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P/lOF, AMILCAHE PUVIANI

TEORIA
DELLA
ILLUSIONE NELLE ENTRATE PUBBLICHE
Il vulgo ne va sempre preso con quello che
pare, " e nel mondo non e se non v"lgo, e gli
pochi han loco quando gli altri non hanno dove
appoggiarsi,
)lACalA VELLI, Il prIncIpe, cap, XIII,
Fra le IstMlzlonl, che un tedesco dava a Car-

I: e
batte ogni tirannide ., Queste p,,!;e accende-
ranno r cuori del cittadini e Il VOpolo adorer
Il 8UO nome.
CIBRARlO, _mta del mecUo evo, " 205,
E se pure pu darsi una regola generale da
modiJlcarsi nel casi particolal'i a seco"da delle
circostanze, sar quella che rende i vesi, quanto
pi El possibile, Insensibili ed occulti, sicch I
la ncces-
DE l.ucJ., n prl""'1Hl eruttano prat/cO,
Roma, 1680, p, 24l,
CAPO I.
Dell' illusione ftnanziaril In generale.
1.
5
Nomenclaf.Ql'a, Prime distinzioni dell' illusione finanziaria.
Il fenomeno, che ci accingiamo a studiare, consiste in
,un erroneo apprezzamento, che l'uomo in certe condizioni fa
delle ricchezze vagate oda pagarsi a titolo d'imposta o dei
servizi pubblici attesi o ricevuti. Questo stato di errore noi
chiamiamo iUus;ne, in senso largo, il quale vocabolo significa'
una l'appresentazione mendace di fenomeni nella nostra ' me"nte
\>rjorza di circostanze della pi varia, natura.
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Giova per' fin d'ora avvertir'e che a questi stati d'animo
non va connessa sempre e necessariamente l'idea di una con-
dizione anormale e patologica del soggetto senziente,
In molti casi ben vero che tali stati d'illusione suppon-
gono un certo grado maggiore o minore d'ignoranza, la quale
potrebbe essere considerata come una condizione moralmente
patologica. tvla non sempr'e l'illusione si fonda su uno stato di
ignoranza. Spesso si fonda su sensazioni o lentamente ottenute
o repentinamente ravvivate, che formano par' te integrante della
lIostra buona e sana esistenza; per esempio, il giudizio sulla
penosit di certe contribuzioni ripetute o sul peso di certe im-
poste pagate nell' atto in cui si acquistano certi oggetti molto
desiderati, ecc,
Dobbiamo anche aggiungere qui che col vocabolo illusione
ci scostiamo dal suo senso pi abituale, ~ o i ci rifer'iamo cio
con quel vocabolo ad abbagli ed CI'rori, che restano su grandi
moltitudini di persone, talora per centinaia e centinaia d'anni,
e che in certe condizioni economiche, politiche e tributarie si
diradano anche indipendentemente da una generale diffusione
dell' istruzione e della coltura,
Se illusione vale ad indicare certi effetti prodotti su certi
soggetti senzienti, la parola suggestione (da subgerere) pu es-
sere opportuna per indicare l'indole indiretta, mascherata,
furtiva, con cui ce l'te forze ottengono in modo quasi innavyer-
tibile quel l'isultato,
Le fOI'ze, che operano tali risultati, considerali nella loro
attivit, nella loro connessione, nella loro continuit, costituiscono
il processo attivo dell' illusione,
Noi dobbiamo qui anche accennare ad alcune pi generali
distinzioni dell' illusione, alle quali dovremo di contilluo rifel'irci
nel corso delle nostre ricerche.
Procureremo cos di precisare fin d'ora nettamente il con-
cetto di certi vocaboli, che useremo e di porci in condizione di
evitare errori e malintesi,
Dal punto di vista dell' estensione dell' errore incluso nel -
\' illusione, pu essere utile in alcuni casi distinguere certe specie
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di giudizi solo parzialmente enonci, da altri che sono comple-
tamente tali . Seguendo gli alienisti, si user allora il vocabolo
illusione (in un senso stretto) quando interessi designare errori
parziali, quali occorrono sulla misura delle ricchezze pagate o
sul grado di utilit dei servigi pubblici attesi o attendibili; ed
il vocabolo allucina:ione quando sia mestiel'i indicare giudizi
completamente erronei, quali si hanno nel supporre utile una
istituzione nova o "iceversa. o nel supporre tal uno completa-
mente libero da ce l'te che paga o colpito da imposte,
da cu i sfugge del tu Ho.
Dal punto di vista del modo, in cui si presenta la falsa
rapP,'esclltaziolle nella lIostl'Cl mcnte (rappresentazione logica),
abbiamo illusioni positive o Ilcrlative. Le l)l'ime consistono in
un vedere cose che non sussistono.
Tutte le volte che [' illusiolle dipende da un vedere ci che
non (illusione positiva) potr' essere designata colla voce
evocazione, che significa un tl'arre fuori, un tl'arre innanzi a s
come esistenti cose o persone non esistenti (evocare spiriti,
defunti, ecc.), Diremo adunque che l'illusione (in ampio senso)
positiva consiste in una evocazione della forza aftlittiva di certe
imposte o in una evocazione dell' utilit di certi sCI' vigi pubblici.
In altri casi l'illusione dipende invece da un non vedere,
da unnonsentirel'impostal'ealmente pagata o pagabile, o ser-
vigi pubblici l'ealmente ottenuti od attendibili. Qui abbiamo
l'illusione negativa, che si risoh-e in un occultamento pi o
meno esteso dell' imposta o della sua forza aftlittiva o della
utilit di certi sel'vizi pubblici_ ::'\ondimeno fl'a queste due spe-
cie d'illusione, la positiva e la negativa, nOli esiste una se-
parazione assoluta. Infatti l'illusione positiva o evocazione d'im-
poste o di servigi pubblici suppone bens un vedere ci che
non , ma suppone ancora un non vedere ci che , un
occultamento di ci che , sicch sotto un certo aspetto ogni
specie d'illusione positiva anche negativa (illusione di cor-
relazione).
Ma se la pI'eeedente distinzione ha poca importanza, ne ha
invece una gl'andissima quella, che si desume dalla materia, su
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cui cade l'illtlsione. L'illusione talora consiste in una modifica-
zione ideale delle contribuzioni o dei sacrifici reali dei cittadini
o del costo dei servizi pubblici. Questa specie d'illusione po-
trebbe dirsi illusione nelle entrate Pllbbliche.
Altre volte l'illusione consiste in una modificazione ideale
delle utilit reali, procurabili o procurate dagli enti politici, ed
allora abbiamo l'illusione nelle spesc pubbliche.
Lo studio dell' illusione nelle entl'ate pubbliche e dell' il-
lusione nelle spese pubbliche costituisce la teoria dell' illusione
.finanziaria. Queste due specie di illusione si moditicano reci-
procamente, esistendo per necessit un rapporto fra il costo
dello Stato ed i suoi scopi.
Inl1ne dal punto di vista degli e.ffetti dell' sul be-
nessere dell' illuso, essa piacevolc ed ottimistica, o dolol'Osa e
pessimistica.
Illusione piacevole si ha quando essa, col l'appreselltare
maggiore del vero la somma dei vantaggi ottenuti od attendi-
bili dagli enti politici e minore del vero la somma delle pre-
stazioni da loro chieste, ha per elfetto di aumentare la nostra
felicit o di scemare le nostl'e pene. In quanto poi con ci la
nostra concezione degli enti politici e della vita sia spinta ,'erso
un indirizzo armonico e benefico, l'illusione potremo dire otti-
mistica.
Vi hanno poi altre false apparenze, che inducono masse
di contribuenti a ritenere pill gr'alldi del vero i loro sacrifizi
contributivi e a stimal'e mellO del giusto o del tutto noci,'j
servizi pubblici ottenuti o attendibili.
Qui potr parlarsi di illusioni dolorose e pessimistiche.
Chiameremo infine spinta contributiva la fOI'za morale im-
pelleute al pagamento dell' imposta. Essa dipende da un giudi-
zio speciale di ciascun contribuente, per cui egli trova che la
'pena del tributo compensata da un vantaggio maggiore.
Questa eccedenza di piacere sulla pena pu essere maggiore o
iminore; esso misura il grado della spinta contributiva. Quando
la pena temuta maggiore del piacere atteso, si ha una forza
contrastante il pagamento del tributo, che si chiama
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spinta contl'/butioa. Anch' es>,a pu essere pitl o meno grande
secondo l'estensione dell'ccccdcuza del dolore; e cio pu avere
anch' essa gradi diversi.
Le illusioni ottimistiche teudono ad ingrandire la spinta con-
tributiva, ad elevarne il grado, come se fossero rcali e non im-
maginari aumenti di utilit, o l'cali e non immaginal'ie dimi-
nuzioni di pella. Le illusioni pessimistiche tendono ad ingrandire
la controspinta contributiva come se fossero reali aumenti di
pena temuta o l'eali diminuziolli di utilit sperata.
2.
Gli effetti dell' illusione finanziaria sono l'appl'('sentabili con
espressioni gl'afichc. Punto d'indifferenza. Linea d'in-
diffel'enza.
Gli effetti dell' illusione fnanziaria ottimistica e pessimistica
sulle disposizioni d'animo e sulla condotta del cittadino e del
contribuente verso lo Stato, sono suscettibili di rappresentazioni
grafiche. Con esse si vede a colpo d'occhio comp. il contribuente
prenda posti diversi nello spazio secondo il grao di sua spinta
e controspinta contributiva e secondo che queste siano influen-
zate pi o meno dalla illusione.
Cominciamo dall' ammettere che Ull contribuente noti con
esattezza una certa par'tc di sel'vizi, che lo Stato gli rende c dei
sacrifici, che gli impone. Quei sCl'vigi avranno per lui un grado
di utilit di una certa importanza, poniamo di 100. Egualmente
dicasi delle pene sofferte da quel cOlltribuente. Queste gli re-
cheranno un dolore di una certa entit, che noi possiamo sup-
porre del pari = 100.
In questa condizione di cose il cittadino si trover in uno
stato d'animo n favorevole n sfavore\'ole allo Stato, e che
possiamo chiamare il punto d'indijJerenza.
Sulla OY indicante tutte le utilit di qualsiasi specie, vere
o immaginarie, attendibili dallo Stato si prenda una porzione
OA = 100 di utilit vere, e sulla OX inicante tutti i sacrifizi,
veri o immaginari, cagionati dallo Stato si prenda la porzione
io
OB = 100 di pene vere. Dopo ci tiriamo dal punto B la retta
CB parallela alla AO e dal pUlito A la AC pal'allela ad OB e
til'iamo la diagonale OC (fig. l").
Y
Il cittadino, che si trovi in C, avr da un lato 100 di utilit,
essendo CB = AO; e 100 di pena, essendo AC = OB; quindi
esso si trover in una condizione di indilTerenza rispetto allo Stato.
Se invece di 100 di utilit e 100 di pena si avesse 75 di
utilit e 75 eli pena, il punto C cadrebbe sulla diagonale OC
un po' pi in basso, e precisamente nel punto in cui si incon-
tret'ebbero la retta elevala perpendicolarmente sulla OX dal
numero 73 e la rctta elc\' ata pel'pendicolarmellte sulla OY dal
numero 75. Se ili l'cce di 75 i utilit c 75 di pena, il cittadino
ne a"esse 50, o 25, o 10, o 5, il punto C cadl'ebbe sempre pi
in basso lungo la diagonale OC, la quale, rappresentando cosi
la condizionE' di chi attenda dallo Stato pene ecl utilit eguali,
si potr chiamare linea d'indijJercn:oa,
3.
Gli efl'etti dell'illusione ottimistica (,spI'essi gra6calllent(',
A questo punto noi ci troviamo in grado di esprimere
graficamente in modo assai semplice gli effetti ell' illusione
sulla condotta del contribuente verso lo Stato:
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Vediamo dapprima gli elretti dell' illusione ottimistica. Que-
sta pu cadere o sulle entrate o sulle spese pubbliche_
Supponiamo che, in forza d'illusioni sulle entl'ate pubbliche,
il ~ e s o delle imposte realmente sopportate o sopportabili dal
contribuente C, si attenui della met: ossia che l'illusione nelle
entrate pubbliche riduca a :-;0 la penosit 100 delle imposte. OB
rappresenti tutta la pellositit l' cale; OD la penosit pi l'i-
stretta, che il contI'ibuente cak:ola in virilI dell'illusione ottimistica.
Si tiri sulla OB dal punto n una parallela a AO e si
congiungano con una retta i punti C'O (fig. 2").
B
(Figura 2').
In questo caso sul punto CI coincideranno 50 di penf,l (es-
sendo AC' = OD) e 100 di utilit (essendo C' D = AO). Il
contribuente CI si trover cio per rispetto alle utilit ricevute
o attese nella condizione di C, essendo tanto C'D quanto CB =
AO; ma per rispetto alle pene sofferte o attese, egli, in virtil
dell'illusione, ne valuter 100 - 50, ossia una misura eguale
a AC - CI C. Il contribuente illuso Cl dovr adunque essere
in disposizioni d'animo di Ierse da quelle dci contribuente C,
libct'O da illusioni, tuttoch la 101'0 condizione reale sia la stessa,
c queste disposizioni d'animo saranno tanto pitl favorevoli allo
Stato, quanto pi l'illusione attenuer le pene del\' imposta (re-
stando inaltCl'ata la somma di utilit pubbliche), quanto pi
cio CI si an-icina ad A. Se ac!uF[IW un' illusione ottimistica
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abbia per effetto di occultare una pa['te delle imposte o di at
tenuarne in qualsiasi altro modo il peso, essa rendCl' il citta
dino pi favorevole agli ordinamenti politici e pitl disposto a
tollerare ultel'iori aggravi contributi vi.
"ediamo ora graficamente l'influellza sulla condotta del
contribuente esercitata da illusioni ottimistiche, dle cadono sui
servizi pubblici, travisandone gli ell'etti dannosi in utili od esa
gerandone i vantaggi.
Per semplifical'e la dimostl'azione lIoi ammetteremo che il
contribuente C', illuso per rispetto ai servigi pubblii, sia libero
da el'rori nell' apprezzamento dei pesi pubblici inflittigli.
Si supponga dunque che C' stimi i sel'vigi pubblici non
gi pari a quel valore 100, che sa['ebbe loro attribuito da
un individuo disilluso, ma pal'i a un valore 200; e che stimi
rettamente il valore negativo dei sacrifici chiestigli eguale a 100.
Si prolunghi OA in E in guisa che la EA (servigi illusori)
sia eguale alla AO (servigi reali) e che in. tutla la sua lun
ghezza sia eguale a 200 di servigi pubblici. Sia la OB = 100
di pene reali. Dal punto B si innalzi la BC' parallela alla OE
e si til'ino le EC' e le diagonali C'O e CO (fig. 3
a
).

<L-_____ -'B
(FigUl'" :l").
La OC indica la linea d'indifferenza, sulla quale il I:on-
tribuente C' nOli potl' venire a trovarsi, perch ci supporrebbe
che egli stimasse l somma di servigi pubblici eguale alla somma
delle pene pubbliche.
Acciocch C, cadesse sulla linea d' indifTerenza, ossia su OC
o sul prolulIgamellto di nc, occol'l'erebbe adtl\1que che lIoi
eglJagliassimo le pene di C' ai suoi piaceri. Facciamolo, col
pel" Utl momemto clte IJ,nche le pelle di C' siano
eguali a ZOO, come lo sono le utilit dei servigi pubblici. AIlOl'a
l'addoppieremo la (In iII F, dal punto F eleveremo ulla perpen-
ad 01", parallela cd eguale ad nE, quindi, prolungata
la EC' in C, spingel' emo la linea d'indifTercllza lino a C.
Avremo la figura 4".
c
01/
(Fif."IlI;\ 4
a
).
Qui, appunto pel'ch abbiamo supposto che C' conti su 200
di utilit e su 201) di pellc, C' verr a h'o\"al'si sulla linca d' in-
differenza OC e precisamente in C (proposizione 1").
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Ma noi non dobbiamo dimenticare che veramente, secondo
i dati del problema, CI contava su 100 di pene e non gi su
200. Cosicch da EC = OF ossia a 200 di pene, dovremo sot-
trarre 100 cio C'C = BF = 100 di pena. Sicch CI non si trova
sulla linea d'inditferenza, come si trovava nella pl'ima proposi-
zione, quando non era all'etto da alcuna illusione e aveva pene e
piaceri eguali o come si troverebbe se avesse Ulla somma di illu
sioni di valori positivi e negativi eguali accanto a una somma
di pene e piaceri reali eguali: ma si trover, in forza dell' illu-
sione ottimistica sui sel'\'izi pubblici, spinto tanto distante da C
quanto il vantaggio derivante dalla liberazione della met
delle pene, che lo avrebbero spinto allo stato d'inditferenza.
4.
Gli eft'etti dell'illusione pessimistica espressi graficamente.
Vediamo ora graficamente gli effetti dell' illusione pessimi-
stica sul contribuente e sul cittadino.
Distinguiamo anche qui l'illusione pessimistica secondo che
si riterisce alle entrate o alle spese pubbliche. Cominciamo
dalla prima.
Poniamo che le utilit pubbliche, vere e non immaginarie,
su cui il cittadino CI calcola, siano eguali a 100; ma che le
pene attese o sofferte, pure essendo in realt di 1OU, siano da
lui supposte eguali a 200. Ci, per avvicinare un momento la
supposizione alla realt, avviene in moltissimi casi, in cui i
contribuenti sono convinti di pagare effettivamente molte im-
poste, di cui riescono poi a liberarsi.
Adunque AO rappresenti 100 di utilit pubbliche e OB 100
di pene. Si raddoppi la OB con un prolungamento in F e sia
eguale quindi a 200, e cio a 100 di pene reali e a 100 di
pene immaginarie. Si tirino la CB, la C'F e le diagonali OC e
OCI (fig. 5").
A c
(FigUI'il :)a) .
C'
200
II"
...... ..........
15
Perch il contribuerite si trovasse in C, punto d'indiffe-
renza, sal'ebbe mestieri che egli contasse su 100 di utilit e 100
di pena. Siccome invece, per supposto, egli conta su 100 di
utilit e 200 di pena, verr a trovarsi in Cl, dove infatti COIl-
corrono FC
I
= 100 di utilit e ACI = 200 di pena.
In Cl il contl'ibuenle calcoler una somma di pene uguale
a AC -I- CCI e nOll potr quindi tl'O\'arsi in C, punto in cui
si eguagliano le pene c le utilit, ma in un punto tanto pi
lontano da A e da C, quanto pi le sue pene eccedono le 100.
In CI il contribuente avr adunque, per elfetlo dell' illusione
pessimistica sulle entrate pubbliche, un gl'ado di avversione
verso lo Stato, maggiore che in C e in corrispondenza un grado
minore di tollerabilit delle imposte esistenti e delle future.
Ma a qual distanza verl' egli in questo caso a trovarsi pre
cisamente dal punto d'indifferenza?
Se Cl, in luogo di contare (ollrech su 200 di pena) su 100
di servigi pubblici, eOlltasse su 200, la linea d'indifferenza si
svilupperebbe fino in C (fig. 4') e cio fino al punto in cui il
suo prolungamento intersecasse la FCI raddoppiata (= 200 di
utilit), (fig, o).
16
c
200

I
.. . .. ... ..... 0
2110
o F
(Figlll'" (j').
In questo caso il contl'ibucnte indilTercnte verso lo Stato
si tl'O\'ereLbe in C. l'da siccome egli conta su 100 di utilit e
non su 200, cos egli OVI' iscostarsi da C pel' una lunghezza
eguale a 100 di utilit e dOVl' trovarsi in Ct.
Veniamo al secondo caso eli illusione pessimistica. Questa
si rifcrisce a servigi pubblici, che sieno supposti inferiori al
vero, Anche qui facile accosta l'e la linzione alla realt. Noi
vedremo pi innanzi cadere in questa illm,;ione, da un lato,
molte persone che consierano lo Stato solo come forza male-
fica, che viola i piel sacri dil'itti dell' lIomo (un manipolo di
socialisti e gli anarchici si pongono da questo punto di vista);
da un altro lato meno ed esageratamente, ma
pi largame:lte a questa stessa illusione partecipiamo tutti
quanti, per ci che di molti servizi pubblir:i non teniamo il de
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bito conto; il che avviene quauto pitl CI abituiamo ad essi e
quanto meglio essi funzionino.
Si abbia pertanto ulla somma di utilit pubbliche reali
OA uguali a 100 e ulla somma di pene pubbliche reali OB,
uguali a lUO. Il cttadino di silluso si tro\'erebbe in tal caso
nello stato d'iudilferenza al pun:o C. Si supponga il1\'ece che
pel' un' illusione pessimistica C' stimi i servigi pubblici solo
eguali a 50 o ad OD. Allora sull' OA dal punto D si tiri una
pal' allela DC' alla OB e la diagonale OC' (fig. 7').
e
(Figul'a 7').
Siccome il cittadino calcola solo su ulla somma di servigi DO
ossia C' B (e su una somma di pene OB o DC') cos egli non
potr trovarsi al punto d'indiffel'enza C, in cui si troverebbe
se facesse assegnamento su BC di utilit, ma dovl' trovarsi
su CB - C C' e cio in C'.
Il massimo risultato dell' illusione pessimistica si ottiene
quando l'illuso ad un tempo dominato da false immagini,
che atten:.lano i servigi pubblici o pI'ivati ottenuti od attendibili
dallo Stato e che esagerano i sacrifizi, che questo infligge. D'al-
tro canto e per converso il massimo risultato dell' illusione ot-
timistica si ottiene quando l'illuso suppone di l'ice\'ere servigi,
che non ottiene e di sopportare sacritzi inferiori al vero. La
coesistenza di illusioni ottimistiche e pessimistiche tende a neu-
tralizzare gli effetti di esse.
Anche qui si potrebbe rieorl'ere a rappresentazioni grafiche.
Noi preferiamo passare a cose pi importanti.
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5.
Come i cittadini e i contribuenti prendano un posto speciale
nello Stato a seconda dei loro calcoli edonistici.
Dopo ci ( 2, 3, 4) facile immaginal'e tutti i cittadini
di un dato paese distribuiti su di una certa superficie a distanze
maggiori o minori dal pUlito d'indifferenza verso lo Stato,
secondo che traggano da questo una utilit di[fet'en:::iale o" una
penosit differenziale maggiore o millore.
Alla linea d'indifferenza noi possiamo attribui l'e un lato
destro ed un sinistro. Se tale distinzione noi facciamo dal punto
di vista di chi osservi la linea d'indifferenza dall' alto in basso,
potremo, per le cose esposte, concludere che l'illusione otttml-
stica tende a spingere il cittadino o il contribuente alla destra,
)' illusione pessimistica alla sinistra.
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massime
Spinte
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X
Sulla destra pertanto noi possiamo figurarci di vedere
raccolte le masse di persone che, tutto sommato, secondo i )01'0
relativi calcoli, trovano pi utile aderire all' ordine politico e
tributal'io costituito. Sulla sinistra vengono invece a riunirsi
coloro, che in definitiva trovano lo Stato pi nocivo che utile.
Da un lato e dall' altro quelle due moltitudini non sono raccolte
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casualmente in un punto piuttosto che in un altro, n si tro-
vano uniti alla rinfuBa i membri di uno stesso gruppo, Ma
ognuno viene a prendel'e un posto speciale, quale gli asse-
gnato non dal caso, dal capriccio, dall' arbitrio, bens dalla
distribuzione degli onel'i e degli utili pubblici (la quale distri-
buzione a sua volta non arbitraria) e dal suo modo di ap-
pl'ezzarli, il quale dipende, olll'ecch dalla sua intelligenza e
dalla sua coltura speciale economica e politica, ed oltrecch
dalla mutevole complessit e variet degli al'titci, che tendono
ad olfuscare la giusta visione dell' utilit e el costo dello Stato,
dipende, dico, anche dalla sua sensibilit individuale e dalle
modificazioni, che questa riceve a seconda della sua divel'sa
ricchezza, del gl'ado sociale, ecc,
Quanto pi le forze piacevoli o penose agiscono esclusiva-
mente e quanto pi l'azione di esse intensa, tanto pi i citta-
dini vengono a collocarsi accanJ:o ai punti estremi Y e X;
quanto pi quelle forze agiscono congiuntamente e tendono ad
equilibrarsi, tanto pill i cittadini si avvicinano al punto d'indif-
ferenza C. Cos accanto al punto Y verranno a porsi il prin-
cipe, la famiglia reale, i c0rtigiani, i gl'andi, e in generale tutti
coloro, ai quali lo Stato dispensa i maggiori benefizi (esenzioni
dal servizio militare, sinecUl'e onorifiche, lucrose, ecc,) di contro
a un minimo di oneri; mentre intorno al punto X gravitano
coloro, che si Bon sentiti impotenti a sopportare le condizioni
imposte dall' ordine costituito ed hanno pn>ferito affrontal'e la
rivolta e i suoi pericoli, l'esilio, l'emigrazione. :'>Iei punti inter-
medi fra Y e C si dispongono le falangi, che accettano in defi-
nitiva l'ol'dinamento politico in vigore, ma che, non paghi di
certe parti pi o meno larghe di questo, pl'opugnano coi mezzi
consentiti dalla legalit, pacifiche riforme; invece nei punti
intermedi fra X e C si trovano coloro, che, respingendo in defini-
tiva lo statu qua, di certi istituti vigenti tuttavia si accontentano,
Le quali disposizioni d'animo vel' SO lo Stato \'olendo noi
considerare pi particolal'mente nel rispetto tributal'io, tl'overemo
il nucleo dei conservatol'i raccolto intorno a Y composto di coloro,
che accettano e difendono il sistema tributario vigente 'come
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l'ottimo o il migliore in quel dato momellto storico e si oppon-
gono alle riforme da altri vagheggiate; cos come appunto fa-
cevano ancora due o tre lustri pl'ima della rivoluzione francese
i parlamenti, l'alto clero e la nobilt; e troveremo il nucleo
raccolto intorno al punto X composto di quelli, che respingono
come cattivo l'intero sistema delle imposte in tutte le sue parti
e si rifiutano di piegarsi ad esso. Anche questo ultimo nucleo
pu divenil'e numel'osissimo, siccome avvenne appunto in Fran-
cia sotto Enrico III e pi tardi durante il ministero di Riche-
lieu, e da ultimo alla vigilia della rivoluzione francese, quando
i baillages con vero plebiscito nei loro eahiers condannavano
tutte quante le membl'a dell' antico sistema tributario e quando,
dUl'ante tutta la rivoluzione, le imposte per la maggior parte
divennero d'impossibile percezione.
Negli spazi intermedi fra Y e C incontriamo quei contri-
buenti, che, pur accettando in definitiva l'ordinamento dei trio
buti in vigore, ne combattono alcuni, che considerano come
catti\"i, mentre negli spazi fra X e C acceder chi, pur rifiu-
tandosi di pagare certi tributi esistenti e sfidando per riguardo
ad essi i pericoli della ribellione, acconsente poi a sottostare
ad altre imposte formanti parte del sistema t1'ibutario legale.
In questa sede si dovrebbero collocare quei famosi ero-
quants, che nel 1593 si rifiutavano di paga l'e la taglia, racco-
gliendosi in torme armate di trenta o quaranta mila uomini
e chiedenti al Re diminuzioni della taglia e degli uffici di
finanza. Col prendevano posto da noi coloro, che insorsero
e tumultuarono nell' atto in cui l'imposta del macinato veniva
instaurata e pi di recente coloro, che corsero alle armi ed al
saccheggio in Sicilia e nella Penisola, rifiutandosi di pagare
certi dazi comunali.
Cos adunque ogni cittadino, ogni contribuente, dai risul-
tati definitivi di certe valutazioni, condotto a prendere un
certo posto; tutta la popolazione di uno Stato si distribuisce in
un certo ordine.
Tuttavia questo non resta fisso, immanente. Le disposi-
zioni d'animo dei cittadini rispetto allo Stato, dei contribuenti
2t
rispetto alle imposte, sono in un continuo movimento. Vi un
mutamento continuo di posti. Ma qui ancora tutto Pl'ocede
secondo certe norme e con ordine, ora pi lentamente, ora pi
rapidamente, ora pel' movimenti di grandi masse, Ol'a per mo-
vimenti alla spicciolata e ristretti, secondo che le cause deter-
minanti la sopraffazione ciel dolore sul piacere o del piacere
sul dolore agiscano con intensit e SLI superlicie maggiDl'e o
minore.
~ o i ci addentreremo nei successivi capitoli in questo com-
plesso argomento. Qui ci arrestiamo un momento per notare
una generale telldenza dei cittailli e dei contribuenti a spo-
starsi da destl'a verso sinistl'a. Questo grande movimento
determinato anzitutto dal fatto che lo Stato non mantiene ap-
pieno le promesse esplicitamente date o eccitate indirettamente
coll' equivoco n eli' ora suprema a tutti colDl'o, che ne promossero
1'avvento.
In secondo luogo la esplicazione dell' atti vi t della classe
economica al potere lascia dietl'o di s lino strascico di soccom-
benti, di vittime, cos sul terreao economico che sul politico.
Questi malcontenti "i aumentano, si aumentano sempre piil,
necessariamente, per il fatto che ogni costituzione economica,
nel suo sviluppo, determina le cause della sua dissoluzione e
trasformazione. Questo lavorio detritico pu essere l'allentato
nella sila di"cesa, momelltaneamente sospe,;;o; non gi deliniti-
vamente al'restato. Allorch es,;o ha raggiunto una certa im-
portanza, lo Stato, apparendo antiedonistico alla pi gran parte
dei suoi membri, soggiace ad una crisi decisiva, fondamentale,
colla quale ricondotto UII denso l'ipopolamento di tutti i posti
verso destra.
6.
Come sul 1I0sto I)reso dai cittadini c contribuenti nello Stato
influisca l'illusione,
Tutto ci interessa il lIostro tema, pCl'Occh l' ill'-:lsione abbia
appunto un' influenza degna di considerazione sul' posto, che
22
ciascun cittadino e contl'ibucnte prende verso lo Stato e sul
grado di celerit o di lentezza del movimento discendente, che
abbiamo segnalato ( 5).
Tale movimento non si compie gi senza resistenze, ma
infrenato da mezzi pacifici e violenti. Fra i pacifici, ordina-
riamente pr'eferiti ai vi c,lenti, hanno il pl'imo posto le r[formc,
accolte dallo Stato e che valgono, non \'i ha dubbio, a quietare
cel'ti malcontenti . Sarebbe tutta\'ia un gra\' c CI'rOl'e altl'ibuire
alle riforme accolte ed accoglibili dallo Stato una importanza
decisiva. Il bisogno di riforme, come si visto al 5, tende
ad ampliarsi ed elevarsipel' guisa da implical'c da ultimo la
rovina dello Stato e clelia classe economica, da cui retto, che
le provoca col suo stesso sviluppo. Le forze, che plasmano e
dirigono lo Stato, in vista clelia loro stessa conservazione de-
vono quindi reagil'e quanto pi sia loro possibile contro le ten-
denze riformiste. Le riforme non sono introdotte che timida-
mente, lentamente e in quella misura che sembra coin\'olgere
il vantaggio pi immediato ed urgente della classe dominante,
vantaggio che quasi sempre coincide con ulla utilit prossima
o remota, accordata altr'esi a qualcuna delle classi in contesa
coll' ordine costituito. Le riforme consentite, fillch lo Stato ha
forza sufficiente per conservarsi, diventano sempre. meno atte
ad acquietare i malcontenti e costituiscono Ull pericolo sempre
pi gra\'e per chi le consente.
Un' altra forza pacifica agisce accanto all e riforme e nello
stesso senso, contro la tendenza degli animi all' allontanamento
dallo Stato e dal sistema tributario.
Questa seconda forza consiste ne' beni .peciali accordati
agli individui, ai gruppi malcontenti piil forti, pi temibili.
Questo mezzo per un certo tempo molto pi economico e
meno dannoso delle !'iforme. Ma anch' esso diventa di pil in
pi oneroso e finalmente insopportabile, quando lo Stato e le
forze economiche che lo muovono sono giunti a un certo grado
di debolezza e di esaurimento.
Infine un terzo mezzo pacifico di resistenza al malcontento
. I
SI rIscontra nelle illusioni ottimistiche circa le entrate e le
23
spese pubbliche ('). Esse giovano ad occultare una p:ll'le
notevole dei sacrifici contributivi dei cittadini e a far credel'e
che molti istituti e forme d'attivit pubbliche inutili o nocive,
siano vantaggiose, e ad esagerare il valore delle riforme
dallo Stato introdotte. Cosicch si pu ritenel'e che in virt
dell' illusione ottimistica lo Stato acquisti ulla maggiore sta
bilit.
r-I'fa quando s'avvicina il momento, in cui la classe econo
mica avente il potere politico, e le fOl'me politiche OI'dite a sua
difesa si dissolvono, allora l'illusione muta atteggiamento e scopo.
Essa non vale pi come freno nella discesa degli animi, ma si
trasforma in una nuova spinta, in un mOI'ente di quella scesa.
La punta delle critiche che s'innalzano da ogni parte del ter
ritorio contro gl' istituti politici e tributari, il sentirsi riuniti in
grandi masse formanti una forza irresistibile, mentre rendono
il dolore, gi altl'a volta sopportato, intollerabile, promuovano,
organizzano una grande eccitazione negli animi, una grande
esagerazione in senso pessimistico per rispetto a tutto ci, che
form parte del sistema politico ora in discI'cdito, Si trol'a tutto
cattivo, tutto dannoso. UII' illusione pessimistica avvolge tutto
quanto l'edificio politico o tributario lTlOI'ituro c ne aITret!3- la
caduta.
Gli ci che si ebbe alla vigilia della rivoluzione frano
cese, c,)me atte;;tano quasi unanimemente i cahiet's dei ll'e
ordini e dornallrlanti che il voto di ulla costitul.ione IlI'eceda
qualsivoglia altra deliberal.ione e condannanti tutte quante le
vecchie imposte senza alcuna distinzione (').
In pari tempo per a questo indil'il.l.o dell' opinione pubblica
se ne intreccia un altro di esagerata fiducia per \' ordine di
cose atteso, la nuova illusione ottimistica con tutte le sue
(,) PUVIANI . - Il prolcmn ",follistico /Iella dcllc
- RifDIme. Sociale, fusc. nnno I Il, yol. VI.
(') GOMEL. - l/istoirc fil/anci/'c dc l' costitw'rtlc. - Se
ne veggono i primi tre cupi.
24
aspettative, in gran parte caduche, che si accompagna al sor-.
gere di ogni Stato (').
Sarebbe errore nondimeno il credere che in questa disso-
luzione di vecchie credenze e in questa composizione di nuove
tutto quanto l'antico tessuto delle illusioni politiche e tributarie
fosse lacerato, distrutto e rifatto c:r /lovo. Certe parti della an-
tica opera rimangono intatte. Anzi qui vi un fondo stagnante
di credenze erronee, di pregiudizi, di supel'stizioni, che non
commosso neanche dalle pi grandi burrasche politiche. Esso
resta a pI'esidio di tutte le forme politiche. D'altro canto un
CCl'to numero delle antiche illusioni ottimistiehe, condannate
nel momento della dissoluzione e della illusione pessimistica,
ben presto sono l'i messe in onore. Quanto vi ha nell' antico
ordine di cose, che possa servil'e al nuovo, dalle forze di
difesa di questo, rievocato e redento; cos riappal'e buono ed
. utile sotto nuovi aspetti ci che sotto altri parve cattivo e nocivo_
Per quanto adunque in ogni tempo si agiti in ciascuno
un contrasto di illusioni ottimistiche e pessimistiche, i cui effetti
finali tendono soltanto in pal'te a neutralizzarsi, e che ad ogni
modo male si riesce ad apprezzare, nondimeno volta a volta,
secondo certe circostanze, grandi correnti di ottimismo politico
e finanzial'io invadono le masse e sopravvanzano a gran pezza
le forze delle concezioni pessimistiche e viceversa.
Una grande fantasmagoria si dispiega sui giudizi delle
moltitudini in una nebbia a strati ora pi leggeri, ora pi
densi, qui rosei, l caliginosi, Cos nel campo politico in genere,
come nel finanziario in ispecie, si riscontra uno strano giuoco
di luci e di ombre, che nascondono la verit. Non si vede pi
ci che , e si vede ci che non ; vane parvenze prendono
corpo e cose vere prendono l'aspetto di ombre e scompaiono.
(,) Gli uomini mutano volontieri signore, credendo migliol'ure. , .
di che s' ingannano, pcrch \'eggono poi per esperienza D"cr peggiorato.
E non ti puoi munlenel'e amici qnelli che vi ti hanno messo (III governo)
per lIon li poteI' soddisf"re in '1"cl modo che si erullo presupposti D .
(MACHIAVElLI, Il principe, cnp. III),
(Continua).
25
CAPO II.
Partizioni della mlteril.
1.0
Partizioni lli geurrali.
La dell' illusionc nelle elltrate pubbliche dcye in primo
luogo precisare la natum dei che studia; quindi chia-
rire tutti quei fatti psichici, che collsistono in un' alterazione
di quel peso dell' imposta, che s1\rebbe sentito dal contribuente
quando fosse nelle condizioni piil adatte a valutaria.
In secondo luogo mestieri di considerare l'illusione in ri-
spetto alla persona. mestieri cio irl\estgare chi sia piil spe-
cialmente vittima dell' illusione; quali forme sieno pi proprie ad
ingannare certe pCl'sone o classi di persone piuttosto che certe
altre persone o classi di pel'sone; e di illdagare inoltre chi sieno
i soggetti attivi d'illusione, che la diffondono e la propagano.
Infine si presenta il bisogno di conoscere quelle forze prime
e fondamentali, alle (IUali l'inui\'iduo e le obbediscono e
che compongono, organizzano a sistema, perfezionano e dissol
vono la compagine uell' illusione tinallzial'ia.
'nsomma la teoria dell' illllsione nclle ell/mte puulAiclw ,,;-
cerca la Halura delle illusioni l'dalice alla valuta:;ione dci sa-
crifici sopportati dai contl'iuuelll.i, il sO!.J!Jetto che subisce cd il
soggetto che d(ffonde s':ffatti appre::;amellli llonch le cause ul
time che li determinano, li modificano e annullano.
2.
Natm'a del fenomcno, che fOl'lII1l at'golllcnto delle nosh'e l'i
cerche.
