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S T O R I A D E L L A FOTOGRAFIA

DAGLI ANNI
SETTANTA AD OGGI
La storia
Gli anni Settanta e Ottanta sono caratte-
rizzati da una contraddizione di fondo che
vede contrapporsi in maniera drammatica
la tecnologia ed il linguaggio. La tecnolo-
gia si avvale dei contributi dell’elettroni-
ca, diventa sempre più sofisticata e per-
mette con semplicità sempre maggiore la
realizzazione delle immagini fotografiche,
che vengono ottenute in maniera sempre
più efficiente e rapida. Ad una sovrappro-
duzione di immagini fotografiche corri-
sponde invece una crisi di mercato e di idee
che diventa sempre più marcata.
Il giornalismo basato sulle immagini foto-
grafiche diffuse dalle riviste illustrate vie-
ne messo duramente in crisi dalla sempre
maggiore volgarizzazione del mezzo tele-
visivo, che permette di seguire gli avveni-
menti anche più remoti da vicino, quasi in
diretta, stimolando nuovi livelli della co-
municazione visiva. Il giornalista televisi-
vo non scrive, ma parla in continuità riba-
dendo concetti e commenti, dando e to-
gliendo la parola ai protagonisti e ai testi-
moni. A lui si affianca l’operatore dell’im-
magine, che non è più un fotografo, ma un
tecnico che riprende le scene dell’evento
con la propria telecamera. La fotografia di
informazione viene relegata agli archivi e
viene utilizzata come ripiego in mancanza
di immagini più fresche, mentre il mes-
saggio è affidato di nuovo più alle parole
Foto di Angelo Cozzi: combattimenti nelle strade. Una mano ha gettato una granata: veden- del cronista che alle immagini in sé stesse.
do il gesto, Cozzi, gettandosi a terra, ha gridato un avvertimento. Troppo tardi: il ferito è il Al contrario, la fotografia di tipo commer-
colonnello Loan, capo della polizia sudvietnamita. Viene portato in salvo dai suoi dopo che ciale continua ad espandersi in maniera de-
è stata arrestata un’emorragia alla gamba usando come laccio emostatico una cinghietta a cisiva nei settori della moda e della pub-
tracolla di una Nikon del fotografo. Si corre mentre sparano. L’ottica da 35mm della fotoca- blicità, avvantaggiandosi con gli strumen-
mera, nonostante tutto, riesce ancora a cogliere le espressioni deformate, la tensione nervo-
sa del momento. Da Progresso Fotografico, febbraio 1975.
ti sempre più raffinati e sofisticati della gra-
Antonio Galvez. Da Progresso Fotografico, marzo 1975.

Hideki Fujii.
Da Progresso Foto-
grafico, luglio-ago-
sto 1975.

Serge Lutens.
Da Progresso Fotografico, febbraio 1975.
Janet Belden Beyda.
Da Progresso Fotografico,
marzo 1975.
fica e della riproduzione tipografica dei co-
lori. Le riviste illustrate continuano a so-
pravvivere, ed a quelle tradizionali si ag-
giungono lussuose riviste specializzate in
viaggi, natura, arredamento, moda, auto-
mobilismo, antiquariato ed altri generi, ma
al loro interno sono sempre più numerose
le pagine pubblicitarie, curate con estrema
attenzione, mentre le stesse riviste conten-
gono sempre più inserti pubblicitari stac-
cabili.
Asahi Pentax ES (1971) - Lo spartiacque fra Al fotografo commerciale si affianca, con
le reflex meccaniche manuali e le reflex elet- sempre maggiori poteri, la figura del crea-
troniche automatiche. tivo d’agenzia che programma il lavoro del
fotografo fin nei minimi dettagli, sugge-
rendo l’ambientazione, l’illuminazione, Olympus OM2 (1976) - Un nuovo metodo di
l’angolo di ripresa, e pianificando il risul- misurazione della luce non più intercettata
tato visivo complessivo. A livello più ge- ma riflessa dalla pellicola durante l’esposi-
nerale si assiste ad un ripiegamento della zione stessa.
fotografia su se stessa, alla ricerca di nuo-
ve definizioni, nuovi ambiti, nuove moti-
vazioni, mentre la spinta verso la ricerca di
nuovi moduli espressivi e linguistici sem-
bra affievolirsi. Le nuove correnti artisti-
che basate più sui percorsi mentali che sui
risultati concreti della ricerca estetica ren-
dono il confine fra fotografia e arte sempre
Nikon F2 (1971) - L’evoluzione dei sistemi più labile. Mentre l’azione del fotografare
fotografici professionali nel rispetto della tra- viene rivalutata come percorso mentale piut-
dizione. tosto che visivo, la stessa fotografia si tin-
ge di connotazioni concettuali sempre più
accentuate. La figura dell’artista concet-
tuale, dell’artista fotografo e dell’artista
tout court si fondono in una figura unica, Contax RTS (1975) - L’ingresso dell’elet-
quella del demiurgo dell’immagine ottica. tronica nella progettazione dei nuovi siste-
Anche in questo caso le immagini che ven- mi fotografici.
gono registrate sono pianificate nella loro
struttura narrativa, sono studiate in base al-
l’effetto complessivo che risulta dagli ac-
costamenti espliciti o ambigui di diversi
soggetti, e sono caricate di simboli talvol-
ta evidenti e talvolta nascosti. Il fotografo
da interprete della realtà diventa poco a po-
co interprete delle idee, dei sogni e degli
incubi dell’umanità.
Topcon DM (1973) - Dal motore come ac- Mentre nel mondo si continuano a consu-
cessorio esclusivamente professionale al pic- mare tragedie immani, anche se spesso con-
colo motore leggero di impiego universale. finate a livello regionale, i fotoreporter con-

Leica R4 (1980) - L’inarrestabile escalation


dell’elettronica anche fra i nomi più tradi-
zionalisti del 35mm.

Canon F1 (1970) - L’inizio di un


nuovo modo di progettare le fotoca-
mere reflex 35mm sulla base delle
esigenze professionali.
tinuano a produrre immagini documenta- sperdente permette inoltre la realizzazio-
rie agghiaccianti. Queste immagini ri- ne di obiettivi ancora più luminosi e cor-
mangono incise come testimonianze nella retti. L’utilizzazione di gruppi ottici mo-
memoria collettiva, ma non riescono più a bili all’interno degli obiettivi permette nel-
generare emozioni profonde, mischiate co- lo stesso tempo di ridurre gli ingombri e
me sono fra una miriade di immagini di se- le masse in movimento.
gno opposto e sopraffatte da queste ultime L’impiego generalizzato degli elaborato-
in una sorta di assuefazione visiva. ri elettronici nel calcolo e nella verifica
La riflessione critica sul ruolo e sulle fun- degli schemi ottici permette inoltre la rea-
zioni della fotografia travalica il dibattito lizzazione di nuovi progetti ottici, con la
fra specialisti, innestando un processo di creazione di obiettivi corretti e luminosi
approfondimento sociologico, antropolo- caratterizzati da una focale corta e cortis-
gico e culturale che sembra destinato ad sima, fino a 15mm o 14mm, surclassan-
autoalimentarsi. Giséle Freund pubblica il do l’Hologon. I nuovi super grandango-
suo saggio su “Fotografia e società”, Su- lari con schema retrofocus permettono la
san Sontag pubblica il suo libro “On Pho- visione reflex ed una messa a fuoco ac-
tography”, il sociologo Pierre Bourdieu curatissima fino a pochi centimetri di di- Pentax MEF (1981) - La messa a fuoco assi-
pubblica un libro sulla “Fotografia come stanza. Fra i teleobiettivi si realizzano nu- stita con le indicazioni luminose nel mirino
arte media” ed infine Roland Barthes pub- merose costruzioni di tipo Apocromatico, come primo passo verso l’automatizzazione.
blica nel 1990 il suo saggio sulla fotogra- con una correzione estrema delle aberra-
fia intitolandolo “La Chambre Claire”. Al- zioni cromatiche anche sulle lunghe e lun-
le immagini si sommano in maniera sem- ghissime focali.
pre più determinante le parole, in un cre- Fra gli obiettivi a focale variabile si rag-
scendo che vede capovolgersi il vecchio giungono escursioni focali sempre più am-
detto secondo il quale “un’immagine vale pie, passando dalle focali ultra grandan-
più di mille parole”. Per spiegare un’im- golari alle focali medie, oppure dalle fo-
magine, scrittori, sociologi, filosofi e se- cali medie alle focali lunghe e lunghissi-
miologhi, impiegano talvolta più di dieci- me, senza dover rinunciare né alla lumi-
mila parole. nosità né alla correzione ottica.
La meccanica stessa progredisce ancora,
La tecnica e con l’aiuto di nuove leghe metalliche ul-
A cavallo fra gli anni Sessanta e gli anni tra leggere si realizzano otturatori a ten-
Settanta le fotocamere reflex 35mm han- dina sottilissimi che utilizzano anche par-
no già sostituito le fotocamere a telemetro ti in materiali sintetici e raggiungono ve-
tipo Leica e Contax e parallelamente le re- locità di 1/4000 o di 1/8000, arrivando fi- Nikon FM2 (1982) - Il quattromillesimo di se-
flex di medio formato hanno già sostitui- no alla velocità di 1/12000 di secondo, condo come conquista della meccanica più
to le biottica di medio formato e le foto- sempre con il controllo elettronico della raffinata.
camere da studio per i formati maggiori. costanza dell’esposizione. L’elettronica
Nel corso del trentennio successivo si as- applicata alla fotografia permette del re-
siste alla sostituzione, dapprima graduale sto l’automatismo generalizzato del cal-
e poi generalizzata, delle fotocamere mec- colo dell’esposizione, con selezione e con-
caniche con le fotocamere elettroniche. trollo della velocità di otturazione. Suc-
Nello stesso tempo si assiste alla sostitu- cessivamente si passa all’esposizione pro-
zione, per molti impieghi, degli obiettivi grammata con controllo sia delle velo-
con focale fissa con gli obiettivi con foca- cità di esposizione, che del valore del dia-
le variabile. framma.
L’evoluzione nel campo degli obiettivi: Dalle fotocamere con esposizione pro-
nel 1971 la società giapponese Asahi Pen- grammata si passa quindi alle fotocame-
tax e la Carl Zeiss pubblicizzano un nuo- re con programmi multipli, uno per ogni
vo metodo di rivestimento delle lenti che tipo di ripresa, statica, normale o dinami-
sostituisce il vecchio trattamento anti-ri- ca, per arrivare ai programmi diversifica-
flessi e che migliora notevolmente le ca- ti per ogni tipo di soggetto, dal paesaggio
ratteristiche di permeabilità alla luce degli al ritratto, dalla fotografia ravvicinata al-
obiettivi. Con il nuovo trattamento a stra- la fotografia in luce ambiente. Infine si
ti multipli, che viene adottato ben presto arriva ai programmi flessibili, modifica-
da tutte le industrie ottiche tedesche e giap- bili e personalizzati secondo lo stile di
ponesi, anche se con denominazioni di- ogni fotografo.
verse, diventa possibile l’impiego di un nu- Per le fotografie in luce artificiale si mol-
mero sempre maggiore di lenti nella pro- tiplicano gli scambi di informazioni fra
gettazione degli schemi ottici complessi. fotocamera, obiettivo e flash, per arriva-
L’eliminazione dei riflessi e la maggiore re alla determinazione dell’esposizione
trasparenza dei vetri ottici rendono gli obiet- corretta in ogni situazione possibile, con
tivi fotografici più incisi e restituiscono la ogni combinazione e integrazione fra i di- Minolta 7000 (1985) - La messa a fuoco au-
gamma cromatica dei soggetti con mag- versi tipi di illuminazione naturale o arti- tomatica come prestazione di serie in una re-
giore fedeltà. L’impiego delle lenti asfe- ficiale. Gli automatismi dell’esposizione flex dalle caratteristiche medio alte.
riche e dei nuovi vetri a basso potere di- non si fermano alla determinazione del-
l’esposizione corretta, ma offrono anche 35mm. Grazie ai progressi registrati nel
la possibilità di esposizioni successive campo delle emulsioni sensibili si pro-
differenziate a forchetta, con una gamma pongono invece nuovi formati, come il
programmabile di sottoesposizione o so- formato APS Advanced Photo System,
vraesposizione intenzionale. che si contrappone decisamente al for-
Dalla messa a fuoco assistita con indi- mato classico 35mm pretendendo di so-
cazioni luminose nel mirino si passa al- stituirlo. Il nuovo formato offre un nega-
la messa a fuoco automatica di tipo atti- tivo un poco più piccolo di quello 35mm,
vo o passivo, per mezzo di raggi infra- ma incorpora una banda magnetica late-
rossi o della lettura del contrasto di fase rale su cui vengono registrate le infor-
del soggetto, fino ad arrivare alla messa mazioni necessarie per il servizio di svi-
a fuoco automatica dei soggetti in movi- luppo e stampa. Ogni negativo viene ac-
Canon F1 new (1981) - La rivisitazione del con- mento con previsione del punto futuro. compagnato da dati come le riquadratu-
cetto di fotocamera professionale con aggior- La tecnologia della messa a fuoco auto- re da effettuare sul formato di partenza,
namenti giocati sull’elettronica e sulla flessi- matica arriva da una parte al blocco del- il numero delle stampe o delle ristampe
bilità. lo scatto nel caso di messa a fuoco non da eseguire, ed altri dati per l’identifica-
corretta, e dall’altra alla messa a fuoco zione rapida del negativo stesso. Molti
comandata dall’occhio del fotografo. fra i grandi nomi della fotografia, da Ko-
Combinando insieme l’esposizione au- dak a Fuji, da Nikon a Canon, si impe-
tomatica, la messa a fuoco automatica e gnano in questo nuovo settore fotografi-
l’avanzamento automatico del film si pos- co, destinato più ai fotoamatori disimpe-
sono ottenere prestazioni sofisticatissime gnati che ai fotoamatori esigenti o ai pro-
e personalizzate. Combinando queste fun- fessionisti, ma senza mettere in crisi il
zioni con il movimento automatico degli settore più tradizionale del 35mm.
obiettivi zoom interfacciati con le unità Accanto all’immagine chimica nasce il
centrali delle fotocamere si arriva a pre- settore della registrazione digitale del-
determinare il tipo di inquadratura desi- le immagini ottiche. La registrazione ma-
derata. gnetica offre alcuni notevoli vantaggi, co-
Dal canto suo la chimica offre continui me la possibilità del controllo immedia-
miglioramenti, specialmente nel settore to dei risultati, la possibilità di trasmis-
del colore sia negativo che invertibile. sione immediata delle immagini per po-
Dalla sensibilità massima di 160 ASA sta elettronica e la possibilità di elabora-
dell’Ektachrome High Speed degli ulti- zione tramite computer. Dall’immagine
Nikon F4 (1988) - La professionalità, la robu- mi anni Sessanta si passa a sensibilità di registrata magneticamente su supporto
stezza e la modularità si sposano con l’elettro- 200 e 400 ASA, ma si possono raggiun- riutilizzabile si passa alla stampa trami-
nica e con la messa a fuoco automatica. gere con trattamenti forzati e senza ec- te stampanti ad inchiostri colorati. Pre-
cessivi sbilanciamenti cromatici anche sentata quasi come un gioco, l’immagi-
gli 800 e 1600 ASA. ne magnetica comincia a conquistare i
Nel settore del bianco e nero, accanto al- propri spazi man mano che aumenta la
le tradizionali pellicole ai sali d’argento qualità dell’immagine e man mano che
vengono proposte le pellicole a sensibi- si abbassano i costi relativi.
lità variabile con sviluppo cromogeno, Mentre le fotocamere professionali di
mentre sia nel bianco e nero che nel co- grande o medio formato si equipaggiano
lore si fa strada la tecnologia dei cristal- con dorsi speciali attrezzati per la regi-
li piatti orientati che a parità di sensibi- strazione digitale, cominciano ad essere
lità offre una grana minore ed un detta- messe in commercio fotocamere picco-
glio superiore. le, compatte e tascabili, in grado di of-
Dopo un breve periodo di entusiasmo per frire risultati sempre più accettabili. Ma
il formato 13x17mm su caricatori Pocket per questa nuova tecnologia dell’imma-
110, i formati minimi vengono gradual- gine il termine fotografia è forse poco in-
mente abbandonati, e la stessa Minox si dicato.
converte alla costruzione di fotocamere Danilo Cecchi

BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE:
Nikon Compendium - HOVE
Canon EOS1 (1989) - Dalle reflex autofocus di Bob Shell - Canon Compendium - HOVE
classe media alle reflex professionali con pre- Richard Nordin - Hasselblad Compendium - HOVE
stazioni di altissimo livello e grande affidabi- Ghester Sartorius - Carta d’identità della Leica - REFLEX
lità. Marco Antonetto - Topcon Story - NASSA WATCH
Danilo Cecchi - Asahi Pentax e Pentax SLR cameras - HOVE
Cecchi e Ghisetti - Zeiss fotocamere e obiettivi - REFLEX
Hansen e Dierdoff - Japanese 35mm SLR Cameras - HOVE
John Wade - Classic Cameras 1945-1985 - HOVE
Scheibel - Minolta Kamera Technik - URBAN VERLAG
STORIA DELLA FOTOGRAFIA

DAL DOPOGUERRA
AGLI ANNI SESSANTA

Lo sviluppo tecnologico ve- Nel mondo lacerato dal più grande conflit- La Contax IIa è il simbolo più evidente del-
to di tutti i tempi e pieno di ferite ancora la rinascita nel dopoguerra dell’industria fo-
de la maturazione di molte aperte il ruolo della fotografia sembra es- tografica tedesca. Conserva le caratteristi-
delle sperimentazioni com- sere quello di uno strumento universale, ca- che tecniche, il nome e la sigla del modello
pace di riavvicinare i popoli e le culture. prebellico ma viene completamente riproget-
piute negli ultimi anni Il lungo periodo di stasi produttiva dell’in- tata dal punto di vista meccanico, offre po-
dustria fotografica e ottica, monopolizzata chissime differenze estetiche e viene presen-
Trenta, ma senza nessuna tata alla Photokina del 1950.
quasi completamente dalle commesse mi-
innovazione rivoluzionaria. litari, provoca una drastica riduzione nel
Pellicole a colori sempre numero delle tipologie e delle stesse indu-
strie. La più grande industria fotografica
migliori, progetti ottici più degli anni Trenta, quella tedesca, è anni-
chilita dalla guerra, ha subìto danni incal-
luminosi e focali grandan- colabili, ed è divisa in due zone di influen- si esclusivamente per l’esportazione, repli-
golari, una meccanica più za politica che sembrano non avere più nes- cando gli ultimi modelli prebellici appena
sun punto di contatto. Gli ultimi anni Qua- modificati, gli Stati Uniti applicano una po-
raffinata mettono a dispo- ranta e i primi anni Cinquanta sono carat- litica tesa a non penalizzare i nemici scon-
sizione di professionisti e terizzati da un vuoto che le singole indu- fitti, tedeschi e giapponesi, assorbendo la
strie fotografiche nazionali cercano affan- loro produzione e favorendo la riconver-
fotoamatori strumenti mol- nosamente di riempire. Mentre in Germa- sione della loro industria bellica in indu-
to affidabili. nia, Rollei, Zeiss Ikon e Leitz lavorano qua- stria di pace. In questa situazione le indu-
strie francesi, inglesi, svizzere, italiane, ma L’industria fotografica
anche céche e ungheresi, vivono una bre- giapponese, gravemente
ve stagione di gloria. compromessa dalla scon-
La mancanza di materie prime e di mate- fitta militare, rinasce sot-
riali sensibili consiglia l’industria fotogra- to la protezione america-
fica a prestare le maggiori attenzioni al for- na e si qualifica per le pro-
mato 35mm, il così detto piccolo formato, prie potenzialità, sintetiz-
piuttosto che ai formati maggiori. Questa zate nella fotocamera a te-
scelta viene addirittura imposta per un cer- lemetro Nikon del 1948,
to periodo dagli americani alla nascente in- che riunisce in un solo ap-
dustria fotografica giapponese. Se negli an- parecchio le migliori ca-
ni Trenta l’industria fotografica giappone- ratteristiche di Leica e
se si era rivolta esclusivamente verso i con- Contax.
sumi interni, negli anni Cinquanta comin-
ciano a comparire, prima sul mercato sta-
tunitense, e poi anche su quello europeo,
fotocamere dai nomi come Nikon e Canon,
ma anche Minolta, Konica e Fuji.
La produzione tedesca viene riavviata len-
tamente nelle due Germanie, assumendo
caratteristiche diverse al di qua e al di là
del muro, e già nel 1950 viene celebrata a
Colonia la prima fiera internazionale della
fotografia, la Photokina.
In un clima di rinascita a tutti i costi Rol-
lei presenta le nuove Rolleiflex biottica, in-
sieme alle più economiche Rolleicord, Zeiss
Ikon presenta il nuovo modello Contax, in-
sieme alla riedizione delle Super Ikonta di
medio formato, mentre Leitz continua per
il momento a proporre le nuove versioni
delle Leica a vite. Le Leica e le Rolleiflex
diventano i modelli maggiormente imitati
dalle numerose industrie tedesche e giap- Rolleiflex 2.8. Dopo gli eccessi pre-
ponesi che ricompaiono sul mercato, ma bellici con obiettivi di grande lu- Hasselblad 1000F. Una delle realizzazioni fotografi-
anche dalle industrie straniere che lavora- minosità per le fotocamere di me- che più innovative del dopoguerra è rappresentata
no ancora prevalentemente per i propri mer- dio formato Ermanox e Ihagee, la dalle fotocamere reflex monoculari di medio forma-
cati interni. luminosità massima degli obietti- to Hasselblad, che vengono presentate nel 1948 e im-
Sui mercati internazionali si affaccia in- vi per reflex 6x6 nel dopoguerra si messe sul mercato nel 1950 e introducono nel setto-
tanto il nome dell’industria svedese Has- stabilizza su f/2.8, ottimo compro- re del medio formato il concetto di modularità, un
selblad, che presenta una rivoluzionaria mo- messo fra qualità e versatlità. concetto opposto a quello che aveva dominato il set-
noreflex 6x6 con mirini e magazzini inter- tore nel periodo prebellico, con la ricerca della foto-
cambiabili. camera perfetta ma conclusa in sé stessa.
La maggior parte dell’industria fotografi-
ca si riorganizza attorno ai soli tre tipi di
pellicola che sono sopravvissuti alla sele-
zione bellica, il 35mm e le pellicole in rul-
lo di tipo 120 e 127. Non mancano tuttavia
i tentativi di lanciare nuovi standard e, men- giapponese si fa sempre più diretta. Linhof presenta un modello per film in rul-
tre Agfa ripropone i caricatori Karat, il Giap- Nel 1954 alle Leica a vite vengono affian- lo con telemetro accoppiato.
pone propone il formato 24x32mm e Ko- cate le Leica M3 con innesto a baionetta, Nel 1959 Rollei risponde con un modello
dak insiste con i rulli tipo 620, analoghi ai leva di carica rapida, mirino multifocale e biottica con il teleobiettivo incorporato, a
rulli 120, ma tutti questi tentativi sono de- selettore unico delle velocità accoppiabile cui segue un modello grandangolare. La
stinati all’insuccesso. La produzione delle ad un esposimetro esterno. Nello stesso an- società giapponese Mamiya supera in fles-
lastre in vetro viene definitivamente ac- no Nikon presenta il suo modello Nikon sibilità la stessa Rollei, presentando una re-
cantonata e l’impiego delle pellicole piane S2 di formato standardizzato 24x36mm e flex biottica con coppie di obiettivi com-
rimane appannaggio di pochi specialisti, nel 1957 presenta un nuovo modello Nikon pletamente intercambiabili.
mentre per il film da 35mm si costruisco- SP, equipaggiato con un mirino multifoca- Nel campo delle monoreflex la Zeiss Ikon
no apparecchi sempre più sofisticati e co- le e predisposto per l’impiego di un moto- presenta nel 1954 un modello popolare, la
stosi, ma anche apparecchi alternativi, sem- re elettrico. Contaflex ad ottica fissa, a cui segue nel
pre più semplici ed economici. Nel 1957 Hasselblad sostituisce le sue fo- 1959 un modello professionale, la Conta-
tocamere con otturatore a tendina con un rex, con obiettivi e magazzini intercam-
L’evoluzione delle fotocamere nuovo modello con otturatore a lamelle biabili.
Nel corso degli anni Cinquanta la compe- Synchro Compur incorporato in ognuno Nel 1959 Nikon presenta un modello re-
tizione fra la produzione tedesca e quella degli obiettivi intercambiabili e nel 1958 flex, la Nikon F, con obiettivi e mirini in-
Nel 1957 la Nikon
presenta un model-
lo tecnologicamen-
te molto avanzato,
la Nikon SP con mi-
rino multifocale e
predisposta per
l’accoppiamento
con il motore elet-
trico, toccando il
vertice dello svilup-
po delle fotocamere
a telemetro.

Tele Rolleiflex. Dopo aver dominato il mer-


cato internazionale le biottica Rolleiflex co-
minciano a mostrare i propri limiti, ma pri-
ma di dedicarsi a nuove tipologie la società
Franke & Heidecke tenta di modificare le biot-
tica equipaggiandole con obiettivi tele e gran-
Incalzata dal proliferare delle copie delle Leica a vite e dalle ri- dangolari.
chieste del mercato, la Leitz nel 1954 mette sul mercato la Leica M3
con innesto a baionetta, con un telemetro a larga base accoppiato
con il mirino e con la predisposizione per un esposimetro accoppia-
to di tipo clip-on.

tercambiabili e predisposta per l’impiego la Leica, ma con obiettivo fisso e prive di ASA.
del motore elettrico, e nello stesso anno telemetro. Negli ultimi anni Cinquanta gli esposime-
Zenza Bronica presenta una reflex 6x6 con Accanto all’industria tedesca e all’industria tri al selenio, incorporati nelle fotocamere
magazzini intercambiabili e otturatore a giapponese, l’industria della DDR produ- di buon livello, sono diventati la norma, ma
tendina. ce a livello di massa molte buone fotoca- nei primi anni Sessanta questi vengono so-
Altre reflex giapponesi 35mm, come le mere, anche se prive di raffinatezze o di in- stituiti da una nuova generazione di espo-
Asahi Pentax e le Miranda, conquistano novazioni particolari, come le reflex 35mm simetri, con fotocellula al Solfuro di Cad-
spazi sempre maggiori, mentre la produ- Exakta e Praktica, ma produce anche foto- mio o CdS, più piccola e sensibile.
zione delle 35mm a telemetro tipo Leica camere originali come le reflex 35mm Prak- Nel 1964 nascono le prime fotocamere con
subisce una battuta d’arresto, con la sola tina, modulari e motorizzabili, e le reflex esposimetro incorporato che legge la luce
eccezione della Canon, che continua a co- di medio formato Praktisix e Pentacon Six. dietro l’obiettivo: le giapponesi Asahi Pen-
struire fotocamere a telemetro fino alla fi- tax Spotmatic e le Topcon Re Super, che
ne degli anni Sessanta. L’evoluzione tecnica vengono seguite e imitate da tutte le altre
Sul fronte delle fotocamere economiche si Nel corso degli anni Sessanta si moltipli- industrie fotografiche, giapponesi, tedesche
moltiplicano i modelli basati sulla sempli- ca il numero delle industrie fotografiche, e tedesche dell’est. Perfino Leitz nel 1964
cità costruttiva e operativa, come le molte mentre l’industria del materiale sensibile presenta una reflex 35mm, la Leicaflex, so-
reflex biottica che si ispirano alle Rollei- propone pellicole a colori negative o in- stituendola nel 1968 con la Leicaflex SL
flex e le molte fotocamere che replicano i vertibili e nuove pellicole in bianco e nero con esposimetro interno.
modelli prebellici tipo box, mentre nasco- dalla sensibilità sempre più elevata, fino a Le produzioni nazionali italiane, francese,
no numerose fotocamere 35mm ispirate al- 27 DIN, o, secondo la scala americana, 400 inglese e perfino quella americana sono nel
Nikon F. Con la Nikon F del 1959 si chiude idealmente la stagio-
ne delle fotocamere a telemetro e si apre la stagione delle reflex
35mm. La Nikon F segna lo spartiacque ideale fra i due sistemi.

Nel 1957 Hasselblad abbandona l’otturatore a tendina a favore de-


gli otturatori Synchro Compur incorporati negli obiettivi intercam-
biabili, senza rinunciare al concetto di modularità e stabilendo nuo-
vi standard produttivi.

frattempo completamente uscite dal mer- Con l’incalzare degli anni Sessanta si assi-
cato e sopravvivono solo con produzioni ste a due fenomeni diversi ma convergen-
economiche destinate a soddisfare una pic- ti. Il primo di questi fenomeni è la scom- Asahi Pentax Spotmatic. Con l’impiego del-
cola fetta del mercato interno. La produ- parsa delle fotocamere di medio formato di le fotocellule al CdS poste all’interno del-
zione sovietica, per quanto copiosa, rima- tipo economico, con una evidente nobilita- le fotocamere reflex con obiettivo inter-
ne al di là della cortina di ferro. Mentre Has- zione del medio formato ai livelli profes- cambiabile si realizza il sistema di misura-
selblad e Rollei monopolizzano il medio sionali e l’arrivo sul mercato delle mono- zione TTL. L’Asahi Pentax presenta il suo
formato, Leica e Nikon continuano a ri- reflex professionali delle giapponesi Ma- prototipo Spot Matic nel 1960 e presenta
manere i punti di riferimento della produ- miya, Kowa e Asahi Pentax, ma anche del- definitivamente il modello di serie Spotma-
zione di fotocamere 35mm, nonostante la la Rolleiflex SL 66. tic nel 1964 in occasione dei Giochi Olim-
numerosa schiera di imitatori. Il secondo fenomeno è la diffusione delle pici di Tokyo.
Lentamente il sistema fotografico reflex co- fotocamere economiche di piccolo forma-
mincia a prevalere sul sistema a telemetro, to ad opera dei grandi produttori di pelli-
grazie alla sempre maggiore diffusione dei cola. Kodak lancia nel 1963 i caricatori di
teleobiettivi e grazie alla realizzazione di tipo facilitato Instamatic, o 126, per il for-
obiettivi grandangolari con schema re- mato 28x28mm, e Agfa replica con i cari- L’epoca del colore
trofocus, che permettono la visione nel mi- catori tipo Rapid, analoghi al tipo Karat, Lo sviluppo tecnologico degli anni Cin-
rino reflex anche con obiettivi di corta e che utilizzano ancora film da 35mm. Per i quanta vede la maturazione e il compi-
cortissima focale. caricatori tipo Instamatic vengono costrui- mento di molte delle sperimentazioni com-
Nascono le prime fotocamere con esposi- te fotocamere economiche ma anche foto- piute negli ultimi anni Trenta, con l’affi-
zione automatica, realizzata per mezzo del camere di buon livello, come le Kodak In- namento della chimica, dell’ottica e della
collegamento fra il galvanometro dell’e- stamatic Reflex, le Rollei 126 e le Conta- meccanica, ma senza nessuna innovazio-
sposimetro e il selettore del diaframma. Se flex 126 della Zeiss Ikon. ne veramente clamorosa destinata a rivo-
l’automatismo dell’esposizione nasce su Alla fine degli anni Sessanta le condizioni luzionare il modo di fabbricazione delle
fotocamere relativamente economiche e de- del mercato sono profondamente cambia- immagini ottiche.
stinate all’impiego amatoriale, come le Ag- te. Il sintomo più appariscente della crisi è Nel campo della chimica si registra il co-
fa Selecta e le Contaflex Super, ben presto rappresentato dall’annuncio, fatto nel 1971, stante progresso della fotografia a colori,
gli automatismi cominciano ad essere ap- della chiusura del reparto fotocamere del- sempre più apprezzata dalle redazioni del-
plicati sulle reflex 35mm con obiettivo in- la Zeiss Ikon, che rappresenta la fine di le riviste illustrate, mentre nel settore tra-
tercambiabile, come le Konica Autoreflex un’epoca. dizionale del bianco e nero si punta verso
e Autoreflex T del 1966 e del 1968. il miglioramento delle emulsioni, con lo
Minox B. L’interesse per i mini formati fotografici viene sintetizzata nelle fotocame-
re Minox di formato 11x18 che vengono prodotte in Germania dal dopoguerra fino Voigtlaender Prominent con Ultron f/1.5 - L’indu-
ai primi anni Settanta sviluppando il modello prebellico di Walter Zapp. stria fotografica tedesca del dopoguerra sviluppa
molte proposte originali, come la Prominent a te-
lemetro con obiettivi intercambiabili e otturatore
Compur.

scopo di ottenere una grana sempre più fi- giori, mentre per i grandangolari si cerca- 85mm f/1.5, mentre Carl Zeiss di Jena pro-
ne e una scala di sensibilità sempre più este- no prestazioni legate ad un angolo di ri- pone nel 1950 un Biotar 75mm f/1.5 con
sa. Lo scopo è quello di favorire l’impie- presa sempre maggiore. Mentre per il me- innesto per le reflex 35mm.
go di formati sempre più piccoli; mentre il dio formato la luminosità massima degli Per le fotocamere reflex 35mm l’aumento
6x6 sostituisce nell’impiego professionale obiettivi standard sembra fermarsi a f/2.8 della luminosità degli obiettivi standard è
i formati maggiori, il 35mm assume sem- con i Planar e gli Xenar da 80mm, per le più moderato e comporta un aumento del-
pre maggiore dignità e si arriva fino agli fotocamere 35mm il limite della lumino- la lunghezza focale. Il Sonnar 50mm f/2.0
estremi rappresentati dal formato Minox sità massima viene spostato continuamen- diventa già nel 1948 il Biotar 58mm f/2.0,
8x11mm ottenuto dalla pellicola cinema- te. mentre nel 1959 con la Nikon F nasce il
tografica da 9.5mm. Nel periodo bellico, per fotografare gli Nikkor 58mm f/1.4.
L’industria del materiale sensibile cerca an- schermi radioscopici fluorescenti, si sono Gli obiettivi con luminosità f/1.8 e focale
che di assecondare la tendenza alle riprese costruiti obiettivi di grande luminosità, co- compresa fra 55 e 58mm diventano lo stan-
in luce ambiente senza ricorrere ai flash, me il noto Xenon f/1.5 utilizzato da Leitz, dard per molte monoreflex. L’Asahi Pen-
ritenuti da molti professionisti poco discreti i Serenar f/1.5 di Canon, e addirittura un tax K e la Minolta SR2, entrambe del 1958,
e troppo artificiosi. Il grande protagonista Biotar 55mm f/0.85 della Carl Zeiss. Da vengono equipaggiate rispettivamente con
dello sviluppo tecnico degli anni Cinquan- queste esperienze nel periodo postbellico un Takumar 55mm f/1.8 e con un Rokkor
ta rimane tuttavia il colore, che comincia si passa a obiettivi luminosi per impieghi 55mm f/1.8. Nel 1962 l’obiettivo standard
ad essere praticato da professionisti ed ama- civili, e ai Sonnar e agli Xenar con lumi- della Minolta SR7 diventa il Rokkor 58mm
tori, sia per la fotografia commerciale che nosità massima f/2.0 o f/1.5 si affiancano f/1.4 e nel 1964 l’obiettivo standard della
per quella giornalistica, come per quella nuovi obiettivi di lunghezza focale stan- Spotmatic diventa il Super Takumar 50mm
più strettamente dilettantistica e salonisti- dard, tutti caratterizzati dalla luminosità f/1.4, dalla formula ottica particolarmente
ca. La diffusione del colore negli inserti elevata. Per la 35mm a telemetro Promi- compressa.
delle riviste e nei settimanali illustrati ac- nent la Voigtlaender propone fino dal 1952 Nel 1967 Nikon presenta il Nikkor 55mm
centua la corsa ad una riproduzione sem- gli obiettivi 50mm Ultron f/2.0 e Nokton f/1.2 e la Minolta presenta il Rokkor 58mm
pre più fedele del colore, rimettendo in mo- f/1.5. Per le Nikon a telemetro vengono f/1.2. Per le Contarex Carl Zeiss propone
to il genere fotogiornalistico legato al viag- proposti nel 1950 gli obiettivi Nikkor da nel 1958 un Planar 50mm f/2.0 e nel 1961
gio di esplorazione, e riproponendo i temi 50mm con luminosità f/1.5 e f/1.4, e nel un Planar 55mm f/1.4, mentre Leitz per la
già visti, interpretati alla luce della nuova 1956 viene presentato un Nikkor 50mm Leicaflex propone nel 1964 un Summicron
tecnologia fotografica. f/1.1. Canon nel dopoguerra comincia a co- 50mm f/2 e solo nel 1970 presenta un Sum-
struire obiettivi Serenar f/1.5 per impieghi milux 50mm f/1.4.
Obiettivi sempre più luminosi fotografici comuni, montandoli sulle Ca-
Nel corso degli anni Cinquanta e Sessanta non a telemetro, per arrivare nel 1956 al Grandangoli più corti
anche l’ingegneria ottica riceve un nuovo Canon 50mm f/1.4, seguito dal Canon Per gli obiettivi grandangolari si impiega-
impulso e propone nuovi prodotti. La sco- 50mm f/1.2 e, nel 1960, dal Canon 50mm no schemi ottici simmetrici modificati, con
perta del trattamento antiriflesso degli obiet- f/0.95. Nel 1949 la Leitz comincia a pro- la lente tergale vicinissima al piano foca-
tivi, compiuta indipendentemente nel pe- durre su licenza per le Leica a telemetro il le. Per questo motivo gli obiettivi di corta
riodo prebellico da Smakula in Germania Summarit 50mm f/1.5, sostituito nel 1959 e cortissima focale vengono montati quasi
e da Strong negli Stati Uniti, ma sottopo- dal Summilux 50mm f/1.4. Nel 1966 la stes- esclusivamente sulle fotocamere a teleme-
sta a vincolo dai militari, diventa di pub- sa Leitz mette in commercio il Noctilux tro.
blico dominio e permette di aumentare il 50mm f/1.2, sostituito più tardi, nel 1976, Nel 1954 Carl Zeiss realizza un obiettivo
numero delle lenti degli obiettivi miglio- dal Noctilux 50mm f/1.0. Biogon da 38mm di focale per la Hassel-
randone la resa ottica. Fra gli obiettivi di focale media il record blad SW priva di specchio mobile. L’o-
Per gli obiettivi standard e per i teleobiet- del Summarex 85mm f/1.5 del 1943 viene biettivo abbraccia un angolo di novanta gra-
tivi si inseguono luminosità sempre mag- uguagliato nel 1951 da Nikon con il Nikkor di e la Hasselblad SW rappresenta per il
L’italiana GaMi rappresenta la più geniale proposta italiana nel La fine degli anni Sessanta è simboleggiata dalla presentazione da par-
settore delle fotocamere di piccolissimo formato 16mm. te della Zeiss Ikon della fotocamera Hologon, con obiettivo super gran-
dangolare da 15mm di focale. L’obiettivo non è intercambiabile, non
è focheggiabile e non è diaframmabile, ma costituisce un primato dal
punto di vista ottico.

medio formato 6x6 l’unica vera alternati- bile delle reflex 35mm. Nel 1953 Ange- presto nel corredo delle reflex più presti-
va ai formati maggiori. nieux realizza un grandangolare retrofocus giose si cominciano a contare uno o più
Per le fotocamere da 35mm viene realiz- da 28mm e nel 1957 realizza un 24mm. obiettivi Zoom. Nel 1963 Nikon mette in
zato dalla stessa Carl Zeiss un Biogon da La lezione viene imparata rapidamente an- commercio una piccola reflex 35mm con
21mm di focale con innesto Contax, che che dalle altre industrie ottiche, che si spin- otturatore centrale a lamelle equipaggiata
permette per la prima volta anche sul pic- gono ancora più lontano. Carl Zeiss di Je- con un obiettivo zoom non intercambiabi-
colo formato riprese grandangolari estre- na realizza un Flektogon 25mm nel 1961 e le con focale da 43 a 86mm, destinata ad
me. Leitz replica nel 1958 con l’obiettivo un Flektogon da 20mm nel 1963, mentre un pubblico non specializzato; gli obietti-
Super Angulon di identica focale, mentre Carl Zeiss di Oberkochen realizza per le vi zoom sono destinati ad uno sviluppo par-
Nikon propone un grandangolare da 25mm Contarex un Distagon 25mm nel 1963, un ticolarmente rapido ed a conoscere grossi
nel 1953 e un grandangolare da 21mm nel Distagon 18mm nel 1967 e perfino un Di- successi commerciali anche nel settore pro-
1959. stagon 15mm nel 1972. Nikon realizza un fessionale.
Il limite viene raggiunto nel 1969 da Carl primo grandangolare retrofocus da 28mm Carl Zeiss realizza i suoi primi obiettivi
Zeiss con l’obiettivo Hologon da 15mm nel 1960, e nel 1967 ne realizza uno da Zoom Vario-Sonnar per la Contarex all’i-
che è privo di diaframma e di movimento 24mm e uno da 20mm. Obiettivi analoghi nizio degli anni Settanta, quasi in conco-
di messa a fuoco ed è montato su una fo- vengono realizzati nello stesso periodo an- mitanza con la chiusura del reparto foto-
tocamera 35mm speciale, battezzata an- che da Asahi Optical per le Pentax e da Mi- camere, ma non rinuncia alla progettazio-
ch’essa Hologon. Nel 1972 l’obiettivo Ho- nolta, mentre Carl Zeiss realizza già nel ne e alla realizzazione di costruzioni otti-
logon viene realizzato anche in montatura 1954 per le Hasselblad i grandangolari con che per il piccolo e per il medio formato.
speciale a baionetta per le fotocamere Lei- schema retrofocus da 60mm, arrivando suc-
ca della serie M. cessivamente a 50mm e a 40mm nel 1964, Gli strumenti
Sulla scia di queste esperienze altri co- ma mettendo in produzione il 40mm solo In maniera ancora più accentuata che ne-
struttori ottici realizzano obiettivi analo- nel 1967. gli anni Trenta, negli anni Cinquanta e Ses-
ghi, cercando di trasferire queste costru- santa si assiste alla diversificazione dei set-
zioni anche sulle reflex 35mm, ma solo ri- L’apparizione dello zoom tori amatoriale e professionale. L’altissimo
correndo al blocco dello specchio in posi- Dal punto di vista ottico una seconda rivo- grado di precisione raggiunto nelle lavora-
zione sollevata e ad un mirino ottico ag- luzione prende il via alla fine degli anni zioni meccaniche permette di produrre fo-
giuntivo. Questa soluzione viene adottata Cinquanta, con la presentazione nel 1959 tocamere altamente affidabili per il medio
dalla stessa Nikon sulla Nikon F e da Zeiss da parte di Voigtlaender dell’obiettivo Zoo- formato, che con le Rolleiflex biottica e
Ikon sulla Contarex, per montare rispetti- mar con focale variabile fra 36 e 82mm. con le monoreflex Hasselblad eclissa defi-
vamente il Nikkor 21mm e il Biogon 21mm, Gli obiettivi con focale variabile per im- nitivamente i formati più grandi, almeno
ma anche da Minolta per montare il Rokkor pieghi fotografici erano noti, ma lo Zoo- per la maggior parte della produzione fo-
21mm del 1962 e da Canon per montare il mar di Voigtlaender è il primo obiettivo di tografica commerciale e giornalistica e per
Canon 19mm del 1964 sulle proprie reflex. questo tipo progettato specificamente per le riprese in studio. Ma mentre per il me-
Solo con l’adozione dello schema retrofo- l’impiego fotografico su una reflex 35mm. dio formato, tradizionale per definizione,
cus inventato dall’ottico Pierre Angenieux L’esempio di Voigtlaender viene seguito da non si registrano innovazioni né molto ra-
diventa possibile realizzare obiettivi gran- altri costruttori ottici, tedeschi e giappone- pide né particolarmente significative, per
dangolari compatibili con lo specchio mo- si, ma anche dallo stesso Angenieux, e ben il piccolo o piccolissimo formato si assiste
Leicaflex SL. Anche la più tradizionale delle industrie fotografiche
tedesche legata ai sistemi a telemetro, la Leitz, mette in produzione
nel 1964 una reflex 35mm targata Leica e piena di idee innovative, Contax S. La presentazione nel 1949 della Contax S significa il ri-
almeno per la casa da cui proviene. lancio dell’industria tedesca con un prodotto inedito e l’impiego
del mirino pentaprismatico che apre la strada al trionfo della ti-
pologia reflex 35mm, destinata a sostituire le fotocamere a tele-
metro.

La reflex italiana Rectaflex, insieme alla Contax S, è una delle pri-


me fotocamere equipaggiata con un mirino pentaprismatico e viene La Nikkorex è la prima reflex 35mm che monta di serie un ottura-
presentata a livello di prototipo alla Fiera di Milano nel 1948. tore a lamelle metalliche con scorrimento verticale Copal Squa-
re, un otturatore destinato ad un enorme successo commerciale ed
a sviluppi determinanti per il sistema reflex.
ad una vera e propria proliferazione di tipi li; in Inghilterra lo stesso successo arride in grado di rivaleggiare con Leica e Con-
e modelli di fotocamere. alle Reid, quasi identiche alle Leica pre- tax. Mentre Zeiss Ikon non compie nessun
Nascono fotocamere di piccolissimo for- belliche, mentre in Italia vengono costrui- tentativo per modificare le Contax, che ri-
mato per film da 16mm come le giappo- te numerose fotocamere ispirate alla Lei- mangono invariate fino al 1958, Leitz af-
nesi Minolta e Yashica, le tedesche Rollei ca, dalla Gamma alla Ianua, dalla Sonne fianca e poi sostituisce alle Leica con in-
ed Edixa, le francesi Sfomax e le italiane alla Iso, tutte costruite per un periodo li- nesto a vite le Leica con innesto a baio-
GaMi. mitato in poche centinaia di esemplari, ma netta, la cui produzione inizia nel 1954 con
Nascono fotocamere panoramiche con tutte dotate di soluzioni tecniche originali. la Leica M3 per culminare nel 1967 con la
obiettivi rotanti per il piccolo ed il medio In Giappone Canon costruisce numerosi Leica M4. Mantenendo una filosofia pro-
formato, nascono fotocamere subacquee modelli di fotocamera a telemetro con in- duttiva tradizionale Leitz non propone va-
come le Calypso e nascono perfino foto- nesto a vite e Nikon comincia a costruire rianti sostanziali alle sue Leica e conside-
camere biottica 35mm firmate da Agfa. fotocamere a telemetro ispirate alle Con- ra la motorizzazione delle fotocamere co-
Alle Leica e alle Contax si affiancano e si tax, ma con otturatori a scorrimento oriz- me qualcosa di anomalo, arrivando a mo-
contrappongono numerose fotocamere zontale come le Leica. dificare solo pochi esemplari di Leica M2
35mm con telemetro e obiettivi intercam- In Germania, ad eccezione delle Prominent e M4 per l’impiego del motore elettrico.
biabili. In Francia conquistano successo e Voigtlaender, caratterizzate da un otturato- Viceversa i costruttori giapponesi si dimo-
notorietà le Foca con otturatore a tendina re a lamelle Synchro Compur ma con la strano più fantasiosi e coraggiosi. Nel 1957
e innesto a vite, che vengono costruite in possibilità di sostituire gli obiettivi, non inizia la produzione delle Nikon SP predi-
numerose varianti tecniche e commercia- vengono costruite fotocamere a telemetro sposte per il motore elettrico e la stessa ca-
La Minolta SRT 101 è una reflex con esposimetro TTL che ha otte- Alla fine degli anni Cinquanta anche la Zeiss Ikon abbandona la ti-
nuto un grosso successo commerciale ed ha contribuito alla diffu- pologia Contax e presenta una reflex 35mm di alta classe, la Con-
sione di massa del nuovo sistema esposimetrico. tarex con esposimetro incorporato ed accoppiato.

ratteristica si ritrova nel modello più eco- poco luminosi, devono essere ricaricate do- Mentre molte reflex 35mm adottano il si-
nomico Nikon S3 del 1958. Canon non ar- po ogni scatto per poter inquadrare di nuo- stema di misurazione della luce con il dia-
riva alla motorizzazione elettrica delle sue vo il soggetto e, pur essendo molto versa- framma chiuso, altre adottano sofisticati si-
fotocamere a telemetro, ma adotta un fon- tili con l’impiego degli obiettivi standard, mulatori di diaframma che permettono la
dello modificato con leva di carica rapida con i teleobiettivi e con i lunghi fuochi, so- misurazione con il diaframma alla massi-
manuale, e con il modello Canon 7 del 1961 no limitate nell’impiego degli obiettivi gran- ma apertura, vincolandosi però all’impie-
inserisce nel corpo della fotocamera un dangolari a causa della presenza dello spec- go di obiettivi predisposti specificamente
esposimetro accoppiato. chio mobile. per questo impiego. Per le reflex più sofi-
La velocità di ripresa e la determinazione Alla fine degli anni Cinquanta lo specchio sticate, come la Leicaflex SL, si sceglie un
esatta dell’esposizione diventano due esi- con ritorno istantaneo presentato da Asahi sistema di misurazione molto selettivo, sul-
genze irrinunciabili nella fotografia degli Optical fino dal 1954 è diventato la norma, la sola area centrale del fotogramma, men-
anni Sessanta, ma la risposta a queste esi- e i primi grandangolari retrofocus rendono tre altri fabbricanti preferiscono il metodo
genze dei fotografi di azione non si trova possibile anche la fotografia grandangola- di misurazione medio su tutta l’area ed al-
nelle fotocamere 35mm a telemetro, che a re di azione con le reflex 35mm. Le reflex tri ancora scelgono un metodo misto, su
metà degli anni Sessanta sono già supera- sostituiscono le fotocamere a telemetro nei tutta l’area ma con prevalenza alla zona
te tecnologicamente dalle reflex 35mm. corredi di molti professionisti e di molte centrale. Solo poche fotocamere, come la
agenzie giornalistiche. Mamiya DTL, permettono la commuta-
L’epoca delle reflex Dopo il 1965 le reflex vengono equipag- zione fra i due diversi sistemi di lettura
Le reflex 35mm del dopoguerra sono le giate con esposimetri precisi e sensibili in- esposimetrica.
Exakta che continuano ad essere costruite corporati dietro l’obiettivo in modo da po- Sulle reflex economiche vengono montati
a Dresda, e che nel 1951 vengono equi- ter leggere l’esposizione relativa alla sola otturatori a tendina con velocità massima
paggiate con un mirino pentaprismatico in- scena inquadrata dall’obiettivo, e questo di 1/500 di secondo, mentre sulle reflex più
tercambiabile, sviluppato in base ad un pro- comporta un salto di qualità permettendo prestigiose si arriva al millesimo di secon-
getto prebellico della Zeiss Ikon battezza- riprese più rapide ed esposizioni più pre- do. Con la Canonflex R 2000 e con la Lei-
to Pentagon, a cui si affiancano le Prakti- cise anche con pellicole a colori. Quasi tut- caflex si arriva a 1/2000 di secondo.
ca e le Contax S, tutte costruite a Dresda te le industrie fotografiche tradizionali si Nel 1962 Nikon presenta una fotocamera
ma con un semplice mirino a pozzetto le adeguano a questa tendenza, anticipata in reflex battezzata Nikkorex F ed equipag-
prime e con mirino a prisma non inter- Giappone da Asahi Optical con la Spot- giata con un originale otturatore fornito dal-
cambiabile le seconde. matic e da Topcon con la Topcon Re Su- la società Copal, battezzato Copal Square,
Accanto alle reflex di Dresda, nel dopo- per. Per non essere escluse dal mercato le e costituito da lamelle metalliche incernie-
guerra nascono le reflex 35mm italiane Rec- altre industrie fotografiche sono costrette rate e caratterizzate dallo scorrimento in
taflex e le svizzere Alpa, entrambe con mi- ad adeguarsi velocemente. senso verticale in prossimità del piano fo-
rino pentaprismatico, seguite dopo pochi Zeiss Ikon presenta le Contarex S, Nikon cale. Si tratta del primo otturatore di que-
anni dalle inglesi Wrayflex e dalle tedesche modifica la Nikon F nella Nikon Photomic, sto tipo, destinato ad uno sviluppo inarre-
Edixa, tutte con obiettivo intercambiabile Voigtlaender presenta le Bessamatic CS, stabile, fino a sostituire negli anni Settan-
ed otturatore a tendina. Pentacon presenta le Praktica Mat, Minol- ta gli otturatori a tendina tradizionali in stof-
Le reflex 35mm dei primi anni Cinquanta ta presenta la SRT-101 e la stessa Leitz pre- fa.
sono macchinose e lente, hanno dei mirini senta la Leicaflex SL. Accanto alle reflex con ottica intercam-
biabile ed otturatore a tendina nascono, ad
imitazione delle Contaflex, alcune reflex
con otturatore centrale a lamelle e con obiet-
tivi fissi, scomponibili, e talvolta comple-
tamente intercambiabili. Fra queste foto-
camere, generalmente di tipo economico,
vi sono anche fotocamere prestigiose, co-
me le Kodak Retina Reflex, le Bessamatic
Voigtlaender, le giapponesi Kowa e Topcon
Unirex. Nonostante le loro prestazioni in-
teressanti, fra le quali la sincronizzazione
totale con il flash, queste reflex sono desti-
nate a non sopravvivere oltre la fine degli
anni Sessanta.

Le medio formato
Un tipo di evoluzione tecnologica analoga Mamiya C 330. La tipologia biottica viene
a quella delle reflex di piccolo formato si messa in crisi dalle reflex monoculari, mol-
registra tra le fotocamere di medio forma- to più flessibili e capaci di prestazioni più so-
to, dove vengono accantonati i modelli biot- fisticate. Solo la giapponese Mamiya propo-
tica e a telemetro a favore delle monore- ne una serie di biottica con gruppi di obiet-
flex. tivi intercambiabili, aumentandone le possi-
Alla svedese Hasselblad, alla tedesca Pen- bilità di impiego, ma sempre entro limiti piut-
tacon Six e alla giapponese Bronica si af- tosto ristretti.
fiancano nel corso degli anni Sessanta le
giapponesi Kowa e Mamiya e le tedesche
Rolleiflex SL 66.
Al mirino a pozzetto si sostituiscono sem-
pre più spesso i mirini pentaprismatici in-
tercambiabili, dotati di un moderno espo-
simetro incorporato per la lettura della lu-
ce sul vetro smerigliato.
Nel 1966 viene presentata la monoreflex di
medio formato Asahi Pentax 6x7, con un
otturatore a tendina controllato elettronica-
mente sulle velocità, ma ancora comanda-
to manualmente. Otturatori analoghi ven-
gono montati su alcune reflex 35mm come
la Pentacon Electronic, sulla Contarex Su-
per Electronic e sulla Yashica TL Electro
X, tutte realizzate fra il 1966 e il 1968. Si
tratta di una novità che passa quasi inos-
servata, ma che modificherà profondamente
il modo di costruire le fotocamere nel de-
cennio successivo.
Hasseblad SWC. Nel 1954 nasce la fotocamera grandangolare 6x6 di
Hasselblad, costruita attorno ad un obiettivo Biogon da 38mm di fo-
Danilo Cecchi cale, un obiettivo che rimarrà inalterato per oltre quarant’anni.

BIBLIOGRAFIA:
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- Ed. Denoel Ghester Sartorius - Carta di identità della Leica - Ed. Reflex
Michel Auer - 150 ans d’appareils photographiques (150 Years Richard Nordin - Hasselblad System Compendium - Hove Books
of cameras) - Camera Obscura Danilo Cecchi - Asahi Pentax and Pentax SLR 35mm cameras
Brian Coe - La macchina fotografica (The Camera) - Garzanti - Hove Foto Books
Paul Henry Van Hasbroeck - 150 Classic Cameras - Sotheby’s Marco Antonetto e Mario Malavolti - Made in Italy - Ed. Foto-
John Wade - The Camera - Jessop camera
I. Matanale - Collecting and using Classic Cameras - Thames Robert Rotoloni - Nikon rangefinder cameras - Hove Foto Books
& Hudson Bernard Vial - Histoire des appareils français
Clement Aguila e Michel Rouah - Exacta cameras 1933-1978 - Roger Hicks - A History of 35mm Still Cameras - Focal Press
Hove Foto Books Angelo Derqui - Rollei - Ed. del Grifo
Richard Hummel - Spiegelreflexkameras aus Dresden Marco Antonetto - Topcon Story
STORIA DELLA FOTOGRAFIA

FRA LASTRE E
PELLICOLA IN ROTOLI
GLI ANNI FRA LE DUE GUERRE

La storia venimenti particolari, ma non eccezionali, in posa, o in altre occasioni di rilievo.


Il passaggio del supporto meccanico delle come gite e picnic, feste in giardino, visite Le pellicole in rullo vengono impiegate su-
negative dal vetro alla celluloide, o nitrato di parenti e di amici o i giochi dei bambini, gli apparecchi Kodak già caricati in stabi-
di cellulosa, poi sostituita dall’acetato di si ricorre alla abilità fotografica del capo- limento, hanno una autonomia fino a cento
cellulosa, non infiammabile, si dimostra fon- famiglia, mentre si ricorre allo studio o al pose, e devono essere trattate solo da labo-
damentale per lo sviluppo della fotografia fotografo professionista ormai solo per gli ratori specializzati. Solamente le fotocamere
di massa o dilettantistica. Se il primo appa- avvenimenti irripetibili, come il matrimo- Kodak Daylight del 1891 permettono il ca-
recchio Kodak del 1888 con struttura rigi- nio, la foto ufficiale di famiglia, il ritratto ricamento in luce diurna della pellicola, che
da utilizza ancora rotoli di carta sensibiliz- è contenuta in apposite scatole a tenuta di
zata, già nel 1889, grazie alla scoperta di luce. Nel 1892 Samuel Turner comincia a
Herny Reichenbach, è possibile caricare le proteggere il film con della carta nera, ren-
Kodak con rotoli di pellicola dalla grande dendo semplice e agevole il caricamento al-
autonomia. Dalle Kodak rigide a quelle pie- la luce delle fotocamere, e comincia ad uti-
ghevoli, fino alle Folding Pocket Kodak del lizzare questo sistema sulle fotocamere Bul-
1899 è tutto un fiorire di fotocamere per pel- l’s Eye di formato 89x89mm costruite dal-
licola in rullo, economiche e leggere, e de- la Boston Camera Manufacturing Company,
stinate soprattutto ai fotografi così detti del- poi assorbita dalla Eastman.
la domenica. Le fotocamere economiche di Nel periodo fra il 1895 e il 1935 vengono
cui ogni famiglia di un certo livello non può messi sul mercato non meno di trenta tipi
più privarsi sostituiscono il lavoro di molti diversi di pellicola in rullo, con altezza e
fotografi professionisti. Per immortalare av- lunghezza diversa, per diversi formati e di-
La Kodak del 1888 con la confezione del primo film
in rullo disponibile commercialmente.

Kodak Folding Pocket del 1900, segna il passaggio del secolo


con il passaggio dalle lastre alla pellicola in rullo anche sulle fo-
tocamere pieghevoli e tascabili.

verso numero di pose. La pellicola di East- espressione artistica continua a preferire le


man da 70mm di larghezza permette l’ese- lastre su vetro, assolutamente rigide e in-
cuzione di negative rotonde da 64mm di deformabili, o le pellicole piane, leggere ma
diametro, ma nella Kodak n. 2 del 1889 vie- di dimensioni ancora sufficientemente am-
ne usata una pellicola più alta per immagi- pie paragonabili a quelle delle lastre. Solo
ni ancora circolari ma con 89mm di dia- nella seconda metà degli anni Venti e all’i-
metro. Per ogni tipo di fotocamera la so- nizio degli anni Trenta grazie a fotocamere
cietà Eastman mette in produzione diversi come le Rolleiflex, le Exakta e le Leica, la
modelli, con formati sempre maggiori. Dal pellicola in rullo del tipo 120, del tipo 127
formato 89x114mm si passa nel 1890 ai for- e del tipo 35mm comincia a vivere una sta-
mati 102x127mm e 130x180mm, fino ad gione improntata all’impiego professiona-
arrivare nel 1893 al formato 165x216mm, le.
ancora su pellicola in rotolo, nel tipo da ven-
tiquattro o da quarantotto pose. La produ- La tecnica
zione del film in rullo viene praticamente La pellicola in rullo protetta da carta nera a
monopolizzata dalla Eastman, almeno nel tenuta di luce, presentata nel 1892, facilita
primo periodo, e il suo impiego viene con- il caricamento delle fotocamere e garanti-
finato all’ambiente domestico e familiare. sce loro una certa autonomia anche nel ca-
Nei primi anni del nuovo secolo e negli an- so di rotoli di lunghezza modesta. Da una
ni Dieci i formati vengono drasticamente parte questo semplifica la costruzione del-
ridotti, grazie alla diffusione di fotocamere le fotocamere, che diventano più leggere e
in rullo tascabili, come la Ensignette di Hu- maneggevoli, soprattutto quelle destinate
ghton del 1909 per il formato 57x38mm e ad impieghi non specialistici da parte di fo-
la Kodak Vest Pocket del 1912 per il for- tografi non professionisti. Dall’altra parte
mato 41x64mm, più noto come formato Ve- la necessità di far scorrere con precisione la
st Pocket 4x6.5cm. In particolare le fotoca- pellicola all’interno della fotocamera, da un
mere Vest Pocket Kodak ottengono un suc- rocchetto all’altro, finisce per far aumenta- rulli, per ottenere in ambedue i casi negati-
cesso commerciale clamoroso, e vengono re il numero degli ingranaggi e dei pezzi in ve di formato analogo. Sulle pellicole in rul-
vendute fino al 1926 in circa due milioni di movimento, costringendo le industrie foto- lo si possono ottenere immagini di dimen-
esemplari. Nonostante l’impegno di altre grafiche ad una costruzione meccanica più sioni ancora notevoli, 102x127mm o
industrie fotografiche, come le inglesi Lan- rigorosa. La maggiore precisione meccani- 127x179mm, ma la tendenza è quella di mi-
caster e Butcher o la tedesca Rietzschel, che ca degli apparecchi, del resto, favorisce il gliorare il materiale sensibile per diminui-
producono fotocamere di buon livello tec- processo di riduzione delle dimensioni de- re le dimensioni del formato.
nico, l’impiego della pellicola negativa in gli apparecchi stessi. Negli anni Dieci e Ven- Nel 1900 la società Eastman lancia sul mer-
rullo per quasi trent’anni non riesce ad as- ti si assiste al fenomeno delle fotocamere cato la fotocamera economica Brownie, de-
sumere una dimensione professionale. Chi convertibili, che possono impiegare indif- stinata in maniera specifica ai ragazzi, per
utilizza la fotografia per lavoro o come ferentemente lastre in vetro o dorsi porta- il formato 57x57mm, vendendone nel pri-
A sinistra: Vest Pocket Kodak del 1912 per il
formato 6.4x4 su pellicola in rullo tipo 127.
Leggerissima ed economica, è stata un enor-
me successo commerciale.

Exakta 6x6 del 1938.

mo anno di produzione circa centomila


esemplari.
Il formato tipo delle fotocamere per film in
rullo si stabilizza negli anni Dieci in
57x83mm, il così detto formato 6x9cm, ana-
logo a quello delle lastre di dimensioni me-
dio piccole, ottenuto dai rulli di tipo 120
messi sul mercato già dal 1901. Nel 1912
viene messo sul mercato il film in rulli di ti-
po 127, più stretto, da cui si ricava il for-
mato 6.5x4, detto Vest Pocket.
I film tipo 120 e 127 hanno un successo am-
pio e duraturo, che è arrivato fino ai giorni
nostri. Nei primi anni Trenta, sotto la spin-
ta della miniaturizzazione sempre più di mo-
Rolleiflex Standard del 1930, prima biottica
da, dal formato 6x9 viene fatto derivare il
per pellicola in rullo, imitata da tutte le mag-
mezzo formato 6x4.5cm utilizzato su foto-
giori industrie fotografiche degli anni Tren-
camere come la Dallmeyer Duo, la Ikonta
ta.
520, la Kodak Duo e la Soho Tuon, tutte
presentate fra il 1931 e il 1933. Una delle
prime fotocamere a permettere l’impiego di
entrambi i formati, quello intero 6x9 e quel-
Ikonta costruita dalla Zeiss Ikon in diverse lo dimezzato 6x4.5 è la Inos della Voig-
varianti per pellicole in rotolo, nella versio- tlaender, che nasce nel 1931 e viene segui-
ne 6x4.5 del 1932. ta nel 1935 dalla Bessa e dalla Certo Super
Sport che offrono la stessa caratteristica.
Lo stesso formato Vest Pocket viene di-
Leica Elmar, la fotocamera 35mm che ha mag- mezzato per arrivare al formato 3x4cm, con-
giormente contribuito all’affermazione del correnziale con il già popolare formato
formato 35mm in fotografia. 24x36mm ottenuto su pellicola cinemato-
grafica da 35mm. Nel 1934 la società East-
man mette in commercio confezioni di pel-
licola da 35mm in caricatori universali da
trentasei pose, denominati caricatori tipo
135 o DLC, dalle iniziali delle parole Day-
light Loading Cartridge.
Ma la Eastman dimostra di non credere fi-
no in fondo nel 35mm, e già nel 1935 pre-
senta una linea di fotocamere in bachelite
per l’impiego di un nuovo formato, con ne-
gative di 28x40mm ottenute su un film in
rotolo non perforato battezzato con il nome
Bantam.
Kodak Brownie n. 1 del 1904, progettata per una L’impiego fotografico della pellicola cine-
utilizzazione facile da parte dei bambini. matografica a doppia perforazione si rivela
Formato 24x36 su film da 35mm. tuttavia vincente, e viene ampiamente uti-
lizzato in fotografia per il formato cinema- di moda, con riprese in luce ambiente. La tre la stessa Agfa e la Kodak mettono a pun-
tografico 18x24mm, per il formato quadra- sensibilità delle pellicola aumenta costan- to le prime emulsioni negative a colori.
to 24x24mm e per il formato doppio, o for- temente, e in quindici anni raddoppia, pas-
mato Leica, 24x36mm. L’adozione del film sando dal massimo di diciotto gradi Schei- Gli strumenti
da 35mm, insieme alla miniaturizzazione ner, corrispondenti a 8 gradi DIN, della Ag- La fotocamere commercializzate dalla Ea-
delle fotocamere, richiede lavorazioni più fa Spezial del 1914, ai ventuno gradi Schei- stman e da altre società americane ed euro-
fini, tolleranze meccaniche inferiori, una ner, corrispondenti a undici gradi DIN del- pee per l’impiego della pellicola in rullo ne-
maggiore costanza nell’avanzamento e nel la Agfa Ukltra Spezial e delle Perutz Su- gli ultimi anni del secolo, come la svizzera
blocco del film, e naturalmente richiede perrapid del 1929. Nel corso degli anni Tren- Escopette, l’inglese Luzo, la tedesca Priz-
obiettivi più incisi e otturatori più veloci. ta la scala DIN sostituisce la scala Scheiner ma Detective, la francese Cristallos o le
Soprattutto sono i sistemi di mira e di mes- e nascono la Agfa Superpan da 20 DIN e la americane Kamarette, sono destinate ad un
sa a fuoco che devono diventare più preci- Agfa Isopan F da 17 DIN, ma anche la Ko- impiego amatoriale, ma con il nuovo seco-
si ed affidabili. Anche se gli obiettivi di fo- dak Supersensitive, la Perutz Peromnia e la lo si comincia a pensare ad un impiego più
cale corta, come quelli da 75mm utilizzati Schleusser Tempopan, tutte con la sensibi- serio del nuovo materiale sensibile, mentre
per il formato Vest Pocket e soprattutto quel- lità della Ispoan. Nel 1936 il ricercatore del- per i corpi macchina dal legno delle Kodak
li da 50mm utilizzati per il formato 3x4cm l’Agfa Robert Koslowski scopre che, ag- e dal cartone delle Brownie si comincia a
e per il 24x36mm, offrono una grande giungendo all’emulsione classica un certo passare all’alluminio, al lamierino di acciaio
profondità di campo, l’esigenza di una mes- quantitativo di oro, migliorano sia la grana e più tardi alla bachelite. La protagonista
sa a fuoco perfetta anche con il diaframma che la sensibilità del materiale. Nascono co- indiscussa della rivoluzione tecnologica che
alla massima apertura diventa prioritaria per sì la Isochrom F e la nuova Isopan F da 17 cambia il mondo della fotografia nel perio-
la fotografia, che sta diventando sempre più DIN e la Isopan ISS da ventuno DIN, men- do fra le due guerre è l’industria fotografi-

Kodak Bantam Special del 1936, fo-


tocamera prestigiosa di formato
28x40mm, equipaggiata con un
obiettivo Ektar f/2.0, telemetro e ot-
turatore Compur, contenuta in una
carrozzeria raffinatissima con chiu-
sura a sportello, rappresenta la sfi-
da impossibile della Kodak al suc-
cesso commerciale del formato
24x36 su film da 35mm.

Bessa Voigtlaender costruita a partire dal 1938, Esco, costruita da Seischab nel 1926 per il film da 35mm ma ancora per il formato cine-
permette l’esecuzione di foto di formato 6x9 o matografico 18x24mm, si caratterizza per la grande autonomia di cui dispone, oltre quat-
4.5x6 su film in rullo tipo 120. trocento pose.
A destra e sotto: Leica I e Leica
Compur, costruite contempora-
neamente da Leitz nella seconda
metà degli anni Venti, con ottura-
tore a tendina la prima e con ot-
turatore a lamelle la seconda.

Autographic Kodak del 1915, permette di scri-


vere i dati direttamente sulla pellicola attra-
verso una piccola finestra praticata sul dor-
so.

Contax I del 1932, una fotocame-


ra 35mm a telemetro molto origi-
nale e tecnicamente avanzatissi-
ma.

Leica II del 1932 con telemetro


accoppiato all’obiettivo ma se-
parato dal mirino.

A destra: Plaubel Makina per lastre 6.5x9


costruita con una particolare attenzione
Rolleiflex biottica del 1929 per il formato alla precisione meccanica nel 1937, equi-
6x6 su film in rullo, capostipite di una lun- paggiata con telemetro, otturatore Com-
ga generazione di fotocamere e di una fol- pur e obiettivo luminoso Anticomar 100mm
ta schiera di imitazioni. f/2.9.
ca tedesca. Nel primo dopoguerra la Ger- ca si evolve nel modello Leica II con obiet- pio della fotocamera biottica già utilizzato
mania sconfitta trova nell’esportazione del tivo intercambiabile e telemetro accoppia- per le fotocamere a lastre con magazzino e
materiale fotografico una delle tante chia- to. Il telemetro di precisione accoppiato al- diventa ben presto un modello imitato da
vi per la rinascita economica. Dalla Ger- la messa a fuoco, presentato per la prima numerose altre industrie fotografiche tede-
mania continuano a provenire i migliori ve- volta dalla Eastman su un modello folding sche e straniere.
tri ottici, gli otturatori più affidabili, i ma- Kodak Autographic nel 1916 permette l’e- Nel 1926 viene costituita con sede in Dre-
teriali sensibili più raffinati. Le industrie fo- sattezza della focheggiatura anche a distanze sda la società Zeiss Ikon, che nasce dalla
tografiche inglesi e francesi, ancora floride brevi, in condizioni di luce scarsa e con il forzata fusione di alcune industrie fotogra-
e piene di iniziativa, sembrano ripiegarsi sui diaframma alla massima apertura. Il tele- fiche esistenti, fa capo alla Fondazione Carl
rispettivi mercati interni e sulle loro colo- metro accoppiato viene utilizzato anche su Zeiss e rappresenta la più forte concentra-
nie, e sembrano incapaci di proporre qual- altre fotocamere di medio formato, come le zione industriale fotografica del periodo fra
cosa di nuovo, mentre la già affermata in- Roland 6x4.5 costruite da Paul Rudolph nel le due guerre. La Zeiss Ikon mette in pro-
dustria americana sembra continuare a ba- 1934 per la pellicola in rotolo e le Plaubel duzione numerose fotocamere per film in
sarsi sui grandi numeri ma su una qualità Makina II del 1933, costruite invece per pel- rullo, dalle folding con telemetro accoppiato
tutto sommato ancora mediocre. In Ger- licole piane di formato 6x9. Un altro meto- Super Ikonta alle biottica 6x6 Ikoflex. A
mania continuano ad operare le ditte dai no- do di messa a fuoco di precisione impiega- partire dal 1932 inizia anche la produzione
mi prestigiosi, come Carl Zeiss a Jena, Voig- to dalle fotocamere per pellicola in rullo è delle fotocamere 35mm Contax con obiet-
tlaender a Braunschweig, Ernemann a Dre- il mirino reflex, con messa a fuoco sul ve- tivo intercambiabile e telemetro accoppia-
sda, Goerz a Berlino, Nagel a Stoccarda, e tro smerigliato, che viene adottato sulle mo- to. Nel 1933 la società Ihagee di Dresda
così via. noreflex e sulle reflex biottica, mentre altre mette in produzione la reflex monoculare
Ma accanto a queste aziende di fama mon- industrie ancora preferiscono ricorrere a si- Exakta Vest Pocket di formato 4x6.5, se-
diale stanno nascendo nuovi nomi, e sono stemi originali ma privi di un seguito, co- guita nel 1936 dalla monoreflex 35mm Ki-
destinati a cambiare il mondo della foto- me il mirino ottico Okula. ne Exakta.
grafia. Le officine Leitz di Wetzlar metto- Nel 1920 viene fondata a Braunschweig la Nel 1936 viene messa in produzione da Fritz
no in commercio nel 1925 una piccola fo- società Franke & Heidecke, che nel 1928 Kaftanski a Berlino una piccola fotocame-
tocamera per pellicola cinematografica da presenta la fotocamera biottica 6x6 Rollei- ra, battezzata Minifex, che utilizza la pelli-
35mm, la Leica, equipaggiata con un obiet- flex per pellicola in rullo di tipo 117, poi cola cinematografica da 16mm già presen-
tivo tipo Tessar e con un mirino ottico ga- abbandonata in favore del tipo 120. La Rol- te sul mercato da una decina di anni. Nel
lileiano. Dopo soli cinque anni di vita la Lei- leiflex sviluppa in modo originale il princi- volgere di poco più di un decennio viene

Exakta Vest Pocket del 1933, una delle più


popolari reflex per pellicola in rullo di me-
dio formato dei primi anni Trenta.

Sopra: Super Ikonta 6x6 del-


la Zeiss Ikon del 1938, incor-
pora i più raffinati strumenti
di controllo dell’epoca, dal te-
lemetro accoppiato all’espo-
simetro incorporato, ed utiliz-
Ikoflex biottica 6x6 costruita dalla Zeiss za il nuovo formato quadrato
Ikon sulla scia del successo della Rollei- 6x6 ormai diventato di moda
flex, fotocamera dalle ottime prestazioni alla fine degli anni Trenta.
ma dal successo commerciale limitato.

A destra: Kine Exakta, reflex per pellicola da 35mm con obiettivi inter-
cambiabili e otturatore dalle prestazioni sofisticate.
Primarflex costruita da Curt Bentzin nel 1935,
una reflex 6x6 con obiettivo intercambiabile
e caratteristiche tecniche di avanguardia. Korelle 35, costruita da Franz Kochmann nel
1932 in bachelite per il formato 18x24mm su Robot costruita nel 1934 da Otto Berning per
film da 35mm. il formato 24x24mm su film da 35mm, si ca-
ratterizza per un otturatore rotante sul piano
focale e per gli obiettivi intercambiabili, ma
soprattutto per un motore a molla per l’a-
vanzamento del film esposto in rapida se-
quenza.

Rolleiflex del 1939, in cui viene sviluppato il


concetto di fotocamera biottica con numero-
si accorgimenti tecnici che la rendono ine- Welta Superfekta, biottica 6x9 con soffietto
guagliabile. estensibile, una delle risposte più originali al-
la Rolleiflex di Heidecke. Zecaflex biottica 6x6 degli anni Trenta, una
risposta originale ma poco fortunata alle biot-
tica di Braunschweig.

tracciata una nuova strada che vede il film di soluzioni originali, ma che non riescono modeste, dalle Kodak Retina alle Baldina,
in rullo uscire dallo stadio poco più che ama- a superare in popolarità i modelli a cui si dalle Peggy alle Super Nettel, dalle Agfa
toriale e dilettantesco per assumere già nel ispirano. Alle Super Ikonta si affiancano al- Karat fino alle Vito Voigtlaender. Quasi tut-
periodo prebellico, almeno in Europa, un tre folding di medio formato dalle presta- te queste fotocamere sono caratterizzate dal-
ruolo altamente professionale. zioni sofisticate, come le Bessa e le Promi- la presenza di otturatori a lamelle tipo Com-
I modelli si moltiplicano e si replicano in nent della Voigtlaender. Alle Exakta Vest pur e di obiettivi fissi montati su un soffietto
una vorticosa successione. Alle Rolleiflex Pocket si affiancano altre monoreflex per pieghevole come sulle folding di medio for-
e alle Ikoflex si affiancano altre fotocame- pellicola in rullo 120, come le Primarflex e mato. Non mancano le fotocamere assolu-
re biottica, come la Zecaflex, la Superfek- le Reflex Korelle. Alle Leica e alle Contax tamente originali, come le Robot 35mm con
ta e la francese Ontoflex, che sono dotate si affiancano altre fotocamere 35mm più avanzamento a molla del film, o come le
Sopra: Contax I del 1932 e a sini-
stra Contax III del 1936. In solo
Kodak Retina costruita a Stoccar- quattro anni la Zeiss Ikon perfezio-
da nel 1934, rappresenta l’ingres- na la sua fotocamera 35mm ag-
so della Kodak nel mondo del giungendo un telemetro accoppia-
35mm con una fotocamera folding to all’oculare, un esposimetro in-
ancora abbastanza economica. corporato sul tettuccio e miglio-
Contemporaneamente la Kodak rando le prestazioni dell’otturato-
mette in commercio la confezione re portando la velocità massima a
di pellicola 35mm precaricata in 1/1250 di secondo.
caricatori standard a tenuta di lu-
ce.

A sinistra: Kodak Super Six 20 del 1938 per


il formato 6x9. È’ stata la prima fotocame-
ra con esposizione automatica comandata
dall’esposimetro accoppiato ma è stata po-
co fortunata, anche a causa dell’impiego
del rullo tipo 620 che non è mai riuscito a
sostituire il più popolare rullo tipo 120.

A destra: Contaflex biottica per formato


35mm del 1934, con mirino reflex di di-
mensioni generose, otturatore a tendina con
velocità rapide ed un sistema di esposime-
tro incorporato, obiettivi di ripresa com-
pletamente intercambiabili. Una sintesi fra
le prestazioni della Rolleiflex e quelle del-
la Contax.

biottica 35mm Contaflex della Zeiss Ikon, locità fino a 1/500 o 1/1000 di secondo. La metro fotoelettrico incorporato, per una va-
con obiettivo di mira fisso ed obiettivo da Contax del 1932 utilizza un otturatore a la- lutazione esatta della luce. Lo stesso espo-
ripresa intercambiabile. melle metalliche con scorrimento verticale simetro incorporato viene montato sul fron-
Gli otturatori diventano più veloci, più si- che offre la velocità di 1/1000 di secondo tale della Contaflex biottica e sul tettuccio
curi e più affidabili e vengono costruiti da ed è sostituita nel 1936 dalla Contax II con della Super Ikonta 533 del 1937, ma si trat-
società specializzate. Fra gli otturatori a la- un otturatore analogo, che raggiunge 1/1250 ta di esposimetri non accoppiati. Nel 1938
melle eccelle il Compur della società Deckel, di secondo e monta un telemetro a base lar- viene presentata la Kodak Super Six, una
con velocità fino a 1/300 di secondo, men- ghissima accoppiato all’oculare di mira. La folding di formato 6x9 equipaggiata con un
tre per le Leica si impiegano otturatori a contemporanea Contax III offre le stesse esposimetro incorporato e accoppiato, che
doppia tendina scorrevole in stoffa con ve- prestazioni e monta sul tettuccio un esposi- comanda automaticamente il selettore del
A destra: Obiettivo di grande
luminosità Olympia Sonnar
180mm f/2.8 su cassetta reflex
per Contax, probabilmente il mi-
glior teleobiettivo costruito nel
periodo fra le due guerre, sin-
tesi della ricerca ottica più avan-
zata del tempo.

Night Exakta di formato 6.5x4,


con obiettivo molto luminoso
Meyer Primoplan 80mm f/1.9. diaframma, realizzando il primo esempio di
fotocamera con calcolo automatico dell’e-
sposizione.
Per le fotocamere di nuova progettazione
vengono realizzati nuovi obiettivi, più inci-
sivi e più luminosi, alcuni dei quali deriva-
no dall’intramontabile Tessar, che viene por-
tato alla luminosità f/2.8, mentre altri uti-
lizzano formule ottiche inedite con un mag-
giore numero di lenti. Nel 1924 la società
Ermanox costruita da Ernemann nel Ernemann di Dresda mette in produzione la
1924 per lastre 4.5x6 caratterizzata fotocamera Ermanox per lastre di formato
da un obiettivo Ernostar molto lumi- 4.5x6cm, equipaggiandola con un obiettivo
noso e tale da permettere riprese a Ernostar da 100mm di focale con lumino-
mano libera in interni illuminati ar- sità f/2.0, che già nel 1925 viene sostituito
tificialmente. da un obiettivo da 85mm con luminosità
f/1.8. L’industria ottica Hugo Meyer mette
in produzione per le Exakta Night gli obiet-
BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE: tivi Primoplan con luminosità f/1.9 e rea-
Sulla storia della fotografia lizza perfino un obiettivo Plasmat da 90mm
Helmut e Alison Gernsheim - Storia della fotografia - Frassinelli
con luminosità f/1.5. Nello stesso periodo
Michael Langford - The story of Photography - Focal Press
l’industria ottica Schneider mette in produ-
Jean Claude Lemagny / André Rouillé - Storia della fotografia - Sansoni
zione gli obiettivi Xenon con luminosità
Diego Mormorio - Storia della fotografia - Newton
f/2.0 e la Carl Zeiss di Jena mette in produ-
Beaumont Newhall - The History of Photography - Secker & Warzburg
zione i Biotar con la stessa luminosità. Per
Beaumont Newhall - Storia della Fotografia - Einaudi
le Contax la Carl Zeiss di Jena mette in pro-
Peter Pollack - The picture history of photography - Thames & Hudson
duzione gli obiettivi standard da 50mm Son-
Wladimiro Settimelli - Storia avventurosa della fotografia - Fotografare
nar con luminosità f/2.0 e f/1.5, mentre per
Aaron Sharf - Arte e fotografia - Einaudi
le Leica vengono messi in produzione gli
Volker Kahmen - Fotografia come Arte - Goerlich
obiettivi da 50mm Hektor con luminosità
Italo Zannier - Storia della fotografia italiana - Laterza
f/2.5 e gli Xenon con luminosità f/1.5 for-
niti da Schneider. Fra i teleobiettivi di me-
Sulle fotocamere dia focale la Leitz propone nel 1931 un Hek-
Michel Auer - Histore illustrée del appareils photographiques - Edita Denoel tor 73mm f/1.9 e la Carl Zeiss propone nel
Michel Auer - 150 ans d’appareils photographiques 1932 un Sonnar 85mm f/2.0, seguito nel
(150 Years of cameras) - Camera Obscura 1936 da un Sonnar 180mm f/2.8. Il limite
Brian Coe - La macchina fotografica (The Camera) - Garzanti massimo della luminosità viene segnato dal-
Prince R. de Croy-Roelux - Macchine fotografiche - BE-MA la società Astro di Berlino che propone i te-
Paul Henry Van Hasbroeck - 150 Classic Cameras - Sotheby’s leobiettivi Pan Tachar 150mm con lumino-
Jiri Janda - Camera Obscuras - National Museum of Technology - Prague sità f/2.3 e f/1.5, mentre per le piccole Mi-
Peter Langner e Hans Kleffe - Historische Kameras - Fotokinoverlag nifex 16mm arriva a proporre un obiettivo
John Wade - The Camera - Jessop Pan Tachar 25mm con luminosità f/1.8 e un
John Wade - Breve storia della macchina fotografica - Fotografare obiettivo Astro Tachon con luminosità f/0.95.
Robert White - Discovering Old Cameras - Shire
Johann Wilsberger - Alte Kameras - Harenberg Danilo Cecchi
STORIA DELLA FOTOGRAFIA

LA FOTOGRAFIA
NEGLI ANNI FRA LE DUE
GUERRE MONDIALI
Nasce il fotogiornalismo moderno e il racconto fotografico acquista un valore
autonomo; la stampa illustrata di informazione raggiunge livelli di diffusione
mai visti prima. Contemporaneamente si sviluppa un processo di crescita simbiotico
fra la fotografia e le altre arti figurative.

Jacques Henri Lartigue: Bottega di illustrazioni e pellicole fotografiche (1907).

La fotografia d’arte e la fotografia docu- casionale, praticata da dilettanti che ricor- conte italiano Giuseppe Primoli e del fran-
mentaria, due forme espressive già ampia- rono a fotocamere più leggere e meno com- cese Jacques Henri Lartigue. Le opere di
mente rappresentate all’inizio del secolo, plesse per registrare i momenti della loro questi autori, del tutto assenti dal dibattito
e perseguite ancora quasi essenzialmente vita quotidiana. sul linguaggio e dalle dispute sulla artisti-
con fotocamere a lastre, pesanti e impe- Fra questi dilettanti provvisti di una ottima cità della fotografia, dimostrano una note-
gnative, ma altrettanto robuste e affidabi- cultura generale e visiva e di buone capa- vole libertà compositiva e intellettuale, pri-
li, vengono affiancate dalla fotografia oc- cità di osservazione spiccano le figure del va di condizionamenti. Le loro immagini,
per quanto diverse per stile e profondità,
rappresentano in maniera spontanea e non
viziata da ideologie o schemi interpretati-
vi una realtà dinamica, che si articola in un
mondo dorato, frivolo e leggero, lontano
dai conflitti sociali, ma pervaso da una ge-
nuinità che accentua il lato ludico della fo-
tografia stessa.
La presentazione sul mercato di fotocame-
re portatili di precisione, equipaggiate con
obiettivi estremamente luminosi come le
Ermanox, ma soprattutto di fotocamere por-
tatili dotate di una certa autonomia (ad
esempio le Rolleiflex da dodici pose, op-
pure le Leica e le Contax da trentasei po-
se) e nonostante questo dotate di caratteri-
stiche professionali come la robustezza,
l’ottima qualità degli obiettivi e l’ampia
gamma di velocità di otturazione, cambia
anche il mondo del professionismo.
Molti fotografi professionisti si convinco-
no a rinunciare alle fotocamere per lastre
di costruzione classica, in legno o in me-
tallo, pesanti ed ingombranti. Questa ten-
denza non viene seguita da tutti i profes-
sionisti, molti dei quali rimangono affe-
zionati alle loro fotocamere da studio o al
grande formato, né trova uguale spazio in
tutti i paesi, ma nel corso degli anni Tren- Erich Salomon: Voilà! Le roi des indiscrets (1931).
ta cominciano ad operare, spesso ai mar-
gini degli ambienti ufficiali, molti nuovi le da obiettivi sempre più luminosi. fatte del periodo prebellico i nuovi stru-
fotografi. Si tratta nella maggior parte dei Il giornalismo illustrato con fotografie toc- menti permettono la realizzazione negli an-
casi di fotografi che viaggiano molto e che ca il suo culmine, fotografi specializzati e ni Trenta di immagini forse più frettolose,
preferiscono essere equipaggiati con foto- informati vengono spediti ai quattro ango- meno definite, ma estremamente più elo-
camere leggere e con nient’altro, ad ecce- li del mondo a coprire ogni sorta di avve- quenti e coinvolgenti. La stampa illustrata
zione di una buona scorta di rullini. Ne de- nimento, dalle elezioni politiche alle rivolte di informazione raggiunge livelli di diffu-
rivano immagini dinamiche, spesso colte di piazza, dalle piccole guerre locali ai di- sione mai visti prima, e il materiale foto-
all’insaputa del soggetto, o comunque in- sastri naturali, dalla inaugurazione di nuo- grafico disponibile per l’illustrazione de-
dipendentemente dalla sua collaborazione, ve linee ferrate e nuove strade agli avveni- gli avvenimenti viene manipolato, impagi-
delle vere e proprie tranches de vie regi- menti sportivi. Rispetto alle immagini in- nato e montato con una estrema abilità e
strate su una pellicola sempre più sensibi- cise e dettagliate, ma posate e spesso arte- fantasia compositiva.
Il racconto fotografico non viene più uti-
lizzato come arricchimento del testo, ma
acquista un valore autonomo, e spesso rap-
presenta il vero fulcro della narrazione. Non
ci si accontenta più di registrare le conse-
guenze visibili degli avvenimenti raccon-
tati, ma si vogliono raccontare gli avveni-
menti dall’interno, durante il loro accadi-
mento.

Il nuovo fotogiornalismo
I capofila di questa nuova scuola di foto-
giornalismo, anticipata in qualche modo da
Erich Salomon con le sue immagini di per-
sonaggi politici ripresi in interni senza l’im-
piego del flash, sono il francese Henri Car-
tier-Bresson e l’ungherese naturalizzato
Andrei Friedman, più noto con il nome d’ar-
te Robert Capa.
Cartier-Bresson teorizza l’impiego della

Cartier-Bresson: Bruxelles (1932).


Robert Capa: Il miliziano colpito a morte,
Spagna (1938).

fotografia per catturare l’attimo fuggente, ne teorizzato che una singola immagine può tudini e le proprie emozioni. Fotografare
registrando in una frazione di secondo il valere più di mille parole, e proliferano, ne- non è più l’arte di registrare, diventa l’ar-
momento culminante dell’azione in corso, gli Stati Uniti come in Francia e in Ger- te di cercare e di trasmettere la conoscen-
e lascia una testimonianza impareggiabile mania, le riviste che si basano sempre di za.
dei paesi che visita, mentre Capa, durante più sul documento fotografico esclusivo. Il Se Henri Cartier-Bresson viaggia a lungo
la guerra di Spagna, coglie momenti dram- fotoreporter non viaggia più per registrare in Europa e in Oriente, e l’americana Mar-
maticamente irripetibili, come l’uccisione e testimoniare l’esistenza di paesi esotici, garet Bourke White realizza i suoi repor-
di un miliziano colpito dal fuoco nemico. ma vive con la fotocamera perennemente tages in ogni angolo del mondo per conto
Grazie a questi fotografi, e a molti altri del- al fianco cercando di condividere la vita della rivista Life, altri fotografi non hanno
la stessa generazione, il giornalismo foto- stessa di quelle popolazioni lontane, regi- bisogno di spostarsi molto per scoprire
grafico vive il suo momento magico. Vie- strando il loro modo di essere, le loro abi- realtà poco note e affascinanti.

Margareth Bourke White. Sopra: Minatori d’oro in Suda-


frica (1950); a destra: Hamilton, Alabama (1937).
Dorothea Lange: Raccoglitore di cotone, Eloy, Arizona (1940).

Brassaï: Bijou al bar de la Lune, Mont-


martre, Parigi (1932).
Ben Shahn: Cliente del programma di riabilitazione, Arkansas (1935).
Il transilvano naturalizzato francese Bras-
saï fotografa le notti di Parigi con amore e
dedizione, alla tenue e cruda luce dei lam-
pioni, mostrando angoli e personaggi di una
realtà quotidiana ma invisibile durante il
giorno. Dorothea Lange, insieme a Walker
Evans, a Ben Shahn e ad altri fotografi,
percorre le campagne americane durante
gli anni della Grande Depressione econo-
mica documentando le condizioni di vita
della popolazione rurale.
Non si tratta quasi mai di documentazioni
asettiche e impersonali, ma di immagini sa-
pientemente costruite, con una opportuna
scelta del punto di vista, dell’angolazione,
del momento esatto della ripresa, dell’at-
teggiamento e dell’espressione dei perso-
naggi ritratti. Il fotografo cessa di essere un
testimone attento ma passivo, e nella scel-
ta del soggetto e dell’inquadratura fa pesa-
re tutto il bagaglio della propria cultura e
della propria emozione estetica, rendendo
universali i suoi valori espressivi indivi-
duali.

La fotografia artistica
Anche la fotografia artistica o comunque
la fotografia praticata dai puristi che non
hanno come scopo finale né la documen-
tazione né la diffusione per mezzo della
stampa periodica, pur rimanendo ancorata
a strumenti più tradizionali e ai formati
maggiori, subisce una lenta ma decisiva tra-
sformazione in senso linguistico ed esteti-
co. Le sfocature, le indeterminatezze e le
Edward Weston: Shell (1927). nebbie pseudo-romantiche vengono ab-
bandonate definitivamente per un ritorno
tanto vigoroso quanto puntiglioso alla ni-
tidezza estrema.
In Europa Albert Renger Patzsch scopre il
fascino delle forme pure anche negli og-

Albert Renger
Patzsch: Semper-
vivium percar-
neum (1926). Karl Blossfeldt: Impatiens glandulifera (1927).
Ansel Adams, Mount Williamson, California (1943).

getti comuni e negli oggetti industriali, men- Dalla fotografia all’arte figurativa Giulio Bragaglia aveva invece spezzato il
tre Karl Blossfeldt scopre nelle forme ve- Nel corso degli anni Venti e Trenta, grazie legame fra il soggetto e la sua fedele regi-
getali simmetrie e disegni dall’impensabi- alla libertà acquistata dai fotografi, ed in strazione con il fotodinamismo futurista,
le eleganza. Negli Stati Uniti operano arti- conseguenza della crisi sempre più acuta e registrando sulla pellicola non tanto la for-
sti come Edward Weston, attento alla di- sempre più diffusa dei valori tradizionali, ma del soggetto quanto la traccia lumino-
namica interna delle forme della natura e vissuta con una particolare intensità nel- sa del suo rapido passaggio. Negli anni del
del corpo umano, alla trama dei materiali, l’Europa lacerata dalla Grande Guerra, si dopoguerra artisti come Man Ray e Laszo
alla concretezza delle superfici, alla capa- sviluppa un processo di crescita simbioti- Moholy Nagy, accanto a riprese più tradi-
cità modellatrice della luce. co fra la fotografia e le altre arti figurative. zionali, cominciano ad utilizzare creativa-
Forme di realismo esasperato vengono rag- Grazie a movimenti artistici come il futu- mente la fotografia liberandola dai legami
giunte con l’impiego di pose lunghissime rismo, il simbolismo, il dadaismo, il cubi- della prospettiva, della istantaneità e della
e di diaframmi chiusi al massimo, per au- smo e gli altri movimenti che sovvertono i oggettività. Essi operano sulla superficie
mentare fino al possibile la nitidezza e la criteri estetici ottocenteschi, sopravvissuti sensibile con la stessa libertà con cui altri
profondità dell’immagine. Ansel Adams fino ai primi anni del Novecento, la foto- artisti operano sulla tela, reinventando con
diventa uno dei più grandi interpreti del grafia assume una nuova dignità e non ri- spirito nuovo la fotografia senza obiettivo
paesaggio americano, riprendendo con gu- fiuta di contaminare la propria purezza con e sfruttando creativamente il fenomeno del-
sto moderno il cammino iniziato più di mez- la pittura, la grafica e la poesia, mentre i la solarizzazione chimica.
zo secolo prima da O’Sullivan e Jackson e pittori della corrente tedesca della Nuova Altri fotografi giocano al surrealismo con
fermandosi con maggiore attenzione sui Oggettività vengono fortemente ispirati nel- doppie esposizioni intenzionali perfetta-
particolari e sui giochi di luce e di ombre le loro opere dalle immagini e dalle com- mente calibrate, mentre l’ungherese An-
offerti dagli elementi naturali. posizioni più puramente fotografiche. dré Kersétz, che pure opera anche in ma-
Nel periodo a cavallo della guerra Anton niera tradizionale, comincia a sperimen-
Man Ray: Rayograph (1923). Man Ray: Le violon d’Ingres (1924).

Raoul Hausmann: Giochi di luce (1931). Laszlo Moholy-Nagy: Fotogramma (1925-1927).


tare le distorsioni ottiche, mediante le im-
magini riflesse ad esempio in specchi cur-
vi, e piega la riproduzione meccanica del-
la realtà a fini estetici. Partendo da sog-
getti reali e utilizzando tecniche fotogra-
fiche ancora tradizionali, egli arriva a sfio-
rare le più alte vette dell’astrattismo.
Si tratta di artisti che si pongono comun-
que dietro la fotocamera e continuano a
lavorare e ad elaborare immagini in ca-
mera oscura, mentre la stessa fotografia,
intesa come prodotto estetico, viene uti-
lizzata come materiale artistico per com-
posizioni pittoriche anche da un altro ti-
po di artisti che riconoscono la forza
espressiva dell’immagine ottica.
La fotografia viene utilizzata largamente
per i fotomontaggi politici di John Heart-
field e per i manifesti di Aleksandr Rod-
Anton Giulio Bragaglia: Salutando (1911). cenko, lui stesso un fotografo, ma viene
anche inserita nei collages di Raoul Hau-
smann oppure viene utilizzata, anche se
più raramente, per degli accostamenti sur-
reali da Salvador Dalì. Questi artisti, che
non disdegnano di utilizzare le immagini
ottiche in vista di risultati estetici, antici-
pano in qualche modo le tendenze esteti-
che che verranno consolidate con il suc-
cesso della pop art nel secondo dopo-
guerra.

La fotografia commerciale
e celebrativa
Parallelamente allo sviluppo delle riviste
illustrate, nel corso degli anni Venti e Tren-
ta assume un ruolo sempre maggiore l’im-
André Kertész. A sinistra: Animal Market
piego commerciale della fotografia nella
(St. Michael), Parigi (1927). Sotto: Distor- pubblicità dei prodotti industriali, dando
sione n. 23. vita ad una vera e propria nuova profes-
sione, quella del fotografo pubblicitario,
che troverà ampi spazi e caratterizzazio-
ne nel periodo postbellico.
Ma gli anni Trenta sono anche gli anni in
cui si affermano in Europa le grandi dit-
tature, e la fotografia, in virtù della sua
grande potenza rappresentativa ed evo-
cativa, comincia ad essere utilizzata sem-
pre più spesso come strumento di propa-
ganda asservito ai diversi regimi. Nasce
un tipo di fotografia celebrativa, di ma-
niera, che si riferisce dal punto di vista
linguistico a modelli storicamente supe-
rati e che documenta con falso entusia-
smo le adunate oceaniche, le grandi ope-
re dei regimi e la vittoria delle ideologie
di massa.
Accanto a questo tipo di fotografia as-
servita al potere economico e politico,
continua tuttavia a vivere e crescere, an-
che nei paesi sottoposti alle dittature più
feroci, una fotografia libera dai canoni
estetici dominanti. Molti fotografi con-
dannati all’anonimato registrano e docu-
mentano con attenzione critica gli avve-
John Heartfield: Adolf superuomo (1932).

La cinematografia è l’arma più forte del fa-


scismo. Anonimo: Posa della prima pietra
della nuova sede dell’Istituto Nazionale
L.U.C.E. a Roma (1937).

nimenti e le situazioni più diverse, le mi-


serie e le contraddizioni del sistema, gli
stati d’animo e le speranze della gente rea-
le. Un esempio è dato da Alberto Lattua-
da, che con il suo “Occhio Quadrato” for-
nisce un’immagine del proprio paese che
stride con l’immagine magniloquente e
oleografica dell’Italia imperiale di Mus-
solini, mentre anche negli altri paesi la fo-
tografia diventa una specie di coscienza
critica, sottolineando molti degli aspetti
che i governi preferiscono ignorare, tutti
presi a celebrare se stessi e la propria pre-
sunta onnipotenza.
L’arrivo della nuova guerra mondiale co-
stringe di nuovo la fotografia a guardare
dentro di sé, questa volta con maggiore
maturità e con minori illusioni. La guerra
Rodcenko: Bozzetto di copertina della rivi- Rodcenko: Copertina di Pro Eto di Majakov- diventa il soggetto principale di decine e
sta LEF (1923). skij (1923). decine di fotoreporter che, al seguito del-
le truppe dell’uno o dell’altro fronte, re-
BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE: gistrano implacabilmente gli orrori e le
Jean Cluade Lemagny/André Rouillé - Storia del- Italo Zannier - Storia e tecnica della fotografia - devastazioni, pubblicando le loro foto su
la fotografia - Sansoni Laterza
Anton Giulio Bragaglia - Fotodinamismo Futuri- Edward Weston, The Flame of Recognition - Aper-
una stampa sempre più attenta e disin-
sta - Einaudi ture cantata.
Brassaï - Centre National de la Photographie L’occhio fotografico di Ben Shahan - Gabriele Maz- Le fotografie scattate dai servizi di infor-
Petr Tausk - Storia della fotografia del 20° secolo zotta mazione sui diversi fronti durante il con-
- Gabriele Mazzotta Man Ray - Fabbri flitto, quelle oleografiche delle bandiere
Henri Cartier-Bresson - Centre National de la Pho- Raoul Hausmann - Fabbri dei vincitori sul Reichstag e a Jiwo Jima,
tographie Laszlo Moholy-Nagy - Supplemento di Progresso ma più ancora quelle scattate da Capa du-
Eckhard Siepmann - John Heartfield - Gabriele Fotografico, febrraio 1989 rante lo sbarco in Normandia, quelle dei
Mazzotta André Kertész - Fabbri
ICPLibrary of Photographers - Robert Capa - Gros- J. H. Lartigue - Fabbri
campi di sterminio e quelle di Hiroshima,
sman Publishers Man Ray 1890-1976 - Taschen sono entrate a far parte della memoria col-
Dorothea Lange - The Museum of Modern Art, Alexandr Rodcenko - Fabbri lettiva dell’intera umanità.
New York
Danilo Cecchi
STORIA DELLA FOTOGRAFIA

GLI ANNI DEL


DAGHERROTIPO

Spettacolare apparecchio per da- Anonimo, Inghilterra,“Signora con fi-


gherrotipia costruito da Bourquin gurino di moda”, Dagherrotipo, 1850 ca.
nel 1845 ca. “Madre e figlia”, Ambrotipo, 1856 ca.

La storia L’annuncio pubblico della scoperta di Da- nisco forniti dall’ottico parigino Charles
Nel 1837, dopo un decennio di tentativi in- guerre viene dato con molto ritardo, il 7 Chevalier, e mettendole in vendita per la
fruttuosi, l’allora cinquantenne Louis Jac- gennaio del 1839, ed il procedimento per cifra non troppo modica di 400 franchi del-
ques Mandé Daguerre mette finalmente a ottenere i dagherrotipi viene divulgato nei l’epoca. Inoltre Daguerre fa stampare dal
punto un procedimento per ottenere im- dettagli tecnici solo il 19 agosto 1839 a Pa- tipografo Giraldon alcune centinaia di co-
magini ottiche permanenti con l’aiuto di rigi, in una storica seduta congiunta dei pie di un opuscolo di una ottantina di pa-
una camera oscura e mediante il processo membri dell’Académie des Sciences e del- gine, un vero e proprio libretto di istruzio-
di sensibilizzazione, esposizione, sviluppo l’Académie des Beaux Arts. Nel periodo ni per la realizzazione di dagherrotipi. L’a-
e fissaggio. che intercorre fra la scoperta e la sua di- stuzia di Daguerre arriva a far brevettare il
La scoperta avviene, in maniera del tutto vulgazione, Daguerre cerca di ricavare i proprio metodo in Inghilterra il 14 agosto
autonoma ed in parte casuale, in seguito ad maggiori benefici economici possibili dal- 1839, cinque giorni prima della divulga-
esperimenti realizzati insieme al socio Ni- la sua scoperta, ottiene una buona pensio- zione pubblica del procedimento.
ceophore Niépce, morto nel 1833, che già ne da parte del governo francese, e si ado- La curiosità e l’entusiasmo suscitati dalla
nel 1826 era riuscito ad ottenere la regi- pera per sfruttare commercialmente la pro- divulgazione della scoperta sono noti, e de-
strazione di un’immagine ottica su una la- pria idea. Insieme ad un parente della pro- cine di facoltosi intellettuali e ricercatori,
stra di metallo. Il procedimento di Niépce, pria moglie, Alphonse Giroux, organizza in Europa come in America, non resistono
molto primitivo e totalmente diverso da quella che può essere definita la prima in- al richiamo della possibilità di registrazio-
quello di Daguerre, si basava su di una la- dustria fotografica di tutti i tempi. Fa co- ne dell’immagine ottica.
stra metallica ricoperta con una vernice a struire da Molteni in parecchi esemplari le Lo stesso Daguerre nel periodo fra il gen-
base di bitume di Giudea, esposta in una fotocamere di legno di formato naio e l’agosto del 1839 contatta possibili
camera obscura e fissata con un lavaggio 16.4x21.6cm battezzate “Le Daguerroty- clienti e corrispondenti, al di qua e al di là
in olio essenziale di lavanda. pe”, equipaggiandole con obiettivi a me- dell’oceano.
Antoine François Jean Claudet, “I giocatori di scacchi”, 1853 ca.
A destra, dall’alto verso il basso:
William Edward Kilburn, “Ritratto del cardinale Wiseman”, 1853 ca.
Anonimo, Inghilterra (?), “Signora con ventaglio”, 1850 ca.
Antoine François Jean Claudet, “Ufficiale in tenuta da mensa”, 1847 ca.

Il procedimento di Daguerre permette di gli incarichi ufficiali. Lo stato francese in-


ottenere un’immagine unica su una lastra carica alcuni fotografi di registrare con lo
di metallo argentato e richiede esposizio- strumento di Daguerre le immagini dei prin-
ni di almeno mezz’ora in pieno sole, ma le cipali monumenti francesi e stranieri, men-
immagini ottenute sono notevoli e perfet- tre Lerebours pubblica un volume con le
tamente dettagliate, anche se delicatissime immagini dei più noti siti architettonici ed
e facilmente deteriorabili. L’esperimento archeologici, realizzate mediante incisioni
di Daguerre viene replicato dovunque fra tratte dai dagherrotipi che gli vengono for-
il settembre e l’ottobre del 1839, utiliz- niti dai suoi corrispondenti in tutto il mon-
zando direttamente le apparecchiature com- do, intitolando il libro “Excursions Da-
mercializzate da Giroux o provvedendo in guerriennes”. Altri libri simili a quello di
proprio alla fabbricazione di rudimentali Lerebours vengono progettati e realizzati,
ma efficaci camere obscure. In Germania almeno in parte, mentre si tenta di impian-
Sachse realizza i primi dagherrotipi di Ber- tare, ma con scarso successo iniziale, un
lino, in Italia Tito Puliti ripete l’esperimento primo commercio di immagini dagherroti-
di Daguerre a Firenze il 2 di settembre e piche originali. Da parte sua Daguerre, in
Federico Jest lo ripete a Torino l’8 di otto- meno di due anni, arriva alla trentanovesi-
bre. ma ristampa del manuale, che viene tra-
Esperimenti simili vengono compiuti dap- dotto in almeno otto lingue.
pertutto, con risultati più o meno incorag- I diversi ricercatori che si appassionano al-
gianti, e non mancano i riconoscimenti e la scoperta di Daguerre trovano ben presto
il modo di migliorarla, riducendo il for-
mato e migliorando le fotocamere, ma so-
prattutto aumentando chimicamente la sen-
sibilità delle lastre, fino ad arrivare ad espo-
sizioni di pochi minuti. Contributi impor-
tanti alla sensibilizzazione delle lastre ven-
gono offerti, indipendentemente, da Clau-
det, Goddard e Kratochwila. La spinta de-
cisiva per l’affermazione del dagherrotipo
come strumento professionale arriva tut-
tavia solo con la commercializzazione, a
partire dalla fine del 1840, dell’obiettivo
da ritratto calcolato dal matematico Josef
Petzval e prodotto industrialmente a Vien-
na da Voigtlaender. Il nuovo obiettivo ha
luminosità f/3.7, è dieci volte più rapido
di quello di Chevalier e permette di otte-
nere delle immagini perfettamente espo-
ste in pochi secondi.
Con la riduzione drastica del tempo di espo-
sizione si spalancano le porte al genere fo-
tografico più desiderato, il ritratto, che per-
mette di fissare le sembianze del volto uma-
no in maniera meccanica e automatica. Nel
1841 si aprono i primi studi dagherrotipi-
ci, dapprima a Londra, ad opera di Baird,
detentore del brevetto di Daguerre, segui-
to sempre a Londra dal francese Claudet,
che nel 1853 viene chiamato ad eseguire
un ritratto della regina Vittoria. Altri studi
si aprono a New York, e subito dopo in tut-
te le capitali, compresa naturalmente Pa-
rigi, dove operano i fratelli Susse, Louis e
Auguste Bisson. Nel 1842 sono già ope-
ranti lo studio Schall a Berlino, lo studio
Biow e Stelzner ad Amburgo, lo studio
Howie a Edimburgo, lo studio Gluckman
a Dublino, e perfino lo studio Dauthendey
a San Pietroburgo. Nelle principali città
europee ed extra europee vengono aperti
sempre nuovi studi, battezzati “gallerie da-
guerriane”.
In Italia sono noti gli studi dagherrotipici
di Alessandro Duroni e di Luigi Sacchi a
Milano, ed altri studi fissi o ambulanti ope-
rano a Genova, a Venezia e altrove. Perfi-
no nella Roma papalina, conservatrice e
Sopra, dall’alto: chiusa ad ogni innovazione tecnologica, il
Louis Jaques Mandé Daguerre, “Veduta dagherrotipista Suscipj riesce a riprende-
dell’Île de la Cité e di Notre Dame prima re notevoli immagini della città eterna. Nel-
del pubblico annuncio della scoperta della le città minori e nei paesi in cui non esi-
fotografia nel 1839”. stono studi dagherrotipici arrivano i da-
Platt D. Babbitt, “Turisti che ammirano le gherrotipisti ambulanti, che non mancano
cascate del Niagara dal Prospect Point”, di visitarle periodicamente in occasione
1855 ca. delle principali feste locali e delle fiere.
Fra i dagherrotipisti ambulanti il più noto
è lo svizzero Isenring, inventore di un com-
plesso metodo per la colorazione a mano
delle lastrine mediante un sistema di ma-
scherine intagliate.
Anche se il dagherrotipo presenta notevo-
li inconvenienti, come l’inversione dei la-
ti nell’immagine, talvolta corretta da pri-
smi e specchi, ma soprattutto gli alti costi,
Anonimo, Inghilterra, “Ritratto di bambi- la qualità incostante, la non riproducibilità
na”, 1850 ca.
Sopra: Anonimo, Francia, “Nudo sdraiato
su una chaise longue”, 1855 ca.
A destra: Anonimo, Francia, “Nudo sdraia-
to con tendaggi rossi”, 1855 ca.

dell’opera, la pericolosità degli elementi


chimici maneggiati e l’estrema delicatez-
za dell’immagine, soggetta a graffi ed os-
sidazione, l’immagine ottica su metallo co-
nosce una stagione di grande popolarità e
successo.
Nel novembre 1850 inizia a New York la
pubblicazione della rivista “The Daguer-
rian Journal”, ed il culmine del successo
viene raggiunto nel 1851, con la prima gran-
de mostra internazionale di fotografia alla
Esposizione Universale di Londra al Cry-
stal Palace, che celebra i fasti della civiltà
industriale di metà secolo. Alla mostra pre- nati fra Boston e St. Louis. Nella sola New dentale, a San Francisco, dove fra il 1850
valgono senza mezzi termini i dagherroti- York sono presenti nel 1853 più studi da- e il 1864 fioriscono una cinquantina di stu-
pi, specialmente quelli americani, ma so- gherrotipici che in tutta l’Inghilterra, e nel- di. Nel 1853 il commodoro Perry sbarca in
no presenti anche i calotipi su carta, e so- la sola Broadway se ne contano trentaset- Giappone portandosi al seguito il dagher-
prattutto le stampe da negativi su vetro, una te, più che in tutta Londra. Già nel 1844 si rotipista Brown.
nuova tecnologia che insidia pericolosa- tiene una prima grande mostra di dagher- Dopo aver conosciuto questo incredibile
mente la supremazia dei dagherrotipi. Sim- rotipi, e nel 1860, all’epoca della sua mag- successo, il dagherrotipo viene bruscamente
bolicamente, nel luglio dello stesso anno giore diffusione, si contano negli USA ol- messo da parte. Le ragioni: è incapace di
1851 Daguerre muore, nel suo ritiro di Bry tre tremila studi dagherrotipici, fra fissi e fornire copie, se non con procedimenti com-
sur Marne, stroncato da un attacco cardia- ambulanti. Il dagherrotipista Babbit si sta- plessi e qualitativamente mediocri, è an-
co all’età di 64 anni. bilisce nei pressi delle cascate del Niagara cora eccessivamente costoso nonostante
Mentre in Europa dopo il 1851 il negativo e riprende con continuità, e spesso dallo l’enorme diffusione e concorrenza, e so-
su vetro prende rapidamente il posto del stesso punto di vista, i diversi gruppi dei prattutto è pericoloso a causa della mani-
dagherrotipo presso paesaggisti e ritratti- visitatori. polazione di sostanze chimiche altamente
sti, negli Stati Uniti la moda del dagherro- La grande diffusione del dagherrotipo ne- tossiche. L’immagine su metallo deve ce-
tipo si dimostra più duratura, resistendo per gli USA, paese libero da qualsiasi brevet- dere il posto ai più duttili negativi su ve-
tutto il decennio, fino al 1860 ed oltre, co- to o patente europea, porta anche ad un mi- tro, economici, ritoccabili e riproducibili a
me la pratica fotografica più diffusa. Al- glioramento della qualità dell’immagine. volontà senza alcuna perdita qualitativa.
l’indomani della sua divulgazione il da- Grazie al processo elettrolitico e alla luci- Come in Europa, anche negli Stati Uniti la
gherrotipo viene diffuso in America da Sa- datura a macchina, le lastre prodotte negli tecnica dagherrotipica, incapace di evol-
muel Morse e dall’agente di Daguerre, USA presentano una maggiore lucentezza versi ulteriormente, viene definitivamente
François Gouraud. Già nel 1841 si comin- e definizione rispetto a quelle di fabbrica- lasciata cadere nell’oblio. Al suo posto so-
ciano ad aprire a New York i primi studi zione europea. Sulle sponde dello Hudson, pravvivono per qualche decennio ancora le
dagherrotipici di oltre Atlantico, fra cui presso New York, attorno ad una fabbrica tecniche dell’ambrotipo e del ferrotipo, che
quello di Matthew Brady. Altri studi si apro- di lastre dagherrotipiche nasce una vera e basandosi su economici e piccoli negativi
no a Boston e a Philadelphia, e ben presto propria città, battezzata Daguerreville, men- su vetro montati su un fondo di carta o di
in tutte le principali città dell’Est america- tre si stima in tre milioni di dagherrotipi la stoffa nera, cercano di imitare il prezioso
no. L’imprenditore John Plumbe arriva a produzione annua americana. In pochi an- effetto visivo offerto dagli autentici da-
possedere ben quattordici studi, dissemi- ni il dagherrotipo arriva sulla costa occi- gherrotipi, ormai fuori mercato.
Le immagini di questa pagina riproducono lo studio di
un fotografo alla fine dell’Ottocento.

La tecnica
Il processo dagherrotipico si basa su di un
supporto meccanico costituito da una sot-
tile lastra di metallo, di solito rame, rico-
perta da un velo di argento lucidato alla
perfezione. La lastra argentata, assoluta-
mente inerte, viene resa sensibile alla luce
mediante l’esposizione ai vapori di iodio.
Gli ioduri d’argento che si formano ven-
gono trasformati in argento metallico dal-
l’azione della luce, formando un’immagi-
ne latente che diventa evidente sotto l’a-
zione dei vapori di mercurio. Per elimina-
re gli ioduri non colpiti dalla luce è suffi-
ciente immergere la lastrina già sviluppa-
ta in una soluzione di cloruro di sodio, o di
tiosolfito di sodio, più comunemente noto
come iposolfito di sodio.
La lastrina fissata e abbondantemente la-
vata conserva permanentemente l’imma-
gine impressionata, ricca di dettagli e sfu-
mature. Per osservare l’immagine dagher-
rotipica, scura su fondo argentato lucido,
occorre inclinare la lastra per farvi riflet-
tere la luce.
Utilizzando il proprio procedimento Da-
guerre riesce ad ottenere delle buone im-
magini, in giornate di sole pieno, con espo-
sizioni di mezz’ora circa. Dopo l’annuncio
della scoperta altri ricercatori riescono ad ve tempo le miniature fatte a mano, e gli le condizioni atmosferiche, e non è raro che
aumentare la sensibilità delle lastre sotto- studi di ritrattisti prolificano, nonostante la seduta dagherrotipica si concluda con un
ponendole anche ai vapori di cloro e bro- l’empiricità e la tossicità del procedimen- fallimento. Nell’epoca di maggiore fiori-
mo. L’esposizione viene così ridotta a cin- to. La sensibilizzazione della lastra non è tura del dagherrotipo viene considerata una
que, sei minuti. L’immagine viene inoltre soggetta a regole fisse, e il risultato mi- buona media una lastra riuscita su tre ten-
rinforzata e resa più contrastata con un trat- gliore viene giudicato ad occhio a seconda tativi. I vapori di cloro, iodio, bromo e mer-
tamento al cloruro di oro. Grazie a questi della colorazione assunta dalla lastra stes- curio sono irritanti e velenosi, e alla lunga
procedimenti, e grazie all’obiettivo di Petz- sa. Lo stesso vale per la fase di sviluppo minano la salute dei dagherrotipisti, molti
val, è possibile estendere l’impiego del da- con i vapori di mercurio. I procedimenti di dei quali si condannano da soli ad una fi-
gherrotipo dai soggetti statici, come pae- sensibilizzazione e di sviluppo avvengono ne prematura. Tutto questo si traduce in co-
saggi, architetture, e monumenti, ai sog- a caldo, riscaldando le sostanze chimiche sti altissimi, ma tutti questi svantaggi non
getti viventi, ai quali si chiede di rimanere su appositi fornelli, senza un vero control- fermano la passione per l’immagine ottica
immobili solo per pochi minuti. lo della temperatura. La stessa esposizio- finalmente registrata e messa alla portata
Il ritratto dagherrotipico sostituisce in bre- ne delle lastre nelle fotocamere dipende di tutti.
dalla sensibilità raggiunta dalla lastra e dal- Delicatissima, soggetta a graffi e alla ossi-
La prima fotocamera per ritratti realizzata
interamente in metallo da Voigtlaender a Vien-
na nel 1840.

dazione, la lastra deve essere protetta dai


contatti accidentali e dall’aria con un ve-
tro messo a stretto contatto. Messo sotto
vetro, incorniciato e spesso protetto da an-
tine incernierate e finemente decorate, ogni
dagherrotipo costituisce un pezzo vera-
mente unico, e si impreziosisce ancora di
più, diventando un oggetto di distinzione
e classe.

Gli strumenti
La prima fotocamera commercializzata da
Daguerre, “Le Daguerrotype”, è grande e
pesante, è formata da una grossa scatola in
legno rivestita internamente in velluto ne-
ro con la parte posteriore scorrevole per la
messa a fuoco e con uno specchio mobile
per la corretta osservazione dell’immagi-
ne, altrimenti con i lati invertiti. “Le Da-
guerrotype” viene venduta insieme ad un
armamentario costituito fra l’altro da due
grosse casse in legno con due fornellini,
una per la sensibilizzazione con cristalli di
ioduro, e una per lo sviluppo delle lastre
con il mercurio. Non essendo protetta dai
brevetti industriali, dal momento che il go-
verno francese con la pensione di Stato con-
cessa a Daguerre ne ha acquistato i diritti
per cederli simbolicamente al mondo inte-
ro, la fotocamera di Daguerre viene copia-
ta e prodotta da altri fabbricanti, fra cui lo Negli Stati Uniti Walcott sostituisce l’o- di 148mm all’estremità anteriore, ed un se-
stesso Chevalier e quel Lerebours autore biettivo con uno specchio concavo posto condo cono rovesciato smontabile conte-
delle “Excursions Daguerriénnes”. L’o- sul fondo della fotocamera, per concentra- nente nella parte più larga una lastrina ro-
biettivo utilizzato su quasi tutte le fotoca- re la luce su una lastrina dalle dimensioni tonda di 96mm di diametro e con una len-
mere francesi è ancora quello di Chevalier, drasticamente ridotte a 5x6cm e posta nel te per l’osservazione dell’immagine all’e-
composto da due lenti accoppiate, della lun- fuoco del sistema. È grazie a questa foto- stremità opposta. Il tutto è solidamente an-
ghezza focale di 360mm e della luminosità camera, una scatola in legno dalla forma corato ad uno stativo con la base che ap-
paragonabile a f/11 - f/16. allungata, che il ritrattista Baird inizia la poggia in tre punti, regolabili con viti. La
Strutturalmente semplice, la “camera ob- propria proficua attività a Londra, specia- fotocamera, ma soprattutto l’obiettivo di
scura” per dagherrotipi viene costruita da lizzandosi in piccoli ritratti, talvolta anche Voigtlaender incontrano un enorme suc-
abili artigiani per conto di istituti scientifi- delle dimensioni 18x25mm, da incastona- cesso, spianando la strada alla nuova pro-
ci, di scienziati dilettanti o di semplici ap- re in medaglioni. fessione di ritrattista dagherrotipista e ri-
passionati facoltosi. Jest se ne fa costruire Il passo decisivo per il ritratto viene com- ducendo drasticamente le dimensioni del-
una simile a Torino, altre vengono costrui- piuto con la messa a punto da parte del prof. le lastre. Dalla lastra di 216x162mm uti-
te in Inghilterra, in Germania e in Austria, Josef Petzval di un obiettivo per ritratto co- lizzata da Daguerre si passa alla mezza la-
dove sono attivi gli artigiani Ekling e Wai- stituito da quattro lenti con luminosità re- stra, al quarto, al sesto e addirittura all’ot-
bl. Le fotocamere vengono realizzate in di- lativa f/3.7. L’obiettivo viene costruito in tavo di lastra, di 72x54mm. Le lastre più
mensioni diverse, ma seguendo lo stesso serie da Peter Wilhelm Friedrich Voig- piccole utilizzate in dagherrotipia sono di
schema costruttivo, senza apportarvi mo- tlaender nella sua officina di Vienna, poi un sedicesimo di lastra, ed esistono anche
difiche sostanziali, se non alcuni accorgi- trasferita a Braunschweig nel 1849, e vie- formati, più squadrati o più allungati, di-
menti per rendere la fotocamera pieghevo- ne utilizzato sulla fotocamera per dagher- versi da quelli derivati dalla lastra di Da-
le e più adatta al trasporto per riprese in rotipi costruita completamente in metallo guerre. Solo eccezionalmente vengono uti-
esterni. Anche il manuale di Daguerre, ac- dallo stesso Voigtlaender. La fotocamera di lizzate lastre di dimensioni maggiori di quel-
cusato di essere scritto in un linguaggio Voigtlaender viene messa in commercio nel le di Daguerre, fino a 68x63cm. Le lastri-
troppo scientifico, viene riscritto, interpre- gennaio del 1941 ed è costituita da un lun- ne di dimensioni più piccole richiedono un
tato e ristampato da diversi autori in nu- go tubo metallico di forma conica con un tempo di esposizione proporzionalmente
merose edizioni diverse. obiettivo di Petzval con lunghezza focale minore rispetto a quelle più grandi. Secondo
colo. Nel 1862 Voigtlaender festeggia il tra-
guardo di diecimila obiettivi venduti.

Il linguaggio
Poiché dai tempi di Daguerre ad oggi le
leggi dell’ottica e della prospettiva, così co-
me le leggi della percezione visiva, non so-
no cambiate, non si può propriamente par-
lare di un linguaggio dagherrotipico oppo-
sto o diverso dal linguaggio fotografico. Si
può invece parlare di una modificazione
nel tempo del gusto, della composizione,
degli stili, e perfino di una evoluzione del-
la cultura visiva. Le prime immagini otte-
nute in studio da Daguerre, pittore e sce-
nografo di una certa fama, e mostrate co-
me prova dei risultati raggiunti, sono del-
le nature morte di chiara impronta classi-
cistica illuminate lateralmente dalla luce di
una finestra.
Dalle nature morte lo stesso Daguerre pas-
sa ben presto alle riprese en plein air, con
alcune vedute della Parigi più nota, da No-
Apparecchio fotografico di Charles Cheva- una tabella dell’epoca, in pieno sole, ri- tre Dame ai Boulevards. Si tratta di imma-
lier, soprannominato Grand Photographe. spetto ai sei o dieci secondi necessari per gini prospetticamente corrette e dettaglia-
la lastra intera, erano sufficienti dai tre ai tissime, che mostrano strade assurdamen-
sei secondi per la mezza lastra, da uno a te vuote e deserte, a causa della eccessiva
quattro secondi per il quarto di lastra, e un lunghezza della posa, incapace di registra-
secondo o ancora meno per il sesto di la- re il rapido passaggio di persone, cavalli e
stra. Nel caso di foto in studio con luce dif- carrozze. Solo in una immagine scattata nel
fusa questi valori venivano moltiplicati per 1839 da una finestra, in basso nell’imma-
tre o per quattro. gine, compare la confusa silhouette di una
In base all’impiego a cui sono destinate, si persona, un passante fermo ad un angolo
viene a creare una diversificazione fra i di- di marciapiede per farsi lucidare le scarpe,
versi tipi di fotocamera. Quelle di dimen- che è rimasto immobile nella stessa posi-
sioni maggiori, per la lastra intera o per la zione abbastanza a lungo da lasciare la pro-
mezza lastra, vengono equipaggiate con pria traccia sulla superficie sensibile della
obiettivi poco luminosi e sono adatte alle lastra. Le prime immagini dagherrotipiche
riprese statiche di paesaggi, architetture e fatte scattare su commissione dal governo
monumenti. Le stesse fotocamere vengo- francese e da Lerebours sono riprese di luo-
no utilizzate anche dai calotipisti per otte- ghi e monumenti celebri e servono come
nere negativi su carta. Le fotocamere espres- base per successive incisioni, in cui l’arti-
samente progettate per il ritratto utilizzano sta rielabora il materiale visivo aggiun-
invece formati più piccoli e vengono equi- gendo, secondo la propria fantasia, perso-
paggiate con il nuovo prodigioso obiettivo naggi e passanti, eliminando nello stesso
di Petzval o con obiettivi costruiti da altri momento eventuali oggetti di disturbo.
Apparecchio fotografico per il formato 18x24, ottici seguendo lo stesso schema di Petz- Con le prime riprese dagherrotipiche di pae-
costruito da Gilles et Faller a Parigi. val. Obiettivi tipo Petzval vengono monta- saggi e monumenti, al di là della esattezza
ti anche su fotocamere in legno, spesso ar- della prospettiva e della illuminazione, ri-
tisticamente decorate e impreziosite, men- cercata invano dai pittori per alcuni seco-
tre la fotocamera metallica di Voigtlaender li, si stabiliscono due principi fondamen-
viene presa a modello da altri costruttori, tali. Il primo è quello della restituzione
come Steinheil. La stessa Voigtlaender, ac- “istantanea” del soggetto. Anche se il tem-
canto al tubo metallico del 1840 mette in po della ripresa dura mezz’ora abbondan-
produzione fotocamere in legno di noce e te, il soggetto viene restituito per gradi, a
dell’obiettivo di Petzval vengono costrui- seconda del contrasto, ma tutto insieme, e
te molte versioni successive, con la lumi- non come una somma di parti elaborate una
nosità oscillante fra f/3.6 e f/4 e focale fi- di seguito all’altra come nel disegno o nel-
no a 305mm. Se per tutti gli anni Quaran- la pittura. Il secondo è quello del realismo,
ta e Cinquanta la tipologia delle fotocame- della impossibilità di falsificare sulla lastra
re non cambia sostanzialmente, salvo l’im- il soggetto ripreso. In particolare è questo
piego di rudimentali soffietti pieghevoli per secondo elemento, prediletto dalla borghe-
le fotocamere da esterni, anche gli obietti- sia industriale e commerciale dell’epoca,
vi non subiscono evoluzioni degne di no- alla ricerca di una propria estetica distinti-
ta, almeno fino all’ultimo decennio del se- va che, al di là dell’equivoco generato cir-
Particolari del certificato di garanzia ed autenti-
cità e dell’obiettivo originale applicati all’appa-
recchio di Daguerre.

Il primo apparecchio fotografico lanciato sul mer-


cato da Daguerre si chiamava Dagherrotipo.

ca la presunta oggettività della fotografia, dalla necessità di bloccare il movimento definiscono nello stesso tempo i principi
determina il successo della nuova arte. Os- con appositi strumenti, dai poggiatesta na- fondamentali della ripresa fotografica, che
servare un dagherrotipo di luoghi lontani e scosti alle colonnine classiche poste in bel- rimangono inalterati fino ad oggi. Questi
fino ad allora conosciuti attraverso la me- la evidenza, i ritratti dagherrotipici acqui- principi vengono riassunti nelle tre scelte
diazione fantastica di narratori o disegna- siscono comunque una propria autonomia del fotografo, l’angolo di ripresa, la lun-
tori, permette una conoscenza “diretta” e espressiva. Presso gli studi dagherrotipici ghezza focale e il momento della ripresa,
mostra lo scarto esistente fra la realtà e la si predispongono abiti ed accessori appo- dalle quali dipende la qualità espressiva e
sua interpretazione più o meno infedele. siti, né troppo scuri né troppo chiari, e si linguistica dell’immagine ottica.
Fra il linguaggio pittorico già all’epoca ten- suggeriscono pose e atteggiamenti im- Con la riduzione dei tempi di posa entro li-
dente al realismo ed il nuovo linguaggio prontati al personaggio da ritrarre. Impos- miti accettabili nasce anche, in Europa co-
fotografico, che del realismo è la quintes- sibili da ritoccare pesantemente, i dagher- me in America, un nuovo genere fotogra-
senza, si instaurano rapporti tesi ed ambi- rotipi tradiscono tutti quei difetti fisici che fico che si rifà all’analogo genere pittori-
gui. Mentre schiere di artisti, in particola- il miniaturista poteva agevolmente correg- co, ma con tutt’altro spirito, il nudo. Fi-
re miniaturisti, passano con disinvoltura da gere o nascondere, ed offrono uno specchio nalmente liberi di riprodurre in tutti i suoi
uno strumento all’altro, altri artisti rimasti spesso impietoso della realtà. dettagli e senza veli il corpo umano, quel-
fedeli al mezzo pittorico cominciano ad uti- Assolutamente monocromatico, il dagher- lo femminile soprattutto, ma anche quello
lizzare a piene mani i dagherrotipi per do- rotipo viene accusato di non riprodurre la maschile, i dagherrotipisti scoprono una
cumentarsi e per procurarsi modelli visivi realtà con sufficiente enfasi, e per ovviare nuova fonte di lavoro e di guadagno. Al-
senza doversi sottoporre a costosi noleggi a questa presunta mancanza si fa uso del- l’inizio con la scusa di fotografare model-
o a lunghi spostamenti. Da parte sua la pit- la colorazione eseguita a mano, con tecni- le per giovani artisti sprovvisti dei mezzi
tura, impossibilitata a competere in quan- che specialistiche e diversificate, da parte per noleggiare una modella vivente, ma poi
to a realismo con i nuovi strumenti, elabo- di quegli stessi miniaturisti che avevano con scopi sempre meno mascherati, ven-
ra nuove e più potenti forme espressive, abbandonato il proprio mestiere. gono messe in commercio in maniera sem-
che culminano nel movimento impressio- Meno legati agli schemi classici dei da- pre più massiccia le immagini di nudo. Dal-
nista. gherrotipisti europei, i dagherrotipisti ame- le pose classiche e pudiche si passa velo-
Con la possibilità concreta di fermare sul- ricani raggiungono nell’arte del ritratto ri- cemente a pose sempre più disinibite e am-
la lastra l’immagine del volto umano il cam- sultati più efficaci, come è testimoniato da- miccanti, fino ad immagini esplicitamente
po d’azione del dagherrotipo si allarga a gli scarni ed espressivi ritratti di personaggi erotiche e, in qualche caso, alla vera e pro-
dismisura. Se i pochi ritratti dagherrotipi- noti, come il presidente Abramo Lincoln, pria pornografia. L’altra faccia del verismo
ci realizzati prima della commercializza- lo scrittore Edgar Allan Poe, lo stesso Sa- si mostra finalmente priva di ipocrisie e
zione degli obiettivi luminosi sembrano più muel Morse. Più ancora dei paesaggi e dei compromessi. Immagini di nudo singole o
maschere funerarie imbiancate che ritratti monumenti riprodotti su commissione, il stereoscopiche, in bianco e nero o colora-
di persone viventi, ben presto il ritratto fo- ritratto permette al nuovo strumento di li- te a mano, cominciano ad essere diffuse in
tografico acquista una sua dignità e una sua berare tutte le proprie potenzialità espres- maniera più o meno clandestina presso gli
specificità. Ancora condizionati dalla mo- sive. Dal personaggio in posa si passa alla studi artistici e dagherrotipici, i negozi di
da imperante, basata su fondali dipinti e ripresa di animali domestici e di bambini, ottica, i bordelli di lusso e i salotti borghe-
messe in scena pompose, e condizionati e perfino di gruppi e scene domestiche. Si si.
L’apparecchio panoramico immaginato da
Frédéric Martens utilizzava delle piastrine
dagherrotipiche ricurve e copriva un ango-
lo di circa 150°.

32x95cm. La panoramica su lastra unica di


Martens rimane tuttavia un’eccezione, e
negli USA si preferisce accostare più ri-
prese singole effettuate ruotando la foto-
camera, come dimostrano una ripresa in ot-
Se in Europa il dagherrotipo si limita, con una società in rapido movimento. to lastre eseguita nel 1848 a Cincinnati ed
poche eccezioni, a questi generi, in Ame- Il fatto di poter registrare le immagini spin- una ripresa in cinque lastre eseguita da Wil-
rica la maggiore libertà dai condizionamenti ge i ricercatori verso formule tecniche sem- liam Shew a San Francisco nel 1852.
accademici e il maggiore spirito imprendi- pre più spinte, verso nuovi modi di utiliz- Ma l’applicazione più fortunata e diffusa è
toriale portano il dagherrotipo ad affronta- zare lo strumento dagherrotipico al di fuo- quella del dagherrotipo con la visione ste-
re nuovi temi. Si documenta l’espansione ri degli schemi. Qualcuno cerca di ferma- reoscopica. Come è noto due immagini ri-
verso i territori dell’ovest, la corsa all’oro re sulla lastra l’immagine degli astri, qual- prese da punti di vista appena diversi e vi-
in California, la nascita delle nuove città, cun altro quella delle forme di vita più pic- sionate contemporaneamente restituiscono
il progredire della civiltà industriale e com- cole, collegando una camera dagherrotipi- l’illusione della profondità e del rilievo.
merciale, l’apertura delle strade ferrate. ca ai telescopi o ai microscopi. Nel 1844 Questo principio, noto fino dai primi del
Vengono immortalati sulla lastra momen- Martens, sfruttando la flessibilità delle la- secolo, viene applicato a coppie di imma-
ti irripetibili e avvenimenti drammatici, in- strine in rame si fa costruire una fotoca- gini dagherrotipiche dello stesso soggetto
cendi e disastri ferroviari. mera panoramica ad obiettivo rotante, og- a partire dai primi anni Cinquanta. Alla
Se il ritratto ha fornito uno spaccato atten- gi perduta, ed ottiene con essa splendide Esposizione Universale di Londra del 1851
dibile della società borghese dell’epoca, i panoramiche di Parigi, con rotazioni di 150 viene presentato lo stereoscopio lenticola-
nuovi temi affrontati in America fornisco- o di 180 gradi, su lastre di formato 12x22cm re, e la nuova moda prende campo. Dap-
no uno spaccato altrettanto attendibile di o 12x38cm, ma perfino di 16x52cm e di prima le coppie di immagini vengono rea-
lizzate con la stessa fotocamera in due mo-
menti successivi e dopo aver spostato l’ap-
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI: parecchio ma, a partire dal 1852, si co-
Beaumont Newhall - The History of Photo- minciano a costruire apparecchi doppi, co-
Sulla dagherrotipia:
Stefan Richter - L’arte della dagherrotipia graphy - Secker & Warzburg me quello del francese Ninet, che permet-
- Rizzoli Michael Langford - The story of Photography tono di ottenere simultaneamente coppie di
Beaumont Newhall - The Daguerrotype in - Focal Press dagherrotipi su latrine allungate di forma-
America - Dover Books Patrick Daniels - Early Photography - Aca- to 12x24cm.
demy/St.Martin Nonostante una certa difficoltà presentata
Sulla storia della fotografia dalla visione stereoscopica della coppia di
(vedi il capitolo sulla dagherrotipia) Sulle fotocamere lastrine lucide, che spesso riflettono la lu-
Helmut e Alison Gernsheim - Storia della (vedi la parte sui dagherrotipi) ce in maniera diseguale, vanificando l’ef-
fotografia - Frassinelli John Wade - Breve storia della macchina fo-
tografica - Fotografare
fetto voluto, l’immagine ottica in rilievo su
Helmut Gernsheim - Storia della fotografia, dagherrotipo conosce un periodo fortuna-
le origini - Electa Brian Coe - La macchina fotografica (The
Wladimiro Settimelli - Storia avventurosa Camera) - Garzanti tissimo, e vengono scattate con il nuovo si-
della fotografia - Fotografare Michel Auer - Histore illustrée del appareils stema numerose coppie di immagini di pae-
Diego Mormorio - Storia della fotografia - photographiques - Edita Denoel saggi e monumenti, ritratti e scene eroti-
Newton Michel Auer - 150 ans d’appareils photo- che. In ogni famiglia borghese dell’epoca
Italo Zannier - Storia della fotografia ita- graphiques (150 Years of cameras) - Came- era presente un visore stereoscopico per
liana - Laterza ra Obscura poter apprezzare questo tipo di immagini.
Italo Zannier - Segni di luce: Alle origini del- Francesch/Bouvis/Boucher - Les appareils Come è noto la passione per l’immagine in
la fotografia in Italia - LONGO photographiques français - Maeght rilievo perdura e si rafforza dopo l’avven-
Jean Claude Lemagny / André Rouillé - Sto- Channing/Dunn - British Camera Makers -
Parkland Designs
to della lastra in vetro. Forse è meno noto
ria della fotografia - Sansoni che moltissimi dei dagherrotipi arrivati fi-
James Cornwall - Die Fruhzeit der Photo- Eaton Lothorp - A Century of Cameras -
graphie in Deutschland - VWI Morgan & Morgan no a noi sono la metà di un dagherrotipo
Yvan Christ - L’age d’or de la photographie Jiri Janda - Camera Obscuras - National Mu- stereoscopico, tagliato in due e venduto se-
- Vincent et Freal seum of Technology - Prague paratamente dalla lastra gemella.
Robert White - Discovering Old Cameras -
Shire Danilo Cecchi
STORIA DELLA FOTOGRAFIA

I MOVIMENTI
ARTISTICI D’INIZIO
SECOLO

Nel periodo 1880-1915, Guido Rey, “A villa Rey a Torino”,


(1895).
l’innovazione delle lastre Wilhelm von Gloeden, “Sulla terrazza a
alla gelatina secca libera Taormina”, (1900).
i fotografi dalla necessità
di preparare e sviluppare
le lastre e dall’obbligo
delle pose lunghe.
Assume rilievo il
linguaggio fotografico;
Finalmente liberatosi dalla necessità di pre- elaborazione chimica delle copie positive,
prendono forma parare e sviluppare le lastre e dall’obbligo utilizzando le negative come semplice ele-
il pittorialismo delle pose lunghe, i fotografi con l’impie- mento di partenza per arrivare a immagini
go delle lastre alla gelatina-bromuro ac- elaborate, sofisticate, e spesso perfino di-
e i movimenti quistano una inattesa libertà di movimen- verse dalla negativa originale. Questo fe-
che vi si oppongono. to e di espressione, che li porta a non tra- nomeno trova alimento nella moda dei sa-
scurare più nessun soggetto, dai più ma- loni, delle esposizioni nazionali e interna-
gniloquenti ai più miseri, dai più univer- zionali, e culmina nella assegnazione di ve-
sali ai più privati. Ma questa libertà viene ri e propri premi assegnati da giurie com-
intesa anche come una eccessiva volgariz- poste da letterati, intellettuali e artisti, ol-
zazione della fotografia, e gli artisti foto- tre che da fotografi. Nasce una forma par-
grafi, privati dal mistero della elaborazio- ticolare di linguaggio fotografico, che len-
ne chimica delle lastre, si rifugiano nella tamente si distacca dal concetto stesso di
fotografia, per assumere caratteristiche proprie, in-
dipendenti dalla tecnica fotografica, e basate sulla
manipolazione di sostanze sensibili alla luce in ma-
niera diversa dai sali d’argento.
Questa nuova forma d’arte si basa non più sul tra-
sferimento diretto dell’immagine negativa su car-
ta fotosensibile, ma sul trasferimento dell’imma-
gine su carta comune da disegno, per mezzo di pig-
menti colorati e di una matrice a rilievo ricavata
dalla negativa sfruttando la capacità di certe so-
stanze di indurire o di diventare impermeabili se
colpite dalla luce.
Eccellono in questa forma d’arte, definita fotografia
pittorialistica, o più semplicemente pittorialismo,
personaggi come Robert Demachy, Constant Puyo,
e perfino Edward Steichen nelle sue prime opere
ammesse presso i saloni fotografici di fine secolo.
Questi autori, contrariamente a molti dei loro imi-
tatori, conservano una notevole intuizione per quel-
lo che riguarda l’inquadratura, il momento dello
scatto, la manipolazioni della luce e gli effetti del
chiaroscuro. Per individuare questo tipo di foto-
grafia viene coniato il termine “fotografia artisti-
ca” che, una volta superata, ma non senza resi-
stenze, la moda dei tableaux vivants, si rivolge a
soggetti moderni interpretandoli in chiave roman- Robert Demachy, “Il Grand Palais a Robert Demachy, “Dietro le quinte”,
tica e sublimandoli in visioni delicate e spirituali. Parigi”, (1900). (1904).
In Italia gli esponenti più noti di questa tendenza
sono due personaggi completamente diversi, il to-
rinese Guido Rey, che si qualifica per composi-
zioni di figure, prevalentemente femminili, tratta-
te con estremo gusto e delicatezza, e lo straniero
Wilhelm von Gloeden che, installatosi a Taormi-
na, indulge a composizioni di ispirazione classici-
stica, in cui al paesaggio mediterraneo viene acco-
stato il nudo, questa volta maschile.
Mentre i fotografi artisti, molti dei quali si consi-
derano più artisti che fotografi, proclamano a pie-
na voce la propria estetica chiedendo di essere am-
messi alle mostre di pittura, assimilando i due pro-
cessi, quello completamente manuale e quello ot-
tico e manuale, si afferma una nuova generazione
di fotografi che sostengono invece la specificità
dell’estetica fotografica in contrasto con ogni tipo
di elaborazione e manipolazione. Fra i fotografi le-
gati al processo fotografico puro si ricordano gli
inglesi Peter Henry Emerson, Frederck Evans e
Frank Sutcliffe che, pur distinguendosi nella scel-
ta dei soggetti e nel modo di descriverli, ancora vi- Frank Meadow Sutcliffe, “Topi d’acqua”, (1886).
ziato da una certa indulgenza verso la composi-
zione classica o bozzettistica, sono accomunati dal
rifiuto di manipolazioni in camera oscura.
Il movimento della fotografia artistica contribui-
sce comunque allo svecchiamento del linguaggio
fotografico e, come il contemporaneo movimento
artistico dell’Art Nouveau assume caratteristiche
proprie nei diversi paesi europei.
Grazie ad alcuni fotografi che fanno la spola fra le
due sponde dell’oceano, fra i quali emergono le fi-
gure di Alfred Stieglitz e di Edward Steichen, le
nuove concezioni estetiche e fotografiche appro-
dano anche in America, trovandovi un terreno fer-
tile. La nuova scuola americana, capeggiata dallo Peter Henry Emer-
stesso Stieglitz, propugna l’immediatezza dell’im- son, “Raccoglitori di
magine ottica come valore esteticamente fruibile ninfee”, (1886).
Alfred Stieglitz, “Terminal”, (1893).

Alfred Stieglitz, “Terza


per se stesso, rifiutando qualsiasi conces-
classe”, (1907).
sione al gusto romantico che ancora pre-
domina in Europa. Convinto di dover rap-
presentare il nuovo mondo americano at-
traverso un nuovo modo di guardare, Stie-
Alfred Stieglitz, “Venezia”. glitz abbandona le teorie del movimento
pittorialista per far tesoro dell’insegna-
mento delle avanguardie artistiche euro-
pee, da Matisse a Cézanne, da Brancusi a
Picasso. Attraverso la rivista “Camera
Work” da lui diretta e editata dal 1902 al
1917, Stieglitz lascia una imponente ope-
ra teorica oltre a numerosi capolavori fo-
tografici. Il movimento di Stieglitz, bat-
tezzato Photo Secession, trova numerosi
consensi fra i fotografi americani più aper-
ti e sensibili come Alvin Langdon Coburn,
Clarence White e James Craig Annan, fi-
no al più vigoroso di tutti, Paul Strand che,
con le sue opere ispirate a un rigoroso rea-
lismo, capovolge i fondamenti dell’esteti-
ca fotografica.
Lontani dal clamore dei dibattiti colti e dal-
le questioni ideologiche ed estetiche, a cui
sono assolutamente estranei, alcuni autori
operano e lasciano il loro inconfondibile
segno nella storia del linguaggio fotogra-
fico. Si tratta di autori indipendenti, dalla
personalità fortissima, che nella fotogra-
Alfred Stieglitz, “Il Flat Iron fia, oltre a trovare un sostentamento eco-
Building a New York”, nomico, trovano uno strumento di espres-
(1903). sione individuale. Accanto alla enorme
Eduard Steichen, “Rodin, le Penseur”. Clarence White e Alfred Stieglitz, “Nudo”.

Alvin Langdon Coburn; “Studio di


un bompresso”.

Eduard Steichen, “Flat Iron a New York”. Paul Strand, “Giornalaia cieca a New York”, (1916).
Jacques Henri Lartigue, “Sulla spiaggia di Villerville”, (1908).

massa di fotoamatori anonimi, e accanto


a fotoamatori colti e raffinati come Hen-
ri Lartigue in Francia o il Conte Primoli
in Italia, che ci hanno lasciato fedeli e
spesso divertenti ritratti della buona so-
cietà del tempo, operano autori che han-
no saputo invece scavare molto più in
profondità con lo strumento fotografico.
Fra questi autori, spesso misconosciuti in
vita, giganteggiano alcune figure, come
quella del francese Eugene Atget, che sot-
to la modesta etichetta di “Fotografo per
artisti” comincia a registrare sistematica-
mente ogni angolo della sua Parigi a ca-
vallo del secolo, fotografando ogni edifi-
cio o ogni complesso di edifici da lui ri-
tenuto degno di attenzione. Utilizzando
una fotocamera a lastre di grande forma-
to ed un obiettivo grandangolare Atget fo-
tografa non solo i monumenti di Parigi,
spingendosi perfino negli interni e sui tet-
ti, ma i vicoli, gli incroci, le facciate, le
piazzette, le corti, le fontane, tutto ciò che
nell’architettura e nell’urbanistica di Pa-
rigi colpisce il suo interesse inesauribile.
Nei primi anni del nuovo secolo Atget
estende il suo interesse ai personaggi che
Jacques Henri Lartigue, “Sull’Avenue del Bois de Boulogne a Parigi” (1911). animano le strade di Parigi, dai venditori
Eugène Atget, “Rue des Ursins”, Parigi.

ambulanti alle prostitute, fino alle figure Eugène Atget, “Venditore ambu-
più caratteristiche, sempre inquadrate con lante” Parigi.
il grandangolare ed inserite nell’ambiente
circostante. Dai monumenti e dai perso-
naggi Atget passa ai locali tipici, ai nego-
zi e alle vetrine, con accostamenti spesso
curiosi che non mancheranno di sfuggire,
qualche anno più tardi, all’interesse dei
surrealisti. Da Parigi Atget si sposta verso Eugène Atget, “Venditore di ombrelli”,
i sobborghi e le periferie, fino a Fontain- Parigi.
bleau e a Versailles, nel tentativo di com-
pletare il più grande affresco fotografico
che mai una città abbia avuto. Alla sua
scomparsa, sconosciuto e miserabile, At-
get lascia un patrimonio incalcolabile di
lastre che documentano una Parigi desti-
nata in buona parte alla scomparsa.
Analogamente ad Atget, ma dedicandosi
ad un tema completamente diverso e con
uno spirito diverso, ma con uguale impe-
gno e passione, l’americano Bellocq rea-
lizza una impressionante documentazione
a New Orleans, nel quartiere a luci rosse
di Storyville, fotografando quasi esclusi-
vamente le prostitute ospiti nei bordelli. Eugène Atget, “Corsetteria in Boulevard Stra-
Lavorando con la affettuosa complicità del- sbourg”, Parigi.
le prostitute stesse Bellocq ferma sulle sue A destra: Eugène Atget, “Galleria du Caire”,
lastre i volti e i corpi di decine e decine di Parigi.
donne e ragazze, lasciando sempre sce-
gliere a loro gli atteggiamenti, le pose e
perfino gli abbigliamenti. Il ritratto com-
plessivo che ne esce, al di là della scabro-
sità apparente del tema, non ha nulla di
volgare né di scandaloso, e perfino nelle
foto di nudo integrale la spontaneità e la
naturalezza finiscono per giocare un ruo-
lo determinante. Di fronte ai nudi artefat-
ti, artistici e impostati di tanti fotografi eu-
ropei, i nudi onesti e immediati di Bellocq
rappresentano un incredibile salto di qua-
lità linguistica.
In Germania negli ultimi anni del secolo
apre il suo studio fotografico August San-
der, che lentamente matura la decisione di
realizzare un ritratto complessivo della so-
cietà tedesca del suo tempo, attraverso una
serie di ritratti dei suoi componenti più ti-
pici. Il lavoro di Sander si protrae con coe-
renza e caparbietà per oltre trent’anni, pri-
ma e dopo la Grande Guerra, e la serie dei
suoi ritratti costituisce una monumentale
opera di ricerca sociale e sociologica. Ma
al di là degli scopi che si era prefisso e del-
In questa pagina: Bellocq, “Prostitute di Storyville”. l’unitarietà dell’opera, giunta a noi pur-
troppo incompleta a causa dei danneggia-
menti subiti durante la seconda Guerra
Mondiale, ognuna delle foto di Sander è
la dimostrazione di una ricerca visiva, di
una intesa con il soggetto, di una maturità
linguistica ed espressiva che difficilmen-
te possono essere uguagliati. La serie di
capolavori che Sander realizza su lastre di
vetro di formato medio grande restituisce
il volto di ogni singolo personaggio, ri-
tratto da solo o in gruppo, a tutta persona
o con inquadrature più strette, ma sempre
con una forza espressiva ed una introspe-
zione veramente notevoli.
Se Bellocq, Atget, Sander ed altri perso-
naggi come loro operano al di fuori di qual-
siasi organizzazione e di qualsiasi circui-
to culturale in maniera del tutto indipen-
dente, altri personaggi cercano di impie-
gare il mezzo fotografico per scopi so-
cialmente più impegnativi appoggiandosi
alle nascenti strutture del giornalismo il-
lustrato. A New York il fotografo Jacob
Riis comincia a documentare le condizio-
ni di estremo disagio in cui vivono una
August Sander, “Figli di contadini”, (1912).

August Sander, “L’uomo legato alla terra” (1910), “Il filosofo” (1913), “L’agitatore o il rivoluzionario” (1925), “Il saggio” (1910).
BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE
Sulla storia della fotografia
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tografia - Frassinelli
Wladimiro Settimelli - Storia avventurosa del-
la fotografia - Fotografare
Diego Mormorio - Storia della fotografia -
Newton
Italo Zannier - Storia della fotografia italiana
- Laterza
Italo Zannier - Segni di luce: La fotografia ita-
liana dall’età del collodio al pittorialismo -
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Jean Claude Lemagny / André Rouillé - Storia
della fotografia - Sansoni
Yvan Christ - L’age d’or de la photographie -
Vincent et Freal
Giovanni Verga, “Massaro Filippo”, Jacob Riis, “Mulberry Street a New
Beaumont Newhall - The History of Photo-
(1897). York”, (1888).
graphy - Secker & Warzburg
Peter Pollack - The picture history of photo-
graphy - Thames & Hudson
Michael Langford - The story of Photography
- Focal Press
Patrick Daniels - Early Photography - Aca-
demy/St.Martin
Volker Kahmen - Fotogfrafia come Arte - Goer-
lich

Opere monografiche
Eugene Atget - Electa
E.J.Bellocq - Storykille
Portreity - Idea Editions
August Sander - Alinari
Camera Work, antologia - Einaudi
Verga, specchio e realtà - Editirice Magma
Francesco Paolo Michetti fotografo - Einaudi

Francesco Paolo Michetti, “Ragazza abruzzese”, (1883).

gran parte degli immigrati, portando la sua propria vocazione letteraria rivolta al ve- zioni europee nel conflitto, si assiste ad un
fotocamera nelle baraccopoli e negli slums rismo, iniziano a fotografare i propri fa- nuovo fenomeno imprevisto. La diffusio-
che sorgono ai margini delle città indu- miliari e gli ambienti a cui si ispirano per ne di massa della fotografia porta nume-
striali, mentre Lewis Hine concentra la i propri romanzi, lasciando un patrimonio rose fotocamere al fronte, non solo da par-
propria attenzione verso le forme più sfac- di immagini notevoli anche sotto il profi- te dei fotografi militari incaricati ufficial-
ciate di sfruttamento del lavoro minorile. lo storico e documentario, benché spesso, mente di descrivere la “bella guerra”, ma
In entrambI i casi lo scopo dichiarato del- almeno agli inizi, insufficienti dal punto anche da parte di ufficiali e di semplici sot-
le indagini fotografiche è quello di smuo- di vista strettamente tecnico. to ufficiali o soldati. Ignorando qualsiasi
vere l’opinione pubblica per ottenere nuo- Mentre i letterati si avvicinano al feno- limite imposto dalla censura essi docu-
ve leggi a favore delle classi meno abbienti. meno fotografico da bravi dilettanti im- mentano in maniera impietosa e spesso ag-
Se i documenti prodotti da Riis e Hine in pegnati, alcuni pittori e illustratori, fra cui ghiacciante gli aspetti meno nobili del con-
America rinnovano in maniera drammati- Francesco Michetti in Italia e Alphonse flitto, contribuendo alla formazione, se non
ca il linguaggio fotografico, esaltandone Mucha in Francia, insoddisfatti del lavo- di una nuova coscienza, di una nuova este-
la carica documentaria e rinunciando a ro dei fotografi ai quali commissionano tica. Come fa piazza pulita dei vecchi equi-
qualsiasi concessione di natura estetica, gli studi dal vero, cominciano essi stessi libri politici, la guerra fa piazza pulita an-
anzi, introducendo una nuova estetica ba- a mettersi dietro la fotocamera, lasciando che dei vecchi preconcetti, aprendo le stra-
sata sugli effetti forti e sulla capacità del- bozzetti fotografici estremamente vivaci de a nuove forme di espressione e di co-
la fotografia di suscitare emozioni con- e pregnanti e realizzando le prime vere for- municazione che troveranno la loro matu-
trastanti, in Europa, fra Francia e Italia, si me di coesistenza fra arte fotografica e ar- razione negli anni Venti. Paul Strand, nel
assiste ad uno strano connubio fra foto- te pittorica, una coesistenza che diventerà 1922, descrive la fotocamera come una
grafia, arte e letteratura. sempre più stretta, fino ad una confusio- “alleata meravigliosa che nelle mani del-
Alcuni scrittori veristi, fra i quali Emile ne dei ruoli, nei decenni successivi. l’artista può divenire lo strumento per
Zola e Giovanni Verga, per non fare i no- Con il 1914, con lo scoppio della Grande esprimere una nuova visione”.
mi che dei più noti, coerentemente con la Guerra ed il coinvolgimento di tutte le na- Danilo Cecchi
STORIA DELLA FOTOGRAFIA

IL CALOTIPO
La storia dal lato colpito dalla luce diretta del sole. si dimostrano altrettanto incapaci di evita-
Fino dall’antichità era nota la proprietà di All’inizio del nuovo secolo, nel pieno del- re la cancellazione dell’impronta sotto l’ul-
alcuni elementi di modificare la propria co- l’età dei lumi e della scienza, e nelle na- teriore azione della luce. I risultati di que-
lorazione sotto l’azione diretta della luce zioni industrialmente più avanzate, vengo- sti esperimenti, per quanto effimeri, pote-
solare. In tempi più recenti, fra il Seicento no ripetuti gli stessi studi e le stesse anali- vano essere osservati in stanze oscurate e
e il Settecento, queste proprietà sono state si, ma in maniera più razionale ed allo sco- alla debole luce di una candela, ma erano
analizzate da scienziati ed eruditi, ma so- po di sfruttare concretamente le proprietà destinati all’annerimento completo del-
no state relegate per decine di anni a og- di questi materiali, individuati in maniera l’immagine.
getto di esperimenti e di meraviglia nei sa- più precisa nella famiglia dei cloruri e dei I primi decenni dell’Ottocento sono co-
lotti della nobiltà e della emergente bor- nitrati d’argento. In Inghilterra Thomas munque caratterizzati dalla presenza di nu-
ghesia. Già nel 1727 il professore Johan- Wedgwood, figlio del noto ceramista, in- merosi ricercatori che sperimentano i più
nes Heinrich Schultze pubblica ad Altdorf sieme al chimico Humphrey Davy, verifi- diversi materiali e supporti, sia nella for-
una relazione dallo scherzoso titolo “Co- ca l’annerimento rapido sotto la luce del mazione delle “impronte” delle ombre per
me nel tentativo di identificare il fosforo sole di pellami e cartoncini chiari intrisi di contatto che nella registrazione delle im-
(portatore della luce) scopersi il portatore nitrato d’argento. Questi materiali si di- magini ottiche. Il fatto che la luce produca
dell’oscurità”, in cui descrive il modo in mostrano capaci di trattenere per qualche annerimenti più o meno rapidi corrispon-
cui del comune gesso, posto in un conte- minuto l’impronta bianca di oggetti non denti alle zone illuminate del soggetto rap-
nitore di vetro e inumidito con del nitrato trasparenti appoggiati sopra di essi e suc- presenta per i ricercatori un ostacolo e un
d’argento, annerisce rapidamente, ma solo cessivamente esposti alla luce solare, ma insuccesso, dato che viene ricercata con ca-

William Henry Fox Talbot, “Il ponte a Orléans”, 1843, Calotipo 21x16cm.
parbietà l’immagine positiva diretta spon- imbevuto in una soluzione di carbonato sibili applicazioni pratiche della scoperta,
tanea. Fra i molti ricercatori noti alle cro- d’argento viene esposto alla luce solare, an- e ritenendo tra l’altro erroneamente di non
nache troviamo l’inglese William Henry nerendosi nella parte illuminata e forman- aver fatto altro che svelare il procedimen-
Fox Talbot, il francese Hippolyte Bayard, do una immagine bianca su fondo seppia. to fino ad allora tenuto gelosamente segre-
il francese trapiantato in Brasile Antoine Successivamente lo stesso foglio viene im- to da Daguerre, Herschel comunica nel feb-
Hercule Florence, lo svizzero Friedrich Ger- merso in una soluzione di iposolfito che ar- braio i propri risultati a Talbot, che già da
ber, l’americano James Wattles e i tedeschi resta il processo di annerimento e viene qualche anno stava conducendo per pro-
August Von Steinheil e Franz Von Kobell quindi lavato. L’immagine ottenuta appa- prio conto esperimenti di disegni fotoge-
che, talvolta in completa solitudine, talvolta re resistente alla luce, stabile e inalterabi- nici utilizzando carte al nitrato o al cloru-
in base a reciproci scambi di informazioni, le nel tempo. Disinteressandosi delle pos- ro d’argento, e fissando malamente le im-
compiono una serie di esperimenti paralle-
li. Florence ottiene già nel 1833 alcune ne-
gative su carta, e tenta inutilmente di fis-
sarle con ammoniaca e urina, mentre Tal-
bot ottiene le sue prime negative a Lacock
Abbey nell’estate del 1835. L’annuncio pub-
blico della scoperta di Daguerre, che come
è noto viene proclamato il 7 gennaio del
1839 e precede di diversi mesi la divulga-
zione pratica del procedimento, provoca fra
i ricercatori reazioni opposte. Mentre qual-
cuno, come Florence, rimane deluso e ri-
nuncia ad ogni altro tentativo, altri come
Talbot e Bayard, ricevono nuovi stimoli e
nuove motivazioni per proseguire con rin-
novato slancio nelle proprie ricerche. Se
Bayard espone i suoi lavori nel giugno del In alto a sinistra: apparecchio metalli-
1839, Talbot organizza una mostra di dise- co di Lerebours, sistema Gaudin, fab-
gni fotografici nella biblioteca della Royal bricato nel 1841.
Institution già il 25 gennaio dello stesso an-
no e pubblica nel febbraio seguente un opu-
scolo di poche pagine “Sull’arte del dise- Sopra: fotocamera a scorrimento, for-
gno fotogenico”. mato 6.5x7.5cm, equipaggiato con un
L’astronomo e scienziato inglese Sir John obiettivo Le Photographe di Charles Che-
Herschel, che aveva scoperto da qualche valier.
tempo le proprietà del tiosolfito o iposolfi-
to di sodio di rendere solubili i sali d’ar-
gento, dopo aver appreso la notizia del- A sinistra: apparecchio di Lerebours, si-
l’annuncio di Daguerre, e prima di cono- stema Gaudin, utilizzato da Fox Talbot
scere nei dettagli un procedimento ancora verso il 1845.
tenuto segreto, sintetizza a modo suo il pro-
cedimento. Un foglio di carta da disegno

Lo studio fotografico di Fox Talbot a Reading, 1845 circa.


Uno dei primi negativi su carta, ottenuto da
Talbot nel 1835.

A destra :William Henry Fox Talbot, “Foglie


di convolvolo”, 1839 circa, disegno fotoge-
nico, 20x15cm.

magini con ammoniaca o ioduro di potas-


sio. In base ai suggerimenti di Herschel,
Talbot, che si ostina per qualche tempo a
non voler utilizzare l’iposolfito come fis-
saggio, preferendogli ancora il comune sa-
le da cucina, progredisce nelle sue ricerche,
fino a tentare la registrazione delle tenui
immagini ottiche prodotte dalle sue primi-
tive fotocamere. Talbot tenta anche di bre-
vettare il procedimento, inviando una pri-
ma relazione alla Royal Society, ma tacen-
do accuratamente il contributo determinante
di Herschel. In seguito al suo impegno e al-
la sua insistenza Herschel ottiene a partire
dal 1841 una serie di brevetti, che però non
riesce a sfruttare sul piano commerciale,
dal momento che il procedimento talboti-

Hyppolyte Bayard, Autoritratto “L’Annega-


to”, positivo diretto, 14x14.2cm.

Hyppolyte Bayard, “Scorcio di giardino”, 1850 circa, albumina su vetro, 12.8x17.2cm.


Hill e Adamson, “Otto ministri della chiesa scozzese”, maggio 1843, Calo-
tipo 30.5x24cm.

Hill e Adamson, “Ritratto di signora”, 1843-1845, Calotipo 18x21cm.

pico, o calotipico, come viene in seguito che un insuccesso economico dei suoi sco- l’interno una misera pensione di Stato, di
battezzato, si presta ad innumerevoli va- pritori. Di fronte alla messe di glorie e di soli 600 franchi, assolutamente inadegua-
rianti e miglioramenti. Uno dei più decisi- onori raccolti dall’astuto Daguerre, il de- ta rispetto a quella concessa a Daguerre.
vi viene suggerito a Herschel dal reveren- stino degli inventori del processo negativo Nel 1842 Bayard riceve un premio di 3000
do Joseph Bancroft Reade, e consiste nel- su carta appare del tutto diverso. Herschel franchi da parte della Societé d’encoura-
l’impiego di acido gallico come accelera- esce discretamente di scena dopo aver con- gement pour l’Industrie Nationale.
tore del processo di formazione dell’im- segnato al mondo ma non alla storia un pro- Rispetto alla dagherrotipia la calotipia, co-
magine. Inizialmente come accelerante ve- cedimento fotografico che in definitiva ri- sì battezzata dalla parola greca kalòs (bel-
niva impiegato il bromuro d’argento, che, sulta essere più suo che di qualunque altro lo), rappresenta una semplificazione dal
insieme al nitrato e al cloruro, aumentava dei suoi numerosi padri, ma non rinuncia punto di vista chimico e del procedimen-
la sensibilità alla luce dei fogli di carta trat- a suggerire i termini “negativo” e “positi- to, ma non rappresenta né un risparmio di
tata. Il passaggio al gallonitrato d’argento vo” per indicare la copia originale e le co- tempo né un miglioramento della qualità.
significa invece l’introduzione di una se- pie successive, ottenute per contatto dalla Anzi, a parità di dimensioni, un dagherro-
conda fase, intermedia fra l’esposizione e prima. Herschel suggerisce lo stesso ter- tipo risulta essere enormemente più fine,
il fissaggio, che viene individuata come svi- mine “fotografia” che un congresso inter- dettagliato e suggestivo. Tuttavia rispetto
luppo dell’immagine latente. Con questa nazionale adotterà definitivamente nel 1848 al dagherrotipo il calotipo presenta tre pun-
sostanziale variante, oggetto anch’essa di per individuare genericamente tutti i pro- ti di forza che, alla lunga, risulteranno vin-
successivi brevetti, il processo calotipico cessi con stampa finale su carta, poi si di- centi. Il calotipo è facilmente ritoccabile
riduce i tempi di lavorazione e si avvia a sinteressa del tutto del problema, lascian- con matite e pennelli, è riproducibile in un
diventare affidabile come il dagherrotipo, do che gli altri inventori si accapiglino in numero illimitato di copie che presentano
che intanto ha già conquistato ampi spazi zuffe memorabili, con tanto di processi giu- i lati dritti e non invertiti come il dagher-
di consenso. Nella documentazione dell’e- diziari, per accaparrarsi quei diritti sulla rotipo, ed infine è facilmente manipolabi-
poca il calotipo si contrappone come “l’in- scoperta che in realtà nessuno riuscirà a ri- le per l’esecuzione di fotomontaggi. Gra-
venzione inglese” alla già nota e afferma- scuotere. zie a queste qualità il calotipo suscita l’in-
ta “invenzione francese”. Parallelamente a questi avvenimenti, il go- teresse di artisti e pittori, ma anche delle
Benché il procedimento di Talbot risulti es- verno francese si rende conto di essersi sbi- autorità che intendono utilizzare questo
sere meno complesso e meno pericoloso di lanciato eccessivamente nei confronti di mezzo, di cui intuiscono le potenzialità, per
quello di Daguerre, non consente nell’im- Daguerre e cerca di ignorare o comunque la riproduzione e la catalogazione delle ope-
mediato né un risparmio nei tempi di espo- di minimizzare le scoperte degli altri ri- re d’arte e la diffusione della loro cono-
sizione, né una migliore qualità dell’im- cercatori. In particolare viene osteggiato e scenza. Se in America, dove infuria la feb-
magine. L’impiego di carta da disegno con boicottato il parigino Hyppolyte Bayard, bre del dagherrotipo, il calotipo rimane pra-
struttura granulare pronunciata non giova che già nel marzo del 1839 aveva esposto ticamente sconosciuto, in Europa conosce
alla resa del dettaglio né a quella dei par- immagini positive dirette su carta, ottenu- una breve ma intensa stagione di successi.
ticolari, e a causa della ancora eccessiva te con un sistema di sbianca e inversione L’azione di Talbot nei confronti di colleghi
durezza del materiale, non consente nep- molto simile a quello attualmente utilizza- e fotografi impedisce lo sviluppo della ca-
pure una maggiore resa del chiaroscuro. to per ottenere diapositive in bianco e ne- lotipia in Inghilterra, ma non in Scozia,
Accanto alle difficoltà di diffusione a li- ro su pellicola negativa. Alla fine viene con- mentre il calotipo incontra terreno fertile
vello di massa del calotipo, si registra an- cessa a Bayard da parte del ministero del- nell’Europa continentale, in Germania co-
William Henry Fox Talbot, “Conchiglia”,
1841-1842, Calotipo.

Roma e nei suoi dintorni e George Wilson


Bridges attivo invece in Sicilia, oltre ai no-
tissimi Du Camp e Sutton che attraversa-
no l’Italia durante i loro ben documentati
spostamenti europei. Perfino la così detta
Scuola Romana di Fotografia, animata da
Frédéric Flachéron all’inizio della secon-
da metà dell’Ottocento, è frequentata più
da calotipisti stranieri, sedotti dal fascino
della città Eterna, che non da artisti italia-
ni. Solo dopo la fine del decennio, con l’af-
fermarsi di piccole industrie artigianali na-
zionali, come quella dei fratelli Alinari, si
diffonde il gusto ed il mestiere del foto-
grafo documentarista anche fra gli italiani,
ma con l’impiego delle nuove tecniche che
hanno già soppiantato il negativo su carta.
me in Italia, e, paradossalmente, l’inven- che rendono la negativa su carta adattissi-
zione “inglese” ottiene i suoi maggiori suc- ma ai lavori di documentazione. Il caloti- La tecnica
cessi proprio in Francia. po viene usato da numerosi viaggiatori e Con molta modestia, i primi risultati del
In Inghilterra la calotipia viene usata per la artisti, da Maxime Du Camp a Charles Mar- processo calotipico, che consistono in im-
prima volta per il ritratto da Henry Collen ville, da Alphonse de Brebisson a Henry magini bianche di oggetti opachi o semi
nel 1841, mentre David Octavius Hill e Ro- Le Secq, fino al presidente dell’Académie trasparenti su fondo scuro, vengono bat-
bert Adamson aprono il loro studio a Edim- des Sciences Henry Victor Regnault, per tezzati “disegni fotografici” o “fotogenici”
burgo nel 1843, realizzando numerose ope- documentare luoghi e monumenti, città e piuttosto che con altri nomi più altisonan-
re di notevole importanza storica e docu- paesi, e per illustrare in maniera inedita le ti, riconoscendo quasi inconsciamente la
mentaria. Nel 1847 viene fondato a Lon- nuove pubblicazioni che vengono realiz- priorità nel procedimento delle componenti
dra il Photographic Club, denominato an- zate. L’immagine fotografica si avvia con chimiche e naturalistiche piuttosto che quel-
che Calotypic Club, dato che i suoi mem- la diffusione di massa del calotipo a sosti- le tecniche o ancora peggio artistiche. In
bri, raffinati nobili, artisti e ricchi borghe- tuire l’incisione. L’Académie des Beaux effetti per molti anni la ricerca si appunta
si appartenenti alla migliore società del- Arts suddivide le regioni francesi in cin- sulle diverse componenti chimiche utiliz-
l’epoca, prediligevano questa tecnica arti- que zone assegnate a cinque fotografi, ai zate per la sensibilizzazione, lo sviluppo e
stica alla più commerciale dagherrotipia. quali viene consegnato un preciso elenco il fissaggio di immagini per lo più evoca-
Ma si tratta ancora di una minoranza, e se dei monumenti da immortalare, in uno dei tive ed evanescenti. Se la tecnica di base
John Shaw Smith riporta più di trecento ve- primi censimenti fotografici a livello na- consiste nella registrazione di un fenome-
dute calotipiche di ottima qualità da un suo zionale, seguito da altre iniziative pubbli- no chimico ormai noto, la trasformazione
viaggio in Europa e Medio Oriente, rap- che e private. per effetto della luce di alcuni sali d’argento
presenta ancora una pur pregevole ecce- Completamente snobbata in America, la solubili in argento metallico insolubile, i
zione. Di fatto i quattro brevetti registrati calotipia non registra altri successi neppu- reagenti chimici utilizzati sono i più diversi,
da Talbot fra il 1841 e il 1851 inibiscono re nei paesi europei, e non viene praticata nella continua ricerca di metodi sempre più
la possibilità di sviluppo del calotipo in In- da nessun artista di rilievo, se si eccettua il celeri e vigorosi per ottenere immagini mec-
ghilterra, tanto da costringere lo stesso Tal- tedesco Alois Loechner, attivo a Monaco caniche. Questa incessante ricerca porta al-
bot, pressato dall’opinione pubblica, a ri- di Baviera e noto per le riprese del mon- la individuazione di intere famiglie di rea-
nunciare, ma troppo tardi, a una parte dei taggio della colossale statua Bavaria. In Ita- genti e di fissanti, ognuno dei quali confe-
suoi diritti. Un manuale esaustivo sulla ca- lia, molto vicina alla Francia per spirito e risce all’immagine finale caratteristiche e
lotipia viene pubblicato da Thomas Sutton cultura, la calotipia viene praticata in realtà colorazioni diverse. Se in origine le carte
solo nel 1855, ormai alla fine dell’epoca da pochissimi fotografi locali, come Au- destinate ad accogliere la copia positiva
del negativo su carta. gusto Agricola a Milano o il padovano Gia- non subiscono un trattamento diverso da
Al contrario dell’Inghilterra, la Francia si como Caneva, attivo a Roma nella metà de- quelle esposte nella camera oscura, ben pre-
mostra particolarmente ricettiva nei con- gli anni Cinquanta, autore del primo “Trat- sto si accentua una diversificazione fra le
fronti del calotipo, una tecnica in cui mo- tato pratico - Della Fotografia” pubblicato carte da ripresa, in cui si richiede la rapi-
strano di credere anche le istituzioni pub- in italiano ed opposto in qualche modo ai dità, e le carte da stampa, in cui si ricerca
bliche per la creazione dei loro archivi, so- già numerosi trattati sulla dagherrotipia. In invece la maggiore morbidezza possibile
prattutto dopo i miglioramenti apportati nel realtà le vedute calotipiche dei monumen- dei toni e la migliore restituzione delle sfu-
1847 dal francese Louis Desiré Blanquart ti italiani che ci rimangono sono opera di mature presenti sulla copia negativa. Ac-
Evrard con nuove tecniche di sensibilizza- facoltosi viaggiatori stranieri, come il fran- canto alla tecnica calotipica, e basandosi
zione e sviluppo. Le carte preparate da Blan- cese Victor Prévost, che nel 1843 esegue sugli stessi principi, si sviluppano altre tec-
quart Evrard permettono di ottenere detta- la prima ripresa calotipica del Colosseo, o niche, per lo più effimere, che utilizzano
gli maggiori e una estesa gamma tonale, gli inglesi Richard Calvert Jones, attivo a sali minerali diversi da quelli d’argento, ma
Edouard Baldus, “Fortificazioni ad Avignone”, 1851 Calotipo 44.5x32cm.

altrettanto fotosensibili. Troviamo nume- fiche.


rosi esempi, come la crisotipia, basata su Se sono noti i nomi di numerosi studi da-
sali di ferro sviluppati in cloruro d’oro, la gherrotipici sparsi in tutto il mondo, sono
cromotipia basata su sali di cromo, la fluo- relativamente pochi i nomi di professioni-
rotipia basata su sali di fluoro, ed infine la sti del calotipo, mentre sembra accertato
cianotipia, poco adatta alla registrazione di che in parecchi studi le due tecniche fini-
immagini ottiche ma ancora oggi utilizza- rono per convivere, in una identità di stru-
ta per la riproduzione di disegni per con- mentazioni ma non di risultati estetici e lin-
tatto che in inglese vengono denominate guistici.
“blue print”. La tecnica calotipica si evolve quando ci
Contrariamente alla dagherrotipia, dove un si rende conto, assai presto per la verità,
processo chimico standardizzato viene pie- che la negativa su carta in sé stessa non è
gato ad esigenze produttive pressanti, la apprezzabile e non rappresenta in alcun
calotipia sembra basarsi su una ricerca con- modo il risultato finale del procedimento.
tinua di metodi e materiali, compiuta in ma- La trasparenza dei fogli di carta, anche i
niera quasi disancorata dalla realtà, in una più sottili, è insufficiente per la resa di co-
specie di gioco destinato più a stupire gli pie positive di buona qualità, mentre la gra-
altri ricercatori che a fini pratici. La pre- nulosità e porosità della stessa carta, anche
parazione della carta sensibile con il me- la più fine, è esiziale per la resa dei detta-
todo di Blanquart Evrard, dapprima con un gli e dei mezzi toni. Dalla carta opaca si
bagno di ioduro di potassio, e con un ba- passa, sulla base di un procedimento in-
gno finale nel nitrato d’argento, riservan- ventato dal francese Gustave Le Gray, al-
do all’acido gallico la sola funzione di svi- la carta resa trasparente con della cera, ma Charles Victor Hugo, “Victor Hugo a Jer-
luppo dell’immagine latente, segnano un non si arrestano le ricerche destinate a so- sey”, 1852, Calotipo 7x10cm.
progresso decisivo, ma forse tardivo, e per- stituire la negativa su carta con la negati-
mettono allo stesso Blanquart Evrard di im- va su vetro e, poi, su celluloide. Grazie al-
piantare uno dei primi laboratori per la pro- la continua evoluzione e il continuo affi-
duzione su larga scala di stampe fotogra- namento dei prodotti chimici e dei supporti
Frédéric Flachéron, “Tempio di Vesta”,
1851 circa, Calotipo 33.4x27.5cm.

so negativo, raccogliendo le diverse im-


magini eventualmente in volumetti o in al-
bum da distribuire, il formato del negativo
doveva essere contenuto nel formato del li-
bro o dell’album finale, ma non mancano
esempi di formati più grandi. Il primo li-
bro illustrato con fotografie, come è noto,
fu realizzato dallo stesso Talbot a partire
dal 1844, con il titolo “The Pencil Of Na-
ture”. Il libro, costituito da più volumi, fu
realizzato per scopi propagandistici, per di-
mostrare una certa superiorità rispetto al
dagherrotipo, realizzabile in esemplari uni-
ci, e per pubblicizzare lo studio che lo stes-
so Talbot aveva intanto aperto, con poca
fortuna, a Reading.
Per essere accettabili, i calotipi dovevano
avere dimensioni notevoli, e come è noto,
aumentando il formato dell’immagine au-
mentavano anche i tempi di esposizione.
Anche per il dagherrotipo si assiste alla pre-
senza contemporanea di formati molto di-
versi, ma mentre non esiste una netta con-
trapposizione fra fotocamere per dagher-
rotipo o per calotipo, nella pratica fotogra-
fica i formati più grandi sono riservati a
quest’ultima tecnologia. La naturale voca-
zione del calotipo per il paesaggio e l’ar-
chitettura piuttosto che per il ritratto, se da
una parte agevola il passaggio verso for-
mati maggiori, dall’altro crea una rincorsa
ad apparecchi sempre più ingombranti e
pesanti, poco adatti al trasporto e all’in-
stallazione en plein air. Ai classici appa-
recchi a cassette scorrevoli, con la casset-
ta più grande posta anteriormente, si af-
fiancano apparecchi con cassetta frontale
piccola con scorrimento entro la cassetta
più grande che contiene il materiale sensi-
bile. Lo stesso Andrew Ross costruisce at-
torno al 1850 la prima fotocamera studia-
ta appositamente per le riprese di architet-
Charles Marville, “Veduta di Parigi dal ponte di Saint-Peres”, 1851, Calotipo 35x25cm. tura, dotata di una lastra porta obiettivo in
ottone con possibilità di scorrimento ver-
ticale, realizzando il primo esempio di obiet-
meccanici, la fotografia basata su negative giori realizzate per lui dall’ottico londine- tivo decentrabile. Fino dai primi anni Cin-
ai sali d’argento si è dimostrata la più lon- se Andrew Ross. Se la prima immagine del- quanta si cominciano a sostituire gli appa-
geva e la più pratica, arrivando ai giorni la finestra a losanghe di Lacock Abbey mi- recchi a cassetto con apparecchi pieghe-
nostri modificata nella forma, ma non nel- sura 25x25mm e le prime immagini di Mo- voli, come quelli realizzati da Thomas Ot-
la sostanza. naco realizzate da Steinheil con la sua fo- tewill già nel 1853 e poi da Horne e
tocamera metallica fatta a tubo hanno mi- Thornthwaite nel 1858. Negli anni Cin-
Gli strumenti sure di poco superiori, la granulosità della quanta vengono costruite anche le prime
Dalle piccole fotocamere artigianali fatte carta da disegno e le scarse qualità ottiche fotocamere dotate di corpi conici pieghe-
costruire in legno da Talbot e battezzate degli obiettivi dell’epoca impongono il pas- voli, realizzati in stoffa o in caucciù, dota-
scherzosamente dalla moglie “trappole per saggio a formati minimi di 10x15cm fino ti di sistemi di piegamento più meno inge-
topi”, tutte caratterizzate da un formato mi- ai formati medi di 25x25cm e fino ai gnosi, mentre si cominciano ad immagi-
nimo, spesso di pochi centimetri, lo stesso 30x40cm. Poiché l’unico mezzo per diffon- nare anche apparecchi del tipo a magazzi-
Talbot passa per evidenti motivo di prati- dere le immagini calotipiche era quello di no o previsti addirittura per l’utilizzo di fo-
cità, a fotocamere di dimensioni molto mag- stampare per contatto più copie dallo stes- gli di carta sensibilizzata in rotoli. Queste
Roger Fenton, “Cupole della Cattedrale della Resurrezione nel Cremlino”, 1852, carta
cerata 21x17.8cm.

tipologie di fotocamera trovano matura- Il linguaggio


zione molto più tardi, dopo la fine dell’età Dai disegni fotogenici eseguiti per contat-
del collodio umido, ma sono presenti in nu- to, e giustamente giudicati dai contempo-
ce già all’epoca del negativo su carta. ranei opere meccaniche e prive di qualsia-
Se per la realizzazione di ritratti dagherro- si interesse estetico e artistico, si passa ben
tipici si rendono necessari obiettivi dotati presto alla registrazione delle immagini ot-
di una grande luminosità e di una buona tiche mediante camere oscure. L’aspetto
correzione alla massima apertura, per la documentaristico è prevalente nella pro-
realizzazione dei calotipi destinati alla ri- duzione calotipica inglese e francese, ma
produzione su formati più grandi si richie- non è l’unico, e il negativo su carta dimo-
dono obiettivi capaci di coprire un grande stra potenzialità linguistiche ricche ed este-
angolo di campo, essendo destinati a ri- se. Il calotipo dimostra maggiore affinità Sopra: Maxime Du Camp, “Rilievo egi-
prese statiche di architettura e paesaggio, artistica verso la pittura di quanto non ne zio”, 1852, Calotipo 16.5x21.5cm.
ma anche poco luminosi, dal momento che dimostri il gelido dagherrotipo, si dimostra
vengono comunque utilizzati alla massima duttile al ritocco, alla correzione, alla co- Maxime Du Camp, “Il Colosso di Ramses
chiusura del diaframma, per ottenere il mas- lorazione, perfino al montaggio di più im- II nel tempio di Abu Simbel”, 1849-1851,
simo della profondità di campo. Chevalier magini in una sola immagine risultante. A Calotipo 16x21cm.
progetta e realizza, subito imitato da altri causa di un fissaggio errato o insufficien-
ottici, un obiettivo detto “à verres com- te, non è raro trovare calotipi che hanno
binées” costituito da un obiettivo sempli- perduto quasi completamente il segno trac-
ce per paesaggi che, con l’aggiunta di un ciato dalla luce, mentre è evidente il segno
secondo obiettivo come elemento fronta- tracciato a matita o a inchiostro per rinfor-
le, si trasforma in un ottimo obiettivo da zare alcune parti dell’immagine o correg-
ritratti. Le tecniche di ripresa fra calotipo gerne altre. Perfino quella “grana” tipica
e dagherrotipo non presentano comunque dell’immagine su carta e tanto criticata dai
differenze sostanziali, e le uniche diffe- puristi dell’immagine ottica finisce per ren-
renze sono dovute per lo più alla diversità dere il calotipo più simile ad un disegno
dei soggetti rappresentati. Anche per que- che ad una immagine meccanica, e costi-
sto motivo, non è raro trovare fotografi che tuisce un ponte fra arte e tecnica. In epoca
nello stesso apparecchio fotografico pon- appena più recente, davanti alla eccessiva
gono alternativamente lastre metalliche o nitidezza delle immagini ottiche, si sono
fogli di carta, a seconda delle esigenze e sviluppate tecniche di stampa del positivo
della richiesta del cliente. agli oli o agli inchiostri proprio nel tenta-
tivo di far somigliare in qualche modo le
immagini ottiche alle immagini pittoriche,
riportando indietro l’orologio della tecno-
logia fotografica fino all’epoca del nega-
tivo su carta. Il calotipo presenta molti de-
gli aspetti meno simpatici del dagherroti-
po, come la dilatazione dei tempi di posa,
la rigidezza innaturale delle figure foto-
grafate, la necessità di laboriose messe in
scena, ma i risultati ottenuti su carta sono
in qualche modo più convincenti di quel-
lo ottenuti su metallo.
In Scozia Hill e Adamson realizzano già
nei primi anni Quaranta ritratti vigorosi,
assolutamente non convenzionali, piegan-
do lo strumento alla loro sensibilità arti-
stica, arrivando ad indagare con la loro fo-
tocamera alcuni degli aspetti della società
dell’epoca. Accanto a nobildonne e avvo-
cati, fermati in pose altezzose e magnilo-
quenti, vengono immortalati personaggi
più umili, gruppi di marinai e scalpellini,
e ci si sofferma affascinati su scene della
vita quotidiana delle famiglie dei pescato-
Aloïs Löcherer, “Trasporto della colossale statua ‘Bavaria’ dalla fonderia alla sede attua-
ri di Newhaven.
le a Monaco”, 1850, carta cerata 25.5x28.5cm.
Se queste opere sono ancora impregnate
dal gusto e dallo spirito dell’epoca, sono
decisamente libere da vincoli formalistici
e da quella rigidezza tipica di molti degli
altri ritrattisti contemporanei.
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI: Lo stesso Talbot alterna a riprese banali in
cui prevale la tecnica alcune immagini de-
licate e ben costruite, osando arrivare al ri-
Sulla storia della fotografia tratto ambientato e ai gruppi di persone,
Helmut e Alison Gernsheim -Storia della fotografia - Frassinelli mentre in Francia nell’ottobre del 1840
Helmut Gernsheim -Storia della fotografia, le origini - Electa Hippolyte Bayard arriva a fotografare se
Wladimiro Settimelli - Storia avventurosa della fotografia - Fotografare stesso, seminudo e abbandonato in una po-
Diego Mormorio - Storia della fotografia - Newton sizione da annegato, per protestare contro
Italo Zannier - Storia della fotografia italiana - Laterza il disinteresse degli ambienti scientifici e
Italo Zannier - Segni di luce: Alle origini della fotografia in Italia - Longo governativi per le sue scoperte.
Jean Claude Lemagny / André Rouillé - Storia della fotografia - Sansoni Negli anni Cinquanta il tedesco Loechner
James Cornwall - Die Fruhzeit der Photographie in Deutschland - VWI dimostra la possibilità di realizzare un ve-
Yvan Christ - L’age d’or de la photographie - Vincent et Freal ro e proprio reportage fotografico, con un
Beaumont Newhall - The History of Photography - Secker & Warzburg minimo di regia e di complicità da parte
Michael Langford - The Story of Photography - Focal Press dei protagonisti delle scene registrate, men-
Patrick Daniels - Early Photography - Academy/St.Martin tre la duttilità della carta cerata di Le Gray
permette la registrazione, eseguita quasi
sempre con un ottimo gusto compositivo e
Sulle fotocamere con una ottima scelta del punto di vista, di
John Wade - Breve storia della macchina fotografica - Fotografare paesaggi, monumenti e angoli cittadini or-
Brian Coe - La macchina fotografica (The Camera) - Garzanti mai scomparsi o modificati dal tempo. Con
Michel Auer - Histore illustrée del appareils photographiques - Edita Denoel il calotipo, più duttile del dagherrotipo, non
Michel Auer - 150 ans d’appareils photographiques (150 Years of cameras) - esistono remore ad affrontare nuovi temi e
Camera Obscura a coltivare nuovi interessi.
Francesch/Bouvis/Boucher - Les appareils photographiques français - Maeght Accanto ai bassorilievi egiziani di Du Camp
Channing/Dunn - British Camera Makers - Parkland Designs e alle scenette agresti di De Molard, alla
Jiri Janda - Camera Obscuras - National Museum of Technology - Prague Parigi popolare di Négre e alla Parigi me-
Robert White - Discovering Old Cameras - Shire dioevale di Le Secq, rimangono rari esem-
pi di collaborazione fra artisti e fotografi,
come quel nudo di Durieu, messo in posa
niente meno che da Delacroix, che rap-
presenta forse la migliore sintesi del li-
guaggio calotipico.

Danilo Cecchi
STORIA DELLA FOTOGRAFIA

IL COLORE IN
FOTOGRAFIA
Il linguaggio espressiva portata avanti con gli strumen- po di lavoro, ma generalmente il fotografo
La possibilità di registrare le immagini fo- ti più tradizionali. Uno dei maestri del co- o i fotografi che collaborano a queste edi-
tografiche con la riproduzione dei colori lore degli anni Trenta è l’americano Paul zioni rimangono anonimi. Mentre il repor-
della natura non comporta, almeno all’ini- Outerbridge che, utilizzando il processo di tage fotografico rimane ancora per qualche
zio del secolo, grandi entusiasmi presso i stampa carbro color, ottiene delle impa- anno dominato dal bianco e nero, nella fo-
fotografi che vedono nel colore solo un mo- reggiabili immagini di nature morte geo- tografia pubblicitaria e di moda il colore
do per ottenere maggiori effetti di realismo metriche di ispirazione cubista e di nudi comincia ad imporsi. Fotografi come Erwin
ma non scorgono nel nuovo mezzo alcuna femminili ambigui e sconcertanti, sottil- Blumenfeld e Gene Fenn cominciano a la-
nuova potenzialità espressiva. Da un lato mente provocanti e scandalosamente rea- vorare con il colore usando la fantasia ma
la fotografia a colori permette di registra- listici per il gusto e la morale americana con moderazione, senza rinunciare alla ele-
re con maggiore fedeltà lo spettacolo del dell’epoca. ganza e giocando soprattutto sugli acco-
mondo con immagini per quanto possibile stamenti fra abiti, trucco e fondali. Solo po-
più realistiche delle immagini in bianco e Fra realismo e fantasia chi fotografi osano utilizzare le pellicole a
nero. Dall’altra parte essa, specialmente Con l’arrivo del Kodachrome e con le mag- colori in maniera autonoma e pochissimi
con l’impiego delle lastre Autochromes, giori possibilità di saturazione cromatica osano farlo per riprese in luce ambiente o
permette la realizzazionE di immagini dai del nuovo materiale l’atteggiamento dei fo- in condizioni di illuminazione proibitive.
toni pastello e dalle sfumature cromatiche tografi nei confronti del colore comincia a Quasi nessuno attribuisce ancora un valo-
delicate in sintonia con un certo tipo di pit- cambiare. Edward Weston aderisce alla ri- re espressivo al colore in fotografia.
tura di moda all’epoca. In particolare la gra- chiesta della Kodak di sperimentare il film
na evidentissima delle lastre Autochromes a colori ed offre opere coerenti con il pro- Una visione soggettiva
ricorda la tecnica pointilliste di Signac e prio stile ma innovative per il peso che vie- Negli anni Sessanta, grazie soprattutto al-
Seurat e molti fotografi sfruttano questa ca- ne conferito ai rapporti fra le superfici e le la fotografia commerciale, il rapporto si ca-
ratteristica del materiale per la creazione masse cromatiche. In bilico fra il tecnici- povolge. Le tecniche di stampa fotografi-
di immagini di tipo pittorialistico o saloni- smo esasperato ed il virtuosismo formale ca e tipografica permettono realizzazioni
stico, ma la difficoltà di trasferire le im- il colore viene utilizzato ancora timida- di alto livello tecnico ed anche i fotografi
magini diapositive dalla lastra alla carta mente nel corso degli anni Cinquanta. Sem- non legati ai circuiti commerciali o reda-
vincola la diffusione dell’impiego del co- bra che da parte dei fotografi si preferisca zionali cominciano ad impiegare libera-
lore nella fotografia amatoriale. Non vie- saggiare le capacità di resa cromatica e la mente e creativamente il nuovo mezzo. Non
ne invece vincolato l’impiego delle lastre fedeltà dei nuovi materiali prima ancora di sono molti tuttavia i fotografi capaci di con-
Autochromes nella fotografia documenta- sperimentarne le potenzialità linguistiche. trollare fino in fondo l’impiego del colore.
ria, dove il colore rappresenta un elemen- Per tutti gli anni Cinquanta si stabilisce un Alcuni autori alternano indifferentemente
to di arricchimento per la conoscenza dei rapporto di sudditanza, in realtà mai defi- il bianco e nero ed il colore facendo pre-
soggetti e riveste un ruolo importante. Con nitivamente spezzato, fra la pittura e la fo- valere il proprio modo di vedere e la pro-
l’impiego delle lastre Autochromes ven- tografia a colori. I fotografi sembrano ac- pria personalità sul mezzo tecnico, mentre
gono realizzate moltissime foto di viaggio contentarsi di fare il verso ai pittori figu- altri si lasciano conquistare dal colore per
e numerose riproduzioni di opere d’arte e rativi ricercando nelle loro immagini i sog- il colore, dagli effetti scontati e dal cattivo
di architettura che vanno a costituire im- getti, le atmosfere e gli effetti cromatici ti- gusto e producono opere appariscenti e per-
portanti e vasti archivi. Se molti dei foto- pici degli impressionisti e dei post impres- fino dirompenti dal punto di vista sceno-
grafi che hanno usato il colore sono rima- sionisti. Alcuni fotografi più smaliziati guar- grafico, ma che dal punto di vista fotogra-
sti anonimi, è nota l’opera di Serghei Mikai- dano con interesse i pittori di avanguardia fico si rivelano invece inconsistenti. Alla
lovic Prokudin Gorskii che, prima della Ri- ricreando sulla pellicola alcuni effetti ma- sfrenata fantasia coloristica in fase di ri-
voluzione di Ottobre, attraversa in lungo e terici che ricordano i quadri informali di presa si aggiungono negli anni Settanta le
in largo l’impero russo lasciando oltre due- Pollock e di Burri. Grazie all’impiego pro- manipolazioni in camera oscura con l’ac-
mila lastre a colori realizzate secondo un fessionale del colore acquistano sempre centuazione artificiosa dei toni, le colora-
processo molto personale basato sulla se- maggiore diffusione le riproduzioni foto- zioni arbitrarie, gli interventi manuali e chi-
parazione dei colori. In genere tuttavia l’in- grafiche delle opere d’arte del passato lon- mici che fanno uscire il mezzo tecnico dal-
teresse dei grandi fotografi degli anni Ven- tano e recente e vengono finalmente pub- l’ambito strettamente fotografico per por-
ti e Trenta per il colore è piuttosto tiepido. blicati libri d’arte dedicati a singoli pittori tarlo verso un tipo di linguaggio comple-
L’interesse dello stesso Steichen per la fo- o a intere collezioni con immagini a colo- tamente autonomo.
tografia a colori in realtà non va oltre una ri molto fedeli a quelli delle opere origina- Fra i fotografi che impiegano il colore con
infatuazione momentanea e le sue opere ri- li. Il libro di David Douglas Duncan su Pi- un altissimo senso dell’immagine e con un
petono in maniera subordinata la ricerca casso è un esempio notevole di questo ti- grande rispetto per il linguaggio fotografi-
co spiccano le personalità di alcuni autori
che fanno del colore un vero e proprio stru-
mento di lavoro. Ernst Haas nella sua va-
sta opera dal titolo “La creazione” offre un
esempio insuperabile di come con il colo-
re si possano costruire immagini forti ma
non banali, immagini dense di significato
in cui il colore gioca comunque una parte
preponderante. Le variabili cromatiche pre-
senti in natura attirano anche l’occhio lun-
gamente allenato di Fulvio Roiter, che sen-
za forzature intuisce, nel rapporto fra for-
ma e colore, motivi di interesse visivo e sot-
tolinea la presenza dei rapporti cromatici
come motivo determinante della composi-
zione. Si tratta di colori trovati, mai inven-
tati o sovrapposti alla realtà in maniera for-
zata e artificiosa. Anche nelle opere del co-
lorista Francisco Hidalgo traspare il rispetto
per le infinite sfumature di colore, ora for-
te e aggressivo, ora delicato e soffuso, che
offrono gli scenari urbani. Il colore forte e
pieno di contrasti trovato sulla scena urba-
na caratterizza l’opera di Arthur Meyerson,
mentre Tosh Matsumoto, con l’impiego di
un forte teleobiettivo, isola e comprime por-
zioni di realtà sviluppandone le potenzia-
lità cromatiche congenite, sottolineando i
monocromatismi ed i delicati giochi di lu-
ce ed ombra. Bill Binzen realizza opere a
colori delicate, ricche di sfumature e qua-
si del tutto prive di colori forti, con imma-
gini tratte dalla realtà senza eccessive ma-
nipolazioni ma con un occhio attento a co-
gliere le ambiguità del reale moltiplicato in
un gioco di specchi.
Il colore e la magia dei suoi accostamenti
giuocano un ruolo insostituibile nelle ope-
re sapientemente costruite da Pete Turner,
che alterna immagini dense di colore ad im-
magini monocromatiche, ma anche imma-
gini ricche di colore naturale a immagini Foto di Serge Lutens. Immagine tratta dal fascicolo di Zoom n. 160.
elaborate e trasfigurate dall’impiego di fil-
tri. Anche nelle immagini coloratissime di
Eric Meola si trova un uso sapiente del co-
lore naturale alternato a immagini artifi-
ciose con fondali colorati selezionati in ba-
se a scelte personali. Molto spesso il colo-
re diventa un pretesto per arricchire un’im-
magine scialba e comunque per meravi-
gliare, colpire, destare un interesse che non
è spesso giustificato. Dall’immagine colo-
rata trovata in natura si passa ad immagini
costruite con colorazioni eseguite apposi-
tamente o si ricorre a filtri colorati, mentre
per le riprese in studio si ricorre a luci va-
riamente colorate proiettate o riflesse sul
soggetto. Accanto ad immagini coloratis-
sime e scioccanti si realizzano immagini
simboliche ma stilisticamente semplici, con
un singolo oggetto colorato che spicca in
mezzo ad un gruppo di oggetti identici ma
del tutto privi di colore, assolutamente bian-
chi o neri, come nelle foto di Jim Polanski.
Accanto ai soggetti tradizionali del foto-
Foto di Kamil Vojnar. Immagine tratta dal fascicolo di Zoom n. 150.
grafo, il volto ed il corpo, il personaggio e che vengono accostate con un sapiente do- saggio. Shinzo Maeda si dedica alla rea-
l’ambiente, la natura, la città ed il paesag- saggio di contrasti per ottenere immagini lizzazione di paesaggi naturali meno acci-
gio, la luce e l’ombra, si affiancano nuovi affascinanti e conturbanti giocate sul filo dentati e maestosi, più domestici e comu-
soggetti più immateriali e meno pregnan- di una sottile provocazione visiva. Il suo ni, caratterizzati tuttavia da colori delicati,
ti, ma non per questo meno affascinanti e esempio viene seguito da altri fotografi co- ricchi di sfumature e di tonalità quasi mo-
seducenti. Nascono immagini fotografiche me Klaus Mitteldorf che, oscillando fra la nocromatiche. David Muench diventa il
prive di soggetto, fatte solo di luce varia- fotografia di nudo e quella di moda, trova- nuovo interprete del paesaggio americano,
mente scomposta nei suoi colori fonda- no nella esaltazione del colore un modulo ripercorrendo le orme di Adams ma fil-
mentali, raggi riflessi e moltiplicati, allu- espressivo di sicura efficacia. Jacques trando attraverso il colore e l’esaltazione
cinazioni visive astratte e geometriche co- Alexandre tratta i corpi delle sue modelle del colore stesso i luoghi mitici e gli sce-
me quelle di Luigi Veronesi. accostandovi accessori coloratissimi men- nari imponenti, ma anche angoli meno no-
tre Patrick Bordes inserisce i suoi colori ti e le semplici rocce, restituendo in ogni
Il colore come conquista espressiva squillanti e prepotenti, vere e proprie note occasione alle sue immagini profondità,
Utilizzato in maniera più tradizionale, il di colore forte, in contesti più omogenei. plasticità e maestà.
colore non manca di interessare alcuni fo- Ma non tutti gli autori puntano sul colore Bengt Eriksson sofferma il suo occhio sui
tografi già noti ed apprezzati per le loro forte ed esasperato. Alcuni fotografi gio- paesaggi scandinavi in cui i particolari sem-
opere in bianco nero. Con il nuovo mate- cano con il colore delicato e soffuso, con brano visioni d’insieme mentre le visioni
riale fotografi come Lucien Clergue o Ro- il monocromatismo, con leggere tonalità d’insieme si confondono con i particolari,
bert Mapplethorpe producono opere affa- pastello che ricordano un poco il colore del- ma nell’assoluto rispetto della fedeltà cro-
scinanti anche se viziate da una certa man- le origini, ma che derivano da una attenta matica, assegnando al colore tenue o de-
canza di originalità e che non significano scelta dei soggetti, della illuminazione e terminante il significato di una vera chia-
sempre un rinnovamento dello stile del fo- del trattamento del film. ve di lettura. Il paesaggista nordico Olaf
tografo. I nudi o i carnosi fiori di Map- I ritratti femminili di Deborah Tourbevil- Eriksson utilizza invece il formato pano-
plethorpe riprodotti a colori non guada- le, allucinati e sgranati, ricchi di effetti pit- ramico per le sue immagini dai colori niti-
gnano poi molto, mentre i nudi di Clergue, toricistici molto vicini a quelli tipici delle di e precisi, privi di sbavature, incentrate
ambientati non più in Camargue ma nella lastre Autochromes, si completano con in- più che sul paesaggio tradizionale sulla tra-
Death Valley o in ambienti urbani sembra- terventi di colore imposti artificialmente, ma dei tronchi, delle rocce, delle cortecce,
no addirittura perdere qualcosa. Ma i vec- con macchie disposte ad arte sugli abiti, dei licheni, in una descrizione minuziosa e
chi maestri si riscattano con la loro perizia sulle mani o sui volti sbiancati, nella ricerca puntigliosa. Dominique Bollinger esalta nei
e sensibilità trovando nuovi temi, come le di precisi riferimenti linguistici e di am- suoi paesaggi il colore trovato, a cui per-
formazioni rocciose fotografate da Clergue biente. In maniera analoga Rebecca Blake mette di dominare in maniera forte l’im-
come se fossero corpi o particolari anato- utilizza immagini a colori dalla grana estre- magine per restituire significato e vitalità
mici, e viceversa. mamente pronunciata nella ricostruzione e a soggetti inanimati altrimenti inespressi-
Il rapporto dei fotografi con il colore si fa nella evocazione di ambienti decadenti, un vi. Charlie Waite interviene sulla costru-
complesso. Dove il colore non esiste in na- poco torbidi e talvolta eccessivi, in cui le zione dei suoi paesaggi nel rispetto del co-
tura o non è sufficientemente denso e vi- figure femminili sono caratterizzate dalla lore naturale, esaltandolo nelle sue com-
vace esso viene ricreato in maniera artifi- ambiguità. Nelle fotografie femminili di posizioni grazie agli strumenti tradiziona-
ciale. Ken Matsubara introduce nelle sue Tana Kaleya il colore avvolgente, totaliz- li del fotografo, la luce, la prospettiva ed il
composizioni polveri colorate al solo sco- zante, soffuso e caldo contribuisce in ma- taglio. Anche il paesaggista Art Wolfe esal-
po di vivacizzare la composizione stessa. niera precisa a sottolineare il carattere mor- ta i colori della natura attraverso la sem-
Altri fotografi cercano effetti cromatici esa- boso dei personaggi. Holly Warburton im- plice scelta del momento, della luce e del
sperando la prospettiva ed il contrasto. Le piega il colore in maniera disinibita e at- contrasto. La scelta del momento e della
opere di Franco Fontana vivono quasi esclu- traverso esposizioni doppie o multiple rea- luce appare determinante nella serie di fo-
sivamente del colore, e se private di que- lizza opere complesse al limite del gioco to messicane di Doug Keats che, senza va-
sta componente essenziale diventano qua- intellettuale. Joyce Tennyson utilizza il film riare l’inquadratura, ripete i suoi scatti ad
si sempre inconsistenti, illeggibili ed ine- a colori per realizzare immagini chiarissi- ogni minima variazione cromatica nell’ar-
spressive. me, dal cromatismo appena accennato, of- co della giornata. Al limite della fotogra-
Altri autori riescono ad utilizzare il colore frendo ritratti e nudi di forte impatto ma in fia naturalistica Jean Hinker inserisce di-
dosandolo in maniera sapiente e facendo- cui il colore è praticamente assente. Kamil rettamente foglie colorate nell’ingrandito-
lo risaltare in maniera quasi naturale. John Vojnar tende a creare vere e proprie opere re ottenendo stampe dettagliatissime, va-
Thornton crea composizioni dinamiche e pittoriche utilizzando il materiale sensibi- riopinte e spettacolari della struttura della
stimolanti limitando il colore rosso inten- le a colori ed esposizioni doppie o multi- materia vegetale.
so alle sole unghie della modella. Uwe Om- ple sovrapponendo personaggi, sfondi ed Nelle riprese effettuate dall’aereo il colo-
mer offre alcuni esempi insuperabili del- ampie campiture cromatiche. re assume un ruolo definitivo. La scoperta
l’impiego del colore forte limitandolo ad della terra e delle sue infinite sfumature e
alcune porzioni dell’immagine con la fun- I generi fotografici ed il colore varietà cromatiche è presente nelle opere
zione di sottolineare gli aspetti della foto- Il paesaggio, l’architettura, il ritratto e lo di Jean Perier mentre nelle opere di Yann
grafia stessa piuttosto che subordinare l’im- stesso nudo vengono trasfigurati dall’im- Althus Bertrand ai paesaggi monocroma-
magine al colore. Nel suo libro “Black La- piego del colore per assumere significati tici si alternano visioni iridescenti.
dies” gli esigui panni coloratissimi fanno ogni volta nuovi e diversi. Yoshikazu Shi- Le fotografie industriali di Arthur D’Ara-
risaltare in maniera ancora più decisa gli rakawa fotografa superbi paesaggi hima- zien ottenute sul grande formato giocano
statuari corpi bruni seminudi delle model- layani, ma per farlo aspetta che la scena sia sul bilanciamento della luce naturale e di
le. trasfigurata dalla luce dorata o rosata di tra- quella artificiale, con effetti cromatici che
Cheyco Leidmann si dimostra un maestro monti ed albe ad alta quota, con una esal- vanno molto al di là della casualità e del-
nell’impiego del colore forte, delle tonalità tazione cromatica che determina una vi- l’imprevisto ma sono finalizzati alla dram-
esasperate, fredde, metalliche e artificiali, sione assolutamente soggettiva del pae- matizzazione di scene altrimenti forse trop-
Yann Arthus
Bertrand, Stra-
da interrotta da
una duna di
sabbia, Valle
del Nilo, Egitto.
Immagine trat-
ta dal fascicolo
di Zoom n. 163.

Foto di Charlie Waite. Immagine tratta dal fascicolo


di Zoom n. 161.

po banali. La luce artificiale, che con la sua non caratterizzati da vistosi contrasti cro- a piene mani e senza una logica apparente
temperatura di colore variabile offre do- matici, vengono arricchiti da note di colo- sui corpi nudi, utilizzati come tavolozze
minanti cromatiche violente accostate in re appena accennate nelle immagini di Jean neutre per intrecci colorati senza i quali la
maniera spesso drammatica, è la protago- Cobb, mentre vengono immersi in luci mo- fotografia semplicemente non esisterebbe.
nista delle fotografie industriali di There- nocromatiche colorate e forti da Larry Da- Con tecniche più semplici ma con abbon-
sa Weedy e di molti paesaggisti urbani, le Gordon, fino ad alterarne il profilo ed a dante impiego di filtri, luci colorate, colo-
ognuno dei quali predilige un tema ed un trasfigurarne l’immagine. Vincent Huang ri arbitrari e vernici fluorescenti vengono
momento della sera o della notte. Philippe arriva a presentare come immagine finale realizzate le immagini di nudo di Randall
De Croix fotografa le sue spiagge dopo il del suo lavoro la negativa a colori, con tut- Michelson e quelle appena più coerenti di
tramonto, nel momento in cui la luce arti- te le tonalità cromatiche invertite rispetto Jeff Dunas, alla ricerca di effetti speciali
ficiale prende il sopravvento sulla tenue lu- alla normale percezione. nuovi e impevedibili.
ce naturale, modificando non solo gli equi- Il ricorso a luci colorate per rendere più in- Jerome Ducrot aggiunge alle immagini dei
libri cromatici ma la stessa forma sensibi- teressante il nudo viene seguito da veri e corpi femminili premuti contro lastre di ve-
le delle cose, quasi la loro natura. Benoit propri interventi di colorazione diretta dei tro che ne deformano e ne accentuano le
Pesle predilige ambienti ambigui come i corpi stessi prima delle riprese fotografi- caratteristiche estetiche un uso sapiente del
marciapiedi portuali o gli scali merci, as- che. Patrice Casanova ed Heléne Guetary colore. Immergendo le modelle stesse nel
solutamente deserti nelle ore notturne e po- ritraggono coppie danzanti, ma non prima colore o in liquidi colorati trasparenti am-
tentemente illuminati da luci dai colori fred- di aver colorato artificialmente i loro cor- plifica le forme e conferisce ai corpi una
di, omogenei e penetranti. I paesaggi ur- pi omogeneamente allo sfondo, introdu- plasticità ed una configurazione del tutto
bani notturni sono il soggetto preferito di cendo note di colore opposto per sottoli- particolari. Andando più oltre Wolfgang
Vincent Soyez ma anche di Antoine De neare particolari anatomici e momenti si- Pietrzok utilizza le stesse tecniche di ri-
Roux, che si aggira nelle ore notturne nel- gnificativi facendoli risaltare in maniera presa immergendo totalmente i corpi nel li-
le strade vuote di Parigi fotografando le de- decisa e decisiva. quido colorato opaco cancellando l’imma-
solate e improbabili architetture di ponti e Altri autori, come i giapponesi Hideki Fuji gine di quella parte dei corpi che non si tro-
cavalcavia, svincoli e piloni. Jean Marc e Masaaki Nakagawa, ritraggono il corpo va a stretto contatto con la lastra di vetro,
Beistroff si dedica a luoghi della periferia femminile ornato di delicate ma prepoten- ottenendo risultati talvolta grotteschi ma
urbana dismessa, come capannoni in rovi- ti decorazioni pittoriche esaltando, con l’im- visivamente interessanti.
na, fabbriche abbandonate, luoghi un po- piego del film a colori, il rapporto fra le co- Altri autori preferiscono invece rinunciare
co spettrali caratterizzati da luci fredde e loratissime decorazioni ed il pallido incar- all’impiego di colori artificiosi e ritraggo-
monocromatiche. nato delle modelle, reso ancora più etereo no i corpi nudi avvolgendoli in una luce
Se il paesaggio urbano artificiale mostra i dalla colorazione bianca. Komuro Hoshi- morbida e quasi monocromatica. David Ha-
suoi lati più inquietanti con la luce artifi- no accosta al candore immacolato della pel- milton, dopo aver raggiunto la notorietà
ciale notturna, apprezzatissima dalla mag- le sfondi e drappeggi colorati per esaltar- con le immagini di nudo in bianco e nero,
gior parte dei fotografi, altri autori come ne la morbidezza e la delicatezza e Shinta- imbocca la strada del colore delicato, se-
Nancy Lloyd continuano a preferire la lu- ro Shiratori immerge i corpi delle sue don- guito in questa strada da altri fotografi, co-
ce del giorno, anche quella più tenue e dif- ne in atmosfere indefinite, nebbiose, ma me François Gillet. Anche Jean François
fusa, per la realizzazione di immagini dai dense di cromatismi accentuati. Viceversa Bauret, dopo aver maturato una notevole
colori languidi, ancora precise e dettaglia- le immagini di Robert Pletinoff si basano esperienza nel bianco e nero, adotta il co-
te ma soffuse da un velo di tristezza che sull’annullamento totale dei corpi e sul mas- lore nei suoi nudi puliti, essenziali e privi
ammortizza ogni contrasto cromatico. simo risalto dato ai colori, totalmente ar- di fronzoli. Nelle sue opere il colore è una
Il corpo ed il nudo, soggetti notoriamente bitrari, luminescenti e fluorescenti spalmati presenza discreta, per niente appariscente
INDICE ARTICOLI PUBBLICATI - STORIA DELLA FOTOGRAFIA

Febbraio 1999: Gli anni del dagherrotipo


Marzo 1999: Il calotipo
Aprile 1999: La rivoluzione del collodio
Maggio 1999: Strumenti per grandi artisti
Giugno 1999: L'epoca delle lastre secche
Luglio/Agosto 1999: I movimenti artistici d'inizio secolo
Settembre 1999: Fra lastre e pellicole in rotoli
Ottobre 1999: La fotografia negli anni fra le due Guerre Mondiali
Novembre 1999: Dal Dopoguerra agli anni Sessanta
Dicembre 1999/Gennaio 2000: L'età d'oro della fotografia
Marzo 2000: Dagli anni Sessanta ad oggi
Aprile 2000: L'evoluzione recente
Maggio 2000: L'evoluzione del linguaggio fotografico
Giugno 2000: Il linguaggio contemporaneo tra l'occhio e la mente
Ottobre 2000: La fotografia a colori
Dicembre 2000/Gennaio 2001: Il colore nella fotografia

Foto di Shintaro Shiratori. Immagine tratta dal fascicolo di Zoom n. 157.

o violenta, che sottolinea con dignità e sti- nella luce colorata, calda ed ambrata, sot- ticolari assunti a livello di modelli univer-
le immagini la cui validità ed il cui valore tolineata dalla grana grossa del materiale sali ma ne esalta la struttura, la trama e la
linguistico non dipendono per niente dagli sensibile. Nei ritratti surreali di Rafael Var- matericità assegnando ad un colore gene-
effetti cromatici. Completamente all’op- gas si continua a rispettare il colore auten- ralmente tenue, sbiadito, corroso e spesso
posto i nudi di Jean Marc Hanna sono im- tico, accentuandolo in maniera non esor- indefinito il compito di esaltare il materia-
mersi in una luce artificialmente colorata bitante e calibrandolo sulle note più profon- le senza più nasconderlo sotto il proprio
e sono sfuocati e mossi fino al limite della de. Decisamente orientato verso il mono- manto omogeneo. Al Satterwhite offre im-
leggibilità. I nudi realizzati in esterni da cromatismo, interrotto da pochi accenti di magini urbane dominate dal forte cromati-
Michael Philip Mannheim, ricorrendo a nu- colore diverso, Thomas Rush propone im- smo di pareti, insegne ed ampie superfici
merose esposizioni multiple, pur presen- magini fra il ritratto ed il nudo di sapore variamente colorate, fino a sconfinare nel
tando pesanti elementi pittorici conserva- decadente ma stimolante. A metà fra il ri- grafismo puro in cui la presenza umana,
no ancora una parvenza di forma umana, tratto ed il nudo, fra fotografia ed arte con- sempre fuggitiva, effimera ed indetermi-
distorta e moltiplicata. I nudi mossi di Fe- cettuale, i ritratti e i doppi ritratti di Jan nata, è ridotta ad un semplice corollario.
deric Fontenoy, realizzati con l’impiego di Saudek utilizzano colori lividi e smorti per L’impiego di filtri polarizzatori per accen-
una fotocamera panoramica ad obiettivo sottolineare ambiguità e depravazione. I tuare i contrasti, oppure l’impiego del film
rotante, perdono ogni somiglianza con i corpi nudi o seminudi vengono dipinti al- per luce diurna in luce artificiale o vice-
modelli assumendo forme contorte, allun- ternativamente in toni verdastri o violacei, versa, o ancora le diverse combinazioni fra
gate, distorte e surreali. grigi o color cenere a seconda del ruolo che luce artificiale e naturale, permettono ai fo-
Contrariamente alla foto di nudo in cui si gli viene assegnato. tografi di non essere schiavi dei colori del-
ricercano effetti cromatici particolari, sti- Le possibilità offerte dal colore in fotogra- la natura, ma di ricercare liberamente gli
molanti ed interessanti, nel ritratto tradi- fia non mancano di interessare tutta quel- effetti cromatici più congeniali alla loro
zionale si preferisce attenersi alla massima la schiera di artisti, fra minimalisti e com- personalità. Accanto agli strumenti tradi-
fedeltà cromatica, giocando sul colore de- portamentisti, concettualisti e body artist, zionali del fotografo, il mirino, l’otturato-
gli abiti e degli sfondi. I ritratti di Melchior che nella testimonianza fotografica delle re e l’obiettivo, anche il tipo di pellicola
Di Giacomo ad esempio sono giocati in ma- loro performances vedono molto di più che con le sue variabili cromatiche acquista una
niera estremamente corretta ed il colore una forma di registrazione. Fra tutti Sandy importanza linguistica. Accanto alle tre
contribuisce a determinare e sottolineare Skoglund utilizza il colore in maniera ori- componenti fondamentali dell’illumina-
senza eccessiva enfasi la plasticità dei vol- ginale per illustrare i suoi incubi cromati- zione, la direzione, l’intensità e il verso,
ti e l’intensità delle espressioni. I ritratti ci, allestimenti in cui una folla di oggetti o occorre valutarne anche la temperatura cro-
eseguiti in Afghanistan da Julio Donoso finti animali tutti dello stesso colore inva- matica e la sua compatibilità con il film im-
con colori sobri ma eloquenti, autentici ma dono una scena di solito incolore e neutra piegato. Accanto alla scelta del taglio, del-
pieni, non eccessivi ma corposi, plastici e generando ansia e concerto. la prospettiva e del momento dello scatto
coinvolgenti, sono un altro esempio di que- Ma dove il colore trova le sue applicazio- occorre valutare gli accostamenti cromati-
sta tendenza. Il brasiliano Joao Paulo Farkas ni più congeniali in campo fotografico, è ci dei soggetti. Accanto alle luci e alle om-
ritrae i suoi soggetti su sfondi variamente nella ricerca astratta e grafica. Ian McKin- bre, alle superfici e alle masse, occorre va-
colorati che sottolineano in maniera ine- nell fissa le immagini di alcuni particolari lutare il peso dei diversi colori nella for-
quivocabile ma non soverchiatrice il per- tratti dalla realtà quotidiana, come manu- mazione dell’immagine. Con tutti questi
sonaggio rispettandone la personalità. Il co- fatti industriali di uso comune, isolandone condizionamenti nelle mani dei fotografi
lore degli sfondi su cui si muovono i per- le parti vivacemente colorate ed estraen- intelligenti e attenti il colore diventa uno
sonaggi ritratti in Marocco da Robert Van dole dal contesto, assegnando loro valen- strumento espressivo, una componente del
Der Hilst non sembra essere casuale. Agnes ze estetiche autonome, al limite dell’astratto linguaggio, una chiave di lettura del mon-
Mrugalski esegue invece i suoi ritratti ca- geometrico, ma senza ripudiarne la mate- do e dell’anima.
suali o di gruppo immergendo i soggetti ralità. Marie Annick Bertrand insiste su par- Danilo Cecchi
S T O R I A D E L L A FOTOGRAFIA

IL LINGUAGGIO
CONTEMPORANEO,
TRA L’OCCHIO
E LA MENTE
Foto di Ralph Gibson, tratta dal fascicolo di Zoom n. 91.

Foto di Ralph Gibson, tratta dal fascicolo di Zoom n. 24.

Molti autori prendono le Abbiamo analizzato lo scorso mese come velare gli equilibri formali e la bellezza in-
molti autori che hanno contributo al rinno- trinseca ma nascosta presente negli ogget-
mosse dal concettualismo, vamento linguistico si siano identificati in ti comuni, ma di attribuire per volontà del
creando situazioni che non uno o più temi particolari; dopo il ritratto fotografo un significato, non sempre chia-
e lo studio del corpo, in questo fascicolo ro e chiarificatore, a particolari di per sé
sarebbero comprensibili esaminiamo altre tematiche. inespressivi. Viene applicato alla fotogra-
senza un riferimento Prendendo le mosse dal comportamenti- fia lo stesso concetto già presente in alcu-
smo e dal concettualismo, molti autori ven- ne correnti artistiche, secondo il quale è la
simbolico e mentale, altri gono stimolati verso la rappresentazione volontà stessa dell’artista a conferire la di-
reinventano la realtà per fotografica di oggetti, personaggi e situa- gnità di oggetto artistico a qualsiasi ogget-
registrare non solo stati zioni, che non sarebbero comprensibili sen- to comune, individuato, scelto e nobilitato
za un riferimento simbolico e mentale. dal semplice contatto con la mano dell’ar-
d’animo o inquietudini, ma Ralph Gibson con le sue visioni da son- tista che lo sceglie e lo firma, oppure dal
modi di essere, modelli nambulo indaga trame e superfici, profili e contatto con l’occhio del fotografo che vi
macchie di luce e d’ombra, soffermandosi si ferma e ne registra la traccia visibile.
di interpretazione con attenzione quasi morbosa su partico- I temi di sempre, il corpo, il volto, il pae-
della realtà interiore. lari apparentemente irrilevanti, anonimi e saggio e l’architettura, vengono visti con
non significativi, che vengono arricchiti e occhi nuovi. Se l’architettura viene letta co-
riempiti di significati proprio dallo sguar- me un paesaggio artificiale, viceversa il
do stesso del fotografo. Non si tratta più, paesaggio viene letto come una architettu-
come negli anni Trenta o Cinquanta, di ri- ra naturale, in un continuo ripetersi di echi,
di citazioni, di simbolismi. I riferimenti ai
grandi autori del passato sono inevitabili,
Caroline Vaughan inserisce nei suoi pae-
saggi dei corpi nudi rifacendosi a Callahan
e Bullock, David Muench rielabora l’inse-
gnamento di Adams affrontando i grandi
spazi dell’America, Dominique Anginot si
adegua ai modelli classici, ma predomina
sempre in tutti l’acutezza di uno sguardo
ormai perfettamente educato e disincanta-
to.

Un mondo reale al di là della realtà


Il compito di reinventare la realtà di sana
pianta viene assunto da alcuni fotografi ame-
ricani che vogliono andare oltre le appa-
renze visibili del mondo reale e della quo-
tidianità, per registrare non solo stati d’a-
nimo o inquietudini, ma modi di essere, mo-
delli di vita alternativi, stati mentali e mo-
delli di interpretazione della realtà interio-
re.
Les Krims spoglia i suoi personaggi am-
bientandoli in situazioni limite, in contesti
in cui l’oggettività del quotidiano viene esa- Foto di Arthur Tress, tratta dal fascicolo di Zoom n. 36.
sperata fino ad assumere aspetti grotteschi
e densi di contraddizioni. I suoi uomini e le
sue donne sono personaggi reali che ven-
gono posti al di là della realtà stessa, ma
non in una realtà idealizzata ed astratta. Esat-
tamente al contrario essi abitano una forma
di realtà esasperata, dove ogni piccolo ba-
nale particolare viene gonfiato e ingiganti-
to fino ad assumere un peso preponderante
nella descrizione e nella narrazione.
Arthur Tress ricostruisce con la sua fotoca-
mera un universo immaginario, ma profon-
damente reale, dando corpo e materia agli
incubi infantili, i suoi incubi personali e
quelli dei suoi piccoli collaboratori e com-
plici. Il quadro complessivo dell’opera di
Arthur Tress fornisce la descrizione detta-
gliata di un mondo che è radicato in ognu-
no di noi, un mondo interiore che ci si è
sforzati di rimuovere, di dimenticare, di sep-
pellire, ma che ritorna vigoroso nelle sue Foto di Kishin Shinoyama,
immagini con tutto il suo carico di angosce, tratta dal fascicolo di Zoom
di terrori infantili e di simbolismi, paure an- n. 113.
cestrali che sono state rifiutate dalla ragio-
ne ma che sono ancora ben vive e presenti
nell’inconscio.
Duane Michals si spinge lungo una strada
parallela, ma che lo porta in ben altre dire-
zioni nella ricostruzione visiva delle ango-
sce e dei percorsi mentali. Operando per
singole immagini o per sequenze Michals
rivela le connessioni visive e concettuali fra
i diversi oggetti e le diverse situazioni, gio-
cando in maniera disinibita e ambigua sui
concetti di assenza e presenza. Realtà e im-
maginazione si sovrappongono e si mi-
schiano in una altalena di immagini indefi-
nite, sfruttando la capacità del materiale sen- Foto di Duane
sibile di registrare in maniera differenziata Michals, tratta
i soggetti fermi e quelli in movimento len- dal fascicolo di
to o rapido. Zoom n. 95.
I personaggi compaiono e scompaiono dal-
le immagini di Michals come fantasmi in-
quieti, fino a insinuare il dubbio sulla loro
esistenza. Il soggetto viene messo a con-
fronto con il proprio immaginario fino a
confonderli l’uno con l’altro, fino a capo-
volgerne i ruoli. Il sognatore diventa parte
del sogno, ed è il sogno stesso che finisce
per generare il sognatore.
I nudi mascherati di Carel Fonteyne non
sono meno simbolici e inquietanti, al cen-
tro di storie improbabili ma suggestive, ca-
richi di significati ambigui e inesplicabili.
Le ombre e i riflessi di Branko Lenart sug-
geriscono un intenso lavoro mentale e crea-
no attimi di sospensione dalla realtà fisica,
con la sovversione delle regole e l’apertu-
ra verso dimensioni ipotizzate ma non an-
cora compiutamente esplorate.
Nell’affannosa ricerca della propria iden-
tità perduta, i fotografi più aperti verso le
esperienze artistiche contemporanee uti-
lizzano il mezzo fotografico per documen-
tare il loro percorso concettuale. Il sogget-
to della fotografia diventa l’immagine ot-
tica stessa. Non si fotografano più diretta-
mente i luoghi, gli oggetti o i personaggi,
ma la loro immagine stereotipata, la loro
riproduzione fotografica, il loro riflesso ne-
gli specchi reali o immaginati. Si gioca sul-
la confusione fra il reale e l’immagine del
reale, andando ben oltre i limiti della vi-
sione dell’occhio umano. Attingendo ad una
tradizione fotografica storicizzata si fa il
verso ai vecchi maestri mettendo in risalto
i loro limiti e la loro ingenuità, sovrappo-
nendo natura e artificio, l’immagine trova-
ta e l’immagine pensata, la ricerca visiva e
Foto di Christian Vogt, tratta dal fascicolo di Zoom n. 118.
quella mentale. Portando al limite estremo
l’insegnamento dei paesaggisti americani
Jerry Uelsmann costruisce le proprie im-
magini giocando su masse simmetriche con-
trapposte, rivisitando la natura e costrin-
gendola entro schemi rigidamente preco-
stituiti.

Artificio e natura
Attingendo alla tradizione del passato i nuo-
vi fotografi pretendono non solo di inter-
pretare il reale, ma di piegarlo al proprio
modo di vedere. Spingendo il ragionamen-
to fino al limite essi ricostruiscono spicchi
di realtà fantastica in cui lo scatto e la re-
gistrazione ottica rappresentano il momen-
to culminante e la sintesi. Fra gli autori che
operano in questa direzione si trova ad
esempio la coppia Holgerson/Veruscka, do-
ve fotografo e modella sono complici in
una operazione di trasformismo e mistifi-
cazione tutta giocata sulla colorazione del
corpo nudo della modella.
Altri autori che giocano molto sulle sug-
Foto di Sarah gestioni create attorno alle trasformazioni
Moon, tratta del corpo nudo o variamente drappeggiato
dal fascicolo di o abbigliato delle modelle sono Hideki Fuji,
Zoom n. 148.
Foto di Joyce Tenneson, tratta dal fascicolo
di Zoom n. 122.

Foto di Barbara Alper, tratta dal fascicolo


di Zoom n. 98.

Serge Lutens e Christian Vogt, che in ma- stessa. L’impiego sapiente del colore ag- prepotentemente al bianco e nero, predili-
niera diversa e per strade diverse interpre- giunge alle fotografie un tocco di realismo gendo i fondi scuri e le immagini in tono
tano le loro modelle come oggetti in stato e di interesse, ma l’impiego eccessivo del basso, mentre altri si rifugiano in delicati
di perenne modificazione. colore da parte di molti autori, sedotti più monocromatismi, come Joyce Tennyson,
In tutti gli autori che si dedicano alla mo- dalle caratteristiche cromatiche del sog- che avvolge i suoi personaggi nudi in una
da o alle immagini di consumo prevale la getto che dalle sue effettive caratteristiche atmosfera nebbiosa e densa, da cui emer-
consuetudine di ricreare situazioni e am- formali e materiali, porta alla realizzazio- gono i volti ed i corpi, pallidi su un fondo
bientazioni ispirate alla realtà o alla fanta- ne di immagini ricche di colore ma vuote incolore, quasi avessero rinunciato alla lo-
sia, in cui quel pizzico di regia che è pre- di significato e di contenuto, fino alla re- ro materialità.
sente da sempre nel modo di fare dei foto- gistrazione del colore per il colore. Altri autori come Barbara Alper e Frank
grafi diventa una dominante e una condi- Anziché affidare al colore contenuti lin- Dituri trovano invece lo strumento della lo-
zione indispensabile. Fra gli autori più ce- guistici e comunicativi, molti autori si ri- ro espressività nell’impiego del film in bian-
lebri per le loro ambientazioni possiamo ri- fugiano nelle elaborazioni cromatiche astrat- co e nero sensibile all’infrarosso, che con-
cordare Sarah Moon, Rebecca Blake, Ka- te inaugurando un nuovo filone espressivo ferisce alle loro immagini la stessa aura
rin Rosenthal e altri numerosi autori atten- ed artistico che si affianca a quelli tradi- indefinita e luminescente che smaterializ-
ti ad inserire i propri personaggi in auten- zionali. Pur assumendo come base i mate- za i soggetti e ne esalta le caratteristiche di
tiche situazioni simboliche. riali fotosensibili e gli strumenti ottici di leggerezza e ariosità.
sempre, questi nuovi filoni linguistici si di- Molti degli autori che si rivolgono con de-
Fra colore e bianco e nero staccano sempre di più dal concetto foto- cisione verso il bianco e nero, ritornato pre-
Gli ultimi decenni sono dominati nel lin- grafico puro, per assumere nuove valenze potentemente alla ribalta negli ultimi tem-
guaggio fotografico dalla presenza sover- espressive e nuovi moduli linguistici auto- pi, affidano allo strumento fotografico più
chiante del colore, che spesso diventa co- nomi. classico e tradizionale la traduzione im-
sì ingombrante da mettere in secondo pia- Quasi per reazione all’uso smodato ed ec- mediata della loro visione, del loro imma-
no le qualità intrinseche della fotografia cessivo del colore, molti fotografi tornano ginario e della loro emozione.
Il bianco e nero trova la propria giustifica-
zione in tutta una serie di motivazioni, che
vanno dalla voglia di purezza e dal deside-
rio di ritornare alle origini, fino a un osti-
nato rifiuto della tecnologia esasperata e
della conseguente massificazione delle im-
magini prodotte.

Forme di realismo esasperato


Di fronte al cedimento di molti fotografi ad
un facile concettualismo di maniera, e di
fronte alla crisi del fotogiornalismo tradi-
zionale, capace solo di raccontare con il lin-
guaggio di sempre le nuove tragedie del-
l’umanità, alcuni autori si rifugiano in una
forma di realismo esasperato, senza nessun
tipo di concessione né all’immaginario fan-
tastico né all’estetica formale. Le testimo-
nianze di questi autori travalicano il docu-
mentarismo fine a se stesso per assumere
Sopra: foto di Sebastião Salgado, tratta dal fascicolo di Zoom n. 115. un valore universale, fuori dello spazio e
Sotto: foto di Jean Dieuzaide, tratta dal fascicolo di Zoom n. 58. del tempo, attuale oggi e domani come agli
albori stessi della fotografia.
Sebastião Salgado offre immagini crude e
drammatiche, ma intense e potenti, di una
umanità impegnata nella disperata soprav-
vivenza, fino al limite estremo, come nel-
le sue foto scattate ai cercatori d’oro della
Sierra Pelada.
Mary Ellen Mark con i suoi reportage, fra
i quali rimane insuperato quello sulle pro-
stitute indiane di Falkland Road a Bombay,
scrive pagine ineguagliabili sulla condi-
zione umana di fine secolo, sospesa in un
limbo senza tempo.
Andando a scegliere i suoi soggetti fra i per-
sonaggi più deformi del mondo del circo,
ritratti in ambientazioni elaborate e so-
vraccariche di simbolismi, Joel Peter Witkin
supera lo stadio del realismo per offrire uno
spaccato grottesco, provocante e dramma-
tico di una umanità dolorante e disperata,
quasi una proiezione della umanità futura
priva di speranze.
Forme di realismo esasperato, ma legato
più alla natura che alla condizione umana,
si ritrovano in attenti osservatori della di-
namica formale. Denis Brihat filtra l’espe-
rienza degli autori del passato alla luce di
una nuova sensibilità riscoprendo negli ele-
menti naturali equilibri, linee, superfici e
colori dotati di una intrinseca bellezza.
Jean Dieuzaide scopre nelle forme della na-
tura equilibri insospettabili, mentre Junichi
Ohno riscopre la dinamica delle forme già
indagate da Weston riproponendo immagi-
ni rigorose e ineccepibili.
Gli autori si legano ancora, come sempre,
ai propri soggetti, senza mai chiarire se sia
il fotografo a scegliere il soggetto, o vice-
versa. Parigi offre un volto inedito nelle im-
magini umide e dense di pioggia e di ma-
linconia di Keiichi Tahara, nelle statue na-
scoste da grandi teli di Helene François, nei
personaggi di Pierre Mercier fortemente
Foto di Ruth Mayerson Gilbert, tratta dal fascicolo di Foto di Junichi Ohno, tratta dal fascicolo di Zoom n. 123.
Zoom n. 32.

ispirati a quelli di Sander. Dall’impiego professionale si passa al- grafica e con gli strumenti del fotografo.
New York si mostra nelle insolite immagi- l’impiego creativo delle immagini ottiche Gli stessi operatori che intervengono crea-
ni di Dena e nei viraggi di Kenneth Jerecke, digitalizzate, con elaborazioni, fusioni, al- tivamente sulle immagini non possono in
ma anche nei ritratti ambientati nel Bronx terazioni e trasformazioni che non hanno realtà definirsi fotografi, così come non po-
da Sophie Calle. Mentre si diffondono in nessun limite se non la fantasia degli ope- teva essere definito fotografo neppure il fo-
maniera inarrestabile le descrizioni oleo- ratori stessi. Si tratta di nuove forme espres- tocollagista John Heartfield, né nessuno de-
grafiche e ripetitive delle città destinate al- sive che travalicano i limiti ed il concetto gli altri autori che hanno utilizzato le im-
le riviste di viaggio o di architettura e ai ca- stesso di fotografia, aprono la strada ad evo- magini fotografiche per scopi espressivi ed
taloghi delle agenzie, sono relativamente luzioni spettacolari ed impensabili con gli artistici utilizzando gli strumenti approssi-
pochi gli autori che scavano nella realtà strumenti della fotografia tradizionale, che mativi dell’epoca, forbici, colla e pennelli
delle metropoli per ritrovarvi, come Ga- probabilmente richiedono nuove definizioni da ritocco. Le stesse elaborazioni di came-
briele Basilico, l’essenza della forma ur- e nuovi strumenti di analisi critica e stori- ra oscura di stampo tipicamente chimico,
bana. ca. L’aspetto più interessante e caratteri- come le solarizzazioni, le doppie esposi-
stico dell’immagine ottica digitalizzata sem- zioni, le bruciature ed i viraggi, sono sem-
Elaborazioni e fantasia bra essere la sua elasticità, la sua predi- pre stati considerati strumenti più pitto-
La seconda metà degli anni Novanta è ca- sposizione alle manipolazioni di ogni ge- grafici che fotografici.
ratterizzata da nuove forme di registrazio- nere e la sua flessibilità. Al di là della tecnica ed al di là delle defi-
ne ottica che non utilizzano il tradizionale Al di là della differenza del supporto e dei nizioni, il fotografo che agisce da fotografo,
supporto chimico, né il tradizionale proce- procedimenti tecnici, con l’immagine di- oggi come ieri, non ha a disposizione per
dimento negativo/positivo, ma utilizzano gitale si entra in un nuovo territorio, più esprimersi che i propri piedi e i propri oc-
supporti magnetici per la registrazione di parafotografico che fotografico, in cui l’im- chi. Gli unici insostituibili strumenti sono
immagini digitalizzate. L’impiego di dor- magine ottica diventa il pretesto per l’in- ancora, come sempre, il mirino che isola il
si digitali scanner permette ai professio- venzione di nuove immagini in cui la fan- soggetto, l’otturatore che taglia il tempo e
nisti di creare in maniera istantanea im- tasia è l’unico vero limite, ma che sfuggo- la prospettiva che è data dall’obiettivo.
magini di ottimo livello, e di intervenire su no alla definizione stessa di fotografia. Ogni
di esse con eventuali correzioni o ritocchi immagine ottica registrata e archiviata di-
per mezzo del computer anziché della ca- venta un materiale su cui intervenire suc- Danilo Cecchi
mera oscura. cessivamente, ma non più in maniera foto- (14-Continua)
S T O R I A D E L L A FOTOGRAFIA

LA FOTOGRAFIA
A COLORI
Fin dal momento della divulgazione del rat e Signac, i ricercatori fotografi utiliz- talmente indipendente da due ricercatori
procedimento di Daguerre, accanto allo stu- zano la stessa teoria per ricostruire artifi- francesi, Charlese Cros e Louis Ducos du
pore per l’incredibile invenzione, comin- cialmente i colori della natura registrando- Hauron, e viene resa pubblica dalla Societé
cia a serpeggiare una certa delusione nel li direttamente o indirettamente sulla lastra Française de Photographie nel maggio del
vedere che le immagini ottenute con il com- sensibile. La teoria tricromatica di Che- 1869. Fra i due ricercatori nasce una ami-
plicato processo dagherrotipico sono pal- vreul si dimostra valida per i pigmenti ed cizia piuttosto che una rivalità e mentre
lide e monocromatiche ed osservandole si i fotografi ritengono almeno all’inizio che Cros, amico degli impressionisti, si inte-
notano solo ombre più o meno scure, men- la stessa teoria debba valere anche per la ressa solo all’aspetto teorico della faccen-
tre le parti illuminate appaiono più o me- luce, ma per la luce si scopre che i tre co- da, Ducos du Hauron approfondisce il pro-
no definite ma sono sempre biancastre e lori fondamentali sono leggermente diver- blema arrivando nel 1877, dopo la com-
lattiginose. Per accontentare la propria clien- si e sono rispettivamente il rosso, il blu ed mercializzazione delle lastre pancromati-
tela e la loro vanità, molti dagherrotipisti il verde. Poiché i materiali sensibili dell’e- che, alla realizzazione di stampe fotogra-
cominciano a colorare a mano le immagi- poca sono completamente ciechi alla ra- fiche al carbone con l’impiego di polveri
ni, mentre si ricerca instancabilmente un diazione rossa, tutti gli esperimenti tricro- colorate. Anche l’austriaco Heinrich Kuhn
metodo per ottenere direttamente dei da- matici sono inizialmente votati all’insuc- realizza negli anni a cavallo dei due seco-
gherrotipi colorati. Poiché il dagherrotipo cesso. Ciò non ostacola comunque l’ela- li ottime stampe pigmentate basandosi sul-
su metallo fornisce a seconda del tratta- borazione teorica del problema e, mentre lo stesso principio, ma utilizzando il pro-
mento subito colorazioni diverse, talvolta la teoria compie notevoli progressi, la sua cedimento della gomma bicromata addi-
anche di tipo iridescente, molti ricercatori applicazione pratica risulta invece mode- zionata con pigmenti variamente colorati.
si convincono di aver risolto il problema stissima o addirittura nulla. Si tratta di procedimenti artigianali che ven-
con viraggi particolari o con patine semi Nel decennio fra il 1850 e il 1860 vengo- gono applicati individualmente e non sono
riflettenti e vengono proclamati entusiasti- no eseguiti numerosi tentativi di scompo- commerciabili. I tentativi di produrre in-
ci annunci tutti però successivamente smen- sizione e ricomposizione del colore su la- dustrialmente lastre fotografiche adatte al-
titi. Poiché è nota fino dai tempi di New- stre di vetro e su carta e sono noti i tenta- la registrazione dei colori procedono an-
ton la proprietà della luce bianca di essere tivi di Edmond Becquerel, di Abel Niépce cora inutilmente per qualche anno.
scomposta in una gamma di raggi colora- di Saint Victor e di Alphonse Poitevin, ol-
ti, i primi esperimenti si basano sull’im- tre a quelli più recenti di Gabriel Lippmann L’epoca degli Autochromes
piego di sostanze capaci di scomporre la basati sul procedimento della dispersione Nel 1903 i fratelli Lumiére risolvono in par-
luce e di impressionare selettivamente le spettrale. Nel 1861 il fisico inglese Clerk te il problema con le loro lastre Autochro-
lastre sensibili. Maxwell riesce ad ottenere tre lastre di- mes, predisposte per il colore sovrappo-
Solo più tardi la teoria dei colori viene in- verse fotografando lo stesso nastro colora- nendo allo strato di emulsione sensibile uno
dagata scientificamente, in particolare dal- to di tessuto scozzese. Ciascuna lastra vie- strato di fecola di patate trasparente colo-
lo scienziato francese Michel Eugéne Che- ne filtrata attraverso uno dei colori prima- rata con i tre colori di base e mischiata in
vreul, molto vicino agli impressionisti. Do- ri e l’immagine colorata viene poi ricom- proporzioni uguali per ogni colore. Dopo
po aver pubblicato nel 1839 un saggio sul- posta proiettando contemporaneamente con lo sviluppo ed il fissaggio la lastra mantie-
la legge del contrasto dei colori, Chevreul tre diverse lanterne magiche su un solo ne i colori nelle parti correttamente espo-
pubblica nel 1864 il suo trattato definitivo, schermo le tre lastre nuovamente filtrate. ste e dopo il trattamento finale si presenta
in cui la teoria dei colori viene esposta nel- Per una fortunata coincidenza, anche la la- come una diapositiva trasparente. Nel no-
la sua completezza con l’aiuto dei cerchi stra esposta attraverso il filtro rosso risul- vembre del 1907 si tiene a New York la pri-
cromatici. Viene operata da Chevreul la net- tava correttamente esposta ed impressio- ma mostra di lastre Autochromes scattate
ta distinzione fra i colori primari, che so- nata non tanto dal colore rosso quanto da da personaggi come Steichen, Eugene e
no solamente il blu, il rosso ed il giallo, i una radiazione secondaria della tintura ros- Stieglitz e nello stesso anno inizia la com-
quali, mischiati in proporzioni uguali, dan- sa impiegata per la stoffa. A causa della per- mercializzazione delle lastre dei Lumiére.
no il colore bianco, ed i colori secondari, sistente cecità al rosso, l’esperimento di Si calcola che fra il 1907 ed il 1932 siano
che discendono dal dosaggio sapiente dei Maxwell non viene ripetuto con altri sog- state commercializzate oltre venti milioni
primi tre. Mentre alcuni degli impressio- getti e comunque non viene risolto il pro- di lastre Autochromes nei diversi formati,
nisti utilizzano la teoria di Chevreul per ot- blema di realizzare una stampa fotografi- da 4.5x6cm a 18x24cm. Accanto alle lastre
tenere effetti cromatici basati sull’accosta- ca a colori su carta. Autochromes vengono intanto messi in
mento dei colori puri senza miscugli sulla La corretta teoria della fotografia tricro- commercio altri prodotti basati su sistemi
tavolozza, culminando nella tecnica poin- matica viene messa a punto nel corso de- analoghi ma con il reticolo tricromatico co-
tilliste degli impressionisti scientifici Seu- gli anni fra il 1862 e il 1868 in maniera to- struito in maniera diversa.
Le lastre Omnicolor costruite da Jougla su
progetto di Ducos du Hauron si risolvono
in un insuccesso commerciale ed anche le
lastre Aurora e Veracolor ottengono risul-
tati commerciali modesti se paragonati a
quelli dei Lumiére.
Anche i procedimenti Dufay e Agfa si ba-
sano su reticoli geometrici e su granuli co-
lorati, ma la loro scarsa trasparenza e la
scarsissima sensibilità ne penalizzano l’im-
piego generalizzato. Nel 1932 i Lumiére
abbandonano le lastre Autochromes su ve-
tro a favore del Film Color su pellicola, un
supporto più leggero e infrangibile che era
già stato scelto dalla Agfa nel 1914 per
l’Agfacolor. Nel 1933 la società Agfa pre-
senta la pellicola 35mm Agfacolor Ultra
per diapositive basata su un reticolo com-
pletamente diverso dai precedenti e con una
grana finissima in rapporto a questi. Per le
riprese con la Agfacolor Ultra è comunque
necessario un filtro particolare a bande co-
lorate da posizionare davanti all’obiettivo.
La ridotta quantità di luce che attraversa il
filtro costringe all’impiego di obiettivi mol-
to luminosi aperti al diaframma massimo
ed i risultati sono comunque modesti. I si-
stemi fotografici basati sulla scomposizio-
ne e ricomposizione dei colori, molto dif-
fusi nella prima metà del secolo, sono de-
stinati ad essere soppiantati da nuovi pro-
cedimenti tecnicamente più progrediti.
Nel periodo prebellico la realizzazione di
diapositive a colori è un fenomeno abba-
stanza diffuso, mentre la realizzazione di
stampe a colori su carta comporta delle ve-
re e proprie alchimie di laboratorio. Il pro-
cedimento più diffuso è quello del carbro
color, che consiste nel trasferimento di tre
immagini colorate su tre diversi fogli di ge-
latina trasparente, da sovrapporre succes-
sivamente a registro per il definitivo in-
collaggio sulla carta. I risultati di questo
complesso procedimento sono difficili da Sopra: La marchesa dai seni nudi.
ottenere, ma una volta arrivati alla stampa
finale questa risulta particolarmente resi- A sinistra: Lo scultore e la modella
stente e inalterabile nel tempo. Entrambe le immagini sono tratte dal
volume “Il colore della belle époque.
L’innovazione Kodachrome I primi processi fotografici diaposi-
Nel 1935 i ricercatori della Eastman Ko- tivi”, realizzato dal Comune di Ro-
dak Leopold Godowsky e Leopold Man- ma, a cura di Sandro Mescola e Sil-
nes compiono una scoperta destinata a cam- vio Fuso.
biare completamente l’industria della fo-
tografia a colori. I due americani, basan-
dosi su formulazioni teoriche precedenti,
riescono ad incorporare su un unico film
diversi strati di emulsione sensibile. In
ognuno di questi strati vengono incorpo-
rate a loro volta le componenti cromatiche
fondamentali che si liberano durante il com-
plesso trattamento dello sviluppo, colo-
rando le diverse parti dell’immagine.
La pellicola a colori invertibile di Kodak
viene commercializzata nel 1935 per il film
da 16mm e nel 1937 per il film da 35mm
Sopra: Il capo della provincia di Ha Dong
(1915). Immagine tratta dal volume “Il colo-
re della belle époque”.
A destra: Foto di Serghei Mikhailovic Proku-
din-Gorskii (1912 circa). Immagine tratta dal
volume “The Illustrated History of Colour
Photography” di Jack H. Coote, edizioni
Fountain Press Ltd.

e viene battezzata Kodachrome.


La sensibilità corrisponde a 10 ASA, i co-
lori sono saturi e brillanti, la trasparenza è
ottima e la definizione è buona. I risultati
ottenuti con la pellicola Kodachrome sono
superiori a tutti i procedimenti preesisten-
ti che vengono rapidamente abbandonati e
dimenticati uno dopo l’altro. Il trattamen-
to del materiale sensibile Kodachrome è
lungo e costoso e può essere effettuato so-
lo nei laboratori della stessa Kodak, per
questo richiede ingenti spese di spedizione
e tempi lunghi per la restituzione del film.
Per ovviare a questi inconvenienti nel 1942
la Kodak mette in commercio la pellicola
Ektachrome, analoga al Kodachrome ma
con un trattamento semplificato da effet-
tuare presso i diversi laboratori autorizza- dal 1942 con il nome Ansco Color. La scon- pa illustrata con i procedimenti tipografi-
ti o anche da parte del fotografo stesso. fitta militare della Germania significa per ci della quadricromia. La grande diffusio-
Nel 1941 viene messa in commercio la pel- Agfa la perdita del brevetto Agfacolor e lo ne della fotografia a colori permette nuo-
licola negativa a colori in rulli Kodacolor, stesso procedimento viene adottato da mol- vi investimenti nella ricerca ed il continuo
a cui segue nel 1947 la Ektacolor. Con le ti altri fabbricanti. In Italia Ferrania mette miglioramento delle emulsioni, della loro
Kodacolor e le Agfacolor si realizza il so- in produzione la Ferraniacolor fino dal 1950 sensibilità e della loro capacità di defini-
gno di realizzare buone stampe a colori pro- mentre Agfa inizia la produzione postbel- zione. Nel 1948 l’inglese Ilford commer-
dotte in serie ed a prezzi contenuti. Il co- lica negli stabilimenti di Leverkusen. Nei cializza la pellicola per diapositive Ilford
losso industriale tedesco Agfa si adegua im- vecchi stabilimenti di Wolfen nella DDR Colour Film da 20 ASA, portata nel 1962
mediatamente ai nuovi procedimenti, met- vengono messe in produzione nel 1954 le a 32 ASA con il nome Ilfochrome. Nel 1956
tendo in commercio nel 1936 la pellicola pellicole Orwochrome e Orwocolor. In le negative Agfacolor CN17 raggiungono
invertibile 35mm Agfacolor Neu prodotta Giappone Fuji mette in produzione nel 1948 i 40 ASA e le invertibili Agfacolor CT18
negli stabilimenti di Wolfen in base alla un film a colori tipo Kodachrome, passan- raggiungono i 50 ASA. Nel 1957 la pelli-
nuova tecnologia ma in base a procedimenti do al procedimento Agfa nel 1958 seguita cola Super Anscochrome raggiunge la sen-
e brevetti diversi da quelli della Kodak. su questa strada da Sakura nel 1959. sibilità di 200 ASA. Nel 1958 la Kodaco-
La pellicola Agfacolor Neu viene com- lor viene commercializzata in rulli da 35mm
mercializzata nel 1938 anche negli USA Il dopoguerra e nel 1963 in caricatori Instamatic 126. Nel
ma a causa della guerra le esportazioni ven- Per la fotografia a colori il dopoguerra e 1962 accanto alla Kodachrome da 25 ASA
gono sospese e la pellicola comincia ad es- gli anni Cinquanta significano un’esplo- viene messo in commercio la Kodachro-
sere prodotta negli USA dalla Ansco fino sione di popolarità e la conquista della stam- me da 64 ASA e nel 1986 viene presenta-
Il cromographoscope di Louis Ducos de Hau-
ron (1874). Immagine tratta dal volume “The
Illustrated History of Colour Photography”.

ta la Kodachrome da 200 ASA. Nel 1963


viene presentata la Ektachrome da 64 ASA,
seguita dalla Ektachrome High Speed da
160 ASA ed infine dalla Ektachrome Pro-
fessional nel 1976.
Accanto alle pellicole per luce diurna na-
scono le pellicole a colori per luce artifi-
ciale e vengono continuamente migliorati
i supporti e gli strati anti-alone. Nel 1972
nasce la Kodacolor II e fra il 1982 e il 1987
vengono commercializzati i caricatori Ko-
dacolor Disc HR nelle sensibilità 100, 200
e 400 ASA. Nel 1990 la Ektachrome copre
una gamma di sensibilità fra i 50 ISO e i
1600 ISO. Nel 1989 Fuji mette in com-
mercio la pellicola Velvia da 50 ASA che
sfrutta nuove tecnologie per la più alta de-
finizione dell’immagine.
Accanto alle pellicole invertibili e negati-
ve a colori si sviluppa il settore delle carte
da stampa a colori, indispensabile corolla-
rio nella formazione dell’immagine finale,
e si sviluppa il settore della fotografia istan-
tanea a colori. Nel 1963 viene commercia-
lizzato, da parte della Ciba-Geigy, il pro-
cedimento Cibachrome per la stampa su
carta delle diapositive, seguito nel 1974 dal
procedimento semplificato Cibachrome A
presentato dalla Ciba-Ilford. Nel 1963 vie-
ne commercializzata la pellicola a svilup-
po incorporato istantaneo Polacolor con qua e sulle pellicole Dufaycolor con un se- Agfa dapprima utilizzando granuli di cel-
sensibilità fra 64 e 100 ASA e dieci anni condo reticolo diverso costituito da linee luloide e poi di resina, ed infine con i gra-
dopo, nel 1972, anche Kodak mette sul mer- rosse oblique e da rettangoli azzurri e ver- nuli finissimi delle pellicole 35mm Agfa
cato la sua pellicola a colori a sviluppo im- di, nonché da Finlay sulle lastre Thames e Color Ultra del 1933.
mediato priva di negativo, seguita venti an- da Withfield sulle lastre Paget Color. L’e- I procedimenti basati invece sulla elimina-
ni più tardi su questa strada anche da Fuji. secuzione dei reticoli geometrici fantasio- zione dei colori e per questo definiti sot-
samente intessuti richiede l’impiego di mac- trattivi non utilizzano reticoli ma nume-
La tecnica chine di precisione e risulta altamente co- rosi strati sensibili sovrapposti, ciascuno
I procedimenti fotografici a colori, prodotti stoso, mentre il sistema granulare risulta dei quali è filtrato per registrare una diver-
su scala industriale e regolarmente com- essere meno preciso ma più economico. sa radiazione dello spettro luminoso. Que-
mercializzati, compaiono all’inizio del nuo- I Lumiére utilizzano infatti come elemen- ste pellicole sono praticamente esenti dal-
vo secolo e solo successivamente alla mes- ti colorati dei granuli di fecola di patata, la grana, se non quella tipica anche dei film
sa a punto delle lastre pancromatiche per il ciascuno dei quali si comporta come una in bianco e nero di pari sensibilità. I siste-
bianco e nero. Si tratta di procedimenti co- piccola lente colorata. Mescolati in pro- mi Kodachrome e Agfacolor basati sullo
sì detti additivi, in quanto ogni immagine porzioni uguali nei tre colori di base i gra- sviluppo cromogeno di ciascuno degli stra-
è formata dalla somma dei singoli colori di nuli non esposti vengono eliminati con il ti richiedono, dopo l’esposizione, una se-
base registrati ciascuno indipendentemen- fissaggio insieme ai sali d’argento mentre rie successiva di sviluppi e di seconde espo-
te dall’altro. La registrazione simultanea quelli esposti rimangono sulla lastra. Le la- sizioni prima del fissaggio e della elimi-
su una unica lastra delle tre immagini av- stre Autochromes ricoperte di vernice e le- nazione definitiva dell’argento residuo.
viene per mezzo di elaborati sistemi che si vigate venivano esposte con l’impiego di Benché scoperto fin dal 1912 da Rudolf Fi-
riducono fondamentalmente a due tipolo- un filtro giallo ed avevano una sensibilità scher, il principio di incorporare le emul-
gie, quella granulare, in cui la lastra è co- pari a 0.2 ASA contro i 20 ASA del più sen- sioni nel materiale da sviluppo non viene
sparsa in maniera irregolare da granuli co- sibile materiale in bianco e nero disponi- applicato praticamente che dopo il 1936.
lorati, e quella reticolare, in cui alla lastra bile all’epoca. L’impressione generale do- Ogni strato è colorato nel colore comple-
è sovrapposto un reticolo geometrico re- vuta alla leggera granulosità delle lastre mentare a quello per il quale è sensibiliz-
golare variamente articolato e sottile. Il si- Autochromes, messo in confronto con i re- zato e fornisce l’immagine del colore cor-
stema reticolare viene adottato ad esempio ticoli geometrici dei concorrent,i finisce rispondente. La pellicola negativa a colori
da Ducos du Hauron sulle lastre Omnico- per creare effetti pittorici gradevoli e de- è strutturata nello stesso modo di quella
lore con quadrettatura obliqua, da Agfa sul- termina il successo economico di questo diapositiva ma il trattamento chimico di-
le pellicole Agfacolor, da Dufay sulle la- materiale. L’impiego di granuli colorati vie- verso dà origine per ogni strato sensibile al
stre Dioptichrome con quadrettatura obli- ne ripreso nel 1912 e nel 1924 sulle lastre colore complementare a quello naturale.
si realizzati in modo di esporre contempo- de su ogni singola lastra. Inoltre l’impiego
raneamente attraverso lo stesso obiettivo di filtri colorati abbassa ulteriormente la
tre lastre, una per ognuno dei colori di ba- quantità di luce che effettivamente colpi-
se. Solo la comparsa del Kodachrome e del- sce la lastra o la pellicola. Per questo tutte
l’Agfacolor mette fine a questo tipo di espe- le fotocamere tricromatiche vengono equi-
rimenti. paggiate con obiettivi luminosi, ma mai ec-
Il primo apparecchio tricromatico viene co- cessivamente luminosi, come gli Ernostar,
struito nel 1874 da Ducos du Hauron, vie- i Primoplan, gli Xenar o i Biotar. Le Ber-
ne battezzato Cromographoscope ed è co- mophol 9x12cm utilizzano obiettivi Pla-
stituito da un sistema di specchi fissi, ri- smat 21.5cm f/4.0 e le Reckmeier dello stes-
flettenti o semitrasparenti che triplicano la so formato 9x12cm utilizzano obiettivi Cas-
stessa immagine su tre lastre diverse, cia- sar 21cm f/3.5. Le più piccole Jos-Pe uti-
scuna con il proprio filtro. Il Cromo- lizzano obiettivi Steinheil Quinar 105mm
graphoscope, come il successivo Melano- f/2.5 e le Mikut utilizzano obiettivi Miku-
Sopra: Il Kromskop di Frederic Eugene Ives. chromoscope del 1899, permettono anche tar 130mmm f/3.5. Mentre tutti i costrut-
Sotto: Fotocamera tricromatica di Bermophol la visione per proiezione dell’immagine co- tori di fotocamere di tipo tricromatico so-
(1930). Entrambe le immagini sono tratte lorata. no orientati sui formati medi e grandi, la
dal volume “The Illustrated History of Co- Fra il 1892 e i primi anni del Novecento fabbrica cecoslovacca Optikotechna met-
lour Photography”. l’americano Frederic Eugene Ives realizza te in produzione nel 1939 due fotocamere
numerose versioni del suo apparecchio bat- 35mm molto simili fra di loro, le Spekta-
tezzato Kromskop, oppure Junior Krom- reta e le Coloreta, entrambe di formato
skop o Stereo Kromskop, destinato più al- 24x24mm per dodici riprese triple su un
la visione delle immagini fotografiche a co- rullo standard ed entrambe equipaggiate
lori che alla loro realizzazione. Le fotoca- con obiettivi Spektar 70mm f/2.7.
mere tricromatiche di Ives conoscono un Nell’immediato dopoguerra, nonostante
certo successo e vengono prodotte in serie l’affermazione ormai consolidata del Ko-
dalla società Hess-Ives con il nome Hicro dachrome e dell’Agfacolor, gli esperimen-
Camera nel corso degli anni Dieci. Per la ti per fotocamere tricromatiche hanno un
realizzazione di immagini su tre lastre di- ultimo sussulto di vitalità. Nel 1947 le of-
verse l’inglese Sanger Shepard elimina gli ficine meccaniche OMI di Roma mettono
specchi ricorrendo semplicemente a dorsi in commercio una fotocamera per film da
mobili, realizzati nei primi anni del Nove- 35mm battezzata Omiterna equipaggiata
cento in diversi tipi e formati, con movi- con tre obiettivi da 35mm per riprese di-
mento verticale o orizzontale per immagi- rette filtrate ma senza la divisione dell’im-
Il colore magenta diventa verde sul nega- ni singole o stereoscopiche. Nel 1906 il magine mediante specchi e prismi. La stes-
tivo, e viceversa. Il trasferimento della im- francese Jean Alfred Nachet costruisce il sa fotocamera Omiterna, montata davanti
magine dal negativo a colori alla carta sen- suo Cromografo Tricromatico per lastre ad un proiettore serviva per la restituzione
sibile a colori avviene mediante un nuovo 13x18cm con messa a fuoco simultanea su schermo dell’immagine colorata.
capovolgimento dei toni, ed il verde sul ne- delle tre lastre e divisione dell’immagine Negli anni successivi ogni esperimento del
gativo diventa di nuovo magenta sulla stam- per mezzo di specchi dicroici. Altri co- genere perde completamente di significa-
pa. Il processo della stampa a colori viene struttori si dedicano, prima della Grande to, ma già nei primi anni del dopoguerra
semplificato con la messa in commercio Guerra, alla realizzazione di fotocamere tri- gli obiettivi fotografici vengono trattati su-
della carta da stampa ricoperta con una tri- cromatiche, come l’inglese Butler e la fran- perficialmente con un rivestimento antiri-
plice emulsione sensibile analoga a quella cese Multicolor. flesso scoperto quasi simultaneamente in
della pellicola. Benché più semplice ed in- Nel periodo fra le due guerre la passione Germania da Smakula e in America da
finitamente meno costoso del processo car- per la tricromia non accenna a spegnersi e Strong. Questo trattamento, detto anche az-
bro color, il processo di stampa su carta Josef Peter Welker realizza la sua fotoca- zurratura, permette di migliorare la resa
sensibile fornisce risultati meno stabili nel mera Jos-Pe per lastre 4.5x6cm nel 1925, cromatica degli obiettivi e segna una linea
tempo e almeno nei primi anni meno sod- seguito negli anni Trenta da Bermophol con di demarcazione netta fra gli obiettivi pre-
disfacenti dal punto di vista della resa. Per le sue fotocamere in legno realizzate per i bellici e quelli moderni. L’importanza che
qualche decina di anni ancora i fotografi formati 13x18cm o 9x12cm e da Reckmeier viene attribuita a questo trattamento è tale
professionisti continuano ad impiegare pel- con le sue fotocamere per lastre 9x12cm. che ditte, come ad esempio la Voigtlaen-
licole invertibili diapositive piuttosto che Nel 1936 a Dresda Oskar Mikut costruisce der, si sentono in dovere di ribattezzare gli
pellicole negative a colori. una fotocamera tricromatica che espone si- obiettivi costruiti dopo il 1945 con i nomi
multaneamente tre immagini affiancate sul- Color Heliar anziché Heliar, Color Skopar
Gli strumenti la stessa lastra di 4.5x13cm, mentre in Ame- anziché Skopar, e così via.
Nonostante il successo commerciale delle rica Devin costruisce la sua fotocamera tri- Nei primi anni Settanta il trattamento an-
lastre Autochromes, nei primi trent’anni cromatica di formato 6x9 e in Inghilterra tiriflesso viene ancora migliorato con la
del Novecento continuano a susseguirsi nu- Spencer costruisce la ingombrante fotoca- moltiplicazione degli strati protettivi e la
merosi tentativi di industrializzazione del mera Vivex di formato 9x12cm. resa cromatica degli obiettivi diventa an-
processo basato su tre negative diverse. Per Le fotocamere tricromatiche utilizzano cora migliore e adeguata alla fedeltà cro-
ottenere simultaneamente tre negative co- specchi semiriflettenti inclinati per rinvia- matica dei nuovi materiali sensibili.
lorate diversamente vengono messi a pun- re contemporaneamente la stessa immagi-
to nell’arco di mezzo secolo numerosi ap- ne su più di una lastra e questo passaggio Danilo Cecchi
parecchi fotografici ingegnosi e comples- comporta una riduzione della luce che ca- (15- Continua)
S T O R I A D E L L A FOTOGRAFIA

LA RIVOLUZIONE
DEL COLLODIO
La tecnica del collodio modifica drasticamente il modo di produrre
le immagini fotografiche e viene impiegata dai fotografi di tutto il mondo
per non meno di un trentennio.

Fotocamera con quattro obiettivi, detta


“quadrilatero”, attribuita a Disdéri.
Carte de visite di Disdéri non ritagliata.

La storia geneo e persistente e capaci di trattenere zo secolo, dando origine ad una florida in-
Fino dai primi esperimenti fotografici ef- quantità sufficienti di ioduri d’argento. dustria, con un impiego enorme di uova di
fettuati con la carta da lettere o da disegno Nel 1847 il francese Abel Niépce di Saint gallina, la negativa all’albumina finisce per
opportunamente sensibilizzata con i sali Victor, un nipote dello sfortunato Nicépho- rientrare nel numero dei tanti tentativi pri-
d’argento, i limiti di questi supporti ap- re Niépce, mette a punto un procedimento vi di risultati pratici che si susseguono ne-
paiono evidenti. La presenza di notevoli basato su un impasto chiamato albume, ot- gli anni della sperimentazione ad oltranza.
impurità e la struttura grossolana della car- tenuto dal chiaro d’uovo montato, arric- Solo nel 1851 l’inglese Frederick Scott Ar-
ta, oltre alla scarsa trasparenza, anche se chito con ioduro di potassio, steso sul ve- cher scopre e rende pubblico un procedi-
migliorata con il processo alla cera, impe- tro e successivamente sensibilizzato con mento inedito e particolarmente efficiente,
discono la realizzazione di negative tecni- nitrato d’argento. Questo procedimento, al- basato su una sottile pellicola di collodio
camente perfette. Si sogna fino dall’inizio l’albume o all’albumina, si dimostra estre- stesa sul vetro. Il collodio, noto già dal 1846
di poter utilizzare il vetro come supporto, mamente valido per la fabbricazione di car- e già utilizzato in medicina per richiudere
e persino lo stesso Herschel tenta, senza te sensibili per la stampa dei positivi, ma le ferite, è una pellicola particolarmente vi-
però troppo successo, di utilizzare lastre si dimostra decisamente troppo poco sen- schiosa e resistente ottenuta dallo sciogli-
sottili di vetro per trattenere i bagni chimi- sibile per le riprese, oltre ad essere inadat- mento del fulmicotone e, prima che da Ar-
ci della sensibilizzazione. Il vetro, chimi- to alla resa delle sfumature e dei particola- cher, il suo impiego in fotografia era stato
camente inerte ed assolutamente privo di ri. La negativa all’albumina resta una cu- ipotizzato da altri ricercatori, ma non era
porosità, non si presta minimamente al- riosità ma non rappresenta una valida al- mai stato messo in pratica. Archer sensibi-
l’assorbimento diretto dei composti chimici ternativa al dagherrotipo o al già afferma- lizza questa pellicola ottenendo il consue-
e ci vogliono più di dieci anni per scopri- to negativo su carta. Mentre le carte all’al- to ioduro d’argento e realizza del perfetto
re delle sostanze vischiose capaci di aderi- bumina incontrano un incredibile succes- materiale sensibile su vetro. Poiché il col-
re alla superficie del vetro in modo omo- so commerciale che durerà per almeno mez- lodio era all’epoca una sostanza nota, ed il
processo di sensibilizzazione era già al-
trettanto noto, la scoperta di Archer, per
quanto geniale, viene disconosciuta, e so-
no in molti, viceversa, a volersi attribuire
il merito e gli onori dell’invenzione. Men-
tre Archer pubblica il risultato delle pro-
prie ricerche nel marzo del 1851, descri-
vendole dettagliatamente e rendendole di
fatto di pubblico dominio, ma senza mai
avanzare nessuna pretesa riguardo even-
tuali brevetti o diritti, diffondendo i parti-
colari del suo procedimento senza alcuna
reticenza, altri si danno da fare per ricava-
re dei profitti dalla sua scoperta. Robert
Bingham cerca di farsi passare per lo sco-
pritore del metodo al collodio, da lui de-
scritto solo nel maggio del 1952, mentre il
solito Talbot cerca, inutilmente, di dimo-
strare che il processo al collodio non è che
una variante non sostanziale della caloti-
pia e ricade ancora sotto il suo brevetto.
Mentre Talbot perde le cause da lui inten-
tate contro tutti i fotografi impegnati in In-
ghilterra con il collodio, fino a veder de-
cadere uno dopo l’altro tutti i suoi diritti,
il fatto che la sola fotografia al collodio
presente all’Esposizione Universale del
1851 fosse firmata da Peter Fry, rafforza
nei più l’idea che il contributo di Archer
non fosse stato poi così determinante.
Archer, da parte sua, rifiuta di farsi avanti
per far valere in qualche modo i suoi dirit-
ti, e muore praticamente in miseria nel 1857,
quando ormai il suo procedimento ha am-
piamente soppiantato sia il dagherrotipo
che il calotipo. Nella sua incredibile mo-
destia, forse Archer non si era reso com-
pletamente conto che la propria scoperta,
semplice ma geniale, aveva drasticamente Nadar, “Sarah Bernhardt”, 1865.
modificato il modo di produrre le immagi- L’impiego del collodio umido non libera fuori dagli studi punti di ripresa e piccoli
ni fotografiche e che, a differenza della da- ancora i fotografi dalla necessità di impie- laboratori temporanei per il trattamento del-
gherrotipia e della calotipia, sarebbe stata gare dei veri e propri piccoli laboratori chi- le lastre, e la negativa su vetro offre la pos-
impiegata dai fotografi di tutto il mondo mici, in cui alla fase di preparazione delle sibilità di riproduzioni esatte tirate in deci-
per non meno di un trentennio, prima del- lastre devono seguire, in un rapido succe- ne o centinaia di copie. Con il collodio pro-
la scoperta di un nuovo procedimento an- dersi e nell’ordine esatto, le fasi della sen- durre, ma soprattutto raccogliere fotogra-
cora più efficace. sibilizzazione, dell’esposizione, dello svi- fie, diventa un hobby estremamente diffu-
Come lo stesso Archer intuisce invece fino luppo e del fissaggio. Il processo è più sem- so. La moda degli album fotografici, già
dall’inizio, con il rapido asciugamento del plice di quello dagherrotipico, ma risulta presente con il calotipo, diventa imperan-
collodio si ha una veloce perdita della sen- forse più complesso e meno lineare di quel- te e, accanto alle foto di amici e parenti, si
sibilità, fino ad arrivare a richiedere, a la- lo calotipico. Se la figura del fotografo, ma- cominciano a raccogliere le foto dei per-
stra asciutta, esposizioni superiori a quelle go della luce e dell’obiettivo, e quella del sonaggi più in vista. Si racconta che nella
necessarie con i procedimenti già noti. Il chimico, mago dell’ombra e della camera settimana seguente la morte del principe
massimo della sensibilità si ottiene utiliz- oscura, sono ancora in un certo modo con- consorte Alberto, in Inghilterra siano state
zando le lastre ancora umide, immediata- fuse, il procedimento al collodio offre una diffuse settantamila copie del suo ritratto
mente dopo la sensibilizzazione. Questa ca- serie di innegabili vantaggi che lo rendono fotografico, e non mancano iniziative ori-
ratteristica individua il processo come “col- estremamente popolare. La nitidezza ed il ginali, come quelle del garibaldino Ales-
lodio umido” o “lastra umida”, in contrap- dettaglio raggiunti a parità di dimensioni sandro Pavia che fotografa ad uno ad uno
posizione al procedimento, entrato in uso sono incredibilmente maggiori, l’attrezza- tutti i partecipanti alla spedizione dei Mil-
dopo il 1865, detto del “collodio secco”, e tura può essere facilmente spostata e tra- le raccogliendo le foto in un album da com-
a quello, ancora più tardo, della “lastra sec- sportata, permettendo di impiantare anche mercializzare. La flessibilità del procedi-
ca” alla gelatina-bromuro.
Schema di funziona-
mento della fotocame-
ra Dubroni.

Valigetta con corredo completo Dubroni, fotocamera,


pompetta e prodotti chimici.

Stereocamera a scorrimento di Ninet (1852). Fotocamera da studio di Goldman (Vienna


1860) con obiettivo Voigtlaender tipo petzval.

mento al collodio permette inoltre la rea- sibilità delle classi meno colte. personaggi alla stessa stregua degli spo-
lizzazione di vere e proprie fotocamere con Con il collodio umido si assiste ad un ve- gliatori di cadaveri, negli Stati Uniti, la-
laboratorio incorporato, la più famosa del- ro e proprio moltiplicarsi delle tipologie e cerati dalla guerra di secessione, Matthew
le quali è la Dubroni di Bourdin, dove tut- dei generi. Si assiste alla standardizzazio- Brady abbandona il proprio fiorente stu-
ti i trattamenti, dalla sensibilizzazione al ne dei formati, ma anche al passaggio dai dio dagherrotipico di New York e, ab-
fissaggio, vengono eseguiti all’interno del- formati minimi a quelli esageratamente bracciando le nuove tecniche, documenta
la fotocamera, grazie ad un piccolo corre- grandi, dalle immagini stereoscopiche a con crudezza e fedeltà gli orrori della guer-
do di preparati chimici pronti all’uso con- quelle multiple. I generi, ancora prevalen- ra fratricida americana. Con uno spirito
tenuti in un’elegante e compatta valigetta. temente legati a quelli dominanti, il ritrat- nuovo i fotografi ripercorrono le strade del
Mentre la nascente industria fotografica si to ed il paesaggio, intesi entrambi nella lo- mondo, spingendosi più lontano dei da-
preoccupa di fornire strumenti sempre più ro più ampia accezione, si arricchiscono gherrotipisti. Felix Beato e James Robert-
facili da usare, il processo al collodio umi- con la nascita della fotografia medica e son portano le loro fotocamere in Medio
do fa entrare la fotografia in una fase ma- scientifica, con quella di esplorazione e di Oriente, in India e in Cina; Francis Frith
tura anche dal punto di vista espressivo. documentazione ed infine con quella così le porta in Egitto, Samuel Bourne in India
Con il collodio la fotografia non è più uno definita artistica. e, negli USA, Thimothy O’Sullivan e Wil-
strumento per specialisti, scienziati auto- Se in Europa gli editti imperiali proibi- liam Henry Jackson percorrono le strade
didatti o intellettuali annoiati e un poco scono ancora ai fotografi l’accesso ai cam- del West, da costa a costa. Nuovi spazi, e
snob, ma si avvicina al gusto ed alla sen- pi di battaglia, considerando questi strani non solo geografici, si aprono alla foto-
Timothy O’Sullivan, “Gettysburg”, luglio 1865.

grafia, mentre cambia l’atteggiamento dei ture morte, mentre non cessano i tentativi sofisticati che richiedono del tempo per es-
potenti. Nella Roma papalina il nuovo pon- di migliorare il materiale conservando la sere messi a punto. Messe in produzione
tefice Pio IX accoglie di buon grado la nuo- sensibilità originaria delle lastre umide. In fino dal 1873, le lastre secche alla gelatina
va arte, accettando di farsi fotografare da particolare, si cerca di otturare i pori del si affiancano a quelle secche al collodio,
Antonio D’Alesandri, nominato fotografo collodio utilizzando i materiali organici più ma diventano competitive solo dopo il 1878
di corte. diversi, compresa la gelatina liquida. La e cominciano a sostituire anche il collodio
La necessità di sensibilizzare le lastre im- fabbricazione industriale di lastre secche umido solo dopo il 1880. Dopo questa da-
mediatamente prima della ripresa impedi- comincia a Birmingham già nel 1858 ne- ta, l’impiego generalizzato delle lastre sec-
sce ancora la produzione industriale delle gli stabilimenti di Hill Norris, e continua che libera definitivamente il fotografo dal-
lastre stesse, cosa che invece avviene già in altre fabbriche, ma senza la pretesa di l’ingombrante presenza della chimica, re-
da tempo per le carte all’albumina, ma non sostituire il collodio umido. Nella seconda legata ad una fase successiva, e cambia
impedisce alla fotografia di arrivare do- metà degli anni Settanta l’impiego delle la- profondamente le fotocamere. L’impiego
vunque, mentre fioriscono le prime indu- stre secche rappresentava meno del 15% a mano libera e l’impiego di magazzini ca-
strie basate sulla produzione e commer- del totale dei consumi fotografici e nel 1878 ricati con più lastre, da sei a dodici, per-
cializzazione delle immagini. Gli album fo- esistono in Inghilterra ben quattro fabbri- mettono al fotografo di agire con maggio-
tografici che descrivono luoghi o avveni- che di lastre secche. re libertà di movimento e di scelta, ripe-
menti celebri e terre lontane vengono pro- La rivoluzione nella preparazione delle la- tendo gli scatti in caso di dubbi e incertez-
dotti e venduti con ritmi che non hanno pre- stre secche arriva lentamente. Già nel 1871 ze sui risultati.
cedenti, mentre la ritrattistica assume di- il medico inglese Richard Leach Maddox,
mensioni e caratteristiche proprie, che van- che utilizza ancora il vetro come supporto, La tecnica
no dall’introspezione psicologica di Nadar impiega al posto del collodio la gelatina Per la preparazione delle lastre al collodio
o della Cameron fino alla massificazione come emulsione. Meno porosa e quindi più il fulmicotone, composto da cotone con aci-
di Disdéri. adatta a conservare i sali d’argento assor- do nitrico e solforico, viene sciolto in una
Benché molto meno sensibili delle lastre biti, e perciò più sensibile, la gelatina man- soluzione di alcool ed etere addittivato con
umide, le lastre secche al collodio vengo- tiene la sensibilità anche dopo l’asciugatu- ioduro di potassio, ottenendo una pasta vi-
no utilizzate nelle riprese statiche, soprat- ra, ma è tuttavia meno pura del collodio e scosa e trasparente che viene fatta colare
tutto per i paesaggi, l’architettura e le na- necessita di processi di raffinamento più sulle lastre e sparsa in maniera uniforme.
Samuel Bourne e Charles Shephered, “Udaipur”, 1863.

sibili sullo stesso vetro, facendo perdere massa, al punto di rappresentare una spe-
una documentazione di vita e di costume cializzazione fotografica per molti ambu-
che oggi sarebbe di valore inestimabile. lanti fino agli anni Venti del nuovo secolo.
La lastra di vetro con impressa l’immagi- Mentre per gli ambrotipi non si richiedo-
ne negativa non è tuttavia sempre destina- no fotocamere particolari, per i ferrotipi di
ta alla stampa su carta. Facendo seguito al- dimensioni minime vengono costruiti ap-
la moda del dagherrotipo custodito nella parecchi fotografici appositi, quasi sempre
sua preziosa teca, si sviluppa il gusto del- in metallo, dalla forma di un piccolo can-
la foto positiva su vetro da conservare nel- none o di un siluro, equipaggiati con obiet-
lo stesso identico modo. La negativa su ve- tivi di focale medio lunga.
tro, opportunamente sottoesposta, o dopo Fotocamere così piccole vengono utilizza-
Giorgio Sommer, “Il Foro Romano”,
aver subito un processo di schiarimento del- te anche per la produzione di negative su
1860 circa. le parti più scure, viene montata su un pan- vetro per impieghi speciali, ma con il col-
Una volta seccato il collodio, la lastra, nel- no o un cartone nero, in modo da simulare lodio si preparano anche lastre di dimen-
la più completa oscurità, viene immersa in l’effetto di una copia positiva, che ritorna sioni notevoli. La standardizzazione pre-
una soluzione di nitrato d’argento, con la ad essere un esemplare unico. Questo tipo vede l’impiego di lastre di formato unifi-
formazione, nell’arco di un paio di minu- di fotografia, denominata ambrotipo, si ot- cato 16.5x21.5cm o di doppie lastre di for-
ti, di ioduri d’argento. La lastra viene espo- tiene a partire da una normale lastra al col- mato 21.5x33cm, mentre la lastra da stu-
sta ancora umida, quando conserva il mas- lodio umido e riscuote un discreto succes- dio è di 28x35.5cm e si hanno lastre di for-
simo della sensibilità, con tempi che va- so di pubblico, senza impiegare tecnologie mato superiore, come la lastra mammouth
riano, in esterni, dai cinque ai dieci secon- particolari. Sempre sulla scia della nostal- di 35x42cm fino alle lastre di 110x90cm
di, e viene sviluppata in acido pirogallico gia per il dagherrotipo su metallo, ed allo utilizzate da John Kibble. Dalla lastra di-
e fissata con iposolfito di sodio. L’impie- scopo di decorare medaglioni o spille, na- scendono le mezze lastre, 11x16.5 o
go del nitrato d’argento produce nei foto- sce la moda del ritratto miniaturizzato su 12x16.5cm, i quarti di lastra di 8x10.5cm
grafi il ben noto fenomeno delle dita nere, un supporto in lamiera metallica, la così e il sesto di lastra, 7x8.4cm, fino al nono
che finisce per qualificarli per la loro pro- detta ferrotipia o tintipia. Il collodio viene di lastra, 6x7cm che ha continuato a rap-
fessione meglio di qualsiasi etichetta. Il co- spalmato sui supporti metallici di piccole presentare fino ad oggi il formato ideale.
sto relativamente alto delle lastre di vetro dimensioni e trattato come con le lastre di Per la fotografia stereoscopica si parte dal-
e l’inutilità presso molti fotografi di con- vetro. La piccola immagine così ottenuta è la lastra stereo allungata di 6x13cm per
servare l’ingombrante negativa una volta destinata a rimanere un esemplare unico, scendere alla lastra stereo popolare di
ottenute le stampe richieste dal cliente, de- ma il costo di fabbricazione è contenutis- 4.5x10.7cm, senza trascurare i formati su-
termina il fenomeno della raschiatura del- simo. Prodotte rapidamente e a basso co- periori fino al 9x18cm.
le negative per preparare nuove lastre sen- sto le ferrotipie diventano un fenomeno di Danilo Cecchi
S T O R I A D E L L A FOTOGRAFIA

L’EPOCA DELLE
LASTRE SECCHE
Nel periodo 1880-1915 si diffonde il sistema delle lastre alla gelatina secca,
che consente la conservazione delle lastre anche per periodi piuttosto lunghi prima dell’impiego.
Decolla in maniera inarrestabile l’industria del materiale negativo.
Nascono fotocamere portatili equipaggiate con magazzini per più lastre.

Fred Church, “George


Eastman con una Kodak
Primo annuncio pubblicitario della foto- sul piroscafo Gallia”,
camera Kodak (1895). (1890).

La storia stria del materiale negativo, rappresentata


Attorno al 1880 le lastre sensibili alla ge- da Wratten e Ilford in Inghilterra, da Perutz
latina, proposte da Richard Leach Mad- e Agfa in Germania, da Lumiére in Fran-
dox fino dal 1871, e continuamente mi- cia, da Ganzini e poi da Cappelli in Italia e
gliorate, prima da King e Johnston, poi da molte altre ditte di dimensioni più o me-
da Richard Kennet ed infine da Charles no grandi in questi e negli altri paesi. Con-
Bennet con la maturazione al calore, so- temporaneamente alla fabbricazione indu-
stituiscono definitivamente le lastre al striale delle lastre inizia la costruzione in
collodio. Con la diffusione del processo serie delle fotocamere portatili con magaz-
alla gelatina secca, essendo diventata pos- zino portalastre. Grazie alla maggiore sen-
sibile la fabbricazione e la conservazio- sibilità delle lastre, le fotocamere comin-
ne delle lastre anche per periodi di tem- ciano ad essere impiegate anche a mano li-
po piuttosto lunghi prima dell’impiego, bera, con esposizioni di un decimo di se-
decolla in maniera inarrestabile l’indu- condo, o perfino più rapide. L’emulsione
sensibile formata dalla gelatina animale e
dal bromuro d’argento è destinata ad ave-
Cinematografo di Auguste e Louis Lumié-
re. Il 28 dicembre del 1895 nel Salone In- re un successo incredibile nel tempo, fino
diano del Grand Café di Parigi viene rea- a superare, con i debiti miglioramenti, il se-
lizzata la prima proiezione cinematografi- colo di vita. Il supporto di vetro, conside-
ca. La stessa cinepresa serve anche per ese- rato ottimo grazie alla sua trasparenza e al-
guire le copie e come proiettore. la lavorabilità, si dimostra tuttavia fragile,
richiede una conservazione particolare e, Auguste Lumiére danno vita al cinemato-
nel caso di fotocamere a magazzino con grafo, che all’inizio è visto solo come una
dodici o più lastre, si dimostra anche ec- curiosità scientifica per quanto spettacola-
cessivamente pesante. Si comincia perciò re. Sviluppando la scoperta fatta dal 1864
a pensare di sostituirlo con materiali al- da Woodbury per ottenere, per pressione,
trettanto trasparenti ma più sottili e legge- matrici metalliche dalle fotografie, sfrut-
ri, come la celluloide, basata sul nitrato di tando il rigonfiamento tipico della gelati-
cellulosa e già fabbricata per altri impieghi na, dopo numerosi tentativi di migliorare
a partire dal 1861. Nel 1888 le lastre rigi- le matrici tipografiche inchiostrabili, Ka-
de di celluloide rivestite su un lato da una rel Klic inventa nel 1878 la eliocalcogra-
emulsione alla gelatina-bromuro comin- fia su lastra di rame e nel 1895 mette a pun-
ciano ad affiancarsi alle lastre di vetro, ma to il procedimento della rotocalcografia,
senza sostituirle del tutto. Dalla lastra rigi- che permette la stampa delle immagini fo-
da e ancora di un certo spessore alle pelli- tografiche ricche di mezzi toni contempo-
cole sottili e pieghevoli il passo è breve. raneamente alla stampa dei testi, permet-
Nel 1889 Henry Reichenbach riesce ad ot- tendo l’affermazione senza limiti del foto-
tenere un film sottile e flessibile di cellu- giornalismo moderno.
loide trasparente e la ditta per cui lavora
Reichenbach, la società americana di Geor- La tecnica
ge Eastman, comincia a mettere in com- Il grande vantaggio delle lastre secche al-
mercio le prime pellicole di celluloide in la gelatina rispetto a quelle al collodio non
rullo. All’inizio le pellicole, di lunghezza consiste solo nel fatto di poter essere pre-
esagerata, vengono caricate già in fabbri- parate con grande anticipo, ma soprattutto
Copertina del primo numero de “Il Pro-
ca nelle fotocamere, ma dal 1892 si co- nella maggiore sensibilità raggiunta. Ad
gresso Fotografico” (1894).
minciano ad utilizzare pellicole protette da una maggiore sensibilità corrisponde un
un rotolo di carta nera che permette il ca- minor margine di errore durante l’esposi-
ricamento e lo scaricamento delle fotoca- zione, e per conoscere la reale sensibilità
mere alla luce del giorno. Le negative su delle lastre viene adottata la scala Schei-
vetro sono destinate a convivere per un lun- ner. Già all’inizio del nuovo secolo i ma-
go periodo con le negative su pellicola pia- teriali sensibili vengono distinti in mate-
na e su pellicola in rullo, anche se occupa- riali di bassa sensibilità, fino a quattro gra-
no aree di impiego confinanti ma ancora di Scheiner, di sensibilità normale fino a
abbastanza distinte. Almeno fino a tutti gli dieci gradi Scheiner, di sensibilità alta fi-
anni Trenta del nuovo secolo per le imma- no a dodici gradi Scheiner, e di sensibilità
gini statiche e di grandi dimensioni si con- altissima, fino a sedici gradi Scheiner, cor-
tinua a preferire il supporto di vetro, fragi- rispondenti agli attuali sei gradi DIN. Nel
le e pesante ma assolutamente indeforma- 1914 la società Agfa è già in grado di met-
bile. Per il formato medio e per le riprese tere in commercio una lastra rapidissima
a mano libera si preferisce utilizzare le fo- dalla sensibilità di diciotto gradi Scheiner,
tocamere a magazzino, caricate con lastri- corrispondenti a otto gradi DIN. La ricer-
ne in vetro o in pellicola piana montate su ca sugli effetti del colore sulle lastre al bro-
leggeri telaietti metallici. La pellicola in muro d’argento permette di passare dalle
rotoli diventa invece immediatamente ap- lastre ortocromatiche, praticamente cieche
pannaggio dei dilettanti, per i quali scatta- al rosso, alle prime lastre pancromatiche,
re una foto diventa una operazione tecni- sensibili, anche se in maniera differenzia-
camente semplicissima. Fra il 1890 e il 1920 ta, all’intero spettro colorato. Otto Perutz Fotocamera in legno con magazzino per do-
vengono proposte pellicole in rullo di di- mette in commercio nel 1903 la prima for- dici lastre 9x12cm così detta del tipo detec-
versi spessori e lunghezza, dal tipo 101 del ma di lastre pancromatiche, migliorate e tive, da utilizzare a mano libera, senza stati-
1895 al tipo 116 del 1899, dai tipi 120 e messe in commercio anche da Wratten e vo né panno nero (1892).
127, ancora in uso oggi, rispettivamente Wainwright nel 1906.
del 1901 e del 1912, e così via per tutti gli L’enorme diffusione delle industrie e del-
anni Dieci del nuovo secolo. la pratica fotografica rende necessaria la
Per un certo periodo le fotocamere porta- nascita delle prime forme di coordinamen-
tili per pellicole piane vengono rese modi- to e di standardizzazione, non solo nelle
ficabili per la conversione alle pellicole in misure e nelle indicazioni, ma anche nello
rullo, ma a partire dagli anni Venti sono le stesso linguaggio tecnico fotografico. Nel-
fotocamere costruite esclusivamente per l’ottobre del 1889 viene convocato a tale
pellicole in rullo a prendere il sopravven- scopo a Parigi il primo Congresso Interna-
to, almeno al livello della diffusione di mas- zionale di Fotografia, per cercare di fare fi-
sa. La sensibilità raggiunta dalle pellicole nalmente ordine nella giungla di nomi e si-
alla gelatina bromuro permette di blocca- gle, formati e misure, diametri e filettatu-
re anche soggetti in movimento, aprendo re in cui si dibatte l’impetuoso mondo del-
nuovi orizzonti ai fotografi ma anche agli la fotografia.
scienziati. Verso la fine del secolo avven- In Italia, sulla scia di Parigi, viene convo-
gono due fatti, determinanti per il futuro cato dalla Società Fotografica Italiana, fon-
sviluppo della fotografia. data a Firenze nel 1889, il primo Conve- Fotocamera con magazzino di Newman &
Dopo numerosi tentativi di scomporre e ri- gno Nazionale di Fotografia. Il primo Con- Guardia con frontale estensibile per la ri-
comporre il movimento mediante la regi- vegno si tiene a Torino nel 1898 ed è se- presa di primi piani, con obiettivo orientabi-
strazione ottica, nel 1895 i fratelli Louis e guito da un secondo Convegno o Congresso le per la correzione della prospettiva (1895).
Fotocamera stereoscopica con scorrimen-
to della lastra costruita dalla Stereoscopic
Company (1890).
Fotocamera stereoscopica di Hare del tipo a
Fotocamera Jumelle Sigriste costruita su scorrimento della lastra, con un semplice ma
progetto dello svizzero Jean Giulio Sigriste. efficace otturatore in legno a caduta per gra-
L’otturatore a tendina con fessura regola- vità (1880).
bile permette riprese con velocità di ottura-
zione da 1/40 di secondo a 1/10.000 di se-
condo, selezionabili mediante la messa in
tensione di una molla d’acciaio (1900).

Fotocamera pieghevole Sanderson di gran-


de formato (1900).

Fotocamera pieghevole Watson Alpha n. 3 in


mogano con soffietto in pelle, ad angoli squa-
drati, realizzata prima del 1900 (1892).

Fotocamera per reportage di Ottomar An-


schutz costruita da Carl Paul Goerz a Ber-
lino. L’otturatore a tendina in stoffa per-
mette una velocità di ripresa fino a un mil-
lesimo di secondo. Questo tipo di fotoca-
mera viene migliorata per essere usata dai Fotocamera Mackenstein Stereo, evoluzio-
fotoreporter fino a tutti gli anni Trenta ne delle fotocamere Jumelle, per riprese ste-
(1888). reoscopiche o panoramiche su lastre 18x7cm
(1895).
che si tiene invece a Firenze nel 1899. In Gli strumenti loro di sopravvivere anche dopo l’arrivo
questi convegni non si parla, ovviamente, La conseguenza più immediata del successo delle fotocamere per pellicole in rullo, che
solo di tecnica fotografica, ma anche di delle lastre secche di grande sensibilità è in realtà vengono monopolizzate dalla Ea-
estetica, mentre in aiuto ai fotografi e agli la progettazione e realizzazione di fotoca- stman Kodak per parecchi anni dopo la lo-
aspiranti fotografi cominciano ad arrivare mere portatili equipaggiate con magazzini ro presentazione. Fra i sistemi automatici
le prime riviste periodiche dedicate intera- per più lastre. Le fotocamere a magazzino, di cambio della lastra vi sono quello uti-
mente alla fotografia, come “Il Progresso già presenti ma limitate nell’impiego al- lizzato nel 1890 da Marion sulla Radial me-
Fotografico” del 1894, con connotazioni l’epoca del collodio, permettono la sosti- diante un disco rotante e quello utilizzato
più tecniche, e “La fotografia artistica” del tuzione delle lastre esposte con quelle ver- nel 1891 da Marionez sulla Sphinx, che
1904, più propenso a trattare di questioni gini mediante complicate operazioni ma- permette di esporre dodici lastre 9x12 in
estetiche, mentre nel 1893 il periodico nuali da eseguire con un manicotto nero in otto secondi, e quello utilizzato nel 1895
d’informazione “L’Illustrazione Italiana” cui introdurre la mano. Con il progredire da Guitton de Geraudy con l’impiego di
comincia ad ospitare immagini fotografi- della tecnica si cominciano a realizzare fo- due motori a ingranaggi.
che. Nell’aprile del 1911 si celebra a Ro- tocamere con il cambio automatico della La diffusione delle fotocamere a magazzi-
ma il terzo e ultimo Congresso Nazionale lastra, mediante un sistema di molle e di no impedisce l’inquadratura e la messa a
dedicato alla fotografia, a simbolica con- pulegge, e questo tipo di fotocamera in- fuoco sul vetro smerigliato, ed origina due
clusione di un’epoca. contra un incredibile successo, che permette diverse tipologie di fotocamera, le così det-
Fotocamera Imperial con tripla estensione
costruita da Thornton & Pickard ed equi-
paggiata con un otturatore a tendina posto
fra l’obiettivo e il soffietto (1908).

Fotocamera camuffata, detta Jumelle de Ni-


cour costruita da Geymet & Alker a Parigi.
Uno degli elementi è il mirino, l’altro l’o-
biettivo da ripresa. Il magazzino contiene
cinquanta lastrine di 4x4cm (1867).

Fotocamera Rodolphe in mogano, con por-


talastre (1903).

Fotocamera stereo a soffietto con due obiet-


tivi, per il formato quadrato 14x14cm, rea- Photo Jumelle. Prototipo di fotocamera di
lizzata da Emil Wunsche (1906). nuovo tipo costruita in Francia sul model-
lo di Charpentier, con un obiettivo come mi-
rino e l’altro per le riprese su lastre di for-
mato 4.5x6 (1890).

Fotocamera Klito di Houghton di tipo detec-


tive, assolutamente anonimo una volta chiu-
so (1907).

Queste fotocamere, squadrate e facilmen- scure” settecentesche, per l’osservazione


te dissimulabili in scatole o pacchetti, of- dell’immagine dall’alto.
Fotocamera pieghevole di Beck realizzata in frono risultati modesti ma accettabili, spe- Nascono le prime fotocamere biottica, do-
mogano e pelle (1895). cialmente in esterni con una buona illumi- ve, al contrario delle fotocamere stereo-
nazione, ed hanno una diffusione di massa scopiche, uno solo dei due obiettivi regi-
notevole. Dove invece l’inquadratura e la stra l’immagine. La tipologia biottica co-
messa a fuoco sono ancora indispensabili, nosce un grande successo commerciale con
te fotocamere di tipo detective o a scatola, si fa ricorso ad un secondo obiettivo, del- i modelli più diffusi, dalle inglesi Marion
e le fotocamere con mirino a specchio. Le la stessa lunghezza focale di quello da ri- Academy del 1886 alla Twin Lens di Thorn-
prime fotocamere sono caratterizzate da presa, che viene montato di fianco o sul tet- ton & Pickard del 1912, dalle francesi Co-
semplici mirini ottici a traguardo o a ri- tuccio della fotocamera, e produce una im- smopolite del 1889 alle Photo Jumelle di
flessione che permettono una inquadratu- magine simile a quella proiettata all’inter- Carpentier, da cui prende il nome una ve-
ra ancora sufficientemente corretta, men- no della fotocamera stessa. L’immagine di ra e propria tipologia di fotocamere a due
tre per la messa a fuoco si fa affidamento mira è visibile direttamente sul vetro sme- obiettivi. La combinazione fra mirino a
su obiettivi del tipo “panfocus” con lumi- rigliato posto dietro l’obiettivo, ma ben pre- specchio e magazzino portalastre permet-
nosità molto ridotta e una messa a fuoco sto si ricorre ad uno specchio posto a qua- te una grande versatilità e una grande au-
fissa da due o tre metri fino all’infinito. rantacinque gradi, come nelle “camere ob- tonomia, ma con la nascita del nuovo se-
Fotocamera reflex monoculare tropicalizza-
ta costruita da Adams, in legno di mogano e
Fotocamera Graflex n. 1 con otturatore a ottone (1925).
tendina, costruita da Folmer & Schwing per
il formato 6.5x11 su pellicola in rulli (1920).

Fotocamera reflex monoculare tropicalizza-


ta Ensign Popular Reflex (1911).

Fotocamera biottica per lastre 9x12cm co-


struita dalla London Stereoscopic con un Fotocamera reflex monoculare per lastre
obiettivo per il mirino reflex e l’altro per le 9x12cm, con obiettivi intercambiabili, realiz-
riprese (1910). zata dalla ICA di Dresda (1912).

colo la tipologia biottica viene surclassata dia, le Soho Reflex di Marion e le Plano- dio interamente in metallo, dotata di sof-
dalla emergente tipologia monoreflex, do- reflex di Lancaster. Contemporaneamente fietto e movimenti della piastra porta otti-
ve un unico obiettivo proietta l’immagine in Germania vengono costruite le Heliar ca e del dorso. Nel 1896 la società Goerz
deviata sul vetro smerigliato e, previo spo- Reflex di Voigtlaender, le Mentor Reflex mette in produzione la fotocamera proget-
stamento dello specchio, sulla lastra sensi- di Goltz e Breutmann, le Folding Reflex di tata da Ottomar Anschutz con struttura me-
bile. Ernemann e le Ihagee Folding Reflex, tut- tallica ed equipaggiata con un otturatore a
L’avvento delle monoreflex è reso possi- te fotocamere di grande formato, mecca- tendina da un millesimo di secondo, e nel
bile dall’impiego di otturatori a tendina nicamente complesse, ma illimitate nella 1905 la società Voigtlaender costruisce la
scorrevoli sul piano focale, già presenti fi- loro versatilità. A causa della loro com- fotocamera portatile e pieghevole Bergheil
no dal 1888 sulle fotocamere progettate da plessità meccanica queste fotocamere ri- per il formato 9x12cm. Il cambio di seco-
Ottomar Anschutz e costruite da Carl Paul mangono confinate ai formati più grandi, lo coincide con l’affermazione della tec-
Goerz, e utilizzati anche sulle fotocamere con grandi specchi mobili e otturatori dal- nologia ottica e meccanica tedesca rispet-
di Adams e di Thornton & Pickard di for- le dimensioni generose, ma già nel 1908 la to a quelle inglese e francese, anche se que-
mato più grande, fino alla Ensign Focal Pla- società Voigtlaender mette in produzione ste ultime nazioni continuano a produrre
ne Shutter del 1914. Nel periodo fra il 1900 la monoreflex Bijou, piccola e interamen- fotocamere interessanti, come la Photo-
e il 1920 le fotocamere americane Graflex te costruita in metallo, adatta per lastrine sphére di Napoleon Conti con struttura me-
di Folmer utilizzano otturatori di questo ti- di 6.5x9 cm. La sostituzione del legno con tallica rigida, la Xit di Shew realizzata in
po, ed è nello stesso periodo che le mono- il metallo è un’altra delle caratteristiche alluminio, la Sibyl di Newman & Guardia
reflex inglesi conoscono un vero successo delle fotocamere costruite a cavallo del pieghevole a tiranti e la Natti di Adams,
commerciale con le Videx e poi le Minex cambio di secolo. Nel 1899 Valentin Linhof pieghevole dalla forma originale a libro.
di Adams, le Reflex di Newman & Guar- costruisce la sua prima fotocamera da stu- Sul fronte delle fotocamere economiche,
Fotocamera Kodak Folding Pocket N. 1 del
Photosphére di Napoleon Conti, interamente 1897 per pellicole in rullo di celluloide, rea-
costruita in metallo, per lastre di formato lizzata in un grandissimo numero di esem-
9x12cm. Il nome deriva dalla caratteristica plari.
forma a cupola del frontale (1888).

Obiettivi diversi per diversi tipi di fotogra-


fia, dal paesaggio, al ritratto, alla fotogra-
fia istantanea, costruiti da ditte come la Voig-
tlaender di Vienna e poi di Braunschweig, la
Steinheil di Monaco, la Goerz di Berlino, la
Dallmeyer e la Ross in Inghilterra e Lere-
bours in Francia. In basso il grandangola-
re Hypergon di Emil von Hoeg, che copre un
angolo di 140 gradi e viene costruito da
Goerz nel 1904.
Fotocamera Speed Kodak per pellicole in
rotoli, con otturatore da 1/1000 di secondo
(1909).

Fotocamera Baby Sybill per lastre 4.5x6cm,


con struttura metallica, otturatore a lamelle
e mirino staccabile, realizzata da Newman &
Guardia (1910).

alla Kodak di George Eastman del 1888 se- alla dispersione dei colori permette la rea- tlaender in dodici focali, da 50 a 600mm,
guono, da parte della stessa Kodak come lizzazione di nuovi obiettivi dalle caratte- per formati dal 3x4cm al 30x40cm. Dopo
di numerosi altri costruttori, innumerevoli ristiche ottiche insuperabili. Nel 1890 vie- il 1890 si cominciano a costruire anche i
fotocamere di tipo box, per lastre o pelli- ne presentato il primo obiettivo anastig- primi veri teleobiettivi, che permettono,
cola in rotoli. Nel 1898 la Kodak presenta matico, corretto nei confronti dell’astig- grazie ad uno schema ottico compresso, di
la fotocamera pieghevole a soffietto Fol- matismo e della curvatura di campo, ma ottenere lo stesso effetto degli obiettivi a
ding Pocket Kodak e nel 1900 presenta la anche, in buona parte, della aberrazione lunga focale, pur essendo più corti, legge-
celebre Brownie Box, per sei pose di for- sferica. Fra gli obiettivi sviluppati sullo ri e maneggevoli di questi ultimi. Fra i te-
mato 6x6cm, una fotocamera economica schema dell’anastigmatico e che segnano leobiettivi più utilizzati nei primi anni del
che ha segnato l’inizio dell’hobby foto- in maniera decisiva il progresso della fo- secolo si ricordano il teleobiettivo Negri-
grafico per molte persone, passate poi al tografia su gelatina vi sono i Tessar, calco- Koristka del 1896, l’Adon di Dallmeyer del
professionismo. Nel 1892 la fotocamera a lati da Paul Rudolph con uno schema di 1899, il Bis Telar di Busch del 1902 e il Te-
box Frena di Beck comincia ad impiegare quattro lenti, costruiti dalla società Carl lecentric di Ross del 1912.
pellicole piane al posto delle lastre di ve- Zeiss di Jena a partire dal 1902 in nume-
tro, utilizzando un originale sistema per il rose focali e imitati da moltissimi altri co- Otturatori più sofisticati
cambio rapido della pellicola esposta. struttori ottici. Il Tessar viene portato nel Con l’accrescimento continuo della sensi-
1907 alla luminosità f/4.5 e viene costrui- bilità delle lastre e con la diffusione cre-
Nuovi obiettivi to nelle focali da 50 a 500mm. Un altro fa- scente delle fotocamere a mano libera si
L’arrivo sui mercati nel 1886 dei vetri di moso obiettivo di impiego universale è lo rende necessaria la esatta determinazione
Schott, espressamente studiati per l’impie- Heliar, progettato da Harting con uno sche- del tempo di posa, che a partire dagli anni
go ottico in base all’indice di rifrazione e ma a cinque lenti e costruito della Voig- Ottanta non viene scandita più dalla tem-
Otturatore a lamelle con funzionamento
pneumatico costruito in America da
Bausch & Lomb per l’impiego di obiet-
tivi luminosi e di materiali sensibili ra-
pidi (1891).

A destra: fotocamere camuffate da orologio, da libro, da ba-


stone, da passeggio, da scatola di fiammiferi e da pacchetto di
sigarette. Al centro la fotocamera di Stirn da nascondere sot-
to il panciotto. La moda delle fotocamere camuffate inizia al-
la fine del secolo scorso e continua fino agli anni Cinquanta.

pestività del fotografo esperto, ma dallo Unicum del 1897 e seguito da analoghi ot- le più improbabili fotocamere camuffate da
scatto degli otturatori meccanici. Gli ottu- turatori come il Sector realizzato da Voig- cappelli, bastoni, panciotti, borse e borset-
ratori più semplici che vengono montati tlaender, il Koilos di Kenngott, il Volute te, per formati piccoli e minimi, alle foto-
sulle fotocamere tipo box o detective sono ancora di Bausch & Lomb e il Compound camere per riprese rapide e ultrarapide, in
costituiti da lamelle metalliche mosse da di Deckel, tutti realizzati nei primi anni del una sfida continua con i limiti della tecno-
un gioco di molle e permettono una sola nuovo secolo e caratterizzati da velocità fi- logia dell’epoca. Con la corsa agli arma-
velocità di esposizione, generalmente 1/10 no a un trecentesimo di secondo, raggiun- menti che precede la Grande Guerra la tec-
o 1/15 di secondo, ma possono essere bloc- ta già prima del 1910. Nel decennio suc- nologia della lavorazione dei metalli rice-
cati sulla posa. Gli otturatori più sofistica- cessivo compare l’otturatore americano Ilex ve un nuovo impulso, che determinerà una
ti, basati ancora sul moto alternato e rea- di Klein e Brueck, seguito dall’analogo ot- svolta anche nella costruzione delle foto-
lizzati da Arthur Newman nel 1886, per- turatore Compur di Friedrich Deckel, bre- camere. Con il 1914 e lo scoppio della pri-
mettono una gamma di velocità più estesa, vettato nel 1912. ma guerra mondiale si chiudono definiti-
da un secondo a un centesimo di secondo vamente il secolo e la “belle époque” del-
per la mezza lastra, da due secondi a un cin- Fotocamere improbabili la fotografia.
quantesimo di secondo per la lastra intera. Attorno alle lastre alla gelatina continuano
Nel 1890 la ditta Bausch & Lomb di New a svilupparsi nei primi anni del secolo le
York mette in commercio uno dei primi ot- diverse tipologie di fotocamera già presenti
turatori a lamelle, migliorato nel modello nell’ultimo ventennio dell’Ottocento, dal- Danilo Cecchi

BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE: Sulla storia della fotografia


Helmut e Alison Gernsheim - Storia della fotografia - Frassinelli
Sulle fotocamere Wladimiro Settimelli - Storia avventurosa della fotografia -
John Wade - Breve storia della macchina fotografica - Fotografare Fotografare
Brian Coe - La macchina fotografica (The Camera) - Garzanti Diego Mormorio - Storia della fotografia - Newton
Michel Auer - Histore illustrée del appareils photographiques - Italo Zannier - Storia della fotografia italiana - Laterza
Edita Denoel Italo Zannier - Segni di luce: La fotografia italiana dall’età del col-
Michel Auer - 150 ans d’appareils photographiques (150 Years of lodio al pittorialismo - Longo
cameras) - Camera Obscura Jean Claude Lemagny / André Rouillé - Storia della fotografia -
Paul Henry Van Hasbroeck - 150 Classic Cameras - Sotheby’s Sansoni
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français - Maeght Beaumont Newhall - The History of Photography - Secker &
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Apparecchi fotografici italiani 1839-1911 - Electa Peter Pollack - The picture history of photography - Thames &
Jiri Janda - Camera Obscuras - National Museum of Technology - Hudson
Prague Michael Langford - The story of Photography - Focal Press
Robert White - Discovering Old Cameras - Shire Patrick Daniels - Early Photography - Academy/St.Martin
Volker Kahmen - Fotogfrafia come Arte - Goerlich
S T O R I A D E L L A FOTOGRAFIA

L’ETÀ D’ORO
DELLA FOTOGRAFIA
Negli anni Cinquanta e Sessanta la fotografia raggiunge la sua maturità e si impone
nel giornalismo, nella moda, nella pubblicità; nello stesso tempo è capace di esplorare
nuovi linguaggi e sviluppare nuove ricerche espressive.

Nel dopoguerra e nel corso degli anni Cin-


quanta giungono a maturità, rafforzandosi
e consolidandosi, alcune delle nuove ten-
denze linguistiche germogliate negli ulti-
mi anni Trenta e impedite in qualche mo-
do nella loro crescita a causa della guerra.
Si registra in particolare nel primo dopo-
guerra una spiccata tendenza verso il do-
cumento fotografico ispirato alla corrente
del neorealismo. Il compito della fotogra-
fia diventa quello di spogliare la realtà dal-
la sua maschera di falso decoro sociale, per
mettere a nudo i drammi umani e il disa-
gio del vivere. Per far conoscere questi pun-
ti di vista e trasmettere le immagini della
realtà viene privilegiato lo strumento, or-
mai diventato di massa, della stampa pe-
riodica illustrata. La stampa di informa-
zione continuerà a giocare un ruolo sem-
pre più importante nella educazione delle
masse, mentre tra chi ha scelto la fotogra-
fia come mestiere, come hobby o come for-
ma di espressione e arte autonoma, si diffon-
de sempre di più lo strumento delle riviste
di fotografia. Queste riviste permettono an-
che ai fotografi di provincia di conoscere
sempre meglio il lavoro dei grandi foto-
grafi di respiro internazionale, creano dei
modelli da imitare e dei veri e propri stili
da seguire. Accanto alle riviste di tecnica
fotografica, che si moltiplicano come nu-
mero e crescono come importanza, nasco-
no alcune raffinate riviste di immagine, co-
me la svizzera Camera, che assume un ta-
glio internazionale con edizioni in tre lin-
gue, tedesco, francese ed inglese, e che pub-
blica alcuni numeri monografici dedicati
alle singole scuole, correnti o personalità,
ed è attentissima a registrare la nascita di
nuovi autori e nuove tendenze. Accanto al-

Mike Levins, “On the road”, 1966.


Werner Bischof,
“Perù”, 1954.

Donald McCullin, “Biafra”, 1969.

Robert Capa, “Delta del fiume rosso”, maggio


1954.

le riviste periodiche di fotografia si diffon- Il fotogiornalismo ca situazione del dopoguerra in Europa, ma


dono con sempre maggiore convinzione i Per quasi tutto il periodo degli anni Cin- anche al sottosviluppo dei paesi del Terzo
libri fotografici, che raccolgono in un solo quanta e Sessanta il principale destinatario Mondo e alla tragedia di molte guerre lo-
volume un grande numero di immagini. delle immagini fotografiche legate al do- cali ancora in corso, come quella dell’In-
Spesso questi libri sono opera di un singo- cumento ed all’attualità rimane la rivista docina.
lo autore che propone la sua visione del illustrata. La rivista americana Life diven- Attorno alla Magnum si raggruppano mol-
mondo o di una realtà particolare, talvolta ta il modello a cui si accostano le altre ri- ti nomi del nascente fotogiornalismo, ognu-
sono invece opere collettive dedicate a un viste americane e straniere, ed attorno alla no dei quali coltiva la propria individualità
singolo tema, e vengono diffusi in migliaia redazione di Life si raggruppano i miglio- e la propria visione del mondo, contri-
di copie. Mentre il fenomeno della foto- ri fotografi del momento, inquadrati in una buendo alla formazione di un mosaico com-
grafia amatoriale assume caratteristiche organizzazione aziendale rigida ed effi- plesso e di un archivio imponente. Ma ac-
proprie, ormai al di fuori dei saloni, ma con ciente, in grado di coprire eventi e avveni- canto ai momenti di gloria del fotogiorna-
concorsi nazionali e internazionali desti- menti anche lontani. Accanto alle agenzie lismo si registrano anche alcune tragiche
nati ai fotografi non professionisti, si co- fotogiornalistiche legate ai periodici più fa- perdite. Robert Capa muore nel 1954 in In-
minciano ad organizzare le mostre itine- mosi, nel 1947 nasce a Parigi l’agenzia in- docina fotografando la guerra dei francesi
ranti delle fotografie d’autore, che ancora dipendente Magnum, ad opera di Cartier nel Tonchino, Werner Bishof muore nello
meglio dei libri e delle riviste permettono Bresson, Robert Capa, Werner Bischof, stesso anno in un incidente stradale nelle
un accostamento diretto all’opera dei mae- David Seymour ed altri fotografi sensibi- remote regioni interne del Perù, David Sey-
stri contemporanei e del recente passato. li alla condizione umana e alla drammati- mour muore nel 1956 durante il conflitto
David Bailey, “La modella Jean Shrimpton”,
Parigi, 1971.

Giuseppe Cavalli, “La pallina”, 1949. Otto Steinert, “Saar”, 1954.

per il controllo del canale di Suez. Le im- cornici in cui inserire il prodotto commer- la seconda, si schierano consapevolmente
magini che questi fotografi hanno lasciato ciale da promuovere. La descrizione di una o inconsapevolmente tutta una serie di fo-
rimangono nella storia della fotografia co- realtà improbabile viene resa ancora più af- tografi che cercano invece di mettere il lo-
me testimonianza di coraggio, umanità e fascinante dalla diffusione a livello di mas- ro sguardo individuale al centro dell’uni-
coinvolgimento negli eventi che docu- sa degli oggetti industriali, che diventano verso. L’occhio del fotografo, dietro il pre-
mentano, arrivando a pagare la propria par- essi stessi il simbolo di un benessere in- testo di una ricerca formale, si assume il
tecipazione in prima persona. Sulla scia calzante da conquistare ad ogni costo. difficile compito di filtrare criticamente i
dell’esempio lasciato dai grandi fotogior- Esportando in tutto il mondo il modello di diversi aspetti della società, soprattutto at-
nalisti della Magnum si sviluppa una ge- vita americano, che all’epoca al di fuori traverso il rinnovamento del suo stesso mo-
nerazione di giovani fotografi che percor- della stessa America è forse più desidera- do di guardare. I nuovi fotografi riflettono
rono le difficili strade dei conflitti locali o to e sognato che effettivamente raggiunto e riassumono tutte le esperienze linguisti-
internazionali testimoniando con coraggio e vissuto, la fotografia assume, insieme al che del passato, ma interpretano anche con
e caparbia i drammi e la disperazione che cinema e ancora prima della diffusione del- forza la condizione di incertezza del pre-
accompagnano ogni guerra, ma anche i lo strumento televisivo, il ruolo di veicolo sente. Alcuni teorici della fotografia subli-
drammi e la disperazione della miseria, del ideologico per lo sviluppo dei consumi, dal- mano la stessa fotografia come uno stru-
sottosviluppo, della siccità e della fame. Il la moda alla motorizzazione di massa pas- mento intellettualmente indipendente e pu-
mondo non è più un pittoresco caleidosco- sando attraverso tutta la gamma della pro- ro, libero dai condizionamenti del reale e
pio di immagini esotiche, ma un mosaico duzione industriale. Alle immagini foto- proteso verso la soddisfazione del proprio
di tristezza e desolazione. grafiche degli anni Trenta che pretendeva- bisogno di ordine visivo. Nasce in Germa-
Fra i fotografi di guerra che offrono alla no di mostrare in maniera spudorata la for- nia il movimento della Fotografia Sogget-
stampa immagini altamente drammatiche za dei regimi totalitari e l’ordine sociale da tiva, capeggiato da Otto Steinert, che si
ed emotive uno dei più noti è Donald Mc essi garantito, si sostituisce nel corso degli riallaccia in qualche modo al nuovo reali-
Cullin, autore dei reportage più sconvol- anni Cinquanta l’immagine di un altro ti- smo degli anni Trenta, ma che teorizza con-
genti degli anni Sessanta, insieme ad un al- po di società civile. Si tratta di una società temporaneamente la più ampia libertà nel-
tro fotografo, Larry Burrows, che paga il ancora idealizzata, omogeneizzata non più la scelta dei temi e dei modi di rappresen-
proprio impegno e la propria intraprendenza dal regime, ma da un benessere artificiale, tazione.
rimanendo ucciso nel corso della guerra del in cui a regnare è un ordine altrettanto ri- Si passa pertanto da forme di realismo esa-
Vietnam. gido, che viene imposto questa volta dalle sperato, legato alla forza espressiva del sog-
leggi e dalla forza dell’economia piuttosto getto stesso, fino a preziosi giochi di for-
La pubblicità e la moda che da quelle, più sottilmente nascoste, del- me, di luci e di riflessi che sono assoluta-
Contemporaneamente allo sviluppo della la politica. Non è raro il caso di alcuni au- mente indipendenti dal soggetto reale, as-
fotografia documentaria priva di veli e ri- tori che, partiti dal terreno aspro del foto- sunto come pretesto, per arrivare a com-
volta alla crudezza dell’impatto visivo, si giornalismo sono arrivati, dopo aver con- posizioni astratte affascinanti e calibrate.
registra anche una tendenza opposta, lega- quistato una certa notorietà, alle spiagge In mancanza di vere e proprie scuole o cor-
ta alla fotografia commerciale e pubblici- più comode della fotografia commerciale, renti teoriche, ogni autore diventa un caso
taria. Da parte dei fotografi commerciali si magari senza rinunciare del tutto alle pro- a sé, e finisce per impiegare lo strumento
cerca di descrivere questo mondo come se prie ricerche personali. e la tecnica fotografica in una assoluta li-
fosse il migliore dei mondi possibili. At- bertà espressiva. Il movimento della Foto-
traverso la minuziosa ricostruzione di am- Fotografia arte autonoma grafia Soggettiva si riduce spesso a giochi
bienti, atmosfere e situazioni piacevoli, con Contro queste due opposte visioni del mon- formali fini a se stessi, ma contribuisce in
elaborate messe in scena e un controllo ri- do, pietistica e piena di autocommisera- maniera drastica a fare piazza pulita di cer-
goroso dell’illuminazione, si descrivono le zione la prima, illusoria e autogratificante ti soggetti tradizionali e soprattutto di un
Gianni Berengo Gardin, Venezia, 1955-1960.

Fulvio Roiter, “Umbria”, 1954.

certo modo di vedere legato all’enfasi su- dinando Scianna, questi apprezzati pro-
perficiale ed alle soluzioni facili e sconta- fessionisti italiani contribuiscono a fare usci-
te, privilegiando invece l’elaborazione men- re nel corso degli anni Cinquanta l’Italia
tale dell’immagine da parte del fotografo dal ghetto del provincialismo in cui era sta-
prima dello scatto. In Italia contribuiscono ta rinchiusa, rinnovando completamente il
a svecchiare l’ambiente fotografico legato linguaggio e la cultura fotografica, portan-
all’accademia personaggi come Giuseppe dola al livello degli altri paesi europei, co-
Cavalli, che all’attività di appassionato fo- me Francia, Inghilterra e Germania.
tografo affianca quella di teorico, insieme Al di là dell’oceano l’influenza sul lin-
ai componenti del gruppo La Bussola. guaggio fotografico di autori ancora lega-
Benché propugnatori di una fotografia as- ti al passato ma pieni di forza e di perso-
solutamente svincolata dal documentari- nalità, come gli americani Edward Weston
smo volgare e tesa alla ricerca del bello in e Ansel Adams, pienamente attivo il se-
quanto tale, senza riferimenti alla realtà ma- condo ancora negli anni Cinquanta, si fa
teriale, i fotografi della Bussola si distin- sentire con forza sulle nuove generazioni
guono per le loro opere, in netto contrasto americane, che assorbono ed elaborano il
con il gusto dominante, frutto di persona- concetto della previsualizzazione dell’im-
lità diverse ma della stessa curiosità e del- magine fotografica. Una attenzione parti- Mario Giacomelli, 1962-1963
lo stesso spirito innovativo. colare viene rivolta verso l’individuazione
Mario Giacomelli si distingue dagli altri di quei soggetti, soprattutto naturalistici, e
fotografi italiani suoi contemporanei per di quei giochi di luci e di superfici che, una
uno spirito assolutamente libero e per la sua volta registrati sulla lastra o sulla pellico-
insaziabile curiosità, che lo porta alla rea- la, possono trasmettere in maniera esatta la
lizzazione di opere insolite, in cui il sog- sensazione di spazio e di movimento che
getto viene trasfigurato dalle tecniche di ri- ha stimolato il fotografo. Ogni immagine,
presa e di stampa, che vengono molto ap- conclusa in se stessa, deve avere un inizio
prezzate all’estero e contribuiscono a far ed una fine, una o più chiavi di lettura e di
uscire l’Italia dal ghetto del provincialismo. interpretazione, uno o più significati pre-
La scuola amatorale italiana, pur con i suoi gnanti. In ogni immagine previsualizzata
limiti congeniti, contribuisce tuttavia a for- deve essere chiaro il percorso che ha por-
mare alcuni autori che si rivolgono al pro- tato alla scelta del fotografo. Fra gli autori
fessionismo, e del cui contributo si avvale americani che dimostrano maggiore perso-
la stampa illustrata italiana dell’epoca. Fo- nalità artistica e un linguaggio originale
toreporter come Mario Di Biasi, Gianni spiccano Paul Caponigro, ancora legato
Berengo Gardin e Fulvio Roiter diventa- alle forme della natura e del paesaggio, e
no gli attenti osservatori di una realtà so- Harry Callahan, più eclettico nella scelta
ciale in rapido cambiamento. dei soggetti ed autore di immagini delica-
Insieme ad altri autori italiani di respiro in- tissime ispirate alla natura e al corpo uma-
ternazionale come Caio Garrubba e Fer- no.
Paul Caponigro, “Fungo”, 1962.
Robert Frank, “Florida”, 1955-1956.

William Klein, “Mosca”, 1961.

Rinnovamento radicale
dei linguaggi
Una seconda generazione di fotografi, più
moderni, più aperti e più sensibili, rifiuta-
no invece questo percorso mentale in quan-
to artificioso ed arido. Essi vengono inve-
ce influenzati in maniera diretta da quei
movimenti artistici e letterari che nascono
dal rifiuto di quelle stesse convenzioni di
ordine e razionalità che hanno fatto in realtà
precipitare il mondo nell’abisso della guer-
ra. L’arte informale, la pittura gestuale, la
letteratura beat, la filosofia esistenzialista
e la religione zen sono movimenti nuovi
che sconvolgono l’establishment e cam-
biano radicalmente il modo di pensare, la
cultura e la sensibilità delle nuove genera-
zioni. Contemporaneamente cambia il mo-
do stesso di guardare e di vedere il mondo inquadrature sommarie, mai perfettamen- ti. Anche se rivolgendo il loro sguardo ver-
fisico. In questo clima agitato e mutevole, te orizzontali, incomplete e volutamente so soggetti comuni e perfino banali essi ri-
ma ricco di stimoli intellettuali e aperto ad approssimative, si ricorre perfino al mos- fiutano qualsiasi tipo di previsualizzazio-
ogni tipo di nuove esperienze, cominciano so, alla sfocatura, al contrasto eccessivo. ne per mettere invece in moto il loro istin-
a lavorare alcuni fotografi, come Robert Queste componenti non vengono più viste to. Robert Frank rimane legato a temi di
Frank e William Klein, che con la foto- come incidenti o errori tecnici da evitare, carattere sociale e racconta, con le imma-
camera aggrediscono la realtà per dissa- ma vengono invece esaltati ed utilizzati lin- gini raccolte durante i suoi viaggi in Ame-
crarla, farla a pezzi, lacerarla, mettendone guisticamente come accidenti controllati, rica e in Europa, l’inquietudine di una esi-
in risalto tutte le contraddizioni, le inquie- in maniera analoga ai gocciolamenti di co- stenza basata sull’incertezza e sulla prov-
tudini, le angosce. lore di Pollock e di altri pittori informali. visorietà. Le sue immagini sono sempre
Il linguaggio fotografico viene rinnovato Il mosso, la sfocatura e la sovraesposizio- giocate su equilibri precari e sottili e su
da questi autori in maniera profonda, bru- ne vengono individuati come stilemi lin- composizioni audaci ed aperte, il suo oc-
tale e persino violenta, senza più alcun ri- guistici tipici dello specifico fotografico, chio è sempre rivolto verso una umanità in
guardo per l’equilibrio della composizio- originali e non ripetibili nella stessa ma- bilico fra la solitudine e l’angoscia, in una
ne, l’eleganza della forma, l’armonia del- niera in nessuna delle altre arti visive ma- contrapposizione fra la figura umana e un
l’immagine. Il mezzo fotografico viene esa- nuali. Contrariamente a molti fotografi e ambiente che ne riflette il vuoto dell’esi-
sperato con il ricorso a inquadrature dina- fotoreporter che continuano a produrre im- stenza. Al contrario William Klein rompe
miche ed ambigue, che sono in realtà mol- magini vigorosamente realistiche e ancora qualsiasi schema compositivo e qualsiasi
to diverse dalle inquadrature dinamiche ma ricche di valori plastici, dotate di un forte equilibrio formale, popolando le sue im-
troppo enfatiche, magniloquenti e artifi- impatto visivo ma ancora sostenute da una magini urbane di una umanità frenetica e
ciose, realizzate negli anni Trenta con il ri- coerenza interna più o meno accentuata, i inquieta, accentuando la drammaticità ma
corso a inquadrature dal basso ed a tagli nuovi fotografi cercano composizioni sfug- anche la materialità e la fisicità del vivere.
diagonali decisamente sforzati. Accanto ad genti, ambigue, angosciose ed angoscian- Con i libri che dedica alle città di New York,
Minor White, “Point Lobos”, 1951.

Roma, Mosca e Tokyo, Klein riesce a for-


nire spaccati di vita anticonformisti e am-
bigui e a sovvertire nello stesso tempo il
modo di vedere contemplativo e distacca-
to della maggior parte dei fotografi della
stessa generazione. Altri autori, come Mi-
nor White, traggono invece spunto dalla
natura per creare immagini dense di om-
bre, fortemente caratterizzate, popolate da
presenze impercettibili ma quasi tangibili,
arrivando ad impiegare un linguaggio er-
metico e spesso esoterico, fortemente sim-
bolico, al limite stesso della incomunica- William Eugene Smith, “Il villaggio spagnolo”, 1951.
bilità, facendo della fotografia una profes-
sione di fede nel paranormale.

Fotografia come scelta


Negli anni Sessanta si stabilisce il concet-
to della prevalenza del linguaggio visivo
sul linguaggio verbale, e si affida alla fo-
tografia il compito di raccontare gli even-
ti e le situazioni, quasi senza bisogno di te-
sti né di didascalie. Nasce una nuova for-
ma espressiva, il racconto fotografico, in
cui ogni singola immagine è legata alla pre-
cedente ed alla seguente da rapporti di con-
sequenzialità ancora prima che di tempo-
ralità. Pur essendo le singole immagini
esaurienti, il senso del messaggio deriva
dall’accostamento di diverse immagini, che
non vengono più disposte e impaginate nel-
le riviste in base ad esigenze grafiche, ma
in una precisa successione dettata dal fo-
tografo. In questo nuovo tipo di linguag-
gio emergono personalità come quella, in-
quieta, di William Eugene Smith, che al-
terna le collaborazioni con Life alle ricer-
che personali.
Marc Riboud, “Pechino”, 1965.
Robert Doisneau , “L’inferno”, 1952.

Ferruccio Leiss, “Venezia”, Palazzo Ducale.


Molti fotografi sono sedotti dal fascino dal- tre Jan Saudek dedica tutta la sua opera
le terre lontane e scelgono di girare il mon- alla città di Praga.
do offrendo una visione particolare e per- L’americano Bruce Davidson opera una
sonale delle molteplici realtà che incontra- scelta ancora più selettiva e decisa, dedi-
no sul loro cammino, come Marc Riboud, cando gran parte del suo tempo e della sua
maestro di umanità e di delicatezza. attenzione non ad una città, e neppure ad
Altri fotografi, coscienti del fatto che ogni un quartiere, ma ad una unica strada, la 100a
realtà è fonte inesauribile di ispirazione e Est di New York, nella zona più misera del-
di immagini, continuano a legarsi a temi la città. Andando ad abitare nella stessa stra-
domestici. Il francese Robert Doisneau of- da ed entrando in sintonia con la popola-
fre ad esempio una serie di deliziose e tal- zione, nel corso della sua permanenza e del-
volta spiritose immagini della Parigi degli le sue lunghe visite Davidson riesce a rac-
anni Cinquanta. cogliere una documentazione che non coin-
La stessa capitale francese e lo stesso pe- volge solo gli aspetti esteriori e architetto-
riodo di tempo sono fonte di ispirazione nici della vita in strada, ma penetra all’in-
inesauribile per numerosi fotografi, fra i terno degli atri, dei cortili e degli stessi al-
quali i più grandi sono Willy Ronis e Izis, loggi mostrando il volto autentico della po-
entrambi legati ai molteplici aspetti di una polazione che abita e anima la 100a Est.
civiltà urbana ancora vivibile e godibile. Il Ogni autore opera delle scelte fotografiche
fascino delle singole città si esercita sui fo- legandosi a temi precisi e a soggetti parti-
tografi in maniera spesso assoluta e domi- colari, ed appare evidente che a testimo-
nante, fino alla identificazione quasi tota- niare la personalità e lo stile del fotografo
le dell’autore con la propria città natale o non è mai la singola opera, ma l’insieme di
di elezione. Ferruccio Leiss, ad esempio, tutte le opere realizzate nel corso degli an-
Bruce Davidson, “East 100th Street”, 1966- rivolge il suo sguardo ancora un poco ac- ni. Nonostante questo nel mondo dei fo-
1968. cademico ma attentissimo e vivace sulla toamatori anche culturalmente impegnati
sua Venezia, offrendo della città lagunare si finisce per privilegiare l’opera singola e
le prospettive più seducenti ed insolite, men- il singolo scatto fortunato, arrivato maga-
Bill Brandt, “Nudo”, 1955.

Lucien Clergue, “Nudo”, Camargue, 1967.

ri dopo anni come sintesi di lunghe ricer- conquistano la notorietà legandosi a sog- soggetto, sottolineandola con accorte mes-
che personali. Autori già noti, come ad getti e situazioni particolari, indagate e vis- se in scena e con elaborati accostamenti.
esempio Brassaï, continuano la loro ope- sute a lungo, e fonte di numerose immagi- Irving Penn alterna all’attività di ritratti-
ra cambiando soggetto ma dedicandovi lo ni. sta quella di fotografo di moda, offrendo
stesso infaticabile impegno. Dopo aver in- Autori come Lucien Clergue e Bill Brandt immagini sempre calibrate e delicate, an-
dagato le notti parigine Brassaï si dedica inventano di nuovo la fotografia di nudo, che in presenza dei soggetti più difficili e
alla scoperta dei graffiti sui muri della stes- azzerando le esperienze del passato e gio- meno accattivanti. Molti dei migliori ritratti
sa città, offrendo alla attenzione di tutti una cando su inquadrature ravvicinate di corpi delle personalità dell’epoca non vengono
forma espressiva minore e fino ad allora femminili, interpretati in maniera assolu- tuttavia registrati negli studi dei ritrattisti,
praticamente ignorata. Contemporanea- tamente originale. I corpi delle modelle di ma dal vivo, per strada o in situazioni non
mente nuovi autori come Aaron Siskind Clergue sono perennemente accarezzati dal- ufficiali, da parte di autori che non sono dei
indagano con il loro obiettivo i muri e le le onde marine, con la creazione di effetti ritrattisti, ma fotografi dotati di un innato
strade scoprendovi vere e proprie compo- mutevoli e linguistici completamente ine- istinto per la composizione e l’attimo de-
sizioni artistiche nate dal caso o dall’acco- diti. Viceversa Brandt gioca sulle prospet- cisivo. Notevoli da questo punto di vista
stamento fortuito di forme e materiali di- tive esasperate dall’impiego del grandan- l’anticonformista ritratto di Jean Paul Sar-
versi. Siamo nel periodo in cui l’arte figu- golare e sul contrasto fra i bianchi assolu- tre sul lungosenna parigino scattata da Car-
rativa denuncia i suoi limiti, nasce la pop- ti delle luci e i neri profondi delle ombre. tier Bresson o il ritratto di Ernesto Che Gue-
art che esalta, imponendoli all’attenzione, Benché sempre più aperta verso i fronti del- vara scattato da René Burri. Una ritrattista
i particolari più trascurabili degli oggetti l’arte, della filosofia, del cinema e della cri- di tipo del tutto particolare è l’americana
comuni, e la fotografia, con la sua innata tica sociale, la fotografia nel corso degli Diane Arbus che, rifacendosi in parte al-
capacità selettiva ed analitica, comincia ad anni Cinquanta e Sessanta non rinuncia a la esperienza di August Sander ed in parte
essere apprezzata proprio perché costringe maturare anche i temi più tradizionali, co- alle nuove correnti filosofiche esistenzia-
ad isolare i particolari dal contesto esal- me il paesaggio e soprattutto il ritratto. Ec- liste, fotografa le persone, da sole, a cop-
tandone la struttura materica e la bellezza cellono in questo ultimo settore professio- pie o in piccoli gruppi, mostrandone nello
intrinseca. Come trent’anni e cinquant’an- nale ritrattisti dalla personalità forte e de- stesso tempo la maschera esteriore e il vol-
ni prima gli artisti non disdegnano di por- cisa, come Yosuf Karsh, che caratterizza to interiore, la comicità e la tragicità, in una
si dietro la fotocamera, ma con spirito di- i suoi ritratti di personaggi famosi con un altalena di sentimenti e di stati d’animo che
verso, questa volta lo fanno per riuscire a sapiente uso dell’illuminazione, tesa ad ac- oscillano fra la drammaticità del quotidia-
vedere tutte quelle cose che non sono com- centuare il contrasto con lo sfondo scuro, no e l’inutilità dell’esistenza. Osservatrice
pletamente apprezzabili ad occhio nudo. o come Richard Avedon, che viceversa attenta e disincantata, Diane Arbus diven-
La cornice del mirino permette di esclude- pone i suoi soggetti davanti ad uno sfondo ta con la propria fotocamera complice del-
re dal campo visivo tutti gli elementi di di- completamente bianco, immateriale, asso- le situazioni che fotografa, come se nelle
sturbo, per scoprire equilibri formali inso- lutamente vuoto. Philippe Halsman co- sue mani lo strumento fotografico diven-
spettabili. struisce i suoi ritratti con una attenzione tasse il catalizzatore di ogni miseria e di
Molti fotografi dalla personalità eclettica particolarmente rivolta alla personalità del ogni devastante esperienza umana.
René Burri, “Ernesto Che
Guevara”, L’Avana, 1963.

Diane Arbus, “Bambino che


piange”, New Jersey, 1967.
Henri Cartier Bresson, “Jean Paul Sartre”, Parigi, 1946.

La fine degli anni Sessanta è caratterizza-


ta dalla crisi di molti dei valori di cui il mon- BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE:
do occidentale si è nutrito fino dal dopo- John Szarkowski – Mirrors and Windows – The Museum of Modern Art
guerra. Vengono messi in discussione il po- Forme di luce - Alinari
tere in quanto tale e gli stili di vita con- The concerned photographer 2 – Thames and Hudson
venzionali che ne derivano, la cultura ac- Jean-Claude Lemagny/André Rouillé – Storia della fotografia – Sansoni
cademica e la politica elitaria, lo strapote- Peter Pollack – The Picture History of Photography - Thames and Hudson
re dell’economia e il consumismo esaspe-
rato. Nascono stili di vita alternativi, ac- Opere monografiche:
compagnati da proteste talvolta folcloristi- Donald McCullin – Collana “I grandi fotografi”, Fabbri
che e colorate, talvolta violente e dispera- Robert Capa - Collana “I grandi fotografi”, Fabbri
te. La fotografia viene vista come una al- W. Eugene Smith - Collana “I grandi fotografi”, Fabbri
leata nel denunciare gli aspetti più marci di René Burri - Collana “I grandi fotografi”, Fabbri
una società che sotto una coltre di benes- Henri Cartier Bresson. Ritratti: 1928-1982 - Collana “I grandi fotografi”, Fabbri
sere nasconde violenza ed emarginazione, G. Berengo Gardin - Collana “I grandi fotografi”, Fabbri
disinteresse e soprusi, corruzione e sopraf- Bill Brandt - Collana “I grandi fotografi”, Fabbri
fazione. Il ruolo della fotografia in questo Werner Bischof - Collana “I grandi fotografi”, Fabbri
contesto viene esaltato fino al punto di mi- Fulvio Roiter - Collana “I grandi fotografi”, Fabbri
tizzarlo. L’immagine fotografica e l’atto Mario Giacomelli - Collana “I grandi fotografi”, Fabbri
stesso del fotografare vengono elevati a David Bailey - Collana “I grandi fotografi”, Fabbri
simbolo della denuncia sociale stessa, fa- Robert Doisneau - Collana “I grandi fotografi”, Fabbri
cendo rivestire all’immagine ottica un ruo- Willy Ronis - Collana “I grandi fotografi”, Fabbri
lo assoluto, quasi di tipo taumaturgico. Men- Lucien Clergue - Collana “I grandi fotografi”, Fabbri
tre ci si immagina di poter purificare il mon- Ferruccio Leiss: fotografo a Venezia - Electa
do semplicemente fotografandolo, la foto- Robert Frank – Aperture
grafia viene innalzata al livello delle nuo- Robert Doisneau – Photo Poche
ve icone e finisce per sovrapporsi alle vec- Willy Ronis – Photo Poche
chie immagini e ai vecchi simboli del po- Brassaï – Photo Poche
tere decadente, per diventare essa stessa un William Klein – Photo Poche
simbolo carico dei significati più diversi e Marc Riboud – Photo Poche
contrastanti. Bruce Davidson – Photo Poche
Danilo Cecchi W. Eugene Smith – Photo Poche
S T O R I A D E L L A FOTOGRAFIA

L’EVOLUZIONE
DEL LINGUAGGIO
FOTOGRAFICO
Nel periodo che va dagli anni Settanta ad oggi la fotografia conosce il suo momento
di maggiore diffusione, ma nello stesso tempo comincia anche a mostrare
i primi segni di una crisi che diventerà sempre più profonda.

Alla fine degli anni Sessanta il linguaggio


fotografico conosce il suo momento di mag-
giore diffusione, ma comincia anche a mo-
strare i primi pesanti segni di una crisi che
diventerà sempre più profonda. La diffu-
sione di massa delle immagini fotografiche
passa attraverso alcuni canali principali, tut-
ti legati alla stampa periodica.
Le riviste di informazione consumano le
immagini fotografiche di tipo documenta-
rio sempre più velocemente ed in un nu-
mero sempre maggiore, mentre le riviste di
moda consumano con un ritmo ancora mag-
giore le immagini di fashion e glamour.
Nel settore della fotografia pubblicitaria si
assiste ad un incremento del peso delle im-
magini fotografiche, che non sono più le-
gate alla rappresentazione del prodotto, ma
richiedono elaborate messe in scena e com-
plesse ricostruzioni ambientali in studio o
in esterni.
La stampa specializzata in fotografia pura
o artistica allarga la propria base e comin-
cia ad individuare un numero sempre mag-
giore di autori da proporre all’attenzione
del suo pubblico. La richiesta di nuove im-
magini da consumare in fretta diventa sem-
pre più pressante, ma la fotografia conosce
anche un successo che non è legato solo al
consumo tramite la riproduzione tipografi-
ca su vasta scala.

Foto di Lynn Bianchi,


tratta dal fascicolo di Zoom n. 163.
La qualificazione del
linguaggio fotografico
Negli anni Settanta si aprono le prime gal-
lerie fotografiche che dedicano mostre
personali, tematiche o di gruppo a foto-
grafi noti o debuttanti.
Le stampe fotografiche d’ autore cono-
scono per la prima volta una risposta en-
tusiastica da parte del mercato, vengono
paragonate ad opere d’arte moltiplicabi-
li in un numero comunque limitato di pez-
zi e raggiungono quotazioni anche alte e
molto alte.
Nascono le prime collane di libri foto-
grafici dedicate agli autori più noti, ed il
fotolibro esce dall’ambito ristretto degli
appassionati e degli addetti ai lavori per
diventare un prodotto di largo consumo.
Si riscoprono gli autori dimenticati o tra-
lasciati del passato, si scava nella me-
moria per offrire una nuova dignità ad un
mezzo espressivo ormai vecchio di un se-
colo e mezzo e ricchissimo di testimo-
nianze, molte delle quali ancora inedite.
Si riscoprono le tecniche del passato, pra-
ticamente cancellate dalla industrializza-
zione della fotografia, e si ricorre alla ma-
nualità ed alla artigianalità per resuscita- Foto di Thomas Carabasi, tratta dal fascicolo di Zoom n. 121.
re immagini in stile calotipico o dagher-
rotipico, per ritrovare i delicati toni del-
le resinotipie e dei viraggi, per ricostrui-
re gli effetti tridimensionali delle stereo-
scopie.
Parlare di scuole e correnti in un conte-
sto di continue relazioni, scambi e inter-
ferenze ha poco senso, ed ogni autore si
orienta in una selva di suggestioni conti-
nue e contrastanti, arricchendo ad ogni
passaggio la propria esperienza e conta-
minandosi con le esperienze altrui, libe-
ro di modificare il proprio stile e di affi-
nare la propria sensibilità senza limiti ap-
parenti. Parlare di produzioni nazionali
ha forse ancora meno senso, in un uni-
verso fotografico dominato dai viaggi,
dall’internazionalismo, dal continuo con-
tatto fra i diversi autori, dalla diffusione
delle riviste di fotografia e dalla circola-
zione delle mostre.
Le stesse differenze fra le grandi aree cul-
turali europea, statunitense e giapponese,
una volta ben definite e riconoscibili, si
vanno assottigliando e si annullano nel
corso degli ultimi decenni, mentre si af-
facciano sulla scena internazionale auto-
ri provenienti dall’America latina, dal-
l’Europa dell’est e da alcuni paesi asiati-
ci come l’India.
Questi nuovi autori offrono contributi
spesso molto personali, ma solo dopo aver
assorbito le esperienze occidentali, ed uti-
lizzano la fotografia per le loro docu-
mentazioni estetiche, impegnati in una ri-
cerca linguistica originale. Foto di Mario Cravo Neto, tratta dal fascicolo di Zoom n. 137.
Foto di Annie Leibovitz,
tratta dal fascicolo di Zoom n. 124.

Foto di Lois Greenfield, tratta dal fascicolo


di Zoom n. 89.

Fra arte e mercato nianza, legata alla storia ed agli avveni- tare le caratteristiche dei nuovi materiali
Sul mercato dell’immagine si fa sempre più menti grandi o piccoli che la determinano. sensibili a colori portandoli oltre il limite
netta la linea di demarcazione fra la foto- Questo secondo tipo di fotografia, per op- della fedeltà cromatica, ma soprattutto in-
grafia applicata, destinata agli impieghi porsi efficacemente alla concorrenza tele- tervengono in maniera drastica e decisa sul-
commerciali ed effimeri, come il ritratto, visiva basata sull’immediatezza e sulla emo- l’immagine finale, con elaborazioni, ma-
la moda e la pubblicità, e la fotografia pu- tività, deve a sua volta offrire immagini nipolazioni e montaggi. Tutto questo allo
ra, destinata invece a resistere nel tempo sempre più forti, sempre più drammatiche, scopo di stupire, di farsi notare, di impor-
ma a soddisfare le sole esigenze linguisti- sempre più scioccanti e devastanti. si all’attenzione. Dalla fotografia come lin-
che ed estetiche. Si fa viceversa sempre più Paradossalmente la relativa semplicità con guaggio si passa in maniera sempre più ra-
incerto il confine fra le arti figurative e la la quale si ottengono buone fotografie e la pida alla fotografia come metalinguaggio.
fotografia. Non solo si moltiplicano gli in- larga diffusione delle stesse finiscono per Nella ricerca affannosa degli elementi di
terventi manuali e creativi sulle immagini costituire un vincolo per lo sviluppo del interesse e di novità il fotografo non parla
ottiche, ma lo stesso concetto di arte si mo- linguaggio fotografico. Mentre molti auto- più del soggetto e non parla più neppure di
difica nel tempo. Maturando le intuizioni ri trovano facili scorciatoie e si appiatti- se stesso, ma finisce per parlare esclusiva-
di Duchamp e di Magritte, il concetto di ar- scono nel gusto dominante, la fotografia mente dei mezzi tecnici e degli artifici che
te si rinnova e assume un significato sem- cosciente di sé smarrisce la propria iden- utilizza per meravigliare il suo pubblico.
pre più mentale e meno materiale o visivo, tità e comincia a mettere in dubbio la pro- Nella ricerca di un rinnovamento del lin-
trascinando con sé in questo processo an- pria funzione. guaggio fotografico la fotografia sembra
che la fotografia. La fotografia viene vista In tutti i settori, da quello commerciale a rinunciare alla propria natura per diventa-
in maniera talvolta equivoca come una del- quello artistico a quello documentario, si re qualcosa di diverso. Spesso banali truc-
le tante componenti del nuovo processo di manifesta l’esigenza di andare oltre gli sche- chi tecnici, come la sfocatura totale e il
fare arte, e viene posta senza tanti compli- mi compositivi e linguistici già noti, già vi- mosso totale, al limite della illeggibilità,
menti accanto ai ready made, ai multipli, sti, e in un certo senso già vissuti e usura- vengono spacciati per un rinnovamento del
alla body art e alla land art. ti. Si cerca la novità a tutti i costi, varian- linguaggio. Si moltiplicano gli autori che
La fotografia di informazione si trova in do i punti di vista e le angolazioni e ricer- intervengono manualmente sulle stampe,
mezzo fra la fotografia commerciale, la fo- candone di nuovi e di inediti. sia quelle di tipo tradizionale che quelle a
tografia impegnata e la fotografia pura, e Nel tentativo di rinnovare il linguaggio i sviluppo immediato, con manipolazioni di
si articola ben presto in due settori ben di- fotografi fanno spesso ricorso alle ultime ogni genere, al solo scopo di ottenere ri-
stinti. Da una parte si afferma la fotografia novità offerte dalla tecnica, ai grandango- sultati spettacolari e scenografici, che pos-
di tipo scandalistico, destinata ai rotocal- li estremi e ai nuovi obiettivi a occhio di sono destare un momentaneo interesse ma
chi rosa e al rapido consumo, dall’altra la pesce, ai filtri creativi e alle esposizioni non fanno storia e non rimangono nella me-
fotografia di documentazione e di testimo- multiple. I nuovi fotografi cercano di esal- moria.
Foto di Helmut Newton,
tratta dal fascicolo di Zoom n. 17.

Foto di Ken Merfeld,


tratta dal fascicolo di Zoom n. 82.

Una ricerca affannosa e incessante prio modo di operare in rapporto al sog- sali, sempre attente a mostrare i limiti del-
Mentre cresce in maniera incontenibile la getto da lui scelto e privilegiato. la personalità che si cela dietro la masche-
diffusione del mezzo fotografico promos- ra. Magistrali ritratti di personaggi famosi
sa dall’industria del materiale sensibile, cre- Il volto dell’umanità o di perfetti sconosciuti vengono eseguiti
sce in parallelo il numero degli autori, ma Come alle origini della fotografia, il volto da fotografi noti o meno noti, fra i quali si
diminuisce il loro peso e la loro influenza rimane il tema principale su cui lavorano i fanno notare per il loro spirito e la loro fan-
nel tempo. Spesso gli autori conquistano il fotografi contemporanei e le tecniche del tasia, ma anche per i personaggi prescelti,
loro spicchio di notorietà legandosi ad una ritratto, immutate da un secolo e mezzo, autori come Masayoshi Sukita, Pierre Ra-
produzione particolare o a temi particolar- continuano ad essere al centro di ogni scuo- disic e Mario Cravo Neto. Fra tutti i ritrat-
mente indovinati, ma si dimostrano poi in- la di fotografia e di ogni corrente intellet- tisti emerge la figura di Mohror, che ripro-
capaci di continuare sulla stessa strada e di tuale. Moltiplicato in milioni di esemplari, duce volti tagliati a metà e riaccostati in
evolversi con coerenza. Il contributo di mol- riprodotto su ogni genere di pubblicazione immagini simmetriche ma non identiche,
ti autori alla evoluzione del linguaggio ri- e di documento, il volto dell’uomo risulta aumentando l’inquietudine di chi non rie-
mane perciò un episodio isolato, che vie- essere ancora il tema più usato ed abusato sce a ritrovare se stesso nello specchio.
ne presto dimenticato e scavalcato dalle in fotografia. Il ritratto assume connotazioni trasformi-
nuove generazioni di autori, sempre più Impassibile e attonito, distorto e elabora- stiche e, mentre Michio Washio registra i
fantasiosi, più disinibiti, più aperti alle con- to, frammentato e ricomposto, muto nel suo volti tumefatti e deformati dei pugili, altri
taminazioni fra i linguaggi e sempre più sguardo talvolta succube e talvolta com- autori modificano artificialmente i linea-
desiderosi di emergere. plice, il volto dell’umanità si affaccia dal- menti dei loro soggetti, con operazioni di
Fra i moltissimi autori europei, americani le immagini fotografiche, dalle pagine del- mascheramento dalle connotazioni spesso
e giapponesi, destinati a non lasciare che le riviste e dalle pareti delle gallerie, por- simboliche o concettuali. Ma dal volto l’in-
tracce effimere della propria opera, alcuni tando negli occhi la stessa immutata do- teresse dei fotografi si sposta gradatamen-
si distinguono invece per la profondità del- manda. Chi sono io veramente, come può te al resto del corpo, ed è proprio il corpo,
l’introspezione, per il coraggio della ricer- lo specchio della fotografia restituire qual- variamente abbigliato, seminudo o nudo,
ca, per la continuità della loro opera, per la cosa di me, quanto mi somiglia questa im- ma sempre inteso come veicolo di un lin-
costanza con cui trattano i propri soggetti magine, e quanto io somiglio ad essa? I mi- guaggio totale e universale, il vero prota-
e per il contributo offerto ad un rinnova- gliori ritrattisti delle nuove generazioni, da gonista della fotografia contemporanea.
mento linguistico che non comporta ne- Annie Leibovitz a Ken Merfled, non pos-
cessariamente uno stravolgimento del lin- sono che suggerire le risposte attraverso un Il corpo come soggetto
guaggio stesso. Ogni autore, come nel pas- rapporto di intima collaborazione con i sog- Il giapponese Kisin Shinoyama si fa nota-
sato, si identifica in uno o più temi parti- getti, e ricorrendo ad inquadrature talvolta re già alla fine degli anni Sessanta per una
colari, e definisce il proprio stile e il pro- crude e dirette, talvolta sinuose e trasver- serie di immagini di nudo femminile co-
Foto di Roy Volkmann, tratta dal fasciclo
di Zoom n. 62.

Foto di Arno Rafael Minkkinen, tratta dal fascicolo di Zoom n. 140.

struite con fantasia ed eleganza, senza vol- co della scena fotografata.


garità, ma con delicatezza e rispetto per i Il nudo, specialmente quello maschile, vie-
soggetti. Le sue donne, spesso in coppia e ne trattato da Robert Mapplethorpe in ma-
riprese in ambienti naturali poco conven- niera plastica e impudica, indulgendo sui
zionali, emanano una sottile sensualità ed particolari anatomici e sugli attributi ses-
un erotismo soffuso che diventa ben pre- suali in modo insistente e spesso ripetiti-
sto un modello a cui si riferiscono molti au- vo, ma costruendo sempre le sue immagi-
tori desiderosi di replicarne il successo. ni in maniera rigorosa, con un sapiente uso Foto di John Coplans, tratta dal fascicolo
Lo stesso tema del nudo femminile viene dell’inquadratura e dell’illuminazione. I di Zoom n. 128.
trattato da David Hamilton in maniera mol- corpi degli omosessuali bianchi e neri so- materialità e spazialità. Fra tutti gli artisti
to diversa, con immagini costruite attorno no gli ambigui e contrastanti soggetti pre- dell’obiettivo che vengono sedotti dalla im-
a corpi di adolescenti appena offuscati da feriti da Mapplethorpe, insieme al bian- magine del corpo, ponendosi a metà stra-
una sottile indeterminatezza, immersi in chissimo e statuario, ma altrettanto ambi- da fra il fotografo e il body artist, spicca la
una luce imponderabile e artificialmente guo corpo della campionessa di body buil- personalità di Arno Rafael Minkkinen, che
velati con l’impiego di obiettivi a fuoco ding Lysa Lyon. rappresenta il corpo, talvolta il suo stesso
morbido e filtri diffusori. Fra i tanti autori che hanno posto il corpo corpo, per parti e con ambientazioni parti-
Jean Loup Sieff tratta il corpo femminile umano al centro della loro attenzione, ot- colari, fra l’onirico ed il surreale. La pre-
in maniera più disinibita, ambientandolo in tenendo risultati visivi interessanti e non senza del corpo umano, quasi sempre na-
luoghi inaccessibili e selvaggi, e raccon- banali, si possono citare i nudi che danza- scosto o fuori campo, è denunciata dalla
tandolo nei dettagli in un perenne confronto no di Lois Greenfield, i gruppi di Thomas apparizione di un arto, di una mano, di un
fra la durezza del paesaggio e la morbi- Carabasi, i nudi in movimento di Roy Volk- piede, che invadono il quadro in maniera
dezza del corpo femminile, reso però qua- mann, i nudi ambigui e impudici di Jan Sau- prepotente e ambigua, sconvolgendo gli
si astratto da una luce cruda, diretta e pie- dek o quelli potenti di Herb Ritts, i nudi equilibri del paesaggio retrostante inte-
na di contrasti. bianchi su fondo bianco di Joyce Tennyson grandosi in esso o ponendosi in netto con-
Contrariamente a questi autori, Helmut e di Lynn Bianchi e perfino gli autoritratti trasto. Sospeso fra fotografia pura e arte
Newton affronta il tema del corpo femmi- nudi di Sharon Sauerhof. del comportamento Minkkinen getta un
nile in maniera sfrontata e provocatoria, Un ruolo particolare occupano invece le ponte fra il mondo della visione e quello
ambientandolo in interni illuminati con lu- immagini di John Coplans, in cui vengono della mente, avvicinando la fisicità del-
ce artificiale e con scenografie molto stu- esaltate in stampe dalle dimensioni enor- l’occhio alla più astratta concettualità.
diate che, accanto alla modella o alle mo- mi parti anche piccole e minuscole del cor-
delle, prevedono l’intervento di altri per- po, in una perenne ricerca del proprio io fi- Danilo Cecchi
sonaggi che accentuano il contenuto eroti- sico, della propria essenza e della propria (13- continua)
STORIA DELLA FOTOGRAFIA

STRUMENTI PER
GRANDI ARTISTI
Il successo del collodio coincide con una sempre maggiore diversificazione
dei tipi di fotocamere.
Si affermano fotografi come Lewis Carroll,
Nadar, Cameron, gli Alinari, Sommer.

Fotocamera con soffietto del capitano Francis Fowke (1853).

Gli strumenti richiesta di fotocamere in genere; inoltre si Gli altri fenomeni che determinano il mo-
Se è vero che non esiste alcun motivo rea- assiste ad un netto miglioramento nella co- do di costruire le fotocamere durante il tren-
le che impedisca l’uso delle lastre al col- struzione degli obiettivi, culminata nel 1866 tennio del collodio sono la passione per
lodio sulle fotocamere costruite per i da- con la realizzazione del Rapid Rectilinear l’immagine stereoscopica in rilievo e per
gherrotipi o i calotipi, come testimonia il di Dallmeyer. Infine, nell’epoca del collo- la “carte de visite”, una specie di biglietto
doppio impiego delle attrezzature ancora dio si assiste ad alcuni fenomeni in parte da visita di formato standardizzato 8x5.5cm
per qualche anno presso alcuni fotografi, è contraddittori, come la già citata standar- e illustrato fotograficamente su un lato con
altrettanto vero che il successo del collo- dizzazione dei formati, ma anche alla mi- l’effigie, spesso a tutta persona, del titola-
dio coincide con una sempre maggiore di- niaturizzazione e al gigantismo, fenomeni re stesso del biglietto da visita. Per la rea-
versificazione della tipologia delle fotoca- giustificati il primo dalla necessità di tra- lizzazione delle immagini stereoscopiche,
mere. Questo fenomeno è dovuto a più cau- sportare con sé le immagini dei propri ca- così come delle “cartes de visite” vengono
se concomitanti e convergenti. Si assiste ad ri, il secondo con la teoria che alle mag- realizzate fotocamere particolari, a due
una maggiore diffusione della pratica fo- giori dimensioni corrisponde il maggior nu- obiettivi le prime, a quattro o più obiettivi
tografica, con una conseguente maggiore mero di particolari. le seconde. A tutto questo si deve aggiun-
Lewis Carroll, “Edith, Lorina e Alice Liddell”, 1859.

gere l’esigenza, molto sentita dai paesag- gliare sulla lastra si cominciano ad usare
gisti e dai viaggiatori, di fotocamere sem- dei riduttori di diametro, detti diaframmi,
pre più leggere e trasportabili, ma non per e dal 1860 si comincia ad usare il diaframma
questo meno robuste e indeformabili ri- inseribile di Waterhouse, da applicare al-
spetto alle fotocamere rigide a scorrimen- l’obiettivo solo prima della ripresa. Il dia-
to, appannaggio ancora indiscusso degli framma a iride è un’invenzione più tarda e
studi e dei laboratori. Anche se la posa mi- viene utilizzato solo dopo il 1886 mentre,
nima di pochi secondi in esterni non rende specialmente per le fotocamere stereosco-
praticabile la tipologia delle fotocamere “a piche in cui è necessaria l’assoluta con-
mano”, il periodo che va dal 1850 al 1880 temporaneità delle esposizioni, si comin-
è ricco di proposte e di varietà tipologiche, cia ad utilizzare un otturatore ribaltabile o
sia per quanto riguarda le fotocamere che a caduta. Gli otturatori a scorrimento, o a
i materiali impiegati. Per le fotocamere gli lamelle, vengono impiegati rispettivamen-
artigiani passano dal legno di pino, facil- te dopo il 1884 e dopo il 1887, quando già
mente lavorabile ma altrettanto facilmen- il collodio non è più di moda.
te deformabile, al mogano e, per le fotoca- Contemporanea al collodio è invece la pri-
mere tropicalizzate da viaggio, al teak. Per ma forma di illuminazione artificiale, ot-
le bullonerie e i raccordi, così come per la tenuta a partire dal 1864 bruciando un na- Fotocamera multipla con dodici obiettivi per
montatura degli obiettivi, si continua a pre- stro di magnesio che viene fatto scorrere dodici immagini formato francobollo su la-
ferire l’ottone, mentre per i soffietti si pas- per quindici o trenta secondi fino all’e- stra unica 9x12cm.
sa dal caucciù alla tela. Per i corpi mac- stinzione in apposite lampade fornite di uno
china si comincia già a pensare all’allumi- specchio parabolico e di una bacinella per
nio, ancora troppo costoso e difficilmente la raccolta delle ceneri. Dato l’altissimo co-
lavorabile, mentre per le fotocamere di di- sto del materiale, questa forma di illumi-
mensioni minori con struttura metallica si nazione artificiale viene utilizzata vera-
impiega l’ottone. mente di rado, quasi mai per la ritrattisti-
Per regolare la quantità di luce da convo- ca, e solo in casi particolari. Uno dei primi
Fotorevolver di Thompson, fabbricato a Pa-
rigi da Briois, per quattro immagini rotonde
di 7.5cm di diametro su lastra unica (1862).

A destra: Pistolgraph di Thomas Skaife per


immagini rotonde di 28mm di diametro su la-
strine 3x4cm (1866).

esempi di illuminazione artificiale è quel- sporto, dando origine alla tipologia “da e sviluppo. Fin dai primi anni Sessanta Al-
la effettuata, elettricamente, durante l’e- viaggio” o “da campagna”. Una delle pri- bites e Blot brevettano fotocamere con
splorazione compiuta da Nadar nelle cata- me fotocamere di questo tipo è quella pro- scomparti collegati destinati al trattamen-
combe di Parigi. gettata dal capitano Fowke e realizzata da to delle lastre, e Adolphe Bertsch com-
Fra le fotocamere per i formati minimi, ol- Thomas Ottewill a Londra, a cui seguono mercializza a Parigi la sua Chambre Auto-
tre ai “cannoncini” ferrotipici, o Button Ca- numerose altre fotocamere costruite da di- matique, una piccola fotocamera metallica
meras, costruiti anche dopo l’epoca del col- versi industriali in una grande varietà di ti- per il formato 7x7cm completa di tutto il
lodio da diversi industriali, fra i quali Ro- pi e formati, ma quasi tutte basate sullo stes- corredo per il trattamento delle lastre.
main Talbot a Berlino, si ricorda la Pistol- so principio. La piastra frontale, che con- Nel 1864 il francese Jules Bourdin mette
graph di Thomas Skaife, realizzata nel 1859 tiene l’obiettivo, è quasi sempre solidale in commercio la fotocamera Dubroni, co-
per immagini rotonde di 28mm di diame- con il basamento, ed è il portalastre che stituita da un interno in vetro dove, una vol-
tro, costruita interamente in ottone ed equi- scorre per la messa in funzione; talvolta ac- ta alloggiata la lastra, si possono introdur-
paggiata con obiettivi da ritratto di tipo cade il contrario, ed a scorrere è la lastra re direttamente per mezzo di una piccola
Petzval con la incredibile luminosità f/2.2 frontale. La massima compattezza si rag- pompa in gomma i liquidi sensibilizzanti,
e perfino f/1.1, e con uno dei primi ottura- giunge con il doppio scorrimento dei due di sviluppo e di fissaggio. Le fotocamere
tori della storia, con una velocità di circa pannelli frontale e tergale, che sono incer- Dubroni vengono costruite in diversi for-
1/10 di secondo. Nel 1862 Briois costrui- nierati e si ripiegano l’uno sull’altro. Di so- mati, dal 5x5cm fino al 9x12cm.
sce a Parigi il Photorevolver progettato da lito il pannello porta lastra viene protetto, Gli apparecchi di Valette dei primi anni Set-
Thompson, simile alla fotocamera di Skai- a fotocamera chiusa, dal pannello frontale. tanta sono più complessi delle Dubroni e
fe, ma in grado di produrre quattro imma- Questo tipo di fotocamera, chiamato “tail- incorporano un vero e proprio piccolo la-
gini di 23mm scattate in rapida successio- board” ha una diffusione notevole presso boratorio applicato al di sotto della foto-
ne su una unica lastra rotante. tutti i fotografi dell’epoca che non si ac- camera e arrivano fino al formato 13x18cm.
Ma quello che caratterizza le fotocamere contentano di lavorare in studio, ma predi- La fotocamera brevettata nel 1876 da Wil-
del periodo del collodio è il ricorso al sof- ligono le riprese all’aperto. liam Alexander Brice, denominata Photo-
fietto, di forma rettangolare o quadrata, e La relativa semplicità e la sostanziale in- graphon, si compone invece di due scom-
successivamente tronco piramidale, che nocuità del processo al collodio stimolano parti laterali distinti, ciascuno dei quali con-
permette di ridurre drasticamente l’in- alcuni costruttori di fotocamere ad offrire tiene le vasche di sensibilizzazione e svi-
gombro delle fotocamere durante il tra- dei kit completi di sensibilizzazione, ripresa luppo.
Fotocamera Dubroni di formato quadrato 5.5cm con obiettivo tipo Chambre Automatique di Adolphe Bertsch, costruita interamente
Petzval 100mm f/3.7 (1875). in metallo per il formato quadrato 6x6cm e con mirino a riquadro
(1860).

La passione per la foto in rilievo e per le due obiettivi con una piastra contenente un da un certo Soutworth con la realizzazio-
stereocamere trova dei precedenti nei da- solo obiettivo, per la realizzazione di im- ne di oltre seicento immagini, e sono noti
gherrotipi stereoscopici, ma diventa popo- magini panoramiche di formato allungato. episodi di documenti trasmessi per piccio-
lare con il collodio, con la circolazione del- Le vere fotocamere panoramiche prevedo- ne viaggiatore dopo essere stati riprodotti
le cartoline stereoscopiche di luoghi, per- no invece il movimento laterale dell’o- fotograficamente in dimensioni minusco-
sonaggi e avvenimenti celebri diffuse in biettivo lungo l’asse della lastra e per tut- le, illeggibili ad occhio nudo.
centinaia di copie. L’osservazione delle im- ta la sua lunghezza. Il francese André Adolphe Eugéne Disdé-
magini stereoscopiche attraverso i visori Dalle fotocamere stereoscopiche con due ri, ritenuto da alcuni il vero inventore del-
appositi diventa negli anni Cinquanta e Ses- obiettivi, che forniscono coppie di imma- la fotocamera per ritratti multipli attribui-
santa una moda talmente diffusa nei salot- gini apparentemente identiche, si passa al- ta a Hermagis, se non è stato l’inventore di
ti, che entra a far parte del costume e del- le fotocamere con obiettivi multipli. L’esi- questa tipologia di fotocamere, è stato sen-
l’educazione dei figli. genza di ridurre i costi dei ritratti fotogra- za dubbio il fotografo che più degli altri ne
Le prime fotocamere stereoscopiche sono fici su lastra stimola l’ingegnosità dei fo- ha saputo trarre i maggiori benefici, lan-
fotocamere singole, montate su guide, con tografi, che all’inizio si accontentano di ri- ciando e incrementando fino all’incredibi-
le quali è possibile effettuare due riprese cavare due pose diverse su ogni lastra, le la moda della “carte de visite”. Disderi
successive su due lastre separate, oppure estraendola e reinserendola capovolta, per apre fra il 1860 e il 1870 numerosi studi
hanno il pannello porta ottica scorrevole arrivare a suddividere una lastra in quattro fotografici nelle principali città francesi,
per l’esecuzione di due riprese successive o più parti. Nelle prime fotocamere per ri- oltre che a Parigi, fotografando personag-
sulla stessa lastra. Ben presto si costrui- prese multiple la fotocamera che incorpo- gi celebri e facendo un fiorente commer-
scono fotocamere doppie, equipaggiate con ra la lastra è fissa e viene fatto scorrere il cio delle loro immagini, arricchendosi in
due obiettivi gemelli, dette binoculari, che pannello con l’obiettivo. Infine, per ri- maniera esagerata, per dilapidare altrettanto
forniscono coppie di immagini sulla stes- sparmiare tempo, i fotografi cominciano a velocemente il patrimonio, fino a morire in
sa lastra. Dalle fotocamere stereoscopiche commissionare fotocamere equipaggiate miseria a Nizza, quando la “carte de visi-
a scorrimento, come la Stereoscopic del con quattro o più obiettivi. Al Policono- te” è ormai diventato un genere praticato
1856 di John Benjamin Dancer si passa a graph del 1861 di Jules Dubosq, con un so- da tutta la concorrenza a prezzi modesti.
quelle a soffietto, come la Portable Bino- lo obiettivo mobile, si cominciano a prefe- Se la tipologia e la varietà delle fotocame-
cular del 1860 di George Hare, la Stereo- rire fotocamere come quella del 1859 di re usate dai fotografi dell’epoca del collo-
graphic del 1861 di Thomas Ross o la Tou- Hermagis a quattro obiettivi, con la quale dio è grandissima, non altrettanto si può di-
rist Binocular dello stesso anno di Mea- è possibile ottenere quattro immagini. Con re degli obiettivi impiegati su queste foto-
gher. Le stereocamere a soffietto sono co- la fotocamera di Hermagis si possono ot- camere. Le imitazioni dell’obiettivo da ri-
stituite generalmente da due scomparti se- tenere, in alternativa, quattro foto identi- tratti di Petzval sono numerose, ma un no-
parati, ma con messa a fuoco sincronizza- che, due coppie di foto identiche o quattro tevole miglioramento si riscontra solo con
ta, e dispongono di un meccanismo per la immagini diverse. La Dragon Micrographic il Rapid Rectilinear di Dallmeyer, costi-
contemporanea esposizione sulle due metà Camera viene equipaggiata con venticin- tuito da una doppia coppia simmetrica di
della stessa lastra. que obiettivi uguali, e combinando il nu- acromatici, che viene messo in produzio-
Alcune stereocamere per lastre al collodio mero degli obiettivi con lo scorrimento del- ne anche da Steinheil con il nome Aplanat.
umido permettono il movimento di uno dei le lastra, le possibilità di ottenere più im- Questo obiettivo offre ottimi risultati già a
due obiettivi in posizione centrale per ri- magini cresce, fino a oltre quattrocento im- partire da f/8 e copre un angolo di cinquanta
prese panoramiche, oppure la sostituzione maginette. Il limite massimo di foto su una gradi, ma dopo il 1870 si cominciano a co-
dell’intera piastra frontale che contiene i lastra unica sembra essere stato raggiunto struire alcune versioni dei rettolineari an-
Stereocamera con soffietto per lastre al collodio umido (1880). Versione stereo per lastre 6.6x14cm della Chambre Automatique di
Bertsch, con una coppia di obiettivi a fuoco fisso f/16 e con ottura-
tori sincronizzati con movimento unico (1865).

che con un angolo maggiore. Se i vetri di lo Stenopé, privo di lenti e con obiettivi di fotografia che, ispirandosi a temi lette-
Jena vengono immessi sul mercato solo do- realizzati utilizzando semplici lenti non cor- rari, poetici, patriottici o religiosi, tenta di
po il 1888 e i veri teleobiettivi vengono rette da occhiali. tradurre in immagini ottiche i soggetti ca-
messi in produzione solo dopo il 1890, sen- ri a questo mondo ideale. Si creano elabo-
za interessare perciò l’epoca del collodio, Il linguaggio rate messe in scena, veri e propri “tableaux
sono proprio gli obiettivi grandangolari e Il collodio umido, con la grande capacità vivants”, con ricostruzioni tanto dettaglia-
panoramici ad avere un notevole sviluppo di definizione e di riproducibilità dell’im- te quanto fittizie di avvenimenti storici o
negli anni Sessanta. Lo Water Lens di Sut- magine che offre, contribuisce in maniera letterari, dove il fotografo, oltre che mago
ton, contenente acqua distillata, è un caso determinante alla diffusione e alla matura- della luce e della chimica, deve dimostrar-
isolato, mentre incontra un certo successo zione del linguaggio fotografico, che co- si anche un mago della mistificazione. Spes-
il Globe Lens di Harrison, realizzato nel mincia ad acquistare una propria struttura so una sola immagine non è sufficiente al-
1860 con uno schema simmetrico e lenti a e una coscienza di sé proprio nel trenten- la descrizione del complesso tema prescelto
forte curvatura. Con una luminosità mas- nio fra il 1850 e il 1880. Si delineano con e si ricorre a pesanti fotomontaggi esegui-
sima f/11 il Globe Lens riesce a coprire un esattezza i filoni principali sui quali si ar- ti in fase di stampa, ricorrendo all’acco-
angolo di novanta gradi. ticola l’attività fotografica: quello com- stamento o alla sovrapposizione di due o
Nel 1865 Steinheil realizza l’obiettivo gran- merciale basato ancora come nel decennio più negative ottenute mediante riprese di-
dangolare Periskop, simile al Globe Lens precedente sul ritratto, ma con sviluppi e verse eseguite in tempi e circostanze di-
ma costituito da due sole lenti simmetriche implicazioni impreviste, quello documen- verse. Le figure e gli sfondi vengono ac-
fortemente incurvate, e nello stesso perio- tario, basato sulla fotografia di viaggio e di curatamente selezionati ed accostati pa-
do l’ottico Emil Busch di Rathenow rea- architettura, spesso combinate fra loro, quel- zientemente ed arbitrariamente.
lizza il Pantaskop, il primo obiettivo gran- lo scientifico inteso nel senso più largo del Questa fotografia di genere, in cui spicca-
dangolare di uso universale a riscuotere un termine, ed infine quello artistico, in cui si no personaggi come William Lake Price,
vero successo commerciale, realizzato con integrano molti degli aspetti tipici degli al- Oscar Gustave Rejlander e Henry Peach
due doppietti acromatici simmetrici forte- tri filoni, ma con in più una componente Robinson, solo per citare i più noti, trova
mente incurvati, destinato a rimanere in estetica ed espressiva spesso determinan- comunque molti consensi nel gusto popo-
produzione fino ai primi anni del nuovo se- te. lare dell’epoca e le stampe di questi auto-
colo. Mentre la sedicente fotografia “d’arte” si ri ottengono un notevole successo nelle
La grande luminosità degli obiettivi rima- basa su un tremendo equivoco, i cui effet- esposizioni, nei “Salon” e perfino presso
ne per tutto il trentennio appannaggio dei ti deleteri si fanno sentire per molti decen- gli intellettuali dell’epoca, stimolando schie-
formati minimi, per evidenti motivi legati ni, gli artisti dotati di una vera sensibilità re di imitatori, ancora più improvvisati e
alla lavorazione e al diametro delle lenti. e di spirito critico che scelgono il mezzo meno originali. Forse, piuttosto che nelle
Per compensare invece in qualche modo la fotografico per esprimere sé stessi e il pro- opere compiute di questi autori, è più faci-
crudezza del dettaglio tipica delle lastre al prio mondo, raggiungono vertici che non le trovare tracce di originalità e di espres-
collodio, e che qualche ritrattista ritiene hanno niente da invidiare al disegno, alla sività nelle singole immagini realizzate di
persino eccessiva, fino dal 1866 Dallmeyer pittura e agli altri mezzi di espressione più volta in volta in vista di un montaggio fi-
si preoccupa di offrire ai ritrattisti obietti- classici. Dietro all’equivoco che vuole l’ar- nale. Queste foto si distinguono per una ri-
vi morbidi da ritratto. I veri e propri obiet- te al servizio degli ideali e delle ideologie, cerca forse eccessiva ma non priva di gra-
tivi “flou” arrivano solo dopo il 1887 con nasce sia in Inghilterra che altrove un tipo zia della composizione e dell’illuminazio-
ne, ed hanno indubbiamente più forza ri-
spetto a quelle elaborazioni cervellotiche
che tradiscono il concetto stesso di foto-
grafia, per dare inizio ad un altro filone e
ad un’altra forma espressiva, magari non
meno importante della fotografia stessa,
ma profondamente diversa.
Accanto e contemporaneamente a questo
genere di fotografia si afferma un linguag-
gio basato sulla scoperta dello specifico fo-
tografico, la luce, l’inquadratura e il taglio
dell’immagine. L’illuminazione, fino ad al-
lora considerata solo in base all’intensità e
alla diffusione, diventa essenziale in fun-
zione del modo in cui investe e modella il
soggetto. L’inquadratura diventa essenzia-
le non più solamente per ciò che include,
ma per ciò che invece esclude e taglia via,
in base alla scelta soggettiva del fotografo.
Il taglio viene determinato dal modo in cui
il soggetto occupa e vive lo spazio foto-
grafico all’interno dell’immagine. La scel-
ta del soggetto assume un’importanza sem-
pre più fondamentale. Accanto agli am-
bienti famigliari, ai temi quotidiani, ai per-
sonaggi vicini e disponibili, si cerca di am-
pliare il proprio orizzonte individuale, con
scelte ed orientamenti che spesso sono lo
specchio dei gusti e delle preferenze per-
sonali degli autori stessi. Per la prima vol-
ta si capisce che il risultato non è legato al-
la singola immagine, per quanto perfetta
essa possa essere, sia tecnicamente che este-
ticamente, ma al complesso delle opere rea-
lizzate dallo stesso autore.
Il reverendo Charles Lutwidge Dodgson,
in arte Lewis Carroll, il noto autore di “Ali-
ce nel paese delle meraviglie”, appassio-
nato anche di fotografia, si specializza nel-
le immagini di giovani fanciulle. La serie
di immagini della piccola Alice Liddell e
Due immagini di Oscar Gustav Rejlander. Sopra: Studio di nudo, 1857;
delle sue amichette, riprese quasi sempre
in pose delicatamente romantiche, ma an- sotto: particolare da “Le due vie della vita” 1857.
che impudicamente discinte, costituisce
una galleria di ritratti estremamente varia
ed interessante, perfino inquietante per cer-
ti aspetti, in cui non si fa nessuna conces-
sione alla moda o al gusto dominante, per
seguire in maniera disinibita ed estrema-
mente libera da preconcetti il proprio gu-
sto personale e le proprie spesso inconfes-
sabili inclinazioni. Piuttosto che seguire la
moda, le immagini di Carroll anticipano e
determinano la moda stessa.
Il francese Gaspard Felix Tournachon, in
arte Nadar, dopo un passato di bozzettista,
apre nel 1853 uno studio fotografico a Pa-
rigi in Rue Saint Lazare, dove si conquista
in breve una fama di ritrattista “sui gene-
ris”, rivoluzionando l’arte del ritratto con
una serie di intuizioni geniali. Nadar eli-
mina completamente gli sfondi e i fondali
dipinti, sostituendovi una parete nuda, e ri-
prende i soggetti generalmente di tre quar-
ti, dando il massimo risalto all’espressio-
Sopra: Nadar, “Ritratto di Charles Baudelaire”, 1860.
A sinistra: Gaspard Felix Tournachon, detto Nadar, “Autoritrat-
to”, 1854.
Nella pagina seguente: Julia Margaret Cameron, “Ritratto di Mrs
Herbert Duckworth” (madre di Virginia Wolf), 1867.

ne del volto e all’atteggiamento del corpo. una scelta linguistica ben precisa e moti- attività nel 1852 con Leopoldo, a cui si as-
Una luce intensa e perfettamente calibrata vata. Di fronte ad un appiattimento gene- sociano ben presto i fratelli Giuseppe e Ro-
mette in risalto le caratteristiche dei volti, rale dovuto alla diffusione della fotografia mualdo, e che si dedicano ad ogni genere
scavati e indagati da un occhio esperto e come semplice mezzo di sussistenza, sono fotografico, dal ritratto in studio al pae-
acuto, e immobilizzati nel momento della numerose le personalità emergenti già nel- saggio, dall’architettura alla copia di og-
massima intensità dell’espressione. Tutto l’epoca del collodio che hanno saputo pie- getti artistici, sculture e pitture. Contraria-
il bel mondo e l’intellighenzia parigina e gare lo strumento fotografico alle proprie mente alla maggior parte degli altri docu-
francese, ma non solo francese, transita nel- esigenze. Il mezzo fotografico è vincolan- mentaristi, gli Alinari mantengono nei con-
lo studio di Nadar, che lascia sulle lastre di te solamente nella lunghezza, ancora ec- fronti del soggetto un atteggiamento di-
vetro una testimonianza fedele ed eloquente cessiva ma non più proibitiva, del tempo staccato, sviluppando un mestiere raffina-
della sua epoca, compreso un sublime ri- di posa, che rappresenta comunque un osta- to ma impersonale. Non prevale la perso-
tratto della propria madre ed un esatto ed colo relativo e in molti casi finisce per con- nalità di nessuno dei fratelli e Leopoldo, il
ironico autoritratto. ferire ancora maggiore dignità e forza alle più creativo, muore giovanissimo nel 1865,
L’inglese Julia Margaret Cameron si dedi- immagini. All’interno dei limiti del mezzo ma l’attività dello studio prosegue, avva-
ca alla fotografia più per passione che per ogni autore dotato di personalità riesce a lendosi di numerosi anonimi collaborato-
professione e, accanto ad una discutibile ritagliarsi il proprio modo di vedere, il pro- ri. Vengono imposte regole di ripresa im-
serie di foto di genere, eccelle in una serie prio, spesso personalissimo, stile. mutabili e rigide che, se da una parte per-
di ritratti vigorosi e intensi, tutti giocati sul Anche fra i fotografi documentaristi, per mettono agli Alinari di raccogliere nel gi-
contrasto fra luci nette ed ombre cupe ed natura più freddi e meno emotivi dei ri- ro di quarant’anni di lavoro qualcosa co-
appena velati da un’aura di indefinito e di trattisti, si sviluppano personalità diverse. me quattrocentomila lastre di ogni angolo
mistero, dovuta forse alla eccessiva mor- In Italia vediamo ad esempio gli Alinari di d’Italia, dall’altra conferiscono alle loro
bidezza degli obiettivi, ma sicuramente ad Firenze, una famiglia che inizia la propria immagini, salvo casi particolari, un’aura di
Giorgio Sommer, “Piazza Navona a Roma”, 1860 circa.

freddezza e di mancata partecipazione.


Altri fotografi, come Carlo Naya a Vene-
zia, Giorgio Sommer a Roma e a Napoli,
e lo stesso Carlo Brogi a Firenze, dimo-
strano nelle loro riprese, meno organizza-
te e più intuitive, una maggiore partecipa-
zione emotiva, con la ricerca anche nelle
foto di architettura, di un elemento umano
vivificatore.
La ricerca di orizzonti più ampi, coniuga-
ta con la libertà espressiva conquistata dal
collodio, si traduce in un nuovo genere fo-
tografico, legato alla attualità e al viaggio.
Non si tratta più di fornire buone basi do-
cumentarie agli incisori, né di realizzare
immagini sorprendenti e inusuali di luoghi
celebri e lontani, ma di raccogliere una do-
cumentazione il più possibile esauriente e
dettagliata di fatti e luoghi, usanze e cir-
costanze, per capire e aiutare a capire i se-
gni del passato più o meno lontano e quel-
li di un presente in fase di continua tra-
sformazione. Accanto ai volti dei potenti e
dei personaggi famosi si cerca di fermare
sulla lastra di vetro la traccia degli avve-
Giorgio Sommer, “Venditrici di mele a Napoli”, 1860 circa.
Roger Fenton, Cantiniera in Crimea, 1855.

nimenti, soprattutto di quelli eccezionali,


come la visita di Napoleone III e della re-
gina Vittoria al Crystal Palace nel 1855, ma
anche quelli quotidiani, il mercato rionale,
il comizio elettorale, l’incidente stradale,
fino alle battute di caccia e le scene di stra-
da o di vita domestica.
Tutto questo sviluppa una nuova attenzio-
ne e una nuova sensibilità visiva. Non man-
cano le fotografie di guerra, o di guerra si-
mulata, come quelle notissime realizzate
nel 1855 da Roger Fenton, che riprende le
truppe inglesi nelle retrovie della Crimea,
esclusivamente per tranquillizzare l’opi-
nione pubblica inglese. A queste immagi-
ni si contrappongono quelle, altrettanto no-
te, ma molto più crude, realizzate nel 1863
da O’Sullivan sul campo di battaglia di
Gettysburg o da Brady a Richmond. Que-
ste immagini inaugurano un nuovo tipo di
estetica e vengono raccolte in album, sti-
molando l’interesse per la conoscenza de-
gli avvenimenti storici contemporanei. Già
all’epoca non esiste avvenimento pubbli- Anonimo, “Durante la Comune di Parigi”, 1871.
co di qualche rilevanza che non venga im-
Giacomo Altobelli, “Roma, bersaglieri in posa davanti a Porta Pia”, 1870.

mortalato sulla lastra sensibile, dall’im- Dove si realizza una sintesi piuttosto effi- mandosi sul modo in cui vive o sopravvi-
piccagione degli assassini di Lincoln nel cace fra le due tendenze più estreme è nel- ve la gente, con la stessa curiosità scienti-
1865 alla guerra franco prussiana del 1870, la fotografia di viaggio, dove i paesaggi e fica e sociologica con cui, dall’altra parte,
dalla breccia di Porta Pia dello stesso an- le architetture più esotiche vengono inda- si indagano nel dettaglio le formazioni geo-
no alla Comune di Parigi del 1871. Le fo- gate dall’occhio allo stesso tempo disin- logiche e la struttura della vegetazione.
tografie vengono eseguite nei momenti di cantato e meravigliato dei fotografi euro- Il fotografo si trova, suo malgrado, in bili-
relativa calma che seguono gli avvenimenti, pei e americani. La popolazione locale, le co fra arte e letteratura, realismo e propa-
con i personaggi messi in posa, e non pre- scene di vita quotidiana all’aria aperta e le ganda, in una posizione scomoda che lo ve-
tendono di immortalare l’azione nel suo di- testimonianze visibili di culture diverse da de allo stesso tempo testimone e protago-
venire, quanto di registrarne gli effetti vi- quelle occidentali si fondono con i sogget- nista della storia. Ma, per la prima volta,
sibili, dirompenti nella loro crudezza e im- ti più classici e con le architetture più se- gli viene offerta la possibilità di scegliere
mediatezza. Queste immagini, dai toni for- vere. L’occhio attento del fotografo di viag- la propria strada, dalla scelta dei temi ai
ti, stridono se messe accanto alle immagi- gio non si ferma solo sui monumenti e sul- quali dedicarsi fino agli strumenti con i qua-
ni delicate e sognanti di quei letterati che le bellezze naturali, come nel decennio pre- li affrontarli e raccontarli.
con la fotocamera ricercano non tanto la cedente, ma comincia a muoversi anche nei
verità quanto una concezione astratta del- quartieri popolari, nei villaggi di frontiera, Danilo Cecchi
la bellezza. nei vicoli circondati da baracche, soffer-

BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE: AA.VV. - Gli Alinari fotografi a Firenze 1852-1920 - Alinari


Sulla storia della fotografia AA.VV. - Alle origini della fotografia - Un itinerario toscano - Alinari
Helmut e Alison Gernsheim - Storia della fotografia - Frassinelli Diego Mormorio - Storia fotografica della società italiana - Il Risorgi-
Helmut Gernsheim - Storia della fotografia, l’età del collodio - Electa mento 1848-1870 - Editori Riuniti
Wladimiro Settimelli - Storia avventurosa della fotografia - Fotografare AA.VV. - La fotografia a Roma nel secolo XIX
Diego Mormorio - Storia della fotografia - Newton Sulle fotocamere
Italo Zannier - Storia della fotografia italiana - Laterza John Wade - Breve storia della macchina fotografica - Fotografare
Italo Zannier - Segni di luce: La fotografia italiana dall’età del collodio Brian Coe - La macchina fotografica (The Camera) - Garzanti
al pittorialismo - Longo Michel Auer - Histoire illustrée del appareils photographiques - Edita
Jean Claude Lemagny/André Rouillé - Storia della fotografia - Sansoni Denoel
James Cornwall - Die Fruhzeit der Photographie in Deutschland - VWI Michel Auer - 150 ans d’appareils photographiques (150 Years of came-
Yvan Christ - L’age d’or de la photographie - Vincent et Freal ras) - Camera Obscura
Beaumont Newhall - The History of Photography - Secker & Warzburg Paul Henry Van Hasbroeck - 150 Classic Cameras - Sotheby’s
Peter Pollack - The picture history of photography - Thames & Hudson Francesch/Bouvis/Boucher - Les appareils photographiques français -
Michael Langford - The story of Photography - Focal Press Maeght
Patrick Daniels - Early Photography - Academy/St.Martin Channing/Dunn - British Camera Makers - Parkland Designs
Volker Kahmen - Fotogfrafia come Arte - Goerlich Apparecchi fotografici italiani 1839-1911 - Electa
Opere monografiche Jiri Janda - Camera Obscuras - National Museum of Technology - Pra-
AA.VV. - Nadar - Einaudi gue
Giorgio Sommer fotografo in Italia 1857-1891 - Ed. Carte Segrete Robert White - Discovering Old Cameras - Shire
L’ESPERTO RISPONDE

“X” “M” E
L’OTTURATORE
Come dice il lettore, la luce è il fattore pade lampo.
Continua, come si è detto, il colloquio al- esterno che maggiormente determina il ri- Da allora, il flash ha goduto di notevoli
largato con i lettori: è la volta di Antonio sultato fotografico. Esterno rispetto ai fat- miglioramenti in termini di autonomia, di
Manservigi di Verona, interessato all’il- tori che potremmo chiamare interni: emul- potenza disponibile, di controlli e auto-
luminazione. L’abbiamo già sentito a pro- sione, esposizione, trattamento, ottica, fo- matismi, con accoppiamento alle funzio-
posito delle radiazioni UV, e riprendia- tocamera e così via. ni della fotocamera. Mi pare quasi super-
mo il discorso parlando di lampeggiato- I primi studi fotografici - quelli dei pro- fluo elencare i pregi che ne hanno decre-
ri. tofotografi - erano fortemente dipendenti tato il successo: elevata potenza in picco-
Sono convinto che la luce in genere sia dalla luce solare; le riprese erano possibi- lo volume, breve durata del lampo, vita
un fattore di eccezionale importanza, nel- li solo con la piena luce del giorno (oc- quasi illimitata, temperatura di colore adat-
la fotografia; vorrei capire qualcosa di corre tenere conto delle basse sensibilità ta alle riprese con materiale tarato per lu-
più sui lampeggiatori, incapace di orien- dei materiali allora disponibili: nei primi ce diurna, costo di gestione decisamente
tarmi fra le tante sigle che ne caratte- anni del Novecento si arrivava a 20 ASA). inferiore a quello delle lampade lampo, a
rizzano le prestazioni. Vorrei un chiari- La stessa struttura dello studio era pro- fronte di un investimento non sempre mo-
mento su termini quali X e M (penso di gettata in modo da facilitare lo sfrutta- desto, ma ben compensato dal lungo am-
averne capito l’uso in pratica), dei qua- mento della radiazione solare, sia come mortamento.
li mi sfugge però il meccanismo d’azio- orientamento, sia utilizzando ampie su-
ne. Vorrei anche capire il reale signifi- perfici riflettenti capaci di convogliarla sul Una questione di otturatore
cato di tempo di sincrolampo e il perché soggetto. È solo nel 1877 che viene usata Ma veniamo agli argomenti che ci inte-
sia migliore, sotto questo profilo, l’ottu- in Inghilterra, per la prima volta, la luce ressano. M e X si riferiscono rispettiva-
ratore centrale rispetto a quello a tendi- elettrica. mente all’uso delle lampade lampo e al
na. Gli studi dei primi decenni del XX seco- lampeggiatore elettronico. Le prime rag-
Antonio Manservigi, Verona lo hanno fatto tuttavia largo uso della lu- giungono il picco di potenza luminosa so-
ce lampo, prodotta con pericolose, esplo- lo dopo circa 30 millisecondi dall’accen-
sive, misture di polvere di magnesio e os- sione: occorre quindi che il contatto ven-
sidanti, capaci di produrre intensi lampi ga stabilito 30 millisecondi prima che l’ot-
di breve durata, accompagnati anche da turatore - tendina o centrale - risulti com-
un rumore per nulla trascurabile. pletamente aperto.
Molto meno pericolose le lampade lam- Il lampeggiatore elettronico, invece, par-
po, introdotte in Germania nel 1929 e tut- te quasi subito, entro frazioni di millise-
tora - anche se assai poco - impiegate, spe- condo: il contatto d’accensione - il cosid-
cie da nostalgici del passato. Un’intera ge- detto trigger - deve quindi essere stabili-
nerazione di reporter statunitensi (Weegee to solo quando l’otturatore è completa-
riprese non meno di 5000 delitti, a New mente aperto.
York, negli anni ’30) visse su queste lam- Esiste poi una differenza sostanziale di
pade, che racchiudevano ossigeno e sotti- comportamento fra otturatore centrale e
li fili di una lega di magnesio. a tendina; il primo si apre sempre com-
La svolta decisiva si ebbe nel 1939, quan- pletamente, qualunque sia il tempo di po-
do Edgerton inventò il lampeggiatore elet- sa impostato.
tronico. Usato inizialmente a scopo mili- Il secondo - che si muove abbastanza vi-
tare, in particolare per la fotogrammetria, cino alla pellicola, quasi sul piano focale,
con aerei costruiti ad hoc dalla Fairchild, diversamente da quello centrale, che è col-
il lampeggiatore era costituito da una enor- locato all’interno dell’obiettivo - opera in-
me batteria di condensatori che riempiva vece con due tendine diverse: si apre la
quasi totalmente l’aereo e generava lam- prima e poi si chiude la seconda; la diffe-
pi di eccezionale potenza. Alla fine della renza fra l’apertura della prima tendina e
II Guerra Mondiale, l’invenzione di Ed- l’inizio della chiusura della seconda di-
gerton si impose prepotentemente nella pende dal tempo di posa impostato, ed è
fotografia convenzionale, confinando nel- soggetta alla limitazione di velocità di scor-
l’obsoleto la polvere di magnesio e le lam- rimento delle tendine, che è sempre la stes-
Schema di apertura di un otturatore centrale.
Con l’otturatore centrale non ha senso par-
lare di tempo di sincrolampo, perché è sem-
pre possibile - qualunque sia il tempo impo-
stato - trovare un istante in cui sia completa-
mente aperto.

sa, e non può essere troppo elevata, per evi-


tare la morte precoce della meccanica, se seconda tendina prima tendina
troppo sollecitata.
Sempre la stessa, la velocità per una data
fotocamera, può essere differente, come
vedremo, su apparecchi diversi. Per que-
sta ragione, con i tempi di posa più lunghi
la seconda tendina parte solo quando la pri-
ma è completamente aperta, con un ritar-
do che obbedisce al tempo di posa impo-
stato. A mano a mano che il tempo di po-
sa si fa più breve, il ritardo diminuisce, fi-
no ad azzerarsi del tutto; in altre parole, i
tempi lunghi non si chiamano più tali quan-
do la seconda tendina parte immediata-
mente dopo che la prima si è aperta del tut-
to.
Tempi di otturazione più brevi non posso-
no essere ottenuti - per effetto della co-
stanza di velocità di spostamento delle due Schema dell’otturatore a tendina.
- altro che facendo partire la seconda ten- Con i tempi di posa più lunghi la seconda tendina parte solo quando la prima è completa-
dina prima che la prima abbia scoperto mente aperta, con un ritardo che obbedisce al tempo di posa impostato. A mano a mano che
completamente la pellicola, il che equiva- il tempo di posa si fa più breve, il ritardo diminuisce, fino ad azzerarsi del tutto; in altre pa-
le a dire che i tempi brevi di otturazione si role, i tempi lunghi non si chiamano più tali quando la seconda tendina parte immediata-
ottengono facendo scorrere una fenditura mente dopo che la prima si è aperta del tutto.
di ampiezza sempre minore, a mano a ma- Tempi di otturazione più brevi non possono essere ottenuti - per effetto della costanza di ve-
no che il tempo impostato si abbrevia. locità di spostamento delle due - diversamente se non facendo partire la seconda tendina
Il confine tra tempi lunghi e tempi brevi è prima che la prima abbia scoperto completamente la pellicola, il che equivale a dire che i
il tempo di sincrolampo, perché rappre- tempi brevi di otturazione si ottengono facendo scorrere una fenditura di ampiezza sempre
senta il tempo più lungo - per quella foto- minore, a mano a mano che il tempo impostato si abbrevia.
camera - a cui tutto il fotogramma risulta
esponibile; con tempi più brevi, ne verrebbe
impressionata solo la parte corrisponden-
te alla fenditura relativa al tempo impo-
stato.

Larghezza fenditura in mm, in funzione del tempo di otturazione:

Sincrolampo 1/1000s 1/1000s 1/2000s 1/2000s 1/4000s 1/4000s 1/8000s 1/8000s


lato 24mm lato 36mm lato 24mm lato 36mm lato 24mm lato 36mm lato 24mm lato 36mm

1/30s 0.72 1.08 0.36 0.54 0.18 0.27 0.09 0.135


1/60s 1.44 2.16 0.72 1.08 0.36 0.54 0.18 0.27
1/125s 3.00 4.50 1.50 2.25 0.75 1.125 0.375 0.563
1/250s 6.00 9.00 3.00 4.50 1.50 2.25 0.75 1.125
Immagine tratta dal volume “Nikkor Annual 1990-91.

esposizione lungo il foto- L’otturatore centrale


gramma, nella direzione Restano ancora da spendere alcune parole
del movimento delle stes- sull’otturatore centrale. È vero - come di-
se. Infatti, se la seconda ce il lettore - che questo tipo di otturatore
tendina scorre più lenta- non soggiace ai limiti di cui si è detto fi-
mente, la fenditura si al- nora: non ha senso parlare di tempo di sin-
largherà, aumentando l’e- crolampo per questo dispositivo, perché è
sposizione tanto di più, sempre possibile - qualunque sia il tempo
quanto più avanzano; al impostato - trovare un istante in cui sia com-
contrario, se la prima fos- pletamente aperto, anche se con qualche li-
se più lenta della seconda, mitazione quando si usino le lampade lam-
l’esposizione diminuireb- po. Gli otturatori centrali di qualità am-
be. È quindi di estrema im- mettono tempi che vanno di solito da 1s a
portanza la costanza della 1/500s; in qualche raro caso, specie con ot-
velocità di ambedue, per tiche di diametro non elevato, si può arri-
tutta la durata dell’esposi- vare a 1/800s. In ogni caso, anche con i
zione: la larghezza della tempi più brevi possibili, la durata del lam-
fenditura non deve assolu- po del flash, tipicamente di 1/1000s - an-
tamente cambiare. che molto meno per quelli a computer, e
Il suo valore determina poi raramente di più, per quelli professionali
la precisione dell’esposi- di elevata potenza, da studio - è contenuta
zione; il tempo di sincro- nel tempo di otturazione: 1/1000s è più bre-
lampo di una fotocamera ve di 1/800s!
moderna di pregio non ele- Diverso è invece il discorso quando si usi-
vato è, di solito, 1/60s; con no le lampade lampo; in questo caso, la du-
Il tempo di sincrolampo dovrebbe essere il un tempo di otturazione di rata dell’emissione luminosa è molto mag-
più breve possibile; tempi lunghi possono 1/1000s - vedi tabella - la larghezza della giore, dell’ordine di 20-30 millisecondi. Se
dar luogo alle cosiddette immagini fanta- fenditura è di 2.16mm, con tendina che scor- quindi si vuole sfruttarne la piena potenza,
sma: la luce ambiente - non quella del lam- re orizzontalmente. È quindi ammissibile sarà necessario che l’otturatore resti aper-
peggiatore - può impressionare l’emulsio- una tolleranza di 0.2mm, che darebbe una to per tutta la durata del lampo. Per un’e-
ne tanto più facilmente, quanto più lunga differenza di esposizione di circa il 10%, missione di 20 millisecondi, il tempo di ot-
è l’esposizione. il che vuol dire 1/900s oppure 1/1100s. Ma turazione non deve essere quindi più bre-
se si pretendesse, con lo stesso valore di ve di 1/50s; per evitare problemi, è anzi
Il sincrolampo tolleranza, di arrivare a 1/2000s, la diffe- prudente usare 1/25s. Va sempre tenuto con-
Vale la pena di fare alcune ulteriori consi- renza di esposizione sarebbe di circa il 20%, to della necessità di anticipare il comando
derazioni su questo tempo critico. Anzi- e cioè da 1/800s a 1/1200s, il che sarebbe della lampada di quei 30 millisecondi di
tutto, la velocità delle tendine - che deve meno accettabile; la cosa peggiorerebbe na- cui si è detto in precedenza. Con tempi di
essere rigorosamente sempre la stessa, qua- turalmente con tempi di otturazione anco- otturazione più brevi, parte della potenza
lunque essa sia - può raggiungere valori ra più brevi. Questo evidenzia, indiretta- luminosa andrà perduta: nel caso già visto,
piuttosto elevati, diversi se le tendine scor- mente, il progresso compiuto nella proget- con 1/100s, la quantità di luce utilizzata per
rono orizzontalmente, parallele al lato di tazione e realizzazione degli otturatori a l’esposizione sarà la metà di quella totale,
36mm del fotogramma, o verticalmente, tendina; le fotocamere che ammettono il che si traduce in un NG 1.4 volte infe-
secondo il lato 24mm. 1/8000s - in genere movimentano le tendi- riore a quanto suggerito normalmente. Già,
Lungo il 36mm, un tempo di sincrolampo ne verticalmente, lungo il lato 24mm - de- perché anche per le lampade lampo si può
di 1/30s impone una velocità di 3.9 km/h e vono necessariamente restringere le tolle- parlare di NG, una grandezza tipica delle
di 2.59 km/h lungo il 24mm. Con un tem- ranze: 0.2mm darebbero un errore di oltre sorgenti luminose a breve durata ed eleva-
po di sincrolampo di 1/250s - il più breve il 25%, da 1/750s a 1/1250s, apprezzabil- ta intensità. L’NG, ricordiamolo, varia di
usato nelle fotocamere esistenti sul merca- mente peggio di quanto rilevano le misure un fattore di 1.4 - è la radice quadrata di 2
to - le velocità raggiungono i 21.6 km/h di laboratorio. - per ogni variazione di un fattore 2 della
lungo il lato 24mm e i 32.4 km/h lungo il Un tempo di sincrolampo breve permette sensibilità dell’emulsione. Il perché è pre-
36mm! anche l’utilizzo delle lampade flash, quel- sto detto: dividendo l’NG per la distanza
Se poi si calcola la larghezza della fendi- le ai fili di magnesio; in questo caso, in- in metri fra sorgente e soggetto, si ottiene
tura della tendina, in funzione del tempo fatti, la durata del lampo deve essere al- il valore del diaframma da impostare per
di otturazione, si hanno risultati che ren- meno uguale al tempo con cui l’intero fo- avere un’esposizione mediamente corret-
dono conto dei limiti della tecnologia, in togramma viene esposto, e cioè pari al tem- ta; il diaframma, che si ricava come rap-
termini di precisione necessaria a garanti- po di sincrolampo. Nel passato, per venire porto fra il diametro del suo buco e la lun-
re tempi di esposizione riproducibili, entro incontro a questa esigenza, erano reperibi- ghezza focale, contiene già un quadrato,
le tolleranze volute. li lampade lampo a combustione lenta, lun- perché tale diametro rappresenta in realtà
Si è detto che la velocità delle tendine de- ga quanto il tempo di sincrolampo: un ten- una superficie. Giusto?
ve essere rigorosamente uguale; l’eventuale tativo di rinverdire il mercato, che non ha
differenza si traduce in una variazione di avuto un successo molto duraturo. Giampaolo Bolognesi
L’ESPERTO RISPONDE

COME FUNZIONA
IL MOLTIPLICATORE
Lo schema ottico della duplicazione. Nella
parte alta, un obiettivo O da 100mm di fo-
cale, in quella bassa lo stesso obiettivo du-
plicato OD, la focale diventa 200mm. PF è
il piano focale, F il diaframma; il suo buco
- in questo caso - ha un diametro pari a 1/4
della focale di 100mm, cioè 25mm.
L'apertura è pari alla lunghezza focale divi-
sa per il diametro del buco, cioè 100/25 =
f/4. Nella parte inferiore della figura, il dia-
metro del buco resta inalterato, ma la lun-
ghezza focale raddoppia; per questa ragio-
ne l'apertura diventa 200/25, cioè f/8. Con il
duplicatore, quindi, l'apertura si dimezza, si
perdono due stop. Con lo stesso ragionamento
è facile dimostrare che un triplicatore fa per-
dere tre stop.

Sono domande che risalgono al 1995, ma re, o triplicatore, riesco a fermare le moto Spieghiamo meglio
che sono sempre attuali. Anche oggi, spe- in velocità? Il concetto di perdita di stop nella molti-
cie per i neofiti - e forse non solo per loro 7) In queste condizioni, a quanto posso plicazione di focale sembra in genere po-
- il meccanismo d'azione dei moltiplicato- spingere l'ingrandimento nella stampa del- co chiaro, almeno è questa l'impressione
ri di focale conserva ancora qualche mi- la 400/27 ISO? che se ne ricava dalle lettere che ci per-
stero. vengono. Eppure è così semplice: osser-
Vorremmo aiutare i lettori a capire di più, Le risposte di allora vate la figura e seguite passo-passo la di-
e lo faremo espandendo le risposte più im- 1) Esistevano, ma non mi risultano, al mo- dascalia... spero che i problemi sparisca-
portanti. Anche dalle domande degli altri mento attuale. D'altra parte lei può ottene- no! Il buco del diaframma è una grandez-
c'è da imparare - val la pena leggerle - ma re anche un quadruplicatore, con due du- za dominante, ma pochi riflettono sul fat-
le relative risposte sono, in questi casi, suf- plicatori montati uno sull'altro. to che viene espresso in mm (o cm), con
ficientemente esplicative, non richiedono 2) È visibile, specie se il moltiplicatore una grandezza quindi lineare, mentre rap-
espansione. non è di qualità eccellente, a 7 lenti. presenta in realtà una superficie, un buco
Va solo detto che sono passati cinque an- 3) La qualità è tanto peggiore quanto più è una superficie, che è proporzionale al qua-
ni, da allora, e che è possibile utilizzare du- si moltiplica. drato dei mm (o cm)!
plicatori dedicati ad alcuni zoom, limitan- 4) Due stop per il duplicatore e tre per il È questa la ragione per cui la serie dei dia-
do il danno a livello bene accettabile. triplicatore. frammi (2 - 2.8 – 4 - 5.6 – 8 – 11 – 16 - 22)
5) Scusi, ma perché non prova a diafram- - pur rappresentando un dimezzamento del-
Le domande mare a f/22 (due stop più chiusi del f/11) l'apertura, viene ottenuta moltiplicando (o
1) È vero che esistono anche i triplicatori per verificare come ci si vede? dividendo, se si torna indietro) per 1.4, che
di focale? 6) Caro amico, la sua domanda non ha sen- è la radice quadrata di 2.
2) La caduta di qualità è facilmente visibi- so: l'esposizione è fatta di diaframma e di È un concetto di validità universale, in fo-
le, o solo un esperto se ne accorge? tempo, e dipende dalla luce ambiente; quan- tografia, e lo si applica anche ai conteggi
3) La caduta di qualità è peggiore con il ta luce c'è nelle sue moto in corsa? Quale relativi al famigerato NG dei lampeggia-
duplicatore o con il triplicatore? tempo di posa, quindi, lei può arrivare a tori. Dimezzare la potenza di un flash con
4) Quanti stop assorbe il duplicatore, e utilizzare? NG 32 non dà un NG 16 (32/2), ma un NG
quanti il triplicatore? 7) Con un ottimo duplicatore - non appli- 22 (32/1.4, la solita radice quadrata di 2).
5) Con f/11 (con il 28-200 al massimo e cato a uno zoom, per favore, la qualità sa- Dimezzare vuol dire uno stop in meno; 16
duplicatore) diventa notte oppure riesco an- rebbe inaccettabile - può ingrandire sui 10x, sarebbero 2 stop in meno, non vi pare?
cora a fotografare senza problemi? se i bordi dell'immagine non sono tanto im-
6) Se uso una 400/27 ISO con duplicato- portanti. Giampaolo Bolognesi
FOTODIDATTICA

COME SI FORMA
L’IMMAGINE
LATENTE
Esaminiamo il processo chimico-fisico che sta alla base della fotografia.
Capirne i meccanismi aiuta a conoscere meglio le pellicole e gli sviluppi.

Nella formazione del legame ionico tra ar-


gento e bromo, l’argento cede un elettrone a
quest’ultimo.

Come abbiamo visto, la fotografia si basa tiva, e neutroni, privi di carica elettrica. getico esterno. Questa loro particolare con-
su un procedimento chimico-fisico abba- figurazione elettronica esterna li rende sta-
stanza complesso che sfrutta le reazioni di Il numero atomico bili, non presentano, cioè, la tendenza a
alcuni materiali all’azione della luce. Il numero atomico viene utilizzato nella combinarsi con altri elementi.
Prima di esaminare questo processo è uti- classificazione periodica degli elementi e Gli atomi di tutti gli altri elementi, al con-
le fornire alcuni concetti elementari di chi- corrisponde al numero degli elettroni che trario, presentano un numero di elettroni
mica, che ci aiuteranno a comprendere me- ruotano attorno al nucleo dell’atomo, op- nello strato esterno minore di 8. Essi, per-
glio quanto diremo. pure al numero dei protoni presenti nel nu- tanto, tendono a raggiungere il numero di
cleo dello stesso. elettroni ideale per l’equilibrio chimico-fi-
L’atomo Il numero atomico, pertanto, consente di sico, combinandosi con altri elementi.
L’atomo è una particella di massa estre- individuare le proprietà chimiche e fisiche
mamente piccola, costituita da un nucleo di ciascun atomo. Gli alogeni
centrale attorno al quale ruotano altre par- Il fluoro, il cloro, il bromo e lo iodio, det-
ticelle dette elettroni, di carica elettrica ne- I gas nobili ti alogeni (cioè generatori di sali, classifi-
gativa. I cosiddetti gas nobili (elio, neon, argo, crip- cati nel gruppo VII A della tavola periodi-
Il nucleo è a sua volta costituito da due par- to, xeno, radon), definiti anche inerti, pos- ca degli elementi), hanno la tendenza a com-
ticelle: i protoni con carica elettrica posi- siedono 8 elettroni ruotanti nello strato ener- binarsi con atomi di altri elementi in gra-
Rappresentazione schematica dell’atomo di ossigeno, il cui
numero atomico è 8.

Il reticolo cristallino è costituito dall’alter-


nanza di ioni positivi e di ioni negativi.
do di cedere un elettrone e raggiungere in- ticolo) che svolgono un ruolo determinan-
sieme un assetto elettronico stabile. te. Nel processo di preparazione di queste
emulsioni vengono aggiunte alcune sostanze
Gli ioni come l’oro, il selenio, lo zolfo ecc., che ser-
Quando dalla combinazione di due atomi vono ad accrescerne la sensibilità.
(o di gruppi di atomi) si verifica un trasfe- Quando la luce colpisce il bromuro d’ar-
rimento definitivo di elettroni dall’elemento gento alcuni elettroni vengono liberati. La
più elettropositivo (metallo) all’elemento carica elettrica che teneva uniti i due ele-
più elettronegativo (non metallo) si instaura menti viene spostata, il bromo ridiventa un
un legame ionico. atomo, mentre l’argento rimane uno ione
A seguito del trasferimento di elettroni si positivo.
formano due nuove specie di ioni, dotati di Gli elettroni liberati si accumulano in altri
caratteristiche diverse da quelle degli ele- centri di sensibilità mentre gli ioni positi-
menti di partenza. vi d’argento riprendono gli elettroni pre-
Gli ioni sono dotati di carica elettrica ed cedentemente ceduti, trasformandosi in ato-
esercitano tra loro delle forze: attrattive tra mi di argento metallico.
ioni di segno opposto; repulsive tra ioni Si formano, quindi, dei depositi di argento
dello stesso segno. scuro che, tuttavia, sono troppo sottili per-
A causa delle forze esercitate, gli ioni si di- ché possano essere rilevati (in questa fase
spongono in una struttura geometrica or- i centri di sensibilità vengono detti germi
dinata, detta reticolo cristallino. di sviluppo).
La luce quindi, attraverso l’invio di fotoni, Imperfezioni del reticolo. Si tratta di imper-
La formazione dell’immagine provenienti in maggior misura dalle zone fezioni del cristallo costituite di atomi di oro,
I principali elementi utilizzati nella foto- più luminose delle immagini, ha formato selenio, zolfo, che inserite nelle emulsioni ne
grafia sono il bromo e l’argento. sull’emulsione un’immagine latente, cioè aumentano la sensibilità.
Quando questi due elementi si combinano, non visibile.
l’argento perde parte della sua energia ce- L’immagine può essere resa visibile attra-
dendo un elettrone al bromo. In questo mo- verso il processo di sviluppo, con l’utiliz-
do si realizza un legame ionico: l’argento zo cioè di particolari prodotti detti rivela-
e il bromo non sono più atomi ma ioni: po- tori.
sitivi per l’argento, negativi per il bromo. Il rivelatore (o sviluppo) contiene delle so-
I solidi ionici, come detto in precedenza si stanze in grado di cedere elettroni. In que-
presentano sotto forma di cristalli. sto modo l’annerimento si propaga all’in-
Le pellicole fotografiche sono ricoperte da terno del cristallo, l’argento si riduce e il
una emulsione di bromuro cristallino (alo- rivelatore si ossida.
genuro d’argento, Ag+ Br-) sensibile alla Quando i germi di sviluppo vengono a con-
luce. tatto con il rivelatore, una quantità sempre
Le parti cristalline sono costituite dall’al- maggiore di alogenuro passa ad argento
ternanza di ioni bromo e argento, ma vi so- metallico e l’immagine comincia a render-
no, oltre a un certo numero di ioni d’ar- si visibile.
gento liberi di muoversi, anche delle pic-
colissime imperfezioni dei cristalli (detti Stefania Gravili
centri di sensibilità, o imperfezioni del re- (2- Continua)
FOTODIDATTICA

CONOSCERE LA LUCE
Le caratteristiche fisiche, l’analisi dei fenomeni luminosi, la temperatura di colore.

Le caratteristiche della luce I vari tipi di radiazione presentano lun-


Iniziamo in questo fascicolo una nuova La fotografia si basa sulla capacità della ghezze molto diverse fra loro, da un mi-
serie di articoli che riteniamo possano luce di provocare modificazioni ad alcune liardesimo di millimetro a parecchi chilo-
essere interessanti sia per gli esperti che sostanze. La luce rappresenta, pertanto, l’e- metri.
per quelli che si avvicinano ora alla fo- lemento fondamentale della fotografia. Es-
tografia; Stefania Gravili affronta in mo- sa consiste in un insieme di radiazioni elet-
do sistematico i temi base della foto- tromagnetiche emesse dai corpi radianti
grafia, analizzando i principi della fo- (come può essere il sole, una lampadina,
tografia, spiegando i fenomeni chimici ecc.) e si propaga nello spazio sotto forma
e fisici. di onde. Un’idea visiva delle onde elettro-
Non potevamo che iniziare dalla luce. magnetiche è data dai cerchi concentrici
Gli articoli sono tratti dal libro di Ste- creati da un sasso gettato in uno stagno. In
fania Gravili “Tecnica Fotografica”, ed. realtà le onde si propagano in tutte le di-
Hoepli. rezioni e non solo sul piano, come può sem-
brare osservando il fenomeno. Il movi-
mento di ciascuna onda è di tipo ondula- Confronto fra le diverse unità di misura uti-
torio . lizzate per la lunghezza d’onda delle radia-
zioni elettromagnetiche.

Lo spettro elettromagnetico
L’insieme delle radiazioni costituisce lo
spettro elettromagnetico. Al suo interno le
radiazioni vengono classificate in gruppi
Propagazione nello spazio di un’onda elet- in base alla loro lunghezza (bande).
tromagnetica. Il nostro sistema visivo riesce a percepire
soltanto una piccola parte dell’intero spet-
Nel vuoto (e, in prima approssimazione, tro elettromagnetico. Non tutte le radia-
nell’aria) la luce viaggia a una velocità co- zioni elettromagnetiche, pertanto, posso-
stante di 300.000 chilometri al secondo. no stimolare la nostra vista. Possiamo co-
Nella materia la sua velocità diminuisce in sì suddividere lo spettro elettromagnetico
relazione alla densità dei corpi attraversa- in tre parti:
ti. - lo spettro visibile all’occhio umano
Le radiazioni possono essere distinte tra - lo spettro composto dai raggi gamma, dai
loro sulla base di due valori: la lunghezza raggi X e dai raggi ultravioletti (non visi-
e la frequenza. Ogni onda può essere rap- bili all’occhio umano e nocivi alla nostra
presentata con una oscillazione ABC che salute)
si propaga in una data direzione. La di- - lo spettro (ugualmente non visibile), com-
stanza AC rappresenta la sua lunghezza. prendente i raggi infrarossi (aventi la ca-
La frequenza è data dal numero di oscilla- ratteristica di provocare una sensazione di
zioni complete che l’onda compie in un se- calore), le onde radar (rilevabili soltanto
condo. con apparecchi elettronici) e le onde radio
(con lunghezza variabile da alcuni metri
fino a parecchi chilometri).

Lo spettro visibile all’occhio umano com-


prende una gamma di onde aventi una ban-
da piuttosto limitata, compresa tra i 400 e
i 700 nanometri (un nanometro, in sigla
nm, corrisponde a un milionesimo di mil-
limetro di lunghezza).
Ogni lunghezza d’onda compresa in que-
Rappresentazione grafica della lunghezza sto spettro visibile trasmette alla nostra re-
d’onda. tina stimoli leggermente diversi e il cer-
SPETTRO ELETTROMAGNETICO
TIPO DI RADIAZIONE LUNGHEZZA D’ONDA
A Raggi gamma 1-100 unità X
B Raggi X 100 unità X
C Raggi ultravioletti 50 Å - 4000 Å
D Raggi visibili 4000 Å - 7000 Å
E Raggi infrarossi 7000 Å - 1mm
F Onde radar 1mm - 1dm
G Onde radio > 1dm

Analisi dei diversi


fenomeni luminosi
La propagazione della luce può dar luogo
a vari fenomeni la cui conoscenza è molto
importante nello studio della fotografia.
Le diverse bande dello spettro visibile. Questi fenomeni dipendono da molti fat-
tori, tra i quali hanno particolare rilievo le
caratteristiche dei corpi colpiti. Diamo al-
cune definizioni di questi fenomeni che ci
serviranno per meglio comprendere il com-
vello attribuisce loro colori differenti. questo limite si entra nella banda ultravio- portamento della luce nelle diverse situa-
La percezione di un colore, pertanto, altro letto (UV) e non si ha più alcuna perce- zioni.
non è se non la prevalenza di una certa ra- zione. Assorbimento: È la proprietà di una ma-
diazione sulle altre all’interno dello spet- Avvicinandosi al limite superiore (700nm) teria di assorbire radiazioni luminose e tra-
tro visibile. il colore percepito è il rosso. Superando sformarle in radiazioni di lunghezza d’on-
Quando viene stimolato in misura presso- questo limite della banda si entra nella ban- da maggiore (spesso in energia termica).
ché uguale da tutte le radiazioni dello spet- da dell’infrarosso (IR). Il passaggio dalla Riflessione diffusa: Questo fenomeno si
tro visibile, l’occhio percepisce una luce percezione di un colore all’altro non è net- verifica quando un fascio di raggi lumino-
bianca. to, ma avviene attraverso varie sfumature si colpisce una superficie opaca. In questo
La luce bianca è il risultato di un miscu- e altri colori. caso la luce viene riflessa in tutte le dire-
glio di lunghezze d’onda differenti, senza Le convenzioni che definiscono lo spettro zioni.
prevalenza alcuna. elettromagnetico sono indicate nelle nor-
me DIN 5031.
La riproduzione schematica dello
spettro visibile
L’occhio umano recepisce le bande elet-
tromagnetiche corrispondenti al blu, al ver-
de e al rosso.
Quando ci si avvicina al limite inferiore
dello spettro visibile (400nm) il colore per-
cepito si avvicina al viola. Al di sotto di
Per il fenomeno della riflessione diffusa, la
luce viene riflessa in tutte le direzioni.

Riflessione speculare: La riflessione spe-


Quando l’occhio viene stimolato in modo culare della luce consiste in un rinvio su-
pressoché uniforme da tutte le radiazioni del- bito dai raggi luminosi quando sulla loro
lo spettro visibile, si ha la sensazione di lu- traiettoria incontrano una superficie liscia.
ce bianca.
Per il fenomeno della riflessione speculare,
il raggio di luce che colpisce una superficie
speculare viene rinviato formando, con la
perpendicolare, un angolo uguale a quello
del raggio incidente.

Riflessione selettiva: Una superficie co-


lorata che assorbe una sezione dello spet- Per il fenomeno della trasmissione selettiva,
tro visibile e ne riflette la restante parte le superfici colorate assorbono alcune lun-
(quella corrispondente al proprio colore) ghezze d’onda e trasmettono le altre.
viene chiamata riflettore selettivo, e appa-
re colorato. Rifrazione: Quando un fascio di luce pas-
Trasmissione diretta: L’aria, il vetro e, in sando dall’aria colpisce perpendicolarmente
generale, i materiali trasparenti non colo- un altro corpo trasparente, la sua velocità
rati lasciano passare la luce senza che si di propagazione si riduce ma non cambia
verifichino assorbimenti. direzione. Se invece il corpo trasparente
viene colpito in maniera obliqua, allora la
luce subisce un cambio di direzione. In que-
sto caso si parla di rifrazione.
Il potere rifrangente di un qualsiasi mezzo
di propagazione trasparente dipende dalla
sua composizione e aumenta con il dimi-
nuire della trasparenza delle sostanze. L’in-
dice di rifrazione dell’aria è, per defini-
zione, uguale a 1, quello dell’acqua a 1.33,
quello del vetro da 1.5 a 2, a seconda del-
Per il fenomeno della trasmissione diretta, la la qualità dello stesso.
luce passa attraverso la superficie traspa- Come si è detto, se un raggio di luce pas-
rente senza che si verifichi alcun fenomeno sa obliquamente da un mezzo trasparente
di assorbimento. a un altro mezzo pure trasparente, ma di
maggiore densità, la sua direzione di pro-
Trasmissione diffusa: Un raggio lumino- pagazione cambia e si avvicina alla per-
so che attraversa un materiale traslucido pendicolare condotta dal punto di inciden-
(materie plastiche, vetro smerigliato) su- za.
bisce una diffusione, viene cioè deviato in
tutte le direzioni dalla superficie ruvida.

Per il fenomeno della trasmissione diffusa,


la luce, attraversando il materiale trasluci-
do, viene deviata in tutte le direzioni.
Per il fenomeno della riflessione selettiva le Per il fenomeno della rifrazione, quando un
Trasmissione selettiva: Un pezzo di ve-
superfici colorate riflettono alcune lunghez- fascio di luce colpisce obliquamente una su-
tro, o altro materiale colorato trasparente,
ze d’onda e assorbono le altre. perficie trasparente, si verifica un cambia-
assorbe una parte dei colori della luce bian-
ca e trasmette la parte restante. mento di direzione del raggio e una varia-
zione della velocità di propagazione.
Il grado di deviazione del raggio dipende
da:
- tipo di materiale su cui incide;
- angolo di incidenza formato dal raggio che
colpisce la superficie (maggiore è l’angolo
di incidenza maggiore è la deviazione);
- qualità del raggio incidente (lunghezza
d’onda).

Al contrario, se un raggio luminoso passa


da un mezzo più rifrangente (più denso) a
uno meno rifrangente (più trasparente), il
raggio rifratto si allontana dalla normale
(cioè la perpendicolare nel punto di inci-
denza).
Di conseguenza, se il raggio luminoso in-
cide un mezzo limitato da due superfici pia-
ne parallele, emerge parallelo alla direzio-
ne del raggio incidente, il quale subisce uno
spostamento laterale.

Per il fenomeno della dispersione, allorché un fascio di luce bianca colpisce un prisma ot-
tico, questa viene scomposta nei singoli colori monocromatici (è quanto accade nel feno-
meno naturale dell’arcobaleno).

Quando un fascio di luce colpisce un mezzo


limitato da due superfici piane trasparenti e
parallele, ne emerge parallelo alla direzione
del raggio incidente.

Dispersione: Facendo passare un fascio di


luce bianca attraverso un prisma ottico (un
mezzo trasparente delimitato da più facce
piane non parallele), si osservano due fe-
nomeni: la rifrazione e la dispersione.
In virtù di questo secondo fenomeno, un fa-
scio di luce bianca viene scomposto nei sin-
goli colori monocromatici che lo compon-
gono.
Sono colori semplici quelli che si ottengo-
no dalla dispersione della luce bianca na-
turale. Poiché da qualsiasi spettro non si ri- Un colore si dice semplice (o saturo) quando non contiene più luce bianca. I colori sem-
levano altri colori diversi, se ne può con- plici sono sette.
cludere che esistono soltanto sette colori
semplici.
La luce monocromatica non è ulteriormen-
te scomponibile, cioè non contiene altre par-
ti di bianco da scomporre (un colore satu-
ro non contiene altre lunghezze d’onda).
La spiegazione del fenomeno risiede nel fat-
to che mezzi trasparenti non hanno lo stes-
so indice di rifrazione per tutte le lunghez-
ze d’onda dello spettro visibile: le singole
radiazioni vengono tanto più rifratte quan-
to più corta è la loro lunghezza d’onda.
Caduta di luminosità: L’illuminazione ri-
cevuta da una superficie è inversamente
proporzionale al quadrato della distanza
dalla sorgente luminosa puntiforme (la leg-
ge dell’inverso del quadrato).

In sostanza, una superficie, illuminata da


una sorgente luminosa puntiforme, riceve
una illuminazione quattro volte superiore
a una identica superficie posta a una di-
stanza doppia dalla sorgente luminosa. Quando si raddoppia la distanza fra la sorgente luminosa puntiforme e la superficie, la lu-
minosità da essa ricevuta si riduce a un quarto, poiché la sorgente illumina una superficie
La temperatura di colore quattro volte più grande.
La temperatura di colore è una delle carat-
teristiche dell’emissione di radiazioni di un
corpo incandescente. Le caratteristiche del-
lo spettro dell’energia emessa dipendono
dalla temperatura del corpo incandescen-
te. La temperatura di colore viene espres-
sa in gradi Kelvin, ed è coincidente con la LA TEMPERATURA DI COLORE:
temperatura espressa in gradi centigradi au-
mentata di 273 gradi. LUCE NATURALE GRADI KELVIN LUCE ARTIFICIALE
Nella maggior parte dei casi la temperatu-
ra di colore delle sorgenti di luce artificia- 1500-1800K candela povera
le è inferiore a quella del Sole (la radia- 2250K lampada a petrolio
zione emessa, cioè, è più ricca di compo- 2650K lampada da illuminazione 40W
nenti rosse). Tutti i corpi, riscaldati a op- 2820K lampada da illuminazione 75W
portune temperature, emettono radiazioni
2900K lampada da illuminazione 100W
elettromagnetiche (visibili o invisibili) che
si sposteranno gradualmente dallo spettro luce solare alba o tramonto 3000-5000K
dell’invisibile (infrarosso) a quello del vi- 3200K lampada photoflood
sibile, fino ad arrivare a quello, anch’esso 3200K (tipo B) tungsteno-alogene
invisibile, dell’ultravioletto. La tempera- 3400K photoflood survoltate
tura di colore è la temperatura di un corpo 3400K (tipo A) survoltate tungsteno-alogene
nero che emette radiazioni aventi uno spet-
tro uguale a quello della sorgente lumino- luce solare mezzogiorno 5400K
sa considerata, misurata in gradi assoluti luce diurna media 5500K
(gradi Kelvin). Per fissare il concetto pos- 5500K (tipo D) lampeggiatore elettrico
siamo dire che una sorgente luminosa ric- cielo coperto (blu) 7000-8000K
ca di lunghezze d’onda rosse avrà una tem- luce cielo azzurra 10000-25000K
peratura di colore bassa (ad esempio, una
candela accesa), mentre una sorgente lu-
minosa ricca di lunghezze d’onda azzurre
avrà una temperatura di colore alta (ad
esempio un lampeggiatore elettronico).
Considerata l’importanza del colore della
luce emessa dalle varie fonti, appare evi-
dente l’utilità di poterlo valutare in modo
oggettivo facendo riferimento proprio alla
relativa temperatura.

Stefania Gravili
(1-continua)
L’ESPERTO RISPONDE

CONOSCERE LE PELLICOLE
Sensibilità, macrocontrasto, granulosità, risolvenza, nitidezza, microcontrasto:
una risposta a queste domande fondamentali.

Non si può parlare di pellicole vere e pro- modo l’una dall’altra e vengono anche in- emulsioni ortocromatiche dei primi tempi,
prie se non dopo il 1871, quando il medi- fluenzate dall’esposizione, in relazione con si giunge alle pancromatiche e alle super-
co inglese Richard Maddox scopre la pri- il processo di trattamento del materiale. In pancromatiche, con una sensibilità spet-
ma emulsione al bromuro d’argento e ge- particolare, nel B/N, esposizione e tratta- trale sempre più spinta verso le alte lun-
latina: un deciso miglioramento rispetto al- mento sono strettamente connessi, e per- ghezze d’onda.
l’allora imperante collodio. Il veicolo ge- mettono una scelta di valori diversi, in re- Sono recentemente riapparse le emulsioni
latina mantiene - a differenza dal collodio lazione con il tipo di soggetto. Questo ap- ortocromatiche, cieche al rosso, le uniche
- le caratteristiche di sensibilità allo stato proccio, che è alla base della filosofia del disponibili ai tempi dei primi film di Char-
secco, e per lunghissimo tempo. È la svol- Sistema Zonale di Ansel Adams, è oggi di- lie Chaplin, quando le labbra degli attori
ta decisiva, che fa decollare la fotografia: verso da quello dei tempi di Ansel Adams, risultavano molto più scure del lecito. Non
il materiale sensibile può essere preparato per le migliorate caratteristiche del mate- mi pare di particolare interesse l’uso delle
dall’industria, che lo mette a disposizione riale sensibile, specie in termini di ripro- emulsioni ortocromatiche; ritengo che sia
di quanti erano stati fino ad allora costret- ducibilità e di tolleranze, molto più ristret- di gran lunga preferibile disporre di un’am-
ti a produrlo in proprio. te di quelle di allora. pia sensibilità spettrale, per correggere la
Al tempo di Maddox il supporto era inva- risposta - se lo si desidera - con opportuni
riabilmente il trasparente vetro, ed è solo Caratteristiche macroscopiche filtri. Una pancromatica usata con un filtro
alla fine del secolo XIX che si rendono di- Sono quelle che maggiormente influenza- blu - che elimina più o meno la frazione
sponibili emulsioni stese su nitrocellulosa, no l’aspetto visivo immediato, che non ri- rossa - produrrà una risposta corrispondente
del pari trasparente, ma molto più leggera corra a un esame fine, ravvicinato, del- a quella di un’ortocromatica; è questa la ra-
e, soprattutto flessibile, tanto da permet- l’immagine. La sensibilità del materiale gione per cui le maggiori case hanno ab-
terne l’avvolgimento in rulli. Fino ad og- - specie da ripresa - è la proprietà più inte- bandonato da tempo la produzione delle
gi, per circa 100 anni, rulli ed emulsione ressante, quella che ha permesso di passa- emulsioni ortocromatiche. Il mercato offre
gelatina-bromuro sono rimasti dei punti fer- re dai pochissimi ISO del secolo scorso, comunque materiali a diversa sensibilità
mi della fotografia. L’esplosiva nitrocellu- agli attuali tirati 50.000/38... un bel gua- spettrale: la Technical Pan 2415 della Ko-
losa è stata poi sostituita dall’acetilcellu- dagno! dak e la SFX 200 dell’Ilford per esempio
losa, più inerte e molto stabile dimensio- Il progresso però non si arresta, ma proce- sono dotate di una risposta più estesa nel
nalmente. de anche nelle altre direzioni. La prima rosso - i tetti delle case e le labbra delle per-
Dall’inizio del secolo XX, le emulsioni al- emulsione alla gelatina-bromuro di Mad- sone vengono resi più chiari del normale -
l’AgBr-gelatina hanno subito un costante, dox è sensibile nell’UV, nel blu e nel ver- rispetto alle altre emulsioni, più conven-
eccezionale progresso. Le loro proprietà si de - poco più di 550nm - e quindi non può zionali.
dividono in due categorie: rendere tutte le diverse tonalità cromatiche Il macrocontrasto è un elemento di estre-
a - caratteristiche macroscopiche del soggetto in altrettanti toni di grigio, con ma importanza, non solo creativa, ma an-
b - caratteristiche microscopiche un rapporto che riproduca con una certa fe- che tecnica, perché permette di alterare il
Alla prima categoria appartengono: sensi- deltà quanto visto dall’occhio. rapporto tonale chiari/scuri dell’immagi-
bilità, sensibilità spettrale, macrocontrasto; Ai primi del ’900 si scoprono alcuni colo- ne, e ritorniamo qui nell’ambito del Siste-
alla seconda: granulosità, risolvenza, niti- ranti che permettono l’estensione al rosso ma Zonale di Ansel Adams. Sovraespo-
dezza, microcontrasto. della sensibilità spettrale e, successiva- nendo e sottosviluppando, si produce un
Tali caratteristiche dipendono in qualche mente, anche all’infrarosso vicino. Dalle macrocontrasto inferiore a quello che si
avrebbe con esposizione e sviluppo nor- po spesso, perché - oltre a essere talvolta Max e, alla Ilford, i negativi Delta.
mali, mentre la sottoesposizione con so- un fattore che contribuisce favorevolmen- Granulosità, risolvenza, nitidezza, micro-
vrasviluppo produce un macrocontrasto più te all’estetica dell’immagine - i trattamen- contrasto. Anche nel caso dei cristalli ta-
elevato. ti del negativo che riescono a diminuirla bulari – pur con un netto miglioramento di
È bene ricordare che il sottosviluppo, quan- generano quasi sempre una riduzione del grana rispetto alle emulsioni convenziona-
do si sovraespone, serve sostanzialmente a microcontrasto, e quindi della nitidezza. È li - il valore della granulosità è direttamente
impedire un’eccessiva densità del negati- il tipico caso dei rivelatori cosiddetti fine- proporzionale alla sensibilità: la 400/27 è
vo, mentre il sovrasviluppo, nella sottoe- granulanti, per esempio a base di solventi più granosa della 100/21. In realtà, la for-
sposizione, serve a recuperare densità. Que- dell’argento, come il Microdol-X Kodak, ma piatta, a maggior superficie, dei cristalli
ste caratteristiche si riferiscono natural- o di altri - fondati su altri principi - come tabulari aumenta la probabilità di raccolta
mente al B/N: nel colore il macrocontrasto il vecchio Promicrol della May & Baker. dei fotoni luminosi; ne consegue aumento
è sostanzialmente imposto dal soggetto e Con i finegranulanti si ottiene una grana della sensibilità che permette, a pari sensi-
dalla sua illuminazione, anche se è possi- molto fine, ma il confronto con i risultati bilità, di ottenere un grana più fine, e non
bile una modesta influenza sul macrocon- ottenibili con un bagno più convenzionale è un gioco di parole! La granulosità in-
trasto, sviluppando di più o di meno. mostra chiaramente la notevole perdita di fluenza anche il potere risolvente e, alme-
dettaglio prodotta dai primi rispetto a un no in parte, la nitidezza. È facile capire co-
Caratteristiche microscopiche rivelatore classico, come ad esempio il D- me gli aggregati d’argento metallico più
Si riferiscono alla struttura fine dell’im- 76. È un ingrandimento correttamente ese- piccoli possano definire meglio il contor-
magine, quella che può essere in genere ap- guito, solo quello che arriva a produrre tut- no dei particolari fini, contribuendo in tal
prezzata solo con l’ingrandimento anche ta la granulosità presente sul negativo. Chi modo alla nitidezza. Sotto questo profilo si
spinto o con una lente. Sono grandezze in- non ama la grana deve provvedere diver- spiega anche la diminuzione di nitidezza
timamente legate fra loro, nel senso che samente, scegliendo un materiale di minor che si lamenta quando si fa uso dei rivela-
non è possibile modificarne una, senza che sensibilità; i cristalli di alogenuro più pic- tori finegranulanti: i bordi degli aggregati
anche le altre subiscano una qualche alte- coli, oltre a mostrare ovviamente una gra- cristallini più sfumati sono meno efficaci
razione. na inferiore, sono meno efficienti nel rac- nel disegnare i contorni dei particolari fi-
L’atteggiamento del fotoamatore verso la cogliere la luce, e quindi inducono una sen- ni. È bene riflettere su questi concetti, ca-
granulosità è generalmente negativo: la gra- sibilità più bassa. Un deciso miglioramen- ri amici.
na, come si dice di solito, viene quasi sem- to di questa caratteristica si è avuto con la Giampaolo Bolognesi
pre considerata un elemento non gradito, e messa a punto dei cristalli tabulari, che han-
troppo spesso si fa di tutto per evitarla. Trop- no originato in casa Kodak i materiali T-
FOTODIDATTICA

CROMOFOTOGRAFIA

Innanzitutto cos’è la cromofotografia? La ciare, rilassarsi, ma anche curarsi in base Incominciamo dalla luce
cromofotografia é l’arte antica di colorare agli antichissimi principi della cromotera- La luce è energia, cioè onde elettromagne-
manualmente le fotografie in bianco e ne- pia. Ma cos’è la cromoterapia? Cromo vuol tiche che si propagano nello spazio sotto
ro. dire colore. Terapia vuol dire adottare una forma di onde con traiettoria rettilinea, al-
Quest’arte consente di soddisfare due fon- cura oppure cercare di combattere un di- la velocità di 300.000 km/sec.
damentali bisogni dell’uomo e della don- sturbo. Quindi la cromoterapia è una tera- Quindi stiamo parlando di radiazioni. I co-
na. Il primo è di natura creativa; tutte le pia che cura attraverso il colore; si tratta di lori non esisterebbero se non ci fosse la lu-
persone hanno bisogno di creare. una terapia dolce, un po’ di frontiera, e in- ce, tant’è vero che al buio noi non vedia-
Noi possiamo farlo attraverso il colore. In sieme una delle più scientifiche, infatti si mo nessun colore.
fondo la vita è colorata. La natura e le per- basa sulle leggi fisiche dell’ottica. La luce è un insieme di radiazioni di di-
sone risentono del colore. Il colore è una Come è possibile un tale fenomeno? versa lunghezza d’onda, ogni lunghezza
delle sfumature della vita, un dialogo che Si tratta di magia, quindi di suggestione, o d’onda determina la visione di uno speci-
la luce instaura con la materia. di scienza, quindi di ragione? Un po’ e un fico colore.
Il secondo è di natura terapeutica. Infatti po’. Vediamo come accade che il colore Se scomponiamo un fascio di luce bianca
colorare significa non solo creare delle im- permetta di esprimersi, di suggestionare e facendolo passare attraverso un prisma ot-
magini molto suggestive, giocare, pastic- di curare. tico trasparente a più facce, vediamo che il
LA TECNICA DEL PASTELLO
Le immagini che pubblichiamo sono un esempio di intervento di colorazione creati-
va di una foto bianco e nero realizzata con la tecnica del pastello.
Riassumiamo brevemente questa tecnica per coloro che non la conoscono.
I pastelli sono fatti di pigmento puro compresso e tagliato in dimensioni manegge-
voli; con essi si può ottenere un tratto morbido e i colori possono essere mescolati di-
rettamente sulla carta.
Comperate una scatola di pastelli di piccole dimensioni e fate esperimenti su carta
normale producendo segni di vario tipo anche sovrapponendo vari colori.
Comunque, per imparare a ritoccare o a colorare le proprie fotografie bisogna eser-
citarsi molto, possibilmente su fotografie di scarto.
Fase prima
Per rendere più semplice il lavoro, usate la carta fotografica opaca e i pastelli a pun-
ta morbida.
Se non potete utilizzare la carta opaca e avete a disposizione fotografie a superficie
lucida, utilizzate i pastelli acquerellabili bagnando la punta: l’effetto finale sarà si-
mile, ma non uguale ad un acquerello.
Fase seconda
Scegliete i colori che più vi piacciono, disponeteli dal più chiaro al più scuro con le
punte già affilate e pronte per l’uso.
Lavorate con disinvoltura sulla vostra fotografia senza concentrarvi su alcun detta- La foto originale.
glio in particolare, ma limitatevi a segnare il contorno del soggetto.
A questo punto colorate gradatamente ampie zone di toni di tinta a vostra scelta.
Servitevi di gradazioni più chiare, mescolate i colori del pastello con la punta delle
dita o con un piccolo batuffolo di cotone in modo da ammorbidire il colore e creare
un effetto sfumato.

fascio di luce bianca si scompone nei sin- scarto della biosintesi umana, ovvero l’a-
goli colori monocromatici, che sono sette: nidride carbonica, diventa il sostegno del-
rosso - arancio - giallo - verde - azzurro - la fotosintesi clorofilliana, cioè della vita
indaco e violetto proprio come nel feno- della piante, che a loro volta ci restituisco-
meno naturale dell’arco baleno. no ossigeno, sostegno della nostra vita.
Ecco perché il colore è energia, energia al- Noi abbiamo bisogno di colore, di ossige-
la quale noi siamo fisicamente sensibili per no e di calorie, ovvero cibo e liquidi. Que-
motivi biologici e naturali ed emozional- ste sono le cose principali di cui si ha bi-
mente altrettanto suggestionabili per mo- sogno per vivere, su cui poi interverranno
tivi psicologici. tutte le altre forme di relazione e di con-
In questo senso possiamo dire che si tratta tatto, quelle collegate ai cinque sensi che
di uno degli stimoli più saturanti e com- altrettanto contribuiscono a mantenere la
pleti, poiché è proprio la luce l’elemento vita.
base che genera tutti i processi vitali di tra- Subito dopo la luce con i suoi colori ab-
sformazione. biamo bisogno di suono, di profumo, di gu-
Del resto, all’origine della trasformazione sto, di tatto.
del nostro stesso pianeta c’è una radiazio- E’ quindi chiaro a questo punto che la ra-
ne ultravioletta che ha iniziato a produrre diazione luminosa all’origine della vita è
Un altro esempio di colorazione, sempre
queste reazioni fra idrogeno e altri com- di sostegno alla vita: la radiazione lumi-
con la tecnica del pastello.
ponenti, che arrivano a generare tutto il nosa vuol dire calore, vuol dire colore.Il
meccanismo della vita, la complessità del- colore di cui abbiamo bisogno per vivere.
le forme, dell’esistenza alla quale assistia- Certo che, abituati come siamo a stimoli
mo e apparteniamo. Tutte le forme della vi- forti, il colore si classifica fra gli stimoli
ta sono alimentate da queste radiazioni che deboli, ma è solo apparentemente debole,
costantemente agiscono e producono una infatti se usato in forma concentrata le rea-
ritmicità, dei condizionamenti che subia- zioni che otteniamo sono immediate, ben
mo noi, che subiscono gli animali, i vege- lo sanno i soggetti metereopatici.
tali e naturalmente anche i minerali. In conclusione se il numero delle ore di
L’azione che la luce, e quindi i colori, pro- contatto e l’azione di alcuni colori diven-
duce su di noi è una sorta di biosintesi uma- tano sistematici e ripetuti nei giorni, allo-
na, quindi una trasformazione organica e ra lo stimolo cromatico si consolida e di-
chimica, l’azione che produce sulle piante venta non solo creazione ma spesso anche
è la fotosintesi clorofilliana cioè uno scam- azione terapeutica.
bio. Cito le piante per la correlazione che
noi abbiamo con i vegetali: il prodotto di Stefania Gravili
FOTODIDATTICA

ESTRARRE
IL COLORE
Come si può estrarre il colore? Il metodo estrazione di colore da noi stessi, come nel lorato l’immagine le sensazioni saranno di
più semplice da cui tutti possiamo partire tentativo di eliminare gli eccessi, cioè quei beneficio o comunque più positive di pri-
è quello della pittura. Dipingere usando i colori che abbiamo in più. ma, una specie di terapia distensiva.
materiali più disparati vuol dire: buttare I colori con i quali riempiremo la carta fo- Possiamo dire che la cromofotografia che
fuori i colori, riempiendo la tela (per i pit- tografica sono i nostri eccessi. otteniamo è per certi aspetti l’immagine del
tori) o la fotografia B/N (per i fotografi) Possiamo fare un test: quello più semplice nostro momento di disagio o al contrario
dei colori che in quel momento sentiamo per rendersi conto di quanto sia efficace co- del nostro momento di gioia.
più in sintonia con noi. lorare una fotografia B/N è quando ci tro- Questa tecnica ad estrazione di colore è uti-
Mentre svolgiamo questa attività stiamo fa- viamo in uno stato d’animo in po’ partico- le con i bambini, ma anche con gli adole-
cendo una vera e propria operazione di lare, alterato, depresso etc.; dopo aver co- scenti e gli adulti, è una forma naturale di
terapia di riequilibrio, che può diventare
nel tempo una forma di educazione.
Ben lo sanno gli esperti della diagnostica
sulle emozioni del soggetto.
In questo articolo parleremo delle qualità
del colore verde e giallo.

Il verde
Come il rosa corrisponde al chakra del cuo-
re, ha proprietà equilibrante e calmante.
Esso è il colore della natura. Simboleggia
la speranza, la pace ma anche il rinnova-
mento.
Le persone che amano il verde sono since-
re e pacate; chi predilige il verde, in gene-
re è persona aperta, che ama la compagnia
e ha un atteggiamento socievole nei con-
fronti del prossimo e della vita.
Ciononostante, questo tipo di persona ama
anche la tranquillità e l’isolamento (maga-
ri in campagna), è persona modesta che
mette volentieri in ombra se stessa e per
questo motivo viene spesso sfruttata dagli
altri.Il colore verde può essere riposante Spesso declina le responsabilità, preferisce
per gli occhi come il celeste, ma un ecces- la libertà. TECNICA: LA TEMPERA
so di esso può avere effetto deprimente. Questo tipo di persona sostiene convinzio- Questo tipo di tecnica si differenzia dal-
Se una persona usa quasi esclusivamente ni molto radicate, ha di sè una grande opi- l’acquerello unicamente perché il colo-
il verde forse soffre di paure inconsce e sce- nione ed è molto testarda. re è più coprente e corposo. General-
glie il verde come colore naturale dell’e- Al colore giallo è collegata l’idea del sole mente in commercio troviamo tubetti di
quilibrio per orientarsi in un ambiente che e della gioia. vari colori contenenti una pasta fluida o
sente come ostile, come nemico. La persona che non ama il giallo spesso ha semifluida. La descrizione tecnica è del
In questo caso è bene compensare con il paura di guardare nel profondo di se stes- tutto identica a quella del precedente ar-
complementare, cioè il rosso. sa, nei propri pensieri e sentimenti per non ticolo; infatti, guardando gli esempi, pos-
trovarsi da sola con essi. siamo notare come sia possibile, me-
Il giallo Contrariamente l’eccedenza di giallo va diante diverse diluizioni, ottenere effet-
Corrisponde al chakra del plesso solare, ha compensata con il viola. ti simili all’acquerello.
la capacità di stimolare la parte sinistra del Il giallo è anche un colore di protezione,
nostro cervello, sostenendoci nello studio. ad esempio le lampade di illuminazione di
Il giallo è il colore della felicità e dell’im- alcune strade, quelle d’allarme nei cantie-
maginazione, è un colore molto amato da- ri, gli indumenti dei naviganti.
gli intellettuali o comunque da persone at- Nelle espressioni popolari questo colore
tratte dalla filosofia, dalla religione, dall’i- viene associato all’invidia e alla gelosia.
deologia. La persona “gialla” ragiona in
modo chiaro, valuta bene le proprie capa- Testo e foto di Stefania Gravili
cità, ha alti ideali.
L’ESPERTO RISPONDE

GRANI DI SALE
Una pellicola esposta alla luce rossa di camera oscura, un flash per fotografare
un televisore; sono tutti episodi che dimostrano la diffusa non conoscenza
del procedimento fotografico. Eppure non serve molto:
studiare un poco e ragionare molto.

La pluridecennale esperienza nel dialogo Schema ottico di un obietti-


con i lettori mi ha permesso di valutare la vo. La lunghezza focale è la
psicologia del fotoamatore, i suoi proble- distanza tra il punto nodale
mi e le sue necessità. Ho già trattato - ve- posteriore e il piano focale.
di il Manuale delle 700 lettere – numerosi
aspetti tecnici; in questo mese desidero rac-
contarvi alcuni piccoli episodi, curiosi e in-
teressanti.

Una dominante rossa


Casualmente mi è capitato di ascoltare il
colloquio fra un fotoamatore e un operato-
re del fotolaboratorio di cui mi servo abi-
tualmente; il cliente lamentava la pesante
dominante rossa che affliggeva le sue im- è pari alla lunghezza focale; allontanando La latitudine di posa
magini; il tecnico - affermando che il ros- l'ottica, si mette a fuoco sempre più vicino Un concetto che pare difficile da capire è
so era tanto marcato da renderne impossi- alla fotocamera, al di qua dell'infinito. la latitudine di posa (LDP); nelle nostre
bile la correzione - chiedeva se, per caso, Ma cosa succede se avvicino l'obiettivo al prove di laboratorio - con particolare rife-
non fosse stato fatto qualche errore, una di sotto della sua lunghezza focale? Dopo rimento al negativo a colori - abbiamo ve-
manovra che permettesse di spiegare lo stra- una certa riflessione, il giovane amico, col- rificato più volte una LDP da -2 a +3 stop,
no e sgradevole fenomeno. Il cliente - in to da improvvisa ispirazione... “si mette a rispetto all'esposizione nominale.
piena buona fede - ammetteva di aver avu- fuoco il futuro...” rispose. A parte il fatto che le forti sotto e sovra-
to qualche problema nel riavvolgimento I termini infinito e futuro - è verissimo - esposizioni comportano sempre un certo
della pellicola, al punto da essere stato co- implicano concetti al di fuori della portata sacrificio della qualità, specie cromatica, e
stretto ad aprire la fotocamera, per poter della mente umana: non si può però com- della saturazione, l'errore dei meno esper-
effettuare l'operazione. parare una lunghezza, quale in fondo è l'in- ti sta nel dedurne che sia possibile sotto o
“L'ho fatto, naturalmente, alla luce rossa, finito fotografico, con il futuro, che è un sovra-esporre rispettivamente di 2 o di 3
quella che viene usata in camera oscura.” tempo! In questo caso si è fatta confusio- stop, anche se la pubblicità di alcune emul-
Il tecnico di laboratorio faceva fatica a trat- ne fra due grandezze malamente digerite! sioni pare surrettiziamente ammetterlo.
tenere una risata; sono intervenuto in suo Le unità dimensionali vanno rispettate! In realtà, bisogna tenere in debito conto
aiuto, spiegando al fotoamatore che la lu- l'ampiezza del campo di luminanza (CLS)
ce rossa viene usata in camera oscura con Illuminare la luce? del soggetto, anche questo un concetto po-
le carte, notoriamente poco sensibili, e con L'esposizione è certamente un fattore di co familiare a buona parte dei fotoamato-
ben poche altre emulsioni. primaria importanza per la fotografia; dal ri. Il CLS è dato dal numero di stop - rile-
“Provi a riflettere - dicevo - se la pellico- 1928 - quando si sono scoperte le cellule vabili facilmente con misure in riflessioni,
la a colori può registrare il colore rosso - fotosensibili - l'esposimetria ha potuto im- meglio se spot - che intercorrono fra le mas-
e non c'è dubbio, dato che lo si vede sulle boccare la via della misurazione oggettiva, sime luci e le ombre profonde.
stampe - vuol dire che è sensibile anche a strumentale. Il problema è il sapere cosa, Come sempre, occorre riflettere bene, per-
questo colore, non le pare?” dove e come effettuare la lettura. Mi è sta- ché in questo caso si presentano tre possi-
Stupore del cliente... quasi incredulo. ta fatta più volte la domanda del perché non bilità:
“Non ci avevo pensato” fu tutto il com- si sia ottenuta alcuna immagine riprenden- a) Il CLS ha un'ampiezza modesta, ben
mento. do lo schermo della TV o del cinema. inferiore alla LDP.
Bene, bisogna pensarci, bisogna sempre “Ho usato il flash, ma non ho ottenuto l'im- b) Il CLS ha un'ampiezza praticamente
pensare, senza immaginare chissà quali magine che vedevo sullo schermo...” uguale alla LDP.
strani fenomeni. Certo, caro amico, lei ha fotografato il te- c) Il CLS ha un'ampiezza superiore alla
levisore, o lo schermo di proiezione, ma LDP.
Oltre l’infinito non l'immagine presente sullo schermo; la Nel caso a) - il meno preoccupante - po-
Parlando di messa a fuoco con un giovane luce del flash era più forte di quella del- tremo effettivamente godere di una certa
amico, gli ricordavo come l'infinito si ha l'immagine, e quindi l'ha cancellata; l'im- libertà di esposizione; supponendo che il
quando la distanza fra pellicola e obiettivo magine è luce, non si illumina la luce. CLS sia di 3 stop e la LDP di 5 stop, po-
Visualizzazione dei casi esposti nel testo:
a- Il campo di luminanza del soggetto è all’interno della latitudine
A Campo luminosità soggetto
Latitudine pellicola di posa della pellicola.
b- Il campo di luminanza del soggetto ha un'ampiezza praticamente
uguale alla latitudine di posa della pellicola.
c- Il campo di luminanza del soggetto ha un'ampiezza superiore alla
B Campo luminosità soggetto
Latitudine pellicola
latitudine di posa della pellicola.

C Campo luminosità soggetto


Latitudine pellicola

Principio del foro stenopeico;


è la luce che crea l’immagine sulla pellicola,
o sul foglio di carta.

tremo sotto o sovra-esporre di 2 stop, ri- ni, se non si riflettesse sul fatto che le di- dentemente si trattava di qualcuno ben po-
spetto al valore misurato con l'esposime- verse emulsioni in B/N rispondono diver- co al corrente dei fatti storico-tecnici sa-
tro, senza uscire dal campo utile di regi- samente ai toni di colore del soggetto, qua- lienti della fotografia, un lettore che igno-
strazione sopportabile dall'emulsione. lunque esso sia. rava come il termine Leica derivasse dalla
Nel caso b), ammettendo un CLS di 5 stop Assistendo alla proiezione di uno dei vec- crasi di LEItz - nome tipicamente tedesco
e una LDP di altrettanto, si è obbligati a chi film di Charlot, non si può non notare - e CAmera, e che era stata realizzata a
esporre al valore misurato; sotto o sovra- il pallore dei volti; il fenomeno dipende Wetzlar, in Germania, da un certo Oskar
esponendo anche di un solo stop, si avrà la dalla mancanza di sensibilità cromatica, Barnak, nei primi anni '20, quando la Rus-
sgradevole sorpresa di sacrificare, rispetti- proprio lei appunto, per il rosso, tipica del- sia era appena uscita dai sanguinosi fatti
vamente, le ombre o le luci: sacrificare si- le emulsioni ortocromatiche del periodo: della rivoluzione di ottobre e non poteva
gnifica perdere in termini di dettagli e di senza rosso, l'incarnato impallidisce. certo pensare alla meccanica fine, né tan-
bilanciamento cromatico. Tali materiali potevano essere processati tomeno all'industria ottico-fotografica.
Il caso meno favorevole, che non offre so- alla luce rossa - ne abbiamo già parlato -
luzioni - se non di ripiego, specie nel co- come si può fare oggi con le emulsioni lith, Fotografare senza macchina
lore - è il c), quando il CLS è, per esempio, per esempio, mentre è del tutto sconsiglia- Il fatto poi che un lettore si sia meravigliato
di 7-8 stop: sono troppi, e non ci stanno nei bile farlo con un'emulsione più sensibile e, di aver ottenuto un negativo - con il foro
5 stop della LDP. Si impone, in questo ca- soprattutto, capace di registrare una por- stenopeico, su convenzionale carta per stam-
so, una scelta fra il sacrificare le alte luci, zione più ampia, rosso compreso, dello spet- pa - dimostra come non avesse capito il
sovraesponendo, ovvero le ombre dense, tro visibile, come la Technical Pan 2415. meccanismo che sta alla base del processo
sottoesponendo. Troppo difficile? Beh... argentico.
non ci sono alternative, purtroppo, anche Sviluppare sempre a fondo
se una buona parte degli operatori - quelli Chi affronta i primi passi in camera oscu- Studiare e provare
non troppo sofistici - non se ne accorge- ra, lamenta talvolta la difficoltà di ottene- Non mi stancherò mai di ripetere che la cul-
ranno... il soggetto si riconosce sempre re immagini con il giusto contrasto; in ge- tura è sempre necessaria e che, per capire,
ugualmente! nere espone troppo, in fase di stampa, e poi occorre studiare, anche in fotografia. E poi,
Con il negativo in B/N è possibile rime- - accorgendosi che la copia diventa rapi- è fondamentale fare la propria esperienza.
diare al caso c), sovraesponendo e sotto- damente troppo scura - la estrae dallo svi- Quando si consultano i fogli tecnici dei fab-
sviluppando, seguendo cioè il sistema zo- luppo prima che il bagno abbia compiuto bricanti - per esempio per ricavare i tempi
nale di Ansel Adams. Tale prassi permette la sua azione; ne risultano immagini mol- di trattamento di una certa emulsione - non
di ottenere negativi molto più morbidi: la to dense e prive di contrasto. è sempre chiaro per tutti che si tratta di va-
LDP risulta incrementata, al punto di arri- È assolutamente necessario portare a fon- lori consigliati, di partenza, per ricavare
vare a uguagliare il CLS. In questo caso, do lo sviluppo, seguendo le indicazioni dei quelli che meglio si adattano al proprio mo-
sarà però necessario usare qualche accor- fogli tecnici che accompagnano le confe- do di operare. Nel caso, in particolare, del
gimento in fase di stampa, mascherando zioni dei bagni; se non si dovesse ottenere negativo in B/N, va ricordato che esposi-
e/o bruciando le zone - più chiare e/o più un risultato soddisfacente - stampa troppo zione e trattamento - che comprende tutto
scure - che cadrebbero al di fuori del cam- chiara o troppo scura -, si modificherà so- il processo, rivelatore, temperatura e agi-
po di capacità di registrazione della carta. lo il tempo di esposizione, aumentandolo tazione - sono strettamente interdipenden-
Ancora difficile? Non so cosa farci... la qua- se la stampa è troppo chiara, o riducendo- ti, e che quello che va bene per un opera-
lità richiede qualche sacrificio! lo in caso contrario. tore può non essere adatto a un altro.
Provare e riprovare, questo è il vero se-
Il colore del bianco e nero La Leica è russa o tedesca? greto.
Parlare di sensibilità cromatica del B/N Una delle domande che più mi ha colpito
sembrerebbe una contraddizione in termi- è stata: ma la Leica è russa o tedesca? Evi- Giampaolo Bolognesi
TECNICHE D I B A S E

I SISTEMI
ESPOSIMETRICI:
QUESTI I SEGRETI
Lettura ponderata oppure spot; sistema matrix oppure 3D?
I sistemi inventati dai progettisti per garantire una buona esposizione sono molti. Come
funzionano e in che situazioni servono.

Anche nella Canon


EOS 30 le aree di let-
tura dell'autofocus so-
no collegate con le
aree di lettura esposi-
metrica, come visua-
lizzato negli schemi.

I primi esposimetri erano a "estinzione". La luminosità del-


la scena inquadrata veniva paragonata ai grigi di un cu-
neo ottico.

C'era una volta l'esposimetro a estinzione. un sensore che leggeva la luce riflessa dal Era già un passo avanti, sulla via della pra-
Una specie di cannocchiale in cui guarda- soggetto indipendentemente dal campo ri- ticità, se non sempre dell'esattezza della
vi dentro, puntando la scena da fotografa- preso dall'obiettivo. Prerogativa del sele- esposizione. Il selenio, però, reagisce ma-
re, e manovravi in modo da pareggiare la nio è di emettere una corrente elettrica quan- le alle basse intensità luminose. Perciò non
luminosità della scena con quella di un cu- do viene colpito dalla luce. Questa debole si potevano avere letture molto attendibili
neo di grigi. Dovevi operare alla svelta, per- corrente veniva raccolta da un galvanome- o, addirittura, non si potevano avere lettu-
ché la misurazione non era obiettiva, ma tro che faceva muovere un ago, lungo una re esposimetriche, se l'illuminazione del
dipendeva dalla velocità del tuo occhio ad scala. Muovendo la ghiera dei tempi o quel- soggetto scendeva sotto una determinata
accomodarsi su livelli di luce più bassi. la dei diaframmi si doveva far collimare soglia. Inoltre il cosiddetto equipaggio del
Poi vennero gli esposimetri al selenio; pri- l'ago del galvanometro con lo zero della galvanometro, cioè la sua parte mobile, era
ma manuali e poi incorporati nelle fotoca- scala. In questo modo si trovava la coppia molto delicata e anche piccoli urti alla mac-
mere. Erano esposimetri esterni, cioè con tempo diaframma corretta. china fotografica potevano metterla fuori
Un paese che spunta dalla nebbia della pianura. In questa situazione darà la migliore lettura esposimetrica un sistema semi-spot, influen-
zato solamente dall'area centrale della inquadratura.

uso. Il passo successivo fu l'uso del Solfu- funzionava, come non funzionano gli espo- glese "silicon", che sta per "silicio", si par-
ro di Cadmio, al posto del Selenio. Questa simetri d'oggi. lava di silicone blu. E alla mente venivano
sostanza, se colpita dalla luce, non emette Ma anche il CdS presenta inconvenienti, peccaminose immagini di abbondanti ra-
elettroni, ma cambia la resistenza al pas- quali l’effetto memoria, e risposta non li- gazze, inspiegabilmente di colore blu.
saggio della corrente elettrica, a seconda neare a tutti i colori dello spettro. In altre
della quantità di luce che la colpisce. parole è più sensibile verso determinati co- E venne il TTL
Nacquero così i primi esposimetri al CdS lori che verso altri. Un bel guaio quando la Selenio, Cadmio, Silicio: piccoli/grandi mi-
(Cadmio Solfuro), molto più sensibili e pre- temperatura di colore della luce non è esat- glioramenti. La vera svolta, nei sistemi di
cisi, inoltre con un "effetto memoria" in- tamente a 5600 K. lettura della luce, avvenne con l'invenzio-
feriore, rispetto al Selenio. L'effetto me- Il passo successivo fu l'adozione del sili- ne del TTL e della misurazione "attraver-
moria è l'influenza che la lettura precedente cio, come elemento sensibile alla luce. An- so l'obiettivo": Trough The Lens, in ingle-
esercita su quella successiva. Quasi la so- che questo varia la sua resistenza elettrica se e da cui la sigla. Il sensore dell'esposi-
stanza non dimenticasse la quantità di lu- a seconda della luce che lo colpisce e de- metro non guardava più all'esterno, verso
ce da cui è stata colpita, e ne tenesse con- ve essere alimentato dalla corrente di una il soggetto, ma veniva puntato sul vetrino
to nella lettura successiva. batteria. È più sensibile a determinate lun- di messa a fuoco, così era la luminosità stes-
Contemporaneamente il galvanometro a ghezze d'onda, che obbligano a ricoprirlo sa della scena ripresa a determinare la let-
equipaggio mobile venne sostituito da led con un filtro di colore blu. Per questo, nei tura.
luminosi e display a cristalli liquidi. Sia l'a- primi tempi, i sistemi con tali cellule veni- Un gran passo avanti, che consentiva di
limentazione della resistenza al CdS che vano definiti "al silicio blu", materiale ine- sfruttare nel modo migliore le caratteristi-
quella dei led veniva fornita da una picco- sistente nella realtà. Altre volte, grazie a che delle reflex. Che sull'apparecchio si
la batteria elettrica. Senza l'esposimetro non una traduzione a orecchio del termine in- mettesse un grandangolare, oppure un te-
Sull'ampio display della Dynax 7 viene visua-
lizzato il nido d'ape dei 14 segmenti di lettura,
con i valori rilevati da ciascuno, come possia-
Simulazione di misurazione mo vedere nei grafici, che indica anche l'area
della lettura spot.

Visualizzazione grafica di un siste-


ma di lettura ponderato al centro.
(Contax G1).

leobiettivo, la lettura dell'esposimetro av- bilità di pilotare, con gli automatismi del- molto ristretta, sempre al centro della in-
veniva solamente sul campo inquadrato. la fotocamera, il flash. Il flash emette il quadratura. Naturalmente le aree di lettu-
Sembrava la soluzione migliore. Ma non lampo e il sensore legge sulla pellicola la ra sono indicate sul vetrino di messa a fuo-
lo era. Sul vetrino di messa a fuoco arriva quantità di luce che lo illumina e dosa la co, in modo che il fotografo sappia quale
non solo l'immagine formata dall'obiettivo quantità di luce intervenendo sulla durata zona del soggetto influenza l'esposimetro.
e raccolta dallo specchio reflex, ma anche del lampo. Un significativo passo in avan- Ma la perfezione non è di questo mondo.
quella raccolta dall'oculare del mirino. Ba- ti, che ha reso possibile fill-in molto facili Anche questi sistemi presentano inconve-
sta guardare nell'obiettivo di una qualsiasi e di sicuro effetto. Come ha permesso di nienti. Quello spot, in modo particolare, se
reflex per rendersene conto: si vede l'im- ottenere, nella ripresa a distanza ravvici- non si usa con discernimento, corre il ri-
magine raccolta dalla lente dell'oculare. nata, lampi brevissimi, addirittura in gra- schio di fare esporre in modo errato se la
Finché il tempo di esposizione è breve, l'oc- do di fermare i movimenti più veloci: co- piccola zona di lettura è troppo scura o trop-
chio del fotografo è incollato all'oculare e me il frangersi al suolo di una goccia o il po chiara rispetto alle zone circostanti. An-
il sole non è alle spalle, tutto va bene. Ma battito d'ali di un insetto. che se in misura minore, la lettura semi spot
se la luce ambiente penetra attraverso l'o- presenta i medesimi inconvenienti. Sono
culare, anch'essa influenzerà la lettura. Il Lettura e aree di lettura due modi di lettura utili, ma da usare sem-
risultato sarà una foto sottoesposta. Que- Agli inizi l'esposimetro della fotocamera pre con discernimento e, soprattutto, non
sto rischio è molto probabile quando si ri- veniva influenzato dalla luminosità di tut- con i programmi di esposizione automati-
prende con la macchina su cavalletto e con ta la scena inquadrata. Ciò portava ad al- ca. Sono proprio i programmi di esposi-
una posa lunga. cuni errori. In un paesaggio, per esempio, zione automatica a spingere i costruttori a
Per evitare infiltrazioni di luce attraverso il cielo che sta in alto, è sempre più chiaro inventare continui perfezionamenti degli
l'oculare alcune reflex montano una picco- della terra, che sta in basso. Se ambedue esposimetri.
la saracinesca, da chiudere in queste occa- hanno la stessa importanza ai fini della let- Oggi il sistema più utilizzato è quello co-
sioni. La difficoltà venne risolta per prima tura esposimetrica si avrà una esposizione siddetto "a matrice", battezzato magari con
da Olympus che, con il modello M2, trovò sbagliata, con la parte in basso troppo scu- nomi diversi dai fabbricanti, ma che si ba-
una soluzione brillante. Far leggere la lu- ra, rispetto a quella chiara in alto. Questa sa sul medesimo concetto: dividere l'in-
minosità direttamente sul fotogramma, con prima complicazione venne risolta con la quadratura in un certo numero di aree, ese-
un sensore rivolto verso la pellicola. Con cosiddetta lettura media ponderata al cen- guire separatamente la lettura su ciascuna
gli otturatori a tendina e i tempi di esposi- tro. In altre parole l'area al centro del foto- area e poi confrontare i dati con una serie
zione inferiori a quello di sincronizzazio- gramma influenza la lettura più che le aree di modelli fotografici, immessi già in fab-
ne del flash, la superficie del fotogramma periferiche e la zona in alto ha meno in- brica nella memoria della fotocamera. È
non viene scoperta tutta in una volta sola, fluenza rispetto a quelle in basso. come un grande album di fotografie, che il
ma poco per volta dalla fessura tra le due Ma se si scatta con il formato verticale? "cervello" della fotocamera sfoglia con-
tendine. Ciò obbligò a disegnare sulle ten- Tutto da rifare. Nacquero altri tipi di lettu- frontando immagine per immagine con
dine aree bianche e nere, in modo che il ra, spesso affiancati a quello della media quella che sta riprendendo. Quando arriva
coefficiente di riflettanza corrispondesse a ponderata al centro. Si tratta di quello co- a quella che più le somiglia legge i para-
quello medio della pellicola. siddetto semi-spot e dello spot. Il primo metri di esposizione usati per quella foto e
Avere il sensore che legge direttamente sul- legge un area relativamente ristretta, al cen- li seleziona per quella che sta per scattare.
la pellicola apre il campo anche alla possi- tro della inquadratura. Il secondo un'area Tutto questo alla velocità degli elettroni,
Un esempio classico per spiegare la necessità dei sistemi a lettura ponderata
che tengono conto della maggiore luminosità della parte superiore della in-
quadratura, quella in cui sta il cielo. Se l'esposimetro non ne tenesse conto,
la parte inferiore, in questo caso, risulterebbe molto sottoesposta.

cioè nel cosiddetto tempo reale.


La differenza tra fotocamera e fotocamera
sta nel numero di "modelli" immagazzina-
ti nella memoria. Più sono numerosi, più è
facile trovare una situazione simile o, ad-
dirittura, uguale, a quella che si sta per ri-
prendere. Anche il numero dei settori del-
la lettura a matrice varia da modello a mo-
dello. Anche in questo caso è intuitivo che
i risultati migliori si avranno con i sistemi
a numero maggiore di settori.
Evoluzione del sistema a matrice è il re-
cente sistema a"nido d'ape" Minolta. For-
mato da 14 settori, informa sulla sotto/so-
vraesposizione di ciascun settore in rap-
porto alla esposizione ottimale. Una spe-
cie di indicazione da sistema zonale, utile
specialmente quando si fotografa con pel-
licole invertibili o con pellicole in bianco- Una foto in cui la lettura me-
nero. Osservando il nido d'ape il fotografo dia ponderata al centro può
può rendersi conto delle parti della inqua- fornire indicazioni errate. I
dratura che verranno sotto/sovraesposte ed fari delle motoslitte, infatti,
eventualmente correggerle mediante il ta- cadono proprio nell'area di
sto della sovra/sottoesposizione intenzio- maggiore sensibilità. In que-
nale, in modo che la maggior parte del sog- sto caso meglio sovraespor-
getto rientri nella latitudine di posa della re di circa 1/2 diaframma ri-
pellicola, oppure, esasperando i contrasti, spetto alle indicazioni dell'e-
che solamente alcune zone lo siano. sposimetro della fotocamera.
I sistemi esposimetrici montati sulle reflex più moderne colloquiano
anche con i sensori di messa a fuoco. In questo modo tengono in mi-
nor conto la luminosità dei soggetti che stanno in secondo piano;
nelle due foto sopra quanto interessava venisse perfettamente espo-
sto era il costume bianco della ragazza, e la stoffa gialla. Se si fos-
se tenuto conto anche dello sfondo questi due soggetti sarebbero ri-
sultati sovraesposti. Questo sistema è molto utile nelle riprese spor-
tive in cui bisogna affidarsi agli automatismi. La gara di Pole Ben-
ding consiste in un velocissimo slalom a cavallo tra paletti. L'espo-
sizione corretta deve essere sul cavaliere e non su eventuali paletti
sfocati in primo piano.

Esposizione e autofocus La disposizione dei soggetti nell'inquadra- sua F5. I sensori degli esposimetri sono ta-
Le possibilità dell'elettronica sono come le tura si sviluppa anche in profondità e spes- rati sulla luce bianca, quella a temperatura
ciliegie: una tira l'altra. Una volta che ci si so si usa la sfocatura selettiva per mettere di colore 5600 K. Accade spesso, invece,
è provato gusto, difficile smettere, anche in risalto questo o quel particolare. L'e- che parti più o meno vaste della inquadra-
per i progettisti di fotocamere, che hanno sempio più banale è il ritratto, nella cui ri- tura siano monocromatiche: si pensi al ver-
pensato di correlare la lettura dell'esposi- presa si cerca sempre di sfocare lo sfondo, de di un prato, al rosso di un vestito. Gli
metro con quella dell'autofocus. È quello in modo da far risaltare meglio il primo pia- esempi che si possono fare sono numero-
che Nikon chiama sistema 3D. Una raffi- no. In questi casi deve essere ben esposto sissimi. In questi casi l'esposimetro può ve-
natezza in più, una serie di dati che aiuta quanto è ben a fuoco, cioè il soggetto in nire ingannato, causando sovra o sottoe-
gli automatismi a lavorare meglio, sempre primo piano, non lo sfondo. È quanto of- sposizioni perché non reagisce alla luce
più vicini al modo di giudicare una situa- fre il sistema 3D. monocromatica nello stesso modo in cui
zione come farebbe un fotografo, il quale Altra raffinatezza è l'avere stabilito la cor- reagisce a quella bianca. Il sistema inven-
s'accorge subito se la zona che verrà per- relazione tra il colore dominate del sog- tato da Nikon automaticamente tiene con-
fettamente a fuoco è quella che ha previ- getto e l'esposizione. Il sistema è stato in- to della temperatura di colore del soggetto
sto venga anche perfettamente esposta. trodotto per la prima volta da Nikon sulla e corregge la lettura esposimetrica.
Due situazioni in cui il sistema Impressive
Metering, che equipaggia la Minolta Dynax
7, fornisce al fotografo indicazioni molto uti-
li. Data la grande differenza di intensità lu-
minosa nei diversi punti della inquadratura,
permette di scegliere la coppia tempo/dia-
framma che fornisce il maggior numero di
aree dentro la latitudine di posa della pelli-
cola.

In conclusione
Il cammino iniziato, nel secolo appena tra-
scorso, con gli esposimetri ottici a estin-
zione, è approdato all'elettronica e ai pro-
grammi racchiusi nei chip di memoria.
Non sappiamo quanto proseguirà ancora:
la fotografia digitale è agli inizi e, anche se
non soppianterà del tutto quella tradizio-
nale, certo porterà altre innovazioni tecno-
logiche. Misurare con esattezza e nei det-
tagli la luce che illumina il soggetto rimarrà
sempre una necessità primaria. Le corre-
zioni in post produzione che si possono ap-
portare a una foto venuta male fanno mi-
racoli, ma se la foto è già di qualità, i mi-
glioramenti che si possono apportare sono
ancora maggiori. Quindi ci dobbiamo at-
tendere altri exploit dai progettisti, anche Se vengono inquadrate vaste zone monocromatiche,
se, come abbiamo sentito affermare dal ca- la fotocellula può fornire indicazioni errate. Infatti
po progettista di un importante fabbrican- è tarata per la luce bianca, che contiene tutte le lun-
te di fotocamere; ogni innovazione non mi- ghezze d'onda dello spettro. La Nikon F5 monta un
gliora che di poco la classica misurazione dispositivo che tiene conto anche del colore predo-
esposimetrica a luce incidente, con un buon minante del soggetto. Se la nostra fotocamera non
esposimetro a mano. ha questo dispositivo, si può ovviare alla sua man-
Scomodo, ma utilissimo ancor oggi: i fo- canza scattando in bracketing, con la differenza di
tografi della Allsport, la più famosa agen- 1/3 di diaframma tra uno scatto e l'altro.
zia specializzata in avvenimenti sportivi,
non vi rinunciano... malgrado usino le re-
flex più sofisticate.
Testo e foto Edo Prando
L’ESPERTO RISPONDE

IL BUCO
DEL DIAFRAMMA
Una chiusura spinta del diaframma determina un peggioramento
della qualità-nitidezza per effetto della diffrazione. Vediamo perché.

Continuiamo il colloquio allargato con i


lettori; è di scena, questa volta, il chiari-
mento a una delle domande poste da Ro-
berto Polli, di Melzo. Il lettore, che si in-
teressa di macro, chiede se convenga o
meno chiudere il diaframma da f/11 a
f/32. La domanda è interessante, e la ri-
sposta si applica a qualsiasi tipo di ri-
presa, anche non macro, come vedremo.
Il sig. Polli ci scrive:
Vorrei un obiettivo macro per la mia Ca-
non EOS 620, e sono indeciso... anche a
f/8 o f/11, le mie immagini, pur buone,
non sono comparabili con quelle di chi
usa ottiche macro... Portare il diafram-
ma a f/32 è risolutivo rispetto a f/11 che
utilizzo adesso?
Risposta:
No, non è affatto risolutivo; l'aumento
della profondità di campo è solo teorico;
la qualità in effetti peggiora chiudendo
apprezzabilmente il diaframma, per ef-
fetto della diffrazione che aumenta al rim-
picciolirsi del buco. La curva qualità-nitidezza del Nikon AF-S D 300 f/2.8 ED: la sua qualità ottica rasenta la
perfezione, è il miglior 300 f/2.8 in commercio, dice Sergio Namias. Un'ottima correzione
delle aberrazioni, tanto che i valori sono praticamente gli stessi da Tutta Apertura a f/8;
tendono a calare oltre f/8, per effetto della diffrazione. Ridotta la zona grigia alle mag-
giori aperture, si annulla in pratica chiudendo completamente il diaframma.

Abbiamo riportato solo parte della lettera, razioni - le responsabili della cattiva qua- ne a una zona grigia - si estende in alto e
relativa alla risposta che ingrandiremo, per- lità - si riducono in genere, con la chiusu- in basso, sovrapposta alla curva -, che evi-
ché ne vale la pena: il discorso è molto am- ra del diaframma? È vero, ma sono vere denzia il peggioramento (parte bassa) o il
pio! Chi abbia dato un'occhiata, anche di- ambedue le cose: nonostante la generica miglioramento (parte alta) di questa carat-
stratta, alle curve della qualità-nitidezza dei diminuzione delle aberrazioni, anche la teristica.
test MTF avrà certamente notato una ca- qualità-nitidezza mediamente cala, specie Tale allargamento è una misura di quanto
ratteristica comune a tutte: il valore di que- quando si chiude molto. Come può verifi- i bordi del fotogramma siano peggiori, o
sto parametro si riduce al chiudersi del dia- carsi? È quello che cercheremo di chiari- migliori, rispetto al centro, sotto l'aspetto
framma alle chiusure più spinte, f/11-f/16. re, ritornando al diagramma qualità-niti- qualità-nitidezza. In un obiettivo di classe
Ma come! non si è sempre detto che le aber- dezza, la cui curva in neretto si sovrappo- eccelsa - valori assoluti a parte - la zona
La curva qualità-nitidezza del Contax-Zeiss Makro Planar T* MM
60 f/2.8: obiettivo di ottima qualità... nitidezza eccezionalmente ele-
vata al centro... la nitidezza ai bordi è invece notevolmente più bas-
sa, dice Sergio Namias. L'andamento della qualità-nitidezza è piut-
La curva qualità-nitidezza del Pentax SMC FA 85 f/1.4: un'obietti- tosto comune: cresce dalla Tutta Apertura fino ai diaframmi inter-
vo meraviglioso, dice Sergio Namias. Si noti un andamento tipico, medi, per ridursi alle aperture minori; la zona grigia - abbastanza
con valori che crescono inizialmente fino a f/5.6-f/8, per poi dimi- ampia all'inizio - si riduce progressivamente fino a scomparire. An-
nuire alle chiusure più spinte del diaframma. La zona grigia - par- che in questo caso - come si verifica per tutte le ottiche - abbiamo a
ticolarmente poco estesa, sia in alto che in basso - mostra che la che fare con la competizione fra la correzione delle aberrazioni e la
qualità-nitidezza è poco penalizzata ai bordi rispetto al centro. A diffrazione.
partire da Tutta Apertura, la qualità-nitidezza cresce - fino ai dia-
frammi intermedi -, per effetto della generica riduzione delle aber-
razioni. Al di là di questa zona, la qualità-nitidezza diminuisce per
effetto della diffrazione, pur manifestandosi una migliore correzio-
ne delle aberrazioni, come dimostra la riduzione dell'area della zo-
na grigia.

grigia non ci dovrebbe essere: i bordi avreb- Per quantificare il problema, possiamo ri-
bero la stessa qualità-nitidezza del centro cordare che un soggetto costituito da un
fotogramma, ma quello che interessa evi- punto, per quanto piccolo, viene tradotto
denziare è la diminuzione della qualità-ni- in un'immagine circolare: è quello che si
tidezza alle chiusure più spinte: è colpa del- chiama disco di Airy, di cui ci occuperemo
la diffrazione, si è detto, e vediamo perché in altra occasione; il suo diametro - in mi-
e come; ma prima vediamo cos'è la diffra- crometri, millesimi di mm - si può calco-
zione. lare con la formula: 1.125*N, in cui N è il
Osservando un qualsiasi soggetto attraver- valore del diaframma. Per un obiettivo ot-
so una sottile fenditura – ad esempio due ticamente perfetto f/8, il diametro del di-
dita ravvicinate, distanti fra loro un po' me- sco di Airy è pari a 9 micrometri; passan-
no di un millimetro- si può notare un'alter- do a f/32 - come direbbe il lettore sig. Pol-
nanza di linee chiare e scure: il soggetto li - il diametro ovviamente quadruplica, ar-
viene quindi offuscato dalle linee più scu- rivando a 36 micrometri. Non è natural-
re, che ne disturbano parzialmente la vi- mente possibile registrare un particolare
sione. Di questo è responsabile la diffra- fine, di dimensioni inferiori a quelle del di-
zione, appunto. Tralasciando, in questa se- sco di Airy; i 36 micrometri corrispondo-
de, la ragione fisica del fenomeno, legata no a una risoluzione di poco meno di 30
alla particolare natura della radiazione lu- coppie di linee/mm: non molto elevata, per
minosa, ci limitiamo a sottolineare che l'im- dire la verità! Si è detto obiettivo ottica-
magine ne risulta alterata; la sua qualità- mente perfetto, il che vale con discreta ap-
nitidezza peggiora. È logico pensare che il prossimazione quando si diaframma mol-
fenomeno si manifesti anche con il dia- to, come si può vedere dalle figure ripor-
framma (un'apertura circolare, al posto del- tate, ma anche in questo caso occorre fare
la fenditura fra due dita), e le dimensioni i conti con il disco di Airy!
degli effetti della diffrazione aumentano, a
mano a mano che l'obiettivo viene dia-
frammato. Giampaolo Bolognesi
FOTODIDATTICA

IL FORO STENOPEICO
E LE LENTI
Come avviene la formazione dell’immagine?
Le lenti dell’obiettivo non fanno altro che rendere
più evidente quanto accade con il foro stenopeico.

Le immagini realizzate con il foro stenopeico, a causa della propa-


gazione della luce, si formano rovesciate sul materiale fotosensibi-
le.

Un materiale fotosensibile non può registrare nessuna immagine


poiché i raggi lo colpiscono disordinatamente sull’intera superfi-
cie.

Quando la luce colpisce un oggetto, i rag- incrociano e proseguono senza mutamen- in questo modo cerchi luminosi più ampi
gi vengono riflessi da tutti i punti colpiti e to di direzione oltre il forellino. che si sovrappongono gli uni agli altri; l’im-
si diffondono in linea retta in ogni direzio- Il diametro estremamente ridotto del foro magine risulterà luminosa, ma di minore
ne. Un materiale fotosensibile, in queste stenopeico seleziona gran parte dei raggi definizione.
circostanze, non può registrare nessuna im- provenienti dall’oggetto; questo determi- La nitidezza dell’immagine luminosa au-
magine poiché i raggi lo colpiscono disor- na una scarsa luminosità delle immagini. menta riducendo il diametro del foro ste-
dinatamente sull’intera superficie. La definizione dell’immagine è limitata da- nopeico, ma al di sotto di un certo limite
Per ottenere la formazione di un’immagi- to che i raggi luminosi riflessi continuano diminuisce soltanto la luminosità dell’im-
ne é necessario che i raggi provenienti dal a divergere, formando così cerchi lumino- magine; oltre questo limite, a causa del fe-
soggetto siano selezionati. Le immagini si via via più grandi. nomeno ottico della diffrazione, decade an-
realizzate con il foro stenopeico, a causa Un foro più largo consente una minore se- che la qualità della registrazione: infatti
della propagazione della luce, si formano lezione, cioè un numero maggiore di rag- tutti i raggi che lambiscono i bordi del fo-
rovesciate sul materiale fotosensibile. gi provenienti dallo stesso punto del sog- ro vengono deviati e dispersi.
I raggi provenienti da direzioni opposte si getto entra attraverso l’apertura formando
non formano un’immagine reale ma solo Centro e raggio di curvatura: in una len-
virtuale, e negli obiettivi si possono usare te sferica sono il centro e il raggio della sfe-
solo in combinazione con lenti positive. ra di cui la lente è parte.
Asse ottico: è la retta che passa per i cen-
tri di curvatura delle superfici sferiche.
Quando più lenti vengono composte per
formare un obiettivo, il loro asse ottico de-
ve coincidere. In caso di urti accidentali
quest’allineamento può venire a mancare e
ne risente la definizione dell’immagine, an-
Vetri ottici e lenti che se all’esterno il danno può non appari-
Per capire la forma e il funzionamento di re evidente.
una lente è necessario innanzitutto pren-
dere in considerazione un prisma, cioè un La lente positiva o convergente. È una len-
solido di cristallo con tre o più facce (late- te che fa convergere i raggi luminosi che la
rali) aventi superfici levigate. Un prisma colpiscono in un unico punto, detto fuoco.
ha la capacità di deviare i raggi di luce. La La lente negativa o divergente. È una lente
nuova direzione del raggio dipende dalla che fa divergere i raggi luminosi che la col-
qualità, dalla forma e dalla posizione del piscono, impedendo la formazione di un pun-
prisma. to focale.

Sopra: il prisma ottico.

Le superfici curve delle lenti degli obiettivi


sono solitamente porzioni di sfera.

I diversi tipi di lente.


Negli obiettivi, le lenti positive e quelle ne-
gative vengono spesso usate in combinazio-
ne. Nella figura sono illustrate una serie di L’asse ottico è la retta che passa per i centri
lenti positive (a) e una serie di lenti negati- di curvatura delle superfici sferiche della len-
ve (b). te.

Centro ottico: è il punto dell’asse ottico


per il quale i raggi che lo attraversano non
Un prisma ottico altera la direzione dei rag- subiscono deviazione.
gi di luce che lo colpiscono. Se il vertice del Fuoco principale immagine di una lente
prisma è rivolto verso l’alto la deviazione av- positiva: in una lente convergente i raggi
viene verso il basso; se è rivolto verso il bas- paralleli all’asse ottico convergono dopo la
so (b) la deviazione si verifica verso l’alto. rifrazione in uno stesso punto situato sul-
l’asse ottico: questo punto è detto fuoco
Una lente è un solido, in vetro o altro ma- principale immagine.
teriale trasparente, che può essere consi- Fuoco secondario e piano focale di una
derato un perfezionamento della fusione di lente positiva: un fascio di raggi luminosi
due prismi, uniti per la base nel caso di len- paralleli fra loro, ma non paralleli all’asse
ti convergenti. ottico, converge dopo la rifrazione in un
Una lente che fa convergere i raggi che la punto detto fuoco secondario. Il fuoco prin-
colpiscono è detta positiva o convergente. cipale e i fuochi secondari giacciono su uno
Essa ha una caratteristica forma convessa, stesso piano, che è perpendicolare all’asse
è sottile ai bordi e spessa al centro. ottico: questo piano è detto piano focale
Una lente negativa o divergente ha forma Fuoco anteriore o principale oggetto di
concava ed è sottile al centro e spessa ai Questioni di ottica una lente positiva: si può determinare la
bordi; in questo caso i due prismi sono uni- Chiariamo ora alcuni concetti di ottica che posizione del fuoco principale oggetto
ti per il loro vertice. I raggi trasmessi da ci consentono di comprendere il funzio- proiettando un fascio di raggi paralleli dal-
una lente concava divergono nello spazio, namento delle lenti. la parte posteriore di una lente
il che non consente la formazione di un Superficie sferica: le superfici delle len- Immagine reale: un’immagine si dice rea-
punto focale reale. ti degli obiettivi fotografici sono sempre le se tutti i suoi punti luminosi sono deter-
Le lenti negative che, come abbiamo det- piane o curve; in quest’ultimo caso si trat- minati dall’intersezione (punti di conver-
to, sono più sottili al centro che ai bordi, ta quasi sempre di porzioni di sfera. genza) dei raggi provenienti dall’oggetto
attraverso il sistema ottico. Fuoco principale immagine (virtuale) di cidente e del raggio emergente intersechi-
Immagine virtuale: un’immagine si dice una lente negativa: un fascio di raggi pa- no l’asse ottico in due punti distinti: que-
virtuale se tutti i suoi punti luminosi sono ralleli all’asse ottico dà, dopo la rifrazio- sti due punti si chiamano punti nodali, an-
determinati non dall’intersezione dei rag- ne attraverso una lente divergente, un fa- teriore e posteriore.
gi, ma da quella dei loro prolungamenti. scio divergente i cui raggi sembrano pro- Piani nodali: i piani nodali sono i due pia-
venire da un punto situato sull’asse ottico: ni perpendicolari all’asse ottico passanti
questo punto è il fuoco principale del- per i punti nodali. La conoscenza della lo-
l’immagine. Il fuoco principale dell’im- ro posizione è utile per tre ragioni: il pia-
magine, tuttavia, è solo virtuale, poiché in no nodale anteriore, infatti, interviene nel-
realtà nessun raggio passa per questo pun- la misurazione precisa della distanza del-
to e non lo si può raccogliere su un vetro l’oggetto, della distanza dell’immagine e
smerigliato o su del materiale fotosensibi- della lunghezza focale.
le Lunghezza focale: la lunghezza focale di
Fuoco principale oggetto (virtuale) di una lente semplice è la distanza che inter-
una lente negativa: il fuoco principale og- corre tra il piano nodale posteriore della
getto è il punto a cui convergono i raggi lente stessa e il piano focale sul quale ca-
Il punto sull’asse ottico in cui convergono i incidenti che, rifratti, emergono paralleli de l’immagine di un punto oggetto posto a
raggi paralleli rifratti è detto fuoco princi- all’asse ottico; esso è il simmetrico, rispetto distanza infinita
pale immagine. alla lente, del fuoco principale immagine.

I punti nodali sono dati dall’intersezione tra


Il punto sul piano focale in cui convergono i Il fuoco principale di una lente negativa, es- il raggio incidente e l’asse ottico. Si distin-
raggi non paralleli all’asse ottico è detto fuo- sendo virtuale, non può essere raccolto sul guono in anteriore e posteriore.
co secondario. materiale fotosensibile.

La lunghezza focale di una lente è data dal-


Il fuoco principale oggetto di una lente ne- la distanza tra il piano nodale posteriore del-
Il fuoco principale oggetto si ottiene proiet-
gativa è situato sull’asse ottico dietro la len- la lente e il punto sul piano focale in cui con-
tando un fascio di raggi paralleli dalla par-
te, nel punto in cui sembra convergere i rag- vergono i raggi rifratti.
te posteriore della lente.
gi incidenti.
Potenza di una lente: la potenza di una len-
Centro ottico e punti nodali: nell’analisi te esprime la sua capacità di deviare i rag-
delle lenti si è sinora supposto che lo spes- gi che la attraversano. Quanto più i raggi
sore delle stesse fosse minimo, il che per- vengono deviati rispetto alla direzione ini-
mette di misurare per esempio la distanza ziale, tanto maggiore viene considerata la
focale di una lente dal suo centro ottico al potenza della lente. La potenza è una gran-
suo fuoco. Questa misura è, tuttavia, solo dezza inversa rispetto alla lunghezza foca-
approssimativa; in realtà, un obiettivo fo- le e viene misurata in diottrie:
tografico comporta quasi sempre un insie- 1/100cm = 1 diottria
me di lenti il cui spessore complessivo è Se la lunghezza focale viene data in centi-
tutt’altro che trascurabile. Il raggio emer- metri, la potenza ottica in diottrie si ottie-
gente passante attraverso il centro ottico è ne dividendo 100 per la lunghezza focale;
L’immagine virtuale è ottenuta non dalla con-
parallelo al raggio incidente ma il suo spo- ad esempio, per una lente di lunghezza fo-
vergenza dei raggi luminosi, bensì dal loro
stamento laterale è sufficientemente am- cale 50cm, la potenza è 100/ 50cm= 2 diot-
prolungamento.
pio perché i prolungamenti del raggio in- trie.
Stefania Gravili
TECHICHE DI BASE

IL TTL ENTRA NEL


MONDO DEL FLASH

Come funzionano gli attuali Tutto iniziò negli anni Settanta, con la to della rivoluzione che il sistema portò nel
Olympus OM-2. Aveva la lettura dell'e- modo di fotografare e nei risultati che, dal-
sistemi di esposizione flash sposizione flash TTL direttamente sulla su- l'oggi al domani, furono possibili a tutti.
TTL. Dalla Olympus degli perficie del fotogramma. Una rivoluzione. Prima di allora ogni fotoamatore guardava
anni Settanta, alle attuali re- I flash automatici esistevano già, ma il lo- con ammirazione, per i risultati, e con in-
ro sensore leggeva una porzione, fissa, di vidia, per le attrezzature usate, le foto del
flex a funzionamento inte- quanto gli stava davanti, non il campo real- National Geographic: la goccia di latte che
grato. Messa a fuoco, lettura mente inquadrato dall'obiettivo. Con que- cade e costruisce incredibili geometrie; il
a matrice, posizione del sog- sto tipo di lettura Olympus batté sul filo di battito d'ali dell'ape che atterra sul fiore.
lana tutti gli altri, Minolta in primo luogo, Flash velocissimi, in grado di bloccare i
getto nell'inquadratura, di che aveva già da tempo iniziato le ricerche movimenti più rapidi; calcoli complessi per
tutto questo tengono conto i in questo senso. Chi ha iniziato a fotogra- stabilire i coefficienti di assorbimento di
moderni lampeggiatori. fare dopo, probabilmente, non si rende con- tubi e soffietti e molta pellicola sprecata in
Discoteca, la coppia di ragazzi è sta-
ta ripresa sulla pista da ballo con un
tempo di circa tre secondi muoven-
do volutamente la fotocamera, in mo-
do da ottenere le strisciate di luce
delle lampade. Il flash ha bloccato i
movimenti dei ballerini.

foto venute male. Prima dell'invenzione di Come funziona il flash TTL sibilità, questa può essere talmente breve
questo tipo di lettura flash, ci si doveva ac- Il principio di funzionamento della lettura da fermare i movimenti più veloci. Come
contentare della tecnologia dell' Autoflash flash TTL è relativamente semplice. Quan- il battito d'ali di un insetto. La tecnologia
computerizzato. do scatta il lampo, la luce illumina il sog- TTL, però, non viene usata da tutti i co-
Nella maggior parte dei casi il sensore ave- getto che, in base al suo coefficiente di ri- struttori nello stesso modo. In genere le
va un angolo di campo uguale a quello di flettenza manda indietro una parte della lu- preferenze sono dettate, più che da un rea-
un obiettivo da 35mm: circa 63 gradi. Il si- ce che l'ha colpito. È la quantità di luce che le vantaggio di una soluzione rispetto al-
stema Autoflash poteva venire usato in mo- cade sulla superficie sensibile della pelli- l'altra, dai brevetti che difendono il siste-
do attendibile solamente con un obiettivo cola. Una parte di questa luce viene rifles- ma di ciascun costruttore. Anche se le mar-
di questa lunghezza focale, o di focale mi- sa dalla pellicola e rimandata indietro a col- che di fotocamere sono molte, i sistemi
nore. Dietro la semplice sigla TTL, inve- pire un fotodiodo situato dentro il corpo adottati si possono ricondurre ad alcuni
ce, c'è un sofisticato sistema di lettura espo- macchina. Questo misura la luce del lam- modelli di base, sui quali sono state ese-
simetrica, ma non solo. po e il microprocessore della fotocamera guite variazioni sul tema. Prima differen-
I vari costruttori di macchine fotografiche lo interrompe quando la quantità di luce è za è la scelta del momento in cui il micro-
fanno ricorso a tecnologie differenti ed esi- sufficiente a impressionare la pellicola. Il processore della fotocamera decide che la
stono anche differenze nella applicazione lampo, quindi, non ha una durata fissa, ma quantità di luce è sufficiente per ottenere
del sistema TTL anche su modelli della me- variabile. Nel caso di riprese a distanza rav- una esposizione corretta. Il primo metodo
desima marca. vicinata, oppure con pellicole ad alta sen- fu il cosiddetto OTF ( Off The Film), adot-
Il soggetto era in una situazione di controluce, e il
suo viso sarebbe venuto troppo scuro senza il flash
in funzione di fill-in. Il vincitore dell'annuale espo-
sizione di galli che si tiene ad agosto a Gallo d'Al-
ba (CN).

