oou? dei latini, in particolare Properzio. Occorre nell'imitazione ideologiche profonde valenze per? ribadire se callimacheo l'Esiodo del Somnium che, attingeva all'Ippocrene (fr. 2.1 Pf. rcoi(ij?vi (ifjA-a v?jiLOVTi rcap' ?%viov l'ammirazione ?^?o? ne ripetesse che Callimaco ?rcrcou), appare assai improbabile l'esperienza10: contenuto la del diverso della propria per l'Ascreo, consapevolezza completamente e ed da ambizioni l'autoironica che Calli etiche, teogoniche Tarceivcoai? garantiscono se stesso nell'atto di attingere dWumile Aganippe che all'elevata piuttosto ove un Esiodo l'imitazione che si abbevera delPetopea, attraverso la rielaborazione del motivo del qu?le callimacheo, testimonium.
nella pressoch? contempor?nea An?logamente, di Quinto Smirneo si per la loro (12.306-13), segnalano ~ i tributi a Callimaco Cali. vistosit? KaTaoKi?vaaOai ?ou?,ov (309 rcp?v ?xoi ex' ?ficpi rcapei? ~ Cali. non verso n? sembra 310 l'ultimo oSv, 2.1), possibile interpretare \ir\Xa v?|xovTi ?pTiyeveio? una come out' nella dichiarazione 'm?diatrice' oi)Te X?r]v noXX&) u\|/?0i (oupe'? x0a|ia?x? quintiano e e in sul loro simb?lico Ulteriore fonti eliconie Esiodo sulle due Callimaco11. significato querelle il pi? "l?gico" di '?sele motivo sembra esser 3 v?kti callimacheo jliitj, che capovolge |iear|(i?piva
se necessario, si (v. 15) spiega soltanto all'Aganippe dunque P. Oxy. 3537 assurge a primario nei Posthomerica invocazione alle Muse
7 Vd. E. Lohmeyer, Vom g?ttlichen Wohlgeruch, Heidelberg 1919, p. 34; S. Lilja, The Treatment of Odours in the Poetry of Antiquity, Helsinki 1972, p. 25-30; H. M. Werhahn, Gregorii Nazianzeni IvyKpiai? ?iov, Wiesbaden 1953, p. 52.
8 Che ojiflvoc la caratura Naz. del 430.6 termine Eppoiev sia in Callimaco sottilmente ?ou?v ei?oTe?. ir?nica non si pu? dubitare, cf. Aristoph. Nub. 297 Gecov . . . e Greg. o? Oecov tiv'
fino a Gow-Scholfield,
la spiegazione
ad assegnare
??
indebita dignit?
tottov xov
si da scrivere
x?? Movca?, al
MeXioG?\Evxa
(p-naiv xov
Kallimachos
apologetischen
Wiesbaden
poeta studi
1960, p. 237-43, leMuse condurrebbero Esiodo dalla bassa Aganippe alPelevata Ippocrene, simboleggiando il di Callimaco dalla poes?a giocosa al genere pi? "impegnato" degli Aitia. Ci? mi pare altamente inverisimile: "il passaggio
preferisce di poesia alFepica solennit?
Callimaco, fr.