I fenomeni, che formano oggetto delle nostre ,'i cerche, sono
fatti del mondo interno, fatti psichici. Essi appal'tengono alla
26
massa dei giudizi politici e cospirano a rappresentare lo Stato
dal punto di vista del SliO costo in contt'ibuzioni, insieme ad al-
tri giudizi, che tengono conto di altre speci di penosit inflitte
dallo Stato (servizio militare, servizio di giurato, restrizioni im-
poste dalle leggi, persecuzioni a certe classi, ecc.); mentre d'altro
canto un altro complesso di giudizi tende a rappre:;;entare lo
Stato dal punto di vista delle utilit prodotte, I giudizi politici
valutati vi del co:;;to contributiyo si fondano o su una vera o su
una falsa conoscenza della pcnosit della contribuzionc, cio
sono o esatti o fallaci. La teoria dell' illusione sulle entrate pub-
bliche studia (luesti ultimi c piLI specialmente in quallto l'cl'l'O\'e
in essi compreso consiste in un l'estringimellto di pena, essendo
. questi pi importanti di quelli, il cui erl'orc consiste in UII' esa-
gerazione di pcna. Per modo.che il nostro tema consiste in una
ricerca sui giudizi politici, fallaci per attenuazione del costo con-
tributivo. Con che il nostro argomento circoscritto nelle sue
qualit specifiche e designato altres per le sue relazioni coi fe-
nomeni generici pi prossimi, Quella fl'ase infatti procede per
via di successive limitazioni a precisare meglio il fenomeno 'da
osser'val'si, mostr'andolo dapprima come compreso Ilei giudizi
politici; poi rcstringendolo a quelli, che sono fallaci.. poi ulte-
riormente riferendosi a quelle fallacie; che cadono sul costo COI!-
tribu.tivo, e infine a quella sottospecie di tali fallacie, che si ri-
sol vono, non gi in un aumento, ma in una attenuazione di pena.
Le qualit specil1che c le qualit genel'iche del fenomeno
da noi studiato possono essel'e assai facilmente rappl'esentate
graficamente con alt:uni circoli concentrici, i quali nella loro
decrescente grandezza ci indicheranno un' estensione (denota-
zione) sempre minore ed una comprensione (connotazione) sempre
maggiore (fig. gO).
27
(Figura \i').
SlIcci fUlulamclltali Ili illusione llelle l'lIh'atc pubbliche.
a) - Illusioni per occullamC/lto della rieclwz:a l'equisita.
Questi giudizi el'ronci, che costituiscono illusioni nclle cn-
tl'ate pubbliche, sono numerosissimi cd as:"ai var. Ebbene hall/w
delle relazioni fra loro? Si unifOl'mano a certi principi?
Per quanto a prima vista si preselltino sotto le apparenze
pi varie, alla rinfusa e come estranei a qualunque norma e
disciplina, riesce, dopo un' attenta osservazione, di scoprire al-
cuni principi fondamentali, a cui tutti quanti si collegano e da
cui dipendono. Secondo noi, tutti gli errOl'i per attenuazione del
costo contributivo, si l'accolgono in tre gruppi (a, b, c).
a) - Il primo gruppo comprende quegli errori, che consi- :
stono nell' ig/lOrafiZa di certe prestazioni CO/ltributive, sotto qual-
siasi IO/'ma pa!Jate.
28
Il contribuente paga imposte o porziolli d'impoRta senza
avvedersene. Ogni ricchezza lIascosta viene a cost!tuire la sop-
pressione di uno stimolo doloroso e ad attenuare quella pena
complessiva, che \' imposizione, veuta nella sua pienezza, avrebbe
prodotto.
Qui fanno capo allcor'a le illusioni consistenti nel credere
che le prestazioni altrui e le entrate pubbliche, prese nel loro
insieme, sieno infcr'iori al VCI'O.
Tutti questi giudizi erronei suppongono un discostamento
pi o meno grande da una condiziolle ideale, nella quale il cito
tadino a\"cs,::e un' esatta conoscenza del vel'O ammontare delle
propl' ie e delle altrui contribuzioni,
1:'
Speci fondamentali d'illusione nelle entrate pubbliche.
b) - Illusioni pe/' occultamento di e:fletti penosi mzdiati dcl-
/' imposta.
l\Ia si pu a\'er'e un' esatta conoscenza dell' ammontm'e
delle imposte pagate, della quantit cl; moneta, chiesta da que-
ste e nondimeno cadere in fatsi apprezzamenti intorno ai sa-
crifizi, che da esse deri\'er'allflo.
Questi imperfetti apprezzamenti del costo, indipendenti da
un' esatta conoscenza dell' ammontare dell' imposta, si distin-
guono in due gr'uppi.
b) - Si ha un inesatto apprezzamento del costo o del sa-
crificio di una data imposta perci che si tenga conto sottanto
degti e j J ~ t t i penosi pi pl'Ossimi di essa e non d' altri ~ f f ~ t t i pe-
nosi, che seguono talora a gl'allele distall::a il sacrificio cOlltri-
bulico e che SOIlO di questo /1ecessaria accessione. 'Cosi si pu
ignorare che da certi eccessi fiscati deriver la rovina di questa
o quella industria, t'emigrazione di lIna porzione del capitale
nazionale, la disoccupazione di un certo numero di lavoratori,
una depressione del loro salario,la loro cattiva alimentazione,
29
un incrudimento di certe 101'0 malattie, un aumento della 101'0
mOl'talit, una spinta alla loro sregolatezza, un impulso all'au-
mento della popolazione proletaria, al crimine, alla prostituzione.
Si pu ignorare che certi eccessi d'imposta saranno condizione
per impegnarsi in una guclTa, per ispiegare un' azione corrut-
trice sul paese in un momento elettorale, per assicurare alcuni
vantaggi ad una classe a <lanno di un' altra, e via dicendo.
Questa ignoranza dCflli c . 1 f ~ t t i penosi remoti drll' imposta, tino a
un certo punto almeno, comulle a tutti.
Neanche lo spirito pi penetrante saprebbe misurare con esat
tezza tutti quanti gli effetti penosi remoti derivanti da questa o
quella imposta. Ma anchc una mediocre conoscenza di quei
mali largamente impedita per ci che essi si sviluppino in
un tempo spesso lontano dali' istante, in cui l'imposta fu pa-
gata e sembrano collegarsi pi davvicino ed esclusivamente
a fatti piLI prossimi, di natura di versa dai fatti finanziari.
Con ci si fa palese che un esatto giudizio della intera penosit
delle contribuzioni diventa qualche cosa d'immaginabile soltanto
nella speculazione astratta, dove uno si pu figurare il contri-
buente ideale, p::rfelto. Questa specie d'illusione pertanto, fino
a un cel' to punto, costituisce la condizione comune. :\ondimeno
pu dirsi che certi contribuenti o certe classi di contribuenti in
qualche parte si sottraggono ad essa e prevedano o almeno
presentano mali, che vel'l'anno ad aggiungersi alle pene con
tributive immediate dell' imposta .. La quale osservazione ha
valora specialmente in riguardo a quei momenti stOl'ici, in cui
ciascuna imposta aveva una speciale e ben designata de,;tina-
zione. Quindi lecito anche in questa sede padare di contl'i-
buenti illusi e disillusi.
Ma per rispetto a questi errori facile fin d'ora ossel'\'are
che essi tendono a riufli['si ed a confondersi con quelli relativi
all' altro insieme di giudizi politici, che tiene conto di penosit
inflitte dallo Stato, diverse dalle penosit contribu.tive, persecu-
zioni politiche di certe classi, sel'vizio militare, ecc. ( 2"), che
sono estranee alla presente ricerca.
3.)
5.
Speci fondamentali d'illusione nelle entl'ate pubbliche.
c) - Illusioni per occultamento degli effetti penosi immediati
aeU' imposta. Modi coi quali l'occultamento ottenuto:
L - Coll' CtDvicinamento delle pene injlitte dall' imposta a certi
momenti di intenso benessere del contribuente.
e) - Il secondo gruppo cl' illusioni consistenti in Ull ine-
satto apprezzamento del costo o del recato dalla im-
posizione, ed indipendenti da una esatta conoscenza dell' am-
montare di essa ( 4), si appoggia ad un calcolo inesatto degli
effetti penosi immediati del tributo.
I. - Assai di frequente questa fallacia il risultato di un
auvicinamcnto dell' imposta ad istanti, nei quali nell' animo del
contribuente certi piaceri raggiungono il massimo grado di loro
intensit. Un aumento di benessere, specialmente se improvviso,
agisce come un improvviso arricchimento di beni, anche quando
non dipenda da ci. Esso produce d'ordinario un deprezza-
mento pill o meno grande del valore subbiettivo delle singole
unit delle nostre ricchezze. Ma questo stesso fatto provoca una
spinta dispendiativa, una maggiore propensione a spendere.
Un 'evento piacevole spesse volte tale solo perch permette
certi consumi; ed altre volte si collega ad altri consumi, seb-
bene abbia un valore in s.
Ma questi stessi fatti piacevoli, che in genere rendono meno
penose le spese fatte spontaneamente, rendono anche meno
penosi certi dispend coattivi, certe perdite indipendenti dalla
nostra Dololll. cos .. le imposte perdono pi o meno della
loro affiittivit quando sono avvicinate a certi piaceri del con
tribuente. In tal caso essi agiscono pi direttamente come atte-
nuazione del costo contributivo e danno luogo a giudizi valu-
tativi, che rientrano nelle illusioni slle entrate pubbliche. Altra
volta poi questi eventi sono legati per fili pi o meno deboli a
servigi pubblici e ne aumentano assai il valore. Allora l'at-
31
tenuazione del costo conh'ibutivo soltanto indiretta; il feno-
meno principale costituito da un subito ngl'andimento del-
l'utilit dello Stato e provoca giudizi valutativi, che rientrano
nella illusione sulle spese pubbliche.
I giudizi, che noi facciamo del costo contributi\"o sotto il
fascino di eventi piacevoli indipendenti da servizi pubblici, sono fal-
laci, illuSOl'i, perch noi giudichiamo il grado del nostro sacri-
ficio in momenti di eccezionale benessere, di eccezionale forza
morale, di febbre psicologica. Non qui che noi dobbiamo
fermarci a vedere la vera estensione di questa ~ p e c i e di illu-
sione, quali eventi di natura economica ed estra-economica val-
gano a determinarla (capo VI). Certo per che tutti gli uo-
mini possono essere vittime di tali illusioni. Vi una legge a
cui tutti sono soggetti, per la quale un dolore in date condi-
zioni si attenua in vicinanza di un piacere. Basta che l'arte
finanziaria se ne valga perch l'illusione si ingeneri. Il che
mostra che questa fallacia pu divenire di generale estensione
tutte le volte che lo Stato sappia \'olerlo. N'iuno da essa sfugge
nell' atto del pagamento del tributo, mentre invece una parte
pi o meno grande di contribuenti pu sfuggire alle illusioni
dipendenti da un occultamento di parte della ricchezza requisita
e alle illusioni dipendenti da occultamento degli effetti mediati
dell' imposta.
6.
Speci fondamentali d'illusione nelle entrate pubbliclle.
c) - Illusioni per occultamento degli effetti penosi immediati
dell' imposta. Modi coi quali l'occultamento ottenuto:
II. - Coll' aooicinamento delle pene inflitte da una imposta a
pene inflitte da altre imposte o da eventi estm-finanziari.
Il. - L'apprezzamento imperfetto degli effetti penosi im-
mediati dell' imposta ( 5) altre \'olte stato ottenuto merc
lo stabilimento delle pene contributioe in tali r<Jlazioni .fra loro
da renderne talune o inaooertibili o meno aDvertibili, cos da
32
minorare la pena complessiva. Qui l'attenuazione della pena
non risulta da una certa distribuzione delle pene dell' imposta
accanto a certe cose utili, o fatti piacevoli, ma da una certa
distribuzione delle pene fra loro.
Anche qni ci troviamo di fronte a un grande principio, da
cui regolata la nostra sensibilit e su cui si lal'gamente
appoggiata la pratica finanziaria. Il principio questo, che or-
dinariamente certi fatti recanti pena pel'Jono assai della loro
intensit quando sono a V\'icinati ad altri fatti recanti una pena
molto maggiore. Chi avvertito della rottura del suo ombl'ello
o della perdita del suo b a ~ t o n e nel momento, in cui vede al'dere
la sua casa, non sentir, all' annunzio dei primi accidenti, la
pena che ne avrebbe, se l'incendio non avvenisse. Quando noi
ci troviamo in certe condizioni di benessere, o almello non di-
sturbati da alcuna afflizione, prestiamo ordinal'iamente tutta la
nostra attenzione al pi lieve evento dolm'oso che ci occorra,
e con ci ci rappresentiamo la sensazione penosa in tutta la
sua ampiezza. Quando invece noi siamo sotto grandi dolori, ci
sembl'ano futilit certi dolori, che in altri momenti considerammo
quasi insopportabili.
S'intende bene che questo pl'incipio non ha un valore as-
soluto. In certi casi il sOlll'avvenire di un dolore anche minimo
accanto ad uno grande, pu spingJre il paziente allo spasimo e
alle risoluzioni pi disperate. Ci ha importanza per la dissolu-
zione del sistema delle illusioni. Vedremo piil tardi come pic-
coli eventi penosi \"algano a lumeggiare e a rendere intollel'abili
ingenti sacrifici, sopportati lungamente con pazienza. e quasi
inavvertitamente.
Ma qui noi ci al'restiamo a quel primo e generale processo,
che niuno certo vorr contestare, e pel quale ordinariamente
cede pene, messe in relazione con certe altre, perdono d' im-
portanza. Onde aV\'enuto che molte pene, che certe imposte
avrebbero arrecate quando queste fossero state stabilite isola-
tamente, distintamentl" abbiano avuto mitigazione,
Ma a questo punto si deve aggiungere che le attenuazioni
delle pene immediate di certi tributi possono deri\'are dalla
33
correlazione, in cui questi sieno posti con altre pene di carat-
tere estra-tributario, Infatti l'attenuazione di certe pene prodotte
dalle imposte non dipende solo dall'essere esse collegate ad altre
pene prodotte da imposte ol'iginarie o principali, ma dall'essere
certe pene d'imposta, grandi o piccole, collegate con afflizioni
o preoccupazioni di carattere pri vato o pubblico del contri-
buente, Co" chi amitto dalla perdita di un caro parente
sar poco disposto ad avvel,til'e cede scrocconel'ie del sagre-
stano, del campanaro; egualmente chi st trattando affari,
pieno di fJl'eoccupazioni, lIon av\'erte ce l'te minime imposte, cui
saggiace, pet' escmpio, il centcsirno clic paga per l'acquisto di
una scatola di liammifel'i, Anche il soppravvcnire di sl'enture
pubbliche, il minacciare di pel'icoli lIazionali e perfino la esa-
gerazione o addirittura la invenzione di quelle o di questi, danno
luogo ad attenuazioni degli effetti penosi immediati i imposte,
oppOl'tunameute collegate a quegli eventi,
In tutti questi casi il giudizio sulla penosit dell' imposta
modificato da una specie di di estenuazione do-
lorosa, o anche di eccitamento, che rappresenta un distacco pitl
o meno grande dalle condizioni nonnali. Di questa specie d'illu-
sione il legislatore ha saputo yalersi per ri;;petto a tutti quanti i
contribuenti, quando collegava certe imposte a cel'te altl'e o ad
eventi penosi estra-tributari di carattere pl'i\'ato; e per rispetto
a certi gruppi di contribuenti, quando collegava soltanto certe
imposte a immaginari pericoli pubblici,
Se anche la. minuta ripartizione dcI tl'illUto sulla ricchezza
disponibile valga n nascondere una parte degli effetti
penosi prodotti dall'imposta e se dia luogo ad una forma
speciale di illusione. Conclusione,
Si domanda: se una nuova fallacia sul vero peso immediato
dell' imposta non sia altres prodotta da lIna distribuzione pos-
sibilmente perfetta del tributo in relazione alle ricchezze dispo-
1/ibili del contribuente. Infatti si ottiene una significante miti-
34
gazione del peso dell' imposta, non solo avvicinando questa a
certi eventi piacevoli o a certi eventi penosi ( 5 e 6"), ma distri-
buendo l'imposta nel tempo e sulle manifestazioni varie della
materia imponibile, in modo da n011 portare alcuna brusca
pel'turbazione nella distribuzione del reddito fra i bisogni privati.
Alla percezione dell'imposta a piccole rate d'ordinario fa riscontro
anche la percezione del reddito nello stesso modo, pCI' guisa che
quell e trvano in questo continuo alimento, Nell' industria, nel
commercio, nelle pr-ofessioni libcl'ali, nelle occupazioni manuali
il reddito si ottiene con piccoli e frequenti zampilli. Quando
r imposta fosse percetta di raro, il contribuente dovrebbe teso-
l'eggiare poco a poco forti somme, lottare giorno per giorno,
ora peI' Ol'a, contro infinite tentazioni; ricorrere al pl'cstito al-
lorch la data del pagamento del tl'ibuto sopravvenisse prima
che egli avesse raccolto il bastevole per fronteggiarlo; pagare
interessi; sobbarcarsi all' umiliazione di ricorrere ali' aiuto d'altri,
ecc. Dimodoch il noto principio di arte finanziaria, suggerito
da Adamo Smith, di far coincidere l'imposta coi momenti pi
comodi a pagarla, viene cos attuato. Diventa inutile il sapeI'e
il momento, in cui si riscuotono le entrate private quando
l'imposta si sminuzza all' estremo. Tutti sanno che il pa-
gamento di una somma a piccole porzioni ordinariamente
preferito; solo a questa condizione molti riescono a ven-
dere la loro merce, i loro serl'igi. E quando si vuole ottenere
il pagamento in una volta sola, bisogna vincel'e la resistenza
del compl'atol'e con speciali concessioni, facilitazioni nel pr'ezzo,
premi (agli abbuonati ai giornali).
Senonch il giudizio che l'imposta pagata a piccole rate
sia meno penosa, non sorge da condizioni eccezionali, come
abbiamo visto accadere dei giudizi sul peso contributivo, fatti
sotto la piena improvvisa di un benessere e di un doloI'e ( 50
e 6). Il fatto no,.male, comune che il reddito sia percepito alla
spicciolata; e le valutazioni delle cose e dei servigi privati e
pubblici saranno normali anch' esse, se si adeguino alla reale
potenza disponibile del compratore. Sicch il giudizio che l'im-
posta frammentaria sia meno penosa nOli fallace, lIon effetto
35
di ulla illusione e non forma quindi argomento della nostra
teoria.
Sia che il tl'ibuto sia posto in certe relazioni colle pene e
coi piaceri del contribuente, o nella migliore corl'elazione col
reddito disponibile, lo Stato p/'ellde sempre la /'icche,zza ai p/'i-
vati Ilei modi e Ilei momellti, iII Cl/i ha per essi [ln minor valore,
Ma quando il tributo sia posto nella migliore correlazione col
readito disponibile, il giudizio sul minor valore della ricchezza
ceduta, nOIl gi un giudizio di sorpresa, esaltato, ispirato da
passioni momentanee, mentre invece tale appunto il giudizio
quali cio il tribuLo sia posto in l'elazione immediata con un im-
provviso benessere o malessere del contribuente.
Ma d'altr'o canto si potrebbe notare che appunto per' la
rispondenza dell' imposta alla ricchezza disponibile molte volte
il contribuente perde del tutto di vista certe quantit di beni
l'equisitigli, che queste vengono cos avvicinate all' acquisto
delle c o s ~ desiderate, al sopravvenire di eventi piacevoli, alle
preoccupazioni e alle pene del contribuente. Lo spir'ito umano
non si isola da moltissimi punti di mira, da cui continua-
mente attratto, per fissar'si sul solo fenomeno finanziario.
E quanto pitr minuta la contribuzione, tanto meno il suo
punzecchiare si distacca da tutte le pene, da tutti i piaceri, da
tutte le spel'anze, da tutti i dolori del contribuente. Nel tram-
busto della vita il pensiero non r'iunisce serenamente i molti
frammenti dell' imposta, non li pesa unitamente; molte quantit
minime vanno perdut!.-, non sono messe in COlltO.
Solo che queste fallacie non costituiscono gi delle forme
nuove fondamentali di illusione. Non sono altro che le forme
stesse di illusione, di cui si parlato nei paragrafi. precedenti.
Sicch pu concludersi che la pi perfetta distribuzione del
tributo colla ricchezza disponibile non d luogo affatto a giudizi
illuso/'i speciali, ma solo facilita quelle illusioni attenuanti gli
effetti penosi immediati delle imposte e che derivano dall' avvi-
cinamento di queste a certi piaceri, a certe pene, a cClte pre-
occupazioni del contribuente o da un occultamento di parti di
beni requisiti.
36
Noi possiamo dunque concludere che le speci fondamen
tali di illusione sulle entrate pubbliche attenuano il costo con
tributivo merc:
a) Un nascondimento di ricchezza rcqr;isita, ossia di una
certa quantit di stimoli penosi,
b) Un nascondimento degli e U ; ~ t t i penosi immediati del-
i' imposta cd ottenibile soltallto mcrc eli un at'vicinamento del
tributo a certe pene del contribuente o a certi suoi piaceri,
c) CI! nascondimcnto dcyli effetti penosi mediati dell' im-
posta, i quali per, in parte almeno, eccedono i limiti della nostl'a
ricerca.
Ed ora dobbiamo chiederci: quali sono i fatti e gli istitu.ti,
che hanno valso ad iU[jcllcrarc tali speci di illusione? Qual i
forme tributarie e contabili hanno saputo nascondere agli occhi
del contribuente una parte delle imposte, che egli pagava
(capi III, IV, V)? Quali imposte sono riuscite ad avvicinare la pena
da loro inflitta al momento di un improvviso benessere o di
gravi pene o preoccupazioni del contribuente (capi VI, VII)?
Soltanto dopo che avremo risposto a queste domande ci accin-
geremo a ricercare: Chi diffonde e chi subisce l'illusione e perch
tutto ci si compia.
---e --
CAPO III.
Occultamento di masse di ricchezza requisita
In relazione atte singole fonti di questa.
;:j 1.0
37
Dell' illnsione [H:lI' occllltazione di l'icc1Iezzc requisite in
generale.
L'illllsione, di cui dobbiamo qui (r'attal'c, consiste in Ull
{!/'/'OI'C sulla 'fuanlil dell,J che effettivamente i
contl'ibJnti SoppOl'tano al presente o dOlTanuo sopportare in
un periodo avvenire. Tale errore pu manifestarsi cos nel
crede l'e maggiore, COlTII! nel credere minol'e del vero, quella
quantit
Il primo di questi casi si manifesta d' ol'Clinario con propor-
zioni ristrette, di raro e non aequi"ta gl'ande importanza che
in certi momenti stol'ici, Ilei quali il popolo in\'aso dall' insof-
ferenza, dallo spil'ite' della l'i\'olta e nei quali si sciolgono molti
nodi della vasta rete dell' illusione finanziaria.
Il secondo di questi casi, che consiste nella faba idea del
contribuente di pagare o di dover pagare meno del "ero, ha
una importanza massima nella storia, nella teoria e nell' arte
finanziaria; di esso ci oceupel'emo ora.
In forza di tale errore il cittadino sfugge a quella pena
differenziale fra la pena reale e quella virtuale, che sopporte-
rebbe quando conoscesse per intero la somma delle sue pre-
stazioni pubbliche. Ci sforzel'emo di "icel'care ili quali parti
del sistema tributario, con quale estensione, con quali fatti ed
istituti si diffonda l'illusione per occultazione di masse di l'ic-
chezza requisita.
38
Occultamento di l'iccbezza requisita nei l'edditi e nelle alie-
nazioni dei beni demaniali.
I dcmani, cos coi 101'0 l'ct/diti, come colle 101'0 alienazioni,
hanno in maggiore o minol'e misura, a seconda di numel'ose
circostanze, nascosta ai contribuenti una parte delle l'icchezze
impiegate al soddisfacirnento dei bisogni collettivi. Il popolo si
trova assai pitl lontano, staccato da quei beni che non dai beni,
dei quali ha la dirctta pmpriet individuale e si abitua a con-
sidel"al'e il costo dei servizi pubblici come fOI'mato solo dagli
elementi tolti alla t'ol'tuna, che pl'ovvede ai suoi bisogni pl'i\ati.
Esso dimentica quell' altl'o elemento del co,;to dei servigi
pubblici che il demanio.
Quanto piLI si fa strada la convinzione che i beni del de-
manio appartengano legittimamente al principe, la sensazione
di una pena qualsiasi e la coscienza di una contribuzione pri-
vata in dipendenza dall' impiego di quei beni si spegne nel
contribuente. Questi poco a poco si abitua a considerar'e come
imposta ci, che immediatamente cede del suo patrimonio pri-
vato; non vede e non sente di pagare una parte dei servigi
pubblici con ci, che ha nei beni demaniali . Da questo punto
di vista, gli atti del principe compiuti in passato nel senso di
fai' prevalere il principio, sernpl'e contestato del resto, che i
beni demaniali gli appartenessero, ebbcI'o pel' risultato di atte-
nual'e le sensazioni penose dei contribuenti. Cos l'essere stati
i beni demaniali pre\"alentemente adibiti alle spese pubbliche
pi intimamente connesse alla dignit del SO\Tano; ai bisogni
della sua famiglia e della corte; l'essem stati amministrati e
dispensati, almeno in Ull certo momento storico ('), dal principe
senza \' approvazione delle deputazioni e tenuti e conteggiati in
una cassa distinta da quella delle imposte, dovette condurre
molti nella convinzione ehe il principe avesse Yel'amente la
(I) In 1111 primo pel'iodo nOIl fu cosi.
39
propriet dei beni demaniali e per a credere falsamente di
ricevel'e certi sel'vigi pubblici gl'atuitamcllte e che il costo della
cosa pubblica fosse meno oneroso del vero.
Ma anche dopo che la teoria della sovranit popolare pre-
vale, le illusioni ottimistidJC eccitate dal demanio non sono
intel'amcnte bandite. l{,csta un buoll numero di cittadini, che
ignOl'ano interamente di esse l'C pl'Opl'i etar'i, oltl'ccchi! dci 101'0
beni privati, di lIna certa quantitit cii altl' i beni ammillistrati
dallo Stato e destinati esclusivamente a fornire renite puLbliclw.
~ I o l t i pl'Opl'idal'i, Illnlti capitalisti, molti pl'oko'sionisti probabil-
mente nOli hanllo mai pClIsato di po::,sedcl'e cerlc terrc, certi
boschi, cel'ti vigneti, cel'le case, cel'te industrie, di cui i redditi
sono inter'amente destinati a copr'il'e le spese pubbliche. Meno
poi i moderni pl'oletari della campaglla e della citt suppongono
di paga l'e certe imposte in qualit di comproprietari di telTa,
di ferrovie o di una banca di Stato. Altl'i poi dei contl'ibuenti
degli Stati moderni, pure conoscendo vagamente l'esistenza
dei beni demaniali, ne suppongollo il valore capitale o il
reddito inferiore al vero. In tal condizione d'animo il citta
dino o non fa calcolo alcuno o fa calcolo incompleto di LIlla
pal'te dci beni, che consacra a Ilo !::ilato.
Ma quand' allche il contribuente sappia di e!:;scl'e un com-
pl'opl'ietario di belli demaniali e ne conosca il pl'cciso ammon-
tal'e, tl'atto a stimal'e i suoi sacl'ilici fati i pel' tal modo alla
cosa pubblica assai imper'fettamente c al disotto del 101'0 giusto
valol'e. Ciascuno prova UII dolol'e molto minore nel cedel'e allo
Stato beni, chc possiede in comune con tutti gli altri e da cui
in cel'ta guisa gi staccato, che nel cedel'e beni esclusiva-
mente suoi ed ai quali si sente con mille "incoli legato. :\'iuno
considera come propri in particolare i beni demaniali, che tulti
gli altl'i possiedono egualmente, e i cui redditi ci giungono solo
indil'ettamente e in misura indeterminabile sotto forma di ser-
vigi pubblici. In rispetto a quei beni non intel'vengono quei
rapporti di disponibilit, di continuato possesso, di contatto, che
rendono s cara la propriet. Si finisce insomma col conside-
ral'e pi o meno l beni demaniali come appartenenti ad un altro,
40
a un terzo da noi e coll' addossare ai redditi di
terzo una parte delle spese pubbliche, che noi dobbiamo pagare.
La natura imperfetta di una propriet, che per' la maggior
parte non si mai visla, di cui i redditi materiali non si sono
mai toccati, e che stata sempre destinata a !'copi estranei
alle nostre speciali vedute, ai nostri piacer'i c dolori pi intimi
e privati, c:i distoglie da un aCCllI'ato esame circa l'equiyalente
di utilit pubbliche o pri\ate, che potl'ebbel'o ricayarsi dai red
diti n dalla \'cwlita di qllei helli, Perlocch i beni demaniali,
anclll! oggid, IIl-!lItre h 101'<) pl'Opr'iet.\ notol'iamente tr'ibuita
al popolo, !'el'\'Ilno, slwt: i,dmentc l dove forniscono anCOl'a ceno
tinaia e t:l!:llillaia <li lnili"ni al bilulll:io, ad att.enuare una parte
cospicua del peso delle cI)nll'ibul.iolli civiche.
Es,,-i hanno poi ai anche ulla par'te
dei loro sacrifizi in quanto l'ammini"trazione governativa dive
nisse pi spiccatamente illferiore alla pr'ivata nel condurre im
prese economiche.
Il contribuente, che in tali momenti considera i sacrifizi
fatti dalla societ sulla base degli c1Jutlioi redditi demaniali,
ottenuti dall'amministrazione go\'\:!rnati\'a, cade in un errol'C, Pel'
conoscere il \'ero costo dei sen' izi pubblici si don'ebbe far'e il
eonto dei l'edditi potenziali, che l'amministraZione privata avrebbp
l'icavato dai belli demaniali ('), Il di meno, che fu ottenuto dal-
l'amministrazione pubblica, va calcolato come spesa sociale da
aggiungere ai redditi demalliali elTeuivi e alle altre contribu-
zioni ('),
(I) III cc,' li momellti s lo,'id e speciallllente u cel'le persone il donno
sociale del'ivallle d"lIa mal" amminislrazione del demanio il aSSili visi!.ile,
Vedi, per esempio, la ri"po,la naIa du:;li Stati Generali nel 1;:.84 SOllO En-
rico III alla prima delle queslioni fiscali loro proposte dal govel'no, CL"-
MAGER"N, H<sloirc dc l'impl ,'/I Fral/ce, I I, 2;.3,
(') Se spcriali ,'a:;ioni n' indole polilica, sociale o ilnelle !'lrellamente
economica uubiullo eOllsigliill0 lo SlalO .. IIu conservazione di 'Iuei beni
deml1niuli, esse do\'ru'lllo essere lenute in conio dal punlo di visla del-
l' lIlilil;\ dei ser\'igi publ..lici, ma restc,'il sempre il do\'ere di calcolore dulia
purle del costo di questi lo scapilo, di cui si porla nel leslo,
41
l\Ia come si detto, i demani hanno servito ad occultare
una pal'te delle entrate pubbliche, 1I0n solo col concorso dei
loro redditi, bens allche colle 101'0 aliena::ioni. Dna delle ra-
gioni anzi della diminuzione dei demani l'urali lungo il corso
degli ultimi secoli si deve trovare nella loro eccellenza, dal
punto di vista dell' illusione, a provvedcre ai bisogni stl'aor'di-
Ilari in cOllfronto agli alfl'i meni lillallziar-i disponibili. Le nuove
imposte o l'i llaspl'imenlo dellc antidw e i pI'estiti pubbli<.:i turo
bavano assai pi l'opinione comune, urtavallO assai pi bru-
scamcllt() e di"eltamente l'interesse dei contribuenti, di quello
che una serie di vendite di demani. Le impo;.:te ed i pI'estiti
implicavano una confessione a pal'le ddl' autol'ita pllbhlica
delle cattive condizioni ella finanza, eccitaI-ano discussioni sul
1'impiego fatto delle somme gia vel'sate alI' cl'al'io, su quanto
abbisogna\'a vel'amente, sugli interessi dei pJ'estiti, ecc. Una
successione di alienazioni di demanio concedeva di prol'vedere
a bisogni straordinari senza diI' nulla, senza dichiarar nulla,
senza chieder nulla, rimandando all' avvenire le angustie ed i
malcontenti. Il fatto aveva importanza solo per un cerio nu-
mero di persone ricche, per gli acquirenti interessati a secon-
dare quelle operazioni.
Sovratutto yalsel'o ad occultare le entrate pubbliche sfra-
Ol'dinarie le vendite occulte, mascherate di demanio. Il che si
ottenne colle pi[jnoT'azioni di questo; in furza delle quali il pl'in-
cipe cedera ai suoi sovventori, in correspettil'o a certe somme
di danal'o, pal'te dei beni pubblici con diritto di riscatto. Queste
cession i, con cal'attere lascia l'ano sussistere la spe
ranza che i beni pignorati sarebbero stati l'i::::cattati dal pl'incipe.
T.ale speranza, che si fondava sulla natura giuridica del contratto,
comunque spesso delusa ( 8), e i deboli vincoli, coi quali la
propl'iet demaniale era legata agli affetti del popolo, rendevano
poco avvertibili quelle alienazioni e poco penose.
Adunque, dal plInto di vista degli interessi ristretti del go
vernan:e, la vendita palese ed occulta dei demani costitu lo
spediente principe, il pi economico, quello che meglio d'ogni
altro procurava cel'te somme col minimo ed allarme dei
42
contribuenti. vero che con ci si rinunziava a valersi in fu-
turo dei redditi demaniali, corrispondenti al capitale venduto.
che pure costituiscono un eccellente mezzo d'illusione: ma il
presente pel' l'uomo politico vale assai pi del futlll'o ( 8).
Ai nostri giorni l' Inghiltcl'l'a, la Francia e l'Italia son r'i-
. masle quasi sprovvistc di demani agricoli e per si sono spo-
gliate di un mezzo d'illu,:,ione linanziaria, tli cui invece dispon-
gono ancora largamente i paesi tede",cl1i e la Russia. Ma un
. demanio di un immenso \"alore, un demanio industt'iale, sorge
e si allarga anche l, dove si allnulla il demanio agl'icolo. I
contribuenti italiani, pel' esempio, "ono proj1l'ietar'i di lIna buolla
parte delle linee ferroviarie, i CIIi pl'o"enti servono a l'al' frollte
ai bisogni pubblici, L'alltico allestetico, di che i chirurgi tlella
finanza si valsero pel' attuti l'e il dok)\'e dei pazienti, POtl'il. ren-
der'e ancora utili servigi,
Occultamento di ricchezza requisita ileI pl'ezzo dci prodotti.
Un occultamento di ricchezza l'equisita ottenuto anche
allorch certe parti del reddito o del patrimonio e.Ui,ttioamente
assorbite dalle contribuzioni assumono la falsa apparen.:a d'im-
pieghi per la soddisfazione dei biso[jlli privati. Qui non gi un
occultamento dipendente da un perdel'e quasi la conoscenza delle
proprie ricchezze; ma un occultamento dipendente da un' el'l'ouea
eonoscellza del modo d'impiego delle medesime. Ii contribuente
conosce benissimo le diminuzioni, che subisce il suo reddilo o
il suo patrimonio, ma egli le stacc? erroneamente dalla massa
delle contribuzioni del paese e le r;attacca invece al costo delle
sue soddisfazioni private. Il fenomeno avviene tutte le volte che
il cittadino paga a sua insaputa nel pre::.:o dei prodotti acqui-
stati cer.te contribuzioni.
L'occultamento della massa di l'icchezza requisita da una
imposta pu esse l'e totale o pm'.:iale.
L'occultamento totale si a\'vera allol'ch il compratore (con-
43
surnatore o pl'Oduttore) ilei pl'ezzo di acquisto di certi belli paga
imposte incluse in esso e delle quali ignora del tutto l'esistenza.
L'occultamento parziale si av\'el'a quando il compratore
acquista certi articoli, sapendo bells che il pl'ezzo loro stato
aumentato dall'imposta, m<1 e:"sendo persuaso clte l'ammontare
di questa "ia int't'I'iol'e al rel'O,
II pl'ezza del belle ecollomico pUlI cs"cre poi elevato dil'et-
talltl!lIte dallo Stuto pC l' l'ispetto a prodotti, sui quali estcnda il
suo IIlOn[)\,olio e pu cS":eI'e ele\-ato da [Jl'iCali, che rie-
s-::ono ad illcludere nel ntlol'c delle merci dazi doganali, dazi,
int 0l'lli, i,npostl' di pl'()(llizi one, I) illlp(l ;<te altlri, o imposte
dil'ette. Qui i pI'i\-ati agisconr) solto la o;;pillta di impubi egoi-
stici, i quali tutta ria tl'O\"lIllO la 101'0 condizione di esplicazione
e sriluppc) in UII sistema tributario, cliC si appoggia a certi tri-
buti e si fl'aziona in guisa da cOllsclltire le ripereussiolli. Ili
sostanza, la condizione prima di questa specie d' data
dai sistemi tl'ibutal'i a base d'imposte multiple, sia che si tl'atti
di articoli di produzione governati m Illonopolizzata, sia di ar-
ticoli di Iwoduzione libera.
:\Ia )' occultamento dell' ililposta sul pl'ezzo dei procLtti ot-
tiene il suo pieno elldto pel concorso di altre ci l'costa nze, le
quali hanno pel' ri"'Ldtato di a lIontanare l'insieme dei mezzi,
che rendono visibile l'imposta dal momento in cui essa de-
finiti\'amcnte pagata dal contribuente. Cos an'iene che, mentre
da UII Ialo e di lontano fUllzionano colla nlaggiOl'c e\-idcllZa i
congegni tnanzial'i, di cui i l'l'moli risultati sal'anrlO le elcva-
zioni dei prezzi nei prodotti, d'altl'o Ialo, nel momento in cui il
contribueute definitivo sbOl'sa il tributo, niente lo avverte del suo
sacrifzio, Questo non gli preannullziato da visite di agenti, da
periti; non gli designato da aleoolometl'i, da saccarometri, da
pesatori, da contatori, ecc.; n da schede individuali o da pub-
bliche tabelle. AI momento, in cui il contribuente paga [' impo-
sta, niuno gliela chiede, n gliela preeisa. Chi sopporta vera-
mente l'imposta non conosciuto dal fisco; nil tisco conosce
lui. L'imposta pel'cetta da lontano, in modo invisibile per ri-
spetto a colui, che la sopporta. Insomma si ha tuttoci, che pu
44
servire ad imprimere nello spirito una intima colleganza fra
1'imposta ed i produttori ed a lasciare persuasi che questi sog-
giacciano a quella; e vi tutto ci che pu riuscire ad impri-
mere la convinzione nel consumatore di essere lontano da qual-
siasi assalto del fi"co.