Le corse degli asini non brillano certo per la velocità dei concorrenti. Per creare un po' di movimento basta sincro-
nizzare il flash sulla seconda tendina e impostare un tempo lungo, necessario all'animale per compiere qualche me-
tro. Il risultato è un quadrupede "con la scia" come galoppasse sulle ali del vento. I risultati migliori si ottengono se
il soggetto è chiaro e si muove contro un fondo scuro.

tato da Olympus, da Pentax sulla sua LX, to. In realtà non esistono significative dif- se, per la prima volta, una macchina foto-
da Contax sul modello RTS. Il controllo ferenze di risultato tra un sistema e l'altro, grafica dotata di un sistema multizonale di
del lampo avviene in base alla quantità di se non nella ripresa in luce diurna con lu- esposizione, collegato con un sistema fla-
luce riflessa dalla pellicola. Altri fabbri- ce flash di schiarimento. sh TTL. Questo fornisce un lampo di schia-
canti, invece, hanno adottato un metodo rita di potenza leggermente inferiore a quel-
che decide la giusta quantità di luce flash L'evoluzione la necessaria per ottenere una illuminazio-
prima che si apra l'otturatore. Rispetto a Con lo sviluppo dell'elettronica applicata ne piena per non correre il rischio di so-
questi si dice che l'OTF abbia un piccolo alla fotografia, le soluzioni per avere espo- vraesposizione. La fotocamera che, per pri-
vantaggio: tiene conto di un eventuale cam- sizioni flash sempre più sofisticate si sono ma, lo montava, era la Nikon F 401. Oggi
biamento di riflettenza anche quando l'e- succedute nel corso degli ultimi anni. Im- tutte le fotocamere dell'ultima generazio-
sposizione è già avviata e l'otturatore è aper- portante il 1987, anno in cui Nikon propo- ne offrono un perfetto controllo automati-
Tempo lungo e flash
TTL. La luce am-
biente ha creato im-
magini molto mosse,
mentre quella del fla-
sh ha bloccato e reso
visibili i personaggi.
Anche nella foto in
bianconero è possibi-
le usare creativamen-
te il flash. In questo
caso, a quella che sa-
rebbe stata una ba-
nale foto di cronaca,
i festeggiamenti dei
contradaioli per la
conquista del Palio
degli Asini, la tecni-
ca ha aggiunto movi-
mento e atmosfera.

co del lampo di schiarita, detto anche di sori TTL alla posizione dei cinque sensori fisticazione della lettura, quanto perché ci
"fill-in". La lettura TTL è stata notevol- dell'autofocus i quali, a loro volta, sono cor- mette in mano, anzi, nella macchina foto-
mente migliorata, coordinandola con la let- relati al sistema esposimetrico a sedici zo- grafica, un esposimetro per luce flash. Pre-
tura della messa a fuoco. Alla base sta la ne. Se, invece, si mette a fuoco manual- mendo il pulsante di scatto nel mirino com-
semplice considerazione che, se quella par- mente, la corretta esposizione viene calco- pare, infatti, una scala che indica la quan-
te del soggetto inquadrata è a fuoco, evi- lata prendendo in considerazione i tre sen- tità di luce necessaria. Il sistema, oltre che
dentemente è anche quella che il fotografo sori TTL. Se si utilizza un lampeggiatore da Contax, è stato adottato da Leica, per la
desidera sia illuminata alla perfezione. Per Canon della serie E, anche il sistema EOS sua R8, e ancora da Contax per la sua fo-
non parlare della integrazione dell'esposi- utilizza il pre flash per determinare la di- tocamera di medio formato Contax 645.
zione flash con i sistemi di esposizione a stanza flash soggetto e per impostare il dia- L'ultimo grido, in fatto di sofisticazione,
matrice. Nikon introdusse, per la prima vol- framma in tutte le modalità a esposizione però spetta a Minolta che, per la sua Dy-
ta sul modello F90, il sistema Matrix 3D Programma. Differente da Nikon e Canon nax 7, ha proposto nientemeno che un si-
anche per il flash, mantenuto nei successi- è il sistema utilizzato da Contax, per la pri- stema integrato basato sia sui pre lampi,
vi modelli. I flash dedicati SB25 ed SB26 ma volta, sul modello RTS III. Si tratta di che sulla misurazione TTL sul piano pelli-
hanno sistemi che effettuano la lettura espo- un controllo pre-esposizione denominato cola.
simetrica sulla base di una serie di brevi Pre Flash Pot TTL.
pre-flash che precedono il lampo definiti- Quando si predispone la fotocamera su ta- Dedicati e no
vo. Nel sistema a matrice, inoltre, il mi- le modalità è possibile far scattare il lam- Una volta bastava inserire il cavetto del fla-
croprocessore della fotocamera effettua i po senza che si apra l'otturatore. La lettu- sh nel contatto della fotocamera e non c'e-
suoi calcoli rilevando la luce riflessa dai ra esposimetrica viene effettuata sulla lu- rano difficoltà, anche se l'uno e l'altra era-
vari punti del sensore e selezionando au- ce riflessa da un piccolo specchio sistema- no di marche differenti. Da quando l'uno
tomaticamente, per l'esposizione definiti- to dietro lo specchio principale. La por- viene pilotato dal processore dell'altra, ciò
va, il punto che riceve un'illuminazione cor- zione presa in considerazione per questo non è più possibile. Meglio: è possibile se
rispondente a quella corretta. Quando ca- tipo di lettura TTL corrisponde a una su- si desidera semplicemente far scattare il
pita d'inquadrare una scena che presenta perficie centrale di cinque millimetri del lampo. Se si vogliono utilizzare tutte le pre-
zone molto scure, accanto ad altre molto campo inquadrato. I tecnici Contax, sem- stazioni, il flash deve essere "dedicato",
chiare, il sistema è in grado di compensa- pre attenti ai minimi particolari, afferma- cioè costruito apposta per funzionare con
re le differenze e fornire una esposizione no che con questo sistema si ha una lettu- quel tipo o con quella famiglia di macchi-
corretta su tutti i punti della inquadratura. ra più corretta della esposizione, anche se ne fotografiche. Per questo motivo, dal-
Leggermente diverso il sistema Canon, si usano pellicole con una superficie dalla l'introduzione del flash TTL in poi, i flash
inaugurato la prima volta con il modello riflettenza anormale. Il sistema, però, non vengono costruiti dal fabbricante stesso del-
EOS1n. Prevede il collegamento di tre sen- è tanto interessante per questa estrema so- la fotocamera, con pochissime eccezioni:
Le due foto accostate non hanno bisogno di com-
menti. Una è stata ottenuta con il flash in TTL , la
seconda no.

Il sole in controluce ha fornito l'illuminazione


d'effetto, delineando i contorni del soggetto; il
lampo del flash ha "riempito" le ombre, elimi-
nando quella che, altrimenti, sarebbe stata una
brutta silhouette.
Il sistema di lettura Nikon, inaugurato con il modello F90. Il sen-
sore del flash si compone di cinque segmenti. Di ogni segmento
Schematizzazione del sistema AIM (Advanced Integrated Multi-point viene letta la luminosità e i valori di lettura, confrontati con para-
Control) della Canon EOS 1n. Il sistema esposimetrico viene messo metri quali la distanza del soggetto dalla fotocamera, l'apertura
in relazione con quello della messa a fuoco e con la lettura flash TTL. del diaframma i valori di pre flash.
Il sensore dell'esposimetro è a sedici zone; le cinque centrali corri-
spondono alle cinque della messa a fuoco che, a loro volta, corri-
spondono alle tre del flash TTL.

Schematizzazione del
funzionamento del si-
stema esposimetrico
flash della Dynax 7.
Le varie informazioni
giungono da più par-
ti al processore per es-
sere elaborate in mo- Gli istogram-
do da inviare al flash mi tridimen-
le informazioni cor- sionali della
rette su durata del lettura esposi-
lampo e numero gui- metrica inte-
da da adottare. grata del flash
nella Contax
645.

Metz, che ha adottato un sistema di zoccoli sh e per la interruzione della emissione del china sia caricata del rullino. In caso con-
intercambiabili per i contatti delle fotoca- lampo. Riveste notevole importanza il con- trario il sensore SPD rivolto verso il foto-
mere più diffuse; Sigma che è appena usci- tatto per il riconoscimento del TTL. In al- gramma effettua la lettura non della luce
ta con una serie di flash dedicati alle reflex cuni casi, usando il flash con la fotocame- riflessa dalla pellicola, ma della superficie
Canon, Nikon e, naturalmente, Sigma. Tut- ra regolata sulla modalità Program, se man- nera del pressapellicola.
tavia, assieme a modelli di fotocamere e ca tale contatto la macchina non può rico-
flash ultimo tipo, può capitare di avere nel noscere il flash come TTL e la spia del fla- Effetti speciali
proprio corredo corpi macchina o flash che sh nel mirino lampeggia, a indicare che Le ultime generazioni di flash, oltre alla
hanno già qualche anno. Il dubbio se po- qualcosa non funziona. Ma la spia può lam- lettura TTL, collegata magari con la mes-
terli usare assieme, mantenendo almeno le peggiare anche per altri motivi, a seconda sa a fuoco e con il sistema esposimetro a
principali funzioni, oppure no, è legittimo. della fotocamera. In alcune lo fa a esposi- matrice, offrono altre caratteristiche utili al
Per capire se una fotocamera è compatibi- zione avvenuta, se tutto è andato per il ver- fotografo che voglia utilizzarli in maniera
le con un flash, si debbono guardare i con- so giusto. In altre lampeggia esattamente creativa. Tutte le marche più importanti, ad
tatti dello zoccolino del flash e quelli del- per il motivo contrario: esposizione insuf- esempio, offrono flash dedicati TTL che
la slitta a contatto caldo della fotocamera. ficiente. Per questo è sempre indispensa- possono funzionare in batteria, collegati tra
In genere i modelli TTL posseggono quat- bile leggere attentamente il libretto istru- di loro mediante sensori IR, che li fanno
tro contatti. Uno corrisponde al tradizio- zioni sia della fotocamera che del flash. Al- colloquiare con il processore della fotoca-
nale contatto X; un altro provvede a tra- tra avvertenza: per controllare il corretto mera. Basta sistemare due, o più di questi
smettere il segnale di riconoscimento TTL. funzionamento del sistema esposimetrico, flash, attorno al soggetto, per ottenere gli
Seguono il contatto del segnale pronto fla- nelle fotocamere OTL, bisogna che la mac- effetti di luce desiderati. Al momento del-
Macrofotografie realizzate in automatismo totale TTL. Le
condizioni di ripresa delle due immagini erano molto diver-
se. In una l'ampio sfondo nero poteva fornire indicazioni er-
rate all'esposimetro e causare una sovraesposizione del fio-
re. Grazie al sistema integrato con la lettura a matrice ciò
non è avvenuto. Cambiando solamente il rapporto d'ingran-
dimento, il fotografo ha potuto realizzare la seconda senza
compiere alcun calcolo. Alla corretta esposizione, in condi-
zioni molto differenti dalle prime, hanno provveduto gli au-
tomatismi.

lo scatto del flash principale, in genere quel- con tempi uguali, o inferiori a quello co- ne sulla seconda tendina. In genere il fla-
lo collegato alla fotocamera, anche gli al- siddetto di sincronizzazione, che nelle at- sh scatta quando la prima tendina ha rag-
tri emettono il lampo. Non si tratta di un tuali fotocamere è quasi sempre 1/250. Con giunto la fine della corsa e la seconda non
semplice collegamento mediante fotocel- tempi più brevi il fotogramma non è mai è ancora partita, per chiudere l'otturatore.
lula. Tutti i flash colloquiano tra di loro e interamente scoperto, e le tendine lasciano Se si fotografa mischiando luce flash e lu-
con la fotocamera mediante impulsi vei- solo una fessura, più o meno stretta, che ce ambiente, si ha una scia, formata dalla
colati dagli invisibili raggi infrarossi, di cui transita davanti al fotogramma. La diffi- immagine fantasma del soggetto, che pre-
ognuno possiede un emettitore e un rice- coltà è stata risolta facendo emettere dal cede il soggetto stesso nel suo moto. L'ef-
vitore. In questo modo sono i circuiti logi- flash non un solo lampo, che avrebbe illu- fetto, anche se può essere creativamente in-
ci dell'apparecchio fotografico a interrom- minato esclusivamente la parte del foto- teressante, è innaturale, specialmente se si
pere il lampo a seconda delle impostazio- gramma in quel momento scoperta, ma una riprendono soggetti come automobili con
ni precedentemente fatte dal fotografo. È serie continua di lampi, per tutta la durata le luce accese. La scie dei fari in questo ca-
un modo brillante per risolvere con facilità dell'esposizione. In questo modo si ottiene so precedono l'automobile e non la seguo-
situazioni d'illuminazione anche comples- una emissione continua di luce, tanto la ca- no, come dovrebbero. La sincronizzazione
se. Altra prestazione interessante è il co- denza dei lampi è rapida, che impressiona sulla seconda tendina evita questo incon-
siddetto flash ad alta velocità, sincroniz- come di consueto la pellicola. Naturalmente veniente, perché il flash scatta quando la
zabile con tutti i tempi di esposizione, an- in questo modo di funzionamento la po- seconda tendina parte per chiudere l'ottu-
che quelli molto rapidi. Per impressionare tenza del flash è ridotta, dal momento che ratore.
correttamente il fotogramma, il flash deve viene suddivisa tra il numero complessivo
emettere il lampo quando le tendine del- di lampi. Infine, l'altra modalità di funzio-
l'otturatore lo scoprono tutto. Ciò avviene namento interessante è la sincronizzazio- testo e foto Edo Prando
L’ESPERTO RISPONDE

INDAGINE SULLE
MACCHIE DI UN NEGATIVO
Un caso: delle piccole macchie sui negativi; la ricerca delle cause attraverso
un’analisi logica ed esaminando casi assimilabili.

Un argomento un po’ al di fuori del nor- lastre. Non si era pensato di approfondire la dif-
male, nato dalla richiesta di un amico mol- Il materiale degli involucri, caratterizzato ferenza in contenuto di zolfo del materia-
to preciso in tutte le sue cose, in particola- e analizzato chimicamente, non aveva mo- le - più elevato nei nuovi che nei vecchi in-
re in quelle fotografiche. Fotoamatore scru- strato alcunché di anormale; i dati analiti- volucri- perché il suo tenore restava anco-
poloso, ha recentemente lamentato la pre- ci soddisfacevano le specifiche. Tale filo- ra entro i valori di specifica.
senza di piccole macchie sui suoi negativi ne di indagine era stato quindi abbandona- Lo zolfo gioca un ruolo essenziale nella ge-
in B&N - Tri-X Pan Kodak - trattati nel- to, andando a cercare le cause del difetto latina del processo all’argento, ma la sua
l’eccellente X-Tol della stessa casa. Si è ri- in altre direzioni: presenza di fall-out ra- concentrazione deve essere tenuta entro li-
volto a me, per lumi, mandandomi un paio dioattivo, di inquinanti atmosferici, ecc. miti assai precisi, non più di tanto, non me-
degli spezzoni incriminati e un rullino ver- Tutte le indagini svolte non evidenziarono no di tanto! Lo zolfo dei nuovi involucri
gine, dello stesso lotto di produzione. Ho alcuna causa apparente. Il produttore do- era troppo elevato, l’errore stava nella for-
verificato l’esistenza delle piccole macchie vette ritirare dal commercio tutto il mate- mulazione delle specifiche, in base alle qua-
- non nette, piuttosto sfumate, ma inequi- riale incriminato, una decisione quanto mai li era stato accettato un materiale dannoso
vocabilmente presenti nel suo rullino - e ho grave, che determinò, nel tempo, addirit- con le gravissime conseguenze cui abbia-
cominciato a pensarci su. tura l’uscita dal mercato. Vediamo perché mo accennato!
È una vera e propria indagine, che richie- si è trattato di una decisione irrazionale.
de un esame logico, per permettere di de- Non si era riflettuto sul fatto che le lamen- Lo zolfo nella gelatina
finire le cause del difetto; è un’indagine per tele provenivano da gran parte del territo- La sensibilità alla luce delle emulsioni ar-
di più assai istruttiva, non semplice, per- rio degli USA; impensabile che in tutto il gentiche è basata su un meccanismo abba-
ché deve fare i conti con la tecnica del pro- territorio si fossero manifestate le stesse, stanza complesso, che coinvolge la forma-
cesso, non trascurando le proprietà dell’e- anomale, condizioni ambientali, esterne. Il zione di germi attivi, generati dalla pre-
mulsione e, soprattutto, dell’accoppiata difetto doveva quindi dipendere da cause senza di zolfo - o di suoi composti - che in-
coinvolta. Si tratta di cercare la responsa- interne, imputabili al materiale e/o alla con- teragiscono anche con la gelatina; il feno-
bilità del difetto, se per una caratteristica fezione. L’eventuale responsabilità dell’e- meno nel suo insieme non è stato ancora
anomala dell’emulsione, o dovuto a un er- mulsione poteva essere facilmente scarta- chiarito a fondo. Non deve quindi far me-
rore operativo, nel più ampio senso del ter- ta, visti gli accurati controlli di produzio- raviglia che le prime ricerche che hanno af-
mine. ne. frontato il problema risalgano solo a qual-
Restava quindi solo l’involucro. Qui è sta- che decina di anni fa.
Un caso illuminante to commesso l’errore fatale, il più incredi- Quando Maddox, nel 1871, mostrò che la
Una case history, come direbbero in USA. bile. La logica avrebbe voluto che se ne gelatina agli alogenuri d’argento, non solo
Ed è appunto negli Stati Uniti che, qualche fosse controllata la non responsabilità, con permetteva - a differenza dell’allora impe-
decina di anni fa, alcuni fotografi profes- una prova determinante, che non venne fat- rante collodio - di mantenere le sue pro-
sionisti lamentarono un marcato, inaccet- ta. Occorreva differenziare il comporta- prietà anche allo stato secco e per lungo
tabile, velo sulle lastre B&N di un noto pro- mento fra vecchio e nuovo involucro, a con- tempo, offrendo per di più un notevole van-
duttore di materiale sensibile. Il fatto ven- tatto delle stesse lastre per un ragionevole taggio in termini di sensibilità, non poteva
ne naturalmente esaminato a fondo, con periodo di tempo. La prova non venne com- certo rendersi conto di aver scoperchiato
comprensibile urgenza, dai tecnici della ca- piuta solo perché l’analisi aveva dimostra- un vero e proprio vaso di Pandora.
sa: rilevarono - unica variante rispetto ai to la rispondenza alle specifiche; nessuno La gelatina d’ossa - quelle del ginocchio di
precedenti lotti, che non avevano dato pro- si era chiesto se tali specifiche erano effet- bovini erano considerate le migliori - non
blemi - che era stato cambiato il fornitore tivamente corrette, convinti che lo fossero è un prodotto a cui possa essere assegnata
degli involucri in plastica dei pacchetti di perché fino ad allora erano andate bene! una precisa formula chimica: deve quindi
essere trattata e purificata con processi co- grammi non esposti, ma solo passati nella Essendo assai improbabile l’attribuzione
perti in genere dal segreto industriale. Il fotocamera. della colpa al rivelatore, non resta altro che
prodotto naturale contiene zolfo, in quan- Lo scopo delle differenti esposizioni era prendere in considerazione la permanenza
tità variabile: le più povere non meno di 4 quello di produrre nell’emulsione quel mi- del rullino nella fotocamera: una verifica
mg/kg, le più ricche, da 30 a 75 mg/kg, a nimo di velo che rendesse il materiale mol- purtroppo assai difficile, la certezza non è
seconda della provenienza del materiale e to sensibile alla rivelazione delle eventua- facile da raggiungere.
del processo usato per la preparazione. Con li macchie. Nessun difetto benché minimo Ho suggerito all’amico angosciato di ripe-
l’avanzare della ricerca, ogni produttore di è stato riscontrato sul negativo. Fuori cau- tere la prova, dopo aver pulito molto ac-
emulsioni sensibili trovò opportuno intro- sa quindi l’emulsione, la responsabilità po- curatamente - energiche soffiate d’aria ben
durre lo zolfo in quantità e forma diversa; teva essere attribuita a: pulita - l’interno della fotocamera: sono
per questa ragione, la gelatina destinata al- 1 - la manipolazione del rullino convinto che il difetto non si presenterà più.
la fotografia viene oggi, in genere, com- 2 - il suo trattamento La pulizia deve poter asportare qualche par-
mercializzata quasi esente da zolfo, la- 3 - la permanenza del rullino nella fotoca- ticella di prodotti chimici, manipolati in
sciando al fabbricante di emulsioni la scel- mera. precedenza - il solforante della seppiatura,
ta di come, quanto e quale forma utilizza- Il primo caso riguarda la possibilità che ipotizzava l’amico - trasportati poi inav-
re. Questa attivazione della gelatina può qualche impurezza non voluta - zolfo o vertitamente nell’interno della fotocame-
esser fatta anche con tiosolfato - proprio composti di zolfo, per es. - sia stata intro- ra.
quello che si usa per i bagni di fissaggio - dotta tramite le mani dell’operatore: un’i- Un’altra impurezza che avrebbe potuto cau-
con quantità variabili, in dipendenza del- potesi poco probabile, conoscendone la sare un simile difetto è il carbonato di so-
l’uso, tra 40 e 300 mg/kg. scrupolosità. dio, la soda Solvay, utilizzata in quasi tut-
Anche il secondo caso appare poco vero- ti i bagni di sviluppo, e quindi normalmente
La nostra indagine simile, perché gli eventuali minuscoli cri- presente nella camera oscura di chi opera
Ricordando l’esempio illuminante del pro- stallini di agente rivelatore - depositati oc- con il fai-da-te: una minuscola particella,
duttore USA, ho esposto - a valori diversi, casionalmente all’emulsione, avrebbero po- casualmente presente sull’emulsione,
con un soggetto molto uniforme, per me- tuto provocare un leggero sovrasviluppo avrebbe potuto rendere più energico il ri-
glio verificare l’esistenza di difetti - una molto localizzato - si sarebbero certamen- velatore, localmente.
buona parte del rullino fornitomi dall’ami- te disciolti, specie nell’X-Tol, nei tratta-
co scrupoloso, lasciando poi alcuni foto- menti successivi al primo. Giampaolo Bolognesi
FOTODIDATTICA

LA FORZA E IL
SIGNIFICATO DEL COLORE

I sacerdoti egizi hanno posseduto e custo- Secondo Paracelso, Steiner, Bailey, Lead- rispondono:
dito le conoscenze e la saggezza nascosta beater, Dr.Baker Ouseley ed altri la vita ini- 1) Il rosso: al chakra di base (organi di ri-
di un’epoca tramontata, ma ci hanno tra- zia con una vibrazione ad alta velocità di produzione)
mandato la loro scienza del colore attra- un accumulo di colori luccicanti e brillan- 2) L’arancione: al chakra della milza
verso manoscritti che sono tuttora di rile- ti. Per questo motivo ogni colore può ave- 3) Il giallo: al chakra del plesso solare
vante interesse. re proprietà positive e negative. 4) Il verde: al chakra del cuore
Nella loro teoria esisteva una corrispon- Se una persona si concentra su un unico co- 5) Il blu: al chakra della laringe
denza tra gli elementi della natura dell’uo- lore, nel vestiario o nell’arredamento ecc., 6) L’indaco: al chakra frontale (ghiandola
mo e le sette parti del nostro sistema sola- fa pensare agli aspetti negativi di quel co- pineale)
re. Inoltre questi maestri già migliaia di an- lore oppure, al contrario, ad un tentativo di 7) Il violetto: al chakra del vertice (ipofi-
ni fa avevano individuato i colori di base e compensare, con l’eccesso, le qualità di ta- si).
ad essi associavano i concetti di corpo, ani- le colore che alla persona mancano . Vediamo inoltre la proprietà specifica di
ma e spirito: Vediamo ora di approfondire le relazioni ogni colore:
- il rosso corrisponde al corpo dei sette colori dell’arcobaleno. 1) Il rosso: fisica o materiale
- il giallo corrisponde all’anima 1) Il rosso: potere e autorità 2) L’arancione: psicologica
- il blu corrisponde allo spirito. 2) L’arancione: conoscenza, scienza 3) Il giallo: armonizzante
Scienziati e filosofi hanno spesso studiato 3) Il giallo: intelligenza, denaro 4) Il verde: fortificante
le relazioni della luce e del colore con la 4) Il verde: armonia, creatività 5) Il blu: curante
vita. Tra questi lo scienziato e filosofo gre- 5) Il blu: devozione, fede, rispetto 6) L’indaco: intuitiva
co Pitagora (580-496 a.C.) così come il me- 6) L’indaco: amore, cura, saggezza 7) Il violetto: spirituale.
dico e filosofo tedesco Paracelso, precur- 7) Il violetto: cerimonia, rituali. In questo articolo descriveremo il signifi-
sore della moderna medicina scientifica na- Vediamo ora a quali organi del corpo chia- cato e le qualità dei colori Rosso e Blu, il
turale (1493-1541). mati anche chakra, o centri energetici cor- perché della preferenza o del rifiuto.
LA TECNICA DELLA MATITA ACQUERELLABILE

Esistono in commercio delle matite acquerellabili molto versatili. Le più conosciu-


te sono prodotte in Svizzera in una gamma di circa 120 colori: si chiamano Caran
D’Ache.
Il pigmento di tali matite è ricco e pieno, si adattano ad esse non solo le carte foto-
grafiche con superficie politenata, ma anche quelle con superficie lucida.
Si possono applicare sia a secco che bagnate. INVITO ALLE SCUOLE
FASE PRIMA La redazione, insieme a Stefania Gravi-
Effetto acquerellabile denso li, esaminerà le opere inviate dalle scuo-
Bagnare la punta della matita in acqua applicando il colore in diversi strati. le per una loro pubblicazione sul primo
fascicolo raggiungibile.
FASE SECONDA Per informazioni:
Effetto acquerellabile trasparente e delicato Progresso Fotografico, viale Piceno 14,
Bagnare la zona scelta con un pennello di pelo di martora, poi utilizzando la punta 20129 Milano.
sottilissima della matita, iniziare la colorazione delle aree inumidite precedentemente. Fax: 02-71.30.30

Il rosso veri sentimenti dietro questa apparente tran- La “persona blu” spesso è rigida e com-
Questo colore è spesso usato da persone quillità. La cultura popolare associa il ros- piaciuta di se stessa. È convinta delle sue
estroverse, vitali, impulsive, energiche, ten- so al pericolo e/o alla rivoluzione, ma an- positive intenzioni ma spesso cerca di per-
denti all’aggressività. Sono persone che vo- che all’aiuto (la Croce Rossa etc.). Si può suadere gli altri in favore dei suoi interes-
gliono ottenere dalla vita tutto il possibile. arrossire per rabbia ma anche per imba- si: tenta di manipolarli. La persona aman-
La personalità è ottimista, ma il carattere è razzo e timidezza. te del blu si adatta facilmente, è fedele, è
inquieto; pretendono di essere sempre in sentimentale, socievole con gli amici ma
forma. Conoscono poco i loro lati negati- Il blu molto diffidente verso gli estranei, ha ca-
vi, sono poco obiettivi, spesso addebitano Questo colore è spesso usato da persone pacità di resistenza, ritiene che tutti do-
ad altri la causa dei loro insuccessi. tranquille e pazienti. Questo colore ci lega vrebbero vivere una vita onesta ed equili-
Ma se la “persona rossa” è invece tranquilla, al cielo e agli oceani, ci rilassa, fa bene agli brata. In genere è persona fidata, coscien-
allora essa cerca il calore, la forza e la qua- occhi e calma. È il colore del dovere, del- ziosa ma fredda, poco creativa.
lità vitale del rosso, oppure nasconde i suoi l’autoanalisi, dell’introspezione. Testo e foto di Stefania Gravili
L’ESPERTO RISPONDE

LA PRATICA DEL FORO STENOPEICO


È lo chassis che supporta il
materiale sensibile. Il rettan-
golo F supporta il materiale
sensibile e va ad adattarsi per-
fettamente nel foro F della fig.
1. Il rettangolo maggiore T
sarà di dimensioni uguali a
quelle del retro della fotoca-
mera (vedi fig. 1), su cui è pra-
ticato il foro F; in tal modo si
realizza la migliore chiusura
possibile.
Una volta caricata la fotoca-
mera - naturalmente in came-
ra oscura - si assicurerà l’impermeabilità alla luce con un anello di fascia d’e-
lastico nero, che possa coprire tutto il contorno.

La tranciatura senza bava del fo-


ro stenopeico viene ottenuta con
un colpo secco di martello sul-
Il cartone ondulato - doppia onda, spessore circa 4.5mm l’assieme di T (un tappo di su-
- si presta assai bene alla realizzazione: è robusto, legge- ghero) e P, che è il punzone vero
ro, e può essere piegato con facilità e precisione, inciden- e proprio.
do leggermente sul retro la superficie, prima della piega- Tirare in piano, con carta vetra-
tura, lungo la direzione delle ondulazioni D. La fotoca- ta, le due superfici del tappo di su-
mera è formata dalle due parti, da incollare sui bordi con ghero ben denso e compatto, infi-
Bostik Superchiaro. Il taglio dei due pezzi, con il taglia- lare nel centro un ago di diame-
balsa, terrà conto dello spessore del cartone ondulato. tro opportuno, spezzato alla due
Il foro stenopeico è collocato in O; F è un’apertura ret- estremità, in modo che presenti
tangolare che corrisponde al formato scelto: dalle sue di- una superficie piatta. Con un bar-
mensioni dipendono tutte le altre. retta abrasiva di carborundum a grana fine si limano i due estremi dell’ago,
La scatola incollata verrà stuccata e passata con carta ve- fino a ottenere una superficie piatta e liscia. Si posi il tappo-punzone su un
trata; al termine si provvederà alla verniciatura con nitro pezzetto di Domopak d’alluminio - preventivamente verniciato in nero opaco
nera opaca. - sostenuto da un foglio di acetato di buono spessore. Un colpo secco di mar-
tello sul complesso produrrà, nell’alluminio, un foro perfetto.

Questa volta non mi riferisco a un particola- sul fondo di una scatola opportunamente quisita la necessaria pratica.
re lettore, ma ai tanti che sollecitano la ri- schermata. La tecnica del foro stenopeico è Il primo problema con cui si ha a che fare è
presa di articoli sul BN: l’argomento di oggi stata recentemente rispolverata; i navigatori la determinazione del tempo di posa, che de-
è dedicato a loro. su Internet consultino il sito <http://www.pho- ve fare i conti con una luminosità decisamente
La lente ideale, quella che non dà luogo ad to.net/photo/pinhole/pinhole.htm> dove tro- bassa. Il valore del diaframma si ottiene di-
alcuna aberrazione, è una lastra piana a fac- veranno un’abbondante documentazione sul- videndo la lunghezza della scatola per il dia-
ce parallele... solo che non è una lente, e quin- l’argomento. metro del foro stenopeico; con una scatola di
di non serve. L’uso delle lenti vere e proprie Forte di queste informazioni e di una buona 250mm un foro del diametro di 0.5mm si-
comporta purtroppo la presenza delle aber- esperienza precedente, ho voluto riprendere gnifica 250/0.5 = 500, cioè f/500, un valore
razioni; il progettista è quindi costretto a uti- il soggetto, con una realizzazione casalinga piuttosto fuori del comune. Per le riprese di
lizzarne molte - tante di più, quanto più cor- più che soddisfacente. Le figure 1, 2 e 3 chia- cui alla figura 4 abbiamo usato la carta Mul-
ta è la lunghezza focale e più luminoso è l’o- riranno l’operazione, anche se è possibile uti- tigrade IV, che permette, con i filtri dedicati,
biettivo - per produrre la migliore immagine lizzare una scatola già fatta, di quelle usate, non solo di modificare il contrasto, ma anche
possibile. che si trovano al supermarket; in tal caso sarà di tagliare le componenti a bassa lunghezza
È però possibile evitare del tutto le lenti usan- però necessario, non solo stuccare spigoli e d’onda - UV e blu - migliorando la nitidez-
do la vecchissima tecnica del foro stenopei- vertici - per evitare infiltrazioni di luce - ma za.
co. Fin dal V secolo A.C. i cinesi avevano anche studiare un pratico sistema di chiusu- Buon lavoro agli amici del BN e della came-
scoperto che la luce viaggia per linee rette: il ra mobile, per la collocazione del foglio sen- ra oscura.
soggetto - passando attraverso un piccolissi- sibile: carta per risparmiare e fare esperien-
mo foro - produce la sua immagine invertita za, pellicola rigida, una volta che si sia ac- Giampaolo Bolognesi
A C

B D

È la sintesi di tutta l’operazione.


A: una ripresa su carta con un foro stenopeico di 1.4mm di diame-
tro, pari a f/180, con una posa di 45s. Il soggetto è ben delineato,
ma la nitidezza è piuttosto scarsa.
B: è stato usato un foro da 1mm di diametro, corrispondente a f/250;
la posa è stata di 90s. Dettaglio migliore di quello della 4 A, ma
non entusiasmante.
C: si è usato un foro da 0.5mm di diametro, pari a un f/500, che ha
richiesto una posa di 4 minuti. Qui le cose sono nettamente migliori,
la nitidezza è ben accettabile, specie in confronto con i due casi pre-
cedenti. Approfittando della multigradazione della Multigrade IV E
Ilford, abbiamo effettuato una ripresa con il filtro 00I (D), sempre
con f/500; la posa è stata incrementata a 8 minuti. Il dettaglio mi-
gliora ancora: si veda l’albero sulla destra e l’apparire dell’an-
tenna TV - in alto, sulla sinistra - non visibile nei tre casi prece-
denti. L’immagine è anche più morbida, grazie al filtro 00.
E: con f/500 e 8 minuti di posa - si è usato il filtro Wratten giallo
n. 8. L’immagine è un po’ più contrastata della precedente, la niti-
dezza è altrettanto buona: anche qui si distingue l’antenna TV in
alto a sinistra.
SCUOLA D I FOTOGRAFIA

LE CARATTERISTICHE
DEGLI OBIETTIVI
Lunghezza focale, apertura effettiva o relativa, angolo di campo, risoluzione:
sono le caratteristiche fondamentali degli obiettivi.

L’obiettivo è un sistema di lenti con foca- - apertura effettiva scio luminoso che passa attraverso il dia-
le fissa o variabile (zoom) che fornisce di - angolo di campo framma.
un oggetto un’immagine reale, capovolta, - potere risolvente L’apertura relativa (o luminosità) di un obiet-
rimpicciolita e posta in prossimità del fuo- tivo è un valore definito dal rapporto tra l’a-
co. La lunghezza focale pertura effettiva del diaframma e la lun-
Mediante piccole variazioni della distanza La lunghezza focale di un obiettivo com- ghezza focale dell’obiettivo.
tra obiettivo e pellicola si può ottenere su posto da più lenti è data dalla distanza tra
quest’ultima un’immagine nitida di ogget- il punto nodale posteriore e il punto sul- Angolo di campo
ti posti sia all’infinito che a distanza rav- l’asse ottico in cui converge un fascio di A ogni lunghezza focale di un obiettivo, per
vicinata. raggi provenienti dall’infinito. un determinato formato, corrisponde uno
Le caratteristiche fondamentali di un obiet- specifico angolo di campo o di ripresa. L’im-
tivo sono: Apertura effettiva magine proiettata da un obiettivo è di for-
- lunghezza focale Si dice apertura effettiva il diametro del fa- ma circolare, la luminosità e la definizione
di questa immagine decadono verso i bor-
di.
Viene chiamata cerchio di definizione la zo-
na centrale della proiezione che presenta
una qualità accettabile.
La pellicola registra la parte centrale del
cerchio di definizione.

Il potere risolvente
Il potere risolvente di un obiettivo si misu-
ra fotografando delle mire ottiche, griglie
di coppie di linee bianche e nere orizzon-
tali e verticali, aventi uno spessore via via
decrescente. Il gruppo più piccolo di cui sia-
no ancora riconoscibili le singole linee in-
dica il potere risolvente dell’obiettivo.

Obiettivo normale
La lunghezza focale è la distanza tra il punto nodale posteriore e il punto sull’asse ottico
Si definisce normale un obiettivo la cui lun-
in cui convergono i raggi provenienti dall’infinito.
ghezza focale è approssimativamente ugua-
Sopra: Il cerchio di definizione rappresenta la
zona centrale della proiezione di un obiettivo,
in cui non si ha perdita di luminosità e defini-
zione.
A destra: la raffigurazione dell’angolo di
campo.

ANGOLO DI CAMPO
L’angolo di campo o di ripresa varia con
la lunghezza focale dell’obiettivo e il
formato del materiale fotosensibile.

Formato Lunghezza Angolo


Pellicola focale di campo
24x36mm 28mm 75°
24x36mm 35mm 63°
24x36mm 50mm 47°
24x36mm 105mm 23°
24x36mm 200mm 13°

60x60mm 55mm 75°


60x60mm 65mm 66°
60x60mm 80mm 56° Nel teleobiettivo la distanza fra il gruppo di lenti anteriori (convergenti) e il piano foca-
60x60mm 150mm 31° le è inferiore alla lunghezza focale: questo è possibile in quanto il piano principale di
60x60mm 210mm 23° riproduzione dell’immagine cade in avanti rispetto al primo gruppo di lenti.

le alla diagonale del formato utilizzato; nel lunghissima montatura dell’obiettivo. lizzati quando si vuole avvicinare un sog-
formato 35mm l’obiettivo normale ha una Per ovviare a questo inconveniente viene getto lontano e quando si deve ridurre la
lunghezza focale di circa 50mm, nel me- adottata la formula del teleobiettivo, che profondità di campo.
dio formato 75-80mm. consente di conservare i vantaggi della lun- Ambiti di lavoro per i teleobiettivi sono:
Si tratta di obiettivi che hanno un angolo ga focale, ma con un tiraggio limitato (il ti- ritratti e primissimi piani, beauty, moda,
di ripresa simile all’angolo di visione del- raggio è la distanza tra il punto nodale po- fotografia industriale, reportage geografi-
l’occhio umano, ossia circa 50°. steriore di un obiettivo e il piano focale). co e cronaca.
L’ottica normale è un obiettivo tuttofare. Il piano principale di riproduzione del- Nell’uso dei teleobiettivi, la stabilità co-
Permette di risolvere con la massima faci- l’immagine cade in avanti rispetto alla pri- stituisce uno dei problemi più rilevanti, per
lità il maggior numero delle situazioni di ma lente dell’obiettivo. cui è preferibile impostare tempi di ottura-
ripresa. I teleobiettivi hanno una costruzione clas- zione non lenti.
sica: il gruppo anteriore convergente e il Un altro problema nell’uso dei teleobietti-
Obiettivo di lunga focale gruppo posteriore debolmente divergente. vi è che, fotografando soggetti lontani, le
Si definiscono obiettivi di lunga focale quel- La luce si comporta come se fosse rifratta particelle di vapore in sospensione nell’a-
li che hanno una lunghezza focale supe- da un piano nodale posto fuori dall’obiet- ria diminuiscono il contrasto delle imma-
riore alla diagonale del formato utilizzato. tivo. La lunghezza focale è quindi molto gini.
In teoria con la messa a fuoco all’infinito maggiore dell’allungamento o tiraggio ne-
essi richiederebbero una distanza tra obiet- cessario a coprire la distanza tra la super- Obiettivo di corta focale
tivo (o meglio piano principale posteriore) ficie posteriore dell’obiettivo e il piano fo- Un obiettivo di corta focale ha una lun-
e piano della pellicola pari alla loro lun- cale. ghezza focale più corta della diagonale del
ghezza focale; questo comporterebbe una Gli obiettivi di lunga focale vengono uti- formato. I grandangolari hanno in genere
Nel grandangolare la lunghezza focale
risulta inferiore alla distanza tra il primo
gruppo di lenti (divergenti) e il piano foca-
le: questo è possibile in quanto il piano
principale cade dietro il gruppo di lenti
posteriori.

una luminosità inferiore rispetto alle otti- dispongono di una grande profondità di il centro dell’obiettivo, vengono riprodot-
che normali. campo e consentono quindi una facile e ra- te come linee e curve.
Per utilizzare gli obiettivi grandangolari pida messa a fuoco. La visione è quella tipica degli spioncini
con le macchine reflex sono stati inventa- Avvicinandosi al soggetto il grandangola- delle porte di casa.
ti gli obiettivi retrofocus, nei quali il piano re esalta la prospettiva, con una marcata I decentrabili sono degli obiettivi nei qua-
principale posteriore è situato fuori dal si- convergenza delle linee di fuga. li i costruttori hanno inserito dei dispositi-
stema ottico, in modo da lasciare spazio al vi che permettono di spostare verso l’alto
movimento dello specchio ribaltabile. Obiettivi speciali o verso il basso l’intero blocco delle lenti
L’obiettivo grandangolare viene impiega- Gli obiettivi fish-eye consentono di ri- in rapporto alla posizione della pellicola.
to in moltissimi settori: architettura, foto- prendere un campo estremamente ampio La funzione di questi obiettivi è quella di
grafia pubblicitaria, fotografia industriale, anche oltre i 180°. Sono ottiche prive del- correggere le linee cadenti.
reportage geografico. la correzione della distorsione e tutte le li-
Questi obiettivi, con la loro corta focale, nee, a eccezione di quelle che attraversano Stefania Gravili
FOTODIDATTICA

LE DISTANZE
CONIUGATE
Le distanze coniugate, per una lente, sono
le distanze dell’oggetto e dell’immagine in
stretta relazione fra loro e con una lunghezza
focale.
Si tenga presente la regola secondo cui se
aumenta la distanza dell’oggetto, diminui-
sce quella dell’immagine e viceversa.
La rappresentazione geometrica della for-
mazione dell’immagine è sufficiente per il-
lustrare i concetti base dell’ottica. Nella co-
struzione geometrica entrano in gioco le
seguenti grandezze:
* f lunghezza focale
* o dimensione dell’oggetto
* n distanza dell’oggetto
* u distanza dell’immagine

Esempio: La distanza coniugata è la distanza tra il punto oggetto e il corrispondente punto im-
Dati scala 1:4 magine.
f = 1 cm
n = 2 cm
o = 1 cm
1) Tracciare una linea orizzontale che rap-
presenta l’asse ottico.
2) Tracciare una linea perpendicolare al-
l’asse ottico per rappresentare una lente.

7) Tracciare un raggio dal punto oggetto al


piano della lente passante per il punto fo-
cale anteriore, quindi parallelo all’asse ot-
5) Tracciare un raggio che, partendo dal tico fino a incrociare l’intersezione dei due
punto oggetto, passi per il centro ottico. raggi precedenti. L’immagine risulta a fuo-
co nel punto di intersezione dei tre raggi.
3) Tracciare due punti sull’asse ottico po-
sti simmetricamente rispetto al piano del-
la lente, e a 1cm da esso: questi punti rap-
presentano i punti focali principali.

6) Tracciare un raggio parallelo all’asse ot-


tico dal punto oggetto al piano della lente
4) Segnare il punto oggetto a sinistra del e quindi passante per il punto focale po-
piano della lente, alla distanza di 2 cm dal steriore.
piano della lente e di 1cm dall’asse ottico.
Oggetto posto a distanza superiore al dop- Oggetto posto esattamente nel fuoco ante-
8) Tracciare un segmento perpendicolare
pio della lunghezza focale; riore .
all’asse ottico dal punto oggetto fino a in-
contrare l’asse, e altrettanto si faccia dal
L’immagine simmetrica L’immagine virtuale ingrandita
punto immagine: il primo rappresenta l’in-
Un oggetto che si trova a una distanza dal- Se l’oggetto viene a trovarsi tra il fuoco e
tero oggetto, il secondo l’intera immagine
la lente pari al doppio della lunghezza fo- la lente otteniamo un’immagine virtuale di-
cale, forma un’immagine simmetrica e ro- ritta e ingrandita che si trova dalla stessa
vesciata della stessa dimensione dell’og- parte della sorgente-oggetto (il rapporto
getto. Il suo piano focale si trova a una di- delle distanze coniugate fornisce l’ingran-
stanza pari al doppio della lunghezza fo- dimento della lente).
cale. Per riprodurre oggetti in rapporto 1:1
bisogna fare in modo che il centro della len-
te sia posto a uguale distanza dal piano del-
la pellicola e dall’oggetto, e tale distanza
deve essere pari a due lunghezze focali.

9) Misurare la distanza dal piano della len-


te all’immagine e l’altezza dell’immagine,
e moltiplicare per 4 per riportare alla realtà
i valori della scala. La distanza dell’im-
magine sarà di 8 cm e la sua altezza di 4
Oggetto posto a una distanza minore del-
cm.
la lunghezza focale.
L’immagine puntiforme L’immagine virtuale ridotta
Se l’oggetto da fotografare si trova all’in-
Oggetto posto a una distanza pari al dop- Per costruire l’immagine ottenuta con una
finito, i raggi riflessi giungono paralleli fra
pio della lunghezza focale. lente divergente possiamo utilizzare il rag-
loro e, se sono paralleli anche all’asse ot-
gio passante per il centro ottico, che attra-
tico, l’immagine si formerà nel fuoco prin-
L’immagine ingrandita versa la lente senza deviazione. Un raggio
cipale posteriore della lente. L’immagine
Oggetti che si trovano a una distanza dal- incidente parallelo all’asse ottico dopo la
sarà reale, ridotta al massimo e capovolta
la lente compresa tra due e una lunghezza deviazione diverge e sembra provenire dal
(in pratica puntiforme)
focale, vengono riprodotti ingranditi e ro- fuoco principale immagine (anteriore): ve-
vesciati a una distanza superiore al doppio diamo che una lente divergente dà di un og-
della lunghezza focale getto reale un’immagine virtuale, diritta e
più piccola dell’oggetto stesso. Questa im-
magine è posta fra il fuoco immagine e la
lente.

Oggetto posto all’infinito.


Oggetto posto a una distanza compresa tra
L’immagine ridotta il doppio della lunghezza focale e una lun-
Se l’oggetto si trova oltre il doppio della ghezza focale.
distanza focale, l’immagine si formerà dal-
la parte opposta della lente, rimpicciolita e
L’immagine virtuale all’infinito Costruzione dell’immagine ottenuta con
rovesciata, a una distanza compresa tra la
Se la posizione dell’oggetto coincide con una lente divergente.
lunghezza focale e il doppio di questa. L’im-
magine sarà reale, più piccola del sogget- il fuoco anteriore, l’immagine è virtuale e
to e capovolta. posta all’infinito, cioè i raggi emergono pa-
ralleli dalla lente e costituiscono un fascio
che si proietta all’infinito.
FOTODIDATTICA

L’ENERGIA POSITIVA
DEL COLORE

Tutto cambia, la natura è in continuo mu- lo sul nostro equilibrio emotivo e psicolo- stro organismo; la fiducia in se stessi ha
tamento. Le stagioni si susseguono, la pri- gico, ma anche sul nostro benessere fisico. un’influenza certamente positiva.
mavera, l’estate, l’autunno, l’inverno. Essere consapevoli di questo è importante Anche i colori possono avere un loro ruo-
Le età si evolvono, l’infanzia, l’adolescenza, per adattare le nostre azioni alle situazioni lo: impariamo a conoscerli e a usarli per
la maturità, la vecchiaia. che cambiano. stimolare e potenziare le nostre personali
Ogni cosa è sottoposta a continue trasfor- Ciò che si svolge nel nostro organismo vie- capacità terapeutiche interiori.
mazioni. Anche noi nel corso della nostra ne influenzato da noi indirettamente, at- In questo articolo parleremo delle qualità
vita abbiamo dovuto affrontare dei cam- traverso ciò che mangiamo e beviamo, at- del rosa e dell’arancione.
biamenti, che a volte sono risultati positi- traverso le sostanze farmacologiche e/o
vi, a volte negativi. omeopatiche che assumiamo, attraverso Il colore rosa
I cambiamenti negativi possono in alcuni l’affetto dei nostri amici e parenti, attra- Corrisponde al Chakra del cuore. Esso sim-
casi provocare delle vere e proprie crisi. verso la natura che ci circonda e gli ani- boleggia l’armonia. Questo colore possie-
Se la crisi limita la nostra libertà di espres- mali. Anche i pensieri, le azioni, le emo- de le stesse qualità del rosso, ma in una ver-
sione o di movimento, si ripercuote non so- zioni hanno una rilevante influenza sul no- sione più soft, cioè più delicata.
È il simbolo dell’amore, però senza pas- voluta.
sione, che potremmo perciò definire affet- Alcuni studiosi sostengono che l’arancio-
LA TECNICA ACQUERELLO
Attrezzatevi con materiali di qualità, ov-
to. ne è il colore della forza, della curiosità, vero pennelli di pelo di martora, carta fo-
La persona che ama il rosa cerca la prote- della giovinezza. Se così fosse sarebbe il tografica opaca e piuttosto spessa, i colo-
zione dal primo ambiente o comunque un colore di cui tutti noi potremmo avere un ri devono essere di buona marca per arti-
trattamento speciale e una vita al sicuro. gran bisogno. sti.
La “persona rosa” ha necessità di affetto, Se le oscillazioni di questo colore fossero Col passare del tempo e con l’esperienza
amore e sicurezza. troppo forti, potremmo scegliere l’albi- scoprirete quali sono i materiali più con-
Il colore rosso con le sue forti oscillazioni cocca, che le attenua un po’; oppure po- geniali e quali si adattano ad un certo sti-
fa sentire fragile e insicura la “persona ro- tremmo usare il color pesca, che è un aran- le e soggetto.
sa”, che di solito è una persona delicata. cione più delicato, definito da alcuni reli- Acquistate secondo le vostre possibilità i
Comunque sia, il rosa è un colore caldo, giosi il colore dell’amore spirituale. materiali della migliore qualità e poi ab-
con uno spettro cromatico molto ampio che Questo colore ha una forte influenza posi- biatene molta cura. Risparmierete tempo
va dal rosa fragola al rosa chiaro del fiore tiva sulla nostra pelle; alcuni monaci orien- e denaro ottenendo così la luminosità e la
di melo. tali usano portare tonache arancioni. freschezza del vero acquerello.
Se una persona eccede nell’uso di questo Fase Prima
colore, potrebbe far pensare ad una perso- Testo e foto di Stefania Gravili Iniziate dalle zone più semplici dell’im-
na che vive un po’ fra le nuvole e che “ve- magine per esercitarvi nell’uso dei pen-
de tutto rosa”. nelli e dei colori.
Non impugnate il manico del pennello trop-
INVITO ALLE SCUOLE po saldamente, altrimenti avrete delle dif-
Colore arancione
ficoltà a trattare le pennellate con sciol-
Corrisponde al Chakra della milza. La redazione, insieme a Stefania Gra- tezza, il polso deve essere rilassato con un
L’arancione è un colore molto amato dal- vili, esaminerà le opere inviate dalle minimo di tensione, quella necessaria per
le persone estroverse, che amano la buona scuole, realizzate con diverse tecniche, reggere il pennello.
compagnia, ma che non sopportano di ve- Fase seconda
per una loro pubblicazione sul primo
dere qualcun altro al centro dell’attenzio- Dopo un po’ che vi esercitate, il pennello
fascicolo raggiungibile.
ne, persone che, se vengono ignorate, met- diventerà come un vostro prolungamento,
Per informazioni:
tono il broncio. capace di produrre bellissimi e leggeri toc-
Progresso Fotografico, viale Piceno 14,
Questo tipo di persona è molto flessibile e chi e fluenti curve.
adattabile, a volte può risultare lunatica e 20129 Milano.
A questo punto potete iniziare a lavorare
instabile ma in realtà è fortemente came- Fax: 02-71.30.30
su zone più complicate.
ratesca. Generalmente è socievole e ben-
L’ESPERTO RISPONDE

OTTICA COMPOSITA,
LENTI, TUBI, SOFFIETTI…
La domanda sto caso. In posizione macro, per di più, la nel seguito quali ulteriori elaborazioni pos-
Prendo lo spunto, questa volta, da una let- collocazione reciproca delle lenti può es- sano esser fatte dal valore di M.
tera di Eugenio Morgagni, da Ravenna, che sere modificata - in modo non precisato,
ha mescolato le possibilità di avvicinarsi al per una migliore resa alle piccole distanze La lunghezza dei tubi di
soggetto - tubi, lenti addizionali, per otte- -, rendendo difficile il calcolo. Alcuni pro- prolunga e focale
nere un’immagine più stretta - cercando duttori scrivono sul barilotto dell’obietti- I tubi di prolunga sono né più né meno che
poi di quantificare il valore dell’ingrandi- vo il valore della differenza rispetto alla un allungamento esterno dall’elicoidale del-
mento diretto sul negativo o dia che sia. lunghezza focale di targa dell’obiettivo, l’obiettivo. Dal punto di vista della qualità
Macro con Sigma 70-300 alla focale mas- anche se la cosa non è semplice con gli dell’immagine, non è possibile aumentare
sima (reale 292.7 come da test su TF 12/96), zoom. Sul mio Summicron R 50mm f/2 tro- a piacere la distanza fra ottica e piano pel-
con lente acromatica per raggiungere G = vo scritto 0.5; la sua lunghezza focale sarà licola; gli obiettivi non specialistici sono
1:1, + tubi da 12.2 e 36mm. Constatata la quindi maggiore e risulterà pertanto di calcolati per dare il meglio a una distanza
riduzione della mdf da metri 0.95 a metri 50.5mm; con questo valore i calcoli... tor- di messa a fuoco abbastanza definita, di so-
0.88, con tutto il set montato, vi sarei gra- nano. Non disponendo di questa informa- lito fra le 25 e le 50 volte la lunghezza fo-
to se mi indicaste la perdita di luminosità zione, si può ugualmente pervenire al va- cale. In linea di principio, un 50mm dà il
e il G ottenibile da tale combinazione. Ho lore dell’ingrandimento - il lettore dice G, massimo con una messa a fuoco fra 125 e
visto la tabella 1 a pag. 138 di TF 11/98, ma di solito lo si chiama M -, e cioè il rap- 250mm; a distanze maggiori la qualità non
ma senza esempi non riesco a utilizzarla. porto dimensionale fra immagine e sog- risulta apprezzabilmente ridotta, mentre,
getto: una grandezza, sui cui torneremo, di alle piccole distanze, specie quelle della
Molti i problemi sollevati dal lettore, me- importanza fondamentale nella macro, nel- macro vera e propria, è probabile che que-
ritevoli di chiarimento: la fotografia ravvicinata e nella riprodu- sto succeda. In altre parole, viene garanti-
a - la lunghezza focale reale dell’obiettivo zione in genere. Riferendoci al solito to il livello di accettabilità - entro i valori
usato, possibilmente tenendo conto della 24*36mm2, se il soggetto inquadrato e mes- delle tolleranze di progetto - quando l’o-
posizione macro, cosa non facile so a fuoco è di 24*36cm2, M diventa 0.1, biettivo venga usato all’interno dei limiti
b - la lunghezza dei tubi, in relazione con perché 24mm/240mm - oppure di focheggiatura scritti sul barilotto. Per
la focale 36mm/360mm - è appunto uguale a 0.1; è questa ragione vengono progettati obietti-
c - la lente addizionale. un coefficiente, un numero puro, senza di- vi veri macro, con le migliori prestazioni
Esaminiamoli nell’ordine. mensioni in cm o mm. Del pari, con un sog- alle piccole distanze, come nel caso delle
getto inquadrato e messo a fuoco di ottiche per ingrandimento, che possono
La lunghezza focale massima 48*72mm2, M diventa 0.5 - da 24/48 op- quindi essere usate con successo anche nel-
di 292.7mm, misurata nel test di Sergio Na- pure da 36/72. Nel caso in cui l’immagine la macro; un obiettivo è sempre il risulta-
mias, si riferisce a quell’obiettivo; non è sia ingrandita rispetto al soggetto, i valo- to di un compromesso fra le tante presta-
affatto escluso che l’ottica in possesso del ri di M sono maggiori dell’unità; con un’im- zioni richieste. L’uso dei tubi di prolunga
lettore abbia una focale diversa, anzi, è mol- magine 24*36mm2, e soggetto 12*18mm2, - sono senza lenti, e quindi otticamente inin-
to probabile che sia diversa. Le tolleranze M = 2. Situazione particolare, quella di M fluenti - viene limitato dalla capacità del-
di fabbricazione non garantiscono che obiet- = 1, per la quale immagine e soggetto han- l’obiettivo di mantenere una resa soddi-
tivi dello stesso tipo e modello presentino no le stesse dimensioni, una condizione ti- sfacente alle piccole distanze; un’ottica non
la stessa identica focale. Le tabelle di pro- pica, per es., della reprodia. Da tutto que- macro non lo garantisce. Ciò posto, venia-
duzione servono a modificare, volta per sto discende il metodo per la misura esat- mo al calcolo della lunghezza dei tubi. Il
volta, il raggio di curvatura, per esempio, ta e semplice del valore di M. Nelle condi- valore di M è - lo si creda o no - indipen-
di una o più superfici diottriche, in funzio- zioni sperimentali scelte, si fotografa - con dente dalla lunghezza focale; si è detto che
ne dell’indice di rifrazione, in modo da far una normale pellicola in B&N, meglio se per M = 1, l’obiettivo deve essere ulterior-
convergere i raggi in arrivo - l’immagine, di bassa sensibilità e ad alto contrasto - un mente distanziato di una lunghezza pari al-
in pratica - nell’intervallo di messa a fuo- pezzetto di carta millimetrata, curando la la sua focale, e quindi ci riferiremo a que-
co progettato. Ora, tutti i calcoli dell’otti- perfetta messa a fuoco. Sul negativo così sta per definire le lunghezze dei tubi.
ca geometrica - se si desidera un’elevata ottenuto, si contano tutte le linee (TLL) - Nel box viene riassunto l’essenziale del
precisione - sono basati sull’esatto valore cercando di apprezzare anche la frazione conteggio.
di questo parametro. É poco probabile che di linea -, che compaiono sul fotogramma,
un fotoamatore sia in grado di misurare la per es., sul lato 36mm. Il rapporto 36/TLL La lente addizionale
lunghezza focale; questa strada di calcolo dà il valore esatto di M. Contando 18 linee È stata utilizzata una lente addizionale acro-
quindi non consente una soddisfacente pre- M sarà uguale a 2; con 72 linee M sarà matica - sullo zoom 70-300 alla massima
cisione: vedremo come fare anche in que- 0.5. Semplice, preciso e pulito! Vedremo focale - per raggiungere M = 1:1. Tornere-
mo in seguito sull’importanza dell’acro- surare la focale di un obiettivo. Fotogra- le varie sue prestazioni, tenendo conto del-
maticità della lente. Quale deve essere il fando la carta millimetrata, ci porremo in le diverse aberrazioni e della loro corre-
valore di questa lente? La potenza - anche condizione - con aggiustamenti successivi zione. Qualunque elemento ottico aggiun-
se la definizione non mi piace troppo - di - di arrivare a M = 1:/M=1:1. Dividendo to - la lente addizionale in questo caso - è
una lente si misura in diottrie, un termine per quattro la distanza fra piano del sog- un elemento di disturbo di questo compro-
più noto per gli occhiali. Le diottrie sono getto e piano della pellicola, otterremo il messo, perché il progetto non poteva te-
l’inverso della lunghezza focale espressa valore della lunghezza focale. Una lente nerne conto aprioristicamente. Occorre
in metri: D = 1/Fm (A). Una lente da 1 diot- addizionale che permetta di arrivare a un quindi che un tale elemento nuovo sia di
tria avrà pertanto una lunghezza focale di valore di M = 1:1 dovrà avere una lunghezza per se stesso il più possibile corretto, sen-
1 metro; 2 diottrie corrisponderanno a una focale pari a quella dell’obiettivo - con mes- za naturalmente pretendere la perfezione;
focale di 0.5 metri; infatti 2 = 1/0.5, e co- sa a fuoco all’infinito - su cui viene mon- per questa ragione, le migliori lenti addi-
sì di seguito. La proprietà interessante del- tata; nel nostro caso 292.7mm, 0.2927 me- zionali sono di per se stesse degli obietti-
le diottrie è che si possono sommare quel- tri, pari a 3.42 diottrie. E’ impossibile che vi, corretti almeno per l’aberrazione cro-
le di due o più lenti, per ricavare poi, dal- le lenti addizionali possano essere com- matica. In questo modo si ottiene un sandwi-
la somma, la lunghezza focale complessi- mercializzate in valori tanto precisi e, so- ch con il minimo danno possibile per la
va. Se mettiamo, una sopra l’altra, due len- prattutto, dedicati all’esatta focale di un qualità complessiva, nonostante che l’uso
ti, per es., di 20cm - 5 diottrie - ciascuna di qualsiasi obiettivo; a maggior ragione, quin- delle lenti addizionali rappresenti un mez-
lunghezza focale, ne ricaveremo un sandwi- di, occorre misurare il reale valore di M zo - utile ed economico, in genere - per la
ch la cui lunghezza focale corrisponderà con il metodo a cui si è accennato. Con l’o- fotografia ravvicinata, ma lascia a deside-
alle 10 diottrie della somma delle due, e biettivo sull’infinito, la messa a fuoco si rare, specie al bordo immagine, in termini
cioè a 10cm. Riformulando la (A) si ottie- verifica a una distanza pari alla lunghezza di resa. Una brillante soluzione a questo
ne Fm = 1/D, in cui, per D = 10, Fm = 0.1 focale della lente. Il conto torna - passan- problema è rappresentata da un obiettivo
metri, cioè 10cm. do attraverso le diottrie -, poiché la focale vero e proprio, usato come lente addizio-
Si è detto che per M = 1:1 il tubo di pro- dell’obiettivo, con la lente, diventa 1/0.2927 nale. Un 100mm di focale, collocato - per-
lunga sarà lungo quanto la focale, cioè + 1/0.2927 = 2/0.2927 = 6.833 diottrie, che fettamente in asse, il che non è facile - da-
292.7mm, ammesso che questo sia il valo- corrispondono a 146.35mm, la metà della vanti a un altro, di qualsiasi lunghezza fo-
re reale; la distanza di messa a fuoco sarà focale senza la lente. L’obiettivo si trova cale, funziona come una lente addizionale,
- colonna B della tabella - pari a 1 + F e però a una distanza doppia - non lo si può e consente la messa a fuoco a 100mm di
cioè a 2*292.7 = 585.4mm, che è anche la comprimere -, che è anche la distanza fra distanza; operando sull’elicoidale, si potrà
distanza dell’ottica dal piano della pellico- ottica e soggetto: siamo nelle condizioni di ulteriormente avvicinare il soggetto, per
la. Fra il piano della pellicola e quello del M = 1:1. C.V.D. Un discorso a parte va fat- meglio evidenziare i particolari fini.
soggetto la distanza diventa 4*F to per l’acromaticità della lente. La pro-
(1170.8mm), cioè quattro volte la lunghezza gettazione di un obiettivo realizza - o do-
focale; approfittando di questo, si può mi- vrebbe farlo - il miglior compromesso fra Giampaolo Bolognesi

DIMENSIONI RELATIVE DEI TUBI DI PROLUNGA E GRANDEZZE CONSEGUENTI

A) TUBO B) Distanza di messa a fuoco C) M D) - STOP E) Coefficiente di posa


0.2*F F + 5*F 1:5 1 + 0.2 1.4
0.5*F F + 2*F 1:2 1 + 0.5 2.2
1*F F + 1*F 1:1 1+1 4
2*F F + 0.5*F 2:1 1+2 9
5*F F + 0.2*F 5:1 1+5 36
N.B. - L’asterisco (*) vale il segno di moltiplicazione.

Le grandezze delle colonne A e B sono riferite alla lunghezza Da questo si ricava che i tubi di prolunga devono avere una
focale dell’obiettivo usato. In A un tubo di prolunga 0.2*F si- lunghezza non troppo inferiore alla focale dell’obiettivo usa-
gnifica una lunghezza di 20mm per una focale di 100mm, o di to, pena la loro scarsa efficacia in termini di ingrandimento. I
10mm per una focale di 50mm, o, ancora, di 40mm per una fo- tubi da 12.2 e 36mm, su un obiettivo da circa 300mm di foca-
cale di 200mm. Sempre in colonna A, 2*F significa un tubo di le, sono scarsamente efficaci in termini di ingrandimento.
100mm per un obiettivo di 50mm di focale, ecc. Dalla tabella, calcoliamone l’effetto: (12.2 + 36)/292.7 = 0.165,
In colonna B sono riportate le distanze di messa a fuoco, sem- da confrontare con i valori della colonna A della tabella. La di-
pre riferite alla focale dell’obiettivo. Con ottica da 50mm e tu- stanza di messa a fuoco diventa circa F + 6*F, e cioè 292.7 +
bo 0.5*F (un tubo di 25mm), la distanza di messa a fuoco è di 6*292.7 = 2070, con un corrispondente valore di M pari a cir-
150mm (50 + 2*50). ca 1:6. Il calcolo esatto richiede però sempre la conoscenza del
Il corrispondente valore M dell’ingrandimento è 1:2, da cui de- valore preciso della lunghezza focale dell’obiettivo, misurabi-
riva un decremento dell’apertura - colonna D - di 1.5 stop, pa- le - come si è detto - con un metodo semplice, alla portata del
ri a un coefficiente di posa di 1.52 = 2.2. fotoamatore. I soffietti sono una comodità, nel senso che i va-
I valori della colonna D sono automaticamente considerati dal- lori della colonna A possono essere variati con continuità, e
l’esposimetria TTL; vengono qui comunque esposti a titolo non per i valori fissi imposti dalla lunghezza dei tubi. I soffietti
informativo, anche per sottolineare come il coefficiente di po- recano di solito una scala millimetrata, su cui è possibile leg-
sa di colonna E cresca notevolmente - è un quadrato - all’au- gere il valore dell’allungamento, da riferire sempre alla lun-
mentare di M. ghezza focale dell’obiettivo.
L’ESPERTO RISPONDE

PERSONALIZZAZIONE
Problemi vecchi, sempre nuovi. Ci riferia- macrocontrasto accettabile dalla carta, sen- getto, e obbliga pertanto a sovraesporre nel
mo ad alcune domande poste dal sig. Gae- za eccessive acrobazie in fase di stampa. caso di soggetti molto chiari, e a sottoe-
tano Malandrino di Firenze. Il lettore bat- Quasi sempre, nelle riprese in esterni, la sporre nel caso di quelli molto scuri. Un
te su uno solo dei lati della tecnica di CO, sorgente di luce è unica, il sole: la libertà modo per ovviare a questo inconveniente
quello del trattamento delle pellicole, men- di cui sopra sembrerebbe venir meno. È tut- è la misura spot, puntando però su una pic-
tre la qualità di una fotografia è basata sul- tavia possibile - non nel caso dei panora- cola zona ben rappresentativa della lumi-
l'indivisibile binomio sviluppo/stampa, co- mi, ma in quello di soggetti animati - sce- nanza del soggetto. La misura della luce
me ha insegnato il maestro Ansel Adams. gliere l'orientazione in modo che la luce ca- incidente - con esposimetro esterno, a ma-
Ricordiamo sempre che un ottimo negati- da sotto un angolo che dia maggior risalto. no, che legge l'illuminamento - trascura la
vo può essere reso inefficace da una catti- È anche possibile - specie per soggetti di riflettanza del soggetto.
va stampa, di livello non equivalente, an- piccole dimensioni - aiutarsi con pannelli 6 - Ripresa
che se è reciprocamente vero che le più raf- riflettenti, che rischiarino le ombre dense. È forse l'elemento meno complesso di tut-
finate acrobazie in sede di stampa non po- Il dominio del contrasto del soggetto di- ta la catena, qualora siano stati soddisfatti
tranno mai salvare un brutto negativo. Ed pende anche dal binomio esposizione/trat- tutti i requisiti imposti dagli altri fattori. La
è di questo binomio che vogliamo parlare, tamento, caratteristico di ogni emulsione. messa a fuoco non è un grosso problema;
per rafforzare il concetto di personalizza- 3 - Pre-visualizzazione la scelta di un diaframma più aperto per-
zione - leggi esperienza - come elemento È la valutazione innovativa introdotta da mette di staccare eventualmente il piano su
assolutamente necessario per raggiungere A.A. L'operatore deve saper pre-vedere - cui si è fatta la messa a fuoco rispetto al re-
la qualità a cui ogni buon fotoamatore lo- quasi l'avesse davanti agli occhi - come un sto. Mano ferma... o cavalletto.
gicamente aspira. determinato soggetto, con una data illumi- 7 - Trattamento del negativo
Scorrendo i fogli tecnici dei produttori, si nazione, verrà reso sul negativo. Sensibi- Si è già detto della stretta dipendenza fra
legge sempre una frase illuminante: i dati lità non comune - la si acquisisce solo do- esposizione e trattamento, finalizzati am-
riportati sono indicativi e servono come po un lunga esperienza - che permette di bedue al risultato che ci si propone in ter-
guida generica alla messa a punto; una mes- evitare scatti inutili e, reciprocamente, di mini di gamma tonale e di contrasto, an-
sa a punto, da non sottovalutare, e che si- riprendere soggetti a prima vista insoddi- ch'essi interdipendenti. È fondamentale la
gnifica personalizzazione. sfacenti. conoscenza dell'andamento del contrasto
Il binomio di cui sopra è parte - si potreb- 4 - Scelta del materiale sensibile in funzione del tempo di trattamento, per
be chiamare il risultato - di un processo per la ripresa l'accoppiata rivelatore/emulsione che si è
piuttosto complesso, che vede, nell'ordine, Il tipo e le caratteristiche dell'emulsione de- scelta. Da questa curva caratteristica - ri-
gli elementi, tutti intercollegati, che ven- terminano non solo il valore dell'esposi- levabile dai fogli tecnici del produttore -
gono trattati nel seguito. zione, ma anche la resa dell'immagine, cioè l'operatore di CO sceglierà il tempo più
1 - Soggetto contrasto - in relazione con esposizione e adatto. Vale quindi la pena ribadire il con-
La scelta del soggetto riveste una notevo- trattamento - e gradevolezza alla vista. Mi cetto che i valori suggeriti dai fabbricanti
le importanza, ma non va sopravvalutata. si chiede talvolta quale sia la pellicola più sono del tutto indicativi: servono come ba-
Un buon fotografo è infatti in grado di ri- adatta per la ripresa, per es., di matrimoni, se iniziale, da personalizzare in funzione
cavare un'eccellente immagine anche da di eventi sportivi, ecc. La domanda non ha di quello che si vuole ottenere.
soggetti che possono essere considerati ba- senso; bisogna invece chiedere quale sia la 8 - Carta per stampa
nali dalla maggior parte degli operatori. È pellicola più adatta in funzione delle con- Tre i tipi di scelta: a - finitura superficiale:
facile cadere nella tentazione di cercare ad dizioni di luce. lucida, matt, semimatt, seta; b - carta poli-
ogni costo l'originalità, ma bisogna tener 5 - Misura dell'esposizione tenata o baritata; c - a gradazione o multi-
presente che la creatività è a un livello ge- Le moderne fotocamere AE tendono a far graduata. Il caso a dipende dal gusto per-
rarchico superiore; l'originalità senza buon passare in seconda linea questo fattore. Il sonale, anche se il massimo del dettaglio
gusto conduce a risultati scadenti. fotoamatore che sfrutta l'automatismo, è si ha con la bianca lucida, meglio smalta-
2 - Valutazione delle condizioni costretto a ingannare l'esposimetro - im- ta che autosmaltante. Per il b: politenata se
d'illuminamento postando una sensibilità diversa dal nomi- si ha fretta e non ci si preoccupa se l'opera
La scelta della/e sorgente/i di luce trova la nale - se vuole deliberatamente sovra- o si deteriora in tempi lunghi; baritata, se si
sua massima libertà nelle riprese in studio, sotto-esporre. Possibilità, questa, negata al- vuole smaltare e si desidera porre in atto le
dove e se è possibile avere e collocare op- le macchine che operano solo con il codi- procedure per una lunghissima conserva-
portunamente lampade e/o flash elettroni- ce DX, salvo collocare - quando possibile, zione. Per il c, multigraduata se si preferi-
ci per far risaltare la tridimensionalità del e solo per sovraesporre - un filtro grigio di sce tenere un magazzino di carte non trop-
soggetto, senza che il rapporto ombre/luci adatta densità davanti alla cellula di lettu- po costoso.
assuma valori eccessivi. Ciò equivale a di- ra. 9 - Provinatura
re che la scelta della potenza, e della di- L'esposimetro interno alle fotocamere ef- Da fare sempre, usando un pezzo di carta
stanza dal soggetto, delle diverse sorgenti fettua una misura di sola luce riflessa, che di dimensioni non inferiori a 1/4 rispetto a
luminose deve essere tale da produrre un tiene conto del potere riflettente del sog- quelle della stampa finale, in modo che i
vari gradini a diversa esposizione abbiano
dimensioni in cui si possa leggere effetti-
vamente. Risparmiare sulla superficie di LE DOMANDE
provinatura non paga: richiede spesso la ri- 1- Come occorre cambiare l'IE della Technical Pan 2415 e della
petizione dell'operazione. Sviluppare sem- Recording 2475 con i filtri?
pre a fondo!
2- E in luce diurna va bene un IE di 1000 per la Recording?
10 - Stampa di prova
Il tempo di posa sarà quello determinato 3- È necessario variare ulteriormente l'IE delle suddette emulsio-
tramite la provinatura. In effetti, la stampa ni - vista la loro risposta al rosso - operando alla luce calda del tra-
di prova è la vera provinatura, su cui si ve- monto?
rifica se tutti i toni sono soddisfacenti. 4- Quale tempo di trattamento della 2475, usando l'HC-110 1:32.
11 - Modifiche in fase d'esposizione per un IC di 0.62?
L'esame della stampa di prova permetterà
di verificare se sia stato raggiunto - piena- 5- C'è un rivelatore più adatto per avere una grana migliore?
mente o no - il risultato voluto. Ricordia-
mo che A.A. distruggeva sempre le parec- LE RISPOSTE
chie - fino a venti - stampe, ottenute, una 1- L'IE non va cambiato rispetto a quanto si calcola con il fattore
dopo l'altra, per arrivare a quanto si era pre- del filtro, riportato sulla ghiera. La maggior sensibilità al rosso del-
fisso. Possono rendersi necessarie piccole
le due emulsioni produrrà grigi più chiari in corrispondenza di que-
variazioni al tempo di esposizione, brucia-
ture e/o mascherature, che solo la grande sta tonalità cromatica, ma è fisiologico, deve essere così.
esperienza e il buon gusto potranno sug- 2- Si, è giusto.
gerire. 3- In questo caso, vista la tonalità dominante, vale la pena di sot-
12 - Stampa finale toesporre 1/3 di stop.
Personalmente non sono mai arrivato alle 4- Starei sugli 8'.
venti stampe di A.A., ma ci sono andato
talvolta vicino. Una fine print vale pur que- 5- Allo stato attuale è difficile pensare a qualcosa di drasticamen-
sto tipo di sacrifici! te diverso. Può provare il DK-50: IE 1250, 8' a 20 °C.

Giampaolo Bolognesi
L’ESPERTO RISPONDE

POLARIZZATORE:
BN MA ANCHE COLORE

Kunihiro Suzuki, corte-


sia Pentax Annual,
Fotocamera Pentax 67,
obiettivo macro 135/4,
moltiplicatore 2x,
filtro polarizzatore,
esposizione 1/4” f/11.

Due chiacchiere di presentazione. I lettori mi pongono solito con le risposte alla corrispondenza. Prenderò sem-
talvolta domande la cui risposta non può esaurirsi nel pre lo spunto dalle domande dei lettori, scegliendo quel-
ridotto spazio concesso alle rubriche, obbligandomi a le che a mio parere meritano una risposta allargata; ciò
rispondere in modo impreciso, e lasciando probabilmen- non toglie che io possa trovare interessante una qualsia-
te qualche dubbio irrisolto. La cosa non piace nemmeno si richiesta di chiarimento ad hoc. Cari amici, siete quin-
a me e ho pensato di iniziare, con cadenza mensile, una di invitati a scriverci... chiedendo, e vi sarà dato!
serie di articoletti mirati, su argomenti ben precisi, che Questa volta tocca al filtro polarizzatore: ha dato qual-
verranno pertanto illustrati in modo comprensivo, e cer- che problema a Franco Cadamuro, di Albignasego, in
tamente più esauriente di quanto non riesca a fare di provincia di Padova..
LA DOMANDA
Ho acquistato un filtro polarizzatore, per saturare il colore e per rendere più
blu il cielo; risultati deludenti, il cielo è risultato grigio, e il mare non rispec-
chia i colori naturali. Ho posizionato il filtro al massimo, sovraesponendo di
1.5-2 stop. Dove ho sbagliato? Tenderei - in giornata di sole in spiaggia - a
sovraesporre di 1.5-2 stop; è giusto? È vero che la saturazione è resa più dif-
ficile - per le non dia - sia dai nuovi tipi di pellicole, che dai moderni labora-
tori, che le correggono automaticamente?

Franco Cadamuro

I quesiti posti dal lettore ben si prestano a L’eliminazione dei riflessi di superficie, di costo ragionevole; non si
una risposta allargata anche al BN, anche Ma riprendiamo il discorso dell’elimina- creda però di poterle usare in ripresa, sul-
se gli effetti sono ovviamente diversi. Nel zione dei riflessi. La luce che incide su una l’obiettivo: la loro qualità ottica è del tut-
BN il polarizzatore serve sostanzialmente qualsiasi superficie riflettente - vetro, ac- to insufficiente a questo scopo, mentre va
a eliminare - entro certi limiti - i riflessi; qua, plastica lucida, metallo - viene pola- benissimo per polarizzare la luce della sor-
nel colore, oltre a questo, si può avere an- rizzata, anche se è difficile che lo sia to- gente. Sarà facile constatare - operando sul
che una maggior saturazione: si può, ma talmente. Questo spiega perché i riflessi filtro polarizzatore della fotocamera - che
non è sicuro che la cosa si verifichi, come non sono sempre eliminati del tutto, anche è possibile ottenere la non sempre totale
ha constatato l’amico Franco Cadamuro. perché si può aver a che fare, talvolta, con eliminazione dei riflessi, ma è il massimo
Anzitutto occorre differenziare fra dia e co- soggetti dalla forma difficile; un esempio che si possa avere. Non sempre, si è detto,
lorprint; le prime vengono trattate a occhi potrebbe essere costituito da un cilindro, o perché il riflesso sul soggetto potrebbe pro-
chiusi, nel senso che il laboratorio non in- da una sfera: comunque li si illumini - par- vocare una leggera spolarizzazione, con le
terviene in alcun modo, salvo particolari liamo di riprese in studio, con il massimo relative conseguenze: il filtro sulla fotoca-
richieste. Nelle stampe, invece, il labora- delle possibilità di scelta e di collocazione mera non riesce a eliminare completamen-
torio interviene con la filtratura, sempre delle sorgenti - da qualsiasi direzione pro- te i riflessi.
usata per la correzione delle dominanti, che vengano i raggi di luce, si troverà sempre Un caso assai particolare di polarizzazio-
sono anche quelle dell’emulsione, della car- una zona che li riflette. ne totale, si ha quando la luce incide su di
ta e del sistema ingranditore-lampadina. Se a questo si aggiunge il fatto che - come una superficie d’acqua, con un angolo di
Questo può far sì - non contando gli even- si è detto - il riflesso abbastanza raramen- 53° 7’; è quindi possibile ottenere ottime
tuali errori in ripresa - che l’immagine si te è completamente polarizzato, anche con immagini di oggetti sotto il pelo dell’ac-
presenti con colori più tenui di quelli desi- il polarizzatore non si raggiunge il massi- qua, collocandosi con la fotocamera a una
derati, ma basta dire al laboratorio di stam- mo dei risultati. In casi del genere, vale la distanza tale da osservare quest’angolo,
pare più scuro, anche se la cosa comporta pena usare un filtro polarizzatore anche usando naturalmente il polarizzatore sulla
di solito un aggravio di prezzo, perché si sulla sorgente di luce; sono reperibili in reflex, nel mirino della quale si potrà veri-
deve ricorrere alla cosiddetta stampa a ma- commercio lastre in plastica di qualche dm2 ficare la bontà del risultato.
no. È quindi obbligatorio - quando si fan-
no delle prove che implichino giudizi sul
cromatismo - usare sempre le dia; con le
stampe, il laboratorio deve filtrare, per ot-
tenere quello che l’analizzatore ritiene sia
il bilanciamento corretto.
L’effetto del polarizzatore è comunque sem-
pre più evidente con le dia: è massimo quan-
do l’asse fotocamera/soggetto risulta a 90°
rispetto alla direzione da cui proviene la lu-
ce, quella dei raggi solari; questo fatto fa
sì che, con un grandangolare spinto, si pos-
sa avere un cielo più scuro al centro del-
l’immagine, perché le zone marginali so-
no collocate a un’incidenza diversa dai 90°
di massima saturazione.

La luce vibra su molti piani; un filtro pola-


rizzatore è come una griglia, arresta le on-
de luminose che vibrano su piani diversi e
consente il passaggio di una sola vibrazione
orientata.
area polarizzata

area polarizzata
90°

M
90°
M

In pratica larizzatori è quella di usarli in coppia, uno L’effetto del polarizzatore è massimo quan-
I polarizzatori sono di solito girevoli: pos- sopra l’altro, con funzione di filtro grigio do l’asse fotocamera/soggetto risulta a 90°
sono essere ruotati, fino al miglior risulta- a densità regolabile; si possono in tal mo- rispetto alla direzione da cui proviene la lu-
to; lo si può verificare facilmente sul vetro do ottenere coefficienti di posa anche mol- ce.
smerigliato, nelle reflex. Nelle fotocame- to elevati, che permettono di esporre con
re a telemetro - sempre per l’eliminazione tempi particolarmente lunghi; questa pos-
dei riflessi - ovviamente non si può vede- sibilità consente di riprendere scene di pae-
re sul vetro smerigliato, ma basta farlo met- saggio urbano, in cui tutto ciò che si muo-
tendo il filtro davanti all’occhio, ruotan- ve non riesce a impressionare l’emulsione:
dolo fino a risultato ottimale: lo si porrà poi si vedono le strade vuote, anche in pieno
davanti all’obiettivo, curando di mantene- giorno, con un effetto abbastanza insolito,
re lo stesso angolo di rotazione. Sarà an- talvolta gradevole. I due polarizzatori so-
che necessario compiere questa operazio- vrapposti - e opportunamente ruotati l’uno
ne dopo aver messo a fuoco, se l’obiettivo rispetto all’altro - riducono notevolmente
ruota, e non si sposta semplicemente in l’intensità di luce della sorgente; la cosa
avanti e indietro, come succede quando è può riuscire utile quando si voglia foto-
provvisto di elicoidale. grafare il sole, per es. per la ripresa delle
Nelle reflex, si può avere qualche proble- macchie solari, un fenomeno curioso e cer-
ma di falsa misura esposimetrica; le mol- to molto interessante. In questo caso non
te riflessioni totali che si verificano con il si deve temere il problema delle false let-
pentaprisma possono far sì che - sulla/e cel- ture esposimetriche, perché la luce che pas-
lula/e esposimetriche - arrivi meno luce di sa nella fotocamera, praticamente, non è
quella necessaria a una corretta misura. Le più polarizzata.
soluzioni a questo problema sono due: Il filtro polarizzatore - anche se la cosa non
a) nel caso di una fotocamera esclusiva- è molto nota - non è perfettamente grigio,
mente automatica, è necessario usare un come sarebbe necessario per non avere la
filtro a polarizzazione circolare, anche se minima influenza sul colore; in realtà ha
il termine circolare è improprio un forte assorbimento nel blu (che viene
b) se è possibile operare in manuale, si fac- quindi tagliato più degli altri colori), me-
cia la misura senza polarizzatore, e - dopo dio, nella zona centrale dello spettro che
averlo inserito - si aumenti l’esposizione interessa la fotografia (tra 500 e 600nm),
tenendo conto del fattore del filtro, di soli- mentre lascia passare di più le maggiori
to valutabile in un paio di stop. lunghezze d’onda, quelle rosse e infraros-
se; qualche pur modesta alterazione cro-
Come il filtro grigio matica è quindi da mettere in conto.
Un’altra interessante applicazione dei po-
Giampaolo Bolognesi
SUGGERIMENTI DEI LETTORI

PROCEDURA
DI DUPLICAZIONE
Ecco come duplicare le proprie diapositive in casa

Il quesito su come duplicare personalmen- te da duplicati ben fatti, nella convinzione ta dell’esposizione, si suggerisce la seguen-
te le diapositive è ricorrente e nella posta che possano essere utile a diversi appassio- te procedura:
dei lettori è già stato più volte suggerito nati. Ecco, allora. • montare il soffietto sulla reflex
“con fotocamera reflex, soffietto o tubi di • applicare l’obiettivo, possibilmente un ma-
prolunga, ottica macro, ecc.”. Lo spazio, Duplicazione delle diapositive cro da 50mm o 60mm
sempre tiranno, non consente in tale sede Caricare la fotocamera con una pellicola ti- • davanti ad esso agganciare il soffietto por-
di dilatare l’argomento ma in redazione è po Kodak Slide Duplicating 5071. Se nella tadiapositiva, accessorio indispensabile so-
giunto un suggerimento che ci è parso in- scatola della pellicola, fornita in confezione prattutto per una efficace difesa da riflessi
teressante. È la descrizione, passo dopo pas- da 30m, è indicata una filtratura di: +10C - parassiti laterali
so, che ci fa un appassionato fotoamatore 50Y -1.5 (Process E-6), consiglio di usare • posizionare la ghiera di messa a fuoco del-
che se ne serve anche per partecipare ai con- invece la filtratura da me sperimentata di: l’obiettivo su 40-50cm
corsi fotografici, Enzo Corvino. UV +20Y +80C. La ritengo infatti una fil- • impostare il diaframma 22 per avere dia-
Pubblichiamo quindi in queste pagine le no- tratura ottimale per il tipo di illuminazione positive ben incise, oppure f/8 per averle più
te operative che ci ha inviato, accompagna- più avanti indicata. Quanto invece alla dura- morbide (meno incise)

Duplicati, foto di Enzo Corvino, ottenuti su pellicola Kodak Duplicating 5071 riproducendo diapositive Ektachrome 64 Professional.
• quando si usa f/8, il tempo di posa deve di- • Diapositiva esposta giusta: UV, +20Y, +80C, dalla lampadina da 40W, per non bruciarli.
minuire di circa la metà rispetto all’impiego esposizione 45-50s Prima di operare, mettere bene in vista l’o-
di f/22 (regolarsi con prove) • Diapositiva sovraesposta: UV, +20Y, +80C, rologio con la lancetta contasecondi per da-
• impostare la posa B sulla reflex esposizione 25-30s re la giusta esposizione dei secondi appunto
• procurarsi per tempo i filtri necessari, in ge- • Diapositiva sottoesposta: UV, +20Y, +80C, per la dia n.1.
latina. Consiglio quelli Ilford, in confezione esposizione 65-70s Per trattenere i filtri davanti all’attrezzatura
da 19 filtri (tre colori: Y, M, C, da 12x12cm Vale la pena di osservare che la pellicola si può anche operare a mano libera: si pren-
Print System Cibachrome (non costano trop- Duplicating ha molta latitudine di posa per dono i filtri con il pollice, indice e medio del-
po); vanno bene anche filtri 7x7cm cui, su esposizioni lunghe come quelle in- la mano sinistra e con il resto delle dita si so-
• procurarsi una lampadina di tipo casalingo, dicate, 5s in più o in meno non influisco- stiene la parte anteriore del portadia; con la
bianca, non colore latte, da 100W e un’altra no sulla buona riuscita del duplicato; oc- mano destra si sostiene la fotocamera e con
lampadina da 40W corre però essere molto precisi con i se- il dito indice si preme il pulsante di scatto per
• dopo aver scelto le diapositive da duplica- condi quando si opera con una diapositiva tutto il tempo necessario, in secondi, per la
re, possibilmente quelle esposte bene, dare un po’ sovraesposta. dia in fase di duplicazione.
un nome oppure un numero alle stesse
• approntare bene il programma (scaletta di Eseguire il programma Se la bobina è diversa
duplicazione) mettendo le diapositive bene di duplicazione Acquistando un’altra scatola da 30m di pel-
in fila, cioè in ordine progressivo dal nume- Si inizia dalla dia n.1, da collocare nel por- licola da duplicazione, può succedere che la
ro 1, 2, 3, e così via come da programma- tadiapositive per valutare e mettere a punto filtratura indicata da Kodak sia diversa da
zione il rapporto di ingrandimento (1:1). quella indicata (sulla prima confezione che
• successivamente procedere guardando in La si centra e la si mette a fuoco con cura, con abbiamo preso ad esempio la filtratura era
trasparenza contro una fonte luminosa, o me- il portadia puntato contro una adatta sorgen- +10C, +50Y, -1.5, valori ai quali, con la tec-
diante visore, la diapositiva n.1; se l’origi- te luminosa. nica indicata, non dobbiamo riferirci).
nale da duplicare risulta esposto in modo giu- Per queste operazioni consiglio una lampadi- Adoperando la seconda confezione, con fil-
sto (le diapositive più belle che si fanno am- na da 100W. L’allestimento va “fissato” strin- tratura diversa, sarà necessario allora fare
mirare durante le proiezioni) ci vuole una gendo le manopole del soffietto e del porta- qualche prova, scattando 2-3 fotogrammi per
esposizione di 40-50 secondi circa; se l’im- dia. La lampadina da 100W può essere avvi- ogni soggetto e variando la filtratura base con
magine appare un poco sovraesposta occor- tata ad un comune portalampada e sistemata un po’ di giallo e un po’ di cyan in più o in
rono 25s o 30s circa; se invece è sottoespo- comodamente all’altezza dell’occhio, ovve- meno.
sta, ma di poco, si adotterà una posa di 65s rossia del mirino reflex. Valutato il primo rullino si potrà adottare la
o 70 secondi circa Per il lavoro di duplicazione consiglio di ope- filtratura per tutti quelli rimanenti. Il tempo
• per tutti i tipi di diapositive la filtratura ri- rare spegnendo la lampadina da 100W ed ac- di posa (si opera sempre in posa B) rimarrà
mane uguale, cioè: UV + Y20 + C80 cendendo una lampadina da 40W. invariato e sarà eventualmente modificato,
• se si vuole una diapositiva più satura di co- Come da programma, si dispone la filtratura come già detto, solo in funzione della den-
lore, occorre diminuire 20-30 di cyan; per di base per la diapositiva n.1, con il filtro UV sità della diapositiva. Anche il diaframma de-
averla meno satura occorre aumentare circa posizionato verso la lampadina ed i filtri Y e ve rimanere fisso sul valore f/22.
10-20 di cyan C verso invece il portadia. I filtri devono es-
Quanto detto si può riassumere come segue: sere tenuti distanti 3-5 centimetri (almeno) Enzo Corvino
L’ESPERTO RISPONDE

SORGENTI DI LUCE
A DISTANZA

La piramide che mostra l’aumento al quadrato dell’area, con l’in- La situazione è ancora quella della fig. 1, ma in piano. A e B sono
cremento della distanza. S è la sorgente luminosa; A e B sono i due i lati del corrispondente quadrato di fig. 1; è facile dimostrare che
piani: se la distanza S-A è uguale a quella A-B, l’area di B risulta B = 2A e che, quindi, il quadrato costruito su B ha una superficie
quattro volte maggiore della A. La cosa è ancora più chiara osser- quattro volte superiore a quello costruito su A.
vando la fig. 2.

Un problema che molti fotoamatori incon- Il lettore Domenico Gravina, di Macerata minamento diminuisce al quadrato con la
trano iniziando a usare il lampeggiatore Campania, ci ha scritto tempo fa, chieden- distanza.
elettronico è quello della profondità d’il- do lumi su questo problema, pur riferen- Immaginiamo una piramide, al cui vertice
luminazione; per capirci, si tratta della più dosi in particolare all’esposizione con il si trovi la sorgente luminosa. Se X è l’in-
o meno marcata sottoesposizione che si ve- flash, quando si usi un obiettivo a focale tensità di luce che si ha ad 1 metro di di-
rifica nei piani al di dietro del primo. variabile; è questo un caso particolare di stanza, a 2 metri si avrà un’intensità di X/4
Esemplificando - nel caso di riprese del ma- un problema più generale, che ha a che fa- (vedi figura 1).
trimonio di un amico - può succedere che re con la profondità d’illuminamento. Lo si può verificare tracciando i 4 segmenti
le persone del primo banco, specie ope- L’intensità della luce del lampeggiatore - che - partendo dal vertice della piramide,
rando con un flash a esposizione automa- come del resto quella di una qualsiasi altra e passando per i 4 vertici del quadrato a 1m
tica, siano correttamente esposte, mentre sorgente - decade, a mano a mano che il - si prolungano fino ai 2m; a questa distanza
quelle delle file posteriori risultino facil- flash si allontana dal soggetto, seguendo la dalla sorgente, la superficie diventa 4 vol-
mente sottoesposte, anche pesantemente. legge del quadrato. In altre parole, l’illu- te maggiore.
L’illuminamento, di conseguenza, risulta 4 riore (DA) se, nelle riprese con una sorgente piuttosto
volte inferiore, perché l’intensità di luce 2 - dietro al soggetto, fra questo e i piani vicina al soggetto, i piani profondi distan-
che si aveva alla distanza di 1m si distri- posteriori; distanza posteriore (DP). ti da questo risultano nettamente sottoe-
buisce su una superficie 4 volte maggiore. L’illuminamento in stop decade dietro il sposti e scuri.
A 2m si ha quindi un illuminamento di 2 soggetto secondo il rapporto DP/DA. Se si desidera ridurre la differenza d’illu-
stop in meno rispetto a 1m. Per esempio con una DP = 6 e una DA = 1, minamento, si può solo allontanare la sor-
In termini pratici, è possibile calcolare mol- un piano di 6m dietro al primo piano, di- gente: quanto maggiore il valore di DA,
to semplicemente la diminuzione in stop stante 1m dalla sorgente, risulta sottoespo- tanto minore la differenza d’intensità lu-
dell’illuminamento, partendo dai valori del- sto di 6 stop rispetto al primo piano. minosa, in stop; questo vale a sottolineare
le due distanze: Sono conti elementari, ma molto impor- l’importanza di usare flash potenti, con i
1 - fra sorgente e soggetto, distanza ante- tanti. Non ci si deve meravigliare quindi quali è possibile allontanarsi maggiormente
dal soggetto. Il caso estremo è quello del
sole, per il quale la DA è dell’ordine delle
Il diagramma permette di calcolare quanti centinaia di milioni di km; per quanto sia
stop di sottoesposizione si producono in fun- elevata la DP, il rapporto DP/DA sarà pra-
zione delle due distanze in gioco; DA è la di- ticamente sempre uguale a 1; quindi nien-
stanza anteriore, quella fra sorgente di luce te sottoesposizione dei piani posteriori al
e il primo piano del soggetto, quello del pri- primo.
mo banco, nel caso del matrimonio in chie- Certo, è difficile pensare a una sorgente
sa; DP è la distanza posteriore, quella fra il tanto potente da rivaleggiare con il sole!
primo banco e i banchi posteriori: il tutto Non ci si può però lamentare della forte
espresso in metri. In ascisse la DA; in ordi- sottoesposizione che si verifica - specie con
nate la sottoesposizione, espressa in stop, del un flash a esposizione automatica e NG non
banco posteriore rispetto all’anteriore, quel- molto alto, in chiesa, durante un matrimo-
lo del primo piano. Le cinque curve si riferi- nio - nei banchi molto dietro al primo, quan-
scono a cinque valori della DP, da 1 a 5 me- do l’insufficiente potenza non ci consenta
tri. di collocarci, con la sorgente, a una distanza
Dopo aver scelto - sul diagramma - i valori piuttosto elevata.
di DA e di DP che meglio si adattano alle Nella figura 3 viene riportato un diagram-
condizioni operative, si ha il dato di sottoe- ma, che penso possa essere utile per cal-
sposizione, da commisurare con la latitudi- colare la sottoesposizione che si verifica in
ne di posa dell’emulsione usata. funzione delle due distanze - DA e DP - che
Si potrà in tal modo verificare quanto tolle- sono state definite in precedenza.
rabile sia la sottoesposizione, in termini di
valori iconografici. Giampaolo Bolognesi
FOTODIDATTICA

UN BAGNO DI LUCE
Nel numero precedente di Progresso Foto- Volendo sperimentare personalmente po-
Esporsi alla luce grafico ho parlato della capacità di estrar- tremmo provare anche nella nostra casa
colorata può re il colore. In questo articolo vedremo co- (nel luogo di lavoro ecc.) attrezzandoci con
me si può introdurre il colore. delle lampade colorate adeguate. Natural-
avere effetti positivi Le possibilità sono diverse: quella che pre- mente per somministrare il colore sotto for-
sulla psiche ferisco è il bagno di luce, ossia introdurre ma di onde elettromagnetiche il nostro cor-
e sull’energia il colore nel nostro organismo attraverso po non deve essere tutto coperto, altrimenti
una o più onde luminose. Il bagno di luce le zone che riceveranno lo stimolo croma-
dell’individuo. colorata è un bagno completo, non solo per- tico saranno solo quelle esposte diretta-
Perciò, passeggiando ché la sua azione è psicosomatica, in quan- mente alla luce. È possibile esporre solo
to il colore viene recepito dall’occhio, ma alcune parti del corpo, ad esempio le ma-
sotto il sole, anche perché la sua azione è somatopsi- ni, ma il bagno di luce colorata è utile so-
fotografiamo la città. chica, in quanto il corpo è esposto alla ra- pratutto se ci si lascia inondare completa-
diazione-colore. In questo senso si può di- mente dalla radiazione di colore. Potrem-
re che il bagno di luce ha una azione glo- mo anche definirla “doccia di luce”.
bale e in certi casi lievemente terapeutica. È ovvio che se la massa di luce fotonica è
IL RUOLO DEI COLORI:
IL CELESTE

Impariamo a conoscere i colori e a usar-


li per stimolare e potenziare le nostre
personali capacità terapeutiche interio-
ri.
La percezione cromatica del celeste è
tra quelle che provoca il rilassamento
più profondo.
Alcuni esperti hanno dimostrato che os-
servando per lungo tempo il celeste
(esempio il cielo) la respirazione si fa
più lenta, il polso rallenta e ci si rilas-
sa. Il significato fisiologico-obiettivo,
generalmente valido, del celeste è la cal-
ma.

Basilica di S. Croce, Lecce.

TECNICA: MATITE
E PENNARELLI COLORATI
Le matite colorate, come abbiamo già
visto, possono essere usate solo su car-
ta fotografica opaca colorando gradata-
mente diverse zone dell’immagine, op-
pure su carta a superficie lucida se le
matite sono acquerellabili.
I pennarelli invece ci consentono di la-
vorare su tutte la superfici di carta con
grande libertà ottenendo diversi effetti,
come si può vedere nell’immagine pub-
blicata a corredo dell’articolo.
Evitare l’uso di pennarelli indelebili o
permanenti in quanto non permettono
di realizzare le delicate sfumature che
si possono ottenere con i normali pen-
narelli ad acqua.

molto intensa, le applicazioni devono es- camente alla sintomatologia. me forma di prevenzione per eccellenza è
sere contenute, a volte basta poco 15 mi- Il colore delle lampade da tenere in casa di nutrirvi di luce, cioè vivere il più possi-
nuti, non oltre, due volte alla settimana per dovrebbe essere il più vario possibile. bile all’aria aperta, perché in fondo anche
avere risultati interessanti. La lampada azzurra può essere sempre uti- la migliore luce artificiale restituisce solo
Gli esperti del settore preferiscono la som- le quando si ha mal di testa, come calman- un terzo della massa fotonica che ci dà il
ministrazione dei colori complementari co- te o sedativo blando. sole.
me elemento di stimolo, ritenendo che ciò Lo stesso vale per quella verde che è rie- Perciò passeggiate sotto il sole e bagnate-
generi un vero e proprio movimento inte- quilibrante e in alcuni casi aiuta gli inson- vi di luce più che potete.
riore, una specie di riequilibrio e rigenera- ni.
zione diretta più sulla psiche e sull’energia La luce della lampada rossa può essere va- Testo e foto di Stefania Gravili
dell’individuo. Sono tecniche decisamen- soregolatrice e tonica, quando non si rie-
Con questo articolo si conclude la serie degli
te di frontiera, ma molto raffinate ed effi- sce a ricaricarsi, può favorire la carica ener- articoli di Fotodidattica dedicati alla percezio-
caci. getica. ne del colore e agli interventi di coloritura del-
Non potendosi avvalere di una diagnosti- La luce viola è antisettica, viene utilizzata le foto bianconero a scopo terapeutico.
ca vera e propria, il consiglio è di iniziare anche per conservare bevande e cibi. Invitiamo coloro che fossero interessati ad ul-
a sperimentare su di sé affidandosi generi- Ma ciò che vi consiglio maggiormente co- teriori approfondimenti a comunicarcelo.
ANTICHE TECNICHE

CALLITIPIA NERA
OVVERO SIMIL PLATINO

La callitipia nera si presta molto bene ai soggetti in marmo, di tipo architettonico.

Ci siamo occupati - vedi Tutti Fotografi tica - meno stabile di quella al platino - ma La miscela viene preparata e applicata su-
10/2000 - della platinotipia, forse la più so- è suscettibile di modifiche, con viraggi, sep- bito con veloci passate leggere di un pen-
fisticata delle Antiche Tecniche di stampa, piatura, indebolimento o rinforzo, tramite nello molto morbido, continuando a pen-
sia per la straordinaria profondità dei neri, i convenzionali processi di camera oscura. nellare fino a che scompaia il lucido della
sia per l'impiego del platino, un metallo no- Fra i viraggi includiamo anche quello al- bagnatura, essiccando poi con un asciuga-
bile molto costoso. L'immagine pubblica- l'oro, che raffredda i toni, conferendo una capelli, senza scaldare troppo.
ta in quell'occasione penso abbia eviden- stabilità paragonabile a quella della plati- Si espone sotto un negativo di grande for-
ziato l'alta qualità di questo singolare pro- notipia, con un costo molto inferiore. La mato (ottenibile per esempio da una dia
cesso. procedura è quella di tutte le Antiche Tec- stampata su materiale per ripresa, tipo T-
Non molti, tuttavia, sono del parere di af- niche. Max 100), a contrasto medio, usando una
frontare le relative spese, per nulla trascu- Tutte le operazioni di preparazione del sen- sorgente UVA, del tipo usato per abbron-
rabili, né ci sentiamo di dar loro torto. Per sibilizzante e di stesura, per la bassa sen- zarsi.
questa ragione abbiamo rivisitato il simil- sibilità, si fanno alla luce di una normale Il tempo di posa in stampa è lungo - circa
platino, aggiornando una tecnica abbastanza lampada da 25-40W. 10-20 minuti con negativo adatto - perché
semplice e capace di ottimi risultati. Il pro- Un foglio di carta da disegno circa 24x32cm la sensibilità è bassa.
cesso sfrutta la riduzione dell'ossalato fer- - la Fabriano F4, per esempio - viene sen- Si ottiene un'immagine rosso mattone per-
rico sotto l'azione della luce: l'ossalato fer- sibilizzato con: 2ml di soluzione di ossa- fettamente delineata.
roso che se ne ottiene riduce a sua volta un lato ferrico al 25% + 1ml di soluzione di Si sviluppa immergendo il foglio per 2-3
sale d'argento a metallo, particolarmente nitrato d'argento (50g in 100ml d'acqua di- minuti in: 60g di tartrato di sodio o di po-
nero perché molto finemente suddiviso. stillata) + 1ml di soluzione di ossalato di tassio + 50g di borace + 0.2g di bicroma-
L'immagine che si ottiene è quindi argen- potassio (30g in 100ml d'acqua distillata). to di potassio, in 1000ml d'acqua distilla-
Diagramma dei calcoli per la preparazione
dell'ossalato ferrico.
LA PREPARAZIONE DELL'OSSALATO FERRICO In ordinata la percentuale d'idrato ferrico nel-
la poltiglia, che in questo caso è anche il pe-
È la chiave del processo simil-platino; è reperibile in commercio presso poche ditte so in grammi.
specializzate in prodotti chimici per fotografia (in fondo al box diamo due indiriz- In corrispondenza, sull'ascissa, i grammi di
zi). acido ossalico biidrato (linea 1) o di acido os-
Su Tutti Fotografi 10/2000 avevamo già descritto la preparazione dell'ossalato fer- salico anidro (linea 2) da aggiungere, in pol-
rico, partendo dall'allume ferrico-ammonico NH4Fe(SO4)2.12H2O. Abbiamo tro- vere, al complesso filtro-poltiglia, in un becker
vato però una via più semplice, partendo dal cloruro ferrico, un prodotto meglio re- forma alta da ca. 400ml, per avere i grammi
peribile e poco costoso, sotto forma di soluzione - di solito al 41%, 41g di FeCl3 in di ossalato ferrico (linea 3) che se ne otten-
100ml - usata per l'incisione dei circuiti stampati. gono.
Presso una buona farmacia è possibile ordinarne 1 litro a meno di 10.000 lire. Se ne Sulla stessa linea (3) sono riportate le con-
usino 100ml, che contengono 41g di cloruro ferrico anidro centrazioni percentuali della soluzione di os-
Si diluisce - in un vaso in vetro da circa 1000ml - con 300ml di acqua distillata. salato ferrico, di un bel colore verde.
Aggiungendo 300-400 ml di soluzione di ammoniaca al 5-6% (Supermarket), pre- La dissoluzione della poltiglia può essere ac-
cipitano 27g d'idrato ferrico Fe(OH)3 di color ruggine. celerata usando un debole riscaldamento.
Si lascia sedimentare per qualche ora e ci si accerta che la precipitazione sia com-
pleta, aggiungendo qualche goccia di soluzione d'ammoniaca al liquido limpido so-
vrastante. Se si verifica un ulteriore precipitato si aggiunge ancora ammoniaca. In
caso contrario, si sifona il liquido limpido con un tubicino in plastica, avendo cura
di non trascinare il precipitato.
Si aggiungono 300-400ml d'acqua distillata e si ripete tante volte questo lavaggio e
decantazione, fino a che un po' di liquido limpido, in una provetta, non produce al-
tro che una leggera opalescenza lattiginosa per aggiunta di poche gocce di una so-
luzione di nitrato d'argento al 5-10%. ta; l'immagine annerisce molto rapidamen-
Si pesa un filtro in carta, su cui si filtra la poltiglia di acqua e idrato ferrico cercan- te.
do di eliminare la maggior quantità d'acqua possibile. Si può aumentare il contrasto con ulteriore
Si pesa il tutto, filtro, acqua e idrato ferrico; da questo peso si detrae il peso del fil- aggiunta di bicromato.
tro e i 27g d'idrato: la differenza è il peso d'acqua trattenuta dall'idrato. Si sciacqua poi per tre volte con poca ac-
Dividendo i 27g d'idrato ferrico per il peso di quest'acqua e moltiplicando per 100, qua distillata, e si fissa per 8-10 minuti in
si ricava la percentuale d'idrato nella poltiglia. una soluzione al 3% di tiosolfato di sodio
Riportare questo valore sull'ordinata di fig. 1, aggiungendo poi acido ossalico in pol- (un usa-e-getta), addizionata di 100ml/litro
vere (vedi didascalia). di ammoniaca al 5-6%.
Può sembrare laborioso; come si è visto all'inizio, è tuttavia necessario conoscere la Si lava a fondo in acqua corrente per circa
concentrazione della soluzione d'ossalato ferrico prodotto; senza attrezzatura e no- 30 minuti e si appende ad asciugare.
zioni chimiche, il problema si risolve... pesando. Il successivo il viraggio all'oro per 5-10 mi-
nuti produce un nero più freddo; a seguire,
un secondo fissaggio e un lavaggio finale.
Bostick & Sullivan, Box 16639, Santa Fe, NM 87506-6639 USA, http://www.bo- Bastano 10ml di viraggio - 10ml d'acqua,
stick-sullivan.com, e-mail: Orderinfo@earthlink.com, addizionati di 0.2g di borace e di 1ml di so-
Photographer's Formulary, Box 950, Condon, MT 59826, USA. luzione di cloruro d'oro al 1% - da versare
http://www.montana.com/formulary; e-mail: formulary@montana.com; a quest'ul- sulla stampa semiasciutta e da spandere con
timo indirizzo si può richiedere il catalogo. un polpastrello.

Giampaolo Bolognesi
ANTICHE TECNICHE

PLATINO E
PALLADIO
Uno fra i pochi metalli nobili, il Platino
(Pt) evoca fasti d'antiche corti imperiali.
Usato industrialmente e in gioielleria, tro-
va un'applicazione di grande interesse in
fotografia, per le sue eccezionali proprietà
di resistere agli agenti chimici - e quindi
anche all'aggressione atmosferica - supe-
riori a quelle dell'argento e anche dell'oro.
Non è da meno, chimicamente, il palladio,
che viene usato in fotografia accoppiato
con il Pt, anche se si parla comunemente
di carte al platino.
Come tutte le cosiddette antiche tecniche
di stampa, la platinotipia e la palladiotipia
richiedono preparazioni in proprio, con pro-
cessi laboriosi e delicati. A questa diffi-
coltà, va aggiunto il fatto che i costi sono
sempre più elevati - molto di più per le
stampe ai metalli nobili - di quelli con-
venzionali, con le carte agli alogenuri d'ar-
gento; senza compenso per l'operatore, una
stampa finita 24x30cm al Pt/Pd viene a co-
stare 40-50.000 lire, provini compresi.
Le antiche tecniche di stampa non sono
quindi un sistema per risparmiare, come
qualcuno potrebbe dedurre dal fatto che la
preparazione viene fatta in casa. I risulta-
ti che se ne ottengono non sono però rag-
giungibili con le convenzionali tecniche di
camera oscura, e ciò è particolarmente ve-
ro per la metallo-nobile-tipia.

La carta al platino
La carta al Pt fu scoperta nel 1873; da stam-
pare per contatto, come tutte le carte d'al-
lora, sviluppare, schiarire in acido clori-
drico e lavare a fondo. Due le caratteristi-
che principali: un'eccezionale profondità
dei neri, non raggiungibile con qualunque
altro processo, e l'inarrivabile stabilità del-
le immagini, praticamente eterne.
Presso la Royal Photographic Society so-
Una platino-palladiotipia - un'immagine di Sergio De Vecchi, uno dei membri del Gruppo no tuttora conservate stampe al Pt, in ec-
Rodolfo Namias di Parma - che evidenzia l'eccezionale profondità dei neri. L'ottimo detta- cellenti condizioni, dopo ben più di un se-
glio dimostra l'elevata qualità della riproduzione dell'originale, una dia B/N 6x6cm. L'au- colo di vita. Per l'elevato costo, la carta al
tore crea, sia scegliendo il contrasto della soluzione sensibilizzatrice, sia giocando sul rap- Pt non venne più prodotta dopo il 1917, a
porto Pt/Pd. favore di quelle ai sali d'argento tuttora usa-
te. La platinotipia è forse il principe della
stampa con processi alternativi.
La fase operativa
Uno dei problemi della preparazione del LA PREPARAZIONE DELL'OSSALATO FERRICO
negativo grande formato - partendo da un
convenzionale negativo 24x36mm2 - è la
L'ossalato ferrico - non ferroso - è bene prepararlo in proprio. Quello del commer-
necessità di un controtipo positivo, da cui
ottenere il negativo finale per ingrandi- cio è costoso e non sempre puro come dovrebbe, anche perché si altera nel tempo.
mento su pellicola: la qualità d'immagine Sciogliere 62.1g di allume ferrico-ammonico NH4Fe(SO4)2.12H2O in circa 100ml
si riduce inevitabilmente a ogni passaggio. d'acqua, in un becker alto e stretto da 250ml. Sotto continua agitazione, aggiunge-
Per questa ragione conviene partire da una re 110-120ml di soluzione di ammoniaca a circa il 6%, quella del supermarket. Si
dia in B/N da stampare convenzionalmen- forma immediatamente il precipitato color ruggine di idrato ferrico Fe(OH)3; me-
te, per es., su materiale per arti grafiche,
trattando in modo da ottenere un contrasto scolare e attendere che il precipitato sedimenti.
non troppo alto, oppure su emulsioni per Con qualche goccia di ammoniaca ci si accerti che la precipitazione sia stata com-
ripresa di negativi, tipo T-Max 100 o ma- pleta; in caso contrario, aggiungere ancora ammoniaca. Decantare il solo liquido
teriale equivalente. limpido sovrastante, aggiungere 100ml d'acqua, agitare, lasciar sedimentare e ri-
Importante la scelta della carta, da collare petere 4-5 volte questo lavaggio per decantazione, fino a scomparsa dell'odore di
preventivamente; ottimi risultati si hanno
ammoniaca.
con la Arches Platine della Canson; viene
sensibilizzata con la miscela descritta, in Al termine, lasciar sedimentare molto bene ed eliminare il più possibile solo l'ac-
luce attenuata, con un morbidissimo, ma qua sovrastante, in modo che il volume totale non superi i 50ml. Aggiungere alla
costoso, pennello piatto, magari provando poltiglia 23.5g di acido ossalico (COOH)2.2H2O e mescolare. Scaldare a parte (50-
e riprovando prima con sola acqua, per mas- 60 °C) 40-50ml d'acqua e versarla - 10ml alla volta, sotto continua agitazione - sul-
simizzare il risparmio. Si asciuga a sec- la poltiglia di idrato ferrico e acido ossalico. Il precipitato color ruggine deve scio-
chezza il foglio sensibilizzato, aiutandosi
con un asciugacapelli, senza scaldare trop- gliersi completamente; può essere utile scaldare leggermente il becker contenente
po. il tutto.
È prudente asciugare con aria calda anche Al termine si porta il volume totale a 100ml, ottenendo una soluzione al 30% di os-
il torchietto di stampa. Si espone poi con salato ferrico Fe2(CO)6.5H2O. Il pH dovrebbe essere di circa 2.5; se superiore, si
lampade UVA, ricavando il tempo di posa provveda con aggiunte - 0.1g alla volta e agitando - di acido ossalico; se inferiore,
(10-20-30 minuti?) con un provino.
si aggiungano piccole quantità di idrato ferrico, preparato a parte e ben lavato. At-
Si sviluppa per 3', immergendo rapidamente
il foglio in una soluzione satura di ossala- tenzione: l'acido ossalico è tossico ed è prudente evitare l'inalazione dei vapori am-
to di potassio (ca. 35%), che si conserva moniacali.
per anni e può quindi essere riusata molte
volte. La soluzione sensibilizzatrice
Si lava per 5' in acqua corrente e si passa Si usano quattro bottigliette munite di contagocce, contenenti rispettivamente:
in tre bagni della stessa composizione, uno
dopo l'altro, per 5' ciascuno. a - aggiungere 0.2g di acido ossalico a 10ml della soluzione al 30% di ossalato fer-
Questa chiarificazione può essere fatta con rico;
diverse soluzioni: Hypo Clearing 1:4, aci- b - sciogliere 0.2g di acido ossalico e 0.05g di clorato di potassio in 10ml della so-
do fosforico al 2%, EDTA all'8%, acido ci- luzione al 30% di ossalato ferrico;
trico al 2%, oppure un bagno formato da: c - 2g di cloroplatinito di potassio, sciolti in 10ml d'acqua tiepida;
acqua ca. 750ml, sodio solfito anidro 200g,
d - 1.5g di cloropalladiato di sodio, sciolti in 10ml d'acqua tiepida.
sodio metabisolfito 50g, portando il tutto
a 1 litro, con acqua. Lavaggio finale in ac-
qua corrente per 30'-40' ed essiccazione. Per una stampa 24x30cm, si mescolino 22 gocce di a e 24 gocce di c. La miscela
La platino-palladiotipia è un processo per va usata appena fatta, e produce una carta morbida, adatta per negativi a contrasto
raffinati, che abbiano voglia di lavorare; medio-alto. Per una carta dura, si mescolino 8 gocce di a, 14 di b e 24 di c. La so-
come si dice negli annunci economici: no luzione d può sostituire parte della soluzione c, tenendo presente che il totale del-
ai perditempo, no quindi ai velleitari. Chi
vuole farlo seriamente troverà molto utile le gocce di c + d deve sempre essere 24, e che quello di a + b deve sempre essere
la lettura di Platinum & Palladium Prin- 22. Il contrasto della carta è tanto più elevato, quanto maggiore è il numero di goc-
ting, di Dick Arentz, che in circa 160 pa- ce di b.
gine dice tutto su questa tecnica. È edito
da Focal Press <http://focalpress.com>. N.B. Usare acqua distillata o deionizzata.
Giampaolo Bolognesi

I PRODOTTI, DOVE
Offrono prodotti per la platinotipia:
Bostick & Sullivan, Box 16639, Santa Fe, NM 87506-6639 USA, <http://www.bostick-sullivan.com>, e-mail <Orderinfo@earth-
link.com>, Photographer's Formulary, Box 950, Condon, MT 59826, USA, http://www.montana.com/formulary> e-mail <for-
mulary@montana.com>; a quest'ultimo indirizzo si può richiedere il catalogo.
LABORATORIO

AGFA NEUTOL PLUS


Uno sviluppo progettato per operare anche a temperature inferiori
o superiori ai canonici 20°C e con un impatto ambientale ridotto
essendo privo di idrochinone. Abbiamo sottoposto a prova le prestazioni.

Alte luci. Scala tonale estesa con restituzio-


ne totale dei particolari più fini, ombre aper-
te e ricche di dettaglio. Notevole effetto "pre-
senza".

La produzione Agfa di sviluppi per carte (PQ=phenidon-quinon), il secondo a base netica di sviluppo anche a temperature in-
vanta una gamma decisamente interessan- di idrochinone con una piccola aggiunta di feriori ai canonici 20°C, consentendo di la-
te di prodotti destinati a soddisfare le di- metolo, ma associato ad una maggiore quan- vorare con lo stesso standard di resa anche
verse esigenze dei fotografi e degli stam- tità di bromuro di potassio, combinazione a temperature di 16°C, senza che per que-
patori, siano essi professionisti che amato- che consente un'intonazione calda alla stam- sto i tempi si allunghino eccessivamente e
ri evoluti. Da sempre la casa tedesca ha pa. Se si volesse uno sviluppo dedicato al- la resa dei grigi sia alterata in modo evi-
mantenuto una qualità elevata e costante le carte multigrado si può preferire il Mul- dente, come accade con i prodotti conven-
dei suoi prodotti chimici, distinguendosi ticontrast, forse un poco più energico e con- zionali. Questi ultimi a 18°C tendono a for-
non solo per le loro ottime prestazioni, ma trastato a parità di diluizione rispetto ai pre- nire risultati insoddisfacenti, perché non
anche per una raffinata formulazione dei cedenti, pensato per ottimizzare le carte a sono più in grado di sviluppare tutti i ger-
componenti che continua a garantire un ele- contrasto variabile, sia in termini di qua- mi di sviluppo presenti nell'emulsione del-
vato standard di lavorazione e di adattabi- lità che di rapidità, soprattutto se si scel- la carta e, laddove i neri appaiono "impa-
lità in tutti i parametri richiesti nelle prati- gono le carte politenate (RC= resin coa- stati", le alte luci appaiono pelate e "non
che di camera oscura. ted). Ed allora, visto che la casa madre ha escono". Se al contrario la temperatura è
Riguardo agli sviluppi per carte, la fami- pensato a tutto, che senso ha il nuovo Neu- troppo elevata, l'apparizione dell'immagi-
glia Neutol annovera oramai ben tre tipi di- tol Plus? Le ragioni della sua nascita e del ne latente è violenta e il contrasto tende ad
versi di prodotto destinati a coprire ogni suo inserimento nella blasonata famiglia di aumentare al di là della gradazione. Tutti i
esigenza. Infatti se scegliamo di restare nel- rivelatori Agfa si basano su due ordini di prodotti tradizionali hanno dunque una tem-
la più pura ed antica tradizione, qualsiasi questioni: da un lato presentare un prodot- peratura ottimale di esercizio che si aggi-
sia il tipo di carta che vogliamo trattare, to che consenta di ottenere analoghe pre- ra fra i 20-22°C per ottenere la giusta gra-
possiamo scegliere il classico Neutol NE a stazioni ai precedenti con un impatto am- dualità dello sviluppo e mantenere il con-
tono neutro oppure farci tentare dal suo bientale minore essendo privo di idrochi- trasto ai termini previsti, mentre il Neutol
confratello Neutol WA a tono caldo, il pri- none, e dall'altro fornire uno sviluppatore Plus è più costante sotto questi aspetti, sia
mo a base di fenidone-idrochinone che possa essere attivo e con la stessa ci- alle basse temperature che a quelle eleva-
Basse luci. Carta con filtratura extra-contra-
sto. La conservazione del dettaglio favorisce
una percezione naturale del soggetto ripreso,
e della luce ambiente.

te, con risultati perfettamente analoghi, ma non può essere recuperata oltre un certo li- azione in termini sostanziali in relazione
con un tempo di trattamento rispettivamente mite da un'azione combinata di sviluppo ad un aumento o ad una diminuzione del-
maggiore o minore. prolungato e di riscaldamento locale del- la temperatura, naturalmente entro certi li-
l'emulsione senza pericolo di incorrere poi miti ragionevoli: a 5°C o a 40°C sarebbe
Un po’ di chimica nella velatura, con la perdita di trasparen- assurdo lavorare, anche se qualche volta in
Il Neutol Plus è più "dolce" e progressivo za e di pulizia nell'aspetto generale del- emergenza può capitare, ma siamo oramai
nella sua azione riducente e si limita ad agi- l'immagine. Ma dobbiamo tener presente oltre la comune decenza fotografica. Se
re solo sui germi di sviluppo presenti, sen- che l'idrochinone di solito è associato al fe- l'acqua della rete idrica nella stagione in-
za andare ad ossidare l'argento che non è nidone, che di per sé agisce con molta ra- vernale scende spesso sotto i 10°C, biso-
stato colpito dalla luce. In questo caso con pidità sfruttando a fondo la sensibilità del gna lasciare che si "condizioni" a tempe-
un rivelatore tradizionale, se si prolunga il materiale, ma non riesce a produrre un con- ratura ambiente prima dell'uso, oppure va
tempo di trattamento della stampa in que- trasto sufficiente e pertanto ha bisogno di termostatata e riportata a livelli più accet-
stione oltre la soglia standard di 1'30'', si essere graduato dall'azione dell'idrochino- tabili; discorso inverso per la stagione cal-
forza lo sviluppo delle alte luci e si riesce ne stesso, il quale ha la virtù collaterale di da, in cui di solito l'acqua del rubinetto può
a far apparire qualche dettaglio in più, ma produrre toni caldi nella stampa se asso- superare i 24°C, ma anche in questo caso
si corre il rischio di creare quel velo che ciato ai carbonati. Il Neutol Plus non agi- siamo entro il limite superiore di 30°C in-
tende in misura più o meno evidente a spor- sce secondo questi parametri e si avvale dicato dalla casa.
care le alte luci, a causa dell'azione ossi- quale agente rivelatore del fenidone, unito Il Neutol Plus tende a fornire stampe con
dante dell'idrochinone sull'argento non espo- ad un sale dell'acido isoascorbico, in altre una maggiore estensione tonale, a parità di
sto. Questo rivelatore tende ad ossidarsi ra- parole la comune vitamina C usata in cam- gradazione rispetto ad un rivelatore tradi-
pidamente (cedendo elettroni) se non è ade- po medico quale antiossidante. Qui agisce zionale quale il Neutol NE, tanto che l'ad-
guatamente "tamponato" con solfito di so- sia come co-rivelatore che come agente fre- dolcimento della gradazione potrebbe es-
dio, che rallenta questa sua caratteristica nante l'ossidazione e pertanto consente una sere quantificato in circa mezzo grado; quin-
positiva e negativa al tempo stesso: positi- tolleranza di sviluppo molto più ampia ri- di se stiamo stampando con una carta con-
va perché l'ossidazione del rivelatore si- spetto ad una formula classica, ad esempio trasto del n.3, potremmo avere un leggero
gnifica che ha ceduto elettroni riducendo ad un rivelatore PQ tradizionale. ampiamento della scala dei grigi rispetto a
l'argento colpito dalla luce e quindi ha "svi- quanto potremmo aspettarci, ma con una
luppato", negativa perché, se si supera il La prova maggiore plasticità favorita da un ottimo
tempo standard previsto, esso tende ad agi- La cinetica di sviluppo si manifesta in ter- microcontrasto che aumenta l'effetto "pre-
re anche sull'argento non esposto e si pro- mini diversi poiché l'immagine appare con senza" dell'immagine. Il Multicontrast, ad
duce in maniera visibile un velo, spesso gradualità dopo circa 20'' dall'immersione esempio, è un rivelatore un poco più con-
confuso con l'effettivo ottenimento di det- della copia, e aumenta costantemente sen- trastato, che tende a far apparire l'immagi-
taglio nelle alte luci. In queste condizioni za sbalzi fino al termine del tempo stan- ne latente con maggior velocità del Neutol
di sovrasviluppo, un prodotto di classe si dard indicato attorno a 1'30''; se sviluppia- Plus, soprattutto con le carte politenate, ma
distingue per riuscire a ritardare e limitare mo più a lungo potremo recuperare qual- la rapidità della sua azione potrebbe non
al massimo questo sgradevole effetto col- cosa nelle alte luci senza formazione di ve- consentire un "salvataggio" della stampa
laterale grazie ad una accurata formula- lo, ma a poco servirà riscaldare localmen- sovraesposta mediante estrazione dal ba-
zione, ma inevitabilmente l'idrochinone può te la stampa dove si intenda far apparire gno anzitempo, perché essa potrebbe ri-
produrre i suoi effetti collaterali se si esa- qualche dettaglio in più nelle alte luci. Il sultare sviluppata in modo non omogeneo
gera: una stampa con le alte luci "pelate" Neutol Plus non sembra modificare la sua e presentare striature.
Luci medie. Naturalezza nella restituzione dei toni grigi della pietra, om-
bre "aperte".

Luci medie + flash. Bilanciamento delle ombre rispetto allo sfondo con
fill-in. Anche nella condizione di artifizio della luce lampo si mantiene
un'eccellente plasticità.

Con il Neutol Plus si ha l'impressione che re ancora ampliata a parità di resa genera-
tutti i grigi della scala presenti vengano svi- le, fatto salvo un tempo di trattamento leg- AGFA MULTICONTRAST
luppati assieme, e non prima le basse e me- germente superiore. MC 118
die luci e poi quelle alte; se decidiamo di Il Neutol Plus è in grado di trattare circa
prolungare lo sviluppo per recuperare qual- 5mq/litro alla diluizione di 1+4, quasi 120 Identica alla MC 111 Classic nella com-
cosa nelle zone VII e VIII, nello stesso tem- fogli formato 18x24, un valore notevole posizione degli strati e nella formula-
po il resto della scala tonale non cambia, dovuto forse anche alla caratteristica tipi- zione al cloro-bromuro per una mag-
non aumenta la densità dei grigi scuri e dei ca del fenidone di mantenere a lungo la sua giore stabilità dell'immagine, la nuova
neri più di quanto fossero densi al termine azione senza usurarsi rapidamente. Un li- carta MC 118 si differenzia per la su-
del tempo canonico di trattamento e il con- tro di Neutol Plus parzialmente sfruttato, perficie semi-matt e per un'intonazione
trasto locale rimane lo stesso. In ogni ca- lasciato in bacinella per tutta la notte, si è leggermente calda.
so, il Neutol Plus è in grado di produrre tut- dimostrato perfettamente in grado di lavo- La vecchia Portriga, uscita di produ-
ta la densità massima consentita dal tipo di rare anche il giorno successivo alla prepa- zione alcuni anni fa, è oggi sostituita a
carta impiegata, pur presentando un'ampia razione, senza cedimenti qualitativi. pieno titolo dalla nuova MC 118.
restituzione tonale. Si può operare sia nella classica bacinella Da notare la facilità di manipolazione
Nel caso, ad esempio, di un negativo mol- che nelle sviluppatrici a tamburo o conti- nella piegatura prima del trattamento e
to morbido, privo di contrasti, l'impiego di nue, con tempi di lavoro di circa 50'' per le dopo l'essicazione, che non presenta ri-
una filtratura n.5 per ottenere la massima carte politenate e di circa 90'' per le barita- schi di incrinature nella superficie, gra-
separazione tonale, consente di raggiunge- te alla temperatura di 20°C. zie ad un supporto cartaceo di buona
re lo scopo, ma con una maggiore "natura- Il Neutol Plus essendo privo di idrochino- elasticità.
lezza" nella distribuzione dei toni. Non so- ne ha un impatto ambientale minore e non
lo "recupero" dell'immagine, ma anche dovrebbe provocare fenomeni di irritazio-
maggiore adeguamento alla percezione vi- ne o sensibilizzazione. Chi proprio non rie-
siva alla luce della scena ripresa. sce o non vuole lavorare con le pinze, o
perché pensa che possano in qualche mo-
Prestazioni do graffiare le stampe o perché ama man-
La diluizione di lavoro del Neutol plus da tenere il "contatto" con la carta sensibile
noi provato era stabilita nel rapporto di 1+4, anche dopo l'esposizione, potrà farlo con Fotografie scattate con pellicola HP5 Plus
mentre secondo le ultime indicazioni del- meno rischi per la salute. a 400/27 ISO sviluppata in Nucleol BF
la casa è possibile scegliere anche una di- per 10'. Ottica 50mm.
luizione di lavoro più spinta pari a 1+9. In Stampa su Agfa MC 118 sviluppata in Neu-
questo caso la scala tonale potrebbe esse- Testo e foto di A.Valsasnini tol Plus 1+4 a 20°C per 90''.
FINE ART

ALL’INTERNO DI
UN LABORATORIO
FINE ART

Stampare il bianco e nero è cosa relativa- sere affiatati: ognuno conosce i limiti e i vir- Navone osserva una stampa baritata appe-
mente facile, stampare “bene” richiede com- tuosismi dell’altro e quando l’intesa, col na uscita dal fissaggio. A parete è visibile
petenze e doti naturali; per questo motivo tempo, diventa perfetta, il lavoro non ri- una parte della chimica normalmente im-
sono sempre più numerosi i fotografi che, chiede quasi lo scambio di istruzioni tra i piegata.
in ogni parte del mondo, affidano la stam- due. Un’immagine del fotografo Kazunori Ha-
pa dei loro lavori a stampatori professioni- Nel panorama italiano della stampa fine art, taguchi stampata da Navone. Hataguchi si
sti specializzati nel bianco e nero, il cosid- il laboratorio di Donato Navone è sicura- è laureato all’Università Nippon, facoltà di
detto fine art. mente una delle realtà attualmente più in- Arte e Fotografia. Vive in Italia e lavora per
Il ruolo dello stampatore è importantissimo, teressanti; tra i fotografi con cui lavora si le più importanti case e riviste di moda ita-
in quanto una stampa può, nel bene e nel annoverano personaggi del calibro di Ga- liane e giapponesi. Tra le numerose mostre
male, modificare quasi completamente, l’im- briele Basilico, per il quale Navone stampa ha esposto recentemente alla Mostra di Ar-
magine. Fotografo e stampatore devono es- anche da negativi in formato 20x25cm, di te Contemporanea di “Kyoto 5962”.
Un confronto tra una
stampa letterale e il ri-
sultato dopo l’inter-
vento di mascheratura
in basso per dare mag-
giore leggibilità alle
stoppie e di bruciatura
in alto per enfatizzare
e migliorare la leggibi-
lità delle nuvole.

Giovanni Gastel e di Kazunori Hataguchi, da 6.000 watt allo Xenon che necessitava to la carta politenata. Dal 1990 al 1992 Na-
meno noto, ma che lavora per le più im- da solo di un contatore da 6 Kw. vone lavora in Ilford come tecnico della di-
portanti case e riviste di moda italiane e Nel 1983 inizia a lavorare come stampato- visione foto bianco e nero, seguendo clien-
giapponesi. re per lo studio fotografico Ranzini di Mi- ti e laboratori in tutta Italia e qui acquisi-
Donato Navone, classe 1961, inizia a la- lano e già in quel periodo diventa lo stam- sce una padronanza assoluta del sistema di
vorare a Milano nel 1978 per una litogra- patore personale di alcuni importanti foto- stampa Ilford Multigrade. E ancora oggi,
fia, come fotografo di fotolito, quindi fin grafi milanesi. Navone si era infatti reso infatti, Navone nel suo lavoro alterna la car-
dall’inizio in una camera oscura, fotogra- conto che un certo tipo di stampa non era ta baritata tradizionale a quella Multigra-
fando bozzetti e disegni al tratto. All’epo- ottenibile attraverso il seppur valido pro- de, lavorando fino al formato 20x25cm, del
ca usava un ingranditore della Zucchiatti cesso industriale che usava come suppor- negativo si intende.
PREZZI DELLE LAVORAZIONI
Sviluppo manuale negativi

Sviluppo rullini 135/36-120 6.000


Sviluppo pellicole piane 10x12 5.000
Sviluppo pellicole piane 13x18 6.000
Sviluppo pellicole piane 20x25 12.000
Clip test 6.000
Tempi variati +50%
Sviluppi particolari in tank 15.000

Formato stampe Stampe su Stampe su Stampe su


carta politenata cartoncino (*) pellicola
Formato 13x18 4.200 non disponibile 15.000
Formato 18x24 7.000 15.000 20.000
Formato 24x30 15.000 21.000 27.000
Formato 30x40 25.000 30.000 40.000
Formato 40x50 35.000 45.000 65.000
Formato 50x60 40.000 60.000 85.000

(*) Cartoncino baritato, Ilford - M.G.F.B. - Galerie


Donato Navone con in mano uno degli at-
trezzi del mestiere, un ombreggino autoco- Riproduzioni
struito per mascherature. Riproduzioni e internegativi 13x18 50.000

Provini a contatto
Provino formato 18x24 6.000
Provino formato 24x30 1.2000

Viraggi e intonazioni
Seppia, selenio, oro +100%
Oggi Navone è il “braccio oscuro” di mol- Blu, rosso, giallo, verde, etc. +100%
ti fotografi e stampa lavori di diverse tipo- Altre lavorazioni, prezzo a preventivo:
logie, dal reportage al ritratto, dalla moda Stampe baritate su carta: Agfa, Kentmere, Kodak, Oriental, Tetenal, Ultra, Maco
allo still life. Stampe su tela
Per più copie dello stesso negativo
La tecnica di lavoro Per l’esecuzione di retinature, scontornature, elaborazioni al tratto, somatizzazio-
Entrando nel vivo delle lavorazioni Navo- ni, sgranature, out linee, inserimenti, marchi e scritte
ne ci tiene a sottolineare che lo sviluppo I prezzi sono IVA esclusa
del negativo viene effettuato unicamente
in tank e con un massimo di cinque pelli- Fotolaboratorio professionale bianco - nero Navone.
cole per volta. Tutto il procedimento è ri- Via Verro 41, 20141 Milano. Tel. 02.84.66.851
gorosamente manuale, non esistono pro-
cedure automatiche; lo sviluppo viene na- La smaltatura finale non è più praticamen- gono vendute dagli artisti, stampe nume-
turalmente adattato in modo personalizza- te utilizzata: il 90% delle stampe su carta rate e firmate, è evidente che devono ga-
to alle esigenze di ciascun fotografo. Ad- baritata vengono consegnate al cliente con rantire una lunga durata nel tempo.
dirittura, quando è ben chiaro il progetto finitura brillante, e un 10% con finitura Oltre al viraggio all’oro c’è quello al pla-
del cliente, è possibile, compatibilmente matt. Navone impiega anche la tecnica del tino, ma qui si entra in un’altra filosofia
con le possibilità della chimica, adattare viraggio, sia esso un viraggio seppia (in set- che è quella della carta da stampa con l’e-
l’intero procedimento all’idea di partenza te nuances diverse) o al selenio, che a sua mulsione stesa manualmente dall’operato-
del fotografo. volta si divide in due grandi applicazioni, re, utilizzando una mistura ai sali di plati-
Navone è un attento osservatore anche del- il selenio impiegato per cambiare la tona- no e palladio. A richiesta Navone si occu-
l’evoluzione dei prodotti, sperimenta la lità della carta, oppure semplicemente per pa anche del montaggio finale della stam-
maggior parte della nuova chimica e delle il trattamento di conservazione delle stam- pa, comprese le lavorazioni con passe-par-
nuove carte che vengono introdotte sul mer- pe. Una stampa virata al selenio dura enor- tout. Concludiamo l’incontro riportando al-
cato, valutando poi se introdurle o meno memente di più di una stampa normale, spe- cuni dei consigli che Navone dà ai suoi
nel ciclo del suo laboratorio. Non sono in- cie se la stessa deve restare esposta e subi- clienti: avvolgere sempre il più possibile la
frequenti i contatti diretti con gli stessi fab- re un prolungato e quotidiano irraggiamento carta delle pellicole 120, tirando la linguetta
bricanti. di UV. Il viraggio all’oro è un altro espe- prima di provvedere ad incollarla, non uti-
Per quanto concerne la stampa, il fiore al- diente per preservare nel tempo le stampe. lizzare mai pellicole scadute, sviluppare
l’occhiello è naturalmente la lavorazione Potrebbe sembrare un’inutile precauzione sempre al più presto le pellicole esposte.
su carta baritata, sia a tono freddo che a to- se pensiamo a delle normali fotografie, ma
no caldo. se proviamo a pensare alle opere che ven- Gerardo Bonomo
LABORATORIO

DAL VIRAGGIO
SEPPIA ALL’ORO
Il viraggio all’oro può essere effettuato con seppiatura preliminare,
oppure senza: in questo caso si otterrà una certa azione di rinforzo
delle zone scure della stampa. In entrambe le modalità
d’uso il viraggio all’oro agisce come agente conservante dell’immagine nel tempo.
Perché virare una stampa in bianco e nero
in un monocromatismo di qualsivoglia spe-
cie? Forse che l’immagine della realtà tra-
dotta dall’ottica in una scala di grigi non è
sufficiente? Per quale motivo dobbiamo in-
tervenire sull’intonazione del bromuro d’ar-
gento? Se non siamo contenti del nostro
bianco e nero, perché non passare al colo-
re senza complicarci l’esistenza con pro-
cedure di camera oscura dalle infinite va-
rianti? Non è forse vero che una stampa
corretta rende già di per sé giustizia al-
l’immagine colta dall’obiettivo? E allora
perché virare una stampa? Cosa vado ad
aggiungere? O cosa vado a perdere?
Il viraggio esiste da quando esiste la foto-
grafia, sia che lo si induca con una certa
Viraggio seppia con sbianca condotta a procedura chimica, sia che il tempo si
fondo e solfurazione con diluizione stan- preoccupi di agire al posto nostro su una
dard. Carta Agfa Portriga politenata. Le stampa mal fissata, lavata di fretta o con-
tonalità calde si adattano bene a imma- servata inadeguatamente. Il viraggio, o me-
gini di carattere naturalistico e archi- glio la possibilità di legare un’immagine
tettonico. ad una colorazione qualsiasi c’è, punto e
basta.
Se si escludono le stampe fine art, che so-
no un investimento economico e che quin-
di devono durare nel tempo, ai nostri gior-
ni questa tecnica potrebbe apparire quasi
inutile anche a fini conservativi, almeno se
pensiamo alla vita media di un individuo.
Dunque, se il viraggio era un tempo il pro-
cedimento per preservare l’immagine stam-
pata dalle ingiurie degli anni e dell’atmo-
sfera, oggi sembra ridursi ad un vezzo este-
tico.
Ammesso e non concesso che la funzione
conservativa del viraggio debba essere con-
siderata di secondaria importanza, ci tro-
viamo di fronte ad una serie di procedure
con le quali possiamo introdurre nella no-
stra stampa dei cromatismi capaci di con-
notare in modo diverso la semplice stam-
pa in bianco e nero.
Sotto un certo punto di vista, fotografare,
stampare e virare significa anche connet-
tersi con una tradizione, con un modo di
fare fotografia che è ormai storico, cioè ol-
tre la moda del momento.
Per quanto “cromaticizzata”, l’immagine
virata non appartiene al dominio della fo-
tografia a colori, perché il colore che ren-
diamo manifesto col viraggio non appar-
tiene alla realtà fotografata, ma deriva da
una nostra decisione circa il modo di evi-
denziare un certo contenuto emozionale.
Virare o intonare un stampa in bianco e ne-
ro non significa certo tentare di avvicinar-
si al colore in un modo più povero, ma può
essere il modo per suscitare alcune im-
pressioni o emozioni in chi andrà ad os-
servare la foto. I colori influenzano in mo-
do diverso la psiche, nel senso che posso-
no indurre reazioni più o meno piacevoli a
seconda del soggetto che li percepisce. Pen-
siamo ad esempio al colore marrone, simi-
le al viraggio seppia nelle sue numerose
varianti; questo colore non è primario, ma
viene indicato come derivato da una me-
scolanza di rosso, verde e giallo, con del-
le accentuazioni di densità dipendenti da
una certa percentuale di nero. Secondo al-
cuni psicologi esso agisce suscitando un’im-
pressione di calore, di riposo, di sempli-
cità, evocando anche aspetti materni, for-
se per la sua assonanza col colore della ter-
ra, da cui per estensione si risale all’idea
della fertilità, e quindi della madre.
Il rosso, con le sue sfumature rosa-arancio
tipiche del viraggio all’oro, rimanda inve-
ce all’idea di “calore” per la somiglianza
col colore del sangue, considerato da sem-
pre l’elemento vitale per eccellenza, assie-
me all’immagine del fuoco.
Torniamo a noi; come mettere in pratica ta-
li intendimenti? Se ricorriamo alla consul-
Sbianca ridotta a circa 5-6’e solfurazione standard. Carta Argenta baritata camoscio. L’in-
tazione di un manuale sui viraggi possia-
tonazione rimane sempre calda, ma rimane percepibile una traccia del tono originale del-
mo trovare una vastissima serie di oppor-
la carta. In questo caso è più evidente la connotazione “antica” e atemporale che tale pro-
tunità che corrisponde a moltissimi effetti,
cedura può introdurre nelle stampe.
la cui scelta appare non facile, non fosse
altro che per la difficoltà di reperire le so-
stanze necessarie. Senza nulla perdere dal
punto di vista qualitativo, è possibile ri-
volgere l’attenzione ai prodotti specifica-
mente proposti dalle varie case per eseguire
ad esempio, il classico viraggio seppia, con
la scoperta che ognuno di essi ha una de-
terminata “personalità”, un suo modo di
agire con risultati graduabili a seconda del
tempo e della diluizione del trattamento.
Colorvir propone due interessanti kit di vi-
raggio formulati secondo la interpretazio-
ne messa a punto dal fotografo francese Jaf-
feux.

La preparazione
Esistono alcune condizioni indispensabili
al fine di raggiungere senza sorprese il ri-
sultato desiderato. Il viraggio richiede una
condotta di camera oscura che fornisca del-
le stampe impeccabili nel loro trattamen-
to. Dapprima bisogna considerare che lo
Viraggio all’oro in tre stadi: sbianca, solfurazione e bagno al-
l’oro. Carta Ilfobrom baritata con posa e grado di contrasto nor-
mali, senza compensazioni. Se i parametri di stampa sono cor-
retti non vi sono perdite di contrasto e indebolimenti della den-
sità.

Viraggio all’oro in tre stadi: sbianca, solfurazione e bagno all’oro. Car-


ta Argenta baritata camoscio. L’intonazione sangue di bue è ottenuta
con procedura portata a fondo. Non si sono persi i dettagli, né la den-
sità o il contrasto dell’immagine originale sono stati modificati.

stesso procedimento di viraggio può dare anche non eccezionalmente efficiente, del- Il viraggio secondo Jaffeux
risultati differenti se si usano carte polite- la durata di almeno 3-4 minuti, con la fun- Il viraggio di una copia in bianco e nero
nate, carte al bromuro o al clorobromuro. zione di neutralizzare le tracce di sviluppo può essere eseguito con molte sostanze che
Inoltre è necessario stampare le copie de- e di iniziare il processo di eliminazione del- donano alla stampa diverse colorazioni mo-
stinate al viraggio con una gradazione più l’argento non esposto, che verrà completa- nocromatiche con sfumature graduabili a
contrastata rispetto a quanto sia normal- ta dal secondo bagno, il quale deve essere seconda della tecnica che si impiega. In ge-
mente necessario e talvolta con una den- assolutamente fresco ed efficiente, magari nere esistono due metodi fondamentali per
sità leggermente maggiore del dovuto. costituito da solo iposolfito di sodio e pro- operare, uno indiretto diviso in due bagni
In linea generale non si deve procedere con tratto non oltre i tre minuti. Se questo ba- e un altro diretto con un bagno solo.
copie sottoesposte e “recuperate” con un gno di fissaggio non è fresco, oppure se la Nel nostro caso il viraggio seppia dalla Co-
sovrasviluppo, perché tenderebbero a il- durata di trattamento è eccessiva, non si lorvir prevede un trattamento diviso in due
languidirsi eccessivamente per azione del- riuscirà a rimediare con un lavaggio pro- bagni, uno di “sbianca” dell’immagine e il
la sbianca. Le alte luci non debbono pre- lungato, poiché si formano dei sali com- secondo di solfurazione. La confezione si
sentare velature grigiastre derivate da uno plessi insolubili che penetrano nelle fibre compone di due flaconi di liquido da di-
sviluppo troppo prolungato, in genere di della carta e nello strato della gelatina sen- luire nella proporzione di 40ml di concen-
natura fisica e non chimica; si può ridurre za che sia poi possibile rimuoverli. trato per litro di acqua. I bagni sono atos-
una velatura grigia, normalmente trascura- Il lavaggio radicale di una carta tradizio- sici e in particolare quello di solfurazione
bile, con un leggero bagno indebolitore nale (non politenata) può essere indicato è (relativamente) inodore, probabilmente
molto diluito per pochi secondi, ad esem- nella durata di circa un’ora; un ulteriore formulato non con il classico monosolfu-
pio un bagno Farmer con 2g/l di ferricia- prolungamento potrebbe esporre la copia ro di sodio, ma con la solfurea, altrimenti
nuro. al pericolo di assorbire particelle ferrose e detta tiourea, o tiocarbamide=(NH2)2CS,
Il fissaggio delle copie deve essere prefe- impurità calcaree dall’acqua della rete idri- dotata di buone capacità di conservazione
ribilmente condotto con la tecnica dei due ca. La procedura del viraggio può ora es- sia allo stato cristallino che in soluzione ac-
bagni, il primo costituito da un fissaggio, sere iniziata con tranquillità. quosa.
Il tempo di immersione nel primo bagno di
sbianca può essere regolato da uno a quin-
dici minuti in funzione del risultato ri- Un errore di procedura
chiesto. Si può procedere ad una sbianca
parziale che consente di ottenere delle stam- Viraggio all’oro in tre stadi: sbianca, solfu-
pe a doppio tono in cui è maggiormente av- razione e bagno all’oro. Carta Kodak Poly-
vertibile la tonalità scura del viraggio sep- max politenata.
pia variamente interpolata alla tonalità ori- La stampa, lasciata nella bacinella con l’e-
ginale. Questo fenomeno dipende dal fat- mulsione rivolta verso il basso e con agita-
to che non tutto l’argento presente nella ge- zione insufficiente, ha “galleggiato” e la par-
latina è stato intaccato dalla sbianca. Op- te centrale non è stata immersa per un certo
pure si può portare a fondo l’azione del pri- periodo; una successiva permanenza ha rinfor-
mo bagno, in modo da trattare completa- zato oltremodo i bordi mentre il centro ha rag-
mente tutte le zone esposte della stampa giunto il valore desiderato.
con intonazioni seppia in genere piuttosto
calde.
La diluizione proposta è sufficiente per con-
trollare agevolmente il processo in modo
da interromperlo al momento desiderato e
quindi potrebbe essere superfluo ricorrere
ad una diluizione doppia del concentrato
nello stesso volume d’acqua. CONSIGLI PER UN CORRETTO VIRAGGIO
Anche se è preferibile usare guanti di gom-
ma o pinze per maneggiare le stampe, non Non bisogna trascurare alcune precauzioni apparentemente collaterali la cui inosser-
bisogna pensare che l’assenza di queste vanza potrebbe portare a spiacevoli insuccessi o a difetti non emendabili:
precauzioni possa essere un fattore forte-
mente dannoso per la salute. Secondo O.F. ■ Le pinze con cui si maneggiano le copie devono essere tenute separate e usate so-
Ghedina il ferricianuro contenuto (presu- lo per la bacinella di competenza; il loro scambio può inquinare gravemente e ren-
mibilmente) nel bagno di sbianca non è più dere inutilizzabili i bagni.
pericoloso dell’inchiostro per stilografica.
La preparazione dei due bagni è molto ra- ■ Se si opera a mani nude, è opportuno risciacquarle a lungo per evitare che even-
pida e la elasticità di trattamento consente tuali tracce di prodotto possano macchiare irrimediabilmente la stampa con spiace-
di trovare una combinazione esteticamen- voli impronte digitali.
te interessante variando il tempo di sbian-
ca e la diluizione della solfurazione. In par- ■ È necessario agitare le copie nei bagni in modo da impedire che alcune zone ri-
ticolare, ottimi risultati si possono conse- mangano insufficientemente trattate. Questo è particolarmente importante quando si
guire se si protrae la sbianca per circa 1/3- scelga di eseguire una sbianca parziale, che comunque deve essere uniforme sulla su-
1/2 del tempo necessario per procedere a perficie della copia e non deve presentare dopo la solfurazione striature derivate da
fondo; dopo la solfurazione appariranno agitazione insufficiente o assente oppure delle “isole” in cui il tempo effettivo di trat-
gradevoli tonalità calde in cui è avvertibi- tamento è stato decisamente inferiore a quello prescelto.
le una leggera punta di verde che dona al-
la stampa un piacevole senso di “antico”, ■ Se si immerge una stampa con l’emulsione rivolta verso il basso, si rischia di bloc-
molto prossimo a certe stampe d’epoca, la care delle bolle d’aria fra la copia e il liquido, impedendo un trattamento corretto;
cui intonazione seppiata sconfina nell’al- molto più sicuro è procedere con la gelatina rivolta verso l’alto e controllare con scru-
terazione dovuta al tempo. polo la totale immersione del foglio.
Se invece si procede a fondo, l’intonazio-
ne può risultare più calda, anche se biso- ■ In ogni caso le copie devono essere lavate a fondo sotto l’acqua corrente fino alla
gna ricordare che si può verificare un cer- completa eliminazione del prodotto; con carte politenate bastano pochi minuti, men-
to abbassamento del grado di contrasto e tre con carte baritate il tempo deve essere necessariamente prolungato. Per sicurez-
della densità della stampa, per cui in sede za, in entrambi i casi si può indicare una permanenza doppia rispetto a quella neces-
di posa bisogna tenerne conto e agire di saria per constatare a vista l’eliminazione del velo giallastro tipico dei bagni di sbian-
conseguenza. ca.
Inoltre l’applicazione di un procedimento
di viraggio può dare risultati diversi a se- ■ Anche se non previsto dalle istruzioni ufficiali, può essere utile ma non indispen-
conda della composizione della emulsione sabile pensare di introdurre un bagno intermedio all’1% di acido cloridrico nel qua-
delle carte impiegate; per quanto si è po- le immergere le copie per pochi secondi al fine di eliminare eventuali tracce di su-
tuto osservare reagiscono meglio al pro- blimato, che potrebbero opacizzare la superficie delle stampe; in seguito, dopo il con-
cesso quelle al cloro-bromuro, nelle quali sueto lavaggio, si può procedere alla solfurazione.
i fenomeni di alterazione del contrasto e
densità sono meno avvertibili e i risultati ■ Se si desidera controllare meglio il processo si può diluire il concentrato da due a
possono essere più gradevoli. Ma se si agi- quattro volte rispetto allo standard e, secondo la teoria, si dovrebbero ottenere delle
sce con emulsioni al bromuro d’argento, si tonalità seppia più calde. Quando l’immagine è completamente riapparsa si può pro-
può forse dire che di solito il processo di cedere all’ultimo lavaggio in acqua corrente e poi alla essicazione come di consue-
viraggio seppia influenza più sensibilmente to.
i parametri ricordati, con un illanguidimento
Viraggio all’oro in tre
stadi: sbianca, solfu-
razione e bagno al-
l’oro, con sbianca per
circa 5’. Carta Kodak
Polymax Multigrade.
Stampa posata leg-
germente più dell’or-
dinario. In questo ca-
so l’intonazione as-
somiglia a quella del
selenio e riveste una
funzione più conser-
vativa che estetica.

dell’immagine, tanto più evidente quanto dare delle tinte tendenti al rosato o al vio- dia del sistema Cibachrome.
più la copia è stata sottoesposta e sovra- laceo, quindi più calde o più fredde, a se- È preferibile destinare al trattamento le fo-
sviluppata; in caso di posa abbondante, con conda che il Ph sia rispettivamente acido o to stampate con un grado di contrasto su-
grado di contrasto più duro del normale, si alcalino. Il viraggio Colorvir dovrebbe per- periore al normale e con una densità leg-
può invece notare un ulteriore rinforzo del- tanto appartenere alla prima categoria di germente più elevata di quanto il negativo
l’immagine con tonalità più decise e meno formulazione, in virtù della sua capacità di richiederebbe; di contro conviene esclude-
calde. fornire delle intonazioni tendenti al san- re quelle sottoesposte/sovrasviluppate per-
Con questo kit della Colorvir si possono guigno. ché perderebbero densità e contrasto di-
trattare circa 3,5-4 metri quadrati di carta Consente di trattare circa una dozzina di ventando scialbe.
e i bagni di lavoro parzialmente esauriti stampe formato 13x18 o superfici equiva- Il viraggio all’oro secondo la formulazio-
possono essere conservati e riutilizzati in lenti. Il kit Colorvir contiene i due flaconi ne Jaffeux è forse l’unica proposta in com-
un secondo tempo senza problemi. Dopo per ottenere il classico seppia, più un ter- mercio per ottenere tale tipo di trattamen-
tre giorni di permanenza nelle bacinelle i zo che va diluito a 1+1 o 1+3, oppure può to senza ricorrere alla preparazione dome-
liquidi erano ancora in grado di lavorare essere usato puro per ottenere un’azione stica del viraggio, in genere non facile per
senza problemi, benché avessero già supe- più rapida. la difficoltà di reperire i componenti.
rato la metà della superficie totale tratta- La stampa deve essere immersa e agitata Si tratta di un kit di facile impiego che ri-
bile. costantemente nella bacinella per evitare chiede solo di eseguire alcune prove per
che alcune zone possano emergere dal li- trovare la graduazione più interessante del-
Il viraggio all’oro quido e creare difformità di trattamento che l’effetto cromatico; la sua capacità di trat-
Questo viraggio può essere considerato qua- non è possibile correggere in seguito. tare un numero limitato di stampe non de-
le complemento del precedente e si basa su Se si desidera utilizzare il solo bagno al- ve stupire per il fatto che si tratta di limiti
un terzo bagno che segue la sbianca e la l’oro senza seppiatura preliminare si otterrà fisiologici di questo tipo di viraggio che
solfurazione. I primi due vengono condot- una certa azione di rinforzo delle zone scu- andrebbe destinato a trattare stampe d’ele-
ti secondo le regole già viste, mentre il ter- re della stampa. In entrambe le modalità zione. In ogni caso è disponibile una con-
zo può essere utilizzato sia come vero e d’uso il viraggio all’oro agisce come agen- fezione più grande definita ‘professionale’
proprio viraggio all’oro con tonalità san- te conservante, poiché riveste l’argento di che permette di virare una superficie di car-
guigne, sia come trattamento conservativo una sottile pellicola aurea che protegge l’im- ta da stampa più elevata, molto utile nel ca-
delle stampe. magine dagli agenti atmosferici. so si debbano intonare delle copie di gran-
I tempi di lavorazione variano da tre mi- L’azione di arrossamento delle stampe è di dimensioni.
nuti fino a circa dieci per portare a fondo particolarmente evidente con carte al clo- Testo e foto di Andrea Valsasnini
il processo. La stampa seppiata inizia ad ro-bromuro, mentre con le politenate si ot-
assumere le tonalità tipiche dopo un pe- tiene un’intonazione più fredda, non mol-
riodo iniziale di apparente stallo, in cui sem- to distante dai risultati tendenti al porpora I prodotti Colorvir sono distribuiti da
bra non accada nulla; poi lentamente l’in- tipici del viraggio al selenio, ma con una
P.F.G. di Felix Bielser, via Aristotele 74,
tonazione voluta inizia a manifestarsi. sensazione visiva metallica che ricorda la
Secondo la teoria, i bagni all’oro possono riflessione della luce tipica delle stampe da Milano. Tel. 02.27000793.
BIANCO E NERO

I FIORI HIGH KEY


di Maurizio Corti
La tecnica definita High Key o “toni alti” consente di realiz-
zare immagini sfumate e con delicatissimi mezzi toni, senza
oltrepassare il grigio medio.
Per ottenere i migliori risultati occorre un coordinamento tra
le fasi della ripresa, dello sviluppo del negativo e della stam-
pa.
In ripresa si deve utilizzare un’illuminazione morbida e dif-
fusa. Lo sviluppo deve produrre un negativo morbido e, co-
munque, non contrastato.
In stampa si sceglierà una gradazione morbida della carta,
con una diluizione del rivelatore piuttosto alta.
Per realizzare le immagini che pubblichiamo, Maurizio Cor-
ti ha preparato un apposito set di ripresa in luce naturale sfrut-
tando una giornata di luce diffusa in cui il cielo, uniforme-
mente velato, fungeva da bank. L’illuminazione è stata resa
ancora più diffusa utilizzando dei pannelli riflettenti.
Per tenere in posizione i fiori secchi, il lo-
ro gambo è stato inserito in un supporto da
fiorista di spugna sintetica; in questo mo-
do è stato possibile porre i fiori ad una di-
stanza sufficiente dal fondale di carta bian-
ca al fine di far cadere eventuali ombre al
di fuori dell’inquadratura.
La luce morbida è un requisito fondamen-
tale per evitare forti contrasti sul soggetto,
ma al tempo stesso contribuisce a produr-
re dei negativi con densità adeguata alla
stampa, che non deve essere prolungata
troppo per evitare di far emergere toni di
grigio sullo sfondo.
Maurizio ha usato un materiale da ripresa
di media sensibilità e lo ha esposto secon-
do i valori forniti da un esposimetro a lu-
ce incidente.
In fase di sviluppo (il classico Rodinal) ha
effettuato un’agitazione meno energica, con
un tempo di trattamento un poco inferiore
alla norma.
In sede di stampa ha usato una carta Agfa
di gradazione normale, portando lo svi-
luppo fino al limite, ovvero fino all’inizio
dell’annerimento dello sfondo.

LABORATORIO

I PROFESSIONISTI
DELLA CAMERA OSCURA
Un ingranditore per carte a contrasto variabile, Durst M 670 VC; un esposimetro
per camera oscura, Variolux; una serie di carte Tetenal di buona qualità.

Un ingranditore di buona levatura, ciò che si è appreso, digerito e esperi-


un esposimetro da C.O. di precisio- mentato direi quasi sulla propria pel-
ne e una serie di carte di alto livello le. Chi afferma che anche una foto di-
per stampare con profitto e senza gitale richiede sapienza ha certamen-
preoccupazioni eccessive, sono il so- te ragione ma agisce in qualche modo
gno ricorrente per tutti coloro che per procura, con un contatto sempre
non si accontentano di vedere le pro- più virtuale con la materia in questio-
prie foto stampate ma desiderano por ne. Di fatto manipola una più o meno
mano di persona al processo produt- ampia serie numerica che sarebbe la
tivo in b/n. In genere il vero amato- traduzione di ciò che un’ottica ha rac-
re o il professionista attento non de- colto: manipolare enti astratti o mate-
manda ad altrui lo sviluppo dei pro- rie tangibili porta sempre a comuni-
pri negativi né la stampa degli stes- care mediante un’immagine ma a mio
si. Ciò non solo per puntiglio ma so- parere quanto maggiore è la distanza
prattutto per motivi di carattere qua- fra azione e opera e maggiori possibi-
litativo e pertanto si trova oggi nel- lità vi sono di annullare la differenza
la necessità di scegliere una buona fra un operatore e un altro. Suonare il
attrezzatura da stampa, versatile e pianoforte con le proprie mani è ben
adeguata alla oramai affermata realtà diverso che programmare un compu-
delle carte multicontrasto; meglio an- ter con suoni campionati. Il digitale è
cora se corredata da un esposimetro utile, ma spesso ci si dimentica che
di facile uso e di impiego rapido. In- non potrà mai ricostruire quella nuan-
fatti questo strumento di misura può ce estetica che solo un’opera manual-
servire tanto al neofita, quale unica mente prodotta può restituire, per la
e insindacabile indicazione per po- sua derivazione “direttamente uma-
sare correttamente la carta sensibile, na”. Il prodotto ha un valore diverso
quanto allo stampatore già svezzato se è frutto di una macchina virtuale
per sveltire e standardizzare il pro- Ingranditore Durst M670 VC, con il Durst Variolux oppure se proviene dal lavoro manuale
prio metodo di lavoro senza rinun- (completo della sua custodia). dell’autore. Se opero con scanner e
ciare a introdurre tutte quelle modi- PC posso al massimo agire ex opere
fiche che contraddistinguono il proprio gu- le materiale si colloca semplicemente nel- operato, dove tutto è considerato valido se
sto personale. la produzione più o meno succedanea del- la procedura seguita è formalmente cor-
la fotografia, a prescindere dai risultati qua- retta. Se invece agisco da me sulla mate-
Stampa tradizionale litativamente più o meno elevati; in secondo ria essa avrà più o meno evidente il sigil-
Anche se la tecnologia digitale oggi ci con- luogo la fotografia tradizionale implica una lo della mia sapienza, ex opere operantis,
sente di acquisire un negativo in un file di manipolazione diretta e non virtuale dei condizione estetica in cui la materia “par-
computer e poi di “stamparlo” più o meno materiali chiamati in causa alla realizza- la” la lingua del suo creatore unica e irri-
rivisitato da un programma di fotoritocco, zione delle immagini. Dunque chi sceglie petibile. Se davanti ad un PC posso al mas-
non credo che solo per questo motivo sia di far da sé imbocca a pieno titolo una del- simo imbastire una cerimonia, in camera
il caso di stracciarci le vesti ogniqualvol- le due strade e prescindendo da motivi com- oscura ho maggiori possibilità di compie-
ta si parli di stampa a mano tradizionale. merciali o qualitativi si colloca in un am- re un rito. Vediamone gli strumenti.
Ciò per due motivi, potenzialmente ogget- bito in cui il modo di lavorare impegna cer-
to anche di infinite discussioni: in primo vello, mani e materie prime in un rappor- Un ingranditore di classe
luogo la fotografia si basa sull’alogenuro to diretto, tattile e visivo al tempo stesso, Il Durst M 670 VC è la versione migliora-
d’argento e tutto ciò che non si vale di ta- in cui la sapienza del fare dipende solo da ta di un apparecchio apparso due anni or-
In camera oscura: negativo proiettato, senza filtratura. Proiezione con filtratura per contrasto “morbido” (rego-
lazione filtri a zero, tonalità gialla).

Proiezione con filtratura per massimo contrasto (magen- L’immagine in camera oscura, con filtro rosso inserito.
ta). (Foto in camera oscura a cura di G.Bonomo).

sono con la stessa denominazione, il pri- dimento qualitativo, seppur molto limita- morbide. Quindi con l’M 670 VC ci si tro-
mo ingranditore della casa di Bressanone to. L’unico vero difetto che riscontrammo va in una condizione di stampa non esa-
pensato per operare con carte a contrasto su tale apparecchio prima serie risiedeva sperata, in cui un negativo “normale” non
variabile grazie alla selezione della grada- nel fatto che il cursore di selezione dei fil- richiede altro che una carta “normale”, e
zione desiderata mediante la rotazione di tri non era retroilluminato e pertanto la scel- non più morbida per compensare l’effetto
un cursore graduato. ta della gradazione andava fatta a stima di cui si è detto.
Si trattava di una possibilità di inserire gra- quando non si voleva o poteva accendere L’altezza elevata della colonna permette-
dualmente una filtratura per il morbido una luce per cercare il grado desiderato. rebbe di stampare ingrandimenti anche ele-
(giallo) e una per il contrasto (magenta) se- Oggi il nostro M 670 VC è dotato di tale vati ma la dimensione della tavola non con-
condo una scala di valori da 00 a 5, quin- dispositivo di retroilluminazione e la sele- sente di superare un certo limite per il ne-
di dall’extramorbido all’ultracontrasto. zione controllabile anche in luce di sicu- gativo intero, superato il quale è possibile
Questi valori superano di fatto le possibi- rezza. solo stampare dei particolari. Per realizza-
lità offerte dalle carte a gradazione fissa Adeguato alla stampa di negativi fino al re delle gigantografie non si deve far altro
che di solito non hanno né i gradi estremi formato 6X7cm, il Durst M 670 VC si va- che proiettare il negativo su una parete do-
né la possibilità di impostare i mezzi va- le di un sistema di illuminazione a doppio po aver ruotato di 90° la testa dell’ingran-
lori. Il Durst M 670 VC è un ingranditore diffusore opalino con una sorgente aloge- ditore; con un altro comando si possono
che può anche funzionare con esclusione na da 100W. Questa distribuzione morbi- correggere le linee cadenti basculando il
della filtratura VC (variable contrast) per da e uniforme della luce consente di stam- soffietto portaottica.
stampare carte a gradazione fissa come pare con una certa facilità senza manife- Il trasformatore di tensione è separato ed
qualsiasi altro apparecchio tradizionale. stare gli effetti non piacevoli dell’aumen- è privo di interruttore, dato che si presume
Con tale possibilità non è più necessario to di contrasto ingenerati dall’effetto Cal- che a monte sia disponibile un timer che
valersi dei filtri di selezione del contrasto lier dovuto alla assenza quasi totale del fe- accenda e spenga la lampada. In definiti-
separati da posizionare dopo l’ottica da in- nomeno della penombra tipico nei sistemi va anche questo M 670 VC conferma la
grandimento o nel cassetto portafiltri. Con a condensatore, che tendono a polarizzare buona impressione d’uso del precedente
il nostro M 670 VC il lavoro di stampa di- molto il fascio luminoso. In questo caso è modello, avendo in più la retroillumina-
venta più rapido e preciso, anche perché i più difficile stampare correttamente i det- zione della scala dei valori di contrasto sul
filtri separati rischiano alla lunga di rovi- tagli delle alte luci senza ricorrere ad arti- cursore, realizzato in questa versione in
narsi e di sporcarsi, con un progressivo sca- fizi quali bruciature e carte estremamente plastica trasparente.
Fotometro da camera oscura
Abbiamo provato l’apparecchio corredato
anche di un prezioso strumento di misura,
il Variolux, vera chicca del sistema. Si trat-
ta di un fotometro di piccole dimensioni
(125x60x25mm) autoalimentato con una
batteria da 9V inserita nel corpo, fatto che
evita l’allacciamento a rete. Può essere ov-
viamente utilizzato con qualsiasi ingrandi-
tore.
Il campo di sensibilità si estende per 6,5
diaframmi e la misurazione può essere con-
dotta sia nella modalità spot (lettura da 0,20
a 19 lux) che integrale (da 0,023 a 2,66 lux).
La misurazione viene condotta nel primo
caso ponendo la fotoresistenza su una zo-
na di minima densità del negativo purché
dotata di qualche dettaglio, diversa dalla
trasparenza pura, regolando poi il dia-
framma fino a far accendere in contempo-
ranea i due LED posti in alto alla scala del
contrasto.
Si tratta di una sorta di “bilancia lumino-
sa” che indica quanta luce dare alla carta
tenendo fermo un tempo di stampa prede-
terminato, ad esempio 5 minuti, tempo in
genere entro il quale non è avvertibile l’ef-
fetto di non reciprocità delle carte. È ne-
cessario fare un test preliminare in modo
da tarare lo strumento sulla sensibilità ef-
fettiva della carta grazie ad alcune prove.
La rotella posta a destra della scala lumi-
nosa è graduata da 1 a 6 e per il valore 3 si
intende una sensibilità media che funge da
riferimento. Infatti qualora per i nostri 5
minuti prescelti con un diaframma regola-
to secondo l’accensione della bilancia lu-
minosa si ottenesse una stampa troppo chia-
ra o scura, si procederà alla taratura dello
strumento su quel tipo di carta che andrà
memorizzato. Ad esempio, se la stampa è
troppo scura significa che tale materiale è
più sensibile di quello “medio” indicato al
Tetenal Vario Comfort. Una carta di buona sensibilità (Variolux tarato su 3) con ottima
numero 3. Allora si proverà a tarare il Va-
resa dei grigi e aspetto “naturale”. Buono il dettaglio nelle ombre anche con grada-
riolux su un numero minore fino ad otte-
zione contrastata.
nere la stampa della densità corretta. Si-
L’esposimetro da camera oscura milmente, se la prima stampa è troppo chia-
Durst Variolux. ra significa che tale carta è meno sensibi-
le della media e allora si regolerà lo stru-
mento su un numero più alto, ad esempio
sul 4.
Dato che in genere non si usano più di due
o tre tipi di emulsioni diverse, il tempo che
si perde all’inizio viene ampiamente ripa-
gato nell’uso, perché basta regolare a prio-
ri il numero di taratura adeguato ad un cer-
to materiale e cambiarlo quando si passa
ad un altro.
Il grado di contrasto viene indicato invece
Scala di contrasto dell’esposimetro, vi- dall’accensione di un LED sulla scala ver-
cino alla scala di contrasto dell’in- ticale quando spostiamo la feritoia di mi-
granditore. sura sulla parte più densa del negativo pur-
ché dotata di qualche dettaglio, diversa in stampa di prova scolasticamente corretta,
sostanza dalla densità massima assoluta. che potrà essere migliorata con successive
Nella pratica la misurazione per punti con- esposizioni parziali di diversa entità in unio-
sente di farsi l’occhio, in breve tempo, sul- ne ad apposite mascherature. Certo lo stam-
la modalità di lavoro del Variolux. Ci si ac- patore professionista non avrà bisogno di
corge subito che se la taratura è stata ese- tale indicazione di base, perché di solito ha
guita bene i risultati sono validi, sia in re- già una coppia tempo/diaframma in men-
lazione all’esposizione sia al grado di con- te non appena accende la luce dell’ingran-
trasto suggeriti. L’importante è scegliere ditore, ma in ogni caso il Variolux potrà
con oculatezza il punto di densità minore tornargli utile se si troverà ad agire di pri-
per stabilire la quantità di luce necessaria mo acchito su una apparecchiatura di cui
e quello di densità più alta effettivamente non è magari nota la potenza luminosa. In
utile. Ad esempio in un paesaggio il cielo questo caso i valori riscontrati sono da con-
può andar bene, ma non una zona “brucia- siderarsi di riferimento per poter valutare
ta” come un forte riflesso del sole sull’ac- più in fretta eventuali differenze fra il so-
qua o un punto luminoso di un lampione lito ingranditore e uno sconosciuto, oppu-
stradale in una ripresa notturna. re per capire se una lampadina in apparen-
Il tutto avviene in pochi secondi, senza sfor- za efficiente fornisca di fatto una potenza
zo e il fotometro tiene conto anche della luminosa un poco più bassa, o per raggiunti Impostazione 3
densità minima creata dal velo e dalla co- limiti di età oppure perché afflitta da sot-
lorazione del supporto della nostra pelli- totensionamento per un calo nella rete o
cola che può talvolta ingannare uno stam- per imprecisione del trasformatore.
patore neofita. Infatti se esso è quasi tra-
sparente sarà più permeabile alla luce di Carte da stampa
quello in cui è presente nel supporto una Abbiamo provato il Variolux con una ter-
leggera densità o colorazione. na di carte della Tetenal tutte a contrasto
La misurazione integrale avviene ponen- variabile, la VARIO-COMFORT politena-
do il fotometro al centro del fascio lumi- ta ad intonazione da neutra a leggermente
noso avendo cura di frapporre un filtro dif- calda, la VARIO-ULTRA, sempre RC ma
fusore dopo l’ottica e agendo poi sul dia- decisamente neutra, e infine la TT BARYT
framma per arrivare all’accensione con- VARIO, con tonalità da neutra a calda. La
temporanea dei due LED paralleli. La de- prova è stata eseguita con una temperatu-
terminazione del contrasto avviene come ra dei bagni fissata a 20°C e con luce di si-
nel caso visto in precedenza per la misu- curezza rossa. Per lo sviluppo è stato usa-
razione spot. Con il metodo integrale si evi- to il Kodak Dektol diluito a 1+1 rispetto
ta di cercare la zona di minor densità qua- alla soluzione stock, un arresto in metabi-
lora essa sia di dimensioni così piccole da solfito di potassio e il fissaggio Acidofix
impedire una corretta misurazione della zo- dell’AGFA. Il Dektol è un rivelatore che
na che potrebbe essere adiacente ad una produce neri profondi di tonalità neutra ed
zona più densa non interessante per lo sco- è in grado di articolare bene i grigi senza Impostazione 2,5
po, magari quando si deve eseguire un in- far perdere alcun dettaglio nelle alte luci.
grandimento di modeste dimensioni, ad Come anche il Neutol e altri prodotti di
esempio un 10x15cm. Qualcuno potrebbe classe, non si “siede” dopo qualche stam-
obiettare che ci potrebbe essere la neces- pa rimanendo attivo e costante entro i suoi
sità di diaframmare abbondantemente, sia limiti di sfruttamento.
per consentire all’ottica di lavorare al mas- Tutte le carte provate hanno mostrato un’ot-
simo della sua resa, sia per mantenere a tima compatibilità con questo rivelatore e
fuoco anche i bordi compensando even- un tempo di trattamento che si aggirava in
tuali lievi arricciature della carta, fenome- media sui 45-60’’, con una apparizione del-
no tutt’altro che infrequente avvertibile in l’immagine più rapida per le politenate at-
condizioni di particolare umidità ambien- torno ai 10-15’’; da notare che questi ma-
tale. Trovato il valore corretto col metodo teriali non soffrono in modo alcuno allo
indicato, si può chiudere il diaframma a sviluppo prolungato e anzi è possibile far-
piacere e compensare con il tempo sem- li reagire con profitto ad un riscaldamento
preché ci sia noto il limite di non recipro- locale anche ripetuto senza notare even-
cità del materiale in uso. tuali velature dovute alla luce di sicurez-
Questa necessità può anche insorgere se si
desidera mascherare le ombre per conser- Dall’alto in basso: Tetenal Vario Ultra. Va-
vare qualche dettaglio, cosa difficile se il riolux impostato su 3, su 2,5e su 2 (valore
tempo non è sufficientemente lungo. Ma è corretto). La posa corretta corrisponde ad
chiaro che se la nostra foto richiede più in- una sensibilità esattamente doppia rispet-
terventi allora il Variolux ci servirà per una to alla Vario Comfort. Impostazione 2
I PREZZI
Ingranditore Durst
M670VC (senza ottica) L. 1.226.000
Esposimetro Durst
Variolux L. 233.000

Carte Tetenal:
Vario Comfort L. 61.500
Vario Ultra L. 70.000
Baryt Vario L. 90.000
(ciascuna confezione contiene 50 fogli
24x30.5cm)

Durst e Tetenal sono distribuiti da: Dur-


st Fototechnik, via V.Veneto 59, Zona
Industriale, 39042 Bressanone, BZ; tel.
0472/810121.

esperienza sul materiale in oggetto. Otti-


ma resa per le due politenate così come per
la BARYT VARIO la cui scala di contra-
sto va dal grado 0 al 5. Di tonalità legger-
mente calda, fornisce una resa egregia in
ogni condizione, ma come tutte le carte ba-
ritate dà un’impressione di maggior profon-
dità ed effetto “presenza” leggermente più
elevato delle carte MC, anche se impone
tempi di lavaggio ben più lunghi delle po-
litenate. Si tratta in definitiva di materiali
di ottima levatura, docili al trattamento an-
che prolungato nello sviluppo, con supporti
di buon peso e con una risposta alla varia-
zione di contrasto molto corretta priva di
sorprese, un ottimo materiale al quale è
davvero difficile trovare qualche pecca.
Con strumenti e materie pronti si dia ini-
zio al rito della stampa.

Tetenal Vari Ultra. Variolux impostato su 2. Atmosfera crepuscolare ma non “chiusa” Testo e foto di A.Valsasnini
nelle ombre.
za. La VARIO-COMFORT ha una sensi-
bilità doppia della sua consorella VARIO-
ULTRA e una gamma teorica di contrasto
che va dalla gradazione 00 alla 5, mentre
la VARIO-ULTRA denuncia una scala più
ristretta, da 0 a 5. Buona per entrambe la
stabilità dimensionale sia prima che dopo
il trattamento. La filtratura impone un rad-
doppio teorico del tempo solo per grada-
zioni superiori a 3 1/2, ma questo salto non
è repentino e ha una certa gradualità tanto Tetenal TT Baryt
che dal valore indicato di 3 1/2 al 4 si può Vario. Sensibilità
anche esporre un poco meno del dovuto quasi identica al-
poiché il raddoppio reale è necessario so- la Vario Comfort.
lo per la massima gradazione 5. Come in Maggiore effetto
tutte le carte multicontrasto, a strato unico rilievo, ottimi
o doppio, l’indicazione suddetta va sem- grigi e dettagli
pre interpretata alla luce di un minimo di nelle alte luci.
LABORATORIO

IL SISTEMA ZONALE
E IL COLORE
Il sistema zonale è stato progettato da Ansel Adams per le proprie immagini bianco e nero.
Il metodo può essere applicato anche al colore? È la proposta di Alberto Tissoni.
A distanza di alcuni anni dalla pubblica- dando nella affidabilità dei sistemi esposi- che riecheggia le accuse fatte a suo tempo
zione del suo primo volume “Fotografare metrici e degli automatismi più o meno so- ai fotografi di fine secolo XIX di non ap-
in bianco e nero” (1996), Alberto Tissoni fisticati oggi in voga. partenere al cenobio degli artisti figurativi
pubblica un nuovo lavoro dedicato alla fo- Il metodo del sistema zonale (S.Z.) si può e di imitare impunemente, col loro piatto
tografia condotta secondo il celebre siste- suddividere in due parti: in primo luogo in- naturalismo, l’arte pittorica. Adams venne
ma zonale di Ansel Adams, del quale non segna al fotografo a ‘osservare’ la scena da accusato di seguire le orme del bello anzi-
pare essere solo un estimatore appassiona- riprendere in modo da prevedere, prima ché dedicarsi alla fotografia “sociale” del-
to, ma anche un continuatore entusiasta. Se dello scatto, il risultato finale che si vuole la realtà, che veniva considerata uno spe-
il primo lavoro comprendeva una parte teo- ottenere e in secondo luogo a eseguire una cifico compito della fotografia, mentre il
rica piuttosto sintetica e un’ampia sezione serie di operazioni tecniche precise e di me- baloccarsi con visioni della natura pareva
tripartita dedicata invece all’analisi del pro- todiche stabilite, in modo da conseguire il essere un fenomeno ‘conservatore’ di estra-
cesso pratico di realizzazione delle foto- risultato che si era ricercato. L’apparecchio niazione dal reale. È nota la risposta di
grafie in B/N, il secondo volume presenta fotografico, al di là della moltitudine di ot- Adams, sintetizzabile nell’affermazione se-
una trattazione degli aspetti teorici molto tiche e di materiali impiegati, ha come sua condo la quale “non bisogna avere paura
approfondita ed estende al colore l’appli- prerogativa il fatto di essere in grado di for- del bello”.
cazione del metodo formulato quasi cin- nire una immagine bidimensionale della Ma, indipendentemente dalle proprie opi-
quant’anni orsono dal fotografo america- realtà che viene percepita come vera dal- nioni in merito, rimane il fatto che l’arte ha
no. Questo metodo teorico e pratico di fo- l’osservatore; se di fronte ad un quadro sap- comunque bisogno di una coscienza di ciò
tografare, non riassumibile certamente nel- piamo di essere dinanzi ad una interpreta- che si sta facendo e di una tecnica precisa
l’arco di poche righe, si propone di con- zione più o meno riconoscibile di qualco- e scientifica, e tale è il Sistema Zonale.
trollare tutto il processo di realizzazione di sa che ha stimolato l’arte del pittore, di fron- Il S.Z. è il metodo che consente di con-
un’immagine in B/N con una estesa co- te ad una fotografia siamo portati a perce- trollare tecnicamente ogni fase produttiva
scienza e scientificità di metodo che va de- pirla come rappresentazione credibile e rea- in fotografia a partire da una corretta pre-
cisamente oltre il semplice far scattare l’ot- le del soggetto ripreso. visualizzazione.
turatore della fotocamera, magari confi- I termini ricordano una vecchia polemica Andrea Valsasnini

LE 11 ZONE DI ANSEL ADAMS Zona VI: parte grigio-chiara della scena (+1 stop).
Valori di luminanza alti
Uno dei cardini del Sistema zonale di Ansel Adams è la suddivisione
Zona VII: parte luminosa in cui sono percepibili in modo ancora suf-
delle luminanze presenti in una data scena da riprendere in undici ‘zo-
ficiente dei dettagli (+2 stop).
ne’ che vanno dal nero profondo al bianco puro, traducendo ovvia-
Zona VIII: parte molto luminosa dove è visibile solo una trama de-
mente i colori in gradazioni tonali B/N. Vediamoli da vicino secondo
bolmente sfumata (+3 stop).
il raggruppamento in tre sezioni proposto da Tissoni.
Zona IX: parte estremamente luminosa senza alcun dettaglio percepi-
Valori di luminanza bassi bile (+4 stop).
Zona 0: parti della scena totalmente scure. Si ottiene mediante una Zona X: massimo valore di luminanza (+5 stop).
sottoesposizione di –5 stop rispetto ad una misurazione di una qual-
siasi superficie monocromatica. Per la stampa Tissoni scrive: “In fase di stampa possiamo nuovamen-
Zona I: parte molto scura della scena. Il negativo rimane impressio- te usare i numeri romani per confrontare i toni di grigio ottenuti o che
nato, ma non è percepibile alcuna separazione tonale (-4 stop). si desiderano ottenere con quelli delle zone previsualizzate; in questo
Zona II: parte scura in cui è percepibile qualche dettaglio (-3 stop). caso però i suddetti numeri, riferendosi ai toni della stampa e non alle
Zona III: Parte mediamente scura con dettagli sufficientemente di- luminanze della scena, assumono un significato esattamente opposto,
stinguibili (-2 stop). perché relativo ai valori di densità per riflessione (grado di annerimento)
Valori di luminanza medi della carta fotografica, come si può notare nell’elenco sotto riportato.
Zona IV: parte grigio scura della scena (-1 stop). Per citare un esempio: a una parte di scena visualizzata come Zona 0
Zona V: parte grigio-media della scena (nessuna correzione rispetto in fase di ripresa (minimo annerimento del negativo) corrisponde il Va-
all’indicazione esposimetrica). lore 0 in fase di stampa (massimo annerimento della carta)”.
Ait Benhaddou, Ouarzazate (Ma-
rocco del sud), agosto 1998.

Visualizzazione e gestione
dell’immagine
A 36km da Ouarzazate si erge im-
ponente lo ksar Ait Benhaddou,
senza dubbio il villaggio berbero
fortificato del Marocco più visita-
to e fotografato dai turisti. E’ un di
insieme di sei fortezze (kasbah) in
argilla giallo-bruna, attraversate
da un dedalo di vicoli stretti come
quello fotografato. Quest'immagi-
ne è l'unica, fra le dieci a colori del
libro, che riporta, a scopo pura-
mente didattico, i numeri delle Zo-
ne. È un semplice esempio che ser-
ve a dimostrare come il Sistema
Zonale (nella sola fase di ripresa)
sia applicabile al colore con la stes-
sa metodologia e successo del bian-
co e nero. Nel colore non è tanto
importante verificare che il rap-
porto di luminanza sia uguale a
quello visualizzato, ma quanto è
estesa la scala zonale del sogget-
to rispetto all'ampiezza dell'inter-
vallo di massima esposizione uti-
le della pellicola in uso, dal mo-
mento che gli errori d'esposizione
difficilmente si riescono a com-
pensare in camera oscura. Un rap-
porto di luminanza inferiore al-
l'ampiezza dell'intervallo d'espo-
sizione utile della pellicola può es-
sere compensato dalla presenza,
nella scena, di un forte contrasto
cromatico e può consentire varia-
zioni di Zona nel piazzamento del-
l'ombra chiave, rendendo più o me-
no luminosa l'immagine. Un rap-
porto di luminanza uguale all'am-
piezza dell'intervallo utile non consente il minimo errore d'esposizione. Un rapporto di luminanza superiore all'ampiezza dell'in-
tervallo utile impone la necessità di variare l'inquadratura o di utilizzare la tecnica della preesposizione o, in casi estremi, di ri-
nunciare allo scatto. Qualsiasi punto di ripresa avessi scelto, l'immagine sarebbe apparsa molto contrastata in termini di chiaro e
scuro; nella gestione della stessa ho preferito porre in primo piano la gradinata, per colmare il senso di vuoto che avrebbe lascia-
to il vicolo lungo e deserto.

Controllo dei valori


Per prima cosa ho verificato (con un esposimetro spot) la luminanza del muretto in ombra (a lato del gradini) e della piccola area
lastricata del vicolo al sole. Con quest'ultima piazzata in Zona VIII il muretto cadeva in Zona III (divenuta poi in stampa Zona II
e 1/2), assicurandomi che il rapporto di luminanza era contenuto entro i limiti della scala zonale superficiale (o della testura). Ciò
significava che il muro di argilla delle case al sole (caduto in Zona VII) sarebbe apparso in stampa con il massimo valore di lu-
minosità e con la trama strutturale chiara e distinguibile in ogni sua parte. Ho usato una Canon F1 con obiettivo zoom 35-105mm
focalizzato su 35mm e ho esposto (con f/22 e 1/15 di secondo) una pellicola invertibile Fujchrome RVP Velvia 50 ISO, senza va-
riarne l'indice esposimetrico.

Composizione e contrasto cromatico


In quest'immagine il contrasto generale era assicurato dai forti giochi di chiaroscuro e accentuato dalla complementarietà del co-
lori giallo-bruno e azzurro tenue del cielo che, come uniche tinte presenti nella scena, non offrivano possibilità alternative di com-
posizione cromatica compatibili con l'inquadratura scelta. È comunque importante precisare che più gradazioni sfumate di uno
stesso colore possono dar vita, in presenza di un basso contrasto, a un effetto cromatico ugualmente gradevole.
Torre Eiffel, Parigi, agosto 1992.

Visualizzazione e gestione dell’immagine


Fu inaugurata il 31 marzo del 1889, in occasione del-
l'Esposizione Internazionale destinata a celebrare il
primo centenario della Rivoluzione Francese e prese
il nome di Eiffel dallo pseudonimo che il suo proget-
tista (il cui vero cognome era Bonikausen) scelse per
sé nel 1880. Alta più di 300m e pesante 7300 tonnel-
late, venne costruita in soli ventisei mesi. I libri di fo-
tografia di Parigi sono colmi di immagini della Torre
scattate in tutte le stagioni, a ogni ora del giorno e del-
la notte e da ogni prospettiva e punto di ripresa pos-
sibile, per cui è molto probabile che l'ora e il tipo d'in-
quadratura da me scelte siano già stati ampiamente
sfruttati. La Torre è talmente conosciuta nel mondo
che non è necessario raffigurarne l'intero profilo per-
ché chiunque (secondo quello che viene definito prin-
cipio di "chiusura") è in grado di completare mental-
mente la forma delle parti nascoste. Sfruttando que-
sta peculiarità della percezione, visiva ho tagliato in
basso l'inquadratura per ottenere (con la focale 50mm
di uno zoom 35-105mm) una visione prospettica non
troppo deformata dall'inevitabile inclinazione verso il
cielo dell'asse ottico dell'obiettivo. La sensazione di
spazio e l'illusione di profondità erano rese dalla pre-
senza, come quinta, delle foglie degli alberi, chiara-
mente riconoscibili dal solo profilo (effetto silhouet-
te). La superficie occupata nell'inquadratura dalla
silhouette è stata frutto di una scelta compositiva in
parte condizionata dalla fortuita posizione di una pa-
lina segnaletica contro cui ho potuto appoggiare la ba-
se della fotocamera, in mancanza di un cavalletto al
seguito e di un alternativo e più comodo punto d'ap-
poggio. Ho usato una Canon F1 e ho esposto, a 80
ISO, una pellicola invertibile Kodak Ektachrome EPR 64 ISO con 1/2 secondo e f/3,5.

Controllo dei valori


Tra le aree gialle più luminose della Torre e quelle blu più scure del cielo vi erano 6 diaframmi di dif-
ferenza. Ho regolato l'esposizione in modo da piazzare le prime in Zona VIII e, dopo aver appurato che
le seconde cadevano in Zona II, ho scattato con la certezza di ottenere, tra la Torre e il cielo, il delica-
to rapporto di chiaroscuro visualizzato. Se ci si affida a un esposimetro a lettura integrata è buona nor-
ma, con soggetti come questo, impressionare almeno tre fotogrammi, variando l'esposizione tra il pri-
mo e l'ultimo scatto (tecnica del bracketing o dell'esposizione a forcella).

Composizione e contrasto cromatico


Nella composizione cromatica è stato rispettato il rapporto di circa 1:3 richiesto dalla presenza, nel-
l'inquadratura, di superfici molto luminose e sature e superfici scure, mentre il contrasto delle tonalità
nera, gialla e blu (definendo tre piani spazialmente susseguentisi nello stesso ordine) forniva un'ulte-
riore sensazione di tridimensionalità. Anche nel colore l'effetto di chiaroscuro è importante per dare ri-
salto e vita a un'immagine ed è con la differenza di luminosità visiva tra due tinte che si determina e
accresce il contrasto cromatico: in questa, stampa, ad esempio, la massima sensazione di vigore pro-
viene proprio dalla contrapposizione di giallo e nero acromatico e (con aggiunta del contrasto comple-
mentare) di giallo e blu. Il giallo chiaro sullo sfondo scuro del cielo dà inoltre l'impressione, all'osser-
vatore, che la Torre sia più grande e più vicina del reale.
Oasi di Douz, Tunisia sud-orientale, gennaio 1995.

Visualizzazione e gestione dell’immagine


Douz è un piccolo e tranquillo villaggio situa-
to in una delle tante oasi che costellano le re-
gioni desertiche del sud-est tunisino. Prose-
guendo verso sud (oltre il confine dell'oasi) si
entra nell'erg di Douz, un’estesa area di basse
dune di sabbia di colore grigio-giallastro, meta
di brevi e organizzate escursioni turistiche gior-
naliere (a dorso di dromedario) o con partenza
un'ora prima del tramonto del sole. Non poten-
do fotografare le dune di sabbia, a causa del-
l'insufficiente luce dell'ora troppo tarda del po-
meriggio, ho visualizzato l'immagine a tramonto
avvenuto e, dopo aver composto la scena, sono
restato in attesa del momento da me ritenuto mi-
gliore per lo scatto. Poiché la durata del tra-
monto a queste latitudini non è breve come al-
l'equatore, il momento dello scatto è frutto di
una scelta soggettiva, basata esclusivamente sul
gusto estetico di chi fotografa. Ho usato una Ca-
non F1 con obiettivo zoom 35-105mm localiz-
zato su 35mm e, in mancanza di cavalletto al
seguito, ho regolato l'inquadratura quasi a livello del suolo, con la fotocamera appoggiata sul coper-
chio della borsa fotografica semirigida che porto sempre appresso nei miei viaggi. La focale 50mm
non mi permetteva di includere la luna nell'inquadratura e avere un discreto ingrandimento, in primo
piano, della silhouette dei dromedari e dei beduini; una focale eguale o inferiore a 28mm mi avreb-
be consentito di avvicinarmi ancora, mantenendo inalterate le dimensioni della silhouette, ma ridu-
cendo quelle della luna a un puntino luminoso quasi irriconoscibile. Avrei posizionato volentieri il
corpo celeste nella sezione aurea ma, dal punto di ripresa scelto, era troppo alto nel cielo per essere
contenuto nell'angolo di campo della focale 35mm. Nella visualizzazione della scena la luna non do-
veva essere esclusa dall'inquadratura, perché reputavo (e tuttora ne sono convinto) che la sua pre-
senza servisse a riempire la parte alta dell'immagine, bilanciando in certo qual modo quella bassa,
occupata dalla silhouette. Credo di aver esposto a 80 ISO, con f/4 e 1/2 secondo, una pellicola in-
vertibile Kodak Ektachrome EPR 64 ISO.

Controllo dei valori


Sulla base della mia esperienza con soggetti come questo, non ho effettuato il controllo delle lumi-
nanze dei singoli componenti della scena sapendo che, nelle particolari condizioni di luce scelta, la
lettura integrata dell'esposimetro della fotocamera mi avrebbe assicurato una corretta media del va-
lori. Inoltre, nel fotografare con diapositive paesaggi all'alba o al tramonto, si deve assolutamente
evitare il rischio della sovraesposizione che, riducendo la densità dei fotogrammi, desatura proprio
quelle tonalità calde che ammantano di fascino l'atmosfera.

Composizione e contrasto cromatico


Le figure in primo piano, ben riconoscibili anche dal solo profilo, creavano, con la massima diffe-
renza di luminosità visiva tra il nero acromatico e le tinte chiare dell'orizzonte, un importante effet-
to di chiaroscuro che dava risalto e vita all'immagine oltre ad accrescerne il contrasto cromatico.
Non conoscendo con esattezza il momento in cui in cielo sarebbe apparsa la più ampia scala poli-
croma, ho programmato nel tempo una sequenza di numerosi scatti scegliendo in seguito, a mio giu-
dizio, il risultato migliore.
Gigli, Torino, dicembre 1996.

Visualizzazione e gestione
dell’immagine
In questo caso come in tanti altri la scel-
ta dei fiori da fotografare ha rappre-
sentato solo l'idea fotografica; ho con-
cretizzato la visualizzazione finale per
tentativi, ricercando una composizio-
ne che, col giusto equilibrio di rappor-
to tra luci e ombre, conferisse al sog-
getto un aspetto esteticamente grade-
vole. I gigli, posti davanti a un'ampia
finestra esposta a nord, erano illumi-
nati dalla luce del primo pomeriggio di
una giornata serena di dicembre e ave-
vano, come sfondo, un cartoncino ne-
ro. L’osservatore doveva avere l'im-
pressione che i fiori apparissero come
sospesi nel vuoto: la sequenza delle fo-
glie che, con l'aumentare della distan-
za dai fiori, quasi si annullavano nel
nero dello sfondo nascondendo metà
del ramo, contribuivano ad accentuare
l'effetto desiderato. Ho usato una Ma-
miya RB67 con obiettivo 90mm e, pur
essendo i gigli molto vicini alla foto-
camera e posti su piani diversi, ho ot-
tenuto una nitidezza totale regolando
la messa a fuoco sul centro del giglio
più piccolo.

Controllo dei valori


Quando si deve fotografare senza fla-
sh (con un tempo di posa superiore a
112 secondo) un soggetto scarsamen-
te illuminato, ma con un elevato rap-
porto di luminanza, è assolutamente
necessario incrementare il tempo indi-
cato dall'esposimetro, a causa della co-
siddetta "legge di non reciprocità". Con
le parti più scure delle foglie piazzate
in Zona II, quelle più chiare del fiori
cadevano in Zona VI e 1/2 e VII e 1/2. L’esposimetro, impostato su i 64 ISO, indicava l'equivalente di 3 secondi a
f/32 e la pellicola piana era una llford FP4 125 ISO. Mentre effettuavo gli ultimi controlli di messa a fuoco e com-
posizione, ricordo che ci fu un calo di luce così marcato da richiedere un tempo di posa di 12 secondi, cui corri-
sponde (secondo la tabella della llford sull'effetto di reciprocità) un tempo corretto pari a circa 32 secondi.

Sviluppo del negativo


Poiché i valori del soggetto corrispondenti al toni medio-alti della Scala Zonale (superiori alla Zona V) risentono
meno di quelli medio-bassi della legge di non reciprocità (in condizioni di basso illuminamento), sapevo che, pro-
lungando il tempo di posa, le alte luci sarebbero aumentate di valore in modo quasi proporzionale all'incremento
del tempo stesso (quasi una zona e mezzo), richiedendo uno sviluppo ridotto per poter essere stampate. Ho otte-
nuto un N-1 con uno sviluppo ridotto in HC 110 (diluito 1:66 dal concentrato) della durata di 8 minuti, a 20° e con
70 agitazioni.

Stampa del negativo


Muovendo in continuazione un piccolo cartoncino di forma arrotondata, ho mascherato le aree in ombra del giglio
in alto a sinistra per metà del tempo base d'esposizione; in modo identico ho mascherato le ombre del giglio in bas-
so a destra. Ho usato carta llford Galerie di gradazione 1 ma, a causa del contrasto generale ancora elevato, ho do-
vuto utilizzare un rivelatore morbido quale il Selectol Soft della Kodak diluito 1:1. Ho sviluppato per 3,5 minuti,
a 20°C, con agitazione continua della bacinella.
Trullo Sovrano, Alberobello (Puglia), set-
tembre 1996.

Visualizzazione e gestione dell’immagine


Il centro storico dì Alberobello è una delle
località più interessanti e curiose della Pu-
glia, soprattutto perché permette di osserva-
re la struttura di quelle bizzarre costruzioni
denominate Trulli. Queste abitazioni sono
concentrate soprattutto nel rioni Aia Picco-
la e Monti, situati su due collinette opposte
e solcati da una fitta rete di viuzze strette e
lastricate dove, al bianco della calce con cui
sono tinteggiate le murature esterne, si con-
trappone il grigio delle cupolette coniche che
formano i caratteristici tetti.
Il Trullo Sovrano, che risale al secolo XVIII,
è unico nel suo genere, essendo strutturato
su due piani. Fotografando il trullo da una
posizione ravvicinata (al fine di occupare
l'intero fotogramma) e non disponendo di un
obiettivo decentrabile, ho ridotto la conver-
genza verso l'alto delle linee verticali salen-
do per circa due metri su di una scala a pio-
li fortuitamente appoggiata contro un muro.
Da questo punto di ripresa ho potuto mante-
nere il dorso della fotocamera quasi paralle-
lo alla facciata del trullo. Ho utilizzato una
Mamiya 7 con obiettivo 80mm.

Controllo dei valori


Fatta eccezione delle pietre grigie del tetto,
tutti i componenti della scena erano estre-
mamente luminosi, compreso il marciapie-
de che riceveva una grande quantità di luce
riflessa dalla calce bianca della muratura. Con le pietre più scure del tetto piazzate in
Zona III, il muro cadeva in Zona VII e la luce laterale contribuiva a porne in risalto
la ruvida superficie. Alcune piccole aree presso le finestre e l'entrata cadevano in Zo-
na VIII e IX e potevano restare tali.
Ho utilizzato un filtro arancione per scurire il cielo e ho esposto una pellicola in rul-
lo Kodak TMAX 100 ISO con f/8 (non avendo particolari esigenze di profondità di
campo) e con 1/30 di secondo per evitare il mosso, perché nella posizione in cui mi
trovavo non potevo servirmi del cavalletto.

Sviluppo del negativo


Avendo intenzionalmente esposto la pellicola a 100 ISO (l'indice d'esposizione reale
era 50 ISO), per ottenere uno sviluppo normale ho dovuto prolungare a 8,5 minuti il
tempo d'immersione nella tank, con 70 agitazioni.
Ho usato il rivelatore HC 110 (diluito 1:31 dal concentrato) a 20°C.

Stampa del negativo


Poiché il rapporto di luminanza del soggetto non era molto elevato, il campo massi-
mo di densità del negativo non copriva l'intero intervallo utile d'esposizione della car-
ta llford Galerie di gradazione 1. Ho dovuto quindi usare la gradazione 2, sviluppare
in PQ Universal (diluito 1:8) per 4 minuti e osservare la stampa di prova perfettamente
asciutta, per vedere se il muro aveva raggiunto il più chiaro valore di grigio compati-
bile con la Zona VII. Sono stati necessari numerosi tentativi con esposizioni diffe- I due volumi di Alberto Tissoni “Foto-
renziate di solo mezzo secondo per raggiungere il risultato definitivo. La stampa fi- grafare in bianco e nero e a colori col
nale ha richiesto una bruciatura del marciapiede (pari al tempo d'esposizione di base) sistema zonale” e “Fotografare in bian-
più una bruciatura supplementare del solo cielo, che avevo visualizzato in Zona IV co e nero” sono disponibili in Fotoli-
per aumentare il contrasto generale. breria.
LABORATORIO

INGRANDITORI:
SISTEMI A LUCE DIFFUSA
O A CONDENSATORE?
Il sistema di illuminazione condiziona in modo rilevante le prestazioni degli
ingranditori; quali sono le caratteristiche dei due sistemi e quale conviene scegliere.

La ricerca chimico-fotografica ha sempre za problemi ad un trattamento spinto ri- dipende dalla quantità di luce: una luce di
considerato un dovere fondamentale pro- spetto a sottoesposizioni intenzionali di 2 debole intensità attiverà, rendendoli svi-
durre ogni sforzo per ridurre progressiva- o 3 stop senza mostrare gli ingrossamenti luppabili, soltanto pochi germi di sviluppo
mente le dimensioni della grana delle emul- della grana a cui ci avevano abituato le Tri- sui granuli, mentre una luce forte sarà re-
sioni e ai giorni nostri la sua riduzione a X o le HP4 anni Settanta, potremmo esse- sponsabile della trasformazione di un nu-
una visibilità prossima allo zero ad in- re indotti a credere che il problema grana mero di germi molto più elevato.
grandimenti di 10x pare a portata di mano. non esista più. In parte è vero; non esiste Al di là del materiale impiegato per la ri-
Semmai si pone il problema opposto, ov- più se si considera la sua presenza come un presa, le dimensioni di questi granuli di-
vero come sia oggi possibile esaltare l’ef- fattore di disturbo, lo diventa se si ritiene pendono anche dal tipo e dalle modalità di
fetto grana a scopi espressivi, dato che an- che la granulosità di una stampa sia un mez- trattamento. Ad esempio, la temperatura
che le pellicole di maggiore sensibilità han- zo espressivo. più o meno elevata rispetto allo standard di
no una granularità estremamente ridotta. Oggi sono passate di moda le foto molto 20°C, l’agitazione più o meno intensa, la
L’emulsione di un qualsiasi film in B/N è ‘sgranate’, anche perché gli ultimi mate- composizione chimica del rivelatore più o
composto da una sospensione di granuli di riali fabbricati con tecnologie del passato meno energico, sia esso finegranulante o
alogenuro d’argento dalle dimensioni più sono stati progressivamente tolti di produ- meno, influiscono sull’aggregazione dei
o meno fini, la quale viene stesa su un sup- zione; ricordiamo ad esempio la pur otti- granuli d’argento e quindi sulle loro di-
porto trasparente di triacetato di cellulosa, ma Kodak Recording dalla sensibilità stra- mensioni. In questa sede sarà opportuno
tagliato poi nei vari formati, 135, 120, pel- biliante per l’epoca di 1250/31 ISO, con distinguere fra due termini che spesso ven-
licole piane eccetera. Come si sa, maggio- sensibilizzazione ai colori iperpancroma- gono confusi, granularità e granulosità.
re è la sensibilità di un materiale sensibile tica spinta verso le prime fasce dell’infra- Con granularità ci si riferisce solo al ma-
e maggiore è la dimensione apparente dei rosso; la sua scomparsa non è stata com- teriale negativo, nel quale il granulo è un
granuli presenti nell’emulsione. pensata da materiali analoghi, ma da pelli- elemento ben definito e quantificabile sot-
Un tempo, circa trenta anni fa, parlando di cole più “ordinarie” anche se molto più sen- to alcune condizioni standard di misura-
pellicole “normali” destinate alle riprese in sibili. zione, mentre con granulosità ci si riferi-
esterni senza particolari esigenze di rapi- sce di solito alla percezione suscitata in un
dità, ci si riferiva a un film di 40/17 ISO o La grana di una pellicola osservatore in condizioni medie dalla gra-
nel migliore dei casi di 100/21 ISO; oggi Ma che cos’è la grana di una pellicola? Co- na di una stampa: se la prima è misurabile
queste sensibilità sono considerate pelli- me si è detto, l’emulsione sensibile alla lu- con un densitometro, la seconda è sogget-
cole “lente”, dato che si ritiene materiale ce contiene in sospensione nella gelatina ta a diversi fattori, quali il rapporto di in-
ordinario di lavoro una pellicola di 400/27 gli agglomerati di cristalli di alogenuro d’ar- grandimento del negativo in oggetto, la gra-
ISO, visto che la granulosità delle stampe gento, cristalli di forma cubica, come nei dazione della carta, il sistema ottica-in-
da esse prodotte è decisamente buona e che materiali tradizionali, tabulare o ‘t-grains’. granditore-sorgente luminosa impiegato per
sono in grado di risolvere situazioni mol- L’azione della luce colpisce il materiale la realizzazione della stampa che andiamo
to diverse fra loro, dagli scatti in luce pie- sensibile e provoca un mutamento mole- ad osservare; non ultima, la distanza a cui
na in esterni alle riprese in “available light” colare dell’argento con la creazione di la fotografia viene osservata.
senza ausilio di illuminatori. un’immagine latente che sarà resa visibile La granularità di un film viene misurata
Se poi pensiamo che esse si prestano sen- dallo sviluppo. L’intensità del fenomeno con l’ausilio di un microdensitometro, in
Ingranditore a luce condensata Meopta Opemus 6 con cap-
pa illuminante, gruppo condensatori pianoconvessi e slit-
ta portafiltro: in evidenza il filtroanticalore per separare la
cappa dal sistema condensatori-portanegativi.

genere dotato di una finestrella del diame- Vetrino superiore dell’ingranditore Meopta, leggermente smerigliato per ridurre il feno-
tro di 48 micron, che vada a leggere a 12x meno degli anelli di Newton, spesso presenti con vetri pianparalleli non lavorati. Al centro,
il materiale da testare, con una densità dif- in evidenza, il sistema di messa a fuoco semiautomatico Meopta: estraendo il cassetto por-
fusa pari a 1 per le pellicole invertibili, e tanegativi è necessario far collimare due sottili strisce luminose per eseguire correttamen-
ad 1 più il valore del velo e del supporto te la messa a fuoco senza far ricorso ad un focometro.
per le pellicole negative.

Il controllo della grana


Quando occorre ridurre i valori di granu-
larità si possono usare dei rivelatori appo-
siti che incorporano dei solventi del gra-
nulo di alogenuro d’argento, oppure si può
ricorrere ad una procedura di sviluppo
orientata allo stesso risultato. O.F. Ghedi-
na ricorda nel suo Fotoricettario che, a par-
te la struttura fisica degli agglomerati di
alogenuro d’argento presenti nelle emul-
sioni, le dimensioni degli stessi dipendo-
no anche dal tipo di esposizione che il ne-
gativo subisce, dalla qualità della sorgen-
te luminosa e dal trattamento in fase di svi-
luppo. È noto infatti che una eccessiva so-
vraesposizione del materiale provoca un
naturale ingrossamento della grana dopo In alto la cappa illuminante dell’ingrandi-
lo sviluppo, mentre una sottoesposizione tore Meopta e in basso il complesso filtro
anticalore e condensatori.
Ingranditore a luce reflex Durst M 601, pro-
genitore di molti apparecchi di costruzione
analoga oggi in commercio. A destra il co-
perchio della testa con lo specchio a 45° che
Ingranditore Durst M 601: al centro i due condensatori per il formato 120, uno dei quali de-
convoglia i fasci luminosi verso i due con-
ve essere impiegato con quello a lente rotonda per il formato 135; in evidenza l’ottica adat-
densatori intercambiabili a seconda del for-
ta per tale formato e il disco rientrante di montaggio.
mato 135 o 120.

marcata, richiedendo un trattamento spin-


LA COMPOSIZIONE CHIMICA DELLO SVILUPPO to (push), è parimenti responsabile di un fe-
nomeno analogo, anche se dovuto a cause
La composizione chimica del bagno è di basilare importanza per regolare le dimen- del tutto opposte. L’esposizione in condi-
zioni normali andrebbe infatti commisura-
sioni della grana. Un bagno produce effetti diversi a seconda del suo grado di alca-
ta al minimo indispensabile per poter ave-
linità, del tipo di agente rivelatore presente e della aggiunta di solventi del bromuro
re del segnale nelle ombre.
d’argento; se il pH è elevato in genere la grana che si produce è grossa, infatti i ba- Il trattamento del negativo ha un ruolo fon-
gni finegranulanti non superano il valore pH 9. damentale nel determinare un aumento op-
L’idrochinone e il metolo danno una grana più evidente di quanto fornisca il fenido- pure una diminuzione delle dimensioni dei
ne o la p-fenilendiamina. I solventi del bromuro d’argento hanno la proprietà di scio- granuli. Se si sviluppa un negativo ad una
gliere lentamente il granulo mentre avviene lo sviluppo procedente dai germi for- temperatura elevata, ad esempio maggiore
matisi al momento dell’esposizione ma, dato che alla fine i granuli risulteranno più dei classici 20°C, si avrà una grana dimen-
piccoli e quindi meno visibili in fase di stampa, si deve ricorrere (spesso ma non sem- sionalmente più evidente di quanto sia pos-
pre) ad una maggiorazione della posa in sede di ripresa per coinvolgere un maggior sibile ottenere trattandolo a temperature in-
numero si granuli e compensare la riduzione dimensionale degli stessi indotto dal feriori, per intenderci a 18 °C; attenzione
solvente. Al contrario, l’impiego di bagni al para-amminofenolo in soluzione cau- però a non far scendere ulteriormente la
temperatura, poiché in quella situazione
stica, quali il Rodinal Agfa, consente un’esaltazione della grana, con un aspetto ni-
molti rivelatori iniziano a perdere la loro
tido e compatto, riducibile se si diluisce anche fortemente il rivelatore, ad esempio
efficacia, senza contare che il tempo ne-
da 1+25 a 1+100, in modo che agisca in profondità e non in superficie. cessario a completare lo sviluppo potrebbe
Oltre che sulle dimensioni, il rivelatore influisce anche sulla forma della grana, il cui allungarsi eccessivamente.
aspetto potrà essere quello di una trama fitta e compatta, oppure fioccosa e sfilac- Anche la qualità della sorgente luminosa
ciata. Se si sviluppa una Kodak T-max 3200, esposta alla sua sensibilità dichiarata, della ripresa influisce sulle dimensioni dei
in HC-110 concentrato, si otterrà una trama della grana ben diversa da quanto si ot- granuli; infatti una sorgente di luce lampo
tenga con l’X-tol: fioccosa e irregolare nel primo caso, precisa e nitida nel secondo. tende a fornire una illuminazione molto in-
La stessa gloriosa Kodak Recording mostrava una nitidezza piuttosto bassa e una tensa e breve che produce molti germi di
grana confusa se sviluppata in HC-110, ma acquistava una insospettabile acutanza e sviluppo all’interno dei granuli, mentre una
una trama nitida e secca se trattata in Rodinal 1+25 o 1+50. sorgente di luce di bassa intensità, magari
Con questo non bisogna pensare che l’HC-110 sia un pessimo rivelatore, ma a mio fornita da una comune lampadina dome-
stica di media potenza produce un numero
avviso funziona molto meglio sotto molti parametri a diluizioni spinte, da 1+31 in
minore di germi di sviluppo sulla superfi-
su che a diluizioni concentrate, ad esempio 1+7 o 1+15.
cie del granulo e richiede un’azione più pro-
Particolare della ca-
mera di diffusione del-
la luce del Focomat
V35; in alto l’ingres-
so della luce prove-
niente dalla alogena,
schermato da un filtro
anticalore, e in basso
un filtro distributore,
leggermente opalino
al centro, per ottimiz-
zare la distribuzione della luce ai bordi, punto spesso dolente di
molti ingranditori a luce condensata.

Focomat V35: vista dall’alto Focomat V35: camera di diffu-


della testa illuminante, con sor- sione e modulo luce di sicurez-
gente alogena puntiforme. za alloggiati; la luce proveniente
Ingranditore Focomat V35 autofocus a luce diffusa con braccio oscil- dall’alogena entra nella came-
lante sospeso e camma di messa a fuoco automatica di precisione. Al ra e si diffonde prima di illumi-
centro la scatola di diffusione della luce proveniente da una alogena da nare in basso il portanegativi.
75W. A destra il modulo per il filtro rosso di sicurezza, sostituibile a pia-
cere con il modulo per carte MC o per il colore.

lungata o energica da parte del rivelatore clinata o a bracci sospesi, né il tipo della
al fine di ottenere una densità e un contra- messa a fuoco, manuale, semiautomatica o LA MISURA DELLA
sto accettabili, anche se i valori esposime- totalmente automatica; ci interessa invece GRANULARIT À
trici sono stati rispettati. andare a vedere come è stato progettato e
I valori RMS (root mean square - of de-
realizzato il sistema di illuminazione della
viation - cioè scarto quadratico medio)
Il ruolo dell’ingranditore testa di proiezione e il relativo percorso ot- esprimono di fatto una media matematica
Se fino a questo punto abbiamo visto cosa tico della luce emessa prima di investire il delle variazioni di densità che si possono
accade al negativo, dobbiamo chiederci ora negativo. misurare su delle zone molto limitate del
come venga influenzata la riproduzione del- Possiamo individuare tre tipi diversi di il- film in esame e il valore ottenuto rappre-
la grana nella fase finale di stampa. Come luminazione, il primo costituito da un si- senta lo scarto quadratico medio moltipli-
abbiamo già detto sopra, in questa sede par- stema lampadina-condensatore posti in ver- cato per 1000.
leremo non di granularità del negativo, ma ticale sullo stesso asse, un secondo sempre Tanto più elevato è questo valore, tanto più
di granulosità della stampa, ovvero della a condensatore in cui la luce della lampa- grosse saranno le dimensioni dei granuli
maggiore o minore visibilità della grana dina è convogliata mediante uno specchio di quel materiale.
nella riproduzione su carta sensibile. secondo un percorso a 90°, e un terzo nel Vediamo un esempio. Leggendo le note
Non tutti gli ingranditori sono progettati al- quale la luce emessa da una sorgente pun- tecniche fornite dall’Agfa per le sue pel-
lo stesso modo, infatti vi sono diverse scuo- tiforme è proiettata in una camera di diffu- licole in B/N si possono trovare i valori
le di pensiero circa la costruzione del si- sione prima di arrivare ad illuminare il ne- RMS di granularità delle varie emulsioni
stema di illuminazione del negativo, al di gativo. esposte in luce diurna per 1/50 di secon-
Nei primi due casi la luce viene fornita da do e trattate per 6 minuti in Refinal a 20°C;
là della realizzazione meccanica e della
una lampadina opalina dotata di filamento il valore di grana diffusa RMS (x1000) del-
qualità relativa.
l’Agfapan APX 25 è pari a 7, per l’Agfa-
Per quello che ci riguarda in questo mo- a corona, nel terzo da una lampada aloge-
pan APX 100 è pari a 9 e infine per l’Ag-
mento, non ha importanza ad esempio il ti- na, il cui filamento viene detto puntiforme
fapan 400 è pari a 14.
po della colonna, se essa sia verticale, in- per la ridotta superficie di emissione, op-
Massimo ingrandimento della colonna con
Meopta Opemus 6. Grana un poco sfumata
ma contrastata, scala tonale ridotta.

Immagine di riferimento. Negativo Agfapan APX 400, carta Iford n.3.

Massimo ingrandimento della colonna con


pure da una sorgente di luce diffusa ‘fred- mensioni apparenti della grana sono in ef- Durst M 601. Grana ancora appariscente,
da’, non ad incandescenza, ma in grado di fetti differenti. scala tonale ancora più contratta della foto
fornire luce diffusa. Diamo per scontato che l’ottica impiegata precedente a causa dell’impiego di un con-
Nei sistemi a condensatore la luce che col- sia la stessa o per lo meno della stessa qua- densatore circolare per formato 135. Le al-
pisce il negativo viene riflessa maggior- lità, ad esempio un obiettivo con schema a te luci sono scarsamente riprodotte e la gra-
mente dalle zone più annerite e pertanto sei lenti simmetrico, oppure a tre-quattro na ha un notevole microcontrasto.
nelle zone più chiare della stampa si avrà lenti asimmetrico. Allo stesso rapporto di
una perdita di dettaglio maggiore rispetto ingrandimento, la luce condensata produ-
a quanto avviene con i sistemi a luce dif- ce una granulosità dell’immagine maggio-
fusa. re rispetto a quella prodotta da una luce dif-
Quindi il primo tipo di illuminazione for- fusa.
nisce stampe più contrastate e ‘trasparen- Se estendiamo queste considerazioni al ca-
ti’, in apparenza dotate di maggiore acu- so dei granelli di polvere presenti sul ne-
tanza, impressione dovuta per lo più ad un gativo, alle abrasioni dell’emulsione o ai
maggiore contrasto, il secondo invece pro- graffi del supporto, questi difetti saranno
duce stampe caratterizzate da una scala to- evidenziati in misura maggiore se l’in-
nale più estesa. granditore ha un sistema a luce condensa-
Massimo ingrandimento della colonna con
La differenza è abbastanza sensibile tanto ta. Il vantaggio di un sistema a luce diffu-
Leitz Focomat V35 autofocus. Le alte luci so-
che se stampiamo normalmente con una sa è quindi costituito dalla sua capacità di
no più ricche di dettagli con una grana un
carta n.2 con un sistema a luce condensa- attenuare la granulosità dell’immagine e di poco meno appariscente che nei casi prece-
ta, per ottenere all’incirca la stessa separa- rendere meno evidenti i segni di polvere e denti, regolare e compatta.
zione tonale con un ingranditore a luce dif- graffi; inoltre questa illuminazione produ-
fusa sarà necessario utilizzare una carta di ce una scala tonale più estesa, rendendo
gradazione n.3. meno necessarie leggere bruciature locali
Il maggior contrasto può essere attenuato e dando la possibilità di utilizzare una car-
mediante l’interposizione di un filtro opa- ta di gradazione leggermente più contra-
lino o finemente smerigliato fra la sorgen- stata. Il vantaggio di un ingranditore a lu-
te luminosa e il gruppo ottico del conden- ce condensata sta invece nella maggiore
satore, ma occorre tenere presente che que- brillantezza e nel contrasto più elevato del-
sto determina una perdita di luminosità di le stampe; questo ingranditore inoltre di-
circa un diaframma. spone di una “forza luminosa” maggiore
Ma cosa c’entra tutto questo con la ripro- che si traduce in tempi di posa minori a pa-
duzione della grana? Se osserviamo le stam- rità di potenza applicata.
pe dello stesso negativo ricavate da in-
granditori diversi potremo notare che le di- Andrea Valsasnini
LABORATORIO

KODAK + 400
BN CON SVILUPPO
COLORE
Il negativo B/N con trattamento in C41 offre il piacere di fare del bianco e nero
con la libertà del trattamento colore. L’abbiamo provato stampandolo
con la carta Kodak Polymax II RC e la Panalure pancromatica.

Parlare di fotografia oggi è parlare di foto- B/N, a meno che il fotografo non si attrez- però messo a disposizione un nuovo tipo
grafia a colori, ed il suo costo è inferiore a zi in proprio. di negativo B/N che può essere trattato nel-
quello del B/N. Oggi il consumo di massa richiede prodotti la stessa linea colore a cui sinora abbiamo
Ma non è sempre stato così; nel 1974 una semplici e di veloce consumazione; la fo- affidato il fedele e pompatissimo 100 ASA,
stampa 9x12 a colori, (il 10x15 era di là da tografia a colori sembra fatta apposta per ipersaturo e rutilante nei suoi colori
venire), veniva pagata dal dilettante circa rispondere a questa esigenza.
100 lire, contro le 15-20 lire di una stam- La fotografia in B/N offre invece al foto- Kodak +400
pa in B/N. Col tempo il rapporto di prezzo grafo superiori possibilità per l’interpreta- La pellicola Kodak +400 è apparsa sul mer-
fra i due materiali si è invertito; oggi un zione della realtà ed è anche per questo che cato dopo circa un anno dalla comparsa del-
rullo da 36 pose a colori costa meno di uno è tanto apprezzata dai professionisti e tan- la T-MAX 400CN professional, dotata an-
in B/N e se per stampare il primo basta ri- to colpisce coloro che visitano per la pri- ch’essa di una combinazione di copulanti
volgersi al minilab sotto casa, non altret- ma volta una mostra di fotografia. in grado di fornire una immagine negativa
tanto facilmente si può ottenere del buon Lo sviluppo della tecnologia a colori ha B/N stampabile sulle linee ordinariamente
Dalla gradazione -1 alla 4 della
carta Polymax II RC il contrasto
cresce in modo regolare; la gra-
dazione +5 mostra invece un for-
te aumento del contrasto.

usate per la stampa colore da qualsiasi pho- do un’occhiata alle curve di risposta ai co- germente il colore (grigio) della carnagio-
tofinisher. In virtù di ciò, oltre alla stampa lori, la +400 mostra un picco di sensibilità ne. Ma vediamo cosa è emerso dalla nostra
classica a tono neutro, è possibile richie- verso il giallo e una certa estensione verso prova.
dere sia delle modifiche di tinta quali il sep- il rosso (650nm circa). Come a suo tempo
pia, il blu e simili, sia intonazioni calde o osservammo per la consorella T-MAX 400 La prova
fredde. CN, questo aspetto dovrebbe portare ad una L’esposimetro è stato tarato alla sensibilità
Si tratta di una pellicola interessante con resa più chiara della tinta pelle anche in nominale di 400 ISO e abbiamo usato la
una sensibilità elevata che consente di scat- presenza di luce al tungsteno, con un in- misurazione media compensata al centro
tare sia in condizioni di luce scarsa che in carnato luminoso, forse un poco artificiale nei casi di illuminazione ordinaria e spot
pieno sole, con una latitudine di posa mol- ma tutt’altro che sgradevole. Al contrario, in caso di forti contrasti.
to ampia e con una possibilità di esposi- con l’impiego di luci dalla temperatura di La prova del bracketing è stata portata fi-
zione compresa fra 1/10000s e ben 120 se- colore superiore ai 3200K, la minore quo- no a -2 stop in sottoesposizione e a +3 stop
condi senza errori di non reciprocità. Dan- ta di radiazione rossa dovrebbe scurire leg- in sovraesposizione ed abbiamo avuto ri-
Notturno con posa di
120 secondi a f/16;
buona separazione dei
dettagli; la posa lun-
ga non impasta l’im-
magine,
Carta gradazione n.4,
Polymax II RC.

sultati stampabili in entrambi i casi, anche do, senza dover ricorrere a compensazioni tende a “raffreddarsi” soprattutto se si la-
se l’emulsione sembra incassare meglio le di esposizione non semplici da indovinare vora con il computer automatico: più bre-
sovraesposizioni. senza l’ausilio di una apposita tabella di ri- ve è l’emissione luminosa e più “fredda” è
Se per la tenuta delle alte luci non vi sono ferimento. Ad esempio, se si ottiene un va- la luce emessa rispetto a quella della stes-
problemi, appare qualche lacuna nella let- lore esposimetrico di 1’’ a f/2, è possibile sa torcia usata a piena potenza. Solo in que-
tura delle ombre, che non sempre sono det- usufruire della profondità di campo della ste condizioni infatti un lampo elettronico
tagliate come ci aveva abituato la sorella massima chiusura f/22 con un tempo di 120 emette una luce attorno ai 5600 K, poi, a
T-MAX 400 CN; in queste zone appare secondi senza che la densità del negativo mano a mano che il tempo di illuminamento
spesso il “rumore” di fondo visibile, come subisca delle alterazioni rispetto a quanto decresce per intervento del computer, si al-
una leggera granulosità più evidente rispetto registrato alla prima posa indicata. Questo za la temperatura di colore anche oltre i
a quanto percepibile nelle luci medie ed al- si traduce nella possibilità di lavorare in 6880-7000 K, con una maggiore quota di
te. condizioni di luce ambiente su cavalletto luce blu.
Riguardo alla sensazione di nitidezza, ci senza dover rinunciare alla consueta profon- La Kodak +400 mostra al contrario una
troviamo di fronte ad un risultato soddi- dità di campo alla quale siamo abituati nel- maggiore sensibilizzazione nella zona del
sfacente, anche se privo di quella smagliante le riprese diurne. verde-giallo, colori in genere molto diffu-
finezza e trasparenza tipica del materiale La sensibilità spettrale alle radiazioni più si nella foto di paesaggio, con la conse-
professionale T-MAX 400 CN. La +400 è corte corrispondenti al blu appare tale da guente resa leggermente più chiara in stam-
dotata infatti di una buona capacità di ri- evitare riprese in cui il cielo azzurro risul- pa, in controtendenza rispetto ad altri ma-
produrre dettagli molto fini, anche se il mi- ti tradotto in un grigio chiarissimo o in un teriali pancromatici in B/N che proprio nel
crocontrasto è leggermente inferiore a quel- bianco senza rilievo, fenomeno non ecces- verde hanno la loro minor sensibilità; in
lo dimostrato dalla pellicola professionale sivamente auspicabile in caso, ad esempio, questi casi infatti per schiarire il grigio di
e il disegno dei contorni, seppur presente, di fotografie di paesaggio. In queste con- una massa boschiva si adopera un filtro ver-
potrebbe essere meglio scandito. dizioni non è necessario adoperare un fil- de chiaro o giallo-verde. Ma al di là di que-
La +400 non manca certo di potere risol- tro giallo chiaro per ripristinare una cor- ste considerazioni, la +400 mostra una cur-
vente ed è in grado di reggere bene in- retta riproduzione del cielo. va di annerimento molto dolce che non è
grandimenti spinti oltre i 10x, grazie anche In teoria un materiale con una spiccata pro- modificabile con uno sviluppo più o meno
alla finezza della grana, quasi impercetti- pensione all’annerimento in corrisponden- compensatore come nel B/N tradizionale,
bile nonostante la sua alta sensibilità. za della radiazione corrispondente al blu poiché la pellicola va trattata esclusiva-
Ci troviamo dunque di fronte ad una pelli- rende la tinta della pelle un poco più chia- mente con il C-41. D’altro canto è possi-
cola di buone caratteristiche generali, con ra, se illuminata con una sorgente più fred- bile esporre il materiale anche a sensibilità
un punto di forza, la reale possibilità di ese- da di quanto si trovi di solito nell’arco del- di 800-1600-3200 ISO con un conseguen-
guire pose più lunghe del fatidico 1 secon- la giornata. È il caso della luce lampo, che te variazione del tempo di sviluppo, che in
Situazione difficile con luce laterale: la pellicola mostra una buona tenuta nelle alte luci
e ombre piene, ma un poco scarse di dettaglio. Carta gradazione n.3, Polymax II RC.

La +400 mostra una buona modulazione dei


grigi anche se stampata con una gradazione
“dura”, n.4, Polymax II RC.

genere tutti i migliori laboratori sono in gra- cano ben visibile il numero del grado in te ben scandita, non si nota una marcata di-
do di eseguire. questione; si va infatti dalla n.-1 alla +5 con versità fra le gradazioni inferiori al n.1, do-
una estensione di scala degna di nota. I fil- ve al cambiare del filtro non segue un tan-
La prova di stampa tri sono simili, come spessore, ai classici gibile allungamento della scala tonale dei
Ma vediamo ora cosa accade a voler stam- Wratten, quindi molto sottili e anche deli- grigi, mentre oltre il grado n.4 1/2 trovia-
pare in proprio la nuova +400. Per la pro- cati, il che impone di maneggiarli con cu- mo un filtro di “salvataggio” o d’effetto ve-
va abbiamo scelto due tipi di carte polite- ra tenendoli per i bordi, evitando di lascia- ramente selettivo, con una compressione
nate completamente diverse, la Kodak Poly- re impronte digitali sulla superficie. Dato della scala molto evidente. In queste con-
max II multicontrasto, dotata di un inter- il loro spessore, è conveniente non estrar- dizioni è necessario però un tempo di espo-
vallo di gradazione che va dalla -1 a +5, e li completamente dalla loro sede e porre sizione maggiore del classico raddoppio in-
una carta pancromatica utilizzata per la cor- sotto l’ottica dell’ingranditore solo la par- dicato dalle istruzioni.
retta riproduzione in B/N di negativi a co- te sufficiente a coprire il fascio luminoso, Dopo l’esposizione, sotto il controllo del-
lori, la Kodak Panalure, disponibile sul mer- tenendo in mano tutto il boooklet come sup- la luce di sicurezza rossa, alla quale la car-
cato in tre differenti gradazioni fisse: L per porto; in questo modo si evita che il filtro ta non è sensibile (né dimostra fenomeni di
negativi fortemente contrastati, M per ne- stesso si incurvi proprio a causa del suo esi- velatura anche dopo permanenze prolun-
gativi normali e F per negativi morbidi. guo spessore. gate oltre i 5 minuti), non trascorrono più
La prima richiede una luce di sicurezza ros- Le esposizioni con il diaframma f/5.6 so- di 15’ secondi dall’immersione della stam-
sa, la seconda una luce giallo-verde con- no di necessità più abbondanti che con ma- pa nello sviluppo che si ha l’apparizione
venientemente attenuata, rivolta verso il teriale negativo ordinario a causa della co- dell’immagine. Si può considerare che l’an-
soffitto per evitare possibili velature della lorazione della maschera e grosso modo nerimento totale sia completato entro 60
carta, la cui sensibilizzazione è estesa a tut- non richiedono modifiche variando la fil- secondi dall’inizio del trattamento. La ci-
ti i colori. tratura da un grado all’altro, almeno dal n.- netica di sviluppo è molto rapida e parte
Secondo le indicazioni di Kodak, la +400 1 al n.3 1/2s; poi, come in tutti gli altri ma- con decisione dalle basse luci per esten-
può essere efficacemente stampata senza teriali MC, è necessario raddoppiare il tem- dersi con celerità alla medie ed alte, senza
problemi anche con carte MC, dal momento po di posa. mostrare le tipiche irregolarità di densità
che il colore della maschera non disturba Per chi non lo sapesse, ricordiamo che il qualora si voglia ispezionare la carta a metà
la filtratura per ottenere i differenti gradi “+” preposto al filtro n.5 sta ad indicare un del tempo di trattamento, segno che il ri-
di contrasto richiesto. effettivo aumento del contrasto oltre il gra- velatore agisce uniformemente anche in as-
La gradazione “normale”, indicata in ge- do immediatamente precedente, il n.4 1/2. senza di agitazione.
nere col n.2, si raggiunge con il filtro del Si tratta di una gradazione estrema, quasi Se si vogliono far apparire delle alte luci
n.3 o n.3 1/2, quindi facendo ricorso ad uno ad effetto lith, molto più distante di quan- “difficili”, non si ottiene molto né insistendo
step di contrasto più elevato del solito. Il to ci si potrebbe aspettare salendo da quel- con un prolungamento dello sviluppo, né
set di filtri prodotti dalla Kodak trova al- la inferiore. riscaldando localmente le zone interessa-
loggiamento in un elegante libretto imbot- Se tutta la scala dal morbido (n.1) all’ex- te; per mettere a posto le cose bisogna in-
tito, nel quale le varie tasche portafiltri re- tra-contrasto (4 1/2) appare effettivamen- tervenire durante l’esposizione mediante
Una stampa su carta Panalure M: definizione molto elevata, resa dei verdi più chiara dell’ordinario, scala tonale estesa.

apposite “bruciature” ove necessario. In al- ta con il filtro rosso perché si corre il ri- I risultati sono interessanti e la Panalure si
ternativa si può ricorrere ad una breve espo- schio non solo di velarla, ma addirittura di fa apprezzare anche per la sua elasticità di
sizione supplementare con una filtratura annerirla completamente. Pertanto bisogna esposizione, che consente di risolvere di-
morbida per interessare anche le alte luci usare un marginatore, oppure diaframma- verse situazioni di contrasto pur essendo
più ostiche. re al massimo l’ottica e agire con decisio- una carta a gradazione fissa. Nell’osserva-
Dopo il bagno di arresto e 15 secondi di ne e rapidità per sistemare la carta al posto zione dei risultati la Panalure mostra una
fissaggio è possibile accendere la luce e os- giusto, poi spegnere la lampada dell’in- maggiore “luminosità” e apertura nella
servare i risultati, senza che la copia subi- granditore, aprire il diaframma al valore ot- stampa della nuova +400 rispetto alla già
sca per questo dei danni; il politene mostra timale stabilito in precedenza e procedere buona prestazione fornita dalla Polymax II
una buona permeabilità ai chimici, il che all’esposizione. Nel nostro caso abbiamo RC e la sua duttilità di manipolazione, no-
consente un trattamento rapido. stampato la +400 con la gradazione M che nostante le precauzioni suddette, quasi la
Il lavaggio deve essere anch’esso veloce e corrisponde circa ad una n.3. fa preferire alla MC, almeno in questa pro-
intenso con ricambio d’acqua continuo, ma I tempi di posa sono decisamente inferiori va specifica.
non deve essere protratto troppo a lungo, rispetto a quanto necessario con la Poly- Sia chiaro che la +400 non richiede una
perché in tal caso il supporto cartaceo del- max II per l’assenza dei filtri, con una ci- carta da stampa pancromatica poiché essa
la Polymax II RC, di spessore piuttosto sot- netica di sviluppo quasi identica, ma con è pur sempre una pellicola in B/N, sebbe-
tile, inizia ad inumidirsi e a creare qualche una buona propensione a fornire ombre cor- ne sia sviluppata in C-41 e presenti una ma-
transitoria incurvatura dopo l’essicazione. pose e dettaglio nelle alte luci senza biso- schera come i negativi colore. La nostra
gno di manipolazioni; bisogna evitare as- prova è stata fatta per confermare una buo-
Una carta pancromatica solutamente che la luce di sicurezza vada na adattabilità di tale materiale anche nel
Una prova ulteriore è stata eseguita stam- a velare la carta per una permanenza nel ri- caso si abbiano da stampare negativi B/N,
pando la pellicola +400 su una carta spe- velatore anche di poco superiore a quanto al di fuori dell’ambito specifico per il qua-
ciale pancromatica, la Kodak Panalure Se- strettamente indispensabile, a meno che si le è stata progettata.
lect RC, usata per ottenere controtipi in B/N operi al buio e si accenda la lampada stes- Per concludere, una pellicola di notevole
da originali a colori. Disponibile in tre gra- sa solo alla fine del tempo previsto, sem- interesse, riteniamo anche per i professio-
dazioni fisse, L, M, H, per negativi molto pre orientando il fascio in maniera indiret- nisti. La +400 è l’ideale per chi desidera
contrastati, normali e morbidi, richiede una ta. Osservate tali precauzioni si può esse- lavorare con il B/N sfruttando i vantaggi
luce di sicurezza molto attenuata, color am- re certi che il risultato non sarà stato in- dello sviluppo a colori.
bra chiaro. Data la sua sensibilità pancro- fluenzato da errori di procedura e la nostra
matica, non è possibile posizionare la car- stampa sarà del tutto corretta. Testo e foto di Andrea Valsasnini
LABORATORIO

LA LUNA NEL POZZO


Volete avere ottima acutanza, ottimo potere risolvente, grana fine, estesa scala tonale,
uniformità di resa nelle alte luci così come in quelle basse, versatilità di impiego, senza
ricorrere alle emusioni T-grain? La proposta di Maco con le pellicole UP 100 e 400 e gli
sviluppi LP xtratol XS e Ecotol LP grain.

Dopo aver preso in esame i materiali orto- nologico. con un rivelatore di normale amministra-
cromatici fabbricati dalla casa tedesca Ma- Nel B/N si può ovviamente scattare una zione (grana fine, compensatore) si pote-
co di Amburgo, non poteva mancare una buona foto con qualsiasi materiale a di- vano ottenere dei buoni risultati solo con
prova sul campo delle pellicole B/N pan- sposizione, ma trascurando il caso di agi- le pellicole di bassa e media sensibilità: se
cromatiche di media e alta sensibilità del- re in stato di necessità per indisponibilità si voleva diminuire la visibilità della gra-
la stessa casa. Si tratta di due emulsioni de- del materiale preferito, il gusto e la prati- na era indispensabile optare per sviluppi fi-
nominate UP 100 Plus e 400 Plus (Uni- ca di CO (Camera Oscura) indirizzano ogni negranulanti veri e propri, che “scioglie-
versal Panchromatisch), destinate agli im- fotografo sul materiale più adatto a ri- vano” il granulo d’argento durante lo svi-
pieghi generali con una risposta cromatica spondere alle proprie necessità tecniche e luppo grazie ad una presenza massiccia di
estesa a tutto lo spettro luminoso. Ma la si- peculiarità stilistiche. Dunque la scelta del- solfito di sodio, ma imponevano una so-
gla, essenziale nel suo scabro aspetto tec- la Maco di produrre emulsioni “all’antica” vraesposizione che riduceva l’uso di una
nico tipicamente teutonico, è completata non sembra dettata da una carenza tecno- 400 ISO a un compromesso con la catego-
dal latino “plus” che sta a significare che logica, ma da un preciso indirizzo espres- ria di sensibilità inferiore, snaturandone le
si tratta di una versione migliorata della se- sivo volto a offrire il prodotto d’elezione destinazioni d’elezione.
rie precedente in commercio fino a pochi per quei fotografi che amano avere a di- Lo stesso accadeva con le medie sensibi-
mesi fa e oggi sostituita dal nuovo mate- sposizione un materiale sensibile affidabi- lità che venivano così “declassate” nella
riale migliorato. le caratterizzato da una definizione eccel- categoria inferiore e si rendeva equivoco il
Secondo le indicazioni fornite dalla casa lente, da una grana molto fine che “dise- loro impiego, dal momento che una 100
sarebbero state ridotte le dimensioni della gni” bene il soggetto ripreso e da una sca- ISO ridotta a 50 poteva ingenerare non po-
grana e ampliata la scala tonale. La prova la dei grigi molto estesa che non perda di chi dubbi sul suo utilizzo al posto di una
non poteva che essere estesa a due svilup- dettaglio nelle zone estreme delle alte e bas- pellicola di bassa sensibilità dotata per sua
pi particolarmente interessanti, dotati di ca- se luci. natura di grana estremamente fine; portan-
ratteristiche del tutto speciali, l’Xtratol, in- I materiali sensibili in uso alcuni decenni do agli estremi il discorso, dimezzare la
dicato per ottenere la migliore definizione, orsono erano fabbricati con una quantità di sensibilità di una pellicola da 25 ISO si-
la grana molto fine unitamente ad una sca- argento più elevata rispetto a quelli odier- gnificava ritornare a livelli di rapidità tipi-
la tonale estesa, e l’Ecotol dotato di spic- ni e, nonostante la grana non fosse para- ci dei materiali anteguerra. Ma usare uno
cata capacità di compensazione. UP 100 e gonabile come finezza a quella delle attuali sviluppo finegranulante vero significava
400 Plus non appartengono alla scuola del- emulsioni, mostravano comunque di poter anche perdere in qualche misura un aspet-
l’aggregazione tabulare o core-shell del- incassare intervalli di illuminazione non in- to non trascurabile che caratterizza la vi-
l’alogenuro d’argento, ma seguono invece differenti e recuperare i dettagli nelle alte sione di una stampa in B/N, la sua defini-
la classica formazione a cristalli cubici, luci senza chiudere le ombre, ottenendo zione e il suo “effetto presenza”. La gra-
scuola che ha continuamente perfezionato stampe piene e dotate di un bel “disegno”. nulosità dell’immagine è un elemento con-
tutti i parametri di resa possibili secondo Certamente si ricorderà come il punto de- naturato alla fotografia, così come il di-
tale filosofia. Per nulla soppiantati dalle bole di tali materiali fosse la presenza di sturbo è il compagno di viaggio di qual-
tecnologie più recenti, i materiali di tipo una granulosità non certo trascurabile, so- siasi segnale elettrico. Non esiste il suono
tradizionale hanno delle caratteristiche e prattutto se si andava a stampare pellicole puro senza rumore in riproduzione, così co-
degli impieghi tipici che li fanno preferire di alta sensibilità, le cui prestazioni non me una pellicola priva di grana in assolu-
da un vasto settore di utenza non a proprio permettevano rapporti di ingrandimento to non è pensabile. Un materiale sensibile
agio con talune “asprezze” di comporta- molto spinti, pena la perdita di dettaglio e che venga sviluppato con un prodotto che
mento mostrate da materiali in apparenza la evidenza della struttura spesso non omo- contenga un solvente dell’argento per ri-
più evoluti e recenti dal punto di vista tec- genea dei granuli d’argento. A quell’epoca durne le dimensioni finisce per essere un
Maco UP 100 plus, sviluppata in LPxtratol XS per 16’ a 24°C, stampa su carta n.4; il potere finegranulante del rivelatore si accompagna
ad una acutanza estrema. Scala tonale molto ampia che consente l’uso di una carta contrastata senza perdere dettaglio nelle alte luci.

riduttore del “rumore”, ma come contro- mità di resa nelle alte luci così come in quel- ner conto della massima qualità raggiun-
partita farà perdere in qualche misura la ca- le basse, versatilità di impiego, tutto ciò gibile da ogni materiale e nemmeno a chi
pacità dello stesso di restituire con preci- senza ricorrere alle osannate e meritevoli non può sviluppare di persona i rulli e de-
sione il segnale trasmesso dall’obiettivo. emusioni T-grain o a quelle trattate in C- ve delegare un laboratorio colore al tratta-
L’effetto presenza, la sincerità del tratto, 41? mento delle pellicole C 41 compatibili. Ogni
l’incisione di una pellicola venivano sacri- Se volete tutto ciò oggi la “antica” tecno- materiale e ogni procedura di sviluppo si
ficati sull’altare del dio Granfine e la qua- logia dell’aggregazione cubica dell’aloge- attaglia alla bisogna di ogni singolo foto-
lità del vetro impiegato in ripresa non po- nuro d’argento consente tali risultati gra- grafo, che sceglie l’accoppiata tipo di pel-
teva trovare giustizia. Grana fine non si- zie anche a rivelatori di nuova concezione licola-trattamento in base alle necessità e
gnifica sempre definizione e restituzione le cui prestazioni sono una sintesi dei pre- al gusto personale.
del dettaglio. gi degli sviluppi tradizionali sia normali Ma dunque torniamo al caso quasi patolo-
Volete voi avere ottima acutanza (effetto che finegranulanti al solfito di sodio. Cer- gico di chi cercava la luna nel pozzo: cosa
bordo), ottimo potere risolvente, grana na- tamente questo indirizzo di lavoro non con- posso “spremere” in termini di qualità as-
turalmente fine, estesa scala tonale, unifor- viene a chi deve lavorare in fretta senza te- soluta ad una pellicola 35mm senza ricor-
rere al formato 120? Questo utente in cer- to. Per ridurre al minimo questo fenomeno zione eccellente, con una grana particolar-
ca del massimo risultato in tutti i casi di ri- le emulsioni incorporano delle sostanze co- mente fine e precisa per la sua categoria.
presa, in genere potrebbe non gradire la loranti e antialo, ma per ottenere una buo- Se si vuole impiegare questo materiale in
quasi assenza di grana della tecnologia di na acutanza è necessario evitare sovrae- luce diurna al posto di una media sensibi-
aggregazione tabulare perché potrebbe no- sposizioni eccessive e usare un rivelatore lità non vi sono perdite di nitidezza ap-
tare una minor “presenza” nelle riprodu- che non intervenga sulle eventuali zone di prezzabili e quasi pare di avere usato un
zioni e una definizione più apparente che contaminazione i cui germi non sono per materiale di sensibilità inferiore.
reale. Inoltre potrebbe non gradire sempre fortuna facilmente sviluppabili. Se il rive- Anche in questo caso la scala tonale è am-
la naturale tendenza delle T-grain a forni- latore non possiede un’energia elevata di pia e lo LP xtratol XS non induce nell’e-
re un contrasto piuttosto elevato che ren- solito si riesce ad evitare che questi germi mulsione qualche fenomeno di riduzione
derebbe difficoltosa in certi casi la stampa molto sottoesposti siano sviluppati e la lo- dei dettagli nelle ombre, evento non infre-
delle alte luci, a meno che questo aspetto ro presenza non danneggia l’immagine poi- quente con rivelatori diluiti per ricercare il
sia un parametro utile, per esempio, nella ché rimangono allo stato di latenza. Ma il massimo effetto bordo. Ma la prova in lu-
foto di moda, dove talvolta un viso “bru- rivelatore deve essere comunque in grado ce ambiente di notte con illuminazione mol-
ciato” esalta il trucco della modella e na- di dare un buon dettaglio nelle zone meno to contrastata ha messo in evidenza la “stof-
sconde eventuali difetti della pelle. Inoltre esposte della pellicola per non rischiare di fa” della UP 400 Plus. Definizione eccel-
una T-grain piuttosto contrastata potrebbe avere delle ombre “chiuse” o prive di se- lente e capacità di compensare i livelli spes-
essere utile alla fotogiornalismo e alle scan- gnale e allora, per mantenere un buon ef- so molto critici di illuminazione presenti
sioni per trasmettere le foto ai quotidiani, fetto bordo, si può ricorre alla diluizione in un ambiente urbano notturno danno un
ma potrebbe essere meno adatta ad un ge- dei bagni che consente al rivelatore di svi- aspetto estetico molto preciso e naturale al-
nere di fotografia di paesaggio, di archi- luppare le zone variamente impressionate le immagini. La sensibilità effettiva pare
tettura, di ritratto e quant’altro. Fra i mate- senza contaminazioni nelle aree di passag- davvero quella dichiarata e anche con espo-
riali che sfruttano la tecnologia tradiziona- gio fra densità diverse. Il rivelatore consu- sizioni al limite della non reciprocità, ad
le dell’aggregazione cubica dell’alogenu- ma la sua energia e si esaurisce dove va ad esempio 1’’ a f/1.4, la Maco UP 400 Plus
ro d’argento le due pellicole UP 100 e 400 agire, lasciando nelle zone immediatamente non si “siede”, non perde in dettaglio, non
Plus della Maco possono diventare il ma- limitrofe dei prodotti di ossidazione che si impasta perdendo di densità in alcun mo-
teriale adatto a tali applicazioni. impediscono lo sviluppo più di quanto la do consentendo una buona lettura delle zo-
sua energia abbia già fatto. Si riesce così ne meno esposte senza far apparire il “ru-
La prova ad evitare che nei passaggi fra densità dif- more” di fondo costituito dalla grana. For-
Le Maco UP 100 e UP 400 Plus sono sta- ferenti si manifesti la contaminazione e la se le luci un poco sbavate, la grana grossa
te esposte per la loro sensibilità nominale perdita del microcontrasto. e magari fioccosa sono uno stilema espres-
con un sistema esposimetrico a media com- Con evidenza la UP 100 Plus è stata pro- sivo di riprese in “available light” al qua-
pensata, che è stato corretto manualmente gettata per ridurre al minimo questa di- le siamo abituati da innumerevoli esempi
solo nel caso di riprese in controluce. Tem- spersione di luce e il trattamento con lo LP del passato; rispetto a ciò la Maco UP 400
po atmosferico inclemente con cielo grigio xtratol XS consente un risultato eccezio- Plus induce forse un poco di nostalgia per
e pioggia in entrambe i casi, con livelli di nale sotto questo punto di vista. Possiamo questi effetti che davano così conto della
illuminazione non certo elevati. rendercene conto osservando nei controlu- situazione estrema in cui si andava a scat-
Entrambe sono state sviluppate in LP xtra- ce l’assenza di alonature e la finezza del tare. Ma se si vuole da un materiale la mas-
tol XS della Maco per 16’ a 24°C. Stampa dettaglio, degna di un materiale di bassa sima restituzione del segnale e la assenza
su carta Argenta BW 122 FB (Fiber Base) sensibilità. di “interpretazione” della scena, allora l’ac-
baritata camoscio semi-matt n.1 e n.4 svi- Un altro punto di forza sta nella scala to- coppiata UP 400 Plus e LP xtratol XS è
luppata in Agfa Neutol plus alla diluizione nale, la cui estensione consente di control- davvero notevole.
standard 1+4. lare con naturalezza anche alte luci ben di-
La Maco UP 100 Plus stupisce. I negativi stanti dalla fatidica zona V del grigio me- Lp xtratol XS
non presentano quella visibilità brillante e dio senza perdite di dettaglio nelle basse Per il trattamento Maco indica la diluizio-
contrastata tipica delle pellicole a grana ta- luci. In altri termini la pellicola restituisce ne di una parte di rivelatore più quattro di
bulare, ma non appena si guarda meglio tutta l’informazione ricevuta dall’ottica e acqua alla temperatura di 24°C (+/- 0.5°C)
con un lentino d’ingrandimento si può no- consente di evitare il ricorso a “bruciatu- per un tempo di 16’ per entrambe le pelli-
tare l’estrema precisione del dettaglio, con re” in stampa per supplire ad una densità cole, ma è possibile sviluppare a tempera-
un’acutanza elevatissima. troppo elevata. ture inferiori con un prolungamento con-
L’effetto bordo consiste nella capacità di La granulosità dell’immagine è minima e seguente del tempo di trattamento anche a
un materiale di riprodurre nettamente zo- sotto questo aspetto la parentela con le or- 20°C senza problemi.
ne di densità notevolmente differente sen- tocromatiche della stessa casa è evidente. Agitazione continua all’inizio di 30’’ e poi
za sbavature. La luce che va a colpire i gra- Da notare che il rivelatore LP xtratol XS due inversioni della tank ogni 30’’. Il fat-
nuli di alogenuro d’argento presenti nel- appartiene alla categoria dei finegranulan- tore di contrasto è circa 0.60. Con 250ml
l’emulsione non viene completamente as- ti contenenti solfito di sodio, ma non è ne- di rivelatore concentrato si possono svi-
sorbita poiché si creano dei fenomeni di ri- cessaria alcuna compensazione della posa luppare circa 5 pellicole 135 o 120, dal mo-
frazione e diffrazione, i quali sono respon- per recuperare uno sfruttamento carente mento che il rivelatore è a perdere. La ca-
sabili della formazione più o meno accen- della sensibilità reale del materiale, né l’ef- sa raccomanda di tenere il prodotto in fri-
tuata di aloni in corrispondenza delle zone fetto presenza e la capacità di restituire un gorifero alla temperatura di 5-8°C e possi-
a densità differente. Questi aloni sono co- bel “disegno” del soggetto vengono pena- bilmente al buio e indica la conservabilità
stituiti da germi di sviluppo che “contami- lizzati in alcun modo. di un anno dalla fabbricazione con il fla-
nano” le zone di densità minore e il pas- La Maco UP 400 Plus segue la consorella cone sigillato e di tre mesi dal primo uti-
saggio fra luce forte e ombra tende a per- di minore sensibilità per tutti questi para- lizzo, ma sono valutazioni prudenziali che
dere nettezza e diventa più o meno sfuma- metri e dimostra una latitudine di esposi- potrebbero essere decisamente più ampie.
Maco 400 plus, sviluppata in LP xtratol XS per 16’ a 24°C, stam-
pa su carta n.4; rispetto alla versione precedente la UP 400 plus
mostra una grana più fine, quasi impercettibile, ottima capacità di
evitare alonature nelle alte luci e una buona lettura nelle zone me-
no illuminate. Definizione molto elevata e acutanza veramente ot-
tima consentono una eccellente riproduzione dei dettagli più fini.
Maco UP 400, svilup-
pata in LP xtratol XS
per 16’ a 24°C, stam-
pa su carta n.4; risul-
tati molto simili con un
leggero aumento del-
la granulosità, acu-
tanza ottima e scala
tonale sempre estesa.

alogenuro d’argento) mentre la resa delle zioni. I risultati sono stati sorprendenti. Ot-
tinte rosse sembra corretta senza esaspera- tima definizione, mai vista con tale emul-
zioni verso il limite visibile dello spettro sione, ottimo sfruttamento della sensibilità,
luminoso. Uno sviluppo dalle prestazioni scala tonale estesa con dettagli anche nel-
eccellenti molto equilibrato e versatile an- le alte luci, fatto questo molto difficile da
Kodak T-Max 400, sviluppata in ECOTO che se i tempi di trattamento richiedono un raggiungere con una T-grain, e poi grana
1+15 per 9’a 20°C, stampa su carta n.4; ot- poco di pazienza in più del normale. secca e minuta, ottimo effetto presenza e
timo risultato per una pellicola “difficile” finalmente un’immagine che “aggancia” il
per la sua tendenza a fornire negativi con- Maco Ecotol LP grain soggetto con trasparenza.
trastati. Grana fine e precisa, scala tonale Per finire non si può tralasciare uno svi- Di più, l’Ecotol ha saputo conservare una
estesa e buon “effetto presenza”, ottima stam- luppo davvero singolare per le sue caratte- buona capacità di lettura anche a +1 e +2
pabilità anche con carta “dura”. ristiche. La Maco afferma che la sua adat- stop senza problemi, fornendo negativi per-
tabilità è estesa a qualsiasi materiale B/N fettamente stampabili solo con una posa
con una spiccata azione compensatrice e ovviamente più lunga.
Della sua composizione chimica si sa che con grana fine. Ma non solo: non importa In secondo luogo abbiamo sviluppato una
contiene idrochinone, rivelatore d’elezio- quale pellicola si debba trattare poiché il Jessop 200 a tecnologia tradizionale, della
ne per ottenere una buona acutanza, ma non tempo di sviluppo non è legato alla marca quale non si conosceva alcunché delle con-
energico a sufficienza per ottenere dei det- o sensibilità del film, ma alla diluizione di dizioni di ripresa. In questa seconda prova
tagli nelle ombre, il che potrebbe far pen- lavoro del prodotto. Dunque se si deve svi- abbiamo provato la diluizione massima
sare ad una incapacità dello LP xtratol XS luppare un rullo senza alcuna tabella di ri- 1+24 per 14’ di trattamento contravvenen-
di dar corpo nelle basse luci. Ma la sua com- ferimento, basta decidere se lavorare in po- do ad una strana avvertenza del fabbrican-
posizione bilanciata consente di recupera- co tempo con una diluizione minore oppu- te che impone di usare non meno di 20ml
re senza problemi i dettagli nelle zone me- re al contrario con un tempo superiore in di prodotto per lo sviluppo: dovendo di-
no esposte del negativo dando l’impres- virtù della maggiore diluizione. sporre di 30ml di rivelatore alla diluizione
sione che la scala tonale sia talmente am- Con il rapporto 1+7 servono 5’, con 1+9 di lavoro abbiamo aggiunto 12.5ml di Eco-
pia e naturale da essere molto vicina a quel- 6.5’, con 1+15 9’, con 1+19 11’, con 1+24 tol alla comune acqua del sindaco alla tem-
la dell’occhio umano. Inoltre la presenza 14’. Un minuto in più per le pellicole con peratura standard di 20°C. Anche in que-
di solfito di sodio quale agente solvente del tecnologia T-grain. L’agitazione di 15’’ al sto caso i risultati sono davvero interessanti
granulo d’argento non pregiudica in alcun primo minuto e poi un capovolgimento ogni e i negativi hanno mostrato una perfetta
modo la definizione dell’immagine evi- 15’’ alla temperatura standard di 20°C. stampabilità senza alcun intervento sup-
tando quella “piattezza” e la mancanza di Anche in questo caso il fattore di contra- plementare alla posa ordinaria anche con
rilievo che talvolta si poteva riscontrare in sto è di 0.65 secondo quanto indicato so- carta extra-contrasto n.4.
alcuni super-finegranulanti del passato. pra, ma si può abbassarlo a 0.53 o alzarlo La resa globale mette in luce una certa af-
Essendo un rivelatore che incorpora del sol- a 0.78 semplicemente diminuendo o au- finità con lo LP xtratol XS e la scelta in ter-
fito di sodio, ci saremmo aspettati un IE mentando il tempo di sviluppo di un mi- mini di prestazioni a favore dell’uno o del-
più basso del nominale per le due Maco nuto. Con 250ml di concentrato si posso- l’altro diventa davvero ardua. Come l’LP
100 e 400 Plus, ma ciò non è necessario no trattare in media 12 pellicole. xtratol XS anche l’Ecotol è un rivelatore a
con le due pellicole Maco, mentre in talu- Per la prova abbiamo esposto una Kodak perdere, il che consente sempre di avere la
ni casi, ma non in tutti, si consiglia un mo- T-Max 400 dimenticata in un cassetto pro- soluzione di lavoro ottimale senza bisogno
derato calo dell’IE pari ad 1/3-2/3 di stop veniente da una bobina a metri e scaduta di compensare il tempo di trattamento per
a seconda del tipo di pellicola da trattare. presumibilmente un paio di anni fa. Que- il progressivo esaurirsi del rivelatore. Qua-
La tessitura della grana è visibile solo a in- sto non per risparmiare l’acquisto di una le sia il segreto della sua composizione non
grandimenti molto spinti, ben oltre i 10x e pellicola nuova, ma per vedere cosa l’E- è dato sapere: il mistero per ora permane,
la sua struttura è regolare e compatta. Da cotol sa fare in condizioni non proprio idea- glorioso.
notare che la sua sensibilità spettrale non li. Esposta con luce flash indiretta alla sua
pare avere alcuno sbilanciamento, salvo sensibilità nominale, la nostra trascurata T-
una minor sensibilità nel verde scuro, (ti- Max 400 è stata sviluppata per 12’ alla di-
pica di quasi tutte le emulsioni a base di luizione 1+19 a 20°C seguendo le istru- Testo e foto di A.Valsasnini
CAMERA OSCURA

LA RICERCA DELLA
CARTA IDEALE

Sterling e Bergger sono due


marche di notevole interesse
per chi desidera sperimen-
tare nuove carte di alta qua-
lità.

Uno degli aspetti propulsivi di chi stampa


negativi B/N nell’incerta luce della propria
camera oscura consiste spesso nella curio-
sità, non facilmente eludibile, di provare
un nuovo tipo di carta B/N per confrontar-
ne le virtù con il materiale tradizionalmente
impiegato. Anche se la diffusione della pra-
tica di camera oscura è limitata a una non
folta schiera d’amatori e di professionisti,
non solo le maggiori case offrono una gam-
ma di prodotti per B/N piuttosto ampia, ma
anche produttori meno noti sanno propor-
re materiali da stampa di alta qualità e adat-
ti ad impieghi speciali.
Si potrebbe suddividere il campo delle car-
te B/N in alcune categorie principali a se-
conda della tecnologia costruttiva e del lo-
ro impiego. Possiamo trovare infatti le clas-
siche carte tradizionali con supporto in fi-
bra, in genere baritate, disponibili a grada-
zione fissa, unica o multicontrasto (MG),
accanto alle carte politenate a gradazione
fissa o multicontrasto (MG), senza dimen-
ticare le carte fine-art di altissimo pregio
in genere con supporto in fibra destinate a
esposizioni, mostre, collezioni private, ar-
chivi d’arte. Inoltre sono reperibili alcuni
tipi speciali di carte a supporto argentato, Per ottenere più dettaglio nelle alte luci è bastato riscaldare leggermente la zona in que-
monocromatiche o del tipo lith per effetti stione. Amplissima tolleranza verso il sovrasviluppo.
speciali. Agfapan 100, 1/30s – f/8, ottica 50mm. Bergger Prestige n.3, Neutol WA 1+9 20°C.
Ottima modellazione delle luci e ampiezza del-
la scala tonale notevole. Nonostante la grada-
zione normale e il negativo medio-morbido la
foto non si “impasta”.
Agfapan APX 100, 1/60s – f/2.8, ottica 135mm.
Sterling Signature VC, Gradazione n. 2. Neu-
tol 1+9 20°C.

Negativo difficile per alte luci dense e ombre


al limite del piede della curva caratteristica,
con dettaglio nella zona VII e VIII e buon re-
cupero di segno nelle ombre. Anche al limi-
te la carta regge il gioco senza problemi.
Agfapan APX 100, 1/8s – f/1.4, ottica 50mm.
Sterling Signature VC, Gradazione n. 2. Neu-
tol 1+9 20°C.

Nondimeno va tenuto presente che è pos-


sibile scegliere anche il tipo di intonazio-
ne del materiale, dando la preferenza al to-
no neutro o freddo, oppure caldo o addi-
rittura camoscio.

CARTE STERLING
Sterling offre una serie di quattro tipi di
materiali destinati a soddisfare la maggior
parte delle esigenze. Sono disponibili car-
te politenate MG, a base in fibra a tono neu- è avvenuta in aria libera e ferma per le po- 2, e di ISO P160 se usata con filtratura dal
tro e a tono caldo, anch’esse multigradua- litenate e in smaltatrice a tamburo per i ma- grado 0 al grado 3.5. Come al solito tale
te, e infine un tipo speciale a gradazione teriali tradizionali. Vediamo ora più da vi- valore si dimezza se si utilizzano le filtra-
unica sviluppabile anche secondo le pro- cino questa famiglia di carte di origine bri- ture dal 4 al 5.
cedure lith. Per il test abbiamo utilizzato tannica prodotte, sembra, in India. Il tono della stampa dipende in parte dallo
un ingranditore a camera di diffusione di sviluppo utilizzato, e con il nostro glorio-
luce con un set di prodotti chimici di faci- Sterling PRO RCVC so WA Neutol a tono caldo abbiamo nota-
le reperibilità. Per lo sviluppo è stato scel- Questa politenata a contrasto variabile può to invece una resa assolutamente neutra,
to il classico e versatile Neutol WA del- essere trattata con tutti i filtri adatti alla sebbene questo materiale possa presentare
l’Agfa con una diluizione 1+9 alla tempe- stampa MG in commercio, oppure con in- in teoria anche toni più caldi.
ratura di 20° seguito da un bagno d’arresto granditori con testa a colori e richiede un’il- Anche se il Neutol WA non è del tipo de-
al metabisolfito di potassio (50g/l) e dal fis- luminazione di sicurezza rosso scuro. La stinato a trattare le carte MG, abbiamo no-
saggio Acidofix, sempre targato Agfa. Il la- casa madre indica un annerimento massi- tato che l’immagine non tarda ad apparire
vaggio in acqua corrente è stato differen- mo pari ad un valore di 2.10. e inizia a essere visibile dopo 20-30 secondi
ziato a seconda del materiale in oggetto, Per il nostro test è stato scelto il set di fil- dall’immersione nel bagno. Di solito ba-
dal momento che se per le carte politenate tratura Ilford indicato per l’ultima genera- stano 90 secondi per completare lo svilup-
bastano solo 2 minuti, per i materiali in fi- zione delle sue carte MG, presumendo che po, ma se si insiste oltre questo limite, si
bra sono necessari almeno 30 minuti, sem- la Sterling, essendo una ditta britannica, lo ottiene un accrescimento della densità dei
preché la temperatura dell’acqua non scen- abbia impiegato come riferimento. Questo grigi più chiari e l’apparizione dei dettagli
da sotto i 20°, limite standard di riferimento materiale al clorobromuro ha una sensibi- più fini nei bianchi senza dover ricorrere
che impone tempi più lunghi qualora si la- lità ISO di P400 se usata senza filtro, cor- alla tecnica della bruciatura, almeno a par-
vori a livelli termici più bassi. L’essicazione rispondente alla gradazione di contrasto n. tire da negativi non eccessivamente con-
Gradazione n. 1/2 Gradazione n. 2 1/2

Al crescere del contrasto si delineano meglio i particolari dello sfon-


do mentre decresce la lettura nelle ombre, senza però arrivare alla
chiusura delle basse luci; anche con il massimo contrasto le alte lu-
ci non perdono dettaglio.
Agfapan APX 25, 1/125s - f/11, ottica 35mm.
Sterling VCRC, Neutol WA 1+9 a 20°C.

Gradazione n. 4 1/2

trastati. Questo fatto sta ad indicare una bido” indicato nelle carte a gradazione fis- e dettaglio nelle alte luci e una buona
buona versatilità del materiale anche quan- sa, dal momento che riescono ad offrire an- profondità alle ombre, il che la pone fra i
do si debba optare per filtrature molto dra- che l’extra-morbido (n.0) e in certi casi an- materiali indicati per stampe di pregio. Que-
stiche (n.4 e 5), sia per recuperare un ne- che l’ultra-morbido (n.-1). Anche la Ster- sta Premium FBVC può risentire in ma-
gativo debole, sia per necessità espressiva; ling PRO RCVC non fa eccezione e si com- niera più spiccata delle caratteristiche del-
se si usa ad esempio il filtro di massimo porta come altri prodotti similari presenti lo sviluppo impiegato riguardo ai suoi ef-
contrasto per “drammatizzare” un negati- sul mercato. Il dato più interessante è che fetti sull’intonazione fredda, neutra o cal-
vo normale, non si rischia di perdere det- questo materiale mantiene una buona sta- da desiderata, tenendo conto che la casa
taglio nelle alte luci e si può procedere sen- bilità di resa con esposizione fissa per i gra- suggerisce di preferire un bagno contenente
za pericolo di esagerare. di da 0 a 3.5 e richiede come previsto il rad- amidolo per una intonazione decisamente
Al contrario se si sceglie una filtratura mor- doppio della posa se si sale ancora verso i blu-fredda nei neri, metolo per toni neutri
bida (1 o 0), bisogna tener conto che si va numeri 4 e 5. o leggermente bluastri e idrochinone per
incontro allo “slittamento” dei grigi scuri Se lo si desidera è possibile trattare le co- toni caldi. Il supporto in fibra richiede ov-
e dei neri in zone più elevate con l’aumento pie in un bagno conservativo al selenio, ma viamente un’asciugatura preferibilmente
della leggibilità nelle ombre, ma con un ap- bisogna tener conto che quanto più alta è lenta se si ha a disposizione una superficie
piattimento molto evidente della scala to- la sua concentrazione, tanto più elevato sarà speculare pulita e liscia, oppure una smal-
nale. Le gradazioni morbide vanno usate l’aumento della densità massima ottenibi- tatura a caldo con l’emulsione rivolta ver-
solo quando ci si trovi di fronte ad un ne- le unitamente alla modifica dell’intonazione so il metallo per esaltare al massimo la lu-
gativo estremamente contrastato, che for- della carta che dal neutro inizia a slittare centezza, oppure verso la tela per conser-
se una carta morbida a gradazione fissa non verso il porpora. vare l’aspetto semilucido che questa carta
riuscirebbe a recuperare totalmente. ha per natura.
Dalla pratica di stampa sembrerebbe che a Sterling Premium FBVC
parità di gradazione, esista una leggera dif- Si tratta di una carta con supporto in fibra Sterling Signature FBVC WARM
ferenza di comportamento fra una carta a contrasto variabile al clorobromuro si- Ci troviamo di fronte ad una versione a to-
morbida a gradazione fissa, poniamo una mile alla sua consorella PRO RCVC, ma no caldo della consorella FBVC, ma con
n.1, e una corrispondente MG filtrata per dotata di una densità massima raggiungi- una qualità teorica un poco più elevata a
lo stesso valore. bile un poco più elevata, pari a 2.20 e di giudicare dal grado di annerimento massi-
Queste ultime hanno il vantaggio di poter uguale rapidità. Il supporto in fibra come mo raggiungibile del valore di 2.30, segno
scendere oltre la soglia massima del “mor- di consueto, fornisce un’ottima luminosità di una emulsione molto ricca d’argento ste-
La resa elevatissima
del dettaglio del ne-
gativo ha trovato un
ottimo partner nella
Prestige: provate a
contare le tegole del
tetto!
Agfapan 100, 1/125s -
f/11, ottica 90mm.
Bergger Prestige n.3,
Neutol WA 1+9 20°C.

sa, in questo caso, su una superficie inter- non è necessario far altro che riscaldare lo- del contrasto dell’immagine.
media a tono caldo, che separa l’emulsio- calmente la parte interessata senza nem- Tale illuminazione deve essere ricavata da
ne dal supporto in fibra vero e proprio. In meno insistere a lungo per ottenere lo sco- un provino con pose successive crescenti
altri termini la tinta calda dipende dalla tec- po. fino a usare il tempo immediatamente pre-
nica di produzione e non dal variare gli Queste doti consentono allo stampatore di cedente a quello che ha prodotto il minimo
agenti rivelatori nel bagno di sviluppo, co- entrare subito in sintonia con questo mate- livello di grigio percepibile al termine del-
me per la Premium FBVC. riale dall’intonazione calda e suscitano nel- lo sviluppo.
Il cartoncino di buona grammatura con- l’osservatore una sensazione di maggiore Nel secondo caso si otterranno effetti lith
sente una eccellente stabilità dimensiona- coinvolgimento, rispetto alla stessa imma- agendo sulla coppia esposizione-diluizio-
le e pertanto il montaggio su pannelli sen- gine stampata su carta a tono neutro. Par- ne dello sviluppo. Un procedimento lith
za difficoltà derivate dall’arricciamento o lando in questi termini si entra nel sogget- tende a dare una granulosità molto evidente
dalla ondulazione del supporto a seguito tivo; facendo un paragone, un’intonazione all’immagine e il suo contrasto può dipen-
magari di un’asciugatura non ottimale. La fredda, cioè tendente al blu, ricorda in ter- dere dalla concentrazione o diluizione del
prova è stata fatta stampando negativi leg- mini musicali il modo minore che sugge- bagno, a prescindere dal tipo di negativo
germente sottosviluppati di densità medio- risce un che di instabile, incompleto e me- in oggetto.
leggera senza tener conto della graduabi- lanconico; una tinta calda può invece es- Tale effetto potrà essere ridotto se con una
lità del contrasto mediante filtri, conside- sere accostata al modo maggiore, più sola- esposizione corretta della carta si eseguirà
rando la Signature come una carta fine-art re e rassicurante. uno sviluppo abbreviato ma di alta con-
a gradazione fissa. Il materiale stampato centrazione, mentre potrà essere aumenta-
normalmente senza alcuna interposizione Sterling Premium Lith to se si sovraesporrà la carta e la si svilup-
di filtri, corrisponde ad una gradazione in- Si tratta di un materiale che può essere usa- perà più a lungo in un bagno molto dilui-
termedia pari al n.2. In questo caso è stato to in due modi completamente diversi: uno to.
possibile risolvere con onore e soddisfa- tradizionale, come se si trattasse di una qual- In ogni caso la Premium Lith denota una
zione sia un soggetto tendenzialmente mor- siasi carta a gradazione unica, in questo ca- sensibilità molto alta pari a P450 ISO ma
bido, sia un soggetto leggermente più con- so la n.2, oppure, variando a piacere i va- con una densità massima decisamente più
trastato dell’ordinario, senza perdere det- lori di diluizione del bagno di sviluppo, si bassa del consueto, dell’ordine di 1.60 con-
taglio nelle basse o nelle alte luci. La ric- può aumentare o diminuire l’effetto lith. tro 2.20 nella media delle altre carte, ma
chezza dell’emulsione si fa sentire e non Nel primo caso non si può modificare il questo è un aspetto ricercato proprio per
viene nemmeno voglia di metter mano ai grado di contrasto se non ricorrendo alla ottenere gli effetti lith raggiungibili con una
filtri, dato che il “corpo” dell’emulsione tecnica del “flashing”, che consiste in una minore presenza di granuli di clorobromu-
consente ottime letture in ogni zona, sen- pre-esposizione della carta sotto la luce del- ro d’argento, che tenderanno ad aggregar-
za che i grigi scuri scivolino verso il nero l’ingranditore (privo del negativo e con dia- si in masse più evidenti dell’originale a cau-
impenetrabile o i bianchi perdano in detta- framma chiuso) per una frazione molto bre- sa dello sviluppo diluito. Se la loro densità
glio. Se si vuole render manifesti anche i ve in modo da formare una sorta di vela- fosse pari a quella ordinaria questa estre-
particolari più fini delle alte luci, spesso tura che andrà a beneficio della riduzione ma granularità non sarebbe raggiungibile.
BERGGER PRESTIGE
Con questa carta passiamo a parlare di un
materiale di altissima qualità nato dalle ce-
neri della prestigiosa Guilleminot france-
se che produsse fino al 1993 nello stabili-
mento di Amboise. Un chimico responsa-
bile della produzione di tale gloriosa e ap-
prezzata fabbrica pensò di non lasciar ca-
dere nell’oblio una tradizione di così alto
lignaggio e decise di trovarsi un partner
europeo per incominciare una nuova pro-
duzione che continuasse i fasti di un pas-
sato pieno di gloria.
Con la nuova sede a Strasburgo la Berg-
ger oggi produce tre tipi di carta di qualità
elevata, la Prestige NB baritata a tono neu-
tro, disponibile sia in gradazione fissa che
MG dotata di un supporto di ben 300g; la
CM var a tono caldo, MG, baritata e con
finitura semimatt; la Fine-art con suppor- Tono un poco più caldo del neutro classico, definizione elevatissima del dettaglio, possibi-
to in cotone 100%, tono neutro disponibi- lità di recupero delle alte luci nonostante la gradazione dura. Come tutte le carte ricche di
le in gradazione unica. argento, con negativi anche non facili è possibile usare una sola gradazione di carta.
Agfapan 100, 1/125s – f/11, ottica 50mm. Bergger Prestige n.3, Neutol WA 1+9 20°C.

La Prestige consente di ottenere un notevole effetto presenza e una Un contrasto leggermente più elevato del dovuto aumenta il senso
brillantezza molto elevata senza cadere nell’eccesso. del “gotico” suggerito dai doccioni in forma mostruosa.
Agfapan 100, 1/125s – f/11, ottica 90mm. Bergger Prestige n.3, Neu- Agfapan 100, 1/125s – f/8, ottica 90mm. Bergger Prestige n.3, Neu-
tol WA 1+9 20°C. tol WA 1+9 20°C.
Esposizione per le alte luci, negativo leg- La Bergger sta inoltre realizzando in colla-
gero. borazione con Ornano una serie di prodot-
Agfapan 100, 1/250s - f/16, ottica 50mm. ti chimici per il trattamento delle carte B/N,
che consiste in due tipi diversi di sviluppo
Leggera chiusura delle ombre dovuta alla e in una serie di additivi per controllare il
gradazione dura; le luci conservano ric- contrasto e la tonalità calda o fredda della
chezza di dettaglio. stampa. Non essendo ancora disponibili ab-
Bergger Prestige n.3, Neutol WA 1+19 20°C. biamo trattato la Prestige con l’ottimo Neu-
tol WA con apprezzabili risultati.
Questo materiale denota una rapidità piut-
tosto elevata e non impone lunghe attese
nello sviluppo per portare a termine la ri-
velazione. Nonostante la gradazione con-
trasto n.3 è stato possibile risolvere senza
interventi particolari di mascheratura e bru-
ciatura anche negativi non facili e il risul-
tato ottenuto ha messo in evidenza un otti-
mo livello di “presenza” e brillantezza con
un tono neutro-caldo molto gradevole.
Facile da trattare e flessibile sia ad uno svi-
luppo prolungato che a manipolazioni lo-
cali per compensare le alte luci, mostra un’e-
lasticità ragguardevole che è una virtù tipi-
ca delle carte ad alta concentrazione di ar-
gento.
Se usata come una carta qualsiasi, la Ster- Se si opta per la smaltatura lucida bisogna
ling Lith viene data per una gradazione n.2, inserire le copie non eccessivamente sgron-
ma al confronto con la Prestige n.3 parreb- date per ottenere una buona specularità e
be essere un po’ più dura. Ottima resa, ma dosare la velocità di scorrimento a livelli
con intonazione decisamente neutra. medi per evitare qualche imperfezione, da-
Agfapan 100, 1/250s – f/16, ottica 50mm. to che il supporto di 300g ha bisogno di un
Sterling Lith, Neutol 1+9 20°C. certo tempo per cedere l’acqua del lavag-
gio di cui è intriso.
A questi livelli di qualità scegliere tra una
Sterling Signature o una Bergger Prestige
può essere un’impresa ardua; a far pende-
re l’ago della bilancia a favore dell’una o
dell’altra potrebbero essere non tanto le al-
tissime possibilità tecniche offerte da que-
sti due prodotti, che si collocano ai vertici
della qualità offerta dal mercato, quanto il
tipo di immagine.
Forse uno stampatore di vecchia data pre-
ferirà le carte a gradazione fissa, che po-
trebbero offrire una mezza virgola in più
per quanto riguarda l’effetto presenza, men-
tre uno di più recente iniziazione non di-
sdegnerà le carte MG per la loro versatilità,
anche se, proprio per essere pignoli come
lo sono spesso gli amanti della camera oscu-
ra, bisognerà tener conto di una leggera va-
riazione nei tempi al mutare del filtro di
contrasto.
Testo e foto di Andrea Valsasnini

DISTRIBUTORI:
STERLING
Sbrescia Vincenzo e Figli, Strettola S. Anna
alle Paludi 38 A/B, 80142 Napoli.
Tel. 0815538607-081282802, fax
Leggera bruciatura sulla estrema destra dell’immagine. La Prestige reagisce bene alla ma- 0815538607.
novra anche con pochi secondi di intervento nonostante il tempo di posa abbastanza lungo BERGGER
(f/8, 18’’ + 3’’). Ecco s.a.s., viale A. Volta 51, 50131 Firenze.
Agfapan 100, 1/60s – f/16, ottica 50mm. Bergger Prestige n.3, Neutol 1+9 20°C. Tel. 055571282, fax 055583707.
SCUOLA DI FINE ART

LA TECNICA DELLA
MASCHERATURA
Una mascheratura ben
fatta consente di
valorizzare
il proprio negativo.
Esaminiamo come un
esperto professionista
ne sfrutta le possibilità.

Prima stampa, senza nessun tipo di intervento.

Primo passaggio, con intervento sulle zone d’ombra.


Stampa finale.

Il negativo di partenza è stato scattato con una esposizione extra del 52% con grada- mette di valorizzare anche un negativo ano-
una Horizon formato 24x58mm. zione 3 per meglio staccarla dal resto della nimo, quasi banale. Gli interventi effettua-
L’immagine, eseguita in una grigia giorna- scena in ombra. ti sono pochi e relativamente facili da ese-
ta autunnale mostra aree illuminate diretta- A questo punto rimane da correggere la zo- guire; il difficile sta soprattutto nel previ-
mente dal sole e zone di piena ombra. È un na delle case illuminate dal sole e il cielo. sualizzare come dovrà essere la stampa fi-
negativo piuttosto difficile da stampare ma, nale. Per far questo occorre una buona co-
grazie al corretto uso della mascheratura e Terzo passaggio noscenza delle possibilità offerte dalle tec-
variando il contrasto della carta, può esse- Le case e la chiesa illuminate dal sole han- niche di camera oscura e dai prodotti; l’e-
re “salvato”. no ricevuto un’esposizione extra del 185% sperienza in questo senso è preziosa e non
con gradazione 1.5, per compensare i forti bisogna arrendersi ai primi risultati poco riu-
Primo passaggio contrasti tra le parti direttamente illumina- sciti.
È stata eseguita una stampa, senza nessun te dal sole e le zone d’ombra. In termini di strumenti per questo genere di
tipo di intervento manuale, su carta polite- Il cielo è stato scurito in modo graduale dal lavori è quasi indispensabile la carta a con-
nata multigrade alla gradazione di 1.5. basso verso l’alto con un’esposizione ag- trasto variabile che permette interventi an-
Il risultato ottenuto, seppur ancora lontano giuntiva pari al 145% del tempo d’esposi- che su parti dell’immagine, così come un
da un risultato accettabile, permette già di zione base (3.8s) con gradazione di carta 2. ottimo obiettivo da ingrandimento per non
definire alcuni parametri della stampa fina- Molto importante la seconda sfumatura del pregiudicare la qualità della stampa.
le: innanzi tutto la parte inferiore (strada) e cielo in alto sulla destra (esposizione extra Può rivelarsi molto utile anche un timer con
le due case in ombra ai bordi dell’immagi- del 300% e gradazione 3) che dà un senso comando a pedale piuttosto che il classico
ne sono da schiarire per permettere una mi- di maggiore profondità alla scena inqua- pulsante situato sul tavolo a breve distanza
gliore lettura dei particolari. Il cielo, grigio drata. dall’ingranditore che spesso produce vibra-
uniforme e completamente privo di nuvole, zioni mentre lo si aziona; questo consente
va ravvivato con una sfumatura per dare In conclusione di evitare vibrazioni durante la posa e di ave-
profondità alla scena. Abbiamo visto come un’ottima stampa per- re entrambe le mani libere.
L’aiuola centrale, in ombra e con una tona-
lità di grigio molto vicina al resto della sce-
na in ombra, va fatta risaltare. Le stampe che pubblichiamo sono opera di Donato Navone.
Nasce a Milano nel 1961. Dopo aver frequentato il Liceo Artistico, comincia giova-
Secondo passaggio nissimo a dedicarsi alla stampa bianco e nero. Nel 1978 inizia a lavorare in una fo-
È stata aumentata, da 1.5 a 2, la gradazione tolitografia occupandosi subito della camera oscura. Nel gennaio del 1983 viene as-
della carta per dare più vivacità alla zona sunto da un importante laboratorio a Milano dove ha modo di approfondire le tecni-
d’ombra, altrimenti molto piatta, e si è sta- che di trattamento delle carte B/N. Dal 1990 al 1992 offre l’esperienza acquisita ad
bilito il tempo d’esposizione a 3.8s. Ilford dove cresce professionalmente come tecnico di prodotti B/N, visitando i più
Le due case ai lati dell’immagine sono sta- importanti laboratori in Italia e consigliandoli sull’utilizzo dei prodotti Ilford.
te mascherate durante l’esposizione per cir- Nel 1993 crea un proprio laboratorio, dedicandosi a lavori di moda, pubblicità e ar-
ca 1/10 del tempo totale d’esposizione. Que- tistici. Al contempo è consulente di materiali da stampa B/N per le più importanti ca-
sto ha permesso di tirare fuori i dettagli in se produttrici.
ombra. Inoltre l’aiuola centrale ha ricevuto Lo studio è a Milano, via B. Verro 41, tel. e fax. 02/8466851
CAMERA OSCURA

MACO... BRILLA
Maco Expo Display è la nuova carta di Maco caratterizzata
da una particolare lucentezza. L’abbiamo sottoposta a prova,
sia nel procedimento standard, che con diversi viraggi.

La casa tedesca Hans O. Mahn & Co. di cartaceo) consente un trattamento veloce, Il tono però, grazie all’alto contenuto d’ar-
Amburgo, ben nota per la sua vasta gam- come una normale carta politenata; confe- gento, può essere variato utilizzando svi-
ma di carte da stampa e di prodotti chimi- risce però all’immagine un effetto “metal- luppi dalla diversa formulazione. Per ese-
ci di alta qualità, ha recentemente messo a lico”. Maco Expo Display permette di ot- guire il trattamento della Maco Expo Di-
punto una nuova interessante carta, la cui tenere delle immagini con neri profondi e splay sono disponibili diversi prodotti fo-
superficie è caratterizzata da una partico- una buona lettura nelle ombre, e con i bian- tochimici studiati per ottimizzare le carat-
lare brillantezza. Si tratta di un’emulsione chi talmente puri da conferire alla stampa teristiche di questo materiale. Tra gli svi-
Multibrom stesa su un supporto in polie- un carattere quasi metallico. luppi consigliati, citiamo:
stere. L’emulsione agli alogenuri d’argen- LP-BROM 1: per esaltare una tonalità cal-
to, al cloro-bromuro, è dello stesso tipo di Il trattamento da
quella che viene utilizzata per le carte ba- L’emulsione della Maco Expo Display, che LP-BROM 3: per i casi in cui si renda ne-
ritate Multibrom ed assicura una elevata è comune ai cartoncini baritati Multibrom cessario ottenere un tono freddo
qualità. Il supporto in poliestere puro (non F, N e WA, è da considerarsi a tono neutro. LP-BROM 4: a tono neutro, per mantene-
Arco della Pace, Milano.
Foto Francesco Mignona.
Maco Expo Display
Colorvir giallo B+C

Castello Sforzesco, Milano.


Foto Francesco Mignona.
Maco Expo Display
Colorvir Blu A+C

re le caratteristiche di base della Maco Ex-


po Display.
Questi sviluppi, se utilizzati alla tempera-
tura e nei tempi consigliati, sono affidabi-
li e mantengono un risultato costante. Ri-
cordiamo che per un trattamento in svi-
luppatrice automatica, Maco propone una
chimica compatibile con il sistema Ilfo-
speed 2000TL. Per completare il tratta- DISPONIBILITÀ E PREZZI
mento Maco dispone di un bagno di arre- Maco Expo Display
sto inodore e neutro e un fissaggio neutro,
LP-Fix Neutral. Il tempo di lavaggio fina- Formati N. Fogli Prezzo
le in acqua corrente è di 2 minuti. 18x24 10 33.000
Nessun problema per chi utilizza una svi- 20x25 10 41.000
luppatrice automatica con essiccatore a in- 24x30 10 56.500
frarossi. Stiamo però parlando di un trat- 30x40 5 48.500
tamento manuale e pertanto è importante 40x50 5 82.000
non sottovalutare questo passaggio, poi- 50x60 5 134.500
ché questa “carta” deve mantenere al mas- Maco Multidura XF
simo la sua brillantezza. Dopo il lavaggio Versione per il fotolaboratorio. Con Multidura XF, Maco apre anche alla “grande produzio-
finale si proceda semplicemente ad un ba- ne” di stampe. L’emulsione è stata infatti ottimizzata per il trattamento automatico e le con-
gno di essiccamento rapido per pellicole, fezioni proposte sono a misura di laboratorio.
tipo Tetenal Drysonal (soluzione pronto- Disponibile in pacchi da 100 fogli fino al 20x25cm e in pacchi da 25 fogli nei formati supe-
uso), per 2 minuti. Grazie a tale bagno, riori. Disponibile anche in bobina.
l’essiccazione all’aria non crea alcun pro-
blema di aloni e macchioline opache. I prodotti Maco Photo Products sono distribuiti in esclusiva per l’Italia da: P.F.G. Punto Fo-
to Group srl, via Aristotele 67, 20128 Milano. Tel. 02/27000487, fax 02/26000485.
Maco Expo Display
Sviluppo LP Brom 4

I navigli, Milano. Foto Francesco Mignona.


Maco Expo Display. Viraggio LP Sepia.

Ed ora il viraggio
Dopo aver dato ampio spazio alle caratte- Maco Expo Display
ristiche tecniche e di trattamento di questo Viraggio LP Azur 1+4
interessante materiale, parliamo ora degli
effetti di colore che si possono ottenere con SCHEDA TECNICA:
diversi viraggi.
MACO EXPO DISPALY E MACO MULTIDURA XF
Utilizzando i viraggi Maco LP-Azur e LP- Supporto: Poliestere puro (PP), extra-bianco
Sepia, si ottiene da un lato un risultato pre- Superficie: Super-glossy (extra-lucido), effetto metallico
vedibile, ma nello stesso tempo sorpren- Tipo: A contrasto variabile, gradazione da 1 a 5
dente. Il viraggio LP-Azur è un prodotto bi- Spessore: 175µ
componente, mono-bagno, che si deposita Emulsione: Cloro-bromuro d’argento a gradazione variabile
solo sull’argento dell’immagine; pertanto Tonalità: Neutra, modificabile con diversi sviluppi
le luci rimangono chiare e i grigi, a secon- Densità max: D-Max 2.25
da della loro densità, vengono virati.
Il viraggio LP-Sepia, invece, è un tratta- Caratteristiche del supporto e di stampa:
1. Strato: Supercoating
mento a 2 passaggi (sbianca e solforazio- 2. Strato: Strato di protezione (UV, e altri)
ne). Si tratta di un prodotto inodore e atos- 3. Strato: Strato di emulsione fotosensibile: A
sico. Grazie ad un tempo di sbianca diffe- 4. Strato: Strato di emulsione fotosensibile: B
rente, si possono ottenere tonalità diverse, 5. Strato: Strato di separazione al solfato di bario
dal seppia fino all’ocra. A differenza del LP- 6. Strato: Poliestere puro
Azur questi bagni per viraggio seppia han-
no una lunga durata anche diluiti (diluizio- Gradazione/Filtro Sensibilità/ISO-Speed Spettro/ISO-Range
ne 1+9). Senza filtro P 400 R 100
Siamo andati oltre, ed abbiamo trattato la Gradazione 0, filtro 0 P 200 R 140
Maco Expo Display con i viraggi Colorvir. Gradazione 1, filtro 1 P 200 R 120
I risultati sono a dir poco piacevoli. Il vi- Gradazione 2, filtro 2 P 200 R 100
raggio giallo (B+C) e blu (A+C), e la loro Gradazione 3, filtro 3 P 150 R 80
combinazione (verde), consentono di esal- Gradazione 4, filtro 4 P 100 R 65
tare una particolare situazione di illumina- Gradazione 5, filtro 5 P 100 R 50
zione attraverso l’uso creativo del colore.
Valori filtratura
Sistema Gradazione
di filtratura
0 1 2 3 4 5
Le stampe sono state eseguite dallo stam- Durst DD 60Y 25Y 10M 30M 60M 130M
patore professionista Donato Navone. Kodak CP 80Y 30Y 10M 50M 110M 200M
STAMPA FINE A R T

MASCHERATURA
D’AUTORE
Primo intervento stampa
con gradazione 1.

Secondo intervento. Stampa base eseguita


senza nessun tipo di in-
tervento alla gradazio-
ne 1/2.
In questa puntata vediamo come usare la stampa senza nessun tipo d’intervento ma- Secondo intervento
mascheratura in fase di stampa non solo nuale su carta multigrade alla gradazione Alle variazioni precedenti aggiungiamo de-
per compensare un negativo molto contra- 1/2 con un tempo di posa di 7s. gli interventi sulla facciata della chiesa (+3s
stato, ma anche per interpretare una stam- La stampa, grazie alla corretta esposizione alla gradazione 0) e sul cancello e i muri
pa e accentuarne alcune sue caratteristiche. del negativo e al contrasto moderatamen- adiacenti (+2.5s alla gradazione 1/2).
Una buona fotografia in bianco e nero è il te basso della carta di stampa, è risultata In questo modo l’immagine è diventata più
risultato di una corretta miscelazione di al- ben leggibile in tutte le sue parti, ma piut- equilibrata, mostrando particolari leggibi-
cuni “ingredienti”: la scelta della pellico- tosto “piatta”. li in ogni sua parte.
la, della luce, dell’obiettivo, dell’inqua- Per aumentare la sensazione di profondità
dratura e di una stampa eseguita in funzio- Primo intervento dell’immagine si è deciso di scurire l’am-
ne delle scelte fatte al momento della ri- Nel primo passaggio è stato schiarito di un pia zona d’ombra in primo piano, creando
presa. La foto che utilizziamo questo me- quaranta per cento sia il muro di mattoni uno stacco tra la strada e gli edifici.
se è stata scattata in una giornata soleggia- della chiesa, per meglio far risaltare la tra- La zona d’ombra è stata scurita con un’e-
ta primaverile con cielo leggermente vela- ma dei mattoni, sia la facciata in ombra del- sposizione supplementare di 2s e contra-
to. L’immagine mostra sia ampie zone la costruzione alla destra della chiesa che stata utilizzando una gradazione della car-
d’ombra, che zone illuminate direttamen- risultava particolarmente buia in confron- ta pari a 2.
te dal sole. La pellicola utilizzata è la Ko- to con la facciata della chiesa colpita di-
dak Technical Pan 2415 esposta a 25 ISO rettamente dal sole. È stata aumentata di
e sviluppata in Technidol secondo le indi- mezzo valore la gradazione della carta (gra-
cazioni fornite dai Data Sheet. dazione 1). Con questo primo passaggio si Stampe ed elaborazioni di Donato Na-
è ulteriormente migliorata la leggibilità del- vone, via Verro 41, Milano.
Stampa base la scena, ma l’aspetto generale risulta an-
Tel. e fax 028466851.
Come di consueto abbiamo eseguito una cora piuttosto “piatto”.
STAMPA FINE ART

MASCHERATURA
PIÙ INDEBOLITORE
Siamo partiti da un negativo 6x6 realizzato con una
Kiev 88 e obiettivo 80mm su cavalletto con pelli-
cola Ilford Pan F da 50 ISO.
L’esposizione è stata effettuata senza l’ausilio di
un esposimetro, ma eseguendo una serie di tre scat-
ti variando l’esposizione in modo da avere almeno
un fotogramma stampabile. L’immagine di parten-
za mostra una differenza di illuminazione notevo-
le tra il primo piano in ombra, lo sfondo e il cielo.
Dei tre scatti abbiamo scelto il primo, quello che
permetteva una più facile lettura della zona in om-
bra, anche se il cielo risultava particolarmente chiu-
so.

Prima stampa
Come sempre, il negativo è stato stampato senza
nessun tipo di intervento di mascheratura; abbia-
mo usato carta Politenata Multigrade con contra-
sto 3 e un tempo di 6 secondi. L’esposizione è sta-
ta calcolata per il soggetto in ombra, che assieme
al contrasto elevato della carta (3), ha bruciato com-
pletamente le montagne sullo sfondo e il cielo nu-
voloso.
Stampa finale. Seconda stampa
Per la seconda stampa abbiamo aggiunto un’espo-
sizione supplementare di 35s con gradazione 2 nel-
la parte alta dell’immagine, per far risaltare le mon-
tagne sullo sfondo. La mascheratura ha prodotto
anche un piacevole effetto foschia nella valle e ha
permesso di staccare meglio i piani dell’immagi-
ne. Ora l’immagine risulta più completa ma il cie-
lo riveste ancora poca importanza nella fotografia.

Terza stampa
Per la stampa finale è stata data al cielo un’esposi-
zione aggiuntiva di 60s alla gradazione 2, dopodi-
ché, per meglio far risaltare il cielo e dargli un’in-
tonazione più drammatica, è stata scurita la parte
superiore con un’esposizione di 12s alla gradazio-
ne 3.
Il sentiero in primo piano risultava poco marcato;
siamo quindi intervenuti stendendo in modo loca-
le con un pennellino l’indebolitore di Farmer.
L’utilizzo dell’accoppiata pennello/indebolitore per-
mette di controllare meglio i dettagli più piccoli da
schiarire rispetto ad una normale mascheratura. In
quest’immagine, per esempio, molti ritocchi sono
La prima stampa in bianco e nero su carta Politenata Multigrade stati eseguiti solamente sui piccoli sassi che com-
senza interventi di mascheratura calcolando l’esposizione per le zo- pongono il sentiero lasciando la tonalità del terre-
ne d’ombra. no invariata.
Per la seconda stampa è stata aumentata l’esposizione sulla
montagna di sfondo con una posa di 35s alla gradazione 2.

La stampa a contatto del negativo.

INDEBOLITORE DI FARMER
L’indebolitore di Farmer è un riduttore che
rimuove uguali quantità d’argento da den-
sità alte, intermedie e basse. È consigliato
per ogni tipo di riduzione di negativi o di
stampe bianco e nero.
Il grado di riduzione può essere controllato
visivamente durante l’applicazione dell’in-
debolitore. Tutte le operazioni possono av-
venire in luce ambiente.
È normalmente costituito da due parti che,
se miscelate, diventano attive per circa 15-
20 minuti. Può essere diluito per rallentare
la velocità d’azione e controllarne meglio il
risultato.
Dopo l’applicazione il negativo o la stam-
pa deve essere lavata, fissata e lavata una
seconda volta.

Stampe ed elaborazioni La stampa finale. Siamo intervenuti due volte sul cielo, una pri-
di Donato Navone, ma volta per meglio evidenziarlo e una seconda per accentuar-
via Verro 41, Milano. ne la drammaticità. Il sentiero in primo piano è stato schiarito
Tel. e fax 028466851. con l’indebolitore di Farmer in alcuni punti per farlo risaltare
meglio.
LABORATORIO

NOVA FB-PROCESSOR
IL SALVASPAZIO
Una pratica soluzione per sviluppare il BN in poco spazio. Ovvero:
come tenere quattro bacinelle in piedi senza far cadere la chimica.

Qual'è il maggior problema della camera blemi ci ha pensato la ditta inglese Nova, altri due scomparti che vanno riempiti d'ac-
oscura? Che ci vuole spazio, molto spazio. che già in passato aveva realizzato delle qua per il bagnomaria.
Oltre all'ingranditore e alla zona cosiddet- vasche di sviluppo verticali per il tratta- La vasca FB infatti incorpora due resistenze
ta asciutta che non porta mai via meno di mento della carta colore. La nuova vasca separate, ciascuna da 150W, regolabili da
un metro quadrato, c'è la zona bagnata, quel- per il trattamento della carta baritata bian- un termostato esterno per mantenere in tem-
la delle bacinelle; se trattiamo stampe del co e nero è progettata in particolare per il peratura tutti e quattro i bagni, il che con-
formato 30x40cm dovremo accostare quat- settore professionale fine-art, ma può es- sente di lavorare con tutta la chimica alla
tro bacinelle per una superficie complessi- sere usata con vantaggio anche dai fotoa- corretta temperatura. Non è solo il colore
va di circa due metri per 60cm, insomma matori. che ha bisogno di temperature precise; an-
un intero tavolo. Senza contare che al ter- La vasca Nova FB-Processor misura 50cm che nella stampa in bianco e nero avere
mine di ogni sessione di stampa i prodotti di larghezza, è profonda 36cm e ha un'al- temperature precise permette un maggior
chimici vanno rimessi nei contenitori per tezza di 32cm. Questo significa che nello controllo dei risultati.
evitare che si ossidino e le bacinelle van- spazio di una singola bacinella 30x40 so- Quando si lavora con le tradizionali baci-
no lavate e messe ad asciugare. no state accorpate ben quattro bacinelle, nelle il controllo della temperatura si ef-
A risolvere in modo brillante questi pro- sotto forma di scomparti verticali, oltre ad fettua in genere con piastre termostatate
L'introduzione del foglio di carta nel telaio, e questo nella vasca di sviluppo.

È possibile controllare il progressivo annerimento dell’immagine.

Particolare del telaio: i fori consentono il pas-


saggio della chimica.

La pinza opzionale per il trattamento delle


stampe RC.

poste sotto le bacinelle; è difficile però man- La fase operativa mulsione. Per l’agitazione è sufficiente
tenere in temperatura tutti i bagni, a meno La stampa viene prima inserita in un ap- muovere il telaio in su e in giù, con il pie-
di non comprare diverse piastre. Un’alter- posito telaio, fornito a corredo. Il telaio è no controllo del contrasto; inoltre se ci si
nativa è disporre le bacinelle a bagnoma- disponibile in due versioni, per stampe appunta il numero di volte in cui il telaio è
ria in un’unica grande bacinella con acqua 30x40cm e 24x30cm. Se dobbiamo tratta- stato mosso, la stampa sarà perfettamente
termostata; anche questo sistema però non re stampe di formato inferiore è possibile ripetibile.
è molto pratico. fissarle al telaio con del nastro adesivo da Dallo sviluppo si passa poi all'arresto, non
Con Nova FB i termostati sono incorpora- disegnatori, lasciando che i fermi inferiori prima di aver fatto scolare la chimica di
ti nella vasca, con un migliore controllo e laterali trattengano in posizione la stam- sviluppo tenendo il telaio sollevato e in-
delle temperature e un risparmio sui costi, pa. Per le stampe RC si potrà utilizzare l'ap- clinato di 45°. Dopo l'arresto c'è la vasca
perché evita l'acquisto di resistenze sepa- posita pinza della Nova, in grado di tratte- col primo fissaggio e infine quella del se-
rate. nere il foglio con due punzoni d'acciaio che condo fissaggio. È anche possibile modi-
A differenza della stampa a colori, nel BN lasciano due piccole incisioni sulla stam- ficare la sequenza, ad esempio: sviluppo -
è possibile ed utile controllare lo stato di pa a un millimetro dal bordo, rifilabile quin- arresto - primo fissaggio - secondo fissag-
annerimento della stampa durante lo svi- di perfettamente senza praticamente per- gio; oppure sviluppo – arresto - fissaggio
luppo. dere superficie utile. unico - bagno d'acqua; oppure ancora svi-
La vasca Nova FB ha il primo scomparto, A questo punto si inserisce il telaio nello luppo - vasca vuota (per evitare contami-
quello dello sviluppo, in plexiglas traspa- scomparto di sviluppo e in meno di un se- nazione del bagno di sviluppo quando si
rente per permettere il controllo della stam- condo l'intera superficie della stampa vie- lavora molto velocemente) - arresto - fis-
pa, ed è inclinato di 45° per facilitarne la ne a contatto con il rivelatore, permetten- saggio.
visione. do così uno sviluppo omogeneo su tutta l'e- Nonostante la stampa sia perfettamente an-
L'eliminazione della chimica esaurita dalle I quattro rubinetti per l'eliminazione separa-
vasche. ta della chimica delle quattro vasche. Il telaio per le stampe 24x30.

Nel bicchiere di sinistra c'è del rivelatore fre- Particolare della vasca di sviluppo dopo una
sco, in quello di destra il rivelatore rimasto settimana di permanenza del rivelatore. Nel-
nella vasca Nova per una settimana. Non c'è la parte superiore ci sono delle evidenti trac-
praticamente traccia di ossidazione. ce di gocce ossidate, mentre nella parte infe-
Il telaio per le stampe 30x40. riore, dove il galleggiante ha protetto dall'a-
ria il rivelatore, questo è perfettamente tra-
corata al telaio, la chimica è in grado di la- minata attraverso gli appositi rubinetti. sparente.
vorare anche sul dorso del foglio, quello a Nova ha in catalogo un kit di pulizia va-
contatto col telaio. Agitando infatti il telaio sche per spazzolare la parte interna degli
si potrà vedere la stampa muoversi in su e scomparti in modo da rimuovere ogni re-
in giù, prova evidente che il dorso è libero siduo di chimica. In nessun caso il lavag-
di scorrere e quindi di essere raggiunto dal- gio andrà fatto immergendo la vasca nel-
la chimica. La quantità di chimica neces- l'acqua, dato che è fornita di resistenze elet-
saria ad ogni scomparto è intorno ai 2.200cc triche.
(Nova nelle istruzioni parla di 2.500cc). Per finire ricordiamo che Nova ha in cata-
Per decidere il livello che deve raggiunge- logo anche delle vasche di lavaggio; sono
re la chimica all’interno dello scomparto vasche verticali, come la FB- Processor, da
bisognerà anzitutto inserire nello scomparto 5 a 13 scomparti e dal 30x40 fino al 50x60
un telaio armato di una stampa, per simu- cm di formato. Oltre ad assicurare un per-
lare la situazione di lavoro. A questo pun- fetto lavaggio delle stampe, sia politenate
to si verserà la chimica fino a coprire com- che soprattutto baritate, hanno una super-
pletamente il bordo superiore della stam- ficie di appoggio che va da un minimo di
pa e si deciderà se e quanta aggiungerne, 11x46 cm fino a un massimo di 25x68 cm,
badando a non superare una certa altezza a seconda del formato della carta e del nu- Per pulire le zone di ossidazione è sufficien-
per evitare che la chimica tracimi da uno mero degli scomparti. I prezzi partono dal- te un filo d'acqua: la chimica ossidata si scio-
scomparto all'altro. Noi abbiamo comun- le 950.000 lire fino ai 2.930.000 (al netto glie istantaneamente.
que verificato che 2.200cc sono in grado dell'IVA 20%).
di coprire perfettamente la stampa, supe- Insomma, solo mezzo metro quadrato per
rando il bordo di qualche millimetro. tutta la zona "bagnata" della camera oscu-
ra! QUANTO COSTA
La manutenzione Gerardo Bonomo Nova FB 30x40 cm: L. 1.650.000
Abbiamo verificato che dopo una settima- Nova FB 40x50 cm: (in preparazione)
na di permanenza della chimica nelle va- Telaio 20x25 cm: L. 32.000
sche, con ciascun scomparto protetto dal Telaio 24x30 cm: L. 52.000
suo galleggiante, non è stata riscontrata al- Nova è distribuita in Italia da P.F.G. Pun-
Telaio 30x40 cm: L. 52.000
cuna ossidazione. In ogni caso, periodica- to Foto Group, Via Aristotele 67, 20128
Pinza Nova Clip
mente, è necessario sostituire la chimica e Milano.
per carte politenate: L. 25.500
procedere a una pulizia delle vasche. Svuo- Tel. 02.27.000.793, fax 02.26.000.485.
tate dalla chimica esausta, le vasche an- e-mail: felixbi@tin.it (Tutti i prezzi sono al netto dell'IVA 20%)
dranno riempite con acqua che verrà eli-
CAMERA OSCURA

PENNARELLI SPECIALI
PER RITOCCO Tetenal ha presentato due interessanti kit di pennarelli
per le fotografie in bianco e nero e a colori.

Esiste qualcosa di più spiacevole che ac- netri nell'emulsione. nagione, gli occhi, il cielo e i capelli. Un
corgersi che un “pelo” imprevisto, na- Doti indispensabili per un buon ritocca- ritocco di questo tipo trova quindi nel ri-
scosto nel negativo, ha "firmato" in mo- tore sono calma e pazienza, così come im- tratto un campo di applicazione ideale,
do inequivocabile il soggetto, dopo aver portante è una buona illuminazione; sug- ma può essere usato con risultati interes-
stampato un bel 30x40 in modo perfetto? geriamo poi di avere ben chiaro in men- santi anche nella fotografia di paesaggio.
Due le soluzioni: ristampare o ritoccare. te il risultato che si vuole ottenere prima Il kit comprende anche una soluzione da
Tuttavia se come spesso accade, non si ha di iniziare il lavoro e di cominciare sem- diluire 1:960 per inumidire la stampa pri-
più tempo per ristampare, l'unica è quel- pre dal grigio più chiaro, per poi passare ma del trattamento, una spugna per sten-
la di ritoccare con cura la foto. alle tonalità più scure. dere il prodotto diluito, una seconda spu-
La tedesca Tetenal ha da poco immesso Sempre Tetenal ha presentato un altro kit, gna a grana fine per rimuovere il colore
sul mercato italiano lo Spotpen B/W Spot- questa volta a colori: è lo SpotPen Hand- in eccesso e un pennarello per cancellare
ting Set (codice articolo n.101920). Si trat- colouring Pens: otto pennarelli per colo- il colore steso erroneamente.
ta di un kit composto da dieci pennarelli, rare in modo delicato una foto in bianco Un avvertimento: non pretendete di riu-
per altrettante tonalità di grigio, che pos- e nero, non diversamente da quello che scire ad ottenere immediatamente i mi-
sono essere utilizzati sia su carta a finitu- facevano i fotografi di una volta quando gliori risultati, nonostante il pennarello
ra brillante che matt. non esisteva la stampa a colori. Il risulta- cancella-errori.
La punta è molto fine e corrisponde a un to finale è ovviamente diverso da quello Occorre una certa pratica, che si ottiene
pennello di martora 000. In caso di erro- di una stampa a colori: i toni sono più ac- con l’esercizio.
re è possibile asportare il ritocco interve- quarellati e morbidi.
nendo subito, prima che il colorante pe- I colori sono indicati per colorare la car- Gerardo Bonomo
Al lavoro per eliminare il “malefico pelo”. La gamma di grigi del kit Spotpen B/W Spotting Set: la
gamma tonale è sufficiente per coprire ogni imperfezione
su ogni campo di grigio.

Distribuzione Durst: www.durst-online.com. E-mail: info@durst.it Durst.


Tel. 0472.81.01.21; Fax: 0472.81.01.89.
LABORATORIO

PRESTIGE,
BERGGERFINE ART
Bergger propone
un tipo di carta a
gradazione unica
denominata
Prestige fine-art
destinata alla stam-
pa fine art.
Due sviluppi
dell’Ornano,
insieme a particola-
ri additivi, consen-
tono di espanderne Medioton standard (punto 1) e additi-
le possibilità vo WT. La tonalità naturale leggermente
fredda della Prestige fine-art diventa
creative. pressoché neutra.

La stampa fine-art richiede speciali atten- Una foto in bianco e nero che pretenda la Nel campo della fotografia fine-art le stam-
zioni. Non si tratta solamente di una pro- qualifica di fine-art, sia essa destinata ad pe da negativi originali di un certo autore,
cedura di camera oscura, ma di un atteg- esposizioni o alla vendita, non potrà esse- ma stampate da altri, anche se discepoli del-
giamento mentale, oltre che di tecniche di re frutto di una stampatrice automatica che la sua scuola, devono riportare assieme al
stampa e di materiali del tutto particolari. lavori con procedure di esposizione e trat- nome del fotografo anche quello dell’ese-
Se siamo d’accordo con Ansel Adams, non tamento standardizzate. La foto vive di ar- cutore della stampa. Il loro valore di mer-
potremo non concordare con lui quando af- gento e di chimica, di scelte spesso uniche cato sarà ovviamente differente da quello
ferma la necessità di visualizzare nella pro- e irripetibili messe in opera dal fotografo e delle copie originali.
pria mente la foto prima dello scatto, in mo- da lui solo, con il minimo indispensabile Comunque, al di là delle consuetudini di
do da stabilire con precisione sia la tecni- di attrezzatura. La foto che ne esce è stret- mercato e degli standard richiesti dalle mo-
ca di ripresa che quella di sviluppo del ne- tamente legata all’autore che l’ha prodot- stre, la fine-art richiede non solo realizza-
gativo e di stampa su carta. ta e il suo valore deriva proprio da questo zioni tecnicamente perfette dal punto di vi-
Il prodotto fine-art deriva da un insieme di suo essere evento unico e quasi irripetibi- sta qualitativo, ma anche alcune procedu-
procedure prima mentali e poi operative le; infatti la ristampa dello stesso negativo re di trattamento e post-produzione che ga-
che esprimono una intenzionalità estetica, da mani diverse da quelle dell’autore de- rantiscano una inalterabilità nel tempo, una
un controllo, tanto preciso quanto perso- ve, o dovrebbe essere, chiaramente indica- resistenza alle aggressioni degli agenti at-
nale, di tutte le infinite variabili che pos- ta, proprio per il fatto che le operazioni di mosferici e dei raggi UV molto più effica-
sono essere introdotte, sia in sede di svi- CO non sono un qualcosa di semplicemente ce rispetto a quanto si può ragionevolmente
luppo del negativo che nella stampa su car- meccanico, eseguibile da chicchessia, ma pretendere dalle stampe comuni.
ta. sono parte integrante dell’opera finita. La scelta dei materiali da stampa è quindi
una questione di fondamentale importanza
e in genere i produttori dedicano una cura
notevole a queste carte. Una carta fine-art
di solito vanta un contenuto di argento qua-
si doppio rispetto alle carte “normali” e tal-
volta è proposta in una gradazione unica,
con possibilità di modificare il contrasto per
via chimica in genere nell’ordine di1/2 - 1
valore sopra e sotto il grado medio di ori-
gine; inoltre il fabbricante provvede a sten-
dere l’emulsione su un supporto di spesso-
re superiore all’ordinario prodotto con im-
pasti cartacei meno sensibili alle variazio-
ni dimensionali dovute al calore e all’umi-
dità.
La superficie può essere lucida o opaca, con
una serie di sfumature e di tipi di trama che,
insieme alla intonazione calda, neutra o fred-
da del materiale, concorrono alla forma-
zione di una certa estetica.

La carta Prestige fine-art


Sotto questo aspetto la Bergger propone un
tipo di carta denominata Prestige fine-art
del tutto speciale, destinata al ristretto grup-
po di professionisti che si dedicano a que-
sto genere di fotografia. Si tratta di un pro-
dotto realizzato con un supporto in pura fi-
bra di cotone del peso di 320 grammi al me-
tro quadro, con un’emulsione sensibile a
doppio strato al cloro-bromuro d’argento,
dalla naturale intonazione neutro-fredda; la
gradazione è unica e corrisponde all’incir-
ca al grado 2. Da questo è facile capire co-
me questo materiale sia dotato di una ric-
chezza tonale molto ampia e non richieda
procedure di variazione del contrasto di ti-
po chimico quando il negativo non è stato
esposto in modo “normale”. In altre parole
la Prestige fine-art può sopportare con de-
coro esposizioni sia con negativi più mor-
bidi che più contrastati di quanto lo sia il
negativo ideale. Ecco’96 doppio bagno (punto A): scala tonale molto ampia e tonalità neutra. Dettaglio
La sua superficie, ufficialmente semi-matt, elevato.
appare di fatto caratterizzata da un aspetto
che sta fra l’opaco e il perlato, mentre il suo redata da istruzioni di trattamento in in- mulazione al tiosolfato di sodio e protrat-
supporto, robusto ed elastico allo stesso tem- glese e francese, ma l’importatore forni- to per circa 5 minuti; il fissaggio può an-
po, assomiglia ad un foglio da disegno di sce ulteriori istruzioni che riguardano il si- che essere scomposto in due passaggi di
spessore rilevante. stema di trattamento con due prodotti spe- 2,5 minuti ciascuno, il primo in un bagno
Il produttore consiglia una lampada di si- cifici di Ornano, Ecco’96 e Medioton. parzialmente usato con lo scopo di neu-
curezza rossa, ma non pone limiti rispetto Per lo sviluppo si possono adoperare tutti tralizzare totalmente l’alcalinità dello svi-
al tipo e alla qualità della luce proveniente i prodotti in commercio con buoni risulta- luppo e il secondo in un bagno fresco che
dall’ingranditore, sia essa alogena, ad in- ti, ma la casa raccomanda di agitare la ba- completi l’asportazione dell’argento non
candescenza, fredda, condensata o diffusa; cinella costantemente per i 2-3 minuti ne- esposto. In ogni caso è bene non eccede-
Bergger non specifica la sua sensibilità se- cessari a completare il processo. L’arresto re nel tempo oltre i 10 minuti per evitare
condo le norme ISO, ma le nostre prove di dovrà essere breve, circa 15 secondi in un che la carta si impregni di soluzione e im-
esposizione farebbero pensare ad un indice bagno di acido acetico diluito a 1+40, al ponga un tempo di lavaggio eccessivo, che
molto prossimo ai 200 ISO. fine di neutralizzare l’alcalinità del bagno potrebbe far sì che il supporto incorpori i
La Prestige fine-art viene proposta in con- di sviluppo e di ridurre l’inquinamento del sali di calcio e di ferro contenuti in un’ac-
fezioni da 10 fogli formato 40x50cm cor- fissaggio, che viene consigliato nella for- qua dura, spesso responsabili di alcuni alo-
Ecco’96 doppio bagno (punto A): la super-
ficie semi-matt perlata non attenua l’im-
pressione di trasparenza.

ni e macchie non eliminabili dopo l’essi- lo di stendere la copia su una superficie li- warm tone) oppure fredda (CT=cold tone).
cazione. Se invece si usa un fissaggio ra- scia dopo averla protetta con della carta as- Osserviamo che questo kit di trattamento
pido al tiosolfato di ammonio sarà bene evi- sorbente e averla caricata con un peso mo- può essere impiegato, oltre che con la Pre-
tare di procedere oltre i 30-45 secondi e far derato senza impiegare fonti di calore. L’ac- stige fine-art, con tutti i tipi di carte, anche
precedere il lavaggio ordinario da un ri- qua evaporerà lentamente senza provoca- se il comportamento potrebbe presentare
sciacquo in acqua corrente per almeno 5 re increspature o corrugamenti del suppor- qualche differenza a seconda della com-
minuti. Oppure si potrà impiegare un eli- to, in genere causati da una procedura di posizione chimica dell’emulsione. In par-
minatore di fissaggio per almeno 10 minuti essiccazione troppo affrettata condotta a ticolare una carta al bromuro d’argento sarà
con agitazione continua prima di procede- temperature troppo.elevate. più difficile da “scaldare” di una al cloru-
re al lavaggio vero e proprio. Questi pro- ro o al cloro-bromuro d’argento, tendenti
dotti “wash-aid” sono consigliabili dal mo- Gli sviluppi di Ornano per loro natura a fornire una intonazione
mento che il supporto non è politenato e Come abbiamo visto la Prestige fine-art è già leggermente calda.
tende ad impregnarsi facilmente, soprat- una carta a gradazione unica, e potrebbe Per quanto riguarda l’intonazione fredda,
tutto in seguito ad uno sviluppo prolunga- accadere di aver bisogno di stampare con bisogna tenere presente che di solito essa
to, con la conseguenza che non è sempre un contrasto più elevato o inferiore; altret- si manifesta in misura maggiore nei grigi
facile condurre a fondo un lavaggio in tem- tanto potrebbe essere preferibile un’into- scuri al disopra del nero e al di sotto del
pi accettabili (entro un’ora) a meno di non nazione della carta più calda o più fredda. grigio medio, mentre rimane poco avver-
curare singolarmente ogni stampa in mo- Per queste necessità si può utilizzare un set tibile nelle alte luci. Non bisogna però pen-
do che non aderisca alle altre nella baci- di prodotti ausiliari studiati e messi a pun- sare di trovare una stampa con tonalità blu
nella, limitando così l’efficacia del lavag- to dall’importatore in collaborazione con anche nelle luci medio-alte, perché se si
gio. Ornano. In questo “corredo” sono dispo- volesse questo effetto sarà meglio ricorre-
Dato che il supporto della Prestige fine-art nibili due proposte per quanto riguarda lo re ad una intonazione specifica o ad una
è in fibra di cotone, questa fase finale del sviluppo “base” e alcuni integratori di svi- tintura.
trattamento non deve assolutamente esse- luppo e di modifica della tonalità. Vediamo dunque le strade principali per
re presa sottogamba in quanto le copie ten- Da un lato abbiamo uno sviluppo a tono utilizzare questi prodotti e sfruttarne al me-
dono a galleggiare e a sovrapporsi, con una neutro a base di fenidone-idrochinone de- glio le possibilità.
conseguente mancanza di ricircolo di ac- nominato Medioton, offerto in confezione
qua sulle superfici. Il lavaggio ottimale po- liquida e fra breve nella sola versione in Monobagno
trebbe essere condotto in vasche verticali polvere, molto più facile da conservare e 1- Medioton puro con diluizione a 1+7: trat-
in cui ogni copia viene riposta in un vano da trasportare, dall’altro uno sviluppo chia- tamento in bacinella per 2,5 minuti, con
nel quale l’acqua circola con costanza se- mato Ecco’96 a base di metolo-solfito, uti- buoni risultati generali e tono neutro.
condo un percorso di entrata e uscita ben lizzato nel trattamento delle pellicole B/N, 2- Medioton con additivo C+: diluizione
preciso. ma perfettamente adattabile allo sviluppo da 1+9 a 1+12 con l’aggiunta di 10-40ml
Per l’asciugatura si possono impiegare le della carta con il concorso di un integrato- di additivo C+: in questo modo si ottiene
smaltatrici rotative regolate a bassa tem- re. Si possono seguire diverse procedure un incremento del contrasto dell’immagi-
peratura e a velocità ridotta, oppure forni di sviluppo, scegliendo la strada classica ne. L’esposizione può anche essere ridotta
ad aria calda, dopo avere eliminato con un del bagno unico, oppure optando per il trat- in questo caso del 10% circa.
rullo di gomma o una spugna morbida l’ec- tamento di sviluppo in due bagni. Entram- 3- Medioton con additivo C--: (in prepara-
cesso di acqua dalla superficie. Un sistema bi i prodotti possono essere integrati con zione) diminuzione del contrasto.
usato da alcuni stampatori fine-art è quel- additivi per dare un’intonazione calda (WT= 4- Ecco ’96 standard: si prepara la solu-
zione stock; si diluisce a 1+4 e si aggiun-
gono 30-40 ml/litro di C+: in questo mo-
do si ottiene uno sviluppo “normale” con
un tempo di trattamento di circa 2,5 minu-
ti. In questa veste si ottiene una estesa gam-
ma tonale ed un notevole effetto compen-
satore. Il contrasto può essere regolato an-
che variando la diluizione del bagno di ba-
se.
5- Ecco’96 standard: si diluisce la solu-
zione stock a 1+6 e si aggiungono 50 ml/li-
tro di additivo HQ: risultati simili a quelli
ottenuti con il Medioton standard.

Due bagni
A- Ecco’96 standard: 1° bagno costituito
da Ecco’96 stock diluito a 1+4, trattamen-
to per 1,5 minuti (l’immagine non appare
ancora); 2° bagno costituito da HQ diluito
a 1+4 per circa 1 minuto (l’immagine ap- Ecco’96 doppio bagno (punto A): la superficie semi-matt perlata non attenua l’impressione
pare e si completano le densità): risultati di trasparenza.
analoghi ai corrispondenti monobagni, ma
Nelle basse luci il dettaglio è sempre per- Al di là delle preferenze personali, la Pre-
con una estensione della scala dei grigi un
cepibile con naturalezza, così come in quel- stige fine-art e il suo sistema di sviluppo
poco più ampia.
le medio-alte non si notano fenomeni di così articolato rendono ancora più eviden-
B- Ecco’96 standard: 1° bagno costituito
“clippaggi” dei grigi chiari o scarsità di det- te come il bianco e nero offra, quale sua ca-
da Ecco’96 stock diluito a 1+2, trattamen-
taglio nei bianchi; ogni gradino della sca- ratteristica peculiare, un gran numero di
to per 2 minuti; poi 2° bagno costituito da
la tonale è al suo posto senza sforzo e non possibilità di personalizzare il procedi-
C+ diluito a 1+3 per circa 1 minuto. Ana-
c’è bisogno di riscaldare manualmente qual- mento, portando alla realizzazione di ope-
loghi risultati.
che alta luce per estrarre forzatamente il re uniche anche se provenienti dalla stessa
C- Ecco’96 contrasto: 1° bagno come al
dettaglio, né mascherare parzialmente qual- mano.
punto (A) ma con trattamento di 1 minuto,
che zona di bassa luce per evitare che le Nonostante la seducente tecnologia digita-
2° bagno con aggiunta di 15mnl/litro di C+.
ombre si chiudano. le faccia passi da gigante, personalmente
Se di primo acchito l’immagine sembra un non riesco a provare alcuna simpatia per
Incremento del contrasto
poco soffusa per effetto del tipo di supporto prassi virtuali i cui esiti mi danno un sen-
L’idea di fondo consiste dunque nel pro-
semi-matt (o perlato opaco), ad un esame so di artificiale falsità a livello qualitativo
porre un solo tipo di carta e di trattarla chi-
più attento si può notare come in realtà non e di gelido appiattimento estetico in cui l’in-
micamente per aumentare o ridurre il con-
vi siano perdite di dettaglio, ogni cosa è al tervento personale del fotografo rischia di
trasto a seconda delle necessità del mo-
suo posto senza sforzo e senza effetti vio- rimanere frustrato dalle anonime possibi-
mento, con la possibilità accessoria di sce-
lenti, con la forza e la pienezza di una car- lità offerte dai vari software.
gliere fra una intonazione neutra della car-
ta fine-art che al di là della sua relativa opa-
ta “al naturale” oppure calda o fredda.
cità restituisce tutta la trasparenza dell’im- Testo e foto di Andrea Valsasnini
Questo sistema di trattamento è molto ar-
magine.
ticolato e consente infinite variazioni per-
sonali nella diluizione dei componenti al
fine di raggiungere l’obiettivo desiderato, LO SVILUPPO A PENNELLO
ma è applicabile anche ad altri tipi di car-
Il trattamento può essere eseguito anche con la tecnica poco diffusa ed affascinante
te senza problemi, così come è possibile
dello sviluppo a pennello, che trova la sua esaltazione nella scelta di lavorare con due
trattare la Prestige fine-art con i comuni ri-
sviluppi, il secondo dei quali potrebbe essere steso localmente a rinforzare solo al-
velatori, quali ad esempio il classico Dek-
cune zone delle basse luci lasciando inalterate le altre.
tol della Kodak o con la famiglia Neutol
Questa tecnica consente un controllo totale delle zone in cui si intende modificare la
dell’Agfa.
densità o il contrasto, con un minimo dispendio di liquidi e con una possibilità di ac-
celerare le procedure di fissaggio e lavaggio in virtù del fatto che la carta subisce so-
Le prestazioni lo un trattamento di sviluppo superficiale, senza coinvolgere il supporto, dato che la
All’osservazione dei risultati della prova quantità di liquidi in gioco non è sufficiente ad impregnarla.
di stampa, ci si accorge subito di essere di
fronte ad un materiale fuori dal comune,
non solo per l’ampiezza della scala tonale
L’importatore della carta Bergger Prestige fine art é la ditta Ecco, di Cesare Bossi e C.
ottenibile senza sforzo, ma anche per la pie- via Volta 51, 50131 Firenze. Tel 055 57 1282- Distributore della zona di Milano é:
nezza dell’immagine. PFG di Felix Bielser via Aristotele 74 Milano Tel. 0227000793
LABORATORIO

RODINAL,
UNO SVILUPPO
PER TUTTI
I NEGATIVI
Rodinal è uno sviluppo che fin dalla sua introduzione si è imposto per la sua praticità e
la sua versatilità. Oggi è disponibile nelle versioni base, Rodinal S e Studional.

Uno dei vantaggi del bianco e nero rispet- di quanto avrebbe potuto fare il colore. to che sono in grado di sviluppare con ono-
to al colore è costituito dall’ampiezza de- Il BN è il diverso, stimola l’immaginazio- re qualsiasi tipo di pellicola, con un com-
gli interventi possibili in camera oscura, di ne, anche perché crea immagini che im- promesso in genere accettabile tra tutti i
gran lunga maggiore sia in termini di svi- pongono all’osservatore una ricostruzione parametri salienti. In questa categoria tro-
luppo del negativo che di stampa. Il colo- della realtà, cosa che non avviene con il co- viamo due sviluppi di Agfa ben noti e ap-
re costituisce un’attrattiva molto forte per lore, proprio per la sua pretesa di restitui- prezzati da lungo tempo, il Rodinal e il Ro-
chiunque si accosti alla ripresa fotografica re la realtà. dinal S, commercializzato anche sotto il
e ha gradualmente preso il sopravvento nel- I fotografi che lavorano anche in BN han- nome di Studional Liquid quando la con-
le preferenze del largo pubblico, che spes- no dalla loro una vasta opportunità di scel- fezione è destinata ai laboratori.
so non pretende lavorazioni raffinate. ta in termini di materiali, sia come negati-
“A colori o in BN?” questa era la doman- vi che come sviluppi e carte da stampa. Pro- Il Rodinal
da che tempo fa il negoziante rivolgeva al prio per la vastità delle scelte possibili, al Il Rodinal fu presentato nel 1891 da Mom-
fotografo dilettante; oggi, chiedendo un rul- fotografo conviene mettere a punto una pro- me Andersen praticamente con la stessa
lino, d’ufficio ti viene messa in mano una pria metodologia di lavoro, sperimentando formulazione con la quale viene prodotto
100 ISO negativa colore, e se per caso hai prima diverse combinazioni a seconda del oggi; è a base di cloridrato di para-amino-
bisogno di una sensibilità più alta, allora genere di fotografia trattato. fenolo, da diluire in acqua in proporzioni
facilmente ti senti chiedere: “ma che foto Lo sviluppo del negativo è il primo degli variabili a seconda dei risultati che si vo-
deve fare?” il che significa “prendi questo elementi da prendere in considerazione; in gliono ottenere. Fu il primo rivelatore ad
100 ISO e se non c’è luce metti il flash”. base alla pellicola bisogna scegliere il tipo essere prodotto nella forma liquida e si im-
Provate a chiedere, in un grande centro di rivelatore, e si tratta di una scelta fon- pose per la facilità d’uso e per la sua am-
commerciale o in un supermercato, una pel- damentale, in quanto determina il negati- pia versatilità nelle diverse situazioni che
licola BN pensando di trattarla con uno svi- vo che poi si passerà a stampare. si potevano presentare al fotografo.
luppo morbido per fare dei ritratti decenti; La scelta non è facile, perché vi sono pro- Originariamente confezionato in bottiglie
facilmente la risposta sarebbe “cosa vuo- dotti dalle caratteristiche radicalmente di- di vetro, il Rodinal era, ed è, caratterizza-
le, oggi il BN non si usa più”. verse; ad esempio, ci sono rivelatori adat- to da un’ottima conservabilità, tanto che il
Per fortuna, sapendo dove cercare, i buoni ti a sfruttare a fondo la sensibilità della pel- periodo nel quale è possibile utilizzare il
prodotti per fare dell’ottimo BN si trova- licola, energici e ideali per il “tiraggio” del prodotto dopo avere aperto il flacone è mol-
no ancora e i fotografi che hanno ancora negativo intenzionalmente sottoesposto, e to superiore ai sei mesi indicati dal pro-
una memoria del tempo e della storia pos- ci sono rivelatori finegranulanti che, per ri- duttore; negli anni ’70 sono state trovate
sono appagare la propria creatività, come durre la grana della pellicola, non sempre alcune bottiglie mai aperte risalenti agli an-
d’altra parte avviene anche nel settore sfruttano tutta la sensibilità di quel mate- ni ’40 e alla prova d’uso esse funzionaro-
commerciale, dove bravi professionisti san- riale. no perfettamente. Il vetro ebbe la sua im-
no estrarre dal BN immagini capaci di col- C’è poi una categoria di prodotti che in ge- portanza poiché non consente alcuna pe-
pire l’osservatore in modo molto più forte nere si definiscono “universali”, per il fat- netrazione dell’aria, a differenza dei flaco-
Agfapan APX 100 in Rodinal 1+100 con acqua dura per 27’, tem-
po molto lungo a causa della presenza di carbonato di calcio e di
Agfapan APX 100 in Rodinal 1+25 per 8’ con acqua dura. Ottimo il sali ferrosi che rallentano l’azione dello sviluppo, fenomeno tan-
“disegno” dei dettagli e notevole effetto presenza nonostante la gra- to più sensibile quanto più il rivelatore è diluito. Acqua solfitata.
nulosità non sia stata “ridotta” . Contrasto normale che consente di Risultati analoghi alla diluizione 1+25, ma con negativi molto più
usare gradazioni fra 2 e 3. morbidi tali da richiedere carte normali-contrasto (numeri 3-4);
acutanza ottima e grana molto contenuta.

ni di plastica che, almeno in teoria, non han- anche se alcuni fotografi sostengono sia si abbiano degli aumenti dimensionali de-
no le stesse prestazioni del vetro, sebbene possibile usare diluizioni ancora più spin- gli agglomerati d’argento, tanto che può es-
garantiscano un periodo di stoccaggio co- te. Se un soggetto presenta dei forti con- sere considerato uno sviluppo a grana fine
munque molto lungo. Il Rodinal non solo trasti di illuminazione avrà bisogno di un senza che nominalmente esso appartenga
dura nel tempo a flacone chiuso, ma è pos- rivelatore molto diluito, mentre al contra- alla categoria dei finegranulanti.
sibile utilizzarlo senza alcun timore anche rio un soggetto “morbido” richiederà una Il Rodinal restituisce la naturale granulo-
dopo diversi mesi, se non alcuni anni, pur- minore diluizione. Il Rodinal si presta a sità di una certa emulsione producendo una
ché sia stato ben tappato e riposto in luo- soddisfare entrambe le situazioni, ma mo- trama fine e compatta, regolare e piacevo-
ghi la cui escursione termica non sia ec- stra ovviamente una acutanza tanto mag- le che “disegna” bene il soggetto, senza che
cessiva. Dall’esperienza di molti fotografi giore quanto più la diluizione è elevata, sen- si verifichino certe spiacevoli aggregazio-
emerge che dei flaconi parzialmente usati za peraltro far elevare la dimensione degli ni irregolari o fioccose tipiche di alcuni pro-
dimenticati negli armadi per anni, hanno agglomerati d’argento; la penetrazione nel- dotti suoi similari. Venduto in confezioni
dato ottimi risultati sebbene il concentrato lo strato sensibile è tanto più lenta quanto da 125 e 500ml, il Rodinal si può usare al-
fosse diventato più scuro del prodotto ver- più si opera con forti diluizioni e pertanto la diluizione base di 1+25 dalla quale ci si
gine appena stappato. Oltre al suo costo il rivelatore, lavorando “in esaurimento”, aspetta un grado di contrasto brillante, ma
contenuto, il Rodinal consente rapporti di riesce a sviluppare con un effetto bordo ufficialmente Agfa suggerisce una dilui-
diluizione molto ampi, da 1+25 a 1+100, (microcontrasto) molto elevato senza che zione più spinta a 1+50 per ottenere un con-
Jessop KB 200 in Rodinal S 1+32 per 17’ con
acqua dura. Grana ridotta nonostante la sensi-
bilità e la formazione tradizionale del granulo
d’argento di questa emulsione, buona compen-
sazione e acutanza.

Agfapan APX 400 con


Rodinal S 1+32 per 4’.

trasto più basso. In particolare il Rodinal rendo invece la diluizione 1+50, esso po-
LA QUALITÀ DELL’ACQUA viene diluito in una soluzione più spinta trà essere prossimo a 0,55, quando il va-
o meno anche in funzione del tipo di in- lore medio considerato normale è di 0,65,
Molto importante nella preparazione di un granditore col quale si lavora; infatti, se adatto con buoni risultati a tutti i tipi di
qualsiasi bagno di sviluppo è la qualità del- esso è dotato di una luce puntiforme fred- ingranditori.
l’acqua, poiché una concentrazione ec- da o a camera di diffusione, sarà meglio Nella nostra prova la temperatura di trat-
cessiva di calcare e di sali ferrosi può in- avere un negativo con un gamma più ele- tamento è stata tenuta costante a 20°C e
durre un aumento dei tempi di sviluppo; vato e pertanto si dovrà ricorrere alla di- l’agitazione della tank mediante capo-
quanto devono essere allungati i tempi può luizione base più concentrata e ad un tem- volgimento è stata continua per il primo
essere determinato con qualche prova, o po di trattamento più lungo; nel caso con- minuto di sviluppo e poi di una volta ogni
direttamente in fase di trattamento se si di- trario, quando si lavora con un ingrandi- 30’’, come prescritto dalla casa. Il rivela-
tore a condensatore, magari reflex, quin- tore è più “brillante” a 1+25 e più “mor-
spone di una lampadina verde scuro per
di con luce molto polarizzata, sarà ne- bido” a 1+50, il che vuol dire che aven-
ispezionare al termine del tempo fissato lo cessario disporre di negativi dotati di un do da stampare due negativi dello stesso
stato di sviluppo. Con le Agfapan infatti è gamma più basso. In questa situazione in- soggetto, trattati rispettivamente alla mi-
abbastanza facile capire se è necessario fatti si manifesta il noto effetto Callier, nima diluizione e alla massima, dovremo
prolungare l’azione del rivelatore o meno, secondo il quale un fronte d’onda pola- adoperare due carte di gradazione diver-
perché basta valutare la differenza fra il rizzato che vada a colpire un negativo ten- sa, una più dura per il negativo trattato
bordo perforato e il fotogramma impres- de ad essere respinto dalle zone di mag- nella soluzione più diluita, una più mor-
sionato: il primo deve risultare chiaro, men- gior densità dello stesso in misura mag- bida per l’altro.
tre la zona esposta deve essere più scura, giore di quanto accade invece quando la Il Rodinal è un rivelatore adatto a pelli-
ma, con negativi esposti normalmente, non luce arriva diffusa, cioè vibrando in tutte cole di ogni sensibilità e consente ottimi
completamente nera, segno di un eccesso le direzioni; nel caso di luce polarizzata risultati ad ogni diluizione, anche se a
la grana tende ad essere evidenziata, il 1+100 potrebbe essere talvolta necessa-
di esposizione e/o di sviluppo.
contrario avviene nel caso di luce diffu- rio aumentare leggermente l’I.E. della pel-
Se l’acqua fosse eccessivamente dura, si sa. licola usata. Tempo fa, provando a svi-
può ovviare utilizzando acqua distillata o Tornando al Rodinal, se utilizziamo la di- luppare una Kodak Recording 2475 col
demineralizzata, pura o miscelata al 50% luizione base di 1+25, il gamma potrà es- Rodinal alla diluizione di 1+50, ho potu-
con quella della rete idrica. sere vicino ad un valore di 0,75; prefe- to notare una nitidezza eccellente per quel
tipo di materiale, superiore a quanto otte-
nuto con i rivelatori dedicati di Kodak, con RODINAL
una grana evidente ma secca e precisa, per Gamma 0,65 (acqua dolce)
nulla fioccosa, molto bella da vedere co-
Diluizione Tempo
me se si trattasse di un retino regolare e leg-
AG FAPAN APX 25 –esposizione nominale 1+25 6’
gero, molto grafico e “naturale”.
1+50 10’
In altra occasione, una T-Max 100, pelli-
AGFAPAN APX 100 1+25 8’
cola di natura piuttosto contrastata e riot-
1+50 17’
tosa a dare segnali stampabili nelle alte lu-
AGFAPAN APX 400 1+25 7’
ci senza “bruciature”, è stata sviluppata a
1+50 11’
1+50, con il risultato di mostrare finalmente
FUJI NEOPAN400 Professional 1+25 6’
la sperata compressione delle zone chiare
1+50 11’
e un effetto presenza superiore alle aspet-
FUJI NEOPAN 1600 Professional 1+25 5’
tative.
1+50 8’
Dopo qualche assaggio alle diluizioni in-
ILFORD PAN-F 1+25 5’
dicate di 1+25 e 1+50, in genere si è por-
1+50 15’
tati a tentare rapporti più spinti, non indi-
ILFORD FP4 1+25 9’
cati dalle istruzioni ufficiali: 1+75, 1+100,
1+50 18’
soprattutto per esaltare la nitidezza delle
ILFORD HP5 Plus 1+25 8’
emulsioni medie e lente; in genere queste
1+50 nc
esperienze un poco “esoteriche” e miste-
KODAK PANATOMIC-X 1+25 5’
riose per il neofita del Rodinal, diventano
1+50 11’
in seguito una prassi comune, anche se gli
KODAK PLUS-X 1+25 6’
esperti non sono in genere molto propensi
1+50 13’
a rivelare i tempi di trattamento, come a
KODAK TRI-X 1+25 7’
custodirne il segreto, frutto di prove e di
1+50 16’
avvicinamenti all’ottimale condotti con pa-
KODAK RECORDING 2475 1+25 4,5’
zienza e riservatezza. A queste diluizioni
1+50 10’
si ottiene un ampliamento della scala to-
KODAK T-MAX 100 1+25 5,5’
nale e un controllo di soggetti fortemente
1+50 12’
contrastati con una maggiore facilità di
KODAK T-MAX 400 1+25 5’
stampa, senza dover ricorrere a carte o gra-
1+50 10’
dazioni ultramorbide. A 1+100 si ottengo-
KODAK T-MAX 3200 1+25 8’
no negativi dotati di una scala tonale mol-
1+50 16’
to estesa, dotati di elevato microcontrasto,
JESSOP KB 200 1+50 14’
che vengono valorizzati se vengono stam-
pati con carte piuttosto dure; in questo mo-
do si riesce a dare alla stampa un misto di
TEMPI “ESOTERICI”
dolcezza e precisione, in cui ogni dettaglio
PER AGFAPAN APX 25 (acqua dura) 1+75 16’
è al suo posto, condizione ideale per le ot-
1+100 20’
tiche di alte prestazioni. La nostra prova è
PER AGFAPAN APX 100 (acqua dura) 1+75 19’
stata condotta con due Agfapan APX 100
1+100 23’
sviluppate rispettivamente alla diluizione
base e a quella estrema di 1+100. In en-
trambi i casi il bracketing a +1, +2 e +3, ha Rodinal S cambiano sensibilmente.
fornito negativi stampabili senza partico- Il Rodinal S è un rivelatore liquido con- Lo sfruttamento della sensibilità del mate-
lari problemi, anche se alla diluizione più centrato che consente alla diluizione stan- riale trattato rimane buona in entrambi i ca-
spinta il controllo della sovraesposizione è dard tempi di trattamento molto brevi e si, sia alla soluzione di 1+15, sia alla di-
decisamente maggiore e la conservazione un’ottima uniformità di trattamento. Non luizione di 1+32, dove si nota un contrasto
delle informazioni sul negativo anche in ha parentele dirette col Rodinal “normale”, più moderato con un allungamento della
termini di acutanza è migliore. In partico- poiché la sua composizione è basata sul- scala tonale e una certa riduzione delle di-
lare alla diluizione 1+100 è consigliabile l’azione di fenidone e idrochinone e pro- mensioni della grana. Ovviamente anche
presolfitare l’acqua con una dose pari a cir- babilmente di una certa quantità di idros- l’acutanza trova un certo miglioramento e
ca 5g/litro allo scopo di annullare qualsia- sido di potassio quale agente acceleratore. l’effetto presenza se ne avvantaggia sensi-
si effetto di ossidazione del rivelatore da- In questa veste si presta molto bene per trat- bilmente. In quest’ultimo caso la soluzio-
to, che il tempo di trattamento potrebbe su- tare velocemente i negativi, senza che per ne di lavoro va gettata dopo l’uso.
perare i 20’; a quella dose il solfito di so- questo siano compromesse le principali ca- Se nel Rodinal classico lo strato antialo del-
dio non agisce come solvente dell’argen- ratteristiche della pellicola trattata; infatti la pellicola sciogliendosi tende a colorare
to, ma come conservante-antiossidante del- le dimensioni della grana rimangono più di viola più o meno scuro la soluzione, nel
la soluzione di lavoro e impedisce che i che accettabili e la nitidezza non subisce Rodinal S questo fenomeno non appare, ma
tempi di trattamento si allunghino troppo. decrementi. Il contrasto ottenibile da una non è certo indice di cattivo trattamento del
Se manca questa sostanza, peraltro facil- ripresa di un soggetto “normale” è piutto- materiale.
mente reperibile, si può sviluppare lo stes- sto brillante, ma può essere diminuito se si Il Rodinal S è confezionato in flaconi da
so, ma il tempo di trattamento potrebbe al- usa il Rodinal S a diluizioni più spinte, ad 125ml e non differisce sostanzialmente nel-
lungarsi di qualche minuto. esempio 1+32, dove le sue caratteristiche la sua composizione dallo Studional Liquid,
RODINAL S RODINAL DILUIZIONE 1+100
1+15 - gamma 0,65 (acqua dolce)

AGFAPAN APX 25 4’ TEMPO GRADAZIONE SENSIBILITA’


AGFAPAN APX 100 4’ AGFAPAN APX 25 15’ 0,55 ISO 16/13°
AGFAPAN APX 400 4,5’ 20’ 0,60 ISO 20/14°
FUJI NEOPAN 400 Professional 4’ AGFAPAN APX 100 15’ 0,45 ISO 64719
FUJI NEOPAN 1600 Professional 4’ 20’ 0,50 ISO 100/21°
ILFORD PAN-F 3,5’ AGFAPAN APX 400 15’ 0,50 ISO 200/24°
ILFORD FP4 4’ 20’ 0,60 ISO 250/25°
ILFORD HP5 plus 4’ FUJI NEOPAN 400 PROF. 15’ 0,55 ISO 200/24°
ILFORD DELTA 400 8’ 20’ 0,65 ISO 250/25°
KODAK PANATOMIC-X 3,5’ FUJI NEOPAN 1600 PROF. 15’ 0,60 ISO 250/25°
KODAK PLUS-X 5’ 20’ 0,70 ISO 400/27°
KODAK TRI-X 6’ ILFORD FP4 PLUS 15’ 0,45 ISO 64/19
KODAK RECORDING 2475 6’ 20’ 0,50 ISO 125/22°
KODAK T-MAX 100 5’ ILFORD DELTA 400 15’ 0,50 ISO 125/22°
KODAK T-MAX 400 5’ 20’ 0,60 ISO 160/23°
KODAK T-MAX 3200 6’ ILFORD HP5 PLUS 15’ 0,45 ISO 100/21°
20’ 0,50 ISO 160/24°
TEMPI “ESOTERICI” KODAK TRI-X 15’ 0,50 ISO 250/25°
1+32 (acqua dolce) 20’ 0,65 ISO 400/27°
AGFAPAN APX 100 I.E. 100 7’ KODAK T-MAX 100 15’ 0,50 ISO 50/18°
AGFAPAN APX 400 I.E. 400 7’30’’ 20’ 0,60 ISO 64/19°
I.E. 800 9’30’’ KODAK T-MAX 400 15’ 0,50 ISO 200/24°
I.E. 1600 14’ 20’ 0,65 ISO 250/25°
I.E. 3200 20’
JESSOP KB200 I.E. 200 (acqua dura) 17’

se non nella formulazione dei conservanti. te e basse luci, mentre alla diluizione “spin- mi con tempi di trattamento che crescono
Lo Studional è dedicato al lavoro di labo- ta” di 1+32, la scala tonale si addolcisce e all’aumentare della diluizione, il Rodinal
ratorio, dove si rende necessaria una con- l’acutanza, peraltro già buona migliora an- S e lo Studional Liquid si comportano in
servazione del bagno diluito (sempre a cora. Ovviamente alla diluizione 1+15 si modo differente se usati in modo normale
1+15) più lunga rispetto a quanto si può fa- ha una maggiore energia, che consente di o “esoterico”, dato che nel primo caso si
re nella propria camera oscura, anche per recuperare bene i dettagli nelle zone scure privilegiano tempi brevi ed energia, men-
il fatto che le vasche verticali non offrono del soggetto. Per la stampa si privilege- tre nel secondo si privilegia l’effetto bor-
la stessa chiusura ermetica all’aria di una ranno carte normali o morbide per la di- do e una moderata azione finegranulante.
bottiglia ben tappata. luizione 1+15, mentre a 1+32 si sceglie- Con il Rodinal S alla soluzione 1+15 si pos-
Sia il Rodinal classico che il Rodinal S con- ranno carte normali o contrastate. sono trattare anche dodici rulli 135 o 120
sentono di lavorare senza problemi, for- di fila con un litro di soluzione, aumen-
nendo una compensazione dei contrasti A confronto tando il tempo di sviluppo in funzione del-
molto buona e una ragguardevole acutan- Le due diluizioni ufficiali (1+25 e 1+50) l’intervallo più o meno lungo fra due svi-
za, ulteriormente migliorabile se si aumenta del Rodinal classico forniscono dei valori luppi successivi; alla diluizione 1+32 in-
la diluizione del prodotto. generali simili a quelli ottenibili con le di- vece la soluzione va gettata al termine del
Se il Rodinal tradizionale non è classifica- luizioni 1+15 e 1+32 del Rodinal S, anche trattamento. Ma si tratta in entrambi i casi
bile come un finegranulante poiché non se, come si è detto, in quest’ultimo caso si di prodotti economici che consentono di la-
modifica sostanzialmente le dimensioni del- manifesta una moderata azione finegranu- vorare senza problemi e di trattare molte
la grana, pur essendo un rivelatore a grana lante. pellicole, anche se, ovviamente, con il Ro-
fine, il Rodinal S inizia ad avere una certa La differenza sta nei tempi di trattamento, dinal classico diluito a 1+100 si riuscireb-
azione finegranulante se diluito a 1+32, per cui anche alla diluizione base il Rodi- bero a sviluppare più di quaranta film con
senza mostrare però segni evidenti di ero- nal classico richiede circa il doppio del tem- un solo flacone da 125ml, con un volume
sione dell’agglomerato d’argento tali da ri- po necessario al Rodinal S per sviluppare di soluzione di lavoro di 300ml.
durre il potere risolvente del materiale trat- ad esempio un’Agfapan APX 100. In ogni caso, se ci si trovasse nel dubbio su
tato. Entrambi i rivelatori sono adatti a trattare quale dei due rivelatori utilizzare, suggeri-
Per la nostra prova è stata scelta l’Agfapan qualsiasi tipo di materiale, anche se si può sco di acquistarli entrambi, e fare delle pro-
APX 400, le cui ottime caratteristiche ge- dare una preferenza al Rodinal S per le ve; la spesa è modesta e gli sviluppi dura-
nerali la consigliano sia per il reportage, emulsioni “rapide” e al Rodinal classico no a lungo. Se il grano trovato di recente
che per la foto in studio con illuminazione per quelle medio-lente. in alcune tombe egizie è germogliato, per-
artificiale o flash. Se il Rodinal classico, come rivelatore “usa ché un Rodinal d’annata non dovrebbe fun-
Nel caso di diluizione standard a 1+15 il e getta” consente una notevole versatilità zionare?
prodotto mostra una buona energia che non di impiego, proprio in ragione della sua
pregiudica affatto la compensazione fra al- possibilità di essere diluito a livelli estre- Testo e foto di Andrea Valsasnini
CAMERA OSCURA

STAMPE BIANCO NERO:


LAVAGGIO
PROFESSIONALE
Un lavaggio ben fatto garantisce la durata nel tempo delle nostre stampe.
Come ridurre il tempo di lavaggio delle carte politenate e baritate,
senza comprometterne la stabilità nel tempo. In prova la vasca di lavaggio Nova.

Indipendentemente dal tipo di sviluppo, di babilità di conservarsi nel tempo – lo con- Nella foto in alto:
arresto e di fissaggio utilizzato, il lavaggio ferma l’esperienza di tele che ormai han- Carmel Highland: un particolare della ca-
finale delle stampe in bianco e nero, spe- no superato il mezzo millennio - e quindi mera oscura di Ansel Adams. Adams era un
cie baritate, è il vero responsabile della sta- il felice proprietario, sia esso un privato o convinto assertore dell'utilizzo delle vasche
bilità e della durata nel tempo dell’imma- un museo, sa di aver acquisito un’immagi- di lavaggio e si premurava di consigliare ai
gine ottenuta. ne che certamente gli sopravviverà. suoi studenti di lavarsi sempre le mani con
Nel mercato della fotografia d’arte, preva- Nel caso delle fotografie in bianco e nero acqua e sapone prima di estrarre una stam-
lentemente in bianco e nero, non è infre- la situazione è diversa: innanzitutto le più pa dalla vasca di lavaggio per non rischiare
quente vedere una stampa venduta a cifre antiche fotografie hanno poco più di un se- di contaminarla con tracce di fissaggio an-
più che ragguardevoli, ricordo il caso re- colo di vita e non possiamo sapere oggi co- cora presenti sulle mani.
cente di una vintage print di Tina Modotti, sa ne sarà di loro anche solo fra un altro se-
battuta intorno ai 400 milioni. colo. Un altro ordine di problemi di con-
Si sa che una tela ad olio ha eccellenti pro- servazione è legato al processo fotografi-
La vasca Nova Academy III formato 30x40 cm .

BORDI DI DUE SLOT BORDI DEGLI SLOT


DI ELIMINAZIONE IPOSOLFITO DI LAVAGGIO N.1 E N.2

BORDO SUPERIORE DELLA VASCA

Il movimento dell’acqua nella vasca Nova:


man mano che entra e risale lungo ciascu-
no slot l'acqua viene spinta verso la super-
ficie per essere poi eliminata.

co, dato che sappiamo per certo che ci so- acetico al 2%; non deve essere troppo aci- tempo molto più lungo di quello consigliato,
no dei nemici giurati dell’immagine stam- do, si consiglia quindi di limitarsi alla per- magari per il timore che il fissaggio sia in
pata che ne possono accorciare la vita an- centuale indicata. Non deve agire per un via di esaurimento. Piuttosto, rispettiamo
che a soli pochi mesi. Un nemico giurato tempo più lungo del necessario (da 10 a 30 le prescrizioni dei fabbricanti in merito al
è la presenza di fissaggio nella stampa fi- secondi a 20°C), perché altrimenti si ri- numero di fogli di carta che possono esse-
nita. È necessario quindi utilizzare una pro- schierebbe un carry over eccessivo di aci- re trattati dalla nostra soluzione di fissag-
cedura che lo elimini in modo sicuro. do nel bagno di fissaggio, rendendo poi dif- gio e cambiamola quando è il momento.
Se è vero che uno degli strumenti utilizza- ficile il lavaggio del sale di fissaggio. Quando si utilizza una soluzione ormai
ti per assicurare una lunga durata alla stam- Dopo l’arresto, un altro opportuno sgoc- esaurita il rischio va oltre l’eccessiva quan-
pa è il viraggio, è vero anche che il virag- ciolamento e poi si passa al bagno di fis- tità di iposolfito da eliminare; una stampa
gio, per essere veramente efficace, deve es- saggio. fissata male è un problema ben più grave
sere effettuato su una stampa perfettamen- Ricordiamo che è importante che il bagno di una stampa non correttamente lavata.
te lavata. di fissaggio sia preparato nelle corrette pro- Tanto il fissaggio che l’arresto vanno fatti
porzioni fra i suoi due componenti e che agitando la stampa, in modo che entrambe
Questioni di fissaggio sia fresco, e per fresco intendiamo che de- le superfici del foglio ricevano in modo
(e quindi di arresto) ve essere utilizzato per il giusto numero di omogeneo chimica sempre fresca. Lavo-
Sì, il problema comincia prima del lavag- stampe, dopodiché deve essere rigenerato rando in bacinella bisognerà muoverla in
gio. Prima di essere lavata la stampa deve o cambiato. Poi l’immersione della stam- modo che la chimica continui a muoversi
essere stata correttamente fissata. Ma an- pa nel bagno di fissaggio, che deve avere sulla stampa, e quest’ultima andrà anche
cor prima, occorre che tutte le varie fasi del una durata ben precisa, né troppo lunga, né girata per evitare che le scanalature sul fon-
trattamento siano eseguite in modo impec- troppo breve. do della bacinella inibiscano la penetra-
cabile. Bisogna fare attenzione anche al tipo di zione della chimica.
Cominciamo quindi col far sgocciolare per stampa che si fissa: una stampa con molte Secondo recenti studi del R.I.T. (Rochester
benino la stampa appena estratta dallo svi- zone bianche esaurirà il fissaggio molto pri- Istitute of Technology) il lavaggio della car-
luppo, per poi passarla in un bagno di ar- ma di una stampa di pari dimensioni ma ta può essere ridotto se si utilizza un fis-
resto, il cosiddetto “interrupter”, che, oltre con molte zone scure. Poiché il buon esito saggio particolarmente concentrato, che
a bloccare istantaneamente l’azione dello del lavaggio finale con cui si elimina l’i- consenta tempi di permanenza della stam-
sviluppo, evita che lo sviluppo presente sul- posolfito o il tiosolfato generato dal fis- pa nel fissaggio più ridotti. Infatti non è l’e-
la e nella stampa vada ad inquinare il fis- saggio, dipende proprio dal rispetto del pro- mulsione, ma la fibra del supporto che as-
saggio, riducendone la freschezza. cedimento di fissaggio, evitiamo di lascia- sorbe come una vera e propria spugna il fis-
L’arresto è una soluzione di acqua e acido re la stampa nel bagno di fissaggio per un saggio: aumentando la concentrazione del
L'estrazione di una delle pareti separatrici.

fissaggio e riducendo il tempo di perma- Una stampa è perfettamente lavata quando


Particolare delle pareti separatrici: è possi- nenza della carta nel bagno, si può ridurre dalla sua fibra è stato completamente eli-
bile rimuoverle tutte e facilmente per una pe- di conseguenza anche l’assorbimento del minato l’iposolfito, o il tiosolfato, di cui si
riodica pulizia della vasca. fissaggio da parte del supporto. Per esem- è impregnata durante il fissaggio.
pio, con il fissaggio Agfa Agefix si consi- Infatti l’iposolfito, o il tiosolfato, se pre-
glia di usare la diluizione 1+4 per un tem- sente in quantità rilevanti, tende a decom-
po di fissaggio di 30 secondi e di effettua- porsi rilasciando zolfo reattivo che attacca
re poi un lavaggio di 30 minuti, che può es- l’immagine portando a progressivi ingial-
sere ridotto a 20 minuti se viene effettuato limenti e sbiadimenti irreversibili della
il bagno di chiarificazione di iposolfito o stampa. Questo avverrà in misura maggio-
meglio di carbonato di sodio, tenendo pre- re su carta baritata piuttosto che su polite-
sente che oggi molti fissaggi, come l’Age- nata, essendo la prima più permeabile alla
fix, non contengono iposolfito ma tiosol- chimica.
fato d’ammonio. Sono molti gli anelli della catena della qua-
Con il carbonato di sodio si crea un’azio- lità di un lavaggio fine art:
ne tampone alcalina sulla carta, una volta * la libera circolazione dell’acqua su en-
asciugata, che contrasterà eventuali espo- trambe le superfici della stampa
sizioni della stessa a esalazioni acide. Le * l’abbondante quantità di acqua
esalazioni acide provocano alterazioni vi- * la composizione dell’acqua, non troppo
sibili sia dell’immagine, che della carta stes- dura
sa. Per esempio l’argento metallico può es- * il ricambio dell’acqua
Il frontale della Academy: sono visibili l'at- sere tramutato in argento colloidale che è * la temperatura dell’acqua
tacco per l’ingresso dell'acqua, lo scarico assolutamente instabile. * il Ph dell’acqua
principale e i due scarichi secondari, a sini- Al termine del procedimento sarà poi op- * il tempo di lavaggio.
stra quello per i due slot dell'eliminatore di portuno stabilizzare o virare la stampa; nel In merito al tipo di acqua corrente che uti-
iposolfito, a destra quello per l'acqua. primo caso per trasformare l’argento in un lizziamo, un’acqua troppo dura riduce l’ef-
composto inalterabile senza modifica del ficacia del lavaggio. Per addolcire l’acqua
tono dell’immagine (con prodotti come il di lavaggio si può usare un filtro addolci-
Sistan di Agfa), nel secondo caso con un’in- tore, reperibile in qualsiasi buon negozio
tonazione dell’immagine. di ricambi di elettrodomestici.
Una volta che la stampa è stata corretta- L’acqua di lavaggio conviene anche che sia
mente fissata, si procederà al lavaggio fi- depurata da eventuale sabbia che, iniettata
nale. a pressione nella vasca di lavaggio, potrebbe
rigare l’emulsione; senza contare che, se
La stampa perfettamente lavata aderisce all’emulsione durante l’asciuga-
I tempi di trattamento sono differenti a se- tura, viene stabilmente incorporata.
conda che si usi carta politenata o baritata. Anche a questo tipo di inquinamento “fisi-
La carta politenata richiede un lavaggio fi- co” e non “chimico”, si può agevolmente
nale decisamente ridotto, grazie al fatto che rimediare filtrando l’acqua con un apposio
il supporto dell’emulsione, a base di resi- filtro per impurità fisiche, anch’esso repe-
na, impedisce al fissaggio di penetrare in ribile dai ricambisti di elettrodomestici. A
profondità nel foglio di carta. nostro parere quindi i filtri andrebbero sem-
La carta baritata è il tipo usato nella stam- pre inseriti.
Evidenziato dalla freccia uno dei dieci ugel- pa fine-art: poiché l’emulsione viene stesa La temperatura dell’acqua di lavaggio con-
li di ingresso dell'acqua in pressione all'in- su un foglio di carta o cartoncino, la pene- viene sia la medesima, se non lievemente
terno delle slot di lavaggio. Possono essere trazione del fissaggio nelle fibre è massi- superiore, a quella del trattamento in mo-
facilmente puliti agendo dall'interno della va- mo, e massimi sono di conseguenza sia i do che la trama della carta non si contrag-
sca dopo aver rimosso le pareti separatrici. tempi che le precauzioni di lavaggio. ga intrappolando il fissaggio al suo inter-
Il tubo di iniezione dell’acqua (giallo) e il
tubo snodato per l'uscita dell'acqua del trop-
po pieno.

A dimostrazione della tenuta stagna dei due


slot per l'eliminatore di iposolfito, evidenziati
dalla freccia, li abbiamo riempiti lasciando vuo-
ti i dieci slot di lavaggio. L’acqua non filtra.

no (20/24°). Una temperatura troppo fred- FB, consiglia:


da inoltre allunga i tempi di lavaggio; di - un prelavaggio di 5 minuti
contro un’acqua troppo calda ammorbidi- - un trattamento con agitazione di 10 mi-
sce l’emulsione rendendola fragile e quin- nuti in Galerie Washaid (1-4)
di sensibili ai graffi. - 5 minuti di lavaggio in acqua corrente.
Tetenal
Prodotti speciali per lavaggio Tetenal ha a catalogo un prodotto, il La-
Agfa vaquick, in grado di ridurre del 50% i tem-
Consiglia un tempo di lavaggio medio di pi di lavaggio di qualsiasi tipo e marca di
2-4 minuti per le carte politenate e di 20- carta. Viene venduto in confezione liqui-
40 minuti per le carte baritate. Questi tem- da da 1 litro e va diluito 1+19.
pi possono essere ridotti del 30% se, dopo Il tempo di trattamento è di 2 minuti e la Con l'afflusso dell'acqua ridotto al minimo, il
il fissaggio, si segue la seguente procedu- resa è di 2,5m quadri per litro di soluzio- livello nella camera di scarico si attesta sul-
ra: ne, pari a circa 20 stampe in formato 30x40. la parte più bassa dell'indicatore.
- un prelavaggio di circa 2 minuti Segue il lavaggio finale.
- un bagno intermedio costituito da una so-
luzione di carbonato di sodio all’1%, per La lavatrice Nova
circa 3 minuti (disponibile sia tra i prodotti Edwin H. Land, l’inventore del sistema Po-
Agfa che nei negozi di materiale chimico) laroid (e titolare di altri 500 brevetti, se-
- Agfa considera inoltre questo bagno in- condo per numero di brevetti solo a Edi-
termedio di carbonato di sodio un mezzo son, ben 1000), una volta disse: “Non c’è
per allungare i tempi di conservazione del- problema che non possa essere risolto usan-
le stampe. do il materiale presente nella stanza” (il
Kodak luogo dove si è verificato il problema n.d.r.).
Consiglia per le sue carte baritate un tem- Ritengo certamente vera questa opinione,
po di lavaggio medio intorno ai 60 minu- ed io stesso l’ho verificato. Ma ci sono an-
ti. che episodi passati alla storia. Dopo il fe-
Questo tempo può essere notevolmente ri- lice allunaggio dell’Apollo XI si verificò
dotto se, dopo il fissaggio, si segue la se- un inconveniente nel LEM: si ruppe un in- Con l'afflusso dell'acqua regolato a metà, il
guente procedura: terruttore in plastica, responsabile dell’av- livello dell'acqua nella camera di scarico si
- un prelavaggio di 2 minuti viamento dei motori per il rendez vous con attesta a metà della scala.
- un bagno intermedio di Hypo Clearing l’Apollo, in orbita intorno alla Luna. Quel
della durata di 2, 3 minuti che si dice un gran bel problema. Per ri-
In questo modo i tempi del lavaggio fina- mediare all’inconveniente Edwin (Buzz)
le si riducono a 10 minuti per la carta di Aldrin utilizzò la sua Fisher Pen come le-
peso “single”, 20 minuti per carta di peso va per spostare l’interruttore su On e far ri-
“double”, e 30 minuti per carta di peso “pre- partire il LEM.
mium”. Ed ancora. Durante il viaggio di ritorno
Kodak consiglia inoltre di provare la qua- sulla terra dello sfortunato Apollo XIII i
lità del lavaggio effettuato con l’Hypo Te- tre astronauti si trovarono con il computer
st Solution HT-2. Immergendo la stampa fuori uso e con la necessità di calcolare il
lavata in questa soluzione si deve verifi- tempo preciso di accensione dei motori per
care se intervengono cambiamenti di co- allineare l’Apollo sulla finestra di rientro.
lore sulle parti bianche dell’immagine; in La soluzione fu costituita dal cronometro
questo caso il lavaggio non è stato condotto incorporato nel loro orologio da polso, un Con la regolazione dell'afflusso dell'acqua
a fondo. Omega Speedmaster, completamente mec- sulla massima portata anche il livello del-
Ilford: canico e che si era quindi salvato dal black l'acqua nella camera di scarico raggiunge
Per la sua carta fine-art Ilfobrom Galerie out del computer. l'indicatore più alto.
Anche all’interno della nostra camera oscu- la miglior circolazione di acqua.
ra, se si presentano dei problemi, possia- Per regolare la forza dell’acqua in entrata Nova Wash Master II
mo rimediare con quanto abbiamo intorno; vi è un rubinetto; in questo modo si può (a cinque scomparti)
ad esempio per mascherare la zona di una dosare la turbolenza opportuna. Una serie 30x40cm: L. 950.000
stampa possiamo fabbricarci uno sfumino di indicatori posti nella camera di uscita 40x50cm: L.1.150.000
con quello che troviamo in camera oscura, dell’acqua ci permetteranno di controllare
50x60cm: L.1.900.000
una vecchia busta nera per carta fotografi- con precisione e in modo ripetibile l’af-
ca, un pezzetto di nastro adesivo e del fil flusso dell’acqua.
di ferro. Sul bordo inferiore della vasca vi sono due Nova Academy II
Certo arrangiarsi è sempre possibile, ma se rubinetti: il primo serve per svuotare i due (a 10 scomparti + 2 scomparti stagni)
si hanno gli strumenti adatti è anche me- scomparti con l’eliminatore di iposolfito, 30x40cm: 1.450.000
glio. Ad esempio per lavare le stampe è il secondo per svuotare completamente la 40x50cm: 1.765.000
molto utile disporre di una lavatrice spe- vasca al termine del lavoro. 50x60cm: 2.930.000
ciale. Il lavaggio corretto nella vasca Nova ga- Prezzi al netto di Iva
Nova ha a catalogo due tipi di lavatrici pro- rantisce, secondo gli standard ANSI, un
fessionali disponibili per tre formati di car- contenuto di 0,7 microgrammi di tiosolfa- Distribuzione P.F.G. Punto Foto Group,
ta: la serie Washmaster II è in grado di la- to per centimetro quadrato di carta. Via Aristotele 67, 20128 Milano.
vare contemporaneamente fino a cinque
Tel. 02.27.000.793, fax 02.26.000.585.
stampe, ciascuna separata nel proprio slot. Academy o Washmaster?
La serie Academy III è in grado di lavare A nostro parere è preferibile la Academy www.puntofoto.it
fino a 10 stampe contemporaneamente, cia- per due motivi: la possibilità di effettuare info@punotofoto.it
scuna separata nel proprio slot. Due slot il bagno eliminatore di iposolfito nei due
supplementari, uniti alla vasca ma separa- comparti stagni separati anziché in una ba-
ti dal flusso di lavaggio, permettono di ef- cinella separata, che richiederebbe parec-
fettuare il bagno chiarificatore di iposolfi- chio spazio in più, e, naturalmente, la pos-
to o tiosolfato, per ridurre i tempo di la- sibilità di trattare fino a dieci stampe con-
vaggio. temporaneamente. Infatti la base d’appog-
Le stampe si introducono verticalmente gio della Washmaster è di 48x12cm, quel-
nella lavatrice, che quindi occupa uno spa- la della Academy di 48x27cm: con la Aca-
zio inferiore rispetto a una bacinella. Gli demy la base di appoggio si allarga di ap-
unici accorgimenti che richiede la vasca pena 15 centimetri e si evita di dover im-
per essere utilizzata con soddisfazione per piegare la bacinella aggiuntiva per l’eli-
anni, è che venga posizionata su un ripia- minatore di iposolfito.
no perfettamente in bolla e in grado natu- Inoltre la Academy permette di trattare fi-
ralmente di reggere il peso della vasca quan- no a dieci stampe contemporaneamente.
do è in funzione, cioè piena d’acqua. Facciamo quattro conti. Dato che con un
bagno eliminatore di iposolfito le stampe
Come funziona dovranno permanere nel lavaggio per al-
L’acqua di lavaggio viene iniettata in cia- meno trenta minuti e che, poniamo, la no-
scun slot di lavaggio in una prima camera stra produttività è intorno a una stampa svi-
inferiore dotata di un foro di ingresso dal luppata ogni quindici minuti, il lavaggio
diametro di poco più di 2mm. In questo della prima stampa terminerà nel momen-
modo la pressione dell’acqua del rubinet- to in cui inseriremo la terza stampa.
to viene notevolmente aumentata, creando Ma se la nostra produttività cresce a, di-
in ciascuno slot la turbolenza sufficiente a ciamo, una stampa ogni otto minuti (sup-
lavare in modo omogeneo tutta la superfi- ponendo che si tratti di ristampe che non
cie della stampa, su entrambi i lati. richiedono provinatura), allora diventano
L’acqua viene sospinta poi verso la super- utili i cinque slot. Infatti nel momento in
ficie di ogni slot e, con un sistema a trop- cui inseriremo la quinta stampa, saranno
po pieno, ricade nella camera superiore da passati giusti 32 minuti, appena in tempo
cui può fuoriuscire. per liberare il primo slot e inserire la sesta
Abbiamo così un reale ricambio che porta stampa. Questo ragionamento funziona ov-
l’acqua pulita dal basso verso l’alto; do- viamente se usiamo l’eliminatore di ipo-
podiché l’acqua carica di fissaggio finisce solfito. Senza l’eliminatore, ipotizzando
nella camera di eliminazione. un’ora di lavaggio a stampa e un tempo di
Gli slot non sono a tenuta stagna, ma il ri- 10 minuti per esposizione e sviluppo, do-
circolo è talmente efficiente che, anche in- vremmo inserire la sesta stampa quando la
serendo una stampa appena fissata o chia- prima sarà stata lavata da soli cinquanta
rificata nello slot vicino, è impossibile in- minuti.
quinare lo slot in cui una stampa ha quasi Il costo dell’Academy è superiore del 50%
finito di essere lavata. rispetto al modello Washmaster, ma visto
Gli slot sono divisi da separatori in perspex che parliamo di un componente della ca-
con un lato zigrinato: ed è verso il lato zi- mera oscura che dovrebbe seguirci per una
grinato che dovremo rivolgere il lato del- vita, non è certo il caso di risparmiare.
la stampa con l’emulsione, per consentire Testo e foto di Gerardo Bonomo
STORIA DI UNA
LASTRA IN VETRO
La dimostrazione pratica che una lastra fotografica dura nel tempo
e garantisce un’altissima qualità. Storia del salvataggio e
della stampa di una immagine su lastra di vetro.

Stampa eseguita da Donato Navone dalla lastra in vetro su cui all’epoca venne eseguito il ritocco (vedi pagina a destra).

Le immagini digitali oggi attirano la nostra gi, per ridarci la stessa immagine di allora. nenti lastre di vetro e relativi provini a con-
attenzione e ci offrono prestazioni strabi- Le immagini sono dei negativi su lastra di tatto nel formato 18x24cm e, tra queste, al-
lianti; ma se quello che ci interessa è la qua- vetro e sono state stampate con lo stesso cune fotografie dell’Hotel Schmid in via
lità, una lastra fotografica d’inizio secolo metodo usato cinquant’anni fa: la stampa Marco Polo a Milano; le immagini risal-
non ha nulla da invidiare ad esse. in camera oscura; autore del recupero è Do- gono probabilmente al periodo tra le due
Vi raccontiamo la storia di un’immagine, nato Navone, grande appassionato di foto- guerre e danno l’impressione di essere ser-
o meglio di una serie di immagini, che so- grafia e di mezzi fotografici, oltre che stam- vite per realizzare depliant e cartoline pub-
no state dimenticate per decenni in una sca- patore fine-art. blicitarie.
tola, mal conservate e ritornate alla luce co- Navone, curiosando sulle bancarella di in Navone ha scelto tra le varie lastre una tra
me per incanto nella stampa effettuata og- mercato, ha trovato alcune scatole conte- le più suggestive e rappresentative, che ri-
Il retro della stampa con le istruzioni per il ritocco.

La stampa originale. È ben visibile nella specchiera il riflesso del banco


ottico con il telo nero del fotografo appoggiato sul soffietto.

trae la hall dell’albergo. Insieme alla lastra


c’era il suo provino a contatto eseguito col
bromografo, con le indicazioni delle lavo-
razioni e modifiche da apportare all’im-
La scatola “Gevaert Super Chromosa” che conte-
magine.
neva le lastre i provini a contatto.
Il cliente infatti richiedeva di eliminare il
riflesso del banco ottico che era rimasto fis-
Si procede alla stesura del prodotto detergente sul-
sato su una specchiera, ben visibile al cen-
la lastra.
tro dell’immagine. Ed il banco ottico è sta-
to effettivamente eliminato, ma non sul po-
sitivo, per esempio mascherando la parte
della specchiera in cui era possibile rico-
noscere il banco ottico in questione, ma in-
tervenendo direttamente sulla lastra origi-
nale, con l’evidente obiettivo di poter poi
ottenere, sia a contatto che per ingrandi-
mento, numerose stampe “premascherate”.
Non va dimenticato che un tempo le stam-
pe a contatto venivano eseguite con bro-
mografi che prendevano la luce dal basso,
per cui l’intero processo di esposizione del-
la carta avveniva senza alcuna possibilità
di intervento da parte del fotografo.
C’è poi da considerare che la procedura di
intervenire sul negativo piuttosto che sulla
stampa era molto diffusa, perché consenti-
va di ottenere un numero infinito di stam-
pe identiche, senza alcun intervento in fa-
se di esposizione della carta.
Il ritocco veniva eseguito sul lato dell’e-
mulsione utilizzando matite e/o vernici per
schiarire le parti o far scomparire oggetti,
come nel caso del nostro banco ottico ri-
preso nello specchio, o sgarzando l’emul-
sione, ovvero asportandone delle parti. Si completa la stesura del prodotto deter-
Si usavano vernici opache di cui vi diamo gente.
un esempio, tratto dal volume Il Ritocco
Fotografico del prof. GR Namias, edizione
Il Progresso Fotografico: “Etere: 100cc,
Sandracca in polvere 10gr, Gomma Dam-
mar 3gr, dopo ottenuta la soluzione a fred-
do aggiungere da 50cc a 60cc di benzina.”
Spesso l’intera emulsione veniva vernicia-
ta in modo omogeneo per renderla più re-
sistente ai graffi. Pur essendo alcune parti
del ritocco “reversibili”, era necessaria una
notevole abilità per intervenire, visto che si
doveva lavorare sul lato emulsione, sia per
rendere le modifiche definitive, sgarzando
l’emulsione o colorandola, sia per costrui-
re l’intera immagine sullo stesso piano (ap-
portare le modifiche sul lato opposto signi-
fica avere due immagini separate dallo spes-
sore del vetro).
Il lavoro di Navone è stato relativamente
Con un panno si asporta il prodotto deter- semplice, quanto molto delicato: ha prov-
gente. veduto innanzitutto a una pulizia della la-
stra con un prodotto adatto al vetro, natu-
ralmente solo dalla parte opposta a quella
La lastra, perfettamente pulita, è pron- dell’emulsione. La parte emulsionata, an-
ta per essere stampata. che per evitare di asportare i ritocchi di ma-
scheratura, è stata pulita a secco.
La lastra così trattata è stata poi inserita in
un ingranditore in grado di accettare lastre
di vetro, e stampata normalmente su carta
baritata.
Sono stati eseguiti alcuni interventi di bru-
ciatura e mascheratura per dare maggiore
leggibilità alla zona dell’ascensore (ma-
scheratura) e alla fuga di stanze sulla sini-
stra (bruciatura).
Il risultato finale è eccellente e si può ap-
Si inserisce la lastra nel cassetto por- prezzare una nitidezza, un’assenza di gra-
talastre dell’ingranditore. na e una dovizia di particolari, che poco
hanno da invidiare a un lavoro odierno, ese-
guito con lo stesso formato.
La qualità delle immagini dipende dal gran-
de formato; i progressi della tecnica si so-
no concentrati sostanzialmente nell’affina-
re processi industriali, nell’aumentare la ra-
pidità del materiale sensibile, nel ridurre il
formato contenendo la perdita di qualità.
Ma se si rinuncia a tutto questo, quelle la-
stre di grande formato offrono immagini di
grande qualità, nitide e prive di grana, che,
se stampate a contatto, non subiscono nem-
meno la perdita di qualità dovuta al proce-
dimento dell’ingrandimento, cioè il pas-
saggio dell’immagine attraverso l’ottica del-
l’ingranditore.

Gerardo Bonomo

Il cassetto portalastre viene inserito nell’in-


granditore, un De Vere 108 in grado di accetta- Donato Navone, studio
re lastre e pellicole piane fino al formato di stampa fine art,
20x25cm. Via Verro 41, Milano.
Si controlla il fuoco dell’immagine sul piano del- Tel e fax 02.8466851.
l’ingranditore.
CAMERA OSCURA

UNA STAMPA
PERFETTA
Le foto devono presentarsi in modo impeccabile.
L’asciugatrice-smaltatrice Ecomat consente di asciugare e
smaltare stampe politenate, baritate e montarle su pannelli.

L'asciugatrice/smaltatrice Ecomat.

La presentazione delle nostre fotografie ha insomma la fotografia diventa impresenta- visto passare sotto i suoi teli i lavori di tut-
una grande importanza; se poi stampiamo bile. ti i grandi fotografi italiani, dagli anni Tren-
su carta baritata, c’è un anello nella catena Questo è senz’altro uno dei motivi per cui ta ad oggi.
del procedimento che è di importanza fon- la carta politenata è stata così apprezzata; Tuttora il prodotto è molto apprezzato ed
damentale, la finitura: e qui entra in scena la stampa politenata infatti, una volta asciu- è anche distribuito in Europa dalla tedesca
la smaltatrice. gata, è perfettamente piana. Nova.
O meglio, l’asciugatrice, visto che oggi la Così la smaltatrice sarebbe caduta in disu- Siamo andati a conoscere il figlio di Giu-
smaltatrice non viene praticamente più ado- so se non avesse un’altra funzione, quella seppe Martinella, Luigi, che fabbrica, an-
perata per smaltare le copie, ma per asciu- di asciugare le stampe baritate restituen- cora oggi, in modo artigianale, la smalta-
garle e renderle perfettamente piane. dole perfettamente piane. trice Hermes, ribattezzata Ecomat. Tutta la
Nessun foglio di carta baritata asciugan- realizzazione dello strumento, dal taglio
dosi all’aria dopo il trattamento recupera Una smaltatrice speciale dei fogli dell’alluminio al prodotto finito,
la stabilità dimensionale e la planeità che C’è una smaltatrice, Hermes, che è stori- avviene nel suo laboratorio; il risultato è
aveva al momento della sua estrazione dal- camente apprezzata dai professionisti; è un capolavoro di semplicità, ingegno e ro-
la confezione: si imbarca, si accartoccia; stata ideata da Giuseppe Martinella ed ha bustezza. Solo la componentistica elettri-
Particolare della mani- Particolare del la-
glia della smaltatrice, to comandi della
che ha la duplice fun- Ecomat: è visibi-
zione di chiusura del le il termoregola-
piano da un lato, e di tore, il pulsante di
maniglia di trasporto accensione e l'at-
dall'altro. È realizzata tacco per il cavo
in legno tornito. Non di alimentazione.
conducendo il calore
può essere impugnata
senza pericolo anche
dopo ore di funzionamento continuo dell'asciugatrice/smaltatrice.

Nell'oscurità della came- Prima di essere inserita


ra oscura sono ben visibi- nella smaltatrice, l'acqua
li sia il pulsante di accen- in eccesso va eliminata
sione, quando posiziona- con l'apposito rullo.
to su ON, che la spia di
funzionamento della resi-
stenza.

ca, come la resistenza e il termostato è ac- tata di messa a terra, dispone di due fusi- verificare il livello di asciugatura basterà
quistata da fornitori esterni per l’assem- bili, uno sulla fase e uno sul neutro. Tutti i provare a distaccare la stampa dalla super-
blaggio. cablaggi sono annegati in vetro siliconico ficie in cotone che ricopre l’interno del co-
Con l’ampia superficie del suo piano ri- e non appoggiano su alcun punto riscal- perchio della smaltatrice: se la stampa si
scaldante la Ecomat è in grado di asciuga- dante. La spina sul cavo di alimentazione distacca facilmente l’asciugatura è termi-
re anche due stampe 30x40cm, o quattro che si collega alla smaltatrice resiste a tem- nata.
stampe 24x30 contemporaneamente. perature fino a 120°C, per altro non rag- A questo punto la stampa può essere tolta
Grazie al termostato regolabile, da 0°C fi- giungibile sul lato esterno della macchina. dall’asciugatrice. Per meglio dissipare l’u-
no a 120°C è possibile controllare in mo- Quando la smaltatrice è sotto tensione l’in- midità residua la stampa va appoggiata su
do perfetto la temperatura di lavoro. Una terruttore è illuminato. Quando la resistenza un piano freddo, vetro, marmo o altro.
volta che la resistenza interna ha raggiun- è in funzione, la spia rossa di funziona- A lavoro terminato noi consigliamo di met-
to la temperatura desiderata si spegne au- mento della resistenza è accesa. tere le stampe in una scatola del medesimo
tomaticamente, per poi riaccendersi quan- formato dove tenerle per almeno un gior-
do la temperatura si abbassa. Questo per- Come usare la smaltatrice no; l’ideale è proprio usare la scatola o la
mette di: Indipendentemente dal lavoro che si in- busta originale della carta vergine. Il peso
1- asciugare le stampe baritate (tempera- tende fare, asciugatura, smaltatura o incol- stesso delle stampe provvederà a mante-
tura raccomandata 80°C) in 5/7 minuti laggio, bisogna verificare che non ci sia nere stese le fotografie.
2- smaltare le stampe baritate (temperatu- polvere o altri “corpi estranei” né sul pia- Smaltatura stampe baritate
ra raccomandata 70/80°C) no della smaltatrice, né sulla piastra, né sul- Si posiziona la stampa da smaltare con l’e-
3- asciugare le stampe politenate (tempe- la stampa, fronte o retro che sia: qualsiasi mulsione verso il basso sull’apposita pia-
ratura raccomandata 50°C) in 30 secondi “presenza indesiderata” si fisserà in modo stra di acciaio inox (fornita separatamen-
4- incollare a caldo col sistema HeatTac irreversibile alla stampa. Se anche si riu- te).
stampe baritate fino al formato 50x65 su scisse a rimuoverla, rimarrebbe un segno Dalla stampa deve essere eliminata l’acqua
cartoncini o pannelli di vari materiali con evidente e la stampa dovrà essere rilavata in eccesso con l’apposito rullo.
spessore massimo 2mm. e riasciugata. La piastra viene inserita nella smaltatrice
L’asciugatura perfetta e la possibilità di in- Asciugatura stampe baritate alla temperatura di 70/80°C.
collare le stampe su un supporto ci con- Per prima cosa si regola il termostato sul- Un leggero crepitio ci avverte che la stam-
sente di arrivare a produrre autonomamente la temperatura di lavoro; per le stampe ba- pa sta cominciando a staccarsi. Al cessare
stampe per esposizione o allestirsi un portfo- ritate è intorno agli 80°C. del crepitio la stampa è pronta e si può apri-
lio. Infatti, con una superficie utile di la- Si posiziona la stampa baritata con l’e- re la smaltatrice.
voro di 51x65cm è possibile incollare una mulsione rivolta verso l’alto su una delle La piastra va pulita ogni volta con del po-
stampa 30x40cm su un passe-partout fino due piastre in dotazione. La piastra deve lish auto o del prodotto per la pulizia dei
al formato 50x60cm, o incollare su un car- essere fredda. metalli come il Sidol.
toncino stampe di formato diverso. Si elimina l’eventuale acqua in eccesso con Asciugatura stampe politenate
Dal punto di vista della sicurezza l’asciu- un rullo e si adagia la piastra sul piano del- Per le stampe politenate bisogna innanzi-
gatrice Ecomat risponde a tutte le norma- la smaltatrice. tutto appoggiare sul piano riscaldante l’ap-
tive CEE. Nella pratica, oltre ad essere do- Dopo 5/7 minuti la stampa è asciutta. Per posito panno, sopra il quale si metterà la
Abbiamo provato la precisione della Eco- piastra con la/le stampe.
mat collocando una sonda collegata a un Il termostato va regolato sui 50°C e dopo
termometro sul piano riscaldante: la prova circa 30 secondi la stampa è perfettamente
inizia con una temperatura sul piano di asciutta.
22.4°C e una temperatura ambiente di Con le stampe politenate, grazie alla loro al-
17,1°C. Sono le ore 13.41.43. ta stabilità dimensionale, non è necessario
mantenere la stampa in pressione fino ad
asciugatura ultimata.
Incollaggio a caldo su cartoncino
Si posiziona innanzitutto sul piano riscal-
dante il supporto a cui andrà incollata la
stampa: potrà essere un cartoncino o un pan-
nello dallo spessore massimo di 2mm.
Il termostato è stato regolato sui 40°C e la Quindi si posiziona il foglio di velina ade-
smaltatrice è stata messa in funzione (Led siva e la stampa baritata con l’emulsione
acceso). verso l’alto.
Per proteggere la tela del coperchio dell’a-
sciugatrice è opportuno posizionare sopra la
stampa l’apposito panno (è il medesimo che
si usa con le stampe politenate).
Si posiziona il termostato su 80-90°C e,
quando la spia luminosa rossa si spegne, si
posiziona l’interruttore generale su OFF e
si aspettano 3-4 minuti.
A questo punto la stampa è perfettamente
incollata e pronta per essere appoggiata su
una superficie piana, sotto un peso.
Dopo 5 minuti e 50 secondi la smaltatrice Il raffreddamento repentino e la pressione
ha raggiunto i 40.5°C e la resistenza si è fanno sì che la stampa si incolli perfetta-
spenta (Led spento). mente al cartoncino, rimanendo perfetta-
mente piana.
La stessa foto può anche essere staccata dal
suo supporto riportandola alla temperatura
di incollaggio, cioè a 80-90°C.
Incollaggio a caldo su polistirolo
È possibile incollare a caldo le stampe su
pannelli di polistirolo dallo spessore massi-
mo di 5mm.
Si appoggia innanzitutto sul piano riscal-
dante il panno, e sopra, con l’emulsione ri-
Trascorsi 7 minuti e 28 secondi il piano toc- volta verso il basso, la stampa, quindi il fo-
ca la massima temperatura, 41.9°C, con la glio di polistirolo, che non deve mai tocca-
resistenza spenta. re in nessun punto il piano riscaldante, pe-
na la fusione del polistirolo.
I tempi e le temperature sono i medesimi
dell’incollaggio su cartoncino.

Consigli pratici
• Dopo aver terminato il lavoro, spegnere
sempre l’asciugatrice con il pulsante di ali-
mentazione e poi staccate sempre il cavo sia
dall’asciugatrice che dalla presa a muro.
• Noi preferiamo inserire le stampe nell’a-
sciugatrice quando sono già quasi asciutte.
Trascorsi 5 minuti e 34 secondi dalla fine Dopo il lavaggio le appendiamo con delle
dell'ultima accensione la temperatura del mollette e aspettiamo che la stampa sia pra-
piano è scesa a 38.7°C: il termostato dà il ticamente asciutta. A questo punto le inse-
consenso alla resistenza per ricominciare a riamo nell’asciugatrice alla temperatura di
scaldare. Se la resistenza continuerà ad at- 50°C e le manteniamo circa 20 minuti. In
taccare e staccare con questa frequenza, il questo modo abbiamo ottenuto i migliori ri-
consumo orario non sarà più di 800 W ma sultati, soprattutto con alcuni cartoncini ba-
di soli 400W. ritati piuttosto leggeri.
• Se ad asciugatura ultimata si dovesse ri-
scontrare una leggera ondulazione lungo tut-
ta la stampa, un buon sistema per eliminare
Particolare della rete in
acciaio inox che mette in QUANTO COSTA
pressione la stampa in mo- Smaltatrice piana Ecomat formato
do omogeneo su tutti i 51x65cm: L. 1.350.000
punti. Sono comprese due piastre ALU per
asciugatura.
Piastra inox per smaltatura: L. 100.000.
Panno di protezione per carte politena-
te e incollaggi: L. 20.000
Bobina di velina HeatTac formato
m0,62x45: L.215.000.
Tutti i prezzi sono al netto dell’IVA 20%
Distributore per l’Italia:
P.F.G. Fotogroup, via Aristotele 67,
20128 Milano. Tel. 02.27.000.793, fax
02.26.000.485. www.puntofoto.it.
E-mail: info@puntofoto.it

Particolare della presa, in


grado di resistere fino a
temperature di 120°C: non
è possibile inserivi altri ca-
vi che il suo, apposita-
mente realizzato per sop-
portare una potenza di ol-
tre 800 W.

Veduta interna della centrale di controllo: i cavi, in grado di resi-


stere fino a temperature di 600° C, sono annegati in vetro siliconi-
co per un maggiore isolamento. Nessun punto dei cavi tocca la strut-
tura. A sinistra la sonda del termostato che viene annegata all'in-
terno della struttura. La componentistica è esclusivamente elettro-
meccanica: non esiste alcun componente elettronico.

Particolare di uno dei due fusibili, estratto dalla sua sede e pronto
per un'eventuale sostituzione.

il problema è quello di rifilare il bordo del- lavoro lasciate sempre l’asciugatrice con il • L’asciugatrice Ecomat non richiede alcu-
la stampa con una taglierina. Anche per coperchio sganciato, per evitare di lascia- na manutenzione, ad eccezione del telo
questo motivo è sempre meglio lasciare in re inutilmente in tensione sia le molle che bianco di protezione delle copie che deve
fase di stampa un bordo bianco di due cen- la maglia del piano. essere periodicamente lavato. Per evitare
timetri per lato per poter operare l’even- • Le piastre a riposo vanno manipolate con di dover lavare troppo di frequente il telo
tuale rifilo. L’eventuale ondulazione di- estrema cura, sia la superficie che gli an- conviene che le stampe siano perfettamen-
pende esclusivamente dalla qualità e dalla goli, per ottenere sempre una buona qua- te lavate prima di esser poste nell’asciuga-
grammatura del cartoncino baritato. lità della smaltatura ed evitare di tagliare trice.
• Mettete sempre in posizione l’asciugatri- la tela del coperchio. • In caso di cortocircuito i due fusibili prov-
ce su un piano rigido e robusto: la pressio- • L’asciugatrice deve essere tenuta in un vedono a sezionare l’erogazione di ener-
ne che dovrete esercitare per chiudere il punto della camera oscura lontano dalle ba- gia: per sostituirli basterà svitare i coper-
piano con l’apposita maniglia è notevole. cinelle e dai lavandini, come qualsiasi ap- chi dei due alloggiamenti.
• Quando avete terminato una sessione di parecchiatura elettrica. Testo e foto di Gerardo Bonomo
STAMPA FINE ART

VIRAGGIO E
MASCHERATURA
In questo mese esaminiamo come interve-
nire su un ritratto in camera oscura.
Siamo partiti da un negativo 6x7 realizza-
to in studio con luce uniforme su pellico-
la Ilford Delta 100 Pro 120 e fotocamera
Mamiya7 con obiettivo 80mm. La model-
la, Adriana, indossava un vestito grigio an-
tracite e teneva in mano un mazzo di fiori
arancioni. Quando un negativo è ben espo-
sto e il soggetto ben illuminato, normal-
mente risulta semplificata anche la stam-
pa, che non richiede particolari interventi
di mascheratura.
La fotografia è stata scattata nella stessa
sessione di prova delle pellicole Kodak Por-
tra ed è la dimostrazione di come un bian-
co e nero ben stampato non tema confron-
ti.

La seconda stampa è stata eseguita su carta


Ivory e poi virata in seppia.
Nel disegno sono visibili le zone di masche-
ratura con l’indicazione della riduzione del-
l’esposizione, 30% sul volto e 15% sul maz-
zo di fiori.
La terza stampa è stata realizzata sempre su
carta Ivory, ma stavolta è stata virata in ros-
so rame.
Mascheratura del 30% sul volto e 15% sul maz-
zo di fiori e esposizione supplementare del 20%
per le foglie di felce in basso a destra.

Prima stampa diluizione di 1+9. La modella risulta va-


Come prima cosa è stata stampato il ne- lorizzata da un viso più luminoso.
gativo su carta Politenata Multigrade con
contrasto 2 1/2 senza nessun tipo di inter- Terza stampa
vento di mascheratura. Il risultato è già Si è voluto poi sperimentare un viraggio
molto buono, ma non si discosta molto dai rosso-rame.
La prima stampa in bianco e nero su carta soliti ritratti in B/N. Si è deciso allora di Si è utilizzato ancora la carta della stam-
Politenata Multigrade senza interventi di ma- personalizzare la stampa. pa precedente. Il tempo di esposizione e
scheratura. le mascherature sul viso e sui fiori sono
Seconda stampa rimaste le stesse; è stata aggiunta una espo-
La carta Politenata Multigrade è stata so- sizione supplementare del 20% per le fo-
stituita con una Ivory della Kentmere, una glie di felce in basso a destra.
carta a gradazione fissa (3) con il suppor- La stampa così ottenuta è stata virata con
to di uno spiccato colore avorio e una su- il Kupfer di Tetenal, un viraggio rosso ra-
perficie perlata. Il viso della modella è sta- me. Il tempo di permanenza nel viraggio
to schiarito di un 30% rispetto alla posa monobagno è stato di 2 minuti e 30 se-
Stampe ed elaborazioni di complessiva in modo da farlo sembrare condi.
Donato Navone, più luminoso; anche i fiori sono stati schia- Questo viraggio ha la particolarità di “man-
via Verro 41, Milano. riti, ma solo del 15%.Il tutto è poi stato giare” parte della gelatina sulla zona in cui
Tel. e fax 028466851. passato per 2 minuti a 20°C in un virag- agisce. Il risultato è una sensazione di ri-
gio seppia, l’LP Sepia Labor Partner, con lievo dell’immagine.
IMMAGINI

“ON THE ROAD”


CON JOE OPPEDISANO

Quanto conta in una bella immagine la immagini che richiedono forti ingrandi- scelte tecniche. Uno dei segreti dei foto-
qualità della macchina fotografica, e quan- menti. grafi è avere l’occhio sempre vigile ven-
to l’abilità del fotografo? Lo strumento però non basta per fare una tiquattr'ore al giorno; l'immagine non si
Lo strumento è indispensabile per realiz- bella fotografia, al contrario una foto rea- fa aspettare, dura una frazione di secon-
zare un’immagine tecnicamente perfetta, lizzata con mezzi poveri può essere cari- do, poi la scena cambia, la luce cambia.
basti pensare alle fotografie tecniche o ca di fascino. È proprio partendo da queste considera-
scientifiche, allo still-life, alla microfo- Se poi pensiamo al reportage, la scelta del zioni che il fotografo Joe Oppedisano ha
tografia, alla fotografia subacquea, alle momento giusto è più importante delle condotto un reportage con una sempli-
cissima single-use, una macchina-rullino,
che è leggera, tascabile e che si sposa per-
fettamente con un occhio sempre vigile.
Già, ma la qualità? Oggi le pellicole ne-
gative sono in grado di incassare diversi
stop in sovra e in sottoesposizione. Inol-
tre si può usare una pellicola da 400 ISO
con cui si può lavorare agevolmente in lu-
ce ambiente (una single-use col flash non
ha la stessa magia). Già, ma non c'è la mes-
sa a fuoco. Meglio, una regolazione in me-
no, quindi ancora maggiore immediatez-
za, dato che l’autofocus ha comunque sem-
pre un piccolo tempo di ritardo. D’altra
parte le single-use hanno in genere obiet-
tivi da 35mm e un diaframma a f/11: il che
significa una più che accettabile messa a
fuoco da un metro all'infinito.
Insomma, basta estrarre la macchina di ta-
sca e fare clic. Ho provato con un amico
il tempo di reazione: in due secondi ho
portato la mano alla tasca per impugnare
la single-use ed ho scattato.
Il reportage di Joe Oppedisano ha dato vi-
On the Road di Joe Oppedisano ta ad un libro, dal titolo “On the Road”,
interamente realizzato con fotocamere
single-use di Imation.
Sfogliando le pagine, a tutto si pensa me-
no che alla possibilità che le fotografie
siano state scattate con una così umile at-
trezzatura.
Osserviamo ad esempio Rainstorm, che
riproduce esattamente le sensazioni di
quando un temporale sta cercando di scar-
nificare il vetro che ci protegge. Guar-
diamo l’immagine dei due passeggeri nel
tunnel d'imbarco dell'Aeroporto di La-
mezia Terme: solo un istante in più e le
due figure sarebbero scomparse, insieme
alla foto.
"Art is not an handicraft, it is the tran-
64 pagine a colori. smission of feeling the artist has expe-
Le foto sono state rienced": sono le parole che introducano
realizzate con fo- alla lettura del libro. A proposito, sono di
tocamere Sigle- Tolstoj.
Use Imation Ma-
gic. Gerardo Bonomo
IMMAGINI

AIRSHOW
FRECCE NEL CIELO

Le manifestazioni aree sono "Driiiiinn…." La mano annaspa sul como- strada a piedi, da poche centinaia di metri,
dino in cerca della sveglia mentre il cervel- se saremo arrivati presto, a qualche chilo-
una straordinaria occasione lo, lentamente, si riappropria della realtà. metro, se la manifestazione sarà prossima
per scattare belle foto. Sono le 4 di una domenica d'inizio estate. all'inizio (solitamente verso le 9).
Un professionista suggerisce Per migliaia di appassionati del volo inizia
così la giornata tanto attesa, quella della "Fe- Adesso sì che ci siamo
l’attrezzatura e la tecnica di sta dell'Aria", dell' "Air Show". Lo zaino fo- Ecco la pista, transennata, dove decolleran-
ripresa tografico è già stato preparato e controllato no e sorvoleranno gli aerei. Ed ecco lo spa-
minuziosamente la sera prima. Anche la bor- zio destinato alla mostra statica, dove aero-
sa, con panini e bibite è già pronta. Si può mobili d'ogni genere (veri, non modellini!),
partire, sperando che le previsioni del tem- dai caccia ultramoderni ai biplani d'epoca,
po "…cielo sereno su tutta la penisola…" dagli elicotteri ai missili, sono lì per essere
siano azzeccate. Centinaia di chilometri ci ammirati, toccati (qualche volta) e soprat-
separano dall'agognata meta. Un buon caffè, tutto fotografati. Un suggerimento: anche se
sorseggiato alle prime luci dell'alba, è una il richiamo di questi velivoli è fortissimo, la
piacevole concessione che ci meritiamo e prima cosa da fare è quella di cercare di pren-
che inseriamo volentieri nel nostro piano di dere posto in prima fila, dietro le transenne
volo, pardon, nel programma di viaggio. che delimitano la pista dove si esibiranno
Siamo finalmente giunti all'aeroporto, an- gli aerei. È la posizione migliore per foto-
zi, in uno dei numerosi posteggi creati ap- grafare: visuale libera e discreta libertà di
positamente in prossimità di esso, in quan- movimenti, senza il pericolo che il nostro
to non è consentito l'accesso alle auto. Pre- teleobiettivo sbatta sulla testa di qualcuno o
pariamoci dunque a percorrere un pezzo di viceversa. I velivoli della mostra statica sa-
ranno lì, fermi, tutto il giorno per noi. Se sa- zando, sempre, la tecnica del panning, al- di pellicole da mettere in borsa! Meglio por-
remo in compagnia, come è consigliabile, trimenti neppure a 1/8000 di secondo riu- tarne un paio in più che in meno, perché una
a turno, durante la giornata, potremo anda- sciremo a fermare un Tornado che sfreccia volta catturati da questa affascinante atmo-
re a rimirarli e fotografarli con calma. davanti a noi. sfera e dalle molteplici opportunità che ap-
Qualora la giornata non fosse limpidissima, puntamenti di questo genere comportano, il
Cosa abbiamo portato nello zaino usiamo senza indugio una 400 ISO. I risul- rischio di rimanere quanto prima con le…
fotografico tati saranno altrettanto buoni con un pizzi- munizioni contate è pressoché certo. Pro-
Due corpi macchina sono l'ideale: uno con co di grana in più. Non lesinate sul numero vare per credere.
uno zoom grandangolare che parta da
24/28mm utile per la "statica", qualche fi-
gura delle pattuglie acrobatiche o foto d'in-
sieme della manifestazione e l'altro con uno
zoom lungo, che arrivi almeno ai 400mm
per le esibizioni di volo e qualche foto d'ef-
fetto. Ho parlato di zoom per la loro mag-
gior duttilità d'impiego, specialmente se la-
voriamo con dia, ma nulla ci impedisce d'u-
sare ottiche fisse.
Nel caso di teleobiettivi, svolge egregia-
mente il suo dovere il 300mm, magari du-
plicato. L'autofocus è gradito per seguire le
evoluzioni e soprattutto gli avvicinamenti,
ma non indispensabile.
Capitolo pellicole. Dando per scontata una
giornata di sole, caricheremo una 100 ISO
nella macchina che monta lo zoom gran-
dangolare privilegiando la profondità di cam-
po, mentre nell'altra, una 200 ISO ci per-
metterà di lavorare con tempi rapidi utiliz-
Esposizione ma), con l'accortezza di scattare tenendo il portunità ci viene data dall'utilizzo del car-
Molte delle nostre riprese avranno come sfon- nostro soggetto in questa area di rilevazio- toncino grigio (va bene qualsiasi tipo di let-
do il cielo. Tanto più sarà presente nelle no- ne esposimetrica. Oppure, sempre con lo tura esposimetrica TTL), che utilizzeremo
stre inquadrature, maggiore sarà il rischio di spot, procedere alla lettura puntando il te- quale controfigura di quanto andremo a fo-
avere quanto ci interessa sottoesposto. Pos- leobiettivo sugli aerei in volo (o a terra, pur- tografare. In questi ultimi due casi è d'ob-
siamo ovviare a questo inconveniente uti- ché siano colpiti dalla stessa luce) e con i bligo una costante verifica dei valori.
lizzando la misurazione spot e lavorando in dati così acquisiti operare in manuale, sen-
automatismo (priorità di tempi o diafram- za vincoli d'inquadratura. La medesima op- Qualche consiglio pratico
per questa giornata particolare
È troppo ingombrante da infilare nello zai-
no, ma è bene non lasciare a casa la scala
tre gradini in alluminio. Per tre ragioni: la
prima, perché ci permetterà di lavorare da
una posizione sopraelevata, il che significa
totale libertà di movimento e visuale; la se-
conda perché può diventare un comodo seg-
giolino (otto ore in piedi sono dure per chiun-
que) o una base d'appoggio per i viveri o al-
tro; la terza perché ci consente di mettere al
riparo sotto di essa lo zaino o la borsa.
Siccome dovremo passare tutta una giorna-
ta sotto il sole, così almeno speriamo, pre-
sumibilmente nel periodo tarda primavera-
estate, è opportuno non scordarsi un cap-
pellino per evitare un'insolazione e magari,
per le pelli più sensibili, della crema pro-
tettiva. È opportuno comunque, visto il po-
co peso e ingombro, infilare in una tasca
dello zaino anche quegli impermeabili tipo
stadio, giusto per non essere sorpresi da un
improvviso temporale. i più moderni, incredibili e fantastici jet del A Sigonella, all' "Open Day" erano in
Un’ultima cosa. Avete mai sentito il rumo- mondo, quelli che ci hanno fatto sognare nei 200.000 col naso all'insù; altrettanti all' Air
re di un Viggen al decollo o di un Mirage? numerosi film d'azione: dagli eleganti F-14 Show di Ambrì, nella vicina Svizzera, ipno-
E il suono che lacera l'aria di un F-15 quan- "Tomcat" protagonisti in "Top Gun" ai ma- tizzati dalla manovra del "Cobra di Puga-
do entrano in funzione i postbruciatori? Se neggevoli F-16 "Fighting Falcon", dai pos- chev" del fantastico Sukhoi SU 30 "Flanker";
la risposta è negativa, fidatevi, e portate con senti F-15 "Eagle" e Tornado agli straordi- mezzo milione di persone l'ultima volta ad
voi dei tappi per orecchie. I vostri timpani nari Mig 29 "Fulcrum A", dagli slanciati F- Aviano, ammaliati dal misterioso F-117A"Ni-
ve ne saranno grati. Se per caso avremo di- 18 "Hornet" ai tozzi ma agili A-10 "Thun- ght Hawk", l'aereo invisibile (o di Batman, co-
menticato qualcosa a casa, nessun proble- derbolt" e poi le pattuglie acrobatiche, con me lo hanno chiamato i tanti bambini presen-
ma. Nei vari stands all'interno dell'aeropor- i numeri mozzafiato delle nostre Frecce Tri- ti quel giorno, sgranando gli occhi); ed erano
to potremo trovare quello che ci manca, ol- colori, i primi della classe, le Red Arrows, in 600.000 a Pratica di Mare il maggio scor-
tre a magliette, spille, libri, modellini, ge- la Patrouille de France, la Patrouille Suis- so, in occasioni del 75° anniversario dell'Ae-
neri alimentari… se… e ancora aerei, a decollo verticale, da ronautica Militare - fra questi anche il Presi-
trasporto, elicotteri da combattimento e di dente della Repubblica Scalfaro - ad applau-
In azione soccorso, velivoli storici, mongolfiere, pa- dire le Frecce Tricolori e il primo volo dell'
Bene, adesso siamo pronti per immortalare racadutisti… "Eurofighter" 2000, il caccia da superiorità ae-
rea che prossimamente solcherà i nostri cieli
in sostituzione dei veloci ma vetusti F 104
PROGRAMMA PATTUGLIA ACROBATICA NAZIONALE (FRECCE TRICOLORI) "Starfighter" ancora in dotazione.
MANIFESTAZIONI 1999 Questa è solo una parte dell'imponente e pa-
DATA EVENTO LOCALITA' NOTE cifica marea di gente, formata da centinaia di
2 giugno Festa della Repubblica Roma sorvolo migliaia di giovani, anziani, coppie, famiglie
4/7 giugno Siad '99 Bratislava (Rep. Slovacca) esibizione e intere comitive, che (almeno) una volta all'
12/13 giugno 35° anniversario Red Arrow Cosford (UK) esibizione anno si danno appuntamento sui prati di un ae-
18/21 giugno MAF Chateaudun (F) esibizione roporto, per vivere un'esperienza unica e indi-
2/5 luglio Open Day Volkel (NL) esibizione menticabile, condividendo insieme le stesse
22/26 luglio I.A.T. '99 Fairford (UK) esibizione
1 agosto MAF Metaponto (MT) esibizione
passioni ed emozioni che solo questi piloti e le
15/16 agosto 2° Edizione Giochi Mondiali Militari Zagabria (Croazia) esibizione loro meravigliose macchine sanno dare.
3/7 settembre 2nd International Festival Plovdiv (Bulgaria) esibizione Uno spettacolo e un brivido che non si posso-
no perdere!
Per eventuali cambiamenti dell’ultim’ora, consulttate il sito Internet: www.aeronautica.difesa.it
Testo e foto di Dino Merio
Per aggiornamenti sui programmi delle manifestazioni nel nostro Paese, ci si può rivolgere all'Aeroclub d'Italia, tel.
06.51.95.97.1, oppure all'Ufficio Stampa dell'Aeronautica Militare, tel. 06.49.86.1.
RIPRESA

ALLA RICERCA
DELLA NITIDEZZA
Accade spesso, conversando tra conoscenti L'insidia del micromosso fusa" e poco percettibile. Però c'è. Per dia-
e amici, che qualche appassionato di foto- Il maggiore colpevole di una immagine po- gnosticare se il difetto sia questo o quello,
grafia mi chieda se sia il caso di cambiare co nitida può spesso essere il mosso. Mos- usate un lentino d'ingrandimento e guar-
l'ottica della sua reflex a favore di questo so della fotocamera, più che del soggetto. date la diapositiva ingrandita (o la stampa,
o quell'altro obiettivo appena uscito. In L'amico fotografo assicura che, se così fos- o il negativo).
qualche caso la risposta è facile: può suc- se, l'avrebbe saputo riconoscere. Afferma Come scoprire il mosso: lo sfondo è per-
cedere infatti che i progressi della proget- di avere scattato con 1/125s, tempo nor- fettamente nitido; il solo soggetto appare
tazione ottica abbiano permesso ad un fab- malmente di sicurezza. Già, ma con quale non nitido e, ingrandendo, mostra un ef-
bricante di sfornare un obiettivo davvero focale? Eccoci al punto: se 1/125s consente fetto di strisciata, con comparsa di doppi
straordinario, dalle prestazioni indiscuti- una foto "ferma" operando con l'obiettivo contorni e perdita di nitidezza
bilmente superlative. Di norma però il di- normale o un leggero tele, non è sicura- Come scoprire il micromosso: ingrandendo
vario non è così netto e indiscutibile. C'è mente adeguato a garantire un buon risul- un particolare si nota che l’effetto mosso
di più: quando cerco di approfondire i mo- tato se si scatta con un 400mm. Sottoli- è visibile su tutta la foto; il senso di spo-
tivi dell'insoddisfazione che spinge il mio neiamo: non va assolutamente dimentica- stamento è unico: ovunque il mosso è orien-
interlocutore al cambiamento scopro qua- ta la regoletta che il tempo di otturazione tato nello stesso senso; l’ingrandimento
si sempre che vorrebbe "un obiettivo più "di sicurezza" è quello espresso come 1/f. mostra un doppio contorno più o meno evi-
nitido". Emerge, quasi sempre, che con- Cioè: per stare tranquilli quanto a nitidez- dente.
frontatosi con le immagini di un conoscente za occorre usare un tempo sufficientemente
o un collega, l'amico ha scoperto che dal- rapido. Più esattamente che sia almeno pa- Perdita di nitidezza
le proprie fotografie avrebbe potuto pre- ri ad una frazione in cui il denominatore è per colpa dello sfocato
tendere di più. la lunghezza focale dell'obiettivo in uso. Una messa a fuoco imperfetta, sia pure di
Più dettaglio, più impressione di nitidez- Se si usa un 400mm, occorre scattare in- poco, dà origine ad immagini non nitide.
za, più contrasto. La colpa viene fatta ri- somma almeno ad 1/400s. Facile? Sì. Ma Intendiamoci: non stiamo parlando di una
cadere sul "vetro" che equipaggia la mac- è anche facile dimenticarsene quando si focheggiatura clamorosamente errata, che
china: non si continua a ripetere che l'ele- esegue una zoomata con uno zoom da te- chiunque sa riconoscere. Stiamo invece
mento chiave che fa davvero la foto è l'o- le a tele. Ad esempio con un superzoom considerando la possibilità che la regola-
biettivo? come potrebbe essere un ottimo Sigma 50- zione di distanza non sia stata eseguita con
Senza nulla togliere all'evoluzione, ap- 500mm: il tempo di 1/125s che va bene la necessaria accuratezza. Succede infatti,
passionante e continua, del mondo del- con la focale normale è inadeguato per la e i fotografi esperti ne sono ben coscienti,
l'ottica, il mio consiglio in questi casi è di focale tele estrema. Eccoci al punto: oggi che con i grandangolari spinti e con la mes-
solito quello di farsi un esame di co- più di ieri, affermare che alle focali più lun- sa a fuoco manuale non sia facile apprez-
scienza. La superiore qualità delle foto as- ghe la resa di questo o quell'obiettivo ap- zare nel mirino piccole differenze di niti-
sunte come campione di confronto dipende pare "morbida" non sempre è esatto. Sia- dezza e poi correggerle sul vetro smeri-
davvero dall'obiettivo migliore o non è mo sicuri che al momento dello scatto il gliato. Nonostante si affermi che la profon-
forse merito di una pellicola di più bassa tempo d'otturazione fosse adeguato? dità di campo di un grandangolare con-
sensibilità e maggiore contrasto, oppure Sottolineiamo la differenza: se il mosso è sente di essere disinvolti nel focheggiare
ancora della stampa più accurata del la- quello classico, causato da un tempo trop- anche in modo approssimativo, attenti: con-
boratorio? Non saranno stati trascurati al- po lento rispetto alla velocità di sposta- siderate che leggere imprecisioni di rego-
tri parametri di ripresa? Già, ma quali? mento del soggetto, il difetto è di solito lazione sembrano impercettibili ma vice-
Ahimé, ecco sollevato il coperchio del va- molto evidente e viene individuato subito. versa riemergono quando si esegue un in-
so di Pandora relativo alle cause che pos- Per lo più la colpa è in questi casi della grandimento dell'immagine. Se puntate ad
sono influire sulla nitidezza fotografica, scarsità relativa di luce (o della limitata ottenere impeccabili stampe di grande for-
sulla qualità di dettaglio di un'immagine. apertura dell'obiettivo). La mano del foto- mato, ecco che la messa a fuoco dovrà es-
Dall'elenco, che tende a trasformarsi in grafo era ferma, è il soggetto che si è spo- sere precisa. La profondità di campo niti-
un'enciclopedia, isolo alcuni tra gli ele- stato. In caso di micromosso l'inconve- do è legata alla variazione di due soli fat-
menti più critici che attentano alla niti- niente è più subdolo e meno facilmente in- tori: l'apertura di diaframma e l'ingrandi-
dezza. dividuabile: la perdita di nitidezza è "dif- mento. Non è dipendente dalla lunghezza
Uno scatto giocato tutto sull'effetto grafi-
co del bianconero. Stampa ad alto contra-
sto ma senza perdere leggibilità sulle vele.
In questi casi si ricorre spesso a filtri aran-
cio, per il bianconero, e l'abbondanza di
luce consente tempi d'otturazione rapidi.
Foto di David Ashdown che ha scattato su
pellicola Ilford 400 ISO e stampato su car-
ta Multigrade 500E.

focale, come sembrerebbe (i grandangola- Profondità di campo insufficiente no della reflex. Tuttavia non è detto che
ri sembrano offrire di più ma deriva dal li- Ecco una situazione di insoddisfazione la massima apertura sia quella più consi-
mitato ingrandimento). Dunque: la fo- che si manifesta tipicamente nella foto- gliabile per un ritratto e il "diaframma di
cheggiatura va eseguita con precisione e grafia di ritratto. È facile constatare che lavoro" consigliabile potrebbe essere, e
non c'è dubbio che con le corte focali sia un viso interessante, sul quale il fotografo di solito lo è, molto più chiuso. Ad esem-
comodissimo affidarsi ad un autofocus abbia eseguito con precisione una messa pio f/8 o anche f/11, con la conseguenza
(purché preciso) che saprà fare meglio del- a fuoco esatta sull'occhio, come è sem- di dovere magari disporre la fotocamera
l'occhio umano. pre consigliato in questo genere di ripre- su treppiede, nonostante l'elevata lumi-
A proposito di autofocus però, attenzione se, soffra per una mancanza di nitidezza nosità massima dell'ottica (preziosa per
al punto di misurazione: se il sensore cap- troppo evidente sull'altro occhio, o sulla inquadrare ma non per scattare, oppure
ta un elemento estraneo, anche minimo, punta del naso, o verso l'orecchio. La cau- utile operativamente in altre situazioni,
posto davanti (o dietro) il soggetto princi- sa è facilmente individuabile: è stato scel- ad esempio per notturni ambientati a fi-
pale, l'imprecisione inciderà sulla nitidez- to un diaframma troppo aperto in rela- gura intera, in esterni).
za del risultato. zione alla focale usata ed all’estensione Come scoprire la profondità insuffi-
Come scoprire lo sfocato: controllate con in profondità del soggetto. Attenzione ciente: la nitidezza è presente solo su di
il lentino qualche particolare posto imme- dunque, soprattutto se si sta operando con un piano della scena; immediatamente pri-
diatamente prima o dopo il soggetto prin- ottiche mediotele estremamente lumino- ma e dopo di esso i particolari si confon-
cipale. Se risulta più nitido del soggetto se. Un eccellente 85mm f/1.4 consente di dono; ingrandendo non si nota però un ef-
principale è segno di una focheggiatura im- inquadrare e di focheggiare con preci- fetto di doppi contorni che faccia pensa-
precisa. La colpa del calo di qualità è dun- sione anche in situazioni di luce scarsa, re ad un “mosso” in una qualsiasi dire-
que in un leggero sfocato. fornendo un'immagine perfetta nel miri- zione.
Nel ritratto, attenzione a scegliere il diaframma giusto: deve Di Tadasuke Akiyama, ecco un ritratto con zoom Nikkor 80-
consentire una sufficiente profondità di campo nitido. Qui, un 200mm f/2.8, eseguito diaframmando ad f/11 per disporre di una
esempio di ripresa corretta, con esemplare controllo della niti- profondità di campo sufficientemente estesa da assicurare det-
dezza sull'occhio e sulle labbra. La foto è stata scattata a f/5.6 taglio su entrambi gli occhi del soggetto. Nikon F4s ad 1/250s,
ed 1/15s, a mano libera, con uno zoom Canon EF 28-135mm pellicola Fujichrome Provia 100. (Foto cortesia Nikkor Annual
f/3.5-5.6 stabilizzato. '92-'93).

La macchina ha vibrato? batterlo? La strada migliore per risolvere l'azionamento del pulsante, e ciò è van-
Nonostante la tecnologia le abbia dotate di il problema alla radice è quella proposta taggioso perché quando scatta l'otturatore
pistoni di frenatura pneumatica o disposi- da macchine di impostazione professiona- ogni vibrazione dovuta allo specchio è già
tivi di sollevamento ad orologeria, oltre- le, poche, dotate di comando separato per scomparsa.
ché più semplicemente di spugnette am- il sollevamento manuale dello specchio. Come scoprire le vibrazioni: ingranden-
mortizzanti, le reflex al momento dello Dovrebbe essere usato ogniqualvolta pos- do un particolare ecco che un leggero ef-
scatto vibrano (certamente più delle mac- sibile. Validi professionisti armati di te- fetto mosso è visibile su tutta la foto; par-
chine a telemetro): devono sopportare in- leobiettivi da 400 o 600mm confermano ticolari contrastati mostrano un leggero
fatti il rapido movimento verticale dello che sollevare manualmente lo specchio è doppio contorno ma il mosso è orientato
specchio ribaltabile al quale si sommano vantaggioso anche se si dispone di ottiche tutto nello stesso senso.
le vibrazioni dell'otturatore (specie se a la- con stabilizzatore incorporato.
melle a scorrimento verticale) e il movi- E se la mia macchina non ha il comando Correzione cromatica
mento, a volte notevole anche se sottova- di sollevamento manuale? A volte un va- Succede spesso con i teleobiettivi più po-
lutato, degli organi di trasmissione del dia- lido surrogato è rappresentato dal ricorso tenti ma può accadere anche con altre ot-
framma dell'obiettivo. Siamo cioè in pre- all'autoscatto: molti dispositivi di auto- tiche di uso più comune: nelle foto a di-
senza di un effetto di micromosso "intrin- scatto provocano il sollevamento dello stanze elevate che riprendano soggetti con
seco" ad ogni apparecchio. Come com- specchio immediatamente, al momento del- profili molto netti (ad esempio lo spigolo
di un campanile distante, nel paesaggio),
l'immagine non appare così "disegnata"
come si vorrebbe. Nella fotografia a colo-
ri possono essere addirittura percepibili lie-
vi sfrangiature di colore, spesso giallastre,
che rivelano inequivocabilmente un'insuf-
ficiente correzione cromatica dell'ottica.
Nella fotografia bianconero i colori ov-
viamente non si vedono ma il calo di niti-
dezza può essere avvertibile. Non è possi-
bile rimediare ad una tale situazione ser-
vendosi di qualche "trucco del mestiere"
ed ecco quindi un caso in cui, realmente,
può essere opportuno valutare le superio-
ri doti di un obiettivo di più recente pro-
gettazione, magari con correzione apocro-
matica o con lenti alla fluorite.
Come scoprire la correzione insufficien-
te: ingrandite un particolare potenzialmente
critico, difficile da riprodurre. Ad esempio
osservate con il lentino un oggetto rosso e
blu (colori lontani tra loro nello spettro),
nel punto in cui si presentano accostati.
Osservate un profilo netto, lo spigolo di
una casa, una struttura industriale, soprat-
tutto se posto verso i bordi dell'immagine.
L'insufficiente correzione cromatica è de-
nunciata da un effetto di alone per cui un
colore si sovrappone ad un altro. Il disegno mostra come il ricorso alla fluorite anziché al vetro, oppure analogamente a
vetri a bassa dispersione e schemi ottici che consentono una correzione apocromatica,
Foschia sia importante per portare le diverse lunghezze d'onda (colori) a fuoco sullo stesso pia-
L'effetto di indeterminatezza su particola- no. La conseguenza non è solo una assenza di eventuali effetti di iridescenza sulla foto
ri minuti, di minore nitidezza di una im- ma anche una migliore nitidezza dell'immagine.
magine, di contrasto scarso, può essere col-
pa della foschia. Ovvero della presenza in
aria di umidità diffusa e di polvere o smog, a realizzare effetti di reale "visione a gran- ambra (R1.5) combinati con una lieve sot-
elementi che deviano i raggi di luce. È pos- de distanza", il consiglio non può che es- toesposizione intenzionale e soprattutto
sibile cercare di migliorare la situazione sere un altro: preferite il bianconero di bas- con tempi d'otturazione rapidi.
ricorrendo a filtri ma non tutti i filtri van- sa sensibilità e ricorrete ad un filtro rosso.
no bene. C'è chi sostiene l'utilità del pola- La radiazione rossa ha grandi doti di pe- Sbalzi di temperatura
rizzatore ma in pratica il vantaggio è tra- netrazione nella foschia e operando a dia- Attenzione, nelle riprese di paesaggio, al-
scurabile ed è compensato dallo svantag- frammi stretti, con treppiede e filtro rosso la scelta dell'ora del giorno. E in questo ca-
gio di una perdita di luminosità che può scuro, si possono raggiungere effetti di con- so non mi riferisco soltanto, come di con-
far rischiare di ricorrere a tempi d'ottura- trasto elevati e sensazioni di grande niti- sueto, al momento in cui le luci sono più
zione troppo lenti. L'impiego del polariz- dezza ad elevata distanza. belle (primo mattino o sera). Succede in-
zatore ha senso quando la ripresa avviene Come contrastare la foschia: nella foto- fatti che nelle ore calde della giornata il
con un orientamento tale da consentire al grafia bianconero utilizzare il filtro rosso, surriscaldamento del terreno sia a volte for-
filtro di scurire il cielo azzurro. Dunque il o in alternativa l'arancio scuro. tissimo e che i flussi di aria calda, quelli
vantaggio risiede in un possibile aumento Al di là del dibattito teorico, non si può che d'estate ogni automobilista incontra fa-
di contrasto, non in una migliore penetra- considerare antifoschia il filtro polarizza- cilmente con effetti di "miraggi" sull'a-
zione. Meglio allora preoccuparsi di un al- tore, e nemmeno lo skylight. Il polarizza- sfalto, provochino una marcata perdita di
tro problema: l'eccesso di azzurro in di- tore, perché raramente la luce, diffusa dal- nitidezza nelle foto. I movimenti convet-
stanza. Il rimedio può essere di conse- le particelle in sospensione, proviene da tivi dell'aria, dovuti a situazioni di diffe-
guenza quello di combattere tale tonalità, una direzione che consenta di spegnere a rente riscaldamento del terreno ed a cor-
con pellicola a colori, ricorrendo ad un fil- sufficienza gli effetti di diffusione indesi- renti che si incontrano nelle vallate, pos-
tro debolmente giallo, ad esempio un Wrat- derati. Lo skylight, perché il suo effetto è sono essere causa di una sensibile perdita
ten 81E, catalogato appunto nella catego- troppo debole di fronte all'eccesso di toni di nitidezza nelle foto di paesaggio.
ria "anti-haze", antifoschìa, appunto. La azzurri diffusi dalle particelle di umidità Scegliere il momento giusto: Il rimedio in
compensazione che è in grado di effettua- in aria. presenza di movimenti convettivi d'aria
re è gradevole anche se non miracolosa. Scattando a colori, meglio preferire un fil- calda è uno soltanto: attendere il momen-
Se invece il problema è quello di riuscire tro lievemente giallo o un super-skylight to propizio per scattare. È preferibile pre-
A sinistra: Il ricorso a filtri rossi o arancio, l'impiego di carte da
stampa ad alto contrasto, sono efficaci soluzioni per eliminare
ogni effetto di foschia nelle foto ad ampi spazi. Foto di Shinobu
Nakasawa, con Nikon F-601 ed ottica Nikkor 20mm f/2.8, dia-
frammata a f/16 con pellicola 400 ISO. Cortesia Nikkor Annual
'92-'93.

A destra: La montagna è di quelle famose, il monte Mc Kinley


nel nordamerica, il grizzly sembra messo lì apposta. Il problema
in questo genere di riprese è rappresentato di solito dalla foschia,
che riduce la leggibilità dei particolari lontani e accentua ec-
cessivamente l'azzurro. Può essere contrastata con filtri debol-
mente gialli o colore salmone. La foto è stata ripresa in me-
dioformato, con una Pentax 645 con zoom 80-160mm f/4.5, scat-
tando a f/8 con pellicola Fujichrome Provia 100 ISO. Foto Shin
Yoshino, cortesia Pentax Annual '96-'97.

visualizzare l'inquadratura, collocando la nose sono quindi altrettanto valide rispet- Oscillazioni impreviste
fotocamera su treppiede, effettuare le re- to a quelle d'alta luminosità, visto che en- Altro accorgimento importante, quando si
golazioni d'esposizione, prepararsi a scat- trambe verranno usate a diaframmi medi. opera con il treppiede, è quello di contra-
tare con lo scatto flessibile e… attendere: Ciò che invece risulterà probabilmente de- stare il vento, in particolare i colpi di ven-
l'interruzione del flusso d'aria in movi- terminante, sarà l'assoluta stabilità della to improvvisi: non soltanto possono spo-
mento, spesso solo per un attimo, è quasi fotocamera nell'attimo della ripresa (è più stare fuori fuoco il soggetto, come ben san-
sempre ben percepibile ad occhio e allora difficile garantirsi dagli effetti del mosso no i macrofotografi che si dedicano a scat-
si potrà approfittare dell'attimo di miglio- scattando ad 1/4, mezzo, 1 secondo, piut- tare ai fiori in natura, possono spostare an-
re visibilità. tosto che operando con tempi di posa di che l'attrezzatura, facendola vibrare.
10s o 20s, situazioni in cui l'eventuale vi- Come contrastare le oscillazioni impre-
Ondeggiamenti indesiderati brazione iniziale all'apertura dell'otturato- viste: un suggerimento in presenza di ven-
Può accadere che in talune situazioni di ri- re ha più tempo per smorzarsi e percen- to è quello di ridurre la superficie espo-
presa ci si trovi a scattare con tempi lun- tualmente non influire in modo evidente sta: l'effetto vela sarà sicuramente mino-
ghi, in presenza di poca luce, anche se la sull'intera durata della posa). re se il treppiede sarà regolato a gambe
scena non sia propriamente un notturno. È Come migliorare la stabilizzazione: un fortemente divaricate, se la colonna sarà
il caso ad esempio di immagini eseguite al suggerimento spesso sottovalutato ma vi- sfilata e scomposta (nei modelli che lo
crepuscolo e di primo mattino, oppure di ceversa importante è quello di non crede- consentono), in modo da potere comun-
scatti fotonaturalistici eseguiti in un sotto- re che un treppiede sia una roccia. In cam- que operare il più possibile rasoterra. Sen-
bosco particolarmente fitto. Spesso si trat- po cinematografico si usa dire che il mi- za escludere la possibilità di appesantir-
ta di situazioni in cui gli obiettivi superlu- gliore treppiede è quello più pesante e in lo legando alla testa la borsa fotografica,
minosi non sono consigliabili se non per campo fotografico, nonostante l'attuale ten- il treppiede potrà anche essere riparato dal
cogliere al volo l'incontro con un selvati- denza a favore di attrezzi ipertecnologici, vento, al momento dello scatto, aprendo
co (e consentire dunque di scattare a ma- sofisticati e ad alta rigidità, non si dovrebbe un ombrello in posizione controvento. Op-
no libera con tempi abbastanza rapidi). Se dimenticare tale massima. Può infatti es- pure, come fa qualche escursionista in
la scena da riprendere è statica, infatti, è sere consigliabile disporre di uno stativo montagna, anche aprendo per un attimo
bene non sfruttare la massima apertura del- leggero e solido, e nell'escursionismo è la giacca a vento dopo avere attivato l'au-
le ottiche. Anche se questa pare la strada spesso indispensabile, tuttavia non biso- toscatto, trattenendola a braccia aperte co-
più semplice per una esposizione corretta gna trascurare la necessità di non farlo in me un telone protettivo.
infatti non bisogna dimenticare che un alcun modo "vibrare" al momento dello
obiettivo normalmente presenta una resa scatto. E ciò si ottiene di solito aggiun- I guai della luce diffusa
migliore se diaframmato su valori medi: gendo peso: ad esempio, cioè, appenden- Una sensibile perdita di qualità, in molte
ne guadagna anche l'aumento di contrasto, do sotto il treppiede, al centro delle gam- immagini, è imputabile ad effetti di luce
che nell'indeterminatezza di alcune ore del be, la borsa fotografica piena in funzione diffusa parassita, che abbassa il contrasto
giorno è prezioso. Ottiche non superlumi- di stabilizzatore. dell'immagine ed erode il dettaglio. Tutti i
Il controluce è affascinante ma attenti a
dominare la luce diffusa: abbassa signifi-
cativamente il contrasto. L'effetto può na-
turalmente essere ricercato a fini creativi,
d'atmosfera. Foto di Reiko Fujita. Pentax
Z1-P, ottica 200mm f/4, pellicola Sensia
100 ISO. Cortesia Pentax Annual '97-'98.

fabbricanti di fotocamere ed obiettivi, da quindi rovinando la nitidezza della foto. lamelle del diaframma per evitare aloni
sempre, insistono su di un punto: usate un Attenti però anche allo stato del paraluce: sulla superficie interna delle lenti.
valido paraluce. Siate sinceri: quante vol- all'interno presenta aree consumate, graf- Esame dei risultati: controllate se le aree
te avete sottovalutato l'importanza di que- fiate, lucide, che potrebbero essere riflet- fuori fuoco, anteriormente ma soprattutto
sto accessorio? È inutile disporre di obiet- tenti? posteriormente al piano di messa a fuoco,
tivi con vetri trattati in modo raffinatissi- Analogamente: il rivestimento interno del- mostrano particolari “impastati” e man-
mo, con antiriflesso multistrato che deve la fotocamera è in buone condizioni? La canza di contrasto; in casi particolari (es.
aumentare al massimo possibile la capa- camera dello specchio reflex è corretta- con obiettivi catadiottrici, cioè con i te-
cità di trasmissione della luce propria del- mente verniciata in nero opaco o è stata ri- leobiettivi a specchio) possono comparire
le lenti, quando si lascia che una pur de- toccata inopportunamente con vernice ne- vistosi riflessi indesiderati. La capacità di
bole lama di luce sfiori la lente frontale. ra ma lucida? L'eventuale vellutino sulle conservare un buon contrasto anche nelle
Non deve succedere. pareti laterali è al suo posto? Tenete pre- aree decisamente fuori fuoco è un indice
Controllare la propria attrezzatura: se il pa- sente che i costruttori di obiettivi (ad es. di una elevata qualità di costruzione per
raluce è troppo corto, è più facile che un Hasselblad) hanno posto una particolare ogni obiettivo.
raggio laterale sfiori la lente frontale pro- cura nei riguardi di questi aspetti: ad esem-
vocando una vistosa perdita di contrasto e pio provvedendo addirittura a brunire le Maurizio Capobussi
MACROFOTOGRAFIA

ALTERNATIVA ECONOMICA
AI 200 MACRO
Pistillo di tulipano (Nikon
F-801, AIS 200/4 con len-
te addizionale Nikor 4T,
Velvia)

Il "vecchio" Nikkor AIS


200/4 con doppietto acro-
matico (lente addizionale)
da 2.9 diottrie.

Nel lontano 1978 la Nikon introdusse sul Nikon, Sigma producono eccellenti ottiche rare con distanze di lavoro adeguate per la
mercato un 200mm con messa a fuoco in- AF, di luminosità variabile tra f/3.5 e f/4, che ripresa sul campo di soggetti diffidenti, di
terna, capace di focheggiare a 71cm e di ot- presentano però alcuni svantaggi. Il prezzo, risparmiare su peso e ingombro, e di af-
tenere un rapporto di ingrandimento pari a innanzitutto. Trattandosi di prodotti dedica- frontare una spesa notevolmente inferiore.
1:2. L'evento fu apprezzato dai fotografi na- ti al professionista, sono stati pochi i com- Abbiamo infatti valutato le possibilità in ma-
turalisti, che potevano finalmente avere a di- promessi in fase di progettazione. Questo cro del Nikkor AIS 200/4. Si tratta di un'ot-
sposizione un teleobiettivo macro in grado comporta che il prezzo parta da circa 2 mi- tica che deriva dal vecchio Nikkor-Q a quat-
di lavorare a distanze considerevolmente lioni e mezzo. Inoltre, il peso e l'ingombro. tro lenti, sostituito nel 1976 con la nuova
maggiori dei medio-tele macro da 90-105 Si tratta infatti di obiettivi con ingombro versione AI a 5 lenti in 5 gruppi, trattate con
mm. Negli anni successivi, altre Case intra- comparabile a quello di un 80-200/2.8 e con il famoso rivestimento multistrato Nikon
presero la produzione di ottiche specialisti- peso compreso tra il chilo e i 1200 grammi. (NIC). La modifica allo schema ottico com-
che di lunga focale, quali il Canon FD 200/4 Se sommiamo a questo il peso del corpo portò un notevole miglioramento della resa
Macro ed il Pentax A ED-IF 200/4 Macro. macchina e del flash, magari montato su una e anche un contenimento del peso. L'ultima
Allo stato attuale, oltre ai modelli con mes- staffa, capiamo bene come l'uso a mano li- versione (AIS) si differenzia dalla precedente
sa a fuoco manuale ancora prodotti da Nikon bera di un siffatto sistema di ripresa non sia (AI) solo per la ghiera di messa a fuoco più
e Pentax, il fotografo ha a disposizione una proprio dei più agevoli. sottile, a filo con il barilotto. Ebbene, que-
vasta scelta di obiettivi AF di focale com- sto obiettivo dal peso di mezzo chilo, lungo
presa tra i 180 e i 200mm, specificamente L'alternativa economica appena 12cm, è stato prodotto fino a pochi
progettati per raggiungere rapporti di in- Ecco allora che proponiamo qui una alter- anni fa, soppiantato ormai dai 180mm e dai
grandimento pari a 1:1. Canon, Minolta, nativa al 200 macro, che consente di lavo- telezoom di luminosità f/2.8. Attualmente si
Un compatto 50mm montato rovesciato su un "normale" obietti-
vo di 200mm di focale consente di raggiungere ingrandimenti pa-
ri a 4X.

Per il montaggio dell’ottica (capovolta), su quella base, occorre


un semplice raccordo a doppia filettatura.

può reperire a prezzi economici nel merca- li prodotti da Nikon e da Canon (questi ul- dell'assieme lente+obiettivo sarà 154mm.
to dell'usato (dalle 350 alle 500 mila lire, in timi nei diametri da 52 a 77mm) sono spe- Abbiamo così ottenuto un sistema ottico di
funzione della versione e dello stato d'uso). cificamente dedicati per lavorare con i te- focale pari a 154mm che mette a fuoco un
Secondo il fotografo norvegese Bjørn Rør- leobiettivi. soggetto a 66-67cm dalla lente frontale quan-
slett , che riporta sul proprio sito Internet una Come abbiamo già visto su TF 1/97, la lun- do la ghiera di messa a fuoco è posizionata
delle più belle ed esaustive rassegne sog- ghezza focale, FL, di una lente addizionale su infinito. Siamo dunque entrati nel campo
gettive di obiettivi Nikkor, il 200/4 Nikon è è correlata alle sue diottrie, D, attraverso la della fotografia a distanza ravvicinata. La ta-
un "gioiello dell'ottica" (vedi http://www.fo- relazione: bella 1 mostra i valori misurati di distanza
to.no/nikon/index2_PC.html). Io posso con- soggetto-pellicola e della distanza di lavoro
fermare che è nitido anche a tutta apertura e FL = 1000/D. (e pertanto dalla lente addizionale) nel caso
dà il meglio di sé tra f/5.6 e f/11. La distor- del 200mm cui abbiamo avvitato una lente
sione è pressoché nulla. Unica pecca, una Una lente da 1.5 diottrie metterà pertanto a da 1.5 o da 2.9 diottrie.
leggera vignettatura a f/4. fuoco un soggetto posto a 1000/1.5 = 667mm È interessante notare che i valori di distan-
dalla lente medesima. Se uniamo la lente al- za di lavoro, che determinano quanto pos-
Aggiungiamo una lente l'obiettivo, il nuovo schema ottico avrà una siamo avvicinarci ad un soggetto diffidente,
Il 200/4 è un obiettivo tradizionale, che fo- lunghezza focale nuova, Fnuova, pari a: sono molto simili a quelli dei moderni 180-
cheggia fino a 2 metri, senza elementi flot- 200 macro a lenti flottanti. Infatti, un obiet-
tanti, né messa a fuoco interna (alla minima Fnuova = (FO x FL)/(FO + FL) tivo quale l'AF Micro-Nikkor 200/4 IF-ED
distanza si allunga di un paio di cm). Come riproduce con ingrandimento 1:2 un sog-
possiamo allora fare fotografia a distanza in cui FO è la focale dell'obiettivo. Nel caso getto posto a 70cm dalla pellicola, ovvero a
ravvicinata? Utilizziamo lo stesso "trucco" in cui FO sia pari a 200mm, con la lente da 46cm dall'obiettivo (vedi TF 3/00). Il 200
dei moderni teleobiettivi macro a lenti flot- 1.5 diottrie (3T) la nuova lunghezza focale "normale" con la lente 3T raggiunge la stes-
tanti. Riduciamo la lunghezza focale. A que-
sto scopo, abbiamo impiegato le lenti addi-
zionali Nikon, e in particolare i doppietti Tabella
acromatici 3T (1.5 diottrie) e 4T (2,9 diot- Rapporti di riproduzione, distanze di messa a fuoco e di lavoro per un 200mm con
trie). Altri produttori terzi, e la stessa Nikon, lente addizionale da 1.5 diottrie (3T) o da 2.9 diottrie (4T)
producono lenti addizionali ad un solo ele-
mento, con diametro 52mm, e quindi utiliz- Lente Rapporto di Posizione della Distanza Distanza di
zabili sul 200/4. Ciononostante, è importante addizionale riproduzione ghiera di messa soggetto- lavoro (cm)
sottolineare che per le lenti addizionali val- a fuoco (m) pellicola (cm)
gono le stesse considerazioni più volte fat-
1.5 diottrie 1:3.3 infinito 83 66
te su TF a proposito dei moltiplicatori di fo-
(Nikon 3T) 1:2.6 5 76 59
cale. Come tutti gli aggiuntivi ottici, che in-
1:2.2 2.5 70 51
ducono comunque uno scadimento qualita-
tivo dell'obiettivo principale, non conviene 1:2.0 2 68 49
mai scegliere la soluzione più economica. 2.9 diottrie 1:1.7 infinito 51 33
Consigliamo quindi i doppietti acromatici in (Nikon 4T) 1:1.5 7 49 31
quanto garantiscono una maggiore corre- 1:1.3 4 48 30
zione delle aberrazioni ottiche. Inoltre, quel- 1:1.2 2 48 27
Coleottero Cerambici- sa prestazione a 68cm dalla pellicola, con
de (Sternotomis pulch- una distanza di lavoro pari a 49cm!
ra) ripreso a 4X (Nikon Spingendoci oltre con l'ingrandimento, un
F-801, AIS 200/4 con moderno 180-200 macro riproduce un sog-
50/1.8 E rovesciato, getto con dimensioni reali sulla pellicola (1:1)
due flash, Velvia). a 46-50cm dal piano della pellicola. Il "vec-
chio" 200 con la lente da 2.9 diottrie arriva
ad un rapporto di riproduzione pari a 1:1.2 (
= 0.83 X) mettendo a fuoco il soggetto a
48cm dalla pellicola. Ancora una volta, una
performance assolutamente comparabile.
Ma con un piccolo scotto da pagare. Come
sempre accade quando si utilizzano obietti-
vi "non-macro" in congiunzione con acces-
sori per macrofotografia, viene meno la pos-
sibilità di focheggiare con continuità dalle
lunghe alle corte distanze. Occorre determi-
nare prima l'ingrandimento con cui voglia-
mo riprodurre il nostro soggetto sul foto-
gramma, quindi montare l'accessorio più
adatto. Se riteniamo che il nostro soggetto
vada ripreso con rapporti di riproduzione
compresi tra circa 1:3 e 1:2, dovremo mon-
tare sul 200 la lente meno potente, da 1.5
diottrie. Se vogliamo aumentare l'ingrandi-
mento, saremo costretti a cambiare lente,
passando a quella da 2.9 diottrie, rallentan-
do così la prontezza della ripresa. A dire il
vero, l'aspetto che più è interessante della
combinazione 200+lente da 1.5 diottrie con-
siste proprio nel fatto che si dispone di un
range di valori di ingrandimento (1:3.3÷1:2)
estremamente utile per la ripresa di sogget-
ti diffidenti quali farfalle, libellule, piccoli
rettili e anfibi. Di conseguenza, nell'uso ef-
fettivo sul campo si avverte raramente la ne-
cessità di dover cambiare lente addizionale
e/o aggiungere tubi di prolunga.

E i tubi?
Per poter raggiungere rapporti di ingrandi-
mento significativi, un obiettivo da 200mm
dovrebbe essere accoppiato ad un tubo di al-
meno 50mm di lunghezza. In tal modo, ot-
Cinciallegra (Parus major, Nikon terremmo rapporti di riproduzione compre-
F-801, AIS 200/4 con lente addi- si tra 1:4 e 1:3. Se poi volessimo arrivare a
zionale Nikon 3T, flash SB-24, Vel- 1:2, dovremmo impiegare uno o più tubi per
via). un incremento complessivo del tiraggio di
almeno 80mm. Appare evidente che l'im-
piego dei tubi di prolunga con obiettivi di
lunga focale comporta più svantaggi che van-
taggi qualora prevediamo di scattare con rap-
porti di ingrandimento maggiori di 1:4. In-
fatti, occorre considerare sia l'ingombro in
borsa di tubi di almeno 5cm di lunghezza,
sia la perdita di luminosità che l'impiego dei
tubi comporta. Inoltre, se intendiamo scat-
tare con il cavalletto, tubi molto lunghi com-
Occhiocotto (Sylvia melano- portano uno sbilanciamento in avanti dell'o-
cephala, Nikon F-801, AIS 200/4 biettivo ed una perdita di stabilità, a meno di
con lente addizionale Nikon 4T, impiegare tubi dotati di attacco per il caval-
flash SB-24, Velvia). letto. Sfortunatamente, l'unico tubo di pro-
lunga che è dotato di collare per cavalletto
è il PN-11 della Nikon (lungo 52,5mm), ma
ha un prezzo piuttosto elevato, superiore a
quello dei doppietti acromatici Nikon.

Alti ingrandimenti
Con le lenti addizionali si ha dunque il se-
guente vantaggio: si aumenta l'ingrandimento
senza aggiungere allungamento (tiraggio) e,
di conseguenza, non si ha perdita di lumi-
nosità. L'ingrandimento ottenuto è però li-
mitato. Abbiamo visto che con la lente da
2.9 diottrie si arriva ad un ingrandimento
massimo di 0,83X. Se si volesse arrivare ad
1:1 occorrerebbe una lente da più di 4 diot-
trie, che nessuno produce. Dovremmo quin-
di montare due lenti accoppiate, ma questo
porterebbe ad un visibile scadimento quali-
tativo. Se poi volessimo ottenere un ingran-
dimento pari a 3X, dovremmo usare una len-
te da 15 diottrie, ed è facile immaginare che
risultati potremmo attenderci impilando 5
lenti da 3 diottrie! Girasole (Nikon F-801, AIS 200/4 con lente addizionale Nikon 3T, flash SB-24, Velvia).
Esiste però un'altra combinazione interes-
sante, rappresentata da un obiettivo dotato
di ottima planarità che possiamo utilizzare
come una lente addizionale di eccezionale
potenza (e qualità!). Consideriamo un nor-
male obiettivo da 50mm. Questo converge
i raggi paralleli provenienti dall'infinito sul-
Ingrandimenti ottenibili con le lenti addizionali
la pellicola. Rovesciato, fa l'operazione op- Il potere di ingrandimento delle lenti addizionali è espresso dalle diottrie, D, che so-
posta, raccogliendo i raggi provenienti da no a loro volta funzione della lunghezza focale FL tramite la relazione FL = 1000/D.
punti situati a una distanza pari alla sua lun- Ma se avvitiamo una lente da D diottrie su un obiettivo con focale FO, che ingran-
ghezza focale. Si comporta, dunque, come
dimento minimo potremo ottenere? Sappiamo che la nuova focale del sistema otti-
una lente convergente, di focale 50mm. Svol-
co composto sarà:
ge pertanto la funzione di una lente addi-
zionale da 1000/50 = 20 diottrie. Ora, fa-
cendo un po' di conti (vedi box), si ricava
che l'ingrandimento ottenibile montando un
obiettivo rovesciato su un obiettivo di lun- Con l'obiettivo focheggiato su infinito, il suo tiraggio è uguale alla focale (t = FO).
ghezza focale maggiore è dato dalla rela- Inoltre, il rapporto di ingrandimento, R, è dato dalla nota relazione, già incontrata su
zione: TF:

Ingrandimento=
focale dell’obiettivo principale
focale dell’obiettivo invertito poiché FL è esprimibile in funzione delle diottrie, sostituendo abbiamo:

Nel caso di un 50 rovesciato su un 200mm


si ottiene un ingrandimento pari a 200/50 =
4X. Per provare questa combinazione, che Pertanto, il rapporto di ingrandimento minimo ottenibile, con l'obiettivo regolato su
amplia le possibilità macro del "vecchio" infinito, è dato dal prodotto della focale dell'obiettivo (in mm) per le diottrie, il tut-
200/4, abbiamo impiegato un Nikkor 50/1.8 to diviso per 1000.
Serie E (un altro affare nei mercatini dell'u- E alla minima distanza focheggiabile (mdf)? Ebbene, alla mdf il tiraggio degli obiet-
sato), ed i risultati sono stati molto buoni. tivi "normali" aumenta di circa il 10% (t 1,1FO). Ripetendo il medesimo tipo di cal-
Per montare il 50 rovesciato, abbiamo pre- coli su visti, si ottiene:
so due anelli Cokin A con filettatura 52mm
e li abbiamo uniti con collante cianoacrili-
co. Montato l'obiettivo rovesciato, control-
liamo che sia focheggiato su infinito e re-
ovvero, alla mdf, il rapporto di ingrandimento ottenibile si può calcolare incremen-
golato a tutta apertura. Ovviamente, per ri-
tando del 10% R e sommando 0,1.
prese a così alti rapporti di ingrandimento,
è indispensabile l'uso del cavalletto e di una
Immagine ripresa in studio con il 200/4 e la lente addi- Lo stesso soggetto fotografato con rapporto di ingrandi-
zionale da 2,9 diottrie (4T), al massimo rapporto di in- mento simile, ma impiegando un'ottica macro (Nikon F-
grandimento (1:1,2), su Provia 100 F. 801, AF Micro-Nikkor ED 70-180/4.5-5.6 D, Provia 100
F).

slitta di messa a fuoco. La distanza di lavo- gliamo 3X, utilizzeremo un moltiplicatore con l'AF Micro-Nikkor ED 70-180/4.5-5.6
ro è di circa 3cm e mezzo, ed ora rappre- da 1.4X. Infatti, 50x1.4 = 70mm e l'ingran- D, agli stessi rapporti di ingrandimento. Le
senta la distanza tra la lente posteriore del dimento finale sarà 200/70 = 2.9X. Mon- diapositive sono state poi controllate con len-
50 ed il piano di messa a fuoco. L'obiettivo tando invece un moltiplicatore 2X sul 50mm tino da 8X su visore a 5000 K. Una proce-
principale (il 200) va ben diaframmato (al- otterremo un 100mm che, rovesciato sul 200, dura che non ha il rigore dei test strumenta-
meno f/16) per avere qualche frazione di mil- darà un ingrandimento di 2X. li, ma che è comunque quella impiegata nel-
limetro di profondità di campo. A 4X e f/16, la prassi quotidiana dai professionisti per va-
la profondità di campo nitido è dell'ordine E la qualità? lutare la qualità tecnica delle immagini. Eb-
di 0.3 millimetri! Guardando nel mirino, si Finora abbiamo parlato degli aspetti tecnici bene le immagini sul campo hanno eviden-
entra nel mondo della macrofotografia più della ripresa. La qualità rappresenta però un ziato un ottimo comportamento del 200, in-
autentica, le cui immagini mostrano ciò che ulteriore aspetto cui il fotoamatore si dimo- dipendentemente dal tipo di lente addizio-
difficilmente riuscivamo ad immaginare. stra sempre più sensibile. Per controllare la nale impiegato. La nitidezza tende a scen-
Ah! Dimenticavo! E se 4X fossero troppi? resa effettiva abbiamo effettuato sia delle ri- dere leggermente quando l'obiettivo è rego-
Semplice, uniamo un moltiplicatore di fo- prese sul campo, sia degli scatti in studio di lato sulla minima distanza focheggiabile e
cale al 50 e sovrapponiamo in inversione soggetti inanimati, confrontando le imma- quindi ai massimi rapporti di ingrandimen-
questa combinazione al 200mm. Così, se vo- gini ottenute con il 200 con quelle ottenute to compatibili con una data lente. Le imma-
gini in studio sono state prese a rapporti di
ingrandimento compresi tra 1:1 e 1:2 ed han-
no mostrato la superiorità del 70-180 ai bor-
Ingrandimento ottenibile con 50 mm di, ma questo è un risultato tutto sommato
che non deve sorprendere: ci saremmo stu-
rovesciato su 200 mm piti del contrario.
In conclusione, la soluzione qui prospetta-
Un obiettivo rovesciato si comporta come una lente addizionale convergente di fo- ta si dimostra efficace per fare della ma-
cale pari alla lunghezza focale dell'obiettivo. La lunghezza focale del sistema 200+50 crofotografia sul campo di soggetti diffi-
rovesciato risulta pertanto pari a denti, con distanze di lavoro comparabili a
quelle consentite dai più moderni 180-200
macro. L'utilizzo di lenti addizionali di qua-
lità, specificamente progettate per lavora-
Con il 200 mm focheggiato su infinito, il suo tiraggio è esattamente uguale alla fo- re con i teleobiettivi, consente di ottenere
cale. Quindi, disponiamo di un sistema di 40 mm di focale, e tiraggio pari a 200 mm. risultati più che buoni, sicuramente validi
Il rapporto di ingrandimento, R, è dato dalla nota relazione, già incontrata su TF: per un uso professionale delle immagini.
Infine, se rispolveriamo il nostro vecchio
50/1.8, colpevolmente abbandonato nel cas-
setto, e facciamo anche uso dei moltiplica-
dove t è il tiraggio e F la lunghezza focale. Sostituendo in questa relazione i valori tori di focale, possiamo fare della ma-
di tiraggio all'infinito dell'obiettivo principale e di lunghezza focale nuova, si dimo- crofotografia "vera" con rapporti di in-
stra che l'ingrandimento ottenibile è pari al rapporto tra le lunghezze focali dei due grandimento pari a 2, 3 o 4 X.
obiettivi utilizzati: E tutto questo spendendo meno, ma molto
meno ...

Riccardo Polini
http://space.tin.it/arte/ripolini
PORTFOLIO

AMERICAN LANDSCAPE,
IL PAESAGGIO AMERICANO
Luciano Monti ha percorso i parchi trattata in Agfa Multicontrast 1:4 (a
nazionali del Sud Ovest degli Stati 25 °C).
Uniti scattando non a colori, come Come si vede, la fotografia di Lu-
si usa fare quando si sviluppano te- ciano Monti è calata in modo mo-
mi naturalistici, ma in bianconero. derno nella tradizione classica. Lu-
In qualche modo, così, ha ripercor- ciano Monti, che tra l’altro è stato a
so la strada maestra dei più celebri “scuola” di fotografia anche presso
fotografi statunitensi, di quei Mae- Douglas Kirkland, grande fotografo
stri impegnati a “documentare” am- dello staff di Life, ha impugnato la
bienti naturali straordinari, a de- sua Hasselblad ed ha messo nel mi-
scriverli con una gamma di toni di rino le grandi, classiche vedute pae-
grigio, neri profondi, bianchi puri, saggistiche che abbiamo il piacere
ad esplorarli e a presentarli al mon- di pubblicare.
do con esiti sorprendenti: si sa, ad Le ha raccolte infine in un bellissi-
esempio, che l’istituzione stessa del mo libro: un volume di 108 pagine
parco naturale di Yellowstone è sta- in grande formato, su carta ad alta
ta deliberata dal Congresso degli grammatura che ben supporta la qua-
Stati Uniti sull’onda dell’impatto lità degli scatti. Ha impostato il la-
emozionale delle fotografie di W. White Sands, New Mexico, aprile 1998. L’uso di un te- voro, afferma, ricorrendo alla mi-
H. Jackson, appunto uno dei Mae- leobiettivo ha permesso di sfocare gli arbusti in lonta- nuziosa, sistematica, elaborata ana-
stri d’allora, uno straordinario “do-nanza e allo stesso tempo di schiarirli, ottenendo così uno lisi dell’esposizione secondo il si-
cumentarista”. sfondo neutro ma realistico. stema zonale e poi intervenendo con
Bianconero, dunque. Bene, ma Lu- Hasselblad 500 C/M con Sonnar 150mm, f/11. Agfa Sca- maestria al momento della stampa,
ciano Monti ha scelto una strada la 200X in Studional 1:32. Carta Agfa MCC III FB con in camera oscura. In qualche caso,
insolita anche all’interno di questa filtro di contrasto 3 in Agfa Neutol Plus 1:9 arricchito di ma tutto sommato raramente, ha fat-
“specialità”. Ha scattato infatti con1% di benzotriazolo. to ricorso a filtri, principalmente al
polarizzatore.
una pellicola Agfa Scala 200 ISO, ottima I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Il
e specialistica emulsione progettata per commento più bello glielo ha tributato si-
Il libr o realizzare diapositive b/n. Ed ha preso curamente lo stesso Kirkland quando ha
l’insolita decisione di svilupparla poi co- dichiarato: “Luciano Monti mi mostrò per
me pellicola “negativa” bianconero. A la prima volta le sue foto da allievo. Guar-
American Land- quale scopo andare contro le regole? Per dandole, ebbi la sensazione di essere di-
scape – Paesag- valorizzare i contrasti, quei neri intensi, ventato io, da professore, studente. Era ve-
gio Americano; quella grana fine, che sono da sempre i nuto nel mio Paese e aveva creato imma-
editrice Amadeus, cardini “di progetto” dell’emulsione spe- gini che non avevano eguali dai giorni di
Soligo (TV); 108 ciale Agfa. La pellicola, racconta Monti, Edward Weston e Ansel Adams. Guardare
pagine, 50 foto è stata trattata poi in Studional, rivelato- la luce e la composizione del lavoro di Lu-
b/n, grande for- re Agfa dalle collaudate e brillanti pre- ciano, mi trasmette un profondo senso di
mato. L. 50.000. stazioni (ad esempio usato in diluizione piacere e un inestinguibile entusiasmo este-
1:32, con Agfa Scala 200 esposta come tico”.
100 ISO). Stampa: ovviamente ancora su
carta Agfa, esattamente la MCC III FB, M. R. Redaelli
Utah, luglio 1977. Fasci di luce filtravano tra le nuvole, trascinate senza tregua dal forte vento. Il momento magico in cui un rag-
gio ha illuminato il picco solitario è durato il tempo di uno scatto.
Le ombre più scure dell’altipiano sono state poste, secondo la tecnica del sistema zonale, in Zona III, e le alte luci, che cadevano
in Zona IX, sono state portate in Zona VIII con un sottosviluppo N-1 e abbassate in seguito con una leggera bruciatura (25%). Le
nuvole alla base delle montagne hanno richiesto una bruciatura del 20%. Anche la parte inferiore, in origine in penombra, è stata
bruciata e quindi portata in Zona III per compensare le basse luci della parte superiore e focalizzare maggiormente l’attenzione sul
picco centrale. Una sbianca finale ha ripulito i bianchi in parte velati dalle bruciature.
Hasselblad 500C/M con Sonnar 150mm a 1/8s, f/22 e polarizzatore. Carta Agfa MCC III FB con filtro n.3 in Agfa Multicontrast 1:9
a 24 °C.
Slot Canyon, Arizona, novembre 1998. Avventurarsi in uno slot canyon è un’esperienza suggestiva e unica. In queste strette e profon-
de incisioni nella roccia, provocate dall’erosione di corsi d’acqua, la luce è in continuo mutamento e con essa ogni insenatura, cur-
va o nicchia. Le pareti si tingono di colori dalle tonalità calde e intense. Ciò che al momento si infiamma di rosso abbagliante do-
po qualche istante viene ingoiato dalla penombra o dal buio totale. I neri del dettaglio sono stati esposti per la Zona II. I riflessi
sulla roccia sono stati portati in Zona VII/VIII sottosviluppando di circa 2 stop e quindi abbassati in tono con una leggera brucia-
tura in fase di stampa. Un viraggio al Selenio, rinvigorendo i toni scuri, ha contribuito ad aumentare l’effetto plastico e a dare mo-
vimento all’immagine.
Hasselblad 500 C/M con Sonnar 150mm a f/22. Pellicola Agfa Scala 200 in Agfa Studional esposta a 100 ISO. Carta Agfa MCC III
FB, di contrasto 2, in Agfa Neutol Plus 1:9.
The bush, Arizona, marzo 1998. Visto il notevole contrasto della scena decisi di esporre, contrariamente alla norma, per le alte lu-
ci, ponendo il cespuglio in Zona VIII e portandolo in Zona VII con sviluppo N-1. In stampa la parte superiore ha ricevuto una ma-
scheratura del 20% e la base della roccia dove poggia il cespuglio è stata leggermente bruciata. Ciò ha evidenziato le lievi stria-
ture della roccia sullo sfondo ed ha contribuito a dare un senso di profondità alla scena. Un viraggio al Selenio (1:20 per 3min.)
ha accentuato tale effetto rinforzando i toni scuri.
Hasselblad 500 C/M con Sonnar 150mm a f/22 e 30s di esposizione. Pellicola Agfa Scala in Agfa Studional esposta a 120 ISO. Car-
ta Agfa MCC III FB, di contrasto 1, in Agfa Neutol Plus 1:9, senza agitazione.
The sunbeam, Arizona, aprile 1998. L’eccessivo contrasto della scena ha reso molto difficile la misurazione dell’esposizione. Ho
deciso di basarmi non sulle ombre ma sui valori del raggio di sole. Ho scelto la parte superiore come riferimento e l’ho posiziona-
ta in Zona VI per portarla successivamente in Zona V, con sviluppo N-1. Per mantenere texture nei valori bassi e agire più effica-
cemente nei valori alti ho usato un doppio sviluppo utilizzando Agfa Adaptol seguito da Multicontrast 1:9.
Hasselblad 500 C/M e Sonnar 150mm a f/22 e 8s di esposizione. Scala 200 esposta a 120 ISO, sviluppata a N-1 con Agfa Studio-
nal diluito 1:32. Carta Agfa MCC III FB con filtro 1.
IMMAGINI

ANIMALI, AMICI MIEI

Gabbiano tridattilo al nido, con il piccolo. Varangerfjiord, Norvegia. Obiettivo tele AF-I Nikkor 500mm f/4 , fotocamera Nikon F5,
pellicola Velvia 50 ISO, treppiede Gitzo con testa a sfera Manfrotto 168. La foto è stata scattata su di una scogliera in cui, in giu-
gno, nidificano 20.000 coppie di questi gabbiani.
Un fotografo naturalista, sul nante, in prima fila di fronte al palcosce- Si pensa sempre, osservando foto di natu-
campo nico della natura. ra, a luoghi esotici, a foto in chissà quali
Le foto di animali che ci presenta Guido La spiegazione per quest’ottima efficacia lontani paradisi naturalistici. Ma non sem-
Bissattini e che osserviamo in queste pa- di comunicazione c’è, ed è nella pazienza pre è necessario fare migliaia di chilome-
gine hanno un minimo comune denomi- e nella tenacia con le quali opera il foto- tri per ottenere buone foto. Certo: recarsi
natore: tutte, a ben guardare, ci sembrano grafo, naturalista convinto, osservatore at- in aree protette è sempre vantaggioso, so-
più “ritratti di famiglia” piuttosto che scat- tento, quando si dedica ad un soggetto ed prattutto per eventuali incontri con la fau-
ti, sia pure tecnicamente eccellenti, di stret- inizia a seguirlo nella sua attività. A Gui- na “maggiore”, per stambecchi, camosci,
to sapore documentario. La volpe che ti do Bissattini, professionista attento ed au- linci e così via. E i parchi nazionali, ita-
guarda negli occhi, mamma gabbiano con tore di numerosi servizi su riviste specia- liani o europei e americani, possono sicu-
il piccolo, la famigliola della lince e così lizzate, istruttore di fotografia della Nikon ramente essere definite mete d’elezione
via: con queste righe non intendiamo sug- Travel School, abbiamo chiesto di rac- per i fotonaturalisti. Ma spesso basta an-
gerire una lettura antropomorfica del mon- contare alcune esperienze della sua attività dare vicino a casa per ottenere buone fo-
do animale ma constatiamo che nelle foto e qualche aspetto tecnico-pratico di ripre- to. Basta sapere osservare. Occorre natu-
c’è l’immediatezza di un filo diretto. Gli sa. ralmente qualche attenzione e precauzio-
scatti hanno il pregio di darci la sensazio- ne, quantomeno nella scelta del periodo in
ne di essere proprio lì, immersi in prima Anzitutto: dove scatta le sue foto? Do- cui scattare: se si va lungo un campo di
persona in un mondo segreto ed affasci- ve vanno cercati i soggetti? mais, magari con in testa qualche ramo per
Linci con piccoli nel parco nazionale bavarese Bayerischerwald.
Nikon F5 con ottica Nikkor 500mm f/4 AF-I, più moltiplicatore di focale TC-14E. Pellicola Provia 100. Tempo di 1/15s, f/4 (in
realtà, vista la presenza del duplicatore, il diaframma effettivo è f/5.6). La macchina era installata su treppiede Gitzo equipaggia-
to con testa a sfera Manfrotto tipo168.
Cinghiale. Fotocamera Nikon F4, ottica AF-D Nikkor 300mm f/2.8, Kodachrome 200. Ripresa effettuata nel parco della Mandria,
a Venaria Reale presso Torino.
mimetizzarsi, in stagione venatoria, può loro, giustificata, grande diffidenza nei con- ta in posizione di vigile controllo della si-
anche darsi che si corra il rischio di esse- fronti dell’uomo. Ne deriva l’assoluta ne- tuazione sulla pietra alle spalle dei picco-
re impallinati da qualche cacciatore dal cessità di disporre di capanni, anche per le li. Ho confidato nella solidità del treppie-
grilletto facile. Posso dire che per scatta- foto in giardino, o comunque di potenti e de Gitzo, che è sicuramente l’accessorio
re molte foto, soprattutto di uccelli, in nu- costosi teleobiettivi. che uso di più, ed ho scattato e scattato. Ed
merosissimi casi non sono andato oltre i è proprio quando ho finito di scattare le fo-
40 km dalla mia casa (risiedo vicino a To- Si dice spesso che al fotografo naturali- to che finalmente è uscito il sole ed ha il-
rino). Con ottimi risultati. Luoghi come le sta, in modo particolare, non basti co- luminato la pietra. Ma ormai era deserta:
risaie del vercellese, o altre diverse aree noscere la tecnica. Servono anche la for- le linci se ne erano andate.
paludose, consentono di scattare ad airo- tuna e la capacità di attendere il mo-
ni cenerini, nitticore, garzette, a tutta una mento giusto. È vero? Le sue diapositive sono scattate preva-
serie di soggetti interessanti. Con relativa Occorre sempre pazienza, tanta. Al pro- lentemente su pellicole di bassa sensibi-
facilità. Addirittura non va trascurata la posito, può essere emblematica la foto qui lità. Quali pellicole preferisce, e perché?
possibilità di fotografare anche in giardi- pubblicata che ritrae delle linci nel parco La scelta della pellicola è importante e so-
no: sono molti gli uccellini che possono nazionale bavarese. prattutto è importante conoscere il com-
essere ripresi vantaggiosamente addirittu- Avevo inquadrato la famigliola di linci, portamento delle diverse emulsioni che si
ra anche in città, o ai margini della città. nell’area protetta del Bayerischerwald. La usano. Ciascuna ha una sua “anima” ca-
Si può preparare una mangiatoia sul luo- foto mi era già costata qualche ora di at- ratteristica. Adopero normalmente le pel-
go delle riprese. Il comportamento dei sog- tesa sotto una pioggerellina insistente e fa- licole per diapositive Fujichrome, che co-
getti naturalmente dipende da molti fatto- stidiosa. La scarsa luce della giornata di nosco bene, e che apprezzo per la grana fi-
ri, dal “disturbo” ambientale, dalle stagio- brutto tempo obbligava a tempi lenti: sem- ne e dalla distribuzione regolare oltreché
ni: in estate diversi uccelli staranno poco pre 1/15s, con l’apertura f/5.6 risultante per la vivacità cromatica. Le uso di solito
sulla mangiatoia (ho constatato che oc- dall’impiego del moltiplicatore, un Nikon alla sensibilità nominale, pur se ricorro a
corrono anche 5 ore di attesa), mentre in 1.4x, sul tele 500mm f/4. Lunghe attese. volte ad una staratura intenzionale dell’e-
inverno può accadere che dopo mezz’ora Ho aspettato l’attimo giusto ed ho scatta- sposizione (con il correttore sulla macchi-
siano tutti lì, affamati. Il problema per le to quando si è verificata una bella compo- na). Tutte le volte che posso mi servo del-
foto d’uccelli rimane comunque, nelle no- sizione, una scenografia quasi teatrale. Una la Fujichrome Velvia, una 50 ISO, perchè
stre regioni, essenzialmente quello di una lince, la madre, che pochi momenti è sali- bassa sensibilità è sinonimo di grana mol-
Tre cigni in volo, con Nikon F5 e ottica AF-I Nikkor
500mm f/4.

Tempo 1/1000s, diaframma f/4. Si noti che l’obiettivo,


pure usato a tutta apertura, non mostra alcun cenno di
vignettatura (assenza di caduta di luce ai bordi).
Si dimostra davvero ottima la capacità di “insegui-
mento” dell’autofocus Nikon F5, anche con soggetto a
pieno formato e “vicino”.
Volpe, in Valsavarenche,
Gran Paradiso. Ripresa in
ambiente in ombra scoper-
ta, alle ore 8 di sera. Nikon
F4, ottica Nikkor P-IF
500mm f/4 , 1/60s f/4; Ko-
dachrome 200.

to fine e massimo dettaglio: ciò che serve tonalità azzurre, diffuse nell’ambiente. Ma Nel mio corredo esistono poi accessori che
per ogni futuro possibile utilizzo editoria- così non è stato, perché conoscendo in an- considero irrinunciabili. Anzitutto i trep-
le delle immagini. La Velvia è anche una ticipo la situazione di ripresa ho preferito piedi. È raro che scatti foto senza treppie-
pellicola ad altissima saturazione croma- ricorrere ad una pellicola Kodachrome 200 de. Uso due cavalletti: un Gitzo molto pe-
tica e i colori vivaci che è in grado di Professional che, per caratteristica intrin- sante, da capanno, e uno in carbonio uti-
“estrarre” dal soggetto possono valoriz- seca, ha una leggera tendenza a favorire lissimo in montagna e quando c’è da cam-
zarlo se le condizioni di ripresa non sono tonalità calde. Dunque, ecco che senza bi- minare. Pesa solo 1.5 Kg, è costoso ma la
quelle ideali, ad esempio se il cielo è co- sogno di filtri è appunto stato possibile comodità in questo caso vale la spesa.
perto e i contrasti sono un po’ “piatti”. Per compensare leggermente, ma in modo av- Quanto alle pellicole, adopero soprattutto
assurdo, è spesso più utile adoperare una vertibile, il “raffreddamento” cromatico ti- le Fujichrome Velvia 50 e Provia 100, e
pellicola di bassa sensibilità proprio quan- pico delle riprese in ombra scoperta. poi la Kodachrome 200 Professional. Tut-
do la luce ambiente non è abbondante. Ciò te sono di solito esposte a sensibilità no-
naturalmente significa che è quasi sempre Come è composto il suo corredo? minale.
d’obbligo il treppiede, per evitare un ine- Mi servo di strumentazione Nikon, in par- Quanto all’esposizione in ripresa, molto
vitabile mosso. Conoscere il comporta- ticolare di una Nikon F5 e una Nikon F- spesso opero correzioni manuali; uso ra-
mento di una pellicola in diverse situazio- 90X. E di diverse ottiche: il 16mm (fish- ramente la lettura esposimetrica Matrix che
ni è importante. Aver fatto esperienza con eye a copertura completa del formato), lo equipaggia le Nikon perché trovo che sia
una emulsione particolare significa saper zoom 20-35mm, lo zoom 35-70mm f/2.8, prevalentemente impostata a favore delle
prevedere, e dunque valutare in anticipo, lo zoom 80-200mm f/2.8, il tele superlu- pellicole negative colore e sulle diapositi-
la tendenza a slittamenti cromatici verso minoso 300mm f/2.8 (bellissimo ma che ve tenda alla sovraesposizione.
toni freddi, azzurro violacei: è ad esempio purtroppo uso meno di quanto vorrei per- Per il trasporto dell’attrezzatura adopero
una risposta tipica delle emulsioni Fujich- ché non è facile avvicinarsi ai soggetti), il uno zaino Loewe Pro Photo Trekker, uno
rome usate nel sottobosco in ombra, o a tele 500mm f/4 (versione AF-I). E poi due zaino Outpack della Domke e, in altre oc-
volte al crepuscolo. Se necessario questa flash: il flash Nikon SB-24 ed il Nikon SB casioni, borse fotografiche professionali
tendenza può essere corretta con filtri, op- -26 che spesso uso in aggiunta alla luce Domke, in tela.
pure una specifica pellicola può essere ri- ambiente. Da notare che un SB-26 con la Un accessorio che ritengo fondamentale,
servata a riprese di tipo diverso. Un esem- parabola zoom allungata per coprire l’an- nel corredo, è una (e spesso più d’una) pin-
pio: la foto scattata alla volpe, qui pubbli- golo di un 85mm offre un numero guida za Manfrotto Super Clamp. Si tratta di un
cata, è stata eseguita non lontano dal rifu- 50, cioè un livello di illuminazione molto genere di morsetto che può fare vantag-
gio in località Pont, alla testata della bel- utile per riprese con tecnica fill-in. Infat- giosamente le veci del treppiede in tante
la Valsavarenche, una trasversale della val- ti, basta fare un semplice calcolo dividen- occasioni. Ad esempio lo uso spesso at-
le d’Aosta. Era stata osservata a più ripre- do per la massima luminosità dell’obietti- taccato alla mia Land Rover, che adopero
se la presenza dell’animale, che aveva pre- vo: 50/4=12 e ciò vuole dire che fino a 12m come capanno mobile in tante occasioni.
so l’abitudine di aggirarsi, verso sera, nei si può lavorare con il flash, con il tele da
pressi del rifugio. La ripresa è avvenuta 500mm. Tra l’altro, trovo davvero eccel- Le macchine che adopera sono dotate di
verso le ore 20, in una situazione in cui ci lente il bilanciamento “fill-in TTL” di cui autofocus. La messa a fuoco automati-
sarebbe stato da aspettarsi la comparsa di sono capaci le Nikon. ca ha cambiato il modo di lavorare in
Marmotta, fotocamera
Nikon F4, ottica Nikkor-P
500mm f/4. Pellicola Fuji-
chrome Velvia 50 ISO. La
foto è stata scattata nel
parco del Gran Paradiso.
campo naturalistico. riservate a pochi “scatti fortunati”. Mi ri- mera dal cavalletto grazie al dispositivo di
È vero? ferisco in particolare a riprese eseguite in- sgancio rapido. Ho imbracciato fotocamera
La fotografia si evolve, anche tecnica- quadrando a pieno formato un soggetto in con il tele da 500mm ed ho scattato se-
mente. E la tecnologia è di grande aiuto. movimento rapido. Eseguire con precisio- guendo il soggetto, a mano libera. L’e-
In particolare l’autofocus, non quello del- ne la messa a fuoco a mano mentre si “co- sposizione è rimasta impostata sulla rego-
le prime versioni di fotocamere AF ma pre” esattamente l’inquadratura di un ani- lazione Matrix. La precisa messa a fuoco
quello attuale che beneficia di sistemi “fo- male che si sposta rapidamente è quasi im- sul cigno, nell’inquadratura a pieno for-
cus tracking” di calcolo del punto futuro, possibile. mato, dimostra che il dispositivo di focus
ha schiuso la possibilità di ottenere foto Un esempio è la foto al cigno in volo. Ero tracking della Nikon ha funzionato per-
d’azione un tempo irraggiungibili dalla appostato in un capanno, l’ho visto arri- fettamente.
maggior parte dei fotografi o comunque vare e, velocemente, staccato la fotoca- Testo Maurizio Capobussi
Foto Guido Bissattini

L
L’’A
AUUT
TOOR
REE
Guido Bissattini nasce a Torino il 17 giugno del 1958 ed all’età di 14 anni si appassiona alla fotogra-
fia, con la sua prima Pentax Spotmatic. Lavorando presso un fotonegoziante, in camera oscura, riesce
ad acquisire una vecchia Nikon F a motore, che ancora oggi adopera saltuariamente, ed inizia a colla-
borare come fotoreporter con la celebre agenzia “Fotocronache Olympia” di Milano. Segue soprattut-
to il campionato di calcio di serie A e la Coppa del Mondo di sci alpino. Sono i tempi della valanga az-
zurra di Thoeni e Gros, sul finire degli anni Settanta. Pubblica foto sui maggiori quotidiani e periodici,
sportivi e non, quali il Giorno, La Gazzetta dello Sport, Il Guerin sportivo, Il Corriere della Sera, Scia-
re ecc. Alcune sue foto ed interviste compaiono anche, in quel periodo, sulle pagine di Tutti Fotografi.
Poi abbandona i sogni e si dedica ad un’altra attività, fino ad arrivare in quel campo ad essere quello
che si definisce “un affermato professionista”.
Proprio allora, e siamo agli inizi degli anni Novanta, sente il “richiamo della foresta”, e si dedica nuo-
vamente alla fotografia, specializzandosi in quella naturalistica, la passione più forte.
Fotografo per il Dipartimento Ambiente della Provincia di Torino, con il quale ha contribuito alla rea-
lizzazione di numerosi libri e pubblicazioni scientifico-divulgative, collaboratore fisso da dieci anni
della rivista Fly Line-Ecosistemi Fluviali, ha pubblicato inoltre foto ed articoli completi di testo ed im-
magini su Max, Famiglia Cristiana e Tutti Fotografi.
Appassionato di Land Rover, nei suoi viaggi non trascura di scovare e di fotografare le più strane che
incontra, e ne pubblica regolarmente i risultati all’estero, sulla rivista specializzata inglese The Land
Rover Owner International. Molte delle sue foto sono scattate proprio dalla Land Rover, che usa spes-
so come capanno mobile, sfruttando la naturale minor diffidenza degli animali nei confronti dell’au-
to rispetto all’essere umano in piedi.
Istruttore della “Nikon School”, ha partecipato come docente al primo Corso di Fotografia Naturalistica organizzato dalla rivista Max, con
la Nital, nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi e, con Mondo Sommerso e Max, ad un workshop in Mar Rosso.
CONCORSO

AUSTRIAN SUPER CIRCUIT


CONCORSO DA CAMPIONI

Elena Martynyuk, Ucraina, “Etude 2”


L'Hasselblad Austrian Super Circuit è un con- ni davvero straordinaria. L'incremento nu- La giuria è estremamente qualificata e all’e-
corso fotografico davvero particolare che ha merico, frutto anche di un evidentemente po- dizione 2000 ha partecipato Rosanna Chec-
raggiunto un nuovo record: 41.000 parteci- sitivo "passaparola" tra appassionati, è stato chi, direttore di Zoom.
panti nella storica edizione del 2000. È aper- impressionante negli ultimi anni: nel 1997 la Vincitrice del Grand Prix è Elena Martynyuk
to a fotoamatori ed anche a professionisti. manifestazione aveva raggiunto le 26.000 dell’Ucraina, che ha ricevuto anche il pre-
I concorrenti dell'edizione che presentiamo adesioni, cifra già notevole, ma il traguardo mio speciale della PSA.
hanno spedito le loro prove da 120 Paesi del dell'ultima edizione ha confermato che il suc- Al concorso sono ammesse immagini in tut-
mondo. Insomma: una rassegna di immagi- cesso è inarrestabile. te le tecniche fotografiche, stili, generi.
Erwin Rybin, Austria, “Chess scene 2”
Angel Ispizua, Spagna. “Bye bye Apartheid”

S. Jon Marion, Usa. “Solongo”


Eduardo Gageiro, Portogallo. “Woman
from East Timor”

Dr. Hubert Redelberger, Germania.


“Gruppe im Schnee”
Bob Elsdale, Gran Bretagna. “Black Man”

Per chi intende partecipare all'edizio-


ne 2001 del concorso, la data di chiu-
sura è il 6 agosto 2001.
Hasselblad Austrian Super Circuit, Po-
stfach 364 - A-4010 Linz/Austria
Telefono: 0043/732.604.030.
Fax: : 0043/732.6040.3013
E-mail: austriansupercircuit@netway.at
Sito internet: http://fly.to/supercircuit

Jerry N.Ueslmann, Usa. “Almsee 1”


Zhu Han Ju, Cina.
“Impression of
snowflake”

Chris. Shore,
Gran Bretagna.
“Evening tide”
Florian Stöllinger, Austria. “Akt und Geometrie 3”

Florian Stöllinger, Austria. “Akt und Geometrie 1”

Nonostante il nome Hasselblad sia un punto di forza caratterizzante,


non è naturalmente obbligatorio che gli scatti dei partecipanti sia-
no realizzati con la fotocamera svedese. Hasselblad, semplicemente,
è lo sponsor dell'iniziativa ed è anche una coppa di ambiti premi.
Infatti, vincere l'Hasselblad Austrian Super Circuit significa ag-
giudicarsi premi in denaro per un totale di 30.000 dollari USA; una
Hasselblad 503WC per il vincitore assoluto, una Hasselblad Xpan
per l'autore del migliore scatto panoramico. Più 400 trofei e meda-
glie, nonché l'invito al "Galanight of Photography" a Linz, in Au-
stria.
Si concorre con la foto che si preferisce: il tema del concorso in-
fatti è libero. Sono previste, oltre a quella "libera", anche categorie
di immagini specifiche orientate alla natura e alla vita selvatica, al-
la fotografia di viaggio, all'immagine sperimentale.
Una selezione di diapositive e di stampe a colori verrà organizza-
ta in mostra itinerante, che sarà presentata in diversi Paesi europei,
in USA e nel Sudafrica. Un nutrito catalogo di 200 pagine e 400
foto accompagnerà il concorso.
IMMAGINI

BASKET: COLPO D’OCCHIO


E D’OBIETTIVO
Il campo da basket, più raccolto di quello da calcio, offre agli appassionati un contatto
più diretto con i soggetti. E l’occasione di belle foto di sport.

Due reflex, qualche obiettivo, Siamo felici che T.F. sia stata
molta attenzione ai particola- utile; ma ora, quali suggeri-
ri, prontezza di ripresa: Aldo menti aggiungere ai lettori
Lenzi è un fotografo che da che volessero fotografare il
quattro anni si è dedicato con basket?
sistematicità a fotografare il Trovo che la fotografia sportiva
basket. Gli abbiamo chiesto di possa regalare grosse soddisfa-
raccontarci come ha iniziato, zioni a patto che ci si sforzi di
ed abbiamo avuto qui una sor- “inventare” punti di ripresa ori-
presa, e quali suggerimenti pra- ginali, inquadrature alternative
tici darebbe ai lettori che vo- alle solite e che si sappiano te-
lessero dedicarsi a riprendere stimoniare aspetti, curiosità, che
questa disciplina sportiva. il più delle volte sfuggono al-
l’osservatore disattento.
Come è iniziata l’avventu- Un consiglio che mi sento di da-
ra nel mondo del basket? re è quello di cercare inquadra-
La mia specializzazione, e le ture anche di episodi che tal-
mie attenzioni fotografiche, so- volta si possono svolgere im-
no sempre state rivolte princi- mediatamente fuori dal rettan-
palmente alla fotografia natu- golo di gioco. Sono fotogenici
ralistica: un campo inesauribi- alcuni aspetti di tifo “genuino”,
le al quale mi dedico ancora sono palpabili, e fotografabili,
quando il lavoro, e il tempo li- tensioni tra giocatori ed allena-
bero rubato alla famiglia, me tori che si tramutano a volte in
lo concedono. Ma il giro di boa feroci occhiate o palesi ed ac-
che mi ha indotto ad avvici- cese discussioni, sono fotogra-
narmi al mondo del basket l’ho fabili anche ammirevoli gesti
fatto quattro anni fa, sulla scia sportivi o apprezzamenti di sti-
della suggestione suscitata, ma reciproca tra atleti, e così
guardate un po’, proprio da un articolo di mie immagini a giocatori, amici, tecnici via.
Tutti Fotografi. Erano, il testo e le foto del settore, ricevendo in cambio suggeri-
comparse sul fascicolo di settembre ‘94, menti, apprezzamenti, simpatia. Dopo va- È superfluo sottolineare che occorre
molto stimolanti: erano consigli preziosi, rie collaborazioni con settimanali locali scattare con prontezza.
un articolo ricco di idee e suggerimenti. ho preso a seguire tutte le partite casalin- Certo, a volte è indispensabile tenere pre-
Ne ho fatto tesoro, ho percorso le vie del- ghe della Pallacanestro Varese, campio- muto il dito indice sullo scatto e sentire quel
la pallacanestro nostrana, ho distribuito nato A1, con i risultati che vedete. “maledetto” ronzio del motore della foto-
camera che sta inesorabilmente mangian- rose immagini straordinarie, del passato).
do pellicola a tutto spiano, magari anche
dopo il fatidico canestro. É importante “se- Quali obiettivi e quali pellicole?
guire” l’azione e scattare anche il “dopo”, Ecco, più che l’autofocus, è importante una
perché si ha la possibilità di cogliere, ad scelta oculata di una pellicola adatta: le
esempio, particolari aspetti di esultanza, condizioni di luce ambiente e la velocità
gesti significativi, dei giocatori. Il motore dell’azione obbligano a scegliere pellico-
sulla fotocamera è importante anche quan- le di alta sensibilità. Utilizzo quasi esclu-
do non si deve scattare a “raffica continua”, sivamente pellicole Fujicolor Super G800,
perché consente di essere sempre pronti, di un ottimo negativo colore di sensibilità ele-
avere l’otturatore sempre armato. vata ma dalla grana ancora ragionevolmente
contenuta, che all’occorrenza “tiro” a svi-
Quali fotocamere utilizza? luppo forzato anche a 1600 ISO.
Uso due corpi Nikon: una robusta Nikon L’esposizione la regolo manualmente con
F-801S ed una “vecchia” ma valida Nikon l’aggiunta frequente, quando possibile, di
FA. La F-801S ha il motore incorporato; un colpo di flash in TTL, per una grade-
la FA l’ho obbligatoriamente motorizzata vole schiarita. Trovo molto utile, ed effi-
con il suo motore accessorio perché in que- cace, questa tecnica di fill-in automatico
sto campo è indispensabile. L’autofocus è per rischiarare eventuali ombre e dare
senz’altro un perfezionamento utile, im- maggiore leggibilità, in generale, alle fo-
portante nella fotografia sportiva, anche se to. La capacità di compensazione del ne-
non lo ritengo assolutamente indispensa- gativo colore fa il resto.
bile: spetta al fotografo conoscere ciò che Di solito la coppia tempo/diaframma da
sta riprendendo, sapere anticipare l’azio- usare in questo genere di fotografie è
ne, scattare al momento giusto. Dunque si 1/250s f/4, sempre con la possibilità di
possono fare belle foto anche senza l’au- passare ad 1/500 f/2.8 se le azioni sono
tofocus (come dimostrano del resto nume- davvero molto rapide. Il consueto tempo
di 1/125s troppo spesso non è sufficiente L’ottica davvero indispen-
per bloccare azioni di gioco. sabile, per velocità e prati-
Quanto alle ottiche, adopero quattro obiet- cità d’uso, è lo zoom 80-
tivi e la scelta della focale è strettamente 200mm f/2.8. Con essa si
legata al tipo di inquadratura ed alle oc- scatta il settanta per cento
casioni di gioco, o meno, che si intendo- delle immagini, operando da
no fotografare. bordo campo e spostandosi
Adopero il grandangolare da 28mm per in modo da variare gli angoli
le ampie riprese dalle gradinate e anche di ripresa.
durante i “minuti di sospensione”: avvi- Qualche foto di particolari,
cinandosi ai giocatori riuniti intorno al- qualche immagine rubata a
l’allenatore, con il grandangolare si rie- distanza, si ottiene infine 5
sce bene ad “entrare” nella scena da die- con il 300mm. Adopero, ma
tro la panchina. Oppure, previa imposta- devo dire che tutto somma-
zione della messa a fuoco, allungare la fo- to lo uso raramente, un
tocamera tenendola a braccia tese, per ri- 300mm f/4.5 IF-ED. Non è
prese dall’alto. luminoso come lo splendi-
Un obiettivo molto utile è, a mio vedere, do e costoso 300mm f/2.8
il tradizionale 50mm, soprattutto se di lu- ma mi assicura comunque
minosità f/1.4. Fornisce un taglio d’in- una eccellente resa ottica.
quadratura che è ottimale per foto “da sot-
to il canestro”. Foto di Aldo Lenzi
NATURA

COME AVVICINARSI
AGLI ANIMALI

Cervi all'abbeverata sulle rive del fiume Helmsdale, Scozia.


Nikon F801 - Nikkor P 500/4 IF-ED - Kodachrome 64.

Negli ultimi anni la fotografia naturalistica spersione che consentono di realizzare te-
ha assunto proporzioni notevoli quanto a nu- leobiettivi di grande apertura senza perdere
mero di praticanti. L’accresciuta coscienza in qualità dell’immagine.
ecologica , il concorso dei “media”, ed il lo- Mentre la tecnologia delle apparecchiature
gorio che la vita cittadina ci crea, sono alla è cresciuta, per contro i soggetti sono sem-
base della voglia di natura che ben si sposa pre più rari e difficili da fotografare. È per
con l’appassionato di fotografia, sempre al-
la ricerca di situazioni stimolanti da immor- La rete mimetica, reperibile nei negozi di
talare. articoli militari, si rivela efficace negli ap-
Anche il mercato si è adeguato ed oggi esi- postamenti "volanti". Da preferire in ogni
stono attrezzature specifiche che avrebbero caso una posizione raccolta, meglio se ad-
fatto la gioia dei “pionieri” di questa disci- dossati ad un tronco d'albero, una roccia
plina. Basti pensare alle prestazioni raggiunte o qualsiasi altro elemento naturale.
dai sistemi autofocu, o alle lenti a bassa di- Nikon F90 X - Nikkor 28-70/3.5-4.5.
I cinghiali utilizzano spesso strade e sentieri tracciati dall'uomo durante i loro sposta-
menti.
Nikon F4 - Nikkor 300/2.8 AF-ED - Fuji Velvia.
Per ottenere belle immagini di natura occorre la massima stabilità dell'insieme foto-
camera - obiettivo. Qui una soluzione estremamente valida e collaudata, applicabile
per le riprese dall'autovettura. Occorre un obiettivo con collare per attacco treppiede
ruotabile di 180°.

questo che stavolta, più che parlare di at- scatena la fuga e soprattutto identificare qual
trezzature, esamineremo cosa fare per au- è la sentinella.
mentare le possibilità di catturare, solo su Altre volte è il caso, ad esempio, delle mar-
to di dispetti e vandalismi gratuiti che ne au-
emulsione naturalmente, i nostri soggetti. motte, quella di guardia è chiaramente iden-
mentano la diffidenza.
tificabile: ritta davanti all’ingresso della ta-
Il carattere degli animali Ne consegue che, non potendo avvicinare i
na rimane vigile, pronta a fischiare per av-
Sembrerà strano, ma anche gli animali han- soggetti, occorre fare in modo che siano lo-
visare del pericolo, che arriva soprattutto dal-
no un loro carattere ben preciso, con com- ro a venirci incontro, inconsapevoli della no-
l’alto col maestoso volo dell’aquila reale. Le
portamenti che variano da specie a specie, stra presenza. Per farlo è necessario ricorre-
altre, tranquillizzate dalla presenza della sen-
ma spesso anche tra esemplari della stessa. re ad appostamenti di vario genere, di volta
tinella, possono dedicarsi alla ricerca del ci-
Così come accade per la razza umana, esi- in volta diversi per territorio, stagione o spe-
bo, al gioco e farsi fotografare con una cer-
stono individui più o meno socievoli, timidi cie.
ta tranquillità.
o coraggiosi. Con i mammiferi generalmente non basta
Quando gli animali sono in branco, ad esem- Al riparo nascondersi alla vista: in molti di essi que-
pio, c’è sempre quello che scappa per primo, Ciò detto, è comunque evidente che sono po- sta è meno sviluppata rispetto all’olfatto e
rompendo l’equilibrio e trascinando con sé che le specie indifferenti all’uomo, visto co- all’udito, quindi potremo essere perfetta-
tutti gli altri in una fuga precipitosa. Talvol- me nemico fin dai tempi della preistoria. An- mente nascosti, ma appena rasati e cosparsi
ta si tratta di vere e proprie sentinelle, altre cora oggi, nonostante non più per ragioni di di dopobarba e quindi certi che non vedre-
volte solamente di un soggetto maggiormente sopravvivenza, l’uomo caccia gli animali (e mo mai comparire un cervo al nostro co-
sensibile, che tuttavia in quell’istante condi- fin qui tutto bene, almeno finché le leggi glie- spetto.
ziona la vita di tutto il gruppo. Anche per un lo consentono). Tuttavia, e questo è meno Ovviamente, c’è il trucco: basta appostarsi
fotografo particolarmente esperto diventa bene, anche le specie non interessanti dal in posizione rialzata dal suolo, per far sì che
difficile capire quando scatterà la molla che punto di vista venatorio sono spesso ogget- la nostra scia odorosa passi al disopra delle
narici del selvatico.
Non a caso, gli osservatori in legno che si ve-
dono spesso ai margini delle foreste, le co-
siddette altane, sono addossate agli alberi, o
addirittura costruite con una piattaforma ap-
poggiata tra i rami degli stessi, ad altezze an-
che notevoli.
Volendo approfittare di queste strutture, ge-
neralmente concepite per la caccia, convie-
ne scegliere quella più bassa possibile, per
limitare al massimo la prospettiva “poco fo-
tografica” che si presenta dall’alto. In com-
penso, trattandosi di strutture fisse, non co-
stituiscono un elemento nuovo ed estraneo
nel paesaggio, e vengono quindi ignorate dai
selvatici.
Negli altri casi, non resta che realizzare di
volta in volta il nascondiglio più adatto al
soggetto ed al territorio nel quale si opera.