114 Pf,
ellenistica,
= Da Callimaco a Nonno. Dieci il Somnium ed ilprologo degli Aitia, Hermes 123, 1995, p. 47-62
Firenze 1995, p. 26 e n. 27). Sulla stessa linea ora A. Cameron, Callimachus and his Critics,
del predecessore,
pur altamente
ammirato,
la Musa
XenxaXer]
della
sua eleg?a"
(E. Livrea,
Princeton 1995, part. p. 380-6 sulla tipolog?a della "Hesiodic elegy". 11 Vian (Quintus de Smyrne, La Suite d'Hom?re, III, Paris 1969, p. 101 n. 1) coglie finemente
Callimaco, ignora e nell'acuto commentario XIII) 105). Non 'basso' di nuova poesia ma la valenza letteraria di M. del v. 313. Nessun accenno nemmeno nella buona introduzione XII, on Quintus (A Commentary Smyrnaeus Campbell 'amezza altezza' iniziazione la propria che collocando ci si ? accord po?tica scolastiche innumerevoli per citarne (Taziano, quasi centonarie composizioni nonniano. che sfocer? nel barocco (es. Trif?odoro) Posthomerica
il rapporto con
di Vian Leiden tanto 'alto' (I, p. 1981, IX p. lo stile della
rifiuta lo stile
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Callimaco:
31
piade'12 meridiana,
dichiarando proprio
dell'autore la preferenze per il sogno notturno di cui sappiamo sulla scorta del Somnium callimacheo,
piuttosto
1.16-20)
a?x?cov
et se ? da rapportare a Prop. 2.34.32 l'agg. Qeokvevgxo?, [?^riynlaiv ?lpxiy?veio? &y. Anche e se mia la nel non inflati somnia Callimachi, segno callimacheo; coglie potrebbe adombrare il Wortlaut a un dedicata alla sezione tributo v. ulteriore sarebbe delle Cariti13 menzione la al 22, integrazione
queste divinit? subito dopo il prologo degli Aitia, fr. 3-7.14 Pf.
del Reno, dalPordalia della retorica tardoantica ? rappresentato II) Un vero e proprio locus communis = 1.2 = I p. 156 Bidez, Ep. 191.383 d che compare non solo in prosa (Jul. Or. 3.81 d p. 247 Bidez, Elias ss. Per. Eust. ad Dion. Lib. Or. 125.30 in Arist. cat. proem. 294,2 p. 267-8 Mueller), 12.48, Bussem., ma Naz. Tzetz. anche in un ampio Carm. 2.2.4.142 Chil. 4.431. che con spettro di testi poetici, Claud. In Ruf. 2.112 quos explor?t gurgite Rhenus, Greg. ss., Nonn. Dion. 46.54-7, 23.94-6, Pampr. fr. 4.10-1 Livrea, Georg. Pis. 2.1.4, a porsi di tutti questi passi ? stato della fonte comune la questione L'unico il consueto acume ha richiamato l'attenzione su un testo adespoto finito nelVAn
Wifstrand14,
thologia Palatina,
9.125
10
il cui indubbio
colorito
tardoantico verloren
induce
Quelle ?berhaupt su quest'ultimo es Piuttosto diese ehe insistere sind darf, punto, Anthologieverse"15. beanspruchen come questi versi appaiano un'amplificado di loci di un tema ben noto al repertorio sottolineerei communes la delle scuole di retorica: se proprio ? lecito suggerire un autore, non appare improbabile
Stellen
detto di Eracle!), nelle cui candidaturadi Pisandro di Laranda (cf. fr. 16Heitsch ?ikociotoctod xe (povfjoc
Teogamie Eroiche poteva trovare posto la storia degli amori di Apollo e Cor?nide, con la contrastata
secondo
presuppone che
dunque affascinano
Dorotheos
greco-latino prodotto e n. 36. Tanto il rifiuto di quest'occasione da parte del Cassino 1996, p. 81-2 appare dunque pi? significativo Stramaglia, nostro an?nimo, callimacheo. che preferisce lasciarsi condizionare dal modello 13Mi una violazione senza il verso mutilo della norma di Naeke. risarcire all'anonimo sembra imputare impossibile urtano d'altronde contro il senso e la verisimiglianza, da tm?cTcov e]? ... niXecov Tutte di Parsons le integrazioni proposte
una "day vision", cio? un reale la cultura tardoantica sia pagana in La letteratura di consumo di consumo,
incontro che
con
la divinit? vd.
cristiana,
da ultimo
nel mondo
alle pesanti elisioni jie \i?XoqnXrfl?,' (Diggle) o peggio ji?^o? ?oxa]^' diWest, il cui alternativo n?kov opTtnJ?non d? senso. Non del tutto da escludere la possibilit? di leggere dopo la lacuna e'. 14A. Wifstrand, Von Kallimachos zu Nonnos, Lund 1933, p. 163?4. Per una raccolta dei passi e la bibliograf?a vd.