L'illusione si fa ma:;giol'c, piil completa, quanto piil chi
anticipa per' la lll'ima mila l'imposta estraneo Ilei suoi rap-
porti e lontano nello spazio a ehi la sopP0l'lel' definitivamente;
quanto piil si intel'pongono tempo, evenli e persone fra il con-
tl'ibuente di dil'itlo c il eontribuentc di fatt o. Il consurnatol' e,
che acquista un oggetto da chi ne paga direttamente il dazio
di introduziollc, versa in tali circostanze da dovcr avvertit'C
assai probabilmentc l'elevazione elel prezzo pl'Odotta dall' impo-
sta, Uno degli argomenti, su cui Iwobabilmellte insister il ven-
ditOl'e per ottenere il prezzo desiderato, sar quello delle imposte
da lui anticipate e delle molestie pet' ci subite. Allorch la
merce passa per molti ri\-enditori, riesce assai piit malagevole
all'utimo acquirente l'endersi chiaro conto dell' imposta, che
ha gi in tante transazioni aderito al ~ r e z z o del prodotto: la
stratificazione tributaria si solidifica, diventa un tutto compatto
col valor venale dell' articolo. Di guisa che l dove l'imposta,
per i successivi at'rotondamenti subti e per gli interessi delle
sue anticipazioni, diventa proporzionalmente pi gl'ayosa, l
appunto essa meglio si dissimula.
Ci spiega, pel' esempio, come abbia potuto tornare utile
in certi momenti l'abolire l'imposta sul macinato, elevando in
pari tempo il dazio di confine all' introduzione dei cereali L'im-
posta potl' ben divenire pi spogliatl'ice: ma probabile che
la massa dei contribuenti, non turbata da ci, che lontano e
non si vede, plauda per ci, che vicino e si vede. Le cose
qui dette bastano a chiarire come l'illusione per occultamento
nel prezzo debba acquistare tanta maggiore importanza quanto
pi le operazioni tecniche dei singoli prodotti aumenti 110, il pe-
riodo produttivo si prolunghi e si estenda il mercato e divarchi
il confine nazionale.
Ben s'intende che gli spedienti fiscali, coi quali si allon-
45
tana ed occulta l'imposta, non furono immaginati ed attuati
proprio e soltanto per conseguire quei l'isultati ingannatori.
certo, per esempio, che le imposte di fabbricazione e sulla cir-
colazione in buona parte furono determinate dall' impossibilit
o dalle difficolt di alferrare coll' imposta i prodotti ali' atto del
consumo ('). Nondimeno questi fatti, qual ne fosse il pensiero
e la forza pratica Iwedetenninante, agirono come circostanze
le piil favorevoli all' occultamentu del\' imposta nel prezzo.
Fra le circostanzc, che COllCOITono a questo risultato, ya
posta anche quella, per cui la compenetrazione dell' imposta
nel prezzo del/a mCI'cc 110ft !;i accompaUna sempre e Ilecessaria-
mente ad una ('[eeazione di esso. Quella compenetrazionc pu
compie l'si anche quando il prezzo del l)I'odotto l'est i immutato
e allzi Ctf/{:!tc quCtndo diminuiscCt .. e ci nei casi, nei quali il
costo di produzione della ricchezza colpita dall' imposta si sia
attenuato tanto, quanto lo ha elevato j'imposta o piil di quanto
Ilon lo abbia elevato l'imposta. Tali attenuazIOni nel costo di
produzione so ilO dall' industria ottenute, o con perfezionamenti
tecnici, o con sostituzione di cel'te nlaterie ad altre, o con al-
terazione della qualit del plodotto. In un pel'iodo di progl'esso
industriale, quale si l'iscontl'a nel nostro secolo, i perfeziona-
menti tecnici e anche parzialmente le sostituzioni di certe ma-
terie ad altre, hanno potentemente senito sCllza alcun dubbio
ad occultare ai contr'ibuenti la mns;;a c la t'or'za aftiilti\"a di
un grande numero d'imposte.
4.
0
Occultamento di l'iccbezzll. requisita culle altl'l'll.ziolli della
moneta.
Come le yendite palesi ed occulte dei demani, anche le al-
{Il Noi ved"emo pCI pii' ,,,unti (capo VI , 4") come ollri mOli"i
abbiano ceI'lamcllte COlleOISO, oltre il 'I"esti, nllo s\iluppo delle imposte in
discolso.
4)
terazioni clella moneta servirono a procurare risorse stl'aDl'di-
narie all' erario. E anch' esse, le alterazioni della moneta, valsero
a dissimulare talvolta ai contI'ibuenti una parte delle entrate
pubbliche; il che accadde pl'Opriamente (!uando quelle operazioni
si compivano clandestinamente. Sotto questo aspetto le altera-
zioni della moneta offI'ono un argomento alla teoria
della illusione I1nanziaria.
L'illusione pI'odotta dalle altel'azioni clandestine della mo-
neta si aVI'icina assai a quella prodotta dall' inclusione del-
l'imposta uel p,'ezzo dei prodotti, di cui abbiamo ora discorso ( 3).
In ambo i casi infatti il cittadino paga a slla insaputa un' im-
posta; e in ambo i casi questa si nasconde nel p['ezzo. l"Ia tut-
tavia l'['a quelle due specie d'illusioni intercedono differenze
notel'oli; perch nelle occultazioni d'imposta nel prezzo dei pro-
dotti comperati fra pl'ivati, la quota che i cittadini inconscia-
mente cedono come imposta creduta da essi ili tutto o in
parte destinata a soddisfazione di bisogni privati; l'illusione e
l'el'rore cadono non gi sull' esistenza o inesistenza di una parte
del loro avere, ma su una destinazione che esso riceve piutto-
stoch su un' altra; mentre invece l'illusione dipendente dall'al-
terazion clandestina delle monete si fonda sull' erronea persua-
sione di l'euire in possesso di una certa parte di metallo e di
yalore, di cui l'el'ameute non si l'iene in possesso; si fonda cio
su una questione di esistenza o di inesistellza di una pal'te del-
l'avere privato e non gi Sll lilla questione circa la destinazione
che questo riceva. Inoltre, mentJ'e l'illusione dipendente dall'oc-
cultamento dell' imposta nel prezzo, di cui gi si tenne parola
( 3), opera d'ordinario sui compratori; l'illusione dipendente
dalle alterazioni clandestine deila moneta d' ordinal'io operava
sui venditori, Erano infatti i ereditori pubblici, che riceve\'ano
gli intel'essi e l'ammortamento dei loro capitali; gli appaltatori
che ricevevano il prezzo delle loro fOl'lliture; i funzionari pub-
blici che ricevevano lo stipendio per le loro prestazioni d' opel'a;
e cio altrettanti venditori che colla alterazione clandestina
della moneta pagavano una imposta ileI prezzo rice-
vuto, E quando in seguito quelle persone, di venendo compra-
47
tori, cedevano in cambio delle cose acquistate la moneta alte-
rata, l'imposta era una volta anCOl'a trasferita su venditOl'i. In-
fine nella prima di queste due specie d'illusione si occulta una
imposta stabilita nelle forme legali, che genericamente cono-
sciuta o che almeno tutti hanno l'obbligo di conoscere; mentre
nella seconda la sottrazione d ~ l I ' avel'e privato mancava di un
titolo giuridico e non poteva pI'esumersi conosciuta.
Anche nelle occultazioni di ricchezza requisita, operate coi
redditi o colle alienazioni demaniali ( 2'), il contribuente d'ordi-
nario concone al pubblico fabbisogno con eel,ti suoi beni pre-
senti a sua insaputa come nel caso d' illusiolle provocata da al-
terazioni clandestine della moneta: tuttavia l perch l'inganno
si compia non condizione necessaria che il cittadino ignori
la esistenza ed il concorso di certi redditi o beni alle casse
dello Stato, ma solo che egli consideri tali redditi o beni come
non pl'opr; mentre qui perch l'inganno si compia condizione
essenziale che il contribuente ignOl'i l'esistenza di tali introiti
finanziari, sicch l'ignol'anza pill piena e, direi, di doppio
grado, cOllsistendo essa non solo nella supposizione di non pa-
gare del proprio certe prestazioni, ma anche nella supposizione
che queste non siallo chieste e non formino un cespite di en-
trate pubbliche. Inoltre l l'illusione si risolve in Ull credere di
non avere alcuna compartecipazione in certi beni requisiti e
cio in un credere di avere meno di ci, che si ha o-di non avere
cose, che si avevano; qui in un credere di ria\'ere o di avere
pi di quanto etl'ettivamente si ricevesse; nel credere di avere
cose che non si avevano.
La efficacia occultatrice delle alterazioni clande!:tine della
moneta ha dei limiti, che di \'entano grado grado pi resistenti.
Il deterioramento occulto delle specie metalliche viene ben
presto a notizia del pubblico e da quel momento si inizia
un' elevazione del prezzo di tutte le cose e quindi anche del
metallo pI'ezioso, di cui dovranno pro\'\'edersi le zecche, le quali
vedono perci rislt'etti i loro lucri successi\i. l"la ci eccita
nuove alterazioni delle monete, le quali nella 101'0 successione
attestano lo sforzo dello Stato a mantenere una fonte cl' en-
48
trata, che tende ad esaul'irsi e ad essere eliminata dalle eleva-
zioni del prezzo del metallo in correlazione al deprezzamelJto
della moneta. Nondimeno, malgrado l'appal'enza del continuo
aumento, che presentano i benefizi dello Stato, questi vengono
ad un CCl'tO punlo a re:::tringel'si progl'essi\'amente; il che at-
tenua la ragione prima cii quelle malsane 0peI'aziolli (I). D'altra
parte i successi\'i delle monete eccitano Iliali econo-
mici, che si acutiuano l'apidamente e determinano rnalurnori e
tumulti. A un eerto pUlIlO quelle pratiche lillanziarie dil'engollo
cos poco l'imunel'atrici e talmente pericolose che sal'ebbe as-
surdo persistel'l'i (').
D'altl'onde gl'ado gl'ado col consolidarsi del potere del pl'in-
cipc, collo estendel'si della PI'opl'iet individuale e coll' accl'e-
sccl'si della sicurezza pubblica, diventa pill facile il ricorso alle
alienazioni demaniali e si costituiscono condizioni pi adatte
all' uso e all' abuso del nedito pubblico (3). Questi due mezzi,
di una grande efficacia, anche perch riescono ad occultare
una parte cospicua della ricchezza requisita, tendono a limitare
cl' assai, se non a proscrivel'e, la pratica delle alterazioni della
moneta.
(I) I g'lwdug-ni l'''o\'enicnti dalle mulazioni delle monele co;lillliscono,
scri\'C\,il gi " la et t"ullc cUllse pOllr IU'IlIclle le prince
veul In pui:;sallce dc ml1Ct' In monnoic n (ORESME, TI'{(it des mon-
naie$; mI. eh.
(' ) OnESME lcrminavu il ;'10 ccleLJrc ll"llalo con 'I"p' i; la osscl'\'azione:
" Qui eollqlles \"oudraient, pal' Hll f! IIIIC manier'(', nltt'uirc ct illdllil'c 10s sci
gllcur':; l'oi:;) dc Fnlllce ;', cc tY"i.l1l1lill"e, cer'les iI:s ex posero-
ienl Ic l'oyul1me en grand decriemenl el 11011 le el prepal'eroiclIl li sa fi" . ...
el 1'0"1' cc si lo l'oyalle se'l',elle de FI'"nce dlillil"C de su pl'emio'c verlll,
suns nlllle dOlllle elle perdi'" son o'oyullme cl seo'" lransl"l,: e ('li nutre
rouil) J) (clt. 2G). ORE5;\JI:' COJ)(t:;ceva ocue le sedizioni IH'orO('uln nidle u1-
leo'uzioni dcII" mOllet" Filippo il Bcllo c ,ollo il Delfino .wl 1357.
(') Limiti, elle in l" olll."J\' a l' OIi' O dci prcstlli p"LJiJlici '11H.lIdo in Francia
si riCOI'Sc ulle pi grtl\-j allcl'ilZiol1i della monela, vedi in \YUJTUY, Etudci>
SW' le l'!Jimejinancicl' tle la FN,nce, I, 180 ; Il, :211.
49
5.
Occultamento di l)el'dite di }lRtl'imonio in dil)endellza dalle
imposte e dai llrl'stiti.
C n'altra t'Ol'ma di illusione, che deve essere esaminata in
questo capitolo, queila, calia quale si nascondono a cel'le masse
di contribuellti ,'eljuisi."iolli di IL/W certa pal'te del 101'0 patl'i
I/wllio mediante imposte afipal'cntcmwtc illfieicllti soltanto ill'ed-
dIto e aventi (li/(( d1ll'ata Itlll!JCt o
l:: noto come lilla imposta sul t'eddito, !issa, immutabile,
tenda a risoh-er'si in ulla del yaiore della fOllte
colpita iII misura eguale alla dell' imposta_ II prin-
cipio vale tanll) se l'imposta cada su belli immobili, come su
mobili, In sostanza un contribuente, condanllato a pagare ogni
anno immutabilmente rnille lit'e d'imposta, pu considerarsi
come spogliato di Ulla parte di patrimonio pari a lire ventimila,
posto che il saggio ddl' interesse sia del cinque pet' cento.
I! contribuente (Jotrebbe liberat'si dal suo onere tributario COIl
un contl'att:"J di cessione di una somma capitale cOITispondente.
Tale l' opemzione, l:he PITT propose ai contl'iuuenti della laml
ta,x. la proprietil di quelle \'entimila lit'e il contri-
buente, insieme a qualche vantaggio, ha l'obbligo di dover am-
ministrat'e a beneficio delio Stato: e questo da parte sua yiene
ad aumental'e il suo patt'irnonio di quel yalore, clelia cui am-
ministrazioue lascia le molestie al mntribuente,
l:: bens "et'O clte non poche circostanze concort'ono a di-
minuire d'assai la perdita di valot' capitale, clte ciascun contri-
buente dovrebbe_ sopportare quando egli la calcolasse capitaliz-
zando al saggio eoncnte la somma d'imposta, che egli paga
ordinariamente.
Gi una parte di questo valor capitale sottt'alto dalle im-
poste and a carico dei precedenti propt'ietari di quelle fonti di
reddito, che possiede \' attuale contt'ibuente, in quanto i compra-
tori riuscissel'O ad acquistarle sulla base di un prodotto defal-
cato di tutte o di parte delle imposte esistenti allora,
50
Un' altt'a parte di quel valol'e capitale, che dovrebbe essere
strappata all' attuale contl'ibuente dalla somma d'imposta ch'egli
paga, potr invece essere da lui conservata col favore di molti
eventi, alcuni dei quali presclItemnno un alto grado di pro-
babilit,
Egli potr combattel'e la disccsa del valor capitale di quei
beni con rnigliol'amenti tecnici, colla sua abilit; e po-
tl' esscre aiutato dalla congiuntura, da prosciugamenti, da ca-
nali o da stradc llLlOYC, da aurncllti della popolazione; e ancora
da sgl'ayi di imposta, da occultazioni di una pal'te dei suoi red-
diti futuri, ecc,; alcuna di questc circostanze, se anco non agisca
SlI di lui, potr influire sull' animo del compratore dcllc sue fonti
di reddito,
Ma ei appunto induce a cOllcludel'e che nelle circostanze
ordinarie, entro limiti vari, i successivi Pl'opl'ietal'i delle varie
fonti pl'Oduttive soggiacciono a decUl'tazioni di patrimonio tutti
quanti; e ancora a chiarire come una parte di tali svalutazioni
dei patrimoni pI'ivati per effetto dell' imposta si occulti per pe-
riodi di tempo piLI o meno lunghi ai contribuenti, i quali spe-
rano spesso vanamente di avere il favore delle cil'costanze, che
contrastano il deprezzamento delle loro fOl'tune,
Finch resta la speranza di poter asta l'e all' invilimento dei
beni minacciati dali' imposta, questo non calcolato come de-
finitivo. Il l'ecente aumento d'imposta, a cui il contribuente
stato assoggettato, si risolve in sulle prime pel' lui in un fatto
nuovo, a cui lIon ancora abituato; e che pu essere compu-
tato pel' un certo tempo insieme a quelle minute eventualit,
che danno un certo grado di oscillazione ad ogni l'eddito e
dalle quali prescinde il calcolo del valor capitale, che si asside
su di un prodotto netto medio, ben vero che l'imposta l'e-
. cente costituisce un elemento fisso, certo, durevole e che, co-
me tale tende ad assumel'e una importanza propria nel cal-
colo del valor capitale. Ma di ci il contribuente acquister
coscienza solo pi tardi quando l'imposta mostrel' il suo ca-
rattere permanente, quando le aspettative del contribuente per
un qualsiasi guadagno di congiuntura o sulla sua stessa ope-
51
rosit saranno sl'anite. Prima che il contribuente giunga a
que:;;t'ultima conclusione d'ordinario corre un cel'to periodo
di tempo, ed intanto egli continua ad amministrare i suoi
fondi, ad esserne il proprietal'io riconosciuto. Nessun cambia-
mento avviene nella consistenza fisica delle sue fonti d'entl'ata,
nesslIna diminuzione della loro potenza produttiva. bens
ver'o che un nllo\"o j1l"oprictal'io gli si posto d'accanto; ma
questi non lilla persona Ibicn, non varca i contini delle sue
prnpl'iet, non le amministl'a, nOli d ordini e non si vede. ~ e s s u n
{)ambiamento t!'anne una piccola diminuzione di reddito. E questa
si s\'eler sotto le forme di una forte somma di capitale per-
duto solo piil tareli, dopo un pCl'iodo d'illusioni pi o meno
lungo, c che su certe masse di contl'ibuenti non dileguano mai.
Questo stesso fenomeno si vCl'inca con proporzioni piil
vaste in occasione della stipulazione di un prestito pubblico_
L'interesse, che quinci innanzi i contribuenti dovranno pagare,
si risolve in una diminuzione del valore capitale delle loro
fonti produttive, Da questo punto di vista pienamente esatta
la teoria, la quale dichiara che i debiti contratti da uno Stato
si pagano colle ricchezze presenti, non colle future; e che
indiffer'ente pel contribuente, tanto il fargli pagare una imposta
di cento lire in lIna sola volta, quanto il fargli pagare cinque
lire ogni anno.
Ma questa teoria giusta soltanto in una ipotesi generica,
e dal punto di vista dell' economia nazionale.
Ma per la maggior parte dei contl'ibucnti non indiffe-
rente il pagare la somma necessal'ia a certi bisogni straordi-
nari dello Stato ill una sola volta o il pagarne semplicemente
gli interessi.
Perch cos fosse bisognerebbe supporre che si avesse
perfetta identit fl'a due ,.:acrifizi pecuniari, che si risolvono
nominalmente nella stessa somma, ma dei quali l'uno pre-
sente e sicuro, l'altro, in certa parte almeno, remoto ed incerto.
Il pagare cento lire una volta tanto, costituisce un fatto defini-
tivo, certo, immediato, irrevocabile, di cui le conseguenze pese-
ranno per sempre sulla economia del contribuente. Il corr-ispon
52
dere invece soltanto cinque lire d'intel'esse all' anno pu in
certe e\'enienze risolversi realmente pel contribuente in un
minol' sacrificio; cos, per esempio, nella eventualit, che pure
in cel'ti momenti ha potuto esscre appl'ezzata, di un fallimento
dello Stato, o in quella in cui il contribuente emigr'i poco dopo
che fu contratto il prcstito. I)' altl'o canto, il pagamento del-
l'intera somma in una sola volta, per chi non abLJia disponi-
bile il capitale ed costretto a contrarre un prestito, talora
assai pi onet'OSo che il pagare cinque lil'c l'anno. Mentre a
questo il contr'ibuente pu provvedere con qualche sacI'ifizio,
che l'imal'r' ignorato; pel' IlI'ocul'arsi col pI'cstito la
somma necessar'ia dovr esp0l'\'e la sua situazione economica,
confessal'e le sue stl'dtezze, pel'del'e la ::;ua piena indipendenza,
il che non solo pu essere altamente penoso a una pel'sona
delicata od org0gliosa, ma pu essel'e addil'ittma rovinoso
per chi gi si tro\'i in ulla posizione dissestata. A costui sal'
sommamente utile di dispol're del suo patrimonio,
Inoltre per un cel'lo numero di persone di et gi matura
o scnile e che non abbiano el'edi a cui pellsal'e potl'ebbe COIl-
venire assai pi di pagare cillflue lirc allo Stato ogni anno che
non cento lire in una snla volta, pe('()cch esse trorerebbero
probabimcnte un miglior impiego di quclle cento lil'e pre-
standole a capitale perduto pel' un' illillualit. da corrispondere
ad essi lino ilila ]01'0 morte, maggiore di cinque lil'e annue, E
per VCI'O se :-ii trova chi si obbligherebbe di darc a 101'0 cd ai
loro cl'cdi a pCl'petuit lil'e cillque in cambio del capitale di
lire cento che essi cedono, ci significa che limitando]' obbligo
del cessionario a UII piccolo numero di anni, quale cOiTisponde
alla vita ]:)l'obabile di quei cOlltribuenti, potl'ebbcl'o ottenere
un' annualit forse del sei, del !"ctte per cento.
Ancora \'a soggiunto che buon numero di crllltl'ibuenti,
quelli sovratutto in cattive condizioni economiche, tl'overebbe la
somma da pagarsi allo Stato in ulla \'olta sola a condizioni pi
onel'ose che non sia le condizioni del pl'cstito cOlltl'atto dallo
Stato stesso.
1\la a prescindcr'e da tuttc qucste considel'azioni, le quali
53
mostrano come dal punto di vista dei contribuenti debitol'i il
prestito sia L'cramelite preferibile all' imposta, si deve tener conto
anche di un' altra considerazione, la quale concorre allo stesso
risultato, pure avendo un valore del tutto illusorio. Dato il grado
di coltul'a e di avvedutezza ordinaria dei contrihuenti, la mag-
gior parte di essi non vede la intima colleganza fra il paga
mento fatto ogni anno de;:li interessi di quella somma e la
cOI'l'ispondentc diminuzione di valor capitale dei loro patl'imoni.
La maggiol' pal' te pers uasa che il carico del nuovo prestito
andr addosso ai futuri e che questo sia uno spediente meno
gl'a\'oso della imposta pagata una volta sola. Perch la massa
si accorgesse della svalutazione del patrimonio presente occor-
rerebbero anche qui la evidenza della persona fisica,l.'ll nuovo
proprietario, l'i IItl'omissione di ter'l.i nell' amministt'azione dei
beni svalutati, eCl:. Questa mancanza di evidenza fisica del danno
deri\'allte dal p r e ~ t i t o deve essere tenuta in conto nei giudizi
compul'ativi fra il prestito e l'imposta straordinaria. Pi an-
cora che su. quei giusti calcoli, su cui fanllo assegnamento
certi gruppi di contribuenti, sui calcoli erronei, sulla illusione
delle masse, che si trova la ragione determinante l'uomo po-
litico a preferire il prestito all' imposta straordinaria.
Questa preferenza diventa decisiva quando si osservi che
i prestiti pubblici offrono il modo di nascondere, non solo la
svalutazione delle fortune private derivante dalla durata indefi-
nita degli interessi da pagarsi, ma di nascondere inoltre la
massa complessiva di capitale da essi assorbita e in pari tempo
il vero saggio dei loro interessi. Di che appunto ragiona il
seguente paragrafo.
Occultamento dell' ammontare dei l)restiti pubblici e dei loro
intel'essi.
Un altro spediente, anch' esso determinante un occultamento
di una parta della ricchezza requisibile al contribuente, consiste,
54
nel dichiarare gli interessi dei debiti pubblici al vero"
Ognuno sa che il sistema usato generalmente in passato, di
indicare J' interesse in corrispondenza al capitale vel'amente
ricevuto dagli Stati (prestiti cos detti ad alto interesse), caduto
quasi in disuso pratica, specialmente dopo la guen'a
d'America e le operazioni di cl'edito di \\"illiam Pitt. Il sistema,
che ha acquistato sempre maggior fa,-ol'c, stato quello, che
indica l'intercssc in COl'l'isponclclIza ad un capitale llominale
maggiore di quello realmente ricevuto dallo Stato (prestiti cos
detti a basso interesse). La pratica primitiva, incomparabilmente
pi in al'monia coll' illteressc generale, pCl'ch non indel,ila lo
Stato di sommcmaggiol'i dclle l'icevute e pel'ch non ostacola
la conversione e la estinzine del debito, ha dovuto pcnlere i l
campo di fronte al sistema pill l'eccnte. Il prestito ad alto in-
teresse, oltrecch osteggiato dai banchieri, alle cui combinazioni
senza qubbio molto piil vantaggioso il sistema pi recente,
doveva apparire come un cattivo espediente dal punto di vista,
non dir politico, ma della scaltl'ezza politica, per quel suo im-
prudente svelare il vero alto interesse, cui lo Stato pl'endeva
a pl'estito; un intel'esse non di rado condannato dalla legge
stessa_ E bens vero che il prestito a basso interesse piil pre-
giudizieyole allo Stato e quindi anche al suo cl'edito; e che, se
da un lato eccita una illusione ottimistica occultando una parte
dell' interesse, dall'altl'O lato de'-e proune invece una impres-
sione molto penosa coll' aumentare la somma del capitale, per
la quale lo Stato si oLbliga_ ?Ila qui \'a tosto soggiunto che
1'arte finanziaria ha tl'm-ato numel'osi artifici, coi quali si na-
sconde non pure alle moltitudini dell' infima popolazione, sib-
bene alle persone pi colte, la somma complessiva del debito
pubblico; il che si ottiene in ispecie col l'l'azionarlo e molti pli-
carlo in tanti debiti speciali, col differenziarli nei 101'0 nomi,
nelle loro forme, nelle condizioni ed epoche di estinzione, nel
saggio degli interessi, col creame di nuovi ed estinguerne di
vecchi, col presentarne taluni come alimentati ed ammortizza-
bili me('c dei redditi derivanti dalle opel'e, per cui furono con-
tratti, mentre la differenza passi,-a fornita dalle imposte, collo
55
annidarli nelle pi disparate parti del bilancio e via dicendo
(cap. IV, 5) ('). Per tali modi si ottiene questo stupefacente
effetto di nascondere J'alto saggio degli interessi, indicandolo
in corrispondenza ad un capitale nominale maggiore del rice-
vuto; e in pari tempo di fal'e f:'comparire cospicue masse di
quest'ultimo dall'OI' izzolltc finanziario.
L'amrnontal'e el cldJito perde importanza nella coscienza
popolare anche in fOl 'za della elTonea opiniolle, ma as,,:ai dif-
fusa, pel' la quale si giuica che solo l'interesse del debito l'i
cada sulle generazioni presenti. 'Infine quanto minore apparir
l'alll1110lltal'e dell' illteresse, tanto piil lo Stato ;;al"il. considerato
un abile amministl'atol'e ei danaro pubblico e forte contro il
parassitismo bancario!
E dopo ci chi non vee come il prestito pubblico infligga
generalmente una pena molto minore dell' imposta straordina-
ria; e perch la politica linanziar'ia abbia preferito il primo
alla seconda? Lo studio dell' illusione finanziaria contt'ibuisce
a dare la spiegazione causale di un tale fatto,
7.
Occultamento di J'icchezza requisita mediante la vendita di
offici [IuLlIlici.
Per connessione di materia deve e,,::5ere qui ricordata la
vecchia pratica del trojJico clelle cariche Jiubbliche, cui si l'icone
('l u Il nost,o debito va ingolfandosi in una confusione sempre pi
inestricabile. PlIr troppo, speciulmente nell'ultimo decennio, 0110 scopo di
nascondere i debiti, ne nbbiumo tulmente moltiplicate le fo,'me ed i titoli,
clie oramui non vi l'i" mente umana che vi si po, sa raccapezwre .
MAGGIORINO FERRAR'S, Finan:(t cd Economia ra_oioltalc, pag. 306, nella
Nrtooa Alltologia, 16 gennaio 1802. L'alltore propugna la concentrazione
delle emissioni in Iln solo ed unico titolo. Ci sarebbe un ,'ero P"o-
gresso "erso lu chiarezza e In semplicit. del Liluncio . Resta per a
5G
in certi momenti storicI 10 modo larghissimo ('). Con quella
pratica si conseguivano le forme d'illusione segnalate nei due
paragrafi precedenti,
Infatti la creazione e vendita di cariche pubbliche fu spesso
una forma speciale di p,'estito, Lo Stato si [J,'ocacciava entrate
straordinarie cedendo offic:i pl'odutt.ivi, nei quali i pl'estatori
trova "ano l' intercsse e l'ammOl'tarnento dei 10m capitali. In
pal'le l'interes;,;e e l'ammortamento dei capitali era ottenuto an-
che colla esenzione dalle imposll>, Infatti anche questa conces-
sione f'quivalc\"a al ricupero di una parte del capitale
;,;ato (' ). Quali!./) allo S!alo, esso 1I0n pel'dcya ll'OI'dillal'io lc con-
;l1Ir.O';I se tole progl'cs,o costituisca un" necessa,.ia e prossima
esigenza delli! politica c delle profonde forze ecouomiche, che la deter-
minano. Su lluesto punto si veggo il cupo seguente, che trullo dell' il-
lusione nel bilancio e il capo relativo 01 processo atlivo dell' illusione.
(') L' ESTOILE ci hn conservato lu listo degli oOici \'enali nell' anno
1;)86; 'Iuesto contiene ccntoventinove cotegol'ie .. . Gli uffici venali
uvc"uno invaso non solo la mogi:sl.rutu,"u, l'mmillisl"U7.jC'IH! e la polizia
mn ;lnCOI'" il commel'cio e l' i"dllst,'iu . CLAM'GER.\:,<, Histoi,'e de l'imp6t
,!/, 'F"ancc, Il, png. :H:J, Nel '1614 l'illoiieme delle co,'iclle dcllil rnugi-
stroluru e della finuliZil. secondo FORBO""AIS, era stimulo 200 milioni.
(') LIl el'cuzione e vendi lo delle Citriche l'uublicllC occllsiona,'u onclle
lu convinzione che lo Stulo rendesse cedi sel'vigi, che primu 11011 avevll
rcsi o li pel'fezionasse, In 'llIilnto ci fosse in pOl'te illusorio, lo creuzioro,:,
e vendita di cariche pubbliche divelltuva un ml'ZZO d'illusione di ulilit\
pubbliche,
Sempre diii punto di visto dei c,'editori puLblici si consegui\'o an-
COro un'ult"u specie d'illusione, che consiste,' o in '1uel pi elevuto , 'olore
subbiettivo, che ovevono i vantuggi procurati dalla compl'o delle cariclle
pubbliche Ilei primi momenti del loro nC'luislo. Tali vuntllggi erano in
parle di curoLLere speculativo (impiego proficuo di capitule), in parte an-
cora di carattere estro-economico (dignit, onori derivanli dull'officio pub-
blico). Su ci si vedu il mio articolo: Oascrca.;ioni sulla spinta contri-
butioa delle 5. (Giornale dC,fJ1i Economisti, ogoslO 1897). Lo vero
forza d'illllsione della vendita degli oftici pubblici appare nella suu pie-
ueZZi! solo quando si guurdi dol doppio l'unto di vistu dei debitori e dei
aeditor'i pubblici, Allora si comprende uncoro tulla la verit della osser-
"i!zione del CLAMAGERAN, che offermo la "enditu degli offiei pubblici es-
sere stuta la forma pi allroente di prestiti pubblici,
57
tribuzioni, che avrebbe dovuto pagare il nuovo titolare: queste
infatti non davano luogo ad uno sgravio del contingente d'im-
posta delle comunit, ma venivano ripartite nella distribuzione
del contingente fra i restanti l:olltl'ibuenti (I), Lo Stato quindi
incassava anche qui' una entrata stl'aordinaria, gli illteressi
della quale l'icadevano sui contribuenti sotto forma di un au-
mento d'imposta,
In ogni caso adunque il tl'afTko delle cariche puublichc si
J'isoh'e\'a in una serie di prestiti pubblici, i quali determina-
vano uno svalutamento pi o meno cospicuo dei patrimoni
privati (8 5"),
Solo che questa forma di prestito a veya Ull aspetto assai
meno allarmante, Lo Stato per trovar danaro qui nOli avcl'a
bisogno di dichiararc al pubblieo chp. aveva esaUl'ite tutte le
sue risorse, che si tl'Ovava di fronte al disavanzo, che gli ab-
bisognava una gl'ossa somma, Anche il saggia dell' interesse,
che avrebbe dovuto pagare, non er'a strombazzato, discusso;
ma restava nel mistero, Solo piil tardi e poco alla volta e sem-
pre imperfettamente i cittadini vedevano gli effetti della vendita
delle cariche pubbliche; si rendevano conto clelle sV,a lutazioni,
che cadevano sui loro beni e degli alti interessi delle somme
pI'ese a prestito dallo Stato,
Queste forme larvate di prestiti eruno tutta\'ia di limitata
applicazione, Esse furollo usat.e, non gi in sostituzione clelle
fOl'me pi sincel'e di prestito, ma per ottenere quanto con rlue,
ste non fosse prudente chiedere, di era cOllcesso di
rappresentare il disavanzo COli dimensioni piel ristrette ed atte-
nuare parte delle somme, che si dovevano pl'elldere a prestito,
Il ricorso a queste for' me larvate di prestito fu cl' altl'Oncle
reclamato dalla scarsa efficacia occultatrice, che ebbel'O le forme
palesi di prestito che prevalsero Ilei secoli seol'si, Infatti, come
(I) La Carnel'u della Somrnuria (li :) no\'cmhre l:iQ9 disposc cile le co-
muni non dove"sero pilgill'e pei cillodini f"illicali da ll'iuuti : ma lole de-
cisione 1I0n ,'enne rnili <,scgllilil , BIA:<CHI:-II, Slol'ia delle Fil/ao.,c, Il, pu-
gine -i:37-38,
58
noto, queste ultime do\'ettero appoggiarsi su garanzie reali e
d'ordinario ad un periodo breve di ammol'tamento. Ci con-
dusse le pl'incipali fonti di entrata nelle mani dei creditori pub-
blici, i quali si lancial'Ono furiosamente sui contribuenti con
vessazioni tanto pi sfrellate, quanto pi brc\'c Cl'a il per'iodo
pel' l'ammortamento, pi ditlicile la condizione finanziaria dello
Stato, maggior'c la loro libert (l'azione e quanto piir il popolo
immiseriva. Ma COli ci appullto il pl'estito svelam il suo ca-
raltel'e sfl'Uttatol'e, la s ua illettitudine a nascondere i mali elle
l'cca\'a; onde il traffico delle cariclle pubbliclle colla sila cll-
cacia simulatl'ice divcntaya di pill in (liLI l'elemento integr'ator'e
delle opel'azioni di credito ed un congegno orgallico del sistema
tl'ibutario (I).
Senonch anche questo spediente, che per un cel'to tempo
prest mano alle simulazioni operate dai prestiti pubblici e le
perfezion, poco a poco doveva perdere ogni valore dal punto
di vista dell' illusione e divenire anzi la voce pii.! eloquente
contro i disordini della finanza e della politica. Quei funzionari
pubblici, senza preparazione, senza vocazione, senza capacit,
senza amore pei 101'0 offci; che corrompevano la giustizia,
l'amministrazione, l'esercito, deprimevano fino al rill basso
grado il valore della massa delle utilit pubbliche E: pCI' con-
verso rendevano e\' idente l'enormit del loro costo (').
(I) Co.,i sollo gli Angioini, come solto ClI' lo V c si
rieor5c olLt vClldita di olfi e i p"I,(,lki solo iII momenli diflkili , i;imi c qllando
il c,'cdito c,' 'I"asi C5'"l'lo. I3IA:-:CIlI:'/I, Sturia delle FimllI.,,', l, l'a;: ..
41:l; Il , \0\.-;). Lo titcsso in Fl'alll!in sollo CUl'lo I, Fl'i\lIcc.;cO I, El1l'ico
III, Ili cheliclI. CLHL\GElH:-I, Hist, dc l'illlf'M., Il, pilg. 127,1:28, 2\.3, .\.!J:2 ;
e GOMEL, Le, J1ilIi$t/'cs, ecc., pago 107, 108.
(') In NUI'0li sollo Lndislo lu delle eurii:lle p"LI,liche,. dcgli
onori c dci gilln:;c il pl'czzi \'ili che il l'C ne ,dp'\n.
(13IANCII!:'/I, Stari" dl' l/,) Fi",,,,:;e, I, pago 41 :1). In Sieilin i Pal'lmcnti fc-
cero osservure u Ca l'l (, V le elle di !Ioveil vendere 1.1 gillstizia
chi u\cnl comperalo il irillo eli mlllilli,ll'al'ln e che 011' ingol'digia del
guudagno dei giudici gl'UII COl'lc do\c\u alll'iLlIil'si eSticrc protclle
59
:\Ia viene il in cui il Governo democeatico, ac-
compagnato da una quasi inesauribile fiducia, inaugura i pre-
stiti senza gal'anzic reali e d'ordinario il'redimibili, Allora cos
la "cmlita degli otTki j>uublici, corne le alterazioni della moneta
cadono in disuso,
Occllltall\!'uto di l'iccht'zzc requisiI/iii con flllse pl'ontt'sse
(\1'11' antul'itll pnhblil'1!,
Cn altl,o ll1,!ZZO, t:ol '1uale "i riesce ad occultare dil'ettamente
una par'le della ricchezza l'equi,;ibile, eOllsisle in quelle false
promesse dell' autorit jJublAiw, clIC hanllo appunto per effetto
di far suppol'l'e al conll'ibuellte che entro un prossimo avvenire
11011 dovr pitl sottostare a certe gravezze ('),
A tutte, le storie linanzial'ie si accompagna, si inlr'eccia ulla
le cullln"ie dei litigilTlti, Il' Cilll'iC f.dte immol,tuli ed indefinite, donde l'i-
511It,,\'uno odii cd inimicizie, discol'dic, delitti e ste,'minio di fumiglie n,
(HI ,\:>iCIH:>iI, Sio/'i" (,cu/lolilicII-ci,;ile di Sici/ia, l, 17tl), :\el '1il\)G il Par-
lamenlo supl'li('<lYil il l'C clic a\m('no Il non si ollici, Ilei <t l1iJ li
i salill ,j non sOIJl .. i ll'elltl =-,, : udi "uono lo, Lu supplicil cominci<.l\"H
COll quesle parole: 1t gli uflizi l,le dignil sono i pl'emi
d'onore, di \'i l'll , di dottl'illll, di l'iet,; e di cerla cosa l: cile la
vendita di essi fa st"ildil a Inrll'olleeci, "II'ilvnriziil, nll' imposta, e breve-
menle a tulle le scelle"lItezze . , (1lIA:>iCIlI:>iI, Sio/'i" economico-ciei{c, l,
pag, 214), Durallte il tllmulto cile scoppi" li Pa/'igi nel giugno 1;18G, si
griduvu: " Perel,,:' tunti ofTici? Non occol','e che 'I",'sli olliciali clic t1C-
<luislerauno all' ingro55o l'iveorhulo ili minulo lil giu::;lizin ? si :::; che
In \'endita di offici la pOl'la t1pel'ta agli ignorllllti c ai cnltiYi? CIIi dll-
bila cile la moltitudine degli omei"li non conslllTli Ili finilnza del l'C c
mangi il popolo? , , , n, Il, l'''g. :2ia).
