PREMESSA In un mio saggio precedente, al quale rimando per una pi accurata discussione, avevo mostrato interesse per lapertura della ricerca storica alla sperimentazione 1 . Senza nessuna pretesa di fare scuola o di aderire a mia volta a una scuola, non disdegno di servirmi della sperimentazione per due ragioni penso c!e dalle sue forzature metodologic!e apertamente e onestamente dic!iarate possano emergere spunti interessanti per la ricerca in generale" personalmente, trovo divertente cimentarmi in questo genere di scritto. In questo #reve saggio tenter$ di applicare una prova c!e !o #attezzato Prova della correlazione genealogica con lo#iettivo di confrontare due informazioni relative ai %ongo#ardi di &enevento, provenienti da fonti distinte e tra loro in apparenza indipendenti, e di illuminare luna grazie allaltra risalendo a un ipotetico antenato comune. 'ominciamo con la citazione dei due #rani oggetto della discussione. Il primo si trova nel Chronicon Salernitanum e riferisce c!e nel ducato di &enevento i giovani longo#ardi appartenenti alle stirpi no#ili, in particolare si menziona il 1 Tito Livio e Snorri Sturluon a Ra!a Nui, (uaderni )edievali, *+, pp.,,-1.+. giovane principe /adelc!i, imparavano larte del fa##ro. In Benevento vi ono molti "a##ri e nel tem!o $ella ua a$olecen%a Ra$elchi viitava le loro $imore e a!!ren$eva la loro arte& come ' cotume $ei (iovani ) * Il secondo passo 0 il cele#re racconto, narrato nella Vita $i Bar#ato, dei riti pagani cele#rati dai pur #attezzati longo#ardi di &enevento. Il manoscritto 0 datato alla fine del secolo 1 e si riferisce a fatti avvenuti nel 2II 3&ar#ato mor4 nel 5,.6. Nel tem!o in cui Grimoal$o teneva le re$ini $el re(no $ei Lon(o#ar$i e uo "i(lio Romual$o coman$ava ulle (enti $el Sannio +,- Bar#ato $ivenne "amoo a Benvento* In .uei (iorni i Lon(o#ar$i& e##ene lavati $alle ac.ue $el anto #atteimo& oervan$o un antico rito !a(ano vivevano con atte((iamenti #etiali e $inan%i al . Chronicon Salernitanum, a cura di 7. 8esterm#erg!, Stoccolm, 19*:, p.,." Pierandrea )oro, /uam horri$a !u(na* Elementi !er uno tu$io $ella (uerra nell0alto me$ioevo italiano, 2enezia, Il 'ardo, 199*, pp.11*-115. imulacro $i un animale che i chiama vol(armente vi!era !ie(avano la chiena che avre##ero $ovuto !ie(are $inan%i al loro Creatore* Inoltre& non lontano $alle mura $i Benevento& in una !ecie $i ricorren%a a$oravano un al#ero acro al .uale o!en$evano una !elle $i animale1 tutti coloro che l2 i erano riuniti& voltan$o le !alle all0al#ero !ronavano a an(ue i cavalli e i lanciavano in una cavalcata "renata cercan$o $i u!erari a vicen$a* A un certo !unto $i .ueta cora& (iran$o i cavalli all0in$ietro cercavano $i a""errare la !elle con le mani e& ra((iuntala& ne taccavano un !iccolo !e%%o man(ian$olo econ$o un rito em!io* E !oich3 ivi cio(lievano voti inenati& $a .ueto "atto a .uel luo(o $ettero il nome $i Voto& in uo ancora o((i 4 * : Vita $i Bar#ato, a cura di )arina )ontesano, Pratic!e, Parma, 199;, pp.:*-:<. DISC5SSIONE , a .uel luo(o $ettero il nome $i Voto& in uo ancora o((i. )olti studiosi !anno suggerito c!e questo curioso toponimo Voto sia in realt= da riferire non al latino votum ma al teonimo germanico 8otan. In effetti, 8otan 0 il dio dei %ongo#ardi prima della conversione al cristianesimo, lui 0 il padrino dei loro successi e lui d= loro il nuovo nome. Paolo >iacono, pur precisando di considerarla una ri$iculam "a#ulam, narra di come i 8innili, alla vigilia della #attaglia contro i 2andali, pregarono Godan 38otan6 di concedere loro la vittoria. Il dio concesse loro il suo favore e li ri#attezz$ %ongo#ardi 3lung!e #ar#e6 ; . ? altres4 noto il forte attaccamento dei %ongo#ardi #eneventani alle proprie tradizioni e alla propria identit= etnica * . 