I capanni
Appurato che gli scatti migliori si realizza-
no da posizioni nascoste, esaminiamo quali
sono le possibilità di averne una. La più sem-
plice, anche se meno avventurosa, consiste
nell’acquistarne di già fatte. Al contrario di
quanto accade in molti paesi esteri, manca
da noi uno specifico negozio o catalogo di
vendita per corrispondenza, di accessori
espressamente concepiti per la fotografia na-
turalistica. La soluzione è quella di rivolger-
si ai negozi di caccia e pesca, campeggio e
forniture militari.
Altra alternativa consiste nel progettare un
riparo smontabile, con tubi in alluminio o
plastica, appositamente raccordati, coperti da
un telo mimetico o da tela di sacco, ancora
più economica e leggera. Tutti questi capan-
ni, ovviamente, non possono essere abban-
donati, dato che al nostro ritorno corriamo il
rischio di ritrovarne… due!
Se l’appostamento deve servire per un ser-
vizio di più giorni, la soluzione ideale è quel-
la di sfruttare, ed ampliare con materiali na-
turali reperiti in loco, un riparo esistente, qua-
le un avvallamento del terreno, una roccia,
un albero, ecc. L’importante è non modifi-
care in modo negativo l’ambiente: disboscare
col machete un canneto per procurarsi il ma-
teriale da costruzione non è eticamente ac-
cettabile… Si tenga anche conto che, al con-
trario del discorso di cui sopra circa le alta-
ne, il capanno rappresenterà un elemento nuo-
vo nel territorio ed occorreranno giorni per-
ché agli occhi degli animali, diventi parte
Dopo un lento avvicinamento con la Land Rover, l'aquila pescatrice africana, visibile
integrante del paesaggio.
in cima al grande albero secco che domina un'ansa del fiume Rufiji, in Tanzania, è sta-
In certi appostamenti “delicati” si usa lo stra-
ta immortalata da vicino.
tagemma di montare il capanno ad una di-
Foto 5 : Nikon F5 - Nikkor AF-S 300/2.8 ED su Super Clamp, Fuji Velvia. stanza maggiore di quella utile parecchi gior-
ni prima di iniziare le riprese, avvicinando-
lo progressivamente al luogo ideale giorno
dopo giorno.
Una situazione ideale: un fuoristrada at-
trezzato per il fotosafari nel parco Selous,
in Tanzania. Applicando un Super Clamp
Manfrotto ed una testa a sfera al "roll-bar",
si è ottenuto un complesso stabile e ma-
neggevole e soprattutto sempre pronto al-
l'uso.
Mai e poi mai comunque, bisognerà arreca-
re disturbo agli animali, ancor peggio se al-
le prese con la cova o con i piccoli. Un esem-
pio per tutti: spostare quel ramo che copre
proprio il nido alla migliore delle nostre in-
quadrature può significare esporre al sole ed
alla vista dei predatori i piccoli, condannan-
doli alla morte, mentre la presenza di un ca-
panno troppo vicino o invadente può allar-
mare i genitori al punto da abbandonare il
campo, con la conseguente morte per fame
dei nidiacei. In linea di principio, se non per
precisi scopi di studio e con i dovuti accor-
gimenti, sarebbe da evitare a priori questo ogni specie ha le sue regole, dettate dall’ha- forti teleobiettivi, potremo stare molto lon-
genere di fotografie. bitat, dalle abitudini e dalle stagioni. tano: niente di più falso! Se si vuole ottene-
Anche le dimensioni del soggetto ovviamente re un’immagine a pieno fotogramma di un
Dove appostarsi influiscono sul tipo di appostamento, o me- uccello delle dimensioni di un piccione, tan-
Una volta muniti di capanno, bisogna trova- glio sulla distanza che questo dovrà avere to per intendersi, la distanza utile sarà mol-
re il posto giusto per l’appostamento. Qui dal medesimo. Molti pensano che, usando to vicina alla minima di messa a fuoco del-

Piazzati al sicuro sulla Land Rover, dopo una paziente attesa è stato possibile cogliere lo sbadiglio di questo giovane leone. La scarsa
luce del crepuscolo, nonostante la pellicola di alta sensibilità (Kodachrome 200), ha costretto all'impiego di un tempo di otturazione
critico. In compenso, l'azzeccata scelta della pellicola ha limitato al massimo la dominante azzurra tipica dell'imbrunire.
Nikon F5 con Nikkor AF-S 300/2.8 ED, su sacchetto di sabbia posto sul tettuccio del fuoristrada, 1/60 s a f/2.8.
Foto come queste si posso- sono mai presi in considerazione dalla mag-
no ottenere solo dopo appo- gior parte dei fotografi di natura, compresi
stamenti lunghi e soprattut- quelli vestiti come dei marines, sono al con-
to pazienti. Un pizzico di for- trario le parti che maggiormente spaventa-
tuna, poi, non guasta mai. no gli animali. Se si desidera farsi avvicina-
Questo mestolone è stato ri- re dagli animali è indispensabile coprirsi con
preso dal capanno. guanti e passamontagna anche d’estate, a co-
Nikon F5 - Nikkor AF-I sto di morire dal caldo.
500/4 ED 1/1000 s f/4 - Trep- Anche il tessuto degli indumenti è impor-
piede Gitzo - Provia 100. tante poiché molti materiali sintetici posso-
no essere sì del colore giusto, ma produrre
con il movimento uno sfregamento rumo-
roso percettibile dal finissimo udito di mol-
ti animali (in special modo gli ungulati).
Le Oasi Naturalistiche offrono eccel- In ultimo, quando decideremo di utilizzare
lenti possibilità di appostamento. In il nostro mimetismo, e non un capanno, do-
un capanno del Centro Cicogne ed vremo assumere una posizione raccolta, in
Anatidi Lipu di Racconigi, un foto- linea di massima seduti , meglio se appog-
grafo riprende, in pieno inverno, uno giati ad un albero o sdraiati a terra, per li-
stormo di alzavole che hanno scelto mitare al massimo la nostra somiglianza con
l'Oasi per lo svernamento. un essere umano, più riconoscibile se in po-
Qui l'abbigliamento, più che mimeti- sizione eretta.
co, deve essere molto caldo, poiché
l'attesa del momento giusto per lo scat- L’automobile
to può essere molto lunga. Fotografare dalla propria autovettura co-
Nikon F90X - Nikkor 28-70/3.5-4.5 - stituisce per molte specie una soluzione
Flash SB-26 – Velvia. estremamente pratica, oltre che comoda.
In risaia, ad esempio, è impossibile avvi-
cinare gli uccelli a piedi, mentre una mac-
china che percorre gli argini è spesso as-
l’ottica in uso, indipendentemente dalla lun- guatamente nei pressi è certo che prima o poi sai più tollerata. Il momento critico, in que-
ghezza focale ( ad es. 3 metri per un 300, 5 comparirà come per magia nel nostro miri- sto caso, è costituito dall’attimo in cui la
per un 500, ecc. ) no. vettura si ferma. Un piccolo segreto, in que-
Per riprendere un mammifero delle dimen- Un vecchio ceppo in un bosco, con la som- sti casi, è quello di non arrestarsi brusca-
sioni di una volpe a pieno fotogramma, con mità cosparsa di piume di vario genere, fa mente, spegnendo immediatamente il mo-
ottica da 400-500mm, occorre avvicinarsi a pensare che si tratti del “tavolino” dov’è so- tore. Di norma, questo comportamento
circa 15 metri, che diventano 20 per un ca- lito spiumare le sue prede qualche rapace co- coincide con la fuga dell’animale. Meglio
priolo e 30 per un cervo. me l’astore. avvicinarsi con il cambio in folle, spe-
È ovvio che se aspettiamo che un soggetto I mammiferi, infine, non disdegnano i sen- gnendo il motore mentre la macchina non
passi “casualmente” in un raggio così ristretto tieri e ne sfruttano spesso la traccia per ef- è ancora completamente ferma (ricordate-
dalla nostra postazione, di fotografie natu- fettuare i loro spostamenti. vi che nelle moderne auto, servoassistite,
ralistiche non ne avremo mai. Occorre quin- Esempi come questo, e potremmo continuare l’efficienza di sterzo e freni diminuisce a
di conoscere il comportamento della specie, a lungo, dimostrano quanto sia importante motore spento!), oppure fermarsi, atten-
le abitudini ed attendere nel luogo dove più conoscere, e soprattutto saper osservare, la dere che l’animale cessi di mostrare segni
probabilmente transiterà. natura e confermano come la fotografia na- di nervosismo e solo in seguito spegnere
Gli accorgimenti per aumentare le probabi- turalistica debba essere oggetto di studio pre- il motore. Sembra esagerato, ma provate
lità di successo dipendono da molti fattori e ventivo. per credere.
variano a seconda delle specie, ma in linea Del resto, avete mai provato a fotografare un Una volta stabilizzata l’auto, procurate di
di principio, come non ci stanchiamo mai di incontro di baseball o di football americano, avere un appoggio solido per il vostro te-
affermare, nella fotografia naturalistica vin- senza conoscerne le rispettive regole? Rin- leobiettivo, ad esempio con un sacchetto di
ce il fotografo più preparato e non ci riferia- correte il soggetto sbagliato nel mirino, men- sabbia appoggiato alla portiera con il vetro
mo alla tecnica quanto alle conoscenze eto- tre a fianco l’azione si sviluppa in modo spet- abbassato o con uno dei tanti accessori in
logiche, ovvero di comportamento degli ani- tacolare senza che riusciate a coglierla. commercio da fissare al finestrino.
mali. A meno che il soggetto non sia un animale
Anche saper riconoscere le tracce ed altri se- Il mimetismo personale raro che sta per fuggire, non abbiate fretta di
gni del passaggio della selvaggina contri- Già detto dell’utilizzo dei capanni, anche sporgere il teleobiettivo ed iniziare a scatta-
buisce ad identificare l’habitat dove più fa- l’abbigliamento ha la sua importanza: i ve- re. Se lasciate passare la fase critica, la preda
cilmente porteremo a casa qualche buono stiti sgargianti sono assolutamente da evita- riprenderà le sue attività ignorando la vostra
scatto. re, ma non basta neanche vestirsi come “Ram- presenza e quando vi giungerà a tiro le occa-
Un ramo cosparso di guano indica inelutta- bo”. Una bella tuta mimetica è di certo pre- sioni di scattare belle foto non mancheranno.
bilmente che si tratta del posatoio abituale feribile ad una giacca a vento rossa, ma da
di qualche volatile. Se ci appostiamo ade- sola non basta. Le mani ed il volto, che non Guido Bissattini
IMMAGINI

COMPOSIZIONI
GIAPPONESI

Shotaro Akiyama Tracce di vita. Pentax LX, 80-320mm f/4.5-5.6; esposizione automatica a f/11.

Tra gli appuntamenti fissi nel mondo di quelli che considera fotografi "di fa-
della fotografia vi sono sicuramente miglia", estimatori e utenti dei suoi pro-
quelli dei calendari di grido, a volte di- dotti o, più esattamente, partecipanti
venuti da collezione. C'è però anche un al "Family Salon", il concorso che Pen-
volume caro ai fotoamatori: il Pentax tax organizza sistematicamente ogni
Photo Annual. La casa giapponese ha anno. Il volume che raccoglie una nu-
deciso ben ventinove anni or sono di trita selezione di immagini è stampato
raccogliere e pubblicare le fotografie a colori con la certosina attenzione e
: Toshiaki Tauji, A waterfall in the wind. Pentax 645N, 35mm f/3.5 A. Dati esposizione: 20 secondi a f/19.
Seiichi Nomura, Motel. Pentax 645N, 45mm f/2.8; dati esposizione f/4-1/15s.

Hideki Fujii, Monica. Pentax 645, 150mm


f/3.5 A. Dati esposizione f/11 1/60s.
Shin Yamagishi, Nel deserto. Pentax 645N, 300mm f/4 FA. Dati
esposizione f/6.7-1/60s.
Ryokuo Kawakami, Aironi bianchi. Pentax 645, 300 f/4A, Rear Converter 2X. Esposizione automatica f/8.

la qualità che distingue l'editoria giap- lezione dei lavori dei professionisti.
ponese quando punta a ben figurare. La perfezione formale della stampa si
È strutturato su tre sezioni intitolate accompagna all'attenzione posta nella
Il volume "Now!", "Professionals' works" e ripresa e, in senso tecnico, è certamente
Il Pentax Photo Annual 2000/2001 "Members' works". La prima sezione è una delle chiavi di lettura di questa am-
è disponibile a L. 60.000 (compre- quella più strettamente relativa al con- pia raccolta di scatti.
se IVA e spese di corso annuale, particolarmente vivace La carrellata offerta è davvero estesa:
spedizione, con in questa edizione 2000/2001. La se- centottanta fotografie, colore e bian-
invio a mezzo conda accoglie immagini di alto livel- conero, eseguite prevalentemente in
pacco postale lo scattate da professionisti che usano Giappone e con impostazione visiva ti-
contrassegno). il sistema Pentax, spesso ricorrendo al- picamente giapponese, straordinaria-
Può essere ordi- le fotocamere di medio formato, ed è mente attenta alla composizione. Per
nato a Protege facile imbattersi in nomi anche molto ogni immagine, il Pentax Annual ri-
Divisione Foto, noti. L'ultima sezione è uno selezione porta oltre al nome dell'autore i dati
tel. 055.3024937. tra lavori di aderenti ai numerosi foto- tecnici di ripresa, riferiti ad apparec-
club votati a Pentax, che rappresenta- chio, obiettivo, esposizione, pellicola
no un valido e prezioso tessuto di ap- impiegata.
passionati, da anni, per la casa.
In queste pagine pubblichiamo una se- M. R. Redaelli
RIPRESA

DESERTO E DINTORNI
Suggerimenti sul campo per un itinerario fotografico in Tunisia

Kebili

Tour sahariano tratta di una puntata in una regione dalle Tecnica fotografica
Organizzato da diversi “tour operator” caratteristiche ambientali molto variega- Riferiamo di un tour di questo tipo per-
nel sud della Tunisia, il percorso che de- te che vanno dal deserto di dune e di sa- ché può soddisfare le aspettative di ogni
scriviamo è un itinerario classico che con- le, alle oasi di montagna, agli antichi vil- fotografo, che qui trova una varietà di si-
sente di visitare una zona interessante, laggi berberi e beduini, dove sono anco- tuazioni, soprattutto paesaggistiche, dif-
anche dal lato fotografico, lontana dalle ra evidenti i segni delle antiche tradizio- ficilmente riscontrabili in aree di questa
solite mete balneari delle coste, svilup- ni popolari pur se conviventi con il pro- limitata dimensione (nel tour vengono
pate secondo il modello occidentale. Si gresso della civiltà moderna. percorsi circa 1300 chilometri).
Nefta
Kebili
In più la possibilità di cogliere gli aspet- set di ricambio delle pile di alimentazio- Obiettivi consigliati
ti della vita quotidiana delle popolazioni ne (si trovano in loco, ma a prezzi esa- La tipologia dei percorsi (su strade asfal-
residenti è facilitata dalla loro disponibi- gerati) e di un monopiede per le riprese tate e su piste sabbiose) non rende con-
lità e simpatia, generalmente concessa al con teleobiettivo in scarsa illuminazione sigliabile l’uso di obiettivi voluminosi e
fotografo che opera con gentilezza e di- (albe e tramonti). pesanti, oltre che costosi.
screzione. Altrettanto prudente portarsi una fotoca- Per il tour descritto in queste pagine con-
Si tenga presente che tali popolazioni, pur mera reflex di riserva di tipo meccanico siglio la seguente combinazione:
vivendo nella povertà, vedono con bene- od elettronico tradizionale (leggere e me- - un grandangolo (potrà essere una 24mm,
volenza il turista a patto che mostri inte- no dipendenti dalle pile nel funziona- o meglio un 20 mm);
resse per il loro passato, essendo co- mento). - uno zoom “corto” (suggerisco un
munque orgogliose e consapevoli del- 28/70mm o un 35-80mm f/3,5-4,5);
l’attuale situazione. L’Esposizione - uno zoom “lungo” (80-200mm o me-
In alcune circostanze, ad esempio sul la- glio 70-300mm f/4-5,6).
Attrezzatura go salato o sulle dune, in presenza di un Sul mercato sono disponibili numero-
In viaggi di questo tipo è necessario es- bianco assoluto dove sono praticamente si obiettivi delle categorie indicate, con
sere in grado di scattare con rapidità e so- assenti i contrasti indispensabili al fun- un rapporto qualità/prezzo molto buo-
no parimenti importanti l’affidabilità e la zionamento dell’autofocus, può essere no ed un peso ed un volume contenu-
maneggevolezza delle attrezzature foto- necessario operare con messa a fuoco ma- ti.
grafiche. nuale.
È quindi consigliabile una fotocame- Nelle stesse circostanze è anche oppor- Accorgimenti speciali
ra reflex 35mm autofocus di medio li- tuno non fidarsi ciecamente dei sistemi Considerata la possibilità di entrata di
vello, con flash incorporato, sempre esposimetrici automatici (anche se a ma- sabbia nelle parti in movimento degli
utile per schiarire le ombre in riprese trice) e considerare una correzione ma- obiettivi è necessario munirsi di sacchet-
con luce non bilanciata, di peso con- nuale dell’esposizione (+1/+2 diafram- ti di plastica dai quali far sporgere, in ca-
tenuto. mi) o il ricorso al “bracketing” automa- so di necessità, la sola lente frontale del-
Essenziale rifornirsi alla partenza di due tico se disponibile. l’obiettivo protetta da un filtro UV, che
Chenini
Gabes
in ogni modo è bene lasciare sempre mon- Nella stagione estiva è necessario con- INFORMAZIONI TURISTICHE
tato. servare i materiali con attenzione e, nei
limiti del possibile, lontani dal sole di- Come arrivare
Filtri retto. Con voli speciali diretti da Milano o Ro-
Pure utile, comunque è sempre una scel- Le pellicole amatoriali sono a volte più ma con arrivo a Djerba o Touzeur in cir-
ta soggettiva, l’uso di un filtro polariz- resistenti, sotto l’aspetto della tenuta alle ca 2,5 ore di volo. Proseguimento in fuo-
zatore circolare nella ripresa di paesag- temperature elevate, delle professionali. ristrada Toyota climatizzate a 9 posti. I
gi, tenendo presente che i contrasti nella In particolare, sono state usate pellicole maggiori “tour operators” offrono varie
zona descritta sono già naturalmente ele- Ilford 100 ISO (esposta ad 80 ISO) e Ko- possibilità di percorsi, formula “tutto com-
vati e quindi un uso indiscriminato del dak Elite II 200 ISO (esposta al valore preso”, a prezzi molto convenienti. Me-
polarizzatore può portare ad immagini nominale). diamente il costo per una settimana va-
esageratamente contrastate e lontane dal- Tutte le attrezzature e i materiali sensi- ria da 1,3 a 1,7 milioni di lire per perso-
la realtà, in particolare se si usano pelli- bili durante il viaggio sono stati protetti na, con possibilità di aggiungere una set-
cole invertibili di bassa sensibilità. in una borsa fotografica di buona qualità, timana di soggiorno marino (di riposo) a
a tenuta di acqua e sabbia, avendo l’ac- prezzo molto contenuto.
Pellicole cortezza di tenere la fotocamera al collo
Sono state preferite pellicole da 100 e 200 solo per il tempo strettamente necessario Clima
ISO, per diapositive: propongono una all’utilizzo. Sulle coste il clima è tipicamente medi-
buona latitudine di esposizione ed un con- terraneo con inverni miti ed estati grade-
trasto non troppo elevato. testo e foto di Roberto Rognoni volmente calde. Scendendo verso sud, al-
l’interno del paese, il clima è secco con
poche precipitazioni. Notevole l’escur-
sione termica fra il giorno e la notte.
Nei mesi estivi, di giorno, vengono fa-
cilmente raggiunti i 42° C all’ombra, men-
tre nei mesi invernali la temperatura nor-
malmente non supera i 30° C.
Consigliabile effettuare il tour sahariano
da ottobre a maggio.

Soggiorno
I pernottamenti avvengono in conforte-
voli alberghi con standard occidentali.
Opportuna è la scelta di trascorrere una
notte in tenda berbera a Ksar Ghilane, con
la possibilità di vivere sulle rosse dune
sahariane un tramonto ed un’alba indi-
menticabili.

Abbigliamento
Sono consigliati capi sportivi, informali,
con cappello e occhiali da sole, creme pro-
tettive e maglione di lana per la sera. Nei
mesi invernali utile una giacca a vento
più o meno imbottita. Da non dimentica-
re il classico giubbotto da fotografo, uti-
le anche per gli effetti personali, e un paio
di stivaletti leggeri per poter camminare
sulla sabbia senza problemi.
Il percorso
Il tour viene effettuato con auto 4x4 fuo-
ristrada attraverso piste e strade più o me-
no asfaltate e raggiunge le seguenti prin-
cipali località:
Medenine, posta all’incrocio delle strade
che conducono al Sahara e alla Libia, ha
un’antica storia alle spalle e i nomadi nel
‘500 concentrarono qui tutti i loro granai
fortificati (ghorfas);
Tataouine, dove attualmente si tiene il più
importante mercato del sud tunisino;
Chenini, antico villaggio berbero arroc-
cato sulla cima di una collina, con una
bella moschea;
Ksar Ghilane, un’oasi lussureggiante in
pieno deserto di dune, con un delizioso
laghetto generato da una sorgente terma-
Douz
le, nel quale fare un’immersione rilas-
sante e rigenerante dopo il lungo percor- decorazioni cristalline colorate; offrono paesaggi di grandiosa e selvag-
so sulle piste del deserto; Touzeur, famosa città al centro di gran- gia bellezza con corsi d’acqua che hanno
Douz, uno dei principali mercati di dro- diose piantagioni di palme da datteri, che scavato nei secoli profonde gole che al
medari del sud, con una grande piazza costituiscono la principale risorsa econo- tramonto assumono colorazioni stupen-
quadrata che raduna molti pastori e qual- mica della regione; de;
che tuareg, attorniata da dune di finissi- Nefta, città santa, con una grandiosa oa- Matmata, villaggio trogloditico, inquie-
ma sabbia bianca, da visitare a dorso di si denominata “la Corbeille”, in fondo ad tante e lunare per i profondi crateri che si
dromedario all’imbrunire; un vallone argilloso dove sgorgano nu- aprono nel tufo. Qui i berberi hanno ri-
Kebili, dalle suggestive dune fossilizzate; merosissime sorgenti; cavato le loro abitazioni a circa 10 metri
Chott el Jerid, 80 chilometri di “nulla” Chebika, Tamerza e Mides, antichi vil- di profondità per proteggersi dal caldo
nel deserto di sale, con delicati riflessi e laggi in prossimità del confine algerino, estivo e dal freddo invernale.
PROVA SU STRADA

DIGITAL BLOW UP

Chi non si ricorda Blow Up, il film cannocchiale era fissato a un


di Michelangelo Antonioni che cavalletto e il microscopio ben fermo
narrava la storia di un fotografo su un tavolo.
londinese che, grazie a una serie di In entrambe le prove abbiamo
ingrandimenti sempre più spinti di impostato la messa a fuoco della
un particolare di un negativo, arrivava fotocamera su infinito e abbiamo
a scoprire un delitto? utilizzato la regolazione di messa a
E chi non ha desiderato, nella sua fuoco del cannocchiale e del
carriera di fotoamatore, ingrandire microscopio, controllandola sul
un soggetto lontano con binocoli o monitor della fotocamera.
cannocchiali, o un particolare Il sistema utilizzato è quello detto
piccolissimo con un microscopio? "afocale": quando si avvicina l'occhio
In entrambi i casi i problemi principali La Digital Ixus posizionata sul cannocchiale. ad uno strumento ottico, il cristallino
da affrontare sono due. Il primo è il tende ad accomodarsi sulla visione
collegamento della fotocamera al più riposante, che è quella a distanza
cannocchiale o al microscopio, il secondo a nostro parere. infinita. Come dire che l'immagine formata
il dover aspettare "l'esito" dello sviluppo Come fotocamera abbiamo utilizzato una dall'oculare si trova sull'infinito. Se al posto
per vedere se il bersaglio è stato raggiunto. Canon Digital Ixus, collegata nella prima dell'occhio si applica all'oculare una
Un modo per vedere subito il risultato della sequenza a un cannocchiale terrestre, nel macchina fotografica il cui obiettivo sia
ripresa è utilizzare una fotocamera digitale secondo a un microscopio; in entrambi i stato regolato sull'infinito, si potrà registrare
e qui di seguito vi diamo prova dei risultati casi abbiamo semplicemente appoggiato sulla pellicola, o sul sensore, un'immagine
che abbiamo ottenuto, più che interessanti la fotocamera all'oculare, mentre il perfettamente nitida.
La Digital Ixus posizionata
sul microscopio.

A
Banconota fotografata con Digital Ixus con
obiettivo posizionato in macro.
A in alto particolare dell'occhio della
banconota fotografata attraverso il
microscopio (45 ingrandimenti) con Digital
Ixus.

B lo stesso particolare dell'occhio della


banconota fotografata attraverso il
microscopio (90 ingrandimenti) con Digital
B Ixus.

C Particolare fotografato attraverso il


microscopio con pellicola tradizionale (45
ingrandimenti) La dominante gialla è
determinata dall'illuminazione al tugsteno
C del microscopio.
Dando per scontato che sia il cannocchiale
che il microscopio siano immobili, il primo
perché su cavalletto e il secondo perché
appoggiato a un tavolo, l'unico rischio di
mosso dipende dal fatto che teniamo la
fotocamera a mano libera. Per risolvere
questo problema si può provare ad utilizzare
lo Stativo Magic Arm della Manfrotto: si
tratta di un braccio snodato che può essere
collegato a un cavalletto o a un tavolo a
mezzo clamp. Tutti i movimenti vengono
rilasciati e bloccati a mezzo di un'unica leva.
Particolare del marchio dell'orologio, Il Magic Arm e gli accessori sono stati
evidenziato con la freccia, fotografato descritti nell'articolo Table-Top Manfrotto,
attraverso il microscopio (45 ingran- pubblicato sul numero di giugno 2000 di
dimenti) con Digital Ixus. Tutti Fotografi.
Utilizzando il Magic Arm o similari si può
mantenere perfettamente immobile anche
Orologio fotografato con Digital Ixus
la fotocamera, con un notevole guadagno
con obiettivo posizionato in macro.
in termini di qualità, soprattutto per le
immagini al microscopio.
Sia utilizzando il cannocchiale che il
microscopio, l'obiettivo va zoomato alla
focale più lunga, la messa a fuoco va
bloccata su infinito e il flash automatico
Particolare del marchio dell'orologio, disinserito.
evidenziato con la freccia, fotografato Se si utilizza lo zoom digitale si
attraverso il microscopio (90 ingran- ingrandisce l'immagine direttamente in
dimenti) con Digital Ixus. ripresa, ma lo stesso risultato in termini
La Digital Ixus posizionata sul cannocchiale. Immagine fotografata con Digital Ixus con obiettivo su focale
grandangolare. La freccia indica la targa della via, praticamente non
visibile a una focale grandangolare.

mmagine fotografata con Digital Ixus con Immagine fotografata con Digital Ixus su Immagine fotografata con Digital Ixus attraverso
biettivo su focale tele. Si comincia ad focale tele e zoom digitale su 4x. il cannocchiale. Lo zoom del cannocchiale è su
ntravedere la targa della via. L'ingrandimento 15 ingrandimenti. L'ingrandimento rispetto alla
ttenuto con lo zoom rappresenta un 2x rispetto foto di partenza è già di 30x, pari a un 1.500mm
lla foto precedente. nel formato 35mm.

mmagine fotografata con Digital Ixus attraverso Il cannocchiale è sempre sui 45 ingrandimenti Il cannocchiale è sempre sui 45 ingrandimenti
cannocchiale. Lo zoom del cannocchiale è su ma è stata raddoppiata la focale sulla Digital ma è stata quadruplicata la focale sulla Digital
5 ingrandimenti. L'ingrandimento rispetto alla Ixus posizionando lo zoom digitale su 2x Ixus posizionando lo zoom digitale su 4x
oto di partenza è intorno agli 80x, pari a un (virtualmente pari a un 8.000mm nel formato (virtualmente pari a un 16.000mm nel formato
.000mm nel formato 35mm. 35mm). 35mm).

qualitativi si può ottenere con i programmi l’immagine immediatamente dopo lo scatto, della macchina, caratteristiche che ci hanno
di fotoritocco. così da poterla rifare subito se non ci consentito di tenerla senza sforzo in
Rispetto all'acquisizione in pellicola, il soddisfa. posizione davanti all'oculare.
principale punto di forza dell'acquisizione Nel caso della Digital Ixus abbiamo anche
digitale è la possibilità di visionare apprezzato la compattezza e la leggerezza Testo e fotografie di Gerardo Bonomo
PORTFOLIO

DIPINGERE CON LA LUCE

Osserviamo bene le foto pubblicate. Van- tante mostrare ogni dettaglio, piuttosto oc- York, dal Norton Museum and School of
no contro le regole di ogni manuale di fo- corre lasciare spazio all’immaginazione”. Art della Florida alla Bibliothèque Natio-
tografia che spieghi come scattare imma- E, fotograficamente, mette subito in atto nal in Francia, dal Musée de l’Elysée in
gini corrette, nitide, con tempi d’ottura- quanto dichiarato. Con successo: Lynn Bu- Svizzera all’International Center of Pho-
zione che evitino con certezza il mosso. tler ha studiato fotografia all’International tography ancora a New York.
Eppure sono molto belle: senza temere l’ac- Center of Photography di New York e an- Di spazio, sicuramente Lynn Butler al-
costamento alla pittura, Lynn Butler, una che in Europa e ha scattato in molti luo- l’immaginazione ne lascia tanto: illustri
fotografa americana, cerca intenzional- ghi: dalle riserve indiane d’America alla curatori di musei hanno scritto che nelle
mente di rifarsi alle suggestioni dei mae- Camargue in Francia, e poi in Inghilterra sue foto si ritrovano evidenti paralleli, pur
stri del pennello. e via e via. Le sue foto sono state accolte con le ovvie diversità tecniche, con gli Im-
Lynn non dice come le ha ottenute, prefe- da molti musei, dal Portland Museum of pressionisti; Robert Pledge, presidente del-
rendo ribadire il suo credo: “non è impor- Art nel Maine al Brooklyn Museum di New la Contact Press Images, sedi a New York
e a Parigi, ha affermato che non conosce dizionale proiettandole su di uno schermo per inciso, aggiunge un sapore tutto parti-
fotografi paragonabili a Lynn Butler, ec- che tradizionale non sia. Ad esempio su di colare alle immagini e porta ad una patina
cetto forse William Klein (noto per i suoi un fondale dalla trama colorata, magari una di antico così suggestiva che il “filtro sep-
scatti di “street photography” dove il mos- sorta di “tappeto” policromo. Si proietta e, pia” è stato introdotto come effetto spe-
so è di casa). con la fotocamera su cavalletto e il più pos- ciale anche in moltissime videocamere
Sarebbe troppo semplice dire che questo sibile in asse con il proiettore, si scatta una amatoriali. Qualche fabbricante di filtri ha
tipo di fotografia è basato sull’impiego di foto. Poi se ne scatta un’altra in sovraim- realizzato lastrine di plastica trasparente
tempi d’otturazione lenti. Certamente, co- pressione muovendo lo schermo trasver- colorate a macchie sfumate, di diverse tin-
me ben sanno tutti i fotoamatori, scattare salmente mentre si attua una posa lunga. te: anche questa può essere una strada da
con l’ottica normale ad 1/8, 1/4, 1/2 se- Non sarà la ricetta segreta di Lynn Butler tentare, per chi volesse percorrere la stra-
condo o magari con tempi ancora più len- ma offre interessanti possibilità di speri- da della fotografia pittoricistica. La lastri-
ti, muovendo nel contempo la fotocamera mentazione. na trasparente naturalmente può essere au-
con moto uniforme, porta ad immagini in Un’altra possibilità è quella di operare, an- tocostruita: infatti non è indispensabile che
cui le strisciate dell’effetto mosso posso- cora con la tecnica della doppia esposi- sia di qualità “ottica” in quanto può esse-
no apparire come delle pennellate. È la pri- zione, scattando una prima foto al sogget- re usata per un secondo scatto in sovrap-
ma e più facile ricetta da tentare per emu- to base e una seconda ad un soggetto ca- posizione, per aggiungere a posteriori l’ef-
lare questi risultati. Ma certamente non è ratterizzato da ampie aree colorate, so- fetto impressionistico. Non è indispensa-
completa e non è l’unica. Non spiega in- vrapponendolo al primo. Si opererà sem- bile che il filtro agisca in ripresa per la pri-
fatti la presenza di colori, spesso di ampie pre con tempi lenti, che saranno presumi- ma fotografia sul soggetto base. Natural-
macchie cromatiche anch’esse “pennella- bilmente ulteriormente allungati quando si mente, scattando in doppia impressione va
te”, che invadono le aree di cielo di alcu- esegue la seconda immagine. In questo ge- sempre ricordato che l’esposizione per ogni
ne inquadrature. nere di lavori possono essere utili alcuni clic dovrà essere sempre molto avara. Si
L’elaborazione dunque deve essere più filtri color seppia o d’altro tipo, anteposti deve infatti intenzionalmente sottoespor-
complessa. all’ottica per meglio “amalgamare” il to- re sistematicamente: la somma delle due
Avanzeremmo qualche ipotesi: una è di no cromatico complessivo dell’immagine. esposizioni non deve portare ad una sgra-
adoperare diapositive ottenute in modo tra- Il gioco della filtratura seppia, osserviamo dita sovraesposizione. È la somma delle
esposizioni che deve dare il “totale” del- che suona come paesaggi in pericolo, leg- to per ricreare, e fermare con un pizzico di
l’esposizione esatta. gende a rischio, esprime lo sforzo del- nostalgia, il “come eravamo”.
In alcune immagini di Lynn Butler, che in l’autrice di organizzare una somma di sen-
ogni caso dimostra di padroneggiare non sazioni visive che testimonino lo scorrere M.C.
solo la risorsa del mosso intenzionale ma del tempo sul nostro pianeta. Con una fo-
anche una somma di tecniche, compaiono tografia che, oggi, si pone come strumen-
evidenti riflessi che contribuiscono ad ac-
centuare il senso di movimento. Sono luc-
cichii che fanno pensare all’impiego del Imperiled Landscapes
flash. L’intervento del lampeggiatore non Endangered Legends;
è però caratterizzante per tutte le foto, an- foto di Lynn Butler ac-
zi sembra essere uno strumento al quale si compagnate da poesie di
fa ricorso in via eccezionale.
Margo Stever; edizioni
Le belle immagini di Lynn Butler, ap-
prezzabili perché lo stravolgimento della Universe Publishing,
realtà dovuto agli artifici tecnici è eviden- una Divisione di Rizzo-
te ma è sempre proporzionato con misura li International Publica-
alle caratteristiche del soggetto (dunque tions, Inc., 300 Park
non è artificio fine a se stesso), sono state Avenue South, New
raccolte in un libro pubblicato in America York, New York 10010;
dalla Universe Publishing. Il titolo, Impe- ISBN 0-916857-10-7.
riled Landscapes Endangered Legends,
RIPRESA

DUE SCATTI, UNA FOTO


La tecnica del montaggio consente di realizzare immagini spettacolari.
Esperienza ed intuizione sono però indispensabili

Si montano a sandwich il controtipo bianconero dei fenicotteri e la riproduzione filtrata del sole al tramonto. Si duplica il tutto, ot-
tenendo l’immagine finale.

Fotografie di Giuliano Cappelli


La foto di partenza: un grande volo di fe- Prima fase dell’elaborazione: viene eseguito un
nicotteri, nella luce del tramonto. controtipo in bianconero, cioè una riproduzione ad
alto contrasto che consente di “pulire” lo sfondo.

La foto di sfondo: una ripresa del sole al tramon-


to, con un potente teleobiettivo. Questa diapositi-
va potrà a sua volta essere duplicata variando l’in-
grandimento, in modo da adattare il diametro del
sole proporzionandolo al volo di fenicotteri. Du-
rante la duplicazione del sole si potrà aggiunge-
re un filtro rosso, per accentuare l’effetto tramonto
e allungare l’esposizione in modo da schiarire leg-
germente l’immagine.

Molte fotocamere dispongono di un co- la prima ripresa. Non vengono registrati


mando per eseguire esposizioni multiple. là dove l’abbondanza della luce, nel pri-
È basato sulla possibilità di mettere in fol- mo clic, ha già “consumato” le possibi-
le il sistema di trascinamento pellicola lità di registrazione della pellicola. Con
mentre si riarma l’otturatore, una proce- un risultato finale conseguentemente de-
dura utile per poter scattare in sovrappo- ludente.
sizione più immagini sullo stesso foto- Da tale constatazione derivano due con-
gramma. Pochi fotografi usano questo di- seguenze. La prima è relativa al set di ri-
spositivo e crediamo che la spiegazione presa: se si decide di usare il comando di
del perché di tale disaffezione sia sem- esposizioni multiple ci si deve mettere an-
plice: i dettagli del secondo scatto in so- che nelle condizioni adatte per controlla-
vrimpressione di solito si “perdono”, e re l’illuminazione sul soggetto. Ad esem-
non vengono registrati se non in modo pio, sarà vantaggioso effettuare sovraim-
molto sbiadito, sulle aree più chiare del- pressioni se si potrà operare con uno sfon-
Il controtipo è stato appoggiato su di una diapositiva di un bel sole al tramonto ed il tutto è stato duplicato per ottenere una sug-
gestiva immagine finale.

do molto scuro e se contemporaneamen- che hanno avuto grande successo anche


te il soggetto si sposterà nell’inquadratu- professionale. Ad esempio, quello del vo-
ra e quindi potrà essere registrato senza lo di fenicotteri al tramonto è comparso
effetti di sovrapposizione, “in trasparen- in numerose pubblicazioni anche estere
za” con se stesso. É la situazione che si per illustrare articoli sulle migrazioni de-
osserva sulle foto di analisi di movimen- gli uccelli. Sono splendide immagini di
to eseguite con più lampi flash, normal- Giuliano Cappelli, uno dei più noti pro-
mente fatti scattare, su un soggetto che si fessionisti italiani specializzato nei temi
muove, in rapida successione. di natura. Cappelli ha accettato di “sve-
La seconda conseguenza è che, se si vo- lare il trucco” che ha portato a questi ri-
Un altro esempio di ripresa di un “nor- gliono sovrapporre soggetti diversi, ad sultati spettacolari. Dobbiamo alla sua cor-
male” volo di volpoche (anatre), sullo sfon- esempio relativi a due riprese in esterni, tesia la possibilità di gettare uno sguardo
do del cielo. è per lo più preferibile operare realizzan- “dietro le quinte” e dunque la possibilità
do un sandwich dei due scatti. di pubblicare, singolarmente separate, le
Lo si può fare lavorando in camera oscu- immagini corrispondenti alle fasi che han-
ra, proiettando due immagini sullo stesso no portato agli efficaci risultati finali che
foglio di carta da stampa e aiutandosi con qui si vedono.
opportune mascherature. Oppure si pos- La metodologia adottata è comune a tut-
sono montare a sandwich due diapositive te e quattro le realizzazioni pubblicate.
per poi riprodurle insieme, in un’unica ri-
presa, con le consuete tecniche di dupli- La tecnica
cazione. Si è trattato infatti di realizzare anzitutto
due immagini: una del soggetto ed una
Montaggi esemplari dello sfondo. Quella del soggetto è stata
In laboratorio, è stato realizzato un con- Le foto che qui pubblichiamo possono dir- poi, in tutti i casi, “essenzializzata” ridu-
trotipo dell’immagine delle volpoche. si montaggi esemplari. Si tratta di scatti cendo al minimo l’influenza di particola-
Semplice sovrapposizione della diapositiva dell’alce, ruotata destra/sinistra a piacere del fotografo, ad uno spezzone di pellicola
sul quale è stata fotografata una superficie di colore rosso intenso. Duplicazione del tutto, per ottenere un’immagine finale certa-
mente più d’effetto di quella di partenza.
ri indesiderati. Ad esempio nella foto del terminante ed è necessario che venga va-
volo di fenicotteri è stato eliminato il cie- lutata con attenzione. Non è però vinco-
lo nuvoloso di sfondo. Non si tratta di una lante in modo assoluto. Si deve infatti con-
tecnica di difficile attuazione perché in siderare che esiste, ed è comodissima, an-
tutti i casi si è giocato sull’effetto silhouet- che la possibilità di duplicare l’immagi-
te: la diapositiva originale è stata ripro- ne. Ciò significa poter modificare in se-
dotta, in laboratorio, su pellicola bianco- de di riproduzione l’inquadratura e dun-
nero ad alto contrasto. La procedura ha que l’ingrandimento, nonché la densità
cancellato con efficacia i mezzi toni ed ha della foto stessa (sovraesporre o sottoe-
conservato, ben disegnato, il solo profilo sporre significa alleggerire o saturare i co-
nero del soggetto principale. lori).
Osserviamo: è naturalmente compito del Infine, eccoci alla fase del montaggio: la
fotografo, in questi casi, saper scattare riproduzione ad alto contrasto del sog- Con il supertele, una foto ad un alce che si
quando il soggetto è nella posizione mi- getto principale viene sovrapposta alla fo- staglia nel cielo, alla sommità di una col-
gliore e mostra un profilo davvero signi- to dello sfondo, che come abbiamo visto linetta. L’esposizione è stata calcolata per
ficativo. All’atto della ripresa è impor- può essere eventualmente preparato in un le luci e la sagoma dell’animale è, in par-
tante scegliere la giusta focale di obietti- rapporto di ingrandimento diverso. La pro- tenza, sottoesposta.
vo, la più adatta a riprodurre il soggetto cedura è semplice e consente un facile
sul fotogramma 24x36 nelle proporzioni controllo visivo: le diapositive vengono
desiderate. spostate l’una sull’altra, sul piano lumi- perfettamente l’una all’altra, per evitare
Poi è stato preso in considerazione lo sfon- noso, fino a raggiungere la configurazio- riflessi e perdite di nitidezza. Ci si può
do, fotografato magari in altro giorno, al- ne desiderata. servire di un montaggio tra vetrini ma si
tra ora, altro luogo. Ma in ogni caso ben Possono essere fissate in posizione, ai mar- tratta di una soluzione anch’essa da valu-
presente, come “idea creativa da realiz- gini, con un nastro adesivo. Infine si rifo- tare caso per caso: se il contatto perfetto
zare”, nella mente del fotografo. Anche tografa il tutto. È importante che le due è raggiunto senza vetrini è meglio perché
qui, la scelta della focale di ripresa è de- diapositive poste a sandwich aderiscano si evita di introdurre qualche rischio sup-
Il controtipo bianconero dei babbuini, applicato sul grande disco solare della prima ripresa, dà luogo ad un’immagine decisamen-
te spettacolare di animali ambientati in un tramonto africano. L’alta densità dei neri del controtipo impedisce ogni contaminazio-
ne di colore rosso nelle aree in ombra e la scena appare molto verosimile.

Due babbuini si affrontano su un ramo di Controtipo in bianconero della foto dei bab-
una pianta, in Africa. Il maschio dominante buini, allo scopo di rendere trasparente il
scaccia dal posatoio abituale un subalter- cielo di sfondo.
no.
plementare di riflessi indesiderati. questo caso la scelta di tale emulsione spe-
In ogni caso, per le riprese non meno che ciale è dovuta non tanto alla grana molto
Con un teleobiettivo, e per l’occasione in per le duplicazioni, sarà importante ser- fine, che comunque la caratterizza, quan-
formato 6x6, ecco una bella foto del sole virsi di pellicole di bassa sensibilità allo to piuttosto alla sua dote di mostrare un
al tramonto: un fondale ideale per un mon- scopo di disporre sempre di emulsioni dal- “basso indice gamma di densità”, cioè al-
taggio. la grana finissima: si tenga conto che, in la capacità di non aggiungere ulteriore ec-
questo caso, la granulosità dei diversi scat- cessivo contrasto ad immagini che sono
ti si somma nel risultato finale. già contrastate in origine.
L’ultima riproduzione è spesso meglio che
sia eseguita su pellicola Duplicating. In Maurizio Capobussi
FLASH

FILL-IN, LUCE
DI RIEMPIMENTO
Se il contrasto è eccessivo, il flash compensa anche in esterni

Un bell'esempio di flash usato in modo da non fare avvertire la presenza del lampo, ma che permette di ottenere comunque un suf-
ficiente effetto di rischiaramento. Qui la ripresa è in deciso controluce, come si vede dalla luce sui capelli, eppure anche il lato in
ombra della barca è ampiamente leggibile. In più, l'esposizione è stata regolata in modo generoso, così da avere una leggera so-
vraesposizione di tutta la foto. (Foto Minolta).

Il flash può essere utilmente impiegato sorio utilissimo. La tecnica relativa va cune condizioni di base.
non solo quando la luce è troppo scarsa, sotto il nome di "fill-in", termine ingle- • Anzitutto, la tecnica fill-in va applicata
per "sfondare" il buio, ma anche per ri- se che in italiano si può tradurre come principalmente alle inquadrature con pri-
schiarare le zone in ombra quando in- luce di riempimento, sottinteso: "delle mo piano in ombra ma con soggetto non
torno la luce è tanta (ad es. in foto con- ombre". troppo distante: non si deve infatti di-
troluce), ovvero per compensare i con- Perché il ricorso a questa tecnica abbia menticare che la portata dei flash, in
trasti. Usato a questo scopo è un acces- successo occorre che siano rispettate al- profondità, è sempre limitata.
Un dosaggio perfetto, ma non facile, delle luci: è il risultato di un bilanciamento tra luce ambiente e luce flash eseguito in auto-
matico con sistema Nikon Fill-flash con bilanciamento Matrix, presente sulla Nikon Pronea 600i e poi "aiutato" dalla compensa-
zione in laboratorio per la stampa di un negativo colore APS. In questi casi i dosaggi, specie se eseguite con regolazione manuale,
devono essere "leggeri": misurazione della luce ambiente con moderata prevalenza per le ombre (finestrone sovraesposto ma non
troppo) e colpo di flash sul primo piano (per compensare può essere utile anche un pannello riflettente). Foto cortesia Nikon.

Dosar e i flash automatici


Con le macchine capaci di un fill-in automatico vale la pena di tenere anche conto che in diversi casi è possibile anche imposta-
re un intenzionale sottodosaggio, cioè fare erogare una quantità di luce flash ridotta rispetto alla luce ambiente, per ottenere una
"non completa" equivalenza con la luce naturale. Ciò porterà ad illuminazioni più naturali.
A volte questa correzione è automatica, legata al Program della fotocamera ed è basata su di una lettura esposimetrica di tipo mol-
to evoluto, multizonale e con prevalenza di quel gruppo di cellule di lettura che corrispondono all'area in cui è presente il sog-
getto (informazione data dal sistema autofocus e passata all'esposimetro). Così l'esposimetro valuta i contrasti su tutta la scena e
fa scattare il flash senza sovrailluminare il primo piano rispetto allo sfondo. In altri casi, come succede spesso con le fotocame-
re compatte, il fill-in pur se automatico è meno raffinato. Il consiglio è comunque di ricorrere abbondantemente alla tecnica fill-
in tutte le volte che i contrasti sulla scena siano marcati e soprattutto quando si usano pellicole negative a colori: pur se sono film
con una latitudine di esposizione molto ampia, sono sempre aiutati dal colpo di flash che anzi riescono ad armonizzare spesso
molto bene nella scena.
La presenza del flash è evidente. È stato cercato un ef-
fetto di contrasto e di saturazione del colore. La leggi-
bilità dello sfondo è garantita, ma è stato impostato un
diaframma un poco più chiuso di quello che l'esposi-
metro avrebbe suggerito per la "luce ambiente". Il si-
stema TTL-flash della fotocamera ha poi tenuto conto
di tale diaframma e ha dosato correttamente il lampo
per il primo piano. Ripresa con reflex Nikon, flash Nikon
in TTL-flash, portato più vicino al soggetto con cavo di
prolunga.(Foto Nikon).

ERRORE CON IL FILL-IN


Attenzione all'eccessiva sensibilità delle pellicole.
Per il fill-in sono preferibili emulsioni di bassa sen-
sibilità, perché per potersi sincronizzare corretta-
mente con il flash, l'otturatore deve essere imposta-
to spesso, anche nelle riprese in esterni, su tempi re-
lativamente lenti. In molti casi 1/125s o 1/60s o
1/100s; solo pochi apparecchi, di solito quelli con ot-
turatore a traslazione molto veloce e che raggiunge
il tempo limite di 1/8000s, consentono di scattare con
il tempo sincro flash di 1/250s. Poiché molti obiet-
tivi superluminosi, ma anche alcuni zoom, non chiu-
Colpo di flash per rischiarare il volto in controluce (si notano i luccichii dono a meno di f/16, ecco che con pellicola da 200
del flash negli occhi) e per compensare esattamente la luce dallo sfondo, o 400 ISO ci si può trovare nella situazione di non
che illumina i capelli. Sulla parabola del flash è stato montato un filtro am- poter "chiudere abbastanza il diaframma" per una
bra di conversione, per "riscaldare" l'atmosfera e annullare i toni troppo corretta esposizione. Diviene concreto il rischio di
azzurri del lampo che avrebbero reso eccessivamente "bianco" l'incarna- ottenere foto sovraesposte.
to. (Foto: arch. Nikon).

• Poi occorre distinguere: o si dispone di Eseguire il fill-in manuale flash) per il valore di diaframma della cop-
una fotocamera con automatismo TTL- • Si annota la coppia tempo-diaframma pia "tempo-diaframma".
flash e fill-in dosato automaticamente o rilevata puntando l'esposimetro sulle aree Si ottiene così una distanza, in metri. È
si provvede personalmente con qualche più illuminate della scena (ad esempio uno il dato che ci interessa: a questa distan-
semplice ragionamento. Nel primo caso... sfondo soleggiato, in esterni). za dovrà infatti essere collocato il flash
non c'è che da rifarsi al libretto d'istru- • Si verifica - e se necessario si cambia la per equilibrare esattamente la luce diur-
zioni di ogni macchina; nel secondo, ec- coppia tempo diaframma - che il valore na.
co invece alcune indicazioni. "tempo" corrisponda alla velocità di sin- Con il lampeggiatore sulla fotocamera sarà
cro-X (il più rapido tempo d'esposizione necessario arretrare o avanzare, anche con
Come dosare il lampo "in manuale", per impostabile sull'otturatore per operare con essa, rispetto al soggetto e correggere l'in-
bilanciarlo con l'esposizione già misura- il flash). quadratura cambiando obiettivo o zoo-
ta per la luce ambiente, dunque su di una • Si divide il numero guida del flash (va- mando.
definita coppia tempo-diaframma? Ve- lore legato ad una precisa sensibilità di
diamo. pellicola, vedasi libretto d'istruzioni del Maurizio Capobussi
IMMAGINI

FOTOGRAFANDO I PARCHI

Foto di Luca Merisio


Dove recarsi a scattare belle foto di na- per lavori impegnativi, con le focali fis- ce che si mettono nel mirino. Il treppie-
tura? Un aiuto ce lo dà un fotografo pro- se. Adopero il 28-85mm e l'80-300mm di de naturalmente va usato al meglio, co-
fessionista, Luca Merisio, che armato di Zeiss e ne sono entusiasta; adopero spes- noscendo alcuni specifici accorgimenti:
giacca a vento e scarponi prima ancora so anche il 100-300mm. se c'è vento le gambe dello stativo van-
che di Contax e pellicole Fuji, ha per- no allargate al massimo e la testa porta-
corso in lungo e in largo Alpi ed Appen- Hai sempre con te il treppiede? ta vicino al terreno per ridurre l'effetto
nini passando in rassegna boschi, sentie- Sì. Lavoro molto con il treppiede in quan- "vela" della fotocamera. A volte occorre
ri, valli e cime, battendo a tappeto diver- to la stabilità del fotografo, dunque la ni- posizionarsi sopravvento e allargare la
si parchi naturali italiani. tidezza, deve essere assoluta come le roc- giacca a vento per realizzare uno sbarra-
Dalla lunga ricerca è poi nato un libro,
“Parchi d'Italia”, completato anche con
cartine che indicano, suggeriscono, gli
itinerari da percorrere. La possibilità di
ottenere belle foto, l'esperienza diretta,
ecco che è dunque posta a disposizione
di tutti.
Ma come fotografa Luca Merisio, quali i
criteri, le macchine, le pellicole, gli ac-
corgimenti?

La tua produzione fotografica è prin-


cipalmente volta a libri d'immagine.
Anche le macchine devono essere di
grande formato?
No. Adopero a volte l'Hasselblad, dun-
que il medioformato. Ma mi muovo pre-
valentemente con fotocamere 24x36, es-
senzialmente per questioni di peso ed in-
gombro. Anche per libri d'immagine in
grande formato la qualità del 35mm è suf-
ficiente. A patto che si usino pellicole di
bassa sensibilità, ottiche di qualità ele-
vata e soprattutto non si abbia paura di
sobbarcarsi la fatica di portare con sé il
treppiede, accessorio importante e da im-
piegare ogni qualvolta possibile.

Quali fotocamere, quanti obiettivi, qua-


li sensibilità per le pellicole?
Le macchine sono normalmente Contax
24x36. Gli obiettivi sono Carl Zeiss per
Contax: la qualità elevata per me è irri-
nunciabile. Adoperare il formato 24x36
fa pensare ad una attrezzatura agile, ma
a ben guardare l'agilità è sempre relati-
va: se si portano con sé quattro o cinque
obiettivi il peso si fa sentire. D'altro can-
to, è importante non rinunciare a poter
giocare con le inquadrature e quindi, dal
18mm al 500mm, sono numerosi e diversi
gli obiettivi Zeiss che porto nello zaino.
Tuttavia oggi mi scopro sempre più spes-
so ad usare gli zoom. Devono natural-
mente essere obiettivi di qualità e possi-
bilmente vanno usati diaframmati per ot-
tenere il massimo in termini di resa otti-
ca. Ma non sono più gli zoom di un tem-
po: le focali variabili d'oggi sanno com-
petere, sono una alternativa reale anche
re riduce le dimensioni tanto più quanto
più coglie un ampio angolo di campo. Vi-
ceversa, molto spesso il fascino ad esem-
pio della montagna, delle grandi pareti,
è nell'incombere del soggetto sull'osser-
vatore. Allora, meglio cogliere un parti-
colare significativo, "una parte per il tut-
to", se si vuole raccontare l'emozione di
una grande parete di roccia. È preferibi-
le allora usare il teleobiettivo. Natural-
mente anche il grandangolare ha i suoi
pregi: esalta il primo piano in modo mol-
to marcato e "obbliga" a concentrare l'at-
tenzione su di esso senza rinunciare ad
ambientarlo.

E i filtri, meglio usarli o no?


Non uso filtri, salvo un normalissimo UV,
principalmente come filtro di protezione
delle preziose lenti frontali degli obietti-
vi. Uso poco anche il filtro polarizzato-
re: soprattutto in alta montagna i cieli so-
no già spesso sufficientemente scuri.
Abbiamo messo l'accento sulla foto-
grafia in montagna, ma i parchi italia-
ni non sono tutti in quota e la tua espe-
rienza ha spaziato anche in pianura o
lungo il mare. Ci sono dunque anche
altri suggerimenti da tenere presenti.
Certamente. Il primo punto che vorrei sot-
tolineare è che c'è una grande differenza
tra chi fotografa per passione, chi scatta
fotogrammi per semplice ricordo, chi ope-
ra professionalmente e deve "portare a
casa" immagini valide per il lavoro che
sta svolgendo.
Un primo punto è la necessità di rag-
giungere un risultato valido anche in con-
dizioni di ripresa avverse. Se piove for-
te devi sapere che hai l’effetto del "ba-
gnato", devi conoscerlo bene: i colori si
saturano. Paradossalmente, è meglio dia-
frammare molto e realizzare pose più lun-
ghe, per minimizzare l'effetto pioggia. Si
deve ovviamente operare su treppiede.
Non si deve avere paura di rimanere in
un luogo anche se non si vede nulla per
mento che non faccia vibrare l'attrezza- in cui un teleobiettivo è indispensabile, il cattivo tempo. A volte mi è accaduto di
tura. Insomma, la foto occorre saperla an- direi che fotografando in ambienti natu- essere immerso nelle nuvole basse. Ri-
che costruire magari con personale fati- rali di montagna, o comunque partico- badisco: occorre insistere.
ca fisica, non basta premere un pulsante. larmente imponenti, non si deve mai di- Può succedere che aspettando con tena-
menticare che i tele servono perché le cia un paio d’ore, anche quando le pre-
È una notevole fatica portare con sé montagne non debbono essere "mortifi- visioni meteo sono avverse, qualche nu-
lunghi teleobiettivi: sono davvero in- cate". Infatti usare un grandangolare per vola inizi ad alzarsi. Basta una leggera
dispensabili in montagna? "prendere tutto", come a volte si può es- brezzolina e nel giro di un quarto d’ora
A parte le imprevedibili occasioni come sere tentati di fare, significa ridurre l'im- ecco che magari compaiono all'improv-
quelle offerte da animali che si facciano ponenza di un soggetto a poca cosa, con viso lame di luce incredibili. Anche solo
vedere a sorpresa al limitare del bosco, marcato effetto di allontanamento. Oc- per un quarto d’ora, prima che il cielo si
sulle creste in quota e così via, tutti casi corre stare molto attenti: il grandangola- copra nuovamente. Ma è un quarto d'ora
in cui si scattano freneticamente anche 4
o 5 rullini, che per un professionista che
sta documentando una zona possono es-
sere oro.
Di fronte a certe foto, con alcune luci par-
ticolari, qualcuno ti dice: guarda che for-
tuna. Ma è la fortuna magari di uno che
attende tre giorni, o tre ore, nella zona,
con costanza.

Ti servi degli automatismi?


Per il genere di fotografia alla quale mi
dedico, l’autofocus serve a poco. In par-
ticolare in montagna lo ritengo spesso un
optional inutile. Anche per l'esposizione,
in riprese statiche d'ambienti, preferisco
sistematicamente la regolazione manua-
le, con rilevamento esposimetrico spot.
Uso pellicole di bassa sensibilità, nor-
malmente la Fujichrome Velvia 50 ISO.
Una curiosità sottovalutata: dal punto di
vista esposimetrico è più facile misurare
quando c'è brutto tempo, quando la luce
è diffusa. Bisogna però stare molto attenti
a non sovraesporre: nei boschi, i tronchi
bagnati sono neri, i muschi assorbono lu- un fiore che diversamente continuerebbe volte farsi ingannare, cadere nel “pae-
ce ma possono risaltare bene; se non stai ad oscillare. Naturalmente... ben venga- saggio cartolina” senza interpretazione
attento e se ti fidi troppo della macchina no anche le belle giornate! Porto con me personale. Si deve sempre scavare e de-
fotografica ti viene tutto slavato. anche un piccolo flash. finire l’anima del paesaggio, di ciò che
La luce diffusa del brutto tempo può es- In ogni caso: abbondanti pile di scorta, si inquadra. Ciò che non approvo è il mo-
sere d'aiuto in condizioni e con soggetti soprattutto se si usano macchine a moto- do di lavorare di chi arriva in un luogo
particolari. Quando devi girare in un bo- re che consumano molta energia, ma an- interessante e pianta sulla fotocamera il
sco, quando sei alle prese con la foto di che per alternare i set di pile, tenendo una grandangolare più spinto di cui dispone,
una grotta, quando sei in un canyon, e l’I- scorta di batterie in tasca quando fa mol- scatta cercando di comprendere tutto. Tor-
talia "naturalistica" è piena di canyon, il to freddo. nato a casa e sviluppate le foto commen-
brutto tempo può aiutare fotograficamente Piuttosto che ricorrere ad uno zaino fo- terà sicuramente “però non era così”, non
nel senso che abbassa i contrasti. Così i tografico specifico preferisco una borsa riconosco il posto. È questo, ciò che oc-
colori verdi e anche i marroni, che di so- fotografica morbida e bene imbottita, si- corre evitare.
lito sono colori che si spengono quando stemata in uno zaino tradizionale: nello Da un po’ di tempo mi sono dedicato agli
c’è la luce del bel tempo, esplodono. zaino ci deve essere lo spazio sufficien- Appennini, dopo aver percorso ampia-
te anche per l'attrezzatura da trekking o mente le Alpi. Sono rimasto incantato da
Quali accessori consiglieresti? da alpinismo, non solo per quella foto- luoghi dal fascino segreto, da sentieri che
Insieme al treppiede, suggerisco di lega- grafica. portano ad eremi del 1200, remoti eppu-
re sullo zaino l'ombrello: come riparo per re carichi di storia come quello di Cele-
la pioggia ma anche, se occorre, per il Che cosa eviteresti, fotografando? stino V, da camminate escursionistiche di
vento quando si deve scattare la foto ad Faccio un esempio: bel tempo significa a dieci ore senza incontrare anima viva per
approdare infine ad un bivacco in quota.
Un bivacco in lamiera gialla come quel-
li delle Alpi, solo che guardi giù e vedi
le Tremiti nel blu dell’Adriatico.
IL LIBRO Un accessorio certemente inconsueto per
un fotografo ma di cui mi servo molto è
Dal lavoro di Luca Merisio, che ha percorso di persona tracciati noti e meno noti, è
la bicicletta. Ho una mountain-bike sem-
nato un libro di immagini, di grande formato, con testi a cura di Enrico Fumagalli,
pre presente sul tetto dell'auto. Si è rive-
esperto viaggiatore e da tempo autore di reportages turistico geografici per periodi-
lata preziosa diverse volte per rapidi spo-
ci di viaggio, per guide turistiche e libri. È intitolato "Parchi d'Italia"; edito da Gra-
fica ed Arte, via Francesco Coghetti 108, 24128 Bergamo, tel. 035-25.50.14. In li- stamenti, per cogliere la luce migliore,
breria a L. 110.000. per non trascurare lo scorcio più indovi-
nato.

Maurizio Capobussi
RIPRESA

FOTOGRAFARE A TEATRO

Rêves de lumière (L. Kemp, 1997). Pellicola Ilford HP5 esposta a 1600 ISO.

Fotografare a teatro richiede tempo, sia per LA TECNICA luppare la pellicola, aumentando ulterior-
acquisire una tecnica affidabile, sia perché I principali elementi che caratterizzano la mente il contrasto.
diventi un modo efficace di comunicazio- fotografia di teatro sono il tipo di illumi- La scelta del punto di ripresa è fortemente
ne. nazione e le limitazioni nella scelta del pun- condizionata durante le rappresentazioni
Non bastano certamente qualche spettaco- to di ripresa. pubbliche, oltre che dall'obbligo di non di-
lo e pochi rullini. È anche necessaria una L'illuminazione è in luce artificiale, gene- sturbare gli altri spettatori, anche da ovvie
certa cultura teatrale e passione per il mon- ralmente debole, ad elevato contrasto spes- limitazioni di accesso allo spazio teatrale.
do del teatro, senza le quali non si riuscirà so filtrata da gelatine colorate. Le luci a tea- Queste condizioni di ripresa, confrontate
a perseverare fino all'ottenimento di risul- tro provengono da sorgenti concentrate con le apparecchiature ed i materiali di-
tati soddisfacenti, sia dal lato tecnico che (spot) che danno un'illuminazione diso- sponibili, definiscono con precisione la tec-
espressivo. mogenea fra una zona e l'altra della scena. nica della fotografia di teatro.
Queste note, periodicamente da me ag- Come vedremo meglio quando si tratterà
giornate, sono qui proposte con l’intento di dei materiali sensibili, ciò rende tutto più La fotocamera
dare un contributo a chi già pratica e vuo- complesso, perché si associa a condizioni Deve essere ad ottiche intercambiabili, con
le confrontare ed approfondire le proprie di illuminazione debole che portano a sot- automatismi disinseribili, silenziosa, leg-
conoscenze sull’argomento. to-esporre e conseguentemente a sovra-svi- gera, con un rapido e preciso sistema di
Fly Butterfly (Teatro del Buratto, 1995). Pellicola Kodak Tmax P3200 esposta al valore nomina-

messa a fuoco, efficace anche con poca lu- gli obiettivi in genere non risolve il pro- Che significato può avere una foto a colo-
ce e dotata di un esposimetro spot. blema. ri con varie dominanti o monocromatica?
Limitandomi al formato 135, una buona Obiettivi meno luminosi potranno comun- Così ho fatto la scelta definitiva del bian-
reflex è un compromesso accettabile, a que essere usati in quelle fortunate situa- co e nero e, dopo aver provato diverse so-
parte la rumorosità che spesso ne limita zioni in cui l’illuminazione è potente e non luzioni, i materiali più adatti mi sono sem-
l'uso. contrastata. brati:
• Ilford HP5 Plus e Delta 3200
Gli obiettivi Il materiale sensibile • Kodak Tmax 400 e P3200.
Innanzitutto devono essere luminosi (f/2,8) La scelta è determinante per ottenere buo- Una nota particolare merita la Ilford Delta
con focali comprese fra 35 e 300mm, da ne immagini. 3200. Anche se non testata con rigore in
scegliere in funzione della distanza dal pal- Ovviamente esso deve essere ad alta sen- tutte le situazioni possibili, essendo sul mer-
coscenico dalla quale sarà possibile foto- sibilità: quindi 400 ISO nominali per po- cato da poco tempo, mi sembra di poter an-
grafare. terlo esporre a circa 1600 ISO oppure 3200 ticipare di essere particolarmente soddi-
Un corredo base ottimale può essere for- ISO nominali per poterlo esporre a circa sfatto dei risultati già ottenuti, tanto forse
mato da due zoom: uno corto (35-70mm) 3200/6400 ISO (e il "circa", come vedre- da poterla considerare una pellicola uni-
e l’altro lungo (80-200mm), entrambi con mo, non è detto casualmente). versale per il teatro, impiegabile con risul-
apertura massima f/2.8, costante per tutte Dopo vari tentativi ho escluso l'uso del ma- tati paragonabili, da 400 a 6400 ISO, con
le focali. teriale a colori, perché ritengo che non pos- contrasti di illuminazione diversi.
La scelta di questi due obiettivi professio- sa aggiungere nulla al messaggio ed all'in- Per lo sviluppo del negativo ottimi risul-
nali è motivata più dall’esigenza di effet- terpretazione che un fotografo può dare al tati ho ottenuto con i prodotti chimici, le di-
tuare riprese con scarsa illuminazione, che soggetto teatro. luizioni, i tempi e le temperature consigliati
dalla necessità di avere una qualità ottica Inoltre esistono problemi di trattamento dei dai produttori. Nella tabella in fondo riporto
superiore; infatti, come vedremo poi, mol- materiali a colori ed una illuminazione (al tutte le combinazioni da me testate.
ti sono i fattori che limitano la nitidezza tungsteno, spesso colorata) che mal si adat- La mia preferenza va allo sviluppo TMAX,
dell’immagine e l’alta risoluzione ottica de- ta alla fedele riproduzione cromatica. pratico nell’uso, in quanto disponibile in
Orlando Furioso (Motus, 1999) Pellicola Ilford Delta 3200 esposta a 3200 ISO.
soluzione concentrata di lunga conserva- che quelli spot, interni alla fotocamera, per- dere il diaframma per aumentare la profon-
zione, pronta per la diluizione. ché la misura è laboriosa e non tarata per dità di campo).
Tutte le altre fasi necessarie alla buona riu- la temperatura di colore delle sorgenti lu- Con le focali più lunghe è sconsigliabile
scita delle fotografie non sono così deter- minose usate in teatro. A questo proposito usare tempi più lenti per il pericolo del mos-
minanti da meritare un commento a parte. è opportuno ricordare che le pellicole bian- so dovuto ai movimenti della fotocamera.
Per quanto riguarda la stampa ottimi ri- co e nero sono meno sensibili al rosso, ri- Tempi più lunghi diventano tuttavia indi-
sultati si ottengono anche con le carte po- spetto ai sensori degli esposimetri montati spensabili quando, alla massima apertura
litenate, meglio se a superficie lucida o per- anche sulle fotocamere di elevata qualità. dell'obiettivo, la luce è insufficiente ad una
la. Molto versatili le carte a contrasto va- In conclusione, purtroppo, devo dire che corretta esposizione.
riabile, che permettono di variare il con- l'unico esposimetro consigliabile è un oc- In questi casi è necessario un appoggio sta-
trasto, selettivamente, in zone diverse del- chio ben esercitato e l’esperienza matura- bile. Un robusto monopiede è indispensa-
lo stesso fotogramma. ta in diverse situazioni. bile, anche se limita la mobilità, la scelta
Un consiglio è quello di usare un esposi- dell'inquadratura e la rapidità di esecuzio-
La misura dell'esposizione metro spot, facendo la lettura nella parte in ne.
È il punto veramente critico della fotogra- ombra del soggetto da riprendere.
fia di teatro. Fate comunque attenzione perché è molto La scelta dell'inquadratura
È molto difficile parlare di esposizione cor- facile non solo sotto-esporre, ma anche so- Per ottenere buoni risultati occorre inqua-
retta, quando in pratica non si ha uno stru- vra-esporre, soprattutto i volti degli attori, drare in maniera definitiva al momento del-
mento per misurarla efficacemente. con conseguente perdita di dettaglio dei li- la ripresa. In fase di stampa sono opportu-
Gli esposimetri disponibili sono utili, ma neamenti e dell'espressione. ni solo piccoli aggiustamenti nel taglio del-
difficili da usare: non solo quelli a luce in- l'immagine.
cidente, perché il palcoscenico è inacces- I tempi di esposizione Infatti lo sviluppo energico della pellicola
sibile, o quelli ad ampio angolo di lettura I più usati sono compresi fra 1/125 ed 1/15 riduce, per l'evidenza della grana e per l'e-
perché mediando fra ampie zone buie e li- di secondo; tempi più brevi sono incompa- levato contrasto, la definizione dell'imma-
mitate zone illuminate danno indicazioni tibili con la scarsa luminosità disponibile gine.
assolutamente inattendibili, ma in fondo an- (è comunque preferibile, ove possibile, chiu- È pertanto impossibile l'ingrandimento di
LA MISURA
DELL'ESPOSIZIONE
È il punto veramente critico della fotografia di
teatro. È molto difficile parlare di esposizione
corretta, quando in pratica non si ha uno stru-
mento per misurarla efficacemente.
Gli esposimetri disponibili sono utili, ma diffi-
cili da usare. Purtroppo l'unico esposimetro con-
sigliabile è un occhio ben esercitato e l’esperienza
maturata in diverse situazioni.
Consigliabile l’uso di un esposimetro spot, fa-
cendo la lettura nella parte in ombra del sogget-
to da riprendere.
Bisogna comunque fare molta attenzione, perché
è molto facile non solo sotto-esporre, ma anche
sovra-esporre, soprattutto i volti degli attori, con
conseguente perdita di dettaglio dei lineamenti e
dell'espressione.
Gli esempi qui pubblicati riguardano rispettiva-
mente: un caso di corretta esposizione, uno di
sotto-esposizione, uno di sovra-esposizione.
I negativi sono stati stampati accuratamente con
lo stesso ingrandimento 7x, su carta Ilford Multi-
Esposizione corretta grade IV. Le differenze sugli originali sono co-
Di terra e di acqua (Quelli di Grock, 1999). Obiettivo 80-200mm f/2.8. munque notevoli, in particolare per l’evidenza del-
Pellicola Ilford Delta 3200 esposta al valore nominale, sviluppata in Kodak la grana e la riproduzione della gamma tonale.
Tmax. Stampa: G=1.5, f/5.6, t=16s.

Sovra-esposizione
Merry Go Round (Motus, 1999). Obiettivo 35-
Sotto-esposizione 70mm f/2.8.
Di terra e di acqua (Quelli di Grock, 1999). Obiettivo 35-70mm f/2.8. Pellicola Ilford HP5, esposta a 1600 ISO, svi-
Pellicola Ilford Delta 3200 esposta al valore nominale, sviluppata in Kodak luppata in Kodak Tmax. Stampa: G=0.5, f/2.8-
Tmax. Stampa: G=4.5, f/8, t=11s. 4, t=45s.
LA SCELTA DELL'INQUADRATURA
Ingrandimento 7x. Obiettivo 35-70mm f/2.8.
Pellicola Ilford HP5 esposta a 1600 ISO, svi-
luppata in Kodak Tmax. Stampa su carta Ilford
Multigrade IV G=2, f/4-5.6, t=10s.
Caos (Quelli di Grock, 1999).

Per ottenere buoni risultati occorre inquadrare in maniera definitiva al mo-


mento della ripresa. In fase di stampa sono opportuni solo piccoli aggiusta-
menti nel taglio dell'immagine.
Infatti lo sviluppo energico della pellicola riduce, per l'evidenza della grana
e per l'elevato contrasto, la definizione dell'immagine.
È pertanto impossibile l'ingrandimento di particolari dell'inquadratura origi-
naria. Isolare un volto, un atteggiamento da una scena di massa è un'impresa
disperata con i materiali e la tecnica di ripresa usata.
Gli esempi qui pubblicati riguardano rispettivamente un fotogramma com-
pleto ingrandito 7x e un’inquadratura parziale del fotogramma a 13.5x.
Ingrandimento 13.5x.
Stampa: G=2, f/4, t=28s.

particolari dell'inquadratura originaria. Iso- della fotocamera, oltre a fare perdere spez- nologia digitale è molto utile per il recupe-
lare un volto, un atteggiamento da una sce- zoni di spettacolo, crea disturbo e non sem- ro di negativi sotto-esposti o non esatta-
na di massa è un'impresa disperata con i pre è semplice in condizioni di semioscu- mente inquadrati per l’impossibilità fisica
materiali e la tecnica di ripresa usata. rità. Per questo consiglio l’uso di una pic- di evitare disturbi scenografici. Le infinite
Prima di scattare, quindi, occorre sceglie- cola pila a luce concentrata da dirigere so- possibilità dei programmi di fotoritocco
re il tipo di inquadratura finale (ad esem- lo sul dorso della fotocamera al momento permettono di raggiungere risultati molto
pio la scena nel suo complesso, una figura del caricamento. difficili, se non impossibili, da ottenere con
o un solo volto) e conseguentemente ado- le tecniche tradizionali di stampa in came-
perare la focale giusta per riempire al me- La tecnica digitale ra oscura e certamente in tempi più brevi.
glio il fotogramma. Per la fase di ripresa il mercato non ha an- La tecnica digitale costituisce quindi un va-
Può essere utile, non conoscendo lo spet- cora offerto prodotti adatti allo scopo, so- lido complemento della fotografia tradi-
tacolo e il punto di ripresa che vi sarà con- prattutto con riferimento alla possibilità di zionale.
sentito, andare a teatro con due corpi mac- registrazione di un sufficiente numero di
china sui quali montare due obiettivi di- immagini ad alta risoluzione. Il primo pro- IL RAPPORTO
versi. Un altro vantaggio conseguente al dotto utilizzabile, sia per tecnologia che co- FOTOGRAFIA-TEATRO
fatto di disporre di più fotocamere è quel- sto, potrebbe essere la Nikon D1, ma non Ma la tecnica non è tutto. Vediamo ancora
lo di cambiare meno rullini durante lo spet- c’è stato ancora il tempo per usarla sul cam- cosa è necessario conoscere per praticare
tacolo. Infatti l'operazione di caricamento po. la fotografia di teatro.
Per quanto riguarda invece la digitalizza- Il teatro è un avvenimento culturale assai
A sinistra: Caos (Quelli di Grock, 1995). zione del negativo posso riferire che la mia complesso dove la comunicazione del mes-
Pellicola Ilford HP5 esposta a 1600 ISO. esperienza mi porta ad affermare che la tec- saggio è affidata ad una pluralità di ele-
TRATTAMENTO CONSIGLIATO PER RIPRESE ATEATRO menti. In quanto esperienza sensoriale im-
CON PELLICOLE BIANCO E NERO mediata, il teatro è in modo particolare im-
ILFORD HP5 Plus magine, ma immagine transitoria in conti-
(Temperatura 20°C - Agitazione 10" ogni minuto) nuo mutamento e con i caratteri della fin-
Sviluppo Diluizione 400 ISO 800 ISO 1600 ISO 3200 ISO 6400 ISO zione e dell'illusione. Gli elementi che di
ILFORD 1+15 - - 8' 11' - questa immagine la fotografia può cogliere
ILFOTEC HC 1+31 6,5' 9,5' 14' - - sono l'espressione, il gesto, la composizio-
PATERSON 1+7 - 9' 12' 15' - ne coreografica, la tensione del movimen-
ACUSPEED to, l'organizzazione dello spazio scenico,
KODAK degli arredi e delle luci.
TMAX 1+4 7,5' 9' 10,5' 12,5' - Fotografando a teatro si possono avere at-
aggiungere 1’ogni 4 rullini da 36 pose sviluppati teggiamenti diversi.
TETENAL 1+4 4,5’ 8,5’ 13’ - - Si può voler documentare lo spettacolo
ULTRAFINPLUS tempi da incrementare in funzione dei rullini sviluppati cercando di restituire in maniera fedele le
ILFORD DELTA 3200 intenzioni del regista e degli attori. Docu-
(Temperatura 20°C - Agitazione 10" ogni minuto) mentare uno spettacolo è certamente possi-
Sviluppo Diluizione 400 ISO 800 ISO 1600 ISO 3200 ISO 6400 ISO bile, anche se richiede una buona conoscenza
del teatro e di ogni spettacolo fotografato.
KODAK Tuttavia non è possibile documentare sen-
TMAX 1+4 5,5' 6,5' 7,5' 8,5’ 11’
aggiungere 1’ogni 4 rullini da 36 pose sviluppati
za in qualche modo reinterpretare il mes-
saggio proposto che, necessariamente, vie-
KODAK TMAX 400 ne filtrato dal fotografo oltre che dal mez-
(Agitazione 5" ogni 30" - per sviluppo TMax 10” ogni minuto)
zo fotografico.
Sviluppo Diluizione 400 ISO 800 ISO 1600 ISO 3200 ISO 6400 ISO Si può rinunciare ad ogni pretesa di docu-
ORNANO mentazione e cercare invece di suggerire
FINO ST 33 1+1 - - 6' 8' - una visione autonoma dello spettacolo.
(24 °C) 1+4 9' 9' - - - Certo le scelte del regista e degli attori so-
KODAK no condizionanti, ma il messaggio convo-
TMAX (24 °C) 1+4 6' 6' 8' 10' - gliato nella fotografia può avere una sua ori-
aggiungere 1’ogni 4 rullini da 36 pose sviluppati ginalità.
TETENAL (20 °C) 1+4 5,5’ 8’ 12’ - - Si può infine utilizzare lo spettacolo per
ULTRAFINPLUS tempi da incrementare in funzione dei rullini sviluppati le possibilità che offre - attraverso la ca-
KODAK TMAX P3200 pacità del regista, degli attori e dello sce-
(Agitazione 5" ogni 30" - per sviluppo TMax 10” ogni minuto) nografo - di realizzare dei ritratti, delle fi-
Sviluppo Diluizione 400 ISO 800 ISO 1600 ISO 3200 ISO 6400 ISO gure ambientate o delle composizioni che
nel loro valore autonomo risultano solo
ORNANO (20 °C)
FINO ST 33 1+1 - 6' 8' 10' 12' marginalmente legate allo spettacolo tea-
trale.
KODAK Ai diversi atteggiamenti corrispondono ov-
TMAX (24 °C) 1+4 6' 6,5' 7' 9,5' 11'
aggiungere 1’ogni 4 rullini da 36 pose sviluppati viamente diversi momenti e modi di ripre-
sa, che pertanto devono essere frutto di una
TETENAL (20 °C) 1+4 - - - 6’ 9’ scelta precisa e cosciente. Non tutti gli spet-
ULTRAFINPLUS tempi da incrementare in funzione dei rullini sviluppati
tacoli offrono le stesse possibilità espressi-
ve dal lato fotografico. Così lo spettacolo
QUANDO E COME FOT OGRAFARE dove dominante è il messaggio legato al te-
sto difficilmente potrà risultare interessan-
Per fotografare a teatro è essenziale rispettare alcune regole: te per la realizzazione di immagini.
• è assolutamente vietato l'uso del flash;
Inoltre occorre tenere presente che il teatro
• non fotografare se non si è ottenuto il permesso della compagnia. Questo va chiesto
è per lo più imitazione della realtà, e che an-
attraverso la direzione del teatro all'addetto stampa della compagnia. Espletate queste
formalità, si potrà fotografare con tranquillità; che la fotografia è un'immagine della realtà.
• nonostante le autorizzazioni, bisogna essere assolutamente discreti nell'uso della foto- Quindi la fotografia di teatro è un'immagi-
camera (scatto e caricamento); nei momenti di maggior tensione e quando il silenzio è ne di un'immagine, un doppio passaggio che
quasi assoluto bisogna rinunciare a qualche immagine, stare fermi e godersi lo spetta- genera una complicazione dal lato della co-
colo; municazione e può provocare delle incer-
• cercare di muoversi il meno possibile e, se necessario, farlo sul fondo o lungo i corri- tezze in chi è chiamato a leggere questo ti-
doi laterali della sala; si possono fare ottime foto anche stando seduti in una poltrona; po di immagini.
• utile è pure avere già visto lo spettacolo. Infatti oltre a conoscere i momenti di mag- Personalmente ritengo che queste ultime
gior interesse, si sarà già scelto il punto di ripresa più favorevole e le ottiche più adatte; considerazioni non impediscano alla foto-
• infine c'è una sola condizione in cui di fatto chi fotografa non dà fastidio, ed è quando grafia di teatro di diventare un mezzo auto-
lo spettacolo tende a creare uno speciale coinvolgimento ed una partecipazione di tutti nomo di espressione e comunicazione.
gli spettatori, per cui né gli attori né il pubblico sentono il fotografo come un estraneo
fuori posto. Testo e foto di Roberto Rognoni
Foto di Maurizio Sar tor etto
RIPRESA

FOTOGRAFARE I
TRAMONTI

Le immagini in queste pagine sono tra- mozione che esso sa suscitare, è abbastanza diversa realtà, ha intorno a sé ampie aree
monti classici firmati da Maurizio Sarto- semplice. Qualsiasi fotocamera automati- scure e il cielo rosseggiante appare inten-
retto, un fotografo nato a Castelfranco Ve- ca è in grado di operare anche in tale si- so, come colore, ma anche luminoso ri-
neto, autore di diversi libri dedicati alla tuazione e tra i consigli tecnici, prevedendo spetto all'ambiente. In fotografia, specie
terra in cui vive. Sartoretto predilige, per un certo rischio di mosso sempre in ag- nelle stampe su carta, i contrasti sono mol-
sua dichiarazione, la fotografia di pae- guato visto che si opera in luce ambiente to meno elevati, il rosso non può essere
saggio. Soprattutto quella interpretata con abbastanza ridotta, la raccomandazione altrettanto "luminoso".
grafismi e contrasti cromatici accentuati. classica è quella di usare un treppiede. Nul- In più, a volte intervengono aspetti tecni-
Ci appoggiamo alle foto di Sartoretto per la di più. Non è però così facile ottenere ci che merita valutare con attenzione.
dibattere il più generale tema della foto- un risultato che soddisfi: infatti succede Anzitutto: quanto alla possibilità di ricreare
grafia di tramonti, un ambito fotografico spesso che un tramonto che sa emoziona- l'impressione di contrasti vivi, natural-
nel quale molti appassionati si cimentano re quando è visto dal vivo, una volta stam- mente non è difficile affermare che scat-
spesso. pato in fotografia deluda. tare in diapositiva consente di mantenere
Scattare ad un bel tramonto, proponendo- Questioni di percezione ottica: al momento meglio l'emozione della realtà rispetto al-
si di cogliere e conservare nel tempo l'e- della ripresa il fotografo è immerso in una la stampa su carta. Il senso di presenza del-
Un classico, il rosso del tramonto sulle Dolomiti. L'esposizione corretta è data facilmente da una misurazione spot sulle pareti roc-
ciose.

la "trasparenza" è imbattibile. ta" e di solito sbilanciata a favore di una


Ma anche in questo caso può accadere che leggera sovraesposizione.
il risultato finale appaia a volte più scial- Spesso è influenzata anche dal prevalere
bo di quanto il fotografo si aspetti. Perché? del nero che, in molti casi, compare so-
E come evitare l'inconveniente? prattutto ai margini di talune inquadratu-
re. È quindi facile, di conseguenza, che in
Come misurare queste situazioni un fiammeggiante tra-
All'origine di molte delusioni c'è spesso monto scivoli verso toni eccessivamente
una impostazione di fondo dei sistemi pallidi, rosati, con ovvia perdita di spet-
esposimetrici delle fotocamere. Succede tacolarità.
infatti che questi, normalmente, quando Poiché lo scopo finale del fotografo è co-
misurano la luminosità di un soggetto si munque quello di riuscire a rendere in im-
sforzano di garantire la leggibilità dei par- magine l'emozione provata sul campo, le
ticolari della scena. suggestioni della realtà, elenchiamo alcu-
Ovvero effettuano una "media" tra le lu- ni accorgimenti per migliorare le foto di
minosità delle diverse aree inquadrate. In tramonti.
dettaglio: accade che, poiché l'orizzonte Il Brenta in prossimità del mare. Attenzione
"rosso uniforme" non è considerabile co- Escludere il multizona all'esposizione: in casi come questo la pre-
me un tipico controluce diretto, la luce Il primo punto da considerare è quello se senza di una consistente massa scura al cen-
frontale in questo caso non fa scattare gli sia o meno opportuno affidarsi alle capa- tro dell'immagine può portare ad una so-
interruttori di soglia che servono a cor- cità valutative degli esposimetri e dei pro- vraesposizione ed a toni innaturalmente pal-
reggere il funzionamento delle macchine grammi delle fotocamere. La risposta è lidi. Per una ripresa corretta occorre pun-
automatiche quando il sole compare nel- semplice: se vi servite di reflex moderne, tare il cerchietto dello spot della fotocame-
l'inquadratura. Ne deriva che la media con automatismo program e capaci di una ra su di una superficie bene illuminata, me-
esposimetrica è ampiamente "compensa- lettura multizona, tenete presente che è morizzare i dati, ricomporre l'inquadratura.
Una situazione ormai crepuscolare, a tramonto inoltrato. In questi casi attenzione: può essere opportuno sovraesporre leggermen-
te rispetto ai dati indicati dall'esposimetro, per migliorare la leggibilità delle aree in ombra delle montagne. Si tratta di una situa-
zione di ripresa normalmente ben risolta dagli esposimetri con lettura multizona.
mente spinte e quindi, nello sforzo di com- la fotocamera al centro dell'area luminosa
pensare i contrasti, portano ad una desa- del tramonto e memorizzare l'esposizione
turazione dei colori. La media con mar- con il consueto tasto AE-L presente su mol-
cata prevalenza al centro porta invece ad te fotocamere (oppure, in altre, premendo
una resa più realistica. Ciò nel presuppo- a metà corsa il pulsante di scatto).
sto, naturalmente, che per le misurazione
si punti in direzione delle zone meglio il- Lettura spot
luminate. Chi dispone di una possibilità di misura-
zione a spot stretto, può servirsene van-
Manuale? taggiosamente: basta che punti lo spot non
Attenzione, soprattutto se operate in modo direttamente sul sole al tramonto ma sul-
Uniformità di colori, in laguna. Attenzio- disinvolto con l'automatismo program. Te- l'area luminosa ad esso adiacente. Si no-
ne, come sempre al perfetto parallelismo nete presente che piccoli spostamenti del- ti: misurare aree fortemente illuminate por-
della linea d'orizzonte con il bordo supe- la fotocamera possono portare ad inqua- ta a sottoesporre leggermente tutte le al-
riore dell'inquadratura. Consigliabile una drare qualche superficie scura di troppo, tre, con aumento di contrasto che così può
esposizione con lettura media compensata difficile da percepire soprattutto se è posta rendere più intenso il rosso all'orizzonte.
al centro, misurando sulle aree illuminate. ai bordi dell'inquadratura anche perché la Alcuni fotografi ricorrono ad una siste-
stessa cornice del mirino appare nera. Un matica sottoesposizione, leggera, tutte le
eccesso di "nero" può però significare un volte che desiderano aumentare la satura-
spesso preferibile escludere la lettura mul- ulteriore sbilanciamento della lettura nel zione dei colori. Ciò viene fatto anche nel-
tizonale e decidere per una misurazione senso di una sovraesposizione. In definiti- le fotografie normali, non necessariamen-
media con prevalenza al centro immagine va, allora: è spesso meglio operare in ma- te in quelle in controluce. Si noti che, di
(media compensata o a spot molto allar- nuale piuttosto che in modo program; se solito, misurare la scena inquadrata (ri-
gato). Le capacità di compensazione dei proprio si vuole lavorare in automatismo volgendo l'esposimetro già verso zone be-
sistemi multizonali sono spesso notevol- (program o altri) è meglio invece puntare ne illuminate) e poi chiudere ulteriormente
Un tramonto classico e luminoso, appena incorniciato in basso dal profilo delle montagne: in questi casi di solito il rilevamento
medio con compensazione al centro fornisce misurazioni esposimetriche attendibili.

il diaframma, intenzionalmente, di 1/3 di tragitto dei raggi luminosi può portare a zare" il colore sull'inquadratura. Il gioco
valore, porta ad un incremento di densità sgraditi riflessi parassiti. La regola vale è reso possibile dal fatto che sulle aree ne-
della foto pari a circa il 10% della densità anche per la fotografia di tramonti. re, in ombra profonda, il colore del filtro
normale, dunque bene avvertibile. Può tuttavia essere utile, in alcuni casi, non sarà percepibile a tutto vantaggio del-
Una correzione pari a 1/2 diaframma può "rinforzare" la spettacolarità del tramon- la naturalezza della ripresa. È soprattutto
essere anch'essa vantaggiosa ma è bene to ricorrendo a filtri rossi o arancio e in per questo motivo che un uso attento di
sia valutata con più attenzione: è così mar- questo caso ecco che l'impiego di filtri di filtri arancio o rossi può essere preso in at-
cata che in qualche caso può essere anche accentuazione del colore può portare a ri- tenta considerazione anche dai fotografi
eccessiva (soprattutto se il rilevamento di sultati interessanti. che normalmente preferiscono evitare il
partenza è già stato effettuato in modo spot Un caso particolare si ha con le videoca- ricorso a questi accessori: l'efficacia del-
su zone bene illuminate). mere. Occorre una premessa: si faccia at- l'intervento correttivo in questo caso può
tenzione al particolare che alcune video- portare infatti ad effetti realmente inte-
Filtri, per esaltare camere moderne dispongono di un siste- ressanti.
Di norma, il ricorso a filtri è sconsigliabi- ma di taratura automatica sul bianco che,
le nelle riprese in controluce perché ag- per funzionare, si avvale di sensori che Il treppiede
giungere ulteriori superfici aria-vetro sul leggono la luce attraverso l'obiettivo e non Anche se in molti casi si constata che è
con sensore separato sul corpo fotocame- possibile fotografare impugnando nor-
ra. Aggiungere un filtro colorato, in tal ca- malmente la macchina a mano libera, va
Il libr o so, ha la conseguenza di obbligare il si- detto che un treppiede è un accessorio più
L'ultima fatica di Maurizio Sartoretto è stema di taratura del bianco a "leggerlo" che adatto per le riprese di tramonti: con-
il bel volume "Brenta, emozioni e co- e, constatata la robusta dominante croma- sente di lavorare con una leggera dia-
lori", Editrice Artistica Bassano (tel. tica, a sforzarsi di contrastarne l'effetto. È frammazione anche quando l'insieme del-
0424.523199), 70 pagine in grande for- quindi controproducente. È meglio, in que- la luce disponibile porta a tempi piuttosto
mato, a colori, per una carrellata di luo- sti casi, disporre di un sensore non TTL; lenti, a tutto vantaggio della resa ottica
ghi e situazioni lungo il corso del fiu- oppure è opportuno guidare manualmen- dell'obiettivo (che dà il meglio di sé, sem-
me. Il libro fa seguito a "Monte Grap- te il sistema di taratura del bianco, ed ef- pre, se non lavora a tutta apertura).
pa, l'incanto delle stagioni" e "Gemme fettuare la rilevazione di base senza filtro.
Venete". Poi, bloccata la taratura, il filtro sarà ap- M. R. Redaelli
plicato sull'obiettivo di ripresa per "rinfor-
TEST

FOTOGRAFARE IL CIELO
CON TELESCOPI
PROFESSIONALI
L’eclissi della scorsa estate ha fatto scoprire il fascino del cielo,
sia per l’osservazione, che per la ripresa fotografica. Esaminiamo
i vantaggi di uno strumento professionale e sottoponiamo a test i telescopi Pentax.

A differenza degli strumenti amatoriali de- con risultati adeguati all’impegno profuso. I telescopi Pentax
dicati ad un pubblico che si avvicina al mon- In questo modo si va alla ricerca della per- Pentax è nota per le sue apparecchiature
do dell’astronomia e che non ha esigenze fezione ottica del proprio strumento e, at- fotografiche, sia per il piccolo formato che
particolari, i telescopi come il Pentax sono tualmente, gli strumenti astronomici che per il medio, binocoli e microscopi; in Ita-
invece indirizzati ad un’utenza più esigen- più si avvicinano a tale caratteristica sono lia è invece quasi del tutto sconosciuta la
te, che non si limita a dare qualche spora- i rifrattori apocromatici, come quelli della sua produzione di telescopi.
dica occhiata alla volta celeste, ma vuole gamma Pentax, che offrono immagini pu- Sulla base delle esperienze maturate nel
poter compiere osservazioni e fotografie lite ed ad alto contrasto. campo dell’ottica, oggi Pentax propone una
Pentax 105 SDHF.

Un’immagine del telescopio Pentax 105


SDHF sul campo. La grossa lente frontale
da 105mm permette di
catturare molta più luce
rispetto al solo occhio
umano, che in condizioni
ottimali può arrivare ad
un diametro di 7- 7.5mm.
Il Pentax 105 SDHF Montato su una monta-
tura equatoriale Vixen Great Polaris.

In apertura: una ripresa curiosa della luna


effettuata accostando una fotocamera digita-
le (Nikon Coolpix 950) all’oculare del tele-
scopio.

La modularità del bocchettone di focheggiatura è tale da poter montare virtualmente qual-


siasi apparecchio: dal piccolo sensore CCD a macchine medio formato fino al 6x7.

serie di 5 telescopi a lenti dotati di corre-


zione apocromatica.
Le ottiche disponibili spaziano dal piccolo
telescopio dal diametro di 75mm, con aper-
tura massima di f/6.7, per arrivare a 125mm
di diametro della lente frontale a f/6.5.
Per verificare il livello qualitativo di que-
ste ottiche abbiamo sottoposto a test MTF
presso il nostro Centro Studi di Progresso
Fotografico il Pentax 100mm di diametro
f/4 e quindi con una lunghezza focale di La corsa del tubo di messa a fuoco non crea problemi anche utilizzando fotocamere dal ti-
400mm; abbiamo quindi effettuato una pro- raggio particolarmente elevato.
va sul campo del Pentax 700mm f/6.7, un
105mm di diametro. SMC 100 SDUF II Meccanicamente molto ben curato, la mes-
Entrambe le ottiche sono dotate di corre- Il telescopio a “corto” fuoco della Pentax sa a fuoco avviene con un originale, per i
zione apocromatica per evitare flange co- permette interessantissime immagini a lar- telescopi, ma molto preciso elicoide, che
lorate intorno alle stelle ed offrire un con- go campo della volta celeste; per fotogra- permette di raggiungere con estrema pre-
trasto e una purezza di immagine assoluta. fia a largo campo si intende la fotografia cisione la miglior messa a fuoco.
Ad entrambe le ottiche può essere applica- di zone del cielo moderatamente ampie,
ta una macchina per eseguire fotografie; tra- adatte a riprendere piccoli asterismi o gros- SMC 105 SDH
mite anelli adattatori dedicati è possibile se nebulose diffuse. L’obiettivo, compo- Grazie ai 700mm entriamo nelle vere lun-
montare qualsiasi tipo di fotocamera 35mm, sto da 4 elementi in 2 gruppi, garantisce ghezze focali da telescopio, adatte alla ri-
non solo Pentax. Inoltre il modello prestazioni elevate su tutto il campo co- presa di pianeti e oggetti angolarmente po-
100SDUF II da 400mm permette di mon- perto, mentre la luminosità di f/4 consen- co estesi; mentre, unito ad un corpo Pen-
tare reflex medio formato fino al 6x6, men- te pose relativamente brevi e ciò garanti- tax 6x7, si trasforma in uno splendido astro-
tre il modello da 700mm copre anche il for- sce un maggior numero di scatti durante grafo capace di riprendere le grosse ne-
mato 6x7. la notte. bulose fin nei più piccoli dettagli.
Il TEST MTF DEL 400mm f/4
Come per un qualsiasi obiettivo fotografico abbiamo sottopo-
sto a Test MTF il telescopio Pentax 100SDUF II.
La lunghezza focale di 400mm lo mette anche in diretta con-
correnza con i classici teleobiettivi fotografici, anche se que-
sti ultimi si trovano o con aperture molto ampie (f/2.8) e con
un costo conseguente, oppure con aperture ben più chiuse (f/5.6
o 6.3).
Un confronto diretto con un teleobiettivo classico non è quin-
di possibile.
Dal test MTF è apparsa una qualità ottica elevata, senza rag-
giungere la soglia più alta misurata fino ad ora per un obietti-
vo da 400mm, ma va considerato il fatto che il Pentax nasce
per coprire un formato 6x6, che necessita un minor ingrandi-
mento poi in fase di stampa rispetto al piccolo formato 135.
L’apertura del telescopio Pentax di f/4 lo
rende particolarmente adatto anche per la
fotografia tradizionale aiutato dal fatto che
la messa a fuoco viene effettuata tramite
elicoide, come negli obiettivi.

Meccanicamente si differenzia dal model-


lo da 400mm per la messa a fuoco tradi-
zionale con due manopole opposte, che
azionano una cremagliera, che estrae o fa
rientrare il tubo di messa a fuoco. La pre-
cisione meccanica è tale che, facendo rien-
trare il tubo di messa a fuoco, si sente il
leggero sibilo dell’aria che fuoriesce dal- più diffuse che producono montature equa- re equatoriali e i raccordi per le principali
l’interno del tubo. toriali ma è possibile trovarne di molto buo- macchine fotografiche formato 135 e per
Il peso di entrambi i modelli è adeguato al- ne anche da altri costruttori. le Pentax 645 e 67.
la robustezza degli stessi, non si tratta cer- Per i telescopi Pentax più piccoli anche la
to di tubi di lamierino con un paio di lenti Great Polaris, un modello molto diffuso e Il giudizio
frontali; tutti i telescopi Pentax hanno uno relativamente economico di Vixen, può es- La qualità ottica e meccanica degli stru-
schema ottico costituito da almeno tre len- sere sufficientemente robusta, ma per evi- menti Pentax è ad un livello molto elevato
ti, in alcuni casi 4, e un tubo interamente tare che in condizioni critiche (serata ven- ed il prezzo risulta pertanto adeguato, an-
in metallo progettato per non mostrare la tosa) e con focali più lunghe, le immagini che se ciò preclude questi strumenti a mol-
seppur minima flessione anche con il tubo risultino tutte completamente mosse, è op- ti astrofili.
di messa a fuoco completamente estratto e portuno orientarsi sui modelli più robusti La trasportabilità è ancora buona per il
con montati o una reflex medio formato o come la Celestron Losmandy G-11 o i mo- 700mm di focale e diventa ottima per il
un CCD. delli Meade della serie LX e preventivare 400mm. Le focali relativamente corte li
Tutto questo discorso per precisare che le una spesa di almeno altri 5-6 milioni. rendono ideali anche per riprese con ca-
migliori prestazioni, sia fotografiche che mere CCD mentre visivamente i migliori
visuali, si ottengono solamente montando Accessori risultati si ottengono sui pianeti e stelle dop-
le ottiche su di un supporto adeguato. Oltre ai telescopi, Pentax propone anche pie con il 700mm e su oggetti nebulari dif-
Anche un ottimo cavalletto diventa insuf- una serie completa di accessori. fusi con il 400mm.
ficiente per evitare le vibrazioni di queste Gli oculari sono 11 e consentono di spa- Valerio Pardi
ottiche quando vengono utilizzate con ocu- ziare da pochi ingrandimenti per osserva-
lari a corta focale e quindi con ingrandi- zioni di oggetti estesi a ingrandimenti che
menti relativamente alti (160-200x); se poi evidenzino il potere risolutivo dello stru-
si vuole fotografare il cielo notturno biso- mento a cui sono montati, utili soprattutto
gna dotarsi di una speciale testa, dotata di per l’osservazione di stelle doppie e pia- PREZZI:
movimenti micrometrici motorizzati in gra- neti. I prezzi variano da 380.000 lire a Pentax 100SDUF II da 400mm:
do di compensare la rotazione terrestre e 790.000 lire. 7.900.000 lire
far apparire, anche nelle pose lunghe, le Inoltre per i telescopi a corta focale sono
stelle come punti piuttosto che strisce. In Pentax 105 SDHF da 700mm:
disponibili due moltiplicatori di focale 2x 7.486.000 lire
questo caso la precisione e la robustezza al prezzo di lire 460.000 lire e 1.090.000
del supporto (cavalletto e testa equatoria- lire. Distribuzione: Ottica Miotti, Piazza
le) sono essenziali. Sono disponibili anche gli anelli per il mon- Grandi 2, 20135 Milano. Tel. 02.733092,
Vixen, Celestron e Meade sono le marche taggio dell’ottica sulle principali montatu- fax 02.70100153
RIPRESA

FOTOGRAFARE
IL PAESAGGIO

Toscana – obiettivo 85mm, pellicola invertibile 200 ISO.


I contrasti sono accentuati dall’uso di un filtro polarizzatore. Gli elementi essenziali del paesaggio toscano sono interpretati gra-
ficamente attraverso l’evidenza della granulosità della pellicola usata.
Il paesaggio è uno dei temi preferiti dai fo- con una macchina fotografica fu un pae- grafia il paesaggio, a carattere documenta-
toamatori, perché offre molte occasioni di saggio, come testimonia quel “point de vue” ristico, fu il soggetto preferito dai fotografi
realizzare immagini suggestive senza ec- che Niepce scattò nel 1826 con una esposi- che a quei tempi avevano sostanzialmente
cessivo impegno da parte del fotografo, che zione durata 8 ore. il desiderio di riprodurre realisticamente il
dovrà solo cercare di essere nel punto giusto Lo stesso Daguerre, ancora prima di pro- soggetto, senza alcuna pretesa estetica, e le
al momento giusto avendo anche la possibi- durre il dagherrotipo stupì i parigini con i loro opere a distanza di 150 anni stupisco-
lità, in genere, di ritornare sul soggetto pre- “Diorami”, che rappresentavano vedute di no ancora per la tecnica.
ferito alla ricerca del risultato desiderato. Parigi, e il suo primo dagherrotipo fu la ve- Solo nel 1851 con la fondazione, avvenuta
La facilità del soggetto può comunque crea- duta di un viale di Parigi. a Londra, della Royal Photographic Society
re delle difficoltà al fotografo “impegnato” Anche i primi studi di Talbot nel 1839, per la fotografia cominciò ad interessarsi ad un
che cerca dei valori espressivi e dei signifi- fissare con una soluzione salina i suoi “pho- linguaggio estetico e le prime esposizioni
cati originali da attribuire alle proprie foto- togenic drawings”, rappresentavano pae- mostrarono fotografie con composizioni ispi-
grafie. saggi del Lago di Como, così come la pri- rate ai capolavori della pittura. Quest’imi-
ma pubblicazione con immagini fotografi- tazione della pittura portò la critica ad ac-
Le origini che conteneva visioni di Roma. cusare i fotografi di plagio e mancanza di
La prima immagine riprodotta dall’uomo Fin dai primi anni della scoperta della foto- nuove idee, dando inizio ad una polemica
Algeria – obiettivo zoom 80-200mm, usato alla focale 150mm, pellicola invertibile 25 ISO.
Ripresa effettuata al tramonto con luce radente laterale che dà plasticità agli elementi del paesaggio. L’inquadratura dà il dovuto
rilievo al cielo nella drammaticità della tempestosa situazione ambientale.
che ancora oggi non si è esaurita. portanza e all’epoca i critici ritenevano che menti da includere nel campo visivo.
Negli anni che seguirono, in Europa, lo svi- una fotografia fosse veramente artistica so- Tutto ciò comporta uno studio attento della
luppo tecnico della fotografia ne superò di lo se l’osservatore avesse potuto scambiar- scena da riprendere, che esclude l’improv-
gran lunga lo sviluppo estetico. Fino all’av- la per un’opera di pittura. visazione e la superficialità.
vento dello statunitense Alfred Stieglitz che Il nuovo stile non poteva che nascere in un Ecco perché la maggior parte delle foto scat-
dimostrò come il fotografo poteva anche paese veramente nuovo, che non avesse da tate durante viaggi organizzati, in località
esprimersi interpretando la realtà quotidia- ricordare una storia dell’arte, dove l’artista dove i soggetti sono anche interessanti, dif-
na. poteva esprimersi con la più assoluta libertà, ficilmente danno risultati soddisfacenti dal
In breve tempo s’impose anche in Europa cercando le modalità di un’espressione per- punto di vista espressivo.
l’analisi estetica di un linguaggio espressi- sonale. Nella fotografia di paesaggio bisogna fare
vo puramente fotografico. Con Emerson e Le prime fotografie “americane” stupirono delle scelte, bisogna ridurre l’immagine al-
Stieglitz nacque il gusto per il “pictoriali- gli europei per il loro contenuto naturalisti- le cose essenziali, eliminare gli elementi inu-
sm”, che si concretò nel 1892 con la fonda- co, rappresentato con rigorosità tecnica ed tili e lasciare solo quelli importanti per la ca-
zione del “Linked Ring”, così come il ro- un realismo esasperato alla ricerca della ve- ratterizzazione del paesaggio; cercando di
manticismo letterario dell’ottocento suggerì rità. cogliere non solo l’aspetto esteriore del pae-
ai fotografi l’amore per la natura, conforta- Il “pictorialism” poté così vegetare solo nei saggio, più o meno accattivante, ma la sua
to anche dalla poetica dell’impressionismo “salon” e la sua decadenza fu anche sanci- essenza. Così un paesaggio umbro non può
francese. ta dalla Enciclopedia Britannica che nel 1929 confondersi con uno toscano, ed il mare del
Il paesaggio divenne così la massima espres- lo definì: “Fotografia applicata alla produ- Nord non può confondersi con il Mediter-
sione fotografica. I fotografi dell’epoca però zione di immagini secondo lo spirito del- raneo.
cercavano ancora di creare un’emozione con l’antica tradizione pittorica”. Bisogna anche ricordare che l’aspetto di un
i mezzi tecnici delle altre arti figurative, an- paesaggio muta con il variare della luce, del-
nullando le straordinarie possibilità del mez- Valori espressivi e significati le condizioni atmosferiche, oltre che per il
zo fotografico. Fotografare un soggetto statico in un am- punto di ripresa e quindi può assumere si-
Quel “momento decisivo” proposto da Stie- biente naturale, come il paesaggio, signifi- gnificati diversi in funzione delle situazioni
glitz come condizione dell’estetica fotogra- ca scegliere il punto di vista, l’inquadratu- e delle scelte del fotografo.
fica, per i “pictorialist” non aveva alcuna im- ra, la prospettiva, l’illuminazione e gli ele- Ogni immagine, che non sia di semplice do-
Algeria – obiettivo 28mm, pellicola invertibile 25 ISO.
Ripresa effettuata al tramonto con luce radente laterale
“dentro” il soggetto. L’uso del grandangolo mette in rilie-
vo il primo piano con sfocatura dell’ampio sfondo accen-
tuato dall’uso di un diaframma aperto.

Sotto: Algeria – obiettivo 85mm, negativo BN 125 ISO.


Il bianco e nero consente di rappresentare il soggetto astraen-
dolo dal suo contesto. Pur essendo una foto d’ispirazione
grafica, l’osservatore attento potrà rilevare come l’effetto
del vento sulla duna sia riprodotto con precisione, dando
“vivacità” all’inquadratura.

cumentazione, restituisce la visione sogget-


tiva dell’autore che pure deriva dalla situa-
zione oggettiva che il fotografo trova al mo-
mento dello scatto. Il fotografo “impegna-
to” può, infatti, variamente interpretare gli
aspetti reali con la propria visione persona-
le, trasferendo nell’immagine finale, non sol-
tanto la materialità delle cose, ma anche le
sensazioni, le emozioni provate di fronte al
soggetto, cercando di trasmettere un mes-
saggio personale all’osservatore della foto.
Intendere la fotografia di paesaggio come
mezzo per fare opere a prevalente contenu-
to estetico e grafico, significa non conosce-
re la storia, che ci ha insegnato che la foto-
grafia non è pittura, anche se l’espressione
“quella fotografia sembra un quadro” è usa- dersi cosa si può fare, con una fotocamera, care attraverso i meccanismi propri del lin-
ta ancora nell’uso “popolare” per apprezza- di diverso da qualsiasi altro mezzo di espres- guaggio fotografico, evidenziando in modo
re impropriamente una fotografia. sione artistica. L’immagine fotografica, per efficace, dal punto di vista fotografico, gli
Un buon fotografo dovrebbe sempre chie- avere una validità espressiva, deve comuni- aspetti significativi del soggetto.
I grandi fotografi si ricordano non soltanto
per la raffinatezza tecnica delle loro imma-
BIANCO E NERO O COLORE? gini, ma soprattutto per le sensazioni e le
Difficile immaginare una fotografia di paesaggio in bianco e nero. Sono proprio i colo- emozioni che ci hanno suscitato.
ri della natura che spesso ci attraggono e ci colpiscono. Se si approfondisce l’argomen- Nella fotografia di paesaggio occorre tro-
to però ci si accorge che le emozioni possono essere anche in B/N o meglio monocro- vare un giusto compromesso fra resa tecni-
matiche. Si pensi alle atmosfere invernali, la nebbia, il ghiaccio o i colori del tramonto e ca, forma compositiva e contenuto, in mo-
dell’alba. do che il risultato finale sia coerente con
Abbiamo già detto che per una buona riuscita di una foto di paesaggio è necessario li- quello che l’autore vuole esprimere. La tec-
mitare agli elementi essenziali la presenza nell’inquadratura. Fra questi, particolare at- nica non può essere fine a se stessa, ma co-
tenzione va posta alla presenza dei colori, che quando sono in numero eccessivo e tona- stituisce il mezzo con il quale valorizzare o
lità esasperate distraggono l’osservatore, facendogli perdere di vista il messaggio del fo- esaltare i contenuti espressivi dell’immagi-
tografo. ne.
I singoli colori, nel caso di tonalità prevalente, hanno poi dei significati comunicativi, Un buon fotografo deve riuscire a farci par-
espressivi e psicologici: tecipi dell’idea che ha ispirato la sua opera.
rosso, giallo, arancio colori caldi, positivi allegria, esaltazione, calore, Ricordo anche che ogni paesaggio presenta
attività, ricchezza sue peculiari caratteristiche che vanno evi-
azzurro, indaco, violetto colori freddi, negativi freddezza, lontananza, ostilità, denziate attraverso scelte operative e tecni-
passività, trascendenza, che fatte in fase di ripresa; errori di impo-
quiete, immaterialità stazione fatte in fase di ripresa difficilmen-
bianco innocenza, purezza, felicità, te possono essere recuperati in fase di pre-
vitalità, attività sentazione finale, anche se l’elaborazione
nero colori cupi mistero, drammaticità, solitudine, digitale oggi consente interventi inimmagi-
immobilità, distanza. nabili ai tempi dei grandi maestri del passa-
to.
Ognuno di noi ha una personale visione del
Toscana – obiettivo 80-200mm, usato alla focale 150mm, pellicola invertibile 200 ISO
Ripresa effettuata all’alba al sorgere del sole. L’effetto evocativo dell’immagine è accentuata dall’evidente granulosità della pelli-
cola. Il velo atmosferico, insieme all’uso del teleobiettivo, dà profondità all’insieme.
mondo che lo circonda, che trasmette agli tano superficiali e di scarso interesse in quan- tesa come un errore linguistico, poiché le
altri nei modi e con i mezzi che gli sono con- to non hanno il supporto di un’idea e non ci sue immagini comprendono, evidenziando-
geniali. Ma se uno intende usare il linguag- fanno capire le intenzioni di chi le ha fatte. li con forza espressiva, gli elementi tipici del
gio fotografico, quale mezzo più efficace per È chiaro che anche l’osservatore dovrà por- paesaggio agricolo marchigiano: la luce ac-
rappresentare i vari aspetti del paesaggio e re attenzione ad esprimere giudizi affrettati cecante, le stoppie bruciate, il disegno dei
della natura, il pericolo da evitare, come già cercando di fare ogni sforzo per trovare un campi.
detto, è quello di ridurre l’immagine ad uno significato all’immagine che gli sta davan-
sterile artificio grafico, ad un semplice gio- ti, cercando di porsi anche dalla parte del fo- Fattori tecnici e scelte operative
co geometrico di linee, forme, colori o vo- tografo possibilmente analizzando più di una Vediamo ora quali sono i fattori tecnici e le
lumi. Pur attraverso la rappresentazione gra- foto dello stesso autore sullo stesso sogget- scelte operative a disposizione del fotografo
fica di un paesaggio, questo deve sempre to, alla ricerca del significato della comuni- per introdurre, nelle fotografie di paesaggio,
conservare i suoi caratteri essenziali e i suoi cazione, della qualità e dell’insieme delle particolari significati espressivi.
elementi connotativi. informazioni contenute nell’immagine. Facendo un paragone con il linguaggio scrit-
Occorre che il fotografo sia dotato di gran- Il fotografo può anche dare un’interpreta- to questi elementi costituiscono la gramma-
de sensibilità e sentimento poetico di fron- zione in senso grafico al paesaggio, esal- tica e la sintassi del linguaggio fotografico;
te alle varie manifestazioni della natura, per tando certi aspetti o riducendone altri, gio- senza la conoscenza di essi non è possibile
poterle rappresentare e interpretare con sem- cando su vari aspetti tecnici per re-inventa- praticare con impegno la fotografia alla ri-
plicità, ma con grande forza evocativa, sen- re una certa atmosfera. cerca di un mezzo per comunicare le pro-
za lasciarsi suggestionare dalla piacevolez- Tutto questo deve però avvenire senza ri- prie idee ed emozioni.
za estetica o da momentanee sensazioni vi- durre il paesaggio ad un’entità astratta, ren-
sive. dendolo falso o non riconoscibile nei suoi Materiale sensibile
Il gusto estetico e la sensibilità del fotografo, caratteri essenziali. La sua scelta è fondamentale in vista del ri-
unitamente alle caratteristiche del soggetto, A questo proposito mi sembra utile portare sultato finale voluto dal fotografo. Infatti le
possono consentire molte varianti alle re- l’esempio dei paesaggi marchigiani del gran- sue caratteristiche intrinseche (sintetizzabi-
gole compositive tradizionali. Bisogna per- de Mario Giacomelli, recentemente scom- li nella curva caratteristica) determinano scel-
ciò distinguere fra forma “compositiva” e parso. In queste stupende immagini, pur esa- te espressive precise per la rappresentazio-
forma “espressiva”. Quest’ultima è già im- sperando gli aspetti grafici, Giacomelli è riu- ne del soggetto.
plicita nel soggetto stesso e va individuata scito ad evidenziare le caratteristiche essen- Le caratteristiche principali di una pellico-
ed evidenziata dal fotografo, in quanto è ziali della sua terra, accentuando il disegno la sono: sensibilità, granulosità, potere ri-
quella che dà il significato all’immagine. dei campi e gli effetti abbaglianti del sole solutivo, latitudine di posa, contrasto e re-
Certe immagini molto belle dal punto di vi- estivo sulle bianche zolle. sa cromatica. All’aumentare della sensibi-
sta estetico, ad una più attenta lettura risul- Questa libertà d’interpretazione non va in- lità della pellicola (misurata in ISO) aumenta
Islanda – obiettivo 70-300mm, usato alla focale 100mm, pellicola invertibile 100 ISO
Il sole di mezzanotte: un soggetto agognato da quanti si recano nei paesi nordici. Classica l’inquadratura che dà rilievo ai contra-
sti “estremi” del cielo nuvoloso. Spero che l’immagine stampata possa donare all’osservatore almeno una piccola parte dell’emo-
zione provata di fronte a questo indescrivibile evento naturale.

la sua granulosità e la sua latitudine di po- Il formato orizzontale favorisce una visio- sima risoluzione degli obiettivi è progettata
sa; diminuiscono invece il contrasto e il po- ne contemplativa e viene usato quando si sui diaframmi intermedi (f/8-f/11).
tere risolutivo. La resa cromatica non di- vuole mettere in maggiore evidenza lo sfon- L’uso di un diaframma aperto (f/2,8-f/5,6)
pende dalla sensibilità della pellicola, ma do, dando profondità alla visione d’insieme. consente la messa a fuoco selettiva e una ri-
dalle caratteristiche dei vari materiali usati Quello verticale viene usato con i soggetti duzione della profondità di campo. Si uti-
per la produzione. prevalentemente a sviluppo verticale (albe- lizza per scegliere una determinata zona ni-
In linea di principio è preferibile usare pel- ri, monti, ecc.) e quando si vuole dare mag- tida, mettendola in evidenza, rispetto ad uno
licole a bassa sensibilità quando si vuole rap- giore dinamicità all’inquadratura. sfondo più o meno sfocato, come fattore
presentare con precisione il soggetto (ad espressivo.
esempio a fini documentaristici), ed utiliz- Diaframma
zare una pellicola ad alta sensibilità quando Elemento importantissimo per evidenziare Tempo
si vuole “interpretare” e dare una visione determinati soggetti presenti nell’inquadra- Non è un elemento particolarmente impor-
personale del soggetto. tura. tante a fini espressivi per la fotografia di pae-
Un diaframma chiuso (f/11-f/16) consen- saggio naturale. Con questo soggetto molto
Formato te la massima profondità di campo e quindi difficilmente occorre dare il senso del mo-
L’occhio vede il paesaggio in orizzontale ed la massima nitidezza della scena descritta. vimento a qualche elemento dell’inquadra-
è quindi inconsapevolmente accettato dal- Si utilizza per descrivere oggettivamente e tura, se si esclude l’ormai abusata abitudine
l’osservatore come condizione naturale, a per documentare; l’atmosfera e l’espressi- di rappresentare lo scorrimento dell’acqua
differenza di quello verticale che obbliga vità dell’immagine sono lasciate agli ele- nei torrenti. Mi chiedo: cosa potrebbe fare
l’osservatore a considerare perché il foto- menti naturali (nebbie, nuvole, ecc.) del mo- l’acqua di diverso, e quindi è proprio ne-
grafo ha voluto costringere a quella visione mento. Attenzione a non eccedere nell’uso cessario questo giochetto a fini espressivi?
innaturale. di diaframmi troppo chiusi, perché la mas- Il tempo va scelto in funzione della lunghezza
Lombardia – Lago di Garda - obiettivo 85mm, pellicola invertibile 25 ISO.
Ripresa effettuata dall’alto con luce radente in una giornata particolarmente lim-
pida e ventosa. I contrasti sono accentuati dalla pellicola a bassa sensibilità e dal
filtro polarizzatore.
Immagine di forte impatto grafico, che documenta con realismo gli elementi tipici
del paesaggio del Garda: l’ulivo, il cipresso e l’intenso blu del lago.

A destra: Lombardia – obiettivo 35mm, pellicola invertibile 100 ISO.


Ripresa effettuata nel primo mattino al dissolversi della nebbia. Gli elementi tipici
del paesaggio lombardo sono evidenziati, nella “solenne” inquadratura verticale,
anche dalla convergenza delle linee del campo.
focale, al fine appunto di ottenere un’im- La linea dell’orizzonte il soggetto più piccolo di quello visto ad oc-
magine senza vibrazioni provocate dall’ot- Elemento importantissimo del paesaggio e chio, mentre lo sfondo è molto esteso con
turatore della fotocamera. qualche volta non tenuto nella giusta consi- un’elevata profondità di campo. Da usare
Utile nella fotografia di paesaggio l’utiliz- derazione dal fotografo frettoloso. quando si è “dentro” il paesaggio per esal-
zo di un cavalletto o di un monopiede che Qualsiasi posizione si decida debba avere tare il primo piano rispetto allo sfondo.
assicurano, anche nell’eventualità di tempi nel fotogramma esso deve essere riprodot- Una focale lunga (teleobiettivo oltre i
di scatto al limite o di situazioni atmosferi- to con una linea retta. Le distorsioni intro- 100mm) permette di ottenere un soggetto
che particolari (ad esempio vento) la per- dotte dall’uso di focali molto corte, usate più grande, riducendo lo sfondo. La ridotta
fetta stabilità della fotocamera. con macchina fotografica non perfettamen- profondità di campo consente di ottenere
te allineata, a mio parere disturbano l’even- una messa a fuoco selettiva evidenziando
Angolo di ripresa tuale ”atmosfera” del paesaggio. così elementi particolari dell’inquadratura.
Puntando la fotocamera verso l’alto si ot- Quando la linea dell’orizzonte viene po- Vediamo alcuni casi limite.
tiene un effetto “monumento” e viene usa- sta al centro del fotogramma il cielo de- • Una focale lunga a grande distanza: al-
to per enfatizzare l’importanza del sogget- ve avere la stessa importanza della terra cuni elementi del paesaggio potranno anche
to (ad esempio una vetta di una catena mon- (o del mare). Quando viene posta in alto risultare di grandi dimensioni, ma lo sfon-
tuosa); mentre puntando verso il basso l’ef- si mette in evidenza la terra, mentre nel do sarà in genere ristretto e chiuso e non si
fetto è opposto e riduce l’importanza del sog- caso contrario (in basso) il cielo. evidenzierà rispetto al soggetto principale,
getto rispetto al complesso dell’inquadratu- risultando appiattita la prospettiva. Con que-
ra. La regola dei terzi sta combinazione si valorizza l’insieme.
Semplice e di sicuro effetto artistico, si ap- • Una focale corta a breve distanza: il sog-
Le linee plica dividendo il formato rettangolare in tre getto in primo piano avrà grandi dimensio-
Orizzontali: danno una sensazione di cal- parti uguali, sia verticalmente, che orizzon- ni e apparirà isolato rispetto ad uno sfondo
ma e serenità talmente. vasto e aperto.
Verticali: danno la sensazione di dinami- I punti di maggiore interesse dell'inquadra- A questo punto converrà riprendere alcuni
smo e slancio tura sono le intersezioni delle linee che di- concetti sulla prospettiva, anche se i lettori
Diagonali: danno la sensazione del movi- vidono in terzi l'immagine. Sulle intersezioni più affezionati li avranno già recepiti da miei
mento e della velocità vanno posti i vari elementi del paesaggio che precedenti interventi su questa rivista.
Convergenti: rappresentano anch’esse l’i- si vogliono mettere in evidenza.
dea del movimento; convergendo in un so- La prospettiva
lo punto, guidano lo sguardo dell’osserva- Lunghezza focale La rappresentazione fotografica dispone tut-
tore. A parità di distanza di ripresa, una focale ti gli elementi che si pongono davanti all'o-
corta (grandangolo 20-35mm) fa apparire biettivo in prospettiva geometrica.
Lombardia – Torbiera d’Iseo – obiettivo 85mm, pellicola invertibile 100 ISO
Ripresa effettuata all’alba nella stagione invernale. La composizione dell’immagine è del tutto statica.
Il punto di vista della fotografia è pratica- degli elementi inquadrati, ma non i rappor- zione dei raggi solari è maggiore e il velo
mente lo stesso della pittura rinascimentale, ti fra le dimensioni di questi. atmosferico è inferiore rispetto alle ore cen-
unico e centrale, con la sola variante del- Mentre la prospettiva cambia quando si cam- trali della giornata.
l'altezza del punto di ripresa, dal quale deri- bia la distanza fra macchina fotografica e Così la luce frontale (sempre rispetto al sog-
vano interpretazioni originali e la possibi- soggetto, indipendentemente dalla lunghez- getto) non produce effetti di profondità. Le
lità di rappresentare il paesaggio in modo za focale. ombre sono ridotte e la resa del soggetto è
personale. Applicato il concetto alla fotografia di pae- piatta.
Per poter costruire prospettive fotografiche saggio si può dire che l'effetto prospettico La luce laterale dà ombre ben definite, con
personalizzate è sufficiente conoscere una massimo si può ottenere con la minima di- un effetto tridimensionale evidente ed una
semplice regola: il rapporto di riproduzio- stanza di ripresa e la minima lunghezza fo- buona profondità.
ne fotografica di qualunque elemento (quel- cale (quando ci si trova "dentro" il sogget- La luce posteriore o controluce, al momento
la che assume sulla pellicola) è eguale al re- to, si pensi ad una fotografia scattata all’in- dello scatto va scelto il tipo di illuminazio-
ciproco della distanza fra il soggetto e la terno di in un deserto con un'ottica da 20mm), ne, produce effetti spettacolari (ad esempio
macchina fotografica, espressa in numero di mentre l'effetto prospettico minimo si ottie- nei tramonti) e gli elementi inclusi nell’in-
lunghezze focali. ne con la massima distanza di ripresa e la quadratura possono ridursi a presenze non
In pratica questo vuol dire che se un albero massima lunghezza focale (quando ci si tro- definite, a “silhouette”.
è alto 500 centimetri e si trova alla distanza va "fuori" dal contesto, si pensi allo stesso Filtri
di 1000 lunghezze focali dalla fotocamera deserto fotografato da lontano con un'ottica Personalmente non amo usare filtri e cerco
(per esempio 200 metri con obiettivo di lun- di 300mm dalla cima di un minareto in un’oa- di rappresentare le situazioni ambientali nel
ghezza focale di 200 millimetri) esso appa- si). modo più naturale possibile. È chiaro che
rirà sulla pellicola alto 500 : 1000 = 0,5 cen- alcune volte per riportare fedelmente sulla
timetri. Direzione della luce pellicola/carta la scena vista, è necessario
Questa regola vale per tutte le lunghezze fo- Altro elemento di grandissima importanza utilizzare alcuni mezzi tecnici come appun-
cali. a fini espressivi nella foto di paesaggio. to i filtri.
Capita la regola, questa va dimenticata al Infatti gli elementi costitutivi del paesag- Così è utile avere sempre montati sui vari
momento dello scatto, controllando visiva- gio vanno evidenziati con un’illuminazio- obiettivi in dotazione i filtri UV che assor-
mente l'effetto prospettico nel mirino della ne adatta a rendere visibile la terza di- bono i raggi ultravioletti, particolarmente
fotocamera. mensione (ombre) e quindi a rendere pla- presenti in montagna e al mare. Questi filtri
Aggiungo che la prospettiva non cambia se stica e realistica la riproduzione dello sce- hanno poi anche l’importante funzione di
si scattano diverse immagini dallo stesso nario. Così le ore del giorno più favorevo- proteggere la lente frontale degli obiettivi
punto cambiando la lunghezza focale del- li all’ottenimento di questo risultato sono dalla polvere e dai vari agenti atmosferici.
l'obiettivo. Cambiano infatti le dimensioni le prime e le ultime ore, quando l’inclina- Anche l’uso del polarizzatore - come dei fil-
tri giallo, arancione, rosso e verde per il B/N
– possono essere utili in particolari situa-
zioni, di luce o atmosferiche, che rendereb-
bero la fotografia piatta e quindi poco si-
gnificativa.
Suggerisco particolare attenzione nell’uso
dei filtri per non ottenere risultati con con-
trasti troppo esasperati, che snaturano l’es-
senza del paesaggio fotografato.

Raccomandazioni finali
Esposizione
L’esposizione è la risultante del prodotto del-
l’intensità luminosa per il tempo ed è rego-
lata dalla coppia diaframma/tempo. L’in-
tensità luminosa dipende dalle condizioni
ambientali (ora del giorno, stagioni, condi-
zioni atmosferiche, zona geografica) e dal-
la capacità di riflessione del soggetto. I co-
lori danno una riflessione diversa in funzio-
ne della sorgente luminosa. Per la luce na-
turale la riflessione è pari a circa: 80% per
il bianco, 20% per il rosso, 60% per il gial-
lo, 45% per il verde e 25% per il blu.
Anche il tipo di superficie del soggetto de-
termina una diversa riflessione della luce e
quindi un diverso contrasto sulla pellicola:
superficie lucida (tipo acqua) riflessione alta
con contrasto alto, superficie opaca (tipo ter-
ra) riflessione diffusa con contrasto minore.
Nella foto di paesaggio va posta attenzione Valli di Comacchio – obiettivo 20mm, pellicola invertibile 100 ISO.
nella misurazione della corretta esposizio- L’effetto prospettico del grandangolo è accentuato dall’inserimento del primo piano.
ne, in particolare in presenza di colori “estre- Voluta la scelta di includere nel primo piano una macchia di colore della stessa grada-
mi” prevalenti: sabbie candide, ceneri nere, zione tonale del tramonto. L’inquadratura verticale forza l’attenzione dell’osservatore
vaste zone verdi, ecc. sulla casa colonica alluvionata.
In queste condizioni l’esposizione automa- L’immagine A è quella originale, in cui la linea dell’orizzonte è leggermente deforma-
tica a matrice può provocare sovra o sotto ta dall’uso del grandangolo combinato ad un imperfetto parallelismo fotocamera-sog-
esposizioni difficilmente recuperabili in fa-
getto.
se di riproduzione finale.
Nell’immagine B la linea dell’orizzonte è stata corretta digitalmente, mediante la fun-
Consigliabile quindi ricorrere al “bracke-
zione modifica>trasforma>distorci>timbro (per l’aggiunta della parte mancante di ter-
ting” automatico – per le fotocamere che ne
dispongono – o manuale o ricorrere alla mi- reno) di un programma di fotoritocco.
surazione dell’esposizione spot o semi spot
cercando di utilizzare un cartoncino grigio
al 18%, come quello che questo mese offre
Tutti Fotografi.
Titolo cetti che la foto deve chiarire attraverso il canoni estetici e linguistici propri del mez-
Un elemento spesso trascurato, anche per- proprio linguaggio, o anticipa significati evi- zo fotografico.
ché alcuni sostengono che una fotografia denti nella foto. Così per fare un esempio connesso al lin-
non ha bisogno di parole per spiegarsi. Per- Conclusioni guaggio letterario, il fotografo non dovrà so-
sonalmente invece ritengo il titolo quasi in- Quanto sopra detto dovrebbe aver chiari- lamente saper scrivere, ma dovrà anche sa-
dispensabile quando esso informa su quan- to gli aspetti più importanti legati ai valo- per usare la grammatica e l’analisi logica, in
to la foto non può evidenziare e cioè: dove ri espressivi della fotografia di paesaggio. modo da poter trasmettere all’osservatore
e quando la foto è stata scattata o quando in- Il fotografo quindi prima di scattare una un messaggio chiaro e personale; per conti-
dica una linea di lettura per l’osservatore. foto di paesaggio, come di qualsiasi altro nuare nell’esempio questo significa cono-
Quindi consigliabile se completa il lin- soggetto, dovrebbe sapere perché la fa: già scere e saper parlare correttamente una lin-
guaggio delle immagini, colloca la foto nel- essere cosciente di questo fatto è una ga- gua.
lo spazio temporale e aiuta il lettore a com- ranzia di serietà d’intenti e di possibilità di Approfondire il discorso diventerebbe com-
prendere l’idea rappresentata dal fotografo. risultati apprezzabili. Per arrivare poi a ri- plicato e per il momento sono soddisfatto se
Assolutamente da evitare invece se intro- sultati di un certo rilievo il fotografo do- queste mie note possono aver stimolato nei
duce inutili riferimenti culturali (letterari vrà possedere una buona esperienza tecni- lettori delle riflessioni utili sull’argomento.
piuttosto che pittorici), o puntualizza con- ca insieme ad una buona conoscenza dei Testo e fotografie di Roberto Rognoni
RIPRESA

FOTOGRAFARE
L’AVVENTURA

Tramonto sulle dune di gesso. Deserto di Cuatrocienegas, Cohauila.

Al giorno d’oggi non è più necessario, co- pio spazio viene dedicato alla documenta- chiedono un legittimo ritorno in “immagi-
me per i viaggiatori del passato, affrontare zione video fotografica, e non senza diffi- ne”.
avventurosi ed estenuanti trasferimenti, a coltà. Ciò vuole dire realizzare foto ambientate
volte con mezzi di fortuna, per raggiunge- La documentazione di una spedizione è di con materiale, abbigliamento e logo dello
re luoghi esotici ed incontaminati. Anche se fondamentale importanza per la buona riu- sponsor, in riprese d’azione o anche pro-
il settore turistico è in forte e continua asce- scita di un progetto che, scientifico o d’av- grammate, quindi “costruite“. Per queste ul-
sa, tutti i giorni il mondo entra nelle nostre ventura, senza immagini risulterebbe in- time si organizzano, a volte, giornate dedi-
case con filmati e riviste trovandoci como- completo. In tempi di comunicazione mul- cate esclusivamente alle riprese, allestendo
damente seduti in poltrona. timediale, infatti, la necessità di realizzare le scene, disponendo le persone, facendo ri-
Ma ci siamo mai chiesti cosa c’è dietro quel- una completa documentazione video foto- saltare il prodotto da pubblicizzare; stando
le immagini che tanto ci affascinano? Cer- grafica arriva a giustificare, sempre più spes- attenti però a non cadere negli eccessi, poi-
cherò di spiegare le esigenze e le difficoltà so, investimenti extra e modifiche all’inter- ché, come accade per le foto glamour, do-
oggettive che caratterizzano le riprese, so- no di un programma già definito. Tutto ciò ve molto spesso fa più effetto quel che “si
prattutto fotografiche, in spedizione, se- con un indubbio ritorno pubblicitario del- vede e non si vede” che non un nudo inte-
guendo l’attività dell’Associazione Cultu- l’impresa. grale, i risultati migliori si ottengono con in-
rale Esplorazioni Geografiche “La Venta”, A proposito di pubblicità: quasi tutte le spe- quadrature discrete. Tutto questo comporta
una struttura che dell’esplorazione in am- dizioni sono supportate da sponsor che, in un impegno che non investe soltanto il fo-
bienti estremi ha fatto una ragione di vita. cambio di appoggi, molto spesso con mate- tografo ma coinvolge ogni componente del-
Nell’ambito dei progetti di “La Venta” am- riale ma anche con contributi economici, la spedizione.
Preparazione dell’illuminazione fotografica in grotta.

Naturalmente il discorso documentazione


non si esaurisce solo con l’elemento “spon-
sor”. È un argomento che va sviluppato dal-
l’inizio alla fine dell’impresa, con una spe-
cifica organizzazione.
In una spedizione, come per la parte opera-
tiva d’esplorazione, anche la parte docu-
mentaristica viene dunque prima studiata a
tavolino. Si cerca di individuare esigenze,
difficoltà di ripresa, tematiche ed ambienti
nei quali si andrà ad operare.
Prendiamo come esempio lo scenario del-
l’ultima spedizione “La Venta”: il deserto di
Cuatrocienegas nel Cohauila, Stato setten-
trionale del Messico al confine con il Texas.
L’obiettivo del progetto, che si articolerà in
IL PROGETTO CUATROCIENEGAS più spedizioni, è quello di individuare ed
Ai primi di Dicembre 2000 si è conclusa la prima spedizione “La Venta” del “Pro- esplorare i probabili collegamenti sotterra-
getto Cuatrocienegas”. nei tra le decine di lagune che si aprono nel-
Questo progetto, appoggiato dal governo Messicano, ha come obiettivo l’esplora- la vasta regione desertica di Cuatrocienegas
zione e lo studio di un territorio di notevole interesse scientifico: il deserto di Cua- e le grotte site sulle alte montagne che la de-
trocienegas, riserva naturalistica dello stato di Coahuila in Messico. limitano. Un potenziale esplorativo quindi
L’area di Cuatrocienegas racchiude al suo interno differenti habitat, ognuno dei qua- enorme, con differenti tematiche e campi di
li con proprie caratteristiche. Di questo panorama naturale sono parte integrante le azione: dal subacqueo all’alpinistico, dallo
grotte e gli acquiferi carsici ad esse connesse, oggetto di esplorazione e di studio in speleologico all’archeologico, dal naturali-
questa spedizione. stico all’etnico. Il tutto in ambiente estremo.
In tempi in cui l’acqua sarà sempre più considerata come “l’oro del terzo millennio”, Si può ben comprendere come documenta-
la perfetta conoscenza di quest’area, dei suoi meccanismi evolutivi ipogei, e dei de- re tutto questo in modo “professionale” sia
licati equilibri legati anche alla circolazione delle acque sotterranee risulta di vitale stata un’impresa ardua.
importanza per una corretta politica di conoscenza, gestione e tutela del prezioso be- A parte quelle da impiegare in acqua, mac-
ne comune. chine scafandrate, flash, telecamere ed illu-
Per Cuatrocienegas, parlare di deserto identificandolo nell’immagine stereotipata è minatori, ecco che la restante attrezzatura,
improprio. Il territorio è sì un deserto ma con molteplici caratteristiche ambientali e non tropicalizzata, deve essere protetta dal-
morfologiche, ognuna delle quali racchiude un microcosmo a sé stante. Sulla base le escursioni termiche (notevoli in ambien-
dei numerosi dati scaturiti da due prespedizioni effettuate nel ’98 e ’99, l’idea ini- te desertico), dalla sabbia e, in caso di riprese
ziale, quella di studiare il rapporto tra le decine di laghi di origine carsica che si apro- in parete o in grotta, dagli urti. Si è provve-
no nella vasta piana del deserto ed i rilievi che la circoscrivono con vette sino a duto pertanto a rivestirla ed isolarla, a volte
anche con mezzi di fortuna come: pellicola
2000m, ha subito un aggiornamento. A quello meramente esplorativo, sono venuti
trasparente, fogli alluminizzati, neoprene,
così ad affiancarsi altri interessi: geografico, storico, naturalistico, etnico, che han-
gommapiuma.
no dato maggior valore scientifico al già di per sé importante progetto.
Al di là delle foto di pura documentazione,
nello studio delle riprese in esterni, per quel-
L’ASSOCIAZIONE
“LA VENTA”
L’associazione Culturale Esplorazioni Geo-
grafiche “La Venta” è un team di ricercato-
ri ed esploratori; una trentina tra speleologi,
geologi, biologi, esperti in telecomunica-
zioni, archeologi, medici, cineoperatori, fo-
tografi, accomunati dalla stessa passione:
l’esplorazione.
L’attività del team “La Venta”, infatti, si ba-
sa sulla conoscenza e lo studio delle ultime
zone inesplorate del nostro pianeta.
La maggior parte dei componenti de “La
Venta” fa parte del CNSAS (Corpo Nazio-
nale Soccorso Alpino e Speleologico) ed è
socia dell'S.S.I. (Società Speleologica Ita-
liana).
Dal 1990 (anno di fondazione) ad oggi, l’Ass.
Back stage della documentazione fotografica in grotta. “La Venta” ha realizzato progetti esplorati-
vi di alto livello tecnico e scientifico, patro-
cinati da governi ed istituzioni locali e sup-
portati da sponsor di primo piano, ottenen-
le “ufficiali” di successivo utilizzo divulga- zione: si dovranno fare i conti con la polve- do significativi riconoscimenti internazio-
tivo, è stata data molta importanza all’o- re, il fango, l’acqua, e soprattutto con l’o- nali: dal prestigioso “Rolex Awards for En-
rientamento delle pareti rocciose ed al con- scurità. È qui che attrezzature e uomini su- terprises”, prima volta in Italia (“Progetto
testo naturale circostante. Si sono privile- biscono una vera e propria prova di resi- Rio La Venta” - Ginevra 1993), alla “Gen-
giati i costoni esposti alla luce solare, in par- stenza. È impensabile, infatti, pretendere di ziana d’argento” al festival internazionale
ticolare a quella radente che crea effetti di documentare totalmente una cavità, per va- di Trento (1995 con il documentario “Rio
prospettiva e profondità associati ai cosid- ri motivi: notevole sviluppo della stessa, dif- La Venta, un canyon tra due oceani”), al Ka-
detti “toni caldi”. Oltre all’attrezzamento ficoltà di progressione, esistenza di grandi lakbay Award 1990 (Ministero del Turismo
delle vie di progressione per il raggiungi- verticali interne, tratti angusti e così via. Filippino) e molti altri.
mento delle grotte in parete, sono state al- Però, un occhio esperto saprà scegliere lun-
lestite altre vie parallele per gli operatori, go il cammino lo scenario ideale privile- Associazione Culturale esplorazioni Geo-
garantendo così la spettacolarità delle ri- giando gli ambienti più spettacolari e di- grafiche “La Venta”
prese. Naturalmente il teatro di una spedi- sponendovi flash, illuminatori e persone. Via Priamo Tron 35/F, 31100 Treviso
zione condiziona, e molto, la scelta dell’at- Proprio come in una sala di posa. Se tutto http://www.laventa.it
trezzatura. Nel caso di riprese in foresta tro- verrà fatto con passione e professionalità, i E-mail: info@laventa.it
picale con lunghe marce di trasferimento risultati saranno garantiti. Le foto “speleo-
(vedi TF n°5/2000) viene privilegiato senz’al- logiche”, proprio per l’unicità dell’ambien- Le Spedizioni “La Venta”:
tro un corredo leggero e limitato; in zone de- te in cui sono realizzate, fanno sempre ef- ‘90- Discesa integrale del Canyon Rio La
sertiche lo si può incrementare, visti i più fetto. Venta (Chiapas)
probabili spostamenti a dorso d’animale o Anche la foto di backstage ha la sua rile- ‘91- Spedizione “Samarcanda ‘91” Uz-
in fuoristrada; nel caso poi di riprese in pa- vanza nell’ambito della documentazione di bekistan
rete di roccia la scelta è invece estremamente una spedizione. Al di là dell’originalità del- ‘93- 1° Spedizione “Tepuy” (Venezuela)
restrittiva, limitandosi anche ad un solo cor- le immagini, per gli addetti ai lavori queste ‘93- Spedizione subacquea Cenotes (Yuca-
po macchina con zoom ad elevata escursio- foto rappresentano un supporto di analisi e tan)
ne focale, a meno di particolari condizioni studio per l’ottimizzazione delle condizio- ‘95- 1° spedizione Hielo Patagonico
operative. È inutile dire che anche il trasporto ni di ripresa, le difficoltà operative e le mo- ‘96- 2° spedizione Tepuy (Venezuela)
delle attrezzature da utilizzare per le ripre- dalità d’impiego delle attrezzature. Nella ‘97- Spedizione Ghiacciaio Vatnajokul
se in parete ed all’interno delle grotte ri- maggior parte dei casi lo scatto di backsta- (Islanda) in coll. con “The Explorer Club di
chiede lunghe e delicate manovre. ge è eseguito in tempo reale, non studiato. New York”
La realizzazione di un buon servizio foto- Molto spesso, infatti, si cerca di cogliere l’at- ‘98- Spedizione Ucraina
grafico, come in questi frangenti, passa an- timo fuggente: come una particolare e irri- ‘99- 2° spedizione Patagonia
che per lo spirito di sacrificio dei soggetti e petibile scena in cui il cameraman, o il fo- ‘00- 3° spedizione Patagonia
di chi deve realizzare le foto. Molto spesso, tografo, vincolato alla corda, si sporge nel ‘00- 1° spedizione Antartide
infatti, per garantire buoni scatti si è costretti vuoto con i segni della tensione sul volto ‘00- 1° spedizione Cuatrocienegas (Cohaui-
a ripetere, anche più volte, la stessa scena: aspettando chi arriva dal basso; oppure in- la- Messico)
con estenuanti attese sulle corde, indolenzi- castrato in una nicchia all’interno di una grot- dal ‘94 al 2000- 10 spedizioni “Rio La Ven-
ti dalla scomoda posizione, cotti dal sole o ta per riprendere il passaggio dello speleo- ta” e decine di prespedizioni in altri paesi.
flagellati dal vento. Anche l’ambiente ipo- logo uscendo da un’angusta strettoia; o an-
geo presenta notevoli difficoltà di opera- cora mentre organizza il set di ripresa con
PROTEGGERE L'ATTREZZATURA SUI FUORISTRADA E NEI SAFARI
Polvere: Come difendersi
Come accade in casa, o in peggio ancora in
Una vacanza in luoghi lontani espone a ri- cauzione da consigliare nel caso raggiun- laboratorio, la polvere è nemica delle attrez-
schi le attrezzature fotografiche. Rischi da gessero la macchina è dunque quella di asciu- zature di precisione. Va combattuta.
non sottovalutare garla bene, subito! Una macchina caduta in • La polvere sulle pellicole e soprattutto sui
acqua è di solito irrecuperabile, specie se l'ac- feltrini di tenuta dei caricatori 35mm è mol-
Le immagini che spesso si possono ottenere qua ha raggiunto organi interni. to dannosa. Non soltanto perché può trasfe-
scattando in canoa, oppure lungo una spiag- • Per i treppiedi valgono le stesse attenzioni: rirsi sull'emulsione e provocare minuscoli
gia tropicale, o nel caldo torrido del Sahara, se sono stati immersi con le gambe in acqua punti neri ma anche perché può proprio ri-
possono essere entusiasmanti o anche indi- salata occorre ricordarsi di lavarli bene in ac- gare l'emulsione.
spensabili come materiale di documentazio- qua dolce, sciacquare con alcool e asciuga- • La polvere sulle lenti degli obiettivi può fa-
ne. Per ottenerle, ecco però che le attrezza- re accuratamente. vorire effetti di diffusione di luce, perdita di
ture di ripresa, sempre materiali di elevata contrasto, riflessi parassiti. Fate quindi in mo-
precisione, vengono esposte a rischi non tra- L'ESTATE ED IL DESERTO do di neutralizzarla. Attenti però, al momen-
scurabili: caldo, freddo, umidità eccessiva, Caldo: come difendersi to della pulizia: il getto d'aria delle bombo-
polvere, sabbia, sbalzi violenti di tempera- • L'eccesso di temperatura è dannoso per le lette spray offerte come accessori per il "clea-
tura, vibrazioni, sono sempre in agguato. Sia attrezzature di ripresa. Soprattutto per le pel- ning" fotografico è molto violento e soprat-
che si viaggi in fuoristrada che in barca, in licole perché induce slittamenti di colore e, tutto è notevolmente freddo. Al punto che
canoa, in aereo da turismo, a dorso di cam- in breve, una sorta di invecchiamento rapi- può arrivare - è successo - ad incrinare la
mello o altro. Come difendere le attrezzatu- do dell'emulsione. La raccomandazione che lente frontale delle ottiche, con un danno no-
re? Le risposte sono quelle classiche: conte- di solito si fa ai fotografi è allora semplice: tevole.
nitori robustissimi, leggi valigie in allumi- mantenete al fresco i materiali. Facile a dir- • Attenzione, per lo stesso problema, anche
nio, a prova d'urto e imbottiti con materiale si, non facile a farsi. alla delicatezza intrinseca delle lamelle de-
antivibrazioni, custodie subacquee o altro. • Qualcuno suggerisce di usare il ghiaccio gli otturatori. Il suggerimento per la pulizia
Prima di decidere le contromisure da adot- secco introducendolo in contenitori stagni di solito è quello di evitare l'aria compressa
tare occorre tuttavia avere le idee chiare sul- che verranno collocati accanto alle pellicole e di preferire, in questo caso, un morbido pen-
le caratteristiche del nemico da battere e sul- in una borsa termica. È una possibile solu- nellino di martora.
la sua identità. Così ci si saprà difendere con zione ma appare più facile a dirsi che non a L'operazione di pulizia va fatta in condizio-
efficacia. Ecco allora qualche consiglio. farsi. Tra l'altro, segnaliamo, attenti all'umi- ni favorevoli, cioè assolutamente non in pre-
dità: è, per le pellicole, un pericolo altrettan- senza di una situazione ad elevatissima elet-
AL MARE E IN BARCA to temibile di quello del caldo eccessivo. tricità statica, come succede in climi ecces-
Pioggia o spruzzi di salino • A proposito di materiali sensibili, si dice sivamente secchi. Se no, sarà meglio rinun-
L'acqua è certamente nemica degli oggetti di spesso di collocarli nei frigobar degli alber- ciare perché si peggiorerà la situazione.
precisione, siano essi meccanici o elettroni- ghi. È una soluzione valida. Attenti però a • Chi viaggia nel deserto suggerisce spesso,
ci. È quindi abbastanza ovvio che dai suoi non dimenticare le pellicole quando riparti- in questi casi, un accorgimento: è quello di
attacchi debbano essere protette le fotoca- te. sistemare la fotocamera in un sacchetto di
mere, le videocamere e in generale tutte le • Qualche avventuroso insiste: in spedizioni plastica trasparente, forato in corrisponden-
attrezzature di precisione. Il sale, poi, ha for- nel deserto si può anche scavare una buca e za dell'obiettivo e dell'oculare del mirino, ap-
tissime capacità di attacco e di corrosione dei sistemare in profondità il materiale, chiuso plicato alla macchina con ampio uso di na-
materiali. Rappresenta quindi una ulteriore in un sacco di plastica: in parte si ha una buo- stro adesivo. È una soluzione collaudata, un
insidia, molto temibile. Attenti, dunque, ai na protezione dal caldo (ma la buca deve es- po' scomoda da maneggiare ma sicuramen-
possibili danni che possono minacciare l'at- sere profonda). Però c'è anche il problema di te capace di una buona protezione.
trezzatura: si tratta di aggressioni pericolose contrassegnare il punto dove è stato seppel- • Quanto ai problemi di caldo rivolti alle at-
non soltanto se una fotocamera viene espo- lito il tesoro. trezzature di ripresa, attenti in particolare ad
sta ad un temporale estivo (acqua dolce) ma • In viaggio, preferite le borse da trasporto un aspetto: le temperature eccessive posso-
anche, e diremmo soprattutto, se viene espo- chiare: riflettono il calore. Se le trasportate no allentare gli stucchi di tenuta in alcuni
sta ad acqua marina, magari nebulizzata in in zaini da montagna ricordate che è sempre obiettivi e renderli più sensibili ad urti acci-
occasione di una gita in barca. meglio mettere le pellicole in una tasca cen- dentali imprevisti (decentramento delle len-
Protezioni consigliate trale, al fine di ridurre il possibile surriscal- ti). Qualche costruttore, ad esempio Nikon,
• Si può usare un sacchetto di plastica tra- damento. proprio per evitare questo tipo di inconve-
sparente da fissare con lo scotch al paraluce, • Se avete fatto ricorso ad un raffreddamen- niente ha sostituito gli stucchi con anelli me-
innestato sopra lo skylight o sopra l'UV. to molto energico, come quello in frigorife- tallici di serraggio.
• Analoga difesa può essere rivolta all'ocu- ro, attenti a rispettare le necessità di ricondi- • I pericoli più temibili viaggiando in fuori-
lare del mirino che può essere protetto allo zionamento: le pellicole devono essere estrat- strada, insistiamo, sono due: la sabbia, in zo-
stesso modo. te dal vano refrigerato almeno un'ora prima ne desertiche, e le vibrazioni, che allentano
• Identica "difesa" si può adottare per il fla- dell'uso e lasciate a temperatura ambiente. le viti dell'attrezzatura. Per le vibrazioni non
sh elettronico. • Attenzione: in ogni caso dovranno essere c'è che da proteggere la fotocamera e gli obiet-
• Gli spruzzi di salino sono più aggressivi di sempre chiuse nei loro barattolini a tenuta er- tivi ospitandoli in contenitori, ad esempio ap-
quanto normalmente non si ritenga. Ad esem- metica, per evitare i danni che la condensa è posite valigie, riempiti di gommapiuma. Per
pio attaccano anche l'alluminio. La prima pre- sempre pronta a fare! la polvere, usare i sacchetti protettivi.
IN CANOA E NELLA GIUNGLA
L’umidità: come difendersi
L'avversario da battere in climi tropicali,
dove comunque certamente anche il caldo
non è da sottovalutare, è di solito più che
altro l'eccesso di umidità. Può apparire co-
me un inconveniente trascurabile ma non
lo è. Favorisce infatti la formazione di muf-
fe e di funghi, in misura molto preoccupante
non soltanto per le fotocamere ma anche
per gli accessori ottici, obiettivi, filtri. At-
tenzione, in modo particolare, all'impiego
di fotocamere digitali e di videocamere. Il Zona di S. Vincente, a Cuatrocienegas.
caldo non è nemico delle batterie, come vi-
ceversa lo è il freddo, tuttavia spesso dove tutta l’attrezzatura fotografica sparsa per ter- piena esplorazione; o allo scompiglio che
c'è caldo c'è anche umidità diffusa (pensia- ra davanti a lui. si porterebbe tra gli animali se si piazzas-
mo a luoghi tropicali). L'umidità può quin- In ultimo, ma non per questo meno impor- sero le tende sulla via di transito verso i
di essere molto presente ed essere molto tanti, le foto etniche e quelle naturalistiche. luoghi di abbeverata. Di casi simili se ne
dannosa, provocando anche una rapida sca- L’incontro con la gente del luogo, usi, co- potrebbero elencare tanti. In questi fran-
rica delle pile. In più, è temibile per la sua stumi, tradizioni, sono parte integrante di genti la documentazione, se necessaria, sarà
aggressività verso la componentistica elet- una completa documentazione di spedizio- fatta adottando tutte quelle misure atte a
tronica interna. Se possibile, in questi casi ne. L’approccio con i nativi deve sempre av- rendere la nostra presenza quanto più di-
va dunque considerato come opportuno an- venire in maniera discreta e non invasiva. screta possibile: usando i teleobiettivi,
che il ricorso a custodie stagne, di efficace Tutto sommato si è sempre ospiti in casa creando delle postazioni mimetiche, ri-
protezione. d’altri. Da un corretto rapporto con essi pos- spettando il silenzio. Nei casi limite anche
Protezioni consigliate sono nascere concessioni a dir poco impen- ricorrendo alle riprese nei giardini zoolo-
• Il rimedio per cercare di difendersi è quel- sabili: come assistere a cerimonie e riti stret- gici (a parere personale, una pratica che
lo di ricoverare l'attrezzatura in contenitori tamente riservati e quindi di gran valore do- dovrebbe essere più seguita).
protettivi, ad esempio borse stagne, nei qua- cumentaristico. L’accettazione e la frater- Come abbiamo visto, dietro ogni scatto
li sia collocato anche materiale idroassor- nizzazione all’interno delle comunità di- c’è sempre una storia, molto spesso fatta
bente. Ad esempio un congruo quantitati- venta così investimento per le future spedi- di pazienza e spirito di sacrificio, che par-
vo di pacchettini di silicagel (sono rigene- zioni in quei luoghi. te da molto lontano con lo studio, la pre-
rabili in forno scaldandoli fino a 200 °C), Anche per la realizzazione di foto natura- parazione, e la realizzazione finale. In spe-
oppure sacchetti con riso essiccato, prepa- listiche è richiesta più o meno la stessa “eti- dizione, come del resto in altre occasio-
rati in modo casalingo (per rigenerare il ri- ca” di approccio adottata per quelle etni- ni, il merito di una bella immagine non va
so crudo basta portarlo a 95 °C). che. La presenza di intrusi in paradisi na- sempre attribuito in toto al fotografo ma
• Non sempre è facile, o possibile, ricorre- turali rischia, infatti, di sconvolgere un or- ad un serio e costante lavoro d’équipe nel
re a questi rimedi. Allora non resta che con- dine rimasto immutato da sempre, con con- rispetto delle regole. Nell’ambito delle
fidare in una sufficiente ventilazione (le bor- seguenze a volte inimmaginabili. Si pen- spedizioni “La Venta” questa linea ha sem-
se a tenuta stagna possono essere addirittu- si, ad esempio, all’impatto che avrebbe una pre pagato, portando nel corso degli anni
ra controproducenti). colonia di pipistrelli, quando, seguendo la al raggiungimento di livelli sempre più al-
• In qualche caso, per strumentazioni di rotta percorsa senza imprevisti per millen- ti.
elevata qualità, gli stessi fabbricanti han- ni, uscendo dalla cavità si trovasse la stra-
no cercato adatti rimedi eseguendo tratta- da sbarrata da un gruppo di speleologi in Testo e foto Francesco Lo Mastro
menti protettivi al momento della produ-
zione che sono, a volte ma non sempre, ap-
plicati ad ottiche di pregio. Citiamo un ca- L’autore
so specifico, quello del produttore B+W, Francesco Lo Mastro ha iniziato a fotografare per passione. Ha seguito, dice, i consigli
specializzato in filtri in vetro di elevata di Tutti Fotografi ed infine è giunto a collaborare assiduamente con riviste come Plen
qualità. È relativo ad un filtro polarizza- Air o altre riviste locali, con pubblicazioni specialistiche di sport estremi e in particola-
tore speciale. Si tratta del filtro detto di ti- re di speleologia. È subacqueo, pratica roccia, canyoning, speleologia. A questo propo-
po "Kasemann", dal nome di chi l'ha stu- sito: è anche istruttore S.S.I. (Società Speleologica Italiana), tecnico del C.N.S.A.S. (Cor-
diato: prevede una particolare sigillatura po Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico) e membro della Commissione Nazio-
anti umidità effettuata ai bordi dell'acces- nale Speleologica. Fa parte dell’Associazione Culturale Esplorazioni Geografiche “La
sorio stesso, destinata ad evitare la forma- Venta”, un gruppo di esperti di ambienti estremi e delle tematiche specifiche legate ad
zione di muffe operando in climi tropica- essi. L’Associazione effettua spedizioni nei luoghi più remoti ed inesplorati del piane-
li (il filtro è fatto a "strati" che possono ta, dall’Antartide alle foreste tropicali, dai deserti alle cavità naturali. Nel 1993 i risul-
comportarsi come elemanti di coltura per tati ottenuti in una spedizione speleo-archeologica in Messico le hanno avvalso il pre-
microparassiti, se non bene sigillati). stigioso premio “Rolex Awards for Enterprise” (prima vittoria in Italia, concesso ogni
tre anni a cinque progetti scelti fra migliaia in tutto il mondo).
Maurizio Capobussi
FOTOGRAFIA NATURALISTICA

FOTOGRAFARE
LE BALENE

Peter Beamish, lo skipper, in-


dica una megattera (a sini-
stra) ripresa mentre pesca.

Esperienze e avventure con la macchina Lungo la costa le balene, che per lo più so- specie a queste latitudini dell'Atlantico.
fotografica. Possono essere numerose, e no delle Megattere (Megaptera novaean-
diverse. Questo mese raccogliamo gli ap- gliae) oppure delle Rostrate (Balaenopte- In mare
punti di Giuliano Cappelli, professionista ra acutorostrata), vengono a cibarsi di pe- Assenza di vento, cielo e mare plumbei,
che come molti lettori già sanno è tra i più sciolini, i "capelin", assai simili alle nostre lieve foschia che limita la visibilità, crea-
noti fotonaturalisti italiani da molti anni, acciughe. no un'atmosfera di mistero e di suspence.
alle prese con soggetti insoliti e gigante- Ed eccoci in azione. Siamo un piccolo grup- Il primo approccio con il mare è lento, sor-
schi. pi di appassionati, tutti vestiti con grosse nione. Poi ecco un guizzo ed il gommone
Ci racconta così. "Per mia esperienza, nien- tute colore arancio, impermeabili e imbot- vola in planata sulle onde.
te eguaglia una uscita in gommone con Pe- tite, piene di zip e di cinghie. Indumenti un Navighiamo lungo la costa, alla base di al-
ter Beamish, laggiù a Trinity, grazioso vil- po' rigidi, che danno all'incedere del grup- te pareti rocciose. Osserviamo con stupo-
laggio di pescatori sulla omonima baia, nel- po un che di marziale e di misterioso, per re le immense colonie di uccelli marini in-
la penisola di Bonavista. Siamo a Terra- qualche verso curiosamente simile all'at- tenti a nidificare. Sono sule, gabbiani, urie,
nova, in Canada. teggiamento degli astronauti quando si spo- pulcinella di mare. Anche loro, come le ba-
Peter è un grande esperto di balene. Le se- stano in prossimità della rampa di lancio. lene, sono attratti in questo luogo dalla
gue e le studia da trent'anni ed è disposto Sembra una messa in scena all'americana grande abbondanza di cibo. Non è una no-
a portare piccoli gruppi di appassionati a e viene da sorridere specie se si osserva il vità: questo fatto era noto già dalla sco-
fare il "whalewatching", l'osservazione del- mare, liscio come l'olio. Ma non è un'a- perta di queste terre, ad opera del vene-
le balene da vicino. Il periodo migliore per mericanata. È davvero una necessità. In ziano Giovanni Caboto, nel 1497.
questa avventura va da giugno ad agosto. gommone, infatti, si va coperti a dovere, Siamo in mare da circa un'ora. Una brez-
Megattere che pescano nella baia della Trinità.

A destra: un iceberg.

za leggera ha disperso la foschia e lo sguar- grandezza ma specialmente il fascino ema- di una natura primordiale lì, a portata di
do spazia meglio sull'orizzonte. Notiamo, nato da queste montagne di ghiaccio. Il so- mano, ci invadono, ci inebriano, ci ripor-
al largo, una grande montagna bianca che lo pensiero riguardo al cammino che ha tano alle origini. Poi ecco il dorso, mera-
contrasta sulla superficie del mare, fattosi compiuto seguendo la corrente, spinto dai viglioso, umido, scuro, con i grandi fori da
più blu per il diradarsi delle nuvole. Ecco, venti, allontanandosi sempre più dal pack cui poco prima era uscita l'eruzione di va-
è un iceberg. Risplende, brilla come isola polare, dà un ulteriore fascino alla scena pore. Ci mostra a distanza ravvicinata l'ar-
candida, anch'essa evocatrice di vita anti- di per sé fantastica. Gli navighiamo accanto monia e la grande potenza di questi esseri
ca, di indomiti pescatori, di eroici naviga- fino a quando un urlo di Peter ci scuote! misteriosi e pieni di fascino.
tori. Veloci gli corriamo incontro. Il pen- Sono due balene! Sono tre! Sono Megat- Ma il tocco finale, l'atto atteso dal foto-
siero ci porta indietro nel tempo, letture av- tere! grafo, il clou dello spettacolo, è la fuoriu-
venturose si materializzano ora nell'ice- A brevissima distanza uno sbuffo di vapo- scita della coda. Una coda che potrebbe
berg: la fantasia di quando eravamo bam- re condensato ci investe come una doccia, senza sforzo distruggere la nostra imbar-
bini, pur fertile e allenata in lontane epo- poi un altro, poi un altro ancora. Sordi ru- cazione, che è enorme e nello stesso tem-
che pre-televisive, mai ci aveva fornito la mori di soffio, brontolio di geyser, suoni po elegante. In queste balene è bicolore, è
nera con chiazze bianche sempre diverse,
esemplare per esemplare. Sono code per-
Dal 5 al 9 settembre 2001 Giuliano Cappelli, insieme al fotografo Gianni Giorgi, terrà un sonalizzate, sono le impronte digitali di
workshop nel Parco del Delta del Po, dedicato alla ripresa fotografica del paesaggio e del- questi cetacei da quaranta tonnellate.
la avifauna durante la migrazione: per informazioni www.viaggiofotografico.com o tel. Lo spettacolo si ripete alcune volte e Pe-
055 355759 – 0335 6557705.
ter è eccezionale nel portarci nella posi-
Sulle falesie di Terranova tornano a nidificare, ogni anno, almeno 10.000 coppie di sule.
Iceberg, staccati, a Capo Bonavista. Sotto: in gommone, cercando di avvistare le balene.

zione migliore, nel girare attorno per far-


ci riprendere le scene dalle più varie an-
golazioni, nel farci partecipi di questa po-
tenza della natura che ci esplode accanto,
che scuote l'acqua, che domina il mare a
suo piacimento.
Peter, orgoglioso della sua maestria, ten-
de ad avvicinarsi sempre più ai gorghi che
la balena provoca nuotando e ci informa
che nessun disturbo viene arrecato all'a-
nimale, perché in questo periodo è inten-
to solo a cibarsi dopo sei mesi di digiuno
ai tropici.
Balene, uccelli marini, iceberg: siamo in
un mondo fatato, davvero sembra uscito
dalla fantasia di un Autore che ha saputo
fare della natura il suo più bel capolavo-
ro.
Per le foto dal gommone ho usato una re-
flex Nikon con ottica Nikkor zoom 80-
200mm f/2.8, scattando prevalentemente
in automatismo. La macchina è stata pro- per le foto all'interno del gommone. Que- sia (100 ISO), con alcuni rullini "tirati" a
tetta dagli spruzzi del mare, e dal pode- sto "secondo corpo" è stato normalmente sviluppo forzato fino a 200 ISO, per gua-
roso "soffio" delle balene, con una busta tenuto protetto, al caldo, all'interno della dagnare un valore in più nel tempo di ot-
di plastica. Un secondo apparecchio tuta. Il materiale sensibile prescelto per turazione.
Nikon, con grandangolare da 20mm, è sta- le riprese si è basato su pellicole Fujich-
to usato per le scene intorno all'iceberg e rome Velvia (50 ISO) e Fujichrome Sen- Testo e foto di Giuliano Cappelli
NATURA

FOTOSAFARI IN ALASKA
Avventura fotografica al nord. Tecniche e suggerimenti.

Due Alci; dal pullman. Canon 300mm f/4 stabilizzato.

Il Denali è probabilmente il più noto parco accessibile da far pensare ad una sorta di Se- spola lungo il parco. Gli animali sono abi-
nazionale dell’Alaska, meta oggi di numero- rengeti del Nord! tuati al passaggio di questi “bisonti mecca-
si fotografi. Si tratta di un parco facilmente Un efficiente sistema di autobus percorre di nici” e non vi prestano alcuna attenzione, con-
accessibile, dotato di ottime strutture ricetti- continuo i 140km che separano il centro vi- tinuando tranquillamente le loro attività. Si
ve, che offre straordinarie opportunità foto- sitatori e il Wonder Lake, situato nel cuore può trattare di un orso a caccia di scoiattoli,
grafiche anche a coloro che non abbiano il del Parco, depositando e prelevando di con- di una volpe a spasso con la cucciolata, di una
tempo o la possibilità economica di organiz- tinuo visitatori di ogni genere: escursionisti, coppia di alci intenti a corteggiarsi. La morfo-
zare ben più costose spedizioni: in un paese fotografi, turisti frettolosi. Fatte queste pre- logia del terreno è estremamente varia: la stra-
così vasto e selvaggio il ricorso all’aerotaxi messe, affrontiamo alcune problematiche di da si inerpica per passi di montagna e attra-
è infatti indispensabile per raggiungere i luo- tipo tecnico, comuni, per certi aspetti, anche versa vasti altipiani in un susseguirsi di cur-
ghi più impervi e inaccessibili. ad altri più tradizionali fotosafari. ve e saliscendi. È possibile effettuare riprese
Una lunga e tortuosa strada sterrata si inoltra con prospettive corrette anche fotografando
all’interno del parco, attraversata solo dagli DOVE FOTOGRAFARE soggetti ravvicinati (10-15 metri) dai fine-
autobus-navetta e da pochi altri veicoli auto- • Dall’autobus. strini, senza incorrere nella classica - e an-
rizzati: l’accesso alle auto private è infatti vie- Gli incontri ravvicinati con la fauna sono fre- tiestetica - prospettiva dall’alto tipica di que-
tato per minimizzare il disturbo ad una fau- quenti e le occasioni si moltiplicano se si è a sto genere di riprese. I finestrini sono scorre-
na assai ricca e confidente, così facilmente bordo di uno degli shuttle-bus che fanno la voli ed è possibile sporgersi anche con te-
Orso; dal pullman. Zoom Canon 70-200mm f/2.8.

leobiettivi abbastanza voluminosi. La lun- pullman successivo invitandolo a fermarsi rapidamente da un lato all’altro senza dover
ghezza focale più adatta in questo caso è cer- con un semplice gesto. Le corse più interes- richiedere un angolo di finestrino ai passeg-
tamente il 300mm f/4: maneggevole, suffi- santi sono quelle del primo mattino (dalle 6 geri del lato opposto se la scena da riprende-
cientemente luminoso, con un movimento alle 9), sia per la luce che per la frequenza de- re non si svolge dalla nostra parte.
autofocus molto rapido ed efficace: a secon- gli avvistamenti. Assai consigliabili sono i • Itinerante.
da delle situazioni consentirà di spaziare dal- “camper-bus”, che pur dotati di un minor nu- Durante una escursione a piedi, le occasioni
le figure variamente ambientate ai ritratti dei mero di posti a sedere vantano un vasto spa- di incontro sono meno frequenti, non tanto
soggetti più grandi e confidenti (grizzly, al- zio posteriore adibito al deposito degli zaini, per la diffidenza degli animali, quanto per-
ci, pecore di Dall). Se con l’ausilio di un sup- nel quale è possibile spostarsi liberamente e ché si percorre molta meno strada a parità di
porto morbido (un maglione va benissimo)
appoggeremo l’obiettivo sul finestrino par-
zialmente aperto, potremo scattare senza pro-
blemi a 1/125 di secondo. Lasceremo le fo-
cali più lunghe (fino a 600mm) alle riprese
da appostamento (con un buon treppiede) o
alla caccia vagante (con monopiede). Nel De-
nali sono gli animali ad avvicinarsi sponta-
neamente - talvolta per curiosità - più spesso
per indifferenza nei confronti della presenza
umana. Se si avvista un soggetto interessan-
te al pascolo si può comunque chiedere in
qualsiasi momento all’autista di fermarsi per
poter fotografare con calma o anche scende-
re, tentando un avvicinamento a piedi (pur-
ché non si tratti di un orso, nel qual caso verrà
opposto un cortese ma fermo rifiuto). Le cor-
se sono frequenti e sarà possibile salire sul

Orsa con cucciolo; dal pullman. Zoom Ca-


non 70-200mm f/2.8.
Pika; a piedi. Canon 300mm f/4 stabilizzato.

tempo! In caso di avvistamento, si ha però È consigliabile soprattutto nel periodo pri- di tronchi marcescenti, su cui proliferano mu-
tutto il tempo che si vuole per scegliere il mi- maverile, durante la nidificazione, e ogni qual schi, licheni e funghi di ogni sorta, una vera
gliore angolo di ripresa - dall’autobus è ob- volta si vogliano effettuare riprese ravvici- manna per gli appassionati di macrofotogra-
bligato - o attendere la luce migliore (ho se- nate nei pressi di una tana. fia! Muovendosi verso ovest le conifere si di-
guito per 5 ore un branco di caribù, e questo radano in radure sempre più ampie, nelle qua-
mi ha dato modo di variare lo sfondo, ri- PAESAGGIO li è facile scorgere branchi di alci al pascolo
prenderli in branco e singolarmente, realiz- La strada che si inoltra nel parco ha inizio in o impegnati nei rituali di accoppiamento (nei
zare foto statiche e dinamiche, fino al tra- piena taiga: la vegetazione è fitta di abeti e mesi di agosto e settembre). La fascia di tran-
monto). Inoltre determinati soggetti si trova- betulle e il sottobosco particolarmente ricco sizione lascia gradualmente il posto alla tun-
no in ambienti difficilmente accessibili o co-
munque lontani dalla strada: marmotte, pika,
pecore di Dall, castori. Infine, come rinun-
ciare a una bella passeggiata nella tundra? Il
terreno è accidentato, spesso acquitrinoso e
non esistono sentieri, ma bastano pochi mi-
nuti di cammino per sentirsi totalmente soli,
immersi in un ambiente selvaggio ed estre-
mamente suggestivo. Non dovremo dimen-
ticare la cartina, l’acqua (quella dei torrenti
non è potabile, a causa della presenza di un
parassita) e.... una tenda! Per non rendere l’e-
scursione un supplizio, limiteremo l’attrez-
zatura all’indispensabile: 70-200mm, 300mm,
grandangolo, macro e monopiede (per un to-
tale di 4-5kg, più lo zaino).

• Da appostamento.

Castoro impegnato a trasportare un alberel-


lo; Zoom Canon 70-200mm f/2.8; a piedi.
Lago con ghiacci; Canon 70-200mm f/2.8.

POSSIBILITÀ DI AVVISTAMENT
VVISTAMENTO
O POSSIBILLITÀ DI INCONTRI RAVVICINA
RAVVICINATI
TI
Certo Frequente Saltuario Elevate Occasionali Rare
Orso grizzly • • •
Alce • •
Caribù • •
Pecora di Dall • •
Lupo • •
Volpe • •
Castoro • •
Pika • •
Marmotta • •
Uno dei pullmann che attraversano il par- Scoiattolo • •
co. Canon 24mm f/3.5TS. Coyote • •
dra, solcata qua e là da ampi corsi d’acqua e Orso nero • •
punteggiata da stagni e acquitrini spesso abi- Lepre • •
tati da famiglie di castori. Si attraversano poi Lontra • •
due passi di montagna battuti dal vento, re- Golden Eagle • •
gno di pecore di Dall, marmotte e pika. La Pernice • •
spettacolare catena dei monti Brooks e la
straordinaria vista del Monte Mc Kinley (con mozionante fenomeno dell’aurora boreale. le un incontro ravvicinato dall’autobus. Nel
6100 metri la più alta vetta del Nordameri- corso di una permanenza prolungata può an-
ca) completano un quadro estremamente in- FAUNA che capitare di avere qualche incontro da bri-
teressante per il fotografo paesaggista. Inol- Per le possibilità di avvistamento rimandia- vido (una femmina con due cuccioli a non
tre a partire dalla seconda metà di agosto e mo alla tabella riportata a lato. Una parola in più di dieci metri di distanza dalla mia ten-
nel giro di tre settimane si assiste al passag- più merita di essere spesa per gli orsi, padro- da!). Gli escursionisti e i campeggiatori de-
gio dall’estate all’inverno, con una fase au- ni incontrastati e temuti. I Grizzly del Dena- vono pertanto prendere una serie di precau-
tunnale breve 10-15 giorni ma dai colori esplo- li sono prevalentemente vegetariani e assai zioni per evitare spiacevoli inconvenienti.
sivi: il mirtillo tinge la tundra di rosso fuoco, poco aggressivi. La concentrazione di questi
e la notte diventa abbastanza scura da rende- plantigradi è però tale da renderne pratica- Davide Dian
re chiaramente visibile - e fotografabile - l’e- mente certo l’avvistamento e assai probabi-
PORTFOLIO

FRANCO FONTANA

Paesaggio, Basilicata, 1978.

Ricordiamo una frase, di Franco Fontana, tere dedicare tutta l'attenzione e tutto il ca di Franco Fontana, una mostra che a
in occasione di una intervista di qualche tempo al fatto creativo, al saper vedere. Verona ha passato in rassegna tutta la sua
tempo fa: "uso volentieri il 35mm proprio Fontana ha una lunga esperienza anche produzione e le tappe della sua ricerca nel
per la versatilità che garantisce. Con il come direttore di workshop, in Italia e al- pianeta fotografia. Sarebbe facile riper-
35mm sei "dentro" alle cose, non le regi- l'estero e sostiene sempre che il suo ruo- correre, con il lettore, i diversi "periodi"
stri "da fuori". E preferisco gli zoom. Non lo è di "stimolare" i corsisti ad "estrarre di ricerca del fotografo: dai paesaggi co-
ritengo infatti possibile rinunciare oggi ciò che hanno dentro". Insiste: l'allievo lorati e stilizzati che tra gli anni Sessan-
alla comodità degli zoom, è troppo sco- non deve sforzarsi di interpretare il sog- ta e Settanta lo hanno reso famoso, alle
modo continuare a togliere e mettere l'o- getto "come vuole il maestro", deve piut- successive esperienze con maggiore par-
biettivo. L'escursione dello zoom è un tosto imparare a sceglierlo lui stesso. "Sa- tecipazione di elementi umani e con i più
"servizio in più" che ti offre la tecnolo- per vedere" è l'elemento fondamentale che diversi tagli compositivi. Potrebbe però,
gia. È un po' come il discorso già fatto per occorre coltivare, lo sforzo deve essere l'esplorazione secondo il taglio tipico del
l'autofocus: c'è chi dice "a me piace fare quello di "aggiungere significato" alle co- critico d'arte, essere fuorviante. Quello
le divisioni con la matita". Ma se c'è la se, togliendo ciò che può essere conside- che rischierebbe di sfuggirci è infatti il
calcolatrice…". rato particolare di contorno, tutti gli ele- minimo comune denominatore che lega
Sintomi di pigrizia? No. La molla che spin- menti che possono distrarre. le immagini e che invece, conoscendo il
ge Franco Fontana è ben diversa. È il de- Le immagini che presentiamo in queste fotografo da lungo tempo, crediamo sia il
siderio di snellire il fatto tecnico per po- pagine sono tratte da una bella antologi- parametro più importante sottolineare. È
Paesaggio, Wyoming, 1990. Autostrada Bruxelles-Parigi, 1974.
Paesaggio urbano, Praga, 1967. Paesaggio urbano, Los Angeles, California, 1979.

l'elemento creativo ed umano, è il "modo grafare in modo differente, di "estrarre" zoom, che consente una elevata precisio-
di pensare" alla fotografia, che maggior- dal mondo elementi significativi. ne di inquadratura, che permette di esclu-
mente ci interessa. Lo stesso Franco Fon- A Franco Fontana, soprattutto ammiran- dere ciò che distrae, che è lo strumento
tana, quando ci racconta del suo modo di do gli straordinari paesaggi di alcune sue preferito proprio per questa sua dote di
vedere, si svela. Infatti sottolinea che sba- immagini, viene da chiedere dove li ab- "astrazione" o meglio di capacità di "estra-
gliano tutti coloro i quali, vedendo un fo- bia scovati. C'è persino chi ha affermato zione". Franco Fontana sottolinea che del-
tografo, dicono "ecco, guarda, quello là è che sono "paesaggi che non esistono", frut- l'esposimetro si fida e che la saturazione
capace di vedere cose che noi non vedia- to di chissà quali alchimie fotografiche. di colore che si nota nelle sue immagini
mo". Non è esatto, infatti. Le cose, in Lui, in questi casi, sorride e svela subito non è frutto di forzature dovute ad una vo-
realtà, le vedono anche loro e spesso le i luoghi: nessun mistero, sono in Lucania, luta sottoesposizione. Però, e qui occor-
notano con apprezzabile immediatezza di in Basilicata. Ci può andare chiunque, lag- re dunque intendersi, dice anche che non
giudizio. Dove il fotografo si distingue è giù. Il paese al centro della zona è Spi- esita ad adoperare spesso la misurazione
in un altro fatto: è nell'aspetto chiave che nazzola, la base di partenza è l'hotel Gol- spot e che se ritiene importante un muro
il fotografo sa "identificare e farti rive- den Ear, curiosa evoluzione dell'antico no- bianco è su di esso che punta e memoriz-
dere" le cose. Sa riproporle, in modo an- me di Spiga d'Oro, nome del paese ai tem- za il dato esposimetrico, lasciando tran-
che diverso da quello con il quale un'al- pi di Federico II di Svevia, a centodieci quillamente che il cielo scivoli verso cro-
tra persona è abituata ad osservare. È per chilometri da Foggia. Per trenta, quaran- matismi molto intensi, o addirittura ver-
questo motivo, ribadisce ancora Fontana, ta chilometri tutto attorno, silenziose col- so il nero (non ho paura che appaia sot-
che "si continua a fare immagini in mo- line , campi con stoppie a volte bruciate toesposto anche di quattro diaframmi, di-
do diverso". La creatività è qui, è la fun- e dunque con righe nere, strisce di fiori- ce).
zione del fotografo, è la capacità di foto- ture, di verde, di giallo. Il resto lo fa lo Sottolinea piuttosto un altro aspetto, de-
Paesaggio urbano, Parigi, 1980. Paesaggio urbano, San Francisco, California, 1979.
Piscina, 1984.
Piscina, 1984. Piscina, 1990.
Paesaggio immaginario, 2000.

terminante per fare belle foto: "se c'è fo-


schia non c'è accorgimento o filtro che ten-
ga e preferisco non scattare, rinunciare al-
l'immagine". La scelta dell'ora del giorno,
del momento in cui scattare, è invece un
parametro decisivo, assolutamente deter-
minante per il risultato. Soprattutto nei
paesaggi, le luci migliori per conservare
uno stacco pronunciato tra i piani si in-
contrano operando nel pomeriggio inol-
trato, oppure di mattina, non oltre le un-
dici. Gli episodi, gli aneddoti intorno ad
alcune foto famose di Franco Fontana so-
no coerenti con la filosofia del "saper ve-
dere" in modo diverso dagli altri e nello
stesso tempo saper cogliere particolari si-
gnificativi, essere sempre pronti a capta-
re, ad "estrarre" dall'ambiente un segno.
È emblematica ad esempio la storia di una
tra le foto più note di Franco Fontana, a
livello internazionale. La storia di una ca-
pacità di "saper vedere", certamente lega-
ta all'immagine della macchinina rossa in
mezzo ad antiche case. È una foto "fuori
dal tempo", di grande suggestione. È sta-
ta scattata a Praga nel 1967, sull'allora pel-
licola Agfachrome CT18 per diapositive,
colta al volo affacciandosi dalla finestra
dell'albergo. Inviata al concorso interna-
zionale Nikon di quell'anno, non entrò nep-
pure nella selezione di quelle accettate. È
stata poi pubblicata in copertina dalla
Frankfurter Allgemeine Magazine, sulla
rivista Foto, su Linea Italiana First, Pho-
toshow ed in fine sull'annuario Time-Life
del 1980 oltreché apprezzata in innume-
revoli successive esposizioni.
Molte immagini, come è facile notare, si
caratterizzano per il gioco delle ombre e
non solo per i colori; oppure per colori
caldi, di attimi particolari della giornata.
Fotografare, si sa, è scrivere con la luce
ma qui, osservando con attenzione, anche
la luce naturale appare spesso diversa.
Frutto della scelta dell'ora in cui scattare,
frutto in sostanza di una "scelta di tem-
Il libr o po", dell'individuazione di un momento
magico e in sostanza, al fondo, ancora una
volta della classica scelta "da fotografo"
Il libro/catalogo "Franco Fontana, mostra an- della migliore ora del giorno in cui scat-
tologica", è edito da Leonardo Arte / Centro in- tare. Luci che risultano allora più vicine
ternazionale di fotografia Scavi Scaligeri; 214 a quelle di un palcoscenico teatrale, dove
pagine; 180 foto; è reperibile presso il servizio fasci luminosi ed ombre profonde sanno
di Fotolibreria di Editrice Progresso, a L. 90.000. evocare emozionanti irrealtà. Un mondo
reale, quello percorso dal fotografo. Ep-
pure….

M. R. Redaelli
STRUMENTAZIONE

GLI ERRORI
DELL'ESPOSIMETRO

La macrofotografia mostra la struttura di un moderno sensore multi-


zona: è quello dell'esposimetro interno della Canon EOS-3.

La foto è fatta di luce. E la luce, per una Tecnologie facilmente, in esposimetri a lettura "media
ripresa fotografica, viene misurata dall'e- La risposta dei progettisti al problema del- compensata", ovvero capaci di una misu-
sposimetro. Come è noto, da tale rileva- la corretta esposizione è stata, negli anni, razione con marcata prevalenza centrale.
mento si ottengono due valori chiave: il articolata per gradi. Tralasciamo in queste La soluzione, validissima soprattutto per
tempo d'otturazione da impostare sulla fo- righe l'era "preistorica" dei sistemi non TTL riprese di reportage, è tuttora disponibile
tocamera e l'apertura di diaframma da im- e ci concentriamo sulle soluzioni tecnolo- su molte fotocamere. Un classico è stato,
postare sull'obiettivo. Ovvero ciò che ser- giche che presuppongono comunque la mi- ed è, il sistema adottato da Nikon: l'effet-
ve per fare giungere all'emulsione della surazione attraverso l'obiettivo. A ben guar- to di compensazione, che porta alla preva-
pellicola, caratterizzata da una ben preci- dare hanno subito anch'esse, negli ultimi lenza centrale grazie ad una lente, consen-
sa sensibilità, la "giusta" quantità di luce. dieci anni, non trascurabili evoluzioni. te di leggere il 75% della misurazione al-
Non troppa e non troppo poca, giusto quan- Osserviamo: primi esposimetri erano sem- l'interno di un'area circolare di soli 12mm
to serve per una corretta riproduzione. plici cellule che abbracciavano tutta la sce- di diametro, al centro del mirino. Il 25%
Attenzione, però: la scena inquadrata pre- na inquadrata e, per il fatto stesso di co- rimanente dell'intensità misurata risulta
senta aree chiare, chiarissime, scure, scu- prire tutta l'inquadratura, effettuavano la "diffuso" lungo i bordi della superficie in-
rissime. E non soltanto quel "grigio medio "media" delle situazioni luminose che ave- quadrata. L'influenza delle aree marginali
ideale", che sarebbe la superficie perfetta vano davanti, dei contrasti della scena. For- sull'esposizione è dunque abbondantemente
per una misurazione facile, l'area sulla qua- nivano buoni risultati solo a patto che sul- "diluita" su di un'area molto ampia. Ciò, al
le puntare l'esposimetro. Così si pone un la scena non figurassero aree eccessiva- solo scopo di apportare una leggera corre-
problema: dove, che cosa, esattamente, mi- mente squilibrate tra loro in termini di lu- zione alla misurazione centrale, per tene-
sura l'esposimetro? Come lo misura? Fino minosità assoluta. Per migliorare la lettu- re conto di eventuali alti contrasti lumino-
a che punto sono attendibili i dati ottenu- ra in situazioni più "difficili", agli esposi- si sulla scena (zone molto scure o molto
ti? Certamente esistono soggetti che pos- metri capaci di una lettura media venne ben chiare ai bordi). Si tratta di una soluzione
sono ingannare anche gli esposimetri più presto apportata una correzione: una lente efficace. Proprio per la sua dote di com-
sofisticati. E allora, come si fa? collettrice davanti alla cellula li trasformò, pensazione "semplice", non si fa inganna-
Un'esposizione perfettamente rilevata, con media molto equilibrata, dal sensore multizona di una Nikon F50. È notevole la leggi-
bilità dei particolari in ombra pur con una corretta registrazione di quelli più illuminati che si riflettono nei vetri del palazzo.

re facilmente, nemmeno se si effettuano ri- lare (il protagonista) della scena e nello compatibilità con una corretta misurazio-
prese un po' particolari come ad esempio stesso tempo sia indispensabile non farsi ne in automatismo di esposizione. Succe-
le foto di tramonti, o quelle di ritratti al- ingannare dalle ampie aree scure circostanti de infatti che l'utilissima procedura di di-
l'interno di edifici con illuminazione pre- oppure non farsi influenzare da superlu- rigere il rilevamento spot sul particolare ri-
valentemente costituita dalla luce, molto minosità provenienti ad esempio da potenti tenuto più importante, memorizzare il li-
laterale, che proviene da finestre. riflettori. vello di luminosità rilevato (i dati tempo -
La lettura spot è comunque interessante, diaframma), correggere infine l'inquadra-
Massima selettività in mano ad un operatore esperto, anche per tura secondo la composizione voluta e in-
La compensazione con prevalenza al cen- molte altre riprese: basta che il fotografo fine scattare, sia facilmente attuabile solo
tro è stata via via esasperata, portata alle sappia identificare, sulla scena inquadra- "guidando" molto la fotocamera. Se vice-
estreme conseguenze: per avere meglio sot- ta, un'area mediamente illuminata per poi versa si rinuncia ad ogni personalizzazio-
to controllo la situazione di ripresa, so- puntare su di essa il cerchio di misurazio- ne e si lavora basandosi sulla tecnica del
prattutto in condizioni limite come posso- ne spot (che può essere di vario diametro, "punta e scatta" rapidissimo, operando in
no essere quelle presenti in aree con con- a seconda degli apparecchi) e quindi me- lettura spot si rischiano errori anche cla-
trasti altissimi, la misurazione con preva- morizzi la luminosità rilevata. morosi. Lasciare che i valori di esposizio-
lenza centrale è stata "esasperata" fino a Infine, la lettura spot è utile in molte foto ne siano misurati e automaticamente im-
realizzare la cosiddetta lettura "spot". di ritratto, dove è normale "sovrapporre" postati dalla logica interna della fotoca-
È una modalità di misurazione apprezzata esattamente il cerchio di misura dell'espo- mera, come ad esempio succede con gli au-
da molti fotografi esperti, professionisti o simetro spot al viso del soggetto, sempre tomatismi program, ci fa andare incontro
fotoamatori. È ad esempio preziosa, e di- valutato come "particolare chiave". facilmente ad insuccessi. Alcune situazio-
remmo indispensabile, se ci si trova a fo- Il limite critico dei sistemi spot, special- ni sono esemplari: se il soggetto principa-
tografare a teatro, là dove occorra misura- mente quando essi siano a lettura molto le non è al centro immagine oppure se, a
re il livello di illuminazione di un partico- stretta, è dato dalla loro sostanziale in- centro immagine, i soggetti che contano
Due scatti che dimostrano la tendenza alla leggera sovraesposizione per gli esposime-
tri multizona. Il risultato più scuro è stato ottenuto effettuando un rilevamento esposi-
metrico spot sulla cella campanaria, dove è stata anche effettuata la messa a fuoco. Il
risultato più chiaro è frutto di una misurazione multizonale su tutta l'area, con la foto-
camera operante in program. Si vede bene come l'esposimetro in questo caso si sia sfor-
zato di leggere anche i particolari più scuri. Sensore a 14 cellule di una Minolta Dynax
700. (Foto M. Capobussi).

Rilevamento esposimetrico
spot sulla cella campanaria

sono due (ad esempio due persone che con-


versano) può accadere che il cono di lettu-
ra del rilevamento spot capti prevalente-
mente lo sfondo, lontano (passa in mezzo
alle due persone, se la lettura è "stretta").
E lo sfondo può essere caratterizzato da una
illuminazione a volte molto diversa, ad
esempio risultare in ombra quando il pri-
mo piano sia in luce, o viceversa. Ne deri-
va, irrimediabilmente, un errore d'esposi-
Rilevamento esposimetrico zione.
multizonale (a 14 cellule)
Esposimetri pluricellula
SITUAZIONI DIFFICILI Nel tentativo di trovare una soluzione idea-
Anche le reflex più avanzate tecnologicamente incontrano difficoltà di valutazione le, capace di fondere i pregi dello spot con
in talune condizioni di ripresa. Recenti perfezionamenti dei software di elaborazio- la capacità di effettuare una compensazio-
ne dati consentono di dire che oggi si ottengono buoni risultati anche in situazioni ne dei contrasti efficace, propria della let-
che non molto tempo fa erano proibitive per molti automatismi. Ne elenchiamo al- tura media, sono stati studiati i sistemi plu-
cune: ricellula, definiti anche multizonali. Sono
• foto sulla neve; caratterizzati da numerose aree "fotosensi-
• foto di specchi d'acqua con riflessi accecanti; bili", diversamente disposte e in numero
• foto di piccoli soggetti chiari su sfondi scuri. In questo caso la "biblioteca" dei ca- variabile (si va da elementari sistemi a tre
si campione della fotocamera sa percepire la presenza generalizzata di aree nere e zone a cerchi concentrici, fino ai più sofi-
imposta di conseguenza una taratura nero su nero (correzione per lettura low - key). sticati sistemi a cinque, sei, otto cellule, o
a quelli straordinariamente complessi con
Nonostante tutto, però, esistono situazioni in cui gli esposimetri program multizona
addirittura quattordici, ventuno, trentacin-
anche raffinatissimi incontrano difficoltà. Fate quindi attenzione a:
que zone. Il sistema Color Matrix 3D va-
˙soggetti di piccole dimensioni su sfondi molto chiari: il soggetto non viene perce-
rato da Nikon sulla sua Nikon F5 prevede
pito dal dispositivo a matrice, che si pone in un ambito di misurazione di chiaro - su
addirittura un sensore con griglia di 1005
- chiaro. Esegue quindi una regolazione corretta per lo sfondo ma in pratica è spes-
pixel, sensibili ai tre colori fondamentali
so una regolazione decisamente sbagliata;
RGB).
˙soggetti metà neri e metà bianchi (molto scuri e molto chiari), con linea di demar-
Dietro a questi sensori, ed alla miriade di
cazione in diagonale. La regolazione esposimetrica intermedia di solito non è riso-
segnali elettrici che ogni cellula trasmette
lutiva. Il consiglio è di usare il tasto di memoria esposimetrica o passare alla rego-
al microprocessore incorporato nella foto-
lazione completamente manuale avvicinandosi all'area che si ritiene più importante,
camera, c'è naturalmente la considerevole
chiara o scura che sia, e qui rilevare i dati. La procedura vale anche per le lettura col
capacità di calcolo di appositi software, ca-
metodo semi spot, o media con compensazione al centro.
ratterizzati da complessi algoritmi mate-
Fa eccezione, su apparecchi recenti, la situazione in cui compaiono due persone il-
matici.
luminate (bianche) che conversano fronteggiandosi su sfondo scuro; pare che il ca-
Si tratta di automatismi anche capaci, rag-
so sia stato espressamente messo in memoria nel software di programmazione di al-
giunta in questo modo una prima valuta-
cuni esposimetri intelligenti.
zione della scena e decisa di conseguenza
Il sensore Color Matrix 3D di Nikon, basato su 1005 pixel
sensibili ai tre colori fondamentali RGB.

All'interno dalla Nikon F5, sopra il pentaprisma, è in-


dicata la collocazione del sensore Color Matrix 3D del
sistema esposimetrico.

una coppia tempo - diaframma, di con- gono dunque selezionate. Si dà più impor- E gli errori?
frontare il risultato con una "biblioteca" di tanza a quelle che stanno misurando le zo- Nonostante l'evoluzione tecnologica, o for-
casi campione, esempi tipici memorizzati ne in cui, "credibilmente" si trovano le par- se per certi versi anche in ragione di essa,
già all'origine nell'apparecchio (in fabbri- ti del soggetto che maggiormente contano. in talune condizioni di ripresa anche le re-
ca). È ovvio che l'affidabilità di sistemi di Non basta. flex più avanzate tecnologicamente pos-
valutazione di questo tipo risulti notevol- Una ulteriore e raffinata soluzione tecno- sono però esporre in modo non soddisfa-
mente elevata. logica, sempre in ossequio alla logica di cente. E qualche volta incappare anche in
L'attendibilità della valutazione "media" riuscire a selezionare automaticamente i clamorosi errori. Le maggiori anomalie si
risultante è, in situazioni di questo genere, punti più importanti del soggetto inqua- verificano naturalmente con i sistemi espo-
tale da sorprendere il fotografo, anche in drato, consiste nell'avere collegato le cel- simetrici multizonali.
situazioni fotograficamente molto "diffi- lule multizona anche con i sensori del si- È ovvio, diremmo: non fosse altro perché
cili". Sistemi di questo genere sono so- stema autofocus. Nelle progettazioni più sono quelli ai quali il fotografo, per defi-
prattutto adatti ad operare in combinazio- recenti questi ultimi sono stati, infatti, mes- nizione, delega la sua capacità di giudizio.
ne con gli automatismi di tipo program, si in grado di funzionare anche come atti- I sistemi spot, o anche quelli a lettura me-
cioè quelli che scelgono contemporanea- vatori di amplificazione dei segnali che dia compensata, richiedono infatti sempre
mente tempo e diaframma per una massi- provengono dalle cellule esposimetriche che la macchina sia puntata in una dire-
ma prontezza d'azione. E che infatti assi- ad essi vicine. zione e che l'operatore effettui una scelta,
curano una elevata percentuale di foto "riu- Come dire: quando uno dei sensori del si- individuando la parte più importante sulla
scite". Anzi: si può dire che l'efficacia dei stema autofocus si "aggancia" ad un par- quale misurare. Insomma richiedono una
sistemi a misurazione multizona sia tanto ticolare del soggetto, quello ritenuto più decisione umana. Nei sistemi a matrice in-
più elevata quanto più, sul campo, ci si por- importante e quindi quello sul quale viene vece, la pretesa è di potersi affidare cieca-
ta verso situazioni limite. Si tratta di di- eseguita la migliore focheggiatura possi- mente all'automatismo, ad una logica e ad
spositivi che nel caso di inquadrature com- bile, ecco che proprio tale sensore stimo- una tecnologia di elaborazione precosti-
prendenti il sole, o in presenza di riflessi la, ad un livello di amplificazione più alto tuite.
che siano davvero abbacinanti (in un ve- delle altre, le "zone" di rilevamento espo- Ne derivano precise considerazioni. Una
tro, in un laghetto), danno probabilmente simetrico ad esso circostanti. prima distinzione da fare è quella di valu-
il massimo. Intervengono infatti in questi Ne deriva che non soltanto la migliore mes- tare la taratura di base delle differenti mac-
casi anche specifici interruttori di soglia, sa a fuoco viene eseguita sulla parte del chine.
cioè dispositivi che sono capaci di taglia- soggetto ritenuta più importante, ma che Per scelta, infatti, i sistemi esposimetrici a
re, e non considerare, il segnale proveniente ad essa viene data la massima prevalenza matrice (multizona) elaborano i dati con il
dalla cellula investita dall'eccesso di luce. nel momento del rilevamento esposime- proposito di fornire una coppia tempo - dia-
In qualche modo le aree del sensore ven- trico.
Nel caso di alcune riprese parti-
colarmente difficili, su scene ad al-
tissimo contrasto, occorre sceglie-
re se esporre per le luci oppure per
le ombre. Nel caso si decida a fa-
vore delle ombre, si deve trovare
l'equilibrio corretto tra i loro di-
versi livelli di luminosità ed è uti-
le quindi effettuare diversi rileva-
menti spot, eseguendo poi la me-
dia tra i valori misurati. In questo
caso sono state eseguite tre misu-
razioni in zone d'ombra ed è stato
calcolato il valore medio tra esse.
L'operazione può avvenire auto-
maticamente su apparecchi dotati
di lettura "multispot".

framma in grado di generare un negativo do questa impostazione sia scelta per ap- de ai propri gusti è possibile intervenire:
o una diapositiva di una ben definita "den- parecchi di alta classe come una Nikon F5 in via temporanea servendosi del corretto-
sità". I fabbricanti adottano infatti, quella o una F100, di privilegiare le necessità dei re d'esposizione, presente ormai in quasi
che si usa dire una taratura di base orien- fotografi di cronaca, di chi deve avere la tutte le reflex; in via più definitiva chie-
tata più verso il negativo colore oppure più certezza di un negativo "leggibile" ad ogni dendo ad un fotoriparatore di modificare
verso la diapositiva. costo. È una impostazione normalmente la scala delle sensibilità pellicola in modo
Nella stragrande maggioranza dei casi, ne- condivisa da molti apparecchi, anche Ca- da rendere permanente la "correzione" spe-
gli esposimetri di tipo multizona, prevale non o Minolta, che consente apprezzabili rimentata con la ghiera di staratura inten-
la prima: l'elaborazione dei segnali delle risultati anche per gli scatti destinati al- zionale.
cellule è studiata a favore di una leggera l'album di famiglia. Prima di decidere per una nuova e più de-
sovraesposizione, ovvero per fare giunge- Sul versante opposto, c'è poi la scelta di finitiva taratura personalizzata della pro-
re sul negativo una lieve sovrabbondanza privilegiare la taratura orientata a favore pria macchina, suggeriamo naturalmente
di luce. di una lieve, a volte lievissima, sottoespo- di fare esperienza con la fotocamera, gio-
Ciò allo scopo di registrare meglio i detta- sizione. Oppure una impostazione "neu- cando inizialmente con la ghiera di corre-
gli anche nelle aree scure (in gergo si esa- tra", normale. È scelta da costruttori che zione intenzionale dell'esposizione. A que-
gera dicendo di "sfondare" i neri), e in ge- cercano per le loro strumentazioni una "neu- sto proposito si tenga presente che una sot-
nerale per avere negativi di densità piutto- tralità scientifica" ed è guardata con favo- toesposizione molto lieve, cioè limitata ad
sto elevata. Porteranno di conseguenza a re dai fotografi interessati alle diapositive. 1/3 di diaframma, è considerata il minimo
stampe, a colori o bianconero, leggermen- Infatti una sottoesposizione anche lieve livello di variazione che porti ad una dif-
te più chiare della "media" e pertanto con porta, in diapositiva, ad una apprezzabile ferenza apprezzabile ad occhio sul risulta-
i particolari molto leggibili, ad esempio fa- maggiore saturazione e vivacità dei colo- to fotografico. E si valuti che un tale spo-
vorendo la registrazione dell'espressione ri, ad una minore diffusione della luce ne- stamento (0.3 stop) comporta una varia-
del soggetto, in un ritratto. Si tratta di una gli strati sensibili della pellicola e quindi zione di densità sul fotogramma pari a cir-
taratura interessante, soprattutto per chi si ad una riduzione di possibili effetti di "sba- ca il 10%: un valore ben percepibile e si-
serve di fotocamere automatiche (program) vatura" dei dettagli, favorisce il raggiun- gnificativo al fine della saturazione dei co-
per fare del reportage con pellicole nega- gimento della massima nitidezza. lori.
tive colore, magari anche di altissima sen- In ogni caso, vale sempre l'osservazione
sibilità. È chiara l'intenzione, anche quan- che se una taratura di base non corrispon- M. R. Redaelli
TEORIA

GLI
GLI SCHERZI
SCHERZI
DEI
DEI TEMPI
TEMPI BREVISSIMI
BREVISSIMI

Oggi è normale par- no ripetere l’esperi-


lare di tempi di espo- mento, per scoprire
sizione di 1/4.000 di di persona che la fo-
secondo o più brevi tografia non è sem-
ancora; qualunque pre un documento
fotocamera della fa- oggettivo; a prescin-
scia media ci offre un dere dalla nuove e in-
tempo di 1/2.000 di finite possibilità of-
secondo, che ci per- ferte dall’elaborazio-
mette di “congelare” ne digitale. Vediamo
movimenti già molto ve- dunque che cosa è suc-
loci. Ma i tempi brevissi- cesso.
mi fanno anche degli scher- Quasi tutti sanno e tutti de-
zi strani, che sorprendono (e vono sapere che i tempi più
a volte mettono in crisi) gli ap- brevi non vengono ottenuti ac-
passionati e incuriosiscono i fo- celerando progressivamente il mo-
toamatori intelligenti. vimento delle tendine dell’otturatore,
Iniziamo dai risultati, per affrontare il pro- ma riducendo l’ampiezza della finestra at-
blema con la curiosità che merita: ho foto- traverso cui passa la foto. In altre parole, nel-
grafato in due modi un ventilatore in fun- Foto 3 le fotocamere della fascia media la velocità
zione alla velocità massima: sia con il flash massima dell’otturatore è di circa 1/100 di
(il cui lampo dura circa 1/40.000 di secon- secondo (arrotondando i valori per sempli-
do), sia in piena luce con un tempo di 1/2.000 La deformazione ficare); più precisamente è quello scelto per
di secondo. Ecco i risultati: nella foto scat- dei corpi la sincronia del flash: questo è il tempo più
tata con il flash (foto n° 1) il ventilatore na- breve. Un tempo inferiore, ad esempio di
turalmente appare fermo; invece nelle foto in movimento 1/200, non è ottenuto raddoppiando la ve-
scattate a 1/2.000 (foto n° 2 e 3), a parte la locità del meccanismo di otturazione, ma di-
leggera sfocatura del lieve “mosso”, le pa- veloce mezzando la superficie della finestra attra-
le risultano deformate e per di più non tut- verso cui passa la luce che raggiunge la pel-
te nello stesso modo e nella stessa misura “fermati” licola; più precisamente, la tendina che chiu-
e… ancora, come se non bastasse, non tut- de l’otturatore parte prima che quella di aper-
te nello stesso senso di rotazione. con tempi tura sia arrivata alla fine della sua corsa, al
Vi assicuro che le foto n° 2 e 3 non raffigu- di scatti brevissimi fondo del fotogramma; e così via per i tem-
rano ipotetici “Ventilatori molli” di Salva- pi minori. Per questo motivo tutti noi, quan-
dor Dalì, ma lo stesso ventilatore che vede- do eravamo alle prime armi, ci siamo tro-
te nell’altra immagine. Gli increduli posso- vati delle fotografie mezze nere, per avere
impostato con il flash un tempo più breve chio ventilatore, perché quelli recenti han- nell’orientamento. Chi vuole una spiega-
di quello lecito (il tempo di “sincro-X” è il no le pale più arrotondate e girano più ada- zione più tecnica legga l’articolo qui di se-
più breve in cui almeno per in attimo la lu- gio; l’effetto è meno vistoso di quello che guito. Io mi limito ad osservare che le pale
ce illumina tutto il fotogramma contempo- ottenni molti anni fa, quando usai una foto- opposte che giacciono all’incirca su una li-
raneamente). nea orizzontale si trovano in una condizio-
A rigore bisognerebbe sempre distinguere ne opposta rispetto al movimento della ten-
tra tempo di scatto e tempo di esposizione. dina, perché una le sfugge, mentre l’altra le
Dunque è vero che con un tempo, ad esem- va incontro: la prima risulterà più larga, la
pio, di 1/1.000 di secondo ogni punto del fo- seconda più stretta. Meno intuitiva è la cau-
togramma è esposto appunto per 1/1.000, ma sa del diverso orientamento (rispetto al sen-
la “storia” del fotogramma dura sempre so di rotazione) delle pale opposte quasi
1/100 di secondo: cioè, nel caso più fre- verticali: il fatto è che la tendina esplora
quente di un otturatore a tendina vertica- quella superiore dall’estremo verso il cen-
le (dall’alto in basso), il tempo che inter- tro di rotazione, cioè da un punto che ha
corre tra l’attimo in cui è esposto un pun- velocità lineare (ortogonale al movimento
to vicino al margine superiore e l’attimo della tendina) maggiore verso punti sem-
in cui è esposto un punto vicino al mar- pre più lenti, mentre per la pala inferiore
gine inferiore è di 1/100 di secondo. Se nel succede il contrario, producendo una defor-
frattempo il soggetto, in forte movimento, mazione opposta.
si è spostato, apparirà magari tutto nitido, co- Abbiamo visto che la deformazione di un
me se fosse fermo, ma deformato. soggetto in movimento veloce dipende so-
lo dalla sua velocità relativa e dal tempo di
Prima di commentare l’esperimento col ven- sincro-X e che i tempi millesimali influi-
tilatore, accostiamoci al fenomeno con un Foto 1 scono solo nella sua nitidezza. Ora aggiun-
ragionamento teorico semplificato. giamo un altro apparente paradosso, spie-
Immaginiamo un’asta verticale che si muo- gabile con la psicologia della percezione:
va da sinistra a destra su una traiettoria ret- una deformazione parziale del soggetto, as-
tilinea orizzontale, a una velocità tale che in sociata alla sfocatura, è interpretata corret-
1/100 di secondo percorra tutta l’area del- tamente dal nostro cervello come effetto ci-
l’inquadratura, fotografata con un tempo netico, cioè giustificata come movimento,
molto breve: più il tempo è breve più l’a- mentre la stessa deformazione associata
sta risulterà nitida (ferma) nella foto, ma alla nitidezza è interpretata come forma
comunque sarà obliqua: non risulterà reale, a prescindere dal movimento. In
un’asta verticale, ma obliqua, su una dia- conclusione: un tempo di esposizione più
gonale del fotogramma. breve produce l’effetto di una deforma-
Al tempo di 1/1.000 di secondo la fessu- zione maggiore, più realistica e più gra-
ra orizzontale che scorre davanti alla pel- ve.
licola, lasciando passare la luce, sarà di cir-
ca 2.4 millimetri (1/10 dell’altezza del foto- Se tutti conoscessero questo fenomeno non
gramma); al tempo di 1/4.000 di 0.6mm, ecc. si leggerebbero didascalie assurde e ridico-
All’inizio dell’esposizione (solo) il vertice le sotto le fotografie sportive di questo tipo:
superiore dell’asta sarà proiettato sulla pa- “Notate l’eccezionale deformazione della
Foto 2
rete inferiore destra (per l’inversione dovu- racchetta e della pallina”, come se le rac-
ta alle lenti) del fotogramma; a metà dell’e- chette da tennis e le mazze da golf fossero
sposizione (solo) la parte centrale dell’asta camera con tendina orizzontale (che deve di gomma e le palline da tennis e da golf po-
sarà impressa al centro del fotogramma; al- percorrere il lato più lungo del fotogramma tessero assumere la forma delle palle da
la fine dell’esposizione (solo) la parte infe- e quindi, a pari velocità, impiega di più) con rugby.
riore dell’asta si imprimerà nell’angolo su- un sincro-X di 1/60, ma pur sempre signifi-
periore sinistro della pellicola. La risultan- cativo. Per ricreare il caso più probabile tra In conclusione, stiamo attenti, e cerchiamo
te di questi tre punti e di tutti quelli inter- i lettori, ho usato una buona fotocamera del- magari di attenuare il fenomeno inquadran-
medi sarà una diagonale. la fascia media, precisamente una Canon do con la fotocamera ruotata di 90°, quan-
Oggetti di sagome varie con traiettorie più Eos 500 N, che ha la tendina a scorrimento do il movimento del soggetto sia rettilineo,
o meno lineari assumeranno forme tanto più verticale e un tempo di sincro-flash di 1/90 in modo che tendina e soggetto si muovano
strane quanto più sarà alta la loro velocità di secondo. Il fenomeno sarebbe attenuato sulla stessa linea. In generale scegliamo i
relativa (nell’inquadratura) e quanto più sarà con una macchina superiore, che abbia il tempi brevissimi per ridurre la luce, quan-
lento il tempo di sincro-flash. Il tempo di sincro-flash a 1/250, cioè l’otturatore mec- do è eccessiva, ma non illudiamoci di usar-
esposizione – quello in millesimi, per ca- canicamente più veloce, ma la sostanza ri- li per fermare il mondo. In fondo una foto-
pirci, influisce solo sulla nitidezza dell’im- mane la stessa, perché il movimento del sog- grafia parzialmente mossa sarà sempre este-
magine, non sulla sua forma risultante. getto potrebbe essere più veloce. ticamente più valida, fisicamente più atten-
Ora che abbiamo capito perché le pale so- dibile e storicamente più veritiera.
Torniamo al ventilatore no deformate, dobbiamo ancora spiegarci
Per questo esperimento ho riesumato un vec- perché risultano diverse sia nella forma sia Tonino Giraudo
VISUALIZZATORE DI TRAIETTORIE

Per visualizzare il fenomeno illustrato nel-


l’articolo basta realizzare, con alcuni pez-
zi di cartone ed una puntina da disegno,
una graduazione circolare, divisa in un
certo numero di parti, imperniata su un
disco diviso in uguale numero di striscie
parallele ed equidistanti (fig. 1). Le linee
tracciate sul disco indicano la posizione
della macchina fotografica nei vari istan-
ti mentre la graduazione circolare indica
la posizione delle pale del ventilatore ne-
gli istanti corrispondenti.

Costruita poi una sagoma rappresentante


il ventilatore a quattro pale la si posizio-
na sul disco in modo tale che la pala A,
contrassegnata dalla freccia, si trovi nel
quadrante superiore sinistro; questa rap-
presenta la posizione delle pale nell’istante
iniziale in cui la tendina sfiora l’immagi-
ne del ventilatore.

Ruotata infine la graduazione circolare in


modo che lo zero coincida con la freccia
segnata sulla pala (fig. 2) si è pronti a trac-
ciare le curve che rappresentano l’imma-
gine deformata delle pale registrate nel-
l’intervallo di tempo del sincro-flash.

Infatti, mantenendo la graduazione circo-


lare ferma rispetto al disco, basta ruotare
la pala A in posizione 1, segnando con un
puntino l’incrocio del perimetro della pa-
la con la linea 1 del disco. Ruotando poi
la pala in posizione 2 si segna analoga-
mente il punto (o i punti) di incrocio del-
la pala (o delle pale) con la linea 2; e co-
sì via. Nell’esempio di fig. 3 il ventilato-
re si trova in posizione 12 e pertanto i pun-
ti di incrocio sono quelli delle pale B e C
con la linea 12.

Infine, congiungendo tra di loro tutti i pun-


ti relativi ad ogni singola pala, si ottiene (fig.
4) l’immagine deformata del ventilatore fo-
tografata con un apparecchio a tendina.
Va tuttavia precisato che non si tratta di Questo rapporto, peraltro calcolabile parten-
Questo semplice attrezzo permette non uno strumento universale, idoneo a stu- do dall’immagine deformata, consente non
solo di studiare la deformazione delle im- diare qualsiasi immagine deformata, in solo di realizzare lo strumento idoneo, ma al-
magini per qualunque posizione iniziale quanto la deformazione dipende dal rap- tresì di risalire alla velocità di rotazione del
delle pale, ma altresì di ricostruire la for- porto tra velocità di rotazione del venti- ventilatore, noto il tempo di sincro-flash.
ma delle pale partendo dall’immagine latore e velocità di traslazione della ten-
deformata. dina. Giuseppe Osella
© Edo Prando
Guida alla fotografia

di viaggio
Unire viaggio e
fotografia è
il sogno
di tutti i fotografi. Documentarsi prima della
Dalle parole partenza è indispensabile.
di chi lo Per poter riprendere dall'alto i carat-
teristici villaggi degli Yanomàmi, il
fa per mestiere, fotografo portò con se una lunga cor-
le difficoltà, da d'alpinista, che gli avrebbe con-
sentito di salire, senza pericolo, sugli
le attrezzature più alti alberi attorno al villaggio.
adatte e
La battuta è vecchia, ma sempre valida. sono altra cosa. Ne fa fede l'esperienza dei
anche i trucchi. "...a un certo punto si avvicina un mendi- professionisti.
cante lacero, denutrito - racconta il foto- Fotocamere, obiettivi, pellicole, tutto ma-
grafo agli amici - mi tende la mano sche- gari è studiato con maniacale perfezione.
letrica..." "e tu cosa gli hai dato?" s'infor- Ma c'è una mancanza molto frequente: la
ma uno di loro "un centoventicinquesimo, preparazione del viaggio. Oggi spostarsi è
diaframma tre e cinque con flash in fill-in, facile. Spesso un viaggio non è tale: è so-
per schiarire il viso...". lo uno spostamento. Del Paese che si vi-
La storiella non ci dice come sarà venuta sita si conosce quanto c'è scritto nei dé-
la foto. Tutto, però, ci fa pensare che la tec- pliant turistici, che non sono la documen-
nica sia risultata perfetta. Quanto al resto: tazione più adatta per farci capire la realtà.
un’immagine come migliaia di altre. Bel- Per questo ci si ferma, il più delle volte,
le senz'anima, risultato fortunato di uno alla superficie delle cose, e si fotografano
scatto casuale. I reportage di viaggio, non gli aspetti più folkloristici e irrilevanti dei
importa che la meta sia vicina o lontana, luoghi visitati.
La foto giusta spesso viene fuori dopo un certo numero di scatti.
© Edo Prando

... La piroga aveva attraccato ai La foto d’apertura è frutto di


piedi di una alta scarpata, in ci- una lunga attesa. Lame di so-
ma alla quale c'era il villaggio de- le filtravano tra le foglie del
gli Yanòmani della Amazzonia ve- tetto della capanna, creando
nezuelana. Il fotografo attese che effetti drammatici. Bisognava,
si affacciassero per vedere chi era però attendere che un Ya-
arrivato e iniziò a scattare, appe- nomàmi transitasse in quella
na vide le prime teste stagliarsi zona. La pazienza fu premia-
contro il cielo. La foto giusta ven- ta dopo una buona mezz'ora di
ne dopo alcuni scatti, quando il attesa. Evidente, tra le labbra,
gruppo di indigeni si era avvici- il caratteristico salsicciotto di
nato abbastanza. La foto venne in tabacco.
seguito pubblicata dal mensile
Atlante e da molti altri giornali.
Entrò a far parte anche di una
mostra itinerante dell'ONU.

Passare anche molti gior-


ni senza fotografare, per
Gli Yanòmami usano un allucino- venire accettati, spesso
geno vegetale per entrare in contat-
to con il mondo superiore. È una consente, poi, di poter ri-
polvere che viene vicendevolmente prendere cerimonie come
soffiata nelle narici. questa.
© Edo Prando
Il teleobiettivo non serve soltanto per scattare foto da lontano.
© Edo Prando

Se si unisce il teleobiettivo ad un duplicatore di focale la distanza minima di mes-


sa a fuoco rimane uguale, ma la grandezza del soggetto raddoppia. Così si pos-
sono scattare foto ravvicinate di animali rimanendo... lontani, senza disturbar-
li. Isole Galàpagos, iguana di terra ripresa con 500mm con duplicatore.

Il vero fotografo/viaggiatore, è anche te- no in catalogo guide di un Paese. Inutile


stimone della realtà, perciò non deve par- comperarle tutte. Bisogna preferire quelle
tire impreparato. Stabilita la meta, il Pae- più recenti e ricche d'informazioni.
se lontano ed esotico, ma anche la località Non sono molto consigliabili le guide mol-
a pochi chilometri da casa, ci si deve do- to illustrate. Quasi sempre le immagini so-
cumentare nella maniera più approfondita. no cartoline assai banali, che ben poco sug-
Storia, geografia, usanze, ricorrenze parti- geriscono al fotografo. Meglio un libro fo-
colari, curiosità: più si conosce, meglio si tografico di autore famoso, edito da un gran-
può programmare il viaggio in funzione de editore. Quelli editi dagli enti per il tu-
delle riprese. Le fonti presso cui informar- rismo e dai ministeri quasi sempre sono po-
ci sono numerose. Prima di tutto le varie co interessanti. Le fotografie che ci pre-
guide edite da Touring e ACI per le loca- sentano sono sempre le solite, banali e tu-
lità italiane; le guide Michelin, per quanto ristiche nel senso più deteriore della paro-
riguarda i Paesi stranieri. Più editori han- la.

Il filtro polarizzatore serve non soltanto a saturare i colori e a ottenere


cieli più blu. Elimina anche i riflessi dalla superficie dell'acqua.
Nelle due foto, scattate nella medesima laguna tropicale, le mante, che nuotano
sotto la superficie, si vedono solamente nella foto a sinistra realizzata con il po-
larizzatore.
Molto importanti nella programmazione Per rendere più gradevole o drammatizzare una foto,
del viaggio sono le cartine geografiche.
Servono a individuare esattamente le lo- talora si ricorre a piccoli trucchi.
calità da visitare e l'esposizione rispetto ai
punti cardinali. Se, ad esempio, si vede che
quella spiaggia tanto interessante risulta
esposta a est, programmeremo d’andarci
al mattino per avere la luce migliore.
Ugualmente utili le cartine delle città. Ser-
vono a programmare l’itinerario da per-
correre, in base alla posizione del sole.
Quante volte si arriva davanti a quel ma-
gnifico monumento e ci si accorge che è in
controluce, o che il sole l'illumina in mo-
do sbagliato.
Fanno parte della documentazione da con-
sultare prima della partenza, quando per-
corriamo itinerari in paesi cosiddetti eso-
tici, i racconti di viaggio e gli studi antro-
pologici sulle etnie locali. Chi visita i Do-

© Edo Prando
gon del Mali, ad esempio, non può fare a
meno di leggere “Dio d’acqua” di Marcel
Griaule. Nel bagaglio culturale di ogni fo-
tografo che si dedica ai viaggi non do-
vrebbero mancare i saggi antropologici di Può essere un filtro digradante, che scurisce il cielo, oppure, come in questa fo-
Claude Lèvi Strauss, di Bronislaw Mali- to, un piccolo specchietto da borsetta, messo davanti all'obiettivo, per creare una
nowsky, di Margaret Mead, per citare al- scogliera riflessa nelle acque calme, quando calme non sono affatto.
cuni "mostri sacri".

Permessi e documenti
La mania del "pezzo di carta" che certifi-
ca per noi, è delle burocrazie di tutti i Pae-
I consigli di Edo Prando Edo Prando, giornalista di Pro-
gresso Fotografico e autore di
si. Chi vuole muoversi meglio, in modo " Spesso il tesserino redazionale di un giorna- questo articolo è stato tra i pri-
particolare nei Paesi del Terzo Mondo, de-
le può aprire molte porte presso gli Uffici Turisti- mi fotografi italiani a dedicarsi
ve avere con sè un gran numero di tessere,
attestati, permessi: pezzi di carta, insom- ci e gli Uffici Stampa. Non importa sia di una te- ai reportage di viaggio. I suoi pri-
ma. Alcuni necessari, molti superflui, ma stata prestigiosa, praticamente impossibile da ot- mi servizi nella seconda metà de-
che usati nella maniera opportuna posso- tenere se non si è collaboratori ufficiali. In un Pae- gli anni Sessanta, per testate spe-
no cavarci dagli impicci. se straniero il tesserino dell'Eco della Parrocchia, cializzate e no: Atlante, L'Euro-
Fanno parte, invece, delle pezze d’appog- o di Tele di Sotto, ha lo stesso valore di quello del- peo, Atlàs, Famiglia Cristiana, Ar-
gio universalmente riconosciute, e neces- la CNN. Approfittatene. Ma sempre con misura, gosy Magazine, Sunday Times. At-
sarie, i documenti personali: passaporto e per non scoprire il gioco. tualmente collabora con tour
carta d’identità in primo luogo. Quando si " Non sempre è bene presentarsi come foto- operator specializzati in viag-
viaggia è meglio averli tutti e due, e tener- grafo professionista. In molti Paesi, specie quelli gi/avventura.
li in tasche e borse separate. Così è più dif- del Terzo Mondo e delle fragili democrazie, gior-
ficile smarrirli entrambi.
nalisti e fotografi sono visti come pericolosi te-
Per l’ingresso in taluni Stati è necessario
il carnet internazionale di vaccinazione: stimoni. In questi casi meglio passare per il solito turista un po' tonto.
deve essere in ordine, corredato anche del- " Non è necessario percorrere migliaia di chilometri per realizzare un buon re-
le indicazioni sulle vaccinazioni magari portage di viaggio. Anche il matrimonio di un amico che abita in una piccola città
non obbligatorie, ma utilissime: antiteta- può dare lo spunto per realizzare ottime immagini.
nica, antitifica. Assieme a quella del grup- " Quando si è in viaggio si ha sempre paura che un guasto non rilevato dell’at-
po sanguigno, facilitano l’opera dei medi- trezzatura possa mandare a monte mesi di lavoro. Per evitarlo è consigliabile invia-
ci locali nell'ipotesi, malaugurata, di rico- re a un laboratorio di fiducia i rullini man mano che vengono impressionati. Oggi, da
vero per malattia o incidente. qualsiasi parte del mondo, è possibile inviare tramite corriere pacchi che arrivano in
Patente di guida e patente internazionale quarantotto ore ai laboratori italiani. Una telefonata o una mail al laboratorio, col qua-
completano i documenti con valore lega- le ci saremo messi d'accordo in precedenza, rassicurerà sui risultati. O ci permetterà
le. Anche se non richiesta, è sempre me-
di prendere provvedimenti.
glio averla. È quasi come avere due patenti:
una di sicurezza in caso di smarrimento. " Quando si viaggia mai mettere lo stock dei rullini impressionati in una sola va-
Le carte di credito eviteranno di portare ligia o borsa: se si perde, si perde tutto.
con noi somme consistenti di denaro li- " Suddividere sempre i rullini per giornate di lavoro. Una giornata, un sacchetto
quido, con i relativi rischi di smarrimento di rullini. Rientrati in sede si fa trattare un rullino per ciascun sacchetto, in modo da
o di furto. mettere in evidenza eventuali errori di esposizione. Se ciò si verifica si può interve-
Infine, per quanto riguarda l’attrezzatura nire sugli altri della stessa partita con sviluppo differenziato, così da salvarli.
Del medesimo soggetto è bene scattare numerose pose.
Spesso la scelta della foto, da parte dell'art director, è determinata dallo
spazio che ha nella pagina: verticale, oppure orizzontale.
© Monducci

fotografica, occorre informarsi presso am- più adatte per la foto di viaggio. Il merca- campo di ripresa e, nello stesso tempo, per-
basciate o consolati su quante fotocamere, to offre reflex 35mm da tutti i prezzi. Tut- mette un migliore controllo della prospet-
obiettivi e di che tipo possiamo introdurre te con esposizione e messa a fuoco auto- tiva rispetto ai grandangolari di focale più
nel Paese, senza pagare dogana, o senza matica, possibilità di più programmi di corta. L'obiettivo normale, 50mm, deve es-
munirci di speciali permessi. In alcuni Sta- esposizione, compresa quella manuale, per sere del tipo macro. In viaggio è più fre-
ti le fotocamere professionali pagano co- le situazioni difficili. quente di quanto si creda l’esigenza di fo-
munque dazio, o hanno bisogno di permessi Gli automatismi: usati con intelligenza, fa- tografare piccoli oggetti, o particolari a di-
speciali. Nel Terzo Mondo, in modo parti- cilitano la vita ai fotografi. Ma le qualità stanza ravvicinata. Con il tele da 200mm,
colare, sono molto fiscali. È bene anche cui dobbiamo badare di più, in una mac- infine, entriamo nel campo della vera e pro-
compilare, prima della partenza, una lista china da usare in viaggio e in località di- pria ripresa con il teleobiettivo.
in più copie della nostra attrezzatura foto- sagevoli, sono robustezza e semplicità d'u- Alternativa più versatile alla terna di obiet-
grafica, da esibire alle frontiere per evita- so. Nella maggiore robustezza e affidabi- tivi a focale fissa è un corredo formato da
re discussioni e perdite di tempo. lità sta la differenza tra una macchina di li- due zoom: uno da grandangolare a norma-
Da non dimenticare alcune nostre fototes- vello professionale e una che non lo è. Non le e l'altro da medio tele a teleobiettivo, a
sere, spesso indispensabili per chiedere par- c'è differenza nelle fotografie che scattano. cui si può aggiungere un macro da 90mm.
ticolari permessi, e autorizzazioni, una vol- Chi desidera farsi un corredo adatto alla fo- Un corredo di questo tipo dà modo di scat-
ta sul posto. tografia di viaggio deve tenerlo presente. tare la maggior parte delle fotografie.
Se i viaggi si limitano a un paio all’anno, Da questa base si può,poi partire per ag-
Cosa mettere in borsa e si impressiona meno di un centinaio di giungere altre ottiche più specializzate, a
La scelta dell'attrezzatura viene immedia- rullini, non occorre un apparecchio "pro- seconda del modo personale di fotografa-
tamente dopo la scelta della meta o dell'i- fessionale”. Meglio investire i soldi ri- re o delle esigenze. Chi si dedica in modo
tinerario. Si sceglieranno fotocamere, obiet- sparmiati in un obiettivo migliore, o in un particolare alle riprese di monumenti e pa-
tivi, accessori a seconda del programma e obiettivo in più. I corpi macchina debbono lazzi, non potrà fare a meno di un obietti-
delle difficoltà che, presumibilmente, s'in- essere due. Non per fotografare contem- vo shift; chi ama le prospettive del tele non
contreranno. Quasi sempre si va in giro poraneamente in bianconero e a colori; op- potrà fare a meno del 300mm.
con troppa attrezzatura. Inutile caricarsi di pure con diapositiva o negativo. Due cor-
obiettivi, filtri, corpi macchina, quando si pi macchina permettono di continuare a fo- Gli accessori
è quasi certi di non usarli. L'attrezzatura tografare anche se uno si guasta. Il più utile è il treppiede. Non bisognereb-
non deve essere la nostra copertina di Li- be nemmeno considerarlo un accessorio,
nus. Se non si deve essere schiavi dell'at- Gli obiettivi ma uno strumento fotografico indispensa-
trezzatura, non la si deve nemmeno sotto- Obiettivi a focale fissa, oppure obiettivi bile. Non si deve usare solamente quando
valutare. La qualità delle fotografie pro- zoom? Il dibattito non è di oggi, ma è sem- la luce è scarsa e obbliga a tempi di espo-
fessionali è sempre di alto livello e le dif- pre aperto. Ci sono fautori dell'una e del- sizione lunghi; oppure quando si usano te-
ferenze possono essere determinate dallo l'altra soluzione. leobiettivi potenti. Anche con i tempi con-
strumento usato. Il corredo minimo di focali fisse richiesto siderati sicuri, cioè più brevi di 1/250 di se-
comprende grandangolo, normale, teleo- condo, usarlo fornisce immagini migliori.
Fotocamere biettivo. Le lunghezze consigliate sono 28,
Le reflex 35 mm sono le più versatili e le 50 macro e 200mm. Il 28mm offre un buon ...segue a pagina 43
Intervista a: Luca Monducci

Luca Monducci è un affermato fotografo di Il tema del viaggio, comunque, non gli fa di-
viaggi, che collabora con le maggiori riviste menticare le esigenze della professione, di Chi è Luca Monducci
italiane e straniere di turismo. Ma la sua espe- cui è innamorato. Se è in un posto fotografa Nato nel 1969, si dedica giovanissimo al-
rienza non si limita a questo settore. Spazia tutto quanto gli sembra possa interessare. So- la fotografia come fotoamatore. Assistente
anche nel campo della musica, dove è assai no le foto destinate alle agenzie di stock. Fo- di numerosi professionisti, diventa a sua
richiesto e apprezzato. to singole, tecnicamente perfette, costruite volta professionista nel ’94. Attualmen-
Il suo contatto con la fotografia avviene pre- con la professionalità di chi sa che potranno te è specializzato in foto di viaggi, di mu-
sto: da fotoamatore a diciassette anni. venire usate per illustrare un depliant turisti- sica e di matrimonio. Lavora tra Milano
"Ho iniziato prestissimo a occu- co, un calendario, o per il coperchio di una
e Bologna. La sua attrezzatura si basa su
parmi di tecnica fotografica. Ero scatola di cioccolatini.
corpi macchina Nikon, sia analogici che
un vero maniaco. Sapevo tutto." L'attrezzatura di Monducci è basata su reflex
digitali. Usa ottiche che vanno da 18mm
Il totalizzante amore per la fotografia lo por- Nikon e relativi obiettivi. "...però – con- al 400mm. In viaggio gira con due corpi
ta a dedicarsi sempre più al suo impegnativo fida - non mi manca mai in tasca macchina al collo, sui quali sono monta-
hobby. una Minox. Mi permette di non ti, rispettivamente, uno zoom 28-85mm
Inizia a fare l'assistente a fotografi profes- dare troppo nell'occhio in certe si- f/2,8 e uno 80-200mm f/2,8. In borsa ha
sionisti; una scuola preziosa, per chi - come
lui - sa osservare e imparare.
tuazioni, ma soprattutto mi per- sempre una fotocamera manuale, che gli
La grammatica già la sapeva, era la pratica mette di avere sempre con me una consente di far fronte a qualsiasi emer-
che gli mancava. In questo periodo spazia dai macchina fotografica pronta allo genza. In tasca una Minox, da tenere
generi fotografici più vari: dai matrimoni, al- scatto. Per quanto tu abbia pia- sempre pronta per le situazioni fotogra-
lo sport, alla foto industriale con banco otti- nificato le riprese, spesso le situa- fiche che gli si presentano improvvise.
co.
zioni ti si presentano improvvise." Usa pellicole Fuji Velvia, Provia. Fuji an-
Nel '94 il gran salto a professionista per con- Il suo corredo di ottiche spazia dai grandan- che per i negativi a colori, nelle sensibi-
to proprio. Specializzazione: musica e viag- golari ai teleobiettivi; lità di 100, 400 e 800 ISO.
gi, con incursioni "...per guadagnare un pa-
nino meno aleatorio...", confida, nella foto di
"...col grandangolare faccio quel-
le che chiamo foto cartolina. Ma posa, proprio perché ho trovato la collabora-
matrimonio.
preferisco la prospettiva del te- zione del soggetto."
In questo momento ha studio a Parma e La
Attento alla tecnica, Monducci non poteva ri-
Spezia. leobiettivo. Inoltre la lunga foca- manere indifferente al digitale. "...sempre più
"...nel campo dei viaggi ultima- le ti obbliga a pensare di più, pri- spesso nella mia borsa fotografica c'è anche
mente ho sviluppato un modo pre- ma di scattare, e questo è un be- una digitale, una Nikon D1. Le immagini che
ciso di svolgere il tema. Faccio una ne per la qualità della foto". fornisce sono di ottima qualità, tanto che rie-
specie di itinerario guidato. Stu- Come è un bene il treppiedi. Luca lo usa sem- sco a ottenere dei buonissimi ingrandimenti
dio prima a tavolino un percorso, pre, proprio perché obbliga a lavorare con più fino a 70x100 centimetri. Naturalmente as-
calma e a pensare meglio la fotografia. E una sieme alla D1 porto con me un computer por-
possibilmente un po' fuori dalle tatile. Alla sera, in albergo, scarico le foto che
fotografia pensata è una fotografia migliore.
solite mete turistiche, poi parto e Consigli per chi vuole dedicarsi alla foto di ho fatto durante la giornata, e le controllo.
documento con foto. In modo che viaggio? "..pianificare tutto: l'attrezzatura in Questo mi dà la possibilità anche di rifarne
chi vuole possa ripercorrere luo- rapporto al viaggio che si desidera fare, e na- alcune, se non sono venute bene. Inoltre pos-
ghi e provare situazioni che ho turalmente l'itinerario. Poi, quando si foto- so tenere in memoria solamente quelle ve-
grafa gente e situazioni, non essere invaden- nute bene, buttando via le altre. Il digitale evi-
proposto...". ta di tenere le foto di cui non sei soddisfatto.
È un modo interessante e un po' diverso dal ti e aggressivi. Un sorriso e un po' di tempo
speso nel rapporto con la gente consentono E ti permette anche di mandare via internet
solito di proporre servizi di viaggio, che ha
spesso di realizzare foto dove il fotografo non le foto di cui il giornale o l'agenzia con la qua-
trovato l'appoggio di Panorama Travel.
è gradito. Gran parte dei miei ritratti sono in le collabori ha urgente bisogno."
Intervista a: Gabriele Crozzoli
Confine tra Bolivia
e Argentina

Teleobiettivo
per far risaltare
la campitura di colore
dei peperoncini
messi a seccare
al sole.

© Crozzoli
Ho conosciuto Gabriele qualche anno fa. quanto vedono. Cerca di partecipare in tut- "...la foto è percezione, quando
Mi aveva mandato un pacco di diapositive ti i modi all'atmosfera del luogo. Parla quat- scatti non pensi alla tecnica, scat-
con una lettera: "...lungo la linea tro lingue, ma spesso si trova a parlare a
gesti.
ti perché sei folgorato da quel-
equatoriale c'è una quantità infi- Con la sua simpatica cadenza triestina mi l'immagine in quel particolare mo-
nita di isole paradisiache..." spiega che, anche nei posti più sperduti, il mento, perché lo senti dentro, non
Ed erano foto di posti stupendi: una ri- metodo funziona benissimo. Il contatto con perché te l'hanno insegnato."
cerca durata anni lungo la linea dell'equa- la gente è per lui l'aspetto più importante, Queste parole non debbono ingannare.
tore. Gabriele Crozzoli è uno di quei foto- quello su cui basa il suo lavoro. Non è di Crozzoli non è di quei fotografi che ti fan-
grafi che non "smonta" mai. La fotocamera quelli che fotografano di nascosto "...rie- no passare per espressioni artistiche la su-
è una sua appendice o, come si direbbe in sci a fotografare anche le persone più re- perficialità tecnica. Lui, oramai, la perfe-
‘computerese’, una sua "periferica". Sem- stie, se prima sei riuscito a instaurare un zione tecnica l'ha dentro, e non ci bada più.
pre pronta a entrare in funzione. rapporto di fiducia." Ma se lo segui quando prepara un viaggio,
Così, coprendo servizi per alcuni impor- La sua passione per la fotografia risale agli o quando fotografa, ti accorgi che è atten-
tanti tour operator, una foto qua, un'altra anni dell'infanzia. "Fin da quando posso ri- tissimo alla tecnica di ripresa, alla luce, al-
là, e sempre seguendo un progetto preciso, cordarmi - afferma - mi facevo regalare la composizione della immagine.
Gabriele si trovò con le immagini di tutte macchine fotografiche giocattolo. Ero an-
le isole che stanno sull'equatore, o nei pa-
"Scatto per suscitare una emo-
che attratto dai libri fotografici, dai setti- zione"
raggi. Venne fuori un bel servizio. manali illustrati. Non leggevo quanto c'e-
Così scoprii che, quando si trova in viag- ama dire. Poi guardi dentro la sua borsa e
ra scritto, ma guardavo le illustrazioni". scopri Leica e Contax.
gio, Gabriele non si comporta come molti, Con un imprinting di questo genere non po-
attenti più alla forma, che al contenuto di teva che venirne fuori un fotografo. "Quando viaggio - ti spiega - por-
to sempre in borsa ottiche che van-
no dal 180 al 280mm, tre corpi
Chi è Gabriele Crozzoli macchina, un flash per i lampi di
Nato nel '61 a Trieste, Crozzoli vi frequenta la Scuola Internazionale. Dal 1981 schiarita, alcuni pannelli riflet-
è ufficialmente fotografo professionista. Prima di specializzarsi nella fotografia tenti e un robusto treppiede. Le
di viaggio, paesaggio e architettura, trascorre quattro anni a Roma realizzando focali che mi piacciono di più so-
special sui set cinematografici. Il contatto con i più grandi direttori della foto- no quattro: 17, 28 50 e 90mm. Uso
grafia gli insegna segreti del mestiere, utilissimi anche in campo fotografico. Do- le più lunghe esclusivamente
po la parentesi romana si trasferisce a Milano, per iniziare la carriera nel cam- quando voglio una certa prospet-
po della ripresa industriale e di paesaggio. Attualmente collabora con le più im-
tiva."
portanti testate di viaggi e architettura. Al suo attivo oltre dieci volumi fotogra- Le sue foto sono sempre molto rigorose. Il
fici. Usa corpi macchina Leica R6 e Contax, con obiettivi che vanno dal 17mm segreto: "Prima di partire mi documento
al 280mm. Tra le ottiche più usate il Super Angulon PC 28mm f/2,8 e lo zoom molto in modo da non trovarmi imprepa-
Vario Sonnar 28-85mm. Non ama i filtri e usa prevalentemente pellicole Fuji rato quando arrivo sul posto. Non lascio
Provia 100 ISO e Fujicolor Superia 400 ISO. Impiega il flash come fonte di luce nulla al caso."
indiretta. Nelle foto di architettura usa frequentemente pannelli riflettenti e fa- Con buona pace di quanti pensano ancora
retti a luce continua da 3200K. che fare il fotografo di viaggi sia sinonimo
di genio e sregolatezza.
© Crozzoli

Giordania. La luce che piove dall'alto del canyon ha contribuito a mettere in risalto le venature della roccia scavata dal-
l'acqua.
...segue da pagina 40 colo set di pulizia e prima riparazione: una sa in tessuto, oppure uno zainetto fotogra-
Il buon cavalletto del fotografo viaggiato- peretta d’aria con pennellino morbido in fico, per le esigenze giornaliere.
re deve essere robusto e non, troppo leg- punta, un paio di piccoli cacciavite per la
gero. La teoria vorrebbe fosse un paio di manutenzione ordinaria dell'attrezzatura. Quali pellicole?
volte più pesante della fotocamera che gli La domanda che chiunque, in procinto di
si monta sopra. Ciò perché è la massa del Borse intraprendere un viaggio, fa all’amico o al
treppiede ad assorbire le piccole vibrazio- La borsa ideale deve essere robusta, capa- professionista esperto, riguarda la pellico-
ni responsabili del mosso. Più la massa è ce, leggera. È necessario offra una buona la. Sensibilità media, oppure elevata; dia-
ridotta, meno le vibrazioni vengono assor- protezione a fotocamere e obiettivi, per ri- positiva oppure negativo a colori; del tipo
bite. Inoltre il treppiede rallenta la ripresa pararli dagli urti, dalla pioggia, dalla pol- definito professionale oppure normale?
e obbliga a riflettere maggiormente sulla vere. Poi viene la praticità, che consenta di E il bianconero?
inquadratura. prendere e riporre quanto desideriamo con E il rischio che le apparecchiature di sicu-
Altrettanto importante del treppiede è un la massima facilità. Il suo interno deve po- rezza degli aeroporti velino le emulsioni?
flash di media potenza, preferibilmente au- ter essere suddiviso in scomparti. E poi, come bisogna conservare le pellico-
tomatico TTL. Risulta utile non solamen- Le valigette rigide, in allumino o plastica le?
te quando la luce è scarsa, o per le riprese dura, offrono la protezione migliore. Sono La prima risposta che si riceve è disarmante:
a distanza ravvicinata. Anche in pieno so- da consigliare a chi viaggia nei paesi tro- non esiste una pellicola migliore di un'al-
le il flash serve a schiarire le ombre trop- picali. La loro chiusura, quasi sempre er- tra. Esistono pellicole che si comportano
po scure di qualsiasi soggetto. metica, ripara il contenuto dagli agenti at- in maniera differente nelle medesime si-
Filtri. Un filtro skylight, tenuto in perma- mosferici. Sono anche molto indicate per tuazioni. Importante è sperimentare a fon-
nenza montato su ogni obiettivo, servirà a trasportare l’attrezzatura fotografica du- do una o due emulsioni, in modo da poter-
riparare la lente frontale da polvere, spruz- rante lunghi viaggi in automobile. Per la le usare sapendo esattamente come si com-
zi e tutti gli accidenti che possono capita- loro robustezza fungono anche da piano di porteranno.
re in viaggio. Un filtro polarizzatore, infi- appoggio, da sgabello e piccola pedana per In ogni caso la scelta deve cadere su di una
ne, servirà a saturare i colori. il fotografo. Purtroppo pesano più delle bor- emulsione robusta, che sopporti bene gli
Un paio di filtri digradanti possono servi- se in tessuto, sono più scomode e ingom- sbalzi di temperatura e gli strapazzi in ge-
re a scurire o colorare a effetto il cielo, la- branti da trasportare a spalla. nere, soprattutto che non soffra per una con-
sciando immutati i cromatismi del resto del- Una buona soluzione, per viaggi lunghi e servazione in condizioni non ottimali e per
la foto. impegnativi, è usare una valigetta rigida un trattamento effettuato anche molti gior-
La lista degli accessori termina con un pic- per il trasporto della attrezzatura e una bor- ni dopo l'esposizione.
© Crozzoli
Tra i migliori clienti dei fotografi di viaggi ci sono le agenzie turistiche...
...che usano le foto per depliant e campagne pubblicitarie. Le foto debbono essere allettanti e riproporre quanto il futuro
cliente si aspetta: spiagge incontaminate ed esotismo con tutte le comodità.

Questo vuol dire rinunciare alle pellicole zo, risultati.


definite “Professional”. Forniscono risul- È importante che tutte le pellicole dello
tati migliori di quelle normali solamente se stesso tipo portino, indicato sulla confe-
vengono conservate a bassa temperatura fi- zione, il medesimo numero di emulsione.
no a poche ore prima dell’uso, e se vengo- È la prova che hanno tutte il medesimo gra-
no sviluppate subito dopo essere state espo- do di stagionatura; sappiamo così che si
ste. comporteranno nella medesima maniera.
Meglio il negativo per stampe a colori, op- Un rullino della partita, impressionato pri-
pure la pellicola per diapositive? ma della partenza, fornirà le indicazioni sul
Se si intende proporre le proprie foto a un comportamento di tutto lo stock.
giornale, o a un editore per la pubblicazio-
ne, meglio la diapositiva. Colori più bril- La conservazione
lanti, lavorazione di post produzione più La conservazione ottimale della pellicola
semplice e, soprattutto, maggiore facilità avviene a bassa temperatura e in ambienti
di visione: basta un semplice tavolo lumi- poco umidi. Sono le condizioni che si han-
noso. In caso contrario la pellicola negati- no nel vano verdura del frigorifero di ca-
va a colori è la soluzione migliore. Mag- sa. Purtroppo non sempre è possibile con-
giore latitudine di posa, maggiore sensibi- servarle in questo modo. Per il trasporto
lità a parità di risultati e, con le attuali emul- una borsa o un qualsiasi contenitore ter-
sioni, qualità di ottimo livello. mico come quelli in polistirolo espanso,
Quale sensibilità scegliere? Da 50 a 3200 usati per il trasporto dei gelati, è la solu-
ISO, il mercato offre di tutto. Il consiglio zione migliore.
è orientare la scelta verso le sensibilità di Arrivati a destinazione, è consigliabile te-
La conoscenza delle tecniche d'illumi-
100 ISO se si usa pellicola per diapositive; nere le pellicole nel frigorifero della stan-
nazione è indispensabile per qualsiasi una moderna emulsione da 400 ISO se si za d'albergo, ad esclusione di quelle che
fotografo. In questo caso una leggera usano negative per stampe a colori. Sono serviranno giornalmente. Durante il viag-
sottoesposizione ha reso più scuro lo quelle che offrono un ottimo compromes- gio si deve tenere il contenitore delle pel-
sfondo e più saturi i colori del soggetto. so tra sensibilità, latitudine di posa, prez- licole nel posto più fresco. Se si viaggia in
Portogallo,
i segni della tradizione
sono sempre molto richiesti
dai giornali.
© Monducci

Anche le foto d'impianto classico non vanno dimenticate. I de-


pliant delle agenzie turistiche e la maggior parte dei giornali
non vogliono sperimentazioni visive, ma rassicuranti cartoline.

© Monducci
Negli ultimi anni è venu- Sta al fotografo avvicinarsi con il dovu-
to di moda il turismo ga- to rispetto, senza prevaricare su quanto
stronomico. Il fotografo per noi è folklore, mentre per i parteci-
avvertito non trascurerà panti è tradizione e rito.
di fotografare piatti e cibi
tipici.
© Monducci

automobile è sotto il sedile. Attenzione al soluzione per la foto di viaggio? Molti ama- ricaricarle e una presa di corrente. Infor-
modello di automobile: in alcuni proprio tori già viaggiano con una digitale al col- marsi, prima della partenza, sul voltaggio
sotto i sedili passa il tubo di scappamento. lo. Per ora, tuttavia, il costo di una reflex della energia elettrica dei luoghi visitati, e
In ogni caso il posto più protetto è al cen- digitale non ne ha favorito la diffusione. sullo standard delle prese. Da ricordare che,
tro del bagaglio personale. Rimangono le fotocamere a ottica fissa, che anche per le fotocamere digitali, l'alta tem-
Da evitare, nella maniera più assoluta, di non sono certo versatili come una reflex. peratura e in modo particolare l'umidità,
lasciare la scorta di pellicole nell'automo- I risultati delle stampe, costi a parte, sono sono agguerriti nemici. Indispensabile, se
bile chiusa al sole. Non solo in Africa si buoni e, se ci si limita ai formati standard il viaggio è lungo e la situazione irripeti-
raggiungono temperature altissime. non si vede la differenza tra una stampa da bile, avere un dispositivo per la memoriz-
Le medesime precauzioni usate per le pel- digitale e una da tradizionale. Se si desi- zazione delle foto scattate durante la gior-
licole da esporre, vanno riservate a quelle dera un ingrandimento, magari di parte del- nata, oltre alla card di memoria nella qua-
già esposte, ancora più delicate. Le ispe- l'immagine, la fotocamera di livello ama- le sono state registrate. Un inconveniente
zioni ai raggi X del bagaglio difficilmente toriale denuncia ancora limiti. può sempre metterla fuori uso, facendo co-
danneggiano le emulsioni. Possono causa- Altro discorso se le immagini scattate de- sì perdere tutte le foto che contiene. Se un
re una velatura solamente a quelle di sen- vono essere "stampate" su internet. In que- rullino fotografico tradizionale si distrug-
sibilità superiore ai 1600 ISO, che passino sto caso anche fotocamere digitali di mo- ge, si perdono al massimo 36 foto. Se una
più volte al controllo. Spesso si dà la col- desta qualità forniscono immagini più che card di memoria si guasta, si perdono tut-
pa ai raggi X, ma la causa è la temperatu- sufficienti. te le foto del viaggio. La necessità di un
ra cui sono state sottoposte. Il punto debole delle digitali, se usate in back up, come avviene per tutti i file delle
viaggio, è l'autonomia delle batterie d'ali- memorie digitali è indispensabile.
Ai tempi del digitale mentazione. Indispensabile avere a dispo-
Le fotocamere digitali possono essere una sizione, la sera, il relativo alimentatore per Edo Prando
IMMAGINI

HASSELBLAD AUSTRIAN
SUPER CIRCUIT 1999

Un nuovo record per il famoso concorso progressione non si è evidentemente arre- l'ampia partecipazione, sta nel fatto che al
fotografico Hasselblad Austrian Super Cir- stata e l'iniziativa è arrivata ancora una vol- concorso sono ammessi tutti gli appassio-
cuit: nell'edizione del 1998, alla quale si ta ad un traguardo straordinario, confer- nati dell'immagine, fotoamatori non meno
riferiscono le immagini che pubblichiamo, mando l'Hasselblad Austrian Super Circuit che professionisti (tra questi si è visto an-
ha infatti raggiunto lo strabocchevole nu- come il concorso che, attualmente nel mon- che Barry Lategan, il professionista ingle-
mero di 32.000 invii, con immagini pro- do, vanta il maggior numero di partecipanti. se che ha firmato il calendario Pirelli, op-
venienti da 120 Paesi. La manifestazione austriaca si ripropone pure Tony May, fotografo dei Pink Floyd).
Già nel 1997 il concorso austriaco aveva di selezionare belle immagini in differen- Per concorrere insomma, basta aver scat-
toccato le 26.000 adesioni, segnalandosi ti ambiti di ripresa, con diversi stili e tec- tato belle foto. Non si è nemmeno vinco-
come appuntamento di assoluto rilevo. La niche. Un punto di forza, che spiega anche lati in alcun modo, come viceversa potrebbe
INFORMAZIONI
Per partecipare alla prossima edizione
del concorso, segnatevi in agenda la sca-
denza: chiude il 2 agosto 1999, data li-
mite entro la quale le immagini dei par-
tecipanti dovranno pervenire alla sede
dell'organizzazione.
Ovvero presso:
Austrian Super Circuit,
Postfach 364 - A-4010 Linz/Austria
Telefono e fax: 0043/732750100.
e-mail: austriansupercircuit@netway.at.
Vedasi anche l'home page:
http://homepages.netway.at/fotoforum.

far supporre il titolo della manifestazione,


a dovere effettuare riprese con un'Hassel-
blad. Infatti Hasselblad è, molto semplice-
mente, uno dei maggiori sponsor dell'e-
vento e, tradizionalmente, è proprio la fo-
tocamera Hasselblad 503 CW il tradizio-
nale premio offerto come "top award" del-
la manifestazione. Non l'unico, ovviamen-
te. Di fatto, sono considerevoli "incentivi"
alla partecipazione anche altri riconosci-
menti. La scala premi, dal secondo in giù,
è infatti molto ampia e propone premi an-
che in denaro per un valore di 30.000 dol-
lari USA. In più, sono previsti 400 trofei e
medaglie nonché l'invito ad una serata in
onore dei vincitori, il "Galanight of photo-
graphy", a Linz, in Austria.
Il tema base del concorso è libero, per ca-
tegorie di immagini bianconero, stampa co-
lore, diapositive. Inoltre sono previste se-
zioni di "natura e vita selvaggia" (la clas-
sica "nature & wildlife"), fotografia di viag-
gio, fotografia di sperimentazione. Sono
ammesse immagini elaborate con tecnica
digitale. Si segnalano poi anche sei temi
speciali: "connections" (che potremmo de-
finire "collegamenti"), poi "luck & humor"
("il caso e l'umorismo"), "steel" ("acciaio"),
"communication" ("comunicazione"), "ti-
me" ("il tempo"), e "men at work" ("uomi-
ni all'opera"). Alle diverse sezioni si può
sempre partecipare con stampe o diaposi-
tive, a piacere.
Una selezione delle migliori immagini per-
venute sarà riunita in una mostra che verrà
resa itinerante in diversi Paesi d'Europa,
(per poi raggiungere gli Stati Uniti parte-
cipando al Photo Fusion Festival di Palm
Beach) e poi in Sud Africa. In tempi suc-
cessivi anche ad Hong Kong ed infine in
Francia.
Alla manifestazione si accompagna un ca-
talogo di 200 pagine con 350 foto.
I PREMIATI DEL 1998 Medaglie d'oro FIAP
(attribuite dai diversi circoli fotografici aderenti all'Hasselblad
Grand Prix: Bob Elsdale (Inghilterra) Austrian Super Circuit):
Minolta Trophy: David Johnson (Inghilterra)
Salon 1
Chairman Trophy: Susan Mosser (USA)
Manuel Villanueva Melgar (Spagna, "Scenes at beach - 27";
Cover Trophy: Bob Elsdale (Inghilterra)
Ewald Hengstschläger (Austria "Pesenbachtal II"; Anette Mor-
tier (Belgio, "Formation")
Premio per il migliore Fotoclub: Fotofreunde Wiggensbach
(Germania) Salon 2
Premio per il migliore Diaclub: Greater Lynn (USA) Leonid Konstantinov (Ukraina, "Veteran of Chernobyl"; Stephen
Premio per il migliore Fotoclub austriaco: ESV - Bahnbau Wels Hsu (USA, "Sand Dunes I"); Dr. Kenneth Cheng (Canada, "Dog
Premio per il migliore fotografo austriaco: Hannes Kützler (Au- sledding")
stria)
Salon 3
Medaglie d'oro PSA Leon Heylen (Belgio, "Torso"
(Photographic Society of America) per categorie: Hannes Kutzler (Austria, "Wespenflug")
PSA-Goldmedal/MP: Jerry N. Uelsmann (USA) Alois Bumberger (Austria, "Nr. 1")
PSA-Goldmedal/CP: Manfred Kriegelstein (Germania)
PSA-Goldmedal/CS: Jussi Laine (Finlandia) Salon 4
PSA-Goldmedal/CSEX: Thomas Herbrich (Germania) Sergey I. Shvedenko (Ukraina, "Serie 1")
PSA-Goldmedal/PT: Richard Dister (Belgio) Bob Elsdale (Inghilterra, "Penguins")
PSA-Goldmedal/Nature: Tien Chian Foong (Singapore) Alexander Hochhaus (Germania, "Love+death")
RIPRESA

I CASI DIFFICILI
Per affrontare situazioni limite, impegnative anche per fotografi esperti,
occorre conoscere le modalità di calcolo dell’esposizione della propria macchina
e fare una scelta in funzione della ripresa da effettuare

Un fotografo può a volte imbattersi in alcu-


ne situazioni di ripresa particolari: contrasti
eccessivi, scarsità di luce, soggetto in mo-
vimento che richiede perciò tempi d’ottura-
zione rapidi ma che è purtroppo debolmen-
te illuminato, condizione che obbliga a tem-
pi d’esposizione lunghi. Insomma: casi fo-
tograficamente “difficili”. Commentiamo al-
cune situazioni specifiche, ragionando in-
torno agli accorgimenti per ottenere i mi-
gliori risultati.
La difficoltà forse più ricorrente è quella che
si incontra quando si vogliono fotografare
soggetti molto contrastati.
Non va affrontata alla leggera, anche da fo-
tografi di buona esperienza. Riesce a creare
qualche problema anche a chi fa conto sul-
le soluzioni tecnologiche più raffinate e rap-
presenta un banco di prova molto critico per
qualsiasi automatismo d’esposizione. La si-
tuazione si complica ulteriormente quando
si usano pellicole per diapositive, notoria-
mente caratterizzate da una latitudine di po-
Matrice sistema valutativo a zone
sa ridotta.
Passo S. Pellegrino e catena di Costabella (Dolomiti). Esposizione multizona: il risul-
Un’altra difficile situazione di ripresa è poi
quella che si incontra scattando in condizioni tato è la media tra aree in luce ed aree in ombra, con buona leggibilità dei particolari
di luminosità ambiente insufficiente. Può tra- in entrambi i casi grazie alla latitudine di esposizione della pellicola. Le aree in luce
sformarsi in una situazione limite: è quella sono tuttavia sovraesposte rispetto alla realtà.
che si incontra quando si vuole scattare in
ogni caso, anche se le condizioni di ripresa Matrice / sistema buio “estremi” sono in moltissimi casi ec-
sono quelle che farebbero normalmente ri- valutativo a zone cessivamente distanti tra loro e così il diva-
nunciare alla fotografia, con luce davvero È il metodo di misurazione esposimetrica più rio eccede la tolleranza della pellicola, quel-
scarsa, alti contrasti, soggetto in movimen- moderno e sofisticato. Le reflex al top di la che si definisce la “latitudine di esposi-
to. gamma, ma ormai anche quelle di classe eco- zione”. Che succede, allora? Dobbiamo con-
Il primo problema, legato alla ripresa di sog- nomica, l’adottano sistematicamente, in ap- siderare che i sistemi di misurazione a zone
getti caratterizzati da salti di luminosità estre- poggio agli automatismi d’esposizione pro- sono naturalmente più affidabili di una sem-
mi, comporta soprattutto la difficoltà di de- gram. Il numero delle zone del sistema di let- plice media compensata. Si possono defini-
cidere i valori d’esposizione più adatti (da tura può essere estremamente vario: ad esem- re come capaci di una “media intelligente”.
impostare sulla fotocamera o che la mac- pio si va da 5 a 35 zone, dipende anche dal Li hanno battezzati anche sistemi a “matri-
china imposterà automaticamente). software che il fabbricante ha deciso di adot- ce” perché ogni zona registra un valore di
Per stabilire come comportarsi occorre ave- tare per la successiva elaborazione dei dati. intensità di luce e l’insieme dei valori si pre-
re le idee chiare sul funzionamento dei si- Il sistema a zone può essere considerato una senta appunto come una “griglia”, ovvero
stemi esposimetrici degli apparecchi mo- variante rispetto alla classica misurazione come una matrice matematica che verrà va-
derni. Di conseguenza, si deciderà poi se af- media, o media a prevalenza centrale. Co- lutata da un apposito software del micro-
fidarsi oppure no agli automatismi di espo- me quello “medio”, tenta di trovare una re- computer della fotocamera,
sizione ed alle “logiche” precostituite che golazione di compromesso tra le aree in pie- Vanno meglio dei sistemi a “media” per di-
guidano le fotocamere automatiche. Ana- na luce e le aree più scure. Spesso non riu- versi motivi. Anzitutto perché la griglia dei
lizziamo allora il problema. scendoci: infatti i livelli di luminosità e di valori ha, in corrispondenza di ciascuna zo-
na di misurazione, delle soglie di lettura
preimpostate. Si tratta di un accorgimento
di programmazione che permette alla foto-
camera di accorgersi della presenza di su-
perluminosità eccessiva. Così succede che
la macchina riesce a distinguere, ed esclu-
dere dal conteggio dell’esposizione, ogni va-
lore di intensità luminosa esagerata. Un ca-
so esemplare si ha quando il sole è compre-
so nell’inquadratura, oppure un riflesso ac-
cecante viene rimandato nel mirino dal ve-
tro di una finestra o dallo specchio d’acqua
di un laghetto.
L’altro motivo che spiega l’efficacia dei si-
stemi di lettura a zone è poi la capacità, pre-
sente in modo particolare nelle macchine
“ammiraglie” di alcune grandi marche, ad
esempio Canon, Minolta, Nikon, di con-
frontare la lettura a “griglia” con migliaia di
analoghe “matrici di dati campione” pre-me-
morizzate. È la prestazione che le case re-
clamizzano spiegando che “la fotocamera
confronta l’esposizione della scena inqua-
drata con quella di situazioni campione im- Azione in luce scarsa
messe in una “biblioteca” dell’apparecchio, Val d’Ega, al tramon-
ad esempio: trentamila situazioni tipo”. Ac- to, in novembre. La val-
cade in questo caso che la fotocamera cer- le, e la strada che la
chi la più plausibile corrispondenza tra la percorre, sono comple-
matrice misurata e quella memorizzata e poi tamente al buio. Le ci-
adotti la coppia tempo-diaframma pre-valu- me ricevono ancora la
tata. luce del tramonto.
I limiti e i vantaggi del sistema valutativo a L’auto è in movimento.
zone sono abbastanza bene definibili. Pellicola 1000 ISO, ot-
Quanto ai vantaggi, è presto detto: la velo- tica 35mm f/1.4.
cità di misurazione “ragionata”, che il siste-
ma a zone consente e che è preziosa nella
fotografia di reportage, è irraggiungibile da
qualsiasi altro metodo. Infatti basta puntare
la fotocamera e scattare: come nei sistemi a
misurazione media, la macchina eseguirà
una valutazione di “compromesso” tra chia-
ri e scuri. Ma questa volta verranno auto-
maticamente introdotti alcuni fattori corret-
tivi (appunto grazie al software di confron-
to tra le zone, alle soglie di intervento ed ai
“casi” in biblioteca). Sarà quindi sostan-
zialmente azzerata la probabilità di una mi-
surazione clamorosamente errata. L’affida-
bilità del sistema valutativo è alta anche ope-
rando con pellicole per diapositive, che co-
me è noto sono particolarmente poco tolle-
ranti. Può addirittura garantire il 100% di fo-
to utilizzabili se si adopera pellicola negati-
va colore di alta sensibilità (una combina-
zione, ad esempio, quella basata su emul-
sioni da 800 ISO, ormai divenuta uno stan-
dard universale nelle agenzie di fotografia
di cronaca).
Gli svantaggi sono essenzialmente due.
Il primo è legato alla pigrizia del fotografo: Le 21 zone di lettura del sistema esposimetrico della Canon EOS 3. Gli esposimetri so-
l’efficacia dei sistemi a matrice, nell’ese- fisticati di questo tipo possono essere facilmente commutati su misurazione spot, nel
guire una media molto bilanciata, è tale che qual caso diviene operante solo la cellula centrale.
Alto contrasto e luce scarsa
Sulla strada statale della val Vigezzo, tra
Domodossola e Locarno, in dicembre. Trep-
piede, obiettivo 35mm a f/4, pellicola 100
ISO, posa di qualche secondo.
si è sempre tentati di affidarsi ad essa in mo-
do acritico. Ovvero rinunciando a ragiona-
re sulla scena che si presenta nel mirino. È
un grave errore: molte foto devono il loro
fascino e la loro efficacia ad una misurazio-
ne della luce che sia fatta espressamente per
valorizzare un particolare importante, una
zona chiave. Se ciò non accade, e dunque se
i contrasti sono ammorbiditi con una valu-
tazione di compromesso sia le aree in luce
sia quelle in ombra, l’immagine può appa-
rire piatta. È inutile lamentarsi: ogni perso-
nalizzazione, magari con conseguente ri-
nuncia ad operare in automatismo, va deci-
sa prima di scattare, non dopo.
Poiché ogni regola ha la sua eccezione, ec- impostare una correzione intenzionale con zione a zone (o naturalmente della lettura
co naturalmente il rovescio della medaglia: l’apposita ghiera del sistema esposimetrico media, o media compensata). È la misura-
a volte, e specialmente nella fotografia di re- o starando manualmente quella della sensi- zione preferita dai fotografi smaliziati e di
portage di cronaca, la leggibilità di dettagli bilità pellicola (ad es. raddoppiando la sen- maggiore esperienza, quelli che puntano a
anche nelle aree più scure può essere im- sibilità ISO), oppure quella di ricorrere alla sostituire le valutazione del proprio cervel-
portantissima e decisiva per fornire la “pro- lettura spot. Che rimane la soluzione spic- lo a quella del “cervello” della fotocamera.
va” di un evento, anche a scapito della bril- catamente più guidata e personale. Attenzione: è una lettura da sposare prefe-
lantezza e saturazione dei colori. E la misu- ribilmente con la regolazione manuale del-
razione a zone la garantisce. Lettura spot la macchina ed è quasi sempre sconsiglia-
Se si insegue viceversa la personalizzazio- Non tutte le fotocamere, o eventuali esposi- bile abbinarla agli automatismi d’esposi-
ne delle riprese, per conservare il fascino di metri separati, dispongono della possibilità zione.
scatti ad alto contrasto, magari accettando di una misurazione localizzata: quella defi- Usare lo spot presenta qualche difficoltà in
che alcuni dettagli di marginale importanza nita appunto spot per indicare un rilevamento più. In primo luogo occorre sapere dove pun-
“anneghino nel nero” come si usa dire in ger- secondo un angolo molto stretto. tare l’area di lettura, cioè dove dirigere il
go, si ricordi che le strade maestre sono due: Lo spot è l’antitesi, l’opposto, della misura- “cerchietto” di misurazione indicato nel mi-
rino. La scelta a volte non è facile.
L’esperienza suggerisce di ricorrere ad al-
cuni accorgimenti:
• Se il soggetto è molto contrastato, si pun-
ta lo spot su di una superficie bene illumi-
nata in modo uniforme. Può essere rappre-
sentata, in un paesaggio, dalla parete roc-
ciosa di una montagna così come da un’a-
rea uniformemente azzurra del mare (evita-
re naturalmente superfici con riflessi scin-
tillanti o biancastre perché sono in contro-
luce)
• Se si incontrano difficoltà nel localizzare
un’area bene illuminata, o se ci si trova di
fronte a zone illuminate in modo eccessivo
(attenti dunque a non puntare su rocce cal-
caree bianchissime, o sulla carena di una bar-
ca bianca battuta dal sole), si può ricorrere
ad un trucco. È quello di misurare l’azzurro
del cielo. Presenta indubbi vantaggi: è chia-
ro, è uniforme. Attenti però: non si deve pun-
tare alle aree troppo chiare, vicine al sole!
• La lettura spot è adattissima alla fotogra-
Lettura spot
fia di ritratto. Centrare lo spot sul viso del
Passo S. Pellegrino e catena di Costabella (Dolomiti). Esposizione spot con rilevamento soggetto porta infatti, immediatamente, ad
sul cielo. Le rocce delle montagne si presentano con una resa realistica, anche la resa un dato “utilizzabile”: cioè ad una coppia
del cielo, apparentemente troppo scuro, corrisponde ai toni intensi dell’alta quota.
L’ULTIMA PAROLA IN FATT O DI COMPENSAZIONE
Il problema della compensazione dei con-
Generatore
trasti in fotografia è così universalmente
sentito che Agfa, non accontentandosi dei Alloggiamento di maschera digitale
risultati pur notevoli che offrono le pelli- lampade
cole negative colore, già estremamente tol-
leranti di fronte a marcati scarti di chia-
ro/scuro, ha studiato un macchinario di Scatola di
stampa speciale. Si chiama Dimax ed in diffusione luce
Italia sappiamo che è stato già adottato al-
meno da un paio di laboratori. È basato su LCD
di una tecnologia d’avanguardia: il nega-
tivo, prima di passare alla stampa, è ana-
lizzato da uno scanner. Questo, rilevando Obiettivo
i contrasti, produce una “maschera di con- Scanner
trasto”, appositamente sfocata, coman-
dando un piano trasparente realizzato in
cristalli liquidi (LCD) posto sul percorso
ottico di stampa. Ne risulta una efficace
mascheratura del negativo, personalizza-
ta su ciascuno scatto, che consente di rie-
quilibrare l’esposizione della carta da stam- Carta Negativi
pa, riducendo significativamente i contra- fotografica
sti eccessivi. Quanto serve per permette-
re così la contemporanea registrazione,
sull’ingrandimento finale, di particolari in
luce ed in ombra.

1 2 3 4 5

Negativo Stampa Maschera Negativo Stampa


originale standard sfocata mascherato corretta

tempo-diaframma che dà origine ad una fo- nere i dati (nella memoria della macchina o rizzare il rilevamento spot.
to in cui il volto, l’espressione della perso- ricorrendo alla impostazione puramente ma- Una particolarità: un soggetto sostitutivo può
na, è sicuramente ben riconoscibile. Atten- nuale) e infine arretrare fino al punto di ri- essere rappresentato anche dalla propria ma-
zione: questa impostazione non offre natu- presa prescelto, senza più farsi influenzare no, tenuta in modo che il palmo sia orienta-
ralmente alcuna garanzia per quanto riguar- dai suggerimenti dell’esposimetro. Il se- to così da essere approssimativamente pa-
da la “resa” dello sfondo (può essere “bru- condo, da mettere in pratica quando sia pre- rallelo alla superficie del soggetto lontano
ciato” se i contrasti sono elevati) clusa la possibilità di andare più vicino al che non si riesce a misurare. Su di essa si
• Non tutte le fotocamere consentono la let- soggetto (e dunque di escludere superfici può puntare l’esposimetro e rilevare i dati.
tura spot. A chi non disponga di un sistema troppo scure e troppo chiare che disturba-
di lettura spot non rinunciamo però a forni- no), è di effettuare una misurazione sostitu- Livello di luminosità
re un paio di suggerimenti. Il primo, il più tiva. Si sceglierà, allo scopo, un soggetto vi- insufficiente
ovvio, è quello di camminare: cioè avvici- cino a sé che presenti però una situazione di Riprese difficili sono certamente quelle scat-
narsi all’area illuminata che si ritiene più im- illuminazione il più possibile simile a quel- tare al crepuscolo, non appena il sole è tra-
portante, effettuare la misurazione, mante- la della zona su cui si sarebbe voluto indi- montato. La luminosità ambiente può indurre
ancora a scattare foto anche di paesaggio ma
la quantità di luce disponibile è scarsa. E nes-
sun flash può essere tanto potente da esser-
ci d’aiuto su grandi distanze! È il momento
di sfoderare il treppiede. Si potrebbe anche
suggerire di ricorrere ad obiettivi di alta lu-
minosità ma in questo caso, immaginando
di dover fotografare soggetti statici, preferi-
remmo di no: l’alta luminosità non è indi-
spensabile ed anzi è meglio chiudere il dia-
framma per portare l’ottica a lavorare nelle
sue migliori condizioni di resa fotografica.
La situazione di ripresa può però presentar-
si più difficile del previsto in alcuni casi par-
ticolari. La foto che pubblichiamo è stata
scattata con un 300mm al rientro da un’e-
scursione in montagna nel corso della qua-
le, per ovvie esigenze di contenimento del
peso, non era stato portato il treppiede. Non
sempre, e non per tutti, è possibile contare
su obiettivi supertele stabilizzati elettroni-
camente, una soluzione recente che fa “gua-
dagnare”, in termini di esposizione, l’equi- Livello di luminosità
valente di due diaframmi in luminosità. insufficiente
Per la ripresa pubblicata, poiché scattare con Dopo il tramonto. Passo
tempi lenti e con un lungo tele avrebbe por- Rolle, dall’alto, con tele
tato ad un inevitabile micromosso, la solu- Nikon 300mm f/4, ripresa
zione è stata trovata giocando su di una mag- senza treppiede, pellicola di
giore sensibilità della pellicola. È un accor- alta sensibilità trattata a svi-
gimento da non sottovalutare: tutte le nor- luppo forzato.
mali pellicole per diapositive possono esse-
re esposte per una sensibilità doppia (es. una
100 ISO come se fosse una 200 ISO) o an- sibile è suscettibile di essere trattata a svi- un’auto che, a fari accesi, avanza veloce-
che quadrupla (es. una 100 ISO come se fos- luppo forzato. Come dire: forzare di uno stop mente nel buio di una notte invernale verso
se una 400 ISO), con esiti soddisfacenti. Ba- una 1000 ISO significa disporre di una 2000 il fotografo. Una “situazione difficile”.
sta rispettare due accorgimenti: esporre alla ISO! Attenzione: la difficoltà di ripresa è però so-
sensibilità prescelta tutto il rullino e poi av- È vero che, a questi livelli, la grana appa- lo apparente. Può infatti essere aggirata sce-
visare il laboratorio perché operi un corri- rente aumenta in modo vistoso ed il contra- gliendo con attenzione il punto di ripresa. È
spondente “sviluppo variato”. sto è spesso tale che i “mezzi toni ben mo- vero, infatti, che un soggetto in movimento
dulati” sono solo un ricordo. Ma provate a richiede un tempo d’otturazione ridotto, ma
Azione in luce scarsa scattare con questa sensibilità e con un’otti- è anche vero che in un caso come quello pub-
Sempre più difficile: alto contrasto, illumi- ca f/1.4 e scoprirete il fascino del reportage blicato il movimento avviene in modo fron-
nazione scarsa sul primo piano, soggetto in praticamente “al buio”. tale rispetto alla fotocamera. Se si rinuncia
movimento. In una foto di questo genere oc- Rimane un dubbio da risolvere: dove punta- ad una ripresa laterale e si preferisce una ri-
corre scomodare parecchie risorse di “tec- re l’esposimetro per una corretta lettura? La presa frontale come in questo caso, si è av-
nologia”. Anzitutto: il tempo d’otturazione risposta, pensando soprattutto alle diaposi- vantaggiati: la macchina fotografica può es-
è vincolante e deve essere sufficientemente tive perché per il negativo colore interven- sere tranquillamente collocata su treppiede
rapido da arrestare il moto del soggetto in gono superiori capacità di compensazione al bordo della strada e fatta scattare con un
primo piano. Di conseguenza è necessario anche in sede di stampa, è sempre la stessa: tempo relativamente lento, sufficiente a re-
operare a tutta apertura. Sarà quindi favori- verso un’area luminosa che non sia la più lu- gistrare il paesaggio (meglio se si dispone
to chi disporrà di ottiche superluminose (pos- minosa in assoluto. Per la foto d’esempio qui di un obiettivo luminoso). Così, proprio gra-
sibilmente in versioni asferiche perché so- pubblicata: non puntare sui fari dell’auto e zie alla progressione frontale del soggetto
no meglio corrette per gli errori di “coma”, nemmeno sulle rocce illuminate. Meglio mi- verso l’osservatore, l’eventuale effetto di
che si manifestano con maggiore evidenza surare, con lettura spot, il cielo sopra le mon- mosso non apparirà in modo evidente. An-
quando l’inquadratura comprende punti lu- tagne (in pratica anche nell’area più alta, un zi: in questo caso una conseguenza del “mos-
minosi ai bordi). Anche così, tuttavia, spes- po’ “fuori” dall’inquadratura). so” sarà il progressivo ingigantirsi del dia-
so è opportuno non rinunciare ad un ulte- metro del cerchio luminoso dei fari, che sem-
riore aiuto: quello di una pellicola di alta sen- Alto contrasto plicemente appariranno in fotografia anche
sibilità, ad esempio 800 o 1000 ISO. e luce scarsa più potenti di quanto non lo siano nella realtà,
Non basta. Se proprio la luce disponibile ap- Sempre più difficile: soggetto in movimen- con un più largo alone luminoso.
parirà ridotta al lumicino (è il caso di dirlo!) to rapido, luminosità ambiente ridottissima.
si ricordi che anche una pellicola supersen- A titolo d’esempio presentiamo la foto di Maurizio Capobussi
FOTOGRAFIA NATURALISTICA

IL FANTASMA
DI MONTECRISTO

Aspide (vipera aspis montecristi).

Dalla penna di Giuliano Cappelli ecco il che hanno accompagnato la realizzazione L’isola di Montecristo ha ricevuto dal Con-
resoconto, quasi un diario di viaggio, di di queste riprese. siglio d’Europa il diploma di Parco Natu-
un reportage effettuato all’Isola di Mon- rale di interesse internazionale.
tecristo. Il servizio commissionato al fo- L’incarico e il luogo Parte del Parco Nazionale dell’Arcipela-
tografo aveva come oggetto principale una Nelle acque del mar Tirreno, a Ovest del go Toscano, essa è visitabile con alcune
rara specie di capra che vive nell’isola. promontorio dell’Argentario, si erge a for- restrizioni. Sono ammessi solo un certo
Nulla di eccitante, apparentemente, se non ma di cono l’isola di Montecristo, la cui numero di visitatori all’anno, in gruppi di
l’ordinaria dose d’avventura implicita nel cima sale a 545m s.l.m. non più di cinquanta persone alla volta,
reportage naturalistico, anche nel più sem- Su questa roccia di granito ricoperta dalla dietro prenotazione, e non è possibile sog-
plice. macchia mediterranea vive allo stato sel- giornarvi.
Ma l’eccezionalità del luogo, complici la vaggio una rara specie di capra, la capra Per il mio servizio fotografico ho ottenu-
leggenda, due custodi e la dama di Mon- eagagrus, ed io ho avuto l’incarico dalla to, dall’Amministrazione delle Foreste De-
tecristo, fanno di questa cronaca un epi- rivista Oasis, di fotografarla, con l’in- maniali che la gestisce, i permessi sia per
sodio particolare, svelandoci i retroscena comparabile ambiente che la circonda. fotografare che per soggiornare a Villa Tay-
Isola di Montecristo. Capre selvatiche (capra aegagrus).

lor, per dieci giorni. che, è composta da numerose stanze adi- endemismo, e una numerosa serie di pa-
Macchine fotografiche in spalla e bagaglio bite ora a museo. La camera che mi è sta- norami. Mi manca però la rarissima vipe-
con il cibo per il periodo di permanenza, ta destinata è al primo piano, ha pareti al- ra di Montecristo che finora non ho nep-
mi imbarco a Follonica su una lancia in- te ed è perennemente in penombra perché, pure visto.
sieme ad una comitiva di una trentina di se anche apro la finestra, i rami degli al- La sera, dopo una giornata trascorsa da ere-
visitatori. Il cielo è terso e limpido ma si beri sono talmente fitti da lasciar passare mita, accetto volentieri l’invito dei custo-
è alzato un vento piuttosto forte. ben poca luce, ed il mare, più che vederlo, di a cenare insieme. Mi raccontano storie
La traversata dura poco ma il mare si sta lo sento per il forte infrangersi delle onde. dell’isola e l’atmosfera diventa particola-
agitando con spruzzi in cima all’onda. re: si parla di rumori notturni, di passaggi
Quando siamo in prossimità dell’isola ci Le riprese segreti, di antichi abitatori della villa. Da
viene comunicato che ci saranno difficoltà Già nel pomeriggio incomincio ad esplo- buon pragmatico trovo una spiegazione
per lo sbarco; in poche parole dovremo rare l’isola per capire come iniziare il mio realistica a tutto. I rumori sono quelli de-
spiccare un salto cercando di non cadere lavoro di fotografo. Rientro che già il so- gli animali notturni che si aggirano intor-
nell’acqua. Più tardi sul piccolo molo del- le tramonta. La sera è fresca, il vento, che no alla villa o che si fermano sui tetti, co-
l’isola ci siamo io, i bagagli e i rifornimenti ha perseverato per tutta la giornata, si è me gli uccelli rapaci, o il vento che passa
per la famiglia del custode. Per ragioni di placato ma il mare si fa ancora sentire. dai vecchi infissi. Comunque mi immergo
sicurezza il gruppo di visitatori è dovuto A cena sono ospite di Mario e Antonella, con la semplicità di un bambino nell’a-
rimanere a bordo e dovrà accontentarsi di i custodi, unici abitatori dell’isola. Si fa scolto di queste storie e mi piace fantasti-
circumnavigare l’isola e tornare a Follo- conoscenza e si chiacchiera del più e del care insieme a loro, ma rimango con i miei
nica. meno. Finisce così la mia prima giornata dubbi.
Insieme ai due custodi, Mario e Antonel- all’isola di Montecristo. Una sera, dopo essere entrato in confidenza,
la, che mi sono venuti incontro, raggiun- Passano i giorni, il lavoro procede bene. vengo fatto partecipe di un segreto: la pre-
giamo Villa Taylor. Ho documentato le capre ma anche altri senza del “fantasma”. Di fronte alla mia
Circondata da un’alta vegetazione, pini do- abitanti dell’isola: uccelli, mammiferi e incredulità, la signora Antonella mi ac-
mestici, eucalipti ed altre specie endemi- rettili come il biacco di Montecristo, un compagna in una stanza attigua alla mia e
Una vela nel riflesso del sole, al largo di cala Maestra. A sinistra: Vegetazione tipica della costa.

mi indica il letto dove ogni notte “giace” senze”. Entro in camera, giro l’interrutto- di roccia da dove domino una zona roc-
il fantasma. La prova è l’avvallamento del- re del lampadario che pende dal soffitto. ciosa che si affaccia sul mare dove ogni
le coperte. “La mattina le stiro, ma il gior- Con il riscontro d’aria provocato dall’a- tanto qualche caprone va a leccare il sale.
no dopo le ritrovo di nuovo afflosciate” mi pertura della porta, dondola facendo muo- Passano un paio d’ore, delle capre neppu-
dice la custode. Di nuovo do una spiega- vere tutte le ombre. Sento un brivido: sarà re l’ombra. Decido di alzarmi e tornare al
zione realistica: le reti ed il materasso, vec- l’aria fredda? Mi sento inquieto. Richiu- molo. Mi muovo ed in quel preciso mo-
chie sicuramente, erano imbarcate e quin- do velocemente la porta, corro a chiudere mento “sento” la presenza di qualcuno o
di le coperte non possono certo rimanere a chiave la serratura della porta della stan- qualcosa. Penso alle capre, mi giro lenta-
tese. Ritorniamo alla cena interrotta, cia- za comunicante, ritorno sui miei passi e mente ma non vedo nulla. Poi abbasso lo
scuno con le proprie convinzioni. chiudo con due giri di chiave quella che sguardo a terra e… a due metri da me c’è
È tardi e la stanchezza della giornata tra- dà sul corridoio. Mi infilo nel letto con la dama di Montecristo! È stata tanta la
scorsa si fa sentire. Do la buonanotte, la- un’inquietudine strana. Io non credo ai fan- sorpresa che non sapevo più se darmela a
scio la casa dei custodi e mi dirigo verso tasmi ma il luogo dove mi trovo e le cir- gambe o puntare l’obiettivo. Dopo qual-
la villa. Entro, percorro il lungo, buio cor- costanze mi hanno fatto tornare alla men- che attimo di sbandamento, mi ritrovo a
ridoio, che porta alla mia stanza. Passo da- te i discorsi sull’isola, l’abate Faria, il te- fotografare la aspis montecristi, la vipera
vanti alla camera del “fantasma”. Starà già soro nascosto… quella sera ho faticato mol- dell’isola. Mentre percorro il sentiero che
dormendo? Sorrido. Sento il soffiare del to ad addormentarmi. conduce al molo non credo ancora a que-
vento ed alcuni rumori, come dei tonfi che È l’ultimo giorno di permanenza sull’iso- sto colpo di fortuna. Mi torna in mente, al-
provengono dal loggiato. Saranno le capre la: il mio bagaglio è già pronto sul molo. lora, il fantasma di Montecristo: che abbia
che di notte vanno a brucare le foglie di Per ingannare l’attesa della barca che sa- voluto donarmi un ricordo? Mah, io non
vite della pergola? Mi ritrovo ad affretta- rebbe giunta in tarda mattinata, tiro fuori credo ai fantasmi però…
re il passo. Mi giro a destra e a sinistra per dalla borsa fotografica una macchina con
convincermi che non ci siano altre “pre- un mezzo tele e mi sistemo in una cengia Testo e foto di Giuliano Cappelli
IMMAGINI

IL PALIO DI ASTI
Per tutti i fotoamatori, una colorata occasione per scattare belle foto

La prospettiva grandangolare esalta la monumentalità del soggetto. La saturazione dei colori è accentuata dalle pellicole di bassa
sensibilità.

Il Palio si corre la terza domenica di set- fantino dispone delle briglie, del frusti-
tembre, sulla pista appositamente allesti- no, delle ginocchia. Occorre abilità, co-
ta, ogni anno, in piazza Alfieri. Nel cuo- raggio, equilibrio e anche fortuna, in par-
re della città di Asti. Come sempre si mon- ticolar modo alla curva del Cavallone, il
ta a pelo, cioè senza sella. Non sono am- punto più stretto della pista dove avven- Con lo zoom 80-200mm, possibilmente usa-
messi gli speroni. Il cavallo ha solamen- gono le cadute più spettacolari. to a tutta apertura, è più agevole isolare i
te un filetto in bocca; per governarlo il Le speranze però non finiscono nella pol- soggetti.
Con lo zoom, e ancora più con focali molto lunghe, ci si può dedicare a cogliere diversi particolari, isolandoli dal contesto.

Il Palio di Asti è certamente una manifestazione in cui le pellicole a colori possono essere “testate” a fondo.

A sinistra in alto: Il tele è indispensabile trata, chiassosi cortei porteranno il drap- Gruppi di persone in movimento sono dif-
per cogliere particolari interessanti du- po per vie e piazze. Chi si reca a vedere ficili da tenere a fuoco. Inquadrando in
rante la corsa. È determinante, per il ri- il Palio di Asti partecipa ad una festa che movimento, cioè seguendo di pari passo
sultato, la precisione di messa a fuoco sul si prepara, cresce e monta durante tutto il corteo, è importante prestare molta at-
particolare che si reputa più importante. l'anno, attraverso tappe di avvicinamen- tenzione agli sfondi dietro il soggetto. Va
to rituali che sono già di per sé spettaco- posta molta attenzione ai particolari sul-
vere insieme al fantino: per regolamento lari: il Giuramento dei Rettori, la Stima e lo sfondo (cartelli stradali, auto, transen-
la vittoria può andare anche al cavallo l'Offerta del Palio, le Cene propiziatorie ne e così via). La loro presenza non de-
"scosso", cioè privo di fantino. Dopo che imbandite all'aperto nei Borghi, il Corteo ve distrarre l'attenzione dell'osservatore
il sindaco ha pronunciato l'antica formu- Storico in costume medioevale. dal vero soggetto della foto. Le soluzio-
la: "...Andate, e che San Secondo vi assi- ni a questi problemi sono: l'impiego di
sta!", tre batterie qualificano nove caval- Come fotografare una focale molto lunga, intorno ai 300 o
li alla finale. Si fanno tre giri in senso ora- Il Palio di Asti rappresenta una magnifi- 400mm usata su monopiede con dia-
rio, per un totale di circa 1300 metri. In ca occasione per poter realizzare imma- frammi molto aperti; oppure l'uso di uno
un minuto e mezzo si concentrano l'ener- gini di sicuro effetto. La magnificenza zoom 80-200mm o 70-300mm. Per rea-
gia e la passione di un anno di prepara- dei costumi, la varietà dei colori e la lizzare immagini di ritratto ambientato e
zione. Due minuti ed esplode la gioia di splendida cornice scenografica sono ele- di sicuro effetto, in questo caso natural-
tutto un Borgo; quindi, fino a notte inol- menti di sicuro richiamo per i fotografi. mente adoperando zoom corti come un
Per coloro che desiderano seguire il cor- 20-35mm oppure un 24-120mm, il con-
A sinistra in basso: La tecnica del "pan- teo storico da piazza cattedrale fino a piaz- siglio è di recarsi in piazza Cattedrale pri-
ning", ovvero quella di seguire il movi- za Alfieri è senz'altro preferibile una fo- ma dell'avvio del corteo storico (ore 13.30
mento del soggetto mentre si scatta con tocamera reflex autofocus di ultima ge- circa). Si avrà la possibilità di fotografa-
tempi relativamente lenti, restituisce la sen- nerazione, in quanto la messa a fuoco de- re i figuranti con tutta calma, con la cor-
sazione di azione. ve essere fatta rapidamente e con cura. tese collaborazione dei figuranti stessi.
Ritratti, nella folla; è importante misurare con precisione l'esposizione.

La corsa chie della città durante la cerimonia del-


Per fotografare dalla tribuna (postazione la benedizione del cavallo e del fantino,
Attr ezzatura fissa), consiglio l'impiego di uno zoom sono consigliabili pellicole di alta sensi-
80-200mm o 70-300mm, o in alternativa bilità, almeno da 400 o anche 800 ISO,
Le riprese sono state eseguite con Nikon
di un'ottica fissa come un 300 mm f/2.8. sia per il colore sia per il bianconero. Può
F-90, Nikon FM-2, ottiche Nikkor
Con questi obiettivi è possibile fotogra- essere conveniente prevedere l'impiego
20mm, 85mm, 180mm, zoom 24-50mm,
fare lo svolgimento della corsa, la par- di una pellicola "multisensibilità" a pat-
zoom 28-70mm.
tenza e le eventuali cadute dei fantini. to di non superare il livello di 800 - 1000
Pellicole: Kodachrome 64, Fujichrome
Nella zona "parterre" ci sono invece pro- ISO, livello che richiede una determina-
100.
blemi di affollamento e di sicurezza, ma zione molto attenta dell'esposizione e at-
c'è il vantaggio di poter seguire le fasi tenzione anche nella scelta dell'inqua-
della corsa spostandosi. Per non avere dratura).
Informazioni problemi consiglio di richiedere per tem- Per le foto ai figuranti e al corteo storico
L'autore ringrazia per la collaborazione po al Comune di Asti il "pass" per foto- sono consigliabili, in caso di bel tempo,
il Servizio Manifestazioni e Turismo del grafi. Se verrà concesso, con il "pass" sarà emulsioni di bassa e media sensibilità (50
comune di Asti. Poiché il programma possibile spostarsi entro tutto l'anello in - 64 ISO) perché sono caratterizzate da
del Palio può subire variazioni per ne- cui si svolge la corsa e sarà possibile av- una grana fine. Aiuteranno a far risaltare
cessità organizzative, si segnala la pos- vicinarsi all'area di partenza per poter i dettagli dei costumi e i colori in gene-
sibilità di rivolgersi al Servizio Manife- scattare belle immagini prima della ca- re. Lo stesso dicasi per gli scatti durante
stazioni e Turismo per eventuali infor- duta del canapo. la corsa.
mazioni e aggiornamenti,
tel.: 0141/399.482-486. Le pellicole
Testo e foto
Per le foto scattate nelle diverse parroc-
di Marino Carmelo
RIPRESA

IL RITRATTO,
TECNICA ED
ESPRESSIONE
Più aumenta il numero delle fonti di luce, più è difficile illuminare
correttamente il soggetto. Gli schemi d'illuminazione più usati.
I pannelli diffusori tra gli accessori più utili.

Nelle due foto il ritratto e lo schema d'illuminazione adottato. Come si può ve-
dere la luce principale era data da due flash riflessi in altrettanti pannelli, men-
tre un terzo flash, dietro la ragazza provvedeva a staccarne la figura dallo sfon-
do e a metterne in risalto i capelli.

La fotografia è fatta di luce. Da qui l'im- la quantità di luce emessa. Dipende da co- è detto che la luce secondaria debba esse-
portanza di conoscere almeno i modelli fon- me il fotografo vede il soggetto, adottare re prodotta da una fonte autonoma, flash o
damentali d'illuminazione, magari inizian- una luce principale dura e contrastata; op- faretto che sia. Possiamo usare la stessa lu-
do dai più semplici, per finire ai più com- pure diffusa. In genere si preferisce una lu- ce principale, riflessa da un pannello ri-
plessi e difficili. In ogni genere di ripresa ce dura per i soggetti maschili; una luce flettente. È la soluzione più semplice, per-
la luce più importante è quella che viene morbida, per i soggetti femminili e per i ciò la più consigliabile ai principianti. Più
chiamata "dominante". bambini. aumentano le fonti di luce, più è difficile
Il ritratto non fa eccezione. Anzi. È quella Oltre alla luce principale, si deve usare la padroneggiarle e ottenere un buon ritratto.
che deve essere diretta sul soggetto, in mo- cosiddetta "luce di riempimento". Serve a Meglio adottare sempre un tipo d'illumi-
do da ottenere l'alternanza di luci e ombre ridurre le ombre troppo fonde. Questa lu- nazione che ricordi quella naturale a cui
e l'intensità di illuminazione desiderata. A ce è del tipo diffuso, piuttosto che del tipo siamo abituati: una fonte di luce diretta, e
questo scopo possiamo variare la distanza diretto, per non correre il rischio di creare di luce diffusa dal cielo, oppure dagli og-
tra la fonte luminosa e il soggetto, oppure nuove ombre, invece che eliminarle. Non getti che stanno attorno al soggetto.
La ragazza era all'interno di una "scatola di luce" costi-
tuita da pannelli di polistirolo sui quali si rifletteva la luce
dei flash. Più le fonti di luce aumentano, più è difficile padroneg-
giarle. Lo schema d'illuminazione usato in questo caso
comprendeva un grande bank sulla destra della ragaz-
za; un pannello di schiarita sulla sua sinistra e un om-
brello argentato dietro e in alto, usato per staccare la fi-
gura dallo sfondo.

SCHEMI dovrebbe usare le prime volte. Ma la luce ce è schiarire le ombre sul viso, in modo
deve arrivare sul viso da destra, oppure da da ridurre il contrasto tra la parte illumi-
D’ILLUMINAZIONE sinistra? nata e quella in ombra. Può anche essere
La risposta dipende dalla asimmetria del usata per ottenere un effetto di mezzo con-
Una sola luce viso. Se una parte del viso è più piccola di troluce. Infine, la si può usare per rischia-
Tre sono le posizioni fondamentali in cui quella corrispondente sull'altro lato, illu- rare lo sfondo. Schiarire le ombre ha come
possiamo mettere la luce principale: più al- minandola maggiormente, con una luce po- scopo ridurre la differenza tra le zone più
ta del soggetto, in modo da illuminarlo a sta da quella parte, ne attenueremo la asim- illuminate e quelle meno, cioè il cosiddet-
45°; all'altezza dei suoi occhi; oppure in metria, mentre accadrà il contrario se la ter- to contrasto. È un concetto molto impor-
modo che lo illumini dal basso a 45°. La remo in ombra. tante.
luce frontale non è quasi mai indicata. Anche la qualità della luce è importante. Facciamo un esempio: le ombre sono ven-
Quanto più il fascio di luce è ristretto tan- Più è direzionata e dura, maggiormente sa- ti volte meno chiare di quelle in piena lu-
to più le ombre sotto il naso e sul collo sa- ranno evidenti le ombre. Si dovrà usare un ce? Avremo un contrasto di 20:1. Siccome
ranno evidenti. Succede il contrario se il pannello di schiarita oppure una seconda ogni pellicola possiede una specifica lati-
fascio di luce è largo. Per schiarire le om- fonte di luce, morbida. Una sola luce al- tudine di posa, che esprime la capacità di
bre possiamo usare un pannello, messo da- l'altezza del viso, in modo da illuminarlo registrare correttamente un certo contrasto,
vanti al soggetto un po' sotto la sua linea frontalmente è quella che dà i risultati peg- se questo è troppo alto non avremo più par-
degli occhi. Il risultato, oltre a schiarire un giori. Il risultato è una foto segnaletica. Il ticolari leggibili nelle ombre e neppure nel-
po' le ombre, è produrre un punto lumino- viso risulta senza rilievi, gli occhi sbarra- le luci.
so negli occhi, per dare intensità allo sguar- ti, le ombre dure. Meglio evitare. Nell'illuminare il soggetto è indispensabi-
do. La luce posta obliquamente in alto, a le considerare la latitudine di posa della
destra oppure a sinistra dà un grande rilie- Due fonti di luce pellicola. Se si vuole un ritratto poco con-
vo ai volumi. Ricalca l'illuminazione na- Un vero ritratto si fa solamente con due trastato si deve usare una luce di riempi-
turale. È il tipo di luce che ogni principiante fonti di luce. La funzione della seconda lu- mento quasi uguale a quella principale, che
Due fonti di luce, in alto a sinistra della ra-
Illumina il ritratto un bank sulla destra del- gazza un grande ombrello argentato la cui
la ragazza, mentre le ombre sono schiarite Le immagini che si ottengono con una so-
luce era schiarita da un pannello di polisti- la luce sono sempre drammatiche. In que-
da un pannello di polistirolo messo sulla si- rolo bianco posto sulla destra della ragaz-
nistra. sto caso la fonte era un flash con piccolo
za. La luce direzionata in alto produce la ombrello argentato sulla destra della ra-
caratteristica illuminazione " farfalla", co- gazza, posto leggermente più in alto della
sì chiamata per l'ombra, che ricorda una far- linea degli occhi.
falla, sotto il naso del soggetto.

dia, per esempio, una differenza tra parti in rie. Addirittura lo stesso sfondo può risul- dale illuminato in maniera digradante, in-
ombra e quelle in luce di 1:2. tare bianchissimo oppure nerissimo. Se vo- vece che in maniera uniforme, come nel
Al contrario, se desideriamo un contrasto gliamo un fondo totalmente bianco dovre- caso precedente. Lo si ottiene illuminando
più elevato, dovremo usare una luce di mo rischiaralo con una fonte di luce più il fondo con un fascio di luce che non lo
schiarimento più debole. Il contrasto di- forte di quella usata per la illuminazione copra totalmente, ma solamente in parte. A
pende anche dalla esposizione data alla pel- generale del soggetto. seconda della distanza dal fondo della fon-
licola. Una sovraesposizione porta a una Supponiamo di volere un fondo più scuro te di luce e della sua inclinazione, avremo
perdita di contrasto, mentre una sottoe- della parte più illuminata del viso, ma più diversi effetti di illuminazione degradante.
sposizione fa perdere i dettagli nelle parti chiaro di quella in ombra. Se la luce che il-
in ombra. lumina il viso dà, nelle parti più chiare, un Diverse sorgenti di luce
La seconda luce si usa anche per ottenere diaframma f/16, e in quelle più scure un Molto più complessa l'illuminazione con
effetti particolari come nel caso del con- diaframma f/8, sul fondo dovremo legge- tre o più sorgenti di luce. Didatticamente
troluce e del semi-controluce. Se, per esem- re un diaframma f/11. numeriamole in maniera progressiva. La
pio, la luce principale si trova in alto, a si- Un fondo bianco può anche diventare ne- fonte di luce principale sarà la numero 1;
nistra del soggetto, con una posizione di ro, in fotografia. Lo diventa quando è mol- la numero 2 sarà quella di riempimento del-
45°, la luce secondaria dovrà essere dietro to distante dal soggetto in primo piano e ri- le ombre; la numero 3 servirà a illuminare
e a destra del soggetto, in posizione leg- sulta molto poco illuminato. La quantità di il fondo; la quattro avrà la funzione di riem-
germente più bassa. Così illuminerà i ca- luce che lo raggiunge deve essere al di sot- pire le ombre troppo cupe del fondo.
pelli e conferirà maggiore profondità alla to del limite inferiore della latitudine di po- Le luci numero 2 e 3 debbono essere su-
immagine. In questo schema d'illumina- sa della pellicola. bordinate alla luce principale numero 1. È
zione le parti illuminate dalla luce secon- Torniamo all'esempio precedente. Se il fon- la loro disposizione, non la potenza a clas-
daria debbono risultare più chiare di quel- do è tanto distante da richiedere, per esse- sificarle. Il metodo per disporle in manie-
le illuminate dalla luce principale. re correttamente esposto, un valore di dia- ra ideale è il seguente.
Vediamo il caso in cui la seconda luce vie- framma f/4, vuole dire che se noi impo- Cominciamo a piazzare la luce principale,
ne usata per illuminare lo sfondo. Il sog- stiamo f/16 per avere il viso ben esposto, che deve dare rilievo e forma al viso; poi
getto riceve luce solamente dalla fonte prin- il fondo risulterà meno illuminato di ben disponiamo la luce di riempimento delle
cipale. Grazie alla luce secondaria lo sfon- sedici volte. Cioè praticamente nero. ombre, che deve essere del tipo diffuso e
do può assumere le tonalità di luce più va- Può essere utile, in certi casi, avere un fon- non causare altre ombre sul viso.
I fratelli Missoni (foto Oppedisano).
Lo stilista Armani (foto Oppedisano).

JOE OPPEDISANO RITRATTISTA SPERIMENTALE

Joe Oppedisano vive in Italia oramai da per eseguire scatti in sequenza senza in- successivamente vengono inserite altre im-
tanti anni. Nato in Calabria, a sette anni si terruzione tra un fotogramma e l'altro, per magini all'interno della silhouette stessa.
trasferì con la famiglia negli Stati Uniti. A avere una sola immagine, lunga tutto il rul- "Le mie elaborazioni vengono fatte sem-
New York fece i primi passi nel mondo del- lino. Il ritratto, la ripresa di persone, è ciò pre in ripresa, non in camera oscura, per-
la fotografia. È proprio nella "Grande Me- che più lo attrae. Per farlo usa sia le reflex ché trovo molto stimolante eseguirle men-
la" che il giovane Oppedisano scopre la 35mm che macchine medioformato, quan- tre scatto". Quando è possibile preferisce
passione per l'immagine. Passione che non do desidera avere una maggiore definizio- usare luce naturale, ma non disdegna il fla-
lo abbandonerà più e che lo porterà sem- ne. La sua medioformato è una Mamiya sh - Bowens monotorcia - nel caso gli oc-
pre più spesso in Italia, prima per lavoro e RZ67. Usa sia il colore che il bianconero corra più luce. Sia la luce ambiente che la
poi per viverci definitivamente, nel 1982. "Anche se - confessa - prediligo il B/N, per- luce flash viene opportunamente orientata
Molte importanti campagne pubblicitarie ché riesce meglio a interpretare certe si- e schermata tramite pannelli riflettenti.
degli ultimi anni portano il suo nome, dal- tuazioni. Contiene più colori dello stesso "Quando debbo eseguire un ritratto, porto
la Campari all'Alfa Romeo, dalla Adidas colore...". I suoi ritratti non sono mai scat- con me tutto l'occorrente. Devo essere sem-
alla Panasonic. Oltre al lavoro su commis- ti casuali, ma sempre pensati prima della pre pronto a qualsiasi situazione".
sione, Joe pratica anche tantissima speri- ripresa. Pensiamo per esempio alle sue fa- Per il bianconero usa pellicole Kodak T-
mentazione. mose silhouette: il personaggio viene ri- Max, mentre per il colore, generalmente,
Ha perfino modificato una reflex 35 mm preso dapprima come semplice silhouette, Fuji.
Romigio dell'American Circus (foto Oppedisano).

Il presidente dello International Mustache Club (foto Oppe-


disano).

GLI STRUMENTI PER ILLUMINARE


I pannelli riflettenti di luce artificiale più utile, versatile ed te set per la maggior parte dei ritratti che
chiamati anche riflessi, sono accessori pra- economica. Inoltre la temperatura di co- vorremo fare nel nostro studio di casa.
ticamente indispensabili. Servono a schia- lore della sua luce è uguale a quella della .
rire le ombre, a diffondere le luci troppo luce del sole. I flash usati in campo ama- Il fondale
crude, a scaldare o raffreddare le tonalità toriale consentono di ottenere buoni ri- Il fondale più semplice è la parete bianca
dei colori, a riportare sul soggetto le luci tratti se usati separati dalla macchina, in di una stanza. Non sempre, però, è la so-
desiderate. Possiamo acquistarli in tutte le modo da non avere una luce frontale e piat- luzione migliore.
dimensioni e superfici presso i negozi di ta. In commercio troviamo fondali costruiti
articoli fotografici professionali, ma pos- Purtroppo i flash amatoriali, anche se po- apposta. Sono grandi rotoli di carta, di un
siamo anche costruirceli, con semplici la- tenti, non hanno la luce pilota e non è pos- certo spessore, bianchi oppure colorati. Si
stre di polistirolo espanso, eventualmen- sibile rendersi conto della direzione della trovano anche fondali sfumati, oppure con
te ricoperte da stagnola argentata o dora- luce principale e di quella secondaria pri- chiazze più o meno estese di colore. Per
ta. ma di scattare la foto. Ciò sarà possibile un piccolo studio un fondale bianco e uno
. solamente dopo che avremo accumulato azzurro non dovrebbero mai mancare.
Lampade e faretti un po' di esperienza. Surrogato ai fondali fotografici possono
sono indispensabili quando il ritratto si fa Rispetto ai faretti a luce continua il flash essere fondali in tessuto leggero, che pos-
in studio. Anche quando lo studio è rap- offre anche il vantaggio di una grande co- siamo comperare nelle mercerie. Impor-
presentato da un angolo del soggiorno di stanza di potenza e di temperatura di co- tante che l'altezza del rotolo da cui ven-
casa. Due faretti alogeni sono più che suf- lore. La durata del lampo molto breve non gono tagliati sia almeno due metri. Altri-
ficienti, specialmente se useremo, per disturba il soggetto, che altrimenti è co- menti corriamo il rischio di avere nell'in-
schiarire ombre e riportare luci, alcuni pan- stretto a rimanere sotto la luce intensa dei quadratura anche quanto sta ai lati. Un fon-
nelli riflettenti. faretti. I flash elettronici da studio non dif- dale di queste dimensioni è adatto per la
ficilmente sono alla portata del fotoama- ripresa di ritratti a figura intera o mezzo
Flash elettronico tore, tuttavia i flash a torcia di un certo li- busto. Per i primi piani basta un foglio di
il flash elettronico ha quasi totalmente sop- vello posseggono accessori, quali om- cartoncino tipo Canson di un metro per un
piantato le altre fonti di luce. Anche in brellini e schermi diffusori, che ci con- metro. Si acquista nei negozi di arti gra-
campo amatoriale è considerato la fonte sentono di avere un piccolo, ma efficien- fiche.
Lo stilista Fiorucci (foto Oppedisano). L'artista Sandro Martini (foto Oppedisano).

Viene, poi, la volta della fonte di controlu- COMPOSIZIONE


ce, sui capelli e sulle spalle. Infine la quar-
ta luce servirà per amalgamare nella ma- DEL COLORE
niera migliore le tre luci precedenti, even-
tualmente attenuando alcune ombre o sot- Un buon ritratto non si ottiene solamente
tolineando alcune luci. disponendo in maniera corretta superfici e
volumi, ma anche accostando i colori in
La luce diffusa maniera armonica o contrastante. Si ottie-
Un tipo si luce molto usata nei ritratti, spe- ne armonia accostando colori uguali ma
cie quelli femminili, è quella diffusa, che d'intensità differente. Il cosiddetto "tono su
avvolge totalmente il soggetto come den- tono" è un accostamento armonico. Ab-
tro una scatola di luce. Per ottenerla si co- biamo il contrasto di tinte quando mettia-
struisce attorno al soggetto una vera e pro- mo vicini due colori diversi tra di loro, co-
pria scatola, con pareti fatte da pannelli di me ad esempio il rosso e il blu. Molto im-
polistirolo bianco. Sui pannelli si fanno ri- portante per il ritrattista sapere che ogni tin-
flettere le fonti di luce in modo da illumi- ta influenza un po', con il suo colore, quel-
nare un po' di più un lato. La differenza tra la che le sta vicina, a seconda della sua in-
un lato e l'altro non deve superare il mez- tensità. Una tinta più forte influenza una
zo diaframma. tinta più debole. Se non vogliamo che la
Non dimentichiamo di illuminare il sog- tinta dello sfondo influenzi le delicate sfu-
getto anche frontalmente, altrimenti avre- mature della pelle, il colore degli occhi, il
mo una antiestetica zona d'ombra proprio rosso delle labbra, dobbiamo usare fondi a
lungo la dorsale del naso. La soluzione mi- tinte tenui. Per una corretta scelta della tin-
ta del fondo dobbiamo anche sapere che i Joe Oppedisano, Autoritratto.
gliore è praticare un foro, nel pannello che
sta di fronte al viso del soggetto, e foto- colori aumentano la loro intensità quando
grafarvi attraverso. Questo tipo di luce rie- il fondo è bianco. Un fondo nero, invece,
sce molto bene a modulare i rilievi del vi- diminuisce l'intensità di tutti i colori che ci
so. appariranno meno saturi, più chiari e sla-
Attenzione alla esposizione: leggere sovra vati. Il fondo grigio è una via di mezzo, for-
oppure sottoesposizioni forniranno imma- se la più adatta per far risaltare nella ma-
gini piatte e poco gradevoli. niera giusta i colori.
Edo Prando
FLASH

ILLUMINAZIONE DIFFUSA
DI PICCOLI OGGETTI
Accorgimenti pratici per migliorare le riprese flash da vicino.

Usata solo parabola grande con diffusore


grandangolare. Esposizione TTL-flash. Dia-
framma 16.
Osservazioni
L'impiego del diffusore grandangolare di-
stribuisce bene la luce e infatti l'area è il-
luminata in modo uniforme. Tuttavia si trat-
ta sempre di una luce "diretta" e l'ombra è
abbastanza "dura".

L'esigenza di scattare a piccoli oggetti è "raggi paralleli" e ben diffusa sul sog- re per diffondere ulteriormente la luce e,
sentita da molti: collezionisti, appassio- getto. in sostanza, ad ottenere, fotografando
nati di modellismo e così via. Fotogra- Poiché al flash non si può rinunciare, ec- piccoli oggetti, una illuminazione molto
fare bene da vicino non è però facile per- co che diviene importante studiare ap- diffusa. Simile a quella che, in studio, si
ché spesso ci si trova ad avere bisogno propriati correttivi. Il primo, quello più ottiene con sofisticati apparati di diffu-
di chiudere molto il diaframma, per di- a portata di mano, è il diffusore destina- sione della luce, come ad esempio i
sporre di sufficiente profondità di cam- to ad allargare il fascio di luce quando si "bank" applicati a potenti flash elettro-
po nitido, e quindi di ricorrere al flash usano ottiche grandangolari. È spesso un nici. La prima risposta al problema è na-
anziché alla luce naturale, più gradevo- accessorio fornito a corredo con il lam- turalmente quella di acquistare, rivol-
le e diffusa. Il flash, come si sa, è una lu- peggiatore ed è efficace. Tra l'altro è uti- gendosi al mercato dell'accessoristica fo-
ce piuttosto puntiforme, non fosse altro le anche per compensare piccoli errori di tografica, adatti diffusori per flash (e cia-
perché proviene da una distanza ravvi- allineamento del flash rispetto al sog- scuno cercherà la soluzione appropriata
cinata, e provoca ombre molto nette, du- getto. È quindi un accessorio sicuramente per il suo specifico lampeggiatore, di vol-
re, che risultano troppo "presenti" nella consigliabile e da adottare in modo si- ta in volta diverso per marca e modello).
scena. Nulla a che vedere con la luce del stematico. Qui, suggeriamo però quello che è un
sole che, giungendo dall' "infinito", è a Ci si può chiedere però come si possa fa- "uovo di Colombo" delle riprese a di-
Usata parabola grande senza diffusore gran-
dangolare, puntata sul soffitto; più parabo-
la piccola puntata direttamente sul sogget-
to. Esposizione TTL-flash. Diaframma 8
Osservazioni
La parabola piccola è leggermente più bas-
sa rispetto a quella principale (se usata in
modo diretto) e l'ombra risulta quindi più
allungata; ma è alleggerita, come intensità,
grazie al contributo della luce riflessa dal
soffitto, alto circa 3m, sul quale è stata pun-
tata la parabola principale.

Usata solo parabola grande senza diffuso-


re grandangolare, puntata orizzontalmen-
te ed inserita in un sacchetto di carta che
fa da diffusore "bank". Esposizione TTL-
flash. Diaframma 8.
Osservazioni
Il sacchetto è ampio e la luce diffusa copre
bene l'area di lavoro; la carta del sacchet-
to, intero e senza tagli, genera una luce sen-
sibilmente più calda. La diffusione è eleva-
ta e l'ombra dietro il soggetto è assente.

stanza ravvicinata con il lampo. Qual- ci siamo serviti di un Metz a doppia pa- rebbe la colorazione intrinseca della car-
cuno sorriderà, pensando ad una solu- rabola, con numero guida 45; può anda- ta del sacchetto.
zione tanto semplice in questo mondo di re bene anche un lampeggiatore con nu- Le dimensioni della "finestra" saranno
elettronica avanzata e di attrezzature so- mero guida minore, fino a circa NG20. all'incirca quelle dell'intero lato inferio-
fisticate ma la risposta è una soltanto: Per migliorare la resa fotografica del dif- re del sacchetto (ad es. un quadrato ap-
provate e vedrete. fusore "cartaceo" occorre però conosce- prossimativamente di 20x20cm).
Si tratta infatti di montare sul proprio re un trucco: è quello di ritagliare una fi- Nel caso specifico di un flash a doppia
lampeggiatore un semplice sacchetto di nestra nella faccia inferiore del sacchet- parabola, come il Metz da noi adottato,
carta, adottandolo come "diffusore" di to (quella rivolta verso il soggetto), co- i risultati migliori sono stati ottenuti di-
grande superficie. sì da convogliare meglio la luce su di es- sponendo il sacchetto in modo da ab-
Suggeriamo naturalmente di adoperare so e soprattutto evitare l'effetto "filtro bracciare entrambe le parabole: quella
un flash di potenza piuttosto elevata: noi colorato" che inevitabilmente apporte- inferiore proietta la luce "attraverso" par-
Usata solo parabola grande senza diffusore
grandangolare, puntata orizzontalmente ed
inserita in un sacchetto di carta che fa da dif-
fusore "bank". Il sacchetto però è stato "ta-
gliato" ricavando una finestra in basso, che
consente un guadagno di intensità lumino-
sa. Esposizione TTL-flash. Diaframma 5.6.
Osservazioni
Grazie alla maggiore quantità di luce di-
sponibile consentita dalla "finestra" nel sac-
chetto, i tempi di ricarica per il flash sono
più rapidi ma soprattutto la "finestra" con-
sente di evitare l'effetto "filtro caldo" della
carta; la temperatura di colore rimane così
quella originale del flash, piuttosto fredda.

Usate entrambe le parabole, tutte e due inserite in un sacchetto di carta unico e puntate orizzontalmente. La parabola grande senza
diffusore grandangolare proietta la luce verso una finestra tagliata nel sacchetto, in basso. La parabola piccola è sempre nel sacchet-
to ma viene schermata dalla parte inferiore del sacchetto, che diffonde la luce. Esposizione TTL-flash. Diaframma 5.6.
Osservazioni
La temperatura di colore rimane quella originale del flash, piuttosto fredda. La diffusione della luce è molto elevata, l'ombra scompa-
re. Inglobare entrambe le parabole nel sacchetto consente di massimizzare la diffusione della luce.

te della carta del sacchetto (che agisce cancellazione delle ombre dietro all'og- Nella borsa fotografica un semplice sac-
da diffusore soft); quella superiore "spa- getto ritratto. chetto di carta non pesa, non occupa spa-
ra" nel sacchetto ma in modo che la lu- Adoperando una fotocamera dotata di si- zio, è sempre disponibile in caso di ne-
ce esca dalla "finestra" e si rifletta nel stema di misura TTL-flash, la determi- cessità. Pregi non da poco per un acces-
contempo nella parte alta del sacchetto nazione dell'esposizione è naturalmente sorio fotografico che per di più ha un co-
stesso e di qui verso il soggetto. semplificata al massimo: si imposta il sto assolutamente trascurabile.
L'effetto di ammorbidimento della luce diaframma (consigliabile f/8 o f/11) e si
è elevato e lo dimostra la quasi totale lascia fare all'automatismo. M.R. Redaelli
RIPRESA

IMMAGINI
DELLA MAREMMA

Parco della Maremma. Butteri conducono È un safari alla portata di tutti, l’occasione na, da due fotografi già ben noti ai lettori
in un nuovo pascolo una mandria di bovi- per scattare belle foto di natura recandosi di Tutti Fotografi, Giuliano Cappelli e Gian-
ni semibradi (vivono sempre all’aperto). I non in luoghi esotici e lontanissimi ma piut- ni Giorgi. Si tratta, tra l’altro, di zone che
butteri montano cavalli maremmani le cui tosto in ambienti a portata di mano eppu- i due professionisti conoscono molto bene
origini risalgono alla razza mongola. Fo- re suggestivi. Le foto che pubblichiamo so- e nelle quali accompagnano gruppi ristret-
to G. Cappelli. no state scattate nella Maremma toscana, ti di “allievi” disposti a partecipare a work-
nell’area del parco naturale esistente in zo- shop organizzati.
Bovini di razza maremmana (discendono dagli Uro). Ottica 200mm. Foto G. Cappelli.

Abbiamo chiesto a Giuliano Cappelli qual-


che indicazione specifica, a beneficio di chi
volesse recarsi sul posto per scattare belle
foto.
Quali sono i periodi più adatti alle ri-
prese in zona?
Occorre distinguere, pensando naturalmente
alle diverse specie animali. Nei mesi da ot-
tobre ad aprile suggerirei, come luoghi mi-
gliori per fotografare gli uccelli, alcune aree
specifiche: ad esempio gli arenili alla foce
del fiume Ombrone, la vasta area della pa-
lude della Trappola. Entrambe le località
rientrano nell’area del parco della Marem-
ma.

La fauna avicola è particolarmente pre-


sente ai piedi del monte Argentario, do-
Parco della Maremma. A primavera si pos-
sono osservare gruppi di caprioli al pa-
scolo lungo la strada per Marina di Albe-
rese. Foto G. Cappelli.
Volpe rossa, nell’Oasi del WWF di Orbetello. La volpe percorre varie volte al giorno un suo itinerario nell’Oasi per controllare la
salute delle sue possibili prede, le quali tra l’altro capiscono bene quando non caccia. Foto G. Cappelli.

ve c’è la laguna di Orbetello.


Sì. Spostandosi verso la laguna di Orbe-
tello, ottime possibilità di scattare fotogra-
fie si possono avere proprio percorrendo il
lungo ponte che collega Orbetello all’Ar-
gentario. Soprattutto in inverno in questa
zona si possono trovare abbondanti pre-
senze di cormorani, fenicotteri, sterne, gab-
biani comuni. Ma anche altre specie mol-
to interessanti come svassi piccoli, edre-
doni.

Quali altre zone suggeriresti al fotoa-


matore che volesse recarsi in queste zo-
ne?
Altre interessanti possibilità sono offerte
dall’Oasi del WWF, sempre nella laguna di
Orbetello, alla quale si può accedere dalla
strada statale Aurelia, nei pressi del Km 148

Oche selvatiche (Anser anser); in inverno


arrivano le oche dai paesi dell’Est Euro-
pa, per svernare. Foto G. Cappelli.
Parco della Maremma. Un maschio di daino adulto (Dama dama). Foto G. Cappelli. Ottica 300mm con moltiplicatore 1.4x.

(in corsia direzione sud, subito dopo l’abitato


di Albinia).
Ancora, posso segnalare due accessi al Parco
Naturale della Maremma: dalla strada statale
Aurelia in località S. Maria Rispescia e all’al-
IDEE tezza della stazione di Alberese.
PER UN WORKSHOP Occorrono attrezzature specialistiche per que-
ste foto?
Rifuggendo dal binomio aula/cattedra, G. Cappelli e G. Giorgi si sono Per gli uccelli presenti nelle zone umide del
impegnati a ricreare l’atmosfera di un week-end tra amici organizzando Parco della Maremma o nella laguna di Orbe-
un corso di ripresa fotografica sul campo. L’idea è stata quella di unire tello, viste le dimensioni dei soggetti e le di-
l’esperienza fotografica con quella di un turismo di qualità. I luoghi del- stanze alle quali ci si trova ad operare, occor-
le riprese sono quelli che compaiono nelle immagini pubblicate, nel par- rono necessariamente teleobiettivi piuttosto po-
co dell’Uccellina, nella Palude della Trappola, lungo percorsi nell’area tenti. Si deve partire da una focale 300mm, o
faunistica vicino ad Alberese, nella laguna di Orbetello, alle colline di meglio 400mm. Sarà avvantaggiato chi potrà
Magliano in Toscana presso i ruderi romanico-lombardi di San Bruzio. disporre di un moltiplicatore di focale, un 1.4x
Il corso attualmente in atto (le prenotazioni si sono chiuse il 10 febbraio, o preferibilmente un 2x.
come avevamo già indicato sullo scorso fascicolo) si tiene dall’11 al 14 Il discorso è diverso se si punta a fotografare
marzo. Ma è previsto un analogo appuntamento per un corso di tre gior- animali più grandi, ben presenti nel Parco del-
ni dedicato alle Colline Senesi (con base a S. Quirico d’Orcia), che si la Maremma. Mi riferisco agli animali che si
terrà dal 27 al 30 maggio 1999 (iscrizioni entro il 27 aprile). possono vedere nel corso di una visita breve e
Per informazioni contattare: 0335/6557705, oppure 055/471633- cioè daini, cavalli, bovini maremmani. In que-
055/696143, sto caso è sufficiente un 200mm.
e-mail: paesaggi_toscani@hotmail.com
RIPRESA

INVERNO: IL BIANCONERO
A COLORI
Foto di Giuliano Cappelli

Camargue, delta del Rodano in Francia. Proponiamo quattro fotografie scattate su forme più che per le tinte. Intendono esse-
Tori camarguensi nel giuncheto gelato. La pellicola per diapositive a colori ma carat- re una proposta, un invito a porre partico-
forza della foto sta nel robusto contrasto terizzate dall'assenza di colore. Precisia- lare attenzione alle forme ed ai rapporti di
tra la massa ed il profilo nero degli animali mo: sono immagini che si fanno notare per chiaro-scuro. Sono dunque un esplicito sug-
e l'indeterminatezza di uno sfondo con lu- l'assenza di colori sgargianti, proprio quel- gerimento: quello di non rinunciare a scat-
ci soffuse. L'immagine potrebbe risultare li che le pellicole moderne tendono ad esal- tare a colori durante l'inverno, cioè anche
troppo poco dettagliata e non nitida se non tare spingendosi anche al di là della realtà, con il cattivo tempo e nell'assenza, appa-
fosse per la precisa messa a fuoco sugli ar- ovvero esasperando i cromatismi. Si trat- rente, dei colori. Già, perché i colori qui ci
busti in primo piano, che restituisce una ta di scatti che, sicuramente, avrebbero da- sono comunque e caratterizzano le inqua-
sensazione di presenza e di precisa descri- to soddisfazione al fotografo anche se fos- drature. Osserviamo ad esempio i toni az-
zione dell'ambiente. In questi scatti, deci- sero stati eseguiti su pellicola bianconero. zurri dell'immagine del lago che accen-
dere dove effettuare la messa a fuoco è de- Vivono infatti, esteticamente, per l'effica- tuano l'impressione di freddo intenso e sot-
terminante. cia della composizione che presentano, per tolineano il rigore dell'inverno. Notiamo il
il rapporto tra primo piano e sfondo, per le rosa pallido delle prime ore della mattina
Ecco un esempio di perfetto controllo della profondità di campo: la messa a fuoco sul bisonte americano e l'impiego di un dia-
framma abbastanza aperto su di un teleobiettivo ha permesso di staccare il soggetto principale dallo sfondo. Anche quando la lu-
ce ambiente è sufficientemente abbondante, non si deve necessariamente inseguire il traguardo del "tutto a fuoco": fonderebbe i
piani in modo confuso. Meglio, come nella fotografia di ritratto, operare per estrarre il soggetto dal colore simile dello sfondo.

in un giuncheto della Camargue: è quanto te è nitido, il paesaggio rimane decisamente promemoria.


serve per sottolineare la nera massa dei to- in secondo piano, sfocato ma leggibile, ac- Un tempo le maggiori preoccupazioni per
ri, per farli stagliare sullo sfondo accen- centuando l'impressione di rilievo. riprese in climi rigidi andavano alle at-
tuando la sensazione della loro potenza. In questo genere di fotografie un’atten- trezzature fotografiche. Si temevano bloc-
Poi, osserviamo anche il ricorso a qualche zione particolare va sempre rivolta al fa- caggi per indurimento degli olii dei mec-
piccolo trucco del mestiere: fotografica- scino delle forme, un elemento che preva- canismi delle fotocamere, addirittura per
mente, quando ci si trova in presenza di le sul colore. L'inconfondibile profilo di contrazioni dei metalli, restringimenti nel-
scene tono su tono, quando il soggetto ri- un cigno trombettiere in decollo caratte- le boccole degli assi degli otturatori, attri-
schia di confondere eccessivamente il suo rizza un'altra fotografia. Lo scatto in con- ti anomali. I cultori di strumentazioni fo-
stesso profilo con lo sfondo, un’utile solu- troluce aumenta il fascino dell'immagine tografiche oggi da collezione ricorderan-
zione è quella di aprire il diaframma, ope- perché esalta il contrasto chiaro-scuro. no ad esempio che, addirittura, gli ottura-
razione che serve egregiamente a limitare tori delle fotocamere 35mm Alpa, svizze-
la profondità di campo nitido. A questo pro- Il freddo re, negli anni '50-'60 erano montati su ru-
posito l'esempio del bisonte americano con Tutte le foto scattate d'inverno in situazioni bini, proprio come i migliori orologi, per
il mantello brinato è da manuale: i colori simili a quelle proposte in queste pagine garantire ridottissimi attriti e un'elevata af-
del primo piano e dello sfondo sono straor- devono fare i conti con le temperature ri- fidabilità di funzionamento in macchine
dinariamente simili, l'intera fotografia è gide di ripresa. Il freddo, si sa, è un nemi- comunque strettamente "meccaniche" nel-
monocromatica. Eppure, grazie anche al- co molto meno temuto del caldo, dai foto- la loro concezione di base. Ancora: per le
la selettività tra i diversi piani concessa dal- grafi. Però può anch'esso causare qualche Leica destinate ad operare in climi molto
l'uso di un teleobiettivo, ecco il vantaggio inconveniente e alcune semplici conside- rigidi, per accompagnare spedizioni pola-
di una ripresa a grande apertura: il bison- razioni potranno dunque essere un utile ri o imprese alpinistiche, era prevista una
La forza dell'immagine è giocata non soltanto sulla scelta dell'attimo in cui scattare ma soprattutto nel perfetto disegnarsi del pro-
filo del cigno trombettiere al decollo, in uno specchio d'acqua del parco nazionale di Yellowstone. La difficoltà, in questo genere di
riprese, consiste in buona misura nel riuscire a seguire il soggetto "riempiendo" al meglio il formato del fotogramma. Operazione
non facile.

particolare procedura di invernizzazione, gli elicoidali di messa a fuoco), oppure al- quando si cambia pellicola, ma anche a
ovvero uno smontaggio completo, una de- la progettazione a messa a fuoco interna preservarli da eccessi di temperatura. Il
lubrificazione con appositi prodotti sgras- (IF) per schemi ottici di obiettivi autofo- massimo del rischio si ha se si alza ma-
santi, una nuova lubrificazione con olii cus (le lenti si spostano su guide scanala- nualmente lo specchio e si scatta in ester-
estremamente volatili a bassissima visco- te di generose dimensioni ma soprattutto ni in controluce, con la conseguenza di fo-
sità, adatti a temperature minime. Proce- "interne" al barilotto, dunque in posizione cheggiare sulle lamelle uno spot (il sole)
dura costosa, al punto che la stessa casa protetta, e con movimentazione limitata). luminoso ad alta temperatura: così come
costruttrice raccomandava di richiederla Ancora: gli otturatori a tendina delle mo- venivano bucate dal sole le tendine delle
all'atto dell'ordinazione di un apparecchio derne reflex autofocus sono realizzati con macchine a telemetro esposte incautamente
nuovo, giudicando giustamente che fosse lamelle autolubrificanti fabbricate in resi- in vetrina senza tappo sull'obiettivo, in ta-
meglio intervenire, più economicamente, stente plastica speciale, magari alternata a li casi qualche rischio può colpire anche
direttamente sulla linea di montaggio de- lamelle in lega d'alluminio o titanio. Pre- le reflex a specchio alzato.
gli apparecchi anziché pretendere che il sentano attriti insignificanti e, complice la Tornando al tema del freddo, tuttavia, non
procedimento venisse applicato ad una leggerezza, mettono infatti a portata di ma- c'è dubbio che in inverno, a temperature
macchina già in uso da anni. no del fotografo il tempo di 1/8000s, sen- sotto lo zero, il maggiore rischio di incon-
Oggi tali soluzioni appartengono alla Sto- za sforzo. Consentiteci un'osservazione, a venienti lo corrano le pellicole e le pile.
ria e il merito va all'impiego di materiali questo punto: proprio la leggerezza e la de- Le pile, in quanto soggette a collassare im-
moderni come il teflon nelle ghiere di fo- licatezza dei materiali impiegati devono provvisamente e quindi a paralizzare il fun-
cheggiatura delle ottiche (è la soluzione ad suggerire di fare attenzione nel maneggìo. zionamento delle attrezzature. A questo
esempio adottata da Zeiss per le ottiche Occorre stare attenti non soltanto per non proposito vale la regola di riportarle al cal-
Contax, per migliorare lo scorrimento de- sfiorare gli otturatori moderni con le dita, do per consentire loro di riprendersi e dun-
La foresta e il lago di Previl (Udine) dopo un'abbondante nevicata. L'immagine è sostanzialmente monocromatica ma la sensazio-
ne di freddo è sottolineata dalla leggera tonalità azzurra che la pervade. La sensazione di freddo è accentuata dalla gelida immo-
bilità dell'acqua, perfettamente specchiante.

que di alternare sistematicamente due se- cui coperchio, anch'esso metallico, verrà di flessibilità del supporto, contrastando la
rie di batterie così che una sia sempre cu- sigillato poi con nastro adesivo nero, co- disidratazione e la cristallizzazione del-
stodita, in sacchetto sigillato per evitare la me si usa fare per le "pizze" dei film: la l'acqua in esso contenuta. È un palliativo,
condensa, al caldo della tasca interna del- pellicola in essa riposerà senza essere ar- a volte utile. Attenzione però a non alita-
la giacca a vento. Tra le pile, si usa prefe- rotolata troppo strettamente su se stessa, a re mai nel dorso macchina aperto: la "co-
rire quelle al litio per una migliore tenuta rischio di ulteriori fratture, e il contenito- razza" di condensa ghiacciata che si po-
allo stoccaggio ed alle basse temperature. re potrà essere agevolmente aperto in ca- trebbe formare nell'apparecchio sarebbe
Quanto alle pellicole, il rischio è imme- mera oscura (un contenitore adatto è quel- un danno sicuro. Tra le precauzioni adot-
diato e paralizzante: a temperature ester- lo delle pellicole vendute a metraggio). tate un'altra, abbastanza utile, è spesso quel-
ne sotto i -10 °C, e soprattutto in presen- Nel tentativo di limitare i rischi di sbri- la di ribobinare intenzionalmente il rulli-
za di tassi d'umidità molto bassi come spes- ciolamento delle pellicole è invalsa, pres- no quando si giunge al penultimo foto-
so succede in alta montagna, la cristalliz- so i fotografi che devono lavorare in climi gramma piuttosto che all'ultimo, per evi-
zazione dell'umidità "interna" al supporto estremamente rigidi, magari rimanendo in tare lo strappo finale che in qualche appa-
delle pellicole può renderle straordinaria- attesa ai bordi di una pista da sci, in zona recchio può risultare un po' troppo energi-
mente fragili. Possono fratturarsi come fo- d'ombra e di primo mattino aspettando di co e dunque causa di rottura del supporto.
glie secche ed obbligare a vere acrobazie cogliere la discesa del campione di turno,
per scaricare la fotocamera al buio asso- un'abitudine curiosa. Si tratta di sfregare M. R. Redaelli
luto e riporre in un contenitore protetto lo leggermente, e di alitare per aggiungere
spezzone del rullino con le immagini già umidità, sull'esca di aggancio delle pelli-
scattate. L'ideale contenitore di "soccor- cole vergini, prima di inserirle in macchi-
so" in questi casi è una scatola metallica il na. Lo scopo è di ripristinare un minimo
SPECIALE

LA FOTOGRAFIA DI
MATRIMONIO
La fotografia di
matrimonio è tra i generi
più popolari.
Dall’esperienza dei più noti
professionisti, trucchi e
segreti per realizzare foto
migliori e per fronteggiare
le situazioni impreviste.
L'attrezzatura più adatta,
gli album, i siti internet.

A tutti è capitato, anche più di una volta,


di fotografare le nozze di un amico o di un
parente. Talora sono proprio gli sposi che,
sapendo la nostra passione per la fotogra-
fia, ci hanno incaricati di eseguire le ri-
prese.
Attenzione però: la fotografia di matrimo-
nio è difficile; occorre esperienza per fron-
teggiare difficoltà e situazioni impreviste
per cui la cosa migliore è che ci sia sem-
pre un fotografo professionista a cui af-
fiancarsi per potersi dedicare alle immagi-
ni suggerite dalla conoscenza delle perso-
ne.
La fotografia di matrimonio è anche com-
plessa e richiede la conoscenza di molti ge-
neri fotografici. Bisogna essere bravi fo-
toreporter, perché si deve riprendere un av-
In questa e nella pagina a fronte: foto di Oreste Pipolo.

venimento sul cui svolgimento non si può con l'impossibilità di poter lavorare in stu- Non è facile essere un buon fotografo di
influire. Occorrono tempestività, colpo dio. Non deve mancare l’intuito del ritrat- matrimonio.
d’occhio e un’attrezzatura che funziona tista, per rendere non solo l’aspetto esteti- In questo fascicolo vi forniamo sia una se-
sempre alla perfezione. co degli sposi, ma anche il loro carattere. rie di esempi di ottime fotografie realizza-
Ma le foto di matrimonio debbono anche Inoltre gli sposi, la sposa specialmente, te da alcuni tra i migliori fotografi di que-
essere belle. Ciò richiede le conoscenze debbono sempre essere belli. Anche se non sta specializzazione, sia una serie di con-
tecniche di un buon fotografo da studio, lo sono. sigli di tecnica fotografica.
In queste pagine:oto di Oreste Pipolo.

Il bianconero
La maggior parte delle foto di matrimo-
nio è a colori. Sono le foto che più sod-
disfano sposi e familiari.
Più difficile ed impegnativo il bianco-
nero, genere in cui bisogna essere bravi
per ottenere buoni risultati; ma se le fo-
to sono buone hanno una forza di co-
municazione molto forte, superiore a
quella del colore. Ovviamente occorre
che anche gli sposi abbiano la sensibi-
lità per apprezzare questo tipo di ap-
proccio.
Le immagini che pubblichiamo sono ope-
ra di professionisti che operano in realtà
molto diverse: napoletano Pipolo, statu-
nitense Ascherman, lombarda Maria Cri-
stina Ratti. Essi riescono a superare il ri-
stretto ambito della foto ricordo, che in-
teressa solamente ai diretti interessati:
sposi e parenti.
Ogni immagine di Oreste Pipolo e
Ascherman è una storia, un racconto che
dà a tutti il modo di riflettere sul signi-
ficato dell'evento e sul rito matrimonia-
le. Il taglio reportagistico di ogni im-
magine non deve ingannare. Ogni im-
magine è accuratamente studiata e com-
posta, tanto da farlo dimenticare. Come
sempre, in fotografia e non solo, la mas-
sima spontaneità si ottiene con la mas-
sima finzione.
Maria Cristina Ratti inizia a seguire la
sposa fin dai primi preparativi ed ama,
in particolare, il ritratto, che interpreta
anche attraverso i dettagli.
Foto di Herbert Ascherman.

L’importanza della pianificazione noi a suggerire le ambientazioni più ef- Importante non cadere nell'eccessivo, e per-
Il lavoro di ripresa risulterà molto facili- ficaci. ciò nel ridicolo, per cercare la novità a tut-
tato se sarà stato pianificato assieme agli Dobbiamo conoscere alcune "location", co- ti i costi.
sposi. Le foto verranno meglio. me si chiamano nel gergo dei fotografi di Il lavoro di un buon fotografo di matrimo-
È molto importante far loro capire che le pubblicità. Può essere la villa patrizia nei nio non inizia con la ripresa, ma molto pri-
foto non si possono improvvisare, e che cui saloni possiamo entrare; può essere la ma. Un sopralluogo in chiesa e nelle loca-
prima e dopo la cerimonia debbono de- chiesetta sconsacrata in mezzo ai campi; tion, nelle stesse ore durante le quali si svol-
dicarci un po' di tempo. può essere la serra ricca di fiori, messaci a gerà la cerimonia è indispensabile. Solo
Poi bisogna pianificare il lavoro sui luo- disposizione dall'amico fiorista. Le solu- così ci si renderà conto delle condizioni di
ghi di ripresa, negli interni e negli ester- zioni sono tante. Sta a noi scegliere quel- illuminazione.
ni. A volte sono gli sposi a suggerire an- la più adatta alla personalità degli sposi e Indispensabile spiegare al sacerdote le no-
goli particolari. Il più delle volte saremo ai loro desideri. stre esigenze, capire le sue, e trovare un
Foto di Herbert Ascherman.

punto d'incontro. Il matrimonio è una ce- Controllare l’attrezzatura che giorno prima. Non ci troveremo, alla vi-
lebrazione religiosa, non un set fotogra- Un’attenzione particolare merita il con- gilia del matrimonio, a compiere affannose
fico. Le prevenzioni verso i fotografi so- trollo preventivo dell’attrezzatura. Niente corse, alla ricerca della emulsione desidera-
no numerose, e spesso giustificate. Quan- di peggio che trovarsi improvvisamente ta. Il numero dei rullini deve essere elevato.
to dà più fastidio, ad esempio, è il lampo con un apparecchio in panne. Il giorno pri- Meglio abbondare nello scattare, in modo
del flash. Impedisce il raccoglimento, di- ma del servizio controllare le batterie del da potere, in seguito, scegliere le migliori.
strae sposi, officiante, partecipanti al ri- flash e caricarle al massimo. Controllare Il cambio dei rullini si compie sempre con
to. Se promettiamo che lo useremo sol- anche la batteria dell'esposimetro e della una certa fretta. Consigliamo di togliere i
tanto nei momenti indispensabili, saremo macchina fotografica. Per ogni evenienza contenitori dalle confezioni in cartone e,
guardati con occhio più benevolo. Tra l'al- è bene avere in borsa un ricambio di bat- se usiamo rullini a sensibilità differente,
tro le foto a luce ambiente sono molto più terie fresche. renderli identificabili con nastri adesivi di
suggestive. Anche la scorta delle pellicola va fatta qual- superfici differenti, piuttosto che di colori
Foto di Maria Cristina Ratti.
Foto di Maria
Cristina Ratti.

differenti. Mettendo la mano nella tasca vi tipi di prodotti come stampe ink jet su sono altro che i siti internet di organizza-
della borsa dove sono conservati li rico- supporti particolari o CD-Rom. zioni già esistenti, come dei grandi magaz-
nosceremo al tatto. È un notevole aiuto in Dato che le riprese in chiesa sono fatte su zini del matrimonio in cui puoi entrare sen-
situazioni in cui siamo costretti a lavorare pellicola, è necessario digitalizzarle con za niente e uscire con tutto: dal vestito, al-
in fretta e in poca luce. uno scanner. le bomboniere. L'unico servizio che anco-
Ed esistono anche i siti internet dedicati ai ra non offrono sono gli sposi.
Dal computer ad internet matrimoni. Si va da quelli più semplici, mes- Si pensa che chi entra sia già fornito di part-
Con la diffusione del fotoritocco al com- si in rete dagli stessi fotografi professioni- ner. Tra i siti "tutto compreso" più organiz-
puter al fotografo si sono aperte nuove pos- sti, che offrono servizio fotografico e album, zati va citato www.allafollia.com.
sibilità; è possibile infatti creare immagi- a quelli che offrono anche gli altri servizi: Una capillare organizzazione in grado di
ni impensabili con la fotografia tradizio- dall'affitto della carrozza a cavalli, alla pre- fornire qualsiasi servizio matrimoniale in
nale, correggere inquadrature, fornire nuo- notazione del rinfresco o del pranzo. Non tutta Italia.
L’ATTREZZATURA corredo un buon grandangolare, ad esem- GLI OBIETTIVI
pio un 40mm, e non avremo bisogno d’al-
Massima affidabilità e massima versati- tro. Le focali
lità, sono i requisiti fondamentali dell'at- I vantaggi del medioformato sono dun- Le focali necessarie sono poche: un nor-
trezzatura. Deve consentire di scattare fo- que i seguenti: male, un medio tele, un grandangolare.
to in qualunque condizione, qualunque 1) Aumento delle dimensioni del foto- Nel medio formato corrispondono agli
cosa possa capitare. Sotto questo aspet- gramma con conseguente incremento del- obiettivi 80mm, 150mm e 40mm. Di que-
to il fotografo di matrimonio opera in con- la qualità dell’immagine dal momento sti tre obiettivi almeno uno, quello usato
dizioni peggiori del suo collega fotore- che dobbiamo ingrandire di meno il ne- per la maggior parte delle riprese, deve
porter di giornale. Se questo sbaglia la gativo. possedere l'otturatore centrale. Solo con
foto importante, il giornale o l'agenzia 2) Maggiore comodità nella composizio- l'otturatore centrale è possibile sincro-
per i quali lavora potranno sempre com- ne della inquadratura rispetto alle reflex nizzare il flash con tutti i tempi di scat-
perarla da un altro fotografo. Non si pos- 35mm, grazie al mirino a pozzetto e alla to, per avere la luce di riempimento; per
sono sbagliare le foto di un servizio di possibilità di guardare quanto si fotogra- schiarire le ombre quando si fotografa in
matrimonio. Bisogna sempre tenere in fa con entrambi gli occhi. Notevole ver- pieno sole; per eliminare completamen-
perfetta efficienza l'attrezzatura. Soprat- satilità dei magazzini intercambiabili e te la luce ambiente, quando dia fastidio.
tutto si debbono portare sempre in borsa degli altri accessori. Oltre alla focale è importante anche la lu-
due corpi macchina e due flash, nel caso 3) Comodità di osservazione dei provini, minosità, che deve essere la più alta pos-
quello che si usa si guasti proprio sul più maggiore agilità nella gestione del mate- sibile, per consentire le riprese in luce
bello del lavoro. riale d’archivio. ambiente. Con le reflex 35mm, le focali
da usare sono il 50mm, il 28mm e il
Le fotocamere di medioformato La reflex 35mm 90mm. Gli obiettivi fissi possono essere
Le fotocamere medioformato sono anco- Se il medioformato è ancora oggi quello sostituiti da uno zoom che copra le cor-
ra oggi le più usate dai professionisti del più usato, il 35mm sta conquistando po- rispondenti focali, solamente a patto che
matrimonio. Con gli obiettivi ad ottura- sizioni. Per il fotoamatore, poi, è il for- questo offra, a tutte le focali, una lumi-
tore centrale possono sincronizzare il fla- mato più usato. Dal professionista, in ge- nosità non inferiore a f/2.8.
sh fino a 1/500 di secondo. Eseguire dop- nere, la reflex 35mm è usata per le ripre-
pie esposizioni intenzionali in maniera se a luce ambiente, per fare un servizio
facile e veloce. Avere magazzini porta- matrimoniale come se si trattasse di un
pellicola che permettono di caricare mol- reportage. L'amatore la usarà non solo per
to velocemente la macchina e passare, an- questi scopi, ma per tutte le foto del ser-
che se non si è ancora finito il rullo, ad vizio matrimoniale: da quelle in chiesa ai
una pellicola di sensibilità differente; op- ritratti in posa degli sposi.
pure al bianconero se si sta usando il co- I risultati saranno comunque tecnicamente
lore, o viceversa. Importante anche il for- di alto livello, con poco o nulla da invi-
mato. Il formato quadrato 6x6, e quello diare ai formati più grandi. A causa del- GLI ACCESSORI
oggi molto usato 4.5x6, è una specie di le ottiche molto luminose, che tutte le re-
flex 35mm hanno di serie, la fotografia a Un monopiede è molto utile quando si scat-
zoom. Fotografando con l’obiettivo nor-
luce ambiente non è una difficoltà. Il cor- tano foto a luce ambiente. Non è ingom-
male da 75mm, sul formato 6x6, il cam- brante come il treppiede, e permette ugual-
po incluso è uguale a quello che si avreb- redo ideale è formato da due corpi mac-
china e tre ottiche fisse. Un grandango- mente la ripresa con tempi relativamente
be se si fotografasse con un obiettivo da lunghi, senza correre il rischio della foto
35mm sul formato 24x36. Fotografando lare da 28mm o 24mm, a seconda dello
stile del fotografo, un normale, un medio mossa. Una borsa, poi, è indispensabile.
con una 6x6, ma utilizzando il foto- Deve consentirci di trasportare nella ma-
gramma solo per una porzione uguale a tele. Va bene anche uno zoom che copra
le stesse focali. Purché offra la medesi- niera più ordinata e senza rischi fotoca-
quella del piccolo formato da 24x36mm, mere e obiettivi. Un'altra borsa sarà dedi-
è come se si fotografasse con una mac- ma luminosità delle corrispondenti otti-
cata al flash e ai suoi accessori, come fil-
china di piccolo formato munita di un te- che fisse. Gi automatismi di messa a fuo-
tri, diffusori, eventuali parabole ausiliarie.
le da 85mm. Nel formato 6x6, quindi, ab- co ed esposizione non hanno molta im-
È meglio non mettere tutta l'attrezzatura in
biamo nella sola focale normale da 80mm portanza. Per le riprese a luce ambiente,
una borsa sola. Diventerebbe troppo pe-
tutta una serie di obiettivi, che va dal sono inutili. Si scatta sempre in manua-
sante e difficilmente trasportabile. Molti
35mm fino allo 85mm del piccolo for- le quando si riprende in chiesa, spesso in usano valigette rigide, con scomparti per
mato. Gli obiettivi di una medioformato difficili condizioni di luce. Gli automa- ogni componente l'attrezzatura, per tra-
pesano e costano più di quelli di una tismi diventano, invece, molto importan- sportare le apparecchiature fino al luogo
24x36, però abbiamo visto che un solo ti nelle foto in esterni. Specialmente se si di lavoro. Poi le sistemano in un angolo
obiettivo fornisce l'intera gamma delle usa, come ormai si fa abitualmente, il fla- della chiesa facilmente accessibile, ma fuo-
focali più usate. Se, come generalmente sh per rischiarare le ombre. ri da possibili inquadrature, e le usano co-
si fa, stampiamo solamente una parte del me base, portando con sè l'indispensabile
negativo impressionato. per il tipo di foto che stanno facendo. È
Per usi speciali possiamo aggiungere al una buona soluzione.
La luce
Fotografare sia in esterni che in interni: è
la necessità di ogni fotografo di matrimo-
nio. Oltre che in chiesa deve fotografare al
ristorante, in casa della sposa o degli spo-
si.
Per quanto riguarda il tipo di luce, una il-
luminazione diffusa, dolce, che piove sul
soggetto da ogni parte, è quella che più si
adatta ai ritratti di matrimonio. Inoltre, un
modello non professionista si sente in im-
barazzo più sotto una luce cruda, che sot-
to una luce morbida. La luce molto diretta
genera un malessere che si traduce in pose
rigide e sorrisi che sembrano smorfie. Que-
sto è il motivo per cui conviene usare una
luce molto diffusa.
Inoltre facilita l'esposizione e il lavoro del
fotografo. Infatti non richiede un attento
studio delle ombre, e dei rapporti di lumi-
nosità tra sfondo e soggetto. Malgrado la
piattezza della illuminazione, che tuttavia
non esclude che un lato del soggetto sia leg-
germente più illuminato dell'altro, i risul-
tati sono sempre piacevoli. Dei visi giova-
ni viene messa ancor più in risalto la lumi-
nosità e la freschezza della pelle. A quelli
meno giovani, l’illuminazione diffusa can-
cella o riduce piccole rughe e imperfezio-
ni. Unico difetto di questa illuminazione è
la sua tendenza ad allargare un po' il viso. Foto di Marta Favaro.
Ciò la rende critica per i visi già molto ton-
di.
Nella fotografia di matrimonio abbiamo
sempre soggetti molto contrastati: lui ve-
stito di scuro e lei di bianco. Per questo mo-
tivo è molto importante misurare esatta-
mente l'esposizione con un esposimetro a
mano. In questo modo possiamo leggere
solamente un ristretto punto delle parti in
ombra e di quelle in luce e, a seconda del-
la differenza di illuminazione, scattare la
foto, oppure decidere di schiarire le ombre
con il flash o un pannello riflettente; o, ad-
dirittura, scegliere un altro luogo dove far
posare il soggetto.

In esterni
In esterni è più facile ottenere dal sogget-
to espressioni interessanti e movimenti li-
beri e spontanei. Purtroppo le condizioni
d'illuminazione sono molto instabili. Quan-
tità di luce a disposizione, temperatura di
colore, direzione, variano. Sole e cielo so-
no le due sorgenti di luce. Ben distinte quan-
do il tempo è bello, si confondono, una nel-
l'altra, man mano che il cielo si rannuvola.
Fino a diventare una grande fonte di luce
diffusa, adattissima per il ritratto, quando
il cielo è completamente coperto da nubi. Foto di Angelo Amerighi
Foto di Francesco Castagna.
Usare la luce ambiente, sia naturale sia artificiale, assie-
me a quella del flash, crea immagini molto gradevoli. L'a-
bilità sta nel dosare esattamente la luce del flash, in mo-
do che si integri perfettamente con quella ambiente. I mo-
derni programmi di fill-in vengono in aiuto al fotografo
poco esperto.

Foto di Francesco Castagna.

Non è vero che i ritratti vengano meglio se Sole velato: Quando le nubi coprono gran migliore per eseguire ritratti e figure am-
ripresi con il sole. parte del cielo non esiste una gran diffe- bientate. La luce, abbondante e diffusa,
Una giornata di cielo velato, un luogo al- renza tra la luce diretta del sole e quella causa moderati contrasti, schiarisce le om-
l'ombra di un muro, sono i luoghi ideali diffusa dal cielo. Il cielo velato riflette, nel- bre.
dove far posare gli sposi. La luce diffusa le parti in ombra, la maggior parte della lu- Cielo coperto: Con il cielo totalmente co-
non li costringerà a strizzare gli occhi, né ce del sole. Le ombre sono meno evidenti perto abbiamo solamente luce diffusa e ri-
sul loro viso compariranno ombre troppo di quelle che si hanno quando il cielo è flessa dallo strato di nubi. Conferisce un
nette. sgombro. La condizione di sole velato è la aspetto molto "piatto" alla fotografia. È
La classica foto realizzata in studio.
Quando è possibile avere la disponi-
bilità degli sposi è la situazione pre-
feribile. Si può creare, come si può ve-
dere in questo caso, l'illuminazione de-
siderata. Quella usata impiegava tre
fonti di luce, di cui una in alto e diret-
ta sui capelli della sposa. L'alone lu-
minoso che pare circondare la figura
è dato da un filtro diffusore.

Foto di Francesco Castagna.

adatta a immagini con un tocco romanti- mo per le parti in ombra. Importante è co- di come viene orientato, rispetto al sog-
co, magari eseguite con un filtro flou da- me misureremo l'esposizione. In genere ba- getto e rispetto alla fonte di luce, avremo
vanti all'obiettivo. sta aprire di un paio di valori il diaframma risultati differenti. Che possiamo control-
All’ombra: Quando il tempo è bello e in suggerito dall'esposimetro. Indica un dia- lare a vista in ogni momento, prima di scat-
cielo splende il sole, la luce migliore da framma di f/11 con un tempo di 1/125 di tare la fotografia.
usare è quella all'ombra di un muro bian- secondo? Se impostiamo f/8 e 1/250 avre- I pannelli si differenziano tra di loro per il
co o grigio. La luce di cui disponiamo è mo una sovraesposizione di un diaframma. tipo di superficie che riflette la luce. I più
diffusa, quel tanto che impedisce il for- Se apriamo a f/5,6 avremo una sovraespo- potenti sono gli specchi, o le superfici cro-
marsi di ombre troppo nette. Nello stesso sizione di due diaframmi. mate lucidate a specchio. Riflettono prati-
tempo fornisce ancora rilievo all'immagi- La luce riflessa: Per ridurre i contrasti si camente il 100% della luce e il loro effet-
ne. Se il cielo è completamente sgombro possono sfruttare riflettori passivi natura- to è simile a quello di un faretto. Più che a
possiamo avere una leggera dominante blu. li, come ad esempio un muro bianco o gri- schiarirne le ombre servono ad illuminare
Che si elimina mettendo davanti all'obiet- gio, la sabbia di una spiaggia, o la neve di il soggetto, come fosse una fonte di luce
tivo un filtro di correzione Wratten 81A; un campo. ausiliaria.
oppure riflettendo sul soggetto, con un pan- Più versatili risultano i riflettori artificia- Di uso più semplice sono i pannelli con
nello bianco, la luce del sole. li, comunemente definiti col nome di pan- la superficie argentata o dorata. La rego-
Il controluce: Sistemiamo gli sposi con il nelli riflettenti, da mettere vicino al sog- la empirica vuole che la portata utile di
sole alle spalle, in modo che appaiano cir- getto, magari fissandolo a un treppiede, o un pannello non si spinga più in là di quat-
condati da un alone luminoso ed esponia- facendolo reggere da un aiutante. A seconda tro volte la sua larghezza. Un pannello di
La luce che proviene da una finestra,
schermata con tende, è una delle fonti d'il-
luminazione più interessante e più facile
da trovare.
Foto di Francesco Castagna.

un metro di lato, quindi, può dare buoni ce venga definita proprio come "luce fi- In studio
risultati su soggetti distanti fino a quattro nestra". Purtroppo le finestre hanno uno Ottimi ritratti si realizzano sia all'aperto
metri. È consigliabile usare il pannello svantaggio: non si possono spostare, o di- che in studio. Tuttavia in studio riusciamo
dorato quando il cielo è totalmente sgom- rigere verso il soggetto nel modo deside- meglio a controllare gli elementi che com-
bro di nuvole, e perciò riflette molto blu rato. pongono l'inquadratura: soggetto, sfondo,
nelle ombre. Il giallo dell'oro compensa Nelle riprese in casa, quindi, creeremo un illuminazione. Lo sfondo deve essere più
la dominante blu. Oltre alle superfici do- set di ripresa vicino alla finestra. Aiutati grande del campo inquadrato dall'obietti-
rate o argentate esistono pannelli con su- da un pannello riflettente per rischiarare le vo. La superficie non deve essere lucida,
perfici semplicemente bianche. Forniscono ombre troppo scure. Dalla luce ambiente ma opaca.
un’illuminazione molto morbida. La di- a quella totalmente artificiale il passo è bre- La sua tinta deve armonizzare con i capelli
stanza massima tra pannello e soggetto ve. Un paio di flash e qualche pannello ri- del soggetto e con la sua carnagione. Tinte
non deve essere maggiore del lato più lun- flettente è quanto basta per eseguire ritrat- chiare e "fredde", come l'azzurro, si adatta-
go. ti di matrimonio in studio. Chi è alle pri- no molto bene alle pelli chiare, ai capelli
me armi farà bene a usare poche sorgenti biondi. Al contrario i fondi "caldi" come il
In interni luminose. Due sono più che sufficienti. Due rosso e le sue tonalità, vanno meglio per i
Nel fotografare in interni è molto utile la flash, oppure due faretti a luce continua, soggetti con i capelli bruni e gli occhi scuri.
luce delle finestre. Fornisce un’illumina- più un pannello riflettente, costituiscono Per non sbagliare è sempre consigliabile sce-
zione simile a quella dei bank dei pro- già un buon sistema di illuminazione da gliere un fondo neutro. Ad esempio grigio.
fessionisti. Non è un caso che la loro lu- studio. Il viso ha sempre tonalità di colore molto
Foto di Angelo
Amerighi.

Usare la luce ambiente, sia naturale che artificiale, assieme a quella del flash, crea immagini molto gradevoli. L'abilità sta nel do-
sare esattamente la luce del flash, in modo che si integri perfettamente con quella ambiente. I moderni programmi di fill-in vengo-
no in aiuto al fotografo poco esperto.

IL FLASH
Fotografare a luce ambiente fornisce risultati molto belli. Però lo scarto, tra tutti i fotogrammi impressionati, è alto. Per questo tutti
usano il flash. Può essere una brutta foto, ma sarà comunque una foto ben esposta. Pochi, anche tra i fotoamatori, se la sentono di
rischiare. Specialmente per le foto dei momenti cruciali del matrimonio, ad esempio lo scambio degli anelli. È una foto che ci deve
essere, a tutti i costi. Allora ben venga il flash. Quello ideale deve essere potente, robusto, in grado di funzionare sia a piena potenza,
che a potenza ridotta; avere la ricarica rapida; l'automatismo d’esposizione TTL. Utile anche la possibilità di collegamento, mediante
servocellula, con altri flash. Già con due fonti di luce possiamo ottenere un’illuminazione di un certo effetto. Indispensabile che la
sua parabola sia in grado di coprire sia il campo di ripresa del grandangolare che del medio tele. Apprezzata la possibilità di inserire
sulla parabola alcuni accessori, quali filtri e diffusori di luce. Questi ultimi non risultano solamente utili ma, addirittura, indispensabili.
La luce diretta del flash è sempre molto dura e contrastata. L'illuminazione che ne deriva è sempre drammatica, con passaggi violenti
dal chiaro allo scuro e crea un'atmosfera che è l'esatto contrario di quella desiderata. Le immagini del giorno del matrimonio debbono
trasmettere un senso di gioia, di felicità e di pace: non di dramma e di tensione. Il mercato offre molti tipi di diffusore: si va dalle
semplici lastrine di materiale opalino, da applicare al vetro della parabola, a piccoli pannelli riflettenti, a veri e propri piccoli bank,
in genere chiamati soft box, di stoffa da applicare al flash. Anche se un po' ingombranti, pannelli e soft box sono la soluzione migliore
per diffondere la luce e ridurre il contrasto. Non si deve dimenticare che i soggetti principali, sposa e sposo, sono ai due estremi della
gamma dei grigi: lui vestito di nero e lei di bianco. Un bel rebus d’esposizione per farli rimanere entrambi nella latitudine di posa
della pellicola.
Foto di Angelo
Amerighi.

La luce ambiente è
sempre in grado di for-
nire atmosfere interes-
santi. In genere si trat-
ta di eseguire pose re-
lativamente lunghe. Un
faretto portatile o il fla-
sh vengono in aiuto; le
dominanti di colore so-
no inevitabili, ma, in
questo caso, sono usa-
te in maniera espressi-
va.

tenui. Se usiamo un fondo dai colori trop- compatte più semplici, prevedono il co- do. Solo dopo si deciderà la posizione del-
po vivi, ci apparirà smorto. Se si usa un siddetto fill-in, cioè il lampo di schiarita la luce di riempimento delle ombre.
fondo colorato attenzione che sia almeno quando si fotografa in pieno giorno. La La luce artificiale ci consente anche di ri-
a un paio di metri dal soggetto, per non quantità di luce necessaria viene dosata durre il contrasto della scena.
avere dominanti di colore. Visibilissime automaticamente dalla macchina, non co- Quando si mischiano luce naturale e flash,
sul vestito bianco della sposa. Per questo sì la sua qualità. Il flash incorporato alle dobbiamo decidere quale delle due deve
il fondo più facile da usare è quello grigio. reflex è nella calotta del pentaprisma, op- essere la più importante. È buona norma
pure, se si tratta di un flash separato, vie- non superare il rapporto di 3:1. Cioè la sor-
In luce mista ne infilato nella slitta sopra il pentapri- gente luminosa più potente non deve su-
Mischiare la luce del flash con quella na- sma. Ciò significa che la luce per il fill- perare di tre volte la potenza di quella mi-
turale in esterni era, una volta, compito per in, proviene da un punto fisso, ed è una nore.
fotografi esperti e dotati di fotocamera con luce frontale, diretta, che non sempre pro- L'effetto del lampo di schiarita dipende dal-
obiettivi a otturatore centrale. L'unico che duce buone fotografie. Siamo in esterni, la intensità della luce naturale che si vuo-
consentiva di sincronizzare il flash su tut- e la luce di schiarita deve essere coeren- le utilizzare e dalla potenza del lampo. Il
ti i tempi di scatto e perciò di calibrare esat- te con quella naturale. La posizione mi- rapporto tra le due intensità è determinato
tamente la luce naturale e quella del flash, gliore dove mettere il flash di schiarita è dalla posizione del flash, dal tempo di espo-
in rapporto al tempo di esposizione e al in rapporto alla luce principale, cioè quel- sizione e dal diaframma.
diaframma determinati dalla luce ambien- la del sole. È su questa che il fotografo Il diaframma va usato per controllare l'e-
te. Oggi è tutto più facile, anche con le fo- deve fare posare il soggetto. Magari at- sposizione del lampo, mentre i tempi van-
tocamere reflex che hanno l'otturatore sul tendendo che il sole raggiunga in cielo la no regolati di conseguenza sulla base del-
piano focale. posizione voluta, per rischiarare nella ma- la luce naturale a disposizione del dia-
I programmi automatici, addirittura delle niera desiderata sia il soggetto sia lo sfon- framma. Quindi, nei casi in cui la luce del
lampo è quella dominante il diaframma va
scelto a seconda della potenza del flash.
Esempio: stabiliamo di usare il diafram-
ma f/8 per una foto di gruppo all'aperto
con il sole in controluce. Misuriamo la lu-
ce, con l'esposimetro a mano, sopra una
zona illuminata dal sole, sullo sfondo dei
soggetti. Avremo il tempo di otturazione,
in rapporto al diaframma. Immaginiamo
che il responso dell'esposimetro sia f/8 e
tempo 1/250. In questo caso abbiamo, il-
luminati in maniera uniforme, sia il grup-
po che lo sfondo. Se vogliamo sottoesporre
lo sfondo, quello illuminato dalla luce del
sole, si può diminuire il tempo, ad esem-
pio impostando 1/500. Naturalmente se
usiamo un obiettivo con otturatore cen-
trale. Ciò non influirà sulla luce del flash,
che è molto più breve, e quindi non verrà
ridotta.
Altre volte desideriamo, al contrario, che
la luce del lampo serva come leggero schia-
rimento delle ombre. E che la sua intensità
sia inferiore a quella della luce naturale. Le
strade sono due: diminuire l'intensità del
lampo, impostando la mezza potenza, op-
pure chiudere il diaframma di uno stop e
allungare di altrettanto il tempo di scatto.
Si possono usare le due luci, flash e na-
turale, anche negli interni. Le foto che ne
risultano sono sempre molto interessan-
ti. Anche in questo caso giocheremo con
tempi e diaframmi. Facciamo un esempio
classico: la coppia di sposi in chiesa. La
coppia è sullo sfondo della navata. Per
avere tutto a fuoco montiamo un mode-
rato grandangolare e impostiamo il dia-
framma f/16. Regoliamo la potenza del
lampo, o la sua distanza dal soggetto, in
modo che il diaframma sia 11. Misuria-
mo poi la luce, sempre con un esposime-
tro a mano e cerchiamo il tempo di scat-
to che corrisponde a f/11. Ammettiamo
che questo sia di un secondo. Impostia-
mo quindi un secondo sull'otturatore. Pre-
ghiamo gli sposi di rimanere immobili per
qualche attimo, e scattiamo. Il lampo par-
te e illumina le zone dove non arriva la
luce, e questa, agendo per un secondo,
fornisce il resto dell'illuminazione. Il me-
todo è più semplice da mettere in opera
che a spiegarsi.
Quando usiamo il lampo elettronico assie-
me alla luce ambiente, abbiamo fonti a tem-
peratura di colore diverse. Ciò vuole dire
avere sia luci calde, tendenti al rosso aran-
Foto in studio. Da sottolineare l'illuminazione molto semplice, in pratica una "scatola cione, che luci fredde, tendenti all'azzurri-
di luce" in cui si muove la ragazza. no. Non preoccupiamoci. I toni caldi, ge-
neralmente sullo sfondo, sono sempre ben
accettati e contribuiscono ad accentuare il
Foto di Danilo Frontini. carattere romantico della posa.
Il ritratto dietro al vetro fornisce sempre immagini gradevoli. Sta al fotografo magari spruzzare sul vetro stesso un po' d'acqua, per
suggerire l'idea della pioggia, del sogno. La difficoltà tecnica di queste foto sta nell’esposizione e nella messa a fuoco. Entrambe
debbono essere manuali. Infatti gli automatismi sarebbero ingannati dal vetro. Foto di Francesco Castagna.

Il ritratto La prima regola consiste nel mettere il sog-


getto a suo agio, e lasciargli prendere la
dietro.
La scelta del punto di ripresa ha la sua im-
Una gran parte delle fotografie che si ve- posa che più gli sembra naturale. Da evi- portanza. Più della scelta della lunghezza
dono negli album di matrimonio potreb- tare gli atteggiamenti stereotipati: risulte- focale dell'obiettivo. Le cosiddette defor-
bero essere state realizzate addirittura nei ranno falsi e stucchevoli. mazioni nell'aspetto di un volto, di una fi-
giorni prima o dopo la cerimonia. E talo- Se facciamo un ritratto, meglio usare una gura, non sono causate dalla lunghezza fo-
ra lo sono. Sono ritratti e figure ambienta- lunga focale e un diaframma piuttosto aper- cale dell'obiettivo, ma dalla distanza che
te degli sposi, realizzate su sfondi partico- to, in modo da sfocare quanto sta dietro. passa tra macchina fotografica e soggetto.
larmente accattivanti o veri e propri ritrat- Se riprendiamo a figura intera osserviamo Più la foto è scattata da vicino, più si cor-
ti in studio. È una tendenza che ha preso attentamente quanto sta attorno e, se non re il rischio di avere visi deformati dalla
piede in questi ultimi anni. Un ritratto di ci piace, non esitiamo a cambiare il teatro prospettiva.
buona qualità non si improvvisa. della ripresa. Non è una perdita di tempo. Attenti ai muri colorati, ai prati verdi, al
Per ottenere buoni risultati il fotografo de- Nella fotografia deve sempre esserci un so- fogliame degli alberi. Quanto sta attorno
ve possedere, oltre alle consuete conoscenze lo soggetto. Quanto sta attorno ad esso non al soggetto, anche se non compare nel-
tecniche, anche una certa dose di psicolo- deve distrarre l'attenzione, di chi guarderà l’inquadratura può causare dominanti di
gia. Gli servirà a capire meglio l'animo del la fotografia, dal soggetto principale: gli colore sul viso, sui vestiti. Quante spose
soggetto da fotografare, come vuole appa- sposi. È un errore in cui si cade spesso: da- verdi come marziani, perché fotografate
rire e a farlo sentire a suo agio davanti al- re la stessa importanza agli sposi, o alla so- sedute in un prato, o sotto l'ombra di un
l'obiettivo. lita chiesetta tanto romantica che sta loro albero.
Luce ambiente e spot di luce sul viso della sposa. L'effetto si ottiene facilmente con un pannello riflettente dalla superficie dora-
ta. Foto di Mariano Di Franco - Studio Foto D’Arte.

L'ESPOSIMETRO
Le condizioni di luce, nelle quali si scattano foto di matrimonio, molto spesso richiedono l'uso di un esposimetro a mano. Anche se
la fotocamera è dotata di lettura esposimetrica automatica, e di flash TTL, un buon esposimetro a mano verrà sempre utile. Special-
mente se in grado di eseguire letture spot. Viene utile nelle riprese a luce ambiente. Grazie all’esposimetro a mano possiamo legge-
re molti punti del soggetto, da quelli più chiari a quelli più scuri, e controllare se le alte luci e le ombre profonde rientrano nella la-
titudine di posa della pellicola. Possiamo misurare solamente l'illuminazione del punto che ci interessa, trascurando tutto il resto. L'e-
sposimetro a mano si può anche usare per le misurazioni a luce riflessa, su cartoncino grigio. Con un esposimetro a mano si può de-
terminare l'esposizione anche con il metodo cosiddetto “della luce incidente”. Ci si mette al posto del soggetto, si inserisce sopra il
sensore dell'esposimetro la calottina opalina fornita come accessorio, e si rivolge l'esposimetro verso la fotocamera. La lettura darà
il tempo e il diaframma necessari. Lettura a luce incidente e a luce riflessa non sono possibili durante la cerimonia. Dovremo effet-
tuare le misurazioni durante un sopralluogo, nella medesima situazione di luce in cui ci verremo a trovare.
Foto di Mariano Di Franco
Giochi d'ombre. Non sempre le luci molto direzionate sono dannose alla fotografia. Il Studio Foto D’Arte.
bravo fotografo le può sfruttare a
suo vantaggio, facendo posare i soggetti proprio nei fasci di luce e usando le ombre fonde come cornice. Attenzione alla
esposizione: deve essere fatta sulle parti illuminate. Meglio se eseguita con un esposimetro a mano.
La tecnica del controluce fornisce sempre risultati interessanti, sia in studio, sia, come in questo caso all'aperto. Indispensabile un
pannello riflettente, o un colpo di flash, sul davanti, per schiarire le ombre.
Foto di Francesco Castagna.
Luce diffusa in studio. Anche in questo caso è necessario misurare bene la luce. L'esposizione va letta direttamen-
te sul viso della ragazza, con il velo alzato. Se la si legge con il velo abbassato la coppia tempo/diaframma non sarà
quella giusta e il viso risulterà sottoesposto. Foto di Maria Cristina Ratti.
Con un po' di fantasia si possono trovare spun-
ti per "incorniciare" naturalmente il ritratto de-
gli sposi. Perché non il retrovisore dell'auto-
mobile? La messa a fuoco deve essere manua-
le, così come la lettura esposimetrica.

Foto di Mariano Di Franco


Foto Studio D’Arte.

LE PELLICOLE dita di qualità, anche negli ingrandimenti più nale, e facendola sviluppare di conseguen-
elevati. Addirittura c'è chi usa, d'abitudine, za. Oppure se ne può usare una molto sen-
I professionisti del matrimonio usano pelli- negativi a colori da 400 ISO. I tempi di scat- sibile. Tali pellicole, infatti, hanno una gra-
cola negativa, a colori o in bianconero. Si to consentiti risultano sufficientemente ve- na più evidente e un contrasto minore. Al-
deve consegnare agli sposi una serie di stam- loci per non avere foto mosse, anche nelle cuni professionisti, per ottenere foto molto
pe, da raccogliere in un album ricordo. Que- riprese a mano libera e, se proprio si vuole sgranate, usano pellicola diapositiva, da 800
sto per il fotografo è un vantaggio. Non si essere sicuri, si può sempre usare un mono- ISO o da 1600, la espongono di due stop me-
deve preoccupare della temperatura di co- piede. Accessorio poco ingombrante e leg- no, poi la sottopongono a trattamento for-
lore delle fonti di luce che rischiarano la sce- gero, che permette di avere un appoggio per zato. Infine la stampano sulle carte a colori
na. Che si trovi in chiesa, dove alla luce che la macchina e ottenere foto ben nitide anche invertibili. Finora abbiamo parlato di emul-
filtra dalle vetrate si mischia quella delle can- con tempi di 1/15 di secondo. La ripresa a sioni a colori. Ma un buon fotografo di ma-
dele, quella del flash e magari di qualche luce ambiente, oltre a fornire immagini d’ef- trimonio non deve trascurare le pellicole in
spot usato anche per riprese video; o che si fetto, non disturba la cerimonia, con petu- bianconero. Quella più usata è la T Max 400
trovi all’aperto o nella sala del ristorante per lanti colpi di flash. Ciò è importante. Non si Kodak. Oggi sono tornate di moda, per ser-
l’immancabile foto del taglio della torta, po- deve dimenticare che non si sta riprenden- vizi matrimoniali raffinati. Un buon servi-
trà usare una sola pellicola. Oggi i negativi do uno spettacolo, ma una funzione religio- zio fotografico in bianconero, ricco di toni
colore riescono a sopportare una discreta sa. Non bisogna considerare le pellicole so- di grigio, di luci e ombre ben disposte, è da
gamma di temperature di colore, senza bi- lamente dal punto di vista della sensibilità. apprezzare più delle banali e comuni foto-
sogno di correzioni con filtri. Correzioni che, Ogni pellicola ha proprie caratteristiche di grafie a colori. Le stampe in bianconero pos-
comunque, si possono sempre fare in fase di granulosità e di intonazione dei colori. Sta sono anche venire sottoposte a viraggi d'in-
stampa. all’abilità del fotografo sceglierle e usarle a tonazione colorata, che fanno loro assume-
La pellicola a colori più usata, quella buona fini espressivi. Non è detto, ad esempio, che re un aspetto antico. I più usati sono il mar-
per tutte le situazioni, è un’emulsione di sen- la foto debba sempre essere nitidissima. An- roncino seppia, e il blu. Oltre alle intona-
sibilità intorno ai 160/200 ISO. Sensibilità zi, certe atmosfere romantiche riescono me- zioni colorate, le stampe possono venire sot-
nella quale i produttori offrono una buona glio se la pellicola presenta un po' di grana. toposte a viraggi parziali, o essere anche co-
gamma di scelta. Grana e sensibilità delle Questa si ottiene esponendo la pellicola uno lorate a mano, con gli speciali colori per fo-
attuali emulsioni lo consentono, senza per- stop o due meno della sua sensibilità nomi- tografia, tipo Colorvir.
I FILTRI Avere un’immagine degradata serve anche a nascondere le im-
perfezioni della pelle. Questo filtro dà risultati interessanti sia
Se usati a proposito e con parsimonia, sono gradevoli. Il più nella fotografia in bianconero sia in quella a colori. Abbiamo
usato è quello flou, in tutte le sue gradazioni. Spesso fornisce anche filtri flou con la parte centrale non trattata. In questo ca-
foto stucchevoli, però, impiegato a proposito, può essere uti- so la parte del soggetto al centro del fotogramma viene ripro-
le. Il flou degrada l'immagine, e ne diminuisce l'incisione. La dotta normalmente, mentre quanto le sta attorno risulta poco
pelle della persona ritratta diventa liscia e vellutata, i tratti ec- inciso. Da non confondere con il flou è il filtro fog, nebbia, che
cessivamente duri si addolciscono, tutta la figura sembra bril- stende un velo bianco, come fosse nebbia, su tutta l’inquadra-
lare in un alone luminoso. L'effetto flou, come tutti gli effetti tura. L’effetto viene esaltato nelle riprese in controluce.
ottenuti con filtri degradati d'immagine, aumenta con l'apertu-
ra del diaframma. Si ottiene un effetto flou anche con i filtri Lenti prismatiche
cross screen. Quelli che trasformano ogni punto luminoso in Anche se vengono comunemente chiamati filtri, si tratta di pri-
una stellina con tanti raggi. Nella foto di matrimonio la loro smi che modificano l’immagine: duplicandola, triplicandola e
funzione è doppia. Se il soggetto è illuminato con luce diffusa così via, a seconda del numero delle facce del prisma. L’effet-
si ha un’immagine degradata, con perdita d’incisione. Se in to si può controllare facilmente nel mirino della macchina fo-
campo si hanno punti luminosi, come lampade, o candele, ol- tografica. Per ottenere buoni risultati è importante che lo sfon-
tre alla perdita d'incisione, avremo anche tanti raggi di luce che do sul quale si staglia il soggetto, sia il più possibile neutro. Se
partono dal punto luminoso. è già confuso, la moltiplicazione dell'immagine non farà altro
Alla famiglia dei filtri degradanti appartengono anche i filtri che confonderlo ancora di più.
cosiddetti pastello, che attenuano le tinte. Talora si usano an- Con l’aumentare del numero delle facce del prisma il sogget-
che i filtri cosiddetti prismatici, che moltiplicano l'immagine to viene sempre più moltiplicato. Siccome la grandezza del fo-
e la dispongono secondo figure geometriche, a cerchio, a trian- togramma rimane invariata, non si possono usare prismi con
golo, a poligono di varia forma. Altri filtri, talora usati per le un numero troppo grande di facce: le varie duplicazioni del
riprese in esterno, sono quelli colorati per metà, servono a con- soggetto risulterebbero troppo piccole. Oltre che nel tipo in-
ferire dominanti colorate al cielo, lasciando intatto il cromati- colore il mercato offre prismatiche colorate in cui ogni faccia
smo del resto della foto. del prisma possiede un colore diverso. Il risultato è una serie
di immagini moltiplicate, ma ognuna con il proprio colore.
Cross screen Quando usiamo le prismatiche lo spazio occupato dal sogget-
Un filtro incolore, trasparente. Osservandolo da vicino ci ac- to principale non dovrebbe occupare più di un quarto dell’in-
corgiamo che la sua superficie è incisa da una rete di linee. tero fotogramma. Solo così eviteremo sovrapposizioni dello
Questa rete però trasforma in altrettante stelline luminose ogni stesso soggetto. Il diaframma andrà aperto al valore massimo:
punto luminoso di una certa intensità. Il numero dei raggi del- chiudendolo rischiamo di ridurre l’effetto prisma.
le stelle dipende dalla forma del reticolo. Se questo è l’effetto
più appariscente, non dobbiamo dimenticare che il cross screen Filtri digradanti
causa anche un flou molto leggero. Oltre ai cross screen con Metà del filtro è incolore, metà è colorata e sfuma in quella tra-
reticolo fisso alcuni produttori lo offrono in montatura rotan- sparente. Servono a scurire e a colorare determinate parti del-
te, per dirigere i raggi delle stelline, causate dai punti luce, nel- la fotografia, in genere il cielo. Ogni produttore di filtri ha in
la direzione che più serve. Si sfrutta al massimo l'effetto di que- catalogo una serie di digradanti dai colori più diversi. Quelli
sto filtro includendo nell’inquadratura il maggior numero pos- più usati, tuttavia, sono il blu, il giallo, il verde, il rosa, il ta-
sibile di punti luce. Nella famiglia dei cross screen possiamo bacco, il rosso. Nella gamma dei filtri sfumati troviamo anche
includere i filtri "spectra". Raggi colorati, nei colori dell’arco- i filtri grigi. Sono utili quando si deve scurire una parte del-
baleno, scaturiscono dai punti luce. Anche in questo caso l’im- l’immagine troppo chiara: ad esempio un cielo nuvoloso. Pos-
magine risulta ammorbidita. siamo considerare simili ai digradanti i filtri colorspot. Sono
lenti colorate, con un foro centrale. La scena viene riprodotta
Il diffusore con una differenza di colore più o meno intensa tutt’intorno,
Detto anche flou, oppure softon, a seconda dei cataloghi dei mentre quanto sta nel centro del fotogramma mantiene i suoi
produttori. Ammorbidisce l'incisione dell’immagine. Viene usa- colori normali.
to in tutti quei casi in cui si voglia un’atmosfera romantica.
Luce ambiente e filtro diffusore. Per avere i migliori risultati è indispensabile che la luce sia diffusa. Foto di Francesco Castagna.
Il più classico degli interventi in post produzione, il viraggio seppia, che conferisce all'immagine un aspetto gradevolmente
"antico". Foto di Angelo Amerighi.
La tecnica delle mascherature in fase di stam-
pa è molto usata. Gli stessi risultati si otten-
gono anche con programmi di elaborazione e
stampa digitale.

Foto di Claudio Rosso - “arte in”


Vado Ligure Savona.

Viraggi tonazione bruna; quello al selenio una into-


nazione blu. Il trattamento serve anche a ren-
dere i risultati. L'intensità del viraggio si
può controllare a vista, dato che il proces-
ed elaborazioni dere più lunga la vita delle stampe. Negli so si svolge in luce naturale.
esempi citati si ha una ossidazione della mag- Un’altra tecnica è quella di ricavare disegni
Ogni fotografo desidera conferire un "va- gior parte dell'argento dell'immagine, che da fotografie; è di effetto e richiede una mi-
lore aggiunto" alla foto di matrimonio. Un permette alle stampe di durare più a lungo. nima applicazione e poche conoscenze tec-
intervento manuale che sia anche la sua Per chi desidera personalizzare al massi- niche. Oltre alla stampa su carta occorre in-
"firma ", che testimoni in maniera eviden- mo i propri lavori ci sono i viraggi ottenu- chiostro di china e una serie di pennini ra-
te la sua "creatività". ti con le più varie sostanze naturali. Into- pidograph. Si ripassano a china tutte le par-
Le manipolazioni possibili in fase di stam- nazioni seppia, non solo nei grigi dell'im- ti della fotografia che si vogliono riprodur-
pa sono infinite, e oggi addirittura realiz- magine, ma anche nei bianchi, si possono re come disegno. Quando l'inchiostro avrà
zabili con facilità, se si digitalizza l'im- ottenere con il thè. Proprio quello che si aderito alla stampa e sarà perfettamente
magine e la si manipola con uno dei più beve caldo come tisana, freddo come bi- asciutto, si deve immergere la fotografia in
pratici programmi di fotoritocco. bita. È un viraggio molto facile da ottene- un bagno di ferrocianuro di potassio, il co-
L'intervento tradizionale più usato è il vi- re. Si deve fare un infuso di quattro busti- mune bagno di sbianca. La stampa scom-
raggio. Si stampa normalmente, su carta bian- ne di thè in un litro d'acqua. Raffreddato il parirà, lasciando al suo posto solamente il
conero la foto e poi la si immerge nel bagno liquido così ottenuto lo si mette nella soli- "disegno" a china. Non resterà che lavare
di viraggio. È una soluzione in acqua di so- ta bacinella per lo sviluppo delle stampe, abbondantemente e asciugare, per avere la
stanze chimiche che sostituiscono le tona- nella quale si immergerà la fotografia da nostra opera a metà tra il disegno e la foto-
lità di grigio dell'immagine, date dai sali d'ar- virare. La sua azione non è veloce come grafia. E gli effetti saranno diversi anche a
gento, con un colorante. Ad esempio il ba- quella dei viraggi chimici tradizionali. Oc- seconda del tempo durante il quale la stam-
gno al solfuro d'argento conferisce una in- corrono dai dieci ai quindici minuti per ve- pa è rimasta nel bagno.
Qualsiasi foto seppia può venire ulteriormente trattata con interventi manuali.
In questo caso alcune parti della stampa sono state trattate con le speciali
aniline per fotografia. Si applicano con un sottile pennello, oppure tampo-
nando con un batuffolo di cotone.

Foto di Francesco Castagna.


Foto di Mariano Di Franco - Foto Studio D’Arte.

Gli scatti dre. Obiettivo grandangolare e normale.


2) Lo sposo che attende davanti alla chie-
4) Ritratti di testimoni, genitori, parenti,
amici durante il rito. Obiettivo tele.
da non mancare sa. La sposa che arriva. Il corteo nuziale 5) Il momento del "sì", lo scambio degli
che entra in chiesa. Familiari e amici. Al- anelli. Obiettivo tele.
Esistono fotografie di matrimonio che non ternare campi lunghi a ritratti. Obiettivo 6) La firma del registro da parte degli spo-
debbono assolutamente mancare. Sono grandangolo e normale. si e dei testimoni. Obiettivo grandangolo.
quelle dei momenti considerati più impor- 3) Panoramica della chiesa ripresa dall'in- 7) Lancio del riso, commozione dei geni-
tanti. Vediamoli, assieme agli obiettivi più gresso. Ritratti degli sposi singolarmente tori. Obiettivi tele e grandangolo.
adatti. e in coppia mentre stanno inginocchiati o 8) Pranzo, rinfresco. Gli sposi distribui-
seduti. Se la sposa è in lungo, qualche scat- scono i confetti; la sposa regala il bouquet
1) I preparativi in casa della sposa. La spo- to che metta in risalto l'abito. Momenti del ad un’amica; il taglio della torta; i brindi-
sa che esce da casa accompagnata dal pa- rito. Obiettivo tele. si.
Ci sono momenti del matrimonio che il fotografo
non può assolutamente tralasciare. Sono i momenti
clou. Per questo deve conoscere in anticipo sia lo
svolgimento del rito, sia lo svolgimento generale
della cerimonia. Tra tutti, il momento più impor-
tante è lo scambio degli anelli, poi viene la firma
del registro. Difficilmente queste sono belle foto:
si tratta di momenti colti nel momento in cui si
svolgono, soprattutto lo scambio degli anelli, sen-
za la possibilità di una pur minima regia. Gli al-
tri momenti importanti sono l'ingresso della spo-
sa al braccio del padre, l'uscita di chiesa, e l'e-
ventuale lancio del riso. Per avere i chicchi di ri-
so mossi è indispensabile usare il flash, impostando
un tempo relativamente lungo. I flash automatici
e i programmi di fill in delle moderne reflex fan-
no tutto da soli. Anche il taglio della torta ed il
brindisi finale sono momenti importanti e signifi-
cativi.

Foto di Francesco Castagna.

Foto di Andrea Valsasnini. Foto di Andrea Valsasnini.


Foto di Francesco Castagna.

LEGGI E CONSUETUDINI
La fotografia di matrimonio è regolamentata da leggi e con- veri di credenti. Per il rispetto che si deve alla cerimonia e per
suetudini. Le prime valgono per quanti ne fanno una profes- il fatto che si opera in luogo sì aperto al pubblico, ma non in
sione. Le seconde per tutti. luogo pubblico come può esserlo una piazza, è però indispen-
Chi vuole fare di professione il fotografo di matrimonio deve sabile chiedere al padrone di casa, cioè al sacerdote, le norme
avere l'iscrizione alla Camera di Commercio del luogo di resi- di comportamento che dovremo adottare durante la cerimonia.
denza; partita IVA; posizione contributiva INPS. Non è ne- Le possiamo riassumere pubblicando le indicazioni forniteci
cessaria l'iscrizione a un’associazione di categoria. Da qualche dalla Diocesi di Milano.
tempo alcune Diocesi hanno istituito corsi per fotografi di ma- 1) È dovere degli operatori prendere contatto per tempo con il
trimonio, al cui termine i partecipanti ricevono un tesserino e parroco o con il sacerdote responsabile della chiesa per gli op-
vengono iscritti in un elenco di professionisti del matrimonio. portuni accordi. Con il medesimo prenderanno visione del luo-
Da un punto di vista legale questo tesserino non ha alcun va- go e della disposizione di esso. Qualora gli operatori trovas-
lore, né per il professionista, né tanto meno per il fotoamato- sero l'illuminazione della chiesa insufficiente, inadeguata o ma-
re. Non può essere discriminato l'amico degli sposi che si pre- le posizionata per le riprese, si troverà comune accordo con il
sta ad eseguire il servizio fotografico. Si tratta di una libera parroco per una soluzione valida alla soddisfazione delle reci-
scelta degli sposi, che non ha nulla a che vedere con i loro do- proche esigenze.
SI RINGRAZIANO I SEGUENTI FOTOGRAFI:
Oreste Pipolo, Via Carbonara 93, 80139 Napoli. Tel.
081.298.138. www.orestepipolo.it (Le immagini pub-
blicate sono tratte dal libro “Napoli a nozze”, Elec-
ta Napoli 1997.

Herbert Ascherman, Cleveland, Ohio, USA.


www.ascherman.com.

Maria Cristina Ratti, Desenzano del Garda (BS). Tel.


030.9141.256

Marta Favaro, Studio Fotografico L’Immagine, Via


Libarna 90, 15061 Arquata Scrivia (AL). Tel
0143.636229.

Francesco Castagna, Studio Castagna, Via Roma 53,


Merlana (PD). Tel. 0429.85566.
Angelo Amerighi, Photo Ottica Stadio, Via S.Ma-
ma 164, Ravenna. Tel. 0544.404189

Danilo Frontini, Milano. Tel. 0348.781.4608

Mariano Di Franco, Foto Studio D’arte, Via Edison


Foto di Francesco Castagna. 171, 92023 Campobello di Licata (AG). Tel.
0922.879.903

Claudio Rosso, arte in, Via Aurelia 176 Vado Ligu-


Il gruppo degli invitati, degli amici, dei parenti è uno scatto che il fo- re (SV). Tel. 019.2100029
tografo di matrimonio non può mancare. Sta alla sua fantasia trasfor-
mare una banale raccolta di persone in un’immagine vuoi divertente, Romeo Pompa, Studia RA, Via S.Agnese 20r, Ge-
vuoi interessante. In ogni caso deve sapere mettere in atto una certa re- nova. Tel. 010.2465163
gia, in modo che tutti si trovino al posto giusto al momento dello scat-
to. Nei gruppi classici, quelli ripresi frontalmente, è bene che tutti guar-
dino in macchina e che per la ripresa si utilizzi un teleobiettivo. Così
da far sembrare sullo stesso piano le varie fila dei componenti il grup-
po. Più il numero delle persone del gruppo è elevato, più difficile è la
fotografia, perché aumentano le probabilità che qualcuno non abbia
l'espressione giusta. Per questo bisogna scattare molti fotogrammi ad
un gruppo, per avere la certezza di quello venuto bene.

2) Curino il rispetto verso i ministri e l'assemblea con la silen-


ziosità e la discrezione dei gesti, con il contegno serio e con at-
teggiamento di comprensione della sacralità dell'azione che si sta
svolgendo. L'operatore e l'assistente indosseranno abiti consoni
al luogo e al rito.
3) Gli operatori non dovranno distogliere l'attenzione dei presen-
ti dallo svolgimento dell'azione liturgica o distrarli dalla devota
partecipazione ad essa. In particolare limiteranno gli spostamen-
ti allo stretto necessario e faranno uso discreto del flash. La chie-
sa, infatti, non deve essere trasformata in set cinematografico.
4) Le riprese, oltre ad alcune panoramiche, sono permesse: al-
l'ingresso in chiesa; al rito del matrimonio; al rito della pace; al-
la comunione, ai riti conclusivi.

Foto di Maria Cristina Ratti.


MATRIMONIO accattivanti presentazioni, su computer, su trezzatura è fornita attraverso il laborato-
televisore, in proiezione su un grande scher- rio che la potrà noleggiare ad un canone di
IN DIGITALE mo, in modo da consentire loro una scelta circa 300.000 lire al mese per tre anni.
più consapevole. Per una maggiore comprensione del si-
Kodak presenta Studio Link, un siste- Il software permette di memorizzare il nu- stema, precisiamo che nel momento in
ma progettato per rendere più raziona- mero di stampe richieste, il formato, la ver- cui si è scelto un laboratorio, abbia le
le la gestione delle fotografie: risparmi sione bianconero o seppia. Queste infor- scansioni in alta definizione e abbia con-
ed opportunità nuove. mazioni trasmesse al laboratorio non da- segnato quelle in bassa al fotografo, il fo-
Come i fotografi di matrimonio ben sanno ranno più luogo a confusioni ed errori, cau- tografo in questione non potrà ovviamente
i servizi matrimoniali si concentrano in pe- sa spesso di incomprensioni tra fotografo rivolgersi ad un altro laboratorio per ave-
riodi di tempo ristretti; in quelle poche set- e clienti. re le stampe di quel servizio. Potrà inve-
timane i laboratori sono sommersi dalle fo- Il laboratorio avrà un buon risparmio nei ce dare ad un altro laboratorio un servi-
tografie con il rischio di confondersi tra le tempi di gestione delle immagini, ed in- zio diverso.
immagini e le richieste del fotografo, sen- fatti i test effettuati in alcuni laboratori han- Una volta terminato il lavoro, il labora-
za contare la difficoltà di fornire un risul- no rivelato il loro forte interesse per que- torio potrà riversare le scansioni in alta
tato qualitativo inappuntabile. sto tipo di soluzione. definizione su un supporto ad alta capa-
In fondo ben poco è cambiato nelle proce- Anche il fotografo ha alcuni vantaggi non cità e consegnarle al fotografo; ovvia-
dure di lavorazione rispetto a dieci o ven- trascurabili; una presentazione professio- mente sarà sempre possibile conservare
ti anni fa. Ora però l’elettronica può offri- nale delle immagini, invece che i classici i soli negativi..
re soluzioni nuove a patto che si sviluppi- provini, favorisce un rapporto di maggio-
no software e procedure organizzative fi- re fiducia con i clienti, senza contare che i
nalizzate a progetti specifici; ed è quanto novelli sposi possono acquistare il CD del
ha fatto Kodak. loro matrimonio. In periodi di crescente in-
L’idea di base è semplice: dotare il labo- teresse per l’immagine digitale, questo può
ratorio di uno scanner per negativi me- costituire un servizio che può spingere la
dioformato in striscia che abbia una ele- scelta verso un fotografo piuttosto che ver-
vatissima efficienza e rapidità; queste scan- so un altro. Un test effettuato su un cam-
sioni in alta risoluzione consentiranno di pione di fotografi ha rivelato che quanti
effettuare un controllo generale del servi- hanno saputo valorizzare il servizio pres-
zio matrimoniale in modo da evitare squi- so i loro clienti hanno aumentato il loro fat-
libri cromatici tra le diverse parti del ser- turato; complessivamente un 30% ha di-
vizio. Contemporaneamente il fotografo chiarato di essere interessato all’acquisto
riceve su supporto informatico, ad esem- dello Studio Link.
pio un CD, le basse risoluzioni (file che L’investimento maggiore è richiesto al la-
comunque hanno una dimensione di circa boratorio; il costo per il fotografo è di cir-
4 Mb); utilizzando le apparecchiature del- ca 10 milioni per dotarsi del sistema Stu- L’interfaccia è istintiva: i comandi si
lo Studio Link, il fotografo potrà mostra- dio Link System, costituito da masterizza- trasmettono toccando lo schermo con una
re agli sposi le immagini scattate in varie tore, computer e stampante ink-jet. L’at- penna.

Nella foto si vede il masterizzatore che permette


di leggere il CD con le basse risoluzioni e di
scrivervi sopra le informazioni relative al
numero delle stampe, al formato, all’eventuale
versione in bianconero o seppia.
Al centro si vede il computer; in realtà è
un’unità che consente esclusivamente il lavoro
consentito dal software Studio Link. Questa
scelta è legata alla necessità di offrire un
prodotto capace di sfruttare e valorizzare le
possibilità del software in un modo semplice
e istintivo. Le dimensioni sono molto compatte
e lo schermo a cristalli liquidi può essere
estratto dal supporto e mostrato ai clienti,
come si mostra un album.
La stampante ink-jet permette di fare rapide
stampe di eventuali fotografie di cui si voglia
immediatamente un’immagine su carta; d’altra
parte un file di 4 Mb consente tranquillamente
immagini in formato A4.
Linea Segni d’Amore di Lucchini

Gallegati

Acerboni
Gemma

L'ALBUM coli buffi incidenti che, inevitabilmente, Naturale complemento del servizio di ma-
capitano in un’occasione così particolare, trimonio è l'album. L'offerta, molto vasta,
Il servizio di matrimonio non termina con ha bisogno di un’impaginazione mossa, ti- è in grado di soddisfare tutti i gusti. Si va
lo scatto della fotografia. Bisogna pensa- po quella che troviamo sui settimanali il- dagli album classici, con preziose legatu-
re all'album. La scelta dipende dal gusto lustrati. Al contrario, una serie di ritratti, re in cuoio e pelli di vario genere, ai mo-
degli sposi. Indipendentemente dalla scel- di riprese molto curate nella tecnica e nel- derni album realizzati stampando diretta-
ta l'album deve essere come un fotolibro la composizione, ma che non raccontano mente, con le moderne tecnologie del com-
nel quale impaginare le foto realizzate. Si una storia, risalteranno con più evidenza puter to print, le foto sui fogli. Si tratta di
va dalla semplice messa in sequenza dei se a ciascuna si dedicherà un’intera pagi- veri e propri libri fotografici, di cui si pos-
vari scatti: prima del matrimonio, duran- na. Per spezzare la monotonia del susse- sono stampare numerose copie, anche in
te, dopo; ad una vera e propria organizza- guirsi di pagine tutte uguali, conviene rea- formato ridotto, da regalare agli amici. La
zione della pagina, con foto di formato di- lizzare stampe dal taglio decisamente in- linea di album "Segni d'amore" di Lucchi-
verso, con tagli d'immagine particolari. Un consueto: molto verticali, addirittura ro- ni offre questa possibilità. Più nella tradi-
servizio molto reportagistico, con tante fo- tonde, poste all'inizio di gruppi di riprese zione per chi preferisce gli album classici,
to che raccontano la giornata: dai prepara- differenti: il gruppo di ritratti, il gruppo le linee di Acerboni, Gallegati, Gemma, e
tivi in casa degli sposi, agli amici, ai pic- delle foto in chiesa e così via. Pignatelli.
MACRO

LA MACRO: SCELTA
DELL’ATTREZZATURA
Per la macrofotografia meno impegnativa possiamo dimenticare tubi,
soffietti e ottiche super specializzate e guardare ad obiettivi polivalenti

Un consigliere fuorviante per la scel- con obiettivo standard 50mm - si pre-


ta dell’attrezzatura “giusta”? Può es- sta con facilità alla conversione ma-
serlo anche un manuale di macrofo- cro. Basta acquistare un set di tubi di
tografia troppo datato; perché i prin- prolunga.
cipi restano, ma gli strumenti evolvo- Concettualmente simili ai tubi, e fa-
no sotto la spinta di nuove tecnologie. voriti dalla variazione continua del-
Questo è un dato di fatto, da non igno- la lunghezza, i soffietti sono più co-
rare. stosi, ingombranti e soprattutto deli-
Davanti alla domanda “che cosa com- cati, quindi poco indicati per l’uso
pero per assicurarmi questa prestazio- rude sul campo.
ne?” dobbiamo meglio definire i con- All’atto pratico: per apparecchi fuori
torni della “scelta giusta”, in concreto produzione, o semplicemente per ri-
chiamata a risolvere situazioni molto sparmiare sui prezzi poco abbordabi-
diversificate. Chi intende completare li delle marche più note, potrà essere
con il pezzo mancante un corredo re- necessario rivolgersi al mercato del-
flex da tempo fuori produzione è ob- l’usato. Da tener presente anche l’al-
bligato a ragionare in maniera diffe- ternativa offerta dai set di tubi di fab-
rente da chi progetta il primo acqui- bricanti terzi come Kenkò e Soligor,
sto. E per tutti vale la regola di cali- sicuramente più economici ma ugual-
brare la soluzione sulle proprie esi- mente più efficienti.
genze specifiche, all’interno di quelle Come abbiamo riscontrato nei con-
due grandi categorie fotografiche co- fronti qualitativi della puntata prece-
nosciute come amatoriale e profes- dente, l’alternativa del set di lenti ad-
sionale. dizionali di qualità standard, econo-
miche e di facile reperibilità, lascia al-
Strumentazioni specialistiche quanto a desiderare come resa ottica:
Ci limitiamo ad una rapida educazio- pertanto va considerata come solu-
ne. La parte del leone spetta al vero zione di ripiego.
obiettivo macro. Sempre progettato
per dare la massima qualità nelle ri- Il corredo universale da “viaggio” descritto nell’artico- Transizione dolce
prese ravvicinate, ma differente nel- lo: senza pretese di eccellenza qualitativa almeno nel cam- verso il campo macro
la montatura a seconda che incorpo- po macro, ma di impareggiabile versatilità e leggerezza. Anno dopo anno la distanza minima
ri il meccanismo di messa a fuoco op- di messa a fuoco degli obiettivi pre-
pure che ne sia sprovvisto. In quest’ultima l’esercizio del mestiere ai massimi livelli visti per l’impiego generale è andata ridu-
esecuzione è conosciuto con il nome di bel- prevede set di tubi di prolunga di lunghez- cendosi, tanto per le focali fisse che per gli
lows (=soffietto), dal momento che deve ne- ze fisse variamente accoppiabili fra loro, zoom. Vediamo, come esempio di tenden-
cessariamente essere usato assieme a un ac- anelli a inversione, flash anulari, illumina- za, l’evoluzione del classico teleobiettivo
cessorio ad estensione variabile, appunto il tori a fibre ottiche ed altro ancora. 135mm: nei cataloghi degli anni Sessanta
soffietto o un tubo con elicoide. In partico- era raro trovare qualche esemplare che scen-
lari progettazioni di corta focale destinate Integrazione di un corredo desse sotto i 2 metri, nel decennio successi-
ad ingrandimenti elevati il bellows prende esistente vo la media era scesa a 150-120 centimetri.
il nome di micro. Il corredo classico del fotoamatore di qual- Sul finire degli Ottanta qualcuno era già ap-
Oltre a questi, l’armamentario classico per che anno fa - reflex “meccanica e manuale” prodato ai 70cm, come il Pentax AF 135/2.8
che sfruttando i vantaggi della messa a fuo-
co interna passa con continuità dall’infini-
UN SIGMA APO MACRO to al rapporto macro 1:4 (fattore d’ingran-
dimento 0.25). Ma attenzione: il fabbrican-
te non si è sentito in obbligo di caratteriz-
Cosa ci si può aspettare da un te-
zarlo con la dicitura “macro”. Altri costrut-
lezoom di riconosciuta qualità,
tori adottano una politica diversa, impri-
elevata escursione focale e no-
mendo la suadente marcatura a partire da ot-
tevoli capacità macro come il
tiche che superano appena il fatidico fatto-
Sigma 70-300mm f/4-5.6 APO
re d’ingrandimento 0.1 (inizio del campo
MACRO? La focale 300mm,
macro). Ecco dunque la necessità di non far-
porta d’accesso alla caccia foto-
ci incantare dalle parole, fa testo solo l’ef-
grafia, ci ha consentito di ri-
fettivo valore dell’ingrandimento raggiun-
prendere - da posizione riparata
gibile. Lo si può leggere sui dati tecnici che
- la Nitticora al centro dello sta-
ogni fabbricante dovrebbe fornire, oppure
gno, in paziente attesa di qual-
si verifica dal vivo inquadrando un righello
che ranocchio da catturare. Pel-
millimetrico.
licola KodaK Élite 100 ISO, dia-
Nei cataloghi dei costruttori si sta verifi-
framma tutto aperto.
cando un certo affollamento di obiettivi po-
La sequenza macro invece è sta-
livalenti con pretese di macro. Li abbiamo
ta fatta con la negativa Gold
raccolti in una tabella a parte, a partire da
Zoom 800 ISO, sensibilità deci-
un rapporto di riproduzione dichiarato pari
samente inusuale per la macro,
o migliore di 1:4 (fattore di ingrandimento
per deliberata scelta operativa.
0.25). È interessante notare:
Il primo fotogramma è stato scat-
- la larga diffusione tra gli zoom entry-level
tato al rapporto di riproduzione
28-70, 28-80, 35-70 e 35-80mm
1:4, in priorità di diaframma
- la già consistente rappresentanza di obiet-
chiuso ad un valore intermedio,
tivi con rapporto 1:2, un tempo valore limi-
in una sola luce ambiente. Il se-
te anche sui veri obiettivi macro.
condo al rapporto 1:2, diafram-
ma f/22, con l’aggiunta di un col-
po di flash emesso dal piccolo
Corredo polivalente, anche macro
Vivendo a contatto con il mondo fotoama-
TTL incorporato nella reflex: Di-
toriale, ho potuto constatare come le ragio-
stanza di ripresa 95cm.
ni del diffuso interesse verso l’argomento
Per l’ultimo, mantenendo f/22 e
macrofotografia siano quasi sempre ricon-
il colpo di flash, abbiamo mon-
ducibili al desiderio di portare a casa qual-
tato sull’obiettivo la lente addi-
che spettacolare immagine ravvicinata a
zionale acromatica Sigma AML
completamento di un qualsivoglia reporta-
a due elementi (optional fornito
ge di viaggio o di natura. Allo scopo non
a richiesta), raggiungendo il rap-
servono strumentazioni particolari, ma so-
porto 1:1 con il soggetto che si
lo una scelta oculata nell’ambito di corredi
trova ancora alla ragguardevole
assolutamente standard. Il rimando alla ta-
distanza di 58cm dal piano pel-
bella che abbiamo preparato va completato
licola.
con l’avvertenza che il rapporto d’ingran-
dimento massimo è sempre riferito all’ulti-
ma versione (al momento della compila-
zione...) dell’obiettivo citato, essendo fre-
quente il caso di ottiche “generaliste” come
il 35-70, il 28-80 o il 70-210mm giunte or-
mai alla seconda o terza generazione con
progressivi aggiustamenti verso il basso del-
la distanza minima di messa a fuoco. La se-
gnalazione è rivolta, in particolare, a chi pe-
sca nel mercato dell’usato.
E per finire, fatte salve le preferenze indi-
viduali per l’una o per l’altra marca, vi de-
scrivo il mio attuale corredo standard “da
La Nitticora nello viaggio”. È concepito all’insegna della mas-
stagno: un classi- sima polivalenza (o del compromesso ac-
co, per un buon te- cettabile, se preferite quest’altro punto di vi-
le “lungo”. sta). Infatti presenta qualche lacuna sul ver-
sante della massima qualità dell’immagine
OBIETTIVI D’IMPIEGO GENERALE CON CAPACITA’ MACRO0.25x
Denominazione completa Lenti Messa a fuoco Capacità Diametro Peso
dell’obiettivo e gruppi minima metri macro filtri mm grammi
Canon EF 28-80mm f/3.5-5.6 10/10 0.38 0.26x 58 200
Canon EF 28-80mm f/3.5-5.6 IV USM 10/10 0.38 0.26x 58 200
Canon EF 35-350mm f/3.5-5.6 L USM 21/15 0.6 0.25x 72 1.385
Canon EF 75-300mm f/4-5.6 II 13/9 1.5 0.25x 58 480
Canon EF 75-300mm f/4-5.6 IS USM 15/10 1.5 0.26x 58 670
Canon EF 100-300mm f/5.6 L 15/10 1.5 0.26x 58 695
Contax Zeiss Vario Sonnar T* 35-70mm f/3.4 10/10 0.25 1:2.5 67 475
Contax Zeiss Vario Sonnar T* 35-135mm f/3.3-4.5 16/15 0.26 1:4 82 860
Contax Zeiss Vario Sonnar T* 80-200mm f/4 13/10 1 1:3.3 55 680
Contax Zeiss Vario Sonnar T* 100-300mm f/4.5-5.6 12/7 1.5 1:4 67 925
Leica Vario Elmar R 35-70mm f/4 8/7 0.26 1:2.8 (E60) 503
SMC Pentax FA 135mm f/2.8 IF 8/7 0.7 0.25x 52 375
SMC Pentax FA 28-70mm f/2.8 AL 14/11 0.43 0.25x 67 800
SMC Pentax FA 28/80mm f/3.5-4.7 8.8 0.4 0.25x 58 380
SMC Pentax FA 28-105mm f/4-5.6 13/11 0.43 0.33x 58 515
SMC Pentax FA 70-200mm f/4-5.6 10/8 1.1 0.25x 49 465
SMC Pentax F 35-80mm f/4-5.6 7/6 0.4 0.25x 49 185
SMC Pentax F 80-200mm f/4.7-5.6 11/7 1.1 0.25x 49 295
SMC Pentax F 100-300mm f/4.5-5.6 12/8 1.5 0.25x 58 605
SMC Pentax FA Soft 85mm f/2.8 5/4 0.5 0.25x 52 305
SMC Pentax FA 80-320mm f/4.5-5.6 13/10 1.5 0.28x 58 550
Sigma AF 28-80mm f/3.5-5.6 MINI ZOOM MACRO 7/7 0.24 1:2 55 255
Sigma AF 70-210mm f/3.5-4.5 APO MACRO 12/9 0.75 1:2 58 600
Sigma AF 70-300mm f/4-5.6 APO MACRO 14/11 0.95 1:2 58 585
Sigma AF 70-300mm f/4-5.6 DL MACRO 14/11 0.95 1:2 58 590
Sigma AF/MF 24mm f/2.8 8/7 0.18 1:4 52 250
Sigma AF 300mm f/4 APO MACRO 10/7 1.2 1.3 77 1.335
Sigma AF 300mm f/4 APO MACRO HSM 10/7 1.2 1:3 77
Sigma AF 400mm f/5.6 APO MACRO 10/7 1.6 1:3 77 1.445
Sigma AF 400mm f/5.6 APO MACRO HSM 10/7 1.6 1:3 77 1.500
Sigma MF 600mm f/8 CATADRIOTTICO 7/4 2 1:3 95 830
Inclusioni/Esclusioni
La tabella prende in considerazione solo obiettivi “originali”, ovvero di quei co-
struttori che producono anche fotocamere reflex con il medesimo marchio. Una
scelta altrettanto vasta è disponibile tra gli universali Tamron, Tokina, Vivitar e
Soligor.
Fatta questa prima selezione, dall’elenco risultano inoltre esclusi:
• gli obiettivi progettati per uso prevalentemente macro (pur perfettamente ido-
nei all’impiego generale)
• gli obiettivi con ingrandimento massimo inferiore a 0.25x, anche se identifi-
cati dal fabbricante con la scritta “macro”
• gli obiettivi che raggiungono o superano l’ingrandimento 0.25x solo con l’au-
silio di una lente addizionale fornita di corredo o in opzione dal fabbricante
• gli obiettivi Minolta e Nikon, perché i bollettini dei dati tecnici (forniti come
documentazione di carattere generale al pari degli altri fabbricanti) riportano so-
lo il valore della distanza minima di messa a fuoco: come abbiamo visto nella
puntata dedicata alle Questioni dimensionali (“Tutti Fotografi”, mese di mag-
gio 1999), il dato non è sufficiente per calcolare con precisione l’ingrandimen-
to, non essendo noto il valore effettivo di focale assunto dall’obiettivo a quella
distanza.
Rapporto di riproduzione o fattore d’ingrandimento?
Sono due modi diversi di esprimere la stessa cosa: il primo è una frazione (1:
...), il secondo un fattore di moltiplicazione (… x). Nella tabella lo abbiamo
riportato nella forma comunicata da ciscun fabbricante.

Obiettivo da ingranditore, qui un 50mm/2.8 APO Rodagon, montato capo-


volto su un soffitto Novoflex a doppia slitta. Un buon obiettivo da Camera
Oscura costituisce una più che valida alternativa qualitativa al vero obiet-
tivo macro prodotto per la reflex, ma si perdono tutti gli automatismi di tra-
smissione nell’impiego “diritto”. Ad obiettivo capovolto si ripristina la pa-
rità... manuale.
Quando le condizioni di luce o la potenza del flash rendono possibile l’impiego di pel-
licole di sensibilità medio-bassa (qui l’accoppiata Élite II 100 ISO con flash TTL NG
28) le buone capacità macro del Sigma 70-300 APO MACRO possono esprimersi al
meglio.
L’eristalide sulla zinnia è al rapporto 1:2, diaframma sulla ghiera f/11-16 (effettivo
f/16-22). La vanessa ripresa quasi frontalmente al rapporto 1:1 ha richiesto l’aggiun-
tivo AML (f/22 sulla ghiera, effettivo f/32).

macro, in cambio della copertura a trecen-


tosessanta gradi di tutte le possibili situa-
UN MACRO EMBLEMATICO zioni di ripresa. Eccolo, con qualche com-
DELLE TENDENZE ATTUALI mento sui singoli pezzi:
- corpo reflex autofocus. Il miniflash TTL
Sappiamo che a parità incorporato risulta utile per schiarire i pri-
d’ingrandimento la lun- mi piani, spesso risolutivo in macro. Peso,
ghezza focale dell’o- pile comprese, intorno ai 450 grammi.
biettivo condiziona la - zoom standard 28-70mm f/4, la vera otti-
resa prospettica, ma è ca di base. Peso 230 grammi.
difficile pensare che - telezoom 70-300mm f/4-5.6 macro 1:2.
qualcuno s’imbarchi Per ritratto, sport, paesaggio, natura, caccia,
nell’acquisto di un co- caccia fotografica e macro non particolar-
stoso macro 200mm mente impegnative. Integrato da un dop-
piuttosto che di un più pietto acromatico dedicato (AML, achro-
abbordabile 50mm per matic macro lens), per estendere la presta-
questo solo motivo. Se zione macro fino a grandezza naturale. Pe-
lo fa è perché prima- so complessivo circa 650 grammi.
riamente si aspetta una distanza del soggetto quattro volte più grande... almeno in teo- - set Manfrotto composto da mini stativo da
ria. tavolo con elemento di prolunga e testa a
E con questa premessa veniamo all’AF Zoom Micro Nikkor ED 70-180mm f/4.5-5.6D sfera mini, peso totale sui 200 grammi. Uti-
(test MFT su “Tutti Fotografi”, febbraio 1998), recentissimo telezoom con prestazio- le in mille situazioni diverse.
ni macro di tutto rispetto. Dunque un ottimo esempio di integrazione in un unico obiet- - pellicola negativa a colori ultrasensibile di
tivo di prestazioni un tempo riservate ad ottiche ben distinte. ultima generazione, come la Kodak Gold
Allora: O.K. per l’aspetto qualitativo, ma diamo un’occhiata anche alla “questione di- Zoom 800 ISO: per far fronte con ugual suc-
mensionale” relativa a distanze e ingrandimenti. I dati tecnici dicono che, impostato cesso ai problemi del mosso - comuni a qual-
sulla focale massima 180mm, l’ingrandimento è 0.75x, e la distanza del soggetto 370mm sivoglia tipo di riprese operando sulle foca-
dal piano della pellicola. Vi sembra “troppo” vicino? La spiegazione è nella formula li tele - e della consistente diaframmatura
della distanza totale Dt in funzione dell’ingrandimento M, già incontrata su Tutti Fo- spesso richiesta dalla macro.
tografi. Dt = (2 + 1 + M) x F Tirata la somma - borsa o zainetto univer-
sale, pellicole di scorta e piccoli accessori
M compresi - siamo sui due chili e mezzo: un
dalla quale, con un semplice passaggio algebrico, possiamo ricavare la “vera” lun-
ghezza focale F (relativa all’ingrandimento “M”). peso già rispettabile se destinato a farci com-
Dt pagnia per lunghe ore di cammino. L’alter-
F= = 370 = 90.686 nativa appena più “professionale” (aggiun-
(2 + 1 + M) 2 + 1.33 + 0.75
ta di obiettivi e pellicole specifici per ma-
M
cro, secondo corpo macchina, flash separa-
Conclusione? La distanza del soggetto è quella che compete alla “lente equivalente” to di maggior potenza, almeno un obiettivo
di focale 90mm, giusto la metà dei 180mm validi per l’infinito: una riduzione figlia de- di elevata luminosità per le situazioni di lu-
gli schemi ottici a lenti flottanti, tipici delle progettazioni più recenti. ce ambiente scarsa, ecc. ecc.) vede raddop-
piarsi il peso e... quadruplicare la fatica. Non
sempre ne vale la pena.
Luigi Cappellari
RIPRESA

LA SCELTA DELL'ORA
DEL GIORNO

Notte. L'immagine è ormai "costruita" solo da luce residua, quella che una posa lunga riesce ad accumulare sulla pellicola. Si trat-
ta più che altro, ormai è notte, di luce "riflessa" dalla luna. Con un obiettivo ad altissima luminosità (non per niente alcuni pro-
gettisti hanno realizzato ottiche denominate Noctilux o Noct e così via), si riesce a scattare con tempi sufficientemente rapidi da non
far percepire il "mosso" della luna stessa.

Non sempre il colore più bello è quello ra in cui scattare. giorno? Quella della mattina è certamen-
giusto; non sempre il colore giusto è il più Le pellicole fotografiche definite di tipo te diversa da quella del primo pomerig-
bello. Come ben sanno i fotografi specia- "daylight", quelle che si usano corrente- gio e ancor più da quella del pomeriggio
lizzati nei paesaggi e quelli che si dedi- mente, sono tarate per una temperatura di inoltrato.
cano al ritratto soprattutto in esterni, la colore che per definizione corrisponde al- Considerato che la temperatura di colore
qualità della luce disponibile condiziona la "luce diurna"; luce del giorno, appun- varia con il trascorrere delle ventiquat-
pesantemente il risultato cromatico. Oc- to. tr'ore, è quindi lecito chiedersi "entro qua-
corre dunque scegliere con attenzione l'o- Già, ma che cosa si intende per luce del li ore" la luce sia effettivamente adatta ad
Crepuscolo. Non c'è più luce diretta sul
soggetto. Solo luce riflessa dalla volta del
cielo, debolmente azzurra. L'ambiente,
quelle stesse Dolomiti che pochi istanti pri-
ma erano rosse, diviene sempre più spet-
trale. Aumenta la sensazione di freddo.

Dopo il crepuscolo. La luce riflessa dalla volta del cielo rischiara ancora l'ambiente.
Siamo in presenza di toni molto freddi (azzurri). In questi casi è sempre d'effetto intro-
durre nella foto un "punto caldo" (ad esempio una lampada accesa, un fuoco), per ani-
mare la scena.
LA QUALITÀ DEL COLORE
Per misurare il colore si usano i gradi Kelvin
Non basta che la luce, in fotografia, sia "quantitativamente" sufficiente per consentire di scattare. De-
ve essere anche "qualitativamente" adatta.
Il colore della luce è espresso in gradi Kelvin, abbreviati in K senza simbolo di grado.
Foto in interni
Nelle riprese in interni la temperatura di colore è influenzata dalle caratteristiche dell'illuminazione
artificiale usata (e anche dall'alimentazione elettrica, a volte spinta verso una "sovralimentazione o
sottoalimentazione" intenzionale per ottenere una resa cromatica più fredda o più calda; o ancora: il
flash elettronico ha una luce simile a quella diurna; le lampadine domestiche hanno prevalenza di to-
ni rossicci; illuminatori di tipo "cine" o "video" raggiungono i 3200 gradi Kelvin).
Foto in esterni
Nelle riprese in esterni, la temperatura di colore della scena è invece influenzata diversi fattori.
Sono importanti ad esempio:
- l'altezza del sole sull'orizzonte (la luce attraversa maggiori o minori spessori d'aria ed è anche ri-
flessa in diverso modo dalla volta del cielo)
- le perturbazioni atmosferiche
- la stagione
Sera. A sera le luci sono radenti. E a vol- - la percentuale di nuvole nel cielo, l'inquinamento
te aiutano il fotografo ad "individuare" sot- - l'altitudine del luogo delle riprese.
L'occhio umano è supportato dalla capacità di adeguamento e di interpretazione del cervello e sa adat-
tolineare visivamente alcuni particolari. tarsi alle diverse qualità di luce. Ricostruisce in ogni caso una sufficiente sensazione visiva di bian-
Qui l'attenzione non può che essere ri- co. La pellicola invece non dispone di questa flessibilità ed è fabbricata in modo da riprodurre con
chiamata con vigore sul campanile che si massima fedeltà scene illuminate da una precisa qualità della luce (espressa in gradi Kelvin).
pone come "soggetto da guardare". E la L'industria fotografica produce normalmente due tipi di pellicole a colori: quelle per riprese in luce
luce del tramonto ha una tonalità calda, diurna (o con flash elettronici che hanno una emissione ad essa assimilabile), che sono contraddistin-
che crea uno stacco ulteriore con le aree te come tipo Daylight. Sono tarate per una temperatura di 5500 gradi Kelvin.
in ombra. E poi le pellicole per riprese in luce artificiale, indicate come pellicole Tungsten e tarate per 3200 Kel-
vin (a 3200 Kelvin operano gli illuminatori alogeni da studio; a 3200 o 3400 Kelvin le lampade per
fotografia del tipo Photolita). Attenzione però: la distinzione Daylight/Tungsten ha senso solo per le
una resa fedele dei colori. pellicole per diapositive a colori. Per le pellicole negative a colori infatti il problema viene a cadere:
Ecco la risposta ufficiale dei fabbricanti quelle in commercio sono pellicole fotografiche sostanzialmente universali (pur se in effetti preva-
lentemente orientate ad una taratura Daylight): offrono buoni risultati anche in luce artificiale in quan-
delle pellicole. Di solito si precisa che il to le dominanti di colore vengono compensate automaticamente al momento della stampa degli in-
periodo consigliato per le riprese con pel- grandimenti, con adeguate filtrature.
licole daylight va da due ore dopo l'alba Il termocolorimetro
a due ore prima del tramonto. In fotografia, la temperatura di colore di una scena può essere misurata con un termocolorimetro, stru-
La luce, nel tempo compreso tra queste mento che permette anche di stabilire la densità necessaria per eventuali filtri di correzione. Sempli-
due "soglie di lavoro", non è però unifor- ficando, si tratta di uno strumento analogo ad un esposimetro con due cellule, davanti alle quali sia-
me in termini di "qualità". no posti rispettivamente un filtro rosso e uno blu. Adeguatamente tarato, permette di misurare lo "spo-
stamento" di intensità luminosa a favore di uno o dell'altro colore.
Mattina. La luce, già abbastanza alta nel Mezzogiorno. Luce alta nel cielo, contrasti elevati, tonalità piuttosto "fredde", alta tem-
cielo, in una radura aperta in montagna. I peratura di colore. È la luce del primo pomeriggio (mezzogiorno inoltrato); la tonalità
toni del primo piano sono caldi, il cielo è di colore risultante è naturalmente condizionata anche dalla stagione.
azzurro saturo. L'ora è giusta per scattare
a colori.

Si presenta infatti con toni più "caldi" di


primo mattino e verso sera, mentre offre I GRADI KELVIN
toni più "freddi", ovvero più azzurri, nel- La scala dei gradi Kelvin corrisponde a quella dei gradi Centigradi ma ha il punto di
le ore centrali della giornata. Si tratta di zero corrispondente allo zero assoluto, cioè a -273.15 °C (limite fisicamente irrag-
variazioni che rientrano comunque nelle giungibile).
capacità di corretta registrazione dell'e- In fisica, la temperatura di colore di una luce è definita esaminando il suo spettro di
mulsione, le cui curve di sensibilizzazio- emissione e confrontandolo con quello emesso da un ideale "corpo nero", riscaldato
ne sono distanziate in modo calcolato e fino a che non emetta una luce dall'identico "livello di bianco" (quanto più aumenta il
"tarate" in modo da consentire un corret- riscaldamento tanto più l'emissione si sposta dalle lunghezze d'onda dell'infrarosso e
to bilanciamento e dunque una fedele ri- del rosso verso l'azzurro, il viola, l'ultravioletto). Misurando la temperatura raggiunta
sposta dei colori. Almeno fino a quando a questo punto dal corpo nero, si ha appunto la temperatura di colore in gradi Kelvin.
le esigenze di esposizione non richieda-
no pose molto lunghe. E IN CASO DI CATTIV O TEMPO?
Infatti, la domanda che ci si può porre ra- Le condizioni meteo influenzano la resa del colore: quando il cielo è coperto i gradi
gionando intorno alla capacità di corret- Kelvin si "alzano" (tendenza a toni freddi).
ta riproduzione delle pellicole è un'altra:
quando inizia davvero a comparire una Kelvin in funzione delle condizioni meteo
dominante "esagerata", non accettabile? Sole (misura diretta) 6500 Kelvin
Qui, si deve distinguere tra due compor- Luce solare, in ore centrali della giornata 5800 Kelvin
tamenti caratteristici. Il primo è la "ten- Luce solare con cielo senza nubi 6500 Kelvin
denza" intrinseca di ogni pellicola ad esal- Luce solare, cielo leggermente coperto 6800 Kelvin
tare alcuni colori. Alcuni esempi: può trat- Cielo coperto, luce diffusa 8000 Kelvin
Luce riflessa da cielo azzurro, sereno 12000 - 27000 Kelvin
tarsi di una esagerata esaltazione di toni
azzurro-verdastri fotografando un bosco
in ombra, oppure l'esaltazione esagerata sposizione). le soglie, massima e minima, entro le qua-
di toni rossi, secondo una tendenza che in Se invece guardiamo alla capacità "tec- li non compare l'errore di reciprocità, quel-
alcune pellicole "calde" può portare alla nica" di corretta registrazione, di cui è ca- lo che viene comunemente indicato come
comparsa di una diffusa e sgradevole to- pace una pellicola, la fotochimica di og- effetto Schwarzchild. Le riconosciamo os-
nalità marrone che "sporca" i colori (so- gi risponde facendo riferimento a due va- servando i foglietti delle istruzioni delle
prattutto se combinata con una sottoe- lori agli estremi di "uso normale". Sono emulsioni dove troviamo, ad esempio, la
Tramonto

Temperatura di colore
Gradi Kelvin

Alba 5
6 7 8
9 10 Mezzogiorno
11
Ore del giorno 12

segnalazione: esente da difetto di reci-


procità per tempi da 10s ad 1/10.000s. As-
senza di difetto di reciprocità vuole dire
che, e succede entro i limiti indicati, gli
strati sensibili della pellicola variano la
loro densità, quando sono colpiti dalla lu-
ce, in modo sempre proporzionale l'uno
rispetto all'altro.
Questa certezza che un singolo strato non
si comporti in modo anomalo rispetto agli
altri è importante. Significa che in ripre-
sa non verrà introdotta una dominante a
sorpresa.
Un esempio: solo quando si siano supera-
ti i limiti di "tempo d'esposizione" segna-
lati, ed è ciò che succede facilmente in ca-
Sera
Mezzogiorno
AD OGNI ORA IL PROPRIO COLORE
Al variare dell'altezza del sole sull'orizzonte, varia il colore della luce. Con il sole
basso la scena è rischiarata da toni cromatici tendenti al rosso (caldi); con il sole al-
to, all'azzurro (freddi).

Altezza del sole sull'orizzonte Temperatura


di colore in Kelvin

5° 2200
15° 3540
25° 4320
35° 4680
so di notturni con pose lunghissime, ecco 45° 4850
che la fedeltà cromatica non è più garan- 55° 4960
tita. È facile notare fotografie notturne che 65° 5020
mostrano scene esageratamente verdastre 75° 5060
anziché bianche e così via. 85° 5080
Fin qui, aspetti legati alla "tecnologia" del-
le pellicole.

La scelta emotiva
Il risultato fotografico però è bello solo se
sa suscitare un'emozione. Assodato quin-
di che la presenza di dominanti, anche mar-
cate, può essere anche vista come una uti-
le componente creativa, ecco che il ra-
gionamento deve essere corretto.
Occorre infatti intendersi, quando si par-
CORREGGERE CON I FILTRI?
Se la temperatura di colore non soddisfa, la si può correggere adoperando appositi filtri. È una opportunità di notevole interesse
per i fotografi che viaggiano. Non sempre, infatti, al fotografo turista è concessa la possibilità di trovarsi sul posto nel momento
ideale per la ripresa, sia per quanto riguarda la scelta dell'ora del giorno sia per quanto riguarda il tempo atmosferico nel quale si
imbatte (sole o brutto tempo possono variare sensibilmente la temperatura di colore, espressa in fotografia secondo la scala dei
gradi Kelvin).
Se è sicuramente vero che filtrature fortemente correttive possono a volte essere esagerate - non siamo infatti favorevoli ad un
uso sistematico dei filtri - occorre però riconoscere che altre volte sono dei toccasana che permettono immagini decisamente più
gradevoli o addirittura spettacolari. Pubblichiamo tre esempi di fotografie di paesaggio, in successione: senza filtro, con filtro de-
bolmente correttivo (marca B+W, tipo KR1.5, effetto skylight, equivalente ad un filtro Kodak Wratten 1A, fattore di correzione
dell'esposizione 1.1x) e con filtro di correzione intenso (filtro B+W KR3, sensibilmente ambrato, equivalente ad un Wratten 81C,
fattore di correzione esposizione 1.2x). Quale è meglio? La risposta non è facile e non lo è soprattutto se ci si sforza di conside-
rare ogni immagine da sola, senza "riferirsi" a quella accanto.

Senza filtro B+W KR1.5 B+W KR3

la di immagini anomale cromaticamente. li e ridotte. Spesso sono antiestetiche e so- re che tutti sono d'accordo sul fatto che
Un conto è la tendenza di una pellicola ad no sempre da sconsigliare nella fotogra- sulla spettacolarità di un tramonto... di so-
accentuare in modo indesiderato eventuali fia di ritratto. lito non si discute.
squilibri cromatici, tendenza che oggi vie- Le ombre alla sera e alla mattina pre- Attenzione però: stiamo parlando di fo-
ne efficacemente combattuta dai produt- sto: sono invece allungate, più visibili, tografia a colori e quindi, più di ogni al-
tori, un conto è la capacità di proporre do- utili per fornire un maggiore senso di ri- tra considerazione, va anche valutato in
minanti perché esse sono effettivamente lievo. modo attento "l'accostamento" dei colori
presenti nella realtà. Infatti molti toni di L'esempio forse più evidente di quanto in- tra loro. Può infatti essere di grande sug-
colore che appaiono eccessivamente fred- fluisca la scelta dell'ora del giorno sul ri- gestione abbinare toni caldi (la luce ac-
di (azzurri) o eccessivamente caldi (ros- sultato fotografico si ha nella fotografia cesa della piccola finestra di una baita) a
si), sono correttamente riprodotti: non è paesaggistica a montagne come le Dolo- toni freddissimi (l'ambiente circostante in
la pellicola che esagera ma è l'occhio che, miti che, come è noto, nelle giornate di ombra, azzurrastro). Dunque, la conclu-
per assuefazione, tende a "non vedere" bel tempo, a sera si tingono di un rosso sione da trarre è soprattutto una: alle di-
una dominante presente sulla scena. intenso. È il fenomeno chiamato, nelle verse ore del giorno corrispondono diffe-
vallate dolomitiche di lingua ladina, con renti "situazioni di resa cromatica" e non
Il colore, lungo la giornata il termine "enrosadira". solo maggiore o minore effetto di rilievo
I colori caldi: sono presenti nelle prime Attenzione però: si verifica su quelle stes- (dato dalle ombre più o meno pronuncia-
ore della mattina o in quelle del tramon- se montagne che invece nelle ore centra- te). Quanto alla gradevolezza del risulta-
to. li della giornata appaiono chiarissime, a to, dipende dalla creatività del fotografo
I toni più freddi: sono quelli delle ore volte addirittura livide. Il fenomeno, guar- e dal buon gusto.
centrali della giornata o quelli che si ri- da caso, trova addirittura una conferma È vero che scattare un ritratto in presen-
scontrano in caso di cattivo tempo. storica nell'etimologia dei luoghi: le cime za di una luce "calda" può aggiungere gra-
Entrambi gli estremi possono essere gio- dolomitiche, prima di essere battezzate devolezza all'incarnato. È però anche ve-
cati vantaggiosamente, a fini espressivi: così in onore di Deodat de Dolomieu era- ro che esagerare, ad esempio scattare al-
i toni caldi per accentuare la spettacola- no infatti, e spesso sono tuttora, note con l'ultima luce del tramonto con sovrab-
rità o la partecipazione emotiva dell'os- il nome di Monti Pallidi. bondanza di toni rossi, può portare ad un
servatore alla scena; quelli freddi per "di- risultato tipo "pellirosse sul sentiero di
segnare" un'immagine con maggiore at- I momenti in cui scattare guerra", con un incarnato che non ha nul-
tenzione ad aspetti grafici, con maggiore La scelta dell'ora del giorno in cui scatta- la di romantico o di glamour.
bidimensionalità. re è dunque decisiva per ottenere belle fo-
Le ombre a mezzogiorno: sono vertica- to. Per convincersene basterebbe ricorda- Testo e foto di M. Capobussi
TECNICA

LA TECNICA DELLA
DUPLICAZIONE
La duplicazione delle
diapositive ha numerose
applicazioni:
dalla protezione di
originali preziosi,
alla correzione cromatica
o di esposizione dello
scatto originale.
Iniziamo con l’esame
dell’attrezzatura necessaria
per una buona duplicazione

Oggi lo scanner consente una vasta gam-


ma di interventi, inimmaginabili solo qual-
che anno fa, ma non ha soppiantato la du-
plicazione delle diapositive. L'originale,
per antonomasia, è insostituibile; tutte le
volte quindi che è necessario inviare una
propria immagine ad un concorso, una ri-
vista, tutte le volte che si vuole preservare
un originale prezioso o che si deve prepa-
rare un diaporama, il duplicato "analogi-
co" è ancora la migliore soluzione per non
mettere in pericolo gli originali, senza con-
tare che si può anche intervenire per cor-
reggere una sottoesposizione o un’inqua-
dratura non perfetta.
Normalmente il lavoro della duplicazione
viene affidato al laboratorio, ma duplicare
in proprio può anche essere conveniente:
il diaduplicatore si ammortizza facilmen-
te eseguendo poche centinaia di duplica-
zioni, ma può essere anche immediatamente
conveniente se si utilizza la propria attrez-
zatura di ripresa macro, a cui basta ag-
giungere una lampada da 500W e un pac-
co di filtri cyan, giallo e magenta.
Foto della scatola di miscelazione con filtro magenta inserito.
Pulizia della diapositiva con
gas compresso in bombola.

Messa in bolla della fotocamera.

La fotocamera zare l'eventuale micromosso.


Parlando di duplicazioni in formato 24x36 In ogni caso, se la fotocamera dispone del-
la fotocamera sarà una reflex, meglio se l'alzo preventivo dello specchio, è meglio
motorizzata per evitare, riarmando ma- approfittarne, eliminando così una possi-
nualmente l'otturatore, di perdere il paral- bile causa di imperfezioni.
lelismo della dia da duplicare con il piano
pellicola della macchina. La lettura esposimetrica
L'autofocus: è inutile in duplicazione, sen- Non ha alcuna importanza se l'esposime-
za contare che nessuna fotocamera comanda tro della fotocamera è spot oppure ponde-
l'autofocus attraverso il soffietto. Può in- rato al centro perché, una volta trovata la
vece essere utile la messa a fuoco manua- giusta accoppiata tempo-diaframma, la si Diaduplicatore della Lupo fino al formato
le assistita elettronicamente, funzione co- mantiene nel tempo; è invece fondamenta- 6x7cm.
mune alla maggior parte delle fotocamere le che la lettura esposimetrica sia chiara-
autofocus. mente visibile all'interno del mirino, per
L'area inquadrata: sono poche le fotoca- poter valutare eventuali scostamenti tra un
mere che restituiscono nel mirino il reale originale e l'altro, rispetto a quello di base. lità tale da poter essere montato non in-
100% dell'area inquadrata; la maggior par- L'ideale è poter disporre di informazioni vertito, così da sfruttare la lettura a tutta
te dei modelli si aggira intorno al 90-92%. retroilluminate all'interno del mirino. Gli apertura, necessaria a una messa a fuoco
Sarebbe ovviamente auspicabile poter di- aghi dei galvanometri spesso non sono vi- perfetta e più comoda.
sporre del 100% dell'area inquadrata; qui sibili durante la duplicazione, specie con
di seguito vi suggeriremo come fare per ri- originali scuri. Soffietto o tubo di prolunga
solvere questo problema. Decisamente più caro del tubo di prolun-
Lo schermo di messa a fuoco: può essere L'obiettivo ga, il soffietto permette però di variare a
utile quello a reticolo, che di norma si im- Sono due sostanzialmente le tipologie di piacere l'ingrandimento del duplicato sen-
piega nelle riprese di architettura, per con- obiettivi impiegabili: una prima è quella za dover ogni volta smontare il o i tubi di
trollare il parallelismo durante la duplica- degli obiettivi macro che possono rag- prolunga.
zione. giungere la scala 1:1 senza altri ausilii. Sono pochi i soffietti in commercio che
L'alzo intenzionale dello specchio: dispo- È anche possibile usare un obiettivo non mantengono l'automatismo del diaframma,
nendo di un buon stativo, che può anche macro con l’impiego di un tubo di prolun- a differenza dei tubi di prolunga. Alcuni
essere la colonna dell'ingranditore a cui è ga o di un soffietto. soffietti dispongono di un accessorio repro
stata rimossa la testa, non c'è praticamen- Se occorre ingrandire una parte dell’origi- che permette di disporre l'originale alla cor-
te differenza tra scattare con lo specchio al- nale può essere utile montare l’obiettivo retta distanza rispetto all'obiettivo, in mo-
zato e non, anche perché il tempo di posa invertito tramite anelli adattatori; l’ideale do perfettamente parallelo al piano pelli-
di norma è sufficientemente lungo per smor- è però poter disporre di un obiettivo di qua- cola.
Particolare della slitta porta diapositiva di un
soffietto Novoflex: consente di mettere in po-
sizione sia diapositive intelaiate che in stri-
scia; un particolare sistema di binari consen-
Leva per l’inserimento e disinserimento del te all'emulsione di non toccare mai le guide,
pacco filtri. preservandola dai graffi.

Un ultimo controllo della messa a fuoco pri-


ma dello scatto.

La lampada di un diaduplicatore è una nor-


male dicroica da 12V e 100W di potenza, fa- Gli economici tubi di prolunga possono es-
cilmente reperibile come ricambio in un buon sere una valida alternativa al soffietto.
negozio di materiale elettrico.
Particolare del portadiapositive a
pinza di un soffietto Novoflex.

Regola basilare per una buona duplicazio- usare la colonna di un comune ingrandito- lana, o comunque in grado di reggere una
ne è infatti il perfetto parallelismo tra il re e bisognerà fissare la fotocamera al per- lampada da 500W, e da una lampada Ar-
piano della pellicola e l'originale. no su cui di norma si fissa la testa dell'in- gaphoto, facilmente reperibile in un buon
granditore. negozio di articoli fotografici. Si tratta di
Lo stativo Se non si dispone dell'accessorio origina- una lampada da 500W in grado di dare una
Se si dispone di un soffietto con accesso- le è possibile farsi realizzare da un fabbro temperatura di colore di 3.200K, la tem-
rio repro si può anche fare a meno dello un tubo che abbia il diametro interno leg- peratura per cui sono bilanciate le pellico-
stativo: è sufficiente un cavalletto, con la germente superiore al diametro del perno le per duplicazione.
possibilità di inclinare la testa fino a por- dell'ingranditore, con un foro filettato e una Le lampade Argaphoto hanno una vita uti-
tare il piano pellicola parallelo al tavolo di vite per fissare il tubo al perno dell'ingran- le di alcune centinaia di ore, durante le qua-
lavoro su cui si appoggerà la sorgente lu- ditore. li la temperatura di colore tenderà gra-
minosa, se si dispone di un diaduplicatore. Il tubo terminerà da un lato con una piastra dualmente a scaldarsi (è però possibile,
Se invece non si dispone dell'aggiuntivo a cui andrà saldata una vite che abbia la cambiando la filtratura, compensare il cam-
repro, proprio per la regola di cui sopra, è classica filettatura da 3/8 delle comuni re- biamento di temperatura colore della lam-
necessario munirsi di uno stativo a colon- flex. pada) fino a che sarà necessaria la sostitu-
na. Sono in pratica delle colonne da in- zione.
granditore con relativo piano d'appoggio; La sorgente luminosa Una scelta interessante - economica per chi
la fotocamera andrà poi fissata alla colon- La soluzione più economica è costituita da già la possedesse – è la testa colori di un
na. È comunque possibile, come già detto, un portalampada, possibilmente in porcel- ingranditore: appoggiata al contrario sul
Ecco una visione attraverso il mirino: lo
schermo di messa a fuoco a reticolo consente
un valido controllo del parallelismo, l'ago
del galvanometro risulta ben leggibile e con-
sente di controllare micro spostamenti sulla
scala esposimetrica.
La finestra di lettura dei dati retroillumina-
ti è altrettanto, se non più valida.

Un ultragrandangolare pronto per


essere montato invertito sul sof-
fietto e un obiettivo da ingrandi-
Per disporre gli originali sul diaduplicato-
mento con anello di raccordo an-
re vengono fornite delle maschere, esatta-
ch'esso pronto per essere monta-
mente come per l'ingrandimento del negati-
to. In entrambi i casi si perde l'au-
vo: qui vediamo il portaoriginali 6x7 e le ri-
tomatismo del diaframma.
duzioni per il 24x36 in striscia e intelaiato.
Il primo consente di ottenere in-
grandimenti estremi di particola-
ri dell'originale; il secondo, per
chi non possedesse un'ottica ma-
cro ma magari un ingranditore, è
un eccellente quanto economica
alternativa.

A destra: Il dia duplicatore “ba-


se” di IFF. Si tratta di un sistema
modulare in grado di accontenta-
re il fotoamatore più esigente co-
me il laboratorio professionale.

piano di lavoro, fornirà luce a temperatura La prima è disponibile anche in rulli 135
di colore adeguata, per la precisione 3.400K, da 36 pose, la seconda solo in bobina a par-
dati dalla lampada dicroica a 12V che nor- tire da 30 metri (equivale a 20 rulli 36 po-
malmente viene usata nelle teste colore. I se).
filtri già incorporati nella testa a colori so- È però sempre consigliabile acquistare la
no gli stessi che si usano in duplicazione, pellicola in bobina, per due ragioni: la pri-
e cioè giallo, ciano e magenta. ma è che in questo modo si dispone di una FORNITORI DI PRODOTTI
La soluzione più costosa è costituita dai buona quantità di pellicola con la stessa PER DUPLICAZIONE
diaduplicatori veri e propri. Si parte dai mo- emulsione e quindi con la stessa filtratura
delli in grado di accettare solo originali base (anche se oggi tra un lotto di emul- IFF, Distribuita da Manfrotto Trading Mi-
lano. Tel. 02.56.97.041, fax 02.53.93.954.
24x36 per passare a quelli che accettano il sione e l'altro le differenze in termini di fil-
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bassa molto se si acquista la bobina. (TO). Tel. 011.411.02.02, fax 011.411.14.03.
La pellicola Finora abbiamo esaminato l’attrezzatura Novoflex: Cattaneo Import Export, Geno-
La scelta è tra due emulsioni la Ektachro- occorrente per una buona duplicazione; il va. Tel. 010.83.14.825, fax 010.83.14.841.
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nee/mm. (Fine parte prima continua)
MACROFOTOGRAFIA

LE DIMENSIONI
DELLA MACRO
La parola macrofotografia è associata ai concetti di “vicino” e “ingrandito”,
legati da semplici relazioni matematiche . Ma nella pratica…

Vespe (specie poliste gallico) freneticamente affaccendate in-


torno al nido, come esemplificazione di soggetto che… con-
viene tenere a distanza: mezzo metro o più, per lavorare in as-
soluta sicurezza.

Una lucertola si sta crogiolando al sole.


Ripresa al rapporto di riproduzione 1:4 con il 200mm macro.
Notate la posizione a pancia appiattita contro il muretto, tipi-
co segnale di “distanza di sicurezza superata”. L’animaletto
resta così immobile solo se ci avviciniamo lentissimamente
senza eseguire movimenti percettibili, altrimenti si dà a pre-
cipitosa fuga.

Rivisitiamo la macrofotografia, partendo ni dimensionali, questioni qualitative e, mule, che abbiamo raggruppato in un ap-
dal proposito di acquisire in maniera sta- compatibilmente con la capacità di spesa posito riquadro (box 1). Sono elementi di-
bile e definitiva pochi ma essenziali capi- e con l’offerta del mercato attuale, di scel- mensionali ai quali andrà aggiunto il fat-
saldi. Questo piccolo sforzo da parte del ta dell’attrezzatura proporzionata alle tore “qualità”: un aspetto che approfon-
lettore è largamente ricompensato dalla aspettative del risultato fotografico. diremo nelle puntate successive.
possibilità di progettare il risultato (o al-
meno di non subirlo come opera di fatto- Interdipendenza dei parametri Le formule non bastano
ri occulti). Prendiamo in esame una qualsiasi (ma- Per regolare la questione delle distanze e
Le note che state leggendo non sono so- cro) fotografia: è stata fatta con un obiet- dell’ingrandimento (altro modo di defini-
stitutive di un classico manuale di ma- tivo di lunghezza focale F, ad una distan- re il rapporto di riproduzione), fin verso
crofotografia, ma solo il sunto o l’aggior- za che ci ha permesso di ottenere un cer- la metà degli anni ’70 il fotografo poteva
namento di aspetti specifici. Così suddi- to rapporto di riproduzione. Questi tre pa- fare tranquillo affidamento sui risultati
visi in tre puntate, analizzeremo: questio- rametri sono legati tra loro da precise for- delle formule. Oggi non più. In un riqua-
dro a parte mostriamo quello che dobbia- RELAZIONI FONDAMENTALI
mo aspettarci in fatto di distanze quando Le distanze coniugate D e d, rappresentate nello schema, si trovano in rapporto tra di
operiamo con obiettivi reali, caratterizza- loro e con la lunghezza focale F dell’obiettivo secondo l’equazione 1/F= 1/D+1/d.
ti da consistente lunghezza fisica e da un La relazione può essere riscritta nelle forme più pratiche
complesso sistema ottico che le formule F = Dxd/D+d
– nel loro intento specificatorio – rappre- D = dxF/d-F
d = DxF/D-F
sentano come un’unica lente (di lunghez-
Nella figura compare an-

OGGETTO
za focale equivalente), di spessore teori-
che la distanza T, detta au-
co “zero”.

IMMAGINE
mento del tiraggio: rappre-
Obiettivi così ideali non sono mai esisti-
senta lo spostamento in
ti, ma fino a qualche decennio fa le due ti- avanti della lente che si ren-
pologie di obiettivo macro largamente dif- de necessario per mettere a F F ∆T
fuse (asimmetrico a 3 o 4 lenti tipo Tes- fuoco oggetti più vicini del- ∆T = MxF M = ∆T
sar, o tipo Gauss con lenti disposte sim- l’infinito. È la variabile che
F
metricamente rispetto al diaframma) con- determina l’ingrandimento D = distanza oggetto d = distanza immagine
sentivano una ragionevole convergenza M (rapporto tra le dimen-
tra le semplificazioni del calcolo teorico D = (I+ I ) x F d = (I + M) x F
sioni dell’immagine e quel- M
e le risultanze pratiche. le dell’oggetto). M= d
Oggi non più, perché la quasi totalità de- Si possono calcolare le di- D
gli obiettivi attuali deve le proprie capa- M= F M= d -1
stanze in funzione dell’in- D-F F
cità macro ad una continua modificazio- grandimento desiderato, Dt = distanza totale
ne della lunghezza focale, in funzione del- oppure i valori di M in fun- Dt = (2+ I + M) x F
la distanza del/dal soggetto (vedi riqua- zione delle distanze prefis- M
dro). Con tale scelta progettuale si ottie- sate: come da formule sottostanti.

Quanto è grande questo coleottero cerambicide? Que-


stione dimensionale presto risolta grazie al collaborati-
vo insetto, delicatamente indirizzato sulla mano del fo-
tografo che costituisce elemento di confronto. L’altra è
servita, con qualche contorsione, per sorreggere la foto-
camera e flash.

L’ordine di grandezza di piccoli soggetti come la farfal-


lina svolazzante su una fioritura di tagete non sarebbe
immediatamente percepibile se la foto non contenesse ele-
menti noti, come i fiori in questione.

L’OTTIMISMO DELLE COMPATTE


Semplificare le cose complicate o complicare le cose sempli-
ci?
Se parliamo di prestazioni macro, diventa una questione di ti-
pologia di macchina: reflex o compatta. È da qui che si deve
partire per ristabilire la corretta graduatoria, depurata delle sug-
gestioni indotte dall’uso disinvolto di superlativi. Termini co-
me “supermacro” o “ultramacro” abbondano nei depliant del-
le compatte, al posto dei più significativi numeri. Il fatto è che
la compatta è funzionale alla soluzione di problemi d’altra na-
tura: leggerezza, economicità, generica praticità d’uso. Può (in
qualche caso con espedienti di geniale semplicità) essere “for-
zata” verso la macro, ma quando all’atto pratico scopriamo che
ultramacro vuol dire ingrandimento 0.25, o giù di lì, giova ri-
cordare che una prestazione così minimale è alla portata del
più modesto zoomino 35-70 (o 28-70, o 28-80) di corredo del-
la reflex: al più, ma non sempre, gratificato della semplice di-
citura “macro” sul barilotto.
ATTENTI ALLA CURVA
Prendiamo la formula della distanza totale Dt tra
oggetto e immagine, mettiamoci dentro differenti DISTANZA:
8

valori dell’ingrandimento M (minori, uguali, “DEL” O “DAL”


maggiori dell’unità), e vedremo che la minima
Dt

distanza possibile è 4 volte il valore della foca- SOGGETTO?


le F. Ciò si verifica alla condizione M=1, e co-
DISTANZA

stituisce un limite invalicabile. Il tutto come da La distinzione non è solo di natura


diagramma. grammaticale.
Seguono due immediate deduzioni: Le distanze marcate sulla scala degli
4F • Se al rapporto 1:1 la scheda tecnica dell’obiet- obiettivi corrispondono alla distanza to-
tivo macro dei nostri sogni dichiara una distan- tale Dt del nostro schema di riferimen-
0 1 2 3 M za dal soggetto significativamente inferiore a 4F, to (vedi altro box). Per averne confer-
vuol dire che l’obiettivo è a lenti flottanti; e per- ma basta mettere bene a fuoco un sog-
ciò la focale effettiva, alle brevi distanze, si è ridotta. getto sufficientemente vicino e verifi-
• Escluso il punto di minimo, per ciascun valore della distanza totale Dt sono possibili
care con il metro.
due differenti valori del rapporto di riproduzione M: ecco spiegato il motivo (matema-
tico) dell’assenza di una formula per il calcolo di M in corrispondenza della distanza to- Questa – e nessun’altra – è la distanza
tale Dt vedi box “Relazioni fondamentali”. del soggetto.
Ma c’è dell’altro. Operativamente, a
parità di focale e di ingrandimento, è
preferibile avere la massima distanza
APPLICAZIONE DELLE FORMULE possibile dell’estremità anteriore del-
ALL’OBIETTIVO REALE l’obiettivo dal soggetto, sia per proble-
Abbiamo reperito una serie di obiettivi macro con valori di lunghezza focale nominale mi di corretta illuminazione che di even-
crescenti in progressione geometrica 50 – 100 – 200 – 400mm, allo scopo di verificare tuale di eventuale disturbo (e fuga) del-
se trova pratico riscontro la proporzionalità diretta tra distanze e focale sancita dall’e- lo stesso. Questa dipende dalle caratte-
quazione delle distanze coniugate. ristiche dimensionali dell’obiettivo: più
Come mostrato in tabella, solo il 50mm coincide con la previsione teorica, mentre per è corto di costituzione, maggiore sarà
le focali superiori si riscontra una crescente divaricazione tra previsione e realtà: sem- la distanza utile. Ad esempio, nel 50mm
pre nel senso delle distanze notevolmente inferiori alle aspettative (quantificate in pa- del nostro test al rapporto 1:3 abbiamo
rentesi, applicando l’equazione al valore nominale di lunghezza focale). misurato 16 centimetri e mezzo tra fi-
lo anteriore della montatura e sogget-
DENOMINAZIONE OBIETTIVO DISTANZA TOTALE Dt, IN CENTIMETRI, to: è il valore tipico di un obiettivo mol-
AL RAPPORTO DI RIPRODUZIONE 1:3 to compatto. Ma abbiamo memoria di
un voluminoso zoom 35-105mm in-
MISURATA TEORICA contrato su una bancarella dell’usato
che, abilitato al campo macro solo im-
SMC Pentax A Macro 50mm f/2.8 28 26.8
postando la focale più corta, allo stes-
SMC Pentax A Macro 100mm f/2.8 48 53.3 so rapporto 1:3 andava quasi a toccare
SMC Pentax-A* Macro 200mm f/4 90 106.6 il soggetto con la lente anteriore. Pra-
ticamente inusabile.
Sigma APO Tele Macro 400mm f/5.6 160 213.3
A= distanza dal soggetto
La causa prima della diminuzione è dovuta al consistente accorciamento della focale al B= distanza del soggetto
diminuire della distanza di messa a fuoco: questo si verifica in tutti que-
gli obiettivi che, come il 100-200 e il 400 del nostro test, includono len-
ti flottanti nel loro schema ottico. Altre cause, generalmente di minore
rilevanza, sono elencate nel corpo dell’articolo.

I quattro obiettivi sottoposti al test delle distanze


sul rapporto di riproduzione 1:3 (ingrandi-
mento 0.33x), massimo consentito dal 400mm.
Quest’ultimo mantiene invariata la
lunghezza alle differenti distanze
di messa a fuoco, mentre il 50-100
e 200mm – che si allungano note-
volmente – sono qui mostrati alla
massima estensione del barilotto.
Ancora in tema dimensionale: la corolla del fiore giallo-
arancio ha un diametro di circa 5 centimetri, dunque la lun-
ghezza del piccolo mecottero in volo di ricognizione non su-
pera il centimetro. Più o meno come la sirfide posata al cen-
tro della zinnia.

MESSA A FUOCO INTERNA


Come esempio di messa a fuoco interna (IF, Internal Focu-
sing), analizziamo lo schema ottico del 400mm APO MA-
CRO Sigma impiegato nel test a confronto, delle distanze
RAPPORTO 1:1? VERIFICHIAMO assieme ai 50, 100, 200mm.
Sul banco l’obiettivo di riferimento Pentax ED 200mm f/4 macro Ecco come funziona, partendo dal davanti: le prime tre len-
1:1 ed il Sigma APO macro 70-300mm f/4-5.6, corredato del- ti, la sesta e le ultime due restano sem-
l’aggiuntivo dedicato AML. Secondo il foglietto d’istruzioni, que- pre in posizione fissa. In tal modo la
st’ultima combinazione garantisce il limite d’ingrandimento mas- lunghezza del barilotto resta costan-
simo 1:1 (alla focale “nominale” di 300mm). te a tutte le distanze di messa a fuo-
A sorpresa (fotogramma n.35)il Sigma va oltre le promesse: sul co e la lente anteriore non ruota. La
lato sinistro di 36mm del fotogramma si possono contare 33 tac- focheggiatura avviene mediante spo-
che del righello millimetrato. Dunque un rapporto maggiore del- stamento a convergere verso la sesta
l’unità, 36 diviso 33 dà un fattore d’ingrandimento di 1,09 volte. lente dei due gruppi interni contrap-
Perfetta invece (fotogramma n.36) la rispondenza, 36 su 36, per posti numero 4-5 e 7-8, con conse-
il Pentax guente riduzione del valore di foca-
regolato le nominale.
con la sca-
la delle di-
stanze sul
riferimen-
to dell’1:1.

ne il vantaggio meccanico di ridurre in all’obiettivo ideale e ai riscontri della pra- cro e punti nodali”.
maniera considerevole (o eliminare com- tica, è costituito dall’esistenza e dalla po- Per finire: anche i valori di lunghezza fo-
pletamente) l’allungamento del barilotto sizione dei punti nodali, anteriore e po- cale “nominale” stampigliati sugli obiet-
al variare della messa a fuoco, e quello ot- steriore, dell’obiettivo reale. L’equazione tivi sono quasi sempre frutto di piccoli ar-
tico di compensare (in tutto o in parte) il relative alle distanze coniugate, nello sche- rotondamenti, in più o in meno. Ad esem-
degrado dell’immagine, all’aumentare del- ma semplificato nel riquadro, non ne tie- pio un 50mm nominale potrebbe essere
l’ingrandimento. ne conto (o meglio: considera “zero” il lo- un effettivo 52 o 53mm, come un 200mm
Il rovescio della medaglia è costituito ap- ro contributo, in quanto li suppone coin- potrebbe essere un 196 o un 202mm…
punto, dallo svantaggio di operare su un cidenti con il centro della lente). Li ab- Dunque un’altra, seppur minore, causa di
soggetto più vicino del previsto. Argo- biamo richiamati in questa sede solo per errore.
mento già trattato su “Tutti fotografi” di completezza di elencazione dei “fattori di Torneremo sugli effetti delle variazioni di
novembre 1998, nell’articolo “Zoom e din- disturbo” che, se non considerati, rendo- focale nei sistemi ottici a lenti flottanti con
torni”. no aleatori i calcoli fatti a tavolino. Que- un esempio pratico in una prossima pun-
Un’ulteriore contributo alla divaricazio- sto aspetto è stato approfondito su “Tutti tata.
ne tra le risultanze delle formule, riferite Fotografi di marzo 1992 “Distanze in ma- Luigi Cappellari
IMMAGINI

LE MIGLIORI FOTO
DI NATURA
Wildlife photographer of the year è un concorso organizzato dalla rivista “Wildlife”
che dà vita ogni anno a uno splendido libro

C'è un concorso famoso, al quale i foto-


grafi naturalisti inviano annualmente mi-
gliaia di immagini. È quello che laurea il
"Wildlife Photographer of the Year". Si
tratta di una manifestazione che ormai rac-
coglie partecipanti, fotoamatori e profes-
sionisti da tutti il mondo: nell'ultima edi-
zione da almeno 17 Paesi diversi, orga-
nizzata dalla rivista Wildlife, edita dalla
BBC e con la collaborazione del Natural
History Museum di Londra. Dalla sele-
zione delle fotografie inviate viene rego-
larmente tratta una nota e bellissima mo-
stra itinerante e, naturalmente, un bel li-
bro. È appunto di quest'ultimo che parlia-
mo in queste righe. Si tratta di un volume
che raccoglie centocinquanta "scatti esem-
plari" delle diverse sezioni del concorso
ed offre così una panoramica di immagi-
ni eccezionali che permettono di rendersi
conto dello "stato dell'arte", dell'elevatis-
simo livello qualitativo raggiunto dalla fo-
tografia naturalistica oggi.
In queste pagine pubblichiamo qualche
scatto, tratto da quelli distribuiti nelle di-
verse sezioni in cui si articola il volume.
Proprio per sottolineare l'aspetto squisita-
mente "fotografico", e non soltanto natu-
ralistico, della proposta, abbiamo sele-
zionato immagini che si distinguono per
la straordinarietà della "luce" che le ani- Cucciolo di elefante marino
ma. Fotografare, si sa, è scrivere con la lu- “Stavo fotografando questo cucciolo sull’isola di Sea Lion, nelle Falklands, quan-
ce; qui ne abbiamo belle dimostrazioni. È do si è alzato e si è grattato il mento. Ho appena fatto in tempo a impostare la
sempre la luce che sottolinea l'atmosfera macchina fotografica sul programma ritratto. Canon EOS 500, ottica 300mm,
duplicatore 2x, treppiede, 1/125s, f/5.6, pellicola Fujichrome Sensia 100.
Lepri che boxano
Foto di Manfred Danegger, Germania, che ha vinto il premio di Wildlife Photographer of the Year 1998, scattando l'immagine nei
pressi del lago di Costanza. Nikon F4, ottica 400mm f/2.8, 1/1000s a tutta apertura, pellicola Fujichrome Sensia 100.

o l'essenza dell'azione. Atmosfera miste- prattutto dotati di tanta passione e pa- puntamento da non perdere e la decisio-
riosa come quella del rinoceronte all'ab- zienza, nonché di indispensabili cogni- ne di pubblicare un libro di grande for-
beverata notturna, tra le ombre della ve- zioni naturalistiche. Sono queste ultime mato, con una bella selezione di scatti ade-
getazione circostante; oppure luce che infatti l'ingrediente fondamentale che per- guatamente stampati, è apprezzatissima e
esalta il dinamismo dell'avvenimento, co- mette di non sbagliare il luogo dell'appo- rappresenta un notevole momento di
me quella che scintilla tra le gocce "irra- stamento, l'ora più favorevole per scatta- "scuola" fotografica per chi si interessa a
diate" dalle lepri in lotta. re, la scelta del momento. questo genere di fotografia. Il concorso,
Tutte le foto sono state scattate, è evidente, Il grande concorso del "Wildlife Photo- e il libro ne ricalca fedelmente l'impron-
da fotografi esperti e spesso bene equi- grapher of the Year" è ormai, per moltis- ta, è strutturato in molteplici sezioni. Si
paggiati con poderosi teleobiettivi. Ma so- simi appassionati di tutto il mondo, un ap- va da quella più "generalista" a quelle in-
Rinoceronti all'abbeverata
Foto di Wynand du Plessis, Sud Africa; particolarmente segnalata. Scattata nel National Park di Etosha, in Namibia. Nikon N801S,
ottica 75-210mm, flash, Fujichrome 100.

A sinistra: Camaleonte Namaqua


Camaleonte Namaqua, nel deserto della
Namibia, in cerca di cibo.
Canon EOS 5 con zoom 70-200mm e mol-
tiplicatore 1.4x.
Diaframma f/5.6; Fujichrome Velvia. Foto
di Philip van den Berg.
Gabbiani
Gabbiani dalla testa nera in attesa su
di un salto d'acqua al ponte in pietra
di Pulteney Bridge, a Bath, al tra-
monto. Foto di Raoul Slater, austra-
liano, che ha vinto il premio della se-
zione "Vita selvatica in aree urbane
e giardini". Canon EOS A2 con zoom
75-300mm, 1/30s, f/5.6, pellicola
Fujichrome Velvia.
Il volume "Wildlife Photographer of the
Year" - Portfolio Eight, di 160 pagine, 151
foto a colori, rilegato con sovraccoperta
26x26cm, può essere acquistato per corri-
spondenza rivolgendosi a HF Distribuzione,
Casella Postale 56, 13100 Vercelli, fax
01.61.21.41.33; www.hfnet.it. Il volume co-
sta L. 95.000 (pagamento contrassegno più
2500 lire e L. 8000 per spese postali).
Il volume è relativo all'ultima edizione del
concorso. Su richiesta, la HF Distribuzione
ha disponibili anche i volumi delle sette pas-
sate edizioni.

IN ATTESA DEL NONO VOLUME


Mentre sfogliamo l'ottavo bellissimo volu-
me della serie, riceviamo notizia che è qua-
si pronta l'edizione 1999 del “Wildlife Pho-
tographer of the Year”: al concorso sono ar-
rivate più di 21 mila diapositive da fotogra-
fi di 66 Paesi. Anche il nuovo volume “Wild-
life Photographer of the Year Portfolio Ni-
ne”, di cui pubblichiamo in anteprima la co-
pertina e che raggrupperà 150 immagini pre-
miate, sarà disponibile in Italia da novem-
bre. Per prenotare la copia (il prezzo è an-
cora L. 95.000) è possibile contattare diret-
tamente HF Distribuzione, Casella Postale
56, 13100 Vercelli, tel. 01.61.21.07.27, fax
Caimani nel fiume 01.61.21.41.33; sito Internet: www.hfnet.it.
“All’ora del tramonto nella zona del Pantanal in Brasile, il territorio più ricco di cor- Indirizzo e-mail: hfdistribuzione@hfnet.it.
si d’acqua del mondo, questi caimani se ne stanno allineati con le fauci spalancate nel
tentativo di catturare i pesci che attraversano la corrente. Era la prima volta che ve-
devo questo comportamento e mi ci sono voluti tre giorni prima di riuscire ad ottenere
l’immagine giusta e la luce ideale”. Nikon F5, ottica 105mm, treppiede, pellicola Fuji-
chrome Sensia 100.

titolate a famosi naturalisti (come lo scrit- tacolari "luoghi selvaggi" o "all'alba e al


tore Gerard Durrell), ma vi sono poi quel- tramonto". Una sezione finale, in coda al
le dedicate a "ritratti di animali", a "il com- volume, propone anche gli scatti delle gio-
portamento", al "mondo sottomarino", vani promesse: è infatti riservata alla par-
quella "in onore delle piante", quella a vol- tecipazione di ragazzi che, quindicenni o
te davvero sorprendente "fauna in città e diciassettenni in prima fila, sono le pro-
nei giardini", per spingersi poi alle ricer- messe della fotografia naturalistica di do-
che su "forma e composizione", agli spet- mani.
FOTOGRAFIA NATURALISTICA

L’INCANTO
DELLA NATURA
Wildlife Photographer of the Year, il più prestigioso concorso internazionale
di fotografia naturalistica, ci regale 120 splendide immagini.
Mentre sto preparando questa recensione ai nostri occhi le immagini del mondo na- dal commento dell’autore e dal contesto
trattengo il fiato per quanto sta accadendo turale, soprattutto quando hanno la bellez- della ricerca, inclusi anche i dati tecnici
alle Galapagos. za di quelle che partecipano al concorso delle pellicole e dell’attrezzatura usata.
L’allarme per il disastro di Jessica è inter- Wildlife Photographer of the Year. Il libro esalta la bellezza della natura con
nazionale; come in tutte le storie terribili, Dalle oltre 19.000 immagini che hanno par- fotografie davvero straordinarie, ma ci spin-
una petroliera (sembra non abbia nemme- tecipato all’ultima edizione sono state se- ge alla riflessione nella sezione “Il mondo
no la copertura assicurativa) sta versando lezionate 120 fotografie ed è nato Portfo- nelle nostre mani” in cui ci mostra una na-
il suo carico di veleni nel mare mentre è in lio 10, il tradizionale volume che raccoglie tura aggredita dall’incoscienza dell’uomo;
arrivo una tempesta che spingerebbe con il meglio della fotografia naturalistica in- ci sentiamo in obbligo di proporvi l’im-
violenza il petrolio sulle coste. Si rischia ternazionale, con immagini di fotoamato- magine di morte di una femmina di squa-
di danneggiare seriamente tutto l’ecosi- ri e professionisti di 60 nazioni; tra i vin- lo bianco, inutile vittima delle reti a stra-
stema dell’area. citori delle passate edizioni segnaliamo fo- scico, in cui la fotografia svolge la sua fun-
Rischiamo che le fotografie rimangano l’u- tografi del calibro di Jim Brandenburg, zione di testimonianza, silenziosa e coin-
nica traccia di specie di animali che an- Frans Lanting, Thomas D. Mangelsen e Jo- volgente.
drebbero perdute per sempre. nathan Scott.
Questo non ci consola, ma impreziosisce Ogni immagine pubblicata è accompagnata Rosanna Checchi

Dale Hancock
Sud Africa
Vincitore
Gufo africano che trova riparo dietro
uno pneumatico di un’auto.
Si sentono spesso i gufi borbottare, ma
è raro vederne uno, soprattutto duran-
te il giorno e a così breve distanza, co-
me questo. Questo gufo africano si sta-
va riparando dietro un copertone di uno
dei nostri veicoli, in una delle tipiche
giornate invernali africane calde e sec-
che. Sfortunatamente, la ragione per la
quale riuscii a fotografare questo esem-
plare da vicino, è che il volatile era ma-
lato. Infatti morì qualche ora dopo che
lo avevo immortalato.
Canon EOS 1, 35-350mm, 1/100s f/5.6.
Vincitore BG Wildlife
photographer the year 2000

Manoj Shah
Gran Bretagna
Urangutàn con cucciolo
Negli ultimi 10 anni la popola-
zione di urangutàn si è ridotta
drasticamente della metà. Oggi
se ne contano 15.000 esemplari
nel Borneo e a Sumatra. La scom-
parsa del loro habitat naturale,
dovuta soprattutto al taglio ille-
gale del legname, costituisce il
problema più grande. Il Centro
di Riabilitazione Bohrok, situato
nel Parco Nazionale di Gunung
Leuser di Sumatra raccoglie e si
prende cura dei cuccioli orfani.
Questo esemplare di femmina
aveva tre anni quando fu condotta
qui. Rilasciata quattro anni più
tardi, ora si aggira liberamente
per la zona e questo è il suo ter-
zo cucciolo. Li ho osservati a lun-
go. Alla fine la femmina ha gira-
to la faccia verso la luce che fil-
trava attraverso il fogliame, pro-
prio nel momento in cui il picco-
lo orango ha smesso di succhia-
re per guardare verso di me.
Canon EOS 1N, 300mm, 1/30s f/4.
David Hall
USA
Cavalluccio marino panciuto
sul fuco gigante
Sono tanti 12cm per un cavalluccio marino. Però era talmente ben mimetizzato col fuco gigante, che sono riuscito a no-
tarlo solo dirigendogli contro un fascio di luce. La maggior parte di cavallucci marini abitano i mari tropicali, ma que-
sto sembrava trovarsi a suo agio nelle fredde acque della Tasmania. Come tutti i cavallucci marini, è il maschio a tra-
sportare le uova fertilizzate nel suo ampio marsupio e a curarsi della prole.
Nikon RS, 50mm macro, 1/25s, f/11, 2 flash.
Luca Fantoni
Italia
Menzione d’onore
Lucherini eurasiani che litigano
Benché i lucherini siano generalmente tolleranti l’un l’altro, talvolta diventano molto aggressivi. Questi due maschi, facenti parte
di un gruppo che migrò nel Nord Italia in febbraio, cominciò a bisticciare per i semi su di un comune albero da frutta.
Nikon F90, 500mm, 1/250s f/4.
Paolo Cortesi
Italia
Gruppo di funghi da corteccia
Questi funghi sono piuttosto comuni nel-
la zona dove abito, presso il Bosco Panfi-
lia, in Italia. Ma non ne avevo mai visti
così tanti, tutti insieme. La base marce-
scente di un pioppo bianco ne era com-
pletamente coperta. Quando mi inginoc-
chia per fotografarli più da vicino fui stu-
pefatto nel constatare la consistenza te-
nera e soffice dei loro corpi, che general-
mente non durano più di 20 ore. Ho uti-
lizzato un grandangolo a tutta apertura
per dare l’idea di tutto il gruppo ottenen-
do ogni singolo fungo a fuoco.
Pentax Z1P, 24mm, 8s, f/22.
Christian Hütter
Germania
Gruppo di scimmie delle foglie argentate
Le scimmie delle foglie argentate appartengono alla famiglia delle scimmie delle foglie, che si distinguono per
avere uno stomaco con molti comparti specializzati nel frantumare il contenuto di cellulosa delle foglie. Questa
specie vive tra la Cina e l’Indonesia, sulle mangrovie e nelle foreste lungo le coste. Come molti esemplari del Su-
dest asiatico, le scimmie delle foglie argentate sono in via d’estinzione per la scomparsa del loro habitat natura-
le. Queste tre sono state fotografate una fredda mattina nell’Apenheul Primate Park ad Apeldoorn, in Olanda.
Nikon F5, 600mm con moltiplicatore 1,4x, 1/30s, f/5.6.
" Tom Campbell
USA
Grande squalo bianco vittima delle reti a
strascico
Le reti a strascico sono “muri di morte”
lunghe fino a un chilometro e mezzo e so-
spese sull’acqua ad una profondità di 25-
30 metri. Negli oceani esse uccidono in-
discriminatamente migliaia di animali ogni
giorno. Talune restrizioni entrate in vigo-
re di recente sull’uso delle reti a strasci-
co nel canale di Santa Barbara, in Ca-
lifornia, hanno contribuito a diminuire il
numero delle vittime. Eppure ancora tan-
ti periscono, come questa femmina di squa-
lo bianco.
Nikon F3, 24mm macro, 1/125s, f/8.
" Ingo Arndt
Germania
Famiglia di entelli Hanuman che si riposa
Wildlife Photographer of the Year, Questa famiglia faceva parte di un gruppo di 13
Portfolio 10 entelli che ho seguito per ben otto settimane lun-
160 pagine a colori, formato go i confini del Gran Deserto Indiano (o Deser-
26x26cm to di Thar), nella parte nord-occidentale del-
L. 95.000 l’India. Dopo un po’ gli entelli hanno comincia-
HF Distribuzione, casella postale 56, to ad accettare la mia presenza. Quando mi so-
13100 Vercelli no imbattuto in questa famiglia illuminata dai
Fax 0161-214.133
Tel. 0161-210.727
primi raggi del sole, gli entelli hanno sollevato
www.hfnet.it lo sguardo, e riconosciutomi, hanno continuato
a comportarsi come se niente fosse.
Minolta, 500mm, f/5.6, 1/250s.
GRANDI MOSTRE

L’UNIVERSO GRANDIOSO
DI ANSEL ADAMS

“Le sole cose


compatibili con
questo universo
grandioso sono le
opere creative dello
spirito umano”.
Ansel Adams
White House Ruin, Canyon de Chelly, Arizona, 1942.

Una mostra del maestro Ansel Adams in porto alcuni brani. in estinzione ed in precipitoso cambiamento.
Italia non è un evento di tutti i giorni; que- Ansel Adams ha vissuto un periodo parti- Il risultato finale è di grande bellezza.
sta che si inaugura il 10 marzo è resa pos- colarmente vivo della storia della fotogra- Quando decise di vivere con la fotografia
sibile dall’amore per la cultura e la foto- fia e vi giocò un ruolo importante. La sua non si pose il problema di scegliere il ge-
grafia della famiglia Manfrotto. decisione di dedicarsi alla fotografia fu in- nere, se commerciale o artistica; semplice-
Ansel Adams è uno dei più grandi interpreti fluenzata in modo determinante da Paul mente abbracciò la fotografia. Negli anni
del paesaggio americano; la sua fotografia Strand, con cui condivise l’esperienza del egli dovette accettare le commesse più va-
è tutta proiettata alla ricerca della nitidez- Gruppo f/64 e con cui rimase in stretto con- rie ”Alcune mi sono piaciute – confessa -
za, della riproduzione fedele della natura; tatto anche quando il gruppo si sciolse. Gli altre no, ma tutte mi hanno insegnato qual-
lo scopo è quello di esaltarne le forme e le scambi culturali con altri autori ed amici cosa.”
composizioni, alla ricerca di quell’intensità ebbero infatti una parte importante nella Ansel racconta con molta modestia le dif-
emotiva che ci prende quando siamo di fron- sua vita. ficoltà degli inizi, gli anni magri della de-
te alla sua bellezza. Da ricordare anche la sua amicizia con Al- pressione, gli errori d’inesperienza; si mi-
Ho già avuto modo di testimoniare l’im- bert Bender, appassionato d’arte e colle- surava con ogni tipo di lavoro, dai catalo-
portanza della figura di Ansel Adams per zionista; insieme a lui sviluppò un proget- ghi ai servizi per riviste industriali, dai ri-
la storia della fotografia in un fascicolo spe- to fotografico particolarmente sentito che tratti ai servizi matrimoniali.
ciale di TF di novembre 99, e di questo ri- diede vita al libro People Taos, un mondo Il suo primo lavoro su commissione fu un
Alfred Steiglitz and a painting by Georgia O’Keefe at an American Place, New York, 1944.
Lodgepole Pines, Lyell Fork of the Merced River, ca. 1921.

ritratto, e sarebbe difficile credere all’a- schiacciava il grilletto che comandava il l’uomo e l’ambiente, sceglie il paesaggio
neddoto che vi riferiamo se non fosse lui detonatore. naturale come soggetto principale delle sue
stesso a raccontarlo nella sua biografia. Una Stando alle istruzioni d’uso del flash An- immagini. Le sue opere sono la magica
vicina di casa insegnante gli chiese di fo- sel avrebbe dovuto usare una capsula pic- espressione di un intenso coinvolgimento
tografare la sua classe composta da bam- cola e una media di polvere al magnesio, con la magnificenza della natura e riescono
bini di non più di sei anni, sempre in mo- invece ne versò l’equivalente di 16 ca- a farci cogliere la magia del creato.
vimento e Ansel andò alla scuola con la psule; poi attirò l’attenzione dei bambini La sua personalità coinvolgente emerge pre-
macchina fotografica e l’attrezzatura flash. cinguettando e fece scattare il lampeg- potente dai suoi libri; consigliamo viva-
In quel periodo la luce flash veniva pro- giatore. mente a tutti coloro che per la prima volta
dotta dal lampo della polvere di magnesio, Ci fu una luce apocalittica, vi lasciamo im- si avvicinano alla fotografia di leggere le
polvere confezionata in capsule contrasse- maginare la scena. sue opere, attraverso le quali si assapora il
gnate dalle sigle “piccola, media, grande”; Una personalità forte fervore che viveva la fotografia in quegli
si inseriva il detonatore e si versava la giu- Ansel è dotato di grande personalità e sa anni.
sta quantità di magnesio nell’apposito spa- unire una profonda conoscenza tecnica del Non gli sono certo mancati i riconoscimenti
zio lungo 30cm che copriva il detonatore; mezzo ad una notevole capacità visiva. Coin- internazionali, sia da parte dei fotografi
il lampeggiatore veniva tenuto in alto, si volto emotivamente dal mondo della natu- amanti del bianco e nero — a cui ha lasciato
agiva sull’otturatore della fotocamera e si ra, convinto degli stretti legami che uniscono in eredità i più importanti insegnamenti tec-
Manley Beacon,
Death Valley Natio-
nal Monument, 1952.
Cypress and Fog,
Pebble Beach, Ca-
lifornia, 1967.

La mostra
Ansel Adams
22 Vintage prints, fotografie
scattate tra il 1921 e il 1967
e stampate
personalmente da AA nello
studio di Carmel in Califor-
nia.
Dal 10 marzo al 13 maggio
Palazzo Roberti, Bassano del
Grappa
Clearing Winter Storm, Yosemite, 1946.

Palazzo Rober ti

nici — sia da parte delle Istituzioni. Una tra A Bassano del Grappa, nella cen-
tutte: l’American Board of Geographic Na- tralissima via Jacopo da Ponte,
mes gli ha dedicato una delle più alte vette sorge Palazzo Roberti, uno dei più
del Yosemite National Park, la riserva natu- significativi esempi architettoni-
rale in cui lui ha svolto molto del suo lavoro. ci di fine Seicento della città. Il
Le sue opere oggi sono diffuse in importanti Palazzo è stato fino agli inizi del
musei, gallerie e collezioni private. Settecento un prestigioso salotto
Questa mostra è un’occasione per confron- intellettuale per scrittori e artisti quali Antonio Canova e Giovanni Poleni. Il
tarsi di persona con il maestro ed emozionarsi Palazzo ha ospitato anche Napoleone Buonaparte che lo scelse per dimora ben
di fronte alle sue foto. due volte.
Ancora oggi, conservando la magia del luogo, ospita un’ampia libreria su due
piani con sessantamila volumi ed uno spazio dedicato alla lettura e ad incon-
tri con scrittori ed artisti.
Un’impegnativa opera di restauro ha consentito di restituire Palazzo Roberti
all’antico splendore, valorizzando gli affreschi di Giovanni Scajaro che rap-
Rosanna Checchi presentano la vita di Antonio e Cleopatra.
MACROFOTOGRAFIA

MACRO:
INSEGUENDO LA QUALITÀ
Maggiori ingrandimenti ma anche alta qualità dell’immagine.
Ecco gli elementi in gioco e come può variare il risultato

Nella ricerca di un mag- gresso – si ottiene a dia-


gior ingrandimento non si frammi progressivamente
possono ignorare le im- aperti.
plicazioni sulla qualità Riportiamo qui la conclu-
dell’immagine. Vediamo sione operativa, sintetizza-
quali elementi entrano in ta in una regoletta facile da
gioco e come può variare ricordare: “per macrofoto-
il risultato percorrendo Alcuni degli obiettivi ed accessori impiegati nei test a confronto. Fa da sfon- grafie a scala pari a 1:1,
strade differenti. do un tappeto di stampe, sulle quali abbiamo valutato i risultati delle di- non superare f/16; per ma-
cro a scala 2:1, non supe-
La qualità tecnica com- verse combinazioni. rare f/11; per macro a sca-
plessiva di una macrofo- la 3:1 non superare f/8, per
tografia nasce dal con- la differenza è il valore di apertura del dia- macro 4:1 non superare f/5.6”.
corso dei diversi fattori di seguito elencati: framma. Finché si lavora a rapporti di ri-
1) qualità intrinseca del sistema ottico e dia- produzione modesti, orientativamente non Distanze non sempre ottimali
framma di lavoro oltre l’1:1, possiamo far affidamento sulle E veniamo al punto 2: cosa c’entra la di-
2) distanza del soggetto regole codificate: chiudendolo si aumenta stanza con la qualità? Bisogna ricordare che
3) caratteristiche della pellicola la profondità di campo, ma sarà opportuno non si conoscono obiettivi capaci di man-
4) corretta esecuzione della ripresa. non eccedere, pena un abbassamento della tenere un livello di risolvenza costante a tut-
risolvenza che non risparmia nemmeno i te le possibili distanze di messa a fuoco. È
Sistema ottico, migliori obiettivi (è l’effetto di diffrazione una sfida continua tra le leggi dell’ottica,
diaframma, ingrandimento della luce contro gli spigoli delle lamelle quanto mai rigide, e la capacità dei proget-
Da un obiettivo mediocre, o magari eccel- del diaframma). tisti di estendere quanto più possibile il cam-
lente ma accoppiato ad un aggiuntivo scar- Per la scelta del diaframma ottimale pos- po di accettabilità delle prestazioni. Ma il
samente corretto quale può essere una len- siamo ancora far riferimento alla curva del cedimento, da una parte e dall’altra, si ma-
te addizionale costituita da un solo elemento, fattore di qualità ricavato dai test MTF, ma nifesta sempre. Esistono perciò obiettivi ec-
non è realistico aspettarsi risultati entusia- tenendo presente che perde gradualmente cellenti nelle riprese a distanze medio alte
smanti. Il singolo obiettivo, o più in gene- di validità all’aumentare dell’ingrandimento. che scadono a livelli piuttosto bassi se im-
rale il sistema ottico risultante dalla com- Man mano che il rapporto di riproduzione piegati alle brevi distanze, come obiettivi
binazione di più elementi che ci consente sale oltre l’unità, la miglior qualità del- espressamente calcolati per dare il meglio
di operare nel campo macro, deve essere di l’immagine – qui intesa come massima in campo macro che si difendono meno be-
buona qualità per non entrare in conflitto profondità di dettaglio, un concetto che vie- ne nelle riprese all’infinito.
con l’esigenza primaria di restituire con ni- ne approfondito nel volumetto “Macrofo- Scavando un pochino più a fondo veniamo
tidezza i particolari più minuti. tografia creativa” di M. Capobussi, reperi- a scoprire che anche i veri macro presenta-
A parità di sistema ottico, comunque, a far bile presso la Fotolibreria di Editrice Pro- no dei limiti, proprio nella parte meno so-
Quando è richiesta la puntuale documen-
tazione dei dettagli più fini è d’obbligo ri-
correre al meglio: pellicole di bassa sensi-
bilità e un vero obiettivo macro.
Vi proponiamo il drammatico epilogo del-
l’esistenza di una crisopa ormai priva di vi-
ta (100mm macro, a f/16). Pellicola diapo-
sitiva 100 ISO e impiego di flash.

gli ultimi anni e oggi non suona più come


eresia fare della macro amatoriale con una
800 ISO… Vi mostreremo i sorprendenti
risultati sul campo nella prossima puntata.
Sulla corretta esecuzione delle riprese infi-
ne, la palla passa completamente al foto-
grafo: sono richieste una messa a fuoco ac-
curata, giusta illuminazione, assenza di vi-
brazioni durante lo scatto.

Confronti diretti
Domanda del sig. Rossi, fotoamatore. Co-
me sarebbe venuta questa immagine se, an-
spetta. Infatti tra quanti incorporano l’eli- te su TF maggio ‘92, nell’articolo “Obiet- ziché usare prolunghe o lenti addizionali
coide di messa a fuoco (ma nemmeno i “bel- tivo diritto o capovolto?”. sul mio unico obiettivo, avessi impiegato
lows” sfuggono alla regola), nessuno è pro- un vero macro?
gettato per dare il meglio a distanze infe- Pellicola e fotografo Per venire incontro alla sua (e nostra) cu-
riori al minimo consentito dall’escursione Il punto 3 non richiede grandi spiegazioni, riosità abbiamo messo a confronto diretto,
del meccanismo di focheggiatura: scelta salvo rimarcare la difficoltà di conciliare il sullo stesso soggetto, obiettivi a diversa pro-
ineccepibile. Dalla quale traiamo la logica “meglio” in fatto di pellicole – garantito dal- pensione, per verificare l’andamento della
deduzione: quando forziamo il nostro obiet- le basse sensibilità – con esigenze di cop- nitidezza. Sulla distorsione non abbiamo
tivo all’extraingrandimento mediante ag- pie tempo/diaframma non sempre compa- eseguito test specifici, anche in relazione al
giunta di tubi o soffietti la qualità tende a tibili. Per altro anche le pellicole, come gli fatto che un’ottica non specialistica “for-
peggiorare. obiettivi, hanno fatto grandi progressi ne- zata” all’impiego macro è già tanto se rie-
Esiste un rimedio? Certamente, basta ca-
povolgere l’obiettivo. In tal modo si avvia
un graduale recupero della qualità dell’im-
magine, che risulta tanto più consistente
quanto maggiore è la lunghezza della pro-
lunga interposta tra corpo macchina e obiet-
tivo capovolto.
Per togliere ogni aura di mistero al felice
esito dell’espediente ricordiamo che con in-
grandimenti superiori all’unità si verifica
anche un’inversione dei valori delle distanze
coniugate (viste nella puntata precedente),
dunque la distanza tra obiettivo e pellicola
diventa superiore alla distanza tra obiettivo
e soggetto. Contestualmente anche l’ango-
lazione dei raggi di luce in entrata e in usci-
ta dalle lenti estreme dell’obiettivo assume
progressivamente un andamento contrario Qualità a confronto sul campo. Stessa
alle condizioni di lavoro previste nel pro- dia ISO 100, identico soggetto (erista-
getto. E appunto, si ripristina la normalità lide), stesso rapporto di riproduzione
ottica capovolgendo l’obiettivo. 1:1, stesso flash TTL NG28. Cambia so-
Esaurite le considerazioni sulla qualità, non lo l’obiettivo. Nell’immagine a sfondo
possiamo dimenticare che il capovolgimento più scuro abbiamo usato il macro di ri-
ha grosse implicazioni anche sul calcolo del ferimento Pentax A* 200/4, chiuso a
rapporto di riproduzione, sulla distanza del f/22. Nell’altra lo zoom Sigma 70-300
soggetto dalla lente più esterna dell’obiet- f/4-5.6 APO Macro corredato da ag-
tivo, sulle modalità operative conseguenti giuntivo acromatico AML, a diaframma
alla perdita di tutti gli automatismi di tra- f/16 sulla ghiera (effettivo f/22 per la fo-
smissione. Ne abbiamo parlato estesamen- cale 300mm).
CENTOMILA TEST
Vi mostriamo una selezione di porzioni d’immagine tratte dal nutrito pacco
di stampe 10x15 che ci ha consentito di formulare le “considerazioni di ten- A
denza” riportate nel testo, dove sono reperibili anche i dati di targa completi
dei due zoom Sigma 28-80 e 70-300. Le ottiche fisse disponibili per il con-
fronto appartengono al sistema Pentax a fuoco manuale.

A) Vero macro o zoom macro?


Al rapporto di riproduzione 1:2, massimo raggiungibile dai due obiettivi sul-
la scala di messa a fuoco. Il macro Pentax A 50/2.8 usato a tutta apertura (TA)
prevale di molto sul 28-80 Sigma (e consideriamo che quest’ultimo è meno
luminoso di 2 stop), ma a f/11 il divario è abbastanza ridotto. La porzione ri-
prodotta è l’estrema sinistra della stampa 10x15.

50 TA
con tubo 50 TA 50 f/11 28-80 TA 28-80 f/11
prolunga

B) Tubi o lenti addizionali?


Obiettivo standard 50mm f/1.7, usato in macro 1:2 (circa) rispettivamente con
50 f/11
con tubo
tubo di prolunga 26mm e set di lenti addizionali +2 e +4 montate insieme. A
prolunga tutta apertura risultato scarso con la prolunga, scadente con le lenti. Grosso
miglioramento a f/11, dove prevale ancora la prolunga meccanica rispetto al-
le leni addizionali. La porzione riprodotta è la parte superiore destra della stam-
pa.
50 TA
con lenti C) Macro 1:1 con le focali lunghe
B Add.+4+2 Il macro di riferimento Pentax A* 200/4 raggiunge il rapporto di 1:1 con la sua
scala di messa a fuoco, il 70-300 Sigma richiede l’aggiuntivo acromatico AML
(che, come abbiamo verificato in una precedente occasione, va anche un po’
oltre l’1:1: lo si può constatare dalle figure qui riportate, che presentano di-
50 f/11 mensioni del soggetto più grandi per il Sigma). A tutta apertura (qui non mo-
con lenti strata) come a f/11 prevale sempre il vero macro (vedi scritte sul libro), ma non
Add.+4+2 in maniera eclatante. La porzione riprodotta è la parte inferiore sinistra della
stampa.

D)
Duplicare lo zoom? Si può
Mai duplicare lo zoom! Memori del
consiglio degli esperti, abbiamo deci-
70-300 (f/11) 28-80 TA + duplic. di focale so di fare l’esatto contrario. Sul 28-80
già regolato sul rapporto 1:2 abbiamo
innestato un vecchio duplicatore di fo-
cale a 6 lenti Pentax K T6, raggiun-
gendo l’1:1. Il risultato è sorprenden-
temente buona già a tutta apertura, su-
periore alle aspettative, appena infe-
riore a quello ottenuto a f/11. Anche in
C D questo caso abbiamo riprodotto la par-
te inferiore sinistra della stampa.

200 macro (f/11) 28-80 (f/11) + duplic. di focale


IL BANCO DI PROVA DOMESTICO
ISO) e risultato da valutare con l’appo-
sito lentino da ingrandimento per le dia-
positive, o su stampa di almeno 10x15cm
per i negativi.
Nelle figure vi mostriamo un banco a svi-
luppo orizzontale, autocostruito attorno
alla staffa micrometrica IFF Art.1227 (di-
stribuita da Manfrotto Trading), con tra-
ve di allineamento le cui alette esterne
servono anche da guida per la slitta por-
ta-mira. Trave e slitta (con decentramen-
Come va in macro questo obiettivo? to orizzontale e verticale della tavoletta
La risposta è a portata di mano di chiun- su cui viene fissata la mira) sono realiz-
que possieda uno stativo, o un minimo di zate con profilati di alluminio anodizza-
abilità nel fai-da-te. to.
Nell’approfondimento del “banco di pro-
va” è essenziale il rispetto di due condi-
zioni: stabilità nel complesso di guida,
che serve a tenere allineata l’apparec-
Per la natura intrinseca del soggetto, o per chiatura con la mira da fotografare, e per-
la scelta espressiva del fotografo, a volta fetto parallelismo tra il piano della pelli-
una resa morbida può far premio sull’esa- cola e la mira stessa. Inoltre è opportuno
sperata nitidezza. Luce naturale e diafram- un dispositivo di regolazione microme-
ma molto aperto per questa accoppiata fo- trica delle distanze, per una messa a fuo-
glia-fiore: quest’ultimo è centrato sullo sfon- co precisa e stabile.
do, trasformato dalla sfocatura in sempli- Come mira ottica va benissimo una ban-
ce macchia colore. conota non sgualcita, avendo cura di sce-
gliere tra quei tagli che comprendono di-
segni molto ricchi di dettaglio e sfondi
ben particolareggiati anche a colorazio-
ne tenue, per valutare contestualmente ri-
solvenza e contrasto del sistema ottico.
Per l’eventuale test di distorsione può ba-
stare un comune foglio di carta millime-
trata, ben spianato e preventivamente con-
trollato con un righello per accertare che
le linee siano effettivamente diritte.
Pellicola di bassa sensibilità (max 100

sce a mantenere un soddisfacente livello di vatura di campo e il basso contrasto – con


nitidezza e contrasto. Quando il requisito il più luminoso e costoso 50/1.4;
della “distorsione zero” diventa tassativo è • sorprendente tenuta in campo macro degli
difficile (ma non impossibile nel campo zoom di recente progettazione: nel caso la
delle focali fisse 50-100mm di non ecces- coppia Sigma 28-80 f/3.5-5.6 macro e 70-
siva luminosità) trovare valide alternative 300m f/4-5.6 APO macro, anche a diaframmi
al vero obiettivo macro. abbastanza aperti;
Dall’insieme delle prove eseguite possiamo • minore penalizzazione dell’immagine
comunque intravvedere alcune linee di ten- quando, necessitando il ricorso ad aggiun-
denza: tivi ottici o puramente meccanici, si scel-
• manifesta superiorità di rendimento dei gono tubi o soffietti di prolunga (che non
Illuminazione naturale in controluce, obiet- veri macro rispetto alle ottiche generaliste alterano lo schema ottico) piuttosto che mol-
tivo zoom 70-300mm con spiccate capacità (a focale fissa o zoom) nell’impiego a tut- tiplicatori di focale o lenti addizionali. Nel
macro e diapositiva 100 ISO. Per qualche ta apertura; caso, molto meglio i moltiplicatori che le
utile riflessione che può spaziare dalla • eccellente recupero dei 50mm standard semplici lenti addizionali composte da un
profondità di campo nitido allo… sfondo: ai diaframmi intermedi, mentre il livello di solo elemento ottico.
che non è un cielo polarizzato, ma un bido- partenza risulta scarso per il 50/1.7 e sem- Luigi Cappellari
ne di plastica azzurra. plicemente scadente – per l’eccessiva cur-
OBIETTIVI

MACROFOTOGRAFIA
CON CANON
Canon MP-E65 Macro Photo è un'ottica speciale per ingrandimenti fuori dal comune

Il Canon MP-E65mm f/2.8 1-5x, regolato per ripresa 5:1.

È il quarto obiettivo macro nella gam- estende fino a consentire prestazio- l'immagine, Canon ha curato in modo
ma Canon EF, per le Canon EOS. Ed è ni alle soglie della fotomicrografia, ov- speciale la "non riflettenza" delle super-
un obiettivo davvero speciale. Anzitutto vero per permettere un ingrandimento fi- fici anteriori dell'obiettivo, con un trat-
è opportuno precisare subito che si trat- no a 5x. tamento multistrato evoluto e con verni-
ta di un'ottica destinata al solo impiego Sotto l'aspetto progettuale la realizza- ci altamente assorbenti per la parte mec-
macro: non consente infatti la messa a zione di Canon è di altissimo livello: lo canica.
fuoco all'infinito come invece permetto- schema ottico è a dieci elementi, con le
no gli altri "macro" nel catalogo della ca- lenti raccolte in otto gruppi di cui uno Sul campo
sa, quelli di focale 50, 100, 180mm. Una flottante per mantenere elevate le pre- La messa a fuoco è definita "manuale",
tale scelta sottolinea la vocazione spe- stazioni ai diversi ingrandimenti. Per una ovvero l'obiettivo non è autofocus. Ed è
cialistica dell'obiettivo, di focale 65mm lente è stato usato vetro di tipo UD, ad giusto che sia così anche per la specifi-
e luminosità f/2.8. Speciale, quest'ulti- alta rifrazione e bassa dispersione, per ca modalità di impiego di questo genere
mo nato in casa Canon, lo è davvero: re- assicurare una elevata correzione cro- di ottiche da superingrandimento: prima
golato sul minimo allungamento, cioè matica, quella aberrazione che da sem- si scattare qui si deve, infatti, anzitutto
operando al minimo ingrandimento, ese- pre è la "bestia nera" combattuta dai pro- impostare il rapporto di ingrandimento
gue riprese in scala 1:1 (grandezza na- gettisti di teleobiettivi e anche di obiet- al quale si desidera operare. Solo in un
turale; è ottimo quindi anche per ripro- tivi da fotomicrografia. secondo tempo si penserà alla messa a
durre diapositive). Poi, ruotando l'appo- Poiché fotografare ad elevati ingrandi- fuoco. Quest'ultima verrà condotta allo-
sita ghiera, inizia ad "allungarsi". E si menti non è mai un'impresa facile e poi- ra spostando avanti e indietro (procura-
allunga davvero considerevolmente, man- ché è sempre in agguato la probabilità tevi una slitta ausiliaria di focheggiatu-
tenendo comunque una bella rigidità del- che piccoli inconvenienti come la pre- ra se lavorate su treppiede), l'intero com-
la pregevole e solidissima montatura senza di riflessi parassiti portino a disa- plesso fotocamera e obiettivo.
meccanica: l'elicoide del barilotto si strosi ed amplificati cali di qualità del- Eseguendo il progetto ottico è stato fat-
Lo schema ottico del macro Canon
MP-E65mm f/2.8 1-5x, nelle due po-
sizioni di ingrandimento 1x oppure
5x. In grigio la lente in vetro specia-
le UD.

Il Canon MP-E65mm f/2.8 1-5x, regolato


per ripresa 1:1.

A scala 1:1,
il quadrante di un orologio
da polso.

Il collarino di attacco per treppiede, stac-


cabile.

A scala 5:1,
il particolare delle scritte al
centro del quadrante; le ri-
ghe a sinistra sono date dal-
to il possibile per mantenere una distan- la lancetta dei secondi che si
za abbastanza elevata tra la lente fronta- è mossa a scatti durante la
le ed il soggetto: operando alla scala 1:1 posa lunga.
si dispone di uno spazio di circa 10cm,
spingendosi a 5x si è costretti ad andare
decisamente più vicino ma si constata
con piacere che ci si "ferma" a 40mm da
ciò che si sta riprendendo e che quindi
rimane ancora spazio per illuminare in
modo ragionevole il soggetto, ad esem- Ad ingrandimento 5x,
pio con un flash laterale. particolare del display a cri-
Nelle due condizioni indicate, il campo stalli liquidi dell'orologio.
inquadrato varia rispettivamente da
24x36mm a 4.8x7.2mm.
La stabilità, operando con quest'ottica e
soprattutto salendo ai maggiori ingran-
dimenti, è un requisito fondamentale per
ottenere buoni risultati. È quindi spesso
importante ricorrere al treppiede e, so-
prattutto se ci si trova ad operare a luce
ambiente e senza flash, prevedere il sol-
levamento preventivo dello specchio re-
flex e magari il ricorso all'autoscatto. L'o-
1x 2x 3x
I PREZZI

Canon MP-E65 65mm f/2.8, L. 2.300.000

Distribuzione: Canon Italia spa, palazzo


L, strada 6 - 20089 Rozzano-Milanofio-
ri (MI), tel. 02/82481, fax 02/82484600.
Internet: http://www.canon.it; e-mail:
Multimedia@canon.it
4x 5x
Serie di scatti alla punta di una matita, ad ingrandimenti crescenti, pari ad 1x, 2x, 3x,
4x, 5x.
biettivo è comunque fornito con un col- ra di diaframma il valore f/16. Ad una pace di far gola a tutti quegli appassio-
lare di attacco per treppiede (ruotabile prima superficiale osservazione verreb- nati del mondo del minuscolo che si di-
per consentire un agevole posiziona- be da dire che sarebbe stato meglio di- lettano a riprendere insetti, monete, fran-
mento anche verticale di ottica e fotoca- sporre di un f/22 o addirittura f/32, vista cobollo o quant'altro. E non sia soltanto
mera). l'esiguità della profondità di campo ope- uno strumento, tra l'altro apprezzabile
È possibile applicare all'ottica il flash rando ad elevati ingrandimenti. Ma se per la sua facilità di impiego e per la qua-
elettronico anulare Canon Macro Ring questa potrebbe essere una critica accet- lità dei risultati, adatto a laboratori scien-
Lite ML-3, decisamente consigliabile tabile per un'ottica 65mm operante a sca- tifici che siano spesso alle prese con pic-
perché semplifica in modo consistente la 1:1, va detto anche che diventerebbe coli reperti.
ogni difficoltà di illuminazione di sog- davvero un'utopia salendo nella scala del
getti a distanze ravvicinatissime. rapporto di riproduzione. Non si deve Particolarità
Quanto ad altri tipici accessori macro, si scordare infatti che l'obiettivo può spin- Trattandosi di un obiettivo speciale, non
segnala che non possono essere usati, in gersi fino a 5:1, a quell'estensione di 5x desta meraviglia che Canon consigli di
combinazione con quest'ottica, il dupli- che è il "vanto" di questo gioiellino. impiegarlo con le fotocamere ammira-
catore di focale (Extender 2x) e nem- Ad un ingrandimento così spinto i rischi glie della casa (ovvero le EOS1 ed EOS-
meno i tubi di prolunga EF 12 ed EF25: di diffrazione si fanno sentire, e come! 1N, o la nuova EOS-1 V). Con apparec-
la specializzazione estrema dell'obietti- E allora ecco che appare allora sensata chi di classe più economica, sembrereb-
vo non lo consente (e anche i risultati ot- la scelta di non superare f/16, già un va- be al di sotto della EOS-3, occorre in-
tici sarebbero probabilmente inaccetta- lore limite a questi ingrandimenti. Ad- fatti tenere presente che possono verifi-
bili). dirittura, operando a 5x, suggeriremmo carsi leggere imprecisioni di esposizio-
Ben manovrabile, l'obiettivo si fa nota- di limitarsi nel diaframmare non supe- ne se si opera in automatismo d'esposi-
re come ottica di classe, agli occhi di un rando f/11. zione. Poiché in macrofotografia scien-
esperto macrofotografo, non appena si La progettazione è stata accurata anche tifica le regolazioni crediamo siano pre-
traguarda nel mirino della fotocamera: sotto altri profili, squisitamente mecca- valentemente eseguite in modo manua-
si vede subito che l'immagine sul vetro nici: ad esempio è possibile applicare le, sarà comunque preferibile procedere
smerigliato è luminosa (merito dell'a- agevolmente su quest'ottica filtri a vite, per tentativi.
pertura f/2.8 ma anche dello schema ot- anteriormente. Quanto all'EOS-3, annotiamo comunque
tico dell'obiettivo) e soprattutto molto Una curiosità: prima che si verifichino che il funzionamento AE è comunque uf-
ben contrastata. I risultati su pellicola, fenomeni di vignettatura meccanica è ficialmente consentito. Ma anche che,
poi, confermano. Ottima, come è richie- possibile avvitare, uno sull'altro, anche tutto sommato, è preferibile ricorrere a
sto ad un obiettivo specifico da ma- due filtri a vite diametro 58mm. Nono- regolazioni d'esposizione manuali (M)
crofotografia, la planeità di campo su tut- stante la sua estrema specializzazione e oppure all'esposizione automatica Av, a
to il formato 24x36, assoluta. pur considerando l'impossibilità di ope- priorità di diaframma.
Può apparire un po' limitante la decisio- rare ad infinito, crediamo che questo
ne di avere scelto come minima chiusu- obiettivo sia un "pezzo" d'alta qualità ca- Maurizio Capobussi
MACROFOTOGRAFIA

MACROFOTOGRAFIA IN CITTÀ Come scattare ad un micromondo a portata di mano


Foglia di Liquidambar in mezzo a foglie di Ginko Biloba. Pelli-
cola Fujichrome Velvia 50 ISO.

