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Feste Pagane

Di Roberto fattore

Introduzione

LA MISURAZIONE DEL TEMPO E GLI ANTICHI CALENDARI


Da epoche immemorabili lumanit sente il bisogno di calcolare, segnare e in
qualche modo celebrare quella dimensione impalpabile che si chiama tempo e
che col suo trascorrere inestricabilmente legata alla condizione stessa
dellesistenza di ogni cosa.I primi oggetti di pietra incisi da mano umana,
risalenti a 300.000 anni fa, riportano tacche e scalfitture che, secondo molti
studiosi, dimostrerebbero una rudimentale registrazione delle fasi lunari. La
luna, attraverso le sue fasi (novilunio, primo quarto, plenilunio, ultimo quarto)
infatti un formidabile strumento di misurazione del tempo: trascorrono circa
29 giorni e mezzo tra un plenilunio e laltro. Unattenta registrazione dei
pleniluni permetteva alle genti preistoriche di stabilire il momento della
migrazione della selvaggina o della maturazione dei frutti del sottobosco. Per
migliaia di anni quindi, le trib di cacciatori e di raccoglitori hanno calcolato il
trascorrere del tempo in base alle lunazioni. Possiamo tranquillamente
supporre che gli uomini preistorici avessero nomi particolari per ciascuna delle
ricorrenti lune nelle varie stagioni, a somiglianza di quanto hanno fatto fino ad
epoche recenti molte popolazioni rimaste allEt Paleolitica (o della antica
pietra), quali ad esempio i nativi Americani. Cos la luna di luglio era per i
Dakota la luna in cui le oche perdono le vecchie penne e per i Mandan la
luna delle ciliegie.
Ma forse chi cont le lune non fu il primo uomo ma la prima donna... Le parole
mese1t, misura, mestruazione, derivano tutte da una radice comune che
indica la luna. Una perdita di sangue non collegata alla morte bens alla fertilit
e quindi alla vita, doveva apparire come un evento sacro. Luna-donna-sanguefertilit: questa fu probabilmente la prima costellazione di significati simbolici
legati al trascorrere del tempo.
Successivamente, nellEt Neolitica (o della nuova pietra), con il passaggio ad
un tipo di civilt basata sullagricoltura e sullallevamento di bestiame, si
svilupparono complessi calendari luni-solari, solari e stagionali, i quali
regolavano le esigenze di culture sempre pi raffinate. Non era raro il caso di
civilt che utilizzavano contemporaneamente diversi tipi di calendario, come i
Maya che avevano un anno sacro di 260 giorni accanto ad un calendario solare
di 365 giorni.
Larcheologia ci ha restituito numerosi calendari antichi, scolpiti o incisi su
pietra, terracotta o metallo: tutti rivelano sorprendenti conoscenze
astronomiche e matematiche in popolazioni che a lungo furono considerate
poco pi che selvagge. Cos la cultura celtica ci ha tramandato il cosiddetto
calendario di Coligny (Francia, 20 secolo d. C.), grazie al quale si scoperto
che i Galli facevano uso di un complesso sistema luni-solare di computo degli
anni.
Inoltre ormai assodato (anche a livello accademico grazie a studi
Dluridecennali condotti con lausilio di computer e di elaborate simulazioni
matematiche) che molte colossali costruzioni dellantichit furono erette
tenendo conto di precisi orientamenti astronomici, quali il sorgere di sole, luna
e certe stelle in determinati momenti dellanno. Cos furono costruite le
piramidi egizie e maya, i nuraghi della Sardegna, i grandi monumenti megalitici
di Stonehenge, Avebury e Newgrange, oltre a tutti i templi e i santuari del

mondo antico.
I calendari elaborati dalle antiche civilt regolavano ogni momento della vita;
rituali religiosi, cerimonie civili, attivit economiche e culturali si tenevano in
date precise, determinate da sacerdoti-astronomi. La stessa fondazione di
nuove citt doveva avvenire in un giorno stabilito e non prima n dopo.
Ora, a noi moderni pu sembrare eccessiva, quasi maniacale, questa
attenzione degli antichi verso tutti i fatti cosmici e stagionali. In fondo, per le
semplici esigenze di quelle epoche pre-industriali, sarebbe bastato molto di
meno per determinare il momento in cui seminare il grano o condurre nei
pascoli primaverili il bestiame. A cosa servivano ad esempio un calendario
basato sul pianeta Venere o la conoscenza del ciclo metonico? (1)
A cosa mai poteva servire il complicatissimo sistema calendariale dei Maya che
teneva conto persino di cicli di 64 milioni di anni?
Il fatto che i calendari antichi non avevano solo una funzione utilitaristica,
bens rispondevano a profonde esigenze spirituali, riflettenti una precisa
concezione sacrale del cosmo.
(1)11 ciclo metonico, cos chiamato dallastronomo greco Metone (V 0
sec. a. C.) un ciclo luni-solare di 19 anni solari (pari esatta mente a
235 lunazioni per un totale di 6940 giorni) trascorso il quale gli
eventi celesti si ripetono nellidentica successione.
Luomo antico, a differenza di quello moderno (la cui esistenza si svolge ormai
tutta allinterno di un orizzonte materialistico e deterministico), si sentiva parte
costitutiva delluniverso, visto come un tuttuno (universo per lappunto...), una
trama dellessere dove ogni filo era collegato agli altri per mezzo di legami
sottilissimi eppure indistruttibili. La stessa divinit non era un ente separato dal
cosmo ma allo stesso tempo creatrice e parte essenziale delluniverso. In
questo cosmo dove anche il pi piccolo granello di sabbia era unito
misteriosamente a stelle e pianeti (una concezione simile tra laltro a quelle
delle pi avanzate teorie scientifiche), lessere umano si considerava, pur con
tutti i suoi limiti, un collaboratore degli Dei nellimpegnativo compito di
mantenere lordine cosmico, un Figlio della Terra e del Cielo stellato come
recitano le antiche iscrizioni orfiche.
Ogni momento di passaggio determinato dai moti celesti (il Cielo) e dal volgere
delle stagioni (la Terra) veniva a configurarsi come un momento sacro,
caratterizzato da energie particolari, vibrazioni specifiche che risuonavano
secondo regole precise nel mondo minerale, vegetale ed animale, nonch
ovviamente in quel microcosmo che il complesso umano di corpo-animaspirito.
Cos questi momenti particolari, queste date dellanno, venivano celebrate con
riti e feste che avevano lo scopo di permettere agli esseri umani di entrare in
contatto con le forze cosmiche, pi percepibili allora che in qualsiasi altro
momento. E allo stesso tempo gli umani avevano la possibilit di aiutare con le
proprie energie queste forze affinch il mondo potesse continuare ad esistere
in modo conforme alle eterne leggi della Natura.
I momenti critici dellanno venivano dunque ad assumere, secondo queste
antiche concezioni, la natura di porte. Porte che periodicamente si aprivano
su altre dimensioni, consentendo a tutti un sia pur fugace contatto con le energie divine, contatto che era altrimenti privilegio di pochi iniziati ed eroi mitici.
Quelli che noi oggi denominiamo calendari, per le antiche civilt erano in realt

complessi e raffinati codici rituali, elaborati al fine di costituire un collegamento


cosmico con la Terra e il Cielo.
Pur diversi luno dallaltro per motivi culturali e ambientali, condividevano in
varia misura una concezione comune: in essi il tempo non appariva come una
sequenza lineare di fatti unici e casuali ma come un ciclo eterno di nascita-vitamorte-rinascita. Il cerchio era il simbolo che caratterizzava questa concezione
ciclica (dal greco kyklos = cerchio) dello scorrere del tempo. E la parola latina
annus, anno, significa appunto circolo. La figura di un serpente circolare che si
morde la coda, louroboros egizio, forse la rappresentazione iconografica pi
diffusa della concezione ciclica del tempo.
LA CONCEZIONE CICLICA DEL TEMPO
Per gli antichi ogni cosa era inserita allinterno di un ciclo, ognuna con il proprio
ritmo e la propria
energia particolare:
dal ciclo lunare mensile a quello stagionale-annuale fino ai cicli maggiori del
Grande Anno (2) e delle Grandi Ere.
Secondo questultima dottrina, comune a moltissime civilt antiche, lumanit
era passata da una mitica epoca di beatitudine e di armonia con il cosmo a ere
sempre pi degradate, fino al caos e alla dissoluzione. Questa era la dottrina
greca delle quattro ere (dellOro, dellArgento, del Bronzo e del Ferro),
rispecchiante quella induista dei quattro Yuga (Krita, Treta, Dvapara e Kali).
Anche i Nativi Americani narravano di un bisonte cosmico che si reggeva sulle
sue quattro zampe: ad ogni era ne perdeva una. Per inciso oggi ci troviamo
nellEra del Ferro o Kali Yuga (Et Oscura) e il bisonte a fatica si regge su una
sola zampa...
Ma in tutte queste visioni la fine di ogni ciclo non conduce ad una fine assoluta
bens ad un nuovo inizio, dove gli esseri ricominciano ad animare la trama di
un cosmo rigenerato, diverso dal precedente eppure uguale ad esso. Quella
che a noi pu sembrare una ripetizione ossessiva di gesti, azioni e cicli, per gli
antichi non era altro che la conferma rassicurante delle eterne leggi del cosmo,
leggi che fondono
(2) I 25.920 anni circa determinati dalla precessione degli equinozi, cio dal
lento movimento della Terra intorno al proprio asse, il quale fa s che il punto
vernale - lequinozio di primavera - si sposti molto lentamente a ritroso lungo il
cerchio zodiacale, sorgendo ogni 2.000 anni circa in un segno zodiacale
diverso.
in un armonia perfetta sia lordine che il caos, la luce e la tenebra, la vita e la
morte. Gli antichi forse sarebbero rimasti sgomenti di fronte alla nostra
moderna concezione lineare di un tempo che sorge dal nulla e in una linea
ascendente di progresso termina ugualmente nel nulla, lasciando il posto a
nebulosi regni ultraterreni, paradisi, inferni o nirvana che siano. Per gli antichi
ogni fine era un inizio e ogni inizio una fine, dove ogni cosa esistente era
coinvolta, non solo a livello spirituale ma anche a livello materiale.
Come recita il poema nordico Vluspa (I detti di colei che vede - la profetessa
-):
Ella vede sollevarsi / in unaltra era / la terra dal mare / di nuovo verdeggi
ante; / cadono le cascate / vola alta laquila / che sui monti / va a caccia di

pesci
La Natura ricomincia cio in ogni cicIo il suo corso nel fluire delle acque e nella
vita degli animali. Questa una verit che tutti possono constatare di persona
nello scorrere delle stagioni e nei cicli astronomici. A ogni inverno segue una
primavera, a ogni luna vecchia segue una luna nuova. Per gli uomini e le donne
dei tempi antichi tutto ci non era un dogma di fede n unastratta teoria
scientifica, ma era una realt concreta che creava e modellava le loro vite.
La dottrina ciclica del tempo pu essere benissimo rappresentata da una ruota,
la Ruota dellAnno che percorre il suo cammino lungo sentieri sempre diversi
eppure sempre uguali.
Dalle concezioni pre-cristiane dellantica Europa emerge cos limmagine di una
ruota a otto raggi, ciascuno dei quali corrisponde ad un momento critico di
passaggio, ad una festa sacra. Lesistenza di questo calendario stata a volte
criticata come una moderna ricostruzione, una fantasia poetica. Ma queste
critiche non colgono due aspetti importanti:

ciascuna delle otto feste ha dietro di s una storia antichissima


di tradizioni e di mitologie, come si evidenzier nei vari capitoli di questo libro,
dedicati a ciascuna di esse;

tutti i popoli hanno riformato e adattato continuamente i loro


calendari nel corso della storia, per adeguarli ai propri bisogni materiali e
spirituali: seppure non sempre e non tutte le popolazioni europee abbiamo
celebrato tutte le otto feste sacre, seppure non a tutte le feste sia stata
attribuita pari importanza nelle varie epoche, pur vero che i calendari antichi
sono in gran parte modellati su questo semplice, ottuplice schema.
La Ruota dellAnno un calendario sacro che unisce e fonde in s due separati
eppure connessi cicli: il primo ciclo quello del mistico viaggio del Sole
attraverso il cielo, che si snoda attraverso i due solstizi e i due equinozi,
narrandoci la nascita, la giovinezza, la maturit e la vecchiaia dellastro.
Il secondo ciclo quello stagionale, che ci mostra le vicissitudini delle divinit
agrarie e pastorali attraverso il tema di semina-fioritura-maturazione-raccolto.
Queste ultime feste sono chiamate col loro nome celtico perch i Celti ci hanno
lasciato un ricco patrimonio mitico e folklorico su di esse anche se, come
vedremo, le medesime date erano celebrate con diversi nomi presso altre civilt europee e mediterranee.

I due cicli sono in realt tra loro collegati e interdipendenti, poich le stagioni
dipendono dai moti del Sole e il Sole si manifesta attraverso i mutamenti
stagionali. Essi formano un insieme armonioso e coerente, suddividendo
lintero anno in otto spicchi di uguale durata.
Occorre ricordare per che lottuplice ruota non ha soloun significato esteriore,
materiale, naturalistico, poich i momenti critici di passaggio nello scorrere
del tempo hanno una risonanza anche a livello dellinteriorit umana.
Risonanza psicologica perch ogni fase del ciclo influisce indubbiamente sul
nostro umore e sul nostro comportamento (anche se purtroppo al giorno doggi
raramente ce ne rendiamo conto). E anche risonanza a livello spirituale, dal
momento che le feste sacre ci offrono la possibilit di riconnetterci alle energie
divine del cosmo e della Natura, rispettando la funzione principale di tutti i
calendari cos come erano stati ideati nellantichit.
Per tutti questi motivi la Ruota dellAnno ha conservato tutta la sua validit nel

corso dei secoli, e ancora oggi il calendario sacro di tutti quei movimenti
spirituali che si rifanno alle religioni della Natura: Neo-Druidismo, NeoPaganesimo, Wicca, Spiritualit della Dea e altri ancora. Inoltre il suo schema
sottinteso ancora a moltissime celebrazioni folkloriche o cristiane, anche se di
ci ovviamente non sempre siamo consapevoli.
Quello che verr esaminato nelle pagine seguenti, per quanto sorprendente
possa essere per molti, non quindi un ricordo di un passato ormai remoto,
ma ancora oggi una realt viva e operante. Di tutto ci si tenuto conto
nellesposizione di ciascuna delle otto feste: infatti ai miti, al simboli-

smo, alle espressioni storiche e folkloriche, si aggiungono anche alcuni semplici


modi di celebrare questi momenti di passaggio e anche vari suggerimenti sul
come entrare in sintonia con le loro differenti energie.
Ci sembrato questo il modo migliore per conoscere le feste sacre: quello di
viverle, attingendo per quanto ci possibile alle forze cosmiche e naturali che
in esse si manifestano, spezzando almeno temporaneamente lorribile ritmo
artificiale di produzione-consumo-tempo vuoto che ormai domina le nostre
vite.
Quindi non ci sembra esagerato affermare che questo libro non vuole
presentarsi come un testo di archeologia o di storia del folklore bens come un
piccolo manuale rivoluzionario. Chiediamo gentilmente a tutti i lettori di
considerarlo sotto questo aspetto, che quello che ci sta pi a cuore.

IMBOLC
LA FESTA DELLA LUNA CRESCENTE

La luce che nata al Solstizio di Inverno comincia a manifestarsi allinizio del


mese di febbraio: le giornate si allungano poco alla volta e anche se la stagione
invernale continua a mantenere la sua gelida morsa, ci accorgiamo che
qualcosa sta cambiando. Le genti antiche erano molto pi attente di noi ai
mutamenti stagionali, anche per motivi di sopravvivenza. Questo era il pi
difficile periodo dellanno poich le riserve alimentari accumulate per linverno
cominciavano a scarseggiare. Pertanto, i segni che annunciavano il ritorno
della primavera erano accolti con uno stato danimo che oggi, al riparo delle
nostre case riscaldate e ben fornite, facciamo fatica ad immaginare.
Se sovrapponiamo la Ruota dellAnno al nostro moderno calendario, la
prima festa che incontriamo cade l1 febbraio.
Presso i Celti l1 febbraio era Imbolc (pronuncia Immolc) detta anche
Oimelc o Imbolg. Letimologia della parola controversa ma i significati
rinviano tutti al senso profondo di questa festa. Infatti Imbolc pare derivare da
Imb-folc, cio grande pioggia e in molte localit dei paesi celtici questa data
chiamata anche Festa della Pioggia:
ci pu riferirsi ai mutamenti climatici della stagione ma anche allidea di una
lustrazione che purifica dalle impurit invernali. Invece Oimelc significa
Iattazione delle pecore mentre Imbolg vorrebbe dire nel sacco inteso nel
senso di nel grembo con riferimento simbolico al risveglio della Natura nel

grembo della Madre Terra e con un riferimento pi materiale agli agnelli, nuova
fonte di cibo e di ricchezza, che la previdenza della Natura e degli allevatori
avrebbe fatto nascere allinizio della buona stagione.
Lallattamento degli agnelli garantiva un rifornimento provvidenziale di
proteine. Il nuovo latte, il burro, il formaggio costituivano spesso la differenza
tra la vita e la morte per bambini e anziani nei freddi giorni di febbraio.
Imbolc una delle quattro feste celtiche, dette feste del fuoco perch
laccensione rituale di fuochi e fal ne costituiscono una caratteristica
essenziale.In questa ricorrenza il fuoco per considerato sotto il suo aspetto
di luce, questo infatti il periodo della luce crescente. Gli antichi Celti, consapevoli dei sottili mutamenti di stagione come tutte le genti del passato,
celebravano in maniera adeguata questo tempo di risveglio della Natura. Non vi
erano grandi celebrazioni tribali in questo buio e freddo periodo dellanno,
tuttavia le donne dei villaggi si radunavano per celebrare insieme la Dea della
Luce (le celebrazioni iniziavano la vigilia, perch per i Celti ogni giorno iniziava
allimbrunire del giorno precedente).
NellEuropa celtica era infatti onorata Brigit (conosciuta anche come Brighid o
Brigantia), dea del triplice fuoco; infatti era la patrona dei fabbri, dei poeti e
dei guaritori. Il suo nome deriva dalla radice breo (fuoco): il fuoco della
fucina si univa a quello dellispirazione artistica e dellenergia guaritrice. Brigit,
figlia del Grande Dio Dagda e controparte celtica di Athena-Minerva, la
conservatrice della tradizione, perch per gli antichi Celti la poesia era unarte
sacra che trascendeva la semplice composizione di versi e diventava magia,
rito, personificazione della memoria ancestrale delle popolazioni. La capacit di
lavorare i metalli era ritenuta anche essa una professione magica e le figure di
fabbri semi-divini si stagliano nelle mitologie non solo europee ma anche extraeuropee; lalchimia medievale fu lultima espressione tradizionale di questa
concezione sacra della metallurgia.
Sotto legida di Brigit erano anche i misteri druidici della guarigione, e di
questo sono testimonianza le numerose sorgenti di Brigit. Diffuse un po
ovunque nelle Isole Britanniche, alcune di esse hanno preservato fino ad oggi
numerose tradizioni circa le loro qualit guaritrici. Ancora oggi, ai rami degli
alberi che sorgono nelle loro vicinanze, i contadini appendono strisce di stoffa o
nastri a indicare le malattie da cui vogliono essere guariti.
Sacri a Brigit erano la ruota del filatoio, la coppa e lo specchio. Lo specchio
strumento di divinazione e simboleggia limmagine dellAltro Mondo cui hanno
accesso eroi e iniziati. La ruota del filatoio il centro ruotante del cosmo, il
volgere della Ruota dellAnno e anche la ruota che fila i fili delle nostre vite. La
coppa il grembo della Dea da cui tutte le cose nascono.
Cristianizzata come Santa Bridget o Bride, come viene chiamata
familiarmente in gaelico, essa venne ritenuta la miracolosa levatrice o madre
adottiva di Ges Cristo e la sua festa si celebra appunto l1 febbraio, Giorno di
Santa Bridget o L Fhile Brfd.Riguardo questa santa, di cui tanto dubbia
lesistenza storica quanto certa la sua derivazione pagana, si diceva che avesse
il potere di moltiplicare cibi e bevande per nutrire i poveri, potendo trasformare
in birra perfino lacqua in cui si lavava!
A Santa Bridget fu consacrato il monastero irlandese di Kildare, dove un
fuoco in suo onore era mantenuto perpetuamente acceso da diciannove
monache. Ogni suora a turno vegliava sul fuoco per unintera giornata di un
ciclo di venti giorni; quando giungeva il turno della diciannovesima suora ella
doveva pronunciare la formula rituale Bridget proteggi il tuo fuoco. Questa

la tua notte. Il ventesimo giorno si diceva fosse la stessa Bridget a tenere


miracolosamente acceso il fuoco. Il numero diciannove richiama il ciclo lunare
metonico che si ripete identico ogni diciannove anni solari.
Inutile ricordare come questa usanza ricordasse il collegio delle Vestali che
tenevano sempre acceso il sacro fuoco di vesta nellantica Roma, ma pi
probabilmente la devozione delle suore di Kildare si ricollega alle Galliceniae,
una leggendaria sorellanza di druidesse che sorvegliavano gelosamente il loro
recinto sacro dallintrusione degli uomini e i cui riti furono mantenuti attraverso
molte generazioni.
Allo stesso modo, nel monastero di Kildare solo alle donne era concesso di
entrare nel recinto dove bruciava il fuoco, che veniva tenuto acceso con
mantici, come ricorda Geraldo di Cambria nel 120 secolo. Il fuoco bruci
ininterrottamente dal tempo della leggendaria fondazione del santuario, nel 60
secolo fino al regno di Enrico VIII, quando la Riforma protestante pose fine a
questa devozione pi pagana che cattolica.
I riti di Brigit celebrati a Imbolc ci sono stati tramandati dal folklore scozzese e
irlandese. Nelle Isole Ebridi (che forse devono il loro nome proprio a Brigit o
Bride) le donne dei villaggi si radunano insieme in qualche casa e
fabbricano un immagine dellantica Dea, la vestono di bianco e pongono un
cristallo sulla posizione del cuore. In Scozia, la vigilia di Santa Bridget le donne
vestono un fascio di spighe di avena con abiti femminili e lo depongono in una
cesta, il letto di Brid, con a fianco un bastone di forma fallica.Poi esse gridano
tre volte Brid venuta, Brid benvenuta!, indi lasciano bruciare torce e
candele vicino al letto tutta la notte. Se la mattina dopo trovano limpronta
del bastone nelle ceneri del focolare, ne traggono un presagio di prosperit per
lanno a venire. Il significato di questa usanza chiaro: le donne preparano un
luogo per accogliere la Dea e invitano allo stesso tempo il potere fecondante
maschile a unirsi a lei. Anche nellisola di Man veniva compiuta una cerimonia
simile, chiamata Laal Breesley. NellInghilterra del Nord, terra dellantica
Brigantia, la ricorrenza veniva denominata Giorno delle Levatrici.
In Irlanda, si preparano con giunchi e rametti le cosiddette croci di Brigit, a
quattro bracci uguali racchiusi in un cerchio, cio la figura della ruota solare
(che simbolo appropriato per una divinit del fuoco e della luce); lo stesso
giorno vengono bruciate le croci preparate lanno prima e conservate fino ad
allora.La fabbricazione delle croci di Brigit deriva forse da unantica usanza
precristiana collegata alla preparazione dei semi di grano per la semina.
Questi oggetti simbolici, confezionati con materiale vegetale, ci ricordano tra
laltro che la luce ed il calore sono indispensabili alla vegetazione che si rinnova
in continuazione, anno dopo anno. Le spighe di avena (o grano, orzo, ecc.)
usate per fabbricare le bambole di Brigit, provengono dallultimo covone del
raccolto dellanno precedente. Questo ultimo covone, in molte tradizioni
europee chiamato la Madre del Grano (o dellOrzo , dellAvena, ecc.) e la
bambola propiziatoria confezionata con le sue spighe la Fanciulla del Grano (o
dellOrzo, dellAvena, ecc.).Si credeva cio che lo spirito del cereale o la stessa
Dea del Grano risiedesse nellultimo covone mietuto:
come le spighe del vecchio raccolto sono il seme di quello successivo, cos la
vecchia divinit dellautunno e dellinverno si trasformava nella giovane Dea
della primavera, in quella infinita catena di immortalit che il ciclo di nascita,
morte e rinascita. E Brigit rappresenta appunto la giovane Dea della primavera.
Un antico codice irlandese, il Libro di Lisrnore, riporta una curiosa leggenda.
Si narra che a Roma i ragazzi usavano giocare ad un gioco da tavolo in cui una
vecchia megera liberava un drago mentre dallaltra parte una giovane fanciulla
lasciava libero un agnello che sconfiggeva il drago. La megera allora scagliava