<I} Le fnlse p,'omesse di sc,'\'igi puut.lici, come 'l'Ielle che illimentano
dil'etlumente In massa delle IItilil>, in U,,,'C lilla '(uille si determinll il con-
tl"illllcnle, c non si dil'cllamenlc ili c06lo di quc5ln J clJI.lono
esse"c studiute dulia teorill dcll'illusione nelle spese puublicllc,
60
rete di menzogne, di cui il frequente ripetersi non basta a to-
gliel'e 101'0 la fiducia delle moltitudini.
Noi non intendiamo di enumeral'e qui tutte le specie di
false promesse, che hanno avuto per cf Tetto di occultare una
parte della l'icchczza requisibile; ma solo di accennal'lIe alcune,
in via d'esempio.
Tali le solenni promessc, cos spesso \"iolate, elle gli antichi
l)l'incipi facevano di 11011 donali\' i, 11011 cOIJsentiti dalle
alltiche consuctudini o leggi fondamr.ntali; tali ancol'a le solenni
pl'omesse che quei principi facevano di non chiedere pi in av-
venire cel'ti donati l'i, contr'lI'i leggi o alle consuetudini, elie
al presente erano domandati solo in vista di circostanze stl'a-
ordinarie e lIon rinnovabili. Tali le pl'oclamazioni dei nuovi
regnanti che avrebbpl'o risparmiati i loro popoli da eccessive
gra vezze, che sarebbero ritol'llati alle con;;uetuini seguite ai
Sovrani cari alle moltitudini, ecc. Tali gli impegni di far servire
certe imposte presenti al riacquisto di demani pignorati od alie-
nati, o all' ammortamento di debiti contratti o a ricuperare offici
pubblici venduti. Tali le dichiarazioni che certe nuove imposte
an'ebbero avuto durata temporanea. Tali i propositi di eguaglianza
tributaria, di far cessare abusi, s spesso espl'essi Ilei proemi,
che precedettero le leggi tl'ibutarie. Tali le assicurazioni che
in a vvenil'e Ilon si sarebbero pi vendute cariche pubbliche,
n si sal'ebbe proceduto ael alterazioni della moneta, Tali le
presentazioni come debiti fluttuanti di debiti consolidati, le di-
chiarazioni di arrestare o cOllsolidare le spese, che vanno COll-
tinuamente Cl'eSCello, di certi servigi pubblici; di chiudere
definitivamente il gran libro del debi.to pubblico; di Ull pareggio
gi assiclll'ato o assai presto raggiungibile.
Tutti questi spedienti di arte politica e i molti altl'i analoghi,
che potrebbero qui essere l'icondotti, sono in questo luogo con-
siderati solo per ci che abbiano per efIetto di nascondere una
pal'te della ricchezza l'equisibile in un prossimo avvenire al
contribuente, ossia solo in quanto detel'minino un' illusione in
relazione ad un nascondimento d'imposizioni.
Ma quegli stessi spedienti hanno anche un secondo risul-
61
lato, in quanto la speranza di un miglior a \'Vcnirc attcnui il
peso presente dei tl'ibuti, la loro pena afflittiva, anche quando
il pr'eci5o ammontare di essi non si nasconda. Senonch, come
tali, quegli spediellti danno nascimellto ad un' altra specie d'il-
lusione diversa da quella, di cui ci occupiamo in questo capi-
tolo; e cio danno Ilascimento ad una illusiolle non sulla 1/(/(//1-
ti/il dell' imposte pagate dal contribuente, ma solo sul loro peso
sulla 101'0 forza afllittiva, in diflcndcl/:a dall' avcicinamellto di
questa ad eventi piacevoli (capi II e VI),
quasi inutile avrertil'e che le false promesse, di cui si
occupa il pl'escntn pal' agl'afo; 1I0n fUl'ono sempl'e fatte dall' au-
torit pubblica con illtendimento d'inganliare i contribucnti e
che spesso fUl'OIlO pl'Onunziate con piena buona fede. vi
ha alcun dubbio che in molti casi l'uomo di Stato sia condotto
a dichiar'are la temporaneit di"cel,ti sacrifizi, destinati a pesare
per sempre sul popolo, dalla sincera convinzione che le condizioni
. che le reclamano siano transitorie. Cos CCI'tO che in \'ari momenti
alcuni ministri inglesi furono tanto lo era il pacse,
della prccariet dell'lllcome Tax. Ma ci che importa per de-
terminare nel pensiero dei coutl'ibuCllti una occultazione di
certe fut.llI'e ricchezze reqtlisilJili la persuasione in essi della
temporaneit dell' impo!:'ta. f: invece all'atto insignificante, come
un antecedente non neces;:;ariamente conne,.:so all' eft'etlo che si
vuole spiegare, la circ:ostalll.a ehe tale pel'suasione sia cOlHlivisa
anche dal legislatore. Comunque l'o;,;se il pensiero dei \'al' mi-
nistri inglesi, re;,;ta )lUI' sempre il fatto che la Incomc Ta.c ha
potuto esse l'e introdotta e mantenuta pl'esso il popoio pel' lungo
tempo, solo col dal'e una particulare accentuazioue a circostanze
d'indole transitoria, che la rendevano necessal'ia.
La grande quantit di false promesse, di cui piena la
storia della finanza, non costituisl:e un fenomeno esclusivamente
legato alle cattive qualit morali, alla speciale individualit di
questo o quel principe, di questo o quel ministro. Forse l'im-
pronta cal'atter'istica dellvarie personalit pu l'iscontrarsi entro
modesti limiti, nella scelta fra un certo numero dei prov\'edi-
menti fiscali, che si dichiarano transitori.
Del 1'8sto anche le fOI'me, cos spesso ripetentisi, di quelle
false promesse, rispeccltiano certe condizioni finanziarie a cui
non si pu provvedere che con un numero limitato di spedienti,
e fanno fede della scarsa libert d'azione, che l'uomo ha anche
in qucsto campo. Vi sono delle forze slIpcl'iori alla forza deI-
\' individuo, cltc inducono a crcdel'e tcmpol'ance gravczze che
saranno dclinitivc; e \"i sono ancora altrc fm'lc gencl'ali, che
inducono l'uomo di Stato a mppresental'c come tempol'anei
cCl'ti sacl'ifizi tribntari, anche quando ne prevede la pel'petllit.
In altt'i termini, qnel fenomeno detel'minato, oltrccclt da cal/sc
accidentali, piil specialmente attinenti alla leggerezza, al tempe-
l'amcnto ottimistico di questo o quell' uomo di Stato o da 100-
mcntanei avvenimenti, stimolanti fa \'ol'evoli aspettati ve, anche
da cal/se jJ; gcncrali costaI/ti il variabili. Senza entrare in una
minuta analisi di questo tema, deve senza dubbio essel'e consi-
del'ata cOllie una causa costante importantissima del falso ap-
prezzamento della durata delle imposte, la irrcfrenabile tendenza
all' aumento delle spese pubbliche e l'estrema difficolt che in-
conl'a l'individuo e in ispecie l'uomo di Stato, quasi sempre
empirico, a comprendere le profonde ragioni di questo grande
fatto. Ne consegue una tendenza a considerare i nuovi fatti,
implicanti aumento eli fabbisogno, come transitori ed ha rap-
11I'esentare come bastevole o pi che bastevole all' avvenire ci
che non sar tale, ed L1na tendenza a l'osee previsioui intor'no
alla futura condizione della finanza.
Noi vogliamo anche ferlllarci su uu' altra caLlsa di quel,
l'etel'lla successione di false promesse. Essa muove dal bisogno
che ha l'uomo di Stato di presentare il suo operat.o c.ome il
piil rispondente al bene cOlllune ed il meno costoso possibile.
l'opera sua che egli tenta con tutte le sue fOI'ze di difendere,
abbellendola ed occultandone le deformit, pCl'Occh da ci ap-
punto dipenda la futura conservazione del suo poter'e, gli onori,
la sua felicit. Ora se la sua dimostrazione, per l'i uscire pitl
compiuta, pi decisiva, abbia bisognQ di false promc,.:se, che at-
tenuillo il peso dci sacrifici richiesti, egli esiter di rado ad ap-
pigliarsi a questo partito. Se la durata della sila vita fo:;;se in-
63
finita come quella dello Stato, o almeno se le persone che gli
succederanno egli potesse considel'are come una continuazione
di s stesso, sarebbe condotto a rifuggire da promesse menzo-
gnel'e pel' timore delle l'cazioni, che egli o i suoi cal'i dO\Tcbbero
poi SoppOI'tal'e. E perci, cscludendo cel'te circostanze speciali,
il pI'incipe dispotico cd cl'editario tl'over un ccrto frcno a Ya-
lersi di falsc ]ll' omessc; cd a\'l',:l ancora vantaggio nello assi-
curare una lunga dUl'ata all' ullicio dell' uomo politico che si
pone a lato, e nel divietargli inconsulte e spa\'alde lusinghe al
pupolo.
Ma se al contrario l'uomo politico sia slegato dall'aY\'enire
del suo paese, in quanto questo an'enil'e sar guidato da per-
sone a lui estranee, allol'U l'utilit immediata che egli sia per
tralTe dalle false pl'Omesse non sal' piil contl'astata dal danno
mediato che possa a lui derivarne. Solo un patriottismo ed una
probit. eccezionali vananno a frenare quell' impulso egoistico,
D'ordinario invece, le delusioni, i malcontenti e forse i tumulti '
che seguiranno al fallire delle sue promesse perdono per lui
gran parte della loro impol'tanza quand' egli ne preveda lo scoppio
dopo che sar disceso dal potel'e. Poi sar facile il l'appresen-
tare al popolo il non avvel'arsi delle false promesse come una
conseguenza di nuove circostanze ed e\'enti, a lui non imputa-
bili. Infine i malumori, i tumulti non sempre fanno seguito al
fallire delle falsc promesse, cl' orinario anzi il trasformarsi in
permanenti quei sacritici che cl'ano stati dichiarati temporanei,
non eccita nessun guaio per ci che il popolo venga ad essi
man mano abituandosi ('). La \"el'it piil profonda che esce dal
libro immortale di DOSTO.JEWSIi:I, La casa dei /Ilorti, questa,
che l'uomo si abitua a tutto_ Il principe costituzionale si trova
in condizioni diverse a questo riguardo da quelle del principe
assoluto, egli non piil il solo responsabile di quello che dice
e fa il GO\'erno, anzi la responsabilit tutta ministeriale.
(') Qupstc due ultime considcl'uzioni sl'i"!!,,,no comc nnchc in lino
Stillo dispotico ed ercdit,,,;o le ralse r"omesse possono <",ere un certo
"ulare.
G4
D'altronde egli non ha il potere di dare una lunga dumta al-
l'ufficio dei suoi Ministri, poich egli costl'etto nello sceglierli
di seeondare gli umori mutevoli delle maggioranze parlamentari.
Quella estrema mutabilit dei Ministri, clie caratler'istica
pi specialmente del Regime Parlamentare, distaccandoli sempre
pil dagli interessi dell' anenir'e, diventa una forza cospicua,
ul/a causa variabile molto impol'tante, un movente cl' indole sto-
rica assai appr'ezzabile del tIillontIcrsi di false promesse, di spa-
valde affermazioni. Esse acquistano un' audacia inaudita e if-
fondono su tutto l'oI'izzonte linanziario le tinte piCI belle, pi
affascinanti,
Clnssificnzione delle varie speci d'illusione 1)('1' l'occulta-
mento di ricchezza requisitll.
Dalle cose dette in questo capitolo risulta che l'occulta-
mento di masse di ricchezza requisita va considerato:
A) per lo. qualit della materia occultata. Abbiamo visto
infatti che tutte le speci di entrate pubbliche possono pi o
meno venire nascoste al contr'ibuente e cio tanto le entrate
orinarie (redditi demaniali, tasse, imposte) quanto le entrate
straordinarie (vendite palesi od occulte di beni demaniali, alte-
razioni della moneta, prestiti pubblici, traffico di uffizi);
E) per la rela;;ione in cui esso si trova o 8010 con ric-
che::ze future (s 8) o anche con ricclwz::e presenti del contri-
buente;
C) pc/' i fatti e yli istituti, coi quali si operaTlo gli occulta-
menti; fatti ed istituti che fu 1'011 o :
1.0 Percezione di entrate demaniali ( 2),
2. Pignoraziolle di demani ( 2),
3. Vendite di demani ( 2),
4. Inclusione delle tasse e d'imposte nel prezzi dei pl'O-
dotti ( 3),
5. Alterazione della moneta ( 4),
6, Prestiti pubblici (S 5),
G5
7. Traffico di offici pubblici ( G),
8. False promesse di attenuazione o di abolizione d'im-
poste ( n;
D) per le dioerse .iO/'me e qualit di ocCltliamcnto della ric-
che;;;;a requisita, merc i provvedimenti e gli istituti sopraddetti
(C); onde avviene:
1.0 Che il conll'ibuente conCOl'l'a ai pubblici carichi COli
ricchezze pl'Opr'ie, ma chc egli suppone 11011 sue o delle quali
si sente imperfettamelJte propl'ietario (
2. Che il" contl'ibuente ai publ.Jlici cariclli con
ricchezze, che egli sa bells essel' Slie, ma che egli suppone
d'impiegare a scopi di soddisfazioni pri rate ( 3).
3. Chc il cittadino creda di ricel'el'c dallo Stato in pa-
gamento una cel'ta misura di l'icchezze, che gli dovuta, mentre
ne ricevc una quantit minorc; siceh cgli si illude di posse-
dere ci che lo Stato gli ha tolto ( 4").
4. Che il contribuente per un certo tempo non avverta
le svalutazioni di parte del suo patrimonio, cagionate da certe
imposte o pl'estiti ( 5 e 7); sicch egli crede anche qui di
avere ci che non ha,
5. Che il contribuente supponga di pagare come interesse
di certi prestiti pubblici la somma pi mite possil.Jile e inoltre
che supponga lo Stato a \"erli stipulati in cOlJdizioni cos favo-
revoli da risparmiare ai singoli cittadini una parte delle impo-
ste che avrebbero potuto e dovuto pagal'e in circostanze divel'se
( GO).
G.o Che il contribuente sia condotto el'roneamente a cre-
dere che entro un prossimo avvenire i suoi sacrifizi contributivi
saranno mitigati ( 8).
--+------
GG
CAPO IV .
.occultamento di masse di ricchezza requisita
in sede di bilancio.
Epoca precedente alh rivoluziono francese.
\' Ill'ic slIcci di tali occultamcnti.
Chi abbia lette le pagine del precedente capitolo ha senza
dubbio pensato pitl volte che le varie speci d'illusione, di
cui ivi si parla e che potrebbero avel'e ancora un valore ai
nostri d, lo perdono interamente in virt dell' approvazione
data dai Rappresentanti del popolo alle entrate pubbliche, in
virt della pubblicit data ai conti d'interesse generale e in
vil't dei pubblici l'esoconti della Corte dei Conti, incaricata
di invigilare sull' osservanza della legge tinanzial'ia,
Noi abbiamo ill\"eCe la convinzione che, malgrado tutto ci,
quegli oceultamenti piil o meno larghi di singole fonti di en-
tl'ata pcrsi>;tallo nel pensiero dei contribuenti e che anzi la
confezione, l'appl'ovazione ed il controllo complessivo dei cOliti
puhblici ribadiscallo quegli effetti, e li completino con una
comples>;a l'ete di pratiche e di istitllzioni, acconcie all' uopo,
Di guisa che qui si pl'esenta sotto UII TlUOCO aspetto e in uua
Iluova sede l'occultamento di masse di riccllezza requisita
e si completa il quadl'o di essa iniziato nelle pagine pre-
cedenti,
Le fonti di entrate pubbliche occultate saranllo considerate
qui, non pi frammentariamente, ma nel loro insieme, in ri-
guardo ai modi come esse sono raccolte c p,.esentate in un
tutto, discusse e controllate, Gli in questi diversi momenti
67
che noi troviamo nuo\c pratiche e nuove istituzioni, occul-
tanti la ricchezza l'cquisita, le quali estendono e completano
la classificazione di qucllc, che furono allnovc!'ate al 9, lett. C,
del capo III.
I Iluovi spedicnti d'illusione, di cui dobbiamo tl'atlarc, vanno
raccolti in due gruppi, che hanllo carattcri distinti:
1.0 Istituti c pmtiche, attinenti allo simlttl/'a ('oll/ahilc
del bilwU'io d' en/I'aia 2" :1");
2.
0
Istituti C jJl'lIlir//r', oltillellii alI" "Itu
o, come si dil'ebbe COli vocabolo mol1ol'llo, di illdole costitu-
zionale 4, 50 e (i').
Qllalllo alle forlllo (! CjualiL't di OCl:l1ltanwllto, ehe si otlt!n-
galla cogli istituti, di cui \'eniamo a dire, esso sono quasi tutte
quelle, di cui si par'iato al capo III, letl. D, del !), (numeri
1, 2, 4-6).
Noi divideremo lo studio di questi nuO\i spedicnti d'illu-
sione in due pal,ti: \' una che li considcra nel passato (capo IV),
l'altra nei tempi moderni (capo V) (I).
2.
0
Occultameuti pi o meno larghi tlell' i III [losizionc ilei suo
insieme con istituti e pratiche attinenti alla struttura
cOlltabile del bilancio d'entrata.
j'vrallc pcr lungo tempo l' liSO dci metodi adatti alla for-
mazione di uno specchio Ilnitario e J'egolare delle enh'ate pub- .
(' ) In t'apilolo ci o':Cllpcl"cmo dei congegni di csamc c con-
troll(, in 'Iuunlo abbiano l'CI clfllo eli o(:clIll;lIc cnllalc. Rimiumo al sag-
gio 5"11,, nellc "pcsc pubbliche la lrallaziollc dcII' occllitamenlo
dclle spese puhhliclle p,ocIIIalo da qllcsli ,lcs,i cOIIg<.>gni di eSame e
cOIIll'ollo elle ('ontlihl1ziolli. Nondimeno '1"i Ilon potrcmo di ;; pensarci dal
toccare pi vollc sl'cdicllli, che producono ((/lche occullazione di ;;pcse
(l'CI c;;., la 111'ali<:a dci bilancio cOIl ,;olidalo, la prcsenla,.iollc dci Lilnncio al
nello, ecc.).
68
bliche. noto come la formazione di ['pgolari bilanci sia un
fatto, che coincide colla proclamazione delle costituzioni mo-
derne.
bens \'ero che assai di buon' ora chi amministra i beni
dello Stato o maneggia il pubblico denaro sottoposto a norme
speciali, ha obbligo di tenel'c nota in appositi libri dei fatti am-
ministrativi compiuti, tenuto a resoconti, particolarmente al-
l'uscire di car'ica, sottoposto al controllo di autorit gerar-
chiche. Ma manca la pratica di riassumere e di ordinarc in lln
generale prospetto le entrate e le spese. Ci che di meglio si
riescc a fare pCI' il buon ol'dillarnento del tesoro lo stabili-
mento di lIumerose casse pCl' le pubbliche e di asse-
gnare a ciascuna di esse l'obbligo di provvcdere a determinate
spese, per guisa che le entrate pitl sicure e cospicue fl'Onteg-
gino i dispendi pi gravosi e pi essenziali all' ordine costituito,
e le enteate mello ('ilevanti e pi incerte provvedano a bisogni
accessori ed accidentali (1), 1"la questo stesso sistema crea spe-
ciali difficolt al raccoglimento dei conti in uno specchio unico,
perch complica i riscolltri, rende necessari moltissimi storni e
moltiplica le scritture. Le difficolt aumentavano ancora per
la mancanza di forme COlwCll'nt degli U'dini reali o minisle-
riali di r'iscossione o di pagamenti tmtti sugli agenti di finanza,
cas",ie('i, ecc. (ordini su semplici biglietti o QI'ali). N son -da
tacere i ['itardi, che dcrivavano dalla imperfezione dei mezzi di
comunical.iollc e del sen'izio di illformaziolli a una pronta e
sicura conispondenza fra gli agenti distribuiti sul tenitorio.
bens vcro che si ebbero assai di buon' ora in qualche
caso documellti, che ,'iassunsel'o le generali entrate e spese
dello Stato. l\Ja essi non si fondarono veramente sui ri sultati
reali della gestione di 1111 determillato spazio di tempo. Non
furono n bilanci pre\-ellti\-i, u cOlJsuntivi; ma piuttosto conti
(') Sollo i NOi'manni c sOll" gli An;;ioini iII Nnpoli non si c"" on-
eOl'u giunti Il 'Iucsto grado di c prcndcvusi danaro dulie ,-aric
C.J53C destinundo'o ad li si "ad di ,"olla in volla secondo le OCCOITCllze.
- BIAI<CHI:<I, Storil, dclle jilla":;", I,I:!H, 4:18.
69
d'avviso, tendenti a dimostrare a quanto !:'arebbel'o ammontate
annualmente le rendite e le spese dello Stato, ove questo si
fosse mantenuto nelle condizioni normali (I),
siffatti documenti rappresentano gi una nuova
e superiore fase della tecnica contabile, Essi spianano la via
alla pl'epal'azione dei bilanci preventivi ed eccitano il bisogno
della pubbliciEt dei conti pubblici. Ver;:.;o questo secondo stadio
la tecnica contabile si a;' l'ia colla riduzione pl'O-
gre:"si"a del nUmel'!) delle ca:-,sc; ci che d'altrollde )'ichie:"to
ognora piLI ilei rispetto politico dall' accelltramento progressi \'O
delle fUllzioni dei corpi locali e degli illdividui nello Stato (') e
dall' immane sfl' llttamento che il prillcipe, la corte e le grandi
famiglie dispiegano dalla capitale s:i1le moltitudini, Giova per
notare come in cCI'ti Stati questa e supel'iol'e fase di
svolgimento della tecnica I;olltabilc nOli fu !'aggiunta mai, o
pCI'ch il )'esocollto generale nOli fosse mai compilato intera-
mellte ('), o lo fosse COli taii ritardi (talora di trenta o qua-
(1) ALFIERI, L' .... mn.;nistra:i""c ceollo""Crt "ell'al/lico Comulle di Pe-
rU[jia, pago 9. Circa 01 ,c,'o v"lol'c dell' O,'dilllinza 'I!l genn"io '1J19, er-
roneamentc c,onsidcriltu dii Lalnni come UII bil:lllcio' l'cgolilre dell'anticu
monal'chia. VUITIlY, sw' le r(fimc Jill(l((cier de la Frallcr, I, :02.
(I) Pi si t,i n rOI'Zi.\ c conccnlrtl )' <.lzionc go\,crnuLivu, piti efficace
deve essc"e il cont,'ollo (CAVOUI<\.
(') III Sicilia {( non fuy"i mai Ull di l,ilantio, in (;11 i si l'iu-
nis5ero luLte le SpC:o:iC e le enll'ale Il, llJANCI-tl:\'I, Stor'ia, ccollomico-cit-ile
di S;cilia, l'''g, 2(;H,
In Napoli ilei 1(;12 si stu!Jilirono la primn volla d11e casse, lInil civile
ed una militare (OIANCIH:oII, Storie, ddlc ./in"".>e di Sapoli, Il, 439) , Ma
anehe dopo qlleslo progrcsso it disol'dine conliou . Sullu tesol'eria erano
tratti olto rinfusa mandati o direttamente dal Re o da dascull segretario
di Stato in n9me di questo, senza ordine nessuno pel' i bisogni dello Stilto
e senZll che si fosse mai formuto lino slaLo approssimativo di qllanto an-
nuulmente fosse d'uopo per le pubbliche spese, secondo i dipartimenti del
governo. :'fancava un contl'ollo per sapere se 'Iuelle spese faceans;; av-
veniva che infine delt'onno si ovea or u"unzo delta rendita pubLlica senza
che il Govel'Oo lo' sapesse, cd ora mUl/cameuto (BIANCHI"I, Storia della
finan::e, 111, 218-219). Solo nel 1806 si istitu un ufficio unico di conlaLi-
70
rant' anni), che gli toglievano ogni importanza. In altri Stati in-
vece il dispotismo illuminato tende verso quella meta pi o
meno coscientemente, spinto dalle esigenze politiche alla !'ieerca
della maggior quantit possibile di notizie a guida e nOI' ma
del sovrano (').
Gi in Venezia si compilavano di quando in quando lin
dal secolo X. V bilanci generali d'avviso, cio stati di tulle le
cntl'ate c di tutte le spese normali della Repubblica. Graclo
grado essa proccdctte, con riduzioni nel numero delle cassl:,
VCI'SO l'unitit del tesoro; il che consent al l'agionicre Costantilli
di compilare !Ici pr'imi alIBi del secolo scorso il prinio bilancio
gcncl'ale di pl'evisiollc, che avesse l'Europa (')
A sua l'olta il Piemonte sotto Vittorio Amedeo II, pCl' me-
rito del conte Groppello di Borgone, ebbe ordinati e particola-
reggiati resoconti annuali (').
In Francia, sotto Colbert, essendo state prescritte sCI'itture
chiare e compiute, registri regolari e controllabili a brevi inter-
valli, ciascun mese si traeva dai registri Ui1 ristretto
ed ogni anno in ottobre si compilava lo stato di previsione del-
l'anno seguente c in febbraio si componeva ed approvava il
conto (').
Ma gli ol'dinamenti cii Colbel't. cadde l'O presto in disuso.
lit eenlrtJlc, clIC lene"a 111'1 "cgi::ll"(J di lulte le cnll'ute C o. alTincll
il :\Iillisl,'o COl1oscc" e le condiziol1i di csse " Scol'i" delle j-
I/ftI/,'C, III, iH).
( ' ) Le slilli sliche economiche e polili che cominciarono sin dii En-
rico IV, ed il SIIII)' islilu il Cal,,1't cOfllplct tic politi'l"c d cle .fl","ce,
dc.=.linulo o lutte le notizi e Iinullzial'ic, comme.*ciali, rnincl'i.wie,
tTIOnelurie, ammiliistrative, giuJizii.u'ic c militul'j del regno. l..'opera fu con-
tinuilla dal Richelieu e dal Coll,erl, il g,ande. o"g-,'-nizzulo,'e della ttlnza,
dell'indus lria e del commercio della Franci,,; e poi dallo stesso re Luigi
XI\": e Neel,ef' fond il Bureau de renseignement, \' ero officio di slali-
stica n, TAMMEO, La 18tlG, png. 1L
(') Duli e lezioni di ragioneria ['ubulica dcI BESTA, l'nccolle dal pro-
fessore V, ALFIERI.
(') CAnUTTI , StOl'ia di Al/lerlco II, pago 413.
l') BESTA, loe. cit,
71
Necker tenl nel 1777 [' istituzione di un conto centrale o ge-
nerale e l'accolse le quarantotto casse dei ricevitori generali
in una sola cassa.
In tutti questi casi per non s i tratta va di prospetti di en-
tl'ate e di ",pese, confezionati pel' nOl'ma dci contribuenti, pel'
l'esercizio ciel 101'0 dil'illo di cont l'ollo s ui 101'0 mandatari, come
vinl:Olo e guida dell' autorit:"t esecutiva.
Quei pl'os plltti eLbcl'o canl ttere di stime con;.;clturali, mano
cal'ono cii fOl'za limitativa cd imperativa e potl'UIIO essere con-
traddetti dalla realt dai fatti, clte modificassero pil o meno
gravemente le cifre prc,,:unte.
Nondimeno anche tali ;.;Iati di previsione sarebbero stati
molto suggesti\'i e atti a dissi pare, in parte almeno, 1'ell'etto
delle illusioni, clie occultano una parte della riccllezza requisita
frammentariamente a ciascun contribuente, se gli speciali prov-
vedimenti, di cui parlremo qui ( 3") e pill oltre, non avessero tolto
interamente o scemato considerevolmente il l'alore di quei PI'O-
spetti.
Segne l'al'gomento del paragl'afo lll'ccedente.
Fl'a i pl'OVI"eclimcnti di natura contabile, cltc val sel'o a
scemar'e d'assai il pregio anclte dei piLI lart:lti pl'Ospctti clei
secoli scorsi, del" essel'e ;.:eoza dubbio compresa la [JT'atica di
presentare i conti al /tetto. Ci basta \'a pel' le esigenze del prin-
cipe e dell' amministrazione; ma non bastara a dare ai contri-
buenti una precisa notizia del vero ammontare dei loro sacrifzi.
Nel bilancio al netto una parte delle entl'ate non figurava
nell' attivo. Quivi erano bens segnate quelle parti dei redditi
demaniali, delle privative fiscali, delle taglie, delle gabelle e dei
dazi, che servivano per certe spese dello Stato, ma non quelle
che servivano per certe allI'e (spese per l'amministl'azione
finanziaria e in particolare pel servizio del debito pubblico, in
72
parte anche per l'amministrazione della giustizia e perfino per
l'eseI'cito).
I membri della magistratura, essendo direttamete pagati
dai giudicabili e dai delinquenti mediante spol'tule, par'te delle
contt'ibuzioni destinate all'amministl'azione giudizial'ia non ve-
niY t'egistrata nelll) specchio delle entrate e delle spese. Eguale
sorte toccava a una pat'te del prodotto lordo di certe regalie,
dei demani e delle imposte amministrate in ,'cgia dallo !::ltato,
Gli agenti cii finanza, alla dipendenza dell'intendente di
ciasculla pl'o\'illcia, ern:1fJ l'etribuiti con pl'ele\'amenti fatti sullc
impo,;tL' nelle lot'o cil'l:o.'<crizioni. 11 solo prodotto netto di quei
cespiti di entrata figurava nei conti generali.
l\b la maggior pal'te delle spese di amministrazione oc-
cultata dai bilanci di entrata va riferita alle fonti d'entrata pub--
blica date in appalto. Lo Stato, assicurandosi un certo reddito
annuo, poco badava a provvedere che l'appaltatore non esa-
cerbasse il tributo. Ci avrebbe peggiorate le offerte degli ap-
paltatori. Sicch non pure i contribuenti, ma il principe stesso
ignoravano la vera somma delle prestazioni strappate in nome
del dovere contributivo {I} e che impinguavano un' avida classe
parassitaria.
Si ebbe poi ben presto uno speciale e nuovo elemento, che
s'insinu nelle spese di esazione, le elev a proporzioni invero-
simili e si oppose virilmente al loro esame e alla loro divulga-
zione. E fu il capitale preso a prestito dallo Stato, il quale
nelle spese di esazione assicur le sue ricostituzioni e i suoi
interessi. Cos le spese di esazione si confusero con quelle del
servizio del debito pubblico e dissimularono le estorsi.)ni dCI
capitale.
(Il A mo' d'esempio, in Toscana in un certo momento le spese d'esu-
zionc gillll,cro ad assorbire i due lcrzi e pi degli i n e i l s ~ i (ZO!II, !l1allualc
... torico dcali ordin.ameltti cco/l,omhi cif/enti in Toscuna, 1858J pago iU);
in Sicilia i commissori ed olgonini incaricati di riscuotere i donativi ne
l'Oddo[l[liavano <[Ilasi l'ammontare. (BaNCHI:o.1I, Slori" cconomico-cicilc di
Sicilia, I, pago 281).
73
Le imposte ed i demani fUl'ono appaltati a creditori pub-
blici, che si rimborsavano cos dei loro capitali e che vi
trovavano interessi piLI o meno llsurari ('). ])' ordinario si tro-
vavano r;oi speculatori, che allticipando certe a quei
creditol'i pubblici, snbingl'edivano nei loro dil'itti. I tributi, alienati
ai cI'E'clitori dello Stato, passavano di mano in mano e diveni-
vano oggetto di traf1ko e di lucri) (' ). La privata
si trov eccitata ad agir'e iii Sl' II:"O COIltI'il l'io all' cconomicit
delle riscossioni ed alla semplincazione tributaria.
Le di esazione furoltO cOllsicl'ute un CUlllpO
un filone d' 01' 0 per gl' impieghi del capilale.
Il bilancio al netto lasciava lIella piLI profonda oscurit le
operazioni 10sc1JC dci ercrlitori pubblici, degli appaltatori; le
<lebolezze del principe ver''''O i fa\'ol'iti; le dipendenze servili del
Governo dal capitale, raccolto ant.:ora in poche mani, ma gi
()nnipotente ("l,
Cos adunque la somma delle imposte erariali, che doveva
poi essel'e completata colle imposte comunali e colle riscossioni
prelevate dalla nobilt e dagli ecclesiastici, apparve nei resoconti
ufficiali (quando vi in propOl'zioni assai modeste e
<lecenti,
li ) Gli eccl c.:.;jtl.E;lici non rifl1[; ,::ir'(III{) da ')lI e;O.t;) soda di ll', dlkn C dii
tfll esta fonte di lucro. (BUXCHI:'\I, (collolllit.'()-rir:ilfl di ... Il,
6). I f""oriti, i cupi dci Gove"no, i Gcncl"li. i Prciiidenti, i G()\'el'fla-
tori dello giustizia non si vCI'gognuviJllo di pOl're le rrw Il i nella IIl1i\'ct'6i1le
desolazione, comprando dal fisco, " d'app"llo, l'e!' azi onc dci lI'i""ti
e yendendollC le 'Iuietanze ai C',mnni medianlc enormi IIslire o cessioni
-di terre, nC'luistando u prez7.0 vilissimo e vcndendo "I 'llWdl'IIplo fuoeatici,
tassi e ogni ultra imposta ordinal' i" ed ancl,e straordinari". (H1COTT!, Stu-
ria delta' !vfonarchia Picmonlc.;(', VI, pago 321.
(') RICCA SALER:O<O, Storia delle teorie jl1((l1:;u'ie iII !tnlia, seconda
edizione, pug, 120.
(') Sull' onnipolenzu del capitalc pel' la Fnlncia parlano alto i libri
del BOISGUILLEBERT, per la Germania cnslllti l'articolo di CA-
STELOT, Les atta7ues con/re le all XVI siclr, cn A lIcma9"c
e uutori ivi citati; nel JouI'nal des col/omistes, ser!. lSHi),
74
La pratica di presentare bilanci al netto si mantenuta
colla massima ostinazione quanto pi stato possibile. Vi fu-
rono interessati ora gli agenti 'finanziari, ora il supl'emo potere
esecutivo.
La pratica del bilancio al netto fll un momento abbando-
nata sotto l'Assemblea costituente; ma fu ripresa durante il Con-
solato e l' Impe\'o. I bilanci di questo periodo ebbero il mmito,.
dice lo STOURM, di sviluppal'e regolarmente le spese e le elltr'ale
in e,xtenso, cessando dal praticare il sistema delle contractiol!s
(cumulazioni) usato negli antichi r'eggimenti, meno in un punto
ave l'abuso si nascose e d'onde di venne difficilissimo snidar'lo:
\'ogliam dir'e le spese di pel'cezione., .... Ciascuna amministl'a
zione fiscale, dopo avei' prelevato l'importo delle sue spese a
suo vantaggio, non menzionava nei documenti legislativi che
le somme nette messe da essa a disposizione del tesoro. Napo-
leone si era bens affrettato di intel'dil'e ai contabili qualsiasi
prelevamento diretto od occulto di entrate per pagare le spese;
ma si guard bene d' inscrivere le sue informazioni nel bilancio.
preferendo di svelare al Parlament? la pal'te pi piccola dei
suoi affari: en tout cas trs dsireux de reduire en apparence
le chiffre total de ses operationnes annuelles :. ('). L'ordinanza
reale del 26 marzo 1817 mise fine a questo abuso (2).
Da ultimo IIn altro difetto dal punto di vista contabile noi
segnaleremo nei resoconti dei secoli passati, che pure ostaco-
lava un facile e sicuro apprezzamento della condizione finan
ziaria. Il difetto consisteva nella mancanza di un concetto esatto
dell' esercizio finanziario. Questo non aSSllllse mai una ,indivi-
dualit propria bene spiccata, onde l'incerta divisione delle en-
trate (e delle spese) per ogni esercizio. Uno strascico di arre-
trati entrava ogni anno nell' attivo. Erano entl'ate scadute e non
esatte negli anni precedenti, due, tre, cinque, dieci anni pI'ima.
(I) STOURM, Le ulIf/flct, pago 1 2 3 - 1 2 ~ ,
(') Pel regno di l\upoli si consulti il BIANCHIXI, StoriCL dellejinall::e,
III, pug. 218.
75
V' entrava anche talora una certa quanlit di pl'Ovenli non
ancora scaduti e dipendenti dagli esercizi successivi, il che pot
essel'e utile a far apparire migliori le condizioni finanziarie pre-
senti a caI'ico delle future (I),
A questo punto noi siamo pen'enuti a questa conclusione:
che prima della famosa dichiarazione del diritto al bilancio fatta
dalla ril'oluzione frant.:ese, la stl'llttUI'a contabile del bilancio si
oppose alla conoscenza dell' insieme delle contribuzioni in di
ve l'si modi c specialmcntc dappr'ima col della moltepli.
cit delle casse c (loscia colla prescltta:iollc dei conii al /Ietto
e colla mallcan:;n di II/W di6siol/c della gcs/iolle in eseo'i:i belle
dijiniii.
In questo stesso periodo storico vi ebbe un secondo Ql'dille
di provvedimenti non pitl di indole tet:/liCO-alilminisimiiDa, ma
di indole costituzionale, che condusse allo stesso risultato. Di che
facciamo parola al paragrafo seguente.
4.
Occultamenti lllU o meno larghi deIl' iIllllosizione IIrl 8110
insiemI', con istituti e pratiche attinenti all' alta ammi
nistl'aziune.
Indipendentemente dal grado di abilit, che la tecnica con-
tabile dello Stato possedesse nel presentare chiaramente i
conti finanzial'i, in passato si provvide deliber'atamcnte a na-
sconderli agli occhi del pubblico.
In ogni tcmpo tutti coloro, chc non ebbcl'o facolt di con-
sentiI'e liberamente imposte, mancarono naturalmente anche
delle facolt di chiedere i conti delle loro prcstazioni reali e
personali, Tale fu la sorte delle classi non possidenti e dei pi
bassi ordini delle classi possidenti, schiavi e servi della gleba,
pi tardi valvassori dei beni appartenenti alle classi privile
giate, contadini camerali, contadini dei privati, artigiani,
{I} Su tali spedienti .. I prinCipiO dci di Luigi XVI si vedo
CLAMAGERAN, Histoirc dc l'impul Clt France, lII, l60,
76
Ma anche coloro, che votarono liberamente le imposte, qua"i
mai conobbero appieno lo stato delle entrate e delle spese pub-
bliche, Non fu sola l' oligarchica Venezia, che nascose con
gelosa cura i conti della finanza; t'ceCI'(l lo i Comuni
italiani, compre;.:;a la democratica
Chi maneggiava il danaro publJlico e chi controllava la
gestione tinanziaria ebbe obbligo di mantenere il segreto su
ciii che vedeva.
