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15 Resilienza
15 Resilienza
Luigi Carrino
CAPITOLO 7
a)
b)
c)
d)
Frattura duttile
Frattura Fragile
Frattura duttile
Frattura fragile
Frattura Fragile
Le fratture fragili nei metalli sono dovute a difetti come:
pieghe
porosit
strappi e cricche
danni da corrosione
infragilimento da idrogeno ( 14.5.11)
Frattura Fragile
Tenacit
La tenacit una misura della quantit di energia che un materiale in grado di
assorbire prima di giungere a rottura; questa propriet di notevole importanza
tecnologica in relazione allattitudine di un materiale a resistere a sollecitazioni
di urto senza rompersi.
In pratica definita dal lavoro occorrente per rompere con un sol colpo un
provino del materiale in esame (prova di resilienza).
La tenacit si indica col simbolo
K e si misura in [J].
Prova di Resilienza
La prova di resilienza indice della tenacit del materiale; un materiale pu essere
definito tenace quando possiede una buona resistenza a trazione (max) accoppiata a
un buon allungamento (A%) e a una buona resilienza (K).
Velocit di carico
Aumentando la velocit di carico:
Aumenta la tensione di
snervamento e il carico a rottura
Diminuisce lallungamento
percentuale a rottura
Carico ad impatto:
Test molto severo
Pi fragile
Minore tenacit
Prova di Resilienza
Energia potenziale
gravitazionale
Prova di Resilienza
Prova di Resilienza
Le norme prescrivono che la macchina deve rendere disponibile unenergia nominale di
30010 J, che la velocit di impatto deve risultare compresa nellintervallo 55.5 m/s.
La superficie della provetta dopo la rottura si presenter poco riflettente e di aspetto
fibroso se la rottura stata di tipo duttile, cio preceduta da una notevole deformazione
plastica.
Nel caso di frattura fragile la superficie di rottura si presenter riflettente in quanto la
deformazione plastica praticamente nulla.
I risultati vengono espressi con la seguente simbologia:
KU nel caso di provino con intaglio a U
KV nel caso di provino con intaglio a V
Se le condizioni di prova non sono quelle normali necessario completare il simbolo con
altre indicazioni: energia disponibile della macchina e le dimensioni della provetta.
Prova di Resilienza
La temperatura normale di prova 235C.
Per prove a temperature differenti, la provetta deve essere immersa nel mezzo di
raffreddamento o riscaldamento per un tempo sufficiente a far raggiungere allintera
provetta la temperatura prescritta e non devono trascorrere pi di 5s tra il prelevamento
a temperatura controllata e la fine della prova.
Prove di impatto
Utilizzate anche per trovare lintervallo
di temperatura della transizione duttile-fragile
Curiosit
Curiosit
Tenacit a Frattura
Le cricche e i difetti sono concentrazioni di sforzi
K I = Y a
KI = fattore di intensit di sforzo
= sforzo applicato
a = lunghezza apice cricca
Y = costante geometrica
= Y f a
Esempio:
Al 2024 T851
Acciaio 4340
26.2MPa m1/2
60.4MPa m1/2
Comportamento a fatica
I primi studi intorno alla fatica vennero compiuti alla fine
del secolo XIX, in seguito a una serie di rotture
"inspiegabili" di assali ferroviari progettati per resistere a
carichi (statici) ben superiori a quelli cui invece avveniva
la loro rottura improvvisa in esercizio. In questo senso
fondamentale l'opera di August Whler, il quale intu
che il fenomeno era dovuto alla natura ciclica del carico
cui l'assale era sottoposto e tent di ricostruire lo stato di
sollecitazione in laboratorio, mettendo in relazione
l'ampiezza massima del ciclo di sollecitazione con il
numero di cicli che il pezzo sopportava prima della
rottura: ne ricav una serie di curve su base statistica che
ancora oggi sono chiamate diagrammi di Wohler e
costituiscono lo strumento base per la progettazione di
componenti meccanici sollecitati a fatica.
Da questi diagrammi si evidenzia per alcuni materiali l'esistenza di un limite inferiore di sforzo
massimo al di sotto del quale il materiale non si rompe per effetto di fatica nemmeno per un
numero "molto alto" (idealmente infinito) di cicli. Questo valore dello sforzo detto limite di
fatica del materiale.
Comportamento a fatica
Prove a fatica
Prova di Creep
La prova di creep determina leffetto della temperatura e
dello sforzo sulla velocit di creep.
I metalli sono testati a sforzi costante a differente
temperatura e temperatura costante con sforzo differente.
Alta temperatura
o stress
Media temperatura
o stress
Resistenza al creep: Stress per produrre
Bassa temperatura
o stress
una velocit minima di creep di 10-5%/h
(Da H.E. McGannon [ed]. The making, shaping and Treating of Steel, 9th ed., United States Steel, 1971, p. 1256
PROVE TECNOLOGICHE
Hanno lo scopo di determinare lattitudine dei materiali a subire
determinati processi ai quali saranno sottoposti per realizzare un certo
prodotto.
Piegamento
Colabilit
Temprabilit (UNI 3151)
Imbutitura (UNI EU 14)