un leone contro la fanciulla, la quale per provocava a sua volta una grandine
che abbatteva il leone. Papa Bonifacio, dopo aver interrogato i ragazzi e aver
saputo che il gioco era stato insegnato loro dalla Sibilla, lo proib. La megera
non altro che la Vecchia Dea dellInverno sconfitta dalla Giovane Dea della
Primavera. Essendo questa leggenda stata raccolta in un ambito culturale
celtico, si pu supporre che la Vecchia altri non era che la Cailleach a cui si
contrappone Brigit. Il riferimento allagnello un altro simbolo del periodo di
Imbolc, anche se i commentatori medievali lo considerarono lemblema di Ges
Cristo.
In realt la Vecchia Dea che si rinnova trasformandosi in Giovane Dea, cos
come il Vecchio Grano diviene il nuovo raccolto. I Carmina Gadelica, una
raccolta di miti, proverbi e poemi gaelici di Scozia, raccolti e trascritti alla fine
dell800 dal folklorista scozzese Alexander Carmichael, riportano la seguente
filastrocca:
La mattina del Giorno di Bride
Il serpente uscir fuori dalla tana
Non molester il serpente
N il serpente molester me
Il serpente appare come uno degli animali-totem di Brigit. In molte culture il
serpente o drago simbolo dello spirito della terra e delle forze naturali di
crescita, decadimento e rinnovamento. Nel giorno di Bride il serpente si
risveglia dal suo sonno invernale e i contadini ne traevano il presagio della fine
imminente della cattiva stagione. Il serpente uno dei molti aspetti dellantica
Dea della terra: la muta della sua pelle simboleggia il rinnovamento della
Natura e anche la sua dualit Infatti in gaelico neamh (cielo) simile a
naimh (veleno), provenendo entrambi dalla radice nem. La Vecchia Dea e la
Giovane Dea sono la stessa persona! (nelle fiabe leroe che coraggiosamente
bacia una vecchia megera si ritrova di fronte una bellissima fanciulla...)
In unaltra area culturale europea, nellantica Roma, i primi giorni di febbraio
erano sacri alla dea Februa o a Giunone Februata. Februare in latino significa
purificare, quindi febbraio il mese delle purificazioni (anche la febbre un
modo di purificarsi usato dal nostro corpo!).
Processioni in onore di Februa percorrevano la citt con fiaccole accese,
simbolo di luce e allo stesso tempo, di purificazione. Unaltra usanza, legata
anche a rituali di fertilit erano i Lupercali: i Luperci, sacerdoti di Fauno,
correvano per le strade vestiti solo con una pelle di capra e con una frusta
(anche essa fabbricata con strisce di pelle di capra) con la quale battevano le
giovani spose per propiziarne la fertilit (e quindi la capacit di partorire).
La Chiesa, per combattere queste usanze, istitu processioni con candele,
alle quali a partire dall11 secolo aggiunse la benedizione delle candele per gli
altari.Col nome di Candelora o Candlemas (nei paesi anglosassoni) nota la
festa cristiana del 2 febbraio, denominata Presentazione del Signore al
tempio. Ma evidente che la nuova religione non ha potuto modificare il
significato autentico della festa, un significato che profondamente incarnato
nella Natura e nello spirito umano. Il legame della festa con le candele, la
purificazione e linfanzia, sopravvisse nellusanza medievale di condurre le
donne in chiesa dopo il parto a portare candele accese.
Lidea di una purificazione rituale in questo periodo rimasta forte nel folklore
europeo. Ad esempio le decorazioni vegetali natalizie vengono messe da parte

e bruciate alla Candelora per evitare che i folletti che in esse si sono nascosti
infestino le case. Il concetto di purificazione presupposto di una nuova vita:
si eliminano le impurit del passato per far posto alle cose nuove. Alcuni gruppi
neopagani europei festeggiano Imbolc accendendo candele che sporgono da
una bacinella di acqua. Il significato quello della luce della nuova vita che
emerge dalle acque del grembo materno, le acque lustrali di Imbolc che lavano
via le scorie invernali. Un antico detto celtico ricordava come fosse una buona
cosa lavarsi mani e viso a Imbolc!
La pianta sacra di Imbolc il bucaneve. E il primo fiore dellanno a sbocciare e
il suo colore bianco ricorda allo stesso tempo la purezza della Giovane Dea e il
latte che nutre gli agnelli.
CELEBRARE IMBOLC
Imbolc una festa dove si onorano il principio femminile della Natura e
linfanzia, vista come inizio promettente di ogni cosa.
E il periodo in cui una nuova corrente di vita inizia a scorrere nel mondo della
Natura: noi dobbiamo lasciare definitivamente il passato e guardare al futuro
con fiducia e ottimismo, con lo stesso sguardo di un bambino. Anche se questo
il periodo dal clima pi freddo e pi crudele, guardandoci intorno possiamo
vedere che la Primavera sta cominciando; la linfa inizia a crescere nei rami
degli alberi e appaiono i bucaneve. E tempo di prendere coraggio da questi
piccoli segni di rigenerazione e riconoscere che su di essi si costruiranno tante
cose nei mesi a venire. Questo il momento delle potenzialit, il potenziale
della Primavera e dei semi che si muovono nel terreno ma anche il potenziale
dei semi di crescita e di creativit nelle nostre vite. Per preparare il sentiero
alle nuove energie occorre per compiere un cammino di purificazione,
abbandonando alle nostre spalle le scorie del passato.
Fisicamente opportuno praticare una dieta pi leggera, dopo che i
banchetti delle feste invernali e la forzata sedentariet trascorsa al chiuso delle
nostre case, hanno appesantito il nostro fisico. Possiamo anche decidere di fare
una bella pulizia in casa! E utile purificare la nostra casa e il nostro corpo con il
fumo dellincenso: vanno benissimo anche i bastoncini di incenso profumati che
si trovano ovunque in commercio. Scegliamo pure laroma che ci piace di pi e
lasciamo che il fumo sottile pulisca i nostri corpi energetici.
Psicologicamente il momento di purificare la nostra mente dai cattivi
pensieri e dai sentimenti inadeguati. Una bella pulizia mentale, che ci consenta
di fare entrare in noi la luce della Natura rinnovata e di partecipare al risveglio
del cosmo dalla lunga notte invernale.
Spiritualmente pu essere utile la celebrazione di piccoli rituali legati ai
simboli della festa.
Un rituale molto semplice pu essere quello di accendere una candela bianca
(colore di purificazione) dicendo Accendo la fiamma di Brigit per illuminare il
cammino della mia vita. Si mediti per un po di tempo sui significati della
festa: sul nostro bisogno di purificazione, sulla necessit di abbandonare cose e
aspetti della nostra vita che non ci piacciono pi, sulle nuove cose che
vogliamo portare nelle nostre esistenze. Poi si porti la candela accesa nelle
varie stanze della nostra abitazione, facendo il giro degli ambienti in senso
orario (magicamente la direzione propizia, che porta energia). Alla fine si
spenga la candela dicendo Spengo la fiamma di Brigit per farla vivere in me e
si visualizzi la luce della candela che entra in noi.

Se si vuole compiere qualcosa di pi tradizionale, gli uomini possono uscire


dopo limbrunire della vigilia di Imbolc, per andare a raccogliere un dono per
Brigit (pietra, conchiglia, penna di uccello) da riportare in casa. Le donne
invece possono trascorrere la vigilia di Imbolc pulendo la casa e immaginando
di ramazzare via le energie morte dellinverno: la Vecchia dellInverno
cacciata fuori dalluscio di casa con la scopa.Poi, sempre le donne, con rametti
raccolti in precedenza preparano un letto per Brigit dove depongono una
bambola fabbricata con spighe tenute da parte per loccasione, e danno il
benvenuto alla Dea accendendo una candela bianca e meditando sulla nuova
vita che sta tornando. Anche gli uomini, ritornati in casa con il dono per Brigit
possono accendere una candela bianca e meditare sul ritorno della luce e della
buona stagione.
Un rituale invece pi complesso, che possono eseguire tutti, consiste nel
procurarsi tre candele (sempre di colore bianco!), e disporle in un triangolo,
con la punta rivolta verso nord. Nel centro del triangolo cos disposto si pone
un calice di acqua (simbolo della purificazione) o di latte (simbolo del
nutrimento della nuova vita). Dopo un breve rilassamento, seduti o in piedi, ci
si muove verso la candela a nord, la si accende e si dice Signora dellInverno,
ti dico addio, la tua stagione terminata. Si visualizzi il gelido potere
dellinverno che si allontana. Dopo avere sostato un po, ci si sposta alla
candela di sud-est, la si accende e si dice Signora della Primavera, ti offro un
caloroso benvenuto, la terra il tuo letto. Si visualizzi il gioioso potere della
primavera che si avvicina. Dopo un po si va alla candela di sud-ovest, la si
accende e si dice Signora dellEstate, presto io ti chiamer e risveglier il tuo
amante. Si visualizzi il potere ancora lontano della bella stagione, desideroso
di nascere e pulsante di vita nel sottosuolo. Quando ci si sente pronti, si va al
centro del triangolo, si raccoglie il calice e si dice Io bevo il potere della
Triplice Dea. Possa questo potere diffondersi su tutta la terra per segnare la
nascita della primavera. Si beve dal calice e si immagina il potere che fluisce
in noi, attraverso di noi per risvegliare la Natura. A questo punto si pu inserire
qualche usanza ricordata in precedenza, cio la fabbricazione del letto di Brigit
o larsione delle decorazione vegetali delle feste invernali. Oppure si pu
semplicemente concludere la cerimonia andando a ciascuna delle candele,
nellordine in cui sono state accese: si spengono dicendo mentalmente o ad
alta voce Va fuoco e caccia linverno, riscalda la terra e risveglia la
primavera. Ovviamente in tutti questi piccoli rituali le parole delle formule
possono essere adattate e se lo desideriamo, possiamo utilizzare brevi frasi
che noi stessi avremo composto, secondo le nostre capacit e la nostra
sensibilit.

EQUINOZIO
DI PRIMAVERA
LEQUILIBRIO DEL COSMO
AllEquinozio di Primavera, intorno al 21 marzo, giorno e notte sono in
perfetto equilibrio (la parola equinozio deriva dal latino aequus nox, uguale
notte) ma la luce aumenta sempre di pi, dopo le lunghe notti invernali. La
Ruota dellAnno gira attraverso le stagioni, verso i lunghi e caldi giorni estivi.
La Natura si risveglia, i fiori sbocciano ovunque. E il tempo del ritorno della
vegetazione: fioriscono il narciso, la primula, la tussilaggine, fiori primaverili
color del sole. Gli uccelli costruiscono nidi e si accoppiano. Non c da
meravigliarsi quindi se questa data sia stata associata presso varie culture a

concetti quali la fertilit, la resurrezione, linizio.


Ma se nel suo aspetto di fertilit umana lEquinozio deve inchinarsi alla festa
successiva, quella di Beltane, esso possiede completamente laspetto della
fertilit vegetale, che si manifesta in modi diversi a seconda della latitudine.
Infatti, se nel Mediterraneo tempo di germogli, nel Nord Europa tempo di
semina, in cui i nuovi semi vengono benedetti.
Nelle tradizioni neo-druidiche contemporanee lEquinozio primaverile
denominato Alban Eiler, Luce della Terra, con riferimento al fatto che il sole
ora si trova al di sopra dellequatore celeste, la zona astronomica chiamata
nelle antiche cosmologie terra emersa e contrapposta alle acque inferiori,
cio la zona al di sotto ditale fascia. La primavera, in queste concezioni
druidiche celebrata con tre feste: Imbolc che ne rappresenta i primi
movimenti, lEquinozio che ne la manifestazione visibile, e Beltane che la
sua pienezza.
Come inizio lEquinozio di Primavera segna appunto linizio del calendario
zodiacale col segno dellAriete. Inoltre ogni era zodiacale viene chiamata col
nome della costellazione in cui cade il punto equinoziale nel suo ciclo precessionale (circa 2000 anni per ogni segno zodiacale).
LEquinozio primaverile rappresenta cos una sorta di capodanno. Nella Roma
arcaica lanno cominciava a primavera, nel mese di marzo sacro appunto a
Marte, padre dei due gemelli fondatori della citt. Anche in altri paesi del
Mediterraneo e del Vicino Oriente lanno iniziava con la primavera, quando il
sole torna a splendere alto nel cielo e la terra si risveglia.
E ogni anno a Roma, il 14 o 15 marzo, veniva portato in processione un
uomo coperto di pelli di capra, colpito con lunghe verghe e chiamato Mamurio
Veturio. Ritenuto il mitico fabbro che aveva costruito undici scudi a imitazione
di quello sacro donato da Giove al re Numa Pompilio e per questo ritenuto
colpevole di sacrilegio, Mamurio era in realt la personificazione dellanno
vecchio (Veturio da vetus
vecchio), il quale veniva scacciato alle Idi di Marzo per far posto al nuovo anno.
AllEquinozio di Primavera, in molte tradizioni ricorreva addirittura la nascita
del mondo, come nel mithraismo, lantica religione persiana. Il mito narra che
Mithra sacrific il toro cosmico, da cui nacquero tutte le piante e tutti gli animali, e poi suggell la sua amicizia con il Sole offrendogli la carne del toro in
un banchetto sacrificale.
Ma le antiche tradizioni ci offrono tutta una serie di miti legati alla
primavera, che hanno alloro centro lidea di un sacrificio a cui succede una
creazione-rinascita-nascita. Esiste un preciso riferimento cosmico alla base di
queste mitologie: il sole che incrocia e supera la linea dellequatore celeste
passando da nord a sud.Sembra che al tempo dellequinozio nel segno dei
Gemelli (6000 - 4000 a.C. circa) la pi notevole figura astronomica del cielo
meridionale, la Croce del Sud, fosse visibile nei cieli della Mesopotamia. I
Babilonesi fecero della croce il simbolo delladempimento, quasi ad indicare che
il mito del dio dellanno si conclude al termine di un ciclo con il dio stesso
appeso ad una croce....
Un mito che mostra bene lidea di un sacrificio e di una successiva rinascita
quello frigio di Attis e Cibele. Attis, bellissimo giovane nato dal sangue della
dea Cibele e da questa amato, voleva abbandonarla per sposare una donna
mortale. Cibele Io fece impazzire ed egli si evir morendo dissanguato. Dal suo
sangue nacquero viole mammole, e gli dei, non potendolo resuscitare, Io
trasformarono in un pino sempreverde (raffigurazione dell Albero Cosmico).
Secondo i filosofi neoplatonici questa storia cruda simboleggiava lamore della
Provvidenza (Cibele) per la causa generatrice (Attis) di ogni cosa. La discesa

della causa generatrice termina al livello pi basso, il mondo della materia,


quando la Provvidenza interrompe la folle corsa
Adone era in realt il dio assiro-babilonese Tammuz, a cui i fedeli si
rivolgevano chiamandolo Adon (Signore). Egli, dimorava sei mesi allanno
negli inferi, come il sole quando si trova al di sotto dellequatore celeste
(autunno e inverno). Si festeggiava a primavera la sua risalita alla luce quando
si ricongiungeva alla dea Ishtar, lequivalente dellAfrodite greca. Allo stesso
modo nei Misteri Eleusini si festeggiava Persefone he ritorna nel mondo dopo
aver trascorso sei mesi nel regno dei morti. Proprio nel mese di Anthesterion
(mese dei fiori, febbraio-marzo circa) si celebravano ad Atene i Piccoli Misteri
Eleusini.
La Pasqua la versione cristiana del tema dellaccoppiamento sacrificale: la
discesa di Cristo agli Inferi per salvare le anime dei giusti da Adamo in poi.Gli
inferi, nella visione delle tarde religioni pagane non erano altro che il misconosciuto aspetto femminile della divinit, la Dea in cui il Dio sacrificato si
immerge per rinascere, ma i nomi di varie dee degli inferi (la nordica Hel, la
cananea Sheol) sono passati in seguito ad indicare luoghi ultraterreni di
punizione eterna...
Nel mese successivo allEquinozio si festeggiavano in Atene le Grandi
Dionise in onore di Dioniso, dio morto e resuscitato. La processione compiuta
per celebrano portava per le strade simulacri di falli, simbolo della fertilit nel
suo aspetto maschile.
Tutti questi miti mostrano lunione di un simbolismo cosmico, celeste, legato
al cammino del sole nel cielo, e un simbolismo terrestre, legato al risveglio
della Natura. Ci riecheggia il sottostante tema del matrimonio fra una divinit
maschile, celeste o solare, ed una femminile, legata alla terra o alla luna.verso
lindeterminato, il mondo frammentato e caotico della materia, per richiamarla
a s. La mutilazione di Attis era il ritorno alla madre primordiale, il ridiventare
simili ad essa, androgini, per risorgere nellUno.A Roma le feste in onore di
Attis iniziavano il 15 marzo, con penitenze e digiuni. Il 22 marzo iniziavano i
Tristia, le commemorazioni per la passione e morte di Attis, durante le quali
avvenivano le autoevirazioni dei suoi adoratori che volevano diventarne
sacerdoti, i cosiddetti Galli. Il 25 marzo erano gli Hilaria, durante i quali si
celebrava la resurrezione di Attis, il suo ritorno alla Grande Madre, allapparire
del sole che aveva appena superato lequatore celeste. Si diceva che la tomba
si apriva e che il dio si levava tra i morti. I sacerdoti, toccando con un balsamo
le labbra degli adoratori, annunciavano che anche essi come Attis avrebbero
trionfato sulla morte. Tutti questi riti avevano luogo sul posto dove ora sorge la
basilica di San Pietro.Dopo lEquinozio, si svolgevano nel mondo ellenico le
Adone, le feste della resurrezione di Adone. Bellissimo giovane amato dalla
dea Afrodite, venne ucciso da un cinghiale (forse il dio Ares ingelosito).
Collegati ai riti in suo onore erano i giardini di Adone, vasi in cui si
seminavano cereali e ortaggi che germogliavano rapidamente al sole
primaverile e venivano poi gettati in mare o nelle sorgenti per propiziare il
rinnovamento della Natura. Tale usanza sopravvissuta nelle celebrazioni della
Pasqua cristiana: ancora oggi in molte localit dItalia si prepara nello stesso
modo il cosiddetto grano del sepolcro.
La primavera era infatti la stagione per accoppiamenti rituali meno cruenti di
quello di Attis: gli hieros gamos, le nozze sacre in cui il Dio e la Dea
(personificati spesso da un sacerdote e da una sacerdotessa) si accoppiano per
propiziare la fertilit. Il Dio Sole inizia a far sentire la sua giovinezza e ad
accoppiarsi con la giovane Dea della Terra.

Come festa solare, appartengono allEquinozio i temi del fuoco e della luce.
Luce e fertilit sono sopravvissuti nel folklore europeo, in cui rimasta la
tradizione di accendere i fuochi di Pasqua sulle cime di alte colline: pi a lungo
restano accesi, pi sar fruttifera la terra.
I miti primaverili della fertilit sono presenti infatti anche nel Nord Europa.La
parola Est, la direzione a cui collegato l'Equinozio primaverile, deriva da
Eostre (o Ostara, la stella dellest cio Venere) la dea sassone della fertilit
assimilabile a Venere, Afrodite e Ishtar. Eostre ha dato il suo nome anche alla
Pasqua nella lingua inglese: Easter per lappunto. A Eostre era sacra la lepre,
simbolo di fertilit, il cui comportamento in mano si dice assomigli a quello di
una congrega di streghe danzanti (la famosa lepre marzolina di Alice nel
paese delle meraviglie...). Questo totem animale della dea fu infatti in seguito
considerato lo spirito familiare delle streghe, ma in realt era un animale
sacro in molte tradizioni.Gli antichi Britanni associavano le lepri alle divinit
della luna e della caccia: ucciderle e mangiare la loro carne era tab. Fino a
tempi recenti la lepre non veniva mangiata nella regione del Kerry, dal
momento che si diceva che mangiare una lepre equivaleva a mangiare la
propria nonna! I Celti abolivano temporaneamente il tab allequinozio
primaverile o a Beltane: si trattava di un pasto rituale in cui il corpo dell animale totemico veniva consumato per partecipare della sua fertilit. I Celti
inoltre consideravano la lepre un animale divinatorio e dal modo in cui correva
traevano presagi. Anche gli Anglo-Sassoni veneravano la lepre e una
caratteristica delle feste primaverili in onore di Eostre era appunto una caccia
rituale a questo animale. Nel folklore delle Isole Britanniche ancora esistono
sopravvivenze di questi rituali. Cos ad esempio la Contesa del Pasticcio di
Lepre nel villaggio di Hallaton, dove un grande pasticcio di carne di lepre viene
conteso dagli abitanti del villaggio, (sebbene in tempi recenti esso venga
tranquillamente servito nei piatti dal vicario).Fino alla fine del700, vicino
Leicester aveva luogoogni Luned di Pasqua una caccia alla lepre nelle colline
circostanti.Si dice che i disegni sulla superficie della luna piena raffigurino una
lepre, ricordo questo dellassociazione dellanimale con divinit lunari. Questa
raffigurazione della lepre nella luna appare nelle tradizioni cinesi, europee,
africane e indiane.Nella tradizione buddista le leggende narrano di come una
lepre si sacrificasse per nutrire il Buddha affamato, balzando nel fuoco. In
segno di gratitudine il Buddha impresse limmagine dellanimale sulla luna.
Questa leggenda riecheggia tradizioni ancora pi antiche del Buddismo: in Cina
la lepre lunare ha un pestello ed un mortaio con cui prepara un elisir di
immortalit e figure di lepri e conigli vengono costruite in occasioni delle feste
lunari. La lepre considerata un animale Yin che viene dal Polo Nord recando il
saluto della Dea della Luna. Amuleti di giada verde raffiguranti la lepre sono
costruiti e regalati per augurare la buona fortuna.
Nelle tradizioni dei Nativi Americani la Grande Lepre leroe dellalba, il
salvatore, creatore e trasformatore, padrone dei venti e fratello della neve. E il
Grande Imbroglione, simbolo della mente veloce che supera in astuzia la forza
fisica. Gli Indiani Algonchini adoravano la Grande Lepre che si diceva avesse
creato la Terra.
Per gli antichi Egizi la lepre era un animale lunare ma anche collegato
allalba, allest.Osiride risorto simboleggiato dalla lepre in quanto divinit
solare, come pure Thoth, Ermes e Mercurio quali divinit messaggere, dal
momento che lest il luogo da cui provengono gli dei portatori di luce.
Nellantica Europa i Norvegesi rappresentavano le Divinit lunari
accompagnate da una processione di lepri che portano lanterne. Anche la Dea