Secondo l'Ordinanza del 1318 tout les travallX de la
Chambl'c des compIe;.:; deyail)nt l'l' slel' sCl:l'el;.:;; lOti;':; scs meHl-
bres s' cngageaienl par scrmellt ,\ Ile pas Ics t'aire connaitre,
Ile transpflrter a,1 dehors et Ile cOl11mulliql1CI" aUCllllC des
pices qui leur daient soumises, moills d'un Ol'dre exprs
du l'O i (I),
Quando nel 1359 la Chambl'e des comptes riprese i suoi
lavori, che le 30mmosse di Parigi avevano interrotti, i chierici
o otlditori furono costl'etti a prestare un giuramento, col quale
s'impegnavano conserver les secrets dll roi et de la Cham-
bre, notamment en ce qui l'egarde lellrs auditions (c'est le
jugcment de compte, dOllt le rappOl't est fait par un clerc
vaut les pl'0sidents et conseillers) et leurs tats finaux. , , , , .
ils ne pourront donner copie ou communication des t.ats fi-
nallX des comptes, ni des papiers de la Chambre relalifi; allx
domaines et aux l'evenu:" du r'oi ('),
l! dO\'ere del segreto incombeva anche al tesoriere di Fran-
cia, formula del giuramento del 1361, che riassumeva i
doveri del tesoriere, era questa espressione: il tendl'a
seCl'ct les besoignes du roy, aussi celI es de la Chambre des
comptes et dll trsor, fera payer tiefs ct aumoues et les rpa-
rations des hotels du roy (3),
D'altra parte il principe, le persone pi influenti, che lo
(I) VUlTRY, f.tudes Sllr le r9imc flnallcier de la France (tccwl la
rooluliolt dc 1789, I, pag, 283Si,
(') VUITRY, loe, cit., Il, Pill!. 5'!}.
(') VUITRY, loe, eit., pago 1>S9,
77
circondavano, il suo consiglio si studiarono d'impedil'e in lutti
i modi che colol'o che avevano diritto di votare le imposte aves-
sero un' esatta conoscenza della situazione finanziaria.
Carlo VII, che mir ostinatamente a consolidare l'autOl'it
monarchica, sottrasse con cura l'imposta all' ingerenza degli
Stati Generali. Egli dieeva: Et n'est j nul l.Jesoin d' assemblel'
les trois dal::; pour mettre sus les dittes tailles; car ce Il' est
que charge et dl!pellses au pouvrc peuple, rlui a payer Ics
fl'ais de ceux qui y viennellt ,. (').
Luigi XI continu arI attuarc la politica di Carlo VII e pCl'
quarantaquattro anni gli Stati Gcncrali non furono convocati.
Ma la convocazione di questi essendo venula iIlllispensal.Jile
alla morte di Luigi XI (UD4), si pro\'vide a presentare ad essi
una situazione falsa della tinanza. L'esposizione fattane dai sei
generali delle finanze e dai sei tesorier'i attenuava le entrate ed
esagera va le spese. Jehan Masselin attacc arditamente la sin-
cerit di quella esposizione innanzi ai principi ecl al consiglio (').
Gli Stati Generali in quella eircostal17.a chiesel'o sellza alcun
risultato un pl'ospetto si neero delle entrate e "pese annuali.
Nel l:-)GO Caterina de' }Ieclici, seconclata dai Duchi di Guisa,
dichiarava l:Olpevoli di lesa ;\Iaestil chiunque proponeva la con
vocazione dei Rappresentanti dei tre ordini (').
Contl'O il mistel'O, in cui sono le condizioni della
finanza, lottano gli Stati Generali UI1' altra \"olta a Bloi" nel
1:l7G-77. La Commissione di dodici mcmbr'i, da es;.: i nominata
per esaminal'C pl'BSSO i grandi ufIiciali della corona i couti delle
entrate e delle spese, non pot ottener'e cile poche e dubbie
notizie. Essa nel suo l{apporto si lamentava che Le president
(Xicola'i) ne baillait rien gu' en abl'g, et plusieurs pensaient
que les abrgs n'taient pas faits au vrai ' (').
(1\ CLAMA6ER . X, Histoire dc l'impt CII France, Il, pago U.
(') CL"MA6ERAN, ivi, Il, pog. 64.
(') CLAMA6ERAN, ivi, Il, pug. 158.
(') CLAMA6ERAN, ivi, Il, pug. 212.
78
Durante la convocazione degli Stati Generali del 1588-89,
alla Commissione di diciotto membri incaricata di esaminare i
conti, il Governo comunicava uno stato generale assai incom-
pleto ed oscurissimo. Essi chiesero di vedere palticolareggiata-
mente i conti dei tesorieri. Il signor di Chenailles rispose che
i tesorieri non mandavano agli intendenti che ci, che era stato
10l"O comunicato. Dopo molte insistenze i commissari riuscirono
ad nUO\'i documenti. Tuttavia la mancanza di notizie
sufficienti imped la piena ricostituzione del conto generale (').
Il voto espresso nel cahier del terzo stato, che le spese e le en-
t/'ate fosscl"O cia"eun anno appl'o\'ate per capitoli cd articoli,
rimane inascoltato (2).
dicembre del 11314, gli Sfati Generali sollecitarono una
volta ancora, e fu l'ultima, le comunicazioni delle entrate e delle
spese. Jeannin tl'OV la domanda indiscreta. Rivelare il segreto
della finanza era, secondo lui, mettm'e 16 Stato in pericolo .
Nondimeno si trov prudente di fare delle comunicazioni; si
consegnarono ai presidenti dei tre ordini documenti
con proibizione di prenderne copia ed a condizione di restituil'li
entro due giorni. Il terzo stato reclam il diritto di consultarli e
di discuterli a piacel'e. Il ventidue dicembre il Governo auto
rizzava i membri dell'Assemblea a consultare i documenti a
loro grado, ma proibiva se ne prendesse copia' e stabiliva che
la discussione dovesse aver luogo solamente fra le pel'sone de-
signate dal Re ed una Commissione di trentasei membri. Questi,
isolati dai loro colleghi, faccia a faccia con gli uomini del Go-
ver'no, piegarono; come gi nel 1484 ave\'ano piegato nello stesso
modo i pi influenti membri dell'Assemblea. La Commissione
dei trenta sei ottenne pertanto delle comunicazioni incomplete e
sommarie e provo dal Governo una memoria giustificativa,
sprovvista dei documenti neces;;;ari a controllarla (").
(') CLUIAGERAN, Histoirc dc l'imf't CI! France, Il, pug.
(') CLAMAGERAN, ivi, Il, pago 27'.
(') CLAMAGERAN, iv i, Il, pug. 421.
79
In Ispagna Filippo II, come gi Caterina de' Medici in
FI'ancia, dichiarava reo di lesa "Iaest chiunque proponesse la
degli Stati Generali. Sul finire del secolo XVII
Ies Cortes ricevettero proibizione di riferire ai Comuni le ma-
tel'ie discusse.
In Piemonte, da Emanuele Filiberto in poi, gli Stati Gene
rali non furono adunati che di raro e non ottennel'o mai l'au
torit, che acquistarono in Fl'ancia, specialmente ilei 13:-,;) sotto
Gio\'anni il Buono, e poscia in Inghiltena. Solo ilei 1848 fll
sollevato il velo, da cui era stata coperta la vera condizione
delle finanze, con ulla l'elaziolle del conte Ottavio di Re\'el, mi-
nistro delle finanze, sulle viccnde dell'economia dello Stato dal
principio del regno di Carlo Alberto tino al 184G,
In Toscana la pubbliciltL dei <?onli fu sempre evitata, mal
grado gli elogi prodigatile da Pier Leopoldo in una sua prima
lettera del 1781 a suo fratello Giuseppe Il e in una seconda del
25 gennaio 1799 a Maria Cristina (I).
L' occultazione al popolo delle cose finanziarie da uno
stato di fatto irregolare poco a poco di\'enta uno stato di fatto
normale, Allora questo difeso, legittimato, assunto come prin-
eipio di buon governo. Il segreto, che nascondeva l'impiego
fatto dal Re del denaro della Francia era presentato come una
necessit politica, poich, si diceva, mestieri che lo straniero
(') Nella prima Icltern, rirerendosi al Compie Rcndu di Necker, Pier
Leopoldo seri"evu: Ho per glorioso, utile e giusto l'ideo di rur render
conto dul al pubblico dello slolo delle finanze e della loro am-
ministrazione; le finanze, come lutto il l'imilllentc, essendo del pubblico .,
Nella seeonfia lellera era dello : " Cl'edo che il SOlTuno de\'e l'ender
conto esulto e llllllllUlmente fiellu el'ol{llzione delle rendite Pllbbliche e delle
lnollze; che egli non ho il dir'itto d'imporre urbitruriamente tasse, ga-
belle e imposiziolli qualunque; che il solo popolo ha 'Iuesto diritto, dopo che il
So,,"uno gli ha esposti i bisogni deno Stato e ehe il popolo per mezzo di
tutti i Rappresentolili slloi ne ha rieollosciuta la legiltimit ; che l'imposte
11011 possono accordHrcii se non come sussidi e per un unno, e che lo na-
zione non pu proluligarie prima che il Sovrano abbia reso conto esalto,
circostunziuto e soddisrucenle del loro impiego n.
80
ignOl'i la situazione talora difficile del. tesoro e sappia solo che
il Re di Francia abbastanza ricco da non recedel'e innanzi
a qualsiasi impresa voluta dalla grandezza nazionale (').
L ~ antiche monarchie avevano accreditata l'opinione che
il segreto sui conti del danaro pubblico fosse pl'oV\'edimento
richiesto dalla prosperit genelale. Esse si mostrarono convinte
che fl'a i loro Pl'ivilegi si tl'Ovasse quello di disporre a proprio
talento dei tl'ibuti dei sudditi e quello di l'iparli('\o a 101' gl'ado
fra i vari ministeri. Il paese, non consultato sulle SOlTllUe che
pagava e senza infol'mazioni sulle spese, poco a poco finiva
col disinteressarsi delle materie finanziarie.
PelO concluder'e, gli spediellti di alta amministrazione, coi
quali il pl'incipato direttamente intese a Ilascondere i conti pub-
blici, consistettero:
1.0 nell'obbligo del segreto imposto agli uJ/iciali superiori
aell'amministrazione finanziaria ed ai loro addetti;
2. nel dispensarsi per quanto fosse possibile dal convo-
care gli Stati Generali;
3." nel minacciare chi ne sollecitasse la chiamata;
4. nel comunicare ai rapp,'esentanti dei tre ordini il minor
numero di notizie finanziarie e solo sommariamente;
5." nello alterarle;
G.o infine nel proibire che se ne prendesse copia e se ne
discutesse in sedute plenarie.
Istituti e pratiche attinenti all' alta amministraziollt', che
occultarono l'insieme delle enh'ate pubbliche in modo
indiretto.
Fin qui ( 4) abbiamo veduto istituti di alta amministra-
zione, per mezzo dei quali il supremo potere politico occultava
direttamente e quasi scopertamente i conti pubblici. Altre volte
{'l GOMEL, Lcs milli"trcs dc TUI'(]ot ct N"ckcl', pog. XXIV-V.
81
invece esso intese allo stesso l'isultato piLI ind'etlamenle e ce-
latamente con opportune pratiche, disinteressando da un accurato
esame della materia finanziaria:
al i corpi incaricati di consenlire le entl'ate pubbliche ;
bl i corpi avenli l'alto controllo finnnziario (').
a) Coloro che ebbero facolt di consentire le entrate pub-
bliche furono staccati dagli interessi e dalla eausa dei eontl'i-
buenti 'con escl/::iolll? pie/w o scmipienCt delle imposte, con
pensioni, cariche pubU/iclte ed ollol'i.
I due pl'imi bracci delle antiche Assemblee ['appresentati\"e,
quelli della nobilt p. del clero, andarono interamente o ill gl'an
palte immuni da gravezza. Anche le imposizioni, che furono
loro chieste direttamente, il pi spesso per diritto o per forza
vennero ['igettate sugli int"el' iol"i. I H.aPlwesentanti dei Comuni in
certi momenti storici fHrono utliciali regi, o persone in cerca
(') ('n Il'o la . t""$((. si tro\'u rono
{'omprl'si elementi contrastali Li la "cgola"il" e chiarezza dei conti ptlobli ci,
J funzionari dell' amministrazione non furono seelli sempre dal SO\TIIIlO
con ullo lioel'o ed agli interessi di ulla gesLione unituriu, ma fu-
rono scelti ('011 rigllurdi politid e C'oli' inll'lIlo di glandi perso-
nuggi. che lu!orll cunlrillJililOcia\'uoo l' HlIlol'iL1 Cosi man('j', nella
omminislri.lziollc tnanziill'iu IIIW pCI' felto organiZ7.i.lziolle e la disciplina ge-
rurchi cu; mancu non di "''''0 l'obhedicuzn degli infer'iori ulltl legge cd ui
superiori, come d' ,dLro canto lOan6, li ' 'l''C,Li ultimi il fel'mo l'''ol'0silo o
la possi l,ilit di udempiel'e eSilLlilmclIte ui 101'0 dovel ' i. Nel ];,17 iII Sicilia
\'enll ll prescriLlo chc il maestro giurato mandasse i conti delle univel's il
gin 'l"ietun7.uti all' ufficio dci mue'i t,'i rnziollali ... Con cosi fuLlo provve-
dimento non si o\'\'i al disordine (delle umminisLraziolli comunulij, percll':'
molto ed istraordinurio e"u il polere dei mucstri giul'uli e se ue volsero
assoi nel mule, poeo nel oene, d' "ILronde; tl'OppO vi cini essi eruno sovente
all'ubbandono ed ulla corruzionc, e troppo di stunti stUVUIiO i muestri ru-
zionoli per vegliare l' amministruzione municipale . (BIANCHINI, Storia eco-
IIomico-cicile del/a SicilicL, Il, pug. 272, 273). J riturdi cOllsidel'e\'oli nelle
esazioni, dovuti ulla prepOLenz,) e agli "busi dei regi ufficiali nel regno
di Napoli durunte e dopo il regno di Ferdinando d'A,'ugonu, vedi iII B,AN'
CHINI, Storin delle Il. l'''g. 103. In Frunciu sotto F,'anccsco Il
(15b9, 11iO) gli ugenti contal,ili sl'eClIluvllno sulle somlOe del Re rimesse
nelle loro muni . (CL.\MAGERAN, Ilistoire dc l ' impot Cn FI'ance, Il, pago 149).
82
del favore sovrano, di onori o di cariche pubbliche. In Piemonte
gli Stati Generali diedero di raro prove di indipendenza. In Si-
cilia manc nei Parlamenti la rappresentanza alle citt dema-
niali, perocch i lll'ocuratori di esse o non avevano forza ed
opinione, oppure essendo stati scelti fl'a gli avvocati, erano stret-
tamentc ambiziosi di qualchc magistratul'a c quindi tt'adivano
la 101'0 mi,.siollc. Vidcsi pure che tal une delle ririncipali citt
estimavansi fortunate quando potevano ayere per loro procura-
tore qualche segretario od altra persona familiare del vicer (I).
~ e i Parlamenti in :'Ilapoli gli interessi del popolo non erano
difesi ... . Invano i Comuni a "evano facolt di eleggere depu-
tati. Questi perdettero in :'Ilapoli autorit prima che in altri
paesi d'Europa .... I donativi venivano in Napoli determinati
da a"semblee, le quali, invilite o corrotte, secondavano sempre
le mit'e del lontano monal'ca (").
La stessa condotta era tenuta dagli elementi borghesi delle
Cortes al tempo di Carlo V, che li compr e corruppe con doni,
pensioni ed onori (l).
In Francia nel 1561 le elezioni dei Rappresentanti dei tre
ordini el'ano state fatte sotto una pressione dUl'issima del Go-
verno (').
Nelle elezioni degli Stati Generali nel 1576-77 vi erano
state delle irregolarit, delle frodi, degli abusi d'influenza, delle
miuacce, dellc violenze; il Governo era inter\'cnuto, gli ufficiali
regi a\'eVallO sostenute cCl'te candidature.
Negli Stati Gcnerali del 1614 i borghesi erano per la mag-
gior parte membri del corpo giudiziario ed ufficiali regi (5).
Ebbene, allol'ch chi consentiva entrate pubbliche era eso-
nerato dalle imposte o largamente compensato di esse, non
(Il BIA!'/CHI:-II, Sln/ia economicocioite di Sicililt, Il, pago 10.
(') BIA"'CHI:'II, Storia ddle jinan::c, Il, png. t48, 310.
(') RINAUDO, Saggio stOl'ico delle origini dci Gooerno rapP"cscnta-
tico, pllg. /8 .
(') CL"MAGERAN, Il, pug. 205.
(' l CLAMAGERAN, Il, pago 414.
83
portava una seria attenzione sul vero ammontare delle contribu-
ziolli concesse, sulle fonti pi adatte a sopportarle e sugli abusi
nelle esazioni, che le dovevano t'or'se raddoppial'e, Tutto ci non
lo interessava. La vera somma di grayezze, gettata sul popolo,
era ignorata a coloro, clte la consentiyano.
I! qual fatto non fu eel'to l'ultima causa del i scI'edito, in
cui cadde a un dato pllnto il sistema delle Rappreselltanze e
della sua scomparsa, la quale non spiegata a sufficienza
quando si dice che fu opera del despotismo (').
I! despota non tale se non in grazia di fOI'ze, che ne as-
sicurino e i pl'Ocedimenti. Ora quali furono queste
forze, che aiutar'ono il principe a spegnere il sistema delle Rap-
presentanze?
Non certo il popolo minuto rinunzi di buon grado al
diritto di consentire le imposte tinch si sent in grado di
rifiutarsi nei Parlamenti alle domande ingorde del fisco. L'ap-
poggio principale il SovI'ano dovette invece trovare nella bor-
ghesia pi ricca. L'alta magistratura, i controllori, i creditori
pubblici, gli appaltatori, gli arrendatori in Sicilia, i fiscalari in
{'} Il despolu nnzi ha mo,truto s pesiio opinioni fnvore voli ul di,'i tto
popolare dci hil.,ncio, alla semplificazione ed al buon ordine dell!> finanze.
Enl' ico IV troval'u che l" fU' .'oltio dei di accordure l,'iLllli era il
miglio,' mezzo per ottenere rlunuro. Ci " ile impedi sce "I dcspola la sop-
degli abusi e In semplificuzione lril",tul'ia il lu somma degli in-
teressi dell'li lla horghesia e delln nolJilUI, cui de\'e appoggiil r:;j. Luigi
XV, unu perfettu incornazione dello s pil'ilo dispolico, confessa"a ul Duco
di Choiscul 11.1 propria impolcnza u porre ripuro Ili rlisordini scullrlolosi ,
che si commellevllno nella amminislr1lzione dello slesso cusu del re, Les
voleries duns mu moison sonl enormes, muis il esl impossihle de Ic l'aire
cesser; trop dc gens, el sonl'loul lrop de gcns l'uissants y s9ut inlcres-
s ponr se flaller d'c n "enir u boul. Tous les minislres '1ue j'ui ens onl
touionl's fOI'm le projel d' y mcllle dc l',,,,dre; mai eliroycs de l'cxeculion
i1s l'out lll",ndonne. Le cardinul de etnil hien puissonl, puisf!, il cll.illc
mailrc de la . France; il esl morI sons oser elieclller aUCllne des ide('s,
qu'i l ovoit elles sur cet objct. Ainsi, el'oyez-moi, culmez-\"eus l'l laissez
snbsi s ter un vice incuruble n. GO'lEL, Le miltistl'es dc TUl'got ct Nu-
kcl', pago 4.
84
i traitans, i ,financirs, i croupiers, i fermiers in Fran-
cia, i fuggers in Germania, i purveyors in Inghilterra (che
non raggiunsero mai la potenza che ebbel'O sul continente
i 101'0 confratelli), tutti costoro, che divoravano avidamente
le entrate pubbliche, si tl'Ovarono in una opposizione la pi
spiccata di intel'essi con ogni provvedimento inteso ad ordi-
nare, semplificare e chiarire la materia tributaria. La resi-
stenza di codesti parassiti non fu certo l'ultima delle difficolt,
che impedirono a Sully di ottenere quello stato generale delle en-
trate e delle spese, pel quale si alfatic ostinatamente; n fu
l'ultima difficolt, che si oppose a Colbert perch venisse at-
tuata la sua beila massima: Il faut l'endre la matire des
finances si simple gLI' elle puisse l:tre facilement entelldue pal'
toutes sortes de pCl'sonnes l',
D'altl'o canto le nobilcsche, l dove i loro interessi
tl'Ovano il pi valido appoggio nella fOl'ma politica, si disinte-
ressano al sindacato dei conti e al consentimento delle imposte,
pC;'occh, col trasfOl'mar;;i dei tributi diretti da prestazioni stl'aor
dillal'ie in ordinarie, queste vengono addossate soltanto o quasi
ai ceti inferiori ('), Dopo il quale avvenimento le classi privi-
legiate diventano cos arrendevoli nel c.oncedere nelle adunanze
degli stati balzelli gravanti la massa della popolazione quant()
el'ano state resistenti a oncedel'e imposte per propl'io conto.
E pel'ch il COllcel'to della nobill e del clero e di molti uf-
ficiali e dignitari borghesi assicurava la maggioranza nelle vo-
tazioni agli intel'cs,,<i al' istocl'atici, le .assemblee si dovevano ri-
velare una inutile e costosa fOI'malit, ulla feroce ironia ai veri
(I> Dal momenlo, in CIIi I:()milll :i iII Sidlin u filr liSO dli slI5sidi,.
cbe seglluno il pas:iaggio d.dlc imposlc direllc Sl"uordill;ll'ie (t:ollctte) ulle
orillul'ie, i bdroni chie::;ero elle finn si imponessero r:ollellc tHleol'che fos-
sero rei 'lllilllro indic"ti dalle "utiehe coslituzioni. Tale novit:' d' im-
pOI"'e come l"il"'lo ordinario sotto nome di donuti\'o Spiuc'l"e ol-
tremodo e fII rovillOso uJ!e ulli\'c'tiil. (BIAXCHIXI, Stori" ecollomico-
cicile, l, pug_ 2:31-:32).
85
plebei ('), come lIna pratica senza inter'esse, im-
morale e impopola!'.:! ai nobili,
Go"
Continuazione.
b) A mantenel'c j'oscurit o una sernioscul'it sulle ,ma-
terie tinanziarie contribuirono anehe certi provvedimenti, coi
quali gli alti e,'''pi incaricali del controllo o furono posti nella
impossibilit di conoscere appieno larghe porzioni del!' entrata
(e della spesa) o furono disinteressati da indagini minuziose ed
accurate,
Sarebbc lIIl crrOI'C il cl'cdcre cIII' Ic antiche Chambres des
comptes, tllttoch distr'ibuite iII buoll numem sul tel'ritorio fran-
cese (el'ano tredici), e le vecchic Camere dci conIi nel Piemonte
fossero in grado di acqQistal'e la piena conoscenza della con-
dizione della tinanza,
Ciascuna Camera invigilava sulle scritture dei contabili
{!ompresi nella sua giurisdizione, Erano sparse, disseminate sul
territorio dello Stato, pressoch senza rP.lazioni fra di loro, tutte
impegnate in affri locali, senza cognizioni e senza competenza
nell' amministrazione generale ("). Del resto i conti stessi, su
(I) " Ogni azione immediata era resti impossiL.ile "I le,'lO stillo dulia
doppia uzione conLrnri" o divergente degli OI'dini privileginli. {'"re clw
l'ordillC plc"e" l' di quc.,lu l'.'pcricll:m altbi" d'allor(/. il/.
l'oi tenuto in poco COI/(,O i .</wi politici ". Sa.'lyi $/0/';(,0
sulle ori!)illi del sistema rllpprcselltlltiw, png. Si.
(t) lIelie sile d' li Il mil,;"tr/J dII Trsor scrive clte
le IIntielte Cumere dei conti ernno " des t,illllnullx suns uecol'd duns leur
jlll'isprlldence, sons rllpports elitre eli" rduits il l'nrbitruge d' intert sou-
vnnt locuu" et vuriunt d'un ressort l l' olltre; en IIn mOI, ne pOll\'8ient
fuire elltrer dnns lellr jllgements UIlClllle vile d' inlel'Ct gnerul, et ne vo-
yllient gure compuruitr'e devunt eli" ehufIlle compIe qu' l di" annees da
distunce de celle 'lui lui donnoit sa date . Citato du GOMEL, Las mini-
strc3,. ecc., pago 86-87.
86
cui ciascuna dovea giudicare, le venivano trasmessi con estrema
lentezza, talora dopo molti e molti anni, di guisa che gli eser-
cizi si mescolavano fra di loro in una rete inestricabile.
Quegli stessi conti presenta vano frequenti lacune ed irre-
golarit nelle forme. Poi vi erano altre irregolarit, che non
avrebbero potuto e;;;;ere imputate ai contabili, ma che venivano
dall' alto e che non era lecito rilevare, n prudente approfondire
e d(vulgare (1).
Perlocch le ste;;s.e relazioni delle Camere dei conti di Pl'O-
vincia divenivano opera monca e pressoch inutile e avrebbero
reso incompleto e senza alcun interesse quel riassunto generale
dei conti, che la Corte di Parigi avrebbe dovuto fare (') e non
faceva. La inutilit delle Chambres des comptes fu pienamente
riconosciuta nel momento in cui furono abolite. Lo stesso a
dire per quelle del Piemonte, la cui condanna fu pronunziata
dal Conte di Cavour nella sua relazione del 1852. In Napoli le
attribuzioni della Camera della Sommaria erano state assorbite
da corpi (Consiglio collaterale e Segreteria) alla dipendenza pi
stretta dal Vicer. Quanto alla Corte dei conti, che fu istituita
in Napoli il Hl dicembre 1807, essa continua a giudicare nello
stesso modo e linguaggio fiscale, e colle stesse forme di due se-
coli indietro, che incompatibili sembrano coll' et che volge (3) .
( ') Lo stessa di 5o"gunizzazione, che si ebbe nell' amministruzione fi-
nunziori", si ebbe onche negli olti corpi di controllo, e spesso molgrodt>
lo volont;, del Re e per 'luelle ragioni che furono indicate alla nt>ta 1
a
del paragrufo 5' di '1ue5to capitolo : Sullo corruzione degli ufficioli subal-
terni dello Somma"i" fino al 1800 (BIANCHINI, Storia delle finan"c, III,
pago 218). Nel 1607 si lamentava di nuove dilapidazioni e
come complici i memlori dell Camera dei conti . Le Chambres de justice,
istituite contro i finunzieri, eruno accessibili od ogni sorta di seduzioni;
si risparmiavano i grundi ludri e i piccoli pogavono per essi. CLAMAGERAN,
Il, pago 352.
(') Gi Colbert ave"O tentato di correggere lo disorgonizzazione e la
debolezza delle Came,'e dei COliti col sop,'uppo"re ad esse una Cumc,'a
di giustizio, che sedette fino al Wl;;) e fu sciolto nel 1UG!l.
(') BIANCHINI, Storia dclle jinan:;c in Napoli, III, pago 712-713.
87
Ma vi erano les Parlemellts, che col loro diritto di registraI'e
(di interinare, come dicevasi in Piemonte, del Senato) i decreti
di finanza e col loro diritto di rimostranza e di censura avreb-
bero potuto illuminare le moltitudini sui loro interessi finanziari.
Ci accadde talora, vero che in caso di diniego della regi-
sll'azione ('), il ne poteva faI' prevalere la slIa volont con un
iit de justice (2),
IVla ad' evitare un fatto cos gl'a ve e cos atto a ris\'cgliare
ed a commuovere l'opinione pubblica addormentata, >;i pl'o\'\'ide
e si riusc Ql'dinariamente colla pratica di sceglier'e i membri
di quegli alti corpi fra gli ordini privilegiati, elle, esscndo im-
muni da imposte, poco si tur'bassero degli inaspI'imenti di que
ste e del loro complessivo ammontare ('),
Quando poi parve utile di intl'odurre nei Parlamenti qual
che bOI'ghese, esso acquista\'a per ci stesso la nobilt,
Turgot, a proposito ed a difesa del suo progetto per l'abo-
lizione delle corvate, invitava il Re a diffidare delle opposizioni
del Parlamento. De qui le Parlement est il compos? De gens
l'iches par comparaison aver le peuple et tous nobles, puisque
leurs charges donnent la noblesse .
Del resto, allorch quei corpi si fecero pugnaci contro la
politica finallziaria e commossero l'opillione pubblica, non manc
(') Il CA RUTTI ricorda po,'eccl,i c n ~ i in Piemonte,
(') Lo lotto di Ricloelieu contro i Pu,'lamenti te,'min colli! cclebr'e
dichiarozione di febbraio 1641, lo qllale interdiceva loro di prendere spon
taneamente cognizione degli affori di Stato, ammetteva in certi limiti il
loro diritto di rimostrun7.a, ma 10"0 imponeva, quale si fosse il risultato
delle rimostrunze, la registrazione immediata degli editti senza alcuno mo-
dificazione.
(') La natura a,'istocratica dei Parlamenti in materia di imposte si
era rivelata nel 15'i0 coliti loro resistenza alla riforma degli abusi relativi
alla venalit delle cariche; collo loro resistenza nel :1.639 "Ila trasforma-
zione della toglia personole in reole; colla loro resistenza allo vigilia dello
rivoluzione olio ab-,lizione dei privilegi d'imposta,
H8
chi impose loro il silenzio ('), li abolis!e e perfino ne esiliasse
i membri (Luigi XV).
Valse anche a mantenere il segreto sulle cose finanziarie
l'essere stati ridotti a un numero assai ristr'etto coloro, che
ave\'ano la supl'ema amministl'azionc c il supremo controllo
finanziario,
Un tale l'isultato pot essere raggiunto iII Francia quando
agli Stati Generali succedcttero i Parlamenti, che dellc funzioni
di qllelli si \-alllarono el'cdi; Ilei dllcato d'Aosta quando agli
Stati "i sostitu quasi intcI'amcnte il Consiglio dei Com-
messi, i cui po::iti, da eletl.il-i che l'l'ano dapprincipio, fUl'ono ben
presto (') occupati per diritto di el'edit dalle famiglie pii! nobili
e dai VescO\-i; in :'\apoli quando la Camera della Sommaria
si vide stl'appati i suoi importanti uffici d'amministrazione e di
controllo finanziario dal Consiglio Collaterale o delle Segreterie
dello stesso Vicer (3).
A questo punto noi siamo in grado di concludere che una
piena notizia delle entrate pubbliche nel loro complesso prima
della proclamazione delle moderne costituzioni fu impedita da
un yran numero di istituti e pratiche,. e tali furono: il metodo
contabile dclla pluralit delle casse, e poscia la confezione in-
completa del conto generale colla produ:.:ione delle entrate al
netto e colla 101'0 riparti:riollc in eserci:.:i di incerta il
sef}/'eto imposto agli ufficiali superiol'i dell' amministrazione ed
ai 10/'0 addetti,. la facolt di ootare i fondi ristretta o add'it-
tu/'a soppressa per tutti i contribuenti; la co/'ruzione dei membri
incaricati di consentire le imposte,. il privilegio di pal'te di questi
membri e dei corpi incaricati del controllo,. la mancanza di una
organizzazione unitaria fra questi ultimi; le restrizioni operate
nel loro numero,. infine i dioieti fatti di occuparsi con stampe
(Il Il 28 murZf) ti5(; fu proibito ai Purlumenti " d'imprimer, debiter
Oli cc,lpol'ter UUClln5 crits, ollvruges ou projets concernant lu reforme
des finonces OLI leur administrulions pussee, octllelle /ilI future '.
(') CARUTT', loc. cito, pog. 3i.
(') B'ANCHINI, Storia dclle jillan:c del rcgno di Napoli, Il, pago 432.
89
di cose finan::;iarie e le puni::;ioni a coloro, che si opponessero
alla politica t,'ibtttaria del principe. Tutti questi fatti coopera-
rono al risultato della confusione e del segreto dell' entrata
'pubblica completandosi, rafforzandosi mutuamente e organiz-
zandosi in un tutto.
Dopo ci il lettore si sar gi convinto che per com-
prendere il fenomeno finanziario, quale la realt e la stOl'ia ci
non basta prendere di mira la classe dominante,
ricercal'ne le aspirazioni egoistiche, gli interessi ristretti, come
se i dominati costituissero una massa passi\'a senza aspirazioni
proprie, senza l'esi,,tcllze, come se anch' essa non fosse composta
di soggetti edonistici. In via ordinaria la pratica linanziaria fa
testimonianza di una costali te preoccupazione e di un fine ac-
corgimento nel dominante per ottenere dal dominato il massimo
risultato col minimo dispendio, per evitare a questo certi urti
violenti, certe acuizioni di dolore. In questo senso le forme as-
sunte dalla finanza hanno subta una elabol'azione delicata e
complessivamente progressiva. Questo processo pu bens essere
stato interrotto, e del resto mai compiutamente, in momenti ec-
cezionali, nei quali il pel'icolo imminente, la necessit inelutta-
bile spinsero il dominante a dal'e alla finanza l:rt aspetto di
crudelt sfacciata e senza ritegno. I provvedimenti esaminati
in questo capitolo e nel precedente confermano il principio
suesposto, che noi abbiamo enunciato altrove ('), e che trover
pi completo svolgimento e dimostrazione nei capitoli successivi.
(') PUVIANI, Il problema edonistico /lel/a scirlloa delle jinall:c, 4',
pago 15. (Riforma sociale, fuse. 5, anno III, voI. VI).
90
CAPO V.
Occultamento di mlsse di ricchezza requisita
in sede di bihncio.
EPOCA :\1 ODE H:'\ A.
Occultamcnti dcll'im[)osizio:w nel SIlO insieme con fatti
d'indole pUl'alllente contalJiIi, indipendenti quindi dal-
l'opera delle (ICrSOnc illcal'icatc della formazione del
bilancio c dagli illtrl'essi ristretti, che queste debbono
tutelare.
Viene finalmellte il momento, nel q u a " ~ riconosciuto in
modo pieno e solenne a tutti i' cittaini il dil'itto di yotare
l'imposta c di conoscerne gli impieghi; riene il momeuto, in cui
una suprema magistratura incarieata UOII solo di cOlltrnllare
l'opera contabile di tutti gli agenti dell' amministrazione, ma
ancora d'inl'igilal'e l che la legge del bilancio votata dai rap-
presentanti dci popolo riceva dal potere e:"cculi\'o precisa at-
tuazione; vi ene il momento, in cui le discussioni , finanzial'ie
son fatte pubblicamente e commentate in ogni angolo del paese
dalla stampa, la gl'ande modellatrice dell' opinione pubblica. Da
quel momento non si cessato di celebram il diritto al bilancio
come una stupenda conquista del popolo, come il pi invi-
diato e temibile dei suoi diritti . Da quel momento ogni scrit-
tore di materie politiche si creduto in obbligo di congratular'si
col popolo del gl'aode progresso compiuto. L'articolo quarto
della Dichiarazione ei diritti dell' uomo dOlTebbe essere consi-
derato a un dipresso come il pl' imo e SOIlOI'O squillo di tromba,
che abbia rintronato sulla valle degli addol'mentati e incoscienti
91
contribuenti. Le altl'e costituzioni del continente benloslo ripe-
tE'rono la buona novella. Ed un gaio, alto clangol'e da ogni lato
aVl'ebbe riempiuto l'aere tl'emulo e chiamato il popolo alla
contemplazione lucida, netta del mondo tnanziario.
Pur troppo tutto ci non che Ulla rnaelomale e,.;agel'a-
ziolle. Un gr'allele pl'Ogl'e-;sn, sollo l'aspetto formale, all clJc qui
come in alt l' t! parti della vita pubblica, si compiuto. ?Ila
stato altl'ellallto illlpOltanle il Iwogresso malcl'iale? pl'opl'io
,"el'O che il popqlo riuscito fillalmente a cono,"cerc le slie
COlltrib:lI.ioni e gli di e""e? A (!uesta domanda noi
abbiamo gi data ulla parziale rispo,.;ta ilei capitolo tel'u) stu-
diando alcuni mezzi, coi quali le irnpoe'tn speciali l'i! o meno
si na,;conc!o:lo ai conlI'ilmcnti . Quella parziale risposta trover
completamE'nto nei cnpitoli successivi.
l\Ia sono l'iuscite almcno le moltitudini dei contr-ibuenti a
veder r'icondotto IIci bilanci in un tutto insieme e chiarall1ellte
ci, che paga 110 fl'ammclltal'iamcllte e chc in tale modo loro
sfugge ina \'\"crtito?
Ciii voglia parlare con sincerit de'le rispondere negati,"a-
mente. Il bilancio rnotlcl'llo rirnallC alla gl'a nel!) dc I
poplll0, alta alla mag;;inr' parte elci Parlamcllto lIna
regione buia, Illi"teri r'''il, pie:Hl di
)iolj(Jstante i della contabilit di Stato, la lettul'a
dei bilanci (! Ul!' artc l'il che mai. La cosa non devc
S01'[JI'(.!IICI'C .. -\ pl'cscillf.lere da;.:li artifici cOlltabili, creati con
delibel'ato PI'oposito cii accultar pCllose vl'rit, e dei (filali pal'-
leremo fm brere (I), da llll lato la mateJ'ia contabile si estesa
a proporzioni inauditc coll' e;.;tenelersi dellc attiviUt dello Stato .
moderno, di cui le migliaia di braccia incassallo, amministr'ano
e spendono sotto forme sempl'e piil varie; da un altro lato lutta
questa atLivit pubblica ha crcato dall' aspetto contabile un
(I) Di essi padiamo id :3', come 'l'letli cile deri\'nno pillllosto "'le
da ncccs"iLit conto"ili, datle PCI'solle incaricale dell" furmazione del bilon-
cio e dagli interessi, che 'lueste dcLb81l0 tutelare.
