Sei sulla pagina 1di 1

Alcuni meccanismi culturali dell'Innovazione

Scritto da MarioEs
sabato 02 dicembre 2006

Proprio ieri parlavo con un ingegnere elettronico, titolare di un’impresa innovativa di software, e, tra le altre cose, si è arrivati a toccare l’argomento della creatività
e delle nuove idee.

In pratica, si osservava che chi ha una nuova idea è restio a farla conoscere o a parlarne prima di blindarla in modo giuridicamente adeguato, in particolar
modo se questa idea è potenzialmente generatrice di reddito.

Questo perché il timore principale di un creativo e di un innovatore è quello che qualcun altro gli rubi l’idea e, disponendo magari di maggiore potenzialità
economico – finanziaria, la realizzi al suo posto.

Ancora una volta “homo homini lupus” direbbe il buon Hobbes dunque…anche magari in un settore come quello della Ricerca e dell’Innovazione in cui, invece,
sarebbe auspicabile una “libera” condivisione dello scibile umano, anche se con le dovute e necessarie tutele.

Quindi la paura, quella atavica emozione che spesso dirige le nostre azioni, la fa da padrona anche nel processo di innovazione. Paura di essere copiati, paura di
essere derubati delle proprie idee, paura di essere superati dal concorrente o dal proprio acerrimo nemico di sempre.

Un’altra componente importantissima di questo meccanismo è la concorrenza. La concorrenza è evidentemente l’anima del mercato capitalistico, che come tutti
sappiamo è imperniato sul concetto di proprietà.

Pertanto, la scoperta e l’innovazione sono innanzittutto proprietà di qualcuno poi forse dell’intero genere umano che la potrà consumare “liberamente a
pagamento”.

Il cittadino, dunque, è solo il consumatore finale di tutto il processo innovativo e creativo, ma non vi partecipa in alcun modo.

Siamo in buona sostanza utili perché consumiamo. Questa è la triste realtà.

Mi chiedo, dunque, se questa cultura di default possa essere in qualche modo “superata” e messa in discussione.

Vi cito, intanto, le parole di Lawrence Lessig tratte dal suo ultimo libro “Il futuro delle idee” , che mi sembrano cogliere a pieno il sentiment di quanto detto:

“Un’epoca è caratterizzata non tanto dalle idee che vi sono discusse, ma da quelle che sono date per scontate. Il carattere di un’era dipende da ciò che è
indisputabile. Il potere funziona grazie ad idee che nessuno può mettere in dubbio (…). Il compito più difficile per gli attivisti sociali e politici di questi tempi è
trovare il modo di indurre le persone a ripensare ciò che tutti noi diamo per vero. La sfida sta nel seminare il dubbio”.

To be continued…

Potrebbero piacerti anche