Freya aveva come inservienti delle lepri e la stessa Dea Eostre era raffigurata
con una testa di lepre.
Nel folklore europeo la lepre stata associata allo spirito del grano, siccome
ha labitudine di nascondersi nei campi di grano fino alla mietitura, tanto che
lultimo covone veniva chiamato, tra gli altri nomi, la lepre. Ma la lepre
stata collegata anche alla fertilit e alla sessualit vigorosa, essendo una
generatrice veloce e prolifica. I Greci la consideravano sacra ad Afrodite e a
suo figlio Eros. Filostrato diceva che il sacrificio pi adatto per Afrodite era la
lepre in quanto essa possiede il suo dono di fecondit in un grado superlativo.
Come molti animali sacri dellantichit, anche la lepre sub nel Medio Evo un
processo di demonizzazione e venne ritenuta animale di cattivo auspicio, in cui
le streghe si trasformavano. Si pensava che una lepre bianca fosse presagio di
morte e abbondarono le storie di ferite inflitte a lepri, ferite rinvenute il giorno
dopo su qualche donna.In Cornovaglia si raccontava che le ragazze morte dopo
essere state abbandonate dai loro innamorati si trasformavano in lepri bianche
per perseguitare i loro amanti infedeli!
Ma limmagine della lepre fortunatamente ha incontrato un destino meno
lugubre: la lepre di Eostre che deponeva luovo della nuova vita per annunciare
la rinascita dellanno diventata lodierno coniglio di Pasqua che porta in dono
le uova, altro simbolo di fertilit. Al giorno doggi la ricorrenza della Pasqua ci
ripropone ogni anno il tradizionale consumo e dono di uova, da quelle di
cioccolato con la sorpresa a quelle naturali decorate a mano (che raggiungono
livelli artistici nei pysanky dellUcraina) alle numerose ricette tipiche di frittate
e dolci. Ma che cosa rappresenta luovo e perch gioca un ruolo cos importante
nelle tradizioni pasquali? In realt lattuale uovo di Pasqua ha origini precristiane, essendo un antichissimo simbolo di vita, di creazione e di rinascita.
Come simbolo di iniziazione luovo simboleggia il due-volte- nato, la sua
deposizione essendo una prima nascita e la schiusa la seconda.
La nascita del mondo da un uovo cosmico unidea universalmente diffusa,
e non a caso veniva celebrata presso molte civilt alla festa equinoziale di
primavera, quando la Natura risorge e le ore di luce iniziano a prevalere su
quelle notturne.In numerose mitologie un uovo primordiale, embrione e germe
di vita, il primo essere ad emergere dal Caos. Non sinonimo di confusione o
distruzione, bens di condizione primordiale che contiene la potenzialit di tutte
le cose esi
stenti, il Caos la forza vitale generatrice di tutto ci che esiste. E 1 Uovo
del mondo covato da una Grande Dea e dischiuso dal Dio Sole. Luovo il
principio da cui nascono tutte le cose, portando in manifestazione ci che
prima era solo allo stato potenziale. Nellalchimia luovo il vaso mistico in cui
si compie la trasmutazione, un modello della creazione in scala ridotta.
Un mito dellIndia narra che nella notte dei tempi tutto era immerso nelle
tenebre e sepolto in un sonno profondo. LAssoluto volle creare il cosmo dalla
propria sostanza:
cos cre le acque e vi depose a galleggiare un uovo splendente il quale gener
al proprio interno Brahma il Creatore, che divise poi luovo stesso in due parti,
formando la terra e il cielo. In Cina era il tuorlo delluovo a rappresentare il
cielo mentre lalbume era la terra.
In altre tradizioni il tuorlo il dio Sole e il guscio la Dea:
luovo del mondo deposto da una Dea veniva infatti dischiuso dal calore del
Sole, come si detto. In molte leggende egizie, lOca del Nilo, la Grande Dea,
deponeva un uovo da cui nasceva Ra, il Sole. Un mito orfico greco narra che in
principio esisteva la Notte, la dea uccello dalle nere ali la quale, fecondata dal
Vento del Nord, depose un uovo dargento nel grembo delloscurit. Luovo era

la Luna e da esso balz Eros, il dio della vita dalle ali dorate che port alla luce
lintero cosmo.
Ma in Grecia esisteva un mito pi antico: Eurinome, Dea di Tutte le Cose,
cio il Caos primigenio, per scaldarsi si mise a danzare nuda sulle onde delle
acque primordiali e poi strofin tra le proprie mani il Vento del Nord. Da tale
gesto nacque un serpente, Ofione, che si accoppi con la grande Dea.
Eurinome per accoppiarsi con Ofione si tramut in colomba e dopo lamplesso
depose luovo universale. Anche gli antichi popoli medio-orientali, come
babilonesi e sumeri, credevano alla mitica colomba che sorvolava le acque primordiali del Caos. Una colomba.., non suggerisce nulla questimmagine? E la
colomba in questi stessi miti viene associata ad un animale che tradizioni pi
tarde avrebbero considerato con orrore. Infatti loriginale uovo primordiale era
un uovo di serpente.
Nel mondo celtico i Druidi chiamavano luovo cosmico uovo del serpente e
custodivano talismani fatti a sua immagine, forse ricci di mare fossili, che si
diceva possedessero qualit miracolose.
Una leggenda egizia narra come Kneph, il serpente primordiale produsse
luovo cosmico dalla propria bocca. Sempre lorfismo greco, quella straordinaria
fucina di miti, considerando luovo il mistero della vita e della creazione, Io
raffigur spesso circondato dallOuroboros, il mitico serpente circolare che si
morde la coda, quasi a rappresentare il tempo ciclico nel suo eterno ritorno. Ma
il serpente disteso il tempo lineare della storia, e cos anche luovo con la
propria forma simboleggia contemporaneamente il tempo cosmico, circolare e
ciclico, e quello storico e lineare. Del resto il serpente rappresenta in molte
tradizioni la rinascita, come luovo...
Osservando da vicino i simboli ci si accorge come essi in realt si rispecchino
luno nellaltro, si generino luno dallaltro in un gioco infinito e universale. E
nato prima luovo o la gallina? O il serpente? O la colomba? Domande che
rivelano tutti i limiti della nostra logica razionale e meccanicistica...
La pianta sacra dellEquinozio di Primavera il trifoglio. Pianta simbolo
dellIrlanda, della quale si dice che San Patrizio, evangelizzatore dellisola se ne
usasse per spiegare la Trinit cristiana (incidentalmente la festa di San Patrizio
ricorre il 17 marzo, in prossimit dellequinozio). In realt si tratta di una
tradizione tarda risalente al 180 secolo e il trifoglio non era altro che la triskele,
la ruota solare a quattro bracci, mentre la variet a quattro foglie
rappresentava la croce celtica, la ruota solare, il cerchio nagico delle quattro
direzioni: tutti simboli molto pi antichi del Cristianesimo.
CELEBRARE LEQUINOZIO DI PRIMAVERA
LEquinozio di Primavera il momento del risveglio della Natura, in cui si
manifesta pienamente il seme di luce germogliato a Imbolc.
Fisicamente tempo di uscire allaria aperta, di fare movimento, di andare
per prati e per boschi. Gli equinozi sono un periodo di equilibrio e al tempo
stesso di instabilit, di nervosismo. Giovano molto quindi le cure disintossicanti
e ricostituenti, specie se effettuate con metodi naturali (Fiori di Bach, ecc..). La
nostra irrequietezza inoltre facilmente superabile con una maggiore attivit
fisica: tra laltro tempo di iniziare a lavorare sulla terra per tutte le colture
che in breve tempo fioriranno e fruttificheranno.Se abbiamo un orto o un
giardino possiamo dedicare ad essi un po del nostro tempo, altrimenti
possiamo piantare o seminare qualche piantina in un vaso per sistemarla in
casa.Psicologicamente tempo di iniziare nuovi progetti, magari le cose che

abbiamo sognato o immaginato durante linverno: un nuovo hobby, uno sport o


una qualche attivit fisica. E infatti tempo di mettere in pratica le lezioni che
abbiamo imparato dalle nostre riflessioni invernali, dalle profonde visioni
interiori e dalla espansione della coscienza, tempo di portare quella conoscenza
nel mondo esterno, uscendo dalla introversione invernale.Per manifestare in
maniera ancor pi concreta i mutamenti di questo momento di passaggio
potremmo compiere qualche piccolo rito propiziatorio.Siccome luovo un
simbolo primario di Ostara e della rinascita (sia del Dio della Vegetazione, sia
dellanno) possiamo quindi usarlo per rappresentare questa rinascita, come
pure la nostra rinascita interiore in questo periodo dellanno, quando il clima si
riscalda e i nostri orizzonti si espandono. Luovo riflette il nostro potenziale
interiore, gi nato a Imbolc ma in attesa della sua schiusa. Cos possiamo
dipingere (con colori non tossici!) il guscio di uova sode da consumare nel
nostro pranzo equinoziale o da regalare agli amici. Anche se non siamo artisti
possiamo decorarle con semplici disegni, ispirati al simbolismo stagionale: il
sole, il trifoglio, il coniglio e i fiori di primavera. Luovo sta a simboleggiare le
nostre speranze spirituali nel ciclo annuale, quindi dipingendo le uova possiamo
formulare i nostri desideri per i prossimi mesi.Per celebrare la giovinezza
dellanno e la nostra crescita interiore possiamo anche piantare dei semi, dopo
averli presentati al Sole e alla Terra e aver chiesto la loro benedizione.Se si
desidera compiere qualcosa di pi complesso, si pu celebrare un piccolo rito
allaperto, in un prato o nel proprio giardino. Su una grossa pietra o un grosso
ceppo di legno si accendano candele gialle (colore della luce e del sole) e/o
verdi (la nuova crescita della vegetazione). Si salutino le potenze divine nel
loro aspetto di giovinezza:Benvenuto Giovane Dio Sole, (oppure Giovane Dio
della Vegetazione, se si vuole mettere laccento sui cambiamenti della Natura)
e Benvenuta Giovane Dea della Terra. Ovviamente si possono pronunciare
formule di saluto pi elaborate... Se lo si desidera, si pu avere un piatto di
semi o di piantine (da piantare nel nostro giardino o da regalare ai nostri
amici) sui quali si visualizza discendere la benedizione delle forze cosmiche.
Possiamo pensare ai semi e alle piantine come ai nostri nuovi progetti da
concretizzare, cos quando li pianteremo legheremo le nostre azioni ai grandi
cicli cosmici e stagionali armonizzandole con la Natura. Meditiamo sul mistero
della rinascita della Natura e sentiamo la fresca energia degli inizi che pervade
il nostro corpo.Si pu bere vino (o succhi di frutta) e mangiare dolci,
ricordando di lasciare qualche goccia e qualche briciola da versare sulla terra,
come nostra offerta di ringraziamento.

B ELTANE

LA FESTA DELLA FERTILIT


La fine della met oscura dellanno e linizio dellestate ha costituito da
sempre un momento di passaggio, in cui la rigenerazione della vita vegetale
anche la resurrezione della vita cosmica, un ritorno al tempo mitico degli
inizi.Nella tradizione celtica le due feste maggiori erano quelle che segnavano
rispettivamente linizio dellestate e linizio dellinverno. Come molte altre
popolazioni pastorali, gli antichi Celti avevano infatti due sole stagioni, non
quattro: la met oscura e la met luminosa dellanno. Nel Nord Europa inoltre,
gli effetti della primavera cominciano a sentirsi solo allinizio di maggio. Le

successive suddivisioni dellanno furono introdotte pi tardi dagli agricoltori.Gli


antichi Celti celebravano il l~ maggio la festa di Beltane (pron. Beltein) nome
anglicizzato che corrisponde al gaelico irlandese Bealtaine (pron. Bioltinna) e
al gaelico scozzese Bealtuin (pron. Bialten) In Scozia Bealtuin il Giorno di
Maggio, May Day, mentre in Irlanda Bealtaine il nome dellintero mese di
maggio. Beltane significa i fuochi di Bel, i quali venivano accesi in onore di
Bel (Beh, Balor o Belenos sono altri nomi con la quale conosciuto in varie
aree celtiche).Bel il Luminoso, dio di luce e di fuoco. Non una divinit
solare, perch per i Celti il sole era unentit femminile,tuttavia presentante
alcuni attributi solari. Una controparte celtica di Apollo, tanto per tracciare un
parallelo con altri ambiti culturali. Il sole in molte tradizioni antiche era un simbolo della divinit, non la divinit stessa.Se questo pu sembrare un concetto
strano, basti pensare al Cristianesimo dove non viene adorato lagnello ma
tuttavia questo animale simbolo di Ges Cristo. Le quattro feste celtiche
hanno in fondo un carattere stagionale e ctonio pi che solare e celeste, a
differenza delle feste solstiziali ed equinoziali. Per questo molti studiosi hanno
interpretato Bel come lequivalente del gallico Cernunnos e del britannico
Heme, due divinit maschili della fertilit, signori dei boschi e degli animali,
come indicano le loro corna nelle raffigurazioni che ci sono pervenute. Essi
sono la controparte nordica di Pan e il loro culto, celebrato nei boschi e nelle
campagne, sopravvisse a lungo nel Medio Evo, tanto che pu aver contribuito a
creare limmagine delle streghe adoratrici del demonio. Agli occhi degli
ecclesiastici che cosa altro poteva essere unentit animalesca munita di corna,
e i cui fedeli celebravano riti orgiastici? Simbolicamente Cernunnos e Bel possono essere due aspetti del Dio Padre che feconda la Dea Madre, aspetti
rappresentati dai due temi che dominano la festa di Beltane: fertilit e fuoco.Il
fuoco in questa festa rappresenta appunto il calore della passione che genera
la vita. I fuochi di Bel erano accesi sulle colline per celebrare il ritorno della vita
e della fertilit nel mondo. Ogni dan o trib accendeva ritualmente grandi fuochi per mezzo di scintille sprigionate da una selce. In Scozia, negli Highlands
centrali, i fuochi di Beltane erano accesi tramite il cosiddetto needfire, il fuoco
della necessit ofuoco della miseria: si usava allo scopo una.tavola di quercia forata ed un palo, pure di quercia che veniva fatto ruotare velocemente per
mezzo di una corda. La tradizione fissava in tre volte tre o tre volte nove il
numero di coloro che dovevano far girare questo strumento.In Galles, nella
Valle di Glamorgan, nove uomini rimuovevano dalle loro persone tutti gli
oggetti di metallo e andavano nei boschi a raccogliere nove diversi tipi di
legna; poi, in un buco scavato nel terreno veniva deposta la legna raccolta che
era accesa ritualmente con due pezzi di legno(anche qui di quercia) sfregati
insieme per provocare scintille. I nove diversi tipi di legna erano probabilmente
i nove legni sacri dei Druidi. Essi erano forse sorbo selvatico, quercia, salice,
nocciolo, betulla, biancospino, melo, pino, vite - o rovo - (altri elenchi danno al
posto delle ultime tre piante il sambuco, il tasso e il vischio - o ginepro). Il
numero nove nella tradizione celtica il numero che indica la completezza,
quindi simbolico del cosmo.Tuttavia le accensioni rituali di fuochi si ritrovano
anche al di fuori del mondo celtico: ad esempio in varie regioni europee i fuochi
solstiziali erano accesi mediante una ruota fatta girare intorno ad un piolo
fisso, mentre riti simili erano osservati nellIndia vedica e a Roma per
riaccendere il fuoco di Vesta. Lo sfregamento di legnetti, il tab circa luso di

metalli, lutilizzo di selci, ci rinvia forse a epoche remotissime, antecedenti


qualsiasi civilt storica e testimonia lantichit di queste tradizioni.Il fuoco sacro
era simbolo del fuoco celeste, del calore primordiale che produsse la creazione
e che si ripresentava a ogni ritorno della primavera. E significativo luso di
legno di quercia, infatti la quercia lalbero attribuito alla met luminosa
dellanno che proprio a Beltane celebra il suo trionfo. NellIrlanda pagana
nessuno poteva accendere un fuoco di Beltane finch lArd Ri (Grande Re) non
avesse acceso il primo fuoco rituale sulla collina di Tara, il centro mistico e
politico dellantica Irlanda. San Patrizio sfid questa usanza per distruggere le
usanze pagane e San David fece una cosa simile in Galles.I fuochi di Beltane
venivano spesso accesi in coppia, e tra i due fuochi veniva fatto passare il
bestiame, per propiziare latte abbondante, fertilit e buona salute per tutto
lanno, prima di essere condotto ai pascoli estivi. Ci poteva essere una
spiegazione razionale per questa pratica dato che il calore poteva uccidere i
batteri e i microbi accumulatisi sulla pelle degli animali nelle sporche stalle
invernali, ma il significato principale era comunque quello di una purificazione
rituale tramite il fuoco, una vera e propria pulizia di primavera. Il fuoco
distrugge i poteri ostili, purifica laria e favorisce la fertilit di tutti gli esseri
viventi. Incidentalmente, un detto gaelico che dice essere preso tra due fuochi
di Beltane sta ancora oggi a indicare il trovarsi in un dilemma. Anche le
persone e gli oggetti venivano fatti passare attraverso i due fuochi. La gente
danzava attorno ai fal: si danzavano danze con alti salti quali la Danza del
Cervo e la Danza del Salmone Saltante, ricordi di antiche danze di caccia e
pesca. Molte donne danzavano in cerchio su bastoni di legno in una frenetica
danza di fertilit, per promuovere la crescita dei nuovi raccolti (i bastoni
divennero poi manici di scopa ma la loro forma fallica suggerisce sempre il tipo
di energia che veniva evocata).
Quando le fiamme dei fal iniziavano ad abbassarsi le persone saltavano sui
fuochi, usanza ancora praticata in Scozia e in Irlanda per propiziarsi la fortuna.
Cos giovani e ragazze saltano per trovare lanima gemella, i viaggiatori per
garantirsi viaggi sicuri, le spose per ottenere figli e perfino le donne gravide
per assicurarsi un parto facile! Infine, le ceneri dei fuochi venivano (e ancora
oggi in certe localit vengono) sparse sulla terra per garantire la fecondit dei
campi.
Dopo le danze e i salti spesso le giovani coppie si appartavano col favore
delloscurit continuando a modo loro le celebrazioni Infatti Beltane era una
festa di fertilit nella quale la Madre terra e il Grande Dio dei boschi si
accoppiavano. Per la gente comune era una festa orgiastica.Per tutta la notte
del 30 aprile (come si detto i Celti facevano cominciare i giorni dal crepuscolo
del giorno precedente) si susseguivano in unatmosfera orgiastica banchetti e
danze che terminavano con lavvento della nuova vita. Su questa notte
vegliava la Grande Dea della fecondit, che dominava allo stesso tempo il
destino dei semi e quello dei morti e che perci era la Dea della Morte in Vita.
Si entrava in comunicazione con il mondo infero e con i defunti. Il grande
studioso Mircea Eliade giustamente assimil i semi ai morti, che aspettano di
tornare in vita sotto una nuova forma e perci si accostano ai viventi nei
momenti in cui la tensione vitale raggiunge il culmine, cio nelle feste di
fertilit, quando sono evocate le forze generatrici della Natura. I morti
necessitano dellesuberanza organica dei vivi, cos come i viventi necessitano

dellaiuto dei morti per far germinare i semi dei nuovi raccolti (dopotutto,
Beltane si erge diametralmente in opposizione allaltra porta dellanno
Samhain, festa dei morti !). I bambini generati in questa notte si credeva
fossero i morti ritornati in vita e Beltane veniva definita anche la Festa della
Generazione dei Bambini.
In questo periodo, vero e proprio momento caotico di passaggio, le leggi
della realt ordinaria sono quasi sospese e si aprono le porte dei regni
ultraterreni come il sidhe, il regno fatato dei Celti. A differenza dei defunti
umani, gli esseri fata-ti non sempre sono benevoli: in questo periodo le fate
appaiono agli umani e chiunque si addormenta sotto un biancospino (albero
fatato) rischia di essere portato via da loro. Molte leggende associate a queste
feste riguardano spesso gli incantamenti dellAltro Mondo. Un mito legato a
Beltane quello gallese di Lludd. Ogni vigilia di Beltane il regno di Lludd soffriva a causa di uno spaventoso grido che provocava la sterilit nei campi, negli
esseri umani e negli animali, facendo morire giovani e anziani e togliendo la
forza agli adulti. Lludd scopr che la causa di questo incantesimo era il
combattimento fra il drago di Britannia e un drago straniero. Egli li cattur e li
rinchiuse. ignificativamente Lludd figlio di Beh...
La notte del 30 aprile fu demonizzata per questi motivi dal Cristianesimo che
ne fece una notte di convegni di spiriti e di streghe, da cacciarsi per
intercessione di Santa Valpurga, monaca inglese dellVIli secolo e badessa del
monastero tedesco di Heidenheim.In Germania questa appunto la
Walpurgisnacht o Notte di Santa Valpurga.
Ma anche nel folklore pagano europeo si prendevano precauzioni contro le
fate e gli spiriti malvagi. Era (e spesso ancora ) tab sposarsi a maggio
perch era il mese delle Nozze Sacre del Dio e della Dea, e in Inghilterra non si
comprano scope nuove di maggio perch esse spazzerebbero via la buona
fortuna.
La festa celtica di Beltane divenne la festa medievale di Calendimaggio.
Linizio della bella stagione era celebrato con tornei dove il vincitore,
personificazione del Dio vittorioso sulle tenebre invernali, otteneva il diritto di
sposare la damigella per cui si era battuto. In molte localit europee divenne
usanza formare comitive di giovani che giravano per i villaggi cantando
stornelli e augurando la buona fortuna (il cantar maggio di molte localit
toscane). Rami e fiori venivano portati dai boschi la mattina di Beltane per
decorare porte e finestre o per fabbricare ghirlande che i giovani portavano in
giro per le strade cantando e chiedendo cibo e dolci in cambio. Infatti una
caratteristica dei festeggiamenti di Beltane la celebrazione della vegetazione,
cos una usanza celtica era quella di appendere una ghirlanda primaverile
(simbolo della grande Dea) a un tronco privo di rami (simbolo fallico del Dio
selvaggio).
In Inghilterra il simbolo della festa di maggio o May Eve (vigilia di maggio)
divenne lalbero o palo piantato nelle piazze dei villaggi e adornato di nastri
multicolori. Il palo di maggio non altro che lAlbero Cosmico, lAxis Mundi che
collega i tre regni cosmici (celeste, terreno e infero). Gli sciamani usano
lalbero cosmico per ascendere fino al mondo Superiore o discendere a quello
Inferiore, come gli sciamani siberiani che usavano ritualmente un palo di betulla a sette pioli. In Galles la danza attorno al palo di maggio era chiamata
danza della betulla.
Tutto ci che vivente si manifesta con un simbolo vegetale, e la vita che
risorge celebra il suo trionfo intorno al palo delle danze, simboleggiata dai
danzatori che, afferrato ciascuno lestremit di uno dei nastri muovevano in
direzioni opposte (gli uomini in un senso e le donne in un altro), finendo con

lintrecciare i nastri intorno al palo e con le coppie abbracciate: la danza della