92
immenso numero di problemi nuovi, di difficile soluzione e di
ci le forme esplicative assllmono apparenze complesse, ela-
borate, Cos avvenuto che i bilanci dell' Europa continentale
abbiano conservato, anzi acquistata una str' uttura contabile
estremamente ponderosa e spesso di difficile comprensione,
In particolare la grande quantitil d'impl"ese economiche
condotte dallo Stato, la loro gl'andc \'ariet:\, i diver'sissimi loro
congegni, le var'ie forme di creito, le innumereHlli imposte
e tasse, da cui si ricavano entrate, hanno falto del bilancio
attivo, del quale solo dobbiamo dil'e per' ora, ulla rete fittissi,
ma di conti, di questiolli, di materie, di istituti di\'er'",i,
Vi al'Huiscono tutti gli illtroiti, che lo Stato ha come pro-
prietario di fondi rustici, di foreste, di cave, i miniere, di
saline, di acque minerali, di industrie speciali, di banche, di
ferrovie, di stabilimenti modello, di allevamenti di animali, Vi
entrano le somme ricavate daila vendita di oggetti fuori uso,
i beni vacanti, i beni degli insoh'enti le imposte, i beni in-
camerati, Una chiara conoscenza di talune di queste fonti
di entrata suppone uno studio molto intenso e cognizioni spe-
ciali, giuridiche, economiche, tecniche, contabili, La materia
ferroviar'ia, per esempio, da noi coi suoi elementi di attivit, di
impegni, di diritti e coi suoi congegni difficilmente pu esser'e
nella sua pienezza posseduta, anche d.a chi ad es:"a si sia
applicato seriamente, Essa stata chiamata a giusto titolo
la grande incognita dell' amministrazione pubblica italiana ,
Anche la materia bancaria presenta speciali difficolt,
Nel bilancio attivo discende altres tutta la rete intricatissima
di ruscelli e fiumi, costituita dalle entrate dCI'ivate, che por-
tano il loro contributo al tesoro: sono tasse, imposte, privative
fiscali, applicale agli oggetti piil vari, con metodi e processi
diversissimi e che debbono essere conteggiate nel loro introito
100'do e netto col sussidio di cognizioni tecniche e di elaborati
precetti contabili, Poi vi sono i proventi straordinal'i, che assu-
mono a loro volta le apparenze pi diverse di alienazione di
rcndite, di obbligazioni con nomi e scopi speciali, di anticipa-
zioni delle provincie o dei comuni, di emissioni di varia specie.
93
E tutte queste diverse forme di entrate non si raccolgono
in un tutto omogeneo, non possono essere addizionate, si disper-
dono in conti speciali, alcuni dei quali restano fuori del bilancio.
Poi vi da tenel' conto di entl'ate fittizie, che hanno per
contropartita una spesa corrispon,dente; e di altre entI'ate, che
comunque attendibili, non si riscuotono nell' esercizio e danno
nasci mento ad una gestione speciale.
E quando si beno studiato e bene intcso tutto ci, resta
a studiare e ad intendel'e tutla la pal'te passiva del bilancio,
tuttu il movimento di rigur-gito, cio delle entrate raccolte nel
tesoro ,"crso lc lul'o destinal.iolli spc('iali; il che p'l'esenta a sua
volta (lo vedremo nell' illusione dell,' spese pubbliche) un' altra
specie di labil'into inestl'icabile pCI' chi non si dcdichi seria,
mente a questo ordine di riccl'che,
Non sono solo le spese cOJ'rclati ve alle aziende patrimo-
niali, alla riscossione dei tributi, al servizio delle casse e al
servizio del debito pubblico che costituiscono quel labirinto.
vi sono tutte le spese cOI'l'elati\'e alla indefinita attivit dello
Stato in materia di sicurezza puoblica esterna ed interna, in
materia di coltura e di pI'osperit materiale, Tutto ci si
riflette in migliaia e migliaia di articoli, che stilano \'ertigino-
samente per necessit di cose innanzi alla mente dei deputati.
E ciascun articolo a sua volta si l'infrange in un certo numero
di capi di spesa (1).
Poi anelle in questa pal'te del bilancio \'i 50110 gestioni
speciali derivanti da spese imputate nell' esercizio, ma non com-
piute in esso.
Il bilancio moderno adunque in tutto il SlIO insieme un
vasto ed intricato viluppo di cifre, di conti, di materie
di questioni disparate. Il bilallcio italiano, lino dei meglio fatti
('l Gi CAMUS c[,[,c il dll' c innunzi ,,1I'Assemblca cORlilllcnlc: " E
e,'idellle che sc ineuri!'ulc l' Asscmblca di "cl'ifk,"'C in IInii sessione I ,800
conti purlicohllaj non Ile cSHmincl' lIliO solo . Ql1ulIlo pi il f';:tgione luli
purolc poll'C'I,l>cro CSSCI'C pr'onuuziiltc 0e-Si innilnzi ui noslri giganlcselli
bilunci!
e dei pi lodati in Europa, pre!'ienta anch' esso quei caratteri.
Sono undici volumi di preventi\'o di oltre 1,200 gl'andi pagine,
divi!.'i in pi di mille capitoli e suddivi"i in ar'ticoli. E agli un
dici volumi del preventim va unita la relazione generale e la
nota di pmsentazione, due voillmi; il bilancio di assestamento
dell' esercizio in corso (che corl'is pondc in' parte ai vccchi stati
di definitim previsione della legge del 1869); la tabella esplica
ti\'a, un volume; la relazione della Corte dei Conti, edile gros"i
volumi del conslIlltivo pC!' l' esercizio che [inito al 30 di
gillgno e che in novembre presenta gi stampati, chiusi ed
approvati dalla COIte dei COliti i dcumellti della sua gc::;ti one,
le l'isultanze cio di milioni di fatti economici, finanziari ed
ammillistrativi. Sono h'emila pagine, sulle quali deve l'ifcl' ire
COli quasi altrettanti volumi, e forse altl'ettante pagille, la Com
missione del bilancio, e deve discutere la Camera e deve ristu-
diare il Senato, cui si presentano in una nuova edizione coro
retta e migliorata per opera e \"oto dei Deputati l> (').
A tutta questa materia non si l'iuscito a dare omogeneit
ed unit. E per vero il nostl'o bilancio si risoh'e in otto bilanci
distinti o c,onti speciali e per s stanti; ossia: 1.0 entrate e spese
effettive; 2. pensioni; 3. movimento di capitali; 4. fondi di
riserva delle ferrovie in esel'cizio (suddivi"e ili lIove tOlldi diversi,
ossia tre per ciascuna Societ di ferrovie); 5. casse patl"imo
ni a li dell e fel'rovie (suddivise all.::h' esse in tre casse distinte);
G.o spese p(!r le costruziolli fel' l'oyiarie a carico diretto dello
Stato; 7. spese per le costrllzioni a licitaziol :e pri\'ata delle
linee tirrene; 8.' partite di giro. di questi otto conti
ha le sue entrate e le ,::ue spese e ;;:i presta alla formazione di
un pareggio contabile, che disgimuli un disayanzo finanziario
e alla stipulazione di debiti nuovi ('). Dai quali uitimi noi ab-
.t') RAVA, Il Sitlrlacuto pW' [amC"Jlla,'c amnlillisl"II;; iu,," (! il Bi-
lancio, nella Rioisla di dil'itto puublico, l!lUO, pago 2fik
(I) FERRARIS, cd CCllolJtia u(( :l iutl.alc, (h., llu ... "uortt Au-
toloaict, 16 gC'nnilio 18!J:!, png. 2!H.
95
biamo cavate entrate sotto fnrme le pi varie, come lo attestano
le alienazioni di rendita per le pen,;ioni, le obbligazioni del Te-
vere, le obbligazioni di Roma, le obbligazioni del risanamento
<li Napoli, le anticipaziolli delle provincie per r accelel'amento
dei la "ol'i catastali, le emissioni per le casse patrimoniali delle
fel'ro\"ie, le emissioni per le costruzioni ferroviarie direttamente
eseguite dallo Stato e le emissioni pcr le linee tirrene. Le forme
ed i titoli, cui abbiamo l'ico\'so pel' nascondere con falso pudorc
quanto pitl ci fu possibile i nostI'i debiti fUl'ono tante da in-
generare la pilt grande confusione, Vi sono debiti perpetui,
debiti J'edimibili iscritti Ilcl gl'31l lilJl'o del debito pubblico, de-
biti rcdimibili non iscl'itti ilei gl'all libro, debiti speciali ammi-
nistrati dalla Dil'ezione gellel'alc del Tesoro, le obbligazioni rer-
roviaJ'ie .garantite dallo Stato 3 per cento (distinte in tre tipi
per le tre Societ e da 1I0n confondel'si con altri tre tipi di ob-
bligazioni ferroviarie non garantite dallo Stato), il 4 per cento
ferroviario netto cl'eato, ma non cmes,::o, ecc., i certificati tiJ'I'eni,
i titoli tirreni, i buoni settennali del Tesoro,
I! FERRARIS, analizzando appunto la complessa struttura
contabile del nostro bilancio e del J]ostro debito, poteva ancora
nel con piena ragione sCI'i"el'e: Un bilancio architettato
in tal modo divellta una specie di logogrifo, che pochi pos-
sono comprendere (').
In forza dell' arruffio del nostl'o bilancio, uomilli eminenti,
come e Cambl'ai-Digny, hanno potuto cadere in er-
rori di centinaia di milioni nel calcolal'e le cOlldizioni della fi-
nanza.
Pi di recente dal 187;) al 188.2 la Camera e il Paese
hanno potuto prestare la maggiol' fiducia alle magiche esposi-
zioni finanziarie, che presentavano con un avanzo il bilancio,
di cui il disavanzo do"e,'a esseJ'e colmato con un debito di
1,630 milioni. E del resto anche oggi, nel momento in eui si
sono eliminate diverse cause di oscurit e di poca lealt del
(I) FERR.'RIS, loe. cit., pago 31!7,
96
bilancio, quante macchie oscure, quante incognite sono da chia-
rire! Pensioni, casse patrimoniali, impegni bancari dello Stato,
fondi di riserva, molteplicit dei titoli del debito pubblico, persi-
stenza di conti speciali nel bilancio, sistema logismografico, ecc.
2.
Segue l'argolllt'nto con spt'cialc }'iguardo alla Francia.
Quella stessa Francia, tanto gloriosa pel suo articolo quarto
della Dichiarazione dei diritti dell'uomo e che noi per poco lIon
abbiamo raffigurata come l'Angelo, che getta il primo squillo
di tromba per l'isvegliare la coscienza addormentata dei COIl-
tribuenti di tutti i popoli, non giunta mai a in
modo chiaro la sua condizione finanziaria. In quello stesso mo-
mento solennissimo dell'et moderna, in cui pal've che lo Sfato
nuovo, condannando finalmente tutti gli arcani della vecchia
finanza aristocratica, si effondesse nel popolo e gli desse nelle
mani, in una confessione generale e sincera, tutti i conti; in
quello stesso momento i pi gl'andi artifici furono usati per
dissimulare la vera condizione della finanza. E pel' ve l'O il fa-
moso Compte Rendu di NECKER del 1781 espose una situazione
immaginaria, assai lontana dalla realt. Eguali altitici si ripe-
terollO nel memorando discorso pronunziato dal NECKER il 5
maggio 1789, il giol'llo della prima adunanza dell' Assemblea
costituente (').
Non a tOl'to MmABEAu esclamava nel 1790: io non odo che
questo: Ho tanto e mi abbisogna tanto; e l'Assemblea di ri-
mando: Perch avete voi tanto? E pCI'ch abbisognate di tanto?
Ma nessuno risponde chiaro.
N una chiara risposta si pot a\'ere all' epoca di Napo-
leone I. Sebbene la contabilit ufficiale non distinguesse un
(') Il sunto e gli urlifici di 'luci di5co"5o \'cdi nel GOMEl., Hisloire
financirc, CCC., pug. 166(i\.l.
07
bilancio straordinario e la legge di finanza possedesse una
irreprensibile unit, al di fUOl'i dei conti ufficiali un bilancio
straordinario, occulto, gigantesco, confezionato da Napoleone
personalmente sussistette sotto il nome di domaine exlrao"di-
naire, alimentalo in gran parte dalla vittoria e dalla conquista
e di cui le erogazioni sfuggivano al grande popolo
della RivoluziOlw, non meno clie le minute erogazioni delle cn-
trate !'accolte all' interno.
La legge del 27 giugno 1833 ebbe il triste mel'ito di ordi-
nare, iII riguardo a lavol'i pubblici da costruire o da continuare,
qnei conti speciali (budget.:; anllc:\cs), non rientrallti ilei bilancio
generale, che abbiamo poi ricompal'irc in Italia e che in-
f1'angevano l'unit dei conti. Quei conti speciali ponel' allo bens
in bella mostra le strade, le fenorie, le bonitiche, le scuole
compiute dai gOl-emi, ma lasciavano nelle tenebl'e la quantit
e i limiti dei mezzi (debiti), coi quali si provvedeva ad essi e
in pari tempo dissimulavano l'aumento delle spese pubbliche
frazionandone il totale (').
Questi cOllti speciali, che cominciarono a staccarsi dal bi-
lancio generale iII riguardo a la\'ori pubblici o a spese militari
e che diedel"O nasci mento al bilancio stl'aol'dinario, coll'andare
del tempo si moltiplical'ollo, si prolungarono in uno sll'ascico
intermina bile.
Dal 18G2 accanto al bilancio straordinal'io fu posto le /md-
gel dcs l'CSOllrccs specialcs, cio delie spese pagate COli imposte
comunali e dipartimentali, le quali vollero far dipeudel'e dal-
l'appl'Ovazione del Parlamento. Poi \"engono Ics budgets llI!-
ne,-ces, nove piccoli bilanci speciali, che si rifel'iscono a speciali
aziende i:tdustria!i dello Stato. Le pi l'ecenti figliazioni del bi-
(I) Nel 1871 Thicl's, f,' " le app,-o'-aziolli della Camera, ('s"I,,,n,,,-,,:
Qllels laient Ic; hlldgels dc l'Empire? .. le seerel de CC5 P"c"Plllalinn;;
c' lait de divi6er le blld;':Cl CII plll,;ieul'i; partics, de malli"e ti "endrc la
lotulisatiCJII dillicile, Oli lu!)oI Oicn:;c ali lOuins, cl de trompcl' .. insi le pays
Sur la r"til el l''::lendlle rlc la rlcpensc (JII' il rlnit fai"e (Olli, olli ; c'esl
\'rui) AssemL!c lIi1lionule 20 jOllin 1871. Cilalo da STOURM, pago lUi.
1)8
lallcio sono: [es scrviccs sp::Ctau.r da Tl'SOI'. E"si son nati nel
188:> dal proposito di il bilancio ordinario di parecchi
milioni di gal'anzia d' II numero di qucsti ser\"izi \"a
cT"escelldo (ora oscilla sulla tl'lltilla) peT' la l'lltaziollc. in cui si
tI'o\"ano i manipolatO\'i di cith\ di abbandona\'( il bilallcio che
po\"e\"o, perch alimcntato dalle cntl'ak ordillarie, e di attac-
carsi al tesoro che (! ['icco, rH.'I"Chi' alilllelitato dai fondi delle
ca:"se di l'i"parmio, dclle casse di dl'positn, dai conti correnti
ei comuni e dei dipaItimenti, dai prestiti e dal pl'Odotto delle
negoziaziolli di beni a o a brc\'e ,,",carlenzfI.
Ebbene tutti Ijuesti bilanci "peciali, non ostallte le loro disti lite
pel'sonalit, non pos;;ono Il\"\"icinati e sommati fI'a 101'0.
l'lalgl'ado il 101'0 i",olanlclltn, tutti qllesti bilanci dipen-
dallO gli lini dagli altl'i, si penctl'ano ll1utnumente, si illtrec-
ciano di tal guisa che il 101'0 totale da un lato insufficiente,
dall'altro tl'OppO esagerato .
Lo che fa questa o<;scI'\"azione, ricorda allo stesso
rigllar'do le seguenti parole di .Iules Roche sCl'ittc nel Rapporto
del bilancio genct'ale del 18SG (3U juin Hien n'est plus
obscur, plus confus, plus fel'tile en illusions quc nostre c1assi-
ncation actuelle ... On ajoute Ics uns au:\: lHltl'es tous les sy-
stme d'critures publiques pOl'tant le 110m dc budgets, comme
si cllaclIll d'eu:\: constituait un ensemble indpendant et parti-
culiel'; 011 totalise IClll' chilTre et 011 eOllclu\. Ce compte est
absolument fall:\: .
Fatti d'indole contabile o anche di indole politica, di!)('n-
denti dall' 0l)('\'a delle Pc\'solle incal'j<,ate d .. lla fOl'ma-
zione dd bilancio e dagli intrl'C'ssi l'istt'etti, chequrste
d .. bbono tutelal'e.
l\'la olh'ecch dalla sempre crescente mole dei fatti ammi-
lIistrativi e da un modo sempre pill elaborato di stendere e
controllal'e le scrittlll'e ( 1 e 2"), la impenetrabilit del bilancio
moderno dCl'imta ancora da un complesso di artifici anch'essi
in parte d'indole contabile, e posti in opera dal po.tere escClt-
tioo, dai ministri ste"si. Vale a dil'e che la complicazione con
tabile e l'al'l'llfflO dci bilancio mocll'llo furono do\'uti, oltrecch
a q1lelle C(luse fr/lcl 'ali e /lccrss(I/'ie, che prodllssel"O lln aumento
delle fu llI.inn i dell o Stato e r1 etel"lninal"Olio il progl'l'SSO, la ill-
tegl'azione' e dill'crcllziaziolle della ItagiOlH'rin, all c hc a cause ill-
dicidlloli cd areit',:ntali,
Cosi si SOli \'i"ti pr'ohlllgati e dlillsi assai tardi i l' al' eser-
cizi, mal;rrado la ricollosl:illta Ilcccssilil della loro illdividuazione.
Si cll'liC fluil'iti, come "'l''?SC e spc>'e
c -,me cnll'ate. Cos nella catcg()\'ia :'IIol'illlenlo dei capitali noi
qualilichiamo come le somme all' estinzione di
tllJiti o di un penlilto e qllalilkhiamo come en-
tl'ate le somme cnnseguile colla cOllleazione di un debito o colla
riduzione del patI'imonio. Per' morlo che qui si a \'\'antaggia il
bilancio di ogni diminuzione del patrimonio pubblico.
Altre enlt'ate ancora sono ingralldite iII modo lttizio, come
grandi ombre al teamnnto del sole. Le ingenti somme impie-
gate nelle stmde, nelle fel'I'ovic, nclle navi da gucl'I'a, nei can-
noni, talora utili, talora ilO, ma spcsso assolutamellte impI'o-
dutlive, SOIlO poste in be!Ia mostm lIella categoria del l'.to\'i-
mellto dei capitali come capitali in una piena integrit ('). Cos
ponendo con lilla linziollc c0ntabile nell'auil'o somme corr-ispon-
denti al costo di certe oper'e pubbliche, di certe pl'cstazioni, si
dissimula il disavanzo. Lo "tesso ri,;ultato l'aggiunto IIcl bi-
lancio prussia no col computare nc!I' alli \'0 una somma di eH-
trate pari alle spese cos dette straordinarissimc o u/tra stm-
(I) lo Ilali" l'enll'ala, l'l'r ri;;pello ,dlc ('oslrll7,iolli ferl'oviariE', <'0-
sl.itllita da ulicllazioni di tiloli, ohldig-azinlli fcr,.o\'ial'ic O l'cn<lit,,, e le spese
ila Il' importo aOIlIl"le delle ntln\'c costruziolli l'el'ro\'i,,rie, Si cio
che il \'ulo,'e dl,lIe f''''I'o\'ie ('oslrllllc sia eglwk al loro ('osio, mentre in
rCilllil, lcncnno con li) dci,' illfimo interesse ,lIe esse l'"cndono, il loro nilure
<Io\'J'cIJt.e essere riotlo n un lerzo n ud un '1tlarlo,
100
ordinarie. Il bilancio austriaco sl'gue la stessa norma per ri-
spetto alle. sue spese di rinoestimento.
Talora le entrate sono ingralldite con ottimisti-
che, le quali rappresentano le circostanze che valgono ad au-
mentare gli introiti, come permallenti o come agenti nel presente
o in un prossimo avvenire; mentre peI' altr'o canto occultano le
condizioni di ristagno o di decremento degli introiti, o le consi-
derallo come gi passate o pl'ossime a cessar'e. Si incontrano
anche ilei bilancio delle entrate certe somme, che le persone
competellti sanno benissimo che non sar'anllO inlmitate (pel'
esempio, da noi i rimborsi per la pubblica beneficenza di Roma,
per il mantenimento degli inabili al lavoro, l'iscl'izione come
entrate sicure degli per contributo nelle spese di co
struzione di strade provinciali, mentre non s'incassallo mai),
D'altr'o callto e in pari tempo che le entrate si ingrossano
artificiosamente, si attenuano ar-tificiosamente certe spese. II che
si ottiene in pi modi, L'uno consiste nello spezzare, fl'azionare
la spesa di un dato servizio e allnidarla in punti di\'er'si e di-
sparati dell'edifizio finanziario. Da noi, per esempio, le spese per
le <:05tl'uzioni fel'l'o\'iare figurano nel bilancio dei lavori pub-
blici pel' riguar'do alle ft!rr'ovie costr'uite dallo Stato e nel tesoro
per riguar'do alle ferrovie costruite dalle Societ (annualit chi-
lomell'il:he) ('), Un secondo mezzo di atlenual'e le spese consiste
nel pl'cselltare nei pl'eventivi il costo di opere o prestazioni
pubbliche in un ammontare inferiore a quello, che esse rag-
giungeranno, La vera spesa sal' conosciuta pi tardi, dopoch
i lavori saranno iniziati, e anche dur'ante questo periodo potr
essere celata co.n opportuni storni per Ull ce l'lO tempo. E in-
tanto quella occultazione di spesa avr senilo a facilitare l'ap-
provazione della legge. Cos da noi, man mano che si "\'eI1Oe
crescendo il numero dei chilometri di strada ferrata da co-
sh'uire da quello che era prooposto nel pl'imitivo progetto De-
pretis (1887), si abbassava di pi in piil il costo preventivato
(') Esempi di questa pratica in Francia reco STOUZM, loc. ciI., 20:1.
101
di ciascun chilometro dai primi calcoli. Cos fu possibile au-
mentare il numero delle linee senza lasciar veder'e subito l'ag-
gravio corrispondente pel bilancio. Un terzo mezzo di attenuare
la parte passiva consiste nel sopprimere addirittm'a dal bilancio
attuale certe spese, tuttoch gli siano attribuite dalla legge. La
ragione di guell' illecito p'royvedimento si trova nel fatto che
quclle spese durante l'esercizio non furono compiute ('). Altre
volte ancor'a certe spese si coprono con entrate future, che si
scontano a uenefizio dell'esercizio presente. vero che in que-
sti casi si preparano all'avvenire dolorose sOI'Prese: ma intanto
si presentano prel'isioni l'osee o meno oscur'e! Con ottimismo
pi o meno sineel'o si riesce ancol'a a nascondel'c certe cause
di aumento o di continuit delle spese.
E vi sono altre sorprese!
Debiti definitivi si nascondono per un cel'lo tempo sotto
l'appar'enza di debiti di tesoreria. E si nascondono o si atte-
nuano anche gli eccedenti di entrata, gli avanzi, colla stessa
ansia con cui si nascondono od attenuano i disavanzi, quando
il potere esecutivo vuole a vere sottomano risorse per certi bi-
sogni, di cui non trova pl'udente svelare \' intero costo (spese
coloniali, di guerra, ecc.) o su cui allontana volentieri la di-
scussione (2).
E per'ch tlltta questa segreta montatura del bilancio, que-
sta prestigiazione ottenga il suo effetto, si moderano le discus-
sioni in modo speciale, si affretta o rallenta il 101'0 tempo sa-
gacemente. Progetti di legge, nei quali si celano le zanne del
grande capitale, si presentano alla discussione cautamente,
quando la Camera stanca, disattenta, snervata dai calori
(I) Questo inconveniente, pi proprio 01 bilancio di casso, si rendeva
possibile da noi, che abbiamo un biluncio ne propriamente di cassa n
propriamente di competenza, collo proposta Giolitti dcI 7 fel>bruio 1890.
(') In Germania una legge stabilisce che le quante volte si ,'i scontri
un avanzo, una certa parte di csso vada scnz' altro impiegato in costru-
zioni ferroviarie.
102
estivi; estenuata dalle elnolioni di gl'avi e prolungati dibattiti,
alla vigilia della chiust1l'u della sessione o delle vacanle, che
Pl'ecedono le feste pitl solenni. Da noi le molte leggi di proroga
del corso legale furollo semp"e pl'Oposte alla vigilia della !"ca-
. tlclIla del corso legale stesso, onde la procedllra pal'lamental'e
non l'iusciva ad impadronirsene con frllllo e si avevano deli-
bCI'azioni all'rellate, inevitabili Ilegli scorci delle sessioni. I)i chc
llluol'el'ansi i maggiori lanlPnti al Sellato, al quale i pI'ogetti
al'l'iral'uno come questo al giugllo il il:) (I). Del pari
tutte le volte che si chiese alla Carnel'a l'appI'o\'azione delle
spese e lavori fatti dalle Soeiet pel' l' cscrcizio fCl'l'ovial'io, fu
preseutata la legge o alla vigilia delle \'acallw natalizic o alla
fine di luglio (').
Le Relazioni, elle accompagnano quegli stessi I)l'ogctti di
legge li lasciano in una semioscuril, in Ulla penombra, che
incute rispetto ai profani e rende incerti i pi competenti. La-
conicit, lacune, silelllio su cCI,ti pUliti delicati. Invece SlI altri
progetti, su altri pUllti,dovc la discussiorre non fa paura, le
Relazioni diventano loquaci, garrule, gettano grandi luminosit,
fasci di luce elettrica. Tutti gli attuali progetti, che toccano i
punti pitl importauti clelia matel'ia ferl'o\'iaria, seri re\'a or sono '
pochi mesi il Ih VA, si prcseutano all' esame dei legislfltori
con assai piccolo cOI'feclo di dati, cii documenti e di statisti-
che, che pur sarebbero tanto necessarie a ben chiarire eosifatti
pl'Oblemi. Singolare contrasto questo coll' \'a abbondanza
di cifre, di allegati e di notizic, onde altl'i disegni di leggc di
assai minore importanza, vcngono presentati ogni giorno alla
Camcra (').
Le cifre si restl'ingono o si ingrossano secondo le dispo-
silioni d'animo e seconclo i vari umol'i delle Assemblee. Xei
(I) SALVlONI, Banche, pago .7.
(') flAVA, Un decennio di espericn;;a delle concen;;ioni fcrrooiarir.
(') RAVA, Le ferl'ooie e il bilancio dello Stato. (Riforma sociale, 25
dicombre 1800, pog. 782.).
103
. preventivi, che gi discutono quando la Camera pi attiva, pi
attenta, si esagel'ano le entrate e si attenuano le spese, onde
sia piil facilmente ottenuta l'approvaziolle del bilancio; nei bi-
lanci di assestamento invece, che risolvollo iII IIna fastidiosa
e disll'atta discussione di leggine, si attr'ibuiscono le attenua-
zioni delle entrate e gli aurnell'i delle spese a cause indipen-
denti dall' aml1linistrazioue,
Co;; il bilancio dice a:::;;ai piil o a;;sai meno, come si vuole,
Esso l'l!,;ta una sfillge impenl'll'nbile alle grandi mas:,:e della
Camel'a, a quelle masse che \'olanll le leggi, che volallo le
spese, che \'otano le clltrate ('), La vel'a situazione dci conti si
nascoude iII 1111 ciborio rec;olldit", elltro CIii l.lelletra J" occhio di
un piccolo nUlllcro di uomilli espcrtis,.:imi; qua:::i SCIllJ.'I' C i
grandi sacerdoti di un ;;istellia delilocralieo rabo, elle si pal-
leggiano il potel'e e che sono perci tellilti anche nelle lol'O
contese alla maggiore l'iserva, Il Gabinetto, che ha interesse
a guidare le maggioranze parlamentari senza UI,ti violenti e
senza offese alla loro coscienza; il Gabinetto, che si guarda
bene dal pericolo di perdere il favore del suo pal'tito e di esporlo
al biasimo e all' a nel'sione delle moltitudini po])::>lari, tl'ol'a ne-
gli espedienti f"ucgpo"ti ed in altri consimili "quisitissimi mezzi
d'illusione finanziaria, :\Iaggiol'anze parlamental'i, cile lwomuo-
vano gl' interessi di certi celi, hanllo bisogno anzi di ;;ifTatte
ambagi, nelle quali si acquieta la loro coscienza e si nasconde
la 101'0 Qualldo poi venga a dis\'elar"i nelta-
me.nte e largamente la inoppol'tuniti! o l' illgiustizia di certe en-
tl'ate (e cos si dica di certe spe:,;e) allora resta Ull altro spe-
diente di grande effetto (noli dico di effelto sempre decisi \"O)
sulle maggioranze parlamental'i, che a l'essero preso un atteg-
giamento d'incertezza, Il Gabinetto attribuisce carattere politico
a vola:;ioni finanziarie, Allora l'iene offel'ta alla massa dei
rappresentanti, che partecipa al potere, una eccellente ragione
(I) L'app,'ovazione dci bilancio p,'u5si"no ,'ichiede oltre ti duemila
voluzioni.
104
di approvare ci, che in s sarebbe biasimevole e condannabile,
poich al dauno circoscritto, che risulterebbe dali' approvazione
delle proposte governative, si contrappone il danno piiJ largo
dell' abbandono del potere e della rinunzia all' attuazione del
programma politico.
Con questo accorgimento e con qualche altl'o sopra accen-
nato il lettore vede delinearsi un gruppo di fatti di indole po-
li/ica, che si colloca accanto ai fatti d'indole tecnico-contabile,
pro'lottl) dall' iniziativa dei manipolatori dei bilanci, e che di-
pen(hlfl cio Lllli qua:J!i, ~ e b b c l l e non esclusivamente, da cause
pitl immediata nentc i:J(.li\'iduali c variabili,
Occultamenti della imposizione nel suo insieme con ordina-
menti di indole costituzionale.
I. - Occultamenti dipendenti dalla composbone degli organi
incaricati dell' approvazione del bilancio.
L'imperfetta conoscenza dei conti pubblici negli Stati mo-
derni non dipende puramente da fatti di indole contabile, ma
anche da ordinamenti di alta amministrazione, o, come oggi si
dice, costituzionali. La cosa fu gi notata da noi nel capo pre-
cedente per rispetto agli Stati antichi.
Gli ordinamenti di indole costituzionale, che ostacolano una
piena conoscenza dei conti pubblici, in parte dipendono dalla
composizione degli organi incaricati della compilazione del bila-
cio ( 4) e in parte dipendono dalla composizione degli organi
incaricati del contl'Ollo e pi specialmente dalla composizione
della Corte elei Conti e dalle attribuzioni assegnategli ( 5).
Ognuno sa come ai nostri d i var ceti sociali sieno assai
diversamente rappresentati nRlle Camere incaricate della vota-
zione del bilancio.
Le moltitudini lavoratrici, in forza di restrizioni di diritto
e di fatto, sono private della facolt di intervenire, con libere
e coscienti elezioni dei loro rappresentanti, nella formazione
105
dei bilanci, che restano cos l'opera di Assemblee organizzate
per la consen-azione e lo sviluppo degli interessi delle classi
maggiormente possidenti_ Quelle Assemblee rappresentano classi,
che tl'aggono il maggior pal'tito dalle spese dello Stato, In pari
tempo quelle SOli o dimostl'ate cos facili nel deli-
berare imposte sui ceti inferiori , quanto resistenti ad allmelltal'e
le imposte dil'eUe_ Quanti ocnmenti lIon lu:l raccolto la stati-
stica finanziaria s u tale mate!'ia "pecialnlen(e iII Italia c in
Franeia!
L'intima composizionc partigiana delle Camere attuali si
pale!"a nettamcn(e tllttL' le \-l) lte cile UII tenti di attuare
una gr-lIl1dc rirol'ma di ca \'attere gcnel'alc_
Il GO\'el'no o non rie!"ce affatto nell' impl'esa o \'i riesce
incompiutarnente e solo a prezzo i conccssioni ai singoli gr'uppi
ed ai singoli individui, ehe costituiscono 'la maggio\'allza. E
queste concessioni, questi fa\'ori, che 50110 la condizione stessa
della vita politica dei rappresentanti di fl'onte ai J'appresentati,
sono tanti interessi slegati, locali e per'sonali, uscenti dalle classi
ricche e colte, che plasmano le elezioni a lor gl'ado. La somma
di cjuesti interessi slegati, locali e personali , elle ha per conte-
nuto una grande volont egoistica, fl'ammentar'ia, ingiusta, an-
ti patriottica, non pu essere attuata che pel' \"ia di eompl'omcssi,
di transazioni tacite, in parte incoscienti, della maggioranza,
che sente la sua fOl'za nella sila unione. La solidal'ietil di e'Osa
pu giungel'e tino al punto cii impcJil'e che sia mes;:o in i;:latn
d'aecusa un ministro accusato c.li rcati cOnluni. Che delim da
ci? Che pel' la stessa esscnza del gO\'cl'no di partito l'atten-
del'e un esame minuto, alto, spas;.:ionato del bilancio un as-
surdo, lIna ingenuit, La maggioranza, che tro\"a nel bilancio
la soddisfazione delle sue aspirazioni malsane, non pu fa l'e,
n tollerare che altri faccia, una critica che riveli il carattere
oppressivo di certe entrate per certi ceti, il carattere di fa\'ore
di certe spese per altri ceti. D'altro lato un grande partito
d'opposizione, che emani dalle stesse classi sociali e che solo
per pochi e insignificanti punti si discosti dal partito dominante,
non pu trascorrere troppo oltre nelle critiche, perch domani
106
dovr govel'nare cogli stessi spedienti. E allora pu accadere
di assistere allo spettacolo che tale partito, divanuto maggio-
ranza, per le sua stessa difesa e libert d'azione, senta il bi-
sogno di rifiutarsi, per bocca dei suoi capi, a che ministri
caduti e accusati di delitti comuni, siano molestati dall' autorit
giudiziaria. Con Camere cosi fatte, chi sollevi i veli, che decen-
temente coprono gli ultimi effetti della politica, accompagnato
dagli scherni, dalle urla, dai grugniti e infine sopra fatto nelle
votazioni da schiaccianti masse.
Il. deputato, che volesse capire almeno passabilmente il
bilancio, avrebbe d'uopo di consacrarvi una buona parte di
tempo (').
Ma gi la breve durata del mandato legislativo rimuove
bene spesso dalla Camera una, certa parte di coloro, che comin-
ciano a balbettare l'alfabeto finanziario, che sono sostituiti da
altri analfabeti. II numero dei deputati, che resta in officio e
che ha abba:!!tanza tempo per prendere dimestichezza del bi-
lancio, assai al disotto del loro numero legale complessivo.
vero che un esame un poco pi attento e serio delle entrate
e delle spese pubbliche potrebbe essere ottenuto coll' accogliere
la pratica inglese, che divide il bilancio in una parte consoli-
data, sottratta alla votazione annuale e in una parte mobile, la
sola, su cui s'appunta l'attenzione della Camera. Ma i progetti
di questa riforma hanno trovato nel continente una opposizione
decisa (proposte di Mirabeau nel 1789, di Laffitte nel 1827, ecc.,).
Nella stessa Inghilterra prevale la tendenza a restringere, an-
zich all' estendere, il contenuto del fondo consolidato, il quale
comprende circa un terzo delle spese e tutte le imposte di ca-
rattere stabile, vale a dire i quattro quinti delle entrate. Il
deputato del continente vuole adunque sottomano il bilancio in
tutta la sua estensione, in tutta la sua complessit, in tutto il
suo arruffio, in tutta la sua impenetrabilit.
(') Thit'rs conresso,"ll che occorrono molli anni di sludio per posse-
dere l'oIrabelo finonzirio.
107
Il deputato d'ordinario non si preoccupa del bilancio; non
lo pu. Ci dipende dai criter stessi, che hanno ispirato al corpo
elettorale la sua scelta. Gli elettori i pi influenti, i comitati
designano alle turbe come candidati le persone piil adatte e pi
decise ad ottenere certe concessioni, ce\'ti favori dal Governo,
Tali persone non sono sempre quelle, che eccellano per carato
tel'e e per prepal'azione scientifica alla trattazione degli affari
pubblici.
Il deputato non ha d'ordinario l'ambizione d'impadronirsi
sufficientemente di tutte le leggi, di tutti gl' istituti, di tutti i
bisogni pubblici, che si riflettono nel bilancio, Egli ha da far
prevalere alcune idee d'indole generale, quando le ha; o alcuni
bisogni di cal'attere locale. A tutta la restante massa dell' atti-
vit dello Stato egli estraneo. II bilancio ~ un caos increscioso,
buono soltanto per'ch offre il destro di pl'Onunzial'e discorsi
generici, accademici, che soddisfano l'amol' proprio e pi co-
munemente di perorare in favore di un interesse locale.
Vi bens il Senato, ai cui membri l'ufficio legislativo
assegnato o per lln lungo periodo di tempo o a vita. Perlocch
l'alto consesso potrebbe essere considerato come piil adatto ad
acquistare famiglial'it coi bilanci. Senonch due considerazioni
principali impediscono al Senato un' alta ed approfondita di-
scussione della situazione generale della finanza, e sono: in
primo luogo l'indole pi decisamente aristocratica e conserva-
trice di quella Camera; in secondo luogo la sua assai limitata
competenza in materia di finanza.
Occultamento dell' imposizione nel suo insieme con istituti
e provvedimenti di indole costituzionale.
II. - Occultamenti dipendenti dalla composizione degli OI'gani
incaricati del controllo del bilancio.
Ma vi sono ancora le Corti dei Conti, che hanno l'incarico
di conoscel'e e controllare con documenti a stampa tutti i conti
108
pubblici e di l'icondul're l'opera ministeriale sulle linee tracciate
dalla Rappresentanza popolare.
E vi da ultimo la Stampa, che dovrebbe condune ed abi-
tuare alla discussione delle materie finanziarie tutto quanto il
Paese.
Si deve anzitutto l'icotlosccl'e che un gl'a Ilde e vero pro-
gresso si compiuto n ~ l l ' et;\ moclel'1la circa la scclta, l' orga
nall1ellto ed il contl'ollo degli utli/.i::1.li incal'icati del mallcggio e
della l'iscossiolle del denaro Pllbblico. La do"el'osa obbediellza
degli inferiori ve l'SO i supel'iori e alla legge un fatto ol'inal'io,
come pure la sulficiente capacit di ciascuno all' adempimento
del pl'Opl'io cmpito. Cau/.irJlli c nlllllel'o"i eOlltl'l)lli sulla ],a"e
d'intel'essi opposti impedi;;collO che il denal'o dei cOlltl'ibuellti
sia istl'atto dagli arnministl'atol'i a 1,)1'0 pt'ofilto. AI di;;opl'a di
tutti (.:(\storo sta la CarIe d t ~ i Conti, che giudica della l'cgolal'it
della 101"0 gestione.
Bisogna ammetterlo, 1111 gr'allde r'isultato si ottenuto, e
precisamente questo,: che il denal'o dei contribuenti non si na
seollda in basso, nei congegni della gel'al'chia tinanziaria e non
sia devoluto da chi lo maneggia a scopi privati, individuali.
Ma non si ottenuto ill vece un' altra cosa: che esso non
possa essere distratto in alto per iseop di ('lasse; che non pos"a
esse l'e tolto di pl'eferenza a certi ceti; che Ilon possa essere
impiegato specialmente a profitto di cel'ti altri; e che sia sot-
toposto interamente al sU!JI'cmo sindacato.
:'\0 i vccll'cmo tO'-ito come sccondo questi reconditi bisogui
sia stato plasmato e limitato in piLI guise l'ufficio della Corte
dei Conti.