Pamprepius, Carmina ed. H. Livrea, Lipsiae 1979, p. 65, ignorato da P. Bouffartigue, L'empereur Julien et la culture de son
temps, Paris 1992, p. 465. 15 Su questa base A. Cameron, Claudian. Poetry and Propaganda at theCourt ofHonorius, Oxford 1970, p. 492 ritiene
che la fonte comune debba essere un poema sulle antiquitates Germanicae. Ma quale?
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32 E. Livrea
"c?ltica" nota ad Apollonio Rodio che data la nota (4.611-8)16, excursus renana. Il Reno ed Eridano17 consentir? Y ben confusione fra R?dano, sull'ordalia poteva carattere paradossograf?co della leggenda18 rende asssai verisimile che un accenno ad essa l'ipotesi autore di alla facendo di sui risalire Callimaco, possa poesia alessandrina, peraltro un'opera Ga?|iaxa nascita di Asclepio e la localizzazione alla paternit? della Urquelle. frammento-fantasma Questo Pf.), il candidato pi? plausibile ove il di "retto trovarsi a) negli Aitia, paradosso potrebbe giustif?care qualsiasi esempio potrebbe in un ad es. quello del toro bronzeo di Falaride nei confronti del suo inventore; b) nell'Ecale, giudizio", di Cor?nide19; contesto che richiama conosciamo le vicende mitiche del Galatea, c) nell'epillio quale (fr. 407-10 assai poco, ma ove trovavano posto allusioni mitico-storiche ai Celti o Galati20, cf. fr. 379 Pfeiffer
che i due complessi sembra dunque privo di significato inNonn. Dion. 23.89-96 dalia renana, si trovino accostati 'Hpi?avo? k?Xe ge?o ^laKapxepo?,
?xxi pe?Gpoi?
90
95
la fonte callimachea al meglio Qui dunque potrebbe rispecchiarsi perduta (per 92 cf. Jov. 84 purjcpeviriv, in ambra e di seguito le lacrime delle Eliadi trasformate Se questa menzionava creazione callimachea).
16
Cf.
Hes.
fr. 59-60
Merkelbach-West,
Pind.
P.
3.24-60,
Pherec.
3 F 3 Jacoby,
Apollod.
3.10.3-4.
La
reticenza
di
Apollonio Rodio (4.611-8), che non accenna al conflitto fra Zeus ed Apollo e sostituisce la servit? di Apollo presso Admeto con Fesilio presso gli Iperborei, "laissent supposer che le po?te pol?mique contre un contemporain ? qui il reproche une fable
fausse ulteriore ' ' 1991, et inconvenante prova Vd. pour dell'esistenza les dieux" del testo (Apollonios callimacheo de Rhodes, da me postulato Ar go nautiques, infra? Recherches "Ibero" resto gi? assegnato sur l'oeuvre da Nonno Pol. de Nonnos al Reno. a 15 ss. ?io rcap? noXXoxq de Panopolis, Clermont ch. IV . . . par F. Vian, Paris 1981, p. 37):
p. 18 Una
et g?ographie spiegazione
razionalistico-pedagogica
in Aristotele,
7.15.2,1336
?oxi tc?v ?ap?ocpcov eGo? to?? jxevei? noxaiibv arco?a7CTeiv x? yiyv?u?va \j/a)%pov, xo?? ?? oic?TcaouxxuiKpov ?umaxeiv,
oiov Ke?xo??. 19 E' noto studi che in fr. 74.17-20 Hollis una misteriosa cornacchia 1995, p. (vd. E. Livrea, KRECCONA parlante evoca di Cor?nide la colpa 28-31) BACKANIHC. come causa della
Quindici KaKayyeX?a
mxxveov ?f| t??ogocveT?i7ixep?vo?kobv ??ei, ?yye?Arj? ?n?xzxoa x? ox noxz Oot?oc ?rccxoaei K?vO?eyvao Kopcovt?o? ?uxpi G-uyaxpo? ?TCK?ie
"Iax^? nXrfeinnq a7tou?vr|c; uiap?v xi 7tii9r|?ai.
