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Corriere della Sera Del 14/9/2008 Sezione: Esteri Pag.

13 Inchiesta Eurolavoratori, muovetevi CORRISPONDENTE DA BRUXELLES Henna ha ventitr anni, finlandese, ma riuscita a trovare un impiego a Birmingham - dove abitava il suo ragazzo - grazie allesperienza maturata in Germania. Se le chiedi di dov, ti dice Ich bin eine Berlinerin, una berlinese, poi precisa: Sono europea. Silvio di Pavia, ha cinque anni di pi e una laurea in giurisprudenza. Alla medesima domanda risponde spagnolo, cio europeo, perch dopo luniversit ha accettato un tirocinio presso lAdima, lassociazione andalusa per la difesa dellinfanzia e la prevenzione del maltrattamento dei bambini. Giura che vivere a Siviglia stata unesperienza fantastica. Ora che frequenta un master in Cooperazione internazionale alla Cattolica di Milano non spera altro che fare le valigie e rimettersi a girare per il continente, in cerca di un posto europeo come lui. Due storie di successo, straordinari esempi di quando la mobilit funziona al servizio del talento, eppure casi ancora isolati in unEuropa che fatica a sfruttare i vantaggi della libera circolazione. Tutti i numeri dicono che lintegrazione ancora parziale. NellEurozona, i paesi della moneta unica, il numero dei lavoratori comunitari allestero sul totale della popolazione occupata sotto il 2%. L'Italia in fondo alla classifica: solo lo 0,2% dei suoi figli lavora oltrefrontiera. Peggio di noi, per una volta, la Spagna con lo 0,1. La Commissione Ue, guardiano dei Trattati, denuncia lesistenza di evidenti barriere strutturali alla mobilit e punta il dito soprattutto sulla burocrazia del Welfare. Tuttavia non questa la causa che scoraggia dal lasciare la terra natia. Un europeo su due spiega la sua scelta stanziale confessando la riluttanza a perdere i contatti con la famiglia o gli amici. Si infrangono - soprattutto nei paesi del Club Med - contro i limiti delle conoscenze linguistiche, principale ostacolo per il 60% delle genti continentali. Risultato: quattro europei su cinque passano lintera vita nella propria regione; e uno su quattro non cambia azienda finch campa (siamo al 35% in Italia). Chi parte non lo fa per idealismo. La met dei nuovi migratori spinta dal desiderio di un reddito migliore. La Commissione Ue ha per scoperto che la decisione di andare allestero la conseguenza di un benessere acquisito e non la fuga da circostanze difficili. La mobilit interregionale - spiegano fronti di Bruxelles - associata con un pi alto tasso di occupazione e un migliorato accesso a un impiego permanente. Per gli europei del XXI secolo, insomma, andare a lavorare lontano da casa unidea che germoglia da valida formazione e buon reddito, non dalla loro assenza. Non per nulla il 53,7% di chi ha accettato un lavoro fuori dalla propria regione ha un livello di educazione medio-alto. Evidentemente non basta. Casa, mamma e amici sono una calamita pi forte delle opportunit che non mancano. Bruxelles amministra su Internet un efficace borsino dei posti oltre le mura. Si chiama Eures (www.europa.eu.int/eures), il portale del lavoro mobile. Ieri mattina erano illustrate 1,31 milioni di offerte, fianco a fianco coi curriculum di 311 mila giovani e meno giovani disposti a un incarico transfrontaliero. C la domanda e c lofferta. Si naviga con la bussola orientata sul paese in cui ci si vuole trasferire, sul tipo di prestazione che si intende fornire o sulla combinazione delle due cose. Sulla basa della durata e delle proprie aspirazioni, linfinita serie di schermate offre bocconi per ogni palato. Ad esempio, un negozio di tessuti sullIsola di Samos che cerca un commesso/a che parli greco e turco. Un ristorante italiano nelle vicinanze di Londra che annuncia un posto da lavapiatti (si offre vitto e alloggio, non richiesta la conoscenza dellinglese). Ununiversit olandese a caccia di un insegnante di diritto internazionale che, al contrario, parli bene la lingua di Shakespeare. Il sito contiene anche un manuale delle cose da fare quando si varca il confine, come acquisire la residenza, le pratiche necessarie per ottenere la copertura sociale, una guida ai contratti e via dicendo. Si scopre che essere un lavoratore mobile pi allentante che difficile. E per stare con la famiglia ci sono sempre i fine settimana e i voli low cost.

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