Per verit la nostra alrel'mazione pal'rebbe contraddetta
dalla funzione costituzionale della Corte dei Conti, pcr la (Iuale
essa ausilial'ia del potere legislativo. Ma da questo punto di
vista i servizi da essa l'esi SOllO stati assai pi modesti di
quanto fosse desiderabile.
Con var mezzi infatti si ottenne che la voce di quel su-
premo istituto ora fosse spenta elel tutto ed ora rimanesse un
vano suono.
109
In alcuni paesi, come per esempio in Francia, per un certo
tempo il conto della Corte dei Conti rimane segreto, nonostante
che la legge ne prescriva la pubblicit. La legge del 1810 (I)
infatti inosservata durante tutta la Restaurazione. Im'ano le
Commissioni legislative l'cclamano chc si stampi e distribuisca
il Rappol'to della Corte ci Conti . Questo documento, il piLI atto
a mettel'e le Camere iII grado di giudicare del bilanl:io, l' esta
sepolto nei cartoni millisteriali tno al 1832 {' l.
Altre volte la voce della Corte dei Conti suona all'aperto
e 'si diffonde per le aule delle Camere legislative. Ma la elezione
dell'alta lTIngistratuI'a \'iziosa c ricol'da i metodi di nomina,
che abbia m visto essel'e prevalsi Ilci tempi andati. In questi
casi la \"occ del l\'1agistl'ato pregiudicata, essa manca d'im-
parzialit e per di attelldibilit il SliO sindacato.
Cos in Inghilterra l'Audit-ojJice prima e poscia il Control
lore auditore generale l'estano funzionari subordinati ali' ammi
nistrazione e pi particolarmere alla Tesoreria, che conta nel
suo seno i pi alti pcrsonaggi dello Stato. Il controllo costitu-
zionale sul potere esecuti \'O quindi compiuto in Inghilterra da
un organo, che emana dalla essenza stessa pill squisita e co-
sciente dei partiti dominanti. .
Non nuova l'ossel'\'azione (C.-I.S.\BlANCA, ecc.) che
l'Audit-oifice prima e poscia il Controllore auditDl'e generale
riseutono della natura oligarchica dell' Inghilterra.
Del resto, anche a preseindel'e da una qualsiasi imme-
diata dipendenza del suprcmo organo di sindacato a un pal,tito
o dai partiti dominanti, nella natura delle cose cile i suoi
membri, personaggi emillenti peI' coltura e lautamente retri-
buiti, per gusti, per educazione siano condotli a quegli stessi cri-
teri di giudizio delle spese e delle entrate, che sono propri dei
ceti superiori.
(I) Per lil legge del 1807 la Corle dei COliti fu incal'ic"ta csclusi\"-
mente di giudicare i c.,nli dei conlabili.
(') STOURM, Le budget, pug.
110
Ma poi non deve essere mai dimenticata la natura ristretta
ed esclusivamente giuridica del risconh'o costituzionale della
Corte dei Conti. Il suo l'iscontro infatti si deve limitare a recla-
mare da parte del potere esecutivo la stretta osservanza della
legge del bilancio. Esso controllo non assurge all'esame della
rispondenza che le entrate e le spese abbiano cogli intel'cssi
genel'ali, colla giustizia, colla morale. Ne consegue che nou
sal'ebbe da attendel'e dalla Corte dei Couti un esame int<wno
alle pi alte questioni di giustizia distributiva o di economia
coinvolte nella legge del bilancio, sulle quali si esplica invece,
e abbiam visto comc, il giudizio e il sindacato parlamentare.
1\la preso pUI'e entl'o i ristretti limiti, el1l1'o cui deve essere
contenuto, il controllo costituzionale della Corte dei Conti si
compie oggid nei vari e piil civili paesi d'Europa in guisa da
pel'dere gl'an parte della importanza pratica, che dovrebbe avere.
Il piil spesso esso resta una dichiarazione senza conseguenze,
innocua, accademica e per inapPI'ezzata. Il che si ottenuto
piil generalmente coll'aver ristretta la funzione della Corte dei
Conti all'esame di falli compiuti dal potere esecutivo, a un con-
trollo successivo. D'orrlinario la voce clelia Corte dei Conti si fa
selitil'C quando non piil possibile impedire l'avverarsi dci fatti
da essa censul'ati e quando le persone che li hanno compiuti
non sono piil in officio.
Senonch a un CCI'lo punto sembl'a che davvel"O uno sforzo
decisivo sia tentato dalle societ moder'ne per ottenere dalla
Corte dei Conti un sevel'O sindacato sul potere esecutivo e per
impedirne gli arbitri e gli abusi. Quel tentativo si inizia in Ita-
lia ed salutato con plauso dagli altri paesi, che si dispongono
a seguire la nostra bella iniziativa. Essa consiste nell'aver reso
anche preventivo il controllo della Code dei Conti sull' operato
dei ministri. Ebbene, anche dopo ci non son mancati i mezzi
per mantenere alla funzione costituzionale della Corte dei Conti
il suo carattere astratto, innocuo, decorativo.
Tali mezzi si debbono ravvisar'e in primo luogo nelle leggi
speciali, che hanno sottratta alla sua COlloscellza e competenza
{!erte materie (per esempio, la legge delle COIlI'enzioni l'el'I'o-
111
viarie del 1885 in riguardo ai milioni destinati all'allegato B) (I);
in secondo luogo nella niuna efficacia dei giudizi della Corte
ad arrestare l'azione conll'aria alla legge del potere esecutivo.
Infatti le registrazioni con riserva non tolgono al Minister'o la
facoltit di pl'ocedere per la via, Sll cui si sia posto, Ma non
pi di ci; perch trattandosi di at!l'ibuzioni specialmente di-
rette al l'iscontro della spe"a, dO\Tcmo di esse di nuovo trat-
tare nella teoria dell' illusione nelle spese pubbliche,
Tuttavia quanto si detto fin qui basta a dimostrare come
le seguenti parole, che fUl'OIlO scritte da oltre mezzo secolo,
consel'vino un valore attuale: Menh'e si moltiplicano i con-
trolli intorno ai contabili, si lascia che gli ordinatori si muo-
vano liberamente nella loro indipendenza ed insolvibilit, Si giu-
dica l'istrumento, ma non si giudica la mano che lo muove ("),
Ma se la Corte dei Conti ha pel' la sua natu\'a e per molteplici
artifici legislati\' j un cmpito costituzionale ristretto e poco ef-
ficace, vi e per la Stampa, la quale possiede la pi larga li-
bert di esame e di discussione su tutto ci, che esaminano e
discutono le Camel'e e la Corte dei Conti. La Stampa dovrebbe
irradiare la luce della verit in ogni parte del paese. Ma anche
qui la verit occultata da molti veli. La Stampa infatti
spinta alla difesa di quegli stessi intE: ressi, che prevalgono nelle
votazioni delle Camerc, in primo luogo per'ch riceve a tal
uopo ordinariamente forti sovvenzioni dai grandi partiti mili-
tanti; in secondo luogo il giornale diventa ogni giorno
pi un' impresa accessibile solo a forti capitali; in terzo luogo
(I) Le degli allmellLi puto'imoniuli, di ce \' a la Reluzione della
CorLe dei Conti nel HeSOconLo 1892-!l3, hanno l'eso possiuile
la dccrctuziollc di opco'c pubhli ehc go\"el'nati\"e, senza limiti legil li di s pese,
senzo riporture, sin dtll Consiglio di Stoto il pre\'io porere, siu dallo Corte
dei Conti il \'islo e la ri chi e5ttl per gli ulli soggclli ili ri-
scontro pl'c\'e nti\'o, c, 'luci che l: pi, senza l'espressa annuolc conces-
sione dei fondi dII parte del potere legi slu ti\"o "'
(') MONn:LOUX, Dc la compta.oilit pl.loli'Juc CI! France, Pilri s, 1840,
citiltO do STOURM, Lc budfJet" pag, 5i6,
112
perch esso diventa sempre pitl un organo, che difende cause
a pagamento, e per la causa dei pi ricchi, indipendentemente
dal valore intimo del soggetto discorso (le cos dette campagne
a pagamento in favOI'e della pluralit delle banche, del l' esp.I'-
cizio fel'rovial'io privato, dci Pl'cmi alle compagnie di lIal"iga-
zione, delle imprese coloniali, del bimetallismo, ecc.).
Pel' non pal'lare dell' incompetenza, clte carattet' izza d'or-
dinario il giornalista e della impossibilit in cui egi si trova,
per la natura stessa del periodico, a fare studi accurati, so-
pratutto il suo cal'attcre par'tigiano e capitalistico-spcl:ulativo
che va posto in luce quando si voglia giudicare senza pl'e\"en-
zioni l'opera di sindacato sulla cosa pubblica compiuta ai no-
stri giomi dalla Stampa. Quando si sia bene inteso lo sforw
immane che gli interessi economici prevalenti compiono in loro
difesa nella Carnera, nei Ministeri e nella Stampa, ognuno com-
prende di leggi eri la sOl'te, che spetterebbe ad un officio di
sindacato come la Corte dei Conti anche quando essa, per gu-
sto di belle ed oneste apparenze, fosse organiizata nel modo
roigliol'e. La debole voce dell' interesse generale, come quella
d.i ruscello in prossimit di una vasta cascata d'acqua, an-
drebbe perduta nel f"astuono farisail:o degli interessi unilaterali.
Conclusione.
Riassumiamo quanto si detto fin qui dei mezzi, coi guaIi
la societ moderna dovrebbe acquistare una piena conosccnza
delle entl'ate pubbliche nel loro insieme. Tali mezzi sono:
La confezione di bilanci annuali;
La votazione dei fondi affidata ai rappr'esentanti del popolo;
Il sindacato del potere esecuti ~ ' o da parte delle Camere e
della Corte dei Conti;
L'amministrazione finanziaria illuminata, disciplinata e che
non distoglie il danaro a scopi privati;
La libert e pubblicit delle discussioni finanziarie;
113
La Stampa.
Ebbene, tutti questi congegni, tutti questi istituti, non hanno
valso a presental'e al popolo nettamente e pienamente l'insieme
di ci che spende.
Di contl'o ai fatti, elie cos pil'allo a ri schial'are la materia
lnanziaria, restavallo e venivallo a collocarsi altri fatti aventi
un ell"tto contrario, iII partc vecchi, usati in allt'c ct, in partc
nuovi, frutti delle mutate condiziolli .
Essi si possono ridul'rc ai seguenti:
a) Falli di ila/o le jJ(l/,amellle cOltltlbile, imlipclt(lenli quilldi
dall' opera delle persone incaricale dulia fcmnazione del bilan-
cio e dagli inlcresfii ris/I'elli, che IlliCs/e debbano tu/elarc. Tali
sarebbero, per es.:
l'accresciuta mole dei fatti amministrativi in correla-
zione ai bisoglli pubblici sopt'avvenuti e alla necessit ricono-
sciuta di inscrivere nel bilancio le entrate al lordo;
i metodi piLI elaborati di stendel'e le scritture.
b) Fatti di indole contabile o anche di indole politica,
dipendenti dall' opera di'Ile persone incaricale della forma: ione
del bilancio e dagli intcl'essi l'islretti, c/te Ijueslc debUano tute-
lal'e. Tali sono, pel' es.:
la persistenza di conti speciali ed autonomi infirmanti
J'unit del bilancio;
le violazioni al Iwincipio della indi\-iduazione.di ciascun
esercizio, nascomlimenti di debiti nel mo\-imento dei capitali,
nelle spese ultra stl'aol'dillarie, nelle s pese di investimento, ecc,;
le previsioni ottimistiche;
il computo di entrate nOll introitabili;
presentaziolle di spese come inferiori al vero;
soppressio!lc nel bilancio di certe spese rinviate;
sconto di entrate future;
mascheramento di debiti definiti\' i sotto forma di debiti
di tesoreria;
presentazione di impor'tauti leggi finanziarie in mo-
menti di stanchezza, di disattenzione e senza gli elementi ne-
cessari alla piena loro conoscenza;
114
attribuzioni di carattere politico a leggi finanziarie, ecc.
c) Fatti di indole costituzionale dipendenti dalla composi-
:;ione degli organi incaricati dell' approvazione del bilancio. Tali
sono, per es.:
la resistenza opposta nella Camer'a dei deputati ad
un esame approfondito di certe entrate e di certe spese;
la bl'eve durata dell' otIicio del Deputato;
la natura aristocr'atica o conservatr'ice del Sellato;
le limitate attriuuzioni del Sellato in materia di il1l-
posta.
d) Fatti di indole costituzionale dipendenti dalla compo-
sizione della Corte dci Conti e dalle altribu:;ioni assegnategli:
la mancanza di pubblicit del resoconto generale della
Corte dei Conti;
membri;
i criteri partigiani, a cui si ispira la nomina dei suoi
la natura strettamente giuridica del suo sindacato;
le limitazioni di questo ad un esame di fatti compiuti;
la sottrazione di certe materie all' esame della Corte
dei Conti;
la mancanza di efficacia sospensiva del suo veto, ecc.
e) Fatti di indole sociale e pi specialmente economica,
ostacolanti alla Stampa la piena discussione dei conti fJttbblici.
Dna volta ancor'a noi lo ripetiamo. Il progresso dal punto
di vista della conoscenza dei conti pubblici stato molto piil
formale che sostallziale, molto meno pr'ofondo di quanto si
declami. Se una oscurit densa l'avvolse la materia finanziaria
ilei periodo della molteplicit delle casse e nel pel'iodo dei re-
soconti generali piti o meno completi e periodici per nOl'ma del
principe, dan'ero che Ilei terzo periodo la luce del sole non si
dilfuse abbastanza da dare un netto risalto ai contorni ed agli
intr'icati filamenti di quell' organo importante della vita politica,
che il bilancio.
Sicch dal punto di vista degli interessi del popolo vi
poco da rallegrarsi delle conquiste fatte in questa materia. I
ministri attuali, cos popolari, eppuI'e cos legati agli interessi
115
di un partito ed elaboranti il bilancio con una alchimia ignorata
alle masse parlamentari, assomigliano ancora pi che non do-
vI'ebbero ai vecchi consigli del Re, cos in alto, cos aulici,
estranei agli interessi comuni, cos misteriosi nella confezione
dei conti pubblici. D'a1tl'O canto quelle Assemblee composte di
signori feudali, che abbiamo veduto in e Sicilia sotto
la dominazione spagnola; qllei deputati borghesi nelle COl'tes,
che Carlo V con pensioni, onori e dignit uni\'a alla cau;::a
dell'aristocrazia dissanguatt'ice; quegli Stati Generali dal 1439
al lGU tanlo l'emis"i\'i innalll.i al dispr->tismo; e rluci nobili
dci parlemcnts contl'al'i all' abolizione dell' immunit tributaria
non ;'icordano for:;;e nella 101'0 partigiana condotta i Parlamenti
moderni, nOIl mai sazi di votare spese a faVOl'e delle classi
superiori, amici delle imposte indil'ette, ripugnanti alle imposte
dirette e invocanti anch' essi di quando in quando notizia dei
conti pubblici con quel successo, che coron gli sforzi degli
Stati Generali dopo il 1439? Infine le Corti dei Conti moderne
somigliano ancora pi che non dovl'ebbero alle antiche Cham-
bres des Comptes. Se Ulla volta all' esame delle Corti era sot-
tratta una parte delle spese pubbliche colle ordon/lances des
comptanls, oggi lo con leggi speciali; se un tempo il potere
esecutivo si sottraeva al rifiuto delle registrazioni della Corte
con un letto di giustizia, oggi dd pari pu violal'e la legge del
bilancio non tenendo conto di quelle registrazioni con risel'\'a,
delle quali del resto non si cura, e lo nota anche il R\ \"A,
neppuI'e il Parlamento (').
(') RAVA, Il Sindacato ['",lamcl/trtl", ree., pago G2') .
116
CAPO VI.
Illusioni dipendenti dal collegamento dell' imposta
a piaceri d'origine privata d&1 contribuente,
La sl'iuta contributiva iu dilwudcllza da certe soddisfazioni
imlllediate del contl'ibllcntc.
Qualsiasi peI'sona un po' rillessiva ha senza dubbio osser-
vato che in cel'ti momenti e circostanze si alteI'a la stima or-
dinaria, che noi facciamo delle singole unit delle nostre ric-
chezze; che questa stima ora si eleva improvvisamente, ora
improvvisamente si abbassa, Noi dobhiamo qui fermarci solo a
quest' ultimo fatto.
In questi ultimi anni stato assai di f/'equente notato che
coll' accI'escersi delle ricchezze si attenua il valor subbiettivo
delle singole unit di esse, Ma un tale effetto stato riguar-
dato piil specialmente come un fenomello durevole; come un
modo di apprezzamento delle ricchezZ<', che l'arricchito conserva
fino a che dura l'arricchimento,
Ma non di quei durevoli deprezzamenti delle singole unit
di ricchezza, che noi qui vogliamo parlare, Sibbelle di certi
momentanei, fugaci, spesso allche anormali, depI'ezzamenti delle
nostre unit di ricchezza, i quali si oper'ano in noi in seguito
ad un impI'ovviso benessere. il quale, quando pure sia prodotto
da un recente arricchimento di belli matel'iali, noi consideriamo
solo nei suoi efretti piil prossimi sulla nostra sensibilit, in
quanto cio per un pi o meno bl'eve periodo produca piaceri
di grado piLI acuto, E del resto quell' impI'ovviso benessere, dei
cui effetti ragioniamo, non scaturisce sempl'e da aumenti di
ricchezze materiali, ma spesso da faui estra-econornici.
117
Insieme col deprezzamento improvviso e fugace delle singole
unit delle nosl'c ricchezze si accompagna una forte s pinta a
CfH'ti di!>pend. Il piacel'e scatUl'ente da un subito arricchimento
deriva da un sentirsi in !J/'ado di PI' ocul'ar;;i certe soddisfazioni,
da un potere consacrare all' acquisto di certi beni certe parti
della nostra l'icchrzza, "cnza distoglierlle altl' e porzioni dagli
impieghi abitnali, Comullemente poi l'al"l"i<:chito non si con-
tenta drl pensiero di soddi s fazioni potenziali; la nuol'a "pinta
al dispelldio "ielle secolldata dall' azione ; desidel'i, pl'ima non
soddisfatti o soddisfatti in modo parziale, grossolano, allora hanno
un pil pieno soddisfaeinwnto, Un uomo regolato, pars imonioso,
abituato a spendere, poniamo, cillCjU(! lire al giorno, a un certo
momento dell' anno ne spcmll! dieci, I"l'nti sellza esitare,
Ol'a sal'il. spillto a ci da ulla dala mCl1lol'abile, l'eligiosa
o cil'ile; un poco per non e"sel'e da meno degli altri, un po'
per consuetudine, per il fascino di cCI'te reminiscenze, per certi
abiti mentali; insomma un poco pel' una gioia, di cui si rende
ragione, un po' per una gioia oscura e di contagio. Altre \"olte
la spillta a dispendi eccezionali derim da fatti riri\'ati, pi intimi,
che procurano soddi!"fazioni vivissime della pill val'in natura.
La guarigione nostr3. o di una persona cara, UII genetliaco,
l'arrivo inatteso di un amico, la ricollciliazione fra amanti,
parenti, amici (il. pl'anzo in cui finiscono. molte sfide a duello),
un ldanzamcnto, ulla "enclclta soddisfatta, inducono a ;cpe;;;e
vololltarie, sostenute anzi talol'a con un H'I'O slancio di gioia,
le quali in altre cil'costanze sarebbero sembrate assai gl'a l,i e
penose, Perlno la carezza di una lodc inattesa, di un' adula-
zione possono concllllTe a tali effetti ; il lusingal'c la vanit di un
uomo ricco, specificando, apprezzando le varie qualit dei suoi
redditi e possessi, che SOIlO un ingl'andimento di lui stesso, un
documento della sua potenza. Anche quando siffatte lodi muo-
vono da persona non stimata da chi le ascolta, hanno in
questo echi eloquenti e risvegliano piacevoli sensazioni, come
verit che dovranno essere l'iconosciute anche da colom, che
si tengono in cOllto, Altre volte quel subitaneo benessere e
quella spinta dispendiati va vibrano sotto la passione di altre
118
vanit pi delicate; onde sono indotte a certi impegni, a certi
doni certe persone, non gi collo apprezzal'e da buoni cono-
scitori od esagerando le loro ricchezze materiali, ma le loro
qualit intellettuali, il 101'0 carattere, la loro probit.
Insomma, noi non ci accontentiamo sempre di gustare in
un raccoglimento tutto spirituale la gioia, che certi eventi ci
pl'oclllano. Quella gioia ne provoca altre, si lega d'un tl'atto
con altre. E queste, ora riserbiamo anch' esse tutte per noi, ora
e pi spesso le vogliamo condivise con altri; onde feste, ban-
chetti, doni. E cos nella piena di uno improvviso benessere
l'uomo pi disposto a compassional'e altl'i, a fare donazioni,
elemosine, contratti a condizioni meno vantaggiose di quelle,
che pretenda allorch non soggiaccia a quella eccitazione pia-
cevole. Questa lo rende pi forte, pi ['icco (presa la parola nel
senso pi largo), pi in grado di distrarre le forze, di cui di-
spone, dagli scopi che abitualmente si prefigge.
Ma la nostra facolt dispendiativa, presa in modo generico,
include anche la nostra facolt contributiva, poich i tributi
costituiscono una specie delle nostre tante spese.
Ebbene, quelle felici disposizioni d'animo, che rendono meno
penose quelle spese, quei consumi scelti dalla nostra volont,
rendono anche meno penose certe perdite, certe imposte indipen-
denti dalla nostra volont. Basta che il pagamento o l'appro-
vazione dell' imposta cadano entro quel periodo di tempo, in
cui l'animo solto la sorpresa di un evento piacevole e basta
che l'ammontare del tributo sia tenuto entl'o tali limiti da non
dissipare quell' incanto.
D'ordinario l'utilit da noi attribuita a qualsiasi oggetto o
servigio si pu considerare in due periodi diversi; l'uno, nel
quale essa va decrescendo coll' allontanarsi del momento dell'ac-
quisto; e l'altro, in cui essa si arresta ad una quantit pressoch
fissa e che pu essere minima (Cap. VI, 5). Queste varie gran-
dezze dell' utilit di una cosa nel tempo noi rappresentiamo con
ordinate di varia lunghezza sulla assissa OX (fig. 10&); le or-
dinate, Aa, Bb, Cc, Dd, esprimono le utilit decrescenti di una
merce in un primo periodo; le ordinate Ee, Ff, Gg, Hh, le uti-
119
lit pt'essoch fisse di un secondo periodo; la a b c d e f
g h ci d la curva delle utilit della merce nel tempo.
a
Il
c
JJl1llf'i
AII C IJEFGIl
x
(Figllra IO').
Supponiamo ora che l'utilit di una merce in un secondo
periodo si fissi a 10 c che il costo di essa, compresa l'imposta,
sia del pari eguale a 10. Con tali pt'emesse l'acquisto della
merce sarebbe un atto inutile, vano; la compera non sarebbe
compiuta; l'imposta non sa l'ebbe pagata. Ma se, in un mo-
mento precedente, per un minimo attacco di febbre morale, la
merce sia stimata di una utilit 12, restando inalterato il costo,
1'acquisto sar determinato da una debole, ma pur sufficiente,
spinta spendereccia e confributiva; il contribuente prender
quindi posto, non pi in C, punto d'indifferenza, ma in D, con
un eccesso di piacere sulla pena eguale a DC (lig. 11
a
).
y
/
15\----;/ /
x--
(Figura 11").
120
Se poi iII un momento successivo la merce sia stimata a
15, il suo acquisto sar determinato da una spinta >'pendereccia
e contributiva molto pi fDl'te, e cio eguale a DC + ED, ossia
a EC (fig. 11
8
).
III modo analogo si potrebbe supporre l'utilit della merce,
per una pitl forle esaltazione momentanea, eguale a 20, cio
che dctcl'minerehhe IIna spinta contributiva anche maggiore,
uguale a FC (fig. 11
8
).
Tutto ci, d0pO quanto fu dctto al capo I, 2 e 3, in-
tuiti \"t .
~ C dCI'i"a che anche la nostl':l facolt. contributi\"a mo-
dilicata da lI:1 grande 1I11mCl'O di cI' enti piacevoli, che moificano
la nosll'a facolt dispendiatil-a. QlIc:,;ta adunque f}ualclle cosa
di i ncleter'l\1i nato, mobile, di molto pitl elastico che non siasi
fin ora creduto. Essa dipende, cio, non solo da aumenti e
diminuzioni alquanto notel"oli del 1l0stl'O patrimonio, dalla
natura immobiliare e mobiliare di esso, dall' attitudine conti-
nuatiya del reddito, dalla sua cCl'tezza ed incertezza, dai fattori
che prevalentemente l'hanno PI'orlotta, dalle condizioni di nostra
salute, dallo stato di famiglia, dalla condizione economil:a dei
pal'enti, ecc., ma ancora da una infiuitit di minimi el' enti gioI"
nalieri, che si risoll-orlO in tante piccole partite di guadagno e
di scapito, di piaceri e di dolori, che danno una estrema mo-
bilit, una continua fluttuazione al giudizio valutativo delle
quantit di ricchezza, di cui noi dobbiamo disporre ad ogni
momento ed ai gradi di pena, da esse prodotte.
Quasi tutti i fatti, che ci arrecano piacere, influiscono sulla
Ilostra resistenza a dispensare una parte del ncstro a\"ere,ren-
dendola meno forte. Ogni passo verso la felicit, ci rende, sia
pure per un solo momento e lievissimamente, pitl ricchi, atte-
Ilua il valore di certe unit della nostra ricchezza.
Siccb l'arte finanziaria ha dato prova di una squisita co-
noscenza dell' anima umana e anche di un sottile senso della
legge economica del minimo mezzo, coll' aver avvicinato il pa-
gamento di una parte cospicua d'imposte ad un buon numero
di quei momenti suoi nei quali il contribuente, sotto il fascino
121
di piaceri immediati ed intensi, dispone dei beni maleriali con
mconsueta signorilit.
Gli e'"enti piacevoli, ai quali lo Stato ha legato delle con-
tribuzioni, sono di tutte le specie: alcuni morali, altri semplice-
mente leciti, altri addirittura immorali (tasse sulla prostituzione,
sul lotto, ecc.); alcu1i di grande importanza politita e civile
(tasse sul matruTIollio, su atti di adozione, ecc.); altl'i di estrema
futilit; alcuni fondati sulla vanit, sul bisogllo di piacere, sul
bisogno di superare altri in ricchezze e dignil (imposte sun-
tuarie, su titoli nobiliari), altri slIlla cl"Udell, sul bisogno di
trovare, di possedel'e cose od cs:cel"i nuovi (diritti di cae,:ia), al-
tri sull'amore fra coniugi o pei figli, altri sul bisogno di socie-
volezza, ecc. Lo Stato spia e coglie l'agitarsi di tutte quelle
movenze dell' anima; ogni alretto, ogni sospil'o; i momenti di
maggiore espansione, di abbandono, di passione; stahilisce im-
p o s t ~ sui battiti del nostro cuore; e mai coll' intendimento etico
di impedire certi fatti illeciti, per'ch allora l'imposta dovrebbe
essere elevata fino a proibirli, fino a 1I0n rendel'e nulla. Ci
lo Stato non vuole mai. ~ o n l'etica, come llon la giustizia
che lo Stato attua nella stol'ia; sebbene anche queste gli siano
necessarie per ottenere col minimo dispendio e pel'icolo la feli-
cit di certe classi e specialmente di un certo numero di fa-
miglie e persone. Esso abbastanza spregiudicato ed abba-
stanza illuminato da far concorrere le forze ed aspirazioni ma
l'ali pi squisite al trionfo di un' idea ignota alle turbe illuse.
Divisione degli eventi piacevoli, ai quali lo Stato lega le
contl'ibuzioni. Sua importanza per la metodica della teo-
ria dell' illusione.
A questo punto di suprema importanza per la melodica
della teoria dell' illusione di procedere ad una distinzione degli
eventi piacevoli, ai quali lo Stato lega le sue contl'ibuzioni.
Talora, cio, quegli eventi piacevoli consistono in soddi-
122
di bisogni privati economici (aumento di patrimonio o
di reddito) o non economici (di socievolezza, di vanit, reli-
giosi, ecc.).
Talora invece quegli eventi piacevoli consistono in utilil
procurate dallo Stato e piLI generalmente in soddisfazioni di bi-
soglli politici.
Quando siano gli eventi della prima specie, che atte-
IlUano il peso del tributo, essi dOITanno formai' palote della
Teoria dell' illusiolle nelle l'lltmle ptlublichc, perch qui la mi-
tigazione del tributo non dipende dil'ettamente da una esage-
l'a7jone dell' utilit dello Stato, degli scopi, che esso l'aggiunge;
ma da un arricchimento di utilit private, che esagera 1lI0-
menlaneamente beni disponibili dei contribuenti e deprezza in
corl'ispondenza i /Ile::.:i forniti allo Stato.
In quanto poi sieno gli eventi della seconda specie, che
attenuano il peso dell' imposta, essi dovranno formare argo-
mento della Teoria dell' illusione delle spese pubbliche, r:oich
qui si tratta di esagerazione di utilit rese dallo Stato merc
certi suoi dispendi.
Pertanto qui dovremo restringel'e il nostro discorso ai
fatti della prima specie.
Soddisfazioni piacevoli d'origine tIri vata, alle quali furono
legate le imposte sui trasferimenti della lll'opriet a ti-
tolo gratuito.
Uno dei motil"i, che inducono il contribuente a versare
nelle casse pubbliche le imposte sui della propriet
o, come altri le chiama, sugli affari, si riscontm cet'to nella at-
tesa dei sel'vizi pubblici generici, lorniti od attendibili dalla au-
torit politica ('). Un tale motivo vale per a farci comprendere
(') Parlo qui delle imposte :;(Ii Irasferimenli, inlendendo con ci di
escludere le preslazioni pagate in visi a di se","igi pllIJulici speciali, forniti
dall'aulol'ilu in occasione dciI.. stiplIlazione degli affuri (lasse sugli aui ci-
123
il pagamento di questa classe di tl'ibuti come di qualsiasi altra.
esso non ha un valore specifico per quel gl'Uppo speciale di
imposte e non vale a far'ci capire la relativa facilit, colla quale
le imposte sulla pr'opriet in movimento riescono a togliere
somme cospicue di l'eddito c pel'fino di patrimonio. La spicga-
zione di questa particolarit,. eli tali tl'ibuti si trova illl'ece nella
ressa di godimenti, che si alTollano n eli' animo dell'acquirente
in seguito ad un al'l'icchimcnto conseguto; godimenti tanto
pitl forti, quanto pill l'al'l'icehill1ento cospicuo cd impl'c\'eduto.
vi dubbio chc l'm gli pri\-ati di natura piace-
vole tl'ngono un )'osto eminente i trasferimcllti di /'icc!tc:;:a a
titolo [jratuilo. A pUl'itit di altre cOlldizioni, e cio cl elia somma
trasferita e dei bi"ogni dci soggetti passivi, la trasla/.i(JlIe di
ricchezze a titolo gratuito produco un goimento tanto maggiore
della Iraslazione di riccll ezza a titolo oneroso, quallto piLI que-
st'ultima si risoh'a in uno scambio cii belli equivalenti. Il tra-
sfer'imeuto a titolo gratuito rappl'esenta spesso llil arricchimellto
assoluto, 8en7.a oorl'espetti\'o, senza conlr'oces3ione, senza "pesa,
senza costo, scnza <10101'0. Tutta\'ia anche que;.:to non sempl'e
in armonia colla l'ealt. Il costo, il dolore si ill sillua CO:I )11'0-
pOl'zioni dil'erse nelle tras laziolii cos dette a titolo gmtuito. In
certi casi la donazione c l' eredit non sono che una l'cstituzione
di auticipazioni di beni, il pagamento di certe prestazioni o
servigi personali . Altre w.)te il piacere procurato dai I,,; ni l'i-
ce\"uti attelluato dal dolol'e della perdita del di"pOIl ClltC (:i lla
morte, suo abbandono definitivo del paese, s ua entl'ala in UII
convento, ecc.), dallo scapito cleri I-alite dalla perdita della sua
attivit economica, da una precedente paltecipazionc ai beni
trasferiti, dall'averli considerati come una con!pl'opriet, dal sa-
persi erede necessario, ecc. Da un allro-1a-\0 si giunge a tra-
sferimenti di beni a titolo gratuito, nei quali il costo, il dolore
si riducono a UII minimo, che pu essere eguale a zero. Se il
vili)_ Le I:ole leol'ie dci MEYEfI c dci B ESOBR,ISOI'F l'i ,,;;ronfl u gi,O'tiOeure
le imposte sui lruorcl'imenti s ' oIo entl'o il limite della l'l'oroe,, la da
tali servigi , c cio solo come lasse.
124
disponente, che muore, sia estraneo, slegato da ogni vincolo di
parentela e d'amicizia col beneficato, o continui a vivel'e in ot-
time condizioni, la pena dci l'icevente potr essere minima o
Dulia. Qui il piacel'e non conturbato da pene. Esso sar poi
anche pill vivo, a parit di somma e di bisogni, quanta minore
era l'attesa, l'aspettativa de' i beni ricevuti,
In tutti questi casi il lJL'nelicato sente aumentar"i la sua
spinta dispendiatira, la sua capacitlt contl'ibutiva, secondo pro-
porzioni estremamente varie. Ci dipende d'altl'Onde anche dal
suo carattere, dalla sua et, dalle abitudini contratte, dalla sua
condiziolle. t'l'il tanta singolaritit di casi l'occhio
acuto del nllanziel'e ha saputo discel'llere delle nor-malit, dil'ei
delle lunghe stl'i:,-cic di di rlivel'so volume, e piil 1'1I'cci-
salllente delle condizioni, clIC ilei 101'0 val'ial'e coinvolgollo un
variare di piacere e della jill'za dispendiativa delle masse be-
neficate,
Infatti il finanziere Ila compreso che, ' fino ad una certa
linea di parentela, il dolore che d' Ql'dinario contrasta col pia-
cel'e, del'ivante dall'ottenimento dei beni, rende assai debole la
spinta dispendiatira; che in quei casi il costo slIi trasferimenti
a titolo gl'atuito qua!:'i uguale o maggiore dci costo relati\'o
ai trasferimenti a titolo one"050, L'arte finanzial'ia, in siJfatte
contingenze, ha freIlato la sua rapacit stabilendo saggi d'im-
posta bassi, inferiori spesso a quelli chiesti pei trasfel'imenti a
titolo oneroso. Talvolta anzi ha rinunziato a qualsiasi l'ichiesta.
In Germania, pel' esempio, l'imposta si riferisL:e solo alle ere-
dit collaterali; in Austria i beni per causa di morte dai geni-
tori ai figli legittimi, e da questi a quelli, dell'uno pel' 100.
Talvolta il finanziel'e ha tenuto conto del complesso di circo-
stanze, che nell' economia dei poveri rende poco acuto il pia-
cere del tt'asferimento dei beni e la spinta dispendiativa. Ci
a dire sovrattutto del caso della perdita del capo famiglia, la
quale d'ordinario costituisce un disastro economico. Talvolta
il finanziere ha graduato l'imposta sui trasferimenti a titolo
gratuito sull' ammontare dei beni trasferiti, dal quale ammon-
tare del'ivano, a parit di altre condizioni, vantaggi pi o meno
125
elevati ed una varia spinta dispendiativa e contributiva (in In-
ghilterra, in Australia ed in alcune provincie del Canad l'im-
posta ereditaria fortemente pl'ogressiva), Ma sovratutto in-
teressante constatare come sppsso e assai di buon'ora l'arte
della finanza abbia inaspri'o progressivamente il snggio del-
l'imposta col /'allcntarsi dei g/'adi di jJarclltrla fra il disponellte
e l'erede, Secondo questa circostanza infatti pu dirsi che val'ii
il dolore, il costo elle si accompagna all' otlenimento dei beni ere-
ditati, pel'ch quanto pi si allenta il "incolo di parentela, tanto
minore sllol essere la partecipazione dell'erede alla produzione di
quelle ricchezze, tanto piLt deboli le sue aspettati\'c, tauto piLI
trascurabile la perturbazione della morte del disponente pro-
dotta sui redditi dell' erede e anche tanto pi(1 piccolo l'affetto
di questo per quello. Poco a poco i belli ottenuti tendono a di-
venire un guadagno assoluto, senza costo. L'imposta sui tra-
gratuiti, che, come si visto, nei primi gradi di pa-
rentela era stata contenuta a saggi pi bassi che l'imposta sui
trasferimenti a titolo oneroso, a un certo punto sorpassa que-
st'ultima e procede arditamente oltre, sorretta dalla presunzione
di colpire ,guadagni, lucri progressivamente meno costosi e pe-
nosi e dalla di commisurarsi a spinte dispendiative
sempre pi intense.
Vi sono bens casi isolati, nei quali l'el'ede non prova
quella ordinaria quantit di piaceri e quella ordinaria spiuta
dispendiati\'a, che provano coloro in genere che ottengono la
somma dei beni da lui ricevuta, o coloro che si tt'O\'3no in quel
grado di parentela, in cui egli si trova col defunto. Un dispo-
nente, non legato da vincoli di parentela coll' erede, pu colla
sua morte proclll'are a questo un danno ed un dolore maggiore,
che se fosse un suo prossimo parente. In tali casi, essendo
troppo debole il piacere dell'eredit e come sopraffatto dal co-
sto di essa, l'imposta normalmente tollerata, diventa assai pe-
nosa. E del resto anche l, dove mancano quelle forze psico-
logiche, che di tanto attenuano il peso di questa specie d'im-
poste, e cio il piacere pel' l'arricchimento subitaneo e la cor-
relativa spinta dispendiativa, ne subenll'ano spesso delle altre,
12G
per le quali l'm'ede, pur trovandosi in circostanze eccezionali,
accetta il modo di vedere, il giudizio che di quelle imposte fanno
coloro, che si trovano in circostanze normali, ordinarie. Il sag-
gio d'imposta, ehc altra volta egli tl'O\' mgione\'ole per ri-
gual'do a si: stesso o ad altri, e che cOlIsidel'ato come tale
dall' opinionc comune, da lui anche questa volta giudicato
con molta tolleranza malgrado circostanze in cui si tl'ova, si
tis,:ato nella sua mente in n'lodo clul'e\'Ole.
Le imposte sui I!'asfel' imcllti a titolo gl'atuito, lo si noti bene,
1I0n . furono giil suggel'ite al finallziel'e dal puro e semplice au-
mento delle sostanze, di cui l'eT'ede viene a dii'porl'e, dal pen-
siel'o di eleval'c il tributo in cOl'l'elazione all'entitil patl'imoniale.