'ome !a opportunamente ricordato 'laudio @zzara, nellanno ,55 il ; Paolo >iacono, Storia $ei Lon(o#ar$i, a cura di %idia 'apo, )ilano, )ondadori-Aondazione 2alla, 199., pp. 1.-.*. %a vicenda 0 narrata anc!e nellOri(o (enti lan(o#ar$orum 3Stefano 'ingolani, Storie $ei Lon(o#ar$i* Dall0ori(ine a Paolo Diacono, /oma, 2iella, 199*, pp.;1-;.6. * In generale, sul conservatorismo culturale longo#ardo si vedano Stefano Gasparri, La cultura tra$i%ionale $ei Lon(o#ar$i, Spoleto, 'IS@), 19,: e 'ingolani, citato alla nota ;. principe longo#ardo di &enevento @rec!i emana alcuni capitoli di legge inserendoli nello stesso codice c!e contiene la tradizione normativa longo#arda trascritta da re /otari. @rec!i si pone esplicitamente come continuatore del regno longo#ardo a##attuto dai Aranc!i. @nc!e il misterioso rito praticato intorno allal#ero 0 stato interpretato in c!iave critica come un mezzo per ri#adire la solidariet= interna di un gruppo sociale fondato sulla condivisione di valori tradizionali comuni 5 . @ maggior ragione congetture e correlazioni sono utili per aggiungere contenuti a questo primo strato interpretativo. @ppunto la figura di 8otan 0 la pista interpretativa da seguire. Innanzitutto la connessione tra 8otan e lal#ero 0 pertinente secondo il carme norreno 6avamal Bdino 3nome del dio nelle fonti scandinave6 stesso 0 stato appeso a un al#ero al fine di ottenere la sua scienza. %appeso 0 figura 5 'laudio @zzara, Il ducato di Benevento e l'eredit del regno dei longobardi, relazione, in corso di stampa, tenuta il 7 ottobre 2000 nell'ambito del convegno "Il monastero di San Vincenzo al Volturno e la tradizione dei Longobardi di Benevento"; Benevento, useo del Sannio, 7 ottobre 2000" la citazione 0 dalla pagina . della versione del testo gi= disponi#ile su CCC.retimedievali.it. oracolare per cui diventere##e pertinente perfino lequivoco etimologico VotumD8otan. Eon pi venerato come dio, 8otan era certamente ricordato come figura centrale di un corpo narrativo fondante per lidentit= longo#arda di cui Paolo >iacono ci conserva leco. Eella mitologia germanica 8otanDBdino intrattiene una relazione indiretta anc!e con la figura del fa##ro. %a connessione odinica con il professionista della fucina passa attraverso la mediazione della leggendaria stirpe dei 2olsung!i, a sua volta legata da un legame am#ivalente allanimale c!e la Vita $i Bar#ato sostiene essere stato oggetto di culto da parte dei %ongo#ardi, il serpente. Il pi cele#re dei 2olsung!i 0 nelle fonti scandinave Sigurd!, corrispondente al Sigfrido delle fonti germanic!e continentali. Eucleo centrale della sua #iografia 0 luccisione dellenorme serpente Aafnir, custode di un favoloso tesoro, a lungo conteso, destinato un giorno a giacere irraggiungi#ile nel fondo del /eno Cagneriano < . Aianco di Sigurd!, quale istruttore, maestro e istigatore, c0 il nano /egin, fratello di Aafnir, #ramoso di vendetta nei suoi confronti, avendogli < Sa(a $ei Volun(hi, a cura di )arcello )eli, @lessandria, Fdizioni dellBrso, 