vita che muovendo in cerchi e spirali unisce tutti gli opposti, danza di morte e
di rinascita. Ma a Beltane il palo di maggio ha anche un ovvio significato fallico,
il potere fecondante della divinit maschile immerso nel grembo della Madre
Terra e sormontato spesso dalla ghirlanda femminile della Dea. A Cerne Abbas
nel Dorset, Inghilterra, c la figura antica del Gigante di Gesso, forse il Dio
Padre celtico Dagda, con la dava e il fallo eretto. Fino a epoche recenti il palo di
maggio era eretto sopra questa figura rappresentata su una collina gessosa e
le donne che volevano un bambino visitavano il luogo trascorrendo anche la
notte sul fallo del gigante. Si pu facilmente comprendere perch i Puritani
proibissero nel 1641 i pali di maggio, ripristinati solo successivamente con la
restaurazione monarchica! A Beltane si eleggevano tra i giovani anche il Re e la
Regina di maggio, rappresentati in terra delle antiche divinit, che regnavano
per tutta la festa portando in processione i sacri rami (i Maggi) nei boschi e
che spesso governavano anche le altre feste e danze dellanno. La Regina
simboleggia la giovane Dea dei Fiori e la nuova crescita e il Re rappresenta il
Dio della Vegetazione e della morte dellinverno, divinit personificata nel
folklore come Jack-in-the-Green, cio Jack il Verde. E il Verde Giorgio del
folklore primaverile dellEuropa dellEst ma anche luomo vegetale scolpito nei
pilastri e nelle travi delle cattedrali gotiche e romaniche (i boschi sacri della
nuova religione...). Infine tutte le coppie si appartavano di nuovo nei campi e
nei boschi, con la scusa di portare il Maggio o raccogliere fiori, e questo
provoc nel corso dei secoli dure reazioni da parte delle autorit ecclesiastiche!
Un chierico scozzese scrisse e a fatica una ragazza torna a casa vergine. Pi
tardi lo scrittore Rudyard Kipling scriver nella sua poesia A Tree Song:
Oh, non dite al prete della nostra promessa che la chiamerebbe peccato
Ma noi siamo stati fiori nei boschi tutta la notte
Le leggende relative a Robin Hood, Lady Marian e Little John hanno giocato
un ruolo importante nel folklore britannico della Vigilia di Maggio: pare che
queste figure, lungi dallavere una realt storica siano simboli dei culti di ferti lit sopravvissuti in epoca medievale. I cognomi inglesi Robinson, Johnson,
Hodson derivano da antenati a cui vennero dati tali soprannomi (Figlio di
Robin, ecc.) in quanto figli di questi matrimoni boscherecci.
Queste usanze possono sembrare a qualcuno volgari, tuttavia la fertilit e la
continuazione della stirpe erano cose di primaria importanza: i figli erano una
ricchezza e una benedizione, anche se illegittimi.
Ma la festa di Beltane era caratterizzata anche da altre usanze. Ad esempio
analogamente al solstizio destate, in molte localit europee si riteneva questo
periodo propizio alle sorgenti miracolose e si compivano riti e pellegrinaggi alle
sacre sorgenti. Cos la rugiada raccolta allalba del primo maggio era
particolarmente potente e si usava come liquido calmante per gli occhi o come
lozione di bellezza.
Un altro rituale folklorico quello, tuttora esistente nelle Isole Britanniche,
del cavalluccio di legno, Hobby Horse o Oss come viene chiamato. Appena
prima di mezzanotte i Maggiaioli del villaggio di Padstow si recano alla locanda
dove lOss conservato e cantano un canto augurale al proprietario della
locanda e a sua moglie. LOss fatto di un cerchio ricoperto di pelli, con un
palo munito di una mandibola di legno che si apre e si chiude. Il tutto viene
indossato da un danzatore che gira per le strade accompagnato da musici che
suonano un tamburo e una fisarmonica: ogni volta che la musica cessa esso si

accascia per sollevarsi dopo un po. LQss (che si ritiene abbia forti poteri di
fertilit) viene imbrattato di grasso scuro cos che qualsiasi ragazza catturata
da esso ne veniva segnata. LOss moriva a mezzanotte per rinascere lanno
successivo.
Tipici delle feste di Beltane sono anche le danze o le corse nei labirinti.
Spirali e labirinti sono simboli antichissimi, che si vedono incisi e scolpiti in
molti monumenti sepolcrali preistorici. La famosa triplice spirale di Newgrange
potrebbe simboleggiare la natura ciclica di morte e rinascita. Molte usanze pi
tarde, espresse dai labirinti tagliati nel prato o costruiti con siepi possono avere
avuto un significato di fertilit, ove le danze rituali attraverso i labirinti stavano
a indicare la rinascita della vita a primavera. La stessa danza intorno al palo di
maggio ha un andamento a spirale.
Il periodo del primo maggio era un momento sacro anche in altre tradizioni
pagane europee. Nellantica Roma il 1 maggio era la festa di Flora, protettrice
delle piante in fiore. Le sue feste impudiche e gioiose come quelle di Beltane,
comprendevano cacce ineruente ad animali mansueti, offerti in premio alle
cortigiane vincitrici di scherzose gare di corse e combattimenti. Durante i
Floralia ci si vestiva con abiti multicolori ad imitazione dei fiori. La notte del
primo maggio era sacra a Bona Dea, ai cui misteri non erano ammessi gli
uomini, mentre il giorno dopo si celebrava Maia, sposa di Vulcano che dava il
nome al mese. Bona Dea era forse Fauna, signora delle selve probabilmente
collegata ad Angitia, dea dei Marsi, e come questa patrona dei serpenti. Il
serpente, occorre ricordare, un altro simbolo della vita che si rinnova e
rappresenta anche il potere fecondante del Dio (lesclusione degli uomini
significava forse questo: lunica energia maschile ammessa era quella del Dio e
nessun mortale poteva soppiantarla).Cos da un capo allaltro dEuropa e per
tutta lantichit eil
Medio Evo, un simbolismo comune dominava questo
periodo dellanno: giochi e feste che celebrano il ritorno della primavera e della
fertilit.Pianta sacra di Beltane il biancospino, la cui fioritura rappresentava
per i Celti linizio della festa. E pianta della Dea, come la quercia lalbero del
Dio. Si dice infatti che il suo profumo ricordi quello della sessualit femminile.
Inoltre anche una pianta legata allAltro Mondo, associata alle fate. Piante di
biancospino che crescono solitarie su una collina o vicino ad una sorgente sono
ritenute segnali del regno delle fate. Gli esseri fatati abitano nelle piante di
biancospino. Il tab sulla raccolta di questa pianta viene sospeso a Beltane,
quando pu essere raccolto per la festa o per essere portato in casa
(analogamente al tab sulla caccia alla lepre in primavera). Cos la rugiada
raccolta dai rami di biancospino a Beltane benefica e indicata per le ragazze
che vogliano conservare la loro bellezza.
CELEBRARE BELTANE
Beltane un momento in cui le energie della luce e della vita si manifestano
nel loro aspetto pi gioioso e trionfale.Questo un tempo in cui celebriamo il
ritorno dellestate e della fertilit, periodo di scampagnate e feste allaperto. E
un periodo dellanno in cui di solito ci sentiamo fisicamente bene, in cui i nostri
bioritmi si sono adattati alle accresciute ore di luce e ci siamo lasciati alle spalle
i momenti critici della fine dellinverno e dellinizio della primavera.Quindi il
momento adatto per operare, per condurre a realizzazione le cose che ci siamo
prefissati di compiere. Anche psicologicamente i nostri pensieri si volgono allesterno, per fare e operare. Questa estroversione stagionale fa s che questa sia
unepoca propizia ai nuovi amori e alle nuove amicizie, come anche al
rafforzamento delle relazioni gi esistenti.E il momento di passare pi tempo
con gli altri. E anche tempo di stimolare la nostra creativit e la nostra fertilit

interiore.Possiamo celebrare questa festa in vari modi. Seguendo le tradizioni


possiamo piantare un palo di maggio in un prato e danzare con i nostri amici.
Oppure possiamo mettere ghirlande di fiori attorno ad un albero. Unaltra
tradizionale attivit di Beltane attaccare nastri rossi (colore della passione) a
cespugli di biancospino per propiziare amore, fortuna o guarigione.Si possono
accendere due piccoli fuochi e passare in mezzo ad essi per purificarci,
sentendo la loro energia riempire i nostri corpi quando attraversiamo il loro
spazio.
Se vogliamo si pu celebrare questa data in un modo pi rituale. La vigilia
del primo maggio accendiamo un piccolo fuoco allaperto o (se desideriamo
restare in casa o non abbiamo la possibilit di trovare uno spazio adatto) una
candela rossa dicendo: Signore del Bosco porta i tuoi doni di fecondit perch
la terra si desti dal suo sonno. Poi si accende un secondo fuoco a sinistra del
primo (o una candela color verde) dicendo: Bella Signora della Terra, gioisci. Il
Grande Cervo viene a cercare la sua sposa perch lestate arrivata. Poi
passiamo in mezzo ai due fuochi per tre volte, salutando lestate che arrivata
e gridando Bel!. Si medita per un attimo sui misteri della fertilit, con riferimento sia al fiorire della Natura, sia alla nostra fertilit interiore. Possiamo
infine consumare ritualmente vino e dolci (lasciandone sempre una parte per la
Madre Terra e le sue creature). Questo un rituale che sarebbe preferibile
celebrare con altre persone o ancor meglio, col proprio partner. In questultimo
caso il rito pu terminare nel modo in cui terminavano i festeggiamenti intorno
ai fuochi di Beltane o al palo di Maggio: con un bel matrimonio silvestre nel
nome di Robin Hood e di Lady Marian (non necessario procreare un figlio di
maggio!! !)...
Capitolo IV
SOLSTIZIO
DESTATE
IL TRIONFO DELLA LUCE
Intorno al 21 giugno il sole celebra il suo trionfo, in quello che il giorno pi
lungo dellanno, ma che allo stesso tempo, rappresenta linizio del suo declino.
Infatti, dopo il Solstizio dEstate, le giornate iniziano lentamente ma inesorabilmente ad accorciarsi fino al solstizio dinverno, in quella che la fase
calante dellanno. Solstizio deriva dal latino sol stat, il sole si ferma, e,
infatti, pare quasi che il sole indugi un po in questa posizione prima di
riprendere il suo cammino discendente. Il sole raggiunge la sua massima
declinazione positiva rispetto allequatore celeste, per poi riprendere il
cammino inverso: inizia lestate astronomica.
E tempo in cui possiamo ricevere il massimo della potenza solare: la mistica
forza che unisce cielo e terra ora pi forte. Questa elementare verit, era
conosciuta dagli antichi popoli che pare fossero a conoscenza del fatto che le
ley lines, le misteriose linee energetiche che solcano la superficie terrestre
aumentano la loro carica energetica tramite la potenza solare. Anche
monumenti come menhir, dolmen e cerchi di pietre erano forse focalizzatori
artificiali del sistema energetico terrestre. I cristalli possono essere potentemente caricati al solstizio e siccome il granito dei megaliti di Stonehenge
contiene una grande quantit di quarzo, questo
cerchio si attiva al Solstizio, generando un forte campo energetico.Non a caso
la cerimonia del Solstizio dEstate la festa pi elaborata e pi famosa

compiuta dai moderni ordini druidici, che la celebrano ogni anno appunto a
Stonehenge (nel 1999 sono ripresi i rituali dopo una sospensione di dieci anni
decretata nel 1988 dalle autorit britanniche per motivi di ordine pubblico).
Li Neo-DruidiSmO chiama il Solstizio dEstate Alban Heruin, Luce della riva.
Infatti, la festa al centro dellanno, al suo volgere, cos come la spiaggia il
luogo dincontro di mare e di terra dove i due confini si uniscono. Nelle tradizioni antiche la terra era la zona astronomica al di sopra dellequatore celeste
e I acqua quella inferiore. Il sole trovandosi nel loro punto dincontro come
sulla riva del mare.
Nellantica Grecia i due solstizi erano chiamati porte:
Porta degli uomini lestivo (Borea perch il sole a nord dellequatore
celeste) e porta degli dei linvernale (Noto perch il sole a sud dellequatore
celeste). Per la prima porta si entrava nel mondo materiale della creazione
mentre per la seconda si entrava nel regno divino e soprannaturale. Tempo di
passaggio dunque il Solstizio, che si colloca fuori dallo spazio-tempo quel
confine che separa la crescita dal declino, la manifestazione dalla nonmanifestazione. Esso una sorta di capodanno. Midsummer, mezza-estate, lo
chiamano nei paesi anglosassoni, e Shakespeare nel suo Sogno di una notte
di mezza estate ne ha raffigurato laspetto magico, dove sogno e realt si
fondono. Questa atmosfera di tempo fuori dal tempo rende il Solstizio un
momento propizio per ~ presagi e le pratiche divinatorie, sia nel folklore
popolare, sia nelle tradizioni magiche cerimoniali e colte.
Pur se cristianizzata come festa di San Giovanni (24 giugno) la notte di
mezza estate ha conservato tutte le sue valenze magiche.In tutta Europa si
traevano (e forse ancora si traggono) presagi ad opera delle ragazze nubili per
sapere se si sposeranno ed eventualmente acquisire indizi sullidentit del
futuro sposo. Ad esempio col piombo liquefatto nelle padelle si individuava,
tramite le forme assunte dal metallo, il mestiere del futuro sposo. Altri metodi
utilizzavano la chiara duovo versata nellacqua o le fave sbucciate.
In Galles per trovare la propria anima gemella si camminava intorno ad una
chiesa nove volte e si metteva alla fine di ogni giro un coltello nella serratura
del portone, dicendo: Qui c il coltello, dove il fodero? Il simbolismo
evidente...
Usanze logiche se si pensa che la Natura, al massimo del suo rigoglio,
favorisce tutto ci che riguarda lamore e la fertilit. Mazzetti di erbe collocati
sotto il cuscino favoriscono i sogni divinatori: le erbe giocano un ruolo di primo
piano nelle tradizioni solstiziali e di San Giovanni.
Si raccolgono piante aromatiche da bruciare sui fal solstiziali, piante che
danno poco fumo e hanno un buon aroma, come timo, ruta, maggiorana.Era
comune credenza che moltissime piante in questepoca avessero poteri quasi
miracolosi.Il vischio una pianta solstiziale molto importante nella tradizione
celtica: secondo lo scrittore romano Plinio pare che gli antichi Druidi
raccogliessero questa pianta con un falcetto doro, strumento che univa la
forma lunare al metallo solare. I rami di vischio al Solstizio dEstate assumono
un aspetto dorato, il famoso Ramo dOro dei miti. Il sambuco tagliato la vigilia
del Solstizio, sanguina nelle leggende britanniche. Il seme di felce permetteva
di trovare tesori nascosti, mentre il leggendario fiore di felce (che non esiste, al
pari del seme, in quanto la felce una pianta pteridofita, cio che si riproduce
tramite spore) rendeva invisibili i suoi fortunati raccoglitori. In tutti i paesi
europei si raccoglievano erbe ritenendole impregnate di miracolose virt: la
verbena portava prosperit, mentre lartemisia sacra ad Artemide sorella di
Apollo, proteggeva dal malocchio. Si riteneva in particolare che lenergia solare
si raccogliesse in fiori come la calendula o liperico, la miracolosa erba di San

Giovanni.
Proprio tutte queste virt pi magiche che terapeutiche attribuite alle piante,
spiegano labbondare di leggende riguardanti coloro che pi di ogni altra
persona conoscevano le erbe magiche: le streghe. Lusanza antica di certe
donne di recarsi nude a raccogliere erbe ricorda antichi riti in cui le donne
andavano nude nei campi per propiziare il raccolto, spesso compiendo danze
cavalcando bastoni o manici di scopa. Anche questa usanza pu essere
allorigine di tanti racconti sulle streghe. Forse dietro le storie dei raduni di
incantatrici e di fattucchiere nella notte di mezza estate, si cela anche il ricordo
dei riti solstiziali celtico-germanici intorno ad un albero (il noce di Benevento!)
o delle feste licenziose in onore della dea Fortuna nellantica Roma che si
tenevano appunto il 24 giugno. In onore di Fortuna tutta la popolazione, ricchi
e poveri, liberi e schiavi, accorreva ai templi, banchettava e danzava. Fortuna
la Dea della casualit assoluta, del caos benefico e rigeneratore.
La somiglianza di queste feste con i Saturnali del Solstizio dInverno fanno del
Solstizio estivo una sorta di capodanno o di carnevale, un periodocaotico in
cui il cosmo si rinnova e si ricrea, con conseguente rimescolamento dei ruoli
sociali e capovolgimento delle norme morali. In questo benefico caos assumono
rilievo i due elementi primordiali del fuoco e dellacqua, contrapposti ma pur
sempre complementari, simboleggiando il primo i poteri della divinit maschile
e la seconda quelli della divinit femminile o, se si preferisce il sole e la luna.
Nellastrologia babilonese il Solstizio dEstate era simboleggiato dal matrimonio
di sole e luna, in cui i due astri spargono le loro energie sul mondo.
Lacqua del Solstizio appunto direttamente collegata alla luna e al segno del
Cancro: significativamente il glifo di questo segno zodiacale composto da due
segni spirali-formi che si oppongono in un simbolo simile allo Yin-Yang
orientale, forse indicanti le due met dellanno che ora si incontrano. Nelle
celebrazioni solstiziali lacqua rappresentata dalla rugiada o guazza di San
Giovanni, cui sono attribuiti poteri miracolosi: fare ricrescere i capelli, ringiovanire la pelle o addirittura propiziare la fertilit. Non era raro che molte
giovani donne si bagnassero nude nei prati con la magica rugiada la notte di
San Giovanni...
Il
fuoco viene simboleggiato dai fal accesi un po ovunque in Europa
nella notte solstiziale o di San Giovanni, fuochi che sono strettamente collegati
a quelli del Solstizio dInverno o ai fuochi di primavera. Quale il loro significato? Secondo una teoria sono simboli solari e accenderli significa rafforzare
lenergia dellastro che dora in avanti va declinando. Unaltra interpretazione
esalta il loro valore purificatorio, con cui vengono scacciati gli spiriti maligni e
le malattie. Non bisogna dimenticare infatti che in questo periodo caotico, di
passaggio, cos come gli esseri umani hanno libero accesso a regni e poteri
soprannaturali, cos
anche le entit malefiche possono vagare indisturbate per il nostro mondo. In
molti luoghi si diceva che coloro che avevano il coraggio di rimanere nel
cimitero la vigilia di Mezza Estate potevano avere la visione di quelli che
sarebbero morti nel corso dellanno! Nel folklore nord-europeo la vigilia di San
Giovanni una delle tre notti degli spiriti insieme alle vigilie di Calendimaggio
e di HalloweeenlSamhain. Ad ogni modo tutte le tradizioni popolari europee
vedono laccensione di fuochi sulle colline, processioni notturne con fiaccole e
ruote infuocate gettate lungo i pendii.A somiglianza dei fuochi di Beltane (festa
di cui in fondo il Solstizio la controparte celeste, astronomica) si danza
intorno ai fal e si salta sulle fiamme quando queste si abbassano. Il fumo dei
fuochi veniva usato per purificare il bestiame, mentre le ceneri erano sparse

sui campi per propiziarne la fertilit. In Scandinavia il fal del Solstizio era il
fuoco di Baldur. Baldur, figlio di Odino, era il giovane dio che veniva ucciso nel
fiore degli anni e probabilmente nellantichit si sacrificavano uomini per
rappresentarne la morte. Forse Baldur era uno spirito della vegetazione, lo spirito della quercia celebrato da alcuni miti nordici e celtici. Infatti, le leggende
narrano di una lotta eterna tra due opposte divinit, il Re della Quercia e il Re
dellAgrifoglio, dove il primo rappresenta il Dio dellanno crescente (cio della
met dellanno in cui la luce solare prevale sulle tenebre notturne) e il secondo
raffigura il Dio dellanno calante (la met dellanno in cui la notte prevale sul
giorno). Se in inverno era il Re dellAgrifoglio a soccombere, al Solstizio
dEstate era il Re della Quercia a dover cedere di fronte allavversario. E questo
spiegherebbe perch i fuochi solstiziali erano alimentati con legno di quercia...
La quercia fiorisce intorno al Solstizio e segna il passaggio tra anno crescente e
anno calante. La morte estiva del Re della Quercia aveva varie forme: bruciato
vivo, accecato con un ramo di vischio o crocifisso su una croce a T. Il poeta e
studioso di miti Robert Graves disse che luomo il quale personificava il Dio era
sacrificato in questi modi, ma il Dio stesso ascendeva al cielo, fino alle stelle
circumpolari e precisamente fino alla Corona Borealis (costellazione chiamata
nelle leggende celtiche Caer Arianrhod, Castello della Dea Arianrhod - ruota
dargento -), dove attendeva la rinascita.
Al Solstizio dEstate vengono a interagire e ad intersecarsi i due cicli della
Ruota dellAnno: quello primordiale dei cacciatori-raccoglitori che narra lo
scambio stagionale di potere tra due figure gemelle, e il ciclo solare solstizialeequinoziale.
Lidea di due divinit o di due re che combattono eternamente tra loro
appare in molte culture. Basti pensare ad Apollo che uccide il serpente Pitone a
Delfi, al dio babilonese Marduk che abbatte Tiamat o a Zeus che lotta contro
Tifone. Il serpente era nella remota antichit una divinit o il simbolo di varie
divinit, forse la raffigurazione del dio dellanno calante. Ci pu avere
generato pi tardi i miti degli eroi che uccidono draghi. Ma se nelle mitologie
pi antiche il signore abbattuto risorgeva ogni anno, in modo che la luce e
loscurit regnassero in equilibrio tra loro, in tutti questi miti pi tardi,
probabilmente per influenza dei culti solari legati alla regalit, la vittoria dei
personaggi luminosi sempre definitiva e senza appello.
Nelle leggende riguardanti il duello eterno dei due re appare spesso una
figura femminile che rappresenta la Dea, la quale non soccombe ma costituisce
un perno immobile tra le due figure, simbolo della Morte in Vita. Infatti, anche
se ora la terra esuberante nella sua fertilit, pur sempre uno zenith
transitorio in cui la Natura presiede alla morte del Re della Quercia e
allinsediamento del suo oscuro ma necessario gemello. Nei miti solstiziali la
Grande Dea appare anche come Ape Regina a manifestare i due aspetti, quello
luminoso e quello tenebroso. La Dea Cibele era raffigurata come Ape Regina
perch i suoi sacerdoti si castravano per diventare i suoi sposi, come il fuco
castrato dallape regina durante laccoppiamento. Si diceva che al solstizio
destate Cibele avesse imprigionato il suo amante Attis nellerica, perch i fiori
di erica sono un fiore prediletto alle api. Ma lape anche un animale solare,
perch viaggia tra i fiori seguendo la posizione del sole e produce il miele il
quale ha lo stesso colore del sole. I Celti consideravano le api dei messaggeri
che viaggiavano sui sentieri della luce solare fino ai regni degli spiriti, creature
associate alla conoscenza del futuro e allispirazione divina. Ma per molti popoli
erano anche simbolo di rinascita, in quanto si riteneva che esse nascessero dai
corpi di animali morti.Il Solstizio dEstate rappresenta anche il ciclo agricolo

incentrato sui cereali. Nelle Isole Britanniche questo ciclo venne narrato nella
storia di John Barleycorn (lo spirito dellorzo) che vive dalla semina fino al
momento della sua morte ad opera della falce, ma che poi rinasce dal suo stesso seme, in un ciclo senza fine ma con momenti ben definiti, caratterizzati da
celebrazioni rituali. In questo ciclo il dio muore e discende agli inferi dove la
Dea della Terra lo soccorre e lo fa rinascere.
Tra i popoli nordici il Solstizio dEstate era chiamato anche Litha, dal nome
della dea sassone del grano affine a Demetra e a Cerere.
La pianta sacra del solstizio destate liperico. Liperico raccolto a
mezzogiorno del solstizio era capace di guarire molte malattie, mentre le radici
raccolte a mezzanotte cacciavano via gli spiriti maligni. Liperico era appeso
sulle porte per proteggere le abitazioni dagli spiriti malvagi, e il suo nome
greco hyperikon significa appunto proteggere o sconfiggere unapparizione.
Inoltre si diceva che le donne ansiose di concepire dovevano andare nude nel
loro giardino la vigilia di San Giovanni e raccogliere liperico.
CELEBRARE IL SOLSTIZIO DESTATE
I poteri del Dio Sole sono allo zenith e anche se i giorni pi caldi devono
ancora venire, lestate ormai con noi. Si vuole trascorrere quanto pi tempo
possibile al sole e allaria aperta. Si gioisce nel pieno flusso dellabbondanza,
nellapogeo di luce e calore. E un momento adatto per concludere e portare a
compimento quello che stiamo realizzando. Ed anche tempo di gioia e di
divertimento. Come celebriamo la crescita delle messi cos festeggiamo la
nostra crescita interiore.Psicologicamente il momento di celebrare il
raggiungimento dei nostri obiettivi, di riconoscere i nostri talenti e la nostra
azione nel mondo esterno. Ma tutto scorre e dobbiamo ricordarci che la vita
un processo dinamico, non una condizione fissa. In questo periodo, punto di
equilibrio tra lanno crescente e lanno calante, troviamo il momento ideale per
lavorare sulle qualit di integrazione e di equilibrio:
integrazione di quello che abbiamo imparato in questi mesi e raggiungimento di
un nuovo equilibrio interiore.
Per celebrare il solstizio possiamo fare cose molto semplici. Ad esempio
alzarci allalba e osservare il sole che spunta, meditando sulle sue qualit e sul
suo destino: la massima forza coincide con linizio del suo declino.
Possiamo bagnarci con la rugiada solstiziale oppure accendere un piccolo
fal nel nostro giardino la vigilia del solstizio e organizzare un piccolo festino
con i nostri amici.
Possiamo raccogliere le erbe del solstizio e conservarle come portafortuna.
Ma possiamo anche celebrare ritualmente questo momento con una veglia
che cominci a mezzanotte, in fondo la notte pi breve dellanno! Se si
allaperto si pu tenere acceso un piccolo fuoco oppure si possono accendere
candele rosse o dorate, meditare sui significati di questa festa, ascoltare o
suonare musica, leggere poesie, magari in compagnia dei nostri amici. Questa
veglia ci dar modo di rivedere il nostro anno con le cose iniziate e quelle
compiute, nonch di guardare al resto dellanno che si stende davanti a noi.
Al momento dellalba possiamo salutare il sole dicendo:
Salute a te Sole nel giorno del tuo trionfo!. Sentiamo lenergia solare che
pervade il mondo intero e accettiamo il fatto che questo momento di trionfo sia
anche lannuncio del declino
Possiamo fare offerte di vino e di dolci.