^? Vd. in gen?rale l'importante studio di G. Nachtergael, Les Galates en Gr?ce et les S?t?ria de Delphes, Bruxelles di status 1976; quaestionis nel comm. di Mineur a Del. 183 ss., p. 175-6. All? sterminio dei Galati in Egitto da parte Tolemeo IIpotrebbe riferirsi 57/958.
manterr? Invece ?iocoxi?cov con "en ?cartant" che non par lecito rendere del participio, (Vian ad loc). con macabra descrive 327 che in due" di 22.164, 17.269, etc.), "fendendo, (cf. tagliando originario i corpi massacravano a lastre di ghiaccio?) salom?nicamente Reno del in cui le il modo acque (allusione gelide precisione = = XXXVII 9.56 A. P. IV Phil. P. 7.542 cf. Flacc. A. Gow-Page. Gow-Page, degli sventurati ?e?voc y?veO?a, oscuro il valore il suo valore 21 Resta
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Callimaco:
33
l'ordalia misterioso
del Reno,
tali mitologemi
di tipo n?rdico
non
stonerebbero
nel
complesso
ancora
alquanto
degli Hyperborei
III)Nel canto di Leuco del ventiquattresimo delle Dionisiache, Nonno rielaboraunmodello odissiaco (il canto di Demodoco in 0 266-329) cane?ndolo di significazioni allegoriche desunte dalla mitolog?a
tardo-orfica e neoplatonica. Lo stretto rapporto di dipendenza di alcune espressioni nonniane (293 igtov . . . da un verso superstite degli orf?ci, fr. 193 Kern 'Iepoi A?yoi ?7toi%on?vr]v, 322 ?\i?ixeXecxov23) accantonare di Hopkinson24 induce ad lo scetticismo iaxov ?7toi%o|i?vr|v ?xE?fj Tt?vov av08?i?eaaav, di una signif?cazione nella di grande invece un motivo passo. Riprendendo allegorica dell'intero e del tardo orf?smo del tessitura la attribuita a neoplatonismo, mitol?gica sulla scia di una concezione fr. 196 Kern26, che gli permette ben rispecchiata di descrivere in Proel. ilmondo
speculazione Nonno sostituisce Kore con Afrodite Persefone25, = = 2.172 in Remp. 2.62.6 Kroll Festugi?re Orph.
alle
fonti la
inH. Horn. Cer.21 Fra le molteplici del ratto di Proserpina anomalie veicolate conseguenze nel testo nonniano, mistico-filosofiche coloritura spicca per la sua particolarissima 245-260 di tessitura descrizione Afrodite, dell'improvvisata Kai Ilacpiri? XEx?vvaxo oiou?vT) ^T|plv90? na%x>(; ?iito?, oi? xe \iaKpr\ V[VTlVl X?%VVi EUGTpOCpO?, y?pcov kpp?\\faxo Gearip?ia tektcov, vr)cov.
?o^paxa
250
Kai 7cavv?%ir| 8? 7cavr||iep?r| T) n?Xaq icxov naX?XXmov, ???,oxpico ?? UaXX?doq ?pyov exev%? ?r|0e? xe?peio |i?%0co. aip?TiiODceo %e?pa?
Kai KiEvi 710D?UO?OVTI ?ia^oDGa %ix5)va Kai X?Qov ?pxr|GTfipa 7i?piKpe|x?Gaaa |ieG?K|Licu
255
KepK?8i kekXov
'AOrjvr).