199:" versione #reve in E$$a $i Snorri& a cura di Gianna '!iesa Isnardi, )ilano, /usconi, 19<*, pp.1,1-19.. Aafnir sottratto la sua parte di tesoro. /egin non 0 solo leducatore di Sigurd!, 0 anc!e il fa##ro del re, il pi a#ile di tutti gli uomini, un nano di statura, saggio, feroce ed esperto nei sortilegi , . F lui c!e suggerisce a Sigurd! di scavare una #uca nel sentiero c!e conduce alla fonte dove la mostruosa serpe si a##evera quotidianamente, nascondercisi dentro per colpire Aafnir a tradimento. %impresa va a #uon fine, anc!e grazie alle indicazioni di un misterioso vecc!io #ar#uto c!e consiglia alleroe di scavare altre fosse per fare defluire il venefico sangue del drago. Il vecc!io #ar#uto 0 da identificarsi con Bdino, 8otan per i germanici continentali. %e vicende dei 2olsung!i sono scandite dalle periodic!e comparse di Bdino, quasi sempre in incognito, nel ruolo di consigliere o aiutante. 'i$ accade per lottima ragione c!e loro, i 2olsung!i, sono la sua stirpe. Fgli si colloca al vertice del loro al#ero genealogico, essendo padre di Sigi, #isnonno di Sigmund, padre di Sigurd!DSigfrido. 7na prima evidenza 0 su#ito da registrare leroe 0 sia , Re(inmal& in E$$a*Carmi norreni& a cura di 'arlo @l#erto )astrelli, Airenze, Sansoni, 19*1, pp.1**-151, p.1**. allievo del fa##ro sia in stretto rapporto con il serpente, un rapporto c!e non 0 di semplice rivalit=, ma #ifronte come lo sono spesso le situazioni dai connotati iniziatici. Il Chronicon Salernitanum e la Vita $i Bar#ato cominciano a sfiorarsi. %e tradizioni germanic!e forniscono racconti c!e confermano la profonda affinit= sim#olica tra la fucina, luogo di produzione del metallo, e lantro dove il serpente vive custodendo il metallo prezioso. @lla fine del secolo 1II Sassone Grammatico scrive le Geta Danorum, un grandioso intreccio di storia e leggenda, sulla cui scena, tra centinaia di personaggi, transitano tre importanti serpenticidi Arot!one, Aridlevo e /egnero. Il primo a##atte un mostruoso serpe mentre rientra alla tana dopo essersi dissetato a una sorgente. (uesto dettaglio avvicina limpresa di Arot!one a quella di Sigurd! 0 il ric!iamo dellacqua c!e costringe il serpente a uscire dal rifugio, ed 0 quando si allontana momentaneamente dalloro su cui vive adagiato e con cui si identifica c!e leroe pu$ affondare il colpo fatale. Aridlevo 0 il figlio di Arot!one e la sua impresa replica quella paterna. Fntram#i conquistano un tesoro custodito su unisola da un serpente mostruoso ed entram#i lo affrontano coperti da una pelle di #ue per difendersi dal veleno 9 . %impresa di /egnero 1+ si discosta invece dalle due precedenti perc!G la motivazione non 0 un tesoro, ma la li#erazione dai flagelli c!e una coppia di serpi, donati dal re di Svezia alla figlia e cresciuti a dismisura, infliggono al regno con il loro fiato pestilenziale c!e #rucia le colture. In unaltra versione del medesimo racconto, tuttavia, ricompiono sia loro sia la protezione offerta dal cuoio #ovino. Si tratta della Sa(a $i Ra(narr #rache7$i7cuoio& un testo norreno c!e si propone come ideale continuazione della Sa(a $ei Volun(hi. Il protagonista, /agnarr, protetto da a#iti di cuoio, !a la meglio su un serpente le cui dimensioni crescono insieme al quantitativo di oro c!e custodisce 11 . Eelle imprese di Arot!one, Aridlevo e /agnarr la funzione protettiva contro il veleno e il calore sprigionati dal serpente viene svolta dalle pelli e dai cuoi #ovini. In un certo senso il loro scopo 0 quello rendere leroe pi simili al rivale. Infatti, il corpo dellavversario 0 ricoperto di scaglie insensi#ili ai 9 Sassone Grammaatico, Geta $ei re e $e(li eroi $anei, a cura di %udovica Hoc!, Iorino, Finaudi, 199:, 2I, I2, 1+, p..