LUGHNASADH
LA FESTA DEL GRANO
Uno dei pi importanti eventi dellanno agrario nellantica Europa era ed
ancora il raccolto del grano. Risalente allEt Neolitica, la coltivazione dei
cereali ha letteralmente plasmato tutte le civilt europee e mediterranee. La
farina e il pane erano letteralmente la vita per le antiche popolazioni.
La mitologia pi antica narr di due entit femminili, madre e figlia, che
rappresentavano forse il raccolto maturo e il futuro raccolto da seminare,
entrambe simboleggiate dallultimo covone mietuto quasi a raffigurare la loro
somiglianza e identit. Il folklore europeo ne parl come la Vecchia del Grano,
il vecchio spirito o la vecchia divinit che moriva al momento del raccolto per
incarnarsi nella Fanciulla del Grano, raffigurata come una bambola formata con
le spighe dellultimo covone e conservata come un talismano per tutto lanno.
In epoche precristiane queste due figure venivano chiamate Demetra e
Persefone, o Cerere e Proserpina
Ma non era solo una storia di raccolti e di vegetazione quella che raccontavano
gli antichi miti. No, era una storia di morte eresurrezione che coinvolgeva tutti i
regni della natura, compreso quello umano. I misteri iniziatici in onore di
Demetra e Persefone che si tenevano ogni anno nellantica citt greca di Eleusi
rivelavano che la morte solo un passaggio verso una diversa esistenza. Cos
come Persefone ritornava dal regno dei morti, anche gli iniziati
potevanoaspirare alla resurrezione. Il chicco di grano muore ma per rinascere
come nuova spiga.Pi tardi la divinit del grano assunse aspetto maschile, il Re
o Dio del Grano, figlio o amante delle grandi dee. Tali furono Tammuz e Adone,
il primo riportato in vita dalla sua sposa Ishtar, il secondo destinato a
trascorrere met dellanno con la Regina dellOltretomba e laltra met con
Afrodite, dea dellamore e della fertilit. Entrambi erano giovani dei che
morivano per risuscitare a nuova vita, come il grano. Suggerisce nulla tutto
ci? Cera un bosco sacro dedicato ad Adone nei pressi di Betlehem (Casa del
Pane)...
In molti templi neolitici dellEuropa orientale sono state rinvenute statuette
di donne-uccello (la Dea Uccello) e statuette umane che preparano il pane. Ci
richiama i motivi del tempio di Afrodite a Pafo, nellisola di Cipro dove Afrodite
e Adone furono amanti.
Nei paesi celtici del Nord Europa il raccolto dei cereali avveniva pi tardi e
prima delle dure fatiche del raccolto ci si concedeva una pausa di festa,
contrassegnata il l~ agosto dalla celebrazione di Lughnasadh (pron. Luunasa),
la commemorazione di Lugh (nasadh commemorazione o assemblea). In
gaelico irlandese Lunasa indica il mese di agosto, in gaelico scozzese la
ricorrenza chiamata Lunasda. LIrlanda una terra dove le usanze di
Lughnasadh sono sopravvissute fino ai nostri giorni.Nei secoli in cui la religione
cattolica era perseguitata dai Protestanti, le masse rurali si radunavano su cime
di colline o vicino a sorgenti per celebrare i momenti di passaggio dellanno,
obbedendo a tradizioni molto pi antiche del Cristianesimo. LIrlanda ha ancora
un cuore pagano,basti pensare al film Ballando a Lughnasa dove tra laltro
mostrato anche un festino intorno a un fal in cima ad un colle...Lugh, dio del
fuoco e della luce, pu avere derivato il suo nome dalla stessa radice del latino
lux, e pare sia una pi tarda e pi sofisticata versione di Bel/Beli/BalOr che
regna su Beltane. Lugh legato alle popolazioni agricole che si unirono a quelle
pastorali: Beltane una festa pastorale, Lughnasadh una festa pi agraria.
Lugh nelle leggende irlandesi era un capo dei Tuatha D Danann, il Popolo

della Dea Dana. Nella guerra contro i precedenti abitatori dellirlanda, i Fomori,
egli scambi la vita di Bres, capo nemico, con i segreti dellagricoltura: aratura,
semina, raccolto. Il re dei Fomori era Balor (lantico Bel), ritenuto nonno o
padre di Lugh; ci non deve sorprendere poich nelle mitologie di tutto il
mondo un dio che rimpiazza una divinit pi antica, viene sempre collegata ad
essa da legami di parentela per poterne ereditare anche violentemente le
funzioni. I Tuatha D Danann furono i penultimi invasori dellIrlanda (gli ultimi
furono i Milesiani, cio i popoli gaelici) e si imposero ai pi antichi Fomori. Lugh
appare cos un Balor rigenerato.Lugh anche divinit delle arti, chiamato
ugualmente abile in tutte le arti e luminoso dalla mano abile per indicare le
sue capacit. Nel grande racconto mitologico La battaglia di Mag Tured si
descrive larrivo di Lugh a Tara, capitale sacra dove possono essere accolti solo
coloro che possiedono unarte. I due portinai di Tara interrogano Lugh il quale
elenca a una a una tutte le sue specializzazioni ed essi cercano di rifiutargli
lingresso dicendo che a Tara esistono gi persone maestre in ciascuna delle
arti nominate. Al che Lugh ribatte dicendo che non sarebbe entrato a Tara solo
se il re avesse avuto al suo servizio un uomo abile in tutte le arti. Poich
nessuno possedeva contemporaneamente tutte le capacit di Lugh, egli entr
trionfalmente nella capitale!
Lugh era patrono di molte citt, come Lione in Francia, lantica Lugdunum,
per lappunto e ci pu essere spiegato col fatto che le citt dei Celti nacquero
quasi tutte come fiere di artigiani e costoro trovavano naturale consacrare i
nuovi insediamenti alloro patrono.
Lugh era detto anche Lamfhada dal lungo braccio, appellativo che lo
avvicina al dio solare egizio Aton, raffigurato con raggi dalle lunghe mani. In
alcune leggende egli appare nato da un parto trigemino (cio possedendo una
triplice forma), in altre egli sposa tre dee. Questo aspetto trino lo avvicina
molto a Brigit, anche essa divinit della luce e delle arti, di cui forse era la
controparte maschile. Lugh il padre spirituale del grande eroe irlandese Cu
Chulainn, e divenne Llew Llaw Gyffes (leone dalla mano veloce) in Galles e
Lud in Inghilterra, figure mitiche i cui miti passarono in quello arturiano di
Lancillotto. Nei tempi cristiani il suo posto fu preso dallarcangelo Michele, una
pi tarda forma di Lucifero che come Lugh portatore di luce.
Le origini della festa di Lughnasadh sono collegate per non tanto a Lugh
quanto alla sua madre adottiva Tailtiu, la quale si affatic per preparare le
pianure irlandesi allagricoltura e cos mor, dopo aver chiesto che la pianura
diventasse la sua tomba. Lugh ordin che gli uomini di Irlanda tenessero una
festa annuale allanniversario della sua morte, istituendo i giochi funebri in suo
onore. La tradizione di giochi funerari ha paralleli in molte culture, basti
ricordare le cerimonie funebri dei guerrieri morti ricordate nellIliade. Il vero
scopo della festa il raduno delle popolazioni al momento del raccolto sulle
terre coltivate, terre che costituiscono il corpo materiale della Dea della Terra.
Gli stessi raccolti sono anche essi parte del corpo della Madre Terra.
In questo periodo dellestate avanzata, si erano lasciate alle spalle le fatiche
e le preoccupazioni del raccolto del fieno e ci si preparava al raccolto di grano e
orzo, le messi che il calore del sole ha fatto maturare. Lughnasadh era
occasione di raduni e feste per le trib celtiche, in cui ci si dedicava a giochi,
gare e banchetti. Era tempo di mostrare la velocit dei propri cavalli e di
competere in gare di abilita e forza: ci era anche un allenamento alle fatiche
del raccolto, in cui la velocit e la resistenza erano doti essenziali in epoche
prive di macchine. Spesso bisognava fare i conti col cattivo tempo che poteva
rovinare il lavoro di un intero anno! Cos i giovani partecipavano a gare di lotta,

lancio di aste, tiro con larco e corse di cavalli, giochi tenuti in grande conto in
societ guerriere come quella celtica; molte di queste usanze sono state
conservate nei Giochi Gaelici che si tengono ancora in Scozia nel mese di
agosto. Ma anche le arti erano sotto il patrocinio di Lugh e si tenevano quindi
anche competizioni poetiche di Bardi e di musici.
I raduni erano occasioni per tenere fiere in cui venivano ingaggiati braccianti
e venduti animali. La festa durava due settimane e si diceva che finch sarebbe
durata questa tradizione, ci sarebbe stato grano e latte in ogni casa, pace e
bel tempo per la festa e il raccolto.
Era tempo di baldorie propiziate dal calore estivo e si celebrava linizio del
raccolto e lofferta dei primi frutti agli dei (la festa era detta del primo
raccolto), cos come pure la potenza della luce solare e labbondanza generosa
della natura. Il sole aveva trionfato su venti, gelo e nebbie e ora il raccolto era
pronto Ma la fertilit anche un concetto legato alla sessualit umana, cos
nellantica Irlanda si celebravano i cosiddetti matrimoni di prova che duravano
un anno e un giorno. La localit principale dove si celebravano questi
matrimoni era in Irlanda a Teltown, localit che ha preso il nome dalla Dea
Tailtiu. Vicino a una fossa dove sgorgava una sorgente era eretto un muro con
un foro:
uomini e donne stavano sugli opposti lati del muro, senza potersi vedere ma
spingendo insieme le mani attraverso il foro le loro mani. Se agli uomini
piaceva laspetto delle mani delle donne le afferravano e ci sigillava il patto
matrimoniale. Il contratto era rinnovabile, ma se alla scadenza del periodo la
convivenza aveva avuto cattivo esito, la coppia non doveva fare altro che
ritornare al luogo della cerimonia, mettersi schiena scontro schiena e
allontanarsi in direzione opposte. Una separazione consensuale e tranquilla,
senza spese per il divorzio!
Questa usanza in realt il ricordo di unantica pratica rituale. La ragione di
dare il nome di Lugh alla festa era dovuta alla sua associazione con la Dea Erin
alla quale si un in matrimonio connozze di sovranit (banais rigi in gaelico)
in occasione del suo accesso alla sovranit dei Tuatha D Danann. Allo stesso
modo tutti i re dIrlanda si univano ritualmente alla Dea della Terra, la sola che
concedeva loro la sovranit sul paese. A Lughnasdh troviamo il parallelo
dellaccoppiamento rituale di Beltane, dove il Dio dellanno crescente sposava
la Dea della Terra. Allo stesso modo i matrimoni nei boschi di maggio hanno
un corrispondente nei matrimoni di Teltown e degli amori nei campi di grano a
Lughnasad.
Ma occorre tener presente che le nozze rituali di Lugh rappresentano un
accoppiamento sacrificale, in armonia del resto col sentimento di morte che
aleggia su questa prima festa di autunno. Secondo lo studioso James Frazer,
questo era il tempo in cui il re sacro era ritualmente ucciso e il nuovo re
sposava la Dea Madre. Cos Lugh moriva e rinasceva in accoppiamento con la
Dea, unendo in un unico tema di sacrificio la fertilit umana e quella della
terra. A noi tutto ci pu sembrare paradossale, come pure il collegamento dei
giochi funerari in onore di Tailtiu con le feste nuziali di Lugh. Per comprendere
il paradosso delle nozze di Lugh dobbiamo comprendere che le pi tarde
aggiunte alla leggenda hanno deformato il ruolo della Dea: infatti, pare che in
origine i funerali fossero tenuti in onore del Dio che moriva in quanto Dio del
Grano e dellanno crescente. Le nozze erano quindi quelle del Dio dellanno
calante, suo gemello e sostituto.Troviamo questi aspetti nella leggenda gallese
di Llew (figura che come si detto ripete quella di Lugh). Egli visit il castello
di sua madre Arianrhod recandosi l con un coracle, antica e tipica

imbarcazione irlandese che simboleggia forse il cesto del raccolto con cui le
divinit solari viaggiavano per recarsi dove li attende la Grande Dea. Caer
Arianrhod, il castello della Ruota dArgento era un altro nome della
costellazione della Corona Borealis, costellazione circumpolare che non
tramonta e quindi ritenuta dimora ultraterrena di divinit e di eroi defunti. Il
viaggio di Llew altro non che il viaggio compiuto in qualit di re dellanno
crescente dopo il proprio sacrificio e in attesa di rinascita. Llew nelle leggende
spos Blodeuwedd, donna creata con i fiori e quindi figura rappresentativa
della Giovane Dea della Vegetazione. In seguito Blodeuwedd trad Llew con
Grown il Forte e lo uccise, sacrificandolo e sposando il suo sostituto, il re
dellanno calante.
Anche in Irlanda gli aspetti sacrificali sono adombrati dalle leggende su Crom,
dio sacrificale associato a Lughnasadh e chiamato anche Crom Cruach (il
piegato del tumulo) o Crom Dubh (il piegato dal nero colore). Lultima
Domenica di luglio in Irlanda la Domenica di Crom Dubh, in cui ha luogo un
grande pellegrinaggio sul monte Croagh Patrick dove si dice che San Patrizio
sconfisse una schiera di demoni. Il sacrificio di Crom era compiuto anticamente
sacrificando un suo rappresentante umano presso una pietra fallica circondata
da altre dodici pietre, essendo questo il tradizionale numero dei compagni del
re-eroe sacrificale. Il Libro di Leinster cita dodici idoli di pietra e la statua doro
di Crom. Pi tardi i sacrifici umani furono rimpiazzati da quelli di un toro. Crom,
come pure Balor o Bres, una forma antica del dio luminoso che produce
raccolti, rimpiazzata da Lugh in qualit di nuovo Dio che gli sottrae i frutti del
suo potere. Nelle leggende Crom Dubh era sepolto nel terreno fino al collo per
tre giorni e poi liberato una volta che i frutti del raccolto erano stati garantiti:
un segno del successo del rituale era labbondanza di mirtilli, presagio di
raccolti abbondanti. Ci rimase nel folklore col nome di Domenica del Mirtillo
dato alla Domenica di Crom Dubh, con i giovani che vanno a raccogliere questo
frutto. La sepoltura di Crom e la sua liberazione ci rinviano dunque al tema di
sacrificio e di rinascita di Lughnasadh.Lughnasad pass nel folklore britannico
con il nome di Lammas, abbreviazione di Loaf-mass (dallAnglo-Sassone Hlafmaess) o messa della pagnotta poich con il primo grano raccolto si
preparava un pane propiziatorio, offerto nelle chiese come parte di riti
eucaristici. Lantica divinit divenne John Barleycorn, lo spirito del grano o
dellorzo che muore stritolato nella macina per domare farina agli uomini o
annegato nella distillazione per produrre whisky.Non a caso nel mito celtico la
dimora funebre di re ed eroi era rappresentata come una costruzione circolare
e rotante, il Castello della Ruota dArgento: non forse questa una
raffigurazione poetica del mulino con la sua macina sacrificale?Ma lo stesso
simbolo viene raffigurato dalla ruota che viene accesa e fatta rotolare gi per il
pendio di una collina, usanza ancora oggi celebrata in Scozia, Germania e
Svizzera. A volte la ruota finisce in un fiume, cos come la ruota delle stagioni
inizia il suo declino. Questa ruota nuovamente la ruota solare che abbiamo
gi visto nelle feste del Solstizio estivo. Lughnasadh ripete in un certo senso
alcuni simboli solstiziali, essendo il culmine e linizio del declino nel ciclo delle
feste celtiche allo stesso modo in cui il Solstizio estivo culmine e inizio di
declino nelle feste astronomico-solari.La festa viene celebrata anche con fuochi
rituali accesi in cima alle colline, come in Galles, nellisola di Man e in Irlanda,
dove i fal sono anche occasione di danze di licenziosit.La pianta sacra di

Lughnasadh la spiga di grano o di orzo. Lugh e Llew sono divinit del grano,
di morte e di rinascita, perch il grano tagliato rinasce come farina e pane.
Durante i raccolti si credeva anticamente che una forza sacra (chiamata dai
Russi il Vecchio, da altri popoli slavi la Vecchia, e nei paesi germanici la
Madonna del Grano) si incarnasse nellultimo covone mietuto. Questo spirito
del grano era identificato spesso nellultimo mietitore che raccoglieva lultimo
covone. In tempi antichi egli era sacrificato e le sue ceneri sparse nei campi.
Poi si pass a sacrificare animali e bruciare fantocci, ma il significato era
sempre quello:il sacrificio della divinit primordiale, che moriva come Re del
Grano e il cui sangue benediceva la terra , garanzia di futuri e abbondanti
raccolti. La festa del sole calante il punto di svolta in cui lUomo Verde di
Beltane si prepara a diventare lUomo Grigio della morte in autunno, quando
inizia il suo viaggio verso lAltro Mondo. Ora, infatti, il tempo in cui si arresta
la crescita nel mondo vegetale per permettere al raccolto di maturare. Nel
folklore europeo, durante i rituali dellultimo covone, si estraggono i chicchi del
futuro raccolto e si spargono le ceneri delle spighe per fertilizzare la terra. Il
tema di morte e rinascita non negava quello della fertilit, espresso dalle orge
rituali durante le feste del raccolto che, riattualizzando il mitico caos primordiale, rinnovavano il ciclo dellanno e la fecondit della terra: fertilit umana e
fertilit della Natura. Eros (amore) e Tanathos (morte) costituiscono un
binomio inscindibile anche in questo periodo dellanno.
CELEBRARE LUGHANASADH
Questo momento dellanno, dominato dal calore solare e dalla generosit della
Natura, vede la fine degli sforzi umani per portare a compimento il ciclo agrario
con il raccolto.Lughnasadh per noi dovrebbe essere tempo di gioia e di
vacanze, un periodo in cui raccogliamo e godiamo i frutti delle nostre fatiche.
Le cose che abbiamo portato a termine al Solstizio ora sono mature e possiamo
vedere i primi risultati delle nostre azioni intraprese nei mesi precedenti.Ma
anche un momento di preparazione per il futuro, di riflettere che presto sar
autunno e che dovremo affrontare una fase diversa. Per capire limportanza di
questa festa nella nostra vita psichica, ci occorre comprendere limportanza del
tema di morte e di rinascita nelle nostre vite. Diventiamo consapevoli che la
vita umana cresce e poi declina, una ruota che deve continuamente essere
equilibrata. Questo il culmine dellanno ma anche linizio del processo del suo
declino. E utile comprendere lidea del sacrificio in termini di trasformazione,
non tanto di morte bens di lasciare andare via qualcosa per arrivare ad un pi
alto livello creativo nella nostra vita. Il grano sacrificato diventa pane, il frutto
viene raccolto in modo che ci possa nutrire. Lughnasadh festa di
trasformazione e la rinascita la legge perpetua della Natura.Proviamo ad
andare nei campi dopo la mietitura: se saremo fortunati potremo trovare
alcune spighe sopravvissute alle implacabili mietitrebbiatrici. accogliamole e
formiamo con esse una bella ghirlanda intrecciata con nastri dorati, il colore del
dio Lugh. Conserviamola in casa o regaliamola
alla persona pi cara, come auspicio dabbondanti raccolti materiali e spirituali
nelle nostre vite.Se vogliamo provare a celebrare in maniera rituale questa
festa, potremmo farlo allalba del l~ agosto oppure nel pomeriggio della stessa
giornata. Ci si procura alcune spighe di cereali, alcune manciate di chicchi di
grano, una pagnotta di pane e una coppa di vino. Si accendono tre piccoli
fuochi oppure (se non possiamo celebrare questo rituale allaperto) tre candele

gialle o dorate. Si inizia da quello di destra dicendo: In onore di Lugh, Dio


della Luce. Poi si passa ad accendere il fuoco o la candela di sinistra dicendo:
In onore della Dea della Terra. Infine si accende il fuoco (o la candela)
centrale dicendo: In onore del Re del Grano che muore per donarci la vita. A
questo punto con le spighe che ci siamo procurate formiamo un mazzo,
legandolo con un nastro giallo o dorato e collocandolo nello spazio davanti alle
tre candele o ai tre fuochi. Si prende una manciata di chicchi di grano e si
compie lentamente un giro a spirale attorno al nostro mazzo di spighe, verso
lesterno e in senso antiorario. Camminando si lascia cadere lentamente il
grano dietro di noi, dicendo: Percorro il sentiero della Madre Terra: Dopo aver
compiuto tre giri intorno al mazzo, ci si ferma in meditazione sul significato del
grano e poi si ritorna verso il mazzo, sempre muovendo a spirale ma stavolta
in senso orario. Si lasciano cadere altri semi di grano, dicendo: Percorro il
sentiero del Dio della Luce.
Ci si ferma in meditazione sul Dio Sole che sta per iniziare il suo viaggio
nellAltro Mondo. Poi si leva in alto il pane, indi la coppa di vino e si consumano
questi cibi, lasciando briciole e gocce di vino da versare sulla terra.
Capitolo VI
EQUINOZIO
DI AUTUNNO
IL TRAMONTO DELLANNO
AllEquinozio di Autunno il sole, nel suo cammino apparente nel cielo,
incrocia nuovamente lequatore celeste e ancora una volta nel corso dellanno
giorno e notte si equivalgono nella loro durata, ma stavolta il percorso segue
una direzione opposta a quella dellequinozio primaverile, passando
dallemisfero settentrionale dello zodiaco a quello meridionale. Il sole scende
letteralmente agli inferi e le tenebre cominciano a prevalere sulla luce. In
molti circoli druidici contemporanei lEquinozio autunnale viene chiamato Alban
Elued, Luce dellAcqua in gaelico:
infatti lacqua raffigura loceano cosmico in cui si immerge il sole nella parte
calante dellanno, la misteriosa profondit marina che diviene sempre pi scura
man mano che i giorni si accorciano.
Gli antichi concepivano la terra come galleggiante nellacqua (o meglio
indicavano col nome di terra la regione dello spazio sovrastante la fascia
dellequatore celeste e acqua quella sottostante) e il Solstizio estivo era
connesso con le spiagge, il luogo di mutamento ed equilibrio tra lanno
crescente e quello calante al punto pi alto del sole. Lacqua la sfera
dellEquinozio autunnale, lanno discendente nelloceano.E un momento di
passaggio, critico come tutti i momenti sacri dellanno di cui abbiamo parlato,
quando la barriera tra il mondo visibile e quello invisibile si fa pi sottile. Gli
antichi lo consideravano un periodo propizio ai riti misterici. Si celebravano ad
esempio quelli di Mithra, signore e animatore del cosmo e allo stesso tempo
mediatore fra le divinit e gli esseri umani, cos come lasse degli equinozi
intermediario tra le due fasi dellanno. Mithra veniva spesso raffigurato in
mezzo a due portatori di fiaccola, uno (Cautes) con la torcia sollevata in alto a
simboleggiare lequinozio di primavera e laltro (Cautopates) con la torcia
abbassata a indicare lEquinozio di Autunno. Pi tardi le funzioni di Mithra vennero assunte dallarcangelo Michele, la cui festa, insieme a quella degli altri
due arcangeli Gabriele e Raffaele ricorre il 29 settembre. Il periodo equinoziale