Ripresa macro con ottica Micro-Nikkor 105mm, a f/11.


Pellicola Fujichrome Velvia 50 ISO.
Qualche volta vi sarà capitato di osservare di olmo, pioppo, spighe e fiori vari: lungo tivo ottico positivo da applicare davanti ad
una bella fotografia, in questo caso una ma- un tragitto che percorro tutti i giorni con il un obiettivo e consente di ridurre la distan-
crofotografia di un soggetto naturalistico, cane ma rivolgendo questa volta la mia at- za minima di messa a fuoco. Dal momento
fiori, foglie, insetti ecc., e di pensare chissà tenzione a ciò che calpestavo il giorno pri- che bisogna avvitarla davanti all’obiettivo,
dove è stata fatta e quanto tempo avrà im- ma. bisogna comprarla del diametro adatto; può
piegato il fotografo per raggiungere il posto Forse questo esercizio di macrofotografia essere che le lenti adatte al diametro di un
dove si trova il soggetto ritratto oppure, an- urbana può essere utile per aumentare la con- obiettivo non vadano bene per un altro, ma
che se ha camminato per pochi minuti, in sapevolezza dell’importanza di tutti quegli si può rimediare con anelli di raccordo per
quale contesto di natura selvaggia e mera- spazi verdi che per piccoli che siano contri- i diversi diametri, a patto che questi siano
vigliosa avrà scattato quella foto. buiscono a renderci la città più vivibile o inferiori al diametro per cui si è comprata la
Senza dubbio la maggioranza di queste fo- sopportabile: i posti dove si possono trova- lente.
to ha richiesto un notevole sforzo fisico sia re soggetti adatti sono molteplici e anche In commercio si trovano lenti addizionali da
per raggiungere i luoghi adatti che per il pe- una semplice via con una striscia di verde 1/2,1,2,3,4 diottrie e oltre. Tanto più è forte
so di diversi chili nello zaino dovuti all’at- può rivelarsi interessante. Resta comunque la potenza in diottrie della lente, tanto mi-
trezzatura fotografica. I pigri, o chi non ha il fatto che le maggiori opportunità fotogra- nore è la distanza minima di messa a fuoco
la possibilità di raggiungere questi luoghi, fiche sono offerte dai parchi pubblici per la e più grande è l’immagine sulla pellicola.
si facciano però coraggio: esiste un’alter- loro maggiore estensione e per la varietà di Con le lenti addizionali si ha un’immagine
nativa che si chiama città. specie disponibili. Tra l’altro in questo ge- tutta nitida solo diaframmando molto, e con
Ebbene sì, anche in un ambiente completa- nere di fotografia ogni stagione offre il suo quelle molto forti si riesce a mettere a fuo-
mente plasmato dall’uomo, la natura si la- contributo per realizzare scatti interessanti, co solo il centro dell’immagine. Esistono
scia riscoprire da un occhio attento. perciò la macrocaccia è aperta tutto l’anno.
Una volta riusciti ad estraniarsi dalla realtà
urbana e calato lo sguardo alla ricerca dei TECNICA DI RIPRESA
particolari, vedrete che le sorprese non man- Una volta trovato il soggetto, il problema è
cheranno. A me è successo. che cosa usare per fotografarlo.
Una domenica, la pioggia mi ha sconsiglia- Ecco qui una sintetica rassegna di diverse
to la partenza verso le montagne. soluzioni per entrare nel mondo della ma-
Quando ha smesso di piovere sono sceso nel crofotografia.
giardino sotto casa, con l’attrezzatura foto-
grafica. Lenti addizionali
Ho scattato parecchie foto, ritraendo foglie La lente addizionale è un elemento aggiun-
Semi lanuginosi di pioppo nero (Populus nigra). Ottica 105 Mi-
cro-Nikkor, foto in luce ambiente più flash, pellicola Fujichro-
me Velvia 50 ISO.

Foglia di Robinia (Robinia pseudoacacia). Ottica 300mm f/4


Sigma, pellicola Fujichrome Velvia 50 ISO.
anche delle lenti addizionali aggiuntive acro- che hanno rapporti d’ingrandimento fissi, re al meglio come qualità ottica in riprese a
matiche. Sono costituite da due lenti mon- consente un allungamento a progressione distanza ravvicinata e rappresentano la so-
tate assieme e forniscono una maggiore cor- continua, cioè senza soluzione di continuità. luzione migliore, anche se costosa, per la
rezione ottica su tutto il campo inquadrato. Questo permette di scegliere il rapporto d’in- macrofotografia.
grandimento più adatto al soggetto che si
Tubi di prolunga vuole fotografare. Il treppiede
I tubi di prolunga vanno interposti tra il cor- Esistono anche dei soffietti decentrabili e Ricordo che il ricorso al treppiede in ma-
po macchina e l’obiettivo consentendo l’al- basculabili che sfruttando delle leggi otti- crofotografia è da considerarsi praticamen-
lontanamento dell’ottica; in commercio si che consentono un aumento della profon- te indispensabile, sia per evitare il mosso,
trovano vari spessori per ottenere diversi in- dità di campo nitido. sempre in agguato, con i tempi d’esposi-
grandimenti. Infatti, tanto è maggiore la lun- Gli inconvenienti sono gli stessi dei tubi di zione abbastanza lunghi, che per una mag-
ghezza del tubo di prolunga tanto più il sog- prolunga: maggiore è l’estensione del sof- giore comodità e facilità per comporre l’in-
getto è riprodotto ingrandito. fietto e quindi l’ingrandimento, maggiore è quadratura, richiedendo tale genere di foto-
Purtroppo l’aumento della distanza tra otti- la perdita di luce. grafia posizioni piuttosto scomode.
ca e corpo macchina provoca una caduta di
luce con tutte le problematiche del caso: vi- Anello di inversione Il flash
sibilità nel mirino, aumento dell’esposizio- L’anello d’inversione permette di montare Nel caso di un soggetto in ombra o con il
ne con il pericolo che un colpo di vento im- l’obiettivo capovolto, il rapporto di ripro- cielo coperto può risultare utile il flash.
provviso faccia oscillare il soggetto. duzione con gli obiettivi normali va da cir- Per evitare che nella foto risulti troppo evi-
In macrofotografia il micromosso è sempre ca 1:1,5 a 1: 2 e con i grandangolari si su- dente questo tipo di illuminazione artifi-
in agguato. Avolte è sufficiente anche un’im- pera il 2:1 (ricordo che il rapporto di ripro- ciale è consigliabile miscelare la luce fla-
percettibile brezza per farci rinunciare allo duzione 1:1 riproduce nella foto il soggetto sh con quella ambiente. Nei recenti mo-
scatto, questo perché lavorando con dia- nelle sue dimensioni reali). delli di reflex questo è generalmente pos-
frammi molto chiusi (f/16-22) e a forti in- Poiché i meccanismi che trasmettono gli au- sibile impostando la macchina su slow sinc
grandimenti è raro che i tempi di esposizio- tomatismi sono inservibili con l’ottica ca- (flash su tempi lenti): prima scatta il flash
ne superino 1/8 o 1/15 di secondo anche in povolta, la misurazione dell’esposizione e e poi l’esposizione prosegue con la luce
pieno sole. lo scatto vanno fatti con il diaframma rego- ambiente, oppure su rear (flash sulla se-
lato manualmente. conda tendina). Con questa impostazione
Soffietti di prolunga il colpo di luce parte un istante prima che
Il soffietto di prolunga, al contrario dei tubi Obiettivi macro la seconda tendina, chiudendosi, termini
Gli obiettivi macro possono mettere a fuo- l’esposizione.
co, senza soluzione di continuità, dall’infi- Con i modelli non predisposti si può utiliz-
nito fino ad un rapporto di riproduzione di zare la macchina in manuale, tenendo pre-
1:1 sono stati progettati apposta per rende- sente che la luce flash si va a sommare a
quella ambiente. Quindi per evitare di so-
Senza flash (nella pagina a sinistra) e con vraesporre il soggetto occorre compensare
flash. Anche in esterni un piccolo colpo di l’emissione di luce impostando una corre-
flash di rischiaramento può contribuire zione pari a -1 diaframma sia sulla macchi-
considerevolmente a trasformare un’im- na fotografica sia sul flash.
magine. Ottica Micro-Nikkor 105mm. Fo-
glia di pioppo nero (Populus nigra). Federico Raiser
RIPRESA

MAGIA D’AUTUNNO

Foto di L’autunno, si sa, è una stagione davve- to come Giuliano Cappelli ci racconta
ro fotogenica: luci radenti, i colori del- che il Parco Regionale dell’Algonquin,
Giuliano Cappelli la natura che cambiano, un affollamen- laggiù nell’Ontario canadese, deve es-
to turistico minore anche nei parchi o sere considerato una delle sette mera-
nei “santuari” naturalistici più fre- viglie del mondo, c’è da credergli. E
quentati. In breve: terminate le vacan- vale la pena chiedergli immediatamente
ze estive la fotocamera non va riposta se ci fa vedere le fotografie: conoscen-
nel cassetto. Tutt’altro. do il suo occhio attento sicuramente sa-
Quando poi un professionista afferma- ranno vere testimonianze di una natura
Un cucciolo di lince canadese nei pressi della tana.
Panoramica sulla foresta dell’Algonquin Park.

che dà spettacolo. È così che, sul nostro


tavolo di redazione, sono arrivate le dia-
positive di Cappelli. Sono scatti colo-
ratissimi e d’impatto immediato anche
osservati semplicemente sul piano lu-
minoso, prima ancora di estrarli dalle
tasche di un plasticone portadiapositi-
ve per esaminarli con il lentino. Ecco
dunque l’autunno in un suo davvero “ra-
ro” splendore.
La spettacolarità delle foto ha diversi
fondamenti. Li passiamo in rassegna.
Un primo aspetto da considerare è la
scelta del fotografo di scattare alle pri-
me ore del giorno. Confermiamo: il mo-
mento della ripresa è sempre determi-
nante per il risultato, ma qui la cosa è
davvero evidente. Basta guardare alcu-

Algonquin Park, Ontario canadese. Un


ambiente umido con i colori dell’autunno.
Una canoa scivola silenziosa in un nebbioso mattino.

ni scatti dai toni pastello, con la nebbia


che si alza sui laghi del parco naturale,
per rendersi conto di come sia impor-
tante compiere lo sforzo di alzarsi di
primo mattino per scattare belle foto.

Nella fotografia naturalistica, inseguendo


la massima nitidezza quando si usano te-
leobiettivi, la stabilità è tutto. Ecco una so-
luzione per consentire un efficace bilan-
ciamento dell’obiettivo fissato su treppie-
de: il supporto ad “U”.

Il supporto ad “U” è nel catalogo Man-


frotto con la sigla di codice 393 (versione
nera L. 252.000; versione verde (293NAT),
L. 261. 600).
Manfrotto Trading srl, via Livinallongo 3,
20139 Milano, tel. 02.56.97.041; fax:
02.53.93.954;
sito Internet: http://www.manfrotto.it; E-
mail: trading@manfrotto.it.
Canoe in riposo, all’Algonquin Park.

L’altro momento magico, si sa, è poi quando la luce è frontale o “diffusa”, a desaturare le tinte. Ha comunque pre-
quello della sera: le ore del pomeriggio ampiamente ma sempre fontalmente, ferito anche in questo caso, ci raccon-
inoltrato sono quelle che offrono il mas- sul soggetto. ta Cappelli, usare pellicole per dispo-
simo senso di rilievo, le luci radenti va- Ne deriva anche una conclusione che sitive di bassa sensibilità (50 ISO) an-
lorizzano i soggetti, i toni caldi ag- sembra un controsenso ma non lo è: le che quando si è trovato ad operare con
giungono un tocco di gradevolezza al- giornate di cattivo tempo possono ad- teleobiettivi di focale molto lunga. An-
l’insieme. dirittura essere più adatte di quelle con cora una volta: una simile scelta l’ha
Attenti però. In questo caso vale la pe- il sole, quando si cerca la massima den- portato ad usare sistematicamente il
na avanzare qualche altra precisazione. sità dei colori. Non basta: proprio con treppiede e spesso ad adottare un ac-
Non è sempre facile ottenere i risultati il cattivo tempo è opportuno usare pel- corgimento supplementare, quello di
desiderati quando le luci sono molto ra- licole di bassa sensibilità, anche se que- sollevare preventivamente lo specchio
denti o quando addirittura si va incon- sto fatto richiede il sacrificio di opera- reflex per azzerare il rischio di micro-
tro a situazioni di deciso controluce: il re spesso su treppiede, perché così si vibrazioni al momento dello scatto.
fascino delle ombre lunghe non deve riescono ad ottenere tinte estremamen- Poi, potrebbe anche verificarsi un col-
infatti far dimenticare che in questi ca- te sature e contrasti elevati. po di fortuna. Come l’incontro con un
si i colori non raggiungono la loro mas- Ancora: per alcuni scatti il fotografo ha cucciolo di lince, nel bosco, che ai co-
sima intensità. Il “top” della saturazio- fatto ricorso a volte anche ad un filtro lori dell’autunno aggiunge il fascino di
ne cromatica, quella che si insegue di polarizzatore. È un ulteriore accorgi- un’avventura imprevista. Ma questa è
solito quando si fotografano gli splen- mento volto a togliere dalla tavolozza tutta un’altra storia.
didi gialli e rossi dell’autunno, si ha in cromatica ogni possibile componente
una diversa situazione di ripresa. Cioé di “luce bianca” che possa contribuire M.C.
MACROFOT OGRAFIA

METTI UN FIORE
NEL MIRINO
Foto di Gerardo
Lamperti
Raponzolo Chiomoso

Semprevivo Montano

Aquilegia

Giglio
Martagone Giglio rosso

Non coglieteli, fotografateli! La racco- più valido per “cogliere”, senza danneg- esemplari preziosi di flora di montagna e
mandazione è sempre valida ma, riferita ai giarli, fiori anche severamente protetti dal- in queste pagine ci propone dei validi spun-
fiori di montagna ed alle varietà più rare, la legge. ti per riprese a distanza ravvicinata. Per ri-
diventa un imperativo piuttosto che un con- E per farne gustare il fascino agli amici, in trarre alcuni esemplari della flora che pub-
siglio. La fotografia in questi casi assume una bella proiezione di diapositive, a casa. blichiamo occorre sicuramente cammina-
un ruolo importantissimo: è lo strumento Gerardo Lamperti ha fotografato proprio re, e non poco.
Tra gli accessori per le foto a distanza ravvicinata, uno utilissimo è il
treppiede: consente di ricorrere a tempi lenti e dunque di chiudere mol-
to il diaframma per aumentare la profondità di campo nitido. Il trep-
piede può a volte essere “potenziato” per migliorarne le prestazioni,
ad esempio con uno stabilizzatore per riprese dal basso. Questo illu-
strato è il modello 165, con blocco aggiuntivo 165ST, prodotto da Man-
frotto. Si inserisce tra la crociera che sup-
porta la testa e l’incrocio delle aste di
stabilizzazione delle gambe. Aumenta
considerevolmente la rigidità dell’in-
sieme. È progettato per i treppiedi Man-
frotto 500MV, 520MV e per le teste 316,
505, 510.

Supercompatta ma professionale, ecco la testa


a tre movimenti tipo Manfrotto Pro Compact
(mod. 329). È alta solo 11cm. Supporta mac-
chine 35mm, medioformato, folding. Consente
panoramiche, basculaggio, inclinazione late-
rale. Ha un sistema di attacco rapido, con plac-
ca quadrata.

Davvero utile per spostamenti micrometrici in macrofotografia, ecco la piastra Man-


frotto 454. Una curiosità: tirando verso l’esterno il pomello laterale, lo si svincola dal-
la cremagliera e si possono attuare rapidamente grandi spostamenti. Poi si passa ai
movimenti fini, a vite.
Dispone di attacchi a vite da 1/4” e da 3/4”, per treppiede (o stativo da riprodu-
zione) e fotocamera. Se ne possono montare due, a 90° una sull’altra, per un po-
sizionamento micrometrico lungo due assi cartesiani.

Ma certamente lo speciale “erbario” che si sentono di scendere a circa mezzo metro zionali. Sono il primo passo nel mondo del-
fisserà sulla pellicola sarà di grande sod- dal soggetto. Con i fiori, i migliori risulta- la fotografia a distanza ravvicinata. Anno-
disfazione. ti si ottengono però avvicinandosi ulte- tiamo i pro ed i contro relativi al loro uso.
riormente: è preferibile scendere ad alme-
Quale foto, da vicino? no 30cm, nella supposizione di disporre di Lenti addizionali
Scattare a distanza ravvicinata non è diffi- un obiettivo normale. Lo scopo è facilmente È facile accorciare la minima distanza di
cile e quasi tutti gli obiettivi moderni con- raggiunto ricorrendo a semplici lenti addi- messa a fuoco di un obiettivo: basta ricor-
rere ad una lente convergente applicata an-
teriormente ad esso. Ha molti vantaggi: il
ALTRI ACCESSORI costo, salvo rari casi, non è eccessivo; il
Foto a distanza ravvicinata si possono ottenere adoperando anche tubi di prolunga o peso è molto ridotto e quindi l’accessorio
soffietti. Sono accessori che con la fotografia di fiori di solito hanno meno da spar- è adatto a chi pratica l’escursionismo; esi-
tire: infatti, interposti tra il corpo macchina e l’obiettivo, fanno fare un considerevo- ste in numerosi diametri e differenti diot-
le balzo in avanti all’“allungamento” di messa a fuoco dell’ottica. Poiché il loro “spes- trie (potenze di ingrandimento), quindi non
sore” è abbastanza considerevole l’effetto è marcato. Un soffietto, anche in posizio- è difficile reperire una lente adatta al pro-
ne di minimo allungamento, provoca un effetto di ingrandimento solitamente trop- prio obiettivo.
po elevato per scattare a soggetti delle dimensioni dei fiori. Sono piuttosto adatti al- L’effetto di una lente addizionale è di ac-
le piccole misure degli insetti. Fa eccezione la possibilità di usare un soffietto, o un corciare la focale dell’ottica su cui è mon-
tubo di prolunga di medio spessore, in combinazione con un teleobiettivo di lun- tata e dunque di consentire un maggiore
ghissima focale (es. un 300mm o un 400mm): è la strada che qualche fotografo ha avvicinamento. La variazione di focale del-
percorso per ottenere ingrandimenti di fiori, operando anche dalla distanza di qual- l’obiettivo compensa la perdita di lumino-
che metro dal soggetto, con un marcato effetto di sfocatura dello sfondo dietro ad es- sità dovuta alla variazione di tiraggio che
si. si ha mettendo a fuoco da vicino. Ne deri-
va una comoda conseguenza: al momento flint e l’altra tipo crown, progettate per me- I PREZZI
della ripresa non sono richieste variazioni glio controllare la convergenza, sul piano
di esposizione. Come dire: si applica una pellicola, di almeno due lunghezze d’onda
Staffa micrometrica 454, L. 126.000
lente all’ottica, si inquadra, si verifica che della luce. Realizzano una correzione cro-
il soggetto sia a fuoco e non ci si preoccu- matica ragionevolmente elevata (detta acro- Manfrotto Pro Compact
pa: le letture esposimetriche saranno sem- matica) e sono certamente da preferire. (mod. 329), L. 160.800
pre valide, identiche a quelle per le normali • Per fotografare i fiori sono sufficienti len- Stabilizzatore 165, L. 54.000
foto a luce ambiente. Va da sé che a distanza ti di potenza non elevata, ad esempio da
Impugnatura blocco
ravvicinata la macchina da usare sarà co- due o tre diottrie, montate su ottiche di fo-
munque la reflex: ogni altra soluzione ri- cale normale (50mm). semisfera (cod. 165ST), L. 30.000
sulta troppo scomoda, visto che occorre- • Non va disdegnata la possibilità di ado-
rebbe tenere conto della differenza di pa- perare lenti addizionali su ottiche anche di Manfrotto Trading, via Livinallongo 3,
rallasse (allineamento) tra obiettivo e mi- focale piuttosto lunga. Una lente anche di 20139 Milano,
rino. bassa potenza, ad esempio da una diottria, tel. 02/5697041; fax: 02/5393954;
sarà utilissima per accorciare la minima di- sito Internet: http://www.manfrotto.it;
I trucchi del mestiere stanza di messa a fuoco di un tele. Il van- E-mail: trading@manfrotto.it
Con le lenti addizionali è facile fotografa- taggio si percepirà subito: si potrà usare
re ma rispettando alcune regolette si è av- l’obiettivo più vantaggiosamente nella fo-
vantaggiati nell’ottenere i migliori risulta- to di ritratto, ad esempio per uno scatto in
ti. Elenchiamo alcuni suggerimenti. cui il viso della persona riempia il forma-
to; ma analogamente si potrà “comporre” ca accettare un compromesso: vuole dire
• Il diaframma da usare va scelto con at- al meglio nel mirino un gruppo di fiorelli- “correggere” il progetto ottico originario,
tenzione: a breve distanza la profondità di ni del prato. forzarne le caratteristiche. Scegliere inve-
campo è molto ridotta e i diaframmi più • Di solito si preferisce scattare a distanza ce un obiettivo macro equivale a preferire
stretti sono di solito indispensabili. ravvicinata adoperando un’ottica “norma- un’ottica nata precisamente per dare il me-
• Adottare diaframmi stretti è utile anche le”. Attenzione però: usare una lunga fo- glio di sé a breve distanza (il compromes-
per un altro motivo: compensano la perdi- cale, e ricorrere a diaframmi medi piutto- so, se c’è, è sulla resa all’infinito).Nella
ta di qualità dovuta all’avere alterato lo sto che al “tutto chiuso”, può significare maggior parte dei casi l’ottimizzazione de-
schema ottico originario dell’obiettivo con riuscire a cancellare sfondi indesiderati, gli obiettivi macro è per un piano posto a
l’introduzione di una lente “addizionale” sfocandoli quanto basta. La capacità di con- 60cm dal piano pellicola: quanto serve per
appunto, non prevista. trollare lo sfondo, facendo in modo che non lavori di riproduzione di originali piutto-
• Una raccomandazione molto valida è cer- disturbi il soggetto principale, è determi- sto grandi.
tamente quella di non esagerare con la po- nante per la riuscita della foto. Oggi la qualifica “macro” è spesso rico-
tenza delle lenti. É vero che in commercio • Trovare il punto di vista migliore non sem- nosciuta anche ad ottiche zoom, per indi-
esistono lenti anche da 10 diottrie ma oc- pre è facile. Ma ancora una volta è qui la care che, impostata una particolare regola-
corre ricordare che al crescere della potenza chiave per una foto perfetta. Fotografando zione, è possibile fotografare con rapporti
cresce anche l’entità delle aberrazioni in- i fiori è importante saper prevedere se e co- di ingrandimento intorno ad 1:3 oppure 1:4.
trodotte. me si staglieranno sullo sfondo: potrà es- Significa che è possibile operare a distan-
• Adoperando lenti addizionali, soprattut- sere sfocato (si gioca con il diaframma) o ze ragionevolmente ravvicinate ed inqua-
to se potenti, un’aberrazione ottica che può magari sottoesposto. Questa seconda con- drare soggetti delle dimensioni di un maz-
facilmente comparire è quella cromatica, dizione si raggiunge principalmente gio- zolino di fiori.
che porta ad una perdita di nitidezza. Se cando su due fattori: cercando un’angola- In ogni caso, vale una raccomandazione: è
possibile, si preferiscano dunque lenti non zione di ripresa che permetta di avere uno sempre preferibile ricorrere a diaframmi
troppo potenti e in ogni caso si guardino sfondo in ombra, oppure ricorrendo al fla- medio-chiusi per minimizzare il calo qua-
con favore quelle di qualità elevata. Alcu- sh, dosato con esattezza sul primo piano. litativo dell’ottica usata da vicino e per
ni costruttori rendono disponibili lenti co- estendere in misura ragionevole la profon-
stituite da un doppietto acromatico: si trat- Obiettivi macro dità di campo nitido.È sconsigliato l’uso di
ta di due lenti incollate, una in vetro tipo Ricorrere ad una lente addizionale signifi- ottiche zoom alle massime aperture, a mag-
gior ragione a distanze ravvicinate.
Il maggiore pregio delle ottiche macro “ve-
re” è l’elevata correzione dell’aberrazione
di distorsione e la garanzia di una elevata
IL POTERE DIOTTRICO planeità di campo. Sono doti preziose nel-
La potenza di una lente è espressa in diottrie. Il numero di diottrie si ottiene dividen- la riproduzione di documenti ma che pe-
do il numero 100 per la focale di una lente, in centimetri. In pratica: osservando quan- sano molto meno se riferite alla fotografia
te volte la focale della lente (in centimetri) è compresa in un metro. di fiori o altri soggetti tridimensionali.

M.C.
RIPRESA

METTI IL WINDSURF
NEL MIRINO
I consigli di un professionista specializzato nella ripresa dei windsurf.

La fotografia in mare ha scattare molto e comporta


comportato da sempre una un grande stress, perché
serie di problematiche sin- ogni giorno, a causa della
golari, che ogni fotografo imprevedibilità meteorolo-
ha risolto in maniera per- gica, potrebbe essere l’ul-
sonale. Questo ha contri- timo. È quindi importante
buito a creare una schiera scattare il più possibile pen-
di fotografi professionisti sando sempre ad immagi-
specializzati in questa ni "definitive". Per i giudi-
esclusiva disciplina. Per zi dei test c’è sempre tem-
realizzare dei servizi su po, perché anche in condi-
sport nautici è necessario zioni di luce pessima, ma
sperimentare tecniche di ri- con tanto vento, si posso-
presa che aiutino a cogliere gli aspetti più logo. Le foto che si vedono generalmente no comunque testare le attrezzature con
spettacolari dello sport, ma soprattutto co- sulle riviste hanno spesso come set un pae- buoni risultati, se gli scatti buoni sono sta-
noscere bene lo sport per poter coglierne se tropicale dove il vento non è stretta- ti già fatti.
gli aspetti più significativi e tecnicamente mente correlato con perturbazioni ed è Quando si pensa agli sport acquatici, co-
interessanti. quindi più semplice trovare condizioni me- me il windsurf ed altri simili, si è portati
Per realizzare un numero annuale di test teorologiche ideali tanto per la pratica del ad immaginare l'impiego di potenti e co-
di attrezzature per la rivista Windsurfita- windsurf più spettacolare quanto per le stosissimi teleobiettivi. Certo, alcune foto
lia, avevo a disposizione un solo mese da ideali condizione di scatto. In Europa quan- sono state scattate utilizzando un 400mm.
trascorre nella parte Sud della Sardegna, do la giornata con area limpidissima e so- Ritengo però che si possa fare un ottimo
e per scattare centinaia di rullini. Il lavo- le brillante si presenta è quasi sempre in lavoro con focali più corte scattando da un
ro fotografico dei test annuali della rivi- assenza totale di vento. gommone con uno zoom 80-200, o addi-
sta Windsurfitalia è ormai un appuntamento rittura con un grandangolo da 28mm.
costante nelle edicole ed influenza molto Modalità di ripresa Oltre agli obiettivi, bisogna porre grande
il mercato, dunque è importante rendere Veniamo all’organizzazione del lavoro. attenzione alla pellicole da utilizzare. Io ho
delle immagini che esprimano il carattere Il primo limite è stato imposto dal pro- utilizzato tre tipi di pellicole diapositive:
di ogni attrezzatura. Un lavoro impegna- getto grafico. Quest’anno avevamo pro- le Polaroid da 100 ISO fornitemi dalla re-
tivo, reso difficile dall’enorme numero di gettato un’impaginazione che prevedeva dazione, la Elite 100 della Kodak e la Vel-
tavole e vele da gestire e dai limiti opera- tutte foto ad inquadratura orizzontale, per via della Fuij. Le Polaroid hanno minori
tivi dettati dalla componente meteorolo- trovare spazio in un solo numero ad ol- qualità in termini di contrasto e la tenden-
gica e dall’esiguità di tempo a disposizio- tre cento cinquanta schede tra tavole e za a restituire colori sensibilmente meno
ne. È infatti importante evidenziare come vele. carichi rispetto alle altre. Sfruttando que-
realizzare un servizio fotografico di wind- Una volta disimballate e montate tutte le sta caratteristica le ho utilizzate soprattut-
surf in Europa è cosa ben diversa che scat- tavole e le vele ci si è subito organizzati to per le foto di panning e in condizioni di
tare alla Hawaii le immagini per un cata- per i primi scatti. Questo lavoro porta a luce piena ho applicato un polarizzatore
BIC-TECNO 263, in volo sul mare.

Un attimo d’azione, sull’onda.

L'Autor e
Angelo Antelmi è giornalista e fotografo, direttore del web maga-
zine www.itineraweb.com e socio della www.xeniaservizi.com, per
cui si occupa di coordinare tutti i servizi multimediali ed editoriali.
Collabora con molti mensili italiani ed internazionali di turismo,
sport e cultura, per i quali fotografa abitualmente realizzando pro-
dotti editoriali completi. Una sua recente "impresa” è stato il lavo-
ro, realizzato in Sardegna nel mese di ottobre, per la testata Wind-
surf Italia. Pubblicato sul numero di febbraio della rivista, ha com-
portato tempi stretti di realizzo e scatti in condizioni anche molto
difficili, l'esecuzione di centinaia e centinaia di fotografie di sog-
getti apparentemente molto simili tra loro ma comunque da illustrare
senza cadere nell'effetto "noia", che avrebbe compromesso il risul-
tato finale. Controluce diretto, per una elevata spettacolarità.
Una ripresa con la tecnica panning, per sottolineare la dinamicità dell’azione.

circolare per saturare i colori. Le foto di


apertura, prevedendo l'impiego in formato
"doppia pagina", le ho scattate con Velvia
50 esposta a 40 ISO. La maggior parte del-
le altre immagini, in special modo quelle
di controluce, sono state scattate invece uti-
lizzando Kodak Elitechrome 100, una pel-
licola con una grandissima flessibilità di
utilizzo.

Tanti modelli. Tutti uguali?


Fotografare centinaia di volte lo stesso sog-
getto ed inquadrarlo per centinaia di volte
nello stesso riquadro tende ad appiattire il
lavoro, danneggiando sia il progetto edi-
toriale che lo scopo dei test che nasce pro-
prio per giustificare le differenze in termi-
ni di prestazioni, o semplicemente proget-
tuali, tra i vari modelli. Tenendo ben pre-
sente queste problematiche si è cercato di
realizzare per quanto possibile fotografie
che, differenziandosi tra loro, potessero
rendere tanto le diversità tecniche e di ap-
In azione in coppia. proccio tecnologico, quanto esprimere le
RRD-80, con il grandangolo a distanza ravvicinata.

sensazioni e le motivazioni che spingono ti e in genere ad attrezzature più indicate gli sport acquatici, va orientata ad indi-
all’acquisto. Una tavola votata alla velo- ad atleti di media levatura. Per i materiali viduare il punto di osservazione miglio-
cità è stata fotografata aprendo al massi- per principianti ho invece utilizzato il pan- re, avvicinandosi sempre il più possibi-
mo il diaframma e cercando di mostrarne ning. In entrambi i casi le foto sono state le al soggetto. Ciò permette l’utilizzo di
la sezione, in modo da fornire la sensa- scattate stando in piedi su un gommone in obiettivi di comune impiego: invece di
zione che fosse pronta a correre su un bi- corsa nella stessa direzione del windsurf congelare l’azione dell’atleta in una po-
nario; un modello dotato di due pinne è (vi consiglio di legarvi, in vita, ad una strut- sa plastica, che ne evidenzi la spettaco-
stato fotografato in elevazione di 3/4 in tura salda dell’imbarcazione magari utiliz- larità, questi permettono un maggior coin-
modo da evidenziare l’originale soluzio- zando una cintura da palestra). Per scatta- volgimento emotivo del potenziale let-
ne tecnica. In altri casi la tavola fotogra- re tante foto occorre avere a disposizione tore. Se poi le onde alte o altre condi-
fata in aria in piena elevazione ha potuto molti giorni di bel tempo oppure, come in zioni non dovessero permettere questa
comunicare una curiosa attitudine ad un questo caso, molte ore di luce. Per questo tecnica di ripresa, meglio perdere un po'
genere di utilizzo particolare. motivo numerose foto sono state scattate più di tempo nella ricerca di un diverso
nelle ore del pomeriggio sfruttando il sole ma sempre ideale punto di osservazione
Azione per creare violenti controluce. Il controlu- piuttosto che allungare ulteriormente il
Il mosso offre una grande opportunità per ce è stato utilizzato anche per evidenziare vostro teleobbiettivo ricorrendo a dupli-
trasferire l’attitudine al movimento. Co- le serigrafie elaborate, che impreziosisco- catori o utilizzando obiettivi catadiottri-
munica una grande sensazione di dinami- no le vele. Rammento che siamo di fronte ci. Osservando la baia dove vi trovate vi
cità e velocità. Questa tecnica è ideale per ad oggetti sempre più belli, disegnati da ot- renderete sicuramente conto che esisto-
trasferire la sensazione di velocità ed è idea- timi grafici per far aumentare il desiderio no punti privilegiati di osservazione. Cer-
le per fotografare attrezzature con spicca- di acquisto da parte di clienti sempre più cate una posizione ben visibile e molto
te doti sportive. Il panning è invece più esigenti. sopraelevata, invitando i vostri soggetti
tranquillizzante, pur esprimendo una sen- a passare e ripassare davanti al vostro
sazione di velocità. Su queste basi, ho ap- Punto di ripresa e ottiche obiettivo.
plicato la tecnica del mosso a tavole mag- La ricerca della foto ideale per rendere
giormente indicate per windsurfisti esper- le emozioni del windsurf, e in genere per Testo e foto di Angelo Antelmi
TECNICHE DI BASE

METTIAMO
UN BEL PROGRAMMA
La coppia tempo/diaframma è la maggiore responsabile della buona riuscita
della fotografia. I programmi e i modi di esposizione permettono d’impostare
quella più corretta, anche se non si hanno cognizioni fotografiche.
Ma anche i fotografi esperti possono trarne vantaggio.
Nella pagina a sinistra: il programma sport è quello che
imposta il tempo più breve. Usandolo si ottengono, in pra-
tica, gli stessi risultati forniti dal modo di esposizione a
priorità dei tempi. Lo sfondo, a seconda della focale usa-
ta e della luce, risulterà più o meno evidente.
(Foto Maggi&Maggi)

Non è certo un panorama classico, tuttavia il programma


da impostare è proprio quello "panorama", che offre la
più grande profondità di campo. (Foto E. Prando)

C’era una volta un obiettivo e un otturato- saremo sicuri di avere sempre foto corret- lettura quella volta e quale coppia tempo
re che, insieme, decisero di formare una tamente esposte. Ma chi ce lo dice che il diaframma venne usata, per avere la cop-
coppia. Era nata la coppia tempo/diafram- tramonto che vediamo in questo momento pia da usare.
ma. La storia degli attuali programmi di e al quale desideriamo scattare una foto, ha Per molto tempo si è andati avanti così, con
esposizione potrebbe iniziare così. Come la stessa luce di quello dell’altro giorno, l’esperienza, e anche con quei magnifici
una favola in cui l’inafferrabile e dispetto- che era venuto così bene, con quella cop- “esposimetri” rappresentati dalle vignette
so raggio di luce, che si diverte a far veni- pia di tempo e diaframma? contenute nei foglietti d’istruzione delle
re le foto troppo chiare o troppo scure, vie- Prima dell’invenzione dell’esposimetro lo pellicole. Nuvolette, nuvolette e sole, sole,
ne finalmente condotto sulla retta via dal- poteva dire solamente l’esperienza del fo- e a ciascuna corrispondeva un diaframma
la giudiziosa coppia. tografo, cioè tutti i dati che aveva imma- e un tempo. Il fotografo, quello vero, non
La corretta esposizione sta tutta lì, in quei gazzinato nel suo cervello e che riguarda- sbagliava mai. E non sbagliava mai, nem-
due numeri. Uno definisce il tempo duran- vano la luce dei tramonti. Poi vennero gli meno quando c’erano da impostare coppie
te il quale la tendina dell’otturatore rima- esposimetri, e il fotografo iniziò a misura- diverse, perché il tempo era troppo lungo
ne aperta, l’altro indica quanto grande è il re la luce per trovare tempi e diaframmi. per fermare il movimento, o il diaframma
foro del diaframma attraverso il quale pas- Ma lo strumento non eliminò la necessità troppo aperto per consentire una nitidezza
sano i raggi di luce raccolti dall’obiettivo. di memorizzare come venivano effettuate dal primo piano fino all’orizzonte.
A ciascuna coppia di valori, tempo/dia- le letture esposimetriche dei vari tramonti. Il problema della coppia sta anche qua: non
framma, corrisponde una quantità di luce Una cosa è puntare l’esposimetro contro il tutte sono uguali, anche se lasciano passa-
definita. È il requisito fondamentale per po- sole, un’altra puntarlo contro il cielo o la re la medesima quantità di luce. Una cosa
tere ottenere una foto esattamente esposta terra. L’esposimetro non eliminava la ne- è usare 1/125” f/5.6, un’altra impostare
come quella che, in precedenza, avevamo cessità dell’esperienza. Cioè la necessità di 1/60” f/8, o 1/30” f/11. La faccenda è un
fatto nelle medesime condizioni di luce. avere in memoria un certo numero di si- po’ come il problema, che alle elementari
Ad esempio: abbiamo trovato che la cop- tuazioni, da confrontare con quella che si ha fatto impazzire generazioni, del rubi-
pia 1/125 f/5,6 è quella giusta per un tipo ha davanti agli occhi, per poter decidere netto che versa acqua nella vasca da bagno.
di tramonto. Se la impostiamo per tutti i quale le somiglia di più. Trovata quella adat- Se è tutto aperto la vasca si riempie velo-
tramonti che hanno quelle caratteristiche, ta, basta ricordare come venne effettuata la cemente, se chiuso a metà più lentamente,
In questa situazione il programma "ritratto" consente di scattare a mano libera, perché imposta un tempo breve e, contemporaneamente, un
diaframma aperto. La scarsa profondità di campo che ne deriva è utile, perché sfoca lo sfondo, che altrimenti distrarrebbe l'attenzione dal
soggetto. Un esempio di come il programma possa essere usato, con profitto anche in altri generi fotografici. Queste immagini sono state
scattate durante dei reportage turistici e i soggetti non erano in posa.
(Foto E. Prando)

Se, con il programma ritratto, si vuole ottenere la massima


sfocatura dello sfondo, bisogna impostare una focale lun-
ga. La prima foto è stata scattata con lo zoom su 80mm, la
seconda su 200mm.
(Foto A. Arminio)

anche se la vasca contiene sempre la me- macchine fotografiche e le ha dotate dei programmi d’esposizione indicati con le
desima quantità d’acqua. cosiddetti “programmi di esposizione”. lettere A (Aperture) e S (Shutter): nel pri-
Anche qui il fotografo, quello vero, ha sem- mo il fotografo imposta il diaframma, nel
pre fatto ricorso alla sua esperienza. Hai il Cosa sono i programmi secondo il tempo. Quale dei due convenga
soggetto che si muove? Se lo vuoi fermo L’industria dei chip elettronici si regge sui usare è ancora compito della sua esperien-
devi dare più importanza al tempo di scat- grandi numeri. Non sarebbe concepibile e za. Se usa un teleobiettivo, o riprende un
to, e impostare quello più veloce. Oppure: nemmeno possibile produrre solamente po- avvenimento sportivo, con il soggetto che
il soggetto è statico, e vuoi tutto a fuoco? chi chip. Perciò si deve trovare dove met- si muove velocemente, deve impostare il
Allora devi dare la preferenza al diafram- tere tutti i pezzi che produce. La fotogra- diaframma. Infatti solamente impostando
ma, usando la coppia con quello più chiu- fia è uno dei settori che, tra i primi, ha be- il diaframma più aperto consentito dall’o-
so. neficiato della tecnologia elettronica, che biettivo, sarà sicuro di avere in ogni mo-
Ma questo succedeva una volta, quando ha liberato la maggior parte dei fotografi mento il tempo più breve possibile. Cosa
non ci si chiedeva ancora, andandole a ri- dal dover decidere quale sia la coppia mi- che non succederebbe se fissasse in antici-
tirare, se le foto scattate fossero venute be- gliore. po un tempo di scatto breve, ma comunque
ne. Ma semplicemente se fossero venute. I primi passi sono stati cauti e i program- fisso. Al contrario, se gl’interessa avere
Né troppo scure, né troppo chiare. Oggi mi di esposizione erano semplici. Prefe- sempre la massima profondità di campo,
questa domanda non se la pone nemmeno renza ai diaframmi o preferenza ai tempi. deve impostare il tempo più lungo che giu-
chi prende in mano per la prima volta la Una procedura semi-automatica. Il foto- dica gli dia ancora immagini ferme, e la-
macchina fotografica. Lo confermano i la- grafo imposta il diaframma, o il tempo che sciare all’automatismo della fotocamera la
boratori di sviluppo e stampa: le foto “ven- gli pare migliore, e i circuiti logici della fo- sceltas del diaframma che, comunque, sarà
gono” sempre. Sono diventati tutti esperti tocamera, collegati all’esposimetro, deci- sempre il più chiuso, relativamente alle va-
fotografi? No. L’elettronica è entrata nelle dono l’altra variante della coppia. Sono i rie situazioni di luce.
Con il programma macro si possono eseguire riprese ravvicinate du-
rante viaggi e reportage: in questa immagine un esemplare di lu-
certola sahariana.
(Foto E. Prando)
Il classico panorama in cui è necessario avere tutto a fuoco. Il pro-
gramma “panorama” è quindi il più adatto.
(Foto E. Prando)

Con queste innovazioni si era già fatto un parte c’era ancora chi sbagliava, o non ave- Ritratto: la più classica delle fotografie.
notevole passo avanti. Quello successivo va voglia di pensare. Dall’altra c’erano le Le statistiche del laboratori dicono che è il
era inevitabile: compito della fotocamera possibilità offerte dai circuiti di memoria, genere più frequentato: figli, mogli, fidan-
scegliere autonomamente la coppia tempo sempre più sofisticati e potenti. zate, amici, tutti in posa davanti alla mac-
diaframma. L’esposimetro invia i suoi da- E arrivarono i programmi veri e propri, china fotografica.
ti al “cervello” della macchina e questa im- quelli indicati, su display e ghiere, con pic- Un buon ritratto deve concentrare l’atten-
posta la coppia, secondo un preciso pro- cole icone. Uguali per le fotocamere di tut- zione, di chi lo guarda, sul soggetto. Lo
gramma deciso al momento della sua co- te le marche. Testina stilizzata per indica- sfondo deve essere il meno evidente pos-
struzione e che tiene conto della lumino- re il programma “ritratto”; creste montane sibile, per non distrarre l’attenzione. Il fo-
sità massima e minima dell’obiettivo. Il all’orizzonte per indicare il programma “pa- tografo esperto sa che questo si ottiene sfo-
“ragionamento” che fa la fotocamera è il norama”; tulipano stilizzato per quello “ri- candolo e che tanto maggiore sarà la sfo-
seguente: al di sotto di un certo tempo di presa macro”; omino che corre per indica- catura, quanto più grande sarà l’apertura
posa non posso andare, altrimenti corro il re “sport”. Un inutile duplicato dei pro- del diaframma e la lunghezza della focale.
rischio di scattare foto mosse, al di sopra grammi semi automatici o automatici già Quando s’imposta l’icona relativa, la mac-
del tempo più breve consentito dall’ottu- esistenti? Non proprio. La capacità delle china non fa altro che confrontare la lun-
ratore nemmeno. In quest’ambito posso memorie montate consente di immagazzi- ghezza focale, la distanza di ripresa e la lu-
scegliere tutte le coppie tempo diaframma nare un gran numero di dati, quali la lun- ce usata in quel momento, con gli esempi
che voglio, con un criterio molto sempli- ghezza focale dell’obiettivo usato il modo di foto simili che ha in memoria, nella ca-
ce: il diaframma più chiuso, con il tempo di messa a fuoco automatica. Permette an- tegoria ritratto. Dal confronto esce la cop-
più breve, relativamente alla luce a dispo- che di memorizzare, direttamente in fab- pia tempo/diaframma più adatta. Coppia
sizione. brica, i parametri di un gran numero di si- che certamente privilegerà il diaframma più
In pratica la macchina chiude di un po’ il tuazioni tipo. aperto, relativamente alla focale, alla di-
diaframma e abbrevia di un po’ il tempo di Al momento della ripresa, questi parame- stanza soggetto/fotocamera e alla luce di-
posa, quando la luce aumenta. Lo apre un tri, confrontati con i dati inviati da esposi- sponibile.
po’ e allunga un po’ il tempo di posa quan- metro, autofocus e obiettivo fanno sì che La maggiore o minore validità del pro-
do diminuisce. Se la luce è talmente poca venga impostata la coppia tempo diafram- gramma dipende dal numero di “esempi”
che, anche a diaframma completamente ma più vicina alla situazione di ripresa. esistenti nella memoria della fotocamera.
aperto, dovrebbe impostare un tempo più Purtroppo questo è un dato che non si tro-
lungo di quello che assicura ancora una fo- I programmi, uno per uno va nella scheda tecnica delle varie fotoca-
to non mossa, la macchina ci avverte con Per il fotografo alle prime armi i program- mere. Tuttavia gli esempi sono sempre in
il lampeggiare di una spia. Così fa se la lu- mi, identificati con icone sono di grande numero elevato.
ce è talmente forte da richiedere un tempo aiuto. Non bisogna sapere di fotografia per Questo modo di comportarsi del program-
e una chiusura di diaframma che la mac- selezionare l’icona “ritratto” se si deve fa- ma, però, lo rende utile anche per altri sog-
china non è in grado di dare. re un ritratto, quella “sport” se si riprende getti, tutti quelli che abbiano caratteristi-
il figlio che corre. Però anche il fotografo che simili al ritratto: lo still life, ad esem-
La sofisticazione continua esperto non li dovrebbe snobbare. Cono- pio, genere in cui il soggetto deve risalta-
Già con i tre modi di funzionamento de- scendoli meglio può usarli per ottenere, con re sullo sfondo e viene, per lo più, ripreso
scritti le difficoltà del fotografo alle prime maggiore facilità, le foto che desidera, an- con una media focale, per non alterarne le
armi parrebbero risolti. Ma tant’è. Da una che se non sono quelle indicate dall’icona. proporzioni.
Il programma ‘notturno’ imposta un tempo lungo, che consente al-
la luce ambiente di illuminare lo sfondo. Contemporaneamente, do-
sa la luce del flash per illuminare bene il primo piano. In questo
caso il flash non si trovava sulla fotocamera, ma spostato di lato. Ripresa con il grandangolare da 20mm e programma “panorama”,
(Foto A. Arminio) per avere tutto a fuoco.
(Foto E. Prando)

Anche la foto del cane o del gatto di casa si. E sono i parametri che imposta il pro- le con il flash, ma imposta un tempo più
rientra in questa categoria. E chi ha in ca- gramma, tenendo conto anche della distanza lungo, tanto quanto è necessario a impres-
sa un canarino, o altri uccelli, potrà usare di messa a fuoco. Se la coppia scende al di sionare lo sfondo e, talora, parte del primo
questo programma per eliminarne le sbar- sotto di certi valori, il programma avverte piano, con la luce ambiente. Alla luce ri-
re, grazie alla, relativamente, ridotta profon- che è indispensabile usare il flash. Oppure manente, necessaria a rischiarare il primo
dità di campo offerta dal diaframma, sem- attiva automaticamente il flash dedicato, piano, ci pensa il flash, la cui luce viene
pre piuttosto aperto. incorporato o esterno che sia. La brevità dosata automaticamente.
Sport: sport è sinonimo di movimenti ve- del lampo è in grado di congelare i movi-
loci. La necessità è di bloccarli, in modo menti più veloci; la sua potenza consente Non tutti i programmi sono uguali
da non avere una foto mossa. Il rischio del l’uso di diaframmi molto chiusi. Dalla descrizione appena fatta parrebbe che
mosso aumenta con l’aumentare della fo- Panorami: nella foto di un panorama si tutti i programmi, indicati con il medesi-
cale dell’obiettivo, che ingrandisce non so- cerca la massima nitidezza, con una gran- mo simbolo, siano uguali. E che non ci sia
lo il soggetto, ma anche i movimenti acci- de profondità di campo. Coerentemente con differenza tra il programma proposto dal-
dentali della mano che impugna la mac- queste esigenze, il programma imposta il la reflex costosa e quello della compatta
china fotografica. Nello sport le sequenze diaframma più chiuso, compatibile con un economica. Le cose non stanno così. La
sono sempre molto interessanti, quindi è tempo di scatto sufficientemente breve per differenza è fatta dal numero di variabili di
bene poter riprendere, se il motore della fo- escludere il mosso accidentale nelle ripre- cui il processore della macchina tiene con-
tocamera lo consente, in sequenza. se a mano libera. Nell’impostare il tempo to, prima d’impostare tempo e diaframma.
Date queste esigenze, la scelta finale pri- l’automatismo tiene conto anche della lun- Quelle di cui tiene conto una reflex, anche
vilegerà i tempi di scatto più brevi, a se- ghezza focale dell’obiettivo usato. Più è di livello non alto, è maggiore rispetto a
conda della lunghezza focale e del modo grande, più il tempo di scatto deve essere quello delle variabili considerate da una
dell’autofocus. In alcune fotocamere sele- breve. Quindi, a parità di condizioni di lu- compatta.
zionerà automaticamente anche il modo di ce, il diaframma dovrà essere un po’ più Tuttavia, sia nel caso della compatta che in
scatto continuo, con la cadenza di ripresa aperto. Il modo di scegliere la coppia tem- quello della reflex, i programmi non sono
più rapida. po diaframma di questo programma è quel- utili solamente al principiante, quello che
L’utilità del programma si estende anche la più simile e, in alcuni apparecchi, ugua- non è in grado di decidere da solo se, per
alla ripresa con i teleobiettivi in genere, al- le a quella indicata semplicemente come la foto che vuole scattare, è meglio una prio-
la ripresa di animali in libertà e alle cosid- “programma totale”. rità di tempi o di diaframmi, se è meglio la
dette “candid photo”, fotografie scattate di Notturni: la foto notturna o quella al tra- lettura su tutta l’area inquadrata o è meglio
sorpresa, talora all’insaputa del soggetto. monto, quando un po’ di luce illumina an- quella con prevalenza al centro. La cono-
Macro: più ci si avvicina al soggetto, più cora il paesaggio e gli edifici, fornisce sem- scenza del modo di funzionamento dei pro-
la sua immagine risulta ingrandita sulla pel- pre immagini d’effetto. Specialmente se si grammi consente al fotografo già esperto
licola. Oltre al soggetto vengono anche “in- usa il flash per illuminare le zone in ombra di usarli a ragion veduta, anche per quelle
granditi” i movimenti accidentali della ma- del primo piano. riprese cui l’icona non si riferisce. In altre
no che impugna la fotocamera, o dello stes- In questo caso il programma imposta la co- parole consente a chi sa già di fotografia di
so soggetto. Inoltre più ci si avvicina al sog- siddetta “sincronizzazione lenta” del flash usare una fotocamera di classe inferiore per
getto, più diminuisce la profondità di cam- e mescola la sua luce a quella ambiente. ottenere risultati possibili da quelle di clas-
po. Per ripristinarla è necessario imposta- Sincronizzazione lenta vuole semplicemente se superiore. Non è un esercizio di bravu-
re diaframmi via via più chiusi. dire che l’automatismo non seleziona il co- ra, ma un risparmio.
La fotografia a distanza ravvicinata si fa, siddetto tempo di sincronizzazione, il tem-
quindi, con tempi brevi e diaframmi chiu- po di scatto più breve possibile compatibi- Edo Prando
RIPRESA

MOSSO
“SOTTO CONTROLLO”
Gabbiani comuni in volo: l’effetto di
mosso controllato è molto marcato. La
spettacolarità della foto è esaltata dal-
la contrapposizione dei colori rosa e
azzurro. La foto, di Giuliano Cappelli,
dimostra bene anche l’importanza di
uno sfondo uniforme.

Fino a qualche anno fa immagini mosse o te immagini sorprendenti. A questo scopo, considerato che la luce am-
sfocate non erano nemmeno prese in con- biente può anche essere molta, come av-
siderazioni dalle riviste, comprese quelle di Perché questo tipo di ripresa? viene normalmente in belle giornate pri-
natura, perché la loro “lettura” come foto- Questo metodo, dice Giuliano Cappelli, che maverili ed estive in luoghi aperti, è abba-
grafie in grado di esprimere un senso di azio- io chiamo “impressionismo fotografico”, stanza ovvio che è quasi sempre preferibi-
ne non era compresa da tutti. Poi, piano pia- non pretende di registrare il soggetto con le operare con una pellicola di bassa sensi-
no, le cose sono cambiate ed oggi immagi- una nitidezza estrema ma piuttosto di mo- bilità. Spesso essa ci aiuterà, essendo più
ni di mosso controllato sono spesso premiate strarlo in tutto il suo fascino emozionale. contrastata, ad ottenere anche colori più vi-
anche in prestigiosi concorsi internaziona- Vuole raccontare l’immediatezza di un in- vaci. Oltre alla bassa sensibilità dell’emul-
li. contro, la sua fugacità, il fatto di essere sor- sione, per ridurre la quantità luce sulla pel-
La tecnica per ottenere scatti di questo tipo presi dall’azione e dai colori e non ha pre- licola e dunque per potersi permettere di ral-
non è così intuitiva come si potrebbe pen- tese di “documentazione” scientifica per la lentare il tempo di otturazione, sarà poi be-
sare: non è difficile ma perché il risultato fi- quale si possano contare le penne ad esem- ne diaframmare. E qui vale un altro ragio-
nale sia soddisfacente occorre che siano ri- pio di un volatile. namento: chiudere l’obiettivo, a volte an-
spettate diverse condizioni di ripresa, par- che fino a f/22, presenta un ulteriore van-
ticolari. Come si fa per ottenere queste foto? taggio. Infatti la profondità di campo au-
Ne abbiamo parlato con Giuliano Cappel- Si gioca con il mosso controllato. menta e con essa crescono le probabilità di
li, tra i più noti professionisti italiani di na- Anzitutto non si deve avere paura di usare mantenere nella giusta fascia di messa a fuo-
tura, che più volte ha fatto ricorso a questo un tempo davvero lento: ad esempio un’e- co i soggetti in movimento.
genere di riprese che lui chiama “impres- sposizione intorno al 1/2 secondo anche se
sioniste” e che comunque consentono a vol- si sta scattando con il tele.

PER IMPARARE IL MOSSO CREATIV O


Giuliano Cappelli e Gianni Giorgi, due professionisti già ben noti ai nostri lettori, ci hanno segnalato che terranno un workshop in
Maremma in marzo. Sarà particolarmente interessante perché darà modo di provare sul campo anche le tecniche di mosso descritte.
Sono previste due possibili date per tale seminario fotografico itinerante: dal 2 al 5 marzo 2000 oppure dal 9 al 12 marzo 2000. At-
tenzione: la chiusura iscrizioni è il 15 febbraio 2000. Le iscrizioni al secondo turno saranno accettate solo a completamento della pri-
ma data. L’idea degli organizzatori è di fotografare con gli allievi i celebri paesaggi della Maremma Toscana, poi commentare insie-
me le immagini scattate. La base sarà in un hotel a tre stelle ad Orbetello (GR). Per l’iscrizione è richiesto il versamento di un antici-
po. Informazioni presso: Percorsi dedicati in Toscana, tel.: 055.471633 - 055.696143 - 0335.6557705; e-mail: viaggiofotografico@iol.it.
Per le immagini da capanno, scattate nelle aree umide della Toscana (visitando il Parco della Maremma, l’Oasi Patanella, la laguna
di Orbetello) ci sarà la possibilità di utilizzare teleobiettivi Nikkor ED 600mm, ED 500mm, Sigma 400mm con attacco Nikon e mol-
tiplicatori 1.4 originali (completi di fotocamera per chi avesse corredi non compatibili).
In qualche caso, estremo, anche la somma modo fluido, in armonia con il procedere diente necessario per ottenere immagini che
degli accorgimenti indicati si è dimostrata del soggetto e soprattutto in armonia con il siano anche belle, non “confuse”. In breve:
appena sufficiente. E allora ecco un ulte- tempo di otturazione. Attenti allora: si de- si tratta di saper scegliere in quale direzio-
riore “correzione”: va ricordato che per ral- ve continuare a riprendere, cioé non si de- ne scattare. Si dovrà infatti fare in modo che
lentare l’esposizione si può anche ricorrere ve arrestare il movimento di “inseguimen- lo sfondo alle spalle del soggetto risulti il
ad un filtro “grigio”, o più esattamente “neu- to”, anche mentre l’otturatore “sta termi- più possibile uniforme e monocromatico.
tro” (es. i Neutral Density della serie Wrat- nando l’esposizione”. Dunque: non arrestate Sfondi eccellenti di un solo colore possono
ten Kodak, o similari). il movimento appena sentite concludersi la essere forniti dal cielo o dal mare (o da una
posa, è meglio “abbondare” nella traslazio- laguna, lago e così via). Ma anche da aree
Un virtuosismo tecnico, insomma. ne! con dettagli, purché siano sufficientemente
La tecnica giusta deve essere padroneggia- lontane da poter risultare fuori fuoco e quin-
ta. Ma anche la mano del fotografo è im- Tutti i soggetti vanno bene? di omogenee al punto da non disturbare (ad
portante: il tocco di abilità per una perfetta Non proprio: bisogna sapere scegliere. Ec- esempio boschi lontani, sfocati).
riuscita dell’effetto sarà infatti legato anche co allora l’ultimo accorgimento chiave, il
alla capacità di muovere la fotocamera in trucco che però è decisivo. È il vero ingre- M.R. Redaelli
TECNICA

NEVE: BIANCA
O AZZURRA?
Fotografare l’inverno non è difficile, ma occorre qualche accorgimento

La componente azzurra può essere accettata anche come elemento d'atmosfera, soprattutto in alta montagna.

F OT O DI VALERIO B ANAL Succede, spesso, quando si trascorre un Anzitutto, non sottovalutate un aspetto di
bel week-end sulla neve: si scattano le fo- percezione visiva: se il cielo è azzurro e
to e si osservano risultati in cui dilaga una senza nuvole, la luce è davvero blu e la do-
forte dominante cromatica azzurra. minante azzurra, intensa, pervade tutto
Perché accade? Conoscere l’avversario è l’ambiente.
premessa indispensabile per batterlo. E al- È un fatto inevitabile e le conseguenze si
lora ecco una breve raccolta di considera- vedranno chiaramente in fotografia: la
zioni pratiche. pellicola non ha la capacità di assuefa-
Un classico: Dolomiti di Brenta. In queste foto la dominante azzurra non deve comparire e, spesso, viene "corretta" anche tipo-
graficamente quando la destinazione finale dell'immagine sia una bella cartolina.

zione dell’occhio (e del cervello) e il blu Il problema dell’UV zione colore può togliere alle foto la loro
dunque viene registrato… perché c’è. A parte le riprese sulla neve, non si tratta bellezza e portare ad immagini deludenti:
Punto primo, allora: non date la colpa al- ormai, di un problema così sentito come un pizzico di azzurro ci sta bene, corri-
la pellicola. Punto secondo: se volete che era qualche anno fa: oggi le pellicole fo- sponde all’immagine che ciascuno di noi
il risultato fotografico corrisponda alle tografiche incorporano sistematicamente si è fatta di una bella giornata sulle piste
vostre aspettative, anche se non necessa- uno strato filtrante anti UV e l’eccesso di da sci o a “quella” vista dal balcone pano-
riamente alla realtà, ricorrete ad un filtro dominante azzurra che un tempo compa- ramico all’arrivo della funivia. Attenzione
di compensazione colore. Ne esistono di- riva decisamente a sorpresa in molte im- quindi a non strafare, correggendo la realtà.
versi, di varia intensità e quindi di mag- magini, per colpa degli invisibili raggi ul-
giore o minore capacità di “correzione”. travioletti, è praticamente sconfitto. Usa- M. R. Redaelli
Ad esempio, un filtro 81A oppure 81B re un filtro UV, perfettamente incolore al-
potranno essere indicati: hanno una buo- l’osservazione diretta, è una precauzione
na capacità di tagliare anche la radiazio- valida soprattutto allo scopo di protegge-
ne UV e aggiungono un pizzico di “cal- re la lente frontale da ditate o urti. Lo stes- Valerio Banal è un professionista che la-
do” alla scena, compensando i toni fred- so dicasi per l’uso di un filtro skylight, lie- vora prevalentemente in Trentino e Alto
di. Se puntate ad una correzione più ver- vemente rosato e anch’esso anti-UV. In- Adige. Segnaliamo volentieri che Vale-
so il giallo oro, secondo una tecnica ca- somma: se davvero serve una correzione rio Banal, che gioca in casa perché risie-
ra ai paesaggisti, potreste anche prende- di colore è meglio orientarsi su qualcosa de ad Andalo (TN), è anche autore di un
re in considerazione una gradazione Wrat- si più energico. bel calendario “Dolomiti 2000” (distri-
ten 81E. Attenti però, in definitiva, anche a non cor- buito dalla ditta Leimgruber di Ora (BZ).
reggere troppo: un eccesso di compensa-
IMMAGINI

OBIETTIVO MARE
Un fotografo che è giornalista e skipper professionista ha raccolto con l'obiettivo
la sua "guida fotografica dei mari del mondo"

Non più giorno, non ancora notte. I toni caldi del sole conferiscono l'ultima dominante rosata a uomini e cose prima di abbando-
nare la scena. Le onde leggere davanti a San Diego sembrano righe di un pentagramma. Ma sono le persone che rendono viva l'im-
magine, è l'uomo che scrive la musica sullo spartito della natura.
"Suo padre era pittore e all'inizio lui stes- foto come se si dovesse pensare ad un'e-
so dipingeva". E ancora: "la prima barca di sposizione. È abbastanza anomalo che un
Marchetti fu un vecchio veliero olandese, fotografo scelga a priori la strada della de-
malandato, restaurato con le proprie mani. scrizione, dell'interpretazione di un tema, in
Ha osato prenderci il largo, a vela". vista di un libro o di una mostra, in una chia- Molti sono i modi di raccontare il mare: la
La prefazione del libro Obiettivo Mare, fir- ve che non sia autocelebrativa con il crite- melodia delle onde, il profumo di sale por-
mata da Predrag Matvejevìc, tratteggia ra- rio di "guarda che bella inquadratura ho sa- tato dal vento, l'abbraccio amorevole del-
pidamente il rapporto di un fotografo, ma puto fare" ma piuttosto con lo spirito di far le acque, le suggestioni cromatiche. Ma so-
soprattutto di un innamorato del mare, con rivivere al lettore ambiente ed itinerario men- lo la vista, col "terzo occhio" fotografico,
il mare stesso. Con tutti i mari del mondo. tale che hanno portato a "quelle" immagi- riesce meglio degli altri a coglierne e a
Ecco Giorgio Marchetti, ecco le sue foto, ni. "fermarne" l'intima natura. La superficie
ecco le sue emozioni e sensazioni, trasmesse È lo sforzo che ha compiuto Giorgio Mar- ora calma, ora agitata, comprende l'inte-
con l'obiettivo. Ecco Obiettivo Mare, un chetti. Tutte le foto sono state scattate in ro arcobaleno dei colori e dei toni; la ta-
viaggio guidato intorno al pianeta d'acqua condizioni che potrebbero essere ripetibili volozza è inesauribile, come la scala dei
con il criterio di raccontare come se si trat- per il lettore: nessun noleggio di elicottero sentimenti umani, come questo dorato tra-
tasse di un romanzo, non di "collezionare" (le foto dall'alto sono state al massimo scat- monto a Creta.
La scia di un pigro gozzetto in Jugoslavia, ripresa da bordo con
medio tele e tempo lungo, fa perdere il senso delle proporzioni e
assume dimensioni di catastrofe.

Sopra e sotto: La scia di un veloce motor yacht, fotografata da


poppa col tele: i tempi lunghi trasformano le onde in tracce lu-
minose come stelle cadenti, e la schiuma assume l’inquietante
aspetto di sagome minacciose.

A sinistra: La ricerca è ancora più intrigante con focali sui 200mm


e tempi veloci, quando, nello spazio di un batter di ciglia, si isola-
no le singole gocce dal vasto mare, che ostentano personalità in-
dividua, forma irripetibile, prima di essere risucchiate nel vortice
del sistema acqueo che tutte le assorbe e le contiene. C'è da per-
dersi in questo gioco senza fine, staccare la parte dal tutto (col te-
le alla massima apertura), quasi uno scomporre le tessere di un li-
quido mosaico. Si può aggiungere un lampo di flash per integrare
il sole e far meglio risaltare una sagoma, per sottolineare con un
riflesso personale quell'attimo che non tornerà mai più.

tate dai finestrini di un aereo di linea), nes- la latitudine. Le foto sono la dimostrazio- navigazioni come skipper professionale di
suna attrezzatura speciale (tutti gli scatti so- ne, molto attuale, del fatto che ci si può fi- imbarcazioni.
no in 35mm e anzi con macchine spesso dare degli automatismi delle moderne fo- Raccolte in volume, le foto si sposano con
non recenti e non di alta classe). tocamere program, sono la testimonianza una componente scritta indirizzata a tutti
Tuttavia, ciò che conta è il "saper vedere". di come ciò che conta davvero sia il saper coloro che vanno per mare, che sono ap-
E questo punto di forza sposta l'attenzione vedere, la conoscenza approfondita e diret- passionati di fotografia, che hanno la cu-
sugli aspetti compositivi, sulla competen- ta del tema, dell'argomento. L'autore ha vis- riosità di approfondire i molti campi in cui
za dello sguardo che esamina l'ambiente suto conoscenze dirette: pratica di cantie- si articola la fascia costiera nei cinque con-
marino, indipendentemente da questa o quel- re, esperienza di istruttore di vela, lunghe tinenti, non solo ad esperti naviganti.
MACCHINE, PELLICOLE,
OBIETTIVI.
OVVERO: TEORIA E PRATICA
L'ambiente marino non è amico né del-
l'elettronica né della meccanica. Per que-
sto preferisco adoperare materiale già col-
laudato e di non grosso rimpianto in ca-
so di onda nefasta. Oltre il 90% delle fo-
to pubblicate sul libro sono state scattate
con una decrepita NIKON FM del valo-
re di poche centinaia di migliaia di lire.
Una volta, alle isole Marquesas, dopo una
giornata di pioggia battente, mi sono tro-
vato a smontarla con un amico francese
e sbloccare le leve dello scatto col CRC...
Non risparmio invece sugli obiettivi, tut-
ti della casa, tenuti amorevolmente e pro-
tetti con filtro UV quando gli schizzi im-
perversano. Lo zoom 80-200 e un vec-
chio 24 mm f/2.8 sono i cavalli di batta-
glia di uso quotidiano.
E neppure risparmio sulle pellicole, sia
nella quantità di scatti, che nella qualità.
Una fotografa americana si vantava di co-
noscere e lavorare con oltre 20 tipi di pel-
licole. Io ho fatto mia la filosofia di Gior-
gio Lotti: “Adotta una sola pellicola, spe-
rimentala in ogni condizione di luce e co-
noscila a fondo”. Da sempre uso Koda-
chrome 64 e noto che anche lavori di pa-
recchi anni fa godono ottima salute; in ca-
si particolari mi rivolgo alla Fuji 400 e al-
la Velvia 50. Credo che tra una casa e
un'altra ci sia una differenza che riguar-
da il gusto personale più che una assolu-
ta gerarchia di valori. La mia raccoman-
dazione riguarda invece l'adozione di pel-
licole a bassa sensibilità, per un superio-
re livello di definizione.
Un libro, anche questo americano, ripor-
tava: “Tutte le foto sono state scattate con
cavalletto”. Pur riconoscendo l'utilità di
questo importante accessorio, non sarei
così categorico e devo ammettere che po-
chissime foto del mio libro sono state scat-
tate col treppiede. Lavorando general-
mente in piena luce e con obiettivi di lun-
Immagine languida che evoca il sereno stato d'animo del navigante, che all'imbrunire
ghezza focale massima di 200mm, i tem-
riordina la barca in un accogliente ridosso.
pi veloci fanno ricadere entro la "frontie-
ra dell'indifferenza" e rare volte fanno sen-
tire la necessità del cavalletto.
Pubblichiamo una selezione di foto, parti- visto da terra o mare dal cielo, vela o mo-
colarmente scelte per il loro "sapore", per tore, baie e porti e fari, sagome di ieri e di
Obiettivo Mare - Guida alla lettura fo- l'atmosfera magica che sottintendono. Al oggi per le barche, vegetazione sul mare e
tografica dei mari del mondo, di Gior- mare le occasioni per scattare belle imma- così via. Didascalie e brevi note tecniche
gio Marchetti; edito da Mondadori; 192 gini sono numerosissime ed estremamen- sono di pugno di Giorgio Marchetti. Un vo-
pagine, formato 24x29cm; prefazione di te varie, soprattutto se ci si dedica non so- lume di suggerimenti, non propriamente
Predrag Matvejevic. lo a "macro-fenomeni" ma anche a picco- didattico, ma da vivere come collezione di
L. 75.000. li particolari, cogliendo elementi specifici esperienze annotate e segnalate, di im-
o sapendo attendere luci esclusive. Mare pressioni.
NATURA

PARCHI NATURALI
E FOTOGRAFIA
Fotografia naturalistica ad animali rigorosamente in libertà:
certo non facile, ma appassionante impegno scientifico.
Femmina di stambecco, quasi in posa.
soggetti. Non è come scattare foto in un’a-
rea cintata, dove si ha la certezza di trovare
il soggetto. Non si tratta di riprese del tipo
“vado, fotografo e torno”. I soggetti sono
molto diffidenti e per “trovarli” occorre sa-
pere le abitudini comportamentali di ogni
specie.
Le riprese avvengono prevalentemente con
superteleobiettivi? Quali?
Si ricorre a volte ai supertele ma spesso an-
che a trappole fotografiche. E in ogni caso
l’aspetto tecnico è abbastanza complesso.
L’appoggio alle ricerche che Sigma fornisce
ai progetti di indagine e ricerca naturalistica
ai quali con altri operatori mi sto dedicando,
è stato ed è determinante. Consente tra l’al-
tro, a me e ad altri operatori impegnati, di at-
tingere al corredo completo delle ottiche e
quindi di risolvere ogni tipo di problema di
ripresa. Ho una lunga esperienza come foto-
grafo, da anni nel settore. Proprio l’esperienza

Il lupo italiano sta ricolonizzando non sol- rizza l’attività di ricerca di esperti di natura,
tanto l’Appennino ma anche, in parte, alcu- proprio orientati ad una maggiore, e miglio-
ne aree delle Alpi. Là dove la natura si pre- re, conoscenza del problema.
senta più selvaggia e intatta e soprattutto do- Con queste premesse abbiamo incontrato Et-
ve sussistono condizioni “di contorno” fa- tore Centofanti, fotografo per passione e pro-
vorevoli. Il fenomeno interessa gli appassio- fessione, faunista, collaboratore del parco
nati della natura, enti parco, organizzazioni “La Torbiera” di Agrate Conturbia, esperto
di tutela, studiosi. E naturalmente le popola- del settore e ricercatore con il Dipartimento
zioni, soprattutto se del posto. Chiariamo: di Biologia/Etologia dell’Università di Pisa
non sono certo più i tempi di gridare “al lu- diretto dal professore Marco Apollonio. Pron-
po, al lupo”, anche se a qualcuno il predato- to a raccontare di esperienze insolite, di una
re può suscitare un comprensibile timore, ma tecnica fotografica davvero vissuta sul cam-
piuttosto quelli di apprezzare il fenomeno po.
nella sua complessità e di sostenere adegua-
ti programmi di ricerca e di sensibilizzazio- Fotografare animali selvaggi allo stato li-
ne. La fotografia, in questi lavori di docu- bero, in Italia, richiede abilità e attrezza-
mentazione e divulgazione, è importante. ture particolari?
Gioca un ruolo decisivo, prezioso. Lo ha ca- Certo non è una fotografia facile. Occorro-
pito bene una società italiana, la Mamiya Tra- no tempo, pazienza, risorse, conoscenza dei
ding che importa le attrezzature della giap-
ponese Sigma: da tempo sostiene e sponso-
Un cucciolo di lupo, alla tana.
diretta, fatta anche sui migliori obiettivi di Una giovane femmina di lupo
tutte le marche più prestigiose, mi ha porta- transita e fa scattare le cellule
to a preferire soprattutto due ottiche Sigma: della trappola fotografica. Si
il 500mm f/4.5 ed il 300mm f/4. Sono dav- usano sensori di prossimità, ter-
vero utili in questo genere di riprese perché mici, vari sistemi passivi.
uniscono l’ottima qualità ottica alla legge-
rezza, una dote importante per non appesan-
tire troppo lo zaino.
Ho apprezzato molto anche il 300mm f/2.8,
ragionevolmente trasportabile anche se più
pesante per via delle lenti di grande diame-
tro. Ma quello che trovo straordinario è il
300mm f/4 APO Macro: è un’ottica poliva-
lente all’estremo, con minima messa a fuo- Le operazioni per allestire una trappola fo-
co ad 1.3m e quindi con la possibilità di scat- tografica. Prima di ottenere risultati signi-
tare anche ad un’impronta sul terreno, ad un ficativi può trascorrere molto tempo. Anche
particolare che può rappresentare una trac- un anno e mezzo.
cia, una documentazione importante nel qua-
dro di una ricerca. Ho trovato che il 300mm sibile, per questioni di semplificazione del-
offre una apprezzabile qualità anche con i l’attrezzatura da trasportare nello zaino, por-
moltiplicatori di focale, 1.4x e 2x. I molti- tare sistematicamente con me diversi rulli di
plicatori permettono di disporre di focali da differenti sensibilità. Preferisco allora anno-
420 o 600mm contenendo il peso. tare sul rullino che occorre uno sviluppo va-
Ma riducono la luminosità utile... riato e informare il laboratorio di conseguenza.
Si riesce ad operare abbastanza bene con i Quali pellicole usi? d’estate e in modo particolare per tenere me-
moltiplicatori nelle ore di luce, meglio se nel- Sempre diapositive. Molte foto sono scatta- glio il contrasto quando si usano potenti te-
le giornate di sole. Abbiamo anche adopera- te con la Kodak Elite 100, ora trovo molto leobiettivi e c’è il rischio di immagini trop-
to spesso l’800mm, un bellissimo obiettivo interessante la nuova Ektachrome E200, dal- po morbide per colpa dello spessore d’aria
nella gamma Sigma, anche duplicato. la grana ragionevolmente fine e dalla sensi- dallo dalla distanza di ripresa. D’inverno, e
Ma mi è anche capitato di fotografare i lupi bilità più elevata. Mi piace molto la Kodak in casi di foto in zone d’ombra, con le pelli-
alle prime ore del mattino, in luce scarsa dai E100SW che “carica” i colori ma non esa- cole Fujichrome a volte preferisco correg-
deboli toni azzurri, con l’800mm duplicato. gera come faceva la vecchia Panther. E so- gere possibili dominanti azzurro-violacee con
Allora ho usato la pellicola 100 ISO e l’ho prattutto tiene bene nelle tonalità in ombra. l’uso di filtri. Adopero l’80A o l’81B.
esposta a 640ISO, chiedendo al laboratorio Delle più recenti pellicole Kodak apprezzo Meglio le focali fisse o gli zoom?
un trattamento forzato addirittura di +3.5 stop. la naturalezza del colore. Uso normalmente il 300mm ed il 500mm
Un caso limite. Ma le foto sono venute bene. In casa Fuji apprezzo la nuova Fujichrome f/4.5, compatto e leggero, per le mie “esplo-
Perché non scegliere una pellicola dalla Sensia-II e a volte ricorro alla Velvia da 50 razioni del territorio”, cioè per quella che un
sensibilità nominale maggiore? ISO: hanno dei verdi particolari, che “esplo- tempo si diceva caccia fotografica vagante.
Ho cercato di standardizzare il più possibile dono” in fotografia. L’effetto va però padro- L’800mm è il più piccolo della sua catego-
il mio modo di operare. Per questo uso nor- neggiato, senza esagerare. Sono pellicole ria ma rimane sempre un obiettivo che pesa
malmente una sola sensibilità: non mi è pos- molto interessanti per le foto soprattutto quasi sei chili, è in pratica da appostamento.

Un cucciolo di lupo, in libertà.

La mimetizzazione deve essere accurata e il ricorso ad obiettivi su-


pertele è spesso d’obbligo. A volte occorre duplicare anche il 1000mm.
tovalutare il fatto che un’attrezzatura con- cordo il caso in cui avevo notato un passag-
servata in casa avrà inevitabilmente l’odore gio obbligato in cui erano soliti transitare due
dell’uomo e metterà in allarme gli animali. lupi ed ho montato un sistema di trappola fo-
Prima di partire per una campagna fotogra- tografica perfettamente mimetizzato. È sta-
fica metto macchine fotografiche ed obietti- to necessario un periodo di accettazione di
vi, con i loro contenitori, fuori dalla finestra, oltre un mese prima che prendessero confi-
all’aperto. A volte li ho messi vicino a sac- denza e si avvicinassero. Ma un esemplare è
chetti con le feci di lupo, per fare “perdere” arrivato ad un metro e poi non si è fidato a
passare di lì. Si noti: non si parla nemmeno
di un’installazione con flash, che è una vera
cannonata che spaventa l’animale. Meglio
foto senza flash, di primo mattino.
Per fare accettare agli animali alcune instal-
lazioni di trappole fotografiche c’è voluto un
tempo anche di un anno e mezzo. E i siste-
mi sono di trappola fotografica non devono
essere mai “invasivi”: si ricorre a sensori as-
solutamente passivi e magari a cellule addi-
rittura sensibili al calore corporeo.
I risultati però...
Sono certamente interessanti e sono stati ap-
prezzati, e pubblicati, abbondantemente an-
che all’estero. Le foto servono come docu-
Un incontro nel bosco, un cervo. mentazione tecnica per i programmi di ri-
cerca universitari e non, per identificare i sog-
Tra parentesi, è ottimo anche il 1000mm che getti sul territorio, per lo studio delle loro ca-
ho provato a duplicare con successo. ratteristiche fenotipiche. Ma anche per ridurre
Per foto a distanza ravvicinata adopero da il muro culturale che c’è nei riguardi di talu-
anni il vecchio Sigma 90mm macro, un obiet- ne specie, del lupo in particolare. Abbiamo
tivo formidabile. Oggi c’è anche il nuovo realizzato diversi audiovisivi, ad esempio per
105mm, molto interessante. Come si vede, Impronte di un lupo, maschio, che corrono il Parco Nazionale delle Foreste Casentine-
sono orientato prevalentemente sulle focali (a destra), accanto a quelle di un capriolo. si, oppure per la Regione Piemonte, di suc-
fisse. Ma altri due operatori del nostro grup- Si può immaginare il predatore in caccia. cesso.
po di ricerca usano spesso anche due obiet- Le “tracce” dell’attività fotografica sui lupi,
tivi zoom molto buoni otticamente: il 135- definitivamente gli odori dell’uomo. Lo stes- nostra e di Sigma, sono presenti anche nel
400mm f/4.5-5.6, ed il 170-500mm f/5-6.3. so per il tessuto mimetico dei capanni o quel- mondo fotografico. Chissà quanti lettori han-
Soprattutto il 135-400mm, abbastanza leg- lo usato per mascherare le trappole fotogra- no notato allo stand Sigma, all’ultimo salo-
gero, circa 1.2 Kg, offre una resa ottica no- fiche. ne della fotografia di Roma, una giganto-
tevole, anche alla focale più lunga. Usi molto le trappole fotografiche? grafia con un bel lupo...
Come trovi il funzionamento dell’autofo- Sì, sono parte integrante della metodologia
cus? di ricerca e addirittura possono essere un te-
Soddisfacente, ma attenzione perchè qui sia- st per mettere a punto un sistema che poi con-
mo in un campo d’impiego particolare. Mi è L’impronta di un lupo adulto, maschio.
senta, se è necessario, di catturare l’animale Zampa anteriore. Disporre di un teleo-
capitato di notare che gli animali, soprattutto per necessità di censimento e studio. È estre-
i mustelidi ma anche i lupi, riescono a perce- biettivo con capacità macro è utile per
mamente complesso organizzare sistemi ef- passare rapidamente da un soggetto al-
pire il sibilo ultrasonico dei motorini di mes- ficaci di ripresa con trappole fotografiche,
sa a fuoco, assolutamente non udibile per l’uo- l’infinito alla registrazione di un parti-
cercando fotocellule sempre più sofisticate, colare significativo come questo.
mo. In molti casi preferisco quindi focheg- sensori derivati da quelli per gli antifurto, rea-
giare a mano. Gli obiettivi li uso prevalente- lizzando adattamenti su misura per ogni di-
mente sulla Canon EOS-RT, una reflex che versa necessità. Un problema di difficile so-
trovo molto adatta al mio genere di riprese luzione è sempre quello dell’alimentazione
perché è poco ingombrante e ha lo specchio elettrica e spesso si ricorre a batterie al piom-
fisso semitrasparente: assicura una prontez- bo. L’esperienza dice che a -10 °C un po’tut-
za di scatto estrema, con un rumore ridotto. te le batterie hanno dei problemi e quelle al
Fare fotografia naturalistica di ricerca ri- piombo per me sono più affidabili di quelle
chiede accorgimenti particolari? al nichel cadmio. Fare accettare un’installa-
Sì, certamente. Ad esempio, non si deve sot- zione ad un animale selvatico è difficile: ri-

Il team dei collaboratori Sigma by Mamiya Trading, cui si fa riferimento per le iniziati-
ve descritte, che vedono impegnati sul campo gli obiettivi della casa giapponese e che
vediamo in azione nelle foto pubblicate è composto da Ettore Centofanti e Giovanni Fa-
soli, collaboratori dell’Università di Pisa e tecnici faunistici, e da Mauro Villa, fotografo.
La collaborazione è iniziata nel 1996.
MACRO

PICCOLI GIOIELLI
DEL PRATO

Il mondo degli insetti è tra i più affasci- Commentiamo. Ci accade spesso di im- Prendiamo esempio dall’area di “caccia”
nanti per l’appassionato di natura e per il batterci in appassionati che dicono di non di Donati. Ecco luoghi di ripresa all’ap-
fotografo interessato a cimentarsi con la sapere dove andare a scattare immagini, parenza deserti eppure in realtà popola-
ripresa di “piccole cose”. che proclamano di sentirsi a corto d’idee tissimi: rogge d’irrigazione, canali e ca-
Fiorenzo Donati, il fotografo autore del- e affermano che si ripropongono di intra- naletti che, spesso, nei campi vanno a for-
le immagini che proponiamo in queste pa- prendere un viaggio in luoghi esotici per mare veri acquitrini. Nei dintorni di Lo-
gine, l’ha esplorato. Con attenzione e, co- trovare ambienti più adatti dove fotogra- di, dove Fiorenzo Donati vive, le zone
me dimostrano le fotografie pubblicate, fare. Attenzione però. A volte non è poi agricole sono estese. Il fotografo non in-
con successo. così necessario andare tanto lontano. contra dunque particolari difficoltà a tro-
vare l’habitat ideale per soggetti picco-
lissimi, affascinanti come questi. L’occa-
sione per organizzarsi un safari fotogra-
fico in miniatura è dunque a portata di
mano.
Fiorenzo Donati ha passato in rassegna
quello che si usa chiamare il mondo dei
piccoli abitatori del prato e, sembrereb-
be, più che nella piana di un parco natu-
rale africano si è ritrovato in una sorta di...
gioielleria. Sì, perché a ben guardare i
soggetti sembrano davvero piccoli gioiel-
li del prato: colorati, lucidi, rilucenti per
una spiccata capacità di riflessione di co-
razze chitinose o addirittura, come suc-
cede per molte farfalle, per la capacità di
riflettere la luce in modo selettivo e dun-
que generare vari colori, grazie alle sca-
glie che ricoprono le ali e che agiscono
come filtri dicroici.

Quali macchine?
Fiorenzo Donati ha usato Nikon FM2-
New ed F3, con ottiche Micro Nikkor
55mm f/2.8, Micro Nikkor 105mm f/2.8,
Nikkor IF-ED 180mm f/2.8, flash anula-
re, due piccoli flash con NG 15 posti ai
lati del soggetto. Indispensabili, inoltre,
una pellicola di bassa sensibilità (sempre
50 ISO) e soprattutto l’ingrediente chia-
ve per avere successo nella macrofoto-
grafia: tanta pazienza.
Quanto agli aspetti tecnici, osserviamo
subito la presenza insistente di sfondi an-
negati nel nero.
È una conseguenza diretta dell’avere vo-
luto far prevalere, su ogni altra, la luce
del flash elettronico: adoperato a distan-
za ravvicinata consente l’uso di diaframmi
fortemente chiusi, utilissimi per raggiun-
gere l’agognato traguardo di una profon-
dità di campo estesa, condizione come
sempre indispensabile nella macrofoto-
grafia.
Molte volte, lo sfondo nero viene consi-
derato fastidioso. In questo caso, il se-
condo piano completamente buio può es-
sere invece valutato in modo positivo: è
una sorta di “velluto nero” sul quale rilu-
cono “pietre preziose”. Una sorta di espo-
sizione di coloratissimi e brillanti gioiel-
li della natura.
Siamo entrati nella gioielleria del prato.

Foto di Fiorenzo Donati


RIPRESA

PIXEL SUBACQUEI

È stata di recente introdotta sul mercato una stodia, impedisce l'apertura accidentale del
custodia subacquea per la fotocamera digi- dorso.
tale di Canon Digita Ixus. È la AW-PS200 C'è anche l'attacco per il cavalletto, quasi un
All Weather Case. Si tratta di un guscio di suggerimento ad usare la custodia non solo
plexiglas nel formato 6x13x8, galleggiante, sott’acqua, ma anche in tutte le situazioni
con i leveraggi necessari a comandare le prin- pericolose per una fotocamera, quindi in pre-
cipali funzioni di ripresa, compreso lo zoom. senza di sabbia, polvere, neve, pioggia. La
Segnaliamo in particolare la funzione di vi- scafandratura costituisce anche un’ottima
sualizzazione delle immagini appena scat- protezione contro gli urti accidentali di una
tate; sott'acqua un’immagine può essere ir- certa consistenza.
ripetibile e la possibilità di rivedere le foto- I leveraggi della custodia consentono di at-
grafie dà la certezza dei risultati. tivare altri comandi, quali l’inserimento o il
Una sicura, nascosta sotto il profilo della cu- disinserimento del flash, la funzione macro,
l’accensione e lo spegnimento del display,
In questa pagina, viste varie della custodia lo zoom ottico e digitale.
La custodia con la cinghia a corre- La custodia aperta con la Digital
do, il lubrificante per O-Ring e il li- Ixus alloggiata.
quido detergente anti-fog per la len-
te frontale.

La Digital Ixus scafandrata


I PREZZI

Custodia Subacquea
AW-PS200 L.449.000 (Iva Inclusa)

Canon Italia: 02.82.48.1


Pronto Canon: 02.82.49.2000
www.canon.it

La custodia non è solo impermeabile, ma è


realmente subacquea, ed è garantita fino a
una profondità di tre metri; di più non sa-
rebbe comunque utile, visto che la portata
del flash incorporato nella Digital Ixus non
può competere con quella dei flash profes-
sionali subacquei, adatti a lavorare a ben al-
tre profondità. Alla profondità di tre metri
c'è ancora una buona presenza di luce sola-
re per rischiarare sia i soggetti che gli am-
bienti.
La custodia viene fornita di serie con una cin-
ghia a tracolla e un set di manutenzione che
comprende del grasso al silicone per lubrifi-
care le guarnizioni e un flaconcino di liqui-
di anti-fog necessario a trattare la parte in-
terna dell'oblò della custodia per impedire la
formazione di condensa.
La principale precauzione da adottare è quel-
la di controllare con scrupolo la guarnizione
del guscio prima di richiuderlo: non ci de-
Tutti i pulsanti sono protetti contro attiva- Particolare del pulsante di scatto e del le- vono essere polvere, granelli di sabbia o ca-
zioni accidentali: una svasatura ne con- veraggio per l'attivazione dello zoom. pelli sulla guarnizione, pena il rischio di al-
sente un lavaggio efficace dopo l'uso, oltre lagamento come con qualsiasi custodia o sca-
che l'eliminazione completa della sabbia o fandratura subacquea.
di residui salini. Si può notare inoltre l'at-
Gerardo Bonomo
tacco per il cavalletto.
fotografie subacquee di Laura Lanzaro
TECNICA

NEVE: BIANCA
O AZZURRA?
Fotografare l’inverno non è difficile, ma occorre qualche accorgimento

La componente azzurra può essere accettata anche come elemento d'atmosfera, soprattutto in alta montagna.

F OT O DI VALERIO B ANAL Succede, spesso, quando si trascorre un Anzitutto, non sottovalutate un aspetto di
bel week-end sulla neve: si scattano le fo- percezione visiva: se il cielo è azzurro e
to e si osservano risultati in cui dilaga una senza nuvole, la luce è davvero blu e la do-
forte dominante cromatica azzurra. minante azzurra, intensa, pervade tutto
Perché accade? Conoscere l’avversario è l’ambiente.
premessa indispensabile per batterlo. E al- È un fatto inevitabile e le conseguenze si
lora ecco una breve raccolta di considera- vedranno chiaramente in fotografia: la
zioni pratiche. pellicola non ha la capacità di assuefa-
Un classico: Dolomiti di Brenta. In queste foto la dominante azzurra non deve comparire e, spesso, viene "corretta" anche tipo-
graficamente quando la destinazione finale dell'immagine sia una bella cartolina.

zione dell’occhio (e del cervello) e il blu Il problema dell’UV zione colore può togliere alle foto la loro
dunque viene registrato… perché c’è. A parte le riprese sulla neve, non si tratta bellezza e portare ad immagini deludenti:
Punto primo, allora: non date la colpa al- ormai, di un problema così sentito come un pizzico di azzurro ci sta bene, corri-
la pellicola. Punto secondo: se volete che era qualche anno fa: oggi le pellicole fo- sponde all’immagine che ciascuno di noi
il risultato fotografico corrisponda alle tografiche incorporano sistematicamente si è fatta di una bella giornata sulle piste
vostre aspettative, anche se non necessa- uno strato filtrante anti UV e l’eccesso di da sci o a “quella” vista dal balcone pano-
riamente alla realtà, ricorrete ad un filtro dominante azzurra che un tempo compa- ramico all’arrivo della funivia. Attenzione
di compensazione colore. Ne esistono di- riva decisamente a sorpresa in molte im- quindi a non strafare, correggendo la realtà.
versi, di varia intensità e quindi di mag- magini, per colpa degli invisibili raggi ul-
giore o minore capacità di “correzione”. travioletti, è praticamente sconfitto. Usa- M. R. Redaelli
Ad esempio, un filtro 81A oppure 81B re un filtro UV, perfettamente incolore al-
potranno essere indicati: hanno una buo- l’osservazione diretta, è una precauzione
na capacità di tagliare anche la radiazio- valida soprattutto allo scopo di protegge-
ne UV e aggiungono un pizzico di “cal- re la lente frontale da ditate o urti. Lo stes- Valerio Banal è un professionista che la-
do” alla scena, compensando i toni fred- so dicasi per l’uso di un filtro skylight, lie- vora prevalentemente in Trentino e Alto
di. Se puntate ad una correzione più ver- vemente rosato e anch’esso anti-UV. In- Adige. Segnaliamo volentieri che Vale-
so il giallo oro, secondo una tecnica ca- somma: se davvero serve una correzione rio Banal, che gioca in casa perché risie-
ra ai paesaggisti, potreste anche prende- di colore è meglio orientarsi su qualcosa de ad Andalo (TN), è anche autore di un
re in considerazione una gradazione Wrat- si più energico. bel calendario “Dolomiti 2000” (distri-
ten 81E. Attenti però, in definitiva, anche a non cor- buito dalla ditta Leimgruber di Ora (BZ).
reggere troppo: un eccesso di compensa-
RIPRESA

QUALE OBIETTIVO
PER IL RITRATTO
Una volta l’obiettivo classico da ritratto era il medio tele, eventualmente nella versione
defocus. Oggi si usano anche altre lunghezze focali; addirittura il grandangolare.
Perchè il medio tele veniva considerato il più adatto.

Principali schemi ottici


di obiettivi da ritratto
In alto: obiettivo Dallmayer, del
1866, per ottenere l'aberrazione
sferica utilizzava un allontana-
mento degli elementi posteriori.
Nella posizione schematizzata in
alto il fuoco F1 è nitido; nella po-
sizione in basso F2 il fuoco è in-
determinato.

In basso: lo schema del Roden-


stock Imagon. Un doppietto acro-
matico con aberrazione sferica re-
sidua, controllata dal diaframma
a fori, indicato con la lettera D.

La fotografia deve buona parte della sua cento e spesso ancora oggi, il ritratto foto- genere di grande apertura. Molte, poi, of-
fortuna al ritratto. Fin dalla sua invenzio- grafico ripete atteggiamenti e illuminazio- frivano una resa molto morbida, addirittu-
ne fu subito chiaro che rappresentava un ne propri della pittura. Il classico “ ra flou, grazie alla particolare costruzione
mezzo, molto più semplice ed economico mezzo busto” è stato ripreso pari pari dal- ottica, o a particolari filtri degradatori del-
della pittura, per conservare la memoria di la pittura. Anche l’atteggiamento della per- l’immagine. Anche questa era una imita-
visi e persone. Fino ad allora solamente le sona ritratta ricalca le posizioni statiche che zione della pittura che, certo, non poteva
persone facoltose potevano pagare un pit- il soggetto era obbligato a prendere nelle dare l’incisione della fotografia. Incisione
tore che dipingesse loro un quadro. Fino lunghe ore davanti al pittore. Ancora oggi che era vista come un difetto, perché met-
alla metà dell’Ottocento, abbiamo ritratti raccomandiamo al soggetto che si fa foto- teva impietosamente in risalto le imperfe-
di re, di nobili, di prelati, e nemmeno uno grafare di rimanere fermo, in posa, anche zioni della pelle, i piccoli difetti del viso.
dell’anonimo signor Rossi. Dall’oggi al do- se usiamo flash elettronici che bloccano al Anche la scelta della lunghezza focale, de-
mani, con l’invenzione di Talbot, il ritrat- millesimo di secondo il movimento, tem- finita “ritratto” non era casuale. Si trattava
to diventa “democratico”, perché alla por- pi di scatto più brevi di un battere d’occhio. di focali che ridavano la stessa prospettiva
tata di tutti. Davanti agli atelier di fotogra- È una inconscia eredità del tempo in cui i del dipinto.
fia c’era la fila di sartine e soldati, giunti lì ritratti si facevano con i pennelli. Eredità
per farsi scattare un ritratto, magari “carte che per lungo tempo ha condizionato gli Lunghezze focali e prospettiva
de visite”, il formato più economico. Da strumenti fotografici: primo fra tutti l’o- L’obiettivo e il dipinto costruiscono una
allora passeranno tutti davanti alla fotoca- biettivo. immagine piana. La visione umana co-
mera, almeno una volta nella vita, in occa- Fino a non molti anni fa i cataloghi dei pro- struisce una immagine a tre dimensioni.
sione delle nozze e del servizio militare. duttori offrivano obiettivi specifici “da ri- Inoltre: se l’occhio si comporta sostanzial-
Per tutto l’Ottocento, gran parte del Nove- tratto”. Si trattava di focali medio tele, in mente come un sistema ottico, le immagi-
Schema ottico dell’AF
DC Nikkor 105mm f/2D,
Defocus Image Control.
Costruzione ottica di sei
lenti in sei gruppi.

Schema ottico dell’obiettivo Mamiya


SF C 150mm f/4 Soft Focus, cinque len-
ti in tre gruppi.

Obiettivo Mamiya Soft Focus. Per ot-


tenere l'effetto usa un diaframma “a
griglia”.

ni che raccoglie sono elaborate dal cervel- getto, avvicinando anche il punto di ripre- un punto di ripresa a circa due metri di di-
lo. Per questo la visione umana non è una sa. Ciò causa le cosiddette “deformazioni stanza. In questo caso la distanza tra la fron-
semplice fotografia. L’occhio non vede co- da grandangolare”. te e la macchina fotografica non sarà più
me l’obiettivo, che fornisce una immagine Se vogliamo mantenere le proporzioni a di due volte quella che intercorre tra naso
istantanea di tutto il campo inquadrato. cui siamo abituati, e che definiamo “cor- e fotocamera, ma sarà circa di 1/12 soltan-
L’occhio esplora quanto gli sta davanti me- rette”, dobbiamo sì avvicinarci al sogget- to. Le proporzioni, quindi, appariranno più
diante piccoli, ma continui movimenti. È to, ma non fisicamente. Dobbiamo “avvi- rispondenti a quelle che siamo abituati a
il motivo per cui il soggetto visto in foto- cinarlo” ingrandendolo con una focale più vedere tutti i giorni. Per questo le focali
grafia non è mai uguale a quello ricordato. lunga. Si sbaglia quando si pensa che il medio tele che, nel sistema 35mm, vanno
Certi piccoli/grandi difetti del viso delle grandangolare deformi, mentre il teleo- da 90mm e 135mm, sono considerate “da
persone con cui si ha familiarità non ven- biettivo mantenga le proporzioni corrette. ritratto”.
gono più “visti”, mentre sono implacabil- Il colpevole non è l’obiettivo, ma i diffe-
mente messi in risalto dalla fotografia. renti rapporti di distanza che intercorrono Gli obiettivi speciali
Lo stesso accade con la prospettiva e il pun- tra obiettivo e soggetto. La dimostrazione Oggi le prescrizioni per fare un buon ri-
to di ripresa. Le proporzioni di una perso- è presto fatta. Immaginiamo di voler fare tratto non sono più così rigorose. Basta scor-
na osservata da tre metri di distanza, o da un ritratto con un grandangolare da 20mm. rere i cataloghi delle mostre, sfogliare le
uno, non cambiano. La medesima persona Per riempire il fotogramma con il viso do- pagine delle riviste per rendersene conto.
ripresa da tre metri o da uno con il mede- vremmo metterci a circa 30 centimetri. In Il diffondersi della fotografia e, soprattut-
simo obiettivo può diventare irriconosci- questa situazione la distanza che passa tra to, il diffondersi delle immagini televisive,
bile. La prospettiva fotografica, tuttavia, la fronte e la macchina fotografica è circa ha cambiato il gusto. Si è molto più tolle-
non cambia a seconda della focale dell’o- due volte quella che intercorre tra il naso ranti verso quelli che, fino a poco prima,
biettivo usato, come si crede comunemen- del soggetto e la stessa macchina fotogra- sarebbero stati considerati errori. Ritratti
te, ma a seconda del punto di ripresa. Un fica. Ciò esalta la prospettiva apparente, fa- scattati con il grandangolare, e per di più
viso, ripreso a cinquanta centimetri o a due cendo sembrare il naso molto più grande da vicino, non fanno più storcere il naso,
metri non è più il medesimo viso. Se si riem- di quanto non sia nella realtà. ma fanno tendenza.
pie il fotogramma solamente con il viso del Se facciamo lo stesso ritratto con un me- La distinzione tra “obiettivo da ritratto” e
soggetto, e usiamo una focale grandango- dio tele da 135mm, per avere la medesima obiettivo utile per altre foto, non è più net-
lare, siamo costretti ad avvicinarci al sog- inquadratura del volto dobbiamo adottare ta.
Se cerchiamo, nei cataloghi dei produtto- Attenzione anche al tipo di luce usata per Giorgio Marchiori
ri, il classico obiettivo da ritratto non lo tro- illuminare il soggetto. I migliori risultati si e il ritratto di reportage
viamo. Sono proposte tutte le focali, ma ottengono con la luce diffusa, quella che in Un fotografo “di provincia”. La definizio-
pochi si ricordano che il medio tele era na- esterni si trova all’ombra di un muro bian- ne non ha nulla di riduttivo, anzi. Il me-
to proprio per riprendere il mezzobusto o co, oppure nelle giornate di cielo coperto. stiere, quello vero, lo trovi proprio tra i cor-
la figura intera della gente. Sopravvivono, In interni la luce diffusa si ottiene con un rispondenti delle agenzie, tra i collabora-
presso alcune case, obiettivi particolari, bank, o con pannelli riflettenti. Se la luce tori dei giornali locali. Quelli che, a diffe-
consigliati per il ritratto: quelli che forni- non è diffusa l’effetto desiderato è minore. renza degli altri, non si vergognano di di-
scono un effetto flou. Si tratta di obiettivi C’è contraddizione tra la luce radente e che re che combattono non per l’International
che forniscono una immagine poco incisa, produce immagini contrastate e l’obiettivo Award, ma per arrivare a fine mese.
seppure perfettamente a fuoco. Fino agli che, al contrario, tende a produrle molto Giorgio Marchiori vive e lavora a Verona,
anni Sessanta del secolo appena trascorso, morbide. Anche il diaframma di lavoro è corrispondente di agenzie, collaboratore
non era pensabile scattare un ritratto, che importante: più è aperto, più il flou è evi- del quotidiano locale, free lance per men-
non fosse una fototessera, senza usarli. La dente. sili di turismo e cucina. Nato nel cuore del-
leggera degradazione dell’immagine, aiu- la Brianza, a Cantù, nel 1960, ha la vita di
tata da una leggera sovraesposizione, for- Contro le convenzioni chi era ragazzo negli anni Settanta. La fo-
niva un viso dalla pelle vellutata anche al- Oggi si può affermare che non esiste un tografia era un mezzo, se non per cambia-
la nonna del fotografo. obiettivo ottimale per scattare foto di ri- re il mondo, almeno per capirlo. E per gua-
Siccome non sempre si fotografano nonne tratto. Oramai il paragone con il ritratto di- dagnarci da vivere, i risparmi investiti in
vanitose, alcuni di questi obiettivi erano pinto non viene più fatto. È un genere ca- attrezzatura fotografica.
progettati in modo da funzionare anche co- duto in disuso, anche presso le classi che, “Nel ’78 ho comperato una Minolta SRT
me obiettivi normali. In questo caso era un prima dell’Ottocento, venivano immorta- 303b e avevo la camera oscura nel bagno
gruppo ottico interno che, muovendosi, ot- late sulla tela. Oggi ci sono altri mezzi per di casa, con un ingranditore Meopta, quel-
teneva l’effetto flou in modo più o meno tramandare la propria immagine ai poste- lo che costava meno.” Diploma, servizio
evidente, a seconda di come lo si regolava. ri. E, se proprio vuole il ritratto, il potente militare e poi a Londra a lavare piatti e im-
È il principio di funzionamento usato an- si rivolge al fotografo famoso. Questo ha parare l’inglese.
cora nell’AF DC-Nikkor 105mm f/2D defo- portato a dimenticare i canoni classici con Previdente, Giorgio s’era portato appresso
cus che troviamo nel catalogo Nikon. cui veniva costruito il ritratto e ad accet- un grosso pacco di fotografie. Grazie a lo-
Altro sistema per ottenere il flou consiste- tarne altri. ro trova lavoro come assistente nello stu-
va in speciali filtri a griglia, da inserire nel Una lunghezza focale al posto di un’altra dio di un fotografo italiano: Fausto Dorel-
percorso della luce che va a formare l’im- può suggerire impressioni differenti in chi li. Lì si fa le ossa come stampatore e, stam-
magine. È il sistema usato dal SF C 150mm guarderà la fotografia. Ben vengano tutte pando, impara quali requisiti deve avere
f/1.4 che troviamo nel catalogo della Ma- le focali, dal grandangolare al teleobietti- una fotografia per venire scelta tra migliaia
miya RB 67 Pro SD. vo. Anche il punto di vista, prima rigoro- di altre. Stampava il colore, stampava il
samente ad altezza d’occhi, o poco più in bianconero. Tutto per meno di cinquanta
Le ottiche speciali basso, non è più tassativo. sterline a settimana.
Negli obiettivi costruiti apposta per dare il Evitando le deformazioni prospettiche non Vengono gli anni Ottanta. Quelli della Mi-
“flou artistico” ai ritratti, lenti e gruppi di desiderate, dovute a un punto di ripresa sba- lano da bere. Giorgio torna in Italia, a Mi-
lenti sono calcolati per fornire un certo gra- gliato rispetto alla focale dell’obiettivo usa- lano, come assistente di Toni Meneguzzo.
do, controllato, di aberrazione sferica. Ciò to, proviamo a riprendere il medesimo sog- Foto di moda. Gianni Marino, cataloghi
causa un effetto di diffusione relativo ai getto. Prima con un punto di ripresa ad al- d’arredamento.
dettagli minuti, senza che la complessiva tezza d’occhio, poi dal basso e infine dal- Fare l’assistente, per chi è intelligente, in-
sensazione di nitidezza ne scapiti. Questo l’alto. L’impressione che il soggetto tra- segna tutti i trucchi del mestiere che le scuo-
comportamento dell’obiettivo viene otte- smetterà a chi lo guarda sarà diversa. Nel- le teoriche non possono fare. Vivi a con-
nuto impiegando lenti semplici non cor- la ripresa dal basso la figura sembrerà più tatto con il lavoro reale.
rette. Altro sistema è l’uso di filtri a griglia slanciata di quanto lo sia nella realtà e, se La fortuna è una bella donna che, quando
che introducono l’aberrazione sferica. Nel si tratta di una ripresa a mezzo busto, il sog- ti passa accanto devi afferrarla per i capel-
corso del tempo sono stati anche speri- getto incomberà su chi guarda. li. Lo diceva Machiavelli. Mentre fa l’as-
mentati obiettivi con gruppi ottici da ag- Nelle riprese dall’alto, invece, la persona sistente, sottopagato, a Milano e il pendo-
giungere, o togliere, quando si desiderava risulterà come schiacciata, in posizione di lare tra la capitale lombarda e Verona, do-
ottenere l’effetto flou. sottomissione, rispetto al punto di vista di ve è andato ad abitare e s’è pure sposato,
Nella storia, passata e recente, della foto- chi guarda. Anche il ritratto della stessa per- Giorgio fa periodicamente il giro delle agen-
grafia, vanno citati: l’obiettivo da ritratto sona, ottenuto con ottiche differenti, assu- zie con il suo portfolio. Proprio frequen-
Petzval del 1840, il Dallmeyer del 1866, il me significati diversi. tando le agenzie Giorgio viene a sapere che
Bergheim del 1896. Da non dimenticare, Il teleobiettivo dà l’impressione dell’os- il settimanale Il Mattino di Verona, cerca
nel secolo che abbiamo chiuso con il 2000, servazione discreta, a distanza, che lascia un fotografo. Si precipita in redazione. E
il Voigtlaender Universal Heliar, il Leitz il soggetto inconsapevole del fotografo. Al inizia a lavorare per Il Mattino. Poi passa
Thambar, il Kodak Portrait Objective, il contrario, il grandangolo fa “entrare” nel- al quotidiano Il Gazzettino per sbarcare,
Rodenstock Imagon, il Fuji Fujinon e i due l’azione, perciò nello spazio del soggetto dopo un paio d’anni a L’Arena, il quoti-
citati sopra. Importante, quando si usano, fotografato, chi guarda la foto. Contestua- diano storico di Verona.
ricordare che la lunghezza focale di alcu- lizza meglio il soggetto nel suo ambiente. Oggi è anche corrispondente di Panorama,
ni può variare, a seconda della quantità di Sfruttando tutte le possibilità offerte dalle de Il Giornale, e ha una collaborazione con
“flou” selezionata. Perciò la messa a fuo- varie lunghezze focali, i fotografi di oggi, il periodico “A tavola”. Per questa testata
co va fatta al diaframma di lavoro e al li- quando fanno un ritratto, non si limitano va in giro per l’Italia a scattare ritratti a
vello di flou selezionato. alla classica focale del mezzo tele. grandi chef, rinomati cuochi, produttori di
Udine, ristorante La di Moret, i proprietari Margherita e Franco Marini.
Luce ambiente più flash di schiarita.

vini e quanti abbiano a che fare con cibi e


bevande. La difficoltà maggiore, mi confi-
da, è riuscire a produrre ritratti tecnicamente
studiati come quelli in studio, ma ...senza
studio. Non puoi certo portarti appresso
bank e Bowens e fondali e quanto serve per
il ritratto in sala posa. Giorgio usa la stes-
sa attrezzatura con la quale fa il reportage
di cronaca: reflex 35mm, con il relativo cor-
redo di obiettivi. Per dare luci più model-
late usa il flash automatico, un paio di pan-
nelli riflettenti. E tanta, tanta tecnica, con
la quale viene a capo delle situazioni più
intricate. I suoi sono ritratti di reportage,
ma anche ritratti posati. Non si limita a scat-
tare foto nelle situazioni in cui, casualmente,
si viene a trovare. Cerca sempre di fare un
po’ di regia, in modo da ottenere foto che
non siano di semplice documentazione, ma
ritratti che trasmettano almeno un pezzet-
to del carattere della persona. Borges af-
fermava che la realtà imita la fantasia. Guar- Mantova, ristorante Al Pescatore; Luce ambiente proveniente dalla finestra.
dando i ritratti di Giorgio Marchiori tro-
viamo la conferma. I grandi maestri dei for-
nelli, i grandi produttori di vini, sono pro-
prio quelli che lui ha inventato, mettendo-
li in posa.
Marsala, ristorante Baglio, il cuoco. Notturno con lo sfondo
illuminato dalla luce pubblica e il cuoco, in primo piano, il-
luminato dal lampo del flash.

Vini Pasqua, i proprietari. Luce naturale del locale e luce di


schiarita proveniente da una porta.

Gli strumenti di
Giorgio Marchiori

Il parco macchine di Marchiori com-


prende una Canon F1, con obiettivi da
17mm, 24mm, 50mm, 85mm e 200mm;
Canon EOS5 con due zoom: 20-35mm
e 80-200mm.
Tra le focali più usate, quella da 24mm
e quella da 85mm.
Per il bianconero usa Kodak T-Max 400,
mentre per il colore usa diapositive Fuji
Velvia 50 e Provia 100.
Fin che può scatta a mano libera con la
luce ambiente, eventualmente corretta
da un pannello riflettente. Negli altri ca-
si usa Canon 430.
Giovanni Rana e figlio. Luce naturale.
C'è anche chi si diverte, atteggiandosi a pin
up.
Foto in studio, tre fonti di luce: principale a
destra, schiarita a sinistra e nido d'ape sui
capelli.

Ombre dure per sottolineare il culto del corpo da parte del soggetto. proprietario di una pa-
lestra.

Le foto di Marzo re su un negozio di fotografia. Un negozio


Il nome ricorda più i racconti del reveren- di paese: lo scaffale dei rullini dietro il ban-
do Dodgson, alias Lewis Carrol, e la sua cone; qualche macchina fotografica, le fo-
“lepre marzolina”. Invece è un apprezzato totessera.
studio fotografico specializzato in matri- L’avvenire era una vita tranquilla, in quel-
moni e ritratti. Marzo è il diminutivo di l’angolo dell’Italia. Dopo pochi mesi capi-
Francesco Marzovillo che, assieme a Do- scono che vogliono qualcosa di più. E ri-
natella Bima, ne è titolare. Marito e mo- schiano. Basta con rullini e macchine fo-
glie, stessa passione per la fotografia con- tografiche. Giù la serranda al negozio. D’o-
dita con tanta tenacia e professionalità. ra in avanti saranno uno studio, un atelier Liana. Foto per il portfolio. Luce ambiente
“Ho fatto il militare a Cuneo” era la cele- di sola fotografia, dove la gente andrà a far- e luce riportata sul viso da un pannello ri-
bre battuta di Totò. Oggi la città e la sua si fare il ritratto. Un rischio a detta di mol- flettente.
provincia, su, in un angolo dimenticato del- ti, una scommessa per loro.
l’Italia, parlano più con il mondo che con Lavorano duro, frequentano corsi di perfe-
il resto del Paese, più del mitico nordest. E zionamento, imparano dai libri. Non aspet-
anche essere fotografi a Fossano, Cuneo, tano che il cliente bussi alla loro porta. In-
non è più stare alla periferia. Ho visto le vestono tempo e i pochi soldi che hanno
foto di Marzo su riviste giapponesi. nella produzione di immagini. Si attrezza-
Non sono figli d’arte, Francesco e Dona- no anche per lo sviluppo e la stampa delle
tella: vent’anni fa lei faceva l’infermiera, loro foto, che vogliono seguire dal princi-
lui il magazziniere. Poi decidono di mette- pio alla fine.
Il gioco della cornice ha sempre successo.
La difficoltà sta nel dosare la luce per non
creare ombre sul soggetto.

La camera oscura è il regno di Francesco. ordinario, usavano polvere di lapislazzuli; Ritratti in studio. Il clichè è quello classico,
Donatella preferisce la ripresa, i ritratti spe- oro zecchino, invece di porporina. con le mani a sottolineare l'espressione del
cialmente. “...bisogna essere anche un po’ Il ritratto non è un genere facile: non puoi viso.
psicologi - confessa - ho tanti clienti che barare. Il tuo lavoro viene immediatamen-
vengono a farsi fotografare per acquistare te giudicato dal critico più severo: il clien-
fiducia in se stessi, per vedersi in una im- te, che non vuole certo vedersi come è, ma Gli strumenti di
magine nella quale si possano riconoscere. quale vorrebbe. Fare ritratti non è mettere Le Foto di Marzo
Spesso, prima di scattare una foto chiac- una persona davanti alla macchina foto-
chiero a lungo con il cliente. Cerco di ca- grafica e scattare. Questa è la fototessera.
Il parco attrezzi delle Foto di Marzo è
pire come si vede, e come vorrebbe veder- Il professionismo, quello vero, significa
si”. Oggi lo studio è in una bella casa d’e- avere una tale padronanza del mezzo da molto vario, così da adattarsi a tutte le
poca nel centro di Fossano: due sale posa, adottare la tecnica e il registro espressivo situazioni. Flash elettronici Bowens in
una sala d’aspetto tappezzata da fotografie, che meglio si adatta al soggetto e ai suoi studio, con ombrelli, bank, riflessi; luce
con tavoli coperti di album. Due locali adi- desideri. Il committente si riconosce sem- naturale e Metz in esterni, accompagnati
biti ai lavori di fotofinishing. C’è anche un pre nelle foto del buon ritrattista, perché dagli immancabili pannelli diffusori.
camerino attrezzato per il trucco. questi ha saputo fotografarne i desideri; ha Per quanto riguarda fotocamere e obiet-
La professionalità delle attrezzature è fuo- saputo riprenderlo come egli si vede. E co- tivi, Donatella preferisce usare la Lei-
ri discussione, ma non bastano per fare bel- sì facendo ha svelato la sua anima. Tecni- caflex munita dello zoom Angenieux 70-
le foto. Donatella e Francesco sono cresciuti ca e psicologia sono alla base del buon ri- 210 o il Summicron 90mm; Francesco,
perché hanno sempre avuto voglia di mi- tratto. Accomodarsi davanti all’obiettivo di invece, si trova benissimo con la Ma-
gliorarsi, di consegnare al cliente un buon Francesco o Donatella è un po’ come
miya RB 67 con obiettivo da 180mm.
prodotto artigianale, come artigiani erano sdraiarsi sul lettino dello psicanalista.
i pittori del Rinascimento, che avevano bot- Pellicole Kodak, prevalentemente ne-
tega e non si vergognavano di far pagare di gativo a colori.
più i loro quadri se, al posto dell’azzurro Edo Prando
TECNICA

QUANDO LA FOTO
NON È NITIDA
Perché una foto non è nitida? Le risposte possono essere molte.
Impariamo a controllare la tecnica di ripresa per migliorare la qualità
delle foto o per sfruttare il movimento in chiave creativa
Osserviamo una foto e notiamo che non è
nitida: può trattarsi di mosso o di sfocato, a
volte semplicemente di profondità di cam-
po insufficiente. Allora giochiamo a fare gli
investigatori e analizziamo alcuni segni ri-
velatori per scoprire le cause della “non ni-
tidezza”. Possono essere diverse. Sono sen-
za dubbio numerose e si prestano a qualche
considerazione che ci pare interessante.
Quando una fotografia non soddisfa, per in-
sufficiente delineazione dei dettagli, spesso
si dà la colpa all’obiettivo. E così facendo
spesso si cade in errore: la mancanza di ni-
tidezza può essere conseguenza, facilmen-
te, di un lievissimo e quasi impercettibile
effetto di micromosso dovuto ad un tempo
d’otturazione magari rapido ma troppo len-
to, anche se di poco, per quella specifica cir-
costanza di ripresa. Insomma: esiste un mos-
so quasi invisibile, ma decisamente danno-
so, non solo l’effetto di “mosso evidente”
che è riconosciuto da tutti e che si nota con
evidenza quando si fa uso di un tempo d’ot-
turazione davvero molto lento.
Consideriamo qualche esempio.

Micromosso
Causa: la mancanza di nitidezza è dovuta
al fatto che il tempo d’otturazione prescel-
to, o impostato dall’automatismo d’esposi-
zione, è al limite troppo lento per una ripresa
a mano libera. Attenzione: il tempo d’ottu-
razione considerabile “sicuro” in questo ca-
so non è un valore assoluto ma è anche re-
lativo alla focale dell’obiettivo usato. Con i
tele il pericolo è sensibilmente maggiore.
La regola suggerisce: scattando a mano li-
bera si usi, almeno, un tempo espresso da
una frazione di secondo in cui al denomi-
natore ci sia la lunghezza focale dell’obiet-
Mosso voluto. Per trasmettere in fotografia la sensazione di movimento si può cer- tivo usato. Ad esempio: con un tele da
care intenzionalmente l’effetto mosso. Qui è stato impiegato un tempo lento (1/30s) 300mm almeno 1/300s.
per scattare con obiettivo 45mm su Contax G1 ad un tram, nell’isola spagnola di Segno rivelatore: ingrandendo un partico-
Mallorca. Il viso del tranviere è stato mantenuto esattamente al centro dell’inqua- lare si nota che l’effetto mosso è visibile con
dratura, sovrapposto al rettangolino del sensore AF, mentre si scattava effettuando senso di spostamento unico (ovunque il mos-
una ripresa con tecnica panning. so è orientato nello stesso senso). L’in-
A sinistra: profondità di campo insufficiente combinata con effetto
mosso. Il piano di messa a fuoco è esatto, come dimostra la nitidezza
riscontrabile sulla bocca (morso) del cavallo. Ma l’estensione di ni-
tidezza in profondità è limitata e il tempo d’otturazione è ancora
troppo lento per fermare il movimento rapido.

Sopra: microfotografia: la bocca del cavallo, pur se in movimento,


è stata registrata perfettamente nitida grazie al “panning” (il mo-
vimento relativo tra muso e spostamento della macchina fotografi-
ca era pari a zero). Si vede chiaramente la grana della pellicola a
causa del fortissimo ingrandimento, ma i dettagli sono ben delineati.

Microfotografia della foto a destra: il senso di spostamento (mos- Madrid, Plaza Major: l’esposizione è esatta, ma al crepuscolo l’au-
so) è unico; l’entità del mosso è valutabile dall’ampiezza del “dop- tomatismo della fotocamera ha scelto una coppia tempo-diafram-
pio contorno” rilevabile su zone contrastate rispetto allo sfondo. ma caratterizzata da un tempo troppo lento. Ne è derivato un leg-
gero effetto di mosso (micromosso evidente) che ha pregiudicato
la nitidezza della foto.
grandimento mostra un doppio contorno Segno rivelatore: lo sfondo (o un partico- te nitido; il solo soggetto appare però non
più o meno evidente lare in primo piano) risulta nitido; il sog- nitido e, ingrandendo, mostra un effetto di
getto principale appare sfocato strisciata, con comparsa di doppi contorni
Sfocato e perdita di nitidezza
Causa: la mancanza di nitidezza è dovuta Mosso
ad una errata regolazione della messa a fuo- Causa: il soggetto è in movimento e il tem- Profondità di campo insufficiente
co. Può accadere focheggiando manual- po di otturazione usato (scelto dal fotografo Causa: è stato scelto un diaframma troppo
mente ma anche usando l’autofocus, quan- o impostato automaticamente dall’auto- aperto in relazione alla focale usata (cioè in
do il sensore di quest’ultimo capti un parti- matismo d’esposizione) è troppo lento per sostanza in relazione al rapporto di ingran-
colare posto anteriormente o posteriormen- fermarlo dimento) e all’estensione in profondità del
te al soggetto principale. Segno rivelatore: lo sfondo è perfettamen- soggetto
Concorso ippico Dolomiti Western Show: il soggetto principale è sfocato, lo sfondo è a fuo-
co. Il sensore dell’autofocus ha sbagliato bersaglio, ritenendo importante lo sfondo.
Effetto mosso: il soggetto è in movimento e
il tempo scelto non è abbastanza rapido da I TEMPI LIMITE PER EVITARE IL MOSSO
fermarlo. La messa a fuoco è corretta, es- La tabella riporta i tempi di otturazione più lenti considerati ancora accettabili per fer-
sendo regolata sul bidone usato come boa, mare il movimento di un soggetto, in funzione della distanza e con movimento per-
all’altezza del quale transita il soggetto. pendicolare alla fotocamera. Si suppone l’uso di un obiettivo normale da 50mm.

Soggetto inquadrato Tempi d’otturazione “limite”


a 3m a 6m a 10m a 20m
Persona che cammina 1/125s 1/60s 1/30s 1/15s
Persona in corsa 1/250s 1/125s 1/60s 1/30s
(a circa 10Km/h)
Ciclista(a circa 20km/h) 1/500s 1/250s 1/125s 1/60s
Auto (a circa 80Km/h) 1/2000s 1/1000s 1/500s 1/250s
Macchina da corsa 1/4000s 1/2000s 1/1000s 1/500s
(a circa 200Km/h)

Segno rivelatore: la nitidezza è presente so- elevata qualità costruttiva e di progetto per
lo su di un piano della scena; immediata- ogni obiettivo.
mente davanti e dietro di esso i particolari Segno rivelatore: impressione generalizza-
si confondono; ingrandendo non si nota però ta di calo di contrasto su tutte le aree fuori
un effetto di doppi contorni che faccia pen- fuoco. Quello degli obiettivi catadiottrici è
sare ad un “mosso” in una qualsiasi dire- un caso particolare, non legato alla scarsa
zione qualità progettuale ma alla formula che pre-
vede uno schema ottico speciale e l’assen-
Mancata nitidezza nello sfocato za di diaframma. Può dare luogo alla com-
Causa: le aree fuori fuoco, anteriormente parsa di vistosi cerchi concentrici in corri-
ma soprattutto posteriormente al piano di spondenza di punti molto luminosi della sce-
messa a fuoco, mostrano particolari “impa- na inquadrata. È importante, su tutte le ot-
stati” e mancanza di contrasto; in casi par- tiche tradizionali, anche la forma del dia-
Messa a fuoco corretta su soggetto in mo- ticolari (es. con obiettivi catadiottrici, cioè framma: deve essere il più possibile perfet-
vimento: il sistema di calcolo automatico obiettivi a specchio) possono comparire vi- tamente circolare (per questo motivo le mi-
del punto futuro, caratteristica presente in stosi riflessi nelle aree fuori fuoco (sago- gliori ottiche ricorrono a diaframmi con ele-
tutti gli autofocus moderni, ha tenuto conto mati a cerchi concentrici). La capacità di vato numero di lamelle).
dello spostamento del soggetto ed ha ga- conservare un buon contrasto anche nelle
rantito una esatta focheggiatura. aree decisamente fuori fuoco è un indice di M. R. Redaelli
Foto di Pepi Merisio
RIPRESA

QUESTIONI
DI LUCE AMBIENTE

Boves (Cuneo). Nella piccola Cappella di San Francesco, situata appena fuo-
ri dall’abitato, si possono ammirare preziosi affreschi del sec. XV e dei secoli
seguenti.
Qualche scatto a luce ambiente, dall'o- non è, per scelta e per lunga e sapiente- verse situazioni di ripresa. Il che confer-
biettivo di Pepi Merisio, fotografo inter- mente distillata abitudine, un fotografo ma la prima regola dei fotografi: se le
nazionalmente noto e ben conosciuto dai "da flash". Quando può, e pare possa sem- condizioni per lo scatto non sono quelle
nostri lettori. le immagini sono state scat- pre, non stravolge l'illuminazione di am- che portano al risultato voluto, rinuncia.
tate per un lavoro professionale, quello bienti ai quali si accosta con una straor- E poi riprova tornando sul posto quando
svolto per il libro Anno Domini 2000, pri- dinaria discrezione e sensibilità. Lavora saranno ideali. Facile a dirsi, non facile
mo volume, che nel sottotitolo recita "un a luce ambiente. Decisione facile a dirsi a farsi.
A Eppure
destra: ecco,
Lodi. le foto sono
L’elegante qui, scat-
cupola del
viaggio nel tempo dal 1000 al 1500. Una ma non facile certamente da attuare con tate al momento
Santuario giusto. E’uno
dell’Incoronata. Poi, attenti alle
dei gioielli
ricognizione impegnativa: altri due libri sistematicità. Anzitutto perchè comporta ombre,
del che siano
rinascimento sufficientemente
lombardo, leggi-
opera di Giovanni
sono in preparazione, per coprire il pe- la necessità di trovarsi in presenza delle Battagio e Giangiacomo
bili. Nelle Dolcebuono,
foto a luce ambiente chedà
nulla la
riodo fino ai giorni nostri. Pepi Merisio luci "giuste", di volta in volta nelle di- realizzarono
più fastidio nel 1488-94.
al lettore di una serie di im-
Assisi, Perugia. La Chiesa inferiore
di San Francesco, che, fortemente
voluta da frate Elia, fu consacrata
da Innocenzo IV il 20 maggio 1253.

saranno ideali. Facile a dirsi, non facile a


farsi. Eppure ecco, le foto sono qui, scat-
tate al momento giusto. Poi, attenti alle
ombre, che siano sufficientemente leggi-
bili. Nelle foto a luce ambiente nulla dà
più fastidio al lettore di una serie di im-
penetrabili superfici nere prive di detta-
gli. Fotografare a luce ambiente signifi-
ca mantenere l'atmosfera non significa ne-
gare la leggibilità dell'immagine.
Proseguiamo. Nella convinzione di mol-
ti, scattare con la sola luce disponibile
nell'ambiente significa dare per scontato
che si debbano usare pellicole di alta o al-
tissima sensibilità. Non c'è dubbio che le
emulsioni high-speed siano comode, co-
me ben sa la maggioranza dei reporter che
trae il pane quotidiano dalle negative co-
lore 800 ISO. Ma c'è foto e foto e occor-
re precisare a se stessi i termini del pro-
blema professionale da risolvere. Più che
una pellicola di alta sensibilità infatti in
moltissimi casi ciò che serve è un trep-
piede, accompagnato naturalmente dal-
l'autorizzazione ad usarlo in basiliche e
cattedrali che qualche volta, e sempre più
purtroppo negli ultimi tempi, vedono con
diffidenza i fotografi. Allora si potrà gio-
care con tempi d'otturazione lunghi e dia-
frammi chiusi, vale a dire pellicole di bas-
sa sensibilità e a grana fine, combinate Chiaravalle (Milano). Abbazia di Chiaravalle, completata nel 1221.
con diaframmi sufficientemente stretti da
garantire una profondità di campo esem-
plare. Nelle foto per l'editoria di qualità,
la perfetta leggibilità del fotogramma e la
grana fine sono irrinunciabili. A volte il
soggetto tuttavia "esige" l'alta sensibilità
dell'emulsione e allora eccoci a qualche
virtuosismo fotografico che va contro le
regole consolidate. Un segreto interes-
sante, per uscire da problemi diversamente
di difficile soluzione, è costituito dalla se-
guente procedura, poco nota anche agli
addetti ai lavori. Si tratta di scattare pre-
feribilmente su pellicola negativa colore
di sensibilità piuttosto elevata, ad esem-
pio 400 ISO, facendola sviluppare nor-
malmente. Si beneficia così, specie con
pellicole di ultima generazione, di una in-
trinseca capacità di bilanciamento cro-
matico dell'emulsione, tale da evitare, o
comunque compensare al meglio, l'in-
fluenza di fonti di luce artificiale che pos-
sono portare a dominanti indesiderate (un
ulteriore aiuto nella neutralizzazione di un
eccesso di toni rossi, nelle riprese d'inter-
ni a luce ambiente tungsteno, può essere
dato naturalmente da filtri azzurri di cor-
rezione). Sviluppato il negativo, nel tra-
dizionale C-41, si passa alla stampa: il
suggerimento è di puntare ad un ingran-
dimento 20x30cm. È un giusto compro-
messo: l'ingrandimento è di entità tale da
non creare ancora problemi quanto all'e-
videnziazione della grana, tenuto conto
della qualità elevata delle 400 ISO di og-
gi. Nello stesso tempo l'immagine stam-
pata, con tutti i tradizionali benefici del-
Urbisaglia (Macerata). L’interno della chiesa dell’Abbazia di Chiaravalle di Fiastra, le possibilità di equilibratura cromatica
fondata nel 1142 da Guarniero III e terminata nello stesso secolo. ulteriore e in generale di "miglioramen-
to" propri della stampa su carta fotogra-
fica e assicurati dai macchinari dei mo-
In libr eria derni laboratori, è di dimensioni tali da
consentire una facile scansione. Verrà in-
fatti consegnata come "originale" per la
stampa e trattata come tale dallo scanner
della tipografia. L'apparentemente labo-
Il volume "Anno Domini 2000" (viaggio nel rioso itinerario che passa dal negativo piut-
tempo dal 1000 al 1500), foto di Pepi Meri- tosto che dalla diapositiva per consentire
sio, testi di Riccardo Maisano, è edito da migliori risultati nella fotografia stretta-
ECRA per la collana Italia della nostra gen- mente a luce ambiente consente, a volte,
te. Grande formato, a colori, 256 pagine.0 miracoli anche per scatti a piena pagina
di libri di prestigio.
Non disperino però i cultori delle diapo-
sitive: sono recenti le segnalazioni che la
tecnologia di affinamento della grana si
sta progressivamente spostando anche nel
mondo della pellicola invertibile e quin-
di la sfida avrà modo di riprendere.
Maurizio Capobussi
PROFESSIONE

SARAH MOON
Sarah Moon, attualmente residente a Pari- templare uno specchio a due facce, capace ve sentirsi libera di sperimentare, di “sen-
gi a fianco di Robert Delpire, è stata una di restituirci, oltre alla realtà esterna riflessa, tire il vento nelle vele”, di avere a disposi-
modella di successo per gran parte degli una sovrimpressione elegante di creature zione una cornice entro cui volare.
anni Sessanta, fino a quando, nel 1968, crea umane rese “still”, e di oggetti inanimati I progetti di oggi includono una mostra
per Cacharel la sua prima campagna pub- che, al contrario, paiono vivere. Cosicché aperta fino al 21 luglio presso la Michael
blicitaria. Il carattere impressionista delle volti antichi di donne congelate in un ge- Hoppen Gallery di Londra; un documen-
sue immagini, dalla grana grossa e dai co- sto si alternano a immobili busti con cor- tario televisivo sulla sua amica di vecchia
lori morbidi e delicati, cominciano subito setto, mentre le bambole si presentano data Lillian Bassman - fotografa nota in tut-
a raccogliere consensi presso riviste quali espressive, dotate di carattere e di energia. to il mondo - e una nuova pubblicazione
Marie Claire, Harper’s Bazaar, Vogue, El- Affascinata dalla Polaroid, con cui ritrae il dal titolo “Coincidence”, edita da Thames
le, Stern. “niente” – cioè niente che salti all’occhio and Hudson, prevista per ottobre 2001.
Ma la carriera dell’eclettica artista non si – Sarah Moon si rende conto che la sua via
ferma alla fotografia. Verso la fine degli è anche quella della fotografia spontanea e Cristina Franzoni
anni Settanta è affascinata dalla cinemato- veloce come il ritmo di una ballata. Una
grafia e produce spot pubblicitari in nu- fotografia che sia, cioè, narrativa, che se-
merosi festival europei, vincendo il Gran gua un progetto fantasioso e che simboli- Oltre alla personale presso la Galleria
Premio a Cannes nel 1979. Quella di Sa- camente ci conduca in un’altra dimensio- Michael Hoppen di Londra (www.mi-
rah Moon è infatti una ricerca costante, che ne, più leggera e astratta, simile a quella chaelhoppen-photo.com) Sarah Moon
va oltre le campagne pubblicitarie e la fo- che si respira nella poesia giapponese terrà un corso nella prima settimana di
tografia di moda, per spaziare alle soglie Haiko. Quello è il suo niente fotografico: luglio, all’interno del Toscana Photo-
del sogno di stampo surrealista. un piccolo qualcosa in cui Sarah Moon graphic Workshop, intitolato “A Tu-
Una rivelazione, insomma. Di fronte alle proietta molto. scan Diary”. www.tpw.it
sue creazioni è come se ci trovassimo a con- E anche nei lavori su commissione lei de-
PORTFOLIO

SFIDA ALLA FORESTA


TROPICALE
Un fotografo esperto di riprese in condizioni limite fa il punto
sulla fotografia in ambiente tropicale

Scattar foto, si sa, è un piacere, in spe- mente durante le traversate a motore,


cial modo se si tratta di documentare a rischio per le macchine elettroniche
un viaggio o una bella esperienza. Ci (dissaldatura dei contatti) ma ancor di
sono però delle situazioni in cui il pia- più per le meccaniche (allentamento
cere passa in secondo piano e cede il di viti ed ingranaggi). Anche per il tra-
posto alla responsabilità di documen- sporto a dorso d’animale le rigide so-
tare qualcosa di unico o irripetibile che no da preferire alle borse flosce: le cor-
impone e giustifica la nostra esperienza de che rizzano il carico molto spesso
in quel luogo. strozzano il bagaglio in maniera tre-
Parliamo di foto di spedizione: nel no- menda, pensate a come si ridurrebbe
stro caso, in ambiente tropicale. l’attrezzatura in una borsa tradiziona-
Generalmente l’immagine che si ha di le considerando anche l’attraversa-
queste latitudini è quella patinata pre- mento dei tratti di foresta con tronchi
sentata dai mass media, sull’onda di e rami sporgenti (che sfilano perico-
un turismo di giorno in giorno più di- losamente vicino al carico).
sinvolto. Ormai i paesi esotici sem-
brano non avere più segreti. Il “tutto Ai tropici
compreso” viene proposto sempre più Consideriamo una situazione “tipo”:
spesso con viaggi avventurosi all’in- arrivo in zona tropicale e partenza per
terno di deserti, montagne, foreste. Co- luoghi di escursione in foresta.
me comportarci perciò nel caso deci- Il primo consiglio, in relazione al tipo
dessimo di imbarcarci in una di que- di viaggio ed ai programmi, è quello
ste avventure? di evitare al massimo i pesi superflui:
Cercherò di dare alcuni suggerimenti niente doppioni o accessori inutili. Per
pratici, dettati dall’esperienza diretta, quel che riguarda il rischio di raggi X,
su come e che cosa portare con sé per l’evoluzione delle strumentazioni di
realizzare un reportage fotografico in controllo negli aeroporti ha di fatto eli-
ambiente tropicale senza grossi problemi. te abbinati ad un duplicatore, un corpo mac- minato il problema, anche nei paesi ritenuti
Personalmente, prima di partire per un viag- china elettronico ed uno manuale di riser- non al passo coi tempi. Ormai non esiste
gio, studio a tavolino il tipo di servizio da va, più un flash con numero guida 45 ed più luogo in cui non campeggi sulle appa-
realizzare in relazione alle difficoltà che uno minore di supporto, oltre a tutti gli ac- recchiature la scritta “Safety film”, perciò
posso incontrare sul campo: spostamenti, cessori di rito. Per il trasporto aereo metto state tranquilli. Questo significa che pos-
terreno, clima, tempo di permanenza, gra- tutto in uno zaino fotografico usato come siamo lasciare a casa il classico sacchetto
do di isolamento dalla cosiddetta “civiltà”. bagaglio a mano: meglio non fidarsi. Per il di piombo. Personalmente non lo uso; piut-
Di massima porto con me un po’ tutta l’at- trasporto sul posto uso le classiche valigie tosto, per un eccesso di precauzione, pre-
trezzatura; sul posto, poi, a seconda del pia- rigide tipo Pelican, in special modo negli ferisco riporre le pellicole in una busta nel
no operativo, sceglierò quello che di volta spostamenti in barca o a dorso di animale.
in volta necessiterà, lasciando in città o al In barca, in caso di caduta, questi conteni- A destra: Selva di El Ocote, Chiapas: l’in-
campo base il resto. Per il reportage uso tori galleggiano e sono stagni, inoltre es- tricato mare verde mette a dura prova sia
esclusivamente obiettivi zoom di grande sendo imbottiti proteggono l’attrezzatura gli uomini che le attrezzature fotografi-
luminosità, dalla focale 20 alla 200, a vol- da vibrazioni e da colpi violenti: special- che.
Spostamenti all’interno della Selva e trasporto dei materiali.
bagaglio a mano e tirarle fuori all’occor- si tratta di avventurarsi tra la folta vegeta- troveremo al cospetto di piante e piccoli ani-
renza bypassando così le apparecchiature. zione o arrampicarsi su una parete. Meglio mali, qui molto fotogenici ed appariscenti.
Inutili anche i grossi stativi, ai quali si pos- perciò privilegiare lo zaino fotografico, più Avere un piccolo flash è consigliabile, poi-
sono preferire quelli più piccoli e pratici, idoneo. Rimarrà fermo sulle nostre spalle ché il sottobosco tropicale è veramente buio.
magari riponibili anche in una tasca; in ca- in ogni situazione: è molto rischioso, in- Riassumendo: a meno che si disponga di un
si estremi potremo sempre ricorrere al clas- fatti, lo sbilanciamento improvviso dovu- punto d’appoggio fisso, l’ideale è spostar-
sico sacchetto, riempito con materiale di to all’impigliamento o allo spostamento del- si con zaino fotografico, due zoom che co-
fortuna (sabbia, terra, ecc.). la tracolla della borsa classica dalla spalla. prano le focali da 28 a 200 (se si dispone di
La scelta della borsa è fondamentale. Una Anche il gilet fotografico è d’obbligo e ci zoom superluminosi ancora meglio), un du-
valutazione sbagliata condizionerà in ne- risparmierà all’occorrenza l’uso dello zai- plicatore, un piccolo flash ed un mini stati-
gativo la nostra permanenza. La tradizio- no; ma non appesantiamolo troppo. vo (portare un secondo corpo macchina è
nale borsa a tracolla può essere utile nelle Veniamo all’attrezzatura vera e propria: con- una scelta soggettiva, ma in questi casi è
uscite urbane; non lo è certamente quando sigliabile, per ragioni di peso e praticità, la- quasi d’obbligo).
sciare a casa i tele super spinti, il perché è Tra gli accessori, oltre ai filtri protettivi ed
presto detto. A meno di non possedere de- al kit di pulizia, se non si dispone di una
gli obiettivi superluminosi e pertanto super macchina tropicalizzata, effettivamente ap-
costosi, conviene affiancare ai normali te- pannaggio di pochi, si porti sempre una bu-
le, che hanno oggi raggiunto un buon com- sta di plastica ed un elastico con i quali si-
promesso qualità/luminosità/prezzo, un du- gillare la fotocamera. Proteggerà così non
plicatore di focale; la luminosità ottenuta, solo dalla pioggia, qui improvvisa e torren-
nella maggior parte dei casi sarà pressoché ziale, ma anche dall’umidità, tipica della fo-
uguale a quella di un grosso tele, con una resta pluviale, o dalla polvere del fuori pi-
notevole versatilità d’uso. Buoni gli zoom sta. Inserendo la macchina nel sacchetto e
grandangolari-medio tele, ormai di qualità fissando l’elastico intorno alla ghiera della
più che accettabile. L’abitudine poi delle lente frontale dell’obiettivo, otterremo, in-
Selva di El Ocote, Chiapas. Campo avan- case costruttrici di dotare questi ultimi del- fatti, una pratica ed economica sacca stagna.
zato nel cuore della selva in territorio ine- la funzione “macro”, anche se molto spes-
splorato. Spedizione “La Venta ‘99” alla so di vera e propria macro non si tratta, va Le pellicole
ricerca di città Maya sepolte dalla vege- a vantaggio dell’uso in accoppiata con i du- La scelta delle pellicole, pur essendo indi-
tazione. plicatori nel caso molto frequente in cui ci viduale, merita un discorso a parte. Perso-
nalmente in questi viaggi uso quasi esclu-
sivamente pellicole dia professionali pre-
feribilmente a bassa sensibilità (50/64ISO).
Per due motivi: primo perché certi ambienti
e soggetti richiedono il massimo della re-
sa fotografica, in quanto le riprese saranno
molto spesso uniche e irripetibili; secondo
perché a queste latitudini la luce è così in-
tensa e particolare da consentire l’uso di
emulsioni a bassa sensibilità senza grossi
problemi. C’è da dire però che l’accoppia-
ta con zoom poco luminosi non è il massi-
mo. Sta quindi al fotografo decidere se sa-
crificare un po’ di luminosità, sopperendo
alle prestazioni dell’obiettivo con una pel-
licola a medio-alta sensibilità o rischiare il
“mosso” optando per sensibilità più basse,
ma beneficiare di una resa al top in termi-
ni di dettaglio e contrasto. In ogni caso di-
versificare i rullini non nuoce, adottando
però alcuni accorgimenti. Attenzione al-
l’irradiamento solare: partendo per un’e-
scursione, non lasciare mai le pellicole al-
l’interno della tenda. Molto spesso si par-
te di buon mattino, col fresco, e non si con-
sidera che durante il giorno, sotto i raggi
cocenti la nostra tenda può trasformarsi in
un’ardente fornace capace di danneggiare
irrimediabilmente i rullini, ahimé anche
quelli già esposti. L’ambiente caldo umido
estremo e l’innalzamento della temperatu-
ra provocano, inoltre, un precoce invec-
chiamento dell’emulsione. Problemi anche
per l’elettronica che alle alte temperature
può andare in tilt.
Naturalmente le accortezze non riguarda-
no solo l’attrezzatura ma anche la nostra
persona, ecco alcuni consigli di base.
Contrariamente a quanto si crede, l’uso di
abbigliamento per così dire “ridotto” non
è consigliabile in ambienti “estremi”, nel
caso di avanzamento in foresta poi è asso-
lutamente indispensabile vestire, oltre che
scarponi robusti da trekking e copricapo,
anche camicie a manica lunga e pantaloni
lunghi. L’abbigliamento ridotto infatti la-
scia esposte molte zone del corpo alle pun-
ture e alle morsicature di insetti (per non
parlare del rischio ragni e serpenti), più o
meno velenosi, ed a micidiali erbe urticanti
mimetizzate nel mare verde. Durante le ri-
prese, specialmente quelle macrofotogra-
fiche, controllate bene il terreno prima di
sdraiarvi a livello del soggetto, stando at-
tenti a dove poggiare le mani nel tentativo
di ottimizzare l’inquadratura. Qualche me-

L’approccio con le popolazioni del luogo


deve avvenire sempre in maniera discreta,
la foto “etnografica” conclude un rappor-
to basato sulla fiducia che si conquista con
cortesia e rispetto.
Le foto di documentazione rivestono importanza fondamentale nella riuscita di una spedizione; esse rappresentano il risultato tan-
gibile del lavoro svolto. Nelle immagini, esplorazione, topografia e misurazione delle scoperte archeologiche della spedizione.

tro di economico “tulle” (il velo delle spo- un impermeabile di tipo “poncho”, non
se), di colore verde, servirà a costruire una tanto per proteggere voi stessi (tra umi-
pratica leggerissima postazione mimeti- dità, condensa e sudore sarete bagnati fra-
ca per le riprese naturalistiche. Provare dici), quanto per salvare l’attrezzatura dal-
per credere. Usato in accoppiata con ama- la valanga d’acqua che vi crollerà addos-
ca in nylon altrettanto leggera, ci isolerà, so. Per finire, ma si potrebbe proseguire
durante i campi avanzati, dalla fastidiosa per ore, oltre ad una trousse medica di
microfauna del mondo esterno. Se siete emergenza, se in zona vi è il rischio di ser-
nella stagione a rischio, portate insieme penti velenosi chiedete alle strutture lo-
Anche la foto naturalistica, che rappresenta
Francesco Lo Mastro ha 44 anni e, come lui stesso dichiara, fotografa “per passione”, dopo es-
sere nato fotograficamente seguendo i consigli di “Tutti Fotografi” e poi giunto a collaborare una branca dei molteplici aspetti di una
assiduamente con alcune riviste turistiche nazionali come Plein Air o varie locali, nonché rivi- spedizione scientifica, ha la sua importan-
ste specialistiche di sport estremi, in particolare di speleologia. Subacqueo, appassionato di sport za, contribuendo a completare il quadro di
estremi come roccia, canyoning e speleologia, Lo Mastro è istruttore S.S.I. (Società Speleolo- ricerca e studio di un territorio. Anche in
gica italiana), tecnico del C.N.S.A.S. (Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico) e mem- questo caso, determinazione, pazienza ed
bro della Commissione Tecnica Nazionale Speleologica. attrezzatura efficiente contribuiscono alla
Fa parte inoltre dell’Associazione Culturale Esplorazioni Geografiche “La Venta”. Quest’ulti- buona riuscita di una foto.
ma associazione , composta da esperti in ambienti estremi e alle tematiche ad essi legate, ef-
fettua spedizioni nei luoghi più remoti ed inesplorati del pianeta: dall’Antartide alle foreste tro-
picali, dai deserti alle cavità naturali. I risultati di una spedizione speleo-archeologica in Mes-
sico nel ’93, le hanno avvalso il prestigioso premio “Rolex Awars for Enterprise”, concesso ogni
cali un siero specifico per i tipi di rettili
tre anni a 5 progetti scelti fra migliaia provenienti da tutto il mondo (prima vittoria italiana). presenti sul territorio. I moderni prepara-
ti sono liofilizzati e non necessitano per-
Per saperne di più sulle spedizioni e sugli ambienti estremi:
Associazione Culturale Esplorazioni geografiche “LA VENTA”
tanto di particolari accorgimenti nella con-
Via Priamo Tron, 35/F, Treviso. Tel. e fax 0422.91.00.27. servazione.
Vocabolo Chiorano 10, Magliano Sabina (RI); tel. e fax 07.44.91.00.27.
Sito Intenet: http://www.itre.com/laventa. E-mail: laventa@itre.com. Testo e foto di Francesco Lo Mastro
Foto Archivio “LA VENTA”
FLASH

SFRUTTARE AL MEGLIO GLI


AUTOMATISMI DEL FLASH
Il controllo TTL-flash si è evoluto nel tempo e il rapporto tra flash dedicati e reflex
di ultima generazione è sempre più stretto. In queste pagine analizziamo
una serie di scatti effettuati con Canon Speedlite 550EX.

È dal 1980 che la tecnologia ha la reflex impostata su program.


saputo alleviare la fatica dei fo- Funziona così:
tografi proponendo la soluzione • una reflex Canon EOS misura la
del TTL-flash, ovvero della mi- luce ambiente con l’esposimetro
surazione della luce lampo, e con- incorporato; decide, in automati-
seguente dosaggio automatico smo, l’apertura di diaframma più
dell’erogazione flash, tramite cel- opportuna;
lula posta dietro l’obiettivo. • scatta poi una illuminazione “pre-
È stato un passo avanti decisivo lampo” sul soggetto, costituita da
e importantissimo, soprattutto in una emissione infrarossa emessa
alcuni campi d’applicazione co- dal flash Canon Speedlite. Serve a
me la macrofotografia e in ge- misurare con precisione la distan-
nerale in tutti i settori in cui la za fotocamera-soggetto. In base a
presenza di accessori come i sof- questa valutazione viene ricalco-
fietti di prolunga, o filtri, obbli- lata un’apertura di diaframma;
ga il fotografo sprovvisto di TTL- • le due aperture di diaframma ven-
flash ad eseguire noiosi calcoli gono confrontate e l’automatismo
di compensazione della caduta sceglie una soluzione di compro-
di luce da essi provocata. messo; in condizioni di contrasto
Dopo il semplice, ma decisivo, luminoso estremamente elevato,
TTL-flash, sono venute le “va- come accade in esterni in contro-
rianti” più o meno sofisticate. luce, l’emissione lampo viene usa-
Alcune fotocamere di oggi sono ta per ridurre lo scarto tra chiaro
straordinariamente bene equi- e scuro, dando molto credito alla
paggiate sotto questo profilo e gli Lo speedlite sulla EOS: l’automazione è elevata e l’uso del fla- valutazione della luce ambiente.
esempi che proponiamo costitui- C’è dell’altro, però. Ed è appunto
sh è sempre più raccomandabile anche come lampo di rischia-
scono una prova dell’elevato li- la soluzione, successiva, che Ca-
ramento e compensazione contrasti nelle foto in esterni.
vello qualitativo che può essere non ha battezzato E-TTL flash, do-
assicurato da automatismi raffi- ve la “E” sta per “Evaluative” (Va-
nati. Sono foto scattate con la nuo- zione del sistema di controllo dell’eroga- lutativo). Si riferisce alla possibi-
va Canon EOS-1V, l’ammiraglia della casa zione lampo, sempre con cellula dietro l’o- lità di servirsi, sempre per una misurazio-
giapponese, in situazioni di luce diversissi- biettivo. Ma quale cellula? Per meglio pre- ne TTL-flash, di un sensore multi zonale
me. La EOS 1V, come anche la EOS 3, ado- cisare occorre fare un passo indietro e sot- che per di più è collegato ai punti di lettu-
perata insieme ad un flash iper-dedicato co- tolineare che dopo il semplice TTL-flash è ra autofocus della macchina. Ciò per fare
me il Canon Speedlite 550EX, lavora in mdo nato quello che, sempre in casa Canon, è prevalere, nella valutazione globale del-
estremamente raffinato e, nelle foto in con- stato chiamato A-TTL. Si tratta di una “pro- l’esposizione, la parte del soggetto in cui è
troluce, consente anche una compensazio- grammazione” di funzionamento definita avvenuta la messa a fuoco (si presume quel-
ne non esagerata, con il flash che rischiara come versione Advanced (avanzata, da cui la più importante). Le cellule multizona mi-
le ombre in modo molto “naturale”. la “A”), del già noto controllo TTL-flash surano anche la luce ambiente e questo da-
Il merito è dell’automatismo E-TTL flash del lampo. La A-TTL flash è una modalità to viene usato per “integrare” l’esposizio-
che per Canon rappresenta l’ultima evolu- di funzionamento prevista per operare con ne flash.
Automatismo della fotocamera a priorità di
tempo (Tv); funzionamento E-TTL flash. Il
flash è stato però espressamente impostato
su sincro FP, ovvero per una sincronizza-
zione con un tempo d’otturazione rapido
(erogazione del lampo di lunga durata) per
congelare l’arancia. Il breve tempo d’espo-
sizione consente anche di aprire al massi-
mo il diaframma sfuocando lo sfondo.
Ripresa con ottica USM 100mm f/2, a f/2 ed
1/2000s; lampo di rischiaramento per com-
pensare il semi-controluce.

Automatismo della fotocamera a priorità di


diaframma (Av); funzionamento E-TTL fla-
sh. È stato scelto un diaframma stretto (f/11)
per ottenere una profondità di campo molto
estesa. L’automatismo del flash ha perfetta-
mente compensato l’ombra che, diversa-
mente, sarebbe stata troppo incombente sul
primo piano.
Ripresa con ottica EF 28mm f/2.8, a f/11,
tempo 1/60s.

Automatismo della fotocamera a priorità di


diaframma (Av); funzionamento E-TTL fla-
sh. Esposizione automatica ma tempo d’ot-
turazione lento (2 secondi di posa) deciso
dall’automatismo in base al diaframma im-
postato (f/4). L’obiettivo non è stato usato
a tutta apertura per migliorare la correzio-
ne ottica, pur senza spingersi a diaframmi
troppo chiusi che avrebbero comportato una
posa eccessivamente lunga.
Ripresa con ottica normale EF 50mm f/1.4
USM, diaframmata a f/4, 2 secondi di posa.
l lampo, anche se forse qualche volta il soggetto protesterà se lo abbaglierete da breve distanza, è interessantissimo per alcu-
ne foto di sport. Consente di congelare l’azione ma, se ricorrete alla sincronizzazione slow-sync con un tempo sufficientemente
lento, permette anche di mantenere una gradevole “indeterminatezza” di alcuni particolari, un senso di mosso che aiuta a co-
gliere l’impressione di movimento.
Foto dal basso verso l’alto scattata in automatismo a priorità di tempo (Tv), ad 1/60s, f/4 (pellicola di bassa sensibilità), con
Canon EOS 3 ed ottica EF 80-200mm f/2.8L. Il flash Speedlite 550EX, montato sulla fotocamera, è stato regolato per una com-
pensazione d’esposizione in sottoesposizione per il valore di –2/3 di stop. Foto di Hans Georg Bézard (Austria), cortesia ar-
chivio Canon.
Luce diretta

Nella pagina: Non accontentatevi di un


buon flash. Studiate anche come orien-
tarlo: la differenza può essere abissale.
L’illuminazione diretta, specie nei grup-
pi familiari in cui alle spalle dei sogget-
ti vi sia un muro sul quale possono proiet-
tarsi le ombre, porta sempre ad una resa
“dura” dei protagonisti. Meglio l’illu-
minazione indiretta, più morbida perché
distribuita a pioggia. Attenzione però: il
flash deve essere potente e il soffitto de-
ve essere possibilmente bianco per non
introdurre nella scena una dominante di
colore dovuta alla tinteggiatura.
In entrambe le riprese: ottica EF 17-
35mm f/2.8L USM, 1/60s, f/4. Fotocame-
ra EOS 3 su impostazioni manuali. Fla-
sh Speedlite 550EX.

Luce riflessa
I PREZZI
Canon Speedlite 550EX, L. 1.119.000
Canon Speedlite
Transmitter ST-E2, L. 529.000

Distribuzione: Canon Italia spa, palaz-


zo L, strada 6 - 20089 Rozzano-Mila-
nofiori (MI), tel. 02.82.481, fax
02.82.484.600. Internet: http://www.ca-
non.it; e mail: multimedia@canon.it

In pratica avviene che:


• nel momento in cui si preme il pulsante
di scatto, a metà corsa, si attiva l’autofo-
cus, che rileva la distanza, e si attivano le
cellule del sistema esposimetrico multi zo-
na, che valuta la luce ambiente che è pre-
sente sul soggetto;
• proseguendo, nel premere lo scatto, parte
un pre-lampo di misurazione; la luce rifles-
sa viene misurata da un sensore multi-zona;
• il microprocessore della fotocamera con-
fronta la prima misurazione, relativa alla lu-
ce ambiente, con quella della luce lampo ri-
flessa (pre-flash) già conservata in memoria;
• lo specchio reflex della fotocamera inizia
a sollevarsi e simultaneamente la prima ten-
dina dell’otturatore riceve l’ordine di aprir-
si; quando è arrivata a fine corsa parte il
lampo effettivo del flash, dosato automati-
camente in base ai dati di distanza e rifles-
sione del soggetto già memorizzati;
• la seconda tendina dell’otturatore si chiu-
de, lo specchio reflex torna in posizione;
nel mirino una spia conferma l’avvenuta
ripresa con il flash.
Nella fotografia naturalistica scattare con il flash significa garantirsi l’indispensa- È particolarmente interessante notare che,
bile riflesso che dà vivacità all’occhio dell’animale e, come in questo caso, migliora- in situazioni di luce ambiente molto debo-
re la resa del mantello. Foto di Uwe Walz (Germania), cortesia archivio Canon. le, il sistema E-TTL flash opera in slow-
Canon EOS-3, ottica EF 300mm f/2.8 USM, treppiede, esposizione manuale; 1/30s, sync, cioè con sincronizzazione con tempi
f/2.8, flash Speedlite 550EX sulla macchina. lenti (si raccomanda in questi casi l’uso del-
l’automatismo a priorità di diaframma).
Per le foto che richiedono l’uso del lampo in
esterni come luce di rischiaramento ombre,
è invece consigliabile puntare sul soggetto,
memorizzare (FE Lock) l’esposizione e, man-
tenendo il pulsante di memoria premuto, spo-
FLASH SENZA FILI starsi per re-inquadrare la scena premendo
Con la EOS 1V e la EOS 3, è possibile usare il flash Canon Speedlite 550EX operando infine a fondo lo scatto. Così, il flash si tro-
senza fili, con sincronizzazione e dosaggio dell’esposizione sempre in lettura TTL fla- verà a fare i conti con una esposizione pre-
sh ma con trasmissione senza bisogno di cavi. Anche qui un pre-lampo viene memoriz- determinata in base alla luce ambiente di-
zato per determinare, e mettere in memoria, il dato che servirà a dosare esattamente l’e- sponibile sul soggetto e doserà con preci-
rogazione del colpo di flash principale, al momento dello scatto effettivo. sione il lampo “integrativo” necessario.
Perché il sistema funzioni occorre che anche sulla macchina sia installato un flash Speed- In queste pagine si possono vedere diver-
lite 550EX (o per lo meno un accessorio specifico come lo Speedlite Transmitter ST-E2). se immagini eseguite con il concorso del
È possibile controllare fino a tre gruppi di lampeggiatori, con la tecnica del TTL-flash flash Speedlite 550EX, in differenti occa-
senza cavi, variando anche le proporzioni dell’emissione dei flash ausiliari rispetto a sioni di ripresa e con differenti modalità di
quello principale (limitando il rapporto di potenza da 1:1 fino ad 8:1 o 1:8). I dosaggi in esposizione. Annotiamo anche le scelte del
questo caso dovranno essere necessariamente determinati in base all’esperienza del fo- fotografo, in didascalia.
tografo.
M.R. Redaelli
SUL CAMPO

SISTEMA ZONALE
CON LA DYNAX 7
Quando si discute in- sta che fa soprattutto
torno ai più raffinati riferimento).
aspetti dell'esposi- Si tenga presente che
zione in fotografia, tutti gli esposimetri so-
soprattutto quella no tarati in fabbrica
bianconero, si appro- proprio in modo da ri-
da quasi sempre ad portare esattamente al-
un dibattito intorno al la densità di grigio me-
mitico sistema zona- dio (taratura su car-
le. È, da sempre, ri- toncino grigio con ca-
tenuto dagli appas- pacità di riflessione del
sionati il più sofisti- 18%) ciò che misura-
cato metodo di valu- no. È per questo che se
tazione dell'esposi- Il display della Minolta Dynax 7 che mostra la visualizzazione a "sistema zonale" del- si misura un'area bian-
zione. Con ragione. la lettura esposimetrica di cui è capace. ca e non si corregge in-
Presuppone infatti tenzionalmente la let-
che l'operatore non soltanto sappia misu- Il sistema zonale, ieri tura impostando una sovraesposizione in-
rare la luce sulla scena, servendosi di un Precisiamo anzitutto che perché il sistema tenzionale ci si trova, in fotografia, con una
adatto esposimetro, ma anche che padro- zonale di Ansel Adams, quello classico, fun- riproduzione grigiastra.
neggi perfettamente lo sviluppo dei suoi zioni realmente, occorre in primo luogo che Normalmente dunque il fotografo che guar-
negativi. Si presenta come un procedimen- il fotografo possa controllare perfettamente da al "sistema zonale", usato da Ansel Adams
to fotografico piuttosto complesso, desti- l'intero procedimento di sviluppo dei propri essenzialmente per operare nella fotografia
nato ad esperti. negativi. Alla radice del procedimento vi so- di paesaggio, si sforza di localizzare l'area
Ansel Adams, il grande maestro della foto- no diversi presupposti: quello della capacità che intende riprodurre con densità di "grigio
grafia di paesaggio che lo ha inventato e mes- di operare con trattamenti sempre rigorosa- medio" e si ingegna in modo da "far cadere"
so in pratica per anni, l'ha "teorizzato" effi- mente "ripetibili", quello della padronanza tale zona nell'area di grigio medio della sca-
cacemente e l'ha tramandato a numerosi al- della camera oscura, quello della necessità la del proprio esposimetro, cioè sostanzial-
lievi. Sul sistema zonale sono anche uscite che ogni scatto riceva una attenzione speci- mente centrare su di essa la lettura dello stru-
diverse pubblicazioni. fica, un trattamento mirato. Per Ansel Adams mento.
Abbiamo pensato subito ai fondamenti del era facile rispettare questi parametri perché Allo scopo di meglio codificare il metodo,
mitico sistema zonale quando abbiamo pre- scattava su vere "lastre" fotografiche di gran- Adams precisò anche come dovevano esse-
so in mano l'ultima reflex di Minolta, la Dy- de formato, su pellicole piane poi sviluppa- re, in termini di luminosità, gli scarti di lu-
nax 7 (il test è uscito lo scorso mese). La te singolarmente. minosità sulla scena e, dal bianco puro al ne-
macchina infatti dispone di un esposime- In sintesi, l'essenza del metodo consiste nel- ro assoluto, suddivise le possibili gradua-
tro a 14 zone con una particolarità esclusi- la capacità di controllare perfettamente l'e- zioni di grigio in livelli differenti e ben de-
va: la possibilità di previsualizzazione del- sposizione in modo da riuscire a riprodurre limitati.
la misurazione di ciascuna di esse. In so- un'area ben definita del soggetto in una "vo- Distinte da numeri romani, le zone d'esposi-
stanza, sul display sul dorso dell'apparec- luta" tonalità di grigio (una precisa "densità" zione di Adams, furono inizialmente 9. Poi,
chio è possibile fare apparire una griglia a di esposizione). Si può operare così: il foto- volendo far diventare più selettivo il siste-
nido d'ape, proprio una raffigurazione a zo- grafo decide quale area del soggetto dovrà ma, divennero 11. Sono indicate così: Zona
ne, con l'indicazione degli scarti di lumi- essere riprodotta come "grigio medio". Pun- I, Zona II, Zona III, Zona IV, Zona V, Zona
nosità. Un sistema zonale automatico? Ab- ta su di essa l'esposimetro. Misura anche al- VI, Zona VII, Zona VIII, Zona IX, Zona X,
biamo approfondito l'argomento per sco- tre zone diversamente illuminate. Si fa dun- Zona XI.
prire fino a che punto questo sistema zo- que un'idea delle "collocazioni" di aree chia- Una particolarità: per semplificare le opera-
nale elettronico possa surrogare quello ba- re o scure nella scena. Decide, ed ecco il pun- zioni con il sistema zonale, metodo che ap-
sato sulle misurazioni classiche di ieri e se to chiave, quale debba essere la zona ripro- prezzava un altro grande maestro Edward
sia pratico da usare. Anche e soprattutto con dotta con la tonalità voluta (ad esempio ap- Weston, amico di Ansel Adams, suddivise la
la fotografia a colori. punto la densità di "grigio medio", se è a que- scala graduata del proprio esposimetro ap-
SUL CAMPO IL SISTEMA ZONALE AUT OMATICO
Correzione in sovraesposizione
La fotocamera è su treppiede, l'illuminazio-
1.0 2.0 ne sulla scena non è mutata. Memorizziamo
l'esposizione con il pulsante AE-L e la vi-
sualizziamo con Disp. Ora correggiamo l'e-

+1 1.0 3.0 2.0 sposizione con una staratura intenzionale


(ghiera sulla calotta della macchina, a sini-
stra). Osserviamo il cambiamento, sul di-
1.0 splay di navigazione, degli scarti di lumino-
sità. Ruotiamo la ghiera di compensazione
d'esposizione con il proposito di migliorare
la distribuzione del grigio medio, propo-
nendoci di aumentare il numero di aree gri-
gie che indicano la densità "media". Pre-
1.5 supponiamo che questa distribuzione lumi-
nosa più equilibrata sia vantaggiosa per la
+0,5 2.5 1.5 leggibilità e stampabilità della foto. A que-
sto punto rilasciamo la pressione sul pulsante
AE-L (azzerando così la memoria). Lascia-
mo però impostata la correzione intenzio-
nale sulla ghiera. Scattiamo la nuova imma-
gine.

Compensazione zero
Ecco l'inquadratura di prova, in cui sono pre-
1.0 1.0 1.0 senti contrasti di luce abbastanza evidenti.
Eseguiamo un primo scatto che corrisponde
all'esposizione media decisa dalla fotoca-
0 2.0 1.0 mera, in automatismo. Visualizziamo sul di-
splay di navigazione la distribuzione lumi-
1.0 1.0 nosa (pulsanti AE-L e Disp). La fotocamera
è su treppiede.

Correzione in sottoesposizione
La fotocamera è su treppiede, l'illuminazio-
ne sulla scena non è mutata. Puntiamo sul
soggetto, memorizziamo l'esposizione con
2.0 2.0 1.0 AE-L e visualizziamo la griglia con Disp.
Poi, senza rilasciare AE-L, ruotiamo il cor-
-1 1.0 1.5 1.5 rettore di esposizione in senso opposto a quel-
lo per la ripresa in sovraesposizione ed im-
postiamo una sottoesposizione. Inseguiamo
1.5 2.0 2.0 1.0 in questo caso una esaltazione dei contrasti
(regolazione "per le luci"). Rilasciamo il pul-
sante AE-L e manteniamo starata la ghiera di
compensazione. Scattiamo. La foto risultan-
te è a più alto contrasto.

punto in zone, con al centro la "zona V" (pro- dotta fedelmente. Se invece misuriamo un'a- però dovremo correggerla, spostandoci sul-
prio in corrispondenza del riferimento cen- rea decisamente più scura constateremo che, la scala in modo da adottare valori più chiu-
trale dello strumento). Era nato quello che se vorremo mantenere con verosimiglianza si (parliamo di coppie tempo-diaframma).
divenne poi l'esposimetro tipo "Weston". i toni scuri nell'immagine finale, dovremo Fin qui, il metodo non si discosta sostan-
Torniamo ora ai ragionamenti sull'esposi- "farla cadere" ad esempio in zona VII. Co- zialmente da un corretto uso di una lettura
zione e operiamo così: misuriamo l'area che me dire: se punteremo su di essa l'esposi- "spot". A ben guardare naturalmente Ansel
vogliamo sia riprodotta in "grigio medio" e metro, centrando l'ago come di consueto, ese- Adams articolò l'insieme della sua teoria in
facciamola "cadere" in Zona V. Sarà ripro- guiremo una misurazione "in zona V". Poi modo più complesso, legando agli aspetti di
Spingendosi verso una sovraesposizione più
marcata, si puliscono i bianchi al massimo
1.0 2.5 3.0 1.5 grado ma si inizia a perdere dettaglio.

+2 2.5 1.5 1.0 3.0 2.0


+ 1.0 2.5 2.0

Sovraesposizione decisa. La sovracorre-


zione è stata eccessiva: occorre sempre fa-
1.5 2.0 re attenzione, specie con le pellicole per dia-
positive, a non eccedere la latitudine di po-
sa della pellicola.
+1 1.5 2.0 1.0
2.5 1.5 1.0

Si può tentare però di "interpretare" con una


personalizzazione la lettura esposimetrica
1.0 1.5 base, correggendo l'esposizione con un +0.5:
una soluzione interessante per esigenze di
stampa in cui si voglia "leggere" di più nel-
+0,5 1.0 1.5 le aree d'ombra.

2.0 1.0

Ecco la situazione "interpretata" dalla mac-


china fotografica: una lettura media molto
1.0 1.0 bene equilibrata, merito dell'ottima taratu-
ra del sistema esposimetrico della Minolta
Dynax 7.
0 1.0 1.0
1.5 1.0

misurazione esposimetrica anche quelli di se a posto variando il trattamento della pel- La situazione d'oggi
trattamento della pellicola in camera oscu- licola, in sostanza intervenendo sulla sua sen- Descritto, sia pure in modo schematico e con
ra. E con ragione: è ben noto infatti che va- sibilità. Va da sé che la forza del metodo di semplificazioni, il procedimento di ieri, ec-
riando ad esempio i tempi di trattamento cam- Ansel Adams è nella controllata e "ripetibi- coci a constatare la realtà d'oggi. Operando
bia il contrasto di una stampa e questo fatto le" concatenazione tra determinati livelli di con le attuali pellicole in rullo, siano esse
è determinante per il risultato finale. La per- esposizione e determinati livelli di grigio, ot- medioformato o 35mm, il sistema zonale è
fetta padronanza della camera oscura può fa- tenibili con un trattamento di sviluppo estre- naturalmente molto meno comodamente pra-
re in modo che un adeguato sviluppo faccia mamente mirato (e dagli effetti noti) caso per ticabile, meno flessibile. Non è possibile in-
coincidere il grigio medio con l'area indivi- caso. Sorvoliamo, in questa sede, sulla pos- fatti adeguare il trattamento della pellicola
duata mentre un'altra zona, ad esempio più sibilità di variare altri parametri, non ultimo alle diverse necessità di ciascun fotogram-
scura, riesce a "cadere" esattamente sulla "zo- quello dell'illuminazione. Lo si fa nella fo- ma. Ogni rullino va sempre trattato in modo
na" deputata a riprodurre il nero voluto. Ci tografia in studio ma non è certo il caso dei uniforme, standardizzato. In più, nella pra-
si ingegna insomma anche a rimettere le co- paesaggi di Adams o Weston. tica della fotografia moderna, soprattutto a
Leggera sottoesposizione intenzionale: è
una possibilità ricercata intenzionalmente
1.5 1.0 da molti fotografi per aumentare la satura-
zione dei colori. Come si nota, il numero
-0,5 1.0 1.5
delle celle in "grigio medio" non è cambia-
to. Può essere una correzione, specie in lu-
ce diffusa, da adottare con sistematicità.
1.0 1.5

Decisa sottoesposizione, con maggiore chiu-


sura dei dettagli nelle aree scure. Un risul-
2.0 1.5 tato ancora accettabile, a conferma che le
pellicole per diapositive sopportano meglio
-1 1.5 2.0 1.0
le sottoesposizione piuttosto che le sovrae-
sposizioni.

2.0 1.0

La sottoesposizione si è fatta eccessiva, i


bianchi tendono a sporcarsi, i particolari in
3.0 1.5 1.0 2.5 ombra sono "chiusi". Meglio non eccede-
re.
-2 1.5 2.5 3.0 1.0 2.0
3.0 1.5 2.0

colori, il sistema zonale non è poi conside- bile infatti non valgono le grandi doti di diapositive, la lettura esposimetrica spot,
rato applicabile anche per altri motivi. Si sa compensazione d'esposizione che distin- indirizzata su di un punto ristretto dell'in-
bene ad esempio che con le attuali pellicole guono il negativo colore. Il procedimen- quadratura. Hanno ragione. In pratica in-
negative colore, complici i trattamenti auto- to di sviluppo e inversione che porta alla fatti non fanno altro che approfittare della
matizzati del negativo e le compensazioni e diapositiva presenta una rigidità di com- loro esperienza per individuare a priori,
correzioni introdotte dalle stampatrici auto- portamento elevata. È sempre stata con- sulla scena, la zona più adatta ad interpre-
matiche, la fotografia "viene sempre". Il pro- siderata un difetto ma nel nostro caso di- tare una situazione di "grigio medio". Su
cedimento fotografico moderno ha una ele- venta un vantaggio. Poiché la diapositiva di essa punta la cellula dell'esposimetro.
vatissima capacità di compensazione degli ha scarse capacità di compensazione, ec- La resa più o meno corretta delle altre zo-
errori. Si può in pratica considerare ridotta co che se si sovraespone si "sposta" real- ne, distanti in termini di luminosità perché
la possibilità, per il fotografo, di sfruttare la mente tutta la fotografia verso una situa- estremamente più chiare o più scure, è la-
rigidità stessa del trattamento di sviluppo: zione di "più chiaro". Se si sottoespone, sciata alle capacità di sopportazione della
scatti sovraesposti o sottoesposti vengono tutto il fotogramma diventa più scuro. La pellicola, Cioè alla latitudine di esposizio-
"compensati" dai moderni minilab e le dif- ripresa può essere guidata in modo più ne. Il metodo è efficace. Presuppone però
ferenze cancellate. È difficile, a volte im- personalizzato. un'esperienza che non tutti hanno. E che
possibile, ottenere una stampa "high key", Vediamo, sul campo, come fare. Molti fo- qualche volta fa sbagliare anche i più esper-
tutta a "toni alti", chiarissima; oppure in sti- tografi esperti dicono di preferire, per le ti.
le "low key", a toni bassi, intenzionalmente
scura.
Bracketing
L'applicazione moderna Una particolarità: anche se è stato attivato il dispositivo di bracketing automatico, cioè
Attenzione, però. Le cose cambiano se il dispositivo che permette l'esposizione a forcella su tre o più fotogrammi, fate atten-
prendiamo in esame le diapositive, mate- zione. Chiedendo alla macchina di mostrare la griglia a nido d'ape del sistema zonale
riale non a torto preferito dai fotoamato- sarà visualizzata la sola griglia che corrisponde alla situazione "media", non la gamma
ri più smaliziati. Per la pellicola inverti- delle varianti bracketing.
più scure che si scosteranno dalla densità me- sizione (staratura luce continua). Sul display
dia (una fascia larga da -1 a +1 EV) appari- sono indicate le variazioni degli squilibri di
Pulsante AE-L ranno rispettivamente bianche o nere, con luminosità tra cellula e cellula: può ad esem-
Attenzione: il pulsante di blocco AE va
scritto all'interno il valore di scostamento ri- pio accadere che improvvisamente aumenti
tenuto premuto. Se si solleva il dito si
spetto alla media (bloccata dall'AE-L). il numero di cellule con tratteggio grigio,
perde la memorizzazione dell'esposizio-
Si noti che sono indicati valori a passi di 1/2 cioè che la correzione d'esposizione porti ad
ne e conseguentemente anche la visua-
stop, ad esempio +1.5, oppure +2, oppure un fotogramma con esposizione media glo-
lizzazione a nido d'ape sul display. È in-
+2.5 o +3, oppure anche valori a passi di 1/3 bale più livellata. È un caso interessante: que-
teressante notare che nella parte alta del
di stop (ad esempio +1.3, +1.7, ecc.). Per sto può essere ad esempio un fotogramma
display compaiono i valori del tempo d'ot-
operare con la griglia "fine", a passi di 1/3 di più facilmente stampabile: un vantaggio per
turazione e del diaframma corrispondenti
stop, è sufficiente che la ghiera del selettore lo stampatore se si opera con un negativo
alla lettura effettuata, nonché l'eventua-
della correzione d'esposizione sia impostata bianconero a bassa sensibilità; un vantaggio
le compensazione d'esposizione intro-
sulla scala numerica di colore arancio. Quan- per il tipografo se si scatta su diapositiva. Co-
dotta.
do i contrasti luminosi sono molto forti e van- sì facendo, ovvero con la staratura intenzio-
no oltre i limiti di +3 o -3, non compaiono nale, avremo in sostanza compiuto un inter-
indicazioni numeriche. Si vedono solo i sim- vento effettivamente da "sistema zonale" mo-
Tecnologia o esperienza? boli + e -, ad indicare forte sovraesposizio- derno, aggiungendo alla "media" decisa dal-
Scegliere che cosa misurare, cioè dove pun- ne o sottoesposizione. la macchina una nostra personalizzazione.
tare lo spot, non è dunque facile. Cercando La pratica d'uso del nuovo sistema Minolta Sarà stato un intervento utile, efficace? Di-
una "media intelligente", i progettisti, da pa- ci suggerisce due aspetti interessanti. pende. Alcune foto, non poche, devono in-
recchi anni, hanno cercato di rimediare pro- Anzitutto è sicuramente utile potere previ- fatti la loro suggestione, la loro bellezza, pro-
ponendo esposimetri multizonali, a matrice, sualizzare se, e di quanto, alcune aree della prio alla presenza di marcati salti di lumi-
con tante cellule capaci di eseguire una me- scena escano dalla latitudine di esposizione nosità, a contrasti di chiaroscuro. Una com-
dia complessa. Sono sicuramente efficaci e concessa dalle pellicole. Si può dire che le pensazione eccessivamente a favore di un li-
hanno reso più veloce la fotografia di repor- pellicole per diapositive riescano a registra- vellamento dei contrasti può quindi essere
tage. re dettagli sufficientemente bene fino a so- controproducente. Però, a volte e soprattut-
Però non possono sapere "dove" il fotografo vraesposizioni massime di circa +2 stop e to in situazioni in cui siano presenti punti lu-
preferirebbe, a fini creativi o semplicemen- sottoesposizioni fino a -3 stop. Diventa quin- ce esasperatamente forti (lampade, in foto
te per gusto personale, collocare la zona di di facile un interessante controllo preventi- d'interni), va tenuto conto che il sistema espo-
grigio medio. Eccoci al punto. È qui, infat- vo. simetrico può reagire esageratamente pro-
ti, che è intervenuta la progettazione inno- In secondo luogo, soprattutto in presenza di prio nei riguardi delle alte luminosità pre-
vatrice di Minolta. scene con un'ampia varietà di contrasti lu- senti. In questi casi, regolando la ghiera di
Quello che vogliamo chiamare il sistema zo- minosi, addirittura con lampioni o altre sor- compensazione intenzionale si possono "al-
nale automatico della Dynax 7 è semplice- genti di luce nell'inquadratura, può essere in- largare" le aree di grigio medio in cui la fo-
mente, ed essenzialmente, una variante di teressantissimo intervenire con il correttore tocamera riesce a distinguere bene diversi
"visualizzazione" della lettura effettuata dal- intenzionale dell'esposizione (ghiera per sta- dettagli (cioè si può "sfondare" meglio nel
l'esposimetro a 14 cellule che Minolta ha da ratura in luce continua, posta a sinistra sulla buio, in modo tuttavia sempre controllato).
tempo adottato sulle sue reflex migliori. Si calotta della macchina). In questo caso, ec- Si constaterà che i "punti luce" anche in que-
tratta di un semplice perfezionamento però co che si va incontro proprio a quell'impie- sto caso rimarranno comunque tali, indivi-
di un procedimento importante. Sulla Dynax go che abbiamo etichettato come "sistema duati dal segno "+" che, sulla cella corri-
7 si fa così: si inquadra la scena desiderata, zonale automatico". spondente del sistema a nido d'ape, segnala
si preme il pulsante di memorizzazione del- In breve: si tratta di inquadrare, memorizza- la presenza di una sovraesposizione che ec-
l'esposizione (siglato AE-L come di consue- re l'esposizione con il tasto AE-L, premere cede la capacità di compensazione della pel-
to) e, poi mantenendolo premuto anche se si il pulsantino "Disp" e rilasciarlo. A questo licola.
stacca la fotocamera dall'occhio, si aziona punto, sempre senza mollare la pressione sul Il sistema zonale di Ansel Adams presuppo-
(anche solo per un attimo), il pulsantino "Di- tasto AE-L, si valuta la distribuzione delle ne un'esperienza di camera oscura e la pos-
sp" sul dorso della fotocamera. luminosità sulla griglia a nido d'ape mostra- sibilità di visualizzare solo dopo lo sviluppo
Così facendo, su quello che Minolta chiama ta dal pannello LCD. Si osserva l'estensione e la stampa i risultati. La soluzione "elettro-
il pannello di navigazione, compare la gri- delle zone tratteggiate che mostrano le posi- nica" di oggi non prescinde naturalmente da
glia a nido d'ape delle cellule dell'esposime- zioni restituite in "grigio medio". Attenzio- un'esperienza che, analogamente, ciascuno
tro. Le cellule che restituiranno in "densità ne: ora si può provare (ripetiamo: senza ri- può farsi giudicando le immagini di ritorno
grigio medio" la scena, appariranno sempli- lasciare la pressione su AE-L), a ruotare avan- dal laboratorio. Però offre il punto di forza
cemente tratteggiate. Le zone più chiare o ti o indietro la ghiera del correttore d'espo- di una notevole immediatezza di valutazio-
ne. È prezioso perché consente di adopera-
re in modo più consapevole tutte le funzio-
ni accessorie di una reflex d'alta classe, per-
Passi di compensazione ché aiuta a decidere se intervenire, comun-
Nella griglia a nido d'ape gli scarti indicati possono essere a passi di 1/2 stop oppure an- que in modo meglio mirato, con il corretto-
che solo di 1/3 di stop: dipende dalla scelta, decisa dal fotografo, della scala di staratu- re d'esposizione. Una bella soluzione, per
ra intenzionale sulla ghiera posta sulla calotta, a sinistra (esistono infatti due gradua- rendere più "guidabile" una reflex di classe.
zioni, una bianca ed una arancio, rispettivamente per passi di 1/2 o 1/3 di stop).
Maurizio Capobussi
TECNICA

TEORIA E PRATICA
DELLA DUPLICAZIONE
Dalla taratura dell’attrezzatura alla filtratura per la correzione cromatica,
al calcolo dell’esposizione ottimale. Test dell’ingrandimento e
test della Agfa Scala 200x per duplicazioni in BN.

La taratura dell’attrezzatura tempo e richiederà delle correzioni solo per I filtri


Nel fascicolo dello scorso mese abbiamo l’invecchiamento della sorgente luminosa. Se si utilizza una lampada tipo Argaphoto
esaminato l’attrezzatura necessaria per la Un consiglio pratico è quello di non filtra- si potranno utilizzare i filtri del pacchetto
duplicazione delle diapositive; ora pren- re sommando contemporaneamente tutti e Ilfochrome, facilmente reperibili sul mer-
diamo in considerazione il procedimento. tre i filtri: otterrete solo un abbassamento cato, o comunque filtri in acetato di inten-
A seconda dell’emulsione impiegata, del della luminosità, in quanto i tre filtri som- sità differente sempre nei colori Cyan, Ma-
tipo di sorgente luminosa e di obiettivo, è mati danno il grigio, cioè solo una ridu- genta e Giallo.
necessario provvedere a creare un pacchetto zione della quantità di luce. I filtri andranno sistemati tra la diapositi-
di filtratura base, dopodiché si interverrà Una volta effettuata la taratura di base, oc- va e la sorgente luminosa. Se si utilizza una
per apportare le correzioni richieste dagli correrà aggiungere o sottrarre la taratura testa a colori rovesciata o un diaduplicato-
originali da duplicare. propria del lotto di emulsione che si sta ado- re, i filtri sono già incorporati e si regola-
Le confezioni delle pellicole da duplica- perando; si arriverà così alla taratura defi- no con manopole a scala decimale.
zione riportano una filtratura base propria nitiva. Ogniqualvolta si cambierà il lotto di I filtri, usati nell’ordine di qualche decina
del lotto di emulsione, ma è più immedia- emulsione si aggiungerà o sottrarrà la ta- di punti, non provocano sostanziali diffe-
to cominciare a provare l’emulsione con i ratura del nuovo lotto. renze d’esposizione: 130 punti di ciano o
filtri a zero, per poi andare ad affinare il ri- Questo in teoria; in pratica è sempre buo- magenta equivalgono a un diaframma, 130
sultato con provini successivi. Si può in- na norma iniziare ogni rullo di duplicazio- punti di giallo a mezzo diaframma.
tervenire direttamente sulle dominanti cia- ne duplicando l’originale base, quello con
no, magenta e giallo sottraendo il colore i grigi e i bianchi, per poter valutare anche La sensibilità della pellicola
dominante o aggiungendo il complemen- eventuali scostamenti operati dai bagni del Mentre Kodak sulle confezioni dichiara una
tare. Per maggiore chiarezza guardate il box laboratorio. È chiaro che è sempre meglio sensibilità nominale (di norma tra i 30 e i
con la stella dei colori e la tabella delle cor- appoggiarsi al medesimo laboratorio. 40 ISO), Fuji non riporta sulla confezione
rezioni cromatiche pubblicato nelle pagi- Se quindi, per esempio, abbiamo ottenuto un riferimento di sensibilità, che però è so-
ne seguenti. come taratura base +20 C (Cyan) e +40 Y stanzialmente simile a quella di Kodak, cioè
Per la taratura è necessario utilizzare un (Giallo), utilizzando un’emulsione che ha tra i 30 e i 40 ISO. Ed è su questa sensibi-
originale il più neutro possibile, quindi con come sua taratura +05 C e +15 Y, la tara- lità che andremo a tarare l’esposimetro del-
grigi e bianchi e nessuna massa di colore tura base dell’attrezzatura sarà: la fotocamera anche se, come vedremo di
dominante. 20 C – 05 C = 15 C, 40 Y – 15 Y = 25 Y. seguito, l’impiego dell’esposimetro TTL è
Questo è l’unico modo per tarare l’attrez- Quindi: piuttosto relativo.
zatura; la taratura durerà poi per diverso +15 C e +25 Y.
LA PROVA DELL’INGRANDIMENT O
Abbiamo messo a confronto l’originale con il duplicato
a diversi rapporti di ingrandimento.

Il calcolo dell’esposizione
Poiché in questo caso stiamo duplicando
positivi, mettiamo la fotocamera nelle me-
desime condizioni di una ripresa dal ve-
ro e, se il sistema esposimetrico è di tipo
avanzato, in teoria ci si potrebbe affidare
totalmente all’esposimetro della macchi-
na.
In pratica, nel momento in cui andremo a
fare le provinature per la filtratura di ba-
se, converrà fare anche una provinatura
per determinare l’esatta esposizione di
partenza. Converrà quindi operare un
bracketing a mezzi stop per una migliore
centratura dell’esposizione di partenza,
utilizzando sempre un originale perfetta-
mente esposto e con diversi toni di grigio.
Con un originale di media densità, con un
obiettivo 50mm, con soffietto esteso per
un rapporto di riproduzione 1:1, con espo-
sizione f/11 a 1/2”, il bracketing potrà es-
sere il seguente: -2, -1.5, -1, -0.5, 0, +0.5,
+1, +1.5, +2.
Non conviene chiudere ulteriormente il
diaframma, per evitare il fenomeno della
diffrazione, nè aprirlo maggiormente per
avere ancora quel minimo di profondità
di campo e di correzione ai bordi che con-
sentono una buona nitidezza sull’intera
immagine. Conviene quindi operare il
bracketing agendo sui tempi di otturazio- Originale ingrandito al microscopio Duplicato ingrandito al microscopio
ne. rispettivamente di 50x, 100x, 300x. rispettivamente di 50x, 100x, 300x.
L’esposimetro della fotocamera sarà mol-
to utile per calcolare con facilità aumen-
ti di esposizione necessari se si cambia il
tiraggio del soffietto per ingrandire parti- un duplicato identico. Se poi vorremo in- La dia intelaiata viene appoggiata su un
colari dell’originale, o per sovraesposizio- tenzionalmente schiarire o scurire l’origi- piano di metallo con perni di registro nel
ni intenzionali di originali fortemente sot- nale, solo a quel punto, valutando lo sco- diaduplicatore o fissata con una pinza nel
toesposti; non può invece esserlo per au- stamento dell’esposimetro, potremo ope- repro del soffietto. La dia in striscia viene
tomatizzare il processo di duplicazione. rare delle sotto o sovraesposizioni inten- fatta scorrere attraverso le guide a maschere,
Una volta definita l’accoppiata tempo/dia- zionali. esattamente come nell’ingranditore, o in
framma capace di duplicare perfettamente un incavo apposito sempre nelle pinze del
un originale correttamente esposto e con L’originale repro.
soggetti e contrasto simili al grigio medio Può essere intelaiato o in striscia. Sia i dia- È sconsigliabile utilizzare i vetri per con-
18% della Kodak Grey Card, questa sarà duplicatori che gli aggiuntivi repro per i trastare il maggior rischio di polvere; in
l’accoppiata di partenza che utilizzeremo soffietti hanno in dotazione accessori e ma- ogni caso il vetro a contatto della parte su-
per ogni originale, sotto o sovra esposto schere per poter accettare tanto la dia inte- periore della dia deve necessariamente es-
che sia, in low o in high key, per ottenere laiata che in striscia. sere Antinewton.
LA FILTRATURA CORRETTA

Originale. Tempo 1/2”- Diaframma f/11-


Filtratura +80C.
La maggiore planeità dell’originale sotto
vetro è irrilevante in termini di maggiore
nitidezza, perché la profondità di campo
generata dalla chiusura del diaframma con-
sente di recuperare ampiamente l’eventua-
le mancanza di planeità dell’originale.
È importante tenere presente che i telaiet-
ti di norma impiegati dai laboratori hanno
una luce di 23x35mm circa, il che signifi-
ca che il duplicato, a meno di non togliere
Tempo 1/2”- Diaframma f/11- Tempo 1/2”- Diaframma f/11-
l’originale dal telaietto, non comprenderà
Filtratura +40M. Filtratura +80M.
tutta l’immagine. Il duplicato inoltre, una
volta intelaiato, perderà ancora almeno un
millimetro per lato.
Se quindi occorre duplicare integralmente
un’immagine è consigliabile, all’atto del-
lo sviluppo del rullo con gli originali, chie-
dere al laboratorio la restituzione in stri-
scia; la striscia è inoltre molto più veloce
da duplicare perché si passa facilmente da
un fotogramma all’altro; la striscia scon-
giura anche il rischio dei difetti di inte- Tempo 1/2”- Diaframma f/11- Tempo 1/2”- Diaframma f/11-
laiatura. Filtratura +60Y. Filtratura +80Y.

Evitare la polvere
La polvere è il nemico pubblico numero MG ICRI: è disponibile sia con la can- l’oculare.
uno della duplicazione; quando possibile, nula rigida, che con un tubo flessibile
è sempre meglio duplicare in ambienti non che consente un impiego più comodo sul Lo sviluppo
troppo secchi e quindi sono da evitare le piano di lavoro senza il rischio di incli- Abbiamo già detto che è sempre consi-
giornate ventose, a meno che non si di- nare la bombola. Il gas non è infiamma- gliabile appoggiarsi al medesimo labora-
sponga di un umidificatore per aumentare bile e ha un coefficiente di impoveri- torio.
l’umidità relativa dell’ambiente di lavoro. mento dell’ozono uguale a zero, quindi Una procedura per migliorare la nitidezza
È anche da evitare la pulizia dell’origina- è ecologico. dei duplicati è quella di provare a sottoe-
le con panni più o meno antistatici, che non sporre di mezzo stop e sovrasviluppare di
fanno altro che aumentare la carica elet- Il corretto allineamento conseguenza (push +0,5).
trostatica della striscia originale, renden- Prima di procedere alla duplicazione è ne- Verrà aumentato il contrasto e di conse-
dola ancora più vulnerabile alla polvere e cessario accertarsi che piano pellicola e ori- guenza crescerà la sensazione di nitidezza.
con evidenti rischi di graffiature. ginale siano perfettamente paralleli. Raccomandiamo sempre di eseguire alcu-
Neanche i pennelli con soffiatore incorpo- La procedura migliore consiste nel con- ne prove a perdere per verificare la pre-
rato risolvono al meglio il problema. Si con- trollare il parallelismo dell’attrezzatura met- senza o meno di un visibile miglioramen-
siglia invece caldamente l’impiego di aria tendo al posto dell’originale un campione to.
compressa, utilizzando le apposite bom- di lucido per disegno tecnico reticolato.
bolette in vendita nei negozi di fotografia. Si può anche fare un controllo prelimina- Gli originali impossibili
Si sconsiglia l’uso del compressore per il re con una livella a bolla, appoggiandola Ci riferiamo a diapositive fortemente so-
rischio di bombardare l’emulsione con par- sul diaduplicatore e poi sulla fotocamera, vra o sottoesposte.
ticelle di lubrificante e di umidità nebuliz- in un punto che sia certamente parallelo al Duplicando è possibile salvare originali sot-
zata, soprattutto se si opera in zone e/o lo- piano pellicola, come la tasca d’informa- toesposti anche di 2 stop, sovraesponendo
cali con un alto tasso di umidità relativa. zione pellicola sul dorso della macchina, o di conseguenza in duplicazione.
Un prodotto valido è la bombola della
TABELLA DELLE CORREZIONI CROMATICHE
Dominante Sottrarre Aggiungere Aggiungere
Cyan Cyan Magenta Giallo
Magenta Magenta Ciano Giallo
Giallo Giallo Ciano Magenta
Dominante Aggiungere Sottrarre Sottrarre
Rosso Ciano Magenta Giallo
Verde Magenta Ciano Giallo
Blu Giallo Ciano Magenta

Originale. Duplicato non filtrato. Raffreddamento della luce Riscaldamento della luce
ambiente con +80C. ambiente con +80Y.

È altrettanto possibile salvare originali so- formato 24x58mm otterremo un duplicato


vraesposti fino a 1 stop sottoesponendo di in formato 24x36 in cui le misure della fo-
conseguenza. to panoramica diventeranno 15x36mm, o
Il risultato finale, specie con gli originali 13x36mm se la diapositiva di partenza era
sottoesposti, è quasi stupefacente, mentre di 24x65mm.
con gli originali sovraesposti si otterrà un La Gepe ha in catalogo diversi telaietti in
duplicato a basso contrasto e di qualità non grado di intelaiare questi “ibridi”, come il
eccellente. 12x36 Panoramic 35, e ancora il 14x35mm
Anche in termini di dominanti presenti sul- e il 17x35mm.
l’originale la duplicazione ha qualcosa da Con questi telaietti è possibile intelaiare e
dire: dominanti verdastre, bluastre o ros- presentare tranquillamente all’interno di
sicce possono tranquillamente essere an- una proiezione con proiettori per il forma-
nullate in duplicazione, ottenendo dupli- to 24x36, anche spettacolari immagini pa-
cati certamente migliori dell’originale. noramiche, che di norma andrebbero mo-
strate con i proiettori per il medio forma-
La duplicazione di foto to, e quindi raramente proiettate.
panoramiche Se poi si utilizza il telaietto 40x40mm, sem-
Se abbiamo un diaduplicatore con un pia- pre della Gepe, mascherando manualmen-
no di lavoro adatto per coprire anche il me- te con del cartoncino lo spazio bianco oriz-
dio formato, potremo tranquillamente du- zontale, si otterranno, da originali
plicare anche fotografie eseguite con mac- 24x58mm, dei duplicati nel formato pano-
chine panoramiche che adottano la pelli- ramico 16.5x40mm,che potranno essere
cola 135. Se l’originale panoramico è nel proiettati con un proiettore per dia 24x36.
Le variabili, marca e tipo di pellicola ori- La Scala 200x di Agfa è l’unica
Il risultato finale ginale, lotto e filtratura base della pellico- pellicola positiva in commercio
Le foto eseguite al microscopio (50x, 100x, la per duplicazione, cambiamenti di tem- in grado di autoduplicarsi, nel senso
300x) per confrontare l’originale con il du- peratura di colore dovuti a invecchiamen- che è possibile usare per duplicazione
plicato evidenziano una prevedibile perdi- to della lampada e a invecchiamento dei fil- la stessa emulsione
ta di qualità in duplicazione. tri, variazioni cromatiche apportate dallo impiegata per la ripresa.
Va tenuto presente che gli esempi riporta- sviluppo, ci portano ad affermare che quan- In duplicazione la Scala 200x andrà
ti stanno a significare che una diapositiva do si è arrivati a un duplicato “praticamente” esposta a 100 ISO e sottosviluppata
ingrandita 50 volte corrisponde a una stam- identico all’originale conviene fermarsi nel- a -1 stop (pull -1). In questo modo si
pa di 1.20x1.80 metri, 100 volte equivale la messa a punto della procedura e non cer-
otterrà un duplicato con maggiore
a una stampa di 2.4x3.6 metri e 300 in- care l’impossibile.
estensione tonale,
grandimenti equivalgono a una stampa di
Conclusioni minore contrasto e grana più fine.
7.20x10 metri. Calcolando poi la distanza
a cui si osserva la stampa, o la diaproie- È possibile quindi ottenere ottimi duplica- Ma con la Scala si può fare molto di
zione, questa differenza in termini di niti- ti e intervenire sugli originali in duplica- più: è possibile modulare a
dezza con l’originale non è avvertibile dal- zione per migliorare eventuali problemi oc- piacere il contrasto esponendo
l’occhio umano, che è sempre comunque corsi in ripresa. da 800 ISO fino a 100 ISO,
in grado di adeguarsi e “riempire” even- È sempre buona norma prendere nota di variando di conseguenza lo sviluppo
tuali difetti, finché naturalmente non lo si ogni intervento, dalla filtratura al tempo di da Push 2 a Pull -1. Il contrasto è
mette nelle condizioni di fare un confron- esposizione, e farsi consegnare dal labora- maggiore quando la dia viene sottoe-
to omogeneo. È quindi evidente che se par- torio i duplicati intelaiati con numero pro- sposta e sovrasviluppata,
liamo di un lavoro da presentare duplica- gressivo stampato sul telaio, così da poter minore quando viene sovraesposta e
to, una diaproiezione per esempio, tutte le analizzare senza problemi le differenze an- sottosviluppata, come è facilmente
diapositive dovranno essere dei duplicati. notate in precedenza. visibile nelle prove che pubblichiamo.
Anche per quanto concerne le dominanti L’originale eletto a dia-test va sempre cu- Un altro sistema per modificare
bisogna fare la tara: non sempre, come so- stodito e utilizzato come primo scatto ad il contrasto con la Scala 200x è
pra descritto, l’originale presenta una do- ogni rullo di duplicazione; consentirà utili intervenire con i filtri giallo o
minante piacevole e realistica; spesso il du- confronti per misurare le variazioni da ap- magenta del diaduplicatore,
plicato, anche se diverso dall’originale, re- portare. esattamente come si fa con la carta
stituisce un’impressione migliore. bianco e nero a contrasto variabile.
Agfa assicura che la perdita di qua-
lità tra l’originale su Scala e il dupli-
cato su Scala è praticamente
inavvertibile.

INDIRIZZI:

● IFF, distribuita da Manfrotto Trading Milano. Tel. 02.56.97.041, fax 02.53.93.954.


www.manfrotto.it, www.manfrotto.com. E-mail: trading@manfrotto.it

● Lupo, distribuita da Lupo snc di Collegno (TO). Tel. 011.411.02.02, fax


011.411.14.03.

● Novoflex: Cattaneo Import Export, Genova. Tel. 010.83.14.825, fax 010.83.14.841

● Fuji: Onceas Fuji Film Milano. tel.: 02.84.64.121. www.fujifilm.it

● Kodak: tel. 02.66.02.81. www.kodak.com

● Agfa: tel. 02.3074.1. www.agfaphoto.com

● Gepe è distribuita da Fowa Torino. Tel. 011.81.441, fax. 011.89.93.977.


www.gepe.com Interessanti anche le applicazioni nella
diagnostica, in quanto è possibile dupli-
● MG ICRI è distribuita da Unionfotomarket. Tel. 02.33.021.1. care radiografie, sia a lastra intera, che
solo un particolare, ottenendo nel dupli-
Laboratori che trattano lo sviluppo della Scala: cato una radiografia miniaturizzata e
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Tel. 02.66.01.45.57.
● Chrome, Via Sansovino 30, 20133 Milano. Tel. 02.266.4175. www.chrome.it
DUPLICARE IN BIANCO E NERO

Esposizione a 100 ISO, Pull -1. ➨

Esposizione a 125 ISO, Pull -2/3. ➨

Esposizione a 150 ISO, Pull -1/3. ➨

Esposizione a 200 ISO, ➨


sviluppo normale 6’.

Esposizione a 400 ISO,


sviluppo Push +1.

Esposizione a 800 ISO, ➨


sviluppo Push +2.

Con la Scala 200x è anche possibile ottene-


re eccellenti duplicati in bianco e nero di
diapositive a colore.

Duplicato su Scala 200x esposta Duplicato su Scala 200x esposta


a 200 ISO. a 150 ISO con Pull -1/3.

Originale di partenza.
IL DECALOGO DELLA DUPLICAZIONE
Prima di iniziare: Le domande da porsi prima di ogni scatto:
❒ Il diaframma è in posizione di lavoro?
❒ Avete controllato il parallelismo piano pellicola/originale?
❒ Il tempo di scatto è correttamente selezionato?
❒ Le luci nel locale sono spente? ❒ La messa a fuoco è stata controllata?
❒ C’è polvere sull’originale?
❒ C’è polvere sul vetro luminoso del diaduplicatore?
❒ L’originale è parallelo ai bordi del mirino?
❒ Il pacco filtri è inserito?

QUALE DIFETTO, QUALE SOLUZIONE


Problema Causa Soluzione
Il duplicato è omogeneamente sfuocato La messa a fuoco non è corretta Controllare la messa a fuoco

Il duplicato è omogeneamente sfuocato La macchina non era ben fissata allo stativo o il diaduplica- Fissare bene la macchina allo stativo, fare atten-
tore è stato mosso durante lo scatto zione a non toccare il diaduplicatore durante lo
scatto

Il duplicato è omogeneamente sfuocato Il gruppo di duplicazione è scarsamente ancorato e/o troppo Alzare preventivamente lo specchio prima dello
leggero e l’alzo dello specchio durante lo scatto ha creato un scatto
effetto mosso
I primi duplicati sono a fuoco, i successivi La messa a fuoco è stata controllata all’inizio e non per ogni Controllare ogni volta la messa a fuoco
sono omogeneamente sfuocati successivo duplicato
Il duplicato è omogeneamente sfuocato, nono- Lo schermo di messa a fuoco non è correttamente inserito, Controllare i singoli elementi
stante la messa a fuoco sia stata controllata lo schermo di messa a fuoco non è corretto diottricamente,
accuratamente per ogni duplicato la correzione diottrica sul pentaprisma non è corretta sul-
l’occhio dell’operatore.
Il duplicato è sfuocato da una parte Il piano pellicola non era parallelo all’originale Controllare il parallelismo

I primi duplicati sono a fuoco, i successivi Il piano pellicola non era parallelo all’originale a causa di Fissate meglio la fotocamera allo stativo o utiliz-
sono sfuocati da una parte uno spostamento dello fotocamera durante il riarmo manua- zate una fotocamera motorizzata
le dell’otturatore

Il duplicato è sottoesposto Il diaframma di lavoro selezionato era troppo chiuso Aprire il diaframma

Il duplicato è sottoesposto Il tempo di scatto selezionato era troppo veloce Cambiare il tempo di scatto

Il duplicato è sottoesposto Sono stati inseriti contemporaneamente i filtri C, M e Y che Non usare mai i tre filtri contemporaneamente.
si sono comportati come un filtro di densità neutra

Il duplicato è sottoesposto È stata introdotta una filtratura elevata, almeno 130 punti, Quando si introducono filtrature molto elevate
senza correggere l’esposizione rifare l’esposizione

Il duplicato è sovraesposto Il diaframma di lavoro selezionato era troppo aperto Chiudere il diaframma

Il duplicato è sovraesposto Il tempo di scatto selezionato era troppo lento Cambiare il tempo di scatto

Il duplicato è storto L’originale non è stato correttamente posizionato Riposizionare l’originale

C’è una dominante incorreggibile Spegnere la luce nel locale


La luce nel locale era accesa

C’è una dominante incorreggibile La sorgente luminosa ha superato le ore di lavoro consenti- Cambiare la lampada, controllare l’alimentatore
te, o l’alimentazione della lampada dicroica non è a 12 V. della lampada dicroica.

Il duplicato presenta delle tracce di polvere L’originale non è stato correttamente pulito prima della Pulire sempre ogni originale con un soffio d’aria
nitide duplicazione compressa

Il duplicato presenta delle tracce di polvere All’atto della duplicazione erano presenti tracce di polvere Pulire sempre il piano luminoso con un soffio
sfuocate sul piano luminoso del diaduplicatore, non visibili con il dia-
d’aria compressa
framma a tutta apertura.
Il duplicato non copre l’intero originale
È stata utilizzata una fotocamera con mirino che non copre Se si usa il soffietto accorciare la distanza obiet-
tivo fotocamera, e comunque diminuire il rap-
il 100% dell’area inquadrata porto d’ingrandimento impiegato. Allontanare
l’obiettivo dall’originale.
PROFESSIONE

Lou Reed, musicista, 1998.

TIMOTHY
GREENFIELD-SANDERS
Jodie Foster, attrice, 1989.
Ritratti di grande formato realizzati con Po- agli ambiti più diversi. more, ad un atteggiamento spontaneo, e
laroid, un’unica luce che investe il sogget- Jasper Johns, Lou Reed, Willem de Koo- quindi, allo scatto ideale.
to, solo quindici minuti a disposizione per ning, Hillary Clinton, Jimmy Carter e Ste- Dotato di grande capacità introspettiva e di
sessione (tranne qualche eccezione, vedi ven Spielberg sono solo alcuni dei Vip che intuito psicologico, Timothy è molto velo-
Monica Lewinsky). Questi i parametri a cui hanno posato nella sua casa-studio situata ce nell’agguantare la vera essenza di chi
Timothy Greenfield-Sanders si attiene per nel cuore del Village a New York, una chie- gli sta di fronte.
creare fotografie assolutamente originali e sa sconsacrata dove l’artista accoglie il per- L’ansia di apparire belli, il timore reveren-
uniche da mettere in cornice come quadri sonaggio di turno e in men che non si dica ziale dinanzi alla rarissima Polaroid di le-
di valore. lo mette a suo agio. L’atmosfera tranquil- gno 20x24 pollici (ne esistono solo cinque
I personaggi ritratti, di fama internaziona- la, la presenza della moglie Karin, figlia esemplari al mondo) e il pensiero vanito-
le i più, appartengono prevalentemente al- del famoso pittore espressionista Joop San- so di divenire immortali possono giocare
la sfera artistica e politica, ma l’infinita gal- ders, l’allegria delle bimbe Isca e Liliana brutti scherzi e stravolgere un volto con
leria di attori, registi, galleristi, statisti, scrit- che giocano lì vicino, tutto contribuisce a sorrisi fasulli, muscoli contratti, espressio-
tori e rock star viene arricchita anche da creare un’ambientazione amichevole, ri- ni innaturali, sguardo vagabondo. Ma Ti-
una folta schiera di personalità attive negli lassata, informale che dispone al buonu- mothy è padrone della situazione e, tempo
Nella pagina precedente: Andres Serrano, artista, 1992. Sopra: Robert Mapplethorpe, artista, 1981.
Chuck Close, artista, 1988.

pochi minuti, il ritratto è fatto: talmente co di Timothy - troviamo circa 350 ritratti
“realistico”, verace e così profondamente scelti da un immenso archivio di 5000 ce- Il volume “Timothy Greenfield-Sanders”
intimo da destare, nel modello, innamora- lebrità, forse il più vasto esistente. è edito da Alberico Cetti Serbelloni ed
mento a prima vista. E’ per questo che an- “Un lavoro difficile, quello della selezio- è curato da Demetrio Paparoni. Una se-
che i più schivi o coloro che, come l’arti- ne - ammette Demetrio che segue il lavo- lezione delle immagini di Greenfield-
sta Bridget Riley, non amano posare, sot- ro dell’artista da oltre dieci anni – comun- Sanders è stata recentemente esposta a
tostare a tutte quelle regole che la ritratti- que abbiamo privilegiato la bellezza del- Napoli presso il Maschio Angioino.
stica comporta, accettano di buon grado di l’immagine, piuttosto che la fama del mo-
essere immortalati da Timothy. dello in questione”.
Per ogni sessione vengono fatti mediamente Così è nata la prima grande monografia di
cinque scatti. Quando Greenfield-Sanders Greenfield-Sanders, arricchita, oltre che da
non è soddisfatto di un risultato, tende a un’introduzione di Francesco Clemente e
sbarazzarsi di queste foto. Ma se una vol- da un saggio dello stesso Demetrio, anche
ta il suo primo impulso era quello di cesti- da un’ampia antologia critica con testi di
narle, ora le mette momentaneamente da autori quali Peter Halley, Doug e Mike
parte, offrendo loro una possibilità di ri- Stern, Stephen Greco.
scatto futuro, convinto che, se osservate Chiude il sofisticato volume un’autobio-
con nuovi occhi, esse possano acquistare, grafia snella e strutturata in modo straor-
a distanza di anni, pregi insperati con con- dinario, nella quale lo stesso artista riper-
seguente promozione e ammissione in ar- corre i momenti salienti della carriera at-
chivio. traverso un percorso ideale costellato di fo-
Nel libro qualitativamente ineccepibile edi- tografie, fotogrammi, disegni e copertine
to da Alberico Cetti Serbelloni Editore e di riviste.
curato da Demetrio Paparoni - grande ami- Cristina Franzoni
RIPRESA

TRA LE RAPIDE DEL NERA Fotografia d’azione ai piedi della cascata delle Marmore

La compressione dei piani data dall’impiego di lunghe focali aggiunge, in questo genere di foto, efficacia all’immagine.

In Umbria, proprio sotto la celebre casca- loce, ribollendo sulle rocce per oltre 3 chi- Chi ama la natura e lo sport potrà adden-
ta delle Marmore, l’acqua si riversa spu- lometri e formando rapide classificate da- trarsi in sentieri stretti e tortuosi, scendendo
meggiando in mezzo ad una ricca vegeta- gli esperti come di “quarto grado”. Le ac- lungo le rive, per scattare immagini spes-
zione. È un posto ideale per praticare di- que sono contornate da una vegetazione so veramente emozionanti. Dovrà natu-
verse discipline sportive “acquatiche”, co- rigogliosa, in un ambiente che sembra tro- ralmente provvedersi di abbigliamento
me il rafting, l’hydrospeed, il kayak. In picale. L’ambiente, e l’occasione, sono adatto, un paio di scarpe da trekking e un
questo ambiente il fiume Nera scorre ve- dunque adatti a scattare belle immagini. comodo zaino per trasportare il materiale.
Ponendosi sufficientemente vicino a punti di passaggio obbligati, è possibile cogliere
anche dei ritratti “d’azione” dei protagonisti di questo sport.

Aspetti di ripresa zione all’esposizione ed alla valutazione


La folta vegetazione, la presenza del- dei contrasti. Spesso è opportuno so-
l’acqua con i suoi riflessi, rendono a vol- vraesporre di uno stop rispetto alle indi-
te non facile la ripresa fotografica, com- cazioni suggerite dall’esposimetro incor-
plicata dall’esistenza di contrasti elevati. porato nella fotocamera (supponendo na-
Data la scarsa luminosità del luogo il con- turalmente una misurazione iniziale pre-
siglio è di recarsi sul posto, per fotogra- valentemente influenzata dalle forti lu-
fare, in giornate ben soleggiate. I raggi minosità ambientali). In casi critici d’e-
del sole, comunque, penetrando attraver- sposizione non è da escludere il ricorso
so la fitta vegetazione, creeranno forti sal- al bracketing.
ti d’ombra e di luce. Sarà preferibile ri- Le foto pubblicate in queste pagine sono
correre ad una pellicola di sensibilità piut- state scattate con una fotocamera Nikon
tosto elevata, suggeriamo una 400 ISO, e F-70 e con ottiche zoom 28-70mm e 70-
in ogni caso si dovrà porre molta atten- 210mm Sigma.
Lo zoom è molto utile perchè consente rapidi adeguamenti
di inquadratura. Un problema in questo genere di foto è da-
to dai contrasti di luce sulla scena, che richiedono di valu-
tare con attenzione l’esposizione.

Fotografare il rafting
Lo zoom è utilissimo perché consente rapidi adeguamenti di in-
quadratura, su soggetti che si muovono abbastanza velocemen-
te. Siamo in presenza di una fotografia d’azione e sarà oppor-
tuno scattare sempre con tempi d’otturazione rapidi, aiutati in
questo anche dall’alta sensibilità della pellicola scelta. Nel raf-
ting tutto l’equipaggio è chiamato a pagaiare e, sebbene la di-
rezione sia dettata dal timoniere, se non vi sono affiatamento e
coordinazione, il gommone andrà dove lo spinge la corrente,
con qualche rischio per i partecipanti alla discesa di finire in ac-
qua. Per sicurezza i gommoni sono più d’uno e in contatto tra
Rafting, hydrospeed, kayak: le discipline fotografabili sono diverse ma tutte acco-
munate dalla presenza di colori vivaci

loro e nelle rapide più difficoltose c’è un leggiante, da tenere ben saldo con le ma-
soccorritore fluviale pronto a intervenire. ni e che consente di flottare con sicurez-
Oltre al rafting è affascinante naturalmente za nelle discese.
fotografare altri sport fluviali: il kayak, In questo bellissimo scenario si provano
l’imbarcazione che più d’ogni altra per- bellissime sensazioni e stimoli a fotogra-
mette di muoversi con agilità e sveltezza fare: i giochi d’acqua sulle rocce leviga-
sulla corrente, è spettacolare anche per la te, le rapide e gli spruzzi che avvolgono i
sua possibilità di tornare in assetto dopo gommoni, i gridi di gioia dei partecipan-
un rovesciamento, una particolarità unica ti; e nello stesso tempo si apprezza, intor-
ed affascinante. no, tanta quiete. Condizioni magiche, per
C’è poi l’hydrospeed, un altro modo coin- fare belle fotografie.
volgente di scendere lungo la corrente con
una specie di piccolo bob in plastica gal- Foto di Marcello Tramandoni
IMMAGINI

UNA LUCE
IN FONDO AL MARE

Otaria (Zalophus Sp).

Poche parole, perché le immagini pubbli- zione su di essi. Ha raccontato curiosità e ed Alberto Angela, due CD-Rom dal titolo
cate già parlano da sole. Sono scatti splen- segreti di questi animali in diverse occa- "Il meraviglioso mondo del mare" e, anco-
didi di un maestro della fotografia subac- sioni, proponendosi con filmati, conferen- ra, "Squali". Nonché altri due libri: "Den-
quea, l'italiano Alberto Luca Recchi. È uno ze, trasmissioni televisive, fotografie. Ha tro il Mediterraneo" e "Squali", tradotti an-
dei maggiori esperti delle riprese nei mari spesso meritato importanti riconoscimenti che in inglese e tedesco. Suoi sono, infine,
del mondo. Ha una particolare competen- in Italia e all'estero. Insieme al suo staff e il documentario "Predatori da scoprire" e
za per quanto riguarda la documentazione con qualificati ricercatori ha organizzato un altro video intitolato "Viaggio nella bio-
fotografica della vita dei giganti degli ocea- anche la prima spedizione italiana per la do- diversità", appositamente realizzato per l'Ac-
ni. Tra l'altro, proprio alla fotografia di squa- cumentazione degli squali del Mediterra- quario di Genova.
li ha dedicato un considerevole impegno, neo, un'impresa che ha infine dato vita an- Le immagini selezionate che qui presentia-
in vent'anni di lavoro, raccogliendo con at- che ad un volume, intitolato "Obiettivo mo sono anche su due suoi calendari del-
tenzione e costanza una ricca documenta- Squali". Ha firmato anche, insieme a Piero l'anno 2001, uno di grande formato ed uno
Calamaro (Loligo), Maldive.

da scrivania. Sono coloratissime visioni su- Recchi nel 1995 ha meritato il "Premio Eu- ge, come strumento che ritiene indispensa-
bacquee e i calendari sono pubblicazioni ropeo per l'Ambiente", in riconoscimento bile per fare conoscere ad altri ciò che ve-
che si aggiungono ad una intensa attività del suo impegno per fare conoscere il ma- de, a volte molto da vicino. In molti casi, ci
editoriale, fatta anche di biglietti d'auguri, re e i suoi segreti. È giunto alla fotografia racconta, per uno scatto occorre attendere
di notes illustrati, di poster di grande spet- dopo avere iniziato a lavorare come mana- molto, anche settimane. Un pesce non può
tacolarità. La scelta degli scatti per il ca- ger, dopo una laurea in giurisprudenza. Ha essere messo in posa e non gli si può chie-
lendario 2001 è particolarmente curata an- deciso nel giro di poco tempo che il suo fu- dere di sorridere all'obiettivo. È, insiste, una
che per quanto riguarda la distribuzione dei turo non poteva essere dietro una scrivania modella non pagata, piuttosto capricciosa.
colori in relazione ai mesi e sono partico- o in un ufficio. Si è quindi immerso nella La tecnica fotografica per queste riprese
larmente vive le tinte dei soggetti prescelti nuova dimensione della fotografia e della specialistiche è importante e va padroneg-
per i più uggiosi mesi invernali, quasi per videoripresa subacquea. Ha sempre la mac- giata con sicurezza ma, ribadisce, allo stes-
riscattare il buio della cattiva stagione. china fotografica con sé quando si immer- so modo è indispensabile una assoluta pa-
Siphamia Sp., Maldive.

dronanza dei movimenti subacquei. Infat- noscere i soggetti, prevederne gli sposta- zienza, e tenacia, che ha il professionista
ti, sottolinea, accade che quando si è in im- menti, le abitudini. Devono essere perfet- nell'inseguire il risultato.
mersione le mani siano quasi sempre oc- tamente funzionanti anche le attrezzature Poi, bisogna sapersi avvicinare al sogget-
cupate dalla strumentazione di ripresa. Dun- di supporto: la barca d'appoggio, gli stru- to: le foto più belle sono quelle in cui si ri-
que non possano essere usate con disinvol- menti di immersione, tutto ciò che permet- duce, e di molto, lo spessore d'acqua tra
tura. Recchi sottolinea: occorre pratica, è te al fotografo di non soffrire il freddo in obiettivo e soggetto. Usare i grandangola-
come sciare senza ricorrere ai bastoncini. profondità. La differenza tra un dilettante e ri, meglio spesso se sono molto spinti, si-
In più, spiega, la tecnica di ripresa non è un professionista si vede nella cura dei par- gnifica dunque ridurre la torbidità dell'ele-
tutto. Ciò che è indispensabile è infatti co- ticolari ma soprattutto nella maggiore pa- mento liquido, migliorare molto la foto.
Pesce pagliaccio (Amphiprion Sp.), Maldive.

Sott'acqua i grandangolari corti sono indi- trezzature. Alberto Luca Recchi usa nor- scafandrata con una custodia subacquea
spensabili. Infine, c'è il flash. In fotografia malmente Nikon F3, F4, F5. La Nikon F5 Nexus, giapponese. È una custodia che Rec-
subacquea è la sorgente di luce preferita. È è la preferita per scattare quando occorro- chi apprezza per la sua leggerezza. Ne pos-
una sorgente di luce potente, più intensa di no raffiche molto veloci, visto che riesce a so portare tre invece di due, ci dice, a pa-
quella degli illuminatori a luce continua. In- raggiungere gli 8 fot/s. È quindi molto usa- rità di peso. Non è un vantaggio da poco in
dispensabile e, spesso, capace di fornire ri- ta per i delfini o le balene, per la fotografia alcune situazioni, sia per la fatica fisica sia
sultati davvero spettacolari. I colori che ve- d'azioni veloci. La Nikon F4 è l'apparec- per ridurre il peso, e il costo, del bagaglio
diamo nelle foto non si vedono, così squil- chio maggiormente usato per le fotografie supplementare sugli aerei. Quanto ai flash,
lanti, in immersione. Proseguiamo, sulle at- in immersione e viene usata normalmente usa tre lampeggiatori specifici della Iso-
Fistularia Sp., Mar Rosso.

Riferimenti tecnic di Verona, con una simpatia partico- sità, con la Velvia, si spinge anche a forza-
Chi fosse direttamente interessato a calen- lare per il vecchio modello Isomat 33, va- re la sensibilità al doppio di quella nomi-
dari da tavolo o da parete, notes piccoli o lidissimo. Le pellicole sono quelle per dia- nale, eccezionalmente al triplo (ma in que-
grandi, biglietti d'auguri o poster, potrà ri- positive: la Fujichrome Velvia da 50 ISO sto secondo caso si tratta di una vera emer-
volgersi direttamente a: Ral Gruppo srl, via oppure la Kodachrome 64. Alla Kodachro- genza, i neri non sono così puliti come si
Clitunno 2, 00198 Roma; tel. 06.8415119, me va un apprezzamento particolare per la vorrebbe).
fax: 06.8415590; e-mail: ral@recchi.it; resa dei neri, importante con taluni sogget-
sito Internet: www.recchi.it. ti come squali o balene. In caso di neces- M. Capobussi
UNA SEQUENZA
PER RACCONTARE

LA FORZA
DI ESSERE MADRE
In una delle numerose zone umide
della Camargue, una chioccia di ger-
mano assiste la sua covata che inizia
ad attraversare uno specchio d'ac-
qua. Poco lontano c'è il canneto, si-
curo rifugio.

D'improvviso, un gabbiano reale appare sopra di loro: ha atteso che si fossero allontanati dalla riva, che fossero allo scoperto. In-
tende predare qualche pulcino. La fotocamera inizia a scattare.
Oskar Barnack, l'inventore della Leica, usa- consentivano. particolarmente significativo, di come una
va dire che la foto più bella è sempre la se- Attenzione però. Occorre distinguere: un sequenza di immagini possa avere grande
conda. Intendeva: non accontentatevi di scat- conto è l'impiego di accessori di questo ge- valore documentativo, e nel caso specifico
tare una qualsiasi immagine, preparatevi su- nere in una funzione di "mitragliatrici di im- essere una testimonianza di notevole valore
bito a scattarne un'altra e, in sostanza, a se- magini", interessante per scomporre in una naturalistico, riuscendo a raccontare con ef-
guire l'azione. Barnack, esprimendosi in que- serie di fotogrammi un'azione rapida, ad ficacia uno specifico comportamento.
sto modo, si dimostrava anche nella pratica esempio un evento sportivo. Un altro conto Abbiamo chiesto al fotografo di raccontar-
di ripresa un precursore. Il commento sot- è la capacità di documentare raccontando ci lo svolgersi degli eventi.
tolineava tra l'altro una chiara esigenza del una storia con una successione di foto- "Voglio precisare - ci ha detto Giuliano Cap-
fotogiornalismo allora nascente, la necessità grammi, un modo di narrare con la fotogra- pelli - che questi scatti anzitutto non sono
di utilizzare apparecchi agili e pronti a do- fia che presuppone una notevole capacità di dovuti al caso quanto ad una conoscenza
cumentare. Ribadiva le potenzialità di una analizzare il soggetto, conoscerne e studiar- comportamentale dei soggetti, maturata gra-
fotografia basata sul 35mm e non su in- ne le abitudini, cercare di prevedere che co- zie a tante ore passate in natura. Lo sottoli-
gombranti e lente fotocamere a lastre. Dal- sa accadrà in un determinato periodo di tem- neo perché ritengo molto importante che un
la foto singola alla coppia di scatti e poi, via po, scattare al momento giusto (ed essere fotografo naturalista faccia una lunga espe-
via, a vere e proprie sequenze, il passo fu ab- sempre pronti a scattare), e poi saper sce- rienza sul campo: anche se non sempre si
bastanza breve. In campo giornalistico la sto- gliere, montare la sequenza definitiva con le riesce a concludere e si torna a casa senza la
ria ci racconta come si diffusero, negli anni sole immagini che contano. La "sequenza" foto capolavoro desiderata, l'esperienza ac-
successivi, i motori accessori di trascina- fotografica è cosa diversa dalla "raffica". quisita potrà rivelarsi preziosa in seguito, in
mento pellicola, definiti poi winder o motor Le foto di Giuliano Cappelli che qui pub- altra occasione.
drive a seconda della velocità di raffica che blichiamo ci paiono uno splendido esempio, Ero in Camargue, la famosa area umida del
Foto di Giuliano Cappelli

La femmina di germano ha capito il peri-


colo e ordina immediatamente ai pulcini di
immergersi mentre lei sbraita e cerca di
reagire in qualche modo all'incursore.

Siccome il gabbiano si avvicina ancora la


femmina di germano, animata dalla supe-
riore forza di essere madre, contrattacca.
Si avventa verso il gabbiano e lo insegue,
incurante del forte e pericoloso becco del-
l'incursore.

Insiste nell'attacco fino a mettere in fuga


l'aggressore. Un notevole esempio di dife-
sa dei propri piccoli.

delta del Rodano, appostato da qualche tem-


po lungo la riva. Un gabbiano, "quel" gab-
biano, era già passato più volte sullo spec-
chio d'acqua davanti a me, osservando con
molta insistenza il canneto. Essendo il pe-
riodo delle nascite dei pulcini non ci ho mes-
so molto a capire che qualcosa sarebbe po-
tuto succedere.
Ho atteso immobile, senza neppure preoc-
cuparmi troppo di nascondermi. Non ho at-
teso molto: non erano trascorsi nemmeno
VIAGGIO NELLA MAREMMA ANTICA cinque minuti che, dal canneto, ecco uscire
I due fotografi professionisti Giuliano Cappelli e Gianni Giorgi guideranno la terza la femmina di germano con la sua covata al
edizione del workshop Viaggio nella Maremma Antica, con un itinerario completamente seguito. Intendevano chiaramente attraver-
rinnovato rispetto al passato. Una grande concentrazione di zone protette (Il Parco sare lo specchio d'acqua. A metà percorso,
naturale della Maremma, la Laguna di Orbetello, l’Oasi di Burano, il Parco Faunistico nel punto più critico, è riapparso fulminea-
del Monte Amiata) offre numerosi spunti al fotografo appassionato di animali (avifauna mente il gabbiano reale, un predatore temi-
e mammiferi) e natura; a questo si aggiungerà la possibilità di seguire i butteri al bile. Ha iniziato il suo attacco cercando di
lavoro con le vacche maremmane all’interno di una storica azienda agricola o anche "sbrancare" la famigliola, spaventando e se-
la visita ai fantastici paesaggi ed ai paesi di Sovana, Sorano e Pitigliano. Nelle acque parando i piccoli dalla madre, per facilitarsi
della Laguna di Orbetello la folta colonia di gabbiani (anche reali) permette proficue la predazione. Gli è andata male perché ha
esercitazioni sul tema del mosso creativo. Per le immagini da capanno sugli animali trovato una madre con molta esperienza, che
ha saputo prendere immediate contromisu-
ci sarà la possibilità di utilizzare un teleobiettivo Nikkor 500 f/4 ED con moltiplicatore
re "ordinando" alla nidiata una rapida im-
1,4x, completo di fotocamera per coloro che non hanno corredi compatibili.
mersione. Una madre che non ha esitato a
La base sarà in un hotel presso Orbetello ed il workshop prevede due opzioni dal 22
contrattaccare, molto determinata a difen-
al 25 febbraio 2001 o dal 21 al 25 febbraio 2001. dere il proprio investimento genetico.
Per ricevere il programma dettagliato: Percorsi Dedicati in Toscana, tel: 055 471633 E le foto dimostrano che c'è riuscita."
- 055 355759 - 0335/6557705, e-mail: viaggiofotografico@iol.it; www.viaggio
fotografico.com M. R. Redaelli
VIAGGIO A ITINERARI FOTOGRAFICI

CAPO NORD Alla ricerca


del sole di mezzanotte

In navigazione per Tromsø. Focale 24mm.


Il sole di mezzanotte è la grande attra- to si attribuivano significati magici e pre- reo per accorciare le tappe nelle regioni
zione che spinge numerosi turisti ogni monitori, è comunque uno spettacolo della Norvegia, la cui costa si sviluppa
anno ad attraversare i paesi scandinavi emozionante, quando i suoi drappeggi in lunghezza per oltre 20.000km.
per arrivare a Capo Nord. colorati tingono il cielo e donano alla La bellezza di un viaggio in Scandinavia
Qui durante l’estate, per un paio di me- “notte” di Capo Nord un’atmosfera fia- consiste proprio nella possibilità di as-
si, è possibile osservare, in serate limpi- besca e tempestosa, spesso sognata, mai saporare senza fretta il territorio che si
de, il fenomeno del disco solare che non vissuta. attraversa: estese foreste, spumeggianti
scende mai sotto l’orizzonte e a mezza- Luci e forti contrasti, cieli immensi in ra- ruscelli e cascate, tranquilli laghi, piccoli
notte illumina fiordi e montagne. pido mutamento, montagne e brughiere villaggi e isolate case, candide spiagge e
Per molti, ed anch’io sono fra questi, ri- che si stendono all’infinito, ghiacciai che scogli spazzati dal vento e dal mare.
mane in ogni caso un miraggio e la scu- toccano il mare, natura selvaggia e in- Ad ogni curva una nuova visione e la ne-
sa per ripetere un’esperienza entusia- domita: tutto per rendere magico il viag- cessità di ripetute, piacevoli soste con-
smante che consente di vivere un’av- gio a Capo Nord. templative, anche per cercare di trasferi-
ventura affascinante, della quale si ser- Per vivere nel migliore dei modi la va- re sulla pellicola l’emozione provata di
ba un ricordo indelebile. rietà ed i contrasti della natura delle ter- fronte allo spettacolo di una natura così
La ragione di questa attrazione è che la re scandinave è consigliabile viaggiare insolita.
leggendaria luce del Nord, cui in passa- in auto con qualche spostamento in ae- Un viaggio quindi che si sposa ottima-
Stoccolma: Skansen Museum (Museo all’a-
perto delle tradizioni con figuranti). Foca-
le 28mm.

mente con la fotografia, oltre che per l’in-


teresse del “paesaggio”, per la qualità e
la quantità della luce, che consente agli
appassionati fotografi di scattare anche
per 24 ore in luce diurna, fatte salve le
personali necessità derivanti dalla con-
dizione umana.

La fotocamera
Come in ogni viaggio di questo tipo è
necessaria la rapidità di esecuzione, l’af-
fidabilità e la maneggevolezza nell’u-
so.
È quindi consigliabile una fotocamera re-
flex 35mm autofocus di medio livello,
con flash incorporato (sempre utile per
schiarire le ombre in riprese con luce non
Nel tour descritto consiglio la seguente È anche utile, in ogni modo è sempre una
bilanciata), di peso e ingombro contenu-
combinazione: scelta soggettiva, l’uso di un filtro pola-
ti.
• un grandangolo: 24mm o meglio 20mm; rizzatore nella ripresa di paesaggi, te-
Utile un monopiede per le riprese con te-
• uno zoom “corto”: 28/70mm o meglio nendo presente che i contrasti nella zo-
leobiettivo e prudente possedere un cor-
24/120mm; na descritta sono già naturalmente mol-
po macchina di riserva.
• uno zoom “lungo”: 80/200mm o me- to elevati e quindi un uso indiscriminato
Gli obiettivi glio 70/300mm del polarizzatore può portare ad imma-
La tipologia dei percorsi (con numero-
Sul mercato sono disponibili numerosi gini troppo contrastate e lontane dalla
si spostamenti) non rende consigliabi-
obiettivi della categoria indicata con un realtà (in particolare con pellicole inver-
le l’uso di obiettivi voluminosi e pe-
rapporto qualità/prezzo molto buono ed tibili di bassa sensibilità).
santi.
un peso ed un volume contenuti.

Le principali tappe del mio viaggio a Capo Nord, qui solo accennate, poiché dettagliate
informazioni possono facilmente trovarsi sulle numerose guide sull’argomento.

" Stoccolma: splendida città di paesaggi, di architetture – medievali, seicentesche, neoclas-


siche – e di cultura, sorge su un gruppo di 14 isole. A circa 10km dalla città – si arriva con i
mezzi pubblici – e non sempre segnalato dalle guide merita una visita il cimitero di Enskede
(Sito considerato dall’Unesco patrimonio dell’Umanità), luogo “di morte” inimmaginabile per
la nostra cultura.
" Luleå: da visitare la città vecchia Gammelstad (1600 circa) intorno alla chiesa. Oltre 400
cottages perfettamente conservati usati per ospitare i pellegrini nelle ricorrenze religiose. Mol-
ti sono ancora in uso. Sito riconosciuto dall’Unesco.
" Alta: importante centro industriale e commerciale. Il sole di mezzanotte è visibile dal 16/5
al 26/7. Nelle vicinanze del centro un museo all’aperto, in riva al mare, dove è possibile am-
mirare migliaia di incisioni rupestri risalenti ad un’epoca compresa fra il IV e il I millennio
a.C. (Sito riconosciuto Unesco).
" Capo Nord: sull’isola di Mageroy. È l’estrema punta settentrionale della rete stradale eu-
ropea a 71,1° di latitudine nord. È un promontorio alto 300m a picco sul mare, con un pano-
rama che si stende a perdita d’occhio. Il sole di mezzanotte è visibile dal 11/5 al 31/7.
" Tromsø: importante porto per le rotte polari, si trova su un’isoletta in un verde paesaggio,
mitigato dalla corrente del golfo. Interessante la moderna cattedrale con la vetrata più grande
d’Europa e il punto panoramico sulla città, raggiungibile con una funivia.
" Bergen: la chiamano la capitale dei fiordi; è il secondo nucleo urbano della Norvegia
(218.000 abitanti). Il porto “Bryggen” con gli antichi (1100 circa) magazzini in legno dipinti
in colori vivacissimi è uno dei punti di maggiore attrattiva (Sito riconosciuto dall’Unesco).
" Oslo: è la capitale della Norvegia (478.000 abitanti). Una città allegra, vivacissima, piena
di colori forti, cordiale ed ospitale. Irrinunciabile la visita al museo di Munch e a Frognerpark
con le maestose opere di Vigeland.
Le pellicole
Le caratteristiche della regione descritta
rendono consigliabile l’uso di pellicole
a colori invertibili a bassa sensibilità, con
buona latitudine di posa e con contrasto
non troppo elevato.
Considerati i numerosi spostamenti in ae-
reo è bene munirsi di un contenitore pro-
tetto per i raggi X.
Non esistono problemi nel trovare mate-
riali fotografici lungo il percorso effet-
tuato.

PRINCIPI DI COMPOSIZIONE
Nell’itinerario proposto vi troverete di
fronte a paesaggi naturali e urbani stu-
pendi, esaltati da luci folgoranti e cieli
“mozzafiato” sempre nuovi nella varia-
bilità delle frequenti perturbazioni.
La composizione è un elemento molto
importante nella caratterizzazione della
foto di paesaggio.
Le regole codificate sono quelle della pit-
tura, comunque non automatico è il tra-
sferimento di queste al linguaggio della
fotografia.
Utile la loro conoscenza, ma è opinione
prevalente che al momento dello scatto
non siano necessarie.

Formato
Preferibile quello rettangolare nel quale
l'elemento più importante, e quindi di di-
mensioni maggiori, è il lato orizzontale.
È il modo di vedere del nostro occhio e
il paesaggio ha prevalente dimensione
orizzontale. Questa caratteristica del for-
mato dà all'immagine immobilità, tran-
quillità e calma.

Linee della composizione


Nello spazio rettangolare gli elementi del
paesaggio possono essere disposti oltre
che per linee orizzontali, per linee ver-
ticali (danno slancio, eleganza formale),
linee oblique (danno movimento, dina-
mismo), linee curve (suggeriscono ar-
monia, bellezza con effetti riposanti, dol- Bergen: antichi edifici del porto fotografati alle ore 23 circa. Focale 300mm
ci), linee diagonali (danno un senso di
profondità).
to artistico, si applica dividendo il for- Lunghezza focale
Forme della composizione mato rettangolare in tre parti uguali, sia Con l’uso di una focale corta (grandan-
Ne sono state individuate parecchie. Per verticalmente, che orizzontalmente. golo 20-35mm) il soggetto appare pic-
la fotografia paesaggistica, utile ricorda- I punti di maggiore interesse dell'inqua- colo e lo sfondo molto vasto, con una
re le composizioni a "L" (terreno ed al- dratura sono le intersezioni delle linee profondità di campo elevata.
beri), a "X" o a "+" (danno l'idea della che dividono in terzi l'immagine. Sulle È consigliabile nel paesaggio solo quan-
staticità e della rigidità), circolare, a trian- intersezioni vanno posti i vari elementi do il fotografo si trova “dentro” il pae-
golo, a piramide (usata per le foto di mon- del paesaggio che si vogliono mettere in saggio. In questo modo si potranno evi-
tagna crea una sensazione di grandiosità evidenza. denziare i particolari esaltando l’effetto
e di forza). Infine ricordo la famosa re- prospettico, ottenendo immagini dina-
gola dei terzi: semplice e di sicuro effet- miche e contrastate.
Con l’uso di una focale lunga (teleobiet-
COME FARE IL REPORTAGE DI VIAGGIO tivo 80-300mm) il soggetto appare gran-
Un soggetto fotografico abusato, nel sen- non avere sorprese e per andare a cerca- de e lo sfondo ridotto, con una profondità
so che le attrezzature e i materiali di og- re in loco quello che vi interessa docu- di campo limitata e la possibilità di otte-
gi consentono a tutti (anche inesperti) di mentare. nere una messa a fuoco selettiva.
ottenere, in questo genere, immagini cor- • Se il paese e la regione lo consentono Consigliabile nel paesaggio quando la
rette dal punto di vista tecnico. organizzate il viaggio in modo autonomo, scena da riprendere si trova a grande di-
Quante volte vi sarà capitato di dover as- stabilendo le varie tappe in funzione di stanza con soggetti omogenei come di-
sistere in casa di amici ad un’intermina- quello che dovrete fotografare. Un foto- mensione. In questo modo si valorizza
bile proiezione di diapositive con sogget- grafo attento e scrupoloso deve poter ar- l’insieme non privilegiando i particolari,
to un viaggio più o meno esotico? rivare nel luogo stabilito al momento giu- con una prospettiva appiattita, immagini
La maggior parte dei viaggiatori/fotogra- sto, e avere il tempo necessario per mate- statiche di tipo contemplativo.
fi si ferma purtroppo alla superficie degli rializzare l’idea che si era fatto al momento
Linea dell’orizzonte
ambienti visitati. della scelta del soggetto.
Se posta al centro della foto il cielo ha la
Le inquadrature non sono originali e si ri- • Scegliere compagni di viaggio con gli
stessa importanza della terra o del mare.
fanno ai canoni estetici delle cartoline o stessi interessi (fotografici). Essi dovran- Nel viaggio a Capo Nord vi troverete spes-
dei cataloghi: immagini già viste, fatte più no essere solidali e pazienti nell’assecon- so in questa situazione.
per stupire che per documentare, che non darvi nelle vostre necessità di viaggiato- Di conseguenza i significati delle altre
dicono nulla di chi sta dietro alla mac- re/fotografo. Più semplicemente dovrete posizioni: alta privilegia la terra o il ma-
china fotografica. poter scegliere dove e quando fermarvi re, da usare quando il cielo è insignifi-
Non sempre il fotografo/viaggiatore può per effettuare le riprese. cante (nel nord non succede quasi mai);
fare di più; perché, di solito, il viaggio è • Non risparmiare gli scatti; ripetere le in- bassa privilegia il cielo (nel nord è la si-
organizzato da un tour operator, le soste quadrature che sembrano più riuscite sia tuazione prevalente).
sono rigidamente programmate e limita- nel formato orizzontale che verticale, in
te nei tempi, i compagni di viaggio nu- modo da poter effettuare le scelte finali Direzione della luce
merosi e “affamati” d’immagini esotiche con meno vincoli. È nella normalità ac- Elemento decisivo per l’ottenimento di
da mostrare agli amici. cantonare nella selezione finale i 2/3 del- immagini significative, in particolare con
Allora cosa fare per uscire dal “coro”? le immagini fatte. il soggetto paesaggio.
• Lasciare passare qualche tempo prima Così la luce proveniente dall’alto (ore
• Per prima cosa documentarsi scrupolo- di effettuare la selezione definitiva. Non centrali della giornata) è la meno indica-
samente sui luoghi che andrete a visitare. sarete influenzati dalle emozioni, sarete ta nella fotografia di paesaggio. Produce
Sulle guide, sulle riviste specializzate, sui più freddi nella scelta e farete un miglior immagini senza rilievo e senza effetti di
libri fotografici e nei siti internet trovere- servizio al soggetto fotografato e a chi do- profondità. Difficile ottenere una buona
te tutto quanto serve – anzi di più – per vrà leggere le vostre immagini. saturazione di colore.
La luce frontale non produce problemi di
contrasto; le immagini risultano appiat-
tite, le ombre ridotte, senza particolari ef-
INFORMAZIONI TURISTICHE fetti di profondità. Fedele la riproduzio-
ne dei colori.
Come arrivarci Lungo la costa è più facile trovare pioggia e
Con voli di linea. È possibile beneficiare di ta- vento, è quindi consigliabile un maglione di la-
La luce laterale è la più indicata nella rap-
riffe ridotte anche per i voli interni con le com- na, una giacca a vento leggera o un impermea- presentazione del soggetto paesaggio. Le
pagnie scandinave. I tratti di collegamento pos- bile e scarpe adatte. Nel nord il tempo è più va- differenze fra luci ed ombre sono sensi-
sono essere effettuati con auto a noleggio, pre- riabile e conviene avere anche una giacca a ven- bili e l’effetto di profondità esaltato.
notabili dall’Italia a tariffe vantaggiose per pe- to imbottita. La luce posteriore (o controluce) è la me-
riodi lunghi. Nei mesi di luglio e agosto le temperature me- no indicata in questo genere fotografico,
Alcuni “tour operators” organizzano viaggi col- die diurne variano dai 17°C di Oslo agli 8°C di più adatta per immagini creative. Al mo-
lettivi (aereo+bus+soggiorno), ma le possibi- Tromso, mentre le precipitazioni medie sono mento dello scatto va scelto il risultato
lità di personalizzazione sono molto limitate. comprese fra i 190mm di Bergen e i 50mm di finale desiderato. Esposizione per è la
Le caratteristiche delle regioni sopra descritte, Tromso, ma ogni statistica contiene delle ecce- “silhouette” o per il soggetto. Crea gros-
per le ragioni già dette, esigono invece soste zioni.
non rigidamente programmate. si problemi di esposizione e riproduzio-
Per gli automobilisti le regole sono severe e i Soggiorno ne dei colori.
controlli frequenti. Le sanzioni sono pesanti e I pernottamenti possono essere fatti senza pre- Passando dal primo tipo di illuminazio-
applicate severamente. notazione in confortevoli alberghi o in cam- ne all’ultimo, aumenta il contrasto della
peggi ben attrezzati, anche in caratteristici “cha- diapositiva a parità di altre condizioni.
Clima e abbigliamento let” familiari.
Durante l’estate il clima è in genere piuttosto Ottimi i ristoranti e le possibilità di ristorazio- Testo e foto di Roberto Rognoni
mite, considerata la latitudine, in particolare nel- ne lungo i percorsi stradali.
le città del sud, ma molto variabile (ombrello I costi sono elevati rispetto all’Italia e conside-
portatile sempre al seguito). rando complessivamente le varie tipologie di
L’abbigliamento deve essere sportivo e com- spese un viaggio a Capo Nord risulta media-
ponibile per la variabilità climatica. mente dispendioso.
RIPRESA

VIAGGIO AL CENTRO
DELLA TERRA Diario di un avventuroso Workshop in Islanda
Malpensa, una calda sera di luglio: i parte- re lenti frontali sono i più svariati e meno
cipanti arrivano all'aeroporto internaziona- ortodossi mai visti, e per decenza non li de-
le alla spicciolata. Riconoscermi non è dif- scriverò. Occorre pre-inquadrare alla cieca,
ficile: sepolto sotto una quantità di borsoni con il tappo sull'obiettivo, e scoprirlo solo
gialloblu marchiati Nikon pieni di "gadgets" per il tempo necessario per perfezionare l'in-
da distribuire, come se non bastasse sono quadratura e scattare. Dopo un solo scatto,
anche l'unico con scarponi e giacca a vento l'obiettivo diviene inservibile, va asciugato,
a trenta gradi. Comincia così l'avventura esti- poi si ricomincia.
va della Nikon School Travel, di cui faccio Ancora una sosta ad Hveravellir, dove tra
parte fin dalla prima uscita come istruttore. soffioni di denso vapore solforoso alcuni te-
L'equipaggio è particolarmente eterogeneo: deschi fanno il bagno in una pozza di acqua
c'è Lilli, che si rivelerà ben presto, con Su- bollente, e poi a Varmahlio, dove all'inter-
sanna, la nostra esperta botanica, ci sono no di una scuola possiamo stendere i nostri
Cristina e Gianpaolo, una coppia come do- sacchi a pelo sui materassini e riposare, non
vrebbero essere tutte, l'esilarante ed iper- prima di aver preparato e divorato, nelle cu-
tecnologico Massimo, l'eterno discolo Mi- cine della mensa scolastica, una leggenda-
chele, il traduttore ufficiale Andrea, e Ro- ria spaghettata, tra le risate della nostra Rakel,
berto, detto Ansel Adams per la sua passio- stupita per la dose di 4kg di pasta buttati in
ne per il paesaggio in bianconero col gran- pentola per dieci persone!
de formato.
L'Islanda ci accoglie alle due del mattino, Secondo giorno
c'è ancora luce a sufficienza per goderci i Si arriva ad Akureyri, la "capitale del Nord",
primi paesaggi, mentre l'autobus ci porta e si prosegue per il lago Myvatn, paradiso
dall'aeroporto di Keflavik alla capitale dei birdwatchers. Avvistiamo anatre di ogni
Reykjavik, all'ostello dove riposeremo per specie, poi proseguiamo per Dimmuburgir,
qualche ora. Nonostante siamo a metà luglio, ai bordi una vallata vulcanica di rocce nere, e da lì
della pista appena aperta c'è ancora la ne- alle solfatare di Hverarond. La luce comin-
Primo giorno ve. cia a farsi giusta, un tramonto che durerà al-
Dopo un sonno troppo breve (ma ancora non cune ore e che metterà a dura prova la no-
sappiamo che andrà così per tutto il tempo), na da lontano, con un mediotele. Constato stra resistenza ed i nostri esposimetri, con
ritirate le Land Rover, caricate all'inverosi- con piacere che il loro livello fotografico è continui cambiamenti repentini di EV. Co-
mile di borsoni, zaini e treppiedi, e cono- mediamente elevato, sarà un corso poco teo- minciamo con le letture spot, e quando non
sciuto la nostra guida, che a sorpresa è una rico e molto "sul campo" limitato a pochi se ne viene più a capo, ci affidiamo all'otti-
bella ma determinatissima ragazza, di no- ma precisi consigli tecnici al momento op- mo Matrix dei nostri apparecchi. Giunti al
me Rakel, finalmente si parte. Arriviamo a portuno. Curerò invece particolarmente l'a- cratere del monte Viti, la luce caldissima del-
Thingvellir, punto panoramico sede del pri- spetto naturalistico, molti vedono così tan- la sera ci regala emozioni, e foto, di grande
mo parlamento conosciuto, e da qui poco te specie di uccelli, anche rare, per la prima suggestione, e se dopo ci tocca passare la
dopo troviamo il più famoso dei geyser, il volta, e non ne conoscono né l'identità né notte tutti insieme in una specie di "aula ma-
Geysir, che con il suo nome, per estensio- tantomeno il comportamento. Poi tutti a bor- gna" nella scuola di Laugar, poco importa.
ne, dà il nome a tutti i fenomeni simili nel do, le cascate di Gullfoss ci attendono. An-
mondo. La luce è ottima, è l'occasione giu- che qui non si potrebbe chiedere di meglio: Terzo giorno
sta per sfoderare il nuovissimo tanto atteso attraversata dalla luce del sole, la nuvola Il tempo è cambiato, le cascate di Godafoss
14mm f/2.8 Nikkor giunto in Italia appena d'acqua che si solleva dalle cascate forma ci appaiono sotto la pioggia, rocce nere e
il giorno prima della partenza, e messomi a un arcobaleno completo, e nuovi rullini si cielo bianco latte. C'è chi le vuole immor-
disposizione dalla Nital. I miei "allievi" ini- bruciano in pochi attimi. Il problema prin- talare ugualmente, allora faccio presente che
ziano a disperdersi per la collina, c'è chi scat- cipale è quello di tenere asciutte le appa- nessun esposimetro potrebbe farcela ad
ta da vicino con forti grandangolari, accan- recchiature, soprattutto gli obiettivi. I mez- esporre correttamente. Una bella rinfresca-
to a me, e chi sceglie di interpretare la sce- zi impiegati per asciugare e pulire le pove- ta di teoria fa sempre bene: cerchiamo l'e-
Un geyser, in Islanda
Una foto "classica" ma sempre di gradevole effetto. Grazie al tempo di esposizione di circa 1/4 di secondo, si ottiene la sensazione
di movimento delle cascatelle d'acqua.

sposizione su di una roccia di grigio medio, pasti cucinati da noi, alle undici di sera, in
poi ricomponiamo l'inquadratura includen- primitive cucine senza energia elettrica. Il
do il cielo, e mantenendo la lettura prece- paesaggio cambia in continuazione, e verso
dente scattiamo. sera giungiamo al cratere di Jompollur. Il so-
Ora ci aspetta la lunga traversata dell'inter- le va e viene, ma negli attimi in cui si mo-
no, facciamo rifornimento di gasolio nel pic- stra, ci regala nuovamente atmosfere magi-
colo distributore accanto alle cascate, con- che, e la montagna è percorsa in su e in giù
trolliamo l'olio ed i pneumatici delle due da saltellanti fotografi entusiasti e mai stan-
Land Rover e prendiamo la pista sterrata. La chi, nonostante le ore di sballottamento sui
radio locale ha annunciato bufera, e quando fuoristrada.
alla sera giungiamo al rifugio di Nyidalur, Se ancora avevo dei dubbi, ho la conferma
dopo un impegnativo ed emozionante gua- che le mie "giornate lavorative" avranno, per
do nel letto del fiume, lo troviamo partico- tutto il viaggio, una durata media di 18 ore. L'affollato campo di Landmannalaugar.
larmente affollato. Molti fuoristrada di cam- E così arriviamo all'incredibile campo di
peggiatori si sono dovuti fermare per il mal- Landmannalaugur, in un pianoro che si apre
tempo, al campo si respira avventura, c'è all'improvviso dopo l'ennesima serie di gua-
gente proveniente da ogni parte del mondo, di. Anche qui niente elettricità, ma abbiamo
è una sensazione fantastica. una stanza tutta per noi in una casetta in le-
gno, e fuori c'è un ruscello di acqua gelida
Quarto giorno in cui si immette una sorgente di acqua ad
Sotto un cielo sempre minaccioso, con raf- 80 °C.
fiche di vento fortissime, ripartiamo percor- Posizionati nella vena di intersezione delle
rendo altre lande desolate, non per questo due acque, facciamo un bagno di un'ora. È
prive di fascino. passata la mezzanotte, siamo in un posto
Dopo ore ed ore di deserto gelido, arrivia- incredibile, a mollo nell'acqua tiepida, fuo-
mo a Versalir, un'unica casa dove ci prepa- ri ci saranno 6 o 7 gradi. Massimo, insa-
rano un dolce con marmellata e panna ed un ziabile, monta una Nikon sul treppiede con
caffè: un lusso sfrenato dopo due giorni di l'autoscatto e il flash, poi corre seminudo La decisa azione di un partecipante.
La terra ribolle a Hveravellir.
ne del monte Hekla, scendendo verso Sud zazione del campo di Porsmork ci viene in
alla sinistra del ghiacciaio Myrdalsjokull. aiuto con un enorme camion Mercedes 4x4
Ma io so che se cambiamo strada, e lo ag- caricando il nostro carrello delle provviste
giriamo dall'altra parte, possiamo arrivare e due di noi, gli altri stanno tutti sull'unica
sul mare, a Vik, e trovare alte scogliere po- Land che passa il guado. Dopo qualche at-
polate di gabbiani e pulcinella di mare. Ci timo in cui più nessuno parlava, il morale
sono dubbi sulla percorribilità della strada, torna alle stelle, ce l'abbiamo fatta, ed al
ma Rakel contatta l'efficiente servizio via- campo ci attende la prospettiva di prepara-
bilità islandese ed abbiamo il via libera. Vik re una bella grigliata. La capanna è molto
La nostra Discovery affronta un facile ci accoglie con una vociante colonia di ster- lussuosa, tutta per noi, e grazie ad un grup-
guado. ne artiche, pettegole e beccacce di mare, poi po elettrogeno c'è anche la corrente. Quel-
raggiungiamo Reynisdrangur. La scogliera li di noi che alimentano le macchine con pi-
nel prato per tuffarsi in acqua in tempo per c'è, i pulcinella anche, tutti appesi a preci- le ricaricabili ed accumulatori si precipita-
essere immortalato con noi. I tedeschi ac- pizio a testa in giù sulla scogliera comin- no alla ricarica.
canto a noi nell'acqua ridono come matti. ciamo a scattare.
Mentre lasciamo la piscina naturale e tor- Avanzando verso il mare aperto, troviamo Sesto giorno
niamo alla capanna, faccio notare una fa- una colonia di fulmari, c'è vento forte, i gab- Siamo agli sgoccioli, una sosta alle cascate
migliola di "Falaropi dal becco sottile", nes- biani si librano in volo e si lasciano porta- di Seljalandfoss, che grazie ad un sentiero
suno dei partecipanti li aveva mai visti pri- re dal vento, è un'occasione d'oro per ri- che vi passa dietro si possono anche osser-
ma d'ora, e nemmeno io li avevo mai avu- prenderli in volo che non ci lasciamo scap- vare dall'interno, poi si torna a Reykjavik.
ti così vicini. Sonnecchianti, si spostano ap- pare. Ancora una cascata, Skogafoss, poi ci Ostello in centro con camere doppie, doc-
pena al nostro passaggio, così mi tocca pren- aspetta la fatica finale: il fiume che dobbia- cia, acqua calda, negozi, ristoranti. Special-
dere macchina, 180mm e flash e fare una mo attraversare per raggiungere il luogo del mente le signore, apprezzano, mentre io va-
serie di scatti, non è ancora la volta che si pernottamento è in piena, con la Discovery do a chiudere le pratiche con l'agenzia lo-
dorme! non si passa di sicuro, con il Defender, che cale, restituire le macchine eccetera.
Quinto giorno ha lo "snorkel" per alzare il punto di aspi- Settimo giorno
Dopo aver attraversato un'immensa distesa razione dell'aria e consentire il guado profon- Dopo una mattinata a disposizione per
di lava ricoperta di verdissimo muschio, il do siamo al limite, ma passiamo nonostan- shopping, nella quale troviamo tuttavia il
nostro programma prevederebbe l'escursio- te la fortissima corrente. L'ottima organiz- tempo di fare ancora foto, specialmente al-
Fulmaro in volo.
le molteplici specie di uccelli acquatici che rato", magari anche solo appoggiandoci so- 85/1.8, 180/2.8, 300/2.8AF-S, moltiplicato-
affollano il laghetto antistante il palazzo pra il nostro peso, quindi più pesante è me- re 1,4x dedicato TC-14E, flash SB-26, fil-
municipale, non resta che raggiungere nuo- glio è. tro polarizzatore, un paio di filtri digradan-
vamente Keflavik. Il comodo volo di linea Dal punto di vista faunistico non ci sono ti, cavi di scatto a distanza da 30m. Un'otti-
Icelandair in meno di 4 ore ci riporta alla grossi mammiferi da fotografare, ma in esta- ca macro, sacrificata per mancanza di spa-
Malpensa. Sull'aereo è tutto uno scambiarsi te uccelli di ogni specie affollano l'isola con zio, sarebbe tuttavia stata utile per le fiori-
di indirizzi, numeri di cellulare, e-mail. le loro nidificazioni. Se si vogliono trovare ture ed i muschi presenti ovunque.
Tutti mi chiedono dove li condurrò la pros- sul nido occorre arrivare a metà giugno. Al La scelta di portarsi appresso anche una fo-
sima volta, mi propongono Norvegia, Na- tempo del nostro viaggio, metà luglio, tutti tocamera panoramica Linhof Technorama
mibia, Patagonia, ovunque, basta riparti- i nidiacei erano già schiusi ed abbastanza 6x12, con relativo esposimetro separato
re. È una bella soddisfazione, dopo tanta grandini, addirittura in grado di fare i primi Sekonic KL-508, ha tuttavia influito sul con-
stanchezza. Nelle due ore di macchina che voletti. Del resto, l'estate artica dura poco, tenimento del corredo 35mm, peraltro ugual-
mi separano da casa, ripercorro le tappe e chi si ferma è perduto, nel vero senso del- mente generoso.
del viaggio, ma già penso alle future de- la parola. Una cinquantina di rulli tra Fuji Velvia,
stinazioni. Nonostante la notevole confidenza di mol- Provia 100F e Kodachrome 200 (queste ul-
L'avventura non si ferma mai! te specie, si tratta spesso di uccelli di taglia time non utilizzate) e un leggero ma affi-
medio-piccola, per cui un tele lungo e lu- dabile treppiedi Gitzo in carbonio, con te-
Consigli fotografici minoso è comunque indispensabile. Un sta a sfera Arca-Swiss B1 ad innesto rapi-
In Islanda, il paesaggio la fa sicuramente da 300mm, magari con un moltiplicatore da do, hanno completato il tutto, in scarso os-
padrone. Scenari incantevoli si susseguono 1,4x, può essere sufficiente, come confer- sequio alle norme IATA che limitano il ba-
in continuazione. Grandangolari spinti so- mano le foto del servizio, ma un 500/4 sa- gaglio a mano in 6 miseri chilogrammi, a
no indispensabili, ma anche l'uso di teleo- rebbe l'ideale, peso a parte. Ricordatevi di malapena sufficienti per batterie, filtri e
biettivi, meglio ancora uno zoom 80-200, è raddoppiare la dotazione di batterie, a cau- pellicole!
fortemente adatto e consigliato. Il treppiede sa delle temperature basse e quella di pelli-
è indispensabile per comporre al meglio l'in- cole, dato che con 24 ore di luce al giorno i Testo e foto di Guido Bissattini
quadratura, inoltre il vento è quasi sempre tempi per consumarle si dilatano.
presente, e talvolta ti sposta letteralmente L'attrezzatura personale utilizzata durante il
tanto è forte, impedendo di scattare in sicu- viaggio è stata la seguente: corpi Nikon F5
rezza. Il treppiede in questi casi va "zavor- ed F90X, ottiche Nikkor 14/2.8, 20-35/2.8,
PROFESSIONE

WORLD PRESS PHOTO

© Amit Shabi, secondo premio nella categoria “General News”.

La giuria internazionale della 44esima edi- La fotografia vincitrice – selezionata tra La cerimonia di premiazione è stata pre-
zione del World Press Photo Contest ha as- 42.321 lavori realizzati da 3.938 profes- ceduta da due giorni caratterizzati da un in-
segnato il premio per la migliore immagi- sionisti provenienti da ben 121 paesi di- tenso programma di conferenze, forum, vi-
ne dell’anno 2000 a Lara Jo Regan, una fo- versi - ha conquistato una giuria composta sione portfolio in diversi spazi e gallerie di
tografa statunitense freelance. La sua è una da 11 membri guidata dal francese Robert Amsterdam. Segnaliamo in particolare tre
fotografia pubblicata sul numero di marzo Pledge, presidente di Contact Press Ima- mostre aperte fino al 4 giugno, ospitate in
di Life, che ritrae una madre con il suo bam- ges (New York/Paris), riunitasi ad Amster- Oude Kerk: la collezione annuale delle fo-
bino nella loro casa in Texas. La stessa im- dam dal 28 gennaio all’8 febbraio 2001. tografie vincenti, una speciale selezione
magine si è aggiudicata anche il primo pre- Alla premiazione, Lara Jo Regan ha rice- delle opere della Regan ed una grande car-
mio nella categoria Daily Life (Vita quoti- vuto dalle mani del primo ministro olan- rellata di immagini raccolte sotto il titolo
diana). dese Wim Kok la somma di 15.000 fiori- “Il piacere della vita”, e realizzate dai par-
Il World Press Photo, sponsorizzato da Ca- ni. tecipanti ai seminari di World Press Photo
non, KLM Royal Dutch Airlines e da Ko- Lara non è però la sola premiata: vi sono in Bangladesh, Bosnia-Herzegovina, Perù
dak Professional è considerato il più im- fotografi di 24 nazionalità che hanno vin- e Zimbabwe.
portante concorso internazionale di foto- to nelle altre 18 categorie tematiche del
giornalismo. concorso. Cristina Franzoni
WORLD PRESS PHOTO

© Michael Amendolia, primo premio nella categoria


“Science and Technology Stories”.

© Jodi Bieber, primo premio nella categoria


“Daily Life Stories”.

© Zijah Gafic, secondo premio nella categoria


“Portraits Stories”.

© Julien Daniel, terzo premio nella categoria


“Daily Life Singles”.
WORLD PRESS
PHOTO

World Press Photo,


indirizzo internet ed e-mail:
www.worldpressphoto.nl
office@worldpressphoto.nl

© Lara Jo Reagan, immagine vincitrice del World Press Photo 2000.

© Matias Costa, primo premio nella categoria © Paul Lowe, secondo premio nella categoria
“People in News Stories”. “People in the News”.

© John Hrusa, terzo premio


nella categoria “Nature”.
SCUOLA DI RITRATTO

Foto di Patrick Demarchelier

IL RITRATTO
A LUCE NEON
Se siete appassionati come noi di film di
fantascienza non vi potranno essere sfug-
gite certe ambientazioni in capolavori qua-
li Blade Runner o la prima versione di Alien
(quello diretto da Ridley Scott), sino al-
l’ultimo colossal Il Quinto Elemento, dove
la complicità con il mondo della moda è an-
cora più esplicita, dato che lo styling dei
personaggi era curato dall’inconfondibile
Jean Paul Gaultier.
In questi film la presenza di svariate luci
neon nel set recitavano un ruolo altrettan-
to fondamentale, contribuendo a creare
un’atmosfera eterea, rarefatta, con lievi o
marcate dominanti color ciano, capaci di
dare un senso di freddezza colorimetrica al-
la scena e, insieme a make-up azzardati, di
conferire ai personaggi quell’idea di “pro-
venienti dal futuro”.
Allora... cosa fare se nel nostro ipotetico
atelier di ripresa compare una ragazza con
un vestito fatto di plastica e paillettes, truc-
cata in un modo che sembra sia stato uti-
lizzato l’aerografo?
Nessuna paura, la luce neon può essere una
soluzione interpretativa interessante per una
simile situazione. D’altro canto alcuni tra i
“grandi” della fotografia di moda la utiliz-
zano da tempo: Paolo Roversi, ad esempio,
o Patrick Demarchelier. Quest’ultimo, ha
realizzato con tale sistema le copertine 1997
di Bazaar America; quella che vi propo-
niamo, è un esempio in cui fotografa la fa-
mosa Amber Valletta con un impianto d’il-
luminazione a quattro tubi neon montati su
una cornice di quadro (come si vede nel-
l’altra immagine in B/N mentre si appresta
a ritrarre l’altrettanto famosa Kate Winslet).

Foto di Patrick Demarchelier


Se osservate attentamente gli occhi di Am-
ber Valletta vedrete al suo interno l’in-
confondibile disegno quadrato dei tubi neon
con un ulteriore tubo ricurvo, di “passag-
gio”, sul lato sinistro dell’inquadratura, uti-
lizzato come elemento grafico e, nello stes-
so tempo, come lieve luce di schiarita al fi-
ne di creare dominanti e intensità differen-
ti sulle due metà del viso. Come vedete,
quindi, il signor Demarchelier riesce addi-
rittura a fotografare le luci che utilizza den-
tro il suo set, rendendole addirittura ele-
menti di composizione della foto stessa.
È un piccolo saggio di tecnica e creatività,
frutto probabile di un’attenta analisi della
produzione artistica di quel movimento ame-
ricano, iniziato negli anni Sessanta, deno-
minato Pop-Art, che ha avuto tante riper-
cussioni nei seguenti decenni; quegli arti-
sti, tra le loro infinite provocazioni sull’u-
so improprio delle forme e dei materiali per
ricostruire gli oggetti d’uso comune, uti-
lizzavano spesso anche il neon, opportu-
namente sagomato nelle forme più strane,
quale elemento d’illuminazione e artistico
nello stesso tempo.
Realizzazione di due set di beauty con l’utilizzo di il-
luminazione a tubi neon di 5000K. Illuminazione uti-
lizzata da Patrick Demarchelier per la copertina di
Bazaar America. Sono state fatte due prove: una con
Ektachrome 64T a 1/30 f/8.5 ed una con Ektachrome
E100 esposta ad 1/30 f/11.3.

Le caratteristiche della luce neon colori primari, o, se privi di tale strumen-


Dal punto di vista strettamente tecnico, la to, con una serie di esperimenti.
luce neon si è molto diffusa all’interno de- Solitamente con i tubi neon con tempera-
gli studi fotografici, soprattutto in quelli tura Daylight sono sufficienti filtrature che
che fanno abbondante uso di dorsi digita- variano da un minimo di CC10M ad un
li, tarati per luci fredde, e rappresenta si- massimo di CC30M (M= Magenta). Per cui
curamente, ma solo in certi casi, un’alter- è sufficiente comprarsi tre filtri: il 10, il 20
nativa più economica alle luci a scarica, già ed il 30 CC di Magenta e fare delle prove
citate in precedenti articoli. su pellicola diapositiva.
Se le vostre esigenze di lavoro richiedono Nel caso vogliate utilizzare la soluzione au-
dorsi digitali o tempi di posa abbastanza tocostruita, ricordatevi solo di non usare
rapidi, allora non avete che da scegliere tra tempi più rapidi di 1/30 di secondo, per ri-
le unità neon già in commercio, che hanno prendere una “media d’andamento” della
il vantaggio di essere tarate e stabilizzate dominante cromatica del tubo neon. Con
elettronicamente e di non presentare il ti- tempi di posa più rapidi rischiate di otte-
pico sfarfallio. nere risultati sempre differenti, in relazio-
Se invece volete solo fare degli esperimenti, ne alla dominante che si viene a creare.
potrà bastare una buona serie di tubi neon D’altro canto, lavorando con una sensibi-
acquistati in grossi centri di fornitura di ma- lità di 100 ISO, che è poi la migliore per la
teriale elettrico, richiedendo una tempera- ritrattistica in generale, saranno i neon me-
tura di colore da 5000 K o 6000 K (Kel- desimi, con la loro poca luce, ad impedir-
vin); occorrerà poi un’opportuna filtratura vi di commettere errori sul tempo di posa.
da calcolare, se possibile con un buon ter- Rischierete, anzi, continuamente il mosso;
mocolorimetro a lettura simultanea dei tre quindi riponete in soffitta gli zoom pesan-
SCHEDA TECNICA:
Fotocamera: Mamiya RZ 6x7 PROII e
Nikon FM2
Ottica: 180 mm f/4.5 per la Mamiya e
Micro Nikkor 105mm f/2.8. Diafram-
mi di lavoro f/8.5 – f/11,5
Tempo di posa: 1/30s
Pellicole: Kodak Ektachrome E 100S e
Ektachrome 64T
Luci: Tre sistemi Neon Tarati e Stabi-
lizzati della ditta: LUPO
Sale di posa: John Kaverdash School
Milano
Advisor: Angelo Lanza
Postproduzione digitale: Aidin Mari-
scal
Hair & Make –UP: Barbara Bertuzzi
Modelle: Agenzia: John Casablancas
Milano

ti e poco luminosi, munitevi di un buon


85mm o 105mm fisso e luminoso e lavo-
rate a mano libera accettando un minimo
d’eventuale mosso o micromosso quale ele-

Foto di Patrick Demarchelier


mento ammorbidente dei tratti del viso.
Nel nostro caso abbiamo avuto la possibi-
lità di avere in prova tre sistemi d’illumi-
nazione già realizzati dalla ditta Lupo, ta-
rati a 5000 Kelvin, stabilizzati elettronica-
mente, inscatolati e dotati persino d’alette
parasole specchiate, da orientarsi a piace-
re, per sagomare ed amplificare al tempo
stesso la luce. La potenza d’illuminazione
era buona ed abbiamo potuto lavorare ad
1/30 di secondo con diaframmi compresi
tra f/8.5 e f/11.5 nel beauty stretto. di. doline potrebbero non essere registrate
Esistono ovviamente anche altre marche Il risultato con neon autocostruiti non è cor- correttamente. D’altro canto è un limite
che li producono, dotati addirittura d’unità rettamente valutabile su Polaroid, in quan- “storico” della Polaroid quello di non es-
ballast d’alimentazione esterna che, in pra- to tale pellicola a sviluppo immediato leg- sere né definita quanto una pellicola tra-
tica, con l’utilizzo di un numero minore di ge le luci fluorescenti non tarate e stabiliz- dizionale, né precisissima nei contrasti e
tubi, riescono a fornire una maggiore po- zate con dominanti tutte sue, tendenti co- nei colori tenui; ma come pretendere di
tenza ma, di sicuro, con un costo propor- munque ad un verde più marcato di quanto più da qualcosa che di per sé è già un mi-
zionalmente più elevato. Quelli da noi pro- poi non risulti effettivamente su pellicola. racolo tecnologico? Forse che le pelli-
vati sono buoni e non vi fanno indebitare Ricordatevi che in ogni caso si tratta di una cole riescono mai a darvi lo stesso risul-
per acquistarli; sono forse un po’ pesanti luce fredda e quindi vira tutto ciò che ri- tato che vedete nel mirino della vostra re-
per via dei molti tubi. prende. I rossi ad esempio sono esaltati, ma flex?
contemporaneamente perdono un po’ in bril- Ricordatevi che la fotografia è sempre
La disposizione delle luci lantezza; i colori freddi muovono verso to- un’interpretazione della realtà. L’unica
L’ideale è disporre i neon quanto più pos- nalità ancor più fredde e leggermente ver- vera realtà, forse, è quella che vedete con
sibile attorno al soggetto: due ai lati, uno dognole, sottraendo, in pratica, tutta la com- i vostri occhi.
di sopra (prevedete una robusta giraffa o ponente magenta di ogni colore.
una staffa in metallo retta da due buoni sta- Occorre anche fare dei test d’esposizione Roberto Mineo
tivi più cavetti d’acciaio di sicurezza per perché, solitamente, i set con luci al neon
l’incolumità del vostro soggetto), ed even- necessitano sovraesposizioni abbastanza
tualmente un quarto dal basso o, in sosti- marcate, di uno stop o più, direttamente in Tutte le immagini sono state riprese
tuzione, un pannello di schiarita in polisti- ripresa rispetto ai dati forniti dal vostro espo- durante lo svolgimento del Master di
rolo. simetro. Moda 1° livello della John Kaverdash
Abbiamo inoltre montato dei fogli di dif- Come pellicole si possono utilizzare le so- School.
fusore “Frost” davanti ai neon stessi per lite Ektachrome E 100S o, se volete un ef- Via G.E. Pestalozzi 10, Milano.
ammorbidirli ulteriormente. Utilizzando fetto molto blu, una Ektachrome 64 Tung- Per informazioni Telefonare al:
neon “tarati e stabilizzati” non occorreran- sten. Usando luci neon tarate e stabilizzate 02/89123696
no filtrature di nessun tipo e potrete anche potrete fare la Polaroid di prova; ricordate- Copyright: John Kaverdash School.
scattare con tempi di posa un po’ più rapi- vi solo che le lievi dominanti azzurre o ver-
SCUOLA D I RITRATTO

IL RITRATTO
DRAMMATICO
Un’illuminazione quasi teatrale per esasperare
i lineamenti e per conferire al viso un’espressione intensa.

Questo mese trattiamo una tipologia foto- trale dove lo scopo non è addolcire i tratti Per un professionista il primo problema è
grafica abbastanza particolare; eseguire un del viso ma, anzi, esasperarli, rendendo quello di avere un committente abbastan-
ritratto fotografico con l’uso di un’illumi- ogni curva, ogni angolo, altamente visibi- za preparato e amante del genere, diversa-
nazione drammatica non è una qualunque li. mente rischierebbe di essere frainteso, di
sessione di ripresa. Saranno pochi i sog- In realtà la forza di questo tipo di ripresa aver sbagliato l’illuminazione.
getti disposti a farsi vedere sotto una luce sta proprio nell’intensità che si riesce a con- Volendo confrontare illuminazioni diver-
così misteriosa, poco correttiva, ma molto ferire ad un viso, o ad un’espressione, con- se, potremmo dire ad esempio che Irving
interpretativa della loro personalità. centrando tutta l’attenzione di chi guarda Penn nei suoi ritratti tende ad usare la stes-
La luce drammatica apparentemente ri- sulle parti del soggetto che ci siamo pre- sa luce della moda concentrandosi più a
chiede un impianto semplice: un fondo scu- fissati di rendere visibili. Il resto scompa- catturare i gesti della persona ripresa, men-
ro e uno o due punti luce spot per far af- re nel nulla, talvolta in maniera netta e pri- tre Mapplethorpe usa luci morbide quasi
fiorare la persona fotografata quasi dal nul- va di compromessi, talvolta un po’ più sfu- per cancellare i tratti a volte molto duri di
la. Una tipologia d’illuminazione quasi tea- mata. un viso, basti pensare al suo famoso ritrat-
to di Grace Jones. Un fotografo maestro
dell’illuminazione drammatica è sicura-
mente Victor Skrebneski. I suoi ritratti so-
no pieni di ombre, sotto al naso, sotto il
labbro inferiore, sotto al collo. L’interven-
to del fotografo sul viso del soggetto è to-
tale, crea dei volumi suoi, indipendenti, ri-
disegna un volto dando una personalità,
proiettando sui suoi lineamenti la sua in-
terpretazione di forme e volumi.
Tale operazione è diametralmente opposta
a quella che abbiamo presentato nella no-
stra prima puntata del ritratto, dove cerca-
vamo di far affiorare la personalità del sog-
getto. Adesso accade l’opposto: vogliamo
proiettare sulla persona ripresa la nostra in-
terpretazione. Se vogliamo è una sorta di
elaborazione del soggetto e questo potreb-
be far inorridire coloro che continuano a
pensare alla fotografia come documento
oggettivo della realtà. Io, personalmente,
amo molto l’elaborazione fotografica, per-
ché penso rappresenti uno dei pochi sogni
che ci sono rimasti, una possibilità di espri-
mersi attraverso una finzione cercata, vo- le, per l’appunto nero, con un piccolo bank
Dati Tecnici lutamente fantasiosa, che poi è sorella so- grigliato sul davanti dall’alto, più un fre-
litamente del cinema, del teatro e della pit- snel in controluce di fianco, regolato sot-
Fotocamera: Mamiya RZ 67 PRO II tura. Ritengo che quando riprendiamo qual- toesposto di un diaframma rispetto alla pri-
Ottica: Mamiya 180mm
cosa, anche nella maniera più “verista”, un ma luce.
Diaframmi di lavoro:
1°set: f/11 pizzico del nostro punto di vista ci sia ine- È molto importante il posizionamento del
2°set: f/16 sorabilmente. Magari sbagliato, magari in- soggetto, muoverlo lentamente sotto la lu-
Tempo di posa: completo o privo dell’adeguata tecnica, ma ce, dosare esattamente l’effetto delle om-
1°set: 1/8 s il fatto stesso che abbiamo ritagliato den- bre sul viso. La persona ripresa non può ef-
2°set: 1/8 s tro una cornice qualcosa è già una forma fettuare grandi spostamenti durante la ri-
Pellicole: Kodak T-Max 100 e Kodak Ek- di alterazione della realtà, se vogliamo, di presa, dovremo essere noi, guardando gli
tachrome E100S bugia. D’altro canto l’occhio umano non effetti della luce sul suo viso, a pilotarla.
Luci: 2 generatori Bowens Traveller 3000G vede come una fotocamera e una fotoca- Molto critica è anche la lettura esposime-
utilizzati a mezza potenza mera non vedrà mai come l’occhio umano; trica, da fare in luce incidente, posizionando
Accessori d’illuminazione: Bank Wafer
sono due pianeti di costellazioni differen- correttamente l’angolo di lettura della cu-
75x100cm con griglia a nido d’ape, fresnel
e spot ottico Bowens ti. poletta bianca dell’esposimetro. Ciò è fon-
Laboratorio Colore: Linea Colore Carlo- I ritratti di Skrebneski sono la sua visione damentale per l’analisi della luce stessa.
color S.r.l. dei soggetti, personale, forte, magnetica, Pochi gradi di inclinazione differente dal-
Bianco e Nero: Walter Ferrian (docente del che attira l’occhio dell’osservatore su quei l’ottimale possono dare valori completa-
Master di Camera Oscura presso la John punti che lui ha deciso di far risaltare. mente errati d’esposizione. A differenza di
Kaverdash School) È intuibile quindi che non si tratta di un altri set, dove la tendenza è schiarire, qui
Advisor: Angelo Lanza set facile; tecnicamente non occorrono gran- si può agire in tutte le direzioni: sovrae-
Air e Make-Up. Barbara Bertuzzi di apparecchiature, ma è indispensabile la sporre per aumentare i contrasti tra zone il-
Modella: Agenzia John Casablancas - Mi- padronanza della luce e la sicurezza delle luminate e zone scure, esporre corretta-
lano
proprie scelte. mente per mantenere lo stesso equilibrio
Digitale: Aidin Mariscal. Solo acquisizio-
ni scanner e leggere calibrazioni sul con- che si percepisce nel mirino, oppure sot-
trasto e sui toni medi. Set Bianco e Nero toesporre per dare maggior importanza al-
Il set con cui si sono realizzate le immagi- le ombre e aumentare l’atmosfera dell’im-
Riprese effettuate durante una lezione ni in bianco e nero potrebbe essere classi- magine. È questo un caso in cui la pellico-
del Master di Moda I livello ficato come “quel tipo di luce drammatica la Polaroid può esserci d’aiuto magari per
della John Kaverdash School di Milano che tende ancora a far vedere qualcosa”. i primi tentativi.
Sala di Posa: John Kaverdash School La luce è sì dura e precisa, con tutte le sue I più tecnici poi potranno annotare tutte le
Copyright: John Kaverdash School ombre, ma tende a digradare lievemente varianti, distanze tra luci e soggetto, incli-
verso il basso. Il ritratto in questione, in- nazioni, potenze, ma occorre non dimenti-
quadrato a figura intera, sarebbe apparso carsi di imparare a “sentire” la luce, a per-
sfumato nel nero con una digradazione dal- cepirla come una materia che disegna il
l’alto al basso. soggetto; gli appunti si possono perdere o
Tecnicamente è stato utilizzato un fonda- dimenticare, l’esperienza vi resterà per tut-
ta la vita.
Durante la ripresa, occorre valutare tutto
l’insieme di luci e ombre continuamente,
scegliere l’esatta posizione del soggetto ed
il momento più adatto per lo scatto.
Sempre nel primo set sono stati aggiunti
anche due pannelli neri ai fianchi del sog-
getto, per assorbire ogni piccola luce pa-
rassita che potrebbe influenzare il risultato
“sporcandolo”.
Abbiamo utilizzato una fotocamera Ma-
miya RZ 67 con un’ottica di 180mm. Le
pellicole sono state: una Kodak T-Max 100
per le immagini in B/N e una Kodak Ekta-
chrome E-100S per quelle a colori. La T-
Max per il suo contrasto abbastanza mar-
cato e la E-100S per la sua notevole capa-
cità di riprodurre neri profondi. Lo svilup-
po della E-100S è stato poi forzato a: +1/2
per dare maggior contrasto complessivo e
pulire un po’ il viso.

Set Colore
Nel secondo set invece è stato utilizzato un
fresnel sempre dell’alto, (di cui occorre re-
golare correttamente l’ampiezza del fascio
luminoso proiettato, per non sporcare il fon- È stato utilizzato un fondale nero con un piccolo bank grigliato sul davanti dal-
dale), più uno spot, sempre sottoesposto di l’alto, più un fresnel in controluce di fianco, regolato sottoesposto di un dia-
circa un diaframma, quale leggero contro- framma rispetto alla prima luce.
luce sul fianco del giubbotto di pelle. Bi- Ai lati del soggetto sono stati aggiunti due pannelli neri, per assorbire ogni
sogna stare molto attenti al controluce per- piccola luce parassita che potrebbe influenzare il risultato.
ché non deve mai essere troppo evidente,
altrimenti dal ritratto drammatico si scivo-
la alla fototessera con luci sbagliate. Ri-
cordatevi sempre che l’effetto c’è già e con-
siste proprio in questa scelta di luce; ulte-
riori aggiunte sarebbero assolutamente fuo-
ri posto.
Si potrebbe invece studiare l’uso di un tem-
po di otturazione un po’ lento: 1/8 o addi-
rittura 1/2 secondo per registrare un po’ di
mosso (avendo però l’accortezza di lascia-
re la lampada pilota del proprio flash in po-
sizione di “sempre acceso” e ricalcolando
quindi tutta l’esposizione complessiva); ta-
le esperimento però è consigliabile alla fi-
ne della sessione di ripresa essendo diffici-
le prevederne il risultato.
Nel secondo set, infatti, si nota una caduta
della luce in maniera rilevante. Sotto ad una
certa linea si passa repentinamente all’om-
bra. Talvolta i capelli spariscono e resta so-
lo il volto, le arcate sopraccigliari s’ispes-
siscono d’ombra e lo sguardo diventa in-
tenso.
Per quanto riguarda il make-up occorre un
trucco medio forte, quindi fondotinta, cor-
rettore, cipria, fard, ombretto traslucido e
un po’ di lucidalabbra per creare maggior
contrasto sulla bocca. Sicuramente il make-
up artist non vi amerà tantissimo poiché do-
po un’ora di trucco la maggior parte del suo
lavoro sparirà…..nell’ombra; ma, qualcu-
no scrisse: “Così è (se vi pare)….” In questo set è stato utilizzato un fresnel sempre dell’alto, (di cui occorre re-
Roberto Mineo golare correttamente l’ampiezza del fascio luminoso proiettato, per non spor-
care il fondale), più uno spot, sempre sottoesposto di circa un diaframma,
quale leggero controluce sul fianco del giubbotto di pelle.
SCUOLA DI RITRATTO

IL RITRATTO
GRAFICO

Nella foto grafica l’immagine deve esprimere una


(apparente) semplicità, con una grande pulizia formale.
Inquadratura e illuminazione devono essere coerenti.

Quante volte è capitato di soffermarci sul- menti assolutamente necessari senza alcun ammorbidenti o manipolazioni chimiche
le immagini di Irving Penn o di Robert Map- minimo dettaglio fuori posto o di troppo. sulla pellicola, niente controlli esasperati
plethorpe e aver desiderato di riuscire per- Anche se con uso di luci e stile profonda- sull’espressione o sullo sguardo. Bisogna
lomeno a pensare una foto contenente la mente diversi questi due fotografi rappre- stare attenti a non scivolare sul concetto
sintesi, la pulizia formale e l’uso dell’illu- sentano un chiaro esempio di ripresa gra- pittorico del ritratto che, al contrario di quel-
minazione di uno di questi due grandi mae- fica. Il ritratto grafico ha lo scopo princi- lo grafico, deve creare anche un effetto.
stri. La cosa che più colpisce in loro è la pale di rendere al meglio le linee del volto Il Make –up non è mai invadente, un po’
totale essenzialità dell’immagine, l’uso ben e fornirci una sintesi del viso. La fotogra- di correttore e di fondotinta per gli occhi e
definito della luce e l’estrema attenzione a fia deve essere estremamente semplice, una le piccole imperfezioni nel colore della pel-
includere nell’inquadratura solo gli ele- sintesi visiva di quel soggetto, niente filtri le del soggetto ed un poco di cipria, poco
Lo spazio tra i due bank frontali è minimo, una stretta fessura appena sufficiente
per infilare l’ottica per lo scatto.

Vista dall’alto del set di ripresa. Si nota che il soggetto è posto a qualche metro dal
fondo di carta ed illuminato con due bank frontali, uno a destra e uno a sinistra.
Completano il set due pannelli di polistirolo disposti ai fianchi del soggetto ad an-
golo retto rispetto ai due bank che lo illuminano; si può aggiungere un pannello di
polistirolo per rischiarare dal basso il collo.
Riprese su fondo nero.

trucco in generale sugli occhi e sugli zigo- cimentarvi nella disciplina della foto ri- te da 250 watt e chi con una sala di posa
mi, un poco di fard al centro della guancia, trattistica. All’inizio potete prendere con- tecnologicamente all’avanguardia; se avre-
bocca e naso anche con ombreggiatura. tatto con qualche scuola di truccatori e far- te capito cos’è la luce la saprete ottenere in
Trucco più correttivo che d’effetto sui trat- vi dare i nominativi dei migliori allievi. Ri- ogni modo e con qualsiasi attrezzatura.
ti fondamentali del viso: occhi, naso e boc- cordatevi che la fotografia di soggetti uma- Il rimontare un set alla volta, sempre lie-
ca, ingrandendone o rimpicciolendone le ni prevede sempre un lavoro di équipe e, vemente differente, ed imparare a control-
masse in base alla loro dimensione. anche se ciò crea dei costi aggiuntivi, vi lare tutte le varianti di luci sul viso del sog-
Una pellicola normale quale una Ektach- permetterà di realizzare opere più profes- getto vi aiuterà quindi a capirne molto di
rome E 100 S o se preferite una Fujichro- sionali, con conseguente possibilità di ven- più. Sarebbe altresì importante, soprattut-
me Astia o una T-Max 100 B/N sviluppa- dita a prezzi sensibilmente maggiori rispetto to agli inizi, disporre di un dorso Polaroid
te normalmente, al massimo con leggeri ti- a una foto scattata in un retrobottega con per controllare i risultati prima dello scat-
raggi di sovraesposizione di +1/3 o + 1/2 due flash dotati, nel più fortunato dei casi, to definitivo su pellicola. Come sapete cer-
di stop, (nel caso delle dia), per ripulire leg- di un ombrellino. to, esistono dorsi Polaroid anche per le fo-
germente il viso aumentando un pochino il tocamere reflex 35mm; costano un poco,
contrasto generale (operazione però da far “Idee” di luce ma ne vale sicuramente la pena. Una pos-
eseguire solo da laboratori di provate ca- Iniziamo quindi a montare il set. Questa fa- sibilità, (sempre a livello di puro test), può
pacità). se, come ho già detto, è molto importante, anche essere la pellicola per diapositive a
ma è altrettanto importante che la ripetia- sviluppo immediato della Polaroid.
L’inquadratura te ogni qualvolta andate a fotografare una Il set di oggi comporta un impianto a quat-
Il taglio dell’inquadratura che esaminiamo persona nuova. Contrariamente a quanto si tro punti luce nel caso che si preveda un
in questo articolo è un primo piano o un possa pensare, non esistono in realtà sche- fondo bianco e un impianto a due luci nel
mezzo busto; evitate all’inizio la figura in- mi di luce; la luce deve essere ricostruita caso lo si voglia eseguire con fondo nero.
tera in quanto più complessa da gestire, da caso per caso, volto per volto, giornata do- Per prima cosa si distende il fondale di car-
illuminare e da correggere con il trucco: ri- po giornata. Nella moda le luci cambiano ta e nel caso in cui vogliate riprendere con
cordatevi che non andrebbe mai fotografa- mediamente ogni quattro o sei mesi, il ri- il fondo bianco bisogna prevedere due pun-
to un solo centimetro di pelle senza tratta- tratto non ha la stessa velocità ma segue al- ti luce ai lati del fondale per illuminarlo
mento di make-up. trettanto rapido. (meglio luci morbide). Noi abbiamo usato
Occorre cominciare a pensare alla presen- Oggi più che di schemi bisogna parlare di due bank privati però del diffusore in tela
za di un esperto di make-up all’interno del sensazioni di luce, di idee di luce; ci sarà esterno, ma vanno bene anche due parabo-
vostro studio qualora vogliate seriamente chi le ottiene con due lampadine survolta- le morbide di quelle tipo flood-lite.
Dati Tecnici:
Fotocamere utilizzate: reflex 35 mm
Ottiche: dal 50mm al 105mm
Diaframma di lavoro: f/16
Tempo: sincro flash 1/125s
Pellicole: Kodak Elite 100 e Kodak
Ektachrome E 100S
Laboratorio: Linea Colore Carlocolor Milano
Sala di posa: John Kaverdash School – Milano
Flash: 4 unità Bowens Traveller
G 3000W/s usati a 1/2
di potenza complessiva
Modella: Agenzia John Casablancas Milano
Hair & Make-Up: Barbara Bertuzzi
Advisor: Angelo Lanza (docente del corso di
moda e ritratto della
John Kaverdash School)
Copyright Immagini: John Kaverdash School Milano

Scatti eseguiti durante lo svolgimento della seconda lezione del Master


di moda 1° Livello della John Kaverdash School di Milano. Il corso di
specializzazione si articola in quindici lezioni pratiche da quattro ore
ciascuna e prevede due tipologie differenti di ripresa per ogni lezione.
Ogni situazione di lavoro è assolutamente inedita in quanto ogni singo-
lo corso rivede completamente le tipologie sia di make-up che di illu-
minazione tenendole aggiornate così in tempo reale rispetto alla produ-
zione di redazionali analizzati da riviste di moda sia nazionali che in-
Fase del trucco. ternazionali. Per informazioni e colloqui orientativi Telefonare allo:
02.89123696, orari di segreteria: dal lunedì al sabato dalle ore 10.30 al-
le ore 23.00.

Il soggetto deve essere posto a qualche me- La ripresa eventuali inestetismi del viso o del collo
tro dal fondo di carta ed illuminato con due Ora quest’idea di luce andrà modificata se- del soggetto.
bank frontali, uno a destra e uno a sinistra, condo i soggetti. Un viso rotondo potreb- Tenete sempre a mente il concetto fonda-
abbastanza stretti tra loro lasciandovi ap- be richiedere che i bank laterali si allonta- mentale che nella foto grafica l’immagine
pena una fessura necessaria ad infilare l’ot- nino un poco per scurire le guance, un vi- dovrà reggersi da sola, dovrà esprimere un
tica per lo scatto. so troppo spigoloso potrebbe richiederli più concetto d’estrema chiarezza compositiva,
Completano il set tre pannelli di polistiro- vicini. di (apparente) semplicità dove in realtà nes-
lo, due disposti ai fianchi del soggetto ad Provate sempre a modificare le indicazio- sun millimetro quadrato del fotogramma
angolo retto rispetto ai due bank che lo il- ni fornitevi e, anche sbagliando, a valutar- contenga elementi di troppo. Psicologica-
luminano e uno dal basso per rischiarare il ne gli effetti sia visivi sia con uno scatto di mente occorre disporsi nella condizione di
collo. prova. Quando poi tutto sarà pronto iniziate essere perfettamente consci che la foto è
Nel caso invece vogliate riprendere con un la sessione di ripresa. esattamente ciò che si vede di fronte e
fondale nero ricordatevi di allontanare ul- Valutate attentamente il soggetto, guarda- nient’altro. Costruire un’immagine con po-
teriormente il soggetto dal fondo per evi- telo sotto la luce, fategli compiere dei pic- chi elementi tutti molto geometrici e chia-
tare che la luce dei bank frontali possa schia- coli spostamenti con il viso per valutare il ramente leggibili.
rirlo e, ovviamente, non andrà illuminato. lato migliore. Cominciate la composizio- Quelli che vedete sono i risultati di una ses-
I bank frontali debbono lavorare alla stes- ne tra viso, occhi, bocca, collo, spalle, brac- sione di scatto svoltasi all’interno di un cor-
sa potenza e quelli sullo sfondo, (quando cia (etc) ricordandovi che dovete riempire so di moda durante una lezione sul beauty
necessari), si possono regolare un poco più il fotogramma con informazioni essenzia- e sul mezzo busto di tipo grafico; come po-
potenti, per avere un bianco un po’ più pu- li e sintetiche. tete notare i tagli sono particolari, le posi-
lito. Chiedetevi sempre, prima di fare click, se zioni delle braccia (quando presenti) accu-
Per quanto riguarda l’esposizione convie- qualcosa non è di troppo; troppa testa? ne ratamente studiate, la posizione ed il taglio
ne sovraesporre in ripresa rispetto alla me- tagliate dall’inquadratura un pezzo; troppi del soggetto all’interno del fotogramma mai
dia esposimetrica rilevata sul viso. Un con- capelli? riducete il volume con un’inqua- casuale.
siglio? Usate solo esposimetri esterni per dratura estrema sul viso e/o con una diffe- Ovviamente questo è solo un esempio di
luce incidente. Ricordatevi che per lavora- rente angolatura di ripresa. luce possibile al fine di ottenere un buon
re in studio le macchine elettroniche, au- Fate muovere il soggetto, voi purtroppo sie- ritratto di tipo grafico e soprattutto se si
tofocus ed automatiche non servono asso- te in mezzo ai due bank. Il soggetto, in tal opera da soli, senza il consiglio di un pro-
lutamente a nulla. Una vecchia reflex mec- senso, può anche stare in piedi e il punto fessionista, potranno essere necessarie di-
canica con ottica da 105mm o da 85mm fis- di ripresa può variare dall’alto al centro al verse sessioni di ripresa e svariati test sia
sa sono l’ideale, a patto però che l’ottica basso. Ricordatevi solo che dal basso le di esposizione che di sviluppo.
sia veramente buona e ricordatevi sempre probabilità di sbagliare la foto aumentano,
e assolutamente il paraluce. si moltiplicano inoltre i rischi di mostrare Roberto Mineo
SCUOLA D I RITRATTO

Foto John Kaverdash

IL RITRATTO
IN ESTERNI
La tecnica migliore per realizzare un ritratto in esterni senza chiazze di luce sul viso è
cercare un’illuminazione morbida, filtrata dalle nuvole, sotto una tettoia o in ombra,
ma ricordandosi di rinforzare l’eccesso di blu che ne consegue con una luce calda.
Sopra: Nadar, “Ritratto di Charles Baudelaire”, 1860.
A destra: Nadar, “Autoritratto”, 1854.

Una delle tipologie di ritratto che spesso ci conda metà del 1800 era qualcosa che as- riorità e la bellezza dei suoi ritratti e, in so-
troviamo ad affrontare è proprio quella del- somigliava più ad una serra che ad un mo- stanza, odiato dalla critica (pittorica) del
la ripresa in esterni. Erroneamente pensia- derno studio fotografico. In quegli anni, in- tempo che condannava la fotografia defi-
mo che non sia necessario modulare la lu- fatti, le possibilità d’illuminazione dipen- nendola “industria fotografica con l’esclu-
ce del sole e così spesso restiamo un po’ devano dalla luce solare. Un’opportuna co- sivo compito della documentazione, priva
delusi da tanti bei volti segnati da ombre struzione architettonica a vetrata, con l’ag- di qualsiasi possibilità d’interpretazione
dure, occhi neri e sottoesposti e proiezioni giunta di tende in cotone chiaro e ovvia- personale”.
qua e là sul viso del naso del soggetto ri- mente orientata in modo da sfruttare al me- Persino Baudelaire era contro la nuova tec-
preso. glio la luce solare, permetteva ai nostri pre- nica e il suo pensiero potrebbe essere rias-
In realtà il ritratto in esterni andrebbe rea- decessori di realizzare delle luci morbide sunto in questo modo: “fotografia uguale
lizzato con la stessa cura che si dedica a e avvolgenti o dure e drammatiche, esatta- a rifugio di tutti i pittori mancati, mal do-
quello eseguito in studio. Le possibilità so- mente come se stessero utilizzando un mo- tati o troppo pigri per completare i propri
no ovviamente molteplici ed oggi prove- derno bank o un Fresnel. studi”. Peccato che lo stesso Baudelaire po-
remo ad esaminarne una abbastanza sem- sò per Nadar circa quattro anni dopo tale
plice, alla portata di tutti, sia in termini tec- Nadar, un grande ritrattista affermazione, in uno dei primi ritratti che,
nici che economici. A tale scopo sarebbe utile una rivisitazio- successivamente, contribuirono a creare la
Innanzi tutto occorre fare una considera- ne di uno dei ritrattisti più importanti del fama del fotografo.
zione sulla fonte luminosa, vale a dire il so- periodo: il francese Felix Tournachon, in Nadar è molto importante, perché introdu-
le, che è sicuramente una delle migliori in arte Nadar (Parigi 1820-1910). La sua pro- ce il tema della rappresentazione psicolo-
assoluto, superiore per resa dei colori e cre- duzione migliore è quella dei ritratti, rea- gica del personaggio ritratto. Già all’epo-
dibilità a qualunque altro sistema artificia- lizzata dal 1853 al 1860, periodo nel qua- ca era innegabile che la fotocamera “ve-
le inventato dall’uomo. Molti fotografi tro- le aveva lo studio in Rue Saint-Lazare, pri- desse” in maniera del tutto differente ri-
vano tale luce talmente importante da aver ma della nascita di quel famosissimo mo- spetto all’occhio umano; non era quindi un
dedicato ad essa un’intera sala di posa con vimento pittorico denominato Impressio- semplice strumento tecnico prevalentemente
il soffitto a vetrata; non dimentichiamo che nismo. Nadar viveva una dicotomia lace- al servizio della scienza o della documen-
la tipica sala di posa del fotografo della se- rante, amato dal suo pubblico per l’inte- tazione, ma un vero e proprio mezzo espres-
sivo e d’interpretazione. D’altro canto que-
sto tipo di reazioni verso le nuove tecnolo-
gie hanno sempre fatto parte della nostra
storia; mi viene in mente la vicenda di due
signori, Bill Hewlett e Dave Packard, che
decisero di produrre i primi calcolatori ta-
scabili prevedendo la futura larga diffusio-
ne dei personal computer: all’inizio essi fu-
rono derisi poiché la convinzione generale
era che mai un computer, una macchina co-
sì complessa e sofisticata, avrebbe potuto
diffondersi in modo tale da entrare nelle no-
stre case.

La preparazione del set


Tornando al nostro set in esterni, in que-
st’occasione abbiamo aspettato una gior-
nata di cielo lievemente coperto, che creas-
se delle ombre più morbide, ed abbiamo al-
lestito un fondale in stoffa maculata sor-
retto da due stativi e da una barra estensi-
bile; abbiamo appesantito il tutto con piom-
bi e sacchi di sabbia, per evitare di veder-
lo volare via al primo alito di vento.
Abbiamo aggiunto una lampada al quarzo
da 2500 Watt sul lato sinistro, che rimbal-
zava su un pannello riflettente bianco Li-
ghtform da 2x1m, anch’esso appesantito
con sacchetti di sabbia. Lo scopo di questa
luce ausiliaria era di scaldare un poco la
temperatura colore della scena, per evitare
l’eventuale eccesso di blu, dato dal cielo
coperto. In un set di questo tipo l’impor-
tante è che la luce ausiliaria sia di un dia-
framma, o un diaframma e mezzo, meno
potente della luce del sole, in maniera da
non falsarla. La regolazione a una potenza
pari a quella della luce solare darebbe luo-
go ad un effetto giallastro, su un lato del vi-
so e del vestito, troppo evidente e sicura-
mente dal sapore artificiale.
Se l’illuminazione è correttamente bilan-
ciata, il risultato sarà una illuminazione dif- Foto John Kaverdash
fusa, con la sensazione che la luce del so-
le provenga dal lato sinistro. In realtà il so- Scheda Tecnica:
le, per quanto dietro alle nuvole chiare, ve- Fotocamera: Hasselblad 500 EL
niva da destra; in questo modo abbiamo da- Ottica: 150 mm f/1.4
to al quarzo il compito di fungere da luce Diaframma di lavoro: f/8
principale, come direzione non come po- Tempo di posa: 1/60s
tenza, ed al sole la funzione di schiarita (an- Pellicole: Kodak Ektachrome E 100SW
che se in realtà era la maggiore fonte di lu- Luci: luce diurna e un quarzo Hedler da
ce, una luce più fredda come bilanciamen- 2500W
to cromatico). Un bel gioco di opposti, che Advisor: Stefano Oppo
però ha contribuito a creare l’atmosfera di Postproduzione digitale: Aidin
una foto in esterni con luce morbida, e Mariscal
nient’altro. Hair & Make –UP: Katia Wilhelmus
Riassumendo quindi, la miglior tecnica, la Modelle: Olenka e Ula Agenzia: The
più semplice per realizzare un ritratto sen- Luxe, Milano
za chiazze di luce sul viso, è cercare un’il- Copyright:
luminazione morbida, filtrata dalle nuvole, John Kaverdash School – Milano
sotto una tettoia o in ombra, ma ricordan- Tutte le immagini sono state riprese du-
dosi di rinforzare con una luce calda l’ec- rante lo svolgimento del Master di Moda
1° livello della John Kaverdash School di
cesso di blu che ne consegue.
Milano, via G.E. Pestalozzi 10. Per infor-
Per i ritratti in piena luce, invece, la tecni- mazioni telefonare allo: 02/89123696
ca è molto più complessa e dispendiosa e
sarà oggetto di trattazione in un prossimo zione in controluce. ERRATA CORRIGE
speciale sul ritratto in esterni, una tecnica Attenzione infine ai fondi utilizzati: è suf- Con riferimento all’articolo “Il ritratto a
d’origine cinematografica che, però, pre- ficiente un muro, una stoffa, una forte sfo- luce neon”, pubblicato sul numero di lu-
vede un allestimento particolare. catura o qualunque cosa un po’ neutra. Evi- glio-agosto ’99 di Progresso Fotografico,
Gli scatti che pubblichiamo sono stati ef- tate assolutamente paesaggi improbabili, si precisa che l’autore delle foto che cor-
fettuati con una fotocamera medio forma- dal sapore da cartolina, o peggio strade con redano l’articolo non è Patrick Demar-
to Hasselblad motorizzata, dotata di un’ot- automobili. Lo sfondo non deve distrarre chelier, ma bensì Angelo Lanza. Ci scu-
tica da 150mm diaframmata a f/8 e tempo mai troppo dal soggetto ed il ritratto am- siamo con i fotografi.
di 1/60s a mano libera. Come pellicola ab- bientato è un’applicazione ben più com-
biamo usato un’Ektachrome E100SW in plessa che richiede un occhio molto alle-
formato 120. La scelta della SW, anziché nato; la fotografia in esterni richiede una
della solita S, è perché tale film restituisce tale esperienza che nella nostra scuola ab-
dei toni più caldi e risulta quindi più adat- biamo dovuto sviluppare un corso di mo-
to in situazioni di ripresa con cielo coper- da specifico per la fotografia in esterni, do-
to o in ombra. ve si affrontano le varie tipologie di am-
È molto importante ricordarsi, quando si bientazione e d’illuminazione, dall’archi-
fotografa con il cielo coperto da nuvole, tettura al paesaggio con soggetto umano.
che quelle ideali sono le nuvole di colore Per quanto concerne il make –up in questo
bianco, in quanto diffondono la luce, ma caso è stato realizzato in maniera molto leg-
non ne alterano troppo la temperatura co- gera ed opaca, con colori pastello, un ma-
lore. Per la disposizione del set, prima di scara color nero molto marcato e labbra na-
tutto individuate la posizione del sole die- turali solamente un po’ lucide. Far esegui-
tro alle nubi e piazzate luci e fondali di con- re solo sfumature, niente linee marcate; l’ef-
seguenza. Se piazzate il set in controluce fetto finale sulla pelle deve essere quasi im-
con il cielo coperto otterrete in ogni caso percettibile.
un controluce, magari morbido, ma con tut-
ti i vantaggi e gli svantaggi dell’illumina- Roberto Mineo
SCUOLA D I RITRATTO

IL RITRATTO
MASCHILE
I media richiedono in genere un ritratto maschile diverso da quello femminile.
Fondamentale è lo studio del carattere del soggetto.

Foto di Irving Penn.


Spesso tendiamo a non prendere in esame
il ritratto maschile come una vera discipli-
na, seguitiamo a fotografarlo così com’è,
senza ricorrere a particolari tecniche per
abbellirlo, quasi non fosse necessario. L’uo-
mo invece richiede la stessa sensibilità che
si dedica alla donna, se non una ancora
maggiore.
Nella moda, ovviamente, sono le donne a
fare la parte del “Leone”, divenendo, in ta-
luni casi, addirittura delle star note al pub-
blico al pari delle attrici. Difficilmente ci
ricordiamo il nome di un noto modello ma-
schile, senza tener conto invece che, nei re-
dazionali, nelle passerelle delle sfilate, ne-
gli spot pubblicitari ed in tutte le forme di
comunicazione in realtà gli uomini sono
sempre presenti.
Esistono fotografi particolarmente specia-
lizzati sull’uomo, come Bruce Weber che
propone attraverso le sue immagini una for-
te interpretazione maschile, tutta giocata
su luci particolari ed inquadrature insolite.
Altri fotografi, tra i quali, ad esempio, Ir-
ving Penn, riuscivano a fotografare in mo-
do eccezionale ambedue i sessi, attribuen-
do, nel suo caso specifico, alla donna mag-
giori ed inequivocabili connotati di moda
e all’uomo un’eccezionale interpretazione
del carattere e del personaggio. A tale sco-
po vi proponiamo tre immagini che sinte-
tizzano le tre tappe fondamentali della pre-
coce e breve esistenza di Truman Capote,
uno degli scrittori più famosi di New-York Foto di Irving Penn.
degli anni ’50 e ’70, scattate da Penn. Que-
ste immagini sono tratte da un famoso li-
bro monografico a lui dedicato, commen-
tato da John Szarkowski ed edito negli U.S
dal Museo di Arte Moderna di New York
ed in Italia da Idea Book.
Truman Capote a soli diciotto anni aveva
già pubblicato due suoi racconti sull’auto-
revole Times: “L’arpa d’erba” e “Altre vo-
ci, altre stanze”; divenne noto al pubblico
per aver scritto il famoso “Colazione da
Tiffany” e incarnava una personalità irre-
quieta, maledetta e geniale dedita a tutti i
vizi e stravizi possibili nella vita umana.
Ovviamente non poté sottrarsi all’obietti-
vo di Penn, che lo ritrasse in tre epoche dif-
ferenti coprendo un periodo trentennale
dell’esistenza dello scrittore.
Ebbene provate a guardare queste imma-
gini, e osservate bene come in ognuna di
Le immagini di Tru-
esse ci sia il racconto della vita del perso-
man Capote sono
naggio, la sua anima, il trascorrere del tem-
tratte da un famoso
po e del suo “vissuto” in modo inesorabi-
libro monografico a
le, quasi impietoso, ma grande appunto per-
lui dedicato, con
ché profondamente interpretato. Vi sugge-
commento di John
risco vivamente di acquistare almeno un
Szarkowski, edito ne-
libro di Irving Penn se volete iniziare a ca-
gli U.S dal Museo di
pire cosa significhi fare un ritratto.
Arte Moderna di
Sfumando questa breve digressione su
New York ed in Ita-
Penn, cominciamo ad intuire che l’uomo è
lia da Idea Book.
un soggetto molto interessante per un fo-
tografo perché permette, tutto sommato, Foto di Irving Penn.
maggior libertà d’interpretazione della
donna la quale, tolti alcuni rari ed ecce-
zionali esempi, convenzionalmente de-
ve risultare bella, secondo gli svariati ca-
noni di bellezza oggi possibili, ma es-
senzialmente bella. Riuscireste a ven-
dere mai un ritratto di una ragazza con
le prime rughette sotto il contorno degli
occhi o le pieghe di pelle sul collo, im-
pietosamente messe in evidenza da una
luce radente?

Lo studio del carattere


Iniziamo quindi ad analizzare i tratti so-
matici dell’uomo che ci apprestiamo a
riprendere, per individuare la migliore
luce.
Bisogna evitare innanzi tutto di addol-
cirlo troppo, accettare l’idea che ci sa-
ranno dei segni sul viso, purché grade-
voli e che non imbruttiscano; stare mol-
to attenti al naso, che è molto più gran-
de di quello della figura femminile e, di
conseguenza, occorre controllarne più
accuratamente la proiezione delle even-
tuali ombre sul resto del viso.
Il nostro soggetto ha un viso molto in-
fantile e pulito? In questo caso si può
utilizzare una luce ancora più dura e del-
le ombre un po’ più marcate per caratte-
rizzarlo virilmente. Cercare sempre più
l’espressione che la bellezza, anche i ge-
sti del viso o eventualmente delle mani
possono essere fondamentali.
Si può ricorrere a un lieve mosso, coa-
diuvato da un colpo di flash finale, per
ottenere un’atmosfera morbida, nell’i-
potesi di un viso molto spigoloso e dai
tratti difficili. Si possono al contrario uti-
lizzare delle luci dure, un fresnel, una
griglia, uno spot, per una resa quasi tea-
trale che aumenterà l’idea di vissuto. Cer-
cate sempre di raccontare nell’uomo so-
Polistirolo prattutto il suo carattere, un bel sorriso
se è un simpatico, anche se nel sorride-
re si scomponesse un po’ nel viso e af-
Polistirolo fiorassero delle inevitabili rughette; se-
rio e profondo se nella sua mimica e nel
carattere si evidenzia maggiormente l’i-
dea di virilità.
Una minima ambientazione può aiutare
la ripresa: un pezzo di tavolo, una sedia,
un accessorio d’abbigliamento, cui lui è
molto legato (escluderei però istanta-
neamente i telefonini che sono, nella mi-
gliore delle ipotesi, solo di cattivo gu-
sto).

I set di ripresa
Nella sessione di ripresa di oggi abbia-
mo utilizzato due set, uno molto morbi-
do ed uno estremamente duro. Quello
morbido è stato realizzato con lo stesso
schema d’illuminazione spiegato nel-
l’articolo precedente sul ritratto pittori-
co, con luci a scarica di rimbalzo contro
un pannello e tempo di posa un po’ len-
to per creare un po’ di mosso. Questo set
di luce si presta bene per i ragazzi, per
un’atmosfera più informale, allegra, ma-
gari per una figura intera dove far coin-
cidere un minimo di “recita del perso-
naggio” durante la ripresa, quasi si trat-
tasse di un reportage su di lui.
Nel secondo caso invece è un set molto
statico, studiato nei minimi dettagli e po-
sizioni, non adatto per movimenti. Un
fresnel dall’alto, chiuso su tre quarti del
viso, e uno spot in controluce, dal lato
posteriore, per sagomare, in modo appe-
na percettibile, la spalla sinistra, è tutto
quanto occorre unitamente ad un fonda-
le nero.
Evitare invece i controluce “violenti” nei
capelli, tipici, del “fototesserista evolu-
to”. Optare invece per una luce mag-
giormente dall’alto e, ripetiamo, con-
trollare attentamente le ombre e le proie-
zioni del naso. Magari cercare di dia-
frammare maggiormente per avere più
piani di nitidezza e relativi dettagli a di-
sposizione.
Sovraesporre meno rispetto alla donna,
giusto per ripulire un po’ la pelle; usare,
quando possibile, il bianco e nero, stam-
pato però in maniera impeccabile. Evita-
re assolutamente di ottenere dei bianchi

Spot

Fondo nero
Fresnel
Scheda Tecnica
Fotocamera: Mamiya RZ 6x7 PROII
Ottica:
1° Set
110 mm f/2,8
Diaframma di lavoro f/2,8
Tempo di posa: 1/15”– 1/30”
2° Set
Ottica 180 mm f/4,5
Diaframma di lavoro f/8

Pellicole: Kodak Ektachrome E 100S


Luci:
Due torce con generatori Arri da 575
Watt ciascuno per il 1° Set
Due Torce Traveller su due Generatori
Bowens Traveller 3000G
Un Fresnel ed uno Spot Ottico
Sale di posa:
John Kaverdash School Milano
e neri grigini e morbidi; anzi, evitarli sem- nullare i piccoli inestetismi e le occhiaie. Advisor: Angelo Lanza
pre e in ogni caso. Un po’ di cipria nei punti di maggiore lu- Assistenza e fornitura impianti di illumi-
nazione Arri: Studio Import Milano
Ricordatevi che la fotografia in bianco e cidità (pochissima), e un po’ di mascara tra-
Postproduzione digitale: Aidin Mariscal
nero è delicatissima e solo pochi laborato- sparente per lucidare le ciglia. Si possono Hair & Make –UP: Barbara Bertuzzi
ri sono in grado di trattarla in maniera im- eventualmente correggere le sopracciglia Modello: Agenzia: John Casablancas
peccabile. Il bianco e nero, inoltre, permette con dell’ombretto o mediante una matita Milano
una così elevata varietà di interventi sul- sfumata. Se il nostro soggetto ha lo sguar- Assistente di studio:
l’immagine che quasi solo voi, autori del- do poco profondo si può intensificarlo con Federico Garavaglia
la ripresa, potreste scegliere l’opzione più delle leggere sfumature di colore marrone.
adatta, ovviamente sapendolo fare. Per convincere un soggetto non abituato al-
le riprese e, magari, un po’ riottoso all’idea Tutte le immagini sono state riprese
Il make-up del make-up, basterà mostrargli una pola- durante lo svolgimento del Master di
Moda 1° livello della John Kaverdash
Il make-up sull’uomo è necessario, ma più roid di “prima e dopo” scattata in prece-
School di Milano
difficile da effettuare perché deve essere denza. Copyright:
assolutamente invisibile. Nel caso preso in John Kaverdash School – Milano
esame oggi è stato usato un correttore, del- Via G.E. Pestalozzi, 10
lo stesso colore della pelle, al fine di an- Roberto Mineo Telefono: 02/89123696
SCUOLA DI RITRATTO

IL RITRATTO PITTORICO
Fotografia d’atmosfera per espressioni sognanti.
Da uno studio sui pittori Preraffaelliti, un genere di ritratto tra fotografia e pittura.

A sinistra: particolare del quadro “King Cophetua and the Beggar Maid” del pittore Sir Edward Burne-Jones.

Il ritratto Pittorico è una fotografia d’at- Illuminazione “Preraffaellita” guidamente posti in ambientazioni dipinte
mosfera dai toni lievi, pastello, giocato tut- Possiamo prendere l’ispirazione, lo studio con incredibili ricostruzioni architettoni-
to su situazioni eteree e quasi impalpabili, delle pose e delle illuminazioni, dalla cor- che e paesaggistiche, dettagliatissime, pie-
con luci degradanti a sfumare sullo sfon- rente pittorica dei “Preraffaelliti”, un grup- ne di tinte chiare, luci solari morbide ed
do, ombre morbidissime ed espressioni so- po di giovani artisti ribelli che durante il estremamente luminose. I nomi dei pittori
gnanti. Bisogna applicarlo su visi adatti… diciannovesimo secolo, fortemente disil- principali di questa corrente sono: Dante
Un volto un po’ spigoloso, dagli zigomi lusi dal clima artistico del loro tempo, mi- Gabriel Rossetti, Sir Edward Burne-Jones,
molto sporgenti e lineamenti netti, non si rarono alla riscoperta della purezza del- Sir John Everett Millais, Frank Cadogan
presta a questo genere di situazione; un al- l’arte, ricreando interamente un nuovo sti- Cowper, (di quest’ultimo pubblichiamo una
tro quasi evanescente, morbido nella pelle le, il cui scopo era riportare in auge le am- riproduzione del suo quadro dal titolo: “La
e nei tratti somatici invece è l’ideale per bientazioni classicheggianti, la Roma an- Belle Dame Sans Merci”), e molti altri. Uno
questa tipologia, che resta sospesa tra le tica, utilizzando la mitologia e la natura degli artisti più indicati per questa sessio-
tecniche fotografiche e la pittura vera e pro- quali muse ispiratrici, al pari dei grandi pit- ne di riprese potrebbe essere anche: Sir
pria. tori italiani. Ritratti di uomini e donne lan- Lawrence Alma- Tadema (1836-1912), un
tedesco espatriato in Inghilterra, dove vis-
se producendo in sessant’anni più di quat-
trocento opere ed incontrando grossi favo-
ri da parte del pubblico dell’epoca.
All’occorrenza, vi consigliamo, navigan-
do su Internet, una bella serata alla ricerca
dei preraffaelliti ponendo maggiore atten-
zione alla produzione posteriore al 1854
più vicina alle nostre esigenze di interpre-
tazione fotografica. “Navigando”, si pos-
sono trovare parecchi siti sul preraffaelli-
smo e, se si ha un poco di pazienza, si pos-
sono vedere anche molte delle loro opere
e addirittura, se interessati, acquistarne del-
le litografie o dei poster.

Una questione di luce


Dal punto di vista fotografico, il primo pro-
blema è l’illuminazione; occorre necessa-
riamente utilizzare delle luci particolari.
Tali atmosfere sarebbero impossibili per
un flash e sono sconsigliabili pure i quar-
zi, a meno di possedere le necessarie stru-
mentazioni, quali termocolorimetri e filtri
Wratten di correzione, per creare un’at-
mosfera diurna, ma allo stesso tempo un
po’ freddina, lievemente azzurrata.
Le uniche scelte sono due: le luci a neon
tarate o, potendole acquistare, le luci a sca-
rica.
Di illuminatori al neon ne siamo pubblici-
tariamente abbastanza bombardati, anche
perché sono fondamentali per alcuni tipi di
ripresa con dorsi digitali; non sempre in-
vece siamo a conoscenza delle luci a sca-
rica, perché meno note negli ambienti tra-
dizionali della fotografia (ad esclusione dei
campi quali la moda e l’arredamento) so-
prattutto a causa dei costi elevati. Un ge-
neratore a scarica, in pratica, è un grosso
flash che, invece di emettere un lampo, pro-
duce una luce continua, sempre accesa, di
tipo daylight. Di fatto, non abbiamo più
tempi d’attesa tra un lampo e l’altro ma,
come spesso accade, in ogni questione fo-
tografica si pagano dei pedaggi. In questo
caso i problemi sono le potenze necessa-
rie, i costi d’acquisto e di gestione delle
lampade stesse e le potenze assorbite. Per
intenderci, noi abbiamo usato due punti lu-
ci Arri da 575 Watt cadauno, i quali costa-
Nel caso di oggi, il set no più cari di un ottimo generatore flash da
LUCE RIFLESSA è stato allestito mon- 3000Watt/secondo, trovandoci a lavorare
F.4 tando con due cavalletti con diaframma f/2.8 e tempi tra 1/15s ed
un grosso pannello da 1/30s. Per lavorare decentemente, occor-
2x2 metri Lightform rerebbero almeno due punti luce a scarica
bianco sulla testa del- da 4000Watt ciascuno, ma servirebbe un
la modella, leggermen- leasing per acquistarli.
te inclinato verso il D’altro canto si tratta di luci usate perlo-
fronte di ripresa e due più nel cinema, dove i costi sono sì un pro-
pannelli di polistirolo blema, ma i budget a disposizione, spesso,
disposti a V come ri- hanno un peso differente rispetto al mon-
battuta. Le due luci Ar- do della fotografia. È possibile, in ogni mo-
ri si trovano sul fondo e puntano in direzione del pannello superiore. La modella è illumi- do, noleggiarli presso ditte specializzate.
nata solo da luci di rimbalzo, morbidissime e molto diffuse. La luce a scarica, senza alcuna filtratura,
risulta essere un pochino più fredda della scuro al nero, a seconda che si utilizzi il gera trasparente e da un correttore per oc-
luce solare, gli incarnati risultano legger- fondo color bianco o nero. La ripresa è sta- chiaie e varie imperfezioni del viso.
mente verdognoli ma tali dominanti, lie- ta effettuata a mano libera con tempi da Ricordatevi anche di far ritoccare tutte le
vissime, attualmente sono molto di moda. 1/15s ad 1/30s, per ottenere un lievissimo imperfezioni della pelle delle braccia, del
Inoltre, al fine di ottenere un buon risulta- mosso, che ammorbidisse ulteriormente il collo e di ogni parte che intendete ripren-
to, occorre sovraesporre in ripresa o, se si risultato. D’altro canto nell’interpretazio- dere
preferisce, metà in ripresa e metà in chi- ne di tipo pittorico occorrono atmosfere È necessario un po’ d’ombretto in crema
mica, di due stop complessivi rispetto i da- morbide, ed il mosso, leggero, aiuta a crear- per un effetto più lucido e luminoso, fard
ti forniti dall’esposimetro. le. Sono sempre vietati, (e da parte nostra in crema al centro degli zigomi e rossetto
lo saranno in eterno), i filtri flou, che im- per completare il tutto. Colori ovviamente
L’allestimento del set pasterebbero irrimediabilmente il fondo e non troppo forti e sempre dosati in quan-
Nel caso di oggi, il set è stato allestito mon- renderebbero grossolanamente poco nitidi tità minima.
tando con due cavalletti un grosso pannel- i tratti somatici del viso del soggetto.
lo da 2x2 metri Lightform bianco sulla te- Per quanto riguarda le pellicole, si posso- Per concludere
sta della modella, leggermente inclinato no utilizzare le Ektachrome E 100S o, se Se tentare dei mossi è una cosa che vi spa-
verso il fronte di ripresa e due pannelli di preferite una maggiore morbidezza, le Fuji- venta, pensate che queste immagini sono
polistirolo disposti a V come ribattuta. chrome Astia. state riprese nei tempi di scatto che vi ab-
Le due luci Arri si trovavano sul fondo e Si potrebbe sperimentare anche con mag- biamo descritto con una Mamya RZ 6x7,
puntavano in direzione del pannello supe- giori sensibilità per ottenere grane più gros- con un’ottica di 110 mm a tutta apertura,
riore. La modella era, di fatto, illuminata se e colori ancor più pastello. semplicemente a mano libera.
solo da luci di rimbalzo, morbidissime e Niente pose aggressive: occorre rispettare Alla John Kaverdash School, durante il cor-
molto diffuse. il senso classicheggiante di tale soluzione so di moda, sono persino vietati i cavallet-
Il fondo è illuminato solo dalla luce resi- ritrattistica e rendere molto velata ogni ti.
dua, ottenendo delle sfumature pastello che espressione di sensualità. Il senso di mosso o bloccato è un concetto
vanno dal grigio chiaro al nero o dal grigio Il Make-Up è composto da una base leg- che il fotografo deve esprimere dapprima
DATI TECNICI:
Fotocamera: Mamya RZ 6x7 PROII
Ottica: 110mm f/2.8
Tempo di posa: 1/15s – 1/30s
Pellicole: Kodak Ektachrome E 100S
Luci: Due torce con generatori Arri da 575
Watt ciascuno.
Sale di posa: John Kaverdash School
Advisor: Angelo Lanza
Assistenza e fornitura impianti di illumi-
nazione Arri: Studio Import Milano
Postproduzione digitale: Aidin Mariscal
Hair & Make –UP: Barbara Bertuzzi
Modella: Agenzia: John Casablancas Mi-
lano
Assistente di studio: Federico Garavaglia
Tutte le immagini sono state riprese du-
rante lo svolgimento del Master di Moda
I livello della John Kaverdash School di
Milano

Copyright: John Kaverdash School,


via G.E. Pestalozzi 10, Milano.
Telefono: 0289123696.

mentalmente dentro di sé e poi trovare il giusto


dialogo, anche tecnico, con la sua fotocamera,
per ottenerli nella dimensione necessaria. D’al-
tro canto sarebbe un controsenso tentare il mos-
so sul cavalletto.
Lo stativo resta comunque uno strumento indi-
spensabile, nei paesaggi, nella foto di architet-
POLISTIROLO tura, nello Still-Life. Nella moda ci sono anche
molti professionisti che non riescono a farne a
meno, ma secondo noi si può.
Voi penserete: “E se non ho la mano ferma?”…
POLISTIROLO
“Se tremo troppo?”. A parte la considerazione
che le moderne reflex, dotate di sofisticati am-
mortizzatori al tungsteno, motori antivibrazioni
e ottiche stabilizzatrici, praticamente non si muo-
vono, per rispondere a questo terribile quesito
potrei raccontarvi una storiella riguardante un
certo Van Gogh che, siccome non riusciva, nei
suoi autoritratti, a dipingere bene il suo orecchio,
decise un bel giorno di tagliarselo.

Roberto Mineo
SCUOLA DI RITRATTO

LA LUCE SOLARE
Come simulare la luce del sole quando non c’è.
Lo schema d’illuminazione e gli accorgimenti tecnici.
Lavorando in una città come Milano capi-
ta di dover simulare un effetto di luce so-
lare in studio, magari per un redazionale
od un catalogo di costumi da bagno, o sem-
plicemente per ricreare un’atmosfera da
esterni all’interno della nostra sala di po-
sa.
La soluzione migliore ovviamente sareb-
be quella di disporre di un daylight studio,
ovvero uno studio dai soffitti di vetro, an-
che se talvolta la temperatura colore delle
giornate invernali tende a creare delle do-
minanti bluastre.
In alternativa si può utilizzare la tecnica
che presentiamo nel fascicolo di questo me-
se, apparentemente semplicissima dal pun-
to di vista dell’allestimento, in realtà mol-
to delicata e difficoltosa per l’esatto con-
trollo dell’illuminazione che si vuole otte-
nere.
La luce solare è simulabile con un flash a
bulbo libero, privo di qualunque tipo di pa-
rabola o aggiuntivo di sorta. Questa illu-
minazione è molto dura, inevitabilmente
segna il viso del soggetto e crea delle om-
bre sullo sfondo, ma produce un effetto
molto simile alla classica giornata di sole
pieno in esterni. Inoltre con un indubbio
vantaggio: in esterni il sole si sposta du-
rante la ripresa, condizionandoci nella scel-
ta dell’orario e delle posizioni del set, men-
tre in studio possiamo regolarne tutti i pa-
rametri ed essere sicuri che resteranno co-
stanti per tutto il tempo necessario.
SCHEDA TECNICA:
Fotocamera: Hasselblad 500 C/M
Ottica: 150mm f/4,0 diaframma di
lavoro f/11,5
Tempo di posa: 1/125s
Pellicole: Kodak Ektachrome E 100S
Luci: Un generatore flash ed una torcia
Bowens Traveller da 3000Ws.
Sala di Posa: Studio John Kaverdash -
Milano
Advisor: Angelo Lanza
Postproduzione digitale: Aidin
Mariscal
Hair & Make –UP: Barbara Bertuzzi
Modelle: Agenzia John Casablancas -
Milano

La particolarità di quest’illuminazione è ovviamente una sola fonte di luce, pertan- mente la gestione del set. È preferibile li-
quella di creare dei segni di sole chiari e to il fondale risulterà illuminato dalla stes- mitarsi piuttosto ad eseguire gli scatti solo
delle ombre che, se pur marcate, manten- sa luce che espone il soggetto. In tal senso frontali, con possibilità di abbassare od in-
gono la leggibilità dei dettagli. Occorre co- sarà opportuna un’attenta analisi del colo- nalzare il nostro punto di ripresa, magari
munque prestare molta attenzione durante re del fondo utilizzato perché, distando al- con l’ausilio di una scaletta.
l’allestimento del set per evitare tutti pos- meno un metro dal soggetto, si sottoesporrà È necessario assolutamente il paraluce e
sibili rientri in macchina della luce stessa, lievemente assumendo una tinta più mar- preferibilmente utilizzate delle focali fisse
ad esempio mascherandola con un pannel- cata di quella reale. per minimizzare i pericolosissimi rientri e
lino nero posto nella parte bassa posterio- In realtà quest’illuminazione non è del tut- flare di un bulbo flash in assoluta libertà.
re della torcia flash; occorre anche evitare to nuova, in quanto ricorda molto quella Non sistemate mai il flash più basso del
di porsi davanti alla torcia per non vedere utilizzata agli albori della fotografia, quan- soggetto, ma sempre un po’ in alto e late-
la propria ombra proiettata su tutto il set. do ancora non esistevano nemmeno i fla- rale. Utilizzandolo dal basso otterreste un
Può essere invece variata l’inclinazione e sh a lampadina usa e getta e si utilizzava il effetto da film dell’orrore più che da ri-
l’altezza della torcia, nonché la distanza tra lampo al magnesio. La tavoletta sulla qua- tratto.
la torcia ed il soggetto, per focheggiare in le era versata la polvere non aveva alcun Per quanto riguarda il Make-Up è stata uti-
modo più o meno nitido le ombre sul fon- tipo di parabola, e spesso il flash era uti- lizzata una base semilucida, fard in crema
dale; le ombre devono risultare piacevoli e lizzato anche in esterni come lampo di sugli zigomi, ombretto sempre in crema,
valide dal punto di vista compositivo e, con schiarita, o piuttosto come luce principale, simile al colore del vestito, solo all’inter-
un pizzico di creatività, si potranno creare a causa della bassissima sensibilità delle no dell’occhio e mascara al di sopra. Un
delle piacevoli relazioni tra il soggetto ed prime pellicole B/N dell’epoca. rossetto piuttosto scuro per contrastare il
il disegno dell’ombra proiettata sul fonda- Nel nostro caso abbiamo utilizzato dei pan- colore chiaro della carnagione e per crea-
le. nelli riflettenti da due metri per uno, posi- re un effetto di labbra morbide e luccican-
zionati ai lati del set, per creare una ribat- ti. Ovviamente questo set non deve essere
La ripresa tuta sul viso e sul vestito ed evitare di ave- utilizzato con tutti i soggetti, in quanto non
Questa luce tende a restituire sulla pelli- re troppo scuro ai lati. I pannelli però de- corregge i difetti del viso, anzi li può esal-
cola degli incarnati piuttosto densi ed evi- vono essere abbastanza distanti per non da- tare, creando però una foto dalle tinte mol-
denzia la texture della pelle. Si consiglia re una schiarita troppo evidente. Deve as- to forti e dallo sguardo molto profondo di
pertanto una lieve sovraesposizione, di cir- solutamente restare l’idea della provenienza sicuro effetto.
ca mezzo stop da effettuarsi in ripresa, ri- della luce come in realtà avviene all’ester-
servandosi un’eventuale lievissima schia- no. Roberto Mineo
rita non appena visionato il clip-test sui re- Sempre nel nostro caso, avendo montato
stanti fotogrammi. una scena molto corta, con il soggetto qua-
Occorre sicuramente effettuare dei test pre- si contro il fondale, avevamo gli stessi va-
ventivi su pellicola Polaroid per l’esatta ta- lori d’esposizione sia sul viso che sullo
ratura e posizionamento della torcia, ma è sfondo, pari a f/16. Le riprese sono poi sta-
bene ricordare che tali pellicole tendono a te effettuate a f/11,5 con tempo di sincro-
fornire dei risultati abbastanza diversi ri- nizzazione di 1/125 di secondo.
spetto all’Ektachrome E 100S, utilizzata in Occorre prestare molta attenzione alle po- Tutte le immagini sono state riprese
seguito per la ripresa finale. Probabilmen- se del soggetto ed alle ombre che si dise- durante lo svolgimento del Master di
te su Polaroid avrete meno dettaglio nelle gnano sul corpo e sul viso, controllare sem- Moda I livello: John Kaverdash School
ombre ed i contrasti potranno apparirvi mol- pre le proiezioni del naso e del mento ed di Milano, Via G.E. Pestalozzi 10,
to marcati. evitare, per quanto possibile, le riprese di telefono 02.89123696.
Quest’impianto d’illuminazione prevede tre quarti che complicherebbero ulterior-
SCUOLA DI RITRATT O

Iniziamo questo mese una serie di ar-


ticoli dedicati alla fotografia di ritrat-
to. Per renderla più interessante e ric-
ca di suggerimenti utili abbiamo chie-
sto la collaborazione di John Kaverda-
sh School, che nello specifico porta la
sua esperienza nei corsi di fotografia
di moda.
La redazione.

Quando abbiamo introdotto, circa sei


anni fa, all’interno dei nostri corsi pro-
fessionali il “master di moda”, abbia-
mo subito compreso che in realtà al-
cune tecniche d’illuminazione tipiche
della fotografia di moda potevano es-
sere utilizzate anche per svolgere de-
gli interessanti temi sul ritratto. La mo-
da ovviamente deve seguire dei trend
molto precisi che variano in breve tem-
po e soprattutto ha bisogno di creare
sempre un’atmosfera intorno all’im-
magine che si sta realizzando.
Il ritratto invece prevede un feeling tra
soggetto e fotografo ed è molto im-
portante che chi scatta sappia capire ed
intuisca immediatamente quali sono le
caratteristiche del soggetto e quali ispi-
razioni questi ci suggerisce. (fondo
bianco? fondo nero?, colore?, bianco e
nero?, una luce solare?, una luce dif-
fusa?, una luce drammatica?).
Iniziamo da qui una carrellata, in varie
puntate, composta da alcune sessioni
di fotografia di ritratto nelle quali cer-
cheremo di spiegare come ci si pone
nei confronti di questa particolare di-
sciplina fotografica per ottenere dei
buoni risultati sia dal punto di vista tec-
RITRATTO,
nico che compositivo.
E…. se poi non siete soddisfatti dei ri-
sultati non angosciatevi, nel nostro cor-
so di Moda vi insegneremo soluzioni
TRA TECNICA
diverse per fotografare anche con mez-
zi economici e realizzare ritratti anche
in piccoli spazi o addirittura a casa
propria, perché le attrezzature sono si-
E CREATIVITÀ
curamente una grandissima comodità, Immaginiamoci di essere i proprietari di parenze. Molti di noi, spesso, si vestono o
ma non sono né tutte assolutamente ne- uno studio o di un negozio che, tra le altre si atteggiano in un modo piuttosto che in
cessarie, né potranno mai sostituirsi attività di vendita, svolge anche la ritratti- un altro per convenzione o per abitudine e
alla fantasia, al “senso della luce”, e stica ed ipotizziamo che si presenti a noi spesso dietro ogni faccia si nascondono del-
al buon gusto che ogni fotografo do- una ragazza chiedendoci espressamente un le personalità inespresse od inaspettate che
vrebbe possedere. ritratto. necessitano solo di uno stimolo per affio-
John Kaverdash School Concentriamoci innanzitutto sulla persona rare. Il fotografo può fungere da catalizza-
che abbiamo di fronte, guardiamola atten- tore, dipenderà da lui limitarsi a realizzare
tamente, cerchiamo di analizzare i tratti del qualcosa di simile ad una fototessera o in-
suo viso e proviamo ad interpretarne la per- vece creare una delle migliori immagini che
sonalità. Non fidiamoci mai molto delle ap- quella ragazza abbia mai avuto. Una foto-
grafia in cui il soggetto si vedrà magari an-
che manipolato e mutato rispetto la sua nor-
malità ma, in ogni caso, interpretato cosic-
ché troverà in noi non un semplice foto-
grafo ma il suo fotografo personale.

L’interpretazione del soggetto


Uno degli sforzi maggiori è avere dentro di
sé un’idea del personaggio che si ha di fron-
te, immaginarselo in un certo modo e poi
porsi il problema tecnico di come realizza-
re l’immagine che si è pensata.
D’altro canto era questo lo scopo della pit-
tura ritrattistica.
Una volta per avere un ritratto si chiamava
il pittore ed era normale, da parte sua, ef-
fettuare tale manipolazione attraverso la
propria cultura pittorica, la moda stilistica
in uso e la personalità del soggetto. Poi è
arrivata la fotografia, che si differenzia dal-
la pittura perché non comporta necessaria-
mente doti manuali di disegno e, per tale
motivo, rischia di essere vissuta erronea-
mente come troppo facile quando invece
richiede, come nella pittura, disciplina, ap-
prendistato, esperienza, conoscenza delle
tecniche, dell’illuminazione e senso della
composizione.
Fare click è facile, anzi facilissimo, ci so-
no oggi macchine che praticamente scatta-
no da sole, ma l’orgia tecnologica di cui ci
siamo felicemente circondati ci ha tolto un
bel po’ di fantasia. Tenendo tra le mani l’ul-
timo ritrovato di tecnica fotografica si ha
quasi l’impressione di essere già capaci…
di sapere!
Una volta, quando all’inizio della mia car-
riera di fotografo mi misi a dipingere og-
getti per capire meglio il senso della tridi-
mensionalità, delle luci e dei chiaroscuri, il
mio insegnante mi disse di provare a farmi
un autoritratto a memoria, senza guardar-
mi riflesso allo specchio. Il risultato fu un
fiasco drammatico. Lui sostenne che ciò
era avvenuto semplicemente perché mi co-
noscevo ancora troppo poco. Tutto il mio
corso di pittura si basò, alla fine, nell’im-
parare a disegnare e colorare oggetti d’uso
comune: una mela, due fichi d’india in un
vaso, un girasole, il giardino di casa di mia
nonna, posti ed oggetti che ero sicuro di co-
noscere benissimo ed invece…. quanta fa-
tica e quanti fogli stracciati con rabbia pri-
ma di arrivare a capire che in realtà non li
sapevo guardare per niente. Adesso quan-
do mi accingo a scattare una foto, ho già
nella mia testa l’idea di come la realizzerò.

Procedere con metodo


È molto importante quindi procedere con
metodo. Ad esempio, si potrebbero abboz-
zare degli appunti su quello che s’intende
fare e confrontarlo poi con quello che si è
fatto.
Tali appunti saranno molto utili perché, an- la responsabilità dell’esito della fotografia morbida per addolcire i tratti un po’ spigo-
che se è vero che di volti ce ne sono un’in- è del fotografo. losi del soggetto; i ragazzi dovevano rea-
finità, di tratti comuni, di tipologie non ce Nel frattempo si comincia ad allestire il set, lizzare immagini caratterizzate da un tono
ne sono poi tantissime e ogni volto, in fon- si preparano le macchine da ripresa, gli di apparente semplicità e dare alla ragazza
do, è assimilabile a un determinato gruppo esposimetri, i bank, i pannelli e quanto al- un aspetto solare.
di appartenenza. tro potrà servire. In certi casi è meglio aver
tarato le luci e calcolata l’esposizione. Ca- L’importanza della luce
Iniziamo ad analizzare il make-up pita, infatti, che certi soggetti siano perso- Nella ripresa dei primi piani è ovviamente
Questa fase importantissima, se eseguita in ne che dispongono di poco tempo e non po- molto importante la totale assenza di difetti
modo adeguato, migliora ed esalta il viso tranno dedicarci più di qualche decina di sul viso del soggetto e questo tipo d’illu-
della persona, la rende più attraente, la pel- minuti: sarebbe meglio spendere tali mi- minazione, oltre che ringiovanire, ha il pre-
le diventa più omogenea e luminosa, gli oc- nuti nella ripresa invece di annoiarli con un gio di pulire molto bene la pelle.
chi più profondi ed espressivi. È fonda- cavetto sincro-flash che non ne vuole sa- La luce flash inoltre ha una caratteristica
mentale avvalersi della collaborazione di pere di funzionare. unica se usata in modo diffuso, riesce ad
un truccatore professionista al quale, una Le foto che pubblichiamo sono state rea- essere morbida e incisa allo stesso tempo,
volta spiegata l’interpretazione del sog- lizzate dai ragazzi del corso diretto da An- rendendo possibile la ripresa persino con
getto, lasciare via libera per interpretare la gelo Lanza; l’insegnante ha proposto agli un Micro Nikkor 105mm, ben noto per la
nostra idea. allievi di realizzare un ritratto utilizzando sua spiccata crudezza, nella riproduzione
Occorre ricordare che il fotografo deve es- delle tecniche proprie della fotografia di dei dettagli.
sere il regista del set che sta realizzando; moda e creando un’illuminazione molto E questo, tra l’altro, è un aspetto a cui l’in-
segnate tiene molto; nel corso vieta tassa- gli la carica per tirar fuori la sua persona-
tivamente l’uso di filtri flou perché, so- lità. Uno stato psicologico molto partico-
stiene, il flou si deve fare con la luce non lare, una specie di trance bidirezionale che
con il filtro. potremmo riassumere in un concetto qua-
In questo caso, il set è composto da due lu- le: inside-out (l’intimo che affiora).
ci: una proveniente dell’alto tramite un bank Quelli che vi presentiamo sono i risultati
ed un’altra di rinforzo da sotto con un se- ottenuti. Noterete subito come lo stesso sog-
condo un bank, avendo però l’accortezza getto si sia prestato ad interpretazioni dif-
di regolare quest’ultima in modo che la lu- ferenti: seria, sorridente, magnetica e sen-
ce superiore sia più potente, onde evitare suale. Molti di voi penseranno a chissà qua-
il prodursi di ombre assolutamente antie- li pellicole; niente di tutto questo, è una co-
stetiche dal basso verso l’alto. munissima Kodak Elite 100 e se per caso
Sono stati inoltre aggiunti sui lati del set non possedete un bank, sappiate che due
due pannelli neri per controllare meglio i pannelli di schiarita con telo traslucido, pos-
pericolosi rientri di luce bianca dal fondo. sibilmente doppio, nella stessa posizione
Determinata l’esposizione esatta e valuta- del set descritto e due flash Metz 45 pos-
te le opportune correzioni da eseguire in ri- sono dare lo stesso risultato.
presa, inizia lo scatto.
Occorre essere capaci di far rilassare il sog-
getto, e contemporaneamente riuscire a dar- Roberto Mineo

Dati tecnici:
Fotocamere utilizzate: Reflex 35mm
Ottiche: dal 50mm. al 105mm.
Diaframma di lavoro: f/8
Tempo: sincro flash 1/125
Pellicole: Kodak Elite 100 e Kodak Ektachrome E 100S
Laboratorio: Linea Colore Carlocolor
Insegnante: Angelo Lanza
Sala di posa: John Kaverdash School – Milano
Flash: 1 unità Bowens Traveller G 3000W/s + 1 monotorcia Bowens Prolite 120 da
1200W/s usati a mezza potenza complessiva
Modella: Agenzia John Casablancas Milano
Hair & Make-Up: Barbara Bertuzzi
Advisor: Angelo Lanza (docente del corso di moda e ritratto della John Kaverdash
School)
Copyright Immagini: John Kaverdash School
SCUOLA DI RITRATTO

© John Kaverdash School-Milano

TELO A FARFALLA,
IN ESTERNI
Il montaggio è complesso e richiede notevoli sforzi;
il risultato però è una delle luci più belle che esistano in fotografia,
una combinazione tra la morbidezza dell’effetto di un bank
ed il colore della luce solare.
Una delle applicazioni sicuramente più spet- superiore per limitarne la flessione, dotare snodo.
tacolari in esterno è quella del telo a far- il quadrato, così ottenuto, di due snodi sui Terminato l’assemblaggio delle barre avre-
falla. Immaginate di prendere un grosso lati più lunghi per permettere di posizio- te una grossa cornice nera rettangolare pog-
“genoa” da barca a vela e di stenderlo te- narlo con l’esatta inclinazione a seconda giata sul prato con due “T” rovesciate nel-
nendolo sollevato da terra: otterreste un’im- dell’ora della giornata, far sorreggere il tut- la parte centrale dei due lati più lunghi e
ponente bank daylight. Quest’applicazio- to da due stativi del tipo usato solitamente due, più corte, sempre nella parte centrale
ne deriva direttamente dagli ambienti ci- per sorreggere il traliccio degli impianti dei lati più corti, ognuna con una piccola
nematografici; lo scopo è quello di con- d’illuminazione da concerto e tenderlo con carrucola in cima. Quelle laterali tende-
trollare, ammorbidendola, la luce del sole un’infinita serie di tiranti di nylon, pesi di ranno verso il cielo e quelle frontali verso
pieno di una bella giornata, evitando defi- piombo, sacchi di sabbia e picchetti da gros- il basso. Questo purtroppo renderà diffici-
nitivamente il formarsi sul viso e sul cor- sa tenda. Il montaggio, solitamente, richiede le tenere il telaio perfettamente appoggia-
po di fastidiosissime ombre e tagli di luce un paio d’ore e richiede almeno quattro per- to ed in più ci sarà il rischio di piegare qual-
che creano immagini dall’illuminazione sone (meglio otto) per la drizza e l’esatto che tubo durante le operazioni successive.
“sporca”. posizionamento. Consigliamo, pertanto, l’adozione di otto
Il telo a farfalla è realizzato in materiale cavalletti per sorreggere il tutto, perlome-
sintetico, dello stesso tipo usato per i pa- Il montaggio no, ad una quarantina di centimetri da ter-
racadute, di colore bianco traslucido. La Si comincia con la scelta del luogo dove ra o farsi aiutare da parecchi amici pazien-
sua particolarità sono le dimensioni che assemblarlo. Occorre un terreno pianeg- ti e robusti. Infatti, così assemblato, il te-
partono da un tranquillo telaio da due me- giante preferibilmente erboso, meglio se laio pesa già una trentina di chili.
tri per due, sino a raggiungere (per utiliz- appena falciato, posizionandolo esattamente A questo punto occorre stendere sul prato
zo fotografico) la dimensione di sei metri in asse lungo la traiettoria del sole duran- il telo bianco che, essendo leggerissimo,
per sei metri, per un totale di trentasei me- te tutto l’arco della giornata. Il montaggio tenderà a svolazzare qua e là, fissare tutte
tri quadri di vela pronta a decollare, lette- dal telaio è la parte iniziale dell’operazio- le cordicelle per l’aggancio successivo al
ralmente, al minimo alito di vento che si ne. È composto da sedici barre a sezione telaio e, quando si è pronti, sollevarlo tut-
verificasse durante le riprese. quadrata da infilare ed avvitare l’una sul- to insieme e annodarlo prima ai quattro an-
Il montaggio in sé non è semplice. Occor- l’altra con tanto di angolari metallici e at- goli poi alle quattro parti centrali e poi nel-
re costruire un apposito telaio metallico do- tacco ad “U” nella parte centrale dei due le parti rimanenti (in totale una trentina di
tato di contro-tiranti in acciaio nella parte lati più lunghi per il posizionamento dello laccetti di nylon).
Ricordarsi che il telo va posizionato, per
quanto possibile, in tensione altrimenti si
gonfierà in basso ed in alto nella parte cen-
trale a seconda della direzione del vento.
Adesso occorre montare i quattro cavi d’ac-
ciaio che partono dagli angoli del telaio e
sono messi in tensione dalle “T” con car-
rucola che troverete alla metà di ogni lato
del rettangolo. Quest’operazione è meglio
effettuarla simultaneamente su due lati per
volta, per dosare la giusta tensione di tiro
dei cavi stessi. Il risultato deve essere una
struttura che, una volta montata, non tenda
a flettersi dai bordi.
Adesso si preparano i due stativi che do-
vranno sorreggere il tutto. Meglio andare
sul pesante e chiedere a ditte specializzate,
ad esempio Manfrotto, direttamente i loro
modelli (per giraffa) più pesanti. Anzi, sap-
piate che alcune case realizzano gli stessi
stativi in alluminio per gli utilizzi da stu-
dio ed in pesantissimo acciaio per l’ester-
no. A voi serviranno proprio quelli. Occor-
re, per intenderci, uno stativo con un’ade-
guata triangolazione d’apertura a terra,
un’altezza di almeno due metri e mezzo e
un peso non inferiore ai trenta chilogram-
mi.
Posti gli stativi, bisognerà appesantirli con
piombi e sacchi di sabbia per almeno un’ul-
teriore quarantina di chilogrammi ciascu-
no. Prima di montare il tutto occorrerà pre-
vedere una nutrita serie di lunghe corde,

© John Kaverdash School-Milano


preferibilmente di nylon, o di quelle adot-
tate sulle imbarcazioni, già fissate ai quat-
tro angoli del telaio e poste per terra con i
propri picchetti pronti per essere piantati
nel terreno. Meglio abbondare nelle di-
stanze, al fine di creare la maggiore super-
ficie di tensione.
Adesso tocca alla parte più pirotecnica: se
la giornata è ventosa occorrono veramente
dieci persone che lavorino in sintonia co-
me un team di formula uno. Quattro di lo-
ro debbono sollevare il telaio con il telo e
due devono fissarlo con gli appositi attac-
chi snodabili agli stativi e, altri quattro, de-
vono tendere le corde senza ancora fissar-
le definitivamente per evitare, in caso d’im-
provvisa folata di vento, di veder decolla-
re il tutto come un deltaplano. Una volta
regolata la giusta inclinazione del telo, che
deve produrre un’ombra uniforme nella di-
rezione da cui scatteremo, fissare, strin-
gendo con le apposite chiavi, gli snodi per
la regolazione dell’inclinazione e piantare
© John Kaverdash School-Milano

i picchetti sul terreno. A questo proposito è


utile un consiglio: non utilizzate mai un so-
lo picchetto, prevedere piuttosto una trian-
golazione di picchetti che tirano un trian-
golo di corda annodato successivamente a
quella di tensione. Se, a causa di un colpo
di vento, un picchetto cederà, in ogni caso,
gli altri due terranno ancora la corda suffi-
cientemente tesa, permettendovi, entro po-
SCHEDA TECNICA:
Fotocamera: Mamiya RZ 67 PRO II
Ottica: 150mm diaframma di lavoro
f/11
Tempo di posa: 1/125 di secondo
Pellicole: Kodak Ektachrome E
100SW
Luci: Daylight con telo a farfalla
6x6m
Location: Podere Montecaprili
(Montalcino)
Advisor: Angelo Lanza
Postproduzione digitale: Aidin
Mariscal
Hair & Make –Up: Barbara Bertuzzi
Stylist: Alessandra Vuga
Modelle: Agenzia John Casablancas -
Milano

le noleggiare un telo a farfalla presso le dit-


te che solitamente forniscono gli impianti
d’illuminazione per le riprese cinemato-
© John Kaverdash School-Milano

grafiche. Il telo “Bemberg” dopo ogni uti-


lizzo deve essere lavato seguendo attenta-
mente le istruzioni del produttore; il suo
grado di purezza di bianco è fondamenta-
le per la riuscita delle immagini. Noi pre-
feriamo utilizzarlo in questo modo, dal-
l’effetto molto “naturale”; all’occorrenza
però si può anche intervenire con qualche
altro pannello di ribattuta per controllare
ulteriormente la luce sul viso del soggetto.
chi secondi, d’intervenire. Noi personal- prese. Ponete, ovviamente, qualche sac- Alla fine della giornata sarete spossati e
mente abbiamo usato un po’ i picchetti, un chetto di sabbia, sparso sui bordi della te- odierete tutto ciò che svolazza, anche mi-
po’ un vecchio pozzo in pietra, qualche ti- la di base, per evitare fastidiosi arriccia- nimamente, ma quando avrete imparato ad
pico tino riempito di terra con le piante e menti durante gli scatti. Il telo così monta- usarlo bene le foto che otterrete vi ripa-
qualche albero dal tronco molto robusto. to ha un nome abbastanza lungo da pro- gheranno di ogni fatica.
La struttura era talmente tesa e fissata che, nunciare: Farfalla a Bilancia con teli Bem-
in caso di folata improvvisa di vento, la ve- berg. La parola “Bilancia” è riferita alla Roberto Mineo
la si gonfiava sollevando da terra di qual- possibilità di inclinarlo, non proprio rapi-
che centimetro i due pesanti stativi, ulte- damente, sia in avanti sia indietro. La mat- Tutte le immagini sono state riprese du-
riormente appesantiti dalla sabbia e dal tina posizionerete il telo bianco traslucido rante lo svolgimento del Master di Moda
piombo. verso il sole che sorge, a metà giornata sarà 3° Livello in Toscana della John Kaverda-
Tutto ciò vi potrà sembrare forse un tanti- parallelo al terreno, il pomeriggio dovrete sh School di Milano, Via G.E. Pestalozzi
no esagerato, ma è meglio esagerare che piegarlo nella direzione opposta spostan- 10. Telefono 02.89123696.
trovarsi la modella schiacciata dal telo, dal do anche i fondali ed il senso di ripresa. Il Note: Il Master di Moda 3° Livello, della
telaio e dagli stativi, pronta per l’ospedale risultato: una delle luci più belle che esi- durata di sei giorni lavorativi, con almeno
invece che per le foto. stano in fotografia, una combinazione tra dieci situazioni differenti di ripresa tra in-
Si possono anche utilizzare teli a farfalla la morbidezza dell’effetto di un bank ed il terni ambientati ed esterni, si svolge una
più piccoli, ma maggiore è la loro dimen- colore della luce solare che, non dimenti- sola volta all’anno, in location, a numero
sione, più morbida sarà la luce. catevi, resta sempre la migliore in assolu- chiuso, con esame d’ammissione e presen-
to. L’operazione è sicuramente un po’ com- tazione di portfolio d’immagini obbligato-
La scelta della posizione plicata e costosetta: occorrono circa otto ria e prevede una prenotazione con alme-
Terminato il montaggio della struttura, po- milioni di lire tra teli, stativi, telai e quant’al- no sei mesi di anticipo. È preferibile fre-
trete utilizzare delle altre grosse stoffe a tro necessita; sappiate, però, che con qual- quentarlo dopo almeno uno dei nostri Ma-
metraggio come fondale e base per le ri- che centinaio di migliaia di lire è possibi- ster di Moda 1° o 2° Livello.
SCUOLA DI REPORTAGE

ALLA RICERCA DI
UNO STILE

© W. Eugene Smith, Bambino moribondo trovato da soldati americani


sull'Isola di Saipan, 1944.

Lo stile personale è Nell'articolo sul ritratto apparso su un re- sti presenti sul mercato.
cente numero di questa rivista avevamo Vediamo dunque di dare qualche consiglio
l'elemento al quale si deve detto che l'individuazione di un proprio sti- per permettere di avvicinarvi all'indivi-
le fotografico deve essere lo scopo di ogni duazione di questo stile. Solo di consigli
puntare per ottenere fotografo e deve precedere qualsiasi lavo- può trattarsi, perché poi la reale e concre-
ro, commissionato o meno, si intenda fa- ta definizione di uno stile dipenderà dalle
incarichi o realizzare lavori re. vostre personali capacità, intenzioni, inte-
Gli editori attenti alla qualità (di riviste o ressi e gusti estetici.
al di sopra della media. di libri) commissionano, comprano o pub- Diciamo, anzi ripetiamo, che quasi tutte le
È ciò che farà preferire voi blicano solo i lavori di quei fotografi il cui scelte da compiere a proposito del vostro
stile sia riconoscibile e originale. stile saranno decisioni che dovrete pren-
ad un altro qualsiasi tra le Lo stile personale è l'elemento al quale do- dere preventivamente al momento della
vrete puntare per ottenere incarichi o rea- realizzazione delle fotografie. Faranno cioè
migliaia di professionisti lizzare lavori al di sopra della media. È ciò parte di quella che, in questa serie di arti-
che farà preferire voi e solo voi ad un al- coli, abbiamo sempre chiamato la fase del-
presenti sul mercato. tro qualsiasi tra le migliaia di professioni- la preparazione del servizio. Ed in parti-
“Il medico di cam-
pagna”, 1948.

Il Dr. Ceriani, "medico di campagna", cura un bambino fe-


rito da un cavallo, 1948.

Il Dr. Ceriani al capezzale di un paziente morente, 1948.

colare riguardano tutte le componenti del della fotografia a scopi giornalistici, cioè a frontare fotograficamente in quei settori
linguaggio fotografico. fini comunicativi. che più vi interessano.
Abbiamo più volte detto che senza la co- Per passare poi dalla conoscenza all'utiliz- Ci sarà chi è più interessato ai conflitti e
noscenza di un linguaggio non potrebbe es- zazione del linguaggio fotografico dob- all'azione e quindi al reportage di guerra,
serci comunicazione. Nel caso della lingua biamo compiere delle scelte ben precise nei chi è più attirato dalla vita quotidiana e dun-
parlata, ad esempio, sarebbe impossibile confronti di tutti gli elementi che lo carat- que dalla foto di costume, chi è attento al-
fare una telefonata e addirittura non po- terizzano. Sono proprio queste ben consa- l'ambiente e quindi alla foto di paesaggio,
tremmo pensare nei modi in cui siamo abi- pevoli scelte che determineranno il nostro chi è appassionato al turismo e ai viaggi e
tuati a farlo. stile. Vediamole nel dettaglio. dunque al reportage geografico, chi è inte-
Facendo un paragone tra la comunicazio- ressato alla politica o all'emarginazione e
ne verbale e quella fotografica abbiamo vi- Scelte soggettive quindi al reportage sociale, ecc. ecc.
sto che la stessa cosa avviene con la foto- Sono quelle decisioni che derivano da tut-
grafia: non solo prima di arrivare a scatta- ti gli elementi della vostra personalità: la Scelte oggettive
re, ma addirittura prima di arrivare ad una vostra educazione, le vostre esperienze, il Sono le decisioni condizionate da fattori
qualsiasi delle tre fasi operative (prepara- vostro carattere, la vostra formazione pro- esterni al fotografo, ma da prendere in con-
zione, realizzazione e diffusione di un la- fessionale, la vostra sensibilità, la vostra siderazione soprattutto per l'individuazio-
voro), è necessario conoscere ed utilizza- cultura, i vostri interessi. ne del messaggio che si vuole inviare e dei
re il linguaggio fotografico; altrimenti non Questi elementi vi porteranno alla valuta- modi con cui inviarlo.
sarebbe possibile immaginare un utilizzo zione e alla scelta degli argomenti da af- Il momento storico - politico - culturale in
"Villaggio spagnolo", 1951.

Donna che porta il pane, tratto da "Villaggio-


spagnolo", 1951.

Guardia Civile, tratto da "Villaggio spagnolo", 1951.

COMMENTO ALLE IMMAGINI

Vediamo nella pratica quanto teorizzato finora servendoci del- Tutte idee visive che trovano una esatta corrispondenza nelle
le immagini del fotogiornalista W. Eugene Smith, storico col- idee personali o nelle atmosfere che l'autore vuole comunica-
laboratore della rivista statunitense "Life" dalla fine degli an- re a proposito degli eventi documentati (in gran parte dram-
ni '40 all'inizio dei '70. Smith è stato il fotoreporter che più di matici) e che da queste ultime derivano. Scelte precise, mai ca-
ogni altro ha saputo raccontare delle storie con le immagini: suali e soggettive, che ricalcano visivamente quelle che sono
con pochissime fotografie ha sempre realizzato una sintesi nar- le sensazioni e le opinioni del fotografo. Scelte che dipendo-
rativa esemplare ed esauriente. no l'una dall'altra, ma non solo: ognuna di esse esiste solo gra-
Utilizzatore di uno stile personale che ha accompagnato tutta zie all'esistenza delle altre.
la sua produzione (come potete chiaramente vedere dalle im- Fate un piccolo sforzo, una piccola esercitazione, e vedrete
magini pubblicate), nel corso del tempo il suo stile è rimasto concretizzate in questi lavori di W. E. Smith tutte le riflessio-
immutato grazie a precise e consapevoli scelte di linguaggio ni teoriche che abbiamo fatto in questo articolo.
fotografico: l'utilizzo del bianco e nero; un tono molto contra- Certo poi che tutti questi bei discorsi devono condensarsi in
stato; soggetti emblematici individuati e fermati con grande una frazione di secondo, in un attimo, quello dello scatto. De-
velocità; situazioni cercate nei luoghi più rappresentativi de- vono riassumersi in un gesto operativo velocissimo, che però
gli avvenimenti e delle atmosfere che egli vuole o deve de- risulterà infinito grazie alla capacità che ha la fotografia di fis-
scrivere ma anche adatte alla comunicazione della sua opinio- sare per sempre un istante.
ne in proposito; inquadrature molto rigorose, essenziali e mai E qui entra in gioco il singolo, l'autore: con le sue capacità, la
banali; ambientazioni e sfondi che talvolta entrano con deci- sua sensibilità, la sua personalità, la sua cultura e le sue deci-
sione nella composizione tanto da diventare spesso elementi sioni. In parole povere adesso tocca a voi mettere in pratica in
indispensabili alla descrizione del soggetto; costante utilizzo maniera personale tutta questa teoria e tutto quello che nessu-
della luce ambiente. no potrà mai insegnarvi.
Malato di mente, Haiti, 1958.
A sinistra: Minatori del Galles, 1950.

cui si vive, i mezzi tecnici ed economici a zione ed alla selezione di situazioni, per- - luce ambiente: luce diretta del sole o lu-
disposizione, i generi fotografici poten- sonaggi o luoghi che sono emblematici del ce velata o controluce, ecc. ecc.
zialmente utilizzabili sono elementi da non soggetto, che lo caratterizzano, che lo ren- - luce artificiale: flash sulla slitta della mac-
dimenticare. Essi determineranno una mo- dono interessante, che lo fanno tanto spe- china, flash portatile con accessori, lam-
dalità operativa tesa non solo all'emissio- ciale da meritarsi la vostra attenzione pro- pada a luce continua; luce dura o morbida;
ne del vostro messaggio, ma anche e so- fessionale. ecc. ecc.
prattutto alla sua ricezione da parte del pub- Nella pratica si tratta di capire dove e quan- - scelta di strumenti e materiali:
blico. do scattare le fotografie, dove e quando me- fotocamere, obiettivi, filtri, pellicole, svi-
Questi elementi vi porteranno, ad esempio, rita ed è opportuno soffermarsi con lo sguar- luppo, stampa, ecc. ecc.)
alla valutazione e alla scelta del genere fo- do per poi far soffermare lo spettatore. Qua-
tografico da utilizzare (still-life, ritratto in li sono quei piccoli o grandi episodi ne- Scelte operative
studio, ritratto ambientato, moda, architet- cessari per raggiungere lo scopo comuni- Sono quelle scelte che andranno inevita-
tura, reportage d'azione, paesaggio, ecc. cativo che vi siete prefissi. bilmente fatte durante la fase della ripresa.
ecc.). Come già scritto in passato: per un foto- Abbiamo infatti sempre detto che durante
grafo è assolutamente indispensabile capi- questa fase un fotogiornalista deve essere
Scelte comunicative generali re dove e quando scattare fotografie, ma è costantemente aperto e ricettivo per cerca-
Sono quelle decisioni che, una volta stabi- altrettanto importante capire dove e quan- re di catturare attimi o situazioni che ser-
lito con esattezza il tema da affrontare fo- do non scattare. vono alla comunicazione del messaggio che
tograficamente, derivano dal chiarimento egli vuole inviare con il suo servizio foto-
e dalla disposizione delle idee che avete in Scelte tecniche grafico. Queste decisioni operative da pren-
testa a proposito di quel soggetto. Sono quelle decisioni che prenderete valu- dere sul campo saranno influenzate e de-
Idee visive (riguardanti l'estetica delle im- tando ed individuando l'atmosfera che vo- terminate dalle scelte compiute preventi-
magini), informative (riguardanti l'aspetto lete restituire e le sensazioni che volete tra- vamente, durante la progettazione del ser-
giornalistico delle immagini) ed espressi- smettere. vizio.
ve (riguardanti l'esternazione delle vostre Questa riflessione vi porterà a delle scel- In particolare riguarderanno:
emozioni e sensazioni attraverso le imma- te tecniche ben precise mediante le quali 1) l'inquadratura di ogni immagine
gini). riuscirete a comunicare il vostro messag- 2) il punto di vista dal quale si riprende ogni
Idee che dovrete organizzare (dare ad esse gio unendo la componente estetica di ogni immagine
un ordine, predisporre un collegamento) immagine a quella giornalistica senza di- 3) i soggetti presenti in ogni immagine
per poi essere concisi e selettivi nella loro menticare l'uniformità visiva di tutto il la- 4) la staticità o la dinamicità di ogni im-
esposizione (cioè evitare che idee margi- voro. magine
nali prevalgano sulle principali) per riu- In particolare queste scelte saranno: 5) la simmetria o l'irregolarità di ogni im-
scire ad avere omogeneità nel tutto (cioè - scelte a proposito degli elementi caratte- magine
trovare un nesso logico tra un concetto e ristici di ogni immagine fotografica: 6) l'importanza che lo sfondo e l'ambien-
l’altro) e per ottenere infine una certa con- - scelta tra l'uso del bianco e nero o del co- tazione devono avere in ogni immagine
sequenzialità (costruire una sequenza e da- lore
re unità visiva ai contenuti). - scelta della definizione, del contrasto e Conclusioni
Questi elementi, apparentemente teorici, in della cromaticità (immagine molto nitida Abbiamo già scritto che prendere una mac-
realtà hanno delle implicazioni molto pra- o sgranata; immagine molto contrastata o china fotografica insieme al primo rullino
tiche. Essi infatti, in una prima fase, vi por- a toni morbidi; colori saturi o tenui o pa- che avete sottomano ed andare in giro a fo-
teranno alla valutazione della fattibilità del stello ecc. ecc.) tografare quello che capita vuol dire parti-
soggetto scelto e successivamente, se il te- - scelta del tipo e della sorgente di luce da re dal fondo invece che dall'inizio, signifi-
ma vi sembra effettuabile, all'individua- utilizzare: ca saltare dei passaggi.
A destra: Tomoko Uemura, vittima
della "malattia di Minamata", com-
missione di inchiesta sull'inquina-
mento, 1972.
Sotto:Tomoko lavato dalla madre,
1972.

Manifestazione in favore delle vittime di


Minamata, Giappone, 1972.
Dovete prima chiedervi cosa volete dire, completezza: sono tutte le bambole, nel lo-
poi pensare a come dirlo: solo dopo questa ro insieme (insieme contenuto dalla prima
serie di riflessioni potrete operare delle scel- e più grande) che formano il gioco.
te chiedendovi successivamente anche (ma È il perfetto incastro di tanti elementi uno
non solo) quali materiali utilizzare e come dentro all'altro che rende unica ed origina-
utilizzarli. Molto probabilmente le rispo- le anche la loro totalità. Poiché l'indivi-
ste le troverete subito, senza sforzo, perché duazione di uno stile è il risultato di una
non dovrete più scegliere tra i molti stru- serie di decisioni e di preferenze molto per-
menti a disposizione sul mercato, ma po- sonali, che non riguardano solo la fotogra-
trete scegliere i pochi fra questi che sono fia ma soprattutto i propri gusti, la propria
funzionali alle vostre esigenze, che vi ser- cultura, i propri interessi, non è detto che
vono veramente. un fotografo mantenga lo stesso stile per
Tenete conto che l'individuazione di uno tutta la sua carriera professionale, ma è mol-
stile fotografico personale è un processo in to probabile che questo avvenga, proprio
varie fasi: in ognuna di esse ci sono le infor- per il fatto che esso è il frutto di ragiona-
mazioni che servono per affrontare la suc- menti e riflessioni profonde, quasi intime.
cessiva ed esse hanno un senso solo se con- Potrà avvenire che egli trovi dei piccoli
siderate nel loro insieme. cambiamenti, degli aggiustamenti, a quel-
Potremo paragonare la ricerca dello stile al la che è una linea guida nel suo modo di la-
gioco russo delle matrioske, le bambole di vorare. Ma cambiare il proprio stile è co-
legno di diverse dimensioni che si aprono me decidere di cambiare la propria firma,
e stanno una dentro l'altra: solo dopo aver bisognerebbe accettare di essere ricono-
aperto ed estratto tutte le bambole si arri- sciuti in maniera diversa e di conseguenza Le immagini pubblicate
va alla fine del gioco, cioè alla bambola più cominciare di nuovo a farsi apprezzare da in questo articolo sono tratte
piccola, l'unica che rimane intera, il noc- coloro che sono i destinatari delle imma- dal volume "W. Eugene Smith",
ciolo della questione. Ma tenete presente gini. edito da Photo Poche.
che il gioco perderebbe gran parte del suo Leonardo Brogioni
fascino se non fosse considerato nella sua progresso@leobrogioni.it
REPORTAGE

FOTOGIORNALISMO
ED INTERNET

Abbiamo spesso sottolineato quanto sia im- tuito, ma questo risulta essere anche il suo mazioni, immagini, testi tramite la posta
portante l’aspetto giornalistico nel lavoro più grande limite: spesso le ricerche su un elettronica.
del fotoreporter. Sia per trovare idee e sog- determinato argomento si scontrano con LA NAVIGAZIONE IN RETE
getti interessanti ed originali da affrontare una vastità di risultati tale da costringere, Ricerca e approfondimento
fotograficamente sia per mettere in atto quel anche chi è dotato delle più ampie motiva- di notizie
lavoro di inchiesta e di approfondimento zioni, ad un lavoro di scrematura e di sele- Il collegamento ad internet (che avviene
sul tema scelto che consenta di progettare zione che necessita di una grande quantità sempre al costo di una telefonata urbana)
e affrontare un lavoro fotografico in ma- di tempo. Per questo ci permettiamo di se- dà la possibilità all’utente di consultare i
niera professionale. Essere e tenersi ag- gnalare alcuni percorsi che consentiranno giornali di tutto il mondo senza dover spen-
giornati è uno dei compiti fondamentali di agli interessati di non perdersi tra le innu- dere dei capitali (come invece avverrebbe
chi vuole intraprendere questa professio- merevoli maglie di questa enorme ragna- recandosi in edicola). E numerose sono le
ne. A questo proposito non si potrà fare a tela. possibilità che la rete offre per essere e ri-
meno di considerare il più grande veicolo Premettiamo che parleremo di internet prin- manere aggiornati: innanzitutto ci sono i
di comunicazione internazionale apparso cipalmente in funzione delle possibilità che siti dei vari organi di informazione nazio-
negli ultimi anni: e cioè internet. questo mezzo offre per affrontare profes- nale ed internazionale (quotidiani, riviste,
Il “world wide web” (rete internazionale di sionalmente e proficuamente l’aspetto gior- radio, televisioni, agenzie di stampa) che,
collegamento ipertestuale) è uno dei mez- nalistico del reportage: affrontare argomenti oltre a dare la possibilità di avere notizie
zi più utili per il reperimento, la comuni- tecnici o tecnologici ci sembra poco adat- fresche in tempo reale, offrono spesso l’op-
cazione e lo scambio di informazioni a li- to a questa sede e deviante per una cresci- portunità di consultare i loro archivi e di
vello planetario. Non solo, la sua facilità di ta professionale di chi invece è interessato effettuare ricerche tematiche. I migliori in
accesso ed i prezzi relativamente contenu- al fotogiornalismo. Italia sono:
ti (sia dei computer che dei collegamenti Trovare un soggetto interessante e proget- www.larepubblica.it (aggiornato in tempo
telefonici) ne fanno uno strumento che chi tare un servizio sembrano essere infatti due reale, buon archivio, approfondimenti an-
vuole fare o interessarsi al fotogiornalismo degli scogli più insormontabili per chi ini- che con collegamenti a siti più specifici,
non può permettersi di ignorare. zia questa attività: vogliamo dunque darvi discussioni, editoriali, collegamenti ai gior-
C’è da dire però che la vastità di applica- qualche altro strumento per esservi di aiu- nali locali del proprio gruppo editoriale)
zioni e di possibilità che internet offre al to in tal senso. www.ilmanifesto.it (aggiornamento quoti-
navigatore (anche interessato ad uno spe- Per un fotogiornalista, internet può essere diano fatto la sera e utile archivio degli ul-
cifico argomento) spesso può risultare ec- utilizzata mediante due strumenti princi- timi sette numeri)
cessiva o quantomeno disorientante. Il mag- pali: la ricerca e/o l’approfondimento di www.ansa.it (ultime notizie in tempo rea-
gior pregio della rete telematica infatti è notizie tramite la navigazione in rete e la le ma senza approfondimenti)
quello di essere un immenso archivio gra- trasmissione e/o la richiesta di dati, infor- www.mondadori.com/panorama (presenza
pressoché totale dell’ultimo numero usci- in una specifica sezione del loro sito. Ol- azioni, ecc. ecc.).
to in edicola e vasto archivio da consulta- tre ai soliti noti (yahoo, lycos, virgilio, al- Quasi tutti i siti dei giornali on line, inol-
re tramite una ricerca tematica) ta vista, excite, etc.) ve ne segnaliamo due tre, permettono la creazione di spazi per-
www.espressoedit.kataweb.it (idem come che riteniamo superiori a tutti gli altri sonali dove far giungere solo le notizie sui
sopra, ovviamente) http://www.google.com/ temi che vi interessano (politica, cronaca,
www.internazionale.it (traduzioni in ita- http://www.mamma.com/ (che ha un uti- esteri, sport, costume, spettacolo, ecc. ecc.).
liano di articoli tratti dalla stampa estera e lissimo collegamento alla “electric library”, Quella dell’informazione personalizzata è
collegamenti con i maggiori quotidiani e cioè una biblioteca on line che permette di una delle risorse di internet che sicuramente
periodici internazionali) consultare testi ed articoli riguardanti il sog- dovrete sfruttare al meglio.
www.corriere.it (aggiornato e con un buon getto cercato)
archivio, quasi tutti gli articoli contengo- Aggiornamento professionale
no i collegamenti ad altri siti per ap- Di fondamentale importanza per contatta- Esistono siti italiani di associazioni che con-
profondimenti) re persone o strutture direttamente colle- sentono una consultazione, aggiornata ed
www.rainews24.rai.it (notizie fresche con gate al lavoro che vogliamo fare sono i nu- abbastanza agevole, di tutte quelle notizie
particolare attenzione ai collegamenti con merosi cerca-persone ed elenchi telefonici che riguardano la professione: dagli aspet-
altri siti di informazione internazionale) on line. Di solito ogni motore di ricerca ne ti fiscali a quelli culturali, dai concorsi ai
http://www.adnkronos.com (agenzia di ha uno. Di seguito ne segnaliamo quattro commenti, dalle mostre ai rapporti con l’e-
stampa con notizie in tempo reale, ha an- italiani che ci sembrano superiori agli altri ditoria, dai libri agli annunci:
che una sezione foto) (per ricerche all’estero si consiglia una vi- www.tauvisual.it (sito dell’associazione na-
http://www.cnnitalia.it (sito in italiano del- sita ai siti dei motori di ricerca del paese zionale fotografi professionisti Tau Visual,
la celeberrima televisione statunitense, da che vi interessa) è sicuramente il migliore, sia per comple-
segnalare nella speranza che raggiunga i li- http://www.euronets.com/elenco.htm tezza che per aggiornamento, su argomen-
velli qualitativi del sito americano) http://www.pronto.it/ ti che riguardano il fisco, le leggi e la tute-
www.stradanove.net (probabilmente la mi- http://www.paginegialle.it/ la professionale)
gliore rivista on line italiana, contiene bre- www.paginebianche.it/ www.fotoinfo.net (sito di Fotografia e Infor-
vi articoli di approfondimento fonte di ot- mazione, associazione italiana giornalisti
timi spunti) L’opportunità più interessante che offre in- dell’immagine, è un punto di riferimento
www.mediasetonline.com (da prendere in ternet a chi si occupa di giornalismo è però per essere al corrente di tutto quanto suc-
considerazione la sezione riguardante le quella offerta da alcuni programmi che con- cede nel mondo del fotogiornalismo italia-
notizie, ben fatta e aggiornata) sentono di avere un’informazione perso- no e comprende riflessioni sul mondo del-
nalizzata. Si tratta di software (scaricabili l’editoria, interventi e commenti di pro-
Poi ci raccomandiamo di non sottovaluta- gratuitamente dal web) che consentono di fessionisti, collegamenti a siti italiani ed
re gli ottimi piccoli siti di informazione lo- consultare notizie provenienti da fonti sva- internazionali che riguardano sia il repor-
cale (che non possiamo segnalare per ov- riate restringendo sempre più il campo del tage che il giornalismo).
vie esigenze di spazio) e precisamente quel- vostro interesse. È un’innovazione che con- Segnaliamo poi tre siti di altrettante riviste
li di radio, tv e giornali diffusi a livello re- sente di superare le lunghe ricerche dovu- che si occupano di fotografia in modo non
gionale: di solito sono molto curati e fon- te a lentezze di linea o alle difficoltà di se- superficiale: quello di Imago, la Comunità
te di ottimi spunti e approfondimenti per- lezionare i contenuti di cui si ha effettiva- Virtuale della Fotografia Italiana http://ima-
ché calati e radicati nel territorio. Ognuno mente bisogno. Funzionano grazie ad un go.tin.it/, quello di Nadir http://www.na-
di voi, a seconda della zona in cui opera, collegamento con la fonte redattrice del- dir.it e quello di Private http://www.priva-
dovrà fare una ricerca personale in tal sen- l’articolo sulla notizia (giornali, riviste, te- te.it
so. levisioni) e rendono il computer simile ad Altri due siti, ricchi di immagini, sono in-
All’estremo opposto troviamo poi i siti stra- una ricetrasmittente che, invece di servire dispensabili per conoscere le ultime ten-
nieri, utili per progettare reportage all’e- per la navigazione, assomiglia ad un sin- denze del fotogiornalismo internazionale:
stero e che quindi necessitano della cono- tonizzatore di canali. Ogni canale traspor- www.worlpressphoto.nl (sito del più pre-
scenza della lingua di appartenenza. Anche ta un contenuto (un argomento) preceden- stigioso premio internazionale di fotogior-
in questo caso una breve ricerca vi con- temente selezionato dall’utente. Una pul- nalismo)
sentirà di individuare quelli più interessanti santiera o un banner scorrevole, fissi ai la- www.visapourlimage.com (sito del più im-
per la zona o l’argomento che volete trat- ti dello schermo, consentono di richiama- portante festival internazionale di foto-
tare. re su un quadro centrale i contenuti (cioè giornalismo che si svolge ogni anno a Per-
A tali scopi segnaliamo alcuni indirizzi nei gli articoli) che si desiderano consultare. pignan)
quali potrete trovare tutti i collegamenti che In questo modo non è più l’utente a lan-
vi servono: ciarsi in affannose navigazioni alla ricerca Promozione professionale
http://www.ipse.com/webtime/elenco.html di informazioni utili ma è lo stesso softwa- La rete offre anche la possibilità di far co-
http://www.virtualrome.com/free/news.html re che invia i contenuti, già divisi in cana- noscere i propri lavori tramite l’inserimento
http://gallery.uunet.be/internetpress/link40.h li, sullo schermo. delle immagini in un vostro sito personale
tm I migliori sono: che ne consenta la visione a chi è interes-
http://www.windpress.it/ www.pointcast.com/download (purtroppo sato o potrebbe esserlo. Creare un proprio
Di grande importanza sono poi i numero- in fase di smantellamento, tanto che non sito non è più un problema insormontabi-
sissimi motori di ricerca che consentono di sappiamo se al momento dell’uscita di que- le: tutti i maggiori provider regalano spa-
trovare siti, e quindi approfondimenti di sto articolo sarà ancora disponibile) zio sufficiente per inserire immagini e te-
notizie, su argomenti specifici. Di solito www.entrypoint.com (versione più com- sti, inoltre la recente liberalizzazione dei
forniscono una quantità di risultati enor- merciale di pointcast che con la scusa del- domini (nomi da dare al proprio spazio)
me: occorre quindi saper usare al meglio le notizie vi propina vari collegamenti per consente a chiunque di dare al proprio si-
le ricerche avanzate che tutti propongono acquisti on line di prodotti, biglietti aerei, to una denominazione semplice, memoriz-
zabile e comprensibile a costi irrisori. persone distanti in tempi brevi e a costi li- cente è quello della guerra in Kosovo, sul-
Il nostro consiglio per la realizzazione di mitati. Tramite e-mail si possono inviare le cui vicende era stato aperto il NG italia-
un vostro sito è comunque quello di rivol- messaggi scritti ai quali è possibile allega- no it.eventi.guerrakosovo, dove era possi-
gersi a web designer professionisti (le per- re fotografie, immagini, documenti, etc. bile reperire commenti, notizie e collega-
sone che, grazie a specifiche conoscenze Spedire foto tramite la posta elettronica è menti a siti di approfondimento grazie al-
nel campo dei software e della grafica, si una prassi tra i fotoreporter di agenzia che l’alto numero di informati frequentatori.
occupano della concreta costruzione di si- necessitano di far avere le loro immagini I newsgroups ovviamente consentono di
ti dietro vostri suggerimenti ed idee): ave- in sede o ai clienti in tempi brevissimi: non “postare” messaggi anche anonimamente
re un proprio spazio su internet infatti con- ci addentreremo in questo terreno sia per- (il principio è quello delle e-mail, solo che
sente di mettere on line il proprio portfo- ché non ci sembra che i costi di attrezza- un messaggio viene inviato non ad una per-
lio e di permetterne una facile visione an- tura siano ancora tali da permettere una dif- sona ma a un gruppo di discussione aper-
che a livello internazionale. Questo signi- fusione di questi strumenti ad ampio rag- to divenendo di dominio pubblico e quin-
fica che la vostra immagine professionale gio sia perché, come detto, è molto più im- di leggibile da un gran numero di utenti),
dipenderà anche dall’impatto visivo che il portante che chi inizia si soffermi su que- questo, unitamente alla loro accessibilità
vostro sito avrà sulla persona che lo visita: gli aspetti del fotogiornalismo che riguar- internazionale, li rende un veicolo di co-
cura e professionalità saranno dunque in- dano la progettazione e la preparazione del municazione libero, immediato e privo di
dispensabili per farvi apprezzare fin dal pri- servizio. In tal senso la posta elettronica censure, dove può intervenire anche chi
mo momento. può essere un valido, veloce ed economi- vuol rimanere in incognito ma è disponi-
Il vostro lavoro vero e proprio sarà però co strumento per la richiesta e lo scambio bile a far circolare notizie (sempre da ve-
quello della promozione del vostro sito, che di informazioni, per il contatto diretto con rificare ovviamente).
potete pubblicizzare non tramite annunci a persone correlate al servizio che dovrete Sono consultabili e frequentabili dai vari
pagamento (padronissimi di farlo ma l’in- fare, per la richiesta di permessi e per lo programmi di posta elettronica (in tal caso
vestimento non ci sembra conveniente per scambio di opinioni e consigli tra colleghi. potrete visitare solo i NG resi disponibili
chi si occupa di fotogiornalismo) bensì sem- Ormai avere una casella e-mail è quanto di dal vostro provider) oppure tramite softwa-
plicemente segnalandolo nei luoghi giusti più facile possa esistere al mondo: non so- re che permettono consultazione e parteci-
ed alle persone giuste: sui principali mo- lo ogni provider ne offre più di una ai suoi pazione a tutti i NG esistenti al mondo al
tori di ricerca, nei siti specializzati, nelle clienti ma esiste la possibilità di averne una momento del vostro collegamento in rete.
numerose gallerie on line esistenti, contat- gratuitamente grazie alle numerose offer- Il più diffuso di questi ultimi è senz’altro
tando direttamente le persone a cui inten- te presenti in rete. Free Agent, scaricabile gratuitamente dal
dete mostrare i vostri lavori. Di grande diffusione ed importanza sono sito http://www.forteinc.com/agent/frea-
anche le mailing list: liste cui ci si deve gent.htm
Chat line iscrivere per ricevere e diffondere e-mail Esistono ovviamente anche alcuni new-
Esistono dei programmi (scaricabili gra- su argomenti specifici (richieste di infor- sgroups riguardanti la fotografia, ma quel-
tuitamente da internet) che consentono agli mazioni, aiuto, commenti, discussioni). li italiani purtroppo sono quasi esclusiva-
utenti di chattare (cioè comunicare in tem- Ne esistono di tutti i tipi e su tutti gli argo- mente ad interesse ed uso amatoriale.
po reale tramite la scrittura) con altri uten- menti possibili e immaginabili, basta tro- Indubbiamente Internet ha sviluppato la co-
ti. Ciò risulta particolarmente vantaggioso vare quella che vi interessa ed il modo di municazione tra gli esseri umani a livello
per chi risiede in province o in stati diver- iscrivervi. Sul sito http://www.cilea.it/mail- internazionale grazie alla facilità di utiliz-
si, perché, come già detto e risaputo, quel- list/ troverete un elenco completo e ag- zo delle odierne strumentazioni, all’acces-
lo che per telefono dovreste dirvi al costo giornato di tutte le mailing list italiane. sibilità delle sue risorse ed alla economi-
di una interurbana o di una intercontinen- cità dei suoi collegamenti. Tutto questo ne
tale, con internet lo potete comunicare al Promozione professionale fa un mezzo utile ed indispensabile per chi
costo di una telefonata urbana. (comunicati e mailing) si vuole dedicare al fotogiornalismo. Ma ci
I più diffusi programmi di chat sono ICQ La promozione del proprio sito e delle pro- raccomandiamo di utilizzare questo mez-
(contrazione della frase inglese “I seek you” prie attività (mostre, libri, iniziative varie) zo sfruttando al massimo le sue opportu-
= ti cerco) e, in Italia, C6 (ci sei). Entram- può essere fatta in modo efficace e rapido nità e al minimo le sue innumerevoli diva-
bi consentono di farvi sapere se ci sono tramite l’invio di e-mail. L’importante è fa- gazioni: il vostro scopo deve essere e de-
utenti conosciuti che sono collegati in rete re un paziente lavoro preventivo di ricerca ve rimanere quello di fare delle fotografie.
quando lo siete anche voi (sempre che an- degli indirizzi di posta elettronica delle per- Non fatevi incantare dal canto delle mol-
ch’essi abbiano uno dei suddetti program- sone che possono essere interessate a voi e tissime sirene che incontrerete durante la
mi); a quel punto basta cliccare sul loro no- al vostro lavoro e poi scrivere un messag- navigazione. Internet deve e dovrà essere
me per iniziare una chiacchierata on line. gio di presentazione adeguato al destinata- solo uno dei vostri numerosi strumenti di
ICQ, il più completo e diffuso a livello in- rio. lavoro: ne va della vostra credibilità e del
ternazionale, tra le sue numerose e diver- vostro futuro professionale.
tenti opzioni ha pure la possibilità di in- Newsgroups
viare file (e quindi anche foto e testi) al- Sono gruppi di discussione tematica (fo- Leonardo Brogioni
l’interlocutore. rum) dove gli utenti possono inviare mes-
I due software citati li potete trovare ai se- saggi con informazioni, richieste di infor-
guenti indirizzi: mazioni, commenti e riflessioni. Ce ne so-
www.icq.com no di tutti i tipi e di tutti i paesi (sono più
http://www.atlantide.it/c6/ di 20.000) e possono essere delle autenti-
che risorse per chi si occupa di giornali-
LA POSTA ELETTRONICA smo. Tenete conto che per ogni notizia di
Richiesta e trasmissione di dati largo interesse ed attualità viene quasi sem-
Le e-mail consentono la comunicazione tra pre aperto un newsgroup: il caso più re-
REPORTAGE

GAZETA WYBORCZA

Fondato nel maggio 1989, prima della ca-


duta del muro di Berlino, Gazeta Wyborc-
za è stato il primo quotidiano indipenden-
te dell'Europa dell'est.
Nel 1999, più di dieci anni dopo, Gazeta è
il più importante quotidiano polacco (con
numerose edizioni locali) ed il più grande
successo editoriale degli ultimi venti anni
(con il suo supplemento settimanale "Ma-
gazyn" che tira 700.000 copie).
Oggi, mentre sta inaugurando una nuova
tipografia che sarà una delle più moderne
d'Europa, Gazeta si avvia con successo ad
essere quotato in borsa.
Questa grande azienda editoriale utilizza
la fotografia in maniera considerevole: Ga-
zeta lavora con ventiquattro fotografi fis-
si ed è conosciuta internazionalmente co-
me una delle strutture più importanti nel-
la produzione di immagini di reportage.
La sua rivista settimanale (il supplemento
Magazyn) affianca notizie di cronaca po-
lacca, articoli sugli altri paesi dell'est eu-
ropeo e servizi di respiro internazionale:
comunque e sempre i suoi fotografi ven-
gono inviati in tutto il mondo per coprire
direttamente gli avvenimenti o per realiz-
zare servizi esclusivi.

Un campo di concentramento serbo per mus-


sulmani a Trnopoljie, nel nord della Bosnia.
Un rappresentante della Croce Rossa serba
assicura i giornalisti che non è propriamen-
te un campo di concentramento, ma un "po-
sto di residenza per proteggere mussulmani
e croati dalla violenza di bande di estremisti
serbi" (22/8/1992, ph. Krzystof Miller).
A Grozny, capitale della Cecenia, viene celebrato il "giorno della vittoria russa sulla Germania". I soldati russi girano per il centro della
città in colonne di carri armati, bevendo per l'occasione e scattando fotografie. "Vittoria? Quale vittoria?" dice un veterano guardando i
soldati "Cinquant'anni fa eravamo seduti dentro a dei bunker e oggi facciamo lo stesso" (9/5/1995, ph. Krzystof Miller).

A dimostrazione dell'importanza qualitati-


va (e perché no, anche quantitativa) assunta
a livello internazionale dalla produzione
fotografica di questa realtà editoriale po-
lacca, c'è da dire che da anni ormai l'agen-
zia fotografica francese "Vu" distribuisce
in tutto il mondo le immagini prodotte dai
fotografi di Gazeta e che il festival inter-
nazionale di fotogiornalismo di Perpignan
nel ha dedicato al suo fotografo più rap-
presentativo (Krzystof Miller) un'ampia
mostra personale.
Vi propongo le fotografie realizzate da di-
versi professionisti che collaborano con
questo giornale polacco perché ritengo che
quest'ultimo sia un esempio di ottima ge-
stione editoriale portata avanti grazie ad un
eccellente utilizzo delle immagini (tanto
da costituire una sorta di modello per le ri-
viste di tutto il mondo: in particolare do-
vrebbe esserlo per quelle italiane, ancora-
te ad un uso della fotografia che sottova-
luta l'importanza e la potenza di questo Leszek Balcerowicz, leader del partito politico Unil Wolnosci (Unione per la Libertà) e can-
mezzo espressivo e si basa quasi esclusi- didato al parlamento, firma autografi sui volantini elettorali a Racibòrz (4/9/1997, ph. Ro-
vamente su proposte che provengono dal- bert Kowalewski).
l'esterno). Incaricare ed inviare dei foto-
grafi in giro per il mondo allo scopo di rea-
Un pescatore della Un quarto di secolo
tribù Wagen sul fiu- dopo, il leggendario
me Congo, il secon- festival di Woodstock
do fiume più lungo viene organizzato di
dell'Africa, nello nuovo. Questa volta
Zaire (12/4/1999, gli spettatori erano
ph. Krzystof Miller). molto più interes-
santi di ciò che sta-
va succedendo sul
palco (14/8/1994,
ph. Krzystof Miller).

Manifestazione a Gdansk in difesa di Padre Henryk Jankowski (7/9/1999, ph. Beata Kitowska). Anche in una manifestazione è possibile
scattare delle belle foto: in questo caso colpisce la capacità della fotografa di aver individuato e selezionato solo alcuni particolari em-
blematici di tutto l'evento (alcune braccia con i loro gesti ad identificare i manifestanti ed un solo striscione a darci il senso della manife-
stazione) con un perfetto uso del controluce.
Nella città siberiana di Prokopyevsk la miniera è chiusa. I figli dei
minatori disoccupati finiscono per strada dove gli antichi ideali han-
no perso il loro valore (10/10/1998, ph. Robert Kowalewski).

Il concorso per miss Beskidy a Zywiec. Due tredicenni in lizza per il


titolo della più carina si cambiano dentro e fuori da una tenda alle-
stita per l'evento (12/7/1998, ph. Bartosz Bobkowski).

Nel sito www.leobrogioni.it/progresso, si possono trovare


tutti gli articoli dedicati al fotogiornalismo scritti da
Leonardo Brogioni su progresso Fotografico.

La home page del sito internet di Gazeta Wyborcza www.wyborcza.pl.

lizzare un servizio su un tema ben preciso sulla Polonia". pre adottato questo metodo. Ma ritengo im-
è il metodo migliore per ottenere un pro- È un concetto che ho sempre sostenuto: og- portante e di grande soddisfazione che il
dotto di ottima qualità e di grande emo- gi è importantissimo per un fotogiornalista successo ed il prestigio raggiunto da una
zione. prendere posizione con le proprie immagi- rivista appartenente ad un paese che fino a
Inoltre Gazeta Wyborcza è un esempio di ni per realizzare servizi di elevata qualità pochi anni fa non godeva di grossa credi-
quanto sia importante, per gli operatori del- (altra storia sarà poi il riuscire a diffonder- bilità, né politica né economica, sia stato
l’informazione, la partecipazione attiva nel- li), se poi è addirittura il committente a ri- ottenuto con e grazie ad un oculato ed at-
la vita sociale e politica di un paese ai fini chiederlo allora i fotoreporter vengono mes- tento uso del fotogiornalismo.
di un giornalismo non ovvio e denso di con- si nella condizione ideale per svolgere il Quell'uso del fotogiornalismo che sarebbe
tenuti. Come dice Adam Michnik (uno dei proprio mestiere. auspicabile vedere anche nelle nostre re-
fondatori di Gazeta) nella prefazione al li- Tutto questo ha consentito ai fotografi di dazioni e che mi consente di mostrarvi del-
bro che celebra i 10 anni di vita del gior- "Gazeta" la realizzazione e la pubblicazio- le immagini che finora non hanno goduto
nale: "Noi di Gazeta Wyborcza non siamo ne di grandi servizi ed ottime fotografie. di quella diffusione che invece si merita-
stati e non siamo degli osservatori obietti- Certamente, da un punto di vista editoria- no.
vi delle lotte polacche. Siamo stati e rima- le, non è stato inventato niente: la celebre Leonardo Brogioni
niamo dei partecipanti attivi nei dibattiti rivista americana Life, per esempio, ha sem- progresso@leobrogioni.it
FOTOGIORNALISMO

IL CASO DELLA
FOTO MANIPOLATA

Una stessa foto appare Un brutto episodio ci stimola, o meglio, ci soggetti in più rispetto a quella comparsa
costringe a parlare dell'utilizzo della foto- su Il Manifesto.
diversa su giornali diversi: grafia da parte della stampa quotidiana ita- L'evidenza è poi diventata zimbello nazio-
cosa è avvenuto? liana. nale, allorché la redazione del programma
Riflettiamo sulla gestione Martedì 10 ottobre 2000, Il Manifesto ha televisivo “Striscia la notizia” ha esibito a
pubblicato in prima pagina una fotografia milioni di italiani le prove del misfatto, con-
delle fotografie chiaramente manipolata: l'evidenza del mi- frontando i tre quotidiani davanti alle tele-
nei quotidiani. sfatto la si è avuta dal confronto con altre camere.
due testate quotidiane a tiratura nazionale Lettere di protesta alla redazione del col-
(La Repubblica ed il Corriere della Sera), pevole e smascherato giornale e risposta
le quali, lo stesso giorno, nelle loro pagine del redattore Franco Carlini, il quale ha spie-
interne, hanno pubblicato la stessa imma- gato e giustificato la scelta del suo quoti-
gine priva di manipolazione e con ben due diano, senza rimpianti.
Foto pubblicata da Repubblica.

Foto pubblicata dal


Corriere della sera.

Questa vicenda ci permette di mettere in fotogiornalista è quello di andare oltre al- informativo di tutti i quotidiani italiani e
evidenza le caratteristiche dell'utilizzo del- l'immagine documentaria e descrittiva e vomitata sulle loro stesse pagine, spesso a
la fotografia da parte dei quotidiani italia- darci un qualcosa in più rispetto a quanto brandelli (come nel caso preso in conside-
ni, al di là di ogni riferimento politico ge- entra in tutte le nostre case grazie ad un razione).
nerale e al di là di facili strumentalizzazioni mezzo veloce e potente come la TV. Nemmeno importa se la foto è bella, non
politiche del particolare episodio. Evidentemente questa dimensione non può c'è tempo per valutarla.
La consapevole e macroscopica manipola- entrare a far parte della metodologia di la- È la morte del reportage di informazione.
zione ci dice esattamente quale sia la con- voro e quindi della mentalità di un giorna- Una morte evidenziata anche da altri ele-
siderazione che i giornali italiani hanno del- le quotidiano, all'interno del quale la velo- menti che emergono dall'analisi e dal con-
la fotografia. cità, sia di realizzazione che di fruizione, è fronto delle tre foto pubblicate, uscendo
Abbiamo più volte detto che oggi il foto- una componente essenziale. dall'episodio della macroscopica manipo-
giornalismo deve essere approfondimento L'immagine fotografica per i quotidiani ita- lazione, per guardare più in generale al te-
(visivo e di contenuti) di una notizia; un liani è semplicemente un riempitivo, che ma di questo articolo.
approfondimento dovuto alla consapevo- non può aggiungere niente a quanto già vi- Primo: nessuno dei due quotidiani che han-
lezza che gran parte degli spettatori/letto- sto, un qualcosa che quando viene pubbli- no pubblicato la foto "integra" (né il Cor-
ri sono già informati e hanno già visto un cato è già vecchio. riere della Sera né La Repubblica) cita il
evento grazie alla televisione. Compito del La fotografia viene fagocitata dal sistema nome dell'autore dell'immagine.
Paradossalmente veniamo a sapere che l'im- to: quello della mancanza di considerazio- che continuano a dare severe lezioni di fo-
magine è dell'agenzia Associated Press Pro- ne nei confronti della fotografia da parte tografia all'Italia, che invece, riguardo a
prio da Il Manifesto, autore del ritocco. della stampa quotidiana italiana. Se questo prodotti e formazione editoriale, sembra
Per dovere di cronaca (visto che nessuno è anche l'atteggiamento di un quotidiano essere un mondo a parte, e in disparte.
lo ha fatto) colmiamo la lacuna e diciamo unanimemente considerato in Italia come Lezioni che non sono fini a se stesse, ma
che il fotografo che ha realizzato l'imma- tra i più attenti alla qualità dell'immagine, che riguardano una delle più importanti
gine è Jerome Delay, bravissimo fotore- allora siamo veramente a livelli deprimen- componenti di un paese democratico: la li-
porter i cui lavori erano visibili quest'anno ti. Abbiamo sempre precisato in queste no- bertà di informazione. Fotoreporter prepa-
in una mostra a lui dedicata al Festival In- te che il problema riguarda i quotidiani ita- rati e motivati vengono inviati (anche dai
ternazionale di Fotogiornalismo di Perpi- liani. Non a caso questo atteggiamento è quotidiani) in zone giornalisticamente ri-
gnan. molto distante dall'attenzione e dalla qua- levanti con lo scopo di dare una testimo-
Secondo: solo una delle testate in questio- lità delle immagini che esiste in altri (non nianza diretta e svincolata da condiziona-
ne (La Repubblica) cita chiaramente il luo- in tutti) paesi europei. Facciamo un esem- menti o da filtri di ogni tipo, offrendo non
go dove l'immagine è stata scattata (Ra- pio concreto: da un po' di anni risulta evi- solo un documento ma anche una precisa
mallah). dente agli operatori del settore l'ottima qua- opinione, la cui attendibilità deriva ed è le-
Il Manifesto con un sottotitolo/didascalia lità raggiunta dal fotogiornalismo danese. gittimata dalla loro presenza sul posto. Que-
ci fa pensare, ma non è detto, che la foto I motivi che hanno portato un piccolo pae- sto significa informare rispettando.
sia stata scattata a Nazareth. se ad essere una grande fucina di talenti nel Un atteggiamento ben diverso da quello di
Il Corriere della Sera, per non sapere né campo del fotogiornalismo sono sì da ri- chi, seduto al caldo in una redazione, arri-
leggere né scrivere, sorvola. cercarsi nella creazione e nello sviluppo di va a manipolare il frutto del lavoro di un
Imprecisioni, mancanze, inesattezze che ottime scuole di fotografia, ma soprattutto vero, e magari unico testimone, il lavoro di
indicano chiaramente una scarsa conside- nella pignola attenzione che la stampa da- un professionista che non esita a stare in
razione sia per l'immagine, che per il suo nese riserva alla fotografia. mezzo alle pallottole ed ai sassi pur di ono-
autore. Qualità visibile ad esempio al Festival In- rare un suo diritto ed un suo dovere: quel-
Terzo (ultima, ma forse più importante con- ternazionale di Fotogiornalismo di Perpi- lo di informare.
siderazione, la cui ovvietà è solo apparen- gnan nella mostra Presse Quotidienne Ripetiamo: si tratta fondamentalmente di
te): la foto è una, ovvero, i tre quotidiani (Stampa Quotidiana), che raccoglieva le una questione di rispetto, sia verso chi infor-
hanno pubblicato lo stesso giorno la stes- migliori foto pubblicate quest'anno sui quo- ma che verso chi viene informato. Così co-
sa foto, ovvero, tutte e tre le foto sono sta- tidiani di tutto il mondo. Guarda caso tra me nessuno toccherebbe un disegno di Vau-
te acquistate dalla stessa fonte. essi mancavano giornali italiani, ma ve ne ro, vignettista satirico de Il Manifesto, al-
Questo è il grave problema dei cosiddetti erano numerosi danesi. I fotoreporter cre- trettanto dovrebbe avvenire per quelle te-
"imbuti informativi". L'informazione di og- sciuti in Danimarca si devono confrontare stimonianze visive che sono le immagini
gi passa attraverso un limitato numero di con strutture che pretendono da loro una di reportage, ben più difficili non solo da
fonti (fondamentalmente le grosse agenzie elevatissima qualità fotogiornalistica ma ottenere, ma anche da realizzare.
di stampa): se un evento viene trasmesso che, al tempo stesso, offrono loro anche Si potrebbe obiettare che tutti questi ra-
da tali strutture allora assume rilevanza, al- mezzi e fiducia per poterla ottenere: ciò ha gionamenti si infrangono di fronte al pro-
trimenti è come se non fosse mai avvenu- permesso a diversi professionisti danesi di blema delle risorse economiche. E certo
to. La considerazione vale ovviamente an- essere apprezzati a livello internazionale non saremo noi a chiedere a Il Manifesto
che per le fotografie. per i contenuti e per lo stile tanto persona- sforzi che un piccolo giornale non può com-
Le grandi agenzie (anche quelle fotografi- le quanto efficace dei loro lavori. piere, domandando di utilizzare parte del-
che) sono quelle che monopolizzano non Fotografi come Nicolai Fuglisig, che l'an- le sue già scarse risorse nell’invio di foto-
solo il mercato, ma anche l'informazione. no scorso ha presentato il più bel reporta- giornalisti in zone calde; nei suoi confron-
In Italia i quotidiani si rivolgono a queste ge visto ultimamente (riguardante gli ef- ti ci limitiamo alla richiesta di una mag-
strutture (che forniscono convenzioni, ac- fetti dell'inquinamento nella cittadina rus- giore riflessione prima di usare Photoshop:
cordi, sconti) per avere immagini in tempi sa di Muslumovo), Tine Harden (premia- raramente l’informazione libera e demo-
velocissimi ed a costi minimi, un servizio to quest'anno nel World Press Photo per il cratica passa attraverso la manipolazione
che solo grandi aziende possono offrire. suo lavoro sull'allevamento di cavalli in delle foto.
Il risultato è questo: stesse immagini sui Galizia), Jan Grarup (premiato quest'anno Gli altri quotidiani invece forse farebbero
giornali, stessa imprecisione, stessa ine- nel World Press Photo per il suo intenso re- meglio a pensare in termini di piano eco-
sattezza, stessa scarsa considerazione del- portage sul Kosovo), Jan Dago (premiato nomico: quanto investono per ingaggiare
la foto e del suo valore. Con conseguenti quest'anno nel World Press Photo per la sua firme cosiddette illustri, per avere intervi-
casi estremi, più o meno eclatanti, che fan- testimonianza sulla violenta situazione in- ste esclusive con personaggi dello star sy-
no troppo spesso dimenticare quanto que- donesiana), Claus Bjorn Larsen (vincitore stem o per compiacere gli inserzionisti? E
sta scarsità di fonti generi in realtà un gros- del World Press Photo con le sue immagi- quanto investono invece per avere un'infor-
so problema di democrazia, dal momento ni dei profughi kosovari), Henrik Saxgren mazione degna di tale nome?
che impedisce un'informazione differen- (precursore del fotogiornalismo danese e Ma questa è un'altra storia.
ziata, e quindi più completa (senza parlare autore quest'anno di un intenso reportage
dei rischi di un facilissimo "controllo" del- sulla vita nelle baraccopoli nicaraguensi di
le poche fonti esistenti). Managua) hanno collocato la Danimarca Leonardo Brogioni
Insomma, si torna sempre allo stesso pun- tra i paesi fotograficamente più sviluppati progresso@leobrogioni.it
SCUOLA DI REPORTAGE

IL LINGUAGGIO
DEL REPORTAGE
WORLD PRESS PHOTO

Le fotografie di alcuni vincitori del World Press Photo sono efficaci esempi
di un brillante fotoreportage, dalla progettazione alla scelta dell’attimo significativo,
fino alla costruzione dell’inquadratura.

La World Press Photo Foundation è una sempre detto in questa serie di articoli: il schia di cadere nel voyeurismo. Lungi da
istituzione internazionale, fondata nel 1955, soggetto, l’argomento di foto e servizi, in me l’intento di fare della censura, ma non
che ha come scopo quello di ampliare l’in- questo settore della fotografia conta molto mi sembra neanche il caso di esagerare in
teresse internazionale verso il fotogiorna- di più della foto in sé. Facile prevedere per senso opposto, specialmente in una pano-
lismo. Per questo ogni anno la fondazione il prossimo anno un riconoscimento ad ramica a 360° di fotografie che vogliono
esamina il meglio della produzione foto- un’altra immagine ripresa durante la guer- raccontare un anno di storia. Proprio sulle
giornalistica mondiale (inviata da migliaia ra nel Kosovo, probabilmente raffigurante pagine di questa rivista abbiamo dimostra-
di professionisti nella sua sede ad Amster- i profughi, forse con donne e bambini co- to come sia possibile parlare di un argo-
dam) ed assegna quelli che possiamo con- me soggetti principali. mento drammatico come la guerra senza
siderare gli Oscar del reportage: un premio Così come dietro gli Oscar vi sono gli in- mostrare neanche un’immagine cruda o vio-
per la foto dell’anno all’immagine ritenu- teressi delle case di produzione cinemato- lenta (P.F. n. 6/1999) e lo abbiamo fatto con
ta, esteticamente e giornalisticamente, la grafiche, anche nel caso di questo premio la consapevolezza che il pubblico di que-
più bella da una giuria di 13 operatori del vi sono probabilmente gli interessi di rivi- sto settore sia molto più interessato ai con-
settore ed altri premi secondari suddivisi ste ed agenzie fotografiche. Questo nulla tenuti che all’immagine sensazionale o im-
per settori tematici (migliori foto singole e toglie alla validità del materiale proposto, pressionante.
migliori servizi per le categorie: “avveni- così come i film premiati con l’Oscar so- A proposito del catalogo della mostra, ho
menti d’attualità”, “persone nella notizia”, no validissimi prodotti. Bisogna anche ri- notato che, nella edizione presentata in Ita-
“ritratti”, “sport”, “vita quotidiana”, “ar- conoscere alla World Press Photo Founda- lia, la traduzione termina a pagina 23! Da
te”, “natura ed ambiente”, “scienza e tec- tion il merito di aver effettivamente susci- pagina 24 fino al termine titoli e didasca-
nologia”, “notizie generali”). tato l’interesse del largo pubblico verso il lie sono tutti in lingua inglese. Mi sembra
Prima di passare ad analizzare più ap- fotogiornalismo tramite la divulgazione di che un libro di questo livello meriti un’at-
profonditamente una foto singola e tre dei immagini qualitativamente e giornalistica- tenzione maggiore; credo che gli acquirenti
servizi premiati nell’ultima edizione, fac- mente ineccepibili. sarebbero disposti a spendere un po’ di più
ciamo alcune considerazioni di ordine ge- Moltissime foto premiate, troppe, secondo e ad aspettare qualche giorno pur di avere
nerale. me, sono cruente in maniera eccessiva. Sfo- un prodotto completo. Se poi si pensa che
Il WPP ha sempre dato il suo riconosci- gliando il catalogo della mostra sembra di iniziative come questa debbano servire an-
mento più importante (il premio per la fo- entrare in un film dell’orrore: sgozzamen- che ad attirare verso il fotogiornalismo per-
to dell’anno) ad immagini che fossero do- ti, volti sfigurati, morti ammazzati, sangue. sone che non sono degli addetti ai lavori (e
cumenti di quello che è stato l’avvenimento Sono il primo a sostenere che il documen- dalle quali non si può pretendere una co-
principale dell’anno, l’evento giornalisti- to del dramma sia necessario alla sua ces- noscenza perfetta della lingua inglese), al-
camente più eclatante: nel 1997 la diffici- sazione, come detto moltissime volte, ma lora la mancanza diventa ancora più grave.
le situazione in Algeria, quest’anno il dram- quando le foto truculente diventano ecces-
ma del Kosovo. È una conferma di quanto sive per contenuti e quantità, allora si ri- Leonardo Brogioni
Fotografia di Tino Soriano
(Spagna), agenzia Bilderberg
(Germania)/Aurora (Francia)
per Paris Match: premio per
la migliore foto singola nella
categoria “Arte”.
L’immagine è stata scattata a
Barcellona, all’interno del Mu-
seo Immaginario (struttura che
ospita solo falsi di opere d’ar-
te), durante l’allestimento del-
le sale nei giorni immediata-
mente precedenti l’inaugura-
zione ufficiale. Alcuni elemen-
ti sono stati magistralmente
sfruttati dall’autore ed hanno
reso l’immagine particolare e
degna di nota: riconoscere il soggetto del dipinto ma, al tempo stesso, rende im
1- Il fotografo è riuscito non solo a descrivere un evento, ma an- possibile stabilire che si tratta di un falso. L’uso della tecnica del-
che a farlo con comicità. La foto infatti ha due soggetti principali l’open-flash (colpo di flash abbinato ad un tempo di posa lungo)
interagenti, e proprio il rapporto tra di loro è ciò che descrive e ha consentito al fotografo di rendere perfettamente visibile il sog-
che rende umoristico il tutto: le gambe dell’inserviente incarica- getto (che, essendo un dipinto, sembra guardare in macchina),
to di appendere il quadro falso infatti sembrano essere il natura- dando contemporaneamente il senso del movimento. La perfetta
le proseguimento del busto della Gioconda. Insomma, la frene- scelta dell’attimo dello scatto ha consentito poi all’autore di bloc-
sia dei momenti immediatamente precedenti l’apertura ufficiale care i soggetti in una posizione tanto dinamica da sembrare, ap-
del museo è stata sfruttata dall’autore per dare alla situazione un punto, precaria.
senso probabilmente diverso da quello reale, ma senza forzatu- 3- Visivamente la linea di fuga diagonale (data dal corridoio del
re, anzi accentuando l’aspetto surreale che è caratteristico dello museo), che porta il nostro sguardo occidentale a percorrere l’im-
spirito e dell’atmosfera di un museo del genere. magine da sinistra a destra, è interrotta e controbilanciata dal
2- Il fotografo ha giocato con l’ambiguità di una situazione a pri- senso di movimento dei soggetti principali posti quasi al centro
ma vista incredibile: sembra improbabile che il quadro per an- dell’inquadratura. La nostra attenzione quindi si blocca sui due
tonomasia (la Gioconda di Leonardo da Vinci) venga trasporta- soggetti principali proprio grazie al mosso, che ferma il nostro
to con tanta precarietà. Il punto di vista scelto infatti permette di sguardo tendenzialmente sfuggente in direzione opposta.
Fotografie di Chien-Chi Chang (Taiwan),
agenzia Magnum Photos (Francia) per Time
Magazine (USA): premio per il miglior ser-
vizio nella categoria “Vita quotidiana”.
Il servizio racconta le drammatiche condizio-
ni di vita di una comunità di immigrati clan-
destini cinesi a New York.
Impossibile realizzare un lavoro fotografico
del genere senza far parte di questa comunità
o senza riuscire ad entrare in essa integran-
dosi perfettamente. Questo è un servizio fatto
dall’interno, un esempio di quanto sia neces-
sario calarsi completamente nella situazione
da documentare, farsi accettare e poi farsi di-
menticare.
Alcune foto documentano condizioni di vita
estreme, dove uomini, oggetti per la soprav-
vivenza, generi di conforto e ricordi del pae-
se di origine convivono in spazi ridottissimi
ed affollatissimi. Altre immagini parlano del contrasto tra la vita quotidiana della me-
tropoli e quella degli immigrati.
Un bianco e nero usato a luce ambiente che anche compositivamente vuole esprimere
questo caos e questi contrasti. Infatti alcune fotografie sono costruite su due piani: uno
riguardante i soggetti della storia (costretti a dormire e mangiare sulla scala anti-in-
cendio per sfuggire al caldo) e l’altro che descrive il luogo che fa da sfondo (strade pe-
riferiche di New York). Altre immagini fondono in un insieme caotico le persone, gli og-
getti e gli ambienti in modo da descrivere efficacemente una realtà che appare dispe-
rata e drammatica.
Fotografie di Craig Golding (Australia) per
il Sidney Morning Herald: premio per il mi-
glior servizio nella categoria “Sport”.
Un servizio sullo sport in Australia fatto esclu-
sivamente di belle foto singole, senza un in-
tento narrativo, tanto da far risultare anoma-
la anche la definizione di servizio ad esse ri-
ferito.
Certo colpisce la capacità del fotografo di cat-
turare l’attimo (anzi molti attimi), l’abilità nel-
lo sfruttare la luce naturale (specialmente il
controluce) e l’ineccepibile uso del teleobiet-
tivo, ma credo che un servizio sia qualcosa di
diverso e qualcosa di più. Qui è tutto molto
spettacolare, compositivamente pulito e tec-
nicamente perfetto, ma anche molto distante
e freddo.
Fotografie di Sylwia Kapucinski (USA) per Dou-
bletake Magazine: menzione d’onore al servizio
nella categoria “Arte”.
Un servizio opposto al precedente: quattro im-
magini per raccontare in maniera esauriente la
storia e la vita di Pierre Constant (14 anni), stu-
dente e virtuoso di violino: il primo afro-ameri-
cano ad aver ricevuto una borsa di studio per la
Juilliard School of Music di New York City.
Quattro fotografie per dimostrare come la strada
verso l’arte sia tutt’altro che facile: devi passare
da cessi, esami e marciapiedi di metropolitana
prima di arrivare alla Carnegie Hall.
Quattro immagini a colori realizzate a luce am-
biente che sono una sintesi narrativa esemplare:
saper individuare, e riuscire a fermare, pochi mo-
menti emblematici in altrettanti luoghi simbolo è
ciò che ogni fotogiornalista dovrebbe sempre fa-
re.
Quattro immagini per dimostrare che la differen-
za tra un fotografo ed un ottimo fotoreporter sta
nel riuscire a trovare la freddezza e la concentra-
zione per trasformare questi velocissimi momen-
ti emblematici in altrettante inquadrature che rie-
scano a descrivere qualcosa o qualcuno in modo
esaustivo e coinvolgente.

Tutti gli articoli della rubri-


ca “Scuola di reportage”
pubblicati fino ad oggi su
Progresso Fotografico si
possono trovare in Internet
al sito www.leobrogioni.it
SCUOLA D I REPORTAGE

Keith Richards fotografato da Peter Lindbergh per la rivista italiana GQ.

IL RITRATTO DEL
PERSONAGGIO
FAMOSO
Il ritratto per l’editoria è condizionato da diversi interessi:
del fotografo che vuole affermare il proprio stile, del personaggio
ritratto che vuole essere valorizzato, del giornale committente.
Un esempio di due ritratti stilistica-
Il ritratto fotografico è forse il settore del- mente diversi sullo stesso soggetto e
la fotografia più frequentato dai dilettanti realizzati per la stessa rivista (Rolling
e più ambito dai professionisti, tanto che Stones): Madonna è qui fotografata,
numerosi sono stati gli articoli dedicati al- a sinistra, da Herb Ritts e, sotto, da
l’argomento anche da questa rivista. Matthew Rolston. Entrambe le imma-
Qui ci soffermiamo sul servizio fotografi- gini sono tratte dal volume “Rolling
co di ritratto (quindi un insieme di foto- Stones” edito da Idea Books.
grafie su uno o più soggetti) realizzato per
fini editoriali (cioè destinato a riviste o a
libri fotografici).
Come più volte ripetuto su queste pagine,
è solo con un servizio fotografico comple-
to che si può misurare la capacità o la po-
tenzialità di un fotografo: anche una sin-
gola foto ricordo di una persona qualsiasi
può essere un ritratto, ma solo un lavoro
meditato e approfondito (sul messaggio da
comunicare, sulla progettazione, sulle scel-
te che ne derivano, sulla destinazione) po-
trà essere considerato un lavoro di ritratto
professionale.
Per riuscire ad ottenere un risultato soddi-
sfacente per voi, per il soggetto e per l’e-
ditore, ci permettiamo di fare qualche ri-
flessione e dare alcuni consigli.

Stile ed uniformità
La prima cosa che balza agli occhi di uno
spettatore attento è la presenza sui prodot-
ti editoriali di due tipi di servizi fotografi-
ci di ritratto: il primo composto da una se-
rie di immagini di soggetti diversi ma ac-
comunati da un filo conduttore (il tema del
servizio viene approfondito tramite il ri-
tratto di svariati personaggi emblematici);
il secondo fatto da una serie di immagini
su uno stesso soggetto (il personaggio pro-
tagonista è visto in maniera approfondita
tramite più ritratti che ne esternino le sue
espressioni, i suoi gesti e quindi la sua per-
sonalità o l’immagine pubblica che vuole
dare di sé). In entrambi i casi potete nota-
re che l’insieme di immagini costituenti il Un servizio di Antonin Kratochvil (fotografo della Repubblica Ceca), eseguito per la rivista
servizio hanno uniformità di stile e conse- statunitense Detour Magazine, che evidenzia l’abilità dell’autore nel realizzare immagini di-
quenzialità. L’individuazione di un proprio verse di uno stesso soggetto (l’attore Willem Dafoe) pur rimanendo nell’ambito di uno stile
stile fotografico deve essere lo scopo di personale e riconoscibile.
ogni fotografo e deve precedere qualsiasi
lavoro, commissionato o meno, si intenda Seamus Murphy, Weekend Magazine (UK):
fare. Gli editori attenti alla qualità (di rivi- un servizio di ritratti a soggetti diversi ma
ste o di libri) commissioneranno, compre- accomunati da un tema giornalisticamente
ranno o pubblicheranno solo i lavori di quei interessante ed attuale: i veterani irlandesi
fotografi il cui stile sia riconoscibile e ori- della guerra di indipendenza combattuta tra
ginale; lo stile personale è l’elemento al il 1919 e il 1921 contro l’Inghilterra. Unifor-
quale dovrete puntare per ottenere incari- mità di contenuto e di stile, individuazione
chi o realizzare servizi al di sopra della me- e approfondimento di un particolare aspet-
dia, è ciò che farà preferire voi e solo voi to dell’infinito conflitto tra Irlanda e In-
ad un altro qualsiasi tra i migliaia presen- ghilterra, inserimento nei ritratti di elementi
ti sul mercato (nel prossimo articolo par- emblematici dal punto di vista storico-infor-
leremo proprio di questo). mativo (la medaglia assegnata e rifiutata
All’interno delle molte pagine di una rivi- dai veterani che la considerarono un sim-
sta un articolo si riconosce e si distingue bolo dell’accettazione di una sconfitta, la
dagli altri proprio grazie all’uniformità e vecchia foto di un combattente insieme ai
alla consequenzialità delle immagini: un suoi compagni di prigionia, il giglio simbo-
servizio fotografico di ritratto su un deter- lo della rivolta) fanno di queste foto un esem-
minato personaggio, nelle riviste di buon plare lavoro di fotogiornalismo che si è meritato anche il secondo
livello qualitativo, ha bisogno di più foto premio nella sezione “ritratti” del World Press Photo 1999.
che indichino esattamente, al lettore che gi-
ra le pagine, l’inizio e la fine di quell’arti-
colo: questo lo si ottiene grazie alla pro-
fessionalità di un fotografo che, giocando
di fantasia, riesce a costruire immagini di-
verse ma sempre nell’ambito del suo stile.

Una doppia esibizione


Nel ritratto fotografico c’è innanzitutto l’e-
sibizione del fotografo, che non può esse-
re mai dimenticato dal fruitore dell’imma-
gine: al contrario di ciò che avviene nel ci-
nema o in televisione, dove l’immedesi-
mazione o la distrazione è tale da far di-
menticare che un prodotto è costruito arti-
ficialmente da decine di persone, in foto-
grafia non si può fare a meno di pensare a
chi ha scattato, come ha scattato, quando
ha scattato, cosa diceva o dov’era mentre
scattava; il fotografo è parte della fotogra-
fia e la fotografia è parte del fotografo. Nel
ritratto c’è poi l’esibizione del soggetto, la
cui performance è difficile ma indispensa-
bile, perché deve interpretare sé stesso; nel
ritratto anche il soggetto è parte della foto-
grafia e la fotografia è parte del soggetto.
Un ritratto fotografico autentico si ottiene
soltanto quando fotografo e fotografato so-
no consapevoli di questi loro ruoli e deci-
dono di giocarli insieme nella stessa fra-
zione di secondo: quando accettano cioè di
essere parte della fotografia e che la foto-
grafia diventi parte di loro. A voi dunque
spetta il compito di trovare modi e mezzi
affinché ciò possa avvenire. Sappiate che
le foto migliori si ottengono quando la se-
duta fotografica diventa un gioco per tutti,
fotografo e soggetto, ovviamente senza esa-
gerare e tenendo sempre ben presente il vo-
stro fine ultimo, cioè il risultato che dove-
te e/o volete ottenere.

L’importanza della documentazione


È indispensabile sapere con chi state par-
lando e perché lo dovete fotografare: oc-
corre informarsi preventivamente sulla per-
Bruce Gilden, “Facing New York” (Cornerhouse Publications): un intero libro di ritratti a sona e la personalità del soggetto, docu-
soggetti diversi realizzato per le strade di New York che riesce ad essere un’impietosa in- mentarsi sulla sua vita professionale e pri-
gagine sulla società americana: anche qui uniformità di stile e di contenuto accompagna- vata, possibilmente guardare altre sue im-
no il lettore nel percorso visivo di un documento realizzato grazie ad un’idea semplice ma magini, conoscere più cose possibili sul suo
eseguita con grande efficacia. conto (le sue attività, le sue passioni/hobby,
come si veste solitamente, se ha dei paren-
ti, se ha degli animali, ecc.); nel caso di più
soggetti che fanno parte di un servizio su
uno specifico tema occorre informarsi ap-
profonditamente da un punto di vista gior-
nalistico su quell’argomento.
Spesso purtroppo accade che, per cause più
o meno dipendenti dalla sua volontà, il sog-
getto da riprendere conceda pochissimo
tempo al fotografo, il quale si trova così co-
stretto a realizzare un’ottima foto in pochi
minuti con una persona e in un ambiente
Finley Quaye fotografato da che probabilmente vede per la prima volta
Elaine Constantine per la ri- in vita sua. Il vostro obiettivo quindi deve
vista inglese The Face. essere quello di determinare una lista, men-
Un altro lavoro di
Kratochvil per Detour
Magazine che vuole
dimostrare come lo
stile del fotografo sia
riconoscibile anche
con un soggetto di-
verso dal precedente:
in questo caso non so-
lo le immagini del-
l’attore Jean Reno of-
frono visivamente una
certa varietà, ma rie-
scono anche a con-
traddistinguersi da
quelle del lavoro su
Dafoe, pur mantenen-
do le stesse qualità sti-
listiche. Ricerca di
uniformità e di stile
non devono significa-
re ripetizione.

tale o scritta, di notizie da trasformare sul vuole esse valorizzata), l’interesse del gior- progetto iniziale sarà solo un punto di par-
campo in più situazioni visive. È a partire nale (che vuole sì un’immagine valoriz- tenza, dal quale poi sviluppare altre idee ed
da queste informazioni che si potrà costruire zante, ma soprattutto reale del soggetto) e immagini.
un ritratto vero ed originale. La differenza l’interpretazione personale del fotografo In conclusione: è bene progettare delle fo-
tra un ritratto ed un altro si fa infatti sul pia- stesso (che vuole mettere in risalto il per- to, ma al tempo stesso è bene essere aper-
no della novità, dell’originalità o dell’at- sonaggio nella maniera più intelligente e ti mentalmente per improvvisare e trovare
mosfera delle situazioni scelte. Un buon creativa possibile). al momento situazioni nuove, alle quali pri-
servizio si ottiene documentandosi. Diciamo che nel 90% dei casi un ritratto ma non avevamo pensato e che dobbiamo
per l’editoria consiste forzatamente nel pro- essere pronti a sfruttare perché spesso de-
Conversare con il soggetto porre una descrizione positiva della perso- rivano da un gesto, un atteggiamento, una
Come si diceva, il tempo concesso al foto- na. Per ottenere questo risultato un foto- posizione o un’idea del soggetto.
grafo per un ritratto è spesso molto breve: grafo non deve avere delle idee preconcet-
bisogna comunque usarne un po’ per la con- te sul personaggio e soprattutto non deve Avere il controllo della situazione
versazione con il soggetto prima delle ri- farsi da parte rispetto al soggetto: spesso i La maggiore difficoltà per un ritrattista sta
prese, a costo di sottrarlo al tempo delle ri- giornali chiedono una interpretazione del nella necessità di dover gestire tutto in ma-
prese stesse e a costo di imporlo al sog- personaggio ed in tal caso ha più impor- niera perfetta: luci, set, inquadratura, espo-
getto. Parlare con una persona prima di fo- tanza la visione dell’autore che non il sog- sizione, rapporti con l’assistente, rapporti
tografarla è indispensabile: sia per ottene- getto, il quale viene cioè interpretato dal con il truccatore e soprattutto rapporti con
re delle informazioni inedite, sia per met- fotografo. In pochissimo tempo un ritratti- il soggetto. Tutti devono capire che state
terlo a suo agio e stabilire un minimo di sta (esperto e creativo) può costruire, con lavorando, che siete dei validi professioni-
sintonia tra fotografato e fotografo. Ov- i mezzi adeguati, un ritratto che rispecchia sti, che sapete esattamente cosa state fa-
viamente la scelta del modo con il quale il suo stile. cendo. Dovete infondere fiducia e dimo-
rapportarsi dipende dal soggetto stesso e strare sicurezza. Altrimenti tutto vi sfug-
dalle vostre capacità di intuito. Diciamo Idee già in testa girà di mano e finirete col fare una foto che
che è fondamentale entrare in confidenza Prevedere e progettare diverse possibilità non è la vostra, ma quella di tutti coloro
con il soggetto per cercare di ottenere in- e diverse situazioni anche per una stessa che sul set si sono resi conto della debo-
sieme a lui ciò che volete. Il soggetto de- immagine, in modo da essere pronti a tro- lezza del fotografo e si sono sentiti in di-
ve diventare l’argomento principale di ogni vare una soluzione per chiunque e per qua- ritto di mettere bocca in un settore che non
fotografia: dovete farlo muovere e sposta- lunque luogo in cui vi troverete a dover fo- è il loro. Occorre avere polso, a costo di es-
re evitando il contatto fisico, ma giocando tografare; è utile prevedere anche diverse sere bruschi. Ma ricordatevi che senza un
(entro i limiti che il rispetto, l’educazione idee da usare a seconda del carattere del progetto ben definito e delle idee ben pre-
e il buon senso vi suggeriranno) con le sue personaggio che avrete di fronte o del- cise la vostra indecisione e la vostra insi-
emozioni, che si trasformeranno in altret- l’ambientazione in cui vi troverete a scat- curezza verranno fuori in maniera eviden-
tante espressioni del volto e posizioni del tare (tenendo conto che molto spesso non te, tanto che, se in quel momento cerche-
corpo. li avete mai visti). rete di avere polso, risulterete (e sarete) sol-
Tutto ciò comunque è da considerarsi solo tanto degli isterici incapaci.
Una via di mezzo come punto di partenza: quasi mai riusci-
Un ritrattista deve trovare un equilibrio tra rete ad ottenere esattamente ciò che vi sie- Leonardo Brogioni
l’interesse della persona fotografata (che te prefissati di eseguire e quasi sempre il progresso@leobrogioni.it
REPORTAGE

IMMAGINI DI GUERRA
O GUERRA
DI IMMAGINI?

Sopra: gli avieri Eric Robinson e Stephen Bancher con il sergente Michael Hawkins caricano un missile AIM-9 (base Nato di Aviano, Ita-
lia): ph. by Senior Airman Jeffery Allen/U.S. Air Force photo).
In basso a sinistra: immagine del dipartimento della difesa americano, trasmessa dalla CNN, che mostra due Mig-29 iugoslavi bersaglio
(e sotto la mira) di un F-16 C6.
In basso a destra: un F-16 CJ sgancia un missile AIM-120 (air intercept missile): U.S. Air Force photo.
Impossibile continuare a parlare di foto-
giornalismo senza soffermarsi sugli even-
ti di guerra che ci hanno travolto e sulle
immagini che ne sono derivate.
Lo faccio nell'ambito di questa serie di ar-
ticoli perché ritengo che l'analisi dei me-
todi utilizzati dalla stampa internazionale
per illustrare fotograficamente il conflitto
contenga degli aspetti interessanti per chi
intende operare nel settore del fotogiorna-
lismo. Purtroppo esigenze di spazio e di
tempi di consegna mi impongono di pren-
dere in esame solo la prima parte del con-
flitto (fino al 15 aprile circa) costringen-
domi a fornire un quadro della situazione
probabilmente incompleto e sicuramente
scollegato dalla stretta attualità. Fa niente,
le considerazioni che ne derivano credo
possano risultare comunque interessanti.
Dico subito che è impensabile affrontare
questa analisi senza entrare nel merito dei
fatti (d'altronde questo vale per tutti gli ar-
gomenti da trattare fotograficamente: com-
Profughi kosovari: foto tratte dalla rivista Internazionale (foto M. Sciacca).
pito principale del fotogiornalista infatti
non è solo quello di essere informato, ma
anche quello di tenersi aggiornato e di ap-
profondire le notizie).
Aggiungo però che è altrettanto impensa-
bile riportare la cronaca di guerra sulle pa-
gine di questa rivista, soprattutto per ovvi
motivi si spazio. Darò quindi per scontata,
da parte vostra, l'indispensabile conoscen-
za degli eventi: senza di essa non solo è
inutile continuare a leggere, ma è perfino
inutile pensare di voler fare il fotoreporter
(essere e tenersi informati deve anche es-
sere una vostra passione, altrimenti cam-
biate mestiere: senza l'interesse per l'infor-
mazione non riuscirete a trovare tutte le
energie necessarie per superare le innu-
merevoli difficoltà che incontrerete).

Heather Velasquez mostra a suo figlio Sky-


ler (di 13 mesi) suo padre, sul monitor. Usa
il servizio videophone al centro di supporto
per famiglie della R.A.F. di Lakenheath (R.A.F.
Lakenheath family support center) per con-
tattare suo marito sgt. Roselio Velasquez, in
forza alla base nato di Aviano (ph. By tech.
Sgt. Ann Bennett/U.S. Air Force photo). Profughi kosovari: foto tratte dalla rivista Panorama.
Copertine di settimanali italiani dedicate ai profughi.

Due copertine del settimanale serbo Nin dedicate alla guerra. Copertina del settimanale economico in-
glese The Economist.
La guerra invisibile Ma tutti gli altri aspetti della guerra, dove informare e delle problematiche condizio-
Da un punto di vista giornalistico una co- sono? ni in cui si è costretti a svolgere il lavoro
sa è certa: almeno in questa prima fase, la Numerosi sono stati gli episodi che rivela- di giornalisti, specialmente all'interno di un
completezza dell'informazione su questo no le difficoltà dei mezzi di informazione avvenimento bellico, ma pochi sono colo-
drammatico conflitto è messa in discus- nel reperire e verificare i documenti visivi ro che si avventurano sul terreno della spie-
sione dalla mancanza di immagini. di cui necessitano. gazione o dell'analisi e ancora meno sono
Ci sono pochi documenti visivi che de- La trasmissione televisiva Moby Dick è ad- quelli che cercano di descrivere queste dif-
scrivono la guerra vera e propria e non ci dirittura arrivata a chiedere di "segnalare o ficoltà e di individuarne le cause.
sono storie raccontate per immagini, se non inviare" immagini sulla guerra; il settima- Per quanto riguarda le immagini poi il di-
quelle che riguardano il dramma dei pro- nale Panorama ha pubblicato le fotografie scorso si fa preoccupante.
fughi kosovari. di cadaveri di cittadini kosovari, massacrati
Queste ultime sono infatti le fotografie che da miliziani serbi, definendole inedite quan- Immagini di guerra
tutti ricordiamo a proposito di questo ter- do invece le stesse non solo erano già sta- Fino al momento in cui scrivo (metà apri-
ribile evento. Giornalisti, fotografi, came- te pubblicate dal giornale albanese Koha le 99) le prime pagine di quotidiani e pe-
ramen si sono occupati prevalentemente di Ditore e dalla rivista italiana L'Espresso, riodici europei sono occupate quasi esclu-
loro. Infatti le decine di copertine o di ser- ma sono anche visibili da più di un anno sivamente da immagini di profughi koso-
vizi e le centinaia di foto raffiguranti i pro- sul sito Internet del Kosovo Crisis Center; vari; nelle pagine interne il numero di im-
fughi, i loro volti, le loro sofferenze sono la trasmissione radiofonica Zapping ha de- magini che li riguardano è enormemente
documenti dolorosi ma doverosi, trauma- dicato una puntata ai problemi che i croni- maggiore di quello raffigurante gli altri
tici ma inevitabili, drammatici ma assolu- sti incontrano come corrispondenti di guer- aspetti della guerra. Molte anche le foto re-
tamente indispensabili ai fini di una cor- ra, e potrei andare avanti con altri esempi. lative alle forze armate della Nato (armi e
retta informazione. Molti dunque parlano della difficoltà di militari). Alcuni periodici pubblicano le fo-
Immagine dei numerosi fotorepor-
ter intorno all'aereo Nato abbattu-
to, protagonista della copertina pre-
cedente.

Copertina della rivista serba Politicka.

Immagini tratte da quotidiani italiani raffiguranti militari insieme ai bambini profughi.

to dei massacri che i serbi hanno perpetra- In Occidente, in questa prima fase della questo conflitto, moltissimi sono impegnati
to contro i cittadini di etnia albanese. Po- guerra, la fetta maggiore di mercato è oc- ad indirizzare giornalisti, fotografi e ca-
che le immagini provenienti dalla Serbia. cupata da testate che vogliono foto dram- meramen verso la testimonianza di ciò che
Le copertine e le pagine interne delle po- matiche e commoventi, immagini capaci è necessario a formare consenso intorno ad
che testate serbe che sono riuscito a guar- di impressionare l'opinione pubblica, di di- esso.
dare sono invece prevalentemente occupa- mostrare le crudeltà subite dai kosovari, di
te da foto di incendi, esplosioni, bombe, distogliere l'attenzione dalle tragiche con- Guerra di immagini in Serbia
macerie, simboli di bersagli, frammenti di seguenze dell'intervento militare. Qualcosa di peggiore avviene in Serbia. La
aerei nemici abbattuti. Insomma, per farla breve, immagini che possibilità di documentare visivamente gli
Quasi inesistente la documentazione del riescano a creare consenso intorno all'in- effetti di un intervento militare di questa
dramma dei profughi. Nascosti gli orrori tervento militare (in questa sede ovviamente portata fornirebbe delle informazioni utili
della pulizia etnica. non voglio minimamente entrare nel meri- a descrivere il quadro della situazione. Ma
Insomma una bella differenza, non c'è che to dell'atteggiamento, mi limito soltanto a la dittatura lo impedisce. E lo fa con mo-
dire! registrarlo e ad analizzarlo). dalità violente.
Una differenza che però rivela un'unica ispi- Ecco quindi perché la maggior parte di gior- Purtroppo infatti quello serbo è un regime
razione: quella dell'utilizzo della fotogra- nalisti e fotoreporter si occupa dei profu- che sta compiendo una vera e propria pu-
fia a fini propagandistici. Purtroppo da en- ghi e si accalca nei vari campi di acco- lizia etnica (le immagini dei profughi ko-
trambe le parti. glienza. sovari ne costituiscono talvolta il trofeo,
Questo è il dato più evidente e preoccu- La rivista inglese The Economist ha avuto talvolta la prova da occultare) e non ha in-
pante che si può cogliere: durante una guer- il coraggio di titolare la sua immagine di teresse a mostrare la sua debolezza con im-
ra l'informazione libera ed autonoma è mes- copertina, raffigurante la disperazione di magini di distruzione (né al suo popolo né
sa in serio pericolo (forse inevitabilmente, un vecchio kosovaro, "Vittime dei Serbi o agli avversari).
ma non è certo questa la sede per discuter- della Nato?". Durante la precedente guerra nella ex-Ju-
ne). Tra coloro che potrebbero fornire una ri- goslavia (come ci dice Marco Guidi nel li-
sposta a questo interrogativo ci sono i fo- bro "La sconfitta dei media") quel regime
Guerra di immagini in Occidente toreporter: ma ad essi si preferisce dare co- si è reso responsabile di "oltre 40 vittime
Fotografi ed agenzie fotografiche sono sem- me possibilità di guadagno, e quindi di la- tra giornalisti, cameramen, tecnici e foto-
pre andati e sempre andranno non solo do- voro, la documentazione di uno degli aspet- grafi: un numero maggiore di quello delle
ve è necessario documentare un evento, ma ti (effetti?) della guerra presentandolo poi vittime tra le fila dell'informazione nelle
soprattutto dove è possibile realizzare im- al pubblico esclusivamente come una cau- più lunghe guerre del Vietnam ed Afgha-
magini che abbiano un mercato, che siano sa. nistan".
vendibili. Pochissimi parlano delle vere ragioni di Nel corso del solo 1997 (come ci dice nel
Sopra: volantino affisso a Belgrado che vor-
rebbe essere un necrologio di Bill Clinton, con Copertina del settimanale italiano L'E-
data di nascita, data di morte, la sua foto, ed spresso. A destra: prima pagina del quoti-
una svastica che vorrebbe definirlo (AFP pho- diano italiano La Repubblica del 12/4/99.
to/the age).
suo rapporto annuale l'associazione inter- bi sono dedicate a bambini che danzano
nazionale Reporters Sans Frontière) sono sopra il relitto dell'unico aereo Nato ab-
stati arrestati ed interrogati 9 giornalisti, battuto (esibito come trofeo, con tanto di
aggrediti e percossi 11, minacciati e per- civili che ci danzano sopra a disposizione
seguitati 5, sono state esercitate pressioni dei fotografi).
giuridiche, economiche o amministrative Se da una parte il giornale italiano L'E-
nei confronti di molte testate di opposi- spresso esce con il titolo di copertina "Hi-
zione, infine sono stati posti ostacoli alla tlerosevic" riferito al presidente serbo Mi-
circolazione nazionale e internazionale di losevic, dall'altra giornali e volantini as-
informazioni tramite azioni dirette anche sociano il presidente degli Stati Uniti, Clin-
verso cine-foto-operatori. ton, ad una svastica.
La Serbia è insomma un paese che ha avu- Quando i quotidiani europei titolano a tut-
to tutte le intenzioni e nessuna remora nel- ta pagina "Fosse comuni in Kosovo" (ba-
l'eliminare giornalisti e fotografi dal suo sandosi su dichiarazioni del portavoce Na-
territorio (talvolta perfino fisicamente, co- to che parla di fotografie che le indivi-
me purtroppo tragicamente dimostrato dal- duano quando invece queste fotografie so-
l'uccisione di Slavko Curuvija, direttore e no assolutamente inutili a tal fine: tanto
fondatore del quotidiano indipendente che nessuno ha più sentito parlare di que-
"Dnevni Telegraf", avvenuta l'11 Aprile ste fosse), quelli serbi continuano ad igno-
1999). rare il dramma dei profughi e a negare la
pulizia etnica.
La guerra nascosta Sono tutti casi in cui i due contendenti uti-
Ma nonostante ciò questa è soprattutto una lizzano la fotografia a fini propagandisti-
guerra di immagini. ci, ognuno ovviamente tirando l'acqua al
Quello che conta non è il valore informa- proprio mulino.
tivo delle fotografie, men che meno il lo- Questa è soprattutto una guerra di imma-
ro valore estetico; ciò che è veramente im- gini: immagini da far vedere solo se ser-
portante è la loro funzionalità ad un uti- vono a scopi ben precisi, immagini da di-
lizzo propagandistico, diverso a seconda dascalizzare o titolare opportunamente,
dei contendenti. presunte immagini, montaggi e collage di
Ad esempio, se da un lato sulle testate oc- immagini.
cidentali, tra le poche foto dei militari im- Ma soprattutto immagini da nascondere
pegnati nel conflitto, vengono messe in (completamente o sotto didascalie e titoli
evidenza quelle con soldati insieme a bam- che ne impongono il significato).
bini profughi (soldato con biberon che al- Dove sono infatti le foto della vita quoti-
latta un bambino: La Repubblica del 7/4/99 diana tra le macerie di città distrutte? Op-
pag. 9; soldato con un bambino sulle spal- pure quelle realizzate all'interno dei rifu-
le: Il Corriere della Sera del 14/4/99 pag. gi? O le immagini dei militari serbi in Ko-
9; soldato che gioca con un bambino: La sovo? O quelle della vita nelle basi Nato?
Repubblica del 14/4/99 pag. 9, ecc. ecc.), Oppure quelle delle vittime dei bombar-
Copertina della rivista statunitense dall'altro le copertine dei settimanali ser- damenti? O dei missili sganciati? O dei
The Nation.
Manifestazione a
favore dell'inter-
vento militare del-
Manifestazione anti-Nato a Belgrado. la Nato.

Montaggi grafici tratti da vari si-


ti Internet di testate occidentali e
serbe.

Sopra: Pristina bombardata.


A destra: vita sotto le bombe, tra le macerie, a Belgrado.

militanti dell'UCK? La guerra visibile Sono immagini che proprio per questo, ed
Per questo tipo di foto esiste pochissimo Eppure le immagini esistono. E noi ve le oltre a questo, la dicono lunga su cosa si-
spazio: sia di esecuzione, che di diffusio- proponiamo a corredo di questo articolo. gnifichi fare il fotogiornalista oggi.
ne. Dove sono? Dove erano? Ovviamente sui
Almeno in questa prima fase del conflitto, numerosi siti Internet dedicati alla guerra. Quale fotogiornalismo
almeno fino al momento in cui sto scri- Ancora una volta la rete si rivela la princi- per quale guerra?
vendo. pale fonte di informazione. Sicuramente un fotografo che vuole esse-
Come pensare di entrare da fotografi in un E badate bene non sto parlando di imma- re un corrispondente di guerra deve fare i
paese in cui i giornalisti occidentali ven- gini rese pubbliche da strane associazioni conti con difficoltà di vario genere, non
gono come minimo cacciati e minacciati o da poco attendibili personaggi: queste so- sempre semplici da superare.
perché considerati di parte? no foto visibili su siti facilmente accessi- Prima di tutto difficoltà pratiche che ri-
Perché d'altra parte rischiare tempo, dena- bili, segnalati sui newsgroups dedicati al- guardano le modalità di attuazione dei con-
ro, energie e talvolta la vita, per realizzare l'evento (it.eventi.guerrakosovo) e molto flitti contemporanei: poche truppe di terra,
immagini che poche testate pubblichereb- frequentati (ad esempio quello della U.S. bombardamenti chirurgici, computer, ar-
bero? Air Force, quello della rivista australiana mamenti fantascientifici, ecc. Insomma,
Le parole dell'inviato del Tg1 a Belgrado, The Age, quelli di testate o istituzioni ser- utilizzando un luogo comune, si potrebbe
Ennio Remondino, sono esplicative al ri- be, albanesi, kosovare, ecc. ecc.). dire che le guerre non si fanno più come
guardo: "I trucchi dell'informazione sono Certo non esistono servizi completi realiz- una volta.
da tutte e due le parti e noi giornalisti sia- zati da un solo autore, non esistono storie C'è poi il grosso problema della censura
mo in mezzo"; e la scritta sul sito Internet raccontate per immagini, ma ci sono co- militare: sicuramente derivante dall'espe-
della radio serba indipendente B92 le con- munque fotografie che nel loro insieme co- rienza americana nel Vietnam (dove gli Sta-
ferma: "Non credete a nessuno, neanche a stituiscono un valido documento per sape- ti Uniti hanno perso una guerra anche a cau-
noi". re cosa sia veramente questa guerra. sa delle crude ed impietose immagini che
Il ponte "Sloboda" (ponte della libertà) che collega Novi Sad con
Sremska Kamenica, distrutto da un attacco Nato (AFP photo/the age).

Cinecittà: foto dell'allestimento della scenografia per il set dello spot


TIM (tratto dal settimanale italiano Il Venerdì di Repubblica).

arrivarono dai luoghi degli scontri), messa modo da creare un consenso iniziale poi que essa sia, consapevoli però - per un mo-
a punto nella più recente guerra del Golfo difficile da cambiare: com'è noto pochi so- tivo o per l'altro, giusto o sbagliato che sia
(dove i giornalisti sono stati blindati in luo- no coloro che cambiano idea nel corso del - di quanto questa verità sia talvolta diffi-
ghi e tempi decisi dai militari americani) e tempo!). cile da far uscire allo scoperto.
violentemente utilizzata dai Serbi nella In entrambi i casi il fotogiornalista può es- È il caso di questa guerra, dove i fotografi
guerra della ex-Yugoslavia (come già det- sere pericoloso per il potere costituito (tant'è si sono trovati soffocati da due tipi di pro-
to in precedenza); questa è forse la più gros- vero che ultimamente si è creato un clima paganda. Come già detto, se questo sia ine-
sa difficoltà oggettiva per la realizzazione tale intorno ad esso che presenta come scia- vitabile o meno non è questione da discu-
di immagini giornalisticamente valide. calli tutti coloro che hanno una macchina tere in questa sede.
Vi è infine il problema più sottile ma tal- fotografica al collo) perché potrebbe ve- Io mi limito a proporvi un'ultima immagi-
volta insormontabile della propaganda, e dere e far vedere le cose come stanno, po- ne. Non è una foto di guerra; è una ripresa
cioè della ricerca del consenso da parte del- trebbe essere destabilizzante. Fare il foto- della costruzione di una scenografia alle-
la classe politica dominante: anch'esso si- grafo è difficile non solo operativamente stita a Cinecittà per la realizzazione di uno
curamente definibile come censura, assu- (per evidenti difficoltà oggettive) ma an- spot pubblicitario che sicuramente avrete
me forme e modalità differenti a seconda che perché la fotocamera potrebbe essere visto in televisione.
che ci troviamo in dittatura o invece in una una pacifica arma da utilizzare contro ogni È una fotografia che fa riflettere perché è
situazione più democratica. Nel primo ca- forma di censura imposta da ogni tipo di come minimo imbarazzante vedere un pae-
so la creazione del consenso viene ottenu- potere. se che prima costruisce finti ponti per sco-
ta con la violenza. Nel secondo caso lo si Questo è sicuramente il fascino ed al tem- pi pubblicitari, e poi va latrove a distrug-
fa tentando di impedire la diffusione a lar- po stesso il limite di questa professione: sa- gere quelli veri.
go raggio di certe notizie o di certe imma- pere di poter fare un mestiere utile alla sco-
gini e facendole arrivare poco alla volta (in perta o alla diffusione della verità, qualun- Leonardo Brogioni
ESERCITAZIONE

Il lavoro di questo mese è di Chiara rivelano una certa paura nel lasciare libe- la sequenza cronologica di una giornata
Castello intitolato “Un giorno con me” e ro lo sguardo, nell’osare visivamente; e tipo è perfettamente comprensibile, dall’i-
presumibilmente realizzato per l’esercita- fin qui niente di male perché non si può nizio alla fine; la scelta delle situazioni
zione n. 1. pretendere molto da chi vuole e deve riprese dimostra una buona capacità di
Diciamo subito che le inquadrature sono imparare; inoltre lo scopo dell’esercizio selezione dei momenti emblematici;
molto standard, non contengono partico- era un altro, quello di raccontare una sto- anche i diversi tipi di luce, che racconta-
lari intuizioni compositive, sono semplici ria. Da questo punto di vista c’è da dire no le diverse atmosfere all’interno di uno
e quasi banali foto documentative che che il racconto per immagini è ben svolto, stesso giorno, sono ben sfruttati. Si nota
insomma un valido lavoro di progettazio-
ne.
Però, e qui veniamo al dunque, la stessa
autrice ci rivela che il lavoro è stato rea-
lizzato non solo con una macchina foto-
grafica compatta, ma addirittura con un
cavalletto, con un cavo flessibile e con
una pellicola professionale: disattenden-
do completamente le già scarse indicazio-
ni date nella spiegazione dell’esercizio. E
su questo dobbiamo dire molte cose:
1) Innanzitutto riconosciamo l’onestà di
chi ha voluto agire con correttezza rive-
landoci esattamente le modalità di esecu-
zione dell’esercizio senza tentare di
ingannarci.
2) Se seguite un corso, comunque,
dovete fidarvi delle indicazioni che vi
vengono date perché esse sono il frutto di
un preciso programma didattico creato
apposta per condurvi passo dopo passo ad
una conoscenza della fotografia che
potrete applicare ai vostri specifici inte-
ressi. E’ già difficile raggiungere dei
risultati in questo modo, figuriamoci se vi
mettete a saltare dei passaggi!
3) Le macchine fotografiche cosiddette
“compatte” sono apparecchi, forse, ester-
namente simili alle “usa e getta” ma inter-
namente assai più raffinate, con molte
funzioni computerizzate ed in grado di
correggere automaticamente eventuali
condizioni di ripresa estreme. Fossero
uguali non si spiegherebbe come mai una
“compatta” può arrivare a costare più di
mezzo milione di lire mentre una “usa e
getta” la si trova a meno di quindicimila
lire! Con una fotocamera “usa e getta”
inoltre non potete usare né cavalletto, né
cavo sensibile, né pellicola professionale,
ma dovete adattare l’intero lavoro al par-
ticolare strumento a disposizione, cosa
che vi costringe ad una cura maniacale
della fase di progettazione. Proprio quel-
lo che volevamo! Usare un tale tipo di
apparecchio è una difficoltà in più non
una facilitazione. Non potete farne nep-
pure una questione economica, giacché se
volete dedicarvi alla fotografia dovete
mettere in conto l’investimento di un po’
di soldi e quelli necessari per l’acquisto di
una macchina “usa e getta” sono gli stes-
si che servono per una pellicola profes-
sionale. Nei primi due articoli di que-
sta serie abbiamo speso molte parole
per spiegare i motivi che ci hanno
spinto a farvi utilizzare una macchina
del genere, a questo punto vi preghia-
mo di andarli a rileggere. In conclu-
sione: se Chiara avesse usato una “usa
e getta” il risultato della sua esercita-
zione sicuramente non sarebbe stato
lo stesso, soprattutto sarebbe stato il
frutto di uno sforzo molto più intenso
e molto più mirato, perché le limita-
zioni di uno strumento così spartano
avrebbero avuto delle evidenti riper-
cussioni sulla progettazione dell’inte-
ro lavoro.


ESERCITAZIONE n.1 5) una fotografia con più di due soggetti pro- Inviare a: Progresso Fotografico
Pensate, realizzate e spedite una serie di foto- tagonisti Scuola di Reportage
grafie che raccontino la giornata tipo di un com- 6) una fotografia con un punto di vista dal bas- Viale Piceno 14, 20129 Milano
ponente della vostra famiglia o del nucleo in so
cui vivete. 7) una fotografia con un punto di vista ad al-
Utilizzate solo una macchina fotografica usa e tezza d’uomo Nome .........................................................................
getta senza flash. 8) una fotografia con un punto di vista dall’al-
ESERCITAZIONE n. 2 to ....................................................................................
Come la precedente, ma usate una macchina 9) una fotografia con senso di staticità
fotografica usa e getta dotata di flash. 10) una fotografia con senso di dinamicità via...............................................................................
ESERCITAZIONE n. 3 ESERCITAZIONE n. 4
Pensate, realizzate una serie di fotografie che Progettate e realizzate un servizio che descri-
raccontino la giornata tipo di un vostro cono- va l’attività lavorativa di una persona che non ....................................................................................
scente, che non sia né un componente della vo- conoscete.
stra famiglia né un appartenente al nucleo in Utilizzate la vostra macchina fotografica abi- CAP..........................
cui vivete. tuale.
Utilizzate la vostra macchina fotografica abi- 1) scegliete tra l’utilizzo della luce ambiente e Città...........................................................
tuale, la luce ambiente, quanti rulli volete ma quello del flash abbinato alla luce ambiente
un solo tipo di pellicola ed inserendo obbliga- 2) scegliete tra l’uso del bianco e nero e l’uso
toriamente nella storia le seguenti immagini: del colore
PV..................
1) una fotografia in cui la luce sia l’elemento 3) usate quanti rulli volete purché siano nega-
più evidente tivi e dello stesso tipo di pellicola
N............Fotografie ESERCITAZIONE N°.........
2) una fotografia in cui il/i soggetto/i sia/sia- 4) fate sviluppare il materiale sensibile da un
no su un unico piano laboratorio professionale richiedendo anche il
Le fotografie saranno restituite solo a coloro che ne fanno
3) una fotografia con più piani ben evidenzia- provino (a contatto o in striscia) di ogni rullo
richiesta.
ti 5) scegliete e fate stampare 10 foto formato
❏ Desidero la restituzione delle fotografie
4) una fotografia con un solo soggetto princi- 18x24
ed allego L.10.000 in francobolli
pale
❏ Non desidero la restituzione delle fotografie
SCUOLA DI REPORTAGE

LA PREPARAZIONE
DEL SERVIZIO
È la fase giornalistica del reportage: si deve trovare il tema del lavoro, il soggetto,
approfondire l’argomento da un punto di vista informativo, capire perché e
cosa si vuole dire ed infine scegliere come raccontarlo.

Negli articoli precedenti abbiamo visto che numero scorso) è il codice da conoscere nicare. Sembrerebbe ovvio dire che la ri-
il fotogiornalismo è essenzialmente una for- per poter inviare e per far capire un mes- cerca e il chiarimento del messaggio de-
ma di comunicazione. Di conseguenza ab- saggio tramite le immagini. vono precedere la sua comunicazione: sen-
biamo detto che, come avviene per ogni al- Il mondo dell’editoria è il canale da utiliz- za un messaggio infatti non ci sarebbe nien-
tra forma comunicativa, occorre che esso zare per trasmettere un messaggio fatto di te da comunicare.
abbia un messaggio da inviare, un codice immagini. Soffermiamoci un momento al- Ma in fotografia la cosa sembra non esse-
con il quale inviare questo messaggio ed lora proprio sul messaggio da inviare con re così scontata: migliaia di fotoamatori du-
un canale attraverso il quale diffondere il la fotografia. Così come parlare, scrivere, rante il fine settimana scattano a più non
messaggio stesso (pensate, ad esempio, al telefonare senza sapere cosa dire o senza posso per poi ritrovarsi tra le mani un enor-
telegrafista che deve sapere qual è il testo avere niente da dire vi farebbe fare la fi- me numero di immagini che non riescono
da trasmettere, conoscere il codice morse gura degli stupidi, altrettanto avverrebbe a dire niente, che sono scollegate e risulta-
e saper usare il telegrafo). Il linguaggio fo- con la fotografia se non chiarite le idee a no incapaci di formare un discorso, proprio
tografico (del quale abbiamo parlato nel proposito di quanto volete o dovete comu- perché prive di una riflessione iniziale sul
messaggio che si vuole e si deve inviare
per avere una benché minima forma di co-
municazione.
È inutile fare prima di riflettere. Antepor-
re l’azione all’intenzione vuol dire saltare
dei passaggi. Significa, metaforicamente
parlando, telefonare a casa senza sapere an-
cora cosa dire. Vuol dire non soffermarsi
sui tre elementi della comunicazione (mes-
saggio, codice, canale) e quindi non uti-
lizzarli consequenzialmente e consapevol-
mente.
Il primo e indispensabile passo da com-
piere dunque è quello di pensare bene al
messaggio da inviare tramite le immagini:
tenendo presente che la fotografia può de-
finirsi una forma di comunicazione proprio
perché esiste un messaggio da inviare tra-
mite essa, una comunicazione si può ave-
re solo con un discorso completo e com-
prensibile, cioè con quello che, per con-
venzione, abbiamo chiamato un servizio
fotografico compiuto.
Nel fotogiornalismo i messaggi possibili
da inviare (ed i relativi servizi possibili da
realizzare) possono essere tanti e diversi,
Le fotografie che corredano ma prima di tutto bisogna cercarli e saper-
l’articolo sono tratte dal libro li cercare. È questa la fase dell’invenzio-
ne cioè dell’informazione, della lettura,
Tony Ray-Jones dell’approfondimento, dello studio e del-
Edito da CornerHouse l’analisi di avvenimenti, personaggi, si-
Pubblications tuazioni, atmosfere, opinioni potenzial-
70 Oxford Street mente affrontabili fotograficamente. È l’in-
dispensabile presupposto per la costruzio-
Manchester M1 5NH ne del vostro discorso per immagini. È la
Tel. +44-061/2287621 fase giornalistica del reportage, in cui pri-
ma dovete trovare il tema del lavoro, poi
approfondire l’argomento da un punto di la scarsa esperienza di chi inizia un’attività Questo lavoro di ricerca, strettamente con-
vista informativo, successivamente capire e la conseguente scarsa fiducia del com- nesso con il mestiere di fotogiornalista, è
perché e cosa volete dire a proposito di quel mittente rendono la situazione quasi im- quasi più importante della realizzazione del
soggetto ed infine scegliere come raccon- possibile per chi vuole iniziare la profes- reportage stesso. Infatti è bene ricordare
tarlo. sione di fotografo senza essere un parente che un buon soggetto illustrato con brutte
È la fase in cui il messaggio deve inte- stretto del potenziale cliente. foto si vende, un pessimo soggetto illustrato
grarsi con il codice tenendo sempre pre- 2) realizzare un reportage da proporre: que- con bellissime foto non si vende.
sente il canale. sto è l’unico modo che ha un fotografo agli Occorre dunque una buona dose di curio-
Solo dopo questo lavoro sarete in grado di esordi per farsi conoscere professional- sità, passione, cultura generale, entusiasmo,
fare uno sforzo per far sì che questo codi- mente e per cercare di guadagnare qualche desiderio di essere e tenersi informati. E
ce e questo messaggio diventino il vostro soldo. Ed è inoltre l’unico modo che ha per queste elencate per ultime sono, in verità,
codice ed il vostro messaggio, affinché la continuare a lavorare quando, a professio- le prime e fondamentali cose da fare: l’at-
vostra comunicazione diventi chiara, rico- ne avviata, dovrà dimostrare di essere an- tenzione e l’interesse per i mass media e
noscibile e piacevole. Solo dopo queste cora al passo con i tempi. Insomma un fo- per la stampa in particolare sono essen-
operazioni potete pensare ad agire, ad af- togiornalista sarà obbligato sempre e co- ziali. È importantissimo guardare e ascol-
frontare visivamente l’idea, a scattare le fo- stantemente (osiamo dire quotidianamen- tare televisione e radio: TG nazionali e lo-
tografie. te), nella sua vita professionale, a pensare, cali, trasmissioni di approfondimento, ra-
È la fase della preparazione di un servi- progettare e realizzare un buon servizio fo- diogiornali nazionali o locali, trasmissioni
zio fotografico, è il momento della proget- tografico. Poiché tutto ciò equivale ad un specializzate, “microfoni aperti”. È indi-
tualità. investimento di soldi, materiali ed energie spensabile consultare regolarmente la stam-
Un fotogiornalista infatti ha due modi per (fisiche e mentali), bisogna essere in gra- pa: non solo quotidiani, settimanali e men-
guadagnarsi da vivere: do di prepararlo e realizzarlo bene per evi- sili nazionali, ma anche e soprattutto gior-
1) avere degli incarichi da parte di clienti: tare di fallire economicamente e psicolo- nali di strada, bollettini istituzionali, rivi-
non soltanto giornali e riviste, ma anche gicamente. ste specializzate o di settore, stampa loca-
agenzie fotografiche, aziende, privati, en- le, giornali e riviste straniere. Tutto è buo-
ti pubblici e quanti commissionano servi- Cercare le idee no da guardare, ascoltare e leggere per es-
zi fotografici ad un professionista da loro Per realizzare un buon servizio fotografi- sere e tenersi informati, qualsiasi informa-
apprezzato o conosciuto. È ovvio però che co occorre dunque trovare un’idea valida. zione contenuta sui mass media può costi-
tuire il punto di partenza per un soggetto lophon”, cioè quel riquadro della rivista in tempo per prepararsi e progettare il servi-
fotografico: una notiziola di tre righe co- cui vengono elencati i nomi di collabora- zio adeguatamente (ad esempio tutti sanno
me un servizio più approfondito, un’im- tori interni e/o esterni al giornale, potete che a febbraio si svolge il festival di San-
magine isolata come un’intera trasmissio- individuare chi è il direttore, il photo edi- remo, oppure che il tal giorno ci sarà una
ne radiofonica o televisiva. tor, l’art director, la segretaria di redazio- certa manifestazione politica con tanto di
Ma la consultazione della stampa deve ser- ne. corteo e comizio del leader di turno, e co-
vire anche e soprattutto per conoscere le Tra parentesi, tenete presente che non oc- sì via). Ma soprattutto anticipare per indi-
riviste che in futuro potrebbero essere le corre comprare sempre tutti i giornali che viduare argomenti in divenire che sicura-
destinatarie del vostro lavoro. L’analisi del- ritenete utili alla vostra professione; mol- mente troveranno o potrebbero trovare spa-
la stampa è fondamentale: dovete capire in to spesso per risparmiare basta recarsi in zio sulla stampa (e qui tutto dipende dalla
primo luogo che tipo di riviste avete da- biblioteca oppure accordarsi con colleghi vostra esperienza, dal vostro intuito, dalla
vanti (femminili, sportive, di viaggio, di per dividere le spese o approfittare di of- vostra fortuna, dalla vostra conoscenza dei
informazione, scientifiche, musicali, di mo- ferte per stipulare abbonamenti. media e dei loro interessi, dal pubblico al
da), secondariamente quale e quanto spa- Ricordatevi che la conoscenza e l’analisi quale ci si vuole rivolgere, dalla vostra esi-
zio esse danno alle fotografie (servizi am- della stampa serve per trovare un messag- genza di dire qualcosa su un certo argo-
pi, foto singole, brevi reportage con poche gio, ma anche per imparare a tenere sem- mento). Come fotogiornalisti dovete im-
immagini), in terzo luogo che tipo di foto pre d’occhio il canale attraverso il quale in- parare a trasformare la materia scritta
pubblicano (ritratto, foto di cronaca, re- viarlo. od orale in materia visiva.
portage geografico, moda, still life). Oltre alla lettura della stampa e all’ascol-
Guardare con attenzione se collaborano so- to di radio e TV, c’è un altro elemento da Le qualità essenziali di un soggetto
lo con agenzie fotografiche, oppure se han- tenere sempre in considerazione: fin quan- Tenete dunque presente che un buon sog-
no dei fotografi interni o sono aperte alla do è possibile bisogna saper anticipare. getto per un servizio fotografico deve pre-
collaborazione con i free lance (lo potete Anticipare appuntamenti fissi o fissati da sentare delle qualità essenziali:
sapere facendo attenzione ai cosiddetti “cre-
diti”, cioè ai nomi degli autori delle foto-
grafie e/o delle loro agenzie stampati in pic-
colo accanto alle foto stesse) ed infine qua-
li sono i nomi delle persone alle quali do-
vete rivolgervi all’interno delle singole re-
dazioni: attraverso la consultazione del “co-

Sopra: da Panorama, gennaio ’99.


Sotto: da Il Venerdì/La Repubblica febbraio ’99.
1) Deve piacere ed interessare a chi lo rea- pure “l’inquinamento acustico”: attenzio- scere professionalmente bisogna saper dar
lizza: un tema a cui tenete vi dà entusia- ne perché questi sono gli argomenti prefe- prova sia di affidabilità tecnica che di ori-
smo ed energia e di conseguenza voglia di riti dai giornali, i quali non esitano a com- ginalità, cultura, fantasia, informazione ed
condurre un’inchiesta, facilità a stabilire missionare servizi fotografici su certi temi intuito: e questo lo potete fare solo realiz-
dei contatti, coraggio nelle riprese. proprio perché impossibili e dunque mai zando un buon servizio su un buon sog-
2) Deve immediatamente evocare delle im- trattati. In certi casi sappiate anche rinun- getto.
magini: l’immaginazione preventiva delle ciare, ne va della vostra professionalità: Occorre dunque individuare quei soggetti
foto, cioè la loro progettazione, è il pre- “bucare” un servizio commissionato spes- e quegli elementi del linguaggio fotografi-
supposto di una buona inchiesta giornali- so equivale a bruciarsi altri incarichi in fu- co utili a far sì che le immagini vadano ol-
stica che, come vedremo, è indispensabile turo. Un buon fotografo è colui che sa per- tre la pura descrizione e riescano ad espri-
alla realizzazione del servizio. Dovete po- fettamente quando scattare, ma anche quan- mere sensazioni emozionando il pubblico.
ter raccontare una storia, con un suo svi- do è inutile farlo. Facile a dirsi, difficilissimo a farsi, impos-
luppo e una sua completezza; un buon sog- Ma soprattutto ricordate che questi sono sibile da insegnare. Ma una cosa la pos-
getto fotografico passa per un’idea chiara- consigli (non regole!) che vogliono aiutar- siamo suggerire. Per migliorare le vostre
mente definita, che permette di determina- vi a trovare il vostro soggetto, non quello capacità operative dovete imparare a leg-
re un inizio, una fine e le diverse tappe tra imposto da esigenze di mercato o di so- gere una fotografia, ad esaminarla, ad ana-
l’una e l’altra. pravvivenza. lizzarla.
3) Deve essere realizzabile e vendibile. 4) I soggetti troppo personali. Ad esempio Solo mediante lo studio delle metodologie
Dovete cioè essere in grado di renderlo al- “la nascita di mio figlio”, “il battesimo di tecnico/operative che un fotografo ha vo-
lettante per la stampa, e quindi: mia nipote”, e così via. Sono temi che so- luto utilizzare per raccontare le sue sensa-
- dovete riuscire a realizzarlo dal punto di lo un fotografo esperto potrebbe trattare in zioni su un soggetto adeguatamente scel-
vista economico, fisico e psicologico (evi- modo da renderli apprezzabili per il gran- to, è possibile capire come quell’autore ha
tate cioè le situazioni che potrebbero pre- de pubblico. reso possibile una comunicazione emozio-
giudicare una realizzazione professionale nante e coinvolgente. E vogliamo ricorda-
del servizio a causa di paura, emozione, Chiarirsi le idee re quanto abbiamo detto nell’articolo pre-
euforia, impossibilità finanziaria, impedi- Ammettiamo che, tenendo presenti i con- cedente: analisi degli elementi tecnici ed
menti fisici). sigli esposti in precedenza, siate riusciti ad operativi non significa solo conoscenza di
- dovete essere in grado di stabilire quan- individuare quello che potrebbe essere il strumenti e materiali, ma anche e soprat-
to vi costerà il servizio e quanto vi potrà vostro soggetto. tutto conoscenza di tutti quegli elementi
rendere (cioè a quanto potete venderlo), per C’è una cosa che dovete stabilire: è possi- che costituiscono un’immagine fotografi-
vedere se il gioco vale la candela. bile realizzare un lavoro fotografico che ca.
- dovete inizialmente scartare avvenimen- riesca ad esprimere anche le vostre sensa- Solo leggendo le immagini con la stessa at-
ti e personaggi per fotografare i quali oc- zioni ed emozioni sul tema scelto, oppure tenzione con la quale leggete le parole sul-
corrono permessi, tessere o autorizzazioni dovete limitarvi ad un servizio che sia so- le pagine di un libro, e facendo continua-
alle quali non siete in grado di accedere (lo lo informativo, descrittivo o documentati- mente questo sforzo, sarete in grado di ca-
scontro con difficoltà di ordine logistico vo del soggetto? pire “come si fa” e di applicare quanto im-
e/o burocratico è una costante della pro- Sembra una domanda retorica, ma invece parato alle vostre foto, perché sarà inevi-
fessione del fotogiornalista). contiene delle implicazioni interessanti e tabile che quanto appreso vi tornerà in men-
non scontate. te al momento opportuno.
Soggetti da evitare Utilizzare la fotografia solo some docu- Scoprirete poi un’altra cosa: non sono sol-
Vi sono dei soggetti che, specialmente chi mento significa limitare le potenzialità tanto la padronanza tecnica, le scelte ope-
inizia quest’attività o comunque chi è ine- espressive di questo mezzo di comunica- rative conseguenti ed un soggetto valido a
sperto, farebbe bene ad evitare, ed esatta- zione. Dal punto di vista operativo vuol di- generare un’immagine capace di emozio-
mente: re essere al posto giusto nel momento giu- nare chi la guarda. Per far emozionare oc-
1) I soggetti troppo generici. Ad esempio sto e lì realizzare un’immagine tecnica- corre prima di tutto saper coinvolgere il
“il calcio”, oppure “il mondo del cinema”: mente buona (nel senso più ampio del ter- pubblico, e ciò dipende anche dalla vostra
sono argomenti talmente vasti e generici mine). personale capacità di calarvi nel periodo
da risultare fotograficamente inesauribili Molti sono assillati dalla corretta resa tec- storico e culturale in cui state vivendo: il
ed intrattabili da parte di un solo fotografo. nica delle immagini. Ma le fotografie non presupposto necessario per avere una co-
2) I soggetti troppo forti. Ad esempio “la possono soltanto essere corrette tecnica- municazione espressiva ed emozionante è
droga” o “la prostituzione”: sono temi che, mente, devono anche dire qualcosa. Le im- il patrimonio culturale che avete alle spal-
oltre ad essere troppo generali, sono già sta- magini tecnicamente perfette sono neces- le.
ti trattati ampiamente nel corso del tempo sarie, servono per essere meglio compre- Facciamo questo esempio. Per strada ve-
ed inoltre possono risultare visivamente se, ma non si può pretendere di comunica- dete la ragazza dei vostri sogni, quella che
scioccanti; un fotografo inesperto rischie- re utilizzando solo la tecnica, così come è corteggiate da tempo. Potreste avvicinarla
rebbe facilmente di non trovare il coraggio molto difficile comunicare usando soltan- fischiandole e facendo pesanti apprezza-
di scattare o al contrario di cadere nel voyeu- to una singola foto. Le fotografie, per co- menti sul suo corpo, ma è un atteggiamen-
rismo e realizzare delle foto impubblicabi- municare, non possono prescindere dal mes- to volgare. Oppure potreste seguirla con la
li. saggio ed esso si può trasmettere con un vostra chitarra cantandole una serenata, ma
Temi generali e soggetti forti possono es- discorso fatto di immagini. significherebbe che siete fuori dal tempo e
sere affrontati fotograficamente solo se rie- Per iniziare l’attività di fotogiornalista non ridicoli. O invece potreste salutarla gentil-
scono a fornire informazioni relative a fat- basta scattare delle buone foto singole di mente ed iniziare una cortese e discreta con-
ti specifici o persone. qualche evento, certo questo vi può far gua- versazione per poi, chissà, invitarla al ci-
3) I soggetti impossibili da tradurre in im- dagnare qualche lira, ma per fare un passo nema a vedere quel film di cui si sono scrit-
magini. Ad esempio “l’analfabetismo” op- in più, per farsi notare e ricordare, per cre- te cose molto positive; vi siete dimostrati
gentili, informati e curiosi e questo
comportamento potrebbe essere ca-
pace di suscitare l’interesse della ra-
gazza.
Così come in questo banalissimo
esempio, altrettanto avviene in foto-
grafia. Vi esprimerete con le imma-
gini nella maniera che più corri-
sponde al vostro modo di essere, al-
la vostra cultura, alla vostra educazione: se a) Scegliere il genere fotografico da utiliz- lavoro di ricerca e di informazione che ave-
siete volgari le vostre foto saranno volga- zare (still life, ritratto, reportage, paesag- te fatto.
ri, se siete retorici le vostre immagini sa- gio, etc.). Attenzione: nel raro caso in cui dobbiate
ranno retoriche, se siete superficiali le vo- b) Individuare il tipo di luce da impiegare lasciare un testo scritto ad un potenziale
stre fotografie saranno superficiali. (luce ambiente, luce artificiale: flash da stu- cliente, occhio a non rivelare notizie fon-
È fondamentale quindi migliorare e ag- dio, flash sulla macchina, lampade a luce damentali (come contatti, luoghi, date, no-
giornare la propria cultura generale e, per continua, etc.). mi): c’è infatti sempre il rischio di essere
non vivere fuori dal tempo, è indispensa- c) Scegliere tra l’uso del colore o del B/N. derubati dell’idea da parte di persone che,
bile capire quello che vuole e quello che d) Stabilire la tonalità che dovrà avere l’im- prendendo spunto dalle intuizioni di alcu-
offre il periodo storico in cui siamo. magine finale (dura o morbida). ni, hanno il potere di far realizzare le foto
Per essere informato e per prendere spun- e) Individuare strumenti tecnici e materia- da altri che godono della loro fiducia o dei
ti un fotografo deve guardare, vedere, leg- li sensibili con relative modalità di utiliz- loro favori.
gere, ascoltare, parlare, discutere. E so- zo (macchine fotografiche di piccolo, me-
prattutto deve avere voglia di farlo. Cine- dio, o grande formato, accessori, flash, pel- Conclusione
ma, televisione, teatro, letteratura, pittura, licole da usare nominalmente oppure da so- Prendere la macchina ed andare in giro fo-
scultura, fotografia, grafica, design, fumetto, vraesporre per poi sottosviluppare o vice- tografando quello che capita sotto tiro chie-
musica, informatica e quant’altro devono versa, etc.) dendosi soltanto “che pellicola devo usa-
essere il suo pane quotidiano. Farete cioè delle scelte che vi permettono re?” vuol dire partire dal fondo invece che
Oltre che scegliere il soggetto occorre sa- di rendere visivamente uniformi i vari con- dall’inizio.
per riflettere sull’argomento scelto, con- tenuti da esprimere. Dovete prima chiedervi cosa volete dire,
frontarsi con esso, analizzarlo, approfon- Potete infine preparare un testo scritto di poi pensare a come dirlo: solo dopo questa
dire conoscenze ed opinioni, ascoltare sen- presentazione del lavoro che intendete fa- serie di riflessioni potrete operare delle scel-
sazioni ed emozioni al proposito. re, un testo che serve essenzialmente a due te chiedendovi quali strumenti e materiali
Solo dopo questo “studio” del soggetto sa- cose: utilizzare. Molto probabilmente le risposte
rete in grado di individuare l’idea guida del 1) per ottenere delle autorizzazioni per pro- le troverete subito, senza sforzo e da soli,
vostro lavoro e di pensare a quelle deci- cedere alla realizzazione di fotografie vie- perché non dovrete più scegliere tra i mol-
sioni operative che vi serviranno per espri- ne richiesto un fax, con la presentazione ti materiali a disposizione sul mercato, ma
merla. Ed allora l’individuazione e l’ana- del progetto, da sottoporre all’attenzione la scelta si ridurrà ai pochi che sono fun-
lisi di tutti gli strumenti a disposizione del del responsabile incaricato di rilasciare il zionali alle vostre esigenze.
mezzo fotografico vi saranno utili per in- nulla osta alle riprese Preparare un reportage non vuol dire sola-
tervenire e dare un significato emotivo al- 2) come promemoria per voi, per progetti mente comprare i rullini, ma significa met-
le vostre immagini, per far sì che le vostre non realizzabili immediatamente, ma fat- tersi a lavorare (perché di lavoro si tratta)
fotografie abbiano sia una funzione de- tibili in futuro. per trovare delle idee valide; vuol dire la-
scrittiva che una funzione espressiva. Ovviamente tale testo non potrà corri- vorare (perché di lavoro si tratta) per im-
spondere alla realtà che come fotografi tro- parare ed aggiornarsi al fine di chiarire le
Prime scelte operative verete al momento delle riprese, ma deve idee trovate e porsi nella condizione idea-
Adesso siete in grado di prendere alcune riflettere l’idea che vi siete fatti del sog- le per poi prendere le fondamentali deci-
decisioni a proposito del servizio fotogra- getto prima di trattarlo. Deve cioè essere sioni operative.
fico da realizzare, e precisamente: capace di tradurre in possibili immagini il Leonardo Brogioni
COMMENTO ALLE IMMAGINI

“Ho provato a mostrare la tristezza e l’u- Sono immagini che hanno unità di stile e mitiamo a sottolineare alcune ovvie consi-
morismo di quella lieve forma di pazzia di messaggio: la chiarezza di ciò che il fo- derazioni: colpisce l’anomalia di un con-
presente in ogni essere umano. Le situa- tografo vuole dirci con le fotografie dimo- corso di bellezza tenuto tra i tavolini di un
zioni sembrano talvolta ambigue e surrea- stra una precisa riflessione sul messaggio bar; è strana l’indifferenza del signore se-
li ma le contraddizioni tra elementi e per- da inviare, preventiva all’individuazione duto che si comporta come se nulla fosse,
sone che sembrano scollegate sono invece degli strumenti utili per comunicarlo e al- soprattutto se vista in contrapposizione al-
reali. Spero che questo aiuti a creare un sen- la realizzazione delle immagini. l'interesse del barista e dei suoi clienti ver-
so del fantastico. La fotografia può essere Quali sono questi elementi del linguaggio so le ragazze; l’insieme della situazione ri-
uno specchio e riflettere la vita così com’è, che il fotografo ha utilizzato per dare unifor- sulta surreale e quasi comico.
ma penso anche che sia possibile cammi- mità di stile ai suoi contenuti? Vediamoli 3) Luce
nare come Alice attraverso lo specchio e prendendo in considerazione questa foto Come in tutte le sue fotografie l’autore ha
trovare, con la macchina fotografica, un al- ed analizzandola dettagliatamente. utilizzato la luce ambiente (in questo caso
tro mondo.” Considerate i vari passi seguiti per l’esa- molto diffusa).
Queste le parole di Tony Ray-Jones, il fo- me della fotografia come uno schema men- 4) Piani
tografo autore delle immagini che illustra- tale da tenere sempre presente durante la L’immagine sembra costruita su due piani:
no questo articolo. Con queste poche frasi visione di ogni immagine. Solo con questo quello anteriore con i due soggetti princi-
egli ha esternato quello che è il messaggio esercizio continuo riuscirete poi ad appli- pali e quello posteriore con i clienti ed il
insito nelle sue foto. care quanto imparato ai vostri scatti. barista (a fare da sfondo, ma anche a dirci
È un esempio di fotografia che abbina la 1) Descrizione della foto dove è ambientata la foto e, a giudicare dai
documentazione di un dato periodo stori- L’immagine raffigura un signore seduto ad loro sguardi, come la situazione sia fuori
co ad una visione soggettiva, all’espres- un tavolino di un bar all’aperto; accanto a dalla norma).
sione cioè di sensazioni particolari del- lui, quasi a contatto di gomito, in piedi, vi 5) Tonalità
l’autore. è una piacente signorina in costume da ba- L’immagine ha dei toni abbastanza contra-
Tony Ray-Jones ha utilizzato la documen- gno; è chiaramente una partecipante ad un stati, come tutte le stampe di Tony Ray-Jo-
tazione della banale vita quotidiana per far- concorso (di bellezza o simile) perché è nes, anche se in questo caso la luce diffu-
ci soffermare su quelle che per lui erano si- l’ultima di una fila di ragazze tutte in co- sa tende ad ammorbidire tutta la foto.
tuazioni bizzarre ed emblematiche dei tem- stume e dotate di un numero identificati- 6) Inquadratura
pi in cui ha vissuto. Le atmosfere sono iro- vo. Sullo sfondo si vede il bancone del bar In tutte le sue inquadrature l’autore lascia
niche, surreali e a volte sarcastiche nei con- con clienti e barista. molto spazio intorno al/ai soggetto/i prin-
fronti di una società che gli doveva appa- 2) Significato dell’immagine cipali, ma questo spazio non contiene nien-
rire molto buffa e, al tempo stesso, distan- Questo lo dovete vedere voi, è la sensa- te di superfluo: nell’inquadratura vi sono
te. zione che l’immagine vi trasmette. Ci li- solo elementi utili a darci delle informa-
zioni che servono non solo a descrivere una
situazione, ma anche ad esprimere il pun-
to di vista dell’autore. È il solito discorso:
niente all’interno del fotogramma deve es-
sere inserito casualmente, tutto deve esse-
re voluto!
7) Punto di vista Esercitazione 3
In questa foto è ad altezza d’uomo (sareb-
be forse meglio dire di donna!) Pensate, realizzate e spedite una serie di fotografie che raccontino la giornata tipo
8) Soggetti di un vostro conoscente, che non sia né un componente della vostra famiglia né un
Ve ne sono due principali (il signore sedu- appartenente al nucleo in cui vivete, utilizzando la vostra macchina fotografica abi-
to che sorseggia il tè e la ragazza in piedi tuale, la luce ambiente, quanti rulli volete ma di un solo tipo di pellicola ed inseren-
accanto a lui che si ritocca il rossetto) ed do obbligatoriamente nella storia queste immagini:
altri secondari (le altre ragazze, il barista
ed i clienti) ma indispensabili per darci un 1) una fotografia in cui la luce sia l’elemento più evidente
quadro chiaro della situazione.
9) Struttura 2) una fotografia in cui il/i soggetto/i sia/siano su un unico piano
L’immagine ha una struttura irregolare; al
suo interno lo sguardo si muove partendo 3) una fotografia con più piani ben evidenziati
dalla signorina protagonista per poi passa- 4) una fotografia con un solo soggetto principale
re al signore seduto, poi ai personaggi sul-
lo sfondo; torna quindi alla signorina, si 5) una fotografia con più di due soggetti protagonisti
sposta sulle altre ragazze e, tornando sulla
protagonista, inizia nuovamente il giro. 6) una fotografia con un punto di vista dal basso
Un’intuizione compositiva che ci permet- 7) una fotografia con un punto di vista ad altezza d’uomo
te di esplorare tutto il fotogramma.
10) Dinamicità 8) una fotografia con un punto di vista dall’alto
L’umorismo surreale della foto è dato an-
che dalla staticità di una situazione, che in 9) una fotografia con senso di staticità
teoria avrebbe dovuto essere molto dina- 10) una fotografia con senso di dinamicità
mica e movimentata.

Nelle foto di Tony Ray-Jones vi sono altri


due elementi fondamentali, ai quali dovre-
te cominciare a pensare pure voi quando Una serie di fotografie per raccontare una togiornalista si trova ad affrontare quoti-
scattate: giornata tipo: si tratta di continuare ad dianamente, e cioè trovare soluzioni ori-
1) L’individuazione di situazioni emble- esercitarsi a raccontare una storia con le ginali ad indicazioni apparentemente ba-
matiche: l’autore sembra andato alla ricer- immagini, come avete fatto nelle eserci- nali; in questo caso sarete anche obbli-
ca di eventi, luoghi, avvenimenti all’inter- tazioni precedenti. Dovete realizzare un gati a distaccarvi dal rassicurante micro-
no dei quali lavorare per ottenere l’imma- servizio in cui le immagini riescano da cosmo familiare per entrare concretamente
gine adatta a descrivere il suo messaggio sole a spiegare cosa succede normalmente, in territori che non frequentate abitual-
(nel caso di questa foto il concorso di bel-
lezza). nell’arco di una giornata, al soggetto pre- mente e che magari vi sono sconosciuti.
2) L’individuazione, all’interno di queste so in considerazione. Le stampe devono Una prima difficoltà in più.
situazioni, dell’istante emblematico: è la essere numerate in modo da descrivere Utilizzare la vostra macchina fotografi-
capacità di scattare al momento giusto, di cronologicamente i momenti della gior- ca abituale: questa è la seconda difficoltà
cogliere l’attimo fuggente (in questo caso nata raccontata. Attenzione: non è ne- che abbiamo aggiunto. Quelli che pensa-
i gesti e i movimenti dei soggetti). È diffi- cessario che gli scatti siano effettuati in no di essersi liberati dal peso della mac-
cilissimo a farsi, vuol dire far vedere l’in- ordine cronologico, basta che la sequen- china usa e getta saranno costretti a ri-
visibile, come abbiamo enfatizzato nell’ar- za delle stampe abbia un proprio filo lo- credersi: utilizzare la vostra macchina fo-
ticolo del mese precedente. Solo con l’e- gico. Non è neanche necessario che le fo- tografica (non ha alcuna importanza che
sperienza riuscirete a farlo. to siano fatte nell’arco di una sola gior- sia una reflex 35 mm o un medio forma-
Ancora una volta vi chiedo di fare uno sfor-
zo: non entrate nel merito delle opinioni del nata, anzi l’esercitazione ha pure lo sco- to o un banco ottico o chissà cosa) signi-
fotografo e fermatevi invece a riflettere sui po di abituarvi a progettare il lavoro, che fica avere altri elementi a cui pensare (ad
metodi utilizzati per comunicare una pre- significa anche programmare i tempi del- esempio: obiettivi, zoom, profondità di
cisa sensazione. la sua realizzazione. Ad esempio potete campo, cavalletto, pellicole, etc). Il vo-
Per concludere una raccomandazione: nes- iniziare a fotografare cosa succede la se- stro apparecchio non costituisce un mez-
suno ed in nessun caso, nemmeno in quel- ra, per poi continuare con il pomeriggio zo al quale affidare la realizzazione del
lo preso in considerazione adesso, può sta- di un’altra giornata e finire con la matti- servizio, ma semplicemente uno stru-
bilire delle regole e quindi dare delle valu- na di un giorno ancora diverso, nume- mento al servizio delle idee che volete
tazioni definitive. Quello che vogliamo fa- rando poi le stampe in maniera tale da re- comunicare, un fidato e sicuro punto di
re è guardare insieme gli strumenti utiliz- stituire a chi guarda l’impressione di una partenza: sarete quindi costretti a dedi-
zati da un autore per comunicare ed espri-
mersi con la fotografia; per farlo dobbiamo sequenza cronologica di fatti svoltisi nel- care ancora più tempo alla progettazione
certamente ragionarci sopra e proporre del- l’arco di una giornata. del lavoro.
le ipotesi, che vanno considerate come ta- Un vostro conoscente, che però non ap- Utilizzare la luce ambiente: come per la
li. È importante prendere in considerazio- partenga alla vostra famiglia o al nucleo prima esercitazione, questa è una condi-
ne e riflettere su tutti gli aspetti del lin- in cui vivete: anche stavolta potrebbe es- zione che abbiamo posto per costringer-
guaggio fotografico; non serve a niente an- sere chiunque ed anche stavolta dovete vi ad indirizzare il vostro lavoro verso
dare alla ricerca della risposta esatta. sforzarvi per fare quello che un buon fo- iniziali e precise decisioni operative, che
ESERCITAZIONE

riguardano la scelta del B/N o del colore, sibile completare il servizio con un solo Anche per questo esercizio non ci interes-
dei luoghi adatti alle riprese, degli orari del- rullino e che possederne pochi significhe- sa la qualità delle stampe (è ovvio che se
le riprese e di conseguenza l’utilizzo o me- rebbe rischiare di terminarli prima della fi- c’è tanto meglio): quello che ci preme è far-
no del cavalletto, il tipo di materiale sen- ne del lavoro). vi raccontare una storia con le immagini
sibile da usare, le modalità di sviluppo e di Ciò equivale ad una spesa consistente e per iniziando ad utilizzare consapevolmente al-
stampa, etc. non buttare via soldi è meglio pensare be- cuni elementi del linguaggio fotografico.
Attenzione a non partire dal fondo per poi ne a quali pellicole comprare. Lo potete fa- Potete quindi far sviluppare e stampare le
tentare faticosamente di risalire: ciò signi- re, tornando a quanto già detto, solo pro- foto anche nei laboratori che riconsegnano
fica, ad esempio, che è sbagliato utilizza- gettando bene tutto il lavoro in base a quel- tutto in un’ora e poi inviarci delle stampe
re la prima pellicola che vi capita (magari lo che volete raccontare; se desiderate espri- standard 10x15.
perché ce l’avete in borsa da tanto tempo) mervi e comunicare con la fotografia è im- Ancora una volta poi vogliamo fare nostro
per poi basare tutto il lavoro su di essa, ar- possibile fare il contrario (cioè comprare il concetto espresso dal proverbio “Fatta la
rampicandosi sugli specchi per tentare di le pellicole e poi decidere che foto fare). legge, trovato l’inganno”: il materiale che
fare ciò che quella pellicola non permet- Inserire obbligatoriamente le foto elenca- arriverà in redazione potrebbe cioè essere
terà mai di fare. L’importante è prima sce- te: è un primo passo verso un utilizzo con- frutto di molteplici imbrogli e furberie as-
gliere cosa si vuole dire, poi pensare a co- sapevole degli elementi che costituiscono solutamente non controllabili da parte no-
me dirlo e di conseguenza scegliere gli stru- un’immagine, dei quali abbiamo parlato stra (ad esempio foto fatte in passato e mes-
menti e i materiali che effettivamente vi diffusamente il mese scorso e che abbiamo se insieme per l’occasione, immagini fatte
servono tra i pochi sul mercato che sono esaminato nello spazio dedicato al com- da altri e chi più ne ha più ne metta).
funzionali alle vostre decisioni. mento delle immagini. È un modo per co- Ripetiamo dunque che lo scopo di queste
Utilizzare un solo tipo di pellicola: attra- stringervi a pensarci utilizzandone uno al- esercitazioni è quello di farvi migliorare
verso l’utilizzo di materiale sensibile di un la volta. Imparerete poi a prenderli in con- nella conoscenza e nell’utilizzo della foto-
solo tipo otterrete una certa uniformità vi- siderazione tutti insieme in ogni foto che grafia; tentare di ingannarci significa in-
siva del servizio. Potete dunque usare più farete. È un’ulteriore difficoltà aggiunta, gannare voi stessi, significa che il vostro
rullini (in bianco e nero o a colori è indif- ma è necessaria. scopo non è quello di crescere professio-
ferente) purché siano tutti uguali. Saper leggere ed analizzare una foto, co- nalmente ma semplicemente e meschina-
È importante che i vostri lavori abbiano vi- me qui abbiamo fatto, è importante, ma è mente quello di vedere pubblicato il vostro
sivamente una certa uniformità: in questo altrettanto importante mettere in pratica nome sulle pagine di una rivista. Sceglie-
caso vi costringiamo noi a pensarci, suc- quanto visto, studiato e imparato. Iniziate te voi!
cessivamente dovrete e potrete farlo da so- a farlo così, poi diventerete in grado di ca- Ed infine il solito consiglio: non conside-
li, non solo basandovi sulla scelta del ma- varvela da soli. rate queste esercitazioni come dei compi-
teriale sensibile ma anche con decisioni ri- Non è finita, vista la richiesta dovete an- ti, ma come un vostro lavoro, come un’oc-
guardanti gli altri elementi del linguaggio che iniziare a pensare alla lunghezza del casione da sfruttare per realizzare qualco-
fotografico. servizio (in termini di foto da presentare): sa del quale andare fieri. Lo si può e lo si
Utilizzare inoltre la stessa pellicola nel- in questo caso c’è solo un numero minimo deve fare sempre.
l’arco di un intero servizio vuol dire esse- di dieci foto da consegnare obbligatoria- Buon lavoro e soprattutto buon diverti-
re costretti ad acquistare più rullini nello mente, il numero massimo lo deciderete mento.
stesso momento (visto che è quasi impos- voi in base al vostro buon senso.

Inviare a:
N............diapositive
Progresso Fotografico N............stampe
SCUOLA DI
REPORTAGE Le fotografie saranno restituite solo a coloro che ne fanno richiesta.
Viale Piceno 14, 20129 Milano
❏ Desidero la restituzione delle fotografie ed allego L.10.000 in francobolli
❏ Non desidero la restituzione delle fotografie

Nome e Cognome .......................................................................................................................

via ................................................................................................................................................

CAP...............................Città.................................................................................PV..................

Pref. ........................... Telefono...............................................................................................


COMMENTO ALLE IMMAGINI

Per l’esercitazione n. 1, realizzata con fotocamera “usa e getta” senza flash, questo
mese abbiamo scelto il racconto fotografico di Eugenio Tursi.