22 Che
frammento 1992, = p.
oggi si tende ad assegnare al I o II libro degli Aitia, vd. Massimilla nelFottimo comm. al suo fr. 97, p. 418 ss. Il
resta fra quelli di incerta attribuzione nella sciamannata 'edizione' di K. Fabian, Callimaco, Aitia //, Alessandria
120ss.,341ss. =
2^Non devono sfuggire le profonde valenze speculative dell'incompiutezza della tela di Afrodite, cf. Proel, in Tim. 41
3.223.3 se Diehl si V. aile limita 85 Festugi?re "ch?, a mio vedere, l'incompiutezza creature eterne. Perci? anche Platone afferma della che tela indica anch'essa che il Tutto agli ? dei il Demiurgo ?nico raccomanda
b-c
incompiuto
molteplici di 'unire, nel loro tessuto, le cose mortali a quelle immortali', ricordandoci per cosi dire che il compimento della tessitura vitale del Tutto implica Taggiunta dei mortali, e fornendoci il senso esegetico della leggenda divina orfica e delle
tele incompiute". Quest'argomentazione di spiegare n?cessita Tincarnazione doveva del Cristo. piacere al cristiano Nonno perch?, fra l'altro, si attaglia perfettamente alla
chants XX-XXIV
(Gnomon, in corso
ye to ocouxxxfjyu^fj ? T|uxpi?oxai,Ba?ua xcp?vxi i??cBai, ?ixe Ttpo?xfjv Porphyr. De antr. nymph. 14 Kai %ixcov auoxaaiv anofiX?neic, e'?xercp?? xtjv npo? xo?xo ouv?eaiv xfjc \|/\>xflc? oikoo Kai rcap? xcp 'Op(pe? riK?pr|, f|7cep ?axi rcavxo?
xov O7teipoji?vo\) ?cpopo?, iGxovpyo?oa p. 234-5. rcapa??Soxai, x v naXamv Kai x?v o?pav?v nenkov eipr|K?xcov o?ov Gecov
25 Cf.
o?pavicov rcepi?Arjua, splendidamente illustrato dal commento della Simonini, p. 152-5. Sui testi raecolti da Kern, Orph. fr.
193, vd. West, Orphie Poems,
xr|v 8? jxexoTccopivfiv 'AcpoSixric* ?v xawrj y?p rj Kaxa?o^rj y?vexai x v ajiepji?xcov ei? yflv, xo?xo Se 'AcppoSixrj? - Kai Sia xa?xa x? Kai yoviuxx ?pyov, uayvuvai ei? Koiv viav ?yew xfjv xfj? yev?aeco? aixiav ?pa ? jr?Go?xtjv Kopr|v rc?vxcov 7ipo?axau?vr|v, rcpooBei? oxi Kai ?v xfj ap7rac9f]va? cp?iaiv ?v xfj pa xa?xrj, xfj? ? oyovia? x v jxeptKcov
ioxorco?a x?v CKoprc?ov ?ca?vouca, x?v x? ueca xf\q ?pa? ei?,rj%oxa xauxrj?, tmojieiveiev xf]v ?p7iayr|v.
2?
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34
E. Livrea
?? kekXox) ??
?pprryvovTO 7caxt)vo(i?voio %itcovo? ?? E\%E rcovoi? ?7ii^?pT\)pa T?xvri? ?ix0a?ioiGi xe Xe?,r|vr|v29. 'H?Xiov Kai Xv%vov ?vayicairiv
e si intersecano alcune vistose peculiarit?: similitudine di 246-9, Qui si concentrarlo 1) la singolarissima ed impertinente; di cui non deve sfuggire il contenuto giocosamente ir?nico, capriccioso 2) la concen una in tutto del trazione di termini tecnici glossematici aliena dallo stile 253-5, soprattutto pratica nonniano30; 3) al v. 250, Passenza della cesura secondaria dopo la pentemimere, fra raffinato nonniane p. 35); 4) l'ironia alessandrina, (Keydell, Prol. leggi a notte fonda della luna, la cui luce sostituisce simpat?a, del v. 260: lamenzione accomuna M 433 la dea Afrodite ss., Ap. Rh. 4.1602 alPumile realismo ss., Call. Hec. con Hopkinson, da me individuato secondo le obbligatoria ed affettuosa realismo
abbastanza
per postulare
la lucerna ormai estinta, con cui sono rappresentate lavoratrici notturne, cf. povere fr. 18.5-6 Hollis, Verg. Ge. 1.390, Aen. 8.408 etc. Ve n'? Fermo restando p. 276 "une source po?tique perdue". sembra inevitabile episodio, suggerire Calli un posto assai pi? incisivo - dato neWHecale a postulare (il ?,a?(po? di passi come fir. 27-8