I nUOl' i beni dell'eredc sono quelli stessi, che posseeva il di-
l'ponente: nO\1 si tratta di un aumento, ma di uno spostamento
di ricchezze, E come queste erano gi soggette ai tributi sui
tcrrcni, fabbricati, capitali, allorch erano possedute dal dispo-
nente, continuel'anno a pagal'c quegli stessi tributi dopo che
avranno cambiato padl'One, La semplice circostanza che questi
si chiami Tizi0 o Caio non spiega la comparsa di una nuova
imposta eccezionale sui trasferimenti, oltre alle imposte dirette.
Se anehe colla 'eredit si venivano a raccogliere su una steS5'a
persona i beni, che appartennero a pill, ci non dovel'a aver
imp<lI'tanza pel' legislazioni, le quali non avevano accolto af-
fatto il principio personale nella imposizione ed ave\"ano fon-
data la capacit contributiva SLI una basc realc,
sugli elementi patrimoniali, Solo in eerti bl'eY periodi storici
si potrebbe spiegar'c, e auelle in risI l'etti limiti ('), la comparsa
di imposte sui trasferimenti gratuiti sulla base di .considera-
zioni di un reddito disponibile aumentato. E anche su questa
base resterebbe pur sempre a spiegare perch quell'aumento di
reddito disponibile non sia stato colpito da un' imposta rego-
lare, continuati,'a, lVIa poi, quale spiegazione potevasi dare sulla
(I) casi, ciol!, nei '(lllali l' c\'..; ;le '"cnga ud iI\"C 'c un paltjlJ)nnio
.maggior'e dci
127
di un reddito disponibile aumentato e di una
maggior capacit contributiva delle impostc sui trasferimenti a
titolo gratuito nei casi, nei quali le ricchezze dcI disponente
passavano ad un nulla tenente? In allora la capacit contribu-
tiva poteva cssere la stessa o divenirc anche minore, se l'erede
avesse maggiol'e famiglia, maggiori bisogni; c sovratutto nel
caso pi fl'cqucnte, in cui solo una parte dei beni del dispo-
nente gli fosse tmsmessa. In allora, perch si doveva colpire
l'el'edc L:Oll una imposta lluova, oltre le imposte dirette sui beni?
:'\canchc sal'cbbc lecito "upporrc che quella imposta nuova
sia sorta da un elevato bisogno sociale e politico di assodare
le basi legittime dcII a propriet privata, !:'ottl'aendo col tl'ibuto
flredital'io ali' C1'cde una parte di bcni tanto maggiol'e quanto
minore sia stata la sua partecipazionc attiva alla loro produ-
zione (B.\RON); o di meglio distribuil'e con processo artiticiale
la ricchezza iniquamente ripartita dalle leggi economiche per
iniziativa dello Stato, concorrentc all' el'edit in Yirt di Ull di-
ritto di coerede (\V AGNER).
Quando pure queste idee, questi principi potessero aver
valore per un'arte finanziaria presentc o futura; il qual propo-
sito dcI resto contrasterebbe col sistema economico capitalistico,
il quale attribuisce la pitl gran pal'te delle ricd1Czze prodotte
a classi non layoratrici ed una mercede in ragionc inversa
della densit e penosit del la VOl'O, c contl'astereblJe ancora
. colla tendenza moderna "erso un pI'ogl'cssi\o restringimcnto della
propriet demaniale e verso un progl'essiro estendimento della
propriet individuale; essi certo nOli furono presi in
razione nei pel'iodi storici, nci quali lo Stato poggia"a tutte le
imposte sulla pl'opriet sudata ed csentava dai tributi la pro-
pr'iet senza lavoro, e nei pcriodi storici nei quali la propriet
privata era considerata come un istituto sorgente dalle sponta-
nee iniziative individuali, e lo Stato come l'organo di tutela di
essa e della distribuzione dei beni secondo le leggi economiche.
Ci che illdusse il finanziere fin da epoche remote, in cui
la cos detta idea sociale non aveva nessuna importanza legi-
slativa, ad accogliere e a sviluppare a sistema le imposte sui
128
trasferimenti gratuiti. non fu la capacit ordinaria, normale, con-
tributiva che era misUl'ata dagli elementi reali presi isolata-
mente o unitamente; ma la condizione psicologica del contri-
buente, in seguito ad un subito arricchimento o almeno ad una
nuova facolt di disporre. Non si ebbe cio riguardo a quella
situazione patrimoniale. che veniva a costituire d'ora innanzi
la condizione economica OI'dinal'ia dell' erede, la quale come
tale continuava ad essere assoggettata come prima alle impo-
ste dirette. Ma si ebbe r'iguardo a quella pill alta utilit ini-
ziale, che i nuovi beni acquistati avevano per l'acquirente; a
quella eccezionale con.dizione di felicit momentanea, in cui
questo cadeva nei primi momenti del suo nuovo stato; a quella
propensione dispendiativa, che l'iduce al minimo il dolore del-
l'imposta.
Anche la teoria, che il dotto ed acuto GIUZIAXI {'} difende
in conformit dei princip della cos detta scuola austriaca,
secondo la quale l'imposta ereditaria veI'rebbe spiegata e giu-
stificata collegandola ad una attenuazione del valore subbiettivo,
che ricevono le singole unit di l'icchezza dell' erede arricchito
dei nuovi beni e ad una correlativa elevazione del mlore sub-
biettivo dei servizi pubblici, non raggiunge il suo scopo.
Infatti, poich quell'arricchimento costituisce un faUo defi-
nitivo e porta con s una durevole attenuazione del valore sub-
biettivo delle singole unit di ricchezza dell' erede ed una ele-
vazione del valore subbiettivo dei sel'vigi pubblici egualmente
durevole, dovrebbe concludersi che il contribuente fosse spinto
al pagamento di un' imposta complementare, non gi straordi-
nal'ia, accidentale, ma in ogni esercizio finanziario. Pet' ispie-
gare invece il carattere str'aordinario de!!' imposta, vale la cir-
costanza dell'arricchimento momentaneo ed eccezionale, che ri-
sulta dall' utilit iniziale e differenziale, che si accompagna al
primo periodo, in cui sono acquistati i beni ereditati.
Cl GRAZIANI, Istitu,:iolli di Scicn.;a delle Fillflll;;C, pago 529-30.
129
Soddisfazioni piacevoli d'indole privata, alle qnali fU1'01l0
legate le illlllOste sui trasferimenti a titolo oneroso.
Nei trasferimenti a titolo oneroso oglluna dell e parti con-
traenti ricerca una utilit difTel'enzialc o marginal e, che co-
stituita dal di pi di utilit, che ha la cosa ottenuta in con-
fronto alla ceduta. Questa utilit dilTerenziale, che costituisce la
ragione dello scambio, pu derivare dalla sua attitudine a sod-
disfare un bisogno economico (guadagno in senso stretto o diI'
ferenza di prezzo fra l'oggetto ceduto e ottenuto), o a soddi-
sfare bisogni non economici (scambio pet' iscopi affettivi e non
speculativi).
Anche queste utilit, questi guadagni in ampio senso, come
quelli derivanti da trasferimenti a titolo gratuito, hanno un grado
iniziale di utilit pitl elevato, che l'utilit dei momenti succes-
sivi e provocano una propensione dispendiativa pitl o meno
intensa. Molti subordinano il procurarsi certi piaceri, il fare
certi regali, alla conclusione di cer-ti contl'atti. Per modo che il
guadagno in senso stretto (prodotto netto) pu essere pi o
meno intaccato dagli effetti della spinta dispelldiativa, che s'ac
compagna alla gioia derivante dal buon all'al'e concluso e che
si esll'inseca spesso in banchetti, gozzoviglie fra contraenti e
sensali. Anzi quel guadagno talol'a vi ene distrutto interamcnte
o non basta neppurc pel' le nuove spese, che esso pro\"Oca. La
ragione di un tal fatto sta in ci, che quel piacere economico
o puramente mOl'ale procurato dal buon affare compiuto oc-
casione e spinta ad altri piacel'i, che per loro stessi sono con-
siderati pi pI'eziosj, che una parte del guadagno ottenuto o
anche di tutto questo. Spesso si ossel'va che un piccolo gua-
dagno conseguito in una contrattazione COli un uomo accortis-
simo o avaro conduca a tali ,isultati.
L'impulsione a questi maggiori d i ~ p e n d non deriva tanto
da quel guadagno, che costituisce il generico pl'esupposto di
qualsiasi scambio, quanto da quella p"ima e pi acuta soddi-
130
srazione, che quel guadagno provoca. La maggiore utilit che
presenta l'oggetto ottenuto di fronte all' oggetto ceduto, pu
avere un carattel'e durevole per molto tempo o l:\nche indefini-
tamente; il che avviene finch il contraente continui a stimare
la cosa ottenuta collo scambio piil utile della cosa ceduta. In-
vece l'utilit iniziale, che si attribuisce all'oggetto di recente ac-
quisto, l'iMm'zata dalla sua stessa novit, da di
breve dmata. Citi in un affare realizzi un guadagno di lire
mille, festeggiel' probabilmente ulla tale cOllgiulltura favorevole
con certi dispendi; ma quasi cel'to ancora che non conti-
nller ogni anno fino alla fine della sua "ita a la
l'icol'l'ellza del giol'l1o, iII cui concluse quell'all'are.
Come si vede, la circostanza, che, secondo noi, ha facilitata la
inh'odllzione nella pl' atica delle imposte sugli afral'i non quella
ste"sa, clte spinga lo alla loro giustificazione. noto co-
me lo STEIN, in una prima teoria, su cui in seguito noninsi-
stette di vantaggio, fondava tali imposte sul guadagno, che i
contraenti realizzano in ciascun atto. La nostra opinione si dif-
ferenzia da quella teoria, sia per la natura della cosa colpita
d'imposte, sia per lo scopo.
Pet' lo STEIN l;i che colpito il glladagno, che risulta
dalla diversa utilit degli oggetti pel'mutati, dalla di\'ersit del
valore della cosa \'enduta e della cosa comperata; mentre ci
che d occasione all' imposta, secondo noi, quell' effimero e
piil intenso piacere e benessere, che del'i\'a dal l'eecnte acquisto
di ulla ricchezza clte pUI' potendo essere pro\'ocato dal gua-
dagno, si fonda sulla sensazione speciale, che questo eccita nei
primi momenti, in cui conseguito. La spinta al pagamento del-
l'imposta scatlll'isce dalla piil forte soddisfazione, cile lino stesso
o[Joetto, l'oggetto ricevuto, Pl'oduce nel fIlomento primo del suo
ac.quisto, in confronto colle piil tenui soddisfazioni, che produrr
in seguito. Per noi non tallto il guadagno nella sua materiale
ed obbiettiva entit, che determina nel contl'aellte l'attitudine e
la propensione al pagamento dell' imposta sugli alfal'i, quanto la
speciale valutazione subbiettiva, che quel guadagno l'iceve nei
pl'imi momenti elel suo ottenimento. Onde avviene che mentre
131
quel guadagno sal' materialmente sempre lo stesso, sia nel-
l'atto in cui ottenuto, come in seguito, tuttavia esel'citer una
impulsione dispendiativa molto minore dopo un anllo o due, che
nell'atto della sua consecuzione,
In secondo luogo lo STEI-" si propone lo scopo di giustifi-
care le imposte s ugli an"lI'i, ment!'c noi ,ogliamo semplicemente
spiegrwc lIna cil'costanza, che fa cilita J' int/'oduzione di esse l'Cll -
meno penose. Lu scopo dello STEI-" non ['aggiunto,
pl'imicl'arnente pCI'c1l il guadagno dei ;;.;ill!,!:oli afral'i d'ol'-
dinario colpilo colle inqlUsle di!'ette sui profitti, e in secondo
luogo non l\ iii lutti (IUei casi, Ilei quali lIIanca il
guadagno.
Secondo le nostre Osscl'yazioni , anche in un cc!'lo numero
di circostanze, nelle quali manca Ull guadagno in stretto senso,
i contraenti, invasi da certe soddi'-'fazioni mo\'enti da bisogni
estra-economici pel recente acquisto di certe ricchezze, son in-
dotti a pagare senza resistenza e quasi inav\'ertitamente un
tributo mite (I). Questo appunto pu essere il caso di chi sia
indotto alla vendita di beni per pagare un debito, L'imposta,
a cui egli assoggettato, si pr'esenta come assurda, altamente
repulsiva, quando si voglia l'iferil'e ad un guadagno; illvece
si spiega benissimo la sua facile percezione quando essa sia
riferita alla pal'ticolare soddisfazione, che prova colui, che
col pagamento dei suoi debiti, ri cllpel'a la sua tranfluillitil e la
sua indipendenza. bcn ,"ero chc in questo caso l'imposta
pcrde il suo natmale fOlldamcnto, la ricchezza, e si appoggia
su di un semplice sentimcnto moralc; ma questo affal'e che
pu turbare semplicemente la pseudo scicnza ufficiale, che s'in-
carica di trovare la gius tizia a fondamento clelia attivit po-
litica.
D'altronde noi insistiamo su questo punto, che le llosl'e
(') In segnilo), f"llu l'abitndinc "I tl'iulitO mitI', qnc, to pll i, esselc
elcvato nllel'inl'lncnte ,cnz;) e lc'ore l'impressione penosa. Sn ques lo plinIO
vedi il coro VII.
132
considerazioni non hanno pretesa di valere per tutte quante le
applicazioni delle imposte sugli a11'ari. Ci limitiamo a constatare
che in molte circostanze queste furono introdotte e facilmente
accolte col favore di un particolare e transitol'io stato d'animo,
che esagerava la capacit contributiva.
Nei casi, nei quali quell' utilit iniziale difTerenziale manchi
o sia minima, manca una causa di illusione tinanzial'ia, una
forza di attenuazione del tributo. Ci non sigllifica che non vi
possono essere altri moventi al pagamento di esso.
I! ['ibuto allol'a pu es;,;ere assoluto per quelle altre ragioni,
che lo fallllo accettare, insieme o illdipendentemente dall' illu-
sione finanziaria, quali sono i motivi di reale vantaggio d; indole
genel'al e e speciale del contlibuente. Del resto, insieme o indi-
pendentemente da quei moti\' i di l'eale vantaggio pel contribuente,
ed in mancanza della forza d'illusione, derivante dall' immediato
piacel'e del primo acquisto di cel'te ricchezze, interviene attiva-
mente un' altra for'za d'illusione, dipendente da quel bisogno di
giustizia formale nella imposizione, di cui parlel'emo nella teoria
dell' illusione nelle spese pubbliche. Solo allora la teoria, che
spiega le attenuazioni del peso delle imposte coll' avvicinamento
di queste a cel'ti stati d' allimo piacevoli, apparir in tutta la sua
pienezza.
Anche la teoria pi in voga, che giustiliGa le imposte sugli
affari considerandole un complemento delle imposte dirette de-
stinate a cOI'l'eggerle ed a completarle, secondo noi, inammis-
sibile. Nella realt le imposte sugli affari ,'i usciranno ad attuare
lo scopo, che 101'0 si altribuisce solo in qualche caso speciale,
mentre invece pill largamente inaspril'anno le ingiustizie delle
imposte diri!tte.
Infatti vi sono alcuni membri di queste, che colpiscono con
rigorosa esattezza (impm:'te sugli stipendi, sulla rr.odita pubblica)
o con sufficiente approssimazione (le imposte sni fabbricati, l
dove sono fondate sul ~ i s t e m a delle denuncie controllate, come
in Austria ed Italia) il reddito effettivo. Altre imposte dirette
colpiscono un prodotto medio, astratto, inferiore al vero (imposte
reali, e specialmente l'imposta sui teITeni). Altre infine si rife-
133
riscono a redditi, che per la piil parte si sottraggono alle inda-
gini del fisco (imposte su certi redditi capitalistici, su certi
redditi industriali e pl'Ofessio!lali).
Se si afferma che buona parte di queste disuguaglianze
pos;::ono essere tolte con Opp1wtUIIC rifol'me introdotte nelle im-
poste dirette, si ammette ancora implicitamente che entro tali
limiti \'ieil meno il bisogllo delle imposte sugli afTari, come
elemento complemelltam ed intcgratore.
VIa molte disuguaglianze create dalle imposte dirette Ilon
possono essere rimosse dalla riforma di queste e specialmente
le di s lIg"uagliallze deril'allti dalla dil'crsa c\'idenza, chc
pel' }' accCl'tamento cel'ti redditi illdllstriali, professionai o capi-
talistici da un lato c i belli immobili dall' altro. qui clte le
imposte sugli affari dovrebbero assumcl'e il 101'0 l'el'o cmpito
essenziale; quello cio di fai' pagal'e di piil nei tl'asferimenti le
ricchezze, che pagano tropp0 poco lIelle imposte dil'ette. l\Ia
qui appunto dOl'e si appalesa tutta l'impotenza delle imposte
sugli affari, che sanno solo riall'er'rare quelle. ricchezze, che gi
sono state afferrate dalle imposte dirette, e che lasciano sfuggire
quelle ricchezze, che sfuggono alle imposte dil'ette. Pel' modo
che esse non sel'vono che ad esacerbare l'imposta sulla propriet
immobiliare e ad accentuare le ingiustizie scaturenti dalle im-
poste dirette.
Ma vi di pii\. Le impo;<tc sugli affar'i introducono lIuove
disuguaglianze ed ingiustizi e nella irnposizione della pl'opl'ietil
immobiliare, colpendo nella stessa mi suI'a gli immobili, che sono
trasferiti pi lentamente (immobili l'UI'ali e immobili posseduti
da famiglie agiate) e quelli, che SOIlO trasferiti pi rapidamente
(immobili uI'bani o posseduti da famiglie dissestate).
Una riforma delle imposte sugli affari, che si proponesse
di correggere questi difetti, incontrerebbe difficolt insol'montabili.
DOI'e cominciano i beni immobili urbani e dove i rurali? In
quali casi Ulla famiglia agiata o ricca, invece di conservare i
suoi beni immobili pi di una famiglia disagiata, provoca mo-
vimenti della propriet non mellO rapidi?
134
Soddisfazioni piacevoli d'indole llrivata, alle (IUali fUl'oll()
legate cel'te imposte di consumo.
Le cOlldizioni psicologiche, che eOllCOI'SCI'O alla t'OI'mazionc
e sisternazione delle imposte sui tmsIerimcllti di p,'ojwicl, ml-
gono a spiegare ancora le favorevoli circostanze, che presie-
dettero alla introduzione di un certo numer'o di imposte di
consumo.
Auche degli oggetti, che noi acquistiamo l'cl 1I0stl'0 COII-
sumo, noi facciamo un apprezzamento diverso ilei l)l'imo mo-
mellto dell'acquisto e nei successivi. Nei primi momenti assa-
poriamo le belle, le buone qualit dclle cose acquistate con
speciale attenzione e predilezione; siamo scossi da val'ie sensa-
zioni piacevoli, che poco dopo dileglleranno. Noi siamo tutto il d
in pl'esellza di luoghi, di piazze, di giardini, eli edifizi, di mobili,
di quadri, di stoffe, di apparati, di tende e di mille ninnoli, che
assunsero per noi un pregio speciale in un primo pel'iodo e
che poco a poco escono dal campo della nostra osservazione
e ci lasciano indilTerenti. Questi oggetti ricuperano bens in
certe circostanze il loro fascino su di noi, per esempio, nell'ora
in cui si sta per prendere una risoluzione pericolosa, o nell' atto
del definitivo abbandono della patria o della nostra casa, e via di-
cendo (I), Cos Giovanna, la dolce Giovanna di MAUPASS.-\.NT, nel
(') In 'Iucs ti cosi lu cuna delle lIlilil .... ruppl'esentalo dulia figuI'u 10',
verrebbe modificato nel modo indicato ncllo ligura -12' dullo Il b c d e f
g Il k I m n.
(Figllro 12").
135
rientl'are fidanzata nella sua camera virginale, d'un tratto si
fissa nella pendola, che batteva a modo di un cuore, d'un
'cuore amico, e che sal'ebbe il testimonio di tutta la sua vita,
che accompagnerebbe le sue gioie e i suoi dispiaceri con quel
tic tac, viI-ace e regolare ,. e fortemente attratta verso quel-
l'oggetto, gi in na V\"el'lit(), lo bacia_ Pi tardi, Ilegl i an n i della
veechiaia e del dolore, la stessa Giol-arll1a l'i entrata nella casa,
da cui aveva dovuto usci l'e nella pOI-el'l, di frflllte ai leggeri
segni, che s'al'rampicamno sulla piUma a intel'valli il'l'cgolari
e indicanti la statura di Pollino si diede a baciare la pa-
rete con frcnesia d' artl<>l'c C) - Tutto ci che 1I0i abbiaillo, non
conscrva pCI' lIoi sempl'c lo stcsso "alol'c subbietti ,-o; e :"c 1I0n
pu dirsi chc questo I"alol'e abbia nei primi momenti dell' ac-
quisto dcll' oggetto un' altezza maggiorc che in qualsiasi mo-
mento suc<::essil'o, pu dirsi pcr che l'aLLia maggiore che in
- un gran numero dei momenti successivi_
Tale feuomeno acquista una speciale perspicuit negli atti
di scambio fl'a fanciulli, Se due fanciulli, condotti in uno stesso
negozio a comperal'e ninnoli, scelgano fra i molti oggetti in
vendita, due oggetti divcl'si, SOIlO indotti a ci perch ciascuno
giudica il proprio pill utile dcll'altro, .-1 pel' esempio, pl'efel'ir
x perch lo stimer piil bello dell' articolo y; e B pl'efel'il' y
perch, secondo lui, pi bello di x, Dopo un certo tempo
suole avyenire che ./1, proprietario di x, comincia ad appetire
pill y di x e che B, proprietario di y, desideri pi x di y,
D'ollde ci? Da dil"el'se cause (ulla di esse potr essere
1'invidia, il timore che l'oggetto del compagno gli PI'ocUl'i un
In certi casi il finanziere hil suputo ussili felicemente trarre pal,tito
dulie oscilluzioni dell'utilit e dellu spintu conlributivu, colpendo le m"g-
giori "euizioni di queste con supplementi d'imposta o con impo!'le straor-
dinarie_ Ci da Iloi stuto dimostrato pe,' )-ispetto ulle tusse scolastiche,
e di certe imposte supplementari sulle p,'omozioni dei pubblici funzionari
nel 110st,'o scritto: Sulla spinta contriulllica nelle lasse (Giol'nale degli
Economisti, agosto 18!l7)_
(I) Guy D" MAUPASSA:>T, Cna cita_
136
piacel'e maggiol'e di quello che procura l'oggetto pI'oprio; un' al-
tra polr esser'e il bisogno di sentire e capire le sensazioni
altrui), ma certamente anche dal decrescel'e dell'utilit della
cosa posseduta col continuato gorlimento di essa, Da ci la
gl'ande propensione dei fanciulli al baratto, Il quale poi, una
volta avvenuto c dopo aveI' procurato pCI' un cel'lo tempo certe
soddisfaziolli, di"cnla poco a poco condizione di nuove sofl"e-
rellze, il pl'egio attribuito all' oggett.o ora pos-
,.;edllll) c p;iil al compagno c si cominciano ad
appl'el.l,;\I'e pi:1 ,' ivamcllte le qualil;'l della cosa ceduta e a
i clic es:"n procllr, Cos si l)J'cparano
le cOlldi/,iolli fii rilol'llo VCI'''O la co!<a pl'imieramente acquistala,
Questo fatto "i l'ipetc fra fanciulli talol'a piil c pill \'olte, tinch
i giocattoli son l'olti o abbandonati come cose di niun COllto,
Ebbene, anche gli adulti, i contl'aellti, sia pUl'e in limiti pi
ri stretti, meno fantastici e precari, stimRno le cose ottenute collo
scambio pill nell' atto dei l' acquisto che dopo un certo tempo.
Noi sentiamo un' amore subito ed intenso per' il fucile, per
l' ol'ologio, pel pianoforte, per l'al'gentm'ia, pel mobilio, che
stiamo contl'attando; ci sembra di non poter fare a mello di
ccr'te cose, di certe di esse, che poi dimenticheremo (').
L'imposta, che per via di traslaziolle noi paghiamo al momento
dell' acquisto di articoli di consumo eccitanti fortemente certi
nostI'i desirler, perde assai elel suo peso allche quando noi ne
conosciamo l'ammontam, Appunto pcrclt ilei momento del-
l'acquisto elle cose desierate noi ci scntiamo momentanea-
{,} Il pi i .. :r. .'e ini zia lc dr,rivullte d"II ' acrl"islo.di cose nllo,'e ha uua
dllrala InolLo di\'el'sa a secondu delli! ca pacili! di osscrvuzionc dcII' "crlui-
rente, dci slloi vari bisogni, dell' ell tit della sua fortuna, dello comples-
sitti ed ampiez7.<1 dell'oggetto, ecc, La rece nte opprop,'itlzione di IIn immo-
bile potrii I,,'odlll're IIn piacere iniziale anche per IJlIUlr.he mese superiore
01 piaeere fnale, Quindi il lasso di 'Iualche mese concesso dallo legge
per la denuncio e il pagamento delle s uccessioni pu restare incluso nel
periodo, dUl'onte il rllwle il valore sublJielli,'o dci beni ercdit"ti sia anCOl'a
clc\'uto,
137
mente pi ricchi e felici, giudichiamo l'imposta in base ad
un apprezzamento erroneo delle nostre forze acquisitive, in base
ad un esagerato apprezzamento della nostra capacit contribu-
tiva_ La prestazione del tributo chiesta in certi istanti, in cui
lo spirito tUl'bato da una Icggel'a ebbrezza, chc toglie la prc-
cisione delle linec nette, dci giusti rapporti t'm il sacrificio chiesto
e la nostra ordinal'ia facolt di soppor'tarlo. La potenza mag-
giore dell'illusionc spicca poi assai piil negli articoli di acquisto
di consumo che ncgli acquisti a scopo spcculati ,-o; poich sc
comprensibile il facile pagamento di impos:e in cOrl'elazionc
ad affal' i, che di solito aumentano il \,otel'c economicI) dei con-
traenti, lo assai meno allol'ch l'all'al'e si risolra inrece in
un acquisto improdllttil"O, iII una diminuzione di ricchezze.
Talora poi noi stimiamo i ben i acquistati non tanto in re-
lazione allc luro belle e buone qualit, ma perch lusingano
certe nostre passioni, la nostra \anit. l ca\'alli di lusso, le
livree dei domestici, la cipria, le parrucche, il diritto di portar
la spada o gioielli o dorature o profumi, ecc., furono appetiti
specialmente perch soddisface\-ano il desiderio che certe per-
sone avevano di parere piil belle, pi ricche o di ulla schiatta
supel'iore, In questi casi non sono sempre le belle o buone
qualit delle cose acquistate, elle interessano, ma il contrasto
o almeno la di l'ersit, che determinano fra ciii le usa e
chi non le usa. Ci vale in genere cntro certi 'limiti anche
gli articoli di moda. \la anclle in qucsti casi l'anicinal'c l'im-
posta al momento dell' acqui"to dei belli desiderati conuce ad
accerta l'e la pena contributiva al momcnto, in cui le soddisfa-
zioni della vanit raggiungono il piil alto grado di intensit.
A questo punto il lettore indotto a chiederci quale
estensione noi diamo al principio suesposto, abbiamo yedute
larghe, ma non generali, applicazioni nelle imposte sui trasfe-
rimenti a titolo gratuito ed a titolo oneroso ( 3 e 4, special-
mente parlando della teoria dello STEIl\). Ne abbiamo yedute
applicazioni anche riguardo a certe imposte di consumo. Ma
varr quel principio per tutte questc ultime? vero chc tutte
queste conducono all' acquisto di beni, dei quali si richiedono
138
direttamente certe soddisfazioni o certe belle o buone qualit.
Ci ben chiaro pel' i beni destinati al consumo immediato.
Ma anche i beni strumentali e complementari sono ricercati
solo per certe loro attitudini produttive, vale a dire per certe
loro buone qualit.
Senza dubbio anche queste ingenereranno quindi delle sodo
disfazioni pi o meno piene nel loro acquirente. Potremo dun-
que concludere ehe, dal momento che in ogni caso l'acquirente
trova nelle cose acquistate certe soddisfazioni, in ogni caso l'im-
posta pagata in tali circostanze attenui la sua forza a1liittiva?
No. Bisogna distinguere_
Noi non desidel'iarno colla stessa intensit tutte le cose che
comperiamo. Ve ne sono di quelle, che sono precedute dalla
pi intensa attesa e di cui il possesso ci commuove, ci esalta,
ci rende felici. Qui l'utilit iniziale raggiunge le maggiori al-
tezze. Per altri oggetti da noi comprati l'attesa minore; l'u
tilit iniziale discende a gradi pi bassi.
Vi sono anzi moltissime compere, che non ci procurano
un vivo benessere, che ci lasciano calmi, in una quasi indiffe
renza. Naturalmente questa grande variet nella intensit delle
attese e dei gradi iniziali di utilit delle cose acquistate si mo-
difica profondamente secondo gli individui, la loro classe sociale,
l'educazione, lo stato di salute, l'et, il sesso, ecc. Pel' un am-
malato potr avere un grandissimo valore subbiettivo un me-
dicamento; per un suonatore esperto un piano forte di una certa
fabbrica; per un dotto 1'opera di un certo autore; per una
donna alla moda un certo abbigliamento; per un fanciullo un
certo giocattolo.
Sarebbe un errore il credere che le maggiori attese ed i pi
alti gradi di utilit iniziale fossero provocati dalle cose neces-
sarie a soddisfare i bisogni pi indeclinabili alla vita. Se ci
fino ad un certo punto pu esser vero per genti, che si trovino
all' estremo grado della barbarie e della miseria, nOli vero
per i membri di un popolo civile. Per questi vale sopratutto a
139
suscitare forti attese la difficolt ~ e l a t i v a (I) di procurarsi l'ar-
ticolo, la sua rarit, la sua novit, la sua eccezionalit. Il se
condo orologio, il secondo fucile, che noi abbiamo comperato,
ci procurarono un piacere mino['e del primo. Le cose, che noi
siamo in grado di ottener'c ad ogni momento, eccitano piaceri
meno intensi. Per esse si viene come spegnendo l'utilit ini-
ziale, e vale solo quel grado di utilit definitiva, che hanno per
noi le cose, che teniamo da lungo tempo. Le cose, che possiamo
procurarci quando ne abbiamo voglia, noi valutiamo come se
le possedessimo continuativamente. La carne, il pane, le uova
quotidianamente acquistate non pro\'ocano un'intensa soddisfa-
zione, percll le abbiamo oglli momento che le vogliamo. Il
loro t!'O\'arsi presso il mel'cante costituisce per noi il modo pi
comodo di possederle.
Quelle stesse sostanze alimental'i acquistano invece un pre-
gio specialissimo per chi le compera raramente. Cos la com-
parsa di un pollo, di un coniglio sul desco del povero pu dare
occasione alle pitl vive allegrezze. Le primizie pei gastronomi,
i dolci inusitati pei fanciulli producono gli stessi effetti.
La forte attrattiva delle cose rare deriva dalla loro attitu-
dine ad espandere il nostro benessere, a darci conoscenza di
parti nuove di noi stessi, ad estendere la nostra vita senziente
e spirituale. Deriva ancra dalla eccitazione, dalle cose rare data
ad appetiti ancora male disciplinati, perocch la forza di resi-
stenza che noi d'ordinario opponiamo a certe spese, il risul-
tato di un certo numero di esperienze, di assaggi, suppone una
educazione, un disciplinamento dei bisogni, Si tratta insomma
di una parte vergine della nostra natura, che si affaccia alla
vita coll' impeto della giovent.
Anche per i prodotti acquistati a scopo di rivendita, l'uti-
lit iniziale, di cui qui si parla, discende d'ordinario al minimo.
(I) La difficolt assolula, spegne, non acuisce il desiderio ...
140
I commercianti, i manifattori e), gli agricoltori soggiacciono
tanto meno al suggestionameuto, che esercita la novit delle
cose acquistate, quanto pi di frequente sono condotti a com-
pI'arle e ad usarle. Ci ovvio dopo quanto stato detto or ora.
Certo, il fascino che esercita sopra di noi la propriet di
certi beni, onde si origina una speciale felicit, lino speciale
benessere, una propensione dispencliati\'a ed una attenuazione
del peso del tributo costituir sempl'e per la teol'ia un sog-
getto estl'cmamcnte difficile di determinazione, Si pu fin qui
soltanto affermare che una larga parte degli acquisti di oggetti
di consumo e di beni a scopo di rivendita (tutti quelli aventi
pi o mClIo carattere continuativo), colpiti dalle imposte sui tra-
sferimenti a titolo onel'OSO, non d luogo a quella specie di il-
lusione, che scatur'isce da un alto grado di utilit iniziale delle
cose recentemente appropl'iate; e che da altro canto questa
stessa illusione si accompagna all'acquisto di un certo numero
di oggetti di consumo (aventi carattere di" rarit) e di beni ot-
tenuti a titolo oneroso (guadagni aventi carattere di rarit) e
specialmente dei beni ottenuti a titolo gratuito. Senza alcun dub-
bio ciascun individuo soggiace, sia pure entro limiti assai di-
versi, a quella specie d'illusione. Fino ad un certo punto potr
a ragione affermarsi che quei casi sfuggono ad una determina-
zione generale, ma ci non significa che quella forza d'illusione
non agisca con efficacia.
lecito forse anche soggiungere ehe a quella specie di
seduzione debbono essere piil specialmente esposti coloro, che
possiedono pi larghi redditi e che per ci danno soddisfaziolle
a sempre nuovi bisogni; sicch per questo verso la efficacia
illusoria, di cui stiamo dicendo, agirebbe prevalentemente sulle
classi consumatrici pi ricche, e anche entro limiti pi ristretti
(,) I commel'cianti e i manifllttori soggillcciono olia suggestione di
una generica utilit iniziale nella imposta di licenza, all'otto dell'upertura
del loro esercizio. PUVIANI, Osserca:rioni sltlla spinta contributioa s!dle
tasse (Giornale degli Economisti, agosto 1897).
141
nelle classi consumatrici semplicemente agiate, in quanto per
queste i consumi vanno continuamente allargandosi.
D'altronde questi medesimi ceti ricchi ed agiati sono spinti
pi specialmente a quella illusione, appunto perch nel loro
seno che si compiono quei guadagni dall' alto grado di utilit
iniziale, che danno luogo alle imposte sui trasferimenti onerosi
e gratuiti.
Cos adunque la specie di seduzione, di cui "eniamo qui
ragionando, agisce sulle pel'sone abbienti e per pill colte ed
illuminate, sulle quali inrcce ha potere pill limitato quell'altra
specie d'illusione sull e masse di ricchezza requisita, chc for-
m argomento dei capitoli terzo, quarto e quinto. Quella illu-
sione, che occulta una porzione della massa di ricchezza requi-
sita, agisce con piena efficacia sui ceti inferiori e pitl poveri,
che ignorano buona parte delle imposte da essi pagate sul
prezzo dei p\"Odotti, nei demani, nelle alterazioni della moneta,
nei prestiti a cos detto basso interesse, e via dicendo. Ma que-
sti stessi ceti, che soggiacciono ad un tale inganno, sfuggono
invece pi specialmente alle seduzioni, che derivano dalla re-
cente appropriazione di ricchezze, perciocch il loro scarso red-
dito debba essere tutto o quasi tutto speso in articoli di quoti-
diano consumo ('), ed i pochi beni loro trasmessi in eredit si
accompagnano, piuttostoch ad un guadagno eccezionale, a quel
vero disastro economico, qual' la morte del capo di una fami-
glia povera.
Servigi pubblici, in occasione dei quali si esagera l'utilit.
fornita dallo Stato ed attenuanti il peso dell' imposta.
Fu gi osservato ( 2) che un certo complesso di eventi
piacevoli, ai quali legato strettamente il pagamento dell' im-
(') Questa considerazione spiega in parte lu fiera opposizione popo-
lare, che incontrarono sempre alla loro introduzione le imposte sui con-
sumi necessari .
142
posta, consiste in utilit fornite dallo Stato. Queste utilit alle
volte sono eccessivamente ingrandite nel giudizio del contri-
buente. Ne derivano anche qui dei fenomeni d'illusione.
Gli eventi piacevoli, nei quali si esagera l'utilit fornita
dallo. Stato e che danno luogo ad un prelevamento d'imposta
durante il periodo, in cui l'animo del contribuente in balia
di un eccezionale benessere, si possono distinguere in due gruppi
assa: numerosi:
1.0 Il primo compl'cnde quegli atti dello Stato, che si ri-
sol\'ono in utilit speciali fornite a certe classi di cittadini di
contro ad un cOI'respettivo (tasse), quando quelle utilit siano
esagerate da godimenti d'or'igine privata, che si confondono in-
dissolubilmente con esse, per guisa che il servizio pubblico sem-
bri di maggior conto di quanto veramente non sia (I);
2. Il secondo comprende servigi resi dallo Stato, special-
mente nel senso della giustizia e della eguaglianza, nella di-
stribuzione e percezione del tributo, ma ingranditi da soddisfa-
zioni d'origine privata della pi varia natura,
Gli solo quando si avvicinano alle imposte pagate in occa-
sione di eventi piacevoli d' Ol'igine strettamente privata ( 3 _5)
queste due altre categorie di tributi, pagate in occasione di fatti
piacevoli pubblici, ma accompagnati da d'origine
privata; gli solo allora che si vede in tutta la sua estensione
la pratica seguita dall' arte finanziaria di avvicinare il peso del
tributo a stati psicologici di benessere intenso e che si pu
valutare l'importanza dei risultati raggiunti con questo princi-
pio nell' occultamento degli effetti penosi del tributo.
Solo che, per ragioni di metodo, la trattazione degli eventi
piacevoli, cbe si risolvono in utilit fornite dallo Stato, che in-
cludono un' esagerazione di queste, e legati immediatamente al
pagamento di certe imposte, deve essere riservata alla teoria
dell' illusione nelle spese pubbliche.
A questa, poi, appartiene anche di esporre un altro vasto
(I) PUVIANI, Ossel'oa::ioni sulla spinta contributioa nelle tasse.
143
complesso di fatti politici, che si risolvono in utilit pi o meno
illusorie fornite dallo Stato, ed alle quali i tributi sono collegati
non pi in modo diretto, sibbene in modo mediato. In questi
casi il pagamento dell' imposta non cade in quel periodo psico-
logico, nel quale l'animo invaso da un eccezionale e fugace
benessere; esso pagamento fatto regolarmente in Cel'te date,
periodicamente. Questo terzo gruppo di utilit comprene utilit
relative alla funzione essenziale e alla funzione complementare
dello Stato (sel'vigi giuridici e di pl'Osperit), ma esagerate diretta-
mente dai membri del Governo (false promesse o dimostt'azioni di
benefizi pubblici, da non confondere colle false promesse di
sgravi d'imposta, di cui parlammo al capo III, 8) o da forze
sociali legate ad esso (scienza ufficiale, arte, religione, stampa,
ecc.).

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