Ecco un esempio di buona realizzazione della prima esercitazione che abbiamo proposto.
In questo caso l’autore (Eugenio Tursi di Carate Brianza, che ha realizzato il lavoro nel-
l’ambito del corso di reportage della John Kaverdash School di Milano), con poche im-
magini realizzate utilizzando una sola fotocamera usa e getta senza flash, è riuscito a:
1) Raccontare una storiella molto semplice ma precisa.
2) Informare sull’esistenza di una mostra che potrebbe interessarci.
3) Parlare di fotografia con la fotografia.
4) Comunicare un suo percorso mentale e fisico.
Per farlo ha dovuto:
1) Individuare il racconto da affrontare (il messaggio)
2) Progettare il lavoro adattando la sua volontà alle possibilità dei mezzi tecnici a sua di-
sposizione e tenere sempre presente i suoi potenziali spettatori. Nella pratica ciò ha signi-
ficato individuare momenti e luoghi da trasformare in immagini per rendere comprensibi-
le il racconto: utilizzare cioè il linguaggio fotografico (il codice)
3) Inviare il tutto in redazione per metterci al corrente della sua storia (il canale)
L’autore ha compiuto in piccolo tutte le operazioni che un fotogiornalista deve compiere
in grande, più approfonditamente e accuratamente.
Per adesso non ha importanza che lo abbia fatto consapevolmente o meno, l’importante è
da ora in poi considerarlo un metodo di lavoro, un insieme di fasi a cui pensare e su cui ri-
flettere sempre. Saltare uno di questi passaggi significherebbe non riuscire a comunicare
in maniera comprensibile.
Leonardo Brogioni
SCUOLA DI REPORTAGE

LA REALIZZAZIONE
DEL SERVIZIO
L’inchiesta e poi la fase delle riprese, con l’esigenza di farsi accettare,
ma poi dimenticare; il reportage come racconto di una storia.
Il diritto all'immagine delle persone fotografate:
la differenza tra fotografare e pubblicare.
Quali sono le foto da scattare durante un
reportage? Questa è la domanda che si por-
ranno a questo punto anche i più fedeli let-
tori.
Innanzitutto diciamo che quello che conta
per un fotogiornalista non può, e non deve
essere, soltanto il guadagnarsi da vivere
con la fotografia; fosse semplicemente co-
sì il nostro consiglio sarebbe quello di non
perdere tempo a leggere questi articoli e di
andare piuttosto a fotografare tutto ciò che
succede intorno a voi. Ma a nostro parere
questo vorrebbe dire passare ore sotto la
pioggia o sotto il sole per poi scattare una
foto, precipitarsi a svilupparla e correre al
giornale per consegnarla. Significherebbe
cioè fare un lavoro meccanico simile a tan-
ti altri. Come ad esempio un operaio usa la
chiave inglese in una catena di montaggio
per produrre un'automobile, così un foto-
cronista usa l'apparecchio fotografico in
una catena produttiva necessaria a costrui-
re un giornale. Per fare questo tipo di re-
portage basta essere al posto giusto nel mo-
mento giusto, con l'attrezzo giusto ed un
buon informatore alle spalle.
Secondo noi questo equivale ad usare la fo-
tografia soltanto a fini documentativi o de- darsi su questa riflessione iniziale. L’INCHIESTA
scrittivi, il che significa, come già detto ne- Nella pratica questo significa che dovete Fase assolutamente necessaria per la rea-
gli articoli precedenti, limitare le sue e le imparare a selezionare. La fotografia è se- lizzazione di un reportage è quella della
vostre potenzialità. lezione, sempre, dall'inizio alla fine del la- raccolta di tutte le notizie indispensabili ed
Sarebbe nostra intenzione farvi fare un pas- voro. Selezione e scelta degli argomenti, utili alla riuscita del vostro servizio foto-
so in più; ecco perché tutto questo spreco delle cose da dire in proposito, dei modi e grafico.
di parole e di inchiostro. dei mezzi con cui affrontarli, dei momen- Si tratta di partire dalla propria idea di sog-
Quello che possiamo e vogliamo insegna- ti in cui scattare, delle porzioni di spazio getto per passare ad una raccolta il più esau-
re cioè è un uso della fotografia a fini espres- da inquadrare, delle immagini scattate, del- riente possibile di informazioni ad esso ri-
sivi, oltre che informativi. Ciò a cui dove- le testate e delle persone a cui presentarle. ferite.
te puntare, ciò che è importantissimo rag- Tutto deve essere scelto e selezionato in Per ben condurre questo lavoro bisogna
giungere, è uno stile fotografico originale, maniera non casuale: nulla deve essere la- procedere secondo un ordine preciso.
riconoscibile ed emozionante. Solo così riu- sciato al caso o alla pigrizia. Solo una per- a) La raccolta delle informazioni
scirete a campare facendo un mestiere uti- fetta consapevolezza del messaggio che vo- Il testo scritto da voi redatto (vedi articolo
le, non solo perché comunica ed informa, lete inviare abbinata a delle scelte consa- precedente “La Preparazione del Servizio”),
ma anche e soprattutto perché emoziona, pevoli, soggettive e appropriate riguardan- ha definito i punti essenziali del soggetto.
entusiasma, indigna, scuote. ti i modi ed i mezzi a vostra disposizione Come fotogiornalisti dovete approfondire
Non è cosa facile, anzi è difficilissimo. Si- per inviarlo, vi consentirà di affrontare pro- queste basi conducendo un lavoro di inve-
curamente è una meta irraggiungibile per fessionalmente e con efficacia un settore stigazione: raccogliere cioè tutte le infor-
chi si dedica alla fotografia a tempo perso della comunicazione spesso vissuto con su- mazioni disponibili sui vari mass media a
o per chi pensa che essere fotografi equi- perficialità. proposito del tema scelto, verificare siste-
valga ad avere una macchina fotografica. Per cui alla domanda iniziale troverete ri- maticamente le fonti, la loro attendibilità e
Essere un fotogiornalista significa raccon- sposta solo dopo aver ampliato le vostre la veridicità delle notizie.
tare delle storie con le immagini in manie- conoscenze e la vostra cultura, dopo aver Sarebbe utilissimo risalire direttamente a
ra emozionante e personale. Vuol dire usa- chiarito le vostre convinzioni, dopo aver chi ha fornito l’informazione (giornalisti,
re la fotografia non solo per documentare, capito i messaggi che volete esprimere, do- intellettuali, studiosi, cronisti della stampa
ma soprattutto per comunicare un messag- po aver riflettuto sui mezzi espressivi da locale o inviati locali di testate nazionali).
gio personale in un modo che sentite vo- utilizzare ed aver scelto i modi più adatti Riuscire ad interpellarli equivale alla pos-
stro e che è in sintonia con i tempi in cui per esprimere il vostro pensiero. sibilità di trovare nuovi contatti, fino spes-
vivete. Il che significa un inevitabile dispendio di so ad arrivare alla fonte primaria della no-
Per farlo dovete faticare. La formazione sudore, lacrime, energie, soldi. Non solo, tizia e/o trovarne delle alternative.
professionale è ciò che più viene sottova- ma significa anche che tutto dipende esclu- b) I contatti
lutato in questo settore. Per cui imparate ad sivamente da voi. Noi possiamo solo dare In un secondo momento è fondamentale
ascoltarvi, a sentire cosa volete dire con le delle indicazioni di massima e proporre del- prendere contatto con le persone diretta-
foto, a capire perché volete usare la foto- le riflessioni che possono essere utilizzate mente correlate al reportage.
grafia, a conoscere il clima culturale in cui per cercare di intraprendere questa profes- Il primo contatto avviene generalmente per
vivete. E poi basate tutto il vostro lavoro sione. Vediamo dunque quali sono le ope- telefono. C'è da dire che la parola (orale o
su questo. Progettazione, organizzazione, razioni concrete per cercare di realizzare scritta) è l’unico mezzo che come foto-
preparazione e realizzazione devono fon- tutto questo. giornalisti vi troverete ad usare per essere
identificati come professionisti: attraverso pralluogo invece sarete costretti ad im- di reportage sembrerebbe vuota: il giorna-
la spiegazione del vostro progetto di re- provvisare sul momento, aumentando le lismo in generale ed il fotogiornalismo in
portage dovrete dimostrare la vostra pre- difficoltà di realizzazione del vostro pro- particolare sono il racconto della storia del-
parazione giornalistica e tecnica, la man- getto. l’uomo in tutti i suoi aspetti, vista attra-
canza di improvvisazione, la vostra cultu- d) Gli appunti verso particolari avvenimenti, situazioni,
ra, i vostri interessi, il vostro entusiasmo. Durante il sopralluogo poi dovete registra- personaggi.
È ovvio che chiedere di fotografare qual- re tutti i dettagli. Alcuni (come l’esposi- Imparare a fotografare le persone domi-
cosa o qualcuno significa quasi sempre es- zione al sole di certe zone, gli orari di buo- nando la propria paura di disturbare è fon-
sere sottoposti ad una specie di esame/in- na illuminazione, gli orari di apertura/chiu- damentale per chi vuole intraprendere que-
terrogatorio; è normale, lo fareste anche sura di negozi, supermercati, uffici, gli ora- sta professione.
voi. ri dei mezzi di trasporto, l’orario in cui vie- È vero che non si fanno foto senza distur-
Questi primi contatti telefonici devono ser- ne attivata l’illuminazione pubblica not- bare, ma è anche vero che il 99% dei foto-
vire anche per ottenere ulteriori informa- turna) risulteranno indispensabili. giornalisti non solo non fa niente di male
zioni, non solo sull’argomento ma anche Per orientarsi in un reportage, specialmen- ma spesso fa qualcosa di utile e necessa-
sulla necessità o meno di richiedere delle te al momento della visione degli scatti rea- rio: documenta, informa, lavora per il pro-
autorizzazioni. lizzati, dovete obbligatoriamente prendere prio sostentamento.
Nel 90% dei casi inoltre vi verrà chiesto di appunti scritti in maniera molto ordinata. È ovvio che tutto si basa sulle qualità e sul
inviare una lettera/fax di presentazione e Ecco cosa scrivere: buon senso dei singoli e quindi gli eccessi
spiegazione del progetto, che servirà anche * i contatti: nomi, indirizzi, numeri di te- e le stupidaggini sono sempre dietro l’an-
ad indicare quale sarà l’uso eventuale del- lefono e fax, reperibilità al momento delle golo, ma questo avviene in ogni settore pro-
le foto (e qui utilizzerete il testo scritto re- riprese, verifica ed aggiornamento di que- fessionale. L’importante è avere l’accor-
datto nella fase di preparazione del repor- sti dati tezza di rispettare sempre cosa e chi si ri-
tage). * impiego del tempo: programmazione del prende.
Quanto appena detto vi dimostra ancora tempo a disposizione. Ad esempio uno sche- Ricordate poi quello che abbiamo già det-
una volta come sia indispensabile avere le ma tempo/immagine all'interno del quale to: senza una documentazione visiva un
idee ben chiare su ciò che volete fare: do- inserire le foto realizzate e quelle da rea- evento non può definirsi tale. In situazioni
vete essere tanto convincenti da spingere lizzare vi darà una visone globale dell’e- drammatiche di bisogno o di emergenza
delle persone a dedicarvi del tempo, se nem- voluzione del servizio. Giorno per giorno spesso i fotografi si chiedono se sia giusto
meno voi sapete ciò che volete non ci sa- sarete così in grado di organizzare il re- scattare invece che fermarsi a dare una ma-
rebbe motivo perché qualche sconosciuto portage, a seconda di quello che manca, per no. Ovviamente saranno le diverse situa-
vi aiuti. completare il lavoro. zioni e la vostra etica a trovare una rispo-
Questi primi contatti dovranno essere se- Per concludere il discorso sull’inchiesta c’è sta caso per caso, ma ricordatevi che per
guiti dal prendere degli appuntamenti sul da dire che i fotografi professionisti utiliz- far intervenire la Croce Rossa (o chi per es-
luogo delle riprese. Per fare cosa? zano metodi di lavoro diversi a seconda sa) c’è bisogno di una foto che la esorti
c) Il sopralluogo/colloquio diretto delle loro abitudini: c’è chi parte solo con chiaramente e senza remore a muoversi.
Dovete prendere un appuntamento con tut- qualche indirizzo in tasca per i primi con- Arriviamo a dire che in casi estremi è più
ti coloro che potranno guidarvi e/o aiutar- tatti e poi svolge tutta l’inchiesta sul cam- utile scattare una foto che tendere una ma-
vi nel vostro lavoro, e parlarci (a volte so- po per calarsi direttamente nell’atmosfera no: senza le immagini di Lewis Hine non
no i protagonisti del servizio, ma non sem- dell’ambiente, e c’è invece chi progetta, sarebbe stata promulgata negli Stati Uniti
pre e non per forza: addetti stampa, re- decide, fissa gli appuntamenti a tavolino e la legge contro il lavoro minorile, senza le
sponsabili della comunicazione o delle re- poi non deve far altro che scattare. immagini dei fotografi della Farm Security
lazioni pubbliche possono esser di grande A voi la scelta. Ma ricordate una cosa: un’in- Administration nessuno avrebbe conosciuto
aiuto; è il loro lavoro!). chiesta non deve mai considerarsi comple- le condizioni di vita degli agricoltori delle
Durante questo colloquio esporrete chia- tamente conclusa, dovete sempre essere campagne americane, e l’elenco potrebbe
ramente le vostre esigenze di fotogiornali- pronti ed aperti all’ascolto ed all’interro- continuare fino ai giorni nostri, prendendo
sti: le vostre idee e le vostre fantasie, chie- gazione perché la minima domanda o af- ad esempio in considerazione i lavori di Se-
derete una descrizione/cartina/foto dei luo- fermazione possono rilanciare aspetti nuo- bastiao Salgado, Paolo Pellegrin e molti al-
ghi o dei personaggi da fotografare. Even- vi e visivamente validi del tema che state tri.
tualmente procederete al reperimento di portando avanti. Dunque, per evitare di rimanere imbam-
questi dati sul terreno per scegliere le mi- Alla fine del colloquio/sopralluogo fisse- bolati senza scattare, dovete farvi accetta-
gliori situazioni visuali. rete un appuntamento per le riprese. re nell’ambiente in cui operate e successi-
È scontato che nel chiedere e per ottenere vamente riuscire a farvi dimenticare, cioè
il massimo delle informazioni è necessario LE RIPRESE integrarvi nella situazione (entrare a far par-
essere educati e cortesi, ma soprattutto oc- a) Farsi accettare e farsi dimenticare te dell’arredamento, come si direbbe in sen-
corre dimostrare di essere informati sul- Generalmente i fotografi principianti ri- so figurato).
l’argomento. mangono paralizzati dalla paura di distur- Per fare ciò generalmente è meglio farsi ri-
Prendere del tempo per guardarsi intorno, bare, scattano foto alle persone inquadran- conoscere come fotografi professionisti: la
per familiarizzare con ambiente e persone, dole di spalle o quando esse non li vedo- reazione delle persone di fronte a chi svol-
per entrare nell'atmosfera della situazione no, con il risultato di ottenere delle imma- ge il proprio mestiere è sempre di disponi-
è qualcosa che si rivelerà più utile di quan- gini inutili ed inutilizzabili. bilità, pazienza e comprensione.
to potete immaginare. L'atmosfera entrerà Purtroppo per voi l’elemento umano è Sicuramente di grande aiuto per farsi ac-
a far parte del vostro immaginario e vi per- un’indispensabile presenza nell’immagine cettare è interessarsi alle persone che si han-
metterà di pensare, fantasticare e quindi di reportage. Senza l’uomo, con i suoi ge- no davanti: parlandoci e soprattutto ascol-
progettare possibili soluzioni visive al sog- sti, le sue espressioni, il suo volto, i suoi tandole.
getto che state affrontando. Senza un so- modi di vestire e le sue differenze, la foto Parlare ed ascoltare una persona prima di
fotografarla è importante per voi e per lei, in grado di relazionarsi con la gente. perché convinti di poterla scattare più tar-
perché: Fate comunque in modo che la parola e/o di (errore madornale: un situazione vista
● Vi consente di tranquillizzarvi e di tran- l’ascolto non prendano il sopravvento sul non si ripresenterà mai davanti ai vostri oc-
quillizzarla spiegandole cosa state facen- vostro lavoro: parlare ed ascoltare va be- chi nello stesso modo).
do, perché lo state facendo e soprattutto che ne, purché siate sempre in grado di inter- È importante essere sempre concentrati, es-
non state facendo niente di male: così non rompere il tutto a favore delle vostre ri- sere costantemente curiosi, riuscire conti-
vi sentirete più timidi ladri di immagini, prese. Conversare non significa distrarsi e nuamente a stupirsi.
ma professionisti che hanno lavorato con rilassarsi: c’è sempre un momento in cui b) Raccontare una storia
la collaborazione dei propri soggetti. l’immagine deve prendere il sopravvento L’abbiamo ormai detto fino alla nausea: un
● Vi permette di avvicinarvi al soggetto, di sulla parola, sullo sguardo, sull’ascolto. reportage si costruisce quasi come un film
ben posizionarvi in rapporto alla luce, di Il passo successivo da compiere è quello di dove ogni fotografia corrisponde ad una
lavorare tranquillamente sull’inquadratu- farsi dimenticare, e per questo dovete es- scena. Ci siamo talmente dilungati su que-
ra, etc. Tutte cose che non si possono fare sere pronti a passare del tempo sul luogo sto argomento con considerazioni ed eser-
quando tentiamo di rubare un’immagine. delle riprese, in modo quasi da mimetiz- citazioni che ci sembra inutile continuare
● Attenzione: quest’ultimo è un caso pos- zarvi con l’ambiente: è importante dunque a farlo, rileggete quanto detto finora e tro-
sibile, talvolta indispensabile, sicuramen- sapersi adattare a tutte le condizioni, dan- verete tutto quanto avete bisogno di sape-
te da tenere in considerazione per essere do prova di grande flessibilità e apertura re sull’argomento.
pronti a sfruttarlo. Sappiate però che è mol- mentale. Aggiungiamo solo poche note.
to più difficile, tecnicamente e psicologi- Questo non vuol dire diventare dei tra- Nell’ambito di un servizio è bene offrire
camente, realizzare una buona immagine sformisti alla Fregoli, ma semplicemente allo spettatore varietà visiva abbinata ad
rubandola, piuttosto che agevolare una ri- considerare la situazione da affrontare e unità stilistica: ciò significa che, all'inter-
presa costruendola o trovando le situazio- comportarsi di conseguenza: per cui si evi- no delle scelte operative effettuate per da-
ni più comode per farla. terà di andare a documentare la visita di un re uniformità ed omogeneità al reportage,
● Vi dà l’opportunità per trarre nuovi spun- Presidente della Repubblica in jeans e scar- è bene avvicinarsi gradualmente al soggetto
ti utili allo svolgimento del vostro lavoro pe da ginnastica, ma anche di fare un re- offrendo diverse proposte visive di una stes-
(visto che un’inchiesta non deve mai con- portage sui centri sociali in giacca e cra- sa situazione.
siderarsi conclusa, come abbiamo già det- vatta. Dovete quindi muovervi continuamente,
to): intraprendere una conversazione può Anche in questo caso però vale quanto det- girare intorno al soggetto, cercare sempre
essere l’occasione per ottenere nuove infor- to prima: è bene farsi dimenticare, ma non punti di vista diversi, salire, scendere, pie-
mazioni che vi porteranno ad altre situa- a scapito della propria personalità. Non do- garvi, sdraiarvi per terra, cambiare ottiche,
zioni fotografabili. vete quindi aspettare troppo tempo prima avvicinarvi il più possibile e tutto quanto
In linea di massima vedrete che risulta mol- di entrare o rientrare nel vivo di un sog- può servire a darvi lo spunto per trovare
to più facile e piacevole fare fotografie do- getto, altrimenti correte il rischio di non l’inquadratura ed il momento giusto in cui
po uno scambio di parole: d’altra parte un riuscire più a fare certe foto, di non trova- scattare.
fotografo è un operatore della comunica- re più interesse nella foto che vi eravate L’ideale sarebbe, anche se non sempre è
zione e quindi deve essere perfettamente proposti di fare o di perdere un’immagine possibile, rispettare un equilibrio tra tre
componenti del fotoreportage: azioni, ri- pensare alla foto che apre l'articolo. de servizio. Attorno alla foto di apertura le
tratti, paesaggi. Tutti questi elementi do- È quella che determina il senso del sog- altre immagini devono rivelare degli aspet-
vrebbero far parte di un buon servizio fo- getto, suscitando la curiosità dello spetta- ti particolari della storia, seguendo una se-
togiornalistico, cercate sempre di inserirli tore: nella stragrande maggioranza dei ca- quenza logica, senza divagazioni. Devono
tutti. si l'immagine di apertura è il vero titolo del- approfondire l'argomento facendo entrare
Ricordatevi poi che la riuscita di un servi- l'articolo. Molte persone passano a legge- lo spettatore al suo interno. Possono sem-
zio dipende dalla vostra capacità di indivi- re solo dopo e solo se la foto di apertura brare di minore importanza, e lo sarebbe-
duare, selezionare e fermare momenti e suscita il loro interesse. ro senza le foto di apertura, ma queste im-
aspetti emblematici del messaggio che vo- L'immagine di apertura è quella che fa ven- magini sono quelle che completano la sto-
lete inviare: dovete bloccare quegli episo- dere il servizio: per cui deve riuscire a co- ria, che costruiscono appieno l'atmosfera
di che quando sarete a casa racconterete ad municare esattamente l’argomento di cui che vogliamo restituire e che aiutano a ven-
amici e familiari, perché sono quelli che si sta parlando, di come se ne vuole parla- dere il servizio.
descrivono perfettamente l’atmosfera del re, deve essere tecnicamente ed estetica- d) Gli appunti
momento, dell’ambiente o della persona mente ineccepibile, se possibile spettaco- Come già accennato, prendere appunti è in-
che avete fotografato. lare e deve chiaramente indicare l'atmo- dispensabile per un fotogiornalista. Nella
Quando arriverete a fotografare tutto quel- sfera che si vuole comunicare a proposito fase dell'inchiesta abbiamo visto che è fon-
lo che desiderate raccontare sarete diven- del nostro soggetto. damentale annotare contatti e impiego del
tati dei bravi fotogiornalisti. Lavorare intorno alla foto di apertura è fon- tempo a disposizione.
c) La foto di apertura damentale per un fotografo; anche dopo Ma visto anche che non dovete mai consi-
e le foto di contorno averne individuata e realizzata una non do- derare conclusa un'inchiesta e che nuovi
Nella costruzione di un servizio fotografi- vete fermarvi, potete trovarne di migliori; soggetti si presenteranno sempre davanti
co per una rivista dovete costantemente e se ne trovate molte il vostro sarà un gran- ai vostri occhi: queste notizie dovrete con-
tinuare ad annotarle. IL DIRITTO ALL'IMMAGINE ca della sua persona e del suo volto. Ripe-
Nella fase della ripresa è necessario dun- DELLE PERSONE tiamo: la ripresa.
que segnarsi: I problemi possono sorgere invece al mo-
* Nuovi contatti (nomi, indirizzi, numero Generalmente chi inizia a fotografare ha il mento della pubblicazione, al momento cioè
di telefono, fax, loro aggiornamenti). terrore delle reazioni dei soggetti ripresi, in cui le immagini vengono in qualche mo-
* Nuova organizzazione del tempo a di- come se fotografare fosse un atto quasi il- do rese pubbliche (giornali, mostre, libri,
sposizione se sono intervenuti cambiamenti lecito per il quale occorrano chissà quali riviste, ecc.). L'articolo 96 della legge
rispetto ai programmi iniziali. permessi. Con la nuova legge sulla privacy 633/41 sul diritto d'autore (la cui validità è
* Tutte le informazioni utili per la reda- poi il terrore è aumentato tanto da far ri- stata esplicitamente confermata anche dal-
zione delle didascalie, compresi i nomi del- sultare sospetto chi cammina con una mac- la nuova legge sulla privacy) infatti dice
le persone e dei luoghi fotografati (rispet- china fotografica al collo. che "il ritratto di una persona non può es-
tando l'ortografia locale) accompagnati da In realtà tutte le leggi sull'argomento (in sere esposto, riprodotto e messo in com-
brevi descrizioni per poterli identificare particolare il Codice Civile, la legge n. mercio senza il consenso di questa, salve
chiaramente al momento della scelta delle 633/41 sul diritto d'autore e la legge n. le disposizioni dell'articolo seguente".
foto. Saranno dettagli preziosi che servi- 675/96 sulla tutela della privacy) non pren- Ricapitolando possiamo dire che nessuno
ranno anche per la stesura del testo finale dono nemmeno in considerazione il mo- può impedire la ripresa del proprio vol-
di accompagnamento al reportage mento della ripresa: tutte riguardano la fa- to ma tutti possono impedirne la pub-
* Spese: annotare tutte le spese sostenute se in cui si rende o meno pubblica l'imma- blicazione.
e tenere tutti gli scontrini, saranno infor- gine di una persona. Ciò significa che generalmente occorre un
mazioni utili per stilare una nota spese ol- Non è differenza da poco, perché ciò si- consenso scritto alla pubblicazione rila-
tre che per stabilire un compenso. gnifica che nessun privato può impedire a sciato dal soggetto ripreso. Ma attenzione:
qualsiasi altro privato la ripresa fotografi- vi sono delle importanti eccezioni ed esat-
tamente i casi previsti dall'articolo 97 della uno spettacolo, e chi più ne ha più ne met-
legge 633/41. In poche parole sono i casi in ta) purché il suo volto non sia isolato dal
cui questo permesso scritto non è necessa- contesto in cui si è scattata la fotografia.
rio. Vediamoli senza citarli per esteso dal Tutti questi casi ci dicono anche che è pra-
testo di legge, ma riassumendoli soltanto: ticamente inutile il consenso della persona
❏ Se il soggetto ritratto è una persona fa- ripresa se la pubblicazione del suo volto av-
mosa ripresa nell'ambito della sua notorietà viene per finalità giornalistico/informative,
e con finalità giornalistiche: ci si riferisce a cioè per esercitare il cosiddetto diritto di cro-
personaggi dello spettacolo, della politica, naca, ovviamente entro certi limiti, perché
dell'economia, dello sport; il loro volto può occorre fare molta attenzione ad un impor-
essere reso pubblico senza la necessità del tante comma della legge 633/41 che dice: "è
loro consenso perché sono persone la cui in ogni caso vietata la pubblicazione di un'im-
notorietà costituisce spesso oggetto di infor- magine lesiva della reputazione o anche so-
mazione e/o di cronaca. Attenzione a due lo della dignità della persona ritratta". Que-
precisazioni. A) La legge, e dopo di essa al- sto vuol dire che ognuna delle eccezioni pre-
cune sentenze della Corte di Cassazione, se in esame adesso, compreso il diritto di
Le fotografie che corredano hanno stabilito che le finalità giornalistiche cronaca, decade se l'immagine considerata
l’articolo sono tratte dal escludono la pubblicazione del volto di per- è lesiva della reputazione o della dignità del
sone famose fatto a fini di lucro (ad esem- soggetto ripreso. Non solo ma la nuova leg-
libro “Small World” di pio per pubblicizzare qualche prodotto: si ge sulla tutela della privacy, e questo è l'u-
Martin Parr. può pubblicare cioè la foto dell'onorevole nico caso in cui essa interviene con un ele-
Editore Peliti Associati TaldeiTali con dei giornali sotto il braccio a mento di novità rispetto alla normativa già
corredo di una notizia che lo riguarda, ma esistente, dice espressamente che occorre
non si può pubblicare senza il suo consen- un'autorizzazione alla pubblicazione se la
so una foto dell'onorevole TaldeiTali con dei foto dà informazioni sullo stato di salute o
MARTIN PARR A ROMA giornali sotto il braccio e la didascalia "an- sulla vita sessuale del soggetto.
che TaldeiTali legge Il Corriere della Sera"). E con questo passiamo ad esaminare i po-
Il Palazzo delle Esposizioni di Roma, in B) La specificazione "nell'ambito della sua chissimi divieti.
collaborazione con Contrasto, presenta fi- notorietà" significa, ad esempio, che si può È vietato fotografare:
no al 3 maggio l’ultimo lavoro di Martin pubblicare la fotografia di un qualsiasi am- 1) Ciò che può essere considerato obbietti-
Parr. Si tratta di una ricerca dedicata al “sen- ministratore delegato di una qualsiasi azien- vo militare e/o di atti terroristici (stazioni,
so comune”, indagato nei suoi aspetti più da sul giornalino interno dell'azienda stes- aeroporti, porti, stabilimenti industriali, mez-
comuni ed anche più mastodontici in tutti sa, ma occorrerebbe il consenso della per- zi pubblici, ecc.).
i continenti. Parr, fotografo dell’Agenzia sona in questione per rendere pubblico il suo 2) Materiale bellico e/o proprietà di Eserci-
Magnum Photos, ha realizzato delle opere volto sulle pagine di un quotidiano; se però to, Marina, Aeronautica, ecc. (comprese le
dai colori intensi e saturi che, proprio gra-
zie a tale caratteristica, sono stati stampa-
quello stesso amministratore delegato di- caserme).
ti in una serie di fotocopie laser di forma- venta presidente della Confindustria, auto-
to A3. 350 di queste fotocopie saranno pre- maticamente diviene un personaggio di in- RIASSUMENDO
sentate a Roma, ed in contemporanea in al- teresse pubblico e quindi non è più neces- E CONCLUDENDO
tre 40 città del mondo. Le altre sedi italia- sario il suo consenso per la divulgazione di a) Non esistono divieti che impediscono ad
ne saranno il British Council di Bologna, fotografie che lo riguardano. un privato di riprendere un altro privato:
Torino e Napoli e la Fondazione Maran- ❏ Se il soggetto ritratto viene reso pubbli- quello che ci preme dire è che non dovete
goni di Firenze. co per fini scientifici, didattici o culturali: lasciarvi intimorire da coloro che vi impe-
In contemporanea, presso il Museo Civico non occorre il consenso della persona foto- discono di fotografare fino addirittura a mi-
di Riva del Garda, si potrà visitare fino al grafata per divulgare una sua immagine al- nacciarvi o a pretendere i vostri rullini, so-
30 maggio, la seconda puntata del proget- l'interno di manuali scolastici o di enciclo- no atteggiamenti violenti assolutamente fuo-
to Sguardigardesani, che prevede la realiz- pedie e pubblicazioni mediche. È inoltre in- ri luogo e fuorilegge.
zazione, da parte di noti fotografi, di ser- teressantissimo sottolineare che tra gli sco- b) Esistono divieti alla pubblicazione del-
vizi dedicati alla zona del Lago di Garda. pi culturali possiamo inserire l'allestimento l'immagine di una persona: dovrebbe cioè
Sguardigardesani 2 presenta una trentina
di una mostra o più in generale la realizza- essere sempre necessario un consenso scrit-
di immagini a colori di Martin Parr ed al-
trettante in bianco e nero scattate da John zione di un lavoro con finalità di ricerca ar- to della persona ritratta, ma abbiamo visto
Davies. I due autori inglesi hanno realiz- tistica personale. che le importanti eccezioni a questa regola
zato i propri lavori nel corso del 1998. ❏ Se il soggetto ritratto viene reso pubbli- generale fanno praticamente sì che il con-
co con finalità di giustizia o di polizia: ri- senso scritto diventi un caso particolare.
cercati, soggetti ritenuti pericolosi, colpe- Attenzione comunque a non ledere la repu-
voli di qualche reato, ecc. tazione e la dignità della persona ripresa e a
❏ Se il soggetto è ritratto all'interno di un non infrangere i pochi divieti esistenti.
fatto pubblico, per interesse o svolgimento, c) È comunque sufficiente avere il buon sen-
senza essere isolato dal contesto: è un'ecce- so e la buona educazione di rispettare il sog-
zione importantissima per chi si occupa di getto che si riprende comportandosi sempre
fotogiornalismo; perché rende inutile il con- con estrema correttezza e cortesia: questo ci
senso alla pubblicazione di un soggetto ri- sembra l'unico metro di misura per far sì che
preso all'interno o durante lo svolgimento le cose vengano fatte senza dover temere la
di un evento pubblico (che può essere un legge o le reazioni dei vostri soggetti.
concerto, una manifestazione, un raduno, Leonardo Brogioni
COMMENTO ALLE IMMAGINI

In questo mese prendiamo in considera-


zione il fotografo inglese Martin Parr, ed
esattamente il suo libro sui turisti, e sul tu-
rismo in genere, intitolato "Small World".
Cerchiamo di analizzare il suo lavoro pren-
dendo in considerazione gli elementi che 2- La progettazione del servizio (prime - esporre correttamente compensando la lu-
più ci interessano. Lo faremo forse in ma- decisioni operative). ce ambiente con quella flash.
niera schematica ed incompleta a causa di Il fotografo ha fatto delle scelte precise, La sua velocità e la sua efficacia risultano
esigenze didattiche, per questo raccoman- consapevoli ed assolutamente soggettive: sorprendenti. In certe occasioni sembra che
diamo poi una visione più approfondita del- fondamentalmente quelle di affrontare il il fotografo sia stato irrispettoso nei con-
le sue immagini. tema con sarcasmo ed ironia. Ecco dunque fronti dei soggetti ripresi, ma in realtà, da-
1- Il messaggio. che per quanto riguarda gli aspetti più con- vanti alla contraddizione di certe situazio-
Quello che l'autore ci dice con queste im- creti dobbiamo pensare che vi siano state ni, ha preferito farci riflettere su momenti
magini è chiarissimo. Lo possiamo legge- decisioni preventive riguardanti luoghi da per lui tragicomici piuttosto che rinuncia-
re anche sulle note di copertina del libro, visitare, viaggi da fare, biglietti, prenota- re ad esprimere la sua opinione (pur aven-
che di seguito riportiamo: "… Small World zioni, richiesta di permessi, ecc. ecc. do tematiche diverse, il discorso è quello
descrive il fenomeno di una cultura globa- Per ciò che concerne il linguaggio foto- che abbiamo fatto in precedenza riguardo
le sempre più omogenea, alimentata dalle grafico possiamo notare che sono stati scel- all'utilità della fotografia).
esigenze di mercato e dalla facilità di tra- ti modi operativi molto precisi tesi a sotto- 4- Verifichiamo quanto appena detto tra-
sporti e comunicazioni, e ne mette a fuoco lineare certe persone all'interno di certi am- mite l'analisi di questa foto
l'aspetto paradossale: l'esaltazione di iden- bienti: ad esempio l'uso del flash abbinato Descrizione: la foto rappresenta un om-
tità culturali diverse ed il loro contempo- alla luce ambiente, l'uso del colore, l'uso brello portatile chiuso tenuto in alto da una
raneo annullamento. L'attualissima inda- del medio formato, la ricerca di situazioni mano, nel centro di piazza San Marco a Ve-
gine di Parr esamina i vari aspetti del turi- ideali per riuscire a scattare la foto giusta. nezia (riconoscibile dai palazzi sullo sfon-
smo internazionale: dal sovraffollamento 3- La realizzazione del servizio (altre de- do) in una giornata di bel tempo.
dei paradisi delle vacanze … agli inevita- cisioni operative). Cosa vuole dire la foto: qui l'analisi si fa
bili contrasti che si producono non appena Individuati i luoghi dove cercare l'imma- molto soggettiva. Proveremo a proporre
un paese in via di sviluppo diviene meta gine corrispondente al messaggio da in- delle riflessioni. Ovviamente la foto ha un
del turismo di massa." viare, l'autore ha dovuto trovare i momen- senso solo se vista insieme alle altre ap-
La critica del turismo di massa dunque è ti emblematici da cogliere e l'inquadratura partenenti allo stesso lavoro. In quest'otti-
solo un pretesto per parlare di quelle che da realizzare. In una frazione di secondo ca assume un valore particolare perché l'og-
per l'autore sono le contraddizioni di que- ha cioè pensato a: getto fotografato diventa il simbolo del tu-
sta società. È ovvio che la decisione di af- - selezionare la porzione di spazio da far- rismo organizzato e preconfezionato: è l'om-
frontare in un certo modo un determinato ci vedere e quella da escludere brellino con cui la guida attira l'attenzione
argomento deriva dalle sue opinioni gene- - scegliere il punto di vista degli appartenenti al suo gruppo, il rassi-
rali, dalla sua visione del mondo, dalla sua - dare o meno una sensazione di dinami- curante faro da seguire nell'oceano del tu-
educazione, dalla sua formazione, dalla sua cità rismo. Come vedete un'immagine sempli-
cultura. Tutti elementi che lo hanno porta- - dare o meno una struttura irregolare cissima ed essenziale con la quale l'autore
to a scegliere un tema piuttosto che un al- - scegliere come inserire i soggetti nel- è riuscito a far capire a tutti il valore me-
tro, da affrontare in un modo piuttosto che l'ambiente e che importanza dare allo sfon- taforico di ciò che in realtà è un banalissi-
in un altro. do mo oggetto di uso quotidiano: quello che
A destra foto di William Klein, tratta dal
libro “Close Up”, edito da Thames and
Hudson.

vediamo non è semplicemente un ombrel-


lo ma è l'emblema di un certo tipo di turi-
smo e quindi di una certa mentalità.
Luce: come in tutte le foto di Martin Parr
la luce del flash viene utilizzata sempre, ab-
binata e regolata con la luce ambiente (in
questo caso la luce diretta del sole). Una
scelta che contribuisce a creare l'atmosfe-
ra surreale sicuramente voluta dal fotografo:
uno degli elementi che caratterizzano il suo
stile.
Tonalità: le immagini sono tutte abbastanza
contrastate, questa compresa, con colori
molto saturi: il che ha sicuramente richie-
sto uno studio ed un'attenzione particolare
al materiale sensibile, al tipo di sviluppo ed
alla qualità della stampa.
Punto di vista: in questo caso è un ele-
mento fondamentale, è infatti dal basso, co-
me quello del turista alla ricerca del segno
di riconoscimento del capogruppo, anzi ci
dà la sensazione di essere noi spettatori i
componenti di quel gruppo.
Piani: la foto vive grazie all'importanza dei
due componenti dello sfondo (che il foto-
grafo ha scelto di tenere sfuocati per far me-
glio risaltare il soggetto principale): gli ele-
menti architettonici che ci rivelano dove
siamo (in uno dei luoghi turisticamente più

© Martin Parr
frequentati della terra) ed il cielo sereno (in
palese contrasto con l'ombrello e che quin-
di ci rivela il vero utilizzo di quest'ultimo
in quell'occasione).
Soggetti: la mano con l'ombrello formano
un unico soggetto principale (che ricorda
tanto uno dei personaggi della Famiglia Ad- Esercitazione
dams).
Struttura: l'immagine è molto regolare, Guardate queste due immagini, quella a sinistra è di William Klein ed è stata scattata
quasi simmetrica, al contrario di quasi tut- davanti alla grotta di Lourdes, quella a destra è di Martin Parr ed appartiene al lavoro
te le altre foto di Martin Parr. preso in considerazione in questo articolo.
Dinamicità/staticità: l'attimo bloccato dal Analizzate e confrontate le due fotografie seguendo il metodo proposto in questa se-
colpo di flash, il gesto fermo e la struttura rie di articoli. Prendete in considerazione i vari elementi del linguaggio fotografico uti-
regolare dell'immagine danno una sensa- lizzati dagli autori e cercate di capire quali soiano le differenze e quali le similitudini
zione di staticità. tra le due immagini.
Ancora una volta vogliamo ricordare che Fare questo esercizio da soli, senza il nostro aiuto vi sarà utile per abituarvi a guarda-
queste sono soltanto proposte di riflessio- re una fotografia con occhio più attento e per vedere come un autore ha utilizzato il
ne su un'immagine: non pretendono di il- linguaggio fotografico al fine di inviare il suo messaggio.
luminarvi o rivelarvi chissà cosa, ma sol- Non avrete soluzioni da parte nostra, l'esercizio serve anche per farvi capire che l'im-
tanto vorrebbero costringervi ad analizza- portante è quello che un'immagine dice a voi e soltanto a voi: non esistono risposte
re un'immagine in maniera meno superfi- esatte e risposte sbagliate, quelle che contano sono soltanto le vostre sensazioni di spet-
ciale di quanto abbiate fatto finora, dando- tatori e la vostra curiosità.
vi dei suggerimenti per farlo in modo per- Dovete imparare a capire cosa vi colpisce in una fotografia, perché vi ha colpito e co-
sonale ed attento. me l'autore ha fatto per suscitare il vostro interesse.
È per questo che adesso proponiamo una Tutti questi sforzi verranno ricompensati in futuro quando, al momento opportuno
piccola esercitazione. (quello dello scatto), i ragionamenti fatti vi torneranno in mente fornendo delle solu-
zioni ai vostri problemi di costruzione di un'immagine.
SCUOLA D I REPORTAGE

LA VENDITA DEL
SERVIZIO
Affidarsi ad una agenzia o vendere in proprio? A che prezzo vendere?
Tutti i consigli per affrontare la professione.

Siamo all’ultima, ma forse più faticosa, par- È questo dunque il momento in cui, torna- tura e proseguire con le foto di contorno,
te del mestiere di fotogiornalista: quella ti dal laboratorio con tutto il materiale ap- oppure può rispettare l’ordine cronologico
della vendita del frutto del proprio lavoro. pena ritirato (diapositive o negativi con pro- degli scatti; oppure ancora può seguire il
Le fasi della preparazione e della realizza- vini), vi sedete e pensate a cosa farne. criterio dell’avvicinamento graduale al sog-
zione del servizio hanno definito il mes- Inizialmente le fasi da affrontare sono due: getto (da più lontano a più vicino).
saggio che volete o dovete inviare ed han- quella della selezione delle foto e quella Pensate sempre poi alla persona che guar-
no stabilito come utilizzare il vostro codi- della presentazione del servizio. derà le foto e che deve trovare spunti per
ce di comunicazione (cioè il linguaggio fo- l’impaginazione, in sintonia con le carat-
tografico), il tutto tenendo inevitabilmen- LA SELEZIONE DELLE FOTO teristiche editoriali della rivista; ancora una
te in considerazione un canale attraverso il Come già detto, la selezione delle foto de- volta dunque è utile dire che è necessario
quale diffondere il vostro servizio. ve essere fatta in maniera da costruire una conoscere bene il giornale e lo spazio che
Avete cioè progettato e scattato pensando storia completa o quantomeno in modo da dà alle immagini prima di selezionare le
anche a chi volete o dovete vendere il ser- trattare un soggetto in maniera esauriente. foto.
vizio. Può iniziare con le ipotetiche foto di aper- Di solito il dubbio di chi inizia questa pro-
fessione è sempre sul numero di foto da vostro servizio. Vedrete che affrontando il del vostro soggetto abbinato alla qualità
presentare, sulla quantità. Ebbene non esi- fotogiornalismo con questa mentalità e que- delle vostre foto, non la raffinatezza né tan-
stono regole da questo punto di vista, se sta metodologia, la selezione delle foto verrà tomeno l’ingombro della presentazione.
non quelle del buon senso che regola i rap- spontanea. I reportage realizzati in negativo e propo-
porti professionali. 3) Ricordatevi che le foto brutte si ricor- sti per la vendita necessitano una presen-
Ci sentiamo di dire solo tre cose: dano di più e meglio delle foto belle: per tazione di stampe fotografiche: è meglio se
1) La vostra selezione deve essere molto cui evitate di inserire immagini solo per fa- queste ultime non superino il formato 24x30
rigorosa ed essenziale. I photo editor, o chi re numero o per altri marginali motivi. Me- e non sono inferiori al 13x18, devono es-
per essi, sono persone che quotidianamen- glio poche belle immagini, che tante im- sere impeccabili tecnicamente e devono
te vedono migliaia di fotografie, vivono in magini tra cui alcune belle e molte così co- avere un bordo bianco (per impedire lo
mezzo alle immagini, sono sommersi dal- sì. Se non siete pienamente convinti di una smanacciamento di tutte le persone che le
le foto; pensare di suscitare il loro interes- foto non inseritela. Scartate le immagini visioneranno). Inutile incollarle o prepara-
se grazie alla quantità di foto presenti nel che non vi piacciono, buttate via quelle tec- re dei passepartout (in caso di utilizzo do-
vostro servizio è un grave errore. Queste nicamente sbagliate. vrebbero venire smontate); basta una soli-
persone si stancano nel vedere una massa da scatola che le contenga.
spropositata di immagini, tanto più se pen- LA PRESENTAZIONE Ogni servizio deve essere costruito in mo-
sate che il giornale ne utilizzerà poi solo DEL SERVIZIO do da formare una sequenza di immagini
una minima parte. Siate dunque moderati I plasticoni o le stampe: Un reportage rea- non casuale, tale cioè da ricostruire la sto-
e tenete presente che il numero delle foto lizzato in diapositive, di piccolo o medio ria che si è raccontata, o con le possibili
da presentare varia da servizio a servizio e formato, e proposto per la vendita, deve es- immagini di apertura, oppure con l’avvici-
soprattutto da soggetto a soggetto. sere presentato in semplici plasticoni tra- namento graduale al soggetto.
2) Abbiamo versato fiumi di inchiostro per sparenti. Questi ultimi permettono una im- Non devono esserci spazi vuoti nel plasti-
sottolineare l’importanza della qualità a mediata visione di ogni singola diapositi- cone: se una foto è stata venduta o tenuta
scapito della quantità: quindi la selezione va e contemporaneamente offrono un qua- in visione, deve essere rimpiazzata da una
delle foto deve essere il frutto di un vostro dro d’insieme del servizio. In commercio uguale oppure tutto il servizio deve essere
progetto generale, in cui tutti gli aspetti con- esistono dei contenitori per diapositive che risistemato.
siderati in questi articoli non devono esse- sono tanto belli quanto inutili: ricordatevi Le didascalie: ogni plasticone deve esse-
re lasciati al caso. La selezione deve far che tentare di abbellire il servizio con or- re numerato, così come ogni diapositiva ed
parte di questo generale processo di pro- pelli estetici non serve: quello che conta ogni stampa. Su ogni telaietto e/o dietro ad
gettazione, realizzazione e diffusione del per un photo editor è un possibile utilizzo ogni stampa ci devono essere:
a) il vostro nome con i vostri recapiti: sul- noiosi e complicati della commercializza- re; questo avviene soprattutto con i foto-
la parte superiore del telaietto o sulla par- zione, ma rinunciando ad alcuni vantaggi. grafi assunti o con quelli più fidati.
te centrale del retro della stampa deve es- Altri pensano personalmente alla diffusio- Contro:
sere indicato nome, cognome, numero di ne dei loro servizi, facendosi carico di tut- - L’agenzia è una azienda che deve mone-
telefono e se possibile anche l’indirizzo del ti gli aspetti della vendita: contatti, nego- tizzare i suoi servizi, per cui generalmen-
fotografo, il tutto preceduto dalla “c” cer- ziazione tariffe, controllo delle foto pub- te trattiene una grossa percentuale sul prez-
chiata di “copyright”. blicate e difesa dei propri diritti, in cambio zo di vendita del reportage (dal 35 al 50%).
b) la didascalia riferita alla singola foto: di assoluta libertà e pieni introiti. Avere o - L’agenzia è una sorta di sabbia mobile
sulla parte inferiore del telaietto o sulla par- no bisogno di una agenzia fotografica è la dalla quale i fotografi raramente riescono
te centrale del retro della stampa ci deve grande domanda che tutti i fotoreporter si ad uscire: vengono inghiottiti dalla sua strut-
essere scritto luogo, titolo dell’intero ser- porranno ad un certo punto della propria tura e tagliati fuori da giornali e redazioni,
vizio ed ogni altro riferimento necessario carriera. La risposta a questa domanda è non riuscendo così a conoscere le reali esi-
a chi utlizzerà la foto. Una stessa didasca- estremamente soggettiva e personale; su di genze del mondo dell’editoria perché im-
lia può corrispondere a più foto. È sconsi- essa non ci permettiamo quindi di interve- possibilitati ad avere con esso dei rappor-
gliabile, in linea di massima, precisare la nire. Possiamo solo aiutarvi a prendere una ti diretti.
data di realizzazione della foto, al fine di eventuale decisione, esaminando insieme - I cosiddetti “distributori” (venditori, agen-
permetterne la vendita anche a lungo ter- i pro e i contro dei due casi. ti, rappresentanti) dell’agenzia devono ven-
mine (tranne, ovviamente, nel caso di av- La vendita tramite agenzia fotografica dere allo stesso tempo i servizi di più fo-
venimento particolare e di attualità). Pro: tografi e propongono tutti i soggetti indif-
Le didascalie devono essere perfettamen- - L’agenzia è fondamentalmente un archi- ferentemente; vengono pagati a percen-
te comprensibili. Possono essere scritte an- vio di immagini, che vengono vendute an- tuale sul venduto, su qualsiasi vendita. A
che a mano con un pennarello indelebile, che in assenza del fotografo, liberando que- loro non interessa cosa vendono, se ven-
ma è preferibile redigerle su delle etichet- st’ultimo da problemi di archiviazione, ge- dono il vostro servizio piuttosto che quel-
te adesive magari con un computer o con stione e vendita e permettendogli di dedi- lo di un altro: se il vostro servizio sembra
una macchina da scrivere. Alcuni labora- carsi esclusivamente alla produzione di fo- non interessare, i distributori non perdono
tori, dietro il pagamento di un sovrapprez- tografie. tempo a parlarne o a tentare di convincere
zo e su vostra esatta indicazione, sono in - L’agenzia è un punto di riferimento per l’interlocutore, lo mettono sotto al pacco
grado di stampare direttamente sul telaiet- quanto riguarda l’informazione: di solito dei servizi da proporre e ne prendono uno
to brevi didascalie. Se necessario è bene raccoglie e permette di consultare la stam- diverso di un altro autore cosicché il frut-
prevedere delle didascalie più dettagliate pa, anche internazionale, permette lo scam- to del vostro lavoro finisce in fondo alla fi-
stampate su uno o più fogli da allegare ai bio di idee tra fotografi e consente una vi- la nell’arco di pochi secondi. La struttura
plasticoni: in tal caso ogni didascalia deve sione su grande scala dell’andamento del di un’agenzia è ideale per la vendita di fo-
fare preciso riferimento al numero della fo- mercato. È affidabile, raggiungibile e con- to singole e per ricerche di archivio, men-
to posizionata all’interno di un plasticone, sultabile in ogni momento. tre spesso è un ostacolo per la vendita di
a sua volta numerato, al fine di permettere - L’agenzia è una struttura che talvolta ge- reportage più ampi.
un esatto riferimento della didascalia alla stisce l’organizzazione dei reportage, spes- - In un’agenzia certi fotografi hanno dei
foto. so semplicemente chiedendo permessi e ac- privilegi (perché più anziani, perché più fi-
Le foto da presentare devono essere sem- crediti, altre volte addirittura assumendo dati, perché sono i titolari dell’agenzia, per-
pre pulite ed ordinate; se necessario cam- delle persone che, spulciando notizie sui ché più esperti, perché specializzati in cer-
biate i telaietti, puliteli e, se occorre, ri- mass media, si occupano di trovare e pro- ti settori, ecc. ecc.) e spesso ottengono i ser-
scrivete le didascalie. porre ai fotografi i temi per i loro servizi vizi più interessanti giornalisticamente e/o
Il testo di accompagnamento: è indi- (sono i cosiddetti incaricati della produ- economicamente, in barba alla vostra vo-
spensabile preparare un testo di accompa- zione); in ogni caso l’agenzia è un punto glia di emergere.
gnamento al servizio. Deve essere un testo di riferimento anche e soprattutto quando - L’agenzia ha l’esigenza di coprire obbli-
breve (al massimo una o due cartelle, ov- il fotografo è sul campo, sul luogo delle ri- gatoriamente certi avvenimenti rispetto ad
vero fogli dattiloscritti), titolato e firmato, prese. altri, perché più appetibili per i giornali.
che deve immediatamente inquadrare il re- - L’agenzia raggruppa dei venditori pro- Succede quindi che imponga al fotografo
portage e riassumerne gli aspetti essenzia- fessionisti (i cosiddetti “distributori”) che di essere presente ad un evento senza però
li da un punto di vista giornalistico. Nato sono ben informati, che hanno dei contat- avere la certezza di poter vendere le im-
per accompagnare le foto, spesso aiuta a ti privilegiati con certi giornali e con certe magini prodotte (a causa della spietata e
venderle precisando delle informazioni che persone all’interno dei giornali (sono cioè veloce concorrenza delle numerose altre
non si possono esternare visivamente. Ha ben introdotti), che conoscono bene prez- agenzie) e magari impedendo al fotografo
inoltre una funzione di promemoria per voi zi e tariffe, che sanno condurre una tratta- di realizzare un altro servizio cui stava la-
e talvolta per il photo editor che deve pro- tiva. Generalmente incaricati di seguire più vorando da tempo e per lui molto più im-
porre il soggetto al direttore. giornali, questi venditori si fanno carico di portante.
tutti gli aspetti della commercializzazione - Pochi sono i fotografi assunti da un’a-
LA VENDITA DEL SERVIZIO del servizio, sono infatti degli agenti di genzia: la maggior parte dei fotoreporter
Siamo al momento della commercializza- commercio (dei rappresentanti) che hanno italiani sono dei free-lance, cioè dei liberi
zione vera e propria del reportage, altro una percentuale sulle vendite. Nel campo professionisti, che collaborano con un’a-
aspetto essenziale del mestiere di foto- dell’attualità essi permettono ad un’agen- genzia, che poi tenta di vendere le loro im-
giornalista. zia di muoversi rapidamente per la vendi- magini ai suoi vari clienti. Questi fotogra-
Questa fase vive su una imprescindibile ta (di solito sono più di uno per agenzia), fi sono solitamente pagati solo “a vendu-
dualità: alcuni fotografi affidano la vendi- sia in Italia che all’estero. to”, cioè solamente se i diritti di riprodu-
ta delle loro immagini a delle agenzie fo- - L’agenzia può talvolta partecipare alle zione delle immagini vengono cedute a ter-
tografiche, scaricandosi degli aspetti più spese del servizio che si intende realizza- zi.
La vendita diretta go termine. tattare direttamente gli organi di stampa, in
Pro: Contro: prima istanza dovete stabilire a quale gior-
- Un fotografo indipendente, se è capace di - Un fotografo indipendente è costretto ad nale o rivista proporre il vostro servizio fi-
gestirsi e garantirsi da solo la commercia- anticipare i soldi da investire nel servizio nito. La vostra scelta dipenderà da criteri
lizzazione dei propri servizi, recupera il oppure a trovare dei finanziamenti presso economici (quale rivista paga meglio) o
100% dei benefici della vendita. riviste o clienti vari; in quest’ultimo caso personali (su quale rivista vi piacerebbe
- Un fotografo indipendente è costretto a sarà obbligato a delle ricerche lunghe e fa- pubblicare il lavoro).
frequentare le redazioni delle riviste per stidiose con notevole dispendio di energie. All’interno delle riviste cercare, chiedere
proporre i suoi soggetti e/o i servizi già rea- - Un fotografo indipendente deve suddivi- e rivolgersi al photo-editor (picture-editor)
lizzati: è così a diretto contatto con le rea- dere il suo tempo tra realizzazione e ven- oppure, in assenza di tale figura professio-
li esigenze del mondo dell’editoria. Con dita dei suoi reportage: ciò può nuocere sia nale, all’art-director (direttore artistico).
l’esperienza potrà capire immediatamente all’una che all’altra attività. Per trovare il loro nome e recapito cercate
i bisogni dei suoi clienti e riuscirà a trova- - Un fotografo indipendente non ha la ra- sul colophon (la parte della rivista dove so-
re numerose idee grazie alla loro frequen- pidità di azione e l’ampia diffusione di un’a- no elencati i nomi di dipendenti e collabo-
tazione; d’altro canto, conoscendo il suo genzia per poter vendere dei soggetti di ratori).
lavoro e la sua esperienza, le redazioni sa- stretta attualità: è difficile per lui una di- Dovete sapere quali sono stati i soggetti af-
ranno motivate a commissionargli dei ser- stribuzione veloce e puntuale di un sog- frontati negli ultimi numeri, quale l’im-
vizi. getto di attualità o la vendita all’estero. portanza e lo spazio dato alle immagini,
- Un fotografo indipendente ha una cono- - Un fotografo indipendente è sempre so- quale lo stile della rivista, quale il target di
scenza diretta, precisa ed approfondita del lo: non si può affidare a nessuna struttura riferimento e così via fino ad arrivare ad
soggetto trattato: è dunque particolarmen- per mettere in piedi il proprio reportage; informazioni più banali, ad esempio se esi-
te capace di parlarne, proporlo nel modo difficilmente può accedere a degli appun- ste un giorno di ricevimento, in cui il pho-
giusto, ben presentarlo ed eventualmente tamenti ufficiali o a manifestazioni di una to-editor vede i fotografi e i distributori del-
difenderlo in redazione. certa importanza, a meno che non dispon- le agenzie, o se invece occorre prendere un
- Un fotografo indipendente è libero di trat- ga di una lettera di accredito e quindi di un appuntamento, qual è il periodo di “chiu-
tare tutti i soggetti che vuole e di progetta- incarico da parte di un giornale o di un clien- sura” del numero (cioè il periodo freneti-
re a suo piacimento la propria vita profes- te: essere fotografi indipendenti è sinoni- co in cui tutto il giornale deve essere pron-
sionale, ad esempio realizzando dei sog- mo di libertà e di solitudine. to per essere mandato in stampa) in modo
getti commerciali da vendere immediata- Consigli per la vendita diretta da evitare di presentarsi in momenti poco
mente oppure investendo su soggetti a lun- Conoscere le riviste: Se decidete di con- opportuni.
Conoscere il soggetto: dovete saper par- che questo aspetto. cine di volte di ottenere un appuntamento
lare in maniera precisa e puntuale del sog- Non proponete mai dei duplicati: è sempre con un photo-editor, tentando di avere no-
getto trattato, sottolineandone gli elemen- garanzia di professionalità proporre un ser- tizie del servizio che avete lasciato in vi-
ti giornalistici ed esternando i motivi che vizio costituito da diapositive originali o sione, chiamando per sapere se il servizio
potrebbero spingere quella rivista a pub- da stampe manuali. Il risultato di una stam- acquistato è stato pubblicato, informando-
blicare quel servizio: dovete cioè conosce- pa tipografica realizzata con originali è ov- vi su forme e modalità di pagamento, sol-
re e padroneggiare perfettamente tutti gli viamente migliore di quella fatta con du- lecitando pagamenti, attendendo che la per-
aspetti del vostro servizio. plicati ed è vostro interesse avere dei pub- sona interessata esca dall’ennesima fanto-
Dovete saper attirare l’attenzione dell’in- blicati realizzati nel miglior modo possibi- matica riunione. L’importante è non sco-
terlocutore destando il suo interesse anche le, soprattutto in vista di un loro possibile raggiarsi: perseverate, ovviamente usando
durante il primo contatto telefonico, quan- inserimento nel vostro book (portfolio) di tutta la vostra gentilezza, educazione e di-
do riassumerete brevemente il soggetto: ne presentazione. screzione.
evidenzierete i temi chiave, spiegherete i Dovete stabilire chiaramente i termini di
modi con cui avete affrontato l’argomen- vendita o di visione delle immagini. Nel I PREZZI DELLE FOTOGRAFIE
to, stimolerete la curiosità della persona rapporto tra cliente e fotografo le cose de- Stabilire i prezzi delle fotografie o dei ser-
con cui state parlando. vono sempre essere estremamente chiare. vizi fotografici è quanto di più complica-
Dovete essere concisi nella presentazione: È sempre meglio dunque mettere per iscrit- to, e talvolta inutile, si possa fare: compli-
così come siete stati selettivi nella scelta to nei dettagli le condizioni di collabora- cato perché occorrerebbe conoscere i nu-
delle foto, altrettanto dovete esserlo nel- zione. A questo scopo è bene usare un bloc- merosi tariffari esistenti, inutile perché, pur
l’esposizione verbale. co per “bolle di accompagnamento (o di di vendere, pur di vedere il proprio nome
Conoscere le regole del gioco: dovete sa- consegna) non fiscali”. Quest’ultimo è for- scritto su un giornale o pur di comprare a
per condurre una negoziazione. Se il sog- mato da pagine (in doppia copia) sulle qua- basso prezzo, tutti (fotografi ed editori) ap-
getto e le foto interessano al cliente si ini- li segnare nome e dati (anche fiscali se ne- plicano, propongono o impongono altri
zia a parlare di prezzi e due sono i casi cui cessario) del fotografo, nome e dati del prezzi (ovviamente più bassi).
potrete trovarvi di fronte: o vi viene chie- cliente, titolo del servizio, numero e tipo Ciò premesso, nel campo del fotogiornali-
sto di fare una proposta di prezzo (e allora delle foto consegnate, condizioni di ven- smo c’è da fare una distinzione tra quelli
dovete conoscere le tariffe in vigore sul dita, eventuale prezzo e condizioni di pa- che sono i prezzi delle foto singole e quel-
mercato) oppure vi viene fatta una propo- gamento, termini dell’esclusiva, eventuali li che sono i prezzi dei servizi fotografici.
sta (e allora dovete avere gli elementi per termini della consegna in visione, ecc. ecc. Prezzi foto singola: in teoria, ed in linea
accettarla o meno). Questo foglio va fatto firmare dal cliente con quanto appena detto, bisogna far rife-
Dovete saper valutare le condizioni di esclu- (di solito dal photo-editor o da chi per es- rimento ai vari tariffari esistenti che fon-
siva. Di solito le riviste chiedono un’e- so), la copia con la firma originale la tene- damentalmente sono: quello del G.A.D.E.F.,
sclusiva sul servizio acquistato, cioè una te voi, l’altra copia la consegnate al clien- quello dell’Ordine dei Giornalisti, quello
vostra garanzia che lo stesso servizio/sog- te. In questo modo su un unico documen- della S.I.A.E., quello di Tau Visual.
getto non venga venduto ad altre riviste. Di to avrete la ricevuta per la consegna ed una In pratica dovete considerare il tariffario
solito l’esclusiva è di 60 giorni dalla data sorta di contratto di vendita. cui fa riferimento la testata a cui avete in-
di pubblicazione per i mensili e di 30 gior- Perseverare: come fotogiornalisti dovete tenzione di vendere la vostra immagine: in-
ni per i settimanali, ma non considerateli mettere in conto una quantità spropositata fatti di solito è la rivista che propone un
termini definitivi, l’esclusiva può variare di tempo perso alla ricerca delle persone prezzo di acquisto ed a voi non resta che
da soggetto a soggetto e da rivista a rivi- che vi interessano all’interno delle riviste: decidere se accettarlo o meno.
sta. Quello che conta è chiarire sempre an- tempo che impiegherete cercando per de- Prezzi servizi fotografici: il prezzo di un
servizio può variare a seconda dell’impor- plasticoni, trasferimenti, vitto, alloggio,
tanza data al servizio, del numero di foto ecc.
utilizzate dalla rivista, dall’investimento L’ideale sarebbe riuscire a stabilire un com-
effettuato dal fotografo in termini di tem- penso fisso da applicare ad ogni giornata
po-energia-denaro, dalla complessità del- di lavoro: lo si può fare calcolando quali
le foto realizzate, ecc. sono i costi vivi che annualmente dovete
In ogni caso per la vendita di servizi foto- e/o volete sostenere per portare avanti l’at-
grafici completi occorre di solito stabilire tività di fotografo. È una somma che deve,
un forfait, cioè un prezzo globale inferio- ripetiamo “deve” contenere tutti, ripetia-
re (scontato) a quello che si otterrebbe som- mo “tutti”, gli importi relativi alla vostra
mando il valore di listino di ogni singola attività: dall’affitto all’ammortamento del-
foto acquistata. le attrezzature, dalle bollette alla carta in-
Tale forfait può essere frutto di una tratta- dicazioni di un tariffario) ed applicare uno testata, dalla vostra pubblicità al commer-
tiva tra fotografo e rivista, ma più spesso sconto la cui percentuale stabilirete men- cialista, dalle tasse ai fondali di carta, dal-
viene proposto dalla testata stessa; in que- talmente e a priori in caso di proposta da le riviste ai rullini, ecc. aggiungendovi la
sto caso i margini di trattativa esistono, ma valutare, oppure insieme al cliente stesso quota minima che vi serve per sopravvi-
sono molto scarsi ed a voi, anche stavolta, durante l’eventuale trattativa. vere (secondo le vostre esigenze, abitudi-
praticamente non resta altro che decidere 2- Fare un conto di tutte le spese vive so- ni e necessità); dividete il tutto per le gior-
se accettare o meno. Come fare per sapere stenute per la realizzazione del reportage nate che di solito in un anno dedicate alla
che prezzo proporre o, se non altro, se ac- ed aggiungervi una cifra corrispondente al realizzazione delle immagini. Otterrete una
cettare o meno un prezzo proposto? Come vostro compenso. Il problema a questo pun- cifra che corrisponde a quanto dovete far-
fare cioè a determinare questo forfait? to diviene quello della determinazione di vi pagare, come minimo, una giornata di
I nostri consigli al riguardo sono due: questo compenso, visto che per quanto ri- lavoro per non rimetterci di tasca vostra:
1- Contare il numero di foto acquistate o guarda le spese vive è sufficiente fare una se infatti decidete di accettare lavori retri-
utilizzate dal cliente, moltiplicarlo per il somma di cifre, corrispondenti spesso ad buiti meno di quanto corrisponde a questa
prezzo di una foto singola (seguendo le in- altrettante ricevute: rulli, sviluppi, stampe, cifra minima vuol dire che state pagando
per vedere pubblicate le vostre foto! E que- razione dei redditi, versamenti I.N.A.I.L.
sto non vuol dire lavorare ma essere sfrut- Fotografo libero professionista: è il caso
tati. Significa entrare in un meccanismo che di colui che svolge l’attività fotografica ba-
non solo ed inevitabilmente vi porterà al sandosi prevalentemente sulla sua creati-
fallimento (economico e psicologico), ma vità, sulla sua intelligenza e sulle sue ca-
che contribuisce anche a rovinare il mer- pacità: ad esempio un fotoreporter o un fo-
cato a chi vive di fotografia e fa i salti mor- tografo ritrattista. Serve l’iscrizione all’I.V.A
tali per tirare avanti decentemente e cor- e all’I.N.P.S.; la fatturazione deve essere
rettamente (in quanto questi ultimi vengo- con numerazione progressiva annuale fat-
no esclusi per fare spazio a chi lavora sot- ta aggiungendo al proprio compenso il 4%
tocosto). di rivalsa del contributo previdenziale (che
Tenete conto che alcuni giornali, ed anche in totale è del 10%, il 6% a carico del fo-
alcune agenzie, sopravvivono proprio gra- tografo e il 4% a carico del cliente) ag-
zie all’esistenza ed al ricambio di questi in- giungendo al totale così ottenuto il 20% di
genui pseudo-fotografi, i quali inevitabil- I.V.A. (e sottraendo il 20% di ritenuta d’ac-
mente e miseramente scompaiono dal mer- conto se il cliente è un imprenditore o una
cato e vengono immediatamente sostituiti società). Idem come sopra per dichiarazio-
da altri pseudo-fotografi, altrettanto inge- ne I.V.A. e dichiarazione dei redditi.
nui che cadono subito nelle grinfie delle Cessione di diritto d’autore: la risoluzio-
suddette strutture, mettendo in atto un gio- ne ministeriale 94/E del 30/4/97 dà la pos-
co al massacro poco proficuo per tutti. At- sibilità (non comune e valida solo per al-
tenzione dunque: fate bene i vostri calco- cune limitate situazioni) di cedere i diritti
li! di utilizzo delle immagini esclusivamente
per impieghi editoriali come riviste, gior-
INQUADRAMENTO nali, libri. Tale tipo di cessione ha il van- “Living Room” è il titolo del lavoro di
PROFESSIONALE taggio di essere esclusa da I.V.A., di avere Nick Waplington che presentiamo all’in-
Se dovete vendere delle fotografie o dei un imponibile I.R.P.E.F. calcolato sul 75% terno di questo articolo.
servizi, dovete anche essere in regola con del compenso (il resto è considerato come Le note di copertina del libro da cui sono
le istituzioni e con il fisco in particolare. spesa di produzione del lavoro e quindi de- state tratte le immagini ci dicono che que-
Inquadramento professionale infatti signi- tratto in qualità di quota forfettaria), di non sto giovane fotografo inglese, “nel corso
fica sostanzialmente inquadramento fisca- essere soggetta al contributo I.N.P.S. Al di quattro anni è diventato un intimo fre-
le. tempo stesso ha lo svantaggio di poter es- quentatore di due famiglie della cosiddet-
Premettiamo che quelle sottostanti sono no- sere applicata solo per lavori destinati a di- ta classe-operaia di Nottingham; ha pas-
te informative molto concise e superficia- ventare libri fotografici, per servizi finiti sato innumerevoli ore al loro interno, di-
li: per maggiori approfondimenti vi consi- proposti a riviste, per cessioni di copie a ventando parte del turbolento caos delle
gliamo di rivolgervi ad un commercialista privati collezionisti; tutte le altre forme di loro vite e le ha così potute fotografare con
di fiducia o ad una associazione di catego- utilizzo, in particolare quelle più commer- sensibile spontaneità”.
ria che saprà darvi tutte le indicazioni ne- ciali o pubblicitarie, sono escluse da que- Come potete notare anche queste poche
cessarie ad uno sviluppo personalizzato del- sta opportunità. La cessione deve essere parole non fanno che confermare quanto
la vostra attività. documentata mediante una ricevuta fisca- detto nei nostri precedenti articoli: occor-
Secondo il nostro ordinamento giuridico le con numerazione a sé stante, cioè al di re progettare il proprio lavoro, farsi ac-
esistono tre modi diversi per esercitare l’at- fuori della numerazione di altre fatture da cettare e successivamente farsi dimenti-
tività fotografica in generale (e dunque an- voi eventualmente emesse. care nell’ambiente che si deve fotografa-
che quella fotogiornalistica). Esiste poi un caso molto frequente e spes- re, dedicare moltissimo tempo e moltissi-
Fotografo artigiano: è il caso di chi deve so utilizzato da chi ancora non svolge pro- me energie al raggiungimento di un risul-
o vuole impostare la sua attività basando- fessionalmente l’attività fotografica, ma tato in cui niente può essere lasciato al ca-
si sull’organizzazione dell’azienda, dando che comunque riceve dei compensi deri- so.
molta importanza alle attrezzature, fon- vanti dalla cessione o dalla realizzazione Attraverso l’analisi dell’immagine sotto-
dandosi su degli investimenti, ad esempio di fotografie fatta in maniera occasionale e stante tentiamo di riflettere sull’intero la-
un negozio o uno studio fotografico. I prin- non continuativa (anche in presenza di al- voro di Nick Waplington, evidenziando-
cipali adempimenti sono: iscrizione all’al- tro lavoro): è il caso della prestazione oc- ne gli aspetti che lo caratterizzano, lo ren-
bo delle imprese artigiane della camera di casionale. Per documentarla occorre emet- dono così particolare e, per certi versi, in-
Commercio (C.C.I.A.A.), iscrizione al- tere una ricevuta (sottraendo dal compen- novativo.
l’I.N.A.I.L. ed all’I.N.P.S., richiesta della so il 20% di ritenuta d’acconto se emessa Ricordiamo ancora una volta che le se-
partita I.V.A. Successivamente si provve- ad imprese) ed in ogni caso, anche in pre- guenti sono solo nostre considerazioni, e
derà ad emettere: fatture (con numerazio- senza di lavoro subordinato, va inserita nel- come tali assolutamente opinabili. Vo-
ne progressiva annuale, indicando nome, la dichiarazione dei redditi e precisamente gliono soltanto essere un esempio di ri-
indirizzo, codice fiscale, sia vostro che del nel quadro relativo ai redditi occasionali. flessione a proposito di un’immagine: so-
cliente, e applicando al proprio compenso no delle possibili e soggettive risposte a
il 20% di I.V.A.), dichiarazione I.V.A. (con quelle domande che sempre dovrete por-
versamenti trimestrali o mensili), dichia- Leonardo Brogioni vi quando guarderete delle fotografie.
COMMENTO ALLE IMMAGINI

La foto rappresenta una presunta, e corpu- coni di sigarette, il divano vecchio, la ma- simboleggia e dimostra superficialità e di-
lenta, madre seduta su un divano: la don- dre che fuma infischiandosene dei bambi- sinteresse).
na tiene per un piede un bambino rivolto a ni. Queste foto di Nick Waplington sono la
testa in giù, mentre un altro bambino è se- Ciò che di solito viene considerato margi- summa di tutto quanto è stato fatto fino ad
duto accanto a lei ed un terzo gironzola per nale in queste foto è in realtà il vero prota- oggi nel fotogiornalismo: in ognuna di es-
la stanza, che appare povera, disordinata e gonista: quello che balza agli occhi è l’a- se c’è la ricerca del momento decisivo di
sporca. bitudine alla povertà e al caos, abitudine Cartier Bresson, la rottura compositiva di
L’immagine abbina una situazione di indi- che non diventa mai rassegnazione, ma piut- Robert Frank, l’ironia surreale di Tony Ray
genza e di trascuratezza ad un inusuale tosto superficialità, disinteresse, ignoran- Jones, il sarcasmo colorato di Martin Parr.
“quadretto familiare”. Lo squallore delle za (le vere piaghe della nostra epoca). Al tempo stesso vi sono degli elementi in-
condizioni di vita documentate viene am- Tutto questo è raccontato dal contesto in novativi come l’atmosfera creata attraver-
pliato da quella che sembra essere abitudi- cui queste persone vivono, non dai loro ge- so un uso particolare del flash indiretto ab-
ne alle condizioni stesse. sti o dalle loro espressioni. binato alla luce ambiente, l’uso di una stam-
L’autore ha utilizzato delle inquadrature Sono fotografie che vivono per quello che pa a colori molto morbida, la ricerca ma-
che sembrano casuali, ma che in realtà vo- esiste ai bordi dell’inquadratura, non per niacale di una situazione assolutamente
gliono simulare lo sguardo di un compo- ciò che vi avviene dentro. Sembrano, ma spontanea, l’uso di inquadrature molto spin-
nente del gruppo. Il fotografo era, e vole- non sono, inquadrature casuali; ciò che suc- te e difficili da digerire, la grande impor-
va farci sentire, parte del nucleo famiglia- cede al loro interno forse lo è, ma ogni fo- tanza di ciò che fa da sfondo all’azione.
re. Volutamente e consapevolmente ha la- togramma contiene esattamente ciò che Tutto ciò all’interno di un lavoro che co-
sciato in ogni fotogramma degli elementi l’autore doveva mostrarci ed esclusiva- munque ha, ed avrà, un grande valore co-
fissi sui quali lasciar muovere liberamen- mente ciò che è necessario per comunica- me documento di una determinata società
te i soggetti ed il suo sguardo. Questi ele- re il suo messaggio. in una precisa epoca storica.
menti fissi sono essenzialmente quelli che Da un punto di vista compositivo gli am- Nick Waplington è un altro esempio di co-
costituiscono lo sfondo ed il contorno del- bienti squallidi sono importanti (perché do- me deve essere un vero fotogiornalista: un
l’azione; nel caso di questa immagine: la cumentano la povertà), ma assume impor- testimone visionario.
moquette sporca, i rifiuti sparsi, i mozzi- tanza anche la casualità dei gesti (perché
ESERCITAZIONE

Commento alle esercitazioni dei lettori

Il mio desiderio sarebbe quello di commentare i lavori di tutti i lettori; uno degli aspetti cardine del mio corso di fotogiornalismo al-
la John Kaverdash School è infatti quello della verifica e del commento delle immagini prodotte da ogni singolo allievo. Capirete
che la cosa diventa impossibile con tutti i lettori di una rivista. Siamo quindi costretti a selezionare un esercizio che ci sembra rap-
presentativo di quelli pervenutici ed anche esemplificativo di quanto intendevamo farvi realizzare.
Questo mese pubblichiamo dunque come buon prodotto della seconda esercitazione, il lavoro di Giorgio Boni, che con poche im-
magini è riuscito a raccontarci una storia tramite l’utilizzo dell’autoritratto e di una fotocamera usa e getta BN dotata di flash. Come
potete verificare le regole dell’esercizio sono state rispettate e il tema trattato con originalità.
Esercitazione 4
Progettate e realizzate un servizio che de- al servizio delle idee che volete comunica- mero di immagini da consegnare; una dif-
scriva l’attività lavorativa di una perso- re, un fidato e sicuro punto di partenza: sa- ficoltà in più che serve per insegnarvi ad es-
na che non conoscete, attenendovi a que- rete quindi costretti a dedicare ancora più sere selettivi nella ricerca dei momenti em-
ste indicazioni: tempo alla progettazione del lavoro perché blematici: ci sono delle situazioni che, vi-
- utilizzate la vostra macchina fotografica avrete molti elementi a cui pensare (ad esem- ste una di seguito all’altra, raccontano esat-
abituale pio: obiettivi, zoom, profondità di campo, tamente ciò che dovete descrivere, dovete
- scegliete tra l’utilizzo della luce ambien- cavalletto, pellicole, ecc.). riuscire a coglierle (individuarle mental-
te e quello del flash abbinato alla luce am- * Tipo di luce/bianco e nero-colore/stesso mente e poi fermarle fotograficamente), sia
biente tipo di pellicola. adesso, in quanto dovete documentare una
- scegliete tra l’uso del bianco e nero e l’u- Sono gli elementi del linguaggio da consi- precisa situazione, sia in futuro per quanto
so del colore derare in fase di progettazione che più di al- riguarda tutti i vostri lavori. È la ricerca dei
- usate quanti rulli volete purché siano ne- tri sono in grado di dare uniformità visiva momenti emblematici da abbinare alle foto
gativi e dello stesso tipo di pellicola al lavoro. Qui li imponiamo noi, ma in fu- di contorno per formare un racconto infor-
- fate sviluppare il materiale sensibile da un turo dovrete abituarvi ad usarli in tal senso. mativo.
laboratorio professionale richiedendo anche * Negativi/provini/stampe manuali/labora- Non abbiamo dato altre indicazioni voluta-
il provino (a contatto o in striscia) di ogni torio professionale. mente, nel senso che questo esercizio do-
rullo Stavolta si rende necessaria la vostra atten- vrebbe servire a ricapitolare tutto quanto
- spedite 10 stampe formato 18x24 zione a tutte le fasi di realizzazione del re- detto da noi e fatto da voi fino ad ora. È chia-
- fate stampare le foto manualmente da un portage, compresa la qualità di sviluppo, ro che non ha senso fare questa esercitazio-
laboratorio professionale provinatura e stampa (direttamente derivanti ne senza avere svolto le altre: c’è un inevi-
dalle precedenti decisioni riguardanti espo- tabile percorso da compiere, in questa co-
* Un servizio che descriva l’attività lavora- sizione, luce, tipo di pellicola). Dovete abi- me in tutte le professioni. Come detto nel
tiva di una persona che non conoscete. tuarvi a stabilire un contatto con dei labo- primo di questa serie di articoli, è già diffi-
Si tratta di fare un passo in più rispetto alle ratori professionali, perché ciò equivale a cile trasportare sulle distanti pagine di una
storielle che avete dovuto raccontare fino dover dare delle indicazioni precise ad altri rivista il ben più articolato e diretto corso di
ad adesso. Qui la serie di foto, il racconto professionisti che lavorano per voi, signifi- fotogiornalismo della John Kaverdash
per immagini, è utilizzato per un fine pre- ca cioè imparare ad utilizzare il laboratorio School, figuriamoci poi se pensate di salta-
ciso, quello di informare; dovete usare la fo- come una struttura al vostro servizio, evi- re qualche passaggio! Per cui mettetevi al
tografia come documento. tando di subire le offerte promozionali del lavoro e cercate di far vedere i vari momenti
Il fatto che il soggetto debba essere uno sco- primo negoziante che trovate. Dovete esse- che servono a descrivere esattamente l’atti-
nosciuto vi costringerà a contattarlo, a par- re voi a indicare quale risultato volete otte- vità che avete scelto di documentare. Fate
largli, a chiarire cosa volete fare (dentro di nere e non arrivare ad un risultato perché una cosa: prima di inviare il lavoro mostra-
voi prima e con lui dopo), a chiedere il suo imposto dalla casualità o dal bisogno di gua- te quello che ritenete il prodotto finale a sva-
permesso, a convincerlo, a sentirvi respon- dagno di qualche commerciante. riate persone (diverse per età, cultura, edu-
sabili del tempo che vi dedicherà, a scegliere Inoltre vi renderete conto di quanto costa cazione, parentela) e verificate se quanto
un tema che vi interessa e vi stimola. fare i fotografi, cosa che vi confermerà l’im- dovete raccontare risulta comprensibile. Sap-
* Utilizzare la vostra macchina fotografica portanza della fase di preparazione di un re- piate accettare le critiche come indicazioni
abituale: portage e vi aiuterà a capire quanto dovete e se necessario migliorate il tutto, rifacen-
Il vostro apparecchio non deve costituire un essere pagati per questo lavoro. do ciò che non è stato compreso.
mezzo al quale affidare la realizzazione del * 10 stampe. Buon lavoro!
servizio, ma semplicemente uno strumento Oltre alla qualità ci interessa anche il nu- Stavolta non è più solo un divertimento!


Vi invio le seguenti fotografie per la rubrica SCUOLA DI REPORTAGE
Inviare a:
N......diapositive
Progresso Fotografico N......stampe
SCUOLA DI
REPORTAGE Le fotografie saranno restituite solo a coloro che ne fanno richiesta.
Viale Piceno 14, 20129 Milano ❏ Desidero la restituzione delle fotografie ed allego L.10.000 in francobolli
❏ Non desidero la restituzione delle fotografie

Nome e Cognome .......................................................................................................................

via ................................................................................................................................................

CAP...............................Città.................................................................................PV..................

Pref. ........................... Telefono...............................................................................................


SCUOLA DI REPORTAGE

LE BASI DEL
FOTOGIORNALISMO
Fare fotogiornalismo significa saper fare approfondimento visivo,
lasciando a mezzi come la televisione la gestione dell’informazione pura e semplice.
Ma per fare fotogiornalismo occorre aver ben chiaro
il significato di messaggio, codice e canale.

Con questa serie di articoli non solo ab- insegnare la fotografia di reportage. Non
biamo la pretesa di parlare di reportage fo- sarà cosa da poco trasportarlo su carta stam-
tografico, ma addirittura di insegnarlo. pata. Proveremo a farlo, spinti certamente
L’impresa pare ardua perché nasce dall’i- da un personale entusiasmo verso questo
dea di riportare sulle ristrette e distanti pa- settore della fotografia, sicuramente dal
gine di una rivista quelle che sono le espe- continuo e crescente interesse di un pub-
rienze di un corso attivo già da tempo in blico sempre più attento, ma soprattutto
una scuola privata di Milano, ma tutto ba- dalla presuntuosa speranza che questo di-
sato sul contatto diretto tra allievi e inse- venti un tentativo riuscito di insegnare il
gnante, sul reciproco scambio di opinioni, fotogiornalismo.
sulla continua visione di grandi libri e am- Già perchè questo significa reportage: fo-
pi servizi fotografici, sul costante com- togiornalismo.
Le immagini sono tratte dal libro “I mento delle immagini concretamente rea- Essere un fotoreporter vuol dire essere
bambini di Bombay “di Dario Mitidieri lizzate dai partecipanti. giornalista ed essere fotografo.
Non è stato facile trovare un metodo per Significa saper condurre un’inchiesta, fa-
Essere un fotoreporter significa essere gior-
nalista ed essere fotografo.
Significa saper condurre un’inchiesta, fare
cioè un lavoro di informazione e di docu-
mentazione, vuol dire conoscere e saper usa-
re il linguaggio fotografico, cioè tutti gli
elementi, gli strumenti e i modi della co-
municazione attraverso la fotografia.

re cioè un lavoro di informazione e di do- sario emettere un messaggio, ma è altret- corso svolto dal fotografo: pensare e tro-
cumentazione, vuol dire conoscere e saper tanto necessario renderne possibile la rice- vare un buon soggetto/tema da affrontare
usare il linguaggio fotografico, cioè tutti zione. fotograficamente, stimolante per se stesso
gli elementi, gli strumenti e i modi della Nel caso del fotogiornalismo il messaggio e interessante per il pubblico, capire e sen-
comunicazione attraverso la fotografia. è ciò che il fotografo vuole o deve raccon- tire le proprie opinioni/sensazioni al ri-
tare, il codice è il linguaggio fotografico, guardo (il messaggio), trovare il modo adat-
Le basi della comunicazione il canale è il mondo dell’editoria. to per comunicarle tramite le immagini (il
Supponiamo, ad esempio, che abbiate l’e- In questa serie di articoli esamineremo nel codice), trovare il mezzo giusto per farle
sigenza di parlare con un giapponese: per dettaglio queste tre componenti fonda- vedere (il canale).
prima cosa chiarirete nella vostra mente co- mentali della comunicazione e della foto Dunque per dedicarsi professionalmente al
sa dovete dirgli (un messaggio), seconda- di reportage. fotogiornalismo occorre conoscere sia la
riamente penserete ad un modo per dirlo, A tal proposito vediamo come esempio que- fotografia che l’editoria per poi utilizzare
modo che consenta a voi di esprimervi e a ste immagini realizzate dal fotografo ita- questo codice e questo canale ed inviare un
lui di capire, ad esempio tramite l’utilizzo liano Dario Mitidieri: un lavoro che rac- messaggio tramite le immagini.
della lingua inglese (un codice), in terzo conta la drammatica vita quotidiana dei
luogo sceglierete il mezzo con cui dirlo, bambini di strada di Bombay, la racconta Cosa vuol dire conoscere la fotografia?
mezzo che garantisca a voi l’invio e a lui dal suo interno (il fotografo ha vissuto con Come ormai tutti sanno, etimologicamen-
l’arrivo del messaggio, ad esempio il te- questi ragazzi per un lungo periodo), in ma- te la parola “fotografia” significa “scrittu-
lefono (un canale). niera diretta, emozionata, cruda; un lavo- ra con la luce” e come in ogni forma di scrit-
Per comunicare, dunque, è necessario ave- ro portato avanti per un intero anno, che ha tura quello che più conta è il contenuto ed
re qualcosa da dire (il messaggio), avere vinto un premio prestigioso, grazie al qua- il modo con cui esso viene esposto.
un modo per dirlo (il codice) e avere un le è stato poi possibile realizzare un libro. Così come nella comunicazione verbale
mezzo per dirlo (il canale). È cioè neces- Ecco, schematicamente, qual è stato il per- vengono utilizzate convenzioni, regole, in-
venzioni, intuizioni, proprie del linguaggio
parlato per esporre concetti e sensazioni,
non solo in maniera comprensibile ma an-
che in modo piacevole ed originale, lo stes-
so avviene o dovrebbe avvenire in foto-
grafia, tramite l’utilizzo del linguaggio fo-
tografico.
Per fare un discorso mettiamo insieme del-
le parole seguendo una impostazione men-
tale ormai consolidata e spontanea (unia-
mo sillabe, usiamo regole grammaticali,
utilizziamo la sintassi, etc.). Questo do-
vrebbe avvenire anche per le nostre foto:
riusciremo a comunicare solo realizzando
una serie di immagini che formano il no- tiche su materiali ed attrez- care, il che vuol dire pro-
stro discorso, il messaggio che vogliamo zature, ma significa sapere qua- gettare, realizzare e magari
inviare. li sono tutti gli elementi caratterizzanti vendere un servizio fotografico sì valido
Le singole belle foto sono come le singole un’immagine e, soprattutto, saper sceglie- tecnicamente, ma anche giornalisticamen-
belle parole: non comunicano. re ed utilizzare questi strumenti per il rag- te, commercialmente e stilisticamente.
Se dico “libertà” oppure “amore” oppure giungimento di uno scopo, quello della co-
“fantasia”, pronuncio delle bellissime pa- municazione. Reportage come approfondimento
role, ma non comunico niente, nè concetti, visivo
nè tantomeno sensazioni. Cosa vogliono di- Essere professionista Conoscere l’editoria significa sapere cosa
re “Viva la libertà” oppure “Non deve esi- Un professionista è una persona in grado vogliono i giornali ed i loro lettori; signi-
stere libertà” (concetti assai diversi)? di fornire un risultato. Professionalità si- fica sapere cosa chiedono le riviste alla fo-
Per comunicare devo fare un discorso, de- gnifica progettualità, cioè capacità di scel- tografia. In nessun altro dei suoi settori la
vo costruire un discorso. Lo stesso dovrei ta preventiva di modi e mezzi adatti al rag- fotografia è così strettamente correlata con
fare con la fotografia: nella pratica cioè do- giungimento di un risultato. il mondo dell’editoria come nel reportage.
vrei riuscire a costruire una storia con le Per un fotogiornalista la tecnica è solo una In generale possiamo dire che senza un do-
immagini, l’insieme delle quali dovrebbe componente della professione, una com- cumento visivo un evento non può definirsi
raccontare esattamente ciò che voglio dire. ponente fondamentale, ma sicuramente se- tale.
Dunque ciò che più serve conoscere per condaria: è solo uno degli elementi del lin- E possiamo anche dire che la fotografia non
esprimere un valido contenuto in modo pia- guaggio fotografico. può competere con i mezzi e le tecnologie
cevole è il linguaggio, nella fattispecie il Nessuno chiede e chiederà mai ad Umber- a disposizione della televisione, la quale
linguaggio fotografico. to Eco o ad Indro Montanelli se scrivono i riesce a coprire tutti gli eventi con grande
Come già detto il linguaggio fotografico è loro libri con una vecchia macchina da scri- velocità e precisione, tanto che spesso ar-
l’insieme di strumenti, elementi, modi e vere o con un moderno computer. Così do- riva perfino a crearli.
mezzi di comunicazione tramite la foto- vrebbe accadere per i fotografi: le imma- Quindi la fotografia per colpa della (o gra-
grafia. gini non vengono fatte dalle macchine, ma zie alla) televisione deve essere approfon-
Questo vuol dire che conoscere il linguag- da chi vi sta dietro. L’importante per un fo- dimento.
gio fotografico non significa soltanto esse- togiornalista è tendere ad un risultato: quel- Tutte le fotografie degne di nota pubblica-
re al corrente di informazioni tecnico/pra- lo di raccontare per immagini, di comuni- te oggi possono essere considerate un ap-
La televisione è la grande nemica del fotogiornalismo, ma,
paradossalmente e proprio per questo, è anche il suo punto
di riferimento. Dalle smorfie dei politici agli ampi servizi su
grandi e piccoli eventi, dai nudi di attrici e showgirl alle “pa-
parazzate”, tutto diventa un modo per ampliare una notizia,
per scavare nell’evento, per approfondire, appunto, ciò che è
già stato stra-visto in televisione.

profondimento di quanto già passato in te- Il progetto zioni che voi dovrete realizzare e che noi
levisione: un approfondimento visivo o di Questi articoli quindi partiranno con alcu- cercheremo di pubblicare commentandole
contenuto. ne considerazioni a proposito del linguag- e criticandole, sempre in maniera costrut-
La televisione è la grande nemica del fo- gio fotografico. tiva, al fine di farvi crescere e migliorare.
togiornalismo, ma, paradossalmente e pro- Successivamente verranno impostati in mo- Farvi lavorare “a casa” significa calarvi nel-
prio per questo, è anche il suo punto di ri- do da affrontare nel dettaglio tre aspetti fon- la situazione tipica di chi deve dedicarsi
ferimento. Dalle smorfie dei politici agli damentali di questa professione: la prepa- professionalmente a questa attività: vi co-
ampi servizi su grandi e piccoli eventi, dai razione di un servizio fotografico (dunque stringerà cioè a cercare argomenti validi, a
nudi di attrici e showgirl alle “paparazza- come essere e tenersi informati, come re- trattarli fotograficamente, ad inviarli in tem-
te”, tutto diventa un modo per ampliare una perire un buon soggetto sui mass-media, pi brevi ad un giornale (questo) in piena
notizia, per scavare nell’evento, per ap- l’analisi dei giornali e delle riviste, l’ana- solitudine ed in assoluta autonomia.
profondire, appunto, ciò che è già stato stra- lisi di servizi pubblicati, etc.), la realizza- Scopo di questi articoli, sarebbe quello di
visto in televisione. zione di un servizio (dunque la costruzio- permettere ad ogni lettore interessato di
Questo è dimostrato anche dai lavori di fo- ne di una storia per immagini, il compor- muoversi e promuoversi professionalmen-
tografi contemporanei come Robert Frank, tamento del fotografo, i diversi tipi di re- te in quel campo del fotogiornalismo che
Tony Ray Jones, Martin Parr che hanno portage, il diritto all’immagine delle per- più gli interessa.
preferito abbandonare la documentazione sone fotografate, il ritratto, etc.) e infine la Qualche anno fa è stata allestita a Milano
di fatti di cronaca per passare all’analisi di commercializzazione di un servizio foto- una mostra fotografica il cui titolo, riferi-
fenomeni di costume, all’approfondimen- grafico (dunque la scelta delle foto, la pre- to agli autori, era “Testimoni e visionari”.
to, appunto, di situazioni e modi di vita quo- sentazione del servizio, le persone a cui ri- Questo deve essere il fotogiornalista: un te-
tidiani, quasi banali, ma emblematici di una volgersi per proporlo, i prezzi di foto e ser- stimone visionario. Si può essere testimo-
certa società in un determinato momento vizi, gli aspetti fiscali, etc.). ni di tante cose (di un paesaggio, di un fat-
storico. Tutto ciò verrà affiancato da esempi visivi to di cronaca, di un volto, di un elemento
Alla luce di tutto quanto detto e visto fi- e da pareri di addetti ai lavori o operatori della natura, di un modo di vivere e di tan-
nora c’è da dire che per essere un fotografo del settore, per cui vedrete immagini trat- to altro ancora) e si può essere visionari in
occorre prima di tutto avere voglia di co- te da libri o riviste e leggerete opinioni at- tanti modi diversi. L’importante è saper rac-
noscere e di sapere. Un fotogiornalista de- tinenti all’argomento trattato. contare per immagini,
ve leggere e informarsi (per essere un buon Inoltre abbiamo l’intenzione di farvi par- raccontare un argomento interessante, rac-
giornalista), deve vedere e guardare (per tecipare direttamente a questa iniziativa: contarlo in maniera comprensibile e pia-
essere un buon fotografo), deve saper par- periodicamente cercheremo di proporvi dei cevole, raccontarlo in modo personale.
lare (per essere un buon venditore). temi o delle piccole e divertenti esercita- Leonardo Brogioni
COMMMENTO ALL’ IMMAGINE

Il fotografo è stato capace di darci un


preciso spaccato di una società trami-
te l’analisi di un microcosmo. Questo
è fotogiornalismo.

In questo caso si tratta di un commento ad to necessario per questo lavoro, ed è sem- messaggio, ma è altrettanto necessario ren-
alcune immagini tratte dal libro “I bambi- pre necessario nel fotogiornalismo, pensa- derne possibile la ricezione: soprattutto uti-
ni di Bombay” di Dario Mitidieri. re a tutti gli elementi che occorrono per co- lizzando elementi del linguaggio che ci con-
Essere un fotoreporter significa essere gior- municare il messaggio da inviare. Un re- sentono di essere comprensibili, al tempo
nalista ed essere fotografo: questo libro ne portage in generale, e questo in particola- stesso originali e magari innovativi; ma an-
è un esempio; un lavoro giornalistico pre- re, è il frutto di una serie di scelte assolu- che trovando i canali giusti per far circola-
ventivo di inchiesta e informazione è sem- tamente non casuali (come in tal caso l’u- re il nostro lavoro e di conseguenza il no-
pre indispensabile per preparare il reporta- so della luce ambiente, l‘utilizzo del bian- stro messaggio. Il lavoro di Dario Mitidie-
ge e consentirne la realizzazione. Un re- co e nero, la decisione di vivere insieme ai ri, ad esempio, grazie alla sua comprensi-
portage non può essere basato sull’im- bambini fotografati, etc.) che permettono bilità ed originalità, ha ricevuto un premio
provvisazione: occorre sapere perché, chi, all’autore di comunicarci le sue sensazio- prestigioso che ha permesso al fotografo di
dove, come, quando si vuole, si deve e si ni ed emozioni, di informarci e quindi coin- avere la tranquillità economica per porta-
può fotografare. Solo una perfetta prepa- volgerci in riflessioni di carattere meno in- re a termine il suo progetto senza condi-
razione del servizio ne consente una rea- timo ma più sociali, di dare uniformità e zionamenti di alcun tipo.
lizzazione professionale. completezza al lavoro. Senza un documento visivo un evento non
Professionalità significa progettualità: è sta- Per comunicare è necessario emettere un può definirsi tale: questo lavoro preso nel
La fotografia di reportage ci fa riflettere perché
ci costringe a guardare un fatto significativo,
emblematico che magari abbiamo davanti agli
occhi tutti i giorni e che proprio per questo ci
sfugge: la fotografia ci sottrae all’abitudine ed
alla superficialità.

suo insieme è un documento che trasforma gnificativo, emblematico che magari ab-
in dolorosa indagine sociale fatti conside- biamo davanti agli occhi tutti i giorni e che
rati normali, e visto foto per foto trasfor- proprio per questo ci sfugge: la fotografia
ma ogni piccola azione quotidiana, ogni ci sottrae all’abitudine ed alla superficia-
banale gesto, ogni comune espressione in lità.
evento emblematico di una situazione dram- La fotografia, per colpa della (o grazie al-
matica. la) televisione, deve essere approfondi-
L’occhio del fotografo, soffermandosi sul- mento, visivo o di contenuto: con queste
la normalità, sull’indifferenza e sulla ras- immagini il fotografo ha voluto indagare
segnazione, ci ha mostrato una condizione nella società indiana mostrandoci una realtà
di vita assai preoccupante. Ma non solo: è forse conosciuta ma poco vista, sicuramente
anche stato capace di darci un preciso ed non vista così: scavando nel e dal suo in-
esatto spaccato di una società tramite l’a- terno ci ha offerto un punto di vista emo-
nalisi di un microcosmo. Questo è il foto- zionato, emozionante e inimitabile da qual- Le immagini sono tratte dal libro
giornalismo. siasi altro mass- media. “I bambini di Bombay”
La fotografia di reportage ci fa riflettere Un esempio lampante di un fotogiornalista di Dario Mitidieri.
perché ci costringe a guardare un fatto si- che è stato un testimone visionario. Editore Peliti Associati
SCUOLA DI REPORTAGE
ESERCITAZIONE
ESERCITAZIONE
Pensate, realizzate e spedite una serie di fotografie che raccontino la giornata tipo di un com-
ponente della vostra famiglia o del nucleo in cui vivete, utilizzando esclusivamente una mac-
china fotografica usa e getta senza flash.

Raccontare la giornata tipo: se. Il mestiere del fotogiornalista è anche quel- derne un’altra e iniziare tutto da capo, pur-
Si tratta di abituarsi a raccontare una storia lo di saper trovare soluzioni impensabili a chè siate corretti con voi stessi realizzando
per immagini, in questo caso di realizzare una soggetti apparentemente squallidi. l’esercizio con un solo apparecchio.
sorta di fotoromanzo in cui le immagini rie- A tal proposito è bene dire che il materiale
scano da sole a spiegare cosa succede quoti- Una sola macchina usa e che arriverà in redazione potrebbe essere frut-
dianamente al soggetto preso in considera- getta senza flash: to di miliardi di inganni e furberie assoluta-
zione. Utilizzare una macchina del genere equivale mente non controllabili da parte nostra (ad
Le stampe devono essere numerate in modo ad avere a disposizione un solo rullino e la esempio foto fatte con altri tipi di macchine,
da descrivere cronologicamente i momenti sola luce ambiente. Anche questo, vedrete, vi lavori messi insieme con immagini prese da
della giornata raccontata. Attenzione! Non costringerà a programmare il vostro lavoro. decine di rulli invece che solo da uno, foto
è necessario che gli scatti siano stati effettuati Ma non solo: farvi usare un semplice appa- realizzate da altri, e chi più ne ha più ne met-
secondo questo ordine cronologico: basta che recchio come questo serve per costringervi ta). Bene: sappiate che lo scopo di queste eser-
la sequenza delle stampe abbia un proprio fi- ad adattare i vostri scopi ai mezzi a vostra di- citazioni è quello di farvi migliorare nella co-
lo logico. sposizione. noscenza e nell’utilizzo della fotografia; ten-
Questa esercitazione infatti ha pure lo scopo Dovete essere voi a fare le foto, non sofisti- tare di ingannarci significa ingannare voi stes-
di abituarvi a progettare il lavoro, che signi- cate attrezzature: quella che deve lavorare è si, significa che il vostro scopo non è quello
fica anche programmare i tempi della sua rea- la vostra testa non il computer di costosissi- di crescere professionalmente ma semplice-
lizzazione. Ad esempio potete iniziare a fo- me macchine fotografiche. Spesso la tecno- mente e meschinamente quello di vedere pub-
tografare cosa succede la sera per poi conti- logia ci fa dimenticare l’essenza delle cose: blicato il vostro nome sulle pagine di una ri-
nuare con il pomeriggio di un’altra giornata la fotografia è luce che passa attraverso un vista.
e finire con la mattina di un giorno ancora di- foro e colpisce del materiale sensibile. Da qui Scegliete voi!
verso, numerando poi le stampe in maniera dovete partire per poi ampliare ed approfon- A tal proposito, e per concludere, un consi-
tale da restituire a chi guarda l’impressione dire, il percorso non può essere fatto al con- glio: quello di non considerare queste eser-
di una sequenza cronologica di fatti svoltisi trario. citazioni come dei compiti, ma come un vo-
nell’arco di una giornata. Per questo primo esercizio non ci interessa la stro lavoro, da svolgere al meglio, dando il
bellezza delle foto o la qualità delle stampe, massimo anche se il soggetto non è proprio
Un componente della vostra famiglia: quello che ci interessa è farvi raccontare qual- di vostro gradimento (cosa che capiterà spes-
Può essere chiunque, vostra madre, vostra cosa con le immagini (se ci riuscite in ma- so se deciderete di intraprendere questa pro-
moglie, vostro figlio, un vostro amico op- niera originale), partendo da una situazione fessione). Dovete imparare a considerare ogni
pure ... scatenate la vostra fantasia e la vostra molto semplice. Per cui potete far sviluppa- occasione per fare delle foto come un’occa-
creatività! re i rullini contenuti nelle macchine usa e get- sione da sfruttare per realizzare qualcosa di
Questa esercitazione serve anche per farvi ta anche da laboratori che vi riconsegnano veramente vostro, qualcosa del quale andare
aprire la mente alla ricerca di ipotesi origi- tutto in un’ora e inviarci delle stampe stan- fieri; lo si può fare anche con una semplice
nali per quello che a prima vista potrebbe es- dard 10x15. Addirittura potete fare più ten- macchinetta usa e getta.
sere un tema inutile, banale e senza interes- tativi: se il risultato ottenuto con la prima mac- Buon lavoro e soprattutto buon divertimen-
china non vi soddisfa o è fallito, potete pren- to.


Vi invio le seguenti fotografie per la rubrica SCUOLA DI REPORTAGE
Inviare a:
Progresso Fotografico
N...........stampe
SCUOLA DI
Le fotografie saranno restituite solo a coloro che ne fanno richiesta. REPORTAGE
Viale Piceno 14, 20129 Milano
❏ Desidero la restituzione delle fotografie ed allego L.10.000 in francobolli
❏ Non desidero la restituzione delle fotografie

Nome e Cognome .......................................................................................................................

via ................................................................................................................................................

CAP...............................Città.................................................................................PV..................

Pref. ........................... Telefono...............................................................................................


SCUOLA DI REPORTAGE

LE BASI DEL
LINGUAGGIO

Il mese scorso abbiamo visto che possia- za essere inserite in una frase, non riesco- Un primo passo
mo tranquillamente considerare la foto- no a trasmettere il messaggio voluto. Cominciamo gettando le fondamenta che
grafia, ed in particolare la fotografia di re- Molti sono in grado di realizzare singole vi consentiranno di costruire il vostro ser-
portage, come una forma di comunicazio- bellissime immagini, pochi riescono a co- vizio, parliamo cioè del linguaggio foto-
ne. struire quello che per convenzione chia- grafico. Soffermatevi allora sull’esempio
Abbiamo anche detto che solo realizzando meremo d’ora in poi servizio fotografico. che segue.
una serie di fotografie collegate tra loro riu- Ma è proprio questo il passaggio fonda- Siete in vacanza e volete, o dovete, comu-
sciremo a comunicare con precisione quel- mentale verso un uso della fotografia più nicare alla mamma, rimasta a casa trepi-
lo che vogliamo: occorre cioè costruire un consapevole, consono alle proprie esigen- dante, il vostro stato di salute. Per prima
discorso fatto di immagini. Tant’è vero che ze o addirittura professionale. Vedremo co- cosa pensate a cosa volete/dovete dirle: fa-
abbiamo paragonato le singole belle foto me arrivarci, esaminando insieme i passi te cioè una riflessione sincera sul vostro
alle singole belle parole che, da sole e sen- necessari. stato di salute e decidete se sia il caso o me-
che molti pensano, il fotogiornalismo è un
settore della fotografia in cui il momento
dello scatto è solo un istante all’interno di
tre fasi operative: la fase dell’invenzione
(in cui si trovano le idee), la fase della ri-
presa (in cui si dispongono ed esprimono
queste idee) e la fase della diffusione (in
cui si fanno conoscere e si vendono le idee
espresse fotograficamente). Riportando il
discorso su un piano più concreto, possia-
mo anche chiamarle: la fase di preparazio-
ne di un servizio fotografico, la fase della
realizzazione del servizio e la fase della
commercializzazione del servizio.
no di comunicarle la verità. sti modi e questi mezzi per esprimere quel- Ma attenzione, per poter riuscire a mette-
Successivamente scegliete le parole da usa- lo che vogliamo comunicare. re in atto l’intero processo comunicativo è
re, decidete come metterle insieme, com- Non è cioè sufficiente conoscere alcune no- necessario conoscere il linguaggio foto-
ponete mentalmente un discorso che abbia zioni, ma sono altrettanto necessarie delle grafico; altrimenti non riusciremmo nem-
un senso logico in italiano, aggiungendo scelte per poterle impiegare al fine del rag- meno ad immaginare un utilizzo della fo-
magari qualcosa di superfluo, ma simpati- giungimento di uno scopo comunicativo. tografia a scopi giornalistici, cioè ai fini
co. Per chiarire meglio il concetto ripensiamo della comunicazione.
Utilizzate poi il telefono per chiamarla e le al nostro esempio: se voi conoscete alcune Ripensate infatti al nostro esempio: senza
dite il classico e rassicurante: “Ciao mam- elementari nozioni di grammatica e di sin- la conoscenza della lingua italiana non sa-
ma, sto bene e mangio!” tassi siete in grado di compiere delle scel- remmo in grado di comunicare per telefo-
Questo è un semplice e banale esempio di te che vi permettono di costruire il discor- no. Non potremmo nemmeno immaginare
comunicazione: in sostanza cosa avete fat- so “Ciao mamma, sto bene e mangio!”. di chiamare la mamma, sarebbe inutile. Ad-
to? Dopo aver pensato al messaggio da in- Senza questa unione di grammatica, sin- dirittura non potremmo pensare nei modi
viare (cosa dire alla mamma), siete stati co- tassi e scelte (cioè senza linguaggio) avre- in cui siamo abituati a farlo. Insomma la
stretti a compiere una serie di operazioni ste emesso dei versi gutturali che proba- conoscenza di un linguaggio è fondamen-
mentali tese a trovare un codice di comu- bilmente vi avrebbero resi ridicoli e in- tale per pensare di instaurare un sistema
nicazione comprensibile ed utilizzabile sia quietanti, specialmente agli occhi di una comunicativo.
da lei che da voi (in questo caso la lingua madre trepidante. In fotografia il procedi-
parlata italiana) e ad usare un canale (il te- mento può e deve essere lo stesso: alcune Gli elementi della comunicazione
lefono) per trasmettere il messaggio. conoscenze insieme ad alcune decisioni vi E arriviamo dunque al linguaggio fotogra-
Posto che senza uno qualunque di questi renderanno capaci di comunicare con le im- fico, che altro non è se non l’unione tra co-
tre elementi (messaggio, codice e canale) magini; dunque possiamo definire lin- noscenza di elementi di comunicazione, co-
la comunicazione non potrebbe avere luo- guaggio fotografico come il codice di co- noscenze tecniche tipiche del mezzo foto-
go, concentriamoci sul secondo (il codice) municazione della fotografia. grafico e scelte che ne derivano. Vediamo-
e cerchiamo di uscire fuori dalla metafora E quali sono, nell’ambito del fotogiornali- le nel dettaglio.
per arrivare a parlare di una delle più dif- smo, queste conoscenze e queste nozioni Iniziamo considerando gli elementi che ci
fuse forme di comunicazione: il fotogior- necessarie per poter effettuare delle scelte permettono di mettere in atto la comuni-
nalismo. e dare luogo ad una comunicazione per im- cazione tramite la fotografia.
La conoscenza di un linguaggio è la con- magini? Vediamole con due schemi che ci Nella comunicazione coesistono elementi
dizione necessaria per ottenere una forma permettono anche di riassumere quanto det- di carattere personale, elementi oggettivi
di comunicazione: occorre cioè conoscere to finora e di inserire questo discorso nel- ed elementi di carattere generale.
l’insieme di modi e mezzi a nostra dispo- l’ambito del fotogiornalismo. Gli elementi della comunicazione di ca-
sizione e secondariamente saper usare que- Come già detto, e contrariamente a quello rattere personale sono semplicemente quel-
li che riguardano la personalità: e quindi la
vostra educazione, le vostre esperienze, il
vostro carattere, la vostra formazione pro-
fessionale, la vostra sensibilità, la vostra
cultura e di conseguenza il personale mo-
do di esprimervi e comunicare le opinioni.
Sono caratteristiche che riguardano soltanto
voi e non solo in qualità di fotografi, ma
soprattutto in quanto esseri umani: riguar-
dano la vostra persona, il vostro intimo e
su di essi quindi potete e dovete interveni-
re solo voi.
In generale gli elementi oggettivi della co-
municazione sono quelli esterni all’opera-
tore, ma da prendere in considerazione so-
prattutto tenendo presente il messaggio da
inviare.
In particolare voi, in quanto operatori del- Così come sarebbe stato divagante e terro- organizzazione, selezione, omogeneità e
l’immagine, dovrete tener conto del mo- ristico dire: “Ciao mamma, mi sono tuffa- consequenzialità delle cose da dire che dà
mento storico-politico-culturale che state to dagli scogli!” e basta. Avrebbe avuto un comunicazione.
vivendo (e in cui come fotografi dovrete malore prima di riuscire a chiedervi se sie- E nel fotogiornalismo deve essere lo stes-
inserirvi), dei mezzi economici e tecnici a te ancora interi! so: dopo avere trovato un tema (un sog-
vostra disposizione (in generale e nel vo- E non avrebbe avuto nemmeno senso dire: getto da affrontare, un servizio da realiz-
stro caso particolare), dei generi fotografi- “Ciao mamma, faccio la dieta e mangio!”, zare) è indispensabile fare chiarezza nella
ci a cui rivolgervi (lo still-life, il ritratto in così come altrettanto pazzesco sarebbe sta- mente. Prima di tutto capire che tipo di mes-
studio, il ritratto ambientato, la foto di mo- to dire “Mamma sto ciao mangio e bene”. saggio inviare. In secondo luogo decidere
da, il paesaggio, la foto di architettura). So- La poveretta sarebbe corsa sul posto a ve- come inviarlo.
no caratteristiche che bisogna conoscere, rificare il nostro stato di salute mentale! Prima di arrivare a scattare le vostre foto-
tenendo presente il soggetto da affrontare Per comunicare il nostro stato di salute al- grafie è essenziale dunque disporre idee,
fotograficamente. E anche questi sono ele- la mamma in modo tranquillizzante abbia- sensazioni, opinioni, emozioni che avete in
menti che riguardano solo voi e dai quali mo compiuto, prima di parlare, un proces- testa a proposito del tema che avete scelto,
non potrete prescindere nel momento in cui so mentale che ci ha permesso di mettere in modo da organizzarle (dar loro un ordi-
dovrete fare delle scelte. in ordine pensieri e parole, di individuare ne, predisporre un collegamento) per poi
Infine gli elementi della comunicazione di i concetti principali da esporre, di trovare poter essere concisi e selettivi nella loro
carattere generale, che sono quelli su cui un nesso logico tra loro e infine di metter- esposizione, evitando che idee marginali
intendiamo richiamare maggiormente la li in sequenza. Dopo abbiamo trovato le pa- prevalgano sulle principali.
vostra attenzione. Sono le caratteristiche role e ci siamo espressi verbalmente in ita- Occorre poi trovare un nesso logico tra un
essenziali della comunicazione, gli elementi liano. concetto e l’altro ed infine costruire una se-
che la rendono possibile. Cerchiamo di in- Il risultato, ottenuto grazie ad una preven- quenza e dare unità di stile ai contenuti.
dividuarli tornando al nostro esempio. tiva disposizione dei concetti da esporre, è Volete un esempio riferito alla fotografia
Tranquillizzare la mamma circa il vostro una semplice frase che però ha comunica- di un utilizzo concreto di questi elementi
stato di salute in vacanza era lo scopo da to efficacemente quello che doveva: un no- essenziali della comunicazione? Eccolo!
raggiungere e raggiunto mediante l’ormai stro messaggio tranquillizzante. L’esercitazione che abbiamo proposto nel-
celebre messaggio “Ciao mamma, sto be- Queste operazioni che abbiamo messo in lo scorso articolo, quella da eseguire con
ne e mangio”. Non sarebbe stato sufficiente atto mentalmente, spontaneamente e quin- la macchina usa e getta, voleva essere un
dire “Ciao mamma!” e basta. Quella po- di molto velocemente, sono un esempio di esempio pratico di quanto teorizzato fino-
vera donna sarebbe morta d’infarto se non utilizzo degli elementi essenziali della co- ra. Abbiamo intenzionalmente richiesto di
le avessimo dato altre informazioni! municazione. In sostanza: è l’insieme di raccontare una storia con le immagini e ab-
Le fotografie di questo
articolo sono tratte dal libro
Giant Super & Vicinity di
Maurizio Berlincioni

biamo volutamente imposto l’utilizzo di emettere suoni, come abbinare questi suo- in considerazione e noi preferiamo affron-
una, ed una sola, macchinetta senza flash ni a delle lettere, come usare suoni e lette- tare argomenti meno conosciuti, meno trat-
proprio per farvi utilizzare (anche se in- re per formare delle parole comprensibili, tati sulla stampa di settore, ma di fonda-
consapevolmente) gli elementi della co- come combinare queste parole per mezzo mentale importanza per una crescita pro-
municazione. della grammatica e della sintassi in modo fessionale.
Cosa avete dovuto fare infatti, prima di ar- da costruire un discorso chiaro. È necessa- Ci limitiamo dunque ad invitarvi a consi-
rivare a scattare, se non organizzare le vo- rio cioè conoscere tutti gli strumenti a no- derare la conoscenza di strumenti e mate-
stre idee, individuare i momenti emblema- stra disposizione per poter esprimere i con- riali come oggetto di aggiornamento irri-
tici da riprendere, trovare un nesso logico cetti che fino ad ora avevamo ordinato so- nunciabile, continuo e costante. Noi inve-
tra loro e infine pensare ad una sequenza? lo mentalmente. ce prendiamo in considerazione gli elementi
Lo avete fatto? Bene, avete usato i mezzi Allo stesso modo, per poter esporre foto- che caratterizzano un’immagine fotogra-
della comunicazione. Avete raggiunto un graficamente le vostre idee, dovete sapere fica.
risultato che vi soddisfa? Allora siete riu- quali sono gli strumenti dei quali potete ser- Con la loro disamina completerete la co-
sciti a comunicare con le immagini! virvi. Le conoscenze tecniche specifiche noscenza degli strumenti a vostra disposi-
Certo, probabilmente avete agito in ma- della fotografia saranno il vostro strumen- zione per poter compiere con sicurezza del-
niera inconsapevole, ma consideratelo co- to espressivo. le scelte consapevoli e soggettive al fine di
me un primo importante passo. Ne farete Attenzione: per conoscenze tecniche non comunicare con la fotografia.
altri, anche con il nostro aiuto. si deve intendere soltanto la conoscenza di Su questi aspetti intendiamo richiamare la
strumenti e materiali (macchine fotogra- vostra attenzione, inizialmente come spet-
Le conoscenze tecniche fiche, obiettivi, flash, accessori, pellicole, tatori poi come operatori, perché a propo-
Passiamo adesso a considerare la seconda metodologie di sviluppo e stampa, effetti sito di ognuno di essi dovrete poi prende-
componente del linguaggio fotografico: le speciali, e chi più ne ha più ne metta) ed il re delle decisioni ben precise in sintonia
conoscenze tecniche specifiche del mezzo loro corretto utilizzo. Queste informazioni con quanto pensato al momento della di-
fotografico. devono essere sapute, è indispensabile che sposizione delle idee.
Facciamo un piccolo sforzo per vincere la lo siano, ma in questa sede le diamo per Dovete imparare a porre sempre l’atten-
nausea e ripensiamo alla frase utilizzata per scontate: sia perché chi vuole affrontare la zione su ognuno di essi quando guardate
comunicare alla mamma il nostro stato di foto di reportage deve già conoscere le no- una foto. Fatelo fin da ora. Usate questa fo-
salute. Per poter esporre il nostro messag- zioni tecniche di base della fotografia, sia to di Maurizio Berlincioni (tratta dal libro
gio è indispensabile essere al corrente di perché mettersi a considerare nel dettaglio “Giant Super & Vicinity” del quale parle-
tutte quelle nozioni, convenzioni, usi, co- questi aspetti della fotografia significhe- remo più avanti) per applicare a tale spe-
stumi, regole e tradizioni proprie della co- rebbe dover scrivere un’enciclopedia che cifica immagine i suggerimenti generali che
munità in cui viviamo e specifiche della non appena terminata sarebbe già vecchia, daremo nell’elencare ed esaminare tutti gli
comunicazione verbale. Occorre cioè sa- sia perché nel fotogiornalismo costituisco- elementi che caratterizzano ogni immagi-
pere come utilizzare il nostro corpo per no solo uno dei tanti elementi da prendere ne fotografica.
3) I piani
Soffermatevi su profondità di campo e sfon-
do, in modo da notare il rapporto tra ciò
che sta in primo piano e ciò che sta dietro,
o il motivo che collega soggetto e sfondo.
4) L’inquadratura
Guardate se il fotografo ha inquadrato so-
lo un particolare del soggetto, oppure ha
utilizzato la figura intera, il piano ameri-
cano, il mezzo busto o il primissimo pia-
no; se la ripresa è ravvicinata, da media di-
stanza o da lontano; ma soprattutto impa-
rate a considerare l’importanza di tutto ciò
che l’autore ha incluso nell’inquadratura,
considerando che tutto quanto vi è conte-
nuto è voluto: guardate quindi i bordi del-
l’inquadratura e cercate di capire perché il
fotografo ha deciso di includere alcune par-
ti di realtà e di escluderne altre, cosa ha in-
cluso e cosa ha escluso.
5) Il punto di vista
Vedete se si tratta di una ripresa dall’alto,
dal basso o ad altezza d’uomo; quali sono
gli effetti compositivi così ottenuti; quali
sensazioni dà il punto di ripresa utilizzato;
perché si è ottenuto un certo effetto me-
diante l’uso di quel punto di vista.
6) I soggetti
Osservate se l’immagine è costruita su un
unico soggetto, o su due soggetti intera-
genti, oppure su numerosi soggetti con
uguale rilievo; cercate di capire se c’è e
qual è il soggetto principale e come visi-
vamente il fotografo è riuscito a farlo di-
ventare tale.
7) La simmetria o l’irregolarità
Esaminate la struttura dell’immagine, cioè
le linee visive che sono state utilizzate, la
posizione del o dei soggetti nell’inquadra-
tura, la posizione del fotografo al momen-
to dello scatto; anche in questo caso è es-
senziale cercare di capire perché si è uti-
lizzata una struttura simmetrica invece di
una irregolare o viceversa, quali sono cioè
le motivazioni espressive che hanno spin-
to il fotografo a prendere tali decisioni vi-
sive.
8) La dinamicità o la staticità
Notate se e come il fotografo è riuscito a
dare all’immagine un effetto di movimen-
to, o viceversa un senso di stabilità; vedrete
che queste caratteristiche non dipendono
Analizzare l’immagine La luce è la componente fondamentale del-
la fotografia: qualcuno è arrivato a dire che solo dal fatto di trovarsi in una situazione
E finalmente vediamoli questi elementi,
un fotografo è soprattutto un tecnico delle caotica o all’opposto in una condizione di
uno per uno.
luci (pensate al cinema, dove il direttore tranquillità e nemmeno dal fatto che il sog-
1) La luce
della fotografia è colui che decide e dispo- getto sia fermo oppure in movimento, ma
A seconda del tipo di ombre presenti nel-
ne le luci per creare una determinata at- dipendono anche dalla struttura della foto,
l’immagine, cercate di capire il tipo di lu-
mosfera). che può rendere visivamente dinamica an-
ce utilizzata dal fotografo: può essere più
2) La tonalità che una situazione in realtà statica.
o meno diffusa (ombre più o meno morbi-
de), più o meno dura (ombre più o meno Fate attenzione al contrasto della foto
nette); in base alla fonte di illuminazione (un’immagine può essere a toni duri o a to- Decisioni consapevoli
ni morbidi, cioè con una varietà più o me- Conoscere e soffermarsi su tutte queste
può essere luce ambiente, oppure luce ar-
no vasta di grigi), alla saturazione e alla componenti di una foto, una per una, si-
tificiale; a seconda della posizione della
morbidezza dei colori, al tipo di stampa uti- gnifica studiare una fotografia cioè analiz-
fonte di luce principale può essere di tre
lizzato. zare un’immagine per imparare prima, e
quarti, laterale, controluce.
applicare poi quanto appreso. un singolo gesto di una frazione di secon- damento continuo e quotidiano dei mass
È indispensabile farlo: guardare le foto al- do. Questa è la grande difficoltà ed il gran- media mette in atto, ci fanno dimenticare
trui, o anche le vostre, esaminando tutte le de fascino della fotografia: ridurre tutto ad quanto la fotografia ed il suo linguaggio
caratteristiche proprie di ogni fotografia, un attimo, condensare tutti questi bei di- siano giovani e quindi ancora tutti da im-
alla lunga vi porterà inevitabilmente a pen- scorsi in un “clic”, impiegare grandi ener- parare e da assimilare (hanno poco più di
sare ad esse anche al momento della rea- gie mentali e fisiche per fissare quello che 150 anni, nulla rispetto ai secoli di vita dei
lizzazione di un’immagine, cioè mentre sta- spesso neanche il nostro occhio riesce a co- linguaggi di altre forme di comunicazione
te scattando. Vi sarà capitato di farlo, for- gliere, far vedere e fermare l’invisibile. Ca- e che per questo usiamo con tanta sponta-
se inconsapevolmente, anche prima di leg- pite bene che per fare questo qualche sfor- neità e velocità).
gere queste righe. zo dovete metterlo in programma. Molti credono che sia sufficiente possede-
Operativamente infatti sarete sempre ob- In termini di linguaggio siete in grado di re delle attrezzature e premere un pulsan-
bligati a pensare a quegli elementi che vi compiere istintivamente e con grande ve- te per essere fotografi; può darsi, ma esse-
consentono di prendere con sicurezza al- locità operazioni tali che vi permettono, ad re fotografi professionisti è un’altra cosa.
cune decisioni preventive allo scatto e di esempio, di mettere insieme la frase “Ciao Esprimersi con la fotografia vuol dire al-
riuscire a metterne velocemente in atto al- mamma, sto bene e mangio!”; questo per- tro.
tre al momento dello stesso. ché ormai certi meccanismi sono stati as- Le considerazioni di questa serie di artico-
L’importante d’ora in poi è farlo con co- similati dalla mente se non addirittura dal li vogliono stimolarvi ed aiutarvi a fare le
gnizione di causa e con un fine: cioè con nostro patrimonio genetico. cose con più attenzione, con consapevo-
un progetto e per l’ottenimento di un ri- Ma in fotografia purtroppo la cosa non av- lezza, con meno superficialità.
sultato. viene così istintivamente e velocemente co- Attenzione: non sono regole, ma solo stru-
Sono queste le scelte consapevoli e sog- me con il linguaggio parlato. Costruire un menti ed elementi da tenere sempre in con-
gettive che riguardano la fase della ripre- lavoro fotografico, un servizio (che me- siderazione, a cui pensare sempre: prima,
sa, che sono fondamentali per arrivare al taforicamente potremmo paragonare ad un durante e dopo i momenti della ripresa. Si
momento dello scatto. Consapevoli grazie discorso) è molto meno facile e molto più tratta di nozioni da conoscere ai fini di un
all’attenzione che da adesso dovrete sem- faticoso. Implica attenzione ad alcuni aspet- loro meditato utilizzo, non di regole da se-
pre porre agli elementi tecnici e comuni- ti comunicativi e ad altri, tipici del mezzo guire con il paraocchi.
cativi sui quali abbiamo posto l’accento. fotografico, ai quali non siamo abituati a Così come si insegna la lingua parlata e
Soggettive perché applicherete questi stru- pensare e che talvolta ci sembra superfluo scritta ad un bambino associando lettere e
menti utilizzando la vostra personale fan- dover considerare. Implica un’attenzione parole ad una figura (A = ape) così abbia-
tasia, intelligenza, apertura mentale, argu- al linguaggio (fotografico) che non siamo mo fatto noi, associando delle immagini
zia, cultura, educazione, sensibilità. abituati ad avere. fotografiche ad un linguaggio.
Sono scelte che devono fondere disposi- Infatti la facilità di accesso ed utilizzo del- Adesso tocca a voi usarlo. Dalla prossima
zione ed espressione delle vostre idee, che le apparecchiature insieme alla facilità di volta vedremo insieme come.
devono unire il dito, l’occhio e la mente in fruizione delle immagini, che il bombar- Leonardo Brogioni
COMMENTO ALL’ IMMAGINE
Proprio perché fin dall’inizio di questo arti- opinione sul luogo dove si trovava, poi ha idee. È poi passato alla fase operativa, ed an-
colo abbiamo parlato dell’importanza del ser- cercato di capire quali elementi visivi erano che in questo caso ha preso delle decisioni.
vizio fotografico, anche stavolta abbiamo pre- la causa di questa opinione (o viceversa so- Alcune preventive al momento dello scatto:
so in considerazione più immagini apparte- no stati proprio alcuni di questi elementi a in base a quanto stabilito in precedenza ha,
nenti allo stesso lavoro, e precisamente le fo- portarlo a quella opinione), quindi è andato ad esempio, dovuto usare un mezzo tecnico
to di Maurizio Berlincioni scattate negli Sta- alla ricerca o si è soffermato su situazioni e maneggevole e veloce come una macchina
ti Uniti nella prima metà degli anni ’70 e di- persone emblematiche dell’opinione che or- fotografica di piccolo formato ed ha dovuto
ventate poi un libro intitolato “Giant Super mai aveva con chiarezza in mente. scegliere una pellicola (sempre quella forse)
& Vicinity”. Cerchiamo di guardarle in base Poi è passato a prendere delle decisioni ope- che gli consentisse di effettuare delle riprese
agli argomenti trattati. Nel loro complesso rative che riuscissero ad unire il suo stile ai a luce ambiente, sia in esterno che in inter-
sono immagini che vogliono descrivere l’at- suoi contenuti e ad uniformare tutto il lavo- no. Nel momento in cui è riuscito ad indivi-
mosfera di una nazione e lo fanno riuscendo ro. Ha scelto dunque di riprendere quei sog- duare delle situazioni o dei personaggi em-
anche ad esprimere l’opinione che di essa si getti che fossero in una situazione per loro blematici di quanto voleva esprimere, ha la-
è fatto l’autore. Come non vedere infatti l’i- normale, quotidiana, tipica del posto e del vorato su queste situazioni ed ha preso delle
ronia e l’umorismo che si cela dietro a que- momento, ma che proprio per questo ad uno decisioni relative proprio ai singoli istanti del-
ste immagini? Queste foto sono la critica sar- spettatore esterno poteva sembrare ridicola le riprese. Decisioni che gli hanno permesso
castica di una società vista quasi con compa- e/o inquietante. di trasformare un banale episodio di vita quo-
timento. Ha deciso di usare spesso il ritratto ambien- tidiana in un momento espressivo della sua
Non è importante adesso e in questa sede il tato e posato. opinione.
fatto di essere o meno d’accordo con lui; il Ha stabilito di usare sempre la luce ambien- Vediamo insieme quali sono state tali scelte
nostro compito è invece cercare di capire qual te. estraendo dall’intero lavoro una singola im-
è stato il probabile percorso mentale che il Ha scelto di ottenere un tipo di immagine con magine ed analizzandone gli elementi che la
fotografo ha fatto per riuscire a dirci con esat- toni abbastanza morbidi. caratterizzano e la rendono significativa (ve-
tezza quello che voleva. Ha optato per l’uso del bianco e nero. di il box con la foto).
Prima di tutto ha individuato qual era la sua In sostanza ha così chiarito e disposto le sue

1) La foto è stata scattata utilizzando la


luce ambiente che in questo caso era mol-
to diffusa.
2) L’immagine nel suo complesso è a to-
ni morbidi (tra il bianco della colonna
dietro lo sceriffo e il nero della sua cin-
tura ci sono molte tonalità di grigio).
3) La struttura dell’immagine è molto re-
golare, si avvicina molto ad essere sim-
metrica.
4) La sensazione che dà è di grande sta-
ticità.
E veniamo a quelli che in questo caso spe-
cifico, cioè relativamente a questa parti-
colare fotografia, sono gli elementi tec-
nici che determinano il valore espressivo
dell’immagine
5) I soggetti sono due ed entrambi im-
portanti: lo sceriffo bianco (il superiore)
ed il poliziotto di colore (il subordinato).
6) L’immagine è costruita su due piani,
quello anteriore dello sceriffo (il supe-
riore) e quello posteriore che fa da sfon-
do e dove è posizionato il poliziotto (il subordinato).
7) L’inquadratura è ravvicinata, lo sceriffo bianco è ripreso davanti (il superiore) utilizzando il piano americano, mentre il po-
liziotto di colore è dietro a figura intera (il subordinato).
8) Il punto di vista è ad altezza d’uomo, ma la cosa importante è che lo sceriffo bianco (il superiore) è stato inquadrato in mo-
do da essere più alto del poliziotto di colore dietro (il subordinato).

Tramite l’utilizzo dei mezzi del linguaggio ad un momento non ci ha solo informati, ma sone di colore impediscono a questi ultimi di
della comunicazione e di quelli tipici della ha anche dato un giudizio, ha preso posizio- arrivare a ruoli superiori a quelli occupati dai
fotografia il fotografo è riuscito a descrivere ne: è riuscito ad usare la fotografia in termi- bianchi. Tutto questo Berlincioni ce l’ha det-
due personaggi tipici della realtà quotidiana ni espressivi e non solo descrittivi: per lui gli to con la fotografia, usando il linguaggio fo-
americana rendendoli l’emblema di una so- Stati Uniti sono un paese in cui si sta realiz- tografico e, al di là dal fatto di esser o meno
cietà molto distante da noi, non solo in ter- zando un’integrazione tra razze diverse, ma d’accordo con lui, quello che conta è come
mini di spazio. In sostanza ha così espresso al tempo stesso tempo è un processo ancora l’ha comunicato.
le sue idee. Dando un significato simbolico lento e i pregiudizi nei confronti delle per- L. B.
SCUOLA DI REPORTAGE
ESERCITAZIONE 2
Pensate, realizzate e spedite una serie di fotografie che raccontino la giornata tipo di un componente della vostra famiglia o del nucleo
in cui vivete, utilizzando esclusivamente una macchina fotografica usa e getta.
Questo mese la fotocamera deve essere dotata di flash.

Raccontare la giornata tipo: re del fotogiornalista è anche quello di saper tro- macchina non vi soddisfa o è fallito, potete pren-
Si tratta di abituarsi a raccontare una storia per vare soluzioni impensabili a soggetti apparen- derne un’altra e iniziare tutto da capo, purché
immagini, anche in questo caso di realizzare una temente squallidi. siate corretti con voi stessi realizzando l’eser-
sorta di fotoromanzo in cui le immagini riesca- cizio con un solo apparecchio.
no da sole a spiegare cosa succede quotidiana- Una sola macchina usa e A tal proposito vogliamo ripetere quanto già
mente al soggetto preso in considerazione. getta dotata di flash: detto il mese scorso: il materiale che arriverà in
Le stampe devono essere numerate in modo da Utilizzare una macchina del genere equivale ad redazione potrebbe essere frutto di miliardi di
descrivere cronologicamente i momenti della avere a disposizione un solo rullino e di dover inganni e furberie assolutamente non control-
giornata raccontata. Attenzione! Non è neces- valutare la luce ambiente da abbinare alla luce labili da parte nostra (ad esempio foto fatte con
sario che gli scatti siano stati effettuati secondo flash. Anche questo, vedrete, vi costringerà a altri tipi di macchine, lavori messi insieme con
questo ordine cronologico: basta che la nume- programmare il vostro lavoro. immagini prese da decine di rulli invece che so-
razione delle stampe indichi la sequenza. Ma non solo: farvi usare un semplice apparec- lo da uno, foto realizzate da altri, e chi più ne
Questa esercitazione infatti ha pure lo scopo di chio come questo serve per costringervi ad adat- ha più ne metta).
abituarvi ad usare più consapevolmente il lin- tare i vostri scopi ai mezzi a vostra disposizio- Bene: sappiate che lo scopo di queste esercita-
guaggio fotografico, il che significa prima di ne. zioni è quello di farvi migliorare nella cono-
tutto chiarire e disporre le idee e poi esporle, Dovete essere voi a fare le foto, non sofisticate scenza e nell’utilizzo della fotografia; tentare di
programmando i tempi di realizzazione del la- attrezzature: quella che deve lavorare è la vo- ingannarci significa ingannare voi stessi, signi-
voro. stra testa non il computer di costosissime mac- fica che il vostro scopo non è quello di cresce-
Ad esempio potete iniziare a fotografare cosa chine fotografiche. Spesso la tecnologia ci fa re professionalmente ma semplicemente e me-
succede la sera e poi continuare con il pome- dimenticare l’essenza delle cose: la fotografia schinamente quello di vedere pubblicato il vo-
riggio di un’altra giornata, finendo con la mat- è luce che passa attraverso un foro e colpisce stro nome sulle pagine di una rivista. Scegliete
tina di un giorno ancora diverso; occorre poi nu- del materiale sensibile. Da qui dovete partire voi!
merare le stampe in maniera tale da restituire a per poi ampliare ed approfondire, il percorso Infine un consiglio: quello di non considerare
chi guarda l’impressione di una sequenza cro- non può essere fatto al contrario. queste esercitazioni come dei compiti, ma co-
nologica di fatti svoltisi nell’arco di una gior- Neppure per questo secondo esercizio ci inte- me un vostro lavoro, da svolgere al meglio, dan-
nata. ressa la bellezza delle foto o la qualità delle do il massimo anche se il soggetto non è pro-
stampe, quello che ci interessa è farvi raccon- prio di vostro gradimento (cosa che capiterà
Un componente della vostra famiglia: tare qualcosa con le immagini (se ci riuscite in spesso se deciderete di intraprendere questa pro-
Può essere chiunque, vostra madre, vostra mo- maniera originale), partendo da una situazione fessione).
glie, vostro figlio, un vostro amico oppure ... molto semplice e di farvelo fare stavolta con più Dovete imparare a considerare ogni occasione
scatenate la vostra fantasia e la vostra creati- consapevolezza dei mezzi utilizzati. Per cui po- per fare delle foto come un’occasione da sfrut-
vità! tete far sviluppare i rullini contenuti nelle mac- tare per realizzare qualcosa di veramente vo-
Questa esercitazione serve anche per farvi apri- chine usa e getta anche da laboratori che vi ri- stro, qualcosa del quale andare fieri; lo si può
re la mente alla ricerca di ipotesi originali per consegnano tutto in un’ora e inviarci delle stam- fare anche con una semplice macchinetta usa e
quello che a prima vista potrebbe essere un te- pe standard 10x15. Addirittura potete fare più getta.
ma inutile, banale e senza interesse. Il mestie- tentativi: se il risultato ottenuto con la prima Buon lavoro e soprattutto buon divertimento.


Vi invio le seguenti fotografie per la rubrica SCUOLA DI REPORTAGE
Inviare a:
Progresso Fotografico
N...........stampe
SCUOLA DI
Le fotografie saranno restituite solo a coloro che ne fanno richiesta. REPORTAGE
Viale Piceno 14, 20129 Milano
❏ Desidero la restituzione delle fotografie ed allego L.10.000 in francobolli
❏ Non desidero la restituzione delle fotografie

Nome e Cognome .......................................................................................................................

via ................................................................................................................................................

CAP...............................Città.................................................................................PV..................

Pref. ........................... Telefono...............................................................................................


REPORTAGE

LE ULTIME VERE
IMMAGINI DI GUERRA

Mai come in Vietnam il fotogiornalismo ci venti militari? vietnamiti (Vietcong) appoggiati dal Viet-
ha fatto vedere la guerra in maniera così Quali i motivi di questa sconfitta provoca- nam del Nord
brutale, intensa e drammatica, mostrando- ta dai media, ma soprattutto, quali le con- 1960
ne gli orrori, gli eccessi e l'inutilità. seguenze? Costituzione del Fronte Nazionale di Li-
Per questo le fotografie di quel conflitto so- Cerchiamo in questo articolo di dare una berazione del Vietnam del Sud, sostenuto
no state le ultime vere immagini di guerra risposta a tali domande in modo analitico, dal Vietnam del Nord, dalla Cina e dal-
realizzate e viste. perché la loro disamina ci consentirà di l'URSS
L'impatto mediatico della guerra del Viet- giungere a conclusioni che riguardano di- 1962
nam è stato enorme. Le cronache giornali- rettamente il fotogiornalismo contempora- Il presidente americano J.F. Kennedy au-
stiche, fotografiche e televisive di quel con- neo. menta l'impegno militare nel Vietnam
flitto (che ha avuto il suo culmine tra la fi- 1963
ne degli anni Sessanta e l'inizio degli anni Cronologia Guerra del Vietnam Colpo di stato nel Vietnam del Sud: Ngo
Settanta) sono state talmente efficaci ed im- (da I Percorsi della Storia DeAgostini) Dinh Diem è sostituito da una giunta mili-
pressionanti da avere delle precise conse- 1955 tare
guenze politiche. In seguito alla guerra di Indocina, viene 1964
La quasi totalità di giornalisti, studiosi ed abolita la monarchia del Vietnam del Sud Gli USA inviano in Vietnam un forte cor-
intellettuali attribuiscono alle immagini mo- e proclamata una repubblica presidenziale po di spedizione: iniziano i bombardamenti
strate dai cine-foto-operatori presenti sul con a capo Ngo Dinh Diem, che instaura aerei sul Vietnam del Nord
campo il merito o la colpa (a seconda dei una dittatura appoggiata dagli USA. Nel 1967
diversi orientamenti politici) della sconfit- Nord Ho Chi Minh ristabilisce la repub- Intensificazione dei bombardamenti aerei
ta statunitense in Vietnam. Addirittura al- blica democratica di ispirazione comuni- statunitensi. A Saigon viene eletto capo del-
cuni alti vertici militari hanno definito quel- sta, con capitale Hanoi lo Stato il generale Van Thieu
la degli USA in Vietnam "una sconfitta in 1957 1968
salotto". Inizio della lotta armata fra l'esercito re- Offensiva Vietcong e nordvietnamita del
Sarebbe oggi possibile una tale influenza golare del Vietnam del Sud, sostenuto da- Tet: sospensione dei bombardamenti aerei
dei mass media sulla politica e sugli inter- gli USA, e i guerriglieri filocomunisti sud- sul Vietnam del Nord e avvio a Parigi dei
Massacro di My Lai

negoziati di pace tassero il coraggio e l'ambizione, i foto- movimenti contrari alla guerra.
1970-1971 grafi che ripresero la guerra del Vietnam Oltre a facilitare il lavoro dei corrispon-
Gli USA cercano di far subentrare alle for- dal fronte americano e sudvietnamita re- denti civili, l'esercito americano inviò cen-
ze statunitensi l'esercito sudvietnamita. galarono alla storia pagine visive senza tinaia di fotografi militari in missione in
Ai colloqui di Parigi partecipa il Governo precedenti per completezza ed imparzia- tutto il Vietnam per fotografare la guerra
Rivoluzionario Provvisorio (GRP) sorto lità. (…) La guerra del Vietnam è stata un'e- “dall'interno”.”
nel Sud in opposizione a quello di Saigon sperienza nuova per il giornalismo foto- (Nick Mills: “La guerra del Vietnam: fo-
1973 grafico, perché per la prima volta i foto- tografi in prima linea”)
Firma a Parigi di un protocollo di pace che grafi hanno potuto lavorare in completa Queste le parole di Nick Mills, autore di
non pone fine alla guerra: intensificazione libertà, senza alcuna censura, incoraggiati un interessante libro edito da Hobby &
dei bombardamenti aerei a fotografare o scrivere reportage sul con- Work.
1974-1975 flitto e condotti ovunque volessero recar- Tra le righe del suo testo si possono indi-
Massiccia offensiva del GRP; crollo del- si. Per l'America è stata una guerra diversa viduare molti elementi utili ad una rifles-
l'esercito sudvietnamita, occupazione di da tutte le altre. Inizialmente gli Stati Uni- sione.
Saigon (ribattezzata Città Ho Chi Minh) e ti non ebbero un ruolo attivo nel conflitto 1- Una documentazione fotografica dal-
definitiva liberazione del Paese e dovettero sforzarsi di giustificare la lo- l'interno ha permesso di avere immagini
1976 ro presenza nella regione, enfatizzando significative sia dal punto di vista infor-
Proclamazione della Repubblica Sociali- l'apprezzabile ruolo della loro missione. mativo, che da quello emotivo, che da quel-
sta del Vietnam con capitale Hanoi L'America voleva che la storia del Vietnam lo visivo.
venisse raccontata ed invitò i giornalisti 2- La libertà di movimento dei numerosi
Una vittoria dei media, perché informassero l'opinione pubblica. corrispondenti (700 inviati nel solo 1968!)
una sconfitta militare In seguito questa politica improntata alla ha permesso una documentazione completa
“La guerra in Vietnam non è stata soltan- sincerità si rivelò un'arma a doppio taglio e di elevato livello qualitativo.
to la guerra più lunga mai combattuta da- e gli aspetti più sordidi della guerra sa- 3- Tale libertà e quindi tale documenta-
gli Stati Uniti, ma anche la più fotografa- rebbero apparsi sulle prime pagine dei gior- zione è stata possibile per tre motivi:
ta. Un vero e proprio esercito di foto e ci- nali, sulle copertine delle riviste ed in te- a) la volontà politica di chi inizialmente ha
ne operatori provenienti da ogni parte del levisione. A quel punto però sarebbe stato dato questa possibilità per fini propagan-
mondo puntò il suo obiettivo sul Vietnam, ormai troppo tardi per la censura. Ad al- distici (in principio si voleva e si doveva
producendo milioni di immagini che scon- cuni corrispondenti invisi ai comandanti giustificare la presenza e l'attività bellica
volsero la coscienza del popolo america- militari fu proibito di recarsi in Vietnam, in Vietnam).
no. Senza restrizioni da parte della censu- ma era chiaro che restrizioni più estese non b) le caratteristiche militari e strategiche
ra e liberi di avventurarsi ovunque li por- avrebbero che accresciuto il fervore dei di una guerra essenzialmente di terra e sen-
za un fronte ben definito (senza possibilità grafi in prima linea" - Hobby & Work Ita- vediamoli schematicamente:
di controllo, ma soprattutto con effetti ben liana Editrice) 1- le tecnologie informatiche applicate agli
visibili e documentabili non solo sull'eser- armamenti trasformano la guerra, che non
cito nemico, ma anche sulle popolazioni Per la prima (ed ultima) volta i fotografi si si combatte più sulla terra ma nei cieli e
civili e sui soldati americani). trovarono in una situazione tale che li spin- nelle sale operative;
c) il clima politico di un'epoca in cui stava se a documentare liberamente un conflitto, 2- si consolidano i nuovi scenari politici ed
crescendo la critica alle istituzioni (che ne- e questo fece sì che la loro documentazio- economici internazionali sorti dopo la scom-
gli USA avevano perso credibilità soprat- ne si trasformasse naturalmente e sponta- parsa della suddivisione in blocchi;
tutto dopo gli attentati a J.F. Kennedy e neamente in denuncia: quei fotografi, for- 3- le nuove tecnologie satellitari permetto-
M.L. King) e che stava spingendo molti se inconsapevoli della risonanza che le lo- no una comunicazione in tempo reale su
mass media a schierarsi per l'informazio- ro immagini avrebbero avuto nel mondo, tutto il pianeta (dando vita a stazioni tele-
ne invece che con la propaganda: tutte le denunciarono in maniera completa e libe- visive come la Cnn, che permettono
fotografie realizzate in Vietnam sarebbero ra gli orrori e l'inutilità di una guerra, su- un'informazione immediata);
state quasi inutilizzabili se accanto ad una scitando la protesta e l'indignazione del- 4- nasce la "media diplomacy" o "marke-
massiccia produzione di immagini non ci l'opinione pubblica. ting politico" che vede i media come ca-
fosse stata un altrettanto massiccia volontà Tutto ciò era chiaramente intollerabile per nali di comunicazione politica che per-
di diffusione delle immagini stesse. chi la guerra e le guerre aveva ed avrebbe mettono una manipolazione del pubblico
Ecco dunque che migliaia di immagini pro- ancora messo in atto. tramite l'inondazione di notizie distraenti
venienti dal Vietnam irruppero in tutte le E per questo quella del Vietnam è stata for- o secondarie;
famiglie fino allora felici ed incrinarono il se anche l'ultima volta che molti fotografi 5- La strategia di news management ap-
rassicurante "american way of life". La te- hanno potuto lavorare insieme e a diretto plicata sui media americani viene assimi-
levisione, i giornali e le riviste informaro- contatto con soldati impegnati in azioni mi- lata di riflesso su quelli mondiali;
no e scossero i fino ad allora tranquilli cit- litari. 6- il controllo del flusso di notizie avviene
tadini, arrivando ad alimentare senza trop- tramite i cosiddetti "imbuti informativi"
pi ostacoli l'indignazione, la contestazione Conseguenze: le guerre invisibili (l'80% dell'informazione è controllata da 4
e l'opposizione alla guerra. del dopo Vietnam grandi agenzie di stampa occidentali che
Gli iniziali intenti propagandistici di strut- Troppo importante la propaganda, troppo decidono quali e quante notizie dare e co-
ture politiche e militari vennero meno di importante il sostegno dei media perché le me darle);
fronte alla visione quotidiana della dram- istituzioni politiche e militari potessero ri- 7- la storia in diretta diventa l'autorappre-
maticità del conflitto. petere un errore simile a quello commesso sentazione dei media tanto da far dire a M.
Per la prima (ed ultima) volta la guerra ven- in Vietnam. McLuhan che "nel villaggio tribale su sca-
ne mostrata e quello che si vide fu orrore, la planetaria, in assenza di contenuto è il
inutilità, eccesso, brutalità e dolore per tut- Scrive Mirko Nozzi in un interessante ar- contenitore stesso (la tv) che può farsi con-
ti. ticolo: "(…) Se la guerra del Vietnam era tenuto"
Alcune immagini rimasero impresse più di stata persa per il mancato controllo del- Sono tutti elementi che fanno sì che la guer-
altre nella popolazione, fino a diventare l’impatto politico dell’informazione che ra diventi assolutamente invisibile, o me-
delle vere e proprie icone antimilitariste. aveva ostacolato l’autonomia d’azione dei glio, totalmente gestibile e manipolabile a
Chi poteva dimenticare la bambina nuda militari, la guerra del Golfo viene prepa- livello informativo (e visivo) da parte di
che corre disperata per strada in cerca di rata dal news management governativo, chi la crea.
aiuto dopo essere stata colpita dal napalm che spiega perché la guerra è giusta e qua- Per farlo si usano i due tradizionali stru-
o il generale della polizia sudvietnamita li sono i suoi obiettivi. In questo senso quel- menti a disposizione delle istituzioni per
che spara al cervello di un prigioniero am- la del Golfo è stata la prima guerra tele- evitare le influenze e le interferenze di stam-
manettato o le terribili immagini del mas- visiva, perché ha sfruttato pienamente le pa ed opinione pubblica:
sacro di My Lai scattate dal fotografo mi- possibilità del mezzo televisivo di essere * la censura (attuata tramite i divieti di ac-
litare Ronald Haeberle? sul campo, confezionare e vendere la guer- cesso alle zone calde)
Chi stava dentro la guerra non poteva far ra, a differenza del Vietnam, quando poli- * la produzione di un grande quantitativo
altro che mostrarne gli aspetti più sordidi, tici e militari non capirono come il nuovo di notizie alternative a ciò che succede nei
e questi vennero fuori da tutte le immagi- media avrebbe potuto controllare il mes- luoghi di guerra veri e propri.
ni, comprese quelle dei fotografi-soldati saggio e distruggere un nemico apparte- È così che qualche studioso ha parlato di
che lavoravano per le varie pubblicazioni nente al terzo mondo (e perciò senza vo- "manipolazione tramite l'inondazione": la
militari, come Stars And Stripes o Leather- ce). Da allora la leadership politica sem- guerra appare, ma in che modo?
neck. bra avere appreso la lezione, per cui non I comandi militari organizzano conferenze
ci sarebbe stata mai più una guerra per la stampa o dichiarazioni quotidiane durante
"Nella maggior parte dei casi questi ulti- quale i soldati americani venissero biasi- le quali si sprecano cifre, statistiche e dati
mi operavano esattamente come i fotogra- mati, mai più una vittoria sul campo e una difficilmente confutabili.
fi civili, recandosi liberamente su tutti i sconfitta in salotto (la tesi politica sottin- Le immagini della guerra aerea sono riprese
campi di battaglia, scattando foto ed in- tesa è questa: le nostre truppe non hanno da fonti militari e generalmente si riferi-
viandole in tutta fretta alle redazioni dei mai perso una battaglia, se non per colpa scono a uomini e mezzi in partenza o di ri-
periodici. Stars And Stripes era talmente del Congresso e della televisione)." torno dalla missione.
simile ad un giornale civile che un colon- (Mirko Nozzi: "Informazione e guerra: la Si mostrano le immagini computerizzate
nello americano lo soprannominò "Hanoi televisione nella guerra del Vietnam e del delle traiettorie dei missili sparati per esi-
Herald" e lo tacciò di tradimento in seguito Golfo Persico”) bire la precisione delle bombe intelligenti.
alla pubblicazione di un articolo conside- Le reti televisive aggiungono immagini fis-
rato troppo obiettivo". Alcuni elementi permettono una perfetta se dei propri corrispondenti (quasi delle
(Nick Mills: "La guerra del Vietnam: foto- gestione della guerra a livello mediatico, icone funebri a mostrare la precarietà del-
la loro situazione), carte geografiche, filmati
di repertorio di armamenti e magari il com-
mento dell’esperto.
Lo spettatore viene immerso in un finto sce-
nario di guerra, che così risulta spettacolare
ed asettica.

"L’esibizione mediatica delle bombe intel-


ligenti fa sì che queste siano allo stesso tem-
po immagine, guerra, notizia, spettacolo e
pubblicità per il Pentagono; esse fanno pas-
sare il messaggio del trionfo della nuova tec-
nologia, il mito della guerra asettica e pro-
fessionalizzata, nell’assenza di immagini
cruente e di vittime visibili. Cumings usa per
ciò il termine ironico di "Pentavision".
(Mirko Nozzi: "Informazione e guerra: la te-
levisione nella guerra del Vietnam e del Golfo
Persico")

La strategia sembra funzionare


La prima guerra invisibile è quella delle Falk-
lands-Malvine (appena 29 fotografi accre-
ditati che subiscono una doppia censura: sul
campo ed all'arrivo delle notizie in Europa).
La seconda è quella del Golfo (solo 192 gior-
nalisti "selezionati" possono recarsi al fron-
te; tutti statunitensi, tranne qualche britan-
nico, e tutti sottoposti a restrizioni quasi in-
tollerabili per chi vorrebbe fare informazio-
ne: divieto di movimento senza scorta mili-
tare, divieto di riprendere morti e feriti, di-
vieto di fornire informazioni su armamenti
ed equipaggiamenti, divieto di dare notizie
su spostamenti e consistenza dell'esercito al-
leato, divieto di descrivere le operazioni mi-
litari, divieto di fornire cifre sulle perdite, "(…) Un classico esempio della libertà di cui go-
divieto di intervistare i militari senza per- devano anche i fotografi d'azione militari è costi-
messo, e prima di tutto obbligo di registra- tuito dalle fotografie sul massacro di My Lai, scat-
zione presso il Joint Information Bureau di tate dal sergente dell'esercito Ronald Haeberle. Pro-
Dhahran dove, con la firma di un apposito babilmente queste foto non avrebbero mai visto la
documento, ci si impegna al rispetto delle luce del giorno se Haeberle le avesse consegnate
suddette e di altre condizioni). tutte nelle mani dei suoi superiori. Invece diede lo-
La terza guerra invisibile è quella in Koso- ro soltanto i rullini in bianco e nero e si tenne quel-
vo (foto sì, ma solo delle migliaia di profu- li a colori, che furono in seguito sviluppati e pub-
ghi, che servono a giustificare l'intervento: blicati. Fu così che il fotografo militare Ronald Hae-
vedi Progresso Fotografico luglio/agosto ‘99) berle divenne noto per aver fotografato i momenti
La quarta è il conflitto Israelo-Palestinese più ingloriosi ed infamanti dell'America durante la
(dove la fotografia è stata quasi totalmente guerra in Vietnam."
soppiantata dalle immagini delle televisio- Nick Mills: "La guerra del Vietnam: fotografi in pri-
ni, che arrivano a vendere alcuni fotogram- ma linea" - Hobby & Work Italiana Editrice.
mi di sequenze significative a giornali e ri-
viste).
Un percorso che ha allontanato gradualmente
e quasi totalmente i fotogiornalisti dalla pos- "Il 30 settembre 2000, a Nezarim (nella ti diventino l'equivalente di ciò che fu, per
sibilità di documentare un conflitto. striscia di Gaza) il piccolo Mohamed El i recenti massacri in Algeria, la “pietà di
Un percorso iniziato dopo ed a causa del- Dura veniva ucciso da una pallottola pre- Algeri” (così battezzata erroneamente -
l'ottima informazione fatta durante la guer- sumibilmente sparata da una postazione trattandosi di una musulmana - dai gran-
ra in Vietnam. israeliana. Dodici giorni dopo, il 12 otto- di media, e fotografata con tutto il suo sgo-
bre, due riservisti dell'esercito “di difesa” mento, da Hocine, corrispondente dell'a-
Conclusioni israeliano venivano linciati da un gruppo genzia France-Presse). Il grido della don-
Proprio prendendo spunto dalla copertura di palestinesi, all'interno e di fronte al com- na algerina era una fotografia, l'assassi-
mediatica del conflitto arabo-israeliano Ed- missariato di Ramallah. È molto probabi- nio del ragazzino invece è stato ripreso in
gar Roskis ha scritto su "Le Monde Diplo- le che le immagini dell'uccisione del do- video da un cameraman di France 2, e
matique": dicenne e la morte tragica dei due solda- quello dei soldati israeliani da una équi-
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New York, 2000 in prima linea - Hobby & Work Italiana Edi-
sioni derivanti da un'esperienza vissuta in
Chomsky Noam, Herman Edward S., La fab- trice
prima persona.
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Questa è solo una breve selezione, con par-
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1993, ed. originale War and Television, Lon- Ortoleva, P. e Ottaviano, C. (a cura di), Guer-
e fotografico dell'evento, ma se volete po-
don - New York, 1992 ra e mass media. Strumenti e modi della co-
tete passare delle ore navigando tra ricordi,
Dayan, D. e Katz, E., Le grandi cerimonie dei municazione in contesto bellico, Napoli, 1994
storia e drammi ancora vivi nella memoria
media. La Storia in diretta, Bologna, 1993, ed. Ramonet Ignacio, La tirannia della comuni-
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media e guerra
http://www.stevencurtis.com/vietnam/main.h
tm
Sito del fotografo Steven Curtis con i ricor-
di personali del Vietnam
http://www.sni.net/%7Enulevich/nu.html
Sito del fotografo Neal Ulevich con foto e
testimonianze della guerra
http://www.cronologia.it/storia/a1961d.htm
Cronologia e ricostruzione storica della guer-
ra in Vietnam
http://www.lbjlib.utexas.edu/shwv/image-
La tessera stampa usata in Vietnam dal fotografo americano Neal Ulevich top.html
Vietnam War Internet Project
pe televisiva italiana per conto di Rete- televisioni ripropongono in continuo le lo- http://www.geocities.com/Athens/Fo-
quattro (gruppo Mediaset). La differenza ro sequenze esclusive. Si tratterebbe, in- rum/9061/USA/Vietnam/vietnam.html
non è da poco. Essa sottolinea la fine del somma, di sostituire, con la ripetizione e Vietnam historical archives
regno dei “signori della guerra”, secondo la lunghezza, la forza di un'immagine fis-
l'espressione usata da Michel Guerrin per sa cui viene correntemente attribuito que- siderato "pericoloso" in quanto chi lo pro-
definire i fotografi più aggressivi che, in sto potere." duce e chi lo fruisce deve approfondire sia
passato, e soprattutto a partire dal 1967 (Edgar Roskis: Effetto immagine; Le Mon- contenuti che immagini, deve guardare e
(data dell'apertura dell'agenzia Gamma), de Diplomatique, dicembre 2000) non sfogliare, fermare l'occhio e non pas-
hanno saputo costruire volta per volta i sare lo sguardo, e soprattutto riflettere fi-
simboli più impressionanti dei conflitti geo- Anche Edgar Roskis (giornalista e profes- no ad arrivare molto probabilmente a ca-
politici e dei progressi dell'umanità, l'es- sore associato al dipartimento d'informa- pire.
senza dei diversi fatti, delle scoperte tec- zione e comunicazione dell'università Pa- Ma voi ricordate qualche fotografia della
niche e scientifiche, dei fenomeni di società. ris-X Nanterre) ribadisce quanto da noi con- guerra delle Falklands?
(…) Indiscutibilmente, ciò che rimane in tinuamente sostenuto in questi articoli: l'ap- Qualcuna della guerra del Golfo? Qualcu-
quello che, a torto o a ragione, si usa chia- profondimento cui è costretto chi produce na della guerra in Kosovo (e che quindi non
mare “l'inconscio collettivo”, sono le im- e chi consuma la fotografia di reportage riguardi i profughi)?
magini fisse (…). In un conflitto così deli- trova difficoltà ad inserirsi nel nostro si- Sappiamo bene che ci sono tanti ottimi fo-
cato com'è quello fra palestinesi e israe- stema informativo e mediatico; sistema che tografi che avrebbero potuto scattare im-
liani, l'assenza di fotografie e di immagini ha nella velocità (di produzione e di frui- magini sensazionali durante questi conflit-
fisse nel “momento decisivo” non è privo zione) uno dei principali strumenti di pro- ti, ma sappiamo anche che qualcuno ha la-
di conseguenze, cosa che i protagonisti dei paganda (nel momento in cui costringe lo vorato affinché essi non potessero scattar-
due campi sanno benissimo. Ma questa as- spettatore ad una informazione superficia- le, con il risultato di lasciare senza imma-
senza tragica dell'istantaneo induce una le e quindi facilmente controllabile, in- gini la nostra memoria e la nostra storia.
presenza altra: quella della televisione. Per fluenzabile e manipolabile). Leonardo Brogioni
ovviare alla mancanza di simboli fissi, le Oggi il fotogiornalismo sembra essere con- progresso@leobrogioni.it
FOTOGIORNALISMO

LETIZIA BATTAGLIA

Far affermare la libertà, la giustizia, la ve- egoismo. Ma c’è chi non ha dubbi su quan- Sopra: Palermo, 5 maggio 1982. Donna che
rità non è mai stato facile. Siamo circon- to sia importante affermare la giustizia e si assiste al funerale di Pio La Torre, parla-
dati da dolore e brutalità ed una delle cau- ritrova a vivere nella continua lotta. mentare, segretario regionale del partito co-
se di questo è sicuramente l’indifferenza Letizia Battaglia è una donna che ha sapu- munista e autore di un progetto di legge per
della gente, e ancora peggio l’omertà. to mettere in gioco anche la propria vita, la confisca dei beni di provenienza mafiosa,
Poter affermare la propria esigenza di giu- usando come arma la macchina fotografi- assassinato insieme all’autista, Rosario di
stizia e di libertà nell’ambito di una convi- ca e ci ha mostrato il volto della mafia, a Salvo.
venza civile dovrebbe essere un diritto na- cominciare dalla città di Palermo; l’impe-
turale, un comportamento spontaneo, ma gno sociale l’ha portata a diventare asses-
spesso la paura di stare di fronte alle situa- sore all’ambiente nella giunta di Leoluca
zioni spinge la gente a ritrarsi nel proprio Orlando in una città tanto difficile.
Palermo, 1982. Vicino alla Chiesa di Santa Chiara.
Palermo, 1978. Per dar da mangiare ai figli, ha persino rubato rame dalle centrali elettriche.
Palermo, 1997. Di notte il neonato piangeva, ma la madre, troppo stanca, non si era alzata. Il giorno dopo aveva trovato il bimbo in-
sanguinato: un topo gli aveva rosicchiato un dito della mano sinistra.
La sua grande forza interiore, la sua resi- Renate Sieberg (Le donne, la mafia), at- Sopra: Palermo, 1977.
stenza alle difficoltà le hanno permesso di tuale insegnante di sociologia all’univer-
lasciare un segno profondo nella storia del- sità della Calabria. Renate Sieberg, par-
la Sicilia. La sua è una lotta affrontata non tendo dall’esempio di Letizia, esplora il
con l’odio, ma con la compassione; le sue ruolo delle donne in rapporto alla mafia.
immagini mettono in risalto non la violen- L’avvocato Roberto Scarpinato, magistra-
za della situazione, bensì il contrasto tra gli to della procura di Palermo, parla del ca-
ambienti familiari e quotidiani in cui i rea- poluogo siciliano, di Letizia e della vita di
ti di mafia si manifestano e il gesto di vio- fronte alla morte. La giornalista Simona
lenza. Mafai, della rivista Mezzocielo, giornale di
Le sue foto non sono scatti isolati, la sua politica, ambiente e cultura pensato e rea-
ricerca segue un percorso dettato dalla sua lizzato da donne, accompagna le foto del-
sensibilità e trasforma le immagini in una l’autrice con un saggio sul lavoro svolto in-
storia che assume gli aspetti della vicenda sieme.
personale. Sono tracce incancellabili che Le immagini mostrano una Sicilia con e
spingono alla riflessione. senza la mafia, la vita quotidiana dei sici-
Melissa Harris, senior editor di Aperture, liani e gli effetti degli attacchi mafiosi. So-
le ha dedicato un volume monografico rac- no immagini di gioia e di dolore.
contandoci la sua storia e Federico Motta “…la libertà non ha prezzo … ho sempre
ha curato l’edizione italiana. ritenuto di avere diritto alla mia libertà. Ho
I testi di presentazione sono della stessa passato tutti gli anni della mia vita con que-
Melissa, a cui si aggiungono interventi del sta convinzione”. Sono parole di Letizia
sindaco di Palermo Orlando, di Alexander Battaglia; non ci possono essere dubbi sul-
Stille, noto scrittore che con il suo Excel- la sua determinazione.
lent Cadavers traccia una cronaca della sfi-
da di Letizia alla mafia, e della scrittrice Rosanna Checchi
A Letizia Battaglia è stata re-
centemente dedicata una mo-
stra presso la Galleria Bianca
dei Cantieri Culturali alla Zi-
sa, Palermo. La mostra, dal ti-
tolo “Letizia Battaglia. Pas-
sione, giustizia, liberta. Foto-
grafie della Sicilia”, a cura di
Paolo Falcone e Melissa Har-
ris, è stata organizzata dalla
Fondazione Aperture di New
York e da Frontiere Arte e Lin-
guaggi Contemporanei per il
Festival di Palermo. Le imma-
gini pubblicate in questo arti-
colo sono tratte dal catalogo
edito dalla Fondazione Aper-
ture e pubblicato in italiano da
Federico Motta Editore.

Trapani, 1989. Domenica di Pasqua.

Il catalogo realizzato da Fedrico Motta Editore è in-


titolato “Letizia Battaglia. Passione, giustizia, liber-
ta. Fotografie dalla Sicilia”, e contiene testi di Alexan-
der Stille, Renate Siebert, Roberto Scarpinato, Leo-
luca Orlando, Simona Mafai, Melissa Harris, Angela
Casiglia Battaglia.
In copertina è riportato il ritratto (a destra) di Rosa-
ria Schifani, vedova di Vito Schifani, uno degli agen-
ti di scorta assassinati con il giudice Giovanni Fal-
cone nel 1992, Palermo 1993.
SCUOLA DI REPORTAGE

LIBERTÀ E
FOTOGIORNALISMO
Servizi di scarso interesse, di bassa qualità e di poca soddisfazione economica:
è tutta colpa dei giornalisti o la causa è altrove?

Foto M. Cazzani.

Un recente articolo apparso sulla rivista potere per dire chi scatta foto di chi, come Perché decine di persone sono disposte a
Nikon Pro ed intitolato “Criticati ingiusta- sono trattate le immagini e cosa va pub- farsi riprendere dalle telecamere ed a vol-
mente?” ha sollevato il problema della li- blicato, dove”. te si fiondano davanti a queste, pronte a sa-
bertà dei fotogiornalisti, ossia di tutti quei È anche vero che questo effetto è stato de- lutare chi li guarda, per poi tornare velo-
condizionamenti che rendono il lavoro di terminato (cito la medesima fonte) da “cam- cemente a casa e dichiarare trionfanti di
questi ultimi privo della libertà necessaria biamenti nella tecnica” e da “cambiamen- “essere stati in televisione”, mentre inve-
ad esercitare il diritto di cronaca e a testi- ti verificatisi nell’opinione pubblica sulle ce le stesse possono avere reazioni anche
moniare un evento. dibattute questioni dell’invasione della pri- violente di fronte ad un fotoreporter che li
La questione è delicata e penso che meriti vacy”. riprende?
degli approfondimenti. Ma la spiegazione della mancanza di libertà Perché nell’articolo di Nikon Pro si dice
È vero innanzitutto che il problema esiste dei fotogiornalisti sta davvero soltanto in (giustamente) che “Fotografi leggendari
ed è molto sentito dai fotografi. Nell’arti- queste due cause? quali Capa, Weegee e Cartier-Bresson
colo sopra citato si legge: “negli ultimi tem- È proprio il pubblico che odia i fotorepor- avrebbero trovato impossibile fare il loro
pi, i professionisti hanno dovuto abituarsi ter (considerati, spesso e volentieri, inva- lavoro col genere di limitazioni imposte ai
a lavorare con ingerenze esterne senza pre- denti e pronti a manipolare le immagini con professionisti odierni” e si arriva ad ag-
cedenti. I redattori, gli editori, le celebrità le nuove tecniche digitali) o c’è qualche in- giungere che “Queste classiche foto-verità
ed i loro agenti pubblicitari, i comitati di teresse che tende a demonizzare la figura semplicemente non esisterebbero”?
controllo, gli avvocati, tutti chiedono più del fotografo? Ancora una volta, come spesso detto e ri-
petuto in questa serie di articoli, le rispo- Soluzioni? pignan) vivono (cioè mangiano) grazie ad
ste a questi interrogativi vanno cercati nel- Sempre Nikon Pro scrive “La battaglia per incarichi che le riviste assegnano loro su
la mutata funzione dei mass media nella i fotogiornalisti consiste nel respingere la argomenti marginali o poco interessanti ed
società contemporanea. loro stessa delusione per il clima di inva- investono i loro pur miseri guadagni su pro-
All’epoca di Capa, di Weegee, di Cartier- denza, nel lavorare per ristabilire la fidu- getti assai più importanti che riescono a
Bresson i media non avevano né la fun- cia che quello che una buona fotografia portare avanti solo grazie al loro impegno
zione, né il potere di influenzare l’opinio- riesce a fare è molto speciale; il modo mi- ed al loro interesse personale.
ne pubblica, di fare propaganda, di essere gliore per fare delle buone foto è lasciare Questo è l’unico modo per uscirne dunque?
veicoli pubblicitari. Come invece sta av- che i professionisti facciano il loro lavoro L’unica soluzione al problema sta nelle ca-
venendo oggi. senza disturbarli.” pacità e nelle possibilità dei fotogiornali-
Attualmente la funzione dei mass media Ed a tal proposito riporta, come esempio sti di realizzare lavori che siano approfon-
non è soltanto economica (cioè interessa- illuminato ed illuminante di come ci si do- dimenti di argomenti importanti e/o scot-
ta alle copie vendute e alla quantità di in- vrebbe comportare con i fotogiornalisti, la tanti, poco trattati dai mass media?
serzioni pubblicitarie raccolte) ma è anche dichiarazione di Wolfgang Behnken, art di- Lavori come quelli di Paolo Pellegrin, re-
sociale e politica. I mass media - e di con- rector dell’ottima rivista tedesca Stern, il centemente presentati ad un incontro sul
seguenza (nel caso della fotografia) l’edi- quale dice: “Il mio lavoro (come art direc- fotogiornalismo organizzato da Progresso
tore con le sue testate - hanno un ruolo trop- tor) consiste nel garantire che il concetto Fotografico, fanno pensare questo: repor-
po importante socialmente, economica- visivo di un incarico sia chiaro fin dall’i- tage che trattano temi di grande attualità,
mente e politicamente per poter permettersi nizio, ma non è il mio lavoro dire ai foto- interessanti per il pubblico, poco trattati dai
di lasciare ampia libertà di manovra e quin- grafi come fare le fotografie…” grandi mezzi di comunicazione, affrontati
di di espressione ad un fotogiornalista. Purtroppo il discorso non è così semplice fotograficamente con un linguaggio nuo-
Il vero problema dunque sta proprio nella e la soluzione non è così facile: la fiducia vo e stimolante che mette in primo piano
volontà e nell’esigenza dei media di tra- nelle buone foto non serve a molto di fron- le atmosfere di un luogo attraverso imma-
sformare il fotogiornalista in un professio- te al potere, all’influenza e allo scopo dei gini metaforiche e/o simboliche, possono
nista che deve essere al servizio di un edi- media. stimolare il pubblico a richiedere temi e fo-
tore (sottostando alle sue esigenze ed al suo E quelle di Behnken sono bellissime paro- tografie più interessanti di quelli presenti
potere): e questo implica per forza una per- le, ma che restano tali di fronte all’eviden- oggi sulle pagine delle riviste; temi e foto-
dita di quella libertà che originariamente il za dei fatti: compito di un art director (o di grafie che esistono, che sono fatti o po-
fotografo aveva. un photo editor) non è solo quello di dare trebbero essere fatti da professionisti ca-
L’editore ha bisogno di fotografi che siano indicazioni ai fotografi ma anche quello di paci e sensibili attualmente utilizzati al mi-
utili, non di fotografi che siano bravi né scegliere i professionisti che possono es- nimo delle loro potenzialità.
tanto meno liberi e sensibili. Per i media la sere utili alla testata. Questa, più che una soluzione, è un augu-
potenziale libertà di un fotogiornalista di- Il problema del controllo dei fotografi è co- rio che ci possiamo fare, dato che con le at-
venta un problema e quindi va controllata. sì presto risolto: si scelgono coloro che pos- tuali direttive editoriali sembra essere un’u-
Ma oltre alla funzione dei media c’è anche sono essere manipolabili o il cui stile è in topia.
un altro aspetto da considerare: quello dei sintonia con il messaggio che la rivista de-
loro contenuti. Come già scritto nell’arti- ve inviare ai propri lettori. Fatto. Conclusioni?
colo “Paparazzi, scoop e cronaca rosa” sem- Intendiamoci: non voglio colpevolizzare i Inutile quindi dare tutta la colpa della sfi-
bra che l’interesse dei media oggi sia quel- photo editor, ma semplicemente dire che ducia nei confronti dei fotogiornalisti ai
lo di offrire un prodotto distraente, legge- anch’essi sono sovente costretti a seguire mutati atteggiamenti del pubblico o ai mu-
ro e superficiale. direttive che vengono dall’alto e sono spes- tamenti nella tecnica. Questi ultimi sono
Tutto il contrario del fotogiornalismo. so utilizzati al di sotto delle loro possibi- solo alcuni dei motivi che determinano il
La maggior parte delle trasmissioni televi- lità, delle loro conoscenze, della loro cul- problema.
sive e radiofoniche, nonché la stragrande tura e della loro voglia di diffondere belle Il vero nocciolo della questione sta nella
maggioranza delle riviste, trattano argo- immagini (come capita ad esempio agli ot- mutata importanza dei mass media (e quin-
menti marginali o si occupano di temi in- timi professionisti che abbiamo anche in di delle riviste) nella, creazione di consen-
teressanti in maniera superficiale. Prova ne Italia). so e interesse verso un’idea politica, un pro-
sono gli atteggiamenti dei vari conduttori Probabilmente la rivista Stern può per- dotto di consumo o uno stile di vita. Un in-
dei talk show televisivi tesi soprattutto a far mettersi di lasciare grande libertà di azio- teresse che è troppo importante per essere
sì che un argomento (seppur interessante) ne ai fotografi (anche se personalmente nu- lasciato nelle mani di persone che potreb-
rimanga a livelli di discussione superficia- tro i miei dubbi), ma il suo resta un caso bero lavorare liberamente.
le senza arrivare al nocciolo della questio- particolare. Un interesse che ha bisogno di controllo,
ne: meglio non far pensare troppo, meglio La realtà professionale è fatta di fotogior- sulle parole e sulle immagini.
allungare il programma con chiacchiere nalisti che lavorano e campano realizzan- È∏ chiaro che la digitalizzazione delle im-
leggere. do, loro malgrado, servizi di scarso inte- magini (con la possibilità di una loro ma-
In questo desolante panorama l’immagine resse, di bassa qualità e di poca soddisfa- nipolazione) e gli eccessi di alcuni papa-
passa in secondo piano (basti pensare alla zione economica. razzi non contribuiscono a creare fiducia
scarsa qualità delle riprese televisive), l’im- Grandi fotografi hanno realizzato grandis- nei confronti del fotogiornalista, ma è al-
magine fotografica (che potrebbe costrin- simi lavori (come ho scritto nello scorso trettanto vero che i media strumentalizza-
gere a soffermarsi, che pericolosamente ap- articolo riferito al Festival Internazionale no al massimo questi punti deboli della fo-
profondisce fino addirittura a far pensare) di Fotogiornalismo) che probabilmente non tografia per creare altrettanti capri espia-
all’ultimo. abbiamo mai visto, né vedremo mai pub- tori.
La fotografia di per sé non è un media, ma blicati su nessuna rivista; gli stessi grandi
un loro strumento, e per questo deve subi- fotografi (ed alcuni lo hanno apertamente
re il loro potere e le loro direttive. dichiarato alle conferenze stampa di Per- Leonardo Brogioni
SCUOLA DI REPORTAGE

PAPARAZZI,
CRONACA ROSA,
GOSSIP E SCOOP

Pagine tratte dal settimanale Chi del 21-27 maggio 1999.

"(...) Una società sguaiata, che esprime la naggi e i loro nomi facevano la disperazio- Queste le parole che nel 1967 Ennio Flaia-
sue fredda voglia di vivere più esibendosi ne di Flaubert, che ci mise due anni a tro- no scrisse sulla rivista L'Espresso riferen-
che godendo realmente la vita, merita foto- vare il nome di Madame Bovary, Emma. Per dosi al periodo compreso tra il 1958 e il 1959,
grafi petulanti. Via Veneto è invasa da que- questo fotografo non sappiamo che inven- quando con Federico Fellini stava scriven-
sti fotografi. Nel nostro film ce ne sarà uno, tare: finché, aprendo a caso quell'aureo li- do la sceneggiatura del film "La dolce vita".
compagno indivisibile del protagonista. Fel- bretto di George Gessing che si intitola Sul- Il nome di Paparazzo, un fotografo inter-
lini ha ben chiaro in testa il personaggio, ne le rive dello Jonio troviamo un nome pre- pretato sullo schermo dall'attore Walter San-
conosce il modello: un reporter d'agenzia stigioso: Paparazzo. Il fotografo si chiamerà tesso, ha identificato ed identifica, per an-
(...)". Paparazzo. Non saprà mai di portare l'ono- tonomasia, una specifica categoria di pro-
"(...) Ora dovremmo mettere a questo foto- rato nome di un albergatore delle Calabrie, fessionisti, quella di coloro che sono a cac-
grafo un nome esemplare, perché il nome del quale Gessing parla con riconoscenza e cia di immagini private, intime, se possibi-
giusto aiuta e indica che il personaggio vi- con ammirazione. Ma i nomi hanno un lo- le sconvenienti e scandalose, di personaggi
vrà. Queste affinità semantiche tra i perso- ro destino...". più o meno noti.
Pagine tratte dal settimanale Eva Tremi-
la del 21-26 maggio 1999.

Furono i fotoreporter ad ispirare Fellini e l'opportunità di vedersi pubblicato su qual- ta secondi una foto di 15 mega, cioè a ecce-
Flaiano; questi ultimi a loro volta inventa- che giornale, magari accanto a qualche no- zionale resa qualitativa. Se non hai tutto que-
rono la Dolce Vita ed entrambi crearono tizia sul suo ultimo film. Insomma il tutto sto, se campi con il colpo rubato una tan-
quell'interesse per la cronaca rosa che tutto- fruttava della pubblicità gratuita per il per- tum, sei fuori dal giro che conta, fuori dalla
ra è vivo e vegeto. Il 1958 infatti è l'anno in sonaggio in sé e per la sua attività profes- concorrenza internazionale delle grandi agen-
cui le notizie scandalistiche cessano di es- sionale ed una buona gratificazione econo- zie. Quest’estate (1997, nda), un’estate ec-
sere relegate nelle pagine dello spettacolo mica per il fotoreporter. cezionale dal nostro punto di vista, fattura-
delle riviste ed entrano per la prima volta a Questo ci collega immediatamente a quan- to miliardario, quando abbiamo realizzato
far parte della cronaca vera e propria. Suc- to avviene oggi nel mondo dell'editoria ro- lo scoop di Carolina di Monaco in Giamai-
cede il 18 Agosto 1958 quando, innovativa- sa. ca, in chiesa nel giorno dell’anniversario del-
mente, il quotidiano Il Giorno inserisce in La situazione per certi aspetti è simile a quel- la morte di Stefano Casiraghi, o quello del
prima pagina un pezzo che descrive l'ag- la degli anni della Dolce Vita, ma contem- primo bacio con Ernst di Hannover, se non
gressione ad un fotografo (Tazio Secchia- poraneamente presenta degli elementi di no- avevamo la tecnologia adatta eravamo frit-
roli), da parte dell'ex re Faruk d'Egitto e del- vità. ti. Se aspetti di portare i rullini delle foto a
l'attore Anthony Franciosa. stampare, e poi al giornale, la concorrenza
Con quell'episodio e con quella scelta edi- L'interesse del pubblico ti ha già mangiato”.
toriale iniziava il boom della foto scandali- Gli aspetti di similitudine con gli anni della Parente è anche autore, nel 1980, insieme
stica. Dolce Vita riguardano il naturale ed ance- ad Adriano Bartoloni, della famosissima fo-
Il fenomeno fu di sicuro favorito dalla pre- strale interesse del pubblico per notizie ed to del Papa in costume da bagno nella pi-
senza a Roma del mondo cinematografico argomenti riguardanti la vita privata dei vip. scina di Castelgandolfo; a tal proposito rac-
americano: la gente di Hollywood si spinse È stata proprio tale curiosità che ha genera- conta nello stesso articolo: “C’è la soffiata:
fino a Cinecittà non solo per la disponibilità to questo genere fotografico, che ha fatto na- sembra che stiano costruendo una piscina.
delle attrezzature e per la professionalità dei scere questo settore editoriale e spingendo Affittiamo un elicottero e dall’alto vediamo
tecnici ma, soprattutto, per i bassi costi di involontariamente gli operatori dell'editoria solo le gettate di cemento. Facciamo una
produzione e per le allettanti esenzioni fi- verso investimenti, rischi ed eccessi impen- piantina dettagliata: alberi, cespugli, tutto.
scali del governo americano nei confronti di sabili, talvolta incontrollabili ed incontrol- Dopo un anno la piscina è pronta. E noi pu-
coloro che avessero preso la residenza nel lati, alla ricerca di immagini sempre più sen- re. Entriamo dentro e ci restiamo 15 giorni,
paese estero in cui lavoravano. sazionali. con una ragazza che ci butta i viveri da so-
E dunque Roma, e Via Veneto in particola- A tal proposito, da un articolo di Raffaella pra il muro di cinta. Ci piazziamo a 20 me-
re, con i suoi locali raffinati e la sua atmo- Carretta, pubblicato su Panorama del 5 set- tri. Nascondiamo su una quercia una Nikon
sfera internazionale, accolse in quei primi tembre 1997 ed intitolato Così vivono (e la- F2 collegata a una telecamera, attraverso cui
anni tutti quei produttori e quegli artisti che vorano) i paparazzi, cito le dichiarazioni di teniamo d’occhio il raggio d’azione della
scelsero di fare cinema in Italia. Per essi, via un professionista del settore, Parente (che macchina. Dopo dieci giorni sdraiati tra i ce-
Veneto divenne un salotto dove organizza- nell'articolo si autodefinisce "uno che ce l'ha spugli arriva il Papa, si piazza nella posi-
re incontri e trovare buone occasioni di la- fatta, ma lavorando 18 ore al giorno"), il qua- zione giusta, noi scattiamo, ma la Nikon non
voro. Per i fotografi divenne una manna cui le dice: “La foto paradossalmente è l’ultima parte. Un macello. E così per altri due ten-
attingere per rubare foto di personaggi fino cosa, quel che conta è invece l’organizza- tativi. Al quarto riusciamo. Lì ci siamo sen-
a pochi mesi prima irraggiungibili. zione: i contatti con gli informatori, ragaz- titi eroi”.
Fin da allora si stabilì immediatamente una ze di facili costumi, camerieri, autisti, guar- Queste dichiarazioni sono un esempio di ciò
sorta di complicità tra tutti i protagonisti: gli darobiere, sparsi dappertutto e che devi pa- che significa fare il paparazzo: informatori,
alterchi, le liti e le piccole risse dettero al fo- gare. Conta l’attrezzatura, 150 milioni di ro- investimenti, progettazione di un piano d'a-
tografo di turno la possibilità di avere del ba, tra teleobiettivi, computer, telefoni sa- zione, intuito giornalistico, coraggio, pa-
materiale esclusivo ed al personaggio noto tellitari che ti permettono di spedire in tren- zienza, rischio. Il tutto ai massimi livelli, il
curiosità pruriginosa o invidia. Una voglia
(quasi) fisica di entrare in contatto con quel
mondo, di sapere in che modo e per quali
strade si può sperare di accedervi, di farne
parte." È il caso dell'immedesimazione!
Quarto: vi è inoltre la spontanea ricerca del-
l'uomo di momenti rilassanti ed evasivi, la
cronaca rosa è fatta anche per questo. Non
solo nel senso di consentire uno svago dal-
lo stress o dal tran tran quotidiano. Ma an-
che perché l'interesse per il divo, per l'esse-
re umano mitizzato, è sempre esistito ed è
sempre servito alle persone comuni "per da-
re una ragione, certo non razionale, alla pro-
pria esistenza, agli eventi nei quali si trova
coinvolto, alle gioie e alle pene alle quali è
esposto. Lo ha fatto nell'antichità per spie-
gare fenomeni per i quali non riusciva a tro-
vare una giustificazione razionale e per da-
re un senso trascendentale al suo essere. Nel-
l'antichità il mito ha avuto questa funzione.
Ma esso non è scomparso con il razionali-
smo della modernità: si è adattato e trasfe-
rito a cose, fenomeni, persone, situazioni del
mondo della vita quotidiana. Si è, per così
dire, fatto mondano per dare ancora una pos-
sibilità di fuga all'aspirazione e alla fantasia
dell'uomo" (Paolo Mancini: La principessa
nel paese dei mass media).

Interessi editoriali
Gli elementi di novità rispetto all'epoca del-
la Dolce Vita, presenti oggi nel settore del-
la cronaca rosa, riguardano soprattutto l'im-
portanza che ogni personaggio, più o meno
famoso, dà alla propria immagine e la con-
seguente commercializzazione dell'imma-
gine stessa. Ciò ha fatto sì che gli aspetti eco-
nomici legati alle fotografie dei vip abbia-
no assunto grande rilevanza, determinando
una inevitabile ed inarrestabile complicità
non soltanto tra fotografi e fotografati, ma
anche e soprattutto tra questi ultimi ed il
mondo dell'editoria ai suoi livelli più alti.
Pagine tratte dal settimanale Chi del 21-27 maggio 1999. Questo in parole povere significa che se è
vero che la vicina di casa vuole sapere tutti
i particolari sulla vita privata di personaggi
noti, è anche vero che è l'editoria a creare a
tutto perché, come già detto, gli operatori re della vicina di casa? Allo stesso modo si tavolino il personaggio o ad attirare atten-
dell'editoria hanno investito moltissimo in parla del personaggio famoso: lo si conosce zione ed interesse su di esso, pubblicando-
un settore che il pubblico ha dimostrato di tutti, è un argomento di conversazione. ne foto e notizie. Ottenendo così il duplice
gradire e di volere. Secondo: vi è comunque un qualcosa di più risultato di pubblicizzarne l'immagine e di
in questo interessamento. Molti lo spiegano vendere il giornale.
Ma perché la gente ama il gossip? con l'inconscio tentativo di rendere il vip più Nel libro La principessa nel paese dei mass
Numerosi sono stati gli studi e le analisi che vicino a noi, simile alla gente comune. Sa- media Paolo Mancini scrive: "(…) il mec-
possono aiutare a trovare risposte alla do- pere cosa succede della sua vita privata lo canismo dell'industria culturale (…) crea e
manda. Sociologi di fama internazionale rende meno perfetto, più umano e meno ete- ricrea questi miti ai fini della propria esi-
(Morin e Barthes su tutti) hanno scritto pre- reo: è uno di noi, gli accadono cose che suc- stenza, del proprio sostentamento. Gli ar-
ziosissimi saggi. Si possono individuare di- cedono anche a noi. chetipi della storia umana - l'amore, la bel-
verse motivazioni a questo istinto. Terzo: proseguendo nel ragionamento Gior- lezza, la giovinezza - diventano, nell'epoca
Primo: c'è la naturale e, come dicevo prima, gio Triani in un articolo intitolato Tra vip e dell'industria culturale, strumenti per pro-
ancestrale volontà dell'essere umano (uomo jet trionfa il ceto medio, pubblicato sul quo- durre profitto, per vendere prodotti".
e donna, diciamolo!) ad "interessarsi" delle tidiano l'Unità il 5/5/1995, scrive: "(…) la Che siano libri, film, dischi, trasmissioni te-
vicende private delle persone che conosce. privacy della gente di successo interessa qua- levisive, gadget, idee politiche, modelli di
Non importa se tali persone sono note al lar- si a tutti. Entrare in essa, familiarizzare con comportamento, stili di vita, essi ruotano tut-
go pubblico o meno: chi tra noi non ha mai gli splendori e le miserie di chi vive sulla ti intorno ad uno o più personaggi ed alla
parlato del flirt dell'amico o del nuovo amo- scena televisiva esprime qualcosa di più che loro immagine. E l'immagine è data dalla
presenza del personaggio sui mass media. le che sono le loro vere problematiche. La colpa degli eccessi di questo settore del-
Logico dunque che alcuni vip si accordino In aiuto a questa logica viene anche il mo- la fotografia non è dei fotografi, come trop-
con fotografi, direttori di riviste o addirittu- dello della televisione, con le sue metodo- po spesso si è cercato di far credere: è l'edi-
ra editori per dare loro la possibilità di ri- logie che privilegiano l'immagine sul con- toria ad approfittare di una delle tante ri-
prendere immagini che li riguardino, che ri- tenuto, la quantità sulla qualità, l'emozione chieste del pubblico, stimolandola, colti-
sultino appetibili al grande pubblico e che facile sulla riflessione, la superficialità sul- vandola e poi sfruttandola per i propri sco-
diano loro l'opportunità di far parlare di sé, l'approfondimento. pi.
di farsi pubblicità. La foto scandalistica (con i suoi autori: i pa- È noto infatti (come scrive Adriano Zanac-
Anche gli episodi di intolleranza da parte parazzi) costituisce il limite estremo del fo- chi nella prefazione del libro "La faccia na-
dei vip nei confronti dei paparazzi si sono togiornalismo, è quasi un caso particolare, scosta dei media" di Bianchi e Bourgeois)
quasi estinti. Se ci sono derivano non più è quella forma di comunicazione attraverso che "l'influenza dei media diventa diretta
dall'insofferenza ma da esigenze di gestio- l'immagine fotografica che più si avvicina (…) quando viene meno la funzione delle
ne dell'immagine. Infatti prima di tutto l'im- alla televisione, e lo dico in senso assoluta- agenzie di socializzazione e si indebolisco-
portanza di una apparizione pubblica di una mente negativo. no le tendenze partecipative, quando il for-
persona famosa è determinata anche dalle Come possiamo dedurre dalle dichiarazio- te consumo televisivo finisce per risultare la
sue assenze dal pubblico, che diventano tan- ni di Parente, sopra riportate, e dalle imma- sola fonte di informazione, di conoscenza e
to importanti quanto le presenze; un perso- gini che illustrano questo articolo: in questo di divertimento - soprattutto per i minori - e
naggio, più che la sua privacy, ha tutto l'in- settore niente importa della qualità estetica quando i mass media vengono controllati da
teresse a tutelare e controllare la sua pre- o tecnica della fotografia, a nulla serve rac- pochi o pochissimi soggetti".
senza/assenza dai media, a costo di reagire contare una storia per immagini, inutili so- E questo sembra proprio essere il caso in cui
violentemente; in secondo luogo, spesso si no tutti i discorsi su uniformità del servizio, viviamo: di conseguenza, in una situazione
devono rispettare accordi di esclusiva con- stile e linguaggio fotografico. L'importante come questa, moltissime sono le persone che
cessi agli operatori dei media più fidati o uti- è fare, avere e vendere la foto. Il tutto nel inconsciamente sono succubi dei media, po-
li, che la presenza di infiltrati rischia di va- più breve tempo possibile. chissime invece sono quelle consciamente
nificare, e dunque provoca la reazione. Ma questo avviene perché pubblico ed edi- ricettive nei confronti degli organi di infor-
Ma a volte viene da pensare che gli interes- tori hanno creato un meccanismo perverso mazione.
si dell'editoria non riguardino solo i vip, la di domanda e offerta che fa sì che i fotogra- Non è cosa da poco, perché questo signifi-
loro promozione ed il conseguente giro eco- fi preferiscano passare un'estate vagando per ca che oggi i media possono decidere cosa
nomico che vi sta dietro. Abbiamo detto che località alla moda alla ricerca del vip da im- dare in pasto al pubblico. E quello che of-
sicuramente il pubblico gradisce il gossip, mortalare piuttosto che andare in Algeria o frono è "una produzione-diffusione inqui-
ma siamo sicuri che la quantità di stampa in Kosovo a documentare una guerra. Per- nata da meccanismi di manipolazione del
scandalistica presente nelle edicole rispec- ché? Ma semplicemente perché le foto rea- consenso, sia con finalità politiche, sia con
chi le reali richieste del pubblico? Non c'è lizzate ai vip più o meno svestiti vengono propositi di ordine commerciale" (Adriano
piuttosto un'imposizione di un certo tipo di pagate centinaia di milioni mentre quelle fat- Zanacchi, cit.).
lettura, volutamente evasiva e distraente? te in Algeria o in Kosovo non arrivano alla I paparazzi, ultima ruota del carro, ma pron-
Abbiamo visto nell'articolo del mese scor- decina. Come già detto più volte, i fotogra- ti a saltarci sopra, hanno semplicemente scel-
so quanto e come i media siano usati a sco- fi sono dei mercenari dell'immagine che van- to di usufruire dei benefici economici di que-
pi propagandistici: la propaganda la si fa an- no dove più si guadagna: perché rischiare la sta situazione.
che offrendo prodotti di basso livello quali- pelle per poche lire quando invece posso fa- Leonardo Brogioni
tativo e culturale, costringendo le persone a re una vita spericolata e magari pure diver-
non pensare, a distrarsi, ad evadere da quel- tente guadagnando miliardi?

Sopra: pagine tratte dal settimanale Oggi del 23 dicembre 1998.


A destra: Copertine dei settimanali National Enquirer, Star e National Examiner del giu-
gno 1999.
Diritto di cr onaca, diritto alla privacy
Nel caso di paparazzi e stampa scandalistica, contano molto poco le Sentiamo al proposito il parere di Roberto Tomesani (Tau Visual).
leggi.
Capite che quando si parla di sotterfugi al limite della legalità pur di La legge sulla privacy ha cambiato qualcosa nella professione di
rubare un’immagine, a niente servono norme e divieti. Questo è paparazzi e fotoreporter in generale?
sicuramente l’aspetto meno nobile della professione del fotorepor- Assolutamente no. Almeno qui in Italia. (In Francia invece i repor-
ter. Una tendenza che spesso offre il fianco a strumentalizzazioni di ter hanno notevoli problemi per una applicazione troppo rigida di
vario genere che permettono a taluni di far assumere al fotografo il una legge simile alla nostra sulla privacy).
ruolo di capro espiatorio, in casi dove l’esagerazione ha prevalso sul Il diritto di cronaca ed il diritto alla privacy sono sempre stati in
buonsenso, e che quindi molti professionisti disprezzano ed evitano. conflitto e quando un legislatore o un giudice diventa troppo rigi-
do o intransigente, allora si arriva allo scontro.
Comunque per quanto riguarda il diritto all’immagine ed alla pri- Ma in Italia questo non avviene, anche perché la legge 675 sulla
vacy delle persone fotografate c’è soltanto da ricordare quanto già privacy non ha introdotto norme che già non ci fossero, ma ha
detto in un recente articolo di questa rivista (al quale rimandiamo semplicemente richiamato l’attenzione su un aspetto del problema
per una più completa informazione sulla questione: P.F. n. 1 del che forse prima era un po’ trascurato.
Maggio 1999). C’è anche da dire poi che le riviste di gossip hanno sempre vissu-
to in violazione delle norme. Per loro il rischio (o la certezza) di
La recente legge n. 675/96 sulla privacy ha confermato esplicita- danni derivanti da eventuali denunce è sempre equilibrato dal van-
mente le norme della legge n. 633/41 sul diritto d’autore, introdu- taggio di una maggiore tiratura o dall’incremento della vendita di
cendo pochissimi elementi di novità, quindi riassumendo: spazi pubblicitari. Se inoltre si pensa che metà delle “paparazzate”
1) nessuno può impedire la ripresa del proprio volto ma tutti posso- sono concordate e l’altra metà fanno solo un piacere ai personag-
no impedirne la pubblicazione. Ciò significa che generalmente gi, mi sembra che il problema della privacy sia vissuto in maniera
occorre un consenso scritto alla pubblicazione, rilasciato dal sogget- marginale.
to ripreso.
2) vi sono casi, previsti dalla legge 633/41, in cui questo permesso Esistono dei limiti all’esecuzione di fotografie che un fotografo
scritto non è necessario: tra essi quello che riguarda da vicino papa- dovrebbe teoricamente rispettare?
razzi e stampa scandalistica dice che non occorre il consenso alla Divieti di ripresa espliciti esistono solo per obiettivi militari. Esiste
pubblicazione se il soggetto ritratto è una persona famosa ripresa ovviamente un divieto di accesso alla proprietà privata, ma questo
nell’ambito della sua notorietà e con finalità giornalistiche. vale non solo per i fotografi.
3) la legge 633/41 sul diritto d’autore precisa però che è in ogni C’è da sottolineare invece che è considerato violazione della pri-
caso vietata la pubblicazione di un’immagine lesiva della reputazio- vacy anche il superamento delle barriere visive poste alla sua tute-
ne o anche solo della dignità della persona ritratta. la. Questo vuol dire che se Lilli Gruber bacia qualcuno per strada,
4) la legge 675/96 sulla tutela della privacy aggiunge (ed è l’unico tutti possono fotografarla e pubblicarla, ma se la stessa bacia la
caso in cui questa legge interviene con elementi di novità rispetto medesima persona in casa sua, o all’interno della sua proprietà
alla citata legge sul diritto d’autore) che occorre un’autorizzazione recintata, l’eventuale foto è considerata invasiva della sua privacy:
alla pubblicazione se la foto dà informazioni sullo stato di salute o è cioè violazione della privacy tutto ciò che aggira quello che è
sulla vita sessuale del soggetto. stato fatto per garantirla.


ESERCITAZIONE n.1 cipale Inviare a: Progresso Fotografico
Pensate, realizzate e spedite una serie di fo- 5) una fotografia con più di due soggetti Scuola di Reportage
tografie che raccontino la giornata tipo di protagonisti
un componente della vostra famiglia o del 6) una fotografia con un punto di vista dal Viale Piceno 14, 20129 Milano
nucleo in cui vivete. basso
Utilizzate solo una macchina fotografica 7) una fotografia con un punto di vista ad Nome .........................................................................
usa e getta senza flash. altezza d’uomo
8) una fotografia con un punto di vista dal-
ESERCITAZIONE n. 2 l’alto ....................................................................................
Come la precedente, ma usate una macchi- 9) una fotografia con senso di staticità
na fotografica usa e getta dotata di flash. 10) una fotografia con senso di dinamicità
via...............................................................................
ESERCITAZIONE n. 3 ESERCITAZIONE n. 4
Pensate, realizzate una serie di fotografie Progettate e realizzate un servizio che de- ....................................................................................
che raccontino la giornata tipo di un vostro scriva l’attività lavorativa di una persona
conoscente, che non sia né un componente che non conoscete.
della vostra famiglia né un appartenente al Utilizzate la vostra macchina fotografica CAP..........................
nucleo in cui vivete. abituale.
Utilizzate la vostra macchina fotografica 1) scegliete tra l’utilizzo della luce ambiente
e quello del flash abbinato alla luce am-
Città...........................................................
abituale, la luce ambiente, quanti rulli vo-
lete ma di un solo tipo di pellicola ed inse- biente
rendo obbligatoriamente nella storia le se- 2) scegliete tra l’uso del bianco e nero e l’u- PV..................
guenti immagini: so del colore
1) una fotografia in cui la luce sia l’ele- 3) usate quanti rulli volete purché siano ne-
gativi e dello stesso tipo di pellicola N............Fotografie ESERCITAZIONE N°.........
mento più evidente
2) una fotografia in cui il/i soggetto/i 4) fate sviluppare il materiale sensibile
sia/siano su un unico piano da un laboratorio professionale richie- Le fotografie saranno restituite solo a coloro che ne fanno
3) una fotografia con più piani ben eviden- dendo anche il provino (a contatto o in richiesta.
ziati striscia) di ogni rullo ❏ Desidero la restituzione delle fotografie
4) una fotografia con un solo soggetto prin- 5) scegliete e fate stampare 10 foto forma- ed allego L.10.000 in francobolli
to 18x24 ❏ Non desidero la restituzione delle fotografie
SCUOLA DI REPORTAGE

PERPIGNAN ’99
La più importante manifestazione dedicata al fotogiornalismo.
Le mostre espongono una serie di ottimi reportage.
Quello che più colpisce è che non ci sono foto inutili,
tutte documentano, tutte testimoniano.

Philip Blenkinsop. Indonesia, marzo del ’99.

"(…) Non resta altro da fare che scattare Le parole di Christian Simonpietri, "gran- Dai guerriglieri indonesiani alle immagini
delle foto per diaframmare l'avvenimento, de vecchio" del reportage, balzano fuori del regime dei Talebani in Afghanistan, dal-
inquadrare l'orrore, sovraesporre un ge- dalla presentazione della sua retrospettiva la vita nelle periferie francesi a quella dei
nocidio, una esecuzione, la sfortuna del- e aleggiano su tutto il Festival Internazio- bambini di strada a Città del Messico, dal-
l'intera umanità. Testimoniare. Denuncia- nale di Fotogiornalismo di Perpignan. le donne punite con l'acido in Bangladesh
re. Questo è lo spirito che ha guidato gli or- ai nuovi usi e costumi della gioventù cine-
Fare delle foto soprattutto per protestare ganizzatori nella scelta dei lavori da mo- se.
contro l'indifferenza di ciascuno, di tutti. strare al pubblico: una serie di reportage Alcune sono scioccanti e durissime: la vio-
Fare delle foto con la testa ed il cuore che che vogliono informare attraverso la vi- lenza, la miseria, la disperazione e la mor-
si sbriciolano in mille pezzi. sione di grandi immagini. Quello che più te appaiono in tutta la loro brutalità, senza
Fare delle foto per non sognare più. colpisce è che non ci sono foto inutili, tut- mediazioni né censure. Ripenso a quello
Foto per impressionare. te documentano, tutte testimoniano. Sono che ho scritto sulle pagine di questa rivista
Per rendere giustizia a tutti i disperati del- immagini che probabilmente non vedremo a proposito del World Press Photo e me ne
la terra. (…)" altrove e che ci raccontano di fatti che al- pento: questo non è esibizionismo, non è
trimenti non avremmo modo di conoscere. voyeurismo. È informazione. Testimo-
nianza. Denuncia. Non c'è spazio per la re-
torica o per la spettacolarità quando si do-
cumentano eventi di un'importanza o di una
gravità così evidenti.
Durante la sua conferenza stampa, sempre
Christian Simonpietri dice: "Torni a casa
dopo essere stato in mezzo alla guerra, do-
po aver perso degli amici e ti trovi tra gen-
te che parla dei suoi "problemi" legati al
week-end, alla macchina nuova, all'ultimo
profumo. Ti viene voglia di saltare su un ta-
volo ed urlare che c'è gente che muore, che
c'è gente che subisce ingiustizie. Che c'è
ben altro a cui pensare. È questo che a vol-
te ti fa andare fuori di testa. Ma poi pensi
che l'unica cosa che puoi fare è far vedere
queste cose. E allora prendi la tua borsa e
riparti".
Philip Blenkinsop (autore delle durissime
ed impressionanti foto sui guerriglieri in-
donesiani) aggiunge: "So che vivrò sempre
in condizioni precarie e che rimarrò pove- Visione portfolio al Couvent des Minimes.
ro, ma questo è il mio mestiere: devo infor-
mare e non ne posso fare a meno. È una vo-
cazione".
Spesso alle conferenze stampa dei fotogra-
fi non c'è tempo né voglia di parlare di fo-
tografia: gli avvenimenti sono troppo im-
portanti e ancora presenti negli occhi dei vi-
sitatori. Nessuno si azzarda a fare doman-
de tecniche. "Io non so niente di macchine
fotografiche. Per me la fotocamera è un og-
getto di uso quotidiano, come una forchet-
ta o un coltello" dice Simonpietri.
Si parla di guerre di mafia, di conflitti reli-
giosi, di conseguenze della violenza, di so-
cietà lontane e di ingiustizie vicine. La mac-
china fotografica sembra sempre essere uno
strumento pacifico per tentare di migliora-
re le situazioni, semplicemente mostrando-
cele.

Marie-Paule Nègre/Métis. La vita nelle periferie delle città francesi.

Sopra e a sinistra: Nicolai Fuglsig/Rapho.


Muslumovo, Russia, 1998.
Laurent Monlau/Rapho. Niger, 1998.

Couvent des Minimes.

Le mostre La sua è una delle 18 mostre ospitate al- fici del centro storico, ogni negozio ha la
E le mostre non sono allestite a caso: la l'interno del Couvent des Minimes, strut- vetrina dedicata alla fotografia, ovunque si
splendida retrospettiva di Letizia Batta- tura che è il cuore della manifestazione: un trovano i depliant informativi con il pro-
glia (era ora che qualcuno la organizzasse, vecchio convento abbandonato e sconsa- gramma della manifestazione, cartelli in-
ma è triste che sia successo fuori dall'Ita- crato ma non restaurato, soltanto ben puli- dicatori aiutano il pedone a raggiungere i
lia, evidentemente la sua denuncia foto- to. Sui suoi antichi muri scrostati le foto luoghi di esposizione, le librerie e le edi-
grafica della mafia fa ancora paura) è si- spiccano ancora di più. L'edificio ha una cole mettono in bella vista le loro miglio-
tuata accanto a quella del fotografo afgha- struttura quadrata: sul corridoio, che per- ri pubblicazioni fotografiche, signorine ri-
no Abdullah Zaheeruddin (costretto a la- mette un percorso perimetrale, si affaccia- conoscibili grazie alla T-shirt dell'organiz-
sciare il suo paese dall'integralismo dei Ta- no le stanze, ognuna delle quali ospita una zazione girano la città sui pattini dando
lebani e rifugiatosi in Spagna dove ha chie- mostra. Insomma un luogo ideale per ma- informazioni su mostre, incontri, eventi e
sto asilo politico). Entrambe dimostrano nifestazioni di questo genere. possibilità di alloggio (sempre in modo mol-
come sia impossibile fare del fotogiornali- Sembra che a Perpignan tutto sia consa- to educato, gentile e professionale); addi-
smo senza prendere posizione e senza tal- crato al fotogiornalismo, compreso ciò che rittura l'associazione dei commercianti e la
volta pagarne le conseguenze. Ne è una pro- è stato sconsacrato dalla chiesa: infatti non Camera di Commercio hanno pensato be-
va l'emozionante conferenza stampa di Le- solo gli altri due punti cardine del festival ne di organizzare un festival fotografico
tizia Battaglia, con il racconto della sua sono la Chapelle Saint Dominique e il Cou- parallelo (Festival Off) con mostre di gio-
esperienza diretta della violenza mafiosa vent Sainte Claire (una ex-cattedrale ed un vani autori allestite all'interno dei negozi.
("Tutti in Italia hanno pubblicato un libro, altro ex-convento) ma tutta la città ruota Insomma, la città è consapevole di come il
io non lo posso fare, i rischi per l'eventua- intorno al Festival ed alle immagini di re- Festival la trasformi in un polo di attrazio-
le editore sarebbero troppi"), che è termi- portage. ne per moltissimi visitatori e turisti, ma li
nata con il pubblico in piedi ad applaudir- Ci sono foto dappertutto: oltre alle 34 mo- accoglie con tranquillità e soprattutto sen-
la. stre distribuite all'interno di bellissimi edi- za invadenze o speculazioni.

Sopra e a sinistra: Claudine Doury/Vu. Crimea, 1994.


A sinistra: Christian Simonpietri. Flashback.

Sotto: Zaheeruddin. AP/Imax . L’Afghanistan dei


Talebani.

Prova ne è il fatto che tutte le mostre, le Jim Hollander/Reuters.


conferenze stampa, le serate di proiezione Il conflitto israelo-palesti-
sono aperte al pubblico e gratuite! nese.
Già, perché all'interno dell'antico e centra-
lissimo Campo Santo vengono organiz-
zate anche delle serate di proiezione: mul-
tivisioni di immagini suddivise per temi o
servizi (bellissime quelle relative alla con-
quista dello spazio, quella sulla storia del
fotogiornalismo ed i numerosi reportage di
viaggio) accompagnate da ottime musiche.
Se il Couvent des Minimes ne è il cuore,
l'Hotel Pams è il cervello del Festival: al
suo interno vi è il quartier generale dell'ot-
tima organizzazione, il centro di accoglienza
per giornalisti e fotografi accreditati, gli
stand di agenzie fotografiche e riviste. Al-
cune di esse sono lì non solo per pubbli-
cizzare i loro archivi a photo editor o di-
rettori di riviste (il gotha degli operatori del Sotto: Chapelle Saint
fotogiornalismo internazionale considera Dominique.
il festival una tappa obbligata), ma anche
per visionare i lavori dei fotografi (occor-
re preventivamente accreditarsi) che ne fan-
no richiesta.
Riassumendo: qui c'è la possibilità di ve-
dere mostre e proiezioni dei migliori re-
portage fotografici dell'anno, di incontrare
gli autori, di mostrare i propri lavori alle
più importanti agenzie fotografiche del
mondo ed inoltre, con un po' di faccia to-
sta e di pazienza, c'è l'opportunità di inter-
pellare direttamente i responsabili delle pro-
duzioni fotografiche di riviste estere che
gironzolano all'interno dell'Hotel Pams.
Ma quest'ultimo è l'unico neo della mani-
festazione, un neo che sicuramente non di-
pende dall'organizzazione ma dalla situa-
zione che si viene a creare. Dopo poco ci
si accorge infatti che risulterebbe dequali-
ficante per un fotografo presentarsi con i
propri lavori agli stand o alle persone lì pre-
senti: saresti solo uno dei tanti, le tue foto
A sinistra e sotto:
K.Klich/Magnum. Messico.

Tutti gli articoli della rubrica “Scuola di re-


portage” pubblicati fino ad oggi su Progres-
so Fotografico si possono trovare in Internet
al sito www.leobrogioni.it.
Per contattare direttamente Leonardo
Brogioni si può inivare un e-mail al se-
guente indirizzo:
progresso@leobrogioni.it

si, di Kent Klich sui bambini di strada di


Città del Messico, di Claudine Doury sul
campo di vacanze di Artek in Russia, co-
lonia estiva per i figli dei nuovi ricchi, di
Laurent Monlau sul suo viaggio da Dakh-
la a Dakhla, due cittadine africane con lo
stesso nome ma geograficamente distanti
l'una dall'altra). Tutti professionisti che so-
no riusciti ad informarci su situazioni par-
ticolari in modo coinvolgente.
Da un punto di vista compositivo colpisce
l'uso di tutti quegli elementi dell'immagi-
ne dei quali abbiamo parlato negli articoli
precedenti.
Un'attenzione particolare nel dare impor-
tanza all'individuazione dei temi da af-
frontare, alla progettazione, alla scelta gior-
nalistica di operare in quelle situazioni che
consentono un racconto valido anche dal
punto di vista informativo, all'inserimento
nell'inquadratura di tutti quegli elementi
utili a restituirci l'atmosfera del luogo o la
condizione di vita dei soggetti, agli sguar-
di, ai gesti, alle situazioni emblematiche, a
ciò che fa da sfondo al soggetto principa-
le dell'immagine, alla luce, alla qualità di
sviluppo e stampa, al testo di presentazio-
ne.
D'altronde, come ha detto Jim Hollander
durante la sua conferenza stampa: "Non ba-
sta avere del talento o imparare a fare del-
farebbero parte delle migliaia di immagini vivenza tra due modi di affrontare profes- le ottime foto, occorre perseverare: non si
che queste persone visionano in tempi bre- sionalmente il fotogiornalismo: vengono diventa fotogiornalisti da un giorno all'al-
vissimi (e dopo un po' anche con superfi- infatti proposti sia i lavori di quei fotogra- tro".
cialità, per non dire irritazione). Molto me- fi che per esigenze di mercato sono costretti Tutti guardano tutto con grande attenzio-
glio farsi un giro, individuare le strutture a realizzare singole immagini (comunque ne. L'affluenza di pubblico è elevata ma
che potrebbero essere interessate al proprio qui raggruppate per temi: ad esempio quel- non crea affollamenti. Il Festival è un mo-
servizio o al proprio stile, prendere indi- le di Jim Hollander, che lavora in Israele do per divulgare la buona fotografia, per
rizzi e recapiti telefonici e, successivamente, per l'agenzia Reuters, relative al conflitto fare cultura (nel senso di diffondere cono-
con calma, presentarsi da coloro che po- israelo-palestinese, o quelle di Krzysztof scenza) in maniera piacevole e naturale. Si
trebbe risultare utile interpellare. Miller, fotografo della rivista polacca Ga- impara ad amare, e forse anche a fare, la
In ogni caso è utile esserci: vedere, infor- zeta, relative ai paesi dell'Est europeo); sia fotografia semplicemente guardandola, im-
marsi, capire, conoscere, scambiare opi- i servizi a tema, che raccontano storie con mersi nelle belle immagini.
nioni. le immagini (i migliori quelli di Nicolai C'è un'attenzione nei confronti della foto-
Fuglsig sul villaggio russo di Muslumovo grafia, e del fotogiornalismo in particola-
Le protagoniste sono le immagini colpito da inquinamento radioattivo, di re, a cui noi italiani non siamo abituati.
Clou della manifestazione rimangono co- Mark Leong sui nuovi modi di vivere del-
munque le mostre e le proiezioni. la gioventù cinese, di Marie-Paule Nègre
Nella scelta dei lavori esposti c'è una con- sulla vita nelle periferie delle città france- Leonardo Brogioni
SCUOLA DI STILL L I F E

© John Kaverdash Snc/ Roberto Mineo

INTRODUZIONE
ALLO STILL-LIFE
La scelta dell’attrezzatura dalla macchina, ai flash,
agli accessori utili: bank, griglia a nido d’ape, Fresnel, spot ottico,
cono snoot, parabole, pinze, clamp, snodi.
Quando sfogliamo una pagina di un pe-
riodico e vediamo un’immagine di un pro-
fumo, di una scarpa o di un televisore o,
girando per la strada, vediamo murales con
foto d’automobili, telefonini, prodotti per
la casa, o riceviamo un catalogo d’ogget-
ti per l’ufficio o accessori per il nostro
computer, spesso non ci rendiamo esatta-
mente conto che tutte quelle immagini so-
no un particolare tipo di fotografia pro-
fessionale: la fotografia di Still-Life. In
pratica, non si potrebbe vendere alcun pro-
dotto se non ci fossero degli specialisti in
questo genere d’immagine, persone che
devono assolutamente rendere piacevole
e accattivante l’oggetto che, spesso, di-
strattamente noi usiamo tutti i giorni.
Lo Still-Life, in fotografia, è l’equivalen-
te dei quadri di natura morta in pittura.
Certo la parola in sé (natura morta) non è
molto consona e fa pensare a quei quadri
che vediamo nelle fiere d’antiquariato di
paese dove si raffigura il classico tavolo
con il pezzo di pane, la bottiglia di vino,
il calice ed il portafrutta con mele e pere.
In realtà il concetto di natura morta è in sé
molto limitante e quello che cercheremo Salvator Dalì, Nature Morte Vivante, 1956.
di fare, nei prossimi articoli, sarà di inse-
gnarvi a vedere gli oggetti come se fosse-
ro vivi ed avessero una propria anima o,
semplicemente, una personalità.
Il fotografo di Still-Life deve saper ren-
dere ciò su pellicola ed in più attribuire al-
l’oggetto stesso un valore emozionale ag-
giunto. Sulla questione della definizione
etimologica del perché tale tipo d’imma-
gine si sia, nel tempo, chiamata “natura
morta” potremmo parlarne per ore ma tro-
vo più divertente citarvi un solo quadro ed La sala di posa del-
un solo autore che già nel titolo della sua la John Kaverdash
opera rompeva con gli schemi di tale ti- School dotata di si-
pologia pittorica. Il quadro appartiene a stema aereo per la
Salvador Dalì, dipinto nel 1956 ed il tito- massima efficienza
lo è per l’appunto: “Natura Morta Viven- e rapidità di posi-
te”. zionamento delle lu-
Ritengo si commenti perfettamente da so- ci.
lo. Lo Still-Life moderno tra l’altro si av-
vale delle tecniche più disparate, può ri-
correre al computer, all’uso di scenogra-
fie, in dimensioni e budget molto minori loghi e può ricorrere a tecnologie di ripre- La scelta del formato
rispetto al mondo del cinema, ma seguen- sa e post-produzione anche molto com- Per operare in questo genere di fotografia
do delle strade che diventano sempre più plesse e costose ottenendo, spesso, un’im- occorre stabilire un campo d’azione, pos-
parallele. magine interpretativa o fantastica del pro- sibilmente all’inizio di questa professione,
Esistono, infatti, parecchi tipi di fotogra- dotto. perché in base alla specializzazione oc-
fia di Still-Life. Quello di moda ad esem- Vi è poi lo Still-Life commerciale, il cui correranno tipi d’attrezzature differenti. Ta-
pio crea generalmente delle immagini ap- scopo principale è mostrare bene i prodot- luni Still-Life andranno necessariamente
parentemente semplici, ma di forte impatto ti per renderli riconoscibili al pubblico che ripresi con fotocamere di grande formato
visivo. Il suo scopo principale è quello di deve acquistarli, quelli che trovate, ad esem- a banco ottico per una questione di qualità
rappresentare tutti gli oggetti e accessori pio, all’interno delle brochure commerciali e per la possibilità di correggere le fughe
necessari al completamento di un capo piene di tante piccole foto di oggetti, o raf- di prospettiva o di aumentare la profondità
d’abbigliamento (orologi, scarpe borse, figurati sulle confezioni che abitualmente di campo; altri potranno essere ripresi con
occhiali, cravatte etc); quello pubblicita- acquistate al supermercato; ovviamente vi una fotocamera medio formato o addirit-
rio invece deve rappresentare il prodotto sono molte altre tipologie di Still-Life e le tura con una reflex 35mm.
da vendere in campagne d’affissione stra- andremo analizzando nel corso dei diver- Tutte le vostre immagini verranno, in se-
dale, pagine pubblicitarie su riviste cata- si articoli. guito, digitalizzate per essere stampate ti-
Quando si utilizza una fotocamera a banco
ottico bisogna abituarsi a controllare la com-
posizione direttamente sul vetro smerigliato
in posizione capovolta e invertita. Questo al-
l’inizio può creare qualche problema, ma la
visione in grosso formato priva d’ingrandi-
menti direttamente nel formato finale di ri-
presa è sicuramente una delle più precise in
assoluto ai fini della composizione.

Per le riprese di still life si possono usare fo-


tocamere reflex 35mm medio formato o ban-
chi ottici. Sono altresì importanti gli stru-
menti di misurarzione e determinazione del-
la temperatura colore della luce.

pograficamente e la scelta del formato di- io preferisco quelle flash perché, a parità toncino nero, sagomati all’occorrenza.
penderà molto dal tipo d’utilizzo previsto. di consumo, hanno una resa luminosa mol- Il bank fornisce una luce molto bella ed uti-
Se i vostri scatti dovranno servire per un te volte superiore e soprattutto non si ri- le, ma ha un solo grosso difetto: non illu-
catalogo commerciale la grandezza delle schia di veder fondere o cuocere il prodot- mina niente che abbia dimensioni maggio-
immagini non supererà le poche decine di to sul set. Bisogna calcolare che nello Still- ri delle proprie. L’oggetto ripreso deve es-
centimetri e sarà sufficiente anche il pic- Life spesso si lavora a diaframmi molto sere sempre un po’ più piccolo del bank
colo formato; se dovrete lavorare ad im- chiusi perché ci si trova in posizione ma- usato, mai più grande.
magini il cui formato finale d’utilizzo non cro, pertanto una certa dose di potenza, Altri accessori permettono, allontanando-
deve superare il formato A3 occorrerà in- maggiore ad esempio di quella richiesta li dal soggetto, di aumentare il loro ango-
vece il medio formato. Se vi occuperete di nella foto ritrattistica, può essere necessa- lo d’emissione luminosa, il bank no e, al-
campagne stampa di estrema qualità e tar- ria. lontanandolo dal soggetto, se ne diminui-
get molto elevato o campagne affissione o Se nella ritrattistica, infatti, vi abbiamo con- sce solo la potenza. Prima di acquistare un
tutti quei casi in cui il prodotto deve esse- sigliato di prendere qualche monotorcia fla- bank, sentite parecchi rivenditori perché ne
re restituito in forme e proporzioni presso- sh per lavorare tranquillamente, qui vi con- esistono, in commercio, di molto econo-
ché perfette, sarà necessario il banco otti- siglieremo di pensare all’acquisto di un ge- mici e di molto costosi, ma alla fine deb-
co. neratore flash che ha molta più potenza e bono solo creare una luce morbida; molti
La cosa importante, in ogni caso, non è tan- soprattutto vi permette di avere una cen- hanno degli attacchi universali e acqui-
to con quale fotocamera effettuerete le ri- trale di comando unica per più di un pun- stando solo l’anello di raccordo possono
prese, piuttosto come utilizzerete l’illumi- to luce, (ad ogni generatore, infatti, posso- essere collegati alle varie marche di torce
nazione in base al tipo di prodotto da foto- no essere collegate più torce flash), con flash esistenti. Esistono in commercio bank
grafare. possibilità di regolare la potenza d’ogni sin- che costano da trecentomila lire sino a quin-
Occorrerà che prendiate confidenza con og- gola torcia in base alle necessità. dici milioni e più; questi ultimi sono ne-
getti che si chiamano bank, griglie a nido cessari, ad esempio, a chi si specializza in
d’ape, fresnel, spot ed impariate ad utiliz- Accessori utili fotografia d’arredamento o d’automobili.
zare qualche trucco nella scelta e la mani- Passiamo ora alla definizione d’alcuni ac- In seguito potrete sempre completare la vo-
polazione degli oggetti da riprendere ri- cessori tra i più utilizzati nella fotografia stra dotazione di bank con successivi mo-
cordandovi soprattutto che, fotografando a d’oggetti. delli, più lunghi e più stretti (Strip-Light)
breve distanza e spesso con formati mag- Il bank è necessario e le sue dimensioni utili ad esempio nell’illuminazione delle
giori, ogni piccolo dettaglio o imperfezio- variano in base all’oggetto ripreso. All’i- bottiglie, o semplicemente più piccoli per
ne dell’oggetto, impronte digitali compre- nizio sarà bene prevederne un paio di buo- oggetti dalle ridotte dimensioni.
se, si vedranno impietosamente. ne dimensioni, (140x100cm), da ridurre, Con un po’ di fantasia, e una mamma o una
Per quanto riguarda l’illuminazione si pos- eventualmente, ponendo davanti al telo nonna sarta, si può anche pensare di co-
sono usare sia luci continue che luci flash; bianco, frontale, diffusore dei fogli di car- struirseli da soli; i materiali si possono tro-
Oltre agli innumerevoli tipi di bank e soft box di varie di-
mensioni, servono anche vari tipi di parabola, griglie a ni-
do d’ape, fresnel, spot ottici e chiusure ad alette per adat-
tare perfettamente la luce alle proprie esigenze di ripresa.

Accessori utili per sorreggere le luci o necessari durante un set di still life.
Qui potete vedere vari tipi di stativi telescopici, sistemi per il montaggio
dei fondali, pinze, morsetti snodi flessibili, sistemi per sorreggere tubi o
mensole etc. Tutti i componenti sono compatibili tra loro mediante una se-
rie di attacchi universali.

vare in commercio anche a metraggio. In tri di fornitura di materiale per l’edilizia, In sostituzione dello spot ottico, con una
fondo il bank è una specie di piccola ten- ma poi occorre verniciarlo di colore nero spesa pari ad un decimo, potete invece ac-
da da campeggio, con il fondo traslucido e usando prodotti resistenti alle alte tempe- quistare un cono snoot, un cono metallico,
l’interno argentato, la cui sommità è colle- rature: 200° – 400°. nero, che produce una luce circolare abba-
gata al flash e la cui base va rivolta verso Dopo le griglie, sarebbe opportuno dotar- stanza nitida, ma non può essere regolato
il soggetto da illuminare. si di un Fresnel, una specie di tubo metal- nel diametro (come lo spot) poiché privo
Il bank può essere anche dotato di griglia, lico con una lente simile a quelli dei fari di diaframma, né nella precisione del cer-
a nido d’ape (per i modelli più piccoli), o dei porti, (quando ancora si usavano i fari chio luminoso proiettato, perché privo di
a bande lineari per controllare meglio la di- invece dei navigatori GPS). Quest’acces- condensatore ed ottica. Si può solamente
spersione della luce lateralmente e limita- sorio produce una luce più uniforme della aumentare o diminuirne il cerchio di luce
re il “flare” usandolo in controluce. griglia, più circolare, con i bordi lievemente allontanandolo o avvicinandolo al sogget-
Dopo il bank, uno degli accessori sicura- sfumati e, avendo all’interno un diafram- to.
mente più utili è la griglia a nido d’ape, ma, permette di regolare il diametro della Esistono poi una miriade di parabole va-
da applicare direttamente sulla parabola proiezione luminosa. rie: vi sono quelle grandangolari che han-
normale in dotazione alla vostra torcia fla- L’accessorio ideale per realizzare molti ef- no al centro una specie di tappo argentato
sh. Nel ritratto l’abbiamo spesso utilizzata fetti di luce concentrata è lo spot ottico, che impedisce alla luce di uscire diretta-
per creare dei controluce sul soggetto o de- ma può essere preso in considerazione suc- mente e la costringe a rimbalzare uscendo
gli effetti chiazzati di luce sul fondale; qui cessivamente per via dell’elevato costo dai fianchi, (parabole Softilite), molto uti-
ha lo stesso scopo ed inoltre, se usata con (1.500.000 – 2.500.000 di lire). Lo spot ot- li nell’illuminazione dei fondali o delle gros-
oggetti opachi, permette d’illuminare se- tico crea un cerchio perfetto, perché è do- se superfici opache. Vi sono parabole ta-
lettivamente alcune zone con una luce va- tato di un condensatore ottico identico a gliate in diagonale, a “fetta di salame”, per
gamente circolare ma non uniforme nei suoi quello utilizzato negli ingranditori di stam- poterle posizionare lateralmente contro di
punti. pa in B/N, ha il diaframma per regolarne il voi, minimizzando i rientri di luce nell’o-
È un accessorio dal costo relativamente ele- diametro ed ha anche un vero obiettivo, nel- biettivo o alette metalliche da applicare al-
vato, (centocinquanta o duecentocinquan- la parte anteriore, che permette di focaliz- le parabole per chiudere o dirigerne il fa-
tamila lire), in base al diametro e alla mar- zare esattamente la luce ed ottenere bordi scio luminoso.
ca. Non è consigliabile autocostruirselo per- quasi nitidi sul soggetto. Può anche, con Al vostro primo set di Still-Life, capirete
ché deve essere fatto e verniciato con ma- appositi accessori, proiettare delle diapo- subito che vi occorrono alcuni altri preziosi
teriali ignifughi, poiché tende a surriscal- sitive direttamente sul soggetto. accessori: pinze per sorreggere eventuali
darsi molto durante l’uso. Si può, in ogni Se invece di lavorare con la luce flash de- piani di ripresa, lastre di plexiglas, vetri tra-
modo, trovarlo usato. cidete di lavorare con la luce continua, un sparenti per tenere l’oggetto ripreso in po-
In alternativa, è possibile cercare dei fogli vecchio proiettore di diapositive può si- sizione inclinata o sorreggere pannelli e
di metallo, sagomato a nido d’ape, nei cen- mulare quasi lo stesso effetto. fondi di vario tipo. Esistono in commercio
I corsi di Still-Life della
John Kaverdash School

La John Kaverdash School organizza


da dieci anni corsi di Still-Life della
durata di circa ottanta ore all’interno
della sua ben attrezzata sala di posa.
Le lezioni, tutte pratiche, prevedono
la realizzazione di un book completo
di fotografia pubblicitaria con tipolo-
gie differenti d’immagine e compren-
dono anche lezioni sulle strategie di
marketing per l’esatto posizionamen-
to del professionista sul mercato o sul-
la regione d’appartenenza. Il corso è
aperto a tutti purché abbiano, almeno
una buona conoscenza dell’uso gene-
rale della fotografia piccolo formato,
anche se privi d’esperienza professio-
nale o specifica di ripresa in sala di po-
Allievi della scuola John Kaverdash intenti ad effettuare regolazioni e misurazioni esposi- sa. Possono, infatti, essere frequenta-
metriche. ti dei corsi di preparazione propedeu-
tica allo Still-Life o delle lezioni indi-
viduali d’introduzione, da stabilire con
l’allievo stesso in base alla sua prepa-
razione tecnico-compositiva. Il corso
vari tipi di prodotti, nati per tale scopo, più pennata di costi notevole e deve essere mo- è altresì adatto anche a professionisti
tutta una serie di prodotti che neanche im- tivata da un lavoro continuo. provenienti da altri settori della foto-
maginavate esistessero. Per quanto riguarda i flash da utilizzare è grafia professionale.
In realtà sono prodotti analoghi a quelli che importante che siano quelli da studio, con Per Informazioni ed iscrizioni telefo-
utilizzano un falegname o un carpentiere, lampada pilota al quarzo da 650 Watt e ven- nare per un appuntamento ai numeri:
ma realizzati in modo da raccordarsi ai vo- tola di raffreddamento sulla torcia. Questo 02/89123696 – 02/89123992 dal lu-
stri stativi e dotati d’attacco maschio/fem- perché alcuni accessori tendono a surri- nedì al venerdì dalle 10,30 sino alle 23
mina universale, con adattatori che per- scaldarsi, come spiegato, e diversamente ed il sabato dalle 9,30 sino alle 20.
mettono di utilizzarli in svariate posizioni. non potreste utilizzare la lampada pilota se
Le pinze sono in metallo nero, dotate di un non per alcuni secondi. L’importanza del-
robusto “mollone” e di regolazione dello la lampada pilota nei flash da studio è fon-
spessore della presa, con gommini posti al- damentale, perché permette di posizionare
l’interno per non graffiare o rovinare il pro- la luce sul soggetto, controllandone visiva-
dotto, i clamp sono dei morsetti che pos- mente gli effetti, prima di adoperare l’e-
sono sostenere anche il peso di un punto lu- missione flash.
ce aggrappato ad un tubo metallico, al ra- I costruttori posizionano la lampada pilota
mo di un albero o ad una superficie piana, sempre coassiale al bulbo flash in modo da
gli snodi servono a collegare due accesso- simulare lo stesso tipo d’illuminazione. È
ri tra di loro con angoli differenti; esistono bene ricordare, però, che la luce flash è un
poi supporti per tubi, per piani, per fonda- bel po’ differente da quella continua e pre-
li in carta o in stoffa etc. In tal senso sa- vederne i risultati esattamente è frutto an-
ranno utili le spiegazioni sull’allestimento che d’un po’ d’esperienza e… di foto da ri-
dei vari set. fare. Per questo motivo utilizzeremo sem-
pre, durante le nostre riprese, anche la pel-
La sala di posa e i flash licola a sviluppo immediato Polaroid, che
Lo spazio dove allestire la propria sala di però occorre conoscere ed interpretare. Cer-
posa varia secondo il tipo d’oggetti che in- cheremo per quanto possibile, di mostrar-
tendete riprendere; se all’inizio fotografe- vi le differenze tra le immagini sulla Pola-
rete piccole cose, una stanza di casa, un box roid Test e lo scatto definitivo su pellicola. Tutte le riprese sono state effettuate nel-
o un solaio, saranno più che sufficienti, pur- Comunque, quando avrete la possibilità di le sale di posa della John Kaverdash
ché dispongano di qualche presa di corren- guardare la lastra di una vostra ripresa e va- School.
te e di un contatore da almeno 6KW. lutare l’estrema nitidezza e pulizia d’im- Testi di Roberto Mineo: docente di Still-
In seguito, quando la mole del lavoro lo giu- magine tipica del grande formato, farete fa- Life alla John Kaverdash School.
stificherà, penserete all’allestimento di una tica ad accettare quelli minori, anche se si- La riproduzione del quadro di Salvador
sala di posa adeguata. L’unico vantaggio curamente sono più maneggevoli. Dalì e stata tratta dal libro di Robert De-
reale della sala di posa è che è sempre pron- scharnes e Gilles Neret delle edizioni Ta-
ta e quindi può entrare in funzione in bre- schen.
ve tempo. Questo però si traduce in un’im- Roberto Mineo
SCUOLA D I STILL LIFE

LA FOTOGRAFIA
DI FOOD
Copyright John Kaverdash School

La fotografia di food è una specializzazio- quisire autonomamente queste competen- siede la maggior parte delle produzioni ali-
ne dello still-life che richiede non solo com- ze con svariati anni di professione, dato che mentari d’altissima qualità a livello inter-
petenze di tipo fotografico, ma anche una spesso non esistono corsi di formazione nazionale; inoltre, da regione a regione, vi
notevole dose d’esperienza nell’allestire specifici. E’ necessaria anche una sala di è una varietà gastronomica che pochi pae-
vere e proprie scenografie con ricostruzio- posa dotata di un’efficiente cucina e d’o- si al mondo possono vantare. Ovviamente
ni d’ambiente in scala reale e soprattutto gni attrezzo necessario alla preparazione anche la Francia ha degli ottimi fotografi
nella trattazione del cibo fotografato, che del piatto da riprendere. specializzati in questo settore e addirittura
deve necessariamente essere bello a ve- In Italia per fortuna c’è una buona tradi- negli USA si arriva alle iperspecializza-
dersi. zione di fotografia di food, probabilmente zioni: alcuni fotografi sono, ad esempio,
Molti fotografi di food hanno dovuto ac- perché è proprio nel nostro paese che ri- particolarmente bravi nella resa delle car-
ni, altri in quella delle verdure. Il nostro
mercato invece è di dimensioni più ridot-
te e non consente quasi mai specializza-
zioni tanto estreme. Il fotografo di food
deve spesso sapersi anche destreggiare nel-
le foto di packaging (confezione) o anche
di dolci, se necessario.
Di solito ci si avvale della consulenza di
un food-stylist, un esperto nella prepara-
zione dei cibi; uno specialista che ha a sua
volta imparato da altri specialisti, o un ex-
cuoco più votato ai set che alle pentole di
un ristorante.
Ciò nonostante è profondamente errato
pensare che per scattare una buona foto di
food sia sufficiente avere un buon food-
stylist, perché la ripresa è talmente artico-
lata e i trucchi e gli stratagemmi da cono-
scere sono talmente numerosi che si pos-
sono apprendere solo dopo lunghi anni di
prove e tentativi.
Alcune pietanze, infatti, devono essere cu-
cinate poco prima della ripresa e spesso
con tempistiche e modalità del tutto diffe-
renti da quelle utilizzate per la loro nor-
male consumazione. Talvolta occorre ave-
re un vero e proprio orticello, nei pressi
della sala di posa, per coltivare talune ver-
dure che sotto le luci avvizziscono in po-
chissimi minuti. Per riuscire a fotografare
bene una pizza può essere necessario sfor-
narne a ripetizione una ventina. E non è
facile trovare l’illuminazione adatta per
una mozzarella, evitando che appaia poco
morbida o, peggio, un po’ gialla. Queste
sono situazioni complesse, ma tutt’altro
che infrequenti.

Il set
L’esercitazione di questo mese è una fo-
tografia a metà strada tra il food ed una fo-
to pubblicitaria di presentazione del pro-
dotto. Si tratta, infatti, di un’ipotetica cam-
pagna di affissione per una crema d’aspa-
ragi di una ditta americana, molto famosa
per essere stata il soggetto di alcune ope-
re di Andy Warhol.
La scena è stata preparata utilizzando una Per l’illuminazione si è cercato di ottene-
vecchia tavola di legno scuro sulla quale re una luce molto particolare, con dei ba-
sono stati appoggiati tutti i prodotti ne- gliori sui punti di maggiore interesse del-
cessari alla ripresa: del pane accuratamente la scena. Lo schema di illuminazione, co-
scelto in una panetteria molto fornita, de- me si può osservare dal disegno del set, è
gli asparagi freschi, un tagliere, una cio- molto complesso. Dieci punti luce dispo-
tola, due confezioni di zuppa e una terri- sti tutt’intorno, ognuno con la funzione
na contenente il prodotto appena cotto. d’illuminare una zona specifica. Sono sta-
Lo sfondo è stato realizzato ricoprendo un te prevalentemente utilizzate delle griglie
vecchio pannello di compensato con del- e nido d’ape e due riflettori, dotati di len-
la carta da parati, con un tipico disegno di te di fresnel, necessari per ricreare l’idea
mattoni rossi per creare un’ambientazio- di un raggio di luce in diagonale sullo sfon-
ne un po’ rustica da casa di campagna. do e creare un alone di schiarita attorno al
SCHEDA TECNICA
Fotocamera: Sinar P 4x5”
Ottica: Schneider Apo 210 mm
Diaframma di ripresa: f/64
Tempo di posa: Posa 1/125s
Numero lampi per posa: 1
Numero punti Luce: 10
Pellicola: Kodak E 100 VS formato: 4x5”
Potenza complessiva: 19.200 Ws
Fotoritocco digitale: Aidin Mariscal

tovagliolino ricamato posto sotto la terri- giudica la nitidezza e crea un’atmosfera colori e dei neri molto profondi.
na. Lo stesso tovagliolo era necessario per adatta all’immagine che abbiamo della ca- Un’ultima nota in merito alla scelta della
avere un punto bianco bordato di luce, uti- sa di campagna, della “cascina della non- focale. Una volta cotta la zuppa, con il ban-
le per guidare sul prodotto l’attenzione di na”. co ottico già posizionato e caricato, abbia-
chi osserva l’immagine. Al termine delle operazioni preliminari, do- mo versato delicatamente la crema d’a-
Il montaggio del set e la disposizione del- po aver effettuato una decina di polaroid sparagi appena cucinata all’interno della
le luci hanno richiesto circa un’ora e mez- test per l’esatta taratura di tutte le variabi- ciotola. Molto delicatamente: un solo schiz-
za. Una volta allestito il tutto è stato ne- li, abbiamo deciso di aggiungere al colpo zo sul tovagliolo avrebbe infatti compor-
cessario eseguire le dovute misurazioni di flash, necessario alla ripresa, due secondi tato il riallestimento di una buona metà del
esposimetriche calcolandole singolarmen- di esposizione con le lampade pilota del set. In questo senso si è rivelato molto uti-
te. Le scene dotate di molti punti d’illumi- flash accese; questo conferisce all’imma- le aver utilizzato una focale di 210mm, un
nazione, infatti, sono difficili soprattutto gine una dominate calda, data la diversa mediotele che, permettendo di stare a qual-
per le misurazioni perché, spesso, più luci temperatura colore delle luci al quarzo che metro dalla scena, ha lasciato lo spa-
possono agire in contemporanea sul me- (3.200K) e della pellicola Daylight zio necessario per muoversi intorno al set.
desimo punto; occorre quindi controllarle (5.500K).
ad una ad una e regolarne potenza ed ef- Lo stesso effetto ovviamente si sarebbe po- Roberto Mineo
fetto con precisione. Inoltre la disposizio- tuto ottenere con una filtratura lieve davanti
ne di luci tutt’intorno al set produce ombre all’ottica ma, avendo già utilizzato un fil-
Tutte le immagini ed i backstage sono
incontrollabili in tutte le direzioni. tro che, in qualche modo, diminuisce un
stati ripresi durante una lezione del Ma-
In questo caso si è utilizzato un piccolo po’ la capacità di risoluzione delle nostre
ster di Still-Life della John Kaverdash
trucco, ovviamente già previsto sin dall’i- lenti, abbiamo preferito non interporre
School di Milano
nizio del lavoro: dotare l’obiettivo di un te- un’ulteriore superficie di vetro davanti al-
Sale di Posa: John Kaverdash School
nue filtro diffusore che, a differenza di quel- l’ottica per non pregiudicarne ulteriormente
Milano Via G.E. Pestalozzi, 10 Milano
lo flou, agisce solamente sulle alte luci la qualità.
Per informazioni e colloqui orientativi
creando un piccolo alone attorno al punto L’uso di una pellicola fortemente satura
telefonare ai numeri: 02/89123696-
di maggior riflessione. Questo conferisce quale l’Ektachrome E 100 VS ha permes-
89123992
una sensazione di evanescenza che non pre- so di mantenere un’elevata saturazione dei
SCUOLA DI STILL L I F E
Copyright John Kaverdash School

LA MISURA
DEL TEMPO
La creazione di una pagina pubblicitaria,
come abbiamo spiegato in precedenti arti-
coli, solitamente segue un percorso molto
preciso, dalla sua progettazione alla sua rea-
lizzazione finale. Dapprima vi è una serie
d’incontri tra l’account dell’agenzia ed il
cliente per inquadrare perfettamente lo spe-
cifico problema di comunicazione; in se-
guito l’account trasferisce questa mole
d’informazioni all’art director, il quale ela-
bora per il cliente delle proposte che si ma-
terializzano nel layout, una rappresenta-
zione del lavoro da eseguire. Poi, valutati
tutti i dettagli della campagna, si passa al-
la fase esecutiva affidando ai vari creativi
il compito di trasformare le idee in produ-
zione.
Talvolta invece, l’idea proviene da un copy
che, all’interno di un’agenzia di pubblicità,
è la figura preposta all’ideazione di head-
line o, per usare un termine meno sofisti-
cato, di slogan, su cui si modella il resto
della comunicazione. Solitamente si tratta
di un esperto in materie letterarie, in co-
municazione o psicologia della comunica-
zione, che deve supportare l’idea creativa
con una frase, un insieme di parole, capa-
ci di completare e rafforzare la comunica-
zione.
Non sono rari i casi in cui l’head-line di una
campagna sia diventato l’elemento cardi-
ne della comunicazione. Nel passato ab-
biamo visto molti esempi di tale ribalta-
mento di ruoli: “Chi non mangia la Golia
è un ladro o è una spia!”, “Dino, dammi un
Crodino!”. Tali head-line spesso sopravvi-
vono nel tempo e nella mente del consu-
matore al di là dell’immagine stessa della
campagna e talvolta sono persino entrati a
far parte del linguaggio parlato come veri
SCHEDA TECNICA:
Fotocamera: Sinar P 4x5”
Ottica: Schneider Macro 180mm
Diaframma di ripresa: f/45
Tempo di posa: Posa 1/125”
Numero lampi per posa: 1
Numero punti Luce: 4
Pellicola: Kodak E 100 S formato: 4x5”
Potenza complessiva: 12.000 Ws
Fotoritocco digitale: Ricardo Avarese

Tutte le immagini ed i backstage sono


state ripresi durante una lezione del Ma-
ster di Still-Life della John Kaverdash
School di Milano

avere numeri uguali affiancati. Sopra a que- rica meccanica o peggio semiautomatica
sta composizione abbiamo posto un mat- risulta essere un tantino più complessa in
tone di vetrocemento per deformare la vi- quanto non è possibile effettuare la ripre-
sione ed infine, in diagonale, abbiamo po- sa con il manettino di regolazione estratto
sizionato l’orologio. perché si noterebbe subito l’innaturale po-
L’illuminazione è stata realizzata con quat- sizione.
tro mattoni di vetrocemento attraversati dal- L’oggetto stesso poi deve essere assoluta-
la luce di quattro torce flash da 3000 Ws mente nuovo e mai indossato, non deve pre-
ciascuna, dotate di cono snoot per concen- sentare cioè il benché minimo difetto sul
trarla meglio. A causa dello spessore irre- cinturino o su altri dettagli, in quanto tale
golare del vetro la luce ha creato delle chiaz- tipo di ripresa è da considerarsi una macro
ze sul cinturino e sui metri sottostanti, ac- a tutti gli effetti. Il minimo dettaglio fuori
centuando la tridimensionalità della foto. posto si noterà subito, anche un piccolissi-
Tecnicamente l’unica vera difficoltà è sta- mo granello di polvere.
ta la scelta della posizione e dell’inclina- Per questo motivo consigliamo, quando è
zione dei mattoni di vetro e dei coni snoot: possibile, di fissare l’orologio al piano di
e propri neologismi. Parlando con una mia c’è voluto circa una mezz’ora di prove. appoggio con un pezzetto di nastro biade-
amica di tali argomenti, ci siamo ricordati L’esposizione è stata calcolata sui vari pun- sivo di tipo forte che permette di usare una
di una famosa trasmissione di Renzo Ar- ti del set ed abbiamo utilizzato un esposi- bomboletta di aria compressa per effettua-
bore dove si reclamizzava un prodotto as- metro spot per analizzare meglio le singo- re una pulizia pochi istanti prima di ogni
solutamente inesistente dal nome molto co- le zone, confrontando poi tra loro i dati ri- scatto senza che gli elementi del set si spo-
lorito ed invitante “Il Cacao Meravigliao”; cavati dalle varie letture e scegliendo un stino.
immagino ricorderete che molti andavano valore esposimetrico medio che non si di- Una particolare attenzione è stata dedica-
al supermercato e lo cercavano per acqui- scostasse più di due stop rispetto alle mi- ta all’illuminazione della cassa dell’orolo-
starlo. sure rilevate nella zona più chiara e in quel- gio, con un effetto completamente avvol-
Nello still-life di oggi siamo partiti da una la più scura. gente. Il risultato finale è una foto molto
frase, La misura del tempo, e abbiamo pro- Attiriamo la vostra attenzione su un detta- efficace e nel contempo ironica nell’inter-
vato ad utilizzarla come head-line di una glio, che però nella ripresa di orologi è im- pretazione della head-line che ci eravamo
comunicazione relativa ad un orologio del- portante: occorre posizionare le lancette in assegnati. Un’immagine ben in sintonia con
la notissima Swatch. L’oggetto si prestava modo che interferiscano il meno possibile un prodotto giovanile ed ironico quale è
benissimo allo scopo avendo, come cintu- con eventuali decorazioni del vetro di pro- questo modello di orologio.
rino, la riproduzione di un metro da sarto tezione, marchi o quadranti interni da cro-
in plastica. nografo; quasi sempre, la posizione più Testi e Foto Roberto Mineo
adatta è quella delle ore dieci e dieci, con
Il set la lancetta dei secondi su trentacinque o
Abbiamo recuperato una dozzina di metri trentasette. Per informazioni: John Kaverdash
da sarto e li abbiamo disposti su di un pia- Ovviamente tale operazione è più sempli- School Milano Via G.E. Pestalozzi, 10
no di cartoncino nero in modo tale da non ce con un orologio a batterie; con uno a ca- Milano. Tel. 02.89123696-89123992.
SCUOLA D I STILL LIFE

© John Kaverdash School.

MEGLIO DEL
COMPUTER
Talvolta può capitare di dover realizzare L’allestimento del set
una foto d’effetto che rappresenti qual- Il tema di questo mese è il seguente: ri-
cosa d’impossibile, ad esempio una sfi- prendere una fila di bicchieri facendo in
da alla legge di gravità. modo che i liquidi colorati siano inclinati
Esistono certamente programmi di foto- rispetto al piano d’appoggio.
ritocco con cui si possono ottenere effet- Siamo partiti da una lastra di plexiglas spes-
ti incredibili, ma non sempre risolvono sa due centimetri ed abbiamo fissato con
le problematiche di ripresa. Questo è il della colla a caldo i bicchieri di vetro. Que-
motivo per cui ha tuttora senso svilup- sta operazione va eseguita alla perfezione,
pare le tecniche tradizionali di cui par- depositando un piccolo strato di colla sul-
liamo nell’articolo di questo mese, esclu- la parte esterna della base del bicchiere, sul
dendo volutamente ogni successivo in- lato opposto a quello di ripresa per evitare
tervento al computer, che non sia l’esat- di rendere visibile il trucco. È altresì ne-
to bilanciamento dei colori dell’immagi- cessario lasciare un minimo margine tra un
ne. bicchiere e l’altro, pochi millimetri che con-
sentiranno l’esatto posizionamento dei due
stativi laterali necessari a sorreggere la sce-
na, una scena che tra plexiglas, vetro e li-
quidi arriverà a pesare circa cinque chili.
Infatti, se la lastra con i bicchieri dovesse
flettersi mentre la si fissa ai supporti, i bic-
chieri rischierebbero di rompersi; dispo-
nendo invece di un minimo gioco tra loro
sarà possibile controllare ciò che accade
durante il montaggio del set.
Gli stativi devono essere robusti, dotati di
grosse pinze e di snodi ma, per maggiore
sicurezza, li appesantiamo alla base con due
pesi in piombo da 7.5 Kg ciascuno; li po-
niamo ad altezze diverse per creare l’an-
damento inclinato del piano e, aiutandoci
con una tavoletta di legno, studiamo l’in-
clinazione più adatta prima di effettuare il
montaggio della lastra di plexiglas.
Non appena siamo sicuri di aver regolato
il dispositivo di supporto, procediamo al-
l’operazione più delicata, ovvero la rimo-
zione della tavola di legno e la sua sostitu-
zione con quella di plexiglas, con i bicchieri
già incollati. Due persone tengono la lastra
alle estremità e una terza si tiene pronta al
centro per intervenire se si verificasse la
pericolosa flessione della lastra per via del
peso.
Così facendo, dopo qualche minuto, e non
pochi attimi di suspance, si arriva ad ave-
re la giusta tensione delle pinze che, al di
fuori dall’inquadratura, sorreggono la no-
stra lastra con i bicchieri in posizione in-
clinata. Conviene eccedere un poco nella
tensione delle pinze perché dobbiamo an-
cora versare all’interno dei vari bicchieri
quasi un litro di liquidi, che aumenteranno
il peso di circa un chilo.
È il momento di preparare i liquidi colora-
ti, per i quali si possono utilizzare delle ver-
nici solubili in acqua o, come nel nostro ca-
so, dei coloranti per prodotti alimentari.
Con una grossa siringa priva di ago si co-
mincia poi a riempire delicatamente il pri-
mo bicchiere (quello che risulterà mag-
giormente pieno) e poi via via tutti gli al-
tri, cercando di far sì che i liquidi vadano
a creare una linea continua inclinata. L’il-
luminazione necessaria alla ripresa deve es-
sere già stata disposta per poter controlla-
re l’effetto mentre si versano i liquidi. Al
termine di questa operazione avremo tutti
i nostri bicchieri pieni “a scendere” di li-
quidi colorati.
A questo punto si prende il banco ottico e
si effettua l’inquadratura inclinando il pia-
no pellicola in modo che sia parallelo al
piano della lastra di plexiglas; in questo mo-
do la nostra scena sembrerà assolutamente
in piano e liquidi appariranno in discesa
verso il basso.
L’illuminazione è data da un grosso bank
dietro i bicchieri e come ottica abbiamo uti-
lizzato un 150mm diaframmato a f/64,3 per
mettere esattamente a fuoco i bicchieri in
tutta la loro profondità. SCHEDA TECNICA:
Fotocamera: Sinar P 4x5”
Computer sì, computer no Ottica: Schneider Super Symmar
Dopo aver realizzato quest’immagine ab-
150mm asferico
biamo chiesto a qualche allievo del corso
di effettuare un piccolo sondaggio tra ami- Diaframma di ripresa: f/64,3
ci e parenti, senza spiegare come era stata Tempo di posa: 1/125s
realizzata. Metà delle persone era convin- N° punti Luce: 1 bank Window Light
ta che l’immagine fosse stata fatta al com- da 2x1 metri
puter, per l’altra metà i liquidi erano delle Pellicola: Kodak E 100 S formato: 4x5”
fusioni di vetro colorato o delle sostanze Potenza complessiva flash: 6.000 W/s
plastiche. Fotoritocco digitale: Aidin Mariscal
Questo ci ha portato a considerare che tut-
te le volte che osserviamo un’immagine
che presenta qualcosa d’insolito siamo au-
tomaticamente portati a pensare che sia sta-
to utilizzato un computer, attribuendo a
questa macchina la capacità di fare tutto
quello che non riusciamo a spiegarci.
Noi utilizziamo i computer da circa sette
anni, lavoriamo abitualmente con svariati
software e cinque stazioni di fotoritocco
digitale estremamente potenti, eppure ab-
biamo verificato che ci sono tantissime co-
se che il computer non riesce a fare, o per-
lomeno che non riesce a simulare in modo
sufficientemente credibile.
Se l’obiettivo è di ottenere un’immagine
fotografica e non una buona illustrazione,
quasi sempre tutto ciò che ha a che fare con
liquidi, spruzzi e versamenti di liquido, con
tutti i tipi di fumo, vapori o nebbie, e con
il fuoco, è praticamente impossibile a rea-
lizzarsi in modo credibile a computer. Quel
determinato effetto deve essere realizzato
direttamente in ripresa, creando una sce-
nografia o semplicemente, come nel caso
di oggi, disponendo il set nel modo più ade-
guato allo scatto.
Il computer potrebbe invece rientrare util-
mente in gioco se si suddivide lo scatto in
tante immagini da montare successivamente
in postproduzione digitale, come se si trat-
tasse di un complicato puzzle; in questo
modo si possono creare effetti d’illumina-
zione specifici su ciascun bicchiere.
Ad ogni modo l’idea che il computer sia
una macchina miracolosa che realizza la
foto d’effetto più complessa e spettacola-
re semplicemente premendo un tasto è mol-
to lontana dalla realtà e, a nostro avviso, lo Copyright delle immagi-
sarà ancora per molto, molto tempo. ni, delle idee, dei back-
Senza togliere nulla al computer, che rap- stage e della foto di Still-
presenta sicuramente uno degli strumenti Life: John Kaverdash
più importanti per il mondo della comuni- S.n.c. Milano.
cazione e dell’immagine in generale, il fo-
tografo dovrà scegliere lo strumento più
adatto al tipo di ripresa da effettuare; per- “Tanto c’è il computer….” è un’espressio-
sino il mondo del cinema, che dispone di ne che si sente pronunciare spesso davan- Tutte le immagini ed i backstage sono state
ben altri mezzi, non riesce a realizzare tut- ti a un’immagine particolare; il computer riprese durante una lezione del Master di
ti i suoi effetti con il solo computer e deve c’è, per fortuna, ma il suo scopo non è quel- Still-Life della John Kaverdash School di
ricorrere a costose scenografie, a squadre lo di fare le fotografie che non sappiamo Milano Sale di Posa: John Kaverdash School
Milano Via G.E. Pestalozzi, 10 Milano.
di operatori specializzati in esplosioni, fuo- fare. Per informazioni e colloqui orientativi te-
chi ed altri trucchi. Roberto Mineo lefonare ai numeri: 02.89123696-89123992.
SCUOLA D I STILL-LIFE
© John Kaverdash School

UNA PERLA DI
SAGGEZZA
Talvolta capita di dover riprendere un ogget-
to ben noto per il design o per l’immagine che
i media hanno trasmesso al nostro inconscio
con una pubblicità martellante su tv e riviste.
In questi casi il compito è arduo poiché il po-
tenziale cliente possiede già un’idea del pro-
dotto; occorre quindi risvegliare il suo inte-
resse con un messaggio che associ a quel pro-
dotto, od al suo utilizzo, altre valenze.
Ad esempio Apple, da qualche tempo, ci pro-
pone come head-line della sua linea di pro-
dotti la frase “Think Different” che supera la
comunicazione nella quale si fa leva sulla
bontà dell’oggetto in sé, suggerendo che la-
vorare con uno dei propri prodotti sia una que-
stione di maggiore creatività, la scelta di ope-
ratori dotati di una spiccata personalità.
Nel caso di oggi, infatti, il soggetto dello still
life è un computer portatile Apple, che ulti-
mamente ha avuto un notevole successo per
il suo particolare design.
È un prodotto che si rivolge a persone che non
si limitano a richiedere un elaboratore con
elevate prestazioni, ma che cercano anche il
design. Non è certo un computer da manager
d’azienda, ma si rivolge al grafico, al foto-
grafo, al pittore digitale, al creatore di siti web,
al musicista; insomma è il computer di chi che ormai utilizza molteplici forme e meto- tue idee e…. le tue idee da creativo dove le
crea qualcosa, o perlomeno ritiene di farlo. dologie espressive? Ti vesti in giacca e cra- riporresti? Nel solito cassetto di legno scuro
Con le sue forme, i suoi colori e i suoi mate- vatta ma dentro ti senti la forza della fantasia o, piuttosto, in una fantascientifica teca di
riali, volutamente un po’ provocatori, si pro- all’ennesima potenza? Non puoi mettere nel- plexiglas che solo guardandola lascia intra-
pone come il prolungamento della catena di la valigetta il solito computer grigio. Se pos- vedere chissà quali contenuti al suo interno?
neuroni del nostro cervello responsabile del- siedi un portatile Apple sicuramente hai una E poco importa se non trovi la maniglia per
la cosiddetta creatività. scrivania particolare, magari trasparente, vi- aprirla…se la vuoi aprire devi fare uno sfor-
Lo still life di un simile prodotto non è sem- vi in un loft anziché in un appartamento, co- zo in più, devi usare l’immaginazione.
plice, perché deve uscire dai soliti schemi; me fanno tutti, e ami circondarti di cose ori- Ma quest’oggetto deve anche essere consi-
l’art director dovrà tenere presente che non ginali ed estreme nelle forme e nei materiali derato di valore, capace di contenere profes-
occorrerà una rappresentazione descrittiva del che fanno da scenografia al tuo io. sionalità ed esperienza.
prodotto, ma una comunicazione che sottoli- Ecco, quindi, un prodotto che sembra quasi L’head-line di questa comunicazione pubbli-
nei il suo essere “unico possibile” per quel un giocattolo, ma non lo è per niente; ecco citaria potrebbe quindi essere “Perla di Sag-
dato tipo di utente. Sei un multimediale crea- una macchina che non è più solo una mac- gezza”. Valore materiale e spessore culturale
tivo? Sei un artista dell’ultima generazione china, ma la scatola che dovrà contenere le ed umano nel medesimo tempo.
Se questa è l’idea, ora bisogna materializzarla Un’inquadratura un po’ dall’alto, quel tanto mero di elementi possibili e questa conce-
su un pezzetto di plastica di 10x12 centime- che basta a rendere sia il marchio del com- zione può essere applicata ad ogni genere di
tri sensibile alla luce. puter sia un pezzetto di tastiera e, soprattut- fotografia, dal ritratto alla foto di paesaggio.
Il primo passo è analizzare le forme del com- to, la perla. Il minimo di elementi necessari In tal senso la Polaroid in bianco e nero è un
puter; ci accorgiamo che osservandolo semi- per rappresentare l’idea del prodotto, una sin- prezioso strumento di sintesi, perché toglie i
chiuso in alcune posizioni sembra una mo- tesi d’inquadratura ed il gioco è fatto. colori e quindi semplifica.
derna ostrica. Lo appoggiamo su un carton- Un poco di calcoli esposimetrici con letture Provate ad esercitarvi con una pellicola in
cino leggermente grigio e proviamo a porre prese nelle varie zone della scena. Occorre bianco e nero: vedrete come è più facile ca-
sul pad-mause (quella specie di microtavo- anche una sana diffidenza verso valori di let- pire se la foto c’è o no; quando l’avrete tro-
letta grafica su cui muovere il polpastrello) tura molto diversi. Un esposimetro, purtrop- vata scattatela anche a colori.
una grossa biglia di vetro, che in realtà è un po, è uno strumento logico e vi fornirà dei da-
soprammobile. Abbiamo sotto i nostri occhi ti da interpretare misurando una luce d’in- Roberto Mineo
un’ostrica e la sua perla. Ovviamente è una tensità così differente in pochi centimetri.
perla simbolica, tecnologica, fatta di traspa- Occorre infine una sana Polaroid in bianco e
renze che danno un’idea di ricercato e puro. nero per analizzare il risultato. Usiamo spes-
Scegliere un’illuminazione adeguata non è so la Polaroid bianco e nero per non farci di- SCHEDA TECNICA:
semplice; un bank o delle griglie rischiereb- strarre dai colori nella composizione e nel-
Fotocamera: Sinar P 4x5”
bero di appiattire e di banalizzare il tutto. An- l’analisi dell’illuminazione. L’immagine in
Ottica: Schneider Apo 210 mm
che la luce, in questo caso, deve far sognare bianco è nero è più sintetica e permette di
e molto spesso una luce così non esiste e la analizzare meglio i contenuti della scena sen- Diaframma di ripresa: f/64,3
si deve inventare. za elementi di disturbo. Spesso poi ci si ac- Tempo di posa: Posa “T”
Allora prendiamo dei mattoni di vetroce- corge che quell’immagine è bella anche in Numero lampi per posa: 2
mento, quelli che si usavano moltissimo ne- bianco e nero, ma questo è solo un buon se- N. punti luce: 4
gli anni Sessanta per creare pareti luminose gno e significa che la composizione c’è e la Pellicola: Kodak E 100 S formato: 4x5”
o cabine delle docce e prepotentemente ri- foto regge. Il colore è solo un aiuto in più al- Potenza complessiva: 12.000 Ws
tornati di moda ultimamente perché creano la fotografia, ma da solo non fa un’immagi- Fotoritocco digitale: Aidin Mariscal
un muro trasparente, un divisorio tra due am- ne fotografica.
bienti che chiude il passaggio fisico, ma la- Oggi viviamo in un mondo colorato, la stes-
scia passare la luce. Ne mettiamo quattro at- sa televisione è a colori, internet è a colori ed
torno al soggetto. è quindi inevitabile che un lavoro si esegua
Poi disponiamo quattro torce flash, da tremi- a colori. Il bianco e nero però è la sintesi di
la watt ciascuna, dotate del cosiddetto cono- una foto; se una foto non c’è prima in bian- Tutte le immagini ed i backstage sono stati
snoot, un imbuto di metallo nero, un con- co e nero, allora non c’è neanche con i colo- ripresi durante una lezione del Master di
centratore di luce e, come per miracolo, tut- ri più belli del mondo. Still-Life della John Kaverdash School di
ta la scena si illumina con riflessi di luce co- Questo perché la fotografia è un processo di Milano, via G.E. Pestalozzi, 10 Milano.
me quelli che si vedono solo nei fondali sab- sintesi. Metti in pochi centimetri un’idea, rias- Per informazioni e colloqui orientativi te-
biosi del mare. Una luce marina, probabil- sumi in un centoventicinquesimo di secondo lefonare ai numeri:
mente la stessa luce che vedono le ostriche e una scena, una storia. 02.89123696-02.89123992.
le loro perle. Occorre saper cogliere l’idea col minor nu-
SCUOLA D I STILL LIFE

UN’IMMAGINE PER
COMUNICARE

Immaginiamo di dover sintetizzare in im-


magini l’alta qualità di un prodotto e della
sua casa costruttrice, un’azienda moderna
in possesso di tutte le certificazioni di qua-
lità conosciute con la terminologia ISO 9000
e che in tutte le sue fasi di produzione ri-
spetta l’ambiente.
Ad una prima analisi si potrebbe pensare
ad un reportage aziendale per descrivere at-
traverso immagini le fasi di lavorazione ed
i materiali impiegati. Il nostro cliente però
non vuole realizzare una brochure compo-
sta da tante pagine, ma un’unica immagi-
ne da campagna pubblicitaria di affissione
stradale o da pubblicare su riviste di setto-
re.
In realtà non si tratta di una richiesta parti-
colarmente insolita, è anzi una necessità
sempre più sentita da parte delle industrie
di prestigio nella comunicazione al pub-
blico; con la crescita della sensibilità per le
problematiche ambientali, il pubblico ten-
derà a preferire l’acquisto di un oggetto che
è stato prodotto senza recare danni all’am-
biente.
Il caso fotografico di oggi però non è dei
più semplici, perché tratta di un’ipotetica
un’azienda che produce tubi, sifoni e sca-
richi per lavandini e gradirebbe una sinte-
si di tutti i concetti sino ad ora espressi in
un’unica lastra di 10x12 centimetri.
Questa realizzazione è nata quando un gior-
Copyright John Kaverdash School

no un allievo del nostro corso di Still-Life


ha portato un bello scatolone pieno di rac-
cordi, tubi, rondelle, guarnizioni e un cata-
logo della ditta produttrice, ben fatto, ma
tutto sommato molto classico, con simpa-
tici effetti di luce sui prodotti, posizionati
in modo da apparire come delle sculture
d’arte contemporanea, ma privo di infor-
mazioni in merito alla politica produttiva.
L’idea originaria era semplicemente quella di ricreare alcu-
ne delle foto della brochure, ma ho subito obiettato che sa-
rebbe stato preferibile studiare una comunicazione integra-
ta, analizzando contemporaneamente sia ciò che la ditta ave-
va prodotto in passato a livello pubblicitario, sia le sue esi-
genze di comunicazione al pubblico; in questo modo si sa-
rebbe potuto realizzare un progetto visivo completamente
nuovo.
Ho iniziato così a giocherellare con i tubi provando varie
composizioni e dopo una ventina di minuti, osservando con
attenzione un gomito d’alluminio, mi sono reso conto che
il tappo laterale rotondo poteva essere la testa di un volati-
le, un’anatra o una papera.
Era l’idea che cercavo; trasformare i tubi in un’animale con-
sentiva di effettuare una sintesi tra prodotto e modi di pro-
duzione privi di impatto ambientale.
Immediatamente ho cominciato a collegare tra loro i pezzi
di tubo cercando di ricostruire un uccello acquatico stiliz-
zato; il risultato doveva comunque mantenere le forme e le
caratteristiche dei tubi e dei loro raccordi. Così un sifone è
diventato il corpo, uno snodo ad angolo ha ricreato l’idea di
un’ala chiusa, un raccordo a “T” le zampe, un dado il bec-
co e altri due dadi l’idea del collegamento tra la testa, il col-
lo ed il corpo dell’animale.
A questo punto occorreva ricreare l’ambiente dove di soli-
to questi animali vivono, fornire un’aggiunta d’informazio-
ne per meglio comunicare il messaggio. Un’opportuna cor-
sa presso un centro di fornitura di piante ornamentali ha per-
messo di trovare un bel po’ di piantine secche, quelle che di
solito si usano per adornare la case di campagna.
Per tenere le piantine nella giusta posizione sono stati uti-
lizzati dei mattoni forati ed il cielo grigio e tempestoso è sta-
to realizzato a spruzzo su un foglio di carta da lucido re-
troilluminato da un grosso bank.

Lo schema di illuminazione
Per l’illuminazione è stato utilizzato un bank 100x140 cm.
Dal basso, un secondo bank in controluce. Sulla sinistra è
stato posto un pannello nero per scurire l’interno del becco
SCHEDA TECNICA

Banco Ottico: Sinar P


Ottica: Schneider 210 mm Apo
Diaframma di ripresa: f/32
Tempo di posa: Posa 1/125s
Numero lampi per posa: 1
N° punti Luce: 6
Pellicola: Kodak E 100 S formato: 4x5”
Potenza complessiva: 16.000 W/s
Fotoritocco digitale: Aidin Mariscal

e, sulla destra, tre griglie a nido d’ape in al-


to in controluce per illuminare le piantine
secche.
Era anche molto importante conferire un’a-
deguata sfocatura alle piantine per simula-
re la scarsa profondità di campo tipica di
una ripresa naturalistica effettuata con una
lunga focale.
I bank che illuminano i tubi metallici sono
stati posizionati accuratamente per creare
sia riflessi che zone scure. Occorre infatti
ricordare che nell’illuminazione di un og-
getto è molto importante la presenza di zo-
ne d’ombra al fine di accentuare la profon-
dità dell’immagine.
Al termine delle varie regolazioni delle lu-
ci e delle innumerevoli polaroid test utiliz-
zate per controllare l’effetto di ogni singo-
lo punto d’illuminazione, ci siamo trovati
davanti una bella papera di tubi di lavan-
dino, ambientata in una scena da birdwat-
ching.
Dal punto di vista tecnico occorre tenere
presente che le griglie a nido d’ape non so-
no adatte ad illuminare soggetti di tipo lu-
cido, in quanto tendono a produrre la proie-
zione puntiforme della lampada sull’og-
getto stesso. Per questa ragione sono state
posizionate in controluce, per illuminare le
piantine proiettando la loro luce sul lato po-
steriore dei tubi, e quindi non visibile in
una ripresa frontale. La griglia a nido d’a-
pe produce una luce forte e direzionata e
quindi è più adatta a superfici opache; con-
viene posizionarla lateralmente o in con-
troluce come fonte d’illuminazione d’ef-
fetto.
Esistono griglie a nido d’ape di differenti
dimensioni per proiettare fasci di luce più
o meno larghi a seconda della distanza tra
lampada e soggetto. È inoltre necessaria
una certa cautela nel montarle e smontar-
le, evitando di toccare i delicatissimi la- Tutte le immagini ed i backstage sono stati ripresi durante una lezione del Master
mierini di cui sono composte, e ricordare di Still-Life della John Kaverdash School di Milano.
anche che si tratta di un accessorio dal fa- Sale di Posa: Scuola John Kaverdash School, via G.E. Pestalozzi 10, Milano.
cile surriscaldamento. Per informazioni e colloqui orientativi telefonare ai numeri: 02.89123696-89123992.
Roberto Mineo
SCUOLA DI STILL L I F E

UNO STILL LIFE


A 3000 GIRI
Copyright John Kaverdash School

Un tipo di ripresa che spesso si propone ad è la sicurezza dello spazzolino, in grado di L'illuminazione è stata creata utilizzando
un professionista dello Still-Life è quella funzionare anche se colpito da abbondan- due riflettori dotati di lente di Fresnel pun-
di prodotti farmaceutici o di piccoli elet- ti spruzzi d'acqua. tati: uno dall'alto, alla destra dello spazzo-
trodomestici per l'igiene personale. Nel ca- Creare l'ambientazione è stato abbastanza lino, per dare profondità all’immagine con
so d'oggi, prendiamo in esame uno spaz- semplice; abbiamo avuto bisogno solo di ombre molto marcate, l'altro Fresnel, sem-
zolino elettrico dell'ultima generazione, rea- un po' di piastrelle bianche, applicate con pre dall'alto, per creare un alone d'effetto
lizzato da una nota casa tedesca. L'ogget- colla a caldo su una superficie di compen- sulla testina rotante.
to è di piccole dimensioni, all'incirca il pal- sato, e di un pezzetto di biadesivo forte per Per le gocce d'acqua è stato invece utiliz-
mo di una mano, ed ha due caratteristiche fissare lo spazzolino alle piastrelle, neces- zato un preparato a base di glicerina; infatti
da evidenziare: la prima è la rapida rota- sario per evitare di vederlo ruotare su se se avessimo usato dell’acqua, questa sa-
zione della sua testina mobile, la seconda stesso a causa delle vibrazioni. rebbe evaporata sotto il calore delle lam-
SCHEDA TECNICA:
Fotocamera: Sinar P 4x5”
Ottica: Schneider Apo 210mm
Diaframma di ripresa: f/64
Tempo di posa: Posa 1/125"
Numero lampi per posa: 1
Numero punti Luce: 2
Pellicola: Kodak E 100 S formato: 4x5”
Potenza complessiva: 6.000 Ws
Fotoritocco digitale: Ricardo Avarese
Copyright delle immagini, delle idee,
dei backstage e della foto di still-life:
John Kaverdash.

pade pilota. Inoltre la glicerina, avendo una di carica dei condensatori e, di conseguen- lino in reale movimento. Il mosso delle sue
densità maggiore, simile a quella di un co- za, sulla durata effettiva del lampo stesso. setole rotanti è stato effettivamente regi-
mune shampoo, permette di disporre le goc- In sintesi, se usate un flash alla massima strato dal lampo del flash.
ce anche su piani inclinati senza il rischio potenza, ricordatevi che questo emetterà Segnaliamo che il soggetto è tutto a fuoco,
di vederle scivolar via. un lampo relativamente lungo, se lo utiliz- sia nella parte superiore (vedere la vite) che
Le due torce erano regolate alla massima zate invece alla minima potenza, la durata in quella inferiore; per far questo abbiamo
potenza, circa 3000 Ws; a questa regola- del flash diverrà brevissima. applicato la regola di Scheimpflug; il pro-
zione, la durata del nostro lampo era di cir- Di conseguenza, occorre prestare molta at- lungamento del piano del soggetto in que-
ca 1/300 di secondo, il che ci ha permesso tenzione alla impostazione del tempo d'ot- sto caso si trovava sullo stesso asse dello
di ottenere un effetto di mosso pur utiliz- turazione; se lavoriamo con una fotocamera spazzolino ad un metro circa oltre le seto-
zando un'illuminazione flash. reflex 35mm occorrerà impostare il tempo le. I due Fresnel sono stati diaframmati, al
Le unità d'illuminazione da studio, infatti, di sincronizzazione intorno a 1/125 di se- fine di concentrare la luce solo sulle zone
quando sono regolate alla massima poten- condo, se invece stiamo lavorando con una da mettere in evidenza, lasciando un alone
za, rallentano la durata del lampo che emet- fotocamera dotata d'otturatore centrale, que- scuro tutt'intorno al soggetto.
tono. Quindi, quando si vuole essere sicu- sto può essere regolato su qualunque tem- Il risultato è l’immagine di uno spazzolino
ri di bloccare un movimento, è bene rego- po di posa, restando sempre in sincronia in movimento, coperto di gocce d'acqua co-
larle alla loro minima potenza e il lampo con il flash stesso. me se la ripresa fosse stata effettuata nel
sarà di 1/750 di secondo circa; al contra- Può essere però pericoloso impostare, an- bagno di casa nostra durante il suo norma-
rio, se si intende sottolineare un rapido mo- che distrattamente, un tempo di sincroniz- le uso.
vimento, occorrerà regolarle sulla massi- zazione di 1/500s; la sincronizzazione av-
ma potenza rallentando la durata del lam- verrebbe ma, in questo caso, se il flash da Testo e foto di Roberto Mineo
po stesso, 1/100 di secondo circa. Infatti studio fosse regolato alla massima poten-
non si può mai aumentare o diminuire la za, e quindi con il lampo di durata più lun-
potenza dei flash elettronici agendo sul vol- ga, l'otturatore della nostra fotocamera si Le immagini ed i backstage sono stati ripresi
taggio complessivo; se si alterasse il vol- chiuderebbe prima di aver registrato tutta durante una lezione del Master di Still-Life
taggio, cambierebbe la temperatura di co- la luce emessa dal flash determinando in della John Kaverdash School, Via G.E. Pe-
lore, con spiacevoli conseguenze sulla re- questo caso una sottoesposizione di circa stalozzi, 10 Milano
sa dell’immagine. La variazione si effettua uno stop sulla nostra immagine. Per informazioni e colloqui orientativi te-
quindi agendo direttamente sulla capacità La ripresa è stata effettuata con lo spazzo- lefonare ai numeri: 02.89123696-89123992.
SCUOLA D I STILL LIFE
Copyright John Kaverdash School

UNO STILL LIFE


IN LOW KEY
Come illuminare in modo preciso il marchio,
in uno schema di illuminazione Low Key
Una fotografia eseguita con illuminazione
Low Key è essenzialmente un’immagine
in cui la luce risulta essere molto bassa e
concentrata e tende a sagomare l’oggetto
fotografato rendendolo appena percettibi-
le sul fondo molto scuro. È un’illumina-
zione sicuramente suggestiva, ma di diffi-
cile controllo sia per la misurazione espo-
simetrica, che per la disposizione dei pun-
ti d’illuminazione, in quanto un loro nu-
mero eccessivo determinerebbe solo delle
forti sovraesposizioni ed un numero scar-
so farebbe scomparire nel nero dettagli im-
portanti. Il concetto da rendere è: “Un og-
getto che affiora dal nulla”, dal nero più
profondo, con una luce pennellata sulle sue
parti più rappresentative, capace di dise-
gnarlo, o meglio, di farlo apparire quasi
scolpito sul fondo.
Nel caso di questo mese abbiamo preso in
esame la possibilità di eseguire questo tipo
d’illuminazione applicandolo ad un paio di
scarpe. Sin dall’inizio è risultato chiaro che
per facilitare questo tipo di foto occorreva
trovare un punto di vista abbastanza inso-
lito ed al contempo adatto al prodotto da
raffigurare. La luce in chiave bassa infatti
si presta molto bene per tutte quelle am-
bientazioni molto grafiche in cui il sogget-
to deve sembrare quasi disegnato più che
fotografato.
Abbiamo così deciso di effettuare un’in-
quadratura in pianta (banco ottico posto al
di sopra dell’oggetto come si trattasse di
una riproduzione). Sullo sfondo (un tavo-
lo di legno) è stato posizionato un carton-
cino nero opaco e sopra di esso, aiutando-
si con dei piccoli spessori, sono state posi-
zionate le due scarpe, una rivolta verso di
noi e l’altra capovolta, per evidenziare il
disegno della suola.
L’importante è staccare il soggetto dal fon-
do, per evitare che la luce che andremo a
disporre lo possa “contaminare” annullan-
do l’effetto nero desiderato.
Lo schema di illuminazione in questo caso
è costituito da quattro monotorce da 1000
Watt/s ciascuna, posizionate sui due lati del-
le scarpe, in modo speculare.
Due luci illuminano le scarpe frontalmen-
te ed altre due le illuminano dal retro; le lu-
ci puntano esattamente le une contro le al-
tre, ma non si annullano a vicenda, a cau-
sa dei diversi spessori dell’oggetto ripreso,
che impediscono all’illuminazione di giun-
gere sino al lato opposto. Il risultato sarà
che le quattro luci combinate insieme crea-
no un’illuminazione molto dura, di taglio,
che metterà in evidenza qualunque picco-
lo dettaglio di cucitura o materia dell’og-
getto. Agendo inoltre sulla regolazione del-
la potenza e sull’altezza delle quattro tor-
ce flash, e sulla loro inclinazione, si potrà
decidere selettivamente quali punti del sog-
getto illuminare e quali no.
SCHEDA TECNICA
Fotocamera: Sinar P 4x5”
Ottica: Schneider 180mm Macro
Diaframma di ripresa: f/64
Tempo di posa: Posa “T”
Numero lampi per posa: 5
Numero punti luce: 5
Pellicola: Kodak E 100 S, formato 4x5”
Potenza complessiva: 7.000W/s
Testi e foto: Roberto Mineo
Fotoritocco digitale: Aidin Mariscal
Sale di Posa: John Kaverdash School
Tutte le immagini ed i backstage sono stati
ripresi durante una lezione del Master di Still-
Life della John Kaverdash School.
Per informazioni sulla scuola John Kaverda-
sh School telefonare ai numeri: 02/89123696-
89123992. Via G.E. Pestalozzi, 10 Milano.

Come accessori d’illuminazione abbiamo tallizzate ed incollati direttamente sulla suo- derlo brillante è di illuminarlo in modo che
utilizzato una griglia a nido d’ape monta- la (una volta erano etichette realizzate a il suo riflesso colpisca il vostro obiettivo.
ta su di una parabola standard (di quelle ar- parte e poi cucite sulla parte interna in pel- Per meglio comprendere il percorso della
gentate all’interno), che crea una luce mol- le, prima di montare la suola). luce immaginate di giocare a biliardo: sen-
to dura e concentrata, ma nel contempo non Un’illuminazione adeguata a renderlo bril- za l’ausilio di effetti la palla rimbalzerà sul-
del tutto uniforme in quanto la griglia proiet- lante sarebbe una luce disposta sullo stes- la sponda verso cui la lancerete con lo stes-
ta la sua trama sull’oggetto; è una specie so asse di ripresa e concentrata in modo da so angolo con cui arriva a colpirla; così, se
di luce a chiazze, con zone più intense e non illuminare il fondo della scena. Il pro- voi siete a destra e volete un riflesso in mac-
zone più deboli, che disegna molto bene il blema è che in asse con la scarpa ci siamo china di qualcosa che state riprendendo, la
soggetto facendolo spiccare sul fondo co- già noi con il nostro bel banco ottico e quin- luce deve arrivare sull’oggetto da sinistra;
me se fosse illuminato da tanti piccoli con- di spazio per disporre un’altra luce non ne se voi siete in basso deve arrivare dall’al-
troluce. Bisogna ovviamente accettare il abbiamo proprio. to e così via. In pratica, calcolato qual è
fatto che si tratta di un’immagine interpre- I più smaliziati avranno pensato quasi si- l’angolo di incidenza della luce sul sog-
tativa del prodotto più che descrittiva, e curamente ad un flash anulare da porre di- getto, solo nel suo angolo di rimbalzo tro-
quindi potrebbe essere adatta alla coperti- rettamente davanti all’obiettivo, ma vi con- verete il massimo punto di riflessione.
na di un catalogo o per l’advertising (cam- siglio di scartare quest’ipotesi, che tra- L’unico limite di questa ripresa resta la ne-
pagne stampa su riviste, affissioni etc.). sformerebbe le scarpe in un riflesso unico. cessità di una fotocamera con piani bascu-
Non andrebbe certamente bene per il pic- Il trucco è invece nello strumento di ripre- lanti; senza di essa, per via dell’inclina-
colo cliente o il negoziante, che sicuramente sa che stiamo usando e nella sua possibi- zione della macchina, avrete delle inevita-
criticherebbe la non perfetta lettura della lità di basculaggio. Ponete la fotocamera bili deformazioni prospettiche.
pelle della scarpa o dell’insieme del pro- un po’ più a destra, inquadrando come cen- Ricordatevi sempre che lo Still-Life in fon-
dotto. Si tratta infatti di una ripresa rivolta tro dell’immagine solo la scarpa di destra, do è quasi sempre una forma di macrofo-
a stupire o ad attirare l’attenzione, quasi poi inclinatela verso la scarpa di sinistra ri- tografia, perché si opera a distanze relati-
fosse un’icona. Per conoscere i dettagli del- componendo l’inquadratura come se foste vamente brevi dal soggetto ed in più in gran-
la scarpa occorrerà recarsi nei negozi o con- esattamente al centro e, rimettendo paral- de formato: ogni minimo difetto si vedrà
sultare il catalogo, questo sì con le classi- leli al soggetto sia la standarta posteriore impietosamente ed occorre avere un’estre-
che immagini descrittive, le “raccolte di che quella anteriore, avrete ricostruito qua- ma cura e calma nella preparazione del set
francobolli” come amiamo definirle qui a si del tutto l’inquadratura iniziale. Avete e di tutti i minimi dettagli.
scuola, ovvero tutti quei cataloghi pieni di però ricavato lo spazio per porre il flash ne- Ricordatevi inoltre, qualora vi chiedano di
foto segnaletiche di prodotti illuminati, se cessario all’illuminazione dell’etichetta del- riprendere scarpe femminili, soprattutto con
va bene, con due bank posti a 45° l’uno dal- la scarpa. Se posizionerete la luce in mo- il tacco, che la misura ideale, quella che
l’altro, foto tutte uguali, irrimediabilmen- do speculare al banco ottico, cioè con la mantiene la giusta proporzione tra pianta
te tristi ma, a detta dei marketing manager stessa inclinazione che ha il banco ottico del piede e parte posteriore, è il 37 1/2, men-
delle aziende produttrici, necessarie alla rispetto al soggetto, ma dal lato opposto, tre per la scarpa maschile vanno bene le
vendita di un prodotto soprattutto se cor- riuscirete a illuminare la parte interessata misure da 40 a 43. La scarpa deve essere
redate di ampie schede tecniche sul tipo di senza contaminare le altre (vedere il dise- assolutamente nuova e mai indossata ed oc-
materiale usato e le caratteristiche ergono- gno con lo schema di illuminazione). Oc- corre riempirla in giusta quantità con dei
miche della scarpa. corre comunque avere l’accortezza di usa- fogli di carta appallottolata all’interno, qua-
re un accessorio d’illuminazione molto stret- lora sia di pelle morbida. Se invece si trat-
L’illuminazione del marchio to (uno spot, un cono snoot o un fresnel). ta di pelle lucida è necessario prendere in
Tornando alla nostra ripresa affrontiamo Non pensate assolutamente di illuminare esame un’illuminazione fatta principal-
ora il problema dell’illuminazione del mar- l’etichetta con piccoli flash posti all’inter- mente da bank.
chio posto sul fondo della scarpa. Tali mar- no della scarpa: non brillerebbero mai. L’u- Roberto Mineo
chi spesso sono serigrafati con vernici me- nico modo per riprendere un oggetto e ren- (4-Continua)
SCUOLA D I STILL LIFE

UNO STILL LIFE


IRONICO
Copyright John Kaverdash School - Milano

Fantasia e tecnica per scegliere le luci giu- zione del lavoro. La scappatoia potrebbe essere nel lanciare
ste, per l’allestimento del set, per il con- Per il tema di questo mese ho proposto al- un messaggio ironico, che differenzi l’ipo-
trollo della profondità di campo. la mia classe l’obiettivo della realizzazio- tetico prodotto da altri, attribuendogli qua-
Uno degli aspetti più complessi, all’inter- ne di un’affissione stradale per una nota si una personalità. Partendo da quest’ana-
no di un corso di still-life pubblicitario, è ditta di pneumatici. Un copertone di per sé lisi abbiamo quindi iniziato il montaggio
abituare la classe ad avere una propria idea è una cosa che in pratica si vede tutti i gior- del set ponendo la ruota con un bel cer-
per un’ipotetica campagna pubblicitaria su ni. Bisogna quindi fotografarlo in maniera chione direttamente sul suo supporto di fab-
un prodotto. Questo tipo di allenamento non del tutto convenzionale. Inutile conti- brica, per espositori, che permetteva di te-
mentale, anche se di norma è ruolo di un nuare ad insistere sulle solite tematiche qua- nerla perfettamente verticale, senza peri-
art director, abitua comunque il fotografo li: tenuta di strada alle condizioni climati- coli di rotolamenti durante le riprese.
a sviluppare una creatività propria e quin- che avverse etc. Tutte le campagne pub- Il cerchione cromato ha subito suggerito
di ad essere, un domani, maggiormente abi- blicitarie già lo fanno e d’altro canto è dif- l’idea di un bel bank di tipo “strip” (stret-
tuato ad intuire e ad interpretare al volo le ficile parlare di una gomma senza citazio- to) dal basso, per conferire una piacevole
idee di chi gli commissionerà la realizza- ni “stradali”. luminosità e creare un po’ di volume con
delle ombre molto lievi. La stessa luce ov-
viamente ha la funzione di evidenziare la
scritta della marca, scritta che però ha bi-
sogno di essere “aiutata” con dei prodotti
spray capaci di renderla più brillante e
splendente.
L’idea originaria era di avere una gomma
nera su un fondo nero; per far ciò occorre
parecchia luce, in modo da rendere le su-
perfici sufficientemente contrastate. Ab-
biamo quindi montato altri due bank di con-
troluce dall’alto verso il battistrada, per me-
glio evidenziarne la tassellatura ed il con-
trasto.
Restava comunque il problema di un cer-
to appiattimento del cerchione: per risol-
verlo abbiamo utilizzato una parabola con
griglia a nido d’ape che, sempre dal basso,
illuminasse il cerchione dall’interno.
Fin qui avevamo di fronte un set ben illu-
minato, con una ruota molto grafica, tas-
sellatura e marchio ben staccati dal fondo
nero. I ragazzi della mia classe erano già
molto soddisfatti e, vista la prima Polaroid
di prova, volevano passare alla fase ese-
cutiva. Io però non ero ancora soddisfatto
e ho spiegato loro che questa tutto som-
mato sarebbe stata solo una bella foto da
catalogo, niente di più. Bisognava andare
un po’ più in là, inventarsi qualcosa di ori-
ginale.
Ho allora cominciato a pensare quali as-
sociazioni di idee si possono fare con un
copertone. Qualcuno ha proposto una lu-
maca per creare un contrasto con l’idea di
velocità. L’idea mi divertiva, però cosa
avrebbe potuto pensare il cliente? Una ruo-
ta lenta, una ruota che non va.
Altri proponevano dell’acqua che schiz-
zasse sul battistrada, ma anche questa era
un’immagine comune, sin troppo conven-
zionale. Qual è il vero terrore di un coper-
tone? Ma è ovvio…. incontrare un chiodo
o qualcosa che lo buchi per cui…. Un co-
pertone che non ha paura della foratura!
Anche sapendo che ciò è obbiettivamente
impossibile, ci si può giocare attorno.
Così siamo partiti alla ricerca all’interno
del nostro studio di qualche vecchio chio-
do, magari un po’ arrugginito; una volta
trovato lo abbiamo piegato con una pinza
e incastrato direttamente dentro il batti-
strada.

Il set
A questo punto però è stato necessario ri-
vedere il set, perché le luci erano diventa-
te insufficienti. Occorreva assolutamente
illuminare meglio il chiodo, metterne a nu-
do la trama vecchia e consunta. Abbiamo
quindi posizionato un fresnel di lato in mo-
do da illuminarlo per metà e lasciare un la-
to con un profilo netto scuro. Non ancora
contenti di ciò, (il perfezionismo è fonda-
mentale per un fotografo di still-life), ab-
Fotocamera: Sinar P 4x5”
Ottica: Schneider Apo 360mm
Diaframma di ripresa: f/64
Tempo di posa: Posa “T”
Numero lampi per posa: 6
Numero punti Luce: 6
Pellicola: Kodak E 100 S formato: 4x5”
Potenza complessiva: 12.000 Ws
Fotoritocco digitale: Aidin Mariscal
Sale di Posa: John Kaverdash School

Tutte le immagini ed i backstage sono


stati ripresi durante una lezione del Ma-
ster di Still-Life della John Kaverdash
School.

biamo aggiunto un secondo fresnel nasco- ti a non inquinare le luci vicine. infatti il banco ottico risulterebbe “più lun-
sto sotto la ruota, verso il fondale nero, per L’ottica usata in questo caso è un 360mm go” da un lato è “più corto” dall’altro: metà
creare un bagliore rotondo attorno all’ele- apocromatico diaframmato a f/64 per ave- immagine risulterebbe a fuoco e metà no.
mento che doveva attrarre maggiormente re la massima profondità di campo; è sta- La necessità di lavorare ad un diaframma
l’attenzione dell’osservatore. to necessario un po’ di basculaggio per rad- così chiuso dipende dalla lunghezza foca-
Il bilanciamento delle luci non è stato sem- drizzare le fughe di prospettive causate dal- le che stiamo utilizzando. Per il piccolo for-
plice visto che in un paio d’ore di lavoro l’inquadratura dall’alto, necessaria per la mato un’ottica di 360mm sarebbe un po-
eravamo passati dall’unica luce ipotizzata visibilità del disegno del battistrada. tente teleobiettivo da foto sportiva o natu-
frontalmente a un set con ben sei punti lu- Questo genere di operazione è abbastanza ralistica. Con il 4x5 pollici o, se preferite,
ce, i quali ora chiedevano di essere dosati semplice e consiste, dopo aver effettuato 10.2x12.7cm, il 360mm è a mala pena pa-
in modo abbastanza preciso, dal momento l’inquadratura, nell’inclinare il piano po- ragonabile al 100mm da ritratto però… La
che ognuno di essi ricopriva un ruolo fon- steriore porta-pellicola (standarda poste- sua profondità di campo, che come sapete
damentale. riore) in modo da portarlo ad essere paral- dipende sì dalla chiusura del diaframma,
Le luci principali, in questo caso, sono i lelo al soggetto, raddrizzandone le fughe ma anche dalla lunghezza focale dell’o-
due bank dall’alto in controluce: a loro ab- di prospettiva. Al termine dell’operazione, biettivo, è sempre quella di un 360mm e
biamo attribuito la massima potenza. Poi il cui effetto comunque si può controllare quindi è praticamente inesistente.
abbiamo regolato di quasi uno stop in me- direttamente sul vetro smerigliato, è ne- Se poi tenete anche conto che usare una fo-
no quello frontale per la parte metallica, cessario inclinare anche la parte anteriore cale come quella citata, con un oggetto co-
che subito ha preso a contrastare e a dare del banco ottico su cui è montato l’obietti- sì relativamente piccolo e vicino, equivale
volume alla scena. vo (standarda anteriore), per recuperare la quasi ad eseguire la macro di una marghe-
Le altre luci d’effetto sono state tutte re- perdita di profondità di campo causata dal- ritina, intuite le problematiche a cui andia-
golate a mezzo o uno stop in più per ac- l’inclinazione di una sola delle due stan- mo incontro.
crescere l’effetto, stando però molto atten- darde. Non effettuando questa correzione In pratica, avevamo bisogno di un’elevata
profondità di campo e questo comporta
maggior luce nella ripresa.
In questo scatto alla fine risultavano in fun-
zione luci flash per un complessivo di
12.000 Ws (Watt per secondo) e nonostan-
te questa potenza di luce è stato necessario
adottare la tecnica dei lampi multipli, che
consiste nel lasciare l’otturatore aperto,
oscurare la sala di posa ed eseguire più col-
pi di flash per lo stesso scatto.
Come potete intuire dalle immagini di back-
stage, da me personalmente riprese, occorre
molto tempo e molta cura nei set di still-li-
fe perché, a causa dell’estrema nitidezza
delle pellicole e delle ottiche tipiche del
grande formato, il più piccolo particolare
fuori posto si noterebbe immediatamente.
Una semplice impronta digitale lasciata di-
strattamente sull’oggetto da riprendere po-
trebbe compromettere il risultato. Occorre inoltre precisare che, in generale,
Per ottenere un risultato professionale, è i ritocchi digitali di originali in grande for-
molto importante entrare nell’ordine d’i- mato risultano un po’ difficili per la mag-
dee che serve una grande cura nell’allesti- gior parte dei fotografi, a causa della gran-
mento del set, pena la necessità di passare de dimensione di questi file, e sono quin-
interminabili ore a correggere in postpro- di territorio quasi esclusivo dei costosissi- Per informazioni sulla scuola John Ka-
duzione gli errori di ripresa, sottraendo co- mi e potenti scanner a tamburo, più adatti verdash School telefonare ai numeri:
sì tempo ed energie ad un più sano utiliz- ad una fotolito che ad uno studio fotogra- 02/89123696-89123992.
zo del computer per l’esecuzione d’impor- fico. Via G.E. Pestalozzi, 10 Milano
tanti correzioni o interventi creativi. Testo e foto: Roberto Mineo
SCUOLA D I STILL LIFE

©John Kaverdash S.n.c./Roberto Mineo

FOTOGRAFARE
GLI OGGETTI
RIFLETTENTI
Solitamente il dover fotografare un ogget-
to metallico crea qualche apprensione, si
pensa inevitabilmente a tutti i riflessi da
controllare, alla tecnica di ripresa più ade-
guata. Noi consigliamo invece di partire da
un altro presupposto: guardare attentamente
l’oggetto e farsi suggerire da lui come vor-
rebbe essere illuminato. Nell’esercitazio-
ne di oggi abbiamo preso in esame un bol-
litore molto noto della ditta Alessi. Questa
ditta si caratterizza in tutti i suoi prodotti
per l’elevata qualità unita ad un design d’al-
tissimo livello. L’oggetto in questione è
realizzato in metallo brunito dalla forma
conica, sormontato da un manico di me-
tallo rivestito in plastica colorata. La par-
te terminale dello scarico del vapore in-
corpora il classico fischietto, per la segna-
lazione dell’avvenuta ebollizione dell’ac-
qua, dalla divertente forma di un uccellino
che sta per spiccare il volo. È evidente quin-
di che si tratta di un oggetto molto diver-
tente, giovanile e nello stesso tempo Hi-
Tech, per via dei materiali e delle colora-
zioni utilizzate. Bisogna iniziare ad osser-
varlo in tutte le direzioni, dal basso, dal-
l’alto, da sinistra e da destra simulando i
possibili punti d’inquadratura, per deter-
minare quello che permetta la massima leg-
gibilità delle sue forme. Dopo qualche mi-
nuto d’osservazione, è stato deciso che la
posizione di profilo era quella che meglio
evidenziava il suo stile e permetteva una
completa lettura di tutti i suoi dettagli. Dal
punto di vista compositivo, però, questo ti-
po d’inquadratura lasciava parecchi spazi
vuoti nel vetro smerigliato della fotoca-
mera 10x12 posizionata in verticale. L’og-
getto appariva più quadrato che rettango-
lare. Era necessario pensare a qualcosa che
lo allungasse o lo innalzasse. Ho provato
ad immaginare un fornello acceso, la sua
fiamma color blu avrebbe sicuramente crea-
to un bel distacco cromatico tra il colore
del fischietto e i due pallini rossi agli estre-
mi dell’impugnatura. Purtroppo il proble-
ma della composizione quadrata, anche in
questo caso, sarebbe rimasto invariato. L’i-
dea è quindi nata pensando ad un fornello
del futuro, qualcosa che non utilizzasse più
la fiamma per scaldare, avesse una forma
particolare, desse più l’idea dell’incande-
scenza che del fuoco e, nel frattempo po-
tesse fungere anche da piedistallo. Ho pre-
so il bollitore ed ho cominciato a girare per
la città in cerca di…un nuovo tipo di for-
nello. Dopo aver girato un bel po’ di ne-
gozi d’arredamento e di elettrodomestici
in genere, un poco frastornato, e con una
ventina di depliant in mano di svariati mo-
delli di piani di cottura, fornelli e soluzio-
ni per cucinare praticamente tutto ma te-
nendo gli oggetti sempre ed inesorabilmente
appoggiati ad una base, mi sono fermato
davanti ad un demolitore di auto appena
fuori città per fare un po’ il punto della si-
tuazione. Il quaderno degli appunti era or- do. Restava soltanto da pensare al resto del-
mai distrutto, pieno di scarabocchi e righe l’illuminazione. L’oggetto è di per se qual-
con la penna sulla maggior parte degli in- cosa di simile ad un tronco di piramide con
dirizzi utili. Guardando sulla sinistra, tra il bordo superiore arrotondato. L’illumina- ga di un bank così particolare basterà ri-
una carcassa di una vecchia Fiat 500 e una zione più adeguata è quindi cercare di da- durre l’emissione luminosa utilizzando dei
montagna di copertoni usati, ho intravisto re l’idea della sua sfericità. Una luce mor- cartoncini neri direttamente contro il telo
una stufa in ghisa. Quelle della nonna, per bida dal lato sinistro e un’altra dall’alto per diffusore dei bank che si possiedono. L’im-
intenderci, pesanti ed intrasportabili. La ri- seguire il movimento circolare del manico portante è creare una lama di luce morbi-
sposta era nel manico dell’apertura del suo (due bank tipo strip) ed un grosso bank di da e non invadere il resto della scena.
portellone, la molla metallica messa attor- controluce con griglia di protezione sul la- I due bank strip sono poi stati regolati alla
no al manico per disperdere il calore e per- to opposto. In questo modo la luce princi- stessa potenza, mentre quello di controlu-
mettere di aprirlo senza causare ustioni. pale, proveniente da sinistra, crea una zo- ce, era sovraesposto di un diaframma per
na d’illuminazione che va a sfumare, in scu- meglio evidenziare il suo effetto. Occorre
Lo studio del set ro, verso la destra, mentre nei punti in cui dapprima misurare con l’esposimetro i due
Acquistate le molle, dopo aver scelto le mi- il bollitore rischierebbe di scomparire, a bank strip e poi regolare le altre due luci di
gliori, le ho appoggiate, in piedi, su di una causa della sottoesposizione, subentra il conseguenza. Il fondo è semplicemente un
parabola flash, all’interno della quale ho controluce dal lato opposto, che ne sago- fondale di cartone nero posto a circa tre me-
posto due fogli di gelatina rossa ed un pez- ma il bordo creando un riflesso bianco sul tri di distanza, per essere sicuri che non in-
zo di plexiglass bianco traslucido sopra. Ho suo profilo esterno. Il bank tipo “strip”, in tercetti luci residue provenienti dai due bank
acceso la lampada pilota del flash e, come questo caso, è fondamentale perché deve dall’alto schiarendosi. È preferibile utiliz-
d’incanto, le molle si sono colorate di ros- necessariamente illuminare l’oggetto sen- zare, per il controluce, un bank dotato di
so e sembravano davvero incandescenti. Le za creare delle sbavature di luce che co- griglia o, come nel nostro caso, di strip di
molle sono poi state incollate, per motivi prirebbero la luce, filtrata di rosso, prove- vecchio nastro VHS montate in un telaio
di sicurezza sul set, direttamente alla base niente dal basso, necessaria all’illumina- d’alluminio, per evitare pericolosi rientri
del bollitore, utilizzando della colla a cal- zione delle molle. Qualora non si dispon- di luce in macchina.
In questa polaroid si vede co- Occorre inoltre ricordarsi di non tenere
me la resa cromatica e di con- accesa, se non per i secondi necessari al
trasto generale sia molto diffe- suo esatto posizionamento, la lampada pi-
rente rispetto al risultato fina- lota del flash sotto il bollitore che, non
le che poi si avrà su pellicola. potendo ventilare correttamente, coperta
Nonostante questo, l’uso di pel- dai fogli di gelatina colorata e dal plexi-
licole a sviluppo immediato è glas, potrebbe incendiarsi per il calore svi-
fondamentale ai fini del con- luppato. Lo scatto è stato realizzato in-
trollo generale. clinando un po’ il dorso del banco ottico
per creare un effetto di maggior dinami-
cità al soggetto e come ottica è stato usa-
to un 210mm (che equivale ad un medio
tele nel piccolo formato) diaframmato a
f/64 utilizzando la tecnica dei lampi mul-
tipli per accumulare più luce sulla pelli-
cola. L’illuminazione era composta da
quattro torce flash da 3000Ws cadauna,
tre bank, di cui due strip ed uno con gri-
glia lineare, e da una parabola tipo flood-
lite dal basso per le molle.
La tecnica dei lampi multipli consiste, una
volta calcolata l’esposizione generale, nel-
l’aprire l’otturatore della fotocamera in
posa “B” o “T”, ed al buio totale esegui-
re una serie di lampi di accumulo di luce
secondo il diagramma segnalato.
Il risultato finale è un’immagine molto
LAMPI MULTIPLI: CALCOLO DELL’ESPOSIZIONE suggestiva, che rende bene la descrizio-
La tabella suggerisce il numero di lampi da effettuare al diaframma di lavoro indi- ne delle superfici ricurve dell’oggetto, al-
cato nella colonna di sinistra. Ad esempio, se l’esposimetro indica un diaframma ternando zone illuminate a zone più scu-
f/8, si potrà effettuare un solo lampo a diaframma f/8, oppure due a f/11, e così via. re con un’illuminazione che sembra se-
guire il soggetto. Per comprendere me-
DIAFRAMMA ESPOSIZIONE CORRETTA glio la fotografia di Still-Life, creare un
2 2.8 4 5.6 8 11 16 22 32 45 64 proprio tipo d’illuminazione sugli ogget-
2 1 ti da riprendere, il miglior consiglio che
DIAFAMMA DI LAVORO

2.8 2 1 ci sentiamo di darvi è di ragionare sem-


pre in termini pittorici anziché fotografi-
4 4 2 1 ci. Provate sempre ad immaginare come
5.6 8 4 2 1 disegnereste la cosa che dovete riprende-
8 16 8 4 2 1 re, quali chiaroscuri si utilizzerebbero per
11 32 16 8 4 2 1 dare tridimensionalità al soggetto, quale
16 32 16 8 4 2 1 sarebbe il miglior punto d’osservazione
per descriverlo, quali fughe di prospetti-
22 32 16 8 4 2 1
va sono necessarie per condurre l’occhio
32 32 16 8 4 2 1 di chi osserverà l’immagine esattamente
45 32 16 8 4 2 1 verso dove voi volete che vada.
64 32 16 8 4 2 1 Nelle lezioni di “scuola di ritratto” ab-
biamo visto che occorreva “sentire” la lu-
ce e quanto essa dovesse raccontare me-
glio quel volto o rendere meglio quella
SCHEDA TECNICA: situazione. Anche qui occorre fare qual-
Fotocamera: Banco ottico formato 10x12 Toyo 45GX cosa di simile, applicandola però a sog-
Ottica Schneider Apo Symmar 210 mm diaframmato a f/64 getti apparentemente statici e privi di per-
Tempo di scatto: posa “T” sonalità. Gli oggetti hanno sempre una
Numero di lampi: 5 propria personalità e forse il trucco con-
Basculaggio sull’asse orizzontale (corpo anteriore) +3° siste nell’imparare ad osservarli, dimen-
Basculaggio sull’asse orizzontale (corpo posteriore) -3° ticarsi per un istante che un bollitore sia
Pellicola piana Kodak Ektachrome E 100S in formato 10x12 solo un bollitore e provare a vederlo co-
Acquisizioni digitali e calibrazione colori: Aidin Mariscal me una scultura o come qualsiasi altra co-
Sala di posa: John Kaverdash School- Milano sa che vi possa suggerire un differente
Copyright di tutte le immagini: John Kaverdash S.n.c. punto di vista ed infine, come in un rac-
conto, inventarsi una storia con lui.
Per informazioni sulla scuola John Kaverdash School telefonare dal lunedì al venerdì Roberto Mineo
dalle 10,30 alle 23 ed il sabato dalle 9.30 alle 20 al numero 02.89123696. (2 - Continua)
SCUOLA D I STILL LIFE

FOTOGRAFARE
OGGETTI IN PELLE
Copyright John Kaverdash School
Fotografare gli oggetti in pelle non è sem- dratura dal basso di tre quarti, che eviden-
plice in quanto occorre saper dosare la giu- zia tutte le caratteristiche sin qui elencate,
sta quantità di riflessi e zone opache al fi- dando della borsa l’idea di oggetto impor-
ne di rendere correttamente tale materiale. tante. In genere si tende a non analizzare
La pelle infatti se resa troppo opaca, appa- con molta attenzione il punto di vista del-
re vecchia e consunta, se invece è troppo la ripresa ed invece è proprio quello che
lucida rischia di non descrivere corretta- spesso consente di valorizzare il soggetto.
mente il suo colore. L’ideale quindi è crea- Normalmente le borse le osserviamo dal-
re delle zone di chiaroscuro morbido unite l’alto verso il basso, soprattutto durante il
a delle altre dove vengono invece risaltati loro uso, ma se qualche volta vi è capitato
i riflessi. di aprire l’armadio e di prenderne una da
un ripiano alto, vi sarete accorti quanto sia
L’inquadratura insolita alla vista: imponente e simbolica,
Nel caso di oggi, una borsa di tipo rigido e quasi si trattasse (se bella) di una scultura
dalle forme molto geometriche, è stato ne- o di un oggetto di arredamento.
cessario effettuare la solita analisi dell’og- Questa è una delle prime regole del foto-
getto prima di decidere quali luci utilizza- grafo: imparare ad osservare da più punti
re. La borsa infatti presenta degli inserti di vista, senza trascurare quelli inusuali;
metallici, i quali sicuramente debbono es- quasi sempre una nuova chiave di lettura
sere evidenziati, ha delle piacevoli cucitu- del soggetto nasce proprio nell’effettuare
re a vista sui bordi, che sono importanti qua- un’attenta analisi. In questo tipo in inqua-
li connotazione di lavorazione artigianale, drature spesso si rivelano utili le focali cor-
ha il fianchetto di pelle più morbida, a sof- te che, deformando, esagerano le prospet-
fietto e quindi flessibile, per potersi dilata- tive; in altri casi sono preziose quelle lun-
re a seconda del quantitativo di oggetti con- ghe che al contrario comprimono i piani ri-
tenuti. Abbiamo subito optato per l’inqua- ducendo la profondità di campo.
SCHEDA TECNICA:

Banco Ottico: Sinar P


Ottica:
Schneider Super Symmar 150mm
Aspheric
Diaframma di ripresa: f/45
Tempo di posa: Posa 1/125s
Numero lampi per posa: 1
N. punti luce: 4
Pellicola: Kodak E 100 S formato 4x5”
Potenza complessiva: 12.000 Ws
Fotoritocco digitale: Aidin Mariscal

Disposizione delle luci


Come primo punto luce è stato scelto un
bank di tipo strip, di quelli cioè stretti e lun-
ghi che solitamente vengono utilizzati per
illuminare le bottiglie; infatti non voleva-
mo illuminare frontalmente l’intera borsa,
bensì solo la parte superiore, lasciando l’al-
tra parte più scura, quasi a fondersi col ne-
ro del piano d’appoggio.
La seconda sorgente era invece un grosso
bank 140x100 posizionato dall’alto in con-
troluce per illuminare le guarnizioni me-
talliche, le cuciture sul fianco ed il fianco
stesso.
Sempre sul lato destro, ma questa volta
frontalmente, è stato posizionato un altro
punto luce dotato di una lente di fresnel che
subito ha creato dei riflessi sulla pelle mor-
bida del fianco della borsa, altrimenti un
po’ appiattita dalla luce del bank.
Il fondale è un rotolo di cartoncino nero da
imballaggio del tipo millerighe ed è stato
schiarito sul fondo dell’immagine nel lato
sinistro da un quarto punto luce dotato di
una parabola un po’ particolare, di forma
ellittica o, se preferite, a fetta di salame;
questa parabola permette di posizionare la
torcia flash inclinata rispetto al nostro as-
se di ripresa, impedendo, grazie alla sua
forma, pericolosi rientri di luce in macchi-
na.
In realtà quest’ultima luce ha anche uno
scopo più raffinato: creare un leggero pro- Tutte le immagini ed i
filo luminoso sul lato sinistro della borsa, backstage sono stati ripre-
facendola meglio staccare dal fondo e con- si durante una lezione del
ferendole maggiore tridimensionalità. Master di Still-Life della
Anche in questo caso è stata applicata la John Kaverdash School di
regola di Scheimpflug, facendo coincide- Milano.
re il prolungamento del piano della borsa Sale di Posa: John Kaver-
con quello dell’ottica e quello del piano dash School Milano Via
pellicola, lungo una direttrice ideale che, G.E. Pestalozzi, 10 Mila-
partendo dalla borsa stessa, interseca le al- no
tre due alla destra del banco ottico. Altri- Per informazioni e collo-
menti il nostro 150mm, pur se diaframma- qui orientativi telefonare ai
to, in questo caso a f/45, non sarebbe riu- numeri: 02/89123696-
scito mai a mettere a fuoco da trenta cen- 89123992.
timetri a quasi due metri.
Roberto Mineo
ACCESSORI

IL RAGNO:
STILL-LIFE COME
INTERPRETAZIONE
Continuando il lavoro iniziato lo scorso me-
se con soggetti dotati di forte personalità,
questa volta siamo andati in casa Alessi per
provare a simulare la ripresa di un oggetto
che si commenta da sé.
Dotato di un design particolarissimo, es-
senziale e nel contempo geniale il “Juicy
Salif”, disegnato da Phillippe Stark e pro-
dotto, a partire del 1990, rappresenta un al-
tro di quei prodotti per i quali non è facile
immaginare un’interpretazione fotografica
in quanto è già, di per se stesso, frutto di
interpretazione stilistica rispetto alla sua
valenza d’uso. Interamente costruito in ac-
ciaio inox, lucido come uno specchio, que-
sto spremiagrumi vuole rappresentare la
sintesi stessa degli spremiagrumi. Non pos-
siede una base di raccolta per il liquido, che
però scorre lungo il corpo dell’oggetto: ba-
sta porvi sotto un bicchiere per vederlo riem-
pirsi di succo d’arancia senza il benché mi-
nimo schizzo sulla tavola.
Apparentemente esile, con le sue tre gam-
bette estremamente sottili, è in realtà frut-
to di un calcolo preciso della distribuzione
delle forze. Infatti le gambe, grazie alla lo-
ro forma, sono pressocché indeformabili e
la pressione esercitata sull’agrume da spre-
mere si distribuisce lungo quei tre sostegni
in maniera equilibrata.
Terminato il suo uso, diventa una scultura
Foto © John Kaverdash School Milano.

moderna, certamente appezzata nella cuci-


na di una casa sofisticata, ma capace di tro-
vare collocazione persino sulla scrivania di
un manager, pur un poco eccentrico. Un
perfetto connubio tra design e funzionalità,
come spesso sono i prodotti di questa nota
casa.

Il set
Abbiamo iniziato ad osservare l’oggetto da
più punti di vista e, dopo un po’ di tempo,
ci siamo resi conto che una ripresa dal bas-
so avrebbe sottolineato l’idea di scultura
moderna. Ad un’attenta osservazione ab-
biamo notato che questa prospettiva ren-
deva lo spremiagrumi simile ad un ragno,
ovviamente stilizzato, fantascientifico; ab-
biamo quindi deciso di sottolineare questa
affinità.
Per meglio rendere la tridimensionalità ab-
biamo studiato un’illuminazione tale per
cui il “ragno” presentasse delle zone for-
temente illuminate, in totale riflessione, e
delle altre completamente oscure.
Lo abbiamo quindi posizionato direttamente
su una parabola dotata di griglia metallica
a maglie strette, infilando qualche milli-
metro delle sue “zampe” direttamente al-
l’interno del nido d’ape della griglia stes-
sa; inoltre questa luce dal basso avrebbe
reso più evidente il marchio inciso su una
delle tre gambe di supporto.
L’illuminazione principale invece è stata
creata utilizzando due bank di tipo strip,
posizionati ai lati e in leggero controluce
rispetto all’oggetto stesso. In questo modo
le gambe non venivano realmente illumi-
nate, piuttosto ne veniva disegnato il pro-
filo. Una luce che potremmo definire sin-
tetica, la quale, in sintonia con le scanala-
ture lungo il corpo, suggerisce l’idea di un
oggetto misterioso.
Non sempre infatti è importante illumina-
re l’oggetto in modo che ogni sua parte sia
perfettamente leggibile; spesso creare un
gioco di chiaro/scuri conferisce tridimen-
sionalità e maggiore forza al soggetto. Non
dimentichiamoci, infatti, che “fotografare”
è un processo assai differente dal “vede-
re”. Noi riusciamo a vedere, abbastanza be-
ne, anche in presenza di oggetti male illu-
minati, con luci anche piatte. La nostra vi-
sta è stereoscopica e quindi ovvia al pro-
blema dell’illuminazione restituendoci sem-
pre un’immagine dall’apparenza tridimen-
sionale.
Quando però ci accingiamo a fotografare,
operiamo con un sistema che è bidimen-
sionale, come la pittura. In pittura è ne-
cessario ricorrere alle fughe di prospettiva
ed alle tecniche di chiaro/scuro per rende-
re l’idea della tridimensionalità; nessuno
si sognerebbe mai di raffigurare una sfera
disegnando semplicemente un cerchio sul-
la tela grezza. Occorrono delle precise zo-
ne d’ombra all’interno di quel cerchio se
vogliamo che ci appaia come una sfera.
Se le scanalature del corpo dello spremia-
grumi fossero state illuminate da due bank
in posizione frontale, l’oggetto sarebbe ri-
sultato piatto e banale. Quando un ogget-
to è dotato di una forte personalità non re-
sta che fotografarlo puntando sull’inter-
pretazione; non importa se per questo oc-
corre sfidare le comuni regole dello still-
life di oggetti.
SCHEDA TECNICA:
Fotocamera: Sinar P 4x5”
Ottica: Schneider Apo 210mm
Diaframma di ripresa: f/64
Tempo di posa: Posa “T”
Numero lampi per posa: 6
Numero punti Luce: 4
Pellicola: Kodak E 100 S formato: 4x5”
Potenza complessiva: 12.000 Ws
Fotoritocco digitale: Ricardo Avarese
Assistente di Sala: Kei Sekiguchi

Tutte le immagini ed i backstage sono state riprese durante una


lezione del Master di Still-Life della John Kaverdash School di
Milano
Sale di Posa: John Kaverdash School Milano Via G.E. Pesta-
lozzi, 10 Milano
Per informazioni e colloqui orientativi telefonare ai numeri:
02/89123696-89123992.

Altri prodotti privi di un design estremo, intima; in questo modo la pubblicità è una grafico simile ad una partita a scacchi do-
come ad esempio un detersivo, non si pre- vera forma di comunicazione. ve prima pensi e poi esegui le mosse ne-
sterebbero mai ad una simile interpreta- Tornando alla nostra ripresa, per accentua- cessarie; a nostro modesto parere, forse l’u-
zione; al contrario un profumo dalla boc- re il dinamismo della composizione abbia- nico genere che insegna veramente cosa sia
cetta inusuale si presterebbe benissimo al- mo inclinato in modo accentuato la foto- l’illuminazione e la composizione, persino
la ricerca di una particolare illuminazione camera da un lato, quasi che il nostro ra- al di là del fatto che uno intenda fare o me-
poco descrittiva. gno fosse in salita. no la professione di fotografo.
Ovviamente ci sono anche eccezioni: mi Come secondo piano abbiamo scelto un Molti rifuggono da questa specialità con-
viene in mente una famosa immagine di fondale uniforme, di colore blu molto ac- siderandola troppo tecnica e in quanto ri-
Armando Testa, dell’omonima e notissima ceso, che ben s’intonava con la tinta ac- chiede tempi di esecuzione troppo lunghi;
agenzia pubblicitaria che, intorno al 1978, ciaio del prodotto, amplificando la sensa- però, dopo averla sperimentata, si accor-
iniziò a rappresentare una poltrona rico- zione di freddezza. gono che il loro stesso occhio è cambiato
perta di prosciutto crudo, o una tavola con Solo un piccolo effetto di luce in più e la ed il modo di percepire la realtà non è più
una fetta di mortadella per tovaglia: un ti- foto sarebbe diventata manierista: bisogna lo stesso di prima. Allora anche una foto di
po di comunicazione estremamente corag- anche sapere quando occorre fermarsi e ca- paesaggio o un ritratto diventano soggetti
giosa, un’interpretazione ai limiti del sur- pire quando luce e inquadratura sono ade- su cui riflettere e si capisce che idea, in-
reale di prodotti d’uso comune. guate. Ci sono still-life in cui sono neces- quadratura e, soprattutto, scelta d’illumi-
Quelle idee ritornano oggi nella campagna sari trenta punti d’illuminazione differenti nazione sono gli unici ingredienti di una
affissione Esselunga, in cui oggetti d’uso per rendere una certa atmosfera, ed imma- foto riuscita, piuttosto che l’attrezzatura o
comune quali broccoletti o melanzane di- gini nelle quali basta un solo punto luce. la tecnica di ripresa adottata. La tecnica è
ventano, rispettivamente, un bosco o dei L’importante, a nostro avviso, è andare sul sempre un fatto marginale, più che altro ne-
pinguini. È questo l’aspetto più esaltante set con le idee già ben chiare e non cerca- cessario alla realizzazione di un’idea, un
della pubblicità, quando cioè riesce a in- re l’interpretazione sul set stesso. Lo still- mezzo, ma mai un fine.
terpretare il prodotto trasformandolo in life si studia sempre a tavolino, prima del-
qualcos’altro per sottolinearne la natura più la ripresa, non durante. È un genere foto- Testi e Foto Roberto Mineo
FOT OGRAFIA DIGITALE

COME USARE
LO SCANNER?
Acquisizione digitale: a quale risoluzione?

Scanner Microtek
Scanner Minolta
Scanner Canon

Scanner Nikon

Su pellicola negativa, o per diapositive, ab- La risoluzione vorremo spingerci ad un formato addirit-
biamo scattato una bella foto. Ci propo- Facciamo l'ipotesi di essere equipaggiati tura vicino alla "doppia pagina" di un pe-
niamo ora di portarla nel computer, ser- in proprio con uno scanner per diapositive riodico illustrato (teniamo presente però
vendoci di uno scanner. e negativi. Il primo quesito che ci ponia- che salendo a formati superiori all'A4, ad
Poi, provvederemo a stampare la nostra mo è: quale livello di risoluzione dovremo esempio spingendosi al più grande for-
immagine, con la nostra stampante a get- impostare sullo scanner per ottenere un ri- mato A3 occorrerà una stampante ade-
to d'inchiostro oppure affidando il "file", sultato soddisfacente, in termini di niti- guata… ).
opportunamente trasferito su di un sup- dezza, sulla stampa finale?
porto di memoria, ad un laboratorio pro- La risposta è legata all'ingrandimento che Decidiamo i parametri
fessionale che provveda per noi all'opera- vorremo ottenere: potrà trattarsi di una Immaginiamo dunque di aver stabilito al-
zione di stampa. Il trasferimento potrà av- stampa standard 10x15cm, oppure un in- cuni requisiti di partenza, che per noi so-
venire tramite un normale floppy-disk se grandimento "medio" 13x18cm, oppure no i seguenti:
riusciremo a comprimere l'immagine en- ancora una stampa 18x24cm (o 26x18cm) 1) Vogliamo ottenere una stampa finale in
tro 1.4 Mb, o tramite un disco tipo "Zip", che di solito è contenuta in un foglio for- formato 13x18cm;
o "Super-Disk", o un CD-ROM, se le di- mato A4 (come è noto questa sigla indi- 2) Desideriamo che, in essa, la nitidezza
mensioni saranno maggiori. In questo ca- ca la misura cartotecnica che corrispon- sia al livello convenzionale di 300 dpi (dot
so occorrerà disporre naturalmente di un de a fogli di "carta da lettera" di 21 x per inch, punti per pollice).
lettore per Zip o simili, o un masterizzato- 29.7cm). Ci proponiamo a questo punto di decidere
re. Oppure ancora, salendo di dimensioni, a quale risoluzione operare con lo scanner.
Il calcolo della risoluzione
Considerati i requisiti di partenza, notia- PERCHÉ SCEGLIERE 300 DPI?
mo quindi che: Al fotografo che scatta immagini digitali, le redazioni chiedono di saper fornire fo-
3) Il lato più corto della stampa, abbiamo to che, stampate, reggano la qualità dei "300 punti per pollice (dpi)". Perché? Ab-
deciso, dovrà misurare 13cm. Esprimiamo biamo già affrontato questo tema sul fascicolo di maggio 2000 (vedi: Quale nitidez-
questo valore come 130mm. za per l'immagine). Rammentiamo qui alcune considerazioni essenziali. Tutto ha ori-
4) Dividiamo questa misura (130mm) per gine dal fatto che all'occhio umano si attribuisce la capacità di distinguere 6 linee per
il lato più corto del negativo (o diapositi- millimetro. Poiché per poterle vedere distinte esse devono essere separate da spazi
va) che intendiamo introdurre nello scan- bianchi della stessa dimensione, ecco che in realtà la capacità è di vedere 12 linee af-
ner. fiancate. Per comodità le consideriamo "punti". Trasformiamo questa capacità di di-
Nel caso di un fotogramma formato stinguere 12 punti per millimetro in unità di misura anglosassoni, in uso nel mondo
24x36mm avremo: 130 : 24 = 5.4 dell'informatica. Un pollice equivale a 25.4mm e allora la capacità di risoluzione del-
5) Il valore trovato è l'ingrandimento. Lo l'occhio è 12 x 25.4 = 304.5 punti per ogni pollice. In inglese, "dots per inch", ap-
indichiamo come 5.4x (cioè pari a cinque punto: circa 300 dpi. Una stampa eseguita con risoluzione di 300 dpi assicurerà quin-
volte il fotogramma originale). di un dettaglio al limite delle possibilità di percezione dell'occhio umano, dunque la
6) Considerato che abbiamo posto come qualità appunto cercata.
condizione di partenza (vedi punto 2) il fat-
to che vogliamo ottenere una stampa con non fosse sufficiente, il computer utiliz- qualità ma di classe "amatoriale", caratte-
risoluzione pari a 300 dpi, eseguiamo a zerà l’hard disk come memoria (memoria rizzato da una massima risoluzione (otti-
questo punto una moltiplicazione: 300 x virtuale) ma questo rallenterà il lavoro. ca), pari ad esempio a 2720 dpi.
5.4 = 1620. Questo valore esprime la riso- Procediamo allora con qualche semplice
luzione che risulta necessaria per la scan- calcolo, per valutare a quale livello potre-
sione. QUALE FORMATO mo spingerci nel pretendere ingrandimen-
7) Impostiamo quindi lo scanner, per dia- È RAGGIUNGIBILE? ti di buona qualità, che ci proponiamo di
positive o negativi, in modo che operi una stampare con una stampante a getto d'in-
scansione a 1620 dpi. Procedimento inverso chiostro. Ecco come fare.
I ragionamenti fatti finora possono essere
Le dimensioni del file ribaltati. Invece di chiedersi quale sia la ri- Il calcolo dell'ingrandimento
Il risultato delle operazioni di scansione soluzione alla quale effettuare l'acquisi- Proseguiamo allora nelle nostre valutazio-
fin qui effettuate sarà quello di ottenere un zione delle immagini possiamo domandarci ni, fatti salvi i due requisiti (vogliamo una
"file" di dimensioni abbastanza contenute quali siano i limiti dell'attrezzatura di cui risoluzione di 300 dpi e abbiamo uno scan-
(3.2 Mb) per il singolo colore (stiamo ra- disponiamo. Ovvero, ad esempio: dispo- ner con risoluzione 2720) già indicati. E
gionando infatti su di una immagine so- nendo di uno scanner regolabile a diversi allora:
stanzialmente in bianconero). Per evitare livelli di risoluzione, quali sono i suoi li- 3) Dividiamo 2720 dpi per 300 dpi. Otte-
di effettuare calcoli complessi potete far- miti operativi? Ovvero: a quale massimo niamo così: 2720 : 300 = 9.
vi aiutare dal software di scanner di siste- formato potremmo arrivare, eseguendo la 4) È dunque pari a 9x (nove volte), il rap-
ma. Supponendo di operare per ottenere stampa della copia desiderata, dopo avere porto di ingrandimento consentito dal no-
una immagine a colori dovremo triplicare scansionato il negativo o la diapositiva con stro scanner.
la cifra, per avere la dimensione del file in tale strumento? 5) Supponendo di operare con una diapo-
standard RGB (Red, Green, Blu). Il file sitiva (o negativo) di formato 24x36mm,
sarà quindi di una dimensione pari a 9.6 ecco che allora avremo la possibilità di ot-
Mb. É una dimensione ragguardevole ma I REQUISITI tenere una stampa in formato massimo pa-
ancora ragionevole, ben gestibile anche da DI PARTENZA ri a 9 x 36 = 326mm (lato lungo), e pari a
un computer dotato di memoria RAM in- 9 x 24 = 216mm (lato corto).
torno ai 32 Mb. Stabiliamo alcuni requisiti 6) In conclusione: riferendosi alle con-
Attenzione: nell'indicare la cifra di 9.6 Mb di partenza: venzionali misure dei formati fotografici
intendiamo parlare di un file "aperto" sul 1) Ovviamente desideriamo ottenere una tradizionali, i calcoli fin qui indicati ci in-
monitor del computer, sul quale lavorare stampa finale il cui livello di nitidezza sia dicano la possibilità di ottenere, con il li-
ad esempio con un programma come Ado- sufficientemente elevato. Decidiamo ad vello di nitidezza desiderato, una stampa
be Photoshop per correggere l'immagine, esempio che deve raggiungere i 300 dpi in formato all'incirca pari a 20x30cm. Le
per manipolarla. In questo genere di "la- (dot per inch, punti per pollice) una soglia caratteristiche di scansione indicate sono
vorazione" va tenuto sempre presente che che riteniamo sia lo standard in corrispon- quindi adatte a "coprire" abbastanza bene
Photoshop tiene in memoria una copia del- denza del quale l'effetto "percettivo" del- un foglio di carta della misura "formato
l’immagine (ecco perché l'immagine non l'occhio umano viene "soddisfatto" dalla A4" (210x297mm).
deve essere troppo "pesante") e ci deve es- stampa finale. È la soglia per risultati di
sere ancora dell'altra memoria sufficiente qualità paragonabile a quella di una tradi- Osserviamo però che…
per far girare i programmi installati; in- zionale stampa fotografica di buon livel- 7) Consideriamo una particolarità: di soli-
somma occorre mantenersi un po' di mar- lo. to le stampanti a getto d'inchiostro, per scel-
gine e qui si giustifica la necessità di al- 2) Immaginiamo di disporre di uno scan- ta costruttiva, non sono in grado di stam-
meno 32 Mb di RAM installata. Se la RAM ner per diapositive (o negativi) di buona pare fino al bordo estremo del foglio che
Gli scanner possono essere equipaggiati, secondo marca e mo-
dello, con accessori utili per leggere diapositive intelaiate o in
striscia (o negativi in striscia), oppure caricatori APS o altri for-
mati di pellicola.
in esse viene introdotto e lasciano un bor- mitarsi a valori più modesti porta ad un giarsi con una stampante per il formato A3,
do bianco a margine del formato massimo consistente vantaggio. Quello di ottenere a getto d'inchiostro: uno strumento che og-
raggiungibile (fanno eccezione le notevo- un file più facile da "maneggiare". Non è gi costa poco più di un milione di lire e che
li Epson Stylus Photo 870 e 1270, in gra- un vantaggio da poco in termini di rapidità può essere molto interessante per il fotoa-
do di stampare fino ai bordi del formato). operativa con il computer. matore (che accetti naturalmente lo scotto
8) Normalmente dunque una limitazione Tuttavia, vale anche il ragionamento op- di sobbarcarsi un superiore consumo d'in-
come quella considerata comporta la con- posto: acquisire l'immagine di base alla chiostro da stampa, proporzionato alla mag-
seguenza che il formato reale offrirà un "la- massima risoluzione ottica di cui è capace giore superficie di carta da coprire).
to lungo" dell'immagine in misura pari a il nostro scanner significa potere mettere
circa 26cm in archivio, in memoria, una immagine che La risoluzione delle stampanti
9) Valutato quanto sopra, giungiamo ad una in un secondo tempo si potrà stampare an- A questo punto, visto che in ogni caso si
conclusione: possiamo calcolare che 260 che in formato superiore, con sufficiente opera con risoluzioni d'uscita massime di
mm (lato lungo dell'immagine stampata) di- qualità globale. 300 dpi, sorge spontanea una domanda:
viso 36mm (lato lungo del fotogramma), ci Anzi, supponendo di volere puntare ad in- perché le stampanti di qualità "fotografi-
dà un rapporto di riproduzione pari a 7.2x grandimenti ancora maggiori, si potrà insi- ca" stanno puntando a valori di risoluzio-
10) Deduciamo facilmente che il lato corto nuare anche un ulteriore dubbio: siamo pro- ne, intesi come capacità di spruzzare goc-
corto della stampa risulterà dunque pari a prio sicuri che il nostro occhio sia così al- cioline d'inchiostro sempre più piccole e
7.2 x 24mm = 173.3mm, cioè circa 17cm lenato nel distinguere i dettagli fini, o co- più fitte, che arrivano ai 720 dpi, 1200 dpi,
11) Il formato effettivo di stampa risulterà munque osservi la stampa piuttosto da vi- 1440 dpi? A che servono se la risoluzione
dunque pari a circa 17 x 26cm cino, da dover necessitare in modo assolu- d'uscita sulla stampa abbiamo visto che può
12) Osserviamo a questo punto che, se il to di una risoluzione in uscita al livello di essere "accettabile" a 300 dpi? La risposta
rapporto di riproduzione calcolato per 300 dpi? E se provassimo ad accontentar- va cercata muovendosi su di un altro pia-
l'immagine sulla quale stiamo operando è ci di 250 dpi? O magari di 200 dpi? Ecco: no: quello di ottenere una elevata, e reali-
pari a 7.2x, possiamo anche considerare abbassare leggermente questa soglia a vol- stica, gradualità nei passaggi tonali del-
che, per effettuare una scansione che por- te porta a variazioni di qualità spesso im- l'immagine. L'elevatissima risoluzione in
ti ad una stampa finale con risoluzione di percettibili e non così critiche rispetto a uscita è infatti utile per migliorare la pro-
300 dpi, è sufficiente acquisire il negativo quanto vorrebbe imporci la teoria. Il van- gressività nella resa "fotografica" dei mez-
(o la diapositiva), con lo scanner, ad una taggio non è trascurabile: può consentirci, zi toni. Può "aiutare" in modo considere-
risoluzione di partenza pari a 300 x 7.2 = partendo da uno scanner di classe amato- vole la riproduzione di tinte tenui e "diffi-
2160 dpi riale e usando come "uscita" finale una stam- cili" in chiave fotografica. È dunque giu-
13) Per i ragionamenti fatti fin qui, siamo pante a getto d'inchiostro capace di opera- stificato, e apprezzato, lo sforzo tecnolo-
tentati allora di dire che non è necessario re in formato A3 (29.7 x 42cm), di ottene- gico che i costruttori stanno compiendo in
spingersi ad acquisizioni di immagini, quan- re stampe di formato grande con maggiore questo settore.
do viene eseguita la scansione di diaposi- facilità. A questo punto naturalmente non
tive o negativi, ad altissima risoluzione: li- va trascurata la "tentazione" di equipag- Maurizio Capobussi
GUIDA MERCATO

ENTRIAMO IN
UN NEGOZIO
DI COMPUTER
Dopo la teoria, la pratica. Per scegliere la stazione di lavoro occorre
avere le idee chiare su cosa acquistare. Abbiamo simulato l’acquisto s
in un negozio reale per guidarvi sulle domande che vi troverete a fronteggiare.

Ci siamo recati in un negozio Vobis della ■ La stazione base altri modelli di elaboratore già assembla-
provincia di Milano, presentandoci come Al contrario di ciò che ci saremmo aspet- ti dotati di FSB a 100 MHz, ma lasciamo
futuri acquirenti di una stazione digitale da tati, i due sistemi proposti non differiscono a voi valutare l’interesse per una solu-
destinarsi espressamente all’elaborazione tanto per ciò che riguarda l’ambito pro- zione più economica.
delle immagini. cessore/motherboard/memorie, quanto per Vediamo allora la configurazione di par-
Abbiamo spiegato che siamo esperti di fo- il possibile corredo hardware con cui tra- tenza per la nostra prima ipotesi. Essa pre-
tografia e che vogliamo valutare due di- sformare il personal di base in una effi- vede, oltre al già citato processore una
verse ipotesi d’acquisto, una stazione di la- cace stazione per il trattamento delle im- quantità di memoria pari a 64 Mb di me-
voro di livello semi-professionale ed una magini. moria SDRAM a 133 MHz, una scheda
soluzione più economica. Il sistema di calcolo si basa sempre su un video ATI Xpert 2000 Rage 128 con 32
Prima di entrare nel dettaglio occorre dire processore Pentium III a 733 MHz, fun- Mb di memoria video ed un disco rigido
che la ricerca è stata fatta nel mese di set- zionante con FSB a 133 MHz, come era da 20 Gb Ultra DMA.
tembre e che da tale data può esserci stato ovvio aspettarsi. Non ci è stato specifica- Il CD-ROM montato di serie è un non me-
qualche nuovo annuncio, qualche novità, to il tipo esatto di scheda madre utilizza- glio specificato 40x, tutto sommato alli-
che però non cambia la sostanza di questo ta, ma possiamo ritenere che si tratti di un neato con le prestazioni velocistiche dei
articolo. prodotto tutto sommato recente data l’im- modelli odierni.
Le due proposte che ci sono state formula- plementazione del FSB a 133 MHz. E’ da Il sistema è inoltre dotato di scheda au-
te sono le seguenti: notare che in listino sono presenti anche dio PCI 3D Sound, modem 56K interno,
tastiera, Windows’98 e mouse, oltre che
di una serie di software a cui noi, foto- Abbiamo già un’idea di ciò che vogliamo?
grafi digitali, non siamo particolarmente Dovremmo già sapere, letti gli articoli precedenti, cosa occorre per vedere funzio-
interessati. nare un elaboratore orientato alla grafica. Riepiloghiamo brevemente questi ele-
Il monitor resta escluso dalla configura- menti per avere un migliore quadro della situazione.
zione, per la quale viene richiesta una ci- Servirà un processore sufficientemente veloce, una discreta quantità di memoria
fra pari a circa 2 milioni e mezzo. Per la RAM ed una scheda madre che non limiti le potenzialità del nostro ‘mostro’.
scelta del monitor ci è stato proposto un Prevediamo inoltre di voler salvare da qualche parte, in forma stabile, i dati fatico-
discreto 17 pollici Highscreen MS1780P samente elaborati. Sarà dunque necessario prevedere un disco fisso, o hard disk,
a schermo piatto, dotato di dot pitch a 0.25 abbastanza capiente da non rendersi necessaria la sua rapida sostituzione.
e in grado di raggiungere la risoluzione Ovviamente porremo particolare attenzione alla scheda video, senza lesinare sul-
massima di 1600x1200pixel, non sap- l’acquisto del migliore monitor che le nostre tasche, e le vacanze che saremo co-
piamo esattamente con che frequenza di stretti a saltare l’anno prossimo, ci possono permettere.
refresh, non essendo il dato disponibile a Visto poi che spesso abbiamo additato la preziosa disponibilità di aggiornamenti
catalogo. Il costo del monitor si aggira online come un elemento di scelta tra pari, includiamo nel conto un modem per la
sulle 600mila lire. connessione ad Internet.
L’alternativa del 19 pollici ci prospetta Tastiera, mouse, floppy, casse e spremiagrumi ce li faremo regalare dallo zelante
invece uno schermo Highscreen MS19E commesso sotto la voce ‘sconto’ (tanto li paghiamo lo stesso!).
piatto, con dot pitch a 0.26, capace dei Quello su cui invece non possiamo sorvolare è il costo del software. Speriamo che
1600x1200pixel di risoluzione massima, il pensiero dei più sia volato ad un programma di fotoritocco piuttosto che all’ul-
con controllo digitale, parimenti al suo timo giochino 3D. Nel primo caso mettiamo subito in chiaro che un discreto softwa-
inferiore da 17’’. Il costo sale in tale ca- re adatto al ritocco delle immagini non può costare un’inezia.
so a circa 900mila lire. I lettori più attenti avranno notato che si è omesso di parlare di supporti di memo-
Le prestazioni di questa configurazione rizzazione supplementari. Dando per scontato che almeno un lettore di CD-ROM,
sono tutto sommato in linea con il prez- se non un DVD, dovrà per forza comparire nella nostra configurazione di base, po-
zo richiesto. tremmo effettivamente pensare ad un masterizzatore o ad un disco rimovibile.
A ben vedere sarebbe possibile aumenta- Volendo ottenere file digitali da pellicole chimiche dovremo includere nel conto an-
re la quantità di memoria RAM disponi- che un discreto scanner, per trasparenze o per originali opachi.
bile per portarla a 128Mb, con un aggra- Stesso discorso per una eventuale uscita su carta fotografica. Se desiderassimo stam-
vio economico di 200mila lire. pare in casa le immagini ottenute sia dalla fotocamera digitale, sia da scansione che
Parimenti si potrebbe prevedere l’utiliz- da qualsiasi altra fonte digitale, dovremo prevedere una stampante di degna qua-
zo di una scheda video esplicitamente rea- lità fotografica.
lizzata per l’utilizzo in 2D, come una Ma-
trox: ci riserviamo però di tale imple-
mentazione per la configurazione di li-
vello superiore.
Puntiamo ora l’attenzione su scanner e
stampante.
Come stampante formato A4, Vobis ci ha
offerto una Epson Stylus Photo 870, esa-
cromatica, capace di una risoluzione di
1440x720dpi, con interfaccia parallela e
USB.
Lo scanner proposto è invece un model-
lo piano Epson Perfection 1200P, con ri-
soluzione ottica di 1200x2400dpi, adat-
tatore per trasparenze e connessione USB. Quali immagini?
Non mi pare opportuno considerare l’i-
potesi di modelli di qualità inferiore da- Iniziamo a chiarirci le idee su quelli che sa-
to che, come abbiamo detto, per tale con- ranno l’input e l’output, in termini di im-
figurazione, supponiamo di dotarci del magini, del nostro elaboratore. È corretto
solo scanner piano adattato per le traspa- chiedersi innanzitutto che tipo di immagi-
renze in luogo di un più sofisticato scan- ni vogliamo sottoporre a ritocco e/o, even-
ner per soli negativi. I costi di stampan- tualmente, a stampa. Nel caso in cui fossi-
te e scanner si attestano rispettivamente mo certi di utilizzare immagini effettuate
sulla cifra di 600.000 lire e 450.000 lire con la sola compatta digitale (attenzione
circa. che le certezze in campo informatico dura-
Mi pare che questi modelli possano sod- no ben poco!) potremmo pensare ad un ela-
disfare le aspettative di chi si appresta al- boratore senza dubbio meno performante
l’acquisto di un sistema di tale livello, sal- rispetto ad uno adibito al trattamento di
vo valutare anche l’acquisto di uno scan- scansioni ad alta risoluzione di originali
ner per pellicola. 10x12cm.
Vedremo più avanti alcune aggiunte pos- Questa analisi è preziosa, perché è in base
sibili, quali masterizzatore, disco supple- al tipo di lavoro a cui sottoporremo l’ela-
mentare e DVD-ROM. boratore che faremo la scelta.
A proposito di processori
Ipotizziamo di desiderare un processore di buone prestazioni velocistiche. Una delle prime questioni in cui ci imbatteremo è legata
alla possibilità di montare processori Intel o di concorrenti come AMD. Ci permettiamo di generalizzare. Le frequenze in ballo si
aggirano attorno ai 900MHz e sono già stati presentati processori da 1GHz. Penso che come limite di utilizzo medio basso possia-
mo orientarci verso un 600/650MHz, per arrivare attorno ai 900MHz nel caso in cui ci avanzassero proprio delle monetine. Consi-
glierei in ogni caso di non sopravvalutare le prestazioni di un processore da 800MHz rispetto ad un 600MHz essendo molto supe-
riore la differenza di costo rispetto al reale incremento di prestazioni, influenzato in modo più significativo da altre scelte di solito
sottovalutate.
Assicuriamoci invece che il processore sia dotato di frequenza interna (FSB) a 133MHz. Questo valore condizionerà la scelta delle
memorie e dalla scheda madre, assicurandoci però una ulteriore possibilità di accedere in futuro a processori più performanti (non
crediamo però di parlare di un futuro lontano).
Può essere molto conveniente l’acquisto di un sistema con FSB a 100MHz, non tanto per le minori prestazioni generali quanto pro-
prio perché i rivenditori tendono e cercare di liberarsi il prima possibile di articoli destinati a breve vita commerciale. Nel caso in
cui non avessimo particolari intenzioni di aggiornamento potremmo pensare a tale ipotesi, facendo attenzione ad evitare un ammasso
di parti vetuste che, nell’insieme della loro inadeguatezza potrebbero inficiare le prestazioni del tutto: va da sé che, in tale prospet-
tiva, sarà proporzionalmente più complicato recuperare aggiornamenti hardware ai componenti già da ora in fine produzione. Ri-
manendo nell’ambito delle prestazioni medie, optiamo per una frequenza di 733MHz, dal costo non esagerato e dalle prestazioni de-
gne, oltreché caratterizzato da FSB a 133MHz.
Non mi pare questo il luogo per proporre sistemi multi processore o anche i ben più comuni sistemi utilizzanti memoria Rambus,
estremamente costosa e dagli utilizzi idonei ad ambiti estremi.

… e di scheda madre
Per la scelta della scheda madre non vi sono raccoman- Dalla scheda video al monitor
dazioni, visto che il chipset utilizzato non può che ade- La maggioranza dei modelli propone oggi entusiasmanti presta-
guarsi al processore scelto (e che la scelta del chipset è zioni 3D, pensate soprattutto per i videogiochi. Noi ci troveremo,
cosa da utenti più smaliziati!), con l’unica nota di evitare invece, ad avere a che fare principalmente con grafica 2D. Detto
appunto schede che richiedono la citata Rambus: mi scu- questo, non pensiamo che le schede accelerate siano da buttare, vi-
sino gli estimatori delle prestazioni estreme e dal pesan- sto che montano sistemi di calcolo propri e memorie video del-
te portamoneta. l’ultima generazione. La quantità di RAM video presente su di es-
Chiediamo ovviamente che la scheda madre disponga di se va dai 32Mb in su, almeno per prodotti che vanno oltre la fascia
un adeguato numero di slot liberi per future espansioni. consumer.
Lo standard più diffuso è il PCI, ma potrebbe fare como- Per quello che riguarda i produttori di spicco mi sento di citare in-
do poter usufruire di un vecchio slot ISA, magari per riu- nanzitutto la canadese Matrox, in prima linea nella produzione di
tilizzare una scheda audio recuperata da un vecchio per- soluzioni per la grafica bidimensionale. Per il 3D un nuovo stan-
sonal. Assicuriamoci almeno di avere a disposizione una dard è stato fissato invece dalle schede video montanti il chip nVi-
porta USB. Sulla scheda madre dovrebbero inoltre esse- dia GeForce2 GTS, presente su varie schede video di rango, vero
re presenti dai 3 ai 4 alloggiamenti per le memorie RAM; mostro per il 3D e, di certo, valido supporto alla grafica 2D.
è ovvio che un maggior numero permette un più disin- Il fattore che deve interessare maggiormente è la capacità della
volto aggiornamento della memoria, magari con tagli più scheda di mantenere la frequenza di refresh (rinfresco) dello scher-
piccoli e meno costosi. In ogni caso, anche con tre ce la mo sul valore che abbiamo definito ottimale di 85Hz, alla risolu-
caveremo benissimo. Superfluo citare quello che è ormai zione che prevediamo di utilizzare. Questa potrebbe variare, in ba-
lo standard per la connessione della scheda video, ovve- se alla dimensione dello schermo, tra il valore minimo di 1024x768
ro l’AGP, da pretendere in modalità 4x. pixel fino ai 1600x1200 pixel. Assicuriamoci di tale peculiarità in
quanto risulta disagevole lavorare con frequenze inferiori.
Rammento che la scelta del monitor andrà valutata unitamente a
quella per la scheda video, essendo, come già detto, i due elemen-
Quanta memoria RAM? ti indissolubilmente legati nel funzionamento.
Per il monitor direi che potremmo tranquillamente orientarci ver-
È troppo semplice esordire con ‘il massimo è meglio’. Per so un modello da 17 pollici sia per una configurazione di fascia me-
applicazioni non specialistiche vengono forniti di serie 64 o dia, che per una stazione grafica semi-pro.
128Mb di RAM. Direi che 64Mb sono un po’ pochini per la- I costi di un buon 17’’ non dovrebbero più spaventare, purché non
vorare degnamente con immagini che, come noto, fanno un ci orientiamo verso i modelli più sofisticati, i quali sfoggiano prez-
grande utilizzo del passaggio dei dati da disco a RAM. Sta- zi di listino piuttosto elevati. Con un 17 pollici possiamo lavorare
biliamo dunque un limite inferiore pari a 128Mb, per arriva- agevolmente con risoluzioni di 1280x1024 pixel, anche se i più giu-
re ai 256Mb per chi poco vuole concedere ai passaggi di da- dicano tale valore più adatto ad un cinescopio superiore. Nell’ipo-
ti da HD a RAM (swapping). tesi di una spesa maggiore, cerchiamo tra i modelli da 19’’. Que-
Oltre è meglio, anche se il reale guadagno in termini di pre- sta dimensione offre una ampia superficie visiva ad un costo deci-
stazioni va valutato alla luce dei file con cui opereremo. Per samente inferiore rispetto ad un più imponente 21’’. Le risoluzio-
esperienza posso assicurare che con file di centinaia di Me- ni affrontabili variano in questa opportunità attorno ai 1600x1200
gabyte la RAM è sempre poca. pixel, sempre con la considerazione che chi scrive ha la tendenza
Preferiamo inoltre i moduli da 128Mb, costituendo quelli da ad operare con risoluzioni sopra il valore considerato standard. La
64Mb uno spreco dei parchi alloggiamenti. caratteristica che deve in ogni caso rimanere immutata, qualsiasi
modello noi sceglieremo, è la fatidica frequenza di rinfresco ad al-
meno 85Hz.
■ Per un livello
semi-professionale La memorizzazione dei dati
La scelta del disco fisso parte dal tipo di interfaccia che desideriamo utilizzare. Le
Per queste esigenze la proposta di Vobis alternative restano la più comune Ultra ATA e la SCSI. Non questionerei troppo sul-
si basa, grosso modo, sul medesimo mo- la preferenza di uno dei due tipi di connessione visto che anche i normali ATA pro-
dello della precedente configurazione, po- pongono eccellenti prestazioni: ricordo solo che l’utilizzo di dischi SCSI implica
tenziato però con una serie di modifiche l’acquisto di una scheda apposita e l’esborso di un maggiore capitale, anche in pre-
per ottenere migliori prestazioni in am- visione del fatto che il CD-ROM e l’eventuale masterizzatore non avrebbero senso
bito grafico/fotografico. se non di tale medesimo tipo.
Scheda video: preferiamo sostituire la La dimensione va scelta in previsione del fatto che i dischi fissi tendono a riempirsi
scheda video ATI con una Matrox, in virtù molto più velocemente di quanto si pensi. Non vedrei di buon occhio un ‘taglio’ in-
della maggiore affidabilità ed esperienza feriore ai 20 Gigabyte, senza nulla da eccepire rispetto a dimensioni superiori o ai
di tale costruttore nel campo del 2D, pur due dischi in luogo di uno. Tale soluzione garantisce una maggiore affidabilità nel
sapendo che le prestazioni nella grafica caso in cui ci occuperemo con regolarità del backup dei file più importanti.
3D della nostra nuova postazione ne ri- Sempre per evitare un troppo precoce riempimento del disco con materiale di dub-
sentiranno discretamente. Il modello che bia utilità, spero che sia ormai acquisita la coscienza del fatto che i file immagine, a
scegliamo è una Matrox MGA400 da 32 noi cari, hanno già da soli un’occupazione di memoria di tutto rispetto, superiore a
Mb DualHead, ovvero con la possibilità molti altri tipi di file. Attenzione: anche i giochi più evoluti tendono a mangiarsi in-
di collegarvi due distinti monitor. Il co- tere porzioni di disco al fine di depositarvi i moduli più ingombranti.
sto aggiuntivo per tale scheda è pari a li- Non insisterei sulla scelta di CD-ROM o DVD, i quali, purché di velocità allineata
re 360.000 circa. con i correnti modelli, non dovrebbe celare sorprese né nel prezzo, né nelle presta-
Memoria RAM: i 128Mb di RAM si ren- zioni. Decidiamo invece l’eventuale archivio dei file più datati. È in tal caso possi-
dono questa volta indispensabili, magari bile ricorrere ad un masterizzatore, così come ad un disco rimovibile. Questo ci per-
prevedendo di portarli il prima possibile metterà sia di trasportare con agilità i file più ingombranti, sia di dare un po’ più di
a 256Mb, ipotesi ottimale per impieghi respiro al martoriato HD. Economicamente non esiste un grosso divario tra i due, da-
gravosi. Il costo del passaggio a 128 MB to che il costo dell’hardware e dei supporti dell’uno compensano in sintesi quelli del-
ci costa circa 200.000 lire. l’altro, almeno nell’utilizzo costante.
Un secondo Hard Disk: introduciamo
anche l’ipotesi di un secondo disco fisso
identico al 20GB di partenza, sia per il Scanner piano o per pellicola?
backup, che per prolungare la sostituzio-
ne del disco con uno di taglio maggiore. Nel caso di una configurazione più modesta penso si possa proporre uno scanner a
Il costo si aggira sulle 350mila lire. doppia funzione, con possibilità di acquisire sia originali opachi che trasparenti, an-
Stampante: in questa configurazione pre- che se ciò non consente di ottenere risultati eccellenti nella scansione delle pellico-
vediamo una stampante di formato A3. le. Le risoluzioni proposte vanno dai 1200x600dpi ai 2400x2400dpi, risoluzione che
Vobis ci consiglia la Epson Stylus Photo ci permetterà di lavorare degnamente.
1270;essa stampa in esacromia, con riso- Certamente consigliabile è l’acquisto di un moderno scanner per pellicole, con riso-
luzione di 1440x720dpi, su supporti A3+. luzione non elevatissima nel caso in cui decideremo di affiancargli uno scanner per
La connessione avviene tramite USB o opachi. Parliamo di valori attorno ai 2700dpi per gli scanner per pellicola e attorno
porta parallela. Il costo di aggira sul mi- ai 2400dpi per quelli piani. Nel caso in cui pensassimo di usare solamente lo scan-
lione di lire. ner per pellicola potremmo investire una cifra maggiore in un bello scanner da 4000dpi,
Scanner: conviene prevedere uno scan- che ci consentirà di andare oltre il formato di stampa A4.
ner per trasparenze, affiancato da un mo- Qualunque sia lo scanner, oltre alla risoluzione, il valore di riferimento deve essere
dello piano utile per eventuali lavorazio- quello della gamma dinamica fornita in lettura: aspettiamoci un andamento propor-
ni in opaco. zionale tra tale parametro ed il costo dello scanner. Anche il numero di bit in lettura
Per lo scanner piano può andar bene il può identificare uno scanner di rango. 14 bit in lettura per canale sono peculiari di
medesimo modello della configurazione scanner di alta fascia, forse oltre i nostri propositi, ma certamente pregevoli nei ri-
precedente, ma nella versione priva di sultati ottenibili.
adattatore: il Perfection 1200U, dal costo
di circa 450.000 lire.
Per lo scanner per pellicola il rivendito-
re ci ha proposto un modello di Acer da Stampanti: alcune considerazioni
890.000 lire; date le nostre esigenze ri-
teniamo preferibile orientarci su un mo- La stampante sarà molto probabilmente una ink-jet, dato che in
dello più costoso, il Nikon LS-2000 o i questa sede non pare opportuno prendere in considerazione le
modelli di Canon, Minolta, che fornisco- stampanti a sublimazione, collocabili in ambiti più professiona-
no le medesime prestazioni. Il prezzo si li. Possiamo adottare il formato quale parametro di separazione
aggira sui 2 milioni e mezzo. per un uso amatoriale o semi-professionale. Essendo oggi le stam-
Monitor: ci sono stati proposti due mo- panti A3 non più economicamente inarrivabili, possiamo anche
delli di Philips, un 17 ed un 19 pollici. Il pensare di dotarci di tale periferica. Una stampa 30x45cm ha mol-
17’’ è un 107B-10, con risoluzione mas- to da dire quando la si osserva! In ogni caso anche l’ipotesi del
sima di 1920x1440 pixel, dot pitch formato A4 permette di ottenere stupende stampe a colori.
0,25/0,21, particolarmente compatto nel- Vedo più nei costi dei materiali di consumo che in quelli per la
le dimensioni. Il costo è sulle 830.000 li- stampante in sè il divario esistente tra una scelta destinata ad una
re. stazione high-level A3 rispetto ad una low-level A4.
LA SCELTA DELLA CONFIGURAZIONE

CONFIGURAZIONE BASE DA 4.500.000 LIRE

Come risparmiar e sul softwar e Processore Pentium III 733MHz


64Mb di memoria SDRAM a 133MHz
Il costo del software di fotoritocco è oneroso, ma esisto- Scheda video ATI Xpert2000 32MB RAGE 128
no delle alternative. Photoshop ha un prezzo poco acces- Disco fisso da 20Gb Ultra DMA
sibile, intorno ai 2 milioni, ma spesso ne vengono offer- CD-ROM 40x
te versioni limitate nelle funzioni o risalenti a qualche me- Monitor 17’’ Highscreen MS1780P
se addietro in bundle (insieme) con periferiche di vario ti- Stampante Epson Stylus Photo 870.
po. Se proprio non ci serve l’ultima release, potremmo va- Scanner Epson Perfection 1200P
lutare l’acquisto di uno scanner o di una stampante anche Iomega Zip 100Mb interno
in base al software ad essi allegato. Una valida alternati- Scheda audio, modem 56K, tastiera, mouse, casse, Windows98.
va a Photoshop è Paint Shop Pro di Jasc, che offre una se- Tutto ciò con la consapevolezza del fatto che forse memoria e
rie di caratteristiche di tutto rispetto ad un prezzo molto scheda video potrebbero da subito essere aggiornate a 128MB e
vantaggioso. Matrox MGA400 32Mb DH, con un aggravio di lire 560mila cir-
ca.

Processore: un’alternativa interessante CONFIGURAZIONE SEMI-PROFESSIONALE DA 9.000.000 LIRE


Nel catalogo di Vobis è presente anche un sistema di co- Processore Pentium 733Hz,
sto pressoché identico a quello base che abbiamo descrit- 128Mb di memoria SDRAM a 133MHz
to, ma dotato di processore AMD Athlon da 800 MHz. Dan- Scheda video Matrox MGA400 32MB DH
do uno sguardo alla configurazione ci pare che i compo- Due dischi fissi da 20Gb Ultra DMA
nenti a corredo siano pressoché gli stessi; si tratta quindi DVD-ROM
di un sistema preferibile. Monitor 19’’ Philips 109P-10
Da notare che tale modello di elaboratore viene proposto Stampante A3+ Epson Stylus Photo 1270,
corredato di stampante HP DeskJet 610C e di Monitor 15’’ Scanner Nikon LS-2000,
al prezzo di 2 milioni e 800mila lire: particolarmente con- Masterizzatore Philips 4x8x32x,
veniente per chi non necessiti di prestazioni grafico/foto- Scheda audio, modem 56K, tastiera, mouse, casse, Windows98.
grafiche di assoluto rispetto. Posso consigliare di espandere la memoria RAM a 256Mb per la
cifra di circa 400mile lire.

Il modello da 19 pollici è invece un Phi- mamente conveniente data l’uscita del nuo- Conclusioni
lips 109P-10, a schermo piatto, con riso- vo Zip 250Mb. Il costo di tale utile perife- Tra le due configurazioni che abbiamo pro-
luzione pari al modello da 17’’ e dot pit- rica è di lire 200.000 per il modello inter- posto vi è una miriade di soluzioni interme-
ch di 0,25. Il costo è di un milione e mez- no. Mi permetto però di consigliare, a chi die, per prezzo e per prestazioni; sapendo
zo di lire. seriamente motivato in tale senso, l’acqui- identificare i componenti necessari ai propri
Entrambi i modelli godono di garanzia sto del modello da 250Mb in versione ester- fini, sarà possibile personalizzare la propria
on-site per il periodo di tre anni dall’ac- na, date le caratteristiche di maggiore fles- postazione. Quelle proposte rimangono co-
quisto. sibilità d’uso. munque delle configurazioni che si adatta-
Il commesso ci ha proposto anche dei mo- no alle più comuni esigenze.
delli di monitor LCD dal costo non ec- Casse: è un accessorio utile per le appli- In generale suggeriamo a chi fosse intenzio-
cessivo, ma preferiamo lasciare tali di- cazioni multimediali, oltre che per ascol- nato all’acquisto di un PC a non cadere nel-
spositivi a chi non si dedica espressamente tare della musica mentre si lavora su una l’errore di lasciarsi condizionare troppo dal
al trattamento delle immagini. foto. Le casse non sono incluse nel costo costo di queste attrezzature: è bene rispar-
dell’elaboratore e costano 50.000 lire. miare dove possibile, ma non dove ci porte-
Cosa aggiungere DVD-ROM: l’installazione di un DVD- remmo a casa dei prodotti poi non efficaci.
Vediamo ora, prima di tirare le somme, ROM in luogo del CD-ROM comporta un Allo stesso modo metto in guardia dall’ac-
qualche possibile aggiunta ad entrambe le esborso di 200.000 lire in più rispetto al co- quisto di materiale inutile agli scopi di lavo-
configurazioni proposte, cominciando da sto della configurazione base. ro prefissati. In questo senso informiamoci
un masterizzatore o da un disco rimovibi- sempre prima di recarci in un negozio ri-
le. Software di fotoritocco: per lavorare sul- guardo ai prodotti presenti sul mercato ed al-
le fotografie è indispensabile un program- le loro caratteristiche: eviteremo sicuri spre-
Masterizzatore: Vobis ci ha suggerito un ma di fotoritocco; Photoshop di Adobe, è chi. In ultimo ricordo che i PC non funzio-
Philips 4x8x32x dal costo di lire 500mila. un programma di livello professionale, che nano da soli, ma hanno bisogno di una buo-
Zip: Zip è un prodotto Iomega per il tra- nella versione 5.5 costa circa 600 $ se or- na dose di pazienza da parte di chi non ha
sferimento di dati o la loro archiviazione, dinato via Internet. Nulla vieta però di ri- mai avuto a che fare con loro; ciò che fuo-
molto diffuso per la sua economicità. La correre ad altri pacchetti software, ad esem- riesce dal PC non è altro che il prodotto del-
capacità è però inferiore a quella di un CD. pio il valido Paint Shop Pro che nella ver- la persona che sta davanti allo schermo.
Esiste il classico Iomega Zip 100MB, estre- sione 7, è anche in lingua italiana. Eugenio G. Tursi
FOT OGRAFIA DIGITALE

DIMENSIONE
E INFORMAZIONE
DI UN'IMMAGINE
Quantità di informazioni e variazione delle dimensioni

Questa volta, anziché par- Si spiega così la presenza di


lare di attrezzature, parlia- diversi standard di registra-
mo di ciò che riguarda il ri- zione, e in particolare di di-
sultato finale: la fotografia versi "formati" distinti da
registrata e poi stampata. nomi (e metodi di registra-
Fotografia digitale, natu- zione) convenzionali. Al fo-
ralmente. tografo digitale risultano co-
In primo luogo osserviamo sì familiari le sigle TIFF (un
che la qualità tecnica di metodo che in fase di regi-
un'immagine è soprattutto strazione non effettua nes-
legata alla quantità di infor- Ingrandimento al microscopio delle gocce di inchiostro "sparate" da una suna compressione dei da-
mazioni che essa contiene. stampante ink-jet per stampare una fotografia digitale. ti), oppure Jpeg (compres-
In sostanza alla sua "di- sioni a diversi livelli, per ot-
mensione". re cromatiche della scena. Ogni segnale tenere un file che occupi meno memoria)
Dimensione e risoluzione sono strettamente elettrico che esce dal sensore viene invia- e via via altre soluzioni che "qualificano"
legate. Un’immagine digitale si può infat- to ad un apposito dispositivo, il converti- i file di immagine in diversi modi, o come
ti considerare costituita da un determinato tore analogico/digitale, e trasformato in un si usa dire "formati".
numero di punti, che disegnano i più pic- numero. Cioè in un "valore" che ha il pre-
coli dettagli. gio di non essere soggetto a "disturbi" e Archiviare
Quando si scatta con una macchina digi- quindi consente di essere riletto facilmen- Scattata la foto con la macchina digitale o
tale l'obiettivo convoglia la scena inqua- te per agire come comando capace di ri- scansionata una diapositiva per acquisirla
drata su di un sensore elettronico compo- creare "quella" ben definita informazione con lo scanner, i dati vengono registrati.
sto da un grande numero di piccolissimi che permette di ricostituire con precisione Sì, ma dove? Ecco: il "file" è annotato su
elementi fotosensibili, i "pixel" (abbrevia- un elemento dell'immagine. È questo il di un supporto elettronico che può essere
zione da "picture elements”). Questi con- maggiore vantaggio del sistema digitale. una memoria interna della fotocamera, in
vertono le diverse intensità luminose in se- Digit infatti, in inglese, vuole dire nume- previsione della possibilità di "scaricare"
gnali elettrici. Sul sensore delle fotocame- ro, cifra. poi le immagini, via cavo, nel computer;
re digitali vi sono pixel "filtrati" in modo L'immagine digitale appare così come una oppure può essere un supporto di memo-
da captare uno dei tre colori fondamenta- massa di dati costituente un "file", nel com- ria "inserito" in un apposito vano nella mac-
li (RGB, ovvero Red, rosso, Green, verde, puter, né più né meno di quanto accade china digitale. Gli esempi sono diversi: uno
e Blu, blu), montati uno accanto all'altro quando si registra parla di un "file" di te- dei primi è stato quello, sulla Sony Mavi-
in modo da poter cogliere e ricreare, ope- sto. ca, del floppy-disk, dischetto da computer
rando in gruppo, tutte le diverse sfumatu- I modi per registrare naturalmente posso- da 3.5 pollici che tra l'altro è stato proprio
no essere diversi.
Variando il numero di pixel si varia la dimensione delle immagini. L'intervento può avvenire anche in modo fittizio, ovvero per
interpolazione, costruendo artificiosamente nuovi pixel che vanno a colmare "spazi vuoti" ma non aggiungono "informazione"
alla fotografia. Si veda il testo a proposito di "raddoppiare" o "dimezzare" la risoluzione.

un brevetto Sony; per la comodità d'uso da 3.5 pollici, per molti versi comodissi- strazione del tipo Smart Media o Compact
questa soluzione ha conosciuto un consi- mo perché è di basso costo, perché lo si Flash Card o simili.
derevole successo. Il sistema più diffuso può anche regalare direttamente all'ami- • Le SmartMedia: sono schede molto sot-
sulle fotocamere di elevate prestazioni è co/a che è stato immortalato fotografica- tili e piccolissime (37x45x0.78mm). Sono
quello delle Compactflash card ed è adot- mente, come se gli si desse una stampina, state adottate da grandi marche come Fuji
tato da Nikon per le sue fotocamere Cool- perché lo si può inserire direttamente nel e Olympus. La capacità è ben superiore a
pix e da Canon; altrettanto diffuso è quel- computer, è di circa 1.3 - 1.4Mb. Ne deri- quella dei floppy-disk e normalmente una
lo delle Smart Media, scelto da Fuji e da va che in esso si può quindi registrare un'im- scheda SmartMedia è offerta, insieme al-
Olympus. Sony oggi sta passando ad un magine che (anche compressa) non supe- la fotocamera, in versione di capacità 8
supporto di elevate prestazioni la nuova ri all'incirca 1.300.000 pixel. Attenzione: Mb: un valore che tuttavia è ancora limi-
Memory Stick; segnaliamo anche l’hard se l'immagine è davvero grande, la com- tante, meglio 16 Mb, considerando le no-
disk miniaturizzato di IBM con la notevo- pressione può essere eccessiva e incidere tevoli dimensioni dei file di immagine di
le capacità di 340 Mb. Le immagini ac- sulla qualità. Alla comodità del floppy si apparecchi moderni. Sono un po' più fra-
quisite con gli scanner vengono invece in- oppone dunque la scarsa "autonomia" di gili di altri supporti e sono state sviluppa-
viate direttamente al computer e poi im- ripresa: se il sensore della fotocamera è da te in due versioni, da 3.3V e da 5V, tra lo-
magazzinate nel suo hard-disk. 2 Megapixel o più, e se la compressione ro incompatibili. Per leggere le SmartMe-
non si vuole sia eccessiva, occorre pre- dia con il computer esistono adattatori che
Quante immagini su una Card? ventivare che un floppy-disk non possa consentono di inserirle nel vano dei floppy-
Ciò che per ora è importante annotare è che ospitare più di una o due immagini. Se si disk o in quello PCMCIA (presente di so-
occorre fare attenzione alla capacità delle volessero registrare parecchie immagini a lito sui moderni portatili).
"memorie" usate per immagazzinare im- risoluzione elevata occorrerebbe quindi • Le CompactFlash: sono Card adottate
magini digitali. Soprattutto se si tratta di provvedersi di più floppy-disk: soluzione da Canon, Nikon, Kodak, Epson. Sono un
memorie "rimovibili", ovvero estraibili dal possibile ma a volte scomoda, un po' co- po' più grandi delle SmartMedia e misu-
corpo della macchina digitale, come i di- me se si adoperasse una macchina con pel- rano 43x36x3.3mm. Sono correntemente
versi tipi di Card. Ne esistono molti tipi. licole piane... disponibili anche in capacità di 64 Mb ed
Passandoli in rassegna, osserviamo che: Le cose vanno meglio con le schede di me- esistono in versione 128Mb. Robuste, pos-
• Il floppy disk: La capacità di un dischetto moria a stato solido. Sono Card di regi- sono essere introdotte con adattatore ap-
posito nel vano PCMCIA dei portatili o magine si "sgrani" e mostri i suoi limiti nel- pre è conveniente acquisire un'immagine
dei PC. Non richiedono l'installazione di la capacità di presentare dettagli fini. alla massima risoluzione possibile perché
un driver dedicato nel computer, come in- Una situazione analoga si presenta con le può dare origine ad un file troppo "pesan-
vece avviene per le SmartMedia e quindi immagini digitali: il sensore di registra- te". Un file di molti megabyte, come è fa-
sono lette tranquillamente da qualsiasi si- zione di una fotocamera digitale, o il sen- cile ottenere usando uno scanner a risolu-
stema operativo come se fossero piccoli sore di uno scanner (nell'ipotesi che ci si zione elevata, può essere scomodo da tra-
hard-disk. serva di questo strumento per acquisire una smettere via Internet, può essere lento da
• Hard-disk: IBM ha realizzato un hard- stampa o una diapositiva), legge ciò che elaborare con il computer se si vuole pro-
disk superminiaturizzato, inseribile come sta davanti ai suoi "pixel", per ciascuno dei cedere a lavori di fotoritocco. In pratica
scheda in un vano PCMCIA, capace di una quali registra un corrispondente segnale. può essere "esagerato" se la destinazione
memoria di 340 Mb. Insomma: possiamo dire che l'immagine finale dell'immagine non è quella di otte-
• Memory Stick: un altro standard nuovo digitale è fatta di pixel così come quella nere una stampa di qualità ma è invece
di Sony; grandi quanto una strisciolina di chimica è fatta di addensamenti di granu- quella di comparire solo sul video di un
chewing-gum, esistono con diversa "ca- li d'alogenuro d'argento. computer in una presentazione multime-
pienza": 4Mb, 8Mb, 16Mb, 24Mb, 32Mb, Al crescere del numero di pixel, di un sen- diale.
64Mb e anche, in arrivo, 128 Mb. sore, cresce naturalmente la capacità di co-
Come si vede, l'autonomia operativa del- gliere dettagli fini. È una situazione para- Variare le dimensioni
le schede di memoria a stato solido si sta gonabile a quella che si riscontra con una Il fatto che l'immagine digitale sia costi-
avvicinando sempre più a quella del "rul- pellicola tradizionale di bassa sensibilità, tuita da segnali facilmente manipolabili dal
lino" tipico della fotografia tradizionale. caratterizzata da una grana molto fine. In computer, con un adatto programma di fo-
Con il vantaggio che la "Card", scaricate entrambi i casi il maggior numero di ele- toritocco, fa apparire a volte superflui i ra-
le foto nel computer, è riutilizzabile. menti sensibili sulla superficie che capta gionamenti e i dubbi fin qui avanzati. Ma
• Iomega Click!: sono piccoli floppy di- l'immagine è a vantaggio di una maggiore come!? Non è forse vero che con il com-
sk dalla capacità di 40Mb, adottati anche quantità di "informazioni" e quindi di una puter posso variare le dimensioni dell'im-
da Agfa. Interessanti, anche se non a “sta- migliore nitidezza in sede di "restituzione" magine registrata, riducendola oppure an-
to solido”, per l’alta capacità e il costo più dell'immagine. che ordinando al calcolatore di ingrandir-
contenuto. Sugli scanner, e su molte macchine digi- la aumentando il numero di punti che la
tali, si può anche impostare il livello di ri- costituiscono (simulando singoli elementi
La dimensione di un'immagine soluzione, cioè sostanzialmente di niti- là dove non vi siano)?
Il negativo fotografico tradizionale è fatto dezza, al quale si intende operare. Certamente è così e si può dire che un'im-
di "granuli" di alogenuri d'argento, modi- È una impostazione da valutare attenta- magine può essere registrata e manipolata
ficati dalla luce e anneriti dal trattamento mente. Per chi è abituato alla fotografia tra- in differenti dimensioni. Può essere me-
di sviluppo. Presentandosi con diverse den- dizionale infatti appare strano che si pos- morizzata, e poi eventualmente stampata
sità "disegnano" la figura desiderata. In- sa anche rinunciare ad operare alla massi- in vario modo:
grandendo molto un negativo, o analoga- ma risoluzione possibile. Ma nel mondo - normale
mente proiettando in grandi dimensioni una dell'immagine digitale occorre soppesare - ingrandita interpolando
diapositiva, è facile osservare come l'im- anche altri parametri. Ad esempio: non sem- - ridotta per aumentare la nitidezza.

La Memory Stick di Sony. Ha le dimensioni di una gomma da ma-


sticare.

Card di memoria a stato solido, tipo Smart Media. Qui, per Olym-
pus Camedia.
A sinistra: una Card di memoria tipo CompactFlash; a destra
la piccola, sottile Smart Media.

Come è abbastanza facile constatare, dila- Raddoppiare la risoluzione Dimezzare la risoluzione


tare le dimensioni di un’immagine stampa- Primo esempio: si vuole "raddoppiare" la Se invece consideriamo la possibilità di di-
ta senza aggiungere in ripresa ulteriori infor- risoluzione di un’immagine. Per farlo oc- mezzare la risoluzione, es. passando da 300
mazioni, cioè senza modificare la dimen- corre ridurne le dimensioni globali. Si trat- a 150 dpi, il risultato immediato è di otte-
sione del “file” che esprime l’insieme del- ta di concentrare le informazioni in una mi- nere un’immagine con dimensioni lineari
le informazioni in essa contenute, equivale nore superficie. Le nuove dimensioni, con- doppie rispetto all’originale. I pixel, in-
ad operare ad una risoluzione più bassa. siderato che si vuole proprio un "raddop- somma, appaiono "distribuiti" su di un'a-
Viceversa, ridurre le dimensioni di un’im- pio", diventeranno pari ad 1/4 di quelle ori- rea più ampia: supponendo un dimezza-
magine stampata significa concentrare in ginali. mento della risoluzione (che è una misura
essa l’elevata massa di informazioni di- Infatti: se prendo il numero di punti per lineare), le dimensioni dell'immagine ri-
sponibili e quindi operare con una risolu- pollice esistenti nel lato “A” e decido che sultante saranno quadruple rispetto a quel-
zione più alta. deve essere doppio, devo dimezzare la di- la di partenza.
Si può intervenire sulla risoluzione in di- mensione del lato stesso.
versi modi. Ridurre la risoluzione
In ripresa, disporre di sensori con una mag- Mantenere le dimensioni senza ingrandire
giore quantità di pixel significa acquisire I programmi di fotoritocco e di manipo- Consideriamo infine un'ultima possibi-
immagini con una maggiore quantità di lazione delle immagini sono affascinanti lità: è quella di chiedere ad un program-
informazioni, cioè con una risoluzione di per le loro articolatissime possibilità di ma di manipolazione d'immagini di man-
partenza più elevata. Ciò vale anzitutto per elaborazione e ci si può chiedere anche se tenere le dimensioni invariate ma di ri-
le fotocamere digitali, tanto più costose e sia possibile aumentare la risoluzione del- durre comunque la risoluzione (ad esem-
di alto livello quanto più dotate di sensori l'immagine ma nello stesso tempo man- pio per disporre di un file più "leggero"
che raggiungono e superano la dimensio- tenere le dimensioni di partenza. da inviare via Internet). Il programma ese-
ne “megapixel” (mega significa un milio- Vediamo cosa avviene: il programma ag- guirà l'ordine eliminando alcuni pixel. Se
ne). Cioè da 1, 1.3, 1.5, 2 milioni di pixel giungerà nuovi pixel là dove mancano, il numero dei pixel rimasti sarà sufficiente
o, recentemente anche 3 milioni di pixel; "copiando" ed inserendo pixel simili ai per fornire un’immagine di buona qua-
o ancora di più, in apparecchi destinati al- pixel circostanti. lità (dipende ovviamente dalla risoluzio-
l’uso professionale. Si otterrà allora un “finto” aumento di ri- ne di partenza) il risultato sarà soddisfa-
Vale poi anche per gli scanner, destinati ad soluzione, perché è vero che così si ag- cente e non si noterà alcun calo di qua-
acquisire in forma digitale fotografie (ne- giungono pixel ma non si aggiunge cer- lità. Il vantaggio in questo caso sarà so-
gativi, diapositive, stampe) già esistenti. tamente quantità di informazione (che re- lo quello di poter “manipolare” un’im-
Una volta poi che l'immagine digitalizza- sta quella raccolta al momento della ri- magine composta da un minore numero
ta sia stata trasferita nel computer, ecco che presa). di punti, dunque disporre di un “file” più
interviene la "tentazione" di manipolarla Questo tipo di operazione può portare ad maneggevole.
variandone le dimensioni. Facciamo due effetti di sfocatura dell’immagine, per "al-
esempi. largamento" dei contorni. Maurizio Capobussi
CREARE U N ARCHIVIO S U C D

L’USO DEL
MASTERIZZATORE
La grande quantità di dati che può essere memorizzata
su un CD-ROM rende questo dispositivo particolarmente adatto
per realizzare archivi digitali.

Il laser del lettore CD Rom proiet-


ta un fascio di luce concentrata sul
disco.
La luce attraversa lo strato pro-
tettivo e va a incidere sullo strato
riflettente, dove si alternano i Pit
(aree incavate) e i Land (aree pia-
ne): la luce che colpisce i Pit vie-
ne diffusa, quella che colpisce i
Land viene riflessa e indirizzata at-
traverso un prisma a un diodo fo-
torivelatore. Ogni impulso di luce
che colpisce il diodo fotorivelato-
re genera una corrente elettrica, e
quindi un flusso di dati compren-
sibili per il computer.

Ideato congiuntamente da Philips e Sony rispettivamente land e pit. La luce che col-
all’inizio degli anni ’80, il CD-ROM ha pisce un pit viene diffusa e quindi si di-
raggiunto ormai la sua piena maturità, di- sperde, mentre la luce che colpisce un land
ventando il media più diffuso per distri- viene riflessa con estrema precisione di-
buire contenuti digitali di ogni tipo. Dalla rettamente verso il rilevatore, che la indi-
musica alle immagini, dal software agli ar- rizza verso un diodo sensibile alla luce.
chivi di dati, è possibile memorizzare su Ogni impulso di luce che colpisce questo
questo supporto ogni tipo di informazione diodo genera una piccola tensione elettri-
in formato numerico. ca che viene trasformata in una sequenza Nei dischi magnetici, tipo Hard Disk, i dati
di 1 e 0 comprensibili dal computer. sono disposti in cerchi concentrici chiamati
Come funziona un Compact Disc Esistono due tipologie di CD-ROM: quel- tracce, divisi radialmente in settori. Il disco
Il compact disc è un disco di materiale com- li preregistrati e quelli realizzati con un ap- ruota con una velocità costante e quindi le
posito a più strati: partendo dal basso, so- posito strumento chiamato masterizzatore. tracce esterne del disco ruotano più veloce-
mente di quelle interne. Le tracce esterne de-
no presenti uno strato di policarbonato, uno I CD preregistrati sono prodotti mediante
vono essere quindi più larghe, pur contenen-
di materiale riflettente (in molti casi una un procedimento di stampa che crea diret-
do la stessa quantità di dati di quelle inter-
lamina d’oro molto sottile), uno di verni- tamente i land e i pit sulla superficie ri- ne; questa configurazione comporta un no-
ce e uno di polimeri di carbonio resistente flettente. Nei CD masterizzati, invece, tra tevole spreco di spazio.
alle scalfitture, sul quale viene stampata lo strato di policarbonato e la superficie ri- I CD-Rom usano uno schema differente. I da-
l’etichetta. flettente è collocato uno strato colorante ti sono contenuti in un’unica traccia, an-
Il suo funzionamento è molto semplice: un che viene inciso dal laser di scrittura per ch’essa suddivisa in settori, ma in questo ca-
raggio laser invia un fascio di luce verso il creare le aree piane e i rilievi. so i settori hanno tutti la stessa dimensione.
compact disc. Il raggio di luce attraversa Nel processo di masterizzazione la testina Per compensare la diversità di velocità del
lo strato di protezione e colpisce la super- di scrittura del laser segue un solco a spi- disco nelle sue parti interna e esterna, il let-
ficie riflettente, sulla quale si alternano par- rale inciso sullo strato di policarbonato, in tore CD varia continuamente la velocità di
ti pianeggianti e parti incavate, chiamate modo da essere guidata con precisione. rotazione del disco.
Quando si inserisce un CD nel masterizzatore il modu-
lo residente in memoria lo controlla e visualizza una fi-
nestra di dialogo che permette di lavorare con il CD
aprendo una nuova sessione.

Seguendo il solco la testina determina la di scrittura non va a buon fine. In molti ca-
sua posizione ed è in grado di usare questa si, se si presenta questo tipo di errore, il CD
informazione per controllare la velocità del non è più utilizzabile e può essere tranquil-
motore che fa girare il disco, in modo che lamente gettato via.
l’area del disco sotto la testina si muova sem-
pre alla stessa velocità. Per questo il disco Usare un CD-ROM come floppy Per poter utilizzare i CD da masterizzare
ruota più velocemente quando la testina si I masterizzatori di CD-ROM sono stati pro- come se fossero normali dischi, è necessa-
sposta verso il centro del disco e più lenta- gettati inizialmente per eseguire la copia in- rio che sia installato un modulo residente
mente quando si avvicina al bordo. tegrale di dischi, duplicandone interamente in memoria. Per verificarne la presenza è
il contenuto. Questo processo viene chia- sufficiente osservare la barra di Windows:
L’hardware necessario mato copia DAO (Disk at Once – tutto il di- se visualizza un’icona rappresentante un
Grazie al basso costo dei supporti ottici (or- sco in una volta) ed è utilizzato quando si CD, allora il modulo è attivo.
mai nell’ordine delle poche migliaia di lire) vuole eseguire la copia completa di un CD
e dell’elevata capacità di memorizzazione, già registrato. Ricordiamo in questa occa-
pari a 650 Mbyte di dati, corrispondenti a sione ai nostri lettori che la copia non auto-
74 minuti di suono digitale, realizzare un ar- rizzata di software e di brani musicali è un
chivio con CD-ROM registrabili è alla por- reato e che quindi l’uso di questa tecnolo- CHE COSA
tata di tutti. A questo bisogna aggiungere il gia va limitato ai casi previsti dalla legge. RAPPRESENTANO
costo relativamente contenuto dei maste- Se invece di eseguire una copia integrale di
LE SIGLE
rizzatori che, per i modelli di fascia media, un disco si vogliono memorizzare dati sul
si aggira attorno alle 500.000 lire. Tutti i CD come si fa con un normale floppy, sono DEI MASTERIZZATORI
computer attualmente in commercio sono necessarie due tecnologie aggiuntive, for- I modelli dei masterizzatori sono seguiti
adatti ad ospitare un masterizzatore. In ge- tunatamente presenti su tutti i masterizza- da alcune sigle misteriose. In realtà queste
nerale è utile avere sulla propria macchina tori attualmente in commercio: la scrittura permettono di individuare immediatamente
una buona quantità di memoria (non meno a pacchetti e il supporto multisessione. le caratteristiche e la velocità dell’appa-
di 64 Mbyte) e un disco veloce. Questa ca- La scrittura a pacchetti si basa sulla suddi- recchio.
ratteristica è molto importante soprattutto visione delle informazioni in piccoli pac- Il numero dopo il nome del modello (per
quando si effettua la copia diretta da CD a chetti, che vengono scritti in successione esempio "CDR-510 2x4x/1Mb") si riferi-
CD, come ad esempio nella duplicazione di sulla traccia del CD, fino a riempirla com- sce alle velocità di lettura e scrittura del-
un CD audio. In questo caso la sorgente de- pletamente, mentre il supporto multisessio- l'unità e alle dimensioni del buffer.
ve essere necessariamente più veloce della ne indica la capacità di eseguire più processi 2x4x significa 2x in scrittura, 4x in lettu-
destinazione, in quanto il processo di scrit- di copia (sessioni) su un singolo disco in ra. Se è indicato solo "2x", significa 2x in
tura non può essere interrotto. Per evitare tempi successivi. La scrittura a pacchetti lettura e scrittura oppure la velocità di let-
che questo accada, i produttori di masteriz- presenta notevoli vantaggi. Ad esempio, poi- tura è sconosciuta.
zatori inseriscono una memoria dedicata al- ché è possibile scrivere pacchetti di dimen- 2Mb+ : dimensioni del buffer indicate con
l’interno dell’apparecchio (chiamata buf- sione inferiore a quella del buffer di regi- un "+" indicano che il buffer può essere
fer), solitamente di 512K o 1Mb, ma che strazione, il rischio di errore di svuotamen- ampliato. È necessario prestare molta at-
può arrivare anche a 2 o 4 Mbyte. In questo to buffer può essere eliminato. D’altra par- tenzione al momento dell’acquisto.
modo i dati letti dal disco fisso, da un na- te per scrivere a pacchetti su un CD-ROM Molte unità sono versioni rimarchiate di
stro o da un altro CD, vengono dapprima è necessario più tempo rispetto alla copia altre case, alcune volte con piccole modi-
memorizzati nel buffer e successivamente completa di tutto il disco. Poiché però i da- fiche al firmware. Distributori accreditati
inviati al masterizzatore. Quando il maste- ti da trasferire sono solitamente di dimen- spesso cambiano fornitori senza avvertire,
rizzatore richiede dati da scrivere al buffer, sioni contenute, questo non rappresenta un quindi non bisogna presumere che ogni
ma non ce ne sono, si ha un buffer under- problema nella maggior parte dei casi. informazione sia accurata. In generale però
run (errore di svuotamento buffer). In pra- Questa tecnica è valida solo per i dati non i prodotti disponibili sul mercato sono di
tica mentre il disco da masterizzare gira non audio. I CD audio infatti non possono esse- buona qualità, soprattutto se di marche no-
ci sono dati da scrivere, perciò il processo re scritti con questo sistema. te e conosciute.
DISCHI MAGNETICI E DISCHI OTTICI DOMANDE E
Le tecnologie di memorizzazione si dividono sostanzialmente in due categorie: magnetica e RISPOSTE
ottica. I dispositivi di memorizzazione magnetica (i dischi dei computer) sfruttano le capacità
di magnetizzazione di alcuni materiali, mentre i dispositivi ottici si basano sulla possibilità di Quanto tempo ci vuole
indirizzare con estrema precisione un raggio laser. Al di là delle differenze fisiche con cui so- per incidere un CD?
no realizzati, esistono anche una serie di differenze progettuali molto interessanti. Dipende da quanti dati si vogliono in-
I dischi magnetici utilizzati nelle unità a disco hanno i dati disposti in cerchi concentrici chia- cidere, e dalla velocità del masteriz-
mati tracce, divisi radialmente in settori. Il disco magnetico ruota sempre alla stessa velocità zatore. Incidere 650Mb di dati richie-
costante: le tracce alla periferia del disco si muovono perciò più velocemente delle tracce vi- de circa 74 minuti a 1x, 37 a 2x, 19 a
cine al centro. Poiché i settori esterni si muovono più rapidamente, devono essere fisicamen- 4x e così via, a cui bisogna aggiunge-
te più grandi per immagazzinare la stessa quantità di dati dei settori interni. In questo modo si
re qualche minuto per "finalizzare" il
spreca una grande quantità di spazio di memorizzazione, ma si rende massima la velocità con
disco.
cui si possono recuperare i dati.
Ricordiamo che 1x equivale a
I CD-ROM usano uno schema diverso: i dati non sono memorizzati in molte tracce divise in
cerchi concentrici, ma in unica traccia che si sviluppa a spirale dal centro del disco fino alla
150Kb/secondo, 2x sono 300Kb/se-
fine della circonferenza. condo, etc. Ovviamente, se si devono
Per comprenderne le dimensioni, ricordiamo che la spirale compie 22.188 rotazioni intorno al incidere la metà dei dati, finirà circa
CD con circa 600 giri per millimetro. Se la srotolassimo sarebbe lunga 5km circa. Anche in nella metà del tempo.
questo caso la traccia è divisa in settori, ma tutti i settori hanno le stesse dimensioni fisiche.
Per mantenere costante la velocità di lettura è necessario variare continuamente la velocità di Quale è la differenza tra
rotazione (quando la testina di lettura si sposta verso la periferia il disco rallenta e quando si i CD-RW e i CD-R?
muove verso il centro il disco accelera). Il risultato di questa scelta è che il disco CD può con- CD-RW è l'abbreviazione di CD-Rew-
tenere più settori e quindi più dati. ritable, ovvero CD riscrivibile. La dif-
ferenza tra i due sta nel fatto che i CD-
RW possono essere cancellati e ri-
Una sessione rappresenta invece una ope- redo del masterizzatore installa infatti, ol- scritti, mentre i CD-R sono a singola
razione di copia. Quando si vuole copiare tre ai programmi di copia e duplicazione scrittura.
dati sul CD è necessario aprire una sessio- dei dischi, un modulo residente in memo- I CD-RW usano una tecnologia a cam-
ne di copia, eseguire il trasferimento dei ria (cioè sempre attivo) che permette di scri- biamento di fase. In altre parole, in-
dati e, quindi, chiudere la sessione. Questo vere su un CD come se fosse un normale vece di creare "bolle" e deformazioni
è molto importante. Infatti, affinchè un let- disco. Per verificare la presenza di questo nello strato colorante, si fa cambiare
tore standard possa leggere i dati presenti modulo è sufficiente controllare la presen- lo stato del materiale da cristallino ad
su una sessione, questa deve essere chiu- za di questa icona. Se c’è allora il modulo amorfo. In questo modo per “cancel-
sa. Grazie al supporto multisessione è pos- residente in memoria è attivo e si può pro- lare” i dati memorizzati è sufficiente
sibile aggiungere dati in momenti succes- cedere. modificare lo stato del materiale, ren-
sivi fino a quando il disco non viene chiu- Dopo aver inserito il CD da masterizzare dendo possibile riutilizzare lo spazio
so definitivamente o fino a quando non si nel masterizzatore, occorre fare clic sull’i-
su disco. Questi dischi hanno presen-
esaurisce lo spazio libero a disposizione. cona in modo da visualizzare una finestra
tato in passato alcuni problemi di com-
La scrittura multisessione è stata usata ini- di dialogo che chiede come procedere, prov-
zialmente con i PhotoCD per consentire vedendo, se necessario, a formattare il CD patibilità, oggi in larga parte superati.
l’aggiunta di ulteriori foto, ma oggi è sup- oppure ad aprire una nuova sessione. A que-
portata da ogni dispositivo di scrittura e di sto punto il CD da registrare viene visto Come si pulisce il masterizzatore?
lettura presente in commercio. dalla macchina come un disco qualunque, Solitamente non è necessario, a meno
rendendo possibile la copia diretta dei file. di non aver toccato le lenti con le di-
Realizzare un archivio su CD ROM In pratica per trasferire file e cartelle sul ta. I kit di pulizia non sono necessari
La realizzazione di un archivio contenen- CD è sufficiente aprire Gestione Risorse e e a volte possono rivelarsi potenzial-
te le proprie immagini è estremamente sem- trascinare i file da una destinazione all’al- mente dannosi. Se si desidera rimuo-
plice. La prima operazione è quella di pre- tra. vere la polvere e non si vuole manda-
disporre sul proprio computer i file che si Per trasferire l’archivio è sufficiente tra- re il masterizzatore in un centro assi-
intende archiviare creando apposite cartel- scinare i file e le cartelle da copiare dalla stenza, si possono usare delicatamen-
le. Una volta completata la creazione del- finestra superiore a quella inferiore. Per se- te getti di aria compressa, come per
l’archivio sul disco fisso, è possibile tra- lezionare contemporaneamente più file o una comune macchina fotografica.
sferirlo su CD in modo da conservarlo e di- cartelle è sufficiente premere contempora-
stribuirlo con estrema semplicità. In que- neamente il tasto Control (CTRL) quando
sto esempio faremo riferimento al softwa- si effettua il trascinamento.
re di Adaptec fornito con gran parte dei ma- Terminate le operazioni di copia, per estrar-
sterizzatori in commercio, ma il funziona- re il disco è sufficiente selezionare l’icona
mento è praticamente lo stesso per tutti i raffigurante il CD vicino all’orologio e sce-
software di questo tipo. gliere espelli. Il software provvederà ad ef-
Il primo passo consiste, ovviamente, nel- fettuare le operazioni di chiusura della ses-
l’inserire il CD nel masterizzatore e fare sione del disco rendendolo leggibile.
clic sull’icona raffigurante un CD vicino
all’orologio presente sulla barra di Win-
dows, in basso a destra. Il software a cor- Antonio Cianci
FOTOGRAFIA DIGITALE

OBIETTIVI
PER IL DIGITALE
La qualità non dipende solo dai pixel: l’obiettivo è importantissimo

Lo schema ottico dell’obiettivo Distagon


6.85mm f/2.8, disegnato da Zeiss per la
Sony.

La qualità delle fotocamere digitali cre-


sce. E così attira l’interesse dei fotoama-
tori che guardano al nuovo mezzo ma non
sono disposti a compromessi sul piano
della qualità dei risultati, essendo abitua-
ti all’eccellenza delle macchine, delle pel-
licole, delle ottiche tradizionali. Interes-
sante, questo discorso sulla qualità. Già,
ma la qualità del risultato da che cosa di-
pende? Vediamo insieme. Anzitutto oc-
corre una premessa: nel digitale la pelli-
cola è sostituita dal sensore che registra
l’immagine e si sa che i sensori si sono
evoluti raggiungendo un elevatissimo nu-
mero di punti sensibili, di pixel. L’aumento
del numero di pixel ha portato ad un au- Due schemi ottici a confronto: in alto, un leggero grandangolare disegnato per il
mento della qualità, intesa come capacità formato fotografico 35mm, basato su tecnologia tradizionale. Si notino i raggi pe-
di risoluzione. Ma tutto questo non basta. riferici in uscita verso destra, dove c’è il piano pellicola, notevolmente angolati.
Non è infatti soltanto la “quantità” di pixel Sotto, ecco lo schema ottico del Distagon 6.85mm f/2.8 disegnato espressamente
che fa la qualità dell’immagine. Più di un per la Sony Cybershot, una fotocamera digitale da 2.11 Megapixel. È evidente, co-
fabbricante, soprattutto negli ultimi tem- me si nota meglio nello schema ottico che riproduciamo a parte, come i raggi in
pi, ha annunciato con enfasi di avere pro- uscita siano considerevolmente meno angolati. È quanto serve perché possano es-
gettato obiettivi specificatamente dedica- sere captati meglio dai pixel dei sensori digitali.
ti alla ripresa digitale. Eccoci allora al
La giapponese Sigma ha recentemente lanciato una nuova linea di
ottiche che vengono espressamente dichiarate come adatte per le ri-
prese con fotocamere reflex digitali. Mostrano la sigla DG, aggiun-
ta sulla montatura. Qui, un 20mm f/1.8.

Osservando il 20mm f/1.8 Sigma posteriormente,


si nota la grande dimensione della lente, una so-
luzione insolita per i grandangolari. È la conse-
guenza di una progettazione ottimizzata per una
più regolare distribuzione di luce sui sensori CCD
delle macchine digitali.

La lente anteriore del 20mm f/1.8 Sigma è di grande diametro, come di consueto: è importante che lo sia, no-
nostante la presenza del gruppo ottico posteriore ricalcolato, perché è soprattutto dal diametro della lente an-
teriore che dipende l'effetto di vignettatura degli obiettivi grandangolari e nella fotografia digitale la vignetta-
tura deve essere ridotta al minimo.

punto. La fotografia digitale chiede otti- parsa, a distanza di meno di un anno, dei Ma queste constatazioni non sono anco-
che specifiche? La risposta è sì. Oh, que- nuovi sensori C-MOS da 3 Megapixel non ra sufficienti. Si deve infatti osservare che
sta è bella. Ma su diverse reflex digitali, ha fatto altro che consolidare le posizio- la ripresa digitale chiede che siano ri-
anche d’alto rango, non si era detto che ni raggiunte. Disporre di un livello di ri- spettate alcune specifiche progettuali “di-
vanno bene le ottiche tradizionali? La ri- soluzione da 2 Megapixel consente di ot- verse” da quelle necessarie per la foto-
sposta è necessariamente articolata: sì, tenere buone stampe in formati prossimi grafia tradizionale. Per spiegare il perché
ma dipende. Da che cosa, lo vedremo su- al 18x24cm. È già un risultato apprezza- occorre fare un confronto. Vediamo.
bito. bile. Passare a 3 Megapixel significa ga-
Ragioniamo dunque sugli obiettivi desti- rantirsi un margine di qualità supple- La formazione di un’immagine
nati al digitale. mentare, oltreché un ulteriore gradino in Perché una pellicola tradizionale formi
Siamo spronati ad affrontare questo tema termini di possibile ingrandimento. Ma un’immagine, è sufficiente che diversi,
anzitutto dalla constatazione dell’appa- questi traguardi sono soglie limite che, singoli, granuli di alogenuro d’argento
rentemente inarrestabile incremento del- potenzialmente, hanno reso più evidenti presenti nell’emulsione siano raggiunti e
la risoluzione dei sensori. È stato rag- i difetti delle ottiche utilizzate per la ri- “attivati” dalla luce. Poi lo sviluppo prov-
giunto il traguardo dei 2 Megapixel, poi presa. In particolare, l’introduzione ge- vederà ad annerirli e a “rivelare” la foto.
quello dei 3 Megapixel, ora siamo atte- neralizzata di sensori da oltre 3 Mega- Per curiosità: la scienza ci dice anche che
stati sulla nuova frontiera dei 4 Mega- pixel ha accentuato il problema di fondo: il livello minimo per provocare una tale
pixel. Ma le previsioni dei modelli di svi- non basta infatti registrare “tante” infor- reazione è quantificabile in soli tre foto-
luppo stanno già annunciando i 7 Mega- mazioni. Occorre che esse non siano “con- ni (quantità “minima necessaria” di lu-
pixel che, si dice, saranno raggiunti nel fuse”. Ovvero occorre che la luce che de- ce).
2005. Insomma: con una progressione al ve delineare l’immagine sul sensore rag- Ciò che a noi interessa osservare in que-
ritmo di 1 Megapixel all’anno, l’elettro- giunga con un “tracciamento” molto pre- sto caso però non è l’aspetto “quantitati-
nica avanza, inarrestabilmente. ciso i singoli pixel. È da queste conside- vo” della luce ma piuttosto il “come” es-
Osserviamo che, superando la soglia dei razioni, dunque, che nasce l’esigenza di sa colpisca il granulo. Insomma: fatto sal-
2 Megapixel, i sensori CCD hanno com- obiettivi di sempre migliore qualità per vo il particolare che nelle emulsioni mo-
piuto un giro di boa decisivo. La com- la fotografia digitale. derne i granuli possono assumere forme
SISTEMA TRADIZIONALE

APERTURA

LENTE COLLETRICE

SENSORE
SONY SUPER HAD
APERTURA Una maggiore apertura con-
sente di raccogliere più luce.

LENTE COLLETRICE "


Il rapporto segnale/disturbo ri-
sulta migliorato di 3 decibel
SENSORE

Gli sforzi dei fabbricanti di sensori per fotocamere digitali vanno sempre di più verso
l'ottimizzazione della capacità di ogni pixel di ricevere la luce. Qui si vede la soluzio-
ne Sony di aumentare il diametro delle lentine collettrici dei sensori.

diverse (“T-Grain”, cristalli “Sigma” e biettivo, siano svantaggiati. Si trovino in


così via secondo differenti sagome) ciò sostanza a “perdere energia” luminosa e
che comunque si constata è un altro aspet- dunque registrare male l’immagine tra-
to: non è decisivo il fatto che un granu- ducendola con un segnale insufficiente.
Un'altra strada interessante è quella pro-
lo sia raggiunto da un raggio di luce “in- Insomma: mentre accade che il granulo
posta da Fuji con i sensori Super CCD, a
clinato”, come accade ad esempio per i della pellicola tradizionale possa essere
pixel ottagonali: si ottiene un migliore sfrut-
bordi del negativo soprattutto quando si “attivato” bene anche da un raggio che lo
tamento dello spazio del sensore (inteso co-
fotografa con ottiche fortemente gran- raggiunge di sbieco, succede anche che
me superficie ricevente), con un aumento
dangolari, oppure da un raggio “perpen- un pixel chieda sempre di ricevere un rag-
della risoluzione apparente.
dicolare” al piano pellicola. In ogni caso gio “diritto”, possibilmente ben perpen-
infatti il cristallo “reagisce”. Basta che dicolare alla sua superficie, per fornire un
sia “colpito” dalla luce. segnale forte e soprattutto ben modulato
Non è così, e le cose cambiano radical- nella sua intensità. metro delle lentine collettrici anteposte a
mente, con i sensori adoperati nella foto- È per questi motivi che, per raccogliere ciascun pixel. Quest’ultimo, l’aumento
grafia digitale. In essi infatti, al posto dei al meglio ogni segnale, davanti ad ogni del diametro delle lentine collettrici, è un
granuli della pellicola vi sono i singoli singolo pixel i fabbricanti di sensori di- brillante risultato, ad esempio, di Sony.
elementi sensibili, i pixel appunto, che spongono una microscopica lentina col- L’allargamento della superficie di ogni
“reagiscono” al flusso di energia lumi- lettrice che aiuta a captare e convogliare pixel sfruttando la riduzione dello spazio
nosa trasformandola in un segnale elet- correttamente la luce. Si tratta di un “re- dedicato ai circuiti convogliatori di se-
trico. Un segnale tanto più intenso quan- ticolo” di lenti che è un piccolo miraco- gnale posti a lato del pixel stesso, è in-
to più elevata è la quantità di luce che li lo tecnologico, soprattutto tenuto conto vece ad esempio una caratteristica posi-
raggiunge. Una luce che corrisponde, pun- della continua crescita del “numero di tiva dei sensori Fuji Super CCD, quelli
to per punto, ai chiari-scuri del soggetto pixel” che caratterizza il mondo dei sen- sagomati a forma ottagonale.
e che deve essere fedelmente tradotta in sori, e dunque dell’incredibile miniatu- Fatte queste premesse, ecco che appare
segnali elettrici. Il termine chiave è “fe- rizzazione dei pixel stessi. Uno sforzo tec- più chiaro ciò che si chiede ad un obiet-
delmente”, appunto. E qui sta il proble- nologico significativo, in questo campo, tivo progettato per la fotografia digitale,
ma. Il rischio che si corre con i sensori è stato anche attuato giocando su diversi ovvero destinato a convogliare un’im-
per la fotografia digitale è che i pixel po- parametri. Ad esempio su di una riduzio- magine su di un sensore: è importante che
sti alla periferia del sensore stesso, cioé ne dello spessore degli interstizi tra pixel i raggi in uscita dalla lente posteriore non
quelli che ricevono i raggi più “inclina- e pixel, per avvicinarli tra loro; e poi an- siano troppo angolati. Devono raggiun-
ti” in uscita dalla lente posteriore dell’o- che con il contemporaneo aumento di dia- gere i pixel del sensore il più possibile
perpendicolarmente. porzionate alle necessità della fotografia punto, uno spettacolare ed ottimo 14mm!
Questo requisito non pare difficile da sod- digitale, cioè piuttosto “corte”. L’esempio ci serve per sottolineare come,
disfare se l’ottica in uso è un teleobietti- È quanto viene fatto, normalmente, per in ogni caso, la dimensione dei sensori
vo. Ma può divenire un ostacolo consi- gli apparecchi fotografici digitali com- per la fotografia digitale stia “forzando”
stente se l’obiettivo in questione è un gran- patti. Un esempio: oggi un buon numero i progettisti a prestare una sempre mag-
dangolare. A proposito: vi siete accorti di fotocamere digitali compatte di classe giore attenzione alle ottiche dalla focale
che gli zoom per il digitale “tendono” elevata adotta un sensore di costruzione ultra-breve, a volte anche con progetta-
sempre a favorire le focali tele e scendo- Sony da 1 e 1/8 di pollice (diagonale 2.85 zioni piuttosto complesse (come ad esem-
no a fatica verso le focali corte? Insom- centimetri). Per esso, sempre con riferi- pio gli zoom 18-35mm o 17-35mm).
ma: gli obiettivi per il digitale chiedono, mento ad una focale normale da 50mm Ma ci serve anche per sottolineare un al-
ed eccoci al punto, una specifica, nuova sul formato 24x36mm, il rapporto di 1,51 tro fatto, anzi due. In primo luogo: é ve-
progettazione. ci dice che per avere l’effetto di una fo- ro che disporre, sulle reflex digitali, di un
L’esempio probabilmente più evidente per cale “normale” occorrerebbe un obietti- sensore di misura inferiore a quella
illustrare questa assoluta necessità ce lo vo da 33mm circa. Per avere l’effetto di 24x36mm rappresenta uno svantaggio per
fornisce la Carl Zeiss, maestra da sempre un 20mm occorrerebbe una focale di chi ama i grandangolari (perché l’effetto
nella progettazione ottica. Pubblichiamo 13.2mm. delle diverse focali va moltiplicato per
in queste pagine gli schemi relativi a due Con sensori più piccoli naturalmente le 1.6x). Ma è anche vero che chi ama i te-
obiettivi, entrambi di alta qualità, carat- cose sono poi sempre più difficili: per leobiettivi beneficerà del fatto di trovar-
terizzati dalla stessa focale 35mm. Si può avere l’effetto tipico di un 20mm sul si con i “supertele” proprio moltiplicati
vedere bene che l’ottica espressamente 24x36, su una macchina digitale con sen- per 1.6x e non si tratta di cosa da poco
ri-progettata per la fotografia digitale pre- sore da 2/3 di pollice, la focale dovrebbe soprattutto in campi come la fotografia
senta i fasci dei raggi di luce in uscita dal- essere pari a 11,8mm. Davvero brevissi- naturalistica o sportiva. E poi, ed eccoci
la lente posteriore molto più paralleli tra ma. all’aspetto tecnico, con un sensore più
loro rispetto all’altra. Dunque in grado di Se invece prendiamo in esame le reflex piccolo del formato (24x36mm) per il qua-
raggiungere in maniera il più possibile digitali ad ottica intercambiabile, quelle le è stato progettato originariamente l’o-
perpendicolare il piano del sensore. Os- che stanno entrando sul mercato per sfi- biettivo, ecco che i raggi in uscita dalla
servata in funzione delle esigenze della dare le classiche reflex 35mm sul loro lente posteriore hanno migliori probabi-
ripresa digitale questa progettazione dun- stesso terreno, le cose cambiano. I sen- lità di colpire perpendicolarmente, dun-
que “rende” di più. sori delle digitali Nikon D1, oppure Ca- que con efficacia, i singoli pixel.
non D30, sono infatti sensibilmente più Ai fotografi che, inseguendo la speranza
Ma il sensore com’è? grandi di quelli delle compatte digitali. di uno straordinario numero di pixel, guar-
Il ragionamento fin qui condotto va al- Ad esempio, quello montato sulla foto- dano con favore alla nascita di sensori di-
largato anche in un’altra direzione. Si de- camera Nikon D1 si avvicina al formato gitali a pieno formato 24x36mm, si do-
ve guardare anche alle misure del senso- APS (misura 23,7mm x 15,6mm). La sua vrebbe a questo punto chiedere se si ren-
re. Come infatti è facile constatare esa- diagonale è quindi pari a 28,3mm. In que- dono conto pienamente di quale sforzo
minando le fotocamere digitali in com- sto caso il rapporto con la diagonale del stanno domandando ai progettisti: non si
mercio, normalmente accade che i sen- formato 24x36mm è 1.52x. Anzi: poiché tratta soltanto di realizzare sensori straor-
sori dei sistemi digitali siano molto più non tutti i pixel del sensore sono impie- dinariamente grandi e quindi difficili da
piccoli del formato 24x36mm. Ne conse- gati, al bordo estremo, per la registrazio- produrre e perciò costosi. Non si tratta so-
gue che adoperando su macchine digita- ne dell’immagine, il fabbricante dichia- lo di affrontare “file” corposi e dunque di
li gli obiettivi progettati per la fotografia ra un rapporto di 1.6x. Ne deriva che ado- disporre di adeguate memorie nella foto-
tradizionale, ecco che la focale dell’otti- perare su questa macchina un 20mm equi- camera (i file possono essere compressi,
ca ha l’effetto di essere più “lunga” del vale a fotografare con un 30mm, cioè con ma non è sempre così facile). Si tratta di
solito. Infatti è ben noto che per essere un effetto grandangolare che a ben vede- progettare ottiche adeguate a coprire be-
una “normale” la focale deve mostrare re non è poi molto spinto. Di qui, qual- ne il formato, e in questo “coprire bene”
una lunghezza pari all’incirca alla diago- che protesta dei fotografi, soprattutto dai c’è uno sforzo progettuale non indiffe-
nale del negativo o, in questo caso, del reporter. Ai quali le case fotografiche stan- rente. Eppure, è quanto sta accadendo. La
sensore. Dunque, immaginando di porre no dando ascolto: proprio per acconten- prova è nell’annuncio della Contax N-Di-
un obiettivo da 50mm (ritenuto “norma- tare i fotografi “digitali” che non voglio- gital, la reflex che la prossima primave-
le” per il formato 24x36mm, la cui dia- no rinunciare all’effetto della focale bre- ra, derivata dalla Contax N1 presentata
gonale è pari a 43.2mm), di fronte ad un ve i progettisti hanno recentemente sfor- nel corso della Photokina di questo set-
sensore da 2/3 di pollice, quello usato su nato ottiche di focale 14mm espressa- tembre 2000, si annuncia come disponi-
alcune fotocamere digitali compatte, che mente ridisegnate. Con risultati interes- bile con un sensore di formato 24x36mm
ha una diagonale di 16,9mm, si dispor- santi: su di una fotocamera digitale tipo capace di oltre 6 milioni di pixel. A que-
rebbe di un teleobiettivo 2,5x. Si avreb- Nikon D1, disporre di un nuovo 14mm sto punto, che cosa ci colpisce di più: la
be l’effetto di avvicinamento tipico di un equivale, in realtà, a fotografare all’in- dimensione del sensore o lo sforzo di pro-
125mm sul 24x36 (la focale “normale", circa con l’inquadratura di un 21mm sul gettazione di chi si sta impegnando a ri-
per il sensore, dovrebbe infatti essere di 24x36. Naturalmente l’obiettivo potrà es- disegnare nuove serie di obiettivi?
19,6mm). Di qui, una prima esigenza: sere adoperato anche sul tradizionale for-
quella di progettare anzitutto ottiche pro- mato 24x36mm: in tale caso rimarrà, ap- Maurizio Capobussi
PROVA DIGITALE
PER FOTOGRAFI
Il Cromalin Photographers Proof è un sistema che si propone di creare
uno standard nella fotografia digitale professionale,
per garantire il fotografo dalle contestazioni dei clienti.

La fotografia digitale corre rapidamente, varchi che possono creare confusione e in- versalmente riconosciuti, per cui da uno
sospinta dallo sviluppo della tecnologia e certezze, come la garanzia della qualità del- stesso file possono uscire pellicole per la
dai notevoli vantaggi che offre. la foto. stampa con diversa consistenza cromatica.
Pensiamo ad esempio al risparmio di tem- Come si svolge il procedimento tradizio- La mancanza di standard è particolarmen-
po, e quindi di denaro, offerto da una ri- nale che porta da una fotografia all’imma- te sentita per quanto riguarda lo spazio co-
presa digitale: consente di valutare subito gine stampata su un catalogo o su un gior- lore per l’acquisizione dell’immagine, per
il risultato ottenuto in termini di composi- nale? la conversione da RGB a CMYK e per la
zione, luminosità, posa, senza aspettare di Il fotografo fornisce al cliente una diapo- prova di riferimento con la quale giudica-
vedere la pellicola sviluppata. Inoltre una sitiva o una stampa; la loro accettazione re lo scatto. Il risultato è che non vi è nes-
foto scattata in digitale evita il procedi- costituisce la garanzia per il fotografo che suna relazione certa tra le prove digitali at-
mento di scansione e di relativa correzio- il lavoro è stato eseguito in modo confor- tuali e l’uscita su pellicola.
ne cromatica. me alle richieste del cliente. Le fasi suc-
Esiste poi la relazione con le moderne tec- cessive sono la realizzazione delle fotolito La soluzione DuPont
nologie di telecomunicazione; le immagi- e la stampa; se il risultato finale non è sod- Se questi sono i problemi, DuPont, che è
ni digitali possono essere trasmesse ovun- disfacente, imputati saranno il fotolitista o azienda leader nel settore delle arti grafi-
que nel mondo. Questo aspetto ha impli- lo stampatore, non certo il fotografo. che, ha sviluppato un sistema che intende
cazioni che oggi sono solo appena accen- Ma cosa succede se la fotografia è scatta- fornire quella certezza che attualmente man-
nate; si pensi ad esempio ad un fotografo ta non su pellicola, ma con una fotocame- ca. Il sistema è composto da un software,
che sta facendo riprese su un set in una cer- ra o con un dorso digitale? Il fotografo non da carta per stampa digitale, da una stam-
ta parte del mondo e che può inviare un’im- dà un qualcosa di tangibile, una dia, una pante e da un sistema di certificazione, il
magine test al cliente, da tutt’altra parte. stampa la cui valutazione è oggettiva, dà tutto coordinato allo scopo appunto di da-
Oppure pensiamo al fotografo di reporta- invece un file, lasciando aperta la porta a re certezze. Infatti DuPont garantisce con
ge che usa una fotocamera digitale e invia possibili contestazioni. Questo è uno dei il proprio nome che l’immagine che appa-
tramite cellulare la foto appena scattata al principali problemi che si trovano a dover re sulla carta è proprio quella che è conte-
giornale. affrontare i fotografi digitali e dipende prin- nuta nel file, e quindi nelle pellicole per la
La tecnologia corre, ma lascia aperti dei cipalmente dall’assenza di standard uni- stampa.
IL SISTEMA CROMALIN PHOTOGRAPHERS PROOF
COLOR MANAGEMENT

Prima del lavoro il sistema va tarato secondo le istruzioni di


DuPont e occorre mandare le strip di prova al laboratorio Du-
Pont che concede la certificazione. Poi periodicamente, circa
ogni tre/quattro mesi, occorre fare strip di controllo che, ve-
rificate da DuPont, consentono di continuare a utilizzare la
certificazione.
Il grafico schematizza il percorso del file RGB che esce dal-
la fotocamera: viene acquisito dal sistema che lo converte in
un file RGB standard ICC Cromalin; il file RGB è quindi con-
vertito in un file CMYK (standard ICC Cromalin). Con que-
sto file la stampante esegue la prova su carta Cromalin.
Tramite l’utilizzo di una scala di controllo generata dal com-
puter il fotografo può accertarsi dell’accuratezza della prova.

La strip di certificazione della stampante Epson 5000.

La strip di calibrazione della stampante Epson 5000, da manda-


re al laboratorio DuPont per la richiesta di certificazione.

Per maggiori informazioni:


Dupont italiana, tel. 02.25302314.
LA NOSTRA PROVA
Abbiamo provato il sistema con una foto-
grafia di Marco Aquilin scattata con dorso
digitale Manfrotto Megavision T2.
Abbiamo effettuato il completo procedi-
mento del Cromalin Photographers Proof,
compresa la stampa.
La stampa si è dimostrata conforme alle
scelte del fotografo.
Il sistema Cromalin Photographers Proof
può utilizzare sia una stampante DuPont,
e più precisamente la AX2 per il formato
A3+ e la AX4 per il formato A2+, oppure
una stampante Epson Stylus Pro 5000.
La differenza di prezzo è rilevante; le stam-
panti DuPont costano dai 50 agli 80 mi-
lioni, mentre la Epson costa 5 milioni.
Ovviamente le stampanti DuPont offrono
elevate prestazioni in quanto a robustezza
e affidabilità, ma la Epson 5000 non mo-
stra rilevanti differenze in termini di qua-
lità d’immagine.
Quindi per studi fotografici, per i quali non
sono giustificati grandi investimenti, la
Epson è una macchina più che adeguata.

Foto di Marco Aquilin scattata con dor-


so digitale Manfrotto Megavision T2.

Il fotografo potrà portare questa certifica- È proprio questa certificazione che il foto- ugualmente certificata da DuPont.
zione a garanzia del proprio lavoro. grafo può opporre al cliente in caso di con- La caratteristica base del sistema è la stan-
I vantaggi sostenuti da DuPont compren- testazione, e si basa sull’affermazione e sul- dardizzazione, per cui il file potrà essere
dono: la diffusione di DuPont nel settore della visualizzato in un secondo tempo o in un
• Specifiche originali dello spazio colo- stampa. Il Cromalin Photographers Proof altro luogo, ristampato su carta Cromalin
re per i file acquisiti in RGB. si propone come un processo controllato e Photographers Proof, ottenendo sempre lo
• Conversioni standardizzate da RGB a standard che consente una valutazione cor- stesso risultato.
CMYK. retta al cliente committente e che permet-
• Verifica attraverso strisce di controllo te un facile trasferimento del lavoro verso Conclusioni
e gestione del colore. la riproduzione. Il sistema Digital Cromalin è un sistema
• Portabilità dello standard su tutte le Vediamo lo svolgimento del procedimen- costoso; il software ha un prezzo orienta-
prove di contratto DuPont. to; una volta eseguito lo scatto ed even- tivo di 8 milioni, la stampante Epson (sen-
Il Cromalin Photographers Proof si propo- tualmente fatte le correzioni necessarie con za prendere in considerazione le macchine
ne quindi come un sistema per offrire infor- un programma di fotoritocco, i dati ven- DuPont) costa 5 milioni. A questo occorre
mazioni precise, misurabili e ripetibili, in gono memorizzati in un file RGB; il softwa- poi aggiungere il costo della carta, degli in-
modo da assicurare omogeneità tra la fo- re lo converte in un file RGB secondo lo chiostri e delle periodiche certificazioni.
tografia digitale e il risultato in stampa. standard Cromalin. Tuttavia è un investimento che può aiuta-
Quindi il software converte il file RGB in re in questo periodo di grande confusione
Cromalin Photographers Proof un file CMYK per la successiva produzio- sul fronte degli standard; ciascuno dovrà
Prima del lavoro il sistema va tarato se- ne delle pellicole per la stampa, conver- fare i propri conti secondo la classica ana-
condo le istruzioni di DuPont e occorre sione che avviene in base a parametri stan- lisi del rapporto costi-benefici, contrappo-
mandare le strip di prova al laboratorio Du- dard escludendo qualsiasi interpretazione nendo da una parte il costo del sistema e
Pont che concede la certificazione. Poi pe- soggettiva. dall’altro il rischio di subire una contesta-
riodicamente occorre fare strip di control- Si procede poi alla stampa su carta Cro- zione di un importante cliente, o addirittu-
lo che, verificate da DuPont, consentono malin con una stampante DuPont o su una ra la sua perdita.
di continuare a utilizzare la certificazione. Epson 5000, molto più economica, ma Rosanna Checchi
FOTOGRAFIA DIGITALE

QUALE NITIDEZZA
PER L'IMMAGINE?
Dpi: i punti per pollice in una fotografia za occorre muoversi per un'immagine digi-
La fotografia digitale continua a progredire tale? In termini più tecnici: come si valuta la
e ad aumentare il numero di pixel nei senso- risoluzione necessaria in "dpi"? Cosa sono i
ri delle fotocamere. Nel 1998, quando sulle "dpi"?
macchine digitali destinate al mercato di mas- Precisiamo subito che l'argomento non inve-
sa furono montati i primi sensori da un mi- ste solo la scelta di questa o quella strumen-
lione di pixel, si gridò al traguardo raggiun- tazione ma piuttosto ciò che si riesce a "per-
to: finalmente una macchina "megapixel", si cepire" osservando un'immagine. Vediamo
disse. I tempi della prima Sony Mavica da perché.
640x480 pixel (307.000 pixel), che pure ave- La Canon Power Shot Pro 70, una mac-
va spopolato (più del 40% delle digitali ven- china molto apprezzata, dalla risoluzione La nitidezza visibile
dute negli USA nell'anno successivo alla sua di 1.680.000 (1536x1024) pixel. Oggi il tra- Per riportare il problema "informatico" al-
introduzione, grazie anche alla comodità del- guardo raggiunto dai sensori delle fotoca- l'interno di un mondo più familiare alla tra-
la registrazione su floppy disk), sembrarono mere digitali si è spostato oltre i 3 Mega- dizione della fotografia classica, si deve pren-
lontani. Ma poi, nel giro di pochi mesi, si an- pixel (Canon S20) e si prevede che verrà dere in considerazione non tanto la capacità
nunciò il traguardo dei 2 Mega: i "duemilio- spostato verso i 4 Megapixel entro l'anno. della fotocamera e del suo obiettivo quanto,
ni di pixel" delle Nikon Coolpix 950 o delle a monte, ciò che sa distinguere il nostro oc-
Olympus Camedia furono i protagonisti del- in una chiacchierata "da fotografo a fotogra- chio.
l'estate 1999. Sono trascorsi pochi mesi e la fi", per chiarire alcuni aspetti di fondo del pro- Iniziamo allora il discorso ricordando che il
corsa, sempre più frenetica, ha raggiunto e blema. potere risolvente dell'occhio umano è di cir-
superato un altro traguardo. Eccoci quindi ad Anzitutto: per ripresa digitale precisiamo su- ca 6 linee/mm.
oggi, ai "3 Megapixel" ormai raggiunti da tut- bito che vorremmo intendere non soltanto A questo punto è necessario però precisare:
te le maggiori case fabbricanti. Straordina- uno scatto con una fotocamera digitale ma quando si parla di linee per millimetro si sot-
rio. È logico però, a questo punto, dirsi an- anche la lettura ed acquisizione di una dia- tintende che si tratta di "coppie" di linee: una
che un po' frastornati. Ci si chiede fino a qua- positiva, o negativo, tramite scanner. bianca ed una nera, affiancate. Dunque, in
le punto occorra spingersi nella corsa verso Il punto intorno al quale vogliamo ragionare realtà, quando si parla della capacità dell'oc-
la sempre più affinata capacità di registrare è infatti il quesito: a quale livello di nitidez- chio di "risolvere" 6 linee per millimetro si
dettagli fini in una ripresa fotografica digita- intende dire che l'occhio è in grado di distin-
le, pensando naturalmente di ottenere come guere 12 linee affiancate.
risultato finale un'immagine su carta, stam- Per sviluppare il nostro discorso non è ne-
pata con la stampante di casa. cessario prendere in considerazione delle "li-
Avanziamo qualche considerazione di base, nee". È piuttosto preferibile riferirsi, più sem-
plicemente, a "punti". Consideriamo allora
Per uno scanner Nikon, il modello LS-
2000/Coolscan III, ecco una serie di adat- Uno scanner per diapositive, qui il Dima-
tatori per accettare, nell'ordine: diaposi- ge Scan Speed Minolta con risoluzione ot-
tive 5x5cm intelaiate, pellicole in striscia tica 2820 dpi, può leggere e digitalizzare
inserite in un telaio portante, pellicole in diapositive, negativi, pellicole in striscia e
striscia, caricatori APS; c'è anche un ali- anche pellicole in caricatore APS (per al-
mentatore per l'introduzione automatica cune marche occorre in questo caso un
di gruppi di diapositive intelaiate. adattatore).
L'immagine origina-
le. In evidenza il par-
ticolare poi ingrandi-
to. Sono a confronto,
negli ingrandimenti
dell'etichetta, due ri-
soluzioni: a 150 dpi e
a 300 dpi.

una "risoluzione" di 12 punti per millimetro gine a pieno formato, che copra tutto il fo- formato che abbiamo scelto tra quelli della
come la massima capacità dell'occhio di di- glio. E la vogliamo con la nitidezza di 300dpi, carta per stampanti; in termini di fotografia
stinguere dettagli fini. appunto. tradizionale potremmo assimilarlo al 20x30cm
Attenzione, però: per abitudine, nel mondo Procediamo così. classico).
digitale, si ragiona con l'unità di misura dei Dividiamo le misure del foglio, espresse in Consideriamo il lato corto del foglio A4: mi-
pollici inglesi anziché con quella dei milli- millimetri, per il valore di un pollice (25,4mm). sura 210mm.
metri. E allora, poiché un pollice equivale a Dunque, considerando il lato più stretto del Dividiamo questa cifra per 25,4 ed avremo
25,4 millimetri, ecco che basterà eseguire una foglio, abbiamo quanto segue: 210mm : la misura espressa in pollici: 8,267.
semplice moltiplicazione per avere la capa- 25,4mm = 8,267 pollici. Volendo raggiungere la nitidezza finale di
cità di risoluzione dell'occhio umano espres- Analogamente, vale lo stesso discorso per il 300dpi sulla stampa, ecco che questo lato del
sa in punti per pollice anziché in punti per lato lungo: 297mm diviso 25,4mm, uguale foglio dovrà dunque ospitare 8,267 x 300 =
millimetro. Ecco: 12 x 25,4 = 304,5 punti per 11,692 pollici. 2480 punti. In questo caso dunque dovranno
pollice. I punti per pollice si abbreviano con Moltiplichiamo le misure del foglio, espres- essere almeno 2480 i punti, che possiamo im-
la sigla dpi (dots per inch). se ora in pollici, per la risoluzione di 300dpi maginare come pixel di ripresa, che occorre
Siamo giunti ad un punto fermo: la risolu- (punti per pollice) desiderata. "rilevare" al momento della scansione del fo-
zione minima richiesta ad una stampa, per- Abbiamo: 8,267 x 300 = 2480 punti neces- togramma di partenza.
ché appaia nitida all'osservazione visiva, è sari per "leggere" il lato corto dell'immagine. Un'osservazione: "dpi" sta per "dots per in-
dunque in conclusione pari a circa 300 dpi. Analogamente, per il lato lungo: 11,692 x 300 ch", ovvero punti per pollice. Quando si con-
È questo il valore di riferimento cercato. Ed = 3507,6 punti. sidera l'aspetto della scansione delle imma-
infatti è proprio questo il parametro che og- Moltiplichiamo tra loro i due valori trovati: gini spesso si usa la dizione "ppi", ovvero
gi si considera di uso comune quando si par- 2480 x 3507,6 = 8698848. Questo valore "punti (o pixel) per pollice", analoga.
la di immagini digitali e si vuole definire una esprime il numero di punti che "costituisco- La pratica, guardando gli strumenti con i qua-
"buona" qualità finale, adeguata anche per no" l'immagine. Attenzione però: gli otto mi- li lavoriamo, ci soccorre. E conforta il nostro
eventuali impieghi delle nostre fotografie in lioni di punti descrivono una realtà in bian- ragionamento. Vediamo insieme.
ambito editoriale. conero. Se, come di solito succede, sottin- Il formato 24x36mm, se esprimiamo le mi-
tendiamo di essere in presenza di una imma- sure in pollici, diventa 0,94x1,41 pollici.
La dimensione di un file gine a colori, ecco che la cifra va moltiplica- Lo scanner che abbiamo di fronte, uno scan-
Stabilito quanto sopra, cerchiamo di valuta- ta per 3 (i tre colori fondamentali RGB: Ros- ner per diapositive di buona qualità, indica,
re alcuni aspetti pratici con i quali ci scon- so(Red), Verde (Green), Blu). Diviene quin- nei suoi dati di targa, di essere capace di "leg-
treremo portando le nostre foto nel compu- di: 8698848 x 3 = 26096544. Cioé, come si gere" con una risoluzione ottica di 2700 dpi
ter. Anzitutto, vogliamo capire quanto gran- usa dire, un'immagine da circa 26 Mb (Me- (la risoluzione varia secondo i modelli). Il da-
de debba essere il "file" che dobbiamo ma- gabyte). to, ripetiamo, ci conforta: se moltiplichiamo
neggiare per ottenere la stampa fotografica la misura del lato corto del fotogramma (0,94
desiderata, sottintendendo che vogliamo man- La diapositiva nello scanner pollici), per 2700dpi, otteniamo infatti 2538.
tenere sempre la nitidezza "massima visibi- A quale risoluzione è necessario "leggere" È un valore che, appunto se confrontato con
le", cioè supponendo sempre che la risolu- una diapositiva, quando la poniamo in uno le cifre già viste sopra (ad esempio i 2480
zione sia pari a 300dpi. scanner? Anche alla luce di quanto sopra, cioè punti dei ragionamenti sul foglio A4) con-
Per fare i conti è decisivo, ovviamente, co- tenuto conto della necessità di raggiungere ferma come sia possibile partire da una nor-
noscere le dimensioni della stampa finale. una risoluzione finale, sulla stampa, di al- male diapositiva (o negativo) e, servendosi
Per capire come comportarci in queste valu- meno 300dpi, ecco qualche considerazione. di uno scanner adeguato, riuscire ad ottene-
tazioni proponiamo un semplice esempio. Immaginiamo di voler "digitalizzare" una dia- re una bella stampa 20x30cm con risoluzio-
Immaginiamo di volere stampare una foto, positiva formato 24x36mm puntando ad ot- ne tale da soddisfare pienamente le esigenze
digitalizzata, su di un foglio formato A4 (cioè tenere un "file" che ci consenta una bella stam- dell'occhio.
il classico foglio di carta da lettera, di formato pa formato A4 (cioè 21x29.7cm, il classico
21 x 29,7cm). Vogliamo ottenere un'imma- formato cartotecnico della carta da lettera, il Maurizio Capobussi
FOTOGRAFIA DIGITALE

QUESTIONE DI PIXEL
Tecnologia d'avanguardia per i sensori delle digitali ultima generazione.

Costruire un sensore ad alta densità di pixel non è facile: il disegno illustra il sensore Fuji Super
CCD, con le microlenti sistemate sopra ogni pixel.

Le stampe digitali sono impegnate a com- catamente esistenti tra i due sistemi? Il te- tante, valutando le caratteristiche di que-
petere, in termini di dettaglio e di qualità ma non si può esaurire in poche pagine e sto tipo di strumenti, individuare la mi-
generale, con le tradizionali stampe foto- l'evoluzione tecnologica, sempre più in ac- gliore risoluzione "ottica" e non quella
grafiche di provenienza "chimica". È re- celerazione, lo rende via via più attuale. "massima". Quest'ultima infatti è solita-
cente l'annuncio di Epson che garantisce mente molto alta ma è raggiunta tramite
dieci anni l'inalterabilità dei colori delle Scanner per diapositive (o negativi) un procedimento di interpolazione di da-
proprie stampe ink-jet (purché su carta di Apriamo un primo confronto prendendo ti, cioè "inventando" elettronicamente i
ultima generazione e incorniciate sotto ve- in esame un'immagine digitalizzata a par- pixel mancanti e quindi non può aggiun-
tro). Ancora: la crescente qualità delle mac- tire da una diapositiva, scattata con foto- gere alcuna informazione al dettaglio del-
chine digitali e dei loro sensori ci stimola camera tradizionale. Ci servirà come rife- l'originale. È sufficiente controllare sui da-
ad allargare il ragionamento, ed i confronti. rimento per ragionare poi, per confronto, ti di targa della strumentazione: diversi
Il quesito chiave rimane quello di sempre: su di una ripresa effettuata con una foto- scanner infatti sono regolabili su di una
la fotografia digitale raggiungerà, o sta camera digitale. scala che giunge a 4000 dpi ma in realtà
raggiungendo, quella tradizionale? Il con- Riassumiamo, allora. Supponiamo di di- offrono una risoluzione ottica intorno a
fronto qualitativo delle immagini è pro- sporre di uno scanner per diapositive, di 2700 o 2800 dpi. Ed è questo il dato da
ponibile? A quale livello si colloca il pun- classe media. Potrà essere un modello stan- prendere in considerazione. Naturalmen-
to di equilibrio tra le due alternative? Se dard capace di una scansione ottica da 2720 te, esistono anche scanner di classe più
no, quali sono le differenze ancora mar- dpi. Ribadiamo, per inciso, che è impor- elevata, in cui la risoluzione ottica è ef-
Due sensori dalle dimensioni differenti:
a sinistra quello della Nikon D1, capa-
ce di 2.74 Megapixel; a destra quello
della Nikon Coolpix 950, una macchina
da 2.11 Megapixel.

Confronto dimensionale tra i singoli pixel,


della Nikon D1 e della Coolpix 950.

Il monitor della Nikon D1, fotocamera reflex digitale ad alte


prestazioni. Il suo sensore è in grado di leggere con una riso-
luzione di 1324 pixel sul lato corto del "fotogramma", cioè sul
lato del sensore equivalente al lato di 24mm di un formato
24x36mm.

fettivamente di 4000 dpi (es. Microtek). re delle stampe in centimetri, ci conce- cola ed è ben più complesso del sensore
Proseguiamo: nello scanner introduciamo diamo ancora una volta una piccola con- di uno scanner. Quello della fotocamera,
la diapositiva 24x36mm. versione: in questo caso, è infatti un sensore "one-
Consideriamo un particolare, importante: 8.52 x 2.54 = 21.6cm shot", in grado di registrare in un colpo
il dispositivo di scansione si serve di un È questa la misura del lato corto della no- solo tutta la superficie della scena inqua-
sensore che legge il lato corto della dia- stra stampa: è la massima misura otteni- drata, mentre quello di uno scanner è mon-
positiva stessa (24mm). bile se non vogliamo transigere su quella tato su un cursore mobile che esplora, ri-
Nel mondo dell'elettronica, e dell'infor- che è la risoluzione base di 300 dpi. Così ga per riga, l'immagine da acquisire. Con-
matica in particolare, l'abitudine di usare operando avremo insomma una stampa di siderando il sensore della fotocamera co-
unità di misura inglesi ci obbliga a qual- 21.6 x 31cm. me una struttura costituita da una griglia
che calcolo: il lato corto della nostra dia- Come dire: la matematica ci dice che l'im- di righe e colonne, ecco che in questo ca-
positiva (24mm) è così da valutare in pol- magine digitale ottenuta acquisendo una so possiamo valutare il numero di pixel
lici anziché in millimetri. Facciamo subi- diapositiva tramite lo scanner appare es- "allineati" lungo il suo lato corto. Quello
to il conteggio: 24mm sono pari a 0.94 sere competitiva con una stampa tradi- cioè che equivale al lato da 24mm, sul tra-
pollici (un pollice è 25.4mm). Dunque la zionale fino a che non si superi, all'incir- dizionale formato 24x36. Nel nostro ca-
capacità di scansione dello scanner è pa- ca, il formato 20x30cm. so, la reflex digitale Nikon D1 si dimostra
ri a: Ciò, data per scontata la capacità di riso- in grado di leggere 1324 pixel (punti sul-
2720 : 0.94 = 2556.8 punti (pixel lungo luzione dell'occhio umano a 6 linee/mm l'intero lato).
l'intero lato) che equivalgono appunto a 300dpi. Come già prima considerato, cerchiamo
Non ci resta che dividere le cifre ottenute di determinare la misura della stampa che
per la risoluzione che riteniamo "accetta- Passiamo alla digitale vogliamo ottenere (volendo sempre esse-
bile" per le nostre esigenze, elevate, di Cercando il confronto, eccoci a questo re intransigenti sulla risoluzione di 300
qualità. Ovvero per quei "famosi" 300 pun- punto ad applicare la stessa procedura di dpi). Eseguiamo quindi la divisione:
ti per pollice (dpi) che riteniamo siano il valutazione ad una reflex come la Nikon 1324 : 300 = 4.41 pollici. È la misura del-
livello di nitidezza indispensabile sulla D1, la bella macchina digitale professio- la stampa voluta.
stampa finale. nale di Nikon. Qui ci troviamo a fare i con- Trasformiamo il dato, per una migliore
Otterremo: ti, in modo analogo, con il "lato corto" del comprensione, in centimetri:
2556.8 : 300 = 8.52 pollici sensore elettronico della macchina. Il sen- 4.41 x 2.54 = 11.2cm.
Poiché siamo abituati a valutare le misu- sore è l'elemento che sostituisce la pelli- È questo il "lato corto" della stampa, cor-
A confronto due pixel tradizionali, rettangolari, con i relativi
conduttori per i segnali in uscita, ed i nuovi pixel Super CCD di
L'idea di Fuji: cercare di ottimizzare le dimensioni del singolo Fuji, ottagonali e molto interessanti per la loro capacità di sca-
pixel con una struttura ad alveare, con pixel ottagonali. ricare i dati ad una velocità più elevata del solito.

rispondente ad un lato lungo di 17cm. Con- stampato direttamente su carta fotografi- I pixel della Nikon D1 sono di diametro
cludiamo: volendo mantenere tutto il det- ca tradizionale: ingrandimenti di qualità sensibilmente maggiore: 11.8 µm. Sul sen-
taglio possibile per un trasferimento a 300 elevata eseguiti trasferendo i dati della sore sono presenti 2.74 milioni di pixel (la
dpi, cioè al limite della capacità di lettu- scheda di memoria della fotocamera di- macchina è detta da 2.74 Megapixel, di
ra dell'occhio umano, una reflex digitale rettamente in un ingranditore laser Durst cui effettivamente sfruttati per la ripresa
come la Nikon D1 potrà fornire una stam- Lambda, una strumentazione eccellente 2.663.888, ovvero una matrice di
pa perfetta in un formato vicino al tradi- proprio per stampe in grandi formati. 2012x1324 pixel).
zionale 13x18cm. Ma è davvero così? La Ma allora, perché appare così limitativo il Si potrebbe dire: la differenza non è poi
matematica non è un'opinione, si usa di- calcolo matematico prima indicato? così grande. Eppure, all'atto pratico, la "po-
re. Però il calcolo teorico ci ha portato ad tenzialità" della reflex Nikon D1 è sensi-
una conclusione che delude e che non cor- La qualità è importante bilmente maggiore. Come mai? Una spie-
risponde all'esperienza pratica: sul campo La risposta è che il calcolo matematico ci gazione si ha sovrapponendo fisicamente
infatti è facile constatare che si ottengono è utile per capire l'importanza, e lo sfor- i due sensori, per confrontarli.
immagini eccellenti di dimensioni molto zo, dell'industria impegnata a realizzare Quello della Nikon D1 presenta una su-
maggiori, sia operando con fotocamere da sensori a risoluzione sempre più alta ma perficie considerevolmente maggiore, so-
2 Megapixel sia, a maggior ragione, con il puro conteggio dei pixel non dice tutto. prattutto perché si serve di singoli pixel
la nuova Nikon D1 da 2.74 Megapixel. In particolare non può raccontarci come più grandi. Misura infatti 15.6x23.7mm.
Naturalmente la constatazione vale anche opera il software appositamente studiato Viene spontaneo un paragone curioso: è
se si allarga il ragionamento e si fanno ana- per una fotocamera, spesso sofisticatissi- facile constatare che si tratta di un senso-
loghi calcoli anche per le fotocamere co- mo. In più, esistono numerosi altri para- re, quello della D1, che sta a quello della
me la Nikon Coolpix 800 (sensore da 2 metri da considerare che coinvolgono il Coolpix 950 come il formato fotografico
Megapixel distribuiti però su di un'area "know how", cioè la capacità e l'esperienza, tradizionale 24x36mm sta al sensore del-
molto inferiore a quella della D1), là do- delle aziende costruttrici. Proviamo allo- la D1 stessa.
ve si constata che la risoluzione di 300 dpi ra a fornire qualche indicazione in questo Lo schema che pubblichiamo mostra con
è conservata su di un formato di senso. evidenza le proporzioni. Da notare: balza
13.5x10.1cm. Oppure, ancora, quando si Una prima considerazione è che per ri- all'occhio come il formato più simile a
considera che si ottengono risultati inte- sultati di qualità non basta valutare il nu- quello "digitale professionale" (Nikon D1),
ressanti anche con macchine di genera- mero dei pixel: bisogna anche tenere pre- sia in effetti quello dell'APS, un formato
zione precedente, con sensore da 1.3 Me- senti le dimensioni dei pixel. E anche la fotografico ibrido che, è stato appunto di-
gapixel che sulla carta porta ad una stam- forma dei pixel, decisiva per una unifor- chiarato dalle stesse società che lo hanno
pa finale di 8.6x6.5cm. me "copertura" del sensore rispetto al- inventato, si è anche attribuito il ruolo di
Ripetiamo dunque: l'esperienza diretta ci l'immagine. ponte tra passato e futuro (un futuro chia-
ha condotto spesso a traguardi sensibil- Un esempio: i pixel della Nikon Coolpix ramente già qui, quello della fotografia di-
mente migliori di quelli che risultano dal 950 hanno un diametro, ciascuno, di gitale).
puro conteggio matematico. In particola- 3.9µm. E, sul sensore della fotocamera, Sensore più grande significa minore in-
re, abbiamo toccato con mano ottimi in- sono presenti in numero di 2.11 milioni grandimento "lineare" per ottenere stam-
grandimenti in formato 30x40 cm ottenu- (la macchina è detta, appunto, da oltre 2 pe di grande formato, esattamente come
ti direttamente da un file della Nikon D1 Megapixel). succede nella fotografia analogica, tradi-
zionale, quando ad esempio si considera per quanto riguarda disturbi di fondo, spe- "esplorazione" della scena per il quale è
vantaggioso il medioformato rispetto al cie col colore. programmato il sensore: anziché leggere
24x36 se si vogliono ottenere facilmente prima tutte le righe pari e poi tutte le di-
ingrandimenti maggiori. Pixel più grandi, Fujifilm Microdevices spari, come d'abitudine nella registrazio-
in un sensore più grande, significano an- I tecnici Fuji sono partiti da una curiosa ne televisiva che coglie in successione due
che maggiore sensibilità alla luce e mi- constatazione, derivata da studi sull'oc- semiquadri, il sistema Progressive Scan
gliore rapporto segnale/disturbo, con più chio umano che hanno accertato che l'oc- prevede una "scansione progressiva" in
efficace resa nella riproduzione ad esem- chio dell'uomo percepisce meglio linee unica soluzione, una riga dopo l'altra. Il
pio delle tonalità più profonde, più scure, orizzontali e verticali piuttosto che dia- veloce scorrimento della lettura, possibi-
dei neri. Ancora una volta è valido il pa- gonali. le solo con sensori ad elevata rapidità di
ragone con la fotografia tradizionale: pel- In base a ciò, hanno dedotto che tale ca- risposta e dunque con rapidissima "estra-
licole di maggiore sensibilità sono più "co- pacità di risposta è in contrasto con la realtà zione" dei segnali, è il più adatto alla let-
mode da usare". Ma qui, ecco che inter- dei pixel esistenti: adoperando sensori ret- tura "fotografica" di un'immagine. E an-
viene un ulteriore ragionamento, che si tangolari la risposta infatti è massima, ov- che per realizzare videocamere capaci di
sviluppa intorno alla dimensione effettiva vero si ha un migliore sfruttamento del una supplementare "funzione foto", per
del singolo pixel e ne coinvolge la forma sensore, viceversa proprio lungo le dia- cogliere scatti "fissi" a piacere. Un van-
stessa. L'occasione per approfondire que- gonali (maggiore ampiezza del pixel). Han- taggio è anche nel fatto che può essere su-
sto tema ci è offerta oggi da una origina- no concluso, di conseguenza, che se fos- perfluo, nelle fotocamere digitali così con-
le progettazione di Fuji. Vediamola insie- se stato possibile "tagliare" gli spigoli dei cepite, disporre di un otturatore meccani-
me, allora. sensori, a 45, si sarebbe riusciti forse ad co. Così come nella fotografia tradiziona-
"ottimizzarne " la resa in tutte le condi- le si ricorre ad otturatori a lamelle a scor-
I pixel di Fuji zioni con un risultato immediato vantag- rimento verticale, in ambito digitale si può
L'innovazione introdotta da Fuji riguarda gioso: quello di avvicinare maggiormen- sviluppare con efficacia, come otturatore
la forma dei pixel presenti su di un nuovo te i pixel tra di loro. Hanno così messo a elettronico, il principio di controllo pro-
tipo di sensore. Facciamo una premessa: punto un sensore con quella che è stata de- gressivo della scansione in ripresa, ap-
il singolo pixel di un sensore per fotoca- finita una struttura ad alveare. punto il "Progressive Scan".
mera digitale, di solito è all'incirca ret- Ne è derivata effettivamente una risolu- Fatta questa parentesi, ecco qualche con-
tangolare, se non proprio quadrato. Sul zione più elevata, vantaggiosa anche e so- siderazione di contorno: la scansione pro-
sensore della macchina, in corrisponden- prattutto per captare e restituire al meglio gressiva può essere molto efficace, all'at-
za di ciascun pixel si stacca poi un colle- proprio quelle linee orizzontali e vertica- to pratico, soprattutto se i pixel sono gran-
gamento che "estrae" il segnale captato; li che sono più facilmente percepite dal- di. Ciò perché la maggiore dimensione del
in più, accanto c'è anche un secondo col- l'occhio umano. Ma anche tale da favori- pixel, quindi l'incremento di sensibilità,
legamento di controllo elettronico, che ser- re la possibilità di costruire sensori ad ele- permette ai progettisti di operare con una
ve per un segnale che deve minimizzare vatissimo numero di pixel. velocità di scansione più elevata. Ovvero
le interazioni tra pixel adiacenti. Ne deri- La superficie di ogni pixel è anche risul- di disporre di tempi d'otturazione rapidi.
va così che un pixel "attivo" è sempre ben tata maggiore rispetto a prima. Un van- È quanto succede con le fotocamere pro-
più ingombrante di quanto auspicato dai taggio collaterale, in più, è risultato esse- fessionali, soprattutto, che per l'appunto
progettisti e si sa bene che, per raggiun- re anche una minimizzazione della neces- dispongono di sensori di grandi dimen-
gere una maggiore risoluzione, essi si scon- sità di particolari circuiti di controllo del- sioni. Siamo tornati al punto di partenza:
trano proprio con il problema di riuscire le interazioni tra un pixel e l'altro. realizzare singoli pixel di grande superfi-
ad aumentare sempre più il numero di pixel cie è vantaggioso sotto molti punti di vi-
dei sensori addensandone quantità straor- Nuovi sensori sta. Il difficile è conciliare questa esigen-
dinariamente elevate senza però aumen- I nuovi elementi elettronici di Fuji sono za con l'altra necessità, che è di aumenta-
tare la superficie dei sensori stessi. stati chiamati Super CCD. La forma dei re il numero di pixel a parità di superficie
Come risolvere un tale problema? La stra- nuovi pixel è ottagonale e allo sguardo ap- del sensore.
da più ovvia da percorrere è quella di ri- paiono come microlenti. Portati sul cam- All'elettronica siamo abituati a chiedere
durre la dimensione di ogni singolo pixel, po hanno dimostrato un rendimento quan- miracoli e vale la pena di dire che Sony,
di esasperare cioè la miniaturizzazione. tico elevato, superiore a quelli tradiziona- ad esempio sulla videocamera DCR-PC100
Ma questa strada non è senza inconve- li, cioè una migliore attitudine a captare con sensore da 1 Megapixel, e Canon sul-
nienti. Infatti aumentare il numero di pixel la luce. Si è vista anche una loro miglio- la sua fotocamera digitale Canon S20 da
senza aumentare le dimensioni del senso- re risposta dinamica, legata alla maggio- 3.34 Megapixel, hanno saputo farli ricor-
re significa fare pixel così piccoli che la re superficie, e un migliore contrasto. rendo a circuiti di amplificazione del se-
sensibilità alla luce si abbassa in modo si- gnale davvero molto efficaci. Come dire:
gnificativo. È un po' quello che succede Effetti collaterali vantaggiosi se i singoli pixel devono essere piccoli per
nel campo della fotografia tradizionale: C'è di più. L'evoluzione delle caratteristi- essere tanti a parità di superficie, e con-
pellicole fotografiche a grana finissima che dei singoli pixel si sposa bene con un seguentemente perdono qualcosa in sen-
sono molto nitide ma appunto poco sen- altro sviluppo tecnologico che ormai ha sibilità, ecco la strada di potenziare i se-
sibili. Pixel piccolissimi hanno una mino- preso piede: quello della scansione se- gnali in uscita grazie ad una amplifica-
re sensibilità ma anche una più bassa ri- condo il metodo Progressive Scan. Si trat- zione elettronica più sofisticata, cercando
sposta dinamica e qualche problema in più ta di un particolare comportamento di ovviamente di non essere penalizzati in
Un confronto interessante che de-
scrive come la ricerca in questo set-
tore non si arresti: a sinistra, la di-
sposizione dei singoli pixel, che rea-
giscono ai differenti colori, in un
sensore Sony da 2.11 Megapixel. A
destra l'alternanza dei colori in un
sensore tradizionale, dove i sensori
del verde sono disposti in modo me-
no "miscelato" con gli altri colori e
formano delle colonne. È legger-
mente differente anche la dimensio-
ne del sensore (proporzione 4:3 per
Sony anziché 3:2) standard di altri
costruttori.

termini di rapporto segnale/disturbo. tegrata la modalità photo, sul piano tec- teressanti videocamere con una funzione
La ricerca continua. Tornando alla solu- nologico queste innovazioni appaiono par- "rallentatore" e capaci di comportarsi co-
zione Fuji, vale la pena a questo punto sot- ticolarmente interessanti. Per capire me- me macchine fotografiche digitali? O co-
tolineare che l'effetto dell'adozione dei glio ciò che succede occorre però una pre- munque "macchine fotografiche" capaci
nuovi Super CCD è stato valutato anche cisazione. di cogliere brevi sequenze ad altissima ve-
come capacità di aumentare la risoluzio- È noto che nei sensori tradizionali i pixel locità?
ne effettiva di un fattore pari ad 1.6 (a pa- che devono registrare i tre colori fonda-
rità di superficie). Come dire: quello che mentali, rosso, verde, blu, sono distribui- La corsa dei pixel
riuscirebbe a fare un sensore da 3 milioni ti su due file. Nella prima riga sono di so- Mentre scriviamo queste righe molti pro-
di pixel ora lo può fare un sensore da 1.9 lito presenti elementi capaci di percepire duttori stanno presentando novità di rilie-
milioni di pixel. il rosso e il verde, nella seconda il verde vo. In testa c'è la nuova Canon S20, una
Ma non basta. Il vantaggio per altri versi e il blu. Le due "righe" vengono lette una fotocamera compatta che propone un sen-
è esponenziale. Applicando la nuova tec- dopo l'altra e solo quando la seconda è sta- sore da 3.340.000 pixel pur presentando-
nologia ad un sensore da 3 milioni di pixel ta letta viene generato un segnale per la si in dimensioni davvero molto ridotte. Ci
si è stimato infatti che fotosensibilità e ricostruzione della parte di immagine in- sono anche la Nikon Coolpix 990, an-
contrasto possano migliorare in ragione di quadrata. ch'essa da 3.34 Megapixel e ancora Olym-
un fattore più elevato, addirittura 2.3. Con il sistema Super CCD, invece, tutti e pus, Toshiba.
tre i colori sono contenuti in una sola li- Matsushita sta proponendo un sensore
Guardando al futuro nea di lettura. Così il sensore non ha sol- CCD da 2/3 di pollice, firmato Panasonic,
La nuova tecnologia sarà applicata in due tanto i singoli pixel più compatti, vicini. da 3.75 Megapixel. Vanta una elevata sen-
direzioni: una consiste nella realizzazio- Ne deriva una conseguenza interessantis- sibilità ed un ridotto rumore di fondo che
ne di videocamere digitali con elevate ca- sima: scaricare il segnale di ogni linea è dovrebbe assicurare disturbi molto ridot-
pacità anche fotografiche; l'altra nel mi- molto più rapido. È così possibile au- ti anche in riprese notturne.
gliorare sensibilmente la resa di fotoca- mentare in modo notevole la cadenza di Il traguardo dei 3 Megapixel è raggiunto
mere digitali di classe elevata, reflex. ripresa delle immagini, o comunque ri- anche da Sony e da Sharp. Il CCD di Sony
Un primo esempio di sviluppo in questa di- durre il tempo di attesa tra due scatti suc- è un sensore da 1/1.8", quello Sharp è da
rezione lo si è avuto al PMA di Las Vegas, cessivi, uno dei più fastidiosi "ritardi" nel- 1/2". Una Olympus siglata Super High De-
in febbraio, con l'annuncio della nuova re- l'uso delle macchine digitali. finition SHD-S2, raggiunge i 4.2 Mega-
flex Fuji da 6 milioni di pixel: in realtà si Addirittura, pensando di accettare la pos- pixel combinando più sensori: nel caso
tratta di una macchina con sensore che si sibilità di ridurre la capacità di registra- specifico tre CCD da 1 1/4 pollice.
comporta come se avesse sei milioni di pixel zione per privilegiare la velocità di ripre- Livelli sempre più elevati in termini di nu-
ma ha effettivamente un sensore da circa 4 sa, i progettisti confermano che è possi- mero di pixel saranno, la corsa è inarre-
milioni di pixel (un primo effetto del fatto- bile anche allestire appositi circuiti di con- stabile, probabilmente raggiunti verso la
re moltiplicativo 1.6, come visto sopra). trollo che permettano di escludere dalla fine dell'anno: a settembre la Photokina di
registrazione alcune linee di lettura. In que- Colonia, la più grande fiera mondiale del-
Supervideocamere digitali sto modo è possibile salire, nella velocità la fotografia, sarà l'occasione per fare nuo-
Nel campo delle videocamere con capa- di registrazione dei fotogrammi video, fi- vamente il punto.
cità di ripresa digitale di scatti singoli, ov- no ad una cadenza di 30 fotogrammi / se-
vero quelle che stanno nascendo con in- condo. In un prossimo futuro avremo in- Maurizio Capobussi
L’ARCHIVIO DIGITALE

UN ARCHIVIO SU CD
E SU INTERNET

ThumbsPlus è un programma per la gestione di immagini con il


quale è possibile organizzare, visualizzare e ricercare immagini in
un archivio fotografico.
Il programma funziona in modo simile a Gestione Risorse di Win-
dows, visualizzando ogni file grafico mediante una piccola imma-
gine, chiamata thumbnail.

Per realizzare le pagine Web che contengono i thumbnail. È possibi-


le usare l’apposito comando del programma.

Archiviare con cura le proprie immagini è sere memorizzate ad altissima definizione computer o su un sito Web, ma fornisce im-
una delle attività più importanti per un buon e non si deteriorano. Inoltre possono esse- magini di qualità scadente in fase di stam-
fotografo, sia che si tratti di un professio- re facilmente inserite in un archivio com- pa.
nista sia di un appassionato. Ha infatti po- puterizzato ed essere gestite per via infor- Lo standard FlashPix offre una qualità mi-
co senso svegliarsi presto, attendere con matica. gliore del PhotoDisk anche se ad un prez-
pazienza, magari in condizioni di autenti- Come abbiamo visto nella prima parte di zo superiore. Un CD Flash Pix vuoto può
co disagio, le condizioni per uno scatto me- questo articolo, ottenere immagini in for- contenere fino a 300 immagini e va porta-
morabile e poi non trovare più la diaposi- mato digitale non è difficile. Se non si usa to presso il laboratorio fotografico ogni vol-
tiva o la stampa risultato della propria fa- una macchina digitale, si possono infatti ri- ta che lo si intende usare fino a quando non
tica. Ma non solo. Per chi fa della fotogra- chiedere al laboratorio di fiducia diretta- viene riempito. Il PhotoCD è stato svilup-
fia il proprio mestiere, avere a portata di mente quando si fanno sviluppare i rullini, pato agli inizi degli anni 90 da Kodak per
mano le proprie immagini è essenziale po- oppure, scelta preferibile, si può far digi- memorizzare in formato digitale immagi-
ter soddisfare velocemente le richieste dei talizzare gli scatti migliori dopo la neces- ni ad alta risoluzione. Il costo è paragona-
suoi clienti. saria opera di cestinatura. Esistono diver- bile a quello dei CD Flash Pix ma può con-
Fino ad oggi per realizzare un archivio fo- se alternative. Kodak, ad esempio, può me- tenere solo fino a 100 immagini.
tografico era necessario conservare stam- morizzare le foto su tre supporti: Picture In alternativa si possono scannerizzare au-
pe e diapositive in luoghi asciutti, protetti Disk, Flash Pix CD-ROM oppure PhotoCD. tonomamente le immagini. Occorre dotar-
dalla luce e dalla polvere, utilizzando ap- La tecnologia PhotoDisk converte le im- si di uno scanner di buona qualità, di tan-
positi contenitori. Ora è possibile realizza- magini in formato JPEG (Joint Photo- ta pazienza e di moltissima attenzione. Il
re archivi digitali delle proprie immagini, graphic Expert Group) e le salva su floppy processo va infatti condotto con molta cu-
ottenendo notevoli vantaggi. Le immagini disk, ognuno dei quali può contenere fino ra, in un ambiente privo di polvere in mo-
digitali infatti permettono di riprodurre una a 28 immagini. La risoluzione che si ottie- do da non dover passare tutta la vita a ri-
gamma dinamica molto estesa, possono es- ne è sufficiente per la visualizzazione su pulire le proprie immagini con un pro-
Gli utenti più esperti possono considerare l’opportunità di realizzare da
soli il proprio programma di archiviazione, ma può essere un compito dif-
Per realizzare le pagine Web che contengono i thumbnail è
ficile.
possibile usare l’apposito comando del programma

gramma di elaborazione grafica. immagine può diventare estremamente fa- Il software


Un’avvertenza. Per ottenere un’immagine ticosa. Ad esempio se abbiamo bisogno di Per poter effettuare una catalogazione ef-
digitale di alta qualità è necessario scan- una fotografia che contenga alberi al tra- ficace ed efficiente è necessario utilizzare
nerizzare l’originale, in altre parole, il ne- monto, può essere molto difficile ritrovar- un apposito programma. I più esperti pos-
gativo o la diapositiva. È meglio evitare di la tra i diversi progetti. sono considerare l’opportunità di realiz-
scannerizzare stampe o duplicati, in quan- Una alternativa a questo approccio è allo- zarne uno per proprio conto utilizzando uno
to la resa può scendere sensibilmente. ra pensare in termini di una vera e propria strumento di produttività individuale come
banca di immagini. Microsoft Access, anche se può essere pre-
Costruire l’archivio feribile rivolgersi verso un prodotto speci-
Secondo gli esperti, una banca dati di im- Parole chiave fico, come ad esempio ThumbsPlus di Ce-
magini di successo dovrebbe contenere una La scelta della modalità di archiviazione è rious software (ottenibile in prova gratui-
rappresentazione digitale di alta qualità del- senza dubbio personale, ma deve permet- ta per trenta giorni dal sito www.ce-
le immagini e un potente motore di ricer- tere di individuare le immagini con estre- rious.com). ThumbsPlus è un programma
ca. Per evitare di dover effettuare nuove ma precisione in modo da diventare uno per la gestione di immagini. Unisce fun-
scansioni, ogni volta che è richiesto un di- strumento veramente utile. A tale scopo è zionalità di organizzazione, visualizzazio-
verso formato, è preferibile riprodurre le utile inserire una breve descrizione del- ne e ricerca semplificando notevolmente il
immagini in diverse risoluzioni. In pratica l’immagine, insieme ad un gruppo di pa- mantenimento di un archivio fotografico.
se una rivista richiede di poter avere una role chiave che permettano una facile ri- Il programma funziona come Gestione Ri-
immagine, deve essere possibile ottenere cerca. Si può iniziare quindi con la data e sorse di Windows, visualizzando ogni file
dal proprio archivio una immagine da il luogo della fotografia. grafico mediante una piccola immagine,
2000x3000 pixel senza dover ricercare l’o- Se sono disponibili possono anche essere chiamata thumbnail.
riginale e scannerizzarlo di nuovo. utili (soprattutto a fini di studio) i parame- Si può usare il programma per visualizza-
La digitalizzazione delle fotografie è solo tri tecnici (fotocamera e obiettivo usato, re le immagini, per modificarle, per ridi-
il primo passo verso la realizzazione di un tempo e diaframma) e l’indicazione del sog- mensionarle e per copiarle negli appunti.
archivio. Perché questo si realizzi effetti- getto principale. Inoltre è possibile organizzare le immagi-
vamente è necessario infatti procedere con Ma non solo. Si possono scegliere criteri ni in directory utilizzando la tecnologia
la catalogazione delle immagini in modo cromatici. Se ad esempio la fotografia ha drag and drop , che permette di spostare
da poterle ritrovare con estrema semplicità. una forte dominante verde (si tratta di una un file selezionandolo con il mouse e tra-
Esistono diversi modi di pensare un archi- ripresa in un bosco) è utile aggiungere il scinandolo sopra l’icona della cartella se-
vio fotografico. Il primo, forse il più natu- colore alle parole chiave. Si possono indi- lezionata. Ma la cosa più importante è la
rale, consiste nel raccogliere le immagini care caratteristiche geometriche (linee, cer- possibilità di aggiungere una descrizione
per progetto (per esempio, Viaggio in Pa- chi) ad esempio se la fotografia contiene la ad ogni immagine, rendendo così possibi-
tagonia, Gran Premio di Monza, Cascine ruota di una macchina in primo piano può le la sua ricerca immediata.
Toscane). Questo metodo ha il grande van- essere conveniente categorizzarla anche co- È possibile inserire sia parole chiave sia
taggio di essere facile da realizzare. In pra- me cerchi. In realtà i parametri indicati so- una breve nota descrittiva, in modo da iden-
tica si tratta di prendere i caricatori utiliz- no solo alcuni di quelli che possono esse- tificare in modo univoco ogni immagine.
zati per la proiezioni e riversarli sul com- re utilizzati. Ogni fotografo conosce quali In questo modo si può creare un vero ar-
puter. sono le sue esigenze e quelle dei suoi clien- chivio fotografico sul proprio computer, or-
Presenta però alcuni inconvenienti. Infatti ti ed è libero, ovviamente, di seguire i suoi ganizzando al meglio le proprie immagini
non consente di effettuare una corretta ca- gusti personali. scannerizzate.
talogazione e la ricerca di una particolare
Una schermata;del sito dello Smithsonian Mu-
seum, dotato di una collezione fotografica on-
line.

Realizzare un CD lizzare un insieme di immagini di piccole (che identifica il disco sul proprio compu-
Terminata la creazione dell’archivio sul dimensioni (thumbnail) clickando le quali ter) con www.miosito.com (che identifica
proprio computer la realizzazione di un CD- si può visualizzare la corrispondente foto- il computer pubblico accessibile tramite In-
ROM contenente le proprie immagini è grafia ad alta risoluzione. La filosofia di ternet) e si inverte l’inclinazione della bar-
pressoché immediata. È sufficiente infatti questa interfaccia è estremamente sempli- ra (da \ a /), il gioco è fatto.
avere un masterizzatore (ormai si trovano ce e segue un paradigma comunemente ac- Per visualizzare il contenuto delle cartelle
in commercio modelli eccellenti a prezzi cettato. memorizzate sul computer remoto del sito
inferiori alle 400.000 lire) e un buon nu- Internet è necessario usare un apposito pro-
mero di CD. Realizzare un Sito Internet gramma chiamato browser (letteralmente
In pratica prima si tratta di realizzare l’ar- Un sito Internet in realtà non è altro che un visualizzatore). Un browser non è in gra-
chivio sul disco del proprio computer e poi insieme di cartelle o directory memorizza- do di leggere direttamente il contenuto del-
di trasferirlo sul CD. A questo punto per te su un computer a cui possono accedere le cartelle presenti sul computer remoto,
utilizzare il proprio archivio è sufficiente tutti semplicemente digitando un indirizzo ma solo apposite pagine realizzate utiliz-
inserire il CD e richiamare l’archivio con tipo www.nomesito.com. zando uno specifico linguaggio di pro-
il programma. La struttura di questo indirizzo, sebbene grammazione, L’HTML (Hyper Text
siano presenti alcune varianti, è fissa. Le Markup Language – linguaggio di marca-
Pubblicare su Web tre lettere www identificano il World Wide tura degli ipertesti). In pratica per visua-
Lo studio delle interfacce grafiche condot- Web, (letteralmente ragnatela mondiale lizzare il contenuto di un sito Web bisogna
to nella metà degli anni 70 da Alan Kay del estesa) e sono comuni alla maggior parte scrivere apposite pagine HTML che ne de-
Palo Alto Research Center ha dimostrato dei siti Internet, mentre nomesito rappre- scrivono il contenuto. Questo significa che
che il modo più intuitivo di interagire con senta il nome con cui quel determinato com- per visualizzare una fotografia o un testo,
un computer è quello di visualizzare le sue puter è identificato in Internet. In questo non posso semplicemente memorizzarli sul
funzioni in forma grafica, permettendo al- modo gli indirizzi www.sitoa.com e www.si- sito, ma devo anche scrivere una pagina
l’utente di “toccarle” attivandone il fun- tob.com indicano due computer diversi in HTML che contenga le istruzioni necessa-
zionamento. Questo schema, rilevato du- Rete. rie per visualizzarle all’interno del brow-
rante lo studio del comportamento dei bam- Come sul proprio computer i file sono me- ser.
bini - ma riscontrato anche degli adulti, che morizzati in singole cartelle (ad esempio Fortunatamente realizzare semplici pagine
spesso toccano un oggetto per stimolarlo e c:\documenti\immagini) anche su un sito HTML è facile: esistono infatti numerosi
vedere come reagisce - è stato applicato Internet i file sono memorizzati nello stes- programmi, chiamati Editor HTML, che
con successo dalle diverse applicazioni so modo. Così all’interno del sito www.mio- permettono di comporre queste pagine uti-
commerciali che hanno portato al pieno svi- sito.com posso creare una cartella chiama- lizzando comode ed intuitive interfacce gra-
luppo dell’informatica per uso personale ta foto2000 il cui indirizzo sarà www.mio- fiche, senza dover praticamente conoscere
(come i sistemi operativi Apple Macinto- sito.com/foto2000. il linguaggio di programmazione. Tra i più
sh e Microsoft Windows). Non c’è quindi nessuna differenza con diffusi a livello professionale vanno ricor-
Nella realizzazione di un archivio fotogra- quanto accade sul proprio computer, dove dati MacroMedia DreamWeaver e Micro-
fico su Internet può essere utile seguire uno la cartella potrebbe avere un percorso del soft FrontPage. Acquistare questi pro-
schema simile. Ad esempio è possibile rea- tipo c:\foto2000. Se si sostituisce infatti c: grammi non è però necessario. Tutti i brow-
Sopra: Fixing Shadows, sito di immagini storiche.
A destra: l’archivio fotografico della Library Congress di
Washington.

ser disponibili (in particolare Netscape Na- zato le pagine Web che contengono i thumb- HTML, aggiungere le pagine contenenti i
vigator e Microsoft Internet Explorer) con- nail, dove pubblicare il risultato di tante fa- thumbnail realizzate con programmi spe-
tengono un semplice Editor HTML. Que- tiche? Fino a poco tempo fa la pubblica- cifici e trasferire il tutto sul computer del
sti programmi, anche se non mettono a di- zione delle proprie pagine Web era una pro- provider.
sposizione tutti gli strumenti di composi- cedura costosa. Bisognava infatti stipulare Per trasferire i file si usa il protocollo FTP
zione dei modelli professionali, permetto- un contratto con un provider, il quale avreb- (File Transfer Protocol – protocollo di tra-
no di realizzare comunque pagine di otti- be pubblicato sulle sue macchine il nostro sferimento dei file). In informatica un pro-
ma qualità. sito Internet oppure avrebbe provveduto a tocollo è un insieme di regole stabilite tra
Attenzione però. Non appena scritta la pri- ospitare un nostro computer presso i suoi due parti per riuscire a trasmettere e rice-
ma pagina in HTML ci si accorge della dif- locali collegandolo direttamente alla Rete. vere dati in modo comprensibile per en-
ferenza esistente tra i browser. Bisogna te- Questa procedure, chiamate rispettivamente trambe.
nere presente che esiste una vera e propria hosting e housing, sono praticate ancora
lotta commerciale tra i vari produttori, che oggi e sono utilizzate da chi intende pub- Promossi!
porta ad avere differenze di comportamento blicare professionalmente il suo sito. La realizzazione del sito e la sua successi-
notevoli con la stessa pagina. È necessario A queste se ne è aggiunta una nuova che va pubblicazione non sono sufficienti. È
quindi prestare estrema attenzione se si vuo- permette di pubblicare gratuitamente le pro- necessario anche promuovere il proprio si-
le che le proprie pagine vengano visualiz- prie pagine. Numerosi provider infatti for- to affinché venga visitato. Se si tratta di un
zate correttamente dal maggior numero di niscono spazio gratuito a chi si registra pres- archivio personale, può essere sufficiente
utenti. so di loro. Questa opportunità è vantag- inviare un messaggio di posta elettronica
Per realizzare le pagine Web che conten- giosa sia per i provider sia per gli utenti. I ai propri amici, indicando le ultime novità.
gono i thumbnail sono disponibili nume- provider infatti, offrendo lo spazio gratui- Se si tratta di una archivio per uso profes-
rosi programmi. Anche in questo caso tra to attirano un numero maggiore di visita- sionale, è necessario pianificare una atten-
i migliori è senza dubbio ThumbsPlus, che tori sulle proprie pagine aumentando il traf- ta campagna di comunicazione e di pro-
abbiamo già utilizzato per la realizzazione fico e quindi i guadagni ricavati dalla con- mozione.
dell’archivio su CD. Una volta realizzato nessione e dalla vendita di spazi pubblici- Innanzitutto è conveniente registrarsi pres-
l’archivio, il programma permette di crea- tari. Inoltre acquisiscono informazioni sui so i più diffusi motori di ricerca, in modo
re e di pubblicare le pagine Web che con- loro visitatori costruendo così un utile da- da essere raggiunti dal maggior numero di
tengono i thumbnail, ognuno collegato al- tabase di marketing. Per gli utenti la pos- persone che cerca fotografie su Internet.
le immagine originali, che vengono me- sibilità di avere spazio Web gratuito apre Inoltre si può immaginare di fare pubbli-
morizzate in una apposita cartella sul com- possibilità di comunicazione del tutto nuo- cità al proprio sito sia tramite Internet sia
puter. Terminata l’operazione, l’unica co- ve. Per facilitare l’impiego delle pagine an- rivolgendosi alle riviste del settore, indi-
sa da fare è trasferire sul sito le pagine e le che agli utenti meno esperti, molte di que- cando chiaramente quali servizi vengono
immagini così catalogate. ste comunità virtuali rendono disponibili offerti sul sito. Bisogna fare attenzione,
utili strumenti di composizione guidata del- però. La concorrenza è forte e, in alcuni ca-
Dove pubblicare la pagine. In realtà, come abbiamo accen- si, spietata.
Dopo aver digitalizzato le proprie foto, or- nato precedentemente, può essere preferi-
ganizzato logicamente l’archivio e realiz- bile costruire il proprio sito con un Editor Antonio Cianci
L’ARCHIVIO DIGITALE

UN ARCHIVIO
SU CD-ROM
Il primo passo per la creazione di un archivio digitale è
l’acquisizione delle immagini in formato numerico.
Esaminiamo il processo di scansione.

Le moderne tecnologie digitali hanno mes-


so a disposizione di professionisti e ap-
passionati strumenti sempre più sofistica-
ti per lavorare con le immagini. Inoltre, l’e-
voluzione delle tecniche di memorizzazio-
ne e la diffusione di Internet stanno modi-
ficando anche il modo di conservare e di-
stribuire le immagini, aprendo prospettive
del tutto nuove. In questo e nei prossimi
articoli approfondiremo i concetti e le tec-
niche più importanti, in modo da acquisi-
re tutte le conoscenze necessarie per poter
realizzare un archivio fotografico digitale,
per registrarlo su CD-ROM e per pubbli-
carlo su Internet.

Le fotografie su computer possono


apparire migliori di quelle
di una rivista
Uno dei motivi per cui si può decidere di
realizzare un archivio fotografico digitale
è l’elevata qualità dell’immagine resa di-
sponibile dalle moderne tecnologie. I mo-
nitor a colori non hanno la risoluzione di
una stampa fotografica o di una diapositi-
va, ma possiedono una elevata gamma di-
namica (possono cioè gestire un’ampia va-
rietà di toni) permettendo così di visualiz-
zare immagini di alta qualità, superiore, in
alcuni casi, a quelle di molte riviste.

Il disegno mostra quanto avviene all’inter-


no di uno scanner piano. Una luce illumina
l’originale posto su una lastra di vetro. L’im-
magine viene indirizzata attraverso un si-
stema di specchi e una lente sul CCD. Il CCD
genera corrente elettrica proporzionale al-
l’intensità della luce. Poi il convertitore A/D
analogico digitale trasforma la carica elet-
trica analogica in dati digitali.
Le immagini in formato digitale possono essere realizzate direttamente Uno schermo del computer può visualizzare una gamma di-
con una fotocamera digitale trasferendole successivamente su computer. namica superiore a quella di molti supporti sui quali abi-
tualmente vengono stampate le fotografie.
Procediamo con ordine. Le scene del mon- mera digitale, che può arrivare a 8 stop la possibilità di elaborazione, che permet-
do reale sono costituite da luci e da ombre. (256:1), mentre una diapositiva raggiunge te di correggere errori o aggiungere effetti
Gli estremi entro i quali si possono distin- i 6 stop (64:1). speciali. In pratica, usando opportuni pro-
guere i dettagli misurano la gamma dina- In generale le diapositive hanno una gam- grammi di fotoritocco come Adobe Photo-
mica di una immagine. Le pellicole non ma dinamica molto più ampia rispetto a shop è possibile estendere alla fotografia a
hanno la gamma dinamica dell’occhio e co- quella delle stampe, in quanto lavorano colori quelle possibilità proprie della ca-
sì è difficile catturare correttamente una usando la trasmissione delle luce e non la mera oscura per la fotografia in bianco e
scena con una fotografia. Nel tempo sono sua riflessione (questo è il motivo per cui nero, aggiungendone molte altre.
stati sviluppati diversi metodi per miglio- sono preferite nella fotografia a colori). Il secondo vantaggio riguarda la conserva-
rare il modo con cui si può riprodurre una Trasferendo le immagini su computer si zione delle immagini. Una immagine digi-
immagine con una gamma dinamica ele- può riuscire a mantenere quasi inalterata la tale, essendo formata da un insieme di nu-
vata. gamma dinamica di una immagine. Fortu- meri, non si può deteriorare, non si impol-
La tecnica del Sistema Zonale di Ansel natamente infatti, la gamma dinamica di un vera, non perde luminosità, colore o con-
Adams è stata sviluppata proprio per ren- monitor è decisamente superiore a quella trasto. Rimane sempre uguale.
dere questo processo più semplice nella fo- di qualunque carta fotografica e molto vi- Inoltre, e questo è il terzo grande vantag-
tografia in bianco e nero. In fotografia la cina a quella delle diapositive. Questo per- gio, può essere duplicata, distribuita e pub-
gamma dinamica può essere misurata in mette di visualizzare sullo schermo di un blicata con estrema facilità: la si può ri-
diaframmi (la chiusura di un diaframma computer immagini di alta qualità, rendendo produrre un numero infinito di volte, in-
corrisponde ad un dimezzamento della lu- interessante per i fotografi più esigenti la viare via posta elettronica, pubblicare su
minosità). L’occhio percepisce una gamma creazione di un archivio fotografico digi- Internet, inserirla in un programma di im-
tonale molto ampia, quantificata secondo tale. paginazione. Tutto questo fornisce a pro-
alcuni studiosi in 16 diaframmi, altrimen- fessionisti e appassionati un nuovo modo
ti chiamati stop. Questo significa che può Le immagini digitali di vivere la fotografia.
distinguere fino a 216 = 65000 variazioni Le immagini in formato digitale possono Ma come muoversi nel labirinto delle si-
della luminosità. Tecnicamente, si può di- essere realizzate in due modi: direttamen- gle, delle tecnologie? Come procedere per
re che l’occhio ha un rapporto di contrasto te con una fotocamera digitale oppure me- la realizzazione di un archivio fotografico
di 65000:1. diante la scansione delle pellicole o delle su cd-rom e su Internet?
Un CCD lineare usato su apparecchi pro- stampe. In entrambi i casi l’immagine vie-
fessionali ha una invece un gamma dina- ne memorizzata come una matrice di pun- Iniziamo a lavorare
mica di 10 stop (210, rapporto di contrasto ti bidimensionale ad ognuno dei quali vie- con le immagini digitali
di 1024:1) mentre una pellicola negativa ne associato un numero che ne identifica Se non si possiede (o non si vuole usare)
ha una gamma dinamica leggermente in- colore e luminosità. una fotocamera digitale, il primo passo per
feriore, pari a 9,5 stop. Ancora più bassa è L’uso di immagini in formato digitale pre- poter lavorare è quello di acquisire (scan-
la gamma dinamica di una buona fotoca- senta notevoli vantaggi. Il primo riguarda nerizzare) i negativi, le diapositive o le
stampe. Questa operazione può essere ese- tre altri ne eseguono una sola. Il metodo quisire si muove ad un 1/1200 di pollice
guita autonomamente se si possiede uno usato dipende dal tipo di sensore dello scan- dopo ogni lettura.
scanner oppure può essere richiesta al pro- ner. La maggior parte usa una riga di sen- Se si intende catturare immagini da stam-
prio laboratorio fotografico. Poiché la ri- sori (CCD - Coupled Charge Device): quel- pe di medie e grandi dimensioni (fino al
soluzione delle immagini digitali ottenute li che usano tre passate possiedono una so- formato A4) è indispensabile disporre di
dalla scansione delle diapositive o dei ne- la riga di celle fotosensibili ed eseguono i una risoluzione ottica di 300 per 600 dpi,
gativi è molto superiore a quella delle im- tre passaggi usando tre filtri (rosso,verde, un valore offerto o superato da numerosi
magini catturate da una fotocamera digita- blu) sopra il sensore per ricreare le tre dif- scanner in commercio. Questo valore di-
le, se si ha bisogno di una qualità elevata ferenti sorgenti di luce. Quelli che usano venta però insufficiente se si prevede di di-
questo è il metodo migliore per ottenere un una sola passata, possiedono invece tre ri- gitalizzare diapositive o negativi da 35mm
buon risultato finale. ghe di sensori fotosensibili, ognuna tarata dove è necessaria una risoluzione più ele-
Per cominciare si può richiedere la digita- per acquisire la luce di uno dei tre colori vata.
lizzazione delle immagini direttamente al fondamentali. Per acquisire immagini direttamente dal-
laboratorio quando si portano i rulli a svi- la pellicola (diapositive o negativi) si uti-
luppare. Questo metodo, sebbene permet- I parametri degli scanner lizzano appositi dispositivi, chiamati film
ta di ottenere subito le immagini in forma- I tre parametri che vengono presentati dal- scanner che presentano una risoluzione più
to digitale, può portare però a un possibile le case produttrici come indicativi della elevata, misurata in punti per pollice (dpi,
spreco di denaro. Infatti in questo modo si qualità di uno scanner sono la risoluzione dots per inch). I modelli attualmente in
fanno digitalizzare tutte le immagini pre- ottica, la risoluzione interpolata e il nu- commercio presentano risoluzioni di cir-
senti sul rullino, sia quelle belle sia quelle mero di bit per i colori. In generale, valo- ca 2700 dpi.
che andranno cestinate. Può essere più con- ri più elevati di questi parametri indicano Il terzo parametro che determina la qualità
veniente allora far sviluppare tradizional- prodotti migliori. È necessaria però qual- di uno scanner è la profondità di colore.
mente le immagini, selezionare le miglio- che attenzione. Essa si riferisce al numero di bit che sono
ri e farle digitalizzare successivamente. Prendiamo ad esempio in considerazione assegnati ad ogni punto dell’immagine. Per
la risoluzione interpolata: i valori citati semplificare, ricordiamo che una profon-
Il processo di scansione dai produttori (che possono arrivare a 4.800 dità di 1 bit significa che il punto lumino-
Durante il processo di scansione di una fo- per 4.800 punti o anche a 9.600 per 9.600 so potrà essere acceso o spento e perciò
to un raggio di luce viene emesso in dire- punti) devono essere tranquillamente igno- avremo un’immagine monocromatica,
zione dell’immagine. Il raggio di luce vie- rati. Il vero parametro discriminante della mentre con una profondità di 2 bit si pos-
ne riflesso (nel caso di una stampa) o pas- qualità di uno scanner è infatti la risolu- sono avere quattro valori (nero, bianco e
sa attraverso l’immagine (nel caso di una zione ottica, che si riferisce al numero di due tonalità di grigio). In generale i com-
diapositiva) e viene letto da un sensore che punti o pixel che possono essere effettiva- puter e gli scanner attualmente in com-
traduce la quantità di luce incidente in una mente digitalizzati per ogni pollice di lun- mercio lavorano con 8 bit per canale (ros-
corrente elettrica. Quanto maggiore è la ghezza. Maggiore è il numero di punti, più so, verde e blu) per un totale di 24 bit che
quantità di luce che arriva al sensore, tan- elevato risulta anche il dettaglio. producono 16 milioni di colori.
to più elevata è la tensione di corrente. Negli scanner piani questo valore viene Alcuni modelli usano un numero maggio-
A questo punto un convertitore da analogi- dato come prodotto della risoluzione oriz- re di bit: ad esempio uno scanner da 30 bit
co a digitale trasforma ogni valore di ten- zontale per quella verticale (ad esempio usa 10 bit per ogni colore (rosso, verde,
sione relativo a ciascun punto dell’imma- 300 x 600). La risoluzione ottica orizzon- blu). I prodotti migliori ne usano 36, 12
gine in un numero. tale è determinata dal numero di celle fo- per ogni colore. In teoria, valori più ele-
Gli scanner a colori lavorano creando tre tosensibili presenti sul sensore. La risolu- vati permettono di acquisire un maggior
versioni dell’immagine, una per ognuno dei zione verticale invece è data dal passo di numero di dettagli nelle zone più chiare e
colori fondamentali (rosso, verde, blu) e avanzamento della riga di sensori sull’im- più scure dell’immagine. Bisogna però fa-
unendole insieme per formare l’immagine magine. Quindi un valore della risoluzio- re attenzione ad un particolare: quando si
finale. Alcuni scanner ottengono le tre ver- ne di 600 x 1200 indica che lo scanner ha converte l’immagine in una serie di dati
sioni eseguendo una lettura per ogni colo- 600 celle fotosensibili per ogni pollice di digitali questa viene campionata e salvata
re (ottenendo un risultato migliore), men- lunghezza lineare e che l’immagine da ac- usando solo 24 bit. Le case produttrici giu-

LA TECNOLOGIA TWAIN
Coloro che possiedono un computer da più di qualche anno ricorderanno l’infinita pazienza necessaria una volta per collegare una
periferica nuova al proprio sistema.
Inizialmente ogni modello di scanner era dotato di una sua scheda proprietaria: questo significava che non tutti i programmi era-
no in grado di riconoscerlo e quindi che, prima di comprarne uno, era necessario verificare con quali applicazioni potesse lavora-
re. Per risolvere questo problema venne approntato un insieme di standard che è stato raccolto sotto la sigla TWAIN che, con sen-
so dell’umorismo tipicamente anglosassone, significa letteralmente Technology Without an Interesting Name, Tecnologia Senza
Un Nome Interessante.
In pratica dispositivi elettronici e programmi che usano gli standard Twain possono colloquiare tra di loro senza alcun problema.
Questi standard si trovano in un driver che viene installato sul sistema e che permette di acquisire immagini da uno scanner men-
tre si lavora con Photoshop. Anche se ormai tutti i dispositivi e i programmi sono compatibili con le specifiche Twain è buona nor-
ma eseguire questo controllo prima di acquistarne uno.
Gli scanner a tamburo fanno scorrere molto lentamente su un tam-
buro trasparente la pellicola, mentre un raggio di luce viene foca-
lizzato su di essa e viene letto da un tubo fotomoltiplicatore, Pho-
to Multiplier Tube. Gli scanner di questo tipo sono molto più sen-
sibili di quelli tradizionali e sono in grado di rilevare un numero
maggiore di toni e possono raggiungere una risoluzione dell’im-
magine molto più elevata.

Per acquisire le immagini riprodotte su diapositiva con un normale


scanner piano è necessario utilizzate un opportuno adattatore (chia-
mato in genere trasparency unit o adapter). In pratica si tratta di
una coperta aggiuntiva dello scanner che diffonde luce attraverso
la diapositiva.

I DIVERSI TIPI DI SCANNER


Le migliori immagini digitalizzate sono quelle ottenute con gli scanner per diaposi-
tive, in quanto queste presentano una gamma dinamica maggiore. Per acquisire im-
magini direttamente dalle pellicole si usano speciali scanner per diapositive e i risul-
tati che offrono sono molto buoni. Poiché queste unità devono lavorare con immagi-
ni molto piccole devono avere una risoluzione molto alta.
Gli scanner da tavolo sono scanner a riflessione utili per acquisire immagini su stam-
pe sia a colori sia in bianco e nero. Inoltre possono essere impiegati per l’acquisizio-
ne di testo tramite opportuni programmi di acquisizione caratteri (OCR). Molti mo-
delli possiedono una adattatore per diapositive (trasparency unit) opzionale che per-
mette di acquisire anche le diapositive. L’adattatore per diapositive è in pratica una
coperta aggiuntiva dello scanner che diffonde luce attraverso la diapositiva. Solita-
mente la risoluzione di uno scanner piano al quale è applicato una unità per diaposi-
tive è inferiore a quella di uno scanner per diapositive vero e proprio, ma permette co-
munque di ottenere buoni risultati. Gli scanner manuali e quelli a scorrimento sono
utili per acquisire piccole fotografie quando la qualità non è importante. Un metodo alternativo all’uso della foto-
Gli scanner a tamburo sono apparecchiature professionali molto costose; lavorano camera digitale consiste nella scansione
facendo scorrere molto lentamente (una riga di punti alla volta) la pellicola su un ci- delle pellicole o delle stampe. In entrambi
lindro trasparente (il tamburo). Un raggio di luce viene focalizzato sulla pellicola e i casi l’immagine viene memorizzata come
viene letto da un tubo fotomoltiplicatore, Photo Multiplier Tube. una matrice di punti bidimensionale, ad
I tubi fotomoltiplicatori sono molto più sensibili dei sensori CCD utilizzati negli scan- ognuno dei quali viene associato un nume-
ner tradizionali. Sono in grado di rilevare un numero maggiore di toni soprattutto in ro che ne identifica colore e luminosità.
quelle zone dell’immagine che gli scanner tradizionali leggono come completamen-
te bianche o nere. Il risultato è una immagine scannerizzata con un maggior numero
di toni rispetto a quella catturata da uno scanner a CCD. Inoltre permettono di rag-
giungere una risoluzione dell’immagine molto più elevata. Infatti in uno scanner CCD
la risoluzione dipende dalla densità della matrice di CCD, mentre in uno scanner a
tamburo questa dipende dalla precisione della sua ottica e della sua meccanica.
I Kodak PhotoCD sono compact disc contenenti imma-
gini ad alta qualità. Uniscono semplicità di realizzazio-
ne (vengono realizzati da numerosi laboratori) e buona
qualità del risultato, superiore a quella che si può otte-
nere con molte fotocamere digitali.

La gamma dinamica misura (in stop o come rapporto di contrasto) la variazione


di luminosità che può essere percepita o riprodotta da un determinato supporto.
L’occhio umano riesce a percepire variazioni di luminosità molto alte (pari a 16
stop, corrispondenti ad un rapporto di contrasto di 65000, pari a 216), mentre
quella più bassa è quella riproducibile sul alcune riviste o quotidiani (dell’ordi-
ne di 4 stop, corrispondenti ad un rapporto di contrasto di 16:1).

stificano questa scelta affermando che i bit dettagli emergono salendo dal bianco pu- Image Pac. Un image pac contiene in realtà
in più servono per permettere eventuali cor- ro in aree più scure per terminare prima che diversi file, ognuno contenente la stessa
rezioni dell’immagine. In ogni caso, anche l’immagine diventi tutta nera. Il punto a immagine memorizzata a diverse risolu-
se è difficile affermare con certezza che un partire dal quale lo scanner riesce a rico- zioni, ognuna 4 volte più grande rispetto
numero superiore di bit può aumentare in noscere dettagli partendo dalla massima lu- alla precedente (128 x 192, 256 x 384, 512
modo significativo la qualità dell’immagi- ce bianca viene chiamato Dmin (minima x 768, 1024 x 1536, 2048 x 3072). Le di-
ne, nelle prove pratiche gli scanner a 36 bit densità), mentre l’ultimo punto prima del mensioni del file possono perciò variare da
si comportano in genere meglio degli altri. quale l’immagine diventa troppo scura per 72Kb a 18Mb. Le immagini sono memo-
riconoscere ulteriori dettagli viene chia- rizzate usando una metrica del colore svi-
La gamma dinamica degli scanner mato Dmax (massima densità). L’interval- luppata da Kodak, ma possono essere tra-
Come abbiamo visto, gli schermi dei com- lo della gamma dinamica viene misurato sformate in RGB e CMYK usando qual-
puter hanno una gamma dinamica parago- sottraendo da Dmin il vlaore di Dmax. Per siasi programma di fotoritocco.
nabile più a quella delle diapositive che a esempio uno scanner che ha Dmin 0.3 e Esistono diversi tipi di PhotoCD, ognuno
quella delle stampe. Quando si scattano im- Dmax 2.9 ha una gamma dinamica di 2.6. sviluppato per uno scopo differente. Ko-
magini per il Web è necessario quindi cat- dak PhotoCD Master, sviluppati per im-
turare la più ampia gamma dinamica pos- Kodak PhotoCD magini 35mm, possono contenere circa 100
sibile. La gamma dinamica di uno scanner Una alternativa alla scansione delle imma- immagini nelle 5 risoluzioni indicate, men-
è la misura dell’intervallo di dettagli che gini con uno scanner è la realizzazione di tre i Kodak Pro PhotoCD Master fornisco-
può registrare. Se la gamma dinamica di un PhotoCD. Un PhotoCD è un compact no una ulteriore risoluzione di 4096 x 6144
uno scanner non è sufficientemente eleva- disc contenente immagini ad alta qualità pixel e possono contenere da 25 a 100 im-
ta, le immagini che produrrà perderanno li- realizzato usando una tecnologia proprie- magini a seconda della risoluzione.
velli di dettaglio registrando come bianchi taria Kodak.
o come neri le zone molto illuminate e quel- La realizzazione di un PhotoCD è molto Conclusione
le molto scure. semplice (è sufficiente infatti richiederla al Il primo passo per la creazione di un ar-
La dinamica di uno scanner può essere mi- proprio laboratorio) e la qualità del risul- chivio digitale è l’acquisizione delle im-
surata da un valore numerico compreso tra tato è molto buona, superiore a quella che magini in formato numerico. Come abbia-
0.0 (bianco) e 4.0 (nero). Un comune scan- si può ottenere con molte fotocamere digi- mo visto in questa prima parte esistono di-
ner piano registra tipicamente valori com- tali. Le immagini memorizzate su disco versi modi di digitalizzare le immagini,
presi tra 0.0 e 2.4, mentre modelli più so- possono poi essere visualizzate su un ap- ognuno con le sue caratteristiche. Nella
fisticati possono arrivare a valori prossimi parecchio televisivo, mediante un apposi- prossima parte vedremo come utilizzare le
a 3.0. Si noti bene che questi valori rap- to lettore, oppure sullo schermo di un com- immagini digitalizzate per pubblicarle at-
presentano l’intervallo e non valori asso- puter. Il formato PhotoCD è infatti sup- traverso un sito Internet.
luti. In altre parole, sebbene i valori degli portato da tutti i lettori di CD-Rom dispo-
intervalli delle densità varino tra 0.0 (bian- nibili sul mercato.
co) e 4.0 (nero), a questi due estremi i det- Le immagini presenti su un PhotoCD so- Antonio Cianci
tagli non possono essere resi. In pratica i no memorizzate in un formato chiamato (1-Continua)
SCUOLA D I DIGITALE

COME FUNZIONA
IL COMPUTER
Gli attuali computer
permettono un elevato
livello di personalizzazione,
essendo composti da varie
parti intercambiabili,
ognuna con una sua
funzione ben precisa.
È bene quindi imparare a
conoscere le funzioni dei
diversi elementi quali
processori, schede, dischi e
memorie per fare le scelte
più adatte alle nostre
esigenze.

Parlando di fotografia digitale si deve ne- magini racchiuse nei nostri scatti, così co- Lo schema vuole essere, più che esplicativo
cessariamente trattare l’argomento perso- me quella di affidare ad altri la fase di scan- della reale disposizione delle periferiche sul
nal computer, essendo questo un anello ir- sione e prelavorazione (spuntinatura, cor- teorico tavolo di lavoro, una rappresenta-
rinunciabile della catena che ci conduce al- rezione preliminare delle eventuali domi- zione lineare di quanto si affida (e quindi si
la realizzazione di immagini digitali di qua- nanti, ridimensionamento, ecc.), per poi ini- connette) all’elaboratore per ottenere da que-
lità. È stato più volte accennato, nelle pun- ziare le nostre eventuali elaborazioni da una sto un output digitale e per fornire a questo
tate precedenti, al fatto che si può traccia- fase successiva. È proprio come affidare ad gli input necessari. Vediamo inoltre che, al
re un parallelo tra la camera oscura tradi- un laboratorio le pellicole per l’eventuale fianco delle consuete fotocamere digitali e
zionale e l’elaboratore elettronico in quan- sviluppo e provinatura invece che effettuare dorsi, sono rappresentati altri elaboratori
to strumento per elaborare e produrre un’im- queste lavorazioni nella propria camera connessi al nostro mediante reti di vario ti-
magine. Sia che il fotografo decida di ma- oscura. po. Nel lavoro di gruppo, come può verifi-
nipolare personalmente le proprie imma- Come in camera oscura, nell’utilizzo del- carsi nel caso di uno studio grafico profes-
gini, sia che opti semplicemente per il lo- la tecnologia digitale ci serviranno delle sionale, il lavoro di squadra sta alla base
ro salvataggio ed archiviazione, l’elabora- apparecchiature specifiche; il computer è della riuscita. La possibilità di condividere
tore occupa un posto di primo piano nel il cuore del sistema di elaborazione e pro- le periferiche nel lavoro in rete permette a
momento in cui le fotografie escono dalla duzione del prodotto digitale finito. In que- più persone di utilizzare le stesse risorse in
fotocamera digitale o dallo scanner, per ri- ste pagine esamineremo quindi gli aspetti tempi distinti, aumentando la produttività dei
versarsi nella sua memoria. principali del funzionamento del PC, ter- singoli componenti.
Come avveniva per la fotografia tradizio- mine con cui intendiamo elaboratori fun-
nale, anche in digitale esiste la duplice pos- zionanti sia sotto sistema operativo Win-
sibilità di effettuare da soli tutte le opera- dows, che sotto Macintosh. Lo scopo è quel-
zioni riguardanti l’elaborazione delle im- lo di aiutarvi a capire il motivo di certe scel-
te tecniche fornendovi informazioni utili È importante scegliere bene il supporto rimovibile su
anche per i vostri acquisti; non vi indiche- cui salveremo i file che necessitano di essere traspor-
remo direttamente cosa comprare, ma vi da- tati. In alcuni casi la scelta diviene forzata se il nostro
remo gli elementi per comprendere i moti- interlocutore (per esempio la tipografia) ne adotta già
vi di una scelta rispetto ad un’altra. un tipo particolare. Malgrado la vastità dell’offerta,
Per fare ciò iniziamo ad esaminare come si negli anni sono emersi comunque alcuni prodotti, di-
presenta una tipica stazione grafica digita- venuti implicitamente uno standard. Assicuriamoci sem-
le dall’esterno: sarà vero che l’abito non fa pre di avere un mezzo di scambio dati comune con i no-
il monaco? In seguito sarà anche il caso di stri interlocutori, ricorrendo al limite alla trasmissio-
chiarire che cosa si intende per memoria se- ne via modem (FTP o WWW).
condaria, primaria, byte, ecc.

L’esterno della stazione grafica digitale


Da che cosa si riconosce una stazione gra-
fica? Basta un PC con tastiera e mouse per
asserire di possedere una avanzata posta-
zione per il trattamento digitale delle im-
magini?
Non esordirò con un ‘dipende’ anche se ne
sarei tentato. Certo, è senza dubbio vero che
qualsiasi PC dotato di monitor rende pos-
sibile trattare digitalmente le immagini (non
lo sa fare in altro modo) ed in tal senso ba-
sterebbero tali strumenti per fregiarsi del ti-
tolo di ‘grafico digitale’. Occorre però un
sistema per introdurre nel computer le no-
stre immagini, oppure quelle di altri, ma-
gari scaricate da Internet o trovate in un
CD-ROM acquistato in edicola. Inoltre ci
farebbe piacere che tali immagini trovas- Ecco molto schemati-
sero un modo per uscire dal loro stato vir- camente come si pre-
tuale, per rendersi disponibili come stam- senta l’interno di un
pa o almeno come file trasportabile, onde elaboratore adibito al-
essere stampate in altra sede. la gestione di immagi-
Noi intendiamo una postazione digitale co- ni. La disposizione dei
me segue: un elaboratore dotato di uno stru- singoli elementi può va-
mento di acquisizione delle immagini, sia riare da un modello di
esso scanner o fotocamera digitale, di una computer all’altro ma
stampante che ci permetta di effettuare una nel complesso sono tut-
pre-stampa affidabile prima di mandare il ti ritrovabili. La cospi-
lavoro in tipografia o verso altri eventuali cua presenza di RAM e
utilizzi, nonché di un mezzo di trasporto video RAM (spostata
per i nostri file, in genere molto ingom- sempre più spesso sulle
branti. Tralasciamo per ora l’ipotesi di ef- schede video) fa intuire
fettuare le riprese in digitale nello stesso quale sia l’importanza
luogo in cui elaboriamo le immagini. di questo elemento nel-
Se dovessimo dunque imbatterci in una sta- la trattazione delle im-
zione grafica digitale, ora sappiamo rico- magini. Lo spazio ad es-
noscerla. sa adibito spesso risul-
Giustamente qualcuno si starà chiedendo ta addirittura insuffi-
quale forma può assumere uno strumento ciente per utilizzi parti-
denominato scanner, o cosa differenzia una colarmente pesanti. La
stampante personale da una per la pre-stam- quasi completa modu-
pa. Per ciò che riguarda le argomentazioni larità dei componenti è
tecniche al riguardo vi rimando alle pagi- l’arma vincente dei mo-
ne successive. Per quel che concerne la di- derni elaboratori.
sposizione e la forma esterna delle varie ap-
parecchiature sull’ipotetico tavolo di lavo-
ro vediamo di fare qualche precisazione.
È fondamentale dotarsi di uno spazio ben
organizzato in cui trovino posto, a portata
di mano e di vista, lo/gli scanner, il moni-
tor (ovvio!) ed il desktop del PC, sede di
eventuali CD-ROM, floppy-disk, disposi-
tivi di archiviazione, ecc.
Il monitor viene connesso all’elaboratore tramite la scheda video
(adattatore video). Questo indispensabile accessorio permette al mo-
nitor di visualizzare sullo schermo tanti più punti e colori quanto mag-
giore è la memoria video su di essa installata. Le potenzialità 3D del-
le moderne schede video hanno comportato un aumento importante
della video RAM montata a bordo di queste, a tutto vantaggio di chi
utilizza tali manufatti per l’elaborazione delle immagini. Ovviamen-
te il monitor e la scheda video che sceglieremo dovranno essere di
prestazioni allineate tra loro, onde non comportare un impiego a vuo-
to di capitali ed uno spreco di risorse. Risoluzioni di 1600x1200 pixel
a 24 bit colore sono oggi alla portata di molti adattatori video: me-
glio ancora se corredati di un monitor piuttosto ampio come gli or-
mai abbordabili 17” o 19”.