<5. 1+ Ivi, I1, I2, pp.;51-;5:. 11 Sa(a $i Ra(narr, a cura di )arcello )eli, )ilano, Iper#orea, 199:, pp.:<-:,. fendenti e ai dardi, #enc!G, per fortuna, ci sia sempre anc!e una minima area vulnera#ile. In due casi su tre pelli e cuoio sono esplicitamente #ovini e in due casi su tre il mostro si nutre di #ovini. %a serie dei nessi autorizza lipotesi c!e esista unequivalenza sim#olica tra la protezione delleroe, la corazza del serpente e le preferenze gastronomic!e del rettile, vale a dire, in ultima analisi, tra cuoio e pelle del mostro. Bra, proprio il cuoio 0 il materiale pi frequentemente impiegato per la fa##ricazione degli indumenti con cui i fa##ri si proteggevano il corpo durante il lavoro nella fucina. 2ediamo allora riaffiorare la parentela tra il fa##ro e il serpente c!e si era gi= intravista dietro la consanguineit= di /egin e Aafnir. Fssa, inoltre, sem#ra partecipare dellaffinit=, appena affiorata, tra serpenticida e serpente sulla #ase di una speculare quasi-invulnera#ilit=, in un caso acquisita, nellaltro connaturata. (uesta impressione !a #isogno di una dimostrazione pi solida. Per questa ragione ritorniamo ai 2olsung!i. ? noto c!e il Sigfrido della Can%one $ei Ni#elun(hi non pu$ essere ferito da nessuna arma perc!G dopo aver ucciso il drago si 0 immerso nel suo sangue. Gli rimane solo un punto vulnera#ile tra le scapole a causa di una foglia di tiglio c!e l4 era caduta mentre si #agnava 1. . Il sangue ardente del drago morto non uccide pi, ma diventa #alsamo dinvulnera#ilit=. >altronde, in un modo c!e pu$ variare nelle diverse fonti, coloro nelle cui vene scorre il sangue dei 2olsung!i sono dotati di una qualc!e caratteristica c!e rimanda direttamente al serpente. Secondo Snorri Sturlusson, Sigmund figlio di 2olsung sare##e stato in grado di #ere veleno senza danno e c!e i suoi figli Sinfiotli e Sigurd! avre##ero avuto la pelle cos4 dura da risultare anc!e nudi invulnera#ili al veleno. 1:
In realt= i serpenticidi 2olsung!i sem#rano avere il serpente inscritto nel codice genetico. Eella Sa(a $i Ra(narr #rache7$i cuoio il protagonista sposa @slaug, figlia di Sigurd!. Siccome @slaug, rimasta orfana, 0 cresciuta presso dei miseri contadini /agnarr stenta a credere c!e lei sia davvero la figlia delluccisore di Aafnir. @llora la ragazza, c!e 0 in attesa di un figlio, lo avverte c!e il #am#ino rec!er= impresso su di sG un segno c!e riveler= la sua appartenenza alla stirpe dei 2olsung!i c!i lo fisser= negli occ!i vedr= un serpente riflesso nelle sue pupille. @l neonato viene imposto 1. I Ni#elun(hi, a cura di %aura )ancinelli, Iorino, Finaudi, 19<., p.1.5, 3v.9+;6. 1: E$$a $i Snorri, pp.191-19.. il nome di Sigurd!-occ!i-di-serpe 1; . (uesto dato non 0 isolato. 