di autunno chiamato appunto Michaelmas nei paesi anglosassoni.Michele


arcangelo di fuoco e di luce, alter ego e gemello di Lucifero:ora il momento di
congedarci dalla luce.Ma il mese di settembre era anche il periodo in cui si
svolgevano i Grandi Misteri di Eleusi. I rituali eleusini, basati sul simbolismo del
grano, celebravano il mito di Demetra e sua figlia Persfone: il loro momento
culminante era la presentazione agli iniziati di una spiga di grano
accompagnata dalle parole nel silenzio ottenuto il seme di saggezza. Nel
mito classico Persefone venne catturata da Ade, Dio degli Inferi. Sua madre
Demetra, Dea del Grano, la cerc ovunque lamentando la perdita della figlia e
rifiutando di fare fiorire e fruttificare la terra. Il suolo divenne spoglio e
desolato, e lumanit invoc il soccorso degli dei. Alla fine, stanca, Demetra
sedette per nove giorni e nove notti e gli dei le fecero sbocciare papaveri
tuttintorno. Respirando il loro profumo soporifero Demetra si addorment e nel
frattempo gli dei riuscirono ad ottenere da Ade il ritorno di Persefone. Ma
siccome la giovane Dea aveva mangiato tre semi di melograno, cibo dellAltro
mondo offertole da Ade, fu destinata a trascorrere tre mesi ogni anno nel
mondo infero, mesi durante i quali linverno cadeva sulla terra. Persefone era
discesa agli inferi come il sole discende negli inferi celesti, e come il sole ne
sarebbe ritornata con la promessa della rigenerazione della Natura.Se
Lughnasadh linizio del raccolto, rappresentandone laspetto sacrificale, il
tema stagionale dellEquinozio la fine del raccolto, il suo completamento. Ma
anche il momento del secondo raccolto dopo quello dei cereali:quello della
frutta e delluva. Dioniso, nato secondo certi miti proprio dalle nozze di
Persefone e Ade-Plutone, il dio della vite e dellebbrezza. Il processo che
conduce alla fabbricazione del vino era per gli antichi cos misterioso e il
prodotto finale cos sacro (come ogni altra sostanza capace di indurre
modificazioni nello stato di coscienza) che ogni fase della raccolta delluva
veniva accompagnata da rituali. Il vino pressato veniva poi messo in botti dove
il succo alcolico passava attraverso una seconda fermentazione fino a diventare
vino.Questo processo era per gli antichi affine alla trasformazione spirituale che
ha luogo durante le iniziazioni. Sembra quasi che la fermentazione nel buio
delle cantine sia immagine speculare alla trasformazione che avveniva negli
iniziati durante i riti misterici nel buio dei santuari sotterranei. Non per nulla
lalcool stato chiamato spirito... Se il vino dominava i culti misterici
mediterranei, nelle Isole Britanniche si celebrava John Barleycorn, lo spirito
del grano che rinasce nel whisky, lacqua di vita dei Celti. I Celti chiamavano
lEquinozio autunnale anche col nome di Mabon, il giovane dio della
vegetazione e dei raccolti. Mabon, indicato col nome di Maponus nelle iscrizioni
romano-britanne, il figlio di Modron, la Dea Madre: rapito tre notti dopo la
sua nascita, venne imprigionato per lunghi anni fino al giorno in cui venne
liberato dal Re Art e dai suoi compagni. Il suo rapimento lequivalente celtico di quello di Persefone: un simbolo evidente dei frutti della terra che sono
immagazzinati in luoghi sicuri e poi sacrificati per dare la vita agli uomini.In
questo periodo, un po ovunque si tengono feste del raccolto, con abbondanza
di cibo e di bevande. C grande sollievo, ora che le messi e i frutti sono stati
raccolti e immagazzinati. Un tempo, il raccolto costituiva la riserva di provviste
da conservare per il sostentamento durante linverno. Le divinit della terra
venivano ringraziate per i loro doni, auspicando un futuro ritorno
dellabbondanza negli anni successivi.

Queste celebrazioni avevano un atmosfera di dolce malinconia. Il Dio del Grano


era morto, cos come moriva il Dio del Sole. Egli viaggiava ora nellAltro Mondo,
discendendo agli inferi per addormentarsi nel grembo della Dea Madre, da dove
sarebbe rinato al Solstizio dInverno. Pi che una morte dunque, si trattava di
un lungo sonno. Il poeta e scrittore Robert Graves, parlando degli aspetti della
Grande Dea ci dice che se allEquinozio di Primavera lei si presentava sotto
laspetto delliniziazione, allEquinozio di Autunno era nel suo aspetto di riposo,
il riposo che attendeva gli iniziati dopo le fatiche della vita. La malinconia era
dunque dolce perch cera la consapevolezza di una rinascita a una diversa
condizione di vita. I due temi stagionali del sole e del raccolto condividevano
con lumanit un universale ciclo di nascite, morti erigenerazioni.Nelle feste del
raccolto aveva un posto donore un oggetto simbolico che abbiamo incontrato
pi volte nelle feste sacre: la Bambola del Grano, formata dalle ultime spighe
raccolte e legate con un filo solitamente rosso. La bambola, se non veniva
sepolta nei campi a scopi propiziatori, era conservata fino alla fine del raccolto
dellanno successivo. Essa veniva chiamata a volte Ragazza delledera, perch
ledera, che rimane verde durante linverno, il simbolo della vita che
continua: crescendo a spirale appare come un simbolo di rinascita (la vita che
ritorna ciclo dopo ciclo) e come pegno di rinascita del Dio, sia come nuovo sole
al Solstizio, sia come nuovo raccolto in primavera.La pianta sacra dellEquinozio
di Autunno la mora selvatica. In molti luoghi si dice che le more non
dovrebbero essere pi mangiate dopo la fine di settembre, perch il diavolo le
guasta. Ci legato ad antiche usanze secondo le quali i prodotti della terra
non raccolti nel loro momento stagionale appartengono agli spiriti di Natura: in
realt si trattava delle offerte lasciate alle divinit.La mora selvatica un
sostituto della vite nel simbolismo agrario dei paesi nordici. Robert Graves
aveva ipotizzato lesistenza di un antico calendario arboreo nel quale
lEquinozio autunnale viene prima della fine del mese della Vite e dellinizio
del mese dellEdera, due piante che crescono a doppia spirale, simbolo di
rinascita come abbiamo gi visto. Sempre secondoGraves il cigno luccello
dellEquinozio in quanto simbolo dellimmortalit dellanima e guida dei morti
nellaldil (Apollo, dio solare greco, vola su un carro trainato da cigni fino alla
sua nordica dimora invernale, tra gli Iperborei).
CELEBRARE LEQUINOZIO DI AUTUNNO
Gli equinozi, tempi di attivit sospesa, sono periodi in cui le persone
cambiano i loro ritmi vitali, adattandoli ad una fase stagionale diversa. Per
questo motivo sono epoche di turbolenza fisica e psichica.Anche
meteorologicamente sono momenti in cui le masse di aria calda si raffreddano
provocando le cosiddette tempeste equinoziali, che i navigatori conoscono fin
troppo bene. E necessario conoscere il significato e limportanza di queste fasi
naturali cos che la loro turbolenza ci dia energia invece di svuotarci. Tuttavia,
se durante lEquinozio di Primavera si andava verso una stagione di crescita e
di azione, stavolta ci si muove verso una stagione di declino. Fisicamente
quindi, sar opportuno concederci pause di riposo, dopo lo stress della calura
estiva e di vacanze spesso frenetiche, prima di affrontare i rigori dellinverno.
Se si ha la possibilit, ci si pu concedere una breve vacanza settembrina a
scopo esclusivamente riposante. Sono molto indicati in questo periodo anche
esercizi di rilassamento e di respirazione. Ci possiamo concedere attivit fisiche

non particolarmente impegnative:


questo il periodo ideale per passeggiate ed escursioni in campagna e in
collina, anche per salutare la Natura che si prepara al suo riposo
invernale.Limmagazzinamento e la trasformazione dei prodotti della terra
segna il completamento di un ciclo vitale che si riferisce non solo ad un evento
vegetale e naturalistico esteriore ma, come abbiamo pi volte ribadito, anche
alla nostra esistenza umana. Se il tema cosmico del declino della luce ci spinge
alla riflessione, allintroversione, allentrare in noi stessi dopo la frenesia
primaverile ed estiva, il tema vegetale e agrario ci suggerisce un
atteggiamento di ringraziamento:per i frutti della terra e per le esperienze
dellanno trascorso, le lezioni imparate che sono il raccolto delle nostre
esistenze.Infatti, psicologicamente tempo di riflessione e di contemplazione,
di ringraziamento per i frutti della terra e per le esperienze che abbiamo avuto
durante lanno. Uno dei temi su cui possiamo meditare, ispirandoci
allimmagazzinamento dei frutti.della terra, riguarda tutto quello che
avvenuto nella nostra vita. Prendiamoci un po di tempo per riflettere su quello
che ci accaduto e su quello che abbiamo raccolto o imparato durante
lanno.Approfittiamo quindi di questo periodo per fare il punto della
situazione: possiamo a questo scopo trascrivere in un diario tutto quello che
siamo riusciti a realizzare, come pure le cose che non siamo riusciti a fare
secondo i nostri progetti e i motivi che ci hanno impedito la loro
realizzazione.Come ogni festa dellanno anche lEquinozio va visto come una
piccola iniziazione ad un nuovo livello di consapevolezza.Ora la parte alta
dellanno terminata ed tempo di volgersi allinteriorit. Noi entriamo nella
parte declinante della Ruota dellAnno: tempo di viaggiare nelloltremondo e
di esplorare il s, incontrando quegli aspetti di noi che ostacolano la nostra vita
interiore. Entriamo nel tempo del buio, ma privati della luce esteriore, possiamo incontrare lilluminazione interiore. Cos, riflettiamo sui misteri della
trasformazione attraverso la morte e prepariamoci per larrivo dellinverno e
alla nostra trasformazione interiore. Ricordiamoci soprattutto che come la
morte del Dio della Vegetazione significa trasformazione, rigenerazione e
rinascita, cos anche noi rivedremo la luce rigenerati e rinnovati.Quindi
possiamo dedicare il periodo dellEquinozio alla meditazione, alla
visualizzazione guidata, alla riflessione sui nostri sogni. E un buon momento
per dedicarci a tutte quelle attivit che ci pongono a contatto con il nostro
inconscio.Se ce la sentiamo e soprattutto se abbiamo loccasione di incontrare
validi maestri, possiamo praticare tecniche sciamaniche, come quelle dei Nativi
Americani, particolarmente adatte ai viaggi nei mondi spirituali. E una buona
cosa ringraziare la Grande Madre Terra con un piccolo festino: invitiamo i nostri
amici, offriamo loro i frutti di stagione e ammiriamo il fresco tramonto di
settembre ricordando i giorni trascorsi insieme nellanno! Possiamo decorare la
tavola con foglie, noci e frutti di stagione.Se desideriamo fare qualcosa di pi
complesso per celebrare questo periodo dellanno possiamo celebrare un
piccolo rito di ringraziamento, allaperto o al chiuso, come desideriamo.Sarebbe
preferibile il tardo pomeriggio, osservando il sole che tramonta. Si pu
accendere una candela blu: il colore delloceano cosmico in cui tramonta il
sole, il colore sacro dellOccidente. Diciamo Ti salutiamo Dio Sole easpettiamo
la tua rinascita. Su un tavolo o su un altro ripiano possiamo aver disposto
frutti di stagione e una coppa di vino. Dopo averli presentati al sole che

tramonta diciamo:Ti ringraziamo Madre Terra per i doni che ci hai dato.
Meditiamo quindi sui temi di questa stagione e sulle buone cose che abbiamo
ottenuto nelle nostre vie durante lanno trascorso. Poi consumiamo i frutti e
beviamo il vino, ricordandoci, come abbiamo imparato a fare, di lasciarne una
parte per la terra e le sue creature.
Capitolo VII
SAMHAIN
LA FESTA DELLOSCURIT
Lautunno inoltrato, con larrivo delle nebbie e dei primi freddi un altro punto
di svolta della grande Ruota dellAnno. In questo periodo infatti, al primo
novembre, cade la grande festa celtica di Samhain (pron. souin). Samhain in
gaelico irlandese indica il mese di novembre e il corrispondente gaelico
scozzese Samhuin (pron. soven) la festivit di Ognissanti. Questa ricorrenza,
il cui nome significa fine dellestate, rappresenta la controparte di Beltane,
larrivo della parte oscura dellanno, linizio stagionale dellinverno (mentre
quello astronomico determinato dal Solstizio dInverno). Come si accennato
in precedenza, gli antichi Celti avevano in origine due sole stagioni, Geimredh
che iniziava a Samhain e Samradh che iniziava a Beltane (pi tardi furono
aggiunte altre due stagioni, Earrach con inizio a Imbolc e Foghamar a
Lughnasadh). Samhain era il capodanno celtico: infatti, per gli antichi Celti,
l~anno iniziava con la sua parte oscura, allo stesso modo in cui il giorno
iniziava con le ore notturne. Le feste celtiche iniziavano sempre al crepuscolo
del giorno precedente: ancora oggi nei paesi anglosassoni si celebra Halloween
cio All Hallows Eve o Vigilia di Ognissanti (come stata cristianizzata tale
ricorrenza), cos come si festeggia May Eve a Beltane.Nella tradizione celtica, al
pari di altre culture, il giorno che segna la fine di un ciclo e linizio di un altro,
non appartiene a nessuno dei due (n al passato n al futuro) ma un tempo
oltre il tempo, una scintilla delleternit. Tutti i confini, siano essi spaziali o
temporali, hanno in moltissime tradizioni antiche una valenza magico-sacrale:
un luogo come la spiaggia non appartiene n allacqua n alla terra, cos lalba
e il crepuscolo non appartengono n al giorno n alla notte. Mezzanotte
unora magica perch al confine fra due giorni. Questi luoghi e questi tempi
presentano al tempo stesso pericoli e opportunit di conoscenza perch si pu
attraverso essi entrare nellAltro Mondo allo stesso modo in cui energie
dellAltro Mondo possono entrare nel nostro mondo quotidiano. Il momento in
cui una stagione cede alla successiva particolarmente significativo da questo
punto di vista, come abbiamo visto a proposito della festa di Beltane. Samhain
ancora pi cruciale perch linizio di un nuovo anno, per questo motivo pi
di ogni altra festa annuale un momento critico: non appartenendo al tempo
quotidiano, esso costituisce un passaggio fra la realt del nostro mondo e altre
dimensioni. Se ogni festa costituisce al tempo stesso un inizio e una fine,
Samhain un momento speciale perch il velo del tempo si solleva e si pu
comunicare con gli altri livelli di esistenza in maniera pi chiara che mai. In
questo giorno i vivi possono visitare il mondo dei morti e i morti possono
tornare tra i vivi (anzi, ad esser pi precisi, tutto il periodo compreso tra
Samhain e il Solstizio dinverno un tempo di contatti con spiriti ed entit
dellAltro Mondo, perch siamo nella notte dellanno). Le porte del Sidhe
(laldil celtico) si aprivano e n gli umani, n gli esseri fatati avevano bisogno

di un lasciapassare. Nella File na Marbh, la festa dei morti, si ritornava al


caos primordiale. Secondo unantica concezione pagana si festeggiava la vita
nella morte con una celebrazione che non aveva nulla di triste, quasi a
ricordare che ogni fine un nuovo inizio e ogni morte in questo mondo una
nascita nellaltro mondo. Cos da un lato si propiziavano i morti, dallaltro si
dava luogo a disinibite feste che riaffermavano il valore della vita di fronte
allincombente oscurit. Samhain pu sembrare un inizio strano per il nuovo
anno, ma lesistenza per gli antichi era una ruota, in cui la morte intesa come
fenomeno naturale precedeva necessariamente qualsiasi nuova nascita. Di
tutte queste credenze rimasta qualche eco nelle celebrazioni cristiane dei
defunti, il 2 novembre, mentre la festa di Samhain fu cristianizzata come
Ognissanti e spostata dalla data originaria del 13 maggio dal papa Gregorio IV
nellanno 834. La festa fu per estesa a tutto il mondo cristiano solo nel
Samhain, preceduto dalla notte conosciuta ancora oggi in Scozia come NosGalan-Geaf (Notte delle Calende dInverno) era una festa celebrata dagli
antichi Celti in manjera solenne, con banchetti e festini che potevano durare
anche una settimana intera. Vi era una ragione pratica: in questo periodo il
bestiame proveniente dai pascoli estivi veniva radunato nelle stalle e in base
alle scorte di foraggio, si macellavano tutti i capi in eccesso. La carne che non
poteva essere conservata veniva consumata da tutti i membri della trib,
perfino dai pi poveri che venivano generosamente ospitati dai nobili e dai
capi. Anche tutti i prodotti della terra dovevano essere raccolti entro il 31
ottobre: ci che rimaneva era abbandonato ai Pca, folletti dispettosi e
malvagi.
Infatti Samhain era anche il giorno che celebrava la fine dellultimo raccolto
dellanno, quello delle mele, frutto sacro in molte tradizioni. Altro raccolto,
celebrato dai Celti, era quello delle nocciole, frutto simbolo della sapienza
magica. Non un caso se in molte leggende mele e nocciole rappresentano i
frutti dellAltro Mondo, donati agli umani da divinit o da esseri fatati! Il
nocciolo era sacro ai Celti, simbolo di saggezza e di segreta conoscenza: una
leggenda narrava che nove noccioli sacri circondavano la sorgente di Connlas,
in Irlanda, portando frutti e fiori nello stesso tempo. In molte culture, non solo
quella celtica, il legno di nocciolo era il pi indicato per bacchette magiche o
rabdomantiche.
In quanto allaltro frutto di Samhain, tra i frutti che la stagione autunnale ci
offre nessuno pi presente nei miti e nelle tradizioni dellOccidente quanto la
comune mela. Sicuramente uno dei primi frutti coltivati in Europa (resti fossili
sono stati rinvenuti in antichi insediamenti del Neolitico), la mela riassume in
s molti significati simbolici, che fanno capo alla triade di amore - conoscenza morte.
La mela rappresenta innanzitutto lamore: in molti luoghi gettare una mela
ad una persona era considerato una dichiarazione damore. Nella mitologia
greca il giovane principe Paride doveva offrire una mela alla Dea pi bella:
scelse Afrodite, come era ovvio e anche logico, dato che il frutto era sacro a
quella Dea.
Ma la mela sempre stata anche un frutto di conoscenza: conoscenza
proibita come nel caso della Bibbia, ma pi spesso come conoscenza da
coltivare. Infatti nella tradizione celtica il legno del melo uno dei nove Legni
Sacri dei Druidi, usato per accendere i fuochi delle cerimonie sacre. Lo stesso
albero raffigura poi una delle lettere dellalfabeto arboreo druidico, la Q (Quert
il nome del melo in gaelico). La mela nasconde al suo interno un simbolo

sacro: se si taglia il frutto orizzontalmente (e non verticalmente come avviene


di solito) si vedr al centro una stella a cinque punte, la cui simmetria riflette la
Sezione Aurea del numero sacro ai pitagorici. Il pentagramma o pentalpha un
simbolo presente in numerose tradizioni.
Non mancano poi i miti che collegano la mela allimmortalit. La Dea nordica
Idhunn dispensava questi frutti agli altri Dei, consentendo loro di conservare
leterna giovinezza.
La mela possiede tutti questi significati simbolici perch un frutto che
rappresenta al tempo stesso la morte e limmortalit. Per quanto possa
sembrare strano i suoi semi contengono una sostanza chiamata cianide tale da
uccidere un adulto che ne mangi mezza tazza. Le favole ci raccontano di
personaggi che cadono in un sonno cos profondo da essere scambiato per
morte: chi non ricorda la storia di Biancaneve?
Ma il mito unisce sempre un significato al suo opposto e cos la mela anche
frutto di immortalit. In quanto tale essa il frutto magico dei regni dellAltro
Mondo, offerto dagli esseri fatati agli umani o ricercato dagli eroi che intraprendono viaggi lunghi e pericolosi.
Nel mito greco la mela il frutto del Giardino delle Esperidi, mentre nelle
fiabe il frutto che cresce nel giardino della Regina delle Fate. Il melo
lalbero sacro di Avalon, il cui nome significa appunto Isola delle mele.
Del resto, questo frutto domina lintera mitologia celtica:
cibo sacro dei Tuatha De Danann (gli Dei dellantica Irlanda) la mela fruttifica
con noci e ghiande contemporaneamente sui rami dei cinque alberi sacri
dIrlanda. Un ramo di melo, recante allo stesso tempo germogli, fiori e frutti,
era il Ramo dArgento che consentiva al suo possessore di entrare nel regno
degli Dei. Un altro mito irlandese narra di come un guerriero si avvicin un
giorno alle mura della capitale Tara recando con s un ramo dargento con tre
mele capace di emettere una dolcissima musica che faceva addormentare
chiunque, tranne leroe Cormac; il guerriero era il Dio Manannan mac Lir,
sovrano di Emain Ablach, la Terra delle mele (cio di nuovo Avalon).
Un frutto cos prezioso tuttavia nasconde pericoli. Nella antica ballata inglese
Thomas il Rimatore, la Regina delle Fate mette il guardia il poeta Thomas dal
cibarsi delle mele che crescono nei giardini fatati: mangiare il cibo dellAltro
Mondo significa infatti non poter pi fare ritorno nel mondo degli esseri umani!
Di tutti questi antichi significati rimasta qualche eco nel folklore europeo:
le mele sono usate negli incantesimi per tenere unita una coppia o trovare
lanima gemella (lamore), il legno del melo si utilizza per costruire talismani
per la longevit (eterna giovinezza e immortalit), mentre un ricordo del cibo
degli dei e delle fate permane nel Nord Europa sotto forma di sidro (vino di
mele) o di wassail (sidro bollito con spezie e mele intere), bevande consumate durante il Solstizio dInverno o ad Halloween come augurio di
prosperit.Come melle altre feste celtiche amiche a Samhain il fuoco aveva un
ruolo importante, considerato come simbolo della scintilla della vita futura che
rifiorir in primavera. Alla vigilia della festa tutti i fuochi delle case venivano
spenti e la gente si raccoglieva sulle cime delle colline, dove era stato
preparato un grande fal. Tutti attendevano in silenzio e nelloscurit che
trascorresse lora fatale tra le stagioni e che gli spiriti si fossero allontanati. Poi
il sacro fuoco era acceso dai druidi e, passato il pericolo, la gente festeggiava
con grande gioia. Allalba ciascuno avrebbe preso una torcia dal fal per
riaccendere il proprio focolare domestico.Il fuoco di Samhain era anche un faro
e una guida per le anime perdute, le quali potevano usare la sua luce per
andare o tornare nel loro luogo di riposo.Echi dei fuochi di Samhain
permangono nelle candele collocate allinterno di zucche intagliate a forma di

testa umana. Forse un lontano ricordo dei crani collezionati dai guerrieri Celti?
Queste zucche (ma in molte zone anticamente si utilizzavano anche rape)
prendono il nome di Jacko-lantern, nome dato anche al fenomeno naturale
della luminosit che appare nel cielo orientale dopo il tramonto. Se volessimo
cercare un ulteriore significato simbolico, possiamo supporre che dal momento
che lovest la direzione associata alla morte, lest simboleggia la luce della
sopravvivenza spirituale.Ancora oggi molte tradizioni di Samhain sono sopravvissute, specie nei paesi anglosassoni. Numerosi sono gli echi pagani nella
festa di Halloween negli Stati Uniti, dove gli spiriti dei defunti e gli esseri fatati
sono interpretati da bambini mascherati che passano di casa in casa potessero
cercare vendetta o comunque punire il comportamento irrispettoso dei viventi.
Di notte a Samhain si evitava di uscire se non per accendere il sacro fuoco.
Daltro canto i morti rappresentavano potenze benefiche da propiziarsi per far
crescere i semi del nuovo raccolto e la propiziazione era una faccenda seria
quando la sopravvivenza dipendeva da essa.. I defunti erano infatti assimilati
ai semi. Nellantichit linverno era la stagione dei morti perch era una
stagione dura: molte persone sarebbero morte di fame, freddo o malattie
allora incurabili, la morte era sempre qualcosa di molto vicino. Anche la vita
vegetale moriva, ma il suolo era visto come il corpo della Madre Terra, dove i
buchi per i semi erano il suo grembo. I semi giacevano nella terra e da essi
nasceva nuova vita. Nel Neolitico i defunti venivano sepolti in posizione fetale,
ad aspettare una nuova nascita dal grembo della Dea. Pi tardi vennero sepolti
in tumuli che avevano camere sepolcrali a forma di grembo. Questi tumuli
vennero considerati in seguito le colline cave, dimore di spiriti e di fate, da cui
uscivano appunto a Samhain. Ma probabilmente i costruttori di tumuli avevano
inteso costruire non tanto delle tombe bens dei luoghi di iniziazione, nei quali
dovevano avere luogo solenni ceriomnie nei periodi delle feste sacre. E
possibile supporre che gli iniziati si sottoponessero ad una sorta di morte
rituale ed entrassero nei tumuli che erano gli uteri della madre terra. Al
sorgere del sole forse gli iniziati uscivano risalendo gli stretti corridoi dei
monumenti, e ritornavano nel mondo come nuovi esseri, nati due volte. Sui
tumuli e nelle camere sepolcrali, come a Newgrange, appare il simbolo della
doppia spirale. Nelle antiche civilt essa era un simbolo di iniziazione. La
spirare verso linterno rappresenta la morte delliniziato, il centro il luogo di
rigenerazione e la spirale verso lesterno la rinascita. Allo stesso modo si
pensava che il Dio del Sole o del Grano avesse affrontato il viaggio iniziatico
nel regno delloscurit, dove ora egli regnava come sovrano, il Re Oscuro o Re
dellAgrifoglio. Anche la Dea della Terra appariva una potenza oscura, come la
celtica Cailleach (la Velata, dal gaelico irlandese caille - velo -), il cui animale
totemico era il corvo che si nutre di cadaveri. La Vecchia Dea piange il suo
amante, il Dio della Vegetazione che se ne andato nellAltro Mondo, ma che
tuttavia ha fecondato il suo grembo con il seme della nuova primavera. La Dea
Oscura quindi anche come la madre della vita futura e il suo calderone
magico altro non che il grembo della rinascita.Ma Samhain non solo un
periodo di morte e di iniziazione, ma anche di divinazione. Laspetto divinatorio
di questa festa favorito dal clima psicologico della stagione, che incoraggia a
rivolgere lo sguardo verso la propria interiorit, e viene facilitato dalla
possibilit di contattare altre dimersioni dellesistenza. Tuttavia nellantichit la
divinazione era un cosa seria, resa necessaria dallangoscia provocata
dallapprossimarsi dellinverno con le sue durezze. Quindi le arti mantiche
erano appannaggio di persone esperte, sciamani, streghe, sacerdoti. Nel corso
dei secoli, per, quella che una volta era larte dei druidi, divenne sempre pi il
gioco preferito dalle ragazze nubili in cerca di marito. Cos, nel Donegal