Il monitor è il dispositivo che, più di ogni mente il coperchio dei modelli piani, po- chiatura, in genere un po’ rumorosa o co-
altro, permette una rapida verifica di ciò tendo magari contare su un ripiano libero munque fastidiosa, dietro l’orecchio può
che stiamo facendo, pur non essendo det- vicino su cui appoggiare i fogli ‘da lavo- disturbare se siamo concentrati su altro. In
to che sia il più fedele rispetto a ciò che poi rare’: è molto comune vedere gli scanner ultimo, generalmente, data la non grande
stamperemo in tipografia. Generalmente piani utilizzati come ripiano portaoggetti, quantità di stampe effettuate in sede di ela-
gli schermi utilizzati per usi grafici sono data la mancanza di spazio su cui appog- borazione, visto che un ritocco serio ri-
piuttosto ingombranti, anche perché si pre- giare suppellettili varie; non serve dire che chiede un minimo di tempo per essere ese-
ferisce avere a disposizione superfici visi- ciò non fa piacere allo scanner stesso. guito adeguatamente, non è più di tanto
ve un po’ più ampie dei monitor usati ne- Per i modelli a pellicola il problema degli controproducente recarsi ogni tanto alla ve-
gli uffici. Esso dovrà dunque essere posto ingombri si riduce di molto, essendo ne- rifica di ciò che si è stampato, magari un
in posizione agevole: non in alto onde evi- cessaria la sola accessibilità alla fessura di paio di metri più in là. Discorso diverso nel
tare torcicolli dovuti alle ore trascorse in inserimento diapositiva (o pellicola nega- caso in cui il prodotto delle nostre stampe
posizione innaturale, non troppo vicino on- tiva). In entrambi i casi è bene tenere que- sia altro materiale cartaceo, del tipo testuale
de evitare problemi alla vista. In genere i ste apparecchiature a portata di mano. Nel o tecnico, per cui spesso occorre la stam-
manuali dei monitor più prestigiosi offro- caso in cui la fotocamera digitale sia il no- pa quale riferimento da tenere costante-
no anche qualche consiglio su come posi- stro solo mezzo di acquisizione, non è cat- mente sott’occhio.
zionare l’apparecchio. tiva abitudine lasciare uno spazio, ad essa A tutto ciò dobbiamo aggiungere la possi-
Abbiamo accennato al/agli scanner: perché dedicato, vicino a monitor e tastiera, ma- bilità che utenti più smaliziati vogliano pre-
prevedere che siano più di uno? Le tipolo- gari prevedendolo come sede di ricarica disporre una zona adiacente alla postazio-
gie di scanner oggi disponibili si dividono batterie, nonché come punto di scarica- ne di fotoritocco/elaborazione atta alla ri-
in due grosse categorie: gli scanner piani mento file. Essendo disponibili degli adat- presa in digitale di still-life o ritratti. In que-
per originali opachi e gli scanner per pel- tatori che permettono di leggere il conte- sto caso, che qui non tratteremo troppo in
licola. La forma di uno scanner piano ri- nuto delle schede di memoria utilizzate dal- profondità essendo argomento di interesse
corda quella di una scatola per stivali, con le digitali, potrebbe bastare questo tipo di per chi ha già un minimo di competenza in
la superficie superiore poco più grande del accessorio nelle vicinanze del PC a soddi- materia digitale, va previsto innanzi tutto
foglio che riesce a scansionare (A4 o A3 sfare i nostri bisogni di immissione imma- uno spazio che ecceda le dimensioni della
nella maggior parte dei casi): un coperchio gini nell’elaboratore. comune scrivania di lavoro, essendo ne-
sollevabile protegge il vetro su cui va po- Veniamo alla stampa. In effetti la stam- cessario introdurre l’apparato di illumina-
sizionato l’originale, come in una fotoco- pante, se utilizzata per scopi di stampa fo- zione adatto alle riprese. Sarà inoltre utile
piatrice. Gli scanner per pellicola sono in- tografica, non ha particolari motivi per sta- poter disporre di fondali e piani fissi, esat-
vece di dimensioni minori, accettando co- re troppo nei pressi dell’elaboratore, al- tamente simili a quelli presenti in una sala
me originali diapositive o pellicole in stri- meno compatibilmente con la lunghezza di posa tradizionale.
scia. Questa volta abbiamo a che fare con massima consentita dal cavo che stiamo Mi sento infine di consigliare spasmodica-
scatole da scarpe normali, molto più di- utilizzando. Questo vale appunto per uti- mente, a chiunque si appresti ad equipag-
screte negli ingombri. Spesso trovano po- lizzi fotografici del mezzo di stampa. Pri- giarsi di strumenti digitali, di porre atten-
sto, in una stazione digitale completa, en- mo poiché una stampa in qualità fotogra- zione ad un aspetto generalmente trascu-
trambi i tipi di scanner, data la differente fica richiede una quantità di tempo abba- rato nel posizionamento delle apparec-
tipologia di originali trattabili. È bene po- stanza elevata, tale da non richiedere l’im- chiature: i cavi. È facile che col passare del
ter disporre di un accesso facile e rapido mediata verifica da parte dell’operatore; in tempo e delle attrezzature si vengano a crea-
allo scanner, potendo sollevare comoda- secondo luogo la presenza di un’apparec- re, sotto la postazione di lavoro, delle ma-
tasse inestricabili di cavi elettrici. Questo
è dannoso sia per la durata dei cavi che per
qualsiasi operazione di spostamento o so-
stituzione delle parti: è necessario cercare
di tenere il tutto più ordinato e lineare pos-
sibile.
Visto che abbiamo accennato ai cavi di col-
legamento iniziamo ad esaminare che co-
sa passa esattamente in tali grovigli.

L’interno della stazione grafica digitale


In più occasioni abbiamo accennato al fat-
to che le immagini digitali non sono altro
che dati numerici interpretabili dal nostro
computer. Spostiamo quindi la nostra at-
tenzione al cuore della stazione grafica: il
desktop. Con questo termine viene deno-
minata la parte della stazione che racchiu-
de dentro di sé processore, memoria e di-
spositivi quali dischi, CD-ROM, schede vi-
deo/audio, ecc. Gli attuali elaboratori per-
mettono infatti un elevato livello di perso-
nalizzazione delle macchine, essendo com-
posti da varie parti intercambiabili, ognu-
na con una sua funzione ben precisa. Data
questa possibilità di interscambio delle par-
ti, è bene imparare a conoscere quali siano
effettivamente le funzioni dei diversi di-
spositivi quali schede, dischi e memorie Grazie alla trasparenza possiamo individuare un gran numero di elementi hardware pre-
onde scegliere i componenti che maggior- senti all’interno del computer. Se pensiamo che tutto ciò che ci occorre per trattare digital-
mente si adattano ai nostri intenti. mente un’immagine occupa oggi le dimensioni di pochi decimetri cubi, potremmo restare
Il ‘centro direzionale’ del computer è co- sorpresi del fatto che, fino ad una ventina di anni fa, le più sofisticate postazioni elettroni-
stituito dal processore, spesso denominato che per il trattamento di dati avevano le dimensioni di interi locali ad esse adibiti. Non oc-
CPU (Central Processing Unit: unità di cal- corre ricordare che anche i prezzi di tali ‘agglomerati di hardware’ era coerente con la lo-
colo centrale). Come questo nome sugge- ro dimensione ed il loro peso. Le potenze elaborative dei comuni PC odierni sono molti or-
risce, è in tale luogo che vengono effettuate dini di grandezza oltre i limiti ipotizzabili fino a pochi decenni fa.
le operazioni matematiche sui dati nume-
rici presenti nel computer e quindi sulle no-
stre immagini. Tutto ciò che avviene nel rose) per evitare che esso fonda, proprio cui la memoria gli fornisce i dati richiesti.
computer è originato da operazioni mate- come i motori delle auto (i supercomputer Un’altra caratteristica importante delle me-
matiche su dati; è quindi chiaro che il ruo- aziendali vengono addirittura raffreddati morie è la volatilità, intendendo con que-
lo dell’unità di calcolo (processore) è as- con liquido refrigerante!). sto termine un po’ desueto la capacità del-
solutamente fondamentale. Il modo in cui Un altro problema che il processore deve la memoria di mantenere i dati che vi so-
la CPU riesce ad effettuare calcoli è effet- affrontare è costituito dal fatto che, poten- no stati scritti anche dopo che il computer
tivamente complicato da spiegare, basterà do gestire così tante operazioni in un se- è stato spento (sulla memoria sono possi-
in questa sede sapere che il computer sfrut- condo, esso vede anche passare moltissi- bili due tipi di operazioni: lettura dei dati
ta il passaggio della corrente elettrica per mi dati nello stesso intervallo di tempo, ne- e scrittura dei dati). Iniziamo proprio con
effettuare tali conti. cessitando quindi di un posto sicuro in cui l’analizzare quest’ultima caratteristica ri-
La misura della velocità con cui il proces- metterli, al fine di ritrovarli nel momento spetto ai nostri vari tipi di memoria. Se ci
sore riesce ad effettuare le operazioni vie- in cui ne ha bisogno. Questo luogo è la “me- riflettiamo un po’ è facile definire quale
ne indicata in Megahertz (MHz): Hertz in- moria” che, esattamente come la memoria delle memorie sopracitate sia volatile e qua-
dica quante volte la corrente passa nel pro- umana, è incaricata di ricordare i dati che le no: i dischi rigidi ed i CD-ROM posso-
cessore in un secondo. Il prefisso Mega è vi sono stati depositati dal processore per no essere scritti oggi e letti anche dopo me-
il solito a cui siamo abituati quando par- poi renderli disponibili su richiesta. Par- si, essendo in grado di ricordare tutto ciò
liamo di byte in termini di dimensione di lando di memoria si può intendere molte che gli viene trasmesso anche senza l’uti-
immagini: esso equivale ad un milione, un cose differenti. Vi sono infatti tipi diffe- lizzo di corrente: essi sono memorie “non
Megabyte equivale dunque ad un milione renti di memoria: i dischi rigidi (Hard di- volatili”. Questo avviene poiché sui dischi
di byte. Allo stesso modo un processore ca- sk o HD), i CD-ROM, la RAM, la cache, rigidi, o hard disk, le informazioni vengo-
pace di raggiungere velocità di calcolo di ecc. no scritte magneticamente, allo stesso mo-
500MHz è capace di eseguire 500 milioni Ciò che distingue un tipo di memoria dal- do in cui avviene sui nastri delle musicas-
di operazioni in un secondo: sono davve- l’altro è la dimensione della stessa e la sua sette, mentre sui CD-ROM è un laser l’in-
ro tante! Sono così tante che, passando co- velocità di accesso. Con velocità di acces- caricato di incidere otticamente la superfi-
sì velocemente nel processore, la corrente so viene indicato il tempo che il processo- cie del supporto al fine di rendere indele-
elettrica tende a riscaldarlo rendendo ne- re deve attendere dal momento in cui ri- bili le informazioni in essi contenute, qua-
cessario l’uso di ventole elettriche (rumo- chiede dei dati alla memoria e l’istante in si come sui dischi 33 o 45 giri in vinile.
Ecco un processore col suo zoccolo ed il dispositivo di raffredda-
mento. Come accennato, le alte velocità con cui la corrente elet-
trica (per raggiungere elevate potenze di calcolo) percorre il pro-
cessore causano il surriscaldamento di quest’ultimo. È necessario
provvedere al suo raffreddamento tramite dissipatori di calore e
ventole di raffreddamento, troppo spesso rumorose oltre il limite
del disturbo.

Così si presenta l’interno di un comune personal. Si notano in bas-


so i connettori per le schede di espansione (video, audio, interfac-
cia, ecc.). Una valutazione empirica ma spesso efficace della qua-
lità costruttiva del nostro elaboratore può essere affidata all’os-
servazione del suo interno. Un personal che si presenti come un
ammasso intricato di cavi elettrici non meglio raccolti è indice di
un assemblaggio frettoloso e poco attento ai possibili futuri inter-
venti di aggiornamento. Questo potrebbe fare insospettire a ri-
guardo di una carenza (non certa e tutta da verificare) anche nel-
la qualità dei singoli componenti impiegati.

Notiamo che per entrambi è dunque un mec- vantaggio di possedere memoria volatile? to spegnere il computer.
canismo fisico - meccanico (la testina ma- Il vantaggio di queste memorie è che sono Anche l’utilizzo dei lenti CD-ROM si ren-
gnetica per gli HD e la testina laser per i incredibilmente più veloci nel fornire i da- de poi necessario data la facilità di trasporto
CD) che si occupa della lettura e della scrit- ti al processore, essendo il tempo necessa- di questi supporti: basti pensare a quanto
tura dei dati. La memoria RAM e la me- rio a spostare cariche elettriche molto in- potrebbe risultare disagevole togliere il di-
moria cache (sua sorella minore, simile, feriore a quello impiegato da una testina sco rigido dal proprio computer ogni vol-
meno conosciuta, ma sempre presente), non per posizionarsi nel corretto punto di let- ta in cui ci occorre spostare una quantità di
contengono al contrario parti meccaniche tura o scrittura sulla superficie del disco o dati non immagazzinabile su di un singo-
che si occupano di scrivere su un qualche CD. La memoria con la maggiore velocità lo floppy disk.
supporto modificandone la superficie. Es- di accesso è la memoria cache, seguita in La quantità e i tipi di memoria installata sui
se non sono altro che contenitori di cariche ordine decrescente dalla RAM, dagli HD, comuni personal variano in relazione al co-
elettriche: assomigliano molto a minusco- dai CD-ROM. Il motivo per cui non è pos- sto/velocità della stessa; molti possiedono,
le cassettiere dotate di un indirizzo per ogni sibile utilizzare una quantità abnorme di in generale, svariati CD-ROM (basso co-
cassetto. Il processore, indicando l’indi- memoria molto veloce, tipo la cache, è che sto, bassa velocità, non volatili, trasporta-
rizzo (che poi sarebbe come il nome) del il costo di tali memorie salgono con le ve- bili), un hard disk da almeno una decina di
cassetto di cui vuole leggere i dati che vi locità di accesso che esse permettono. Ave- Gigabyte (costo medio, veloce, non vola-
sono contenuti, vi può accedere in qualsiasi re su un PC una grossa quantità di RAM tile, non facilmente trasportabile), almeno
momento, senza alcuno spostamento di te- ne fa salire il prezzo, rendendo necessario 50 Megabyte di RAM (cara, molto veloce,
stine, laser o simili. Questi tipi di memo- frazionare i tipi di memorie installate cer- volatile, non trasportabile) e (pur spesso
rie hanno lo svantaggio che, ricordando i cando di raggiungere un equilibrio che ci non sapendolo) meno di un Megabyte di
dati sotto forma di cariche elettriche, nel permetta comunque di lavorare agevol- cache (molto cara, velocissima, volatile,
momento in cui l’elettricità se ne va (leg- mente senza accendere un mutuo per pa- non trasportabile e non rimovibile).
gi ‘viene spento il computer’) perdono al- garci la memoria. Va inoltre ricordato che, Altri tipi di memoria come i floppy disk o
l’istante tutti i dati che contenevano fino in ogni caso, una quantità di memoria non i dischi rimovibili o le memorie a nastro
ad un istante prima. Ma quale è allora il volatile occorre sempre, volendo ogni tan- vanno poi ad occupare posizioni interme-
Per chi ha confidenza con l’informatica,
questa visualizzazione a blocchi è un clas-
sico modo di rappresentare gli elementi pre-
senti all’interno di una nuova architettura
hardware. Si possono notare i vari tipi di
memoria, il bus, le CPU e il disco rigido.
La descrizione data nel testo è ovviamente
semplificata rispetto a quella che è la realtà
costitutiva dei moderni PC.

die in questa graduatoria, rendendosi agili


soluzioni ai più comuni problemi di salva-
taggio e spostamento dati. Torneremo sul-
le unità di misura della memoria, e su co-
me questa comunichi col processore, più
avanti.

Le schede video
Abbiamo ora più o meno chiaro come il PC
effettua i conti e come può ricordare i dati
generati da tali calcoli. Vediamo ora breve-
mente come esso riesca a mostrarci i risul-
tati di tali sforzi. Nel desktop trovano po-
sto una serie di schede che hanno la fun-
zione di permettere al computer la comu-
nicazione con l’esterno. Nel momento in
cui il processore ha disponibile una quan-
tità di dati adatta a soddisfare le richieste
che noi gli abbiamo inviato (‘colora qui’,
‘fammi sentire quel suono’, ‘manda in stam-
pa quel documento’, ecc.) passa i suoi dati
numerici a noi incomprensibili ad una di
queste schede, attraverso una serie di tra-
duttori (driver e controller) che non citia-
mo per brevità, la quale si occupa di tra-
sformarli in qualcosa di umanamente intel-
ligibile: suoni, stampe, immagini o altro.
Molte di tali schede sono rimovibili, dan-
doci la possibilità di scegliere, tra le varie tali colori possono essere visualizzati. Mol- Una scheda video dell’ultima generazione.
possibilità offerte dal mercato, quella che to spesso avviene che, al fine di permette- In questo caso si nota il dissipatore di calo-
più ci si addice, altre sono integrate nella re visualizzazioni a risoluzioni estrema- re posto sulla superficie della scheda, al fi-
scheda che ‘sorregge’ il processore, la me- mente elevate, alcuni produttori diano la ne di mitigare la temperatura derivante dal
moria e le schede stesse: la scheda madre o possibilità di lavorare con meno colori, uti- potente processore montato sulla scheda stes-
motherboard. lizzando il risparmio di spazio così otte- sa. Si notano inoltre le due uscite (blu) che
A noi interessano principalmente, occu- nuto al fine di gestire un più alto numero permettono la connessione contemporanea
pandoci essenzialmente di immagini, le di punti. di due monitor. Questa funzione può essere
schede video (o adattatori video), di tipo La relazione che sussiste tra colori e riso- sfruttata da alcuni software professionali al
non integrato, volendo avere la possibilità luzione si basa su quanto già descritto nel- fine di utilizzare un monitor per visualizza-
sia di scegliere quella che preferiamo, sia le puntate precedenti riguardo a profondità re l’immagine da elaborare e l’altro per gli
di sostituirla in seguito con modelli di ge- colore e risoluzione: una volta ottenuto il strumenti ed i menu utili in fase di elabora-
nerazioni successive, più potenti. La sche- numero di punti presenti sullo schermo mol- zione (!!!).
da video è identificata da alcuni parametri tiplicando i pixel orizzontali per quelli ver-
fondamentali che ne diversificano i model- ticali, basta moltiplicare il valore ottenuto
li in commercio: bit colore, risoluzione, me- per il numero di bit che stiamo utilizzando
moria e frequenza di lavoro. La memoria per visualizzare ogni colore. Nel caso di
della scheda video non è di solito aggior- una visualizzazione a 1600x1200 pixel a
nabile come quella dell’elaboratore, nel sen- 24 bit otteniamo che la memoria necessa-
so che la maggior parte dei modelli di sche- ria per visualizzare lo schermo intero equi-
de video monta dei ‘tagli’ di memoria de- vale a 1600x1200x24 bit, cioè circa 6 Me-
cisi dai costruttori e, volendo aumentare la gabyte di memoria video. Il fatto che la
quantità di memoria presente, non resta che quantità di memoria normalmente monta-
cambiare l’intera scheda video. La quantità ta delle moderne schede video sia molto
di memoria video condiziona pesantemen- superiore a questo valore è dovuto alla con-
te il numero di colori e la risoluzione a cui siderazione che, spesso, le stesse schede
L’immagine rappresenta una scheda video nei suoi dettagli salienti. Le parti scure sulla destra sono i vari elementi di video RAM mentre i
due elementi scuri di forma quadrata rappresentano i processori propri della scheda video: molti calcoli possono in tal caso essere effet-
tuati direttamente dalla periferica alleggerendo il processore centrale da una notevole mole di lavoro. La ‘linguetta’ chiara in basso con-
siste nello zoccolo di connessione della scheda all’elaboratore, mentre il video viene allacciato al connettore presente sul bordo sinistro.
Questo schema resta simile per molte altre periferiche di vario tipo con cui possiamo corredare il nostro elaboratore. Gli alloggiamenti
presenti all’interno del PC permettono un’estrema intercambiabilità dei componenti, a fronte di sempre nuovi e più potenti prodotti hardwa-
re disponibili.

video possono gestire una parte dei calco- deo, più stabile e definita ci apparirà l’im- riche vengono tradotti per essere resi com-
li necessari alla visualizzazione delle im- magine, agevolandoci nelle lavorazioni di prensibili dal processore. È come parlare
magini, sollevando il processore da tali gra- maggiore precisione. Anche la frequenza è con uno straniero avendo tra noi e lui un
vosi incarichi soprattutto nella grafica tri- spesso legata, oltre che alla qualità co- traduttore: il traduttore è la nostra inter-
dimensionale, accelerando molto le pre- struttiva e progettuale della scheda, alla faccia verso lo straniero e viceversa. Trat-
stazioni grafiche di tutto il sistema. quantità di memoria disponibile su di es- teremo del tipo di interfaccia preferibile per
L’ultimo parametro citato, la frequenza, sa: maggiore memoria permette di inizia- le nostre periferiche nel momento in cui
viene molto spesso dimenticato, non es- re a gestire parti dell’immagine prima che cercheremo di delineare, per ogni tipo di
sendo così facilmente identificabile in ter- essa sia visualizzata, accelerando così il componente, le caratteristiche necessarie a
mini qualitativi da un utente medio. Per da- successivo alternarsi di pixel sullo scher- soddisfare al meglio i nostri scopi.
re l’illusione del movimento di oggetti sul- mo.
lo schermo (vale anche per qualsiasi com- Per ciò che riguarda il funzionamento tec- Il Bus di sistema
parsa o scomparsa di scritte sul video) il nico della scheda video basti sapere che, Siamo così giunti ad avere presenti nel-
processore non ha altro mezzo se non quel- nel momento in cui dal processore giun- l’interno dell’ipotetico personal i seguenti
lo di fare susseguire molto velocemente da- gono i dati relativi al monitor, questa si oc- componenti: processore, memorie di vario
vanti ai nostri occhi schermate leggermen- cupa di organizzarli per file e per colonne tipo, scheda video e porte di interfaccia (o
te differenti le une dalla altre, per darci ap- in base alla risoluzione a cui le è stato in- di comunicazione). Ci manca da accenna-
punto l’illusione del cambiamento: è esat- dicato di lavorare, calcolando l’esatto im- re cosa permetta la comunicazione tra tut-
tamente quello che avviene nei cartoni ani- pulso da dare ai fosfori RGB del video per te queste parti: di certo esse non hanno vo-
mati, in cui il frenetico susseguirsi dei fo- ottenere la tonalità cromatica voluta (si ve- ce, né altri sensi a noi noti che permettano
togrammi fa apparire fluido un movimen- da la puntata sul colore e sulla risoluzio- interazioni di alcun tipo. Il solo metodo che
to disegnato. Il numero di volte in un se- ne). esse hanno per scambiarsi informazioni, e
condo in cui ci viene sottoposta una nuo- Tale teoria di funzionamento è applicabile quindi dati, è di immetterli in un grosso ca-
va immagine video corrisponde al valore anche alle schede audio, con l’ovvio cam- nale comune, una sorta di tubatura, attra-
della frequenza video, misurata anch’essa bio di contesto dovuto al trattamento di da- verso la quale ogni tipo di dato viene mes-
in Hertz. La frequenza è molto importante ti sonori rispetto a quelli grafici. so a disposizione di chi ne fa richiesta. Il
per chi trascorre parecchie ore a diretto con- Esiste poi nel computer una serie di sche- canale cui accenniamo prende il nome di
tatto con un monitor (grafici digitali in pri- de chiamate di interfaccia, solitamente in- Bus di Sistema, la cui importanza è la stes-
ma linea), condizionando in modo diretto tegrate nella motherboard. Il senso di que- sa delle vie di comunicazione a cui siamo
due fenomeni. Il primo è di ordine pretta- ste è quello di fornire vari punti esterni a abituati: strade, autostrade e simili. Colle-
mente fisiologico: un’immagine non sta- cui eventuali apparecchiature possono ve- gando tutti gli elementi descritti al Bus sia-
bile (basse frequenze di refresh, ovvero di nire connesse, al fine di comunicare in qual- mo ora in grado di gestire al meglio i dati
formazione dell’immagine sullo schermo) che modo col nostro PC, apparecchiature relativi alle nostre immagini.
causa l’affaticamento dei nostri occhi che, che vengono definite periferiche. Vedremo quindi come immettere le imma-
anche se a livello inconscio, percepiscono Quando colleghiamo una stampante o uno gini nel computer e come ottenerne delle
il non troppo rapido susseguirsi delle im- scanner al personal sfruttiamo le porte di copie subito dopo avere spiegato, il pros-
magini sul video come uno stress non in- interfaccia Parallela o SCSI, così come la simo mese, cosa intendiamo con i termini
differente (l’immagine è tremolante). Il se- tastiera o il mouse possono utilizzare le por- di input, output e bit.
condo riguarda invece la qualità con cui te USB o Seriale.
possiamo osservare i dettagli più fini di Il significato di queste definizioni viene dal Eugenio G. Tursi
un’immagine: maggiore è la frequenza vi- modo in cui i dati provenienti dalle perife- (5-Continua)
SCUOLA D I DIGITALE

COME FUNZIONA
UNA FOTOCAMERA
DIGITALE
Iniziamo questo mese un
corso di fotografia digitale.
Vediamo insieme i
vantaggi e gli svantaggi
e poi passiamo ad
approfondire come e dove
nasce l’immagine digitale,
la questione della
risoluzione
e la formazione del colore.

Il processo fotografico tradizionale, ovve-


ro quello chimico, si basa sul materiale sen-
sibile che permette di fissare le informa-
zioni luminose che passano attraverso le
lenti dell’obiettivo; il materiale sensibile è
il mezzo che più condiziona la qualità del-
l’immagine fotografica.
Oggi tuttavia si rende disponibile un’alter-
nativa alla fotografia tradizionale: è la fo-
tografia digitale, ovvero la registrazione
delle immagini per mezzo di sensori elet-
Confronto tra il “percorso” dell’immagine chimica e quello dell’immagine digitale.
tronici, sostitutivi della pellicola chimica.
La sua storia si è sviluppata rapidamente,
ricordiamone le tappe più importanti. dizionali: era infatti possibile variare la lu- zione per quei tempi!). Niente colore e nes-
Molto prima che vedessero la luce le foto- minosità ed il contrasto di un’immagine ac- suna possibilità di estendere o personaliz-
camere, la fotografia digitale è nata in quel- quisita da scanner, così come era possibi- zare la tavolozza. Gli utenti, in modo par-
la che può essere definita la “camera oscu- le ruotarla, ritagliarla, modificarne i livel- ticolare quelli di tipo professionale, si ac-
ra digitale”. Adobe Photoshop e Letraset li di grigio ed effettuarvi quelle correzioni corsero ben presto che tutto ciò era un po’
ColorStudio furono presentati nel 1989, an- che oggi sono banali, ma che all’epoca ra- troppo limitante, anche per quei tempi, vi-
che se prima di essi vide la luce Digital sentavano l’incredibile. sto soprattutto che il livello qualitativo ri-
Darkroom della Silicon Beach Software, Purtroppo il limite strutturale di questo pro- chiesto da un qualsiasi committente pro-
uno dei primi software che oggi defini- gramma era proprio il già accennato “li- fessionale era ben altro.
remmo di fotoritocco digitale. Tramite que- vello di grigio”: esso operava cioè con una In poche parole, era comunque preferibile
st’ultimo pacchetto software, era possibi- profondità di colore di soli 8 bit in scala di la qualità ottenibile nella camera oscura tra-
le effettuare una serie di operazioni che fi- grigio, il che vuole dire che poteva gestire dizionale, che ripagava ampiamente la mag-
no ad allora erano riservate a coloro i qua- immagini rappresentate tramite solo 256 giore attesa necessaria rispetto alla gene-
li si adoperavano nelle camere oscure tra- tonalità di grigio (pur sempre una rivolu- razione di un’immagine digitale. Il merca-
to professionale attendeva qualcosa di nuo- fotocamere digitali consentono di elimina- gitale non si può raggiungere la qualità del-
vo. re già in ripresa gli scatti più infelici, ri- le pellicole chimiche, il problema è che ta-
Questo si verificò con l’avvento del Mac sparmiandoci brutte sorprese all’atto dello le qualità in versione elettronica ha un co-
di Apple a 24 bit di profondità colore e dei sviluppo del negativo. Eliminare subito le sto superiore rispetto all’emulsione chimi-
software Adobe Photoshop e ColorStudio foto sbagliate ci consente anche di rispar- ca.
di Letraset, che erano ormai in grado di miare preziosa memoria; al posto del con- Vi è poi il problema della minore prontez-
sfruttare le potenzialità cromatiche del nuo- sueto rullino fotografico infatti si utilizza- za di risposta della fotocamera digitale e
vo hardware; il mercato aveva così spia- no schede di memoria che, sebbene più ca- che la velocità di scatto in sequenza rapi-
nato la strada a quella che sarebbe poi di- re, si ripagano con il fatto che sono riuti- da, soprattutto nel caso degli apparecchi
venuta la vera rivoluzione digitale, anche lizzabili per altri scatti una volta che si è più economici, è certamente inferiore; que-
se questa sarebbe stata per un certo tempo riversato il loro contenuto sul disco del com- sto dipende dal fatto che le fotografie da
ancora alla portata dei soli professionisti, puter. salvare vanno compresse prima di essere
dato l’alto costo dell’hardware e del softwa- È importante sottolineare un concetto che archiviate e la compressione richiede tem-
re. accomuna tutte le categorie di dati digita- po.
Alcune fotocamere digitali erano già state li: il digitale non si deteriora con il tempo, Inutile sottolineare però che tanto il fatto-
proposte a quel tempo ma, dato l’alto prez- il digitale resta uguale a se stesso ed alle re economico, che quello tecnico, sono de-
zo (è cosa normale nei primi tempi delle sue copie, per sempre. stinati a scomparire tanto prima quanto più
nuove tecnologie), si dovette attendere fi- Questo aspetto è tanto più importante quan- rapida sarà la diffusione della tecnologia
no al 1994 perché una della prime mac- to più alto è il valore che diamo alle nostre fotografica digitale: così insegna la cultu-
chine digitali a basso costo aprisse le por- immagini: per rendersene conto basta pen- ra informatica.
te della fotografia digitale ad una fascia di sare alla variazioni cromatiche che subi-
utenti di medio livello, permettendo al con- scono le nostre stampe a colori nell’arco di Il computer come
tempo di ottenere una qualità di immagine un paio di decenni, senza contare i rischi strumento fotografico
che avesse una qualche applicazione pra- di graffi, lacerazioni e smarrimenti. Il computer, corredato da appositi pro-
tica. Questa fotocamera è stata la Apple Per quanto riguarda i costi, una volta am- grammi di fotoritocco e di gestione delle
QuickTake 100. mortizzata la spesa iniziale per l’acquisto immagini, ci permette di incorporare le no-
Nel frattempo, ed anzi qualche anno pri- dell’attrezzatura digitale, le successive spe- stre fotografie in ogni tipo di documento,
ma, anche il cinema si era accorto dell’in- se non sono altro che una ordinaria manu- cartaceo o virtuale che sia, quasi istanta-
calzare della tecnologia digitale: molte te- tenzione periodica delle nostre nuove ri- neamente. Infatti il maggiore vantaggio che
lecamere iniziarono così a montare un du- sorse elettroniche. una fotocamera digitale ha nei confronti di
plice sistema di ripresa, convenzionale e una convenzionale è proprio il fatto che il
digitale allo stesso tempo, sfruttando un Gli svantaggi tempo che può intercorrere tra lo scatto e
meccanismo di sdoppiamento del fascio di Come è logico aspettarsi, vi sono anche l’inserimento dell’immagine appena ripre-
luce in entrata per dirigere le immagini sul- svantaggi nel passaggio al mezzo digitale. sa nel nostro computer si può ridurre ad
l’uno o sull’altro dispositivo di registra- Fra questi non è trascurabile il fatto che, a una manciata di minuti se non meno, al ter-
zione. parità di prestazioni, le attrezzature per il mine dei quali saremo già pronti a modifi-
digitale hanno ancora un costo superiore ai care, personalizzare o spedire la nostra fo-
I vantaggi materiali tradizionali. Basti pensare che un to nelle modalità che più ci aggradano.
Vediamo ora i principali vantaggi che of- dorso digitale per il medio formato può co- La finezza delle correzioni e delle modifi-
frono le fotocamere digitali: l’immagine è stare svariate decine di milioni, per arriva- che che ci si presentano sono dovute in par-
disponibile subito senza bisogno di svi- re al piccolo formato equiparabile al 35mm ticolare modo al fatto che software come
luppare la pellicola e chi vuole elaborare per cui dobbiamo calcolare dei costi nel- Photoshop lavorano in modalità bitmap,
le proprie immagini può utilizzare il per- l’ordine di due milioni. ovvero ci danno la possibilità di interveni-
sonal computer affiancato da una stampante A questi si possono aggiungere altri costi re in modo indipendente su ogni singolo
ink-jet, senza bisogno di allestire una ca- che, sebbene marginali rispetto a quelli per punto (o pixel) dell’immagine, così come
mera oscura convenzionale. un’attrezzatura digitale completa, vanno di sovvertirne interamente i parametri ge-
Anche coloro che amano mostrare le pro- tuttavia considerati; la fotocamera digitale nerali di visualizzazione. Il fotoritocco è in
prie diapositive agli amici troveranno più ha un maggior consumo di energia e quin- tal modo molto semplice e rapido, anche
comodo collegare l’apparecchio digitale al di ci sarà una maggiore spesa in termini i per la possibilità di salvare le modifiche
televisore piuttosto che girare col proietto- batterie. parziali apportate, magari in momenti di-
re, un po’ quello che si fa con la videoca- Quando si inizia a fotografare con una fo- versi, ad una stessa foto, nonché per la fa-
mera. tocamera digitale ci si rende presto conto coltà che abbiamo di ritornare indietro di
Un’altra considerazione riguarda lo svi- delle dimensioni dei file immagine e si sen- alcuni passi di lavorazione (o sperimenta-
luppo delle tecnologie di telecomunica- te presto la necessità di acquistare un’ulte- zione) tramite la funzionalità di Undo (let-
zione, di cui Internet e i telefoni cellulari riore unità di memoria o, in alternativa, un teralmente “disfa”, ovvero “torna indie-
sono un esempio. Disporre subito di un’im- computer portatile su cui scaricare le im- tro”), onnipresente in qualunque software
magine su file rende più istintivo e imme- magini appena scattate. In un caso o nel- moderno, senza essere costretti a buttare
diato l’invio di tale foto attraverso questi l’altro, andrà allora aggiunta la spesa per chili di carta e chimici. Ogni prova o test
nuovi strumenti di comunicazione. l’acquisto della memoria aggiuntiva o per che possiamo fare su un’immagine all’in-
L’immagine su file apre poi la via a tante l’acquisto del computer portatile se ne fos- terno di un computer ha il solo costo del
applicazioni originali: dall’inserimento in simo sprovvisti. tempo che abbiamo impiegato nel realiz-
un documento di testo, alla creazione di In termini di prestazioni una considerazio- zarla. In un certo senso, la possibilità di
cartoline o calendari, alla stampa di im- ne importante riguarda la qualità ottenibi- manipolare così profondamente una foto-
magini su magliette. le utilizzando una fotocamera digitale; non grafia tramite gli interventi digitali, fa sì
Non dobbiamo inoltre dimenticare che le è corretto affermare che con un sensore di- che il momento della creazione fotografi-
La luce, incidendo su ogni elemento del
CCD, crea una carica elettrica proporzio-
nale alla sua intensità. Questa carica elet-
trica, analogica, viene fatta pervenire a un
convertitore analogico-digitale per la con-
versione in dati digitali.

ca si sposti dalla fase della ripresa al ter-


mine del processo.
Un forte impulso allo sviluppo dell’ac-
coppiata fotocamera digitale-personal
computer, è derivata anche dalla neces-
sità di avere a disposizione materiale fo-
tografico in breve tempo e nel formato più
adatto ad essere gestito e “spostato”; ba-
sti pensare alle autostrade dell’informa-
zione digitale: internet, posta elettronica
e simili.
È palese che l’esigenza di una grande ra-
CCD Lineare CCD a matrice pidità nella gestione dell’informazione
È illustrata solo una riga di un Vengono mostrate tre colonne senta come un collo di bottiglia i limiti del
CCD Trilineare. All’inizio di di elementi fotosensibili di una tradizionale processo della fotografia chi-
un’esposizione, tutti gli elementi matrice monocromatica del mica. Questo è stato uno dei motori che
sensibili alla luce vengono ri- CCD. (1) più hanno spinto l’evoluzione della foto-
pristinati per scaricarli. La ca- Dopo l’esposizione, tutte le ca- grafia digitale: l’esigenza di un accesso
rica indotta dalla luce si rico- riche vengono trasferite con- più diretto all’immagine, di un accesso di-
struisce quindi durante il tem- temporaneamente nei registri gitale all’informazione, ed oggi la tecno-
po di integrazione, dopo il qua- adiacenti con spostamenti ver- logia ce lo permette.
le viene spostata nei vicini re- ticali. (2)
gistri di trasferimento. Queste colonne di cariche so- Come funziona la
Queste operazioni vengono no abbassate sui registri con fotocamera digitale
compiute dagli elementi del spostamenti verticali per tra- La più grande differenza tra una fotoca-
CCD insensibili alla luce. Le sferire un’unica carica nel re- mera digitale ed una chimica, e forse la
cariche vengono spostate nei gistro con spostamento oriz- sola in fondo degna di nota, è l’assenza
registri e vengono lette o mi- zontale. (3) nella prima della pellicola che, al contra-
surate non appena lasciano la Tutte le cariche del registro oriz- rio nella seconda, costituisce l’elemento
fine. L’uso di due registri di spo- zontale vengono quindi sposta- sensibile. Ma qualche cosa di sensibile ci
stamento velocizza questo pro- te alla fine per essere lette pri- deve pur essere per trattenere un’imma-
cesso. L’esposizione comples- ma che la singola carica suc- gine; questo è un componente elettroni-
siva e il tempo di lettura per le cessiva venga trasferita dai re- co, specializzato nel raccogliere e con-
tre linee RGB di elementi foto- gistri verticali. In questo modo, durre una parte dell’energia elettrica che
sensibili in un CCD lineare è tutte le cariche vengono lette si- lo raggiunge: il suo nome è CCD, acro-
conosciuto come tempo per li- stematicamente fuori dalla ma- nimo di ‘Charge Coupled Device’.
nea. trice. Esso è costituito da migliaia o milioni di
elementi fotosensibili, che reagiscono in
un qualche modo quando vengono colpi-
ti dalla luce: in genere questi minuscoli
elementi sono disposti ordinatamente a
formare una griglia di forma più o meno
rettangolare. La luce che passa attraverso
le lenti dell’obiettivo della fotocamera di-
gitale raggiunge il CCD che converte la
luce in cariche elettriche, la cui potenza
varia a seconda dell’intensità della luce
che è giunta al sensore. Sotto questo aspet-
to esso assomiglia molto ad una pellico-
la tradizionale: gli elementi fotosensibili
di silicio, propri del CCD, si sostituisco-
no agli alogenuri d’argento della pellico-
la. La grossa differenza tra le due tecnolo- lizzo di tali apparecchi con il lampo del no- re un verde, allo stesso modo il nostro si-
gie sta però nel fatto che gli elementi sen- stro flash, troppo breve se paragonato alle stema visivo opera delle operazioni di som-
sibili del CCD hanno la possibilità di ri- lunghe esposizioni necessarie al CCD li- ma o sottrazione per ricomporre i segnali
tornare nello stato di “non eccitazione”, gli neare per registrare l’intera immagine. cromatici che giungono sulla retina del-
alogenuri possono invece essere “brucia- Le fotocamere dotate di griglia di elemen- l’occhio. È possibile sperimentare altre si-
ti” una volta soltanto. ti sensibili, altrimenti dette a matrice di mili operazioni con due tipi fondamentali
Nel momento in cui viene premuto il pul- pixel, possiedono viceversa la caratteristi- di sintesi cromatiche: quella additiva e quel-
sante di scatto, il CCD trasmette le cariche ca di fare corrispondere ad ogni elemento la sottrattiva.
presenti su ognuno degli elementi sensibi- del CCD un punto dell’immagine: in tal La prima utilizza come colori primari ros-
li che lo costituiscono ad un convertitore modo tutta l’immagine è contemporanea- so, blu e verde che, se sommati tra di loro
analogico-digitale, che trasforma tali se- mente presente sul sensore e, nel momen- in diverse percentuali, permettono di otte-
gnali in dati digitali e li “spedisce” ad una to in cui decidiamo di premere il pulsante nere tutti i colori (il nero è dato dall’assenza
memoria RAM (acronimo di Random Ac- di scatto, l’intera fotografia viene salvata dei 3 colori primari, il bianco dall’insieme
cess Memory), da cui possono essere pre- in memoria nella medesima frazione di se- al 100% degli stessi colori).
levati per la visione sul display dell’appa- condo. Va da sé che quanto più numerosi La seconda, invece, utilizza come primari
recchio digitale, oppure per essere salvati saranno i pixel della griglia, tanto maggio- i colori ciano, magenta e giallo i quali, se
su scheda di memoria. re sarà la risoluzione dell’immagine digi- sottratti a poco a poco dalla luce bianca (per
Le categorie di CCD adatti al nostro sco- tale ottenuta, con la conseguenza che sarà esempio tramite dei filtri), consentono di
po, fotografico, sono due: quella dei CCD necessaria una maggiore quantità di me- giungere al colore nero di massima sottra-
lineari e quella dei sensori a griglia di pun- moria per il salvataggio e la gestione del- zione cromatica.
ti (detti a matrice). la foto. Per registrare i colori il CCD usa un siste-
I CCD lineari si trovano nelle fotocame- Nelle fotocamere di fascia bassa la risolu- ma di filtri, con sintesi additiva. In fondo
re da studio di grande formato ad alta ri- zione è inferiore a un milione di pixel; se anche le pellicole tradizionali usano un si-
soluzione e sono caratterizzati dal fatto che non si hanno particolari esigenze di qua- stema analogo, in quanto i diversi strati so-
il sensore cattura l’immagine una riga per lità, una modesta risoluzione consente di no sensibili a diversi colori.
volta, scorrendola, esattamente come fa uno risparmiare spazio di memorizzazione e fa- Nelle pellicole gli stati sono semitraspa-
scanner da tavolo, in un determinato sen- cilita la gestione delle immagini. renti, per cui ogni punto è esposto con-
so. Questo tipo di approccio è evidente- temporaneamente a filtraggi diversi; nei
mente lento, soprattutto se pensiamo di ri- Il colore sintetico CCD questo non è purtroppo possibile vi-
prendere una qualsivoglia scena in cui com- Finora abbiamo parlato della cattura del- sto che ogni pixel è, in un medesimo istan-
paiano soggetti in movimento: è come ten- l’immagine e della risoluzione; tuttavia il te, sensibile ad un solo colore. Il colore può
tare di fare una fotografia ad un’auto da CCD, di per sé, non è in grado di distin- essere allora generato da tre esposizioni
corsa con un tempo di otturazione di 10 se- guere i colori. successive della stessa scena, con un con-
condi. È anche ovvio che il tipo di luce pre- Per capire come sia possibile generare elet- seguente allungamento dei tempi di posa,
sente durante la ripresa con una fotocame- tronicamente il colore, occorre fare una pic- al termine della quale i tre segnali posso-
ra basata su un CCD lineare deve essere cola digressione nel campo della colori- no essere elettronicamente ricomposti per
obbligatoriamente di tipo continuo, ed estre- metria. Come quando misceliamo due co- generare l’immagine finale. La relativa
mamente stabile, precludendo così l’uti- lori ad olio di tinta blu e gialla per ottene- semplicità di questo procedimento si paga

Sistema additivo

Sistema sottrattivo

Il CCD appare rivestito di filtri RGB, alternati: si può vedere come i filtri verdi siano in nu-
mero doppio rispetto a quelli rossi e blu. Il disegno sulla sinistra mostra la generazione di
una carica elettrica per effetto della luce.
però con dei tempi di elaborazione troppo lunghi. Se
poi si usa un sensore CCD lineare, otteniamo dei
tempi di risposta inaccettabili.
Per abbreviare i tempi, se il CCD lineare è irrinun-
ciabile si può prendere in considerazione il CCD tri-
lineare, nel quale sono affiancate, nello stesso CCD,
tre linee di elementi fotosensibili, ognuna filtrata con
uno dei tre colori primari. Questo sistema permette di
ottenere, con una singola “passata”, tutte e tre le im-
magini che genereranno quella finale. Questo siste-
ma è usato nei dorsi digitali per macchine professio-
nali.
Le fotocamere con sensore a matrice di pixel si av-
valgono di un sistema simile, ma diverso per realiz-
zazione: le possibilità di gestire il colore, in questi ap-
parecchi, sono due. Nel primo caso gli elementi fil-
tranti sono incorporati nel CCD, con pixel vicini do-
tati di filtratura diversa, la cui disposizione può assu-
mere un andamento variabile da sensore a sensore. Il
processore presente nella fotocamera calcolerà una
media pesata del corretto valore di tutti i pixel del-
l’immagine, anche di quelli che, essendo filtrati con
un colore diverso, non sono presenti nell’immagine
considerata. In tale modo è come se si perdessero, per
ogni pixel filtrato con un colore primario, due punti
che sono stati utilizzati per gli altri due primari: sta al
processore non farci percepire questa assenza di infor-
mazioni. Viene persa un po’ di nitidezza, soprattutto
nei bordi più netti, proprio per la ricostruzione me-
diata dell’immagine. Per esempio un bordo nero su
fondo bianco ci apparirà velato di grigio, anche se in
modo appena percettibile, dato che molto probabil-
mente, in quella zona, il processore della fotocamera
farà una media fra il bianco dello sfondo ed il nero
del bordo. La perdita di informazioni è compensata
dal vantaggio che l’esposizione è istantanea e non sof-
fre dei tempi di attesa propri del CCD lineare; infatti
il processore è molto veloce ad applicare le funzioni
matematiche necessarie a ricostruire l’informazione
perduta. L’altro modo di ottenere delle immagini a co-
lori nelle fotocamere digitali con sensore a matrice è
quello di utilizzare un prisma che dirige, scompo-
nendolo nei tre colori primari, il raggio di luce che en-
tra nell’obiettivo verso tre CCD a matrice separati,
ognuno adibito a raccogliere i dati di uno dei tre co-
lori primari. La singola immagine risultante, ricom-
binata anche in questo caso dal processore interno al-
la fotocamera, avrà in tale modo la stessa risoluzione
di uno dei tre CCD, con una notevole fedeltà nella ri-
produzione dei colori ed una grande nitidezza, non es-
sendo in questo caso necessario mediare i dati colore
per recuperare quelli che, nell’ipotesi precedente, era-
no andati persi. Lo scotto da pagare in questo caso è
quello di dovere gestire una mole di dati decisamen-
te più pesante, affaticando così il processore, che do-
vrà essere in una certa misura più complesso, ed in-
tasando la memoria temporanea della macchina, che
necessiterà di un aumento della capacità: per questo
motivo tali apparecchiature si trovano prevalentemente
affiancate al personal computer negli studi fotografi-
ci, dato anche l’aumento dei costi dovuto alla com-
Le illustrazioni dell’ articolo sono tratte dalla collana dei libri plicazione dello schema progettuale e dell’architettu-
Agfa,in vendita presso Fotolibreria ra interna della fotocamera.
Eugenio G. Tursi
(1-Continua)
SCUOLA DIGITALE

COME NASCE IL
COLORE NEGLI
STRUMENTI DIGITALI
Capire come si generano i colori è utile per intervenire sull’immagine.
Vediamo quindi i diversi spazi di colore, in particolare HSB, RGB, CMYK.

La disomogeneità del magenta (rosso


e blu) dell’originale viene rimossa met- La maglietta della persona che suona il sassofono nella fotografia
tendo punti bianchi, neri e grigi in zo- originale era viola. La maggior parte del magenta è stata eliminata
ne dove il magenta è predominante. e il cyan è stato alleggerito per simulare il blu denim.
ROSSO VERDE BLU
Le curve caratteristiche mostrano co-
me il rosso e il blu vengono allegge-
riti rispetto al verde.
L’uso del colore nell’elaborazione delle im-
magini è divertente oltre che semplice, vi-
sto che tutti i programmi di fotoritocco per
personal computer offrono una miriade di
strumenti tramite i quali intervenire in mo-
do più o meno pesante sugli attributi cro-
matici della nostra immagine. Talvolta l’u-
tilizzo di tali strumenti può addirittura mi-
gliorare o ‘salvare’ alcune immagini che sa-
rebbero altrimenti da scartare: entro certi
limiti si può infatti recuperare qualche mez-
zo stop di sovra o sottoesposizione ‘sfug-
giti’ in sede di ripresa, così come è possi-
bile ‘aggiustare’ un’illuminazione troppo
calda o troppo fredda anche dopo lo scat-
to.
È indubbio che l’uso del colore abbia del-
le forti valenze psicologiche nelle imma-
gini che osserviamo, facendo talvolta la dif-
ferenza tra un’immagine gradevole ed una
appena passabile. E’ quindi utile imparare
È stato aggiunto magenta alla chitarra per farla sembrare più arancione, mentre nelle magliet-
a conoscere i limiti ed i modi di gestione
te rosse delle persone della fila posteriore il giallo il giallo è stato eliminato e il magenta è sta- nel mezzo digitale, che è così profonda-
to aumentato. mente diverso da quello chimico, nella ge-
nesi e nel trattamento dei dati relativi ad es-
so.
Allo stesso modo è fondamentale com-
prendere come, malgrado tutte le questio-
ni di gusto personale, vi siano situazioni in
cui il colore deve rispettare certi canoni (sia
estetici che tecnici) e, a tale scopo, deve po-
ter essere sapientemente controllato da chi
vi interviene.

HSB
Vediamo come sia possibile iniziare a da-
re una definizione più o meno standard dei
colori che ci si presentano; in altre parole
cerchiamo un metodo che ci permetta, par-
lando con un ipotetico straniero, di spie-
gargli a quale colore ci riferiamo senza ri-
schiare di dire giallo e fargli intendere blu.
La definizione più comprensibile che sia
possibile dare di un colore si avvale della
codifica HSB, che è la medesima utilizza-
ta in molti programmi di fotoritocco digi-
tale, nonché in taluni ambiti della colori-
metria. HSB è l’acronimo di Hue, Satura-
tion e Brillance, termini che identificano ri-
spettivamente la tinta, la saturazione e la
luminosità del colore cui ci riferiamo.
È esperienza comune il riferirci ad un co-
lore osservato con termini quali ‘rosso chia-
ro’ piuttosto che ‘verde scuro’. Un po’ me-
no frequente, ma comunque perfettamente
comprensibile, è l’attributo ‘saturo’ riferi-
to ad una tonalità cromatica.
La tinta (Hue) viene generalmente espres-
sa in gradi, da 0° a 360°, riferendosi alla di-
stribuzione dei colori sulla ruota cromati-
ca, dove compaiono tutte le tinte generate
dalla sintesi dei colori primari magenta, cia-
no e giallo oppure rosso, verde e blu. Va
chiarito che questa duplice possibilità di in-
tendere un colore come generato dalla sin- Queste palette sono state create pren-
tesi di due diverse terne ha origine dalla dendo varie sezioni o strati dallo spa-
zio cromatico. Nella maggior parte
possibilità di descrivere i colori attraverso delle palette, il colore può essere se-
la sintesi additiva (RGB ovvero rosso, ver- lezionato facendo clic su un punto
de e blu) o sottrattiva (CMY ovvero ciano, nello strumento per la selezione del
magenta e giallo). colore o specificato numericamente
La saturazione di un colore indica, trami- digitando i valori dei relativi com-
te valori percentuali da 0% a 100%, l’am- ponenti primari (RGB o CMYK).
montare della tinta di base rispetto al bian-
co. È ovvio che tutti i colori a saturazione Sotto: le frecce indicano la varia-
0% saranno dei grigi, comprendenti tra di zione di colore in base alla regola-
essi gli estremi del bianco e del nero. zione di tonalità (Hue), saturazione
e illuminazione (Brillance).
L’ultimo parametro, la luminosità o Bril-
lance, identifica appunto l’apparente bril-
lantezza del colore, da 0% a 100%, dove Tonalità Saturazione Luminosità
0% corrisponde al nero e 100% al bianco.
Abbiamo dunque trovato un metodo per ri-
durre un colore ad una terna di valori: lo
stesso avviene in una fotocamera digitale
o in un computer, sebbene con terne diffe-
renti, più adatte ad una rappresentazione
oggettiva e digitale delle immagini. Più
avanti vedremo esattamente come. Va con-
siderato il fatto che, potendo disporre di una
codifica numerica dei colori presenti nel-
L’aspetto di un ‘omino’ rappresentato su una griglia di 4x4 quadretti è
molto più approssimativo rispetto a quello dello stesso soggetto dise-
gnato utilizzando una base di 300x300 punti.

Qui le giunzioni tra le tonalità si possono vedere. Il termine quantizza-


zione viene spesso usato per ‘criticare’ la qualità, implicando passaggi
digitali eccessivamente grandi che causano la posterizzazione.
L’esposizione di un elemento del CCD alla luce produce un aumento cor-
rispondente della carica elettrica all’interno dell’elemento. Il numero di
livelli generati dal convertitore A/D dipende dalla sua struttura. Un con-
vertitore a 3 bit limita l’intero gamut a 8 livelli di grigio, come mostra-
to.
La successione delle tre immagini indica il decadimento prestazionale
dalla realtà, alla scansione, alla foto digitale.

l’immagine, scopriamo di avere a disposi- parte sensibile, e che saranno tanto più vi- permette un’analisi statica di un dettaglio
zione uno strumento che, nella gestione dei sibili quanto più andremo ad ingrandire il o di una sfumatura di colore, impedendo in
numeri, se la cava veramente bene: il per- negativo originale. Se ora andiamo a scan- tal modo di notare delle grosse anomalie
sonal computer. È questo un alleato della sionare il nostro originale potremo notare nel flusso di fotogrammi.
nostra fotocamera digitale, così come la ca- che, sempre proporzionalmente alla qua- Il motivo di questo decadimento presta-
mera oscura lo era, e lo è ancora, delle fo- lità dei materiali e degli strumenti che ab- zionale è dovuto al fatto che gli apparec-
tocamere tradizionali. biamo utilizzato, la qualità finale della fo- chi digitali (scanner o fotocamere che sia-
to ottenuta avrà subito una certa riduzione. no) hanno la necessità di trasformare i da-
Dall’analogico al digitale Questo vale sia per ciò che riguarda la de- ti colore e grafici in numeri per poterli ge-
Dobbiamo ora capire quali possano essere finizione dei dettagli più piccoli, sia per ciò stire ed è quindi necessario approssimare
le differenze nel trattamento dei dati colo- che concerne le transizioni di colore ed il gli infiniti punti dello spazio e le infinite
re in digitale rispetto alla tradizionale pro- colore stesso. I passaggi da un colore al- sfumature di colore della realtà ad un qual-
cedura chimica. l’altro potrebbero risultare meno fluidi, i che numero intero gestibile dal calcolato-
Quando riprendiamo un’immagine con una colori più smorti o comunque diversi e la re. Molto tecnicamente i processi che per-
buona fotocamera, dotata di buone ottiche definizione dei particolari potrebbe risen- mettono questa approssimazione vengono
ed equipaggiata con una pellicola chimica tirne in modo drastico. detti campionatura e quantizzazione.
di qualità, possiamo asserire che i colori ri- Questo effetto può anche verificarsi quan-
prodotti dalla nostra fotografia saranno, po- do andiamo ad effettuare una ripresa con La campionatura
tenzialmente, tanti quanti l’occhio umano una fotocamera o una videocamera digita- Si può facilmente intuire come, avendo a
ne può percepire. In base alla pellicola che li. Va notato però che nel caso si parli di vi- disposizione una grande quantità di nume-
utilizziamo, a seconda della sua qualità e deocamera, la diminuzione della qualità ge- ri per definire i dettagli o i colori di una
sensibilità, potremo inoltre notare o meno nerale è in genere ‘nascosta’ dal continuo scena, essa non potrà che risultare più rea-
i granuli di argento che ne costituiscono la movimento delle immagini video, che non listica, essendo sempre meno visibile lo
Maggiore è il numero di bit
usati e maggiore è il nu-
mero di colori diversi che
possono essere memoriz-
zati dal computer.

Un pixel descritto da un so-


lo bit può essere uno solo
tra due colori, nero o bian-
co. Man mano che si ag-
giungono bit, il numero di
colori che possono essere
descritti aumenta in modo
esponenziale.

Una profondità di 2 bit ag-


giunge due tonalità al ne-
ro e al bianco, per un to-
tale di 4 livelli.

‘stacco’ presente tra un colore ed un altro ai termini bit e pixel ed è forse il caso di numeri composti da due cifre binarie) per
o tra un punto e l’altro. Le immagini digi- chiarire finalmente questi concetti. descrivere il colore di un pixel, dobbiamo
tali generate da fotocamere, scanner e vi- Il computer, e quindi anche le fotocamere vedere quante possibili combinazioni di ze-
deocamere vengono descritte qualitativa- digitali, ‘pensa’ in termini di bit (binary di- ri e di uni si possono ottenere utilizzando
mente in termini di risoluzione e profon- gits), cioè di cifre binarie 0 e 1. Tutti i da- questi due bit: esse sono 00, 01, 10 e 11
dità di bit colore, altrimenti detta profon- ti che un computer sa gestire, di qualsiasi cioè quattro in tutto, ovvero 2 elevato alla
dità di pixel. tipo, sono un ammasso monotono di zeri 2. È infatti la stessa cosa che facciamo con-
Si può immaginare di dover rappresentare ed uni, che all’elaboratore piacciono mol- tando, solo che noi utilizziamo le dieci ci-
un uomo su un foglio a quadretti, riem- to. Ogni bit può dunque assumere solo due fre da 0 a 9, riuscendo così a contare 100
piendo completamente ogni quadretto o la- valori: 0 oppure 1 che, a livello dell’elet- numeri con l’uso di due cifre: 10 elevato
sciandolo vuoto: se abbiamo un foglio di tronica del personal computer equivalgo- alla 2 fa infatti 100. In tal modo è possibi-
4x4 quadretti sarà difficile dare l’idea di no grossomodo a piccoli interruttori acce- le calcolare a quanti colori corrispondono
una persona, a differenza del caso in cui si o spenti. Se pensiamo allo 0 come al ne- i vari bit di rappresentazione.
avessimo a disposizione una superficie di ro e al bianco come 1, abbiamo un modo A 3 bit equivarranno dunque otto colori, a
300x300 riquadri. In questo caso la risolu- per rappresentare sullo schermo delle im- 4 bit sedici colori e a 24 bit oltre sedici mi-
zione del nostro foglio ci permetterebbe la magini composte solo di due colori: dove lioni di colori.
rappresentazione del nostro omino. l’immagine è bianca scriviamo 1 e dove è Il numero dei bit colore gestibile è molto
Allo stesso modo una scritta giallo scuro nera scriviamo 0. Diremo in questo caso spesso utilizzato come termine di qualità
su sfondo giallo limone risulta impossibi- che la nostra immagine ha una profondità per i vari dispositivi digitali, ma non va
le da tracciare avendo a disposizione una colore di un bit, poiché ogni singolo pun- scordato che dobbiamo sempre avere pre-
sola matita gialla. Un solo colore è in tal to dell’immagine può essere descritto tra- sente l’uso che vogliamo fare di tali appa-
caso una profondità di colore insufficiente mite un solo bit di valore 0 o 1 (bianco o recchi, oltre al fatto che una cosa è il nu-
per il nostro scopo. È stato fatto riferimento nero). Se vogliamo utilizzare due bit (cioè mero di colori rappresentabile e cosa ben
rie per ottenere tutte le possibili tinte ge-
IL SISTEMA ADDITTIVO nerabili dalla loro unione: il modello HSB
è quindi solo un passo in più fatto dal pro-
Nel sistema additivo gramma di fotoritocco al fine di dare al-
le luci rossa, verde e
l’utente una descrizione alternativa della
blu si sommano
creando gli altri co- tonalità voluta.
lori. La combinazio- Da quanto detto sinora si può evincere che,
ne al 100% dei tre co- se il totale dei colori che la nostra fotoca-
lori primari genera la mera è in grado di visualizzare corrispon-
luce bianca. de a 24 bit colore, ovvero oltre 16 milio-
ni di colori, dovremo dividere questi 24
bit nei tre canali principali (rosso, verde e
blu, ovvero Red, Green, Blu: RGB) otte-
nendo per ogni canale 8 bit disponibili, ov-
vero 256 tonalità di quel colore (2 eleva-
to alla 8). È questo il motivo per cui nei
software dedicati alla grafica si può mol-
to spesso trovare il controllo dei primari
espresso come indice che va da 0 a 255
per ognuno dei tre colori.
Un valore pari a 0 per un dato canale in-
dica che il colore risultante non contiene
nessuna parte di quel primario: per esem-
COLORI SULLO SCHERMO pio un viola puro avrà il valore del cana-
le verde sicuramente a 0, visto che è ge-
nerato miscelando solamente rosso e blu.
Può comunque essere interessante riflet-
tere sul fatto che, malgrado abbiamo a di-
sposizione 16 milioni di colori, saremo in
grado di ‘creare’ solo 256 tonalità di ros-
so puro (nero…rosso scuro…rosso chia-
ro…rosa…bianco), non essendo possibi-
le destinare i bit non utilizzati dagli altri
canali al solo canale di interesse.
Allo stesso modo, se decidiamo di utiliz-
zare per la nostra immagine la sola scala
dei grigi, che non corrisponde ad altro che
all’equivalente del canale Brillanza del-
l’HSB, potremo usufruire di sole 256 sfu-
mature di grigio su di un computer che la-
vora con 24 bit colore.
Quanto detto finora si riferisce al modo in
cui il computer o la fotocamera digitale
Il monitor funziona eccitando tre tipi gestiscono i dati colore. Ben diversa è la
di fosfori, in modo che questi emetta- tecnica utilizzata per racchiudere le im-
no una luce rossa, verde e blu. magini nei file che siamo abituati a vede-
re salvati sul nostro PC. Sebbene più avan-
ti verremo a contatto più specificamente
col problema del salvataggio dei dati, è be-
diversa è la fedeltà con cui lo strumento ne tramite tre valori distinti, tre coordina- ne accennare a qualche particolare.
trasporta i colori dalla realtà all’elaborato- te. Abbiamo citato lo spazio colore HSB, I formati di file che maggiormente rispet-
re. molto utilizzato nei programmi di fotori- tano la codifica RGB utilizzata dall’ela-
Anche per ciò che riguarda la risoluzione, tocco, ma meno congeniale all’elaborato- boratore sono i formati bitmap: a mappa
una corrispondenza simile può riscontrar- re rispetto ad un altro spazio: il modello di bit. Essi si basano sull’elencazione esau-
si tra il numero di bit con cui l’elaboratore RGB. Nella stragrande maggioranza dei ca- stiva delle componenti RGB di ogni sin-
è in grado di gestire i dati ed il numero di si, infatti, i personal computer immagazzi- golo punto dell’immagine. I file generati
punti (pixel) visualizzabili sullo schermo. nano i dati delle immagini come una serie da essi sono molto dettagliati, ma estre-
Quest’ultimo aspetto è però più comples- uniforme di valori che si riferiscono alla mamente ingombranti.
so ed implica ulteriori parti hardware per quantità di rosso, verde e blu presente in Una ulteriore possibilità, al fine di utiliz-
cui verrà accennato alla risoluzione in ter- ogni singolo pixel dell’immagine. Essi pen- zare meno bit per descrivere i dati colore
mini più sintetici più avanti. sano dunque ad un colore come ad una sin- di un’immagine, può essere quella di de-
tesi dei tre primari additivi, ai quali è già cidere a priori i colori che verranno mag-
Altri spazi colore stato fatto già riferimento prima giormente utilizzati nell’immagine, per
Ci torna ora utile il discorso fatto sulla pos- Le fotocamere digitali ed i monitor misce- esempio 256 colori, di memorizzare la ta-
sibilità di dare ad un colore una descrizio- lano le tre componenti cromatiche prima- bella che contiene la solita codifica a 24
Il nostro sistema visivo è molto più sensibile
agli stimoli colore di composizione giallo –
verde.

bit dei 256 colori in memoria e quindi di Sistema di numeri binari.


riferirsi a questa tabella con indici che van- I computer digitali usano milioni di interruttori
no da 0 a 255 ogni volta che ci occorrerà elettronici collegati per eseguire calcoli ed ela-
un colore di questa tavolozza virtuale. Ta- borare tutti i dati. Ciascun interruttore può esse-
re ON oppure OFF e rappresenta rispettivamen-
le metodo prende il nome di ‘color lookup te il valore di uno o zero. Per eseguire i calcoli
table’ ed il sistema che ne fa uso prende il con numero uno e zero si deve utilizzare il siste-
nome di ‘indexed color’. ma binario. Con il sistema decimale standard, ogni
Questo metodo è utilizzato dalla codifica cifra aumenta da zero a nove prima di tornare al-
delle immagini GIF, ampiamente utilizza- lo zero e di incrementare la cifra a sinistra (09 di-
ta nel web: di contro vi è, in tale caso, l’e- venta 10). Le cifre binarie, detti bit, aumentano
ventualità che, se fosse necessario inseri- solo da zero a uno prima che la cifra successiva
re nello stesso contesto più immagini di- venga incrementata. Un numero binario a 2 bit
verse, la tavolozza andrebbe decisa me- (22) ha solo quattro valori possibili: 00,01,10,11
diando le necessità delle varie immagini, (che rappresentano 0, 1, 2, e 3 in valori decima-
li). Un numero binario a 8 bit (28) fornisce 256
cosa non sempre facile da realizzarsi. Al- valori diversi.
tri metodi per il salvataggio delle imma-
gini verranno esaminati oltre. Mappe di bit e dimensioni dei file.
Attualmente la codifica delle immagini di- Dimensioni, risoluzione, profondità dei bit e tipo
gitali viene sempre più spesso eseguita tra- di colore influenzano le dimensioni del file digi-
mite l’utilizzo di 24 bit colore, se non an- tale di un’immagine e determinano lo spazio su
che di 32 bit, essendo praticamente tutti i disco necessario per memorizzarlo. Le dimensio-
monitor in grado di supportare tale profon- ni del file sono anche in stretto rapporto con il
dità colore ed essendo ormai scesi drasti- tempo di calcolo usato dal processore del com-
camente i prezzi delle schede video true- puter durante la riproduzione dell’immagine. Se
la risoluzione di un’immagine viene raddoppiata,
color, che sono in pratica uno standard nel- le dimensioni del file vengono quadruplicate, poi-
la dotazione di serie di qualsiasi elabora- ché il numero di pixel raddoppia sia in larghezza
tore sul mercato. Una nota interessante ri- che in altezza. Un file CMYK a 32 bit ha una di-
guarda il fatto che, nel caso di utilizzo di mensione 32 volte superiore a una versione al trat-
una profondità colore di 16 bit, vengono to a 1 bit della stessa immagine.
destinati dall’elaboratore 5 bit ai canali ros-
so e blu mentre al canale verde ne sono as- I file di immagini digitali possono usare da 1 a 48
segnati 6. Questo avviene poiché il nostro o più bit per memorizzare il colore per ciascun
sistema visivo è molto più sensibile agli pixel dell’immagine. Quando un file di immagini
stimoli colore di composizione giallo - ver- si basa su più di 24 bit per pixel, qualche softwa-
de che non agli altri re può sfruttare le informazioni supplementari per
determinare quali sono i colori che appaiono con
Fino a questo punto abbiamo accennato maggior frequenza e quindi usare i colori più im-
praticamente ai soli metodi RGB e HSB portanti quando avviene la riduzione a 24 bit dei
per la descrizione delle immagini. Basti dati. Una procedura similare viene completata
pensare alle stampanti ink-jet che creano quando l’immagine a colori viene visualizzata su
le sfumature utilizzando colori primari dif- un monitor che non è in grado di gestire l’intero
ferenti, ciano, magenta, giallo, con l’ag- gamut di colori del file di immagini. In questo ca-
giunta del nero. so, il monitor deve fare affidamento sul colore in-
Vi sono poi altri metodi che vengono uti- dicizzato per creare una palette personalizzata
lizzati a seconda del dispositivo di visua- usando un numero inferiore di bit per pixel.
Il disegno mostra la differente possibilità cromatica di dispositivi
I disegni di questo articolo sono tratti che operano con genesi cromatica differente.
dai manuali Agfa e disponibili in Foto-
libreria . SORGENTI DI LUCE GAMMA CROMATICA COMPONENTI

Lo spettro effettivo della luce è Lo spettro visibile e composto da


LA REALTÀ composto da milioni e milioni di molti milioni di colori, non tutti vi-
colori. sibili a occhio nudo.

Un monitor a colori è in grado I colori visualizzati sui terminali


IL MONITOR di visualizzare oltre 16 milioni dei computer sono composti da
di colori. fosfori rossi, verdi e blu che,
insieme, generano la luce bian-
ca.
lizzazione verso cui il colore definito è di-
retto. Modelli colore utilizzati, o meglio
spazi colore, sono il CIELuv, il CIELab, il
CIEXyz, HSV, HSI e l’Ac1c2 oltre agli
standard utilizzati dalla televisione PAL o
SECAM.
Il solo accennare a questo insieme di vari
modelli per la gestione del colore ci porta Molti colori creati per rifrazione del- I componenti del colore per la stam-
inevitabilmente ad una considerazione. Al la luce attraverso uno schermo non pa sono il cyan, il giallo e il ma-
LA STAMPA possono essere riprodotti combi- genta. Il nero viene aggiunto per
giorno d’oggi siamo ormai abituati a trat- nando inchiostri sulla carta. Allo accentuare le ombre e come nero
tare con una miriade di mezzi d’informa- stesso modo, molti colori CMYK o puro per caratteri e tratti.
zione. Allo stesso modo siamo assuefatti di processo non possono essere
all’idea di poter trasferire immagini, suo- mostrati nello spazio RGB.
ni o quant’altro da un sistema di informa-
zione, o media, all’altro: è quasi normale
pensare di videoregistrare un film d’ani-
mazione senza considerare che esso è na-
to su carta, dipinto magari a pennello, fo-
tografato su pellicola, scansionato, tra-
smesso via satellite, videoregistrato su na-
stro magnetico e forse riacquisito tramite
personal computer.
Ma come facciamo a sapere se, in tutti que-
sti passaggi di mezzo (e anche di spazio
colore), esso sia giunto a noi come era sta-
to pensato? Questo annoso problema del-
la corrispondenza cromatica tra i disposi-
tivi di visualizzazione riguarda anche chi
si interessa di fotografia digitale, visto che
sulle nostre scrivanie è facile che siano or-
mai presenti, oltre alla onnipresente stam-
pante ink-jet, uno scanner e forse una fo-
tocamera digitale. Sarà certo capitato a mol-
ti di riprendere una scena con la digitale e
vederla con tonalità diverse sullo schermo, In seguito affronteremo, ap-
per poi avere un’immagine naïf stampata profondendoli, i seguenti argo-
dalla ink-jet menti strettamente correlati alla
gestione del colore: risoluzione,
Eugenio G. Tursi corrispondenza cromatica e cali-
(3-Continua) brazione, gamut, formato dei file,
stampa delle immagini.
SCUOLA D I DIGITALE

CONOSCERE
LO SCANNER
Scanner piano o per pellicola? Quale risoluzione? Quale profondità di colore?
Domande a cui occorre darsi risposte precise per scegliere
lo scanner capace di soddisfare pienamente le proprie esigenze.

La varietà di modelli e di tecnologie di scansione disponibili sul mercato permettono di scegliere il modello e le prestazioni in output più adatte a
tutte le esigenze. Ancora oggi la categoria di scanner a tamburo offrono i risultati qualitativamente più elevati, anche se ad un costo riservato ai
soli professionisti.

Prima dell’avvento delle fotocamere digi- Quali tipi di scanner? originali opachi, come le stampe fotogra-
tali amatoriali, il solo modo per trasporta- Uno scanner è uno strumento capace di leg- fiche (ma anche giornali, libri, ecc.), men-
re sull’elaboratore di casa le immagini ri- gere (scansire) un’immagine presente su tre il secondo è uno scanner adatto alla scan-
prese da scene reali era quello di ‘digita- un supporto cartaceo o trasparente, per poi sione di negativi o diapositive.
lizzare’ gli scatti fotografici tradizionali tra- trasformarne le informazioni relative ai co- È nota, a chiunque si sia imbattuto nella
mite ciò che oggi conosciamo come scan- lori in dati numerici trasferibili ad un ela- necessità di scegliere una di queste perife-
ner. Molti degli strumenti nati in quel pe- boratore. Questa breve descrizione utiliz- riche, la possibilità di optare per uno scan-
riodo, forse più per la voglia di sentirsi dav- za dei termini che sono alla base dei nostri ner dalla doppia funzione, capace cioè di
vero al passo coi tempi, hanno incontrato prossimi ragionamenti: capacità di lettura, scansire sia le immagini su carta, che le tra-
precocemente il loro destino, a differenza tipo di supporto, trasformazione dei dati sparenze. Vedremo di valutare anche que-
di altri oggetti sopravvissuti e rivisitati in colore, trasferimento al computer. sta ipotesi. Parlando di scanner destinati al-
vario modo durante questi anni di inevita- Tra questi il termine che per primo dovrebbe l’utilizzo da parte di fotografi, non pren-
bile informatizzazione. Gli scanner sono balzare all’occhio è il “tipo di supporto” deremo in considerazione i ben più costo-
tra questi ultimi. Nei miei ricordi esiste an- dell’immagine che ci interessa acquisire. si e performanti scanner a tamburo, utiliz-
cora un vecchio ‘Digitizer’ proposto a ci- Nei negozi si trovano scanner di forma di- zati quasi esclusivamente nell’ambito del-
fre astronomiche che, se paragonato ad un versa, ma fondamentalmente di due tipi, le aziende grafiche. Uno scanner piano per
moderno scanner da 4000 dpi, potrebbe far piatti e larghi o alti e stretti; quale tra que- stampe fotografiche ha usualmente misu-
sorridere. Vediamo di fare il punto su cosa sti è uno scanner? Entrambi. Il primo è uno re di poco superiori alla dimensione mas-
è oggi lo scanner. scanner piano idoneo all’acquisizione di sima dell’originale che riesce ad acquisire,
spesso il comune A4. Gli scanner per origi-
nali di formato superiore hanno di solito un
prezzo ed un ingombro notevolmente mag-
giori.
Gli scanner piani presenti sul mercato vanta-
no in genere risoluzioni di scansione che van-
no dai 600 dpi fino ai 2400 dpi, con qualche
modello che arriva anche a valori superiori,
mentre quasi mai si riscontrano prestazioni in-
feriori. La capacità di lettura dei colori varia
invece dagli 8 ai 12 bit colore, almeno nei mo-
delli più diffusi. Gli scanner per sole traspa-
renze, negativi e diapositive, hanno risoluzioni
maggiori, attorno ai 2700 dpi o 3000 dpi con
punte di 4000 dpi. La capacità di lettura del
colore rimane anche qui sui 10 o 12 bit colo-
re per i modelli di buon livello, ma con una
differenza, ovvero la gamma dinamica. Gli
scanner per trasparenza hanno in genere una
maggiore capacità di discernere le tinte pre-
senti nell’originale, grazie anche alle caratte-
ristiche proprie della pellicola trasparente.
Questo parametro condiziona spesso la scel-
ta dell’originale da acquisire; è preferibile in-
fatti scansire un originale in pellicola, piutto-
sto che una copia stampata, anche se ottima-
mente. Sempre questa è una delle motivazio-
ni che dovrebbero indurci a utilizzare uno
scanner per pellicole piuttosto che uno scan-
ner piano con adattatore per trasparenze.
Un’ulteriore considerazione riguarda la profon-
dità colore. Nel caso di una scansione dichia-
rata a 10, 12 o 14 bit per colore primario RGB,
questa profondità non viene mantenuta nel
passaggio all’elaboratore, che nella maggior
parte dei casi lavora a 8 bit per ogni canale
RGB (in totale 24 bit colore). Tuttavia la su-
periore capacità di descrizione dei colori in
lettura non è inutile in quanto permette di ot-
tenere una migliore resa cromatica quando le
tinte vengono ridotte da 12 a 8 bit per canale.
Possiamo ancora citare un aspetto costruttivo
che condiziona la qualità di acquisizione a
vantaggio degli scanner per trasparenze: in
uno scanner piano l’originale da scansire vie-
ne posto su una lastra di vetro relativamente
spessa, che il fascio di luce emesso per la let-
tura dell’originale deve attraversare prima di
raggiungere il sensore di lettura.
Questo può determinare un calo della qualità
della scansione. In uno scanner per trasparenze
la lastra di vetro o non c’è, o comunque è di
spessore inferiore. Vi è poi un ulteriore van-
taggio a favore degli scanner per trasparenti;
spesso i costruttori di tali periferiche mettono

Anche se il funzionamento di uno scanner piano e


di uno a tamburo possono apparire estremamente
differenti, racchiudono entrambi una base concet-
tuale simile a quella che rimane la teoria fotogra-
fica tradizionale: una fonte di illuminazione viene
applicata ad un originale al fine di registrarne i
dati colore su un supporto, in questo caso il CCD
al posto della pellicola chimica tradizionale. Tale
funzionamento è il medesimo riscontrabile nelle
moderne fotocamere digitali.
Come avviene per i colori sullo schermo, anche Lo scanner, così come l’elaboratore, tratta le
negli scanner il numero di colori generabile di- componenti R,G e B come canali colore in sca-
pende dal numero dei bit destinati a tale rap- la di grigio, per poi ricombinarne i dati otte-
presentazione. Il convertitore A/D ha appunto nendo le tinte definitive.
in commercio, come optional, degli ‘ali- lo scopo di associare alla tensione presente sul Tanto maggiore è lo spazio in bit destinato al-
mentatori’ capaci di automatizzare le pro- sensore CCD un valore numerico, tanto più lun- la descrizione di un singolo canale (spesso 8
cedure di scansione; si possono così effet- go quanto maggiore è in numero di bit destina- bit), tanto maggiori saranno le combinazioni
tuare in serie svariate scansioni di diaposi- ti alla definizione dei signoli canali colore. ottenibili dai tre canali RGB.
tive o negativi in striscia, senza la presen-
za dell’utente. Questa possibilità è certa- La generazione dei colori dell’immagine ne ottica inferiore.
mente apprezzata da coloro che hanno spe- avviene anteponendo ai pixel del CCD i fil- Tale meccanismo è lo stesso che possiamo
rimentato quanto frustranti sono le ripeti- tri dei tre colori primari RGB, rosso, ver- osservare ogniqualvolta, in sede di ritocco,
tive procedure di scansione di molte im- de, blu; l’elettronica dello scanner assem- ingrandiamo un’immagine, volendo man-
magini. bla poi le informazioni e produce l’imma- tenere lo stesso numero di punti per polli-
gine a colori. Se dovessero sorgere dubbi ce. Il nostro personal “inventerà” dei pixel
Come funziona uno scanner sulla genesi digitale dei colori, consiglio di seguendo regole e procedimenti matema-
Vediamo in breve come tali periferiche fun- consultare l’articolo che abbiamo pubbli- tici, traendo le informazioni dai pixel rea-
zionino; non distingueremo in questo caso cato su questo argomento. li circostanti. L’interpolazione non aggiunge
tra scanner piani e scanner per trasparenti A tutti gli effetti le fotocamere digitali pos- quindi informazioni nuove e il parametro
in quanto il funzionamento di base è il me- sono essere considerate degli scanner che, da prendere in considerazione per la valu-
desimo. al posto di leggere i colori da una fotogra- tazione dello scanner è la risoluzione otti-
Alla base di ogni processo di lettura vi è la fia, li leggono direttamente dalla scena rea- ca. Parliamo allora di 600x1200 dpi: un va-
luce. Di conseguenza anche uno strumen- le. Ancora maggiori appaiono le similitu- lore abbastanza comune per gli scanner da
to come lo scanner necessiterà di una fon- dini se consideriamo i dorsi digitali per ban- tavolo per originali opachi mentre, come
te luminosa capace di illuminare il sogget- co ottico, del tipo a scansione. In tale caso già anticipato, gli scanner per trasparenza
to da riprendere. Nel caso di uno scanner viene applicato un vero e proprio scanner possono spingersi oltre.
per trasparenze la luce emessa dalla fonte al posto del consueto chassis portapellico- Per quello che riguarda questi dati di riso-
luminosa passerà attraverso la pellicola (co- la. La complessità risiede nel riunire nello luzione chiariamo che la prima cifra si ri-
me avviene in un proiettore per dia) e sarà spazio di una fotocamera tutto il comples- ferisce alla reale densità di punti di lettura
catturata da un sensore posto dal lato op- so di scanner, monitor, memoria e elettro- del sensore, mentre l’altra indica la capa-
posto. Nel caso in cui l’originale sia opa- nica di controllo, altrimenti presente sulla cità del sensore stesso di spostarsi di quel
co (una stampa), la luce non attraversa l’o- nostra scrivania sotto forma di elaborato- tanto che gli consenta di leggere una suc-
riginale, ma viene riflessa e catturata dal re. cessiva linea di punti. Infatti il sensore è
sensore posto dalla stessa parte della fon- Affidando alle immagini la spiegazione di montato su un supporto mobile mosso da
te di illuminazione. come questi elementi interagiscano in uno un motore passo-passo. Il movimento di
Semplificando il discorso, possiamo im- scanner, ci rimane da stabilire quali siano, lettura e scorrimento del sensore prende ap-
maginare la fonte luminosa come un flash in questo nuovo scenario, i parametri da punto il nome di scansione.
ed il sensore come una fotocamera. prendere in considerazione per distingue- Se si parte da un negativo 35mm, la riso-
A questo punto i dati captati dal sensore, re le prestazioni ottenibili dai diversi scan- luzione di scansione dovrà essere superio-
un CCD (Coupled Charge Device) lineare ner. Abbiamo già citato i valori di risolu- re rispetto a quella necessaria se si parte da
che scorre sull’immagine dall’inizio alla zione e profondità colore: vediamo di quan- una stampa, già ingrandita per definizione.
fine, vengono inviati ad un convertitore tificarli. Infatti, i comuni scanner per trasparenza
analogico/digitale (A/D) incaricato di tra- La risoluzione attestano la loro risoluzione su valori at-
sformare i valori relativi alla luminosità di Capita che i neo acquirenti di scanner, po- torno ai 2700 dpi per arrivare ai 4000 dpi
ogni singolo punto in valori numerici, me- co avvezzi alla tecnologia digitale, vanti- dei modelli più sofisticati.
morizzabili nella memoria dell’elaborato- no le straordinarie prestazioni del loro ac- Quindi, se per scansire una diapositiva o
re. Per la precisione il CCD trasforma l’in- quisto, assicurando una risoluzione di 9600 un negativo si usa uno scanner piano tra-
tensità luminosa di ogni punto in cariche dpi o anche oltre. Ebbene, tale risoluzione mite adattatori, la nostra pellicola verrà
elettriche proporzionali; il convertitore A/D non è certo quella ottica. Parliamo infatti scansita a risoluzioni inferiori rispetto a
trasforma poi le cariche elettriche (analo- di risoluzione interpolata, ovvero calcola- quanto possibile con uno scanner per pel-
giche) in dati digitali. ta dal computer a partire da una risoluzio- licola. Questo è un altro motivo che mi spin-
Anche per la calibrazione dello scanner, uno dei
riferimenti standard utilizzato più soventemen- Risoluzione = 90 linee/mm
te è il modello IT8. Tramite la scansione di tale
modello ed il confronto con uno identico forni-
to dal produttore su file digitale, è possibile ope-
rare una serie di correzioni che può portare, sot-
to appropriate ipotesi, alla perfetta taratura del-
lo scanner. Il maggiore problema che si presen-
Il processo di interpolazione prevede di inse- ta in tale situazione rimane quello di disporre
rire dei pixel laddove vi sia la necessità di in- di un monitor affidabile, colorimetricamente par-
grandire dei particolari senza avere la possi- lando, all’atto della verifica delle scansioni di
bilità materiale di effettuare delle letture più calibrazione.
accurate. Non avendo altri metodi se non quel-
li matematici, l’elabortore inventa le informa-
zioni mancanti in base ad una serie di calcoli La risoluzione di uno scanner viene misurata
ed algoritmi che si sono dimostrati validi a ta- tramite la scansione di un originale riportante
li scopi. Attualmente il metodo che garantisce dei segni di riferimento, costituenti quella che
la migliore qualità di risultati nella pratica di viene definita mira ottica. Quanto più uno scan-
interpolazione viene definito ‘interpolazione ner riesce a mantenere definite le sottili linee
bicubica’. Lo scotto di calcoli più complessi si presenti sulla mira, tanto più elevata sarà la risoluzione della periferica. La risoluzione di 90 li-
paga in ogni caso con tempi di elaborazione nee per millimetro riportata nell’immagine corrisponde al risultato di una prova effettuata su uno
maggiori. scanner per trasparenze capace di arrivare alla considerevole risoluzione di 4000dpi.

ge a non consigliare gli adattatori. Resta sito (10 bit x 3 canali colore RGB).
comunque vero che, per utilizzi non esa- Si è già accennato al fatto che la conver- COSA SONO DPI E
sperati, dato anche il superiore costo di uno sione a 24 bit si rende necessaria dato che GAMMA DINAMICA
scanner per trasparenti di formato superio- la gestione cromatica operata dall’elabo-
re al 35mm, la soluzione ‘scanner piano ratore, nella maggioranza dei casi, avvie- Per dpi intendiamo il numero di punti che
adattato’ può offrire discrete prestazioni a ne a tale profondità. Ricordo anche che un lo scanner riesce a ottenere da una porzio-
chi sa accontentarsi. totale di 24 bit permette la descrizione di ne di immagine della grandezza di un pol-
Anche per approfondimenti relativi alla ri- oltre 16 milioni di colori. lice (2,54cm). Per gamma dinamica inten-
soluzione non posso che rimandare all’ar- Per la gioia del nostro conto corrente tali diamo l’intervallo di tonalità, da quelle più
ticolo specifico di qualche tempo addietro, parametri, risoluzione e profondità colore, scure a quelle più chiare, che lo scanner rie-
magari col compito di fare pratica con le hanno la simpatica peculiarità di crescere sce a distinguere, prima del nero e del bian-
risoluzioni di scansione e di stampa. Scan- proporzionalmente alla qualità dei risulta- co assoluti.
sione e stampa sono infatti strettamente col- ti ottenibili e unitamente al costo dello scan-
legate: ad esempio un originale scansito ner. Vale comunque la seguente considera-
con risoluzione di 600 dpi può essere stam- zione. Ad un utente dotato di elaboratore I disfattisti più abili otterranno senza dub-
pato a 300 dpi in dimensioni doppie. dalle mediocri prestazioni non servirà cer- bio immagini migliori. Al di là degli scher-
to investire capitali in uno scanner piano di zi occorre valutare in modo complessivo
La profondità di colore risoluzione 2400x2400 dpi, dato che la scan- tutte le componenti del nostro sistema: i
Un altro parametro importante nella scel- sione di una foto 10x15cm a tale risolu- colli di bottiglia sono in agguato e sono la
ta dello scanner è il numero dei colori che zione genera un file di circa 380 MB, che maggiore fonte di spreco di risorse a cui un
lo scanner riesce a fornire in output, deno- dubito sia gestibile con un elaboratore non utente non attento può andare incontro.
minato profondità colore. Questo parame- particolarmente vivace.
tro viene espresso in bit colore. Così uno I disfattisti potrebbero considerare che “non Questioni di qualità
scanner a 10 bit impiegherà un totale di 30 basta spendere un capitale per lo scanner, Innanzitutto parliamo di calibrazione. In
bit per descrivere ogni singolo pixel scan- ma che serve anche un PC adeguato!”. un sistema perfetto l’immagine frutto del-
Il retro di un moderno scanner per trasparenze rivela le porte
di interfaccia necessarie per la connessione della periferica al-
l’elaboratore. Prima di procedere all’acquisto è bene verifica-
re l’effettiva presenza di tali interfaccie sul proprio personal, I produttori di scanner per trasparenza mettono generalmente a disposizione de-
essendo a volte costoso provvedere all’aggiornaento del site- gli utenti una serie di adattatori opzionali che permettono di effettuare indiffe-
ma con nuove schede di interfaccia, soprattutto nel caso di con- rentemente la scansione di negativi, diapositive intelaiate o rulli APS. L’effetti-
nessioni SCSI, come quelle mostrate nella foto. È anche bene va utilità di tali strumenti è accresciuta dalla possibilità, su alcuni modelli, di
non fidarsi del solo aspetto delle porte, essendo spesso simili disporre di alimentatori per diapositiva o negativi in striscia capaci di garanti-
per apparenza sebbene differenti per funzionamento. re la scansione in serie di alcune decine di immagini. Data la ripetitività delle
operazioni di scansione, tali supporti sollevano l’utente da una delle operazio-
ni più frustranti per chi si occupa spesso di elaborazione di immagini.

la scansione dovrebbe apparire sul moni- ti che questi saranno avvalorati dalla mi- sicurarsi che tale periferica rispetti lo stan-
tor identica all’originale. Questo non ac- gliore delle motivazioni, la pratica empiri- dard definito TWAIN, ormai implementa-
cade praticamente mai. ca. to dai maggiori sistemi operativi e softwa-
Almeno per due motivi. Prima di tutto il Raccomando, in ogni situazione, di ado- re di fotoritocco. Tale standard ci permet-
nostro monitor dovrebbe essere calibrato perare la massima attenzione alla pulizia terà di effettuare le operazioni di scansio-
perfettamente. In secondo luogo l’imma- degli originali (l’aria compressa va benis- ne direttamente dai programmi in cui le im-
gine che osserviamo sul monitor non può simo) prima di effettuare ogni scansione e magini dovranno poi essere gestite evitan-
che essere più luminosa e contrastata di una le operazioni di calibrazione: le funziona- do noiose operazioni di salvataggio e ria-
osservata per riflessione, come una stam- lità di rimozione automatica di sporco e pertura dei file.
pa. graffi implementate da alcuni modelli (ICE) Ricordo infine ai futuri possessori di uno
Iniziamo dunque a calibrare il monitor nel non compiono miracoli; sono efficaci, ma scanner l’importanza di poter contare su un
modo più accurato possibile, anche se que- fanno pagare il prezzo di una minore velo- software di scansione completo e stabile,
sto può portare paradossalmente il rischio cità e riducono la definizione. per non sciupare il nostro tempo e le po-
di allontanarci ancora di più dall’origina- tenzialità dell’hardware. Queste caratteri-
le. Per poter valutare i risultati l’illumina- Un’interfaccia veloce stiche sono riscontrabili in tutti i prodotti
zione ambiente deve essere corretta; tor- Attenzione anche alla scelta dell’interfac- di case serie e collaudate, anche in previ-
neremo in altra sede su questo argomento. cia. Fino ad ora quella considerata più af- sione dell’eventualità di trovare aggiorna-
Assicuriamoci che gli appropriati profili fidabile e veloce per la connessione di uno menti in rete (sito www del produttore) re-
colore dello scanner siano correttamente scanner è stata quella SCSI, per utilizzare lativi al modello di scanner che ci siamo
installati prima di effettuare la scansione, la quale occorre un’apposita scheda da in- regalati.
al fine di effettuare le minori correzioni serire all’interno dell’elaboratore, in gene-
possibili in sede di ritocco. Tale procedu- re venduta in abbinamento allo scanner (non Una scelta ponderata
ra risulta però difficile per coloro che non sempre però). Terminiamo con la raccomandazione di cer-
sono avvezzi alle calibrazioni, o comunque L’utilizzo di scanner dotati di interfaccia care, anche se ciò può risultare complesso,
sono sforniti degli strumenti adatti. parallela ha invece perso quota soprattutto fra i molti modelli e tipi di scanner dispo-
Che strada ci rimane? Quella di effettuare in virtù del fatto che le nuove porte USB nibili quello che realmente soddisfa le no-
solamente delle macro correzioni sui para- consentono velocità di trasferimento supe- stre necessità e le nostre attrezzature. È in-
metri dello scanner, utili al solo scopo di riori, maggiore semplicità di connessione fatti del tutto inutile eccedere tali requisi-
ottenere una scansione ricca di particolari, e condivisione delle periferiche. Mi sento ti, così come è del tutto vano sperare che
ovvero senza grosse bruciature e senza per- di consigliare l’acquisto di scanner dotati uno scanner ed un elaboratore dalle poten-
dita di dettaglio nelle ombre, per poi de- di interfaccia USB, almeno nel caso in cui zialità elevate riescano a trasformare dei
stinare alla fase di ritocco le maggiori cor- non si voglia entrare nel mondo delle pe- pessimi originali in buone scansioni: biso-
rezioni. A tale scopo ci saranno senza dub- riferiche SCSI, a mio parere ancora la scel- gna sempre partire del migliore originale
bio di aiuto gli strumenti del programma di ta migliore. possibile, visto che, per quanto ci sforzia-
fotoritocco, di solito più evoluti rispetto a Lascerei invece l’interfaccia parallela ai so- mo, un poco della preziosa qualità delle no-
quelli del software di scansione. li possessori di elaboratori più datati non stre immagini rimane inevitabilmente in-
Con l’esperienza derivante dalla pratica e provvisti di USB, né di scheda SCSI. trappolata all’interno dello scanner stesso.
col tempo potremo effettuare successivi ag- Diamo anche un’occhiata ai dati tecnici o
giustamenti ai parametri dello scanner, cer- alla confezione dello scanner al fine di as- Eugenio G. Tursi
SCUOLA DIGITALE

DIALOGARE CON
IL COMPUTER
Le periferiche sono le apparecchiature che permettono all’elaboratore
di acquisire le informazioni da elaborare e di presentarle
poi all’utente in un modo per lui comprensibile.

La realtà che percepiamo con i nostri occhi sot-


to forma di colori e forme, per il computer ha
l'aspetto di un'insieme 'strutturato' di dati bina-
ri 0 e 1. Sta alle periferiche di input, come le fo-
tocamere e gli scanner trasformare ciò che è rea-
le e quindi a noi comprensibile in ciò che solo
l'elaboratore può gestire (digitalizzazione). Il
processo inverso (restituzione) avviene per mez-
zo delle periferiche di output, ovvero monitor,
stampanti, ecc. Esse riportano la serie di zeri ed
uni ad uno stato umanamente comprensibile. Nel
disegno il convertitore A/D (analogico digitale)
della fotocamera digitale è l'incaricato della tra-
sformazione in binario.

Volendo sintetizzare la funzione del compu- gior parte delle persone, noi cerchiamo un Anche nel caso dell’utilizzo di queste peri-
ter, possiamo dire che il computer è una mac- metodo per estrarre, per mettere fuori tali da- feriche sarà dunque necessaria una traduzio-
china capace di accettare dati in input, di trat- ti sotto forma, nel nostro caso, di immagini. ne dall’una forma all’altra: dall’analogico al
tarli secondo regole predefinite e di fornire i Analogamente ci piacerebbe disporre di un digitale (da stampa a dati) e viceversa (da da-
dati elaborati in output. metodo che ci permettesse di inserire nel PC ti a immagini). Le tastiere, i mouse, le tavo-
Termini come input ed output sono ormai di- altri dati di natura analogica come possono lette grafiche, gli scanner sono tutte periferi-
venuti piuttosto familiari a chiunque abbia essere le stampe fotografiche o altre imma- che di input: permettono a chi li usa di dare
avuto modo di utilizzare un personal com- gini disponibili su carta (per fare un esempio al computer dei dati comprensibili, ovvero
puter. Già la loro traduzione letterale ci met- attinente al nostro caso). caratteri, coordinate del cursore, dati colore.
te sulla buona strada per intendere ciò che es- Per estensione, definiamo ‘periferiche di out- Le periferiche di output più comuni sono i
si indichino. Input deriva dall’inglese ‘to put put’ tutte le apparecchiature che permettono monitor e le stampanti, ma vi sono anche i
in’, ovvero mettere dentro o inserire, output all’elaboratore di presentare all’utente i dati diffusori acustici, gli occhiali 3D, ecc.
viene dall’analogo ‘to put out’ ovvero estrar- numerici sotto una qualche forma decifrabi- Possiamo considerare anche i supporti di me-
re, mettere fuori. Visto che i dati presenti al- le, mentre chiamiamo ‘periferiche di input’ moria come periferiche di input/output: i di-
l’interno del personal computer, per quanto gli apparecchi che permettono all’utente di schi rigidi sono sia l’una che l’altra in quan-
affascinanti nella loro forma elettronica, non immettere nel computer informazioni di qual- to vi si può sia scrivere che leggere, i CD per-
rappresentano una grossa attrattiva per la mag- siasi tipo ad esso comprensibile. mettono invece solo input nel caso in cui non
Avendo a disposizione un discreto spazio, nel
caso in cui il nostro genere fotografico sia lo
still-life, è possibile attrezzare la sala di posa
al fine di ospitare sia la stazione digitale che
il set per le riprese. Il grosso vantaggio risie-
de nel poter attuare una connessione diretta
tra l'elaboratore ed il dispositivo di ripresa,
onde avere immediatamente disponibili le im-
magini sotto forma di file editabili. La presen-
za della stampante al fianco del set ci può per-
mettere di ottenere velocemente una prestam-
pa, così come un masterizzatore permette l'im-
mediato salvataggio e spostamento dei filedi
immagine di grosse dimensioni appena ripre-
si. Particolare attenzione andrà riposta nel-
l'alimentazione elettrica di uno studio così strut-
turato.

siamo in possesso di masterizzatori.


Come si può notare delle poche righe prece-
denti, l’attenzione resta sempre ben incen-
trata sul medesimo oggetto in tutte le nostre
argomentazioni: i dati. Pur intendendoli sot-
to svariate forme quali immagini, stampe, ca-
ratteri o coordinate, i dati mantengono la lo-
ro caratteristica di trasmettere informazione
da qualcuno a qualcun altro: da qui il termi-
ne informatica per descrivere tutto quello che
ha per oggetto il trattamento di dati in forma
elettronica.
Ma come sono strutturati i dati all’interno del
computer? Già parlando della gestione digi-
tale del colore avevamo accennato alla tra-
duzione dei numeri in forma binaria. Questo
avveniva data la capacità dell’elaboratore di
contare solo fino ad uno, utilizzando, quin-
di, le sole cifre 0 e 1 in luogo delle nostre die-
ci da 0 a 9. Invero il computer sa contare mol-
to oltre 1, è solo che traduce tutti i numeri in
forma binaria (traduce, non riduce). La scel-
ta di questa forma deriva dalla considerazio-
ne che, disponendo di uno strumento capace
di spostare velocemente cariche elettriche
Così come le condzioni di illuminazione rivestono un'importanza fondamentale nell'osservare le
molto semplici, risulta comodo nonché spon-
pellicole e le stampe fotografiche, anche per le visione corretta del monitor esistono delle spe-
taneo associare alla presenza di una carica il
cifiche spesso riportate nei manuali d'uso. In uno studio fotografico come in casa propria oc-
corre predisporre zone di illuminazione separate per i differenti dispositivi di visualizzazione, valore 1, acceso, mentre all’assenza di cari-
non sempre compatibili. Primo elemento di disturbo da eliminare nell'utilizzo di un computer è ca il valore 0, spento (al pari degli interrut-
la forte illuminazione proveniente dalle spalle dell'operatore, a causa dei fastidiosi bagliori vi- tori della luce).
sibili sullo schermo. Anche un'insufficiente luce ambiente più affaticare lo sguardo nel passag- Essendo matematicamente semplice passare
gio dallo schermo all'ambiente circostante. da una rappresentazione dei numeri in base
10 (la nostra da 0 a 9) ad una in base 2 (quel-
la binaria da 0 a 1) non vi è motivo per non
tradurre ogni tipo di dato in tale forma sem-
SALVATAGGI E TRASFERIMENTO DATI plice (per il ‘come’ effettuare la traduzione
si veda qualsiasi testo di matematica). Tutto
Dedichiamo molta attenzione a scegliere accuratamente il mezzo a cui affideremo i ciò che vi è nel computer sono dunque que-
nostri dati. Sia per il backup (copia di sicurezza) che per il trasporto sono disponi- ste masse di cariche elettriche che vi corro-
bili una quantità molto vasta di supporti disponibili: CD-ROM, nastri, dischi rimo- no ad altissima velocità, secondo percorsi pre-
stabiliti, a seconda dei quali il processore pro-
vibili, ecc. La scelta va fatta considerando le precise necessità nostre e dei nostri in-
voca determinate azioni (scrive ‘ciao’ sullo
terlocutori. Un’alternativa più lenta, nel trasferimento di dati, ma oggi accessibile a schermo, colora un immagine, copia un file,
tutti è il modem. Questa stessa periferica, che ci fornisce un metodo di accesso alla ecc.). Essendo le cariche molto veloci (ri-
rete Internet, è in grado di spedire e ricevere i nostri dati immagine da una parte al- cordo i 500MHz = 500 milioni di operazio-
l'altra del globo. Nel caso decidessimo per questa via di transizione, curiamo anche ni al secondo), risulta possibile ottenere i ri-
la qualità della nostra connessione, affidandoci a linee veloci e provider affidabili. sultati che conosciamo pur disponendo di que-
sta misera quantità di cifre: 0 ed 1.
Nel caso di una postazione digitale per l'elabora-
zione delle immagini, gli input più importanti sa-
ranno forniti da immagini scansite o riprese diret-
tamente in digitale. In tale prospettiva può essere
utile disporre di più di un mezzo di acquisizione.
Sempre più spesso è infatti possibile vedere presenti
nelle case sia uno scanner che una digitale affian-
cati.

A destra: anche per quello che riguarda l'output si


rendono disponibili un gran numero di alternative a
chi decidesse di utilizzare le proprie immagini. Stam-
panti ink-jet e laser possono tranquillamente condivi-
dere i dati in entrata con fotounità professionali o film-
recorder, estendendo molto la gamma dei possibili uti-
lizzi dei nostri dati.

Da tale insieme di cifre trae origine il termi- narie (da 0 a 255). Per chi non fosse pratico tate precedenti, avevamo accennato all’uti-
ne bit, contrazione anglosassone di ‘Binary di calcoli in binario basta ricordare che per lizzo dei bit per indicare la capacità cromati-
Digit’, cifra binaria. Un bit è la più piccola contare da 0 a 3 in binario si conta 00, 01, 10, ca di un elaboratore. Essendo qui i colori rap-
parte di informazione che un computer rie- 11 non essendo lecito utilizzare cifre sopra 1. presentati da numeri, quanti più bit saranno
sce a trattare. Tale unità di misura è anche la Avendo a disposizione una serie di 8 cifre bi- destinati a tale rappresentazione, tanti più co-
sola che il computer sa interpretare: tutto ciò narie (8 bit = 1 byte), i numeri componibili lori saranno descrivibili mediante numeri bi-
che diamo dunque in ‘pasto’ al personal sarà saranno 2 elevato alla 8, cioè 256: da nari. Ci troviamo così ad avere a che fare con
composto o organizzato in bit. I file di im- 00000000 a 11111111 (si veda sempre un buon video dotati di profondità colore a 24 bit che
magine, quelli di testo, le memorie, i dischi, testo di matematica per maggiori informa- potranno visualizzare circa 16 milioni di co-
i suoni non sono altro, per l’elaboratore, che zioni). lori (2 elevato 24), oppure a 16 bit colore,
insiemi di bit strutturati in vario modo. I multipli del byte prendono il nome di Ki- cioè con una capacità di rappresentazione di
Questa uguaglianza costitutiva agevola mol- lobyte (KB o Kbyte) per indicare 1024 byte, circa 65 mila toni. Gli stessi file non sono al-
to nel momento in cui ci riferiamo ad un qual- Megabyte (Mb o Mbyte) pari a circa un mi- tro che insiemi di bit, o byte, ben ordinati e
siasi elemento costituito da bit, volendone da- lione di byte, Gigabyte (GB o Gbyte) cioè con caratteristiche precise (un nome, una di-
re una descrizione dimensionale. Prendiamo 1024Mb. La ragione dell’utilizzo dei multi- mensione, una data di creazione, ecc.). Quan-
come esempio la nostra cara memoria. Come pli di 1024 anziché 1000 sta nel fatto che, pia- do diciamo al computer di ‘aprire un file’ non
si può intuire essa non viene venduta a peso, cendo al PC la base 2, risulta comodo utiliz- gli diciamo altro che di iniziare a leggere i bit
né a metri: l’unità di misura della memoria è zare per i multipli una potenza esatta di 2, da di questo insieme, fino a che non è arrivato a
il byte, corrispondente a una serie di 8 bit, ca- cui 1024 = 2 elevato alla 10. leggere tutta la dimensione del file, la quale
paci di rappresentare 256 valori in cifre bi- Anche parlando del colore, in una delle pun- indica il numero di bit che lo compongono
Come per il numero di colori rappresentabile con cifre binarie, anche tutti i numeri che l'e-
laboratore è chiamato a gestire dipendono da quanti bit sono impiegati per la loro rappre-
sentazione. Più bit abbiamo a disposizione maggiori saranno i numeri a cui potremo fare
riferimento nei nostri calcoli, con una conseguente migliorata potenza di calcolo. Elevan-
do 2 al numero di bit che abbiamo a disposizione possiamo ottenere il massimo numero cui
è lecito riferirsi: 2 elevato alla 16 (bit) è uguale a 65536 (max numero consentito usando
16 bit).
(un file può avere dimensioni che vanno dai ma senza luci dirette dietro le spalle onde evi- terei per componenti di fascia intermedia tra
pochi byte ai molti Megabyte). tare riflessi sul monitor. Va anche considera- gli ultimi usciti (cari) e quelli appartenenti al-
È compito delle periferiche tradurre i dati di to il fatto che, se colleghiamo molte appa- la fascia economica (approcciabili ma in via
input in dati binari comprensibili dal com- recchiature elettroniche al computer, sareb- di obsolescenza), anche per garantirsi una du-
puter, mentre le periferiche di output hanno be bene prevedere un buon impianto elettri- rata quantomeno di un paio di anni prima di
il compito di riportare i dati binari ad una for- co, quantomeno stabile, visto che, sebbene gettare il tutto.
ma a noi comprensibile. Spero che qualcuno protetti contro piccoli sbalzi di tensione, i
abbia già considerato il fatto che, se anche le computer e le periferiche sono soggetti a mal- La memoria RAM
periferiche fossero in grado di lavorare alla funzionamenti e guasti nel caso di un’ali- Come chiunque sia chiamato ad esprimere un
medesima velocità del processore, noi sa- mentazione non troppo stabile. È ovvio che giudizio sull'elemento più importante in un
remmo in possesso di veri e propri mostri pre- non sarà necessario rifare tutto l’impianto sistema di elaborazione delle immagini, spin-
stazionali, capaci di compiere imprese pro- elettrico di casa solo per l’arrivo del nuovo go anche io ad esagerare con la memoria
prie di elaboratori ben oltre il livello dei per- computer, potrebbe bastare l’acquisto di un RAM. Con attenzione però. Una motherboard
sonal computer. Ma così non è. piccolo gruppo di continuità per uso perso- ha normalmente un numero di spazi fissi per
Uno degli aspetti di maggiore difficoltà, nel nale, utile anche nel caso di black-out im- l’installazione della RAM. Esauriti questi, il
decidere la corretta impostazione e configu- provvisi, data la capacità di fornire l’alimen- solo aumento consentito alla quantità di me-
razione di una stazione grafica, come di un tazione per i pochi minuti necessari al salva- moria presente nel sistema resta quello deri-
qualsiasi sistema elettronico dotato di com- taggio del lavoro fatto.Compatibilmente col vante dalla sostituzione dei moduli vecchi
ponenti assemblabili (cioè sostituibili con al- proprio budget si può poi pensare all’effetti- con altri nuovi di capacità maggiore. Va pre-
tri di altre marche e differenti prestazioni), è vo contenuto hardware e software dell’ela- vista dunque, un domani, magari col calare
proprio quello di evitare i cosiddetti ‘colli di boratore. Dato che la questione che spesso dei prezzi, la possibilità di espandere la me-
bottiglia’. Con il termine ‘collo di bottiglia’ assale i neo acquirenti, per indecisione o per moria del nostro PC, senza buttare i moduli
si intende una limitazione delle prestazioni ignoranza, è più di ogni altra quella relativa vecchi ormai troppo poco capienti (di byte,
dovuto alla presenza di una parte nel PC che, a ‘quale processore’ e ‘quanta memoria’, ve- si intende). Male dunque riempire tutti gli
essendo di qualità o prestazioni inferiori alle diamo di tracciare un breve quadro della si- spazi presenti con moduli di taglio medio o
altre, limita tutto il sistema con le sue scarse tuazione. La differenza di prestazioni, osser- piccolo: meglio meno moduli di taglio me-
performance. Può essere utile paragonare i vabile da un utente medio, tra un processore dio/grande. Problema: se si rompe (capita!)
colli di bottiglia ad un’autostrada a 6 corsie che funziona con frequenze intorno ai un modulo da 64Mb dovremo affrontare un
(simile al Bus) che termina con un casello a 500MHz ed uno impostato a 600MHz è pra- certo tipo di spesa per il riacquisto, potendo
2 entrate (per esempio una scheda video sca- ticamente nulla. Per testare le effettive diffe- comunque momentaneamente contare sul-
dente): nel giorno di ferragosto è molto pro- renze di velocità in tali minimi scarti di po- l’altro (ipotetico) rimasto. Se si dovesse rom-
babile che vi si creino code immani a causa tenza di calcolo (1/5 tra la frequenza del pri- pere il modulo da 256Mb penso che molti
della limitatezza delle prestazioni del casel- mo e quella del secondo) bisogna veramente verserebbero qualche lacrima in più.
lo (il processore riesce benissimo ad elabo- mettere entrambi i processori in condizione La morale di ciò è che i moduli di memoria
rare più immagini contemporaneamente, ma di funzionare in condizioni estreme e al me- RAM devono assolutamente essere di qua-
non può visto che la scheda video non riesce glio delle loro potenzialità. lità e garantiti per il maggior tempo possibi-
a stargli dietro). Il modo migliore per evita- Questo vuole dire: è inutile spendere quasi il le, anche se questo li fa costare di più. Visto
re che si crei questo genere di rallentamenti doppio per un processore di poco più poten- che le memorie RAM hanno anche il brutto
consiste nel ponderare accuratamente gli ele- te che, in ogni caso, date le condizioni in cui vizio di cambiare di formato e tecnologia cir-
menti che inseriremo nella nostra postazione è chiamato ad operare, non sarà comunque in ca ogni generazione di processori, conver-
grafica affinché possano lavorare ognuno al grado di esprimere più del 60 o 70 percento rebbe prevedere di fornirsi quanto prima del-
meglio delle proprie possibilità, senza trova- del suo potenziale. Cerchiamo piuttosto di la maggior quantità di memoria possibile, per
re limiti nelle prestazioni di altre parti con cui agevolare il processore di potenza inferiore non trovarsi poi nelle condizioni di essere pa-
essi comunicano. Vediamo cosa scegliere per (certo non troppo inferiore) ad assolvere le radossalmente costretti a cambiare ciò che vi
iniziare e per continuare. sue mansioni al meglio, magari investendo sta attorno, non trovando altro modo per au-
più in memoria di buona qualità evitando com- mentarla.
Cosa occorre per iniziare ponenti di solito scelti ‘perché erano lì’, co- L’esatta quantità di memoria da installare sul
e per continuare me la motherboard o le schede di interfaccia proprio personal, dipende in larga parte dal
Prima di tutto uno spazio adatto a posiziona- (per es. le SCSI). Esiste generalmente un li- tipo di immagini che si desidera gestire, ve-
re le attrezzature. Questo vuole dire un tavo- vello a cui il rapporto qualità/prezzo si fa par- nendo queste caricate dal processore intera-
lo di lavoro ampio, in luogo ben illuminato, ticolarmente interessante. Personalmente op- mente nella RAM al fine di manipolarle con
Il misterioso componente chiamato hard di-
IL TALLONE D’ACHILLE sk, o disco rigido, si presenta così. L'invo-
Ecco il vero tallone d'Achille di chiun- lucro metallico contiene il famigerato sup-
que si trovi a gestire più che un dispo- porto, sede di tutti i nostri dati più cari. Con-
siderato che la rottura di un disco, conte-
sitivo (in genere il monitor) per la rap-
nente dati non salvati da altre parti, causa
presentazione dei colori. La calibrazio- in genere pianti e scene di isterismo, consi-
ne cromatica dei dispositivi diviene un glio vivamente di non lesinare sulla qualità
aspetto cruciale e non rimandabile per di tale supporto. Se decidessimo poi di pos-
chiunque decida di affrontare seriamente sederne due, sarebbe l'occasione per effet-
l'elaborazione digitale delle immagini. tuare periodicamente la copia dei dati di
Già possedendo solo scanner e stam- maggiore importanza su entrambi i suppor-
pante è facile rendersi conto di quanto ti: l'eventualità che entrambi i dischi si rom-
fuori gamma sia possibile andare effet- pano lo stesso giorno incombe solo sulle per-
tuando una scansione, e la successiva sone più sfortunate.
stampa, senza passare per alcun mezzo
di calibrazione. È facile intuire quanto
sia esponenzialmente più complesso ta-
rare correttamente stazioni grafiche do-
tate di più dispositivi di input ed output
correlati.

maggiore disinvoltura. Oggi non penso sia ne di 800x600. Si può fare, certo, ma è un ve- do spesso le due coincidenti.
possibile scendere comunque sotto i 64Mb di ro spreco di capitali.
memoria per qualsiasi tipo di utilizzo, per ar- Trattando del video migliore per le esigenze L’archivio dei dati
rivare fino agli estremi professionali in cui si di un grafico vedremo che le risoluzioni adot- Per quello che riguarda i dispositivi di me-
arrivano ad utilizzare elaboratori dotati di tate sono in genere piuttosto alte, non scen- morizzazione cercheremo di distinguere tra
500Mb o anche 750Mb di RAM. dendo quasi mai sotto i 1280x1024 a 24 bit quelli permanenti come gli hard disk, e quel-
Ho già detto che sarebbe buona norma inve- colore. li rimovibili, come i nastri o i CD masteriz-
stire in schede madre e di interfaccia di buo- Come per tutti gli elementi hardware di cui zabili. Il problema si divide quindi in due: da
na qualità, questo per un motivo semplice, possiamo dotare il nostro computer, anche una parte vogliamo un posto sicuro dove ri-
che dovrebbe essere già chiaro da quanto det- per la scheda video (e per questa in modo spe- porre i dati relativi ai nostri lavori digitali sen-
to precedentemente accennando a questi com- ciale) hanno una certa importanza fattori qua- za che sia necessario spostare tali dati, dal-
ponenti: i dati passano tutti da lì. Sarebbe as- li la disponibilità di aggiornamenti software. l’altro ci interessa che per altri, o comunque
surdo che gli stessi elementi incaricati del Quasi tutti i componenti presenti nel nostro per noi stessi in altra sede, sia possibile ve-
passaggio dei dati costituissero per questi un PC necessitano di alcune parti software spe- dere i risultati dei nostri sforzi; vogliamo quin-
ostacolo o, come detto, un collo di bottiglia. cifiche per funzionare al meglio: tali elementi di trasportare i dati relativi alle immagini scat-
È ovvio che l’eventualità di arrivare a dan- prendono il nome di driver. Proprio questi tate ed elaborate, generalmente di dimensio-
neggiare l’intero sistema per colpa della sche- driver consentono, a volte, di incrementare ni troppo ingombranti per gli economici
da madre o della scheda di interfaccia SCSI notevolmente le prestazioni della periferica floppy da 1,44Mb.
è abbastanza remota, anche perché bisogne- a cui essi si accompagnano, seguendo nel tem- Per la scelta del disco rigido non c’è molto
rebbe veramente avere scelto tali componen- po un’evoluzione costante grazie a versioni da dire se non che lo spazio non è mai trop-
ti col lanternino; quello che può succedere sempre più raffinate. po, al pari della velocità. I tagli dei comuni
più frequentemente è che non si sfruttino ap- Oggi, grazie alla diffusione dei modem per hard disk da personal si aggirano attorno al-
pieno le reali potenzialità dell’intero sistema la connessione ad Internet, i driver sono di- la decina di Gigabyte e, dato il costo non esor-
e questo è davvero un peccato. Anche qui dia- sponibili entro il solo tempo necessario a con- bitante, si può pensare all’acquisto di un paio
mo dunque priorità all’aspetto qualitativo, nettersi al sito del produttore della periferica di dischi rigidi da affiancare nell’uso quoti-
cercando soprattutto di vedere l’acquisto con relativa, purché esso sia un produttore serio diano, magari di dimensione minore rispetto
l’ottica di avere la possibilità di montare pro- e presente. La possibilità di raggiungere i si- al singolo acquisto. Questo per un motivo di
cessori o componenti superiori a quelli che ti dei produttori dei vari elementi costitutivi sicurezza: come le memorie, gli HD posso-
prevediamo di acquistare nell’immediato, vi- il nostro sistema ci dà spesso la possibilità di no incontrare problemi (leggi: si rompono
sto che i prezzi sono comunque destinati a provvedere in proprio all’aggiornamento del- senza avvertire); molti utenti preferiscono a
scendere col tempo. le parti software necessarie, nonché di avere volte, terminata la giornata lavorativa, co-
sempre a disposizione una discreta quantità piare i dati più importanti sul secondo disco
La scheda video di informazioni tecniche utili. È inutile dire onde avere sempre a disposizione una copia
Anche la scheda video riveste, per chi fa uso che, anche in questo caso, i produttori di spic- recente di quanto fatto nel caso capiti la ne-
dell’elaboratore come strumento grafico di- co offrono servizi di aggiornamento e con- fasta rottura. Certo non è d’obbligo possede-
gitale, un ruolo di primissimo piano. Essa an- sulenza via e-mail degni di costituire un ele- re più di un disco, anche per il fatto che, per
drebbe scelta unitamente al video, essendo mento di scelta al momento dell’acquisto. effettuare il cosiddetto backup dei dati (la co-
l’una il complemento dell’altro. Come già Un’ultima nota alle schede video. Oggi è in pia di sicurezza sopracitata) si possono usa-
detto i parametri essenziali da considerare so- commercio una quantità enorme di schede vi- re altri mezzi di memorizzazione.
no la risoluzione, il numero di bit colore e la deo dalle prestazioni estremamente sofisti- Per quel che riguarda le prestazioni in termi-
frequenza di aggiornamento. Tutti questi an- cate per la grafica tridimensionale. Dato che ni di velocità di accesso e di utilizzo, non so-
drebbero poi ritrovati sul monitor che andre- noi ci occupiamo principalmente di immagi- no necessarie particolari raccomandazioni,
mo a scegliere: è inutile acquistare una sche- ni, facciamo attenzione a specificare che ci salvo le solite di evitare costruttori di troppo
da video da 1600x1200 punti per utilizzarla interesserebbe più la qualità 2D della nostra scarsa notorietà, dato il tutto sommato alli-
su di un monitor da 15 pollici alla risoluzio- futura scheda che non quella 3D, pur essen- neamento dei prezzi.
Nonostante le molte interfacce proposte e di-
venute quasi uno standard negli ultimi anni, la
SCSI ('scasi') rimane una fra le preferite nel
momento in cui decidiamo di dotarci di un va-
lido sistema di masterizzazione. Nella foto spic-
cano masterizzatore, hard disk e CD-ROM SC-
SI, dotati della relativa scheda necessaria per
la connessione si tali periferiche all'elabora-
tore. Il costo superiore si ripaga in genere con
un'alta affidabilità nei risultati, nonché con una
notevole velocità di trasferimento dati (que-
st'ultima comunque avvicinabile da altri tipi di
interfacce).

Prima di esaminare brevemente i supporti ri- to il maggiore costo dei supporti a fronte del ti inerenti la stampa e la visualizzazione su
movibili che potrebbero aiutarci sia nel backup bassissimo costo dei CD vergini normali, non schermo, può essere utile riconsiderare tutte
che nello spostamento delle immagini, esor- mi sento di consigliare, salvo casi specifici, le tematiche esposte nelle due precedenti pun-
to i futuri acquirenti ad osservare che i dischi il masterizzatore per CD riscrivibili. tate riguardo al colore e alla risoluzione. Que-
rigidi sono oggi disponibili in tipologie dif- I dischi rimovibili consentono, al contrario, sto ultimo argomento, in particolare, risulta
ferenti a seconda del diverso tipo di collega- la scrittura e la cancellazione dei dati salva- generalmente ostico da comprendere nell’i-
mento, o interfaccia, con cui essi possono es- ti, onde recuperare spazio su cui si può nuo- stante in cui alla risoluzione video vengono
sere connessi all’elaboratore. Assicuriamoci, vamente scrivere, esattamente come un nor- affiancate le risoluzioni di scansione e stam-
soprattutto se dovessimo decidere l’acquisto male disco rigido. Il costo della periferica è, pa. Parlando di stampa si cercherà anche di
di un secondo disco successivamente al pri- in genere, inferiore (non di molto invero) a introdurre qualche elemento inerente i con-
mo di serie, se stiamo acquistando o meno un quello di un masterizzatore di buona qualità. cetti di stampa tipografica, utili soprattutto in
hard disk supportato dal nostro sistema: va La scelta ultima va fatta valutando attenta- fase di scansione da stampati e di prestampa
ricordato che per utilizzare i veloci ed affi- mente le proprie specifiche esigenze, maga- in quadricromia.
dabili dischi SCSI occorre un’apposita sche- ri prendendo in considerazione la disponibi-
da, mentre per i più economici dischi Ultra- lità di periferiche che permettono l’utilizzo Conclusione
DMA potrebbero sorgere problemi di con- di dischi rimovibili del taglio di 100Mb o Abbiamo qui concluso il nostro excursus ri-
nessione sui computer più vecchi. 250Mb. Nel caso in cui si fosse certi di ave- guardante quello che c’è e che avviene nel-
Nel caso in cui non si potesse più rimandare re sempre a che fare con tali dimensioni di fi- l’interno del computer. Come già detto, nel-
l’acquisto di un’unità supplementare per il le immagine (attenzione al fatto che non mol- la prossima puntata sposteremo l’attenzione
salvataggio delle immagini da spostare, cre- ti riescono a prevedere il futuro), questa so- al di fuori dell’elaboratore, verso quelle che
do che le scelte migliori siano oggi le seguenti: luzione potrebbe rivelarsi vantaggiosa. Va sono le periferiche più care a chi fa della fo-
masterizzatore o disco rimovibile. Esiste al- considerato anche che - e questo per molti è tografia digitale una professione o un hobby.
l’orizzonte la larga diffusione del DVD-RAM, il vero motivo per propendere verso il ma- Probabilmente qualcuno ha inoltre notato che
il quale, sebbene già disponibile e dalle pre- sterizzatore - i dischi rimovibili possono es- non è stato fatto accenno alla parte software
stazioni eccellenti, ha ancora un prezzo non sere letti solo da chi possiede un lettore di ta- e, in particolare, per chiunque decida di ge-
troppo conveniente se confrontato con quel- li supporti, mentre i lettori di CD-ROM, co- stire le proprie immagini con l’ausilio della
lo delle due sopracitate tecnologie. me già detto, sono ormai universalmente dif- tecnologia digitale, al software di fotoritoc-
Un masterizzatore non è altro che uno scrit- fusi. Una considerazione sull’interfaccia più co. È superfluo sottolineare quali siano i ti-
tore di CD (in genere da 650Mb) che utiliz- idonea all’utilizzo di un masterizzatore: pur toli più diffusi in tale settore di mercato, men-
za particolari supporti scrivibili, comunque essendo vero che ormai i problemi che pos- tre sarà bene riservare una delle future pun-
leggibili da qualsiasi lettore di CD-ROM. L’u- sono sorgere dall’uso di tali strumenti sono tate alla rivisitazione delle caratteristiche più
tilizzo è oggi facilitato da software specifici ridotti al minimo, è pur sempre vero che un salienti dei moderni programmi professiona-
che hanno praticamente rimosso tutte le dif- insieme di CD-ROM, masterizzatore e HD li di tale fattura.
ficoltà che ne facevano, fino ad un paio di an- dotati di connessione SCSI costituisce un ef- Per concludere voglio ricordare che il nostro
ni fa, uno strumento per esperti. Unitamente ficientissimo gruppo di memorizzazione e ge- computer non è costituito di soli elementi
al bassissimo costo dei supporti vergini ed al- stione dati; peccato che il costo di tali peri- hardware e di programmi grafici. Sopra tutti
la grande diffusione dei lettori per CD-ROM, feriche non sia irrilevante. questi elementi regna un componente softwa-
questa semplificazione dell’utilizzo ne fa lo re il cui scopo non è altro che quello di am-
strumento preferito da molti utenti di perso- Scanner, video e stampante ministrare e gestire tutte le risorse presenti:
nal computer alle prese con spostamenti di Nelle prossime puntate vedremo dunque di il sistema operativo. Sappiamo bene che i due
file di grosse dimensioni, come appunto i fi- delineare quelle che sono le caratteristiche sistemi operativi che si contendono la palma
le contenenti immagini. essenziali delle nostra ipotetica stampante, dell’affidabilità sono Windows e MacOS e
Volendo trovare un punto a sfavore di queste dello scanner e del monitor. In quella sede, credo non ci sia bisogno di dire che una scel-
periferiche, potremmo citare la non riutiliz- al fianco della spiegazione riguardante il ‘co- ta oggettivamente definitiva tra i due sia ol-
zabilità dei supporti che, una volta scritti, non me’ tali strumenti funzionano, evidenziere- tremodo lontana a venire.
possono essere cancellati. mo quali sono e quali non sono i punti su cui
Esiste la possibilità di ricorrere ai cosiddetti non transigere nel momento della scelta.
CD riscrivibili ma, data la necessità di un ma- Mi pare opportuno ricordare che, per affron- Eugenio G. Tursi
sterizzatore apposito dal costo superiore, da- tare con maggiore disinvoltura gli argomen- (6- Continua)
SCUOLA D I DIGITALE

IL MONITOR.
COME FUNZIONA,
COME SCEGLIERLO
Il monitor è lo strumento che consente di visualizzare le nostre immagini;
scegliamolo con attenzione per lavorare meglio.
CRT o LCD, formato dello schermo, Refresh rate, Dot Pitch.

La sezione di un comune tubo catodico permette di evidenziare il


‘cannone’ elettronico incaricato di proiettare sulla superficie an-
teriore dello schermo i raggi catodici. Tali fasci elettronici incon-
trano nel loro percorso una griglia forata che ne permette la ri-
partizione sui fosfori RGB che determineranno la tinta del punto
video relativo. La forma e la direzione di tale griglia determina la
tipologia del monitor su cui essa viene adottata: Aperture Grille e
Shadow Mask sono le categorie di maschera ancora maggiormente
implementate nei CRT convenzionali.

È chiaro a chiunque si sia avvicinato alla zi sempre più interessanti. magini in modo trasparente, ma ogni re-
fotografia digitale che il primo momento Tra i primi elementi da prendere in consi- golazione che effettuiamo tramite i comandi
di effettiva valutazione di ciò che abbiamo derazione nella scelta del monitor vi è la dello schermo non modifica i dati del file
realizzato, o con una fotocamera o con uno dimensione dello schermo; infatti all’ac- immagine.
scanner, è quello della visualizzazione sul- quirente si presenta un discreto ventaglio Vediamo ora i principi secondo i quali le
lo schermo del PC. di opportunità di scelta. Vedremo come va- immagini digitali (numeriche) appaiono
Il monitor è l’occhio con cui controlliamo lutare la dimensione dello schermo alla lu- sulla superficie di uno schermo.
la realtà digitale, lo strumento con cui pos- ce delle risoluzioni con cui prevediamo di
siamo visualizzare i nostri interventi sui fi- avere a che fare. Come funzionano i monitor CRT
le. Da ciò consegue che è importante di- Il monitor è il componente che trasforma i L’acronimo CRT sta per ‘Cathode Ray Tu-
sporre di uno strumento affidabile, preci- dati numerici provenienti dalla scheda vi- be’, tubo a raggi catodici. Intuiamo dun-
so, personalizzabile e dalle prestazioni com- deo in dati colore visibili dall’utente. Esso que che il processo di formazione delle im-
misurate ai nostri scopi. non esegue quasi nessuno dei calcoli ne- magini si compone di una fase di proie-
I monitor possono essere suddivisi in due cessari alla gestione delle immagini, ma si zione di raggi su una qualche superficie:
tipologie, in base alla tecnologia adottata: occupa soltanto di mantenere l’immagine come al cinema. In effetti il funzionamen-
i tradizionali monitor CRT e i nuovi LCD stabilmente proiettata sulla propria super- to del monitor è più simile a quello dei nor-
(o TFT o altro a seconda del modo opera- ficie anteriore. Ci fornisce inoltre l’oppor- mali televisori, differendo solo per come i
tivo), più costosi ma con prestazioni e prez- tunità di effettuare regolazioni delle im- dati colore vengono gestiti. In entrambi i
casi vi è un ‘cannone’ che spara fasci di Le celle non sono altro che fosfori eccita- una dimensione ridotta (sono piatti) e non
elettroni verso una superficie a fosfori che bili, che emettono luce se colpiti da una emettono radiazioni.
permette di vedere l’effetto della luce che fonte di energia; l’esatta composizione, di- Evidenzieremo solamente le principali dif-
la investe. sposizione e capacità cromatica dipendo- ferenze che li distinguono dai CRT, essen-
Avendo già più volte spiegato che le im- no dal tipo di fosfori utilizzato, ma il prin- do il loro funzionamento teoricamente più
magini gestite da un elaboratore sono com- cipio di funzionamento è comune a tutti i complesso rispetto a quello dei conven-
poste da pixel, dovrebbe essere chiaro che monitor CRT. I fosfori non possono infat- zionali schermi a tubo catodico.
anche nel monitor tale struttura a griglia ti mantenere lo stato di eccitazione; la du- La prerogativa di maggiore interesse per
debba essere rispettata. La superficie su cui rata dell’emissione di luce in seguito al- chiunque veda un monitor a cristalli è sen-
i raggi vengono proiettati è infatti compo- l’attivazione è minima, rendendo necessa- za dubbio costituita dall’esiguo spessore
sta da milioni di celle affiancate, secondo rio che tali punti vengano continuamente rispetto ad un CRT tradizionale: questo di-
uno schema geometrico. colpiti per simulare la presenza di un’im- pende dall’assenza del tubo catodico. Il co-
Nel momento in cui il fascio di elettroni magine stabile. lore non viene più generato dalla proiezio-
colpisce una di tali microstrutture, essa rea- Ritorneremo sul problema, parlando della ne di raggi su di una superficie a fosfori,
gisce producendo una certa quantità di lu- frequenza di aggiornamento dell’immagi- ma da elementi che operano da filtro per la
ce. Il risultato di questo processo di ecci- ne sullo schermo, o refresh rate. Accen- luce che li attraversa. Data la particolare
tazione/reazione è la comparsa di un pun- niamo solo al fatto che una maggiore fre- struttura di ogni cella LC, il sistema si ba-
tino luminoso sullo schermo. quenza di aggiornamento produrrà un’im- sa su filtri polarizzatori che lasciano pas-
Come per tutto ciò che concerne il colore magine più stabile. Ed un costo maggiore sare o bloccano una luce polarizzata. Una
digitale, anche il monitor deve miscelare del monitor. serie di filtri RGB permette poi, come già
componenti cromatiche primarie al fine di Come detto, i dati giungono al monitor dal- detto per gli schermi CRT, di formare i co-
originare le tinte di cui abbiamo bisogno. la scheda video, per la quale valgono le no- lori.
La sintesi cromogena elettronica adottata te considerazioni fatte in merito a colore e Si può sperimentare la doppia polarizza-
è quella additiva, ovvero la sintesi RGB. Il risoluzione. La risoluzione di un monitor è zione tramite due polarizzatori lineari mon-
monitor del nostro computer ragiona mi- data dal massimo numero di punti che es- tati l’uno sull’altro. Ruotando uno dei due
schiando fasci di luce rossa, verde e blu di so riesce a visualizzare distintamente, or- e tenendo l’altro immobile si osserva co-
differente luminosità a seconda dei dati nu- dinati per file e colonne. me varia la quantità di luce passante.
merici giuntigli dalla scheda video. Questi La profondità colore ricalca quanto già det- L’esigua quantità di luce assorbita dalle pel-
tre differenti fasci luminosi, o meglio elet- to: secondo i livelli di luminosità assumi- licole di cristalli liquidi permette oggi la
tronici, colpiscono differenti tipi di celle bili dai singoli fosfori R, G e B, il totale dei realizzazione di ottimi schermi LCD, do-
presenti sulla superficie dello schermo, una colori generabili dalla loro unione sarà pa- tati di un buon contrasto e di una elevata
per ogni componente RGB. I diversi pun- ri al prodotto dei tre valori. Da 256 livelli luminosità.
ti reagiscono emettendo solo la luce del lo- di luminosità per ogni fosforo (scheda vi- In una prima fase la carica elettrica veniva
ro colore: la vicinanza stretta che intercor- deo ed elaboratore devono essere parimenti applicata alle sole righe e colonne del di-
re tra celle adiacenti fa sì che al nostro oc- impostati) otterremo un totale di oltre 16 splay; coi nuovi schermi a matrice attiva
chio esse appaiano come singoli punti co- milioni di colori (24 bit). (TFT, ovvero ‘Thin Film Transistor’) la ca-
lorati. Questo è, sinteticamente, il processo che rica elettrica viene applicata alla singola
Si può fare quindi un parallelo con quanto condiziona il funzionamento dei monitor cella, migliorando la qualità dell’immagi-
avviene in una fotocamera digitale, dove i CRT, i più comuni, economici e conosciu- ne.
diversi pixel sensibili al rosso, al verde ed ti display oggi utilizzati dagli utenti di per- Un problema di questo tipo di schermi è il
al blu permettono di acquisire i colori pre- sonal computer. ridotto angolo di osservazione. Si sono fat-
senti nella scena reale da immortalare. Il ti progressi, ma il problema rimane.
parallelo può estendersi anche a quanto av- Come funzionano i monitor LCD
viene in una stampante: la stretta vicinan- Gli schermi a cristalli liquidi LCD hanno La questione dei colori
za dei puntini colorati CMYK produce la una diffusione inferiore, ma principalmen- Abbiamo già trattato i problemi relativi al
sensazione del tono continuo, che in realtà te per una questione di costo, dato che pre- colore digitale, vediamo ora gli aspetti che
non esiste. sentano caratteristiche interessanti quali riguardano specificamente i monitor.

La perfetta applicazione della teoria colori-


metrica vorrebbe così ripartita la procedura di
calibrazione di uno schermo. Prima di tutto si
procede alla visualizzazione di un modello cro-
matico di riferimento. Viene poi eseguita una
misurazione accurata di varie tinte di riferi-
mento tramite un colorimetro di taratura cer-
ta. Dai dati forniti da tale strumento vengono
derivate le informazioni utili alla definizione di
un profilo colore per la periferica interessata.
Oltre ai noti problemi inerenti la calibrazione di un deltà assoluta delle tinte visibili richiede-
monitor subentra la questione inerente al fatto che rebbe uno strumento di misurazione troppo
non tutti i colori generati da un tipo di periferica
costoso per gli utenti non professionisti. Dob-
possono essere riprodotti su un’altra. Questo av-
viene sia per ciò che riguarda il risultato fornito da biamo aver presente i nostri scopi. Se ci do-
monitor e stampante che per ogni tipo di strumento vesse interessare la sola fedeltà delle imma-
che differisce dai nostri per genesi cromatica, ma- gini stampate, potremmo accontentarci di ef-
teriali, tecnologia, ecc. Così come tutti i colori per- fettuare una taratura di massima del moni-
cepibili dall’occhio umano non potranno mai esse-
tor per poi ricercare, sia dal driver della stam-
re riprodotti da alcun monitor, anche il risultato di
una stampa in quadricromia consterà di tinte irri- pante, che dalle regolazioni dello schermo,
producibili a video e di tinte sostitutive di quelle che, di ottenere questo tipo di macrotaratura. Ta-
ben rappresentate sul monitor, non possono venire le metodo operativo potrebbe fare rabbrivi-
generate in CMYK. dire chi si occupa professionalmente di ela-
borazione delle immagini, ma non mi pare
Quasi tutti i moderni monitor permettono di errato evitare lunghe e dispendiose opera-
visualizzare i fatidici 16 milioni di colori, o zioni di calibrazione a chi non ne ha davve-
per lo meno lo fanno quelli che ci interessa- ro bisogno.
no per fini fotografici. Va però detto che, a Esiste poi un livello di calibrazione supe-
seconda del tipo di taratura e di fosfori o cri- riore necessario per ‘uscire di casa’ con i no-
stalli adottati, tale arcobaleno di tinte può ri- stri lavori, ovvero per portarli al laboratorio
sultare differente tra un display ed un altro. di stampa. Per la calibrazione si possono usa-
È il problema della calibrazione dei colori, re appositi supporti, stampati ed in formato
ma occorre considerare che non è detto che digitale: le tavole IT8.
due differenti monitor possano visualizzare Attenzione però al tipo di illuminazione che
la stessa gamma di colori (gamut), anche se utilizziamo per il controllo sia di tali sup-
tarati al meglio. Accettiamo di buon grado porti che delle nostre stampe; la temperatu-
questa inevitabile differenza dovuta alle pro- ra colore dell’illuminazione con cui lavo-
prietà chimico fisiche dei singoli materiali. riamo condiziona il modo in cui vediamo le
Il fattore di maggiore importanza per i no- stampe. L’ideale è disporre di un’illumina-
stri scopi è però quello di ottenere una di- zione coerente con i dati colore forniti dal
screta corrispondenza tra i colori visibili sul monitor. Tale adiacenza risulta possibile sia
nostro monitor e… e che cosa? adottando un tipo di luce a 5000 gradi Kel-
La questione si fa spinosa. Ricercare la fe- vin, economicamente più impegnativa, op-

Qualche precauzione
Prima di tutto scongiuriamo un errore che gli utenti più inesperti compiono quasi sen-
za accorgersene. Sebbene la fonte delle immagini sia il monitor, l’illuminazione del-
l’ambiente di lavoro deve necessariamente avere alcune caratteristiche che ci eviteran-
no di perdere svariate diottrie dopo il primo mese di esperienza digitale.
• Evitiamo luci forti alle nostre spalle: riflettendosi nel monitor non possono che
causare disagio.
• Evitiamo di lavorare al buio: l’illuminazione ambiente deve essere quanto più
possibile uniforme e appena inferiore a quella proveniente dallo schermo, onde non co-
stringere il nostro occhio a continui aggiustamenti tra la visione dello schermo e quel-
la degli oggetti o fogli che ci circondano.
• L’utilizzo di illuminazione ad incandescenza comporta una variazione dei colo-
ri verso tinte più calde, essendo questa luce di temperatura colore inferiore a quella so-
lare. Il confronto tra un originale ed il risultato della scansione o tra una stampa e l’ori-
ginale a video non potrà risultare uniforme se non avremo provveduto ad informare l’e-
laboratore circa l’illuminazione adottata. Tale operazione può essere fatta settando op-
portunamente i profili colore che stiamo utilizzando, oppure procurandoci delle sorgenti
di illuminazione a 5000 gradi Kelvin.
• Un’altra precauzione utile è quella di non fare passare il cavo dati nei pressi dei
cavi di alimentazione o delle stesse prese di corrente, essendo i primi piuttosto suscet-
tibili ai campi magnetici.
• Per finire ricordo che quasi tutti gli schermi oggi in commercio si avvalgono di
numerose funzionalità di risparmio energetico, cosa utile nel caso in cui fossimo co-
stretti ad allontanarci dal computer acceso per lassi di tempo prolungati, e di ulteriori
sistemi per l’abbattimento delle emissioni dannose.
La maschera forata che condiziona la riparti-
zione dei fasci elettronici proiettati sui fosfori
può assumere differenti forme e disposizioni. Un
foro circolare è tipico della tecnologia Shadow
Mask, forse la più adottata dai costruttori di
monitor CRT per applicazioni standard. Una
griglia con fessure verticali contraddistingue
invece i monitor con tecnologia Aperture Gril-
le. Questo tipo di griglia è tipica delle tecnolo-
gie Trinitron e Diamondtron. I principali van-
taggi di quest’ultima sono da ricercarsi nella
brillentezza e nei contrasti più netti dell’imma-
gine, che lasciano qualche punto ai CRT Sha-
dow Mask in termini di definizione di immagi-
ne.

Aperture Grille. Shadow Mask.

pure informando il monitor del fatto che la è questa, tanto più numerosi saranno i rag- ovvero della distanza tra le microscopiche
nostra illuminazione è diversa da quella gi catodici che il cinescopio del nostro mo- aperture attraverso cui vediamo i singoli
considerata ideale. Il monitor provvederà nitor ‘sparerà’ per formare l’immagine. Da- punti ‘sparati’ sullo schermo.
a regolare di conseguenza la visualizza- to che, come detto, un fosforo deve essere Tali microscopiche aperture sono di forma
zione dei colori. ‘rinfrescato’ per mantenere la propria lu- differente a seconda della tecnologia di vi-
Queste considerazioni ci portano al profi- minosità costante, una maggiore quantità sualizzazione adottata negli schermi CRT.
lo di colore che contiene le informazioni di punti da mantenere ‘svegli’ implicherà A seconda che il monitor sia di tipo ‘Aper-
sul tipo di fosfori utilizzati, sul tipo di il- una mole di lavoro per l’elettronica dello ture Grille’ o ‘Shadow Mask’ tali fessure
luminazione ambiente adottata, sulla gam- schermo proporzionalmente più elevata. saranno di forma stretta ed allungata o pun-
ma visualizzabile dalla nostra periferica. Il A tale scopo molti monitor permettono di tiforme.
profilo di colore è per il monitor ancor più diminuire il ‘refresh rate’ in funzione del- Il dot pitch è la distanza tra punti dello stes-
importante che per molte altre periferiche. l’aumento di risoluzione: ciò consente di so colore RGB; ad un valore di dot pitch
Il motivo risiede nel fatto che, in genere, diminuire la stabilità dell’immagine al fi- minore corrispondono immagini più defi-
per effettuare le tarature cromatiche del si- ne di permettere risoluzioni più alte. Tale nite e la predisposizione verso risoluzioni
stema, la base da cui partiamo resta l’os- pratica è tanto più utilizzata quanto mino- maggiori. Valori del dot pitch comuni van-
servazione dei risultati sullo schermo: è im- re è il livello tecnologico del monitor. È ov- no da 0,25mm a 0,28mm giungendo anche
possibile sperare in una discreta calibra- vio che una risoluzione elevata, abbinata attorno al valore di 0,30mm in base al tipo
zione quando lo stesso punto di partenza, ad una elevata stabilità d’immagine, sia pre- di cinescopio adottato ed alla dimensione
lo schermo, risulta mal tarato! rogativa di monitor di un certo livello e co- dello stesso (un cinescopio di dimensioni
sto. minori complica la messa a fuoco dei fasci
A proposito di risoluzione Una frequenza di aggiornamento discreta di elettroni sulla superficie frontale dello
Anche l’impostazione della risoluzione pre- per utilizzi non estremi è di 85 Hz. L’unità stesso).
senta alcune insidie. Fermo restando che la di misura Hertz rappresenta in numero di La tecnologia Aperture Grille offre mag-
scheda video deve supportare la risoluzio- volte al secondo in cui l’immagine viene giore luminosità e contrasto, unitamente ad
ne desiderata, facciamo attenzione al se- completamente sostituita da una nuova una superficie frontale meno incurvata; la
guente aspetto. Per chi lavora intensamen- ‘pennellata’ di elettroni. Shadow Mask prevale leggermente in ter-
te con grafica ed immagini è fondamenta- Oltre alla dimensione effettiva dei pixel mini di definizione.
le che il monitor non stanchi la vista. sullo schermo, in relazione con la quantità
In questa prospettiva emerge la necessità, di punti presenti a video (per adottare ri- Dimensioni e prestazioni
già accennata, di disporre di un’immagine soluzioni più elevate dovremo ammettere La dimensione dello schermo (valore
stabile. Tale fattore è strettamente collega- di avere un rimpicciolimento dei punti), un espresso in pollici e che si riferisce alla mi-
to con la risoluzione poiché, tanto maggiore fattore importante è quello del ‘dot pitch’, sura della diagonale dello schermo) è un

QUALE MONITOR, QUALE RISOLUZIONE


Dimensione schermo
Risoluzione 14" 15" 17" 20" 21"
320x200 Ideale Buono Seghettato Molto Seghettato Molto Seghettato
640x480 Buono Ideale Buono Seghettato Seghettato
800x600 Piccolo Buono Ideale Buono Seghettato
1024x768 Molto Piccolo Piccolo Buono Ideale Buono
1280x1024 Lente ingrandimento Molto Piccolo Piccolo Buono Ideale
1600x1200 Davvero OK!!! Lente ingrandimento Molto Piccolo Buono Ideale
parametro di scelta di immediata com- levante, di fronte al quale il 19 su cui que-
PARAMETRI DI SCELTA prensione; gestire immagini con un moni- sto testo è redatto è una piuma di circa
tor da 15 pollici è ogni giorno più impro- 28Kg.
Ricapitoliamo brevemente i parametri prin-
cipali di scelta del monitor per applicazioni babile. È una superficie di visualizzazione
di fotografia digitale. piuttosto esigua, resa ancor meno appeti- Conclusione
Formato dello schermo bile dal fatto che le risoluzioni consentite Il fotografo digitale si serve di numerosi
Non scendere sotto i 17”, meglio un 19”. dalle moderne schede grafiche si aggirano strumenti diversi; abbiamo visto che le mi-
Frequenza di aggiornamento attorno ai 1600x1200 pixel: in un 15 pol- gliori prestazioni si ottengono quando esi-
(refresh rate)
lici tale risoluzione (posto che sia selezio- ste un buon “coordinamento” tra tali stru-
85Hz. Con tale frequenza si può agevolmente
lavorare per diverse ore senza risentire ec- nabile) darebbe origine ad immagini e te- menti; anche nel caso del sistema grafico
cessivamente dello sforzo a cui i nostri oc- sti indecifrabili per la loro microscopica di- le migliori prestazioni si ottengono quan-
chi sono soggetti onde compensare la non mensione. do esiste una calibrazione di tutto l’insie-
perfetta stabilità. In una tabella a parte riportiamo le rela- me digitale: è uno spreco sia possedere un
Dot pitch zioni di massima che intercorrono tra la di- 21 pollici con una scheda grafica da
Un valore basso migliora la qualità dell’im- mensione del monitor e la risoluzione d’u-
magine ma, in ogni caso, non sarei disposto
800x600 pixel, quanto un 15 pollici con
a sacrificare altre doti, come risoluzione e tilizzo. È ovvio che tali dati vanno presi scheda grafica e sistema capace di un re-
refresh nel nome della ‘apertura di griglia’. con la cautela dovuta alle mutevoli neces- fresh da 100 Hz a 1600x1200 pixel.
CRT o LCD sità di ognuno di noi, ma già fanno intuire Valutiamo attentamente anche le potenzia-
Sebbene i nuovi LCD promettano e man- come, oggi, spingersi sotto i 17 pollici sia lità di calcolo dell’insieme processore-me-
tengano ottime promesse qualitative, è pre- un po’ riduttivo. I costi di un monitor da moria visto che il maggiore numero di pun-
feribile un ampio, ‘rinfrescante’, luminoso 17’’ sono ormai abbordabili da chiunque e,
e contrastato CRT, magari con la superficie
ti da visualizzare obbliga queste parti del-
anteriore piatta. anzi, io mi spingerei a consigliare viva- l’elaboratore a sforzi degni di nota.
È sia una questione di costi, che delle in- mente l’opportunità di dotarsi di qualche Ricordiamo infine a chi si sta apprestando
trinseche proprietà di tali dispositivi, anco- cosa di più. Il 19’’ è un ottimo compromesso all’acquisto di uno schermo di riflettere sul
ra un po’ immaturi per la perfetta applica- tra costi e prestazioni ottenibili: permette fatto che sono in primo luogo i nostri oc-
zione al campo delle immagini. di avere a disposizione ottime prestazioni chi ad avere a che fare con tale periferica
Esistono in ogni caso schede grafiche che visive ad un prezzo più vicino ad un buon
permettono di collegare entrambi gli stru-
ed è bene tenere conto di ciò prima che di
menti. 17’’ che non ad un 21’’. Non dimentichia- altre questioni.
mo inoltre che il peso di un 21 pollici è ri- Eugenio G. Tursi
SCUOLA D I DIGITALE

LA SCELTA DELLA
RISOLUZIONE
MIGLIORE
Per un fotografo la risoluzione della fotocamera,
dello scanner, del monitor, della stampante sono in stretta relazione.
Vediamo perché, e come usare al meglio i nostri strumenti.

Stampa a diverse risoluzioni, senza cambia-


re la dimensione dell’immagine; in sequen-
za da sinistra a destra:
300dpi – 220dpi – 60dpi – 30dpi.

Nella precedente puntata abbiamo visto co- questi fenomeni di ‘digitalizzazione’ di ciò sa, a differenza di ciò che potrebbe acca-
me gli elaboratori e le fotocamere digitali, che vediamo ad occhi nudo, visto anche il dere se il foglio su cui stiamo disegnando
così come tutti gli apparecchi che trattano fatto che il termine di paragone su cui mol- avesse le dimensioni di 10 per 10 quadra-
le immagini in formato digitale, abbiano to spesso si fonda la presunta qualità di un tini.
necessità di convertire i dati riguardanti il apparecchio digitale è questo fantomatico Il computer ragiona grossomodo nella stes-
colore in valori numerici, al fine di essere ‘numero di pixel’. sa maniera: ha a disposizione una certa
in grado di gestirli e memorizzarli. Si è pa- È bene tenere presente, parlando sia di CCD quantità di punti, disposti regolarmente per
rimenti già accennato al fatto che uno dei che di monitor, l’esempio già precedente- file e per colonne, per tracciare le imma-
fattori che intervengono nel condizionare mente utilizzato della griglia di punti. Se gini che noi immettiamo in esso sotto for-
la qualità finale delle nostre immagini, a prendiamo un foglio a quadretti, possiamo ma di file digitali. Questi punti, di forma
fianco del numero di bit utilizzati per la tentare di tracciare delle forme rudimenta- più o meno rettangolare, prendono il nome
rappresentazione dei colori, è costituito dal- li annerendo completamente qualche qua- di pixel e sono la più piccola porzione di
la quantità di punti con cui la nostra foto- dretto del foglio e lasciando gli altri com- schermo che il computer è in grado di an-
camera digitale riesce a riprendere l’im- pletamente bianchi. Se il nostro foglio è nerire, per riprendere l’esempio del foglio
magine. Cerchiamo dunque di dare delle sufficientemente esteso riusciremo a trac- a quadretti. Ovviamente il personal com-
definizioni un po’ più accurate riguardo ciare una scena anche piuttosto comples- puter non si limita ad annerire i pixel, ma
Come cambiano le dimensioni di immagini di diversa risoluzione
(a parità di risoluzione di stampa)

Foto Pixel immagine Risoluzione in stampa Dimensione in cm


A 1025x739 300 dpi 8,7x6,3
B 683x493 300 dpi 5,8x4,2
C 339x245 300 dpi 2,9x2,1

li colora, ricorrendo in tal caso ad una mag-


giore profondità colore, già affrontata nel-
la puntata precedente, per ogni singolo pun-
to dell’immagine.
Volendo riprendere il parallelo tra pellico-
la chimica e sensori digitali, potremmo di-
re che i pixel rappresentano per il digitale
l’equivalente di ciò che la grana, ovvero
l’insieme dei cristalli fotosensibili, è per la
fotografia tradizionale, ovviamente con
qualche differenza.
Sempre per analogia con la pellicola chi-
mica possiamo andare a scoprire i pixel (la
grana digitale) ingrandendo di molti fatto-
ri un’immagine sintetica: lo strumento che
ci permette tale procedimento prende, in
genere, il nome di zoom. Mentre nel tradi-
zionale, oltre certi rapporti di ingrandi-
mento, la grana inizia a comparire sulla di una grana in cui i cristalli fossero il più indistinguibili ad occhio nudo.
stampa sotto forma di punti colorati spar- ordinati possibile (T-Grain). Dato che questo pixel sembra essere il cen-
si in modo irregolare, anche se comunque Ebbene, nel digitale, effettivamente più per tro attorno a cui ruota tutto ciò che è ‘im-
compatto, nel digitale i pixel compaiono in necessità costruttive che per virtù, i pixel magine digitale’, torniamo alla struttura
tutta la loro regolarità sotto forma di qua- occupano posti rigidamente ordinati per fi- della nostra griglia di punti (o del foglio a
drettoni monocromatici perfettamente ap- le e colonne, azzerando lo spazio tra di lo- quadretti per i nostalgici), iniziando a ve-
paiati gli uni agli altri. ro, arrivando fino al problema opposto. La dere come essi vengono ‘manipolati’ al mo-
È esperienza comune a tutti coloro che si definizione dei punti è infatti tale che, tal- mento dello scatto dalla fotocamera digi-
sono interessati di fotografia tradizionale volta, scarti molto bruschi di colore non tale, per poi essere ricomposti in ‘un qual-
la constatazione delle maggiori possibilità possono essere smussati dall’irregolarità, che cosa’ di umanamente intelligibile.
di dettaglio offerte da una pellicola dalla nulla nel nostro caso, dei punti colorati vi- Le due caratteristiche che definiscono il
grana più fine. Allo stesso modo disporre cini, presentandosi ai nostri occhi con il fe- pixel sono dunque il colore del punto e la
di un pixel di dimensioni minori sullo scher- nomeno della cosiddetta scalettatura. sua posizione nella scena. Visto però che,
mo equivale ad avere immagini dalla defi- Per completezza ricordiamo che questo an- come detto prima, i pixel sono disposti nel-
nizione maggiore, essendo il nostro occhio tiestetico fenomeno richiede, nei casi più lo schermo ordinatamente per file e per co-
incapace di distinguere tra loro punti estre- evidenti, una sfumatura artificiale dei pas- lonne, risulta molto più conveniente trala-
mamente piccoli. Consideriamo inoltre che, saggi di colore troppo accentuati (antialia- sciare di indicare la posizione dei singoli
negli anni passati, molte industrie di ma- sing), se non è possibile ricorrere ad un nu- punti ed adottare la convenzione di elen-
teriali sensibili hanno improntato i loro stu- mero di punti tanto elevato da avere pixel care semplicemente colore dopo colore, le
di verso la produzione di pellicole dotate talmente piccoli da risultare in ogni caso caratteristiche cromatiche dei singoli pun-
La grana della pellicola chimica. A sinistra
la grana tradizionale, a destra la struttura T-
grain.

ti, dal primo all’ultimo della nostra imma- si applica alla fotocamera digitale. dobbiamo andare a capo (il foglio è infat-
gine. La convenzione è quella di conside- Riprendiamo il foglio quadrettato sul qua- ti 50x100) e che alla fine della centesima
rare ‘primo’ il pixel in alto a sinistra e ‘ul- le abbiamo tracciato l’immagine stilizzata fila di quadretti potremmo anche termina-
timo’ il pixel in basso a destra. a quadratini bianchi e neri. Contando la lun- re la telefonata senza che il volenteroso
Occorre essere a conoscenza unicamente ghezza dei lati del foglio in quadretti otte- amico debba avvertirci di avere finito, es-
della dimensione finale della nostra im- niamo due cifre, supponiamo 50x100. Fa- sendo questa l’ultima delle 100 costituen-
magine, in termini di altezza e larghezza, cendo il conto sappiamo che il totale dei ti il foglio.
per sapere quando ‘andare a capo’ leggen- punti che abbiamo a disposizione è pari a Cosa c’è di simile in una fotocamera digi-
do la lista ininterrotta dei colori dei pixel. 5000. Se un amico avesse voglia di leggerci tale? Tutto. Il sensore CCD riprende la sce-
Anche se questi concetti possono sembra- di fila questi 5000 punti dicendoci ‘bian- na reale (vedremo dopo in base a quali prin-
re estranei a quanto concerne l’utilizzo del- co’ o ‘nero’ a seconda del colore trovato sul cipi) ed inizia a ‘leggere’ i dati presenti sul
la fotocamera digitale, essi sono la base per foglio da sinistra a destra e dall’alto al bas- CCD dal primo all’ultimo pixel costituen-
capire come è ‘fatta’ un’immagine digita- so, noi potremmo, anche al telefono, ridi- te l’immagine; questa lunga lista di colori
le. Cerchiamo di chiarire il concetto con un segnare esattamente la stessa immagine. viene interpretata dal processore interno
esempio, per vedere poi come tutto questo Sappiamo infatti che ogni 50 quadrettini come segue: esso sa che è stata utilizzata

COS’È L’INTERPOLAZIONE Tuttavia l’interpolazione non aggiunge nuova informazione al-


l’insieme di punti, ma crea solamente una specie di sfumatura
Se scattiamo una fotografia con una fotocamera digitale, ma tra pixel prossimi. Per questo motivo c’è una fondamentale dif-
anche se scansioniamo un originale chimico, avremo la possi- ferenza tra risoluzione effettiva e interpolata e quando si ac-
bilità di stampare tale fotografia alla risoluzione di stampa (dpi) quista un dispositivo di acquisizione, sia esso una fotocamera
preferita, ottenendo dalla stampante un’immagine di grandez- o uno scanner, occorre controllare la risoluzione effettiva.
za proporzionale alle sue dimensioni in pixel ed alla risolu- Tornando all’esempio di prima, la presenza di pixel ‘fantasma’
zione di stampa scelta. non si verifica, al contrario, nel passaggio a risoluzioni infe-
Supponiamo di avere un’immagine di 1000x1500 pixel; stam- riori, o a dimensioni di stampa più piccole. Questo avviene poi-
pandola ad una risoluzione di 300dpi avremo una dimensione ché, dovendo in tale caso ridurre il numero di punti dell’im-
in stampa di 3,4x5 pollici, equivalenti a 8,4x12,7cm. magine, tutti i pixel risultanti dalla riduzione di dimensioni sa-
E se volessimo stampare la stessa immagine, nelle medesime ranno ancora pixel che erano presenti nell’immagine origina-
dimensioni finali e con una risoluzione maggiore (il problema le, in numero minore, ma comunque originali.
è identico se volessimo mantenere invariata la risoluzione ed In conclusione è sempre meglio disporre di un numero di pun-
aumentare le dimensioni di stampa)? ti maggiore fin dal principio per poi ridurli in caso di eccesso,
Per fare questo dobbiamo far stare in un pollice più punti. Non che non trovarsi a doverne inventare di nuovi per mancanza di
potendo rifare la fotografia (o rifare la scansione) dobbiamo informazione. Pertanto la risoluzione migliore a cui effettuare
aggiungere dei punti a completare gli spazi vuoti dell’imma- le nostre riprese con una fotocamera, soprattutto se non ab-
gine di risoluzione maggiore. Il problema è che questi punti biamo ancora deciso l’utilizzo delle nostre immagini, è senza
non sono presenti nella scena reale, ma vengono ricostruiti dal- dubbio quella denominata, non a caso, Best oppure Better o
l’elaboratore tramite un processo di ‘interpolazione’ dei pixel. HighQuality, Migliore, ExtraFine, etc.
Esso in pratica prende due pixel vicini e ne inserisce uno nel Peccato però che la memoria di una fotocamera non è illimi-
mezzo, un pixel “fantasma”, facendo in modo che il nuovo tata e, oltretutto, costa cara: il fotografo digitale dovrà quindi
pixel assuma un colore intermedio, o comunque coerente con scegliere il compromesso più adatto per le sue esigenze.
i due vicini.
Per la prima rappresentazione dell’omino so-
no stati usati 4x4 pixel, mentre per la secon-
da ne sono stati impiegati 300x300. È chia-
ro che l’immagine con un maggior numero
di punti permette di ottenere un risultato de-
cisamente più accurato.

una determinata profondità colore per ogni Oltre al numero di pun-


punto, quindi sa quanto spazio è destinato ti impiegati per descri-
alla codifica del colore di ogni pixel, po- vere un’immagine digi-
tendo quindi stabilire quando iniziano e fi- tale, un notevole contri-
niscono, nella catena ininterrotta di dati, i buto all’aspetto finale
singoli punti. Esso, sapendo larghezza ed può essere apportato au-
altezza in pixel dell’immagine, memoriz- mentando la quantità di
za un punto dopo l’altro tutti i pixel ne- sfumature disponibili per
cessari a riempire una riga dell’immagine, ogni colore. È compito
poi passa alla successiva e così via fino al- del covertitore A/D at-
l’ultimo punto della fotografia digitale. tribuire ad ogni pixel un
Questo è, grossomodo, l’aspetto con cui i colore in base alla quan-
pixel vengono salvati nei formati di file bit- tità di luce presente nel-
map i quali, non a caso, si rivelano anche la scena reale.
i più ricchi di tutte le informazioni origi-
nali dell’immagine ripresa.

Le dimensioni di un’immagine
Facendo caso a quanto descritto fino a qui
è possibile estrapolare dal testo i tre con-
cetti su cui abbiamo fino ad ora fondato i
nostri discorsi: altezza e larghezza del-
l’immagine e bit colore dell’immagine stes-
sa. Questi tre attributi sono il fondamenta-
le metro di paragone qualitativo con cui, UN’IMMAGINE FRANCOBOLLO
nella maggior parte dei casi, vengono clas-
sificate le immagini digitali elaborabili dal Parlando di risoluzione dobbiamo tenere presente un aspetto che lascia quantome-
nostro computer. Questi stessi aggettivi ci no sorpresi i neofiti della fotografia digitale.
danno inoltre importanti indicazioni ri- Supponiamo di fare la scansione di una stampa che ci soddisfa particolarmente. In-
guardo alla dimensione stimata dei file bit- seriamo la foto nello scanner, effettuiamo la scansione dell’immagine 10x15cm
map contenenti le immagini stesse, nel ca- (equivalente a circa 4x6 pollici), la elaboriamo e la stampiamo: dalla stampante esce
so di immagini a colori. un foglio A4 bianco con un francobollo di circa 2x3cm nel mezzo raffigurante la
Un metodo abbastanza valido di approssi- nostra foto. Cos’è accaduto?
mazione per il calcolo delle dimensioni è È accaduto semplicemente che lo scanner e la stampante hanno lavorato con riso-
il seguente: luzioni, rispettivamente di acquisizione e di stampa, differenti.
altezza in pixel * larghezza in pixel * bit Se abbiamo effettuato la scansione a 100ppi (ppi sta per ‘points/pixel per inch’ che
colore. Il risultato va poi diviso per 8 in è l’unità di misura usata negli scanner) avremo un file delle dimensioni in punti di
quanto 1 byte equivale a 8 bit. 400x600 pixel.
È inutile sottolineare come, all’aumentare La stampante però era impostata su una risoluzione di stampa non di 100dpi, ma di
di uno qualsiasi di questi tre fattori, oltre a 600dpi; dividendo quindi 400x600 per 600 otteniamo una dimensione di 0,66 x 1
crescere la qualità apparente dell’immagi- pollice, equivalenti a 1,7x2,54 centimetri.
ne, aumenterà la dimensione finale del fi- Attenzione quindi a calibrare correttamente le risoluzioni di acquisizione e di stam-
le che la contiene. pa al fine di evitare tali inconvenienti.
Quando dunque vediamo scritto sulle no- Quanto abbiamo detto per lo scanner vale anche per la fotocamera digitale. La dif-
stre fotocamere digitali informazioni del ferenza consiste nel fatto che nelle fotocamere la risoluzione non si imposta con se-
tipo 2 milioni di pixel o 4.5 Megapixel, il lettori di ppi ma in termini di due o tre livelli di qualità; essi sono in genere identi-
costruttore ci informa del fatto che il tota- ficati da appellativi quali Normal e Fine oppure Normal e High Quality, o simili.
le dei punti, impilati ed incolonnati, con
cui la fotocamera è in grado di riprendere to, deve essere espressa come numero di stampa 10 x 15cm!!!
la scena, è uguale a 2 milioni o 4.5 milio- punti per unità di spazio, ad esempio pun- Tale dato può far rabbrividire chi, in primo
ni di pixel. ti per centimetro, oppure pixel per milli- luogo, deve gestire con disinvoltura tale fi-
Tralasciamo il fatto che vadano poi consi- metro o, ancora, pixel per pollice. È tutta- le su di un personal poco potente, oppure
derati, in effetti, quanti pixel sono adibiti via ovvio che, indicando un CCD da 2 mi- chi ha la necessità di spostare il suddetto
alla ripresa di ogni singola componente R, lioni di pixel, lo spazio a cui ci riferiamo è file, magari senza disporre di masterizza-
G o B costituente il colore di sintesi addi- l’intero CCD, così come, parlando di riso- tore o per via elettronica.
tiva (anche questo è stato già spiegato nel- luzione video, l’unità di spazio in esame è Si può rilevare che una risoluzione di 600
la scorsa puntata). lo schermo stesso. dpi è un po’ eccessiva per gli utilizzi più
Per quanto riguarda la reale dimensione Tale questione cambia parlando di risolu- comuni. Al fine di ottenere stampe di qua-
della griglia di punti, espressa in larghez- zione di stampa dove mancano riferimen- lità sufficiente non occorre, oggi, salire ol-
za per altezza, questa può variare a secon- ti certi. tre i 300dpi. Già a questa risoluzione di
da del tipo di sensore CCD adottato: 2 mi- Facciamo un passo indietro. Una stampante stampa il nostro file si riduce ad una di-
lioni di punti possono essere disposti, equi- ink-jet crea le sfumature di colore, così co- mensione di circa un quarto rispetto alla
valentemente, in 2000 file per 1000 colon- me tutte le tinte piene, tramite la disposi- precedente.
ne oppure in 1600 file per 1250 colonne o, zione di microscopiche goccioline di in-
paradossalmente, come non ci si augura da chiostro sulla carta da stampa. A seconda Conclusioni
parte di nessun costruttore, in 20 file per dello spazio che intercorre tra due punti di Cerchiamo di riassumere gli aspetti salienti
100.000 colonne. inchiostro vicini nella stampa finale, ed an- delle questioni inerenti la risoluzione, al-
che a seconda della dimensione delle goc- meno per ciò che può interessare ad un fo-
La risoluzione del video ce, l’aspetto dell’immagine finale su carta tografo.
Siamo finalmente giunti ad identificare ci apparirà più o meno realistico. Questo Abbiamo visto che il pixel è l’unità mini-
esattamente cosa sia la risoluzione di un divario qualitativo è dovuto, esattamente ma gestibile dal computer sul monitor e ciò
CCD. Quando ci riferiamo alla risoluzio- come avviene per i monitor, alla quantità e equivale a quello che la grana è per la pel-
ne di un monitor o, equivalentemente, a alla grandezza dei punti costituenti l’im- licola chimica.
quella di un CCD, è luogo comune riferir- magine. A seconda del numero di pixel che il mo-
si proprio al numero totale di punti che il Nella stampa, però, i punti di pigmento non nitor o il CCD della fotocamera digitale
sensore o il video sono in grado di visua- occupano celle di posizione fissa come sul- possono gestire, la qualità dell’immagine
lizzare, esprimendo tale valore numerico lo schermo, con i pixel di forma rettango- risultante varia in modo proporzionale: que-
in termini di pixel-larghezza per pixel-al- lare ben impilati tra loro, ed inoltre può va- sto vuole dire che, se nello stesso spazio (il
tezza. Un monitor può allora avere una ri- riare la dimensione della stampa. monitor o il CCD) trovano posto più pixel,
soluzione massima di 1600 per 1200 pixel, Occorre quindi definire un’unità di misu- la loro dimensione sarà minore, rendendo-
un CCD una risoluzione di 2 milioni di pixel ra: tale è ‘dpi’, acronimo di ‘dots per inch’ li quindi meno visibili ad occhio nudo. Il
o, analogamente, di 1600 per 1250 punti. ovvero punti per pollice. termine risoluzione indica appunto il nu-
Ora sapendo che la risoluzione di un CCD Dire quindi che una immagine è stampata mero di punti che il nostro monitor o la no-
è data dal numero di pixel in larghezza per a 600 dpi, significa che la ink-jet, per fare stra fotocamera, riescono a gestire.
il numero di pixel in altezza, otteniamo che un esempio alla portata di chiunque, ha de- Lo stesso vale per scanner e stampanti, con
i termini di paragone su cui continueremo posto sul foglio, almeno teoricamente, 600 la sola differenza che questi strumenti la-
a ‘giocare’, parlando di digitale, saranno goccioline di inchiostro ogni 2,54 centi- vorano riferendo il numero di punti ad un’u-
risoluzione e profondità colore. metri, misura equivalente ad un pollice. nità di spazio, in genere il pollice anglo-
I costruttori, dopo avere raggiunto una tut- È impressionante che nello spazio di 1 pol- sassone: dpi (dots per inch) e ppi
to sommato soddisfacente qualità croma- lice quadrato, cioè in un quadrato di di- (points/pixels per inch) sono le misure del-
tica di 24 o 36 bit colore anche per gli im- mensione 2,54 x 2,54cm possano trovare la risoluzione di stampanti e scanner più
pieghi semiprofessionali, hanno prosegui- posto, nel caso di una stampa a 600 dpi, utilizzate.
to l’aspra lotta per la produzione di CCD ben 600x600 punti, ovvero 360.000 goc- Avendo la possibilità di scegliere la riso-
dal numero di punti sempre maggiore: il li- ce! luzione con cui fotografare o acquisire le
mite teorico è ancora lontano per le foto- Se poi moltiplichiamo questa cifra per la immagini, è meglio optare per quella più
camere amatoriali, ma si prospetta un li- totale superficie dell’immagine che inten- elevata, onde evitare di dover inserire pun-
mite di utilizzo, essendo infatti sufficiente diamo stampare, avremo il numero di pun- ti non reali al fine di incrementare le di-
ottenere la non visibilità dei punti per in- ti che la stampante dovrà stampare. Tale mensioni di file immagine troppo piccoli.
grandimenti di portata casalinga: oggi il numero di punti corrisponde a informazio- Nelle puntate successive torneremo spes-
formato A4, domani forse, al massimo, A3. ni che il computer deve trasmettere e che so a parlare di risoluzione, così come di co-
Teniamo anche conto del fatto che file im- quindi devono trovare posto anche sul no- lore, in particolare quando cercheremo di
magine di dimensione così imponente ri- stro computer. addentrarci nelle complesse questioni ine-
chiedono computer sufficientemente po- Per fare un esempio, una stampa di 10x15 renti alla stampa digitale. Questo argomento
tenti: i costruttori devono dunque rispetta- centimetri a 600 dpi (continuiamo a tene- ci darà anche lo spunto per la trattazione
re altri limiti imposti dall’evoluzione del- re questa risoluzione come riferimento, an- della calibrazione cromatica dei dispositi-
l’hardware alla portata delle fasce di pub- che se spesso eccessiva rispetto agli utiliz- vi. Tale problematica, in genere, inizia ad
blico verso cui il prodotto digitale è rivol- zi più comuni) necessiterà di un numero di essere sentito nel momento in cui si deci-
to. punti pari a 2400x3600, ovvero 8.640.000. de di stampare quanto si è elaborato a vi-
Questo solo per un colore; dato che nel si- deo, ed è un argomento che merita un ap-
La risoluzione in stampa stema RGB i colori sono 3, dovremo mol- profondimento specifico.
Quando parliamo di risoluzione abbiamo tiplicare questa cifra per 3, ottenendo una
la necessità di uno spazio a cui rapportare dimensione in byte del file bitmap pari a
il numero di punti cui ci riferiamo. In altre 25.920.000. Eugenio G. Tursi
parole, la risoluzione per avere significa- Sono 25 Megabyte di immagine…per una (4-Continua)
SCUOLA DIGITALE

LE STAMPANTI
La comprensione del funzionamento di queste periferiche consente
di individuare i modelli più adatti alle nostre esigenze creative.

Originale RGB

CMYK
Il raffronto diretto tra i risultati ottenibili con le varie tecnologie di stampa permette di com-
prendere quali siano gli effetti tangibili tra l’impiego delle tecnologie RGB, CMYK, esa-
cromia. L’originale (simulato) viene riportato per confronto.

Come promesso ci occuperemo, in questo mente vantaggioso; le laser sono presenti fessionali, la categoria di maggiore inte-
e nei prossimi appuntamenti, di stampan- quasi in ogni ufficio e quelle a sublima- resse sia quella delle stampanti ink-jet, es-
ti, di scanner e di monitor. Non può non zione sono prese in considerazione soprat- sendo tale tecnologia la più diffusa e ca-
saltare all’occhio ai lettori più diligenti il tutto dai professionisti. pace di offrire buone prestazioni per la stam-
fatto che tali strumenti siano stati citati ogni- Sembrano ormai scomparse dalla memo- pa delle fotografie ad un prezzo abbastan-
qualvolta abbiamo tirato in ballo la que- ria collettiva le vecchie stampanti ad im- za economico. Ci concentreremo quindi so-
stione del colore nella gestione di imma- patto, di costruzione meccanica a prova di prattutto su queste stampanti e su quelle a
gini digitali. atomica, ma prive di ogni capacità grafica. sublimazione, che offrono ottime presta-
In questa puntata inizieremo ad analizzare Pochi magari hanno mentalmente risposto zioni, anche se a prezzi più elevati.
il tema della stampa, ricordando però che anche ‘laser a colori’. Tale tecnologia è an- Un discorso a parte andrebbe fatto per la
i migliori risultati si ottengono da un siste- cora un po’ cara ed ingombrante per esse- stampa laser. Purtroppo la tecnologia laser
ma in cui computer, scanner, monitor e re considerata un tipo di stampa persona- non offre ancora a prezzi abbordabili la pos-
stampante siano tutti “coordinati” tra loro. le, che è l’ambito di utilizzo di questo ar- sibilità di accedere al colore.
ticolo. Come potremmo definire una stampante
Le tecnologie di stampa Quale di tali tecnologie trattare allora? Cre- ‘personale’? Dovrebbe poter riprodurre una
Iniziamo con un piccolo quiz: quante tec- do che possa essere utile considerare in- discreta gamma di colori e avere una riso-
nologie di stampa conoscete? nanzitutto il fatto che alcune delle stam- luzione tale da evitare che ad un’osserva-
Le principali sono ink-jet, laser e sublima- panti fino ad ora citate fondino il loro fun- zione non troppo ravvicinata siano visibi-
zione. Le stampanti ink-jet sono quelle di zionamento su basi comuni. È certo che, li i punti che compongono l’immagine; inol-
maggiore diffusione per il prezzo estrema- per la maggior parte degli utenti non pro- tre i costi di gestione che tale stampante
I colori rappresentabili sullo schermo del com-
puter differiscono per numero e per tinta da
quelli stampabili mediante la quadricromia
CMYK. Allo stesso modo, altri tipi di stampa
permettono di ottenere differenti set cromatici.
Va tenuto presente che, in tutti questi casi, la
quantità dei colori rappresentabili non è che
una minima parte dello spettro visibile all’oc-
Con il termine Gamut si intende l’insieme dei chio umano. La linea chiara indica il confine tra i colori
colori generabili dal dispositivo che stiamo uti- Dall’immagine si può intuire come, onde esse- stampabili in CMYK e quelli visibili su uno
lizzando. È utile conoscere bene il gamut delle re certi di utilizzare tinte esistenti in tutti gli spa- schermo correttamente calibrato in RGB. È pa-
nostre periferiche onde non pretendere risulta- zi colore coinvolti nel nostro lavoro, può con- lese la differenza dimensionale tra le aree co-
ti non realizzabili. I più completi software di fo- venire servirsi di quelle tonalità presenti nella perte dall’uno e dall’altro spazio. Si nota an-
toritocco ci vengono incontro segnalandoci con zona di intersezione delle curve, area cromati- che come la quadricromia riesca meglio a ge-
tinte contrastanti, come per esempio avviene ca comune a tutti gli spazi (zona centrale dello nerare colori nella gamma dei verdi rispetto a
nell’immagine, quali sono i colori che rischia- spettro). quanti ne possiamo stampare tra i blu.
mo di ‘perdere’ nella stampa di un’immagine Al giorno d’oggi l’esacromia è senza dubbio su-
appena elaborata. Sarà poi nostro compito ope- periore alla altre tipologie di stampa presenti
rare al fine di riportare il gamut dell’immagine nel grafico.
a valori stampabili in CMYK.

Ecco come la sintesi cro-


matica sottrattiva, quel-
la utilizzata nella stam-
pa su carta, trova impie-
go nell’applicazione del
retino tipografico.
Linee di retino delle dif-
ferenti componenti cro-
matiche primarie vengo-
no deposte sul foglio ad
angolazioni differenti al
fine di aumentare il gra-
Per oltrepassare qualitativamente il livello imposto in ti- do di ‘confusione’ tra
pografia dalla stampa in quadricromia, non ci resta che af- punti vicini.
fidarci alla stampa in esacromia, i cui risultati sono qui ben Il nostro occhio perce-
visibili. Purtroppo il costo della stampa a sei colori sale con pirà tali linee, se stam-
la qualità ottenibile anche se bisogna ammettere che, cro- pate ad una risoluzione adeguata, come un tutt’uno, dandoci l’illusione di osser-
maticamente, la differenza osservabile è davvero notevole. vare sfumature continue di colore.

comporta non dovrebbero costringerci a le- di colore diverso, se osservate a distanza, e giallo (Y) a cui si aggiunge il colore ne-
sinare troppo sul numero di stampe da ese- ci appaiano non distinguibili e di una to- ro (K) per ottenere dei neri profondi, altri-
guire, o sul numero di nostri pasti giorna- nalità intermedia tra le due, le moderne menti irraggiungibili per questo tipo di
lieri. Infine occorre che la stampa di una stampanti (parliamo ora delle ink-jet) pos- stampa.
fotografia di medie dimensioni non avvenga sono sfruttare tale sistema di percezione Le prime stampanti a getto d’inchiostro uti-
in tempi troppo lunghi. deponendo sul foglio bianco piccolissimi lizzavano esclusivamente inchiostri a un
punti di colore ravvicinati. solo livello di densità; con questa tecnolo-
Colore e risoluzione Cerchiamo di spiegare come funzionano le gia il punto di stampa assume il colore di
Dato che sicuramente i lettori attenti avran- stampanti ricorrendo anche ad alcune gros- uno solo dei colori primari della stampa
no ripreso in mano le puntate relative ai no- solane semplificazioni, che però possono sottrattiva, e può essere quindi solo giallo,
stri excursus nei pianeti Colore e Risolu- rendere più chiaro il discorso. magenta o cyan. Per creare le sfumature di
zione, non ci soffermeremo più di tanto nel Per ottenere una buona resa delle varie to- colore la stampante ink-jet utilizza una re-
rispolverare questi concetti. nalità sono necessarie almeno 256 sfuma- tinatura, una specie di scacchiera in cui si
Poiché il nostro sistema visivo è struttura- ture per ogni colore fondamentale del si- riempiono alcune caselle ed altre vengono
to in modo che due piccolissime macchie stema sottrattivo: ciano (C), magenta (M) lasciate vuote in modo tale che osservan-
do l'immagine da una certa distanza l'ef- quattro fogli di pellicola ad ogni stampa,
fetto sia quello di passaggi sfumati di co- uno per ogni primario, e questo avviene an-
lore: per rendere 256 livelli di densità oc- che se dobbiamo stampare un solo caratte-
corrono 256 caselle, ovvero una matrice di re nero nel centro della pagina. Il motivo
16x16 quadretti. La stampante dovrà quin- per cui vengono preferite le stampanti a su-
di essere in grado di posizionare 2400 pun- blimazione rispetto alle ink-jet è che la fe-
ti in un pollice per avere la stessa capacità deltà dei colori di una sublimazione non te-
di riprodurre dettagli a 150 dpi con 256 sfu- me ancora oggi rivali rispetto alle più eco-
mature per ogni colore fondamentale (la ci- nomiche ink-jet. Peccato che il prezzo del-
fra di 2400 punti si calcola moltiplicando l’hardware e dei materiali di consumo (car-
150x16). te e inchiostri), così come il tempo neces-
Tuttavia se si usano inchiostri di densità di- sario ad ogni stampa, ne frenino la diffu-
versa che si sovrappongono in più livelli, sione.
La reale risoluzione raggiungibile da una stam- il punto di stampa può assumere diverse to-
pante è in genere inferiore a quella dichiara- nalità di colore e quindi si richiede una mi- Scelta della stampante
ta dai costruttori, generalmente riferita alle nore risoluzione in termini di dpi. Veniamo a delineare ora quel minimo di
prestazioni meccaniche inerenti lo spostamento Ad esempio, se con una stampante ink-jet aspetti che il possibile acquirente dovreb-
della testina di stampa rispetto al foglio. Il gra- si usano inchiostri chiari con densità 25% be considerare nell’atto di scegliere una
fico, tratto da un test effettuato presso il Cen- rispetto agli inchiostri normali, in modo ta- stampante nuova fiammante.
tro Studi Progresso Fotografico, rappresenta
le da avere 4 livelli per ogni colore fonda- Come già accennato va valutata la risolu-
l’effettiva risoluzione di stampa, orizzontale e
verticale, relativa alla periferica testata. La ri- mentale, possiamo ridurre di un quarto il zione che la nostra futura stampante può
soluzione di 6 linee/mm corrisponde al valore numero di caselle della nostra scacchiera, raggiungere. La risoluzione va intesa co-
di 300dpi, generalmente considerato il livello e quindi dimezzare la risoluzione richiesta me la capacità di stampare punti estrema-
di partenza per considerare una stampa di qua- alla stampante; invece di 2400dpi baste- mente piccoli e ravvicinati ed è indicata dai
lità fotografica. ranno 1200dpi (256:4= 64, ovvero una ma- produttori in dpi (dot per inch, punti per
trice di 8x8 punti che dà 150x8). pollice). Per valutare la risoluzione occor-
Dunque tutte le seguenti combinazioni so- re prendere in considerazione il valore più
no equivalenti sia dal punto di vista della piccolo; ad esempio in una risoluzione
risoluzione dell'immagine finale, che dal 720x1440 dpi il dato che conta è 720dpi.
punto di vista cromatico. Ricordiamo che il dato di risoluzione del-
le stampanti a sublimazione non è con-
frontabile con quello delle ink-jet.
Risoluzione Livelli per ogni Sempre in tema di risoluzione, verificate
stampante colore fondamentale anche di disporre di un computer capace di
2400dpi 1 livello manipolare un’immagine che stampata a
1200dpi 4 livelli 1200dpi fornisca un A4 pieno. Per la cro-
600dpi 16 livelli naca sono circa 350Mb di file ad un solo
300dpi 64 livelli livello.
150dpi 256 livelli Connessa alla risoluzione è la capacità di
resa delle tonalità dei colori; come abbia-
mo spiegato precedentemente, le stampan-
Nel caso della stampa a sublimazione il co- ti ink-jet che usano gli inchiostri chiari so-
lore è su un film in poliestere, che viene no avvantaggiate e le stampanti a sublima-
scaldato dalla testina di stampa in prossi- zione garantiscono un’ottima fedeltà cro-
mità del supporto finale; il colore da soli- matica.
do passa direttamente allo stato gassoso, L’autonomia di una stampante, e quindi i
cioè sublima, e si deposita sulla carta. costi di gestione, diviene importante quan-
I quattro colori primari CMYK vengono do prevediamo un carico di lavoro soste-
deposti in momenti successivi; ad ogni pas- nuto. Questo fattore viene di solito trascu-
saggio la pellicola appena utilizzata, anche rato da chi non è solito effettuare un gran
se poco, viene sostituita con quella relati- numero di stampe fotografiche, ma salta
va al primario successivo ed il foglio di car- immediatamente agli occhi (ed al porta-
ta, ‘risucchiato’ nella stampante, viene nuo- monete) quando ci si accorge che non ba-
vamente sovrastampato col nuovo colore. stano mai le cartucce di riserva. L’aspetto
Va da sè che l’allineamento dei primari e più antipatico della questione, per ciò che
del foglio deve essere assoluto. Questo ti- concerne le ink-jet, è la propensione dei co-
Facendo un ingrandimento spinto, ma nean- po di stampa è a tono continuo, ovvero ogni struttori ad assemblare le cartucce colore
che troppo, di una fotografia stampata in ti- punto può assumere una tonalità di colore in blocchi unici; il lato positivo è che si ha
pografia, compaiono le forme geometriche, de- qualsiasi tra 16.7 milioni di possibilità di- sempre un corretto allineamento dei colo-
finite rosette, scaturite dall’incrocio delle li-
nee di retino. Nuove tecniche di retinatura per-
verse, usando inchiostri a densità variabi- ri della stampante. Canon però ha recente-
mettono di ridurre sensibilmente la dimensio- le. Non serve quindi la retinatura e la riso- mente introdotto una stampante a colori in-
ne delle rosette, migliorando di conseguenza luzione di stampa può essere di 150 o 300 dipendenti. I costi degli inchiostri per la su-
la definizione della stampa. Un tipo di stampa dpi, molto più bassa quindi rispetto a quel- blimazione sono certamente più elevati, ma
del genere viene definita ‘a micropunti’ (mi- la della stampa a getto di inchiostro. chi propende per questo sistema ha certa-
crodot). Il sistema è costoso in quanto se ne vanno mente fatto i suoi conti in anticipo.
Dall’utilizzo degli inchiostri dipende il co-
sto copia, unitamente al prezzo da pagare
per la carta di tipo fotografico.
Per chi utilizza una stampante a sublima-
zione il problema non si pone, essendo ob-
bligato all’uso di fogli speciali, costosi, per
non vedere sciupato il risultato dell’impie-
go delle preziose pellicole. Per chi utilizza
la tecnologia a getto d’inchiostro, al con-
trario, si apre un vasto ventaglio di possi-
bili supporti fotografici. I prezzi sono piut-
tosto variabili ed il conto finale va fatto in
base alla qualità di stampa che si pensa di
ottenere (speriamo alta) e del formato da
coprire (speriamo oltre l’8x12cm).
Un altro elemento di valutazione è la velo-
cità di stampa, anche se questa è collega-
ta alle prestazioni del computer e all’inter-
faccia usata.

Questioni di calibrazione
Eccoci alla questione più delicata della
‘stampa in casa’. Prima di tutto ricordiamo Le possibilità di intervenire nei parametri fondamentali riguardanti la stampa, nelle odierne
il già citato fulcro della questione: ogni stru- stampanti personali, sono piuttosto ridotte. Oltre al consueto selettore relativo al livello quali-
mento hardware viene fornito con impo- tativo della futura stampa, possiamo provare alcuni ‘switch’ per il controllo delle tinte primarie
coinvolte nella sintesi del colore della nostra immagine. È comunque preferibile attuare ogni pos-
stazioni cromatiche proprie, difficilmente
sibile settaggio della stampante attraverso la definizione di un apposito profilo colore.
combacianti con quelle di altri dispositivi.
Inoltre non è detto, anzi, non si verifica mai,
che tutte le periferiche per la gestione del
colore siano in grado di generare gli stessi
toni. Molti software di fotoritocco, essen-
do già a conoscenza del problema, ci infor-
mano del fatto che stiamo utilizzando del-
le tinte che non potranno essere stampate
in modo identico su carta. Parliamo in tale
evenienza di allarme di Gamut. Il Gamut
può essere considerato la gamma di colori
che un dispositivo è in grado di visualizza-
re. Conoscere il Gamut degli strumenti che
utilizziamo è fondamentale!!!
Iniziamo col provare a stampare una pagi- Un forte ingrandimento di una stampa permet- Il riferimento cromatico IT8 è uno degli stan-
na di test. A tal fine scegliamo un set di im- te di evidenziare i punti che costituiscono l’im- dard a cui ci possiamo affidare per la verifica
magini che racchiudano un po’ tutte le even- magine. Nella realtà il nostro apparato visivo della corretta calibrazione cromatica dei nostri
tualità cromatiche più classiche: zone d’om- non riesce, al di sotto di una determinata di- dispositivi di visualizzazione. La calibrazione
bra con dettagli, zone di alte luci con det- mensione, a discernere tali microscopici parti- può essere eseguita tramite la scansione del-
tagli, forti contrasti cromatici, tinte pastel- colari dandoci l’illusione di una sfumatura con- l’apposito supporto cartaceo fornito, oltre che
lo (critiche!), colori al limite del gamut. Os- tinua. Tanto più i punti di stampa saranno pic- dalla stampa del medesimo set cromatico, for-
coli, maggiore sarà la probabilità che la nostra nito anche su file. Il confronto tra i risultati di
serviamo il risultato. Se dovessimo accor- immagine risulti meglio definita. stampa, scansione e visualizzazione a video ci
gerci che la stampa ottenuta è davvero al- fornisce valide informazioni per la corretta ca-
tra cosa rispetto a ciò che possiamo osser- librazione delle nostre periferiche. Le tinte pre-
vare sullo schermo, potrebbe essere il caso senti in tale riferimento vengono scelte con lo
di modificare qualche parametro nel modo scopo di ‘coprire’una ampia area dello spettro.
in cui la stampante opera. La cosa più dif-
ficile per chi non è uso ad un’osservazione
di originali a schermo, è quella di capire gono di solito forniti sia in versione carta- alle più diffuse stampanti. Teniamo sem-
quando un originale per riflessione (la stam- cea che digitale. Stampiamo il file relativo pre ben presente che, nella maggior parte
pa), ha raggiunto l’equilibrio cromatico con al campione IT8; dal confronto dell’im- dei casi, per fini non estremi, una buona
un originale per emissione (il monitor). magine a video e della stampa possiamo scelta del profilo colore per la stampante,
Iniziamo ad abituare l’occhio a questo tipo trarre qualche indicazione su come impo- unitamente ad una corretta calibrazione del
di osservazione, dato che è fondamentale stare la stampante. monitor, possono condurre a stampe sod-
per una buona riuscita del nostro lavoro. Meglio ancora, rispetto ad intervenire sul- disfacenti.
Dopo aver verificato che la nostra stam- le impostazioni relative alla stampante, sa- Non l’ho specificato ma mi pare ovvio che
pante necessita di correzione, possiamo pro- rebbe ricercare un profilo colore adatto al- ad ogni successiva modifica sarà necessa-
curarci un riferimento cromatico certo. Uno la nostra periferica di stampa. Sia Windows rio rieseguire una stampa, ad alta qualità e
dei più noti campioni colore prende il no- che MacOS mettono a disposizione l’uti- su carta fotografica, della prova colore so-
me di IT8. Questi supporti cromatici ven- lizzo di file di calibrazione corrispondenti pra descritta (IT8, per esempio).
L’applicazione di modelli colore uniformi per
tutta la catena di periferiche che utilizziamo, ci
dà la certezza di ottenere risultati coerenti nel
passaggio da un tipo di visualizzazione all’al-
tro. I moderni sistemi operativi incorporano,
ormai di serie, alcuni metodi per la gestione dei
cosiddetti profili colore. Malgrado l’abisso che
separa tali espedienti dai sistemi di calibrazio-
ne professionale, essi ci danno modo di limita-
re, senza l’impiego di ulteriori capitali, la per-
dita di qualità dovuta ad un settaggio macro-
scopicamente scorretto dei parametri colore.

Anche se finora abbiamo accettato di affi-


darci alla verifica visiva dei risultati otte-
nibili, non dimentichiamo che, per scopi
professionali, sarà necessaria una calibra-
zione più attenta, magari con colorimetri
in grado di ‘leggere’ con precisione dal cam-
pione stampato le componenti cromatiche
presenti in modo da definire il profilo co-
lore più adatto; per realizzare specifici pro-
fili di colore esistono appositi software.
Inutile dire che tali strumenti, analogamente
a quanto avviene per i corrispettivi dedi-
cati alla misurazione dei colori a video, co-
stano non poco, divenendo in tal modo ‘gio-
cattoli’ alla portata di chi vi trae un effetti-
vo ritorno economico.

Interfaccia e collegamenti
In qualche modo la stampante deve essere
connessa all’elaboratore, che deve riceve-
re i dati relativi alle immagini da stampa-
re. Le interfacce che oggigiorno si conten-
dono la palma dell’efficienza e della fles-
sibilità sono la connessione Parallela e quel-
la USB. L’interfaccia parallela denuncia
ormai i suoi anni, ma continua a fornire ot-
time prestazioni, soprattutto in termini di
semplicità costitutiva del supporto hardwa-
re e dei cavi. Lo svantaggio dell’acquista-
re oggi una stampante parallela può esse-
re quello di trovarsi, un domani, a non po-
terla più connettere con i nuovi elaborato-
ri dotati, come prevedibile, di sola inter-
faccia USB, ovvero Universal Serial Bus.
Oltre ad un trasferimento dati più veloce,
altri vantaggi offerti dalla la porta USB con-
sistono nella condivisione della connes-
sione tra i mondi Win a Mac (al 90% al-
meno), nella semplicità di installazione coi
nuovi sistemi operativi (basta, nella mag-
gior parte dei casi, collegare la periferica
per vederla funzionare), nella possibilità di
collegare in serie diverse periferiche (pur-
ché sia presente in tali periferiche una pre-
sa USB passante) ed infine la possibilità di
connessione ‘a caldo’ , ovvero senza dover
spegnere e riaccendere il computer.
Scegliendo l’interfaccia USB siamo anche
in grado di ovviare all’eventuale problema
derivante dall’avere la porta parallela già
occupata da altre periferiche che potreb-
bero creare qualche conflitto se obbligate
al lavoro condiviso.
Una nota che riguarda entrambe le due ti-
pologie, parallela e USB, è relativa alla lun-
ghezza massima dei cavi utilizzabili: non
è consigliabile infatti eccedere la lunghezza In una prima fase è meglio provare le car-
massima delle connessioni rispetto a quan- te consigliate dal produttore della nostra
to garantito dal produttore. Anche per ciò stampante, in quanto gli inchiostri intera-
che concerne la qualità dei cablaggi, esor- giscono con la carta. Nulla vieta comun-
to a non lesinare sulla bontà di tali am- que di provare altre carte, soprattutto se si
mennicoli: non vale la pena di mortifica- cercano superfici o grammature partico-
re le potenzialità della stampante per ri- lari; conviene in questo caso sviluppare
sparmiare qualche migliaia di lire. della sperimentazione personale, magari
È possibile incontrare anche altri tipi di dopo aver letto le prove realizzate da Pro-
connessione, come la possibilità di stam- gresso Fotografico. Evitiamo solo di con-
pare le immagini riprese con la fotocame- siderare forzatamente valida una carta so-
ra digitale senza bisogno di transitare per lo per il fatto che costa un capitale.
alcun elaboratore. Generalmente tale ca- Ricordiamoci sempre che un buon sup-
ratteristica viene implementata da co- porto è quello che ci permette di ottenere
struttori di stampanti che producono an- risultati cromatici neutri, con un’ampia
che appositi modelli di fotocamera predi- gamma rappresentabile e con una buona
sposti. È anche possibile trovare stampanti definizione dei particolari. Quest’ultimo
che accettano l’inserimento delle schede fattore dipende in buona misura dalla car-
di memoria utilizzate dalle fotocamere di- ta essendo l’assorbimento dell’inchiostro
gitali per la ripresa delle immagini. In en- un fattore decisivo al fine di valutare la
trambi questi casi è evidente che non si combinazione di inchiostri e supporto; po-
può effettuare alcun intervento di corre- trebbe verificarsi, infatti, che un’ottima
zione. Eliminare il monitor e l’elaborato- carta ed un ottimo inchiostro, se utilizza-
re da tale processo può giovare solo a chi ti assieme, diano un pessimo risultato. È
non punti al raggiungimento di un buon questo il motivo che mi spinge a consi-
livello qualitativo e desideri solo una ra- gliare, dopo la prova dei materiali sugge-
pida stampa dell’immagine scattata. riti, di sperimentare varie combinazioni,
ma con spirito estremamente critico. Per-
I materiali di consumo: dita di definizione e comparsa di domi-
gioie e dolori nanti, posto di aver eseguito le prove su
Per materiali di consumo intendiamo car- un sistema ben tarato, ci devono fare pro-
ta ed inchiostri da stampa. Chi è intenzio- pendere per un cambio di materiali di con-
nato all’acquisto di una stampante da adi- sumo o per il loro diverso assortimento.
bire alla stampa fotografica si ponga nel- Per i possessori di stampanti a sublima-
l’ottica di destinare ai materiali di consu- zione, al contrario, non resta che affidar-
mo una cifra che, col tempo, supererà la si ai prodotti suggeriti, e nella maggiore
spesa fatta per l’acquisto della stampante. parte dei casi imposti, dal produttore del-
Tralascerò la questione riguardo al for- la stampante. Tale imposizione si ripaga
mato della carta da stampa, essendo que- comunque coi risultati in genere eccellenti,
sto da valutare prima dell’acquisto della che non danno certo modo di desiderare
stampante. A tal proposito inviterei ad una altri abbinamenti più performanti.
seria valutazione dell’eventualità di ac-
quistare una stampante di formato supe- Conclusione
riore al comune A4. Ovviamente la que- Per quanto breve sia stata questa tratta-
stione del formato riguarda più gli utenti zione, se paragonata all’immensa mole di
di ink-jet che quelli di stampanti a subli- materiale disponibile riguardante la stam-
mazione, essendo i prezzi di una A3 a su- pa digitale, credo che l’utente medio, co-
blimazione veramente fuori portata per un sì come quello alle prime armi, abbia avu-
utente non professionista. to modo di farsi un’idea delle problema-
Per quello che riguarda gli inchiostri non tiche inerenti la stampa in quadricromia,
c’è nulla da dire se non di utilizzare sem- per inteso quella con cui abbiamo a che
pre e solo cartucce originali, non rigene- fare utilizzando le ink-jet, o le stampanti
rate, non scadute, tenute in condizioni ade- a sublimazione. Spero che chi avrà a che
renti alle specifiche scritte sulla confezio- fare con tali questioni trovi in quanto det-
ne o nell’immancabile foglietto illustrati- to non tanto una risposta definitiva, quan-
vo. Anche se i costi sono superiori si al- to uno spunto al fine di proseguire nella
lunga la vita della stampante. ricerca personale. Le prossime puntate ver-
Per i supporti cartacei la scelta si fa più ranno dedicate a monitor e scanner, cer-
ampia e sono numerosi i produttori che of- cando di partire dal loro funzionamento
frono una vasta scelta con carte con de- per arrivare alla descrizione di come sia
nominazione ‘qualità fotografica’ caratte- possibile scegliere, se non il modello, al-
rizzate perlopiù da spessori, o grammatu- meno le caratteristiche necessarie per rea-
re in gergo, superiori alla comune carta da lizzare i nostri fini creativi.
fotocopiatrice, oltre che da superfici luci-
de che danno la sensazione di avere a che Eugenio G. Tursi
fare con stampe fotografiche tradizionali. (7- Continua)
SCUOLA D I DIGITALE

QUALE FOTOCAMERA
SCEGLIERE
La risposta è semplice, quella che meglio si
adatta alle nostre esigenze; scopriamo le ca-
ratteristiche tecniche che meglio possono sod-
disfare le nostre esigenze di ripresa.
Nell’ultimo fascicolo abbiamo esaminato co-
me funziona una fotocamera digitale, il sen-
sore CCD, la conversione dei dati da analo-
gico in digitale. Questa tecnologia è comune
a tutte le macchine, ma su questa base i pro-
duttori hanno creato apparecchi molto diver-
si tra loro; in questo articolo esamineremo le
principali tipologie di apparecchi, ma prima
conviene approfondire una serie di caratteri-
stiche, tipiche delle fotocamere digitali, che
ci consentiranno di valutare meglio l’appa-
recchio, indipendentemente dalla fascia di
prezzo.

L’ottica
In genere quando si parla di fotocamere digi-
tali ci si concentra sulla risoluzione del sen-
sore; tuttavia le prestazioni sono influenzate
Il cambiamento di formato del fotogramma, nel passaggio dalla pellicola al CCD (in ge- in modo notevole dalla qualità dell’obiettivo,
nere di grandezza inferiore) fa sì che in pratica la focale dell’obiettivo si ‘allunghi’. fatto questo che diventa rilevante con mac-
chine di risoluzione elevata.
Quindi nel caso di un acquisto di una mac-
china ad ottica fissa, proprio perché non con-
sente il cambio dell’obiettivo con uno di qua-
lità superiore, particolare attenzione va dedi-
cata all’obiettivo; calo di prestazioni e cadu-
te di luce sono quanto mai in agguato in otti-
che di qualità modesta.

Molte fotocamere digitali, montando ottiche non


intercambiabili, danno la possibilità di disporre
di addizionali ottici da anteporre all’obiettivo stan-
dard, al fine di estendere le focali sia verso i te-
leobiettivi che verso i grandangolari.
Una tipica ghiera per la selezione dei pro-
grammi. La possibilità di impostare un pro-
gramma di scatto predefinito consente di af-
frontare molte tipiche situazioni di ripresa con
risultati soddisfacenti. In alcune digitali è inol-
tre presente un comando per la compensazio-
ne intenzionale dell’esposizione in situazioni
difficili come il controluce.

La maggior parte delle digitali non profes- più rilevante se è possibile sostituire l’otti-
sionali è equiparabile, per aspetto e dota- ca: sarebbe spiacevole montare un 50mm
zioni, alle tradizionali compatte 35mm. In pensando di usare un obiettivo normale, per
linea con ciò, le fotocamere digitali appar- poi scoprire che la resa fotografica è quel-
tenenti a questa categoria sono dotate di la di un 135mm sul fotogramma 24x36 mil-
gruppi ottici di qualità estremamente va- limetri.
riabile, quasi sempre di tipo non intercam- Una volta stabilita la corretta conversione
biabile, sia zoom che a focale fissa. Tali ot- della lunghezza focale, può sorprendere che
tiche, in quest’ultimo caso, appartengono invece la profondità di campo resti inva-
in genere alla categoria dei ‘normali’ o dei riata: questo aspetto è ben noto a chi ope-
‘grandangolari’ moderati, esattamente co- ra con fotocamere di medio e grande for-
me nelle compatte tradizionali. Nel caso di mato: a titolo di esempio basta ricordare
ottiche non intercambiabili, inoltre, i co- che per un negativo 6x6cm il ‘normale’ cor-
struttori di tali fotocamere offrono molto risponde ad un 80mm, mentre sul banco ot-
spesso la possibilità di equipaggiare le stes- tico 10x12cm l’obiettivo considerato nor-
se con aggiuntivi ottici, da anteporre alle male è il 160mm.
lenti di serie, per estenderne le focali. Nel caso di un CCD, che in genere è più
Il prezzo da pagare in questo caso sarà quel- piccolo del formato 35mm, è ovvio che il
lo di una generale caduta della qualità ot- problema si capovolge: l’obiettivo norma-
tica dell’obiettivo, proprio a causa dell’au- le potrebbe essere ad esempio un 28mm.
mento delle superfici che la luce deve at- Per ciò che concerne la scelta tra apparec-
traversare prima di raggiungere il CCD. chi dotati di ottica fissa e di ottica zoom,
La possibilità di intercambiare le ottiche, tralasciamo di trattare tale questione, in
come nelle fotocamere reflex tradizionali, quanto le considerazioni sono le stesse che Il bilanciamento del bianco, assente nelle fo-
è una peculiarità degli apparecchi digitali si potrebbero fare per la scelta di una tra- tocamere tradizionali, consente di ottenere
di livello professionale, che tra l’altro spes- dizionale compatta 35mm. la corretta resa dei colori in fotografie effet-
so derivano proprio dalle reflex 35mm. Ta- Anche le modalità di messa a fuoco im- tuate con sorgenti di luce diverse. Sulle di-
li apparecchi digitali possono in genere piegate nel digitale sono a grandi linee le gitali più evolute esso è controllabile in ma-
montare i medesimi obiettivi ed accessori medesime delle fotocamere tradizionali, sia nuale dal fotografo, oltreché in automatismo.
dei corrispondenti modelli tradizionali, con che si tratti di compatte autofocus o a fuo-
l’accortezza di verificare gli effetti della di- co fisso, sia che si tratti di reflex.
versa dimensione del CCD rispetto alla pel- Conviene quindi verificare che la macchi-
licola: un sensore più piccolo in pratica al- na abbia la possibilità di focheggiare ma- tramite sonar, al posto del più comune emet-
lunga la focale dell’obiettivo. nualmente ‘slegati’ dall’autofocus della titore di infrarossi.
Poiché la dimensione del sensore CCD è in macchina, o almeno di poter bloccare il pun-
genere inferiore alla dimensione del foto- to di messa a fuoco dove più ci aggrada. Su Una questione di luce
gramma 35mm e visto che la tradizionale alcuni apparecchi è presente un pulsante Veniamo ora al momento dello scatto.
suddivisione degli obiettivi in normali, gran- che ci permette di effettuare questo ‘focus Quando si usa una pellicola chimica i fat-
dangolari e tele viene effettuata sulla base lock’, ma è comunque bene verificarne la tori da controllare per determinare la cor-
della diagonale del fotogramma, bisognerà presenza. retta esposizione sono l’apertura del dia-
tenere conto di questa variazione nel mo- Come in alcune fotocamere a sviluppo im- framma e il tempo di scatto dell’otturato-
mento in cui ci si riferirà alle ottiche per la mediato, alcune digitali impiegano alter- re.
fotocamera digitale. Questo fatto è ancora nativamente un sistema di messa a fuoco Nelle fotocamere digitali questi fattori per-
di tempi, diaframmi e bilanciamento del
bianco secondo scale e modi propri, in ge-
nere documentate sul manuale d’uso. E’
buona norma controllare la presenza o me-
no di tali regolazioni sulla fotocamera che
intendiamo utilizzare, per non scoprire trop-
po tardi limiti alle nostre esigenze.

Il flash
Un accessorio che in genere non manca
Malgrado le piccole dimensioni, le memorie mai sulle piccole digitali è il flash incor-
Una scheda estraibile di memoria: essa è la estraibili sono in grado di immagazzinare un porato. Sebbene questo possa soddisfare
sede di salvataggio delle nostre immagini e gran numero di immagini. Un imgombro co- l’utente medio, non bisogna scordare che
rappresenta il metodo più comodo e rapido sì ridotto permette anche di tenerne sempre la possibilità di collegare la macchina ad
per l’archiviazione ed il trasporto delle fo- una di scorta a portata di mano. un flash esterno ne amplia enormemente
to appena scattate. le possibilità di utilizzo.
L’impossibilità di scollegare e distanziare
il flash dalla fotocamera genera inoltre una
luce piatta e frontale che influisce negati-
mangono ma, come nelle videocamere, vi vamente sulla qualità della ripresa. Pur-
è un ulteriore parametro: il bilanciamento troppo la presa per il flash separato sem-
del bianco. Va detto che molto spesso que- bra essere caratteristica di modelli di co-
sto bilanciamento, che è dettato dalla tem- sto medio, forse in considerazione del fat-
peratura di colore della luce ambiente, è af- to che l’acquisto di un flash esterno si ad-
fidato all’automatismo della fotocamera. dice maggiormente ad un cliente disposto
Il bilanciamento del bianco corrisponde in ad investimenti maggiori.
un certo senso alla scelta della pellicola che Anche in questo caso quindi è consiglia-
si fa con le diapositive, quando si sceglie bile verificare tutte le caratteristiche del
una pellicola daylight o una per luce artifi- flash e la presenza dell’eventuale presa
ciale, oppure alla decisione di utilizzare un esterna.
filtro di correzione. Il vantaggio della foto-
camera digitale è che queste correzioni pos- Display a cristalli liquidi
sono essere eseguite in modo diverso per Molti produttori di fotocamere digitali pro-
ogni tipo di scatto, senza dover sostituire la vengono dal mondo dell’elettronica, della
pellicola o i filtri nel passaggio da un tipo videoregistrazione, in cui il display a cri-
di illuminazione all’altro, essendo suffi- stalli liquidi è una necessità; tuttavia que-
ciente come riferimento una superficie bian- sto comporta elevati consumi di energia e
ca, a partire dalla quale la parte elettronica una fotocamera priva di un mirino ottico
della fotocamera calcolerà le opportune va- finisce per avere una limitata autonomia.
Una valida e più costosa alternativa alle L’ideale è quindi disporre di mirino ottico
schede di memoria estraibili è data dagli riazioni cromatiche. Apertura del diafram-
ma, tempo di otturazione e bilanciamento per le riprese, e di display a cristalli liqui-
HardDisk miniaturizzati, più capienti, col- di per rivedere, se necessario, le immagi-
legabili ai computer tramite porta PCMCIA. del bianco vengono gestiti in modo diffe-
rente a seconda dei modelli di fotocamera ni scattate, oppure per effettuare riprese
Le stesse schede di memoria possono esse- macro.
re lette, tramite adattatori, dalle porte PCM- considerata. Nei modelli più semplici, que-
CIA. sti fattori sono lasciati sotto il completo con-
trollo della fotocamera. All’estremo oppo- Le schede di memoria
sto, ovvero nelle fotocamere digitali di li- Uno dei maggiori problemi da risolvere
vello professionale, vi è la più ampia libertà trattando di immagini digitali è quello del-
di modificare i parametri della ripresa; ab- le loro dimensioni e quindi delle memorie.
biamo a disposizione tempi e diaframmi co- I dorsi digitali per banco ottico devono es-
me nelle fotocamere tradizionali, possiamo sere necessariamente collegati al compu-
correggere tramite filtratura la sorgente di ter, ma se si esclude questo caso la solu-
luce oppure, volendo, possiamo calibrare il zione è rappresentata dalle unità di me-
bianco al momento desiderato. moria estraibili, in altre parole le schede di
Nel mezzo di questi due estremi vi è una memoria.
miriade di possibili combinazioni: su alcu- (scheda di memoria estraibile).
ne fotocamere esiste la possibilità di sce- Queste schede, dalle denominazioni va-
gliere solo uno o due livelli di compensa- riabili a seconda dei produttori, si divido-
zione dell’esposizione, corrispondenti a uno no essenzialmente tra CompacFlash e
o due diaframmi o tempi di lavoro, altre of- SmartMedia; in questa sede evitiamo ulte-
Gli alloggiamenti per le schede di memoria riori approfondimenti e possiamo quindi
possono variare nelle forme e nelle dimen-
frono una serie di programmi corrispondenti
a diverse combinazioni di apertura e ottu- rilevare che le caratteristiche dei vari mo-
sioni da modello a modello, restando tutta- delli sono abbastanza simili.
via facilmente individuabili ed accessibili.
razione. Altre ancora permettono il controllo
La prestazione che maggiormente ci inte-
ressa in questi supporti è la capacità; i ‘ta-
gli’ vanno da un minimo di 8 Megabyte ad
un massimo di 32 o 64 Megabyte, a se-
conda del modello, anche se si parla già di
128 Megabyte.
Il numero di immagini che possono esse-
re contenute in ogni singola scheda varia
ovviamente in funzione della risoluzione
utilizzata, del tipo di compressione adot-
tato e del numero di colori visualizzabili.
In genere la reperibilità è ottima per tutti
gli standard, dobbiamo solo accertarci che
la modalità di trasferimento delle immagi-
ni dalle schede di memoria al computer si
adatti ai nostri mezzi ed alle nostre esi-
genze.
Le alternative adottate dai costruttori sono
di vario genere. Una possibilità è quella di
inserire la scheda di memoria nella foto-
camera e quindi collegare questa al com-
puter tramite i cavi forniti in dotazione. In
questo caso è preferibile che la fotocame- Nello schema sono mostrate molte delle connessioni realizzabili tra fotocamera digitale e
ra disponga del collegamento USB, molto vari mezzi di visualizzazione quali computer, portatili, video. I cavi necessari vengono di so-
più rapido delle porte seriale e parallela. lito forniti unitamente alla fotocamera.
Una seconda è quella di acquistare un adat-
tatore, che si collega direttamente al com-
puter, in cui inserire le schede di memoria
che verranno lette senza bisogno di alcun
ausilio esterno. Questa alternativa è la so-
luzione più rapida al problema del trasfe-
rimento dei dati.
Una ulteriore ‘spinta’ verso l’alto alle di-
mensioni dei dati immagazzinabili dalle
unità di memoria rimovibile, è stata data
ultimamente dall’introduzione da parte di
IBM di un vero e proprio hard-disk minia-
turizzato, inseribile in schede di tipo PCM-
CIA, collegabili a quasi tutti i portatili in
circolazione, nonché ai personal computer Nella foto si nota come la parte frontale di una compatta digitale sia molto simile a quella
di casa tramite adattatori appositi. Le ca- di una tradizionale. Sul retro spicca però il display LCD a colori, ormai divenuto uno stan-
pacità sfoggiate da questi dischi è di circa dard per le moderne fotocamere digitali.
360 Megabyte.
compromessi tra esigenze diverse; un sen- sì come i computer: è perfettamente lecito
Quale scegliere sore di alta risoluzione ha un prezzo ele- aspettarsi, pertanto, di trovare in vendita,
In campo digitale, ancor più che in quello vato, magari non giustificato dalle nostre pochi mesi dopo l’acquisto, un modello più
della fotografia tradizionale, la differenza esigenze, così come se siamo interessati ad sofisticato del nostro gioiello, e ad un prez-
di prezzo tra apparecchi semplici e profes- una rapidità di scatto da Formula Uno scar- zo inferiore.
sionali è elevata. Vi sono apparecchi che teremo le fotocamere basate su CCD li-
costano meno di 100.000 lire, ma se si cer- neari. Le economiche
cano elevate prestazioni in termini di riso- Anche la possibilità di gestire le immagi- Iniziamo con le fotocamere di basso costo
luzione, colore, velocità, il prezzo sale a ni senza bisogno dell’ausilio del personal e, come accennato, di prestazioni più mo-
decine di milioni. computer può fare propendere per un tipo deste. È ovvio che il metro di giudizio va
Il nostro consiglio quindi, prima di acqui- di apparecchio dotato di software di ge- rapportato all’uso che faremo dell’appa-
stare un apparecchio digitale, è quello di stione più curato e più evoluto, magari recchio; una fotocamera di questo tipo è
stabilire quale sarà l’uso che abbiamo in- espressamente orientato all’utilizzo in viag- certamente adeguata a riprendere noi ed i
tenzione di fare della nostra nuova attrez- gio, accompagnato da più schede di me- nostri familiari, i nostri animali, senza pre-
zatura. In modo particolare dobbiamo in- moria. tendere elevati ingrandimenti della foto.
dividuare quali parametri consideriamo Un aspetto da tenere sempre in considera- Magari dovremo rinunciare ad esigere la
prioritari: questo aspetto non è così bana- zione, onde evitare future frustrazioni, è perfetta riproduzione della tonalità dei co-
le se consideriamo che la tecnologia della che le attrezzature fotografiche digitali rien- lori, ma possiamo comunque ottenere del-
fotografia digitale è ancora agli inizi e che trano nella categoria degli apparecchi ad le belle foto ricordo, magari da inserire nel-
quindi le fotocamere tendono ad essere dei alta tecnologia ed elevata innovazione, co- la nostra pagina Web. Di certo non è ipo-
tizzabile alcun utilizzo professionale di ta- ficiente, veniamo ora a quanto di meglio
li attrezzature. Molto spesso troviamo la possiamo trovare in commercio.
possibilità di collegare queste fotocamere I costi delle apparecchiature high-end, cioè
al televisore o al videoregistratore, espan- di fascia alta, hanno costi variabili attorno
dendo così di molto le possibilità creative alle decine di milioni di lire; la risoluzio-
del mezzo. Le ottiche disponibili su appa- ne varia da 2 a 6 MegaPixel per le reflex,
recchi di questa fascia sono prevalente- ai 9 MegaPixel dei dorsi digitali, per sali-
mente di tipo fisso e non intercambiabile, re ulteriormente con i dorsi per banco otti-
anche se si possono incontrare alcune mac- co.
chine con ottica zoom, anche se moderata L’utente professionale può rivolgersi infatti
e di qualità non eccelsa. La risoluzione del verso due categorie di apparecchi: le foto-
sensore varia nell’ordine dei 640 x 480 pun- camere vere e proprie ed i dorsi digitali da
ti, dei modelli un po’ più datati, fino ad ar- applicare alla fotocamera tradizionale, me- Le reflex medio formato, come le fotocame-
rivare attorno agli 800 x 600 pixel o al mas- dio formato o banco ottico. Non va scor- re a banco ottico, hanno la possibilità di ac-
simo ai 1024 x 768 (intorno quindi a dato che in molti casi queste fotocamere cettare dorsi digitali espressamente proget-
800.000 pixel) per i modelli più nuovi. Il necessitano di un collegamento permanente tati per i vari modelli di fotocamera dispo-
flash incorporato è uno standard; spesso con un elaboratore, data la mole di memo- nibili sul mercato. Nella foto il Megavision,
sono offerte lenti addizionali per espande- ria necessaria al salvataggio di una singo- distribuito da Manfrotto Trading.
re le possibilità di ripresa. la immagine. Al costo della fotocamera di-
Naturalmente tutte le fotocamere sono for- gitale dobbiamo quindi aggiungere quello
nite di software per la gestione delle im- per l’acquisto di una vera e propria stazio-
magini, di cavi e di manuali d’uso. Per le ne grafica adeguata al nostro scopo oppu-
macchine di questo livello è da rimarcare re, al limite, dovremo pensare all’adegua-
il fatto che, in genere, il peso resta assai mento di quanto già in nostro possesso nei
contenuto e la maneggevolezza non teme confronti del nuovo gravoso incarico.
rivali, se rapportata agli apparecchi più com- Le fotocamere digitali più versatili restano
plessi e costosi. in ogni caso le reflex derivate dai modelli
tradizionali, che ospitano al loro interno il
Livello medio CCD al posto della pellicola chimica.
Creare delle categorie in un settore in così Il loro aspetto è molto simile alle note re-
rapida evoluzione non è facile in quanto flex tradizionali, fatta salva la necessità di
l’innovazione può dall’oggi al domani cam- alloggiamenti in cui ospitare le schede di
biare i punti di riferimento; tuttavia pos- memoria o il collegamento al personal com-
siamo inserire in questa fascia le macchi- puter. Non c’è bisogno di sottolineare che
ne con una risoluzione fino a circa 2 Me- si tratta di eccezionali strumenti di lavoro
gapixel. per la grande maneggevolezza offerta dal-
Questi apparecchi offrono anche una mi- la tecnologia digitale insieme al parco di
gliore sensibilità ai colori ed una loro più ottiche e di accessori a disposizione. An-
fedele riproduzione; anche le prestazioni che la velocità di scatto in sequenza ha, in
generali sono superiori, con una maggiore taluni casi, del sorprendente, dando modo
velocità di scatto in sequenza e, perché no, di utilizzare tali apparecchi in ambiti pro-
un aspetto più solido e curato. fessionali come la moda e il reportage.
Le ottiche zoom sono di discreta qualità,
vi è la possibilità di usare schede di me- Conclusione
moria rimovibile, vi sono uscite per TV e Alla fine di questa analisi delle principali
videoregistratore, oltre ad una folta gam- tipologie di apparecchiature digitali oggi
ma di interfacce per computer; sono quin- disponibili, è bene ricordare che il fine ul-
di strumenti utilizzabili in qualsiasi conte- timo che deve giustificare il passaggio al-
sto. Queste fotocamere possono essere uti- la tecnologia digitale deve essere quello di
lizzate in ambito Web, e nello stesso tem- semplificare e velocizzare molte delle ope-
po consentono di affrontare professional- razioni della fotografia tradizionale; al con-
mente il reportage, purché non si richieda trario, non si deve pretendere di avere un
una qualità fotografica elevata. risultato superiore sotto quegli aspetti in A confronto una reflex tradizionale con la
Spesso troviamo anche la possibilità di re- cui la consueta tecnica fotografica non te- sua versione digitale. Le differenze dimen-
gistrare brevi commenti audio direttamen- me, almeno per ora, rivali. Tra questi: il sionali sono dovute all’elettronica necessa-
te dal microfono incorporato nella fotoca- rapporto prezzo/qualità dell’immagine, la ria a supportare CCD, display e memoria
mera, funzione utile per ricordare caratte- rapidità di scatto e, da non sottovalutare, la nelle gestione dell’immagine digitale. Il van-
ristiche salienti della ripresa o del luogo.. vasta offerta di materiali grazie agli oltre taggio risiede nel poter impiegare le mede-
150 anni di vita di questa tecnologia. sime ottiche della reflex a pellicola.
Le professionali
Anche se per molte esigenze di lavoro una
fotocamera di medio livello è più che suf- Eugenio G. Tursi
G U I D A ALL’ACQUISTO

COME SCEGLIERE
LA MACCHINA
DIGITALE
Decine di macchine, risoluzione e funzioni diverse, prezzi in discesa e prestazioni in
crescita: quale fotocamera scegliere? Dipende da quale uso intendiamo farne.
Vi proponiamo alcuni esempi di utilizzazione: per Internet o per la stampa di qualità,
ma anche per applicazioni professionali, come il lavoro
degli agenti immobiliari o assicurativi.

Negli ultimi tempi c’è stata una rapida mol- far sviluppare, nè tantomeno stampare le siasi reflex 35mm; ultimamente le diffe-
tiplicazione delle fotocamere digitali sul immagini, che possono essere visualizza- renze si sono assottigliate ma la differenza
mercato; sono aumentati i marchi, si è este- te sul monitor della fotocamera, sul com- resta sensibile. Inoltre le fotocamere con la
sa la gamma all’interno di ogni marchio. Il puter o televisore di casa; si potranno così risoluzione più alta (1600x1200 pixel e ol-
risultato è che bisogna districarsi tra un cen- scegliere le immagini migliori per proce- tre) producono dei file molto grossi e quin-
tinaio di modelli di fotocamere, ciascuna dere poi alla stampa su carta con la propria di ingombranti da archiviare: si è passati
con una sua ragione d’essere. stampante a getto d’inchiostro; chi non vuo- infatti dai 0.9Mb per ogni immagine non
Per aiutarvi nella scelta abbiamo effettua- le stampare da sé potrà anche portare la compressa delle prime fotocamere con ri-
to una vasta ricerca ed abbiamo seleziona- scheda di memoria al laboratorio chieden- soluzione 640x480, ai 5.5Mb di una mo-
to 48 fotocamere, che vi presentiamo evi- do una stampa delle foto su carta fotogra- derna fotocamera con un sensore da 2.1 mi-
denziando le caratteristiche tecniche prin- fica. lioni di pixel. Anche se la maggior parte
cipali e con un commento. Inoltre indi- Anche l’archiviazione è più semplice gra- delle fotocamere salva le immagini appli-
chiamo quelle che, secondo noi, sono le più zie all’uso del computer; ovviamente oc- cando un particolare algoritmo che permette
adatte ai diversi impieghi. correrà entrare nella logica del computer di contenere le dimensioni finali del file
Occorre infatti considerare che non esiste sapendo di perdere l’aiuto della propria me- (compressione formato Jpeg), quello delle
la macchina migliore in assoluto, ma la mi- moria visiva; se l’archivio è vasto, se si dimensioni delle immagini è attualmente
gliore per l’utilizzazione che si deve fare; riempiono i campi previsti dai programmi uno dei problemi più sentiti.Un altro aspet-
per questo motivo occorre esaminare quel- d’archiviazione, l’aiuto del computer è to “negativo” è la continua e rapida evolu-
le che sono le più comuni applicazioni del- quanto mai prezioso per districarsi tra mi- zione tecnologica; se da una parte l’inno-
le fotocamere digitali. gliaia di fotografie. vazione migliora le prestazioni delle mac-
Ricordiamo che se le fotografie digitali so- chine, dall’altra può creare incertezza e con-
I vantaggi del digitale no tante, è meglio dotarsi di un masteriz- fusione in coloro che sono abituati alle po-
Innanzitutto, perché acquistare una foto- zatore per portare le foto su CD. che novità nel campo delle fotocamere
camera digitale piuttosto che una più com- 35mm; l’innovazione significa infatti una
pleta ed economica reflex tradizionale, se Gli svantaggi continua uscita di modelli nuovi, con pre-
non una compatta? Abbiamo visto le numerose possibilità che stazioni superiori, a prezzi in genere infe-
Il primo, il più immediato vantaggio è la la fotografia digitale apre rispetto a quella riori. La reazione potrebbe essere: mi con-
praticità: si può controllare subito la foto tradizionale; ma ci sono, come prevedibi- viene aspettare per comprare il modello
appena scattata e verificarne la qualità, si le, alcuni lati negativi. Il primo e più sen- successivo; in realtà in settori in così rapi-
possono cancellare direttamente dal moni- tito è la qualità; anche la migliore fotoca- da evoluzione, se si desidera entrare nella
tor della fotocamera le immagini venute mera digitale (escludendo le macchine pro- fotografia digitale, aspettare è inutile, non
male e liberare così lo spazio per nuove fo- fessionali da 50 milioni ed oltre) non può si aspetterebbe mai abbastanza. Piuttosto
to. Inoltre non si deve portare il rullino a competere in termini qualitativi con qual- allora, invece che comprare una fotocamera
digitale conviene acquistare uno scanner e Alcuni esempi di appli-
continuare ad usare la propria 35mm. cazioni pratiche delle
fotocamere digitali.
Quale scegliere? A destra l’invio di una
Come accennato poco sopra, la scelta va foto tramite cellulare.
fatta principalmente in base all’uso che se
ne intende fare. Vediamo quindi quelle che
sono oggi le più comuni applicazioni del-
le fotocamere digitali.

Foto per il Web


Internet si sta sviluppando con una grande
rapidità; una delle caratteristiche di questo
mezzo di comunicazione è che chiunque
può crearsi una propria pagina sulla rete in-
serendovi fotografie; ecco il punto, come
devono essere queste fotografie?
In una pagina Web la fotografia avrà al mas-
simo la stessa risoluzione dell’intera pagi- Qui a sinistra, riprese di
na visibile a schermo; normalmente si adot- appartamenti per le agen-
ta la risoluzione di 800x600 pixel o zie immobiliari.
1024x768 pixel. Inoltre le immagini nor-
malmente non occupano l’intera area visi-
bile della pagina Web, ma solo una parte.
Una risoluzione di 640x480 pixel può quin-
di essere già più che sufficiente; al limite
si può pensare di adottare immagini da
1024x768 pixel da collegare a delle minia-
ture in bassa risoluzioni delle stesse. A que-
sto modo sulla pagina Web saranno mo-
strate tutte le foto in piccole miniature che,
una volta cliccate con il mouse, apriranno
l’immagine alla massima risoluzione. Ri-
cordatevi però che quanto maggiore è la ri-
soluzione della fotografia, tanto maggiore
sarà il tempo che sarà necessario per vi-
sualizzarla sullo schermo.
Per questo genere di riprese si adattano ot-
timamente allo scopo le fotocamere Trust,
Agfa ePhoto 780c, Sony Mavica, Kodak
DC 215.
Se si pensa di inserire brevi filmati su In-
ternet, alcune fotocamere consentono an-
che di registrare dei brevi video a risolu-
zione modesta (al massimo 320x240 pixel)
e possono essere d’aiuto per questo gene-
re d’applicazione. Tra queste troviamo le
Casio e le Sony DSC-F505 e DSC-F55E.

Foto per agenti immobiliari


Gli agenti immobiliari sono stati tra i pri-
mi a scoprire nelle fotocamere digitali un
valido aiuto per il loro lavoro.
La velocità e la semplicità operativa delle
moderne fotocamere digitali risultano in-
La documentazione di inciden-
dubbiamente più idonee rispetto alle clas- ti stradali.
siche macchine fotografiche. Queste foto possono essere
La possibilità di lavorare “tutto in digita- inviate direttamente alla com-
le” permette di creare facilmente database pagnia di assicurazioni tramite
contenenti sia la descrizione dell’apparta- cellulare.
mento o dell’edificio, sia una o più imma-
gini dello stesso, da mostrare al possibile
cliente.
Quali caratteristiche devono avere le foto-
camere per questo tipo di applicazione? La
più importante è la disponibilità di un obiet-
tivo grandangolare per poter riprendere sen- PhotoSmart C500 sono un’ottima scelta. A distanza ravvicinata/macro
za problemi gli interni delle case; anche Per registrare anche file vocali bisogna in- La ripresa a distanza ravvicinata è un’ap-
uno zoom può tornare utile per aggiunge- dirizzarsi sui modelli: Agfa CL-50, Epson plicazione particolare che sta prendendo
re al grandangolare un teleobiettivo con cui PhotoPC 850Z o Sony DSC-F505. piede negli studi dentistici, dove permette
evidenziare il soggetto principale. di eseguire e archiviare in modo pratico le
Anche la possibilità di annotare brevi com- Fotografia di qualità immagini dei lavori eseguiti.
menti audio (via, posizione, note partico- Finora abbiamo considerato applicazioni Per questo genere di ripresa è necessaria
lari) può risultare d’aiuto per l’agente im- che non richiedono un’elevata risoluzione, una buona risoluzione e ovviamente la pos-
mobiliare una volta tornato in ufficio ed al- ora invece entriamo nella categoria delle sibilità di mettere a fuoco a distanze brevi.
cune fotocamere consentono di farlo. fotocamere più costose; infatti la risolu- Gradita è anche la possibilità di collegare
La risoluzione del sensore non è invece di zione del sensore CCD influenza in modo flash esterni (anulari) e un’ottica zoom per
particolare importanza. Consigliamo piut- rilevante il prezzo dell’intera fotocamera. inquadrare più facilmente e rimanere ad
tosto di verificare l’autonomia della mac- La risoluzione preferibile per ottenere del- una certa distanza dal soggetto.
china. Se dispone solo di monitor a cristalli le buone stampe 18x24 è di 2 milioni di Anche in questo campo risulta ottima la
liquidi il consumo sarà molto elevato; se pixel. Molte fotocamere attualmente in com- Nikon Coolpix 950, che a breve verrà do-
ha anche un mirino ottico, basterà utiliz- mercio raggiungono, e in alcuni casi supe- tata di una serie di accessori espressamen-
zare quest’ultimo per garantirsi un’eleva- rano, tale risoluzione; si possono quindi te dedicati per la macro-fotografia, e la
ta autonomia operativo in esterni. esaminare anche altre funzioni. Olympus Camedia C-2500L; da tenere
In questo campo la Nikon Coolpix 950, gra- Spesso chi usa queste fotocamere è un d’occhio anche le Fuji e le Casio che of-
zie agli aggiuntivi opzionali grandangolo esperto di fotografia; sarà quindi preferi- frono prestazioni interessanti.
e fish-eye, si dimostra particolarmente in- bile una fotocamera che consenta di utiliz-
teressante; altrettanto bene le altre due Cool- zare parte degli accessori già presenti per Still life per cataloghi
pix (700 e 800) che sono compatibili con le fotocamere tradizionali come i flash e i Ovviamente non si può pensare di sosti-
gli aggiuntivi ottici. Bene anche la Fuji MX- cavi TTL-flash. tuire le riprese tradizionali necessarie ad
2900, che con un aggiuntivo ottico opzio- La presenza di uno zoom allarga le possi- un catalogo di buona qualità; pensiamo in-
nale accorcia la focale a quella di un 28mm, bilità creative e ancor di più gli aggiuntivi vece ad un’agile pubblicazione con foto di
la Minolta Dimage EX Wide e la Canon ottici che, se di buona qualità, permettono piccolo formato senza particolari esigenze
A50zoom che monta un interessante e ver- di competere con un corredo reflex tradi- di creatività. L’utilizzo di una fotocamera
satile zoom 28-70mm. zionale. L’assenza della visione reflex è digitale semplifica e velocizza notevol-
Per chi fosse interessato alla possibilità di ampiamente compensata dalla presenza del mente questi lavori e le immagini sono su-
salvare brevi file audio insieme con le im- display LCD che mostra esattamente l’im- bito visibili dopo lo scatto, il che consente
magini può trovare una soluzione con l’Ag- magine reale. Importante è la possibilità di verificare il corretto posizionamento del-
fa CL-50, la Epson PhotoPC 850Z o la Sony d’intervento manuale sui parametri di ri- le luci; inoltre, il passaggio all’interno di
DSC-F505. presa, il minimo è poter compensare l’e- un programma di impaginazione è presso-
sposizione entro almeno un range di +/- 1.5 ché istantaneo, eliminando i tempi morti
Periti delle assicurazioni stop; meglio sarebbe la possibilità di sce- dello sviluppo e della successiva scansio-
Un’altra categoria professionale che trova gliere manualmente sia il tempo di posa ne delle immagini. Oltre ad una risoluzio-
vantaggio dall’impiego di fotocamere di- che il diaframma, o quanto meno uno dei ne discreta (da 1.3 milioni di pixel in su) è
gitali è quella dei periti assicurativi. due (automatismo a priorità dei diaframmi assolutamente necessario un attacco per fla-
La velocità e la praticità rimangono ele- o dei tempi). sh esterni. Anche la possibilità di imposta-
menti di fondamentale importanza, ma an- Tutte le compatte digitali sono dotate di fla- re manualmente il diaframma di lavoro sem-
che la possibilità di inviare l’immagine scat- sh incorporato ma, data la potenza limita- plifica il raggiungimento della corretta espo-
tata in tempo reale e a costi ragionevoli nel- ta di quest’ultimo, è apprezzabile la possi- sizione quando si lavora con flash non TTL.
la sede centrale dell’agenzia o la possibi- bilità di collegarsi con flash esterni, di po- Nikon Coolpix 950, Minolta Dimage EX
lità di registrare brevi commenti vocali con tenza maggiore, e magari in automatismo zoom e Wide, Epson PhotoPC 850Z e
le immagini può risultare estremamente co- TTL-Flash. Olympus Camedia C-2500L e C-1400XL
moda. Per inviare una foto digitale occor- Anche messa a fuoco manuale e ottica ba- sono le più indicate.
re servirsi di un telefono cellulare abilita- sculante possono risultare utili in talune si-
to all’invio e-mail e dotato di porta di co- tuazioni di ripresa. Conclusioni
municazione ad infrarossi in standard Ir- Un’immagine di elevata qualità crea dei fi- Come abbiamo visto, non esiste una foto-
DA e una fotocamera digitale con una por- le di grandi dimensioni; per questo motivo camera universale, ma conviene partire dal
ta di comunicazione simile (IrDA). La pro- è preferibile una fotocamera dotata di con- tipo di utilizzo che si intende fare della mac-
cedura è particolarmente semplice e per nessione USB per il trasferimento delle im- china digitale. A quel punto la scelta pas-
maggiori chiarimenti si può consultare l’ar- magini al computer, molto più veloce e di serà al tipo di funzioni offerte e, elemento
ticolo apparso su Progresso Fotografico Lu- facile utilizzo; un’alternativa è quella di da non sottovalutare, dalla propria perso-
glio/Agosto ’99, in cui si spiega come man- dotarsi di un lettore esterno per le schede nale percezione del prodotto. Le pagine che
dare un’immagine via e-mail con un te- di memoria da collegare direttamente al seguono offrono una ampia panoramica dei
lefono Nokia 9110 e una fotocamera Casio computer. modelli più interessanti, in cui abbiamo co-
QV-7000SX. Un’altra caratteristica molto I modelli che meglio soddisfano queste ca- munque dato lo spazio maggiore ai modelli
importante è la possibilità di mettere a fuo- ratteristiche sono la Nikon Coolpix 950, la di più elevata risoluzione. Abbiamo evi-
co alle brevi distanze in modo da eviden- Canon PowerShot S-10, l’Olympus Ca- denziato le caratteristiche più significative
ziare anche i piccoli dettagli. Anche in que- media C-2500L; da segnalare anche Sony per la valutazione del modello ed inserito
sto caso suggeriamo di controllare la pre- DSC-F505 e DSC-F55E, Fuji MX-2700 e in ogni scheda un commento per segnala-
senza di un mirino ottico per garantirsi un’e- MX-2900, Casio QV-2000UX, Epson Pho- re anche le caratteristiche particolari.
levata autonomia operativa. Casio QV- toPC 850Z, Kodak DC-290 e DC-290, To-
7000SX, Minolta Dimage EX zoom e HP shiba PDR-M4. Valerio Pardi
GUIDA ALL’ACQUISTO
DELLA
FOTOCAMERA DIGITALE

La sequenza mostra i pro-


gressi che si sono ottenuti
nel campo della fotografia
digitale negli ultimi 3 an-
ni. Da immagini sgranate
dai colori approssimativi
si è arrivati ad una qualità
eccellente con estese gra-
dazioni tonali ed un’ampia
gamma cromatica.

Ad un anno di distanza il Il mondo digitale va visto con un occhio stop può considerarsi irrecuperabile se que-
“tecnologico” che permetta di scorgere i sta proviene da una pellicola tradizionale,
panorama delle reali vantaggi di questa tecnica; cercare di ma se l’immagine fortemente sottoesposta
paragonare le caratteristiche tecniche di arriva da un sensore CCD allora si può qua-
fotocamere digitali è una fotocamera digitale ad una reflex tra- si certamente recuperare. Quando si scat-
completamente cambiato: dizionale è profondamente sbagliato, non ta in condizione di luce critica (lampade al
tanto perché sotto questo aspetto si po- tungsteno o neon) la foto che si ottiene è
risoluzione da due a tre trebbero trovare diverse manchevolezze probabilmente afflitta da una notevole do-
agli apparecchi digitali, piuttosto perché il minante di colore. Se si opera in digitale
milioni di pixel, digitale consente di operare con le imma- questa dominante può essere fortemente ri-
prestazioni nuove. gini in modo del tutto diverso. dotta già in fase di ripresa senza l’applica-
Con la fotografia tradizionale la fase di pre- zione di filtri e poi eliminata con piccoli
Vediamo cosa è possibile parazione dello scatto è importantissima interventi di correzione digitale dai pro-
chiedere oggi ad una per la perfetta riuscita della fotografia e sal- grammi di fotoritocco.
vo interventi successivi in camera oscura Vediamo quindi cosa offre il mercato e qua-
fotocamera digitale per il tutto finisce al momento dello scatto. li sono i parametri più importanti nella scel-
Con il digitale invece riveste moltissima ta della fotocamera. Teniamo presente che
scegliere la macchina più importanza la fase post scatto, con le ela- questa tecnologia è recente e in rapidissi-
adatta alle nostre esigenze. borazioni al computer. Questa procedura ma evoluzione; nell’arco di soli sei mesi
non significa “falsificare” l’immagine fo- possono uscire nuovi modelli di prestazio-
tografica inserendo informazioni estranee ni superiori, che svalutano quelli prece-
(vedi i fotomontaggi) ma semplicemente è denti. Tuttavia il livello raggiunto oggi è
un passaggio necessario a evidenziare tut- tale che si può pensare di acquistare una
te le informazioni contenute nel file origi- fotocamera senza troppi rimpianti per l’u-
nale. Una immagine sottoesposta di due scita di un modello nuovo.
Epson photo PC 850Z. Pentax EI 200.

Fujifilm Fimepix 4900 zoom. Toshiba PDR M5.

Le soluzioni curiose sono molto ricorrenti


nel mondo digitale. Questa piccola ed eco-
nomica compatta digitale Kodak EZ200 con
sensore da soli 350.000 pixel è in grado di
essere utilizzata anche come webcam per ri-
prendere filmati.

Nikon Coolpix 990. Canon Digital Ixus.

I vantaggi del digitale correrà entrare nella logica del computer si è passati infatti dai 0.9Mb per ogni im-
Innanzitutto, perché acquistare una foto- sapendo di perdere l’aiuto della propria me- magine non compressa delle prime fotoca-
camera digitale piuttosto che una più com- moria visiva; se l’archivio è vasto, riem- mere con risoluzione 640x480, ai 5.5Mb
pleta ed economica reflex tradizionale, se piendo i campi previsti dai programmi d’ar- di una fotocamera con un sensore da 2.1
non una compatta? chiviazione, l’aiuto del computer si rive- milioni di pixel. Anche se la maggior par-
Il primo, il più immediato vantaggio è la lerà prezioso per districarsi tra migliaia di te delle fotocamere salva le immagini ap-
praticità: si può controllare subito la foto fotografie. plicando un particolare algoritmo che per-
appena scattata e verificarne la qualità, si Ricordiamo che se le fotografie digitali so- mette di contenere le dimensioni finali del
possono cancellare direttamente dal moni- no tante, è meglio dotarsi di un masteriz- file (compressione formato Jpeg), quello
tor della fotocamera le immagini venute zatore per portare le foto su CD. delle dimensioni delle immagini è attual-
male e liberare così lo spazio per nuove fo- mente uno dei problemi più sentiti.
to. Gli svantaggi
Inoltre non si deve portare il rullino a far L’evoluzione è stata rapidissima per cui lo Come scegliere
sviluppare, nè stampare le immagini, che svantaggio principale oggi è legato alla na- La prima domanda da porsi è legata all’u-
possono essere visualizzate sul monitor del- tura di questo tipo di apparecchi; usare un so che si intende fare della macchina.
la fotocamera, sul computer o televisore di apparecchio digitale significa dover rap- - Per il web o per la stampa?
casa; si potranno così scegliere le immagi- portarsi con computer, masterizzatori, sche- - Uso amatoriale o professionale?
ni migliori per procedere poi alla stampa de di memoria, scanner e stampanti. E non Naturalmente anche il budget di spesa a di-
su carta con la propria stampante a getto tutti sono disposti a questo passo. sposizione ha il suo peso.
d’inchiostro; chi non vuole stampare da sé Detto questo occorre ricordare anche che
potrà anche portare la scheda di memoria la fotografia tradizionale offre ancora il mi- Foto per il Web
al laboratorio chiedendo una stampa delle glior rapporto prezzo/prestazioni. Una delle caratteristiche di Internet è che
foto su carta fotografica. Inoltre le fotocamere con risoluzione da 2 chiunque può crearsi una propria pagina
Anche l’archiviazione è più semplice gra- o 3 Megapixel producono dei file molto sulla rete inserendovi fotografie; ecco il
zie all’uso del computer; ovviamente oc- grossi e quindi ingombranti da archiviare: punto, come devono essere queste foto-
I VANTAGGI DEL DIGITALE

A B C

Con la fotografia tradizionale se si sbaglia un’esposizione è dal nero al grigio scuro che l’occhio umano non è in grado di
molto probabile che l’immagine ottenuta sia inutilizzabile. Con discernere. Ridistribuendo in modo adeguato tutte le informa-
il digitale è invece possibile recuperare fotografie tecnicamente zioni contenute nell’immagine è possibile ottenere un risulta-
sbagliate e apparentemente irrecuperabili. Abbiamo provato a to molto più gradevole (FOTO B).
sottoesporre di tre stop una fotografia e il risultato lo si può ve- Andando poi ad analizzare i livelli dell’immagine così ottenu-
dere nella prima immagine (FOTO A). ta possiamo verificare come le informazioni ora siano meglio
Analizzando l’immagine con i livelli di Photoshop si scopre distribuite. (Foto C)
che le informazioni ci sono ma sono tutte ammassate nella zo- Questo è solamente un esempio di ciò che si può ottenere con
na scura dell’immagine; in altre parole l’immagine non è com- una fotocamera digitale e che invece risulta impossibile con
pletamente nera, ma ci sono un numero elevato di gradazioni una tradizionale fotocamera e con la pellicola.

grafie? In una pagina Web la fotografia avrà sare ai 2,5 – 3 milioni di lire per una da 3 in quanto il display a cristalli liquidi ha un
al massimo la stessa risoluzione dell’inte- Megapixel; se si desidera una reflex ad ot- elevato consumo di energia e causa una au-
ra pagina visibile a schermo; normalmen- tica intercambiabile bisogna essere prepa- tonomia ridotta.
te si adotta la risoluzione di 800x600 pixel rati a una spesa di oltre 8-10 milioni di li- ● Presa flash esterni
e le immagini normalmente non occupano re. Desiderando una buona qualità d’im- Tutte le compatte digitali sono dotate di fla-
l’intera area visibile della pagina Web, ma magine ed elevate prestazioni comunque sh incorporato ma, data la potenza limita-
solo una parte. Una risoluzione di 640x480 occorrerà controllare le seguenti caratteri- ta di quest’ultimo, è apprezzabile la possi-
pixel può quindi essere già più che suffi- stiche: bilità di collegarsi con flash esterni di po-
ciente; ricordatevi però che quanto mag- ● Risoluzione tenza maggiore e magari in automatismo
giore è la risoluzione della fotografia, tan- Scegliere fotocamere da 2 o 3 milioni di TTL-Flash.
to maggiore sarà il tempo necessario per pixel. ● Connessione al computer
visualizzarla sullo schermo. ● Il corredo Un’immagine di elevata qualità crea dei fi-
Se si pensa di inserire brevi filmati su In- Un professionista o un fotoamatore evolu- le di grandi dimensioni; per questo motivo
ternet o di annotare brevi commenti audio, to potrà prendere in considerazione una re- è preferibile una fotocamera dotata di con-
alcune fotocamere consentono di farlo. flex che dà la possibilità di sfruttare il pro- nessione USB per il trasferimento delle im-
Consigliamo anche di verificare l’autono- prio corredo; il costo però è ancora abba- magini al computer, più veloce e di facile
mia della macchina. Se dispone solo di mo- stanza elevato. Molto più abbordabili in ter- utilizzo; un’alternativa è quella di dotarsi
nitor a cristalli liquidi il consumo sarà mol- mini di prezzo sono le fotocamere ad otti- di un lettore esterno per le schede di me-
to elevato; se ha anche un mirino ottico, ca fissa che hanno raggiunto prestazioni di moria da collegare direttamente al compu-
basterà utilizzare quest’ultimo per garan- rilevo. ter.
tirsi un’elevata autonomia operativa in ester- ● Ottica ● Interventi manuali
ni. Il prezzo di una macchina di questo ti- Nel caso di una fotocamera ad ottica non Importante è la possibilità d’intervento ma-
po è molto contenuto, anche inferiore alle intercambiabile, converrà valutare la pre- nuale sui parametri di ripresa, dalla com-
400.000 lire. senza e l’estensione dello zoom e ancor di pensazione dell’esposizione alla possibi-
più la disponibilità di aggiuntivi ottici che, lità di scegliere manualmente sia il tempo
Fotografia di qualità se di buona qualità, permettono di espan- di posa che il diaframma, o quanto meno
Il livello di qualità necessario sarà ovvia- dere notevolmente le possibilità di ripresa. uno dei due.
mente diverso a seconda che il fotografo ● Mirino ottico
sia un professionista o un fotoamatore. L’assenza della visione reflex è ampiamente Le compatte ad ottica
I prezzi sono molto differenziati, si parte compensata da un display LCD che mostra non intercambiabile
da circa un milione di lire per una compatta esattamente l’immagine reale; tuttavia è Sono le macchine più diffuse, quelle a cui
da 1 milione di pixel (1 Megapixel) per pas- importante la presenza di un mirino ottico normalmente ci si riferisce quando si par-
2 MEGA CONTRO 3 MEGA
Esattamente un anno fa era il periodo delle fotocamere digitali dotate di senso-
ri CCD da 2.1 milioni di pixel; era il massimo che ci si poteva permette quan-
to a risoluzione ma oggi, dopo 12 mesi, sono state tutte quante soppiantate dai

Coolpix 950
nuovi modelli da 3 milioni di pixel e più. I modelli da 2 megapixel sono stati
relegati alla fascia bassa del mercato o peggio sono usciti di scena come è suc-
cesso per la Nikon Coolpix 950.
Abbiamo confrontato la “vecchia” Coolpix 950 con il modello che l’ha sosti-
tuita, la Coolpix 990; Esteriormente i modelli si assomigliano e anche le fun-
zioni sono molto simili. Le innovazioni inserite nella 990 sono, oltre al senso-
re da 3.3 megapixel, una migliore gestione del software di controllo della foto-
camera, la possibilità di mantenere fisso il diaframma durante la variazione del-
la focale dell’obiettivo zoom, la possibilità di riprendere brevi filmati video e
la connessione USB invece della vecchia e lenta connessione seriale.
L’obiettivo copre lo stesso angolo di campo, ma a causa della diversa dimen-
sione del sensore la lunghezza focale è passata da 7-21mm f/2.6-4 della Cool-

Coolpix 990
pix 950 a un 8-24mm f/2.5-4 della 990. Lo schema ottico dell’obiettivo è cam-
biato e si è passati da 9 lenti in 7 gruppi a 9 lenti in 8 gruppi.
Abbiamo eseguito qualche scatto di prova con entrambi i modelli per verifica-
re quanto influisca sul risultato finale avere il 50% di pixel in più. Dopo diver-
si scatti abbiamo potuto verificare che i vantaggi di un sensore da 3.3 Mega-
La stessa inquadratura, ripresa con una Coolpix 950
pixel su uno da 2.1 Megapixel non sono così evidenti come nel passaggio dai
e contemporaneamente con una Coolpix 990. En-
sensori da 1.3 Megapixel a quelli da 2 Megapixel, ben più performanti. trambe le riprese sono state effettuate su treppiedi con
La risoluzione a confronto bilanciamento del bianco in automatico, esposizione
Certamente l’utilizzo di fotocamere da 3 Megapixel portano a dei risultati mi- a priorità di diaframmi (f/7), misurazione esposime-
gliori rispetto ai modelli da 2 milioni di pixel, ma anche questi ultimi, se non si trica Matrix e obiettivo zoom regolato sulla focale
devono stampare fotografie oltre il 18x24cm, offrono risultati validi, con il non più corta..
trascurabile vantaggio di avere file di dimensioni minori e di conseguenza più
facili da trattare ed elabo-
rare sui computer anche
non dell’ultimissima ge-
nerazione.
Il ruolo dell’obiettivo
Come si può vedere dalle
fotografie, uno dei limiti
qualitativi delle recenti fo-
tocamere digitali deriva
dalla qualità ottica dell’o-
biettivo; se con le fotoca-
mere dotate di sensori da
1-1.3 Megapixel qualsiasi
obiettivo permette di sfrut-
COOLPIX 990 COOLPIX 950 COOLPIX 990 COOLPIX 950
tare appieno la modesta ri-
soluzione del sensore, dai
Un ingrandimento della fotografia precedente del cen- Ingrandimento dei bordi immagine: la qualità è pres-
2 Megapixel in su una
tro immagine: la qualità dei due obiettivi è molto ele- soché simile per entrambe le fotocamere; ciò è dovu-
buona parte del risultato
vata e la differenza qualitativa è a favore della Cool- to ai residui di aberrazioni presenti in entrambi gli
finale dipende anche al- pix dotata di sensore con maggior risoluzione.
obiettivi che livellano le prestazioni.
l’obiettivo. E’ evidente nei
due particolari delle im-
magini scattate sia con la Coolpix 950 che con la 990; al Stessa ripresa effettuata in un pomeriggio di cie-
centro dell’immagine, dove la qualità ottica è massima, la lo coperto impostando manualmente il bilancia-
differenza tra i due scatti è sensibilmente a favore della Cool- mento del bianco su “nuvole”. Interessante la
pix 990 dotata di un sensore da 3.3 milioni di pixel. Nel- sensibile differenza tra le due fotocamere; la Cool-
l’ingrandimento effettuato ai bordi dell’immagine, invece, pix 990 dà dei risultati con intonazione legger-
le due immagini si equivalgono; certo nell’immagine scat- mente più caldi (sovracorrezione della tempera-
tata con la 990 la visibilità dei pixel è inferiore, dato il mag- tura di colore) ma decisamente più piacevole da
gior numero di pixel che costituiscono la foto (3.3 milioni osservare.
contro 2 milioni), ma il numero di informazioni riscontra- Segno che anche il software di gestione delle fo-
bili è il medesimo poiché entrambe le ottiche, ai bordi, si tocamere viene, man mano, rivisitato per offrire
equivalgono e livellano verso il basso la qualità della foto, risultati sempre migliori. Un’altra innovazione
a prescindere dal livello qualitativo del sensore CCD posto recente del modello Coolpix 990 è la versione del
dietro all’obiettivo. firmware 1.1 che abilita le esposizioni lunghe
(posa B) con il nuovo telecomando.
COME FUNZIONA IL SENSORE CCD
Il cuore di ogni fotocamera digitale è il sensore CCD, ovvero quell’elemento
all’interno della fotocamera che serve a catturare “la luce” e trasformarla in im-
magine, in pratica “la pellicola digitale”.
La luce catturata dal CCD viene trasformata in segnali elettrici; l’intensità di
questi segnali è data dalle particelle di luce (i fotoni) che colpiscono il sensore
CCD e risulta proporzionale all’intensità di luce che colpisce il sensore.
La capacità di “vedere” i colori è data da micro filtri colorati (Rossi, Verdi e
Blu) posti davanti ai singoli pixel che compongono l’intero CCD. Risposta relativa alle diverse lunghezze d’onda del-
l’occhio umano e dei sensori CCD.

Il sensore CCD è formato da una


griglia colorata composta dai tre
colori fondamentali (rosso, ver-
de e blu) che possono essere di-
sposti anche in posizione diver-
se rispetto all’illustrazione. Se
Schema del funzionamento di un sensore CCD. si scompone il sensore nei pixel
dei singoli colori, risulta evidente
come il colore verde sia sovrap-
pesato, coprendo il 50% del sen-
sore. L’immagine viene compo-
sta per interpolazione dal softwa-
re della fotocamera che, nel ca-
so del blu e del rosso, si vede costretto a ricreare il 75% dell’im-
magine. Molte informazioni vengono ricavate dai pixel adiacenti di
colore diverso, però resta il fatto che gran parte delle informazio-
ni dell’immagine devono venir ricreate a posteriori, dopo la ripre-
sa; con risultati qualitativi inferiori alle possibilità teoriche del
CCD. Per ovviare a questi problemi, alcune fotocamere professio-
nali o dorsi di grande formato utilizzano tre sensori CCD, uno per
ogni colore fondamentale, oppure eseguono tre riprese, ognuna fil-
Un problema dei sensori dotati dei tre colori (RGB) è la pos- trata con uno dei colori fondamentali (RGB).
sibilità che in presenza di dettagli particolarmente fini e ripe-
titivi si generi il fastidioso effetto moirè. Nell’esempio è ripor-
tato a sinistra l’immagine originale con un pattern ad alto con-
trasto e a destra il risultato (ingrandito) ottenuto con una fo-
tocamera compatta digitale. E’ evidente, nelle zone in cui il
sensore non è riuscito a risolvere la griglia, l’insorgere di co-
lori estranei.

Un sensore dalla risoluzione elevatissima non è sufficiente per garantire eccellenti risultati. Molti sono i fattori che influenzano il
risultato finale e uno di questi è la qualità dell’obiettivo utilizzato per le riprese. Nella foto abbiamo evidenziato un particolare su
un bordo dell’immagine. La ripresa è stata effettuata con una fotocamere digitale da 3.3 milioni di pixel e dotata di zoom 3x. Nel-
l’ingrandimento mostrato a fianco si può notare la differente resa dell’obiettivo a tutta apertura (f/4) e tutto chiuso (f/11).
UNA MEMORIA
ALTERNATIVA
Dopo il proliferare di schede di memoria dagli standard più di-
versi come il Clik!, Memory Stick, Multimedia Card, Com-
pactFlash e SmartMedia, ma tutte accomunate da un prezzo al
Megabite decisamente elevato, alcuni produttori stanno cer-
cando di trovare una soluzione più economica al problema del-
l’autonomia di scatto.
Le ultime fotocamere dotate di sensori da 3.3 megapixel, of-
frono risultati qualitativi elevati ma di contro producono an-
che immagini di dimensioni molto più grosse e difficili da ge-
stire. Le schede di memoria standard offerte con la fotocame-
ra consentono di scattare difficilmente più di 15 o 16 fotogra-
fie e se non si dispone di un computer per svuotare la scheda
non si possono eseguire altri scatti.
La soluzione più ovvia è quella di dotarsi di schede aggiunti- La Sony MVC-CD1000
ve dalla capacità elevata ma queste schede hanno prezzi che con lo sportello per l’in-
spesso si avvicinano e in alcuni casi superano, quello dell’in- serimento del CD-R da
tera fotocamera e risultano quindi poco convenienti. Alcune 156 Mb aperto
fotocamere che utilizzano lo standard CompactFlash sono com-
patibili con il Microdrive di IBM, un mini hard-disk con di-
mensioni fino a 1Gb e dal prezzo inferiore alle schede Com-
pactFlash di pari capacità. Può essere una soluzione efficace
per chi dispone di una fotocamera compatibile ma è un acces-
sorio ancora piuttosto costoso. La nuova Sanyo dotata di schede di memoria da 730Mb con tecno-
Sanyo e Sony hanno recentemente presentato due fotocamere logia magneto-ottica.
dotate di due soluzioni per l’immagazzinamento delle imma-
gini sostanzialmente diverso ma accumunato dall’economicità
e dalla grande capienza del supporto; risolvendo l’annoso pro-
blema della scarsa autonomia di scatto delle fotocamere digi-
tali compatte. Sanyo ha invece presentato una soluzione differente con il nuo-
Il modello Sony è l’MVC-CD1000; è una fotocamera digitale vo modello IDC-1000Z.
convenzionale dotata di sensore da 2.1 megapixel e zoom ot- Invece di un masterizzatore, la fotocamera Sanyo, è dotata di di-
tico 10x (da 36mm a 360mm); ha la peculiarità di incorpora- schi magneto-ottici da 730Mb iD PhotoDisk di Sanyo. Con una
re un masterizzatore che permette di salvare le immagini sal- capacità di ben 5 volte superiore a quella dei CD-R da 8cm e con
vate su un mini CD-R da 8cm con capacità da 156Mb. Il CD un sensore più piccolo (1.5 megapixel contro i 2.2 Megapixel di
non può essere cancellato o riscritto ma data l’estrema econo- Sony) possono essere salvate fino ad oltre 1000 fotografie alla
micità, si parla di cifre decisamente inferiori alle 20.000 lire, massima risoluzione eliminando qualsiasi problema di autono-
è una soluzione apprezzabile al problema. Su di un singolo di- mia di scatto; inoltre le cartucce magneto ottiche si possono can-
sco possono venir salvate oltre 150 scatti alla massima risolu- cellare rendendo possibile il riutilizzo della cartuccia. La IDC-
zione e il CD-R è compatibile con tutti i lettori di Cd-Rom pre- 1000Z permette di riprendere anche filmati fino alla risoluzione
senti nei computer da ormai più di 6 anni, rendendo la MVC- di 640x480 pixel. Alla risoluzione media (320x240 pixel) si pos-
CD1000 una fotocamera compatibile virtualmente con il 90% sono salvare fino a 40 minuti di filmato.
dei computer ancora attivi senza bisogno di lettori o software Le porte di comunicazione sono la diffusissima USB e la veloce
particolari: basta inserire il CD nel lettore e aprire le immagi- FireWiew IEEE 1394.
ni.

la di una fotocamera digitale, in quanto le L’impossibilità di sostituire l’ottica viene


altre sono macchine per professionisti, o sempre più spesso compensata dai produt-
per coloro che comunque sono disposti a tori delle fotocamere con la disponibilità di
spendere cifre oltre i sette milioni di lire. aggiuntivi ottici che ne aumentano le pos-
L’assenza di una visione reflex è largamente sibilità creative; un esempio di questo tipo
compensata dalle presenza di un display è Nikon che con la serie Coolpix ha intro-
esterno che visualizza l’esatta scena in- dotto anche un numero crescente di acces-
quadrata dal sensore CCD e che quindi può sori: dal fish-eye al tele 3x con lenti in ve-
essere considerata una vera e propria vi- tro ED a bassa dispersione.
sione reflex digitale. Esistono anche produttori universali come
Di contro quando viene utilizzato il display Tiffen o Raynox che hanno in catalogo ac-
LCD si ha un forte consumo delle batterie cessori per quasi tutte le fotocamere digi-
della fotocamera e quindi l’autonomia di tali in commercio.
scatto risulta notevolmente inferiore.
Le reflex ad ottica intercambiabile bile trovare vari formati di rullini (APS, ● Memory Stick:
Sono fotocamere progettate per impieghi 135, 120, 220, ecc.) e con un diverso nu- È uno standard di Sony. La caratteristica
gravosi come quelli cui è costretto ad ope- mero di pose, anche per le fotocamere di- principale di questo tipo di schede di me-
rare un fotoreporter o un fotografo di sport; gitali è possibile trovare più di un formato moria é dato dalle dimensioni e dalla for-
la risoluzione massima del sensore non è per la memorizzazione delle immagini e ma; sono molto piccole ed estremamente
l’elemento decisivo per la scelta di una di con varie capacità (da 1Mb fino a 256 Mb piatte. Attualmente sono disponibili in ta-
queste macchine, piuttosto è necessario ve- ed oltre). Una fotocamera, normalmente gli da 4 Mb, 8 Mb, 16 Mb, 32 Mb e 64 Mb.
rificare l’assortimento di ottiche ed acces- adotta un solo standard e non è possibile E’ una memoria destinata non solamente
sori, la possibilità di operare anche in con- utilizzare schede di tipo diverso. Per esem- alle fotocamere digitali, ma anche per vi-
dizioni meteorologiche estreme, alcune fun- pio su una Canon S20 si possono montare deocamere, per notebook, per walkman di-
zioni accessorie come la possibilità di una schede di tipo CompactFlash e non si po- gitali, per i registratori vocali digitali.
ripresa in sequenza superiore ai tre fot/s e tranno inserire SmartMedia, Memory Stick, Tra gli accessori vi è un adattatore Floppy
soprattutto un ritardo di scatto ridotto al o Clik!. La capacità della scheda si riflette che permette di leggere le Memory Stick
minimo consentito dalla tecnologia attua- sulla quantità di immagini che si possono in un comune drive per floppy-disk e so-
le. Tutte queste caratteristiche fanno pas- riprendere. Un esempio: se con la scheda prattutto di utilizzarle con alcune fotoca-
sare in secondo piano il prezzo che diffi- base in dotazione alla fotocamera, ipotiz- mere Mavica.
cilmente è inferiore 8-10 milioni di lire. ziamo da 4 Mb, è possibile riprendere 7 fo- ● Iomega Clik!
tografie, con una card da 32 Mb sarà pos- È un supporto di memorizzazione che be-
I limiti delle fotocamere digitali sibile riprendere ben 56 scatti. neficia di un sistema articolato, in grado di
Il limite maggiore delle fotocamere digita- Ma vediamo più in dettaglio i quattro stan- integrarsi ottimamente con le memorie at-
li è l’autonomia di scatto, sia per la scarsa dard più diffusi per la memorizzazione del- tualmente più diffuse (CompactFlash e
efficienza delle batterie, che per la limita- le immagini digitali. SmartMedia, ma non con le Memory Stick).
ta capacità delle schede di memoria. Cam- ● Compact-flash E’ costituito da un dischetto più sottile di
biare una scheda di memoria non è come È il supporto di memorizzazione più dif- una scheda CompactFlash e solo legger-
cambiare un rullino da poche migliaia di fuso e popolare nel mondo fotografico di- mente più grande. Il suo pregio principale
lire. Per una scheda ci vogliono centinaia gitale; anche le fotocamere digitali profes- è il prezzo molto contenuto; tra i vari ac-
di migliaia di lire, e questa è la ragione per sionali hanno adottato questo standard. Le cessori c’è un lettore di flash memory (sia
cui i fotografi si ingegnano con vari siste- schede sono compatte, facilmente traspor- CompactFlash che SmartMedia) che per-
mi per trasferire le foto su supporti di me- tabili e, grazie alle nuove tecnologie, è pos- mette di trasferire i dati, senza passare at-
moria diversi. In un box a parte approfon- sibile trovarne di capacità anche molto ele- traverso il computer, dalle costose memo-
diamo alcune nuove proposte dei produt- vate: fino a 320Mb Sono disponibili in due rie a stato solido al più economico disco
tori. Per quanto riguarda l’alimentazione distinti formati: tipo I e tipo II. Si diffe- Clik!. Il limite maggiore è la capacità fis-
bisogna sempre avere con sé almeno un renziano esternamente per lo spessore, che sa a 40 Mb.
cambio batterie, anche se rispetto all’anno è un po’ più elevato per il tipo II. La mag- ● Microdrive
scorso si inizia a vedere qualche cambia- gior parte delle schede CompactFlash so- E' di IBM il piccolo Microdrive, un mini
mento positivo: alcune fotocamere utiliz- no di tipo I, ed è con questo standard che hard-disk in standard Compact Flash Tipo
zano per l’alimentazione batterie sovradi- normalmente le fotocamere sono confor- II, disponibile con capacità da 340 Mb, 512
mensionate e hanno limitato alcuni elementi mi. Gli ultimi modelli e le fotocamere pro- Mb e 1 Gb. Il prezzo è estremamente con-
che provocano un consumo eccessivo co- fessionali sono quasi sempre compatibili veniente se raffrontato a quello di schede
me i display LCD molto grandi (superiori anche con il tipo II. Grazie a speciali adat- CompactFlash allo stato solido di capacità
ai due pollici di diagonale), ora sostituiti tatori le schede CompactFlash possono es- comparabile e non si dimostra inferiore
dai più parchi 1.8 pollici o addirittura più sere facilmente lette attraverso le porte neanche sul livello delle prestazioni. Un si-
piccoli. PCMCIA, seriale, USB e parallela. A cau- stema di memorizzazione tra i più conve-
sa delle dimensioni eccessive però non pos- nienti attualmente disponibili ma solo per
Le schede di memoria sono essere inserite in un adattatore per i le fotocamere compatibili.
Non è possibile parlare di fotocamere sen- comuni lettori di floppy, come invece av-
za parlare delle schede di memoria. Tutte viene per le Memory Stick e le SmartMe- Conclusioni
le fotocamere digitali devono utilizzare un dia. Attualmente sono disponibili tagli da Acquistando una fotocamera digitale si en-
supporto di memorizzazione per imma- 4, 8,16, 32, 48, 64, 80, 96, 128, 160, 192, tra in un mondo notevolmente diverso da
gazzinare le immagini scattate. Come per 256 Mb e 320 Mb. quello delle fotocamere tradizionali, a ba-
le fotocamere tradizionali per cui è possi- ● SmartMedia: se chimica; sono macchine che offrono di-
Sono più piccole delle CompactFlash e so- versi vantaggi, ma anche svantaggi, come
LE PILE DELLA PROVA no state adottate da un numero considere- l’autonomia o la prontezza di scatto. Di
vole di produttori, tra i più noti troviamo: contro la praticità di disporre subito di
Per la prova delle Olympus, Fuji, Agfa. un’immagine in formato digitale è impa-
macchine abbiamo I principali svantaggi sono costituiti dalla gabile e noi stessi in redazione l’abbiamo
usato batterie Phili- capacità limitata a 64 Mb e dal prezzo su- ampiamente apprezzato. Quindi non si può
ps Power Life. Sono periore rispetto a quello dei prodotti con- affermare in assoluto che un sistema sia su-
batterie che offrono correnti (a parità di Mb). Il taglio più dif- periore all’altro; la scelta dipenderà dalle
due vantaggi: mag- fuso è quello di 16Mb. Come lettori sono esigenze del fotografo, che potrà affianca-
giore durata e, so- disponibili alcuni modelli per la porta pa- re lo strumento tradizionale alla fotocame-
prattutto, maggiore rallela e USB; esiste anche un adattatore ra digitale, scegliendo a seconda della si-
capacità di sopporta- per leggere le SmartMedia nei comuni let- tuazione di ripresa; un motivo in più per
re improvvise e gravose richieste di ener- tori di floppy, ma solamente per i sistemi valutare le proprie esigenze e scegliere il
gia, come avviene con le fotocamere di- operativi basati su MS Windows95 e ver- prodotto capace di soddisfarle.
gitali. sioni superiori. Valerio Pardi
FOTOGRAFIA DIGITALE

SCEGLIERE
UNA COMPATTA DIGITALE
Ci immaginiamo nei to di un'equivalenza: è op-
panni di un fotoamatore portuno che il formato
che, forte comunque di 10x15cm sia espresso in
una consolidata espe- misure inglesi, in pollici.
rienza nel mondo della Sappiamo che è scomodo
fotografia tradizionale, e che dovrebbe piuttosto
si accosti all'universo avvenire il contrario, ov-
delle fotocamere com- vero dovrebbe prevalere,
patte digitali. Con qual- come succede nella vita
che ovvio imbarazzo nel- di tutti i giorni, il sistema
la scelta. Quello del di- metrico decimale. Tutta-
gitale è un mondo affol- via l'abitudine delle indi-
lato ed in rapida evolu- cazioni in pollici in que-
zione ed è lecito qualche sto campo è consolidata
dubbio che, appunto, qui e… si rende indispensa-
vorremmo fugare avan- bile. Ecco, allora. Un for-
zando alcune considera- mato 10x15cm equivale
zioni di base utili per una Un gruppo di compatte digitali caratterizzate da sensori dal differente numero ad un 3.93x5.90 pollici
scelta oculata, per meglio di pixel. A sinistra, con il corpo viola trasparente, l'economica Agfa ePhoto CL18, (un pollice è pari a
inquadrare la risponden- in standard VGA (640x480 pixel). Sul minitreppiede, la stessa macchina in ver- 2.54cm).
za delle attrezzature alle sione tradizionalmente argento. In basso, la piccolissima Canon Digital Ixus, In precedenti articoli ab-
esigenze di ciascuno. Pre- con sensore da 2.1 Megapixel nonostante le dimensioni da pacchetto di sigaret- biamo già indicato come,
mettiamo una considera- in fotografia, si sia affer-
te, un vero primato nella categoria. A destra due Nikon Coolpix: in primo pia-
zione: in queste righe non mata una regola: affinché
no la recentissima 880, con sensore da 3.34 Megapixel. Dietro, con dimensioni
consideriamo l'opportu- la qualità di una stampa
più generose ma anche con ottica orientabile, la Coolpix 950 (sensore da due
nità, pur se anch'essa è digitale risulti sufficien-
interessante fonte di di- milioni di pixel, ora affiancata sul mercato dalla versione 990, strutturalmente temente elevata da rag-
battiti, di sostituire la re- simile, con sensore da 3.34 Mpixel). giungere la soglia del "po-
flex analogica con quel- tere risolvente" dell'oc-
la digitale: lo consideriamo un passo ulte- tutto analizzare le differenze, e le aspettati- chio, un livello indispensabile perché l'im-
riore, ancora più impegnativo. Lo esamine- ve, per quanto riguarda i risultati ottenibili magine appaia ben uniforme e omogenea
remo in altra occasione. Qui, invece, apria- con apparecchi appartenenti a diverse "ca- nei suoi dettagli, il livello di risoluzione de-
mo la porta all'idea di affiancare all'attrez- tegorie". Vediamo. ve raggiungere i 300 dpi (dot per inch, pun-
zatura classica una compatta digitale proprio ti per pollice). Si tratta di una soglia ormai
per impiegarla nel ruolo di macchina "tac- Per una stampa standard accettata, una situazione consolidata. Stabi-
cuino d'appunti", di uno strumento capace Anzitutto, stabiliamo un requisito di base: lito dunque questo parametro, possiamo ef-
di registrazioni immediate e facilmente tra- l'esigenza di ottenere una buona stampa stan- fettuare qualche semplice conto che ci aiuti
sferibili al personal computer. I "file" otte- dard, dunque in formato 10x15 centimetri, a chiarirci le idee sulle capacità operative dei
nuti saranno poi agevolmente stampabili e a colori. Una stampa che possa dirsi all'in- differenti apparecchi digitali.
comunque sarà semplice trasmetterli agli circa equivalente a quella che siamo abitua-
amici tramite e-mail, la posta elettronica. ti ad ottenere rivolgendoci al minilab del fo- La soglia dei 2 Megapixel
L'offerta di apparecchi digitali compatti in- tonegoziante sotto casa. Fino a che punto è Ribadiamo. Visto che, per una stampa
comincia ad essere davvero nutrita e non è possibile? 10x15cm, vogliamo una risoluzione di 300
sempre facile districarsi tra le proposte com- Per muoverci agevolmente nel mondo del- dpi intesa come condizione base che non fac-
merciali. Per chiarirsi le idee occorre anzi- l'elettronica dobbiamo anzitutto prendere at- cia rimpiangere, qualitativamente, una bel-
Vista del dorso
della Canon Di-
Categoria "2 Me- gital Ixus, con il
gapixel": ecco la monitor LCD. In
piccola Canon Di- posizione estrat-
gital Ixus. La ta si vedono in
macchina vanta basso la pila ri-
dimensioni straor- caricabile rea-
dinariamente pic- lizzata apposita-
cole pur incorpo- mente per questa
rando uno zoom fotocamera e, a
2x. destra. una sche-
da di memoria ti-
po CompactFla-
sh.
la stampa tradizionale della stessa dimen- può essere certamente giustificata la scelta ghe precedenti, si potrà osservare che una
sione, eccoci a moltiplicare le misure, in pol- di chi guarda con interesse a prodotti più eco- fotocamera dichiarata con sensore da 2 Me-
lici, per la risoluzione voluta. nomici. Il dubbio è: quali risultati ci si po- gapixel, o più precisamente con l'elemento
Ovvero: dobbiamo prendere atto che il lato tranno attendere da questi ultimi? Vediamo sensibile caratterizzato da 1600x1200 pixel
lungo dell'immagine dovrà essere generato subito. Proviamo allora a scendere di "clas- (e dunque 1.920.000 pixel totali effettivi),
da 5.90 x 300 = 1770 pixel, mentre il lato se", dimezzando la capacità del sensore. produrrà una stampa 11.2x15cm con una ri-
corto dell'immagine dovrà essere generato Prima però, entrando più in dettaglio nel pro- soluzione non propriamente di 300 dpi ma
da 3.93 x 300 = 1179 pixel. I pixel, si sa, so- blema, consentiteci di considerare che le di- piuttosto di 271 dpi. È una piccola differen-
no i singoli punti sensibili alla luce nel sen- mensioni di un sensore di fotocamera digi- za, all'atto pratico sostanzialmente ininfluente.
sore elettronico. Come dire: per avere un bel tale non sono esattamente in proporzione, Per curiosità: questi rapporti dimensionali
10x15 cm sarà opportuno disporre di una fo- comparando larghezza ed altezza, con le mi- sono immediatamente verificabili se si di-
tocamera con un sensore all'incirca da 1179 sure della stampa 10x15cm che abbiamo pre- spone di un programma evoluto di manipo-
x 1770 pixel. Dunque, eseguendo la molti- so come riferimento. Dovremo quindi, co- lazione delle immagini, come ad esempio
plicazione, costituito da 2.086.830 pixel. È me del resto accade anche nella fotografia Adobe Photoshop, che può indicare i valo-
quello che si dice un sensore circa da 2.1 tradizionale che non vede una perfetta cor- ri in apposita finestra di dialogo (andare su
Megapixel. rispondenza tra negativi e stampe per quan- menu "Immagine" e poi "Dimensione Im-
Eccoci ad un punto fermo. I semplici conti to riguarda le dimensioni, accettare alcune magine").
fin qui fatti chiariscono, ci pare, perché pos- approssimazioni. A parte, a completamento Proseguiamo, nella nostra analisi.
siamo considerare la soglia costituita dalle delle osservazioni che comunque svolgia-
fotocamere con sensori da 2 Megapixel co- mo qui di seguito, pubblichiamo una tabel- Il sensore da 1 Megapixel
me il livello di riferimento, il punto critico la con le dimensioni, in pixel, dei sensori di Vogliamo anzitutto precisare che da un ap-
che segna il "giro di boa" qualitativo nel mon- alcune fotocamere digitali sul mercato. Ac- parecchio con sensore da 1 Megapixel, ov-
do della fotografia digitale. Sempre, sottoli- canto abbiamo indicato le risoluzioni, in dpi vero sostanzialmente da 1152 x 864 pixel,
neiamo, facendo riferimento alle dimensio- (dot per inch) ottenibili su una stampa che vogliamo ugualmente ottenere una stam-
ni della "copia standard" desiderata. si avvicina molto al formato 10x15mm e cioè pa in formato 11.2 x 15cm. Attenzione: in
Consentiteci un'altra valutazione. Vorrem- per l'esattezza 11.2x15cm. In base a queste questo caso mantenendo invariato il for-
mo ribadire, soprattutto agli occhi molto cri- misure, riprendendo l'analisi fatta nelle ri- mato dovremo necessariamente acconten-
tici dei fotografi più smaliziati, di non ca-
dere nell'errore di sottovalutare la potenzia-
lità dello standard 10x15cm. È un formato TABELLA DEI SENSORI E DELLA RISOLVENZA
che, oltre a poter rappresentare un buon ri- A) Pixel del sensore (lato lungo per lato corto)
sultato di per sé, per le immagini destinate B) Pixel totali calcolati
all'album di famiglia, può essere considera-
to già di dimensione sufficiente per una buo- C) Risoluzione su una stampa (standard) formato 11.2x15 cm
na illustrazione "a stampa", su articoli di ri- D) Pixel del sensore dichiarati come "classe" dal fabbricante
viste, manuali, relazioni specialistiche di la-
voro. A B C D
640x480 307.200 108 350.000 pixel
Scendere di risoluzione? 1152x864 995.328 200 1 Megapixel
Le fotocamere da 2 Megapixel sono già con- 1280x960 1.228.000 217 1.3 Megapixel
siderate di livello medio alto, nel mondo del- 1152x864 995.328 195 1 Megapixel
la fotografia digitale e dunque, per iniziare, 1600x1200 1.920.000 271 2.1 Megapixel
2048x1536 3.145.728 347 3.34 Megapixel
2240x1680 3.763.200 379 4 Megapixel
Le due versioni dell'Agfa ePhoto CL18, primo
passo "economico" nel mondo della fotografia
digitale.

L'Agfa ePhoto CL18 è do-


tata di cavo di connessio-
ne al computer (presa
USB). Tenendola collega-
ta al PC la si può usare co-
me web camera, ovvero co- L'Agfa ePhoto CL18 è alimentata da due sem-
me una sorta di piccola te- plici pile a stilo (nelle nostre prove abbiamo scel-
lecamera per riprendere se to le Philips Power Life XXL). L'autonomia con
stessi o scene di vario ge- questa macchina è risultata molto ampia: meri-
nere allo scopo di visualiz- to in parte delle pile, adatte a carichi ben più
zarle poi su Internet (a bas- gravosi, ma anche della scelta costruttiva di ave-
sa risoluzione e con fre- re rinunciato ad un monitor LCD sul dorso, a fa-
quenza di ripresa delle im- vore del solo mirino ottico a traguardazione di-
magini piuttosto rallenta- retta.
ta: un gioco ulteriore, sim-
patico).

tarci di una nitidezza leggermente inferio- camere digitali sono anche possibili ogget- lito le caratterizzano. Colori che le stampanti
re. Se non cambiano le misure della stam- ti per un simpatico regalo e su di esse, vere a getto d'inchiostro sanno bene assicurare.
pa, cioè se si mantiene il formato standard portabandiera dell'idea di una fotografia di- Fotoricordo che, sottolineiamo ancora, so-
e non lo si rimpicciolisce in proporzione, gitale di massa, si stanno orientando attual- no facilmente prodotte in proprio, con im-
la risoluzione deve infatti calare. Con un mente anche grandi aziende della fotografia mediatezza: in casa e, viste le dimensioni
sensore da 1 Megapixel ecco che calerà a tradizionale. standard, a costi accettabili (pur se quelle del
circa 200 dpi (anziché circa 300 dpi). Non Il numero di pixel dei loro sensori, indicati minilab sotto casa risultano spesso, non sem-
si tratta di una perdita di qualità dramma- a volte come di classe VGA (da Video pre, più convenienti).
ticamente evidente. A volte, ma dipende Graphic Adaptor, il dispositivo che rende Questo genere di fotocamere è utilissimo an-
anche dai soggetti ritratti, sarà non avver- possibile tale risoluzione sui monitor), è quel- che per scattare impressioni visive, secondo
tibile. Però, c'è. lo che presenta una risoluzione di 640x480 la collaudata filosofia del taccuino d'appun-
pixel. Facendo i conti ancora una volta, co- ti, con il proposito di trasmetterle poi via e-
Scendere allo standard VGA me nei casi precedenti, scopriamo facilmente mail ad amici e conoscenti. Si tratta di un
Proviamo a scendere ancora, portandoci su che con un sensore di questo tipo la risolu- orientamento diverso della fotografia, che
apparecchi digitali decisamente di classe più zione di una stampa formato 11.2x15cm (non appare molto promettente. Al rientro da una
economica. Sono le macchine digitali che vogliamo scendere sotto queste misure per serata con gli amici, oppure appena tornati
consideriamo di categoria "entry-level" e su non perdere un termine di paragone comu- da una gita nel week-end, è infatti sicura-
di esse si appuntano oggi molte attenzioni. ne alle diverse attrezzature) cala sensibil- mente divertente, immediata, e praticamen-
Il loro prezzo è davvero invogliante e le ren- mente. Equivale infatti a 108 dpi. A con- te a costo zero, la possibilità di ri-trasmette-
de appetibili, per chi intende accostarsi sen- fronto con la nitidezza assicurata da una mac- re subito le immagini, via e-mail, a chi è sta-
za strafare, al mondo dell'immagine digita- china da 2 Megapixel la differenza… si ve- to con noi. Il "pensierino" sarà sempre gra-
le. Un mondo del quale però si vuole iniziare de, eccome! dito ed apprezzato.
a fare esperienza, magari giocando a scatta- Parere negativo, allora? No. Lo strumento è La risoluzione richiesta per le esigenze di e-
re "nuove" immagini insieme ai propri fa- valido per ottenere "fotoricordo", magari mail è bassa, ed è meglio che lo sia per non
miliari e in attesa di passare, un domani, ad senza particolari pretese ma sicuramente ca- trovarsi con dei file troppo "pesanti", diffi-
attrezzature più impegnative. Queste foto- rine specie grazie ai colori vivaci che di so- cili e lunghi da trasmettere. La qualità di que-
Con la economicissima CL18 di Agfa vie- A video, sul computer portatile, ecco il
ne fornito anche un software di semplice software di trasferimento per le Agfa CL.
utilizzo che consente di montare rapida- Scaricare le immagini via cavo, come av-
mente dei mini filmati da "web camera". viene in questo caso, è senz'altro un'opera-
zione più lenta rispetto alla lettura imme-
diata di una scheda CompactFlash inseri-
ta direttamente nel computer e "vista" co-
Il filmato registrato può poi essere allega- me se fosse un hard-disk supplementare. È
to ad un messaggio e spedito via e-mail. però una soluzione per contenere i costi.

Un punto di forza della gamma Coolpix è la La Nikon Coolpix 950, con sensore da 2 Me-
possibilità di montare aggiuntivi ottici: qui, gapixel, si è anche "evoluta" nella Nikon
ecco una Coolpix 950 con aggiuntivo fish- Coolpix 990, con sensore da 3.34 Megapixel.
eye per ripresa su 180°. Scattando una foto Per le loro caratteristiche costruttive e l'am-
con il fish-eye e poi riprendendo un secondo pia flessibilità delle possibili regolazioni (an-
La Nikon Coolpix 880 (qui in evidenza l'ali- scatto anche alle proprie spalle, è possibile che manuali), hanno incontrato i favori di
mentazione con pila al litio), è più compatta anche unire le due immagini fish-eye con un moltissimi utenti anche esigenti e spesso con
della Coolpix 990 pur montando lo stesso programma specifico (Ipix) così da ricreare necessità "professionali". È comoda l'orien-
sensore da 3.34 Megapixel. Utilizza, come a video la possibilità di "muoversi" all'inter- tabilità del gruppo ottico ed è preziosa la
tutte le Coolpix, una scheda di memoria tipo no di una sfera e, agendo sul mouse del com- possibilità di utilizzare aggiuntivi ottici sul-
CompactFlash. puter, esplorare a piacere il mondo circo- la filettatura intorno all'obiettivo zoom. La
stante. macchina può essere alimentata con pile ti-
po AA alcalino-manganese oppure anche con
sti apparecchi "entry-level" è dunque suffi- Ci si può organizzare abbastanza facilmen- pile a stilo ricaricabili.
ciente. te, in questo modo, anche per effettuare del-
C'è di più. Molte fotocamere di questa cate- le piccole "videoconferenze" tra amici seduti vero proponendosi di raggiungere una stam-
goria offrono la simpatica funzione di web- ciascuno al proprio computer. Un gioco in pa dalle misure standard considerate, ecco
camera, che addirittura diviene prevalente più, "oltre" alla fotografia tradizionale. che la risoluzione in questo caso sale. Il sen-
rispetto a quella di apparecchio digitale clas- sore diventa un 2048x1536 pixel (totale di
sico. Significa che oltre a potere essere im- Al top, 3 Megapixel e oltre pixel effettivo: 3.145.728) e la risolvenza
piegate per scatti singoli, in esterni e come Abbiamo considerato la possibilità di otte- passa a 347 dpi. Un bel traguardo, attual-
macchine digitali tradizionali, possono an- nere, per via digitale, una bella stampa a co- mente il livello massimo per le compatte di-
che, in interni ed appoggiate ad esempio al- lori formato 11.2x15cm ed abbiamo rag- gitali. Si passa ai quasi 4 Megapixel, e per
la scrivania, essere collegate tramite cavo (di giunto lo scopo, come si è visto, con foto- la prossima primavera è stata già annuncia-
solito in dotazione) al computer ed operare camere dotate di sensori della classe di 2 Me- ta la disponibilità dei 6 Megapixel, solo en-
come mini-telecamere. Producono filmati a gapixel. Si può però fare di meglio, sensi- trando nella categoria degli apparecchi re-
bassa risoluzione, la cui fluidità lascia cer- bilmente, salendo alla classe top, quella del- flex. Questa, però, è un'altra storia…
tamente a desiderare (l'immagine si muove le macchine da 3 megapixel ed oltre. Man-
un po' a scatti) ma apprezzabili e divertenti. tenendo i termini di paragone già visti, ov- Maurizio Capobussi
DIGITALE

COOLPIX
E I SUOI AGGIUNTIVI
Le possibilità di ripresa della Nikon Coolpix 950 possono essere ampliate
utilizzando i suoi "converter" ottici: un tele 2x per arrivare a 230mm,
un grandangolo con effetto 24mm ed un fish-eye

Con il suo sensore CCD da 1/2


pollice, dotato di ben 2.11
Megapixel, la Nikon
Coolpix 950 ha incon-
trato molti consensi: la
qualità raggiungibile nel-
le stampe è elevata e, si-
curamente fino almeno al
formato A4, appare com-
petitiva con quella che La
vanta la fotografia analo- Nikon Coolpix
gica tradizionale. L'appa- 950 con l'aggiuntivo fi-
recchio è facile da usare e nor- sh-eye.
malmente opera in automatismo
di esposizione senza incertezze, A destra: La fotocamera con la sua
grazie all'estesa latitudine di esposi- Compact Flash Card da 8Mb, per la me-
zione tipica della ripresa digitale e grazie al- morizzazione delle immagini, e l'adattato-
l'efficiente lettura di un sistema Matrix ben re per consentire una "lettura" immediata
tarato (anche per foto TTL-flash, con lam- della Card nei computer portatili. Accan-
peggiatore incorporato o con i tradizionali to, le quattro pile ricaricabili Energizer.
flash Nikon serie SB, collegabili anche tra-
mite cavetto). A differenza della più econo- volta in volta sensibilmente diverse. Si può,
mica Coolpix 700, che è un poco più com- con il fish-eye, realizzare una foto in cui com-
patta e che comunque monta lo stesso sen- pare la classica immagine a "cerchio", che nabile a quello di un 230mm sul formato
sore CCD, la versione 950 dispone di uno abbraccia un angolo di campo di 180°. Ma 24x36. In sostanza: un buon tele. L'aggiun-
zoom 3x e di doti macro lievemente miglio- si può anche zoomare internamente in mo- tivo grandangolare invece permette di ab-
ri. Se per una fotografia di generica docu- do da riportarsi alla tradizionale inquadratu- bracciare un angolo all'incirca di 84°, dun-
mentazione è davvero più che sufficiente, e ra rettangolare, pur conservando un effetto que consente un effetto pari all'incirca a quel-
consigliabile, la Coolpix 700, crediamo che di prospettiva esasperato. Come dimostria- lo di un grandangolo da 24mm sul formato
viceversa lo zoom della Coolpix 950 sia un mo in uno scatto pubblicato, proprio grazie 24x36.
"plus" molto interessante quando si cerchi- alla distanza di messa a fuoco minima che ri- A parte, riportiamo le schede tecniche rela-
no superiori "personalizzazioni" in ripresa. mane molto ridotta, ecco che possiamo in tive alle caratteristiche ed ai suggerimenti di
Sicuramente è un dispositivo prezioso da im- questo caso ottenere una prospettiva macro impiego dei singoli aggiuntivi.
piegare, come appunto abbiamo fatto, con straordinaria, il vero "punto di vista dell’a-
gli accessori ottici che sono stati realizzati pe" in avvicinamento ad un fiore. Problemi di inquadratura
appositamente per questo apparecchio, co- Quanto agli altri aggiuntivi: quello tele è un Provando gli aggiuntivi sul campo non ab-
me optional speciali. Un esempio: è possibi- convertitore 2x che, combinato con lo zoom biamo incontrato problemi operando in in-
le zoomare "all'interno" dell'aggiuntivo fish- 3x della macchina, consente di raggiungere terni. Per quanto riguarda le foto in esterni
eye ed ottenere inquadrature ed immagini di un effetto di avvicinamento (ottico) parago- va invece segnalato che, con la Coolpix 950
Una profondità di campo straordinariamente estesa, una buona compensazione dei con-
trasti, un effetto macro che dà la sensazione di "presenza": ecco una ripresa con l'ag-
giuntivo fish-eye che è quasi una "soggettiva" del punto di vista di un'ape. Lo zoom era
regolato verso la posizione tele.
(ma il problema è generale un po' per tutte le dotato di oculare, per una più facile osserva-
digitali), l'abbondante luce ambiente può ren- zione a livello dell'occhio.
dere assolutamente illeggibile il monitor. Non
si tratta a nostro parere di un inconveniente Precauzioni utili
di poco conto: adoperando gli aggiuntivi in- I convertitori ottici, pur ben costruiti, sono
fatti succede che essi sporgano "a fungo" da- abbastanza pesanti in relazione alle dimen-
vanti alla fotocamera e dunque non risulta sioni perché "pieni" di vetro: occorre fare at-
disponibile il mirino ottico laterale incorpo- tenzione, impugnando la fotocamera con es- Con l'aggiuntivo fish-eye e lo zoom in po-
rato. L'uso del monitor è perciò obbligato. si equipaggiata, a non sollevarla prendendo- sizione grandangolare: la foto si riduce ad
Non diremo a questo punto di rispolverare il la dal gruppo ottico, per non forzare la filet- un cerchio ma l'angolo di campo è di 183°.
vecchio panno nero "da fotografo" (che però tatura d'innesto, di piccolo diametro. Se si
ci sarebbe d'aiuto, e come!) ma segnaliamo trasporta a tracolla la macchina è decisamente
che un riparo, anche di fortuna, diviene in- consigliabile togliere il convertitore che si sta cabili consigliate dal produttore della foto-
dispensabile per inquadrare con precisione. usando e che, da Nikon, è comunque forni- camera e ricaricatele tutte le volte che rien-
Chi avesse un minimo di attitudine nel fai- to con i tappi di protezione e con un'utile sac- trate da una seduta fotografica. Abbiamo tro-
da-te potrebbe realizzare una sorta di cap- chetto "pouche" morbido. vato ottima la scelta di Nikon di dotare le
puccio paraluce, magari in cartone, e pie- Coolpix 950 di uno sportello robusto per il
ghevole, da tenere in borsa e applicare al mo- Questioni di batterie vano batterie (va usato davvero spesso!). Lo
nitor. Il tallone d'Achille delle fotocamere digitali sportello ha anche un cursore che assicura un
Ai progettisti invece, in vista di modelli fu- d'oggi è senz'altro rappresentato dalla loro blocco di sicurezza, contro aperture acci-
turi, suggeriremmo volentieri di non trascu- dipendenza assoluta dalle batterie. Il miglio- dentali.
rare la soluzione in uso nelle telecamere, quel- re consiglio che crediamo si possa dare a que- Sul campo abbiamo usato le batterie ricari-
la cioè di un monitor anche più piccolo ma sto proposito è: acquistate le batterie ricari- cabili Energizer, espressamente suggerite e
Sopra: Con l'aggiuntivo fish-eye e lo zoom ideate da Kordesh, l'inventore delle alcalino-
in posizione intermedia: la copertura del manganese, che vantano 1.5V effettivi. Ab-
formato è completa, ma l'effetto di pro- biamo però constatato che, come del resto
spettiva sferica è quello tipico del fish-eye. avvisa anche il fabbricante, sono meno adat-
te a sollecitazioni "robuste" da parte di cir-
cuiti high-tech: la carica infatti "crolla" in un
Due scatti con l'aggiuntivo fish-eye e lo tempo più breve di quanto accada con le Ener-
zoom in posizione tele: si noti la differen- gizer fornite di serie. In breve: la Coolpix,
za notevole di temperatura di colore, scat- percependo di essere giunta ad una "soglia"
tando in pieno giorno oppure al crepusco- di alimentazione, si autospegne più facil-
lo (ombre blu). Non è stata effettuata al- mente. Il fatto che ciò accada proprio per l'ec-
cuna specifica compensazione del bianco. cessiva sollecitazione elettrica è confermato
dalla particolarità che, dopo l'autospegni-
fornite da Nikon per la Coolpix 950 e per le mento, lasciando riposare per qualche mo-
altre sue macchine digitali. Con soddisfa- mento le pile si riesce ancora a riaccendere
zione: abbiamo constatato una durata mag- la macchina e scattare almeno una foto (me-
giore rispetto ad altre che non siano espres- glio comunque disinserire subito il monitor
samente studiate per sopportare forti assor- e usare il mirino ottico). Le batterie ricarica-
bimenti. bili Big, peraltro, le consigliamo in altri im-
Le Energizer mostrano una tensione nomina- pieghi fotografici: ad esempio nei flash do-
le di 1.2V anziché la canonica 1.5V che è lo ve è sempre tassativo disporre della tensio-
"standard" delle pile "usa e getta" che tutti co- ne esatta di alimentazione (normalmente
noscono. Ciò tuttavia non crea inconvenienti 1.5V), pena danni gravi all'oscillatore elet-
alla Coolpix che evidentemente è progettata tronico del lampeggiatore stesso. Nei flash
anche per questo tipo di alimentazione. non si devono mai usare le pile da 1.2V.
Abbiamo provato con successo anche le ot-
time pile Big, recentissime pile ricaricabili Maurizio Capobussi
I CONVERTER PER LA COOLPIX
TC-E2,
CONVERTITORE TELE
Effetto tele
L'aggiuntivo TC-E2, dove E sta eviden-
temente per Extender, raddoppia la lun-
ghezza focale dell'obiettivo della fotoca-
mera. È dunque di "potenza" non esaspe-
rata (ma sufficiente), così da mantenere
elevate qualità ottiche alla ripresa. Può es-
sere applicato alle fotocamere digitali
Coolpix 950, 900s, 900 e 700, semplice-
mente avvitandolo alla filettatura ante-
riore dell'obiettivo.
Con la Coolpix 700 è necessario usare un
anello ingranditore UR-E1, venduto se-
paratamente.

Modalità di ripresa
Per ottimizzare la resa ottica quando vie- piani/macro". Con la Coolpix 950 in que- d'ombra perché il cono d'illuminazione
ne impostata la predisposizione per foto sto modo si può arrivare fino ad una di- del flash può interferire con la montatura
tele è opportuno che lo zoom venga limi- stanza di soli 3cm; con la Coolpix 700 si dell'aggiuntivo
tato nella sua escursione focale. In parti- scende a 50cm. La profondità di campo e " Con la Coolpix 950 occorre ricordarsi
colare occorre che i tasti di zoomata sia- la conseguente impressione di nitidezza di usare lo zoom solo tra la posizione "me-
no usati soltanto tra la posizione di me- sulla scena sono tuttavia legate, come è dia" e quella "massima". Spostandosi in
dia e di massima zoomata. Non si deve noto, all'apertura di diaframma. Ne deri- posizione più grandangolare interviene
cioè accorciare la focale, all'indietro, ol- va che i "limiti" di ripresa in macro sono infatti una marcata vignettatura agli an-
tre la terza tacca dell'indicatore zoom. necessariamente dipendenti dalle condi- goli dell'immagine.
Con la Coolpix 700, quando si seleziona zioni di luce sulla scena e quindi il con- " Se si opera con la Coolpix 700 occor-
la modalità "tele" per l'uso di questo ag- siglio è di scattare una foto di prova, va- re, per lo stesso motivo, impostare lo zoom
giuntivo, lo zoom digitale viene imposta- lutarla a monitor ed eventualmente ripe- digitale su 2x: se è disattivato o imposta-
to automaticamente su 2x. È anche pos- terla. to su 1.25x l'immagine è parimenti vi-
sibile modificare l'impostazione e portar- gnettata agli angoli.
la a 2.5x. Sul campo " Identico discorso per le Cooplix 900 e
" Posizionare il selettore della macchi- La procedura indicata è quella che si po- 900s: lo zoom ottico va usato tra la posi-
na su M-REC. trebbe definire di "ottimizzazione" delle zione media e quella massima, non in po-
" Premere il tasto MENU per visualiz- possibilità di ripresa con il convertitore sizione tendente al grandangolare; il fla-
zare il menu. tele. Qualcuno avanzerà delle perplessità sh, anche su queste macchine, va disin-
" Con i pulsanti zoom, selezionare LENS sulla "macchinosità" delle operazioni di serito.
(Obiettivo) e poi premere il pulsante di predisposizione richieste, proclamandosi
scatto. insofferente alla necessità di ricorrere si- Caratteristiche Tecniche
" Con i tasti di zoomata selezionare TE- stematicamente a pulsanti e procedure di
LEFOTO e premere il pulsante di scatto predisposizione di funzioni secondo una Schema ottico: quattro lenti in tre grup-
per applicare le impostazioni e tornare al- logica che appartiene più al mondo dei pi
la modalità di scatto. computer che a quello della fotografia. Ingrandimento:2x
" Sul monitor LCD appare l'icona del Usare la macchina, sia la Coolpix 950 sia Effetto risultante: su Coolpix 950: fo-
convertitore dell'obiettivo. la 700, senza impostare la specifica pre- cale 42mm f/4 (equiv. a 230mm sul for-
disposizione tele è tuttavia possibile. Gli mato 24x36) su Coolpix 700: focale 26mm
accorgimenti che occorre tenere presen- (equiv. a 140mm f/2.6 sul formato 24x36)
Usando il convertitore tele, il controllo te, a scanso di risultati deludenti, sono po- su Coolpix 900 e 900s: focale 34.8mm
flash viene automaticamente disattivato. chi e tutto sommato elementari. f/3.6 (equiv. a 230mm sul formato 24x36)
Non è quindi possibile usare alcun flash, " Occorre ricordarsi di escludere l'atti- Minima messa a fuoco: su Coolpix 950:
né quello incorporato né uno eventuale vazione del flash: un'accensione impre- 30cm su Coolpix 700: 50cm su Coolpix
esterno. vista non solo può essere inutile (la por- 900 e 900s: 50cm
tata è limitata e con il tele si presume che Dimensioni: 65mm (diametro) x 45mm
È possibile scattare foto a distanza ravvi- si stiano fotografando soggetti lontani), (lunghezza)
cinata ricorrendo all'impostazione "primi ma può essere fonte di antiestetiche aree Peso: 150g
WC-E24 CONVERTITORE il menu. cedura già descritta.
GRANDANGOLARE " Con i pulsanti zoom, selezionare LENS È però importante ricordare che è utile esclu-
(Obiettivo) (sulla Coolpix 900 o 900s pre- dere l'attivazione del flash: il cono d'illu-
Effetto grandangolare mere il pulsante EXTRA FUNC). Poi pre- minazione del flash può interferire con la
L'aggiuntivo WC-E24 riduce la lunghezza mere il pulsante di scatto. montatura dell'aggiuntivo, la copertura può
focale dell'obiettivo della fotocamera se- " Con i tasti di zoomata selezionare WI- essere irregolare o insufficiente. È comun-
condo un coefficiente pari a 0.66x. Aumenta que possibile servirsi dello zoom per ag-
DE e premere il pulsante di scatto per ap-
quindi l'effetto grandangolare della ripresa. giustamenti di inquadratura.
plicare le impostazioni e tornare alla mo-
Può essere applicato alle fotocamere digi-
dalità di scatto. (Sulla Coolpix 900 o 900s
tali Coolpix 950, 900s, 900 e 700, sempli-
selezionare WIDEADAPTER e poi EXE-
Caratteristiche Tecniche
cemente avvitandolo alla filettatura ante- Schema ottico: due lenti in due gruppi
riore dell'obiettivo. CUTE per salvare le impostazioni).
Ingrandimento: 0.66x
Con la Coolpix 700 è necessario usare un " Sul monitor LCD appare l'icona del con-
Effetto risultante:
anello ingranditore UR-E1, venduto sepa- vertitore dell'obiettivo.
su Coolpix 950: focale 4.6mm f/2.6 (equiv.
ratamente. Per riprese a distanza ravvicinata si può im- 24mm f/2.6 sul formato 24x36)
postare la funzione macro. Con la Coolpix su Coolpix 700: focale 4.3mm (equiv. a
Modalità di ripresa 950 è possibile avvicinarsi fino a 3cm, con 23mm sul formato 24x36)
Quando la fotocamera è impostata sulla po- la Coolpix 700 a 8cm, con le Coolpix 900 su Coolpix 900 e 900s:focale 3.8mm f/2.4
sizione convertitore grandangolare, lo zoom e 900s a 5cm. (equiv. a 24mm sul formato 24x36)
si regola sulla focale minima. Minima messa a fuoco:
Il flash, sia quello incorporato sia un even- Impiego senza particolari predispo- su Coolpix 950: 9cm su Coolpix 700:
tuale flash esterno, sono disattivati. sizioni 8cm su Coolpix 900 e 900s: 5cm
" Posizionare il selettore della macchina È possibile usare la fotocamera con il con- Dimensioni: 49.5mm (diametro) x 25mm
su M-REC. vertitore grandangolare senza impostare la (lunghezza)
" Premere il tasto MENU per visualizzare specifica predisposizione secondo la pro- Peso: 65g

FC-E8 CONVERTITORE Il flash, sia quello incorporato sia un even- Impiego senza particolari predisposizio-
FISH-EYE tuale flash esterno, sono disattivati. ni
L'aggiuntivo FC-E8 riduce la lunghezza " Posizionare il selettore della macchi- È possibile usare la fotocamera con il con-
focale dell'obiettivo della fotocamera se- na su M-REC. vertitore fish-eye senza impostare la spe-
condo un coefficiente di 0.21. Aumenta " Premere il tasto MENU per visualiz- cifica predisposizione secondo la proce-
la grandangolarità della ripresa fino ad zare il menu. dura già descritta.
abbracciare un angolo di ben 183° (dun- " Con i pulsanti zoom, selezionare LENS È comunque possibile servirsi dello zoom
que "vede" addirittura leggermente al- (Obiettivo) (sulla Coolpix 900 o 900s pre- per aggiustamenti di inquadratura e gli ef-
l'indietro). mere il pulsante EXTRA FUNC). Poi pre- fetti sono chiaramente visibili sul moni-
Può essere applicato alle fotocamere di- mere il pulsante di scatto. Viene visualiz- tor.
gitali Coolpix 950, 900s, 900 e 700, sem- zata l'icona del convertitore. Una raccomandazione importante è quel-
plicemente avvitandolo alla filettatura an- " Con i tasti di zoomata selezionare FI- la di escludere intenzionalmente l'accen-
teriore dell'obiettivo. SHEYE e premere il pulsante di scatto sione del flash, per evitare irregolarità di
Con la Coolpix 700 è necessario usare un per applicare le impostazioni e tornare al- illuminazione per insufficiente copertura
anello ingranditore UR-E1, venduto se- la modalità di scatto. (Sulla Coolpix 900 luminosa.
paratamente. o 900s selezionare WIDEADAPTER e
poi EXECUTE per salvare le imposta- Caratteristiche Tecniche
Modalità di ripresa zioni). Schema ottico: quattro lenti in quattro
È opportuno selezionare l'impostazione " Sul monitor LCD appare l'icona del gruppi
FISHEYE (grandangolare), FISHEYE1 o convertitore dell'obiettivo. Ingrandimento: 0.21x
FISHEYE2, sul menu secondario LENS " Usando la Coolpix 700 si suggerisce Effetto risultante: su Coolpix 950:foca-
(Obiettivo) o EXTRA FUNC, nel menu di non ricorrere allo zoom digitale. le 1.5mm f/2.6 (equiv. a 8mm f/2.6 sul
di scatto M-REC. Così vengono modifi- formato 24x36) su Coolpix 700:focale
cate alcune impostazioni base della foto- Operando normalmente, la messa a fuo- 1.4mm (equiv. a 7mm sul formato 24x36)
camera per un corretto funzionamento in co manuale non è disponibile e la mac- su Coolpix 900 e 900s: focale 1.2mm f/2.4
posizione grandangolare estrema. china risulta regolata su messa a fuoco au- (equiv. a 6mm sul formato 24x36)
Impostate le regolazioni indicate, la mac- tomatica e "infinito". Minima messa a fuoco: su Coolpix 950:
china risulta regolata in modo da misura- Usando l'impostazione FISHEYE2 si può 5cm su Coolpix 700: 5cm su Coolpix 900
re l'esposizione con lettura media a pre- operare fino ad una distanza di soli 5cm e 900s: 5cm
valenza centrale. Fa eccezione la regola- (con leggibilità fino all'infinito), impo- Dimensioni: 74mm (diametro) x 50mm
zione su FISHEYE2, che conserva il fun- stando sulla fotocamera la modalità ma- (lunghezza)
zionamento normale. cro (simbolo del tulipano). Peso: 205g
SCHEDA TECNICA

DIGITALE TOSHIBA PDR-5

Toshiba PDR-5 fronte.

Toshiba PDR-5 retro.


La PDR-5 collegata ad un PC portatile tramite porta PCMCIA.

La Toshiba PDR-5 è una fotocamera digi- posizionato all’estrema destra e una co- discreta e leggermente sopra la media dei
tale compatta da 350.000 pixel. La limita- moda impugnatura dal lato opposto nel qua- modelli di pari risoluzione.
ta risoluzione viene compensata da una fa- le si è ricavato l’alloggiamento delle bat- Il sensore da 350.000 produce immagini
cilità di connessione superiore alla norma; terie. con una risoluzione di 640x480 pixel, com-
infatti oltre alle uscite seriali e video è do- pressi poi in formato jpeg e memorizzati
tata di un connettore PC Card ripiegabile, Sul campo su una scheda di tipo SmartMedia da 2Mb.
che consente una facile connessione ai com- La fotocamera è piuttosto facile da utiliz- La fotocamera accetta anche schede di ca-
puter portatili, normalmente dotati di al- zare e i comandi sono molto intuitivi. La pacità superiore (4,8 e 16Mb) per aumen-
meno una presa PCMCIA. qualità, nonostante il sensore di tipo CMOS tare l’autonomia di scatto che con la sche-
Il design è molto curato, con l’obiettivo da “soli” 350.000 pixel, è risultata più che da da 2Mb in dotazione, è limitata a circa
I PREZZI
La Toshiba PDR-5 viene fornita con i
cavi seriali per la connessione al PC o
Una foto scattata in modalità “Multi”, tra 20 scatti se si effettua la compressione mi- al Macintosh, un cavo video per visio-
uno scatto e l’altro c’è circa 1s. nima dei file. nare le immagini sul televisore, la cin-
I 4mm di focale dell’obiettivo corrispon- ghia e la custodia della fotocamera, una
dono a un 39mm per il formato 135. Il fuo- batteria al litio CR 123A, una scheda
co è fisso ed è posizionato sull’iperfocale SmartMedia da 2Mb, il manuale d’i-
(da 50cm all’infinito e circa 10cm in mo- struzioni in italiano e il software con i
dalità macro), la mancanza dell’autofocus programmi per la gestione della fotoca-
ha avvantaggiato la velocità operativa che mera.
risulta istantanea. Il prezzo è di Lire 900.000
È dotata sia di mirino che di monitor; que-
st’ultimo ha una dimensione piuttosto ele- Distribuitore:
vata (2.5”) ma è di tipo riflettente, non re- Toshiba, via Paracelso 10,
troilluminato. Difficile da osservare in am- 20041 Agrate Brianza (MI).
bienti con poca o media illuminazione, di- Tel. 039/60991; fax: 039/6099399.
venta molto comodo in situazioni con for-
te illuminazione, come nelle riprese all’a-
perto.
Il flash automatico, integrato, può essere
utilizzato anche in modalità anti “occhi-
rossi” e attivato o disattivato a piacere. L’e- Trasferimento delle immagini
sposizione è automatica, ma è possibile La Toshiba PDR-5 consente di scaricare le
compensarla manualmente con incremen- immagini sul computer utilizzando due in-
ti di 0.5EV in un range massimo compre- terfacce. La seriale, presente sulla maggior
so tra +1.5EV e –1.5EV. parte delle fotocamere digitali, ha il van-
Una funzione particolare, denominata taggio di essere presente in tutti i compu-
MULTI, consente di riprendere 4 immagi- ter (PC, Macintosh, portatili PC e portati-
ni in rapida successione, circa 1 scatto al li Mac), ma la velocità di trasferimento è
secondo. È presente l’autoscatto con ritar- piuttosto bassa, richiede circa 10 minuti per
do di 10s e il bilanciamento del bianco (au- trasferire 20 immagini (2Mb).
tomatico o manuale). Collegando invece la fotocamera attraver-
La visualizzazione delle immagini può es- so la porta PC Card di un portatile, le stes-
sere fatta direttamente sul monitor della fo- se immagini vengono copiate sull’Hard-
tocamera; la funzione SLIDE consente di Disk in circa 45s. Un notevole risparmio
rivedere in successione, con un intervallo di tempo.
Le prese per le connessioni esterne. Dal- di circa 3s tra una foto e l’altra, tutte le im-
l’alto in basso: seriale, video e alimenta- magini scattate, presenti sulla scheda.
zione. Valerio Pardi
DIGITALE

FUJI FINEPIX 4700 ZOOM


La Fuji FinePix 4700 è una minuscola scita video, in standard PAL per le fotoca-
compatta digitale che contiene un picco- mera vendute in Europa ed in NTSC per
lo gioiello: il rivoluzionario SuperCCD di quelle vendute in USA/Canada; sempre la-
Fuji, in grado di fornire, a parità di pixel, teralmente sono presenti lo sportello per l’in-
una risoluzione superiore a quella dei CCD serimento della SmartMedia ed un piccolo
tradizionali. altoparlante, mentre frontalmente è presen-
Essa è dotata inoltre di un’interfaccia uten- te un microfono; questi ultimi due accesso-
te semplice, con un numero di funzioni non ri, molto utili, sono però utilizzabili solo per
estesissimo, ma più che sufficiente per un la ripresa di filmati.
uso non professionale. Sul fondo sono presenti lo sportello per l’in-
serimento di due batterie a stilo AA, preferi-
Il Super CCD bilmente Ni-MH, e l’attacco per il treppiede.
Parliamo innanzi tutto del SuperCCD. Es-
so si differenzia dai CCD delle altre foto- L’interfaccia utente
camere digitali per la forma ottagonale dei All’accensione, comandata da un piccolo pul-
suoi elementi, che risultano inoltre disposti sante sulla parte posteriore della fotocamera,
non secondo una matrice di righe e colon- si viene salutati da un amichevole Hello!, e
ne, ma a nido d’ape. allo spegnimento da un Bye!, che rendono
Questa forma consente di avere a disposizio- La Fuji FinePix 4700 è una compatta di- più divertente il primo approccio con la fo-
ne un’area leggermente superiore per ogni gitale molto piccola: monta uno zoom equi- tocamera.
pixel, con un immediato vantaggio in termi- valente a un 36-108mm che, a fotocamera Vicino al pulsante di accensione è presente
ni di sensibilità del sensore; la disposizione spenta, è retratto e protetto da uno spor- una levetta per commutare la fotocamera da
dei pixel inoltre consente di interpolare i va- tello. ripresa a riproduzione.
lori catturati da ogni singolo elemento in mo- Il centro di controllo della fotocamera è co-
do più efficiente, soprattutto nelle direzioni La fotocamera registra le immagini in un’u- stituito da un simpatico LCD circolare cir-
verticale ed orizzontale (ricordiamo che con nica cartella. condato da 4 tastini a mo’di joy-stick, che as-
tutti i CCD viene effettuata un’interpolazio- E’possibile impostare la numerazione dei fo- sumono diverso significato a seconda della
ne dei dati letti). togrammi in modo che il numero progressi- modalità di lavoro. Un ulteriore pulsante con-
Come risultato, secondo i tecnici Fuji, il CCD vo tenga conto di tutte le immagini contenu- sente di selezionare un secondo gruppo di fun-
da 1/1.7 pollici della 4700 è in grado di pro- te nella scheda, oppure di tutte quelle scatta- zioni e di attivare la retroilluminazione del
durre immagini con una definizione molto su- te precedentemente, anche se su schede di- pannello.
periore a quella di una tradizionale fotoca- verse. Completano i comandi un tasto per l’accen-
mera da 2.4 Megapixel. È possibile ridimensionare le immagini da sione del monitor e due tastini (conferma e
La sensibilità nominale è di 200 ISO; può es- 2400x1800 e 1280x960 pixel ad una risolu- cancellazione) per l’utilizzo dei menù a mo-
sere tuttavia portata a 400 o 800 ISO, au- zione più bassa. nitor, che risultano molto semplici da usare.
mentando l’amplificazione del segnale, in- E’ possibile inserire le informazioni per la La cancellazione di una o di tutte le immagi-
troducendo però un maggiore disturbo nelle stampa diretta delle immagini da scheda ni avviene entrando nel menù di riproduzio-
zone più scure dell’immagine. SmartMedia su stampanti compatibili con lo ne. L’operazione è nel complesso semplice e
standard DPOF. richiede in tutto la pressione, per 3 volte con-
La memorizzazione secutive, di un solo tasto.
La fotocamera consente 3 risoluzioni, Dall’esterno E’presente un autospegnimento regolabile a
2400x1800, 1280x960, 640x480 pixel, con 3 Il mirino è ottico di tipo galileiano e riporta 2 minuti, 5 minuti o disattivabile.
livelli di compressione Jpeg ciascuna. L’oc- chiare indicazioni per la correzione della pa- Il volume del beep di conferma è regolabile
cupazione per il formato maggiore è piutto- rallasse. o eliminabile.
sto elevata, 1.7 Mega byte, e la scheda di me- Sulla parte superiore della fotocamera, vici-
moria SmartMedia da 16Mb inclusa nella no al pulsante di scatto, è presente una ghie- Obiettivo e zoom digitale
confezione appare un po’sottodimensionata, ra per selezionare il modo setup o una delle La fotocamera monta uno zoom ottico 3X
in quanto è in grado di contenere solamente 7 modalità di ripresa: automatica, manuale, equivalente a un 36-108mm che, a fotoca-
9 immagini di questo tipo. ritratti, paesaggi, notturni, scatto continuo, fil- mera spenta, è retratto e protetto da uno spor-
Il rapporto tra altezza e base è 3:4, ovvero mati. Sulla sinistra sono collocati i connetto- tello.
quello tipico dei monitor. ri USB, per l’alimentazione esterna e per l’u- Ad esso si aggiunge uno zoom digitale uti-
certo controllo è invece offerto dalle moda-
lità di ripresa “ritratti” , “paesaggi” e “not-
turni”: nel primo caso il program privilegia
le grandi aperture del diaframma per sfuoca-
re lo sfondo, nel secondo privilegia i diaframmi
chiusi per avere tutto il campo inquadrato a
fuoco, l’ultimo infine consente di impostare
un tempo lungo di esposizione per effettuare
riprese notturne con il flash in slow-sinc.
E’ possibile, premendo parzialmente il pul-
sante di scatto, effettuare contemporanea-
mente la memorizzazione della lettura espo-
simetrica che della messa a fuoco (AE/AF-
lock).
In manuale è possibile operare una correzio-
ne dell’esposizione di +/- 1.5 EV a passi di
Nella parte superiore, alla pressione Il centro di controllo della fotocamera 1/3EV.
di un pulsante laterale, si solleva un è costituito da un simpatico LCD cir- L’autoscatto ha una durata di 10s.
piccolo flash. colare circondato da 4 tastini a mo’ di
joy-stick, che assumono diverso signi- Raffica e bracketing
ficato a seconda della modalità di la- E’ possibile eseguire una raffica molto velo-
voro. ce di 3 fotogrammi (a qualsiasi risoluzione)
con un intervallo tra uno scatto e l’altro di ap-
pena 0.25 secondi. In questa modalità di ri-
presa è anche possibile eseguire un bracke-
ting, variando l’esposizione delle immagini
sia in sovraesposizione che in sottoesposi-
zione di 1/3EV, 2/3EV oppure 1EV.
Si tratta di una raffica davvero veloce, 4 fo-
togrammi al secondo, tuttavia la sua durata
complessiva di appena 5 decimi di secondo
la rende poco funzionale nell’uso pratico.
Sulla parte superiore della fotocamera, vicino al pulsan- Flash
te di scatto, è presente una ghiera per selezionare il mo- Nella parte superiore, alla pressione di un pul-
do setup o una delle 7 modalità di ripresa. sante laterale, si solleva un piccolo flash. E’
possibile sia disabilitarlo che farlo funziona-
Sulla sinistra sono collocati i connettori USB, per l’ali- re in automatico, oppure attivare la riduzio-
mentazione esterna e per l’uscita video, lo sportello per ne dell’effetto occhi rossi, il fill-in e lo slow-
l’inserimento della SmartMedia ed un piccolo altopar- sinc.
lante. In manuale è possibile operare una variazio-
ne dell’intensità del flash di +/- 0.6EV a pas-
si di 1/3EV.
lizzabile però solo alle due risoluzioni più bas- le in situazioni in cui l’autofocus della foto-
se, che consente di sfruttare solo l’area cen- camera entri in crisi. Riprese Video
trale del CCD: è così possibile avere un ulte- Interessante l’ottimo modo video, che con-
riore zoomata di 3.75X a 640x480 e di 1.88X Misurazione esposimetrica sente la registrazione di filmati anche piutto-
a 1280x960, senza perdita di definizione del- ed esposizione sto lunghi, 80 secondi su una SmartMedia da
l’immagine. La misurazione esposimetrica avviene in ma- 16Mb, in risoluzione 320x240 a 10 foto-
trix su 64 aree. In modo manuale sono previ- grammi al secondo con registrazione audio.
Messa a fuoco ste anche la misurazione spot e quella media Ottima la praticità di riproduzione, che con-
La distanza minima di messa a fuoco è 0.8m, bilanciata. sente anche avanti/indietro veloce, fermo im-
tuttavia abilitando il modo macro, è possibi- Il bilanciamento del bianco è normalmente magine e ascolto dell’audio tramite un alto-
le anche eseguire riprese tra 20 e 80cm. La automatico, tuttavia in manuale è possibile parlante interno, con volume regolabile.
messa a fuoco è normalmente automatica, tut- selezionare anche uno tra 6 preset: luce diur- E’ anche possibile generare un’immagine a
tavia è possibile selezionare la messa a fuo- na, cielo nuvoloso, tungsteno, fluorescente- 2400x1800pixel estraendo dal filmato 25 fo-
co manuale nei modi “manuale”, “notturni” daylight, fluorescente-bluastra, fluorescente- togrammi a intervalli regolari, in modo da for-
e “scatto continuo”. Essa viene comandata rossastra. nire un indice del contenuto del filmato.
tramite due dei pulsanti vicino al pannello L’esposizione, sia nel modo Auto che in quel-
LCD, e va eseguita controllando l’immagine lo Manuale, avviene solo in modalità pro- Monitor
sul monitor. Non è un’operazione particolar- gram, senza quindi un controllo diretto sul Ottima la riproduzione delle immagini sul
mente veloce, tuttavia può risultare molto uti- tempo di esposizione o sul diaframma. Una monitor da 2 pollici, dotato di 130.000 pixel;
PROVE DI LABORATORIO Misure eseguite presso il
Centro Studi
Fuji FinePix 4700 Zoom Progresso Fotografico

RISOLUZIONE VISIVA MONITOR


Giudizio Giudizio
Risoluzione immagine = 4,4 linee/cm Risoluzione monitor = 0,9 linee/cm

CONSUMO BATTERIE
Giudizio

REC senza monitor 403 mA = 194 minuti

REC con monitor 1380 mA = 57 minuti


d ia
Me CF PLAY
a rt 920 mA = 85 minuti
Sm
FORMATI

Denominazione Pixel Byte Compressione Scatti


2400x1800 Fine 2400x1800 1663 kb 7,6:1 9 Giudizio
2400x1800 Normal 2400x1800 722 kb 18:1 20
2400x1800 Basic 2400x1800 267 kb 47:1 54
1280x960 Fine 1280x960 568 kb 6,3:1 29
1280x960 Normal 1280x960 260 kb 14:1 56
1280x960 Basic 1280x960 114 kb 32:1 112 Tempo di accensione fotocamera 3s
640x480 Fine 640x480 141 kb 6,4:1 109
640x480 Normal 640x480 58 kb 16:1 247
640x480 Basic 640x480 37 kb 24:1 330
Ritardo nello scatto 0,1 s

Intervallo tra 2 scatti 1,5 s

Raffica 3 scatti a 4 fotogrammi/s


PRO E CONTRO I PREZZI Solo per Windows invece l’utility Exif Laun-
Pro: cher, che avvia Exif Viewer quando la foto-
▲ Risoluzione molto elevata Fuji FinePix 4700 Zoom camera viene collegata al PC.
▲ Dimensioni contenute L. 2.090.000
▲ Buona velocità di funzionamento Le nostre misurazioni
▲ Presenza di uno zoom ottico Distribuzione Di particolare interesse la misura della riso-
▲ Facile da usare Fuji Film Italia, via De Sanctis 41 luzione, che ci ha portato a confermare le di-
▲ Sufficientemente completa 20141 Milano MI chiarazioni di Fuji, con una risoluzione di 4.4
nelle funzioni Tel.: (02) 89582.1 - Fax: (02) 8464.121 linee/cm, comparabile a quella delle fotoca-
mera da 3.1 Megapixel tradizionali.
Contro: Nel nostro test la risoluzione viene misurata
▼ Autonomia non molto elevata soggetto. lungo le direzioni verticale e orizzontale, e
▼ Raffica poco utilizzabile In playback è possibile la visione singola, di quindi in quelle espressamente indicate da
▼ Controllo manuale piuttosto limitato un indice con 9 fotogrammi ed un “fast forwar- Fuji come migliori per la sua fotocamera; c’è
ding”, che consente di visualizzare nella par- dunque da aspettarsi un leggero abbassamento
te superiore del monitor l’immagine ingran- di definizione nelle direzioni oblique, tutta-
esso consente l’ingrandimento dell’immagi- dita, mentre nella parte inferiore si possono via sicuramente questo CCD è in grado di for-
ne in 35 passi ed un’ottima navigazione nel- fare scorrere le immagini a bassa risoluzio- nire prestazioni superiori a quelle dei tradi-
l’immagine tramite i tastini del pannello/joy- ne, per poter selezionare quella desiderata. zionali CCD da 2.4 Megapixel.
stick. E’ inoltre regolabile in luminostità in E’possibile riprodurre le immagini in sequenza Il monitor da 2” con 130.000 pixel è risulta-
11 passi. utilizzando 3 diverse dissolvenze. to di buona qualità, consentendo di visualiz-
Nel modo “manuale”, in cui rimane sempre zare il gruppo di linee da 0.9 linee/cm.
acceso per visualizzare le impostazioni atti- Software Molto buona anche la velocità operativa, non
ve, è presente anche la possibilità di una pre- A corredo, oltre al driver USB, vengono for- tanto per la raffica da 4 fotogrammi al se-
view, che consente di decidere se registrare o niti Exif Viewer (un visualizzatore per i file condo, che come detto precedentemente ap-
cancellare l’immagine subito dopo lo scatto. Exif della fotocamera), DP Editor (per cari- pare di scarsa utilità a causa della sua breve
Nelle modalità di ripresa “auto”, “paesaggi” care comodamente i dati per la stampa DPOF), durata (0.5 s), quanto per la prontezza all’ac-
e “notturni” può essere visualizzata una gri- Adobe PhotoDeLuxe 3.0 Home Edition (un censione (3s) , la prontezza allo scatto (0.1s)
glia per l’allineamento del soggetto; in “ri- ottimo programma entry level di fotoritocco). e la possibilità di eseguire rapidamente i pri-
tratti” invece può essere visualizzato un ret- Tutti questi programmi sono forniti sia in ver- mi 3 scatti, con un intervallo tra i primo due
tangolo per facilitare il posizionamento del sione Windows che Macintosh. di 1.5s.
Dove la Fuji FinePix 4700 ha mostrato qual-
che segno di debolezza è stato nell’autono-
SCHEDA TECNICA mia. In ripresa senza monitor i consumi non
sono molto contenuti, e questo limita l’auto-
Sensore e mirino in, occhi rossi, slow-sinc nomia di questa fotocamera, che è dotata di
Mirino: galileiano Il flash può operare tra 0.2-0.4m (grandango- un’alimentazione piuttosto ridotta, solo due
Monitor: LCD a colori da 2", 130.000 pixel, lo) 0.2-0.3m (tele)
regolabile in luminosità, con possibilità di zoom È possibile variare manualmente l'esposizio-
batterie a stilo AA, contro le abituali 4. Ciò
e navigazione ne del flash tra +/-0.6EV con passi di 0.3EV rientra tuttavia nella filosofia di progetto, che
Navigazione nei menù tramite pulsanti/joy- Filettatura frontale: assente punta principalmente alle dimensioni conte-
stick Autoscatto: 10 s nute.
Sensore CCD: da 1/1.7", 2.400.000 pixel Messa a fuoco: autofocus, manuale L’autonomia in ripresa senza monitor co-
Massima risoluzione: 2400x1800 pixel Distanza minima di messa a fuoco: 0.8m munque è di 3 ore e 14 minuti, più che suffi-
Sensibilità equivalente: 200-400-800 ISO Distanze in modo macro: 0.2-0.8m ciente per la maggior parte delle applicazio-
Bilanciamento del bianco: automatico, luce Scatto con beep di segnalazione acustica ni. Un’ora e 25 minuti invece l’autonomia in
diurna, nuvoloso, tungsteno, fluorescente blua- Memorizzazione playback.
stra, fluorescente rossastra Memoria base: 16Mb su schede di memoria
Caratteristiche fotografiche SmartMedia
Obiettivo: EBC Fujinon 7-10.8mm f/2.8- Organizzazione immagini: DCF
Le conclusioni
4.5mm (36-108mm in formato 35mm) Compatibile con lo standard DPOF La Fuji FinePix 4700 è un’ottima compatta
Zoom digitale: 3.75X a 640x480, 1.88X a Connessioni: USB, uscita video (PAL in Eu- digitale. I suoi maggiori pregi sono la grande
1280x960 ropa, NTSC in USA/Canada) compattezza e l’alta risoluzione delle imma-
Modalità di ripresa: auto, manuale, scatto con- Varie gini. E’ una fotocamera facile da usare e suf-
tinuo, ritratti, paesaggi, notturni, filmati Dispone di microfono e di altoparlante utiliz- ficientemente completa nelle funzioni, anche
Misurazione esposimetrica: matrix, bilancia- zabili solo nel modo “filmati”. se manca di molte caratteristiche richieste per
ta, spot Dimensioni: 97,5x78x32,9 mm un impiego professionale.
Esposizione: program Peso: 310 senza batterie e schede di memoria Avremmo gradito un minore consumo in re-
Compensazione esposizione: +/-1.5EV a pas- Alimentazione: 2 batterie ricaricabili AA NiMH gistrazione per aumentarne l’autonomia e ma-
si di 0.3EV o NiCd, o tramite alimentatore esterno
E' possibile memorizzare l'esposizione insie- Menu in lingua inglese gari la possibilità di sfruttare la registrazio-
me alla messa a fuoco (AF/AE lock) Software a corredo: Adobe Photo DeLuxe 3.0 ne/riproduzione audio anche per annotazioni
Tempi di otturazione: 3s - 1/2000s Home Edition (W/M), Exif Viewer (W/M), DP sulle fotografie, oltre che per i filmati.
Bracketing: 3 scatti con +/-1/3EV ,+/-2/3EV Editor (W/M), Driver USB(W/M), Exif Laun-
,+/-1EV cher (W) Sergio Namias
Flash incorporato con modalità auto, off, fill-
NOVITÀ

NIKON D1

Dopo quarant’anni di reflex Nikon mar- tenere elevata la risposta del CCD in ogni tali del sensore CCD della macchina. Que-
chiate F, è arrivata la nuova linea D che condizione di luce è stato applicato, diret- sto è dovuto al fatto che Nikon ha tenuto
comprende le nuove reflex digitali. tamente davanti al CCD, un sottilissimo fil- parte del sensore, per l’esattezza la parte
Come nel ’59 la prima fotocamera reflex tro Low-Pass al Litio Niobato (LiNB) che più esterna del CCD, per alcuni compiti se-
Nikon prese il nome di Nikon F, oggi la fo- taglia completamente le radiazioni IR, a cui condari, come il punto del nero, ma neces-
tocamera che inaugura la nuovo linea di re- i sensori CCD sono molto sensibili. La scel- sari per il raggiungimento di una elevata
flex digitali si chiama Nikon D1. ta di applicare tale filtro direttamente sul qualità cromatica.
La D1 è stata progettata seguendo tre di- CCD, piuttosto che in prossimità del boc- Per mantenere elevata la capacità di regi-
rettrici: elevata qualità d’immagine, assenza chettone di innesto ottiche, come accade strare le sfumature di colore, la D1 utiliz-
dei ritardi di scatto, facilità d’uso e inte- nella maggioranza delle reflex digitali, met- za un convertitore a 12 bit per canale.
grazione nel corredo. te al riparo da possibili degradi della qua- Nelle reflex digitali la dimensione del sen-
lità ottica dovuta al depositarsi di sporco sore CCD è parecchio più piccola dell’a-
Qualità sulla superficie del filtro. rea coperta da un tradizionale negativo
Per garantire una elevata qualità Nikon ha Come accennato poco sopra, la D1 produ- 35mm. Questo si ripercuote sull’angolo di
utilizzato un sensore CCD da 2.74 milioni ce dei file con una risoluzione di 2012x1324 campo coperto, che è molto più ristretto a
di pixel, che fornisce immagini da pixel; i più attenti avranno però notato che parità d’obiettivo.
2012x1324 pixel, fornito da un’azienda 2012 moltiplicato per 1324 fa 2.663.888 e Nikon ha quindi dovuto fare una scelta tra
giapponese su specifiche Nikon. Per man- non 2.740.000, che è il numero di pixel to- mantenere elevati i tempi di risposta della
PC Micro Nikkor
AF-S Zoom-Nikkor 17-35mm f/2.8D IF-ED 85mm f/2.8D

macchina o utilizzare un sensore in grado NUOVI OBIETTIVI:


di coprire il formato 135 interamente; ha In contemporanea all’annuncio della nuova reflex digitale, hanno visto la luce
scelto la velocità, ma ha limitato, allo stes- due nuove e particolari ottiche: uno zoom grandangolare AF-S 17-35mm f/2.8D
so tempo, la riduzione dell’angolo di cam- IF-ED e un PC Micro Nikkor 85mm f/2.8D.
po degli obiettivi. Sulla D1 la focale del- Il primo è uno zoom ultra-grandangolare con prestazioni ottiche elevate. La di-
l’obiettivo viene aumentata di un fattore stanza minima di messa a fuoco è 0.28m lungo tutta l’escursione dello zoom. Lo
1.5x. schema ottico è composto da 13 lenti in 10 gruppi; di queste, due sono in vetro
Si sarebbe potuto anche inserire un gruppo ED, per minimizzare l’aberrazione cromatica, e altre tre sono dotate di curvatu-
ottico correttore tra l’innesto ottiche e il ra asferica per contrastare più efficacemente le aberrazioni ai bordi dell’imma-
sensore in grado di mantenere inalterata la gine.
copertura degli obiettivi, ma ciò avrebbe ir- Per migliorare la piacevolezza dello sfuocato, è stato inserito un diaframma a 9
rimediabilmente limitato il numero di otti- lamelle.
che utilizzabili sulla fotocamera e ciò si Il meccanismo di focheggiatura interna IF velocizza il funzionamento AF, che è
scontra apertamente con una delle caratte- mosso da veloci e silenziosi motori Silent-Wave.
ristiche che ha reso celebre il marchio È disponibile anche la commutazione M/A per passare dalla messa a fuoco au-
Nikon: la possibilità di montare ogni otti- tomatica a quella manuale in qualsiasi momento.
ca su qualsiasi fotocamera (salvo rare ec- La finitura in pelle consente una presa più comoda ed efficace, mentre l’intera
cezioni); e così sulla nuova Nikon D1 si costruzione dello zoom è resistente a umidità e polvere.
può montare tranquillamente un qualsiasi Utilizza filtri da 77mm. Il peso è di 750g
obiettivo, prodotto per la Nikon F in poi. È l’obiettivo ideale da accoppiare alla D1, poiché la sua lunghezza focale diventa
L’aumento della focale di un fattore di 1.5x 25.5-52.5mm.
è dovuto alla dimensione del CCD di soli Il PC Micro Nikkor 85mm f/2.8D è invece il primo obiettivo Nikon dotato di
23.7x15.6mm contro i 36x24mm del foto- meccanismo di basculaggio e decentramento.
gramma 135. La lunghezza focale di 85mm lo rende idoneo alle foto di still-life in studio o ri-
Con un sensore più piccolo si sfrutta solo tratto, ma grazie alla minima distanza di messa a fuoco di 0.39m e al rapporto di
l’area centrale dell’immagine prodotta dal- ingrandimento di 1:2 è anche un interessantissimo obiettivo macro; infatti gra-
l’obiettivo e se da un lato anche un super- zie alla possibilità di basculare l’ottica, si può sfruttare meglio la profondità di
grandangolare da 18mm diventa un comu- campo, sempre esigua nelle riprese a distanza ravvicinata, e ottenere una qualità
ne 28mm, nella fotografia sportiva si ha il ottica elevata, non afflitta dalla diffrazione dovuta all’eccessiva chiusura del dia-
vantaggio di avere i teleobiettivi ancora più framma.
lunghi e un tranquillo 300mm si trasforma È dotato del sofisticato sistema CRC (Close-Range Correction) per l’ottimizza-
in un interessante 450mm; inoltre la parte zione delle prestazioni ottiche anche alle brevi distanze.
centrale dell’immagine è anche quella più Il diaframma chiude fino a f/45 a passi di 1/2 stop.
corretta dalle aberrazioni ottiche (coma, vi- Lo schema ottico è composto da 6 lenti in 5 gruppi, il decentramento massimo è
gnettatura, astigmatismo, ecc.) a tutto van- di +/- 12.4mm, mentre il basculaggio è possibile in +/- 8.3°.
taggio della qualità. Utilizza filtri da 77mm, pesa 775g.
Il prezzo della Nikon D1, seppur elevato in assoluto, rappresenta
una svolta; infatti macchine dalle prestazioni inferiori costavano
oltre i 15 milioni. La D1 costa 8 milioni + IVA.

Per informazioni:
Nital, via Tabacchi 33, 10132 Torino. Fax 011.8996225

Flash Nikon Speedlight SB-28DX

Velocità cabile ricorda da vicino la F5. La disposi- Come sistema di memorizzazione la D1 è


La velocità di risposta per una macchina zione dei comandi è invece la stessa delle compatibile con le CompactFlash di tipo I
professionale è fondamentale; non è pen- due macchine appena citate, così come le e II. Le tipo I sono le classiche schede in
sabile utilizzare professionalmente una re- funzioni fotografiche: troviamo le due ghie- dotazione alla maggior parte delle compatte
flex con un ritardo di scatto che si misuri re per il pollice e l’indice della mano de- digitali, come le Coolpix 950 o 700 e che
in decimi di secondo. La nuova D1 ha un stra per variare i tempi e i diaframmi o ese- oggi sono disponibili anche nei tagli da 128
ritardo dello scatto limitato a 0.058s, un guire uno shift delle coppie tempo/dia- Mb, mentre le Tipo II sono i mini Hard-Di-
tempo poco superiore a quello dell’analo- framma proposte dall’automatismo pro- sk di IBM, annunciati già alla scorsa Pho-
gica F5 e ne permette l’uso anche nella fo- gram della macchina, il bilanciere sul dor- toKina, ma non ancora disponibili sul mer-
tografia sportiva. Anche il tempo di ac- so per la commutazione veloce dei senso- cato.
censione della macchina è abbastanza ri- ri dell’autofocus e tutti gli altri comandi Come interfaccia di connessione al com-
dotto: 0.5s. che il fotografo professionista è solito uti- puter è stata scelta la nuova IEEE1394, più
L’otturatore raggiunge l’incredibile velo- lizzare sulle due macchine analogiche. nota con il nome di FireWire; poiché at-
cità di 1/16.000s, ma soprattutto consente Anche il peso, grazie al telaio in lega di tualmente sono in fase di sviluppo diverse
una sincronizzazione con i flash con tem- magnesio, è risultato piuttosto contenuto, versioni dello standard IEEE1394, non com-
pi fino a 1/500s, una velocità paragonabi- a metà strada tra l’F5 e la F100: 1.100 gram- patibili tra di loro, Nikon ha deciso di sup-
le alle migliori fotocamere ad otturatore mi. portare quella attualmente in uso sui siste-
centrale. Il risultato è che non ci si rende conto di mi Macintosh. L’alimentazione è fornita da
L’adozione di ben 4 processori a tecnolo- avere tra le mani una reflex digitale. un accumulatore ricaricabile EN-4 al Ni-
gia RISC e un buffer di memoria interna di Mh compatibile con il caricabatterie MH-
48Mb ha permesso di abbattere i tempi di Funzioni ausiliarie 15 della Nikon F100, ma che offre la pos-
elaborazioni delle singole immagini scat- Come per tutte le reflex analogiche, anche sibilità di una ricarica super rapida con il
tate e di poter scattare fotografie alla velo- per le digitali è di fondamentale importan- nuovo caricabatterie MH-16.
cità di 4.5 fot/s per un massimo di 21 scat- za il calcolo dell’esposizione.
ti. Sulla D1 troviamo lo stesso sistema espo- Flash SB-28DX
simetrico che ha reso celebre l’ammiraglia Per poter sfruttare le caratteristiche della
Funzionalità d’uso F5: il Color Matrix 3D. nuova D1, e in particolar modo l’esposi-
Spesso le fotocamere digitali sono diffici- La misurazione esposimetrica avviene su zione Color Matrix 3D con i flash, è ne-
li da usare o richiedono diverso tempo per un sensore CCD secondario da 1005 pixel cessario utilizzare il nuovo flash SB-28DX;
apprendere l’interfaccia dei comandi, di- che si occupa tra le altre cose di effettuare un lampeggiatore che offre tutte le funzio-
versa da quella delle reflex tradizionali. il bilanciamento del bianco con controllo ni del modello SB-28, ma permette anche
La D1 è invece stata pensata per integrar- TTL. l’esposizione in TTL con la D1. Pesa 320g
si perfettamente in un corredo standard di Oltre al Color Matrix 3D troviamo anche e il numero guida è 42.
un fotografo professionista. la lettura semi-spot e spot, che diventano Naturalmente è compatibile con tutte le re-
Esteticamente ricorda la Nikon F100, ma le uniche utilizzabili quando si monta un flex analogiche Nikon.
la struttura unica con il booster non stac- obiettivo non dotato di CPU interna. Valerio Pardi
TEST

NIKON D1
SUL CAMPO
Una reflex digitale può essere interessante per un fotografo naturalista
o per applicazioni di fotografia astronomica?
Abbiamo portato sul campo la Nikon D1 per verificare i pro e i contro.

La nuova fotocamera digi- co sulla superficie del filtro,


tale di Nikon ha suscitato poiché questo viene protetto in
un notevole interesse da parte anche dallo specchio del-
quando è apparsa sul mer- la reflex.
cato, qualche mese fa. Per mantenere elevata la capa-
È una macchina che si pre- cità di registrare anche le to-
senta come una classica nalità più deboli, la D1 utiliz-
Nikon analogica; i coman- za un convertitore a 12 bit per
di sono del tutto simili a canale.
quelli di una tradizionale Il problema maggiore delle re-
F100 o F5, le due fotoca- flex digitali a obiettivo inter-
mere Nikon più utilizzate cambiabile è la diversa di-
dai professionisti. mensione del sensore CCD ri-
Chi è abituato ad utilizza- spetto alla pellicola tradizio-
re una di queste fotocame- nale. Normalmente i sensori
re non incontrerà nessun ti- sono più piccoli per poter au-
po di difficoltà ad utilizza- mentare la rapidità di ripresa;
re la nuova D1 e potrà fa- infatti un sensore molto gran-
miliarizzare fin da subito de permette di ottenere imma-
con i pochi comandi ag- gini più dettagliate, ma il flus-
giuntivi dedicati esclusivamente alla ge- nanzi tutto il sensore, cuore di ogni foto- so di dati da spostare tra uno scatto e l’al-
stione delle immagini digitali e della card camera digitale. Qui troviamo un sensore tro, diverse decine di Mb, allunga i tempi
di memoria. CCD da 2.74 milioni di pixel che fornisce tra uno scatto e il successivo. Inoltre Le
Nikon, al momento della presentazione, ave- immagini da 2012x1324 pixel interamen- maggiori dimensioni del sensore incidono
va dichiarato di aver sviluppato la D1 ispi- te sviluppato in Giappone. Per mantenere in modo significativo sui costi.
randosi a tre esigenze: elevata qualità d’im- elevata la risposta del CCD in ogni condi- Anche sulla D1 il sensore è più piccolo del
magine, assenza dei ritardi di scatto, facilità zione di luce è stato applicato, direttamen- formato 135 e la focale dell’obiettivo vie-
d’uso e integrazione nel corredo. L’abbiamo te davanti al CCD, un sottilissimo filtro ne aumentata di un fattore 1.5x. Un grup-
testata sul campo in diverse situazioni parti- Low-Pass al Litio Niobato (LiNB) che ta- po ottico correttore, inserito tra l’innesto
colari tra cui la fotografia naturalistica e l’a- glia completamente le radiazioni IR, a cui ottiche e il sensore, avrebbe potuto ripor-
strofotografia, due campi in cui l’efficienza i sensori CCD sono molto sensibili. La scel- tare gli obiettivi alla loro normale lunghezza
e la duttilità del corpo macchina sono fon- ta di applicare tale filtro direttamente sul focale, ma ciò avrebbe influito negativa-
damentali per la buona riuscita del lavoro. CCD, piuttosto che in prossimità del boc- mente sulle prestazioni ottiche degli obiet-
chettone di innesto ottiche, come accade tivi.
Caratteristiche della D1 nella maggioranza delle reflex digitali, met- L’aumento della focale di un fattore di 1.5x
Ricordiamo brevemente alcune caratteri- te al riparo da un possibile degrado della è dovuto alla dimensione del CCD di
stiche fondamentali della fotocamera. In- qualità ottica dovuta al depositarsi di spor- 23.7x15.6mm contro i 36x24mm del foto-
Ottimo il sistema esposimetrico Matrix che, anche in condizioni difficili come questo semi controluce, ha permesso di ottenere un’esposi-
zione molto accurata, senza sottoesporre eccessivamente.

gramma formato 135. velocità di 1/16000s, ma soprattutto con- tato eccellente. Anche l’autonomia, ele-
Le minori dimensioni del sensore compor- sente una sincronizzazione con i flash con mento critico di tutte le fotocamere digita-
tano anche un vantaggio: permettono di uti- tempi fino a 1/500s, una velocità parago- li, qui non si è dimostrata un problema. An-
lizzare la parte centrale delle lenti dell’ot- nabile alle migliori fotocamere ad ottura- che utilizzando intensamente la fotocame-
tica, ovvero quella maggiormente corretta tore centrale, e diventa un nuovo punto di ra è possibile raggiungere le 12 ore di au-
per le aberrazioni. riferimento per le reflex. tonomia sul campo. Vediamo ora il com-
La velocità di risposta in una macchina di- Le altre caratteristiche sono le stesse im- portamento della D1 nella fotografia natu-
gitale è essenziale per poter competere con plementate sulle F100 e F5. Quindi AF ef- ralistica e nella fotografia astronomica.
gli analoghi modelli analogici; il ritardo di ficiente e esposimetro a prova di errori.
scatto, ovvero il tempo che intercorre tra il Anche il peso, grazie al telaio in lega di Fotografia naturalistica
momento in cui si preme il pulsante di scat- magnesio, è risultato piuttosto contenuto, Abbiamo provato la fotocamera in una gior-
to e l’attimo in cui l’otturatore effettiva- a metà strada tra l’F5 e la F100: 1.100g. nata trascorsa all’Oasi di S. Alessio vicino
mente si apre, nonché la possibilità di ef- Il risultato è che davvero non ci si accorge a Pavia. L’abbiamo utilizzata prevalente-
fettuare delle riprese in sequenza con ca- di utilizzare una reflex digitale. mente abbinata ad un 300mm f/4 IF ED
denze di almeno 3-4 fot/s, sono indispen- che, montato sulla fotocamera, si è tra-
sabili per una fotocamera che si rivolge pre- Sul campo sformato in un interessante 450mm f/4,
valentemente ai professionisti. La D1 ha È una macchina essenziale, semplice ed in- molto adatto alla fotografia naturalistica,
un ritardo dello scatto di 0.058s, un tempo tuitiva da utilizzare per chi proviene dal si- estremamente leggero e compatto con una
molto simile a quello della F5. stema Nikon e permette di sfruttare al me- luminosità più che accettabile.
L’adozione di ben 4 processori a tecnolo- glio le enormi potenzialità di un sistema di- La sensibilità minima del sensore pari a
gia RISC e un buffer di memoria interna di gitale. Fondamentale è la sua capacità di 200 ISO aiuta ulteriormente in questo ge-
48Mb ha permesso di abbattere i tempi di accettare le schede CompactFlash anche di nere di riprese, in cui il micromosso è sem-
elaborazione delle singole immagini e di tipo II; ciò permette di utilizzare il Micro- pre in agguato. La caratteristica che subi-
poter scattare fotografie alla velocità di 4.5 drive di IBM da 340 Mb e in futuro i nuo- to salta all’occhio è l’elevata uniformità
fot/s per un massimo di 21 scatti. Più che vi Microdrive appena annunciati da 512 d’esposizione garantita proprio dall’utiliz-
sufficienti per la fotografia sportiva e na- Mb e 1 Gb. Sul modello attuale da 340 Mb zo della parte centrale del cono di luce pro-
turalistica. è possibile salvare quasi 200 scatti senza veniente dall’obiettivo e l’immagine risul-
L’otturatore, poi, raggiunge l’incredibile dover cambiare scheda, davvero un risul- ta sostanzialmente senza vignettatura, an-
L’autofocus è risultato preciso ed affidabile anche con soggetti in movimento. Utilizzando un obietti-
vo da 300mm senza motori ad ultrasuoni ma sfruttando il motore incorporato nella fotocamera è sta-
to possibile ottenere risultati eccellenti con una velocità simile a quella dei ben più costosi obiettivi
con motori ad ultrasuoni incorporati.

IL NORMALE PER LA D1 L’Oasi di S. Alessio


In contemporanea all’annuncio della reflex Le riprese degli animali sono state effettuate presso l’Oasi di S. Alessio, da cui
digitale D1, Nikon ha presentato anche lo è stato possibile osservare e fotografare, grazie a percorsi coperti, centinaia di
zoom grandangolare AF-S 17-35mm f/2.8D animali liberi e selvatici. Ogni zona in cui è suddivisa l’Oasi è concepita come
IF-ED. vero e proprio ecosistema in cui uccelli, pesci, invertebrati e piante si integrano
Quest’ottica si presta benissimo ad essere ac- ed interagiscono non solo esteticamente ma spesso anche con l’ambiente ester-
coppiata ad un corpo D1, poiché la sua lun- no. È l’unico posto al mondo in cui si è tentata una simile soluzione. L’Oasi è fa-
ghezza focale diventa 25.5-52.5mm. cilmente raggiungibile da Milano. È situata a Castello di S.Alessio a Sant’Ales-
È uno zoom ultra grandangolare con presta- sio con Vialone (PV). Tel. 0382.94139, fax 0382. 953940. info@oasisantales-
zioni ottiche elevate. La distanza minima di sio.com. È disponibile anche un sito internet www.oasisantalessio.com in cui è
messa a fuoco è 0.28m lungo tutta l’escur- possibile trovare le descrizioni di tutte le strutture e dei programmi di conserva-
sione dello zoom. Lo schema ottico è com- zione della natura e didattici dell’Oasi.
posto da 13 lenti in 10 gruppi; di queste, due È sempre aggiornato ed è arricchito da alcune fotografie, scaricabili e utilizza-
sono in vetro ED per minimizzare l’aberra- bili liberamente, in particolare come supporto didattico per le scuole, citando
zione cromatica e altre tre sono invece dota- l’Oasi ed il suo numero di telefono.
te di curvatura asferica per contrastare più ef- Gli orari d’apertura vanno dalle 10.00 alle 19.30. Nei mesi invernali l’apertura è
ficacemente le aberrazioni ai bordi dell’im- limitata alle ore di luce. Da aprile a
magine. settembre è aperto tutti i giorni tran-
Per migliorare la piacevolezza dello sfuoca- ne i lunedì non festivi. A febbraio,
to, è stato inserito un diaframma a 9 lamel- marzo, ottobre e novembre rimane
le. aperto solo la domenica e i giorni fe-
Il meccanismo di focheggiatura interna IF stivi. A dicembre e gennaio rimane
velocizza il funzionamento AF, che è mosso chiuso.
da veloci e silenziosi motori Silent-Wave. L’ingresso è di lire 15.000 per gli adul-
È disponibile anche la commutazione M/A ti e di lire 10.000 per i bambini tra i
per passare dalla messa a fuoco automatica 3 e i 12 anni. È gratuito per i porta-
a quella manuale in qualsiasi momento. tori di handicap. È possibile effettua-
La finitura in pelle consente una presa co- re visite guidate su prenotazione.
moda e efficace; l’intera costruzione dello www.oasisantalessio.com
zoom è resistente a umidità e polvere. Uti-
lizza filtri da 77mm. Il peso è di 750g.
L’Oasi di S. Alessio.
L’adozione di ben 4 processori a tecnologia RI-
IL FOTOGRAFO DIGITALE IN AZIONE SC e un buffer di memoria interna di 48Mb ha
Prezioso si dimostra il computer portatile, che consente l’archiviazione delle foto, una permesso di abbattere i tempi di elaborazione del-
buona visualizzazione delle immagini per controllare la perfetta riuscita degli scatti e, per le singole immagini scattate e di poter scattare
i fotogiornalisti, l’invio della foto al giornale. fotografie alla velocità di 4.5 fot/s per un massi-
Per la prova della Nikon D1 abbiamo utilizzato un Acer Travelmate 514 TXV su cui ab- mo di 21 scatti. La sequenza ne è una piccola di-
biamo trasferito le immagini scattate con la fotocamera; abbiamo scelto questo portatile
mostrazione. Ottimo anche l’inseguimento del si-
per l’ottima visualizzazione del display da 14.1 pollici, l’affidabilità e l’autonomia del
computer, che ci ha permesso di lavorare per oltre tre ore sul campo senza dover accede- stema AF che non si è lasciato ingannare dalla
re alla rete elettrica. comparsa di alcuni rami davanti al soggetto. La
D1 può vantare un’ottima implementazione del
Caratteristiche sistema Focus-Lock tanto pubblicizzato da Nikon.
Processore Intel Celeron 466 MHz con 128Kb di Cache L2 integrata
64Mb SDRAM espandibile a 256Mb
Hard Disk da 6Gb
Floppy Disk da 1.4Mb, 3.5" integrato
Lettore DVD 2X integrato
Modem/fax 56 K integrato omologato PTT preconfigurato
Display da 14.1pollici XTFT (Matrice Attiva) con risoluzione fino a 1024x768 a
65.000 colori
Funzione "PlayNow": CD audio funzionante a computer spento
Scheda audio PCI 16 bit compatibile SoundBlaster
Altoparlanti e microfono incorporati
Batteria a Ioni di Litio con autonomia fino a 4 ore
Dimensioni 265mm x 308mm x 45mm
Peso 3.3 Kg (inclusa la batteria, il floppy disk e il modem 56K integrato)
Garanzia 1 anno internazionale
Porte I/O
2 slot PCMCIA CardBus a 32bit Tipo II oppure 1 Tipo III con supporto Zoomed Vi-
deo
1 porta seriale 16550, 1 porta parallela ECP
1 porta USB (Universal Serial Bus)
1 porta PS/2 (mouse o tastiera)
1 porta Infrarossi (IrDA FIR)
1 porta VGA port
Jack Modem/Fax 56K
Software
Il software incluso comprende il sistema operativo Windows 98 SE preinstallato con
il Recovery CD incluso che permette di ritornare alle impostazioni di fabbrica del
computer in pochissimo tempo, in pratica una sorta di Reset generale, molto utile quando
si incontrano incompatibilità tra due o più software installati. Yamaha Station software in-
vece è dedicato allo sfruttamento della scheda audio e lettore di CD, per la sicurezza e la
diagnostica dei problemi troviamo Antivirus PC-Cillin 98 e il Diagnostico PC-Doctor.
Prezzo: 4.790.000
Distribuzione: Acer Italia, Centro Direzionale Colleoni Pal. Perseo, via Paracelso 12, 20041
Agrate Brianza (Mi).Tel. 039.684242, fax 039.6842387; info@acer.it - www.acer.it.
Il colore non aumenta la bellezza delle im-
magini lunari e non comporta nessun bene-
ficio scientifico.

La qualità ottenibile con una fotocamera digitale nella ripresa astronomica ed in parti-
colar modo quella planetaria (luna e pianeti) è molto elevata. Grazie alla possibilità di
controllare subito lo scatto è possibile verificare la corretta esposizione, la messa a fuo-
co e se l’immagine sia deturpata dalla turbolenza atmosferica.

che scattando a tutta apertura. co, ma anche se l’attimo in cui abbiamo La ripresa in bianco è nero è preferibile per
Il sistema esposimetrico Matrix si è con- scattato era davvero quello giusto, con l’a- diversi motivi. Innanzi tutto si aumenta l’au-
fermato efficace anche con la D1, così co- nimale nella posizione che avevamo in men- tonomia di scatto poiché non vengono sal-
me il sistema autofocus. Anche nelle ri- te prima di scattare. È un aspetto di indub- vate tutte le informazioni che riguardano il
prese difficili (semi controluce, animali in bia utilità per la fotografia “di movimen- colore della scena inoltre la Luna, non aven-
rapido movimento, ecc,) abbiamo ottenu- to” dove per tradizione si cerca sempre di do un colore caratteristico, viene particolar-
to risultati sempre molto buoni. La possi- scattare il più possibile sperando di cogliere mente bene anche se ripresa in scala di gri-
bilità di rivedere subito lo scatto appena ef- l’attimo giusto. Con la D1, non appena si gio.
fettuato si è dimostrato decisivo per poter è raggiunto l’obietto prefissato, si può pas-
essere sicuri del risultato. Non solo si può sare subito ad un’altra ripresa, senza per-
controllare l’esposizione e la messa a fuo- dite di tempo e sicuri del risultato appena
La luna ripresa con un rifrattore da 80mm di
apertura. La lunghezza focale del telescopio
è di 910mm e l’apertura è fissa a f/11. Per
meglio riempire il sensore CCD con l’imma-
gine del nostro satellite naturale abbiamo uti-
lizzato un moltiplicatore Nikon TC16a che ha
moltiplicato per 1.6x la focale del telescopio.

per le riprese aveva una focale di 15.5mm


e uno schema ottico di tipo Erfle.
Per evitare vibrazioni durante lo scatto, in
questo genere di riprese si utilizza la tec-
nica del cartoncino nero. Ovvero si copre
con un cartoncino o un panno nero l’o-
biettivo del telescopio senza toccarlo, si fa
scattare l’otturatore della fotocamera in po-
sa B, si aspetta qualche secondo che le vi-
brazioni introdotte nel momento dello scat-
to svaniscano completamente, dopodiché
si toglie velocemente il panno di fronte al-
l’ottica del telescopio e, trascorso il tempo
di posa che può andare da qualche frazio-
conseguito. Vantaggio da non sottovaluta- gere dei dettagli significativi. Anche uti- ne di secondo a 4 o 5 secondi, si richiude
re. lizzando dei comuni teleobiettivi non si ar- l’obiettivo e poi anche l’otturatore della fo-
L’autofocus è lo stesso dell’ammiraglia F5 riva a delle dimensioni ottimali. Bisogna tocamera. È una procedura un po’ laborio-
e i risultati conseguiti lo confermano; mol- per forza di cose superare la barriera del sa, ma è l’unica che mette al riparo dal mos-
to efficiente il Focus Lock che permette di metro di focale, 1000mm! so, sempre in agguato quando si utilizzano
continuare a tenere agganciato il soggetto Aiutati dal sensore della D1, un po’ più pic- focali così lunghe.
in movimento, anche se accidentalmente colo del fotogramma 24x36mm, già con Un altro problema della nitidezza è dato
viene coperto momentaneamente da un ele- focali intorno ai 1500mm è possibile otte- dalla turbolenza dell’aria, ovvero dalle mas-
mento estraneo (alberi, rami, pali, ecc.). nere immagini molto dettagliate dell’inte- se di aria che si muovono di fronte all’o-
ro disco lunare. Se poi si vogliono isolare biettivo e che vengono amplificate dall’in-
Astrofotografia alcuni particolari del suolo craterizzato del grandimento utilizzato per queste riprese.
È un campo non molto diffuso e molto spe- nostro satellite, bisogna orientarsi su foca- L’unico modo per evitarle è fotografare lon-
cialistico. Normalmente si utilizzano cor- li di qualche metro, almeno 3 metri. tano da fonti di calore, anche una strada
pi macchina meccanici, poiché le riprese Per le riprese ci siamo serviti di un tele- asfaltata può rovinare un’intera sessione
di oggetti celesti richiedono tempi d’espo- scopio Vixen rifrattore acromatico, il cui fotografica, e controllare preventivamente
sizione di diverse decine di minuti e un ot- schema ottico è composto da un doppietto la stabilità dell’aria. Nelle serate ventose è
turatore elettronico scaricherebbe le batte- di lenti in grado di correggere solo in par- praticamente impossibile ottenere buone
rie nel giro di pochi scatti. Ma è possibile te l’aberrazione cromatica, ma molto dif- fotografie della luna.
riprendere anche immagini del nostro sa- fuso tra gli astrofili, con una apertura di so- La fotocamera digitale consente di con-
tellite o dei pianeti più grandi con tempi li 80mm e una lunghezza focale di 910mm. trollare scatto dopo scatto tutte queste va-
d’esposizione decisamente più ridotti e per Collegando direttamente il corpo della D1 riabili ed agire di conseguenza: aumentare
questo genere di riprese un corpo elettro- al telescopio, la luna appariva ancora trop- l’esposizione, ricontrollare la messa a fuo-
nico va più che bene. Utilizzare una reflex po piccola mentre, interponendo un molti- co, aspettare che l’atmosfera si stabilizzi o
digitale, al pari della fotografia naturalisti- plicatore Nikon TC16A, il cui fattore di trovare un posto lontano da correnti ascen-
ca, consente di visionare subito lo scatto. moltiplicazione è di 1.6x, il disco lunare sionali di aria calda. Sono vantaggi gran-
Ciò permette di dosare in modo molto pre- sfruttava meglio il sensore CCD della fo- dissimi che il digitale offre ai fotografi del
ciso l’esposizione e la messa a fuoco, due tocamera. cielo.
elementi molto critici nella fotografia astro- Abbiamo poi eseguito alcune riprese al- L’unica nota negativa della D1 per l’a-
nomica. lungando ancora la focale del telescopio strofotografia è data dal sensore non raf-
Abbiamo preso come soggetto la luna che utilizzando la tecnica della proiezione del- freddato e che quindi, nelle lunghe pose
ha una dimensione angolare di soli 0.5° o l’oculare. In pratica si utilizza un oculare (diversi minuti), produce immagini con ele-
più precisamente 28-29 primi d’arco in ba- come se fosse un moltiplicatore di focale. vato disturbo elettronico e quindi pratica-
se alla stagione. Ciò significa che con un Il risultato è lo stesso ma gli ingrandimen- mente inutilizzabili; per fotografare i pia-
obiettivo da 50mm, il classico normale, sul ti sono notevolmente superiori e aumenta- neti e la luna invece è davvero eccellente.
piano focale la luna avrà una dimensione no al diminuire della lunghezza focale del-
di 0.5mm circa, troppo poco per poter scor- l’oculare utilizzato. L’oculare impiegato Valerio Pardi
PROVA SUL C A M P O

La Nikon D1x appoggiata sul serbatoio della moto utilizzata per la prova.

NIKON DA 5 MEGA
CON 80-400
STABILIZZATO
È passato un anno e mezzo dalla presenta- Le due fotocamere sono degli “upgrade”, La diversità d’impostazione tra le due fo-
zione della prima reflex professionale di- versioni migliorate della precedente D1, tocamere è evidente: chi predilige la rapi-
gitale Nikon e già la casa nipponica pre- ma le innovazioni non sono di poco conto. dità d’azione, la prontezza di scatto e la raf-
senta due evoluzioni ben distinte della pre- Entrambi i modelli si basano quindi sul cor- fica si indirizzerà sul modello D1h, men-
cedente D1 per meglio incontrare i bisogni po in robusta lega di magnesio della D1, tre chi ritiene più importante la qualità del-
dei fotografi: la D1x per i fotografi che ri- ma incorporano alcune prestazioni nuove l’immagine si orienterà sulla D1x.
chiedono la massima qualità d’immagine che nascono prevalentemente dalle richie- Di quest’ultima abbiamo provato il primo
e la D1h, per chi invece dà la priorità alla ste dei fotografi utilizzatori del preceden- modello giunto in Italia , ed ecco le nostre
rapidità operativa. te modello. impressioni.
Il display posteriore è stato modificato ed ora, oltre a consumare
meno energia, risulta più visibile in esterni.

Esternamente differisce dalla precedente D1


solamente per la diversa sigla incisa sul fron-
tale.

Il modello che abbiamo testato: SAMPLE315.

Caratteristiche tecniche schermo LCD di nuova progettazione da fessionali” Nikon, che da anni vantano que-
La D1x è dotata di un sensore CCD con ri- 130.000 punti con retroilluminazione a sta peculiarità.
soluzione di 5.47 megapixel (uscita a LED bianco che, oltre ad un consumo di Il menu delle impostazioni personalizzate
3008x1960 pixel o a 2000x1312 pixel) a energia inferiore, permette una migliore vi- offre ora 35 diverse regolazioni con vi-
12 bit; grazie ad una versione perfeziona- sibilità all’aperto con il sole. sualizzazione su schermo LCD in quattro
ta del software Nikon Capture, è possibile Un aspetto negativo che abbiamo rilevato lingue: non è più necessario portarsi ap-
avere il pieno controllo della qualità di im- è la differenza tra la foto ripresa e quella presso il libretto delle istruzioni per sape-
magine a 12 bit, sia in ripresa che nell’e- visualizzata a monitor, che appare più scu- re a cosa corrisponde, per esempio, la fun-
ventuale post-elaborazione dei file RAW ra di circa un diaframma, il che potrebbe zione di personalizzazione 17-1 (a patto di
con i programmi di fotoritocco. È questo creare qualche incertezza nel controllo del- conoscere almeno una lingua straniera!).
il miglioramento che riteniamo più signi- l’esposizione dello scatto effettuato. Tutte le funzioni hanno una breve descri-
ficativo rispetto alla versione precedente. Migliorata è la rapidità di visualizzazione zione che permette di identificare senza
Il CCD misura 23,7mm x 15,6mm, con delle immagini scattate: il playback ades- ombra di dubbio l’impostazione di cui ab-
conseguente aumento della focale degli so è ad accesso diretto (senza rotazione di biamo bisogno.
obiettivi di 1.5x. L’elaborazione dei dati di ghiere). Le fotografie scattate possono es- Una funzione nuova, e che sarà probabil-
immagine è particolarmente veloce e di al- sere visualizzate anche con miniature a 9 mente apprezzata dai reporter, è l’inter-
ta qualità grazie all'LSI di sistema apposi- o 4 immagini per quadro. Lo schermo LCD faccia RS-232C per il collegamento ad una
tamente sviluppato. in funzione playback mostra il 100% di co- unità GPS: in questo modo è possibile in-
Tra le altre innovazioni, da segnalare lo pertura, come i mirini delle classiche “pro- serire le coordinate del luogo e i riferimenti
Nikon D1x con lo zoom 80-400mm stabilizzato

Nikon D1x con Nikon AF-D VR Nikkor 80-400mm f/4.5-5.6 ED dia-


framma a f/22 e tempo di scatto di 1/15s. Il sistema VR di Nikon, a dif-
ferenza di quello adottato da Canon, è in grado di identificare automa-
ticamente quando il fotografo vuole eseguire una fotografia con la tec-
nica del panning. In questo caso disattiva la correzione per le vibrazioni
orizzontali ma mantiene quella per le vibrazioni verticale. I risultati so-
no sorprendenti: con la focale massima a mano libera e tempi di scat-
to compresi tra 1/15s e 1/60s il soggetto risulta sempre perfettamente
nitido, a patto di seguirlo correttamente con l’obiettivo. Le micro vi-
brazioni verticali che spesso riducono la nitidezza nei panning, soprat-
tutto con i tempi di scatto più lenti, risultano completamente soppresse.
Un piccolo gioiello che farà la felicità di molti fotografi sportivi e non
solo!

Nikon AF-D VR Nikkor 80-400mm f/4.5-5.6 ED.

Per la prova sul campo della Nikon D1x (Vibration Reduction), secondo Nikon per- il fotografo vuole eseguire una fotografia
abbiamo utilizzato anche il nuovo obietti- mette di guadagnare ben 3 diaframmi, o con questa tecnica e disattiva la correzio-
vo Nikon AF-D VR Nikkor 80-400mm meglio, ben tre valori sui tempi d’ottura- ne per le vibrazioni orizzontali, pur man-
f/4.5-5.6 ED. zione. Un esempio: se alla focale massima tenendo quella per le vibrazioni verticali.
È la configurazione a più alto contenuto il tempo di scatto stimato per evitare il mos- I risultati sono sorprendenti: con la focale
tecnologico di Nikon: una fotocamera di- so a mano libera è di 1/500s, attivando la massima a mano libera e tempi di scatto
gitale dalle prestazioni al vertice della ca- stabilizzazione dell’immagine, questo si compresi tra 1/15s e 1/60s il soggetto ri-
tegoria e un obiettivo che alle prestazioni può ridurre ad 1/60s con totale assenza di sulta sempre perfettamente nitido, a patto
degli obiettivi Nikon abbina per la prima mosso. di seguirlo correttamente con l’obiettivo.
volta uno stabilizzatore ottico. In pratica abbiamo verificato che per ave- Le micro vibrazioni verticali, che spesso
Occorre premettere che la diversa dimen- re la certezza del risultato è bene non scen- riducono la nitidezza nei panning, soprat-
sione del sensore CCD rispetto al foto- dere sotto i due diaframmi, ovvero da 1/500s tutto con i tempi di scatto più lenti, risul-
gramma della pellicola 35mm modifica a 1/125s nell’esempio precedente, ma in tano completamente annullate. È un gioiel-
l’angolo di campo; quindi montata sulla casi particolari, e se si è dotati di una pre- lo che farà la felicità di molti fotografi spor-
D1x, la focale 80-400 diventa 120-600mm, sa stabile e sicura, si può utilizzare anche tivi, e non solo!
un obiettivo con spiccate attitudini alla fo- 1/60s con buona probabilità di riuscita. Attenzione però che il sistema di stabiliz-
tografia sportiva, naturalistica, di reporta- Dati i campi di applicazione, abbiamo ap- zazione VR è operante solamente con le fo-
ge e moda. prezzato la possibilità di effettuare la tec- tocamere Nikon F5, F100, F80 e D1.
L’introduzione di un sistema di stabilizza- nica del panning, dal momento che il si- L’obiettivo è molto compatto, 17cm, e può
zione ottica dell’immagine, denominata VR stema VR è in grado di accorgersi quando essere paragonato ai classici 80-200mm
f/2.8 anche per quanto riguarda il peso. temporali dello scatto. Non è una funzio- L’autonomia è l’elemento critico di tutte le
Le ghiere di messa a fuoco e dello zoom ne nuova in assoluto, poiché l’abbiamo già fotocamere digitali, a causa dei forti con-
sono separate e ben frizionate. Il grosso vista in altre fotocamere reflex professio- sumi energetici; abbiamo riscontrato che
collare per l’attacco al treppiede può venir nali, ma rimane comunque preziosa a li- la D1x offre le stesse buone prestazioni del
rimosso per un più comodo utilizzo a ma- vello professionale. precedente modello, ovvero oltre una gior-
Il sistema esposimetrico 3D Digital Matrix nata di intenso utilizzo e un’autonomia di
no libera e soprattutto, così facendo, si gua-
Image Control (Misurazione Color Matrix almeno 600 scatti per set di batterie.
dagnano oltre 120g di peso. 3D, Bilanciamento del Bianco TTL e Com- Il peso, seppur elevato in assoluto, è del
Il diaframma è a nove lamelle e ciò garan- pensazione di Tonalità) è di nuova proget- tutto simile a quello dell’ammiraglia ana-
tisce un graduale e morbido passaggio tra tazione e dispone di un algoritmo ulterior- logica F5 e non pone particolari problemi;
la zona a fuoco e quella sfuocata. mente affinato. anzi, per alcune situazioni, preferiamo un
La sensibilità del sensore può variare tra complesso obiettivo+fotocamera piuttosto
Le prestazioni ottiche 125 ISO e 800 ISO ed è inferiore sia alla elevato, che migliora la stabilità e riduce il
La vignettatura è su livelli decisamente precedente D1 che alla D1h (entrambe pos- rischio del micro mosso, tanto deleterio per
buoni e risulta di difficile individuazione sono variare la sensibilità tra 200 e 1600 la qualità delle fotografie.
a tutte le focali; anche la distorsione non si ISO); Questo garantisce un livello qualita- Malgrado l’eccellente proiezione dell’o-
presenta in maniera evidente, salvo alle fo- tivo migliore per la D1x. culare (ben 22mm), che consente di vede-
cali estreme, passando da un leggero bari- Anche il disturbo digitale delle immagini re tutto il mirino anche inquadrando con
lotto alla focale minima a quella a cusci- è stato ulteriormente ridotto nel campo del- un paio di occhiali, ci è sembrato miglio-
netto a 400mm, scomparendo alle focali le sensibilità più elevate. rabile la leggibilità dei dati nel mirino, so-
centrali dello zoom (150-200mm). La velocità della raffica è scesa a 3 fot/s fi- prattutto nelle scene molto luminose.
no a 9 scatti consecutivi, un valore decisa- Una considerazione merita la sensibilità
Diverso invece il comportamento della ni-
mente inferiore rispetto ai 4.5 fot/s per 21 della D1x verso le schede di memoria; non
tidezza, che risulta estremamente elevata scatti della precedente D1; è un compro- abbiamo rilevato incompatibilità utilizzando
alla focale minima, per poi perdere qual- messo dettato dalla difficoltà tecnica di tra- schede di marche diverse, ma le schede me-
cosa man mano che ci si avvicina alla fo- sferire immagini molto più grosse in ter- no performanti hanno comportato tempi di
cale massima. mini di Byte, ma può essere ugualmente attesa per la scrittura delle immagini ben
Il calo è pressoché impercettibile fino a considerato un valore eccellente se lo con- superiori rispetto a quelli richiesti dalle mi-
300mm, per poi diventare più evidente frontiamo con le prestazioni di fotocame- gliori schede CompactFlash. È un proble-
quando si raggiunge la focale massima re o dorsi digitali dalla risoluzione simile. ma da tenere in conto, poiché vi è il rischio
(400mm), che ricordo essere equivalente a Chi invece privilegia la velocità di scatto di attribuire alla fotocamera prestazioni me-
600mm quando abbinata ad un corpo del- può scegliere il modello D1h, capace di ben diocri che in realtà dipendono dalla qualità
la serie D1! 5 fot/s fino a 40 scatti in successione. Il ri- delle schede utilizzate. Ricordiamoci sem-
tardo dello scatto è di circa 0,058s pari a pre che il corredo fotografico è come una
Avendo a disposizione un’immagine digi-
quello delle analogiche F5 e F100; è quin- catena, l’anello più debole inficia tutto il
tale, è però sempre possibile, attraverso un di una macchina che non fa rimpiangere la risultato finale: inutile utilizzare un corpo
programma di fotoritocco, alzare la qualità classica analogica. Anche le altre presta- macchina eccellente, l’obiettivo più blaso-
delle foto scattate alla focale massima, ren- zioni sono di classe elevata: tempo mini- nato, se poi roviniamo tutto con una eco-
dendole quasi indistinguibili dalle altre. In- mo di otturazione di 1/16.000s e sincro- nomica scheda che ci rallenta e ci fa per-
fatti le foto scattate alla focale massima, nizzazione flash fino a 1/500s. dere scatti importanti!
seppur meno secche ed incise rispetto alle Tutti questi affinamenti si accompagnano La D1x è strutturalmente identica alla D1h;
fotografie scattate alle focali minori dello ad un’ampia compatibilità all’interno del la differenza sta nella risoluzione del sen-
zoom, contengono una elevata quantità di sistema Nikon. sore. Scegliendo una risoluzione inferiore
dettagli. Evidenziandoli con gli appositi Come interfaccia usa FireWire IEEE1394 sulla D1x (2000x1312 pixel), pensavamo
filtri dei programmi di fotoritocco (ma- (fino a 400Mbps) per un veloce trasferi- di poter aumentare la sua velocità operati-
mento delle immagini da fotocamera a com- va, trasformandola in una D1h (stessa ri-
schera di contrasto, evidenzia bordi, livel-
puter, e supporta le schede CompactFlash soluzione, identica quantità di memoria
li, ecc.) si riporta il macrocontrasto gene- Tipo I e II e i Microdrive. buffer, ecc.); tuttavia abbiamo verificato
rale della fotografia sul livello delle altre che la velocità operativa rimane ben lon-
fotografie. Sul Campo tana dai 5 fot/s e i 40 scatti consecutivi del-
Ogni obiettivo è pur sempre un compro- Per la nuova D1x valgono tutte le consi- la D1h, rimanendo invece ancorati sui 3
messo tra diverse esigenze; difficilmente derazioni espresse sulla D1 nell’articolo fot/s per 9 immagini consecutive (in prati-
ci si potrà aspettare per un simile obietti- dello scorso ottobre. È quindi una macchi- ca poi raramente superano le 6-7 immagi-
vo prestazioni pari a quelle delle migliori na essenziale, semplice ed ancora più in- ni). Alla luce di questo fatto diventa anco-
ottiche a focale fissa che possono venir ot- tuitiva da utilizzare per chi proviene dal si- ra più importante il momento della scelta
timizzate su altri parametri. stema Nikon e permette di sfruttare al me- della fotocamera; occorre aver ben chiaro
La leggera flessione qualitativa alla foca- glio le enormi potenzialità di un sistema se le proprie necessità richiedono una mag-
digitale abbinato al vasto parco accessori giore risoluzione o una superiore velocità.
le massima non può quindi influire sul no-
Nikon. Se già allora avevamo apprezzato L’autofocus, basato sul noto sensore Mul-
stro giudizio di questo obiettivo che, ri- la possibilità della D1 di accettare le sche- ti-CAM 1300, non ha subito significativi
cordiamo, ha una escursione focale di ben de CompactFlash di tipo II e il Microdrive miglioramenti e le sue prestazioni sono al-
5x. Lo riteniamo un buon obiettivo e, se si di IBM, ora che con la D1x la dimensione lineate a quelle delle altre reflex profes-
imparano a padroneggiare i suoi limiti fi- delle immagini è quasi raddoppiata, l’uso sionali Nikon, mentre il sistema esposi-
siologici, può diventare una eccellente ot- di schede di memoria di alta capacità è di- metrico, soprattutto in abbinamento ai fla-
tica. ventata una necessità quasi irrinunciabile! sh SB-28DX e SB-50DX e agli obiettivi
D1x con Nikon AF-D VR Nikkor 80-400mm
f/4.5-5.6 ED.
Con lo zoom impostato alla massima foca-
le e la moto lanciata fino a sfiorare i 200
In posa, il pilota del nostro test ripreso con Km/h, l’autofocus è riuscito a mantenere il
D1x con 17-35mm f/2.8 ED e Flash SB-28DX. corretto fuoco fino all’intero riempimento
Malgrado l’alto contrasto della scena, l’e- del fotogramma con la moto, segno di un
sposimetro della D1x è riuscito a dosare egre- calcolo del punto futuro di estrema preci-
giamente la giusta quantità di luce flash, sen- sione.
za snaturare la scena.

A sinistra: la rapidità di scatto in una fo-


tocamera professionale è essenziale. Nel-
la D1x il ritardo dal momento della pres-
sione del pulsante di scatto all’effettiva
Sotto: controluce. Sempre decisamente po- apertura dell’otturatore è di soli 0,058s
sitivo il comportamento dell’esposimetro del- pari a quello delle sorelle analogiche
la fotocamera quando abbinata agli obietti- (Nikon F100 e Nikon F5) e permette di cat-
vi della serie D che permettono di trasferire turare con estrema prontezza gli eventi che
anche le informazioni riguardo alla distan- si susseguono nel mirino della fotocame-
za del soggetto. ra.

A destra: l’estrema semplicità d’uso permette di pas-


sare da impostazioni totalmente automatizzate ad un
controllo più accurato dei parametri di ripresa, come in questo caso in cui, seppur in modalità Program, grazie allo shift della coppia tem-
po/diaframma, si è potuto utilizzare un diaframma chiuso ed un tempo d’otturazione rispettivamente molto lento.
CARATTERISTICHE TECNICHE D1x

Numero totale di Pixel: 5.32 Mpixel 1) Color Matrix 3D con CCD da 1005 pixel, 2) Semi-spot (75% della sen-
Dimensione Immagine Massima : 3008x1960 sibilità di lettura nel cerchio centrale di Ø8mm), 3) Spot (diametro di mi-
Fotocamera: Reflex digitale a ottica intercambiabile surazione 4mm, circa il 2% dell'inquadratura)
CCD 23,7 x 15,6mm RGB; 5,47 milioni di pixel totali; 5,32 milioni di Sistema Esposimetrico: TTL a tutta apertura
pixel effettivi (4.024 x 1.324); acquisizioni immagini 12 bit full-color Color Matrix 3d
Sensibilità. Equivalenze ISO 125-800 (a passi di 1/3, 1/2 o 1 EV) Semi-spot
Sensibilità per passi. Equivalenze ISO 125-800 (a passi di 1/3, 1/2 o 1 Spot
EV) Campo di misurazione: 1) Color Matrix 3D: EV 0-20, 2) Semi-spot: EV
Memorizzazione Sistema: Digitale; con compressione JPEG (circa 1/4, 0-20, 3) Spot: EV 2-20 (con equivalenza ISO 100 e obiettivo f/1,4, a tem-
1/8, 1/16) o senza compressione (12 bit Raw*, 8 bit YCbCr-TIFF, 8 bit peratura normale)
RGB-TIFF), modo monocromatico Supporto di memoria: schede Com- Accoppiamento dell'esposimetro: Combinato CPU e AI
pactFlash(CF) Card (Type I/II) Modi di esposizione: [P] Auto Programmata
Modi di ripresa: Modo (S) a fotogramma singolo [S] Auto a Priorità dei Tempi
"capture preview" (anteprima di acquisizione) [A] Auto a Priorità dei Diaframmi
Modo (C) in sequenza(fino a 9 scatti consecutivi) [M] Manuale
Autoscatto: temporizzazione selezionabile tempo/diaframma regolabili a passi di 1/2 o 1/3 EV
Modo Playback: playback, impostazione menu Compensazione dell'esposizione Nel campo ±5 EV, a passi di 1/2 o 1/3
Modo PC: trasferimento dati al personal computer EV
Bilanciamento del bianco: 1) Automatico (TTL con CCD da 1.005 pixel) Blocco dell'esposizione in automatico: Il valore di esposizione rilevato
2) Manuale (6 impostazioni con regolazione fine) 3) Preset (3 imposta- rimane memorizzato premendo il pulsante [##]
zioni) Auto Bracketing: Numero di scatti: due o tre; passi di variazione: 1/3,
Schermo LCD: 2 pollici, 130.000 punti, a tecnologia TFT con retroillu- 1/2, 2/3 o 1 f/stop
minazione LED e luminosità regolabile Otturatore: Meccanico ed elettronico ad accoppiamento di carica (CCD);
Menu di Playback: 1) impostazione Protect, 2) impostazione Hide, 3) tempi da 30 sec. a 1/16.000 sec. e posa B
commutazione NTSC/PAL, 4) indicazione di commutazione directory Sincro flash Solo contatto X; sincronizzazione fino a 1/500 sec.
Funzioni Playback: 1) 1 fotogramma, 2) Miniature (4/9 settori), 3) Sli- Controllo flash 1) Fill-Flash con Bilanciamento Automatico controllato
de show, 4) Playback allargato, 5) istogramma, display punto di alta luce da sensore multiplo TTL a cinque settori: - Fill-Flash con Bilanciamento
e conferma di messa a fuoco a Sensore Multiplo 3D per D1 in abbinamento ai lampeggiatori SB-
Funzione di cancellazione: 1) Formattazione Card, 2) Cancellazione di 28DX/SB-50DX e obiettivo Nikkor tipo-D; - Fill-Flash con Bilanciamento
tutti i fotogrammi, 3) Cancellazione dei fotogrammi selezionati a Sensore Multiplo per D1 in abbinamento ai lampeggiatori SB-28DX/SB-
Uscita Video: NTSC o PAL (commutabile) 50DX e obiettivo AF Nikkor non tipo-D o Nikkor AI-P, 2) Flash tipo-AA
Obiettivi utilizzabili: 1) AF Nikkor tipo-D: compatibili con tutte le fun- (Auto Aperture) in abbinamento ai lampeggiatori SB-28DX/SB-50DX e
zioni 2) Nikkor tipo-D non AF: compatibili con tutte le funzioni tranne obiettivo con CPU incorporata, 3) Auto Flash non-TTL con lampeggia-
l'autofocus 3) AF Nikkor non tipo-D: compatibili con tutte le funzioni tori come SB-28DX, 50DX, 28, 27, 22s, ecc.
tranne la misurazione Color Matrix 3D e il Fill-Flash con Bilanciamento Modi sincro-flash: 1) Sulla prima tendina (sincro normale) 2) Riduzio-
a Sensore Multiplo 3D per D1-series 4) Nikkor AI-P: disponibili tutte le ne occhi-rossi 3) Riduzione occhi-rossi con Slow Sync 4) Slow Sync 5)
funzioni tranne misurazione Color Matrix 3D, Fill-Flash con Bilancia- Sulla seconda tendina
mento a Sensore Multiplo 3D per D1 e messa a fuoco automatica 5) Nikkor Spia di carica: Di tipo standard ISO con contatto hot-shoe; dispone di
non-CPU: utilizzabili nei modi [A] o [M], con misurazione Semi-spot o blocco di sicurezza
Spot; telemetro elettronico disponibile con obiettivi di luminosità massi- Presa sincro PC: Terminale standard JIS, con filettatura di blocco
ma uguale o superiore a f/5,6 Autoscatto: A controllo elettronico; temporizzazione: 2-10 sec.
Corrispondenza Focali e angoli di campo: Circa 1,5x rispetto al for- Pulsante profondità di campo Chiude il diaframma al valore effettivo, per
mato fotografico tradizionale "24x36" la previsualizzazione della profondità di campo
Mirino: Reflex a pentaprisma fisso per visione orizzontale; regolazione Informazioni nei display LCD Display superiore: Valore di esposizio-
diottrica (da -3 a +1m-1); tendina oculare ne(tempo/diaframma), modo di esposizione, compensazione inserita, va-
Distanza di accomodamento dell'occhio: 22mm (a –1.0 m-1) lore di compensazione, blocco tempo/diaframma, modo sincro flash, area
Schermo di visione: BriteView III tipo-B con campo matte; intercam- AF, informazioni auto bracketing, display elettronico-analogico, check
biabile con versione quadrettata tipo-E per D1 batteria, conferma installazione CF Card, numero scatti eseguiti, numero
Copertura Mirino: 96% (V), 97% (O) del campo ripreso scatti rimanenti, numero ftg in playback, livello batteria per orologio in-
Copertura: Circa 96% (V), 97% (O) del campo ripreso corporato, data/ora Display posteriore: Numero scatti rimanenti, sensibi-
Ingrandimento: Circa 0,8x con obiettivo 50mm a infinito e -1m-1 lità, modo bilanciamento del bianco, modo qualità di immagine, modo
Informazioni nel mirino: Indicatori di messa a fuoco, tempo, diaframma, bianco/nero, stato CF Card, funzione personalizzata, numero pixel (M/L)
modo di esposizione, sistema di misurazione, blocco tempo, blocco dia- (soltanto D1X)
framma, blocco AE, display elettronico-analogico, contapose, spia di pron- Comando a distanza: Via terminale a 10 poli
to lampo, cornici di delimitazione delle cinque aree AF Filettatura per cavalletto: 1/4" (standard JIS)
Specchio Reflex: Automatico, a ritorno istantaneo Impostazioni personalizzate: 35 regolazioni selezionabili su schermo
Diaframma: A riapertura automatica, con pulsante per la previsualizza- LCD
zione della profondità di campo Interfaccia: IEEE1394
Autofocus: Sistema TTL a contrasto di fase RS-232C
Autofocus e Sensore: Sistema TTL a contrasto di fase, con modulo sen- collegamento per unità GPS, non fornita da Nikon
sore Nikon Multi-CAM1300; campo di rilevazione: da EV -1 a EV 19 Accessori in dotazione* Cavo video, Cinghia a tracolla, Browser Softwa-
(equivalenza ISO 100, a temperatura normale) re "Nikon View"
Modi di messa a fuoco: AF Singolo (S) Alimentazione: Batteria ricaricabile EN-4 al Ni-MH (7,2V DC)
AF Continuo (C) Quick Charger MH-17(12V DC)/16/15
Manuale (M) adattatore a rete EH-4 (100-240V AC)
Focus Tracking Peso (g): 1100
Modi di selezione dell'area AF: 1) Ad Area Prefissata, 2) Ad Area Di- Requisiti di sistema: Mac OS
namica (disponibile la priorità al soggetto più vicino) Windows2000
Aree di messa a fuoco: Cinque, selezionabili Windows98se
Blocco AF: La messa a fuoco viene memorizzata azionando il pulsante WindowsME
[##] oppure premendo leggermente il pulsante di scatto in AF (S)
Sistema esposimetrico esteso: TTL a tutta apertura; modi di misurazione:
Uno dei campi in cui la D1x mostra tutte le sue qualità è la macrofotografia. L’al-
ta risoluzione e il parco accessori vastissimo le consentono di soddisfare le esi-
genze più disparate. Nella foto, la goccia d’acqua che si infrange contro la super-
ficie è stata ripresa con un Micro Nikkor 55mm f/3.5 chiuso ad f/11, montato su un
tubo di prolunga PK-13 da 27.5mm e illuminata in controluce da un flash SB-28DX
comandato da un cavo TTL-Flash SC-17.
La possibilità di utilizzare accessori ed ottiche anche di non recente produzione
consente di adattarsi alla perfezione a corredi già esistenti.
Un particolare ingrandito. Notevole la qua-
lità, assenza di pixelatura ed artefatti digi-
tali, ottima dinamica tonale e cromatica. I
risultati sono confrontabili con quelli di al-
cuni dorsi digitali per fotocamere medio for-
mato dal prezzo di vendita ben superiore a
quello della D1x!

Il sistema di misurazione dell’esposizione


Matrix 3D lavora ottimamente anche quan-
do è collegato un flash della serie DX, of-
frendo risultati naturali anche in presenza
di forti contrasti e riflessi inclusi nell’in-
quadratura (Fill-Flash con Bilanciamento a
Sensore Multiplo 3D, controllato dal multi-
sensore TTL a cinque settori).

della serie D, offre risultati ancora miglio- to fino ad ora. Punti di forza sono la riso-
ri con percentuali di errore tendenti a zero. luzione elevata, la facilità d’uso, il parco QUANTO COSTA:
Anche di giorno, con il sole, è quasi d’ob- accessori vastissimo, il costo non esorbi-
bligo mantenere il flash sempre montato tante e l’assistenza. La tecnologia digitale Nikon D1x Kit L. 12.998.000
sulla fotocamera; i risultati ripagheranno sulle reflex non ha ancora raggiunto la sua Nikon D1h Kit (dal 30 giugno)
appieno della scelta. maturità ma, poco alla volta, ci stiamo av- L. 10.990.000
vicinando e siamo sicuri che è solo que- Distribuzione: Nital, via Tabacchi 33,
Conclusioni stione di tempo. 10132 Torino. Tel. 011.8996804
Senza ombra di dubbio è la migliore reflex Nikon On Line tel. 02.67493520
digitale professionale che abbiamo prova- Valerio Pardi
IN PROVA

S1 PRO, LA REFLEX
DIGITALE DI FUJI
FinePix S1 Pro è la reflex digitale professionale di Fuji, esposta in Photokina
ed ora disponibile sul mercato italiano.

La Fuji FinePix S1 Pro in una vista fronte-retro.

Si tratta di una reflex di dimensione e pe- quale abbiamo già avuto modo di parlare Il sensore ha dimensioni notevoli: 23.3 x
so paragonabili a quelli di una analoga re- ampiamente, che si serve di pixel di for- 15.6mm. Sono misure abbastanza grandi,
flex ammiraglia 35mm motorizzata (820 ma ottagonale e disposti a nido d'ape per (in lunghezza sono solo un centimetro me-
grammi più le pile), battezzata Fuji Fine- ottenere un migliore sfruttamento della no di un fotogramma APS, su pellicola
Pix S1 Pro. L'abbiamo provata. La mac- superficie utile e alcuni non trascurabili tradizionale) e si sa che disponendo di un
china si impugna bene. I comandi sono vantaggi tecnologici collaterali. In parti- sensore dalle dimensioni abbastanza ge-
sufficientemente semplici da permettere colare, la concezione del sensore permet- nerose, come in questo caso, si ha nor-
di familiarizzare subito con l'apparecchio te di ottenere una qualità d’immagine su- malmente una buona risposta dinamica
e fanno ricorso alle consuete icone già in periore a quella di un sensore tradiziona- anche in condizioni di ripresa difficili, per
uso sulle macchine 35mm per indicare le le di pari risoluzione. luce scarsa. Buona la resa del colore.
funzioni di programma. Appunto: pro- In più, offre una superiore velocità di ac-
gram, o automatismo di esposizione, o a quisizione dell'immagine da parte del sen- Obiettivi
priorità di diaframma o manuale, o pro- sore nel suo complesso, permettendo una Il secondo punto di forza con il quale si
grammi "dedicati". elevata rapidità di ripresa. La macchina presenta Fuji è senza dubbio rappresen-
I punti di forza della macchina sono so- può scattare, così, ben cinque immagini tato dall'innesto obiettivi. Una scritta vi-
prattutto due. Il primo è sicuramente il in rapida successione (il ritmo è di 1.5 cino alla flangia di attacco delle ottiche
sensore per l'acquisizione dell'immagine, fot/s) in scatto continuo. Offre comunque indica infatti "Nikon F Mount". È l'inne-
un elemento esclusivo Fuji, sul quale la la bella sensazione di essere sempre pron- sto sicuramente più noto al mondo. Le ot-
casa giapponese punta molto. È basato ta a scattare quando si opera a scatto sin- tiche Nikon sono di qualità elevata e an-
sulla nuova tecnologia Super CCD, della golo. che numerosi produttori di obiettivi uni-
Sul dorso apparecchio, i vani per le schede di memoria; sono
La calotta della S1 Pro: il design è quello inconfondibile degli previsti per SmartMedia e per CompactFlash Card; nel vano di
apparecchi Nikon. quest'ultima entrano anche i Microdrive IBM.

Nella soletta portabatterie


di generose dimensioni e Il noto innesto ottiche Nikon F.
nell'impugnatura della fo-
tocamera sono alloggiate
le pile.
versali hanno sviluppato eccellenti pro- che se applicabili meccanicamente per- origine progettate, comporta un effetto di
getti ottici, disponibili con questo tipo di ché compatibili con la baionetta F, il dia- moltiplicazione della lunghezza focale co-
attacco. Per non parlare di accessori di logo con i circuiti della fotocamera non è me succede anche per apparecchi con-
contorno, dai soffietti per macrofotogra- pienamente mantenuto. Molte volte l'im- correnti come la Nikon D1 o la Canon
fia ai raccordi per microscopi o altre stru- piego è quindi così laborioso da essere EOS D-30. Si può calcolare un coeffi-
mentazioni scientifiche. Fuji si è quindi scoraggiante e ciò va valutato da chi in- ciente di moltiplicazione pari a circa 1.6x,
posta, da subito, nella condizione di di- tenda adoperare obiettivi vecchi (magari il che significa che la focale "normale"
sporre di un parco obiettivi ed accessori ottiche speciali o supertele). A parte ri- non è su questa macchina quella da 50mm
enorme. portiamo la tabella delle compatibilità. ma quella pari a circa 31mm. Come dire:
Nel libretto di istruzioni e nei consigli "uf- Tutto il corpo apparecchio è chiaramente adottando le ottiche di cui già si dispone,
ficiali" della casa giapponese è tuttavia ri- un progetto Nikon, in stile con il design si tenga conto che l'effetto moltiplicativo
chiamata l'attenzione su di una particola- della casa giapponese e per molti versi si agevolerà i fotografi che apprezzano le
rità importante: la compatibilità con tut- può riconoscere nella macchina una strut- lunghe e lunghissime focali ma sarà svan-
te le funzioni operative della fotocamera tura simile a quella della recente Nikon taggioso per chi, come i reporter, predili-
è reale solo con le ottiche di progettazio- F80 modificata soprattutto per quanto ri- ge i grandangolari estremi.
ne recente. Si sottolinea, quanto agli obiet- guarda la soletta di alimentazione. Quanto agli altri aspetti di funzionamen-
tivi originali Nikon, che sono consigliati A proposito dell'impiego degli obiettivi to della fotocamera, in senso tradiziona-
quelli siglati AF-D, cioè le ottiche Nikon va annotato che le dimensioni del senso- le, apprezziamo l'otturatore in grado di
dotate di CPU interna e informazione da- re, sensibilmente più piccolo del formato operare da 1/2000 a 30s interi e, como-
ti a distanza. Con tutte le altre ottiche, an- 24x36mm per il quale le ottiche sono in dità indiscutibile nel reportage, la possi-
Con lo specchio reflex sollevato, si vede il sensore Super
CCD.

Scattata una foto, si può visualizzare in sovrapposizione


il grafico della distribuzione di luminosità (anche per co-
lori singoli), oppure la coppia di scale grigio/colore.

Il display (tipo TFT) della Fuji S1 Pro. A destra si vedo-


no i 4 tasti tipo joystick che permettono di navigare nei
menu della macchina.

IL NUOV O SENSORE DI FUJI


A proposito del Super CCD, il sensore ideato da Fuji e basato su pixel ottagonali disposti a nido d'ape, va detto che i vantaggi
tecnologici sono molti. Ne passiamo in rassegna diversi:
• Il sensore è da 3.34 Megapixel ma la disposizione dei pixel a nido d'ape fa sì che in
pratica una riga venga contata comprendendo i pixel anche disposti a zig-zag e que-
sto fatto, moltiplicando righe per colonne, porta ad una risoluzione apparente supe-
riore.
• La modalità di acquisizione dell'immagine sul sensore è di tipo "progressive scan"
e dunque tutte le righe di pixel vengono lette in un'unica rapida "passata".
• Dunque con questa tecnologia non è strettamente necessario ricorrere ad un ottura-
tore meccanico aggiuntivo come può accadere per CCD convenzionali di tipo non
"progressive".
• In ogni caso, anche rispetto a CCD tradizionali comunque impostati su di una tec-
nologia "progressive", accade che la migliore disposizione delle piste di trasferimen-
to dei segnali, tipica dei sensori Super CCD, consenta uno scaricamento molto rapi-
do del segnale di ogni singolo pixel. La macchina offre quindi una elevata prontezza
d'uso.
• Poiché è richiesto un otturatore solamente elettronico, ecco che tutti i pixel posso-
no essere "letti" con una velocità ed una precisione così elevate da rendere possibile
la fotografia in sequenza rapida. È previsto, per il futuro, lo sfruttamento di questa
particolarità tecnologica proprio sviluppando prodotti che vanno nella direzione di Lo schema del sensore di Fuji a pixel ot-
offrire velocità di raffica estreme, di tipo cinematografico (es. 30 fot/s con scatti ad al- tagonali: si ottiene un migliore sfrutta-
ta risoluzione). mento dello spazio del sensore (inteso co-
• La disposizione a nido d'ape facilita la "lettura" visiva, ad elevata nitidezza, in par- me superficie ricevente).
ticolare delle linee diagonali, con migliore sensazione visiva.
Anteriormente alla fotocamera una chiusura in gom-
ma copre le prese per l'alimentazione a rete, l'usci-
ta Video e quella USB.
Sopra il monitor LCD, le in-
dicazioni delle funzioni sono
evidenziate su di un display
grafico a bit-map (una tipi-
cità Nikon), retroilluminato.

Il pulsante di scatto, con la corona On-Off ed


i tasti di compensazione esposizione e com-
mutazione tempo / diaframma (nel caso di re-
golazione "manuale" della macchina).
bilità di variare la sensibilità di registra-
COMPATIBILITÀ CON OBIETTIVI E FLASH zione impostando tarature di sensibilità
per "ISO equivalenti" da 320 a 1600 ISO.

Aspetti digitali
Guardando in modo più specifico alle par-
ticolarità elettroniche dell'apparecchio, no-
tiamo subito che il sensore è un CCD da
3,34 Megapixel; Fuji dichiara che, grazie
alle specifiche del sensore, la dimensione
del file di immagine è di 3040 x 2016 pixel,
pari a 6.128.640 pixel.
Il test di laboratorio ha confermato che le
prestazioni del sensore di Fuji sono supe-
riori a quelle di un sensore da 3,3 Mega-
pixel, anche se il confronto diretto con uno
da 6 Megapixel è impossibile in quanto
attualmente non ne esistono (il sensore
Philips da 6 Megapixel destinato alle re-
flex di Pentax e Contax è solo annuncia-
to).
Vista l'elevata risoluzione in acquisizio-
ne, appare spontaneo chiedersi quale sia
l'autonomia in termini di scatti. Indichia-
mo alcune possibilità ipotizzando l'uso di
una scheda di memoria da 64 Mb e sup-
ponendo di scattare alla massima risolu-
zione di 3040x2016 pixel. Poiché la foto-
camera può essere regolata per vari "for-
mati" di immagine (con quelli Tiff non c'è
SCHEDA TECNICA I PREZZI
Sensore: Super CCD (dimensioni 23.3x15.6mm) Autofocus: sensibilità da EV -1 ad EV 19
Dimensione file: 6.1 Megapixel (3040x2016 Bilanciamento del bianco: automatico / se-
Fuji FinePix S1 Pro, L. 7.100.000
pixel), oppure 2304x1536, oppure 1440x960 reno / ombra / luce tungetsno / 3 modalità di
Sensibilità massima: equivalente a 1600 ISO luce fluorescente / personalizzato Distribuzione: Fuji Film Italia, via De
Formato del file: Tiff-RGB, Tiff-YC, Jpeg Otturatore: a controllo elettronico, da 30s ad Sanctis 41, 20141 Milano; tel.
(supporta Exif Ver. 2.1) 1/2000s 02.89582.1; fax: 02.84.64.121.
Supporto di registrazione: SmartMedia (3.3V Controllo a distanza: attacco per controllo Internet: http://www.fujifilm.it
da 2Mb a 64Mb), CompactFlash Card (Tipo meccanico
II), con possibilità di accogliere anche l'IBM Flash: incorporato, sollevabile sul pentapri-
Microdrive sma. Copre l'angolo di campo di un 28mm.
Numero di immagini (a 3040x2016 pixel e Sono previste impostazioni per un lampeggio
scheda di memoria 64 Mb): in modo Tiff-RGB, normale, sincronizzazione con tempi lunghi,
3 scatti; in modo Tiff-YC, 5 scatti; in modo riduzione occhi rossi, sincro tempi lunghi e
Jpeg (alta), 26 scatti; in modo Jpeg (norma- riduzione occhi rossi insieme.
le), 55 scatti; in modo Jpeg (bassa), 132 scat- Visualizzazione in riproduzione: fotogram-
ti. ma intero; miniature di 4 immagini; miniatu-
Innesto ottiche: montatura Nikon F (utiliz- re di 9 immagini; riproduzione ingrandita; vi-
zabili obiettivi AF Nikkor e Nikkor tipo AI- sualizzazione istogramma; schema standard
P; non sono utilizzabili gli IX-Nikkor). Monitor LCD: tipo TFT, da 200.000 pixel
Mirino: copertura pari al 90% dell'area del Autoscatto: elettronico, 10s (regolabile an-
fotogramma. che su 2 secondi)
Modalità di scatto: singolo / continuo (ca. Uscita video: NTSC (USA/Canada) e PAL
1.5 fot/s, fino a 5 foto in successione) / pre- (Europa)
view / esposizioni multiple Interfaccia digitale: uscita USB
Funzioni di esposizione: program (generico)/ Alimentazione: alimentazione di base con
Program (auto-multi) / 5 modalità program 4 pile stilo tipo AA (utilizzabili batterie al-
specializzate / automatismo a priorità di dia- caline, Ni-MH, NiCd; non sono utilizzabi-
framma / automatismo a priorità di tempo / li batterie al manganese), oppure un ali-
controllo manuale. mentatore esterno per adattamento alla re-
Esposimetro: sistema Matrix 3D, accoppiato te. In più, la macchina può funzionare con
ad ottiche AF Nikkor tipo D; sensore Matrix 2 pile al litio (CR123A), aggiungibili all'a-
a sei zone operante con ottiche AF-Nikkor limentazione tradizionale e collocabili nel- Il test di laboratorio della Fuji FinePix
non tipo D e Nikkor AI-P; media con pre- l'impugnatura. S1 Pro sarà pubblicato su Progresso Fo-
valenza centrale (operando in manuale o con Dimensioni: 148.5x125x79.5mm tografico di marzo.
AE-L). Peso: 820g

compressione e la qualità è conservata al trovato interessanti, ci è parsa apprezza- sentire una valutazione "globale" dell'e-
meglio, con quelli Jpeg la compressione bile quella di previsualizzazione. Si trat- sposizione e per valutare se sia opportu-
può anche essere molto spinta), ecco al- ta della possibilità di scattare avendo pri- no scattare nuovamente per ottimizzare la
cune indicazioni. ma impostato la funzione Preview (su Ma- ripresa, ecco poi la possibilità anche di far
In modo Tiff-RGB (dimensione file 18 nual Rec). Si ottiene così di potere visua- comparire in sovrapposizione all'imma-
Mb): 3 scatti; in modo Tiff-YC (dimen- lizzare l'anteprima dell'immagine ripresa, gine scattata, a monitor, l'istogramma de-
sione file 12 Mb): 5 scatti; in modo Jpeg sul monitor a cristalli liquidi. Successi- gli andamenti di luminosità dell'immagi-
alta (dimensione file 2,4 Mb): 26 scatti; vamente, si potrà scegliere: premendo il ne. È possibile farlo in modo globale ma
in modo Jpeg normale (dimensione file pulsante Menu/exe la foto verrà registra- anche, singolarmente, colore per colore
1,2 Mb): 55 scatti; in modo Jpeg bassa ta in memoria; se invece la si giudicherà (RGB).
(dimensione file 0,7 Mb): 132 scatti. non degna di essere registrata si potrà agi- Una particolarità apprezzabile su questa
La Fuji FinePix S1 Pro dispone di una por- re sul pulsante Cancel, eliminando la me- macchina, che come tutte le digitali è una
ta USB, e naturalmente è accompagnata morizzazione temporanea. notevole consumatrice di energia, sta in-
dal necessario software in dotazione, per Tra le funzioni accessorie di valutazione fine nella possibilità di doppia alimenta-
trasferire dati direttamente al PC. Un si- delle immagini un tocco "professionale" zione: oltre a funzionare bene con le quat-
curo punto di forza della fotocamera è è poi sicuramente dato dalla possibilità di tro pile a stilo alloggiabili nella base del-
però dato dalla decisione dei progettisti fare comparire una scala di colori di rife- l'apparecchio, può operare grazie a due
di accogliere schede di memoria di diversi rimento, e una scala di grigi, a margine pile al litio, supplementari, inseribili nel-
tipo. In particolare sono stati previsti due della foto appena scattata e visualizzata l'impugnatura. Per lunghe operazioni di
"slot", gli alloggiamenti per le schede: uno sul monitor (occorre che la fotocamera sia trasferimento dati, a casa, raccomandia-
per card SmartMedia (fino a 64 Mb), l'al- impostata su Preview). È una soluzione mo comunque di servirsi di un alimenta-
tro per CompactFlash Card (Tipo II), con interessante e preziosa per i professioni- tore a rete, collegabile su apposita presa
possibilità di accogliere anche i recenti sti che devono consegnare un lavoro de- sul frontale dell'apparecchio.
hard-disk IBM Microdrive. stinato alla stampa.
Tra le possibilità operative che abbiamo Analogamente, e senz'altro utile per con- Maurizio Capobussi
DIGITALE

SONY DCR-PC5E, LE
MERAVIGLIE DEL DIGITALE
La tecnologia digitale con- pure 500 scatti in modalità
sente di realizzare video- ‘Photo’.
camere miniaturizzate che Altre caratteristiche che il
ben si sposano alla tecni- fotografo digitale certa-
ca di lavoro del fotografo mente apprezza sono l’u-
digitale. Abbiamo sotto- tilizzo di MemoryStick e
posto a prova la Sony il produttore delle lenti:
DCR-PC5E che monta Carl Zeiss! L’obiettivo è
un’ottica Zeiss. infatti un Vario-Sonnar
L’interesse per l’immagi- 3.3-33mm (equivalente al
ne che mi accomuna a 42-420mm) che mostra le
molti lettori non è certo sue doti sin dal primo im-
l’ovvio prologo ad una car- piego.
riera da registi. Però, nel Come connessioni ester-
tempo passato con la Sony ne, oltre alla presa S-video
DCR-PC5E, ho percepito vi è l’uscita iLink che per-
lo stesso stimolo a speri- mette la comunicazione
mentare che mi aveva spin- La Sony DCR-PC5E si presenta così. Ingombri ridotti, tecnologia avanzata e par- con il computer; non man-
to verso la fotografia. Per ticolari di rango, ad iniziare dal gruppo ottico Carl Zeiss. L'impiego delle Me- ca la presa jack per mi-
tre settimane l’ho tenuta moryStick per l'acquisizione di istantanee fotografiche amplia l'ambito di utilizzo crofono e la porta seriale.
con me facendone un uso della videocamera, già proiettato verso la multimedialità grazie al supporto Au- La presa AV necessita di
intenso. La prima cosa che dio e Video fornito dai personal Vaio, come quello visibile sullo sfondo. un adattatore. Il peso è di
si apprezza è l’immedia- 520g: davvero poco!
tezza d’uso: leggera, faci- di commento per ogni immagine. Aprendo la confezione tro-
le da usare e con l’efficace stabilizzatore d’im- Insomma, la prima impressione è di una vi- viamo dapprima vari cavi, il trasformatore,
magine è un ottimo blocco notes per video, deocamera estremamente maneggevole e pra- l’accumulatore agli Ioni Litio, il telecoman-
audio e foto! tica da usare. Vediamo ora di approfondire la do, una MemoryStick da 4 Mb ed un CD-
È facile ottenere buone immagini e questo fa conoscenza dell’apparecchio. ROM. Ci chiediamo dove si celi la videoca-
nascere la voglia di effettuare sequenze da mera! Eccone metà! No, è tutta qui?!? Resto
montare con il semplice software disponibi- I freddi dati tecnici stupito di fronte al cubetto metallico che si
le sul computer Vaio che abbiamo utilizzato Dalla lettura del manuale d’istruzioni ap- adatta alla mia mano.
per la prova; da qui è un attimo studiare un prendiamo che la videocamera dispone di un I comandi sono distribuiti sul corpo dell’ap-
minimale ‘story board’ che ci fa sentire un display a colori da 200mila pixel, orientabi- parecchio, ma sono tutti facilmente raggiun-
po’ registi, divertendoci. le fino a 180 gradi. Apprendiamo della fun- gibili date le sue piccole dimensioni: tasto di
Tornando alla fotografia: è inutile pretender- zione ‘NightShot’ utile ad effettuare riprese registrazione a portata di pollice, zoom, tasto
ne prestazioni degne di una reflex da 6 Me- infrarosse nell’oscurità, fino a 0 lux. Ci vie- Photo e NightShot a portata di indice. Il mo-
gapixel. È però vero che il CCD vanta i suoi ne presentato inoltre l’utile stabilizzatore di nitor, sensibile al tocco, è per la mano sini-
400mila pixel (800mila interpolati), che per immagine, prezioso viste le dimensioni mi- stra. Bello!
una HandyCam non sono male. Le immagi- niaturizzate dell’apparecchio. La possibilità di alimentare a rete la Sony ci
ni da 640x480 pixel non soddisferanno i più La sigla MiniDV informa riguardo allo stan- permette di avviarla subito.
esigenti, ma salvare su un nastro da 60 mi- dard di registrazione: formato digitale su cas- Una videocamera digitale si apprezza mag-
nuti 510 scatti (!!!) permette di annotare un’in- sette piccole e leggere con cui è possibile sal- giormente in combinazione con il computer;
tera giornata ‘on location’, oltre ai 7 secondi vare oltre un’ora di video ed audio stereo, op- Sony suggerisce l’impiego dei suoi Vaio, tut-
L’obiettivo è lo zoom 3.3-33mm Vario-Sonnar targato Carl Zeiss.
Sotto il gruppo ottico si nota l'emettitore ad infrarossi utile nel
caso in cui volessimo effettuare riprese nell'oscurità più totale
usufruendo della funzione NightShot.

ti dotati di connessione iLink e in grado di leg-


gere le MemoryStick. Del Vaio F807K par-
Ecco in primo piano il particolare a cui va il nostro personale ri- liamo in un box a parte.
conoscimento: l'impugnatura estensibile un alleato formidabile
per riprese ferme e sicure. Impressioni d’uso
Per cominciare occorre inserire la cassetta DV
e/o la MemoryStick. Proviamo: la memoria
INSIEME AL COMPUTER VAIO alloggia sotto l’impugnatura destra, mentre la
La presa iLink permette la con- cassetta… dove?… ecco, basta premere un
nessione della DCR-PC5E a va- pulsante e la videocamera... esplode!!! Scher-
ri dispositivi: tra questi i com- zi a parte, la DCR-PC5E emette un ronzio, un
puter Sony Vaio. realistico ‘dlin dlon’ e si apre a ventaglio per-
La serie Vaio si pone quale sup- mettendo l’inserimento. Per richiuderla è suf-
porto alla gestione dei dati de- ficiente sfiorare il carrello per vederlo risuc-
rivanti dalla ripresa o dallo scat- chiare all’interno. La precisione meccanica e
to in digitale. L’acronimo Vaio la fluidità dei movimenti lasciano ben spera-
significa appunto ‘Video Audio re.
Integrated Operation’. Questi La maneggevolezza dell’apparecchio e la pra-
elaboratori, che si caratterizza- tica fotografica ci portano a riprendere ruo-
no per il design accattivante e tando la Sony di 90 gradi per cercare un taglio
per l’utilizzo di materiali di qua- verticale; peccato che il televisore si lascerà
lità, nascono predisposti alla ruotare meno agilmente.
connessione audio/video me- L’uso della funzione ‘still’ (immagine fissa)
diante iLink o adattatori per su nastro (non su MemoryStick) ci mette a di-
MemoryStick. Troviamo su alcuni modelli Vaio anche la possibilità di riprenderci in sposizione del tempo per registrare un com-
videoconferenza, tramite la microcamera inclusa nella ‘carrozzeria’. mento; se non si è abituati i primi commenti
Il modello da noi provato è un notebook della serie F800, il Vaio F807K. Lo scher- saranno ‘…beh, cosa fa?…’ oppure ‘…non
mo adottato è un 14’’ Tft, supportato da una scheda ATI con 8 Mb di Ram video. Ov- funziona…’.
Ci troviamo a nostro agio nell’esposizione ma-
viamente presente il lettore Dvd 8x e le casse stereo. Il disco fisso è da 12 Gb.
nuale (due pressioni sullo schermo e poi ad
Essendo pensati per l’editing video, i Vaio vengono forniti di un adeguato supporto
occhio) oppure nel selezionare la misurazio-
software. Sul personal testato erano preinstallati due programmi per la gestione del-
ne Spot toccando lo schermo nella zona di in-
le immagini. PictureGear (fornito anche con la DCR-PC5E) permette di importare, teresse. Sì, perché il TouchPanel consente di
archiviare e visualizzare le immagini salvate su MemoryStick, oltre a qualsiasi im- impostare i comandi toccando lo schermo.
magine digitale di cui disponiamo. Dvgate è invece un software per importare fil- L’autofocus funziona efficacemente. Ho pro-
mati, trasferiti mediante iLink, e eseguire un discreto set di operazioni di editing au- vato lo zoom digitale 40x (è un 1600mm!!!)
dio/video. in luce fioca e la risposta è accettabile. Al fo-
Le porte USB per la linea telefonica esterna affiancano il modem 56 K incorporato tografo piacerà anche la ghiera di messa a fuo-
ed i due slot Pcmcia liberi. co che pare slegata dall’obiettivo tanto è mor-
Il sistema operativo fornito coi portatili Vaio è Windows 2000 Professional a con- bida, ma funziona! Davvero minima la distanza
ferma dell’interesse verso le reti e gli ambienti multimediali. di messa a fuoco: si fa prima ad oscurare il
10x 20x 40x

Half 10x Half 20x Half 40x


Le capacità di ingrandimento della Sony sono delegate all'ottimo zoom Carl Zeiss, dal- Posizione grandangolo
l'escursione ottica fino a 10x. Oltre tale rapporto esiste la possibilità di impostare la
funzione di zoom digitale, disponibile fino a 40x. Notiamo che la qualità rimane più che
buona fino al rapporto di ingrandimento di circa 20x, per poi decadere, ovviamente,
coi fattori zoom successivi. Ci accorgiamo presto che maneggiare in un palmo di ma-
no uno zoom 40x (equivalente ad un 1600mm nel formato 135) non è semplice. In que-
sti casi diventa particolarmente utile la funzione di stabilizzazione immagine.

Nella foto è ben visibile il cursore


che aziona lo zoom ottico. Nel ca-
so in cui fosse abilitata la funzione
di zoom digitale, sia 20x che 40x,
lo stesso cursore ci permetterebbe
di proseguire la 'corsa' verso le fo-
cali più estreme. Si notano inoltre
il tasto Photo per la memorizzazio-
ne, sia su nastro che su Memory-
Stick, degli scatti fotografici ed il
selettore per la funzione di ripresa
ad infrarossi.

Il selettore satinato, sem-


pre a portata di pollice,
permette di iniziare e ter-
minare le operazioni di re-
gistrazione, oltre che di
scegliere la sezione di ri- L'apertura e la chiusura dell’alloggiamento
produzione. della cassetta sono estremamente fluide.
I PREZZI
PROVA SUL CAMPO
Sony DCR-PC5E: L. 3.950.000
Vaio F807K: L. 6.500.000

Distribuzione:
Sony Italia, via Galileo Galilei 40,
20092 Cinisello Balsamo (MI)
Tel. 02.618.381. www.sony.it

sword, la ricerca nominale di tracce ed il co-


modissimo posizionamento alla fine delle re-
gistrazioni (End Search). L’utilizzo di cassette
Cercando di mettere in crisi l'apparato espo- La funzione di ripresa in luce infrarossa Ni- CM (Cassette Memory) permette la gestione
simetrico delle Sony ci è capitato di provare ghtShot è divertente e consente riprese o scat- anche dopo che la cassetta è stata rimossa.
a riprendere delle dia 6x6 poste su un viso- ti nella totale assenza di luce ambiente. In ta- Tra le informazioni a video buona la preci-
re. La messa a fuoco entro breve distanza non le caso viene in aiuto del martoriato CCD il sione dell’indicazione dei tempi residui di na-
ha mostrato incertezze, così come la corret- piccolo ma potente illuminatore IR presente stro e batteria. Semplice la gestione delle Me-
ta compensazione dell'esposizione in con- sul fronte della videocamera. Fino alla di- moryStick, per le quali esiste un apposito ‘scat-
troluce che la videocamera ha gestito in ma- stanza di tre metri esso consente una discre- to’ del bel selettore in metallo satinato. Mol-
niera ineccepibile. Anche la scelta del giusto ta illuminazione della scena inquadrata. At- to completo il manuale.
bilanciamento del bianco ha permesso di ot- tenzione all'aspetto, in ripresa infrarossa, del- Altri punti a favore della DCR-PC5E sono il
tenere una riproduzione dell'immagine ori- la pelle umana: essa appare di intonazione tempo di ricarica e l’autonomia delle batte-
ginale. Peccato per il relativamente basso e superficie prossimi a quelle di una statua rie.
numero di pixel disponibile viste le eccellen- di cera, essendo l'infrarosso insensibile alle Finisco con la ‘rumorosità’ di funzionamen-
ti doti in ripresa! informazioni luminose provenienti dagli stra- to della DCR-PC5E: lo zoom è assolutamente
ti più superficiali del derma. Questo signifi- silente e lo stesso vale per la cassetta! Anche
ca sì 'niente imperfezioni cutanee' ma anche i rumori ‘virtuali’ stupiscono, come i ‘dling’
un aspetto decisamente 'vampiresco' dei no- stupendamente morbidi abbinati ai pulsanti
stri cari ripresi! ed al Touch Panel.

La distanza minima di messa a fuoco è estre- Per il fotografo digitale


mamente ridotta, al punto di giungere a toc- La Sony DCR-PC5E ci è piaciuta; ovviamente
care l'oggetto ripreso prima di cedere sotto i è un prodotto amatoriale, ma è uno splendi-
colpi dell'autofocus. Anche chi è uso effet- do registratore di appunti multimediali. Pos-
tuare riprese fotografiche in macro 1:1 do- siamo riporla nel marsupio: il peso e le di-
vrà ricredersi ed ammettere che esplorare in mensioni sono irrisorie. L’immediatezza d’u-
video il mondo della macro è estremamente so permette di passare alla ripresa in pochi
affascinante. La possibilità di focheggiare in istanti; lo zoom 40x digitale (10x ottico) e lo
manuale tramite l'ottima ghiera di messa a fuoco, l'attacco filettato per il treppiede e la stabilizzatore abbinato alle lenti Zeiss ci con-
semplicità con cui si riesce a compensare il controluce (l'unico tipo di illuminazione at- sentono un’ampia libertà d’espressione. Non
tuabile quando tocchiamo con l'ottica il soggetto) ci permettono di ottenere riprese degne scordiamo poi la ‘degna’autonomia delle bat-
di un documentario scientifico. La possibilità di filmare il 'piccolo' quotidiano penso che terie che abbiamo a disposizione: oltre 500
divertirà più di una persona. scatti su nastro, anche in infrarosso, con 7 se-
condi di sonoro per ogni immagine, per cat-
soggetto da riprendere. un ‘click’ secco e morbido. turare utili appunti fotografici. Il duplice sup-
Il cursore zoom permette di gestire efficace- L’impugnatura risulta ergonomica, piccola e porto di salvataggio delle immagini, su na-
mente, con costanza assoluta, l’avvicinamento; robusta al contempo. In soli 6cm rende la pre- stro e MemoryStick, amplia poi le ‘features’
personalmente avrei preferito la direzione in- sa dei 10x10x5.5cm Sony incredibilmente fotografiche digitali della videocamera.
versa, in alto-tele e in basso-wide. stabile, sempre con un dito sullo zoom, uno Un’ultima considerazione di carattere ro-
In merito all’esposizione il pulsante Backli- sui pulsanti funzione ed il pollice in ‘zona co- mantico: scattando in modalità MemoryStick
ght consente di effettuare velocemente le com- mando’. Non mi convince la realizzazione ci attende una sorpresa. Alla pressione del ta-
pensazioni necessarie evitando i molti menu del mirino a scomparsa dotato di regolazio- sto Photo il ‘nitido’ altoparlante della Sony
a video, comunque semplici e chiari. ne diottrica e cornice morbida. simula un meraviglioso otturatore meccani-
Mi sono piaciuti il TouchPanel e l’impu- Sono disponibili filtri creativi e vari effetti di- co e poi lo sferragliare del motore di avanza-
gnatura estensibile. Il primo è un LCD da gitali, tutti personalizzabili, oltre a dissolvenze mento pellicola, ricordandoci che in fin dei
2,5 pollici, regolabile in luminosità e re- in entrata ed in uscita (Fader). Il bilanciamento conti siamo dei fotografi.
troilluminazione, escludibile a vantaggio del bianco è automatico, ma si può alternare La tecnologia avanza, ma il sapore di questi
del mirino interno. La pressione dei tasti al modo Indoor (3200K) o Outdoor (5800K). particolari è difficilmente sostituibile.
‘virtuali’ non è mai ambigua ed è accom- Tra le funzioni di editing citiamo la titolazio-
pagnata da segnali soddisfacenti, al pari di ne delle sequenze, la protezione mediante pas- EGT
TEST

UNO ZOOM PER


LA CANON A5
Canon aggiunge un
obiettivo zoom alla sua
Powershot A5.
Il sensore non cambia,
ma ci sono alcune funzioni
nuove. Buono il
programma di fotoritocco
Ulead PhotoImpact 4.0.

La nuova Canon A5 zoom presenta, rispetto


al modello precedente, alcune innovazio-
ni che la rendono molto più versatile. In-
nanzi tutto l’obiettivo è diventato zoom;
ha perso qualcosa in luminosità massima
ma ha guadagnato in versatilità. Il nuovo
obiettivo 4-10mm f/2.6-4.0 (28-70mm per
il formato 35mm) ha mostrato un’ottima
qualità ottica, limitata solamente dalla ri-
soluzione del sensore CCD che è rimasto
Canon PowerShot A5 zoom invariato a 810.000 pixel. Anche la riso-
con gli accessori forniti a luzione interpolata è rimasta a 1024x768
corredo. pixel mentre la sensibilità è paragonabile
a quella di una pellicola da 100-400 ISO.
Come tutte le compatte Canon digitali an-
che l’A5 zoom utilizza le schede Com-
pactFlash per la memorizzazione delle im-
magini che vengono salvate in formato Jpeg
o CRW (CCDRAW), formato proprietario
di Canon. La capacità della scheda Com-
pactFlash venduta insieme alla macchina
è 8Mb ed è sufficiente per registrare fino
a circa 37 immagini alla massima risolu-
zione o 174 alla minima. È possibile me-
morizzare le immagini senza comprimer-
le per salvaguardare la qualità, ma in que-
sto caso il numero massimo di immagini
Canon PowerShot A5 zoom. memorizzabili scende a 8 (1024x768 in
formato CCDRAW).
È dotata sia di mirino ottico che di moni-
tor a cristalli liquidi TFT al polisilicio a
bassa temperatura con una diagonale di 2”;
Le uscite per la connessione ad altre pe-
riferiche. Video per il televisore e Digital
per il computer.

Selettore principale e pulsante di scatto.


Il vano batterie. Come indi-
cato chiaramente all’interno
dello sportello, è possibile uti-
lizzare sia le comuni pile al li-
tio 2CR5 che l’accumulatore
ricaricabile Canon NB-5H.

A sinistra: lo scomparto per


le schede di memoria Com-
pactFlash. La fotocamera è
venduta con una Compact-
Flash da 8Mb che garantisce
Display LCD, mirino e tasti funzione. una discreta autonomia di
scatti.

è disattivabile per risparmiare le batterie. immagini sia su PC che Mac e visionarle


L’alimentazione viene fornita da una co- sul televisore. Viene inoltre fornito un ac-
mune batteria al litio 2CR5 o dall’accu- cumulatore ricaricabile Canon NB-5H e il
mulatore ricaricabile Canon NB-5H (Ni- relativo caricabatterie e un alimentatore per
MH) da 6V e 650 mAh . utilizzare la fotocamera connessa alla rete
Le modalità operative della fotocamera ven- di casa.
gono impostate da un selettore principale
a fianco del display LCD nella parte supe- Il Software
riore della fotocamera esattamente come il Le altre innovazioni riguardano per lo più
modello precedente. la parte software. È stata semplificata la
I tempi d’otturazione, che nel precedente procedura di cancellazione delle immagi-
modello potevano variare da 1/6s a 1/750s, ni e la correzione intenzionale dell’esposi-
sulla A5 zoom attivando la funzione “Not- zione, che ora viene visualizzata diretta- Il display è di ottima qualità e permette una
turno” o “Sinc. Lento” si può arrivare ad mente sul monitor mostrando sia la corre- buona visione anche in condizioni di luce in-
un tempo massimo di 2s anche in abbina- zione impostata (da –2 a +2 stop) che il ri- tensa.
mento con il flash, per notturni ambienta- sultato della modifica (immagine più chia-
ti. ra o più scura).
Anche il comando del bilanciamento del Il driver Twain che controlla le funzioni
bianco ha subito delle piccole variazioni; della fotocamera durante la connessione al
ora si può anche scegliere manualmente, PC è una nuova versione, la 2.3, la stessa
dal menù, il tipo di fonte di luce (Sole, Nu- utilizzata per la Canon PowerShot PRO 70.
voloso, Tungsteno e fluorescente). Molto vasto anche il software in bundle con
Invariate invece tutte le altre funzioni: lo la fotocamera, tra cui il programma Pho-
scatto può avvenire in sequenza ad una ca- toStich per creare foto panoramiche con IL PREZZO:
denza di 1.1 fot/s per un massimo di15 fo- angoli di ripresa fino a 360° a cui abbiamo
togrammi con la risoluzione base (512x384 già dedicato un articolo. Il prezzo della Canon Powershot A5
pixel), la funzione macro consente di foto- C’è poi il programma di fotoritocco Ulead zoom è di 1.440.000 lire.
grafare oggetti posti ad una distanza com- PhotoImpact 4.0 di cui approfondiamo le Distribuzione: Canon Italia, Palazzo L,
presa tra i 17cm e i 50cm e l’autoscatto ha caratteristiche nelle pagine seguenti, ed i strada 6, 20089 Milanofiori Rozzano
un ritardo fisso di 10s. driver per poter scaricare le immagini sia (MI). Tel. 0282481, fax 0282484620.
Con la fotocamera vengono forniti i cavi su sistemi PC che Mac. www.canon.it
necessari per scaricare, su porta seriale, le Valerio Pardi
PhotoImpact
PhotoImpact 4 è un software per fotoritocco che permette la Configurazione richiesta:
realizzazione di animazioni, immagini 3D, prospettive per la ˙ Un Pc Pentium (Pentium 166 MMX o superiore)
creazione di pagine Web, salva schermi, o altre presentazioni ˙ Microsoft Windows 95/98 o Windows NT 4.0 con il
multimediali. Si tratta di un programma estremamente com- service pack 3
pleto. L'interfaccia nella sua massima espansione è semplice e ˙ DirectX 5.0 o superiore (per Windows 95/98)
ricca di funzioni: vi si trova l'album con la barra da cui acce- ˙ DirectX 3.0 o superiore (per Windows 95/98)
dere agli strumenti di acquisizione (scanner, fotocamera) o di ˙ Almeno 16 Mb di RAM (raccomandati 32 Mb)
output (stampante, connessione internet). ˙ Almeno 32 Mb di spazio libero su disco (raccomanda
Non fa rimpiangere programmi più diffusi e costosi, anzi in- ti 64 Mb)
corpora alcune funzioni molto utili e difficilmente riscontra- ˙ un lettore CD ROM
bili sui programmi concorrenti. Tra queste SmartSaver è una ˙ Un mouse, trackball o qualsiasi sistemi di puntamento
delle più interessanti; tramite una comoda preview è possibile compatibile con Windows
verificare l’effetto della compressione dei formati Jpeg, Gif e ˙ Un monitor e una VGA in grado di supportare l'Hi Co
Png sulla qualità dell’immagine in modo da ottimizzarla e non lor o True Color
sprecare spazio sul disco. Il distributore per l’Italia dei prodotti Ulead è Fast Multimedia
Rispetto alla versione normalmente in commercio (la 4.2) ri- Italia, via Monte Sabotino 69, 44100 Modena. Tel. 059415611.
sulta alleggerita di alcune funzioni non strettamente essenzia- www.fastmultimedia.it
li. Le possibilità di ritocco delle immagini offerta da questo Alcune utili informazioni si possono prelevare direttamente dal
programma è molto vasta; inoltre ha alcune funzioni dedicate sito del produttore: www.ulead.com
all’utilizzo delle immagini su Internet e per la creazione di pa- Il prezzo dell’aggiornamento alla versione 4.2 è di lire 227.000.
gine Web. La versione completa viene venduta a lire 450.000.

Da Photoimpact è possibile mandare e-mail con allegate le immagi- Photoimpact Album permette di catalogare e rivedere in modo sem-
ni in modo semplice ed intuitivo. plice le immagini scattate con la fotocamera.

Molte delle funzioni di PhotoImpact sono rivolte all’utilizzo di im-


magini su Internet. La funzione Disegna Sfondo permette di crea-
L’area di lavoro di PhotoImpact. re sfondi da applicare alle pagine Web.
Una delle funzioni più interes-
santi per l’archiviazione delle
fotografie è SmartSaver. Que-
sta semplice utility permette di
controllare la compressione
(per i formati Jpeg, Gif e Png)
da applicare all’immagine e ve-
dere in tempo reale la perdita
di qualità dopo la compressio-
ne. In questo modo è possibile
scegliere la massima compres-
sione possibile in rapporto al-
la qualità che si desidera per
ridurre al minimo le dimensio-
ni dei file grafici senza avere
scadimenti qualitativi eviden-
ti.

I filtri applicabili alle immagini sono molti e con-


sentono di ottenere effetti particolari.

Grazie ai tempi lunghi della Canon A5 (fino a 2s) è possibile eseguire riprese altri-
menti impossibili. Sulla sinistra in basso, nel cielo, è possibile scorgere la luce del
pianeta Venere e in prossimità del bordo superiore a sinistra anche Giove.
SOFTWARE

ACD SEE, PER


CERCARE
TRA LE FOTO
ACDSee 3.1 di ACD Systems è un completo image viewer con funzioni di archiviazione.

Continuiamo il nostro viaggio nel mondo


della tecnologia fotografica digitale af-
frontando un argomento spinoso, ovvero
la tecnica di visualizzazione, ricerca ed ar-
chiviazione delle immagini presenti nel
personal computer. Ponendoci in una fase
successiva a quella dell’acquisizione del
file digitale non faremo distinzione tra im-
magini provenienti da fonti differenti; in-
tendiamo infatti verificare quale grado di
semplificazione e velocizzazione del la-
voro sia stato raggiunto dall’industria del
software per aiutare chi usa il personal co-
me strumento per la gestione di immagini
fotografiche.
Intendiamo anche allinearci al livello me-
dio di disponibilità di chi affronta da no-
vizio la questione, ovvero un software con
un prezzo che non ci costringa ad accen-
dere un mutuo per acquistarlo, nè tanto po-
tente da farci passare nottate intere ad ap-
prendere funzionalità di cui mai ci servi-
remo.
In tale senso il software che stiamo per esa-
La visualizzazione delle miniature consente, minare dissipa ogni eventuale preoccupa-
in assoluto, la più rapida individuazione del- zione. Disponibile in Internet in versione
le immagini di interesse. Ovviamente risulta dimostrativa (trial mode), dura la bellezza
possibile, in ACDSee, personalizzare la for- di 90 giorni entro i quali si riescono ad ap-
ma di visualizzazione, il numero e le dimen-
prendere tutte le chiare funzionalità che ci
sioni delle miniature mostrate (thumbnail)
permetteranno, al termine di tale lasso di
oltre al tipo di informazioni mostrate con-
giuntamente alle immagini. Una piccola an- tempo, di decidere con assoluta oggettività
teprima di quanto selezionato agevola la cer- se tale software risponde alle nostre ne-
nita delle immagini. ACDSee ci consente inol- cessità oppure no.
tre di mostrare le informazioni abbinate al Nel caso decidessimo per l’acquisto sarà
file selezionato, salvate da una fotocamera sufficiente versare in vario modo (paga-
digitale o in sede di compilazione degli at- mento online, bonifico, ecc.) la modica ci-
tributi immagine. fra equivalente a circa 50 dollari per la ver-
La pratica fotografica tradizionale ci insegna che un provino a con-
tatto è il metodo migliore al fine di mantenere riferimenti visivi ed
individuare il più rapidamente possibile quali siano le immagini di
interesse. Sebbene lo stesso software ACDSee non sia altro che un
E’ ovvio che la maggiore dimensione delle icone relative ai file im-
complesso e moderno provino a contatto interattivo, possiamo deci-
magine condiziona in modo inversamente proporzionale la qualità
dere di stampare una copia cartacea dei riferimenti alle immagini
di visualizzazione rispetto al numero di miniature visibili in una sin-
contenute nel nostro database al fine di rintracciarle anche a com-
gola schermata. Anche il bordo delle miniature più essere amplia-
puter spento o inaccessibile. Varie sono le personalizzazioni cui ta-
to e ristretto a piacere.
le funzionalità è soggetta tramite l’apposita finestra di opzione, tra
le quali una ampia scelta inerente la posizione ed i modi con cui il
provino mostrerà le diciture relative al file di provenienza delle sin-
gole immagini. Il provino così generato può anche essere salvato in
un formato grafico onde servirsene esternamente a ACDSee, leg-
gendolo tramite un qualsiasi software per immagini.
sione base del pacchetto. Da notarsi che il te miniature, o thumbnail, ed essendo que- delle immagini selezionate! Inoltre la ve-
tutto può essere effettuato via Internet ot- ste salvate in formato compresso in un fi- locità con cui essa viene presentata ha del
tenendo quasi in tempo reale (via e-mail) le dissociato dalla reale collocazione dei fi- meraviglioso. Uno dei problemi maggior-
la password per l’accesso alla modalità di le immagine, possiamo permetterci il lus- mente accusati dai visualizzatori meno evo-
funzionamento completa ed illimitata. Pe- so di navigare molto velocemente nei vari luti è proprio la scarsa propensione alla ve-
riodicamente vedremo poi immessi sul mer- dischi fissi, CD-ROM o dischi rimovibili locità di esecuzione delle operazioni di pre-
cato da ACD Systems gli aggiornamenti al- presenti nel sistema di cui ci serviamo, sen- visualizzazione. Direi che ACDSee supe-
le nuove versioni del software, a prezzi de- za attendere ogni volta il tempo necessario ra egregiamente questa difficoltà, essendo
cisamente accessibili. onde rigenerare tutte le miniature relative necessario un semplice clic sull’immagine
Iniziamo per ora a verificare quali siano le alla cartella di interesse. Questo fornisce per ottenerne la bella anteprima.
potenzialità del programma in questione. un’idea di quanto sia simile tale prodotto Il secondo clic del mouse basterà per ‘apri-
ad un tradizionale provino a contatto: è suf- re’ ufficialmente l’immagine in tutta la sua
La pratica ficiente osservare velocemente il contatto interezza tramite il visualizzatore interno.
L’installazione del software non presenta per avere un’idea del contenuto del rullino Questo non ha le pretese di assurgere al
alcun problema, soprattutto se ci affidiamo che lo ha generato. ruolo di software di ritocco, ma consente
alla procedura automatica prevista dalla to- È ovvio che la prima esecuzione del softwa- quel minimo set di operazioni che potreb-
talità dei software in commercio, tra cui an- re sarà devoluta all’espletazione di tali noio- be tornare utile non volendo passare ad un
che ACDSee 3.1. se operazioni di miniaturizzazione, maga- programma più serio. Il bello di tutto ciò
Volendo descrivere brevemente cosa ci ri su una cartella di prova appositamente consiste nella possibilità di fare corrispon-
aspetta, potremmo definire questo pro- preparata, come quella visibile nelle im- dere il doppio clic del mouse all’apertura
gramma come un generatore di provini, so- magini a corredo. dell’immagine attraverso un qualsiasi
lamente molto evoluto, al punto da per- Essendo implementate numerose funzio- software che noi avremo l’accortezza di
metterci la gestione e la modifica dinami- nalità, alcune delle quali sofisticate e, dun- specificare, piuttosto che l’editor di default.
ca dei provini a contatto, fino a ieri relegati que, passibili di ampia illustrazione tecni- Così come questa personalizzazione, esi-
alla staticità peculiare di una stampa da la- ca, vediamo le operazioni che più da vici- stono in ACDSee svariate modifiche alle
boratorio. La possibilità di variare secon- no potranno interessare l’utente non trop- impostazioni iniziali, giustamente neutre
do le esigenze del momento le miniature po avvezzo al bit. al fine di accontentare un po’ tutti, da ese-
presenti nel foglio virtuale di ACDSee, con- Assolto l’onere della semplice scelta dei fi- guirsi all’interno della completa finestra
sente di verificare tempestivamente il con- le da archiviare (clic, clic, clic…) notiamo ‘Options’. Un consiglio: io trovo spesso
tenuto fotografico di una qualsiasi unità di una gradevole anteprima automatica dei fi- molto istruttivo osservare per prime, in un
archiviazione presente nel nostro elabora- le selezionati che è molto più di una bana- nuovo software, le personalizzazioni of-
tore. le miniatura: il formato è ampio e consen- ferte, essendo tale sede utile a stabilire qua-
Essendo le immagini rappresentate trami- te un esame discretamente approfondito li siano le principali funzioni disponibili.
Sebbene la visualizzazione dei soli dati tecnici rela-
tivi al file immagine non sia particolarmente vivace,
è innegabile che sia questa la forma più completa sot-
to cui osservare la totalità delle informazioni topiche
relative alla nostra immagine. Anche tale metodo di
visualizzazione è ampiamente customizzabile nel ti-
po e nel numero di informazioni visibili. Come per gli
altri metodi di presentazione dei dati anche qui pos-
siamo avere una piccola anteprima automatica rela-
tiva alle immagini selezionate, oltre ai dati inclusi nei
file immagine da eventuali fotocamere digitali.

È un po’ come giocare con una nuova fo- di apposita scheda. presenti sul mercato: molto semplice ed in-
tocamera per carpirne dal principio ‘la fi- La gestione della base di dati e delle più tuitiva per chi, praticamente tutti, abbia toc-
losofia’ partendo dalla percezione dei par- classiche funzioni proprie di tali software cato un elaboratore.
ticolari più curati. sono tutto sommato modeste se paragona- Le funzioni di ricerca permettono di de-
Ho trovato ben realizzate le funzioni di con- te al completo Portfolio, ma non scordia- streggiarsi agilmente tra le migliaia di im-
versione dei file (semplici e funzionali) e mo che stiamo affrontando un programma magini che presto affolleranno il nostro ar-
di correzione colori (sintetiche e raccolte, dallo spirito differente: ACDSee 3.1 è pre- chivio, consentendo una cernita mirata di
una volta tanto!). Ricordiamo che il pro- valentemente un visualizzatore dotato di termini e keyword all’interno dei campi de-
gramma in questione non ostenta presta- funzioni di elaborazione, archiviazione e scrittivi, nomi dei file e autori inclusi.
zioni degne di Photoshop ed è pertanto elo- ricerca, e non scordiamoci che è un ottimo Una ulteriore ed ammirabile caratteristica
giabile la sobrietà con cui simili funzioni visualizzatore! inclusa nel programma è data dal ricono-
vengono offerte al ‘bisognoso’. Detto ciò riscontriamo, in ogni caso, un’ot- scimento, in totale automatismo, dei dati
Al contrario le possibilità di visualizzazio- tima gestione dei commenti associati alle associati all’immagine da parte delle mo-
ne sono numerose. Alle miniature, con e immagini oltre che un discreta possibilità derne digitali. È assolutamente esaltante
senza riferimenti testuali, alle icone, ai re- di inserimento e ricerca delle parole chia- avere a disposizione le immagini correda-
cord testuali, ai provini a contatto in for- ve. te dei dati di esposizione, di scatto, di pel-
mato Html, grafico o cartaceo, sommiamo Molto rapida risulta la compilazione dei licola e fotocamera utilizzati, senza dover
le varianti offerte dalla già citata interfac- dati personali relativi ad una specifica im- fare assolutamente nulla!
cia di opzione ed otterremo di sicuro il me- magine: basta un clic sulle ‘Properties’ del- Di estrema utilità l’acquisizione diretta me-
todo di presentazione più idoneo alle no- l’immagine da archiviare. Un altro clic su diante scanner o il riconoscimento in au-
stre necessità. ‘Describe’ e potremo inserire la descrizio- tomatismo della connessione di una foto-
E quasi dimenticavo la possibilità di pre- ne da collegare permanentemente al file. camera digitale, al fine di scaricarne le im-
sentare la totalità o una parte del database, La gestione delle operazioni di spostamento, magini scattate, senza bisogno di passare
tramite un comodo slideshow interattivo, copia, cancellazione e rinomina dei file è per alcun salvataggio di transito sull’hard
agli amici, magari in televisione se dotati del tutto allineata con i prodotti analoghi disk (anche oggi ‘Martoriato’!).
La finestra, relativa alle proprietà dell’immagine in esame, ci mo-
stra innanzitutto le informazioni tecniche di riferimento al file. As-
sociando all’immagine una descrizione ed alcune parole chiave,
utili ai fini della ricerca, potremo in tale sede vederle presentate
al fianco dei più classici attributi di data e nome file. È di estre-
ma importanza padroneggiare la ‘sottile arte’dell’immissione del-
le descrizioni e delle parole chiave maggiormente appropriate ad
ogni file, essendo tali attributi quelli che verranno considerati nel
momento in cui decideremo di effettuare una ricerca all’interno
della base di dati.

Una delle caratteristiche fondamentali di ACDSee è quella di poter-


si avvalere di ‘moduli’ che ne potenziano o ne espandono le funzio-
nalità già presenti dal primo avvio. Questi plug-in permettono di ac-
cedere a funzionalità complesse quali la creazione di archivi com-
pressi, la conversione dei formati immagine, la generazione di codi-
ce Html per l’utilizzo in rete e molte altre. L’opportunità di agevo-
larsi di addizionali software esterni ci mette a disposizione validi plug-
in creati da autori indipendenti, generalmente diffusi quasi gratuita-
mente via Internet.

Una modalità di visualizzazione intermedia tra le miniature (thumb-


nail) e l’elenco esaustivo dei dati testuali, risulta essere la rap-
presentazione mediante icona. Le icone, normalmente utilizzate
per l’identificazione dei file nel nostro personal, prendono qui il
senso di ‘segnaposto ‘ per i ben più ingombranti thumbs. In tale
modo si ovvia sia al problema della ‘triste’ visualizzazione del so-
lo testo, sia a quello relativo all’occupazione video delle miniatu-
re. La visualizzazione delle icone permette una più rapida distin-
zione tra i differenti tipi di file, notoriamente rappresentati trami-
te differenti icone a seconda dell’estensione.

Sono innumerevoli le possibili modifiche ai metodi di applicazione


delle funzionalità più importanti in ACDSee. Molte di tali persona-
lizzazioni vengono raccolte sotto la voce Opzioni. Applicando le mo-
difiche che più soddisfano il nostro modo di lavorare, è possibile ot-
tenere un software assolutamente confacente a quelle che di volta in
volta, o da utente ad utente, possono risultare le necessità del caso.
Una approfondita analisi ed un apprendimento delle molte possibi-
lità di personalizzazione offerteci, ci metterà sempre in grado di ‘pie-
gare’ il software ai nostri fini più specifici.
Fra le elementari funzioni di elabo- Un aspetto che colpisce fin dalla prima ese-
razione delle immagini, che qualun- cuzione di ACDSee 3.1 è l’attenzione ri-
que editor grafico deve ormai posse- posta verso le diversità di formato dei file
A chi quotidianamente si occupa di elaborazione dere, vi sono senza dubbio le regola- immessi. Le personalizzazioni, le opzioni
delle immagini è noto che, utilizzando file compres- zioni relative ai livelli colore. Punto e l’installazione sono fortemente format-
si con perdita di informazione, non è possibile ef- di bianco, punto di nero, luminosità, based. Questo, per chi è informatico come
fettuare alcuna modifica permanente al file imma- contrasto e gamma permettono all’u- chi scrive, riporta un po’ alla mente i fon-
gine, se non risalvando nuovamente l’immagine e tente di effettuare quel minimo set di damenti di Informatica, tra i quali una spa-
dunque ricomprimendola al prezzo di una inevita- operazioni che potrebbe facilmente smodica attenzione viene riposta ai tipi di
bile nuova perdita di informazione. ACDSee per- restituire ad un’immagine mal riusci-
dati ed alla coerenza tra record di un data-
mette di attuare dei minimi interventi sulle immagi- ta quei pochi aggiustamenti che la ren-
base, facendo ben sperare nei confronti del-
ni in formato JPEG senza per questo implicare una dono ‘guardabile’. Lungi dal preten-
dere risultati di assoluta eccellenza, le immancabili intolleranze generate dai
sostanziale perdita di dati. Le modifiche concesse mille conflitti che generalmente investono
sono quelle di rotazione e riflessione delle immagi- tali funzioni permettono comunque di
superare agevolmente, per piccoli in- i prodotto poco rispettosi delle diversità di
ni. Anche se ciò può sembrare poca cosa è innega- formato. Molto utile è poi la gestione, sia
bile che sia estremamente agevole il poter disporre terventi, il passaggio ad altro softwa-
re. in lettura che in scrittura, degli archivi com-
di immagini verticali, ottenute per esempio da una pressi. È anche possibile comprimere le mi-
fotocamera digitale, senza la necessità di ruotarle
niature, costituenti la base della visualiz-
ogniqualvolta sia necessario visualizzarle.
zazione mediante thumbnail, al fine di ri-
sparmiare un poco di spazio sul disco fis-
so: questo agevola il risparmio di Megabyte,
ma rallenta l’apertura delle pagine virtua-
li del nostro archivio.

In conclusione
In poche parole: un software maturo, data
la lunga permanenza sul mercato, non ve-
tusto, date le migliorie apportate nell’otti-
ca della galoppante fotografia digitale, si-
curamente appetibile da chiunque necessi-
ti di un visualizzatore evoluto con funzio-
ni di archiviazione e databasing.
L’estrema malleabilità ed espandibilità del
sistema (opzioni e plug-in) garantiscono
una longevità notevole, ancor più accre-
sciuta dalle cifre pressoché simboliche ri-
Pur essendo principalmente un visualizzatore molto evoluto di immagini, ACDSee con- chieste per gli aggiornamenti online. La
sente di effettuare le classiche operazioni di ricerca delle immagini all’interno della ba- stabilità e l’efficacia nell’implementazio-
se di dati. L’immissione delle parole chiave, da ricercarsi all’interno di uno qualsiasi dei ne delle funzionalità di spicco sono proprie
campi di testo associati all’immagine archiviata, avviene all’interno di un’apposita fi- di programmi commerciali venduti a ben
nestra di controllo. I risultati vengono poi mostrati direttamente escludendo dall’elenco più elevata cifra che non i 50 dollari ri-
dei file quelli non corrispondenti ai criteri impostati.
chiesti successivamente ai 90 giorni di ‘trial
mode’. Sembra inoltre, dalla prima im-
Essendo in piena rivoluzione informa-
tica, dovutamente all’introduzione ed al-
l’accessibilità di Internet in molte case,
pare quasi ovvio che la possibilità di
pubblicare un provino a contatto delle
immagini presenti nel database stam-
pandolo su carta vada di pari passo con
l’opportunità di generare dagli stessi fi-
le una pagina web di presentazione dei
propri lavori. ACDSee permette di ef-
fettuare tale trasposizione, con una nu-
trita schiera di varianti, accessibili me-
diante l’apposita finestra relativa all’u-
tile plug-in di conversione incluso nel Disponendo di una connessione ad Internet
pacchetto. si può usufruire della funzione di invio delle
immagini via e-mail. ACDSee si occupa au-
tonomamente di inviare le immagini selezio-
nate al destinatario specificato, allegando
eventualmente un messaggio al file grafico
da spedire.

Fino dalla prima installazione una at-


tenzione particolare viene riposta, in QUANTO COSTA
ACDSee, alla corretta gestione dei nu- ACDSee 3.1 non ha un distributore italiano,
merosi formati di immagine supportati. ma è ugualmente fornito in lingua italiana.
Una specifica finestra di dialogo ci per- Si può richiedere su CD o scaricare da In-
mette di specificare quali tipi di file vo- ternet dopo aver provato il prodotto.
gliamo che siano riconosciuti come leg- I prezzi sono i seguenti
gibili da ACDSee in qualità di software Per Win
primario e quali preferiamo che non ven- Consegna via Internet $49.95, CD $59.95
gano da esso riconosciuti come propri. Per Mac1.0
È altresì possibile ricevere numerose Consegna via Internet $29.95, CD $39.95
informazioni a riguardo dei produttori Tutti gli aggiornamenti da ACDSee16 ad
di tali supporti alla lettura dei file (plug- ACDSee 3.1 sono scontati del 30%.
www.acdsystems.com
in).

pressione ricevuta, che siano state ampia-


mente considerate, in fase di sviluppo, le
esigenze prioritarie di chi ha già un discreto
background fotografico alle spalle. La pos-
sibilità di generare e stampare provini car-
tacei, di ruotare e riflettere file JPEG sen-
za perdita, di archiviare i dati di esposi-
Avendo tra le proprie mani un vasto ar-
zione direttamente ottenuti dalla fotoca-
chivio fotografico, ancor più se matu-
rato in molti anni di attività, è facile di-
mera digitale, di generare pagine Html dal-
menticare importanti informazioni ri- l’aspetto (o, meglio, ossatura) di gallerie
guardo alle modalità e alle situazioni di virtuali, ci confermano la gradevole pro-
ripresa. Come avviene in molti pro- pensione del software all'utilizzo da parte
grammi di archiviazione delle immagi- di fotografi piuttosto che di informatici. E
ni, ACDSee permette di associare ad vi è anche la possibilità di inviare via e-
ogni immagine un commento scritto che mail le immagini, dotate di commento ,di-
può essere utilizzato, tra le varie possi- rettamente dal programma. In definitiva mi
bilità, in veste di blocco note in cui in- pare che ACDSee 3.1 valga almeno un’oc-
cludere tutto ciò che ci sembra potrà es- chiata (assieme agli altri software shareware
sere utile al fine di meglio risalire alle distribuiti da ACD Systems) ancor più a ra-
esatte condizioni di scatto. La parte di gione di quei 3 mesi dimostrativi, che so-
commento verrà poi vista dal program- no tanti, e del livello di supporto, molto
ma esattamente come qualsiasi altro at- professionale, che tale programma offre.
tributo relativo al file. Direi quasi ‘compratelo’ ma la mia anima
per metà informatica ancora tifa per il ‘try
before you buy’ che ritengo vada sostenu-
to con fermezza. Dunque: scaricatelo e pro-
vatelo!
Eugenio G. Tursi
SCUOLA D I PHOTOSHOP

ADAMO ED EVA
ESERCIZIO
Scansionate queste tre immagini ed eseguite
gli interventi suggeriti da Giovanni Ziliani

Anche questa immagine, come quella "Al-


bero sul Mondo" di cui ho parlato nel fa-
scicolo precedente, si ispira al mio amore
per la natura.Vediamo due nudi, uno fem-
minile ed uno maschile, ricoperti di un in-
treccio di rami e foglie che non solo li ri-
vestono, ma in alcune parti si fondono ai
loro corpi. Questa compenetrazione vuole
esprimere un legame intimo e forte del ge-
nere umano con la natura. Istintivamente
l’essere umano è attratto dal verde della na-
tura. Nel libro "La nascita dell'uomo", l'an-
tropologo Pfeiffer, parlando della vita dei
nostri antenati preistorici, scrive: "I prima-
ti passavano la maggior parte del loro tem-
po all'ombra, conducendo vita ritirata in
verdi caverne di rami e di foglie". Quando
noi, vedendo un bosco, un verde cespuglio,
un prato erboso, ci sentiamo fortemente at-
tratti, sicuramente recuperiamo il ricordo
ancestrale dell'abbraccio protettivo della
natura, la "verde caverna di rami e di fo-
glie". Questo lavoro è anzitutto una mia ri-
flessione personale sul tema, una riflessio-
ne per immagini. Le immagini hanno in-
fatti la capacità di dare più forza alle paro-
le; basti pensare al ruolo insostituibile del-
le fotografie nelle riviste, ed anche nei quo-
tidiani. Una frase di Henry Corbin esprime
molto bene, a mio parere, il ruolo delle im-
magini nella percezione: "Tra il mondo del-
la percezione sensibile e il mondo astratto
dell'intelletto, c'è il mondo dell'immagine,
luogo dove i corpi si spiritualizzano e gli
spiriti prendono corpo."
Giovanni Ziliani
a
La foto dei nudi è in bianco e nero. È necessario colorarla b
ed intonare il suo colore a quello delle foglie. Dal menu Im-
magine scelgo Regola e poi Bilanciamento colore. Come si Correggo ulteriormente il colore, aggiungendo un po’ di rosso e di
vede dalla finestra di dialogo, si può fare la correzione del verde nelle ombre, con l'accorgimento di disattivare l'opzione Man-
colore, invece che sull'intera gamma dei toni, solo sulle luci. tieni luminosità allo scopo di non schiarire troppo l'immagine.

La fotografia ha molta grana, è necessario


eliminarne il più possibile. Posso operare in
due modi. Un modo è quello di selezionare
da Filtri il sottomenu Disturbo e poi Smac-
chia: questo Filtro ammorbidisce la grana
senza sfocare i contorni.
Un altro modo è quello di selezionare anco-
ra Disturbo da Filtri e poi Polvere e grana.
Nella finestra di dialogo appaiono due fun-
zioni: Raggio e Soglia. L'opzione Raggio de-
termina la distanza entro cui il programma
effettua la ricerca dei pixel differenti. L'op-
zione Soglia determina qual'è la differenza di
valore dei pixel necessaria affinché questi
vengano eliminati o modificati.
Alla fine, dopo varie prove, decido di effet-
tuare la correzione per mezzo del filtro Pol-
vere e grana.

Devo costruire con le foglie il "vestito" per le


due figure, un "abito" che le rivesta e che si
compenetri, in parte, con i loro corpi. Per ave-
re l'impalcatura su cui costruire l'intreccio ve-
getale, è utile avere un disegno dei corpi. Per
ottenerlo, dal menu Filtri scelgo Stilizzazione
e poi Traccia contorno. (Voglio avere un di-
segno bianco e nero e quindi tolgo il colore
dalla foto. Scelgo da Immagine prima Rego-
la e poi Togli saturazione).
Il filtro Traccia contorno valuta i salti di lu-
minosità dell'immagine e disegna una linea di
contorno intorno ad essi. Nella finestra di dia-
logo Traccia contorno appare la funzione Li-
vello nella quale occorre impostare un valo-
re che corrisponda alla soglia di valutazione
dei valori di colore. Dopo varie prove vedo
che impostando il Livello su 16 ottengo un di-
segno soddisfacente.

d
SCUOLA DI PHOTOSHOP
f

Apro il file Foglie e comincio, pazientemente, ad ela-


borare le parti del cespuglio per costruire il "vesti-
e to" vegetale.
Questo è un lavoro lungo e qui interviene mia mo-
glie Luisa Lorenzini, di professione illustratrice, che
Il disegno, però, è un poco sottile: è necessario rinforzarlo per renderlo me- mi aiuta a "disegnarlo", in base alla sua competen-
glio visibile. Utilizzo allora questa procedura: con lo strumento Bacchetta za professionale.
Magica seleziono le parti bianche dell'immagine. Poi, da Selezione scelgo In-
versa per portare la selezione nelle parti nere, cioè nel disegno dei corpi. Poi,
sempre da Selezione scelgo Modifica e poi Espandi. Si apre la finestra di dia-
logo Espandi selezione che mi chiede di quanti pixel voglio espanderla. Im-
posto 3 pixel e il disegno, così, si ingrossa diventando meglio visibile.

Mi soffermo, in questa e nelle successive scher-


mate, su alcune operazioni e funzioni usate per
"modellare" la vegetazione.
Un gruppo di foglie è adatto allo scopo, ma è ne-
cessario ruotarlo. A questo scopo, cliccando su
File e poi scegliendo Nuovo, creo un foglio bian-
co. Seleziono il particolare nel file Foglie e tra-
scino la selezione sul foglio bianco. Da Immagi-
ne scelgo Rifletti e poi Orizzontale. L'immagine
si inverte.

Seleziono col Lazo le foglie da incollare sopra il disegno dei due nudi. Uso un
accorgimento di cui ho già parlato in un precedente articolo (“Toccare il cielo
con un dito”) faccio, cioè, una selezione un poco più larga rispetto al disegno
delle foglie.
Apro la finestra col disegno e, dopo aver creato un
Livello, trascino con lo strumento Sposta la selezio-
ne nella zona in cui voglio iniziare a costruire il ve-
stito di foglie.
È necessario ora ridurne la dimensione: dal menu
Immagine scelgo Effetti e poi Ridimensionamento. Te-
nendo premuto il tasto Maiuscole della mia tastiera
ottengo un ridimensionamento proporzionale.

Avendo incollato le foglie su un livello, posso cancel-


lare le parti che non mi servono. Qui tolgo le parti
scure intorno ad esse, che appartenevano al loro sfon-
do originale.

k l

Proseguendo nel lavoro di taglio e incollaggio, utilizzo un'altra


possibilità per modificare il disegno delle foglie: dal menu Im- Qui, sempre da Immagine, scelgo Effetti e poi Inclinazione. Di se-
magine scelgo Effetti e poi Prospettiva. guito uso anche, dallo stesso menu, la funzione Distorsione.

SCUOLA DI PHOTOSHOP
m n
Tutte queste possibilità di modellazione mi permettono di
ottenere, alla fine, una costruzione "vegetale" che mi sod- Apro il file Nudi e trascino la selezione delle foglie su di esso. Pos-
disfa. Creo una selezione delle foglie e la salvo nel Canale. so posizionare con un controllo esatto la selezione anche facen-
do piccoli spostamenti per mezzo dei tasti con le frecce in alto, in
basso, destra e sinistra sulla tastiera. Dopo aver posizionato esat-
tamente la selezione, la salvo nel Canale del file Nudi.

POLVERE E GRANA
Il filtro Polvere e grana, sotto il menu Disturbo, contribui-
sce a rimuovere le imperfezioni dall’immagine. L’utilizzo
ideale è con una selezione ridotta, perché genera un effetto
sfocatura nella selezione e miscela in modo più omogeneo i
colori.
Il filtro Polvere e grana può comunque essere applicato con
successo per creare effetti speciali, con Raggio 16 (valore
massimo) e Soglia a 0 (valore minimo). Con queste impo-
stazioni, il filtro opera una completa sfocatura dell’immagi-
ne, inoltre mantiene le aree luminose senza sfocarle, come
invece il filtro Controllo sfocatura.
Il Raggio può variare da 1 a 16 e controlla la distanza, dal
singolo pixel, entro cui il filtro agisce. Un Raggio pari a 16
sfoca un’area molto estesa.
La Soglia può variare da 0 a 255 e controlla il valore che o
ogni pixel deve presentare perché venga considerato nel cal-
colo. Con il valore 0, viene considerato ogni pixel. All’au-
mentare del valore Soglia, diminuisce il numero di pixel fil-
trati. Quando si raggiunge il valore Soglia 10, di solito so- È necessario, ora, operare alcuni ritocchi ed integrazioni delle fo-
no stati rimossi tutti i pixel vicini e non si nota alcun cam- glie con i corpi. Con lo strumento Gomma (ricordo che le foglie
biamento nell’immagine. sono incollate sul livello) e una opacità molto bassa (10-15%, da
Il filtro Smacchia impostare nella palette Opzioni gomma) alleggerisco alcune par-
Questo filtro permette di rimuovere bit di disturbo da un’im- ti, in modo graduato. Sotto, così, appaiono, in trasparenza, i cor-
magine, dopo la scannerizzazione e, di solito, prima della pi, nel modo voluto.
correzione del colore. Si tratta di un filtro privo di parame- Posso intervenire anche in una zona più larga utilizzando lo stru-
tri, che però può essere applicato più volte. mento Lazo e impostando una sfumatura ampia (qui ho impostato
Aggiungere Grana 23 pixel). Così dal menu Modifica scelgo Cancella e il livello verrà
Il filtro Grana pellicola, dal menu Artistico, è invece un fil- cancellato all'interno della selezione con una sfumatura gradua-
tro che consente di inserire un effetto grana. Mentre il filtro ta. In questa schermata si vede come traspare, sotto le foglie, la
Aggiungi disturbo (dal menu Disturbo) può oscurare l’im- mano della figura femminile.
magine, questo filtro non può farlo, nemmeno con le impo-
stazioni più elevate. Inoltre, il filtro Grana pellicola permette
di specificare la zona di luce e l’intensità.
Il valore Intensità può variare da 0 a 10 e controlla la quan- Dopo aver fatto tutte le correzioni, completo la selezione anche sui
tità di luce. Se il valore è 0, non ha alcuna importanza l’im- corpi, apro il file dello sfondo e ve la trascino sopra. Effettuo tut-
postazione Zona di luce. Se il valore è elevato, la grana pel- ti i ritocchi necessari ed alla fine il lavoro è completato. Posso ma-
licola si nota meno nelle aree intense. sterizzarlo su un CD e portarlo ad un Service per avere una stam-
pa laser di ottima qualità.
SCUOLA DI FOTORITOCCO

BILANCIAMENTO DEL COLORE


CON PAINT SHOP PRO 7
La nascita di Paint Shop Pro 7 in italiano mette a disposizione un software efficiente ed
economico per tutte le funzioni necessarie al ritocco fotografico.

Prendiamo l’abitudine di predisporre un set di immagini adatto ad ogni nuovo software che an-
diamo ad esplorare. Questo ci eviterà indesiderati salvataggi di modifiche non definitive sui fi-
le originali, nonché la possibilità di indirizzare le prove verso foto dalle caratteristiche studia-
te sulle funzionalità di maggiore interesse del programma testato. Le foto scelte in questo caso
constano di un’immagine ripresa in digitale bilanciato (la bocca di Sonia) e di tre immagini ri-
prese in chimico scansito non corretto: un ritratto in luce neon (il ritratto di Kei), una veduta La versione 7.0 di Paint Shop Pro
diurna in controluce (lo stadio Brianteo) e uno still-life in luce mista (un blocco di sapone di si presenta con un set di funzioni
Marsiglia). Può essere utile tenere da parte delle immagini digitali eterogenee al fine di di- esplicitamente indirizzate al fotori-
sporre sempre di materiale su cui operare. tocco digitale.

Per chiunque decida di buttarsi nell’av- ne sia il noto Photoshop di Adobe. È al- vestito del proprio tempo al fine di scre-
ventura dell’elaborazione delle immagini trettanto innegabile che non sono molti co- mare da Photoshop ciò che potrebbe risul-
tramite il computer, il passo più comples- loro che sono disposti a spendere così al- tare ostico, sgradito o superfluo all'utente
so da compiere è quello relativo alla scel- legramente un paio di milioni per acqui- non professionista.
ta del corretto ambiente di lavoro, inteso stare l’ultima release del prestigioso pac- Di contro esistono dei software più adatti
come corredo software su cui operare, al chetto. Non scordiamoci poi che spesso chi alle esigenze di fotoamatori evoluti che de-
fine di non vanificare sia gli sforzi profu- si butta d’istinto nell’avventura ‘fotoritoc- siderano operare in digitale; Paint Shop Pro
si nella produzione o acquisizione del ma- co digitale’, acquistando il succitato pro- ha appena presentato la versione 7 in ita-
teriale fotografico, sia il denaro impiega- dotto, si ritrova in mano un software dalla liano che si rivela molto interessante per
to nell’acquisto dell’hardware. È inutile funzionalità ‘titaniche’ purtroppo poco ap- una serie di funzionalità molto complete,
negare che il titolo di immediata menzio- prendibili senza la guida di chi già ha in- espressamente confezionate e “semplifi-
Ecco il protagonista dei nostri studi odierni. La barra di effetti relativi al ‘Fotoritocco’ presente in Paint Shop Pro 7.0 già da sé clas-
sifica le funzionalità ivi contenute come pertinenti al trattamento di un certo tipo di immagini digitali. Gli strumenti a disposizione so-
no infatti realizzati con l’intento di semplificare al fotografo digitale le operazioni che tipicamente lo affliggono nei processi di post
produzione della maggior parte delle sue creazioni. L’accessibilità è ottima grazie alla barra ricollocabile che evita l’accesso ai noio-
si (da esplorare) menu.

L’applicazione di una maschera di


contrasto all’immagine appena
scansita o acquisita ci consente di
recuperare un poco della messa a
fuoco persa a causa dell’interven-
to dello scanner. Anche una mes-
sa a fuoco in ripresa non estrema-
mente precisa, così come un fasti-
dioso micromosso, possono esse-
re risolti o attenuati con tale stru-
mento.

La finestra di con-
La prima operazione che intendiamo compiere sulle immagini og- trollo dello strumen-
getto del test è quella di ridimensionamento. È fondamentale ca- to ‘Maschera di
pire quanto sia auspicabile effettuare le lavorazioni su un origi- Contrasto’ consente
nale delle dimensioni già prossime a quelle necessarie all’uscita di modulare attenta-
che intenderemo utilizzare. In questo caso ci è sufficiente rendere mente l’intervento di
operativamente omogenee le dimensioni delle immagini scansite tale filtro, poiché di
rispetto a quella digitale. Questo ci dà modo di verificare l’opera- un filtro si tratta, tra-
tività di PSP 7 nei confronti di un’operazione classica, in genere mite l’indicazione
bistrattata per la poca conoscenza media delle tecniche di inter- manuale degli attri-
polazione e ricampionamento. buti di Raggio, In-
tensità e Ritaglio.
Un’eccessiva appli-
cazione del filtro
porta come conse-
guenza la comparsa di aloni sui bordi maggiormente contrastati
dell'immagine. Si presti attenzione al fatto che il contrasto eviden-
ziato da questa funzione è limitato ai bordi dell’immagine e non ri-
guarda il più noto contrasto cromatico, riconducibile ai rapporti di
luminanza presenti nell’immagine globale. La manovrabilità del-
l’anteprima di PSP 7 ci dà modo di valutare al meglio ogni modifi-
ca effettuata.

La possibilità di rintracciare nell’immagine zone di colore o tin-


ta ‘certi’ (un muro, un cartello, l’asfalto, ecc.) ci fornisce modo
di interpretare le misurazioni di colore RGB in quanto scosta-
menti dal colore ideale, appunto conosciuto. Può essere un vali-
do strumento di aiuto l’inserimento, nell’inquadratura quando
possibile e altrimenti in uno scatto apposito, di una scala cro-
matica di riferimento su cui effettuare le misurazioni cromatiche
con lo strumento ‘Preleva Colore’. Le correzioni verranno at-
tuate in direzione dell’errore rilevato.
La finestra di con-
trollo del filtro ‘Bi-
lanciamento Auto-
matico del Colore’
consente rapide mo-
difiche al posiziona-
mento del punto di
bianco nelle imma-
gini trattate. Spicca
la preziosa casella di
spunta ‘Rimuovi Ten-
denza Cromatica’.
Essa consente di evi-
tare la comparsa di
dominanti cromati-
che eccessive nel-
l’applicazione del-
l’effetto per valori
Lo strumento di fotoritocco ‘Bilanciamento Automatico del Co- importanti di corre-
lore’ci consente di recuperare nelle immagini sottopostevi la per- zione della tempera-
fetta calibrazione della temperatura colore; in altre parole, non tura dell’illuminan-
essendo sempre perfetto il bilanciamento del bianco negli scatti te. La modularità dell’intervento è inoltre garantita dalla pos-
chimici (tramite filtratura) e non essendo nemmeno detto che gli sibilità di variare, all’interno di una stessa correzione cro-
stessi scatti digitali siano stati eseguiti con la massima precisio- matica, l’Intensità con cui tale modifica verrà attuata. Que-
ne nel bilanciamento digitale, possiamo noi andare ad interve- sto ci dà modo di lasciare trasparire nelle immagini un poco
nire e ripristinare digitalmente il corretto punto di bianco, par- della tendenza cromatica antecedente alle regolazioni onde
tendo magari dalle comode indicazioni forniteci da PSP 7 a ri- preservare negli scatti un poco dell’atmosfera realmente pre-
guardo della posizione nello spettro delle differenti sorgenti lu- sente al momento del ‘clic’: è noto che spesso una minima
minose. Il sistema di anteprime di PSP 7 si rende come sempre quantità di luce ambiente ‘calda’, anche se sbilanciata rispetto
disponibile per interventi a controllo puramente visivo (apprez- alla pellicola daylight utilizzata, giova all’estetica dell’im-
zabili nei risultati di questo genere di lavorazioni). magine.

cate” al fine di permetterne l’utilizzo dav- tali voci fanno capo, ad un’ottica fotogra- esterne, per motivi che chiariremo più avan-
vero a chiunque. fica, piuttosto che grafica o pittorica. ti: ci sembrava dunque utile introdurle mal-
Abbiamo quindi scelto PSP 7 per mostrar- Il solito consiglio di sempre, prima di spe- grado non fossero espressamente codifi-
vi una serie di interventi possibili per mi- rimentare, è quello di procurarsi un insie- cate in una voce del sottomenu ‘Fotori-
gliorare le vostre fotografie. me assortito di immagini su cui operare, tocco’ di cui intendiamo occuparci.
esattamente come abbiamo fatto noi: le im-
Gli strumenti di fotoritocco magini su cui effettueremo le prove sono Prepariamo le immagini
Tanto per inquadrare la zona di pertinen- provenienti da fonti eterogenee tra cui un Pur senza essere strettamente correlato al-
za di cui ci occuperemo chiariamo che PSP close-up ripreso con fotocamera digitale e la questione che vogliamo affrontare in
7 dispone, come è ovvio attendersi, di tut- bilanciamento automatico del bianco, un questa puntata relativa a PSP 7, vi è un pun-
te le classiche impostazioni manuali rela- ritratto in luce fluorescente, un paesaggio to sul quale voglio soffermarmi. Le im-
tive a colore, effetti, livelli, canali e ma- in controluce e uno still-life in luce mista. magini, prima di essere utilizzate devono
schere. Esistono, inoltre, funzionalità più Gli ultimi tre esempi sono tutti derivati da o, meglio, dovrebbero, essere predisposte
evolute indirizzate a chi si troverà a fron- scatti tradizionali su pellicola daylight scan- all’utilizzo che intendiamo farne. Essendo
teggiare i classici ostacoli derivanti dalla siti direttamente da Paint Shop Pro 7.0 sen- il presente articolo di carattere divulgati-
tecnica fotografica classica. za effettuare alcuna correzione in fase di vo non vi è un particolare scopo su cui in-
Di questo set ci occuperemo. Esso com- scansione. sistere, ma tengo comunque a mostrare un
prende le funzionalità di Bilanciamento del Questo mese esaminiamo le funzioni di bi- paio di procedimenti standard utilizzati nel-
colore, Correzione del contrasto e della sa- lanciamento dei colori e di aumento del l’elaborazione delle immagini.
turazione, Eliminazione dell’interlaccia- contrasto cromatico, senza disdegnare una Innanzi tutto decidiamo la dimensione del-
mento, dell’effetto moirè e dei graffi, Au- ‘puntatina’ in direzione del ridimensiona- le immagini che andremo a lavorare. La
mento della nitidezza, Correzione dello mento delle immagini, della verifica colo- considerazione relativa alla migliore gran-
scolorimento e del colore, Correzione de- re e dell’aumento apparente della messa a dezza deve derivare esclusivamente da fat-
gli occhi rossi, Eliminazione di polvere e fuoco ad opera della maschera di contra- tori di utilizzo personali (ingombro, tra-
disturbi, Correzione dell’istogramma. sto. Queste ultime tre operazioni, che de- sferimento via rete, risoluzione, qualità,
Già dalla denominazione di tali funzioni scriveremo in sintesi, sono fasi pressoché ecc.): essa non è generalizzabile. Per i no-
possiamo intuire come si sia cercato di im- onnipresenti ogniqualvolta ci apprestiamo stri scopi ho scelto di rendere le immagini
prontare l’intero menu ‘Fotoritocco’, cui ad una procedura di acquisizione da fonti derivate da scansione di dimensione rap-
Il secondo degli strumenti di fotoritocco che prendiamo in esame ci consen- I parametri sui quali possiamo intervenire onde regola-
te di regolare il contrasto cromatico di un’immagine padroneggiandone uni- re il contrasto della nostra immagine possono apparire
camente tre semplici attributi, ovvero la Polarizzazione, l’Intensità e l’A- limitati nel numero ma hanno, in tutti i casi da noi av-
spetto. È bene tenere sempre presente che un aumento eccessivo del contra- vicinati, fornito una degna via di uscita al problema.
Nello still-life si è reso possibile un recupero delle om-
sto attraverso l’effetto ‘Aumento Automatico del Contrasto’ potrebbe porta-
bre che ha senza dubbio rafforzato la plasticità della for-
re, anziché ad un incrementata resa visiva dell’immagine, ad una eccessiva ma. Nel paesaggio, pur mantenendo come corretto il
perdita di dettaglio soprattutto nelle ombre, rese troppo scure ed uniformi senso di controluce si è riusciti a dare ‘corpo’alle om-
dalla compressione della scala tonale. Delle immagini utilizzate rileviamo bre dei paletti, riconsegnando all’immagine il perduto
che soprattutto gli incarnati e gli abiti del ritratto a luce neon e del close-up impatto cromatico. È innegabile che anche in questo ca-
digitale si sono giovati dell’applicazione di questo effetto. In effetti la resa di so si sia fatto largo uso della verifica visiva sull’ante-
un incarnato pulito, uniforme ma ricco di contrasto è spesso alla base di un prima globale piuttosto che su metodi di misurazione
ottimo ritratto. assoluti.

portabile a quella scattata in digitale; co- esclusivamente dall’acutezza con cui ven- fastidioso micromosso (neanche poi tanto
me ordine di grandezza andiamo quindi da gono percepiti i bordi dei particolari che micro!).
circa 23 Mb a circa 9 Mb. Ci serviamo a compongono l’immagine. Mettendo dun-
tale scopo della voce ‘Ridimensiona’, pre- que in evidenza i bordi dell’immagine pos- Come operiamo
sente sotto il menu ‘Immagine’ di PSP 7. siamo tentare, entro limiti non troppo ele- Abbiamo detto che le immagini del nostro
Senza indagare troppo notiamo che le di- vati ma adatti al recupero da scansione, di set hanno origine assai eterogenea. Questa
mensioni sono impostabili in vario modo, ottenere un finta focheggiatura / acutezza diversità ci dà modo di affrontare i mede-
come si confà ad un serio software di ela- dei dettagli più fini. Utilizziamo a tal pro- simi ambiti di ritocco partendo ogni volta
borazione delle immagini. Possiamo for- posito un ‘Effetto di Messa a Fuoco’ che da premesse differenti. Sappiamo benissi-
nirle sia in percentuale, che in pixel che in prende il nome di ‘Maschera di Contrasto’. mo che l’applicazione di sorgenti di illu-
centimetri o pollici fornendo però, in que- Essa è presente in quasi tutti i migliori minazione differenti su pellicola daylight
st’ultimo caso, il dato relativo alla risolu- software di fotoritocco e non manca certo ci fornirà risultati tanto più cromaticamente
zione di stampa per tale grandezza ‘reale’ in PSP 7. I parametri su cui possiamo in- ‘distorti’ quanto più la temperatura colore
ignota all’elaboratore (cm o inch). tervenire, senza esagerare, sono il ‘Rag- della luce presente al momento dello scat-
Ci preoccupiamo inoltre di mantenere la gio’ entro cui il computer calcolerà i pun- to differirà dalla temperatura colore per cui
proporzione tra i lati dell’immagine, così ti da mettere in evidenza, la ‘Intensità’, ov- la pellicola è stata tarata, per le daylight at-
da poter inserire il nuovo dato dimensio- vero la forza con cui tali elementi di spic- torno al valore di 5500 gradi Kelvin.
nale per un solo lato e lasciare al compu- co verranno ‘tirati fuori’ dall’immagine ed PSP 7 ci offre con la massima discrezione
ter il ricalcolo del secondo. Il metodo di ri- un livello di ‘Ritaglio’ utile a limitare l’ef- un potentissimo strumento di correzione
campionamento sarà quello più preciso per fetto dei primi due a partire da una deter- cromatica, o meglio di bilanciamento co-
scopi puramente fotografici, ovvero il ‘Bi- minata soglia qui impostabile. Fa da im- lore, che opera essenzialmente tenendo in
cubico’. mancabile corredo il noto sistema di ante- considerazione le possibili variazioni cui
La seconda operazione tipica per chi ha prime di Paint Shop Pro. una pellicola per luce diurna è stata sog-
l’abitudine di scansire i propri originali, Ho personalmente osservato che, tra le im- getta nell’esposizione a luce ‘non compa-
soprattutto con scanner di livello non ec- magini utilizzate per questa prova, non ve tibile’. Come è possibile vedere dalle im-
celso, è quella inerente al tentativo di re- ne è una che non abbia tratto giovamento magini la scala di valori entro cui possia-
stituire alla nostre immagini un poco del dalla parsimoniosa applicazione di tale ‘Ef- mo muoverci varia da 2500 Kelvin a
dettaglio perso a causa della scansione (ine- fetto’. Anche l’immagine digitale (il sorri- 9300K, comprendendo dunque tutte le pos-
vitabile!) tramite null’altro che un ‘truc- so), non affetta dal decadimento del detta- sibili fonti di illuminazione dalla candela
co’. La percezione della messa a fuoco di glio in scansione, ha potuto recuperare una al flash elettronico ed oltre. La persona-
un’immagine si ha, in chi osserva, quasi definizione persa in ripresa a causa di un lizzabilità della funzione di bilanciamen-
Gli effetti comparati delle varie fasi di lavorazione lasciano spazio ad una serie di commenti. Innanzi tutto pare ovvio che
l’immagine che abbia maggiormente risentito in modo benefico del bilanciamento cromatico sia quella ripresa nelle peggio-
ri condizioni di illuminazione, ovvero il ritratto in luce neon ripreso senza filtratura su pellicola daylight. In seconda istan-
za notiamo come una intenzionale sovraesposizione (lieve invero) dei volti abbia giovato, in sede di regolazione del contra-
sto, sia alla ripresa digitale della bocca (close-up) sia al ritratto. È pratica usuale nella fotografia di moda l’aprire di anche
uno stop il diaframma allo scopo di pulire un minimo i volti dalle inevitabili imperfezioni. Ovviamente le nostre sovra-rego-
lazioni si sono limitate all’intervento visibilmente controllabile dall’anteprima. In ultimo tengo a sottolineare come l’imma-
gine che in minor misura ha tratto giovamento dagli interventi apportati sia stata quella generata in digitale. Questo non do-
vrebbe stupire ma anzi far riflettere sul fatto che la ripresa in digitale è, spesse volte, maggiormente controllabile in ripresa
di quanto non lo sia la ripresa tradizionale, seguita dalla de-performante fase di scansione. È inutile sottolineare poi come
un maggiore controllo in ripresa non possa che giovare nel momento in cui andremo ad operare regolazioni in post-produ-
zione, come gli esempi fino a qui osservati.
to, tramite il cursore ‘Intensità’, abbinato relativi alle più diffuse sorgenti di illumi- I PREZZI
alla capacità del software di rimuovere le nazione (il ritratto era soggetto a luce neon,
tendenze cromatiche che potrebbero in- fluorescente). Jasc Paint Shop Pro 7.0
sorgere per correzioni ‘importanti’, ci han- Più complessa è la valutazione nello still- in italiano L. 299.000
no dato modo di ritrovare un corretto equi- life, ove di tinte certe non ve ne sono (le
librio cromatico, soprattutto per l’imma- bruciature non contano in quanto ogni co- Distribuzione:
gine ripresa in controluce (fortemente az- lore potrebbe essere bruciato in bianco).
Questar
zurra) e per quella scattata in luce fluore- Idem nella macro o, meglio, close-up, del-
scente (verde). la bocca. Diamo per scontato che nell’im- numero verde: 800.7837827
Qui dobbiamo fare una prima precisazio- maginario collettivo i denti siano bianchi, http://www.questar.it
ne. L’immagine ripresa in digitale è risul- ma così non è nella realtà! Non ci resta dun-
tata in fin dei conti la meno passibile di mi- que che affidarci alla estremamente co- contrasto venga applicato al fine di dare
glioramenti cromatici, sia per ciò che con- moda e versatile anteprima fornita da PSP alla foto un aspetto più o meno piatto. Sem-
cerne il bilanciamento, sia per ciò che ri- 7 e calcolarci istintivamente le variazioni pre disponibile ed indispensabile la como-
guarda il prossimo controllo del contrasto. del caso affidandoci alla possibilità di ve- dissima anteprima locale (le finestrelle qua-
Questo è da attribuire essenzialmente a due dere in real-time le modifiche apportate al- drate dotate di zoom e preview istantanea)
fattori. In primo luogo la fotocamera digi- la configurazione della funzione ‘Bilan- e quella globale direttamente sul file in og-
tale usata vanta un ottimo algoritmo di bi- ciamento’, fino ad osservare un risultato getto, sia richiamabile a piacere che auto-
lanciamento del bianco, forse tendente al di nostro gusto, possibilmente almeno ve- matizzabile. I migliori risultati nell’appli-
magenta ed in tal senso recuperato in fase rosimile. Accenno solo al fatto che spesso cazione di tale funzione ci pare vadano a
di bilanciamento cromatico in PSP 7. In in still-life il bilanciamento apparente o favore del ritratto (incarnato e vestiti) e del-
secondo luogo le immagini ottenute me- estetico ha più importanza del reale bilan- lo still-life (ombre).
diante scansione sono passate per una ‘in- ciamento cromatico.
terpretazione’ data dalla periferica di ac- Dalle immagini vediamo che i risultati ot- Una valutazione
quisizione, che l’immagine digitale non ha tenuti da questo primo intervento sono no- Senza dubbio i risultati confermano la
subito. Questo può sembrare poca cosa, ma tevoli: siamo soddisfatti! Tuttavia possia- riuscita di questa tendenza a semplifica-
assicuro che in fase di scansione, soprat- mo fare di fare meglio. re la vita al fotografo digitale in cerca di
tutto di originali cromaticamente non neu- soluzioni piuttosto che di altri dubbi sul
tri, è facile che tali incongruenze insorga- Rifiniamo il risultato come operare. Partendo da una discreta
no. Non approfondiamo ulteriormente. Ad una prima osservazione di quanto ot- esperienza nel campo del fotoritocco pro-
Tornando a PSP 7, vorrei puntualizzare che tenuto ho notato che le immagini manca- fessionale mi trovo a giudicare gli stru-
la corretta procedura di controllo del bi- vano in generale di un po’ di contrasto, o menti esaminati in una doppia ottica. In-
lanciamento si dovrebbe avvalere di una che comunque i livelli di luminosità erano nanzi tutto, come già detto, non posso che
fase preliminare, come mostrato nelle im- mal distribuiti. Quale occasione migliore condividere il tentativo di fornire stru-
magini, di misurazione dell’errore croma- dunque per sperimentare un’altra funzio- menti pronti, utili e, soprattutto, funzio-
tico. Ma come? Chi è uso effettuare ripro- nalità fotografica di PSP 7? Detto fatto: nanti a chi è fotografo e non informati-
duzioni d’arte è in genere abituato ad in- proviamo l’Aumento Automatico del Con- co; in seconda istanza devo riconoscere
serire in posizione decentrata, nell’inqua- trasto. In linea di massima, senza eccede- che una prima applicazione di massima
dratura finale, una scala cromatica su cui re nei tempi e nello spazio, assumiamo che di tali strumenti, ovviamente controllata
poi calcolare le variazioni dovute ad erro- il contrasto sia in relazione con la diffe- coi metodi classici del fotoritocco digi-
ri di illuminazione. Mancando a noi tale ri- renza di luminosità riscontrabile in un’im- tale ‘manuale’, lascia aperto il campo ad
ferimento certo non possiamo che basarci magine tra le sue tinte più chiare e quelle ogni possibile affinamento ad opera di
su elementi di colore noto, come ad esem- più scure. chiunque desideri apportare modifiche
pio un muro (bianco o grigio), un cartel- Il pannello di controllo di tale funzione in più mirate e specifiche, pur risparmian-
lone, un tratto di asfalto che diamo per neu- PSP 7 ci permette di intervenire su tre pa- do il tempo, se consentito, che l’intero
tro (grigio) o simili. Dal prelievo di colo- rametri, dalla denominazione molto istin- processo manuale richiederebbe. Ho tro-
re tramite l’apposito strumento fornito in tiva e comprensibile come si confà, per al- vato tutto sommato discrete le modifiche
PSP 7 (il contagocce), veniamo a cono- tro, a tutte le voci dei vari menu, sottome- apportate alle foto, nel senso che non si
scenza della composizione RGB dei colo- nu, barre strumenti e finestre di Paint Shop è mai reso necessario rinunciare ad una
ri presenti in tali punti di interesse; è inu- Pro 7.0. Essi sono la Polarizzazione, L’In- operazione, poiché due successivi ‘pas-
tile dire che la tonalità ricercata sarà un bel tensità e l’Aspetto relativi all’aumento di si’ nel settaggio di uno strumento non han-
grigio dove, negli originali di partenza, era- contrasto che desideriamo apportare al- no mai fornito variazioni troppo deboli o
no presenti solo blu o verdi. l’immagine. Molto sinteticamente possia- troppo forti senza vie di mezzo auspica-
L’operazione è risultata semplice per le im- mo assumere che per passi successivi nel- bili. Penso che il termine adatto sia
magini relative al ritratto ed allo stadio, in l’impostazione di tali valori otteniamo via ‘uniformemente progressivo’.
cui vi erano elementi di colore quasi cer- via risultati più ‘violentemente’ contrasta- Suggerisco ora di osservare gli esempi il-
to: per ottenere un asfalto grigio dal blu oc- ti, anche se a ben guardare gli effetti sono lustrati in queste pagine e di leggere le di-
corre scaldare verso il giallo, per ottenere assai più modulari. Possiamo decidere se dascalie che spiegano i successivi passag-
un muro bianco dal verde basta andare ver- lasciare che l’immagine risultante tenda a gi.
so i magenta. La scala fornita da PSP 7 ci tinte chiare o scure piuttosto che neutre, EGT.
aiuta inoltre posizionando degli indicatori possiamo stabilire se desideriamo che il (1-continua)
DIGITALE

COLORE DIGITALE:
INTERVENTI ARBITRARI Correzioni in post-produzione, con il computer

L’immagine di partenza: una vista delle Pale di S. Martino, in


autunno, portata sul Photo CD e poi sul video del computer.

Accanto alle possibilità di interventi cor- zionali. Proseguiamo. In questo elenco di surrogato: chiedere al fotolaboratorio un
rettivi o creativi tradizionali in ripresa, strumentazioni non abbiamo citato uno trasferimento di dati su di un disco otti-
con i filtri, anche al fotoamatore si sono scanner per diapositive. È certo utile ma co, Kodak Photo-CD o, più in generale,
ormai aperte le strade della manipola- riteniamo che, per i primi passi in questo una digitalizzazione su CD-Rom. Il di-
zione elettronica. Le strumentazioni ba- mondo, il fotoamatore possa anche scat- sco verrà infine letto dal computer (con
se sono note: occorre un computer, me- tare qualche diapositiva, o qualche rulli- lettore di CD che sui computer recenti è
glio se con almeno 48Mb (o più) di me- no negativo colore, e poi ricorrere ad un incorporato) e si inizierà infine ad ope-
moria RAM, occorre una rare con un programma di ma-
stampante a colori. Come nipolazione immagini.
abbiamo già avuto modo di In queste pagine mostriamo al-
riferire la Epson Stylus Pho- cuni interventi realizzabili in
to 700 offre 1440x720 dpi: modo estremamente semplice
quanto serve per realizzare agendo su di un solo comando.
stampe (su carta Epson “fo- Quello delle curve lumino-
tografica”) che raggiungo- sità/contrasto del più classico
no una soglia qualitativa programma di ritocco, Photo-
sufficiente a competere, sul shop. Altri programmi operano
formato A4, con buone con modalità simili.
stampe fotografiche tradi- La procedura è semplice: si “ca-
rica” a video l’immagine da ela-
B (videata: menu curve) borare, eventualmente si “rita-
All’interno del programma glia” l’area sulla quale si vuole
Photoshop, si sceglie il me-
applicare la correzione e poi, co-
nu Immagine, poi Regola,
me mostrano le videate che pub-
poi Curve...
Il comando “Curve...” fa comparire il grafico che segna l’e-
quilibrio luminosità/contrasto. Con il mouse si sposta la cur-
va come indicato, rimanendo in posizione alta. La foto schiarisce progressivamente.

blichiamo, si va sul menu: Immagine, Re- ciato significa variare “globalmente” i pa- polando. E che poi potrà essere salvata
gola, Curve... rametri dell’immagine: oltre alla lumi- in un “file” apposito e stampata sulla pro-
Si “aprono” così i grafici di intervento. nosità, la variazione di contrasto modifi- pria stampante (o data da stampare ad un
Modificando la curva con il mouse (si cherà sensibilmente i colori; per questo laboratorio). Una raccomandazione: non
possono “fissare” , cliccando, i punti in motivo conviene operare su una copia bisogna farsi prendere la mano dall’en-
cui far cambiare direzione al grafico), si dell’immagine. I più esperti potranno la- tusiasmo e apportare le variazioni con
fanno variare contemporaneamente in- vorare sui livelli, che sono come fogli di spostamenti troppo marcati. Sarà meglio
tensità luminose e contrasti sulla foto a acetato stesi sulla nostra immagine ori- effettuare le variazioni con molta pro-
video. Anche piccoli interventi sulla cur- ginale. Si avrà dunque la sensazione di gressività.
va sono significativi. Toccare questo trac- “ricreare” la fotografia che si sta mani- Gli esempi che pubblichiamo mostrano,

Mantenendo l’effetto di schiarita (spostamento della curva come fatto precedentemente), si può variare la “curvatura” della trac-
cia (in basso).
Si interviene così sul contrasto anziché sulla luminosità e si varia la saturazione dei colori. L’effetto, da guidare con piccoli spo-
stamenti, è che si passa da una foto “diurna” (evidenziata con tratteggio nella finestra aperta in alto), ad una foto che sembra di
un tramonto rosso fuoco, intenso.
Rendendo più “ripida” la curva di contrasto, con uno sposta-
mento che come si nota è tutto sommato modesto, si può scu-
rire ulteriormente l’immagine arrivando ad una resa simile a quella di una pellicola infrarossa a colori.

certo senza esaurire il tema, come par-


tendo da una scena autunnale si possa ope-
rare un effetto di schiarita capace di ren-
dere la giornata più luminosa e i larici più
gialli, oppure come cercare toni più cupi
e saturi (quasi quelli di un tramonto dram-
matico), o addirittura esasperarli fino ai
colori innaturali simili a quelli ottenibili
con pellicola infrarossa usata con i filtri.
Fino alla curiosità di un particolare che
abbiamo ingrandito per evidenziarlo: esa-
sperando la curvatura del tracciato del
grafico si può anche ottenere qualche ef-
fetto di inversione dei toni. Una sorta di
“solarizzazione” elettronica ha portato in-
fatti addirittura alla comparsa di rocce
verdi.