7na variante della medesima tradizione 0 infatti presente anc!e in Sassone Grammatico. Eel li#ro I1 delle Geta Danorum incontriamo Sivardo 3latinizzazione di Sigurd!6, figlio naturale di /egnero. Il nome della madre non viene specificato, tuttavia il nesso con i 2olsung!i diventa evidente quando Sivardo, gravemente ferito, 0 soccorso e guarito da un individuo di altezza eccezionale il quale c!iede come ricompensa per il suo intervento terapeutico c!e il guerriero gli dedic!i tutti i nemici c!e in #attaglia cadranno sotto i suoi colpi. Poi gli sparge una strana polvere sugli occ!i e nelle pupille diventano visi#ili le sagome di due serpenti 1* . Il misterioso guaritore di Sivardo ricorda il vecc!io con la #ar#a fluente c!e suggerisce a Sigurd! di scavare tante #uc!e e non una sola come vorre##e /egin. %accostamento 0 in realt= o##ligato, perc!G in entram#i i casi si tratta di Bdino, il dio cui appartengono i morti in #attaglia. Il patto c!e Sivardo si vede proporre in cam#io della vita non 0 poi dunque troppo strano. In epoca cristiana Bdino non 0 importante come oggetto 1; Sa(a $i Ra(narr, p.*,. 1* Sassone Grammatico, I1, I2, 1., p.;5;. di culto, ma come elemento fondamentale in una rete di correlazioni mitologic!e. %a sua figura opera allinterno di una tradizione narrativa ancora capace di trasmettere dei valori. Il serpente 0 un segno ricorrente nei 2olsung!i, stirpe odinica 0 nella loro #iografia, ma 0 anc!e impresso nel loro corpo sia nellaspetto della serpe negli occ!i c!e in quello dellinvulnera#ilit= al veleno. @ttraverso i 2olsung!i, dunque, affiora un nesso sia tra BdinD8otan e i fa##ri sia tra il dio e il serpente. @ncora nella Sa(a $ei Volun(hi, durante il #anc!etto di nozze di SignJ, sorella di Sigmund, entra nel salone un vecc!io incappucciato, assai alto e or#o da un occ!io. F naturalmente il dio, di cui si narra a##ia ceduto un occ!io in cam#io di unaccresciuta sapienza. >avanti ai commensali stupiti il vecc!io conficca una spada nel tronco dellal#ero c!e cresce al centro della stanza. Eessuno riesce ad estrarla tranne Sigmund. F cos4 c!e egli entra in possesso di Gram, la miglior spada del mondo, larma con cui Sigurd! uccider= Aafnir 15 . @ttraverso Gram si profila un rapporto tra Bdino e il nano fa##ro, fratello del serpente. Il nano /egin, infatti, 15 Sa(a $ei Volun(hi& op. cit., pp.1:9-1;1. riforgia per Sigurd! la spada rotta in due pezzi" nel riassunto della vicenda fornito da Snorri e dal carme eddico Re(inmal, invece, la paternit= di Gram 0 interamente attri#uita al nano 1< . 'on il tramite di questal#ero al centro della stanza torniamo ai %ongo#ardi. %al#ero in cui il vecc!io or#o e incappucciato conficca la spada 0 replica dellal#ero cosmico e odinico al quale il dio stesso 0 stato appeso. %al#ero cosmico, Kggdrasil nei testi scandinavi e Irminsul per i Sassoni sc!iacciati da 'arlomagno, 0 spesso un frassino. Proprio un palo di frassino 0 tra i pilastri della#itazione di %opic!i, un avo di Paolo >iacono. Fgli, dopo un travagliato viaggio, (iune alla caa $ove era nato8 era vuota e a##an$onata& tanto che non aveva !i9 tetto e $entro era !iena $i rovi e $i !ini* L2 ta(li: e tra le !areti trov: un (ran$e "raino e a .uello a!!ee la ua "aretra* ;< 1< E$$a $i Snorri& op. cit., p.1,;" Re(inmal& op. cit., p.1*, 3v.1+96. 1, Paolo >iacono, ed. cit., p...1. Per un #el commento di questo passo 'ingolani, pp.191-19:. CONCL5SIONE Il serpente e lal#ero nella Vita $i Bar#ato e lapprendimento dellarte del fa##ro nel Chronicon Salernitanum !anno in una rete mitologica con BdinoD8otan in veste di minimo comune denominatore lantenato comune c!e permette di metterli in relazione tra loro in quanto aspetti della cultura e dellidentit= etnica dei %ongo#ardi #eneventani.