(Irlanda) le ragazze lavavano la propria camicia da notte per tre volte in acqua
corrente, appendendola ad asciugare di fronte al focolare nella mez
zanotte della vigilia di Samhain, e poi lasciando aperta la porta di casa. Si
credeva che il futuro sposo sarebbe stato costretto a entrare in casa. Altri
metodi di divinazione consistevano nel fissare le scintille o le fiamme del fuoco
di Samhain e trarre auspici.
Anche i frutti di Samhain , noci e mele, ricoprivano un ruolo importante nelle
tecniche divinatorie; possedendo anche un valore simbolico di fertilit (le noci
sono i testi-coli, la mela il frutto damore) erano inevitabilmente collegati alle
profezie amatorie. Per fare un esempio, le ragazze battezzavano alcune
nocciole con i nomi dei loro pretendenti e dopo le arrostivano sul fuoco: la
prima nocciola che saltava era quella del futuro sposo. Oppure si tagliava una
mela in nove spicchi uguali, se ne mangiavano otto e si gettava il nono al di
sopra della spalla sinistra, girandosi velocemente. Si credeva che la ragazza
avrebbe intravisto le fattezze del futuro marito.
I giochi di Samhain avevano per anche un significato sacrificale: In Galles
una volta che lultima scintilla del fuoco di Samhain era spenta, tutti
improvvisamente si afferravano le gambe gridando: La scrofa nera si prenda
lultimo!; nella mitologia celtica del Galles la scrofa nera era Cerridwen, di
nuovo la Vecchia Dea nel suo aspetto oscuro. Tale usanza forse il lontano
ricordo di antichissimi sacrifici rituali dove veniva probabilmente ucciso in
maniera rituale il rappresentante umano del re o del Dio, come narrano
parecchi miti.
La pianta sacra di Samhain il tasso, pianta legata per tanti aspetti alla
morte. Infatti un albero con corteccia e foglie altamente velenosi e il suo
legno era anticamente usato per fabbricare archi da guerra. Per questi motivi
ha sempre ornato tanti cimiteri e presso gli antichi veniva usato spesso nelle
pire funerarie. Ma paradossalmente rappresenta anche la Vita nella Morte
perch una pianta sempreverde, con un legno resistentissimo, e pu vivere
fino a 2000 anni e oltre. Ci f del tasso un simbolo di immortalit.
CELEBRARE SAMHAIN
In questo periodo cominciano gli oscuri, freddi giorni invernali. Nelle
campagne c poco lavoro da fare, le foglie cadono dagli alberi e i giorni si
accorciano sensibilmente. I poteri naturali della crescita e della luce declinano
ed entrano nel loro lungo sonno invernale. Anche gli animali si preparano al
letargo. Come loro anche noi dovremmo rallentare le nostre attivit e passare
pi tempo in casa. Se si ha un caminetto in casa bello accalcarci intorno al
fuoco insieme ai nostri amici e raccontare storie. Approfittiamo di questo
periodo dellanno, in cui la Natura muore apparentemente, ritirandosi in s
stessa ~ome i semi si ritirano nel terreno, per raccoglierci in noi stessi
intraprendendo viaggi interiori nella nostra coscienza. Prestiamo attenzione ai
sottili mutamenti del corpo, alladattamento biopsichico del nostro organismo ai
brevi e freddi giorni invernali: la mente inizia a scivolare dallesteriorit
allinteriorit. Ora tempo che la nostra attenzione passi dal lato materiale a
quello spirituale. E tempo di riflessione, di viaggi interiori per potere scoprire
quegli aspetti di noi stessi che necessitano di essere cambiati prima che possa
iniziare una nuova vita. Come gli antichi iniziati dobbiamo discendere nel
mondo inferiore, ripercorrendo il viaggio delle divinit stagionali: seguiamo la
spirale interiore dellanno vecchio fino ad arrivare al nostro centro interiore e a
questo punto ripercorriamo la spirale allesterno portando fuori il nostro

potenziale di vita e creativit che sar manifesto nel nuovo anno, al tempo
stesso conservando in noi la saggezza imparata nel passato.E un periodo
adatto a tutti i tipi di meditazione e tradizionalmente propizio alle arti
divinatorie, essendo un momento di passaggio in cui si incontrano passato,
presente e futuro. Possiamo approfittarne per imparare qualche tecnica
divinatoria, come i tarocchi 0 le rune.Inoltre, siccome le energie di questo
tempo hanno a che fare con la morte, possiamo rivolgere i nostri pensieri alle
persone che ci hanno lasciato. Si dice che gli spiriti possono essere ora
contattati e consultati ma preferibile (se crediamo in una vita nellaldil) non
disturbarli; meglio prestare attenzione ai piccoli messaggi che ci possono
inviare (sogni, ricordi improvvisi, ecc,).E infatti tempo di riflessione, tempo di
considerare lanno passato e di confrontarci con quel fenomeno della vita su cui
non abbiamo nessun controllo: la morte. Per celebrare degnamente il cerchio
completo dellesistenza dobbiamo riconoscere la realt della morte e del
declino fisico come eventi naturali, non come qualcosa da ignorare o da
nascondere. A queste energie ora dobbiamo tributare omaggio ma dobbiamo al
tempo stesso ricordare la nuova vita che sopraggiunger. Il Re dellAgrifoglio ci
insegna che la morte una fine ma anche un inizio.Teniamo presente la lezione
degli antichi Celti e non indugiamo in tristezze! Invitiamo a cena i nostri amici,
vestiamoci da streghe e fantasmi, decoriamo le nostre case con le zucche di
Halloween e, se ci va, celebriamo i giochi tradizionali cercando di afferrare con
la bocca le sacre mele appese ad un filo o galleggianti in una bacinella di
acqua! Possiamo divertirci a intagliare e scavare zucche e rape, inserendo in
esse candele per espone alle finestre o sui balconi delle nostre case.E infine un
momento in cui al fine di favorire la nostra rigenerazione, si possono
ritualmente abbandonare tutte le cose del passato che dobbiamo o vogliamo
lasciare, abbandonare (lasciar morire) le cose che non ci piacciono nella nostra
vita. Possiamo quindi scrivere queste cose su foglietti di carta per bruciarli nel
nostro fuoco di Samhain, che pu anche essere una candela di colore nero o
comunque scuro. Potete dire per tre volte una frase del tipo: La cosa tal dei
tali venuta in essere, la cosa tal dei tali ha la sua stagione, e la cosa tal dei
tali se ne va!. Poi, si brucia il foglietto di carta nella fiamma.Possiamo poi, pi
semplicemente, dare via o bruciare quegli oggetti che non ci piacciono pi. E
tempo di abbandonare le cattive abitudini, di cambiare la propria vita! Infatti,
prima che la nuova crescita possa iniziare, il suolo deve essere fecondato con i
resti dei raccolti dellanno precedente e con i rifiuti (se non ci fossero morte e
decomposizione non ci sarebbe la vita).Un rituale senza dubbio pi complesso,
ma che vale la pena di compiere, pu essere eseguito nelle nostre case. Al
tramonto del sole, la vigilia di Samhain, si spengono tutte le luci di casa e ci si
mette in piedi davanti ad una candela nera o scura. Sentiamo lanno vecchio
che sta per morire, ricordiamo tutte le cose buone o cattive che avete vissuto,
ricordiamo le persone a voi care che non ci sono pi, e quando ci sentiamo
pronti si accende la candela dicendo:Accolgo con questa luce gli spiriti di
coloro che se ne sono andati prima di me. Siate i benvenuti !. Prendiamo una
coppa o un bicchiere pieno di vino e beviamone un po, dopo aver detto: Ai
morti!, lasciandone alcune gocce. Possiamo poi accendere una candela
speciale per ciascuno dei vostri amici o parenti morti: possono essere anche
candele bianche o colorate. Per accenderle si usa la candela scura, e con la
stessa candela accendiamo anche le lanterne-zucche di Halloween, se ne
abbiamo fabbricata qualcuna. Dopo aver fatto questo si prende un piatto o un
vassoio dove avremo messo del pane o dei dolci (potete usare i dolci dei
morti se esistono ricette tipiche nella vostra zona) e invitiamo gli amici
invisibili a condividere con noi il cibo. Lasciamone sempre qualche porzione.

Poi, prendendo la candela scura, andiamo in tutte le stanze e accendiamo tutte


le luci, magari solo per pochi minuti. Andiamo fuori dalla porta dingresso e
gettiamo una moneta: dovrebbe essere dargento ma una comune moneta
andr bene ugualmente... Diciamo: Denaro sul pavimento, denaro sotto la
porta e lasciamo la moneta sul pavimento per un mese, facendola magari
scivolare sotto lo zerbino. Essa porter fortuna alla nostra casa.Meditiamo sul
significato di questa festa e lasciamo aperta la porta di casa per fare entrare i
nostri amici invisibili; lasciamo loro cibo e bevande.
SOLSTIZIO
D INVERNO
LA RINASCITA DEL MONDO

Mentre lanno volge al termine, nelle terre dellemisfero boreale a clima


temperato le notti si allungano e le ore di luce sono sempre pi brevi, fino al
giorno del Solstizio invernale, il 21 dicembre. Solstizio, dal latino sol stat, il
sole si ferma. E difatti il sole per circa tre giorni sorge sempre nello stesso
punto. Il respiro della natura sospeso, nellattesa di una trasformazione, e il
tempo stesso pare fermarsi. E uno dei momenti di passaggio dellanno, forse il
pi drammatico e paradossale: loscurit regna sovrana, ma nel momento del
suo trionfo cede alla luce che, lentamente, inizia a prevalere sulle brume
invernali. Dopo il Solstizio, la notte pi lunga dellanno, le giornate
ricominciano poco alla volta ad allungarsi. Come tutti i momenti di passaggio, il
Solstizio dInverno un periodo carico di valenze simboliche e magiche,
dominato da una costellazione di miti e di simboli, echi ancestrali di un passato
lontanissimo e dei quali abbiamo ormai perso il significato originario. E
tuttavia, nelle moderne celebrazioni natalizie e di fine anno ancora possibile
discernere i simboli di tradizioni primordiali sotto la loro attuale veste, cristiana
o consumistica che sia.
Cerchiamo per un attimo di immaginare come viveva lantica umanit questo
periodo dellanno, in epoche prive della
tecnologia moderna e nelle quali buio e gelo erano sinonimi di fame e morte.
Dalla Siberia alle Isole Britanniche, passando per lEuropa Centrale e il
Mediterraneo, era tutto un fiorire di riti e cosmogonie che celebravano le nozze
fatali della notte pi lunga col giorno pi breve. Due temi principali si
intrecciavano e si sovrapponevano, come i temi musicali di una grande
sinfonia. Uno era la morte del Vecchio Sole e la nascita del Sole Bambino,
laltra era il tema vegetale che narrava la sconfitta del Dio Agrifoglio, Re
dellAnno Calante, ad opera del Dio Quercia, Re dellAnno Crescente. Un terzo
tema, forse meno antico e nato con le prime civilt agrarie, celebrava sullo
sfondo la nascita-germinazione di un Dio del Grano...
Se il sole un dio, il diminuire del suo calore e della sua luce visto come
segno di vecchiaia e declino. Occorre cacciare loscurit prima che il sole
scompaia per sempre.Le genti dellantichit, che si consideravano parte del
grande cerchio della vita, ritenevano che ogni loro azione, anche la pi piccola,
potesse influenzare i grandi cicli del cosmo. Cos si celebravano riti per
assicurare la rigenerazione del sole e si accendevano fal per sostenerne la
forza e per incoraggiarne, tramite la cosiddetta magia simpatica la rinascita e
la ripresa della sua marcia trionfale. Linverno era pericoloso, non solo per il
freddo e la scarsit di cibo, ma anche perch vagavano sulla terra spiriti di
defunti, vampiri e licantropi, entrati dal varco che si era aperto alle calende di

novembre, Samhain (lattuale Ognissanti). In un anno di 13 mesi lunari di 28


giorni ciascuno, resta inevitabilmente fuori un giorno, il giorno senza nome che
rappresenta una frattura nel ciclo del tempo, il ritorno del Caos
primordiale. Il Solstizio insieme festa di morte, trasformazione e rinascita.Il
Re Oscuro, il Vecchio Sole, muore e si trasforma nel Sole Bambino che rinasce
dallutero della Dea: allalba la Grande Madre Terra d alla luce il Sole Dio. La
Dea la vita dentro la morte, perch anche se ora regina del gelo e
delloscurit, mette al mondo il Figlio della Promessa, il Sole suo amante che la
rifeconder riportando calore e luce al suo regno. Anche se i pi freddi giorni
dellinverno ancora devono venire, sappiamo che con la rinascita del sole la
primavera ritorner.
I Celti consideravano il sole che si levava fino alla vigilia del Solstizio un soleombra, mentre quello vero era prigioniero di Arawn, re del Mondo-di-Sotto.
Questo vero sole rinasceva dal grembo di Ceridwen, la vecchia Dea-Strega
dellinverno. Nella tradizione druidica moderna il solstizio prende il nome di
Alban Arthuan, Luce di Art, dove il Dio Sole rinasce in questo giorno come il
re Art che dorme in una grotta segreta nelle montagne gallesi si risveglier un
giorno per portare unepoca di pace e di prosperit.
I grandi monumenti megalitici della preistoria sono testimonianze mute ma
possenti di questa tradizione.A Stonehenge, il cerchio di pietre eretto in
Inghilterra fra il 3100 e il 1700 a.C. il sole del Solstizio sorge allalba attraverso
il trilite di Sud-Est e proprio sopra la Altar Stone, la Pietra Altare. I costruttori
di dolmen e menhir possedevano una notevole sapienza astronomica e appare
evidente il loro interesse per il solstizio invernale e per la posizione della luna
in questo periodo: si gi visto come il Nuovo Sole era inseparabilmente
legato alla Vecchia Strega lunare, regina dellinverno. Forse i monumenti
preistorici erano teatro di danze rituali in cerchio che, combinate con le energie
delle grandi pietre, avevano lo scopo di rigenerare i poteri della vita.A
Newgrange, in Irlanda, il simbolismo era pi spettacolare: nellenorme tumulo
eretto verso il 3200 a.C., un raggio del sole che sorge allalba del solstizio
percorre esattamente un lungo e strettissimo corridoio per illuminare la piccola
cella interna. Molto pi tardi, i Celti narreranno che Lugh, dio della luce, era
stato sepolto a Newgrange, tomba e utero della sua rinascita.
Sono numerose le tradizioni che vedono nascere un dio del sole o della luce
in una caverna. Il sole emerge dallutero-caverna della Dea o, per usare un
altro linguaggio, il buio loscurit alchemica in cui si forma la splendente
pietra filosofale. In una grotta, simbolo del cosmo stesso, nascono Dioniso,
Hermes. Zeus. In Atene il rituale del solstizio erano le Lenee, la Festa delle
Donne Selvagge, in cui si celebravano ad un tempo la morte e la rinascita di
Dioniso. Grotte addobbate di fiori commemoravano la nascita del dio, sacrificato in precedenza come capretto dai Titani. I Cretesi uccidevano e
mangiavano un toro quale sostituto di Dioniso. E come toro veniva adorato e
sacrificato un altro dio solstiziale, il persiano Mithra, che nasceva il 25
dicembre in una grotta, cos come grotte erano i suoi santuari di iniziazione.
In Egitto era Iside a circumambulare sette volte, sotto forma di vacca aurea,
laltare di Osiride per cercare le parti del suo cadavere smembrato,
raffigurando la ricerca del sole in inverno da parte della Dea. Le case erano
decorate con lampade a olio che ardevano tutta la notte. A mezzanotte i
sacerdoti uscivano dal santuario gridando La Vergine ha partorito! La luce
crescente! e mostrando unimmagine del bambino ai fedeli. La sepoltura di
Osiride, il Vecchio Sole assassinato dal fratello Seth, il dio dalla testa di asino,
avveniva il 21 dicembre.Il 23 Iside dava alla luce il figlio Horus, il Nuovo Sole e

al tempo stesso il Signore dei raccolti.Horus e Osiride rappresentano


contemporaneamente gli aspetti solari e vegetali della divinit, fondendo nel
suo) mito i tre temi mitici del Solstizio e insegnandoci che morte e vita Sono
inseparabili: ogni nuova nascita ci porta pi vicini alla morte.Il Vecchio Dio
deve venire a patti con le implicazioni di questa verit perch solo cos pu
rinascere attraverso il figlio. Il Natale la versione cristiana della rinascita (lei
sole, fissato secondo la tradizione al 25 dicembre dal papa Giulio I (337 - 352)
I)CF il duplice SCO{)O di celebrare Ges Cristo come Sole (li giustizia e
creare una celebrazione alternativa alla pi popolare festa pagana dellepoca.Il
25 dicembre infatti, quando il nuovo sole gi salito percettibilmente sullorizzonte, era a Roma il Dies Natalis Solis lnvicti, la festa in onore del Sole
Invincibile istituita dallimperatore Aureliano per celebrare il sole quale
manifestazione della divinit che governa il cosmo.La nuova religione cristiana
assorb gran parte dei significati di questa festa, cos come, pi tardi, assorb le
usanze legate alla festivit nord-europee di Yule (dal norvegese iul, ruota, ad
indicare la vuota o ciclo dellanno).ella a Roma vi era una festa molto pi antica
di quella del Sole Invincibile: fra il li e il 23 dicembre si celebravano i
Saturnali.In ogni citt e villaggio veniva nominato un rex Saturnaliorum che
regnava per una settimana fra banchetti, giochi e orge, mentre gli schiavi
prendevano il posto nei padroni e viceversa.I a libert e il caos non erano altro
che il ricordo della mitica Et del loro, unepoca felice,uguaglianza e
abbondanza in cui aveva regnato Saturno. Solo durante i Saturnali veniva
ammesso il gioco dazzardo: nomi un semplice svago tua un atto rituale
oracolare, teso ad interpretare la volont degli dei. La falce di Saturno era in
realt un lituus, il bastone ricurvo usato dagli uguri per vaticinare il futuro.E i
dadi dellantica Roma erano forse il residuo di una antichissimo gioco
oracolare: sortes erano in latino i dadi, nome che rimanda alla lettura dei
destini.La moderna tombola ha ereditato questo valore, con i suoi significati
scherzosi attribuiti ai 90 numeri, mentre ancor oggi fioriscono le vecchie
usanze divinatorie, come quella secondo cui possibile trarre pronostici sui 1 2
mesi dellanno a venire osservando 1 2 giorni che separano il Natale
dallEpifania.Tutti i momenti critici dellanno, come ormai abbiamo ben
compreso,sono fratture tra i mondi umani e quelli ultraumani, sommo tempi
fuori dal tempo, mm cui passato, presente e futuro si mescolano e di
conseguenza momenti propizi per le arti divinatorie. Gli antichi Greci
chiamavano il Solstizio invernale porta degli dei, considerandolo il confine tra
il nostro mondo e una dimensione non-spaziale e non-temporale. Per questa
porta si accede ad uno stato super-individuale, divino, il regno degli dei.
Unaltra tradizione tramandata dai Saturnali quella dei doni: in epoca
imperiale a Roma ci si scambiava lumi accesi, simbolo della luce crescente. Alla
fine dei Saturnali il Rex Saturnaliorurn era ucciso simbolicamente (o forse
realmente in epoche remote), e Saturno nuovamente legato, perch la frattura
spazio-temporale si era richiusa e lEt dellOro poteva essere instaurata
definitivamente solo alla fine di un intero ciclo cosmico.
Saturno veniva imprigionato da Giove: questo ricorda chiaramente il tema
delle due divinit che si combattono, la met crescente e quella calante
dellanno o, come appare in certi miti di origine celtica, il Re della Quercia e il
Re dellAgrifoglio. Le attuali decorazioni natalizie richiamano lantica usanza di
mantenere vivo lo spirito della vegetazione con piante sempreverdi. In analogia

al Solstizio dEstate, anche il Solstizio dInverno ricco di simboli vegetali.