M.Capobussi

Modificando in modo più marcato la curva, come si vede, si tra-


sformano contrasti e colori. Al punto che compare un effetto si-
mile a quello che nella fotografia tradizionale è detto di sola-
rizzazione, con inversione di toni. Ecco, evidenziato, un parti-
colare rivelatore: le rocce sono addirittura diventate verdi.
SOFTWARE

COME GESTIRE IL
PROPRIO ARCHIVIO
FOTOGRAFICO
Prendiamo in esame un software progettato appositamente per organizzare il proprio
archivio e reperire con rapidità le foto cercate. In prova Portfolio 5.0 di Extensis.
La passione per l’immagine digitale sta
contagiando molti che non si erano mai in-
teressati di fotografia convenzionale; ciò è
vero anche per chi della fotografia ha fat-
to da anni motivo di orgoglio e passione.
A questi mi rivolgo in primo luogo, espo-
nendo un problema scottante per chi ha an-
ni di scatti chimici alle spalle e altrettanti
quintali di materiale scattato sulla scriva-
nia, reale o virtuale che sia.
Esistono persone dedite all'ordine ed al-
l'archiviazione ed esiste chi, come me, tro-
va noioso passare le notti a ordinare e ca-
talogare tanto variegate moli di materiale
anziché ricercare suggestive illuminazioni
artificiali.Volendo fare della fotografia qual-
cosa di più che un hobby estivo ci si scon-
tra col problema della catalogazione e ri-
cerca dello 'scattato'. Il fotografo chimico
ricorre ai provvidenziali 'plasticoni' di va-
ria quanto folkloristica sorta. Chi aiuta però
il fotografo digitale, che dei plasticoni se
ne fa ben poco? Avviamo quindi una ru-
brica dedicata al software per presentarvi Per chi non è abituato ad utilizzare strumenti di tipo database il concetto di record potreb-
soluzioni utili per chi scatta in digitale o be avere un sapore legato all'attività sportiva. Nel nostro ambito di utilizzo abituiamoci in-
chi acquisisce immagini scattate in chimi- vece a considerare come record un insieme di dati riferiti al medesimo oggetto, per noi un'im-
co tramite scansione; nel fascicolo di que- magine, archiviati in modo compatto. La lista di informazioni che ci viene presentata in que-
sto mese prendiamo in esame Portfolio 5.0 sto caso in bianco su fondo acqua è l'insieme di tutte le informazioni contenute nel record
di Extensis. relativo all'immagine visibile in alto, che viene considerata essa stessa come parte del re-
cord. Rispetto ad altre schermate questa è stata personalizzata nei colori e nei font attra-
verso l'assai completo menu visibile in basso. Molto varie le informazioni catalogabili qua-
Il database li campi del record.
Chiariamo prima di tutto alcuni concetti
fondamentali. Una base di dati consiste in
un insieme di informazioni riguardo a de-
terminati oggetti, identificati da un nome
e da attributi che li caratterizzano. È pos-
sibile eseguire nel database ricerche di ele-
menti che presentino gli attributi specifi-
cati, oltre ad operazioni quali l'inserimen-
to, l'eliminazione, la modifica e l'ordina-
mento di elementi.
Disporre di un elaboratore che gestisca que-
ste funzioni è fondamentale parlando del-
le migliaia di immagini di cui è solitamente
composto un archivio fotografico amato-
riale.
Portfolio 5.0 offre tutte queste funzioni ba-
se ed altre, anche estremamente specifiche.
Noi esamineremo l'aspetto che più imme-
diatamente potrà apprezzare chi è fotografo
piuttosto che informatico, ovvero chi vo-
glia Scattare – Archiviare – Ricercare.
Per iniziare prepariamo un set di immagi-
ni su cui operare e sperimentare, qualche
centinaio tra foto e grafica, sparse in varie
cartelle presenti sul nostro personal. Ai fu-
turi ‘archivisti’ consiglio di spendere tem-
La visualizzazione tramite lista di record ci permette di osservare come sia facile inserire
po nell’apprendimento del software utiliz-
dei campi (attributi) personali nella lista di quelli forniti di default col programma. In que-
zando un set di file immagine ‘copiati’, vi- sto caso è stato definito il campo 'Pubblicato su PF' concedendo agli utenti la sola scelta
sto che, anche se Portfolio 5.0 opera su ri- tra i possibili valori booleani 'sì' e 'no'. Il campo è stato poi fatto comparire alla fine di ogni
ferimenti ai file veri e propri, in taluni ca- record visualizzato.
si è possibile modificare gli attributi degli
originali digitali.
Il concetto che va assolutamente padroneggiato al fine di orientarsi Lo scopo per cui essenzialmente ci serviamo di un database è quel-
adeguatamente all'interno di un qualsivoglia database è quello di lo di reperire nel minor tempo possibile un'informazione o, nel no-
'Chiave di ricerca'. Una chiave di ricerca è un attributo che definia- stro caso, un'immagine. I criteri di selezione e di ordinamento ci per-
mo per uno o più elementi e che ci permetterà di rintracciarlo/i nel mettono di restringere il campo di ciò che ricerchiamo ma ancor di
database distinguendolo/i da tutti gli altri. Le operazioni di ricerca più, in Portfolio 5.0, ci viene incontro l'ottima maschera di ricerca
sono gestite dal software, ma sta a noi il mantenimento di un set di che permette, attraverso la definizione degli attributi voluti, di com-
termini uguale per tutti, che garantisce, nel caso di ampia applica- porre vere e proprie 'frasi' di ricerca componendo tra loro successi-
bilità delle chiavi, di avere sempre un risultato sufficientemente va- ve definizioni delle caratteristiche volute. La possibilità di compor-
lido, in seguito alla prima fase attuata, che è quella di definire in re in 'AND' o in 'OR' booleani le richieste accresce ancor più le po-
Portfolio 5.0 delle parole chiave adeguate all'oggetto che intendia- tenzialità di utilizzo di tale metodo. È pregevole la possibilità di ef-
mo catalogare. Posto che 'foto' o 'bella' potranno ben poco servire fettuare ricerche sia all'interno della galleria completa che nelle so-
ad una ricerca mirata (ma non è detto), tentiamo di definire delle le parti di essa ottenute come risultato da precedenti ricerche. È al-
'Keyword' o 'Parole chiave' adatte. La logica di attribuzione di tali tresì consentita la generazione di nuove gallerie dai risultati di ri-
sostantivi può essere molteplice ma vanno considerati prioritaria- torno. Gli elementi le cui caratteristiche combaciano con i criteri
mente due aspetti: una parola chiave troppo generale fornisce nella immessi vengono immediatamente mostrati nella finestra relativa al-
ricerca un numero troppo alto di elementi che vi si adattano mentre la galleria, ‘scremati’ dalle immagini giudicate incompatibili.
una troppo dettagliata potrebbe risultare difficile da ipotizzare al mo-
mento della ricerca. Portfolio 5.0 ci consente di definire un set di pa-
role chiave generico per ogni immagine oltre ad un set privilegiato
e definito nell'apposita palette contenente le parole di maggiore uti-
lizzo, selezionabili ed assegnabili mediante un semplice click del
mouse, il Ricerca. La seconda fase consisterà poi nell'esame delle
parole chiave più specifiche per ogni immagine.

Portfolio 5.0 cola, ecc. programma senza definire altri parametri


Il software di Extensis si presenta come una Già questa operazione di trascinare le im- mi ha condotto a quanto segue. Qualche
scatola che sta a noi riempire col materia- magini da una cartella è certamente più bre- giorno prima di installare Portfolio 5.0 ho
le da archiviare. Esso metterà ‘di suo’ i me- ve dell’inserimemento delle dia nei plasti- salvato la foto di un’amica: perché non pro-
todi di gestione e modifica di quanto inse- coni tradizionali; è vero che non conside- vare a cercarla, senza alcun controllo visi-
rito: ciò potrà sembrare poca cosa ai non riamo l’eventuale scansione, ma è anche vo, nell’archivio generato automaticamen-
avvezzi, ma gestire grandi moli di dati in vero che la quantità di materiale digitale te dal mio HD? I dati certi erano la dimen-
modo efficiente non è banale. cresce ogni giorno di più all’interno dei no- sione dell’immagine (scattata a 1600x1200
Per inserire le immagini possiamo trasci- stri computer (scatti digitali, foto dal web, pixel), il colore (24 bit), il formato (TIFF)
narne i file da una cartella del file system grafica, clip-art, ecc.). A tal proposito se- e che tale immagine era stata salvata non
all’interno di Portfolio 5.0, oppure lascia- gnaliamo che Portfolio 5.0 archivia qual- oltre una settimana prima.
re al programma il compito di ricercare ed siasi file, anche filmati, file audio, testo La ricerca dei file TIFF archiviati mi ha re-
inglobare tutte le immagini, di tipo e ca- nonché altri di varia natura, rappresentati stituito una lista di circa 300 file: troppi per
ratteristiche scelte, presenti nel nostro PC. mediante icona e per i quali è possibile de- un controllo nominale! Il secondo livello
In automatismo Portfolio 5.0 genera le mi- finire dati da elaborare. di ricerca ha scremato questo set dalle im-
niature delle immagini, di dimensione e Dando ‘in pasto’ a Portfolio 5.0 l’intero mio magini di dimensione differente da
qualità selezionabile, ed una minima base hard disk è stato semplice portare in ‘luo- 1600x1200pixel: in totale circa 90 imma-
di dati derivata dalle informazioni conte- ghi’ più accessibili, con il semplice ‘drag gini. Un’ulteriore ricerca per data mi ha
nute nel file stesso: nome, dimensione, ri- and drop’ della miniatura nelle nuove car- fornito meno di una decina di file tra cui
soluzione, colore, ecc. Questo equivale a telle, alcune foto dimenticate in directory solo una di nome FRA.TIF, attribuibile al-
raccogliere su un tavolo le foto scattate, impensabili. la Francesca ritratta. L’agevole controllo
suddivise per formato, colore, tipo pelli- La voglia di sperimentare praticamente il visivo delle miniature 112x112 pixel avreb-
be forse portato agli stessi risultati ma, in
una base dati di molte migliaia di immagi-
ni, la ricerca sarebbe stata molto più diffi-
cile.

Le funzionalità più rilevanti


Finiti i giochi (fondamentali per ‘acclima-
tarsi’!) vediamo cosa sa fare di serio Portfo-
lio 5.0.
Innanzi tutto ho abbinato al maggior nu-
mero possibile di immagini le cosiddette
parole chiave (keyword), che sono termi-
ni descrittivi utili a creare dei gruppi di im-
magini; possono essere inserite secondo le
proprie necessità o scelte da un elenco pre-
definibile. Il vantaggio di quest’ultima ipo-
tesi consiste nel disporre di parole chiave
comuni a molte immagini, evitando così il
Esaminando il database attraverso la lista di tutti i record contenutivi, avremo la miglio-
rischio di errori di digitazione o di scarsa
re visione globale dei dati in esso presenti. Personalizzando la sequenza di informazioni
omogeneità nella scelta dei criteri di cata- che compare a video è possibile compiere un'analisi estremamente mirata del nostro ar-
logazione (singolari/plurali o maiusco- chivio, mantenendo l'anteprima delle immagini selezionate.
le/minuscole) che all’atto della ricerca po-
trebbero inficiarne i risultati.
Un classico insieme di parole chiave ‘fis-
se’ potrebbe essere: tele, normale, gran-
dangolo, daylight, tungsteno, mattino, po- La maggiore superficie visiva resa
meriggio, sera, flash, ecc. Tale insieme di disponibile dalle miniature di
termini garantisce, per piccole basi di da- 112x112pixel consente una migliore
ti, una dignitosa capacità di cernita nel- definizione delle immagini di inte-
resse. Ogni operazione di selezione,
l’archivio. Il semplice clic necessario ad spostamento, cancellazione o modi-
attribuire le parole prefissate accresce la fica può avvenire direttamente in-
rapidità di costituzione di una base dati so- tervenendo sulle miniature delle im-
lida e consistente. magini.
Portfolio 5.0 permette poi di ordinare gli L'unico aspetto a cui un nuovo uten-
elementi nel database secondo un qualsia- te di database dovrà adeguarsi è re-
si parametro tra quelli definiti nella crea- lativo alla dicotomia esistente tra
zione dei dati (formato, dimensione, riso- l'immagine reale e la sua miniatura:
luzione, ecc.) o tra quelli definiti dall’u- le operazioni compiute sui thumb-
tente a proprio piacere: pensiamo a che fa- nail hanno effetto sugli originali so-
lo in determinati casi, rischiando a
tica sarebbe effettuare ciò nella realtà! Que-
volte di confondere l'utente inesper-
sti parametri, o campi, differiscono dalle to riguardo alle operazioni realmente svolte. Anche per tale visualizzazione è ovviamente
parole chiave poiché assumono un valore. possibile personalizzare colori e font dei testi, dimensioni e bordo delle immagini oltre che
Una parola chiave potrebbe essere ‘Tra- numero e tipo delle informazioni presenti a fondo immagine.
monto’ mentre un campo valido potrebbe
presentarsi come ‘Pubblicato’ con indica-
zione ‘sì’ oppure ‘no’. È anche possibile
ordinare le immagini secondo le stesse pa- Tra le proprietà
disponibili per
role chiave.
ogni oggetto pre-
Ancora non si è detto di come le immagi- sente nel nostro
ni si presentino all’utente. Portfolio 5.0 of- database vi è la
fre tre visualizzazioni di default: con mi- preziosa opportu-
niature, con lista senza miniature e con re- nità di digitare un
cord e miniature. La differenza pratica di commento perso-
tale scelta sta nel numero di record visibi- nale alle singole
li sullo schermo (ovvero l’insieme dei da- immagini. Tale
ti riferito ad una stessa immagine) e nella commento figu-
completezza delle informazioni ad essi as- rerà, se desidera-
sociate. È ovvio che quante più sono le to, al fianco del-
le miniature e
informazioni visibili per ogni immagine, delle parole chia-
tante meno immagini riempiranno una sin- ve impostate per le immagini archiviate, dando la possibilità a chiunque vi acceda di re-
gola schermata. La possibilità, in tutti i ca- perire immediatamente informazioni topiche riguardo al file esaminato. Nel caso della vi-
si, di personalizzare la dimensione delle deata qui riportata la descrizione appena immessa nella maschera 'Proprietà' figura sot-
miniature, il numero ed il tipo di informa- to la visualizzazione tramite lista dell'archivio.
Essendo ormai giunti in un'epoca in cui tutto sem-
bra vantare riferimenti al mondo di Internet, pare
ovvio che anche Portfolio 5.0 non si distacchi trop-
po da tale filosofia. Tra le possibilità di esportazio-
ne offerte dal programma compaiono infatti le voci
HTML, il formato che definisce le pagine web, e 'Fi-
le di Testo'. Nella seconda delle ipotesi avremo la
possibilità di ottenere, da una selezione di immagi-
ni effettuata nella finestra principale del database,
un file di testo riportante tutte le informazioni rela-
tive alle immagini selezionate, compresa la loro col-
locazione all'interno del file system del nostro com-
puter. Il chiaro vantaggio di tale accorgimento è quel-
lo di contenere nello spazio assai ristretto di un file
testuale tutte le informazioni relative a migliaia di
immagini, mantenendo la possibilità di effettuare
modifiche ai dati e di reimportarli successivamente
modificati. L'esportazione in HTML prevede invece
di restituirci un insieme di pagine web, contenenti,
in numero variabile a seconda della loro dimensione, le miniature relative agli elementi selezionati del database. La navigazione attraver-
so più pagine, se necessario, è assicurata da alcuni link a fondo pagina che consentono l'avanzamento, il ritorno alla homepage e l'arre-
tramento. L'aspetto seppur minimale delle pagine ottenute può essere personalizzato, anche pesantemente, tramite le immancabili opzioni
di esportazione. Va in ogni caso considerato che tale funzionalità aspira principalmente all'ottenimento dell'ossatura di un eventuale sito
online, piuttosto che di una pagina preconfezionata, propria di software appositi ben più malleabili.

zioni, la dimensione del carattere ed altro


ancora, consente di trovare sempre un com-
promesso tra quantità e completezza di
informazione. Basta poi un semplice clic
sulle miniature per ottenere i dati ad essa
associati nella loro interezza; due clic so-
no sufficienti per aprire il file immagine in
una finestra apposita, dotata di comandi
zoom.
Ho trovato comoda l’opportunità (solo vir-
tuale!) di dividere l’archivio principale in
più ‘gallerie’ ben definite (anche interse-
canti tra loro) al fine di restringere il trat-
tamento della base di dati ai soli sottoin-
siemi di interesse. Può essere comodo crea-
re più gallerie per più autori, potendo co-
munque tornare alla ricerca nell’insieme
globale dall’archivio principale. Altri stru-
menti molto flessibili ci consentono l’im-
postazione, all’interno delle gallerie, di ul-
teriori sottoclassi, chiamate categorie, fino
al raggiungimento di una struttura tanto
complessa quanto performante per corpo-
Il concetto di 'Vista', derivato della teoria delle basi di dati informatiche, prende forma in se archiviazioni.
Portfolio 5.0 nelle vesti di 'Galleria'. Una volta che avremo definito il nostro archivio di im- Essenzialmente le interrogazioni del data-
magini, eventualmente estrapolato in automatismo dal disco fisso del nostro PC, potremo de- base vengono poi gestite definendo i ter-
finire più specificamente alcuni insiemi di immagini su cui operare. Non è infatti detto che mini o i valori da ricercarsi nei campi de-
tutte le immagini presenti nell'archivio appartengano a un set omogeneo di lavori: potrem- gli elementi in archivio, o eventualmente
mo reputare opportuno mantenere separati i lavori fotografici da quelli grafici o dalle im- in singole parti di esso: cercheremo per
magini di altri autori. In tale caso, onde non ripetere le numerose operazioni di esclusione esempio le immagini nel cui nome di file,
del materiale, di volta in volta indesiderato, ad ogni avvio del programma, possiamo defini- o nell’intero percorso, compaiano le lette-
re dei sottoinsiemi del database principale che verranno trattati esattamente come archivi
più piccoli, meglio definiti. Una apposita palette ci consente poi di esaminare, in ogni istan-
re ‘xyz’.
te, quali siano le gallerie abbinate ad ogni singolo archivio. Potremmo anche osservare tale corrispon-
denza in altri attributi nonché nelle utili pa-
role chiave. La ricerca di un’immagine de-
finita da ‘Tramonto’ ha una connotazione
più umana che non la ricerca di un nume-
ro di byte.
QUANTO COSTA
Portfolio 5.0 (include PortWeb) L. 520.000

Portfolio 5.0 Aggiornamento


(include PortWeb) L. 270.000
Lingua inglese, piattaforma Mac e Windows,
prezzi IVA esclusa.

Produttore: Extensis - www.extensis.com.

Distributore per l’Italia:


Pico srl, via Costituzione 29, 42100 Reggio
Emilia.
Tel. 0522.512332, fax 0522.511061.
Servizio clienti tel. 0522.511332.
E-mail: info@pico.it. - www.pico.it

Al fine di tenere sott'occhio tutti gli aspetti più rilevanti relativi alla gestione del nostro da-
tabase, Portfolio 5.0 ci mette a disposizione una serie di finestre (o palette) contenenti, rac-
È ancor più semplice cliccare due volte sul-
colte per genere, le categorie o i metodi di navigazione o ricerca che abbiamo precedente-
la chiave interessata per vedere scompari- mente stabilito per le nostre immagini. È possibile accedere direttamente da tale sede alle
re dalla galleria le immagini non comba- operazioni di gestione delle gallerie, delle categorie definite, delle chiavi di ricerca, dei cri-
cianti. Ciò corrisponde a quello che fa- teri di ordinamento nonché di più archivi contemporaneamente. Molto spesso una buona co-
remmo guardando velocemente in contro- noscenza delle funzionalità offerte dalle palette permette di abbreviare molto i tempi neces-
luce le dia e tenendo solo quelle che a pri- sari alla gestione di database di dimensioni considerevoli.
ma vista ritraggono un tramonto: il punto
è che il computer ci mette meno di un se-
condo mentre noi… Proiezione Slideshow Avendo intrapreso da qualche anno la stra-
Un’operazione classica per chi frequenta Per terminare, tra le principali caratteristi- da della fotografia digitale mi rendo con-
concorsi o mostre, o per chi aggiorna spes- che di Portfolio 5.0 che possono interes- to che la base di tale passione nasce dalla
so il proprio book, è il riorganizzare un ar- sare al fotografo che decida il salto verso voglia di ‘giocare’ con i bei software e
chivio in base a nuove necessità. La possi- l’archiviazione digitale, ricordo la possi- hardware che la tecnologia offre. Non mi
bilità di istituire categorie permette di rife- bilità di effettuare una proiezione virtuale pare pertanto opportuno appesantire oltre
rire un’immagine sia alla categoria ‘Book’ a video tramite la funzione ‘Slideshow’. il dovuto la trattazione di un programma
che a quella ‘Concorso’: questo rende sem- Presentare le foto ad amici e colleghi sul- che deve essere scoperto secondo le pro-
plice rintracciarla in più ipotesi di lavoro, lo schermo del computer, sulla TV o a mu- prie necessità, piuttosto che secondo la lo-
senza effettuare alcun reale spostamento ro tramite videoproiettore, offre l’oppor- gica del manuale delle istruzioni. Consi-
essendo le immagini archiviate per riferi- tunità di selezionare immagini da sottoin- glierei, a chi sentisse l’esigenza di un da-
mento alla reale locazione nel disco fisso. siemi ogni volta diversi, corredandone la tabase, di scaricare dal web la versione di-
visualizzazione col campo di descrizione mostrativa di Portfolio 5.0, onde verifica-
La didascalia della fotografia, parte esso stesso del da- re se può essa adattarsi alle proprie esi-
Molto comune è anche etichettare le pro- tabase, o con qualsiasi altra utile informa- genze o meno.
prie dia con un commento minimo, ma ri- zione archiviata. Personalmente ho apprezzato la possibilità
chiesto dalle redazioni, al fine di identifi- Ampie risultano inoltre le operazioni di di personalizzare tutta la gestione del ca-
care lo scatto. Sappiamo che lo spazio del- modifica effettuabili sugli originali: si va ricamento dati. Mi è piaciuta la discrezio-
le mezze etichette adattabili ad una dia dallo spostamento del file alla copia, dal- ne con cui gli strumenti più complessi si
5x5cm ha fatto perdere preziose diottrie a la rinomina alla cancellazione. Sarà com- presentano all’utente novizio, senza im-
più di un fotografo. Portfolio 5.0 permette pito degli interessati prendere confidenza porsi e lasciandolo libero di operare come
di fornire ogni immagine di un cospicuo con le operazioni sui file ‘reali’ piuttosto meglio si confà al proprio metodo. Ottima
commento che, sommato alle parole chia- che sui riferimenti rappresentati dalle mi- la rapidità nella ricerca grazie alla possi-
ve e categorie che la identificano, costitui- niature. bilità di restringerla a sempre differenti sub-
sce un certo riferimento per chiunque vi- set dell’archivio principale.
sioni per la prima volta lo scatto. Conclusioni Volendo condire il tutto (la classica cilie-
Questa presentazione magari trascura al- gina sulla torta) potrei sottolineare che
Per il web tre peculiarità del pregevole Extensis Portfolio 5.0 non sparge file ovunque, ma
Considerando, inoltre, che sempre più per- Portfolio 5.0, ma è focalizzata a sottoli- si limita a creare due file nella cartella di
sone desiderano pubblicare le proprie im- neare le funzioni utili per le necessità del- salvataggio del database: questo verrà ap-
magini online, apprezziamo la possibilità le migliaia di fotoamatori, non solo pro- prezzato da chi, come chi scrive, detesta i
di esportazione in formato HTML. Essa for- fessionisti o informatici, cui serve sempli- software troppo invasivi e stima le realiz-
nisce in pochi attimi un’ossatura di pagina cemente un programma in grado di pren- zazioni pulite e potenti.
web sulla quale andare poi ad intervenire dersi cura delle loro immagini, senza ri-
con software più consoni. correre a intricati script o macro. Eugenio G. Tursi
SCUOLA DI FOTORITOCCO

COME MIGLIORARE
COLORE E NITIDEZZA
Esaminiamo gli strumenti di Paint Shop Pro 7 dedicati a Regolazione dell’istogramma,
Aumento della nitidezza e Correzione Colore.

Come già visto nella precedente puntata, la barra degli strumenti di fotoritocco presente in Paint
Shop Pro 7.0 ci permette di accedere ad una serie di funzioni esplicitamente votate alla sempli-
ficazione dei più frequenti interventi di correzione delle immagini fotografiche. In questa punta-
ta esamineremo le funzionalità di Regolazione dell’Istogramma, di Aumento della Nitidezza e di
Riduzione dell’Effetto Occhi Rossi.

Siamo giunti alla seconda punta- partire da indici numerici impo-


ta dell’excursus all’interno del stabili a piacere.
software, dedicato all’elaborazio- Ritorniamo alla citata ‘Correzio-
ne delle immagini digitali, pro- ne Manuale del Colore’, sottoli-
dotto da Jasc. Essendoci già inol- neando come, date le potenzialità
trati all’interno del completo me- degli interventi attuabili, la più
nu Fotoritocco, andiamo ad esa- completa trattazione di tale fun-
minarne altre opportunità utili per zione verrà destinata alla prossi-
ottenere risultati soddisfacenti, ma puntata, unitamente ad altre
senza approfondire le classiche re- funzioni proprie del menu di foto-
golazioni manuali, di certo più fi- ritocco Jasc, introducendone in
ni, ma appannaggio di chi già sia questa sede i soli concetti basilari
avvezzo alle tecniche di fotori- ed una rappresentazione di massi-
tocco digitale più evolute. ma.
Nello specifico, partendo da un Il set di immagini che abbiamo utilizzato per la dimostrazio-
set di immagini eterogenee, af- ne degli strumenti di Paint Shop Pro 7.0 racchiude quattro Partiamo… dalle immagini!
frontiamo gli strumenti di corre- fotografie scattate in condizioni eterogenee. I due ritratti so- Come di consueto predisponiamo
zione per l’aumento automatico no stati ripresi con pellicola 800 ISO mediante una compat- un set di immagini ‘tipo’ su cui ef-
della nitidezza e la correzione del- ta 35mm di basso livello. L’utilizzo del flash, in sincronizza- fettuare le nostre alchimie croma-
l’effetto occhi rossi. Parimenti ve- zione lenta, ha causato l’evidente comparsa dell’effetto ‘oc- tiche. In questa sessione disponia-
dremo di introdurre il concetto di chi rossi’. mo di quattro immagini affette da
‘correzione colore’ aiutati in que- Lo still life (molto casalingo!) è stato invece ripreso su pelli- tre classi di problemi ben distinti
sto da una ulteriore funzionalità, cola 100 ISO con una buona reflex 35mm, connessa in sin- tra loro. Abbiamo due ritratti (Er-
sempre presente all’interno del cro a due flash ‘nudi’ posti sui lati del soggetto. minia ed Andrea) palesemente
menu medesimo: la Correzione Il cartello indicatore è invece il frutto di uno scatto in ombra ‘vampireschi’, ovvero affetti dal
Manuale del Colore. con pellicola 100 ISO per luce daylight, dunque affetto da fenomeno relativo alla comparsa
È bene ricordare che, sebbene la una vistosa dominante che ci darà modo di introdurre una degli ‘occhi rossi’ in seguito al-
definizione di molte funzioni ap- correzione che meglio esamineremo nella prossima puntata. l’inevitabile colpo di flash partito
partenenti al succitato gruppo sia a compensare l’illuminazione pre-
forgiato sul termine ‘Manuale’, sente. Il ritratto di Andrea ci ap-
tutte queste permettono di intervenire sul- ver intervenire sui singoli canali: inten- pare inoltre ‘dominato’ da una lieve tona-
le immagini trattandole con il supporto di diamo dunque il termine ‘manuale’ in quan- lità verdastra, forse imputabile alla pelli-
impostazioni automatiche, evitando di do- to metodo di regolazione dei parametri a cola utilizzata, forse alla scarsa qualità del
L’apertura della La completezza di in-
finestra Isto- tervento possibile in
gramma in PSP sede di regolazione
7.0 ci dà modo di dell’istogramma ci
iniziare a fami- consente di spaziare
liarizzare con uno in una molteplicità di
di tali grafici. Per correzioni. Partiamo
ogni canale RGB, dalla compressione
oltre che per al- della gamma tonale
tre funzioni deri- (sulla sinistra) per
vate, come pos- giungere al taglio di
sono essere quel- alte e basse luci (in
le relative alla lu- orizzontale in basso)
minosità, alla sa- ed alla variazione
turazione ed alla della pendenza della
tonalità dell’im- curva dei mezzitoni
magine, viene qui (sulla destra). Il tut-
mostrata la cur- to è ovviamente ge-
va che caratterizza la distribuzione dei pixel dell’immagine, dal- stibile a partire da un qualsiasi canale RGB, piuttosto che dalla
le ombre alle alte luci, relative ad ognuno di tali indici. L’osser- luminosità globale dell’immagine. La finestra di anteprima ci dà
vazione dell’istogramma ci mette al corrente riguardo ad even- modo di verificare immediatamente i risultati ottenuti, consen-
tuali sbilanciamenti cromatici o a sensibili sovra e sottoesposi- tendone inoltre la previsualizzazione sull’immagine, anche col
zioni. Compatibilmente alla quantità di informazione presente blocco dell’anteprima in real-time durante le modifiche.
nella scena in questione potremo intervenire sulla distribuzione
di tali valori tramite l’apposito strumento di fotoritocco.

Così come in camera oscura, anche la corretta regolazione di un istogramma elettronico richiede un intervento fondato sulla co-
noscenza degli errori che è possibile commettere. Un’eccessiva contrazione dei valori tonali, unitamente all’eccessiva mistifica-
zione delle curve rispetto al loro naturale andamento, può condurre a risultati anomali, sicuramente di grande effetto grafico, ma
certo poco adatti a chi ricerchi la rassomiglianza con la realtà. L’utilizzo di un elaboratore consente la rapida visualizzazione de-
gli effetti dell’intervento senza i tempi richiesti dai classici provini di camera oscura: l’anteprima disponibile alla semplice pres-
sione di un pulsante permette il controllo dell’eseguito in ogni fase di intervento.

flash impiegato. Entrambi i ritratti sono uno scatto di ‘prova-luci’. convenienti attraverso il solo impiego del-
stati scattati su pellicola 800 ISO. L’ultima immagine proposta ci fornisce le funzioni relative al fotoritocco, incluse
L’immagine relativa al ‘drink’ ci si pre- l’occasione, più che per altre, di introdur- nell’apposito menu di Paint Shop Pro 7.0.
senta invece come un’immagine votata ad re il concetto di correzione cromatica, o,
un utilizzo grafico dato, soprattutto, l’am- meglio, di bilanciamento colore. Lo scat- Da dove iniziamo?
pio spazio destinato in ripresa alle ombre, to del cartello ‘Lisboa’ è stato infatti ese- In seguito a scansione, la prima operazio-
forse ancor meno presenti di quanto si fos- guito con pellicola per luce diurna in tota- ne da compiersi dovrebbe essere la verifi-
se desiderato. L’immagine verrà corretta le ombra, connotando il risultato tramite ca dell’effettiva presenza, all’interno del
alla ricerca di un maggiore contrasto cro- l’evidente dominante blu-ciano. prodotto digitale, di quanti più livelli di lu-
matico e dei particolari, pur essendo solo Cercheremo di rimediare a tutti questi in- minosità e toni RGB possibile. Questo si
È importante, per il fotografo digitale, avere in mano uno stru- In Paint Shop Pro 7.0 è presente una comoda funzione di elimina-
mento che gli consenta di ovviare ai noti problemi inerenti la per- zione degli occhi rossi. Tale spiacevole inconveniente biologico, pur
dita di definizione derivante da una scansione non troppo accu- rinfrancandoci riguardo al corretto funzionamento dell’iride nel no-
rata. La funzionalità Nitidezza ci mette in grado, tramite l’azio- stro modello, ci crea spesso problemi di estetica d’immagine. Il pan-
namento di un cursore, di decidere il corretto livello di nitidezza nello di controllo relativo all’eliminazione di tale fenomeno con-
per le immagini acquisite. L’apparente aumento dei toni scuri, sente ampi margini di intervento a partire dalla selezione manuale
all’applicazione di tale soluzione, deriva semplicemente dal- e predefinita dell’area da correggere. È possibile personalizzare la
l’avvenuto contrasto dei bordi dell’immagine onde simulare una lavorazione nel colore dell’iride, nella luminosità di pupilla e ba-
messa a fuoco che in realtà non sussiste. Anche nel caso in cui gliore, nelle dimensioni dello stesso, nel livello di sfocatura e sfu-
fosse presente del micromosso nella nostra immagine, potremmo matura della correzione. Indispensabile in questo tipo di interven-
giovarci di tale funzione al fine di recuperare una superiore leg- to la visione dell’anteprima su ‘larga scala’, direttamente sull’im-
gibilità d’insieme. magine dà correggere piuttosto che sulla pur definita finestrella di
preview, data la delicatezza dell’intervento e l’estrema esposizione
dell’occhio all’osservazione più attenta.
Anche se non affrontato in questa puntata, il tema relativo alla
correzione colore si pone con rilevante frequenza ogniqualvolta
noi andiamo a ritoccare un’immagine fotografica importata nel
nostro elaboratore. Lo strumento di Correzione Manuale del Co-
lore presente in PSP 7.0 approccia tale spinoso argomento a par-
tire dalla possibilità di impostare una zona di interesse, da ‘vi-
rare’ in direzione di una tonalità scelta. La possibilità di agire
nel rispetto della luminosità e saturazione dei colori originali ci
consente di attuare modifiche, anche molto fini, al bilanciamen-
to cromatico dell’immagine. È ovvio che, come per ogni altro ti-
po di correzione colore, disponendo di un riferimento cromatico
certo all’interno dell’inquadratura la fedeltà dell’intervento ne
trarrà sicuro beneficio. È spesso semplice partire comunque dal-
la definizione di un’area presunta neutra (grigia) al fine di re-
cuperare quantomeno un tono privo di dominanti. Essenziale la
facoltà di preview in questo tipo di interventi.

concretizza nell’osservazione dell’isto- no in tale tono, o luminosità, quanto più pixel. Non è bene generalizzare a tale ri-
gramma. Esso è una funzione tipica del- alta sarà la curva in quel punto. guardo (per esempio per le immagini gra-
l’immagine considerata che vuole mettere La rappresentazione delle curve può ave- fiche) ma una tendenza comune vorrebbe
in evidenza, per ogni livello cromatico di- re luogo per i canali RGB, per il valore di che si cercasse di recuperare, all’interno
sponibile all’elaboratore, quanti punti del- luminanza relativo al singolo punto (qua- dell’immagine, la massima estensione to-
l’immagine corrispondano a tale valore. si equivalente al valore di grigio dell’e- nale possibile, mirando dunque all’elimi-
Tutto ciò assume la forma di una serie di quivalente in bianco e nero) e per quelli di nazione di aree troppo carenti di dettaglio
curve tipiche, presentate in orizzontale, si- tonalità e saturazione. L’appiattimento di cromatico, soprattutto nelle ombre e nelle
gnificanti null’altro se non che, per toni via una curva in corrispondenza di un valore alte luci (Sistema Zonale docet!).
via più chiari da sinistra verso destra, tan- di luminosità ci indica che per quella spe- Come possiamo noi intervenire a riguar-
ti più pixel dell’immagine si presenteran- cifica area tonale l’immagine mancherà di do? Ovvio: andando ad agire sull’isto-
La visione delle fasi di elaborazione ci consente di apprezzare, entro i limiti
consentiti dal mezzo tipografico, il progressivo avvicinamento delle lavora-
zioni alle condizioni d’immagine ritenute soggettivamente accettabili. È ov-
vio che la ‘pesantezza’ dell’intervento di Correzione Colore spicchi, ad una
fugace osservazione, tra le altre sebbene sia innegabile che interventi di au-
mento della nitidezza, così come di regolazione dell’istogramma, si facciano
sentire maggiormente in una stampa di grande formato.
La modesta entità degli interventi attuati suggerisce come sia preferibile ri-
spettare quanto maggiormente possibile l’immagine originale, possibilmente
ben scattata, piuttosto che puntare allo stravolgimento della stessa in nome
di canoni estetici avulsi dal reale contesto di acquisizione.

gramma di PSP 7.0 tramite la funzione di rappresentati attraverso due grigi, uno più di Paint Shop Pro 7.0, pronte ad ogni nuo-
Regola con Istogramma. chiaro del nero ed uno più scuro del bian- va modifica, per un rapporto più imme-
co. diato con questa basilare regolazione.
Regolare l’istogramma La regolazione dei mezzitoni (cursore gri- L’ultimo punto su cui soffermarci riguar-
La finestra che ci viene presentata ci pro- gio) ci consente di determinare il bilan- da la limitazione voluta della gamma vi-
pone le curve caratteristiche ed una serie ciamento dei neutri onde aprire o chiude- sualizzabile. Il ‘taglio’ è consentito dai se-
di dati numerici relativi alle regolazioni re l’esposizione generale dell’immagine lettori sulla sinistra, i quali informano, se
che andremo effettuando. rappresentata. I toni intermedi ai tre cur- riposizionati, del fatto che il livello di to-
Di primario interesse è la possibilità di re- sori verranno ridistribuiti in seguito alle nalità più chiaro/più scuro che noi vorre-
golare, tramite i cursori posti in basso e scelte effettuate. E’ anche possibile, attra- mo osservare corrisponderà al nuovo va-
rappresentati da tre frecce (bianca, nera e verso il cursore verticale posto sulla destra lore impostato. Ricordiamo che tutte que-
grigia), il punto di inizio dei bianchi e dei dell’istogramma, andare a scegliere, per i ste modifiche si rendono disponibili sia per
neri. Nel caso in cui l’istogramma mostrasse mezzitoni, un andamento non lineare di ap- il canale della luminosità (in pratica il va-
carenza di alte luci e di ombre, potremmo plicazione; questo equivale a fornire, al lore di grigio) che per ogni singola com-
andare a ‘stringerlo’ onde recuperare neri passaggio delle luminosità dalle zone più ponente RGB, per la modifica delle quali
profondi e bianchi squillanti: ciò equivale scure a quelle più chiare dell’immagine, invito ad una abbondante sessione di pra-
ad informare il computer del fatto che noi un andamento curvilineo più morbido per tica.
intendiamo rappresentare con un nero (cur- la zona centrale dell’istogramma o piutto- Come ben visibile dalle foto a corredo è
sore nero) e con un bianco (cursore bian- sto per le zone periferiche. Consiglio di possibile sconfinare spesso, durante le re-
co) puri dei pixel che, fino ad un attimo sperimentare l’effetto visivo di tali rego- golazioni dell’istogramma, in effetti forte-
prima della regolazione, sarebbero stati lazioni attraverso le finestre di anteprima mente grafici: intervenendo a modificare
con brutalità i punti di bianco, nero e gri- lità di ‘Correzione Manuale del Colore’, al I PREZZI
gio non facciamo altro che andare a con- fine di eliminare eventuali dominanti o di
trastare con esasperazione l’immagine, ma- rendere l’immagine più affine al nostro sen- Jasc Paint Shop Pro 7.0
gari in tutti i suoi canali. Consiglio, al fi- tire. in italiano L. 299.000
ne di impratichirsi al meglio con l’impor- Il contenuto della finestra presentata è am-
tante funzione, di puntare sempre all’otte- pio e ne accenniamo solo la peculiarità di Distribuzione:
nimento di un risultato il più possibile ri- funzionamento. È possibile qui decidere Questar, numero verde: 800.7837827
spettoso dell’originale, piuttosto che get- un’area o un semplice pixel di riferimen- http://www.questar.it
tarsi prematuramente in sessioni di elabo- to dell’immagine di interesse, per il qua-
razione estrema. L’artista deve padroneg- le PSP 7.0 calcolerà la deviazione cro-
giare al meglio la tecnica prima di decide- matica, onde specificare poi la nuova de-
re ove sconfinarne. viazione desiderata al fine di ‘tingere’ tut- si nota come sia stata ben sviluppata la si-
Abbiamo dunque cercato di ottenere, per ta l’immagine con le dominanti questa mulazione dell’effetto occhio! Il risultato
le nostre immagini, una discreta gamma volta voluta. Alcuni preset consentono di è realistico fin da ora. Onde terminare con
tonale, molto spesso chiudendo un poco scegliere colori standard, raggruppati per successo la correzione è sufficiente affi-
l’istogramma, onde aumentarne il contra- categorie, oppure colori definiti dall’u- nare la fusione tra il nuovo elemento e l’im-
sto per fini estetici. La regolazione dei mez- tente all’interno della consueta tavoloz- magine sottostante impostando i valori re-
zitoni ci ha inoltre consentito di recupera- za. lativi alla luminosità della pupilla (ricordo
re un po’ di dettaglio nelle aree più scure Importanti le funzioni di conservazione che una pupilla nera è compatibile solo con
delle immagini in questione. della luminanza e della saturazione che foto contenenti neri parimenti profondi),
rendono il metodo molto flessibile. Un agli attributi del bagliore o catch-light, al-
Migliorare la nitidezza semplice sguardo ai risultati ci rende con- la dimensione dell’iride eccedente la pu-
La seguente fase di elaborazione ci ha im- sapevoli riguardo all’importanza di effet- pilla ed al livello di sfocatura e sfumatura
pegnato nel tentativo di aumentare di un tuare una corretta correzione: l’immagi- più adatti a calare il nuovo ‘occhio’ nel con-
poco la definizione di fotografie per loro ne Lisboa ha tutt’altro sapore rispetto al- testo senza eccessivi segni di ‘rigetto’.
natura poco definite: i ritratti sono degli l’originale, così come Andrea è stato ri- Una volta impostati al meglio tutti questi
scatti in 800 ISO mentre lo ‘still’ ed il car- portato ad una tinta, sebbene più freddi- parametri potremo ancora intervenire sul-
tello stradale provengono da scatti ese- na, di certo più realistica. Continueremo la portata globale dell’intervento tramite il
guiti a mano libera o con messa a fuoco negli esperimenti cromatici nelle prossi- cursore ‘Ritocca’: in pratica un potenzio-
approssimativa. Avevamo già visto la tec- me puntate. metro relativo alla visibilità della corre-
nica di applicazione di una maschera di zione eseguita. In definitiva mi sento di af-
contrasto, al fine di recuperare dettaglio Correggere gli occhi rossi fermare che, virtuosismi a parte, questo
perso in scansione, e dunque ci soffer- Veniamo alla correzione, che mi permetto metodo di correzione dell’effetto ‘occhi
miamo poco su questa funzione automa- di definire ‘divertente’, degli odiati occhi rossi’ sia uno dei più completi e versatili
tica. Notiamo che la semplificazione at- rossi. Sempre dal menu ‘Fotoritocco’, ac- da me mai avvicinati, soprattutto per la fi-
tuata porta ad intervenire su di un unico cedendo all’apposita funzione, ci trovia- nezza degli interventi permessi, relativi al-
parametro: l’Intensità dell’aumento di de- mo di fronte ad una discreta mole di pos- la luminosità della pupilla (essenziale per
finizione. I risultati ottenuti sono soddi- sibili settaggi: niente paura! Malgrado la la veridicità dell’effetto) ed alla sfumatu-
sfacenti, in particolare per l’immagine ‘Li- quantità di fattori personalizzabili, le ope- ra dei contorni (essenziale per l’uniformità
sboa’, in cui siamo riusciti a recuperare razioni necessarie, onde correggere al me- del ritocco). Ottima anche la resa del cat-
buona parte della rugosità superficiale del glio il difetto cromatico, risultano davve- ch-light: davvero realistico nelle variazio-
muro. ro intuitive. ni della propria luminosità. Si osservino le
Per tutte le immagini valga comunque la Si parte col selezionare l’area affetta dal immagini a corredo per avere un’idea di
considerazione inerente al fatto che un mag- problema, sia tramite una forma circolare ciò che si può ottenere, soprattutto consi-
giore contrasto dei bordi (in pratica l’au- predefinita che partendo da una traccia ma- derando la gravità dell’effetto ‘occhi ros-
mento della nitidezza) porta un inevitabi- nuale. L’area così descritta diviene da su- si’ nelle immagini in esame. Per conclu-
le contrasto cromatico, essendo i bordi evi- bito ridimensionabile e decentrabile onde dere una considerazione estetica: essendo
denziati ponendo tinte più scure (o più chia- assicurarci del perfetto inserimento nel con- l’immagine della ragazza costruita sulla
re) nei loro pressi onde meglio definirli. testo oculare. Utile la possibilità di deci- giustapposizione di toni neutri e rossi (guan-
Molto utile anche qui la possibilità di pre- dere a priori nel caso in cui l’intervento sia ti, rosa, maglione, cerniera e laccetti) sa-
view diretta sull’immagine in via di con- mirato alla correzione su occhio umano do- rebbe quasi stato più adatto completare
trasto. tato di iride colorata o su occhio animale. l’immagine lasciando inalterati gli occhi
Nel caso in cui preferiamo optare per un ‘spiritati’, conservando la connotazione più
La correzione del colore occhio umano, ci verrà proposta un’ampia ironica della foto!
Le foto sono quasi pronte per la stampa: serie di varianti cromatiche, organizzate in Appuntamento al prossimo mese per af-
manca solo un importante intervento che, un menu a scomparsa, inerenti il colore frontare la funzione di ‘Correzione Ma-
come anticipato, accenniamo ma che trat- dell’iride nel soggetto, al fine di imple- nuale del colore’.
teremo più ampiamente la prossima volta. mentare la zona colorata semitrasparente
Desideriamo infatti bilanciare cromatica- atta alla copertura della corona limitrofa EGT
mente le quattro immagini. Questo signi- alla pupilla. (2-continua)
fica appoggiarci alla completa funziona- Devo ammettere che fin da questo punto
SOFTWARE

COSA C’È DI NUOVO


IN PHOTOSHOP 6
Miglioramenti non
secondari nella nuova
release, da una scrivania
più funzionale, a una
gestione del testo più
pratica e flessibile, ed altro ancora
pensando a
fotoritocco e web.

Gli stili sono un elemento nuovo di Photoshop 6. Come mo-


strato dalle immagini, è evidente quali possano essere le po-
tenzialità di tale metodo. Pur privilegiando le caratteristi-
che grafiche del software, le applicazioni all’interno del-
l’ambito fotografico rimangono ampie, data l’estrema per-
sonalizzabilità degli stili predefiniti. Una texture o una tra-
ma per un vestito od un cielo eccessivamente piatti non sa-
ranno un problema, soprattutto nell’ipotesi della riappli-
cabilità del metodo definito dall’utente.

La disponibilità di stili di riempimento e di effetto in Photoshop 6 ci


consente la creazione di una vasta gamma di effetti grafici e fotogra-
fici, ancor più importanti considerando le possibilità di riapplicarli,
esattamente uguali a se stessi, una volta che avremo provveduto a sal-
vare il nostro stile predefinito all’interno dell’apposita finestra di dia-
logo.

Da attenti fotoritoccatori digitali quali sia- Esordiamo con l’affermare che ‘Vettoria- folta schiera di funzionalità adibite alla ge-
mo, grazie anche alle nozioni apprese nel- le’ non implica unicamente il disporre di stione del lavoro si fa poi apprezzare per
le precedenti puntate, non potevamo farci linee e forme ridimensionabili senza sca- precisione e metodicità nell’apporto degli
sfuggire l’uscita del nuovo software di Ado- lettature, ma anche il potersi avvalere di interventi più comuni. Inevitabile in tutto
be: il famigerato ed atteso Photoshop 6. È strumenti sofisticati per la gestione di ele- ciò una spruzzata di Web e di opzioni ad
inutile sottolineare come le voci relative al- menti geometrici, primo tra tutti la ma- esso facenti capo.
le funzionalità vettoriali incluse nella nuo- scheratura di oggetti dai contorni regolari Vediamo ora le principali funzionalità che
va release abbiano fatto storcere il naso ai (ricordo che una modella dal vestito attil- possono interessare al fotografo digitale;
‘puristi’, privati di tali esclusive tipiche del lato coi capelli raccolti è un oggetto rego- d’altronde sono fotografo, digitale in quan-
‘vettorialissimo’ Illustrator, a fronte di un lare!). to utente di elaboratore destinato al fotori-
incrocio tra le funzionalità, prettamente fo- Anche la gestione del testo, martirizzante tocco.
tografiche, di Photoshop e quelle peculiar- in Photoshop 5.5, vede finalmente nuova Photoshop 6 si sta aprendo mentre scrivo
mente grafiche del secondo. luce nella versione 6 del pacchetto. Una dunque… Si va!
Da ora nella barra delle opzioni di Photoshop
trovano posto anche le finestre relative alla
storia, ai tracciati, alle azioni ed in generale
tutte le finestre riposizionabili, troppo spesso
‘d’impiccio’ nella gestione dei file immagine
a tutto schermo, cui eravamo già abituati. La
versatilità nella gestione della barra ne fa un
alleato prezioso negli eterni tentativi di velo-
cizzare il lavoro eliminando ogni possibile ral-
lentamento dovuto alla ricerca degli strumen-
ti più opportuni: adesso è tutto ben in vista e
raggiungibile, nella parte superiore dello scher-
mo, nel momento stesso in cui saltiamo da uno
strumento all’altro.

Gli strumenti di Photoshop crescono! È pro-


babile che ai primi tentativi di elaborazione
di un’immagine mediante Photoshop 6 qual-
cuno si sia bloccato nell’operazione, ritenuta
fino a quel momento istintiva, di raggiungere
la taglierina all’interno degli strumenti di se-
lezione, oppure il secchiello. Sorpresa! La ta-
glierina si trova ora in posizione ribassata, di-
sponibile attraverso un apposito pulsante. E
così come questa anche altri strumenti hanno
subito qualche piccolo aggiustamento di tipo
posizionale, così come altri strumenti sono na-
ti. Tra questi le sezioni, le annotazioni, le se-
lezioni di elementi vettoriali, le forme. Sarà
sufficiente un minimo di apprendistato per ri-
La barra delle opzioni assume in Photoshop condurre il tutto ad una nuova logica opera-
6 un’importanza di prim’ordine, essendo la tiva, dato anche il mantenimento della tradi-
sede principale di ogni modifica alle impo- zionale filosofia di utilizzo, vera ossatura che
stazioni di default di quasi tutti gli strumen- permette a Photoshop di attraversare gli an-
ti disponibili nel software di Adobe. Essa ni senza perdere la schiera degli utenti vete-
ospita adesso anche una serie di comandi, rani, agevolati nell’aggiornamento da questa
prima disponibili unicamente passando per stabilità di intervento.
i ben più disagevoli menu a discesa, quali gli
allineamenti e le distribuzioni, oppure pre-
cedentemente impostabili solo mediante ta-
stiera, come le operazioni booleane su for-
me e selezioni e le proprietà dello strumen-
to zoom. Sempre sulla barra delle opzioni,
comunque ricollocabile a piacere, trova po-
sto la finestra a scomparsa relativa alla ge-
stione delle sfumature. È di certo la barra
delle opzioni il nuovo punto di riferimento
attorno a cui si sviluppa il lavoro nella re-
lease 6 di Photoshop.

Prime impressioni
La prima sorpresa ce la riserva la beneama-
ta barra degli strumenti di Photoshop 6, con
i consueti comandi ‘sparsi’ in modo anoma-
lo e con nuovi pulsanti che non ci dicono
molto a prima vista. Rintracciati in diversa
sede Taglierina, Secchiello e Linea, ci ac-
corgiamo dei novelli strumenti Sezione (Sli-
ce), forme (varie), Nota (Notes) e Selezio-
ne Componente Tracciato (Path Selection).
Vedremo oltre quali di questi potrebbero age-
volarci nelle operazioni di ritocco. La barra della opzioni, rinnovata in Photoshop 6 per dinamicità e posizione, ospita an-
Scopriamo inoltre che nella parte alta dello che la tendina di modifica dello strumento principe per noi fotoritoccatori: il pennello. Le
schermo ha fatto la sua comparsa una barra opzioni presentate sono le medesime cui eravamo abituati ad accedere tramite la palette
orizzontale dall’aspetto familiare: sono le Pennelli. Va detto però che la nuova collocazione giova alla generale raggiungibilità e
funzioni della finestra Opzioni, presente in visibilità dello strumento. Nuove anche le possibili modifiche agli effetti di dissolvenza del
pennello in colore, dimensione e opacità. Evoluta la gestione dei pennelli salvati.
La finestra fondamentale del software di Adobe è da sempre, senza
ombra di dubbio, quella relativa alla gestione dei livelli. In questa
release essa viene completata dalle caselle di spunta relative ai mo-
di di bloccaggio dei livelli e dai nuovi pulsanti relativi agli effetti di
livello, alla creazione di gruppi di livelli, alla gestione dei livelli di
regolazione e di riempimento. Tutte queste funzionalità sono co-
In fase di impostazione delle preferenze di Photoshop 6, ci imbat- munque invocabili, come uso nella famiglia Photoshop, dai menu
teremo sicuramente nella nuova finestra di gestione dei profili co- così come da combinazioni di tasti che ne rendono l’utilizzo anco-
lore. Essa appare rinnovata nella presentazione delle scelte opi- ra più immediato. Rimane invariata la differente gestione dei livel-
nabili, così come in una chiarificazione generale dei processi di li normali rispetto al livello di sfondo.
conversione e di simulazione delle migliori condizioni di lavoro, al
fine di equiparare i risultati a video all’ipotetica stampa finale.

Simile al noto metodo colore ‘Due Tonalità’, la possibilità di so-


stituire la gamma di grigio dell’immagine con una sfumatura a pia-
cere rende molto più intuitivo il controllo dei nuovi toni rispetto a
quanto fatto dal più specialistico metodo colore. È inutile sottoli- I metodi di riempimento trovano in Photoshop 6 nuova linfa, age-
neare come ‘giocare’ con tali sostituzioni cromatiche sia, oltre che volandosi delle vesti di livello di riempimento e di nuove possibilità
produttivo, anche estremamente creativo e divertente. Se sommia- espressive. Possiamo infatti colmare un livello con una tinta unita
mo a ciò la possibilità di utilizzare sfumature create attraverso la (in basso a destra), con un pattern scalabile (in alto a sinistra), con
rinnovata interfaccia, le possibilità di intervento si moltiplicano una sfumatura random (in alto a destra) o con una sfumatura pre-
esponenzialmente. È comunque utile iniziare con la sostituzione definita (in basso a sinistra). Le consuete maschere, collegate al li-
delle gamme tonali con uno dei preset, onde comprenderne il pre- vello di riempimento nel momento della sua creazione, ci consento-
ciso funzionamento, prima di lanciarsi in azzardate modifiche de- no di stabilire ciò che vorremo e ciò che non vorremo vedere del neo-
stinate a divenire più ‘arlecchinate’ che opere d’arte. nato riempimento. La rasterizzazione di uno qualunque di questi li-
velli non produrrà altro che un livello convenzionale colorato in una
sua parte.
Pur essendo ormai avvezzi alle numerose tipologie di livello gestibi-
li da Photoshop, torniamo sui banchi di scuola nel momento in cui
ci si presenta l’opportunità di combinarne gli effetti, sia tra nuovi e
Ecco una panoramica dei vari tipi di livello ‘modellabili’ attraver- vecchi tipi, al fine di ottenere un risultato ancor più flessibile ai no-
so gli strumenti che Photoshop ci mette a disposizione. Un occhio stri scopi. Nello specifico vediamo l’applicazione di un livello di re-
attento riuscirà di sicuro nell’impresa di cogliere quelle che sono golazione, dotato della consueta maschera qui intonsa, affiancato e
le nuove categorie implementate in Photoshop 6: livelli di riempi- modificato da un livello di ritaglio, vettoriale e dunque modellabile
mento, livelli con tracciato di ritaglio, livelli di forma. Non deve nel tempo a partire dalle consuete operazioni consentite sui traccia-
comunque sorprendere che i metodi di applicazione e di creazio- ti che ne specificano la aree di taglio.
ne/copia dei livelli rimangano identici a quanto accadeva nelle pre-
cedenti versioni del software: uno dei punti basilari di Photoshop
è infatti il mantenimento di una struttura il più possibile rispettosa
della filosofia che accomuna l’utenza odierna e quella più datata,
così da non creare disorientamento ed al contempo consentire l’au-
toapprendimento di tecniche non ancora esplorate ma rispettose di
tale modus operandi.

Photoshop 5.5. È proprio questa la nuova zioni ci dia modo di selezionare ed editare vello Automatica (Auto Select Layer) sul-
veste di tale supporto, ora dinamica e de- vari tipi di sfumature per il rispettivo stru- la barra delle opzioni, per altro già dispo-
cisamente più ‘arrivabile’, essendo sempre mento, così come, dinamicamente, si adat- nibile in Photoshop 5.5 premendo Ctrl
visibile in zona franca. Essa ci permette fi- ta ad ospitare gli interventi sui modi di ap- (Win) o Opzione (Mac), nell’utilizzo del-
nalmente di accedere, oltre che alla modi- plicazione dei restanti ‘tools’. lo strumento Sposta (Move).
fica degli strumenti, anche a funzioni pre- Proseguendo: la finestra dei Livelli (Layers)
cedentemente selezionabili da menu o tra- ha subìto qualche piccola modifica, tra cui Qualche cosa di più fotografico
mite combinazioni di tasti (da sapere!!!): la possibilità di accedere direttamente alla Pur esortando quotidianamente i miei stu-
trasformazioni numeriche, allineamenti e creazione dei Livelli di Regolazione (Adju- denti a considerare la globalità delle fun-
distribuzioni, zoom avanzato, operazioni stment), fondamentali per un ‘ritocco se- zioni di Photoshop come utili al fotoritoc-
booleane su forme e selezioni, gestione di lettivo’, degli Stili Livello (Style) e dei Set. co digitale, mi rendo conto che per molti
sfumature e pennelli. Ereditate da Illustrator le differenti moda- tale termine significhi ‘solo ciò che in un
Proprio la ricerca dei pennelli ci dà lo spun- lità di Blocco (Lock): disponibili ora a scel- passo o due mi fa vedere qualche cosa’. As-
to, ora meno stupiti, per procedere alla ri- ta sono i blocchi in scrittura, spostamento, sicuro che far assumere per fotoritocco la
cerca degli stessi in altro loco. Notiamo trasparenza e totale. creazione di un canale pieno di ‘rumore’ è
che, per tutti gli strumenti applicabili me- Per terminare col primo sguardo generale cosa ardua! Vediamo dunque alcune delle
diante pennelli, la tendina di selezione di a ciò che Photoshop 6 ci mostra, senza ad- funzioni più dirette di intervento.
questi si rende disponibile sulla barra del- dentrarci nei suoi meandri, esaminiamo la Per iniziare citerei la nuova voce, nel me-
le opzioni, consentendo al contempo la mo- finestra Stili (Styles). Questi sono combi- nu Immagine (Image), Fluidifica (Liquify).
difica del tratto, la selezione di un presal- nazioni di effetti di livello applicabili ad un L’effetto ottenibile da tale strumento è as-
vato e l’impostazione delle note modifiche qualsivoglia elemento. Spontaneamente similabile a quello dello Sfumino (Smud-
operative. È essenziale gestire i pennelli al- sorge la prospettiva della creazione di bot- ge Tool); ovviamente l’aspetto della fine-
la perfezione, nel caso in cui vogliamo rag- toni destinati al Web, nonché del contorno stra che ci si presenta al richiamo della fun-
giungere discreti livelli nel fotoritocco di- standardizzato delle proprie foto con solu- zione testimonia il potenziamento di tale
gitale, essendo questi fondati più su mo- zioni grafiche stabilite a priori (cornici o mezzo. In breve: possiamo applicare mo-
difiche selettive (dipinte a pennello) che su passe-par-tout). difiche e spostamenti ai pixel dell’imma-
modifiche globali (intrinsecamente meno In ultimo citiamo la auto-selezione del li- gine, tramite pennello, mantenendo tra que-
fini). vello di lavoro, cliccando su parte di esso, sti un legame elastico che permette di ope-
Notiamo ancora come la barra delle Op- tramite la casella di spunto Selezione Li- rare sull’immagine come se fosse in parte
Arriva con Photoshop 6 una finestra inedita di gestione dei
Possiamo inserire, all’interno dei nostri file immagine, delle annotazioni parametri impostati come default all’apertura dell’applica-
inerenti allo sviluppo delle lavorazioni, semplicemente sfruttando lo stru- tivo. Ogni possibile strumento passibile di personalizzazione
mento di creazione delle note. La possibilità di commento viene estesa an- diviene qui inglobabile nella categoria dei preset, alla stre-
che ai commenti audio, disponendo di hardware apposito. Ottima la riu- gua di ogni modifica salvata per pennelli, sfumature, pattern,
scita di tale metodo in sede didattica ed espositiva. colori, etc. L’intervento di personalizzazione non intacca, in
ogni caso, la rigida interfaccia utente propria del software di
Adobe.

liquida. Gli utilizzi suggeriti sono quelli re- cole porzioni dello spettro) ad appariscen- I vettori
lativi alla correzione di piccole imperfe- ti (sostituzione delle gamma nero-bianco Due precisazioni. La prima riguarda il fat-
zioni nelle forme ritratte (fianchi o polpacci con un verdone-arancio!). In ogni caso, to che tratteremo in breve la questione vet-
imperfetti di una modella, elastici troppo quello che potrebbe apparire un gioco, ri- toriale di Photoshop 6, essendo prioritaria
stretti sul corpo, …), così come interventi serva ampi margini di utilizzo fine nelle la sezione ‘bitmapped’ nelle lavorazioni più
di simulazione di superfici vetrose o liqui- tecniche più avanzate. Tale metodo ci for- frequenti a noi fotografi. In secondo luogo
de anteposte agli oggetti stessi. Non ulti- nisce inoltre lo spunto per parlare della rin- ricordiamo che un vettore non è altro che
me, per gli amanti del genere, deformazioni novata finestra di gestione delle sfumatu- un segmento (mi perdonino la semplifica-
creative di ogni sorta. Molto completo il re, potenziata nella commistione di colore zione i matematici) definito da un punto di
ventaglio delle opzioni offerte. e trasparenza, impreziosita dall’opportu- inizio e da uno di fine. Il vantaggio di ciò
Possiamo poi esaminare, anche se sarebbe nità di generare casualmente (Random) una risiede nell’opportunità di indicare una li-
stato il caso di farlo in primis, la funziona- sfumatura entro parametri scelti, per gli nea (o una forma), lunga anche migliaia di
le e (finalmente) inequivocabile, finestra spazi colore RGB, HSB e LAB. Bello! pixel, con pochi indici relativi a posizione,
di gestione del colore. Rinnovo il mio plauso all’interfaccia di se- estremi, spessore, colore, etc. Possiamo
Ricordando quanto sia imprescindibile la lezione, definizione e modifica dei pennelli, dunque modificarne le dimensioni lasciando
corretta taratura della stazione digitale di sempre a portata di mouse ed estremamente al computer il compito di calcolare l’e-
fotoritocco, ci avventuriamo nelle molte rapida nell’applicazione delle modifiche. ventuale aumento/diminuzione dei pixel
possibilità offerte, avendo in un’unica fi- Un argomento che spesso manda in crisi onde compensarne l’ingrandimento/rim-
nestra il controllo dei possibili fattori di più di un utente alle prime armi riguarda la picciolimento. Eviteremo dunque la perdi-
conversione tra gli spazi colore conven- correzione di immagini affette da marcate ta di definizione dovuta alla scalatura del-
zionali per chi opera nel ritocco digitale: deformazioni prospettiche. Sebbene in Pho- le immagini bitmap (o raster). Elementi vet-
RGB, CMYK, Scala di Grigio ed altri. Ri- toshop 5.5 fossero presenti sia la trasfor- toriali in Photoshop 6 sono il Testo (Text),
sulta funzionale l’opportunità di interveni- mazione libera che quella numerica, in Pho- le forme (varie), i Tracciati (Paths), i Trac-
re simulando il decadimento della satura- toshop 6 esse si fondono in un tutt’uno, che ciati di Ritaglio (Clipping Path) ed in un
zione dalla visualizzazione video alla stam- ci consente la visualizzazione dell’ante- certo qual modo i Riempimenti (Fill).
pa, nonché la gestione della mancata cor- prima anche per le modifiche numeriche, Mi sembra doveroso annotare le migliorie
rispondenza dei profili. Non andiamo ol- così da garantirci una messa in squadra di apportate alla gestione del testo. L’inseri-
tre. precisione, tramite incrementi minimi, non mento e la modifica vengono ora eseguiti
Per gli utenti più evoluti, o per chi volesse gestibili via mouse, dei parametri critici. senza ricorrere ad alcuna finestra di dialo-
sperimentare nuovi approcci cromatici, esi- Utili in tale prospettiva le guide, ora gesti- go, direttamente sull’immagine. La sele-
ste in Photoshop 6 una funzione di regola- bili in visualizzazione e ‘magneticità’ dai zione dell’intero testo può essere effettua-
zione denominata Mappa Sfumatura (Gra- menu Mostra Extra (Show Extras) e Effet- ta tramite un doppio clic sulla miniatura
dient Map). Essa avvicina, semplificando- to Calamita (Snap). ‘T’ del livello di interesse, onde applicare
lo, il metodo colore Due Tonalità (Duoto- Accenniamo alla gestione delle conferme una delle consuete regolazioni ai parame-
ne), dando la possibilità di sostituire alla in Photoshop 6, le quali avvengono trami- tri, relativi alla selezione, sia dalla barra
scala di luminosità convenzionale, dal ne- te due pulsanti, presenti se necessari sulla delle opzioni che dalle due comodissime
ro al bianco, una qualsiasi scala cromatica barra delle opzioni: una ‘V’ conferma, una finestre (Palette) relative a Carattere (Cha-
composta di default piuttosto che dall’u- ‘X’ annulla. Anche lo strumento Taglieri- racter) e Paragrafo (Paragraph). In Photo-
tente. na (Crop), dispone ora di funzionalità pro- shop 6 diviene gestibile, in sede separata,
I risultati possono essere molteplici, da spettiche, in sede di definizione dell’area anche il ridimensionamento delle font in
estremamente moderati (il ritocco di pic- da ritagliare. altezza e larghezza. Possiamo inoltre ri-
Lo strumento Taglierina, noto agli utilizzatori di Photoshop, si
arricchisce nella versione 6 della possibilità di mascheramen-
to delle aree soggette a ritaglio, oltreché dell’opportunità di ef-
fettuare correzioni prospettiche direttamente in ritaglio, al fian-
co della sempre consentita rotazione del campo ‘inquadrato’.
Il risultato della trasformazione (qui su di una non rea mela,
piuttosto che sui consueti edifici del caso!) deriva dal riadat-
tamento dei nuovi vertici a colmare lo spazio, definito in sede Di derivazione implicitamente Web la creazione di aree destinate al sal-
di prima definizione, dell’area da ritagliare. vataggio mediante ottimizzazione per la rete. Nel passaggio all’applica-
tivo Adobe ImageReady, vengono mantenute tutte le sezioni definite in
Photoshop 6, così da permettere una collimazione tra software adibito
al ritocco e software destinato, prioritariamente, alle operazioni di tra-
smigrazione delle immagini verso il web. Per ogni sezione, definita me-
diante l’apposito strumento, è quindi possibile definire il formato ed li-
vello di compressione in salvataggio, mantenendo per ogni singolo com-
ponente dell’ipotetica ‘page’ il più corretto rapporto tra qualità e velo-
cità di scaricamento.

Il menu inerente alla visualizzazione dei nuovi e dei vecchi ele-


menti di supporto all’elaborazione. Al fianco delle consuete
guide, bordi di selezione e griglia, compaiono ora le voci rela-
tive alla visualizzazione di sezioni, annotazioni e tracciati. De-
cisamente utile la possibilità di abbreviare la selezione di tali
funzioni mediante scorciatoie da tastiera, vista la frequenza con
cui si opera in genere con guide e selezioni L’interfaccia a menu relativa alla gestione dell’effetto calamita tra og-
getti. Ottimo l’inserimento (finalmente!) dei margini del documento al-
l’interno delle possibilità di collegamento.

correre alla Altera Testo (Warp Text) del chicca del poter cambiare colore al testo diante Pattern, Sfumatura (Gradient) o Tin-
testo, mantenendolo editabile in ogni mo- anche più volte all’interno di uno stesso li- ta Unita (Solid Color).
mento, con le stesse modalità proprie del vello.
testo normale. La definizione delle forme si snoda, inve- Impressioni di primo utilizzo
È infatti peculiare di Photoshop 6, e con lui ce, attorno alla triplice opportunità di otte- Ci fermiamo qui nell’esplorazione di Ado-
di tutti i seri software vettoriali, la possi- nere forme vettoriali, tracciati perimetrali be Photoshop 6, pur rimanendo non citate
bilità di effettuare modifiche qualitativa- e sagome non vettoriali, ovvero riempi- alcune funzionalità di importanza non se-
mente conservative, su ogni parte vettoriale menti di forma prestabilita. Risulta utile la condaria. Ricordiamo ‘al volo’ la possibi-
del lavoro, fino al momento in cui decide- possibilità di intersecare, sommare e sot- lità di escludere dall’immagine i bordi di
remo di effettuarne la Rasterizzazione (Ra- trarre le forme alla stregua delle selezioni, colore uniforme, al fine di ridurre la di-
sterize), ovvero la trasformazione da vet- nonché il poter definire oggetti personali mensione del file al solo spazio necessario
toriale scalabile a raster statico. Tale fun- partendo dai tracciati, per i quali rimango- a contenere i pixel ‘importanti’ dell’im-
zione subentra alla funzione Rendering Te- no immutati i metodi di applicazione e di magine, tramite la funzione di Rifila (Trim).
sto presente in Photoshop 5.5, allargando gestione. Ed ancora: possiamo sezionare un’imma-
il proprio campo di azione a forme, riem- Una ulteriore novità vettoriale riguarda l’u- gine in diversi sottoquadri con lo strumen-
pimenti e tracciati. Sempre agevole rima- tilizzo di appositi livelli, dotati di masche- to Sezione (Slice), al fine di salvare le co-
ne la gestione dei parametri noti, tra cui la re, al fine di disporre dei riempimenti me- stituenti l’ipotetica pagina Web (per fare
La completezza della rinnovata interfaccia di gestione del testo ci
fa scoprire quanto sia semplice procedere all’impaginazione di bre-
vi elaborati. La creatività del testo deformato, unitamente alle fi-
nestre, riposizionabili, relative alla gestione di paragrafi e carat-
Scegliendo una forma predefinita, è possibile dare al testo selezio- teri, consente la massima libertà espressiva nel posizionamento e
nato un andamento curvilineo, ulteriormente personalizzabile nei nella formattazione degli scritti. Le convenzionali possibilità di in-
parametri, rappresentati dai 3 cursori presenti nella finestra di defor- tervento sulle dimensioni delle font vengono ampliate da nuovi pa-
mazione Warp. Il livello di testo rimane comunque editabile fino al rametri pur mantenendo inalterati i consueti metodi di applicazio-
momento della rasterizzazione. ne.

Le finestre riposizionabili, riportanti tutte le informazioni di interesse relative alla formattazione del testo in Pho-
toshop 6, permettono una più semplice gestione dei caratteri e delle operazioni di formattazione. I rientri e le di-
mensioni delle font sono ora passibili di regolazioni fini, anche non conservative delle proporzioni originali im-
poste dal file relativo. Decisamente accresciuta “l’ergonomia” di tale strumento rispetto alla release 5.5 del pac-
chetto di Adobe.

un esempio) in formati e compressioni dif- audio, agli utenti finali del file. bra di dubbio, il software di elaborazione
ferenti, a seconda dell’utilizzo che ne verrà Pare quindi esplicito che gli sviluppatori fotografica più apprezzato dai professioni-
fatto online. Abbiamo apprezzato la possi- Adobe abbiano compiuto un notevole sfor- sti.
bilità di gestire le impostazioni predefini- zo in due direzioni distinte. Prima di tutto In secondo luogo penso di poter asserire
te di Photoshop 6 tramite la completissima verso una gestione parallela di dati bitmap che sia stato raggiunto un elevato livello di
finestra di Gestione Predefiniti (Preset Ma- e vettoriali, in un epoca in cui la voglia di integrazione tra le parti che compongono
nager), e l’introduzione dei commenti in produrre grafica per web, piuttosto che per il software, grazie anche alle ricorrenti op-
stile ‘Post-it’ da affiancare alle immagini i canali convenzionali, non avrebbe con- portunità di personalizzazione delle carat-
onde fornire informazioni, sia scritte che cesso tali lacune a quello che è, senza om- teristiche proprie degli strumenti con cui ci
La possibilità, offerta da Photoshop 6, di operare sulle immagini, trasformandole numericamente, pur mantenendone la previsualizzazio-
ne in anteprima, fa sì che possiamo agire micrometricamente e con assoluta precisione nelle delicate fasi di un raddrizzamento prospetti-
co come quello mostrato in figura. La versatile gestione delle guide consente un approccio ancor più ‘tecnico’ a tali operazioni.

Nella finestra di applicazione del ‘filtro’ Fluidifica, la di-


sponibilità di comandi è ingente ed occorre un po’ di pra-
tica onde capire esattamente ‘cosa si sta facendo’. In ogni
caso la sovrapposizione di una comoda griglia di defor-
mazione facilita la verifica visiva dell’accaduto. Si rendo-
no inoltre disponibili strumenti di mascheratura delle aree
‘intoccabili’, nonché le convenzionali proprietà dei pen-
nelli ed un set di ulteriori modificatori al metodo di ap-
porto delle deformazioni elastiche. Gli ambiti applicativi
di tale sistema partono dal ritocco selettivo di forme per
giungere alla creazione di particolari effetti artistici.

QUANTO COSTA
Photoshop 6 L. 1.935.000 (+ Iva 20%)
Photoshop 6 Aggiornamento L. 580.000 (+ Iva 20%)
Adobe Systems Italia, Viale Colleoni 5, centro direziona-
le, Palazzo Taurus A3, 20041 Agrate Brianza Milano.
Tel. 039.3965501, fax 039.39655050. http://www.adobe.it/

troviamo a lavorare. Il mantenimento di in-


terfacce e moduli standard (ricordiamo che
l’interfaccia utente di Photoshop è da sem-
pre una delle più rigide mai sviluppate),
nell’applicazione delle nuove funzionalità,
non sorprende più di tanto l’utente esperto
che ritrova con semplicità il bandolo della
matassa, anche per funzioni di nuova in-
troduzione.
In definitiva un giudizio di ottimo per la re-
lease 6, in visione degli orizzonti verso cui
il mondo del Web ci sta instradando, pur
nel rispetto delle classiche funzionalità di
fotoritocco, ineccepibili, cui Adobe ci abi- Osservando il risultato ottenuto in seguito all’applicazione dello strumento Fluidifica, no-
tua da anni, stupendoci con ulteriori raffi- tiamo come la capacità di tale metodo di rispettare i legami presenti tra pixel adiacenti,
namenti di strumenti che già non potreb- senza stravolgerli, ci consente di intervenire sulle forme presenti nell’immagine al punto
bero richiedere altro per risultare perfetti. da rendere difficile l’immediata individuazione dell’accaduto. Un utilizzo sapiente e re-
golato dello strumento ci permetterà di apportare piccoli ma decisivi miglioramenti alle
Eugenio G.Tursi forme presenti nelle nostre immagini passibili di un ritocco più ‘scultoreo’ che cromatico.
SOFTWARE

EFFETTO GRANA

Sopra: incremento del contrasto.

A destra: aggiunta di rumori di fondo.


Appuntamento ricorrente di queste pagine piuttosto se sia conveniente farlo a com- ingrandire la fotografia a sufficienza.
è stato per parecchi mesi quello dell’utiliz- puter o servendosi di strumenti “classici” In pratica, la via tradizionale per rendere
zo non sempre serio della fotografia digi- della fotografia. più evidente la granularità dei negativi e la
tale. Per compensarci della perdita di alcu- Attenzione, tuttavia, al rischio che si corre granulosità della stampa passa attraverso
ne sensazioni piacevoli della vecchia, car- utilizzando gli ormai comunissimi pro- due soluzioni, da cui derivano tante varianti.
ta immagine tradizionale, chiediamo al- grammi di elaborazione digitale ed il loro La prima è quella di aumentare le dimen-
l’immagine elettronica di offrirci nuovi “filtri”. Uno dei maggiori pericoli nell’uso sioni fisiche dei granuli che compongono
spunti di intervento. delle tecniche di elaborazione, infatti, è quel- le immagini. Si utilizzano pellicole molto
Nel box riportato in questo stesso articolo lo di “fossilizzarsi” sulle solite soluzioni sensibili e si protrae il trattamento di svi-
si trova un riassunto dei “divertimenti” di- applicative, trasformando quello che po- luppo oltre il normale, ottenendo così un
gitali affrontati negli scorsi mesi: se avete trebbe essere uno strumento creativo in un aumento della granularità, cioè delle di-
perso qualche gioco che ritenete diverten- sistema rapido e sicuro per... banalizzare le mensioni dei granuli sull’originale foto-
te, potrete richiedere l’arretrato. proprie immagini. grafico.
Prossimamente, questa rubrica si occuperà Quando ci si ripropone di simulare a com- La seconda strada, poi, per evidenziare la
di un altro modo per divertirsi con la foto- puter l’effetto della grana fotografica ci si granularità finale (cioè le dimensioni ap-
grafia digitale: quello che Internet, oramai pone nella condizione migliore per capire parenti della grana sull’immagine finita), è
divenuto pane quotidiano della fotografia la base stessa della fotografia digitale. quella di innalzare il contrasto, in maniera
digitale, offre come strumenti di diverti- Le immagini fotografiche su pellicola, di- da rendere più evidente la differenza fra un
mento e lavoro con la fotografia digitale. fatti, sono costituite da molti piccoli ag- granulo e l’altro. Per far questo si aumen-
glomerati di argento metallico (foto B&N) ta l’agitazione durante lo sviluppo, si usa-
Una grana fatta a tavolino o di coloranti (diapositive e negativi colo- no ingranditori a luce puntiforme, si utiliz-
Come per molti altri interventi sulla foto- re), concettualmente molto simili ai qua- za carta da stampa di gradazione più dura,
grafia digitale, anche nel caso dell’effetto dratini (pixel) che compongono le imma- cioè più contrastata.
“grana” non ha più senso chiedersi se una gini elettroniche. Per percepire la struttura Esattamente la stessa cosa si fa anche tra-
cosa si possa o non si possa fare, quanto che forma l’una o l’altra immagine, basta mite il mezzo elettronico, con la sola dif-
Sopra: utilizzo del filtro crystallize.

A destra: doppia elaborazione del filtro crystallize.


ferenza che le dimensioni degli “agglome- l’utilizzo “tipografico”, tale filtro si rivela munare la luminosità di gruppetti di pixel,
rati” che compongono l’immagine e la dif- di fatto molto utile per ingentilire l’imma- simulando in qualche modo una sorta di cri-
ferenziazione fra i singoli punti viene fatta gine senza che i dettagli minuti vengano stallizzazione dell’immagine. Se - come è
calcolare dall’elaboratore, anziché produr- perduti. stato fatto in questo caso - si specifica al
re da uno sviluppo. programma di usare un valore piccolo (nel-
Facciamo alcuni esempi fra le possibilità Rumore di fondo l’esempio, agglomerati di 5 pixel), ciascun
di simulazione offerte dal computer. In La strada più frequente per ottenere una si- gruppettino somiglierà ad un granulo foto-
realtà, l’elenco potrebbe essere molto più mulazione della grana fotografica con un grafico di dimensioni abbastanza visibili.
lungo, perché ogni singolo effetto è com- programma di fotoritocco è quella di ser- Nella fotografia tradizionale risultati simi-
binabile in misure diverse con gli altri, evi- virsi di un filtro di “aggiunta rumore di fon- li - anche se non uguali - sono ottenibili so-
denziabile o riducibile, e gli applicativi che do”. Anche se si tratta dell’effetto grana lo servendosi di un retino di stampa.
contengono (od importano) “filtri” per la usato quasi da tutti, il risultato finale tende
creazione di effetti simili alla grana sono a eliminare i dettagli fini, proprio come ca-
numerosissimi. pita quando la grana fotografica viene ot- Articoli già pubblicati
tenuta - un po’ semplicisticamente - in-
Aumento del contrasto grandendo di molto un fotogramma. Immagini liquide: le caricature fotografi-
Un primo metodo utilizzato dalla fotogra- Alcuni programmi più completi lasciano la che
fia tradizionale per evidenziare la grana è possibilità all’operatore di scegliere l’evi- Come modificare in modo comico i volti di
quello di incrementare il contrasto. Nel ca- denza dell’effetto. In questo caso, ‘imma- parenti ed amici: Tutti Fotografi di Febbraio
1998
so dell’elaborazione elettronica una solu- gine pubblicata è stata ottenuta scegliendo Invecchiando che volto avrò?
zione paragonabile è ottenibile aumentan- il valore 70, e la distribuzione uniforme (an- Semplici interventi per simulare l’invecchia-
do la differenza di contrasto fra i singoli ziché gaussiana). Al risultato, è stata poi mento del proprio volto: Tutti Fotografi di
pixel che compongono l’immagine. In que- applicata la filtratura “Despeckle” già de- Marzo 1998.
sta immagine, il file è stato sottoposto per scritta. Come sarà crescendo
tre volte consecutive all’opzione per au- Si tenga presente che, in generale, la fun- Semplici interventi per avere una simulazio-
ne di quello che sarà il volto dei propri bam-
mentare la nitidezza (tipo “Sharpen”), in zione gaussiana tende a generare troppi pun- bini col passare degli anni. Tutti Fotografi di
maniera da esasperare il contrasto dei grup- ti chiari, e di conseguenza a desaturare trop- Aprile 1998.
pi di elementi colorati, principalmente sui po il risultato finale. Per quello che riguar- Vacanze esagerate
piccoli dettagli. Così facendo, le zone dal- da il valore, è impossibile dare una indica- Diversi modi per far raccontare delle inno-
le tinte uniformi (cielo) non vengono toc- zione sempre valida, dato che sono le di- centi “bugie” alle foto delle vacanze. Tutti fo-
cate, mentre risultano “disturbate” quelle mensioni del file a determinare l’evidenza tografi di Giugno 1998.
Come un quadro
caratterizzate da dettagli fini, sui quali l’e- dell’effetto. In linea di massima, si può par- Effetti di ritocco che facciano sembrare dei
sasperazione del contrasto introduce un ve- tire usando un valore che sia pari a un de- quadri le proprie immagini: Tutti Fotografi di
ro e proprio disturbo strutturale. Per smor- cimo delle dimensioni in Kbyte del file. Luglio - Agosto 1998
zare almeno in parte l’eccessiva durezza Banconote da collezione
del risultato, poi, l’immagine è stata pas- Crystallize Creiamo le nostre personalissime banconote.
sata ad un filtro di omogeneizzazione (co- Questa variante permette di ottenere una Tutti Fotografi di Settembre 1998
Il paesaggio a modo mio
me “Despeckle”, raggiungibile all’opzione granulosità estremamente morbida, che sa- Giocare con il paesaggio per alterarlo a pia-
“aggiungi disturbo”). In realtà, un filtro di rebbe meglio apprezzabile su un ingrandi- cimento . Tutti fotografi di febbraio 1999
questo genere per ridurre la presenza di di- mento dell’immagine. Si tratta di una “fin- Un faccione così
sturbi, o per rendere meno visibile il retino ta grana” ottenuta con il filtro “Crystallize” Come alterare le proporzioni di alcune parti
di immagini che siano state rifotografate da fatto lavorare su piccoli agglomerati. “Cry- del volto. - Tutti fotografi di marzo 1999
supporti stampati ad inchiostro. Al di là del- stallize” è una funzione che tende ad acco- Effetto grana - In questo fascicolo
A sinistra: uso del filtro pointillisme.

Sotto: filtro pointillisme applicato dodici volte.

A sinistra: uso del filtro diffuse.

Dato che come grana fotografica il risulta- ta in meno (si è usata la selezione a mano Pointillisme
to finale di questa operazione è un po’ trop- libera, nell’opzione di selezione inversa). Infine, una grana sul gatto molto marcata
po morbido (diremmo “grana spappolata”, ottenuta usando il filtro “Pointillisme”, in-
da fotografi), questo file è stato corretto pas- Diffuse dicando un raggio di 4 pixel. Attenzione:
sandolo una volta all’opzione “Sharpen”. A questa immagine è stata applicata per sei “Pointillisme” frammenta l’immagine e,
In fotografia tradizionale, quest’ultimo pas- volte consecutiva la funzione del filtro “Dif- spostando i pixel, riempie gli spazi vuoti
so sarebbe stato l’equivalente di usare un fuse”, in realtà pensato per confondere la con il colore che in quel momento è impo-
ingranditore con luce più puntiforme. disposizione dei pixel, e quindi sfocare l’im- stato come “colore di fondo”. Occorre quin-
magine. Se la funzione viene eseguita più di scegliere un colore di fondo abbastanza
Doppia cristallizazione volte di seguito, tuttavia, nei primi passag- neutro, estrapolato dai colori dell’immagi-
Questa è una versione un po’ “hard” della gi si ha una sorta di effetto grana, e - pro- ne stessa. Su questa immagine, l’effetto
stessa tecnica della foto precedente. In que- seguendo ancora - un effetto di stilizzazio- troppo marcato del primo filtro è stato poi
sto caso, tuttavia, il “filtro di cristallizza- ne piuttosto curioso. (E’ riportato un esem- mitigato con due passaggi “ammorbidito-
zione” è stato fatto elaborare due volte (cioè, pio nel tassello rettangolare dell’immagine ri”, uno in “diffuse” e l’altro in “Despeck-
si è filtrato il risultato del file già filtrato del volto), nel quale il filtro e’ stato fatto le”.
una volta); poi, per tre volte consecutive si agire una dozzina di volte. Il filtro Diffuse
è applicato il filtro per aumentare il micro- consente di scegliere fra tre tipi di diffu- Buon divertimento! Ci rincontriamo fra
contrasto (aumenta nitidezza) per ricosti- sione dei pixel: casuale (normale), con scu- qualche tempo per valutare assieme i di-
tuire un po’ di contrasto. Si noti che la sgra- rimento e con schiarimento. Per questa ap- vertimenti della Rete...
natura è stata limitata nell’area del caval- plicazione è consigliabile quella normale.
lo, sulla quale è stata fatta agire per una vol- Roberto Tomesani
SOFTWARE

IL PAESAGGIO
A MODO MIO

Queste pagine, i lettori fedeli lo sanno, so-


no periodicamente dedicate alle applica-
zioni “divertenti” della fotografia digitale.
Vengono cioè suggerite applicazioni più o
meno inconsuete - ma sempre amene - che
danno un motivo per apprezzare la tra-
sformazione che la fotografia sta subendo,
nel passare del tradizionale ai sistemi elet-
tronici.
In questa puntata ci dedichiamo ad alcuni
futili ritocchi su immagini di paesaggio:
non tecniche specifiche, ma esempi di co-
me intervenire sulle fotografie “da carto-
lina”.

Cosa occorre miti, e può fare molto di più di quella tra- toritocco. In questo caso, Adobe Photo-
Come ben hanno inteso tutti i lettori che ci dizionale); scopo di questi articoli è inve- Deluxe e FotoFinish. Utile, ma non indi-
seguono, la filosofia di fondo di questi ar- ce l’illustrare cosa si possa fare con pochi spensabile, il ricorso ad un programma più
ticoli è suggerire il ricorso di tecniche e mezzi basilari. completo, come Photoshop.
mezzi hardware che siano oggettivamente Per le elaborazioni di queste pagine basta-
alla portata di tutti. Non si vogliono illu- no una fotocamera digitale economica o, Osteria, la parrocchia!
strare le possibilità in assoluto della foto- semplicemente, dei file digitalizzati dal la- Il mitico abbinamento dei due cartelli se-
grafia digitale (se non si hanno problemi boratorio di fiducia, un computer con pro- gnaletici non è frutto di un ritocco: in una
di budget, la fotografia digitale non ha li- cessore Pentium, alcuni programmi di fo- strada laterale nei pressi di Hone, in Val
d’Aosta, i due cartelli indicano effettiva- zionando il solo cielo con la funzione “bac- di inserimento, e cioè l’alloggiamento di
mente la via dello spirito (è una battuta: chetta magica”, e poi cambiando il colore un’immagine complessa all’interno di un
sorridere). con le opzioni di controllo della satura- paesaggio. Va fatta una premessa dovero-
Tuttavia, questa immagine ben si presta co- zione. Una nota: se alla prima passata di sa: risultati più convincenti negli inseri-
me esempio del beneficio più classico che “bacchetta magica” la selezione non cor- menti di questo tipo possono essere otte-
la fotografia digitale può offrire all’imma- risponde a quanto voluto, la si può esten- nuti costruendo le immagini appositamen-
gine di paesaggio: migliorarla. dere o restringere variando la tolleranza te per l’inserimento, in maniera da scegliere
Così, rimboccate le maniche ed il mouse, dei pixel che vengono scelti come adia- illuminazione e prospettiva che siano per-
si è provveduto ad eliminare gli elementi centi per valore cromatico, nelle opzioni fettamente sovrapponibili. Quando, come
di disturbo: tralicci, pali e fili della luce so- di controllo dello strumento. nel caso di questo ritocco, l’inserimento
no stati eliminati usando la funzione clo- viene fatto “a posteriori”, cioè servendosi
ne (o timbro, dir che si voglia). Si proce- Mare e monti di due immagini autonomamente scattate,
de così: stabilita la sorgente dell’immagi- Mare o monti per le vacanze? Nell’inde- e delle quali non si era pensato di fare un
ne, solitamente con ctrl+clik, od alt+click cisione, facciamo un misto: entrambi. impiego particolare, la leggera sensazione
a seconda del programma, e scelta la fun- Ed ecco la scusa per un esempio classico di sfasamento è pressoché inevitabile. An-
zione “non allineato”, si ri- che piccolissime discordanze
produce una porzione di im- nella fuga prospettica degli
magine clonandola sul punto elementi combinati fra loro
da cancellare. vengono subito percepite –
L’opzione “non allineato” per- spesso a livello anche solo in-
mette di ottenere un clone che conscio – dal nostro cervello.
riparte ogni volta sempre dal- Per inserire un’immagine nel-
lo stesso punto, che viene usa- l’altra occorre, prima di tut-
to come sorgente di pixel per to, effettuare lo scontorno.
la ricostruzione dell’immagi- Il “trucco” per non faticare
ne. Scegliendo la soluzione “al- eccessivamente in selezioni
lineato”, il computer tiene con- complesse come questa sta
to della posizione relativa del nell’imparare ad usare lo stru-
puntatore, e anche quando si mento “bacchetta magica”.
rilascia il pulsante del mouse, Qualsiasi selezione a mano li-
riparte a clonare non dall’ori- bera (lazo, o simili) risulta
gine iniziale, ma da dove si è comoda per soggetti dai bor-
interrotta la duplicazione. di lineari e precisi (una lava-
Il cielo è stato saturato un po’ trice; una scatola; una palla);
(visto che non si era usato il certamente, un contorno com-
polarizzatore), dapprima sele- posto come questo farebbe
impazzire anche il più certosino dei ritoc- immagine per volta. In Photoshop, pre- gliendo di far inserire l’immagine dei mon-
catori. I programmi di fotoritocco più com- mendo il tasto “maiuscole” fra una sele- ti all’interno della selezione, con la fun-
pleti (come Photoshop) permettono di ef- zione e l’altra, il sistema non cancella la zione “paste in”.
fettuare selezioni con lo strumento della selezione precedente, e permette di ag- I contorni sono poi stati ammorbiditi con
“bacchetta magica”, che individua auto- giungere in successione tanti blocchi sele- lo sfumino, a pressione ridotta attorno al
maticamente le zone di immagine compo- zionati. Nell’immagine di mari e monti, la 15 – 20%.
ste da pixel fra loro simili. Quanto devo- selezione è stata fatta in una ventina di mos-
no essere “simili” fra loro i pixel lo deci- se successive: cielo, diversi livelli di colo- Sole che sorgi…
de l’operatore, impostando valori più o me- razione del mare, sabbia, porzioni “inter- Un bel 300mm per riprendere l’imman-
no ampi. È importante ricordare che il si- ne” delle sdraio, eccetera. L’inserimento cabile tramonto. Ma come ottenere un
stema permette di selezionare un pezzo di vero e proprio è stato poi ottenuto sce- Sole davvero sconvolgente? Un sistema
semplice è quello di passare per il digi-
tale.
Questa è la scusa per imparare ad “in-
grandire” porzioni di immagine. Nel caso
particolare, è stata fatta la selezione del So-
le basandosi sul colore dei pixel, ovvia-
mente ben distinto da quelli del cielo, il
che consente di selezionare automatica-
mente la zona di intervento. L’immagine è
stata poi copiata negli “appunti”, e “incol-
lata” in un nuovo file. Il file è stato ridi-
mensionato, aumentando il numero di pixel
(da 150 a 450) di ciascun lato. Ricopiata
negli appunti l’immagine del sole, ora com-
posta di molti più pixel, la si è ricollocata
all’interno dell’immagine finale. Alcuni
programmi di fotoritocco hanno, in realtà,
anche la possibilità di “scalare” verso l’al-
to o verso il basso la risoluzione di una zo-
na selezionata, senza ricorrere ad una sua
esportazione in altri files. Il sistema de-
scritto prima, comunque, è utilizzabile an-
che servendosi di un programma dei più
semplici e schematici.
Per migliorare la zona di transazione del-
la nuova immagine, si è utilizzato lo stru-
mento sfumino sui bordi.

Infrarosso finto
Tutti i fotografi che si divertivano a scat-
tare anche negli anni 70 ricorderanno per
certo quanto “di moda” era, all’epoca, l’u-
so dell’Ektachrome Infrared. Si tratta di
pellicola invertibile a colori che, oltre ad
essere sensibile all’infrarosso, produceva
anche una resa cromatica decisamente par-
ticolare, non tanto e non solo per la sua
sensibilità ad una zona dello spettro nor-
malmente invisibile, quanto per il fatto che
la resa cromatica degli strati era “sposta-
ta”: anziché riprodurre i colori con il loro
aspetto consueto, i copulanti erano siste-
mati negli strati sensibili in maniera che la
resa cromatica fosse volutamente stravol-
ta, indipendentemente dalla presenza del-
l’infrarosso.
Ecco un sistema per simulare in modo sem-
plice l’effetto delle riprese infrarosse: ser-
vendosi degli strumenti di controllo della
tinta. In specifico, è stato alterato il con-
trollo della tinta (Hue) spostandosi lungo
lo spettro fino ad ottenere questo “shift”
cromatico, estremamente simile a quello
delle pellicole Infrared, ma in maniera as-
sai meno laboriosa.
Ecco qui.
I paesaggi vi aspettano.

Roberto Tomesani
Software

per scegliere la
Intellihance
Extensis
Intellihance
Pro 4.01 è un
software che
consente di
visualizzare
correzione migliore
numerose
varianti
di una
determinata
correzione,
in modo da Si presenta
scegliere in questo modo il software
quella più Intellihance Pro 4.0.
adatta. I riferimenti web che ci vengono qui forniti sono sufficienti al
contatto del supporto tecnico in caso di registrazione, anch’es-
sa effettuabile online, ed al collegamento alla pagina web del
produttore Extensis, sulla quale, oltre alle consuete informa-
zioni relative agli aggiornamenti ed ai nuovi prodotti della ca-
sa, possiamo accedere alle sezioni di scaricamento di molti softwa-
re prodotti dalla software house. Questa filosofia di distribuzio-
ne è la medesima ad aver contribuito all’enorme diffusione del
La prima sorpresa che ci attende, conseguente- precedente Portfolio 5, già testato su queste stesse pagine.
mente all’installazione del plug-in prodotto da
Extensis, è la comparsa, all’interno della barra
dei menu di Photoshop, di un nuovo pulsante
che ci permette di accedere alla funzionalità pro- Abbiamo già fatto la conoscenza della
prie di Intellihance Pro 4.0. L’appoggio ad un software house Extensis con la recensione
programma di fotoritocco esterno permette di del software Portfolio 5.0 ed in quella oc-
integrare alla perfezione le funzionalità proprie casione avevamo apprezzato quanto fosse
del software con altre tipiche di programmi più stato tenuto in considerazione il punto di
evoluti, che sarebbe stato superfluo implemen- vista del fotografo, certamente meno av-
tare all’interno del plug-in, già ottimamente pro- vezzo di un informatico ai complessi siste-
mi di gestione di un database.
gettato per assolvere egregiamente alle funzio-
Con estrema curiosità ci poniamo dunque
ni tipiche della correzione cromatica assistita. innanzi al monitor, impazienti di scaricare
dal web l’ultima release, la 4.01, del pac-
chetto Intellihance Pro. Il sito di Extensis
agevola il pellegrino virtuale nell’appren-
dere la sua vocazione. Chi avesse dimesti-
chezza con Adobe Photoshop dovrebbe,
Essenzialmente tutti i comandi di cui necessitiamo esaminando le schermate a corredo della
al fine di gestire le funzioni principali di Intellihance pagina web, riconoscere alcuni elementi co-
Pro 4.0 sono racchiusi nella finestra di selezione muni al noto metodo di regolazione imma-
laterale. Da qui possiamo decidere il tipo di corre- gine Variazioni. Per i meno avvezzi cer-
zione da apportare, l’entità delle modifiche, le aree chiamo di riassumere in poche righe quel-
su cui effettuare le variazioni, nonché consultare lo che pare attenderci.
l’istogramma proprio dell’immagine o accedere al- All’atto di correggere un’immagine, dicia-
mo cromaticamente, ci si presentano es-
le funzionalità di zoom. Le ulteriori specifiche di
senzialmente due possibilità operative, in-
visualizzazione possono essere poi settate dagli in- dipendentementi dal contesto in cui stiamo
tuitivi menu. operando. La prima presuppone di effet-
tuare le regolazioni progressivamente, in
Scorrendo rapidamente queste pagine, anche i meno at-
tenti avranno senza dubbio potuto notare come, spesso,
la modalità di visualizzazione delle anteprime in Intel-
lihance Pro 4 cambi radicalmente. Questo risultato si
rende possibile attraverso la selezione, dall’apposito me-
nu Layout, di una qualunque combinazione di miniatu-
re tra le 1x1 e le 5x5. La comodità di alternare, anche a La personalizzazione del layout ci consente di procedere nel-
metà delle correzioni, un metodo di visualizzazione al- le lavorazioni in modo estremamente intuitivo osservando, ad
l’altro, ci garantisce di poter sempre disporre della mi- ogni cambio di prospettiva, differenti peculiarità distintive del-
gliore anteprima possibile al raggiungimento dei nostri l’immagine elaborata. La gestione delle anteprime consente,
scopi. oltre che l’impostazione del numero di riquadri presenti a vi-
deo, anche la scelta di replicare l’immagine per intero in cia-
scuna finestra, piuttosto che di mantenere una singola im-
magine suddivisa in più sezioni differentemente corrette. In
entrambi i casi rimangono ben segnalate, tramite gli apposi-
ti indicatori posti in alto a sinistra in ogni preview, le corre-
zioni apportate alle singole anteprime.

Le foto da cui partiamo al fine di sperimentare il software


Intellihance Pro 4 sono, come nostro solito, affette da pro-
blemi cromatici di vario genere. In particolar modo si fan-
no notare le immagini relative alle roulotte ed alla buccia
dell’ananas per una marcata staratura della sorgente lu-
minosa nei confronti della pellicola daylight utilizzata. Ab-
biamo invece a che fare, negli ulteriori due casi, con im-
magini sottoesposte e scarsamente incisive, l’una a causa
dell’esiguo numero di pixel utilizzati per la ripresa in digi-
tale, l’altra a ragione dell’impiego di un teleobiettivo di focale 400mm utilizzato per lo scatto unitamente ad un cavallet-
to poco robusto. Dal menu a tendina di Photoshop si rende già disponibile la voce relativa ad Intellihance Pro 4 che ci
sarà compagno nel tentativo di rimettere le cose a posto.

cui le nuove si sostituiscono alle precedenti definito dall’utente, ad un differente colo- esattamente su questo principio di sostitu-
nell’anteprima del medesimo file. È dun- re primario: ciano, magenta, giallo, rosso, zione dinamica all’interno di un contesto
que importante possedere l’abilità visiva di verde, blu, bianco (resa più chiara) e nero di riferimento. Siamo a questo punto cu-
riconoscere il livello di regolazione adatto (resa più scura). Tutte queste variazioni ri- riosi di vedere come esso si comporti sul-
ai nostri scopi, pur senza avere sott’occhio sultano ovviamente personalizzabili nel- le nostre immagini, come sempre cromati-
le precedenti regolazioni. l’applicazione sulla base dei toni da cor- camente disastrate.
Tuttavia potremmo desiderare di avere af- reggere (ombre, mezzitondi, luci o satura-
fiancate all’immagine di partenza, per ope- zione) e sulla potenza dell’effetto di ‘shift’. L’utilizzo del software
ra nostra o del programma, una serie di va- Questo metodo di correzione si basa sulla La prima sorpresa che ci giunge dall’in-
rianti, relative magari alla gestione di un presentazione dell’immagine di partenza al stallazione di Intellihance 4, posto che non
unico parametro cromatico, che ci permet- centro delle versioni modificate, con la pos- abbiamo preso visione della completa in-
tano di scegliere tra le tante quella che me- sibilità di andare ad effettuare progressive troduzione presente online, riguarda una ri-
glio si adatta alle nostre esigenze. correzioni all’immagine, cliccando sulla chiesta che ci viene fatta nel bel mezzo del-
All’interno di Adobe Photoshop esiste un variazione più corretta, la quale va così a le procedure di copia dei file sul nostro hard
metodo di regolazione definito ‘Variazio- sostituirsi al nostro originale, divenendo il disk. Tale interrogazione è infatti tesa a pre-
ni’ che opera esattamente in tal senso. Ap- nuovo punto di riferimento per le succes- cisare quale software di fotoritocco noi in-
plicato ad una foto da correggere, esso pre- sive modifiche. Un rapido test della fun- tendiamo utilizzare. Il fatto ci lascia per-
senta ben otto differenti versioni dell’im- zionalità descritta potrà senza dubbio spie- plessi poiché, fino ad ora, i software testa-
magine originale, ognuna tendente, pro- gare il concetto meglio delle parole. ti non avevano mai avuto necessità di es-
porzionalmente ad un fattore di intensità Ebbene, Intellihance di Extensis si basa sere informati riguardo al tipo di applica-
Lo strumento di bilanciamento colore di Intellihance è
praticamente il medesimo che possiamo trovare in Ado- La regolazione del contrasto disponibile in Intellihance
be Photoshop, tra le regolazioni del menu Immagine, con Pro 4 è la medesima che siamo abituati ad utilizzare ope-
la denominazione Variazioni. L’approccio alla correzio- rando coi più diffusi software di fotoritocco. Il vantaggio
ne cromatica è in questo caso gestito proponendo otto dif- di avere a disposizione un confronto diretto con versioni
ferenti versioni dell’immagine originale, ognuna virata più o meno elaborate, ci consente di apprezzare ancor più
in direzione di un colore primario differente. Abbiamo la potenza e la portata di una correzione che, in genere,
così le diverse anteprime tendenti a ciano, magenta, gial- fa cadere i neofiti nell’errore di giudicare corretta un’im-
lo, rosso, verde, blu, bianco (immagine più chiara) e ne- magine eccessivamente contratta nella gamma tonale, a
ro (immagine più scura). Il semplice clic del mouse sul- causa della nostra fisiologica predilezione per immagini
la versione preferita ci consente di sostituire con questa estremamente contrastate.
l’immagine di riferimento, onde procedere con le rego-
lazioni, magari più lievi col progressivo raffinamento de-
gli interventi cromatici.

Non tutti gli utilizzatori di un elaboratore in qualità di


strumento per il fotoritocco digitale sono forse abituati a
gestire, tramite il loro software preferito, l’attributo rela-
Risulta estremamente grafica la riuscita della finestra 5x5 tivo alla saturazione di un’immagine, salvo che per otte-
impostata sul metodo di correzione Luminosità, applica- nere banali simulazioni di tonalità seppia e perdita di co-
ta ad un’immagine nella sua interezza. Pur apprezzando lore dovuti al tempo. Nel caso di una così chiara presen-
l’armonia di tale presentazione, dovremo scegliere dalla tazione dei risultati ottenibili, ritengo che sia invece pos-
scacchiera una sola versione che, secondo quanto solito sibile affrontare tale sistema al fine di migliorare le im-
al metodo di selezione implementato nel plug-in, andrà a magini, rispettandone la natura originaria che ne ha ca-
sostituire l’immagine originale comportando l’immedia- ratterizzato la ripresa.
to aggiornamento delle anteprime sulla nuova base.
zioni installate sul nostro elaboratore, es- Come ribadito più volte, una del-
sendo sempre passati fra le nostre mani dei le maggiori difficoltà che ho po-
software ‘stand alone’, ovvero che poteva-
no essere utilizzati senza l’appoggio di al-
tuto riscontrare, in chi si avvi-
cun altro programma. Nel caso di Intel- cina ai sistemi di fotoritocco di-
lihance, invece, la questione è ben diversa, gitale, risulta essere strettamente
poiché il software non si presenta in altro legata all’impossibilità, fino ad
modo se non come un filtro associato ad ora, di disporre di riferimenti
uno dei due programmi di cui ci viene ri- reali nell’operazione di bilan-
chiesta la preferenza di utilizzo: Adobe Pho- ciamento cromatico. Ciò, di so-
toshop o Corel Photo Paint. lito, comporta che un’immagi-
In pratica, conseguentemente all’installa- ne ritoccata da un utente ine-
zione del Plug-In (questo è il nome delle sperto perda le dominanti che
componenti aggiuntive associate a vari ne causavano il decadimento qualitativo originale, assumendone però tutt’altre,
software), noi non vedremo alcuna icona
relativa ad un nuovo programma, bensì po-
magari in direzione opposta. La sovrabbondanza di riferimenti offerti da Intel-
tremo accedervi dall’interno di uno dei due lihance Pro 4 dovrebbe elegantemente aggirare tale problema, soprattutto al-
applicativi specificati. Per ciò che ci riguarda l’atto di una correzione come quella mostrata: il bilanciamento del ciano.
abbiamo scelto di installare il plug-in af-
fiancandolo ad Adobe Photoshop 6.0, ga-
rantendoci la comparsa di un nuo-
vo menu denominato Extensis e Anche l’ormai noto, per i lettori più as-
di una nuova categoria di filtri as- sidui, aumento digitale del dettaglio (ni-
sociata alla medesima dicitura. tidezza, maschera di contrasto, contra-
Mi pare scontato che, trattandosi sto superficiale, ecc) può essere gestito
in fin dei conti di un filtro, evolu- in modo flessibile da Intellihance Pro 4.
to ma pur sempre di un filtro, l’u- Data la abbondante mole di materiale,
nico modo di testarne le funzio- ancora derivante da scansione, mi pare
nalità risulti quello di avere a di- utile prendere particolare confidenza
sposizione delle immagini su cui con i modi e le intensità di applicazione
operare: è a questo punto che dal di tale metodo, sempre utile a ridare al-
cilindro tiriamo fuori il prezioso
le nostre immagini quel poco di defini-
set di immagini varie, eternamen-
te pronte, in caso di necessità, a zione in più persa in scansione oppure
vestire i panni delle cavie per i no- a causa di micromosso o ancora per una
stri esperimenti. Abbiamo questa messa a fuoco non accurata.
volta scelto un paio di foto, scat-
tate su pellicola 35mm
daylight, riprese in luce
artificiale. Una delle due L’osservazione delle fasi progressive nel corso
rappresenta delle roulot- della correzione di un’immagine, tanto corrot-
te sul Naviglio milanese, ta nella gestione della temperatura colore al
palesemente sottoesposte momento della ripresa come questa, che mo-
ed illuminate dai lam- stra la buccia di ananas, ci fa capire quanto sia
pioni stradali; l’altra è in- stato semplice assestare i giusti ‘colpi’ alle suc-
vece un close-up ritraen- cessive versioni lavorando con Intellihance.
te la buccia di un ananas, Nell’ordine, gli interventi apportati all’ananas
illuminata dalla sempli- sono stati quelli consentiti dagli strumenti di bi-
ce lampadina tungsteno
lanciamento rosso-ciano e blu-giallo, di au-
della mia cucina: tempe-
rature colore decisamen- mento della luminosità e del contrasto, di au-
te errate in entrambi i ca- mento della definizione dei particolari.
si dunque!

Per quanto la foto del comignolo potesse apparire già dal principio
poco bisognosa delle nostre attenzioni, è stato piacevole constatare
che, in seguito alle modifiche apportate, essa ne ha tratto comunque
vantaggio, soprattutto a ragione dell’intervento di accrescimento del-
la nitidezza. Nell’ordine gli interventi attuati sono stati l’aumento del-
la luminosità e del contrasto e l’aumento della definizione dei parti-
colari. Entrambe le regolazioni sono per altro avvenute ritenendo op-
portuno l’utilizzo di valori di intensità estremamente lievi, proprio per
non stravolgere un’immagine già tecnicamente buona in partenza.
La prima operazione compiuta sull’immagine raffigurante
In seguito agli interventi di aumento di luminosità e la goccia d’acqua è stata quella di ricercare una corretta
contrasto, nonché di accrescimento della definizione esposizione mediante un aumento della luminosità della
dei dettagli, siamo stati in grado di ottenere, in tempi foto. Si è volutamente ecceduto nell’incremento di tali at-
decisamente accettabili, un’immagine degnamente tributi certi che, al successivo utilizzo dello strumento di
stampabile, data soprattutto l’ottima ed inaspettata aumento del contrasto, si sarebbe potuto rimediare alla so-
resa del ‘filtro’ di aumento della definizione. Ottima vraesposizione tramite la maggiore contrazione della gam-
la resa ‘tagliente’ dei dettagli più fini, come le rugo- ma tonale. La freccia in figura evidenzia il meccanismo
sità alla base della cilindro d’acqua. di sostituzione delle anteprime al fine di permetterci nuo-
ve modifiche; la versione scelta nel riquadro in basso a de-
stra si sposta al centro della nuova finestra.

L’ultimo ritocco che intendiamo effettuare sulla nostra


immagine è quello relativo all’accrescimento del detta-
glio apparente. Per quanto questo metodo di definizione
sia del tutto virtuale, fondando la sua riuscita sull’evi- Al fine di riportare l’immagine ad un corretto livello di
denziazione dei bordi dell’immagine e non sull’introdu- contrasto, in seguito alla perdita delle ombre dovuta al-
zione di nuovo dettaglio, bisogna ammettere che l’imple- l’aumento di luminosità attuato dalla regolazione prece-
mentazione di tale sistema, nella maggioranza dei casi, dente, è stato scelto un fattore di correzione piuttosto ele-
produce un discreto incremento qualitativo, perlomeno vato, visibile in figura nell’area di partenza della freccia
ad un’osservazione non eccessivamente accurata. indicante il consueto metodo di sostituzione anteprime.

Altre due immagini peccano, più che per in Extensis Intellihance 4. Quello che non regolazione inerente al tipo di correzione
bilanciamento cromatico, per sottoesposi- si è ancora detto riguarda il fatto che, a dif- scelta.
zione. Una delle due rappresenta una goc- ferenza del primo, Intellihance permette di La serie di finestre che troveremo presen-
cia d’acqua appena ‘esplosa’, ripresa con personalizzare all’infinito le modalità di vi- tate sul nostro schermo potrà essere deci-
una digitale da 3.3 Megapixel, fermata dal sualizzazione dei risultati, sia parziali che sa in una qualsiasi combinazione da 1x1 a
flash montato sulla compattina in esposi- finali. 5x5 (anche 1x3, 3x3, 4x1, 5x2, ecc). È ov-
zione TTL: essendo però il lavabo, teatro vio che, maggiore sarà il numero di ver-
della scena, in ceramica bianca, senza al- Il metodo della visualizzazione sioni contemporaneamente presenti sullo
cuna staratura esposimetrica verso l’alto, Prima di procedere, ripetiamo il meccani- schermo, tanto minori saranno le dimen-
si è incappati nella resa della superficie co- smo di base che regola la scelta delle va- sioni di ogni finestrella.
me grigio 18% piuttosto che come bianco. riazioni. Una volta individuato il metodo Quindi, dovendo eliminare una dominan-
L’ultima immagine è stata invece ripresa di correzione adatto, l’intensità appropria- te, converrà impiegare numerose antepri-
in esterni, con una lieve e piacevole domi- ta dell’effetto, il numero di anteprime de- me, anche se piccole, mentre per una mo-
nante calda dovuta alla tarda ora, con otti- siderate ed altri importanti parametri, è suf- difica più mirata, come l’aumento delle ni-
ca da 400mm montata su reflex chimica ficiente cliccare sulla versione cromatica tidezza, sarà necessaria una visualizzazio-
35mm: nonostante l’utilizzo del cavalletto preferita per fare sì che questa vada a so- ne più ampia, e quindi sceglieremo un nu-
è comunque presente un fastidioso micro- stituirsi all’immagine di riferimento fino a mero di combinazioni di caselle inferiori,
mosso, dovuto alla lunga focale, che ten- quell’istante in esame: l’immagine scelta tipo 2x2 o 3x3 al massimo.
teremo di correggere. sarà il nuovo punto di partenza per le suc- A questo punto la domanda sarà: ma di
cessive regolazioni. quanto differiranno le singole immagini,
Come agisce Intellihance Pro 4 Dicevamo delle superiori opportunità di essendo il loro numero variabile?
Abbiamo accennato al parallelismo esi- gestione delle anteprime. Tanto per inizia- La risposta di Intellihance 4 mi ha lascia-
stente tra la presentazione del metodo Va- re è possibile scegliere la generazione di to piacevolmente sorpreso.
riazioni di Adobe Photoshop ed il mecca- un numero variabile da 1 a 25 anteprime, L’intervallo di regolazione (delta), per ogni
nismo che regola le correzioni cromatiche ognuna riportante un differente livello di singolo strumento di correzione, è infatti
Tra le molteplici opportunità che ci vengono fornite, al fine
di modificare la presentazione a schermo dei risultati conse-
guenti agli sforzi compiuti nell’impostazione dei parametri,
vi è anche quella di invertire, orizzontalmente o verticalmen-
te, il senso di applicazione delle progressive modifiche al-
l’immagine. In tal modo, unitamente alla possibilità di posi-
zionare il baricentro dei nostri esperimenti (l’originale) dove
più ci aggrada, riusciamo sempre ad ottenere il miglior layout
utile alla cernita delle versioni proposte.

Ci ha fatto piacere constatare come, anche se questo potrebbe ap-


parire ben futile motivazione rispetto alle potenzialità del softwa-
re, in Intellihance Pro 4 esista l’opportunità di salvare come nuo-
vo livello immagine l’intera finestra multicolore relativa alla fase
di scelta delle versioni più corrette. Ovviamente gli scopi per cui
gli sviluppatori hanno introdotto tale possibilità rimangono lega-
ti ad estendere il confronto con ulteriori file o livelli immagine altrimenti non visibili, se non dal programma che li ha ge-
nerati, ma a noi fa in ogni caso piacere disporre ‘in eterno’ di queste belle schermate cromaticamente armoniose.

definibile a piacere dall’utente entro i 100 ne, nei 25 settori, un range di variazione bilità di restringere l’applicazione delle re-
punti percentuali. Partendo dal presuppo- che parte dal –24% per giungere al +24% golazioni alla sole alte luci, ai soli mezzi-
sto che la nostra immagine originale occu- e tutto ciò ad incrementi, minimi, del solo toni o alle sole ombre, così da raggiunge-
pi la posizione centrale di una griglia di 3x3 2%! Davvero preciso come metodo! re un perfetta calibrazione anche nei casi
anteprime, possiamo ipotizzare che, impo- più complessi, come la nostra immagine
stando una variazione di 25 punti percen- I metodi di correzione delle roulotte.
tuali ad ogni passaggio, dovremmo otte- Vediamo ora i metodi di correzione a di- Una necessità che si pone fin dalle prime
nere una gabbia di variazioni che vanno da sposizione: essi risultano essere, in fin dei applicazioni del plug-in è sicuramente quel-
un –100% di effetto nell’angolo in alto a conti, quelli classici del fotoritocco ma- la relativa al decentramento dell’immagi-
sinistra fino ad un +100% nell’angolo in nuale. ne di partenza all’interno della schiera del-
basso a destra: l’originale è considerato con Partiamo dalla regolazione di luminosità, le preview: non è infatti auspicabile la vi-
correzione 0%. contrasto e bilanciamento CMYK per ar- sualizzazione delle variazioni in Magenta
Ovviamente è possibile applicare variazioni rivare ai livelli Ciano-Rosso, Magenta-Ver- se, per esempio, a noi interessa unicamen-
maggiori, ripetendo l’operazione dopo aver de e Giallo-Blu passando per l’aumento te virare verso il verde. È per fortuna pos-
effettuato la prima correzione. della nitidezza. sibile trascinare l’immagine originale in
Molto utile risulta inoltre l’opportunità di Una nota puramente estetica: la visualiz- una qualsivoglia posizione decentrata, già
iniziare la lavorazione con interventi di ele- zazione 5x5 con una variazione Delta nel- occupata, della griglia, per vedere le rima-
vata intensità, per poi passare a regolazio- l’ordine dei 2-3 punti, utilizzando un me- nenti variazioni disporsi a ripristinare la
ni più fini; si inizierà quindi ‘sgrossando’ todo del tipo C-R o M-V oppure G-B, for- corretta prosecuzione nelle nuove percen-
il ritocco con variazioni sui 3x3 riquadri nisce delle schermate veramente piacevo- tuali.
nell’ordine dei 25 punti per passo, per ar- li anche alla pura e semplice osservazione, È altresì possibile invertire la direzione del-
rivare alla scelta fine della correzione adot- tanto più che esiste in Intellihance la pos- la regolazione, sia in orizzontale che in ver-
tando una visualizzazione a 5x5 quadri, dif- sibilità di salvare l’intero ‘provino’ cro- ticale, nonché di ripristinare l’immagine
ferenti tra loro per 2 o 3 punti soltanto. In matico virtuale quale nuova immagine. originale o la penultima operazione svol-
tal modo arriviamo ad avere a disposizio- Divagazioni a parte, va ricordata la possi- ta. Si è rivelato pratico il comando zoom,
Una volta rimossa l’eccessi-
È senza dubbio questa l’immagine
va dominante verde dalla fo-
maggiormente compromessa tra le
to, si è resa necessaria una
quattro considerate: una vistosa sot-
ulteriore modifica, indirizza-
toesposizione, unitamente ad altri fat-
ta alla diminuzione delle com-
tori di decadimento qualitativo, qua-
ponenti gialle che ancora in-
li l’errata temperatura colore, il mi-
quinavano l’immagine, so-
cromosso ed una fastidiosa sfocatu-
prattutto nelle zone delle al-
ra, ne rendevano l’utilizzo sconsigliato
te luci. In tal senso abbiamo
anche per le applicazioni meno esi-
operato restringendo il cam-
genti dal punto di vista estetico. Il pri-
po di correzione del bilancia-
mo intervento apportato è stato quel-
mento blu e giallo alle sole
lo consentito dalla funzionalità di bi-
aree chiare dell’immagine,
lanciamento delle componenti verdi e
continuando a giovarci della
magenta dell’immagine sui soli mez-
Al fine di tentare una ultima correzione tesa al visualizzazione in 5x5.
zitoni dell’immagine. Data la globa-
migliore disinquinamento dell’immagine, si è
lità dell’intervento abbiamo deciso di
scelto un minimo intervento sulle zone d’ombra
operare con una griglia composta da
tramite l’applicazione della funzione di corre-
5x5 anteprime, piccole, ma sufficien-
zione della gamma ciano e rossa della nostra fo-
ti alla visualizzazione dell’effetto.
to. Dato che il controllo dei risultati di tale ri-
tocco era più critico, essendo effettuato su aree
di difficile visibilità, abbiamo in questo caso pre-
ferito la visualizzazione di un minor numero di
versioni, più ampie delle precedenti, tramite la
presentazione di 3x3 finestrelle di preview.

manuale o assistito nel raggiungimento del- glio, ad un utente non ancora provvisto del quanto valido, risulta assolutamente con-
la completa copertura della finestra di an- plug-in, cosa sia in realtà in grado di fare troproducente nei tempi di implementa-
teprima; è possibile anche far sì che l’im- questo bel giocattolino colorato. Non cre- zione, visto che uno dei maggiori pregi di
magine sia interamente visibile nello spa- do nemmeno che sia il caso di addurre par- Intellihance è proprio quello di potere som-
zio assegnatole (con eventuali cornicette ticolari riferimenti alle lavorazioni effet- mare l’effetto di molteplici correzioni, in
grigie nel caso di non perfetta proporzione tuate sulle immagini in questa occasione molteplici percentuali di variazione, su sva-
coi lati della finestra). Molto pregevole an- corrette, risultando a mio parere chiaro, dal- riate gamme tonali. In questo modo si pos-
che la possibilità di scomporre l’immagi- l’abbondanza di informazioni visive forni- sono effettuare vere e proprie sessioni di
ne originale in molteplici riquadri su cui te dal software di Extensis, come si sia svol- lavoro, grazie anche alle pratiche opportu-
effettuare le fin qui citate regolazioni to l’iter di produzione dei risultati finali. nità di ripensamento messeci a disposizio-
(un’immagine sezionata per tutto lo scher- Inviterei chi volesse provare il software a ne, fino al punto da rimanere stupiti quan-
mo dunque, a guisa di provino da camera prendere innanzitutto confidenza con la ge- do, confermando le modifiche, ci ritrovia-
oscura) oppure di replicare l’immagine, più stione delle conferme, essendo magari por- mo in Photoshop o in Photo Paint assolu-
piccola, per ogni finestrella di anteprima. tati, in prima istanza, ad applicare le mo- tamente dimentichi di aver utilizzato sol-
Intellihance 4 presenta ulteriori funziona- difiche, raggiunte tramite un determinato tanto un plug-in.
lità, a partire dalla possibilità di consulta- metodo, immediatamente dopo la prima
re l’istogramma per arrivare alla gestione riuscita delle regolazioni di quest’ultimo, Conclusione
dei preset, ma ritengo prioritario lasciare per poi rientrare in Intellihance da Photo- Pur rischiando di inimicarmi i lettori più
spazio alle immagini a corredo le quali, sen- shop a continuare le successive lavorazio- pragmatici, desidero commentare il pro-
za ombra di dubbio, potranno chiarire me- ni. Ebbene, questo modo di lavorare, per dotto di Extensis con giudizio estremamente
Passiamo ora a tentare un recupero degli svariati stop Torniamo alla visualizzazione in 3x3 per controllare me-
di sottoesposizione della nostra immagine tramite l’in- glio l’aumento del contrasto. La maggiore dimensione del-
cremento del fattore luminosità. Una voluta esagera- le finestre, unitamente al fattore di zoom applicato, ci met-
zione in tale regolazione verrà successivamente corret- te in grado di controllare ragionevolmente i risultati del-
ta tramite l’aumento del contrasto. l’applicazione di progressivi valori di aumento del para-
metro in esame.
banalizzante, ma che ritengo rispecchi al
cento percento le prime impressioni di chi,
come me, ha avuto modo di provare il Sfruttando un elevato fattore
software per la prima volta: davvero bel- di ingrandimento sull’antepri-
lo da vedere all’opera!!! ma in 3x3 riquadri, possiamo
Questa affermazione trova riscontro so- verificare che l’ultima opera-
prattutto nella schiera di finestrelle colo-
zione che intendiamo compie-
rate che ci si parano innanzi all’apertura
del programma. Ed ancor più piacevole ri- re sull’immagine ‘cavia’, ov-
sulta essere la scomposizione della nostra vero l’aumento del dettaglio,
immagine a tutto schermo nel mosaico cro- riesca effettivamente a sortire
matico proprio di alcune correzioni. Ver- l’auspicato effetto di ridare al-
rebbe voglia di tenersi il file così scom- la nostra foto un poco della de-
posto e, ripeto, si può fare! finizione perduta in ripresa ed
A parte ciò, mi sembra ormai chiaro come in scansione.
un metodo così intuitivo, basato sul prin-
cipio ‘Modifica e Scegli’, non possa che
fornire ottimi risultati a chi possieda una
seppur minima capacità di giudizio esteti-
co (diamo per scontato che un fotografo
tale abilità la possieda geneticamente!).
Un giudizio, dunque, senza dubbio positi-
Per quanto abbon-
vo, ottimo per la semplicità d’utilizzo da dantemente illu-
parte di utenti anche neofiti, eccellente per strate dalla serie di
la modularità e la rapidità delle modifiche immagini relative
apportabili. Occorre altro? al complesso delle
Eugenio G. Tursi modifiche apporta-
te, le fasi interme-
QUANTO COSTA die di lavorazione
sull’immagine in
Intellihance Pro 4.0, lingua inglese questione hanno
L. 520.000 rivelato una buona
propensione del
Upgrade L. 195.000 programma a ‘saltare’ da un metodo di visualizzazione all’altro, in virtù della
Distribuzione: complessità degli interventi attuati sulla foto, errata per esposizione, bilancia-
Pico, via Costituzione 29, 42100 mento della sorgente luminosa, messa a fuoco e mosso (che disastro!). In ogni
Reggio Emilia. Tel. 0522.512332, caso, per quanto ancora passibile di miglioramenti, lo stadio finale lascia sup-
fax 0522.511061. porre una degna ricuperabilità della fotografia in questione, posto di utilizza-
e-mail: mktg@pico.it. re strumenti corretti e flessibili come quelli offerti da Intellihance Pro 4.
Web: www.pico.it
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L’ALBERO
SUL MONDO
ESERCIZIO
Scansionate queste due immagini e eseguite
gli interventi suggeriti da Giovanni Ziliani

La nostra mente ha la facoltà di creare associazioni tra co-


se diverse, anche molto distanti tra di loro. A volte queste
associazioni appaiono paradossali ma obbediscono ad una
logica che non è completamente assurda.
Guardo un grande ippocastano nel cortile antico dell’uni-
versità vicino a casa mia e rimango colpito dalla sfericità
della sua chioma. Con la mia fantasia faccio un vertigino-
so salto e paragono questa sfericità a quella del globo ter-
restre (quello che vedo è molto vicino e con la mente lo
sposto lontanissimo, nello spazio cosmico).
L’accostamento fra un oggetto relativamente piccolo ed
uno infinitamente più grande è solo apparentemente as-
surdo: l’albero è il simbolo della vitalità della natura. La
terra deve essere un luogo accogliente per l’albero, il luo-
go in cui bisogna avere rispetto per la natura e per la vita.
Avevo elaborato, qualche tempo prima, un’altra composi-
zione fotografica. Utilizzando lo stesso globo terrestre vi
avevo inserito una grande fiammata. La scena aveva un
senso apocalittico, di Finis Terrae, e l’avevo elaborata du-
a
rante il periodo della Guerra del Golfo durante il quale era-
vamo tutti preoccupati, sapendo che una guerra può sfo- Apro sullo schermo la fotografia che ho ripreso nel cortile dell’uni-
ciare in una distruzione atomica. Dopo questa immagine versità.
“negativa” ho sentito l’esigenza di crearne un’altra “posi- La parte alta dell’albero è troppo chiara perché è colpita dal river-
tiva”, di speranza nella continuità della vita sulla terra. bero della luce del cielo. Con lo strumento Lazo seleziono questa par-
Traccio un rapido schizzo su un foglio di carta: è il punto te dando alla selezione un’ampia sfumatura (clicco 2 volte sull’ico-
di partenza per l’elaborazione che farò componendo im- na del Lazo nella finestra degli Strumenti, appare la Palette Opzio-
magini fotografiche col programma Photoshop. ni Lazo. Nella casella Sfumatura inserisco il valore di 178 pixel.) Poi,
con lo strumento Luminosità/Contrasto (dal menu Immagine scelgo
Regola e poi Luminosità/Contrasto) faccio una regolazione del co-
Giovanni Ziliani lore scurendolo ed aumentando un poco il contrasto. Ovviamente
l’applicazione è graduata essendo il poligono creato dal Lazo sfu-
mato e ciò rende la correzione “naturale”, non comportando salti di
colore.
b

Adeguo, l’uno all’altro, i formati delle 2 immagini che devo


comporre insieme (dal menu Immagine scelgo Dimensione Im-
magine).

È necessario, allo scopo di


creare lo spazio per acco-
gliere l’albero nella parte
c alta sopra il Globo terrestre,
aumentare la dimensione del
file in quella parte.
Dal menu Immagine scelgo
Dimensione Quadro e, do-
po aver spostato il quadra-
tino grigio nella parte bas-
sa della griglia Posizione,
digito la nuova dimensione.
La nuova dimensione si svi-
luppa nella parte vuota del-
la griglia che sta sopra il
quadratino grigio (simbo-
leggiante l’immagine). Se
voglio che il pezzo di file ag-
giunto abbia lo stesso colo-
re del fondo del Globo, è ne-
cessario impostarlo nella ca-
sella del colore nel menu de-
gli Strumenti (clicco col
Contagocce sullo sfondo del
file Terra).

COSA SONO I CANALI


Selezioni e canali alfa
I canali sono uno degli elementi principali di Photoshop. Esi- Quando si crea una selezione in un’immagine, l’area selezio-
stono due tipi di canali, i canali dei colori ed i canali alfa, che nata è attiva e può essere modificata. L’area al di fuori della
assolvono alcune funzioni molto importanti. Le informazioni selezione costituisce la maschera. È l’inverso della selezione
di colore dell’immagine si trovano nei canali dei colori, men- e protegge dalla modifica la parte di immagine che copre.
tre le selezioni vengono salvate e modificate nei canali alfa. I fotografi usano le maschere in camera oscura per la stessa
Prendiamo in considerazione questi ultimi. funzione. In ognuna di queste situazioni, la superficie è divisa
fra un’area selezionata ed un’area mascherata. Quando si crea
I canali alfa una selezione in Photoshop, è possibile salvarla per poi ri-
I canali alfa sono maschere, che vengono create e memorizza- prenderla in un secondo tempo.
te con il documento e sono registrate nella palette Canali. Le Vengono salvate sia la selezione che la sua controparte, la ma-
maschere sono immagini in scala di grigio, spesso nere e bian- schera. Le selezioni salvate come canali sono dette canali alfa
che. Vengono create quando si seleziona un’area e si salva la e sono registrate nella palette Canali, sotto i canali dei colori.
selezione (Selezione, Salva selezione). I canali alfa possono L’immagine è rappresentata dai canali di colore. I canali alfa
essere modificati con gli stessi strumenti ed effetti di qualsia- determinano quale parte dell’immagine è influenzata da una
si immagine di Photoshop. particolare operazione.

SCUOLA DI PHOTOSHOP
e

È necessario, ora ritagliare l’albero che dovrò incollare sopra


Seleziono, poi, il contorno dell’albero nella parte bassa. La sele-
il Globo terrestre. Come è possibile, per ritagliarlo, creare una
zione sarà un po’ meno precisa in alcune zone nelle quali il colo-
selezione precisa? Nella parte alta l’albero si staglia scuro con-
re e la tonalità delle foglie è simile al colore ed alla tonalità del-
tro il cielo chiaro: posso, così, con la Bacchetta magica creare
l’edificio.
le selezioni del colore verde scuro delle foglie. Imposto la Bac-
Per il momento lascio la selezione così com’è (più avanti vedre-
chetta magica con un valore di tolleranza di 21 pixel, il che si-
mo come va perfezionata) e la salvo nella palette Canali (dal me-
gnifica che verrà selezionato il pixel che tocco con lo strumen-
nu Selezione scelgo Salva Selezione).
to più i pixel simili intorno secondo la gradazione che ho indi-
cato. Tenendo premuto il tasto Shift della tastiera aggiungo se-
lezione a selezione fino ad ottenere un’ampia zona che corri-
sponde al contorno preciso delle foglie contro il cielo chiaro.

Per perfezionare la maschera riempio le parti che essa non ha


ancora coperto utilizzando il Pennello o la Selezione avendo cu-
ra di impostare nel menu degli Strumenti il colore nero in primo
piano.
Nella Palette Canali rendo attivo il Canale in cui ho salvato la
Selezione (e che ho denominato Masch) e clicco nella parte si-
nistra dell’icona facendo apparire l’occhio. Così facendo nel fi-
le aperto sullo schermo appare una maschera di colore rosso
che si sovrappone all’immagine (il colore rosso viene dato au-
tomaticamente dal programma. Posso, però, impostare un co-
lore a piacere: facendo doppio clic nel Canale Masch appare la
finestra Opzioni Canale e da lì scelgo il colore della maschera.)
h
i
Devo ora cancellare quelle parti della maschera che hanno in-
vaso zone che non devono essere mascherate. A questo scopo Apro, sullo schermo, le immagini Albero e Terra. Rendo attivo il
è necessario renderla semitrasparente, così potrò vedere le par- file Albero e carico la selezione (dal menu Selezione scelgo Cari-
ti dell’immagine sottostante e intervenire in modo preciso. Per ca Selezione). Con lo strumento Sposta trascino l’immagine Al-
rendere trasparente la maschera clicco 2 volte sul canale Ma- bero sull’immagine Terra. È consigliabile, prima, creare un livel-
sch: appare la finestra di dialogo Opzioni canale e imposto lo su cui incollare l’Albero (livello 2). Il livello 1 è un disegno, che
l’Opacità (ad es. al 40%). alla fine del lavoro eliminerò, e che ora mi serve per trovare le
Alla fine di un lavoro accurato, che ha richiesto un po’ di tem- giuste dimensioni delle parti dell’immagine da comporre. Quan-
po, la maschera dell’albero è perfetta. do l’Albero è posizionato esattamente sulla Terra, salvo la sua se-
lezione nel canale della Terra.

Come abbiamo visto nell’immagine precedente, ho usato solo


la chioma dell’albero e non il tronco originale perché troppo Dopo aver completato la Maschera veloce la trasformo in Sele-
sottile e figurativamente poco efficace. Ho fotografato, in un zione e la salvo nella palette Canali al solito modo. (Per cambia-
parco, il tronco di un albero che ha alla base radici molto evi- re il nome che il programma Photoshop assegna automaticamen-
denti che mostrano la loro forte “presa” sul terreno. te è necessario, nella finestra Opzioni canale, digitare il nome scel-
Per creare la maschera (e poi la selezione) non è possibile, qui, to). Poi, con la chioma dell’albero incollata sull’immagine Terra
usare la Bacchetta magica, perché il colore e la tonalità delle creo la selezione del globo col sistema che già conosciamo (Bac-
radici si differenziano poco dal terreno. Uso, invece, l’opzione chetta magica, Lazo e correzioni manuali con i Pennelli) e la ag-
Maschera veloce (si trova in basso a destra nel menu degli Stru- giungo al Canale operando in questo modo: dal menu Selezione
menti) e la realizzo usando il pennello. scelgo Salva selezione e, nella finestra di dialogo, da Operazione
scelgo il Canale di destinazione e poi scelgo Aggiungi al Canale.

SCUOLA DI PHOTOSHOP
Dopo averlo portato alla giusta dimensione incollo il
Tronco dell’albero in un Nuovo livello del file Terra
(posso ridimensionarlo anche dopo averlo appoggiato
nel file Terra scegliendo Effetti dal menu Immagine e
poi Ridimensionamento).

Attivo ora la selezione del file Terra e cancello, dentro


la selezione, la parte del Tronco che non mi serve. Can-
cello poi, dopo aver disattivato la selezione, anche al-
cune parti delle radici che non mi servono.
Con lo strumento Brucia scurisco alcune parti del tron-
co sotto le foglie dell’albero per dare l’effetto dell’om-
bra. Scurisco ed elaboro anche alcune parti del globo
per integrare bene gli elementi della composizione.

Completo la maschera e la salvo nel Canale.

Apro il file Stelle, attivo il file Terra, carico


la selezione e, mediante lo strumento Sposta
trascino la Terra con l’albero sullo sfondo del
cielo stellato (avendo cura, come al solito, di
creare, prima, un livello).
Con vari strumenti come Gomma, Timbro ecc.
perfeziono l’inserimento. Poi creo anche al-
cuni effetti di schiarimento, aloni, ecc. sullo
sfondo cosmico. Il lavoro di ritocco finale non
presenta particolari difficoltà tecniche, ma è
necessaria molta pazienza ed accuratezza di
lavoro. L’immagine è paradossale, ma deve
avere un aspetto di verosimiglianza, con la
prospettiva, le luci e le ombre “al posto giu-
sto”: solo così avrà forza, e potere di colpire
efficacemente l’attenzione di chi guarda.
o
SOFTWARE

MICROSOFT
PICTURE IT! 99
Finalmente in italiano il programma di fotoritocco di Microsoft.
Numerose anche le varianti operative, con un occhio ad Internet.
Riquadro dell’immagine

scheda area di
lavoro e progetti Elenco

Zoom

Picture it! 99 è la nuova versione del pri-


Picture it! 99 offre un interfaccia molto semplice ed intuitiva che permette di raggiun- mo Picture it! Presentato nel ’96. I mi-
gere risultati elevati in poco tempo. glioramenti apportati rispetto alla ver-
Scheda area di lavoro e Progetti sione precedente sono molti, sia sotto l’a-
Contiene tutti gli strumenti necessari per aprire le immagini, ritoccarle, aggiungere te- spetto della funzionalità che della vastità
sto ed effetti speciali e creare progetti. di interventi possibili.
Pellicola Innanzi tutto è stato tradotto interamen-
Consente di visualizzare una miniatura di tutte le immagini aperte in Picture it! 99. te in italiano. Questo consente un minor
Elenco tempo di apprendimento. Picture it! 99
Contiene tutti gli oggetti, ovvero le immagini aggiunte ad un progetto, che fanno par- consente di manipolare qualsiasi imma-
te dell’immagine attiva visualizzata nel riquadro dell’immagine. Gli oggetti contenuti gine digitale acquisita tramite scanner,
nell’Elenco sono ordinati in base al livello di visualizzazione nel riquadro immagine. fotocamera digitale, internet, CD-rom o
Gli oggetti che compaiono in alto nell’Elenco corrispondono pertanto agli oggetti del- floppy-disk.
l’immagine in primo piano. Le possibilità offerte dal software si di-
Riquadro dell’immagine vidono in due categorie principali: foto-
Dopo aver scelto un’immagine facendo clic su di essa nella Pellicola, è possibile ese- ritocco e elaborazione delle immagini.
guire la maggior parte delle operazioni nel Riquadro immagine. Per fotoritocco si intende la possibilità di
Zoom interventi quali il bilanciamento croma-
È possibile variare l’ingrandimento dell’immagine visualizzata agendo su questo cur- tico, il taglio delle immagini, il control-
sore. lo del contrasto, luminosità, saturazione.
Con la elaborazione delle immagini è pos-
L’applicazione di filtri per effetti speciali è un’operazione semplice Durante l’esecuzione di un comando viene mostrato il tempo richie-
ed intuitiva. sto per mezzo di una barra a scorrimento orizzontale

Tra le molteplici possibilità offerte dal programma vi


è anche quella di creare calendari utilizzando le pro-
prie fotografie.

Principali caratteristiche :

● Ritocco rapido: soluzione che consente di correggere la


gradazione cromatica, effettuare ritagli e rotazioni ed elimi-
nare l'effetto “occhi rossi” in tempi brevissimi.
● Duplica disegno: utilizzabile per eliminare parti indesi-
derate di una foto, come un estraneo sullo sfondo, o per clo-
nare un altro elemento.
● Ritocca disegno: per regolare luminosità, contrasto, gra-
dazione cromatica, colori e trasparenza su un singolo ogget-
to o porzione di una foto, facilitando ad esempio la colora-
zione manuale di un'immagine in bianco e nero o l'allegge- ● Immagini a corredo: due CD contenenti più di 1.000 im-
rimento delle ombre sui volti delle persone in una foto altri- magini e template di alta qualità per permettere all'utente di
menti ben illuminata. creare una maggiore varietà di progetti dal look professio-
● Effetti speciali: possibilità di enfatizzare un oggetto o uno nale.
sfondo applicando effetti speciali a particolari elementi di ● Un occhio a Internet: “Save for the Web Wizard” è la fun-
una foto. zione che consente di preparare un'immagine o un progetto
● Rinnovo: per ripristinare automaticamente la qualità ori- per la pubblicazione sul Web in modo semplice ed efficien-
ginaria di una foto. te.
Requisiti di Sistema:
Sistema:

- Personal computer multimediale con pro-


cessore Pentium 133MHZ o superiore
- Microsoft Windows 95, Microsoft Windows
98 con 32Mb di RAM.
- 90 Mb di spazio disponibile su disco
- Unità CD-ROM a velocità 4x o superiore
- Scheda grafica SVGA o superiore con mo-
nitor a 256 colori con risoluzione 640x480
pixel con 1Mb VRAM
- Mouse Microsoft, Microsoft IntelliMouse o
periferica di puntamento compatibile
Scheda audio con cuffie o altoparlanti opzio-
nali
- Modem Hayes compatibile a 28,800bps o su-
periore
- Accesso ad Internet

Per garantire le migliori prestazioni nelle pro-


cedure di editing più importanti, come la stam-
Dalla schermata principale è possibile aprire i vari menù. Il menù ritocco racchiu- pa e la condivisione delle immagini via Inter-
de tutti i filtri di utilizzo più frequenti per il ritocco delle immagini. net, Microsoft ha lavorato a stretto contatto
con Intel. Per potenziare ulteriormente il sup-
porto della tecnologia MMX all'interno di Pic-
ture It! 99. Microsoft supporta, inoltre, le spe-
cifiche Intel Portable PC Camera '98 Guideli-
nes, che consentono agli utenti PC di acquisi-
re, ottimizzare e condividere con maggior fa-
cilità le proprie immagini attraverso programmi
come Picture It!

sibile estendere le possibilità della fotografia clas-


sica grazie all’aiuto del computer; in questo mo-
do si possono eliminare con estrema facilità l’ef-
fetto occhi-rossi dalle nostre stampe, aggiungere
testo alle immagini, introdurre effetti speciali,
creare fotomontaggi, realizzare calendari, carto-
line elettroniche da spedire via E-mail complete
anche di suoni e musica.
Tutti gli interventi si eseguono con una facilità
estrema grazie all’interfaccia grafica del softwa-
re, molto intuitiva, e all’Help in linea.
Picture it! 99 adotta un sistema di immagine (qua-
lificatore “MIX”) su più livelli molto simile al
Con Picture It! 99 è possibile mandare originali biglietti augurali via E-mail.
formato “PSD” adottato da Adobe nel suo pro-
gramma Photoshop. Non è compatibile con que-
st’ultimo, ma permette comunque di eseguire col-
lage e sovrapposizioni di più immagini variando-
ne trasparenza e posizione. Questa funzione ri-
sulta particolarmente utile per creare calendari,
PREZZO biglietti augurali e simili.
Picture It! 99 costa 180.000 lire, Il software viene fornito su due CD-rom; uno con-
IVA inclusa. tiene il programma vero e proprio mentre il se-
condo è una raccolta di immagini, clip-art e suo-
Picture It! 99 è in vendita presso Fo- ni utilizzabili per creare fotografie originali.
tolibreria. All’interno del primo CD-rom sono contenuti una
Si prega di utilizzare la scheda d’or- serie di filmati didattici che illustrano le princi-
dine. pali caratteristiche di Picture it! 99.

Valerio Pardi
FOTORITOCCO

PAINT SHOP PRO 7


Abbiamo già segnalato il mese scorso la nuova versione in lin- Funzioni automatiche
gua italiana del software di fotoritocco Paint Shop Pro 7 di Ja- Novità importante rispetto alla versione precedente è la possibi-
sc. Incuriositi dalle sue caratteristiche l’abbiamo provato e sia- lità di utilizzare proficuamente il programma anche da parte di
mo rimasti favorevolmente colpiti sia dalla completezza delle tutti coloro che sono completamente a digiuno di fotoritocco di-
funzioni, che dalla sua estrema scalabilità: è un programma gitale; grazie all’utilizzo di un’interfaccia estremamente semplice
adatto non solo a chi si avvicina per la prima volta al ritocco ed intuitiva è possibile con pochi click del mouse aggiustare e mi-
fotografico digitale, ma anche a chi è già esperto e vuole ave- gliorare una foto non perfetta. Bilanciamento colore, contrasto, sa-
re uno strumento efficiente ed affidabile. turazione e luminosità possono essere regolati anche in completo
Le funzioni di Paint Shop Pro 7 sono le classiche a cui ci han- automatismo, sicuri di ottenere risultati di apprezzabile qualità.
no abituato altri programmi di fotoritocco sul mercato: possi-
bilità di lavorare su livelli, filtri creativi (ben 75 filtri sono in-
clusi in Paint Shop Pro 7), output in quadricromia (CMYK),
compatibilità con i plug-in creati per Photoshop e strumenti di
ritocco personalizzabili.
Ma Paint Shop Pro non si ferma qui, poiché dispone di poten-
ti strumenti per la creazione di pagine Web, un’approfondita
gestione del testo, diversi strumenti per la correzione del co-
lore e una serie di strumenti per il disegno e la pittura a com- Grazie alle funzioni automatizzate è possibile con un unico clik
puter. del mouse regolare il contrasto dell’immagine in modo ottimale…
La compatibilità con altri software di fotoritocco è garantita dal
supporto di 47 diversi formati di file grafici.
All’interno della confezione viene incluso anche il programma
Jasc Animation Shop 3 per la creazione di animazioni per il
web.

I PREZZI
…e il colore. I risultati che si ottengono sono sempre molto buo-
Paint Shop Pro 7 versione in italiano L. 299.000. ni e fanno risparmiare diverso tempo per chi non è solito utiliz-
zare i programmi di fotoritocco digitale.
L’aggiornamento per gli utenti già registrati ad una delle
versioni precedenti è di lire 199.000. Inoltre è disponibi-
le per scuole, docenti e studenti una licenza Educational
Full al prezzo speciale di lire 199.000 che consente di ac-
quistare la versione completa del prodotto con un rispar-
mio di oltre il 30%.
Una copia di valutazione di Paint Shop Pro 7 in inglese
può essere scaricata gratuitamente dal sito Web di Jasc
Software all’indirizzo www.jasc.com. Si tratta di una ver-
sione completa, il cui utilizzo è consentito per un perio-
do limitato a 30 giorni.
Questar, distributore per l’Italia dei prodotti Jasc, offre
supporto tecnico, corsi di formazione e consulenza sul-
l’impiego ottimale dei prodotti rappresentati.
Jasc Paint Shop Pro 7 è distribuito da Questar, via Ma-
glio del Lotto 2, 24126 Bergamo Tel. 800.7837827 Il controllo colore manuale è semplice da utilizzare e porta a ri-
www.questar.it sultati sorprendenti; una soluzione definitiva all’utilizzo degli sco-
modi filtri di conversione colore!
Rimozione graffi
Un utile strumento per chi si occupa del re-
stauro e recupero di fotografie d’epoca vie-
ne dalla funzione rimozione graffi manua-
le di Paint Shop Pro 7. Grazie ad un’inter-
faccia semplice ed intuitiva è possibile ri-
muovere con precisione graffi e polvere dal-
le fotografie.

A sinistra: Il risultato: il grosso graffio vi-


cino alla gamba del cavallo è stato in gran
parte neutralizzato.

La foto rovinata come si presenta prima A destra: lo strumen-


dell’intervento. to per l’eliminazione
graffi al lavoro. L’uti-
lizzo è sufficientemen-
te semplice e permet-
te con estrema preci-
sione di rimuovere i
graffi dell’immagine
in poco tempo.

La ridistribuzione dei valori tonali del-


l’immagine.

La foto sottoesposta.

Il risultato: ora
l’immagine è
perfettamente
leggibile, an-
che nelle zone
d’ombra.

Istogrammi. L’utilizzo di fotocamere digitali porta a diversi vantaggi: uno di questi è il recupero di una fotografia sottoesposta.
Un’immagine digitale che appare fortemente sottoesposta può in realtà racchiudere una quantità di informazioni molto elevata che
il nostro occhio non è in grado di discernere; non una foto tutta nera ma una serie di sfumature dal grigio scuro al nero. Ridistri-
buendo tutte queste informazioni sull’intera scala tonale si può recuperare un’immagine altrimenti persa.
SOFTWARE

LA CORREZIONE MANUALE
DEL COLORE IN
PAINT SHOP PRO 7.0

Come annunciato nella pre- ne di Venezia, notoriamente


cedente puntata, intendia- ‘complicata’ in quanto a ri-
mo oggi occuparci di un presa a causa delle poche ore
metodo di correzione colo- del giorno in cui le condi-
re particolarmente flessibi- zioni di illuminazione con-
le disponibile all’interno del Come nostro solito abbiamo scelto un minimo set di immagini da cui par- sentono lo scatto, in corret-
menu Fotoritocco presente tire per le nostre ‘esplorazioni digitali’. Il gruppo di foto scelto è carat- ta temperatura colore, dei
nel software di fotoritocco terizzato dalla comune provenienza delle immagini, tutte scansite da pel- meravigliosi quanto angusti
digitale prodotto da Jasc. licola diapositiva 35mm. La scelta di materiale scattato in digitale si è canali e rioni. Abbiamo pen-
Ricordiamo brevemente al- resa impraticabile data la presenza, sulle fotocamere digitali, del co- sato di andare a verificare
cune linee guida che ci han- mando di bilanciamento automatico del bianco, strumento che avrebbe se la funzionalità di ‘Corre-
no fin qui condotto. Innan- reso vani, se ben utilizzato, i nostri tentativi di miglioramento cromati- zione Manuale del Colore’,
zi tutto scegliamo di occu- co. La presenta di due immagini riprese con illuminazione a 5000°K ci disponibile in PSP 7, ci po-
parci della sola sezione di permetterà di analizzare come la correzione cromatica possa rendersi tesse essere di aiuto nel ca-
Paint Shop Pro 7 dedicata utile in casi in cui l’elemento soggetto al ritocco non sia la sola domi- so di immagini così palese-
alle modifiche in modalità nante relativa alla divergenza tra pellicola utilizzata e temperatura co- mente ‘dominate’, riprese
semi automatica. Ciò si- lore della scena ripresa. su pellicola daylight, in om-
gnifica che in questa ipote- bra e con cielo limpido.
si di utilizzo, al contrario di quanto avvie- piuttosto che tramite una regolazione dei Un paio di ulteriori scatti con illuminazio-
ne per le consuete pratiche di correzione parametri che un utente non professionale ne artificiale (fluorescenza) ci consenti-
delle immagini in modalità manuale, una potrebbe ritenere eccessivi per le proprie ranno un raffronto con quanto si può otte-
parte delle procedure necessarie all’otte- esigenze. nere nel caso di un perfetto bilanciamento
nimento dei risultati desiderati verranno ri- Come al solito scegliamo un set di imma- cromatico.
solte con impostazioni estremamente in- gini vario al fine di provare i nuovi stru- Incontreremo anche strumenti visti pre-
tuitive o attraverso la sola indicazione di menti prima di ‘buttarci’ su immagini ‘im- cedentemente come l’aumento della niti-
attributi (del tipo ‘Intensità dell’effetto’), portanti’; oggi useremo qualche immagi- dezza e la correzione, sempre indispen-
È di fondamentale importanza partire sempre, nel fotoritocco digitale, dalla migliore Posto che l’utilizzo dello strumento Clo-
condizione d’immagine possibile. Questo significa, oltre che disporre di scatti esposti nazione, al fine di eliminare porzioni in-
e composti correttamente, partire da immagini scansite da materiali chimici conserva- desiderate dalle nostre immagini (graffi,
ti nelle migliori condizioni possibili. Purtroppo, per quanta attenzione possiamo noi ri- polvere, strappi, pali, cavi, ecc.), sia deci-
porre in tale impresa, qualche granello di polvere, per non dire qualche graffio, è sem- samente ostico da apprendersi, vediamo
pre pronto ad inficiare i nostri propositi di ‘immortalità’(del negativo si intende!). Dob- quantomeno di chiarire come esso operi.
biamo in tal caso ricorrere alla pratica della ‘spuntinatura’, ovvero alla copia, trami- Molto semplicemente possiamo notare co-
te pennello, di piccole porzioni d’immagine corretta, sui particolari corrotti. La diffi- me, definita una zona della nostra imma-
coltà di utilizzare al meglio l’apposito strumento Clonazione sta nell’imparare a rico- gine da cui copiare tramite un clic del ta-
noscere la parti di immagine che, clonate, possono al meglio adattarsi alla loro nuova sto destro del mouse, basti spostare il pun-
sede, senza rivelare i contorni della toppa appena applicata. tatore su un’altra porzione di foto affinché,
cliccando col tasto sinistro del mouse, si
vada qui depositando lo stesso particola-
re che avevamo precedentemente selezio-
nato. Durante ogni singola ‘pennellata’
possiamo così andare a copiare aree con-
tigue a quella definita in partenza rag-
giungendo effetti di copiatura, per così di-
re pittorica, come quello mostrato. Una di-
screta attenzione andrà riposta sia alla scel-
ta della zona da replicare, sia alla selezio-
ne di un pennello sfumato dalle corrette di-
mensioni utili alla ricopertura del danno.

Dovrebbe risultare fami-


liare la finestra proposta-
ci dallo strumento di foto-
ritocco Regola con Isto-
gramma. Sebbene esso sia
stato già trattato prece-
dentemente, la notevole im-
portanza di una corretta
rappresentazione delle
gamme tonali presenti al-
l’interno dell’immagine in
lavorazione, ne fa uno stru-
mento onnipresente nelle
nostre sedute di elaborazione digitale. È fondamentale comprendere, in tale contesto,
il senso delle regolazioni consentite, tra cui l’indispensabile contrazione della gamma,
la variazione della pendenza relativa alla curva dei mezzitoni e l’ampiezza della scala
di grigio utilizzata al fine di distribuire le nuove tonalità impostate. Si rammenti co-
munque sempre che i migliori risultati possono essere conseguiti unicamente partendo
da un elevato livello qualitativo iniziale, ovvero da fotografie perfettamente esposte,
comprendenti la maggiore estensione tonale possibile: sapendo fin dal principio di ri-
correre all’elaboratore al fine di completare l’iter produttivo, potremo effettuare i ta-
gli tonali in digitale, agevolati da scatti che comunque offriranno le maggiori oppor-
tunità di intervento.
Alla base del metodo di correzione del colo-
re vi è la possibilità di selezionare un’area del-
l’immagine entro la quale il software calco-
lerà la dominante cromatica che sarà soggetta
alle nostre regolazioni. Nel caso qui mostra-
to si è scelto di andare a modificare la tona-
lità di verde propria del bagnoschiuma con
un verde più intenso. Una volta selezionata la
parte interna del prodotto è stato sufficiente
scegliere la nuova tonalità per assicurare al-
l’immagine la corretta variazione. Attenzio-
ne in questo caso a valutare gli effetti della
variazione alla luce di ciò che accade alla re-
stante porzione di foto: non avendo selezio-
nato alcun pixel gli effetti avranno infatti luo-
go sul file nella sua interezza. Indispensabile
il mantenimento di luminosità e saturazione
al fine di evitare macroscopiche variazioni
non desiderate.

Ragionando sul fatto che la dominante fred-


da presente incombesse sulla totalità del fo-
togramma, è stato possibile decretare una cor-
rezione sulla singola prua della barca, al fi-
ne di equilibrare l’immagine nella sua inte-
rezza. L’errato bilanciamento cromatico ini-
ziale era infatti dovuto alla mancata filtratu-
ra della pellicola daylight utilizzata in ombra:
dunque una dominante globale approssima-
tivamente identica per tutte le zone dell’im-
magine. Ricordandoci il colore dell’imbarca-
zione al momento dello scatto è stato possi-
bile rintracciare una tonalità similare nei pre-
set offerti da PSP 7, nonché spostarci più fi-
nemente da quello ritenuto adatto per mezzo
della consueta palette di selezione colore.
Avere un punto di riferimento cromatico
certo, all’interno dell’immagine da bilan-
ciare, ne favorisce la correzione. Essendo
a conoscenza del fatto che le mura delle
chiesa ripresa erano di colorazione pre-
valentemente grigia, abbiamo potuto sce-
gliere questa parte in qualità di campione,
da modificare secondo i parametri di lu-
minosità e saturazione fornitici dal set pre-
definito di grigi. Ovviamente la saturazio-
ne della zona scelta non avrebbe potuto
che risultare nulla, essendo costituiti i no-
stri riferimenti da toni neutri. Nella rego-
lazione della luminosità, benché la logica
avrebbe suggerito di conservare quella ori-
ginaria della scena inquadrata, ci siamo
invece avventurati nella selezione di un gri-
gio che ci fornisse, oltre alla propria neu-
tralità, anche il livello di luminanza desi-
derato a modificare l’immagine non co-
stretta dal vincolo selezionabile nella par-
te sinistra della finestra.

Pur indirizzando i nostro sforzi verso l’ot-


tenimento di un risultato irreale, cioè il cie-
lo plumbeo, è anche in questo caso stato
necessario ragionare sul modus operandi
da preferirsi. Si è infatti considerata l’op-
portunità di adottare come colore di rife-
rimento il nero puro (RGB 0,0,0), per poi
indicare, tramite gli appositi selettori pre-
senti nella parte sinistra della finestra, co-
me fosse nostra intenzione mantenere la
luminosità della parte a riferimento (pena
lo scurimento dell’immagine), pur la-
sciando che la saturazione venisse parifi-
cata a quella propria del nero, ovvero an-
nullata in virtù del fatto che i grigi vengo-
no considerati privi di saturazione. Lo slit-
tamento verso il giallo dei toni propri del
palazzo è dovuto alla compensazione in ta-
le tinta necessaria a portare un blu a di-
venire completamente insaturo (blu + gial-
lo = grigio).
Sebbene poco adatto all’applicazione su
un processore, il tono scelto per la sosti-
tuzione cromatica viene catalogato dalla
funzione di correzione manuale del colo-
re come ‘Lemon’. Tra le molte categorie
offerteci, siamo stati infatti attratti dalla
sezione denominata Frutta al fine di ri-
cercare una tonalità che si prestasse ad un
vistosa contraffazione delle tinte proprie
del processore in esame. Il risultato ci con-
sente di verificare la misura e il metodo di
applicazione degli interventi attuabili tra-
mite questo strumento di fotoritocco. Una
progressiva riattivazione dei vincoli di lu-
minosità e saturazione dovrebbe rendere
ancora più chiaro il risultato ottenibile se-
condo i differenti modi di operare. Risul-
ta utile la presenza di tali categorie di pre-
set al fine di disporre velocemente di rife-
rimenti in linea con gli oggetti che andia-
mo a correggere, affidando alle selezioni
manuali di precisione, per mezzo delle pa-
lette di selezione colore, gli aggiustamen-
ti fini delle tonalità desiderate. Indispen-
sabile la visualizzazione dell’anteprima
globale al fine di valutare le modifiche ap-
portate.
sabile, dell’istogramma. Sarà inoltre pre- La spuntinatura per clonazione
sa in considerazione la consueta pratica Nelle precedenti occasioni in cui abbiamo
della ‘spuntinatura’, in seguito all’acqui- avuto a che fare con l’importazione di im-
sizione delle immagini mediante scan- magini digitali, magari tramite la consue- momento in cui la nostra scansione ci mo-
sione. Questa tecnica di clonazione ci con- ta acquisizione mediante scansione, siamo stra, in formato 19 pollici, i dettagli di un
sente di andare a coprire, manualmente, sempre stati portati a ricercare un aumen- fotogramma 24x36mm.
eventuali difetti della pellicola (graffi o to della nitidezza dell’immagine applican- Posto che le condizioni di conservazione
macchie) o della scena ripresa (fili e pa- do filtri (manuali come la maschera di con- degli originali debbano essere assoluta-
li), ed anche pelucchi di polvere troppo trasto o automatici come la funzione di fo- mente irreprensibili, possiamo pensare di
rilevanti per essere rimossi tramite la fun- toritocco in PSP 7) che, evidenziando i bor- eliminare gli indesiderati ‘corpi’ tramite
zionalità automatica presente nello stes- di, ci confondessero simulando un aumento l’operazione nota come Spuntinatura. Non
so menu di fotoritocco. del dettaglio (o della messa a fuoco) in mi soffermo qui a descrivere le alternati-
Esamineremo in ultimo la funzionalità realtà inesistenti. ve a tale impresa, per certi versi estenuan-
‘Spiana e Preserva Bordi’, utile nel caso in Tuttavia, come potrebbe risultare piace- te nei confronti di file dalle discrete di-
cui volessimo rimuovere un poco della gra- vole definire i capelli o la trama del vesti- mensioni, ma immagino una prossima le-
nulosità nelle nostre immagini, senza per to della nostra modella, potrebbe apparir- zione riguardante l’eliminazione automa-
questo rinunciare alla definizione genera- ci indesiderata l’accresciuta acutanza del- tica di graffi e polvere tramite l’utilizzo
le dei particolari ritratti. le imperfezioni presenti sul negativo. Mi dell’apposito strumento di Paint Shop Pro
Iniziamo dunque con la preparazione del- riferisco ai granelli di polvere o ai graffi 7 oltreché mediante i sistemi di riduzione
le immagini. che immancabilmente si presentano nel dello sporco implementati in scansione.
Molto spesso, scansionando uno scatto chimico, capita di otte-
nere un’immagine digitale che, per le sue doti di ingrandimento,
rivela la mancata messa a fuoco di precisione di alcuni partico-
lari o un eventuale fastidioso micromosso. A ciò aggiungiamo
che non tutti gli scanner dispongono di messa a fuoco interna,
oltre al fatto di lasciare spesso desiderare una risolvenza supe-
riore, al fine di cogliere i dettagli più fini dell’immagine scansi-
È interessante notare come lo strumento di fotoritocco presente ta. A questa serie di ‘misfatti’ possiamo porre rimedio (parziale)
in PSP 7, denominato Spiana e Preserva Bordi, sia assolutamente ricorrendo ad un filtro o ad una funzione di aumento della niti-
adatto alla risoluzione della questione inerente alla granulosità dezza. In pratica, tali strumenti software ci consentono di anda-
delle ombre, nel caso in cui sia applicato, a priori e forse trop- re a rafforzare i bordi presenti nella scena ripresa, dandoci una
po energicamente, un filtro atto all’aumento del contrasto del- sensazione generale di maggior definizione, anche dove in realtà
l’immagine. In fase di stampa i troppi dettagli presenti nelle zo- tale requisito non sia presente. L’applicazione di un filtro di con-
ne d’ombre produrrebbero una velatura delle aree scure, impe- trasto o della funzione Nitidezza in PSP 7 simula tale accresciu-
dendoci di ottenere dei bei neri profondi. Applicando la funzio- ta leggibilità rinforzando i passaggi di sfumatura più accentua-
ne in questione possiamo cercare di limitare la sgranatura dal- ti con tratti tendenti al bianco ed al nero: è logico attendersi dun-
l’immagine, pur mantenendone la leggibilità generale grazie al que una variazione nel bilanciamento cromatico dell’immagine,
rispetto dei tratti cromatici di confine tra le aree: i bordi. in genere teso a toni di luminosità inferiore.

La Spuntinatura consiste nella copia di por- È importante anche abituarci a vedere do- ma, ci consente di decidere ove manchi-
zioni di immagine corretta nei punti in cui ve, nell’immagine digitale, sia presente no alcuni intervalli tonali e dove potrem-
siano presenti le antiestetiche imperfezio- un’area di tonalità e dettaglio simili a quel- mo desiderare un maggiore contrasto o
ni. Consideriamo qui solo il caso in cui vo- li da coprire cosicché, a ritocco terminato, una differente distribuzione delle tonalità.
lessimo rimuovere dall’immagine i difetti non si veda la differenza tra le aree origi- Un esempio può essere costituito dal-
dovuti a scansione e non intere porzioni di nali e quelle posticce. l’immagine di Venezia rappresentante
questa come pali, cavi elettrici o dettagli Pur senza dilungarmi oltre suggerisco di l’imbarcazione sormontata dal muro. Qui
non importanti. sperimentare tale metodo al fine di elimi- si è reso necessario il recupero delle alte
La copia di tali minuscole porzioni avvie- nare la polvere dalle proprie scansioni, per luci, in parte perse in scansione, ed in par-
ne tramite l’utilizzo dello strumento Clo- andare poi ad affinare la tecnica nei con- te insufficienti per la sottoesposizione in
nazione, presente sulla barra degli stru- fronti di operazioni più elaborate, come il ripresa.
menti di PSP 7. L’utilizzo dei tasti del mou- restauro di una foto vecchia o la copertu- Altra questione è la foto del flacone di ba-
se rende l’impiego dello strumento, in virtù ra di elementi. gnoschiuma verde. La contrazione della
di spuntinatore, assai rapido: tasto destro gamma tonale, questa volta cercata, ci ha
per decidere da dove copiare e tasto sini- La correzione manuale del colore consentito di ridare all’immagine un po’ di
stro per andare a depositare il pezzetto di Ridotti gli elementi di disturbo sull’im- contrasto che certo non stona alla compo-
‘materiale’ sulla zona danneggiata o cor- magine, possiamo affrontare il problema sizione.
rotta. colore. Valga dunque sempre la regola del giudi-
È assai importante, nel procedere, la scel- Prima però conviene dare un’occhiata a zio personale, piuttosto che una matema-
ta di un’opportuna dimensione del pennello quello che sappiamo essere il principe de- tica distribuzione dei livelli di luminosità.
che ci consenta di coprire per intero, sen- gli strumenti di controllo e correzione: l’i- Mi sembra corretto iniziare la trattazione
za debordare eccessivamente, le parti del stogramma. Una rapida occhiata ai grafi- di un così completo metodo di correzione
dettaglio da eliminare. ci, prodotti dalla funzionalità Istogram- partendo dall’analisi delle possibilità di in-
Attraverso la visualizzazione in serie dei
risultati ottenuti nelle varie fasi di lavora-
zione delle nostre immagini possiamo con-
statare come, pur partendo da originali a
prima vista ‘accettabili’, sia sempre pos-
sibile introdurre una qualche correzione
tesa a migliorare l’aspetto digitale delle
immagini ritratte. Questo dovrebbe sugge-
rirci di perseguire il più possibile, anche
in condizioni non ottimali, la strada volta
ad ottenere in partenza il migliore scatto
possibile, al fine di limitare gli interventi
in postproduzione e di partire nelle nostre
lavorazioni da un gradino più in alto, spe-
rando di giungere anche ad un livello qua-
litativo finale superiore. Vale la pena di no-
tare come il solo intervento di correzione
delle dominanti sia sufficiente, in digitale
così come in chimico, a mutare radical-
mente l’impatto di un’immagine: speriamo
in meglio a fronte di un intervento ben ca-
librato! Attenzione comunque a non sotto-
valutare l’importanza di altre correzioni,
come l’aumento della nitidezza, molto più
visibile in stampa che non sullo schermo
del proprio monitor.

tervento presenti nella finestra di control- golo pixel, possiamo permetterci di cor- ad una tonalità neutra, sia stato sufficien-
lo della Correzione Manuale del Colore. reggere una dominante che affligge l’inte- te selezionarne una parte e decidere di vi-
Una volta definito il campione possiamo ra immagine, sgravandoci del compito di rarla verso il colore grigio, in alcuni casi
decidere che tipo di intervento cromatico calcolarci l’esatta correzione cromatica addirittura azzardando un grigio tendente
adottare partendo da un set di colori più o punto a punto. al giallo, al fine di scaldare la foto.
meno convenzionali, raggruppati per cate- La disponibilità di PSP 7 nel consentire il È risultato altresì utile, nell’immagine raf-
gorie tutto sommato ‘azzeccate’ per gli uti- mantenimento degli attributi di Saturazio- figurante il bagnoschiuma verde, andare a
lizzi più comuni. Notiamo all’interno del ne e Luminosità originali, permette poi una favorire la resa del contenuto del flacone
menu a scomparsa ‘Categorie Cromatiche’ notevole flessibilità negli interventi ap- piuttosto che la neutralità del tutto. L’area
le sezioni Frutta, Verdura, Erba, Cielo ed portati, posto che noi intendiamo evitare verde è stata corretta scegliendo un verde
altre ancora. Rimane ovviamente possibi- risultati palesemente contraffatti. maggiormente vivace, proprio allo scopo
le selezionare colori propri dalla conven- Nelle immagini facenti parte del nostro set di dare ‘graficità’ all’immagine.
zionale palette di Paint Shop Pro 7. di prova, abbiamo anche utilizzato la pos- Lo stesso metodo di selezione è stato uti-
Va a questo punto fatto notare come, ben- sibilità di selezionare a mano libera l’area lizzato per la foto dell’imbarcazione con-
ché un attento utilizzo dei colori permetta comprendente dei pixel che, nella realtà, tro il muro: abbiamo selezionato una par-
di ‘navigare’ all’interno di ogni combina- ci ricordavamo essere di tono neutro (gri- te di prua, nella realtà tendente al rossic-
zione di Saturazione e Luminosità proprie gio). In questo modo abbiamo riportato ad cio, l’abbiamo corretta partendo da un co-
dell’immagine di partenza, due selettori un tono più normale le foto ‘dominate’ da lore prefissato per poi affinare la scelta ma-
posti sulla sinistra della finestra consento- una forte inflessione ciano, dovuta allo scat- nuale dalla palette colore; correggendo que-
no di preservare tali attributi nel file in og- to in ombra su pellicola daylight. sta parte dell’immagine abbiamo riequili-
getto, senza andare dunque a stravolgere Come si vede nelle immagini, è semplice brato anche il resto dell’immagine. In fon-
completamente l’immagine di partenza. sperimentare possibili intonazioni per la do sappiamo bene come spesso una domi-
Il meccanismo di applicazione della cor- prontezza del software nell’applicare le nante cromatica investa tutti gli elementi
rezione risulta tutto sommato semplice: si modifiche in tempo reale, mantenendo in- presenti nella scena, rendendo possibile la
sostituisce una tonalità scelta alla tonalità variati i parametri di selezione dell’area, correzione di una singola parte al fine di
propria del pixel che è stato selezionato al- lasciandoci liberi di sperimentare varia- bilanciarne l’interezza.
l’interno della finestra. Tutto ciò, per quan- zioni di colore, luminosità e saturazione. Avendo a disposizione un così versatile
to semplice a parole, ci consente una am- Alcuni esempi vistosamente ‘arlecchine- metodo di correzione, consiglierei di sfrut-
pia varietà di ‘evoluzioni’ sullo stesso te- schi’ mostrano a cosa si può arrivare nel tare la possibilità di introdurre nell’inqua-
ma, essendo in gioco una quantità di fat- caso in cui ricercassimo effetti maggior- dratura in fase di ripresa un particolare di
tori non irrilevante. Potendo infatti sele- mente artistici. Mi pare inutile sottolinea- colorazione certa, che costituisca un para-
zionare tutta un’area, piuttosto che un sin- re come, al fine di riportare i palazzi ritratti metro di riferimento per ricostruire in po-
I PREZZI

Jasc Paint Shop Pro 7.0 in italiano


L. 300.000

Distribuzione: Questar, numero verde:


800.7837827
http://www.questar.it

crescere la leggibilità dei dettagli nei sog-


getti ritratti, anche la grana, lo sporco ed i
graffi presenti sui negativo sono suscetti-
bili di un aumento di dettaglio, risultando
più visibili insieme alla accresciuta visibi-
lità dei particolari ‘voluti’.
La funzione Spiana e Preserva Bordi, co-
me il nome suggerisce, permette il mante-
nimento dei bordi dell’immagine, andan-
do a lavorarvi all’interno così da ammor-
bidire le aree caratterizzate dalla presenza
di grana piuttosto che di particolari.
Molto riuscita l’applicazione di tale meto-
do sull’immagine che rappresenta il pro-
cessore. È chiaro come i ‘piedini’ del chip
siano stati mantenuti definiti, pur elimi-
nando ogni forma di granulosità presente
nella parte centrale del chip. Anche all’in-
terno delle arcate di Palazzo Ducale a Ve-
nezia è stato possibile rimuovere quasi com-
pletamente ogni traccia di impurità nelle
ombre, ora ‘fluide’ e pronte ad essere ben
rappresentate in stampa, pur senza rinun-
stproduzione l’esatto equilibrio cromatico sizione dal menu Fotoritocco di Paint Shop ciare alla leggibilità nelle decorazioni di
esistente al momento della ripresa. Tale Pro 7: l’aumento della Nitidezza (già vi- colonne e capitelli.
tecnica è comunemente impiegata da chi sto) e la funzione Spiana e Preserva Bor-
riproduce opere d’arte, essendo di vitale di. Concludendo
importanza, in tale ambito applicativo, la Non credo ci sia da insistere eccessiva- Giunti al termine di questo terzo articolo
perfetta resa fotografica delle tonalità ori- mente riguardo all’utilizzo del primo stru- sulle funzioni Paint Shop Pro 7, rilevo con
ginali: penso che, anche per noi, non do- mento, avendolo già trattato. In poche pa- un certo stupore, come in breve tempo, sia
vrebbe risultare un problema scattare una role: esso consente di aumentare l’appa- riuscito a prendere una notevole confiden-
foto in più, comprensiva di provvisorio ri- rente grado di nitidezza (o di messa a fuo- za col software, al punto di farmi preferi-
ferimento cromatico. co) di un’immagine accentuandone i bor- re PSP 7 ad altri programmi ben più com-
Ritengo, in ogni caso, che l’unico sistema di, ovvero i passaggi più violenti tra le sfu- plessi in molti casi in cui la rapidità di ri-
per capire nella sua interezza la ‘filosofia’ mature presenti. Il metodo è il medesimo tocco si pone come prioritaria rispetto al-
di tale metodo di correzione sia quello di applicato dall’onnipresente filtro (o effet- la perfezione matematica nelle correzioni.
sperimentare in proprio, su immagini real- to) Maschera di Contrasto, limitato però E non che tale perfezione non sia perse-
mente compromesse e dunque bisognose alla gestione di un unico parametro, nel- guibile anche in questa sede!
di ‘cure’, gli effetti dell’applicazione del- l’approccio semplificato proprio di PSP 7. Continuo in ogni caso ad invitare chi fos-
la correzione in tutte le sue possibili com- L’apparente aumento di dettaglio va di pa- se deciso ad intraprendere la strada del fo-
binazioni parametriche. ri passo, in tale caso, con uno scurimento toritocco digitale a partire sempre da esi-
dell’immagine, dovuto al rinforzo, trami- genze reali, dunque da immagini che real-
Qualche raffinamento te il bianco ed il nero, dei passaggi di sfu- mente necessitano di correzioni; in questo
Sebbene la qualità d’insieme delle imma- matura più accentuati. modo si imparerà effettivamente a cono-
gini elaborate non lasciasse adito a parti- Col secondo metodo di correzione si è in- scere gli strumenti, ben più che effettuan-
colari richieste di ulteriore intervento, mi vece tentato di ridurre l’aumento di ‘gra- do dei fotoritocchi fini a se stessi, più si-
sono avventurato nel tentativo di aumen- na digitale’ dato dalla maggiore nitidezza mili a ‘carnevalate’ che non a soluzioni del-
tarne la preziosa definizione, ricorrendo al- della grana chimica dell’immagine scan- le esigenze di ritocco quotidiane.
l’applicazione, per la verità un poco di- sita. È questo un aspetto da tenere in con-
dattica, di due funzionalità messe a dispo- siderazione: sebbene noi intendiamo ac- EGT.
RITOCCO DIGITALE

RADDRIZZATE LA TORRE

La premessa: abbiamo scatta- quindi affetto da inconvenien-


to, da turisti, alcune immagi- ti come quello dell’esagerata
ni (per l’occasione con una fuga prospettica o caratterizza-
compatta digitale, anzi la più to dalla presenza di particolari
compatta di tutte visto che si indesiderati?
tratta della supertascabile Ca- Ci soccorre la tecnologia digi-
non Digital Ixus da 2.1 Me- tale di un programma di foto-
gapixel). Il soggetto: una bel- ritocco (applicabile sia a im-
la piazza medievale italiana, magini scattate con macchina
quella di Arezzo, con il palaz- digitale sia a diapositive o ne-
zo del municipio. Gli edifici, gativi, o stampe, acquisiti per
soprattutto quelli “storici” che mezzo di uno scanner).
risultano sempre incastonati Riassumiamo brevemente in-
in nuclei urbani, dalle strade convenienti e punti di inter-
strette, sono soggetti quasi vento. Osservando la foto ab-
sempre non facili da ripren- Lo scatto di partenza: un’immagine del centro storico di Arezzo, il biamo notato come “difetti”
dere. Rappresentano un reale Municipio affacciato sulla piazza del Duomo, affetta da linee ca- principali:
problema per il fotografo. Il denti e vari elementi di disturbo. È un genere di “foto ricordo” piut- • le linee cadenti (fuga pro-
perché, è noto: l’altezza delle tosto comune, che intendiamo ritoccare, perfezionandola. spettica con marcato assotti-
costruzioni, delle torri, unita gliamento degli edifici verso
all’impossibilità di arretrare l’alto)
per una ripresa da lontano, impone di in- parola, specialistici. Non è il caso in cui ci • la presenza di un indesidera-
clinare la macchina fotografica verso l’al- siamo trovati: come turisti, perfettamente to cavo elettrico (elemento certamente non
to. E dunque fa incorrere, ahimé, nel fa- calati nel ruolo di “fotoamatore in vacan- medioevale)
stidioso effetto delle linee cadenti. Si trat- za” viaggiavamo con una semplice com- • la presenza di automobili parcheggiate,
ta, come ben sanno tanti lettori, di un in- patta; accettare una convergenza di linee è parte in ombra e parte in pieno sole.
conveniente che per essere corretto richie- stato inevitabile. Con simili premesse, ec-
de la possibilità di decentrare verso l’alto co però qualche annotazione pratica lega- Come operare le correzioni?
l’ottica, spesso considerevolmente. È una ta a quelle che si potrebbero dire opera- In modo telegrafico annotiamo qui, bre-
prerogativa tipica di apparecchi professio- zioni di correzione in post-produzione. In vemente, la successione dei passaggi di
nali a banco ottico, ingombranti, piuttosto breve: fino a che punto è migliorabile uno correzione. Li abbiamo eseguiti con Ado-
pesanti, da adoperare su treppiede; in una scatto eseguito un po’ disinvoltamente e be Photoshop e, nella loro semplicità, so-
Ecco, sul monitor del computer, l’immagi-
ne analizzata nelle sue componenti da ri-
toccare. Interveniamo con un programma
di fotoritocco (Adobe Photoshop).

L’intervento di maggiore peso su questo ge-


nere di immagine è certamente quello le-
gato alla correzione dell’antiestetico effet-
to delle linee cadenti ed è ottenuto lavo-
rando sulla specifica possibilità di trasfor-
mazione prevista dal software (Mod. / Tra-
sforma / Prospettiva).

no alla portata di tutti. delle “maniglie” in basso (non in alto) e opportuno annotare, a questo punto, che
Iniziamo portando sul video l’immagine. restringiamo il lato inferiore dell’immagi- per effettuare agevolmente questo tipo di
La selezioniamo nella sua interezza. Co- ne. Notiamo subito che la foto si “storta” correzione è preferibile partire da imma-
me? Semplice: i comandi da usare sono: in modo esattamente contrario all’effetto gini in cui il soggetto principale abbia pos-
Selezione / Seleziona tutto. di linee cadenti che ci appare sgradevol- sibilmente più spazio libero tutto attorno
Scegliamo poi: mente evidente. La correzione è facile e la o, come si dice in gergo, più “aria”.
Mod. / Trasforma / Prospettiva. si può valutare agevolmente in modo di- Ciò, perché la fase successiva, inevitabil-
Così facendo si vedono comparire, sui bor- retto, visivo. mente, sarà quella di “ri-inquadrare” la fo-
di dell’immagine selezionata, alcune “ma- Operando sulla foto si nota subito, ovvia- to riportandola ad un formato rettangolare
niglie” di presa. Sono quadratini destinati mente, che la base dell’immagine risulta e non trapezoidale. L’operazione di ri-in-
ad essere agganciati dal cursore mobile pi- ristretta rispetto alla scena di partenza. È quadramento, con opportuno ritaglio, av-
lotato dal mouse. Facciamo click su una un inconveniente non sanabile e ci sembra verrà semplicemente servendosi dell’u-
Prima e dopo la cura, a confronto: appa-
re evidente come una foto possa essere
ampiamente trasformata e come uno scat-
to che mostra i limiti tecnologici di una
ripresa con fotocamera compatta certa-
mente non professionale possa essere ri-
condotto al rigore dell’ortodossia foto-
grafica più esigente.

tensile di inquadratura e ritaglio della “pa-


lette” degli strumenti di Photoshop.

I perfezionamenti
Compiuta la nostra opera di ristrutturazio-
ne edilizia, ovvero raddrizzati gli edifici,
proseguiamo con un fotoritocco orientato
a togliere un elemento di disturbo, quello
costituito dal cavo elettrico che si staglia
contro il cielo. Si può operare facilmente
con lo strumento “timbro”, copiando i pixel
azzurri del cielo adiacente in modo che si
sostituiscano perfettamente all’antiestetica
riga del cavo.
Ancora lo strumento “timbro” potrà essere
facilmente usato per riportare elementi di
asfalto in sostituzione alle automobili, che
verranno così cancellate. Oppure elementi
di muro, ad esempio si veda la parete di mat-
toni dell’edificio, ancora per “coprire” l’au-
to parcheggiata a destra. Un tocco di raffi-
natezza: fate attenzione ai punti di giunzio-
ne: ad esempio tra muro e asfalto: per una
ricostruzione “credibile” sarà necessario, co-
piando con attenzione “in diagonale”, ri-
produrre anche il margine rossiccio che fi-
gura in fotografia sulla sinistra del palazzo.
Il tocco dell’abile ritoccatore si vedrà, an-
cora, osservando la precisione di “rico-
struzione” delle ombre: sono elementi che
rischiano sempre di tradire l’intervento di
rifacimento e occorre curarle con attenzio-
ne. Nello specifico, mentre è stato facile ri-
costruire con lo strumento timbro un’om-
bra diffusamente allargata come quella a
sinistra nella foto, è occorsa molta cautela
nel ritoccare l’ombra della finestra (là do-
L’immagine finale: pro- ve era parcheggiata l’auto grigia). Piutto-
spettiva corretta, elimi- sto che riprodurre una generica area nera
nazione di un cavo elet- sotto la finestra si è preferito “clonare” per-
trico, cancellazione di fettamente l’ombra dell’altra finestra (a si-
auto parcheggiate, rico- nistra) ed applicarla (ancora con il “tim-
struzione dell’asfalto e bro), a completamento della finestra di de-
del muro dell’edificio stra.
nonché delle ombre nel- L’opera di “restauro” è così terminata.
le aree interessate al fo-
toritocco. Maurizio Capobussi
SCUOLA DI PHOTOSHOP

© Giovanni Ziliani

RADICI
ESERCIZIO
Scansionate queste tre immagini e eseguite
gli interventi suggeriti da Giovanni Ziliani

Chi manipola le fotografie, le taglia, pren-


de pezzi di immagini o immagini diverse
e monta il tutto, fa un lavoro che richiama
le operazioni linguistiche.
Il repertorio fotografico a disposizione è
una specie di vocabolario con varie voci
(le diverse immagini) che si possono pre-
levare e mettere insieme a formare un “di-
scorso” visivo.
Il testo letterario si avvale spesso, per ac-
quistare efficacia ed incisività, degli stru-
menti della retorica. Altrettanto può fare il
"discorso" visivo.
Uno degli strumenti retorici è la metafora.
La metafora è un modo di esprimersi che
coglie analogie tra gli elementi della realtà
che si presentano alla nostra percezione.
La modalità con cui si colgono queste so-
miglianze può essere molto soggettiva: in
modo soggettivo, per esempio, io posso
cogliere analogie tra il tronco dell'albero e
la figura ritta dell'uomo.
Questo accostamento non è poi così stra-
no, visto che il linguaggio ha espressioni
verbali che tengono conto di tale analogia:
infatti si può dire che "l'uomo si radica in
una situazione" oppure che può "perdere
le sue radici."
Giuseppe Ungaretti paragona l'uomo ad un
altro elemento della natura: una fragile fo-
glia. In una sua poesia scrive: “Si sta co-
me / d'autunno / sugli alberi / le foglie".
Nella mia composizione fotografica ho uti-
lizzato la figura retorica della metafora per
visualizzare un aspetto della vicenda uma-
na che ha somiglianza con gli eventi della
natura: quelli che hanno concluso la loro
storia, sono caduti a terra come le foglie in
autunno. E, come le foglie cadute, forma-
no il nutrimento, l'humus, per chi deve svi-
lupparsi e crescere.
Giovanni Ziliani
a b

La fotografia, che ho realizzato convocando in un ampio studio La camicia però si è schiarita troppo, ma avendo operato la cor-
e facendo sdraiare a terra un gruppo di amici, è troppo scura. rezione sul livello Sfondo copia, posso recuperare il suo colore
Qui la correzione del colore è problematica, perché i vestiti han- originale dallo Sfondo. Per recuperare questa parte in modo pre-
no tonalità e colori molto diversi tra loro. Una correzione in una ciso faccio una selezione su di essa e poi, con lo strumento Gom-
zona dell'immagine non va bene in un’altra. Per intervenire in ma, impostato su una pressione bassa, cancello gradualmente il
modo differenziato uso l'accorgimento di duplicare lo sfondo. livello e scopro lo sfondo.
Dopodichè nel menu Immagine scelgo Regola e poi Correzione
colore selettiva. Appare la finestra di dialogo e dal menu Colori
scelgo Neutri. Dai Neutri tolgo una percentuale di nero. L’im-
magine così si schiarisce senza sbiadirsi.

Devo schiarire sui pantaloni il colore verdastro delle parti in lu-


ce. Con la Bacchetta magica seleziono una zona di questo colo-
re. Poi da Selezione scelgo Simile e la selezione si estende a tut-
te le zone di colore simile, che poi schiarisco con la funzione Lu-
minosità/Contrasto.
c
Ora è necessario, scegliendo Immagine poi Regola e poi Lumi- e
nosità/Contrasto, schiarire i vestiti troppo scuri.

Dopo aver invertito l'immagine (da Immagine scelgo Rifletti e


poi Orizzontale), con un opportuno utilizzo dei Livelli, duplican-
doli, rendendoli più o meno trasparenti, facendo variazioni di co-
lore e di luminosità, ricomponendoli tra di loro con un paziente
lavoro rielaboro, in un modo che mi sembra soddisfacente, le fi-
gure sdraiate a terra. Utilizzo anche lo strumento Sfumino per
ammorbidire alcuni passaggi tonali che, nella correzione del co-
lore, sono diventati troppo secchi.

SCUOLA DI PHOTOSHOP
f
g
Alla fine, dopo un lavoro accurato, ottengo le figure nelle dimen-
sioni, posizione e colore che mi sembrano giusti. Apro ora, sullo schermo, una fotografia che ho scattato in un
boschetto in montagna e nella quale si vedono molto evidenti
e a fior di terra le radici degli alberi.
Aggiungo in alto un pezzo di file (da Immagine scelgo Dimen-
sione quadro e digito la nuova dimensione avendo cura di spo-
stare in basso nella griglia Posizione il quadratino grigio), poi
apro il file del cielo, che ho realizzato mettendo insieme più fo-
to di cieli tempestosi, e lo seleziono (da Selezione scelgo Tut-
to). Poi da Modifica scelgo Copia. Attivo il file Radici, carico
la selezione che di questo file avevo già elaborato, e da Modi-
fica scelgo Incolla dentro, avendo prima creato un livello. Men-
tre la selezione è fluttuante mediante lo strumento Sposta tro-
vo la giusta posizione per il cielo.

Elaboro ora il file Uomo per renderlo adatto allo sfondo in cui do-
vrò inserirlo. Anche qui ottengo una prima correzione con Corre-
zione colori selettiva. Poi faccio una selezione sui pantaloni. Ri-
cordo che per fare una selezione precisa della loro forma, è molto
utile disegnare prima un tracciato e poi convertire questo traccia-
to in selezione (scegliendo Crea selezione dalla palette Tracciati).
Con Luminosità/Contrasto li schiarisco in modo adeguato.
Anche qui uso una procedura analoga a quella usata per le figure
distese (vedi schermata 1 e successive) e cioè duplico lo sfondo,
faccio le correzioni su Sfondo copia e successivamente opero alcu-
ne integrazioni tra Sfondo e Sfondo copia.

Dopo aver schiarito e contrastato molto i capelli dell'uomo, ve-


do che in alcune parti dello Sfondo copia, su cui ho lavorato,
si creano effetti indesiderati. Nella schermata si vede un alone
chiaro intorno alle basette e all'orecchio. Con lo strumento
Gomma cancello gradualmente quelle parti fino a scoprire i
valori "naturali" dello Sfondo ed ottenere, così, un effetto sod-
disfacente.
Avvicino, poi, tra loro, le gambe dell'uomo (dopo aver selezio-
nato la parte, da Immagine scelgo Effetti e poi Inclinazione).
Apro anche il file Radici, creo un nuovo li-
vello e ridimensiono il file Uomo. A questo
scopo è molto utile usare i Righelli, che si
vedono lungo il lato superiore e quello sini-
stro della finestra attiva. Con essi posso mi-
surare esattamente la larghezza del tronco
dell'albero e così sapere di quanto devo ri-
dimensionare la figura dell'uomo in modo
che si inserisca bene in esso. Carico la se-
lezione che avevo in precedenza creato e,
con lo strumento Sposta, porto la figura del-
l'uomo esattamente in corrispondenza del
tronco.
Se la misura non è esatta la posso ancora
ridimensionare (da Immagine scelgo Effet-
ti e poi Ridimensionamento. Per ottenere un
Ridimensionamento proporzionale devo te-
nere premuto il tasto Maiuscole sulla ta-
stiera).

È necessario sfumare i pantaloni per ottenerne un inserimento


graduale nel tronco dell'albero. Avendo incollato la figura del-
l'uomo su un livello, posso operare in questo modo: col Lazo fac-
cio una selezione nella parte bassa, dove iniziano i pantaloni. Poi
da Selezione scelgo Sfumatura e nella finestra di dialogo Sfuma- l
tura selezione imposto un Raggio sfumatura di 122 pixel. La se-
lezione si allarga in base alla sfumatura impostata. Poi da Mo- Apro il file delle figure distese, le seleziono e le sposto su un li-
difica scelgo Cancella e così la parte di livello selezionato viene vello del file Radici. Trascinando poi il cursore nella palette Li-
cancellata in modo sfumato facendo apparire, sotto, il tronco che velli le rendo un poco trasparenti (imposto l'Opacità sul 73%).
si compenetra in modo graduale con i pantaloni. Continuo l'o- Così le figure cominciano a compenetrarsi nel terreno. Perfe-
perazione con diverse selezioni e con diversi valori di Raggio sfu- ziono poi la compenetrazione utilizzando le Selezioni sfumate e
matura e la concludo nei particolari anche con lo strumento Gom- lo strumento Gomma.
ma. Concludo infine il lavoro operando altri interventi sui colori,
creando effetti di foschie, nuvole, schiarimenti, ecc.

SCUOLA DI PHOTOSHOP
DIGITALE

RESTAURARE UNA FOTO


La scansione di una fotografia conviene sia sempre seguita da alcuni semplici interventi
per la correzione dei colori, della luminosità e del contrasto

L’immagine di partenza, da restaurare: ri-


spetto al momento in cui è stata scattata, la
foto mostra una desaturazione ed alcuni slit-
tamenti cromatici, prevalentemente verso
tonalità magenta.

Abbiamo tutti una fotografia che, scatta-


ta tanti anni fa, ha purtroppo perso l’ori-
ginaria bellezza: colori più sbiaditi, com-
parsa di una dominante cromatica (spes-
so magenta), a volte impressione di gra-
na più accentuata e sgradevole (le pelli-
cole di una volta non erano a grana fine
come le attuali), qualche segnetto, qual-
che granello di polvere appiccicato al-
l’emulsione e che non si lascia asporta-
re. Insomma: una foto “invecchiata” e un
po’ deteriorata, non più lo scatto perfet-
to che ricordavamo.
È possibile rimediare, magari ricorrendo
alle tecniche digitali?
La risposta è si e alcune correzioni sono
davvero facili. I sistemi di fotoritocco
consentono ampie trasformazioni, anche
superiori. Per ora, iniziamo con alcune
pillole di pratica intorno ad un caso spe-
cifico. Ecco come si presenta, a video, il pannello di controllo dello scanner CanoScan 2700F.
Si sceglie il menu Immagine/Regola/Cur-
ve e, con lo strumento contagocce, si “cam-
pionano” le due densità estreme dell’im-
magine, ponendosi su di un’area prima ne-
ra (tronco in ombra nel bosco) e poi bian-
ca (stradina in terra battuta).

Sbiadita e con grana


Abbiamo tolto dal cassetto una diaposi-
tiva che, per vecchiaia, ha perso la bril-
lantezza originale e mostra anche una vi-
stosa dominante magenta.
Interveniamo con il ritocco digitale pro-
ponendoci di:
• Individuare, e correggere se occorre, an-
che l’eccesso di grana, a volte evidente
nelle aree fuori fuoco.
• Recuperare una migliore densità nei to-
ni della foto. Compiere un restauro, se
necessario, relativamente al contrasto del-
l’immagine.
• Restaurare in modo mirato i colori, per
riportare le tinte alla massima verosimi-
glianza (in alcuni casi si può andare an-
che al di là della situazione originale, ad-
dirittura perfezionando la ripresa a suo
tempo effettuata).

La successione delle operazioni


Iniziamo ponendo la diapositiva nello
scanner e procediamo all’acquisizione di-
gitale della foto. Se, osservando nel pan-
nello di controllo, l’immagine in visione
pre-scanning appare troppo scura, è pos-
sibile, e preferibile, apportare in questa
fase una eventuale correzione prelimina-
re di luminosità. Si procede poi alla scan- Si può completare l’opera intervenendo sulla correzione colore. Tramite i menu Imma-
sione. gine/Regola/Bilanciamento colore si apre una finestra di correzione che permette effi-
Abbiamo eseguito la scansione con uno caci interventi valutabili ad occhio. Si selezionano in successione tre modalità di in-
scanner CanoScan 2700F, alla risoluzio- tervento: su ombre, mezzitoni, luci. Attenzione, sempre, a non esagerare nell’apporta-
ne di 2720dpi (massima risoluzione otti- re correzioni perché i colori non divengano forzati e innaturali.
ANTIPOLVERE E GRANA
Un eventuale intervento supplementare, non sempre ne- gramma e si seleziona la la sequenza Filtro/Disturbo/Pol-
cessario, può aggiungersi nel caso occorra perfezionare vere e grana. Attivando il filtro compare una finestra di
alcune aree dell’immagine in cui si sia notato un eccesso impostazione sulla quale si può agevolmente scegliere, e
di polvere o grana. Lo si potrà effettuare anche in via pre- previsualizzare in una finestrella di anteprima, l’intensità
liminare, prima di accingersi a correggere la foto come dell’effetto (ad esempio, si provi inizialmente con raggio
sopra indicato. 3 pixel, oppure con raggio 8 pixel). Graduando l’intensità
Le zone di intervento potranno essere delimitate serven- di questo effetto si gradua l’ammontare della sfocatura ap-
dosi dello strumento “lazo”. In tali aree si può poi appli- plicata alla grana e quindi si “omogeneizza” lo sfondo.
care un “filtro” di Photoshop: si va nel menu del pro-

Una ulteriore possibilità è quella di ri-


durre l’effetto grana, anche in modo lo-
calizzato. Si isolano con lo strumento “la-
zo”, di Photoshop, le aree sulle quali si
vuole operare. Si applica il filtro per la
riduzione dell’effetto grana. Lo si trova
andando sul menu Filtro/Disturbo/Pol-
vere e grana (si varia il numero di pixel
per regolare l’intensità dell’effetto).

ca). Portata l’immagine sul monitor, con sibilmente in contrasto. magine/Regola/Bilanciamento colore e
il computer impostato sul classico pro- Il “contagocce” centrale della finestra di poi intervenire sui cursori che a questo
gramma Adobe Photoshop di fotoritocco intervento è quello relativo alla tonalità punto compaiono in apposita finestra. Con
abbiamo così aperto il menu Immagi- di grigio medio: lo si può usare per una una valutazione affidata al gusto perso-
ne/Regola/Curve ed abbiamo attivato, in ulteriore correzione, ma soltanto a patto nale si potrà a questo punto aumentare
successione, lo strumento “contagocce”, che sulla immagine sia effettivamente in- l’intensità del verde o del giallo, ridurre
utile per rilevare e attribuire le due estre- dividuabile un’area davvero grigia e di l’indesiderato magenta, aggiungere un
me densità della foto: quella del “nero” densità media. Se no, si squilibra ecces- pizzico di cyan.
(puntando il contagocce su di un’area as- sivamente la foto. Noi l’abbiamo usato, Gli interventi potranno essere fatti atti-
solutamente buia dell’immagine) e quel- facendo riferimento al muro di sassi del- vando di volta in volta i “pulsanti” (nel-
lo del bianco (campionando una zona in- la casa. la finestra) relativi alle zone d’ombra, ai
dubitabilmente di colore bianco puro in Un ulteriore intervento, quello di un ri- mezzitoni, alle luci. Insomma si può an-
fotografia). Il risultato di una tale nuova tocco espressamente mirato verso la cor- che tentare di “migliorare” a piacere la
attribuzione delle corrette densità è già rezione del colore, può essere eseguito foto.
di per sé stupefacente: si vede la foto, sul affidandosi maggiormente all’esperien- Il ritocco a questo punto può dirsi con-
video del computer, ringiovanire di col- za e alla capacità valutativa del fotografo. cluso.
po perdendo quella patina di “velo” che Non è così “automatico” come i prece-
le toglieva brillantezza, guadagnando sen- denti. Si tratta di andare sul menu Im- Maurizio Capobussi
SCUOLA D I PHOTOSHOP

© Giovanni Ziliani

SEPARAZIONE
ESERCIZIO
Scansionate queste quattro immagini ed eseguite
gli interventi suggeriti da Giovanni Ziliani

Nudimos

Nudimos 1 Nudimos 3
Delle tre fotografie che intendo combina-
re tra loro scelgo, da NUDIMOS la testa,
da NUDIMOS 1 il corpo femminile e da
NUDIMOS 3 il corpo dell’uomo con l’ef-
fetto mosso del corpo femminile.

L’elaborazione di questo mese è realizza-


ta nello stile del “mosso”. In fotografia l’ef-
fetto mosso è determinato da un tempo lun- a
go d’esposizione che non riesce a “ferma-
re” il movimento del soggetto.
Normalmente la fotografia mossa è vista
come un errore che è bene evitare, però al-
cuni autori la usano a fini espressivi, per
rendere il senso dinamico di un avveni-
mento.
In Italia, nel periodo futurista, i fratelli Bra- Comincio a lavorare il file NUDI-
gaglia realizzarono fotografie con questo MOS 1 da cui voglio ricavare la fi-
stile; in un’epoca più vicina alla nostra Wil- gura della donna.
liam Klein ha usato lo stile del mosso per Creo un tracciato intorno alla figu-
esprimere l’energia, il fremito della vita. ra, cercando di contenere in esso an-
In una mia serie di studi realizzati con l’ef- che le sfumature dell’effetto mosso
fetto mosso ho voluto esprimere il rappor- b
che mi possono servire.
to di coppia. Fotografando con un tempo
lungo d’esposizione i soggetti in movi-
mento, ho cercato di rendere il senso del-
la fusione tra i due corpi in alcune imma-
gini, in altre il senso della separazione, del
distacco.
La fotografia che presento nel fascicolo di
questo mese intende esprimere il senso del-
la separazione.
Ho fotografato due amici, facendoli muo-
vere davanti a un fondo nero. Sono stati ne-
cessari molti scatti perché l’effetto mosso
è poco controllabile e bisogna scegliere a
posteriori l’immagine più adatta; inoltre,
esaminando le fotografie, mi sono accorto
che non era sufficiente un unico foto-
gramma: quanto volevo comunicare era
“distribuito” in tre fotogrammi diversi, che
bisognava combinare tra di loro.
Non mi era possibile, però, realizzare que-
sta combinazione, cioè questo montaggio,
c
con i mezzi tradizionali della camera oscu-
ra perché l’inserimento ottenuto con tali Dopo aver completato il tracciato, dalla palette Tracciati scelgo Crea selezione. Do-
mezzi ha una certa rigidità, mentre l’effet- po aver disattivato il tracciato (sempre dalla palette Tracciati scelgo Disattiva trac-
to mosso contiene molte sfumature, ha bi- ciato) dal menu Selezione scelgo Salva selezione. La selezione si salva in un Canale
sogno di passaggi “morbidi”. alfa (se apro sullo schermo la palette Canali vedrò la selezione salvata nell’ultima se-
Il computer mi ha consentito di effettuare zione in basso, denominata, appunto, Canale alfa.)
l’operazione in modo soddisfacente. Ricordo, come ho spiegato in un articolo precedente, che visualizzando la maschera
(facendo apparire a sinistra l’icona dell’occhio nel Canale alfa), posso modificarla
Giovanni Ziliani per perfezionarla e, di conseguenza, modificare la selezione.
d e

Mi accorgo, però, che la selezione è un po’ troppo larga e questo, Con la selezione attiva, dal menu Modifica scelgo Copia, creo
quando incollerò l’immagine nell’altro File, mi potrà provocare un nuovo livello e poi, sempre dal menu Modifica, scelgo In-
un alone indesiderato. Allora dal menu Selezione scelgo Modifi- colla.
ca e poi Contrai. Appare la finestra di dialogo Contrai selezione Un duplicato della figura selezionata si incollerà sul livello.
nella quale imposto 2 pixel. Così tutto il contorno della selezione
si restringerà di 2 pixel.

f g

Lo sfondo (Il file di partenza) non mi serve più e lo elimino (do- L’effetto ottenuto può risultare troppo “da computer” e quin-
po averlo reso attivo dalla palette Livelli scelgo Elimina livel- di poco fotografico. Così può diventare necessario combinare
lo). effetti diversi applicati su vari livelli, ed anche combinati col
La figura ha già un effetto fotografico di mosso abbastanza sod- mosso “naturale” della fotografia originale (che in questo fi-
disfacente, ma se voglio accentuarlo e modificarlo, almeno un le sta sul Livello 1). Qui opero in questo modo: applico sul Li-
poco, il programma ha interessanti opzioni per poterlo fare. vello 1 copia un Effetto movimento con Angolo 4 e Distanza 45
Duplico il livello e, per applicare su di esso una ulteriore sfo- pixel.
catura, dal menu Filtri scelgo Sfocatura e poi Effetto movi- Poi sul Livello 1 copia 2 applico un Effetto movimento con An-
mento. Si apre la finestra di dialogo, nella quale imposto l’an- golo -20 e Distanza 81 pixel (applico questo effetto 2 volte per
golo di inclinazione dell’effetto (lo posso fare sia impostando accentuarlo). Ottengo, così, un’immagine molto sfumata che a
un valore numerico, sia ruotando la diagonale del cerchio a de- questo punto posso combinare con le immagini degli altri li-
stra.) Imposto anche la distanza in pixel che mi dà l’ampiezza velli.
dell’effetto movimento (ovviamente più alto è il numero più ac-
centuato è l’effetto).
Do l’OK e vedo l’effetto sull’immagine. Se decido che non va
bene elimino il livello e, dopo averne creato uno nuovo, ci ri-
provo.
Posso agire in mo-
do analogo sui va-
ri livelli (all’oc-
correnza posso
crearne anche di
più, se la memoria
del computer me lo
consente). Per po-
ter osservare i va-
ri effetti posso an- i
che spostare la po-
sizione dei livelli,
ad esempio spostando in alto il Livello 1 copia (per farlo basta
puntare il cursore sul livello e trascinarlo in alto).
Provando diverse combinazioni, applicando ai livelli effetti va-
h ri e facendoli trasparire in vario modo uno sull’altro (ricordo
che dei livelli si può regolare anche l’opacità), alla fine otten-
L’effetto sui capelli della figura nel Livello 1 copia 2 è troppo ac- go il risultato desiderato: l’effetto “mosso” sul nudo femmini-
centuato. Devo recuperare quello del Livello 1 copia e per farlo le è soddisfacente.
cancello una parte del Livello 1 copia 2 per scoprire l’immagine
del livello sottostante.
Opero in questo modo: con lo strumento Lazo faccio una selezio- Apro sullo
ne sulla zona dei capelli, impostando una sfumatura di 48 pixel. schermo il file
Poi, dal menu Modifica, scelgo Cancella e così cancello, sfu- CIELTEMP su
mandola, quella parte del livello. cui voglio in-
collare le figu-
re. Adeguo la
sua dimensio-
ne al file delle
figure e poi,
per aggiunger-
ne un pezzo in
basso, dal me-
nu Immagine k
scelgo Dimen-
sione quadro.
Dopo aver spostato in alto, nella griglia Posizione, il quadra-
tino grigio do l’OK. Si aggiunge, in basso, un pezzo di file del
colore che avevo impostato nel menu degli Strumenti. Ovvia-
mente, con lo strumento Contagocce, avevo scelto prima un co-
lore il più vicino possibile a quello a cui la parte aggiunta si de-
ve appoggiare, però, anche con questo accorgimento, la giun-
j ta è evidente. Allora, per ammorbidire il passaggio, creo tra le
due zone una selezione con un’ampia sfumatura e la riempio
col colore ancora attivo nel menu degli Strumenti. Questo riem-
Del file NUDIMOS mi va bene l’atteggiamento della testa men- pimento sfumato mi crea un passaggio abbastanza graduale tra
tre del file NUDIMOS 3 mi va bene l’atteggiamento del corpo. le due zone che perfezionerò, poi, con lo strumento Timbro e lo
Per spostare la testa faccio una selezione sfumata intorno ad es- Sfumino.
sa nel file NUDIMOS e la trascino nell’altro file.
Avendo creato una selezione sfumata, la testa si inserirà nel cor-
po in modo più naturale, senza bruschi salti di tonalità. Comun-
que la testa verrà incollata su un livello e sarà così possibile, se
necessario, operare anche con lo strumento Gomma. Alla fine, do-
po opportune lavorazioni, posso considerare soddisfacente il ri-
sultato.

A destra: apro il file NUDI e con la Bacchetta magica seleziono lo sfondo bian-
co. Poi da Selezione scelgo Inversa e con lo strumento Sposta trascino la sele-
zione sul file CIELTEMP. Essendo le figure incollate su un livello del file CIEL-
TEMP posso, al modo che già conosciamo, integrare bene i livelli con lo stru-
mento Gomma. Con altri strumenti come il Timbro, l’Aerografo, lo Sfumino ed
i Pennelli completo l’immagine agendo sia sulle figure che sullo sfondo del cie- l
lo.

SCUOLA DI PHOTOSHOP
SOFTWARE

TI CAMBIO I CONNOTATI

Come di consueto, que- eseguibili servendosi di un


ste pagine sono periodi- programma di gestione
camente dedicate alle ap- delle immagini anche fra i
plicazioni “divertenti” e più semplici. Occorre che
facili della fotografia di- il programma abbia, oltre
gitale. Vengono cioè sug- alle normali funzioni ba-
geriti giochi e “varianti” se, anche uno strumento di
assolutamente alla porta- “clone” e - preferibilmen-
ta di tutti i possessori di te ma non necessariamen-
un computer e di un qual- te - uno di “sfumino”.
che programma di foto-
ritocco, per dare un mo- Il viso di partenza
tivo per apprezzare la trasformazione Cosa occorre Il ritratto di una ragazza di colore, dai
che la fotografia sta subendo nel passa- Come sempre, consideriamo operazioni tratti decisamente vistosi, è il punto di
re del tradizionale ai sistemi elettroni- che siano alla portata di tutti. L’intento di partenza.
ci. questi articoli è sempre quello di sugge- L’obiettivo è quello di rendere meno fem-
Questa volta, vedremo qualche gioco ac- rire applicazioni curiose con cui divertir- minili i tratti nel loro complesso, mu-
centrato su di un volto: la modifica di si in una domenica pomeriggio, raggiun- tando l’impatto di insieme del volto. Sia-
alcuni tratti in maniera non marcatissi- gibili con pochi mezzi e poco tempo e non mo volutamente partiti da un viso i cui
ma (come invece descritto in puntate pre- quello di illustrare le possibilità della fo- tratti - molto marcati - richiedono inter-
cedenti), ma comunque in grado di mu- tografia digitale, che può fare ben altro, venti piuttosto pesanti. Su un volto ca-
tare radicalmente l’impatto del volto di rispetto a quanto mostrato. ratterizzato da elementi meno forti, il ri-
una persona. Anche i ritocchi di questa puntata sono tocco potrà essere più lieve.
strumento di scalatura dell’immagine porzione di pelle sotto il labbro inferio-
sulle selezioni, effettuando la selezione re, poiché l’immagine ridotta del labbro
desiderata, poi copiando questa porzio- lasciava ovviamente “scoperta” una por-
ne di immagine in un nuovo file. Que- zione significativa di immagine. Per lo
sta nuova immagine (cioè quella del so- scopo è stato usato lo strumento del tim-
lo dettaglio copiato ed isolato dall’im- bro clone, “copiando” porzioni di pelle
magine originaria) viene poi distorta con da un punto all’altro.
uno strumento di distorsione: la quasi
totalità dei programmi consente l’inter- 3 - occhio e sopracciglio
Partendo dall’occhio destro della mo-
della (a sinistra nell’immagine) si è prov-
veduto a togliere un po’ di trucco. I bor-
di dell’occhio sono infatti evidenziati da
una linea di matita nera, che ovviamen-
te conferisce profondità allo sguardo.
Con lo strumento aerografo ed un colo-
re più chiaro, al massimo ingrandimen-

" to disponibile si è provveduto a “deco-


lorare” i singoli pixel che componeva-
no la bordatura scura dell’occhio, con-
temporaneamente cancellando le ciglia
1 - le prime modifiche
lunghe.
La prima modifica è stata quella di de-
Con lo strumento “clone” inoltre, si è ri-
colorare il viso, con un trattamento al-
dotta la curvatura “a gabbiano” del so-
la… Michael Jackson. Le soluzioni adot-
pracciglio, copiando l’immagine della
tabili per questo passo variano da pro-
pelle glabra in corrispondenza dei pun-
gramma a programma. Si tratta, in so-

#
ti di sopracciglio che si volevano can-
stanza, di campionare – con lo strumen-
cellare.
to “contagocce” - il colore di pelle de-
siderato, effettuando la lettura su un
4 - gioco pesante
gruppo di pixel presi come campione sul-
A questo punto il gioco diventa un po-
l’immagine di un altro volto. In questa
chino pesante e marcato. Lo stesso trat-
maniera, gli strumenti di colorazione
tamento inizialmente riservato all’oc-
vengono tarati per usare come colore pri-
chio sinistro è stato passato anche sul
mario la nuova campionatura. Con lo
destro. In realtà, i sistemi per effettuare
strumento “aerografo” impostato sulla
questo genere di ritocco sono diversi.
modifica della sola tinta è stato passato
Oltre a quello accennato al punto 3, se
tutto il viso. Un’alternativa più rapida,
si dispone di un buono strumento “sfu-
anche se poi richiede qualche aggiusta-
mento locale di tinta, è quello di sele-
zionare l’intero ovale del viso e di ef-
fettuare una modifica di cromia su tutta
la selezione, usando gli strumenti di cor-
rezione immagine che nel proprio pro-
gramma solitamente vengono usati per
correggere le dominanti.

2 - le labbra
Il primo pesante intervento è stato ef-
fettuato modificando la forma delle lab-
$
bra ed in particolare del labbro inferio-
re. vento di distorsione sull’intera immagi-
Nella scorsa puntata abbiamo visto nel ne, anche se non lo prevede sulle singo-
dettaglio le tecniche per “scalare” le di- le selezioni. Dopo di che si ridimensio-
mensioni di porzioni di immagini. In na l’immagine per il numero di pixel ne-
questo caso, è stato selezionato il labbro cessari ad integrarsi nell’immagine ospi-
inferiore e - con la funzione di scala – è te e si effettua un copia ed incolla.
stato ristretto ed allungato. Stesso risul-
tato è ottenibile, se non si dispone di uno
Nel caso specifico, è stato necessario ri-
costruire – un po’ sommariamente – la
%
mino” è possibile utilizzarlo per sposta-
re la colorazione dei pixel più chiari in
direzione di quelli più scuri. Per fare
questo, occorre impostare le funzioni di
sfumino in maniera che lo strumento agi-
sca solo sui colori più scuri di quelli di
riferimento (“darken”).
In pratica, quando si transita da un pixel
all’altro con lo strumento sfumino atti-
vato in tal modo, il programma confronta
i primi pixel su cui si è passati con il
cursore con i successivi, e cambia la co-
lorazione di questi secondi avvicinan-
dola a quella dei primi, se questi sono
più chiari. Concretamente, si “trascina”
un colore chiaro su pixel più scuri adia-
centi.
Tornando al nostro volto, le sopracciglia
sono state un po’ marchianamente ri-
toccate prelevando “peli” sia con lo stru-
mento di copia e incolla, sia con il “clo-
ne”, ingrossando ma schiarendo le so-
pracciglia della modella.
I cappelli sono stati modificati creando
una scriminatura da un lato. Per ottene-
re questo, è stata effettuata una selezio-
ne di una porzione di capelli, all’attac-
catura degli stessi.
Questa porzione è stata copiata in un
nuovo file, fatto poi ruotare circa di 90
gradi, per avere l’immagine dei capelli
con l’attaccatura in verticale anziché in
orizzontale. Questa stessa porzione di
immagine è stata “ribaltata” specular-
mente, ottenendo così l’altro elemento
della scriminatura dei capelli. I due det-
tagli sono poi stati copiati sulla foto ori-
ginaria, ed uniformati sulla capigliatura
servendosi dello strumento “clone” (clo- &
nando cioè porzioni di capelli per na- alla massima opacità.
scondere i punti di giunzione). Il colore dell’iride è stato cambiato uti-
lizzando le tinte marrone e verde, crean-
5 - occhi do una leggera variegatura sul bordo del-
Il colore delle labbra è stato ulteriormen- l’iride. Si è utilizzato lo strumento ae-
te smorzato, eliminando anche i riflessi rografo lavorando al massimo fattore di
che le facevano apparire lucide. Per far ingrandimento.
questo ci si è serviti semplicemente del-
lo strumento aerografo. Una prima cam- 6 - ultimi tocchi
pionatura del colore prelevato dalle stes- Gli ultimi ritocchi: i capelli sono stati
se labbra con lo strumento contagocce è leggermente ritoccati nel colore con lo
stato reso più slavato dalla palette di con- strumento aerografo per il solo colore;
trollo dei colori; poi, lo si è utilizzato sia alla stessa maniera è stato modificato il
per “decolorare” le labbra nel complesso, colore del maglione.
sia per eliminare i riflessi, in realtà com-

' posti da pixel bianchi.


La forma dell’occhio è stata impercetti-
bilmente modificata usando lo sfumino
Tocca a voi divertirvi… alla faccia altrui.

Giacomo Poci
SCUOLA DI PHOTOSHOP

TOCCARE IL CIELO
CON UN DITO

Il trucco c’è ma non si La fotografia rielaborata è capace di mo- le situazione psicologica, “Toccare il cielo
strare un mondo fantastico. Smontando pri- con un dito”, che significa sentirsi al mas-
vede; l’immagine ci ma e rimontando poi, in un altro modo, le simo della forza ed anche della felicità.
sorprende di più se il immagini fotografiche, si possono ottene- Per mezzo della rielaborazione fotografi-
re situazioni sorprendenti, magiche. Fa- ca possiamo fare in modo che questo dire
mondo fantastico si cendo entrare in collisione i pezzi fotogra- diventi vedere. L’evidenza fotografica ren-
presenta a noi senza fici di provenienza diversa si può introdurre de, per chi guarda, molto convincente la vi-
il meraviglioso nel reale e si può rappre- sualizzazione di una tale situazione psico-
mostrare la fatica sentare il mondo dei sogni. logica e l’immagine creata col computer è
della sua costruzione. La tecnica è quella del fotomontaggio che ancora più convincente perché l’elabora-
Giovanni Ziliani ci spiega ora, con la fotografia digitale, è molto più zione elettronica ci permette di ricompor-
facile. A tutti noi è capitato nell’infanzia re i frammenti fotografici prelevati da con-
come ha realizzato (ma anche nell’età adulta) di sognare di toc- testi diversi in modo perfetto, senza che si
l’immagine care le forme morbide delle nuvole nel cie- vedano le “giunture” (cosa che spesso suc-
lo. Questo sogno esprime un desiderio di cedeva, a causa delle numerose difficoltà
Mani e Nuvole, esposta onnipotenza e di felicità. tecniche, nella elaborazione tradizionale in
nella mostra (R)Evolution. Vi è una forma verbale che esprime una ta- camera oscura).
Le fotografie acquisite dallo scanner hanno quasi sempre bisogno di una
correzione del colore, sia per trovare una tonalità soddisfacente, sia per
adeguare i colori delle varie foto che si dovranno mettere insieme.
Dal menu IMMAGINE scelgoREGOLA e poi LUMINOSITÀ/CONTRA-
STO nel sottomenu.
Nella finestra di dialogo LUMINOSITÀ/CONTRASTO trascino i curso-
ri di livello per regolare la luminosità ed il contrasto secondo le mie esi-
genze. (È utile salvare spesso le modifiche per evitare che un piccolo er-
rore commesso alla fine di un’operazione faccia perdere un risultato ot-
tenuto laboriosamente; questa precauzione è utile anche se con Photo-
shop 5 vi è la funzione History che consente di recuperare fasi interme-
die della lavorazione).
L’aspetto di questo cielo però non mi soddisfa completamente per l’im-
magine che voglio creare: devo arricchirlo con nuvole prelevate da altre
fotografie.

a
c

b Dopo aver costruito il TRACCIATO intorno alla nuvola, lo trasformo in


SELEZIONE (dalla palette TRACCIATI trascino la miniatura del trac-
ciato nell’icona CREA SELEZIONE, in fondo alla stessa palette TRAC-
Scelgo un’altra foto con nuvole adatte allo scopo, regolo il colore ade- CIATI). Poi, scegliendo nel menu SELEZIONE-SALVA SELEZIONE, la
guandolo alla prima fotografia e costruisco un TRACCIATO intorno salvo nella palette CANALI (l’avrò, così, sempre a disposizione quando
alla nuvola che voglio ritagliare, per incollarla appunto nella foto- servirà). La finestra SALVA SELEZIONE mi chiede se voglio salvarla
grafia iniziale. Costruisco il tracciato stando un poco più largo rispetto in un Canale Nuovo o in un altro che avevo salvato in precedenza. Dal
alla forma che voglio ritagliare, ed in seguito vedremo perché. momento che non avevo salvato prima altre selezioni, salvo la mia se-
lezione in un Canale Nuovo.

d
e

Apro sia CIELO che NUBI e, avendo a confronto diretto sullo schermo
le due immagini, adeguo in modo preciso il colore di una all’altra con Con lo strumento SPOSTA trascino la nuvola selezionata su un LIVEL-
lo strumento BILANCIAMENTO COLORE (selezionando REGOLA dal LO di CIELO che avrò prima creato (palette LIVELLI-NUOVO LIVEL-
menu IMMAGINE e BILANCIAMENTO COLORE nel sottomenu). Nel LO) e, utilizzando sempre lo strumento SPOSTA, cerco la posizione più
documento NUBI scelgo CARICA SELEZIONE dal menu SELEZIONE. adatta.
Mi appare la linea tratteggiata intorno alla nuvola selezionata.
Avendo incollato la nuvola su un livello posso, con lo strumento GOM-
MA, cancellare le parti eccedenti. Ad esempio, essendo stato un po’lar-
go nella selezione, cancello le parti del cielo su cui stava all’origine la
f nuvola. È consigliabile, a mio parere, operare in questo modo, invece
che fare una selezione molto precisa, perché così è possibile “model-
lare” molto bene la forma dell’oggetto che si incolla in relazione allo
sfondo su cui viene incollato. Poi, con lo strumento TIMBRO, ricreo
alcune parti che mi sembrano necessarie e con RIDIMENSIONAMENTO
e INCLINAZIONE (seleziono EFFETTI dal menu IMMAGINE, IN-
CLINAZIONE e RIDIMENSIONAMENTO del sottomenu) “ridisegno”
alcune parti della nuvola.
Un’osservazione: quando utilizzo la GOMMA tengo la PRESSIONE
(vedi la finestra OPZIONI GOMMA) su un valore basso (15-20%); co-
sì ottengo l’effetto desiderato in modo più graduale e mi è possibile
perciò essere preciso.
Finito il lavoro unisco i Livelli, per consumare meno memoria del com-
puter.

Con lo strumento BACCHETTA MAGICA seleziono lo sfondo grigio


della città che avevo creato in precedenza (è stato facile selezionarlo
perché è in un grigio uniforme) e ,scegliendo INVERSA dal menu SE-
LEZIONE, seleziono i palazzi.
Apro la palette CANALI e carico la selezione (ho scelto SALVA SE-
LEZIONE dal menu SELEZIONE) per averla sempre a disposizione
quando serve. Poi, dopo aver creato un livello su cielo, incollo i pa-
lazzi sul livello. Per integrare i palazzi nello sfondo del cielo, renderli
lontani ed un poco evanescenti, diminuisco l’opacità del livello e, do-
po aver trovato la densità giusta, unisco i livelli.
Per rendere più ricco e complesso lo sfondo, scelgo dal mio archivio
un’immagine di città da incollare sul cielo e creare così un paesaggio.
Sento anche la necessita di “ridisegnare” la città, per renderla più adat-
ta al mio scopo; così sposto alcuni palazzi dalle loro posizioni origina-
li.
Riposiziono i palazzi della città per renderli più adatti all’immagine che
intendo costruire. i

In modo analogo compongo le montagne, il fuoco, la luna. Uno stru-


mento di correzione della forma molto utile, che uso, ad esempio, per
modellare le montagne ed il fuoco, è il TIMBRO, che preleva materia in
una zona scelta dell’immagine e la duplica in un’altra zona.
La dimensione del TIMBRO, cioè la quantità di materia prelevata in una
zona dell’immagine, si stabilisce dalla palette PENNELLI (il pennello
usato è evidenziato dal rettangolo con i contorni più spessi).
Correggo l’inclinazione originale delle mani per fare in modo che esse
si appoggino delicatamente alle nuvole nel cielo. Procedo in questo mo-
do: seleziono con lo strumento LAZO la zona da inclinare, poi scegliendo
j lo strumento EFFETTI dal menu IMMAGINE e INCLINAZIONE nel sot-
tomenu, inclino la selezione nella posizione desiderata. Un suggerimento:
per rendere più preciso il lavoro ho effettuato l’inclinazione su una du-
plicazione dello sfondo (SFONDO COPIA). Poi, con lo strumento GOM-
MA, utilizzando una pressione leggera, sfumo gradualmente e integro
la parte inclinata nel livello SFONDO COPIA con l’immagine iniziale
(sfondo). A lavoro finito unisco i livelli.

Apro poi sullo schermo contemporaneamente MANI e PAESAGGIO (il


cielo, in cui ho inserito la città, la luna, le montagne, ecc. lo rinomino
PAESAGGIO). Seleziono le mani e, con lo strumento SPOSTA , le por-
Per integrare bene le mani nel paesaggio correggo prima, mentre è at-
to sul paesaggio (avendo creato prima, come sempre, un livello).
tiva la selezione, il colore scegliendo la tonalità che si adatta al pae-
saggio, poi con la GOMMA, al solito modo, ritocco i contorni.

ELEMENTI DI BASE

COSA SONO I LIVELLI


L’idea alla base dei livelli è molto semplice. Si inizia con un’im- L’opacità di ogni livello è variabile; inoltre è possibile combi-
magine di sfondo e si pone un’altra immagine sopra essa, quin- nare i pixel di diversi livelli, con metodi vari, per ottenere par-
di un’ulteriore immagine sopra quella. Ogni immagine corri- ticolari effetti.
sponde ad un livello diverso, che può essere spostato e modi- Un aspetto molto importante dei livelli è la possibilità di di-
ficato, indipendentemente dagli altri. La modifica di un livel- sporre e ridisporre i livelli nel modo desiderato e variare in
lo include correzioni di colore, effetti applicati con filtri, co- qualsiasi momento questo ordine. È possibile inoltre variare le
lorazione e taglio. Un livello può essere opaco e coprire ciò caratteristiche di qualsiasi livello, indipendentemente da quan-
che sta sotto, oppure trasparente. Un livello, quindi, si com- do è stato aggiunto al gruppo. Si tratta di funzioni molto im-
porta come un foglio di acetato trasparente, su cui è disposta portanti, perché, generalmente, le revisioni sono frequenti in
un’immagine. Sovrapponendo i fogli di acetato, è possibile ve- fase di produzione.
dere i livelli sottostanti attraverso le aree trasparenti.
Come nel gioco di prestigio si dice che “il
trucco c’è ma non si vede”, e noi ci diver-
tiamo di più se l’abilità del prestigiatore fa m
apparire naturale qualcosa di inverosimi-
le, così, nell’elaborazione digitale, l’im-
magine ci sorprende di più e quindi cattu-
ra prepotentemente la nostra attenzione se
il mondo fantastico che appare si presen-
ta a noi con naturalezza, senza mostrare la
fatica della sua costruzione.
Questa naturalezza della fotografia fanta-
stica che, oltre a divertirci, cattura anche
fortemente la nostra attenzione, è il moti-
vo per cui essa viene usata spesso dalla
pubblicità.
Umberto Eco, citando le regole della poe-
tica aristotelica in relazione al messaggio
estetico, scrive in un suo libro: “L’intrec-
cio deve far accadere qualcosa che ci sor-
prende, qualcosa che vada la di là delle no-
È necessario, arrivato a questo punto, effettuare un’operazione che presenta alcune difficoltà. Bi-
stre attese e quindi sia contrario all’opi-
sogna avere, per “dipingere” questo effetto, una capacità “illustrativa”. Il problema è quello di
nione comune; ma perché questo evento dare il senso delle mani che si appoggiano alle nuvole e, così appoggiandosi, che si immergono
sia accettato e ci si possa immedesimare in esse in modo tale che le nuvole ne coprano alcune parti. Anche qui è necessario lavorare mol-
in esso bisogna che, al tempo stesso in cui to con la GOMMA e ricordo ancora che, se si vuole ottenere un effetto buono e credibile, è ne-
ci appare incredibile, obbedisca a condi- cessario avere molta pazienza e cancellare piano piano, gradualmente, la parte delle mani che si
zioni di credibilità, deve avere una certa vuole far scomparire dentro le nuvole.
verosimiglianza”. Vario perciò molte volte la dimensione della GOMMA (dalla Palette PENNELLI) ed anche i va-
L’elaborazione fotografica realizzata con lori di DISSOLVENZA (nella Palette OPZIONI GOMMA imposto il valore DISSOLVENZA). In
la tecnologia digitale rispetta in pieno que- queste schermata c’è un solo livello visibile.
ste regole: il foto-montaggio usa la vero-
simiglianza della fotografia, il suo valore
oggettivo, realistico, per far passare un fat-
to inverosimile, fantastico come se esistesse
davvero. Essa ci impone la presenza del- n
l’inverosimile, lo introduce nell’universo
delle cose visibili.

Vediamo ora come, mediante il program-


ma Adobe Photoshop, ho elaborato l’im-
magine Mani e Nuvole.
Non posso ovviamente descrivere analiti-
camente tutti i passaggi dell’elaborazione
di questa immagine, ma posso descrivere,
in questa trattazione, solo i principali.
Suppongo, inoltre, che chi legge questo ar-
ticolo abbia una conoscenza di base del
programma.
Giovanni Ziliani
Il lavoro di rifinitura e completamento dell’immagine va
ELEMENTI DI BASE fatto avendo tutti i livelli visibili (per renderli tali clicco
LA BACCHETTA MAGICA sull’icona dell’occhio nella colonna di sinistra della Pa-
Cliccando con lo strumento Bacchetta magica, si selezionano tutti i pixel lette LIVELLI).
Finalmente il lavoro è terminato. Faccio una stampata
adiacenti e di colore simile a quello su cui si clicca. Per usare la Bacchetta con la mia stampante per vedere l’effetto d’insieme.
magica, accertarsi in primo luogo che per l’immagine non sia attivo il me- Per avere una stampa di alta qualità bisogna trascrive-
todo bitmap, poiché la Bacchetta magica funziona solo con le immagini a re il file su di un supporto (ad esempio un CD) e portar-
colori e in scala di grigio. lo ad un Service. Esistono da poco tempo stampanti che
1. Fare doppio clic sulla Bacchetta magica, dalla finestra degli strumenti, per traducono l’informazione elettronica in luce laser, che
aprire la relativa palette Opzioni. impressiona la carta fotografica. Il risultato, una vera e
2. Immettere una Tolleranza da 0 a 255. La tolleranza determina il raggio propria fotografia, è ottimo.
d’azione della Bacchetta magica, ovvero quali colori verranno inclusi nella
selezione. Con tolleranza 0, vengono selezionati i soli pixel di colore iden-
tico al pixel su cui si clicca. Con una tolleranza maggiore, vengono selezio-
nati anche colori leggermente diversi.
3. Cliccare su un colore dell’immagine, per selezionare tutti i pixel adiacenti
di quel colore.
SOFTWARE

UN FACCIONE COSÌ

Come sempre, questa ru- re presente che cosa deter-


brica è periodicamente de- mina, in un’immagine digi-
dicata alle applicazioni “di- tale, le dimensioni di una
vertenti” e facili della foto- parte della fotografia.
grafia digitale. Vengono Occorre cioè ricordare che
cioè suggerite applicazioni per rendere “più grande” una
assolutamente alla portata porzione di foto all’interno
di tutti i possessori di un del file dell’immagine di
computer e di un qualche partenza, occorrerà che quel-
semplice programma di fo- la parte di immagine sia
toritocco, per dare un moti- composta da un numero di
vo per apprezzare la tra- pixel superiore a quella che
sformazione che la fotogra- aveva in origine.
fia sta subendo, nel passare Detto in altri termini: per far
del tradizionale ai sistemi diventare grande il doppio
elettronici. (in dimensioni lineari) una
Questa breve puntata è de- selezione (cioè un “ritaglio”
dicata alle più semplici tra- di immagine) occorrerà rad-
sformazioni per dare ad un doppiare il numero di pixel
viso delle proporzioni di- che si possono contare su un
verse, senza perciò spingersi suo lato, il che equivale a
nelle deformazioni vere e I ritocchi di questa puntata sono eseguibi- quadruplicare il numero to-
proprie (vedi Tutti Fotografi di Febbraio li servendosi di un programma di gestione tale di pixel che compongono quella por-
1998). delle immagini anche fra i più semplici, di zione di fotografia.
quelli - per capirci - ceduti in abbinamen- Non è possibile alterare in un’immagine
to alle fotocamere digitali più economiche, una porzione della stessa foto se non mo-
Cosa occorre
o scaricabili gratuitamente da Internet. dificando, automaticamente o “manual-
Per gli effetti di questa puntata, le esigen-
Basta che il programma abbia una funzio- mente” il numero di pixel che la compo-
ze di software sono veramente minime. Co-
ne di “copia e incolla” e quella di “sfumi- ne.
me sempre - ed è il caso di sottolinearlo -
no”. Apprezzabile ma non indispensabile Una volta capito questo semplice giochet-
l’intento di questi articoli non è quello di
quella di “clone”, o “timbro”, o “stampi- to, qualsiasi alterazione dimensionale sarà
illustrare le possibilità della fotografia di-
no”. facilissima.
gitale (che con un po’ di mezzi può fare
ben altro, rispetto a quanto mostrato), ma
piuttosto quello di evidenziare cosa sia pos- Il concetto di fondo La faccia
sibile fare con a propria disposizione dei Per variare le dimensioni di una parte di Il viso di partenza è un banalissimo ritrat-
mezzi limitati. immagine è importante innanzitutto tene- to. Consigliamo, per cimentarsi con ritoc-
l’immagine di partenza, la si “incolla” (pa- L’occhio
ste) nell’immagine iniziale, sistemandola Nel caso dell’ingrandimento dell’occhio,
poi nella posizione desiderata. oltre a seguire la strada descritta per la boc-
La seconda strada, estremamente più rapi- ca per dimensionare ciascuno dei due oc-
da, è percorribile utilizzando un program- chi singolarmente, si è provveduto poi a
ma come Photoshop, che preveda la pos- schiarire il bordo di ciascuna selezione, che
sibilità di alterare “scalandole” le dimen- risultava troppo cupa - rispetto alla pelle
sioni di una selezione. In questo caso, in circostante, per effetto dell’evidenziazio-
realtà il programma esegue una routine di ne dell’ombretto (il make up della ragaz-
interpolazione del numero di pixel prati- za). Per schiarire queste zone è possibile
usare funzioni semplici di aerografo (pre-
levando il valore della tinta con lo stru-
mento “contagocce”), oppure sfumare il
colore della tinta circostante della pelle con
lo strumento “sfumino”.

Il naso
Per il naso l’operazione è stata relativa-
mente semplice, tenendo presente che l’u-
chi di questo genere, di partire da un vol- nica necessità, una volta ridimensionato il
to ripreso frontalmente, perché in questa numero di pixel del ritaglio, è stata quella
posizione è più semplice gestire le opera- di adattare leggermente la forma. Questo
zioni di ritaglio e di posizionamento delle è stato ottenuto utilizzando lo strumento
porzioni. sfumino alla massima “opacità” ed alla
Quando il volto è visto con una qualche massima dimensione disponibile. In que-
prospettiva laterale, infatti, diviene molto sto modo, lo sfumino si trasforma in una
più arduo ricostruire la corretta prospetti- sorta di “deformatore” dell’immagine.
va degli inserimenti. Inutile complicarsi la
vita. L’orecchio
Per l’orecchio, il problema da risolvere sta-
La bocca va nel fatto che l’immagine dell’orecchio
Primo giochino, il più semplice: far di- sinistro (a destra nella foto) era in origine
ventare le labbra - già piuttosto visibili - di troppo poco dettagliata, oltre che nascosta
dimensioni spropositate. dai capelli e da una parte del viso. Per ov-
Senza ricorrere a programmi con funzioni viare almeno parzialmente all’inconve-
appositamente pensate per la distorsione, niente, è stato duplicato l’orecchio destro,
esistono due semplici possibilità, che in l’immagine è stata ribaltata specularmen-
realtà possono essere applicate a ciascuna te e poi si è proceduto come di consueto.
delle immagini che accompagnano questo Ed il gioco è fatto. Ora tocca ai vostri mo-
articolo, e che quindi descriviamo una so- delli... porgere l’altra guancia.
la volta.
La prima strada è quella da seguire quan- Roberto Tomesani
do il programma in uso NON ha una spe-
cifica funzione di alterazione delle dimen-
sioni di una selezione.
In questo caso, si ingrandisce a monitor
(zoom) l’immagine in maniera da eviden-
ziare solo la zona che interessa; si proce-
de a selezionarla usando lo strumento di
selezione a mano libera; si “copia” la se-
lezione (copy). Si genera un nuovo file,
vuoto, “incollandovi” all’interno la sele-
zione appena copiata (paste). Si modifica
la risoluzione del nuovo file, ridimensio- camente simile all’operazione descritta pri-
nandolo; in pratica, si “dice” al program- ma, con il vantaggio che l’operazione è au-
ma di ricostruire quella porzione di im- tomatica.
magine, usando un maggior numero di Qualsiasi sia la strada scelta, comunque,
pixel; se, per esempio, si passa da 200 a dopo aver posizionato la nuova selezione
400 pixel di lato, la nostra selezione di- è fortemente preferibile utilizzare gli stru-
verrà due volte più grande (in senso linea- menti a disposizione per “smussare” i bor-
re). Si riseleziona l’immagine così ingran- di del nuovo inserimento.
dita e la si copia nuovamente. Tornati al- Come nei prossimi esempi.
FOT OGRAFIA DIGITALE

UN PAESAGGIO
NEL COMPUTER
Correggere o no una diapositiva? Passo passo, ecco un fotografo
alle prese con il computer

Lo sanno tutti: le nostre foto possono esse- Una foto di paesaggio In pratica la successione delle operazioni è
re digitalizzate e trasferite nel computer. Poi Abbiamo introdotto una diapositiva nello stata la seguente:
le si può trasformare e la mente corre subi- scanner (un Canon 2700F) e abbiamo pro- • accensione del computer e dello scanner;
to ai software specifici per fare le caricatu- ceduto alla scansione senza introdurre par- caricamento del programma Photoshop sul
re, per manipolare le riprese. Ma noi, que- ticolari correzioni. Non si trattava di una computer, attivazione di Photoshop;
sta volta, non puntiamo ad uno stravolgi- diapositiva “facile” per lo strumento. Era • scelta del menù “File”, all’interno del qua-
mento delle immagini. Preferiamo infatti infatti lo scatto di un notturno ricco di mas- le è stato scelto “Importa” e poi “Canon PI
mantenerci fedeli all’idea tradizionale del- se nere (abbastanza critiche da scansire sen- FS 3.02E...”: cioè la dicitura che corrisponde
la fotografia e vogliamo considerare il com- za far comparire aloni che possono verifi- all’attivazione dello scanner, il cui pannel-
puter come un accessorio fotografico. Cioè carsi soprattutto con gli scanner amatoria- lo di controllo compare così a video.
come un dispositivo utile per eliminare di- li, specie se poi occorre qualche schiari-
fetti, per aiutarci nello sforzo di restituire mento forzato). La taratura dello scanner Scansionata così la foto, ecco comparire a
la realtà come l’avevamo “vista” al mo- l’abbiamo impostata su di una risoluzione video l’immagine. Su essa abbiamo preso
mento della ripresa e come forse non era- elevata (2720 pixel per pollice, la massima ad intervenire.
vamo riusciti a cogliere appieno adoperan- capacità di lettura “ottica” dello strumen- Prima constatazione: la diapositiva origi-
do gli strumenti di ripresa tradizionali. È to). nale beneficia di una gamma tonale estesa,
insomma un attrezzo da considerare, né più Abbiamo attivato l’operazione di acquisi- ovviamente per merito della sua “traspa-
né meno della scelta delle focali degli obiet- zione digitale con lo scanner operando di- renza”. È dunque leggibile anche nelle aree
tivi in ripresa, o della scelta della carta da rettamente dall’interno del programma Pho- più scure. Non si può pretendere che pas-
stampa da usare in camera oscura. Per spie- toshop, il noto e ormai “universale” softwa- sando alla copia su carta non si verifichi
garci meglio, vediamo insieme un caso pra- re di fotoritocco. In Photoshop abbiamo poi una perdita di dettaglio, dalle zone più buie
tico, passo passo. effettuato gli interventi di correzione. a quelle più chiare (la stampa che uscireb-

a L’immagine di partenza: è frutto di una


digitalizzazione della diapositiva origina-
le, con un leggerissimo intervento di ri-
schiaramento prima di stampare, per com-
pensare la “chiusura” degli inchiostri ri-

Il paese fotografato è Castello di Fiemme,


in Trentino
be sulla nostra stampante a getto d’inchio- to A). Siamo giunti ad una riproduzione quella dell’immagine di un “paesino sotto
stro sarebbe piuttosto scura). Il consiglio è che reputiamo aderente alla diapositiva ori- una candida nevicata”. Il nostro atteggia-
allora, perché la stampa finale “emuli” al ginale e soprattutto alle “intenzioni di ri- mento verso il computer in questo caso non
meglio l’emozione suscitata dall’originale, presa”, cioè alla foto che pensavamo quan- è molto dissimile da quello del fotografo
di operare un leggero intervento di corre- do abbiamo scattato. che preferisce starare l’esposimetro della
zione prima di stampare. Proprio come si Possiamo arrestarci qui: non è infatti no- sua macchina di 1/3 o 1/2 diaframma in più
fa normalmente in camera oscura, quando stro proposito ottenere qualcosa di “di- o in meno, per personalizzare le immagini
si ricorre ad una mascheratura o ad una ri- verso” dalla realtà che abbiamo fotogra- (rispettivamente nel senso di una minore o
duzione della posa. fato. maggiore saturazione colore). Riteniamo
Nel menù “File”, con il comando “Stam- dunque che, per il nostro notturno, potreb-
Interveniamo con Photoshop pa”, possiamo dare il via alla nostra stam- be essere utile una più robusta operazione
Prima di stampare allora facciamo così. pante a colori, per l’occasione una Epson di schiarita. Niente di più facile: apriamo
Nei menù in alto, sul video del computer, Stylus Photo 700 a getto d’inchiostro con ancora, a video, la finestra con l’opzione
scegliamo “Immagine”, poi “Regola”, poi sistema piezoelettrico, ed ottenere una bel- “Curve” e, presa al centro la curva, la spo-
“Curve”. Apriamo così una finestra di ta- la stampa su carta.
ratura con una curva contrasto/luminosità.
Con un clic del mouse spostiamo (renden- Interventi supplementari
do più verticale la curva) il suo estremo in Osserviamo la stampa ottenuta e la giudi-
alto a destra. Ci muoviamo in questo mo- chiamo sufficientemente fedele alla diapo-
do per esaltare la luminosità dell’immagi- sitiva originale. Tuttavia, continuando ad
ne. È bene non esagerare: ci occorre infat- osservare il nostro “capolavoro” con occhio
ti un lieve intervento correttivo, non uno critico, ci chiediamo se, forzando la realtà,
stravolgimento della foto. non sia possibile esaltare ulteriormente l’i-
Il risultato ci sembra interessante (vedi fo- dea che ha stimolato la ripresa. Idea che è

c La diapositiva corretta con il programma Photoshop, per renderla più vicina alle
“intenzioni di ripresa” del fotografo. È quello che riteniamo il risultato finale, cor-
retto.
b Dall’immagine di partenza, un po’ scura, un intervento generalizzato di schiarimento: efficace ma un po’ troppo esteso; un ve-
lo diffuso fa perdere il contrasto tipico della diapositiva originale.
stiamo lentamente verso sinistra facendole tato non agiamo sulle “Curve” ma cerchia- “Immagine”, poi “Regola”, poi “Curve”,
descrivere un arco: via via che si attua lo mo, nel menu “Immagine”, i sottomenu giocassimo diversamente con i contrasti?
spostamento l’intera immagine schiarisce. “Regola” e poi il comando “Lumino-
Raggiunto il livello desiderato, possiamo sità/Contrasto”. Quest’ultimo ci consentirà Il gioco può proseguire...
stampare. (Così facendo otteniamo l’im- di valutare bene le correzioni, a video, men- L’immagine corretta, in chiave fotografica
magine B). tre le apportiamo. classica, l’abbiamo raggiunta. Ma ammet-
Alt. Facciamo un passo indietro, con oc- Fatta qualche prova, decidiamo di sposta- tiamo che il computer, per un momento, ci
chio critico. È un risultato apprezzabile? Lo re il cursore “Luminosità” sul valore -15 e abbia preso la mano. Tutto sommato un
schiarimento c’è stato ma ciò che deside- quello “Contrasto” su +20. Ne nasce un’im- grande pregio della “camera chiara” elet-
ravamo era sì un alleggerimento dei tetti in- magine in cui l’impressione di “paesino mo- tronica è quello di consentirci di sperimen-
nevati ma anche un mantenimento dell’ef- dello presepe”, ci pare risponda di più alle tare senza alcun costo aggiuntivo anche ipo-
fetto di notturno, che qui si va perdendo. nostre iniziali aspettative. La stampiamo. tesi alternative. Proviamo: spostiamo leg-
Pensiamo dunque ad una ulteriore corre- È, questa, quella che consideriamo allora germente, verso destra, l’estremo più bas-
zione. Memorizziamo, con il comando “Sal- l’immagine finale e ci dichiariamo soddi- so (a sinistra) della curva: l’immagine si
va”, la foto così schiarita e ci accingiamo sfatti. L’abbiamo accostata a quella di par- scurisce immediatamente, il contrasto au-
ad intervenire. tenza, sulle pagine di TF, per agevolare il menta. Non vogliamo però che la curva si
Questa volta proviamo con una correzione confronto. abbassi troppo. Allora, cliccando con il mou-
più mirata (vedi foto C). Per questo risul- Immagine finale? E se, tornando sul menù se, poniamo nella parte in alto a destra del-

Questioni di stampa
La digitalizzazione operata con lo scanner, per una diapositiva 24x36mm, ci ha portato ad un file abbastanza corposo, da circa
24 Mb. Prima di stampare con la stampante a getto di inchiostro, l’abbiamo ridefinito, in gergo si dice ricampionato, impostan-
do dal menu “Immagine” la regolazione “Dimensione immagine”: è stata regolata per 3509x2291 pixel, ovvero per un formato
29.7x19.4cm, con risoluzione 300 pixel/pollice.
d Accentuando considerevolmente il contrasto e ricorrendo al “filtro elettronico” denominato Maschera di Contrasto, ecco una
radicale trasformazione: una foto di gusto cartellonistico, dai contrasti e colori accentuati.

la traccia, qualche punto di passaggio ob- zione “Filtro”, poi “Contrasto”, poi “Ma- stico e dall’impronta piuttosto morbida e
bligato che la obblighi a mantenere una cur- schera di contrasto”. A video si apre una fi- romantica (come si conviene ad un paese
vatura morbida. Constatiamo un’accentua- nestra di regolazione. è capace di mostrare da fiaba), mostra ora contorni più secchi e
zione globale dei contrasti e, contempora- un particolare, quello su cui si punta il cur- colori accentuati, contrastati. Siamo giunti
neamente, dei colori (l’azzurrino sui tetti sore, con l’effetto di anteprima. Agiamo sui all’immagine “D”, che pubblichiamo in fon-
diviene azzurro intenso). Non abbiamo fi- cursori nella finestra per ottenere una mag- do a questo articolo.Questa volta l’abbia-
nito. Possiamo provare a pilotare, a piace- giore o minore sfocatura d’immagine, con- mo proprio modificata: appartiene ad un’al-
re, anche il livello del contrasto di bordo trollando l’esaltazione forzata dei contor- tra scuola, quella di una visione più grafi-
sui dettagli dell’immagine. Il programma ni. Infine, confermiamo la scelta con il ta- ca, cartellonistica, della realtà.
Photoshop dispone al proposito di utili “fil- sto “OK”. Ecco un altro cambiamento: la
tri”. Ecco allora: scegliamo, nei menù, l’op- foto, prima impostata su di un taglio reali- M. Capobussi
DIGITALE

BATPAC, LIBERI
DAL COMPUTER
Un piccolo accessorio che consente di fotografare liberamente
in esterni con dorsi digitali per fotocamere medio formato.

Il display del BatPac permette di tenere sotto controllo le


funzioni: una particolarmente interessante è la possibilità
di previsualizzare sul display le differenze d’esposizione. In
pratica, si scatta un’immagine, questa viene suddivisa in 5
zone (una centrale e le restanti quattro ai vari angoli), vie-
ne elaborata dal processore del BatPac, che visualizza per
ogni settore la differenza di illuminazione; ciò permette, già
in fase di ripresa e senza l’utilizzo di un computer esterno,
di controllare se i contrasti dell’immagine sono nella nor-
ma.
Megavision è nota per i dorsi digitali di ot- lizza un computer “ben dotato”. di immagazzinare gli scatti che vengono
tima qualità che produce, dal modello S2 Sembrerebbe quindi impensabile poter uti- eseguiti.
dotato di CCD da 2048x2048 pixel per le lizzare un dorso come questo, fuori da uno Per poter far questo utilizza delle memorie
fotocamere medio formato al modello T2, studio e lontano da un computer, eppure di tipo PCMCIA III con capacità massima
dotato di otturatore elettronico incorpora- Megavision, grazie a questo piccolo ac- di 520Mb; sapendo poi che ogni fotogra-
to, utile quindi con il banco ottico (4x5”), cessorio dal nome che evoca il famoso eroe fia occupa 18Mb è facile scoprire come già
per arrivare al recente S3, il nuovo dorso dei fumetti, permette di farlo, e senza li- una sola card PCMCIA sia sufficiente per
Megavision One Shot, che rispetto al pre- mitazioni. la maggior parte delle situazioni. Essendo
cedente modello si differenzia per un CCD Il dorso, sia il vecchio S2 che il recente S3, comunque una memoria di tipo removibi-
con una risoluzione maggiore (3072x2048 può essere tranquillamente portato con sé le è possibile sempre ed in qualsiasi mo-
pixel), una dimensione più piccola dei sin- per eseguire foto in “location” grazie al- mento sostituirla per avere spazio a suffi-
goli pixel (12 micron contro 15 micron) e l’accessorio BatPac. cienza per scatti ulteriori.
una versione aggiornata del software di ge- Lo standard PCMCIA adottato da Mega-
stione della fotocamera (Photoshoot 3.0). Il BatPac vision è ormai da anni consolidato nel mon-
La maggior risoluzione del nuovo dorso Il BatPac è una piccola scatola facilmente do dei computer portatili come connessio-
porta ad avere per ogni immagine un file trasportabile a tracolla, molto simile, solo ne per le periferiche esterne (Hard-disk,
di dimensioni ancora più grandi, ben 18Mb leggermente più grosso, alle batterie ester- modem, schede di rete, ecc.) e risulta per-
in formato RGB TIFF; una dimensione che ne dei flash. Si collega al dorso tramite un tanto compatibile con ogni computer.
risulta complessa da gestire se non si uti- cavo e la sua funzione principale è quella Se assieme al BatPac ci si porta un picco-
lo Notebook, un computer portatile Power-
Mac, è possibile scaricare le immagini su
quest’ultimo direttamente sul campo e li-
berare la scheda di memoria del BatPac che
può così essere riutilizzata subito.

I tempi di ripresa
Chi conosce questo tipo di periferiche sa
benissimo che la velocità di scrittura non è
elevatissima e potrebbe pensare che tra uno
scatto e l’altro occorra aspettare che l’im-
magine venga trasferita nella memoria del
BatPac, perdendo così attimi preziosi tra
una foto e l’altra, una situazione inaccetta- l programma di gestione delle immagini Pho-
bile per molti professionisti; un fotografo toBatch.
di cerimonia ad esempio non si doterebbe
mai di una simile attrezzatura.
Megavision, per ovviare a questo limite tec-
nico delle schede PCMCIA, ha dotato il IL PREZZO
BatPac di un buffer, una memoria tampo- Il prezzo è di Lire ?????????.
ne di ben 64Mb, che permette di continua- Per informazioni: Manfrotto Trading,
re a scattare liberamente, mentre soltanto via Livinallongo 3, 20139 Milano. Tel.
nei momenti di pausa le immagini verran- 02.5697041, fax 02.5393954.
no trasferite alla card PCMCIA. Ciò per-
mette di essere sempre pronti per cogliere
l’attimo migliore con il soggetto nella po-
sa più naturale. La velocità di trasferimen-
to dell’immagine digitale dal dorso alla me- BatPac collegato ad una fotocamera medio
moria tampone è attualmente superiore a formato.
qualsiasi fotocamera medio formato mo-
torizzata, è così possibile utilizzare senza IL NUOVO DORSO S3
problemi la velocità massima di raffica del-
la fotocamera. Da poco è stato annunciato il nuovo
L’autonomia delle batterie incluse nel Bat- dorso digitale Megavision di tipo One-
Pac consente di affrontare una intera gior- shot, che andrà a sostituire il preceden-
nata lavorativa. te modello S2.
Le caratteristiche principali sono:
Il software ● Un sensore con una risoluzione
Per il trasferimento delle immagini dal Bat- procedure di tipo Batch precedentemente aumentata del 50%: ora viene montato
Pac al computer abbiamo visto che “mec- salvate in PhotoShoot per applicarle da Pho- un CCD da 6.3 milioni di pixel.
canicamente” si utilizza la scheda di me- toBatch direttamente alle immagini men- ● Ogni singolo pixel è stato ridotto in
moria PCMCIA, mentre il software che ge- tre si scaricano sul computer. dimensione e abbiamo così pixel da 12
stisce tutto il processo è PhotoBatch. Que- Photoshoot invece è il software che viene micron.
sto software, fornito con il BatPac, è per- utilizzato quando il dorso è collegato di- ● Le zone d’ombra nelle foto risento-
fettamente compatibile e va ad integrare le rettamente al computer. Consente di pre- no meno del rumore
funzioni del software PhotoShoot, che in- visionare le immagini acquisite e posizio- ● Migliorata la resa del canale blu
vece viene dato assieme al dorso. narle sul monitor come una lunga serie di ● Anche il controllo anti-blooming è
La funzione principale di PhotoBatch è provini in striscia; da qui è possibile in- stato migliorato e offre una migliore
quella di portare fisicamente le immagini grandirle, ritoccarle, bilanciare il contrasto risposta in condizioni di scene forte-
sul computer, editarle e successivamente e salvare quindi il file in formato TIFF sia mente contrastate.
convertirle in un formato (TIFF) leggibile con profilo RGB che CMYK. ● La profondità colore è di 36 bit in
anche da altri programmi. In pratica è un programma di fotoritocco RGB (12 per canale), mentre la
Tutte le immagini scattate o parte di esse integrato con le funzioni di acquisizione gamma dei tempi utilizzabili varia da
possono venire trattate con un processo bat- delle immagini dai dorsi Megavision, ma 8s a 1/250s.
ch che viene applicato automaticamente a con un’interfaccia che ricorda molto da vi- ● Le dimensioni del sensore sono di
tutte le immagini. Ciò permette, per esem- cino le procedure che si farebbero con 24x36mm e la sensibilità è pari a quel-
pio, di modificare la curva di una serie di un’immagine tradizionale su negativo. la di una pellicola da 80 ISO.
immagini scattate in un ambiente poco con- Tutti i programmi di gestione delle imma- ● Pesa 350g e ha una dimensione di
trastato per renderle omogenee alle altre gini di Megavision sono stati studiati per 80x80x50mm.
foto scattate in luoghi diversi. Tutte queste venire incontro alle necessità dei fotogra- ● L’S3 è disponibile con attacchi per
procedure sono permesse dal software Pho- fi che non necessariamente sanno destreg- fotocamere: Hasselblad serie 500
toBatch e possono venir effettuate con estre- giarsi tra File, Mb e Hard-disk. (2000 fornito su richiesta), Mamiya
ma facilità. 645, RB e RZ, Zenza Bronica ETRsi e
L’integrazione con i due software di Me- SQB, Fuji GX680 e Contax 645.
gavision è tale che è possibile prendere le Valerio Pardi ● Il prezzo è di Lire 47.400.000.
GUIDA MERCATO

COME SCEGLIERE
IL MASTERIZZATORE
Masterizzatore interno o esterno, per dischi a
registrazione singola o riscrivibili, velocità di scrittura e di lettura.
Quale masterizzatore scegliere: 22 modelli a confronto.

L’archiviazione delle immagini è uno dei cità di 600 Kb/s ed un 12x arriverà a 1800 mente 1.6s. Ne consegue che un masteriz-
problemi più grossi della fotografia digita- Kb/s ovvero poco meno di 2Mb/s. Maggior zatore risulta tanto più affidabile quanto
le, sia che si trasformi un archivio analo- velocità di scrittura significa minor tempo più è grande il suo buffer (a parità di velo-
gico in elettronico, sia che si scatti diretta- per creare un CD-Rom. Se con un vecchio cità di scrittura). Ma perché avere un buf-
mente in digitale. In poco tempo si arriva modello 2x occorrono più di 36 minuti per fer sovradimensionato quando già 2s o 3s
a riempire tutto lo spazio disponibile sul scrivere un intero CD da 650Mb, con un sono più che sufficienti per eliminare qual-
proprio hard-disk, e a poco serve aggiun- recente 12x, saranno necessari appena più siasi rischio di interruzione nel flusso di
gere un secondo hard-disk poiché nel giro di 6 minuti! La differenza è considerevole dati? La risposta è da ricercare sempre nel
di breve tempo verrà completamente satu- e permette di aumentare molto la propria tentativo di facilitare e migliorare il lavo-
rato anche questo. Inoltre la scelta dell’HD produttività. ro dell’utente, un obiettivo ricercato da mol-
preclude la possibilità di portare fuori dal ti produttori di hardware e software. Ave-
proprio computer le immagini. La dimensione del buffer re un ampio margine significa poter ope-
La soluzione più utilizzata per praticità, co- Durante la fase di masterizzazione la trac- rare comunque con il PC mentre si sta ma-
sto e compatibilità è la masterizzazione su cia laser non deve venir interrotta altrimenti sterizzando un CD, magari non con pro-
CD-Rom. Con una capacità di oltre 650Mb il CD diventa inutilizzabile. Quindi quan- grammi pesanti di grafica come Photoshop
ed un prezzo inferiore alle 3.000 lire, è il do si inizia la fase di registrazione, il com- o simili, ma ad esempio consultare Inter-
supporto che offre il miglior compromes- puter deve dedicarsi completamente a que- net, usare la posta elettronica o utilizzare
so capacità/prezzo; senza dimenticare che sto, badando bene a non interrompere il un programma di videoscrittura; in questo
i CD-Rom possono essere compatibili con- flusso di dati verso il masterizzatore. Per modo si annullano i tempi morti della ma-
temporaneamente con il mondo PC, Mac migliorare l’affidabilità in scrittura, i ma- sterizzazione, in cui una volta (solamente
ed Unix; una caratteristica da non sottova- sterizzatori sono dotati di una particolare qualche mese fa) era necessario abbando-
lutare qualora si intenda creare archivi ge- memoria, denominata buffer, che funge da nare il computer per diversi minuti; fino al
stibili su più piattaforme. serbatoio di dati. Questo permette qualche termine della scrittura.
Per creare un CD-Rom dovremo dotarci di piccola interruzione nel flusso di dati poi- Un esempio tipico di questo cambiamento
un masterizzatore ed una serie di CD-Rom ché questi, per breve tempo, possono ve- è dato dal modello Raptor di Waitec, un
vergini. Il masterizzatore è del tutto simi- nir forniti dal buffer del masterizzatore. masterizzatore con velocità massima di 12x
le ai normali lettori per CD-Rom, ma il la- Maggiore è la dimensione del buffer, a pa- e con un buffer di ben 8Mb!
ser che utilizza è molto più forte, tanto da rità di velocità di scrittura, maggiore può
riuscire ad incidere le superfici dei CD- essere il tempo d’interruzione. Un esem- I Riscrivibili
Rom vergini. pio: se abbiamo un masterizzatore 4x do- Sono apparsi sul mercato ormai da diversi
La velocità di scrittura tato di un buffer da 2Mb significa che alla anni, ma solamente di recente hanno rag-
Il parametro più importante è la velocità di velocità massima di scrittura (4x) potrà ri- giunto una popolarità elevata. Si tratta dei
scrittura, indicato come coefficiente mol- manere senza dati per un massimo di 3.3s masterizzatori di dischi riscrivibili, ovve-
tiplicatore (2x, 4x, 8x, ecc.). 1x è pari a (2.000.000 byte / 600.000 byte/s = 3,3s); ro dei normali masterizzatori che sono in
150Kb/s, ne consegue che un masterizza- un masterizzatore 8x con lo stesso quanti- grado, su speciali supporti, di riscrivere.
tore 4x sarà in grado di scrivere alla velo- tativo di buffer avrà a disposizione sola- Un CD-R, una volta scritto, non consente
I MASTERIZZATORI A CONFRONTO
Marca Modello Velocità Velocità Velocità Dimensione Caratteristiche Interfaccia Prezzo
scrittura riscrittura lettura buffer
Acer CRW6432a 6x 4x 32x 2Mb interno IDE 499.000
Acer CRW8432a 8x 4x 32x 8Mb interno IDE 549.000
Creative Blaster CD-Studio 8x 4x 32x 2Mb interno IDE 670.000
Freecom Traveller slimline 4x 4x 20x non spec. esterno USB, PCMCIA,
IEEE1394
e parallela 930.000
HP 9210i 8x 4x 32x 4Mb interno IDE 650.000
Iomega ZipCD 4x 4x 6x non spec. esterno USB Novità
Lacie 4424 4x 4x 24x 2Mb esterno USB 680.000
LG CED-8080 8x 4x 32x 4Mb interno IDE 610.000
Mitsumi CDR-4804 4x 4x 24x 2Mb interno IDE 480.000
Philips CDRW404 4x 4x 32x 2Mb interno IDE 460.000
Philips PCRW463K 4x 4x 16x 2Mb esterno PCMCIA 680.000
Plextor 8432Ti 8x 4x 32x 4Mb interno IDE 630.000
Plextor PX-W124TSi 12x 4x 32x 4Mb interno SCSI 850.000
Sony CRX-120E-RP 4x 4x 24x 2Mb interno IDE 480.000
Sony CRX-100EX-RP 4x 2x 24x 1Mb esterno USB 850.000
Yamaha CDR-8424E 8x 4x 24x 4Mb interno IDE 620.000
Yamaha CDR-8424S 8x 4x 24x 4Mb interno SCSI 650.000
Waitec WT2422EI 2x 2x 24x 2Mb interno IDE 360.000
Waitec Frisby 4x 4x 24x 2Mb esterno USB, PCMCIA,
IEEE1394 720.000
Waitec Discovery 8x 4x 32x 4Mb interno IDE 650.000
Waitec Raptor 12x 4x 32x 8Mb interno SCSI Novità
Waitec SHUTTLE 8x 4x 32x 4Mb interno IDE 670.000

che si cancellino o si eliminino dei dati; al


massimo si possono aggiungere altri dati UNO STUDIO DI
fino a completare lo spazio disponibile MASTERIZZAZIONE
(650Mb). La scrittura su CD è pertanto un
processo irreversibile. Creative è una marca molto nota nel cam-
Un CD riscrivibile (CD-RW) invece per- po dei personal Computer per aver im-
mette di essere cancellato completamente posto uno standard per le schede audio,
ed essere riutilizzato per circa 1000 volte. le Sound Blaster, che ancora oggi, siste-
Questo allarga lo spettro di applicazioni del maticamente aggiornate, sono presenti
masterizzatore, che passa da semplice stru- nella maggior parte dei computer.
mento di archiviazione a pratico sistema Nel campo della masterizzazione Creative è presente con un prodotto molto inte-
per trasferire e memorizzare temporanea- ressante: il CD-RW Blaster CD-Studio; un kit composto da tutto il necessario per la
mente i dati. masterizzazione.
Un’applicazione tipica del riscrivibile la si All’interno della confezione è presente un masterizzatore da montare internamente
ha ad esempio con i lavori in fase di com- al PC con interfaccia IDE capace di scrivere ad una velocità di 8x, riscrivere a 4x e
pletamento, quando la loro scrittura su un leggere i CD-Rom alla velocità di 32x.
supporto tradizionale porterebbe ad uno Oltre a 10 CDR ed un CDRW, sono presenti il software di masterizzazione ed un kit
spreco di CD consistente a causa delle con- per creare le etichette dei CD con relativo strumento per incollarle.
tinue modifiche a cui è soggetto. Immagi- Insomma, in un'unica confezione sono presenti tutti gli strumenti per eseguire una
niamo di avere una foto digitale o più fo- masterizzazione a regola d’arte, con tanto di etichette per il CD-Rom.
to in fase di lavorazione e che si abbia la È compatibile con Windows 95 e 98 e viene venduto al prezzo di Lire 670.000.
necessità di farle visionare al cliente. Una Distribuzione: Creative Labs, tel. 02.8228161. Servizio assistenza clienti:
soluzione può essere quella di metterle in tel.02.48280000
un CD-Rom da portare al cliente, sicuri che
le potrà aprire con qualsiasi computer.
ADAPTEC EASY CD CREATOR 4 DELUXE Ma se le visite al cliente diventano fre-
quenti la soluzione migliore diventa quel-
Il nome è particolarmente lungo ma indica un ottimo software di masterizzazione. Con i ma- la di usare un CD riscrivibile, in cui di vol-
sterizzatori vengono sempre offerti in bundle un software di masterizzazione e molte volte ta in volta si mettono le immagini aggior-
questo risulta più che sufficiente per sfruttare appieno il masterizzatore. nate con le ultime modifiche senza spre-
L’Adaptec Easy CD Creator 4 Deluxe è però uno dei software più completi oggi disponibi-
care un numero elevato di CD.
li e che permette di essere utilizzato con soddisfazione anche dai fotografi, grazie ad alcune
Naturalmente per poter utilizzare un CD
sue funzioni espressamente dedicate alla fotografia.
Easy CD Creator 4 Deluxe è in realtà una suite di programmi; oltre al software Easy CD
riscrivibile bisogna dotarsi di un masteriz-
Creator 4 Deluxe sono compresi: Take Two, DirectCD, Web-CheckUp, CD Spin Doctor, Li- zatore compatibile con questi supporti. Pra-
quid Music Player, Cd Copier, PhotoRelay, Video Cd Creator, Jewel Case Creator, MGI Pho- ticamente tutti i modelli attualmente sul
toSuite II SE, MGI VideoWave II SE, Sound Editor, Session Selector e Internet Explorer. mercato lo sono e si riconoscono per la di-
CD Spin Doctor, Liquid Music Player e Sound Editor sono dedicati alla creazione di Cd mu- citura AxBxCx dove A indica la velocità
sicali; da questa versione è possibile utilizzare anche il formato MP3 per i file musicali, che in scrittura, B quella in riscrittura e C quel-
ultimamente si sta diffondendo con molta rapidità. la di lettura. Un masterizzatore 8x4x24x
Take Two è un software di back up in grado di salvare su CD-Rom la configurazione origi- significa che è in grado di scrivere sui CD-
nale del proprio Hard-Disk in modo da riportare il computer allo stato originale in poco tem- R alla velocità di 8x (1200 Kb/s), scrivere
po (dopo l’infezione di un virus o per problemi di incompatibilità fra più software o per un sui supporti riscrivibili (CD-RW) a 4x (600
improvviso crash dell’hard-disk). MGI VideoWave II SE e Video Cd Creator permettono di Kb/s) e leggere i CD a 24x (3600 Kb/s).
creare dei videoCD. La differenza di prezzo non è considere-
Jewel Case Creator serve per creare le etichette da inserire nelle custodie dei CD. vole e i masterizzatori riscrivibili sono in-
MGI PhotoSuite II SE e PhotoRelay sono i due programmi dubbiamente molto più versatili; anche i
dedicati al fotografo digitale. Il primo è un programma di dischi CD-RW sono più costosi.
grafica vero e proprio; consente di modificare ed interveni-
re sulle immagini (regolazione colore, dimensione, filtri, IDE o SCSI?
ecc.) mentre PhotoRelay è un programma che permette di Queste due parole, quasi incompresibili per
creare degli album digitali su CD-Rom, visionabili in auto- chi non si intende molto di informatica, in-
matico in qualsiasi computer dotato di lettore CD.
dicano l’interfaccia con cui sono disponi-
Easy Cd Creator 4 Deluxe è aggiornabile via Internet per
bili i masterizzatori.
mantenere la piena compatibilità con i nuovi masterizzato-
ri che entrano nel mercato. Richiede Windows 95, 98 o NT4.0,
IDE è diffusa da anni nell’ambiente PC,
almeno 32Mb di Ram, un processore minimo di 166MHz, anche se da poco è presente sugli ultimi
55Mb di spazio sull’hard-disk ed ovviamente un masteriz- modelli Mac mentre la SCSI (leggi scasi)
zatore. viene dal mondo Mac ma è possibile im-
L’elenco completo ed aggiornato sulla compatibilità softwa- plementarla anche sui PC tramite apposi-
re/masterizzatore lo si trova all’indirizzo: http://cdr.adap- te schede di espansione.
tec.com/recorders. Il prezzo di Easy CD Creator 4 Deluxe è La prima è facile da installare, ma può non
di Lire 200.000. essere del tutto affidabile, mentre la SCSI,
seppur più difficile da configurare al mo-
mento dell’installazione, offre un’affida-
bilità e prestazioni senz’altro migliori. Con
i moderni computer non c’è una grande dif-
ferenza al lato pratico nel scegliere l’una
o l’altra interfaccia, ma se si ricerca sem-
pre la massima affidabilità e si pensa di
collegare anche scanner e hard-disk dalle
prestazioni elevate allora è più opportuno
indirizzarsi verso la SCSI.
Per impieghi più “tranquilli” in computer
tradizionali allora un masterizzatore IDE
risulta la scelta migliore.
Una limitazione dell’interfaccia IDE è da-
ta dal numero massimo di periferiche sup-
portate, che è di sole 4 unità. Può capitare
che in un computer mediamente ben ac-
cessoriato si abbiano due hard-disk, un let-
tore CD-Rom e un lettore di Zip; in que-
sto caso non rimangono posti liberi per il
masterizzatore. Meglio controllare prima
dell’acquisto l’effettiva disponibilità di un
canale IDE libero per il masterizzatore.

La scelta dei dischi


Anche il supporto su cui si scrivono i dati
riveste molta importanza. Esistono due di-
versi tipi di CD: i CD-R su cui si può scri-
vere una sola volta (Recordable) e i CD-
RW che invece possono venir cancellati
UN MASTERIZZATORE PORTATILE
I masterizzatori sono diventati sempre più diffusi tra i PC domestici, grazie soprattutto alla co-
modità di poter riversare grosse quantità di dati su un supporto economico, avendo poi la pos-
sibilità di riutilizzarlo per scriverci altri dati, proprio come se fosse un piccolo hard-disk o una
cartuccia Zip molto capiente. Lo Zip continua ad avere una diffusione elevata soprattutto per
la sua grande portabilità; grazie all’adozione della porta parallela come interfaccia di collega-
mento (presente in ogni PC) è così possibile trasferire dati da un computer all’altro senza pro-
blemi di connessione.
Questa elevata praticità non è mai arrivata al mondo dei masterizzatori; pur essendoci model-
li esterni trasportabili con facilità, questi richiedono una connessione SCSI o al limite una por-
ta PCMCIA presente solo sui computer portatili.
Waitec, un’azienda leader nel settore dei masterizzatori, ha introdotto di recente un masterizzatore riscrivibile dalle dimensioni molto contenu-
te e facilmente collegabile a qualsiasi computer (PC o Mac) grazie all’adozione di ben tre interfacce: USB, PC Card e FireWire/IEEE1394.
Si chiama Frisby ed è un masterizzatore riscrivibile dotato di meccanica 4-4-24, ovvero capace di scrivere e riscrivere ad una velocità di 4x (600
Kb/s) e leggere i CD-Rom ad una velocità massima di 24x (3.6 Mb/s) quando si utilizza la connessione FireWire/IEEE1394 o le PC Card da 32
bit mentre la velocità di lettura scende a 12x e 7x quando si utilizza rispettivamente la connessione PCMCIA a 16 bit e l’USB. Il buffer di me-
moria è di 2Mb e risulta più che sufficiente per una velocità di scrittura di 4x. Il peso è di 500g mentre le misure sono di 35x130x160mm. Mol-
to curata anche l’estetica che lo fa assomigliare più ad un comune lettore di CD audio portatile che ad un masterizzatore.
La comodità di un simile oggetto è evidente soprattutto per chi è abituato a lavorare su computer portatili. Il prezzo non è contenuto, oltre 700.000
lire e con una simile cifra si può acquistare un masterizzatore molto più veloce in scrittura (8x), ma non trasportabile e non così facile da utiliz-
zare. A breve sarà disponibile anche una nuova versione, denominata New Frisby con velocità di scrittura di 8x, riscrittura 4x e lettura a 32x.
Distribuzione: Datamatic SpA, via Agordat 34, 20127 Milano. Tel. 02.28506.1, fax 02.2828826. www.waitec.com

Una configurazione particolarmente interessante per la ma-


sterizzazione è offerta da Waitec. Si tratta di un Kit di ma-
sterizzazione comprendente un lettore 32x SCSI, un maste-
rizzatore SCSI 6x in scrittura e 24x in lettura, una scheda
SCSI II modello Advansys ABP-3925, cavi e viti per l’in-
stallazione, 2 CDR vergini ed il software di masterizzazio-
ne Nero Burning Rom. Il tutto a 725.000 lire.

INTERNI OD ESTERNI Un’altra limitazione delle versioni interne è l’impossibilità di


condividerle tra più Computer; infatti anche se tecnicamente è
possibile far riconoscere il masterizzatore ai computer di una
rete, in pratica diventa difficile la procedura di masterizzazio-
I masterizzatori sono reperibili in versione interna od esterna. ne effettuata sulla rete a causa del traffico che può rallentarla,
I primi vanno montati all’interno del computer, sono normal- fino a rovinarla completamente.
mente più economici, a parità di prestazioni, poiché sfruttano Le versioni esterne invece possono essere facilmente installa-
l’alimentatore del PC per il funzionamento e non necessitano te su ogni computer. I modelli più sofisticati dispongono an-
di un contenitore apposito per l’installazione. Di contro pos- che di più di un’interfaccia di collegamento per facilitare la
sono essere utilizzati solamente in quei Personal Computer che connessione con la maggior parte dei computer presenti sul
dispongono di almeno un vano da 3 1/4 pollici ancora vuoto e mercato. Sono, di solito, piccoli e facili da trasportare, ma han-
accessibile dall’esterno. no bisogno di un alimentatore esterno per funzionare. Risulta-
Le versioni con interfaccia Ide devono dividersi i 4 canali nor- no ideali in unione ad un computer portatile poiché si posso-
malmente presenti nel PC con gli Hard-disk e i lettori di CD; no eseguire le masterizzazione anche in viaggio. Alcuni mo-
in alcuni computer particolarmente accessoriati può capitare delli sono disponibili con alimentazione a batterie e ciò li svin-
di avere tutti i canali Ide riservati ad altre periferiche con la cola da una presa di rete per l’alimentazione.
conseguenza che diventa impossibile installare anche un ma- Il principale svantaggio è il prezzo, che è sensibilmente supe-
sterizzatore con la stessa interfaccia; in questi casi bisogna ri- riore rispetto ai modelli interni e normalmente, rispetto ai mi-
piegare sulle più costose versioni SCSI con, inoltre, l’aggiun- gliori modelli interni, quelli esterni hanno caratteristiche tec-
ta di una scheda d’interfaccia SCSI. niche inferiori (minor velocità di scrittura e di lettura).
Masterizzatore Plexwriter 12/4/32 che significa ve-
locità di scrittura 12x su i CD-R e 4x sui CD-RW
riscrivibili; la velocità di lettura é 32x.

IL TRAVELLER CD-RW,
QUANDO OGNI CENTIMETRO CONTA
Il nuovo Traveller CD-RW di Freecom è uno dei più piccoli CD - Writer dispo-
nibili al momento sul mercato. Infatti, pur essendo dotato di batterie ricaricabi-
li, ha più o meno le dimensioni di un CD ed un peso che non supera i 600gr ed è disponibile anche in versione USB per l’iMac.
Grazie alla sua velocità di 4x in scrittura e in riscrittura, è in grado di registrare un CD in soli 15 minuti, persino sulla porta pa-
rallela e di leggere i CD ad una velocità fino a 20x, ovvero 3000 kb/s
Il Traveller è dotato di interfaccia IDE/ATAPI e garantisce la massima flessibilità e la migliore connettività possibile grazie ad
una serie di cavi che consentono il rapido e semplice accesso a qualsiasi PC in qualunque situazione.
Ha un ingombro di soli 20 x 136 x 173 mm (A x L x P ) e pesa 450/600g senza/con gruppo batterie.
La dotazione di cavi è la seguente e la scelta può essere effettuata direttamente al momento dell’acquisto:
" PC Card (tipo PCMCIA)
" Porta Parallela
" Porta USB
" IEEE 1394 (Firewire)
Il CD-RW Traveller è distribuito da Turnover e viene venduto al pubblico in confezione con software per la masterizzazione, sup-
porti CD-R, penna CD-Marker e gruppo batterie ricaricabili al prezzo di 940.000 lire. La versione per iMac è in vendita a lire
1.100.000.
Distribuzione: Turnover, Riviera di Chiaia 185/B, 80121 – Napoli. Tel. 081.666.883 - Fax. 081.666.885. www.turnover.it - sa-
les@turnover.it e techsupport@turnover.it

più volte (ReWritable).


I moderni masterizzatori, capaci di velo- DISTRIBUTORI:
cità di scrittura di 8x e 12x, sono abbastanza
sensibili alla qualità del supporto. Meglio " Per Acer: Tel. 039.684242 - info@acer.it
dotarsi, sempre, di CD di marche cono- " Per i prodotti Creative: Creative Labs, tel. 02.8228161.
sciute che offrono una garanzia maggiore, Servizio assistenza clienti: tel. 02.48280000" Per Waitec: Datamatic SpA, Via
per evitare di scoprire, quando ormai è trop- Agordat 34, 20127 Milano. Tel. 02.28506.1, fax 02.2828826. www.waitec.com
po tardi, che tutte le foto salvate su deter- " Per Freecom: Turnover Srl, Riviera di Chiaia 185/B, 80121 Napoli. Tel.
minati CD risultano illeggibili in qualsiasi 081.666.883, fax 081.666.885. www.turnover.it - sales@turnover.it e techsup-
computer. Ad esempio Kodak, TDK, Fuji- port@turnover.it
film, Verbatim, Sony, Pioneer, Traxdata e " Per HP: tel. 02.92122770. www.italy.hp.com www.hp.com
Ricoh sono marchi conosciuti, diffusi e si- " Per Iomega: Prima Pagina Comunicazione, tel. 02.76.11.83.01
curi. " Per LG: LG Electronics Italia.
È comunque opportuno verificare sull’eti- Centro Direzionale "Il Quadrato", via Modigliani 45, 20090 Segrate (MI). Tel.
chetta della confezione la compatibilità al- 02.26968.1, fax 02.26968.282. infolg@lgelectronicsitalia.com
la velocità di scrittura; alcuni modelli non " Per i prodotti Philips: www.info.philips.it
sono garantiti per velocità di scrittura su- " Per Plextor: Artec SpA, via degli Aldobrandeschi 47, 00155 Roma.
periore a 6x ed in questi casi potrebbero Tel. 06.6650011. www.artec.it - www.plextor.be
dare dei problemi se utilizzati a 8x o peg- " Per i prodotti Sony: Sony Italia, via G. Galilei 40, 20092 Cinisello B. (MI). Tel.
gio ancora 12x. 02.61838500 www.sony.it

Valerio Pardi
I N PROVA

COMPACT FLASH
E LETTORI HAMA
Spesso i produttori
di fotocamere digitali
forniscono a corredo
schede di taglio modesto ed
è quindi necessario
acquistare schede di
capacità superiore.
La scelta del modello
giusto è vantaggiosa sia
per le esigenze della
ripresa, sia per
il portafoglio.

Hama è tra le aziende più note nel campo


degli accessori per la fotografia. Le sue ori-
gini risalgono agli anni Venti del Novecento
in Germania. La sua offerta è estremamente
varia ed articolata e lo standard di qualità
dei prodotti elevato.
Nel suo vastissimo catalogo si trovano pro-
dotti per la fotografia, ma anche per il vi-
deo, la telefonia, l’archiviazione e moltis-
simi altri accessori. Con l’avvento dell’e-
ra digitale, Hama ha iniziato la commer-
cializzazione di una serie di prodotti indi-
rizzati al fotografo digitale. Tra questi tro-
viamo sia le schede di memoria in standard
CompactFlash e SmartMedia, che una se-
rie di lettori esterni, oltre a carte di qualità
fotografica per le stampanti ink-jet.
Questo mese abbiamo sottoposto a prova
due schede Hama CompactFlash da 32 Mb

I prodotti Hama per la fotografia digitale.


Il lettore di schede di memoria Hama ha un design moderno che uti-
lizza plastiche semitrasparenti in sintonia con il design lanciato da
iMac di Apple.

Nella parte frontale del lettore sono visibili i due alloggiamenti


per le schede CompactFlash (sopra) e Memory Stick (sotto).

LE MISURE DI VELOCITÀ
Test con lettore Hama Combo USB per Compact Flash e Memory Stick

* Tutte le misurazioni sono state effettuate tre volte riavviando il sistema operativo
ogni volta per evitare che alcuni test venissero falsati dai dati precedentemente me-
e 128 Mb e un lettore esterno su porta USB morizzati nella cache.
che ha una particolarità interessante: oltre * Il risultato è la media delle tre misurazioni.
alla possibilità di leggere le schede in stan- * Il test si basa sulla valutazione del tempo impiegato dall’accoppiata Lettore/sche-
dard CompactFlash, può leggere anche le da a trasferire alcune immagini in formato Jpeg dalla scheda al computer. In tutto so-
schede Memory Stick di Sony. no 24 file in formato Jpeg per una dimensione totale di 29.9Mb.
Hama dichiara che le proprie schede di me- * A tempi di trasferimento inferiori corrispondono prestazioni superiori.
moria sono compatibili al 100% con le fo- * La prova di velocità è importante, in quanto abbiamo constatato che le schede che
tocamere digitali in commercio. Noi ab- mostrano tempi più lunghi di trasferimento dati, risultano più lente anche durante il
biamo effettuato una verifica, provandole normale utilizzo della fotocamera e ciò si traduce in un aumento dell’attesa tra uno
con fotocamere Nikon, Casio, Canon, Ko- scatto e l’altro, cosa molto più importante della differenza di qualche secondo nei
dak ottenendo sempre risultati positivi: la tempi necessari per scaricare tutte le immagini nel computer di casa.
fotocamera si avvia nei tempi fisiologici e * Per provare il lettore Hama e le relative schede CompactFlash abbiamo utilizzato
riconosce istantaneamente e correttamen- un PC dotato di processore Pentium II 233 Mhz, 224 Mb di RAM e Windows 98 pri-
te la capacità della scheda. ma edizione.
Anche con il modello da 128 Mb i tempi
d’attesa durante l’accensione della foto-
camera sono perfettamente assimilabili a
quelle di schede di capacità inferiore; è ca- CompactFlash 32Mb Tipo I
pitato invece che con schede di memoria Tempo trasferimento: 34s
di qualità inferiore, all’aumentare della ca- Velocità: 0.9 Mb/s
pacità della scheda, aumentasse anche il
tempo d’attesa durante l’accensione della
fotocamera.

La prova CompactFlash 128Mb Tipo I


La velocità delle diverse schede si è rive- Tempo trasferimento: 36s
lata nella media delle schede Compact-
FLash fino ad ora provate, posizionando- Velocità: 0.8 Mb/s
si tra i migliori prodotti di questa catego-
ria. La velocità di lettura arriva a sfiorare
1 Mb/s con il lettore CompactFlash/Me- Il giudizio
mory Stick ed è un risultato tra i più alti Le prestazioni sono buone. Le schede CompactFlash Hama hanno mostrato presta-
rilevati per uno strumento del genere, che zioni elevate e, se non le migliori in assoluto quanto a velocità di trasferimento, si
normalmente ha prestazioni penalizzate collocano comunque tra i migliori prodotti di questo genere.
dalla doppia interfaccia.
QUANTO COSTANO
COMPACTFLASH,
TIPO I O TIPO II? Compact Flash tipo I
8 MB L. 75.000
È il supporto di memorizzazione più 16 MB L. 91.000
diffuso e popolare nel mondo della fo- 32 MB L. 127.000
tografia digitale. È stato adottato da 48 MB L. 185.000
diversi produttori di fotocamere digi- 64 MB L. 238.000
tali quali: Canon, Nikon, Pentax, Ca- 96 MB L. 347.000
sio, Epson, Kodak, Premier e Ricoh. 128 MB L. 451.000
Anche le fotocamere digitali profes- 192 MB L. 773.000
sionali, come la Canon Eos D30, la 256 MB L. 1.138.000
Nikon D1H e D1X nonchè la Fujifilm
S1 PRO, hanno adottato questo stan-
SmartMedia 3,3V
dard.
8 MB L 47.000
Le schede sono compatte e facilmen-
16 MB L. 68.000
te trasportabili e grazie alle nuove tec-
32 MB L. 121.000
nologie è possibile trovarne di capa-
64 MB L. 226.000
cità anche molto elevate: fino a 512
128 MB L. 589.000
Mb. Sono disponibili in due distinti
formati: tipo I e tipo II, che si diffe-
renziano per lo spessore, che è mag- Lettori
giore nelle CF di tipo II. Lettore parallelo per SmartMedia L. 117.000
La maggior parte delle schede Com- Lettore parallelo per CompactFlash L. 117.000
pactFlasfh sono di tipo I, ed è con que- Adattatore PCMCIA per Compact Flash L. 19.000
sto standard che normalmente le fo- Adattatore SmartMedia Flash Path (floppy) da 2 a 128 Mb L. 202.000
tocamere sono conformi. Alcuni ap- Adattatore PCMCIA per SmartMedia L. 98.000
parecchi compatti e le fotocamere pro- Doppio lettore USB per MMC (MultiMedia Card)
fessionali sono compatibili anche con e SD (Secure Digital) L. 139.000
il tipo II. Adattatore fa SmartMedia a Compact Flash L. 156.000
Entrambi i tipi richiedono un’alimen- Lettore USB per SmartMedia L. 121.000
tazione di 3.3V o 5V. Grazie allo spes- Lettore USB per CompactFlash L. 121.000
sore leggermente maggiore le Com- Doppio lettore USB per Compact Flash e Memory Stick L. 178.000
pactFlash di tipo II possono raggiun- Doppio lettore USB per Compact Flash e SmartMedia L. 121.000
gere l’elevata capacità di 512 Mb, Lettore USB per Memory Stick L. 133.000
mentre il tipo I, grazie ad alcune nuo- Lettore Fire Wire per SmartMedia L. 273.000
ve tecnologie a doppio strato, può ar- Lettore Fire Wire per Compact Flash L. 234.000
rivare a 256 Mb.
La velocità di trasferimento dati può Distribuzione: Mamiya Trading, via Cesare Pavese 31, 20090 Opera (Mi).
raggiungere 1.2 Mb/s per entrambi i Tel. 02.57604435, fax 02.57604528
modelli di schede. Grazie a speciali
adattatori le schede CompactFlash pos-
sono essere facilmente lette attraver-
so le porte PCMCIA, seriale, USB e Il lettore, su porta USB, è compatibile con Una curiosità: il manuale fornito in forma-
parallela. A causa delle dimensioni ec- i sistemi operativi Windows 98 o superio- to elettronico e i driver del lettore Hama,
re e MacOS 8.6 o superiore. sono particolarmente simili a quelli forni-
cessive però non possono essere inse-
L’installazione del lettore è semplice ed in- ti con i prodotti Simple Technologies. Ciò
rite in un adattatore per i comuni let- tuitiva: installato il software fornito nel CD- spiegherebbe anche le prestazioni molto si-
tori di floppy, come invece avviene Rom, è sufficiente collegare il lettore ad mili di questi prodotti, anche se ad una più
per altri supporti di memorizzazione una presa USB e il sistema operativo rico- accurata verifica si possono notare alcune
(Memory Stick e SmartMedia). nosce immediatamente la nuova periferica, piccole differenze nel montaggio e nelle
Attualmente sono disponibili in tagli che è subito operativa. scelte costruttive.
da 8, 16, 32, 48, 64, 80, 96, 128, 160, Quando si inseriscono le schede Compact- La garanzia delle schede Hama è di 3 an-
192, 256, 320 e 512 Mb. Flash, queste vengono viste dal sistema ope- ni. Inoltre hanno un prezzo di vendita par-
La compatibilità con le fotocamere at- rativo come hard-disk su cui è possibile ef- ticolarmente aggressivo e le prestazioni so-
tualmente in produzione può essere fettuare qualsiasi operazione (lettura, scrit- no buone. Il rapporto prezzo prestazioni è
verificata sul sito dei produttori di ta- tura, cancellazione e formattazione). Pos- quindi il maggiore plus delle schede Hama.
sono quindi essere utilizzate come suppor-
li schede e normalmente risultano ag-
to per l’archiviazione dati o per trasferire
giornate abbastanza frequentemente. grossi file da un computer ad un altro. Valerio Pardi
I N PROVA

DIGITAL WALLET,
6 GIGA PORTATILI
È la risposta ai limiti delle
schede di memoria.
Grande quanto un lettore
di CD, 6 Gb di hard disk,
alimentazione a pile con
elevata autonomia.

Un problema comune a tutte le fotocame- tibili con il Microdrive di IBM, che richiede ciando un unico tasto per confermare l’o-
re digitali è l’autonomia di scatto, dato che lo slot per CompactFlash tipo II. perazione. Il funzionamento del Digital
i file immagine hanno dimensioni notevo- Wallet è compatibile con tutti i tipi di Fla-
li, senza contare che il sistema digitale in- Un Hard Disk portatile sh card: Smart Media, Compact Flash, Me-
voglia a scattare senza troppe remore. Una proposta diversa ci viene da mory Stick, IBM Microdrive, Intel Strata-
Con le schede di memoria standard offer- Minds@Work, un’azienda statunitense che Flash, etc…
te insieme alla fotocamera normalmente ci offre la possibilità di salvare le immagi- Con il Digital Wallet è come avere sempre
non si possono scattare più di 10-12 foto, ni scattate in un “portafoglio digitale” sen- con sé una memoria di 4.000 floppy o 9
una quantità davvero molto esigua. Natu- za più preoccuparsi dello spazio a disposi- CD-Rom, una quantità di spazio sufficien-
ralmente esistono in commercio schede di zione sulla nostra Flash Card. te per immagazzinare le foto scattate in in-
memoria dalla capacità decisamente più Il Digital Wallet della Minds@Work è un teri giorni di lavoro.
elevata che permettono di aumentare con- nuovo PSS (Portable Smart Storage) che L’affidabilità del trasferimento è elevata,
siderevolmente l’autonomia di scatto; lo risolve i problemi di tutti coloro che ne- grazie a componenti di qualità come il mi-
svantaggio di questa soluzione è il costo: cessitano di trasferire grandi file anche là croprocessore Motorola ColdFire e l’hard
schede di memoria di oltre 100 Mb hanno dove sarebbe impossibile o scomodo il sup- drive Toshiba. La versatilità è invece of-
prezzi decisamente elevati, tanto da supe- porto di un PC, pur di tipo portatile. In pra- ferta dallo slot PCMCIA che accoglie ogni
rare quello dell’intera fotocamera. tica si tratta di un mini-hard disk portatile tipo di memory card, mentre l’interfaccia
In alternativa alle CompactFlash e alle dalla ragguardevole capacità massima di 6 USB consente la massima facilità di con-
SmartMedia, IBM propone da circa due an- Gb alimentato da un set di batterie ricari- nessione sia con i sistemi PC che Mac.
ni il suo Microdrive, un mini hard-disk in cabili che permettono un’autonomia di ol- L’alimentazione avviene attraverso sei bat-
standard CompactFlash tipo II, la cui ca- tre 2 ore di lavoro. terie interne NiMH ricaricabili ed inter-
pacità è progressivamente cresciuta da 340 Il Digital Wallet ha dimensioni molto con- cambiabili, formato mini stilo AAA con un
Mb a 1 Gb. Il prezzo è equiparabile a quel- tenute, tali da poterlo tenere in tasca, e con- ciclo di vita di almeno 500 ricariche, per
lo di una scheda CompactFlash standard di sente di scaricare sino a 6 Gb di dati (im- una durata media di utilizzo a pieno regi-
capacità di circa 160-256 Mb, ma la capa- magini, MP3, etc..) semplicemente inse- me di almeno due ore. Il tempo di ricarica
cità è decisamente maggiore. rendo la card della fotocamera direttamen- delle batterie è di 2.5 ore e non soffrono del
Non tutte le fotocamere sono però compa- te nell’alloggiamento previsto e schiac- problema dell’effetto memoria.
Il Digital Wallet viene fornito con una dota-
zione software particolarmentre completa.

Considerando che ogni trasferimento dura arrivano ad una velocità di trasferimento La prova
da un minimo di una manciata di secondi nell’ordine dei 20 Mb/s. Sul campo si è rivelato uno strumento uti-
ad un massimo di qualche minuto, risulta La maneggevolezza è uno degli elementi le, se non indispensabile.
evidente che le due ore complessive d’au- di maggior distinzione del Digital Wallet Proprio per verificare la praticità operati-
tonomia consentono di coprire interi gior- poiché ha dimensioni simili a quelle di un va del Digital Wallet abbiamo utilizzato
ni di lavoro. lettore di compact disk (135x95x32mm) ed una fotocamera da 3.3 Megapixel con un’u-
La velocità di trasferimento dati dal Digi- un peso di soli 370 grammi. nica scheda di memoria di soli 8 Mb. Ogni
tal Wallet al computer sfiora 1.5 Mb/s, via Sull’ampio display LCD presente sul fron- 6-7 scatti eravamo costretti a fermarci per
porta USB, mentre quando si scaricano le tale è visualizzato lo stato del drive con il scaricare la scheda ma, grazie all’estrema
immagini da card a Digital Wallet la velo- menù delle opzioni. L’utilizzo è partico- semplicità della procedura e alla velocità
cità è limitata dalla scheda di memoria. Con larmente semplice, poiché è possibile sce- con cui si possono trasferire le immagini,
schede di tipo CompactFlash abbiamo mi- gliere tra 3 sole opzioni: scaricare la card il lavoro non è stato eccessivamente lento.
surato velocità prossime a 1 Mb/s. inserita, controllare l’hard-disk e visualiz- Questo è un caso limite; nella pratica quo-
La velocità massima di 1.5 Mb/s non è un zare alcune informazioni sullo stato dello tidiana difficilmente un fotografo si trova
limite dell’hard-disk del Digital Wallet, strumento. ad operare con una fotocamera da 3.3 mi-
quanto un limite fisiologico dell’interfac- Da queste opzioni è poi possibile accede- lioni di pixel ed un’unica scheda da 8 Mb!
cia utilizzata (USB), che arriva al massi- re ad altre, via via più selettive. Potendo contare su almeno due schede an-
mo a 1.5 Mb/s, non molti, ma sufficienti Quando le immagini vengono trasferite nel che di capacità non elevata come possono
per un normale utilizzo della periferica. Per Digital Wallet, non vengono cancellate dal- esserlo due da 16 Mb ciascuna, ci si trova
fare un confronto, gli hard-disk montati al- la scheda e occorre eliminarle attraverso il ad operare già in condizioni quasi ottima-
l’interno dei moderni PC di fascia media menù della fotocamera. li; l’autonomia diventa accettabile per ogni
scheda e mentre si scarica il contenuto di ve molti problemi legati all’impiego di fo-
una nel Digital Wallet, si può continuare a tocamere digitali; a nostro parere è uno stru- QUANTO COSTA
scattare con la seconda scheda. mento utilissimo e perfettamente integra- Prezzo: 1.500.000 lire
Inoltre, data la delicatezza delle schede di bile nel corredo di un fotografo. Distribuzione: Nital, per informazioni
memoria che possono “bruciarsi” senza digitalworld.nital.it - infodig@nital.it.
preavviso, consigliamo vivamente di do- Il software Contattando il servizio telefonico Nital
tarsi di almeno due schede per scongiura- Ampio il software incluso, che accresce il
On Line al numero 02.674.93.520, po-
re brutte sorprese. valore complessivo del prodotto: vi è una
Nel corso della prova il Digital Wallet si è serie di prodotti della ArcSoft, poco cono- trete scoprire il rivenditore più vicino.
dimostrato affidabile; occorre comunque sciuti ma estremamente validi, tutti dedi-
ricordarsi che il suo cuore è costituito da cati al ritocco e alla gestione delle imma-
un hard-disk con delle parti in movimento gini digitali (MediaBrowser 2000, Photo-
e tolleranze di costruzione molto strette. In Fantasy 2000, PhotoPrinter 2000 e Photo- CARATTERISTICHE TECNICHE
caso di forte urto le testine di lettura, che Montage 2000); con AmazingMail.com è Dimensioni: 123mm x 95mm x 32mm
sfiorano i piatti dell’hard-disk su cui ven- possibile utilizzare le proprie foto come Peso: 370g
gono memorizzati magneticamente i dati, cartoline postali, ma solo con il servizio Processore: motorola ColdFire
potrebbero graffiare la superficie dei piat- postale degli United States; Rutilus Smart-
Hard-Disk: 6 Gb a 4200 giri/minuto
ti, asportando alcune micro particelle; que- Back Jr. è un software che permette di te-
sto causerebbe delle perdite di dati e quin- nere sincronizzati i documenti sul proprio Interfacce: PcCard, compactFlash e
di l’impossibilità di leggere l’immagine. PC con quelli contenuti nel Digital Wallet. USB
È un aspetto che consigliamo di tenere in Questo per ricordare che il Digital Wallet Alimentazione: 6 batterie ministilo AAA
considerazione; il Digital Wallet ha una ca- non serve solo per scaricare le immagini oppure alimentatore esterno
pacità ampiamente superiore a qualsiasi al- dalla fotocamera digitale, ma può essere
tro supporto di memoria per le fotocame- utilizzato come un grosso floppy su cui pos-
re digitali, ma richiede cura nel suo un uti- siamo trasferire tutto il software che vo-
lizzo; è quindi un accessorio non propria- gliamo (presentazioni, file personali, do-
mente adatto per il fotoreportage di guer- cumenti, file musicali, ecc.).
ra!
Per il resto è un piccolo gioiello, che risol- Valerio Pardi
TEST

IBM MICRODRIVE:
UN HARD DISK PER
LA FOTOCAMERA
Costituisce un approccio diverso rispetto alle schede di memoria allo stato solido, ad
esempio le CompactFlash. Microdrive è un vero e proprio Hard-Disk, miniaturizzato.

Sono passati ormai più di due anni da quan- nico PC-Card/CompactFlash che viene for-
do fu esposto nella precedente Photokina nito a corredo, è possibile utilizzare il Mi-
il prototipo del Microdrive. Da allora, do- crodrive su questi apparecchi.
po una serie di annunci, è diventato final- È proprio questo il campo per cui IBM ha
mente realtà e da poco tempo è disponibi- principalmente progettato il suo ultimo na-
le anche in quantità sufficiente per rispon- to. Infatti il Microdrive permette, con estre-
dere alle richieste del mercato. ma facilità, di condividere file di grosse di-
L’IBM Microdrive è un vero è proprio Il Microdrive IBM da 340Mb. mensioni tra più computer portatili, poiché
gioiellino di ingegneria meccanica: un hard- solamente questi sono dotati di porte per le
disk dalle dimensioni contenutissime, quan- PC-Card; il tutto senza ricorrere a dischi
to quelle di una tradizionale scheda di me- rimovibili dalla diffusione limitata e letto-
moria CompactFlash di tipo II. ri particolari che potrebbero portare a pro-
Attualmente è il più capiente supporto di blemi di compatibilità.
memorizzazione dati per fotocamere digi-
tali e contemporaneamente anche l’hard- La confezione
disk più piccolo fino ad ora costruito. La Decisamente spartana la confezione che,
sua capacità di archiviazione dati arriva a presumibilmente, non è ancora quella de-
340Mb ed è quindi superiore a qualsiasi finitiva con cui il Microdrive verrà com-
scheda CompactFlash, dato che queste ul- mercializzato nei negozi. Infatti, in un’a-
time si fermano a 256Mb e il prezzo è esat- nonima scatola di cartone senza scritte ester-
tamente un terzo rispetto a queste ultime. ne sono presenti il Microdrive da 340Mb,
Essendo compatibile con le schede Com- l’adattatore PC-Card/CompactFlash, un
pactFlash di tipo II, le dimensioni del Mi- floppy con i driver per l’installazione e un
crodrive sono le classiche 42.8x36.4x5mm Il Microdrive con la Canon powerShot Pro70, piccolo opuscolo che spiega brevemente la
di questo genere di dispositivi. Anche il pe- una delle prime fotocamere digitali compa- procedura d’installazione.
so è particolarmente contenuto: appena 16g. tibili con il supporto di memorizzazione di Ben fatte invece le due scatoline di plasti-
Del Microdrive esiste anche una versione IBM. ca semitrasparente che proteggono il Mi-
con una capacità di “soli” 170Mb, ma at- crodrive e l’adattatore per le PC-Card; quel-
tualmente non viene importata per il mer- gital Assistant, ai Palmtop fino alle foto- la di questo ultimo ha perfino degli am-
cato italiano. camere digitali. Un altro vantaggio del- mortizzatori in gomma che isolano il pre-
L’interfaccia con cui si collega con il mon- l’interfaccia CompactFlash è quello di es- zioso contenuto dalla superficie esterna del-
do esterno è la classica ATA CompactFla- sere elettricamente compatibile con i con- l’involucro e risultano estremamente effi-
sh di tipo II; estremamente diffusa e com- nettori PCMCIA presenti sui più recenti PC caci in caso di caduta o di trattamento po-
patibile con una vasta gamma di apparec- portatili, sia in ambiente Mac che Windows, co delicato come un intenso utilizzo sul
chi, che possono spaziare dai Personal Di- e, mediante un semplice adattatore mecca- campo.
Confronto tra una moneta e il disco Microdrive.

Il Microdrive aperto.

Il mondo fotografico di ammortamento. e che ora sono state impiegate anche su


Il rapporto del MicroDrive con il mondo Qui entra in gioco il Microdrive di IBM. molti hard-disk IBM di fascia alta.
della fotografia è molto stretto. Uno dei La caratteristica più evidente di questa unità
problemi maggiori delle fotocamere digi- è l’elevata capacità di archiviazione dati: L’installazione
tali, secondo solo all’autonomia delle bat- 340Mb. Ciò significa che con una fotoca- Quando si utilizza il Microdrive in una fo-
terie, è l’autonomia di scatto. È un proble- mera digitale dell’ultima generazione è pos- tocamera non è necessario impostare al-
ma che si fa sentire soprattutto da quando sibile scattare quasi 200 fotografie alla mas- cunché per il corretto riconoscimento del-
i sensori CCD delle fotocamere hanno rag- sima risoluzione e con una compressione la scheda e, allo stesso modo, quando si tra-
giunto i 2 megapixel e ultimamente sono minima dell’immagine per salvaguardare sferiscono le immagini dalla fotocamera al
arrivati a superare la soglia dei 3 milioni di la qualità; tradotto nel mondo analogico si computer passando per l’interfaccia della
pixel. Con tali sensori le dimensioni delle ottiene l’equivalente di oltre 5 rullini tra- fotocamera.
immagini sono cresciute proporzionalmente dizionali da 36 pose. È una quantità più che Un’altra possibilità è quella di inserire di-
e, se fino a poco tempo fa una scheda da sufficiente per la maggior parte degli im- rettamente il Microdrive in un apposito let-
32Mb era più che sufficiente per un’intera pieghi amatoriali e anche in campo pro- tore collegato al computer. Questa solu-
giornata di scatti, ora con le immagini che fessionale rimane un valore considerevol- zione ha il vantaggio di non impegnare la
sfiorano i 2Mb sono necessarie delle me- mente alto. Nulla poi vieta di dotarsi di un fotocamera per tutto il tempo del trasferi-
morie molto più capienti, che permettano paio di Microdrive e duplicare l’autonomia mento delle immagini e di lasciare così la
un’autonomia sufficiente. di scatto. possibilità di scattare con un’altra scheda.
Come esistono le schede CompactFlash da Tanto spazio a disposizione non influisce Inoltre si risparmiano le batterie della fo-
32Mb è possibile trovare anche quelle con sulla velocità di gestione della scheda stes- tocamera, che non viene impegnata duran-
capacità superiore, anche di molto; fino a sa che viene vista dalla fotocamera come te il passaggio delle fotografie dalla mac-
256Mb. Sono schede particolarmente al- una tradizionale scheda CompactFlash e china al PC.
lettanti per il fotografo digitale poiché uni- non si notano rallentamenti di alcun gene- Se si dispone di un computer portatile non
scono un’alta capacità con una velocità di re. è necessario dotarsi di un lettore esterno,
scrittura e riscrittura particolarmente ele- L’affidabilità, nota negativa di molti pro- poiché si può sfruttare la porta per le PC-
vate. Hanno un unico ma grande difetto: il dotti simili basati su tecnologie magneti- Card presente in almeno una unità in tutti
costo. Una di queste schede tanto capienti che, e non allo stato solido, è risultata ele- i computer portatili degli ultimi anni.
può arrivare a costare più dell’intera foto- vata e nell’intero periodo in cui abbiamo L’installazione è estremamente facile, poi-
camera digitale. sottoposto ai test il Microdrive non abbia- ché basta inserire il Microdrive nell’appo-
Sono pochi i fotografi che possono per- mo riscontrato nessun tipo di anomalia. sito adattatore fornito di corredo ed inseri-
mettersi una simile spesa per un uso pura- Questo è frutto delle più avanzate tecnolo- re il tutto nella porta per le PC-Card. Non
mente amatoriale della propria attrezzatu- gie adottate da IBM sul Microdrive. Tec- appena viene inserito, il sistema operativo
ra e anche un professionista deve valutare nologie che sono state implementate per la ricerca i driver per il corretto funzionamento
bene una simile spesa e verificare i tempi prima volta su questo prodotto due anni fa della nuova periferica.
NUOVI MICRODRIVE IN ARRIVO
Sembra già fantastico un mini hard-disk da 340Mb e invece IBM rilan-
cia. È stato annunciato che saranno disponibili anche le versioni da 512Mb
e da 1 Gb. I prezzi annunciati per il mercato americano sono rispettiva-
mente di 400 dollari e 500 dollari, rendendo il modello da 1 Gb parti-
colarmente interessante per i fotografi digitali. Al momento non si co-
nosce la data in cui saranno disponibili sul mercato. Visto il continuo au-
mentare delle dimensioni dei file prodotti dai recenti sensori CCD, una
capacità di memorizzazione elevata diventa indispensabile. È una noti-
zia interessantissima per i fotografi, soprattutto professionisti, che sono
passati al mondo digitale e che con questi nuovi prodotti possono risol-
vere definitivamente il problema dell’autonomia di scatto a prezzi più
che ragionevoli. Attenzione però che la fotocamera sia compatibile con
lo standard CompactFlash tipo II, che d’altra parte sta diventando una Microdrive da 1Gb.
consuetudine sulle fotocamere di un certo pregio.
Rispetto alle versioni precedenti da 170Mb e 340Mb sono state appor-
tate alcune interessanti modifiche. Restano invariate le dimensioni che devono rientrare nelle specifiche delle CompactFlash di ti-
po II (42.8x36.3x5.0mm). La velocità di rotazione del disco è stata diminuita da 4500 giri/minuto a 3600 giri/minuti, a fronte di
una maggior densità di informazione, passata dai precedenti 5.04 Gb/pollice2 a ben 15.2 Gb/pollice2; questo ha portato ad un in-
cremento delle prestazioni teoriche massime di trasferimento di 1Mb/s netto, passando dai precedenti 3.2Mb/s a 4.2Mb/s.
Anche i consumi, sia in stato di riposo che in lettura e scrittura, sono stati notevolmente ridotti, in alcuni casi ad un terzo.
La resistenza agli urti è stata migliorata: ora i nuovi Microdrive supportano shock fino a 1500G quando non sono operativi e ben
175G durante il loro utilizzo. Tutto a vantaggio dell’affidabilità. Ultimo importante miglioramento è la possibilità di operare con
temperature pari o superiori a 0°C, 5 gradi in meno rispetto ai modelli precedenti. Invariato il peso, che resta fisso a 16g.
IBM si è già accordata con diversi produttori di periferiche che hanno in progetto la commercializzazione di prodotti compatibili
con i nuovi MicroDrive; tra questi vi sono: Acer, Casio, Kodak, Fuji Photo Film, Hewlett Packard, Minolta, Nikon, Ricoh e Sanyo.
Un’ottima garanzia per il futuro.

CARATTERISTICHE TECNICHE E TECNOLOGIA G=COSTANTEGRAVITAZIONALE


Il Microdrive riunisce in un unico prodotto l’estrema facilità d’utilizzo delle schede di
memoria rimovibili con le prestazioni e l’elevata capacità degli hard-disk; il prezzo di Nell’articolo si citano valori di “G”;
vendita è una media ponderata tra le due tecnologie. cosa significa? G è la costante gravita-
Internamente racchiude le tecnologie più raffinate che IBM ha prodotto negli ultimi zionale: il valore di questa costante fu
anni. Per molti versi il Microdrive è stato anche una sorta di cavia per le nuove tec- misurato per la prima volta dal fisico
nologie, implementate per la prima volta su questo minuscolo dispositivo e poi adat- inglese Henry Cavendish nel 1798 per
tate anche ai tradizionali dischi fissi ad alte prestazioni, destinate per lo più a stazioni mezzo della bilancia di torsione.
grafiche e Server, postazioni. Il valore attualmente riconosciuto è 6,67
La velocità di rotazione del disco contenente le informazioni è di 4500giri/minuto. Su x 10-11 N m2kg-2 che rappresenta l'in-
questo minuscolo piatto realizzato con un substrato di vetro (dotato di una maggior le-
tensità della forza di interazione tra due
vigatezza rispetto ai classici piatti in alluminio) e dalle dimensioni inferiori a quelle
di una moneta da 100 lire sono racchiuse informazioni pari a 5.04 Gb/pollice2. Ciò corpi sferici, ciascuno di massa pari a
permette di avere all’interno del Microdrive una velocità di trasferimento dati con pic- 1 kg e posti a distanza di 1 m l'uno dal-
chi di 45.2 Mb/s! Un buffer di 128Kb permette di avere un trasferimento dati verso l'altro.
l’esterno, attraverso l’interfaccia ATA PC-Card, di 5.2 Mb/s.
L’intervallo di temperature in cui è possibile operare con il microdrive va da 5°C a
55°C, mentre l’umidità relativa deve essere contenuta tra 8% e il 90%.

Abbiamo verificato che si ottiene un fun- ne il sistema operativo va in “Crash” e l’u- te la custodia di plastica fornita a corredo
zionamento affidabile e sicuro anche usan- nica soluzione diventa quella di riavviare - Non farlo cadere
do i driver generici di Windows98, ma con- tutto, perdendo il lavoro non salvato fino a - Non bagnarlo
sigliamo di utilizzare quelli forniti con la quel momento. - Non collocarlo vicino a forti campi ma-
periferica che risultano più aggiornati. Oltre a Windows98, il Microdrive è com- gnetici
Effettuata questa operazione, Windows98 patibile anche con i sistemi operativi Win- - Non esporlo a temperature eccessive
riconosce il Microdrive come una unità non dows95, Windows NT e Windows CE. - Non comprimere le pareti esterne
rimovibile e pertanto non è più possibile Durante l’installazione o l’utilizzo, IBM - Non applicarvi etichette aggiuntive
estrarlo dal computer senza averlo prima consiglia di seguire scrupolosamente le se- - Non rimuovere l’etichetta presente sul-
disattivato; attenzione, se si dovesse pro- guenti avvertenze: l’unità
cedere senza aver effettuato tale operazio- - Utilizzare per il trasporto esclusivamen- - Non scrivere sull’etichetta dell’unità
IL COMPUTER DI PROVA
Abbiamo testato il Microdrive con un computer porta-
tile IBM Thinkpad 600E.
La linea 600E è disponibile con processori dal Pentium
II a 300MHz al Pentium III da 650MHz ed è possibi-
le dotarli di un quantitativo di RAM pari a 288Mb, uti-
lissima per impieghi di fotoritocco. Il display è da 13.3
pollici con tecnologia TFT; consente una risoluzione
massima di 1024x768 con 16.000.000 di colori.
Il reparto grafico è basato sul Chip di NeoMagic Ma-
gicMedia256AV che sfrutta il veloce bus AGP (porta
grafica accelerata) ed è dotato di 2.5Mb di Ram; non è
dotato di funzioni di accelerazione per la grafica 3D
ma per il fotoritocco consente risultati più che buoni.
Gli hard-disk vanno da un taglio minimo di 4Gb ad un
massimo di 20Gb. Il lettore dei dischi floppy va colle-
gato esternamente. IBM ThinkPad 600E.
Sono presenti due slot per PC-Card di tipo II oppure
uno per le tipo III. Il CD-Rom interno ha una velocità
massima di 24x ma può essere sostituito con un letto-
re di dischi DVD mantenendo la piena com-
patibilità per i classici CD-Rom. È presen-
te una scheda audio, un modem integrato e
un TrackPoint come strumento di punta-
mento.
Le batterie agli Ioni di Litio permettono un
utilizzo del computer per circa 3 ore. Pesa
2.3Kg. Il prezzo varia dalle 7.500.000 lire
per la configurazione base ad un massimo
di Lire 10.000.000 per il modello di punta.
Il Microdrive inserito nell’a-
dattatore per schede PcCard. Il Microdrive nell’adattatore per schede PcCard
inserito in un computer portatile.

mento, quindi le uniche differenze che si Utilizzo


QUANTO COSTA possono riscontrare sono visibili mentre si Se si seguono le avvertenze di IBM non si
Il prezzo compreso l’adattatore per PC- trasferiscono le immagini dalla card al com- dovrebbero incontrare problemi. Resta il
Card è di 1.190.000 lire. puter. fatto che il Microdrive è un sistema fon-
Per il test di velocità abbiamo utilizzato il damentalmente meccanico e quindi in ca-
Distribuzione: IBM Italia, Circonvalla-
solito “pacchetto” di 24 immagini in for- so di utilizzo in condizioni estreme, come
zione Idroscalo, 20090 Segrate (MI). mato Jpeg per una dimensione complessi- quelle che possono capitare a un fotore-
Tel. 800017001. va di 29.9Mb (nei mesi precedenti abbia- porter, va maneggiato con la massima cu-
www.pc.ibm.com/it mo sottoposto a test le schede Compact- ra per evitare spiacevoli perdite di prezio-
Flash LexarMedia e i rispettivi lettori). se informazioni.
I risultati sono stati molto soddisfacenti, Per il fotografo amatoriale o per quei pro-
- Prestare attenzione durante la rimozione mostrando un tempo di trasferimento di 30s fessionisti che lavorano in condizioni più
del Microdrive che potrebbe risultare cal- netti, praticamente equivalente ad una sche- tranquille il Microdrive è una soluzione
do al tatto dopo un utilizzo intenso da CompactFlash allo stato solido di otti- molto interessante.
La garanzia è di un anno ma per tutta la vi- ma qualità. Prezzo contenuto in rapporto alla capacità,
ta del prodotto è possibile ottenere assi- Utilizzando un unico file di grosse dimen- prestazioni elevate, compatibilità con di-
stenza tecnica sia attraverso il sito web sioni abbiamo riscontrato un significativo versi sistemi operativi non lasciano alter-
(www.ibm.com/pc/support ) che tramite aumento delle prestazioni, che hanno rag- nativa; è attualmente la scheda di memo-
fax ai seguenti numeri (in inglese) 1-800- giunto una velocità media di trasferimen- ria con il miglior rapporto Capienza/Prez-
426-3395 oppure 1-800-465-3299. to di circa 1.8Mb/s. zo e Prestazioni/Prezzo.
Il Microdrive supera quindi brillantemen-
Test prestazioni te il test di velocità posizionandosi ai pri-
Utilizzandolo in una fotocamera non ab- mi posti tra le memorie rimovibili in stan-
biamo riscontrato nessun tipo di rallenta- dard CompactFlash fino ad ora testati. Valerio Pardi
IMATION SUPERDISK
PRATICO, VELOCE
Arriva la seconda
versione del SuperDisk,
memoria rimovibile
da 120Mb:
è più veloce e offre
un software per
criptare i dati,
molto interessante
per i fotografi.

In ambiente digitale il trasferimento delle


fotografie da un computer ad un altro è at-
tualmente un problema di un certo rilievo;
infatti le immagini digitali hanno spesso di-
mensioni che superano la capacità dei nor-
mali floppy da 1.4Mb e bisogna ricorrere a
supporti di memorizzazione più capienti.
I CD-ROM, con una capacità che raggiun-
ge i 700Mb, costituiscono una buona solu-
zione, tenendo anche presente che i prezzi
dei masterizzatori sono in continua dimi-
nuzione; tuttavia la relativa lentezza di scrit-
tura di questi dispositivi, unita ad un prez-
zo non proprio popolare, hanno contenuto
la loro diffusione.
Un successo certamente maggiore hanno
invece avuto le memorie rimovibili, una sor-
ta di floppy disk, ma con una capacità su-
Il Superdisk è in gra-
periore. Ovviamente per leggere questi
do di leggere sia i co-
floppy speciali occorre anche un lettore ap-
muni floppy da 1.4Mb
posito.
che i nuovi da 120Mb.
Molte marche hanno, negli ultimi anni, pre-
sentato diversi prodotti, quasi sempre in-
compatibili tra di loro, ma con caratteristi-
che simili. Syquest, Iomega, Fujitsu, Mit-
subishi e Imation sono alcuni dei produtto-
ri che hanno in catalogo questo genere di
memorie rimovibili, ma solo Iomega con il
suo Zip e Imation con il SuperDisk sem-
brano avere riscosso una diffusione signi-
ficativa.
Lo Zip di Iomega è un progetto di qualche
anno fa. Ha avuto la fortuna di proporre,
quando la concorrenza era meno esaspera-
Quando si criptano le immagini, o qualunque tipo di file, questi non
appaiono più da Windows. In questo caso sono visualizzabili sola-
mente le immagini in bassa risoluzione (8 Kb).

Per verificare se il proprio PC è conforme allo standard USB si


può utilizzare un programma gratuito Usbready.exe scaricabile dal
sito www.usb.org che controlla se il sistema supporta l’USB. In ca-
so affermativo una schermata avvisa della compatibilità.

Per poter visionare anche le immagini in alta risoluzione, bisogna in-


I floppy Superdisk da 120Mb sono disponibili anche in versione serire una password, ma in caso di inserimento sbagliato, il softwa-
con software Secured Encryption Technology. L’installazione è par- re avvisa dell’errore commesso.
ticolarmente semplice e veloce.

ta, un buon prodotto, innovativo ed eco- Malgrado le caratteristiche interessanti, la traverso l’interfaccia USB, facile ed effi-
nomico con una capacità, per i tempi, ab- velocità di lettura e scrittura del primo mo- ciente. La compatibilità è garantita sia per
bondante (100Mb). È disponibile con in- dello era inferiore a quella dei concorren- sistemi PC che Macintosh, purché dotati di
terfaccia parallela, USB e SCSI; ciò lo ren- ti. Ora Imation propone un prodotto rinno- porte USB.
de compatibile con tutti i computer (PC e vato, ma con la stessa idea di fondo: com- Decisamente piccolo e leggero anche l’a-
Mac), ma non può leggere i comuni floppy. patibilità con il passato: è infatti compati- limentatore, che può essere portato como-
Recentemente è stata introdotta una nuova bile sia con i vecchi floppy da 1.4 Mb, che damente in una borsa assieme al lettore.
versione con una capacità maggiore con i precedenti SuperDisk da 120Mb.
(250Mb). Leggermente modificato anche nel design, La prova
Il SuperDisk è arrivato dopo ma, grazie al- ha una linea più snella e arrotondata; la par- Il produttore dichiara che il nuovo Super-
la possibilità di leggere i comuni floppy ol- te frontale può essere sostituita con fron- Disk ha una velocità di due volte superio-
tre ai suoi dischi da 120Mb, ha preso subi- talini dal colore della linea dei computer re al precedente modello e fino a 22 volte
to piede come possibile successore dei let- iMac. più veloce di un comune lettore per floppy
tori floppy da 3.5 pollici. La connessione con il computer avviene at- disk.
L’alimentatore è particolarmente piccolo e
leggero; un vantaggio non trascurabile quan-
do si ha la necessità di portare il lettore Su-
perdisk da un computer ad un altro.

Sul retro sono presenti la presa per l’ali-


mentazione e quella per il cavo USB; poiché
il SuperDisk di Imation non adotta una pre-
sa standard per il cavo USB si è costretti ad
utilizzare quello fornito in dotazione con l’ap-
parecchio; fortunatamente la sua lunghezza
Per il nostro test di velocità abbiamo uti- è tale da non creare problemi di collocazio-
lizzato immagini di diversa dimensione, si- ne del lettore, anche ad una certa distanza
mulando le normali situazioni di lavoro di dal computer.
un fotografo; inoltre abbiamo messo a con-
fronto il nuovo SuperDisk con lo Zip che,
indubbiamente, è uno strumento diffuso
nell’ambito della fotografia e della grafi-
ca.
Le nostre prove di lettura e scrittura con-
fermano le dichiarazioni di Imation e, so-
prattutto, ci hanno consentito di verificare
che il SuperDisk ha una velocità simile op-
pure prossima a quella dello Zip.

Dati segreti
Una delle caratteristiche che fanno del Su-
perDisk un prodotto unico e particolarmente
adatto per il fotografo è la possibilità di uti-
lizzare uno speciale software che permet-
te di criptare tutti, o parte dei file contenu-
ti nel disco.
L’installazione del software è facile e non
pone nessun tipo di problema. Una volta
installato, nella barra del menù di Win-
dows98 appare una nuova icona dalla for-
ma di un lucchetto. Cliccandovici sopra
sarà possibile, dopo aver inserito la pas-
sword corretta, visionare i file criptati con-
tenuti nel SuperDisk.
Il software è ben studiato e, come accen- I due lettori Superdisk a confronto: a sinistra il nuovo modello e a destra il preceden-
nato poco sopra, permette di scegliere i fi- te, dotato di porta parallela.
le e le cartelle che si vogliono nascondere
da sguardi indiscreti.
Un utilizzo interessante del Superdisk per PREZZI:
il fotografo digitale potrebbe essere quel-
lo di fornire al cliente sullo stesso disco sia SuperDisk USB (per PC/MAC e MAC) Lire 405.000
le basse che le alte risoluzioni, tenendo que-
ste ultime criptate; il cliente potrebbe così Super Disk IDE interno Lire 312.000
prendere visione delle immagini e, ricevu-
ta la password per accedere alle alte riso-
luzioni, utilizzarle subito senza bisogno di Dischetto Superdisk formattato Mac oppure PC: Lire 22.000
attendere ulteriori spedizioni. La scelta del Confezioni formattati PC: da 1, da 3, da 10 pezzi.
momento di dare la password spetta ov- Confezioni formattati Mac da 5 pezzi.
viamente al fotografo, che può decidere di
concederla all’ordine, o al pagamento. Dischetto Encrypted formattato PC. Lire 28.000
Ricordiamo che i dischetti Encrypted sono Confezione da 3 pezzi
solo per PC e che per operare in questo mo-
do occorre che sia il fotografo che il clien- Distribuzione:
te dispongano del SuperDisk. Imation, via Bovio 3, 20090 S. Felice / Segate, Milano. Telefono 02.75.381.
Valerio Pardi
SCHEDA TECNICA

INTEL PLAY,
UN MICROSCOPIO
PER IL COMPUTER
Si chiama Intel Play QX3 vi filmati (possibilità che
Computer Microscope ed può essere anche selezio-
è ufficialmente un micro- nata in modo remoto, ope-
scopio giocattolo. Un po' rando con il mouse, sul-
particolare, però. Non of- l'apposito equivalente pul-
fre infatti la possibilità di sante sul monitor del com-
una osservazione diretta puter).
del preparato da esamina- A proposito delle modalità
re, visto che non dispone di lavoro, annotiamo una
di un sistema di mira tra- particolarità: il corpo del
dizionale essendo sprov- microscopio può essere in-
visto di oculare di punta- teramente staccato dallo
mento. È infatti un micro- stativo ed impiegato, se oc-
scopio destinato ad essere corre, anche a "mano libe-
collegato, ed usato, in con- ra". Si tratta di una moda-
nessione diretta con un lità di lavoro un po' estre-
computer purché questo ma, d'accordo, e quando si
sia dotato di presa di col- lavora ad ingrandimenti
legamento per una con- Il microscopio in funzione. Sul monitor del portatile appare una "scrivania" elevati, ad esempio 60x o
nessione tipo USB. Per la con i comandi che consentono di regolare l'illuminazione e diversi altri effetti. 200x, non c'è dubbio che
precisione: il collegamen- sia sempre preferibile ese-
to USB è relativamente re- guire le necessarie messe a
cente, lo si trova sui computer moderni. seri problemi di disabilitazione della capa- punto servendosi dello strumento montato
Lo strumento è concepito per funzionare con cità del computer di riconoscere lo strumento! sullo stativo. Però va anche considerato che
un software che deve essere almeno Win- L'architettura dell'Intel Play QX3 Computer se si passa al minore ingrandimento, 10x, si
dows 98. Microscope è semplice e moderna, anche se può anche prendere in attenta considerazio-
Con un design moderno, con un profilo che qualche critica potrebbe essere rivolta alla ne la possibilità di sfilare il blocco centrale
fa pensare ad uno strumento scientifico im- precisione di movimentazione per quanto ri- dello strumento e usarlo come potente lente
pegnativo, il QX3 è viceversa facile da usa- guarda la struttura in plastica di sollevamento d'ingrandimento andando a caccia di picco-
re. Per divenire rapidamente operativi nel- dei preparati, cioè al tavolino traslatore che li soggetti. A corredo, con lo strumento, ven-
l'uso dello strumento occorre anzitutto cari- permette la messa a fuoco: è una parte che gono fornite alcune "strisce" di preparati da
care il programma di gestione contenuto in richiede precisione nei movimenti dell'ope- osservare. Sono pezzi classici: ala di ape, car-
un apposito CD-Rom fornito a corredo con ratore e gli spostamenti si svolgono sostan- ta fatta a mano e così via. Inoltre, sono for-
il microscopio. Ciò fatto, si potrà collegare zialmente per "attrito" tra le diverse compo- nite a corredo anche vaschette portaoggetti,
l'apparecchio alla presa USB del computer. nenti in plastica. La critica forse è un po' se- utili per osservazioni ad esempio di prepa-
La corretta connessione verrà segnalata da vera, vista la classe "giocattolo" espressa- rati liquidi o animaletti un po' vivaci, una
una luce verde che si accende all'interno del- mente dichiarata per questo strumento ma… pinzetta, una pipetta aspirante.
la calotta superiore. Attenzione ad una pre- ci si consenta di non rinunciare ad essere un Sulla confezione del CD-Rom una scritta
cauzione importantissima: è obbligatorio co- po' esigenti, anche se il prezzo di vendita è precisa che l'Intel Play QX3 Computer Mi-
me operazione iniziale per rendere operati- molto invogliante. croscope è adatto anche a piccoli utenti, dav-
vo lo strumento "anzitutto" caricare il pro- Sul corpo del microscopio sono molto evi- vero in erba: da 6 anni in poi. È una indica-
gramma di gestione e solo "dopo" collegare denti due comandi: una ghiera di selezione zione che ci sembra molto rivelatrice della
il cavo USB del microscopio al computer. degli ingrandimenti, con posizioni 10x, 60x, semplicità di progetto. Naturalmente, preci-
Facendo il contrario, infatti, si va incontro a 200x, ed un tasto che attiva la ripresa di bre- siamo subito, sarà meglio che non sia un "gio-
Uova di gamberetto, a 60x. Illuminazione Uova di gamberetto, a 60x. Illuminazione Uova di gamberetto, a 200x. Illumina-
in luce riflessa (dall'alto). in trasparenza (dal basso). zione in luce riflessa (dall'alto).

I PREZZI

Intel Play QX3 Computer


Microscope, L. 280.000.

Distribuzione: Intel Corporation Italia,


Viale Milanofiori, Palazzo E/4, 20094
Assago (Milano); tel: 02.575441. Fax:
02.57501221
Per eventuali dubbi e quesiti sull' Intel
Play QX3 Computer Microscope c'è an-
che la possibilità di un contatto diretto
con l'assistenza tecnica della casa, a Mi-
lano, rivolgendosi allo 02.696.33276.
Intel ha anche un sito web:
www.intelplay.com

Ingrandimento 10x sul quadrante di un oro- Il fatto che l'immagine sia necessariamente da osservare a video rende facile, per il pro-
logio da polso. gramma incorporato nel computer, eseguire su richiesta eventuali elaborazioni. Esiste
tutta una gamma di pulsanti di "effetti" facilmente realizzabili, interessante per eviden-
ziare differenze di densità sulle immagini registrate.
vanissimo" di questa classe ad installare il
programma e così via. L'indicazione d'età è
comunque significativa. Esaminando da vi- I requisiti del computer
cino il corpo dello strumento, in plastica tra- Per un corretto funzionamento occorre che il computer disponga di un sistema ope-
sparente, si può apprezzare la complessità dei rativo Windows '98 o successivo, monti un processore Intel Pentium o Celeron, da
meccanismi interni e apprezzare il fatto che 200 MHz o superiore (o equivalente), disponga di 32 Mb di RAM, abbia uno spazio
gli ingrandimenti crescenti vengono esegui- minimo libero su disco rigido pari a 75 Mb, possa leggere un CD-Rom di installa-
ti non tramite interpolazione elettronica, che zione (velocità almeno 4x), disponga di uno schermo a colori con risoluzione 800x600
non aggiungerebbe informazioni a quelle già (colore a 16 bit), disponga di una periferica audio a 16 bit compatibile con Windows
captate, ma proprio per via ottica, grazie a di- e di una compatibilità audio e video con direct.
versi complessi di lenti che ruotano in posi-
zione di lettura tramite un tamburo di posi- fattore di moltiplicazione… per dieci. Il microscopio monta infatti lampade inter-
zionamento. Il ruolo didattico e la facilità di impiego del- ne per illuminazione in trasparenza e per il-
La qualità del sensore (VGA) è sufficiente l'Intel Play QX3 Computer Microscope ci luminazione per riflessione, facilmente sele-
per le esigenze dichiarate e per la classe del- hanno insomma positivamente colpito. La zionabili con comandi a video. Non occorre
lo strumento, anche se per esperienza diret- qualità di ciò che è osservabile a video è cer- impazzire per orientare specchietti di illumi-
ta sappiamo bene che si possono ottenere ri- tamente notevole ed è più che adatta alle esi- nazione, come succede nei microscopi tra-
sultati superiori passando ad un microscopio genze di ricerca di piccoli, e non tanto pic- dizionali di tipo ottico e preparati anche piut-
ottico tradizionale e adattando ad esso una coli, sperimentatori. Il fatto che l'amplifica- tosto scuri possono essere osservati bene, con
fotocamera digitale di classe elevata, alme- zione luminosa venga eseguita per via total- una gradevole amplificazione luminosa del-
no con sensore da 2 Megapixel. In tale caso mente elettronica e soprattutto la comodità l'immagine a video.
però, è bene non dimenticarlo, si passa a clas- di disporre di una duplice possibilità di illu-
si di prezzo decisamente superiori, anche con minazione incorporata, rende facile operare. Maurizio Capobussi
TEST

IOMEGA CLIK!
PER FOTOGRAFI
Il sistema Iomega Clik! Plus Mobile Drive si presenta particolarmente
interessante perchè consente di espandere le possibilità di archiviazione
delle immagini senza dover acquistare le costose schede di memoria.

Il kit Iomega Clik! Plus Mobile Drive è una vera e propria postazione di gestione delle schede di memorizzazione di ogni tipo: Clik!, Smart-
Media e CompactFlash.

Iomega ha da qualche tempo introdotto una dividerli con altre periferiche. È una unità modulare che permette di es-
nuova famiglia di supporti di memorizza- Fino ad ora tra le fotocamere digitali solo sere estremamente versatili anche in com-
zione dedicata espressamente alla fotogra- Agfa con una versione riveduta del modello binazione con altri supporti di memorizza-
fia digitale e ai piccoli computer portatili, CL30 da 1.3 milioni di pixel ha adottato la zione. Grazie alla possibilità di alimentare
come i palmari, che vanno ad affiancare i nuova memoria. Non resta che aspettare e il lettore con una batteria ricaricabile è pos-
noti ma più ingombranti Zip e Jaz. Il nuo- verificare se riuscirà ad imporsi come ha sibile utilizzarlo anche senza una presa di
vo supporto è stato denominato Clik! e mi- fatto negli anni passati lo Zip, sempre di corrente e ciò sarà particolarmente utile ai
sura solamente 5cm di lato per un paio di Iomega, che in pochissimo tempo ha so- possessori di computer portatili, e addirit-
millimetri di spessore e una capacità di stituito il marchio Syquest tra le memorie tura palmari, purché usino come sistema
40Mb. Facilità d’impiego è la caratteristi- rimovibili di maggior diffusione. Sarà cer- operativo Windows 98, NT 4.0 o CE.
ca fondamentale di questo nuovo prodotto tamente una battaglia difficile poiché i con- Tra i componenti c’è un lettore di flash me-
Iomega e il nome non lascia dubbi. Clik! è correnti sono CompactFlash, SmartMedia mory (sia CompactFlash che SmartMedia)
un dischetto più sottile di una scheda Com- e Memory Stick, ma Clik! non nasce come che permette di trasferire i dati senza pas-
pactFlash e solo leggermente più grande. semplice supporto di memorizzazione, ben- sare attraverso il computer; dalle costose
Nelle intenzioni di Iomega c’è l’obiettivo sì come un supporto ultra portatile per più memorie a stato solido al più economico
di diffonderlo come memoria per telefoni periferiche. Infatti è disponibile un vero e disco Clik!. È utilissimo per scaricare di-
cellulari, fotocamere digitali, computer pal- proprio sistema modulare in grado di adat- rettamente sul campo la propria fotocame-
mari e tutte quelle periferiche in cui ci sia tarsi alle più diffuse condizioni operative: ra digitale ed andare avanti a scattare nuo-
la necessità di memorizzare dei dati o con- lo Iomega Clik! Plus Mobile Drive. ve fotografie senza bisogno di spendere di-
REQUISITI DI SISTEMA PREZZI
Notebook e PC Desktop: Windows 98, Iomega Clik! Plus mobile drive: L. 700.000
NT 4.0: Lettore Cd-Rom, 25Mb si spa- Disco Clik! L. 25.000
zio sul disco fisso, 16Mb di Ram, Pro- Per ulteriori informazioni: Ufficio Stampa Iome-
cessore Pentium, porta parallela stan- ga: Prima Pagina Comunicazione.
dard o uno slot Typo II PC Card. Tel. 02.76.11.83.01
Periferiche con Windows CE: Inter-
faccia PC Card tipo II, 600Kb di spazio
nella memoria interna, sistema operati-
vo Windoes CE 1.0 o superiore.
Fotocamere digitali: qualsiasi fotoca-
mera dotata di schede di memorizza-
zione di tipo CompactFlash, SmartMe-
dia o Clik!

La piccola Docking Station permet-


te di collegare il lettore di Clik! al
IL SOFTWARE computer attraverso la porta paral-
A corredo viene inserito un CD-Rom lela e allo stesso tempo di ricarica-
contenete i driver per il lettore, un pro- re le batterie. Visto la relativa giovi-
gramma per copiare i dischi, un softwa- nezza del progetto avremmo preferi-
re per eseguire i backup, quiksync e pho- to una connessione di tipo USB, più veloce e po-
to printer, un semplice software grafico tenzialmente meno a rischio di problemi di com-
per visualizzare e stampare le immagi- patibilità.
ni.
Nel CD sono presenti anche una serie La modularità del lettore consente di montare ac-
di filmati che insegnano come utilizza- cessori per cui diventa possibile perfino il trasfe-
re il prodotto e i manuali d’uso in for- rimento di immagini dalle schede SmartMedia e
ma elettronica. CompactFlash (con le limitazioni spiegate nel-
Tutto il software è in lingua inglese, fran- l’articolo) al nuovo disco Clik!
cese, tedesco e giapponese.
Il disco Clik! è molto piccolo, misura 5cm di lato
ed è spesso solamente 2mm. La capacità è di 40Mb.

verse centinaia di migliaia di lire per do- massima di 40Mb anche sulle schede di ca- scheda CompactFlasfh da 16Mb è stata co-
tarsi di CompactFlash o SmartMedia suf- pacità superiore. Forse è solamente un pro- piata attraverso il lettore di FlashCard su
ficientemente capienti. Infatti un disco Clik! blema dovuto all’estrema giovinezza del un disco Clik! in poco più di 2 minuti.
viene venduto ad una cifra inferiore a prodotto e una versione successiva del Iomega Clik! può rivelarsi un ottimo stru-
25.000 lire contro le quasi 300.000 lire per firmware che governa il lettore potrebbe mento anche per passare piccole quantità
una scheda CompactFlash di pari capacità! eliminare l’inconveniente, per esempio fa- di file da un computer all’altro o in unione
Un piccolo display LCD permette di ese- cendo chiedere un secondo disco Clik! per ai nuovi lettori digitali di file in formato
guire le operazioni di trasferimento dei fi- continuare il trasferimento. MP3.
le in modo semplice ed intuitivo. Il letto- Un secondo inconveniente lo si ha con le
re, una volta trasferiti i file sul Clik!, non schede SmartMedia da 64Mb che non rie- Conclusioni
permette però la cancellazione degli stessi scono ad essere riconosciute dal lettore. A In definitiva ci troviamo di fronte ad un
sulla FlashCard e per far ciò è necessario parte la limitata diffusione di schede Smart- nuovo supporto di memorizzazione, che
reinserirla nella fotocamera e cancellarli Media di tale capacità, è però un inconve- nasce però in un sistema già completo, in
dall’apposito menù. niente non impossibile da ovviare con una grado di integrarsi abbastanza bene con le
Ogni volta che si salvano delle fotografie versione aggiornata del software che con- memorie attualmente più diffuse (Com-
dalla scheda FlashCard su disco Clik!, il trolla il lettore delle schede Flash. pactFlash e SmartMedia) e capace di dia-
software crea una nuova cartella per evita- Un altro accessorio denominato Parallel logare con un parco macchine molto vasto,
re di sovrascrivere le foto precedenti. È un Port Dock consente di collegare il lettore che spazia dai computer palmari, alle gros-
dispositivo estremamente interessante per di Clik! alla porta parallela del PC ed allo se WorkStation grafiche e addirittura con
il fotografo che opera lontano da casa e non stesso tempo ricaricare la batteria. la quasi totalità delle fotocamere digitali
dispone di un computer portatile, ma ha un Attraverso un cavo con connessione Pc- attualmente in commercio. Rimane la man-
limite: il lettore non può trasferire quantità Card è possibile unire il lettore di Clik! ad canza di compatibilità verso le Memory
di foto eccedenti i 40Mb e, se si opera con un computer portatile o ad un palmare prov- Stick, che hanno però una diffusione an-
una scheda CompactFlash da 48Mb e la si visto di sistema operativo Windows CE. cora limitata. Una sua grande forza è il prez-
satura di immagini, queste non possono poi Anche se non è un fattore discriminante per zo molto contenuto in confronto a quelli di
venir trasferite sul disco Clik!; bisogna as- una periferica come questa, la velocità di CompactFlash e SmartMedia.
sicurarsi di non eccedere mai la quantità trasferimento è risultata accettabile: una Valerio Pardi
SOFTWARE

IPIX, AL CENTRO
DEL MONDO
Ipix è un software speciale che consente di creare immagini
dando l’impressione di ruotare all’interno di una sfera.

È ormai ampiamente nota, nel mondo del-


la fotografia digitale, la facilità con la qua- Wizard ha un codice
le si possono “incollare” affiancate tra lo- Wizard è il nome del software che con-
ro diverse fotografie per ottenere spetta- sente di creare un’immagine nel nuovo
colari riprese panoramiche. Riprese che formato Ipix, di visualizzarla sul monitor
poi possono essere fatte “scorrere” sul mo- del computer come applicazione multi-
nitor del computer semplicemente spo- mediale. Ma attenzione: non consente di
stando il mouse. salvarla su hard-disk per utilizzarla poi
Ebbene, il sistema Ipix fa di più. Si tratta sul proprio sito Internet, oppure per tra-
di un software apposito, battezzato Wi- sferirla su di un dischetto floppy, su un
zard e adatto a Macintosh o a Windows, CD-Rom o come screen-saver. Infatti, fi-
che consente di incollare tra loro due ri- no alla “prova d’immagine” a video la di-
prese emisferiche realizzate con un obiet- sponibilità di Ipix è sostanzialmente gra-
tivo fish-eye. Adottando il sistema Ipix si tuita ed il nuovo prodotto informatico si
avrà quindi a video l’impressione di tro- paga con una formula di utilizzo insolita:
varsi al centro di una sfera e di poter guar- per Ipix vengono infatti vendute delle
dare l’ambiente circostante in tutte le di- La Nikon Coolpix 950 con aggiuntivo fish- “chiavi di registrazione” (cioè dei codi-
rezioni: spostare il mouse infatti “orien- eye e dispositivo Rotator Ipix, per eseguire ci) che sono i soli dispositivi in grado di
terà” la visione in tutte le possibili viste, due riprese da unire a sfera. consentire di “salvare” permanentemen-
a destra e sinistra come per una normale te l’immagine speciale costruita.
panoramica ma anche sopra, sotto, all’in- dale di rotazione dell’obiettivo. A questo Le “chiavi software” possono essere ac-
dietro, così come è consentito dall’uso del scopo viene fornito, come pezzo chiave quistate in confezioni multiple (L.354.000
fish-eye. nel corredo Ipix, l’accessorio Rotator: si per sei chiavi, cioé quanto serve per sal-
Per ottenere le due immagini di partenza tratta di una staffa sulla quale agganciare vare sei immagini elaborate con il siste-
naturalmente occorrerà un’attrezzatura la fotocamera con fish-eye, sagomata per ma Ipix). Sono naturalmente fornite an-
adeguata: ad esempio una fotocamera far rispettare al gruppo le condizioni geo- che soluzioni professionali con l’offerta
Nikon Coolpix 700, 800 o 950, equipag- metriche di ripresa utili per realizzare al di 12, 24, 36 chiavi Wizard.
giata di aggiuntivo fish-eye. In più, per meglio l’effetto.
garantire la coincidenza dei bordi delle La parte software del sistema Ipix è co- Una nuova visione
due riprese e quindi un effetto realistico, stituita da due dischetti CD-Rom, nei qua- La spettacolarità del sistema Ipix è ele-
sarà indispensabile operare su treppiede li è contenuto il programma base Wizard vata ed è certamente sorprendente, per i
(un qualsiasi treppiede di quelli sul mer- e diversi software, Multimedia Tools, Xtra “visitatori”, imbattersi in un sito Internet
cato). Ma soprattutto fare in modo che, al for director, Development kit, che sono che si presenta con un’immagine fuori del
momento della rotazione della macchina applicazioni aggiuntive evolute non indi- comune. Insomma: Ipix è una bella op-
per realizzare la seconda immagine, il cen- spensabili per la creazione e l’impiego di portunità per stupire ed è insolito entrare
tro di rotazione coincida con il punto no- un’immagine Ipix. in un sito Internet che si lascia esplorare
Le immagini Ipix si possono apprezzare solo “muovendosi dentro di esse”, sul moni-
tor del computer. Ipix ha anche un apposito sito Internet che consigliamo di visitare:
www.nital.it/ipix

La staffa Rotator, vista di profilo: consen-


te di portare l’asse di rotazione “nell’o-
biettivo”.

Per generare un’immagine Ipix


in definitiva sono necessari:
• Una fotocamera digitale, es. Nikon
Coolpix 700, 800 o 950
• Un convertitore ottico fish-eye per es-
sa (Nikon FC-E8)
• Un treppiede con attacco standard (3/4
di pollice o 1/4 di pollice)
• Accessorio Ipix Rotator per
700/800/950, a seconda della fotoca-
mera impiegata
• Software Wizard o Builder (fornito in
dotazione con il Rotator)
• Chiave software per memorizzare Ipix
(taglio minimo 6 pezzi)
• Un personal computer IBM compati- Coolpix 700 con set pile Energizer L. 1.498.000
bile o Mac Coolpix 950 con set pile Energizer L. 2.398.000
FC-E8 aggiuntivo ottico fish-eye L. 583.000
(eventuale adattatore per Coolpix 700) L. 29.000 I PREZZI
in lungo e in largo in tutte le possibili di- Ipix Rotator (per Coolpix 700 + Wizard (upgrade kit) L.349.000
rezioni: i fotografi incaricati di allestire Ipix Rotator (per Coolpix 950 + Wizard (upgrade kit) L.349.000
professionalmente immagini innovative, Ipix SW Multimedia Tools L. 449.000
capaci di colpire l’osservatore, per clien- Ipix SW Xtra for director L. 449.000
ti che chiedono di preparare siti Internet Ipix SW Development kit L. 7.490.000
“diversi”, ne dovranno tenere conto. Ipix 6 chiavi Wizard L. 354.000
Sulle pagine della rivista non è possibile
giocare con la terza dimensione e quindi Ipix è distribuito da: Nital spa, via Tabacchi 33, 10132 Torino, tel. 011/8996804; fax
rendere ragione pienamente dell’effetto 011/8996225; infoipix@nital.it
di Ipix ma assicuriamo che la spettacola-
rità e l’effetto “novità” sono certi. La na- sa sia una strada interessante da esplora- mente ed esclusivamente virtuali, che “esi-
scita di prodotti di questo tipo ci spinge re per meglio capire il mondo dell’imma- stono” solo sullo schermo del computer.
anche ad una considerazione: diviene sem- gine, ecco che si accentua la sua diversità La seconda come alfiere di una qualità
pre più evidente come la fotografia digi- rispetto alla fotografia analogica. Le due elevatissima magari per prodotti editoria-
tale sappia sviluppare sue strade origina- specialità saranno destinate a convivere: li di qualità.
li, di realizzazione e di fruizione delle im- la prima con la “marcia in più” della pos-
magini, e mentre non c’è dubbio che es- sibilità di giocare con visioni assoluta- M.C.
TEST

LETTORE MULTICARD
LEXAR USB
Con la diffusione di diversi standard di memoria è necessario dotarsi
di appositi lettori in grado di leggere le diverse schede. Lexar Media ha in catalogo
un interessante lettore multi-formato che permette di trasferire sia su Mac
che su PC i dati contenuti nelle schede CompactFlash, SmartMedia e PC Card.

Le Compact-
Flash di nuova
generazione, ri-
spetto a quelle
precedenti, ri-
portano le scrit-
te 8x e USB
Enabled.

Il nuovo lettore USB Lexar con le schede di memoria di ultima generazione.

Può essere considerato un lettore univer- che possibile collegarlo indifferentemen- scrivendo (spia rossa).
sale di schede di memoria per le fotoca- te ad un computer PC o ad un Mac. L’unico cavo necessario per il funziona-
mere digitali, in quanto il nuovo Lexar- È molto compatto e si presenta di un co- mento è quello USB, che fornisce anche
Media Reader USB è in grado di ricono- lore viola semitrasparente che lascia in- l’alimentazione; non è necessario quindi
scere tutte le più diffuse schede Com- travedere i componenti interni. Due Led un alimentatore esterno. Ciò sarà gradito
pactFlash, SmartMedia e PC Card; non avvertono che è inserita una scheda (spia ai possessori di computer portatili, che in
solo, grazie alla connessione USB è an- verde) e che l’apparecchio sta leggendo o questo modo potranno operare più facil-
IL TEST
Per testare i lettori e le schede CompactFlash abbiamo utilizzato un PC dotato di processore Pentium II 233 MHz, 96Mb di RAM
e Windows 98 prima edizione e un portatile Acer modello 503T sempre con 96Mb di RAM e Windows98 prima edizione.
Tutte le misurazioni sono state effettuate tre volte riavviando il sistema operativo ogni volta, per evitare che alcuni test venisse-
ro falsati dai dati precedentemente memorizzati nella cache. Il risultato è la media delle tre misurazioni.

TEST PRESTAZIONI LETTORE USB TEST PRESTAZIONI ADATTATORE


24 file in formato jpg per una dimensione totale di 29.9Mb COMPACT FLASH SU SLOT PCMCIA
A numeri inferiori corrispondono a prestazioni superiori. 24 file in formato jpg per una dimensione totale di 29.9Mb
A numeri inferiori corrispondono a prestazioni superiori.
CompactFlash 32Mb 8x Tempi
Scrittura sulla scheda 80s CompactFlash 32Mb 8x Tempi
Spostamento da scheda a PC 61s Scrittura sulla scheda 30s
Spostamento da scheda a PC 25s
CompactFlash 32Mb 4x Tempi
Scrittura sulla scheda 105s CompactFlash 32Mb 4x Tempi
Spostamento da scheda a PC 63s Scrittura sulla scheda 37s
Spostamento da scheda a PC 25s
SmartMedia 32Mb Tempi
Scrittura sulla scheda 360s
Spostamento da scheda a PC 75s

Il nuovo lettore per schede di memoria. L’adattatore per le CompactFlash.

mente sul campo. me un tradizionale disco removibile e vi USB da 8x e l’abbiamo testata verifican-
Nuove anche le schede CompactFlash che si può accedere da Gestione Risorse del do i tempi di scrittura e di spostamento di
incorporano il software necessario per dia- computer. 24 immagini in formato Jpeg per una di-
logare con i lettori di schede su porta USB Le istruzioni di istallazione sono redatte mensione complessiva di 29.9Mb. Il dato
e che, secondo le specifiche, sono anche discretamente, ma sono solo in lingua in- più importante è il tempo di spostamento,
più veloci rispetto alla generazione pre- glese. Spiegano con precisione i passi da ovvero il tempo impiegato a trasferire al
cedente (8x contro i 4x dei modelli pre- eseguire durante l’installazione sia su PC computer le immagini contenute nella
cedenti). che sui Mac. Una breve guida finale spie- scheda.
ga come risolvere i problemi più comuni Per verificare l’incremento delle presta-
Installazione che si potrebbero presentare. zioni abbiamo fatto la stessa prova utiliz-
Per l’installazione è necessaria, oltre al zando una scheda CompactFlash Lexar da
CD-Rom incluso nella confezione, una Le prestazioni 32Mb di generazione precedente (4x) e
card di memoria compatibile USB. Per cui La connessione USB dovrebbe permette- con una scheda SmartMedia sempre da
diventa obbligatorio l’acquisto di una Card re, in teoria, una velocità massima di tra- 32Mb.
aggiuntiva (CompactFlash, SmartMedia sferimento dei dati intorno a 1.5 Mb/s. Ta- I dati ottenuti mostrano un tempo in let-
o PCCard) dotata di compatibilità USB le velocità difficilmente viene raggiunta tura simile per le due schede Compact-
(solamente i modelli Lexar più recenti). nell’uso quotidiano e quindi abbiamo de- Flash e sensibilmente maggiore per la
Per l’installazione bisogna prima carica- ciso di sottoporre ad un breve test la pe- scheda SmartMedia.
re il software contenuto nel CD-Rom for- riferica per verificare nell’uso pratico qua- Le differenze sono risultate più evidenti
nito a corredo e solamente in un secondo li siano i tempi reali di trasferimento del- con il test in scrittura: qui la scheda Com-
tempo collegare fisicamente il lettore al le immagini dalla scheda di memoria al pactFlash di nuova generazione (8x) ha
computer. Se si segue questa piccola av- computer. mostrato una velocità decisamente mag-
vertenza non insorgono problemi. Il let- Abbiamo utilizzato una scheda Compact- giore rispetto a quella 4x, mentre la sche-
tore viene visto dal sistema operativo co- Flash LexarMedia da 32Mb compatibile da Smartmedia ha evidenziato tempi in
L’inserimento delle schede SmartMedia avviene tramite una picco-
la fessura situata sotto lo slot PCMCIA per le PC Card.

SPECIFICHE TECNICHE
Memorie compatibili: Compact Flash,
Smart Card, Ata Card
Connessione: porta USB
Transfer rate: fino 1.5 Mb/sec
Alimentazione: autoalimentato Il lettore di schede di memoria Lexar USB.
Requisiti di sistema: Windows 98,
MacOS 8.5

scrittura molto alti, mettendo in risalto la pshot e verrà analizzato in dettaglio nel
PREZZI diversa tecnologia utilizzata e le limita- prossimo numero della rivista.
zioni di una costruzione e progettazione, Il lettore che presentiamo questo mese
LexarMedia Reader USB: L. 240.000 mirata esclusivamente alla miniaturizza- punta invece sulla indubbia facilità d’e-
zione. sercizio. Comoda la presenza di un solo
Schede USB: Abbiamo confrontato questi dati con quel- cavo che evita la necessità di un secondo
Compact Flash 8Mb 114.000 li di un lettore Lexar tradizionale per Com- per l’alimentazione; inoltre consente la
Compact Flash 16Mb 165.600 pactFlash su porta parallela. Sorprenden- connessione a caldo al PC, ovvero senza
Compact Flash 32Mb 285.600 temente i risultati sono stati simili rispet- la necessità di spegnerlo e riaccenderlo.
Compact Flash 48Mb 381.600 to al nuovo lettore su USB. Oltre ad essere uno strumento compatibi-
Compact Flash 64Mb 540.000 L’ultimo test l’abbiamo eseguito inseren- le con tutte le schede, il nuovo lettore è
Compact Flash 80Mb 672.000 do le schede CompactFlash e relativo adat- compatibile sia con il mondo Mac che con
Compact Flash 16Mb USB 4x 174.000 tatore in uno slot PCMCIA di un compu- quello PC.
Compact Flash 32Mb USB 4x 300.000 ter portatile. I tempi di trasferimento con Infine le dimensioni sono talmente conte-
Compact Flash 48Mb USB 4x 420.000 questa configurazione sono stati i miglio- nute che è possibile portarlo sempre con
Compact Flash 64Mb USB 4x 552.000 ri delle tre configurazioni testate; sia in sè in una normalissima borsa, magari quel-
Compact Flash 80Mb USB 4x 696.000 scrittura che in lettura abbiamo registrato la del proprio portatile.
Compact Flash 16Mb USB 8x 204.000 tempi dimezzati. Le nuove schede CompactFlash da 8x han-
Compact Flash 32Mb USB 8x 348.000 no mostrato prestazioni superiori rispetto
Compact Flash 48Mb USB 8x 492.000 Valutazioni ai modelli da 4x solamente in scrittura e
Compact Flash 64Mb USB 8x 648.000 Il nuovo lettore USB ha il grosso punto di comunque con un rapporto inferiore a 2:1,
Compact Flash 80Mb USB 8x 792.000 forza nella capacità di leggere diversi stan- valore che ci si aspetterebbe passando da
Compact Flash 128Mb USB 8x 1.116.000 dard di memoria. La velocità, pur suffi- una scheda 4x ad una 8x.
Compact Flash 160Mb USB 8x 1.536.000
ciente, non brilla: solo 500 Kb/s; per chi Decisamente efficiente ed economico l’u-
Compact Flash 160Mb USB 10x 2.040.000
volesse sfruttare al massimo le potenzia- tilizzo delle porte PCMCIA con relativo
lità di velocità del collegamento USB, adattatore per scaricare le immagini sui
Distribuzione: Panware, Via Scali Do-
Lexar ha in catalogo un lettore specifico, computer che ne sono dotati (normalmente
gana D'Acqua 39, 50122 Livorno.
Tel. 0586.829833, fax 0586.219090. capace di leggere solamente le schede i soli computer portatili).
Sito Internet: www.panware.it CompactFlash, ma più veloce nel trasfe-
rimento delle immagini; si chiama Jum- ❐
IN PROVA

LETTORE PER
TRASPARENZE,
MA NON SOLO
Il Soligor LT-45 trasforma uno scanner piano in scanner per trasparenti.
Ma può diventare anche un visore per dia o un illuminatore.

Il Soligor LT-45 permette di acquisire


negativi e diapositive da scanner pia-
ni non predisposti per le trasparenze.

Gli scanner piani sono gli strumenti più Come funziona L’area in cui porre gli originali trasparenti
economici per avvicinarsi al mondo della Esternamente sembra un tradizionale vi- da acquisire è delimitata da una maschera
fotografia digitale. I prezzi partono dalle sore per diapositive, ma in realtà è un adat- che va appoggiata sul piano dello scanner.
99.000 in su; i modelli più economici di so- tatore per scanner piani che permette di ac- L’adattatore per trasparenze riceve energia
lito dispongono di una risoluzione mode- quisire negativi e diapositive fino al for- da un piccolo trasformatore esterno da 12V
sta (300 o 600 dpi), driver di gestione sem- mato 137x110mm. (0.5 A).
plificati e una velocità di acquisizione non Esternamente misura circa 18x14cm con Diciamo subito che la qualità dei risultati
elevatissima, ma soprattutto non possono uno spessore inferiore a 3 cm ed è di colo- è inferiore a quella delle scansioni effet-
montare i lettori per le trasparenze di cui re grigio antracite; per farlo funzionare è tuate sia con gli scanner dedicati per dia-
invece dispongono i modelli superiori. sufficiente appoggiarlo sul piano dello scan- positive, che con quelli piani con suppor-
Anche gli scanner piani di qualche anno fa ner ed accenderlo. La forte luce prodotta to per i trasparenti nativo; ma se le diffe-
non sempre offrivano la possibilità di un dal dispositivo supera in intensità quella renze con i primi sono abbastanza eviden-
adattatore per le trasparenze e in alcuni ca- dello scanner e permette la scansione di ori- ti, con gli altri scanner piani la differenza
si, anche se disponibile, il prezzo ne scon- ginali trasparenti come diapositive e nega- si assottiglia. E se la risoluzione del nostro
sigliava l’acquisto, dato che la qualità ot- tivi. scanner piano dotato di adattatore Soligor
tenibile era abbondantemente inferiore a Non occorre né installare software ag- è adeguata, la qualità è equivalente.
quella di un buon scanner per pellicola. giuntivo, né indicare allo scanner che si sta A differenza degli scanner piani dotati di
Soligor ha recentemente inserito a catalo- procedendo all’acquisizione di trasparen- coperchio per le trasparenze, usando l’a-
go un accessorio che sulla carta dovrebbe ti; si effettua la scansione in modo tradi- dattatore Soligor non si spegne la luce del
risolvere questo problema. L’abbiamo pro- zionale, come se si stesse acquisendo un piano dello scanner; ciò abbassa il contra-
vato e abbiamo scoperto che… originale opaco. sto, ma nel caso di acquisizione di diapo-
L’LT-45 si può trasformare anche in mini bank
per le fotografie di piccoli oggetti o come pan-
nello di schiarita (la temperatura di colore di
5000K lo rende compatibile con la luce diurna,
con una leggera venatura calda). Ideale anche
con le fotocamere digitali che possono imposta-
re il bilanciamento del bianco esattamente sulla
temperatura di colore dell’LT-45 e eliminare qual-
siasi dominante cromatica. L’intensità luminosa
è sufficiente per illuminare correttamente soggetti
fino a 30-40cm ma senza pretendere di utilizzare
tempi di scatto talmente veloci
da evitare l’uso del cavalletto;
Un grande vantaggio dell’LT-45 è la possi- quindi la necessità di alimenta-
bilità di essere impiegato anche per altri sco- re l’LT-45 con la rete elettrica
pi, cosa impossibile con i lettori per le tra- non ne fa una grande limitazio-
sparenze dedicati agli scanner. ne.
La funzione più logica è come visore per dia-
positive: l’elevata luminosità e l’uniformità
di illuminazione ne fanno un modello di pre-
stazioni elevate. Le dimensioni sono ridotte
e la lampada non scalda eccessivamente.
Il risultato di una piccola gio-
stra (10cm) fotografata in digi-
tale ed illuminata con il Soligor
LT-45.

sitive si tratta di un vantaggio, in quanto le un rapido sviluppo negli ultimi anni e ciò In base a quanto detto è evidente che gli
immagini risultano più morbide. ha prodotto, da un lato, scanner di qualità scanner piani più datati non sono l’ideale
Con un qualsiasi programma di fotoritoc- sempre migliore, dall’altro ha reso obsole- per la scansione di trasparenti in generale,
co è poi possibile “aggiustare” le immagi- ti i modelli di solo una o due generazioni e in particolare per il formato 135, che ri-
ni acquisite, in modo da renderle tutte più precedenti (1 o 2 anni). È facile intuire che chiede successivi ingrandimenti, dato che
uniformi, sia per contrasto che per corre- 4 o 5 anni sono un arco temporale notevo- 600 dpi sono insufficienti per mantenere
zione cromatica. le per il mondo dell’informatica ed è com- una buona risoluzione in stampa anche per
prensibile che i risultati forniti da prodotti i formati più piccoli (10 x15 cm).
La prova così “vecchi” siano visibilmente inferiori a Scansioni di questo tipo sono comunque
Abbiamo provato il Soligor LT-45 con scan- quelli dei prodotti più recenti. più che sufficienti per applicazioni quali
ner diversi per fascia di prezzo ed “età”. I punti critici sono la nitidezza delle im- immagini da utilizzare solamente a video,
Le differenze che abbiamo rilevato sono magini, la risoluzione, la ristretta gamma da inserire per esempio in un database per
prodotte dalla risoluzione e dalla qualità tonale e il rumore di fondo avvertibile nel- avere una anteprima delle fotografie cata-
delle ottiche degli scanner; sono differen- le zone scure dell’immagine. La nitidezza logate, o per effettuare qualche rapida stam-
ze che quindi non dipendono dall’adatta- richiede ottiche di qualità ed una precisio- pa in formato 10x15 o semplicemente per
tore Soligor. ne meccanica tale da consentire lo sfrutta- provare ad usare un programma di fotori-
La luminosità dell’LT-45 è molto unifor- mento completo delle ottiche; buone pre- tocco, per verificare le potenzialità della fo-
me, con differenze massime comprese en- stazioni in questo ambito sono difficilmente tografia digitale. Decisamente migliori in-
tro 1/3 EV, in pratica trascurabili. riscontrabili in scanner di 4 o più anni, ven- vece i risultati che si possono ottenere con
Con gli scanner di produzione più recente duti (in quel periodo) a cifre inferiori al mi- gli scanner più recenti, anche con modelli
i risultati sono indubbiamente validi, men- lione di lire. La risoluzione massima dei economici.
tre qualche problema lo abbiamo riscon- sensori di quel periodo arrivava a 600 dpi, In linea di massima consiglieremmo l’a-
trato con i modelli che hanno più di 4 an- e solo sui modelli più costosi, la norma era dattatore ai possessori di scanner piani con
ni. 300 dpi; le prestazioni in termini di gam- risoluzione di 1200 dpi e a 12 bit per cana-
Le tecnologie impiegate nel mondo dei sen- ma tonale e rumore di fondo erano limita- le; con questa configurazione si ottengono
sori digitali (CCD e CMOS) hanno avuto te dalla tecnologia allora disponibile. risultati di qualità più che discreta.
Prima di effettuare le scansioni di trasparenti occorre appoggiare Dal driver dello scanner è possibile controllare, con la funzione an-
sul piano dello scanner una maschera che delimita la zona illumi- teprima, il corretto posizionamento delle diapositive e procedere
nata dal coperchio per i trasparenti, All’interno di questa area van- successivamente con la scansione.
no posti gli originali da acquisire. L’area di scansione è di 137x110mm,
sufficiente a coprire i negativi piani dei banchi ottici 4x5.

L’LT-45 in funzione con


uno scanner piano non
dotato di lettore per le
Questo è il risultato di una scansione trasparenze.
effettuata con uno scanner del ’95/96
con risoluzione massima di 300x600dpi.
La qualità è piuttosto bassa, ma suffi-
ciente per stampe di piccole dimensio-
ni o da utilizzare in internet o per po-
sta elettronica.

Altre applicazioni bilità di alimentare l’LT-45 anche con un


Un grande vantaggio dell’LT-45 è la pos- set di batterie (magari ricaricabili); in que- QUANTO COSTA:
sibilità di essere impiegato anche per altri sto modo lo si potrebbe utilizzare anche sul LT-45 L. 180.000
scopi, cosa impossibile con i lettori per le campo. In macrofotografia si rivelerebbe
trasparenze dedicati. un accessorio molto utile per schiarire ed Distribuzione: il Fotoamatore, via Di
La funzione più immediata è quella di vi- illuminare in modo morbido e uniforme il Mezzo 67, 56030 Fabbrica (PI).
sore per diapositive; l’elevata luminosità e soggetto. Tel. 0587.697147
l’uniformità di illuminazione ne fanno un Per chi volesse provare, con un piccolo in-
modello dalle prestazioni particolarmente tervento artigianale si può risolvere il pro-
elevate. Le dimensioni sono ridotte e la blema: è sufficiente collegare un set di bat-
lampada non scalda eccessivamente. terie in modo che forniscano 12V al pic- CARATTERISTICHE
L’LT-45 si può trasformare anche in mini colo jack posto sull’LT-45 in prossimità del TECNICHE:
bank per le riprese di piccoli oggetti o co- pulsante di accensione.
me pannello di schiarita; la temperatura di Dimensione area illuminata
colore di 5000K lo rende compatibile con Conclusioni
per le acquisizioni: 137x110mm
la luce diurna, con una leggera venatura L’adattatore Soligor ci è parso uno stru-
calda. È ideale per l’impiego con le foto- mento semplice, ma abbastanza efficace; Luminanza: 5000 +/-500 cd/m2
camere digitali che possono impostare il il prezzo non è proibitivo e consente di pro- Uniformità distribuzione
bilanciamento del bianco sulla stessa tem- vare ad importare le proprie dia nel com- luminosa: > 95%
peratura di colore dell’LT-45, eliminando puter con uno scanner economico; in que-
così qualsiasi dominante cromatica. sto modo è possibile verificare i vantaggi Temperatura di colore: 5000 K
L’intensità luminosa è sufficiente per illu- che ne derivano, magari in attesa di uno Compatibile con tutti gli scanner piani
minare correttamente soggetti fino a 30- scanner specifico per diapositive. tranne i modelli dotati di tecnologia Ca-
40cm, ma senza pretendere di utilizzare Inoltre può essere utilizzato con ottimi ri- non LIDE (CanoScan N650U e
tempi di scatto talmente veloci da evitare sultati come visore per le diapositive o co- N1220U)
l’uso del cavalletto; quindi la necessità di me mini-bank. Unica nota negativa è l’im-
alimentare l’LT-45 con la rete elettrica non possibilità di alimentare l’LT-45 a pile. Alimentatore da 12V
costituisce una grande limitazione.
Abbiamo sentito la mancanza della possi- Valerio Pardi
TEST

LEXAR JUMPSHOT
SUPERVELOCE

Per gli utilizzatori


di fotocamere
dotate di schede
CompactFlash,
Lexar propone
un lettore su
porta USB
particolarmente
pratico,
veloce e
poco costoso.
Il JumpShot collegato ad un computer portatile.

Si chiama JumpShot ed è un lettore di sche- mo analizzato un lettore compatibile con Enable inserita nel lettore per la corretta
de CompactFlash; a differenza dei lettori tre diversi standard: CompactFlash, Smart- procedura di installazione. Non abbiamo
tradizionali, il Jumpshot è molto più pic- Media e PCCard. Si è dimostrato affidabi- notato inconvenienti di nessun tipo pro-
colo; è formato da un cavo USB recante ad le, ma non velocissimo. Ora, il JumpShot vandolo su più PC con configurazioni di-
una estremità uno slot per le schede Com- si candida come unità più specializzata, leg- verse.
pactFlash. È stato possibile creare un let- ge solo le CompactFlash, ma è molto più
tore così piccolo integrando parte del con- veloce. L’utilizzo
troller USB direttamente all’interno delle Il cavo JumpShot può essere sempre man-
schede CompactFlash. Infatti questo parti- L’installazione tenuto inserito nella presa USB del com-
colare lettore può funzionare solamente con Assieme al cavo JumpShot vengono forni- puter, oppure solo quando si voglia trasfe-
le schede USB Enable, ovvero quelle sche- ti i driver per far riconoscere la periferica rire le immagini al computer. Se non vie-
de progettate per essere compatibili ed in- al sistema operativo, che deve essere ne- ne inserita una card nell’apposita fessura,
tegrare un controller USB. Con le altre sche- cessariamente Windows98 o superiore, op- il sistema operativo non riconosce il letto-
de, schede di altri produttori o vecchie sche- pure un Macintosh con sistema operativo re. Però, non appena si inserisce una card,
de Lexar non USB Enable, non è possibi- MacOs 8.5 o superiore. Non sono suppor- da gestione risorse di Windows98 è subito
le utilizzare il cavo Jumpshot. tati né Windows95 né Windows NT. L’in- visibile come un disco rimovibile su cui si
Abbiamo già visto che Lexar ha in catalo- stallazione dei driver va effettuata sola- possono eseguire tutte le operazione clas-
go diversi accessori per facilitare il trasfe- mente la prima volta che si collega il let- siche di Windows: copia, cancella, trasci-
rimento delle immagini dalle schede di me- tore JumpShot al computer ed è necessa- na, scrivi. Davvero notevole la velocità che
moria al computer. Il mese scorso abbia- rio avere una scheda CompactFlash USB raggiunge, quasi il limite massimo teorico
Il cavo Jumpshot

A fianco dello slot


per la scheda Com-
pactFlash, compati-
bile anche con il ti-
po II, è visibile il
Led che segnala il
corretto funziona-
mento della scheda
inserita.

Il Cavo USB

Presa USB

LA VELOCITÀ DELL’USB La velocità di trasferimento, pur non essendo elevatissima re-


sta comunque su livelli più che decorosi. Di seguito sono mo-
strate le velocità di trasferimento massime supportate dai vari
standard:
Standard: Mb/s
Spesso si legge che le nuove periferiche dotate di connessio- Porta seriale: 0.014
ne USB dovrebbero offrire velocità di trasferimento dati su- Porta parallela standard: 0.115
periore. Bisogna però verificare rispetto a quale altra connes- Porta parallela ECP/EPP: 3
sione ci si sta confrontando. Sui PC più vecchi ci sono so-
stanzialmente due porte di comunicazione: seriale e parallela USB: 1.5
,che tuttora permangono anche sui PC più moderni. Rispetto SCSI-II: 10
alla connessione seriale, l’USB risulta notevolmente più velo- UW SCSI: 40
ce, ma se la si paragona alla velocità massima teorica della por- IEEE-1394 (FireWire): da 12.5 a 50
ta parallela in configurazione ECP/EPP, ovvero la più evoluta
WU3 SCSI: 160
e veloce, si ha una differenza di prestazioni a favore della con-
nessione parallela in un rapporto di 2:1. Quindi la connessio- Vediamo come la porta USB non sia velocissima in assoluto ma
ne USB, introdotta ormai più di 2 anni fa su tutti i computer permetta un buon salto di prestazioni rispetto alla porta seriale
PC e sui nuovi Mac, non offre quel salto prestazionale che ci e alle prime implementazioni della porta parallela.
si potrebbe aspettare da una innovazione tecnologica come una I lati negativi sono davvero pochi. Il più sentito è certamente la
nuova porta di comunicazione che ne rimpiazza una vecchia mancanza di supporto di questo standard per i sistemi operativi
di più di 10 anni, che sono una vera e propria era per l’am- più datati (ma non solo): infatti, se Windows98, 2000 e MacOs
biente informatico. 8.5 hanno il supporto per le periferiche USB, altrettanto non si
I vantaggi dell’USB sono altri. Innanzi tutto la facilità di con- può dire per Windows 3.1, 3.11, 95, NT3.5 e NT 4.0. Il 27 apri-
nessione. Si può collegare la periferica anche a computer ac- le di quest’anno sono state definite ufficialmente le specifiche
ceso. Ciò è particolarmente utile con i lettori di schede di me- tecniche del nuovo standard USB, definito come USB 2.0. Il
moria rimovibili, che possono così essere inseriti solamente al gruppo di costruttori che hanno partecipato allo sviluppo sono
momento di scaricare le immagini. È possibile utilizzare con- state: Compaq, Hewlett-Packard, Intel, Lucent, Microsoft, Nec
temporaneamente più di una periferica dotata di connessione e Philips. Rispetto allo standard USB attuale, ovvero il 1.1, il
USB. In linea teorica si può arrivare ad averne 127 collegate nuovo 2.0 porterà la velocità massima di trasferimento dati da
tutte allo stesso PC, mentre la porta seriale si ferma a 4 e la pa- 1.5Mb/s alla strabiliante velocità di 60Mb/s; più di quaranta vol-
rallela a 2 sole periferiche con, in aggiunta, qualche problema te la velocità attuale. Ciò permetterà di ampliare le possibilità di
di gestione delle stesse. utilizzo di questa porta di comunicazione, per esempio, anche
Se le richieste di consumi non sono elevate (5V, 500mA), la per impieghi più gravosi come l’elaborazione digitale di imma-
periferica USB può prendere l’alimentazione direttamente dal gini, filmati o l’utilizzo di più periferiche contemporaneamente
cavo USB senza il bisogno di un alimentatore esterno. senza influire negativamente sulle prestazioni.
TEST DI VELOCITÀ QUANTO COSTA
DEL LETTORE JUMPSHOT USB Cavo JumpShot 35.000
Compact Flash 16Mb Usb 4x 156.000
Per testare il lettori Jumpshot e le schede CompactFlash abbiamo utilizzato un Compact Flash 32Mb Usb 4x 271.000
PC dotato di processore Pentium II 233Mhz, 96Mb di RAM e Windows 98 pri- Compact Flash 48Mb Usb 4x 370.000
ma edizione e un portatile Acer modello 507T con 64Mb di RAM e Windows98 Compact Flash 64Mb Usb 4x 520.000
prima edizione. Compact Flash 80Mb Usb 4x 672.000
Tutte le misurazioni sono state effettuate tre volte, riavviando il sistema ope- Compact Flash 16Mb Usb 8x 174.000
rativo ogni volta per evitare che alcuni test venissero falsati dai dati preceden- Compact Flash 32Mb Usb 8x 294.000
Compact Flash 48Mb Usb 8x 420.000
temente memorizzati nella cache. Il risultato è la media delle tre misurazioni.
Compact Flash 64Mb Usb 8x 580.000
Compact Flash 80Mb Usb 8x 732.000
Le misure Compact Flash 128Mb Usb 8x 1.100.000
24 file per una dimensione totale di 29.9Mb Compact Flash 160Mb Usb 8x 1.500.000
CompactFlash 32Mb 8x USB Enable Compact Flash 160Mb Usb 10x 1.660.000
Tempo di spostamento da scheda a PC: 31s Compact Flash II 256Mb Usb 8x 2.300.000
Velocità di trasferimento: 1 Mb/s
Distribuzione: Panware, Via Scali Dogana
D'Acqua 39, 50122 Livorno. Tel. 0586.829833,
Il risultato ottenuto è molto positivo, il doppio della velocità del modello Com-
fax 0586.219090. marcella @panware.it.
bo di Lexar provato il mese scorso. www.panware.it

dell’USB che è di 1.5 Mb/s. Quando è in- chio il Jumpshot non è particolarmente van-
serita una card si accende un Led verde in taggioso, mentre se non si hanno ancora
prossimità della scheda CompactFlash. card può diventare un ottimo e flessibile
Mentre quando il computer sta scrivendo accessorio.
o leggendo dati dalla card, la spia lampeg-
gia e la scheda non può venire rimossa. CF Card USB
Abbiamo preso una Scheda CompactFla- Vediamo quindi i diversi tipi di card USB
sh LexarMedia da 32Mb compatibile USB Enable. Ce ne sono con capacità e presta-
da 8x e l’abbiamo testata verificando i tem- zioni diverse e di conseguenza di diverso
pi di spostamento di 24 immagini in for- prezzo. Si parte dal modello da 16Mb con
mato Jpeg per una dimensione complessi- velocità di scrittura di 4x, per arrivare al
va di 29.9Mb. Rispetto al lettore provato il modello da 160Mb e velocità di scrittura
mese scorso abbiamo rilevato tempi quasi di 10x. Le velocità indicate 4x, 8x e 10x
dimezzati; molto prossimi a quanto si ot- corrispondono rispettivamente a 600 Kb/s,
tiene utilizzando un adattatore per schede 1200 Kb/s e 1500 Kb/s.
PcCard, ma con una maggiore facilità d’u- Sono velocità calcolate in scrittura, quindi
tilizzo. quando si utilizza la card inserita nella fo-
tocamera, e non si riferiscono ai tempi di
Vantaggi e svantaggi lettura che possono essere anche molto dif-
Molti sono i vantaggi: iniziando dal prez- ferenti. Pertanto utilizzare una Card 10x
zo d’acquisto davvero irrisorio, meno di permetterà di avere meno tempi morti tra
40.000 lire. È un terzo di un classico letto- uno scatto e l’altro durante la ripresa, ma
re per schede CompactFlash su porta USB. non necessariamente abbrevierà anche i
L’estrema facilità d’utilizzo e la robustez- tempi di trasferimento delle immagini dal-
za che ha dimostrato durante i test lo ren- la scheda al PC. Lexar le garantisce com-
dono particolarmente indicato anche per un patibili con ogni periferica che utilizzi lo
uso sul campo, assieme ad un computer standard CompactFlash per memorizzare i
portatile. dati, ma sul sito del produttore si trova una
La velocità di trasferimento, con le card da lista di marchi con cui si è accertata la pie-
8x, si è rivelata molto elevata, pari a quan- na compatibilità: Agfa, Apple, Canon, Ca-
to ottenibile utilizzando un adattatore Pc- sio, Compaq, Diamond Rio, Dell, Epson,
Card ma, rispetto a quest’ultimo, è molto Fuji, Hewlett Packard, Hitachi, IBM, Ko-
più pratico. Ha solo un unico difetto: non dak, Konica, Minolta, Mitsubishi, NEC,
funziona con le card non USB Enable; ciò Nikon, Olympus, Panasonic, Polaroid, Ri-
significa che la card normalmente vendu- coh, Samsung, Sanyo, Sony, Toshiba,
ta con la fotocamera e tutte le card prece- UMAX, Vivitar and Yashica. Sono pro-
dentemente acquistate non potranno fun- duttori, non solo di fotocamere digitali ma
zionare con il JumpShot. Se si possiedono anche lettori MP3 e computer PC e Mac.
già diverse card CompactFlash di tipo vec- Valerio Pardi
TEST DIGITALE

Le fotocamere
Nikon e Canon
utilizzate per la
prova.

COMPACT FLASH
PIÙ VELOCI
Schede capienti e lettori veloci: sono le esigenze dei nuovi fotografi digitali.
Abbiamo provato la scheda CompactFlash da 32Mb
e il lettore CompactFlash Digital film Reader di Lexar,
una società americana della Sylicon Valley.

Capacità e velocità sono le caratteristiche Lexar, un innovativo produttore di schede I vantaggi di una elevata velocità di scrit-
più importanti per le schede di memoriz- Compact Flash, SmartMedia e relativi let- tura sono evidenti: permette di scattare più
zazione. tori, ha in catalogo prodotti che aumenta- rapidamente immagini in successione e di
Uno dei problemi maggiori per chi usa le no le possibilità delle fotocamere digitali. minimizzare i tempi d’attesa tra uno scat-
fotocamere digitali è la limitata autonomia, I prodotti Lexar sono caratterizzati da ele- to e l’altro.
sia delle Card di memoria per le immagi- vate prestazioni in termini di capacità e ve- Abbiamo provato una scheda Compact-
ni, sia delle batterie. Le schede di grande locità. Normalmente le schede Compact- Flash da 32 Mb e il lettore CompactFlash
capacità sono quindi realmente comode; Flash fornite a corredo con le fotocamere Digital film Reader.
non bisogna scaricare la fotocamera ogni digitali hanno una capacità che varia tra i
10-15 scatti e spesso quando si è in giro a 4 Mb e gli 8 Mb, una dimensione che spes- La scheda CompactFlash
fotografare non si ha la possibilità di farlo, so consente di memorizzare solo qualche Abbiamo provato le schede Lexar su foto-
a meno di non portarsi dietro un PC porta- scatto alla massima risoluzione. Lexar pro- camere digitali Nikon e Canon senza mai
tile. Se si sceglie una compatta digitale, per duce schede CompactFlash di dimensioni rilevare alcun tipo di inconveniente.
evitare di portarsi sulle spalle gli svariati fino a 64 Mb, con una velocità di scrittura La maggior capacità si è fatta subito ap-
chili di un corredo tradizionale, è impen- pari a 750Kb/s, quattro volte più veloce del- prezzare, soprattutto nelle fotocamere con
sabile che ci si voglia caricare di un com- le normali schede CompactFlash reperibi- un sensore da almeno 1.000.000 di pixel;
puter, anche se portatile. li sul mercato. la scheda standard da 4 Mb permette di me-
morizzare 6-7 fotografie alla massima ri-
soluzione, con la scheda Lexar da 32 Mb
la capacità sale a circa 40 immagini.
Il numero esatto varia in base ai soggetti
fotografati, in quanto dipende dalla com-
pressione delle immagini effettuata dalla
fotocamera; i soggetti che presentano va-
ste aree uniformi come il cielo, un muro,
consentono forti compressioni e in questi
casi si può quasi raddoppiare il numero di
fotografie memorizzabili.
Se è vero che anche Canon e Nikon forni-
scono schede di elevata capacità, la sche-
da Lexar è risultata più veloce.
Rispetto alla CompactFlash originale for-
nita con la fotocamera abbiamo misurato
guadagni di tempo tra uno scatto e l’altro
di circa il 20%.

Il lettore di CompactFlash
La novità più interessante, per sfruttare al
meglio le CompactFlash di grande capa- Questa l’icona che appare in Risorse del computer di Windows 95.
cità, è il lettore per porta parallela Com-
pactFlash Digital film. Nel caso si avesse
già connesso una stampante nell’unica por- REQUISITI DI SISTEMA
ta parallela presente nel PC, il lettore Lexar
presenta un’uscita passante per poter uti- Per poter utilizzare il lettore Lexar oc-
lizzare entrambi gli strumenti senza biso- corre un PC con processore 486 o supe-
gno di installare una seconda porta. riore, 16 Mb di Ram, 10 Mb liberi su
L’installazione del lettore si è dimostrata Hard-disk.
particolarmente facile. Per ottenere i migliori risultati è consi-
Durante le nostre prove non abbiamo ri- gliato un processore di classe Pentium,
scontrato malfunzionamenti dovuti alla pre- 32 Mb di Ram e 10 Mb liberi sull’hard-
senza simultanea della stampante e del let- disk.
tore Lexar; l’unica avvertenza è quella di
non utilizzare il lettore mentre si sta stam-
pando.
Il lettore Lexar non richiede alimentatori LA GAMMA DEI PRODOTTI LEXAR
separati in quanto preleva l’alimentazione
necessaria al suo funzionamento dalla pre- Lexar Media offre un’intera linea di prodotti per la registrazione di immagini di-
sa per la tastiera, ciò ne facilita l’utilizzo gitali che includono schede CompactFlash e SmartMedia. Sono disponibili anche
anche su computer portatili. lettori per schede e adattatori PC Card. Tutti i prodotti sono coperti da una garan-
Quando si inserisce una scheda Compact- zia di 5 anni e sono garantiti compatibili con tutte le fotocamere digitali in stan-
Flash nel lettore, questa la riconosce auto- dard CompactFlash e SmartMedia al momento sul mercato.
maticamente e viene vista dal sistema ope- Lexar ha testato le proprie schede con le fotocamere dei seguenti produttori: Ag-
rativo (Windows95-98 e NT) come un nor- fa, Apple, Canon, Casio, Epson, Fuji, Hewlett Packard, Kodak, Konica, Minolta,
male disco rimovibile. Mitsubishi, NEC, Nikon, Olympus, Panasonic, Polaroid, Ricoh, Samsung, Sanyo,
Come con un qualsiasi altro drive, si può Toshiba, Vivitar e Yashica.
leggere il contenuto, copiarlo, cancellarlo Per coloro che si avvicinano per la prima volta alla fotografia digitale Lexar Me-
e riscriverlo. dia offre degli Starter Kits sia per CompactFlash, che per le SmartMedia.
La velocità si è dimostrata all’altezza del- Il Kit comprende:
le dichiarazione di Lexar, circa 20 volte più 1 Scheda ad alte prestazioni (Compact Flash o SmartMedia)
veloce del tradizionale trasferimento seria- 1 libro (in inglese) sulla fotografia digitale intitolato: ”Teach Yourself Digital Pho-
le adottato dalla maggior parte delle foto- tography”
camere digitali. 5 pacchetti software per l’elaborazione e il miglioramento delle fotografie
Maggior velocità significa anche risparmio 1 tappetino per il mouse
delle pile della fotocamera che deve rima- 1 LENSPEN MiniPRO per pulire le ottiche e lo schermo LCD della fotocamera
nere accesa per tutto il tempo del trasferi- 4 Batterie stilo AA per la propria fotocamera digitale.
mento. Con il lettore Lexar possiamo ad-
dirittura spegnerla poiché la scheda si in-
serisce nel lettore e la fotocamera diventa
superflua.
Per informazioni ci si può rivolgere a: Lexar Media, 47421 Bayside Parkway,
Fremont, CA 94538. Tel. 001-510 413-1200, fax 001-510 440-3499.
Siti Web: www.digitalfilm.com; www.lexarmedia.com
Valerio Pardi
NOKIA 9110,
UN TELEFONO
PER FOTOGRAFI

La nuova SIM Card Super Power 16K di


TIM con cui è possibile utilizzare le fun-
zioni dei nuovi cellulari come il 9110.

Sulla base del telefono sono


posizionati da sinistra a de-
stra: la porta ad infrarossi,
la presa per l’alimentazione
Nokia 9110.
esterna e la ricarica della
batteria e la presa per la con-
L’alloggiamento della batteria (fi- nessione seriale.
no a 170 ore in stand-by) e della
scheda SIM.

La tecnologia nell’ambito delle telecomu- elettronica, di navigare in Internet, può es- l’ambito delle assicurazioni, in Giappone
nicazioni è in continua evoluzione; sembra sere un blocco d’appunti elettronico, un’a- sono state effettuate prove di trasmissione
siano passati dei secoli, eppure fino a non genda. Queste funzioni sono rese possibi- della documentazione degli incidenti at-
molto tempo fa i telefonini erano pesanti e li anche dalle nuove SIM Card Super Power traverso telefoni cellulari.
con molti limiti. Ora Nokia ha presentato 16K di Telecom Italia Mobile, disponibili Per questo motivo abbiamo voluto fare una
un telefono cellulare, Nokia 9110, che ci da aprile, che, grazie ad una quantità rad- sperimentazione diretta di questo telefono
ha incuriositi; ovviamente non scatta foto- doppiata di memoria interna, permettono e di come avviene la trasmissione delle im-
grafie, ma può gestirle e soprattutto spe- l’utilizzo di funzioni particolari e nuovi ser- magini. Come fotocamera abbiamo usato
dirle via e-mail ovunque. vizi. una Casio QV-7000 SX; Telecom Italia Mo-
Nokia lo definisce semplicemente: Com- Le applicazioni relative all’immagine pos- bile ci ha messo a disposizione una delle
municator; infatti oltre ad essere un nor- sono essere varie; pensiamo ad esempio ad nuove SIM Card. Nel box a parte vi mo-
male telefono cellulare può essere usato an- un reporter che deve inviare una fotogra- striamo passo passo tutta la procedura che,
che come fax, consente di gestire la posta fia importante; ed ancora sappiamo che nel- con un po’ di pratica, è molto semplice.
LA PROVA DI TRASMISSIONE DELLE IMMAGINI
Per la prova di trasmissione abbiamo utilizzato, oltre al Nokia
9110, la fotocamera Casio QV-7000 SX, con cui abbiamo scat-
tato le foto da inviare, e la nuova SIM Card fornita da TIM.

La prima fase è quella di trasmettere le immagini scattate con la


Casio al telefono; dal menù principale del 9110 selezioniamo la
funzione “Connettività Camera Digitale”

Sulla fotocamera si sceglie la fotografia da


spedire. Poi, sempre dal menù della fotocamera, si se-
leziona il protocollo Irtran-P, compatibile con
il Nokia, che permette di trasferire dati (file
Si posizionano gli apparecchi in modo che le
o immagini) attraverso la porta infrarossi sen-
porte di comunicazione ad infrarossi siano
za l’uso di cavi.
l’una di fronte all’altra, ad una distanza com-
presa tra i 10 e i 20cm.

Il trasferimento della fotografia parte in au-


tomatico e, man mano che la riceve, il telefono Il trasferimento dura da qualche secondo ad Trasferita la fotografia all’interno del cellu-
la visualizza sul monitor. un paio di minuti in base alla dimensione del- lare, è possibile ingrandire un particolare del-
l’immagine. l’immagine per verificare la qualità della fo-
tografia.

Inizia ora la fase della spedizione della foto-


grafia; si apre il menù Internet e si seleziona Chi ha pratica di posta elettronica non avrà Nel breve tempo di qualche minuto la foto-
e-mail. difficoltà: si immette l’indirizzo e-mail del de- grafia arriva all’indirizzo prestabilito, dove
stinatario, si allega la foto e si preme il tasto verrà in seguito scaricata e visualizzata sul
esegui. monitor del computer, per le successive fasi
di utilizzo.
Più che un telefono
PREZZI: Vediamo più a fondo le possibilità del Nokia
Il prezzo del Nokia 9110 è di L. 1.700.000 9110; abbiamo detto che consente di con-
Distribuzione: Nokia, via Di Vittorio 10, 20094 Corsico (MI). Tel. 024401341, fax sultare la posta elettronica, di inviare ri-
024471027. Sito Internet: www.nokia.it sposte, scrivere un memo, inviare un fax e
Il prezzo della Casio QV-7000 SX è di L. 1.560.000. Distributore: OpenGate, via scrivere una nota nella agenda elettronica.
Brodolini 30, 21046 Malnate (VA). Tel. 0332803111, fax 0332860781. Sito Inter- Quando si ricevono molti fax, è possibile
net: www.opengate.com memorizzarli nella Memory Card aggiun-
TIM: Centro Servizi Datel, c.p. 500, 88911 Crotone. Tel. 800-011777. tiva opzionale. La Memory Card è simile
Sito Internet: www.tim.it ad un dischetto dalle dimensioni di un fran-
cobollo con una capacità di 4Mb in cui si
possono memorizzare fax, file e immagi-
ni, o nuove funzioni, come un foglio elet-
tronico, una mappa, un dizionario.
I programmi per la gestione dell’agenda,
della rubrica e dei testi nel Nokia 9110
Communicator sono compatibili con Win-
dows e sono facili da sincronizzare con le
applicazioni del PC.
Per accedere ad Internet e utilizzare la po-
sta elettronica bisogna già avere un abbo-
namento con un provider o al limite ac-
quistarne uno.
Ha anche altre funzioni indirizzate ad un
pubblico di tipo ‘affari’ come, ad esempio,
la modalità d’uso "Riunione", per fare in
modo che, durante una riunione, si riceva-
no solo le chiamate prioritarie e far sì che
il telefono informi silenziosamente delle
telefonate in arrivo.
Fotocamera Casio QV-7000 SX.
Valerio Pardi

CARATTERISTICHE TECNICHE DEL NOKIA 9110:

Schermo LCD retroilluminato duttori indipendenti, Lotus Mail 4.5 e 4.6, Lotus cc:Mail con
Peso 253 grammi software realizzato da produttori indipendenti, Alta Vista Mail,
Dimensioni 158 x 56 x 27 mm (218 cc) OpenMail 5 e 5.10, ICL TeamWARE Mail, Novell GroupWi-
Testi, agenda e rubrica, compatibili con Windows se 5, Hotmail.
Gestione di immagini digitali Applicazioni: FTP (File Transfert Protocol), Telnet, Backup,
Estensione della memoria utente con la Memory Card Giochi, Software per il PC, PC Suite per il Nokia 9110 Com-
Telefono cellulare digitale (possibilità di utilizzo a mani libe- municator per ambienti Windows 95/98 e NT 4.0, Nokia Ser-
re e con auricolare) ver per ambienti Macintosh e Windows 3.x.
Funzione Fax, brevi messaggi (SMS), e-mail Funzioni: Smart Messaging, TextWeb, WWW, Terminale, Ru-
Trasmissione di immagini, possibilità di collegamento con brica, Testi, Agenda, Calcolatrice, orologio multifuso orario,
una macchina fotografica digitale Compositore.
Sistema operativo GEOS
Velocità di trasferimento dei dati fino a 14,400 bps Gli accessori per il Nokia 9110:
Slot per Memory Card Batteria ad alta potenza
Rete: GSM 900 Caricabatteria da viaggio ad alte prestazioni
Connettività: IrDA, Ir-TranP, RS-232 Supporto da tavolo avanzato
Compatibile Microsoft Windows 95/98 e Microsoft Win- Auricolare
dows NT 4.0 Adattatore cavo RS-232
Compatibilità con programmi per la gestione dell’agenda e del- Custodia
la rubrica: Microsoft Schedule+7.x, Microsoft Outlook 97/98, Kit vivavoce veicolare
Lotus Organizer 97 G5, POP3 o IMAP4, SMTP Lotus Domi- Kit veicolare di aggiornamento
no, Oracle, Solid Light Client, Microsoft Exchange 5.0 e 5.5, Caricabatteria da accendisigari
NTMail, Microsoft MS-Mail con software realizzato da pro Memory Card
IN PROVA

SCHEDE DI
MEMORIA SIMPLE
TECHNOLOGY

L’offerta di schede Grazie alla diffusione di internet, e del- rativa. Se si sbaglia uno scatto, ci si ac-
l’informatica in generale, l’espansione del- corge subito e si può porre rimedio (can-
di memoria si va l’utilizzo delle immagini sta modificando cellazione dell’immagine non riuscita e
rapidamente ampliando; il concetto stesso di immagine fotografica. nuovo scatto).
in prova questo mese Fino a 5-6 anni fa consideravamo l’imma- Rimane il fatto che le Card su cui regi-
gine fotografica come qualcosa di tangibi- striamo le nostre fotografie deve poterci
le Compact Flash le: un negativo, una stampa o una diaposi- garantire la massima sicurezza; non è am-
dell’azienda californiana. tiva. Ora, con le immagini digitali, tutto è missibile che qualche immagine vada per-
molto diverso. sa per un malfunzionamento del supporto
Il tradizionale rullino che, dopo lo svilup- di memorizzazione; ma ancora oggi que-
po, si tramutava negli originali delle nostre sta eventualità non è così rara, soprattutto
fotografie e da cui partivano le eventuali se si è obbligati ad utilizzare la stessa card
ristampe e gli ingrandimenti, non esiste più; su fotocamere diverse. Noi stessi abbiamo
al suo posto l’informatica ha collocato la constatato che utilizzare la stessa card di
scheda di memoria; un rullino digitale, ma memoria su modelli e marche diverse di fo-
con la peculiarità di poter essere riutilizza- tocamere aumenta notevolmente il rischio
to, anche infinite volte. di rottura della stessa. Risulta quindi im-
Si è perso il concetto di originale fotogra- portante la garanzia che i produttori alle-
fico, ma si è guadagnato in praticità ope- gano ai propri supporti.
LE MISURE DI VELOCITÀ CON IL LETTORE

La prova di velocità è importante, in quan- CompactFlash 32Mb Tipo I


to abbiamo constatato che le schede che Tempo trasferimento: 37s
mostrano tempi più lunghi di trasferimento
dati risultano più lente anche durante il Velocità 0,81 Mb/s
normale utilizzo della fotocamera e ciò si
traduce in un aumento dell’attesa tra uno
scatto e l’altro, cosa molto più importan-
te del tempo impiegato per scaricare tut-
te le immagini nel computer di casa. CompactFlash 128Mb Tipo I
Per testare il lettore Simple Technology e Tempo trasferimento: 35s
le relative schede CompactFlash abbia-
mo utilizzato un PC dotato di processore
Velocità 0,85 Mb/s
Pentium II 233Mhz, 96Mb di RAM e Win-
dows 98 prima edizione.
Tutte le misurazioni sono state effettuate
tre volte, riavviando il sistema operativo
ogni volta per evitare che alcuni test ve- CompactFlash 256Mb Tipo I
nissero falsati dai dati precedentemente Tempo trasferimento: 38s
memorizzati nella cache. Il risultato è la Velocità 0,79 Mb/s
media delle tre misurazioni.
Il test si basa sulla valutazione del tempo
impiegato dall’accoppiata lettore/scheda
a trasferire alcune immagini in formato
Jpeg dalla scheda al computer. In tutto so-
no 24 file in formato Jpeg per una di- CompactFlash 160Mb Tipo II
mensione totale di 29.9 Mb. Tempo trasferimento: 36s
Tempi inferiori sono ovviamente indice Velocità 0,83 Mb/s
di prestazioni superiori.

Il commento
Tutte le schede non si discostano in mo-
do sensibile l’una dall’altra con la sola ec-
cezione delle due schede di tipo II (160Mb
CompactFlash 192Mb Tipo II
e 192Mb) che risultano leggermente più Tempo trasferimento: 35s
veloci. Velocità 0,85 Mb/s
Da segnalare la costanza e la perfetta ri-
petibilità dei tempi misurati.

Le schede Simple Technology


COMPATIBILITÀ Simple Technology è un’azienda statuni-
tense che ha il proprio quartier generale a
Simple dichiara che le proprie card sono state testate con risultati di totale compati- Santa Ana in California e si caratterizza per
bilità con le seguenti marche: Nikon, Agfa, Canon, Casio, Epson, Fuji, HP, Hitachi, la cura e l’attenzione che pone alla qualità
Kodak, Konica, Minolta, Olympus, Panasonic, Ricoh e Toshiba. dei propri prodotti: ogni pezzo prima della
Con la Kodak DC-50 con il numero seriale compreso tra EKA59400001 e commercializzazione deve superare ben tre
EKA61000001, è necessario però eseguire un aggiornamento del firmware alla ver- distinti test: inizializzazione, formattazione
sione 1.1 scaricabile direttamente dal sito della Simple Technology (http://www.sim- e scansione. Ciò garantisce all’utilizzatore
pletech.com/support/index.html#s_drive); il file necessario è il dd0122.exe per le una maggiore sicurezza. Recentemente Sim-
fotocamere utilizzate con sistemi PC e dd0118.hqx per quelle utilizzate con un Ap- ple Technology ha ottenuto la certificazio-
ple Macintosh. ne ISO 9002.
Aggiornamenti simili sono necessari con il computer HP Jornada 430SE e il lettore Il prodotto è realizzato con componenti di
MP3 Diamond Rio. elevata qualità; utilizza infatti tecnologia
Tutte le schede Simple sono compatibili con la maggior parte dei sistemi operativi Hitachi applicata al Controller, una tecno-
per computer, compresi DOS, Windows 3.1X, Windows CE, Windows 95, Windows logia che offre una buona affidabilità e la
98, Windows NT, OS/2, NEC OS, DOS V, GEOS, PSOS e System 7 Apple o suc- compatibilità con qualsiasi fotocamera di-
cessivo. gitale o computer palmare.
Con il Value Pack è compreso il
software di fotoritocco Adobe Photo
De Luxe 4.0.

La gamma Compact Flash Simple Tech-


nology.

Compact Flash Card Type I


8Mb 110000
16Mb 165000
32Mb 239000
64Mb 425000
96Mb 625000
128Mb 840000
192Mb 1398000
256Mb 1898000

Compact Flash Card Type II


160 Mb 1198000
192 Mb 1450000
Le schede CompactFlash Simple di tipo I/II Per la nostra prova abbiamo dapprima sot- 224 Mb 1650000
sono particolarmente robuste ed hanno una toposto a test le schede in abbinamento al 320 Mb 4350000
velocità media di scrittura di 1.5Mb per se- lettore. 512 Mb annunciata
condo, una prestazione di livello medio-al- Come si può vedere nel box che riporta i
to. dati di velocità di trasferimento, in questo Smart Media
Le CompactFlash sono disponibili con ta- caso le schede Simple Technology non han- 8Mb 73000
gli a partire da 8Mb sino ai 320Mb, La po- no brillato, offrendo di contro una costan- 16Mb 119000
litica di Simple Technology è infatti di of- za di rendimento molto elevata, segno di 32Mb 199000
frire una gamma completa di schede di me- affidabilità. 64Mb 359000
moria con elevata affidabilità delle presta- Inoltre non abbiamo rilevato problemi di
zioni. In abbinamento alle schede di me- compatibilità con fotocamere di marche di- Transfer rate dichiarato: 1.5 Mb/s
moria è disponibile anche una serie di let- verse.
tori da collegare al computer per velociz- Abbiamo poi effettuato un secondo test in-
zare le fasi di trasferimento delle immagi- serendo le schede in uno slot PCMCIA; la Distribuzione: Nital, via Tabacchi 33,
ni. velocità di questo bus è superiore rispetto 10132 Torino. Tel.011.8996804 oppure
Utilizzare un lettore di schede è il modo più a quella dell’USB di un computer portati- Nikon On Line tel. 02.67493520.
semplice per trasferire i dati al computer le con adattatore per CompactFlash; i ri- www.nital.it
poiché le schede vengono viste dal sistema sultati sono stati sensibilmente migliori,
operativo come piccolo hard-disk e il tra- molto vicini a quanto dichiarato da Simple,
sferimento delle immagini è semplice ed segno che il collo di bottiglia non è nelle Value Pack
immediato. schede quanto nel complesso lettore+dri- Kit composto da lettore Compact Flash
Tra i modelli in catalogo abbiamo provato ver+bus USB. su porta USB, Compact Flash Card 32
il lettore Card Compact Flash su porta USB Mb, Photo de Luxe 4.0.
compatibile con le Compact Flash type I e In conclusione
II, disponibile nella versione Value Pack, Le schede Simple Technology hanno mo- Le caratteristiche tecniche del lettore di-
ovvero un kit comprendente il lettore USB, strato prestazioni di livello medio-alto e chiarate sono le seguenti:
una Compact Flash Card 32Mb e il noto racchiudono al loro interno una serie di tec- Transfer rates fino a 1.2 Mb/s
software di fotoritocco Adobe Photo de nologie che le proiettano tra i migliori pro- Supporta CompactFlash Type I e II
Luxe 4.0. dotti di questo genere. Connessione porta USB
Inoltre i prezzi sono particolarmente con- Compatibile Windows 98, Windows
Il Test venienti poiché una scheda da 64 Mb vie- ME, Windows 2000, MacOS 8.6+
La velocità di trasferimento dati dichiara- ne venduta ad un prezzo leggermente su- Garanzia un anno
ta da Simple è di 1.5 Mb al secondo per le periore alle 400.000 lire.
schede di memoria e di 1,2 Mb/s per il let- Prezzo L. 398.000
tore “universale” Flashlink di Simple. Valerio Pardi
GUIDA MERCATO

SCHEDE DI MEMORIA:
COME SCEGLIERLE

Le CompactFlash sono le schede di memoria che hanno avu-


to più diffusione fino ad oggi. A parte qualche eccezione, i
maggiori produttori di fotocamere digitali l’hanno adottato
come standard.

Lexar è uno dei maggiori produttori di schede di memoria.

Le fotocamere digitali Come per le fotocamere tradizionali per cui versa da quella standard.
è possibile trovare vari formati di rullini Le schede di memoria, come tutto il setto-
stanno prendendo sempre (APS, 135, 120, 220, ecc.) e con un diver- re informatico, sono sempre in fase di svi-
più piede grazie alla so numero di pose, anche per le fotocame- luppo e può capitare che l’elettronica di una
re digitali è possibile trovare più di un for- fotocamera digitale di sei mesi fa non sia
loro estrema praticità ed mato per la memorizzazione delle imma- in grado di riconoscere correttamente le
assieme a loro si stanno gini (CompactFlash, SmartMedia, Memory nuove schede di memoria di capacità su-
diffondendo sempre più Stick e Clik!) e con varie capacità (1Mb, 2 periore. È bene sincerarsene prima del-
Mb, fino a 64Mb, 128Mb ed oltre). l’acquisto, controllando sul libretto di istru-
i supporti di Una fotocamera, normalmente adotta uno zioni, o meglio sul sito internet del pro-
memorizzazione. standard e non è possibile utilizzare sche- duttore della fotocamera e/o del produtto-
de di tipo diverso. Per esempio, su una Ca- re delle schede di memoria che si è in pro-
Esaminiamo i diversi tipi non S20 si possono montare schede di ti- cinto di acquistare.
e le loro differenze. po CompactFlash e non si potranno inseri- Per le fotocamere che adottano lo standard
re SmartMedia, Memory Stick, o Clik!. CompactFlash bisogna verificare la com-
La capacità della scheda si riflette sulla patibilità della propria fotocamera con i due
quantità di immagini che si possono ri- standard attualmente in circolazione, ov-
prendere. Un esempio: se con la scheda ba- vero il tipo I e il tipo II. Normalmente tut-
se in dotazione alla fotocamera, ipotizzia- te le fotocamere compatibili con lo stan-
mo da 4Mb, è possibile riprendere 7 foto- dard “II” lo sono anche per il “I”, mentre
grafie alla massima risoluzione, con una non avviene quasi mai il contrario.
card da 32Mb sarà possibile riprendere ben Prima dell’acquisto di una fotocamera di-
56 scatti. gitale è opportuno controllare anche che ti-
Attenzione però che la fotocamera sia in po di scheda di memoria adotta e qual è la
grado di riconoscere schede di capacità di- capacità massima di tale standard. Chi ne-
Tra gli accessori per lo Iomega Clik! vi è an- Tutti gli accessori per lo Iomega Clik!.
che questo pratico lettore che permette di
Il disco Iomega Clik! nel lettore portatile. trasferire le informazioni contenute nelle
CompactFlash o SmartMedia direttamente
su di un economico disco Clik!.
cessita di una grande autonomia di scatto
COMPACT-FLASH LEXAR CON USB
tenderà a orientarsi sulle schede di tipo
CompactFlash, meglio se di tipo II, molto
Lexar, uno dei produttori più importan- I modelli disponibili sono i seguenti:
più capienti; chi invece preferisce la com-
ti di schede di memorizzazione ha re-
pattezza potrà prendere in considerazione
centemente introdotto una nuova serie
anche le schede SmartMedia o Memory CompactFlash USB
di schede CompactFlash con velocità di
Stick, che in termini di capacità al momento con velocità di scrittura di 4x
scrittura di 4x (600Kb/s) e 8x (1.2 Mb/s)
in cui scriviamo, arrivano a 64Mb. 8Mb 132.000
dotate di un controller integrato per l’U-
Ma vediamo più in dettaglio i quattro stan-
SB. Esternamente le schede sono indi- 16Mb 180.000
dard più diffusi per la memorizzazione del-
stinguibili dai modelli tradizionali, e an- 32Mb 318.000
le immagini digitali.
che la compatibilità è assicurata ma, gra- 48Mb 444.000
zie al controller integrato e al software 64Mb 576.000
Compact-Flash
di gestione installato nella Compact- 80Mb 720.000
È il supporto di memorizzazione più dif-
Flash, è possibile scaricare i dati conte-
fuso e popolare nel mondo fotografico di-
nuti nella card semplicemente collegando
gitale. È stato adottato da diversi produt-
la CompactFlash ad un apposito cavo e CompactFlash USB
tori di fotocamere digitali quali Canon,
quest’ultimo alla presa USB di un qual- con velocità di scrittura di 8x
Nikon, Pentax, Casio, Epson, Kodak, Pre-
siasi Personal Computer. Il computer ri-
mier e Ricoh, che di fatto ne hanno decre- 8Mb 144.000
leva la nuova periferica come se fosse
tato il successo. Anche le fotocamere digi- 16Mb 216.000
un hard-disk removibile e, senza instal-
tali professionali, come la Canon Eos 32Mb 360.000
lare software aggiuntivo, è possibile sca-
D2000, la Nikon D1 e la Fujifilm S1 Pro, 48Mb 510.000
ricare le immagini sul P.C.
hanno adottato questo standard. 64Mb 672.000
Questo facilita enormemente la fase di
Le schede sono compatte, facilmente tra- 80Mb 828.000
trasferimento dati ed evita possibili con-
sportabili e, grazie alle nuove tecnologie,
flitti software, poiché sul computer non 128Mb 1.164.000
è possibile trovarne di capacità anche mol-
viene installato nessun tipo di driver o 160Mb 1.596.000
to elevate: fino a 320Mb.
programma particolare.
Sono disponibili in due distinti formati: ti-
Le schede Lexar sono distribuite in Ita-
po I e tipo II. Si differenziano esternamente
lia da Panware, che per un periodo li- Il cavo per collegare le CompactFlash
per lo spessore, che è un po’ più elevato
mitato offrirà le schede già dotate del alla presa USB del computer ha un prez-
per il tipo II. La maggior parte delle sche-
cavo USB senza spese aggiuntive. zo di lire 40.000.
de CompactFlash sono di tipo I, ed è con
questo standard che normalmente le foto-
camere sono conformi. Gli ultimi modelli e parallela. A causa delle dimensioni ec- www.feiya.com.tw e www.sandisk.com.
e le fotocamere professionali sono quasi cessive però non possono essere inserite in
sempre compatibili anche con il tipo II. En- un adattatore per i comuni lettori di floppy, IBM Microdrive
trambi i modelli richiedono un’alimenta- come invece avviene per le Memory Stick Esternamente simile ad una CompactFla-
zione di 3.3V o 5V. e le SmartMedia. sh di tipo II, il Microdrive di IBM non è
Grazie allo spessore leggermente maggio- Attualmente sono disponibili tagli da 4, una memoria allo stato solido, ma un mini
re, le CompactFlash di tipo II possono rag- 8,16, 32, 48, 64, 80, 96, 128, 160, 192 e hard-disk.
giungere l’elevata capacità di 320Mb, men- 256Mb. Il vantaggio principale è che si può avere
tre il tipo I, grazie ad alcune nuove tecno- La compatibilità con le fotocamere attual- una grande capacità con un prezzo quasi
logie a doppio strato, può arrivare a 192Mb. mente in produzione può essere verificata dimezzato rispetto a quello delle schede
E pensare che fino a pochi mesi fa erano sul sito dei produttori di tali schede e nor- CompactFlash. Attualmente è disponibile
disponibili al massimo schede da 96Mb! malmente risultano aggiornate abbastanza in due tagli: da 170Mb e da 340Mb, ma so-
La velocità di trasferimento dati può rag- frequentemente. no allo studio modelli di capacità superio-
giungere 1.2Mb/s. I prezzi vanno dalle 80.000 a oltre 2 mi- re.
Grazie a speciali adattatori, le schede Com- lioni. Importanti produttori sono Lexar, Le caratteristiche tecniche sono da prima-
pactFlash possono essere facilmente lette Feiya e Sandisk e sono raggiungibili attra- to: peso di soli 16g, velocità di rotazione
attraverso le porte PCMCIA, seriale, USB verso i siti www.lexarmedia.com, di 4500 giri/m, un buffer di 128Kb e un tra-
La famiglia delle schede Memory Stick di Sony.

Le SmartMedia sono il supporto di memoriz- sferimento dati compreso tra 1.8Mb/s e Grazie alle dimensioni davvero contenute
zazione per fotocamere digitali più piccolo og- 3Mb/s. si possono portare diverse card di scorta
gi disponibile. Grazie ad un adattatore per schede PCM- anche nel portafogli senza nessun tipo di
CIA di tipo II può essere inserito negli ap- problema.
positi slot dei computer portatili. La foto- I principali svantaggi sono costituiti dalla
camera deve essere necessariamente com- capacità limitata a 64Mb e dal prezzo su-
patibile innanzi tutto con lo standard II del- periore rispetto a quello dei prodotti con-
le CompactFlash ed essere predisposta per correnti (a parità di Mb). Il taglio più dif-
gestire il Microdrive. fuso è quello di 16Mb che, se da un lato è
più che sufficiente con le fotocamere del-
Smart Media la penultima generazione, inizia a diven-
Sono le schede più piccole attualmente in tare un po’ stretto per i nuovi sensori da 4
circolazione e sono state adottate da un nu- milioni di pixel.
mero considerevole di produttori. Tra i più Come lettori sono disponibili alcuni mo-
noti troviamo: Olympus, Fuji, Agfa, To- delli per la porta parallela e USB; esiste
shiba, Panasonic. Le dimensioni molto con- anche un adattatore per leggere le Smart-
Le CompactFlash consentono di arrivare fino tenute della scheda facilitano la realizza- Media nei comuni lettori di floppy, ma so-
ad una capacità di 256Mb, più che sufficien- zione di fotocamere dall’ingombro ridot- lamente per i sistemi operativi basati su
te anche per un intenso uso professionale. to. MS Windows95 e versioni superiori.

Memory Stick
COMPACT-FLASH: QUALE DIFFERENZA TRA TIPO “I” E TIPO “II” Sony ha scelto di proporre un nuovo stan-
Abbiamo visto che esistono due standard per le CompactFlash, il tipo I e il tipo II. dard rispetto alle diffuse CompactFlash e
La differenza consiste essenzialmente nello spessore della card, che nel tipo I è di SmartMedia, totalmente differente ma co-
3.3mm (+/- 0.1mm) e nel tipo II di 5.0mm. È evidente che se una fotocamera non ha munque molto interessante.
lo slot dimensionato per le schede di tipo II, queste ultime diventano meccanicamente La caratteristica principale di questo tipo
incompatibili con la fotocamera. I contatti elettrici, sia nelle schede che nelle mac- di schede di memoria è data dalle dimen-
chine, sono posizionati in modo uguale in modo da mantenere la compatibilità verso sioni e dalla forma. Molto piccole, si pre-
il basso tra entrambi i modelli. sentano con una forma a parallelepipedo
Le CompactFlash di tipo II possono raggiungere l’elevata capacità di 320Mb, men- molto allungato ed estremamente piatto.
tre il tipo I, grazie ad alcune nuove tecnologie a doppio strato, può arrivare a 192Mb. Le dimensioni sono di 21.5x50x2.8mm e
Le misure fisiche sono le seguenti: Tipo I Tipo II il peso è inferiore a 5g.
36.4x42.8x3.3mm 36.4x42.8x5.0mm La velocità di scrittura può arrivare a
1.5Mb/s mentre in lettura si raggiungono
i 2.45Mb/s. Attualmente sono disponibili
in tagli da 4Mb, 8Mb, 16Mb, 32Mb e
64Mb.
Non nasce come memoria destinata sola-
mente alle fotocamere digitali, anche se
tutte le fotocamere Sony l’hanno adottata
come standard ma, grazie alla forma ed al-
le dimensioni molto contenute, è un tipo
di memoria particolarmente adatta per im-
pieghi di varia natura. Sony l’ha adottata
come memoria anche per alcuni Mini Ca-
morder DV, per i notebook della linea
VAIO, per i walkman digitali, per i regi-
stratori vocali digitali ed altre apparec-
chiature come la stampante digitale DPP-
Agfa è uno dei pochi produttori che ha in catalogo fotocamere che uti-
Agfa, con una versione speciale del modello CL30 è stato il pri- lizzano tre standard diversi di supporti di memorizzazione: Compact-
mo produttore ad adottare le schede Clik! di Iomega come sup- Flash, SmartMedia e Clik!.
porto di memorizzazione.

MS300 o il PHD-A55, una sorta di qua- colare supporto di memorizzazione; gra-


dro elettronico che visualizza le imma- zie alle dimensioni ultra compatte è pos-
gini contenute nella Memory Stick, e sibile portare nel portafogli una quan-
addirittura per il nuovo AIBO, un robot tità di informazioni pari a quelle conte-
d’intrattenimento. nute in un’intera enciclopedia oppure
Tra gli accessori vi è un adattatore informazioni mediche personali o sem-
Floppy che permette di leggere le Me- plicemente qualche foto di famiglia.
mory Stick in un comune drive per Sony ha in progetto di sviluppare te-
floppy-disk e soprattutto di utilizzarle lefoni, sia fissi che mobili, compatibili
con tutte le fotocamere Mavica che uti- con questo nuovo standard di memo-
lizzano i floppy come supporto di me- rizzazione, in modo da integrare la sem-
morizzazione standard. Sempre tra gli plice conversazione telefonica con l’in-
accessori segnaliamo un lettore con con- vio di dati (testi, file o fotografie).
nessione USB, un altro modello dotato
di interfaccia parallela ed un adattatore MemoryGate
PCMCIA. Tutti, ad eccezione del mo- Dato il successo ottenuto con i model- I lettori da collegare al computer sono utilissimi e
dello con interfaccia parallela, sono li Memory Stick, Sony ha presentato molto pratici per trasferire velocemente le immagi-
compatibili sia con il mondo PC che una variante destinata principalmente ni. Sono disponibili modelli per porte parallele, SC-
Mac. alla distribuzione digitale della musica. SI e USB.
Per il futuro Sony ha l’obiettivo di Rispetto alle Memory Stick, con cui re-
espandere la diffusione di questo parti- sta comunque pienamente compatibile,

ATTENZIONE ALLA COMPATIBILITÀ


Kodak DC-25
È importante verificare prima dell’ac- Umax Photo Rin-NB
DC-120 ZOOM
quisto di una nuova scheda di memoria MDX-8000
se sia compatibile con la nostra fotoca- DC-200
DC-210 Vivitar ViviCam 2700
mera. Il metodo più facile e diretto è
DC-260 ViviCam 3000
quello di consultare il sito del produt-
tore. Di seguito elenchiamo le fotoca- DC-265
mere che hanno passato il test di com- Konica QM-3501 Compatibilità del Microdrive IBM
patibilità per le schede CompactFlash QM-100 Sul sito IBM abbiamo trovato la se-
Feiya Kyocera DG1300 guente lista di compatibilità:
Minolta Dimage-EX, ZOOM 1500 Marca Fotocamera
Agfa CL-30 Mustek VDC-200 Canon Powershot Pro70
Canon Power Shot 350 Mitsubishi DJ 1000 Canon Powershot S10
Power Shot 600 Nikon CoolPix 600 Canon Powershot S20
Power Shot Pro 70 CoolPix 900 Casio QV-2000UX
Power Shot A5 Zoom Panasonic CoolShot2 mega Casio QV-2000UX/Ir
Casio QV-5500SX Panasonic NV-DCF1 Casio QV3000EX
QV-7000SX NV-DCF3 Fujifilm S1
QV-700 LK-RQ2 Hitachi MP-EG10W
Epson CP-7002 LK-RQ1Y Kodak DCS315
Photo PC 750Z Ricoh DC-2 Minolta RD-3000
Fujifilm Fujix DS-300 Sharp Zaurus Sanyo VPC-SX500
PREZZI A CONFRONTO il nuovo media di registrazione dispone di dotarsi di CompactFlash o SmartMedia più
una tecnologia di protezione del diritto d’au- capienti.
CompactFlash Feya: tore, in modo da garantire che il contenu- Un altro accessorio denominato Parallel
8Mb L.109.000 to sia trasferito solo tra apparecchi e me- Port Dock consente di collegare il lettore
16Mb L.159.000 dia autorizzati e che la registrazione ed il di Clik! alla porta parallela del PC ed allo
32Mb L.279.000 trasferimento di tali contenuti sia realizza- stesso tempo ricaricare la batteria.
64Mb L.539.000 to in formato criptato, per evitare la dupli- Attraverso un cavo con connessione PC-
96Mb L.829.000 cazione o la riproduzione non autorizzata. card è possibile unire il lettore di Clik! ad
128Mb L.1.069.000 un computer portatile o ad un palmare prov-
Iomega Clik! visto di sistema operativo Windows CE.
SmartMedia Dopo le Memory Stick di Sony è la volta In definitiva ci troviamo di fronte ad un
I prezzi vanno da circa 140.000 per il di Iomega con il suo nuovo Clik!. Come nuovo supporto di memorizzazione che be-
modello da 16Mb a quasi 600.000 lire per il prodotto Sony, anche Clik nasce co- neficia di un sistema articolato, in grado di
per quello da 64Mb. me un sistema di memorizzazione che va integrarsi ottimamente con le memorie at-
oltre il semplice supporto fisico. La faci- tualmente più diffuse (CompactFlash e
Memory Stick lità d’impiego è la caratteristica fonda- SmartMedia) e capace di dialogare con un
8Mb 86.000 Lire mentale di questo nuovo prodotto Iomega parco macchine molto vasto che spazia dai
16Mb 130.000 Lire e il nome non lascia dubbi. Clik! è un di- computer palmari, alle grosse WorkStation
32Mb 220.000 Lire schetto più sottile di una scheda Compact- grafiche e addirittura con la quasi totalità
64Mb 350.000 lire Flash e solo leggermente più grande. delle fotocamere digitali attualmente in
Nelle intenzioni di Iomega c’è la volontà commercio.
L’adattatore floppy per le Memory Stick di diffonderlo come memoria per cellula- Rimane la mancanza di compatibilità ver-
viene venduto a lire 200.000. ri, fotocamere digitali, computer palmari e so le Memory Stick, che hanno comunque
tutte quelle periferiche in cui c’è la neces- una diffusione ancora modesta, e il limite
PCcard sità di memorizzare dei dati o di condivi- di capacità che è fissa a 40Mb e che diffi-
I prezzi per i modelli a stato solido si derli con altre periferiche. cilmente potrà essere aumentata senza per-
aggirano intorno al milione di lire, per Fino ad ora tra le fotocamere digitali solo dere compatibilità con i modelli di capa-
la scheda da 128Mb fino a quasi 6 mi- Agfa, con una versione riveduta del mo- cità inferiore. Punto di grande forza di Clik!
lioni di lire per il modello da 512Mb. dello CL30 da 1.3 milioni di pixel, ha adot- è il prezzo, davvero molto contenuto.
Gli hard-disk invece partono da tato la nuova memoria. Non resta che aspet-
1.500.000 lire per il modello da 320Mb tare e verificare se riuscirà ad imporsi co- PC Card
fino a poco meno di 2.000.000 di lire me è avvenuto negli anni passati con lo Zip, Le PC Card fanno un po’ storia a sé, poi-
per quello da 520Mb. sempre di Iomega, che in pochissimo tem- ché nessuna compatta digitale è in grado di
po ha sostituito il marchio Syquest tra le accettare questo media; solo alcune foto-
memorie removibili di maggior diffusione. camere reflex digitali professionali sono
Sarà certamente una battaglia difficile, poi- compatibili.
ché gli spazi a disposizione sono molto esi- Le PC Card sono delle schede delle di-
gui e già vengono contesi da CompactFla- mensioni di una carta di credito con uno
sh, SmartMedia e Memory Stick. spessore di circa 5mm e si innestano negli
Sony, via G. Galilei 40, 20092, Cini- Clik! però non nasce solamente come sup- slot PCMCIA dei computer portatili o, ap-
sello Balsamo (MI). porto di memorizzazione fine a se stesso, punto, in alcune fotocamere reflex profes-
Tel. 02.618381, fax 02.6126690. ma piuttosto come un supporto ultra por- sionali come le Kodak DCS.
Servizio consumatori: 02.61838500 tatile per più periferiche. Infatti come ac- Sono memorie allo stato solido come le
www.sony.it cessori è disponibile un vero e proprio si- schede CompactFlash o SmartMedia e pos-
Panware, via Scali Dogana D'Acqua stema modulare in grado di adattarsi alle sono arrivare ad una capacità di 512Mb. La
39, 50122 Livorno. più diffuse condizioni operative. Grazie al- velocità di scrittura si aggira, per i model-
Tel. 0586.829833, fax 0586.219090 la possibilità di alimentare il lettore con una li migliori, intorno ai 1.2Mb/s.
marcella@panware.it batteria ricaricabile, è possibile utilizzarlo Nello stesso formato è possibile trovare an-
www.panware.it anche senza una presa di corrente e ciò sarà che PC card non allo stato solido, ma al cui
Kodak, viale Matteotti 62, 20092 Cini- particolarmente utile ai possessori di com- interno è inserito un mini hard-disk. È una
sello Balsamo (MI). www.kodakitalia.it puter portatili e addirittura palmari, purché soluzione più economica, ma anche più fra-
SanDisk, Europe Headquarters SanDi- usino come sistema operativo Windows 98, gile e meno efficiente in termini di velocità
sk GmbH. Germania. NT 4.0 o CE. e quindi sconsigliabile per la massima sal-
Tel. 49-511-875-9185, fax 49-511-875- Tra i vari accessori c’è un lettore di flash vaguardia delle foto scattate.
9187 www.sandisk.com memory (sia CompactFlash che SmartMe- Come per le CompactFlash anche nelle PC
Iomega, Ufficio Stampa Prima Pagina dia) che permette di trasferire i dati, senza card vi sono più standard, esattamente tre
Comunicazione. Tel. 02.76.11.83.01 passare attraverso il computer, dalle costose e vengono denominati come tipo I, II e III.
Feiya, Rossi & C., via Ticino 40, 50019, memorie a stato solido al più economico Si differenziano principalmente per lo spes-
Osmannoro (FI). disco Clik!. sore della card, che cresce all’aumentare
Tel. 055.323141, fax 055.32314252 È una soluzione economica per scaricare del tipo. Queste schede di memoria si tro-
info@rossifoto.it direttamente sul campo la propria fotoca- vano principalmente nei formati di tipo II
www.minoltafoto.it mera digitale ed andare avanti a scattare e di tipo III.
www.feiya.com.tw nuove fotografie senza bisogno di spende-
re diverse centinaia di migliaia di lire per Valerio Pardi
DIGITALE

TRASFORMARE
LO SCANNER
Come digitalizzare le proprie diapositive con uno scanner piano
ed un semplice accessorio.

Lo scanner piano con appoggiata, semplicemente, una diapositiva. Per illuminarla in


trasparenza ci si serve dell'accessorio Vision Scan.

È facile dire "digitalizzo la mia foto con lo torno ai 2800 ppi, punti per pollice): il file primo equivoco: chi ha acquistato uno scan-
scanner". Con quale scanner? Quale foto? dovrà infatti disporre di una elevata quantità ner piano, attrezzo peraltro utilissimo e da
Occorre distinguere: i più diffusi sono gli di informazioni, necessarie per poi consen- considerare fondamentale nella catena di
scanner piani, "scatole" distese orizzontal- tire stampe con sufficiente ingrandimento. strumentazioni "periferiche" al computer,
mente sulla scrivania che assomigliano un Gli scanner piani, considerando quelli di clas- non può normalmente pensare di acquisire
po' a delle fotocopiatrici: si solleva il coper- se amatoriale, di fascia economica o di me- con esso le dispositive. Questo strumento in-
chio, si appoggia l'originale opaco da ripro- dio livello, e non addentrandoci nel mondo fatti accetta solo originali opachi, illumina-
durre (una stampa, una rivista, un libro), si di quelli professionali decisamente più co- ti per riflessione da una potente lampada che
selezionano gli opportuni comandi e, ap- stosi, sono progettati per una capacità di ri- "scorre" insieme al dispositivo di scansione.
punto, si acquisisce l'immagine. Altra cosa soluzione non particolarmente alta ma suf- Pochi scanner piani, quelli di classe più me-
sono gli scanner per negativi e diapositive: ficiente. La soglia base è quella dei 600 ppi dio-alta, prevedono espressamente un ac-
parallelepipedi che assomigliano a grossi vo- per strumenti economici, oggi progressiva- cessorio per diapositive, di solito molto co-
cabolari con una fessura in cui introdurre il mente elevata a 1200 ppi. È quanto basta per stoso (a volte quasi come lo scanner). In ogni
fotogramma intelaiato, oppure una guida che acquisire bene stampe fotografiche classi- caso, scansire con tale dispositivo una tra-
porti una striscia di negativi. Anch'essi scan- che, di vari formati; la dimensione del pia- sparenza è reputato scarsamente utile per-
sionano l'immagine ma, viste le piccole di- no di scansione è di solito quella del forma- ché la relativamente limitata risoluzione in-
mensioni di questa, devono leggerla ad una to cartotecnico A4 (21x29.7 cm). trinseca degli scanner piani non li rende cer-
altissima risoluzione ottica (per lo più in- Con queste premesse ecco subito chiaro un to equivalenti, nei risultati, a quelli espres-
Il Vision Scan appoggiato al piano dello scanner. L'alimenta- Per centrare l'accessorio sul piano viene fornita una masche-
zione è a rete, tramite un piccolo alimentatore a bassa ten- rina sostanzialmente adatta ad una pellicola piana 4x5". L'ac-
sione. cessorio Vision Scan è interessante non soltanto come solu-
zione di ripiego per digitalizzare pellicole 35mm ma anche, in
molti casi, per poter scansire diapositive di medio formato e
… qualcosa di più.
samente "dedicati" a negativi e dia. Per di In pratica ta). Niente paura. Gli scanner normalmente
più, occorrerebbe trasformare l'attrezzo pas- Abbiamo usato, come scanner, un modello sono pilotati da un software apposito, a vol-
sando da una illuminazione per riflessione base di Agfa, lo Snap Scan 600 che l'azien- te anche molto sofisticato nelle correzioni
ad una per trasparenza, con ovvi problemi da tedesca ha diffuso sul mercato già da qual- che consente. Un consiglio pratico in que-
di stabilità e distribuzione omogenea del nuo- che anno. Rimosso il coperchio, abbiamo sto caso è dunque quello di intervenire fin
vo flusso luminoso, nonché di potenza suf- appoggiato sul vetro di scansione una ma- dall'origine sul "gamma" di contrasto, un
ficiente dello stesso. scherina fornita in dotazione con il Vision coefficiente agevolmente correggibile. In
Ad ogni regola però c'è un'eccezione. E Scan: serve a delimitare l'area di scansione, breve: sappiate che se il vostro scanner è nor-
se l'accessorio per trasformare uno scan- nella quale occorre appoggiare la diapositi- malmente impostato per operare con un gam-
ner piano in uno scanner per diapositive va. Le misure della "finestra" di lettura so- ma pari a circa 1.8, otterrete probabilmente
fosse poco costoso e universale, adatto in- no 13.5x11cm e quindi risultano interessan- foto un po' velate. Meglio impostare da su-
somma anche a scanner di classe econo- ti anche per il fotografo professionista che bito un coefficiente più basso, ad esempio
mica? Anche attrezzature entry-level po- debba occasionalmente scansionare foto- gamma 1.2 (viceversa con gamma 2.2 il ve-
trebbero rinascere a nuova vita e, in casi grammi 10x12cm. Ai margini della ma- lo aumenterà). Suggeriamo di operare poi
d’emergenza, far perdonare la loro co- scherina da appoggiare sul piano di vetro ad una risoluzione abbastanza elevata, ad
munque scarsa risoluzione. Peraltro, va dello scanner vi sono quattro tacche studia- esempio "alzando" di un passo quella tipi-
detto, esistono situazioni in cui immagi- te per facilitare il centraggio del corpo illu- camente ottica dello scanner stesso: se è uno
ni acquisite a risoluzione non proprio ele- minante Vision Scan, da collegare a rete tra- strumento da 600ppi imposteremo ad esem-
vatissima sono addirittura consigliate, ri- mite un piccolo alimentatore a bassa ten- pio 1200ppi, se è uno da 1200ppi regolere-
chieste: si pensi alle foto destinate ad es- sione (di serie). Si accendono scanner e Vi- mo 2400ppi. Si tratta di una interpolazione
sere pubblicate in "siti" Internet, in fase sion Scan e si procede come di consueto: la "in acquisizione" che porta ad un'immagine
tra l'altro di rapida diffusione. Ecco così quantità di luce emessa dall'accessorio è piut- con buona sensazione di nitidezza, senza una
prendere corpo l'idea che ha portato alla tosto elevata e uniformemente distribuita. esagerata forzatura.
nascita di un dispositivo battezzato Vision Riesce quindi a "vincere" la luce interna del- Abbiamo così ottenuto, da fotogrammi
Scan VP-6050SQ. È l'accessorio che ab- lo scanner. Non completamente però, e ciò 24x36mm, meglio se appoggiati sul vetro
biamo provato, realizzato a Taiwan e giun- significa che l'operazione di scansione av- dello scanner direttamente, smontando il te-
to sul mercato con la pretesa di consenti- viene in presenza di un effetto velo che ab- laietto, risultati interessanti. Non sono cer-
re a tutti i possessori di scanner piani di bassa il contrasto dell'immagine in modo tamente in grado di competere con quelli di
classe economica di acquisire anche dia- marcato, facendo scivolare un po' anche il uno scanner specifico per diapositive (nes-
positive, se occorre. cromatismo (verso una dominante magen- suno, peraltro, lo avrebbe preteso). Tuttavia,
A confronto, tre scansioni ottenute con diverse regolazioni del
coefficiente di densità dello scanner (gamma). Abbiamo ope-
rato scansioni con lo scanner impostato su 1200ppi e ser-
vendoci di una dispositiva 100 ISO. Come si vede, il livello di
nitidezza raggiunto è buono. Qui sono a confronto i tre risul-
tati con differenti impostazioni gamma, corrispondenti ai va-
lori 1.2 - 1.8 - 2.2.

La scansione a gamma 1.2. È il risultato più contra-


stato e vivace ottenuto.

La regolazione su gamma 1.8 è quella standard con


la quale normalmente opera lo scanner. Il risultato è A gamma 2.2 il risultato appare troppo morbido. Me-
però un po' troppo "morbido". In ogni caso richie- glio spingersi all'estremo opposto della scala e di-
derebbe un intervento di fotoritocco. menticare questa impostazione.

se non ci sono particolari esigenze di qua- per i siti Internet, oppure per farsi un archi- sì rifatto il campionamento del bianco che,
lità, la scansione può essere sufficiente. So- vio. automaticamente, si è esteso a tutta l'imma-
lo per citare alcune applicazioni: immagini Quanto alla dominante magenta e all'effet- gine correggendola perfettamente. Quanto
to di leggero abbassamento di contrasto, si al contrasto, con l'impostazione di scansio-
tratta di inconvenienti che qualsiasi pro- ne iniziale su gamma 1.2 il risultato è parso
gramma di fotoritocco è di solito in grado di già buono. È tuttavia possibile anche qui in-
correggere con immediatezza e facilmente. tervenire con immediatezza, operando su:
In questo caso abbiamo usato elementari cor- Immagine / Regola / Curve, e poi spostan-
Vision Scan VP-6050SQ, L. 180.000 rezioni di Photoshop: dal menu Immagine / do leggermente la curva del grafico che com-
I PREZZI

Regola / Livelli, aperta quest'ultima "fine- pare nella finestra di intervento. Non è una
Distribuito da: Manfrotto Trading, via Li- stra", abbiamo preso il "contagocce" che de- regolazione indispensabile ma può miglio-
vinallongo 3, 20139 Milano, tel. cide del campionamento del bianco e l'ab- rare anche significativamente l'immagine.
025.660.991; sito Internet: http://www.man- biamo portato su di una zona bianca del- Questione di gusti.
frotto.it; E-mail: trading@manfrotto.it l'immagine dove appariva evidente la do-
minante magenta. Con un clic abbiamo co- Maurizio Capobussi
ACCESSORI DIGITALI

UN FLASH ANULARE PER LA


FOTOGRAFIA DIGITALE

Un utile accessorio permette di abbinare il flash anulare


Nikon SB29 alle fotocamere digitali Coolpix 950 e 990. Ideato in Italia,
permette di fare macrofotografia tradizionale e specialistica.

Una delle differenze delle fotocamere com- le reflex, vedono l’ingresso in maniera sem- l’autonomia di scatto è limitata sia dalle
patte digitali rispetto a quelle analogiche pre più massiccia delle fotocamere digita- batterie che dalle schede di memorizza-
sta nella possibilità delle prime di visua- li. zione, costose e di capacità sempre troppo
lizzare, sul display LCD, il campo inqua- I vantaggi sono notevoli: si va dalla velo- piccola, ed infine il costo della fotocame-
drato dall’obiettivo, come accade con le fo- cità di realizzazione del lavoro al conteni- ra, ancora piuttosto elevato.
tocamere reflex, traguardando attraverso mento dei prezzi di gestione, passando per Soffermandoci sul settore della macrofo-
l’oculare. Questa possibilità permette di tutte quelle semplificazioni che l’informa- tografia, possiamo vedere come molte
adottare le compatte digitali anche in quei tica porta (facile archiviazione e recupero aziende hanno in catalogo una serie di ac-
settori in cui normalmente è obbligo uti- delle informazioni, condivisione delle im- cessori che facilitano o estendono le pos-
lizzare una fotocamera reflex per garantir- magini e facilità di spedizione). sibilità di ripresa delle fotocamere digita-
si una precisione di inquadratura elevata. Certo non mancano gli svantaggi; i princi- li; si va da semplici aggiuntivi ottici a ve-
Quindi ambiti specialistici quali il reporta- pali sono tre: la qualità non è ancora com- ri e propri sistemi per la ripresa a distanza
ge o la macrofotografia, finora riservati al- pletamente all’altezza di quella analogica, ravvicinata.
La possibilità di allontanare il flash dalla fotocamera consente di il- Il sensore da 3.3 Milioni di pixel delle moderne fotocamera compatte
luminare il soggetto anche di lato o di semi controluce, evitando la digitali permettono di ottenere immagini con una quantità di infor-
antiestetica luce piatta provocata dal flash sparato frontalmente. mazioni tali da non far rimpiangere la cara vecchia pellicola.

Nikon, che ha un catalogo tra i più com- È un’invenzione tutta italiana che vede la è richiesto: collegare il flash SB29 al cor-
pleti per la fotografia analogica, mostra at- firma di Giuseppe Maio, product manager po delle Coolpix senza limitarne le fun-
tenzione anche per gli accessori degli ap- dei prodotti digitali che, essendo partico- zionalità.
parecchi digitali; inoltre il distributore ita- larmente attento alle esigenze dei profes- Le numerose funzioni ed i diversi control-
liano, Nital, ha curato la realizzazione di sionisti, ha curato la realizzazione di que- li disponibili nella fotocamera, come la mes-
un utile accessorio che permette di abbi- sto adattatore per il flash anulare. La co- sa a fuoco servo-assistita, priorità ai dia-
nare l’apprezzato flash anulare Nikon SB29 struzione è estremamente semplice, ma frammi, bilanciamento della luce tra due
alle fotocamere digitali Coolpix 950 e 990. compie in modo egregio il compito che gli parabole flash, impiego di lenti e filtri ad-
dizionali, consentono di operare anche nel-
le più difficili condizioni di ripresa macro,
Schede di memoria Simple Technology incluso l’uso a “mano libera” (senza l’au-
Le schede di memoria sono un elemento indispensabile quando si utilizzano le foto- silio di stativi).
camere digitali. Nital ha da qualche tempo in catalogo la gamma completa di schede La confezione dell’adattatore comprende
Compactflash della Simple Technology, una società con sede a Santa Ana in California l’adattatore vero e proprio e una bustina
dotata di certificazione ISO 9002. con alcuni accessori: una ghiera filettata
Ogni prodotto Simple Technology, prima di venir immesso sul mercato deve supe- per fissare l’adattatore sulla Coolpix, una
rare una serie di test quali inizializzazione, formattazione e scansione. Le schede uti- lente addizionale Close-Up 4D e un filtro
lizzano una tecnologia Hitachi per il controller. neutral density 2x.
La compatibilità è garantita con le fotocamere digitali delle seguenti marche: Nikon, La lente addizionale serve per ridurre ul-
Agfa, Canon, Casio, Epson, Fuji, Hewlett Packard, Hitachi, Kodak, Konica, Minol- teriormente la minima distanza di messa a
ta, Olympus, Panasonic, Ricoh, Toshiba e Yashica. fuoco della fotocamera e per aumentare il
I tagli disponibili partono da un minimo di 8 Mb per una scheda CompactFlash di ti- potere di ingrandimento, mentre il filtro
po I per arrivare ai 320 Mb della scheda di tipo II con capacità massima. Neutral Density è stato inserito nella con-
La velocità media di scrittura di queste schede si aggira intorno a 1.5 Mb/s, un valo- fezione solamente per permettere di con-
re che posiziona le schede Simple Technology tra i prodotti di fascia medio alta. trollare indesiderate sovraesposizioni che
Per trasferire le immagini dalla scheda al computer sono disponibili anche card rea- si venissero a presentare durante le ripre-
der con connessione USB che non richiedono alimentatori esterni. se.
Il montaggio di tutti gli accessori sulla fo-
Prezzi: tocamera è spiegato in modo molto chiaro
8 Mb COMPACT FLASH CARD Simple technology 110.000 ed esauriente nel manuale incluso nella con-
16 Mb COMPACT FLASH CARD Simple technology 158.000 fezione.
32 Mb COMPACT FLASH CARD Simple technology 275.000 Una lettura attenta dello stesso mette al ri-
48 Mb COMPACT FLASH CARD Simple technology 398.000 paro da qualsiasi errore sia nel corso del
64 Mb COMPACT FLASH CARD Simple technology 510.000 montaggio, che durante le riprese.
È possibile scaricarne una copia in italia-
96 Mb COMPACT FLASH CARD Simple technology 740.000
no dal sito internet www.nital.it in forma-
128 Mb COMPACT FLASH CARD Simple technology 950.000 to PDF per valutare le reali possibilità del
prodotto.
La Nikon Coolpix 990 con la staffa SK E900 e il flash SB29 in azio- Il flash anulare SB29 montato sulla Nikon Coolpix 990 con l’adat-
ne nello studio del dottor Angelo Fassi di Milano. tatore la cui realizzazione è stata curata da Giuseppe Maio.
In campo dentistico è una soluzione estremamente efficiente, facile
da utilizzare e ancora più facile da gestire. L’archiviazione viene
semplificata e anche le successive ricerche possono trarre vantag-
gio dalla gestione a computer.

Sul campo to alla presa esterna della fotocamera (sem- analogica è necessario un po’ di tempo e
Utilizzando la Coolpix 990 con il flash SB- pre in modalità TTL-Flash!). qualche prova per raggiungere risultati de-
29 si apprezza subito l’estrema compat- Le funzionalità del flash SB-29 rimango- gni di nota: bisogna scegliere il diaframma
tezza di tutto l’insieme che, tra l’altro, è ri- no immutate ed è quindi possibile control- giusto, verificare che la luce del flash non
sultato estremamente robusto, ideale per lare in modo indipendente le due parabole venga inavvertitamente schermata, che la
un uso all’aperto in condizioni anche estre- flash e continuare ad utilizzare la comoda messa a fuoco sia eseguita con precisione;
me. luce pilota che facilita anche la messa a fuo- con la digitale è bastato qualche minuto per
La semplificazione delle riprese macro, por- co automatica della fotocamera quando la verificare a monitor la perfetta riuscita del-
tate dall’introduzione dell’automatismo Fla- luce ambiente non è abbondante. lo scatto. La foto è subito disponibile e può
sh-TTL ormai quasi 20 anni fa, viene ulte- Utilizzando il flash in manuale è possibile anche essere inviata per e-mail ad un altro
riormente aumentata dalla possibilità di ve- trovare il giusto diaframma di lavoro con dottore per un rapido consulto sul lavoro
dere il risultato subito dopo lo scatto: una la fotocamera impostata a priorità di dia- da eseguire, quasi in tempo reale!
sovraesposizione, un riflesso indesiderato, framma e con la messa a fuoco in manua- Per quanto riguarda poi l’archiviazione non
una composizione dell’immagine non ot- le (eventualmente utilizzando il filtro Neu- si può fare nemmeno un confronto, poiché
timale, diventano subito correggibili in fa- tral Density fornito a corredo). In questo l’immagine digitale risulta estremamente
se di ripresa. È uno dei vantaggi più ap- modo chi lavora a rapporti di ingrandimento flessibile e duttile ai più svariati impieghi
prezzati del digitale, una sorta di scatto in fissi può trovare il corretto assetto del pro- (conferenze, cartelle cliniche, ecc.).
Polaroid, per verificare la giusta posizione prio sistema per avere la certezza mate- Durante le riprese sul campo abbiamo ri-
delle luci, la messa a fuoco e la composi- matica della giusta esposizione, prescin- scontrato come sia particolarmente inte-
zione; davvero molto utile. dendo dalle correzioni che potrebbe ap- ressante avere una maggior distanza dal
Abbiamo eseguito qualche scatto ad una portare l’esposimetro della fotocamera. soggetto senza sacrificare l’ingrandimen-
mantide religiosa sfruttando la possibilità Dalla macrofotografia convenzionale ab- to. Con la lente addizionale in dotazione si
di staccare facilmente il flash SB-29 dal biamo successivamente esteso la prova al aumenta l’ingrandimento, ma si riduce di
corpo della fotocamera e indirizzare la lu- campo dentistico, in cui la fotografia a di- conseguenza la distanza di messa a fuoco
ce in modo diverso dalla classica posizio- stanza ravvicinata è molto utilizzata. Nor- minima; Nikon ha in catalogo due tele-
ne centrale, parallela all’asse ottico dell’o- malmente si impiega una reflex 35mm do- converter 2x e 3x ma, poiché hanno una
biettivo, che tanto appiattisce l’immagine. tata di obiettivo macro (di solito sui 100mm forma conica, vanno a schermare le cellu-
I risultati sono decisamente buoni; l’espo- di focale) e un flash anulare; in questo ca- le di rilevamento poste nelle vicinanze del-
simetro della Coolpix 990 lavora in modo so abbiamo usato la Coolpix 990 con il kit l’obiettivo (il 3x scherma addirittura gran
impeccabile anche nelle più disparate con- per il flash anulare. La prova è stata effet- parte della luce emessa dal flash); appa-
dizioni di illuminazione e abbinato a flash tuata nello studio del dottor Fassi, in una rentemente inutilizzabili.
esterni. situazione di reale lavoro. Dopo svariate prove abbiamo verificato che
Ricordo che sulle Coolpix è possibile di- Dopo qualche scatto abbiamo appurato che con il teleconverter 2x è comunque possi-
sattivare il flash interno della fotocamera il digitale offre notevoli vantaggi anche per bile eseguire le riprese senza limitare le
in modo da utilizzare solo quello collega- il campo dentistico. Con una fotocamera funzionalità della fotocamera e lavorare ad
Coolpix 990 su micr oscopio QUANTO COSTA

Grazie all’obiettivo che non ruota durante la zoomata e la messa a fuoco e la pre- Coolpix 990: Lire 2.500.000
senza della filettatura sul bordo dell’ottica, è possibile collegare la Nikon a diver- Coolpix 950: Lire 1.700.000
si sistemi ottici aggiuntivi. Staffa SK E900: Lire 230.000
Il corpo snodato rispetto all’asse ottico dell’obiettivo, consente di avere sempre il Adattatore+filtri: Lire 250.000
display LCD a portata “degli occhi” in qualsiasi posizione si metta la fotocame- Flash SB-29: Lire 1.100.000
ra. Zeiss ha in catalogo per i propri microscopi diversi adattatori per collegare le TC E2 Teleconverter 2x: Lire 300.000
fotocamere digitali ai propri strumenti. Questo sistema permette ad esempio di ri- Distribuzione: Nital, via Tabacchi 33,
prendere le fasi più interessanti di un’o- 10132 Torino. Tel.011/8996804 oppure
perazione o semplicemente di scattare una Nikon On Line tel. 02/67493520.
serie di fotografie ad ingrandimenti di-
versi, per poi catalogarle ed abbinarle al-
la cartella del paziente.
La Coolpix 990 si rivela pratica per la
semplicità dei comandi e per la possibi-
lità di intervenire su alcuni parametri per
personalizzare la ripresa.

La Coolpix 990 collegata al microscopio


Zeiss all’opera.

una maggior distanza dal soggetto. In pra-


tica la parte del barilotto del teleconverter
che oscura le cellule della fotocamera è di
colore nero e viene parzialmente colpito
dalla luce emessa dal flash; il riflesso che
si ottiene è equiparabile a quello che si ot-
terrebbe dal soggetto da riprendere e in que-
sto modo l’esposimetro può ancora rileva-
L’impiego di una re la corretta esposizione; una soluzione ab-
fotocamera digi- bastanza fortunosa, ma non di meno effi-
tale consente di cace. Nello studio in cui abbiamo eseguito
controllare im- le prove abbiamo potuto verificare come il
mediatamente digitale sia già entrato a far parte dell’e-
dopo lo scatto la quipaggiamento del laboratorio. Su un mi-
corretta riuscita croscopio stereoscopico Zeiss era montata
dello stesso. una Coolpix, utilizzata per documentare gli
interventi.
Rimandiamo all’apposito box per gli ap-
profondimenti del caso.

In conclusione
L’adattatore sviluppato da Nital si è dimo-
strato particolarmente efficiente; il costo
non è irrilevante perché alle 250.000 lire
Collegando la Coolpix 990 al mi- dell’adattatore con i filtri va aggiunta una
croscopio è possibile usufruire de- cifra simile per la staffa porta-flash che può
gli ingrandimenti del microscopio. venire utilizzata anche con gli altri flash
della serie SB. Il flash anulare SB29 ha un
prezzo di 1.100.000 lire.
Come accessorio amatoriale il prezzo com-
plessivo non è quindi trascurabile, ma in
ambito professionale i vantaggi apportati
compensano la spesa.

Valerio Pardi
IN PROVA

IBM PER IL
RITOCCO
FOTOGRAFICO
IBM Intellistation
E Pro 6836
è una workstation
con un rapporto
prezzo prestazioni
molto interessante;
abbiamo sottoposto
a prova le sue
capacità “fotografiche”.

IntelliStation E Pro 6836-41G utilizzata per


il test.

Il computer è un elemento cruciale nell’e- sionale ai semplici programmi di intratte- disposizione ad “andare in crash”), poten-
laborazione delle immagini fotografiche nimento). do contare su prezzi inferiori a quelli del-
digitali. Dalla sua potenza e affidabilità di- Finora l’ambiente Windows tendeva a pre- le serie Mac.
pende l’intero risultato. sentare una minor facilità di utilizzo (so- La novità principale è la linea E Pro che si
Nel campo della fotografia digitale, e so- prattutto per chi si avvicina per la prima affianca alle serie M Pro e Z Pro (una de-
prattutto nella grafica, il Macintosh è sem- volta ad un elaboratore) e una minore “ro- stinata a chi utilizza i computer per dise-
pre stato considerato lo strumento di rife- bustezza”, ovvero una tendenza a bloccar- gno CAD/CAE, l’altra per disporre del mas-
rimento, sia per l’interfaccia istintiva e “ami- si (in gergo informatico “andare in crash”, simo delle prestazioni con la tecnologia at-
chevole” sia per il software professionale che dipinge con rara precisione la situa- tuale). Una curiosità: il film “Little Stuart”
disponibile. zione in esame!) con successiva perdita del apparso qualche mese fa nelle sale cine-
Oggi però, grazie alla crescente importan- lavoro non salvato. matografiche si è avvantaggiato dalla po-
za dell’immagine in ambito digitale, anche Merita quindi attenzione il progetto di IBM, tenza delle macchine Intellistation per da-
il mondo PC sta scoprendo l’interesse di che ha recentemente rinnovato l’intera gam- re vita al piccolo protagonista, interamen-
questo settore. I PC hanno poi il vantaggio ma di Workstation della linea IntelliStation te realizzato con le Workstation IBM.
di una maggiore diversificazione del softwa- allo scopo di fornire un prodotto dall’in- La Linea E Pro, pur potendo vantare un
re (dai prodotti di diverso ambito profes- terfaccia semplice, più stabile (minore pre- prezzo da normale PC Desktop, si avvan-
Il programma di installazione della linea Z Pro. Dei brevi filmati spiegano in modo chiaro ed esauriente il corretto
utilizzo della workstation e come diagnosticare eventuali malfunzio-
namenti.

L’utility di gestione del computer. La linea Intellistation incorpora una serie di tools per la gestione del
computer.

taggia di componenti di elevata qualità co- Il test Come test abbiamo voluto verificare con
me i processori Pentium III fino a 1 GHz Come modello abbiamo scelto la Intelli- Photoshop i tempi medi di elaborazione. I
e RAM per una quantità massima installa- Station E Pro 6836-41G, provato nella con- dettagli del test sono disponibili nel box a
bile di ben 1.5 Gb, di un acceleratore gra- figurazione standard, ovvero dotato di pro- parte e permettono a chiunque di verifica-
fico a scelta tra prodotti Matrox (ottimi per cessore Intel PIII da 1000 MHz (1GHz), re a casa propria, con il proprio PC, le even-
il 2D) o tra quelli Nvidia (preferibili per 128 Mb RAM, un hard-disk da 15 Gb, 7200 tuali differenze per decidere se è venuto il
impieghi nel 3D). giri/minuto con tecnologia IDE, una sche- momento di sostituire il proprio computer
Il sistema operativo utilizzato è Win- da grafica Matrox G450 AGP 4x con 16 con un modello più potente.
dows2000 con la possibilità di passare a Mb di RAM e un lettore CD-ROM 20-48x. Photoshop 5.5 permette di misurare i tem-
Windows NT 4.0 Service pack 6.0a al mo- Questo modello si posiziona nella fascia pi delle singole operazioni (apertura file,
mento dell’accensione della macchina. medio/alta della linea E Pro e, anche se non applicazione di filtri, ridimensionamento,
Questa nuova serie ci è parsa una soluzio- è dotato di un quantitativo elevato di me- salvataggio, ecc.). Abbiamo scelto come
ne estremamente valida sia per chi effettua moria RAM (128 Mb), permette di valuta- immagini campione due file, uno da 24.8
fotoritocco che per il professionista che si re quanto un PC dalle caratteristiche me- ed uno da 54.7 Mb. La prima è gestibile in-
vuole dotare di un computer estremamen- die sia adatto ad un impiego tanto specia- teramente nella memoria RAM del com-
te potente. listico come il fotoritocco. puter e di conseguenza i tempi di elabora-
IL TEST

Configurazione di prova I tempi rilevati sono la media di tre esecuzioni singole, otte-
IntelliStation E Pro 6836-41G nute riavviando ogni volta la macchina per evitare risultati
Intel PIII 1000MHz (1GHz) inattendibile. Prima di ogni prova è stata eseguita la defram-
128Mb RAM mentazione dell’hard disk. Le immagini utilizzate come test
15Gb HD 7200 giri IDE erano memorizzate su CD-R.
Matrox G450 AGP 4x 16Mb Notevole la velocità degli hard-disk che, nell’immagine da
CD-ROM 20-48x 54.7 Mb, non hanno rallentato eccessivamente la worksta-
Monitor IBM 21” tion.
Software: Photoshop 5.5 con il 100% della memoria RAM Interessante notare l’insignificante attesa nelle elaborazioni
disponibile assegnata al programma. dell’immagine da 24.8 Mb interamente contenuta nella me-
moria RAM (mai oltre i 4s!).
Immagine da 24.8Mb I valori ottenuti sono comparabili a quelli offerti da Work-
Tempi rilevati: station tradizionalmente ben più costose. I risultati conseguiti
Apertura file (da CD-Rom): 12.1s da IBM con la serie E Pro sono frutto di un’attenta scelta dei
Maschera di contrasto (fattore 50%, raggio 1, soglia 0): 2.1s componenti, salvaguardando l’affidabilità con prodotti.
Ridimensiona larghezza a 1000 pixel: 3.6s
Salva file Tiff su Hard-disk: 0.5s Può essere interessante confrontare questi dati con quelli pub-
blicati nell’articolo: PC contro Mac: chi è più veloce? Ap-
parso su Progresso Fotografico del giugno 1998. I risultati
Immagine da 54.7Mb non sono immediatamente confrontabili per via della diver-
Tempi rilevati: sa tipologia di prova (diverso sistema operativo e software
Apertura file (da CD-Rom): 17.8s utilizzato) ma permettono comunque di rendersi conto di co-
Maschera di contrasto (fattore 50%, raggio 1, soglia 0): 26.3s me i tempi di elaborazione delle immagini digitali si stiano
Ridimensiona larghezza a 1000 pixel: 7.8s progressivamente riducendo.
Salva file Tiff su Hard-disk: 0.5s

Per calcolare i tempi di elaborazione


ci siamo affidati alla funzione “tempo”
Per il test abbiamo utilizzato il programma di attivabile dalla barra di stato di Pho-
fotoritocco Adobe Photoshop 5.5. toshop.
Il filtro “maschera di contrasto” è
stato applicato con i valori ripor-
tati in figura.

zione ottenuti mostrano l’efficienza del si- te elevate: con l’immagine da 24.8 Mb i pi di elaborazione da 5 a 15 volte inferio-
stema Processore/Memoria RAM, mentre tempi di elaborazione sono stati sempre in- ri; un esempio: la maschera di contrasto
la seconda immagine, quella da 54.7 Mb, feriori ai 4s e ciò permette di lavorare qua- sull’immagine da 54.7 Mb, eseguita in 26s
eccede la capacità massima di una imma- si in tempo reale con le principali funzio- dall’Intellistation IBM, ha richiesto ben
gine gestibile esclusivamente nella Ram da ni di Photoshop. 374s sul PC più datato.
un computer con 128 Mb e il PC è costret- Con l’immagine da 54.7 Mb, si sente ine-
to ad utilizzare l’hard-disk, molto più len- vitabilmente l’intervento dell’hard-disk per L’Intellistation ideale
to della memoria Ram, come memoria vir- sopperire al limitato quantitativo di me- La configurazione esaminata, seppur inte-
tuale (sostitutiva temporanea). moria RAM e i tempi di elaborazione si so- ressante, può venire ulteriormente miglio-
I tempi di lavoro con questa immagine in- no alzati sensibilmente, pur rimanendo an- rata selezionando oculatamente le combi-
dicano le potenzialità del sistema Proces- cora accettabili. nazioni possibili dall’ampia offerta IBM.
sore/Ram/Hard-disk. Per confronto, un PC di quasi tre anni d’an- Per trasformare una Intellistation IBM in
Le immagini erano contenute su CD-Rom zianità, dotato di processore Pentium II da una vera e propria PhotoStation è preferi-
in modo da valutare l’efficienza anche di 233 MHz, 96 Mb di memoria Ram, Hard- bile optare per un modello con processore
questa periferica. disk da 3.2 Gb a 5200 giri/minuti, nelle meno costoso, ma con una maggiore dota-
Le prestazioni rilevate sono indubbiamen- stesse condizioni di prova, ha offerto tem- zione di memoria RAM.
Tra i programmi inclusi con l’ IntelliStation E Pro 6836-41G c’è il
noto programma di riconoscimento vocale VoyceType Simply-Speaking
Per la sicurezza durante la navigazione in internet, non poteva man- Gold.
care un software antivirus.

QUANTO COSTA: IL SOFTWARE


“CERTIFICATO”
• IntelliStation E Pro 6836-41G
(modello in prova)
Le Workstation IBM sono certificate per
Prezzo: L. 6.350.000,
essere compatibili con una lunga lista di
monitor escluso.
applicazioni; con questi programmi si
ha la certezza di un corretto funziona-
• IntelliStation E Pro 6836-10G mento del PC, esente dai fastidiosi Cra-
(workstation “ideale”),
sh di sistema che spesso affliggono i PC.
Prezzo: L. 3.900.000
Nella malaugurata ipotesi che qualche
monitor escluso, a cui occorre aggiungere un kit di memoria da 128 Mb (lL. 480.000)
malfunzionamento si dovesse presenta-
+ uno da 64 Mb (L. 240.000) per raggiungere i 256 Mb che riteniamo ideali per un
re con uno dei programmi certificati,
utilizzo con programmi di fotoritocco.
sarà la stessa IBM che si premunirà di
Le altre caratteristiche dell’ IntelliStation E Pro 6836-10G sono: processore Intel Pen-
trovare una soluzione al problema evi-
tium III 800 Mhz, RAM 256 MB,scheda grafica Matrox G450, lettore CD-Rom.
tando il noioso ma frequente, scarica-
barile tra il venditore del PC e le softwa-
Di seguito i prezzi di alcune opzioni per le IntelliStation:
re house.
lettore DVD L. 580.000,
lettore DVD/masterizzatore:L. 1.480.000
Ecco alcuni tra i programmi più noti cer-
monitor E74 da 17 pollici: L. 700.000
tificati per le Intellistation IBM:
monitor G96 da 19 pollici: L. 1.450.000
Adobe
Numero verde specifico per avere informazioni su PC e periferiche (IntelliStation
Acrobat all, After Effects, FrameMaker,
incluse): 800-017001
GoLive, Illustrator, InDesign, Image-
Ready, PageMaker, PageMill, Photo-
shop, Premiere,
Suggeriamo quindi l’IntelliStation E Pro L’assistenza ha un ruolo importante e IBM Fast
6836-10G le cui caratteristiche sono: pro- mette a disposizione per le apparecchiatu- DV Master Pro
cessore Intel Pentium III 800 Mhz, RAM re professionali l’intervento di un tecnico Macromedia
256 MB, scheda grafica Matrox G450, let- on-site a non oltre 48 ore dalla chiamata e Authorware, Director, Dreamweaver,
tore CD-Rom. Prezzo: 4.800.000 lire. la possibilità di chiarire dubbi o migliora- Fireworks, Flash, Freehand, Generator,
A questa, che definiremmo la Photostation re l’affidabilità della macchina direttamente Shockwave
ideale, si possono integrare periferiche ag- con i tecnici della sede centrale IBM (con Metacreations
giuntive che permettano di sfruttare mag- e-mail in inglese); tutto questo per i primi Painter3D, Poser, Infini-D, Ray Dream
giormente le potenzialità e l’affidabilità di tre anni dal momento dell’acquisto e ciò Studio, Bryce3D
questa macchina (lettori DVD, masteriz- coincide anche con la vita media di un com- Micrografx
zatori CD e DVD, hard-disk aggiuntivi, puter, che appunto varia tra i 3 e 4 anni. Graphics Suite, Designer, Picture Pu-
monitor da 17 a 21 pollici, ecc.) Infine, un plus molto apprezzabile: nei com- blisher, FlowCharter, Simply 3D, Me-
La disponibilità di un quantitativo mag- puter della linea Intellistation troviamo un dia Manager, Quick Silver
giore di RAM permette di lavorare meglio CD-Rom di ripristino che consente di ri- Quark
con più immagini contemporaneamente o portare la macchina allo stato iniziale, co- QuarkXpress
con fotografie a risoluzioni elevate. Il quan- me al momento dell’uscita dalla fabbrica, Vertigo
titativo massimo installabile su tutta la gam- possibilità particolarmente utile in caso di Vertigo Hot Text , Vertigo 3D Word
ma E Pro è comunque di 1500 Mb! Un attacchi di virus. Kinetix
quantitativo superiore alle esigenze di qual- 3D StudioMAX, 3D StudioVIZ
siasi utilizzatore, anche professionale. Valerio Pardi
DIGITALE

CARTE DA STAMPA HP
HP offre una gamma articolata di
carte, dalle caratteristiche diver-
se; abbiamo provato la Premium
Photo Paper e la Premium Glos-
sy, confrontando i risultati con
quelli ottenibili su carta comune.
Le differenze sono visibili.

Come si può osservare la differenza croma-


tica è evidente, con una tendenza al magen-
ta nella HP Premium Photo Paper. Il contra-
sto tuttavia risulta migliore con la HP Pre-
mium Photo Paper.

Le stampanti a getto d’inchiostro hanno


raggiunto una qualità di stampa molto ele-
vata, per certi versi confrontabile con quel-
la delle stampe chimiche tradizionali; ri-
sultati di tale livello sono però possibili gra-
zie all’impiego di carte particolari, deno-
minate dai produttori, di solito, con il suf-
fisso “Photo”.
La grande quantità di tipi di carta da stam- spettrofotometro per verificare lo scosta-
pa per ink-jet disponibili sul mercato può La prova mento cromatico rispetto ad una tabella
disorientare; abbiamo quindi deciso di av- Abbiamo realizzato la prova stampando campione IT8 da 288 colori.
viare una serie di articoli dedicati alle di- due immagini, una a colori e l’altra in bian- Per quanto riguarda le immagini campio-
verse carte, delle diverse marche. co e nero, scelte come riferimento per le ne, quella a colori, dotata di particolari fi-
HP dispone di una vasta scelta di carte da loro caratteristiche. ni sia nelle ombre che nelle alte luci, si pre-
stampa; abbiamo effettuato la prova di due La prova si articola su due piani; da una sta particolarmente bene per individuare
carte dedicate espressamente alla stampa parte abbiamo analizzato le stampe per co- differenze sia nel colore che nella resa dei
delle fotografie: la HP Premium Photo Pa- gliere le sensazioni visive soggettive; dal- dettagli più fini, mentre quella in bianco e
per e la HP Premium Glossy Paper. l’altra abbiamo sottoposto tali stampe allo nero consente di individuare eventuali do-
Nella stampa in bianco e nero è molto evidente la differenza di saturazione tra le due carte; come nelle stampe a colori la HP Premium
Glossy Paper offre un migliore bilanciamento cromatico, con un grigio più neutro, ma un contrasto minore.

minanti cromatiche dovute all’uso degli in-


chiostri colorati per la stampa. LA PROVA DELLA CARTA COMUNE
La stampante, una HP DeskJet 895Cxi, è
stata utilizzata con i driver più recenti al Visti i risultati ottenuti con le due carte HP e poiché le stampanti HP vengono pub-
momento della prova, senza selezionare blicizzate come capaci di ottimi risultati anche su carta comune, abbiamo esteso la
eventuali profili colore (ICM o simili) e in- prova alla comune carta per fotocopie da 80g/m2. Abbiamo proceduto come nelle
dicando solamente il tipo di carta utilizza- prove delle carte HP e i risultati sono stati molto interessanti.
ta. La combinazione della carta (marca Isy Copy da 80g/m2) e gli inchiostri HP hanno
fornito un ottimo risultato cromatico: grigio neutro nella foto in bianco e nero e co-
Le carte in prova lori naturali nella foto della marmotta.
La HP Premium Photo Paper si presen- Di contro il contrasto è risultato piuttosto basso a causa del tipo di carta molto poro-
ta come un normale cartoncino fotografi- sa, così come inferiore è risultata la nitidezza; anche la granulosità dell’immagine è
co lucido di media consistenza. Il colore di risultata evidente, anche se non fastidiosa.
fondo è un bianco panna e, come vedremo,
influirà sui risultati di stampa. La superfi-
cie, a prima vista liscia, presenta micro-
scopici avvallamenti dovuti al particolare
rivestimento che assicura un’asciugatura
veloce e uniforme degli inchiostri. È mar-
chiata sul retro, non stampabile, con il lo-
go di HP. Le stampe effettuate su carta co-
La HP Premium Glossy Paper è invece mune hanno fornito ottimi ri-
una carta “anche” per la stampa di foto- sultati nel bilanciamento cro-
grafie: HP la consiglia sia per le presenta- matico, un po’ meno bene nella
zioni, sia per la stampa di immagini ac- saturazione, granulosità e con-
quisite elettronicamente. trasto.
Molto più leggera della Premium Photo Pa-
per, ha una superficie più lucida, che ri-
corda da vicino la brillantezza del classico
Cibachrome. Il colore di fondo è un bian-
co pulito.

I risultati della prova


La qualità di stampa è risultata molto buo-
na con entrambe le carte, pur presentando
differenze significative.
Nella foto a colori della marmotta stam-
pata sulla HP Premium Photo Paper ab-
biamo rilevato una sensibile dominante ma-
genta; ottimi invece sia il contrasto che la
sensazione di nitidezza.
Sulla HP Premium Glossy Paper la stessa TEST FEDELTÀ COLORE
immagine è risultata meno satura, con dei Oltre ad effettuare un confronto visivo tra le varie carte abbiamo sottoposto le stam-
neri meno densi; questo ha prodotto la sen- pe a test con uno spettrofotometro, per verificare lo scostamento cromatico rispetto
sazione di una minore nitidezza. Anche nel- ad una tabella campione IT8 da 288 colori. Il risultato della misurazione è espresso
la Premium Glossy vi è una dominante di dall’errore medio DeltaE.
colore, in questo caso gialla; l’intensità Questa misurazione permette di verificare anche le eventuali differenze cromatiche
però è minore. tra le singole stampe realizzate con carte differenti.
La foto in bianco e nero, stampata anche
con gli inchiostri colore per meglio rende- Carta HP Premium Photo Paper
re le sfumature più chiare, ha evidenziato Errore cromatico DeltaE 11,6
gli stessi risultati: una saturazione e un con-
trasto maggiori, ma con una dominante ma- Carta HP Premium Glossy Paper
genta, con la carta HP Premium Photo Pa- Errore cromatico DeltaE 9,7
per e una resa più neutra con contrasto mi-
nore con la HP Premium Glossy Paper. Come era evidente ad una valutazione visiva, il dato fornito dalla misurazione di la-
Il giudizio complessivo è positivo. La HP boratorio ha confermato una correzione cromatica migliore della carta Premium Glos-
Premium Photo Paper è una carta dotata di sy. Entrambi i valori sono comunque molto buoni, poiché l’errore medio (DeltaE)
una buona consistenza e con una superfi- nelle stampanti a getto d’inchiostro oscilla tra i valori 8 e 20.
cie molto simile a quella delle comuni car-
te chimiche fotografiche; ha il difetto di
una dominante magenta, ma una semplice
correzione del bilanciamento colore effet-
tuabile in qualsiasi programma di fotori-
tocco permette di raggiungere risultati cro-
maticamente buoni.
La HP Premium Glossy Paper è invece più
omogenea, non mostra evidenti sbilancia-
menti cromatici, ma non offre neppure la
saturazione della Premium Photo; inoltre
lo spessore inferiore la rende più difficile Il Test IT8 con cui si è effet-
da maneggiare poiché tende a piegarsi fa- tuata la misurazione per ve-
cilmente; ha però il vantaggio della gran- rificare gli scostamenti cro-
de brillantezza della superficie, che ricor- matici
da il Cibachrome.

Valerio Pardi

DATI TECNICI:
Tecnologia di stampa getto di inchiostro
Risoluzione nominale 1440x720 dpi
Inchiostri in stampa fotografica 4 (nero, giallo, ciano, magenta)
Per effettuare le stampe abbiamo usato Numero ugelli 144 nero, 48 per ognuno dei 3 colori rimanenti.
Massimo formato di stampa A4 (21x29,7 cm)
la stampante HP DeskJet 895Cxi dota- Alimentazione alimentatore interno
ta della tecnologia di stampa multistra- Interfacce parallela Centronics, USB,
to HP PhotoREt II, che consente di so- seriale per Macintosh (1.8 Mbps)
vrapporre con precisione fino a 16 goc- Sistemi operativi Windows 3.x, Windows 95,
Windows 98, Windows NT 4, Macintosh
ce di diversi inchiostri su ogni singolo Buffer memoria interna 64 kb
punto, in modo da generare infinite sfu- Dimensioni
mature di colori senza sacrificare la ve- (altezza x larghezza x profondità) 167x429x261 mm
locità di stampa. Peso 5,3 kg

I PREZZI
HP DeskJet 895Cxi L 720.000

Carta patinata lucida HP "Glossy Paper", formato A4, 10 fogli L. 22.500


Carta patinata lucida HP "Glossy Paper", formato A4, 50 fogli L. 112.500
Carta fotografica HP "Premium Photo Paper", formato A4, 15 fogli L. 22.500
C6059A Carta fotografica HP "Premium Photo Paper", formato A3, 20 fogli L. 84.000

Per informazioni: Hewlett Packard, via G. Di Vittorio 9, 20063 Cernusco sul Naviglio.
Tel 0292121 fax 0292103246
T E S T DIGITALE

EPSON E CANON
CARTE A CONFRONTO
La prova delle carte evidenzia
comportamenti molto diversi
tra una marca e l’altra;
come nella tradizionale
camera oscura la sperimentazione
consente di effettuare scelte
in base alle proprie esigenze.

Canon Glossy Photo Paper GP-201.

Epson Photo Paper.

Canon High Gloss Photo Film HG-201.

Resa cromatica Contrasto


Come si può osservare, la differenza cromatica è piuttosto evi- La carta Canon High Gloss Photo Film HG-201 è caratterizzata
dente, con una intonazione magenta molto pronunciata sulla Ca- da un maggiore contrasto, che dà l’impressione di una superiore
non Glossy Photo Paper GP-201. nitidezza. La risoluzione della carta Epson tuttavia non è inferio-
re. Discreta la prestazione della Canon Glossy Photo Paper GP-
201.
Negli ultimi due anni le stampanti a getto
d’inchiostro hanno fatto grandi progressi TEST FEDELTÀ COLORE
ed hanno raggiunto una qualità “fotografi-
ca” davvero notevole. Un ruolo importan-
te è però giocato dalle carte speciali ed in-
fatti si è molto ampliata anche l’offerta dei
supporti di stampa.
Proseguiamo quindi nell’analisi delle car-
te “dedicate”; questo mese abbiamo pro-
vato la carta Epson Photo Paper, la Canon
High Gloss Photo Film HG-201 e la Glos-
sy Photo Paper GP-201.

La prova
Come il mese scorso con le carte HP, ab-
biamo realizzato la prova stampando due
immagini, una a colori e l’altra in bianco e
nero, scelte come riferimento per le loro ca-
ratteristiche. La prova si articola su due pia-
ni; da una parte abbiamo analizzato le stam-
pe per cogliere le sensazioni visive sog-
gettive; dall’altra abbiamo sottoposto tali
stampe allo spettrofotometro per verifica-
re lo scostamento cromatico rispetto ad una
tabella campione IT8 da 288 colori. Il Test IT8 con cui si è effettuata la misurazione per verificare gli eventuali sco-
Per quanto riguarda le immagini campio- stamenti cromatici
ne, quella a colori, dotata di particolari fi-
ni sia nelle ombre che nelle alte luci, si pre- Oltre ad effettuare un confronto visivo, abbiamo sottoposto le carte a test con
sta particolarmente bene per individuare uno spettrofotometro per verificare lo scostamento cromatico delle stampe ri-
differenze sia nel colore che nella resa dei spetto ad una tabella campione IT8 da 288 colori. Il risultato della misurazione
dettagli più fini, mentre quella in bianco e è l’errore medio DeltaE.
nero consente di individuare eventuali do- Questa misurazione permette di verificare anche le eventuali differenze croma-
minanti cromatiche dovute all’uso degli in- tiche tra le singole stampe realizzate con carte differenti.
chiostri colorati per la stampa.
Ovviamente con un programma di fotori- Carta Epson Photo Paper
tocco è possibile correggere qualsiasi do- Errore cromatico DeltaE 12,4
minante di colore, tuttavia in questo caso
pubblichiamo le immagini “al naturale” pro- Carta Canon High Gloss Photo Film HG-201
prio per evidenziare il comportamento del- Errore cromatico DeltaE 15,7
le carte nel rapporto con la stampante.
Le stampanti utilizzate per la prova sono Carta Canon Glossy Photo Paper GP-201
state la Epson Stylus Photo 700 e la Canon Errore cromatico DeltaE 18,27
BJC-7000. Entrambe sono state utilizzate
con i driver più recenti reperibili al mo- Il test della fedeltà cromatica conferma l’impressione visiva; la carta Epson of-
mento della prova, senza selezionare even- fre una fedeltà cromatica leggermente superiore alle carte Canon. La Canon
tuali profili colore (ICM o simili) e indi- Glossy Photo Paper ha mostrato lo scostamento più elevato tra le carte prese in
cando al driver di stampa solamente il tipo esame sino ad ora. Ricordiamo che gli errori medi (DeltaE) per le stampanti a
di carta utilizzata. getto d’inchiostro variano in genere tra 8 e 20.

EPSON
Codice Descrizione Fogli/pacco Formato Prezzo (in lire)
SO41140 Photo Paper 20 A4 25.000
S041142 Photo Paper 20 A3 62.500
S041143 Photo Paper 20 A3+ 75.000
S041145 Photo Paper 10 Panorama 36.000

CANON
F51-2441300 High Glossy HG-201 x BJC7000 10 A4 40.000
F51-2481500 GP-201 Carta Lucida 20 A4 15.000
GP-201 Carta Lucida 10 A3 15.000
GP-201 Carta Lucida 20 A4+ 18.000
Epson Photo Paper. Canon High Gloss Photo Film HG-201.

Nella stampa in bianco e nero è molto evidente la dif-


ferenza di contrasto: la carta Canon High Gloss Pho-
to Film HG-201, più contrastata, consente di avere
dei neri più saturi; con la carta Epson si leggono me-
glio i dettagli più fini. Inferiore la resa della Canon
Glossy Photo Paper GP-201, contrasto inferiore e do-
minante azzurra piuttosto pronunciata.

LE STAMPANTI
Per effettuare le stampe abbiamo usato la stampan-
ti Epson Stylus Photo 700 e Canon BJC-7000.

Epson Stylus Photo


Caratteristiche tecniche Canon Glossy Photo Paper GP-201.
Tecnologia di stampa: getto d’inchiostro
Risoluzione nominale: 1440x720 dpi
Inchiostri: nero, giallo, ciano, ciano chiaro,
magenta, magenta chiaro
Numero ugelli: 32 per ogni inchiostro,
192 in totale Le carte in prova te la carta va inserita nella stampante.
Massimo formato di stampa: A4 (209.1mm) La Epson Photo Paper che sui listini La Canon Glossy Photo Paper GP-
Alimentazione: alimentatore interno 201 è un cartoncino leggero; la super-
Epson viene identificata con il nome
Interfaccia: parallela Centronics per PC e seriale
per Macintosh (1.8Mbps) “carta speciale qualità fotografica ad al- ficie è meno lucida, ricorda quella del-
Sistemi operativi: Windows 3.x, Windows 95, to spessore”, si presenta come un car- la Epson Photo Paper; il colore di fon-
MacOS toncino lucido di media consistenza. Il do è un bianco -ghiaccio.
Dimensioni: 429x582x307mm colore di fondo è un bianco neutro, la
superficie presenta microscopici avval- I risultati della prova
Canon BJC-7000 lamenti dovuti al particolare rivesti- Stampa a colori:
Caratteristiche tecniche mento, che assicura un’asciugatura ve- La foto a colori della marmotta stam-
loce e uniforme degli inchiostri utiliz- pata sulla Canon High Gloss Photo Film
Tecnologia di stampa: getto di inchiostro zati dall’esclusiva tecnologia micro-pie- HG-201 ha mostrato un ottimo contra-
Risoluzione nominale: 1200 dpi zo di Epson. Sul retro, stampabile, è sto, che ha favorito la sensazione di ni-
Inchiostri in stampa fotografica: nero, giallo, tidezza; abbiamo rilevato una leggera
stampigliato il logo Epson Photo Paper.
giallo chiaro, ciano, ciano chiaro, magenta,
magenta chiaro La Canon High Gloss Photo Film HG- dominante magenta.
Numero ugelli: 304 nero coprente, 80 per ognuno 201 ha una superficie più lucida, mol- Con la Canon Glossy Photo Paper GP-
dei 6 colori rimanenti to simile a quella della HP Premium 201 l’immagine è risultata più satura,
Massimo formato di stampa: A4+ (22.3x35.6cm) Glossy Paper, quasi un “CibaChrome ma con un contrasto inferiore e con una
Alimentazione: alimentatore interno per il digitale”. Il colore di fondo è un dominante magenta più accentuata.
Interfaccia: parallela Centronics bianco più caldo; il lato stampabile è Sulla Epson Photo Paper la stessa im-
Sistemi operativi: Windows 3.x, Windows 95 uno solo e si identifica grazie ad un an- magine è risultata un po’ meno satura,
Dimensioni: 46.7x31.3x21.8cm golo smussato che indica da quale par- ma con una tonalità cromatica più fe-
TEST DEL BIANCO DEL CART ONCINO

Come i fotografi ben sanno il tono di bianco della carta influisce


sull’immagine stampata. Abbiamo quindi deciso di aggiungere
un’altra prova, l’esame del punto di bianco del supporto; abbiamo
quindi sottoposto le carte all’esame dello spettrofotometro e ab-
biamo misurato lo spettro riflesso dai singoli fogli.
La prima parte dello spettro, dai 385nm ai 425nm, è ultravioletto
e influisce in minima parte sul colore della carta che percepiamo
con i nostri occhi, poco sensibili a quella lunghezza d’onda.
A questo punto, una buona carta dal colore di fondo neutro, do-
vrebbe mostrare la parte restante dello spettro con un andamento
praticamente costante a qualsiasi lunghezza d’onda.
Le tre carte hanno evidenziato un comportamento differente, ma
sono accomunate da un picco sensibile nella zona del blu.

La Canon Glossy Photo Paper GP-201 ha mostrato lo scosta-


mento maggiore. Diagramma dello spettro riflesso dalla Canon High
Glossy Photo Film HG-201
La Canon High Glossy Photo Film HG-201 ha fornito un risul-
tato più omogeneo, anche se ha mostrato un piccolo scompenso
nella zona oltre i 585nm.

La Epson Photo Paper ha fornito la risposta più omogenea; co-


me le altre carte ha un evidente picco nella zona del blu, ma il re-
sto dello spettro è molto omogeneo.

Diagramma dello spettro riflesso dalla Epson Pho-


to Paper

Diagramma dello spettro riflesso dalla carta Canon


Glossy Photo Paper GP-201

dele, anche se con una dominante tenden- Gloss Photo Film HG-201, rispetto alle al-
te al giallo, e qualche dettaglio in più nel- tre due carte.
le alte luci. In termini di resa cromatica, la Epson Pho-
to Paper ha una leggera dominante tendente
Stampa bianco e nero: al giallo, le due Canon hanno un tono più
Le foto in bianco e nero, stampate con gli freddo con una dominante tendente all’az-
inchiostri colore per meglio rendere le sfu- zurro, più marcata nella Canon Glossy Pho-
mature più chiare, hanno evidenziato gli to Paper GP-201.
stessi risultati: una saturazione e un con-
trasto maggiori sulla carta Canon High Valerio Pardi
TEST

TDK PER INK-JET


TDK Pro Quality Photo Inkjet Paper Heavy Weight è il nome della nuova carta
universale per stampa ink-jet di TDK; come di consueto l’abbiamo provata
con le stampanti Epson e HP che usano due tecnologie di stampa differenti.

La struttura della carta TDK.

La confezione della carta TDK Pro Quality Photo Inkjet Paper Heavy Weight.

Per TDK il mondo dell’immagine digitale fili colore (ICM o simili) e indicando so- mano la validità del progetto adottato da
è del tutto nuovo ma i risultati offerti da lamente il tipo di carta utilizzata. TDK.
questa carta lasciano ben sperare per il fu- Tornando ad una descrizione esteriore del-
turo. La Pro Quality si è dimostrata una Le specifiche della carta la carta si nota che questa non è marchiata
buona carta, superiore in molti aspetti alle La TDK Pro Quality Photo Inkjet Paper sul retro, ma che comunque non è stampa-
principali rivali, sia universali che origi- Heavy Weight si presenta come un pesan- bile. Nel complesso un’impressione larga-
nali. te cartoncino fotografico lucido di alta con- mente positiva.
sistenza da ben 264g/m2, il colore di fon-
La prova do è bianco puro. La superficie è molto li- I risultati della prova
Abbiamo realizzato la prova stampando le scia e compete ad armi pari con le miglio- Come accennato, abbiamo eseguito il test
solite due immagini precedentemente se- ri carte fino ad ora provate e non presenta utilizzando due stampanti con tecnologia
lezionate: una a colori e l’altra in bianco e i soliti microscopici avvallamenti delle car- differente. Con la stampante Epson Stylus
nero. te meno pregiate. Photo 700 la qualità di stampa è risultata
Per verificare il comportamento con varie La carta è formata da 4 strati: il primo stra- elevata. Nella foto a colori della marmot-
stampanti abbiamo eseguito la prova sia to è una base di resina che dà la consisten- ta è risultata percepibile una leggera do-
con una stampante Epson Stylus Photo 700 za alla carta, sopra si trova lo strato che dà minante verde; buono invece il contrasto e
(tecnologia a getto d’inchiostro Piezoelet- il colore bianco alla carta e sotto alla pel- ottima la sensazione di nitidezza.
trica) che con la Hewlett Packard DeskJet licola protettiva su cui si forma l’immagi- La foto in bianco e nero, stampata anche
895 Cxi che usa invece la tecnologia a get- ne si trova lo strato che si occupa di fissa- con gli inchiostri colore, per meglio ren-
to d’inchiostro termico. re l’inchiostro, costituito da una serie di mi- dere le sfumature più chiare, ha evidenzia-
Per entrambe le stampanti sono stati uti- croscopici pori di una struttura costituita to buoni risultati: una appena percepibile
lizzati i driver più recenti al momento del- da materiale ibrido organico-inorganico. dominante, ma un’ottima gradazione del-
la prova, senza selezionare eventuali pro- I risultati che si possono ottenere confer- le tonalità e un contrasto molto vigoroso.
Come si può osservare, la differenza cromatica è piutto-
sto evidente, con una leggera tendenza al verde per la
stampa con la Epson e colori più saturi con la HP.
Il contrasto risulta molto simile.

Stampa con Epson Stylus Photo 700.

Stampa con Hewlett


Packard DeskJet 895 Cxi.

TEST FEDELTÀ COLORE


Oltre ad effettuare un confronto visivo, ab-
biamo sottoposto le carte a test con uno spet-
trofotometro per verificare lo scostamento
cromatico delle stampe rispetto ad una ta-
bella campione IT8 da 288 colori. Il risul-
tato della misurazione è l’errore medio Del-
taE.
Questa misurazione permette di verificare
anche le eventuali differenze cromatiche tra
le singole stampe realizzate con carte dif-
ferenti.

Stampa con Epson Stylus Photo 700


Errore cromatico DeltaE 15.3

Stampa con Hewlett Packard DeskJet 895 Cxi


Errore cromatico DeltaE 15.9

Il risultato della misurazione favorisce leg-


germente sotto l’aspetto cromatico, la stam-
pa effettuata con la stampante Epson. Sep-
pur con risultati di laboratorio simili, la re-
sa globale della carta, visivamente, mostra
differenze un poco più evidenti; ciò è do-
vuto al fatto che, anche se nel complesso le
due stampanti sbagliano in modo simile sot-
to l’aspetto “quantitativo”, gli errori ven- Il Test IT8 con cui si è effettuata la misurazione per verificare gli eventuali scosta-
gono fatti su colori diversi, il che influenza menti cromatici
in maniera diversa la visualizzazione.
Stampa con Hewlett Packard DeskJet 895 Cxi. Stampa con Epson Stylus Photo 700.

Anche nella stampa in bianco e nero è possibile avvertire una leggera differenza cromatica tra le due carte.

Con la stampante Hewlett Packard De-


skJet 895 Cxi si è ottenuta una saturazio- TEST DEL BIANCO
ne dei colori superiore e una densità glo- DEL CARTONCINO
bale maggiore. La foto della marmotta è ri-
sultata più satura e con una gamma cro- Il tono di bianco della carta influisce sul-
matica più piacevole ad occhio; ottimo an- l’immagine stampata. La prova esamina con
che il contrasto. Molto simile il comporta- lo spettrofotometro il punto di bianco del
mento per la foto in bianco e nero che ha supporto; il risultato è un grafico che rap-
mostrato una correzione cromatica natura- presenta, alle varie lunghezze d’onda della
le, solo leggermente tendente al freddo. luce, l’assorbimento della carta.
La prima parte dello spettro, dai 385nm ai
Giudizio 425nm, è ultravioletto e influisce in mini-
La carta ha mostrato ottime caratteristiche, ma parte sul colore della carta che perce-
la struttura della carta si colloca tra le mi- piamo con i nostri occhi, poco sensibili a
gliori tra quelle fino ad ora provate, ma la quella lunghezza d’onda. Una buona carta
resa finale dipende sempre anche dalla dal colore di fondo neutro, dovrebbe mo- La carta TDK ha un comportamento
stampante utilizzata. Nel nostro test è emer- strare la parte restante dello spettro con un molto buono; infatti mostra un com-
sa una differenza avvertibile tra le due stam- andamento praticamente costante a qual- portamento lineare su tutto lo spettro of-
panti utilizzate per la prova, così come è siasi lunghezza d’onda. frendo così un bianco privo di sfuma-
accaduto in precedenza; se con Epson è ture “impure”.
possibile avere un buon contrasto, ci si tro-
va davanti ad un bilanciamento cromatico
che non sempre convince, mentre con la
coppia TDK/HP è stato possibile raggiun-
gere sempre una qualità di stampa molto
elevata anche se dai colori leggermente più
saturi.
Valerio Pardi

LE STAMPANTI UTILIZZATE PER LA PROVA HP 895Cxi

Tecnologia di stampa: getto di inchiostro


Epson Stylus Photo 700 Risoluzione nominale: 1440x720 dpi
Inchiostri in stampa 4 (nero, giallo, ciano, magenta)
Tecnologia di stampa: getto d’inchiostro Numero ugelli: 144 nero, 48 per ognuno dei 3 colori ri-
Risoluzione nominale: 1440x720 dpi manenti.
Inchiostri: nero, giallo, ciano, ciano chiaro, Massimo formato di stampa: A4 (21x29,7 cm)
magenta, magenta chiaro. Alimentazione: alimentatore interno
Numero ugelli: 32 per ogni inchiostro, 192 in totale. Interfacce: parallela Centronics, USB, seriale
Massimo formato stampa: A4 (209.1mm) per Macintosh (1.8 Mbps)
Alimentazione: alimentatore interno Sistemi operativi: Windows 3.x, Windows 95, Windows 98,
Interfaccia: parallela Centronics per PC Windows NT 4, Macintosh
e seriale per Macintosh (1.8Mbps) Buffer memoria interna: 64kb
Sistemi operativi: Windows 3.x, Windows 95, MacOS Dimensioni: 167x429x261 mm (altezza x larghezza
Dimensioni: 429x582x307 mm x profondità)
Peso : 5,3kg
TEST DIGITALE

CANOSCAN FS2710

Sopra: Canon CanoScan FS2710.


A sinistra: gli adattatori forniti con lo scanner, da sini-
stra a destra: la dia inserita direttamente, un negativo
in striscia e l’adattatore per le pellicole APS.

Canon ha presentato da poco un nuovo più. zione (2720 dpi).


scanner per pellicole che sostituisce il pre- Naturalmente prima di trasferire l’imma- La rumorosità è risultata contenuta.
cedente modello, l’apprezzato CanoScan gine al computer, lo scanner riporta il nu- Per evitare che nei momenti di non utiliz-
2700F. mero dei colori a 16.777.216 (8 bit), che è zo possa entrare della polvere, è stato mon-
L’FS2710 offre miglioramenti significati- il numero massimo gestibile normalmente tato uno sportellino semi trasparente che
vi. Innanzi tutto la conversione da analo- da Windows; poter però partire da una cam- protegge la fessura per l’inserimento della
gico a digitale ora avviene a 12 bit per ca- pionatura iniziale con un elevato numero dia.
nale, contro i 10 bit del vecchio modello; di colori permette di assegnare con miglior La risoluzione massima è stata mantenuta
2 bit di differenza possono sembrare pochi, precisione i singoli colori, ottenendo come a 2720 dpi, un valore più che sufficiente
ma bisogna considerare che passare da 10 risultato finale un’immagine con maggio- per lavorazioni anche professionali, dato
a 12 bit significa poter passare da 1024 (210) ri dettagli nelle alte luci e nelle ombre. È che permette di ingrandire un negativo
diverse sfumature per ogni colore (Rosso, possibile anche mantenere i 12 bit in usci- 35mm fino al formato 21x32cm, con una
Verde e Blu) a 4096 (212) sfumature di- ta (68.719.476.736 colori), ma in questo risoluzione in stampa di 300 dpi.
verse per colore. Considerando anche che caso bisogna utilizzare un software che per-
i tre colori possono essere mischiati fra di metta poi di gestire l’immagine ( per esem- Collegamenti e installazione
loro per ottenere altri colori, otteniamo che pio Photoshop). La connessione al computer avviene tra-
il nuovo scanner FS2710 può gestire il rag- Un altro miglioramento significativo è la mite interfaccia SCSI; ciò permette un tra-
guardevole numero di 68.719.476.736 velocità operativa che, malgrado l’aumen- sferimento delle immagini molto veloce e
(212x212x212) colori contro i 1.073.741.824 to dei dati da elaborare, Canon dichiara es- mantiene la possibilità di connettere lo stes-
(210x210x210) di colori del 2700F, circa 67 sere di 13s per l’acquisizione di un negati- so scanner sia ad un PC che a un Macinto-
miliardi di possibili sfumature di colore in vo o una diapositiva alla massima risolu- sh.
Il Cd fornito con lo scanner consente di installare e imparare ad Sempre nel Cd si trovano delle tavole didattiche che spiegano il fun-
usare lo scanner in modo semplice ed intuitivo. zionamento dello scanner.

Dal driver è possibile scegliere il tipo di pellicola che si vuole ac-


quisire e la profondità di colore...

…oltre alla regolazione del colore e dell’e-


sposizione.
PREZZI:
Lo scanner Canon CanoScan FS2710 ha un
prezzo di L. 1.650.000
Distribuzione: Canon Italia, Palazzo L, Stra-
da 6, 20089 Milanofiori-Rozzano (MI).
Tel 028248.1, fax 028248.4604, ProntoCa-
non 02.824.9.2000.
Sito Internet: www.canon.it

Dal menù preferenze si possono impostare alcune


funzioni dello scanner che ad ogni avvio vengono
avviate.

La risoluzione massima è di 2720dpi, ma è anche possibile acquisire una Il simpatico programma CanoCraft FS trasforma lo scan-
fotografia a risoluzioni inferiori. ner e la stampante in una pratica fotocopiatrice.

Con lo scanner viene fornita una scheda lanciamento colore, le curve e il contrasto.
SCSI Plug and Play marchiata Adaptec, Il software è compatibile con Windows 95, CARATTERISTICHE TECNICHE:
uno dei maggiori produttori mondiali di Windows 98 e Windows NT 4.0 e suppor-
schede d’interfaccia SCSI, da inserire al- ta il nuovo formato per i file d’immagine CanoScan FS 2710
l’interno del computer, e un cavo SCSI con “fpx”. Film scanner a colori a 2720 dpi.
relativo adattatore per permettere di utiliz- Per gli utenti Macintosh viene fornito un Sensore CCD trilineare
zare lo scanner anche su computer dotati modulo Plug-in che funziona su Mac OS Lampada fluorescente allo Xeno
di prese SCSI differenti (DB 25 o HD50). dalla versione 7.5 in poi. Profondità colore 36 bit.
Tutto il software necessario all’installa- Nel CD-Rom è compresa una pratica gui- Formati pellicola supportati: 35mm (ne-
zione viene fornito su di un unico CD- da digitale che accompagna passo a passo gativa e positiva) e APS (negativa e po-
ROM, semplificando molto l’installazio- dall’installazione del software all’uso del- sitiva). Interfaccia SCSI-II.
ne, poiché non si deve continuamente met- lo scanner ed alla risoluzione dei problemi Il prodotto viene fornito con scheda SC-
tere e togliere floppy, CD-ROM, ecc. che si possono incontrare durante l’uso. SI-II Adaptec 2904E (completa di cavo,
Il software di gestione dello scanner è pra- Per l’elaborazione delle immagini viene driver e adattatore SCSI 25-50 pin), sup-
ticamente identico al software fornito con fornito il programma Adobe Photoshop LE, porto per pellicola 35mm e visualizza-
il CanoScan 2700F; è compatibile con il sia in versione PC che Macintosh. tore APS. Driver TWAIN CanoCraft FS
formato Twain, e quindi utilizzabile da qual- Inoltre sul CD-Rom si trova anche un in- 3.6 (Windows 95/98/NT 4.0) e Modulo
siasi programma di fotoritocco compatibi- teressante programma, molto semplice ed Plug-in FS 3.6 (Macintosh), software
le con questo standard (Photoshop, Photo- intuitivo, che trasforma lo scanner, se si ha Adobe PhotoShop 4.0 LE (elaborazione
Paint, ma anche Photo Editor fornito as- a disposizione anche una stampante, in una delle immagini PC e MAC), manuali di
sieme alla diffusa suite Microsoft Office), pratica fotocopiatrice a colori. istruzioni in italiano (in formato Acrobat
e consente di regolare, già durante l’ac- su CD ROM).
quisizione, diversi parametri come il bi- Valerio Pardi
TEST

COME SCEGLIERE
LO SCANNER
PER PELLICOLA
Lo scanner è per la maggior
parte dei fotoamatori e dei
professionisti il ponte che uni-
sce la fotografia tradizionale
a quella digitale. Come sce-
gliere lo scanner migliore?
Quali caratteristiche deve ave-
re? Esaminiamo a confronto
tutti i principali scanner per
pellicola.

Ci sono due sole possibilità per ottenere


un’immagine digitale: usare una fotocame-
ra digitale o acquisire una fotografia tradi-
zionale con uno scanner; quest’ultima per-
mette di continuare ad utilizzare il corredo
fotografico tradizionale di cui siamo dotati
limitando così i costi: non a caso è diventa-
ta la soluzione preferita dalla maggior parte
dei fotografi.
Lo scanner è diventato a tutti gli effetti il
ponte tra la fotografia tradizionale e quella
digitale.
I vantaggi rispetto ad una fotocamera digi-
tale sono evidenti: innanzi tutto la risolu-
zione che, anche nei modelli più semplici ed
economici, risulta superiore a qualsiasi fo-
tocamera digitale dal prezzo inferiore ai 10
milioni e poi il prezzo che può considerarsi
conveniente, visto che anche per i modelli
di punta si arriva a poco più di 3 milioni di
lire.
I diversi tipi di scanner
Gli scanner si possono trovare in vari mo-
delli, dimensioni e prezzo.
Per lavori professionali dove la qualità è di
primaria importanza si utilizzano gli scan-
ner a tamburo. Con gli scanner a tambu-
ro è possibile acquisire sia stampe che dia-
positive di qualunque formato, ma sia le di-
mensioni che il prezzo (diverse decine di
milioni di lire) ne fanno uno strumento uti-
le solo nel mondo della pre-stampa.
Ad un prezzo decisamente inferiore è pos-
sibile trovare gli scanner piani; il loro prez-
zo, anche per i modelli di punta, non supe- Gli scanner per pellicole multiformato di-
ra i 5-6 milioni e la qualità ottenibile, se spongono di speciali maschere per acquisi-
usati in modo appropriato, si avvicina a re i negativi nei vari formati (24x36, 4.5x6,
quella degli scanner a tamburo. Ne esisto- 6x9, ecc.)
no anche di estremamente economici (90-
100.000 lire) ma la qualità ottenibile spes-
so lascia un po’ a desiderare. Alcuni sono
dotati di uno speciale coperchio illuminato
che permette di acquisire anche originali
trasparenti come le diapositive.
Una versione modificata, ma concettual-
mente identica agli scanner piani, sono gli
scanner per pellicole, il loro sistema otti-
co di acquisizione è appositamente studia-
to per originali di piccole dimensioni come
le diapositive formato 35mm e permette ri-
soluzioni ottiche molto elevate, fino a
4000dpi. Il loro prezzo varia tra le 900.000 Adattatore per dia montate. Adattatore con supporto rigido.
lire scarse agli oltre 6 milioni; sono gli stru-
menti ideali per i fotografi che vogliono
passare in digitale i propri lavori.