tessitura, -
protagonista
di quanto
Teseo) e 42 Hollis (VakXx^ dell'uomo di Af?dna)31. Chiunque abbia familiarit? con lo stile nonniano
non potra i vv. 250 e 253-5 che almeno similitudine (ma anche Pincredibile all'impressione non senza in il tecni sia il Wortlaut bravura callimacheo, pur parte 246-932) preservino capovolgendo cosi cismo del poeta alessandrino alia tessitura. Diventa per esprimere non l'abilit?, bensi l'inettitudine con v. tutto cui Nonno 240 il al finalmente misterioso qualif?ca |ie[ir|?i?Ta |i\)0ov 'A0r|vaic perspicuo sottrarsi Tepisodio passo di Leuco: non il ru?lo soltanto il riferimento ai culti e riti di Eleusi come motiva la caratura ma ateniese del in esso assegnato ad Atena prova di Afrodite, anche il tessuto
ling??stico gedicht"
di bravura
Hecale,
il "Lieblings
Universit? di Firenze
Enrico
Livrea
2**La mia congettura o?) (Kai L) risolve le difficolt? di senso con efficace litote anticipatrice del riso suscitato dalle
abortive fatiche di Afrodite, cf. 275,297,321. Sembra questo il vero Leitmotiv c?rale di tutto l'episodio divino, non so quanto
di Orph. fr. 183Kern. influenzato dair?vepoiyetaoT' 'AcppoOvcnv 29 Si pu? tentare di render cos? rispido passo: "E grossolano si dipanava il filo della Pafia, a somiglianza di un lungo
cavo mal ritorto connesso di vimini di navi che con una certa abilit? Per a tutto un vecchio il giorno appena con quella facendo costruite. fatica carpentiere e per tutta inconsueta, intreccia la notte, si matasse in prolisse accanto al telaio ella delicate. stoffa , per corazzare il fasciame di Pallade, col ecco pettine Cipride in grumi della sua Topera compiva E, cardando la navetta:
lei estranea,
fatica Questa solo V ordito si spezzava all'ispessirsi della Luna." la lucerna e Temergenza altra eccezione, 6.150-4,
la pietra dal subbio pencolare non era senza riso: mentre la stoffa del tessuto.
le mani logorava una tesseva danzatrice, veniva tessuta, in questo il filo duplice E aveva
con
L'unica
? palesemente
ispirata
da Callimaco,
vd.
infra
n. 31
ed
il commento
di Chuvin
(Par?s 1992), p. 148. 31 Sull'interesse di Callimaco per la tessitura vd. i passi raecolti da Pfeiffer a Cali. fr. 522. Sulla tessitura come met?fora
c?smica in Nonno vd. D. Gigli Piccardi, Met?fora epo?tica in Nonno di Panopoli, Firenze la vecchia fortune 1985, Ecale p. 175. le sue YaXkxt, difficile quale non sembra immaginare a quelle umilissime di tessitrice performances dell'uomo di Afidna definita dalla stessa protagonista attuali adombra 50, ove il Demiurgo avrei dovuto del mondo (nel mio come 32 Della il contesto di altri epyov callimacheo: e di altre paragonare potrebbe cf. per antifrasi sottolineerei
tempi
economiche, Tuttavia
apa%v?cov dello
Hollis). nesso
la presenza di Par. I
anche nella similitudine di motivi orfici quali la uripivGo? (cf. la G?ip? di Or. Chald. 203 des Places ) ed il y?pcov tektcov che
materiale, comm., p. 50) dimostra pi? la ripresa sottolineare en?rgicamente le ascendenze nell'inequivocabile orfiche del passo. contesto
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