Lalbero di Natale, labete, rappresenta in realt lAlbero del Cosmo delle
mitologie nordiche. Se appendiamo ai suoi rami luci e frutti dorati per
celebrare il mito solare. Lalbero di Natale ha in effetti origini pre-cristiane.Si
attribuisce la sua introduzione a Martin Lutero, nella Germania del XVI 0 secolo,
ma la parola tedesca per lalbero non Kristenbaum bens Tannenbaum, parola
collegata a Tinne o Glas-tin (gli alberi sacri dei Celti). La parola Tin o Tanne era
usata per una quercia sempreverde (di qui il nome tannino, lacido estratto
dalla corteccia e usato per la concia delle pelli) e quindi abbiamo un ulteriore
rinvio al Re della Quercia.
Lagrifoglio invece, con le sue bacche rosse allude al sole e ghirlande di
agrifogli simboleggiano la Ruota dellAnno. In certi luoghi delle Isole
Britanniche un uomo vestito di nero (colore saturnino!) o con la faccia tinta di
nerofumo era il Ragazzo dellAgrifoglio, la persona designata a entrare per
prima nelle case il giorno del Solstizio. Una mazza di agrifoglio era il bastone di
Saturno con il quale si uccideva un asino durante i Saturnali. Per le loro
associazioni con il Dio dellAnno Calante, ancora oggi in Irlanda, le decorazioni
di agrifoglio vengono spazzate via dalle case dopo Natale perch porta sfortuna
conservare i simboli dellanno vecchio. Tinne la parola irlandese per agrifoglio
ritenuta collegata alla parola Glas-Tin che in Cornovaglia significa albero
sacro: ci ha fatto ipotizzare che Glastonbury, la localit britannica
considerata il luogo) di sepoltura del mitico re Art, fosse stata anticamente un
bosco di alberi sacri ove magari crescevano agrifogli e querce.Lagrifoglio era
collegato folkloricamente alledera, simbolo di vita e di rinascita a motivo della
sua crescita a spirale, e considerato larbusto in cui si nasconde lo
scricciolo.Nelle antiche usanze britanniche ledera era utilizzata come
decorazione natalizia e si combattevano scherzose battaglie a base di canti
satirici tra le Ragazze dellEdera e i Ragazzi dellAgrifoglio.[orse ci
rappresentava uno scontro tra la parte dellAnno dominata da una divinit
maschile e quella dominata da una divinit femminile. Fanciulla dellEdera era
chiamato lultimo covone di grammo mietuto e questo ci conduce al tenia
agrario e cerealicolo del Solstizio.Lo scrittore Robert Graves riteneva clic la
foglia a cinque punte delledera simboleggiasse il misterioso gruppo delle
cinque dee dellantica Britannia, le Deae Matronae che ricorrono in numerose
iscrizioni dellepoca romana e che forse presiedevano i duelli solstiziali dei due
Re.Ma amiche probabile che ledera rappresentasse il nuovo sole, il Dio
risorto, dato che era una pianta sacra a Dioniso e a Osiride.
Nel flklore britannico la morte del Re dellAnno Galante tuttora celebrata
cori la caccia e uccisione dello scricciolo (uccello totemico di Saturno) ad opera
del pettirosso, luccello dellAnno Crescente. In certe localit irlandesi, il 26
dicembre i ragazzi dello scricciolo gira no per le case con rami di agrifoglio,
chiedendo doni. In altri luoghi a girare sono gruppi di musici adulti, con una
piccola effigie di uno scricciolo su un ramo di agrifoglio. Non esistono
corrispondenti tradizioni estive della caccia al pettirosso, anche se la curiosa
credenza irlandese secondo cui i bambini nati alla Pentecoste e ritenuti in
pericolo di vita potevano salvarsi se fra le loro mani veniva schiacciato un non
specificato uccellino, pu suggerire il sacrificio rituale del pettirosso simbolo del
Re della Quercia, che si prende la rivincita in inverno. Nei mumming plays
inglesi 5. Giorgio uccide loscuro Turco gridando poi di avere ucciso il suo
stesso fratello: luce ed oscurit sono complementari e inseparabili, cos alla
fine di queste rappresentazioni folkloriche giunge un misterioso Dottore che
resuscita con un elisir il personaggio ucciso. Questo equilibrio di buio e luce
stato distorto nel corso dei secoli in una lotta fra bene e male. In molte localit

europee le campane delle chiese per secoli suonarono il rintocco funebre del
diavolo nellultima ora della vigilia di Natale, avvisando che Cristo stava
arrivando per distruggere Satana. Curiosamente, il soprannome inglese del
diavolo Old Nick ci rinvia a Nik, un nome del dio nordico Odino, e a San
Nicola, che nellantico folklore cavalcava un cavallo bianco nel cielo, proprio
come Odino.Questo santo com noto, si poi trasformato nel Santa Claus
americano, lodierno Babbo Natale e ultima incarnazione del Dio Agrifoglio,
lanno calante, il Saturno vecchio e morente ma dispensatore di doni e di
saggezza analogo al dio celtico Bran (e come questo signore del benefico caos
solstiziale). Babbo Natale vive al Polo Nord e il nord la direzione simbolica
degli spiriti, la terra dei morti. Incidentalmente, in Italia Babbo Natale
sostituito o affiancato dalla Befana, la strega benefica che altri non che la
Vecchia Dea come dispensatrice di nuova vita.
Anche la mela, frutto che abbiamo gi visto a Samhain (capodanno celtico
cos come il Solstizio il capodanno astronomico), ha giocato un ruolo
importante nelle tradizioni solstiziali. Durante i secoli XIV e XV in molte localit
europee venivano appese mele a rami sempreverdi per usarli in
rappresentazioni sacre la vigilia di natale, chiamata nel Medio Evo anche
Giorno di Adamo ed Eva. In queste rappresentazioni sacre i rami con le mele
indicavano lalbero dellEden. Ma pi importante era il significato della
continuit della vita spirituale che si manifesta nel continuo ciclo delle stagioni.
Nellepoca pi buia dellanno occorreva mimare il ritorno del sole e un modo
semplice per fare questo era adornare rami di sempreverdi con simboli di
abbondanza, di luce e di primavera, come frutti e candele accese. Luso delle
mele era molto antico e si ricollegava allusanza pagana sassone del wassailing
(dal sassone wes hai = essere in buona salute) che consisteva nel recarsi di un
gruppo di persone nei frutteti al Solstizio dInverno con un recipiente di
wassail, cio di sidro bollito e speziato. Il sidro era spruzzato sui rami e versato
intorno alla base del tronco di un albero scelto a rappresentare tutti gli altri.
Danze e canti accompagnavano questo rito che aveva lo scopo di garantire
futuri abbondanti raccolti.
Il Solstizio dinverno cela tra le sue molteplici manifestazioni anche quelle
legate ad un simbolismo granario. San Girolamo, che visse a Betlemme fra il
386 e il 420, scrisse che l cera un bosco sacro ad Adone o Tammuz, come era
chiamato in Palestina. Tammuz, amato dalla dea Ishtar, il tipico dio morente
e risuscitato, Signore della vegetazione e del grano. La religione cristiana
assimil ben presto questo simbolismo nel sacramento delleucarestia. La
risonanza del ciclo del grano con quello del sole si riflette ancora in molte
usanze, come quella scozzese di conservare fino a Yule la Fanciulla del Grano,
la bambola costruita con le spighe dellultimo covone mietuto, per poi darla
come cibo al bestiame per farlo prosperare. Oppure nellusanza, diffusa in
molte regioni europee, di spargere le ceneri del ciocco di Natale sui campi di
grano.
La tradizione del ciocco quella che, forse pi di tante altre, ha fuso in unico
simbolo il mito della luce solare e quello vegetale del dio che muore per
rinascere dalle proprie ceneri. Il ceppo, di solito di legno di quercia (lalbero del
Dio dellanno crescente, trionfante al Solstizio dInverno...), veniva portato
nelle case la sera della vigilia, ornato di sempreverdi e innaffiato di vino, per
essere acceso nel caminetto dal membro pi giovane o pi anziano della
famiglia (il nuovo o il vecchio sole...) Spento il giorno dopo, veniva riacceso
ogni sera nelle fatidiche 12 notti fino allEpifania. La cenere era sparsa intorno
allorto contro i parassiti o sulle travi di casa a protezione dai fulmini. I carboni

erano riaccesi quando minacciava la grandine.Il pezzo che restava era utilizzato
per accendere il ciocco dell'anno successivo, a simboleggiare la forza della vita
che passa da una modalit di esistenza allaltra, in un ciclo senza fine.
In Scozia e Cornovaglia si bruciava un ceppo cori una figura umana
rozzamente scolpita su di esso, vestigia di un antichissimo sacrificio divino.Il
ciocco ci riconduce al simbolo del pettirosso tramite una curiosa credenza. Il
nome inglese delluccello, Robin Redbreast, richiama infatti Robin Hood e Hood
significa ciocc() (li legno.Nel ciocco di legno di quercia si credeva risiedesse
questo spirito.Cavallo di Robin Hood era chiamato il pidocchio del legno che
fuggiva quando il ciocco veniva acceso; Robn stesso fuggiva dal camino in
forma di pettirosso e a Yule muoveva contro il Dio dellAnno Calante.Per gli
antichi Ittiti il dio Alalu, il cui nome significa ciocco, personificava il destino.Cos
il ciocco ci riconduce al significato pi autentico della festa solstiziale: il grande
cerchio dellessere dove buio e luce, mori e vita, passato e futuro si intrecciano
e si trasformano luno nellaltro in quella eterna danza cosmica che il destino
di tutto ci che esiste.La pianta sacra del Solstizio Dinverno il vischio, pianta
simbolo della vita in quanto le sue bacche bianche e traslucide somigli ano allo
sperma maschile. Il vischio.pianta sacra ai druidi, era considerata una pianta
discesa dal cielo, figlia del fulmine, e quindi emanazione divina.Equiparato alla
vita attraverso la sua somiglianza allo sperma, ed unito alla quercia, i sacro
albero delleternit. Questa pianta partecipa sia del simbolismo delleternit che
di quello dell istante, simbolo di rigenerazione ma anche di immortalit. I
druidi tagliavano ritualmente ai solstizi i rami di vischio con un falcetto doro,
strumento che univa in s il simbolo del sei e quello del la luna.La pianta era
chi amata il tutto-sana (in gaelico irlandese uile-iceadh, in gaelico scozzese uilioc), medicina universale dono del risanante momento delleternit. Ancora
oggi baciarsi sotto il vischio un gesto propiziatorio di
fortuna e la prima persona a entrare in casa dopo il solstizio deve portare con
s un ramo di vischio.Queste usanze solstiziali sono state trasferite al primo
gennaio: il Capodanno dell' attuale calendario civile.
CELEBRARE IL SOLSTIZIO DINVERNO
La natura in questo tempo si riposa per prepararsi a vivere un nuovo ciclo e
anche per noi sarebbe fisicamente opportuna una pausa, approfittando magari
delle vacanze natalizie per
dedicarci alla lettura, alla meditazione, a esercizi di rilassamento.Una cosa
piacevole sarebbe l'idromassaggio, un a pratica rilassante e al tempo stesso
simboleggiante le acque uterine da cui vogliamo rinascere per l'anno a
venire.Purtroppo tutto congiura contro un salutare riposo solstiziale.Infatti
questo p nodo dellanno, per l'accumularsi di celebrazioni, feste e acquisti di
regali pu portare a stress e ansia La forzata allegria, la caduta della routine
quotidiana, il consumismo esasperato, sono tutti elementi che possono
condurre a sentimenti di depressione e isolamento. Sar la minor quantit di
luce solare, sar lessere costretti a mostrare un aspetto felice, ma questo
uno dei periodi dellanno con il pi alto picco di suicidi. .Iuttavia, se ricordiamo
che questo tempo quel lo in cui siamo pi lontani dal Sole e
contemporaneamente anche consapevoli della sua rinascita, possiamo provare
a trattenere questa piccola luce in noi. Il Solstizio pu essere per noi un
momento molto calmo e importante, in cui nella silenziosa e oscura profondit
del nostro essere, noi contattiamo la scintilla del nuovo sole. Questa anche
una opportunit per gioire e abbandonarci a sentimenti di ottimismo e di

speranza: come il sole risorge, anche noi possiamo uscire dalle tenebre
invernali rigenerati. Ci sono tanti modi per celebrare a livello spirituale questa
festa: possiamo decorare la nostra casa con le piante del Solstizio oppure fare
un albero solstiziale. Non un solito albero natalizio, bens un albero decorato
con tante piccole raffigurazioni del sole. O ancora possiamo alzarci allalba e
salutare il nuovo sole. Si possono accendere candele o luci per rappresentare la
nascita delle nostre speranze per il nuovo anno. Possiamo anche compiere una
celebrazione pi rituale, con laccensione del ciocco. Anche se non abbiamo un
caminetto in casa possiamo accenderlo nel nostro giardino, o in un prato
insieme ai nostri amici. Si prende un grosso pezzo di legno di quercia e lo si
orna con rametti di varie piante: il tasso (a indicare la morte dellanno
calante), lagrifoglio (lanno calante stesso), ledera (la pianta del dio
solstiziale) e la betulla (lalbero delle nascite e dei nuovi inizi). Si legano i
rametti al ciocco usando un nastro rosso. Se abbiamo celebrato questo rito
anche lanno precedente e abbiamo un pezzo non combusto del vecchio ciocco,
accenderemo il fuoco con questo. Si dice: Come il vecchio ciocco
consumato, cos lo sia anche lanno vecchio. Quando il ciocco prende fuoco si
dice: Come il nuovo ciocco acceso, cos inizi il nuovo anno. Una volta che il
fuoco acceso osserviamo le sue fiamme e meditiamo sulla rinascita della luce
e sulla nostra rinascita interiore. Accogliamo le nostre speranze, i nostri sogni
per il futuro e salutiamo questa luce dicendo: Benvenuta, luce del nuovo
sole!. Brindiamo con vino brul (in sostituzione del wassail nord-europeo) e
consumiamo dolci, lasciando una parte del nostro festino per la Madre Terra.
Se sono con noi amici e familiari doniamo loro rami di vischio. Pi tardi le
ceneri del ciocco potranno essere sparse nel nostro giardino o nei vasi delle
piante che teniamo in casa per propiziare la salute e la fertilit della
vegetazione.
Un modo simpatico per celebrare il Solstizio di inverno quello del ramo dei
desideri, un rituale della tradizione celtica bretone. Nove giorni prima del
Solstizio occorre procurarsi un ramo secco di buone dimensioni, pitturarlo con
vernice dorata e appenderlo nellanticamera della propria abitazione, con un
pennarello e alcune strisce di carta rossa da tenere l vicino. Chiunque entri in
casa se vuole, potr scrivere un proprio desiderio su una striscia di carta, che
verr ripiegata per garantire la segretezza del desiderio e legata al ramo con
un nastrino colorato. Quando nove giorni dopo si accende il fuoco del Solstizio
(nel caminetto di casa o in un fal nel giardino o nel campo) il ramo viene
sistemato sulla legna da ardere e i desideri che sono appesi ad esso bruciando
saliranno col fumo sempre pi in alto, finch verranno accolti da entit celesti e
chiss, forse esauditi.
Conclusione
La Ruota dellAnno, con le sue otto stazioni, qualcosa di pi di un calendario
liturgico pagano. E un simbolo che rivela continuamente numerosi significati,
dispiegandosi in una serie infinita di livelli di comprensione. Possiamo
paragonarla ad un mandala, quella rappresentazione simbolica del cosmo nelle
tradizioni induista e tibetana, che al tempo stesso un potente strumento
rituale di meditazione. Oppure alla Ruota di Medicina dei Nativi NordAmericani che,
seppure
in forme
diverse,
adempie
alle
stesse
funzioni.Proviamo a disegnare un cerchio su un foglio di carta, trac ciando otto

raggi (prima una croce a quattro bracci dritta e poi una seconda croce a X).
Laddove i raggi incontrano la circonferenza riportiamo i nomi delle otto feste.
11 punto in alto quello del Solstizio dinverno, poi procedendo in senso orario
sistemiamo imbolc, lEquinozio di Primavera e cos via .A questa ruota collocata
nel tempo possiamo sovrapporne unaltra situata nello spazio: la bussola. Cos
in alto ci sar il Nord, la direzione del buio e del freddo, cos come buio e
freddo il giorno pi breve dellanno. Dalla parte opposta troveremo il Sud,
luogo di quel calore e di quella luce che trionfano nel Solstizio di Estate.
LEquinozio di Primavera il mattino dellanno, dove il sole sorge a oriente,
mentre lAutunno nel luogo del tramonto, a Ovest. Le quattro festivit
celtiche troveranno spontaneamente la loro collocazione nelle direzioni
intermedie: Imbolc a NE, Beltane a SE, Lughnasadh a SO e Samhain a NO.Cos
orientata, la Ruota dellAnno continua a svelarci analogie e similitudini. Essa
pu svilupparsi in un arco di tempo molto breve, nelle 24 ore. Il Solstizio
dInverno sar analogo alla mezzanotte, mentre Imbolc apparterr alle ore
piccole della notte, quando le tenebre iniziano poco a poco a scolorire.
LEquinozio di Primavera sorger di primo mattino, alle sei, Beltane celebrer il
suo trionfo alle nove e mezzogiorno sar lora del Solstizio dEstate.Nel corso
della giornata incontreremo Lughnasadh a met pomeriggio, alle quindici circa
e lEquinozio di Autunno al tramonto, verso le diciotto. La tarda serata sar il
momento di Samhain. Ma la Ruota dellAnno, nel gioco delle analogie, pu
svilupparsi anche lungo quellarco di tempo che ha scandito i calendari delle
civilt primordiali: il mese lunare. Non ci vuole molto per determinare il posto
della Luna Oscura (impropriamente chiamato nei calendari Luna Nuova!), il
momento del ciclo lunare in cui il nostro satellite completamente invisibile:
esso sar nello stesso punto del Solstizio dInverno. Oscurit del Sole e
Oscurit della Luna. La prima falce della Luna Crescente sar il preannuncio
dello splendore futuro e per questo assimilabile a Imbolc. LEquinozio di
Primavera con il suo equilibrio di Luce e Oscurit non potr che essere il Primo
Quarto, quando la luna illuminata per met. Beltane, con il suo splendore
sar paragonabile alla cosiddetta Luna Gibbosa, quando cio lastro luminoso
per tre quarti. La Luna Piena il trionfo della luce, quindi si colloca idealmente
al Solstizio dEstate. Il lento declino della Luna Disseminante che dona via via
la propria luce Lughnasadh, quando la terra cede uno alla volta tutti i suoi
frutti. LEquinozio di Autunno come lUltimo Quarto: anche stavolta la luna
illuminata solo a met, ma ora la tenebra che sta avanzando. Samhain, la
Festa dei Morti, si accoppia infine alla Luna Balsamica, lultima falce della luna
calante prima delloscurit totale. La falce che ci ricorda quella della Grande
Mietitrice. Non si pu per dimenticare un altro ciclo che si sovrappone
idealmente a quello della Ruota dellAnno, ed il ciclo della nostra esistenza
umana. Prima del Solstizio dInverno siamo nel grembo materno da cui
emergiamo con la nascita del Nuovo Sole. Imbolc, il timido inizio, la prima
infanzia dai zero ai sette anni circa, lepoca che vede lallattamento, lo
svezzamento e una condizione di innocenza e di purezza che dovremo presto
abbandonare. Con la tarda infanzia giungiamo allEquinozio primaverile, linizio
irruente di ogni cosa, le prime prove della vita che affrontiamo con ottimismo e
voglia di crescere. Beltane ladolescenza, la prima giovinezza, cos segnata
dalle prime esperienze damore, quando incontriamo lAltro o lAltra e ci
rendiamo conto di essere solo la met di una dualit.

Con la prima et adulta, dai venti ai trenta anni, arriviamo nel fiore degli
anni: il momento degli studi superiori, del matrimonio, dellinserimento nella
vita professionale. Il Solstizio dEstate simboleggia bene questo periodo della
nostra vita. Invece Lughnasadh let adulta, dai trenta ai cinquanta anni
circa, lepoca in cui cominciamo a vedere i frutti delle nostre fatiche (i successi
professionali, i figli).LEquinozio di Autunno il tramonto della nostra vita, dai
cinquanta ai settanta anni. Godiamo i frutti del nostro lavoro e osserviamo figli
e nipoti percorrere il loro sentiero. Samhain la vecchiaia e quindi la morte,
punto di passaggio ad altri cicli di esistenza.E la Ruota inizia un nuovo giro!
Altri hanno collocato su questo mandala una lunga serie di altre figurazioni
simboliche: elementi, piante, animali totemici, pietre, colori e cos via, ma non
vogliamo appesantire il discorso con elenchi che mutano da tradizione a
tradizione o addirittura da compilatore a compilatore. Chi vuole potr costruirsi
la propria Ruota, attingendo alle tradizioni della propria zona, alle letture
suggerite dalla Bibliografia e magari anche alla propria intuizione.Ci sembra
invece opportuno concludere questa nostra esposizione con un piccolo rituale,
una meditazione in forma di visualizzazione, tramite la quale possiamo entrare
in sintonia con le energie e i profondi significati della Ruota dellAnno.
VISUALIZZAZIONE DELLA RUOTA DELLANNO
Disegnate la Ruota dellAnno su un foglio di carta e a
occhi chiusi provate a visualizzarla. Immaginate di trovarvi nella Ruota, in
piedi sul punto che corrisponde alla festa di Samhain. Vi guardate intorno e
osservate il paesaggio che si formato attorno a voi, le foglie cadono dagli
alberi e soffia un vento freddo. E sera, ma nel buio vedete la luce di un fal in
una radura. Molte persone sono intorno a questo fal, in silenziosa meditazione
e godendo il calore del fuoco. Hanno portato con loro delle zucche di
Halloween e cibi da lasciare ai morti. Potete unirvi a questa silenziosa folla, se
desiderate. e quando vi sentite pronti visualizzate di nuovo la Ruota.
Ora camminate verso il punto che corrisponde al Solstizio dInverno,
sentendo come faccia sempre pi freddo. Arrivati al punto del Solstizio buio
ed mezzanotte. Gli alberi intorno sono completamente spogli, ogni cosa
sembra fredda e morta. Osservate il bosco che vi circonda. Man mano che
osservate vi accorgete di luci che appaiono sugli alberi e vi trovate immersi in
magico e multicolore splendore luminoso. Appaiono persone tra gli alberi e si
uniscono a voi. Viene acceso un fuoco e tutti si scambiano rami di vischio e di
agrifoglio.
Dopo aver trascorso un po di tempo visualizzate nuovamente la Ruota, con
voi stessi che camminate fino al punto di Imbolc. Camminando vi accorgete
che inizia a nevicare. Arrivati al punto di Imbolc ancora buio ma le tenebre
iniziano a diradarsi in attesa dellalba. I rami degli alberi intorno stanno
cominciando ad arrossire di linfa e molti bucaneve iniziano a far capolino dal
bianco lenzuolo di neve che copre la terra. Vi accorgete che vicino a voi c una
pecora che sta allattando lagnello. Diventate consapevoli della vita che sta
ritornando. Visualizzate la Ruota di nuovo: ora camminate verso lEquinozio di
Primavera. Camminando la neve si scioglie e laria si fa tiepida.Al punto
dellequinozio ormai lalba e un raggio di sole primaverile appare tra le
nuvole. Molti fiori selvatici stanno sbocciando e i rami degli alberi si stanno
ricoprendo di foglie di colore verde brillante. Sentite il sole sulla vostra pelle e
sentite la giovinezza dellanno riflessa in voi stessi. Una lepre corre nella radura
e voi la osservate. Visualizzate nuovamente la Ruota: ora camminate verso il
punto di Beltane. Camminando laria diventa sempre pi calda. Arrivati nel

pulito di I3eltare osservate gli alberi verdeggianti e sentite il profumo di molti


fiori nellaria. E mattina inoltrata. Udite risate gioiose e vedete numerosi
giovani danzare intorno ad un palo di maggio. Diverse coppie camminano
mano nella mano e i bambini giocano e gridano. Assaporate la gioia del ritorno
dellestate. Osservate ancora la Ruota. Camminate verso il punto del Solstizio
di Estate e sentite il sole risplendere su di voi. E mezzogiorno e i campi
biondeggiano di messi mature, ci sono frutti sugli alberi, papaveri e fiordalisi
nei prati. Ascoltate il canto degli uccelli e il ronzio delle api. Sentite il sole che
vi riscalda, vi energizza. Godete della sua luce. Quando vi sentite pronti
tornate a visualizzare la Ruota. Stavolta camminate verso il pulito di
Lughnasadh, divenendo consapevoli del calore fiammeggiante dellestate
avanzata. Al punto di Lughnasadh osservate gli uomini che lavorano per
portare a casa i frutti del raccolto. E met pomeriggio. Cogliete una mela da
una albero e sentite come essa vi rinfresca e vi nutre. Ascoltate il suono delle
cicale.Osservate di nuovo la Ruota, avanzando Verso il punto dellEquinozio di
Autunno.E il tardo pomeriggio e nei campi i raccolti sono finiti.Ci sono persone
intorno a lunghe tavolate: mangiano e bevono celebrando la fine del raccolto
che ormai stato immagazzinato.Vi unite a loro e partecipate alla loro gioia.
Quando vi sentite pronti osservate il punto di Samhain, (dove il ciclo
ricomincia, e tornate lentamente alla vostra condizione normale, riaprendo gli
occhi e stirandovi.

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