Molto importante nella scelta dello scanner


è verificare la presenza di accessori che po-
trebbero aiutare nella fase di acquisizione. Adattatore per film in striscia. Adattatore per film APS.

SCEGLIAMO LA RISOLUZIONE GIUSTA meglio adattarla alle esigenze del caso. Se per esempio abbia-
mo una stampa 10x15cm che dobbiamo elaborare al compu-
Una caratteristica molto spesso mal sfruttata degli scanner è la ter per poi stamparla nel formato 20x30, è inutile eseguire la
risoluzione. Questa può essere di due tipi: ottica o interpolata. scansione a, per esempio, 1200dpi quando in pratica oltre i 600
La prima è quella reale dello scanner che permette di “vede- dpi non si noteranno differenze.
re” i dettagli dell’immagine, mentre l’altra è una elaborazione Infatti per ottenere un’ottima stampa bisogna fornire il file da
software dell’immagine per raggiungere una risoluzione più stampare di una risoluzione di 300 dpi per le misure di stam-
alta, ma senza aggiungere ulteriori informazioni all’immagi- pa (in questo caso 20x30cm). Avendo l’originale di partenza
ne. È quindi evidente che l’unica informazione importante è nel formato 10x15 (esattamente la metà della stampa finale),
la risoluzione ottica. la scansione dovrà essere effettuata al doppio, ovvero 600dpi.
Alcuni scanner, soprattutto i modelli piani, sono pubblicizza- Lo stesso discorso è valido quando si acquisisce un negativo
ti come capaci di una risoluzione strabiliante di 19600dpi! In o una diapositiva. Se dobbiamo stampare una diapositiva
realtà tale risoluzione è riferita come interpolazione e non co- 24x36mm nel formato 20x30cm dovremo effettuare la scan-
me reale risoluzione ottica dello scanner, che invece si ferma, sione a 2500 dpi; infatti la dimensione di partenza (2.4x3.6cm)
di solito, a 600 o al massimo 1200dpi. viene ingrandita di 8.34 volte; quindi 300dpi x 8.34 = 2500dpi.
Quando si esegue una scansione non sempre conviene utiliz- Questo semplice esempio chiarisce perché gli scanner per pel-
zare la massima risoluzione disponibile dello scanner, ma è licole devono avere una risoluzione così elevata.
Praticamente scomparsi, ma qualcuno lo si
trova ancora sul mercato, sono gli scanner
manuali, una sorta di grosso mouse che fat-
to passare lentamente sopra l’immagine ne
permette l’acquisizione; qualche anno fa
erano la scelta obbligata per chi voleva do-
tarsi di uno scanner senza dissanguarsi; ma
oggi, con il continuo calo dei prezzi del-
Microtek Artixscan 4000t.
l’hardware, non hanno più senso d’esiste-
re, soprattutto per la mediocre qualità del-
le scansioni ottenibili.

Gli scanner per pellicole


La scelta di uno scanner per pellicola è, at-
tualmente, la più indicata per il fotografo
evoluto o professionista. Analizziamo le
principali caratteristiche di questi apparec-
chi.
La risoluzione: la risoluzione di 2700-
2800dpi è diventata uno standard e con-
sente di stampare i propri lavori fino al for-
mato 24x30cm con un’ottima qualità; per CanoScan 2700F.
esigenze particolari Polaroid e Microtek
hanno in catalogo scanner con una risolu-
zione di 4000dpi, la più alta disponibile per Nikon LS-4500AF.
questi strumenti, che permettono stampe fi-
no al formato 30x45cm.
La profondità di colore: un’altra caratte-
ristica importante è la profondità di colore,
indicata in bit (8,10 oppure 12 per canale);
questa determina la sensibilità dello scan-
ner nel leggere le sfumature dei colori; più
è alto questo valore meglio si comporterà
lo scanner.
La velocità di scansione: la velocità può
essere determinante per molti fotografi che
si trovano ad acquisire un numero elevato
di fotografie. Non tutte le case indicano con
precisione la velocità di scansione, e quan-
do lo fanno molte volte seguono metodo- Nikon Coolscan III LS-30.
Minolta Dimage Scan Elite.

COSA SIGNIFICA NUMERO


DI BIT (O DI COLORE) Blu) a 4096 (212) sfumature diverse per colore.
Combinando tutte le possibili sfumature dei tre colori primari
Spesso la differenza più evidente tra i vari scanner è il nume- si ottiene un numero di colori pari a 68.719.476.736
ro di bit del convertitore analogico/digitale. (212x 212x 212) contro 1.073.741.824 (210x 210x210) di colori
Il numero di bit indica la capacità dello scanner di separare i degli scanner a 10 bit: questo significa circa 67 miliardi di pos-
colori. Uno scanner da 8 bit per canale (colore primario) sarà sibili sfumature di colore in più.
in grado di vedere al massimo 256 sfumature per ogni colore, Normalmente poi gli scanner riducono il numero dei colori ad
poiché il numero 8 va inteso come esponente di 2, da qui si ha un dimensione gestibile dai software più comuni prima di tra-
che 2 8 =256. sferire l’immagine al computer, normalmente 16.777.216 (8
A volte gli scanner vengono indicati o pubblicizzati a 24 o 30 bit); comunque partire da una campionatura iniziale con un
bit; in questo caso i bit vengono riferiti ai tre colori primari ed elevato numero di colori permette di assegnare con più eleva-
in realtà gli scanner sono rispettivamente da 8 e 10 bit per ca- ta precisione i singoli colori, ottenendo come risultato finale
nale. Oggi gli scanner a 8 bit per canale sono praticamente un’immagine con maggiori dettagli nelle alte luci e nelle om-
scomparsi per lasciare il posto ai modelli migliori da 10 e 12 bre.
bit. È evidente che i migliori rimangono quelli da 12 bit e an- Con alcuni scanner è possibile anche mantenere i 12 bit in usci-
che se 2 bit di differenza possono sembrare pochi, bisogna con- ta (68.719.476.736 colori) ma in questo caso bisogna utilizza-
siderare che passare da 10 a 12 bit significa poter passare da re un software che permetta poi di gestire l’immagine (per
1024 (210) diverse sfumature per ogni colore (Rosso, Verde e esempio Photoshop).
12 SCANNER ACER SCANWIT 2720S 960.000 lire
A CONFRONTO Formato: 35mm
Risoluzione: 2700dpi
Bit convertitore per canale: 12

Caratteristiche: Lo ScanWit 2720S è compatibile solo con


sistemi PC; dispone di connessione SCSI e non è compatibi-
le con il formato APS. Di serie è fornita la scheda SCSI. Può
acquisire fino a 4 dia intelaiate o sei fotogrammi in striscia.

CANOSCAN FS2710 1.560.000 lire

Formato: 35mm
Risoluzione: 2710dpi
Bit convertitore per canale: 12

Caratteristiche: L’FS2710 è compatibile sia con sistemi


PC che Mac grazie all’adozione della connessione SCSI; di-
spone, di serie, di un adattatore per le pellicole formato APS
e permette un’uscita a 12 bit per canale. Molto ben fatto il
manuale di istruzioni.

Alcuni scanner di fascia bassa, con un campionamento a 8 bit, in cer- MICROTEK ARTIXSCAN 4000T 4.450.000 lire
te situazioni possono mostrare comportamenti anomali.
Formato: 35mm
logie diverse e quindi i dati non sono confrontabili. Spesso però Risoluzione: 4000dpi
gli scanner con caratteristiche simili, se non uguali, mostrano una Bit convertitore per canale: 12
maggior velocità più è alto il loro prezzo di vendita; è una regola
empirica e va presa con le pinze, ma molto spesso si è dimostra- Caratteristiche: L’Artixscan 4000T è compatibile sia con
ta valida. sistemi PC che Mac grazie all’adozione della connessione
L’interfaccia: l’interfaccia più diffusa per questi scanner è quel- SCSI; dispone di un adattatore per le pellicole formato APS.
la SCSI, più per tradizione che per effettiva utilità; infatti una mo- Permette di acquisire in automatico fino a 4 dipositive. Riso-
derna interfaccia USB, altrettanto veloce ma molto più facile da luzione elevata, sopra la media.
installare e gestire, offrirebbe notevoli vantaggi. Comunque l’in-
terfaccia SCSI garantisce la piena compatibilità anche con i mo-
delli di PC e Mac più vecchi, in cui sono assenti le nuove inter-
facce USB.
Accessori utili: tra gli accessori più interessanti troviamo i cari-
catori automatici, disponibili per alcuni modelli, che permettono MINOLTA DIMAGE SCAN DUAL 1.220.000 lire
di acquisire in automatico fino a 50 diapositive; senza l’interven-
to dell’operatore.
Funzioni utili: una funzione molto recente quanto utile è la tec- Formato: 35mm
nologia ICE, di cui sono dotati alcuni scanner Nikon e Minolta. Risoluzione: 2438dpi
Questa funzione consente di acquisire negativi o diapositive an- Bit convertitore per canale: 10
che ricoperti di polvere e graffi; quando si vedono per la prima
volta i risultati si resta sbalorditi per l’efficienza di questo siste- Caratteristiche: Il Dimage Scan Dual è compatibile sia con
ma, anche se esiste un rovescio della medaglia, ovvero un note- sistemi PC che Mac grazie all’adozione della connessione
vole allungamento dei tempi di scansione ed una leggera perdita SCSI; dispone di un adattatore per le pellicole formato APS.
di definizione, avvertibile solamente agli ingrandimenti più ele- È possibile acquistarlo sia con scheda SCSI Adaptec che sen-
vati. za.

Valerio Pardi
12 SCANNER A CONFRONTO
MINOLTA DIMAGE SCAN MULTI 6.270.000 lire NIKON COOLSCAN III LS-30 1.550.000 lire

Formato: 6x9mm Formato: 35mm


Risoluzione: 2820dpi Risoluzione: 2700dpi
Bit convertitore per canale: 12 Bit convertitore per canale: 12

Caratteristiche: È compatibile sia con sistemi PC che Mac Caratteristiche: È compatibile sia con sistemi PC che Mac
grazie all’adozione della connessione SCSI; Permette di ac- grazie all’adozione della connessione SCSI; dispone di un
quisire fotografie dal formato APS fino al medio formato adattatore per le pellicole formato APS. È dotato della tec-
(6x9cm) grazie ad una serie di maschere porta pellicola. La nologia Digital ICE che rimuove in completo automatismo
gamma dinamica raggiunge il valore di 3.6. Consente di ac- tutti i graffi e la polvere dalla diapositiva durante la scan-
quisire in automatico fino a 50 diapositive. sione. Consente l’uscita a 16 bit per canale per una fedeltà
cromatica maggiore. Utilizza il Sistema Calibrazione Colore
(standard ICC).

MINOLTA DIMAGE SCAN SPEED 2.390.000 lire NIKON LS-4500 AF 6.450.000 lire

Formato: 35mm Formato: fino a 20x25mm


Risoluzione: 2820dpi Risoluzione: 3000dpi con le diapositive 35mm,
Bit convertitore per canale: 12 e di 1000dpi con il formato 4x5”
Bit convertitore per canale: 12
Caratteristiche: Il Dimage Scan Speed è compatibile sia
con sistemi PC che Mac grazie all’adozione della connessio- Caratteristiche: Oltre alla messa a fuoco manuale servo-
ne SCSI; dispone di un adattatore per le pellicole formato controllata, è possibile affidarsi all’accurato autofocus, che
APS. È possibile acquistarlo sia con scheda SCSI Adaptec che ne abbrevia ulteriormente il procedimento. L’LS-4500 AF è
senza. equipaggiato con un portaoriginali a rotazione di 360° e con
un set di maschere per tutti i formati più diffusi.

MINOLTA DIMAGE SCAN ELITE 2.910.000 lire POLAROID SPRINTSCAN 4000 4.680.000 lire

Formato: 35mm Formato: 35mm


Risoluzione: 4000dpi Risoluzione: 4000dpi
Bit convertitore per canale: 12 Bit convertitore per canale: 12
Caratteristiche: Il Dimage Scan Elite è compatibile sia con Caratteristiche: Lo SprintScan 4000 è compatibile sia con
sistemi PC che Mac grazie all’adozione della connessione sistemi PC che Mac grazie all’adozione della connessione
SCSI; dispone di un adattatore per le pellicole formato APS. SCSI; dispone di un adattatore per le pellicole formato APS.
È possibile acquistarlo sia con scheda SCSI Adaptec che sen- Permette di acquisire in automatico fino a 4 dipositive. Riso-
za. È dotato della tecnologia Digital ICE che rimuove in com- luzione elevata, sopra la media.
pleto automatismo tutti i graffi e la polvere dalla diapositiva
durante la scansione. Consente l’uscita a 16 bit per canale
per una fedeltà cromatica maggiore.

NIKON LS-2000 3.450.000 lire POLAROID SPRINTSCAN 35 PLUS 3.900.000 lire

Formato: 35mm Formato: 35mm


Risoluzione: 2700dpi Risoluzione: 2700dpi
Bit convertitore per canale: 12 Bit convertitore per canale: 10
Caratteristiche: L’LS-2000 è compatibile sia con sistemi
PC che Mac grazie all’adozione della connessione SCSI; di- Caratteristiche: Lo SprintScan 35 Plus è compatibile sia
spone di un adattatore per le pellicole formato APS. È dota- con sistemi PC che Mac grazie all’adozione della connessio-
to della tecnologia Digital ICE che rimuove in completo au- ne SCSI; dispone di un adattatore per le pellicole formato
tomatismo tutti i graffi e la polvere dalla diapositiva duran- APS.
te la scansione. Consente l’uscita a 16 bit per canale. Offre
anche la funzione Multi-sample, un procedimento che incre-
menta la gamma dinamica oltre al naturale valore di 3.6 ti-
pico di uno scanner a 12 bit.
Prova tecnica

Nikon da 4000 DPI


Nikon rinnova

Il nuovo scanner
la gamma dei
suoi scanner
per pellicole
con tre nuovi
modelli:
Coolscan IV
ED, Super
Coolscan 4000
ED e Super
Coolscan 8000
ED. In prova
il modello da
4000 dpi, al
vertice
della gamma
per pellicola Lo scanner Nikon Super
Coolscan 4000 ED.
35mm.

Gli scanner rimangono i dispositivi più in- in modo del tutto automatico. Tramite ac- che dotate di vetri ED (Extralow Disper-
teressanti per avvicinarsi alla fotografia di- cessori è poi possibile automatizzare la sion) e l’evoluzione del software anti-pol-
gitale: non occorre investire cifre partico- scansione di più diapositive (anche fino a vere Digital ICE, che ora ha raggiunto la
larmente elevate, né cambiare corredo fo- 50 pezzi). versione 3 con numerose nuove funzioni.
tografico. Da qualche tempo si nota un certo aumen- Il software dello scanner è il Nikon Scan
Uno scanner è una sorta di anello di con- to di interesse, da parte dei produttori, nel 3, un software che può essere richiamato
giunzione tra la fotografia analogica e quel- dotare i propri modelli di funzioni partico- direttamente dai principali programmi di
la digitale. Consente di continuare ad uti- lari ed esclusive, che spesso permettono fotoritocco, oppure lavorare autonoma-
lizzare la propria apparecchiatura fotogra- notevoli semplificazioni al fotografo, con mente. È disponibile sia per piattaforme
fica come di consueto, ma permette in un il vantaggio di risultati qualitativamente Windows che per MacOs; quest’ultima ver-
secondo momento di avvantaggiarsi delle sempre superiori. sione appare completamente ridisegnata.
possibilità del mondo digitale, importando Nikon ha recentemente rinnovato la gam- Utilizza un’interfaccia utente particolar-
le fotografie in formato digitale nei com- ma degli scanner per pellicola introducen- mente semplice ed intuitiva, in cui si pos-
puter. do ben tre nuovi modelli: Coolscan IV ED, sono impostare tutti i parametri di acquisi-
Fondamentalmente gli scanner possono es- Super Coolscan 4000 ED e Super Coolscan zione. L'immagine visualizzata può essere
sere suddivisi in due categorie: per origi- 8000 ED, quest’ultimo destinato all’ac- ridimensionata e sono eseguibili operazio-
nali opachi (stampe) e per pellicole (dia- quisizione di pellicole medio formato fino ni trascina-e-rilascia.
positive o negativi). I primi hanno costi ge- al 6x9. Questo mese abbiamo provato il Tra le funzioni più utili troviamo l’ante-
neralmente piuttosto contenuti: si parte da modello di punta per le pellicole 35mm: il prima, la rotazione, l’inversione, l’ingran-
poco più di 200.000 lire fino a 2 o 3 mi- Super Coolscan 4000 ED. dimento/riduzione, il riquadro e l’impo-
lioni di lire, mentre i modelli per traspa- stazione della risoluzione. Rispetto alla ver-
renze richiedono un investimento iniziale Super Coolscan 4000 ED sione precedente è stata migliorata la fun-
superiore, da circa 1 milione a 5 milioni di Lo scanner Nikon Super Coolscan 4000 zione di analisi della scena che, grazie al-
lire. ED per film 35mm e IX240 si affianca al l'auto-correzione "intelligente" di tonalità
I modelli più adatti ad un uso fotografi- precedente modello LS-2000 Super Cool- e colore, assicura una riproduzione ottimale
co/avanzato sono quelli per trasparenze, in scan e ne riprende alcune note caratteristi- con le pellicole caratterizzate dalla presenza
cui si acquisiscono direttamente i negativi che, migliorando le prestazioni e aggiun- della maschera arancione (negativi colo-
o le diapositive, poiché in questo modo si gendo diverse nuove funzioni; abbiamo in- re).
ha il minor rischio di perdita di informa- fatti per la prima volta in uno scanner Nikon Se vi è la necessità di effettuare molte scan-
zioni; generalmente questi dispositivi uti- per pellicola la risoluzione di 4000 dpi, un sioni, si può dotare lo scanner dell’adatta-
lizzano tecnologie di qualità più elevata che convertitore A/D a 14 bit con uscita a 8 e tore per strisce di negativi (o positivi); in
migliorano il risultato, come l’eliminazio- 16 bit che assicurano una qualità di ripro- questo modo è possibile acquisire fino a sei
ne della maschera arancione dei negativi duzione estremamente elevata, nuove otti- fotogrammi 35mm e interi rulli in forma-
Il software Nikon Scan 3 utilizza un’interfaccia utente particolarmente
semplice ed intuitiva in cui si possono impostare tutti i parametri di acquisizione.

L'immagine visualizzata può


essere ridimensionata e sono
eseguibili operazioni trascina-
e-rilascia. Tra le funzioni più
utili troviamo l’anteprima, la
rotazione, l’inversione, l’in-
grandimento/riduzione, il ri-
quadro e l’impostazione della
risoluzione. Rispetto alla ver-
sione precedente è stata mi-
gliorata la funzione di analisi
della scena che, grazie all'au-
to-correzione "intelligente" di
tonalità e colore, assicura una
riproduzione ottimale con le
pellicole caratterizzate dalla
presenza della maschera aran-
cione (negativi colore).

Una funzione che


abbiamo molto
apprezzato
è la possibilità
di verificare e
confrontare
i risultati
delle modifiche
apportate
ai parametri di
acquisizione pri-
ma di effettuare
l’acquisizione.

Un particolare dell’interfaccia del


software da cui si possono impostare
le informazioni base per la scansione.
Le funzioni di con-
trollo sull’immagine
da acquisire sono par-
ticolarmente curate ed
approfondite. La
quantità e la qualità
delle funzioni dispo-
nibili permette di im-
portare immagini con
un livello di qualità ta-
le da non richiedere
successivi interventi
con i programmi di fo-
toritocco.

Dal software Nikon


Scan 3 è possibile
richiamare le fun-
zioni del Digital
ICE.
Digital ICE è una
nuova tecnologia
sviluppata dalla Ap-
plied Science Fic-
tion all'inizio del
1995. La versione
del software inserito con il driver di Nikon è la versione
3, la Digital ICE3 (Digital ICE cubed) che oltre alla fun-
zione ICE incorpora altre due tecnologie che operano con-
giuntamente: ROC e GEM. Il Digital ICE si occupa di eli-
minare graffi, polvere ed impronte dalle pellicole e si può
utilizzare con le pellicole a colori e quelle in bianco-nero
a sviluppo cromogeno, ma il suo impiego non è possibile
con i film Kodachrome e le pellicole in bianco e nero con-
venzionali poiché queste contengono i cristalli di aloge-
nuro d’argento che non sono trasparenti all’infrarosso e
verrebbero scambiati per imperfezioni della pellicola e
corretti!
Le nuove funzioni ROC e GEM ampliano le possibilità
dello scanner e ne migliorano i risultati. La prima è l’a-
Grande attenzione è stata riposta anche nel controllo del cronimo di Recostruction of Color ed è una funzione che
colore e il Nikon Super Coolscan 4000 ED consente di riporta a nuova vita i colori sbiaditi dal tempo, mentre il
selezionare i profili colore per ottimizzare i risultati e ga- GEM, che sta per Grain Equalization & Management, di-
rantire una fedeltà dei colori molto alta tra l’originale, stribuisce la granulosità dell'immagine, con il risultato di
ciò che si vede a monitor e il risultato di stampa. una miglior uniformità complessiva e una grana molto
meno evidente, senza influire sulla nitidezza dell’imma-
gine, soprattutto quando si acquisiscono pellicole di ele-
vata sensibilità con grana piuttosto evidente.

È possibile scegliere uno spazio colore ben preciso per me-


glio adattarsi alle esigenze che si possono presentare la-
vorando su piattaforme molto diverse tra di loro (Mac e
Win).
Notevoli anche le possibilità di controllo avanzato del
colore. Utile soprattutto per effettuare lavori particola-
ri con originali
dalle tonalità
inusuali o per
unificare i ri-
sultati delle ac-
quisizioni.

È possibile automatizzare la fase di acquisizione ed è pos-


sibile controllare ogni più piccolo passaggio, dalla mes-
sa a fuoco all’esposizione.

to Advanced Photo System (APS). Si pos- fezioni della pellicola e corretti! utilizzando la funzione scansione multi-
sono visualizzare rapidamente le miniatu- Nuove invece le funzioni ROC e GEM. La campione, che dà la possibilità di acquisi-
re dell’intera striscia in modo da selezio- prima è l’acronimo di Recostruction of Co- re l'immagine a campionamento multiplo,
nare qualsiasi fotogramma, oppure avvia- lor ed è una funzione che riporta a nuova fino a 16 volte, garantendo l’individuazio-
re la scansione in serie di tutte le immagi- vita i colori sbiaditi dal tempo, mentre il ne del disturbo e una migliore leggibilità
ni. GEM, che sta per Grain Equalization & nelle zone estremamente chiare e scure del-
Dal software Nikon Scan 3 è possibile ri- Management, distribuisce la granulosità l’immagine.
chiamare le funzioni del Digital ICE. dell'immagine, con il risultato di una mi- Le 16 passate, necessarie al multi campio-
Digital ICE è una nuova tecnologia svi- glior uniformità complessiva e una grana namento, non deteriorano l’originale che
luppata dalla Applied Science Fiction all'i- molto meno evidente, senza influire sulla viene illuminato per molto più tempo; in-
nizio del 1995. La versione del software nitidezza dell’immagine. Con il nuovo scan- fatti, diversamente da quanto avviene con
inserito con il driver di Nikon è la versio- ner Super Coolscan 4000 ED, quando si i sistemi di illuminazione che si avvalgo-
ne 3, la Digital ICE3 (Digital ICE cubed) acquisiscono pellicole di medio-alta sensi- no di lampade alogene o fluorescenti, i LED
che, oltre alla funzione ICE, incorpora al- bilità, la risoluzione elevata dello scanner a luce fredda, da cui il nome CoolScan del-
tre due tecnologie che operano congiunta- permette di isolare i singoli punti che com- la serie di scanner Nikon che utilizzano
mente: ROC e GEM. pongono l’immagine (la grana) con un ri- questa tecnologia, non scaldano la pellico-
Il Digital ICE è lo stesso già visto sui Su- sultato finale che può risultare poco piace- la, che di conseguenza non subisce un ec-
per Coolscan LS-2000 e CoolScan LS-30: vole, anche se tecnicamente perfetto. Una cessivo surriscaldamento.
rimuove polvere, graffi e impronte dalle grana molto vistosa influisce negativamente
immagini in modo del tutto automatico con sui filtri dei programmi di fotoritocco (ma- Installazione
risultati particolarmente apprezzabili. Il suo schera di contrasto, evidenziazione bordi, Il Super Coolscan 4000 ED è dotato della
funzionamento è tanto semplice quanto ef- ecc.) con risultati inferiori alle aspettative. sola interfaccia Firewire, veloce, affidabi-
ficiente: in aggiunta ai tre canali RGB pre- Utilizzando la funzione GEM è possibile le e recente ma non ancora molto diffusa
senti in tutti gli scanner che rilevano i co- invece trattare le immagini acquisite sen- soprattutto in ambiente PC. Per questo mo-
lori dell'immagine, vi è un quarto canale za evidenziarne i difetti, o meglio, i suoi li- tivo Nikon ha inserito in bundle nella con-
che sonda l’intero fotogramma nella lun- miti fisici. fezione dello scanner una scheda con due
ghezza d’onda, dell’infrarosso; la pellico- Quindi Digital ICE3 non solo elimina la ne- prese FireWire da installare eventualmen-
la è completamente trasparente a questa cessità di perdere tempo per correggere te all’interno del PC.
lunghezza d’onda mentre non lo sono i graf- un'immagine dopo una scansione, ma non La connessione FireWire è quanto di più
fi, la polvere e il grasso delle impronte di- richiede neanche un'esperienza tecnica par- veloce, ed allo stesso tempo facile da uti-
gitali. Una volta rilevate le zone in cui vi è ticolare per il suo corretto utilizzo ed è la lizzare, oggi disponibile per collegare una
dello sporco e difetti sulla superficie del soluzione perfetta per chi vuole archiviare periferica ad un computer, Mac oppure PC
film, viene creata una mappa del foto- o "restaurare" vecchie pellicole. senza differenza. La FireWire sta sosti-
gramma e in base a questa la funzione ICE, Ritorniamo ora alle caratteristiche hardwa- tuendo a poco a poco la vecchia interfac-
in modo digitale, ricostruisce le parti man- re dello scanner. Abbiamo già accennato cia SCSI che, seppur veloce nell’ultima ver-
canti. I risultati sono sorprendenti e gli ar- alla presenza, per la prima volta in uno scan- sione disponibile, inizia a sentire il peso
tefatti apportati da questa funzione sono ner per pellicola, di obiettivi dotati di ve- degli anni, soprattutto per quanto concer-
praticamente invisibili a patto di non uti- tro ED. Il Super Coolscan 4000 ED mon- ne la facilità operativa e di installazione.
lizzare diapositive completamente ricoperte ta infatti un nuovo obiettivo Nikkor com- Anche l’USB, soprattutto nell’imminente
da polvere. posto da 4 gruppi con 7 lenti, di cui 3 in ve- versione 2.0 che promette velocità decisa-
Il Digital ICE si applica alle pellicole a co- tro ED, a bassissimo indice di dispersione, mente superiori, può considerarsi una buo-
lori e a quelle in bianco-nero a sviluppo in modo da contrastare l’aberrazione cro- na soluzione, ma non garantisce quella so-
cromogeno, ma il suo impiego non è pos- matica; questa scelta ha permesso di sfrut- lidità operativa indispensabile per le appa-
sibile con i film Kodachrome e le pellico- tare al meglio la risoluzione del nuovo sen- recchiature professionali che solamente Fi-
le in bianco e nero convenzionali, poiché sore CCD "low-noise" da 3.964 pixel che rewire può dare. Se si dispone di un Mac
queste contengono i cristalli di alogenuro offre un'estesa gamma dinamica. Il già bas- recente, molto probabilmente sarà già di-
d’argento che non sono trasparenti all’in- so rumore di fondo, o disturbo digitale, del sponibile una presa in questo standard, men-
frarosso e verrebbero scambiati per imper- sensore può essere ulteriormente limitato tre se si utilizzerà lo scanner abbinato ad
QUANTO COSTA
SuperCoolscan 4000 ED
L. 4.000.000

Distribuzione:
Nital, via Tabacchi 33,
10132 Torino. Tel.011/8996804
Nikon On Line tel. 02/67493520

Scheda tecnica:
Risoluzione di lettura : 4000 dpi
Area di scansione : 25,1 x 38 mm
(3.946 x 5.959 pixel)
In inglese ma ben fatta ed esaustiva la guida in linea del software Nikon Scan. Gamma di densità : 4,2
Conversione A/D: 14 bit
Uscita dati: 16 bit
8 bit per canale colore
una postazione PC, con molta probabilità mizzare la scansione in base al tipo di ori- 16 bit, 8 bit per canale colore
sarà necessario installare la scheda Firewire ginale da acquisire e limitare i tempi di at- Interfaccia: FireWire IEEE 1394
inclusa nella confezione con lo scanner; la tesa. Adattatori: SA-21
procedura non richiede particolari cono- Molto utile la funzione di messa a fuoco MA-20(S)
scenze informatiche, ma solamente una di- automatica su un area selezionabile dal- FH-3
screta destrezza con il cacciavite. l’utente. In questo modo si evita che una SA-30
La stessa scheda funziona perfettamente diapositiva particolarmente ricurva, maga- IA-20(S)
collegandola ad un corpo Nikon D1, D1h ri a causa di eccessive proiezioni (effetto SF-200(S)
e D1x. Collegato lo scanner alla presa di popping) venga acquisita con il soggetto
FH-G1
rete e a quella Firewire del computer ed in- fuori fuoco perché posizionato su una par-
stallato il software, è subito possibile ini- te curva della pellicola. È una funzione mol- Compatibilità Film: 35mm (135)/IX240,
ziare le prime acquisizioni. Tutte le fasi di to utile, ma riteniamo che il passo succes- vetrini per microscopio
installazione si effettuano in non più di 30 sivo per scanner di questo livello sia la pos- Sistemi Operativi supportati: Mac OS 8.6 >
minuti, anche nel caso di dover installare sibilità di variare il fuoco direttamente du- Windows98SE
la scheda all’interno del PC. rante la scansione, in modo da adattarsi per- Windows ME
fettamente alla pellicola ed ottenere risul- Windows2000
La prova tati ancora superiori.
Utilizzare il Coolscan 4000 ED è come ave- Abbiamo anche apprezzato la possibilità di
re tra le mani un precedente modello della utilizzare lo scanner posizionato sia in ver- pi d’utilizzo sono meno comuni.
serie Coolscan. Tutti i comandi sono di at- ticale che in orizzontale in modo da otti- L’attivazione di queste funzioni, come già
tivazione intuitiva e i risultati che si otten- mizzare gli spazi intorno al PC. accennato in precedenza porta ad un au-
gono sono qualitativamente molto elevati, Decisamente apprezzabili tutte le funzioni mento elevato dei tempi di acquisizione e
anche affidandosi a tutti gli automatismi del Digital ICE3. Se del Digital ICE ab- quindi la scelta di attivarla va considerata
dello scanner. biamo già ampiamente parlato nel numero immagine per immagine.
Anteprima e scansione sono piuttosto ve- di maggio 1999, in occasione della prova
loci, ma non in maniera tale da surclassa- dello scanner Nikon Coolscan LS-30, le Conclusioni
re i modelli precedenti che si affidavano al- nuove funzioni GEM e ROC si sono rive- L’efficace connubio tra le indubbie qualità
la connessione SCSI; anzi, la differenza è late altrettanto utili. La GEM, in particola- meccaniche ed ottiche e quelle del softwa-
solo leggermente a favore del nuovo scan- re, riesce a contenere la grana delle pelli- re fanno del Super Coolscan 4000 un mo-
ner, una vittoria, per così dire, di misura. cole di medio/alta sensibilità generando dello pressoché unico, lo scanner da tavo-
Ma non appena si attivano le funzioni au- un’immagine dalle sfumature uniformi, mai lo per pellicole oggi più avanzato. Abbia-
siliarie dello scanner (Digital ICE3 e Mul- granulose e quindi molto adatte ad un in- mo infatti uno scanner in grado di acquisi-
ti scansione) i tempi di acquisizione si di- tervento successivo con i programmi di fo- re i singoli grani che compongono l’im-
latano enormemente. toritocco. L’intervento della funzione GEM magine fotografica e un software partico-
Se una scansione alla massima risoluzione non influenza la risoluzione dell’immagi- larmente evoluto che sfrutta al massimo le
richiede poco meno di 30s, quando si atti- ne che rimane su livelli molto elevati, sen- eccellenti doti hardware del Supercoolscan
vano tutte le funzioni dello scanner si può za apparenti deterioramenti rispetto al- 4000 ED. Il prezzo di 4.000.000 è sì ele-
arrivare anche oltre i 15 minuti per imma- l’immagine acquisita a funzione disattiva- vato, ma è controbilanciato dalle ottime ca-
gine (tempi misurati su computer con pro- ta. La funzione ROC è invece di utilizzo ratteristiche dello scanner; si pensi poi che
cessore Intel 600MHz e 196Mb di RAM meno comune, in quanto si occupa di ri- è lo stesso prezzo del vecchio Nikon Su-
con sistema operativo Windows 98SE). costruire il colore andato perso negli anni perCoolscan LS-1000 in vendita oltre 4 an-
Fortunatamente è possibile attivare singo- dai negativi e dalle diapositive. ni fa!
larmente ogni funzione in modo da otti- I risultati sono altrettanto validi, ma i cam- Valerio Pardi
TEST

SCANNER NIKON
COOLSCAN III
Uno scanner per diapositive e negative
con un interessante rapporto prezzo-prestazioni.
Pro e contro della funzione CleanImage.

Funzione CleanImage. Abbiamo preso una diapositiva lasciata


Le due immagini precedenti sono state ingrandite. A questi ingran-
incustodita senza alcun tipo di protezione per diversi mesi in un
dimenti si notano le piccole imperfezioni lasciate dalla funzione
armadio. La dia si presentava quasi completamente ricoperta dal-
CleanImage, ma è dovuto all’enorme quantità di polvere deposita-
la polvere e inoltre mostrava evidenti segni di ditate.
ta sulla superficie del film. Normalmente, con dia non così rovina-
Abbiamo eseguito una scansione senza attivare la funzione Clea-
te dalla polvere, i risultati sono ancora migliori.
nImage e dopo attivandola. Abbiamo affiancato le due immagini
ottenute e il risultato non ha bisogno di ulteriori commenti.

Nonostante il continuo aumento delle pre- Come l’LS-2000 anche il Coolscan III è 2940, AHA-2940AU, AHA-2940UW,
stazioni delle fotocamere digitali, ormai dotato di interfaccia SCSI-2; nella confe- AHA-1520B e la Tekram DC-390U. I mo-
giunte a risoluzioni nell’ordine dei 2 mi- zione non sono inclusi la scheda SCSI, che delli non sono molti; sono escluse dall’e-
lioni di pixel ad un prezzo inferiore ai 3 mi- andrà acquistata a parte, ed il cavo di col- lenco, tanto per citarne un paio, tutti i mo-
lioni, un “fotografo digitale” non può fare legamento. Se possiamo capire e condivi- delli Mylex e Diamond, due produttori ab-
a meno di uno scanner. dere la scelta di non dotare lo scanner di bastanza diffusi. Noi abbiamo provato lo
Dopo la presentazione dell’innovativo scan- una scheda SCSI, dato che molti utenti che scanner anche con una scheda non in elen-
ner LS-2000, Nikon propone ora un nuo- usano il PC per lavori di grafica spesso ne co, la NCR C810, senza riscontrare nessun
vo modello, che è privo di alcune funzio- sono già dotati o comunque lascia libera tipo di problema.
ni, ma che offre un ottimo rapporto prez- scelta all’utente su quale modello orien- La risoluzione ottica è di 2700 dpi mentre
zo-prestazioni. tarsi, ci lascia perplessi la mancanza anche la campionatura è di 10 bit per ognuno dei
di un cavo SCSI, senza il quale lo scanner tre colori RGB (Red Green Blue, rosso ver-
Caratteristiche non è collegabile al computer (sia Mac che de blu). La gamma di densità arriva a 3.0,
Esternamente si rifà alla linea del modello PC). La compatibilità è garantita da Nikon un valore buono che permette allo scanner
di punta LS-2000; unica variazione è la su sistemi operativi Windows95 e Windows di acquisire immagini con particolari ben
scritta sul pannello frontale che identifica NT 4.0, con le seguenti schede SCSI: Adap- distinguibili sia nelle alte luci che nelle om-
il modello Coolscan III. tec modelli: AVA-2902, AHA-2920, AHA- bre.
A confronto questa volta le due immagini ottenute con la funzione CleanIma- Le tre opzioni della funzione CleanImage (OFF, ON Nor-
ge attivata. A sinistra in modalità normale e a destra in modalità Sharpen. Si mal e ON Sharpen).
nota un contrasto leggermente maggiore nell’immagine acquisita in modalità
Sharpen.

La velocità di scansione dichiarata dal pro-


duttore è di 20 secondi per una scansione
a pieni colori a 2.700 dpi; le nostre prove
hanno rilevato valori compresi tra i 22s e i
28s in base al sistema PC utilizzato; un ri-
sultato sostanzialmente in linea con i va-
lori dichiarati.
Anche in questo modello è presente la fun-
zione CleanImage con tecnologia ICE (Ima-
ge Correction Enhancement) sviluppata da
Applied Science Fiction, una funzione in-
novativa che permette di eliminare graffi,
impronte, polvere e muffe direttamente du-
rante l’acquisizione.
La messa a fuoco è automatica ed effettua
la compensazione in base allo spessore del
telaietto e all’eventuale curvatura della pel-
licola.
In aggiunta è disponibile l’autofocus spot,
che regola il fuoco su un punto qualsiasi
dell’immagine selezionato dall’utente.
Per l’inserimento della pellicola (intelaia-
ta o in striscia) sono presenti due adattato-
ri intercambiabili "a caldo": l’MA-20 Sli-
de Mount Adapter permette di inserire una
dia intelaiata alla volta o, con un adattato- Così si presenta il Driver Twain dello
re, strisce di 6 fotogrammi; l’SA-20 Strip Scanner Nikon. Tutti i principali coman-
Film Adapter serve per inserire, senza al- di sono a portata di mano ( o meglio di
cun adattatore, strisce da un minimo di 3 mouse), per le funzioni secondarie ci so-
ad un massimo di 6 fotogrammi; in questo no una serie di menù a tendina da cui è
modo la pellicola viene posizionata all’in- possibile controllare ogni singola funzio-
terno dello scanner grazie ad un piccolo ne dello scanner.
motore passo-passo, che permette anche di
avere una veloce anteprima di tutte le im-
magini contenute sulla striscia e di scegliere
su quale effettuare la scansione.
L’IA-20 APS Film Adapter (opzionale) con-
sente di acquisire pellicole in formato APS.
SCHEDA TECNICA
SISTEMA DI LETTURA PARTE OTTICA
Tipo film:
35mm/APS, positivo o negativo, a colori o in bian-
co-nero
Risoluzione di lettura:
CCD lineare monocromatico da 2.592 pixel. 2.700
dpi
Adattatori film:
Adattatore MA-20 per dia montate
Adattatore SA-20 per film in striscia (da 2 a 6 ftg)
Adattatore IA-20 per film APS (opzionale)
Area di scansione:
24,3 x 36,5mm
Area effettiva:
23,3 x 34,7mm (35mm)
16,1 x 26,9mm (APS)
Metodo di illuminazione:
luce condensata e diffusa
Fonte di luce:
serie di LED RGB (Red-Green-Blue)
Separazione dei colori: Con l’adattatore per strisce SA-20 è possibile eseguire una veloce preview di tutte le imma-
sequenziale, in linea RGB gini (fino ad un massimo di 6) e scegliere quelle di cui si vuole una scansione.
Ottica di immagine:
6 lenti in 4 gruppi
Autofocus:
rilevazione CCD a contrasto di fase, area di mes- La Prova risparmiare molto tempo, ma ha anche de-
sa a fuoco selezionabile L’installazione non ha mostrato problemi; gli svantaggi; innanzi tutto il tempo di scan-
Messa a fuoco manuale: una volta collegato al computer e aver ve- sione si allunga anche del 300%, inoltre
tramite servo-controllo software rificato le corrette impostazioni della cate- con la funzione CleanImage attivata si ha
SCANSIONE na SCSI (numero ID univoco e terminato- una diminuzione della qualità generale del-
Durata di scansione: re attivato sull’ultima periferica della ca- la scansione, come una leggera sfocatura;
circa 20s a 2.700 dpi (senza trasferimento dati al tena) basta far partire il programma di ge- per porvi parziale rimedio il driver dello
computer). La durata normale con trasferimento stione dello scanner fornito su CD-rom per scanner permette di attivare un filtro (Shar-
dati al computer e tempo di visualizzazione senza pen) che aumenta il macrocontrasto del-
impiego di CleanImage è circa 30s (negativo o po-
poter iniziare ad usarlo.
sitivo a colori) L’interfaccia del driver dello scanner (il l’immagine e simula una maggior nitidez-
Gamma di densità: programma che permette di comandare tut- za. Abbiamo riscontrato anche una legge-
3,0 te le funzioni dell’apparecchio) è ben fat- ra scalettatura delle linee oblique che si ma-
Scansione provini: ta, anche se non molto intuitiva. Fortuna- nifesta saltuariamente con la funzione Shar-
Film 35mm in striscia: da 2 a 6 ftg
Film APS: 15/25/40 ftg tamente con lo scanner viene fornita do- pen attivata.
Scansione in serie: cumentazione in abbondanza, da una sem- A parte l’aumento del tempo di posa dav-
disponibile con adattatore per film in striscia (fi- plice Guida Rapida ad un più approfondi- vero rilevante, tutti gli altri svantaggi so-
no a 6 ftg) e con adattatore opzionale per film APS to manuale su CD-rom in formato PDF, no davvero poca cosa in confronto alla fun-
(fino a 40 ftg) zione offerta, tanto da passare quasi inos-
Conversione A/D:
leggibile con il programma Adobe Acro-
10 bit bat Reader anch’esso incluso nel CD. servati.
Uscita dati: Il driver è conforme allo standard Twain La funzione CleanImage, proprio per co-
8 bit così da poter essere richiamato direttamente me è stata progettata, non funziona in ab-
Funzione CleanImage: dal programma di grafica che siamo soliti binamento a pellicole in bianco e nero ma
selezionabile dall’utente (soltanto per film a co-
lori) utilizzare. soltanto con quelle a colori o eventualmente
Sistema di gestione colore: La risoluzione di 2700 pixel è diventata or- bianco e nero cromogeno.
incorporato mai la risoluzione standard di questo tipo Con lo scanner viene dato in Bundle il
di scanner e permette di eseguire stampe software di fotoritocco Adobe Photoshop
TRASMISSIONE DATI 4 LE: non è altro che il conosciuto Photo-
Pannello indicatori:
in formato 20x30cm con una risoluzione
vengono segnalati tramite LED gli stati READY, di 300dpi. shop 4.0 privato di alcune funzioni; ma per
BUSY e ERROR L’accuratezza nella riproduzione dei colo- chi fosse interessato all’ultima versione
Software di scansione: ri è molto buona con le diapositive e di- completa del potente software di fotori-
Nikon Scan Ver.2.1 venta davvero eccellente con i negativi, con tocco di Adobe (la 5.0), avendo già una ver-
Interfaccia:
SCSI II, supportata SCAM i quali riesce a togliere la maschera di fon- sione LE è possibile acquistare solamente
Connettore SCSI: do (in automatico) con grande precisione, l’aggiornamento e risparmiare così circa
D-sub a 50 poli half pitch x2 a tutto vantaggio della fedeltà del risulta- 1.500.000 di lire.
Selettore ID SCSI: to finale. Valerio Pardi
rotante
Terminatore:
Ma la caratteristica che abbiamo più ap-
attivo, incorporato, con scelta ON/OFF dell’uten- prezzato è la funzione CleanImage, con la I PREZZI:
te quale è possibile togliere in modo auto- Il Nikon Coolscan III ha un prezzo di
Trasferimento di immagine: matico qualsiasi imperfezione sulla super- 1.800.000 lire.
in linea sequenziale RGB monopasso ficie della pellicola come polvere, graffi e
Cadenza massima di trasferimento: Importatore: Nital, via Tabacchi 33,
4MB/s addirittura le muffe che intaccano la gela- 10132 Torino. Tel. 0118996804. Sito
tina. Internet: www.nital.it
È una funzione molto utile che permette di
TEST

GLI SCANNER PIANI


A CONFRONTO
Lo scanner piano è uno strumento molto pratico ed economico;
consente di effettuare una buona scansione delle stampe ed anche,
talvolta, delle pellicole di formato maggiore del 35mm. Come scegliere?
Quali caratteristiche deve avere?
Esaminiamo, confrontandoli, tutti i principali scanner piani.

Nel fascicolo del mese scorso abbiamo pre-


so in esame le varie possibilità a disposi-
zione di un fotografo per ottenere immagi-
ni digitali e abbiamo analizzato gli scanner
per pellicole, strumenti di ottima qualità
ma fortemente specialistici; infatti non con-
sentono di acquisire nient’altro che non sia
negativo o diapositiva. In commercio esi-
ste un’altra categoria, molto più vasta, che
è quella degli scanner piani. Mai come nel-
l’ultimo anno queste periferiche hanno avu-
to tanta diffusione; merito senz’altro dei
prezzi che sono scesi vertiginosamente in
poco tempo e della diffusione di personal
computer economici, ma in grado di gesti-
re facilmente le immagini fotografiche, aiu-
tati da nuovi software di fotoritocco mo-
derni, semplici ed intuitivi da utilizzare.
Un’ulteriore spinta alla diffusione di que-
sti scanner è venuta dalla maggiore facilità
di installazione offerta dall’interfaccia USB.

Gli scanner piani


Otticamente il loro funzionamento non si
discosta da quello degli scanner a pellico-
la, ma risultano molto più facili ed intuiti-
vi da utilizzare. Esternamente sono simili
a delle macchine fotocopiatrici e, allo stes-
Della conversione analogico-digi- so modo, l’originale da acquisire va posto
tale abbiamo già parlato ampia- a faccia in giù, su di una lastra di vetro.
mente il mese scorso. Nel disegno a La manutenzione è ridotta al minimo, poi-
fianco è mostrato un chiaro esem- ché bisogna avere l’accortezza di tenere pu-
pio di come opera il convertitore. lito solamente il vetro dell’area di scansio-
Partendo da un originale a tono con- ne; anche polvere e graffi sull’originale ri-
tinuo (il segnale analogico) e in ba- sultano meno fastidiosi che con gli scan-
se al numero di bit di cui è dotato il ner per pellicole, in quanto gli ingrandi-
convertitore (in questo caso 3) è evi- menti da effettuare sono minori.
dente la perdita di informazioni (so- Solamente l’ingombro è più elevato, ma si
lo 8 livelli). Pertanto è sempre pre- è sensibilmente ridotto con l’arrivo sul mer-
feribile, a parità degli altri fattori, cato dei nuovi scanner con tecnologia CIS,
uno scanner con almeno 10 o 12 bit ovvero Contact Image Sensor (vedi il box:
per canale. Come funziona lo scanner piano).
La qualità della scansione
Per valutare la qualità di uno scanner oc-
corre innanzitutto esaminare la sua risolu-
zione; questa è espressa, come di consue-
to, in termini di risoluzione sui due lati,
orizzontale e verticale (es. 600x1200dpi).
Per confrontare i diversi scanner mettete a
confronto la risoluzione ottica del lato a ri-
soluzione più bassa (in questo caso 600).
Con una scansione a 600dpi è possibile ot-
tenere un’immagine digitale da stampare a
300dpi con un ingrandimento 2x. Quindi
da una fotografia originale 10x15cm pote-
te stampare un ottimo 20x30cm, ed anche
qualcosa di più. Per questo motivo in que-
sto articolo vi presentiamo gli scanner che
abbiano almeno questa risoluzione.
Il secondo parametro da valutare è la profon- Il funzionamento di uno
dità di colore, o numero di bit del conver- scanner è particolar-
titore A/D (analogico/digitale); questo da- mente semplice: un sen-
to è normalmente espresso per canale (co- sore largo quanto il la-
lore), ma taluni produttori lo indicano in to corto dell’area di
termini complessivi. Dato che 8 bit per ca- scansione viene fatto passare sotto l’originale da acquisire e riga per riga registra l’imma-
nale consente di avere i famosi 16 milioni gine. È particolarmente indispensabile un ambiente privo di vibrazioni per evitare artefat-
di colori, quando si legge, nelle caratteri- ti nella digitalizzazione.
stiche, 24 bit è ovvio che si tratta di 8 bit

INTERPOLAZIONE E NITIDEZZA
Una delle caratteristiche che fa più colpo sugli utenti è la risoluzione dello scanner; molto spesso si giudica la bontà di uno scan-
ner solamente per questo parametro. Qualche anno fa gli scanner piani venivano pubblicizzati come capaci di risolvere 300dpi o
al massimo 600dpi; ultimamente si vedono scanner, pur amatoriali, con risoluzioni dichiarate dal costruttore di 4800dpi o addi-
rittura oltre 9000dpi.
Questi valori in realtà non si riferiscono alla reale capacità dello scanner di leggere le informazioni, ma è solamente una risolu-
zione ottenuta via software (interpolazione) partendo dall’immagine acquisita a risoluzioni ben più basse. Una volta che l’imma-
gine è stata interpolata, le informazioni reali contenute nell’immagine sono sempre le stesse fornite dalla risoluzione ottica dello
scanner, ma i pixel che la compongono sono molti di
più.
Per fare un paragone con la fotografia tradizionale, è co-
me utilizzare uno sviluppo finegranulante oppure uno
ad alta acutanza: le informazioni contenute nel negati-
vo dipendono sempre dalla risolvenza dell’obiettivo uti-
lizzato, ma nel primo caso (sviluppo finegranulante) la
grana sarà meno evidente, mentre nel secondo caso si
avrà una grana più evidente ma più secca, in grado di
evidenziare meglio il dettaglio dell’immagine. Allo stes-
so modo, in digitale, si può utilizzare l’interpolazione
per diminuire le dimensioni dei pixel, ma di contro si
avrà un’immagine dai contorni un po’ sfumati, quasi
sfuocati.
Pertanto è importante la risoluzione ottica dello scanner,
non la massima risoluzione interpolata.
Il valore della risoluzione ottica si riferisce alle reali ca-
pacità di lettura del sistema ottico e del sensore dello
scanner e viene espresso in dpi (Dot Per Inch): quanto
maggiore è la risoluzione ottica dello scanner, più fini Nell’immagine sono raffrontate due acquisizione di un testo; la prima è
risultano i dettagli rilevabili. In pratica uno scanner do- stata scansionata a 300 dpi e portata successivamente a 600 dpi per in-
tato di risoluzione ottica di 300x600 dpi è più che ade- terpolazione; la seconda immagine è stata presa direttamente a 600 dpi.
guato; quindi, a meno di non dovere acquisire negativi La differenza è evidente e non dovrebbe lasciare dubbi sugli scarsi risul-
o piccole fotografie, non è necessario pagare caratteri- tati che produce l’interpolazione.
stiche che non useremo mai.
COME FUNZIONA
LO SCANNER PIANO
Seppur semplice nel concetto, lo scanner piano ri-
chiede un complesso sistema formato da CCD,
specchi, una fonte luminosa e una lente per met-
tere a fuoco l’immagine sul sensore. Come ogni
oggetto complesso, risulta anche piuttosto delica-
to e sensibile alle vibrazioni.
Un leggero disallineamento di uno degli specchi
o della lente produce un calo della qualità finale
della scansione. È importante quindi, una volta
trovata la sua sistemazione, non spostarlo in con-
tinuazione.
Recentemente sono apparsi sul mercato i sensori
CIS che spesso, sui modelli economici, hanno so-
stituito i precedenti sistemi basati su CCD.
CIS sta per Contact Image Sensor, ovvero senso-
re a contatto con l’immagine; in questi apparec-
chi tutta la parte meccanica degli scanner (spec-
chi, lenti, tubo fluorescente, ecc.) viene sostituita
con una fila di sensori, 300 o 600 in base ai mo-
delli, posti a contatto del vetro dell’area di scan-
sione dello scanner, a pochi millimetri da dove si
appoggia l’originale da acquisire.
In questo modo lo scanner diventa più economi-
co e le dimensioni possono diminuire notevol-
mente. Anche il consumo di corrente è estrema-
mente contenuto e ciò permette di alimentarli at-
traverso la porta USB, senza bisogno di alimen-
tatori aggiuntivi.
Di contro si ha una qualità delle scansioni infe-
riore a quella ottenibile con CCD tradizionali; que-
sto ne limita, per il momento, l’utilizzo intenso in
ambito fotografico.

Il funzionamento di uno scanner piano con tecnolo-


gia CCD.

per ciascuno dei tre canali. In genere però ti delle stesse caratteristiche sulla carta, in passare in poco tempo dallo scanner al PC
gli scanner hanno oggi almeno 10 bit; quel- pratica forniscano risultati anche molto di- i dati dell’immagine appena processata.
li che presentiamo in queste pagine hanno versi. Sempre in termini di qualità, non si Su tutte, la tecnologia SCSI è ancora la più
tutti 12, bit dato che sono scanner di clas- può trascurare la fedeltà dei colori; per que- veloce, anche se richiede un minimo di co-
se medio-alta. sto motivo è utile usare i profili colore per noscenza per la corretta installazione; su-
Se è vero che, quando un’immagine viene le singole periferiche, per cui anche per bito dopo troviamo l’interfaccia USB che,
acquisita da un programma di fotoritocco, scanner. Il profilo di colore esprime il mo- seppur un po’ più lenta, vanta una facilità
in genere la profondità di colore viene ri- do in cui una periferica legge o riproduce d’installazione senza pari. All’ultimo po-
dotta a 8 bit per canale, tuttavia la scan- i colori; per esempio i produttori di pelli- sto, per quanto concerne la velocità, tro-
sione ad un livello superiore offre comun- cole forniscono il profilo di colore delle viamo l’interfaccia Parallela, piuttosto len-
que una migliore qualità. Torneremo in al- proprie pellicole; passando queste infor- ta e con alcune forti limitazioni. Recente-
tra sede su questo argomento per ulteriori mazioni allo scanner, al monitor e alla stam- mente Umax ha annunciato il nuovo scan-
approfondimenti. pante, si avrà la corrispondenza più accu- ner piano PowerLook 1100, dotato di in-
La qualità delle scansioni, intesa come ni- rata possibile tra immagine originale, a vi- terfaccia FireWire (IEEE-1394), che per-
tidezza delle immagini, dipende però in mi- deo e stampata. mette una connessione facile come l’USB,
nima parte dalla risoluzione dello scanner ma che compete con la SCSI in velocità.
e dal numero di bit del convertitore A/D; La velocità dell’interfaccia Attualmente però nessun PC è dotato di
molto invece dipende dalla qualità delle In previsione di grosse quantità di imma- connessione IEEE-1394, a meno di non in-
lenti dell’ottica e dalla precisione mecca- gini da passare in digitale, può essere con- serire un’apposita scheda d’espansione
nica con cui è stato assemblato il modello. veniente orientarsi su modelli dotati di (Adaptec AHA-8920 o similari); invece il
Così può succedere che due scanner, dota- un’interfaccia veloce, ovvero in grado di nuovo Macintosh G4 ne è già dotato.
SCANNER PIANI A RISOLUZIONE MINIMA 600X1200
ACER PREMIO ST 2.200.000 HP SCANJET 3300C 250.000
Formato: A4 Formato: A4
Risoluzione (dpi): 1200x2400 Risoluzione (dpi): 600x1200
Bit convertitore per canale: 12 Bit convertitore per canale: 12
Caratteristiche: Caratteristiche:
Può montare il modulo per i trasparenti. Connessione SCSI. Connessione USB.

AGFA SNAPSCAN 1236 420.000 HP SCANJET 6300C 850.000


Formato: A4 Formato: A4
Risoluzione (dpi): 600x1200 Risoluzione (dpi): 1200x2400
Bit convertitore per canale: 12 Bit convertitore per canale: 12
Caratteristiche: Caratteristiche:
Può montare il modulo per i trasparenti e l’alimentatore auto- Connessione sia USB che SCSI. Adattatore per diapositive di
matico per documenti. Ottima la dotazione di software. Con- serie. Alimentatore per fogli singoli opzionale.
nessione SCSI.
LG 600U 190.000
AGFA DUOSCAN T1200 1.750.000 Formato: A4
Formato: A4 Risoluzione (dpi): 600
Risoluzione (dpi): 600x1200 Bit convertitore per canale: 12
Bit convertitore per canale: 12 Caratteristiche:
Caratteristiche: Connessione USB.
Connessione SCSI. Possibilità di acquisire sia originali opachi
che trasparenti. MICROTEK PHANTOM C6 189.000
Formato: A4
CANON CANOSCAN FB1200S 920.000 Risoluzione (dpi): 600x1200
formato: A4 Bit convertitore per canale: 12
Risoluzione (dpi): 1200 Caratteristiche:
Bit convertitore per canale: 12 Interfaccia sia USB che parallela. Ampia dotazione di software.
Caratteristiche:
Può montare il modulo per i trasparenti. Connessione SCSI MICROTEK SCANMAKER 4 1.290.000
Formato: A4
CANON CANOSCAN FB630U 240.000 Risoluzione (dpi): 600x1200
Formato: A4 Bit convertitore per canale: 12
Risoluzione (dpi): 600x1200 Caratteristiche:
Bit convertitore per canale: 12 Connessione SCSI. Lettore per trasparenze.
Caratteristiche:
Dimensioni contenute, sensore CIS, connessione USB. UMAX ASTRA 2100U 320.000
Formato: A4
EPSON PERFECTION 1200 600.000 Risoluzione (dpi): 600x1200
Formato: A4 Bit convertitore per canale: 12
Risoluzione (dpi): 1200x2400 Caratteristiche:
Bit convertitore per canale: 12 Connessione USB. Multi scansioni.
Caratteristiche:
Può montare il modulo per i trasparenti. Connessione SCSI o UMAX SUPERSPEEDY 2400 1.100.000
USB. Formato: A4
Risoluzione (dpi): 600x2400
EPSON GT-9600 1.660.000 Bit convertitore per canale: 12
Formato: A4 Caratteristiche:
Risoluzione (dpi): 800x3200 Multi scansioni. Caricatore di fogli singoli opzionale.
Bit convertitore per canale: 12
Caratteristiche: UMAX POWERLOOK 3000 1.480.000
Può montare il modulo per i trasparenti. Connessione SCSI. Usci- Formato: A4
ta a 12bit reali. Risoluzione (dpi): 3048x3048
Bit convertitore per canale: 14
Caratteristiche:
Permette di acquisire sia originali opachi che trasparenti.
IL RICONOSCIMENTO DEI TESTI
Una delle funzioni più apprezzate degli scanner piani è la possibilità di lavorare in congiunzione con un pacchetto software in gra-
do di riconoscere i caratteri stampati su un foglio e trasferirli in un documento di Word.
È una funzione che non rientra nell’ambito dell’immagine digitale ma, dato che anche l fotografo non tratta solo immagini, è di
notevole utilità.
Questi programmi prendono il nome di OCR (Optical
Character Recognize) e trasferiscono con buona preci-
sione qualsiasi testo stampato all’interno di un norma-
le documento di Word. Ciò evita di dover ribattere in-
teri fogli, oppure consente di archiviare la corrispon-
denza cartacea in piccoli e facilmente gestibili docu-
menti di testo.
Il funzionamento è semplice: si inserisce il foglio che
si vuole far riconoscere nello scanner, si effettua una
scansione, dopodiché il programma inizia a riconosce-
re il testo e poco dopo si è pronti a salvarlo nel docu-
mento più appropriato, ad esempio Word o Excel. Oc-
corre ovviamente fare un po’ di pratica, scegliere la mi-
gliore risoluzione di scansione, “addestrare” il softwa-
re a riconoscere caratteri particolari, ma il tutto è dav-
vero semplice e funzionale.

Uno dei programmi di OCR forniti con gli scanner piani.


La parola è evidenziata in blu in quanto non riconosciu-
ta come corretta dal software; in questo caso occorre l’in-
tervento dell’operatore.

Il corredo
Alcuni scanner piani hanno la possibilità di
acquisire anche originali trasparenti grazie
ad uno speciale coperchio. È una soluzio-
ne di ripiego con pellicole di formato 35mm,
in quanto gli scanner per pellicola offrono
una risoluzione superiore, ma diventa inte-
ressante per negativi più grandi (dal 6x4.5
in su), purché lo scanner piano abbia una
risoluzione ottica di almeno 1200dpi.
Prima di un acquisto è opportuno verifica-
re anche la dotazione software dello scan-
ner. In alcuni casi lo scanner viene vendu-
to solamente con il driver Twain (che met-
te in comunicazione lo scanner con in PC)
e il Plug-in per Photoshop (semplice colle-
gamento, non il programma); spesso ven-
gono forniti pacchetti software in versione
ridotta (definiti LE (Limited Edition) o SE
(Special Edition)) che permettono poi l’up-
grade alla versione completa con cifre sen-
sibilmente inferiori rispetto al prezzo del
pacchetto completo. In altri casi insieme al-
lo scanner viene fornito un intero corredo
di software in grado di gestire, elaborare ed
archiviare i documenti acquisiti.
Spetta all’utente quindi scegliere la confi- Ancor più che alle caratteristiche tecniche di uno scanner,
gurazione più adatta alle proprie esigenze. molta attenzione bisogna porla al software che lo gestisce.
Un software mal programmato e troppo semplice non per-
mette di sfruttare appieno uno scanner, seppur ottimo, men-
Valerio Pardi tre un ottimo software è addirittura in grado di nascondere
eventuali limitazioni della parte hardware dello scanner.
TEST DIGITALE

10 STAMPANTI
A CONFRONTO

Ormai tutte le principali case costruttrici di teriali di consumo (cartucce d’inchiostro e un risparmio sia di tempo che di denaro,
stampanti ink-jet hanno in catalogo alme- carte speciali), fattori che vanno a riper- pur offrendo una qualità nella stampa di fo-
no un modello destinato alla stampa di fo- cuotersi sul costo di esercizio. tografie molto elevata.
tografie digitali. La stampante a getto d’inchiostro dà i mi- Le moderne stampanti ink-jet utilizzano so-
In questa rassegna abbiamo incluso 10 mo- gliori risultati se usata con le carte specia- fisticati sistemi di stampa per ottenere ri-
delli di cinque produttori: Canon, Epson, li fotografiche e le cartucce di inchiostri sultati di qualità fotografica: si va da goc-
Hewlett-Packard, Olivetti e Xerox. Le stam- dedicate. Prima di un eventuale acquisto di ce a dosaggio variabile (minimo 6 picoli-
panti sono state tutte sottoposte a test pres- una stampante offerta ad un prezzo molto tri) della Epson Stylus Color 740, all’uso
so il Centro Studi Progresso Fotografico. vantaggioso è meglio sincerarsi sul costo di inchiostri chiari per rendere meglio le
L’analisi dei dati evidenzia come questa pe- dei materiali di consumo e sulla loro auto- zone delle alte luci come nella Canon BJC
riferica abbia raggiunto livelli di qualità di nomia. Anche per questo, prima dell’ac- 7000 o nella Epson Stylus Photo 700. È
stampa notevole, nonché prezzi contenuti, quisto, è importante domandarsi il tipo evidente che i migliori risultati si ottengo-
tra le 500.000 e le 700.000 lire. d’impiego per cui verrà utilizzata la stam- no solo con gli inchiostri e le carte per cui
Si nota come alcuni modelli puntano mag- pante: se è solo per la stampa di fotografie tutto il sistema è stato progettato.
giormente sulla velocità, altri sulla risolu- digitali oppure se si pensa di utilizzarla an- La connessione con il computer in tutti i
zione. che come stampante personale (lettere, do- modelli avviene tramite porta parallela, uno
Le differenze maggiori si riscontrano nel- cumenti vari); una scelta non espressamente standard utilizzato ormai da oltre dieci an-
l’autonomia di stampa e nel prezzo dei ma- dedicata alla stampa delle foto può offrire ni; alcuni modelli consentono l’utilizzo di

CANON BJC 7000

IL GIUDIZIO

È sicuramente la stampante più indicata in casa


Canon per la stampa di fotografie. Essa utilizza
un set di testine con ben 7 inchiostri, e ciò in-
fluenza in modo positivo la granularità dell’im-
magine, che è estremamente contenuta, anche gra- DATI TECNICI
zie ad un diametro delle gocce molto ridotto. Tecnologia di stampa: getto di inchio- Massimo formato di stampa: A4+
Costo copia e la velocità di stampa invece rien- stro (22.3x35.6cm)
Risoluzione nominale: 1200 dpi Alimentazione: alimentatore interno
trano nella media. Inchiostri in stampa fotografica: nero,
Da segnalare la particolarità del formato A4+, ov- Interfaccia: parallela Centronics
giallo, giallo chiaro, ciano, ciano chia- Sistemi operativi: Windows 3.x, Win-
vero un po’ più ampio dell’A4, molto utile in ap- ro, magenta, magenta chiaro
plicazioni grafiche. dows 95
Numero ugelli: 304 nero coprente, 80 Dimensioni: 46.7x31.3x21.8cm
per ognuno dei 6 colori rimanenti
altre interfacce come la porta seriale, com-
patibile con i computer Macintosh o la nuo- GUIDA ALLA LETTURA DELLE MISURAZIONI
va porta USB (Universal Serial Bus) che Risoluzione visiva
nel prossimo futuro sostituirà nei compu- Il test di risoluzione visiva consente di evidenziare la nitidezza della stampante, ovvero la sua ca-
ter sia la porta seriale che quella parallela. pacità di riprodurre particolari di piccole dimensioni. Per eseguirlo stampiamo dei gruppi di linee
La scelta di una stampante dotata anche di grigie sempre più fitte, fino a quando le linee appaiono ben separate tra di loro.
porte USB, oltre a facilitare l’installazio- I valori della risoluzione visiva sono diversi da quelli della risoluzione “meccanica” normalmente
forniti dai produttori di stampanti a getto di inchiostro: la risoluzione “meccanica” infatti tiene con-
ne se si possiede il sistema operativo Win- to unicamente della capacità di posizionamento della testina e della carta, senza considerare le
dows98, è una valida assicurazione sulla perdite di dettaglio dovute alle dimensioni delle gocce d’inchiostro o alla formazione di un retino
possibilità di utilizzo anche con i futuri di stampa per la visualizzazione delle sfumature di colore.
computer; inoltre se già si possiede uno
scanner collegato alla porta parallela del Granularità
L’effetto grana è tipico delle stampe a getto di inchiostro ed è causato dalla retinatura necessaria
computer è possibile utilizzare la stampante per riprodurre le sfumature di colore. E’ in genere visibile sulle aree più chiare e uniformi. I valori
collegandola alla porta USB, evitando co- di Granularità RMS misurati non sono confrontabili con quelli forniti dai produttori di pellicole in
sì spiacevoli conflitti di configurazione tra quanto differiscono per scala e modalità di misura. I valori di Granularità RMS per le stampanti a
la stampane e lo scanner. getto di inchiostro variano in genere tra 1 a 3.
Nove delle dieci stampanti testate stampa-
no il formato A4 (21cm x 29.7cm); è un Fedeltà colore
Per valutare come la stampante riproduce i colori stampiamo una tabella di 288 colori e misuria-
formato ideale per stampare alla massima mo con uno spettrofotometro l’errore medio DeltaE. Gli errori medi (DeltaE) per le stampanti a get-
risoluzione fotografie digitalizzate con uno to di inchiostro variano in genere tra 8 e 20.
scanner o immagini scattate con le nuove
fotocamere digitali da 1.5 milioni di pixel Goccia
senza mostrare in modo evidente i pixel Uno degli elementi fondamentali per comprendere il funzionamento di una stampante è visualiz-
zare un forte ingrandimento della stampa prodotta. E’ possibile in questo modo misurare con buo-
dell’immagine; per chi avesse bisogno di na accuratezza le dimensioni e la forma della goccia, nel caso delle stampanti ink jet, o delle mi-
un formato maggiore senza rinunciare al- nime dimensioni di un’area soggetta a sublimazione. Per le nostre misurazioni abbiamo utilizzato
la qualità, HP propone la Deskjet 1120C in un microscopio opportunamente collegato ad una fotocamera, ed una sorgente per luce riflessa.
grado di stampare fino al formato A3 Abbiamo ingrandito una stampa prodotta scegliendo una zona dell’immagine caratterizzata da co-
(29.7cm x 42cm). lore grigio chiaro; questo colore è prodotto con le stampanti a getto di inchiostro utilizzando goc-
ce ciano, magenta e giallo.
Il servizio d’assistenza è un altro valido Le dimensioni delle gocce per le stampanti a getto di inchiostro variano in genere tra 0,04 e 0,08
motivo di scelta; alcuni importatori offro- mm.
no un numero verde che consente di risol-
vere la maggior parte dei problemi diret- Autonomia
tamente da casa senza portare la stampan- Per valutare il numero di copie stampabili con una cartuccia continuiamo a far ripetere alla stam-
pante la stessa stampa fino all’esaurimento di uno degli inchiostri. L’autonomia per formati diver-
te presso un centro d’assistenza, altri of- si da quelli indicati può essere facilmente calcolata.
frono la garanzia estesa a tre anni con ser-
vizio d’assistenza a domicilio. Il costo copia
Alcune stampanti sono vendute con pac- Il costo di una copia comprende il costo della carta e delle cartucce di inchiostro. Dato che l’in-
chetti software, di solito programmi di gra- chiostro nero è poco usato nella riproduzione delle immagini e normalmente risiede in una car-
fica, che ne aumentano il valore; se siete tuccia separata, il costo per gli inchiostri viene calcolato in base al solo costo della cartuccia co-
lore. Il costo copia per altri formati e per altre carte può essere facilmente calcolato.
in procinto di acquistare una stampante e
alla stesso tempo state cercando anche un La velocità di stampa.
programma di grafica o di fotoritocco è I tempi di stampa sono stati misurati utilizzando il programma Adobe Photoshop 5 su un compu-
possibile trovarli entrambi ad un prezzo ter dotato di processore Pentium 200MHz MMX, 64Mb di RAM.
molto favorevole.

L. 669.000
VELOCITÀ Formato A4 14’ 48” Formato 8x12 4’ 30” ★★★★
RISOLUZIONE Orizzontale 3linee/mm Verticale 6 linee/mm ★★★
COLORE Errore Cromatico 15,7 ★★★
GRANULARITÀ Granularità 1,1 ★★★★★
GOCCIA Dimensioni Goccia Ø 0,045 ★★★★★
AUTONOMIA Formato A4 18 copie Formato 8x12 117 copie ★★★★
COSTO COPIA Formato A4 L. 4.803 Formato 8x12 L. 810 ★★★★
CANON BJC 4400

IL GIUDIZIO

La 4400 è una stampante di classe inferiore alla


7000. Utilizza infatti una testina fotografica me-
no sofisticata, con solo 4 inchiostri (con magen-
ta e ciano chiari), e produce gocce di diametro
sensibilmente superiore. Ne risulta un effetto gra-
na più visibile, anche se perfettamente accettabi-
le. La velocità di stampa è buona, superiore a quel- DATI TECNICI Massimo formato di stampa: A4
la della 7000. Tecnologia di stampa: getto di inchiostro Alimentazione: alimentatore interno da
Il costo copia è invece superiore. Risoluzione nominale: 720x360 dpi 100 fogli
Va segnalata inoltre la possibilità di montare al Inchiostri in stampa fotografica: nero, Interfaccia: parallela Centronics
posto della testina di stampa un sensore che tra- giallo, ciano chiaro, magenta chiaro Sistemi operativi: Windows 3.x, Windows 95
sforma la stampante in uno scanner. Dimensioni: 38.3x23.2x20.3 cm

CANON BJC 4300

IL GIUDIZIO

La BJC 4300 è il modello più economico in casa


Canon che può essere utilizzato per la stampa di DATI TECNICI
fotografie in alta qualità. Esso utilizza la stessa Tecnologia di stampa: getto di inchiostro Massimo formato di stampa: A4 (area
testina fotografica della BJC 4400 e quindi pro- Risoluzione nominale: 720x360 dpi utile 20,3x28,1cm)
duce risultati pressoché identici. Ciò che cambia Inchiostri in stampa fotografica: nero, Alimentazione: alimentatore interno
è la velocità di stampa, che in questo caso è leg- giallo, ciano chiaro, magenta chiaro Interfaccia: parallela Centronics
germente inferiore. Numero ugelli: 67 nero, 28 ciano, 28 ma- Sistemi operativi: Windows 3.x, Windows 95
genta, 28 giallo Dimensioni: 46x46x21cm

EPSON STYLUS PHOTO 700

IL GIUDIZIO
L’Epson Stylus Photo 700 è dal punto di vista
qualitativo sicuramente la migliore stampante a
getto di inchiostro amatoriale attualmente sul
mercato per la stampa di fotografie. Il suo pre-
gio maggiore è dato dal contenutissimo effetto
grana grazie alla stampa in esacromia, accop-
DATI TECNICI Massimo formato di stampa: A4
piato ad una risoluzione sempre superiore al li-
vello di interesse fotografico delle 6 linee/milli- Tecnologia di stampa: getto d’inchiostro (209.1mm)
metro. Altro pregio non trascurabile il costo co- Risoluzione nominale: 1440x720 dpi Alimentazione: alimentatore interno
pia contenuto. Inchiostri: nero, giallo, ciano, ciano chia- Interfaccia: parallela Centronics per PC e
ro, magenta, magenta chiaro seriale per Macintosh (1.8Mbps)
Il principale difetto è invece la lentezza nella Sistemi operativi: Windows 3.x, Windows
Numero ugelli: 32 per ogni inchiostro, 192
stampa. in totale 95, MacOS
Dimensioni: 429x582x307mm
L. 429.000
VELOCITÀ Formato A4 12’ 22” Formato 8x12 4’ 17” ★★★★
RISOLUZIONE Orizzontale 3 linee/mm Verticale 7 linee/mm ★★★
COLORE Errore Cromatico 16,8 ★★★
GRANULARITÀ Granularità 1,8 ★ ★ ★★
GOCCIA Dimensioni Goccia Ø 0,06 ★★★
AUTONOMIA Formato A4 12 copie Formato 8x12 77 copie ★★★
COSTO COPIA Formato A4 L.5.780 Formato 8x12 L. 961 ★★★★

L. 328.000
VELOCITÀ Formato A4 14’ 55” Formato 8x12 4’ 28” ★★★★
RISOLUZIONE Orizzontale 3 linee/mm Verticale 7 linee/mm ★★★
COLORE Errore Cromatico 16,8 ★★★
GRANULARITÀ Granularità 1,8 ★★★★
GOCCIA Dimensioni Goccia Ø 0,06 ★★★
AUTONOMIA Formato A4 12 copie Formato 8x12 77 copie ★★★
COSTO COPIA Formato A4 L.5.780 Formato 8x12 L. 961 ★★★★

L. 498.000
VELOCITÀ Formato A4 20’ 17” Formato 8x12 5’ 21” ★★★
RISOLUZIONE Orizzontale 6 linee/mm Verticale 7 linee/mm ★★★★★
COLORE Errore Cromatico 12,4 ★★★★
GRANULARITÀ Granularità 0,9 ★★★★★
GOCCIA Dimensione Goccia Ø 0,05 ★★★★★
AUTONOMIA Formato A4 16 copie Formato 8x12 103 copie ★★★★
COSTO COPIA Formato A4 L. 3576 Formato 8x12 L. 647 ★★★★★
EPSON STYLUS COLOR 740

IL GIUDIZIO
La Epson Stylus Color 740 è la più velo-
ce tra le stampanti finora da noi provate. Questo
risultato è stato ottenuto anche grazie all’adozio-
ne della porta USB, Universal Serial Bus, che con-
sente un trasferimento molto rapido dei dati dal
computer alla stampante. Purtroppo non vengono
impiegati inchiostri chiari, e la stampa è in qua-
dricromia: questa è una delle cause dell’effetto DATI TECNICI
grana molto evidente. Non è dunque la stampan- Tecnologia di stampa: getto di in- Alimentazione: alimentatore interno
te più indicata per la stampa di fotografie, tutta- chiostro Interfaccia: parallela Centronics, USB;
via può essere impiegata vantaggiosamente anche Risoluzione nominale: 1440x720 seriale per Macintosh (1.8 Mbps)
in questo campo quando occorra produrre in bre- dpi Sistemi operativi: Windows 3.x, Win-
ve tempo un gran numero di copie, specie se in Inchiostri: nero, giallo, ciano, magenta dows 95, Windows 98, Windows NT
formato A4, che viene normalmente osservato da Numero ugelli: 144 nero, 48 per ognu- 4, Macintosh
no dei 3 colori rimanenti Buffer memoria interna: 64KB
una certa distanza: ciò fa sì che la grana risulti me-
Massimo formato di stampa: A4 Dimensioni: 167x429x261mm
no evidente. (21x29,7cm) Peso: 5,3kg

HP Deskjet 895 Cxi

IL GIUDIZIO
L’HP 985 è la stampante più indicata in
casa Hewlet Packard per la stampa di immagini
fotografiche a livello amatoriale.
Nonostante la stampa sia in quadricromia, le pic-
cole dimensioni delle gocce consentono di man-
tenere l’effetto grana entro livelli contenuti. È
inoltre una stampante veloce, grazie alla porta
USB, e particolarmente vantaggiosa per quanto DATI TECNICI
riguarda il costo copia, che risulta essere in asso- Tecnologia di stampa: Ink-jet Alimentazione: alimentatore esterno
luto uno dei più bassi, nonostante ad ogni cam- Risoluzione nominale: 600x600 Interfacce: parallela, USB (solo sul-
bio di cartuccia vengano sostituiti anche gli ugel- Inchiostri: nero, ciano, magenta gial- l’HP 895 Cxi)
li. Questo è un vantaggio, in quanto si evitano pe- lo Sistemi operativi: Windows 3.1x, 95,
ricolose fuoriuscite di inchiostro durante la sosti- Numero ugelli: 72 per i colori ciano, 98, NT
tuzione della cartuccia. magenta e giallo, 304 per il nero Dimensioni: 185x446x355mm
Massimo formato di stampa: A4 Peso: 5,5kg

HP Deskjet 710

IL GIUDIZIO

La qualità di stampa della HP 710 è equivalente


a quella della più costosa 895, in quanto entram-
be utilizzano la stessa testina di stampa ed una
meccanica molto simile.
La 710 è tuttavia decisamente più lenta, e questo
costituisce il suo limite principale, che ci fa pre- DATI TECNICI
ferire senza ombra di dubbio il modello superio- Tecnologia di stampa: Ink-jet Massimo formato di stampa: A4
re per la stampa di fotografie. Risoluzione nominale: 600x600 Alimentazione: alimentatore esterno
Inchiostri: nero, ciano, magenta, giallo Interfacce: parallelaSistemi operati-
Numero ugelli: 72 per i colori ciano, vi: Windows 3.1x, 95, 98, NT
magenta e giallo, 304 per il nero Dimensioni: 185x446x355mm
Peso: 5,5kg
L. 598.000
VELOCITÀ Formato A4 3’ 55” Formato 8x12 1’ 8” ★★★★★
RISOLUZIONE Orizzontale 4,5 linee/mm Verticale 4,5 linee/mm ★★★★
COLORE Errore Cromatico 11,4 ★★★★
GRANULARITÀ Granularità 2,7 ★★★
GOCCIA Dimensioni Goccia Ø 0,05 ★★★★★
AUTONOMIA Formato A4 12 copie Formato 8x12 77 copie ★★★
COSTO COPIA Formato A4 L. 6.095 Formato 8x12 L. 1034 ★★★

L. 729.000

VELOCITÀ Formato A4 8’ 31” Formato 8x12 2’ 16” ★★★★


RISOLUZIONE Orizzontale 3 linee/mm Verticale 6 linee/mm ★★★
COLORE Errore Cromatico 11,6 ★★★★
GRANULARITÀ Granularità 1,4 ★★★★
GOCCIA Dimensioni Goccia 0.045x0.06 ★★★★
AUTONOMIA Formato A4 50 copie Formato 8x12 325 copie ★★★★★
COSTO COPIA Formato A4 L. 3.319 Formato 8x12 L. 657 ★★★★★

L. 449.000
VELOCITÀ Formato A4 19’ 47” Formato 8x12 4’ 28” ★★★
RISOLUZIONE Orizzontale 3 linee/mm Verticale 6 linee/mm ★★★
COLORE Errore Cromatico 12,2 ★★★★
GRANULARITÀ Granularità 1,5 ★★★★
GOCCIA Dimensioni Goccia 0.045x0.06 ★★★★
AUTONOMIA Formato A4 56 copie Formato 8x12 362 copie ★★★★★
COSTO COPIA Formato A4 L. 3.135 Formato 8x12 L. 629 ★★★★★
HP Deskjet 1120 C

IL GIUDIZIO

La principale caratteristica di questa stampante è


la sua possibilità di coprire il formato A3, ovve-
ro il doppio del formato A4: ciò è particolarmen-
te interessante per le applicazioni di grafica pro-
fessionale. Ben poco cambia invece per quanto ri-
guarda la qualità di stampa rispetto agli altri due
modelli HP presentati, in quanto utilizza la stes- DATI TECNICI
sa testina di stampa. Tecnologia di stampa: getto termico Alimentazione: alimentatore interno
La velocità di stampa è buona, anche se inferiore di inchiostro Interfaccia: parallela Centronics
a quella della 895. Risoluzione nominale: 600x600 dpi Sistemi operativi: Windows 3.1x, Win-
Inchiostri: nero, giallo, ciano, magenta dows 95, Windows NT 4.0, MS-DOS
Numero ugelli: 304 nero, 72 ciano, 72 3.3 e successivi
magenta, 72 giallo Dimensioni (chiusa): 579x223x380mm
Massimo formato di stampa: Dimensioni (aperta): 579x223x668mm
330x483mm Peso 9,4kg

OLIVETTI JP883

IL GIUDIZIO

L’Olivetti JP 883 è una buona stampante in ter-


mini di velocità e risoluzione.
Di contro ha una granularità dell’immagine un po’
troppo accentuata a causa del diametro piuttosto
grande delle gocce di inchiostro. DATI TECNICI Massimo formato di stampa: 20,2x28
Il costo copia è alquanto elevato; il prezzo della Tecnologia di stampa: getto di in- cm
stampante è contenuto. chiostro Alimentazione: alimentatore interno
Risoluzione nominale: 1200x600 dpi Interfaccia: parallela Centronics
Inchiostri in stampa fotografica: 5 Sistemi operativi: Windows 3.x, Win-
Numero ugelli: 16 nero non coprente, dows 95, Windows 98
16 ciano, 17 magenta, 18 giallo, 64 ne- Accessori disponibili: interfaccia seriale
ro coprente Dimensioni: 251 x 464 x 405mm
Peso: 4.3kg

XEROX Docuprint XJ8C

IL GIUDIZIO

È una stampante dotata di una qualità di stampa


particolarmente buona, con una granularità del-
l’immagine molto bassa, grazie ad una goccia di
dimensioni contenute, una risoluzione sempre su-
periore alle 6 linee/mm ed un’ottima fedeltà cro-
matica. DATI TECNICI
Purtroppo l’asciugatura dell’inchiostro è alquan- Tecnologia di stampa: getto di Alimentazione: alimentatore esterno
to lenta, così come è lenta la stampa. inchiostro Interfaccia: parallela Centronics
Inchiostri in stampa fotografica: 6 Sistemi operativi: Windows 3.x, 95,
(nero, giallo, ciano, ciano chiaro, ma- 98, NT
genta, magenta chiaro) Dimensioni: altezza 152mm, larghez-
Massimo formato di stampa: A4 za 432mm, profondità 203mm
(21x29,7cm) Peso: 4,1kg.
L. 1.000.000
VELOCITÀ Formato A4 11’ 16” Formato 8x12 2’ 35” ★★★★
RISOLUZIONE Orizzontale 3 linee/mm Verticale 6 linee/mm ★★★
COLORE Errore Cromatico 11,6 ★★★★
GRANULARITÀ Granularità 1,4 ★★★★
GOCCIA Dimensioni Goccia 0.045x0.06 ★★★★
AUTONOMIA Formato A4 44 copie Formato 8x12 288 copie ★★★★★
COSTO COPIA Formato A4 L. 3.550 Formato 8x12 L. 693 ★★★★★

L. 468.000
VELOCITÀ Formato A4 14’ 31” Formato 8x12 3’ 37” ★★★★
RISOLUZIONE Orizzontale 3,5 linee/mm Verticale 4,5 linee/mm ★★★★
COLORE Errore Cromatico 15,2 ★★★
GRANULARITÀ Granularità 2,5 ★★★
GOCCIA Dimensioni Goccia Ø 0,06 ★★★
AUTONOMIA Formato A4 10 copie Formato 8x12 67 copie ★★★
COSTO COPIA Formato A4 L.10.944 Formato 8x12 L. 1.886 ★★★

L. 530.000
VELOCITÀ Formato A4 25’ 53” Formato 8x12 3’ 52” ★★
RISOLUZIONE Orizzontale 6 linee/mm Verticale 6 linee/mm ★★★★★
COLORE Errore Cromatico 13,7 ★★★★
GRANULARITÀ Granularità 1,3 ★★★★
GOCCIA Dimensioni Goccia 0.045x0.06 ★★★★★
AUTONOMIA Formato A4 17 copie Formato 8x12 109 copie ★★★★
COSTO COPIA Formato A4 L. 6.091 Formato 8x12 L.1099 ★★★
GUIDA MERCATO

COME SCEGLIERE
LA STAMPANTE

Le stampanti personali Chi si avvicina alla fotografia digitale vie- sti, pur diminuiti negli ultimi tempi, sono
ne quasi subito rapito dalle enormi poten- ancora sensibilmente alti, senza contare che
in grado di produrre zialità di questo mezzo. Le possibilità di la corrispondenza cromatica può subire al-
intervento sull’immagine offerte dal com- terazioni visibili passando da un computer
ottime fotografie, in casa puter sono quasi inimmaginabili e nel- ad un altro. Meglio allora stampare da sé
l’ambito del colore la semplificazione ri- le proprie immagini, direttamente dal com-
ed in poco tempo, spetto alla tradizionale camera oscura è puter: si perde meno tempo e si ha un con-
molto grande. Con il digitale è possibile trollo più stretto sul processo di stampa.
sono in continua eseguire degli interventi che con la foto-
evoluzione. Vediamo grafia tradizionale richiederebbero, se pos- Cosa scegliere
sibili, moltissimo tempo e spreco di mate- Alla luce delle ultime novità apparse sul
come valutare le riale, con in più la possibilità di visualiz- mercato, le stampanti a getto d’inchiostro
zare rapidamente il risultato per valutarne hanno raggiunto una qualità così elevata
caratteristiche l’efficacia. Recuperare una fotografia sot- nella stampa delle fotografie che non vi è
toesposta anche di tre stop non è un’im- una differenza visibile con il procedimen-
principali e come presa impossibile e togliere pesanti domi- to chimico tradizionale.
nanti cromatiche è un lavoro di routine che Inoltre le stampanti a getto d’inchiostro si
scegliere tra i numerosi porta via non più di cinque minuti. prestano altrettanto bene sia per la stampa
modelli in base Una volta completato il lavoro, e diligen- di testi che di documenti vari, diventando
temente salvato su un supporto sicuro (CD- così una periferica multiuso.
alle proprie esigenze. Rom o Zip), si sente la necessità di avere Attualmente il formato di stampa più dif-
anche una stampa, sia per creare un pro- fuso è l’A4 ovvero 21x29.7cm, ma per chi
prio portfolio, sia che si voglia esporre le intende realizzare stampe da esporre ad una
nostre immagini in casa o in una mostra. mostra o da presentare a un concorso ri-
Oggi, finalmente, alcuni centri di stampa sulta senz’altro più indicata una stampan-
consentono la stampa su carta fotografica te in grado di stampare sul formato A3
tradizionale direttamente da file, ma i co- (29.7x42cm).
LE STAMPANTI A CONFRONTO
Marca: Modello: Tecnologia: Inchiostri Dpi Dpi Win: Mac: Formato Formato Formato Parallela USB Ethernet Prezzo
chiari: base: altezza: 10X15: A4: A3: x 1000

Acer Fotoprinter 300P Sublimazione 300 600 X X X 700


Canon BJC-1000 Ink-Jet 720 360 X X X 140
Canon BJC-2100 Ink-Jet X 720 360 X X X X X 210
Canon BJC-3000 Ink-Jet 1440 720 X X X X 270
Canon BJC-4650 Ink-Jet 720 360 X X X X 540
Canon BJC-5100 Ink-Jet X 720 1440 X X X 380
Canon BJC-5500 Ink-Jet 720 360 X X X 1340
Canon BJC-6000 Ink-Jet X 720 1440 X X X X 420
Canon BJC-6100 Ink-Jet X 1440 720 X X X X X 450
Canon BJC-6200 Photo Ink-Jet X 1440 720 X X X X X 530
Canon BJC-6500 Ink-Jet X 1440 720 X X X X X X 690
Canon BJC-7100 Ink-Jet X 1200 600 X X X 610
Canon BJC-8200 Photo Ink-Jet X 1200 1200 X X X X X X 835
Epson Stylus Color 480 Ink-Jet 720 720 X X X X 180
Epson Stylus Color 670 Ink-Jet 1440 720 X X X X X 250
Epson Stylus Color 760 Ink-Jet 1440 720 X X X X X 360
Epson Stylus Color 760 Tr.Blue Ink-Jet 1440 720 X X X X X 390
Epson Stylus Color 860 Ink-Jet 1440 720 X X X X X 450
Epson Stylus Color 900 Ink-Jet 1440 720 X X X X X 850
Epson Stylus Color 900N Ink-Jet 1440 720 X X X X X X 1400
Epson Stylus Color 1160 Ink-Jet 1440 720 X X X X X 910
Epson Stylus Color 1520 Ink-Jet 720 1440 X X X X 1540
Epson Stylus Photo 870 Ink-Jet X 1440 720 X X X X X 590
Epson Stylus Photo 870DC Ink-Jet X 1440 720 X X X X X 780
Epson Stylus Photo 1200 Ink-Jet X 1440 720 X X X X X 800
Epson Stylus Photo 1270 Ink-Jet X 1440 720 X X X X X 990
Epson Stylus Photo 2000p Ink-Jet X 1440 720 X X X X X 1900
Epson Stylus Pro 5000 Ink-Jet X 1440 720 X X X X 6280
HP DeskJet 350 CBi IR Ink-Jet 600 600 X X X X X 625
HP DeskJet 640C Ink-Jet X 600 600 X X X X 213
HP DeskJet 840C Ink-Jet 600 600 X X X X X 299
HP DeskJet 895Cxi Ink-Jet 600 600 X X X X X 599
HP DeskJet 930C Ink-Jet 600 600 X X X X X 415
HP DeskJet 950C Ink-Jet 600 600 X X X X X 599
HP DeskJet 970Cxi Ink-Jet 2400 1200 X X X X X X 700
HP DeskJet 1120C Ink-Jet 600 600 X X X X 830
HP DeskJet 1220C Ink-Jet 600 600 X X X X X 1070
HP PhotoSmart P1000 Ink-Jet 2400 1200 X X X X X 749
HP PhotoSmart P1100 Ink-Jet 2400 1200 X X X X X 949
Lexmark Z 32 Ink-Jet 1200 1200 X X X X 210
Lexmark Z 52 Ink-Jet 2400 1200 X X X X X 400
Oki DP-5000 Sublimazione 2400 2400 X X X X X 1700
Olivetti Artjet 10 Ink-Jet 1200 600 X X X 190
Olivetti Artjet 20 Ink-Jet 1200 1200 X X X 380
Olivetti JP- 90 Ink-Jet 300 300 X X X 259
Olivetti JP-192 Ink-Jet 600 300 X X X 179
Olivetti JP-883 Ink-Jet 1200 600 X X X X 559
Olympus P-400 Sublimazione 314 314 X X X X X Novità
Sony UP-DP10 Sublimazione 295 295 X X X X 1090
Xerox DocuPrint C6 Ink-Jet 600 600 X X X 130
Xerox DocuPrint C8 Ink-Jet 1200 600 X X X 180
Xerox Docuprint X8C.

La Epson ha diversi modelli dedicati alla stampa di immagini fotografi-


che; la Stylus Photo 870 è il modello più recente.

HP ha una linea molto vasta di stampanti. I modelli Photo-


smart comprendono sia stampanti che fotocamere. Assieme
formano un’interessante soluzione per il fotografo digitale.
Estremamente semplici da utilizzare ma contemporanea-
mente si possono ottenere risultati qualitativi molto elevati.
La Stylus Color 740 Transparent Blue è destinata ad essere impiegata
collegata ad un computer Macintosh.

La stampa ink-jet colore la stampante ink-jet utilizza una re- Strade diverse
Cerchiamo di spiegare come funzionano le tinatura, una specie di scacchiera in cui si I produttori hanno intrapreso strade diver-
stampanti ricorrendo anche ad alcune gros- riempiono alcune caselle ed altre vengono se; Epson ha anticipato della tecnologia de-
solane semplificazioni, che però possono lasciate vuote, in modo tale che, osservan- gli inchiostri chiari e dopo la prima Photo
rendere più chiaro il discorso. do l'immagine da una certa distanza, l'ef- ha apportato vari affinamenti passando per
Per ottenere una buona resa delle varie to- fetto sia quello di passaggi sfumati di co- i modelli Stylus Photo 700, 750 e all’at-
nalità sono necessarie almeno 256 sfuma- lore. tuale 870.
ture per ogni colore fondamentale del si- Tuttavia se si usano inchiostri di densità di- Altri produttori hanno seguito questa stes-
stema sottrattivo: ciano, magenta e giallo. versa che si sovrappongono in più livelli, sa strada e tra questi troviamo Canon e
Alcune stampanti, quelle a sublimazione, il punto di stampa può assumere diverse to- Lexmark. HP ha invece intrapreso la stra-
sono effettivamente in grado di produrre nalità di colore e quindi si richiede una mi- da della diminuzione della dimensione del-
256 sfumature per ogni colore e per ogni nore risoluzione in termini di dpi. la goccia d’inchiostro; negli ultimi mo-
pixel. Ad esempio, se con una stampante ink-jet delli, ogni goccia generata dalle testine
Le prime stampanti a getto d’inchiostro uti- si usano inchiostri chiari con densità 25% della stampante può arrivare alla micro-
lizzavano esclusivamente inchiostri a un rispetto agli inchiostri normali, in modo ta- scopica dimensione sulla carta di 0.039mm
solo livello di densità; con questa tecnolo- le da avere 4 livelli per ogni colore fonda- e ogni goccia risulta formata da una quan-
gia il punto di stampa assume il colore di mentale, possiamo ridurre di un quarto il tità d’inchiostro pari a 5 picolitri (5 mi-
uno solo dei colori primari della stampa numero di caselle della nostra scacchiera, liardesimi di millilitro); il risultato è un
sottrattiva, e può essere quindi solo giallo, e quindi dimezzare la risoluzione richiesta puntino colorato sulla carta tanto piccolo
magenta o cyan. Per creare le sfumature di alla stampante. che a una distanza di osservazione nor-
La Canon BJC-8200 è il modello di punta dell’attuale gam-
ma di stampanti Canon. Grazie agli inchiostri chiari è par- La Sony UP-DP10 è una stampante a sublimazione dotata di con-
ticolarmente indicata per la stampa di fotografie. nessione USB. Può stampare immagini fino al formato 10x15cm.

La EPSON Stylus Photo 2000P è una


stampante a getto d'inchiostro che unisce OKI, una stampante doppia
la precisione della tecnologia EPSON Oki ha in catalogo una stampante desti-
Advanced Micro Piezo ai vantaggi degli nata specificamente ai fotografi in gra-
inchiostri a pigmenti. do di utilizzare due tecnologie di stam-
pa differenti: termica e a sublimazione.
La prima è veloce, poco costosa, ma non
permette di ottenere gli elevati livelli di
qualità resi possibili dalla sublimazio-
ne. Nella modalità a stampa termica uno
speciale nastro ricoperto d’inchiostro
viene appoggiato sulla carta e scaldato
da apposite testine. L’aumento della tem-
peratura fa staccare l’inchiostro dal na-
stro che aderisce alla carta. Questa tec-
nologia consente di produrre gocce dal-
la dimensione di soli 4 micron, ma la
procedura va rifatta per ognuno dei quat-
tro colori: ciano, magenta, giallo e ne-
ro. Nella modalità a sublimazione l’in-
chiostro è sempre su nastro, che viene
L’Olivetti JP 883 è il modello di Olivetti più tenuto a poca distanza dalla speciale car-
indicato alla stampa di immagini fotografiche. ta necessaria per la stampa. Anche in
questo caso il nastro viene scaldato, ma
invece che per contatto, l’inchiostro vie-
male risulta praticamente invisibile al- succhiato nella camera degli ugelli dove
ne trasferito sulla carta portandolo pri-
l’occhio umano. nel frattempo il termoresistore si è raf-
ma allo stato gassoso (sublimazione);
freddato e così il processo può ricomin-
questa tecnica consente di ottenere sfu-
A calore o piezoelettrica ciare da capo.
mature di colore senza ricorrere alla re-
Un’altra differenza tra le stampanti a get- La tecnologia Piezoelettrica è stata svi-
tinatura, necessaria alla stampa ink-jet
to d’inchiostro è la tecnologia utilizzata per luppata da Epson e si basa su di un pro-
e quindi la stampa è a tono continuo co-
espellere dalle camere della testina le goc- cesso elettro-meccanico che sfrutta le pro-
me nelle tradizionali fotografie stampa-
ce d’inchiostro sulla carta. Può essere di prietà di alcuni corpi, generalmente cri-
te in laboratorio.
tue tipi: a calore e piezoelettrica. stalli, come il quarzo. Con opportuni cam-
La stampante Oki DP-5000 è quindi un
Entrambe spruzzano microscopiche gocce pi elettrici si genera le deformazione del-
prodotto estremamente interessante per
di inchiostro liquido sulla carta attraverso l’elemento piezoelettrico, che si traduce in
questa doppia possibilità di stampa e per
i piccolissimi fori detti ugelli posti su cia- un aumento della pressione esercitata sul-
la tecnica di sublimazione resa accessi-
scuna camera delle testine. l’inchiostro presente nella camera. Quan-
bile, in termini di prezzo, anche ai fo-
Nelle stampanti ink-jet a calore l'inchio- do la pressione diventa sufficiente, la goc-
toamatori. I lati negativi sono il costo
stro viene scaldato da un termoresistore e cia viene sparata fuori dagli ugelli verso il
delle stampe (circa 15.000 lire per un
ciò crea delle minuscole bolle di vapore foglio.
20x30 a sublimazione) e la lentezza nel-
che spingono l'inchiostro fuori dalla testi- Sia l’una che l’altra tecnologia offrono
la stampa a sublimazione (quasi 25 mi-
na ad una velocità compresa tra i 5 e gli vantaggi e svantaggi. La stampa ink-jet
nuti per una stampa A4).
8m/s. Il vuoto lasciato dalla goccia espul- termica è normalmente più veloce ma, a
sa fa sì che del nuovo inchiostro venga ri- causa della continua e ampia escursione
termica all’interno della testina di stam- no (non è però il caso delle stampanti che
pa, questa si usura in tempi più brevi ri- hanno necessità di ben altra alimentazio- RISOLUZIONE ORIZZONTALE
spetto alle stampanti dotate di tecnologia ne). E VERTICALE
piezoelettrica. Per questo motivo le stam- Da non trascurare il fatto che l’acquisto di
panti dotate di tecnologia termica incor- una stampante USB consente di mantene- Quando si leggono le caratteristiche tec-
porano la testina di stampa assieme ai ser- re una certa compatibilità anche per il fu- niche di una stampante si può notare che
batoi per gli inchiostri, così da sostituire turo, poiché le porte parallele e seriali so- la risoluzione è espressa da due valori.
l’intera testina ogni volta che si cambia- no destinate, in un prossimo futuro, a scom- Cosa significano?
no i serbatoi degli inchiostri. Ciò nor- parire definitivamente dai computer. I due valori indicano la risoluzione oriz-
malmente influisce negativamente sul zontale e quella verticale. Così una stam-
prezzo di vendita dei materiali di consu- L’importanza di carta e inchiostri pante in grado di stampare a 1440x720dpi
mo. Ricordiamo che per ottenere i migliori ri- significa che sul lato lungo del foglio, ov-
sultati con le stampanti ink-jet occorre uti- vero quello verticale, la risoluzione sarà
La stampa a sublimazione lizzare inchiostri dedicati e carta specia- di 1440 punti per pollice, mentre sul la-
Le stampanti a sublimazione sono la solu- le che valorizzino le capacità di risolu- to corto del foglio si avranno 720 punti
zione più professionale per la stampa di im- zione e di ampiezza cromatica della stam- per pollice. Esistono comunque alcune
magini fotografiche. pante. Normalmente la carta fotografica stampanti che hanno la stessa risoluzio-
Il colorante è deposto su un film in polie- del produttore della stampante è quella ne su entrambi i lati.
stere che viene scaldato dalla testina di che offre i migliori risultati, ma spesso Il valore che ci interessa principalmente
stampa in prossimità del supporto finale; l’impiego di un’ottima carta universale è quello sul lato corto ed esprime quanti
il colorante da solido passa direttamente permette di innalzare ulteriormente il li- punti per pollice effettivamente le testi-
allo stato gassoso, cioè sublima, e si depo- vello qualitativo; si possono infatti trova- ne della stampante sono in grado di ga-
sita sulla carta. re carte di grammatura maggiore e di su- rantire; è il valore di risoluzione.
Nelle stampanti a sublimazione la stampa perficie particolare. L’altro valore, di norma più elevato, si ri-
è a tono continuo: ogni punto può assumere Per quanto riguarda gli inchiostri convie- ferisce al meccanismo di trascinamento
una tonalità di colore qualsiasi tra 16.7 mi- ne invece utilizzare sempre quelli del pro- carta.
lioni di possibilità diverse, usando inchio- duttore della stampante, seguendo attenta-
stri a densità variabile. Non serve quindi la mente le istruzioni d’uso.
retinatura e la risoluzione di stampa può Normalmente le stampanti sono dotate di DISTRIBUTORI:
essere di 150 o 300 dpi, molto più bassa una cartuccia unica per tutti i colori. Quan-
Acer Italia, Centro Direzionale Colleoni Pal. Per-
quindi rispetto a quella della stampa a get- do ne finisce uno si è costretti a cambiarla
seo, via Paracelso 12, 20041 Agrate Brianza
to di inchiostro. anche se gli altri colori non sono ancora (Mi).Tel. 039.684242, fax 039.6842387;
terminati, con uno spreco notevole di in- info@acer.it - www.acer.it.
Le connessioni chiostri e denaro. La possibilità di sosti-
Le moderne stampanti, oltre che della vec- tuire le cartucce di un singolo colore è ri- Canon Italia, palazzo L. strada 6, 20089 Rozza-
chia e tradizionale porta parallela, sono do- servata a stampanti di livello professio- no (MI). Tel. 02.82481, Pronto Canon
tate di connessione USB per il trasferimento nale, ma recentemente Canon ha intro- 02.82492000 - www.canon.it
dei dati dal computer alla stampante. L’U- dotto questa possibilità sulla sua BJC
SB è una connessione nata ormai più di due 8200. Epson Italia, via Fratelli Casiraghi 427, 20099.
anni fa, ma che solamente ora ha raggiun- Sesto S. Giovanni (MI).
Tel. 02.262332 - www.epson.it
to una diffusione elevata nel mondo infor- Conclusioni
matico. Il mercato offre una grande quantità di mo- Hewlett Packard Italiana, via G. di Vittorio 9.
Rispetto alla vecchia parallela che era le- delli di stampanti ink-jet, in gran parte de- 20063 Cernusco S/N. (MI).
gata esclusivamente al mondo PC, l’USB stinate ad un lavoro di ufficio, ma che so- Tel. 02.92121 - www.italy.hp.com
è compatibile anche con i sistemi Macin- no comunque in grado di offrire una qua-
tosh. Ciò permette di utilizzare la stessa lità interessante anche nella stampa delle Lexmark International, via Rivoltana 13, Mila-
stampante collegandola indifferentemente fotografie. no S. Felice, 20090 Segrate (MI). Tel. 02.703951
ad un PC o ad un Mac. Prima dell’avven- Per chi richiede la migliore qualità ogni - www.lexmark.it
to dell’USB i Mac utilizzavano la porta se- marca ha in catalogo almeno un modello
riale che, pur essendo presente anche sui destinato espressamente alla stampa delle Oki System Italia, Centro commerciale Il gira-
sole 305B, 20084 Lachiarella (MI). Tel.
PC, era in un altro standard e quindi non foto. La tabella riassuntiva che pubbli-
02.900261- www.oki.it
compatibile. chiamo riporta tutte le stampanti, eviden-
I vantaggi dell’USB non finiscono qui. In- ziando quelle di qualità fotografica. Olivetti Lexikon, via Lorenteggio 257, 20152
nanzi tutto troviamo la facilità di connes- La qualità offerta da questo nuovo stru- Milano. Tel. 02.48362618 - www.olivettilexikon.it
sione. Si può collegare la periferica anche mento è mediamente molto buona ed an-
a computer acceso senza bisogno di riav- che i prezzi sono interessanti, se si va ol- Olympus, Poliphoto, via C. Pavese 11/13, 20090
viarlo. tre il classico formato 10x15cm delle Opera (MI). Tel. 02.530021, fax. 02.57609141.
Inoltre è possibile utilizzare contempora- stampe del minilab; a questo bisogna poi www.olympus.it
neamente più di una periferica dotata di aggiungere il vantaggio di disporre di
connessione USB; in linea teorica si può una camera oscura alla luce del sole Sony Italia, via G. Galilei 40, 20092 Cinisello
Balsamo (MI). Tel. 02.61838500,
arrivare ad averne 127 collegate tutte allo (chiamata per questo camera chiara) in
fax 02.61838822. - www.sony.it
stesso sistema. cui è finalmente possibile trattare l’im- servizio.consumatori@ccmail.eu.sony.co.jp
Per finire, se il consumo non è elevato (5V, magine a colori in modo semplice e ra-
500mA), la periferica USB può prendere pido. Xerox, strada Padana Superiore 28, 20063 Cer-
l’alimentazione direttamente dal cavo USB nusco sul Naviglio (MI). xerox@idcm.it -
senza il bisogno di un alimentatore ester- Valerio Pardi www.xerox.it
GUIDA MERCATO

19 POLLICI:
NOVE MONITOR
A CONFRONTO
Il 19 pollici è un
formato che si è
rapidamente imposto grazie
all’ampia area di lavoro
disponibile con un prezzo
che è la metà
dei classici 21 pollici.
È un formato
particolarmente
adatto al fotoritocco.
In prova questo mese nove
dei più interessanti monitor
in commercio.

Il monitor è una delle periferiche più im- misura per la corrente alternata (oscillo- lo schermo; si possono trovare monitor con
portanti per il fotografo digitale; se per scan- scopi). Di recente sono stati introdotti mo- dimensioni da 14” fino ad oltre 24”. Que-
sionare un’immagine o per stamparla pos- nitor dotati di display LCD: sono comple- ste misure si riferiscono all’effettiva di-
siamo appoggiarci ad un servizio esterno tamente piatti, profondi pochi centimetri e mensione del tubo CRT nella parte fronta-
(negozi specializzati, laboratori fotografi- privi di emissioni nocive, ma attualmente le e non all’area effettivamente visibile,
ci, ecc.), per l’elaborazione personale del- sono ancora molto costosi. La tecnologia e sempre leggermente coperta dalla cornice
le fotografie è indispensabile utilizzare un i prezzi di questi monitor a cristalli liquidi in plastica del monitor. La porzione visibi-
monitor. sono molto diversi da quelli CRT, per cui le è di norma 1 o 2 pollici inferiore alla di-
I monitor più diffusi per personal compu- li esamineremo in un’altra sede. mensione reale del CRT.
ter sono quelli di tipo CRT (Cathode Ray I monitor più piccoli (14-15 pollici) per-
Tube) ovvero dotati di un tubo a raggi ca- La scelta del formato mettono di lavorare con risoluzioni piutto-
todici. Questa è una tecnologia risalente ad I monitor si differenziano principalmente sto basse (640x480 pixel o al massimo
alcune decine di anni fa e che fu sviluppa- per la dimensione, espressa in pollici, del 800x600 pixel) e hanno il vantaggio di co-
ta in principio per realizzare strumenti di tubo catodico (CRT) e di conseguenza del- stare meno di 400-500.000 lire.
COME FUNZIONA IL CRT Per separare bene i fosfori dei vari colori si adottano delle spe-
ciali maschere forate, una sorta di griglia estremamente sotti-
le, anteposte allo schermo di fosfori. Questa griglia impedisce
che un fascio di elettroni vada a colpire il fosforo sbagliato.
Tutti i monitor di questa rassegna sono dotati di tecnololgia I tipi di griglia attualmente sul mercato sono tre: Shadow Ma-
CRT (Cathode Ray Tube) ovvero utilizzano un tubo a raggi ca- sk, Aperture Grille e Slot Mask.
todici. Questa è una tecnologia sviluppata diversi anni fa per La prima è la tecnologia più diffusa, è una griglia omogenea
realizzare strumenti in grado di visualizzare la struttura del se- di fori circolari disposti a gruppi di tre (uno per ogni colore).
gnale della corrente alternata (oscilloscopi). Permette una risoluzione elevata, ma sacrifica un po’ la lumi-
Il successivo sviluppo ha portato alla realizzazione dei primi nosità massima; è in genere preferita da chi esegue lavori di
monitor e con il tempo si è consolidata la tendenza a costruir- Desktop Publishing e deve visualizzare i caratteri a schermo.
ne di dimensioni sempre maggiori e di miglior qualità. La minima distanza tra due fori di fosfori dello stesso colore
Infatti se pensiamo a 4-5 anni fa, le dimensioni tipiche dei mo- prende il nome di Dot Pitch e rappresenta un buon indice del-
nitor per PC erano di 14 pollici o al massimo 15 pollici; oggi la qualità del monitor: a bassi valori di Dot Pitch corrisponde
si trovano sempre più spesso modelli da 17 pollici proposti as- in genere una elevata risoluzione.
sieme all’acquisto di un nuovo PC. La tecnologia Aperture Grille è stata adottata da Sony e Mit-
Un monitor CRT è costituito da una grossa ampolla di vetro, subishi per i loro CRT siglati rispettivamente Trinitron e Dia-
all’interno della quale è praticato un vuoto spinto, con una par- mondtron. Qui invece della griglia forata abbiamo una griglia
te frontale rivestita da fosfori, una sostanza che diventa lumi- di fili sottilissimi che fornisce una serie di aperture verticali
nescente quando viene colpita da cariche elettriche. che coincidono con file di fosfori dello stesso colore; i fosfo-
Le cariche elettriche (elettroni) vengono prodotte da un cato- ri sono quindi distribuiti in file anziché in gruppi di tre. I van-
do posto nella parte opposta ai fosfori. Gli elettroni vengono taggi sono una migliore saturazione dei colori ed un migliore
“sparati” verso la superficie anteriore del monitor rivestita dai contrasto, ma la risoluzione è leggermente inferiore.
fosfori. Quando un elettrone arriva a colpire la parte frontale La Slot Mask è stata adottata all’inizio da Nec, poi da altri co-
dell’ampolla, interagisce con il rivestimento di fosfori, e l’e- struttori come LG ed è una sorta di compromesso tra le due
nergia viene convertita in luce, diventando visibile all’occhio precedenti tecnologie. Invece di fori circolari si hanno delle
umano. strisce verticali, suddivise in celle di gruppi di tre fosfori.
Nei monitor a colori si ha la presenza di tre cannoni di elet- È una buona soluzione che permette risultati molto interes-
troni, uno per ogni colore fondamentale (verde, rosso e blu) santi: la luminosità è superiore a quella fornita da una Shadow
che vanno a colpire i fosfori dei rispettivi colori disposti su di Mask, con la nitidezza e l’incisione necessarie per disegnare
una griglia. La combinazione di questi tre colori permette di linee sottili; inoltre i punti ellittici migliorano la saturazione e
creare tutti i colori. il contrasto.
Per ottenere delle buone immagini è necessario dotare il tubo
catodico di un circuito di controllo efficiente, che consenta ai
singoli elettroni di colpire con precisione il fosforo voluto, sen-
za sbavare su quelli adiacenti, evitando cioè che il fascio di
elettroni che deve colpire i fosfori verdi vada a colpire anche
parte di quelli blu o rossi. Pertanto è facile trovare monitor do-
tati dello stesso tubo CRT, ma con prestazioni sensibilmente
diverse, dovute alle diverse soluzioni impiegate per il control-
lo dei fasci di elettroni.

Shadow mask.

Aperture grille.

Slot mask.
9 MONITOR A CONFRONTO
Dot Pitch Tecnologia Frequenza Schermo Hub USB Profondità Prezzo
Stripe Pitch(mm) Refresh (Hz) Piatto (mm)
a 1280 x 1024
LG Studioworks 995E 0.22 Shadow mask 90 NO NO 475 1.140.000
Eizo FlexScan F67 0.22 Shadow mask 89 NO SI 478 1.550.000
Mitsubishi Diamond Pro 900u0.25-0.27 Aperture Grill 85 SI SI 458 2.250.000
NEC Multisinc FP950 0.25-0.27 Aperture Grill 100 SI SI 448 2.100.000
Panasonic Panasync SL90 0.22 Shadow mask 88 NO opzionale 414 1.380.000
Philips 109B 0.22 Shadow mask 85 NO SI 419 1.410.000
Sony Multiscan CPD-420GS0.25-0.27 Aperture Grill 85 NO NO 457 1.350.000
Sony Multiscan GDM-F400 0.25-0.27 Aperture Grill 100 SI SI 455 2.400.000
ViewSonic PT795 0.25 Aperture Grill 100 NO SI 483 2.340.000

Eizo FlexScan. NEC Multisinc FP950. Philips 109B.

Sono però poco indicati per lavori di gra- La misura di 19 pollici è stata favorita an- evitare, anche se ormai sono difficili da tro-
fica proprio per la limitata superficie di- che dalla crescente diffusione dei compu- vare, i modelli con Dot Pich di 0.4mm.
sponibile. Meglio con i 17 pollici, con cui ter multimediali dotati di lettori DVD, che La sigla Dot Pitch si riferisce alla Shadow
si può lavorare a 1024x768 pixel, e si tro- richiedono un video di dimensioni elevate Mask; con la Aperture Grille la sigla è Stri-
vano a prezzi che partono dalle 500.000 li- per una buona visualizzazione, ad un prez- pe Pitch; con la Slot Mask la sigla è Slot
re; fino a poco tempo fa erano lo standard zo accettabile per impieghi domestici. Pitch.
per chi lavorava frequentemente con i pro- Ciò ha indubbiamente favorito i fotografi Frequenza di refresh: per la salute degli
grammi di grafica. “digitali”, che con meno di 2.000.000 di li- occhi è bene che le immagini vengano ri-
Per lavori di grafica professionale sono in- re possono acquistare un buon monitor da generate sullo schermo almeno 75 volte al
dicati invece monitor ancora più grandi co- 19 pollici. secondo (75 Hz), ma è preferibile un valo-
me i 20 o 21 pollici fino ai 24 pollici. É re di 85 Hz, o ancora meglio 100 Hz alla
possibile utilizzare risoluzioni di 1280x1024 La scelta del monitor risoluzione di lavoro. Valori più bassi af-
e 1600x1200 pixel con ancora un’ottima Una prima considerazione da fare è l’ele- faticano la vista e provocano alla lunga fa-
leggibilità dei caratteri. Il loro prezzo però vata qualità raggiunta dai costruttori di mo- stidiose emicranie.
raramente scende sotto i 2 milioni di lire. nitor, che ha alzato enormemente il livello È una caratteristica molto importante e va
Negli ultimi tempi è comparso sul merca- delle prestazioni, soprattutto dei modelli verificata bene prima dell’acquisto; spes-
to un nuovo formato, 19 pollici, esattamente più economici. Ora anche il più economi- so la differenza di prezzo tra due monitor
a metà strada tra il classico 17 ed i profes- co dei monitor da 19 pollici ha una qualità dalle caratteristiche simili è data proprio da
sionali 21 pollici. La misura si è rivelata mediamente buona, superiore a quella di questo fattore.
ottima per impieghi di fotoritocco, grazie un monitor di fascia medio-alta da 17 pol- Connessione USB: la larga diffusione di
all’ampia area di lavoro disponibile e al lici di qualche anno fa. fotocamere digitali e scanner dotati di con-
prezzo quasi dimezzato rispetto ai classici Esaminiamo ora le caratteristiche che espri- nessione USB consigliano di acquistare un
21 pollici; alcuni monitor da 19 pollici han- mono le prestazioni dei monitor. monitor dotato di Hub, ovvero un replica-
no un prezzo inferiore a quello dei 17 pol- La dimensione del dot pich: più questa tore di porte USB che permetta di collega-
lici più costosi! distanza è piccola, migliore, teoricamente, re le periferiche dotate di questo standard
Il successo di questi monitor è stato im- è la visualizzazione alle risoluzioni più ele- direttamente al monitor senza dover av-
mediato ed in breve tempo tutti i principa- vate. Un valore medio è compreso tra 0.28 venturarsi sul retro del computer, spesso
li produttori ne hanno inserito almeno un e 0.31mm; decisamente da preferire sono poco agevole da raggiungere e sempre pro-
modello nel loro catalogo. i valori compresi tra 0.25 e 0.21mm. Da tetto da un groviglio intricato di cavi.
NORMATIVE TCO MONITOR MAC SU PC
I monitor, poiché potenzialmente dannosi a causa delle emissioni di radiazioni elettromagne- E VICEVERSA
tiche, vengono tenuti sotto controllo da una serie di normative atte a salvaguardare la salute
dell’utente. Una delle più conosciute e diffuse è la TCO, sviluppata in Svezia qualche anno
Spesso ci si trova ad usare sia computer
fa; l’associazione è composta da 1.3 milioni di lavoratori svedesi impiegati in differenti set-
Mac che PC nello stesso ambiente e, per
tori, i quali forniscono le indicazioni su come poter migliorare le loro condizioni lavorative e
da queste indicazioni scaturiscono poi le normative emanate dalla stessa TCO. praticità e soprattutto per limitare l’in-
Le norme TCO sono adottate come parametri standard che i monitor devono rispettare. Le gombro, ci si domanda se sia possibile col-
normative TCO sono più restrittive rispetto alle altre norme svedesi più note come standard legare lo stesso monitor ad entrambi i com-
MPRII, poiché pongono limiti sui valori massimi di radiazioni emesse dai monitor durante il puter. In linea di massima la risposta è af-
loro funzionamento ed inoltre limitano, in funzione di questi valori, il tempo massimo di espo- fermativa. Infatti alcune risoluzioni come
sizione per gli operatori. Queste norme si sono succedute nel tempo seguendo l’evoluzione la 640x480 e la 1024x768 sono usate da
della tecnologia. entrambi i sistemi e se il monitor può sin-
TCO ’92: Il monitor deve disporre di un dispositivo per lo spegnimento automatico che in- cronizzarsi su un numero abbastanza va-
terviene dopo un certo tempo di inattività della periferica, limitando in questo modo il consu- sto di frequenze (monitor multisync) non
mo di energia. Questa norma prevede anche limitazioni riguardo alla prevenzione dei rischi
ci sono problemi; diverso il discorso per
di folgorazione ed incendio.
alcuni vecchi monitor Mac con frequen-
TCO ’95: La TCO 95 non si limita al solo monitor di un personal computer, ma estende le li-
mitazioni anche all’unità centrale del PC e a quelle periferiche che interessano l’ergonomia ze fisse che non possono adattarsi ai di-
come le tastiere; inoltre tiene sotto controllo il calore e i rumori generati durante il funziona- versi segnali generati da un PC.
mento delle apparecchiature. Le norme TCO ’95 sono state realizzate con la collaborazione Un altro problema è dato dai diversi con-
di altri enti e società oltre alla TCO, come la Naturskyddforeinegen, la NUTEK (Consiglio nettori delle schede video dei PC e Mac;
Nazionale per lo Sviluppo Tecnico e Industriale in Svezia) e la SEMKO. ma un adattatore, reperibile a meno di
TCO ’99: Questa è la norma che ha sostituito la precedente TCO ’95, ed in pratica rivede al- 50.000 lire, risolve il problema.
cuni limiti di misurazione della precedente normativa, diventando così ancor più restrittiva. Alcuni monitor recenti vengono venduti
Avere dunque un monitor che rispetta l’ultima normativa TCO significa utilizzare una perife- già con l’adattatore incluso.
rica che limita le emissioni nocive e permette un utilizzo ergonomico.

LG Studioworks 995E. Sony Multiscan GMD-F400. Panasonic Panasync SL-90.

I monitor a confronto ciata, abbiamo riscontrato una difficoltà bro in profondità dei monitor, quando si ha
Per la rassegna abbiamo preso in esame 9 maggiore a gestire certi interventi in pro- poco spazio a disposizione un monitor mol-
monitor di 8 produttori diversi, tutti da 19 grammi di grafica, per esempio l’aggiu- to compatto è indubbiamente più pratico.
pollici. I prezzi sono in genere abbondan- stamento delle linee cadenti di una ripresa Hub USB: la presenza di un replicatore di
temente sotto i due milioni di lire, il che li d’architettura. Anche se Photoshop viene porte USB (Hub) può tornare molto utile a
rende abbordabili anche per un uso non in aiuto con la possibilità di tracciare del- chi dispone di molte periferiche di questo
strettamente professionale. le linee guida, resta di fatto molto più fa- standard (tastiere, mouse, scanner, fotoca-
Alla prova i monitor hanno dimostrato li- cile lavorare con i monitor a schermo com- mere digitali, ecc.). Infatti sui moderni com-
velli di prestazioni molto simili e le diffe- pletamente piatto come i modelli Sony FD, puter queste porte sono disponibili in un
renze vanno ricercate piuttosto nelle carat- Mitsubishi 900u e Nec. numero massimo di due unità poste nor-
teristiche quali la forma dello schermo, l’in- Anche i monitor dotati di tubo a sezione ci- malmente sul retro del computer stesso. Se
gombro e la presenza di accessori (Hub). lindrica si sono dimostrati particolarmen- si ha la necessità di collegare e rimuovere
Forma dello schermo: è una caratteristi- te adatti, inoltre vengono offerti a prezzi spesso delle periferiche, un monitor con un
ca abbastanza importante per impieghi di sensibilmente inferiori rispetto a quelli com- Hub integrato semplifica enormemente il
fotoritocco, in quanto con i monitor dotati pletamente piatti. lavoro.
di superficie sferica, seppur poco pronun- Dimensioni: per quanto riguarda l’ingom- Valerio Pardi
I N PROVA

EIZO T761, 19 POLLICI


PROFESSIONALI
Il monitor è l’anello
della catena digitale
che ha la vita più
lunga, vale la pena
di sceglierlo con
attenzione. In prova
il nuovo 19” di Eizo.

I prodotti Eizo che fino ad ora abbiamo sot- Le caratteristiche tecniche Per sfruttare appieno le caratteristiche del
toposto a prova si sono sempre rivelati ec- Esternamente il T671 si presenta con il de- T671 è necessario utilizzare una scheda vi-
cellenti, per cui abbiamo guardato con in- sign squadrato che caratterizza tutti i pro- deo dotata di un Ramdac eccellente con fre-
teresse a questo Eizo T761, il nuovo mo- dotti Eizo; la forma e gli ingombri sono gli quenza da almeno 350 MHz: ottimi quelli
nitor da 19” che integra un nuovo tipo di stessi del modello T68 precedentemente delle schede video di Matrox e ATI. Il Ram-
CRT Aperture Grill ad alto contrasto e per- provato su Progresso Fotografico. Dac (RAM Digital to Analog Converter) è
fettamente piatto. Lo schermo è completamente piatto, il che un chip inserito in tutte le schede video che
La dimensione di 19” si è affermata da or- permette di lavorare con più facilità sulle converte l'immagine da visualizzare a mo-
mai più di un anno come il miglior com- immagini che presentano distorsioni pro- nitor, da sequenze di bit (digitale) in forme
promesso tra ingombro, area di visualiz- spettiche. Un altro vantaggio di uno scher- d'onda analogiche (analogico) utilizzabili
zazione e prezzo, soppiantando i monitor mo piatto è la maggiore facilità nella ri- dai monitor. Dalla sua frequenza di lavo-
da 17 pollici, ormai relegati a soluzioni eco- cerca dell’orientamento migliore al fine di ro, espressa in MHz, dipende la massima
nomiche. evitare i riflessi prodotti da punti luce si- frequenza di refresh ottenibile su monitor
Rispetto ai 17 pollici offrono ben 5 cm in tuati alle spalle dell’utilizzatore. Il T761 e spesso a frequenze maggiori corrispon-
più sulla diagonale; questo significa poter presenta un dot pitch di 0,24mm al centro de anche una miglior visualizzazione del-
lavorare ad una risoluzione maggiore sen- e 0,25mm ai bordi e ha un'ampia gamma le immagini. Il Monitor Integra un Hub
za compromettere la leggibilità delle ico- di scansione delle frequenze orizzontali (da USB (Universal Serial Bus), che soddisfa
ne più piccole (da 1024x768 pixel a 30 a 115 kHz), che consente di raggiunge- le richieste dello Standard USB Rev. 1.1.
1280x1024 pixel). Rispetto poi ad un 21” re la risoluzione di 1920x1440 a 76 Hz e Sono quindi state incorporate una porta
la minore superficie di lavoro dello scher- 1280x1204 a 107 Hz, valori sorprendente- upstream (porta in entrata dal computer) e
mo viene compensata da un ridotto in- mente alti che mettono al riparo da ecces- quattro porte downstream per periferiche.
gombro dell’apparecchio e da un prezzo sivi affaticamenti della vista, anche dopo Un Hub USB è un replicatore di porte USB
nettamente inferiore. prolungate sessioni davanti allo schermo. che trasforma una delle due porte USB pre-
Comodo il selettore dell’O-
SD che dispone di un fun- QUANTO COSTA
zionale mivimento a joystick.
Prezzo lire: 2.500.000
Distribuzione: Rk Distribution, largo
Cairoli 2, 20121 Milano.
Tel. 02.8800961, fax 02.88009622.
www.rkd-italy.com

Sul retro sono presenti le principali connessioni (alimentazione, video In,


BNC e USB); solo una presa USB è nascosta nella parte frontale del mo-
nitor.

senti normalmente sui PC, in 4 porte ag- ne ha rilevato prestazioni molto elevate.
CARATTERISTICHE giuntive, così da poter applicare al com- La nitidezza è apparsa più che buona fino
TECNICHE puter un maggior numero di periferiche in ai bordi del cinescopio e a nessuna risolu-
questo standard (mouse, tastiere, fotoca- zione si sono manifestati fenomeni di moirè.
CRT 50 cm ( 19 pollici) mere digitali, scanner, stampanti, modem, Il fuoco è apparso uniforme su tutto lo
CRT Trio Pitch 0,24 mm al centro
ecc.). Il T671 permette di collegare 3 peri- schermo e la geometria delle immagini non
0,25 mm ai bordi
Frequenza:
feriche USB sul retro e 1 sul frontale, tra- ha mostrato imprecisioni non correggibili
orizzontale 30 – 115 kHz mite una presa USB nascosta nella corni- dal menù OSD. La risoluzione di
verticale 50 - 160 Hz ce del monitor. 1280x1024 è, come specificato anche dal
Segnale di ingresso RGB analogico Al monitor è possibile applicare anche il manuale fornito con il monitor, la risolu-
Connettori di ingresso 5 BNC e 15 D- kit i-sound composto da microfono e cas- zione ottimale per sfruttare il T761, grazie
Sub se acustiche per trasformarlo in modello anche alla frequenza di refresh di oltre 100
Area di visualizzazione: multimediale. Hz, che garantisce un’immagine partico-
standard 362 x 271 mm Il menù di regolazione del monitor (Screen- larmente stabile.
raccomandata 1280 x 1024 Manager) in lingua italiana appare in so-
Controllo schermo Advanced Screen
vrimpressione sul monitor e permette di Conclusioni
Manager
Power Management
apportare alcune modifiche per migliorare Il T761 è un monitor particolarmente adat-
System VESA DPMS, la resa dello schermo. Queste sono: lumi- to per un uso fotografico-digitale, la di-
NUTEK, EPA, nosità, contrasto, dimensioni, posizione, mensione di 19” dello schermo è un otti-
Energy Star - Power save controllo laterale dell’effetto a cuscino/tra- mo compromesso tra ingombro ed area di
modo 1 (stand-by) inferiore a 10 W pezio/parallelogramma, inclinazione, visualizzazione. Inoltre la profondità di
modo 2 (Off) inferiore a 3 W uniformità, convergenza e riduzione del questo monitor (47cm circa) non si disco-
Plug & Play integrato moirè. In più ci sono le regolazioni per il sta molto da quella dei 17”, permettendo-
Dimensioni 452 (L) x 455(A) controllo della temperatura di colore, ri- ne il posizionamento su qualsiasi scrivania
x 478 (P) mm sparmio energetico, scelta della lingua vi- senza troppi problemi.
Peso netto 27.5 kg.
sualizzata e altre impostazioni secondarie. In definitiva si tratta di un monitor di li-
Ergonomia TUV/GS,CB,
marchio CE,
La completezza del menù di regolazione vello estremamente elevato, ai vertici nel-
TUV/EG, TCO 99 permette di ottimizzare l’immagine video. la classe dei monitor da 19 pollici; è quin-
Standard USB Standard USB ver. Il manuale di istruzioni è completo ed esau- di indicato più per un utilizzo professiona-
1.1 riente ma è disponibile nelle sole lingue in- le che amatoriale; il prezzo di 2.500.000 li-
Porte USB 1 porta in entrata e glese, francese e tedesco. re lo conferma, ma è giustificato dalla qua-
4 porte in uscita lità del prodotto e dell’assistenza.
(per periferiche) La prova
Il nostro test della qualità di visualizzazio- Valerio Pardi
TEST

MONITOR EIZO T68

Schermata del programma monitor tester per verificare la niti-


dezza della visualizzazione. Nel caso di monitor poco corretti la
piccole “H” visibili in questa schermata vengono mostrate in mo-
do sempre più sfuocato man mano che ci si allontana dal centro.

Sul retro del monitor sono presenti, da sinistra a destra, la connes-


sione per l’alimentazione, la presa D-Sub mini a 15 pin per il se-
gnale video proveniente dalla scheda video, i 5 connettori BNC per
il segnale video da usare in alternativa alla presa D-Sub, l’inter-
ruttore del terminatore per l’impiego simultaneo di più monitor, una
presa per accessori opzionali. Ci sono poi le porte USB, una upstream
che collega il monitor al computer e tre downstream che collegano
le singole periferiche (scanner, videocamere, tastiere, mouse, alto-
parlanti, stampanti) direttamente al monitor.

L’Eizo T68 è il nuovo monitor da 19" che zone molto chiare e uniformi. Con questa schermata del programma mo-
integra un nuovo tipo di cinescopio con tec- La dimensione di 19” dello schermo si pre- nitor tester è stato possibile controllare la
nologia Aperture Grill ad alto contrasto e sta bene per l’elaborazione di fotografie di- corretta geometria delle immagini visualiz-
sensibilmente più piatto rispetto ai classi- gitali; rispetto ad un 21” la minor area vi- zate dal monitor.
ci tubi catodici Trinitron. La tecnologia sibile viene compensata da un ingombro ed
Aperture Grill, che permette di avere im- un prezzo nettamente inferiori.
magini molto luminose e una superficie del Il T68 presenta un dot pitch di 0,25mm al
video cilindrica invece che sferica, utiliz- centro e 0,27mm ai bordi, ha un'ampia gam-
za per i tre colori fondamentali delle stri- ma di scansione delle frequenze orizzon-
sce, da cui il nome Grill (Griglia), invece tali (da 30 a 96kHz) che gli consente di rag-
dei tre punti disposti a triangolo. Tra gli giungere la risoluzione di 1600x1200 a
svantaggi c’è la presenza di due sottili li- 76Hz e 1280x1204 a 89Hz.
nee scure (1 per i monitor fino a 15 polli- L’ Eizo T68 utilizza inoltre il DSP (Digital
ci) che attraversano l’immagine orizzon- Signal Processing), un nuovo circuito in-
talmente; sono comunque visibili solo su tegrato sviluppato da Eizo che gestisce il
CARATTERISTICHE TECNICHE
Cinescopio 50cm ( 19 pollici)
Dot Pitch 0,25mm al centro
0,27mm ai bordi
Risoluzione raccomandata 1280 x 1024 86Hz
1600x1200 76Hz
Frequenza:
orizzontale 30 - 96kHz
verticale 50 - 160Hz
Banda passante 180MHz
Segnale di ingresso RGB analogico
Connettori di ingresso 5 BNC e 15 D-Sub
Area di visualizzazione standard 354 x 265mm
Controllo schermo Advanced ScreenManager
Power Management System VESA DPMS, NUTEK, EPA,
Energy Star
Power save modo 1 (stand-by) inferiore a 10W
Power save modo 2 (Off) inferiore a 3W
Plug & Play integrato
Ergonomia TUV/GS,CB, marchio CE, TUV/EG
(incluso ISO 94241-3, ISO 9241-8 e
MPR-II), TCO 95
La visualizzazione di un’immagine formata da piccoli quadrati Standard USB Standard USB ver. 1.0
ad alto contrasto mostra in modo chiaro eventuali effetti moirè, Porte USB 1 porta Upstream (per computer)
da correggere con gli appositi comandi. 4 porte Downstream (per periferiche)
Dimensioni 452 (L) x 455(A) x 478 (P)mm
Peso netto 26,5kg.

sistema interno di controllo dei segnali a


livello digitale, a tutto vantaggio della qua- La schermata mostra in modo
lità. chiaro la risoluzione che si sta
Da segnalare l’integrazione di un Hub USB utilizzando e il numero dei co-
(Universal Serial Bus), che soddisfa le ri- lori. Con i tasti visualizzati in
chieste dello Standard USB Rev. 1. Sono basso è possibile controllare
quindi state incorporate una porta upstream ogni singola caratteristica del
per computer e quattro porte downstream monitor (ad esempio nitidezza,
per periferiche (tre sul retro e una sulla par- risoluzione, convergenza,
te frontale del monitor). moirè).
Al monitor può essere applicato un siste-
ma di diffusori denominati i-Sound da ap-
plicare nella parte inferiore del monitor ed
evitare così di avere le solite coppie di cas-
se acustiche sparse per la scrivania.

Il menù
Il menù di regolazione del monitor (Screen-
Manager) in lingua italiana permette di ap-
portare alcune modifiche per migliorare la
resa dello schermo. Queste sono: lumino- che a 1600x1200, la risoluzione massima e il tubo CRT a tecnologia Trinitron pro-
sità, contrasto, dimensioni, posizione, con- possibile, la qualità si è rivelata ancora ele- duce immagini secche e luminose. Inoltre
trollo laterale dell’effetto a cuscino/trape- vata, sebbene le dimensioni dei caratteri e la profondità di questo monitor (47cm cir-
zio/parallelogramma, inclinazione, unifor- delle icone siano piuttosto piccole e di dif- ca) non si discosta molto da quella dei 17”,
mità, convergenza e riduzione del moirè. ficile identificazione. permettendone il posizionamento su qual-
In più ci sono le regolazioni per il controllo A 1280x1024 pixel abbiamo riscontrato un siasi scrivania.
della temperatura di colore, risparmio ener- effetto moirè marcato. Seguendo le indi- Il prezzo è vantaggioso per la qualità of-
getico, scelta della lingua visualizzata e al- cazioni del manuale di istruzioni fornito a ferta.
tre impostazioni secondarie. corredo siamo riusciti a riportarlo a livelli Valerio Pardi
più che accettabili.
La qualità
I test sulla qualità di visualizzazione rea- Conclusioni
lizzati con il programma Monitor Tester Prezzo L. 3.100.000
Il T68 è un monitor particolarmente adat-
hanno dato risultati di qualità elevata. Distribuzione: Epson Italia, via Frat. Ca-
to per un uso fotografico-digitale; la di-
1024x768 è risultata essere la risoluzione siraghi 427, 20099 Sesto San Giovanni
mensione di 19” dello schermo è più che
che abbina la massima qualità possibile (MI). Tel. 02262331, fax 022440750.
sufficiente per la maggior parte dei lavori
con un’area di lavoro piuttosto grande. An-
TEST

MONITOR HP M900

Sulla parte frontale del monitor è disposto il pan-


nello di controllo con gli 11 tasti funzione più l’in-
terruttore di accensione e il tasto per la smagne-
tizzazione del cinescopio.

I monitor da 19 pollici sono presenti ormai d’informazioni e immagini senza sfarfal- Play); con alcune schede video non è sta-
in tutti i cataloghi dei maggiori produttori lio. to possibile far riconoscere correttamente
e si stanno diffondendo grazie al buon com- Il monitor è dotato delle specifiche Plug al PC il tipo di monitor e le risoluzioni sup-
promesso tra area visualizzata e prezzo. An- and Play (standard VESA DDC1/2B); que- portate. Dopo aver interpellato il supporto
che Hewlett Packard ha in catalogo un mo- sto permette di ottenere la frequenza di re- tecnico di HP abbiamo scoperto che il file
dello da 19 pollici siglato M900. fresh video ottimale per la risoluzione im- necessario per l’installazione del monitor
L’M900, codice HP 2843A, è caratterizza- postata. è reperibile sul sito www.support.vectra.hp.
to da un cinescopio da 19 pollici con un’a- Se il PC supporta il sistema di gestione del com e, più precisamente, all’indirizzo
rea libera di 18 pollici. Lo schermo, defi- consumo energetico del video VESA, è pos- www.support.vectra.hp.com:8001/vectra-
nito piatto da HP, è in realtà sferico, ma con sibile ridurre al minimo il consumo di ener- support/level4/46hpmon.exe.html#down-
una curvatura poco pronunciata ed è dota- gia elettrica. Sono disponibili due moda- load now
to di un discreto trattamento anti-riflesso lità di risparmio: modalità di attesa con un Eseguito il download è stato possibile com-
ed anti-statico. consumo inferiore a 28W e modalità so- pletare l’installazione senza ulteriori pro-
Il monitor supporta refresh video di 85Hz spensione con un consumo che non supe- blemi e sfruttare così le elevate prestazio-
fino alla risoluzione di 1280x1024 pixel e ra i 5W. ni del monitor M900.
75 Hz alla massima risoluzione
(1600x1200). L’installazione
Le impostazioni per la regolazione del mo- I monitor sono, assieme a mouse e tastie- CARATTERISTICHE TECNICHE
nitor si effettuano con una serie di ben 11 re, le periferiche più facili da installare su
tasti con indicazioni delle correzioni diret- un PC; inoltre il plug and play di Window98 Cinescopio 19 pollici
tamente sul monitor (on screen display). dovrebbe evitare problemi. Dot Pitch 0,26 mm
Su ogni tasto è raffigurata una piccola im- Nelle nostre prove abbiamo riscontrato Frequenza:
magine che ne descrive la funzione e che qualche problema su PC con schede video orizzontale 30 - 95 kHz
rende il funzionamento molto intuitivo. non compatibili, o almeno non completa- verticale 50 - 160 Hz
Le correzioni apportabili sono complete e mente, con il supporto VESA DDC1/2B Banda passante 200 MHz
consentono di ottenere un’immagine di buo- che permette il Plug and Play. Infatti con il Connettori di ingresso 15 pin mini
na qualità. monitor non vengono forniti i file neces- D-Sub
Per le risoluzioni da utilizzare HP consi- sari per la corretta identificazione del mo- Dimensioni 448 (L) x
glia la 1280x1024 a 85Hz, un buon com- nitor da parte del sistema operativo (non 454(A) x 460 (P) mm
promesso tra caratteri leggibili, quantità necessari quando si utilizza il Plug and Peso netto 25 kg
Con la maggior parte delle schede video è possibile sfruttare tut-
te le caratteristiche dell’HP M900 senza installare nessun dri- L’aggiornamento dei driver del monitor è una procedura piuttosto sem-
ver; in caso di problemi è possibile comunque installare i driver plice anche se non totalmente automatica. Scaricato il file, dalle pro-
scaricabili da Internet. prietà dello schermo è possibile cambiare il modello del monitor…

… indicato il percorso del file in questione, che di default è C:\di-


splay\lists\5.0, si conferma e … …dalla lista si sceglie il nostro modello e si conferma ancora e a que-
sto punto l’installazione è terminata e ...

… si possono sfruttare le ottime caratteristiche del monitor co-


me i 160 Hz di refresh verticale alla risoluzione di 640x480.
Schermata iniziale del programma monitor, test usato per testare il mo-
nitor.
Qualità temente solamente su monitor di dimen-
La qualità è apparsa molto alta fino alla ri- sioni maggiori, almeno 21”. Su un 19”, co- I PREZZI
soluzione di 1280x1024, il moir0 è risul- me questo HP, è più comodo usare la riso- Il monitor HP M900 ha un prezzo di L.
tato completamente assente e anche i bor- luzione di 1280x1024 o, ancora più como- 1.450.000
di hanno mantenuto una buona qualità. La da e confortevole, la 1024x768 con l’otti- In dotazione vengono forniti il cavo di
convergenza è risultata ben corretta. mo refresh verticale di 100 Hz per una sta- alimentazione, il cavo video e il manuale
Alla massima risoluzione la qualità è cala- bilità delle immagini ottimale. di istruzioni in 5 lingue tra cui anche l’i-
ta un poco. I bordi hanno mostrato un de- Più che discreto il trattamento antiriflesso, taliano.
cadimento della nitidezza abbastanza visi- che svolge bene il suo compito, a patto di Distribuzione: Hewlett Packard, via G.
bile ma, a causa delle dimensioni davvero non posizionare forti fonti di luce davanti Di Vittorio 9, 20063 Cernusco S/N. Tel.
ridotte delle icone e dei testi, la risoluzio- allo schermo. 0292121, fax 0292103246.
ne di 1600x1200 è da adottare permanen- Valerio Pardi Sito Internet: www.italy.hp.com
TEST

MONITOR LG
ULTRAPIATTO
Flatron 795FT Plus è un monitor da 17 pollici di notevole interesse
per il fotoritocco; prestazioni di alta qualità ad un prezzo molto competitivo.

Monitor LG Flatron 795FT Plus.

Una delle caratteristiche che più abbia-


mo apprezzato è la totale mancanza di
curvatura dello schermo.

Molto eleganti e funzionali i tasti di re-


golazione sul frontale del monitor.

Finora abbiamo sottoposto a test monitor è possibile dotarsi di un ottimo monitor con monitor si effettuano con 6 tasti con indi-
dal cinescopio di formato minimo 19 pol- schermo a totale planeità con una cifra che cazioni delle correzioni direttamente sul
lici, poiché nel fotoritocco un’ampia area si aggira intorno a un milione di lire. monitor (on screen display); il funziona-
di visione è molto utile. Spesso però sia per mento è risultato molto intuitivo.
ragioni di costo che di spazio, non è possi- L’analisi tecnica Le correzioni possibili sono complete e
bile dotarsi di un simile monitor. LG Flatron 795FT è un monitor caratteriz- comprendono: contrasto, luminosità, lar-
Si ripiega così su monitor da 17 pollici, che zato da un cinescopio da 17 pollici con un’a- ghezza immagine, spostamento orizzonta-
risultano molto meno ingombranti; il prez- rea libera di 16 pollici. Il dot-pich ha un ot- le, altezza immagine, spostamento verti-
zo poi è notevolmente più basso, si parte timo valore di 0.24mm. Lo schermo, de- cale, distorsione a cuscino, distorsione a
da meno di 500.000 lire! Ora, senza arri- nominato Flatron da LG, risulta assoluta- trapezio, bilanciamento della distorsione a
vare a cifre così basse, esistono modelli che mente piatto; è presente sulla superficie del cuscino, distorsione parallela, rotazione,
in termini qualitativi non temono il con- cinescopio un buon trattamento anti-riflesso. deviazione degli angoli, moiré verticale e
fronto con i 19” o 21”, anzi, e sono quindi A differenza dei cinescopi concorrenti, uti- orizzontale, convergenza, purezza, tempe-
interessanti per il fotoritocco. Il modello lizza una tecnologia ibrida tra la Dot Ma- ratura di colore, smagnetizzazione e ripri-
Flatron 795FT di LG, che proviamo que- sk e la Trinitron o Diamondtron: il vantag- stino delle impostazioni di default.
sto mese, è un esempio. gio è l’eliminazione delle due sottili om- Dai nostri test la risoluzione di 1024x768
Pur essendo il diciassette pollici un formato bre scure che attraversano i cinescopi con è risultata essere il miglior compromesso
convenzionale, il monitor LG è dotato di tecnologia Diamondtron o Trinitron, man- tra dimensioni delle icone e nitidezza.
schermo assolutamente piatto. Abbiamo tenendo allo stesso tempo una luminosità Il monitor è dotato delle specifiche plug-
sottolineato più volte come uno schermo elevata, superiore a quella dei cinescopi and-play (standard VESA DDC-2B). Que-
piatto sia di aiuto nel fotoritocco digitale; Dot Mask. Il monitor supporta refresh vi- sto permette di ottenere la frequenza di re-
fino ad ora però i monitor di questo tipo deo di 85Hz fino alla risoluzione di fresh video ottimale in base alla risoluzio-
avevano un prezzo non inferiore ai 2 mi- 1280x1024 pixel e 75Hz alla massima ri- ne impostata.
lioni di lire e si trovavano solo da 19 pol- soluzione (1600x1200). Il monitor LG è conforme al programma
lici in su; adesso con il nuovo monitor LG Tutte le impostazioni per la regolazione del Energy Star dell’EPA, che è stato svilup-
pato affinché le case produttrici di compu- del monitor.
ter e periferiche realizzino prodotti dotati
di un circuito predisposto a ridurre il con- Il nostro test
sumo energetico nei momenti di non uti- La qualità è apparsa complessivamente ot-
lizzo. Sul modello LG questo sistema pre- tima fino alla risoluzione di 1024x768, il
viene anche accidentali sovraccarichi del- moiré è risultato assente ad ogni risoluzio-
l’impianto elettronico del monitor; per ne. I bordi hanno mantenuto una qualità
esempio quando si setta una risoluzione più elevata, paragonabile al centro dello scher-
alta di 1600x1200 o quando la frequenza mo. La convergenza è risultata corretta, ma
verticale o orizzontale supera l’intervallo è sempre possibile modificarla attraverso
supportato dal monitor. Per tenere sotto con- le opzioni del monitor. Alla massima riso-
trollo entrambe la frequenza ( verticale ed luzione la qualità non è calata in modo vi-
orizzontale) il monitor è dotato di due di- stoso.
stinti sistemi di sospensione, entrambi con L’LG ci ha favorevolmente colpiti per l’ot-
un consumo inferiore agli 8W: uno che tie- timo rapporto qualità-prezzo e lo ritenia-
ne sotto controllo la frequenza verticale mo adatto ad un impiego per fotoritocco.
(Stand-By) e l’altro quella orizzontale (so- Valerio Pardi Sul retro sono presenti 7 prese; da sinistra
spensione). Quando invece viene collega- a destra: alimentazione, 4 USB Out, 1 USB
to ad un PC compatibile all’Energy Star IN e l’ingresso del segnale video.
dell’EPA o ad un computer dotato di softwa-
re compatibile con il protocollo Display
Power Management Signalling (DPMS), UN MONITOR INNOVATIVO:
Il tubo catodico di tipo Flatron incorpora una serie di innovazioni tecnologiche che lo diffe-
nei momenti di non utilizzo può passare ad renziano in maniera significativa da tutti gli altri monitor presenti sul mercato. A differenza
una modalità chiamata DPMS OFF in gra- dei monitor Sony e Mitsubishi, il monitor LG non è afflitto dalle due sottili righe scure dei
do di far risparmiare altri 5W e portare il fili anti-riverbero tipici dei tubi Trinitron e Diamondtron. Ciò è dovuto all’utilizzo di una
consumo massimo a meno di 3W, mentre variante della maschera forata (la Dot Mask); infatti, a differenza dei monitor a tecnologia
nel normale funzionamento il consumo Dot Mask, la maschera del Monitor LG non è a fori circolari, ma è stata costruita inserendo
massimo è di 130W, che arrivano a 140W tante piccole fessure rettangolari (da cui il nuovo nome: Slot Mask), il che ha permesso di
quando si attivano le porte USB del moni- ottenere una luminosità elevata, simile a quella dei tubi Trinitron o Diamondtron, ma senza
tor. bisogno di inserire i fili anti riverbero, poiché la maschera non è costituita da sottili fili ma
Il monitor è anche dotato di cinque prese da un’unica lastra forata.
USB: una in entrata per il computer, le al- Un’altra caratteristica importante ai fini della qualità è lo spessore della Slot Mask, che è di
soli 0.025mm, contro i 0.12mm di una Dot Mask convenzionale; questo permette un passag-
tre in uscita per le periferiche. Il vantaggio gio della luce molto più “lineare”, senza
sta nel fatto che non bisogna “strisciare” riflessioni interne. Questo si traduce in
dietro al case del computer ogni volta che immagini dai bordi nitidi e contrastati.
si installa una nuova periferica alla ricerca Anche il cannone dei raggi catodici è
di una presa libera; inoltre l’USB consen- stato ridisegnato per ottenere una qualità
te un’installazione ancora più semplifica- elevata anche ai bordi.
ta, poiché è in grado di riconoscere auto- Tutta la superficie dello schermo è pro-
maticamente le varie periferiche che ven- tetta da un efficiente strato anti-riflesso a
gono connesse al computer, anche quando sei strati denominato W-ARAS e che
questo è già acceso. funge anche da anti-statico.

L’installazione Microfotografia della Slot Mask del


L’installazione è semplice, basta inserire il monitor LG.
cavo video del monitor nell’uscita della
scheda video sul computer e allacciare il
cavo dell’alimentazione alla presa elettri-
ca. CARATTERISTICHE TECNICHE:
Il floppy fornito con il monitor contiene il
driver per il corretto riconoscimento del vi- Cinescopio 17 pollici
deo da parte del sistema operativo instal- Dot Pitch 0,24 mm
lato sul PC. Frequenza:
Se si vuole usare la porta USB è necessa- orizzontale 30 - 96 kHz
rio anche installare un apposito program- verticale 50 - 160 Hz
ma software denominato USB-Monitor, che Connettori di ingresso 15 pin mini D-Sub
permette di accedere alle funzioni USB del Dimensioni 415 (L) x 439(A) x 435 (P) mm
monitor stesso. Una volta installato questo Peso netto 21 kg
programma è possibile regolare il monitor
direttamente dalle “Proprietà Schermo” di
Windows98.
In dotazione vengono forniti il cavo di ali- Prezzo lire: 990.000
mentazione, il cavo video, il cavo USB, il Distribuzione: LG Electronics Italia, Centro Direzionale “Il Quadrato”,
manuale di istruzioni in 12 lingue, tra cui via Modigliani 45, 20090 Segrate (MI). Tel. 02.269681, fax 02.26968282.
anche l’italiano, e un floppy con i driver E-mail: infolg@lgelectronicsitalia.com
TEST

MONITOR MITSUBISHI

Molto curato anche l’aspetto estetico,


come dimostrano i 5 pulsanti posti sul-
la parte frontale dello schermo dall’a-
spetto inconsueto ma dall’ottima ergo-
nomia.

Monitor Mitsubishi Diamond Pro 900u. La caratteristica più interessante di questo moni-
tor è la totale planeità dello schermo.

Anche questo mese ci occupiamo di un mo- Il monitor è dotato delle specifiche plug- Sul retro del monitor, da sinistra a destra,
nitor da 19 pollici. Il monitor Mitsubishi and-play (standard VESA DDC1/2B); que- troviamo: la presa per l’alimentazione, 4 del-
Diamond Pro 900u è dotato di un tubo CRT sto permette di ottenere la frequenza di re- le 5 porte Usb, il connettore video D-Sub e
dallo schermo completamente piatto. Nel fresh video ottimale per la risoluzione im- BNC.
ritocco fotografico avere una superficie del- postata in modo totalmente automatico;
lo schermo completamente piatta favorisce inoltre supporta il sistema di gestione del
l’individuazione e la correzione delle di- consumo energetico del video VESA
storsioni geometriche delle immagini. Il ci- DPMS, che consente di limitare i consumi Molto curato il design anche se l’ingom-
nescopio ha un’area utile di 18 pollici ed è a valori inferiori ai 30W (15W in stand-by bro risulta leggermente superiore alla me-
dotato di un ottimo trattamento anti-rifles- e 8W spento) invece dei 150W che può as- dia dei monitor da 19 pollici.
so. Il monitor supporta refresh video di sorbire il monitor durante il pieno funzio-
85Hz fino alla risoluzione di 1280x1024 namento. Installazione
pixel e 75Hz alla massima risoluzione Il monitor Mitsubishi Diamond Pro 900u L’installazione non ha creato nessun tipo
(1600x1200). è conforme alle norme TCO ’95; queste di inconveniente, risultando molto sempli-
Le impostazioni per la regolazioni del mo- norme TCO, a differenza del TCO ’92, non ce.
nitor si effettuano con soli quattro tasti con si limitano ai soli monitor, ma estendono il Con il monitor viene fornito un floppy che,
indicazioni delle correzioni direttamente loro campo d’azione anche all’unità cen- oltre ad informare il sistema operativo del-
sul monitor (on screen display), in pratica trale del PC, alla tastiera, all’ergonomia, al le caratteristiche del monitor, permette an-
un pannello di controllo a video. Le corre- calore e ai rumori generati durante il fun- che di attivare le funzioni Usb.
zioni apportabili sono molto complete e zionamento di queste apparecchiature, ol-
consentono di ottenere un’immagine di ot- tre ai danni all’ambiente che questi prodotti Qualità
tima qualità. Grazie alla connessione Usb possono causare. Di recente è comparsa la La qualità è apparsa molto alta fino alla ri-
di cui è dotato il monitor è anche possibi- nuova norma TCO ’99 che ritocca alcuni soluzione di 1280x1024, il moirè è risulta-
le apportare tutte le regolazioni, via softwa- dei valori limiti che caratterizzavano la to completamente assente e anche i bordi
re, direttamente da Windows98. TCO ’95. hanno mantenuto una elevata qualità. La
CARATTERISTICHE
TECNICHE

Cinescopio: 19 pollici
Dot Pitch: 0.25 mm, 0.27 ai bordi
Frequenza:
orizzontale 30 - 95kHz
verticale 50 - 152Hz
Banda passante: 150 MHz
Il Mitsubishi Diamond Pro 900u utilizza un cinescopio con tecnologia Diamondtron NF
Connettori di ingresso:
che fa uso di una griglia a linee parallele per separare i tre colori (RGB). Per evitare che,
15 pin mini D-Sub e connettori BNC
per riverbero, i sottili fili della griglia deteriorino la qualità dell’immagine, sono stati ap-
Dimensioni:
plicati due sottili filamenti orizzontali di stabilizzazione, che producono due appena per-
570 (L) x 610(A) x 585 (P) mm
cettibili linee scure orizzontali all’altezza di 1/3 e 2/3 del cinescopio.
Peso netto: 30kg

Grazie all’utilizzo del bus Usb è possibile regolare il moni- Sopra e sotto: il programma di gestione del monitor è molto ben fat-
tor direttamente dal sistema operativo (solo Windows98) to e consente, tramite una serie di schermate, di regolare in modo
ottimale il monitor.

convergenza è risultata molto ben corret-


ta. Alla massima risoluzione la qualità è
calata impercettibilmente. I bordi hanno
mostrato un decadimento della nitidezza
davvero ridotto. Ottimo il trattamento an-
tiriflesso, che svolge bene il suo compito,
aiutato anche dallo schermo completamente
piatto che, se ben posizionato, può evitare
fastidiosi riflessi sul video.
In dotazione vengono forniti il cavo di ali-
mentazione, il cavo video, un cavo Usb, un
adattatore per Macintosh, il floppy di in-
stallazione e il manuale di istruzioni in in-
glese. Il prezzo, seppur elevato, è ben com-
pensato dall’ottima qualità offerta.
Valerio Pardi

PREZZO:
Il Monitor Mitsubishi Diamond Pro
900u ha un prezzo di L. 2.100.000.
Distributore:
Mitsubishi Electric, Centro Direziona-
le Colleoni, via Paracelso 12, 20041
Agrate Brianza (MI). Tel. 167.275902.
TEST

MONITOR
PHILIPS 109B XSD

Il Philips 109B XSD è un mo- in termini di sicurezza, bassa


nitor da 19 pollici espressamen- emissione elettromagnetica, ri-
te progettato per ridurre al mi- sparmio energetico, rispetto
nimo l’ingombro sulla scrivania, ambientale e ergonomia.
con i vantaggi offerti da un ci- La dotazione comprende l’ul-
nescopio di grandi dimensioni. tima versione del software Cu-
Normalmente è la dimensione stomax 4.0 per il controllo del
del tubo catodico (CRT) a de- monitor tramite l’USB che
terminare le dimensioni del mo- consente di regolare e perso-
nitor; un monitor da 19 pollici è nalizzare i parametri di visua-
normalmente più profondo di un lizzazione.
15 o 17 pollici. Philips, miglio-
rando l’angolo di deflessione Il menù
grazie allo sviluppo di tecnolo- Il menù di regolazione del mo-
gie proprietarie come il controllo del fuo- completamente lo sfarfallio delle immagi- nitor OSD in lingua italiana permette di re-
co dinamico, è riuscita a produrre cinesco- ni. golare alcuni parametri del monitor per mi-
pi con ingombri ridotti denominati XSD Il tubo catodico è a tecnologia Invar Ma- gliorare la resa sullo schermo. Queste so-
(Xtra Space Design). Il modello 109B XSD sk, ciò significa che l’immagine su scher- no: luminosità, contrasto, dimensioni, po-
in prova questo mese è un esempio prati- mo è prodotta da una serie di tre piccoli di- sizione, controllo dell’effetto a cuscino /tra-
co di quanto possa offrire una simile tec- schi invece che dalle strisce tipiche dei mo- pezio /parallelogramma, rotazione e ridu-
nologia: un 19 pollici che occupa uno spa- nitor a tecnologia Trinitron finora testati. zione del moiré.
zio pari a quello di un monitor da 15 pol- I vantaggi sono una teorica migliore niti- In più ci sono le regolazioni per il control-
lici! dezza e l’assenza delle due sottili linee scu- lo della temperatura di colore, risparmio
re, i fili anti-riverbero, che attraversano i energetico, scelta della lingua del menù
Caratteristiche cinescopi Trinitron. Tra gli svantaggi c’è OSD e altre impostazioni secondarie.
Se le dimensioni possono essere importanti una minor luminosità massima delle im-
per chi ha poco spazio, la qualità visiva ri- magini. La qualità
mane la caratteristica più importante per Come tutti i monitor di recente progetta- I test sulla qualità di visualizzazione rea-
un monitor. Il 109B XSD produce imma- zione anche il 109B XSD è predisposto per lizzati con il programma Monitor Tester
gini di buona qualità grazie all’adozione di la connessione USB. Il dispositivo USB hanno dato buoni risultati.
funzioni quali l’High Contrast, un dot pi- viene venduto separatamente per consen- 1024x768 è risultata essere, come spesso
ch da 0.26mm e l’Advanced Dynamic Fo- tire all’utente di decidere di passare a tale accade in monitor di tali dimensioni, la ri-
cus Design, che offre un livello di nitidez- connessione solo quando sia realmente ne- soluzione più adatta ad un uso continuati-
za elevata su tutta l’area visibile dello scher- cessario. vo del monitor. A 1600x1200, la risoluzio-
mo. Il monitor risponde alla nuova normativa ne massima possibile, la qualità si è rive-
La risoluzione massima è di 1600x1200 TCO99, una certificazione con dei requi- lata ancora piuttosto buona, ma le dimen-
con un refresh rate (la rigenerazione del siti ancor più rigidi rispetto alla preceden- sioni delle icone e dei caratteri ne sconsi-
quadro) di 75Hz; dalla risoluzione di te TCO95. La certificazione TCO99 ga- gliano un uso prolungato.
1280x1024 in giù, il refresh rate sale a rantisce la conformità del prodotto con i A 1280x1024 e 1600x1200 pixel abbiamo
85Hz, un valore che permette di eliminare più rigorosi standard attualmente previsti riscontrato un lieve effetto moiré che è sta-
Queste due microfotografie evidenziano le differenze tra i cinescopi a tecnologia Invar Mask (rappresentazione a pallini) e Trinitron (a stri-
sce). Come si evince dalle immagini, la tecnologia Trinitron lascia passare molta più luce rispetto alla Invar Mask, che invece blocca una
percentuale maggiore di luce con la maschera a fori.

Questa è la schermata del programma mo-


nitor tester che permette di controllare la
convergenza dei tre colori fondamentali. Sul
Philips abbiamo riscontrato una correzione
non molto elevata di questo parametro.

CARATTERISTICHE TECNICHE:

Cinescopio: 48.3cm (19 pollici)


Dot Pitch: 0,26mm
Risoluzione raccomandata:
1280 x 1024 85Hz
Fosforo: P22 o equivalente, persistenza
medio-breve
Metodo di messa a fuoco:
Messa a fuoco dinamica (DAF)
Trattamento schermo: Antiriflesso,
antistatico
Area di visualizzazione:
Pre impostata dalla fabbrica: 355mm
(orizzontale) x 265mm (verticale)
to possibile correggere tramite l’apposito Conclusioni Max utilizzabile:365mm (orizzontale) x
273.5mm (verticale)
comando nel menù del monitor. Il 109B XSD è un buon monitor, fa delle Frequenza di scansione:
L’utilizzo della funzione per la correzione dimensioni ridotte il suo miglior pregio, Orizzontale (linee): 30-95kHz (AutoScan)
dell’effetto moiré riduce sensibilmente la anche se la nitidezza si è comunque atte- Verticale (fotogramma): 50-160Hz
nitidezza, tanto che dopo la correzione la stata su livelli più che buoni e adatti ad un (AutoScan)
riproduzione dei particolari fini risultava impiego nel settore foto-digitale. Consumo:105W
piuttosto scarsa. Consigliamo di usare ri- Il prezzo è estremamente vantaggioso per Supporto:
soluzioni non afflitte dal moiré per poter Inclinazione: 5° in avanti, 15° all’indietro
la qualità offerta. Rotazione: 90° verso destra, 90° verso sini-
sfruttare la buona nitidezza di questo mo- Valerio Pardi stra
nitor. Dimensioni:
Abbiamo notato anche una correzione non (largh. x alt. x prof.): 452x462x420mm
particolarmente elevata della convergenza Peso: 20,9kg
a tutte le risoluzioni, non correggibile a cau- Il monitor Philips 109B XSD Condizioni durante il funzionamento:
sa dell’assenza dell’apposito comando nel ha un prezzo di lire 1.500.000. Temperatura 0°C – 40°C
Distribuzione Philips, Umidità10% - 90%
menù OSD e una tendenza, man mano che Coordinate colore bianco:
si sale con la risoluzione, a mostrare im- piazza IV novembre 3, 20124 Milano.
9300°K x= 0.281 y= 0.311
magini meno nitide ai bordi, soprattutto al- Servizio Consumatori Philips
6500°K x= 0.313 y= 0.329
numero Verde 167/820026
la risoluzione massima.
TEST MONITOR

MONITOR TRUST
PRO VISUAL 19

I monitor da 19 pollici sono diventati di fat- vivo; ciò permette di sfruttare completa- cale, distorsione a cuscino, distorsione a
to il miglior compromesso tra area visua- mente, con l’immagine, i 19 pollici del mo- trapezio, bilanciamento della distorsione a
lizzata e prezzo. In particolare il modello nitor; non è presente sulla superficie del ci- cuscino, distorsione parallela, rotazione,
in esame nel fascicolo di questo mese può nescopio alcun tipo di trattamento anti-ri- deviazione degli angoli, moirè verticale e
vantare un prezzo inferiore a molti moni- flesso. orizzontale, temperatura di colore, sma-
tor da 17 pollici, pur offrendo un cinesco- Il monitor supporta refresh video di 85Hz gnetizzazione e ripristino delle imposta-
pio da 19 pollici. fino alla risoluzione di 1280x1024 pixel e zioni di default.
Trust ha un catalogo molto vasto di acces- 75Hz alla massima risoluzione Trust consiglia una risoluzione di
sori per computer, tutti caratterizzati da un (1600x1200). 1280x1024 a 85Hz di refresh video; dai no-
prezzo al pubblico molto conveniente, se Tutte le impostazioni per la regolazione del stri test è scaturito che un buon compro-
confrontato con i prodotti simili offerti da monitor si effettuano con soli 4 tasti con messo tra caratteri leggibili, quantità d’infor-
altre marche. indicazioni delle correzioni direttamente mazioni, immagini senza sfarfallii e niti-
Il Pro Visual 19” – Excellence Series è un sul monitor (on screen display); il funzio- dezza si ottiene con la risoluzione di
monitor caratterizzato da un cinescopio da namento è risultato molto intuitivo. 1024x768 con refresh video di 100Hz.
19 pollici con un’area libera di 18 pollici. Le correzioni possibili sono complete e Il monitor è dotato delle specifiche plug-
Lo schermo, denominato piatto da Trust, comprendono: contrasto, luminosità, lar- and-play (standard VESA DDC-2B); que-
mostra in realtà una sfericità abbastanza ghezza immagine, spostamento orizzonta- sto permette di ottenere la frequenza di re-
pronunciata, ma con gli angoli a spigolo le, altezza immagine, spostamento verti- fresh video ottimale in base alla risoluzio-
A sinistra: questa schermata del programma per la misurazioni della
qualità di visualizzazione dei monitor consente di verificare la niti-
dezza del cinescopio proiettando su tutta l’area visualizzabile delle
piccole H bianche su fondo nero.

Sopra: la stessa ripresa effettuata in prossimità di


uno degli angoli del cinescopio mostra come in que-
sta posizione dello scherma le immagini appaiano
più sfuocate, con una separazione meno netta tra
le parti bianche e lo sfondo nero.
A destra: questa macro
del cinescopio in posi-
zione centrale mostra i
caratteri ben distinti con
un’ottima separazione
tra zone chiare e scure.

ne impostata. non dava fastidio fino a 1024x768. I bordi


Se il PC supporta il sistema di gestione del hanno mantenuto una qualità costantemente CARATTERISTICHE
consumo energetico del video VESA, è pos- inferiore al centro dello schermo. La con- TECNICHE
sibile ridurre al minimo il consumo di ener- vergenza è risultata discretamente corret-
gia elettrica. Sono disponibili due moda- ta. Alla massima risoluzione la qualità non Cinescopio 19 pollici
lità di risparmio: modalità di attesa e mo- è calata in modo vistoso. Dot Pitch 0,26mm
dalità sospensione con un consumo che non La qualità delle immagini, seppur non a li-
Frequenza:
supera i 15W. velli di eccellenza, è risultata pienamente
orizzontale 30 - 95 kHz
sfruttabile ad ogni risoluzione e fino a
verticale 50 - 120 Hz
L’installazione 1024x768 non ha niente da invidiare a quel-
L’installazione si riduce a inserire il cavo la di altri monitor ben più costosi. Banda passante 120 MHz
video del monitor nell’uscita della scheda Un altro lato positivo è da ricercarsi nelle Connettori
video sul computer e allacciare il cavo del- alte frequenze di refresh video che con- di ingresso 15 pin mini D-Sub
l’alimentazione alla presa elettrica. sentono visioni riposanti. Dimensioni
Il floppy fornito con il monitor contiene il Il Trust Pro Visual 19 Excellent Series mo- 470(L)x470(A)x 480(P)mm
driver per il corretto riconoscimento del vi- stra un buon rapporto qualità prezzo; la qua- Peso netto 21kg
deo da parte del sistema operativo instal- lità è sufficiente ed il prezzo inferiore al
lato sul PC. milione di lire è molto allettante: equivale
In dotazione vengono forniti il cavo di ali- a un terzo (1/3 !) del prezzo del miglior mo-
mentazione, il cavo video, il manuale di nitor da 19 pollici finora testato.
istruzioni in 12 lingue tra cui anche l’ita- In definitiva un ottimo monitor per video- IL PREZZO
liano, e un floppy con i driver del monitor. scrittura, per gustarsi qualche video gioco
e rilassarsi davanti ad un bel film su DVD Prezzo lire: 990.000
Qualità con la possibilità di sfruttare proficuamen- Distribuzione: Aashima Italia, assisten-
La qualità è apparsa complessivamente buo- te l’ampia area di lavoro anche con Photo- za tecnica.
na fino alla risoluzione di 1024x768, il shop. Tel 051.6635947, fax 051.6635843.
moirè è apparso ad ogni risoluzione, ma Valerio Pardi www.trust.com
TEST

SONY FD
TRINITRON GDM-F500

Questa è la schermata per il controllo del fuoco sull’area visi-


bile del cinescopio: vengono mostrati simboli neri su fondo
bianco molto piccoli, simili a delle H. Nel caso di monitor
poco corretti le H situate ai bordi sono meno nitide di quelle
al centro.
Sony GDM-F500. Nel caso del monitor Sony non si sono notati scadimenti qua-
litativi fino alla risoluzione di 1024x768 punti; oltre tale riso-
luzione si ha un leggerissimo calo di nitidezza ai bordi, inin-
fluente per un uso di tipo fotografico.

Sony ha da poco presentato un monitor dal- spositivo OSD (On Screen Display). d’accensione e il joystick sono presenti an-
le caratteristiche davvero molto interes- Il joystick funge da comando principale e che i tasti Input, ASC e Reset. Il primo ser-
santi: il GDM-F500. con esso si possono controllare tutte le fun- ve a selezionare il segnale d’ingresso vi-
Si tratta del primo monitor dotato del nuo- zioni del monitor, è possibile spingerlo per deo (HD15 o BNC), il tasto ASC permet-
vo schermo FD-Trinitron con superficie attivare l’OSD, un menù che compare a te di regolare automaticamente le dimen-
completamente piatta da 21”. schermo, dal quale è possibile controllare sioni e la centratura delle immagini e il ta-
L’ampia superficie di un monitor da 21” tutti i parametri del monitor: dalle dimen- sto reset permette di ripristinare le impo-
consente di utilizzare al meglio i program- sioni alle correzioni fini come la conver- stazioni di fabbrica.
mi di fotoritocco mentre l’ingombro rima- genza o la geometria. E’ presente anche la Sulla base del monitor sono presenti un
ne ancora abbastanza contenuto. regolazione per l’eliminazione dell’effetto connettore upstream e quattro connettori
Moirè, un’interferenza naturale che pro- downstream USB. Questi consentono di
I comandi duce leggere linee ondulate sullo schermo. collegare al computer, in modo facile e ve-
I comandi principali sono disposti sulla par- Tutti i comandi OSD sono disponibili in loce, le periferiche conformi allo standard
te frontale in basso e sono di utilizzo in- sei lingue tra cui anche l’italiano. USB quali tastiere, stampanti e scanner
tuitivo grazie al piccolo joystick e al di- Sul pannello frontale oltre all’interruttore usando un cavo USB standard.
Caratteristiche tecniche:
tecniche
Cinescopio: 21” FD Trinitron
Immagine visibile: 19.8”
Apertura Grille Pitch: 0.22mm
Trattamento dello schermo: rivestimento anti-riflesso
Massima risoluzione: 1800 x 1440 a 80Hz
Risoluzioni preselezionate:
˙ 640 x 480 a 60Hz VGA Graphics
˙ 640 x 480 a 85Hz VESA
Schermata del programma Monitor Tester per il controllo della geome-
˙ 800 x 600 a 85Hz VESA
tria dell’immagine. Permette di evidenziare la presenza di distorsioni
nelle immagini. ˙ 832 x 624 a 75Hz Macintosh 16”
Nel GDM-F500 non si nota alcuna distorsione. ˙ 1024 x 768 a 75Hz Macintosh 19”
˙ 1024 x 768 a 85Hz VESA
˙ 1152 x 864 a 75Hz VESA
˙ 1152 x 870 a 75Hz Macintosh 2-page
˙ 1280 x 1024 a 75Hz VESA
˙ 1280 x 1024 a 85Hz VESA
˙ 1600 x 1200 a 75Hz VESA
˙ 1600 x 1200 a 85Hz VESA
˙ 1800 x 1350 a 85Hz Sony
˙ 1800 x 1440 a 80Hz Sony

Temperatura di colore preselezionate


˙ 5000 Kelvin
Il Joystick con cui si effet- ˙ 6500 Kelvin
tuano tutte le regolazioni ˙ 9300 Kelvin
del monitor.
˙ 3 settaggi selezionabili dall’utente
(Bias/Gain Controls)
Nitidezza
La nitidezza è risultata molto buona a tutte le risoluzioni grazie anche
Connettori di Input s: 15-mini D-sub e 5 BNC
ad un dot-pitch di soli 0.22mm con un leggero scadimento ai bordi
dalla risoluzione di 1280x1024 e superiori.
Per controllare la qualità di questo monitor abbiamo usato un pro- Risparmio Energetico: International Energy Star, NU-
gramma specifico, Monitor Tester. TEK, e VESA DPMS
I risultati sono stati molto buoni a qualsiasi risoluzione e non hanno
evidenziato nessun scadimento qualitativo evidente, se si eccettua una ˙ Funzionamento normale: 160 watt (massimo)
leggerissima sfocatura ai bordi alle risoluzioni più elevate. ˙ Sospeso: 8 watt (massimo)
Come tutti gli schermi a tecnologia Trinitron anche nel nuovo FD Tri- ˙ Attivo-spento: 1 watt (massimo)
nitron sono presenti i cavi di smorzamento che appaiono a video co- ˙ Spento: <1 watt
me due sottili righe scure orizzontali e servono a stabilizzare la gri-
glia di apertura.
Si tratta dunque di un monitor dalle caratteristiche al vertice della ca- Dimensioni (L x A x P): 502mm x 511mm x 486,3mm
tegoria: lo schermo completamente piatto, la possibilità di regolare i
colori dell’immagine, nonché l’alta definizione, lo rendono molto adat-
Peso: 34Kg
to ad un impiego in campo fotografico mentre il prezzo, seppur ele-
vato, è adeguato alle caratteristiche offerte.
Valerio Pardi Prezzo: 4.750.000
IL FOTOGRAFO DIGITALE

UNO SGUARDO
AL MONITOR
I monitor LCD
sono molto com-
patti.
Sony CPD-L150.

Un monitor a schermo completamente piatto, come quello del Mit-


subishi Diamond Pro 900u, permette di visualizzare le immagini
fotografiche senza produrre deformazioni.

I monitor possono includere anche delle casse acu-


stiche per ascoltare della musica. Panasonic SM50.

Come prima puntata di questa rubrica de- La possibilità di variare la temperatura di


dicata al mondo della fotografia digitale colore permette al monitor di adattarsi al-
prendiamo in esame un elemento dell’at- le condizioni di illuminazione presenti nel
trezzatura che è spesso sottovalutato al mo- luogo dove operiamo (luce al tungsteno,
mento dell’acquisto del computer, ma che neon oppure la luce del sole filtrata dalla
riveste un ruolo molto importante, il mo- finestra); l’escursione possibile può varia-
nitor. re da modello a modello ma un range com-
La sua funzione è evidente: visualizzare nel preso tra i 5000K e i 9000K è già più che
modo più preciso possibile le immagini im- sufficiente; ricordo che le pellicole a colo-
magazzinate nel nostro computer; quindi ri che normalmente usiamo sono tarate a
tra le caratteristiche principali che dovre- 5500K, e che un numero basso (3500-
mo ricercare ci saranno: fedeltà dei colori, 5000K) indica una luce calda (rossastra)
nitidezza, risoluzione, dimensioni dello mentre un numero elevato (9000-12000K)
schermo e un’immagine esente da sfarfal- una luce fredda (azzurra).
lio.
Nitidezza e risoluzione La normativa TCO95 è una delle più severe per
Il vantaggio di usare una risoluzione ele- quanto riguarda i monitor. Se un monitor possie-
vata (1280x1024 pixel o 1600x1280 pixel) de questo marchio significa che ha passato i se-
per chi vuole fare del ritocco fotografico veri controlli sul consumo e l’ergonomia (refresh
digitale, è la possibilità di avere visualiz- video di almeno 85 Hz.
zata l’intera immagine da elaborare ricca
di dettagli e avere i comandi del program-
ma di grafica (le palette di Photoshop per
esempio) molto piccoli e di poco disturbo.
Non tutti i monitor sono tuttavia in grado
di mantenere una buona nitidezza alla ri-
soluzione massima.
Per risolvere l’inconveniente è meglio orien- Questa serie di im-
tarsi su quei monitor destinati esplicita- magini mostra Pho-
mente al ritocco fotografico o al disegno toshop visualizzato su
CAD, in grado di produrre visualizzazioni un monitor alle se-
nitide anche alle alte risoluzioni. guenti risoluzioni:
In alternativa, con monitor di minore qua- 640x480, 800x600 e
lità, si possono adottare risoluzioni inferiori 1024x768.
a quella massima consentita dal monitor. Risulta evidente come
una risoluzione ele-
La dimensione dello schermo vata permetta di ave-
Veniamo ora alla dimensione dello scher- re più spazio su cui
mo. Fino ad un paio d’anni fa i computer operare sull’immagi-
erano venduti abbinati a monitor da 14-15 ne.
pollici, ideali per un uso generico ma poco
adatti al fotoritocco; ultimamente si posso-
no trovare sempre più offerte di computer
abbinati a monitor da 17 pollici; questa è
la misura minima per utilizzare con profit-
to il computer nell’elaborazione digitale
dell’immagine. L’ideale, spazio sulla scri-
vania permettendo, resta in ogni modo il 21
pollici, anche se, dato il prezzo, è più adat-
to ad esigenze professionali.
Di recente sono stati introdotti sul merca-
to i monitor da 19 pollici che offrono un ot-
timo compromesso.
Normalmente i monitor hanno la superfi-
cie dello schermo curva, o meglio sferica.
Questa forma poco si adatta alle immagini
fotografiche tipicamente piatte e rettango-
lari; così che la visualizzazione può risul-
tare distorta. Per ovviare a questo difetto i
costruttori hanno iniziato a produrre moni-
tor denominati a schermo piatto, con la su-
perficie sferica dello schermo meno pro-
nunciata, anche se sempre sferica. La tec-
nologia Trinitron di Sony, così come la Dia-
mondtron di Mitsubishi, permette di avere
degli schermi con la superficie cilindrica
poco pronunciata e risultano per questo mo-
tivo molto adatti al fotoritocco.
Di recente introduzione sono i monitor a
schermo completamente piatto di Sony e
Mitsubishi destinati espressamente al mon-
do della fotografia digitale.
Fin qui ho parlato di tradizionali monitor a
tubo catodico CRT (come la comune tele-
visione); esistono però anche dei monitor
che non utilizzano il tubo catodico, bensì
un pannello LCD. I vantaggi sono: dimen-
sioni, peso, consumi minori, totale assen-
za di radiazioni e schermo perfettamente
piatto; il prezzo però è circa il doppio di un
DIMENSIONE E RISOLUZIONE
Mentre in ambiente Windows le dimensioni del monitor sono indipendenti dalla ri-
soluzione dell’immagine, e quindi un monitor da 14” può essere in grado di visua-
lizzare anche la risoluzione 1280x1024 (anche se è poco consigliabile dal punto di
vista pratico, in quanto la visualizzazione diventa disagevole), in ambiente Macinto-
sh la relazione tra la dimensione del monitor ed il numero di pixel rappresentati è fis-
so, definito via hardware dal monitor stesso, in modo che la densità dei pixel risulti
sempre 72 dpi, caratteristica questa che può consentire al software di mostrare con
una buona approssimazione delle anteprime dei documenti nelle dimensioni reali.
Questa caratteristica è interessante soprattutto nel lavoro di Desk Top Publishing, ov-
vero di impaginazione delle pubblicazioni.
Per il nostro scopo, il controllo dell’immagine dal punto di vista compositivo e cro-
matico, i due approcci (Macintosh e Windows) sono equivalenti.
Un buon monitor dovrebbe permettere dei
Riassumiamo brevemente le dimensioni normalmente usate in ambiente Macintosh
valori di refresh video elevati. Sony GDM-
e le relative risoluzioni.
200PST. Monitor Apple Risoluzione (pixel)
13” 640x480
buon monitor tradizionale (a parità di area 16” 832x624
di visualizzazione) e la resa cromatica in- 19” 1024x768
feriore. 21” 1152x870

La stabilità dell’immagine In ambiente PC sono invece definite delle risoluzioni standard. Nella tabella sono in-
Tra le caratteristiche principali di un buon dicate anche le dimensioni consigliate del monitor per un’agevole visualizzazione.
monitor vi è poi la capacita di offrire im- Risoluzione (pixel) Dimensioni minime consigliate per il monitor
magini prive di qualsiasi tipo di sfarfallio.
640x480 (VGA) 14”
L’immagine sul monitor è generata da un
pennello elettronico che scorre riga per ri- 800x600 (SVGA) 14”
ga su tutta la superficie del cinescopio. È 1024x768 (XGA) 17”
l’effetto di persistenza dei fosfori accop- 1280x1024 19”
piato con quello di persistenza dell’imma- 1600x1280 20”-22”
gine sulla retina dell’occhio che ci fa sem-
brare l’immagine stabile, se essa viene di-
segnata sullo schermo in meno di 0.14 s,
ovvero con una frequenza di 70 Hz. È que-
sta la frequenza di refresh. DOT PITCH E LA NITIDEZZA
Se si scende sotto il valore di 70Hz l’im- Tra le caratteristiche normalmente fornite dai produttori per definire la qualità del
magine sfarfalla, con grave fastidio per l’os- monitor c’è il “dot pitch”. Nei monitor che adottano la tecnologia Invar Mask i pen-
servatore. Valori superiori nella frequenza nelli elettronici generati dai 3 cannoni passano attraverso una maschera forata con
di refresh, anche se non immediatamente buchi di diametro piccolissimo, posti ad una certa distanza uno dall’altro. Questa di-
apprezzabili visivamente, aiutano a ridur- stanza è il dot pitch. Nei monitor Trinitron, la maschera è invece costituita da una se-
re l’affaticamento durante lunghi periodi rie di fessure verticali sottilissime. Il dot pitch è in questo caso la distanza tra due fes-
di lavoro, e sono dunque sempre consi- sure.
gliabili. Su monitor di grandi dimensioni e di alta qualità utilizzanti il sistema Invar Mask si
ha in genere un dot pitch di 0.28 mm, mentre con tecnologia Trinitron è di 0.31 mm.
Attenzione che all’aumentare della risolu- Su monitor 17” si usano dot pitch anche di 0.25 mm, in quanto è più semplice con-
zione diminuisce la capacità del monitor di trollare la focalizzazione e la convergenza del pennello elettronico date le minori di-
utilizzare frequenze di refresh elevate. Un mensioni del tubo.
esempio: se un monitor alla risoluzione di Il dot pitch è un elemento importante per un monitor, in quanto più vicini sono i pixel,
640x480 pixel può essere utilizzato a 120 più alto è il numero di pixel rappresentabili a parità di dimensioni del tubo; tuttavia
Hz (un valore ottimo!) già a 1024x768 pixel non è un elemento sufficiente per giudicare la qualità di un monitor.
il refresh massimo sarà di 85 Hz (ancora L’elettronica, infatti, ed i dispositivi elettromagnetici del tubo che controllano la fo-
un valore molto buono) ma a 1280x1024 calizzazione e la convergenza dei tre pennelli elettronici devono essere anch’essi di
pixel sarà di soli 65 Hz (un valore troppo qualità elevata, altrimenti risulta impossibile sfruttare i vantaggi di un piccolo dot
basso per visualizzare senza sfarfallii l’im- pitch.
magine).
Quindi se un monitor viene garantito pri- Trinitron o Invar Mask?
vo di sfarfallio perché ad esempio è in gra- Le principali case produttrici di monitor producono sistemi basati sia su tecnologia
do di supportare refresh di 85 Hz, assicu- Invar Mask che su tecnologia Trinitron. Per le applicazioni dove occorre visualizza-
ratevi fino a che risoluzione è possibile uti- re i particolari con la massima definizione (ad esempio la visualizzazione di testi per
lizzare un tale valore di refresh. Desktop Publishing) sono in genere preferibili i monitor Invar Mask, che dispongo-
no di un dot pitch inferiore. Per le applicazioni fotografiche è invece preferibile un
Valerio Pardi monitor Trinitron, che per la conformazione del pixel dispone di una maggiore lu-
minosità.
GUIDA MERCATO

AMMIRAGLIE A
CONFRONTO
Le vicende del mercato hanno, negli ulti- zione per impieghi diversi, in modo da dif- ciale motore booster PB E2. Vi è poi l'in-
mi anni, drasticamente ridotto il numero ferenziarsi tra loro. L'amatore di alta clas- negabile vantaggio offerto dai motori ul-
delle fotocamere di punta. Quattro sono le se e il professionista abituato a lavorare con trasonici di cui ogni obiettivo è dotato: ve-
marche che attualmente sono in grado di calma, che pretende ottiche di qualità, tro- loci e silenziosi più degli altri.
offrire una reflex autofocus dalle caratteri- verà nella Minolta Dynax 9 un ottimo stru- Nikon, con la F5, si propone per il profes-
stiche professionali, considerando anche il mento di lavoro. Solido, ben costruito, è il sionista che spazia sui campi più diversi e
parco ottiche e accessori. Fra queste, Pen- modello che, a nostro giudizio, possiede la vuole avere un corpo completo, magari sa-
tax è stata volutamente tenuta fuori da que- migliore ergonomia e s'impugna con più crificando qualcosa. È il caso della caden-
sto confronto in quanto, dopo qualche an- facilità. Da sottolineare il tempo di scatto za di ripresa, che arriva a 8 fotogrammi per
no di silenzio, si parla dell’imminente usci- di 1/12.000 di secondo, il più breve offer- secondo, ma senza bisogno di motori ag-
ta di un nuovo modello dalle caratteristi- to dalle tre fotocamere. Un tempo che con- giuntivi; è il caso del pentaprisma inter-
che professionali. Non sarebbe corretto met- sente di bloccare i movimenti più rapidi, e cambiabile, che offre più possibilità anche
tere a confronto l'attuale ammiraglia con che può aprire interessanti prospettive al- per applicazioni speciali: ad esempio, la ri-
apparecchi più recenti, come Canon Eos-1 la fotografia ravvicinata di soggetti in mo- presa al microscopio, quella subacquea o
V, che utilizzano tecnologie non esistenti vimento. In questo caso ci sembra accop- astronomica. Oppure del sistema esposi-
all'epoca dell'uscita della Pentax Z 1 P; se piata vincente il corpo della Dynax 9 e l'o- metrico che, unico, nel decidere l'esposi-
alla Photokina vedremo l'attesa novità, ri- biettivo Minolta Macro da 200mm, prova- zione considera anche il colore del sog-
prenderemo il discorso. to nel numero passato. getto. Per approfondire l’esame di questi
Fatta questa doverosa precisazione non re- Particolarmente apprezzata dai fotografi di apparecchi abbiamo affiancato all’analisi
sta che esaminare quanto è venuto fuori dal sport e di azione in genere, la EOS 1V, an- delle caratteristiche tecniche delle intervi-
confronto tra Canon, Minolta e Nikon. Una che se la cadenza di ripresa, di 10 foto- ste con professionisti che hanno scelto que-
prima considerazione da fare è che le di- grammi per secondo, viene raggiunta so- ste macchine e le usano quotidianamente
verse marche sottolineano la predisposi- lamente dotando la fotocamera dello spe- per il loro lavoro.
,L'impugnatura è ben dimensionata, alla som-
mità, oltre il pulsante di scatto, con blocco
contro le esposizioni accidentali, il pulsante
per la selezione dei modi di funzionamento,
la sotto/sovraesposizione intenzionale. Punto d'onore della Nikon è la possibilità di
Oltre ai vetrini di messa a fuoco intercam- usare tutti gli obiettivi, anche quelli vecchi,
biabili, la Nikon F5 offre l'intercambiabi- sul corpo macchina più moderno. Per que-
lità del pentaprisma, che può essere sosti- sto l'innesto obiettivi è rimasto immutato ne-
tuito con un mirino a pozzetto o con uno spe- gli anni. Naturalmente si perdono gli auto-
ciale prisma a grande schermo. matismi e le peculiarità caratteristiche, ma
le fotografie si fanno lo stesso.

NIKON F5 innovazione nella tradizione


Con la F5 Nikon colmò, nel ’96, lo svan- pollice, permette di selezionare l'area di let- detto punto futuro, ed è lì, pronto, ad aspet-
taggio che la separava dalla concorrente tura dell'autofocus, senza staccare l'occhio tarlo per seguirlo nuovamente nel suo mo-
Canon. Un apparecchio molto innovativo, dal mirino, addirittura mentre si svolge l'a- vimento. La sensibilità del dispositivo gli
rispetto alla precedente F4, con un autofo- zione da fotografare. Per facilitare le ri- consente di fornire risultati corretti con
cus totalmente nuovo e prestazioni valide prese verticali è previsto un secondo pul- obiettivi di apertura massima di f/5.6 o, na-
ancor oggi, malgrado la velocità con cui la sante di scatto sulla destra in basso. turalmente, inferiore.
tecnologia elettronica applicata alla foto- Anche la velocità di risposta alla lettura
grafia si rinnova. L'autofocus a punti selezionabili raggiunge notevoli traguardi. Grazie al mi-
Come tutte le macchine professionali, an- Il gran salto, rispetto alla precedente am- glioramento di tutta la catena delle azioni
che la Nikon F5 ha particolari doti di ro- miraglia F4, che pure montava un disposi- che portano allo scatto e all'uso di specia-
bustezza, grazie a un corpo macchina co- tivo autofocus, è nel sensore di messa a fuo- li motori "coreless" per il movimento dei
struito in lega di alluminio e alcune parti co. Non uno solo, ma cinque, separati, in gruppi ottici degli obiettivi, la F5 fornisce
della carrozzeria, come la calotta superio- modo da coprire un'ampia superficie: non sequenze fino a 8 scatti al secondo in com-
re, il fondello, il guscio dell'esposimetro, si tratta di sensori in linea, ma di sensori pleto automatismo di messa a fuoco. Un
realizzati in titanio. Per impedire l'ingres- che coprono la porzione alta e quella bas- bel record. Proprio per fornire sempre la ri-
so di polvere, umidità, gocce d'acqua, tut- sa, quella a destra e quella a sinistra della sposta più veloce, le modalità di messa a
te le possibili vie d'ingresso sono state re- inquadratura. I cinque sensori costituisco- fuoco automatica sono due, coordinate con
se a tenuta mediante guarnizioni e gomme no un raggruppamento denominato Wide le cadenze di scatto: AF singolo e AF con-
al silicone. Nonostante non si sia econo- Cross: i tre orizzontali sono del tipo a cro- tinuo.
mizzato nei materiali, il corpo macchina ha ce, mentre quelli superiore e inferiore so- In entrambe le modalità l'Autofocus
un peso ragionevolissimo: 1210 grammi. no del tipo lineare. I tecnici della casa l'han- Tracking entra in funzione automaticamente
E non è indifferente il peso di una fotoca- no chiamato Autofocus Dinamico Nikon, appena il sensore rileva che il soggetto è in
mera, specialmente per il professionista che proprio perché consente di impostare l'a- movimento. La messa a fuoco automatica
la deve tenere in mano per ore. rea di lettura a seconda della posizione del in genere viene attivata premendo il pul-
I comandi sono essenziali e facili da usa- soggetto nell’inquadratura. Ciò è possibi- sante di scatto. Nella F5 questa funzione
re: due ghiere selettrici consentono di im- le sia su soggetti fermi, sia su soggetti in può essere esclusa e il funzionamento AF
postare le modalità di funzionamento e, a movimento, perché il dispositivo, una vol- attivato separatamente mediante uno dei
seconda del programma, una serve a mo- ta "agganciato" il soggetto, non lo molla due pulsanti AF Start: uno da usare quan-
dificare i valori di diaframma e l'altra quel- più. Se questo passa, per un momento, die- do s'impugna la camera orizzontalmente e
li dei tempi. Sul dorso un semplice e mol- tro un ostacolo, quando spunta dall'altra l'altro quando la si impugna verticalmen-
to efficace "joystick", da comandare con il parte l'autofocus ha già calcolato il cosid- te.
Sfilata Armani.

Sfilata Ferré.
Stefano Guindani e la Nikon Mirino che la Nikon F5 possiede come accessorio, ma che
Guindani non usa. Gli va benissimo così, un mirino a pozzet-
to un po' fuori ordinanza.
Stefano Guindani è un affermato professionista, specializzato “... altra prestazione che la F5 offre e che trovo utilissima, per
in moda e personaggi: tra i suoi clienti troviamo i più diffusi esempio quando fotografo le sfilate, è la possibilità di riav-
settimanali, e numerosi stilisti. Attorno al suo studio gravita- volgere manualmente il rullino...”.
no alcuni giovani fotografi. Rigorosamente Nikon il suo par- Una luna di miele infinita, un ménage perfetto tra fotografo e
co macchine e obiettivi: alcuni corpi macchina Nikon F5 e fotocamera? A essere sinceri un piccolo difetto, un neo nella
obiettivi di focale 16mm, 300mm f/2.8, 80-200 f/2.8 e 28-70 F5 Guindani lo trova: è una mancanza: “... quel rotellone che
f/2.8. "...la preferenza è per le ottiche più luminose, che sono la Canon ha sul retro e col quale puoi cambiare le impostazio-
indispensabili per le riprese di moda e per i ritratti dei perso- ni, proprio mi servirebbe in molte occasioni...”.
naggi. Nella moda, specialmente il 300 f/2.8 è indispensabile, Nessuno è perfetto, nemmeno una Nikon. “... in compenso –
perché posso usarlo senza problemi con il duplicatore di foca- continua - sono entusiasta di come la F5 funziona con il flash:
le e avere comunque una apertura massima accettabile. Tra gli sia TTL, sia in studio. Durante le sfilate lo uso moltissimo, co-
obiettivi, naturalmente, la preferenza va all’ultima serie, quel- sì come per schiarire le ombre nei ritratti. La sincronizzazio-
la con i motori dell'autofocus interni, che offrono una messa a ne del flash a 1/300 di secondo ha due vantaggi: se scatti as-
fuoco molto più rapida e silenziosa rispetto a quelli della serie sieme ad altri fotografi, è più difficile che proprio in quel tre-
precedente. Proprio grazie alla rapidità con cui operano con- centesimo di secondo, quando il tuo otturatore è aperto, ti ca-
sentono di usare l'autofocus, durante le sfilate, in ogni occa- piti in macchina anche il lampo di un collega; se usi il flash
sione”. Ma non è solo la sofisticazione raggiunta in campo per schiarire le ombre in una qualsiasi ripresa alla luce del gior-
meccanico ed elettronico, a volte, che fa preferire un corpo no, il trecentesimo consente di modulare meglio la luce e di
macchina piuttosto che un altro. Talora sono particolari che usare il diaframma in maniera più creativa, magari aprendolo
possono sembrare di poco conto ma che, per un professioni- di uno stop per sfocare il secondo piano.”
sta, in talune occasioni possono essere molto importanti. Il pen- I difetti, anche se piccoli, li abbiamo elencati, è possibile ades-
taprisma intercambiabile, per esempio. Guindani apprezza so dire qual'è il pregio che apprezzi di più? “Oltre a quelli già
moltissimo la possibilità di togliere il pentaprisma alla sua detti, un motivo che mi fa preferire Nikon ai suoi diretti con-
Nikon F 5. Non per sostituirlo con uno degli altri previsti, ma correnti, è la qualità dell'ultima serie di obiettivi. Trovo che
semplicemente per usare la macchina senza, per guardare dal- producano foto molto più incise, con il passaggio da un colo-
l'alto sul vetro smerigliato, come in un mirino a pozzetto. re all'altro molto definito”.
,Sul retro molto utile lo speciale joystick che Sul retro e alla base si trova uno
permette di selezionare, con il solo movi- sportellino con chiusura ma-
mento del pollice, la zona di messa a fuo- gnetica che protegge alcuni pul-
co. Immediatamente sopra i pulsanti per il santi, come l'impostazione del
blocco della lettura esposimetrica e del- bracketing, l'impostazione ma-
l'autofocus. nuale della sensibilità.

La comoda presa per l'innesto del cavetto


del flash. La sua presenza è particolarmente
apprezzata da quanti lavorano con i flash
da studio.

Misurazione dell'esposizione Il sistema Matrix 3D non esclude gli altri


S C H E D A T E C N I C A
Si chiama Color Matrix 3D ed è una esclu- sistemi di lettura più tradizionali. Così ab-
siva Nikon: il sistema di lettura dell'espo- biamo la lettura Semi-spot, però rivista al-
NIKON F5 sizione che tiene conto non solo della quan- la luce delle esigenze reali del fotografo.
tità di luce riflessa dal soggetto, ma anche Può accadere che sia necessaria la lettura
Tipo: reflex 35mm autofocus a obiet- della sua colorazione. È capitato a tutti di semi spot su un’area determinata e non quel-
tivi intercambiabili seguire scrupolosamente le indicazioni del- la scelta, una volta per tutte, dal fabbricante.
Messa a fuoco: automatica e manuale l'esposimetro e ritrovarsi con immagini L'area di lettura semi-spot nella Nikon F5
Esposizione: programmata e manuale esposte in modo diverso perché differente può essere variata a piacimento da un mi-
Bracketing: si era il colore dominante del soggetto nel- nimo di 8mm a un massimo di 20mm.
Flash: automatico TTL l'una e nell'altra foto. Il sistema Color Ma- Anche l'esposizione con il flash si vale del-
Lettura esposimetrica: media, com- trix 3D possiede uno speciale sensore RGB le possibilità del sistema Matrix 3D. I pre-
parata e spot che corregge le indicazioni date dai senso- lampi, praticamente invisibili, emessi dai
Sensibilità: Dx da 25 a 5000 ISO, in ri e le integra con tutti gli elementi della lampeggiatori dedicati SB-26 e SB-27 e le
manuale da 6 a 6400 ISO scena. Nella memoria del processore, che informazioni sulla distanza, fornite dagli
Schermi di messa a sovrintende alla elaborazione dei dati, so- obiettivi della serie D, permettono di eli-
fuoco intercambiabili: si no stati anche immagazzinati i parametri di minare errori di esposizione dovuti a su-
Correttore di esposizione: si oltre 30.000 foto, scattate nelle condizioni perfici con riflettenza anomala, oppure ad
più varie. Il circuito logico della macchina uno sfondo troppo scuro o lontano. Tali pre-
Blocco AE: si
confronta questi dati con quelli della sce- stazioni rimangono anche quando si usa il
Controllo prof. di campo: si
na che gli sta davanti e corregge così le flash nella funzione fill-in, cioè di riempi-
Tempi in automatismo: 30"-1/8.000
informazioni fornite dai sensori. Inoltre l'e- mento delle ombre. Ed è proprio con que-
Tempi in manuale: 30"-1/8.000
sposimetro rileva la temperatura di colore sta funzione che si apprezza la sincroniz-
Sincroflash. 1/300 zazione flash su 1/300 di secondo, fornita
della luce usata, se luce naturale, continua
Autoscatto: si oppure data da lampade a fluorescenza, e dall'apparecchio. Qualunque sia l'intensità
Trascinamento pellicola: motorizza- fa in modo che i dati esposimetrici siano della luce principale, è facile impostare una
to, con cadenza fino a 8 fotogrammi al sempre i più adatti. Anche le informazioni coppia tempo diaframma che tenga conto
secondo dei sensori di messa a fuoco vengono inte- di tutte le altre esigenze della fotografia.
Innesto obiettivi: Nikon grate con quelle dell'esposimetro, in modo Ad esempio usare un diaframma aperto per
Flash incorporato: No che la scelta della coppia tempo diafram- sfocare lo sfondo e far meglio risaltare il
ma sia sempre quella ottimale. soggetto.
I sensori del comando Start Eye sono posti sotto l'ocu-
lare del mirino. Basta avvicinare l'occhio e la funzio-
ne autofocus viene automaticamente impostata. Per evi-
tare che ciò avvenga accidentalmente, una serie di con-
tatti sulla impugnatura (sotto) chiude il circuito sola-
mente impugnando la macchina.

Sul retro, in basso, il comando per disattivare la fun-


zione Start Eye, a fianco un altro cursore permette di
impostare le funzione del flash: anti occhi-rossi, sincro
sulla seconda tendina, comando a distanza .

DYNAX 9 tuttofare di classe


Nella competizione tra i due big, Nikon e un guscio di acciaio inossidabile. Ciò ga- Autofocus
Canon, Minolta fa da terzo incomodo. Pri- rantisce una resistenza alla corrosione fi- La lettura avviene mediante quattro senso-
ma fra tutte a presentare una reflex au- nora offerta solamente dalle fotocamere de- ri CCD, con i due centrali disposti a croce,
tofocus, la casa giapponese non ha mai avu- stinate ad andare sott'acqua. Ma un cuore in tre punti. La disposizione non è casua-
to, nel nostro Paese, il successo che si me- così robusto non avrebbe avuto senso, se le, ma studiata apposta per fornire letture
riterebbe; ma, si sa, le preferenze di chi anche tutte le altri parti dell'apparecchio veloci e attendibili sia con inquadrature
compera sono anche influenzate dall'im- non fossero state studiate con i medesimi orizzontali che verticali. L'autofocus, mon-
magine del prodotto. Corpi macchina e par- standard di resistenza. Tutta la carrozzeria tato dalla Dynax 9, ha la possibilità di se-
co obiettivi Minolta sono di alto livello. La è stata resa stagna con una serie di guarni- guire un soggetto in movimento, grazie al
Dynax 9, uscita l'anno passato in occasio- zioni che chiudono, attorno ai comandi, continuo aggiornamento delle informazio-
ne del settantesimo dalla fondazione della tutte le vie d'ingresso a polvere e umidità. ni inviate dai sensori al centro di elabora-
casa giapponese, è una reflex di elevate pre- È una tropicalizzazione, così viene defini- zione dati il quale, nel pilotare il motore di
stazioni, studiata per il professionista e per ta in gergo l'operazione, totale. messa a fuoco, tiene anche conto della ve-
l'amatore di classe alta. I progettisti hanno Infine il fondello dell'apparecchio, quello locità del soggetto e imposta la messa a fuo-
lavorato particolarmente su robustezza e che più spesso riceve urti accidentali, è ri- co non nel punto dove è stata effettuata la
affidabilità, adottando soluzioni che non vestito da un consistente strato di gomma lettura ma nel punto dove si troverà il sog-
hanno riscontro su altre reflex, pur della dura che assorbe i colpi e non li trasmette getto nel momento esatto dello scatto. Na-
stessa classe. Soluzioni che garantiscono ai meccanismi interni. turalmente il dispositivo funziona se il sog-
lunghi anni di servizio, anche nelle condi- Ma non è solamente la robustezza che fa la getto segue una traiettoria regolare e non
zioni d'impiego più dure. Il telaio sul qua- differenza in una reflex: dentro ci debbo- si muove a velocità eccessiva.
le sono montati i meccanismi è una pres- no essere soluzioni valide che aiutino il fo- Unica, tra queste macchine, la Minolta ha
sofusione di alluminio e zinco racchiusa in tografo nel suo lavoro. lo speciale sistema di attivazione dell'au-
Immagini scattate durante la Coppa del Mondo di sci in-
verno 2000 a Bormio.

Prevalentemente uso l'automatismo a priorità dei diaframmi,


Maurizio Corti e la Dynax 9 talora correggendo intenzionalmente l'esposizione. Mi è mol-
to utile la possibilità di correggere fino a 1/3 di diaframma, ri-
"Non basterebbe un Foto Almanacco per elencare tutte le mac- spetto alle indicazioni dell'esposimetro. Fotografando con pel-
chine fotografiche e i corredi che ho provato nella mia carrie- licole per diapositive è una caratteristica non da poco. Permette
ra” esordisce Maurizio Corti, fotografo che vive a Cremona e di calibrare esattamente la luce e ottenere colori proprio nella
lavora per l’editoria ed enti pubblici. saturazione che vuoi tu.”
I suoi generi fotografici preferiti sono il paesaggio, la fotogra- Come tutti gl'innamorati della fotografia, Corti usa molto il
fia di ricerca, un reportage meditato e approfondito. Fotogra- bianconero. “... trovo che le ottiche originali Minolta riesca-
fie solide, verrebbe da dire, che richiedono strumenti altret- no a ridare tutta la gamma di grigi di cui la pellicola è capace.
tanto solidi e ben dimensionati. Minolta in generale e la Dy- Una gamma molto ampia e ben modulata.”
nax 9 in particolare è quanto fa al caso suo. E di quanti hanno Nella sua borsa trovano posto il grandangolare 24mm f/2.8,
le sue esigenze. “ il corpo macchina - tiene a sottolineare pri- il 50mm f/1.4 e lo zoom 80-200mm f/2.8. Corredo sempli-
ma di tutto Corti - è molto affidabile. L'ho usata anche a Bor- ce, ma completo ed efficace. Giustamente, per Corti, quello
mio, per fotografare i mondiali di sci, con temperature rigidis- che conta è avere un corredo essenziale, senza inutili dop-
sime e sempre ha funzionato a dovere, senza una sola incer- pioni.
tezza. Trovo eccellente la sua ergonomia: che consente di im- “...apprezzo molto la possibilità che offre la Dynax di rimette-
pugnarla in maniera salda senza sforzo, e offre tutti i comandi re in macchina un rullino impressionato in parte, e vederlo au-
a portata di dito. Offre anche una chicca, che apprezzo molto: tomaticamente posizionarsi sul primo fotogramma utile. Que-
i numeri sulle ghiere realizzati con vernice fosforescente. Si sto mi consente di usare un solo corpo macchina e di fotogra-
possono leggere anche al buio.” fare contemporaneamente sia con pellicola a colori che con
Oggi le maggiori differenze tra le reflex riguardano l'autofo- pellicola in bianconero...”
cus e il suo funzionamento. “ ...quello della Dynax 9 è rapido E i difetti? ci sarà pure un piccolo difetto, una piccola scomo-
e soprattutto preciso, specialmente nella funzione ‘predictive’, dità. Corti ci pensa un po' su, poi scuote la testa “...no, non rie-
che serve quando fotografi soggetti in movimento. Non ne ho sco a trovarne...” Dopo aver ammesso di aver provato tutte le
mai sbagliato uno. Anche il sistema automatico di lettura del- reflex presenti e passate vuol dire che per il suo genere di fo-
l'esposizione è molto preciso e affidabile. tografia la Dynax 9 è proprio quanto ci vuole.
Sulla sinistra del Unica, fra le foto-
pentaprisma la camere della sua
ghiera per impo- classe, la Dynax 9
stare i programmi possiede un pic-
di funzionamento. colo ma potente
flash incorporato,
ribaltato sul pen-
taprisma.

Sulla destra del pentaprisma la ghiera per la correzio-


ne dell’esposizione. È possibile impostare anche 1/3 di
diaframma.

Sul retro, a destra, il pulsante di blocco dell'autofocus, il selettore del modo di


S C H E D A T E C N I C A lettura esposimetrica, il cursore per la illuminazione del display e la ghiera, fa-
cilmente azionabile con il pollice per impostare modi di funzionamento.
DYNAX 9
tofocus denominato Eye-Start; basta av- spositivi: dallo specchio all'otturatore. La
Tipo: reflex 35mm autofocus a obiet- vicinare l'occhio al mirino che un senso- velocità del primo è stata aumentata, in
tivi intercambiabili re attiva l'autofocus. Può essere disatti- modo da ridurre i tempi di attesa, tra un
Messa a fuoco: automatica e manuale vato, e allora l'autofocus entra in funzio- fotogramma e quello successivo; la velo-
Esposizione: programmata e manuale ne durante la prima parte della corsa del cità dell’otturatore è stata portata fino a
Bracketing: si pulsante di scatto. Per non consumare inu- 1/12.000 di secondo: un record che sarà
Flash: automatico TTL tilmente le batterie, cosa che accadrebbe certo apprezzato dai fotografi naturalisti
Lettura esposimetrica: media, com- se l'autofocus si attivasse non appena una che riprendono soggetti veloci, ad esem-
parata e spot qualsiasi parte del corpo si avvicina al mi- pio uccelli in volo, in luce naturale. Que-
Sensibilità: Dx da 25 a 5000 ISO, in rino, una serie di contatti sull'impugnatu- ste prestazioni sono state ottenute co-
manuale da 6 a 6400 ISO ra impedisce che, se la macchina non è struendo un otturatore con tendina a die-
Schermi di messa a fuoco intercam- impugnata, il dispositivo entri in funzio- ci lamelle di cui otto costruite con una spe-
biabili: si ne. ciale resina rivestita da fibre di carbonio.
Correttore di esposizione: si Il peso è stato così ridotto di circa il 30%,
Blocco AE: si Motorizzazione rispetto alle tradizionali tendine metalli-
Controllo prof. di campo: si La frequenza di scatto arriva a impres- che con un guadagno nella velocità di scor-
Tempi in automatismo: 30"-1/12.000 sionare 5,5 fotogrammi per secondo. Una rimento. Altro vantaggio, conseguito gra-
Tempi in manuale: 30"-1/12.000 velocità elevata, che si raggiunge ope- zie alla speciale tendina, è il tempo di sin-
Sincroflash. 1/300 rando nella modalità "autofocus a priorità cronizzazione del flash di ben 1/300 di se-
Autoscatto: si di scatto", oppure in manuale. La velocità condo. Prestazione certo apprezzata da chi
Trascinamento pellicola: motorizza- diminuisce di un fotogramma, cioè si as- usa il flash come luce di riempimento nel-
to, con cadenza fino a 5.5 fotogrammi seta a 4,5 fotogrammi, se si vuole che la le riprese in esterni e in pieno sole. Non
al secondo lettura autofocus venga effettuata in mo- manca la sincronizzazione del flash sulla
Innesto obiettivi: Minolta do definitivo su ogni fotogramma. In ogni seconda tendina, che addirittura s'impo-
Flash incorporato: si caso si tratta di ottime prestazioni, rag- sta automaticamente ogni volte che si sce-
giunte operando sulla velocità di tutti i di- glie un tempo di scatto lento.
La carrozzeria della EOS-1 V è pra-
ticamente simile a quella della EOS
1n. Le differenze, come si legge nel
testo, sono dentro.

Il dorso, con il vano portapellicola aperto. Da notare Sulla sinistra del pentaprisma i comandi di selezione sono dei semplici pulsan-
come tutti i contatti, sia i DX, che quelli per il colloquio ti. La soluzione, non sempre gradita al fotografo, consente di sigillare più facil-
dorso/apparecchio, sono placcati oro per garantire un mente eventuali vie d'entrata di polvere e umidità.
migliore passaggio degli impulsi elettrici.

EOS-1 V la regina dello sport


Nel corso del tempo l'ammiraglia di Ca- esempio, la robustezza di un corpo mac- L'autofocus ed esposizione
non, la EOS 1, ha subito continui aggior- china non è mai troppa. Per lui è uno stru- Precisione e velocità dell'autofocus sono
namenti, così si è passati alla EOS 1n e og- mento di lavoro, da usare anche nelle si- da sempre il vanto del sistema Canon EOS.
gi alla EOS-1 V. Un filo continuo lega quin- tuazioni estreme. Il corpo quindi è stato ir- La EOS-1 V non smentisce la fama. Ri-
di le varie ammiraglie della casa, che sono robustito, con particolare attenzione al gu- spetto alla precedente EOS1n, il sistema è
sempre state aggiornate, talora facendo te- scio esterno, che è la prima difesa contro stato completamente rinnovato. Invece dei
soro di innovazioni sperimentate su altri urti, polvere, umidità e addirittura pioggia. cinque punti di lettura, cui la EOS 1n ci
modelli della stessa serie, ma di classe più Lega di magnesio per la carrozzeria e al- aveva abituati, nel modello 1V ne trovia-
bassa. Così è stato anche per la EOS-1 V, luminio pressofuso per l'attacco dell'obiet- mo ben quarantacinque, distribuiti su un'a-
che come novità adotta il sistema autofo- tivo, per il gruppo dello specchio; gusci ri- rea di 8x15mm. Anche questi, come i cin-
cus con lettura su 45 punti, introdotto per gidi infine per i dispositivi interni. L'im- que della EOS 1n possono venire selezio-
la prima volta sulla EOS 3, e il sistema del- permeabilità all'acqua e alla polvere ha rag- nati a seconda del tipo di ripresa. L'aumento
l'otturatore a risparmio di energia. giunto livelli di alta affidabilità. Le possi- dei punti di lettura ha obbligato ad adotta-
Ma non solo programmi e sistemi di fun- bili vie d'ingresso, a detta della casa, sono re un nuovo chip di memoria, più potente
zionamento sono stati rinnovati, adottando ben settantadue: vanno dal dorso, al pul- e veloce. Il risultato è che, sebbene il nu-
quanto di più affidabile e innovativo la ca- sante di scatto; dalle ghiere ai pulsanti di mero di operazioni da compiere sia più ele-
sa ha prodotto negli ultimi tempi. Anche il selezione. Tutte sono state sigillate con spe- vato di quello della EOS 1n, la rapidità con
corpo macchina è stato ripensato, acco- ciali gomme siliconiche, mentre guarni- cui vengono effettuate è maggiore. In altre
gliendo anche i suggerimenti dei profes- zioni a tenuta sono state adottate, ad esem- parole: l'autofocus è più veloce e consente
sionisti che hanno decretato il successo del- pio, per il vano batterie. di seguire meglio soggetti in movimento.
l'apparecchio. Per un professionista, ad Altra novità è la sensibilità del sensore cen-
Nella fotografia sportiva questo è molto importante perché,
specialmente oggi, lavori molto con i teleobiettivi spinti e que-
sti non sempre hanno una grande luminosità. La difficoltà, con
questi obiettivi, non è bloccare il movimento, perché basta usa-
re una pellicola molto sensibile, ma proprio usare l'autofocus
che quasi sempre, ad aperture di diaframma più piccole di f/5.6
fa i capricci. Grazie ai nuovi sensori montati sulla EOS-1 V, si
riescono a usare obiettivi non proprio luminosi, come il 100-
400 cui accennavo prima.” L'autofocus è sempre stato il pun-
to di forza di Canon, ma una reflex non è solo questo: il mo-
tore, ad esempio; oppure il sistema d'esposizione. “...chi foto-
grafa lo sport ha due esigenze: impostare tempi di scatto velo-
ci e poter fare delle sequenze alla massima cadenza di ripresa.
Paolo Maggi e la EOS-1 V La EOS-1 V, più della EOS 1, soddisfa questa esigenza. Evi-
dentemente hanno trovato il modo di far funzionare tutti i di-
Paolo Maggi è figlio d'arte: fotografo il nonno, fotografo il pa- spositivi interni più velocemente, così da permettere di scatta-
dre, con il quale lavora sotto la sigla di Maggi & Maggi. Loro re a grande velocità. Per quanto riguarda l'esposizione prefe-
specializzazione è lo sport: barche, off-shore, calcio, formula risco lavorare in esposizione manuale, per avere il massimo
1. Silvano, il padre, è appassionato di Ferrari e il loro archivio controllo del soggetto. Certo le indicazioni dell'esposimetro
è tra i più forniti del mondo. Come la maggior parte dei foto- servono, ma le uso solamente come suggerimento, da correg-
grafi di sport usano Canon EOS. gere alla luce dell'esperienza. Ogni sport ha delle esigenze spe-
"...per me sono avanti a tutti - afferma Paolo - di un bel pezzo. cifiche, e ogni fotografo ha un modo molto personale di foto-
Hanno avuto la geniale intuizione di mettere i motori dell'au- grafare. Un automatismo non può essere così versatile da sod-
tofocus negli obiettivi, e questo ha dato loro un vantaggio che, disfare le une e gli altri.” Nel suo lavoro Paolo Maggi usa mol-
solamente da poco gli altri stanno cercando di rimontare. Fin to anche il flash. E qui ha un piccolo appunto da fare al siste-
da quando è uscita abbiamo usato la EOS 1 a cui, dopo, ab- ma EOS: “...il precedente modello 550 era migliore dell'attua-
biamo affiancato la EOS 3. Abbiamo già provato la EOS-1 V, le 540. Uso sempre il lampo di schiarita, anche quando foto-
e certo farà prossimamente parte del nostro parco macchine. grafo in pieno sole: mi serve per aprire, come diciamo in ger-
In pratica ha unito i pregi della EOS 1, con quelli della EOS 3, go, le ombre. Per avere un buon risultato la potenza del flash
aggiungendo quanto di nuovo era uscito nel frattempo..." deve essere attentamente dosata dal computer della macchina,
Il parco macchine della premiata ditta Maggi & Maggi è nu- altrimenti corri il rischio di schiarire troppo poco, oppure trop-
trito: oltre ad alcuni corpi EOS, conta una serie di zoom che po. Ecco, il 540 in alcuni casi schiarisce troppo.”
vanno dal 17-35, al 28-70, al 70-200, tutti nella versione più Un piccolo difetto al sistema l'abbiamo trovato: un pregio che,
luminosa. Poi, indispensabili per le riprese sportive, non man- secondo te, fa la differenza? “...gli obiettivi stabilizzati. Foto-
cano i lunghi tele: il 500mm f/4.5 e il 300mm f/2.8. Recente grafo spesso le gare di off-shore dall'elicottero. Loro si muo-
acquisto lo zoom 100-400 stabilizzato, che apprezzano molto, vono a tutta velocità, sobbalzando a ogni onda; io sto seduto
dal momento che la stabilizzazione permette di usare tempi con le gambe penzoloni fuori dall'elicottero: non c'è niente che
che, per un cannone di quel genere, sarebbero normalmente stia immobile. Con un obiettivo stabilizzato posso realizzare
impossibili, considerata anche la non eccessiva luminosità. foto che prima non facevo. Mi ha fatto guadagnare un valore
“... delle Canon apprezzo in primo luogo il sistema autofocus. luce abbondante. Il che vuole dire anche avere a disposizione
Rapidissimo e in grado di reagire a livelli di luminosità molto più ore di lavoro nella stessa giornata e soprattutto poter uti-
bassi. Specialmente quello della EOS-1 V, che monta la ver- lizzare la luce del mattino e del tramonto in modo migliore.”
sione già sperimentata sulla EOS 3. Come ogni buon fotografo sa, sono queste le ore magiche.
Nella parte inferiore della carrozzeria si trova il vano che contiene il se-
condo pack di batterie. Possono essere inserite le normali batterie al-
caline a stilo.

Vista posteriore. È sempre presente l'ampia ghiera di selezione, aziona-


bile con il pollice. In questo caso la macchina monta il nuovo booster
PB-E2 che consente di raggiungere la cadenza di ripresa di 10 foto-
grammi al secondo.

Sulla destra del pentaprisma l'ampio display che visualizza tutte le fun-
zioni in corso della macchina. Subito davanti i pulsanti di sovra/sotto
esposizione intenzionale.

S C H E D A T E C N I C A trale, che consente letture anche con obiet- cadenza di ripresa che, col motore booster
tivi di apertura minima f/8. Legato stretta- ausiliario, arriva a 10 fot/s nelle riprese AF
EOS-1 V mente alla messa a fuoco automatica è il One Shot e 9 fot/s nella modalità AF AI
sistema esposimetrico, grazie al quale la Servo.
Tipo: reflex 35mm autofocus a obiet- messa a fuoco si integra con tutte e sei le Altra prestazione che il professionista è in
tivi intercambiabili modalità di lettura dell'apparecchio. La zo- grado di utilizzare e apprezzare in pieno è
Messa a fuoco: automatica e manuale na che influisce maggiormente nella scel- la personalizzazione. Ognuno di noi ha pre-
Esposizione: programmata e manuale ta dell'esposizione è quella sulla quale il cise abitudini di ripresa, cui corrispondo-
Bracketing: si sensore AF sta effettuando la lettura. Na- no sequenze di comandi che, spesso, biso-
Flash: automatico TTL turalmente l'apparecchio offre anche i tra- gna effettuare ogni volta che si scatta una
Lettura esposimetrica: media, com- dizionali modi di lettura: spot centrale, spot foto. Grazie a un software, che permette il
parata e spot collegato con il punto di messa a fuoco, collegamento dei circuiti di memoria del-
Sensibilità: Dx da 25 a 5000 ISO, in multi spot e lettura con preferenza all'area la fotocamera con un PC, è possibile per-
manuale da 6 a 6400 ISO centrale. sonalizzare l'apparecchio esattamente sul-
Schermi di messa a fuoco le proprie abitudini. Così, ogni volta che
intercambiabili: si scatterà una foto, il fotografo è certo che
Motorizzazione e personalizzazione
Correttore di esposizione: si
Canon EOS è sinonimo di fotografia spor- la macchina ragiona proprio con la sua te-
Blocco AE: si
tiva. Un genere in cui la velocità delle fun- sta.
Controllo prof. di campo: si
Tempi in automatismo: 30"-1/8.000 zioni è importante tanto quanto la possibi- Edo Prando
Tempi in manuale: 30"-1/8.000 lità di scattare lunghe e veloci sequenze.
Sincroflash: 1/250 L'otturatore della EOS-1 V è stato proget-
tato proprio per queste esigenze. Cuore del QUANTO COSTA
Autoscatto: si
Trascinamento pellicola: motorizza- sistema un magnete rotante senza punti di I prezzi si riferiscono al solo corpo
to, con cadenza fino a 10 fotogrammi contatto che, a differenza di quelli tradi- Nikon F5: 4.700.000
al secondo ( solo con motore booster zionali, evita l'inevitabile accumulo di pol-
ausiliario PB-E2) vere e le conseguenti difficoltà di funzio- Minolta Dynax 9: 3.350.000
Innesto obiettivi: Canon namento. Ma c'è un'altra prestazione i cui Canon Eos-1 V: 4.799.000
Flash incorporato: No benefici sono più immediati e visibili: la (con motore PD-E2 da 10 fotogrammi al secondo)
PROVA S U STRADA

IL MEDIO FORMATO
CHE GUARDA
IN AVANTI

La Bronica 645 è la prima 4,5x6 a ottiche intercambiabili e messa a fuoco a telemetro.


Forse una indicazione di come potrebbe essere in futuro la fotografia tradizionale.
L'invenzione della fotografia liberò la pit- digitale quando sotto casa ci saranno i mi- ra nessuno.
tura dalle funzioni più semplicemente de- nilab digitali, in grado di fornire la stam- L'aspetto è quello di una Leica un po' cre-
scrittive. Probabilmente la fotografia digi- pina digitale 10x15 allo stesso prezzo del- sciuta e un po' più squadrata. Ma non cre-
tale sta liberando quella tradizionale dalle le attuali. sciuta più di tanto, dal momento che s'im-
stesse funzioni. La considerazione viene Chi fotografa per passione, invece, richie- pugna con facilità, come fosse una com-
spontanea parlando con fotografi profes- derà un supporto di registrazione sempre pattona. L'aspetto è gradevole e i comandi
sionisti e no, cogliendo i segnali del mer- migliore. Questo non potrà che essere la essenziali, ma senza rinunciare a quanto
cato. Segnali inviati spesso per sondare di- "vecchia" pellicola la quale, secondo il pa- l'elettronica può dare. Soprattutto senza ri-
sponibilità presunte dagli esperti dei vari rere degli esperti, non è ancora arrivata al- nunciare a farne una macchina moderna
costruttori, più che per affermare certezze. l'apice delle sue possibilità. Per non parla- che guarda al futuro. Le soluzioni adotta-
L'uscita della Bronica 645 va letta in que- re di un'altra strategia che la fotografia tra- te sono interessanti e i risultati buoni.
sto senso. dizionale può mettere in atto, per contra-
Oggi i sensori CCD e MOS da milioni di stare quella digitale: l'aumento del forma- L'otturatore ed esposizione
pixel riescono già a soddisfare alcuni set- to di ripresa. E' la strada suggerita da que- Vista la forma e le ottiche intercambiabili,
tori del professionismo, quelli in cui la ra- sta innovativa Bronica 645. Innovativa per- verrebbe da pensare a un otturatore sul pia-
pidità della pubblicazione dell'immagine è ché si tratta di una medio formato 4,5x6 no focale. Una tendina lunga sei centime-
più importante della qualità: sport e moda non reflex, ma a telemetro. Si limitasse a tri e larga quattro e mezzo crea più proble-
in particolare. questo non sarebbe una grande novità. Ma mi di quanti ne risolva; la soluzione è sta-
Il settore amatoriale di massa, quello del- è anche a ottiche intercambiabili e questo ta quindi di adottare l'otturatore centrale in
le stampe 10x15 per intenderci, passerà al negli ultimi tempi non l'aveva fatto anco- ogni obiettivo. Un otturatore molto sofi-
Le dimensioni della Bronica
645 sono quelle di una gros-
sa compatta. Grazie all'im-
pugnatura laterale s'impu-
gna bene.

Il bocchettone porta obietti-


vi è ben dimensionato. Nel-
la foto si possono notare i
contatti che permettono il
colloquio tra corpo macchi-
na e obiettivo.

Il formato 4,5x6cm, come si può vedere dalla finestrella della pellicola, è sfruttato in verti-
cale. In apertura vediamo la Bronica 645 con il suo corredo di obiettivi e accessori. Si no- Gli schemi indicano, da sinistra, il "peso"
ti, sulla sinistra, il mirino supplementare per il grandangolare da 45mm. che hanno i vari segmenti del sensore del-
l'esposimetro a seconda che si monti il gran-
sticato, controllato elettronicamente, che po/diaframma, oppure al sistema di espo- dangolare (sx), il normale (centro) o il te-
può anche raggiungere il tempo di scatto sizione automatica della macchina. La let- leobiettivo (dx).
di 1/750 di secondo. Inoltre si ricarica au- tura non avviene in TTL, ma è comunque
tomaticamente dopo lo scatto, indipenden- influenzata dalla focale dell'obiettivo mon-
temente dalla velocità di trascinamento, che tato. La parte centrale del sensore, a cin-
avviene manualmente, della pellicola. Il ri- que segmenti, viene sempre meno influen-
sultato è la possibilità di scattare sequenze zata dal segmento al centro quanto più la
più veloci. focale è lunga. E' una scelta dettata dalla
Visto che la Bronica 645 è destinata al fo- considerazione che se si usa il teleobietti-
tografo esperto, è una scelta vincente quel- vo è per avvicinare il soggetto e riprender-
la di dargli la possibilità, ad esempio, di lo a pieno fotogramma; se si usa il gran-
sincronizzare il flash su tutti i tempi di scat- dangolo, invece, ci saranno certamente nel-
to; questo consente di effettuare sapienti l'inquadratura porzioni meno interessanti.
mixaggi di luce ambiente e luce flash che Nel primo caso quindi praticamente tutta
nessun otturatore a tendina, con sofisticati l'inquadratura influenza l'esposizione. Nel
fill-in, riuscirebbe a dare. secondo la parte centrale ha più "peso".
Per l'esposizione, parametro strettamente E quando si fotografa col grandangolare,
legato alle prestazioni dell'otturatore, il fo- mettendo il soggetto principale su uno dei
Nel mirino, sulla sinistra, sono visibili tut-
tografo può affidarsi alla sua esperienza e terzi laterali dell’inquadratura? E' proprio te le indicazioni sul funzionamento dell'ap-
impostare manualmente la coppia tem- in questo caso che viene utile il blocco del- parecchio.
La Bronica
645 con
l'obiettivo
normale
da 65mm.

Vista posteriore dell'apparec-


chio, in basso si nota il seletto-
re per la sovra/sottoesposizione
intenzionale.

Vista frontale del solo corpo mac- Leva di carica rapida e ghiera dei tempi, pro-
china, senza obiettivo. prio come le macchine di una volta.
l'esposizione, inseribile mediante un co- mette una buona differenziazione delle due cali in dotazione. Si tratta di lunghezze fo-
modo pulsante sul retro dell'apparecchio. immagini, anche in condizioni di luce scar- cali equivalenti, nel 35mm, rispettivamen-
E' a portata di pollice, tanto che non si de- sa. te a un grandangolare da 28mm, a un nor-
ve nemmeno staccare l'occhio dal mirino, E' un vero e proprio gioiello di ottica e di male da 40mm e a un tele da 80mm. Una
quando lo si preme. Naturalmente, come meccanica il telemetro di questa fotoca- terna classica, con la quale si fa tutto: dal
ogni sistema esposimetrico che si rispetti, mera. Fissato a una intelaiatura metallica, reportage al ritratto, passando per la foto
può essere "ingannato" mediante il comando e protetto da una carrozzeria in metallo pres- d'architettura e di viaggio. Ognuna ben di-
di sotto/sovra esposizione intenzionale. Lo sofuso è in grado di resistere alle solleci- mensionata, ma non per questo pesante,
troviamo sempre sul retro dell'apparecchio tazioni meccaniche, dovute a urti acciden- tanto che l'intero corredo di ottiche trova
e ha la forma di una ghiera che si ruota in tali, anche di una certa forza. La parallas- facilmente posto in una normale borsa fo-
un senso o nell'altro, fino a un valore di +/- se è corretta da un sistema di cornici lumi- tografica.
2 valori luce, raggiungibili con intervalli di nose, che riquadrano nel mirino il campo Tutti gli obiettivi si possono sostituire a
mezzo valore luce. ripreso dall'obiettivo. macchina carica: ripara la pellicola dalla
I programmi di esposizione sono due: con Sempre nel mirino, ai lati dell’inquadratu- luce una tendina di tessuto, che sale a im-
priorità ai diaframmi e programma totale. ra, un display informa sulle funzioni del- pedire l'ingresso della luce automatica-
Il secondo imposta la coppia tempo dia- l'apparecchio e sui modi di funzionamen- mente, quando si stacca l'obiettivo della sua
framma in modo differente, a seconda si to. Senza staccare l'occhio dall’inquadra- sede, per sostituirlo con un altro.
monti il grandangolare o il teleobiettivo. In tura il fotografo si rende conto di come sta
quest'ultimo caso a parità d'illuminazione funzionando la macchina, se la foto ha bi- Il flash dedicato
preferisce impostare tempi più veloci. sogno del flash per essere correttamente Non poteva mancare un flash dedicato. Non
esposta, se le batterie si stanno scaricando, è molto potente, arriva a 20 di numero gui-
La messa a fuoco e il mirino quale programma è impostato, quale la cop- da. Però, oltre a essere perfettamente inte-
Il telemetro è un sistema di messa a fuoco pia tempo/diaframma è in uso. grato con il sistema esposimetrico della
efficace, a patto che abbia un'ampia base e macchina, si può impostare anche in ma-
che nel mirino si vedano chiaramente le Le ottiche niera indipendente. Ciò, assieme alla sin-
due immagini da sovrapporre, per aggiu- Tre sono gli obiettivi in dotazione. Si trat- cronizzazione su tutti i tempi di scatto e,
stare il fuoco dell'obiettivo. Date le di- ta degli ottimi Zenzanon, nome da sempre con diaframmi inferiori a f/8, fino a 1/750s
mensioni dell'apparecchio, una ampia ba- usato da Bronica per le sue ottiche. Gran- consente di dosare perfettamente luce na-
se telemetrica è assicurata e il sistema di dangolare da 45mm, f/4; normale da 65mm turale e luce flash, anche nelle situazioni
lenti e maschere particolari adottato per- f/4.5 e tele da 135mm f/4.5: queste le fo- più difficili. L'angolo di illuminazione è
selezionabile su due valori, a seconda che
l'obiettivo usato sia il grandangolare da
45mm, o il normale da 65mm. Lo stesso
angolo di emissione va bene per la focale
135mm. Naturalmente lo RF645 Speedli-
ght, questo il suo codice, può funzionare
anche in manuale.

Le nostre impressioni
In Photokina abbiamo avuto l'occasione di
provare, fortunosamente, la macchina in
condizioni reali. La fretta non è mai buo-
na consigliera, e gli scatti effettuati non
hanno la pretesa di essere un test. Ma una
indicazione la danno. Il sistema funziona Alcuni scatti realizzati in Photokina. Già
ed è piacevole da usare. L'impressione di alle diverse situazioni di illuminazione
avere tra le mani una "leicona" è confer- si può vedere come l'esposimetro dia
mata. Facile e rapido il cambio delle otti- buoni risultati, malgrado non sia TTL.
che, buono il funzionamento del telemetro
e dell'esposimetro. Non abbiamo potuto
provare l'apparecchio con il flash dedica-
to ma, se tanto mi dà tanto, non dovrebbe-
ro esserci problemi.
A questo punto è di prammatica chiedersi
qual'è il tipo di fotografo che può essere
particolarmente interessato alla Bronica
645. Il professionista dei matrimoni, ad
esempio, la troverà certo più comoda e ra-
pida di una reflex 6x6 o 4,5x6, ed apprez-
zerà la silenziosità dell’apparecchio.
Il fotoamatore desideroso della qualità, spe-
cialmente quello che fotografa in bianco-
nero, ricaverà negativi per stampe impec-
cabili.
Il ritrattista avrà a disposizione la qualità
del medio formato, ma l'agilità operativa
del 35mm.
Il professionista che lavora per le riviste di
viaggi, per le enciclopedie, potrà contare
su diapositive e negativi di ampia superfi-
cie, spesso preferiti nelle redazioni. Anche
il reporter “alla Salgado” o “alla Cartier- SCHEDA TECNICA
Bresson”, per citare alcuni mostri sacri, po-
trà trovare nella Bronica 645 un apparec- Tipo: medio formato 4,5x6 a ottica intercambiabile e messa a fuoco telemetrica
chio adatto al suo genere di fotografia, in Pellicola: 120/220
grado di produrre negativi migliori, non Obiettivi: Zenzanon RF45mm f/4 (con mirino supplementare); Zenzanon RF65mm
fosse altro perché più grandi rispetto a quel- f/4; Zenzanon RF135mm f/4,5.
li 35mm. Messa a fuoco: manuale
Avanzamento pellicola: mediante leva di carica rapida
Edo Prando Mirino: galieliano a telemetro; indicazioni sulle impostazioni della fotocamera
Esposizione: Manuale, a priorità di apertura; Programma
Otturatore: centrale in ogni obiettivo con tempi da 1 sec a 1/500 in manuale; da 8
sec a 1/500 in AE; da 8 sec a 1/750 in programma
Sincro flash: sì
Quanto costa L. 5.000.000 Esposimetro: incorporato nel mirino; sensore a cinque segmenti
Esposizioni multiple: sì
Distributore: Rossi&C.via Ticino 40, Alimentazione: 2 batterie al litio CR2 da 6 volt
50019 Sesto Fiorentino (FI). Dimensioni: 146,6x107,3x64 mm
Tel.055.323141, fax 05532314252. Peso: 810 grammi solo corpo
info@rossifoto.it www.minoltafoto.it
TEST FOTOCAMERE

BRONICA ETR-Si
IN TIRATURA LIMITATA
1
Il medioformato sta vivendo immediato travaso di esperienze, so-
una seconda giovinezza? prattutto considerando le ricerce svol-
Sembra di sì: sono mol- te da Tamron nel settore delle len-
te le attenzioni che fo- ti asferiche ed ha portato subito
toamatori e professioni- alla nascita di ottiche interessan-
sti esigenti stanno rivol- ti destinate ad ampliare il già ot-
gendo alle fotocamere timo corredo di obiettivi me-
medio formato. Soprat- dioformato disponibili per le
tutto a quelle progettate macchine Bronica. Alcuni
per consentire una facile esempi: lo zoom PE 100-
manovrabilità e una ma- 220mm Aspherical (IF),
neggevolezza non lonta- con lenti asferiche e
na da quella del 35mm e messa a fuoco interna,
che sanno offrire un cor- oppure lo zoom PE 45-
redo di accessori e obiet- 90mm, o un fish-eye a
tivi sufficientemente com- copertura completa del
pleto per affrontare le più formato, oppure interes-
svariate esigenze di ripre- santi ottiche macro con ca-
sa. Al di là di qualsiasi al- pacità 1:1.
tra possibile considerazio- La versione “titanio”, celebrati-
ne va poi soprattutto sotto- va della Bronica ETR-Si, è stata pro-
lineato come il vero punto di La Bronica ETR-Si, in ver- dotta per ora in soli 300 pezzi destinati al
forza di un formato più grande sia sione celebrativa (colore titanio) per il mercato mondiale ed ha suscitato molto in-
quello di consentire più agevolmente l’ot- quarantennale della casa. teresse: la macchina è nota per la sua affi-
tenimento di ingrandimenti di alta qualità. dabilità e la nuova finitura che, ribadiamo,
È un pregio ritenuto “indispensabile” dai ra Bronica di cui parliamo questo mese. È si affianca a quella tradizionale nera, è par-
fotografi di cerimonie ma anche apprezza- una versione speciale di un apparecchio col- ticolarmente elegante.
tissimo da chi, appassionato fotoamatore, si laudato, che ha dato da tempo buona prova
dedica prevalentemente al bianconero e vuo- di sè: si tratta del modello ETR-Si, che la Una fotocamera versatile
le ottenere negativi con tanta “materia”, con Bronica ha oggi deciso di presentare in una La Bronica ETR-Si è una macchina conce-
una accresciuta potenzialità nei passaggi to- versione a tiratura limitata, con finitura co- pita con criteri di modularità dei compo-
nali, con una estesa gamma di sfumature lore titanio per celebrare il quarantesimo nenti. Tutti i suoi “pezzi” sono intercam-
sulle immagini finali. dell’azienda. Si affianca alla classica Bro- biabili: obiettivo, mirino, vetro di messa a
Per medio formato si intendono, corrente- nica ETR-Si nera, già nota e apprezzata. fuoco, dorso magazzino portapellicola a te-
mente, diverse dimensioni di negativo. In- Fondata nel 1959 da Zenzaburo Yoshino, nuta di luce, manovella di avanzamento film.
fatti, oltre al classico 6x6cm, ci sono il più da cui l’inziale nome di Zenza Bronica at- A proposito di quest’ultima, un aspetto in-
moderno 4.5x6cm e il “grande” 6x7cm. tribuito alle fotocamere, la Bronica Co. Ltd. teressante del kit celebrativo con anodizza-
Ed eccoci al punto. Molte attenzioni sono giapponese è stata rilevata nel 1995 dal- zione titanio è rappresentato dal fatto che
state rivolte recentemente al 4.5x6cm, che l’altrettanto giapponese Tamron Co. Ltd., esso comprende anche l’impugnatura di tra-
sta vivendo un momento di rilancio. In que- già solidamente affermata nel campo del- scinamento rapido manuale (la Speed Grip
sto formato si presenta anche la fotocame- l’ottica fotografica. Il fatto ha consentito un E). È un accessorio che apprezziamo mol-
La linea della macchina è quasi militare,
Il formato esatto piuttosto spigolosa ma adeguata ad un og-
Il formato esatto del fotogramma espo- getto professionale.
sto da questa macchina è 42.5x55.1mm:
si tratta di una misura che propone un
rapporto lato/lunghezza pari a 1:1.29,
molto vicino alle proporzioni classiche
dei formati standard di carta per stampe
fotografiche.

to: due colpi in rapida successione di una le-


vetta di armamento consentono di predi-
sporre l’otturatore per lo scatto e di avanza-
re la pellicola di un fotogramma. L’impu-
gnatura, che può essere facilmente sgancia-
ta dalla fotocamera, è leggera e pratica da
usare. A catalogo esistono naturalmente an-
che due motori elettrici che si innestano sem-
pre sulla presa meccanica laterale di avan-
zamento ma la nostra simpatia, non lo na-
scondiamo, va proprio all’avanzamento ma-
nuale non “dipendente” da pile e, in questo
caso, comunque di rapido azionamento.

Letture esposimetriche
Un sicuro punto di forza di questa fotoca- Vista frontale dell’ottica normale. Il pul-
mera è costituito dal pentaprisma esposi- sante grosso, in basso, è quello di scatto
metrico AE-III Prism Finder E, che consi- (con ghiera di blocco); quello piccolo, in La fotocamera è fornita, in questo caso,
deriamo un accessorio prezioso (e che in-
basso, è lo sgancio ottiche. In alto, un tap- con mirino esposimetrico.
fatti è “di serie” nella versione celebrativa
po di gomma protegge la presa del cavetto
del quarantennale). Consente un’esposizio-
flash tradizionale.
ne automatica a priorità di tempo, oppure
un’esposizione manuale. ri a tendina) e il risultato è che è possibile
Soprattutto, poi, apre la possibilità di sce-
Funzioni di contorno
“sincronizzarsi” anche con 1/500s. Ciò vuo- La vocazione professionale della macchina
gliere tra la lettura media, con leggera pre- le dire che al fotografo si aprono notevoli è evidente anche dalla presenza di funzioni
valenza centrale (abbastanza “allargata”, si possibilità di controllo degli equilibri di lu- di contorno utili per applicazioni anche spe-
veda lo schema che riportiamo), oppure spot. ce ambiente e luce flash, nelle riprese in cialistiche, impegnative.
Esiste naturalmente la possibilità, impor- esterni con tecnica fill-in, ed è semplificata Ad esempio, altri punti di forza della ETR-
tante per operare rapidamente, di una me- anche la fotografia in studio con flash elet- Si sono:
morizzazione della lettura effettuata (AE- tronici potenti. • la possibilità di blocco dello specchio
Lock). Essenzialmente: operando nella pratica, ec- in posizione sollevata, per escludere ogni
Aspetti di contorno: l’oculare del mirino di- co che l’influenza del flash sull’immagine possibilità di vibrazione in lavori partico-
spone di antina di chiusura per evitare infil- può essere controllata agendo sul diafram- larmente critici, ad esempio in riprese con
trazioni parassite di luce che potrebbero fal- ma mentre il “peso” della luce ambiente in lunghi teleobiettivi o fotografia macro;
sare le misure quando la fotocamera si tro- una illuminazione combinata sole+flash, • la possibilità di posa B e anche di posa
vasse ad esempio su treppiede per effettua- agendo con il tempo d’otturazione della mac- T (apertura a comando dell’otturatore e poi
re pose lunghe. L’oculare, inoltre, consente china. chiusura con altro comando, per non essere
la regolazione diottrica (da -2.5 a +0.5 diot- Sotto un profilo tecnologico, guardando al- costretti a mantenere “attiva” la pressione
trie). l’evoluzione degli apparecchi in casa Bro- sullo scatto);
nica, il punto di forza che distingue l’attua- • la possibilità di eseguire esposizioni
Flash le versione ETR-Si dalla precedente ETR- multiple intenzionali e, quando questa pos-
Il maggiore punto di vantaggio operativo S, dalla quale deriva, è l’aggiunta di un di- sibilità sia attivata, con utile indicazione-
delle fotocamere che, come la Bronica ETR- spositivo SCA per il controllo di flash elet- promemoria nel mirino;
Si, si basano su ottiche con otturatore cen- tronici dedicati, che possono essere i classi- • la presenza, sul magazzino portapelli-
trale, è chiaramente rappresentato dalla pos- ci Metz o altri che siano compatibili con ta- cola Ei, di blocco del volet di protezione pel-
sibilità di sincronizzazione totale dell’ottu- le standard. licola.
ratore con il flash elettronico. Infatti qui le I lampeggiatori vengono connessi alla mac-
lamelle dell’otturatore si aprono completa- china tramite un adattatore SCA 386 e nel
mente, al momento dello scatto, indipen-
Otturatore
mirino una spia opera come segnale di pron- Il controllo degli otturatori centrali delle ot-
dentemente dal tempo d’otturazione pre- to flash e conferma di esposizione automa- tiche della Bronica ETR-Si è di tipo elet-
scelto (varia la durata d’apertura, non c’è tica corretta. tronico, fatto che garantisce la precisione dei
una “fessura variabile” come sugli otturato-
Sul lato sini-
stro, il co-
mando per
l’impostazio-
ne dei tempi
d’otturazio-
ne (control-
lati elettroni-
camente).

Il dorso ma-
gazzino
aperto, con
estratto il
portapellico-
la per il ca- Sopra il pentaprisma vi sono il cursore per la se-
r i c a m e n t o lezione spot/media e la rotella per la staratura in-
dei rulli tipo tenzionale dell’esposizione.
120.

tempi anche se obbliga ad una dipendenza


Lo schema del sistema a prismi multipli adottato per il mirino pentaprismatico Eye
dalle pile. L’assorbimento di energia è co-
munque molto limitato. Abbiamo apprez- Level AE-III Prism Finder E, con esposimetro interno e possibilità di commutazione
zato anche il fatto che le indicazioni nel di- tra lettura media o spot; nel mirino un display a cristalli liquidi mostra il tipo di espo-
splay del mirino non “mangiano” eccessi- sizione (automatica a priorità di diaframmi o manuale) impostata, il tempo di ottura-
vamente corrente: il pannello è a cristalli li- zione, il segnale spot o media, l’eventuale staratura intenzionale.
quidi (LCD) e non a LED (sicuramente più
voraci).
La scala dei tempi d’otturazione ha impo-
stazioni a scatto su valori interi; non è pos-
sibile impostare valori intermedi.
In caso di esaurimento batterie è possibile
operare con un tempo di posa meccanico Esposizione automatica Tempo Lettura spot
che corrisponde ad 1/500s. o manuale d’otturazione o media
La meccanica di trascinamento pellicola con-
sente un avanzamento di tipo additivo (nor- Compensazione
malmente si opera con due colpi della leva Finestrella intenzionale
di carica, se sulla macchina è montata l’im- illuminazione
pugnatura di avanzamento rapido) e questa display
azione “arma” anche l’otturatore (l’elettro- Sistema
nica serve solo al controllo dello scatto). di retroilluminazione

Sul campo
La macchina si impugna bene, il mirino è
sufficientemente luminoso e c’è ampia di-
sponibilità di vetri di messa a fuoco anche Misurazione media
speciali, per ogni esigenza di ripresa. L’im- Lettura spot
pugnatura laterale con leva di armamento
rapido la consideriamo un accessorio irri-
È possibile fissare la fotocamera su trep-
piede anche con impugnatura ausiliaria
montata (esiste filettatura apposita).

L’impugnatura con levetta per armamento manuale (a doppio colpo), è inseribile late-
ralmente con una slitta ad innesto rapido dotata di blocchi.

I VETRI INTERCAMBIABILI
Per la Bronica ETR-Si esiste una notevole varietà di vetri di messa a fuoco, intercambiabili, per le più diverse esigenze di ripresa.
Naturalmente si tratta di accessori moderni, realizzati non più in in “vetro” ma in leggera resina acrilica che permette elevata tra-
sparenza e finezza di lavorazione, per realizzare elaborate microstrutture.

Corona a microprismi e prisma per Prisma a spezzamento d’immagine, Area centrale a microprismi; la par- Superficie completamente smeriglia-
immagine spezzata, orizzontale; è orizzontale, su superficie finemente te rimanente del mirino è finemente ta; cerchio centrale indicante l’area di
consigliato per uso generale. smerigliata, senza microprismi. smerigliata; utile per reportage rapi- misura spot; consigliato per macrofo-
do in buone condizioni di luce. tografia, uso di potenti teleobiettivi, ri-
tratti e sport quando occorra vedere
bene tutta la scena predisponendo la
messa a fuoco in anticipo.

Superficie completamente smeri- Vetro di messa a fuoco lavorato con Vetro di messa a fuoco totalmente Corona a microprismi e prisma per
gliata ma con linee a reticolo. Utile prisma a spezzamento centrale e co- smerigliato, senza spezzamento e immagine spezzata, a spezzamento
per facilitare la composizione di rona a microprismi, con linee deli- corona a microprismi, con tracce diagonale: utile per soggetti preva-
un’immagine e soprattutto per la- mitatrici per l’impiego con il dorso per l’impiego con il dorso magazzi- lentemente a linee orizzontali.
vori di riproduzione. magazzino per pellicole 35mm (Film no per pellicole 35mm (Film Back E
Back E 135), per riprese 24x36mm 135), per riprese 24x36mm o pa-
o panoramiche. noramiche.
Una soluzione per il trasporto della I PREZZI
macchina: il nuovo zainetto Tamrac
767, compatto, fortemente imbottito, in Bronica ETR-Si, con ottica normale,
robusto nylon Cordura, integrato nel magazzino 120, mirino pentaprisma au-
sistema di accessori MAS della casa tomatico, impugnatura avanzamento
americana. Gli spallacci sono anche rapido: L. 5.395.000.
ripiegabili in posizione nascosta per (La versione celebrativa del quaran-
tennale è proposta allo stesso prezzo
usarlo come borsa con maniglia.
della normale versione nera).

Distribuzione: Rossi & C., via Ticino 40,


50019 Osmannoro (FI). Tel. 055/316002;
fax 055/375287.

PRO E CONTRO
Pro:
▲ Modularità dei componenti;
varietà accessori
▲ Dorsi intercambiabili
▲ Possibile sollevamento manuale
specchio
L’interno dello zaino, molto in- ▲ Sincro X totale e TTL-flash
teressante anche per attrezzatu- ▲ Pratica impugnatura avanzamento
re 35mm, ha i divisori imbottiti Contro:
facilmente spostabili e posizio-
nabili. ▼ Assenza messa a fuoco AF

SCHEDA TECNICA
Fotocamera: reflex monobiettivo, for- e un mirino con lente d’ingrandimento nunciabile per la comodità che garantisce.
mato 4.5x6cm, con otturatore centrale ruotabile. I comandi sono tutti ben disposti e di uso
negli obiettivi; consente intercambiabi- Vetri di messa a fuoco: intercambiabili intuitivo. Sul tetto del pentaprisma i pul-
lità di ottiche, mirini, vetri di messa a (8 versioni, con stigmometro, smeriglia- santi M e C sono di memorizzazione e can-
fuoco, dorsi portapellicola (con antina a tura su tutta l’area, quadrettature diver- cellazione (annullamento del dato memo-
tenuta di luce, staccabili anche a rullo so- se). rizzato). Sopra, accanto alla ghiera di sta-
lo parzialmente esposto). Flash: sincronizzazione totale su tut- ratura intenzionale, c’è un selettore per pas-
Pellicole: accetta diversi tipi di magaz- ti i tempi (fino ad 1/500s); controllo sare da lettura spot (Sp) a media (Av).
zini portapellicola, per formati differen- automatico basato su lettura diretta con Abbiamo trovato un po’ ruvido, ma certa-
ti. I rullini classici sono quelli tipo 120 cellula TTL-flash rivolta verso il pia- mente robusto, l’innesto ottiche in metallo
(per 15 pose), o quello 220 (per 30 po- no pellicola; controllo dell’emissione (non è male, ricordando quanto raccoman-
se); esistono però anche magazzini per lampo con sistema SCA (con lampeg- da Leica per i suoi apparecchi, stendere con
pellicola 35mm formato standard (per giatori dedicati tipo Metz o compati- una pezzuola un leggerissimo velo di vase-
scattare fotogrammi 24x36mm) oppure bili). L’adattatore SCA “dedicato” è il lina sull’innesto; va bene quella in stick che
per eseguire fotogrammi panoramici 386. si trova facilmente nei negozi specializzati
24x54mm su pellicola 35mm. C’è anche Alimentazione: una pila da 6V all’ossi- in strumenti musicali, ad esempio per un-
un dorso Polaroid. do d’Ag o alcalina-manganese (alimen- gere gli innesti di un flauto traverso).
Innesto ottiche: attacco a baionetta Bro- ta il sistema di controllo dell’otturatore Sul frontale della macchina, in basso a de-
nica ETR. elettronico ma anche il mirino esposi- stra, c’è il pulsante meccanico di scatto: ha
Otturatore: centrale, a lamelle, mon- metrico). una coroncina di blocco che, se inserita, im-
tato in ciascuna ottica; normalmente si Dimensioni: solo corpo: 92 (larghezza) pedisce lo scatto anche dal pulsante (mec-
tratta di un otturatore tipo Seiko #0 che x 87 (altezza) x 69 (lunghezza); macchi- canico) dell’impugnatura.
offre tempi da 8s ad 1/500s, più posa B na con ottica standard, magazzino Ei120 L’impugnatura può essere rimossa rapida-
e T. e mirino a pozzetto E: 92 (larghezza) x mente, se occorre, tramite l’azionamento di
Mirino: è intercambiabile. L’area coperta 107 (altezza) x 165 (lunghezza); una levetta di blocco e un tastino d’arresto,
è il 94% di quella che figura sul foto- Peso: 470g solo corpo; 1285 grammi alla base: è indispensabile asportarla per ac-
gramma (questa copertura è identica an- con ob. standard, mirino a pozzetto, ma- cedere al vano della pila (dotato di coper-
che cambiando i diversi tipi di mirini). gazzino 120; 1860 grammi con ob. stan- chietto staccabile senza bisogno di moneti-
Sono disponibili mirini a pozzetto, a pen- dard, mirino pentaprisma AE, magazzi- na). La pila è una piccolissima ma potente
taprisma, a pentaprisma esposimetrico no 120, impugnatura di avanzamento 4SR44 (o 544) all’ossido d’argento, da 6V.
con controllo AE (priorità di diaframma) rapido
M. Capobussi
FOTOCAMERE

BRONICA RF 645,
MEDIOFORMATO AGILE

L'apprezzato marchio Broni- La Bronica RF645 si maneg-


ca ha una lunga storia nella gia bene ed è stata mantenuta
fotografia medioformato. I abbastanza leggera pur senza
suoi progettisti, sono anche i accettare compromessi sul pia-
tecnici della Tamron, società no della solidità: il corpo è in
cui il marchio Bronica appar- pressofusione d'alluminio, la ca-
tiene e che è una delle grandi lotta superiore è in lega di ma-
aziende nipponiche nel setto- gnesio (materiale resistente ma
re dell'ottica; Tamron produ- anche leggero e soprattutto la-
ce infatti, oltre ai propri obiet- vorabile con precisione elevata
tivi, anche zoom per videocamere e con residui ecologicamente fa-
Sony e moltiplicatori di focale per cili da smaltire), il fondello è sta-
marchi come Canon. Oggi Bronica to mantenuto in ottone per il clas-
ha dato vita non solo ad una nuova sico pregio che ha questo metallo
fotocamera ma addirittura ad un nuovo di offrire resistenza elevata ma an-
"sistema" fotografico. Si è infatti cimenta- che capacità di incassare eventuali urti.
ta nella realizzazione di una nuova macchi- La disposizione dei comandi, con la classi-
na medioformato e di una serie di ottiche ad La Bronica RF 645 ca ghiera delle funzioni sulla calotta, è mol-
essa dedicate. La Bronica RF645 è un ap- to interessante. In particolare è studiata con
parecchio abbastanza compatto, facile da si debba disturbare l'oratore di turno. L'altro accortezza la posizione delle regolazioni sul
usare, equipaggiato con gli automatismi del aspetto che salta immediatamente all'occhio dorso. Oltre al consueto bottone per la me-
caso, in particolare con un’efficiente espo- è la chiarezza di visione del mirino: è il pre- morizzazione dell'esposizione (AE.L), è sta-
sizione program ed una a priorità di dia- gio maggiore delle macchine a telemetro ed to ampiamente posto in evidenza, e conse-
framma (soluzione sempre molto apprezza- è la carta vincente in situazioni di ripresa dif- guentemente dimensionato, il selettore per
ta professionalmente), nonché in grado di ficili, quando occorre inquadrare in ambienti la compensazione intenzionale dell'esposi-
accogliere un piccolo flash con controllo au- poco illuminati. La precisione di misurazione zione: è una scelta intelligente, utile a chi
tomatico del lampo. Un "pacchetto" di pro- della distanza, anche qui grazie ad un tele- vorrà decidere di utilizzare la macchina pre-
poste che merita attenzione. metro con finestrelle caratterizzate da un'am- valentemente in automatismo di esposizio-
pia base di misurazione, è molto buona e le ne e riservarsi una facile possibilità di inter-
Sul campo due immagini che si devono sovrapporre so- venire "schiarendo" o "scurendo" la scena,
Un notevole pregio della fotocamera, con- no chiaramente distinguibili. secondo la propria esperienza, agendo su
seguenza della sua formula progettuale, è L'unico aspetto che non ci entusiasma è l'a- questo selettore ma sempre senza perdere
anzitutto la silenziosità: gli otturatori cen- vere mantenuto "curve" le linee delle corni- tempo a disinserire l'automatismo (es. pro-
trali non si fanno notare durante lo scatto e cette luminose nel mirino: chi ha esperien- gram).
qui non esiste il ribaltamento dello specchio za degli "angoli vivi" delle cornici Leica tro- Anche il pulsante AE.L, ovvero di memo-
di una reflex. Al momento dello scatto non verà scomoda questa scelta anche se il me- rizzazione dell'esposizione, offre un funzio-
si sente il classico "pa-ta-tlack" di una reflex dioformato assicura un elevato "margine d'er- namento degno di nota. Quando lo si azio-
medioformato e quanto sia utile questa par- rore" all'inquadratura. Apprezzabile, in ogni na, infatti, l'esposizione rimane permanen-
ticolarità lo sanno bene i fotografi di ceri- caso, l'efficace trattamento antiriflessi del temente nella memoria della macchina fino
monie o di meeting congressuali in cui non mirino. a che non si prema nuovamente lo stesso ta-
Sul dorso della fotocamera è facilmente
accessibile il selettore per le compensa-
zioni intenzionali d’esposizione. È molto
utile soprattutto perché si presume che la
macchina verrà adoperata spesso in au-
tomatismo d'esposizione (program o a prio-
rità di diaframma), per riprese veloci. Ac-
canto, sono ben visibili la ghiera d'impo-
stazione sensibilità pellicola e l'interrut-
tore generale. Altri pulsanti ausiliari con-
La nuova Bronica RF 645 nasce con un corredo di ottiche appositamente progettate (per sentono l'effettuazione di esposizioni mul-
il grandangolare è previsto anche un mirino ottico esterno) e con un piccolo flash auto- tiple sul medesimo fotogramma (ME), l'at-
matico che dialoga direttamente con la fotocamera. Un piccolo ma efficiente "sistema com- tivazione dell'autoscatto, la memorizza-
pleto", maneggevole. zione dell'esposizione (AE.L).

LE OTTICHE SERIE RF
Gli obiettivi per la Bronica RF645 sono Diaframmi: da f/4 a f/32 (diaframma a 7 Minima messa a fuoco: 1 metro
tre, denominati Zenzanon RF. lamelle) Innesto filtri: 58mm
Si tratta di ottiche a schema ottico sostan- Angolo di campo: 75.1° Dimensioni: 43.9 x 76 mm
zialmente simmetrico, di elevata qualità: Schema ottico: 7 lenti in 5 gruppi Peso: 300 grammi
il maggiore vantaggio per i progettisti di Minima messa a fuoco: 1 metro A corredo: paraluce, tappi
obiettivi per apparecchi a telemetro è ap- Innesto filtri: 58mm
punto quello di potere disegnare ottiche di Dimensioni: 43.9 x 76mm Zenzanon RF 135mm f/ 4.5
tipo non retrofocus, potendo avvicinarsi Peso: 330 grammi
Con un angolo di campo di 29°, ecco il mo-
sensibilmente al piano pellicola senza do- A corredo: mirino ottico esterno, paraluce,
vere tenere conto di uno spazio, conside- tappi derato teleobiettivo progettato per la foto-
revole, per il ribaltamento di uno specchio grafia di ritratto. Equivale ad un 80mm sul
reflex. Zenzanon RF 65 mm / f4 formato 24x36 e presenta uno schema ot-
È l'obiettivo che svolge il ruolo di ottica tico tipo Gauss modificato. È una proget-
Zenzanon RF 45 mm f/4 normale (equivalente ad un 40mm sul for- tazione già collaudata sugli obiettivi pro-
È un grandangolare con schema ottico di mato 24x36), presentando un angolo di fessionali Zenzanon P disegnati per le Bro-
tipo simmetrico (leggermente modificato), campo di circa 56°. Lo schema ottico è nica 6x6.
simile al Super-Angulon di Schneider o al davvero molto simmetrico e questo parti- Dati tecnici
Biogon di Zeiss e ben noti per la loro resa colare è garanzia ancora una volta di ec- Focale: 135mm
brillante. Si presenta compatto e con un’ec- cellente correzione delle aberrazioni, in Diaframmi: da f/4.5 a f/32 (diaframma a 7
cellente correzione delle aberrazioni otti- particolare l'astigmatismo, la curvatura di lamelle)
che. La breve distanza tra la lente poste- campo, la distorsione. Ha una resa molto Angolo di campo: 29.1°
riore e il piano pellicola riduce la probabi- brillante e contrastata. Schema ottico: 6 lenti in 5 gruppi
lità che riflessi interni abbassino il contra- Dati tecnici Minima messa a fuoco: 1.8 metri
sto dell'immagine. Focale: 65mm
Innesto filtri: 62mm
Offre un angolo di campo di 75°, come un Diaframmi: da f/4 a f/32 (diaframma a 7
28mm sul formato 24x36. lamelle) Dimensioni: 85.3 x 77mm
Dati tecnici Angolo di campo: 56.1° Peso: 540 grammi
Focale: 45mm Schema ottico: 6 lenti in 4 gruppi A corredo: paraluce, tappi
Finestra secondaria del mirino

Specchio Maschera cornici


Lente di collimazione
Oculare

Prisma
semitrasparente

Finestra
principale
del mirino

Il gruppo telemetrico della Bronica RF645.

Schema di funzionamento del telemetro della Bronica RF645, con


le mascherine d'inquadratura che si inseriscono cambiando gli
obiettivi.
Il sensore del sistema esposimetrico della Bronica RF645 è a cinque zone. La misurazio-
ne è sempre più prevalentemente centrale quanto più la focale dell'ottica impiegata è bre-
ve.

L'ampiezza dell'area di lettura, media, del-


l'esposimetro, varia secondo la focale impo-
stata. Con il grandangolare la misurazione
è più stretta. Con il teleobiettivo è sostan-
zialmente uniforme su tutta l'area inquadra-
ta (utile per ritratti).

sto: è una particolarità, questa di un funzio- un otturatore centrale che consente la sin- vo massimo di 1/750s (in esposizione pro-
namento on-off, che risulta molto utile quan- cronizzazione flash con tutti i tempi d’e- gram e solo con diaframmi più chiusi di
do si vogliano eseguire serie di scatti con la sposizione, agevolando quindi le riprese in f/8; in manuale si arriva al tempo massi-
stessa esposizione, ad esempio in occasione studio e quelle in luce mista con lampo di mo di 1/500, come indicato sulla ghiera
di sedute di ritratto. La memorizzazione si rischiaramento. tempi). I vantaggi degli otturatori centrali
azzera comunque automaticamente se la Quanto allo schema ottico ed alle caratte- sono noti: silenziosità, possibilità di sin-
macchina non è usata (cioè se l'otturatore ristiche degli obiettivi ne parliamo a parte cronizzazione con il flash elettronico su
non viene fatto scattare) per più di cinque in queste stesse pagine. Qui, osserviamo tutti i tempi di otturazione e quindi, sul
minuti. soprattutto che quello incorporato nelle ot- campo, maggiore facilità di controllo de-
tiche è un otturatore centrale a lamelle, con- gli equilibri luminosi luce flash / luce diur-
Ottiche con otturatore centrale trollato elettronicamente e dunque molto na, soprattutto quando si impiega il flash
Gli obiettivi sono di progettazione moder- preciso, particolarmente rapido per la sua come lampo di rischiaramento ombre (fill-
na, appositamente disegnati. Incorporano categoria. Permette infatti il tempo effetti- in).
Con mirino esterno con 45mm

135mm 65mm 45mm

nel mirino in foto nel mirino in foto nel mirino in foto

Ecco l'inquadratura nel mirino, e accanto il risultato fotografico, con i diversi obiettivi. Adoperando il grandangolare non vi sono più
cornicette luminose. Può essere allora utile il mirino ottico aggiuntivo, esterno.

Il gruppo dell'otturatore centrale, control-


lato elettronicamente, all'interno di ciascun Il mirino della nuova RF645 mostra un'inqua-
obiettivo. È progettato in modo che l'ottu- dratura a cornicette luminose. L'inquadratura,
ratore si riarmi automaticamente immedia- come di consueto nelle fotocamere 4.5x6cm a
tamente dopo ogni scatto, a tutto vantaggio mirino ottico, è ad andamento verticale, utile nel-
della fluidità d’azionamento del sistema di la fotografia di ritratto e nella documentazione
trascinamento pellicola, completamente svin- di reportage geografico specie se rivolta a per-
colato dalla necessità di ricaricare anche sone (fotografia etnografica). L'inquadratura
l'otturatore. verticale è anche molto comoda per i fotografi
di moda che possono beneficiare del formato
4.5x6cm con una praticità d'uso paragonabile
al 35mm. A lato del mirino le indicazioni di tem-
po, diaframma, parametri generali di regola-
Il mirino della RF645 ha un buon trat-
zione, sono molto evidenti.
tamento antiriflessi. A lato, all'estremo
opposto, si vede la finestrella della se-
conda immagine telemetrica. In mez-
zo tra le due c'è la presa di luce per le
cornicette luminose del mirino.

Il telemetro Bronica RF645 riprende la formula da de-


La sigla RF della fotocamera deriva dalle cenni collaudata da Leica, che presenta cor-
iniziali di Range Finder, appunto mirino a nicette luminose di inquadratura realizza-
telemetro. Il sistema di messa a fuoco a te- te con mascherine che si inseriscono auto-
lemetro è insomma il tratto maggiormente maticamente nel mirino quando si cambia
Il dorso della fotocamera, aperto. L'ottura- distintivo dell'apparecchio ed il dispositi- obiettivo. È una soluzione che offre una vi-
tore è di tipo centrale, negli obiettivi. Quel- vo telemetrico è molto ben costruito: con- sione molto "luminosa" della scena inqua-
lo che si vede, a tendina, è qui un otturato- sente una messa a fuoco rapida e soprat- drata ed ha il vantaggio di essere molto age-
re ausiliario che, automaticamente, proteg- tutto propone due immagini con effetto di vole da usare, anche da parte di chi porti
ge la pellicola dalla luce quando si inter- sovrapposizione molto evidente. Questa gli occhiali.
cambiano le ottiche.
La Bronica RF645 è alimentata da 2 pile al li-
tio, tipo CR2, nell'impugnatura: forniscono
energia all'esposimetro incorporato e consen-
tono il controllo elettronico dell'otturatore cen-
trale. La fotocamera per il test è stata alimen-
19 tata con pile Philips PhotoLife. Il flash dedi-
cato, con due pile a stilo Philips PowerLife.

I PREZZI

Bronica RF645, con ottica Zenzanon RF


Il corpo macchina è in pressofusione d'allu- 65mm / f4, L. 5.700.000
minio. La calotta superiore è in lega di ma- Flash Bronica RF, L. 1.150.000
gnesio. Il fondello è in ottone. Obiettivo Zenzanon
RF 45mm f/4, L. 2.700.000
Obiettivo Zenzanon
SCHEDA TECNICA RF 135mm f/ 4.5, L. 2.60,0.000
(disponibilità prevista verso marzo - aprile 2001)
BRONICARF645 viso esposizioni multiple (ME); stato di carica
Tipo: fotocamera a telemetro per il formato delle batterie. Distribuzione: Rossi & C., via Ticino 40,
4.5x6cm (misure reali: 56mm x 41.5mm) Trascinamento pellicola: manuale, a leva di 50019 Osmannoro (FI). Tel. 055/316002;
Ottiche: innesto ottiche Bronica RF, accoppia- avanzamento rapido; l'aggancio pellicola però fax 055/375287.
te al telemetro; tendina di protezione pellicola è del tipo facilitato (automatico). www.tamron.com
automatica che s’inserisce quando si cambia l'o- Flash: slitta con contatti diretti per flash dedi- e-mail: info@rossifoto.it
biettivo. cato; presa per flash da studio; con il flash Bro-
Antina automatica: tendina a protezione del- nica dedicato e se il livello d’illuminazione am-
la pellicola durante il cambio obiettivi, auto- biente è inferiore a 10EV, la macchina mantie-
matica ne il tempo di 1/60s finché il condensatore non
Otturatore: centrale, negli obiettivi; è control- è completamente carico.
lato elettronicamente Varie: possibili esposizioni multiple
Tempi: da 1/500s a 1s, più posa B; 1/750s co- Autoscatto: elettronico, ritardo 10s; cancellabi- In verità, le cornicette luminose interven-
me tempo limite in automatismo; 8s come tem- le gono effettivamente per delimitare l'in-
po più lungo in automatismo (l'esposizione au- Alimentazione: due pile al litio tipo CR2 (da quadratura con l'obiettivo normale da 65mm
tomatica varia a passi di 1/12 di stop). 6V), nell'impugnatura e con il tele da ritratto da 135mm. Quando
Esposimetro: a lettura esterna, in asse con il Dimensioni: 145.6 (largh.) x 107.3 (alt.) x 64 si usa invece il grandangolare da 45mm
mirino (prof.) mm (equivalente ad un 28mm sul 24x36), il mi-
Esposizione: program, automatismo a priorità Peso: 810g rino viene sfruttato fino al bordo. Questo
di diaframma, manuale fatto rende impossibile, scattando a sog-
Misurazione: media con prevalenza al centro Flash Bronica Speedlight RF20 getti abbastanza vicini, correggere l'inqua-
(crescente con la grandangolarità dell'ottica Numero guida: 20 (a 100 ISO)
Memoria d'esposizione: pulsante di attivazione Copertura: due posizioni: normale (a partire
dratura per tenere conto dell'errore di pa-
/ disattivazione; dopo 5 minuti di non uso si di- dal 65mm) e grandangolare (per il 45mm) rallasse tra mirino ed obiettivo. Il costrut-
sinserisce. Cellula di dosaggio automatico: opera da 1m tore, per rimediare a questa situazione, e
Sensibilità esposimetro: da EV3 ad EV18 a 20m anche per rendere al meglio il senso di gran-
(ISO100) Autonomia: anche più di 100 lampi con pile dangolarità quando si osserva la scena, pro-
Scala ISO: da 25-1600ISO (a passi di 1/3 EV) nuove pone un mirino supplementare da inserire
Compensazione esposizione: possibile fino a Intervallo lampi: 6 secondi (a piena potenza) nella slitta portaflash. È un mirino tipo Al-
+/-2 stop Display: sul dorso, tipo LCD, con indicazioni bada, fornito a corredo con il 45mm. Age-
Telemetro: base apparente 55mm; base effetti- ISO, diaframma, tipo di illuminazione, even- vola, grazie a due tacche di riferimento,
va: 33mm tuale staratura di compensazione;
Mirino: ingrandimento 0.6x; inquadratura con
proprio la valutazione della correzione di
Segnale di carica completata : LED verde
cornicette luminose per 65mm e 135mm Controllo lampo: LED rosso per due secondi
parallasse che viceversa non è possibile con
Indicazioni nel mirino: automatismo A/P; re- Autospegnimento: dopo 5 minuti di non uso il grandangolare se si utilizza il mirino in-
golazione manuale (M); tempo d'otturazione; Alimentazione : due pile AA (alcaline o nichel terno della fotocamera dove si possono spo-
diaframma; scarto d'esposizione; AE Lock atti- cadmio) stare, proporzionalmente alla distanza di
vato (L); autoscatto (indicazione conto alla ro- Dimensioni: 75 (largh.) x 53.6 (alt.) x 60.3 (prof.) ripresa solo le cornici luminose per il 65mm
vescia); otturatore non armato; spia flash pron- mm ed il 135mm.
to al lampo; spia lampo andato a buon fine; av- Peso: 110g
Maurizio Capobussi
TEST

CANON
CONTRO CANON
Canon offre una gamma di otto reflex, differenti il prezzo, ma le cui caratteristiche a
prima vista non sembrano mostrare fondamentali differenze. Come scegliere?
Le abbiamo messe a confronto e le differenze sono emerse.

Canon ha attualmente a catalogo ben 8 re- possono trasformare completamente una


flex e spesso scegliere quale tra queste sia reflex.
Eos 1n
È la macchina professionale per eccellen-
la più adatta ai nostri scopi può essere La tabella riassuntiva delle caratteristiche
za nel catalogo Canon. Presentata nel 1994,
un’impresa piuttosto difficile. che trovate in queste pagine consente di co-
offre tutto ciò che un fotografo professio-
Infatti le fotocamere moderne non hanno gliere in modo immediato le differenze più
nista ha bisogno.
più differenze macroscopiche da un mo- significative in termini di funzioni, tenen-
Le caratteristiche che la distinguono dal re-
dello all’altro come invece accadeva qual- do presente che un ruolo importante è gio-
sto della produzione sono un otturatore ca-
che anno fa; tanto per fare un esempio, tut- cato dalle prestazioni dei singoli compo-
pace di arrivare ad 1/8000s e un sincro x di
te le fotocamere reflex di Canon sono: au- nenti della fotocamera.
1/250s; si propone come la migliore mac-
tofocus, motorizzate, program e TTL Fla- Pertanto, le fotocamere destinate ad un uso
china nel sistema Canon per fotografia di
sh; come dire: tutte hanno ciò che serve. molto intenso, tipico di un fotografo pro-
reportage e sportiva; in quanto ad affida-
Ma allora, quali sono le caratteristiche che fessionista, offriranno prestazioni più ele-
bilità, Canon garantisce l’otturatore della
distinguono le reflex moderne? Perché sce- vate e una affidabilità molto alta, mentre
Eos 1n per 100.000 scatti.
gliere questa o quella fotocamera? invece una macchina destinata ad un fo-
L’autofocus rimane tra i più veloci e anche
La risposta non è così semplice e imme- toamatore potrà essere anche meno “resi-
i cinque punti di messa a fuoco sono suffi-
diata; ogni reflex è destinata ad un deter- stente” e con caratteristiche tecniche me-
cienti nella maggior parte delle situazioni;
minato uso e, anche se le caratteristiche no esasperate.
la velocità del motore di trascinamento pel-
principali possono sembrare molto simili, Vediamo ora nel dettaglio cosa differenzia
licola è molto elevata (6 fot/s con il boo-
le singole differenze sommate tra di loro una fotocamera dall’altra.
FOTOCAMERE A CONFRONTO
Eos 1n Eos 3 Eos 5 Eos 50E Eos 300 Eos 500n Eos 3000 Eos 5000
Otturatore
Vel. Min. 1/8000 1/8000 1/8000 1/4000 1/2000 1/2000 1/2000 1/2000
Velocità di scatto 3 (6) 4.3 (7) 5 2.5 1.5 1 1 1
Sincro-x 1/250 1/200 1/200 1/125 1/90 1/90 1/90 1/90

Esposizione
Letture M, C, P, S M, C, P, S, MS M, P, S M, C, P M,C, P M, P M, P M, C, P
Doppia esposizione si si si si si si

Autofocus
Punti di messa a fuoco 5 45 5 3 7 3 3 3
Controllo con lo sguardo no si si si no no no no

Flash
incorporato no no si si si si si si
Data introduzione ’94 ’98 ’92 ’95 ’99 ’96 ’99 ’95
Prezzo solo corpo 3.300.000 2.800.000 1.400.000 1.030.000 550.000 470.000
con 28-80 mm 1.350.000 800.000 650.000
con 38-76 mm 580.000 520.000

Legenda Esposizione
M=matrice, C=compensata, P= parziale, S=spot e MS=multi spot

Per la Eos 1n è stato sviluppato un nuovo tipo di otturatore, che


vanta la velocità di 1/8000s e una velocità massima di sincroniz-
zazione con i flash di 1/250s.
Riducendo il peso e il carico delle lamelle dell’otturatore la dura-
ta nel tempo è stata incrementata; sono garantite infatti 100.000
scatti.

Eos 1n.

ster E1) e utile soprattutto nella fotografia li sono sovrapposte ai 5 punti dell’autofo-
sportiva; il vasto parco di accessori per- cus; in questo modo il processore della fo-
mette di affrontare qualsiasi tipo di ripre- tocamera, quando calcola l’esposizione,
sa. può tenere conto di dove si trova il soggetto
Il sistema esposimetrico si basa su 16 zo- e basare l’esposizione su di esso.
ne, fornisce risultati precisi anche se ten- Dispone inoltre di 14 funzioni personaliz-
denzialmente saturi; è quindi più adatta al- zabili per poter adattare ancora meglio le
l’impiego con pellicole diapositive. L’ele- caratteristiche della macchina al bisogno
vata precisione dell’esposimetro nasce dal- del fotografo.
la combinazione con la misurazione del- Esiste anche un modello dotato di specchio
l’autofocus; infatti delle 16 zone di misu- semitrasparente fisso in grado di arrivare a
razione dell’esposimetro, le 5 zone centra- 10 fot/s (Eos 1nRS). Il sensore misura l’esposizione su sedici zone.
I 45 punti di messa a fuoco del sistema AF
della Eos 3 coprono il 23% dell’area totale
del mirino, il valore più alto in assoluto tra
tutte le reflex AF attualmente sul mercato.

Eos 3.

Il sistema di misurazione esposimetrica a 21


zone della Eos 3.

Eos 3
La Eos 3, presentata nel 1998, è la reflex
che vanta la maggior intensità di tecnolo-
gia al suo interno: l’autofocus è dotato di
45 punti di messa a fuoco tutti pilotabili con
lo sguardo, la velocità dell’AF con i nuovi
obiettivi è ancora superiore a quella del-
l’ammiraglia Eos1n, mentre la possibilità
di dotarla di un booster esterno consente di
ottenere una raffica fino a 7 fot/s e quindi
di lavorare agevolmente nella fotografia
sportiva professionale.
L’aumento del numero di sensori AF è sta-
Eos 5.
to combinato anche con un aumento della
sensibilità dei sensori AF: ora è possibile
focheggiare in automatico con obiettivi con
aperture relative fino a f/8, un vero record!
Eos 5
La Eos 5 è da molti anni sul mercato (1992)
L’esposimetro permette una scelta molto senza subire modifiche e ciò è dovuto alle
vasta del tipo d’esposizione: si va dalla va- caratteristiche tecniche avanzate di quan-
lutativa a 21 zone per arrivare alla spot (2.4% do è stata presentata. Fu la prima reflex al
dell’area inquadrata); altra particolarità uni- mondo con l’AF controllabile con lo sguar-
ca nel parco reflex Canon è la possibilità di do. Ancor oggi, con una cifra abbondante-
eseguire misurazioni esposimetriche in mul- mente sotto il milione e mezzo, è possibi-
ti-spot, ovvero si misura in spot su più par- le acquistare una reflex tecnicamente an-
ti della scena inquadrata e la fotocamera cora molto avanzata; infatti a parte i 5 pun-
esegue automaticamente la media delle sin- ti di messa a fuoco pilotabili dallo sguardo
gole rilevazioni. è presente un sesto punto all’interno del mi- Il sensore misura l’esposizione su sedici zo-
L’otturatore è stato completamente ripro- rino, di lato che, se puntato con lo sguardo, ne come nella EOS 1.
gettato e sopporta fino a 100.000 scatti. La chiude il diaframma al reale valore impo-
mancanza di alcune caratteristiche secon- stato per controllare visivamente l’esten-
darie, come il 100% dell’area inquadrata sione della profondità di campo; è una fun-
nel mirino, ha permesso di contenere il prez- zione molto comoda, non presente neppu-
zo sotto i 3 milioni, pur impiegando quan- re sulla più evoluta Eos 3, ma che si rivela
to di più avanzato tecnologicamente Canon molto utile nella fotografia sul campo.
abbia mai prodotto. Un’altra caratteristica importante della Eos
Ottima la possibilità di utilizzare i booster 5 è la silenziosità; i motori di trascinamen-
della Eos1.
to pellicola e riavvolgimento sono di tipo
“coreless” (senza nucleo) per diminuire l’i-
nerzia, e il meccanismo di trasporto è sta-
to sviluppato attraverso l’utilizzo di cin-
ghie, molto più silenziose dei consueti in-
granaggi e senza sacrificare le prestazioni:
5 fot/s.
L’esposimetro è molto avanzato poiché con-
sente una misurazione di tipo valutativo su
16 zone oltre alla media compensata al cen-
tro e la spot (3.5% dell’area inquadrata),
molto cara ai professionisti e ai fotoama-
tori evoluti.
L’otturatore arriva a 1/8000s con un sincro
X di 1/200s. Dispone anche di un flash in-
corporato con numero guida 13. Una mac-
china essenziale, ma con le caratteristiche
che hanno reso celebre il nome Canon nel-
la fotografia: autofocus veloce e controllo
con lo sguardo.
Eos 50E.
Eos 50E
Con la Eos 50E si entra nel mondo della
fotografia più amatoriale, ma con caratte-
ristiche tecniche di livello medio-alto. L’au-
tofocus agisce su 3 punti pilotabili con lo
sguardo; essendo di progettazione più re-
cente della Eos 5, l’autofocus ha una ri-
sposta più pronta anche se i punti su cui
agisce sono di numero inferiore. L’esposi-
metro lavora a matrice su 6 zone, ma è pos-
sibile commutare la lettura in media com-
pensata al centro e spot (9.5% dell’area in-
quadrata), anche in abbinamento al punto
di messa a fuoco attivo.
L’otturatore arriva a 1/4000s con un sincro
x di 1/125s; con lo speciale flash Canon
Speedlite 380EX, in modalità FP, è possi-
bile la sincronizzazione con tutti i tempi
(fino a 1/4000s). Il motore di trascinamento
pellicola arriva alla velocità di 2.5 fot/s.
Come la Eos 5 è dotata di flash incorpora-
to con numero guida 13. Eos 300.
Una macchina senz’altro indirizzata ad un
pubblico amatoriale, ma anche dotato di centro in esposizione manuale.
spiccate conoscenze tecniche, capace di È anche utilizzabile la lettura pre-flash E-TTL
sfruttare appieno tutte le caratteristiche del- e A-TTL (con lampeggiatori dedicati della se-
la macchina. Presentata nel 1995. rie Speedlite EX, che consentono anche la sin-
cronizzazione su tutti i tempi, modalità FP) e
quella a 3 zone per i flash TTL Speedlite non
Eos 300 EX e quello incorporato nel pentaprisma che
La Eos 300, uscita nel 1999, pur non aven- ha numero guida 12. Sempre a proposito di
do la possibilità di pilotare i punti di mes- esposizione, oltre alla modalità Full Auto e
sa a fuoco con lo sguardo, eredita dalla Eos manuale, vi sono 9 programmi AE, il blocco
3 alcune caratteristiche interessanti: innanzi della lettura esposimetrica, il blocco della let-
tutto l’AF con 7 i punti, un numero eleva- tura flash FE Lock, la compensazione dell’e-
tissimo per la classe della fotocamera e che sposizione e l’esposizione a forcella di 3 fo-
permette di coprire meglio l’area da ri- togrammi (bracketing) automatica. Il tempo
prendere; e poi il sistema esposimetrico che di sincro flash è di 1/90 di secondo mentre la
è stato portato, in modalità valutativa, a 35 velocità massima dell’otturatore è di 1/2000s.
zone per una precisione ancora maggiore In conclusione si tratta di una fotocamera mol-
nelle condizioni di ripresa più difficili; so- to automatizzata, ma che permette ancora una
no anche disponibili la modalità parziale personalizzazione della ripresa abbastanza
(9.5% del mirino, al centro, durante il bloc- completa, funzione che sarà apprezzata dai
co della lettura) e quella media pesata al fotografi più esperti.
Eos 500n
La Eos 500n, presentata nel 1996, è invece
la fotocamera più indirizzata al fotoamato-
re classico, poiché consente una buona li-
bertà di funzioni abbinate a caratteristiche
tecniche più che discrete; all’occorrenza si
può trasformare in una fotocamera comple-
tamente automatizzata per semplificare le
riprese.
L’autofocus agisce su tre punti come sulla
Eos 50E, ma qui non è possibile selezionarli
con lo sguardo; i sensori AF interagiscono
con l’esposimetro in modo da migliorare
sensibilmente la precisione d’esposizione.
La scelta del punto di messa a fuoco è au-
tomatica, ma può essere selezionata anche
manualmente; l’AF è dotato di calcolo del
punto futuro e si attiva automaticamente non
appena il sensore della fotocamera percepi-
sce un movimento del soggetto inquadrato.
L’esposizione è di tipo a matrice su 6 zone,
che come abbiamo visto viene abbinata al
sensore attivo dell’AF; è presente anche la Eos 500n.
modalità parziale (9.5% dell’area inquadra-
ta). L’esposizione flash è di tipo E-TTL, ov-
verossia prima dello scatto il flash (model-
lo 220EX o superiore) emette una serie di
pre-lampi che vengono letti dal sensore del-
l’esposimetro della fotocamera; in base ai
valori ricevuti dosa l’emissione del lampo
affinché risulti la più naturale possibile.
L’otturatore arriva fino a 1/2000s con un sin-
cro x di 1/90s. Il motore di trascinamento
pellicola consente una raffica alla velocità
di 1 fot/s.
Molto contenuto il peso, solo 350 grammi.

Eos 3000
La Eos 3000, presentata nel 1999, consen-
te di entrare nel mondo Canon Eos al prez-
zo più conveniente. Le caratteristiche sono
tutto sommato essenziali, ma comunque
complete. Progettata per un uso prevalente-
mente in automatico consente anche l’e-
sposizione manuale.
Rispetto al precedente modello Eos 5000, la Eos 3000.
gamma dei tempi è stata ampliata fino a 30s
e arriva ad 1/2000s, mentre il tempo si sin- Anche la Eos 3000 è molto leggera, pesa indirizzate sempre di più ad un pubblico
cronizzazione con il flash è rimasto di 1/90s, solo 340 grammi. che non vuole avere problemi di tempi,
un valore più che buono, rapportato al prez- diaframmi o quant’altro. La Eos 300 e la
zo della fotocamera. Conclusioni Eos 500n consentono ancora di interve-
L’esposizione può essere di tipo valutativa Ora che abbiamo visto più in dettaglio le nire in modo creativo sull’immagine; inol-
su 6 zone, media compensata al centro e par- caratteristiche delle singole macchine ap- tre sono entrambe molto piccole e legge-
ziale (9.5% dell’area inquadrata) mentre i paiono più evidenti le differenze tra un re, una qualità da tenere in seria conside-
modi di esposizione sono 5: modalità di scat- modello e l’altro. razione per chi utilizza la fotocamera an-
to “zona verde” in automatismo totale, pro- La Eos 1n e Eos 3 si distaccano dalle al- che nelle escursioni montane. Ci sembra-
gram (4 regolazioni), AE a priorità dei tem- tre e sono in grado di soddisfare le esi- no invece un po’ troppo limitate le possi-
pi, AE flash A-TTL e AE flash TTL. genze di un pubblico professionista, o al bilità di intervento sulla Eos 3000, una
La Eos 3000 e la Eos 5000 sono le uniche limite di un fotoamatore evoluto che non buona macchina, ma da vedere più come
fotocamere Canon che non consentono l’e- vuole scendere a compromessi. Abbiamo compatta con l’ottica intercambiabile che
sposizione manuale e la compensazione in- poi la Eos 5 e Eos 50E, entrambe molto come reflex per il fotografo creativo.
tenzionale dell’esposizione; ciò limita l’a- valide e indirizzate, a nostro avviso, ad un
spetto creativo del fotografo, ma mette al ri- pubblico amatoriale esigente.
paro da errori accidentali. Infine ci sono le Eos 300, 500n e 3000, Valerio Pardi
EOS 300, LA NUOVA CANON
Vediamo più nel dettaglio l’ultima nata, la Eos 300, che si colloca nella fa-
scia di prezzo delle reflex sotto il milione di lire.
Utilizza alcune caratteristiche sviluppate per la Eos 3, come il sensore di
messa a fuoco CMOS a 7 punti per un’area utile più ampia e tutto il siste-
ma autofocus è stato reso più veloce. Anche l’esposizione ha beneficiato di
un miglioramento; infatti la lettura valutativa si avvale di ben 35 zone ed è
coordinata con i punti di messa a fuoco. La lettura della luce lampo in mo-
dalità E-TTL avviene tenendo conto della posizione del soggetto per una
precisione d’esposizione sempre elevata.

Nuove caratteristiche
Oltre al rinnovato sistema AF ed esposimetrico, la EOS 300 permette di os-
servare direttamente nel mirino la profondità di campo mediante un pul-
sante che chiude il diaframma al valore impostato, inoltre il tempo di blackout
(l’oscuramento del mirino durante lo scatto) è stato portato a 250 millise-
condi (ricordiamo che sulla Canon Eos 500N è di 400 millisecondi) e la ve-
locità di avanzamento della pellicola è passata da 1 a 1,5 fotogrammi al se-
condo. Ora è possibile riavvolgere intenzionalmente il film in qualsiasi mo-
mento.
SCHEDA TECNICA CANON EOS 300 La EOS 300, se utilizzata in verticale, attiva un algoritmo che ottimizza la
selezione del punto AF. Il sensore a 35 zone per la lettura valutativa rende
Otturatore: scorrimento verticale con scatto elettro- l’esposizione ancora più precisa; tuttavia sono anche disponibili la moda-
magnetico e tempi controllati elettronicamente. lità parziale (9,5% del mirino, al centro, durante il blocco della lettura) e
Pentaprisma: fisso. quella media pesata al centro in esposizione manuale, anche se la loro at-
Sistema di misurazione: misurazione TTL a tutta aper- tivazione è subordinata al modo di esposizione impostato sulla fotocame-
tura, misurazione valutativa su 35 zone, misurazione ra. Facciamo un esempio: se impostiamo la modalità manuale sulla mac-
parziale della zona centrale (9.5%), media pesata al cen- china avremo come unica possibilità la lettura media pesata al centro, men-
tro, lettura pre-flash con E-TTL tre quando si utilizza il blocco AE viene impostata automaticamente la let-
Intervallo delle sensibilità della pellicola: ISO 25-
5000 DX/6-6400 ISO
tura parziale.
Misurazione: a 100 ISO con EF 50 mm f/1.4 2-20 EV È utilizzabile la lettura pre-flash E-TTL e A-TTL (con lampeggiatori dedi-
Compensazione dell’esposizione: +\- 2stop con in- cati della serie Speedlite EX, che consentono anche la sincronizzazione ad
crementi di 1/2 stop + bracketing alta velocità FP flash) e quella a 3 zone sulla superficie della pellicola per
Modalità di esposizione: modalità di scatto “zona ver- i flash TTL Speedlite non EX e quello incorporato nel pentaprisma. Sem-
de” in automatismo totale, (5 impostazioni, AE a prio- pre a proposito di esposizione, oltre alla modalità Full Auto e manuale, vi
rità di tempi, AE a priorità di diaframmi, AE flash A- sono ben 9 programmi AE, il blocco della lettura esposimetrica, il blocco
TTL e E-TTL) della lettura flash FE Lock, la compensazione dell’esposizione e l’esposi-
Schermi di messa a fuoco: schermo lasermatte con zione a forcella di 3 fotogrammi (bracketing) automatica. Il tempo di sin-
punti AF e simbolo lettura parziale cro flash è di 1/90 di secondo.
Sincro-X: 1/90s
Esposizioni multiple: fino a 9 esposizioni
Autofocus: CMOS con 7 punti AF selezionati auto- Mirino
maticamente in base al soggetto. Il punto AF è sele- Il mirino è particolarmente luminoso grazie al rivestimento del pentapri-
zionato automaticamente in Full Auto, PIC e priorità sma di vapori di alluminio, che assicurano una riflettenza pari all’83%,
della profondità di campo. Negli altri casi può essere uguale a quella ottenibile con i vapori d’argento. I 7 punti di messa a fuo-
selezionato manualmente. Ottimizzazione per riprese co sono sempre visibili nel mirino e il punto selezionato viene indicato sul
verticali pannello sottostante a cristalli liquidi.
Caricamento della pellicola: automatico; riavvolgi-
mento automatico a fine rullino e manuale anche a metà Flash incorporato
rullino Il flash incorporato nel pentaprisma, estraibile, è di tipo TTL a 3 zone con
Funzioni speciali: braketing automatico dell’esposi-
zione, trascinamento della pellicola “silenzioso”, flash
collegamento al punto AF attivo. Il numero guida è pari a 12 (100 ISO) e
incorporato (NG 12), lampada di riduzione dell’effet- la copertura abbraccia il campo inquadrato da un obiettivo di 28mm di fo-
to ‘occhi rossi’, messa a fuoco su più punti ad ampia cale. In Full Auto, Ritratto, Macro, Notturno il flash fuoriesce automatica-
zona, pulsante visualizzazione profondità di campo mente quando necessario; nelle altre modalità di ripresa può essere attiva-
Tempi di scatto: da 1/2000s a 30s impostabili per in- to semplicemente premendo il pulsante relativo.
crementi di 1/2 stop e posa B, sincro X 1/90s La EOS 300 consente anche di eseguire fino a 9 esposizioni multiple alla
Alimentazione: 2 pile al litio CR2 volta, dispone di segnale di avvertimento relativo al rischio di ottenere fo-
Visualizzazione dati: nel mirino e nel display a cri- to mosse quando il tempo di scatto si allunga oltre i limiti di sicurezza (la
stalli liquidi regola del tempo massimo non inferiore al reciproco della lunghezza foca-
Autoscatto: controllato elettronicamente: 10s le dell’obiettivo).
Dimensioni: 140 x 90 x 58.5mm
Peso: (solo corpo) 355g senza batteria
SUL CAMPO
La Eos 300 è una fotocamera molto intuitiva e facile da utilizzare; la leg-
gerezza è la caratteristica più evidente quando la si utilizza, ma le fun-
zioni evolute ne fanno una macchina adatta anche al fotografo smalizia-
to. Risulta ideale anche come secondo corpo, da affiancare ad una Eos 3
o Eos 5.
Buono il comportamento dell’esposimetro in ogni situazione di ripresa
così come l’autofocus che risulta allineato, in quanto a velocità e preci-
sione, con il resto della produzione Canon. Molto comodi i 7 punti di
messa a fuoco; peccato non sia possibile comandarli con lo sguardo.
Ben fatto anche il libretto di istruzioni che, se molte volte non viene nep-
pure letto, merita molta attenzione per la chiarezza e la semplicità di spie- Ampia zona di cielo con sole alle spalle e macchina rego-
gazione del funzionamento della fotocamera. lata in automatismo verde; buona l’esposizione.

Molto buoni anche le possibilità di uso in manuale, in questa


immagine la macchina è stata regolata in manuale utilizzando
l’obiettivo a tutta apertura e sottoesponendo di 2/3 di stop.

Controluce con il sole nel-


l’inquadratura e ottimo
comportamento dell’esposi-
metro che ha saputo valuta-
re con precisione la scena.

Molto precisi sia l’AF che


Grazie ai 7 punti di messa a fuoco è possibile operare in AF l’esposimetro anche con su-
anche con soggetti decentrati. perfici molto riflettenti.
TEST FOTOCAMERE

CANON EOS 1 V

Victory era il nome della parecchi dal pur robusto


nave ammiraglia di Nelson corpo in resina, qui si do-
alla battaglia di Trafalgar. vrà ricredere immediata-
La V di Victory è stata mente, anche saggiando il
scelta da Canon per cele- peso della macchina. Non
brare la sua nuova ammi- è infatti certamente da an-
raglia tra le reflex. Per la cro- noverare nella categoria
naca: la Victory di Nelson finì "piuma" anche se, lodevol-
disalberata ma la battaglia, come mente, i progettisti hanno com-
si sa, fu vinta. La nuova EOS-1V, per piuto molti sforzi per un oppor-
non correre rischi, verrebbe da dire per non tuno contenimento del peso, usan-
essere affondata, si è attrezzata in modo La Canon EOS-1V completa di booster do leghe ultraleggere come il magne-
da essere superprotetta: con questa mac- portabatterie. sio. Il peso della fotocamera è infatti di 975
china potrete passare sotto la pioggia, fos- grammi - e non ci sembra così esagerato -
se anche una cascata, potrete fotografare battente, di umidità anche portata al 100% se si guarda al solo corpo apparecchio sen-
in tutta sicurezza sotto un acquazzone o (Amazzonia). La destinazione dello stru- za pile. Ma balza a 1570 grammi se si con-
magari addirittura sotto la doccia di casa. mento è chiara: è pensato per il professio- sidera la fotocamera completa di booster,
Soprattutto, beninteso, se l'avrete equi- nista. Quel professionista che dice spesso un accessorio importante per raggiungere
paggiata con un obiettivo supertele di quel- "se io sopporto questi disagi, non vedo per- il top delle prestazioni. Il peso di 1570g è
li "bianchi", recentissimi come il formi- ché la mia macchina non debba essere in quello dell'assetto "operativo", compren-
dabile 300mm f/2.8 stabilizzato. Gli ulti- grado di sopportarli con me". dente ben otto pile a stilo. Aggiungete poi
mi supertele Canon sono infatti imper- l'obiettivo, che se è uno Canon dei "pro-
meabilizzati anch'essi e sfruttano addirit- Questioni di struttura fessionali" di alta qualità non potrà poi es-
tura un sistema di guarnizioni (O-Ring) È sufficiente prendere in mano la Canon sere tanto leggero e tirate le somme. Più
che sono anche sulla baionetta d'innesto EOS-1V per rendersi conto che si tratta di che di peso ci verrebbe voglia a questo pun-
ottiche. È una precauzione che completa a un apparecchio costruito senza risparmio to di parlare di dislocamento, proseguen-
perfezione la tropicalizzazione spinta (guar- e con l'ambizione di primeggiare in una do nell'analogia con una nave da guerra.
nizioni) sotto i comandi e negli interstizi "classe" al top della fotografia d'oggi. Chi Giustificato, comunque: si sa che a questo
di carrozzeria della reflex. si era fatto la convinzione che le Canon livello non si accettano compromessi.
Canon dichiara di aver fatto una macchi- fossero essenzialmente macchine "di pla- Ed ecco allora aspetti di struttura. I mate-
na a prova di polvere (deserto), di pioggia stica", a seguito di esperienze fatte con ap- riali usati sono: anima dell'apparecchio,
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L'innesto ottiche è quello classico Canon EOS, in metallo, con
profilo di tenuta periferico.
Il mirino della EOS-1V: 5) Tempo d'otturazione e valore
1) Cerchio di misurazione spot di diaframma - correttore d'e-
(diametro 5mm, pari al 2.4% del sposizione e flash
fotogramma) 6) Spia autofocus
2) 45 sensori del sistema au- 7) Riferimenti scala lineare d'e-
tofocus sposizione (passi di 1/3 e 1/2
3) Vetro di messa a fuoco (lavo- stop)
rato al laser, intercambiabile con 8) Segnalatore legato alla luce
9 tipi) continua
4) Spia della funzione M (ma- 9) Segnalatore legato alla luce
nuale) attivata flash

Il display esterno, sulla destra del corpo appa-


recchio: è di ampie dimensione ed è retroillumi-
nabile.

La conchiglia di gomma dell'oculare è staccabi-


le: sotto si vede il comando di correzione diottri-
ca. La leva a destra fa intervenire l'antina di chiu-
sura oculare, per non falsare le misurazioni ope-
rando su treppiede.

ovvero la pressofusione base, in lega d'al- la possibilità di vedere "bene" e con "pre- specchio (e a quelle del mirabox, la scato-
luminio. Conchiglie in magnesio per fon- cisione" il soggetto. Il mirino deve essere la che contiene il sistema di ribaltamento
dello, calotta, impugnatura. Rivestimenti luminoso e ciò che si vede deve corri- dello specchio stesso), alle dimensioni del
esterni in policarbonato. Calotta e fondel- spondere a ciò che viene registrato sul fo- pentaprisma (in vetro per una massima ef-
li sono verniciati a forno (come le auto- togramma, con elevata precisione soprat- ficienza e non a specchi riflettenti), al di-
mobili), dunque in modo resistente. tutto se si prevede di impiegare la mac- segno dello stesso gruppo ottico dell'ocu-
I comandi esterni sono protetti da mem- china anche per riprese tecnicamente mol- lare, ai trattamenti antiriflessi necessari a
brane morbide, che contribuiscono alla tro- to elaborate, per lavori scientifici o di du- supportare un sistema ottico complesso.
picalizzazione del corpo, ottenuta comun- plicazione di documenti, diapositive, ele- Insomma: non è facile fare in modo che lo
que con adatte guarnizioni interne. menti da inserire in multivisioni e così via. sguardo di chi inforca un paio di occhiali
Nella Canon EOS-1V la visione nel miri- riesca ad abbracciare con un unico colpo
Inquadrare, con la EOS-1V no è ottima e luminosa. Ma c'è di più: l'o- d'occhio tutto il mirino, soprattutto se il
L'impostazione scelta per il mirino della culare è progettato in modo da assicurare mirino stesso presenta un buon coefficiente
EOS-1V è decisamente professionale: ga- una proiezione dell'immagine notevolmente d'ingrandimento (che per la "Victory" è pa-
rantisce la visione al 100% con un ottimo arretrata, pari a ben 20mm. Questa cosid- ri a 0.72x: un valore non elevatissimo ma
mirino reflex. È un requisito irrinunciabi- detta "estrazione pupillare" è un punto cri- neppure scarso; certamente è collaudato:
le: i fotografi più esigenti, e molti profes- tico nelle reflex ed è legata a molti para- è lo stesso di una Leica M6 tradizionale…).
sionisti in particolare, non transigono sul- metri: ad esempio alle dimensioni dello L'oculare è a diottrie regolabili.
Il pulsante di scatto ed i
selettori per i comandi
di più frequente uso, so-
no riportati anche sul-
l'impugnatura ausiliaria
"booster", per un facile
impiego della macchina
in riprese con inquadra-
tura verticale.

Sul dorso, la rotella di


selezione posteriore,
come sulle EOS-1N.

I comandi di uso poco fre-


quente sono sotto la consue-
ta antina protettiva, sul lato A sinistra, sulla calotta, i comandi classici
destro della macchina. di selezione modalità di funzionamento, au-
tofocus, trascinamento.

I vetri di messa a fuoco sono intercambia- blemi d'usura e l'otturatore diviene molto le (8 x 15mm) nel mirino. Dei sensori, set-
bili (9 tipi): una scelta ampia e tale da sod- più longevo. Ed è anche molto più stabile te sono del tipo "a croce", quindi in grado
disfare ogni esigenza specialistica. Bene, nel tempo quando si guarda alla precisio- di distinguere bene dettagli fini con trac-
dunque, anche se… crediamo che in futu- ne dei tempi forniti. Il dato dichiarato dal- ce sia in verticale sia in orizzontale. Uno,
ro molti invidieranno la comodità scaturi- la casa è eclatante: questo otturatore è ga- quello al centro, è di altissima sensibilità
ta dall'ultima idea della Nikon F-80, reflex rantito per 150.000 scatti (quello, già da ed infrange, come sulla EOS-3, la barrie-
che prevede una quadrettatura nel mirino record, della EOS-3 era accreditato di ra della capacità di leggere al di sopra di
attivabile solo quando serve, semplice- 100.000 scatti). un diaframma massimo f/5,6. Infatti arri-
mente dando corrente ad una griglia a cri- Le lamelle delle tendine sono in durallu- va ad f/8. Il che vuole dire, scendendo nel
stalli liquidi sovrapposta al vetro di mes- minio e fibra di carbonio, molto leggere concreto, che è mantenuto il funzionamento
sa a fuoco. per consentire l'elevatissima velocità mas- dell'autofocus anche se si usa un superte-
La vocazione professionale della macchi- sima di 1/8000 di secondo. le f/4 da 300mm in combinazione con un
na è senza discussioni. E poiché sembra L'elevata velocità di traslazione delle ten- duplicatore di focale, ottenendo per l'ap-
che i professionisti non siano mai stati par- dine, con minima inerzia, è naturalmente punto un 600mm f/8. Non è un traguardo
ticolarmente favorevoli alla "selezione au- alla base del tempo di sincro-X di 1/250s, da poco: significa poter disporre di un
tofocus" per mezzo dell'occhio, ecco che un valore "professionale" utile per le ri- 600mm abbastanza maneggevole e stabi-
Canon ha deciso, qui, di abolire il sistema prese in esterni con lampo di rischiara- lizzato: gli appassionati di fotografia na-
di controllo dell'autofocus con puntamen- mento, quello che viene sparato sulle om- turalistica e foto di sport ne terranno con-
to tramite lo sguardo: c'è sulla EOS 3, c'è bre (fill-in). La scelta era stata già speri- to, con entusiasmo.
sulla EOS 5 e sulla EOS-50E. Qui, no. mentata sulla EOS-3, caratterizzata da un Al momento del rilevamento AF i sensori
sincro-X di 1/200s e qui è stata perfezio- coinvolti nella misurazione si illuminano
Otturatore nata. con profilo rosso, ben visibile. Il sensore
L'otturatore, da sempre il cuore meccani- Naturalmente esiste anche la possibilità di CMOS del sistema autofocus ha 10.724
co di ogni fotocamera, è derivato da quel- una sincronizzazione totale (FP) con tem- pixel effettivi ed è assistito da un micro-
lo della EOS-3. Ciò significa che è stata pi anche più rapidi. Non dipende però prin- processore RISC a 32 bit ad alta velocità
valutata davvero positivamente la solu- cipalmente dall'otturatore quanto dall'im- di elaborazione (la più elevata tra le EOS,
zione costruttiva più recentemente speri- piego di un flash adatto, come il Canon una rapidità tripla rispetto alla EOS-1N).
mentata in casa Canon. Ovvero: invece di 550 EX, che è in grado di erogare un lam- Le opzioni di funzionamento dell'autofo-
elettromagneti che "sganciano" la corsa po "lungo". cus, uno dei punti di forza tradizionali di
delle tendine, per la EOS-3 e la EOS-1V Canon, sono numerose e non c'è dubbio
è stato studiato un meccanismo con cam- Autofocus che l'apparecchio potrà essere impostato
me trascinate da micromotori elettrici. L'a- La "Victory" eredita dalla EOS-3 il mo- secondo le predisposizioni che meglio si
zionamento "rotativo" risente meno di pro- dulo a 45 sensori disposti in un ampio ova- adatteranno alle necessità di ogni fotografo.
PROVE DI LABORATORIO
LABORATORIO
© CHASSEUR D’IMAGES
CANON EOS 1V Test pubblicato su C.I. 223 - Francia

Otturatore PRECISIONE DEI TEMPI D’OTTURAZIONE (media su 10 scatti) COSTANZA DEI TEMPI D’OTTURAZIONE (a 1/1000s su dieci scatti successivi)
Fatta salva una tipica leggera so- +1 +1
vraesposizione, moderata, in situa-
zione di alte luci, ecco che l'otturato-
+0,5 +0,5
re della EOS-1 è di una regolarità da
metronomo. Il sincro-X è perfetta- 0 0
mente rispettato, con una misurazio-
ne che ha fatto registrare 1/254s. -0,5 -0,5

-1 -1
8 2 1/2 1/8 1/30 1/125 1/250 1/1000 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
4 1 1/4 1/15 1/60 Sincro 1/500 1/2000
★★★★★ Attenzione: -1 significa un tempo 2 volte troppo rapido, +1 un tempo 2 volte troppo lento Attenzione: -1 significa un tempo 2 volte troppo rapido, +1 un tempo 2 volte troppo lento

Esposizione PRECISIONE D’ESPOSIZIONE COSTANZA D’ESPOSIZIONE


La EOS-1 V è tipicamente una mac- Modo A: rosso; modo S: verde; modo P: arancio Modo P o A - 10 scatti di seguito, a EV10
china "pro", tarata per diapositive sa- +1 +1
ture. Ciò è confermato dalla sua ta-
ratura di fabbrica, impostata su -0.2 +0,5 +0,5
EV. Si noti la stabilità d'esposizione
quasi esemplare, con scarti quantifi- 0 0
cabili con differenze dimensionali del-
lo spessore di un ago. -0,5 -0,5

-1 -1
4 EV 5 EV 6 EV 7 EV 8 EV 9 EV 10 EV 11 EV 12 EV 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
★★★★ + corrisponde ad una sovraesposizione; - corrisponde ad una sottoesposizione + corrisponde ad una sovraesposizione; - corrisponde ad una sottoesposizione

Manuale PRECISIONE DI INDICAZIONE SUL DISPLAY


Il visualizzatore lineare, nel mirino, in manuale
consente una precisione di 1/3 di dia- +1
framma e un agevole impiego in ma- +2/3
nuale della EOS-1V. Lo scarto tra il
valore misurato al tester e quello no- +1/3
minale della macchina è inferiore ad 0
1/3 di EV. -1/3
-2/3
-1
★★★★★ 4 EV 5 EV 6 EV 7 EV 8 EV 9 EV 10 EV 11 EV 12 EV

È possibile scegliere, manualmente, uno stare l'autofocus in modo che siano attive munque. Specie se si aspira a realizzare
dei 45 sensori AF. Se invece si lascia in- tre linee di sensori, orizzontali, distanzia- stampe di forti ingrandimenti dalle proprie
serito l'automatismo AF la macchina fa da te: una per il cielo, una per il soggetto a foto di reportage "rapido". Una curiosità:
sola, attivando spesso un "gruppo" di sen- metà mirino, una per la parte bassa del- la selezione su tre linee si auto-commuta
sori sul soggetto. Si possono anche limita- l'inquadratura: è una scelta interessante so- (rimanendo sempre a linee orizzontali), se
re a "soli" 11 sensori i punti selezionabili prattutto per chi intende lavorare preva- si passa ad una inquadratura verticale (la
manualmente. Oppure anche soltanto a 9. lentemente con obiettivi grandangolari che macchina incorpora un sensore di posi-
È anche possibile personalizzare la fun- per il loro effetto di rimpicciolimento zione).
zione di individuazione del punto di mes- "espandono" l'inquadratura. E non dite che L'autofocus è operante anche quando si
sa a fuoco scelto, in modo che abbracci con il grandangolare mettere a fuoco non scatta a raffica ed è stupefacente per la sua
non un solo sensore ma un "cerchietto" di serve perché tanto c'è un'ampia profondità elevata velocità di inseguimento: si pos-
più sensori attorno ad esso (ci sono due di campo: è vero che la nitidezza in profon- sono raggiungere i 9 fot/s con il modo AI-
diametri selezionabili). Come dire: si trat- dità è molto estesa ma una messa a fuoco Servo. La velocità massima di 10 fot/s chie-
ta di scegliere la "rosa" dei pallini, prima di precisione, che con i grandangoli ad oc- de invece che l'autofocus sia disinserito
di iniziare la caccia fotografica. chio è davvero difficile anche per i foto- (ma chi la userà, visto il vantaggio di un
Non basta: è possibile scegliere di impo- grafi smaliziati, è preziosa sempre e co- solo fotogramma al secondo…?).
Nel booster prendono posto otto pile a stilo.

Il booster, staccato.

Il dorso aperto. Il trascinamento è a controllo


optoelettronico, non con ingranaggi.

Sullo spigolo sinistro del corpo, oltre alla presa per telecomando ed al cursore per aprire il dorso, esi-
ste una presa elettrica speciale per un cavo che termina con connessione USB, adatta al collegamento
con i computer. È possibile scaricare dati di ripresa relativi alle immagini scattate ed eventualmente ri-
programmare alcune funzioni della macchina.

La risposta del sistema autofocus, secon-


Con la EOS-1V viene fornito un CD-Rom con il software Canon ES-E1 necessa- do Canon, è rapida al punto che può con-
rio per fare dialogare la reflex con il computer. La macchina dispone di una me- sentire, con un teleobiettivo da 300mm
moria interna che registra i parametri di scatto (fino a 27 voci), ad ogni ripresa. f/2.8 ultima generazione, di poter seguire
Un numero di due cifre selezionato dall'utente e un ID di tre cifre ad incremento un soggetto che si muove a 50 Km/h te-
automatico vengono stampati sulla coda della pellicola. Ciò consente di abbina- nendolo a fuoco fino a quando sia ad una
re ogni pellicola, con facilità, ai relativi parametri di scatto registrati. distanza minima di 8 metri dal fotografo.
La capacità di memorizzazione è elevata ed è in funzione del numero di voci da Noi, da tecnici, siamo rimasti ammirati an-
registrare. In media, si possono registrare parametri relativi a 100 rullini da 36 po- che per un altro aspetto: per la stupefacente
capacità della meccanica del sistema di ri-
se. Modificando la quantità di dati i rullini possono divenire 50 o 200. Quando la
baltamento specchio combinato con la chiu-
memoria è satura, i primi dati iniziano ad essere cancellati per fare posto ai suc-
sura/apertura diaframma. Infatti, costrui-
cessivi. Trasferiti su computer, possono essere modificati ed eventualmente abbi- re un dispositivo meccanico che manten-
nati alle "miniature" delle immagini che, in un secondo tempo, il fotografo potrà ga la possibilità di osservare ancora il sog-
avere acquisito da negativo o diapositiva mediante scansione. getto nel mirino quando si lavora a 10 fot/s,
Il software di controllo è studiato anche e soprattutto per impostare funzioni di pur tenendo conto dei tempi morti del sol-
personalizzazione della macchina: si può scegliere tra 20 funzioni di personaliz- levamento e della presenza del contro spec-
zazione (è stata mantenuta la numerazione delle funzioni della EOS-1N, nella chio ribaltabile dietro all'area semitraspa-
maggior parte dei casi, per agevolare chi si fosse già familiarizzato con tali rego- rente dello specchio principale, non è dav-
lazioni). vero impresa facile. Il risultato Canon la-
scia ammirati.
Considerata l'ampia quantità di elettroni-
ca incorporata nella macchina, viste le pre-
stazioni di trascinamento pellicola di tutto
rilievo, non va poi certamente ritenuta di
secondo piano l'importanza dell'alimenta-
zione elettrica: è vero che si può fare fun-
zionare l'apparecchio con una pila al litio
2CR5 e in questo caso raggiungere la mas-
sima velocità di raffica di 3.5 fot/s; ma per
ottenere il massimo è indispensabile ap-
plicare il booster PB-E2 con batterie rica-
ricabili Ni-Mh NP-E2, combinazione ec-
cellente anche in termini di ergonomia nel-
l'impugnare l'apparecchio (anche nelle ri-
prese verticali). In ogni caso, Canon ha te-
nuto in particolare conto il problema del
risparmio energetico e per tenere aperta la
seconda tendina dell'otturatore non occor-
re che il relativo sistema di controllo ven-
ga alimentato. Ne deriva che secondo le
specifiche Canon, operando a temperatu-
ra ambiente, con una batteria al litio tipo
2CR5 e dunque senza bisogno di ricorre-
re al booster, l'autonomia dichiarata è di
1000 ore di funzionamento.

Esposimetro
Sulle reflex moderne, potere misurare la
luce con precisione e con elevata affidabi-
lità (ripetitività dei risultati e percentuale
elevata di fotogrammi bene esposti), è fon-
damentale. La EOS-1V è dotata di un si-
stema esposimetrico analogo a quello del-
la EOS-3: il rilevamento multizonale è con-
dotto su 21 zone, naturalmente con l'ap-
poggio di quella "logica" elettronica che in
casa Canon è chiamata AIM e che consi-
ste nell'avere disposto un collegamento tra
autofocus ed esposimetro in modo che la
misurazione della luce venga eseguita con
prevalenza sul punto in cui l'autofocus si
è "agganciato" al soggetto.
Oltre alla misurazione multizona è possi-
bile impostare, selezionando le cellule at-
tive, una misurazione spot (2.4 % dell'area
dell'immagine) o a spot allargato (8.5 %
dell'area dell'immagine). È possibile anche
agganciare la lettura spot (2.4 %) alla se-
lezione del punto di messa a fuoco.
Infine, è possibile effettuare anche una se-
rie di 8 rilevamenti esposimetrici, la co-
siddetta lettura multispot, lasciando poi al-
la fotocamera il compito di cercare una
adatta media tra essi (il dato viene indica-
to nel mirino).
Esiste una funzione di bracketing automa-
tico regolabile, per esposizioni fino a +/-3
stop, a passi di 1/3 oppure 1/2 stop. Con tratto colorato sono indicati i punti di tropicalizzazione della Canon EOS-1V, ov-
vero le guarnizioni e le membrane protettive poste a sigillare carrozzeria (baionetta in-
Flash nesto ottiche compresa) e comandi, per garantire la tenuta ad acqua e polvere.
La misurazione flash è ovviamente del ti-
SCHEDA TECNICA I PREZZI

Corpo fotocamera: formato 35mm, au- (non possibili variazioni coppie equivalen-
Canon EOS-1V
tofocus, reflex monobiettivo con otturatore ti); program TTL-flash ed A-TTL program
a tendina sul piano focale e motore elettri- flash; lettura TTL-flash in genere; regola- solo corpo L. 4.200.000
co incorporato. zione manuale; posa B. Canon EOS-1V, corpo
Fotogramma: 24x36mm Sensibilità esposimetro: da EV 0 ad EV 20 con booster PB-E2 L. 4.800.000
Innesto ottiche: Canon EF per tutti i modi di misurazione (rilevamen-
Mirino: pentaprisma non intercambiabile to a 20 °C con ottica standard f/1.4 lens, e
Copertura mirino: 100%; proiezione ar- pellicola 100 ISO)
retrata a 20mm. Sensibilità pellicola impostabili: manual-
Ingrandimento : 0.72x (inclusa correzio- mente, da ISO 6 a 6400; impostazione au- PRO E CONTRO
ne di -1 diottria con ottica normale focheg- tomatica sensibilità con codice DX, per ISO
Pro:
giata su infinito) 25-5000.
Vetri di messa a fuoco: intercambiabili (in Sistemi di compensazione esposizione: ▲ Mirino luminoso e con copertura al 100%
resina lavorata al laser); disponibili 9 tipi. bracketing automatico (AEB) : fino a +/-3 ▲ Robustezza del corpo, in leghe
Specchio reflex: a ritorno istantaneo; se- stop a passi di 1/3 stop. Compensazione ma- metalliche, tropicalizzato
mitrasparente (trasmissione 37% verso il nuale: fino a +/-3 stop a passi di 1/3 stop, re- ▲ Raffinata meccanica del ribaltamento
mirino, 63% verso le cellule di misura; non golabile con rotella Quick Control Dial AEB specchio
presenta vignettature anche con tele da 1200 e manualmente; le diverse possibilità di com- ▲ Affidabilità dell'otturatore
mm f/5. pensazione possono essere attivate anche Contro:
Chiusura mirino: antina di chiusura ocu- insieme.
▼ Peso sensibile, come è norma in questa
lare incorporata Memorizzazione esposizione: Auto AL
categoria di apparecchi
Informazioni nel mirino: tracciato ellitti- Lock che opera in modalità One-Shot con
co di area di lettura AF, indicazione dei pun- sistema di rilevamento valutativo; coman- ▼ Selezione dei sensori AF non con
ti di misurazione AF, indicazione cerchio do manuale di AL Lock: pulsante operante joystick
centrale di lettura spot; alla base del mirino: con tutte le modalità di misurazione espo-
indicazione esposizione manuale; blocco sizione.
AF; spia di flash carico; avviso di memo- Esposizioni multiple: possibili, fino a 9 po- po TTL-flash. Il sensore per il dosaggio
rizzazione esposizione; avviso di sincro fla- se su ogni fotogramma (comando cancella- automatico (sistema A-TTL ed E-TTL) è
sh high speed (PP flash); tempo d'ottura- bile in qualsiasi momento; auto azzeramento a quattro zone. Ma la macchina, se viene
zione; avviso blocco esposizione inserito dopo l'ultimo scatto impostato. equipaggiata di un flash all'altezza della
(FE-L); posa lunga; modo di selezione mes- Autofocus: con lettura TTL (sistema TTL- sua classe, e cioè ad esempio un lampeg-
sa a fuoco; indicazione modalità prof. di ARLA-SIR) basato su sensore C-MOS. giatore di quelli della serie EX, ed in par-
campo (AL (dep 1, 2)), diaframma, com- Punti di lettura: 45 ticolare l'EX550, consente anche la me-
pensazione intenzionale flash; compensa- Sensibilità di lettura AF : EV 0-18 (a 100 morizzazione del lampo flash operando
zione esposizione; spia di messa a fuoco rag- ISO) contemporaneamente una lettura della lu-
giunta. Sulla destra del vetro di messa a fuo- Modalità di messa a fuoco : One-Shot AF: ce ambiente, con sensore da 21 zone. In
co: scala livelli d'esposizione con riferimento l'autofocus si blocca quando la messa a fuo- più, come sulla EOS-3, è possibile il con-
mobile, indicatore livello esposizione flash, co è stata raggiunta, ponendosi in modalità trollo a distanza, senza fili, di diversi fla-
contafotogrammi, contafotogrammi sottrat- AF-lock; AI- Servo AL : tracciamento au- sh pilotati da un flash "master", sempre
tivo. tomatico del soggetto, che viene inseguito con lettura TTL-flash (con un massimo di
Controllo profondità di campo: pulsan- con continuità; Avviso di messa a fuoco non tre "gruppi" di flash). In una parola: l'e-
te raggiunta (spia lampeggiante ad 8 Hz solo sperienza positiva fatta sulla EOS-3 è sta-
Esposizione: lettura TTL a tutta apertura, se l'AF non riesce a fissarsi sul soggetto). ta trasferita con successo anche qui.
rilevamento multizonale a 21 cellule. Messa a fuoco manuale: possibile, con
Metodi di misurazione: valutativo (collega- ghiera di messa a fuoco sulle ottiche. L'AF Dialogare con il computer
bile ad ogni punto di focheggiatura); spot è disabilitato quando si imposta un coman- Una novità è la possibilità di dialogare con
largo (circa 8.5% della superficie del miri- do su ME (or M). La messa a fuoco ma- un computer: la EOS-1V è in grado di dia-
no, con lettura centrale); spot (circa 2.4% nuale, a comando elettrico, è disabilitata du- logare con un "personal" permettendo il
del mirino, centrale); spot collegato al pun- rante riprese continue con PB-F2 e NP-F2. controllo di una trentina di funzione ausi-
to di messa a fuoco del sistema AF (area del Spia di messa a fuoco raggiunta: accen- liarie (personalizzazioni e registrazioni da-
2.4% intorno al punto prescelto); multispot: sione momentanea di un indicatore di mes- ti). Si noti che comunque una ventina di
possibilità di effettuare fino ad 8 misurazioni sa a fuoco raggiunta (può essere disabilita- personalizzazioni sono residenti nella fo-
spot, con media automatica. Media com- to intervenendo con comando Custom Func- tocamera e non occorre il computer per at-
pensata al centro. tion) sul vetro di messa fuoco; spia di mes- tivarle. Tra le funzioni più interessanti, per
Modalità di esposizione: Program (con pos- sa a fuoco sul display interno; segnalino acu- un uso tecnico-scientifico, c'è certamente
sibilità di shift, variazione coppie equiva- stico (può essere disabilitato). quella del possibile trasferimento di dati
lenti); automatismo a priorità di tempo; au- Pesi: macchina completa di booster, 1570g di ripresa direttamente al computer, per
tomatismo a priorità di diaframma; pro- con batterie. Senza booster e senza batterie: schedare ogni ripresa.
gramma a controllo di profondità di campo 975g
Maurizio Capobussi
TEST

CANON EOS-1V

Una macchina
di livello
altamente
professionale,
profondamente
rinnovata anche
se il nome è
rimasto quasi
invariato.

Le fotocamere Canon EOS sono tra gli stru- L'affidabilità zazione di superfici curve come le calotte
menti preferiti dai professionisti di tutto il La Eos-1V si presenta come il corpo Eos delle fotocamere; il problema è stato effi-
mondo. La nuova Eos-1V è la naturale evo- più affidabile mai realizzato. Uno sforzo cacemente risolto da Canon con l'applica-
luzione della storica F-1 e delle successi- particolare è stato profuso nel costruire un zione di una nuova tecnica di stampaggio
ve Eos-1 ed Eos-1n, con l’inserimento del- rivestimento esterno il più possibile resi- a iniezione.
le più recenti innovazioni tecnologiche. Al- stente all'acqua ed alla polvere. Il risultato Alluminio pressofuso, rigido e resistente,
cuni elementi di novità, come il sistema di di questa grande attenzione al dettaglio è è stato utilizzato per l'attacco dell'obietti-
messa a fuoco AF su 45 punti e l’otturato- una fotocamera affidabile, sempre e in qua- vo sul pannello anteriore e per il gruppo
re a basso consumo d’energia, sono deri- lunque situazione. anteriore dello specchio, punti fondamen-
vati dalla Eos 3, che si conferma quindi una La copertura superiore in lega di magnesio tali di ogni fotocamera reflex. La lega di
macchina di notevole attualità. è rifinita con un rivestimento nero a quat- magnesio è stata utilizzata per le copertu-
Canon dichiara che la Eos-1V è nata come tro strati, che si armonizza perfettamente re superiore e anteriore e per le parti ester-
"automatismo subordinato alla volontà del con il rivestimento in gomma dell'impu- ne del motore booster ausiliario PB-E2. I
fotografo" e con una "polifunzionalità ac- gnatura. La lega di magnesio utilizzata è delicati meccanismi interni sono racchiusi
compagnata da un utilizzo semplificato"; leggera, ma estremamente robusta. Questo da coperture rigide per aumentare la soli-
l’abbiamo sottoposta ad un uso intenso per materiale è particolarmente difficile da la- dità interna e la precisione di funziona-
verificarne le prestazioni. vorare e normalmente viene considerato mento.
inadatto per certi impieghi, come la realiz- Le fotocamere professionali devono esse-
EOS-1n EOS-1V
A CONFRONTO

Le dimensioni sono molto simili al modello prece-


dente, risulta solamente un po’ più alta. Non irrile-
vante il peso del solo corpo con il nuovo booster
PB-E2 e batterie: ben 1490g.

A destra: sulla nuovo Eos-1V è pre-


sente, su un lato, il connettore USB per
il trasferimento dei dati ad un elabo-
ratore (PC o Mac).

A sinistra: la differenza tra il vecchio


e il nuovo modello sono per lo più ce-
late all’interno del corpo macchina. In
questo modo il fotografo professioni-
sta può passare indifferentemente da
un corpo all’altro senza problemi pra-
tici d’uso.

re insensibili ai bruschi cambiamenti di L’otturatore infranto dalla Eos-1V è la velocità massi-


temperatura e devono, inoltre, essere im- L’otturatore è il cuore della fotocamera, se ma di scatto in sequenza. Nikon, con la sua
permeabili all'acqua, alla polvere e alla sab- smette di funzionare la fotocamera muore. ammiraglia F5, ha mantenuto per anni la
bia, ovvero devono poter funzionare in qual- Per evitare questo Canon ha sfruttato tutte supremazia con gli oltre 8 fot/s ma ora, gra-
siasi condizione ambientale. La Eos-1V è le conoscenze maturate sulla Eos 3, che è zie al motore booster ausiliario, la Eos-1V
stata realizzata sulla base delle osservazioni stata dotata di un otturatore innovativo e può raggiungere i 10 fot/s in modalità AF
di fotografi professionisti che operano in particolare; l'otturatore montato sulla Eos- One-Shot e di 9 fot/s in modalità AF AI
ambienti particolarmente difficili. Rispet- 1V ne è la naturale evoluzione in senso pro- Servo.
to al modello precedente è stata aumenta- fessionale: le tendine anteriore e posterio- Il motore booster PB-E2 consente di scat-
ta la resistenza all'acqua e alla polvere. Le re sono controllate da un magnete rotante tare foto con la stessa facilità sia in posi-
72 giunture e parti mobili del corpo prin- senza punti di contatto, non soggetto per- zione verticale che orizzontale, grazie alla
cipale, quali il pulsante di scatto, i pulsan- tanto ai consueti problemi di bloccaggio presenza di una seconda serie di pulsanti e
ti di selezione, le ghiere principale e di co- dovuti all'accumulo di polvere. ghiere di comando. Il PB-E2 può essere ali-
mando rapido, e i bordi della copertura po- Le lamelle dell'otturatore sono realizzate mentato sia con batterie di tipo AA sia con
steriore sono stati sigillati con gomma al in fibra di carbonio e super-duralluminio, il gruppo batterie ricaricabili Ni-MH NP-
silicone. Allo stesso modo, l'interno dei pul- per garantire la massima affidabilità in qual- E2, in grado di garantire un'autonomia mag-
santi funzione, situati nella parte superio- siasi condizione di scatto e di uso intenso. giore e prestazioni eccellenti anche in con-
re sinistra del corpo macchina, è protetto Canon garantisce tutti gli otturatori delle dizioni di bassa temperatura.
dalla polvere e dall'acqua da un rivesti- Eos-1V per almeno 150.000 scatti. Le ca- Attraverso un personal computer, il softwa-
mento in gomma al silicone. Per protegge- ratteristiche di velocità dell’otturatore so- re di collegamento opzionale Eos ES-E1
re il vano batterie, inoltre, all'interno del- no nella media per la classe della fotoca- consente la personalizzazione della foto-
l'impugnatura sono state utilizzate delle mera:1/8.000s e sincro-x di 1/250s. camera, mediante la gestione dei parame-
guarnizioni. Ideale complemento del cor- Come sulla Eos 3 anche sulla Eos-1V l’ot- tri di scatto. Per far ciò, basta collegare la
po macchina sono i nuovi teleobiettivi sta- turatore, mentre è in posizione B, non ne- Eos-1V attraverso l'apposito cavo di colle-
bilizzati, anch’essi tropicalizzati ed in gra- cessita di alimentazione e si differenzia dal- gamento a un PC su cui sia stato installato
do di operare senza problemi in climi av- la totalità delle fotocamere dotate di ottu- il software Eos ES-E1. Una volta effettua-
versi. In termini di design, abbiamo ap- ratore elettronico; ciò permette lunghi tem- to il collegamento, si potranno effettuare
prezzato che l’impostazione dei comandi pi d’esposizione in posa B senza pericolo numerose operazioni di personalizzazione;
sia la stessa delle precedenti, e ottime, Eos- di rimanere a piedi, anche in condizioni di alcune funzioni verranno potenziate e sul
1 ed Eos-1n; pertanto risulta subito fami- temperature molto basse, situazioni in cui monitor del PC potranno essere visualiz-
liare agli utilizzatori del precedente mo- normalmente le fotocamere elettroniche ri- zati i parametri di scatto corredati da ap-
dello. sentono maggiormente del calo d’energia. positi messaggi. Lo scopo principale del
Un altro limite del precedente modello ora software ES-E1 è quello di consentire la
configurazione della Eos-1V in base alle dente modello. I 45 punti di messa a fuoco
proprie preferenze, alle condizioni di scat- sono racchiusi all'interno di un'area di 8 x
to e al tipo di foto da realizzare. Il softwa- 15 mm, come sulla Eos 3, e possono esse-
re consente inoltre la gestione dei dati re- re selezionati manualmente o automatica-
lativi alle impostazioni utilizzate per gli mente a seconda della situazione.
scatti effettuati. La Eos-1V si avvale di un sensore CMOS
La memoria incorporata è in grado di regi- per l'autofocus dotato di 10.724 pixel. Un
strare i parametri di scatto (fino a 27 voci) microcomputer RISC a 32 bit, caratteriz-
che vengono richiamati automaticamente zato dalla più alta velocità di elaborazione
dalla Eos-1V ogni volta che viene premu- tra le fotocamere Eos (tre volte più veloce
to il pulsante di scatto. Contemporanea- della Eos-1n), funge da nucleo del senso-
mente, un numero di due cifre selezionato re. Un sofisticato algoritmo elabora i dati
dall'utente e un ID di tre cifre a incremen- inviati dal sensore AF. In questo modo, si
to automatico vengono stampati automati- possono ottenere prestazioni AF caratte- Grazie ad una particolare tecnica di stam-
camente sulla coda della pellicola, il che si- rizzate da grande velocità e precisione, no- paggio, Canon è riuscita ad utilizzale il ma-
gnifica che ogni pellicola può essere abbi- nostante l'aumento di dati attribuibile alla gnesio anche per la calotta superiore.
nata senza problemi ai relativi parametri di presenza dei 45 punti di messa a fuoco. La
scatto. La capacità di registrazione della velocità AF aumenta ulteriormente quando
memoria incorporata varia a seconda del il numero dei punti di messa a fuoco sele-
numero di voci da registrare. In generale, zionati viene ridotto. Dei 45 punti di mes-
utilizzando le impostazioni standard, si pos- sa a fuoco, i sette sensori centrali dell’area
sono memorizzare i parametri di scatto di AF sono del tipo "a croce", quindi in gra-
100 rullini da 36 pose, ma il numero di rul- do di distinguere bene dettagli fini con trac-
lini può variare tra 50 e 200 a seconda del- ce sia in verticale sia in orizzontale. Quel-
la quantità di dati richiesti. Una volta satu- lo al centro poi è di altissima sensibilità e
ratasi la memoria, i primi dati registrati ven- riesce a leggere al di sopra del diaframma
gono cancellati per fare spazio alle nuove massimo f/5,6, arrivando a f/8.
informazioni. Se trasferiti a un PC mediante
il software di collegamento Eos ES-E1, tut- L’esposizione
ti i parametri di scatto possono essere con- Il sistema Canon AIM (controllo avanzato
sultati o modificati a piacere. Allegando poi integrato su più punti) integra la messa a
ai parametri di scatto le miniature delle di- fuoco automatica con tutte e sei le moda- L’oculare della fotocamera è particolar-
verse immagini acquisite mediante uno lità di lettura disponibili nella Eos-1V. Que- mente confortevole anche per chi indossa
scanner, la gestione e la ricerca dei dati po- sto significa che quando mettiamo a fuoco un paio di occhiali, grazie all’abbondante
trà essere effettuata in modo più rapido ed un soggetto nell’area ad ellisse centrale del
gomma di protezione e all’estrazione pu-
efficiente. mirino, dove sono disposti i 45 punti di mes-
pillare del gruppo ottico particolarmente
sa a fuoco, la macchina gestirà il calcolo
Un nuovo sistema autofocus dell’esposizione tenendo conto di dove si elevata.
Totalmente nuovo il sensore AF, che ora si trova presumibilmente il soggetto fotogra-
basa su ben 45 punti contro i 5 del prece- fato.

Come sul precedente modello Eos-


PERSONALIZZAZIONI 1n anche sulla V le funzioni di per-
sonalizzazione si effettuano tra-
Come in tutte le reflex recenti di fascia medio alta, anche sulla Eos 1V sono mite un pulsantino presente sotto
presenti delle funzioni di personalizzazione della fotocamera. Lo scopo di que- lo sportello dell’impugnatura del-
ste funzioni è quello di adattare la macchina ai gusti ed alle esigenze del fo- la fotocamera.
tografo. La Eos-1V dispone di 20 funzioni di personalizzazione. La maggior
parte delle opzioni di impostazione è contraddistinta dalla stessa numerazio-
ne della Eos-1n, per facilitare il fotografo professionista già abituato da anni
a certe caratteristiche del proprio strumento di lavoro. Le impostazioni pos-
sono essere effettuate sia attraverso la fotocamera che attraverso il software
di collegamento opzionale Eos ES-E1.

Le funzioni di personalizzazione comprendono:


● Calibrazione dell'esposimetro in base alle caratteristiche dello schermo di
messa a fuoco che si intende utilizzare. Fare attenzione ad impostare corret- ● Blocco dello specchio
tamente questa opzione. ● Punto di messa a fuoco e collegamento alla lettura spot
● Modalità di riavvolgimento automatico della pellicola
● Riduzione automatica dell'emissione del flash di riempimento
● Posizione della linguetta della pellicola
● Sincronizzazione delle tendine dell'otturatore
● Metodo di impostazione della sensibilità ISO (velocità) delle pellicole DX
● Rettifica di sicurezza con le modalità AE a priorità dei tempi Tv ed AE a
● Selezione dell'attivazione dell'autofocus mediante il pulsante di blocco AE
priorità dei diaframmi Av
● Impostazione manuale di Tv/Av
● Gamma di selezione del punto di messa a fuoco manuale
● Modifica del tempo di scatto e dell'incremento del valore f
● Selezione del punto di messa a fuoco preregistrato
● Messa a fuoco manuale elettronica con obiettivi USM
● Modifica della funzione del pulsante di arresto AF sugli obiettivi selezio-
● Contatore fotogrammi
nati*
● Sequenza AEB e disattivazione automatica
*Attiva solo con i super-teleobiettivi EF 300mm f/2,8L IS USM, EF 400mm
● Modalità di lampeggio e sovrapposizione del punto di messa a fuoco
f/2,8L IS USM, EF 500mm f/4L IS USM, EF 600mm f/4L IS USM.
● Metodo di selezione del punto di messa a fuoco
Canon EOS-1V
L. 4.200.000 solo corpo
L. 4.800.000 con motore
booster PB-E2
Distribuzione: Canon Italia,
Palazzo L Strada 6, 20089
Rozzano (MI).
Tel. 02 82481 www.canon.it

I contatti tra dorso e fotocamera sono dora-


ti peer evitare ossidazioni e possibili falsi
contatti dopo usi intensi ed in climi umidi.
Sopra : Il nuovo booster PB-E2 ha permesso a
Canon di realizzare una fotocamera con una ca-
denza di ripresa quasi da cinepresa: ben 10fot/s.

A sinistra: coperta da un
piccolo tappo in gomma
ancorato al corpo mac- Intorno al pulsante secon-
china, la presa USB con- dario sul Booster della fo-
sente di trasferire i dati tocamera sono presenti al-
La disposizione dei comandi non ha di ripresa ad un Compu- cuni pulsanti e rotelle per
praticamente subito variazioni. La dif- ter. I dati di scatto pos- il pieno e facile controllo
ferenza più evidente tra il vecchio e il sono poi venir abbinati della fotocamera anche
nuovo modello è la grossa V argentata alle foto acquisite trami- nelle riprese verticali.
sotto il logo Eos-1. te scanner per una cata-
logazione accurata.

L’esposimetro si avvale di un sensore di scontrabili sulla Eos 3; di particolare inte- consente al fotografo di effettuare le rego-
lettura valutativa a 21 zone. I dati misura- resse sono l’automatismo a priorità di lazioni del caso. La correzione diottrica può
ti dal sensore vengono confrontati, elabo- profondità di campo, l’auto bracketing e la essere effettuata nella gamma di ±2 diot-
rati e gestiti attraverso un nuovo algoritmo posa B con visualizzazione del tempo sul trie partendo dal valore di default di -1 diot-
che garantisce risultati ancora migliori. display della fotocamera. tria. Quando si scattano foto senza utiliz-
Naturalmente, per i fotografi più esperti o zare il mirino, o quando si utilizza l'auto-
per quelle situazioni che lo richiedano, è Particolari del mirino scatto, è possibile chiudere l'antina dell'o-
possibile utilizzare la classica lettura par- Per essere davvero funzionale, non basta culare per evitare di falsare la lettura del-
ziale: lettura spot centrale, lettura spot col- che la fotocamera abbia una disposizione l'esposimetro.
legata al punto di messa a fuoco, lettura dei comandi pratica ed intuitiva, deve an-
multi-spot e lettura media pesata al centro. che permettere una facile visione attraver- Il giudizio complessivo
Quando si utilizza un flash dedicato è in- so il mirino, poiché è qui che nasce ogni Abbiamo usato intensamente la Eos 1V, an-
vece possibile avvalersi dell’esposizione immagine. che in occasione delle fasi finali della Cop-
AE con flash automatico E-TTL, una fun- Il mirino della Eos-1V è particolarmente pa del mondo di sci a Bormio e Livigno, in
zione attivabile in unione ai flash Speedli- brillante e luminoso; sono stati impiegati situazioni certamente impegnative: la mac-
te della serie EX che, oltre a consentire il una innovativa lente condensatrice a for- china ha risposto in modo eccellente.
blocco FE e la sincronizzazione ad alta ve- ma di menisco, in grado di ridurre la cur- Gli automatismi si sono dimostrati effica-
locità (flash FP), permette il controllo au- vatura di campo, e un pentaprisma in ve- ci nel riprendere il gesto atletico, ma ab-
tomatico del flash a distanza quando si uti- tro con elevato indice di rifrazione. Il ri- biamo apprezzato anche la possibilità di in-
lizza uno Speedlite 550EX; le altre moda- sultato è un percorso ottico più breve, che tervenire agevolmente sui diversi parame-
lità di esposizione con il flash sono le clas- consente di ottenere una copertura del cam- tri.
siche, per Canon, AE con flash automati- po visivo del 100% ed un rapporto di in-
co A-TTL e AE con flash automatico TTL. grandimento del mirino dello 0,72x.
I modi di esposizione sono gli stessi ri- Non manca poi la correzione diottrica, che Valerio Pardi
PROVA DELLA VELOCITÀ AF
In questa sequenza risulta evidente l'elevata precisione del sistema autofocus ed esposimetrico della nuova Eos-1V. L’atleta si è
presentato all'improvviso da dietro una cunetta, compiendo un salto davanti all'obiettivo; l'autofocus, dopo un primo momento di
indecisione causato dal rapido cambiamento del soggetto (dalla rete sullo sfondo allo sciatore), già dal secondo fotogramma è riu-
scito ad agganciarlo e seguirlo correttamente per tutto il tempo che si è tenuto premuto il pulsante di scatto.
Ottimo il calcolo del punto futuro che ha permesso di sfruttare appieno l'elevata qualità dell'obiettivo utilizzato per la ripresa: il
Canon 300mm EF L f/2.8 stabilizzato. La Eos-1V utilizzata era dotata di booster in modalità scatto continuo veloce (CH).

EFFETTO PANNING

Anche su soggetti in moto obliquo rispetto al


fotografo, la precisione dell'autofocus è ri-
sultata esemplare. Ottimo anche l'esposime-
tro che ha compensato, da vero fotografo
esperto, l'abbondante luce riflessa dalla ne-
ve evitando di sottoesporre.

Anche se nasce come macchina ultra elettronica e automatizzata, la Eos-1V non limita
affatto le possibilità creative del fotografo; grazie ai numerosi, e facili da azionare, in-
terventi manuali possibili, anche con la fotocamera regolata in totale automatismo è
I 45 punti di messa a fuoco nel mirino sono
sempre possibile intervenire prontamente.
una delle novità rispetto al modello prece-
Per effettuare questo panning abbiamo cambiato la coppia tempo diaframma proposta dente Eos 1n. L'ampio campo di messa a fuo-
dalla fotocamera con un'altra equivalente, ma con un tempo d'otturazione molto più lun- co automatica ha consentito di tenere "ag-
go (circa 1/30s) e di conseguenza un diaframma molto chiuso. ganciato" il soggetto all'autofocus anche in
posizione fortemente decentrata.
CANON E LA MACRO
In contemporanea con il lancio della nuova ammiraglia Eos-1V,
Canon ha presentato due importanti accessori che vanno ad am-
pliare il già completo sistema per la macrofotografia. Si tratta di
un nuovo obiettivo macro da 100mm f/2.8 che si affianca al re-
cente 65mm 1x-5x e al noto 50mm f/2.8 macro, e un nuovo flash
anulare.
L'EF 100mm f/2,8 Macro USM è un teleobiettivo macro in grado
di arrivare fino al rapporto d'ingrandimento 1:1 senza bisogno di
accessori esterni. L'obiettivo incorpora un motore ultrasonico (USM)
per la messa a fuoco e risulta più veloce ed efficace del modello
precedente; il meccanismo interno di messa a fuoco, inoltre, con-
sente un utilizzo più pratico, soprattutto in unione a filtri e flash
anulari.
Il nuovo flash macro anulare MR-14EX dispone di una funzione
di controllo automatico del flash E-TTL che aumenta notevolmente
la facilità di ripresa nelle foto a distanza ravvicinata. Il controllo
dell'emissione del flash dei tubi destro e sinistro può essere fra-
zionato facilmente in 13 fasi, con rapporti compresi da 1:8 a 8:1.
Ruotando i tubi orizzontalmente o verticalmente, è possibile con-
trollare con maggior precisione gli effetti della luce.

Il flash anulare Canon MR-14EX.

Il flash viene agganciato ai nuo-


vi obiettivi macro 100mm e 65mm
con un pratico ed efficiente siste-
ma ad incastro, facilmente azio-
nabile. Rispetto alla tradizionale
filettatura, questo sistema con-
sente di risparmiare diverso tem-
po quando si sostituiscono, sul
campo, gli obiettivi da ripresa.

Sul retro dell’unità centrale del flash sono presenti i comandi


per impostare il flash.

Canon Macro EF 10mm f/2,8


USM.
ESPOSIZIONE CON BRACKETING

Ecco come si presentano le tre immagini eseguite in bracketing, con uno scostamento di +/- 2/3 di stop. La prima è quella corretta, poi la
sovraesposta e infine la sottoesposta.

Abbiamo provato il flash macro anulare


MR-14EX riscontrando una facilità d'im-
piego veramente notevole, senza andare a
scapito delle possibilità creative del foto-
grafo. Per le riprese, oltre ovviamente ad
un corpo Eos-1V e al flash in questione, ab-
biamo utilizzato i due nuovi obiettivi ma-
cro Canon: il 100mm USM f/2.8 ed il 65mm
f/2.8 1x-5x. Questi due obiettivi si com-
pletano a vicenda e risultano un'ottima ac-
coppiata per i fotografi che fanno della ma-
crofotografia la loro passione.
Il 100mm arriva al rapporto d'ingrandimento
di 1:1 senza bisogno di aggiuntivi e so-
prattutto senza un allungamento del bari-
lotto, grazie alla messa fuoco interna otte-
nuta tramite tre elementi flottanti. La qua-
lità ottica è elevata, come da standard Ca-
non, e la velocità dell'autofocus è ai mas-
simi livelli, grazie ai nuovi motori USM.
Il 65mm è un obiettivo particolarissimo,
non mette a fuoco all'infinito ma permette
di riprendere oggetti solamente a pochi cen-
timetri; più esattamente consente di foto-
grafare con rapporti d'ingrandimento com-
presi tra 1:1 e 5:1. In questo modo con so-
li due obiettivi è possibile spaziare dall'in-
finito a 5:1 senza utilizzare scomodi sof-
fietti di prolunga, tubi o lenti addizionali;
sicuri di ottenere una qualità dell'immagi-
ne elevata. Il soggetto prescelto è stato un
tulipano rosso. Abbiamo iniziato le riprese
con il 100mm con un rapporto d'ingrandi-
mento di 1:3, in modo da comprendere il
fiore nella sua interezza. Il diaframma è sta-
to impostato a f/16 per tutte le riprese men-
tre per il flash è stato selezionata la moda-
lità E-TTL.
DA 1:3 MACRO PER DENTISTI
A 3:1 10 Canon è dotata di un parco accessori
dedicato alla macrofotografia decisamen-
te ampio. La possibilità di scegliere tra più
obiettivi specializzati in questo genere fo-
tografico e la presenza di flash anulari de-
dicati permettono di eseguire con estrema
facilità ed allo stesso tempo con risultati
tecnicamente perfetti qualsiasi ripresa.
Obiettivi come il 65mm macro 1x-5x in ab-
binamento al nuovo flash anulare MR-14EX
sono particolarmente indicati per riprese
scientifiche. Molti studi dentistici hanno la
necessità di documentare il proprio lavo-
ro tramite fotografie. Una configurazione
composta da un corpo Eos1V, obiettivo ma-
cro 65mm 1x-5x e il flash anulare MR-14EX
permette di ottenere risultati di elevata qua-
lità anche senza particolari conoscenze
tecniche di macrofotografia.; la possibi-
lità di ottenere immagini con rapporti d'in-
grandimento di 1:1 consente al medico di
eseguire le misurazioni del caso diretta-
mente sulla pellicola, con calma e con me-
no difficoltà.

Per ogni ripresa è stato effettuato un bracke-


ting di +/- 2/3 di stop variando la potenza
del flash senza intervenire sul diaframma
dell'obiettivo. Con il 100mm abbiamo ese-
guito gli scatti anche al rapporto 1:2 e 1:1.
Dopodiché abbiamo montato il 65mm e,
allo stesso modo, abbiamo eseguito le ri-
prese a 1:1, 2:1 e 3:1. Non siamo andati ol-
tre poiché già al rapporto 3:1 i petali del
fiore schermavano la luce del flash anula-
re e ai rapporti superiori diventava proble-
matica la ripresa, a causa della profondità
della corolla del fiore.
L'esposizione è risultata pressoché perfet-
ta a tutti gli ingrandimenti e il bracketing
effettuato è risultato in pratica inutile, an-
che se questo ha permesso di avere alcune
informazioni precise sulla latitudine di po-
sa della pellicola utilizzata.
Abbiamo poi eseguito due scatti variando
la posizione del flash. In una prima foto-
grafia abbiamo posizionato il flash anula-
re, staccato dall'obiettivo, a lato, e in un'al-
tra lo abbiamo posizionato sotto il fiore, in
modo da illuminarlo in trasparenza. In en-
trambi i casi la fotocamera ha fornito ri-
sultati impeccabili, mostrando l'ottima in-
tegrazione che c'è fra gli elementi del si-
La sequenza ottenuta partendo dal rapporto d'ingrandimento di 1:3 a quello di 3:1. stema.
TEST FOTOCAMERE

CANON EOS 3
Autofocus ancora più sofisticato, esposimetro ulteriormente perfezionato,
funzioni accessorie a volontà: EOS 3 è una reflex di classe

Dopo una lunga attesa, rare in autofocus an-


costellata di indiscre- che con ottiche dall’a-
zioni giornalistiche che pertura effettiva f/8.
nel corso dell’anno Come dire che con
hanno acuito la curio- molti obiettivi Canon
sità su questo impor- si può scattare anche
tante progetto di Ca- con i moltiplicatori di
non, la EOS-3 è stata focale mantenendo il
presentata al pubblico. funzionamento del-
Si presenta come una l’autofocus. Si tratta di
reflex molto moderna una prestazione fino a
e portatrice di soluzio- ieri non concessa se
ni tecnologiche di pun- non su obiettivi extra-
ta. Ciò che maggior- luminosi specifici.
mente colpisce sono
certamente i 45 punti Affinamenti
di lettura per l’autofo- tecnici
cus e le 21 zone per l’e- Ancora: la macchina è
sposimetro. Ma non vanno sottovalutati ranno i vantaggi concreti, sul campo? dotata di dispositivo eye-control: dove si
nemmeno gli sforzi che hanno portato alla Ciò che più colpisce impugnando la mac- guarda, là si accentra la lettura AF. Nella
riprogettazione del dispositivo di sgancio china è la presenza di un’incredibile “nu- EOS-3, ricorrendo ad otto cellule emetti-
delle tendine dell’otturatore, che garanti- vola” di ben 45 punti di lettura autofocus. trici di infrarossi sistemate intorno all’ocu-
sce un’elevata velocità operativa (e infatti Presumiamo possa aiutare, ad esempio in lare del mirino, è stata perfezionata la let-
la macchina funziona bene fino a 7 fot/s). caccia fotografica, a “perfezionare” auto- tura della posizione della pupilla del foto-
Anche le cosiddette prestazioni di contor- maticamente la focheggiatura anche di un grafo. Così il funzionamento dell’eye-con-
no sono state ampiamente rivisitate e per la piccolo volatile che attraversi il mirino. Ma trol è stato velocizzato. Si è passati dai 220
prima volta Canon offre un sistema sofi- non è questa la prestazione che più ci ha
sticato di misurazione e controllo TTL-fla- colpito. È piuttosto la constatazione di un
sh senza fili, con valutazione dell’esposi- incremento di sensibilità dei sensori cen-
zione tramite pre-lampi, adoperando il nuo- trali dell’autofocus. Ha una conseguenza
vo flash Canon Multiple Speedlite 550EX. pratica importante: abilita la EOS-3 ad ope-

La tecnologia serve? Per la EOS-3 è stato studiato un contro-


Elencare la varietà delle innovazioni tec- specchio speciale, dietro a quello semitra-
niche presenti nella macchina è interessante. sparente principale, a superficie curva: ot-
Ma sappiamo bene che ogni fotografo ap- timizza la risposta dell’autofocus in luce
proda infine ad un solo quesito: quali sa- scarsa.
Sul dorso è presente la pratica rotella di comando tipica del-
le EOS.

Il display e i comandi sulla destra della calotta; sul penta-


prisma c’è il commutatore per attivare l’AF guidato dal-
l’occhio e per le calibrazioni preliminari (CAL), sulla pu-
pilla dell’operatore.
millisecondi necessari alla EOS-5, oppure fica a 6-7 fot/s, preferiamo ancora disinse- quadrata, non è dotato di correzione diot-
dai 120ms della EOS-50E, agli attuali 67ms rire il sistema eye-control ed operare con trica ed ha una proiezione arretrata a
della EOS-3. È un progresso considerevo- la selezione dei sensori AF guidata “a ma- 19.5mm, è dotato di un ritrovato insolito:
le (anche se per un impiego professionale, no” o automatica). un oculare antiappannamento. Come dire:
e per sfruttare al meglio la possibilità di raf- Il mirino, che copre il 97% dell’area in- non si appanna con l’alito quando si è in at-
tesa di scattare, in climi molto freddi.
La cornicetta in gomma del mirino; attorno all’ocu- Sembra una piccola innovazione ma
lare, invisibili, sono incassate 8 cellule IR per la mes- invece è grandissima, in termini di co-
sa a fuoco guidata dall’occhio. modità operativa.
Canon ha rinunciato alla trasmissio-
ne a cinghia di gomma dentata, ado-
perata ad esempio sulla EOS-5, a fa-
vore di una trasmissione ad ingranaggi.
Ne è derivato il vantaggio di una mag-
giore affidabilità con trascinamento
veloce (fino a 7 fot/s). Per contro, è
da considerare lo svantaggio di una
rumorosità complessiva di trascina-
mento leggermente maggiore.
I comandi sono facili da azionare e le
Staccata l’impugnatura, si vede funzioni sono complete.
la pila al litio. L’otturatore raggiunge il tempo di
1/8000s, con sincro X ad 1/200s. Pre-
senta una novità: sono stati eliminati
i magneti tradizionali di sgancio del-
le tendine, sostituiti da un motorino
elettrico che aziona delle camme ro-
tanti, destinate a comandare diretta-
mente le lamelle. È una scelta, dico-
no i progettisti, a favore di una eleva-
Il dorso, aperto; ta affidabilità ed un limitato consumo
sono indicati i energetico.
contatti DX per
l’autoimposta- L’esposimetro
zione della sen- È l’altro punto di forza della EOS-3.
sibilità pellicola; È stato adottato un nuovo sensore a
tutti i contatti so- 21 zone. È però possibile anche sce-
no placcati in gliere tra diverse modalità di esposi-
oro, antiossida- zione che in totale dunque sono:
zione. • valutativa a 21 zone (la lettura è col-
PROVE DI LABORATORIO
CANON EOS 3 © CHASSEUR D’IMAGES
Test pubblicato su C.I. 208 - Francia

PRECISIONE DEI TEMPI D’OTTURAZIONE STABILITÀ DEI TEMPI D’OTTURAZIONE


media su 10 scatti a 1/1000s su dieci scatti successivi
Otturatore +1
È difficile cogliere in fallo l’ottura- +1
tore, perché il tempo richiesto è sem-
pre il tempo fornito! +0,5 +0,5
Il sincro flash di 1/200s, dichiarato,
è in realtà 1/190s ma ciò è nella nor- 0 0
ma. Non abbiamo riscontrato varia-
zioni significative tra uno scatto e -0,5 -0,5
l’altro, con lo stesso tempo d’espo-
sizione. -1 -1
★★★★★ 8
4
2
1
1/2
1/4
1/8
1/15
1/30 1/125 1/250 1/1000 1/4000 1/12000
1/60 Sincro 1/500 1/2000 1/8000 1/16000
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
Attenzione: -1 significa un tempo 2 volte troppo rapido,
Attenzione: -1 significa un tempo 2 volte troppo rapido, +1 un tempo 2 volte troppo lento
+1 un tempo 2 volte troppo lento

PRECISIONE DELL’APERTURA DI DIAFRAMMA STABILITÀ DELL’APERTURA DI DIAFRAMMA


con 50mm f/1.8 tipo II su 10 scatti successivi (a f/11)
Diaframma +1 +1
Il test è stato realizzato con un obiet-
tivo normale 50mm f/1.8 tipo II. Il +0,5 +0,5
diaframma si è dimostrato molto sta-
bile e l’apertura effettiva molto vi- 0 0
cina a quella nominalmente indica-
ta (scarto dell’ordine di +/- 0.3 dia- -0,5
frammi). Un comportamento eccel- -0,5
lente, in tutti i modi di funziona-
-1 -1
mento.
★★★★★ f/1.4 f/1.8 f/2 f/2.5 f/2.8 f/3.5 f/4 f/4.5 f/5.6 f/8 f/11 f/16 f/22 f/32 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

Esposizione PRECISIONE D’ESPOSIZIONE STABILITÀ D’ESPOSIZIONE


Modo A: rosso; modo S: verde; modo P: arancio Modo P o A - 10 scatti di seguito, a EV10
Con una fotocamera come la EOS-
3, i nostri tecnici si sono imbattuti +1 +1
in una difficoltà: il soggetto cam-
pione (una scatola con illuminazio- +0,5 +0,5
ne interna) permette di testare il fun-
zionamento della lettura a matrice 0 0
solo in modo globale e teorico. I ri-
levamenti qui pubblicati risultano
-0,5 -0,5
eccellenti e dimostrano una apprez-
zabile stabilità ma non consentono
di dedurre alcunché circa le reazio- -1 -1
4 EV 5 EV 6 EV 7 EV 8 EV 9 EV 10 EV 11 EV 12 EV
ni dell’automatismo in presenza di 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
soggetti molto contrastati. È per que- + corrisponde ad una sovraesposizione; - corrisponde ad una sottoesposizione + corrisponde ad una sovraesposizione; - corrisponde ad una sottoesposizione
sto motivo che abbiniamo alle mi-
sure di laboratorio delle vere ripre-
se sul campo, per giungere a delle
valutazioni certo più soggettive ma
sicuramente più aderenti alla realtà. Regolazione manuale PRECISIONE DI INDICAZIONE SUL DISPLAY
in manuale
★★★★★ La scala d’esposizione manuale, del
tipo a barra graduata, offre incre- +1
menti di esposizione di 0.5 EV. È +2/3
una precisione sufficiente per lavo-
rare in modo manuale. Ma serve dav- +1/3
vero, vista l’efficacia dei diversi au- 0
tomatismi?
-1/3
★★★
-2/3
-1
4 EV 5 EV 6 EV 7 EV 8 EV 9 EV 10 EV 11 EV 12 EV
I PREZZI

Canon EOS-3, solo corpo, L. 2.500.000

Distribuzione: Canon Italia spa, palaz-


zo L, strada 6 - 20089 Rozzano-Mila-
nofiori (MI), tel. 02/82481, fax
02/82484600. Internet: http://www.ca-
non.it; e-mail: Multimedia@canon.it

Il sensore multizona dell’esposimetro, sud-


diviso in 21 aree.

legata all’autofocus in modo da fare “pre- Aspetti di contorno Analogamente, ci riserviamo di tornare sul
valere” la lettura esposimetrica sulla parte La Canon EOS-3 dispone di tutti i comandi tema del controllo TTL-flash senza fili, una
dell’inquadratura focheggiata al meglio, là accessori che servono: presa standard per opportunità nuova in casa Canon e davve-
dove si presume sia il soggetto principale); flash da studio, pulsante per il controllo ro molto promettente.
• media a prevalenza al centro; profondità di campo, sistema di solleva- È comunque una possibilità che richiede
• spot stretta, rilevata al centro del mirino, mento manuale dello specchio reflex, pos- l’impiego del potente e sofisticato flash
su di un’area pari al 2.4% dell’inquadratu- sibilità di esposizioni multiple, autoscat- Canon 550EX, una novità presentata con-
ra; to. temporaneamente alla macchina. Il flash
• spot stretta, come sopra, non più effettuata In più, sono possibili numerosissime “fun- vanta un numero guida pari a 55 e il con-
al centro del mirino ma piuttosto legata al zioni di personalizzazione”, concesse dal- trollo senza fili può pilotare fino a tre
sensore scelto per la messa a fuoco (è una l’elettronica (esca pellicola estratta dal ca- gruppi di flash (anche tarati differente-
regolazione particolare che entra in gioco ricatore, disattivazione o attivazione di va- mente quanto a sotto o sovra esposizio-
attivando la funzione di personalizzazione rie funzioni ausiliarie, ecc.) che qui non ne).
n.13); elenchiamo per brevità ma che coprono tut-
• spot allargato (o misurazione parziale), su te le necessità del fotografo. Maurizio Capobussi
di un’area pari all’8.5%;
• multi-spot: possibilità di effettuare fino
ad 8 rilevamenti puntando il centro del mi-
rino su aree diverse, memorizzando i livelli
di luminosità e lasciando alla macchina il
compito di effettuare la media.
Come appare chiaro, le possibilità operati-
ve della Canon EOS-3 sono davvero com-
plete. Ma per gli incontentabili ci sono an-
che:
• possibilità di memorizzazione a piacere
di una lettura esposimetrica;
• comando di staratura intenzionale dell’e-
sposizione;
• bracketing automatico.
Il tutto naturalmente opera con esposizio-
ne program, oppure automatismo a priorità
di tempo o di diaframma, o in manuale.

Il nuovo otturatore della EOS-3, con co-


mando rotante di sgancio delle lamelle del-
le tendine.
TEST FOTOCAMERE

CANON EOS 30 / 33

La Canon EOS 30 con il nuovo zoom standard di Canon, il compatto e leggero 28-90mm.

Se non vi accontentate di una reflex en- EOS 5, che insiste a rimanere sul merca- riservata alla progettazione della mecca-
try-level ma non volete spendere le im- to con convinzione, resiste bene all'assal- nica di trascinamento pellicola. Molto co-
pegnative cifre di fotocamere ammiraglie, to della sorella: si difende con un ottura- moda anche la velocità di riavvolgimen-
una bella proposta viene da Canon con la tore un poco più veloce nello scorrimen- to del rullino, che viene ribobinato in so-
nuova reflex Canon EOS 30. Beneficia di to (sincro X ad 1/200s e tempo rapido di li 5s. È possibile anche impostare un riav-
indubbi aggiornamenti tecnologici: tra 1/8000s) e con una velocità di raffica mag- volgimento più lento, che dura13s, che of-
questi un sistema autofocus che vanta 7 giore, che come si sa arriva a 5 fot/s (con fre il vantaggio della "modalità silenzio-
punti di lettura, selezionabili anche ma- AF disinserito; se no si scende a 3.2 fot/s). sa": può essere utilissimo fotografando in
nualmente e che risulta più veloce del 15 È certo però che la nuova EOS 30/33 si interni tutte le volte che occorre non di-
% rispetto alla Canon EOS 3 già affer- fa notare come reflex molto valida, dota- sturbare e in generale non farsi notare.
mata in ambito professionale. La EOS 30 ta com'è di un motore che viaggia a 4 fot/s
dispone di una selezione “eye-control”, (a patto che si disinserisca il dispositivo Sul campo
cioè della possibilità di scelta del punto One-Shot dell'autofocus, ovvero il vin- Abbiamo portato sul campo con soddi-
di messa a fuoco con lo sguardo, che è un colo che impedisce lo scatto finché l'ot- sfazione una EOS 33 che per l'occasione
tocco di classe, distintivo della casa. Però turatore non riceve il "consenso" di fo- è stata equipaggiata con un obiettivo mol-
Canon offre anche la validissima versio- cheggiatura esatta dal sistema AF, una so- to interessante, il nuovo 28-200mm di Ca-
ne della stessa macchina, siglata EOS 33, luzione da usare per ritratti e non nella fo- non: una soluzione "tuttofare" molto co-
senza questo dispositivo e con il vantag- tografia d'azione). La EOS 30/33 rag- moda per chi viaggia e in generale per la
gio di una ulteriore limatura sul prezzo. giunge infatti i notevoli 3.5 fot/s se si man- fotografia turistica. La macchina, anche
Insomma: una bella macchina la nuova tiene attivo l'inseguimento AF continuo. completa di obiettivo, si è rivelata suffi-
EOS 30 / 33. In più, la nuova EOS 30 / 33 si distingue cientemente leggera (meglio preferire co-
Proseguendo nei confronti in famiglia, per una considerevole silenziosità, una munque, sempre, cinghie a tracolla di lar-
non ci nascondiamo che la vecchia Canon prestazione frutto di una particolare cura ghezza generosa, come del resto è quella
Ampio e ben leggibile il display esterno. I dati nel mirino sono
retroilluminati. Accanto al display esterno c'è, nella versione Il dorso presenta i quattro pulsanti del comando joystick che per-
30, il comando di attivazione e calibrazione del sistema eye- mettono di selezionare agevolmente i sensori di messa a fuoco
control. quando si esclude l'automatismo di scelta.

La baionetta d'innesto della macchina è in metallo. Quella del-


Il flash è sollevabile sul pentaprisma, a mano. Presenta un nu-
l'economico zoom di corredo è in resina dura.
mero guida 18 ed opera in automatismo controllato dall'elet-
tronica della macchina. È possibile, abbassandolo, servirsi di
flash accessori inseriti sulla slitta portaflash sul pentaprisma e
in questo caso all'apparecchio si aprono anche le opportunità
di un controllo a distanza, senza cavi, di altri lampeggiatori.

a corredo) e molto pratica da usare. la EOS 30/33: tutto sommato riteniamo camera amatoriale, ma non abbiamo rim-
A proposito di eventuali incrementi di pe- scomoda la chiusura provocata "con lo pianto la velocità d'azione della profes-
so sottolineiamo anche un aspetto legato sguardo" basata su apposito contrassegno sionale EOS 1V. Il merito è certamente in
all'alimentazione. L'energia elettrica è for- nel mirino della EOS 30, come accade nel- gran parte attribuibile all'ottima soluzio-
nita da 2 pile al litio, tipo DL123A; l'au- le EOS 5 e 50. Di più: nella nuova mac- ne dei motori elettrici negli obiettivi, un
tonomia che offrono è ampiamente suffi- china è ora possibile variare il diaframma orientamento che è alla base di molti dei
ciente per un utilizzo normale dell'appa- mentre si tiene premuto il pulsante di con- successi di Canon. Tuttavia ci sembra che
recchio. Tuttavia riteniamo molto inte- trollo e quindi valutare con buona pro- non debba essere trascurata l'indubbia ra-
ressante la possibilità di aggiungere un gressività il modificarsi dell'area di niti- pidità di elaborazione dati della macchi-
accessorio: la soletta portabatterie opzio- dezza disponibile. Comunque, vogliamo na. Insomma, anche il software ha fatto
nale, siglata Canon BP-300, che accetta anche annotare che nella versione EOS la sua parte.
4 pile a stilo (da 1.5V, tipo AA). Oltre al- 30, caratterizzata dal dispositivo di scel-
l'interruttore generale essa dispone di un ta "con lo sguardo" del punto di messa a Aspetti tecnici
pulsante ausiliario di scatto, ed uno di me- fuoco, è stata aumentata la selettività del Innesto ottiche in metallo, frontale della
morizzazione d'esposizione, supplemen- sistema stesso: mostra meno incertezze di macchina in lega d'alluminio e corpo in
tari: sono posti in posizioni comode per funzionamento di quelli analoghi già pre- policarbonato rinforzato con fibra di ve-
le inquadrature verticali. senti sulle EOS 5 ed EOS 50. tro, come la EOS 50: l'impressione di so-
Abbiamo trovato apprezzabile anche la Una lode particolare la vorremmo tribu- lidità è buona. Il sensore AF si serve di 7
presenza di un pulsante separato per il tare al sistema autofocus della macchina: punti di lettura, come quello già collau-
controllo della profondità di campo, sul- sembrerà strano, trattandosi di una foto- dato sulla EOS 300 e, sempre come sulla
Il dorso, aperto: molto pulito; il trascinamen-
to è controllato da un sistema opto-elettronico
molto preciso. Il caricamento e l'agganciamento
pellicole sono automatici.

Sulla sinistra, della calotta c'è la consueta ghiera di selezione fun-


zioni, con tutti i simboli d'uso nelle reflex moderne.

La macchina è alimentata da due pile al litio, tipo DL123A, nel-


l'impugnatura. Per le prove abbiamo usato pile Philips PhotoLife.
L'alimentazione può essere potenziata adottando una soletta por-
tabatterie opzionale, per pile a stilo.

EOS 300, l'esposimetro lavora su 35 zo- la una "ruota di scorta" molto utile per tempi d'otturazione elevati (sincro HSS)
ne. L'indicazione con profilo luminoso ravvivare con qualche riflesso una foto- quando si ricorre a flash supplementari
rosso del sensore attivato per la messa a grafia. In questa nuova EOS 30 / 33 il fun- moderni, in pratica quelli di recente pro-
fuoco è pratica e ben visibile. zionamento flash è degno di lode. Opera gettazione.
La macchina incorpora un flash, solleva- secondo una lettura E-TTL che tiene con- Occorre fare attenzione, però, se si pen-
bile sul pentaprisma. È un accessorio che to anche dei rilevamenti delle 35 zone di sa ad un'altra funzione, ovvero quella che
riteniamo sempre utile avere a disposi- lettura dell'esposimetro, a garanzia di espo- prevede di pilotare l'accensione di diver-
zione. Non ci dispiacerebbe che fosse sizioni corrette anche in condizioni di let- si flash a distanza, senza cavi, con fun-
montato anche su fotocamere professio- tura difficili. Unico appunto: il tempo sin- zionamento comunque TTL-flash. Si de-
nali d'alto livello, come usa fare Minolta cro-X di 1/125s non è "al top" delle pos- ve tenere presente infatti che il controllo
e come viceversa non ha l'abitudine di fa- sibilità tecnologiche d'oggi, pur se suffi- a distanza con le Canon EOS 30 / 33 non
re Canon, che riserva la presenza del fla- ciente nella maggior parte dei casi. L'e- opera con il flash integrato nell'apparec-
sh ad apparecchi di classe economica o lettronica dell'apparecchio è comunque chio. Occorre quindi necessariamente ado-
media. È vero che un piccolo flash incor- notevole ed è stata mantenuta la possibi- perare sulla macchina un flash come il Ca-
porato è poco potente ma a volte si rive- lità di una sincronizzazione anche con non Speedlite EX550 oppure il nuovo e
DUE NUOVI OBIETTIVI
Con la nuova reflex sono nati due obiettivi, un EF
28-200mm f/3.5-5.6 dalle notevoli prestazioni e un
EF 28-90mm f/4.-5.6 che si propone di giocare il
ruolo di nuovo standard in casa Canon spostando
ulteriormente in avanti il limite della focale tele,
secondo una tendenza che ha investito tutte le mar-
che.
Abbiamo portato sul campo, in condizioni di im-
piego "turistico", il 28-200mm e le immagini che
pubblichiamo sono state eseguite proprio con tale
obiettivo. Di esso abbiamo apprezzato l'ottima re-
sa, in termini di nitidezza sui diaframmi medi e an-
che medio-aperti, il contrasto che non cala quando
si scatta alle focali più lunghe, la buona distribu-
zione luminosa in posizione grandangolo. E so-
prattutto la comodità di non doversi preoccupare
di una distanza minima di messa a fuoco eccessi-
va (difetto presente su molti obiettivi analoghi di 28mm
altre marche, da tempo sul mercato) in posizione
grandangolare. In questo Canon la minima messa
a fuoco è sempre a 40cm, a tutte le focali.

200mm

più economico EX420 (o anche con l'ap- che la EOS 3, dalla quale questo sistema Esposizione
posito trasmettitore ST-E2, all'infraros- di controllo "senza cavi" deriva, fa tutta- La complessità di valutazione e la sofi-
so). via qualcosa di più: consente infatti an- sticatezza di lettura del sistema esposi-
Con la Canon EOS 30 / 33 in questo ca- che di variare, se si vuole, l'equilibrio di metrico, nonché l'affidabilità della logica
so si possono controllare fino a tre grup- potenza tra i gruppi di lampeggiatori e ciò, program delle macchine d'ultima genera-
pi di flash dedicati Canon. È un'ottima sottolineiamo sempre per utenti smaliziati, zione sono ormai tali da consentire di "af-
prestazione, più che sufficiente (tutto som- è un fattore di controllo importante. An- fidarsi" all'esposizione totalmente auto-
mato non crediamo saranno molti gli uten- cora: se si dispone del flash di punta del- matica senza rimpianti e con la certezza
ti che si sentiranno in grado di "domina- la Canon, il modello EX 550, con le EOS di portare a casa buone immagini. La EOS
re" la collocazione di ben tre illumina- 30 e 33 si può anche "previsualizzare" l'ef- 30 / 33 ha confermato in pieno questa te-
zioni flash sul soggetto, una disposizione fetto d'illuminazione perché il flash è in si.
oggettivamente non facile da attuare con grado di emettere uno sciame di lampi ri- La macchina è dotata di automatismi a
successo tenendo conto delle difficoltà di petuti, a bassa intensità, con effetto stro- priorità di diaframma, tempo, regolazio-
controllo delle possibili ombre incrocia- boscopico e per la durata di qualche se- ne manuale, che operano come di con-
te). A questo proposito però annotiamo condo. sueto. Sono presenti i consueti program-
SCHEDA TECNICA I PREZZI
Otturatore: a tendine e scorrimento vertica- idem per bracketing automatico. Canon EOS 30, solo corpo (anche con dorso
le, controllo elettronico, tempi da 30s ad Mirino: copertura 90-92%; ingrandimento data QD) L. 1.400.000
1/4000s, sincro X ad 1/125s, posa B. Con fla- 0.7x; dispone di correzione diottrica all'ocu- Canon EOS 30 con obiettivo EF 28-90 USM-
sh tipo EX possibilità di sincro anche ad alta lare; proiezione arretrata a 19.5mm. ultrasonico L.1.700.000.
velocità (tipo HSS) su tutti i tempi. Vetro di messa a fuoco: non intercambiabi-
Autofocus: con funzione One-Shot e anche le.
Canon EOS 33, solo corpo L. 1.200.000
con inseguimento continuo e calcolo del pun- Segnali nel mirino: indicazioni alla base del Canon EOS 33 con obiettivo
to futuro. mirino retroilluminate; cornici rosse sul ve- EF 28-90 DC L.1.500.000
Sensore AF: tipo CMOS, TTL, con 7 punti tro smerigliato indicanti il sensore AF attivo. Canon EOS 33
di lettura (attivati automaticamente o sele- Flash incorporato: sollevabile sul pentapri- versione dorso data QD L. 1.300.000.
zionabili tramite joystick). sma, NG 18, copre l'angolo di un 28mm. Pos-
Distribuzione: Canon Italia spa, palazzo L,
Sensibilità AF: da 1 a 18 EV. sibile controllo TTL-flash di lampeggiatori a
Esposizione: program, automatismo a prio- distanza, fino a tre gruppi, senza cavi, con fla- strada 6 - 20089 Rozzano-Milanofiori (MI),
rità di tempo, di diaframma, program a profon- sh dedicati (Speedlite EX550 ed EX420). tel. 02/82481, fax 02/82484600. Internet:
dità di campo (DEP), manuale; program spe- Trascinamento pellicola: caricamento auto- http://www.canon.it
cializzati: sport, ritratto, paesaggio, macro, matico, Raffica fino a 4 fot/s (3.5 fot/s con AF
notturno, automatismo "verde"). continuo). Riavvolgimento rapido (5s) o len-
Esposimetro: multizona, a 35 zone, con pos- to e silenzioso (13s).
sibilità di lettura media compensata al centro Autoscatto: elettronico, ritardo 10s. Esiste
PRO E CONTRO
Pro:
oppure spot (10%). La lettura spot può esse- presa per telecomando e possibilità di teleco-
re abbinata al sensore AF di volta in volta in- mando IR. ▲ Silenziosità di funzionamento,
teressato alla ripresa. Esposizioni multiple: possibili, fino a 9 espo- anche a raffica
Sensibilità esposimetro: da 1 a 20 EV. sizioni. ▲ Selezione AF con l'occhio migliorata
Sensibilità pellicola impostabili: da 25 a 5000 Alimentazione elettrica: due pile al litio ti- ▲ Ergonomia
ISO con automatismo a codice DX; da 6 a po DL123A; oppure 4 pile a stilo AA, con so- ▲ Esposimetro preciso ed affidabile
6400 ISO in manuale. letta BP-300, accessoria.
Correttore d'esposizione: possibile staratu- Dimensioni: 146x104x109mm Contro:
ra intenzionale da -2 a +2 EV, a passi di 0.5EV; Peso: 575g ▼ Display esterno non retroilluminato

mi specializzati sport, ritratto, paesaggio, che riserva va fatta considerando un altro la si può guadagnare qualcosa nella pos-
macro, notturno, nonché la posizione "ver- aspetto: il trascinamento pellicola è con- sibilità di osservare tutta la scena con un
de" per un "automatismo elementare". È trollato da un sensore optoelettronico con solo colpo d'occhio. Il mirino della EOS
interessante notare che impostando pro- mini emettitore di infrarossi. Si tratta di 30/33 offre una smerigliatura fine (laser).
grammi specializzati si attivano imposta- una soluzione moderna che garantisce una Non ci pare particolarmente luminoso ma
zioni specializzate corrispondenti: ad spaziatura interfotogramma estremamen- per questo tipo di valutazione occorre con-
esempio in posizione sport l'autofocus si te precisa ma suggeriamo di fare partico- siderare l'apertura massima dell'ottica che
commuta su inseguimento continuo men- lare attenzione se, per necessità speciali- si sta usando: con obiettivi luminosi le co-
tre in posizione ritratto è su One-Shot (fo- stiche, si prevede di impiegare pellicole se migliorano, di molto; con gli zoom, spe-
cheggiatura "verificata" fotogramma per sensibili all'infrarosso (soprattutto quelle cie quelli più economici, i miracoli… non
fotogramma). b/n IR d'altissima sensibilità). Si rischia- li fa nessuno. In ogni caso la smerigliatu-
L'esposimetro, abbiamo detto, opera leg- no infatti velature all'immagine. ra conserva un buon contrasto che per-
gendo su 35 zone: è una soluzione già am- mette un'agevole messa a fuoco manuale.
piamente sperimentata sulla EOS 300, ef- Il mirino Non è prevista la possibilità di intercam-
ficacissima. È comunque possibile pas- Abbiamo sempre attribuito molta impor- biare il vetro di messa a fuoco (una limi-
sare ad una lettura spot che copre solo il tanza, giudicando una qualsiasi fotoca- tazione sentita da chi desideri disporre di
10% dell'area del mirino, al centro, op- mera, al mirino. È il tramite attraverso il un mirino a reticolo; la Nikon F80 in que-
pure ad una media a prevalenza centrale. quale il fotografo studia l'inquadratura, la sto senso si è spinta fino a fare un retico-
I cultori delle diapositive potranno quin- realtà. Quello della EOS 30 / 33 ci pare lo auto-illuminato in caso di poca luce…)
di ritenersi soddisfatti e tranquillizzati, moderno e sufficientemente buono, anche ma tutto sommato la EOS 30 / 33 sarà pro-
specie per quanto riguarda la possibilità per chi porta gli occhiali (è comunque do- babilmente "vissuta" più che altro come
di operare bene con lo spot, in presenza tato di dispositivo di correzione diottrica fotocamera da reportage e quindi siamo in
di alti contrasti. A chi scatta prevalente- per chi volesse operare senza occhiali). A presenza di un peccato veniale.
mente con il negativo colore suggerirem- chi, con gli occhiali, riscontrasse qualche Abbiamo trovato molto pratica, nell'uso
mo tranquillamente l'accoppiata di una problema di inquadratura, suggeriremmo sul campo, la facilità di selezione del sen-
pellicola da 200 ISO e dell'automatismo di provare a ridurre la distanza d'osserva- sore AF desiderato, operabile manual-
program, magari proprio operando con il zione (tra occhio e oculare) staccando la mente tramite una sorta di joystick sul dor-
nuovo zoom 28-200mm: siamo sicuri che conchiglia di gomma fornita di serie. Que- so: intuitivo da usare.
otterranno ottime immagini. st'ultima è certamente una utile protezio-
Quanto alle emulsioni speciali, una qual- ne ma è piuttosto sporgente: eliminando- Maurizio Capobussi
TEST FOTOCAMERE

CONTAX 645
Contax 645: autofocus, ottiche Zeiss, tecnologia raffinata

La Contax 645 nasce con un “sistema” costituito da


un nutrito gruppo di ottiche Carl Zeiss. di nuova pro-
gettazione.

Un corpo solido in lega d’alluminio pres- la sfida è impegnativa e la concorrenza si ra che anche a garanzia scaduta dà diritto
sofuso; un design moderno a spigoli smus- gioca anche sui piccoli numeri. La Contax all’assistenza ufficiale con ricambi origi-
sati; finiture di classe, come si conviene ad 645 intende far valere la completezza di fun- nali. All’acquirente viene offerta anche la
una Contax; ottiche di gran nome, proget- zioni, l’elevata qualità realizzativa, di mec- possibilità di registrarsi in un elenco di “pos-
tate appositamente. La Contax 645 ha in- canica e di ottica, la completezza di “siste- sessori Contax” che vengono tenuti infor-
cominciato a far parlare di sé già nell’otto- ma”. Per sottolineare la classe professiona- mati delle novità e dell’accessoristica del-
bre dello scorso anno, all’uscita in Photokina le della macchina, all’acquirente di una Con- la casa e, per i primi sei mesi dall’acquisto
degli apparecchi di pre-serie, suscitando tax 645 la Fowa, distributrice ufficiale per della 645, possono usufruire anche di un
grande interesse. Entra oggi sul mercato ita- l’Italia, ha deciso di fornire un carnet d’as- “benefit” di 300.000 lire di sconto da spen-
liano proponendosi come medioformato di sistenza davvero speciale. La macchina an- dere nell’acquisto di un obiettivo Carl Zeiss
impiego agile grazie all’autofocus. Strizza zitutto beneficia di 2 anni di garanzia con Distagon 2.8/45mm o Carl Zeiss Sonnar
l’occhio ai fotografi più esigenti: le sue nuo- assistenza tecnica gratuita. All’acquirente 2.8/140mm. Se l’acquirente è realmente un
ve ottiche Zeiss sono state appositamente vengono consegnati tre tagliandi di con- professionista (occorre tessera di iscrizio-
progettate e il tutto si presenta come nuo- trollo da “spendere” in questo periodo: 3 ne all’ordine dei giornalisti, o partita IVA e
vo “sistema” fotografico. check-up completi, gratuiti, che accompa- licenza di fotografo) viene rilasciata una ul-
Nella nicchia di mercato in cui si affaccia gnano la Fowa Card Contax 645, la tesse- teriore Professional Service Card che assi-
I comandi della Contax
645 sono completi e di fa-
cile uso

cura un intervento di assistenza entro 48 ore


(tempi di spedizione esclusi). I grafici di localizzazione della let-
tura esposimetrica, in situazione di
L’autofocus Contax misurazione media compensata al
I progettisti Contax hanno adottato motori centro oppure spot.
miniaturizzati di messa a fuoco, del tipo co-
reless, incorporandoli nelle ottiche. Ciò ha
semplificato la realizzazione del collega-
mento tra fotocamera ed obiettivi che così
è basato esclusivamente su contatti elettri-
ci. Si tratta di motori silenziosi e ad alto nu-
mero di giri, abbondantemente demoltipli-
cati tramite un treno di ingranaggi.
L’autofocus è basato su di un sensore da 1/5”
con ben 250.000 pixel. Ciò significa, pur
con un’area di lettura non molto ampia, che
è stato possibile realizzare una “configura-
zione di analisi” organizzata su quattro li- Il mirino riporta alla base numerose indi-
nee orizzontali e due verticali, in grado di cazioni, ben leggibili: tempo, diaframma,
captare bene diversi tipi di soggetti e fo- spia flash, modo di misurazione, contafo-
cheggiare senza incertezze. togrammi, compensazione d’esposizione
Gli operatori esperti, che saranno i maggiori (manuale e bracketing), conteggio auto-
utenti di questa fotocamera, noteranno che scatto, pellicola esaurita, scala analogica
muovendo la ghiera di messa a fuoco ma- di esposizione manuale, spia di messa a fuo-
nualmente è possibile correggere l’AF sen- co raggiunta, check batterie.
Il corpo macchina, senza dorso por-
tapellicola, ottica, mirino. È un cor-
po in pressofusione compatto e leg- I diversi “pezzi” della macchina sono collegati trami-
gero. te contatti elettrici: ogni dorso magazzino ha un pro-
prio motore di trascinamento pellicola (garanzia di ele-
vata affidabilità).

I comandi di uso più comune so-


no accentrati sulla destra del cor-
po e sono analoghi a quelli del-
le Contax 35mm. Sul retro del-
l’impugnatura c’è il pulsante di
attivazione/selezione AF.

I vetri di messa a fuoco sono intercambiabili sen- Un accessorio interessante per


za bisogno di ricorrere ad attrezzi speciali. Sul fianco sinistro: selettore avanzamento sin- una fotocamera destinata a fo-
golo o a raffica e autoscatto, sgancio magazzi- toamatori esperti e professioni-
no, impostazione ISO magazzino, comando per sti: il soffietto per macrofotogra-
doppie impressioni intenzionali, prese per fla- fia con trasmissione elettrica dei
sh. dati tra obiettivo e fotocamera. È
molto sofisticato, con sistema di
base a doppia slitta e con possi-
bilità di decentramento e bascu-
laggio della standarda anteriore.
Il gruppo otturatore, con le lamelle a scor-
rimento verticale. Il contrassegno chiaro
è l’area di lettura per la cellula spot.

La struttura del corpo macchina è ba-


sata su di un telaio in lega leggera.
za che sia necessario attuare manovre par-
ticolari: è la possibilità di un “immediato”
intervento manuale sul fuoco. Prezioso in
GLI OBIETTIVI PER LA CONTAX 645 molti casi. Ad esempio, quando un sogget-
to può ingannare l’autofocus: in fotografia
naturalistica provate a focheggiare un uc-
cellino che saltelli tra i rami di un albero.
L’AF focheggerà i rametti in primo piano
non riuscendo a cogliere il volatile. La cor-
Distagon T* 35mm f/3.5 tri speciali. La lunghezza focale equivale rezione “fine” dovrà essere fatta a mano. Un
Equivale ad un 21mm sul 24x36. Offre una a quella di un 85mm da ritratto sul 24x36. punto di forza Contax è qui: è la possibilità
messa a fuoco minima a 50cm ed una chiu- Ottimo per il ritratto ma anche per il re- di passare alla regolazione manuale senza
sura massima di diaframma a f/32. Lo sche- portage e la documentazione geografica, effettuare operazioni preliminari di disinse-
ma ottico è ad 11 lenti in 8 gruppi, con len- perché la qualità è elevata anche a tutta rimento dell’AF, cioè senza distrarsi cer-
te anteriore di grande diametro; innesto fil- apertura. Schema ottico a 7 lenti i 5 grup- cando un cursore apposito. Da notare: in-
tri 95mm, a vite. Pesa 781g. È il grandan- pi. Minimo diaframma f/32, minima di- torno al pulsante di scatto c’è una levetta
golare spinto per le riprese d’effetto, per stanza di messa a fuoco 1.3m, filtri dia- che consente l’AE-Lock (blocco dell’espo-
quelle pubblicitarie o industriali. metro 72mm, peso 685g. sizione) lasciando libera la possibilità di rifo-
cheggiare premendo parzialmente il pul-
Distagon T* 45mm f/2.8 Sonnar T* 210mm f/4 sante di scatto che attiva l’autofocus. Un si-
Equivale ad un 28mm per il piccolo for- Ecco il “tele lungo” del sistema, maneg- stema pratico e rapido da usare.
mato. Offre un angolo di campo molto adat- gevole grazie al peso contenuto in 1205
to alle riprese agili di gruppi e per un “re- grammi ed alla buona bilanciatura. Equi- Nel cuore dell’apparecchio
portage” con elevata profondità di campo. vale ad un 135mm sul 24x36mm, ha la mes- L’otturatore è da sempre considerato il cuo-
Lo schema ottico è a 9 lenti in 7 gruppi. sa a fuoco interna e usa vetri di ultima ge- re meccanico di ogni fotocamera. Nella Con-
L’angolo di campo è di 76°, il minimo dia- nerazione, per una resa centro/bordi mol- tax 645 è sul piano focale. La sua meccani-
framma f/32, minima messa a fuoco a to uniforme. Schema ottico a 7 lenti in 4 ca, a lamelle a scorrimento verticale con-
50cm, l’innesto filtri è a vite diametro gruppi, minima chiusura f/45, minima mes- trollate elettronicamente, offre una elevata
72mm. Pesa 750g. sa a fuoco 1.4m, filtri diametro 72mm. velocità di traslazione nonostante la consi-
derevole dimensione del formato del foto-
Planar T* 80mm f/2 gramma. Ne derivano un tempo sincro fla-
La lunghezza focale è quella “normale” sh di 1/125s e una velocità di massima di
(equivale ad un 50mm sul 24x36). Lo sche- otturazione di 1/4000s. Sono prestazioni ap-
ma Planar (6 lenti in 5 gruppi) è famoso prezzabili, più vicine al mondo delle reflex
per la “plasticità” di resa d’immagine e la 35mm che a quello delle tradizionali me-
luminosità massima di f/2 è davvero note- dioformato.
vole e consente di apprezzare nel mirino
un’immagine molto luminosa. Minimo dia- Mirini intercambiabili
framma f/22, minima messa a fuoco 0.7m, La macchina accetta due mirini: classico a
innesto filtri diametro 72mm, peso 480g. pozzetto oppure a prisma. Quello a pozzet-
to è dotato di lente d’ingrandimento, per una
Apo-Makro-Planar T* 120mm f/4 focheggiatura di precisione. Il mirino a pri-
È un obiettivo specialistico, corretto per le sma dispone di regolazione diottrica (da +1
brevi distanze anche se con messa a fuoco a -2 diottrie), di tendina di chiusura ocula-
che consente di focheggiare all’infinito. re, di slitta portaflash a contatti diretti. Sul
Vanta una correzione cromatica di tipo apo- corpo macchina è possibile sostituire i ve-
cromatico. Raggiunge senza accessori la tri di messa a fuoco (tre tipi): la sostituzio-
scala 1:1 (elicoide a grande estensione). Si ne è facile, senza bisogno di attrezzi spe-
avvale di lenti flottanti per offrire una resa ciali.
ottica elevata a tutte le distanze di ripresa. I mirini offrono una copertura pari al 95%
Per scelta, non è un obiettivo autofocus, co- del fotogramma e il mirino a prisma pre-
me lo sono tutti gli altri (l’AF è inutile e a senta un ingrandimento 0.8x (con ottica
volte fastidioso in macrofotografia). Sche- 80mm e correttore diottrico su -1 D). Offre
ma ottico 8 lenti in 5 gruppi, minimo dia- una proiezione arretrata (Long Eyepoint)
framma f/45, minima messa a fuoco 0.42m, utile per chi porta gli occhiali.
filtri diametro 72mm, peso 780g.
Lettura esposimetrica
Sonnar T* 140mm f/2.8 È possibile in due modi: con misurazione
Obiettivo dalla progettazione molto avan- media a prevalenza centrale e con lettura
zata, con messa a fuoco interna (IF) e ve- spot. La commutazione avviene spostando
Ripresa a breve distanza con l’Apo-Makro-Planar T* 120mm

SCHEDA TECNICA
Fotocamera: reflex autofocus formato 4.5x6cm, motorizzata, Memoria esposizione: tramite pulsante di blocco AE
con ottiche, mirini, vetri di messa a fuoco e dorsi portapellicola Sensibilità esposimetro: impostato su media compensata al cen-
intercambiabili tro, da 1EV a 21EV; su spot, da 3EV a 18EV
Innesto ottiche: baionetta Contax 645 Sensibilità ISO: impostabile da 6 a 6400 ISO. Impostazione au-
Formato: 4.5x6cm, su pellicole tipo 120 o 220; possibile im- tomatica con pellicole dotate di codice a barre tipo Barcode Fuji
piego di un dorso magazzino 220 dotato di piano aspirante Correzioni d’esposizione: possibile compensazione manuale
Autofocus: rilevamento TTL a contrasto di fase. Funziona in fino a +/-2 stop (a passi di 1/3 di stop). C’è dispositivo di bracke-
modalità singolo (scatto bloccato se la messa a fuoco non è sta- ting automatico (impostabile su scarti di +/- 0.5EV oppure +/-
ta raggiunta), oppure continuo. Segnale di messa a fuoco nel mi- 1EV. Il bracketing può essere eseguito sia a scatto singolo che a
rino. Possibilità di blocco AF raffica (continuo)
Sensibilità AF: da 1 a 18EV (100 ISO) Flash: collegamento tramite contatto diretto (su prisma esposi-
Otturatore: tempi da 32s ad 1/4000s in automatico; da 8s ad metrico) o presa PC; possibilità di sincronizzazione sulla seconda
1/4000s in manuale. Posa B (meccanica). tendina e commutazione automatica su tempo sincro-X (con fla-
Lo scatto dell’otturatore è elettromagnetico, con presa per fles- sh dedicati)
sibile elettrico Varie: autoscatto con ritardo regolabile da 2 a 10s (elettronico),
Esposizione: esposizione automatica a priorità di diaframma op- annullabile; possibilità di bloccare lo specchio in posizione sol-
pure a priorità di tempo; esposizione manuale. Eposizione au- levata; possibilità di doppie esposizioni intenzionali; possibilità
tomatica con flash dedicati (auto TTL); esposizione flash misu- di imprimere dati all’esterno del fotogramma; pulsante per con-
rabile per riflessione e memorizzazione TTL del lampo (pre-fla- trollo visivo profondità di campo; presa per alimentazione ester-
sh) con qualsiasi flash; esposizione con flash in manuale. Con na
flash dedicati l’otturatore si commuta automaticamente sul tem- Alimentazione: una batteria al litio, da 6V (tipo 2CR5)
po sincro-X quando il condensatore è carico ed il flash è pron- Dimensioni: 141x138.5x145.5mm
to al lampo Peso: 1550g (fotocamera completa, con 80mm, mirino a prisma,
Lettura esposimetrica: misurazione media con prevalenza al magazzino standard, pile)
centro oppure lettura spot
un cursore posto sopra l’oculare del prisma trasmissioni meccaniche. Anche tra corpo
esposimetrico. Esiste la possibilità di “bloc- macchina e dorsi portapellicola i collega-
co AE” per memorizzare la lettura rilevata. menti sono solo elettrici: l’avanzamento dei
I dati rilevati dall’esposimetro consentono rocchetti della pellicola nei magazzini è ef-
di operare in vari modi: fettuato da motorini elettrici interni a cia-
• in automatismo a priorità di diaframma scun dorso. Come ben sanno i professioni-
• in automatismo a priorità di tempo sti, i problemi di trasmissione meccanica
• in funzionamento manuale tra corpo e dorsi sono sempre stati una del-
Esistono poi diverse modalità di funziona- le maggiori fonti di inconvenienti su altri
mento con esposizione flash: apparecchi e la scelta di rendere autonomo
• flash auto TTL il trascinamento, con motore specifico, pro-
• flash TTL con pre-flash mette quindi maggiore affidabilità.
• regolazione flash manuale Analogamente, contatti elettrici sono pre-
senti tra corpo macchina e mirino inter-
cambiabile a prisma per scambiare dati con
Il corredo usato per le prove. Pre-flash l’esposimetro.
Sulla Contax 645 è possibile effettuare una Tutti i contatti elettrici sono dorati, antios-
misurazione flash con lettura TTL-flash, per sidazione. Il corpo apparecchio è tropica-
PRO E CONTRO riflessione, in modo accurato, con qualsiasi lizzato, ovvero è in grado di resistere a spruz-
lampeggiatore, anche da studio. È una pre- zi accidentali e alla polvere.
Pro: rogativa molto interessante, derivata dalle Una particolarità: tra gli “accessori” è pre-
▲ Qualità delle ottiche Zeiss positive esperienze della reflex 35mm Con- visto un interessante dorso magazzino con
▲ Controllo TTL-flash anche tax RTS-III. piano aspirante, espressamente per pellico-
con flash da studio Si tratta di una funzione che prevede di po- la tipo 220.
▲ Magazzini intercambiabili con ter fare scattare il lampo dalla fotocamera
motore autonomo prima di eseguire la foto, senza cioè far scat- Sul campo
▲ Autofocus preciso (attivabile tare l’otturatore. La luce flash riflessa dal Abbiamo trovato comodo il caricamento
con pulsante sul dorso) soggetto viene allora registrata dalla cellu- automatico della pellicola (posizionamen-
▲ Facilità d’uso e completezza la TTL-flash nella fotocamera e memoriz- to motorizzato sul primo fotogramma e let-
di funzioni zata. A questo punto il fotografo può, ope- tura diretta della sensibilità con sistema Bar-
▲ Finiture di classe elevata rando sulla ghiera diaframmi, allineare su code Fuji, per ora solo su pellicole Fuji, ma
di un riferimento (punto di zero) l’indice prossimamente dicono anche su Agfa).
Contro: mobile (a cristalli liquidi). La ghiera dia- È presente, ed è apprezzata da molti pro-
frammi si troverà così automaticamente im- fessionisti, la possibilità di sollevare ma-
▼ Assenza di lettura esposimetrica
postata sul giusto valore di lavoro, per quel- nualmente lo specchio reflex prima dello
multizona
la determinata illuminazione flash. Si azio- scatto, per evitare vibrazioni in lavori par-
▼ Piano aspirante solo su speciale
na allora il pulsante di scatto per effettuare ticolarmente critici. Allo stesso modo è gra-
dorso 220
la ripresa effettiva. Questo sistema pre-fla- dita la presenza di un pulsante di controllo
sh, basato su un “lampo di prova e misura- visivo della profondità di campo e quella di
I PREZZI zione”, consente rilevamenti efficaci anche un comando per doppie esposizioni inten-
con i bank da studio, eventualmente attiva- zionali.
ti con fotocellula che risponda al lampo di La sensibilità del sistema esposimetrico è
Prezzi medi indicativi non ufficiali, rile- un piccolo flash inserito sulla macchina.
vati presso fotonegozianti ai primi di set- leggermente maggiore quando si imposta
Sulla slitta a contatto diretto del mirino a la misurazione media con prevalenza al cen-
tembre: prisma AE della Contax 645 è anche inse-
Contax 645 con ottica Carl Zeiss Planar tro. Dunque questa regolazione è preferibi-
ribile un classico flash Contax TLA 360, le per operare in condizioni di luce estre-
80mm f/2, mirino a prisma e dorso ma- utile per un uso più disinvolto della mac-
gazzino 120/220 standard, L. 8.900.000 mamente scarsa.
china in esterni. È un flash dedicato che ri- I dati d’esposizione vengono registrati au-
Distagon T* 35mm f/3.5, L. 5.700.000 ceve dalla fotocamera informazioni relati-
Distagon T* 45mm f/2.8, L. 5.300.000 tomaticamente a margine delle foto, lungo
ve a: sensibilità ISO, diaframma, focale del- il bordo superiore del fotogramma. Sono
Planar T* 80mm f/2, L. 5.300.000 l’obiettivo. I dati compaiono sul display del
Apo-Makro-Planar utilmente annotati: tempo, diaframma, even-
flash (retroilluminato, se occorre). In base tuale compensazione dell’esposizione, mo-
T* 120mm f/4, L. 5.700.000 ad essi è possibile anche regolare manual-
Sonnar T* 140mm f/2.8, L. 5.300.000 do di esposizione, luminosità e focale del-
mente la posizione della parabola in fun- l’ottica (es. 2/80), tipo di pellicola (120/220).
Sonnar T* 210mm f/4, L. 5.300.000 zione della focale. Nota: sul flash è possi-
La borsa Kipling rossa per l’intero cor- Apprezzabile la velocità di trascinamento
bile regolare la potenza in modo indipen- pellicola, a patto che si usino tempi d’ottu-
redo usato per le nostre prove, L. 504.000. dente dalle regolazione sulla macchina. razione abbastanza rapidi: si può giungere
Distribuzione in Italia: Fowa, via Tabac- fino a circa 2.4 fot/s.
Affidabilità
chi 29, 10132 Torino. Tel. 011.81.44.1; Tra il corpo della Contax 645 e le sue otti-
fax 011.89.93.97.7. che esistono solo collegamenti elettrici, non Maurizio Capobussi
PROVA SUL CAMPO

CANON EOS D30,


REFLEX DIGITALE
E’ una reflex digitale dalle caratteristiche interessanti
sia per il fotografo amatore evoluto che per il professionista.
L’abbiamo provata sul campo per verificare le reali potenzialità della fotocamera.

La nuova Canon D30 unisce La sensibilità nominale del sen-


alle caratteristiche tecniche sore è equivalente ad una pel-
di prim’ordine, come il sen- licola da 100 ISO ma in con-
sore CMOS Canon da 3.25 dizioni di illuminazione scar-
milioni di pixel, la compati- sa può essere “tirata” a 200,
bilità con tutti gli obiettivi 400, 800 o 1600 ISO, con lo
del sistema EOS EF e con i scotto di un maggiore distur-
nuovi sistemi flash E-TTL, un bo nelle zone più scure del-
sistema AF su tre punti, tre diversi l’immagine che risultano più
sistemi di misurazione dell’esposizione, “granulose”.
undici modalità di scatto e infine una bat- La “pellicola” della D30 sono le sche-
teria Li-Ion ricaricabile di lunga durata. de di memoria in standard CompactFlash
Estremamente competitivo il prezzo, poco tipo I e II e perciò anche il Microdrive di
più di 6 milioni di lire, per il quale è la re- che permettono una risoluzione massima IBM che può considerarsi un’ottima solu-
flex digitale più economica, prezzo che, di 2226x1460 pixel. Per mantenere un for- zione da abbinare alla D30 anche perché è
prima dell’avvento della Fujifilm S1 Pro, mato con i rapporti dei lati simile a quello corredata da una scheda di soli 16 Mb. La
era praticamente la metà di quello delle di- del formato 135 (2:3) viene utilizzato un fotocamera consente 2 risoluzioni, 2160x
rette concorrenti numero inferiore di pixel, rispetto a quelli 1440 e 1440x960 pixel, con 2 livelli di com-
La D30 monta un nuovo sensore Canon, effettivamente presenti nel CCD, solamente pressione Jpeg ciascuna. È anche possibi-
costruito con tecnologia CMOS, comple- 3.11 Mpixel (2160x1440). le salvare le immagini senza nessun tipo di
tamente diversa da quella utilizzata per i Seppur con un rapporto dei lati simile al compressione utilizzando un formato pro-
CCD abitualmente montati sulle fotoca- formato 135, la D30 non sfrutta l’intero fo- prietario Canon che ha il vantaggio d’im-
mera digitali. togramma poiché il formato del sensore magazzinare le immagini a 36 bit per pixel
I sensori CMOS derivano dalla stessa tec- CMOS è più piccolo di quello del e quindi teoricamente in grado di contene-
nologia utilizzata per le costruzione delle 24x36mm, ne consegue che le focali degli re un maggior numero di informazioni ri-
memorie RAM presenti dei computer e non obiettivi montati sulla D30 risultano mol- spetto al formato Jpeg che, oltre a compri-
richiedono particolari investimenti da par- tiplicate per un fattore 1.6. mere l’immagine con leggere perdite di
te delle fabbriche produttrici di RAM, fat- L’obiettivo “normale” per la D30 è dunque informazioni, è costretto a limitare i bit per
to che riduce drasticamente i prezzi dei sen- il 28mm che copre un angolo di campo pa- canale a soli 8 (24 bit in totale).
sori CMOS se raffrontati ai tradizionali ri a quello di un 45mm. In pratica questa differenza non è avverti-
CCD. L’utilizzo di un convertitore a 12 bit per bile poiché intervengono altri fattori come
Il sensore montato sulla Canon D30 di- canale assicura un’ottima leggibilità sia il rumore di fondo che livellano verso il
spone di un totale di 3.25 milioni di pixel nelle ombre che nelle alte luci. basso il risultato; inoltre il formato RAW
L’elemento fondamen-
tale intorno al quale è
stata costruita la D30
è il nuovo sensore Ca-
non, costruito con tec-
nologia CMOS.

La nuova Canon D30 è una fotocamera reflex digitale progettata


sia per il professionista che per il fotoamatore evoluto.

Sulla destra abbiamo, vicino al pulsante di scatto,


una rotella di selezione, un pannello LCD e 3 tasti-
ni che consentono di impostare i principali parame-
tri di ripresa: tipo di lettura esposimetrica, compen-
sazione dell’esposizione, scatto continuo, autoscat-
to, bilanciamento del bianco, tipo di autofocus. Col
pollice destro si comandano invece due pulsanti po-
steriori, uno per la selezione dei sensori AF, ed uno
Sulla sinistra è presente uno sportel-
per l’AE-lock.
lo che protegge la porta USB ed il
connettore per l’uscita video. Sono
inoltre presenti due contatti, uno per
il comando di flash esterni ed uno per
Il menu è particolarmente facile da utilizzare an-
il controllo a distanza della fotoca-
che se non è disponibile in lingua italiana. mera.

Dopo aver eseguito lo scatto, è


possibile controllare i dati di ri-
presa sul display esterno della
fotocamera.

è utilizzabile solamente attraverso il softwa- finalizzata proprio alla riduzione dei di- si può selezionare quali immagini stampa-
re Canon e risulta pertanto particolarmen- sturbi dovuti a tempi di posa lunghi più di re, specificarne il numero di copie, il tipo
te scomodo. un secondo. di stampa e se inserire nella stampa i dati
Nelle pose lunghe, oltre i 2s, le immagini Tra le funzioni degne di nota della fotoca- relativi all’immagine (data e numero di fi-
che si ottengono sono disturbate da un ru- mera troviamo la piena compatibilità allo le).
more di fondo molto evidente, comune co- standard di stampa DPOF (Digital Print Or-
munque a tutte le fotocamere che non uti- der Format) con cui è possibile inserire le Dall’esterno
lizzano sensori raffreddati, ma che è pos- informazioni per la stampa diretta delle im- La Eos D30 è la sorella digitale della Eos
sibile attenuare utilizzando una delle fun- magini da scheda CompactFlash su stam- 30 e ne ricalca le principali caratteristiche
zioni presenti nel menu della fotocamera panti compatibili con lo standard DPOF; estetiche. I comandi principali sono posti
Notevole la capacità della D30 nel leg-
gere i dettagli più minuti e le sfumature
più tenui. D30 con EF 30mm f/1.4 chiu-
so a f/5.6.

nella parte superiore della fotocamera co- turni. un corretto uso ed uno sfruttamento otti-
me da tradizione Canon; subito salta al- Nella parte posteriore abbiamo le novità ti- male delle potenzialità della fotocamera.
l’occhio un interruttore separato per l’ac- piche di una reflex digitale: il monitor e 5
censione e spegnimento della fotocamera tasti dedicati alle funzioni di visualizza- L’autofocus
che sui modelli analogici veniva integrato zione oltre ad un pulsante, ben separato da- L’autofocus opera con tre sensori ed è la
nella grossa ghiera alla sinistra del penta- gli altri, dedicato alla cancellazione delle fotocamera che sceglie quale dei tre sen-
prisma; ghiera che comunque rimane e co- immagini. Questi comandi sono comple- sori utilizzare, a meno che non si imposti
me di consueto viene utilizzata per la se- tati da un’ulteriore rotella anch’essa pre- specificatamente uno dei tre. A differenza
lezione della modalità di ripresa: automa- sente sulle reflex Eos ma con in più un pul- delle fotocamere Eos analogiche i cui sen-
tica, program, priorità tempi, priorità dia- sante centrale con funzione di conferma sori vengono evidenziati di rosso quando
frammi, manuale, priorità profondità di per le scelte dei menu. vengono scelti, sulla D30 non succede e
campo, ritratti, paesaggi, macro, sport, not- Impugnando la D30 non ci si accorge di occorre invece controllare l’informazione
avere in mano una reflex digitale fin quan- sul pannellino LCD sottostante; una solu-
do non si accosta l’occhio al mirino ed al- zione piuttosto scomoda.
Funzioni speciali lora, le ridotte dimensioni del campo in- Esistono come di consueto due modalità
Come nelle Canon EOS a pellicola è possibile quadrato fanno percepire che non è la so- autofocus, One Shot, nella quale la messa
impostare alcune personalizzazioni e funzioni lita macchina. Il rumore di scatto, la di- a fuoco viene fissata alla pressione parzia-
speciali. sposizione dei comandi, fatta eccezione per le del pulsante di scatto e AF AI Servo, che
• Riduzione dei disturbi provocati da pose mag- l’interruttore generale che stranamente non consente di aggiornare in modo continuo
giori di un secondo. è stato lasciato nella posizione usuale, fan- la messa a fuoco; in questa modalità viene
• Personalizzazione del pulsante AE-Lock no invece pensare ad una reflex tradizio- eseguita anche la previsione del punto fu-
• Blocco dello specchio. Per eseguire uno scatto nale, analogica. turo, calcolando la velocità del soggetto e
occorre premere due volte il pulsante di scatto:
il primo alza lo specchio, il secondo rilascia l’ot- La disposizione dei comandi aiuta il foto- prevedendo la messa a fuoco corretta nel-
turatore. grafo analogico a conoscere la nuova D30 l’istante dell’effettiva esposizione.
• Impostazione della coppia tempo/diaframma digitale. La suddivisione in due gruppi, uno In questa modalità abbiamo potuto verifi-
con incrementi di 1/3 EV invece che di 1/2 EV per la ripresa ed uno per la riproduzione e care, prima su un modello di pre-serie e
• Disabilitazione della luce ausiliaria per l’AF la navigazione nei menù, rende estrema- successivamente su un modello definitivo
• Impostazione del tempo di otturazione a 1/200s mente facile ed intuitivo il suo utilizzo; par- come, nel caso il soggetto si presenti con
lavorando in priorità di apertura con il flash. ticolarmente ben studiata la commutazio- scarso contrasto, l’autofocus, una volta rag-
• Impostazione della sequenza delle immagini in
ne tra queste due modalità, in quanto la ri- giunto il fuoco corretto, continui ad ese-
bracketing
• Sincronismo sulla seconda tendina produzione viene attivata con la pressione guire micro spostamenti del fuoco come se
• Controllo del pulsante AF sul corpo dell’obiet- di un pulsante vicino al monitor, e la ri- stesse continuamente ricercando la posi-
tivo presa con la pressione parziale del pulsan- zione migliore per la messa a fuoco; in que-
• Abilitazione del fill-in te di scatto: non abbiamo mai trovato una ste condizioni può capitare di scattare con
• Personalizzazione del pulsante di accensione soluzione più istintiva, ma rimane essen- il soggetto lievemente sfuocato; nel caso
del menu ziale leggere attentamente le oltre 160 pa- ciò si verificasse è sufficiente cambiare
• Personalizzazione del pulsante SET gine del libretto di istruzioni per poter ac- l’impostazione AF in One Shot; in questa
• Pulizia del sensore
cedere a tutte le informazioni necessarie ad modalità il piccolo problema non si mani-
Sensore CMOS impostato a 800 ISO, posa di 10s a
f/16. Buono il contenimento del disturbo elettronico
che non pregiudica in modo evidente il risultato.

Canon D30 con 35mm f/1.4 EF.

Ottima la gestione del bilanciamento del


bianco che prevede un modo automatico,
un modo manuale e 5 preset: luce diurna,
nuvoloso, tungsteno, fluorescente, flash.
Il bilanciamento del bianco manuale vie-
ne eseguito partendo da uno scatto memo-
rizzato sulla scheda di memoria, anche a
bassa risoluzione, nel quale sia stato ripre-
so un soggetto bianco, preferibilmente un
festa. Sono disponibili tutte le possibili modalità foglio di carta; è così possibile memoriz-
Abbiamo verificato che con la fotocamera d’esposizione: program, manuale, a prio- zare varie calibrazioni per differenti sor-
regolata su scatto singolo dopo ogni scat- rità dei tempi e a priorità dei diaframmi. genti d’illuminazione, che possono essere
to si crea un tempo morto in cui non è pos- L’esposizione program è flessibile, ovve- richiamate successivamente, senza che sia
sibile utilizzare la fotocamera poiché que- ro è possibile variare la coppia tempo dia- necessario rieseguire gli scatti su un sog-
sta è dedita alla scrittura sulla scheda di framma scelta dalla fotocamera, ruotando getto bianco.
memoria; si tratta di un tempo particolar- la ghiera superiore, ma questa impostazio-
mente breve, nell’ordine di un secondo o ne rimane attiva solo per uno scatto. Il flash
poco più, ma può risultare fastidioso nel È inoltre presente l’interessante modalità La D30 dispone di un flash incorporato im-
caso si decida di scattare una seconda fo- A-DEP, prerogativa delle reflex Canon Eos, piegabile con obiettivi fino a 18mm, la co-
to, subito dopo il primo scatto. di priorità sulla profondità di campo, che pertura di una focale così corta è dovuto al
Il modo di scatto continuo consente un’e- fa sì che la fotocamera scelga un diafram- campo inquadrato dall’obiettivo che risul-
levata velocità di raffica, intorno ai 3 foto- ma di lavoro tale che risultino a fuoco tut- ta essere pari ad un 28mm a causa del sen-
grammi al secondo, con un numero di fo- ti gli elementi inquadrati dai 3 sensori AF. sore CMOS più piccolo del formato 135.
togrammi elevato anche alla massima ri- È possibile controllare l’effetto di tale scel- È possibile sincronizzare il flash sulla se-
soluzione. ta premendo il pulsante sul corpo della fo- conda tendina.
tocamera per il controllo della profondità Qualora si utilizzi il flash esterno Canon
L’esposizione di campo, che fa chiudere il diaframma al- SpeedLight 550EX per EOS sono possibi-
L’esposizione viene effettuata con una let- la posizione di lavoro. li numerose funzioni aggiuntive:
tura valutativa su 35 aree, tenendo conto Nelle riprese in condizioni critiche di sta- • L’E-TTL (Evaluative-TTL) che consiste
anche della distanza di messa a fuoco del- bilità o dove ogni minima vibrazione può in un preflash con una successiva lettura
l’obiettivo; sono inoltre possibili le letture compromettere il risultato, la D30 consen- valutativa dell’immagine memorizzata.
spot e media bilanciata. Impeccabile in ogni te di sollevare preventivamente lo spec- • La sincronizzazione ad alta velocità da
situazione la misurazione esposimetrica. chio. 30s a 1/4000s, tramite l’emissione di una
sequenza di impulsi per la durata di 1/200s, nita tramite un adattatore da inserire nel I PREZZI
molto utile per eliminare dall’esposizione vano batteria.
l’effetto della luce ambiente. È disponibile un’impugnatura per riprese Canon EOS D30 Lire 6.400.000
• FE-Lock che consente di memorizzare verticali che contiene due batterie, rad-
una particolare lettura esposimetrica da uti- doppiando in questo modo l’autonomia del- Distribuzione: Canon Italia, Palazzo L,
lizzare con il flash. la fotocamera. La scelta di dotare la D30 Strada 6, 20089 Rozzano MI
• La compensazione dell’esposizione del di grossi accumulatori, anche se di tipo pro- Tel.: 0282481 - Fax: 0282484600
flash fino a +/-3 EV a passi di 0.5 EV. prietari, ha permesso di aumentare sensi- www.canon.it
• Il bracketing di 3 scatti con una varia- bilmente l’autonomia della fotocamera; la
zione di esposizione fino a +/-3 EV a pas- stessa batteria viene utilizzata anche sulla
si di 1/3 EV. compatta di fascia alta PowerShot G1 e sul- Stich, per incollare più fotogrammi in un’u-
• La fotografia con flash secondario uti- la Pro 90, nonché in alcune videocamere nica immagine panoramica, e Remote Cap-
lizzando un 550EX o un ST-E2 come luce Canon. ture, per comandare a distanza la fotoca-
principale. mera attraverso la porta USB.
La maggior parte di queste funzioni sono Corredo software Entrambi i programmi sono disponibili sia
disponibili anche con i modelli 420EX e Ampio il corredo software con cui viene per ambiente Windows che Macintosh.
220EX. venduta la fotocamera; comprende: Ado-
be Photoshop 5.0 LE, il noto programma Sul campo
L’alimentazione di fotoritocco in versione ridotta, e Zoom- Gli scatti che si ottengono con la D30 so-
L’alimentazione è fornita da una batteria Browser Ex, per la gestione delle immagi- no di qualità estremamente elevata a patto
ricaricabile dedicata agli ioni di litio. ni sulla fotocamera, in particolare di quel- di abbinare alla fotocamera obiettivi adat-
Non è prevista la possibilità di utilizzare le in formato Raw a 36 bit. ti. I sensori digitali hanno caratteristiche
altri tipi di batterie, per far fronte a situa- Con ZoomBrowser è anche possibile im- differenti rispetto alla pellicola e per offri-
zioni di emergenza, quindi è indispensabi- postare le 3 configurazioni personalizzate re le migliori prestazioni richiedono otti-
le portare sempre con sé una seconda bat- per la registrazione delle immagini, va- che specificatamente progettate. Non è stra-
teria di scorta. riando contrasto, sharpening e saturazio- no quindi che molti produttori di ottiche
Non è presente un connettore per l’ali- ne. stiano, recentemente, presentando obietti-
mentazione esterna, che viene invece for- Sono inoltre forniti il programma Photo- vi dichiarati adatti alle reflex digitali.
Abbiamo potuto verificare come con obiet-
tivi molto luminosi e grandangolari, le pre-
stazioni siano piuttosto deludenti: con il
SCHEDA TECNICA 50mm f/1.4, utilizzato a tutta apertura e in
condizioni di forte contrasto abbiamo ve-
Sensore e mirino Compensazione esposizione: +/-2EV a pas- rificato un notevole alone sulle immagini
Mirino: reflex, con correzione diottrica –1/+3 si di 1/2 o 1/3EV
intorno alle zone più luminose; aloni che
diottrie E’ possibile memorizzare l’esposizione insie-
Monitor: LCD a colori da 1.8”, 114000 pixel, me alla messa a fuoco (AE-AF lock) scompaiono diaframmando; con un più
regolabile in luminosità in 2 passi, con possi- E’ possibile memorizzare l’esposizione in mo- economico 50mm f/1.8 abbiamo invece
bilità di zoom e navigazione do indipendente (AE-lock) ottenuto risultati qualitativamente supe-
Visualizzatore di posizione (navigator) Tempi di otturazione: 30s-1/4000s riore, segno che quest’ottica si comporta
Ingrandimento monitor: 3X Syncro flash: 1/200s meglio con un sensore digitale. Non tutti
Visualizzatore di istogramma Bracketing: 3 scatti con variazione fino a +/- gli obiettivi sono uguali e lo dimostra il
Preview dopo lo scatto, con cancellazione e 2EV a passi di 1/2 o 1/3EV 35mm f/1.4 che anche a tutta apertura ha
fermo immagine Autoscatto: 10 s
Sensore CCD: da 22.7x15.1mm, 3.25 Mega- Tasto profondità di campo
mostrato una qualità sorprendentemente
pixel Blocco dello specchio elevata.
Massima risoluzione: 2160x1440 pixel La scelta degli obiettivi da abbinare alla
Sensibilità equivalente: 100-200-400-800- Memorizzazione D30 va fatta quindi in maniera mirata, pos-
1600 ISO Memoria base: 16Mb su scheda di memoria sibilmente avendo la possibilità di esegui-
Bilanciamento del bianco: automatico, ma- CompactFlash re qualche scatto di prova, soprattutto con
nuale, luce diurna, nuvoloso, tungsteno, fluo- Compatibile con lo standard DPOF quegli obiettivi di schema ottico più data-
rescente, flash. Connessioni: USB, uscita video PAL/NTSC to.
Caratteristiche fotografiche Varie
Nel complesso la D30 ci ha entusiasmati
Messa a fuoco: autofocus su 3 aree, manua- Dimensioni: 106.5x149.5x75 mm sia per la praticità operativa che per la qua-
le Peso: 780 senza batterie e scheda di memoria lità d’immagine. Ottimo il prezzo. Ha qual-
Obiettivo: intercambiabile (la focale equiva- Alimentazione: batteria dedicata al litio che piccolo neo, ma si tratta più che altro
lente si ottiene moltiplicando per 1.6) BP511, batteria Litio CR2025, alimentazione di peccati veniali che non compromettono
Modalità di esposizione: automatica, pro- esterna l’ottimo progetto di base.
gram flessibile, priorità tempi, priorità dia- Software a corredo: Adobe Photoshop 5.0 Ottima per il fotoamatore evoluto, può ri-
frammi, priorità profondità di campo, manuale, LE, Canon ZoomBorowser EX, PhotoStich, velarsi molto interessante anche per il pro-
ritratto, paesaggio, notturno, sport, macro Remote Capture, TWAIN Driver.
Misurazione esposimetrica: valutativa su 35 Menu in: inglese, francese, tedesco, giappo- fessionista.
aree, bilanciata, spot nese
Valerio Pardi
TEST FOTOCAMERE

CANON EOS-3000

Canon ha già sperimen- sente una facile impu-


tato con successo la fi- gnabilità anche a chi
losofia della macchina ha mani piccole.
reflex "semplice da usa-
re" presentando la EOS- L’autofocus
5000, una reflex nata ad- L’esperienza Canon nel
dirittura come macchina mondo dell’autofocus non
"solo automatica". Oggi riaf- si discute ed il sofisticato
ferma tale convinzione ma ag- sistema autofocus Multi-Basis
giunge qualcosa di più: buone possibi- ad area allargata, a tre punti con se-
lità di regolazione tradizionale su di un lezione automatica del punto attivo, lo
corpo comunque dotato di efficaci auto- di ottiche Canon, dove la possibilità di dimostra.
matismi. Ecco così la EOS-3000, mac- scelta è tra le più ampie in assoluto. Non manca nemmeno il cicalino (esclu-
china naturalmente compatibile con tut- dibile) di avvenuta messa a fuoco.
ta la gamma di accessori già disponibili La macchina Il sistema autofocus è di tipo AIM. Ciò
per la precedente EOS-5000. Il mirino è dotato di numerose informa- significa che quando un sensore autofo-
In ogni caso: l'idea di fondo è di offrire zioni, con segnalazione interna su display cus ha localizzato il soggetto, e si è “fis-
facilità d'uso e versatilità in una reflex a cristalli liquidi retroilluminati. In più, sato” su di esso, la posizione del senso-
non costosa, una macchina che si rivol- è presente un ampio display LCD ester- re “attivo” (e dunque del soggetto), vie-
ge al fotoamatore che ha fatto esperien- no. ne trasmessa alla griglia di sei zone di
za su di una compatta e che, pur apprez- I comandi sono di facile azionamento: misurazione del sistema esposimetrico
zando la dote di facilità d’uso di una com- sulla sinistra della calotta superiore c'è ed è utilizzata per far “prevalere” nella
patta, rimpiange e desidera la comodità una ghiera di scelta funzioni; sopra l'im- valutazione d’esposizione le zone di mi-
della visione reflex, con il suo contorno pugnatura c'è la rotella di selezione, in sura più prossime a quello che si ritiene
di possibilità di migliore e più facile in- linea con la collaudata filosofia di rego- individuato come soggetto principale. In
quadratura e con l’indiscutibile vantag- lazione in uso sulle EOS di categoria su- breve: la soluzione “software” escogita-
gio di poter cambiare gli obiettivi. A que- periore. ta è decisamente efficace e degna di re-
sto proposito la Canon EOS 3000 è per- Abbiamo apprezzato l’ampia ghiera di flex d’alta classe. Le misurazioni d’e-
fettamente integrata nel vasto “sistema” comando e la buona ergonomia che con- sposizione sono quindi ampiamente af-
La ghiera di scelta
funzioni è quella clas-
sica di Canon, sem-
plice da usare.
Il flash è sollevabile, manualmente, sul pentaprisma.

Pochi ed essenziali i comandi sopra al display esterno: sono


per le funzioni ausiliarie di attivazione dell’autoscatto o del IL MIRINO DELLA EOS 3000
riavvolgimento intenzionale della pellicola, oppure per l’at- 1 - Riferimenti corrispondenti alle tre zone di messa a fuoco (la
tivazione della luce anti “occhi rossi”. Due pulsanti sul dor- selezione è automatica); 2 - Riferimento per lettura spot dell'e-
so servono per attivare la misurazione spot o per alternare la sposizione; 3 - Spia di memoria d'esposizione; 4 - Spia disposi-
regolazione tempi/diaframmi quando si opera in manuale e si tivo "anti occhi rossi" attivato; 5 - Spia flash carico (pronto al
variano poi i valori con la rotella vicino al pulsante di scat- lampo) e controllo esposizione flash; 6 - Tempi; 7 - Diaframmi;
to. Premendo entrambi i pulsanti contemporaneamente si pos- 8 - Scala lineare (staratura intenzionale d'esposizione oppure
sono realizzare doppie impressioni intenzionali. regolazione manuale); 9 - Spia messa a fuoco AF effettuata.

fidabili. Nelle nostre prove abbiamo avu- sempre ai fotografi e cioè che è soprat- questa reflex vanta infatti la possibilità
to occasione di scattare diverse foto mon- tutto l’ottica che “fa” la foto. di operare anche con misurazione spot.
tando intenzionalmente sulla EOS 3000 Per attivarla è sufficiente impostare una
anche ottiche di classe professionale, dal Misurazione parziale modalità di esposizione PIC (la sigla Ca-
costo certamente sproporzionato rispet- La Canon EOS 3000 dispone di alcune non che indica le modalità predisposte)
to alla macchina, ottenendo risultati as- finezze d’impostazione degne di appa- o attivare il blocco della memoria espo-
solutamente paragonabili a quelli già vi- recchi di classe davvero superiore. No- simetrica (lo spot non opera in modalità
sti con reflex “ammiraglie”. Citiamo l’e- nostante si presenti come una “alternati- A-DEP).
sperienza per ribadire una regola nota da va” raffinata ad una compatta di lusso, Per quanto riguarda il funzionamento più
In primo piano i contatti elettrici di co-
municazione tra fotocamera e obiettivo.
La baionetta d’innesto è quella classi-
ca Canon EOS, qui realizzata in plasti-
ca dura ad alto contenuto di grafite.

Un faretto a luce alogena puntiforme


serve sia per “aiutare” l’autofocus in
caso di luce ambiente molto scarsa, sia
per provocare il restringimento delle pu-
pille dei soggetti nelle foto in interni, a
scopo anti “occhi rossi”.

Il dorso aperto; sono visibili i contatti per la lettura del codice DX del-
le pellicole. La macchina è dotata di un efficiente caricamento automa-
tico.

normale, l’esposimetro invece si serve mirino. C’è anche la possibilità della mi- Si tratta delle modalità: Program (P), au-
di solito di 6 zone per una lettura valu- surazione media a prevalenza centrale. tomatismo a priorità di tempi (Tv), au-
tativa della luce. La misurazione parzia- Il sistema esposimetrico fornisce i suoi tomatismo a priorità di diaframmi (Av),
le (come in casa Canon è d’uso chiama- dati ad una varietà di modalità d’esposi- automatismo DEP (adeguamento auto-
re la lettura spot) rileva il 9.5% dell’im- zione. La Canon EOS 3000 può infatti matico del tempo ad un diaframma ne-
magine inquadrata nella zona centrale, operare con ben 8 modalità di esposi- cessario per avere la profondità di cam-
pari a un cerchio di 9mm di diametro nel zione AE più la regolazione manuale. po individuata tramite il sistema AF), una
serie di programmi specializzati (macro,
sport, paesaggio, ritratto). E naturalmente
LA PELLICOLA VA ALL’INDIETRO della modalità di funzionamento manuale
È molto apprezzabile il fatto che al momento del caricamento il rullino venga tra- (M).
sferito completamente sul rocchetto ricevitore e che poi, scattando, i fotogrammi im- È anche possibile la compensazione del-
pressionati vengano via via "messi al sicuro" nel caricatore di partenza. Così, in ca- l’esposizione fino a ±2 stop, a passi di
so di apertura accidentale della fotocamera, risulteranno in ogni caso salvate le foto mezzo stop.
già scattate.
PROVE DI LABORATORIO
LABORATORIO
© CHASSEUR D’IMAGES
CANON EOS 3000 Test pubblicato su C.I. 212 - Francia

Otturatore PRECISIONE DEI TEMPI D’OTTURAZIONE (media su 10 scatti) COSTANZA DEI TEMPI D’OTTURAZIONE (a 1/1000s su dieci scatti successivi)
È difficile cogliere in fallo l'otturato- +1
re: a partire da 1/1000s l'errore è tra- +1
scurabile e persino ad 1/2000s il va-
+0,5
lore rilevato di 1/1500s è accettabile. +0,5
Il sincro flash ad 1/90s è modesto ma 0
0
preciso. Eccellente la stabilità.
-0,5 -0,5

-1 -1
8 2 1/2 1/8 1/30 Sincro 1/250 1/1000 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
4 1 1/4 1/15 1/60 1/125 1/500 1/2000

★★★★★ Attenzione: -1 significa un tempo 2 volte troppo rapido, +1 un tempo 2 volte troppo lento Attenzione: -1 significa un tempo 2 volte troppo rapido, +1 un tempo 2 volte troppo lento

Diaframma PRECISIONE DELL’APERTURA DI DIAFRAMMA DISTRIBUZIONE LUMINOSA DEL FLASH


Test effettuato con lo zoom 38-76mm con ottica zoom, a focale 50mm (Zoom 38-76mm “silver”) NG misurato (a 100 ISO): 11.4 - Copertura del flash incorporato: 28mm
di corredo. Il diaframma è molto sta-
bile e l'apertura reale prossima a quel- +1
la indicata (scarto dell'ordine di -1/3
o +1/3 di diaframma, in media). Otti- +0,5
ma prestazione per uno zoom di pri-
mo prezzo. 0

-0,5

-1
★★★★★ f/1.4 f/1.8 f/2 f/2.5 f/2.8 f/3.5 f/4 f/4.5 f/5.6 f/8 f/11 f/16 f/22 f/32 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

Esposizione PRECISIONE D’ESPOSIZIONE COSTANZA D’ESPOSIZIONE


La fotocamera opera una sensibile so- Modo A: rosso; modo S: verde; modo P: arancio Modo P o A - 10 scatti di seguito, a EV10
vraesposizione in presenza di luce mol- +1 +1
to intensa: una soluzione che certa-
mente aiuterà ad evitare indesiderate +0,5 +0,5
sottoesposizioni in spiaggia e sulla ne-
ve. Comunque, indipendentemente 0 0
dalla modalità d'esposizione scelta, ta-
ratura e ripetibilità rimangono irre- -0,5 -0,5
prensibili.
-1 -1
4 EV 5 EV 6 EV 7 EV 8 EV 9 EV 10 EV 11 EV 12 EV 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
★★★★ + corrisponde ad una sovraesposizione; - corrisponde ad una sottoesposizione + corrisponde ad una sovraesposizione; - corrisponde ad una sottoesposizione

Regolazione manuale PRECISIONE DI INDICAZIONE SUL DISPLAY


La scala a barre sulla quale si sposta in manuale
il cursore con passi di 0.5EV offre una +1
precisione sufficiente per lavorare in
modo manuale. Ma vista l'efficacia dei +2/3
diversi automatismi crediamo che la +1/3
si userà solo in modo episodico. 0
-1/3
-2/3
-1
★★★★ 4 EV 5 EV 6 EV 7 EV 8 EV 9 EV 10 EV 11 EV 12 EV
L’otturatore do particolare, un punto di forza: soprat- I PREZZI
È un classico otturatore a tendine a scor- tutto considerando che questa reflex “sfi-
rimento verticale, a lamelle, controllato da” le compatte (che il più delle volte in- Canon EOS 3000,
elettronicamente. Offre tempi da 30s ad corporano lampeggiatori dalle prestazio- con ottica zoom 38-76mm L. 570.000
1/2000s, più la posa B. Il tempo di sin- ni molto modeste) e che intende anche
cro flash è di 1/90s. qui “dimostrare” di essere superiore. Distribuzione: Canon Italia spa, palaz-
Osserviamo che il tempo massimo di scat- Il flash sul pentaprisma è di tipo retrattile zo L, strada 6 - 20089 Rozzano-Mila-
to è stato portato a 30 secondi, un valo- ed ha un Numero Guida pari a 12 a 100 ISO. nofiori (MI), tel. 02.82.48.1,
re più che sufficiente nella stragrande Quanto al funzionamento, se l’esposimetro fax 02.82.48.46.00.
maggioranza delle occasioni di ripresa, ritiene utile l’attivazione del flash perché Internet: http://www.canon.it; e-mail:
e che gli incrementi dell’otturatore sono constata una situazione di scarsa illumina- Multimedia@canon.it.
ora a passi di mezzo stop. zione o di controluce, provvede ad infor-
mare il fotografo con un segnale di avviso.
Il flash Il flash, con dispositivo anti “occhi ros-
La Canon EOS 3000 dispone di un flash si”, offre una copertura sufficiente fino PRO E CONTRO
incorporato, sollevabile sul pentaprisma. ad una focale 28mm e richiede un tem-
Il flash è a lettura TTL ed il relativo sen- po di ricarica di circa 2 secondi. La sua Pro:
sore, a tre zone, è anch’esso collegato ai portata varia in base alla massima aper- ▲ Prezzo e completezza di prestazioni
tre punti di lettura AF. Pertanto la misu- tura dell’obiettivo usato: con un film ne- ▲ Facilità d'uso
razione avviene su tre aree con una pre- gativo colore di 400 ISO a f/4, quello che ▲ Leggerezza
cisione di esposizione molto elevata. Ri- “si usa” per le festicciole di complean- ▲ Bobinamento preventivo pellicola
teniamo che questo dispositivo sia, in mo- no, può raggiungere gli 8.5 metri. ▲ Lettura spot
▲ Lettura multizona
Contro:
▼ Alimentazione con 2 pile al litio
SCHEDA TECNICA ▼ Autofocus non rapidissimo
▼ Mirino non molto luminoso
Tipo: reflex SLR monobiettivo, autofo- sitivo di bracketing automatico; esiste pul- ▼ Copertura mirino 90%
cus, motorizzata sante di blocco memoria esposimetrica
Innesto ottiche: Canon EF Sensibilità pellicola: impostazione auto-
Otturatore: a tendine a scorrimento ver- matica DX o manuale da 6 a 6400 ISO
ticale (lamelle, con controllo elettronico) Esposizioni multiple: infinite (fino a 9
Tempi: da 1/2000s a 30s, impostabili con per ogni ciclo) con azzeramento automa-
incrementi di 1/2 stop; posa B; sincro X tico Autonomia
1/125s Mirino: a pentaprisma fisso; copre il 90% Con due pile CR123A, sistemate nel-
Autofocus: One Shot, AI Servo e AI Fo- dell’area inquadrata; presenta un ingran- l’impugnatura, la EOS-3000 dichiara
cus con previsione del fuoco dimento pari a 0.70X con obiettivo 50mm un’autonomia di 60 rullini da 24 pose a
Sensibilità AF: da 1.5EV ad 18EV, a 100 su infinito; lo schermo di messa a fuoco 20°C senza l’uso del flash; di 25 rullini
ISO non è intercambiabile (è lavorato al laser, con un uso del flash al 50% e di 12 rul-
Punti di lettura: dispone di tre zone di ad alta luminosità) lini con flash attivo al 100%. Su di una
messa a fuoco (si selezionano automati- Segnali particolari: avvertimento vibra- macchina destinata ad un'ampia diffu-
camente) zione macchina con spia che lampeggia sione può essere una nota negativa l'a-
Controllo dell’esposizione: misurazio- nel mirino (in modalità PIC e Full Auto) vere impiegato pile al litio, meno facil-
ne con lettura TTL a tutta apertura, su 6 Avanzamento pellicola: caricamento au- mente reperibili di quelle a stilo tipo AA,
zone tomatico; riavvolgimento automatico al- che si trovano anche nei supermercati;
Modalità di misurazione esposimetri- la fine del rullino; riavvolgimento in mo- Canon ha però previsto una soluzione al-
ca: valutativa (zone), parziale (spot 9.5%) dalità silenziosa e possibilità di attiva- ternativa, ricorrendo ad una soletta por-
e media a prevalenza centrale zione manuale del riavvolgimento di un ta pile a stilo, offerta come optional.
Campo di lavoro esposimetro: da 2EV rullino parzialmente
a 20EV (obiettivo 50mm f/1.4, a 100 ISO) Motore: trascinamento a scatto singolo Maurizio Capobussi
Modi di funzionamento: programma in- o continuo (max 1 fot/s)
telligente AE flessibile, AE priorità dei Flash: incorporato, estraibile (automati-
tempi, AE priorità dei diaframmi, AE con co) sul pentaprisma; offre numero guida
priorità alla profondità di campo, AE Full 12 (100 ISO, 1m) ed ha un intervallo lam-
Auto, AE A-TTL flash, TTL-flash, pro- pi di circa 2 secondi La redazione ringrazia il negozio Ma-
grammi specifici (ritratto, paesaggio, ma- Autoscatto: elettronico, ritardo10 secondi tuella Cine Foto Ottica, via Panfilo Ca-
cro e sport/azione), regolazione manuale Alimentazione: 2 pile al litio CR123A staldi/angolo corso Buenos Aires, Mi-
Compensazione esposizione: fino a +/- Dimensioni e peso: 145x92x61.9mm; lano, tel. 02.29.52.41.27 per la gentile
2 stop con incrementi di 1/2 stop; dispo- 365g senza batteria (solo corpo) collaborazione.
SCHEDA TECNICA

CANON
PRIMA SUPER 120

Il design tipico del- I PREZZI


le compatte APS
Ixus è stato trasferi- Canon Prima
to in una nuova fo- Super 120 L. 450.000
tocamera compatta
35mm. La Prima Su- Distribuzione. Canon Italia spa,
per 120 è una com- palazzo L, strada 6 - 20089 Roz-
patta 35mm con uno zoom zano-Milanofiori (MI), tel.
3.2x, sistema autofocus ibrido, ghiera “Be- mo- 02.82.48.1, fax 02.82.48.460.0. In-
st shot” e flash incorporato. Lo zoom 38- dalità "servo" capace di in- ternet: http://www.canon.it; e-mail: Mul-
120mm f/4.5-10.9 ricorre ad elementi asfe- seguire il soggetto e calcolare la posizio- timedia@canon.it.
rici e, per la messa a fuoco, può contare ne del "punto futuro" al momento dell'a-
su di un sistema di misura AF a 335 pun- pertura dell'otturatore. Permette di opera-
ti di focheggiatura. L’autofocus ibrido è re a raffica alla cadenza massima di un fo- la batteria.
derivato dalla serie Ixus e si autocommu- togramma al secondo. Un'attenzione particolare è stata rivolta al
ta tra lettura attiva e passiva: combina i • Night – Viene emesso un colpo di flash flash, dotato di luce pilota. È incorporato
vantaggi della messa a fuoco all’infraros- all’inizio dell’esposizione. Poi l’otturato- e fuoriesce lateralmente, automaticamen-
so, che opera meglio a distanza ravvici- re rimane aperto (fino a 4 secondi) per re- te, quando la Super 120 viene accesa. Rien-
nata e con bassi livelli di illuminazione, gistrare sulla pellicola i dettagli dello sfon- tra quando viene spenta. Ha una portata di
con quelli dell’autofocus passivo, che può do. 4.1 metri con lo zoom in posizione gran-
operare attraverso i vetri ed è più accura- • Portrait – Il flash scatta sempre, con au- dangolare e di 2.4 metri in posizione tele
to alle grandi distanze. Si serve di tre pun- toregolazione e bilanciamento dei contra- (100 ISO). Il tempo di ricarica è di circa
ti AF che “agganciano” il soggetto anche sti. La focale dell’obiettivo si autoregola 3 secondi. Esiste luce per la riduzione ef-
se non si trova al centro dell’inquadratu- per mantenere costante il rapporto di in- fetto “occhi rossi”. Sono presenti anche
ra. grandimento. autoscatto, sistema di compensazione au-
Al fotografo è però concessa la possibilità • Close-up – Consente una messa a fuoco tomatica dell’esposizione di ±1.5 stop e
di selezionare il punto AF centrale quan- minima a 0.45 metri (con pellicola 100 correzione diottrica dell’oculare da –3 a 0
do lo desideri. La ghiera “Best shot” è di- ISO). diottrie. Una funzione "Real Time" con-
sposta sul dorso dell’apparecchio e per- • Spot – Ricorre al solo punto AF centra- sente di attivare l’otturatore con un ritar-
mette di scegliere tra sette impostazioni le. Su di esso "aggancia" anche l'esposi- do di soli 0.06 secondi dalla pressione sul
differenti: zione. È utile in situazioni di illuminazio- pulsante di scatto, ideale per foto colte al
• Full Auto – Condizione di funzionamento ne complesse, visto che consente di "igno- volo. Su richiesta la macchina può essere
standard per la maggior parte delle ripre- rare" il contributo luminoso dello sfondo. fornita anche in versione Caption, ovvero
se fotografiche: pensa a tutto la fotoca- • Personal – Consente al fotografo di crea- con dorso datario che stampa nell’angolo
mera. re la propria modalità preferita, come il in basso a destra delle fotografie (data e
• Action – Impostazione per riprese di sport modo flash e il singolo punto AF oppure ora al momento dello scatto). Può impri-
o di soggetti in rapido movimento. L’au- lo scatto continuo. Queste impostazioni mere anche cinque messaggi, disponibili
tofocus si commuta automaticamente in restano memorizzate anche se si rimuove in quattro lingue.
IN PROVA

CON LA CODA
DELL’OCCHIO
Nelle mani di un fotografo creativo una fotocamera panoramica
permette di creare immagini nuove e originali. In prova la Noblex 135U,
una macchina di prestazioni elevate ad un prezzo interessante.

C’è un particolare ambito della fotogra- affianca ad essa la Noblex che utilizza so, nel senso che non ruota, monta di nor-
fia che non cessa mai di affascinare, quel- pellicola 135. ma un obiettivo fortemente grandangola-
lo della fotografia panoramica, e in que- Oggi sono tre i modelli per la pellicola re. Il vantaggio è che lo scatto avviene
sto ambito la fotocamera Noblex è di- 135 e quattro quelli per la pellicola 120. con la stessa modalità di una fotocamera
ventata un “must”. tradizionale, quindi l’esposizione avvie-
Un po’ di storia. Le due grandi famiglie ne contemporaneamente su tutto il foto-
Le prime costruzioni ottiche a Dresda ri- Le fotocamere panoramiche si possono gramma; vi si può perciò accoppiare un
salgono al 1839. suddividere in due grandi famiglie, quel- flash (si pensi alle riprese in interni). Il
Nel 1930 Charles A. Noble, di Detroit, le a obiettivo fisso e quelle a obiettivo ro- principale svantaggio è che normalmen-
acquista la fabbrica. La prima Noblex, tante, come la Noblex. Vediamo le diffe- te i grandangolari usati sono molto spin-
che lavora con pellicola 120, viene pre- renze. ti e tendono quindi a rimpicciolire note-
sentata al pubblico nel 1992 e nel 1994 si La fotocamera panoramica a obiettivo fis- volmente il soggetto, specie se posto al-
Ecco la sequenza di scatto della Noblex: la torretta comincia a ruotare fino a prendere una velocità costante, l’obiettivo inizia a
scansionare il soggetto, alla fine il tamburo ritorna nella posizione iniziale, pronto per lo scatto successivo. (Foto scattata con Nikon
Coolpix 990 con funzione multishot 16).

l’infinito. annulla le deformazioni ai bordi, può rag- della rotazione del tamburo, tempo che
Una soluzione è quella della Hasselblad giungere angoli di campo impossibili per diventa addirittura di 128s per un tempo
Xpan che lavora su un fotogramma più le altre fotocamere, 127° sulle Noblex 135 di posa di 1s.
lungo; in questo modo possono utilizza- e ben 135° sulle Noblex 150. Di contro l’uso del cavalletto, oltre a mi-
re ottiche grandangolari non spinte con Disporre di un angolo di 127° significa gliorare la resa finale dell’immagine in
una restituzione dei soggetti, specie al- che con tre scatti in sequenza si ottengo- termini di micromosso, è comunque sem-
l’infinito, ben più leggibile. Per esempio no i 360° dell’angolo giro, cioè la regi- pre indispensabile per effettuare delle per-
con un 45mm avremo dei fotogrammi di strazione di tutto quanto si trova davanti fette fotografie panoramiche, con la mac-
dimensione 24x65mm e lo stesso angolo e dietro la fotocamera. china in bolla. Il limite dell’uso del ca-
di campo di un 25mm, quindi un gran- Questo vantaggio si paga innanzitutto con valletto è quindi più apparente che reale.
dangolare già piuttosto spinto, pur bene- lo svantaggio che il piano pellicola, e quin-
ficiando della resa prospettica di un di la fotocamera, deve essere sempre per- La Noblex da vicino
45mm. fettamente parallelo al soggetto, pena la La Noblex 135U monta come ottica un
L’angolo di campo è però solo di poco su- deformazione dell’immagine. Noblar T 29mm f/4.5, fabbricato dalla te-
periore ai 70°. Inoltre la possibilità di eseguire scatti a desca Docter, che vanta di un’ottima no-
L’angolo di campo delle fotocamere pa- mano libera si limita ai tempi più veloci, mea nell’ottica scientifica. L’angolo di
noramiche a obiettivo rotante come la No- in quanto il tempo di rotazione della fes- campo dell’obiettivo è di appena 50°, ma
blex, è invece molto maggiore: grazie al- sura dell’obiettivo è ben superiore al tem- diventa di 127° gradi per il fatto che l’ot-
la rotazione fisica dell’ottica che proiet- po di scatto impostato: quando si effettua tica ruota, e va a coprire un fotogramma
ta l’immagine sulla pellicola, ingabbiata uno scatto con un tempo di 1/125s tra- dal ragguardevole formato di 24x66mm.
in un particolare pressapellicola curvo che scorre ben 1 secondo tra l’inizio e la fine Il formato di 24x66mm non è stato scel-
Venezia, Piazza San Marco. Nonostante l'ottica della Noblex sia tarata sui 7,5m, e che la profondità di campo a f/16 arrivi a un me-
tro, i piccioni inquadrati in primissimo piano, a circa 30cm. della fotocamera sono risultati ancora accettabilmente a fuoco, natu-
ralmente fino a un ingrandimento in stampa non troppo gravoso.
to a caso: permette infatti di stampare l’in- do da aumentare o diminuire in modo INV: essa permette di invertire la moda-
tero fotogramma con un ingranditore per completamente automatico la sua velo- lità, facendo rallentare la fotocamera nel-
il formato 6x7. cità, così da esporre in modo omogeneo la zona luminosa e accelerare nella zona
L’ottica è a fuoco fisso a 7,5m. Si ottie- tutta la superficie del fotogramma, com- scura: questa funzione è stata apposita-
ne una buona nitidezza da 1m fino al- pensando le eventuali differenze di illu- mente studiata per le foto verticali, in cui
l’infinito chiudendo il diaframma a f/16. minazione attraverso una variazione del- di norma abbiamo una zona superiore del-
I tempi di scatto vanno da 1/500s fino a la velocità di rotazione. Nelle aree scure l’immagine più luminosa, in corrispon-
1s, ma con una straordinaria potenzialità: la rotazione del tamburo tenderà a ral- denza del cielo.
grazie al comando per le doppie esposi- lentare, nelle zone chiare la sua velocità
zioni intenzionali i tempi possono essere aumenterà. La testa panoramica
aumentati a piacere quasi come se si di- È evidente che il sistema permette di com- Tra gli accessori più interessanti per la
sponesse del B posa, il comando è infat- pensare le differenze di illuminazione pre- Noblex c’è sicuramente la testa panora-
ti selezionabile un infinito numero di vol- senti ad esempio nella parte destra e si- mica VR3: è l’accessorio ideale per ese-
te per ogni fotogramma. nistra della scena, non gli eventuali squi- guire fotografie panoramiche di 240° con
Diciamo quasi perché per ottenere per libri tra le parti in alto e in basso. Casi ti- due scatti consecutivi, o di 360° con tre
esempio una posa di 8 secondi, occorro- pici potrebbero essere una piazza per metà scatti. I tre fotogrammi, una volta scan-
no la bellezza di quattro minuti e mezzo illuminata dal sole con l’altra parte in om- sionati, possono poi essere agevolmente
di rotazioni multiple dell’ottica. Tempi bra o, in interni, una stanza con una pa- uniti in un unico file pronto per la stam-
così lunghi devono ovviamente tenere rete molto luminosa e una scura. pa o per la pubblicazione sul web.
conto del tipo di soggetto da riprendere. L’esposimetro utilizza contemporanea-
mente il metodo di lettura in luce inci- I filtri
Il decentramento dell’ottica dente e quello in luce riflessa: dei tre sen- Data la particolare configurazione della
Consci del fatto che spesso la fotografia sori, uno posto frontalmente, misura l’il- macchina, i filtri da montare sull’obietti-
panoramica è usata in riprese di architet- luminazione riflessa dalla parte centrale vo possono essere solo quelli progettati
tura, i progettisti della Noblex, hanno pre- della scena, gli altri due sono rivolti al- specificatamente da Noblex: sono ben 12
visto un apposito comando di decentra- l’indietro e calcolano in modo incidente e sono sia per il bianco e nero che per il
mento dell’ottica di quattro millimetri, l’intensità delle fonti di luce che colpi- colore; vi è anche una serie di neutral den-
verso l’alto; questo consente di elevare in scono i lati dell’immagine. È evidente che sity, ideali per impostare tempi di posa
modo sostanziale il punto di ripresa, per durante la memorizzazione il fotografo lunghi, così da far scomparire dall’im-
evitare di inclinare verso l’alto la fotoca- deve stare attento a non coprire le cellu- magine soggetti in movimento che po-
mera allo scopo di includere nell’imma- le di misurazione dell’esposimetro. trebbero disturbare la composizione, o per
gine, ad esempio, i particolari elevati di Tornando all’esempio della piazza illu- impiegare pellicole ad alta sensibilità in
un palazzo, di una chiesa. minata per metà dal sole, la Noblex, una situazioni molto luminose: non va di-
volta calcolata l’esposizione, riprenderà menticato che l’accoppiata più veloce di-
Il Panolux la parte della scena illuminata dal sole ad sponibile è f/16 con 1/500 di secondo.
Noblex ha a catalogo un accessorio – il una maggiore velocità e quella in ombra
termine è riducente, in realtà si tratta di ad velocità inferiore. L’autonomia
uno strumento che aumenta in modo si- La correzione rispetto all’area centrale ar- Con un rullo 135 da 36 pose si possono
gnificativo le già rilevanti potenzialità riva ad un massimo di 2/3 di stop ed è più scattare 19 fotografie panoramiche, un
della fotocamera - il Panolux: si tratta di facilmente apprezzabile quando si utiliz- numero più che accettabile anche nelle si-
un esposimetro in grado di dialogare con za pellicola diapositiva. tuazioni in cui non è possibile un cambio
il tamburo rotante della fotocamera in mo- Da segnalare la presenza di una funzione immediato e/o agevole della pellicola.
Hotel Des Bains, Venezia. Lo schienale in paglia di Vienna della sedia è stato ingrandito circa 6 volte, corrispondente a una stam-
pa al vero di circa 15x42cm. Nonostante la pellicola impiegata sia stata una 400 ISO il dettaglio è ancora eccellente. Con una pel-
licola da 50 ISO il dettaglio sarebbe stato ancora superiore. (Pellicola Agfa APX 400).

Riquadrata in rosso la parte dell’immagi-


ne abbracciata da una focale 28mm su fo-
tocamera reflex 24x36, in verde l’intera
area che abbraccia la Noblex dallo stesso
punto di ripresa. (Pellicola Perutz Prime-
ra 400 ISO).

Attraverso il mirino è possibile tenere sot-


to controllo la messa in bolla della fotoca-
mera, utile quando si lavora a mano libera.
Hotel Des Bains, Venezia. Un’immagine della terrazza esterna dove sono state riprese alcune scene di Morte a
Venezia, di Visconti. Tra la zona in ombra e la zona illuminata dal sole c’è una forte differenza di contrasto che
impedisce una buona lettura di entrambe le parti.

A sinistra: La stessa scena fotografata


con il Panolux 135 in misurazione in-
cidente: la sovraesposizione di 2/3 di
stop a sinistra e la sottoesposizione di
2/3 di stop a destra hanno permesso di
bilanciare il contrasto direttamente in
ripresa. (Pellicola Agfa APX 400).

Sotto: Unendo con un programma di fotoritocco due immagini eseguite con la Noblex e succes-
sivamente scansionate, si ottiene un’immagine con un angolo di campo intorno ai 240°. (Pelli-
cola Perutz Primera 100 ISO). (17 modelli tra Bentley e Rolls-Royce, qualcosa come 10 miliardi
di valore!)
Particolare dell’attacco per l’esposimetro Particolare del comando dei diaframmi con Particolare del comando dei diaframmi con
Panolux dove è posizionata la livella a bol- il decentramento dell’ottica su zero. il decentramento dell’ottica su S, quindi at-
la, traguardabile anche attraverso il miri- tivato.
no.

Sopra al contafotogrammi a cristalli liquidi si nota il


LED illuminato di verde che conferma l’utilizzo dei tem-
pi veloci, da 1/500 a 1/30 di secondo. Il tempo imposta-
to è 1/60 di secondo.

Quattro pile stilo AAA ali-


mentano l’elettromeccani-
ca della fotocamera. I pun- Sopra al contafotogrammi a cristalli liquidi si nota il
tali dorati auto-rientranti LED illuminato di rosso che conferma l’utilizzo dei tem-
assicurano un ottimo po- pi lenti, da 1/15 a 1 secondo. Il tempo impostato è 1/4 di
sizionamento di ciascuna secondo.
batteria e una rimozione
altrettanto facile.

I PREZZI
Conclusioni rispetto al 24x36, precisamente maggio-
Preziosa e versatile per un professionista, re dell’83%, e oltre la metà del formato
Noblex 135U: L.3.360.000 la Noblex 135U ci sembra rientrare in una 6x4.5cm.
Noblex Panolux 135: L.1.000.000 fascia di prezzo ancora abbordabile anche Montata su cavalletto la Noblex è uno stru-
per gli appassionati di fotografia. mento per riprese di attenta progettazio-
testa panoramica VR-3: L.480.000 Il paesaggio, la fotografia di montagna è ne ma, se usata a mano libera e con tem-
il genere di fotografia a cui la Noblex è pi lunghi, si trasforma in uno “scanner”
“naturalmente” destinata; tuttavia può es- dai risultati assolutamente imprevedibili
Distribuzione: Unionfotomarket, Viale sere un eccellente “terzo occhio” anche quanto interessanti, soprattutto se si com-
Certosa 36 Milano. nel reportage, nella fotografia a distanza bina il movimento della fotocamera con
Tel.: 02.33.021.1 Fax: 02.32.70.124. ravvicinata e in quella di interni. il movimento del soggetto.
www.unionfotomarket.it Con un formato utile di 24x66mm, il fo-
togramma ha una superficie quasi doppia Testo e fotografie di Gerardo Bonomo
TEST FOTOCAMERE

CANON EOS 300


Pensata per il fotoamatore e ricca di funzioni, ecco la nuova reflex di Canon

Canon è riuscita a riunire apparecchi di maggiore li-


nella EOS-300 parametri vello. Uno per tutti: il pul-
apparentemente inconcilia- sante per il controllo visivo
bili tra loro, come appunto della profondità di campo.
il costo non eccessivo e la Sull'utilità di questo coman-
completezza delle funzio- do le opinioni sono contro-
ni. verse.
È una reflex caratterizzata Certamente, visto che il mi-
da un design moderno, da rino della EOS 300 non è
dimensioni contenute, leg- particolarmente luminoso e
gerezza e maneggevolezza. che gli obiettivi base per
Il corpo è in policarbonato, questo apparecchio sono di
ma la finitura esterna è mol- solito zoom di classe non co-
to curata, con satinatura ar- stosa e dalla luminosità non
gento. Compatta, maneggevole, la EOS 300 ha una linea moderna e si pre- spinta, i dubbi che si posso-
senta in finitura argento, secondo le ultime tendenze del settore. no avanzare sono fondati:
Elettronica avanzata stimare ad occhio, in modo
Un primo punto di forza è curata (sistema single-shot AF). "fine", l'estendersi della
sicuramente l'autofocus. Sensore autofo- Quando l'autofocus opera con modo AI- profondità di campo significa accettare
cus a sette zone, con tecnologia C-MOS Servo è attivo un dispositivo di calcolo un livello di imprecisione elevato (me-
(la EOS-3 sta facendo scuola...). Le zone del punto futuro; con soggetto statico la glio le tabelle o le scale graduate, quan-
sono richiamate da tracce nere nel miri- macchina si commuta automaticamente do corredino gli obiettivi). Dove però il
no. Per sapere quale sia la zona attiva (che su One-shot. pulsante può essere concretamente utile
non si illumina come avviene sulle reflex Ottima la disponibilità di ben 7 zone di è in macrofotografia, per valutare prima
più costose) occorre rifarsi ad un sistema misurazione AF: è una particolarità de- dello scatto la "percepibilità" apparente
di segnalazione con rappresentazione gra- gna di fotocamere di classe elevata, pro- di elementi in primo piano (ad esempio
fica alla base del mirino. fessionale, e dunque è una gradevole sor- fili d'erba davanti al soggetto).
La scelta della zona in cui l'autofocus mi- presa su di un corpo macchina dal prez- Il pulsante, sulla EOS 300, non è attivo
sura può essere operata manualmente dal zo invogliante. operando con i modi d'esposizione pre-
fotografo o lasciata completamente al- L'autofocus è veloce nella risposta: me- programmati (ritratto, sport, ecc.) e con
l'automatismo: si tratta di una soluzione rito anche dei motori negli obiettivi. il programma "verde"; è attivo con tutti
che apprezziamo e che nell'uso si rivela La EOS-300, se utilizzata in verticale, at- gli altri.
pratica ed efficace. tiva un algoritmo che ottimizza la sele-
Il sistema AF può commutarsi automati- zione del punto AF. Il mirino reflex
camente da una situazione di AF conti- Mirino: la copertura effettiva è pari al 90%
nuo (AI Servo) ad una a verifica del rag- Completezza di comandi del fotogramma. È meno di altri appa-
giungimento della messa a fuoco e bloc- La EOS-300 dispone di comandi ausilia- recchi che raggiungono il 92% o il 94%,
co dello scatto se la nitidezza non è assi- ri che eravamo abituati a vedere solo su per non parlare delle ammiraglie al 100%,
Il flash incorporato, sollevabile sul pentaprisma, offre il nu-
mero guida 12.

Sulla destra della calotta c'è un ampio display con accanto i co-
mandi dell'autoscatto, della selezione funzioni ausiliarie (es. an-
ti occhi rossi, doppie esposizioni, ecc.), e il pulsante selettore
della zona di messa a fuoco. Sul dorso ci sono i pulsanti di let-
tura spot/blocco AE e di compensazione esposizione.

Per la macchina è proposto di serie uno


zoom 28-80mm f/3.5-5.6 V-USM. Baio-
netta obiettivo e flangia di attacco sul
corpo sono in policarbonato.

Sulla sinistra della calotta c'è la ghiera co-


mando per la selezione programmi.

L'alimentazione è data da due pile al litio


tipo CR2.

ma ciò va a vantaggio di una progettazione con un occhio di


riguardo alla miniaturizzazione, dunque all'ingombro limitato
e alla leggerezza del corpo macchina.
UNA MAGGIORE
Canon ha applicato al pentaprisma un rivestimento a specchio PRONTEZZA DI SCATTO
realizzato depositando vapori di alluminio. Assicura che il me- Oltre a permettere la chiusura manuale del diaframma al valo-
todo offre una riflettenza pari all’83%, uguale a quella nor- re di lavoro, il meccanismo di ribaltamento specchio è stato ri-
malmente ottenibile con argento vaporizzato sotto vuoto. Ci visitato e il tempo di blackout (l’oscuramento del mirino du-
sembra tuttavia che, forse per la miniaturizzazione del penta- rante lo scatto) è stato portato – rispetto alla EOS-500N – da
prisma e in genere e delle superfici più riflettenti, la visione 400 a 250 millisecondi. Contemporaneamente la velocità di
nel mirino potrebbe essere perfezionata e resa più luminosa e avanzamento della pellicola è passata da 1 a 1.5 fotogrammi al
più contrastata. È sostanzialmente quello della precedente EOS secondo. Si tratta di interventi che dimostrano l'attenzione di
500. Canon alla prontezza di ripresa, graditi a chi si dedica alla fo-
Chi porta gli occhiali troverà anche che l'oculare non è a proie- tografia di reportage o di sport. Sempre a proposito del trasporto
zione particolarmente arretrata. pellicola, annotiamo che è stato inserito un apposito bottone de-
Il display LCD esterno non è retroilluminato (scomodo nei not- dicato per il riavvolgimento intenzionale del film in qualsiasi
turni), è però molto ampio e riporta un gran numero di indica- momento.
zioni tra cui anche quella relativa al sensore AF attivo.
Il mirino della EOS 300 è dotato Quanto all'esposizione, la misurazione del-
di conchiglia oculare in gomma. l'esposizione avviene per mezzo di un sen-
Sul dorso, a sinistra, c'è la fine- sore a 35 zone (5 righe orizzontali, 7 li-
strella per individuare il tipo di pel- nee verticali). Oltre alla possibilità di let-
licola in macchina. tura con il sistema multizonale, è anche
possibile effettuare un rilevamento "stret-
to", con misura spot pari al 9.5% dell'in-
quadratura, oppure una media pesata al
centro in esposizione manuale.
La lettura valutativa a 35 zone è comun-
que coordinata con i punti di messa a fuo-
co.
Esistono, oltre alla modalità Full Auto e a
quella manuale, ben 9 programmi AE, la
possibilità di blocco della lettura esposi-
metrica, il blocco in memoria della lettu-
Vicino al prominente pulsante di sblocco ottiche vi ra flash (FE Lock), un comando di com-
sono quello di sollevamento flash (in alto) e quello pensazione dell’esposizione e la possibi-
di controllo profondità di campo (in basso). lità di operare un'esposizione a forcella di
3 fotogrammi (bracketing) automatica.

Il flash
Il flash è incorporato. Opera in modo so-
fisticato, servendosi di un sensore speci-
fico a 3 zone che dosa l'emissione di luce
al momento stesso dello scatto (modo A-
TTL). Identico funzionamento si verifica
Il dorso, aperto. A sinistra i con- adoperando flash classici, come il Canon
tatti per l'impostazione automati- EZ 540, da inserire sull'apposita slitta por-
ca della sensibilità pellicola se- taccessori (che dispone di contatti elettri-
condo il codice DX. Il caricamen- ci diretti).
to pellicola è automatico, moto- Un’ulteriore e superiore raffinatezza di
rizzato. misurazione si constata quando ci si ri-
volge a flash di classe elevata, ad esem-
pio un flash Canon EX 220 o EX 380 o
PER UN FLASH IN PIÙ EX 550. Il flash in questo caso emette un
pre-lampo di valutazione, misurando poi
La EOS 300 ha un flash incorporato: utile ma poco potente. Come sempre, è allora contemporaneamente la riflessione lampo
meglio aggiungere alla fotocamera un lampeggiatore integrativo. È certamente con- sul soggetto e l'intensità della luce am-
sigliabile un EX 380, che opera egregiamente anche come lampo di rischiaramento. biente (evoluzione del sistema E-TTL). Il
Ci si può chiedere poi, alla luce delle novità presentate in Photokina, se valga la pe- sistema tiene conto della posizione del
na di salire ulteriormente di categoria. Il flash al top, in casa Canon, è certamente il soggetto principale, regolandosi sulla cel-
modello EX 550 che appare particolarmente destinato alla Canon EOS 3 e che con- lula autofocus che si è "fissata" sul sog-
sente ampie possibilità di funzionamento in controllo TTL-flash senza cavi. Il con- getto. Quindi fa prevalere i dati di espo-
trollo "senza cavi" è possibile anche con la EOS 300, ma con talune limitazioni. An- sizione misurati dalle cellule di esposi-
zitutto, si perde la possibilità di gestire impostando diversi livelli di potenza i grup- zione ad essa adiacenti.
pi di flash ausiliari (come è noto con la EOS 3 si controllano fino a 3 gruppi) e an- Se si memorizza l'esposizione, pensando
che la possibilità di attivare un lampeggio ad altissima frequenza e bassa intensità poi di correggere l'inquadratura e quindi
che fa le veci della "lampada pilota". di scattare con il soggetto decentrato, l'o-
Con la EOS 300 rimane la possibilità di un controllo a distanza senza cavi, ma sono perazione di memorizzazione congela an-
impossibili le variazioni di potenza. Il suggerimento è allora di allontanare o avvici- che il valore della potenza di emissione
nare i flash, effettuando delle prove. Vale sempre un'osservazione: il piccolo flash in- del flash: una raffinatezza molto utile per
tegrato nella fotocamera è inadeguato a queste riprese raffinate e, a nostro parere, il- un accessorio che diviene così estrema-
luminazioni così sofisticate dovrebbero prevedere l'uso di un lampeggiatore EX 550 mente facile da usare e che è sempre uti-
direttamente sulla macchina, in veste di lampo "master" (non nascondiamo natural- lissimo, soprattutto quando occorre ado-
mente il piccolo particolare che un EX 550 costa come una EOS 300...; si potrebbe perarlo come lampo di schiarita.
ricorrere allora ad un trasmettitore dedicato ST-E2). Anche la lettura della luce lampo in mo-
dalità E-TTL avviene tenendo conto del-
la posizione del soggetto per una alta pre-
PROVE DI LABORATORIO
LABORATORIO
© CHASSEUR D’IMAGES
Test pubblicato su C.I. 212 - Francia CANON EOS 300

Otturatore PRECISIONE DEI TEMPI D’OTTURAZIONE (media su 10 scatti) COSTANZA DEI TEMPI D’OTTURAZIONE (a 1/1000s su dieci scatti successivi)
È difficile cogliere in fallo l'otturato- +1 +1
re: a partire da 1/1000s l'errore è tra-
scurabile. +0,5
Il sincro flash ad 1/90s è modesto, ma +0,5
esatto. Eccellente la stabilità. 0 0

-0,5 -0,5

-1 -1
8 2 1/2 1/8 1/30 1/125 1/300 1/1000 1/4000 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
4 1 1/4 1/15 1/60 1/250 1/500 1/2000 1/8000

★★★★★ Attenzione: -1 significa un tempo 2 volte troppo rapido, +1 un tempo 2 volte troppo lento Attenzione: -1 significa un tempo 2 volte troppo rapido, +1 un tempo 2 volte troppo lento

Diaframma PRECISIONE DELL’APERTURA DI DIAFRAMMA DISTRIBUZIONE LUCE FLASH


Test effettuato con uno zoom IS 28- con ottica zoom, a focale 50mm NG misurato (100 ISO): 11.8
135mm. Il diaframma è molto stabile
e l'apertura reale prossima a quella in- +1
dicata (scarto dell'ordine di -1/3 di dia-
framma, in media). +0,5
Il comando elettrico è molto soddi-
sfacente! 0

-0,5

-1
★★★★ f/1.4 f/1.8 f/2 f/2.5 f/2.8 f/3.5 f/4 f/4.5 f/5.6 f/8 f/11 f/16 f/22 f/32 Copertura flash incorporato: 28mm

Esposizione PRECISIONE D’ESPOSIZIONE COSTANZA D’ESPOSIZIONE


La taratura media è orientata troppo Modo A: rosso; modo S: verde; modo P: arancio Modo P o A - 10 scatti di seguito, a EV10
marcatamente verso la sottoesposi- +1 +1
zione: sarebbe da correggere, sulle
prossime serie! Ancora, qui si ritrova +0,5 +0,5
una compensazione in decisa sovrae-
sposizione in riprese in luce molto in- 0 0
tensa; tuttavia la taratura a favore del-
la sottoesposizione la rende meno di- -0,5 -0,5
rettamente percepibile. Stabilità irre-
prensibile. -1 -1
4 EV 5 EV 6 EV 7 EV 8 EV 9 EV 10 EV 11 EV 12 EV 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
★★ + corrisponde ad una sovraesposizione; - corrisponde ad una sottoesposizione + corrisponde ad una sovraesposizione; - corrisponde ad una sottoesposizione

Regolazione manuale PRECISIONE DI INDICAZIONE SUL DISPLAY


La scala a barre sulla quale si sposta in manuale
il cursore con passi di 0.5 EV, offre +1
una precisione sufficiente per lavora-
re in modo manuale. Ma vista l'effi- +2/3
cacia dei diversi automatismi credia- +1/3
mo che se ne faccia un uso solo epi- 0
sodico.
-1/3
-2/3
-1
★★★ 4 EV 5 EV 6 EV 7 EV 8 EV 9 EV 10 EV 11 EV 12 EV
PRO E CONTRO
Pro:
SCHEDA TECNICA ▲ TTL su 35 zone
▲ AF su sette zone
Fotocamera: reflex autofocus, ad otti- Otturatore: a tendina a scorrimento ver- ▲ Lettura sia valutativa sia spot
ca intercambiabile, motorizzata ticale, a lamelle, con controllo elettroni- ▲ Peso contenuto
Innesto obiettivo: Canon EF co ▲ Flash incorporato (copre il 28mm)
Mirino: pentaprisma fisso, copertura pa- Tempi: da 1/2000s a 30s impostabili con
ri al 90% del fotogramma. Ingrandimento incrementi di 1/2 stop; posa B. Sincro- Contro:
0.70x; taratura diottrica permanentemente X ad 1/90s; possibile sincro FP fino ad
su -1 diottria (una soluzione classica). 1/2000s con flash serie EX, a lampo pro- ▼ Display non retroilluminato
Monta vetro smerigliato standard senza lungato. ▼ Attacco ottiche non in metallo
riferimento per lettura spot ma con in- Avvertimento vibrazione macchina:
dicazione dei punti di lettura autofocus. lampeggia nel mirino in modalità PIC e
Sensibilità AF: da EV 1 a EV18 (a 100 Full Auto I PREZZI
ISO) Autofocus: One Shot, AI Servo e AI Fo-
Controllo dell’esposizione: lettura TTL cus con previsione del fuoco; opera su 7 La EOS-300 è in vendita a L. 550.000
a tutta apertura su 35 zone punti di messa a fuoco, anche selezio- solo corpo
Modalità disponibili: valutativa (lettu- nabili singolarmente in modo manuale.
in versione Quartz Date L. 610.000
ra a zone), spot (9,5%) e media centra- Compensazione esposizione: +/-2 stop,
le con incrementi di 1/2 stop; esiste co- con zoom EF
Campo di lettura: EV 2-20 (con obiet- mando di bracketing automatico 28-80mm V USM L. 900.000
tivo 50 mm f/1.4 100 ISO) Trasporto pellicola: caricamento auto- con zoom EF 28-80mm II L. 800.000
Sensibilità pellicola: impostazione au- matico; riavvolgimento automatico alla
tomatica DX o manuale da 6 a 6400 ISO fine del rullino, riavvolgimento in mo- Distribuzione: Canon Italia, palazzo L,
Modalità di scatto: Programma intelli- dalità silenziosa e manuale anche a metà strada 6 - 20089 Rozzano-Milanofiori
gente AE (flessibile), AE priorità dei tem- rullino (MI), tel. 02/82481, fax 02/82484600.
pi, AE priorità dei diaframmi, AE prio- Motore: scatto singolo o continuo (max Internet: http://www.canon.it; e-mail:
rità della profondità di campo, AE Full 1.5 fotogrammi al secondo) Multimedia@canon.it.
Auto, AE A-TTL flash, AE E-TTL, TTL, Flash: tipo retrattile "pop-up automati-
PIC (ritratto, paesaggio, macro e co", sul pentaprisma. Numero guida12;
sport/azione) e manuale intervallo lampi circa 2 secondi
Blocco memoria esposimetrica: sì, sia Autoscatto: elettronico, ritardo di 10 se-
luce ambiente sia flash condi; possibilità di telecomando La redazione ringrazia il negozio di
Esposizioni multiple: senza limitazio- Alimentazione: 2 pile al litio CR2 foto-cine-ottica-video Matuella, di Mi-
ni (fino a 9 per ogni ciclo programma- Dimensioni e peso: 140x90x58,5mm; lano, per la cortese collaborazione.
bile) con azzeramento auto 355g senza batteria (solo corpo). Matuella è in corso B. Aires angolo
via P. Castaldi, tel. 02-201616 (MM
fermata porta Venezia).

cisione di esposizione. Con lampeggia- Aspetti d’uso La EOS-300 consente anche di eseguire
tori dedicati della serie Speedlite EX è Esaminando il bocchettone d'innesto ot- fino a 9 esposizioni multiple alla volta,
possibile anche la sincronizzazione ad al- tiche si tocca con mano la vocazione "non dispone di segnale di avvertimento rela-
ta velocità FP flash. professionale" della fotocamera: il boc- tivo al rischio di ottenere foto mosse quan-
Il tempo di sincro flash è di 1/90 di se- chettone è in plastica dura anziché in me- do il tempo di scatto si allunga oltre i li-
condo, dunque non particolarmente ve- tallo. È una scelta giustificata dalla clas- miti di sicurezza (1/lunghezza focale del-
loce. se di prezzo in cui si colloca l'apparec- l’obiettivo) ed è compatibile con tutta la
Il flash sollevabile incorporato nella mac- chio. Si presume anche che il fotoamato- serie di accessori previsti per la EOS-
china in un vano sopra il pentaprisma del re, presumibilmente equipaggiato di zoom, 500N.
mirino, offre un numero guida pari a 12 cambi obiettivo molto meno frequente- Infine, abbiamo trovato utile, e ben dise-
(100 ISO). Non si tratta di un valore ele- mente del professionista e quindi che l'u- gnata, la soletta ausiliaria portapile, per
vato, ma occorre considerare che la sua sura sia minore. È comunque da consi- pile AA. Normalmente la macchina la-
copertura luminosa abbraccia il campo derare anche l'aspetto della robustezza in vora con pile al litio, una coppia di CR2.
inquadrato da un obiettivo di 28mm di fo- assoluto: attenzione a non esagerare nel Secondo il fabbricante la EOS-300, ali-
cale. collegare alla fotocamera obiettivi pro- mentata da due CR2, offre un’autonomia
In Full Auto, Ritratto, Macro, Notturno il fessionali molto pesanti: in questi casi si di 60 rullini da 24 pose a 20 °C senza l’u-
flash fuoriesce automaticamente quando devono cambiare le abitudini nell'impu- so del flash, di 24 rullini con un uso del
necessario, nelle altre modalità di ripre- gnare l'attrezzatura e occorre fare atten- flash al 50% e di 12 con il lampeggiato-
sa può essere attivato semplicemente pre- zione affinché sia l'obiettivo a "reggere" re sempre attivo.
mendo il pulsante relativo. la macchina e non viceversa. Maurizio Capobussi
TEST

CONTAX 645

La 645 nasce per soddisfa- Zeiss non ha bisogno di presentazioni nel Un pratico autofocus
campo dell’ottica e proprio partendo da Le ottiche sono a focale fissa ma sono do-
re le esigenze di affidabi- queste basi si è sviluppata la nuova Con- tate dell’autofocus. L’autofocus della 645
lità, di flessibilità operativa tax medio formato. lavora in base alla rilevazione della diffe-
Sei infatti sono le ottiche disponibili fin da renza di fase e può operare in due moda-
e di praticità nel formato subito per la fotocamera: dal 35mm con un lità: AF singolo e AF continuo; nel primo
6x4.5cm. Abbiamo messo angolo di campo di 90° fino al medio tele caso l’otturatore rimane bloccato finché il
da 210mm con un angolo di campo di 19°. soggetto inquadrato dai sensori della mac-
alla prova la macchina, Tutte con la qualità ottica che ci ha abitua- china non risulti perfettamente a fuoco,
con un uso intenso in ti Zeiss e con una luminosità massima sem- mentre l’AF continuo consente lo scatto in
pre elevata, ma con un ingombro ridotto al qualsiasi momento a garanzia della massi-
varie situazioni di lavoro. minimo. ma tempestività di scatto. In entrambe le
modalità autofocus è sempre possibile pas-
sare istantaneamente alla messa a fuoco
manuale semplicemente iniziando a ruota-
re la ghiera di messa a fuoco dell’obietti-
vo; infatti l’esclusione del meccanismo di
AF avviene tramite un sistema a scorri-
mento che entra in funzione non appena ri-
leva una rotazione dell’elicoide di messa a
fuoco dell’obiettivo. Rilasciando, poi, l’a-
nello di messa a fuoco, l’autofocus della
macchina riprende automaticamente il con-
trollo dell’obiettivo.
È comunque sempre possibile operare in
modo manuale come di consueto; una par-
ticolarità interessante ed estremamente uti-
le è la presenza di un piccolo tasto coas-
siale alla ghiera di regolazione della mo-
dalità di messa a fuoco; quando si opera in
manuale, schiacciando questo tasto si atti-
va istantaneamente e solo per il tempo che
lo si tiene premuto, l’autofocus. Questa fun- La Contax 645 nasce con
zione si è rilevata estremamente utile per un parco ottiche formato
verificare la corretta messa a fuoco o per da 6 obiettivi, dall’ultra
utilizzare subito quella automatica senza grandangolare con un an-
per questo perdere tempo nell’impostare il golo di campo di 90° al te-
selettore AF sulla modalità più opportuna, leobiettivo da 210mm, tut-
dopo che si è stati costretti ad utilizzare la ti autofocus ad eccezione
messa a fuoco manuale a causa di un sog- del 120mm f/4 Apo-Makro
getto non compatibile con i sensori AF pas- Planar che permette inve-
sivi ( forti riflessi, bassa illuminazione, sog- ce di raggiungere il rap-
getti uniformi, ecc.). porto d’ingrandimento di
Tra i lati negativi abbiamo riscontrato una 1:1 senza aggiuntivi.
velocità non eccezionale se raffrontata a
quanto è stato ottenuto sul piccolo forma- I comandi sono di-
to con l’inserimento dei motori AF diret- sposti in modo razio-
tamente nell’ottica e l’area dell’AF piutto- nale nelle stesse posi-
sto piccola. zione di quelli monta-
ti sulle reflex 135.
Automatismi ed esposizione
Montando il prisma AE è possibile effet-
tuare la misurazione dell’esposizione in
modalità spot, media-ponderata, flash TTL
e misurazione pre-flash TTL; quest’ultima
è la funzione più interessante anche se non
nuova in casa Contax; in pratica trasforma
la fotocamera in un preciso esposimetro
per flash con lettura spot.

L’autofocus della 645 lavora in ba-


se alla rilevazione della differenza
di fase. È possibile operare in tre
modalità: AF a priorità di scatto,
AF a priorità del fuoco e in ma-
nuale.
Quando si opera con l’AF disatti-
vato è possibile in qualsiasi mo-
mento riattivarlo premendo un pic-
colo pulsante coassiale al seletto-
re dei modi AF, facilmente rag-
giungibile dal pollice della mano destra; al contrario, quando si opera in AF è Sul lato sinistro della fotocamera troviamo il seletto-
possibile escluderlo temporaneamente semplicemente ruotando la ghiera di mes- re dell’avanzamento motorizzato della pellicola; in
sa a fuoco dell’obiettivo; è quindi possibile modificare manualmente la messa a modalità ‘continuo’ la Contax 645 è in grado di rag-
fuoco con estrema rapidità, sicuri di non perdere l’attimo più importante. giungere la cadenza massima di 1.6 fot/s.
La Contax 645 nasce all’insegna della modularità; è possibile quin- L’alimentazione è fornita da una pila al litio da 6V.
di adattarla con facilità ad ogni tipo di ripresa.

Il caricamento del- A differenza delle altre fotoca-


la pellicola è un’o- mere medio formato, il collega-
perazione abba- mento tra corpo e dorso avvie-
stanza facile, anche ne solamente con una serie di
se siamo ancora contatti elettrici, nessun tipo di
molto lantani dalla rinvii meccanici o ingranaggi a
semplicità del for- vista che possono portare al-
mato 135. l’inceppamento della fotocame-
ra. Ogni dorso incorpora il mo-
tore di trascinamento pellicola;
in caso di guasto basta sostituire il dorso e la macchina può ripren-
dere a scattare.

Il funzionamento è piuttosto semplice quan- Quando si monta il mirino a pozzetto si per- Affidabilità
to efficace: tramite un apposito comando de la possibilità di effettuare la misurazio- Per una macchina destinata prevalentemente
sulla fotocamera è possibile far scattare i ne media-ponderata. ad impieghi professionali è la caratteristi-
flash ad essa collegati mantenendo però Con qualsiasi mirino è sempre possibile ca più importante. La 645 nasce per sod-
l’otturatore chiuso; l’esposimetro della fo- scegliere tra gli automatismi d’esposizio- disfare nel modo più totale questa caratte-
tocamera analizza la scena illuminata dal ne a priorità di diaframma o dei tempi ol- ristica: ogni singolo componente, ogni co-
flash e poi visualizza nel mirino, sulla sca- tre naturalmente all’utilizzo manuale. mando è stato pensato per garantire la mas-
la analogica, le indicazioni per la corretta È presente anche una funzione AE Lock sima flessibilità operativa e garantire un’af-
esposizione (tempo e diaframma consi- che blocca i valori rilevati dall’esposime- fidabilità elevata.
gliati); è una funzione molto utile in studio tro; con questa funzione attivata, modifi- Un esempio classico sono i magazzini di
dove si può fare tranquillamente a meno cando manualmente uno dei due valori del- cui è dotata la macchina, spesso punto do-
dell’esposimetro esterno, velocizzando an- la coppia tempo-diaframma precedente- lente di molte fotocamere medio formato
che l’operatività del fotografo. Questo si- mente memorizzata, la fotocamera adegua concorrenti.
stema è compatibile con qualsiasi model- l’altro affinché l’esposizione non subisca I magazzini Contax incorporano i motori
lo di flash. cambiamenti ( SHIFT). di avanzamento pellicola, là dove invece

PORTARULLI 220 VACUUM


Un sistema a piano aspirante per le pellicole non è cosa nuova in casa Contax; fu presentato per
la prima volta inserito nella terza edizione della RTS, la reflex di punta della gamma Contax per
il piccolo formato. Il vantaggio di questo sistema sta nel completo annullamento delle possibili
ondulazioni della pellicola al momento dello scatto, il che consente di sfruttare al meglio le otti-
che ultra luminose Zeiss senza rischiare di incorrere in sfuocature.
Il rischio di ondulazioni della pellicola è ancora maggiore con la pellicola formato 220, partico-
larmente sottile. Bene ha fatto quindi Zeiss a sviluppare il sistema d’aspirazione anche per il
pressa-pellicole (Real Time Vacuum) della Contax 645. Il risultato è una planeità del film prati-
camente costante su tutta la super: Il Vacuum System funziona con tutti i tempi di posa della
fotocamera ad eccezione della posa B.
le altre fotocamere utilizzano un comples-
so meccanismo ad ingranaggi per sfrutta-
Il mirino è una delle caratte-
re il riarmo dell’otturatore (manuale o mo-
ristiche che meglio si lascia-
torizzato) per far avanzare anche la pelli-
no apprezzare: grande, lumi-
cola.
noso, con un ottima leggibi-
Il vantaggio della soluzione adottata da
lità dei dati e un’estrazione
Contax è la completa assenza di qualsiasi
pupillare molto ampia, adat-
collegamento meccanico tra magazzino
ta per chi porta gli occhiali.
porta pellicola e corpo macchina.
Ogni informazione viene inviata in modo
elettronico attraverso contatti dorati, e quin-
di inossidabili, molto più affidabili dei rin-
vii meccanici finora utilizzati; inoltre in ca-
so di rottura del motore o del sistema di
avanzamento del film è possibile conti-
nuare a scattare semplicemente cambian-
do il magazzino.
La stessa impostazione è stata mantenuta
anche per gli obiettivi, che dialogano con
la fotocamera solamente attraverso segna-
li elettrici.
L’intelaiatura interna e le guide pellicola
sono stati realizzati in una lega di allumi-
nio che offre robustezza, stabilità e legge-
rezza elevata, mentre la baionetta d’inne-
sto ottiche è interamente in acciaio. La car-
rozzeria è costituita da un materiale com-
posito anti-shock, rinforzato con fibra di
carbonio. Anche per gli obiettivi la trasmissione dei
dati avviene tramite contatti elettrici per
Caratteristiche particolari evitare rischi di inceppamenti di tipo mec-
L’otturatore è stato sviluppato espressa- canico.
mente per la Contax 645 e offre prestazio-
ni da primato: 1/4000s.
Nei tempi lunghi si può arrivare a 32s; inol-
tre è possibile utilizzare la posa B che, gra-
dita sorpresa, è completamente meccanica
e non consuma le pile nelle lunghe esposi-
zioni.
Il porta-film MFB-1 è dotato di serie di un
dispositivo datario che impressiona la pel-
licola, esternamente all’area dell’immagi- Il sistema di misurazione
ne, con i dati riguardanti: tempo di posa, dell’esposizione consente di
diaframma, valore di compensazione, mo- passare dalla lettura spot
do d’esposizione, tipo di obiettivo e tipo di alla media ponderata. Sia-
pellicola. Risulta particolarmente utile in mo lontani dai moderni
fase di catalogazione delle immagini e du- esposimetri multizona di cui
rante i test di ripresa. sono dotate le moderne re-
L’esposizione Flash può avvenire in TTL flex 35mm, ma se utilizzati
qualora venga utilizzato il lampeggiatore in modo appropriato con-
dedicato Contax TLA360; con questo fla- sentono di affrontare qual-
sh, oltre al normale controllo TTL, è pre- siasi tipo di ripresa senza
vista la regolazione automatica della para- problemi.

CARATTERISTICHE TECNICHE: Iso: 6-6400


Tipo: Reflex autofocus a sistema per il formato 6x4.5cm Compensazione dell’esposizione: +/- 2EV a passi di 1/3EV e Bracketing
Attacco obiettivi: baionetta Contax 645 automatico a passi di +/- 0.5EV o +/-1EV
Sistema AF: TTL a rilevazione del contrasto di fase Mirino: prisma AE copertura del 95%
Otturatore: a tendina a controllo elettronico; tempi da 32s a 1/4000s più Schermo di messa a fuoco: Matte intercambiabile
posa B meccanica. Dorso porta pellicola: formato 120 e 220, intercambiabile con dorso aspi-
Pulsante di scatto: elettromagnetico con presa per flessibili. rante 220 Vacuum.
Modi d’esposizione: priorità di diaframmi, priorità dei tempi, manuale, flash Trasporto film: singolo o continuo, velocità massima di 1.6fot/s.
auto TTL e Pre Flash TTL Contapose. Additivo ad azzeramento automatico
Modi di misurazione: spot e media-ponderata Blocco dello specchio in posizione sollevata: possibile
Intervallo di misurazione: 1-21EV in ,media-ponderata e 3-18EV in moda- Dimensioni: 141x138.5x145.5mm
lità spot. Peso: 1550g
bola del flash in funzione dell’obiettivo
montato sulla fotocamera.

Sul Campo
Comoda, ben bilanciata e con una disposi-
zione dei comandi veramente intuitiva.
Di contro, per un utilizzo costante in ester-
ni, il peso della fotocamera con qualche ot-
tica è notevole.
Buono l’esposimetro che, anche senza l’u-
tilizzo dei moderni sistemi multizona va-
lutativi, offre risultati costanti e precisi; la
presenza di una misurazione spot permet-
te di affrontare efficacemente qualsiasi ti-
po ripresa, a patto di saperlo usare con co-
gnizione di causa!
Discreta la rumorosità di scatto e di avan-
zamento pellicola, che è risultata una del-
le più basse per la categoria.
Utilizzandola a fondo abbiamo riscontrato
un piccolo ma fastidioso difetto. Quando le
batterie della macchina sono prossime al-
l’esaurimento, capita che la macchina do-
po lo scatto, richiuso l’otturatore, non ab- Foto sopra: il peso del
bia sufficiente energia per fare avanzare il corredo non è picco-
fotogramma a quello successivo. Spegnendo lo, ma il grande for-
per qualche tempo la fotocamera, al suc- mato del negativo può
cessivo riavvio, le pile, riposate dallo stress ripagare la fatica.
dello scatto, sono in grado di far funziona-
re di nuovo la macchina e riarmano l’ottu-
ratore e riabbassano lo specchio. Il grosso
problema è che la fotocamera si è “dimen-
ticata” di non aver portato avanti la pelli- L’esposimetro della
cola e lo scatto successivo avviene in so- 645 non è del tipo
vraimpressione dello scatto precedente, multi settori e nelle ri-
quello effettuato prima del momentaneo ca- prese “difficili” con il
lo di tensione delle batterie. sole all’interno del
A parte questo difetto, ovviabile sostituen- campo inquadrato può
do le batterie non appena la fotocamera se- produrre immagini un
gnala una carica insufficiente, la Contax poco sottoesposte.
645 si è dimostrata una macchina ben pro-
gettata, sia per il fotografo professionista,
che per il fotoamatore esigente.

Valerio Pardi

PREZZI:
CORPO, MAGAZZINO, 00
MIRINO e 80mm 10.300.000
OBIETTIVI CARLZEISS T* PER 645*
M-DISTAGON 3,5/35mm 5.314.000
M-DISTAGON 2,8/45mm 4.825.000
M-PLANAR 2,0/80mm 3.198.000 Il vasto corredo di ottiche già disponibile
M-SONNAR 2,8/140mm 4.825.000 per la Contax permette di affrontare age-
M-SONNAR 4,0/210mm 4.825.000 volmente qualsiasi tipo di ripresa. Molto
M-APO-MACRO- buone le prestazioni ottiche del Macro
PLANAR 4,0/120mm 5.314.000
120mm.
ACCESSORI PER 645 *
PENTAPRISMAAE MF-1 1.861.000
MIRINO APOZZETTO MF-2 490.000
MAGAZZINO ESTERNO MFB-1 792.000
PORTARULLI 120/220 INTERNO
MFB-1A 315.000 Le moderne pellicole a colori in abbina-
PORTARULLI 120 INTERNO mento alle macchine di medio formato con-
MFB-1B VACUUM 804.000 sentono di incassare bene forti differenze
MAGAZZINO POLAROID MFB-2 1.222.000 di luminosità.
TEST FOTOCAMERE

CONTAX ARIA
Una reflex ad impostazione classica che nel sistema Contax si caratterizza
per la sua maneggevolezza e per l’esposimetro multizona

Per anni le reflex so- dall’elevato standard


no state equipaggiate qualitativo.
con esposimetri capa- Il comando che intro-
ci di eseguire una let- duce la novità della let-
tura media, poi perfe- tura multizonale è sul
zionata e parzialmen- dorso della fotocame-
te “corretta” in modo ra. Si tratta di un selet-
da dare prevalenza al tore che permette di
centro immagine. In commutare la misura-
qualche caso sono sta- zione esposimetrica
te anche dotate, spe- multizona in lettura
cie nei modelli di clas- spot oppure media.
se più alta, di una let- Bello il mirino, con co-
tura spot. pertura al 95% e mol-
Solo in un secondo to luminoso. È ben leg-
tempo, dopo diversi gibile il display a de-
anni, alcune grandi stra, all’interno del mi-
marche giapponesi co- rino, con molte infor-
me Nikon, Canon e mazioni. Oltre a tempi
Minolta, hanno ag- e diaframmi, se si com-
giunto sulle loro foto- muta la macchina in
camere la lettura mul- funzionamento ma-
tizonale. Con succes- nuale compare una sca-
so: una soluzione tec- la analogica di sempli-
nologicamente molto interessante e raffi- nome Matrix e sono naturalmente assistite ce lettura. Le indicazioni sono elettrolumi-
nata, che può essere ritenuta una sorta di mi- da uno specifico software. nescenti, molto chiare. In più, ci sono se-
surazione “media intelligente”. È basata su gnalazioni dello stato delle pile, il contapo-
sensori pluricellula, dotati di adeguato Con la macchina in mano se, l’indicazione di bracketing, quella di so-
software di calcolo. La Contax “Aria” è maneggevole e bene vra-sotto esposizione. Insomma: una pic-
Oggi, la lettura multizonale è arrivata an- impugnabile. Gli estimatori della Contax cola ma esauriente centrale di controllo.
che in casa Contax, marca che finora ave- 139, ottima e robusta reflex di grande suc- Nel mirino i vetri di messa a fuoco sono in-
va puntato solo sui due sistemi di lettura me- cesso, uscita di produzione anni fa ed an- tercambiabili (sono quelli serie FU Contax,
dia compensata al centro e spot. Si presen- cora rimpianta proprio per la sua manegge- già disponibili).
ta su di un apparecchio, la Contax “Aria” in volezza e le eccellenti prestazioni, no-
prova, che risulta molto accattivante perché teranno che la nuova “Aria” è anch’es-
è leggero, ben rifinito, caratterizzato da sa abbastanza leggera (460 grammi) pur
un’ottima ergonomia e semplicità d’uso. È incorporando un motore di trascinamento
anche offerto, equipaggiato con lo zoom Va- pellicola. La carrozzeria assomiglia un
rio-Sonnar 28-70mm f/3.5-4.5 apposita- po’ a quella della Contax ST, le finiture
mente studiato da Carl Zeiss, ad un prezzo sono quelle tradizionali Contax, ovvero
contenuto anche se non certo economico.
Nella Contax “Aria” la soluzione esposi- La classica baionetta d’innesto Con-
metrica adottata è a 5 cellule. Appaiono di- tax-Yashica: molto morbida all’innesto,
sposte in modo simile a quello del collau- con tolleranze strettissime e senza gio-
dato sistema che Nikon ha brevettato con il chi.
1 - Ghiera tempi
2 - Selettore modi esposizione
3 - Slitta porta flash
4 - Contatto diretto flash
5 - Contatti per flash dedicati
6 - Compensatore d’esposizione
7 - Pulsante di scatto
8 - Interruttore generale
9 - Impostazione manuale ISO
10 - Selezione modi di lettura
11 - Display a cristalli liquidi
12 - Impostazione bracketing

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