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PENSIERI DI

Gianfranco Abate Nadia Blackstock Mario Labolani Luciano Pensante Eliana Bonandi Saleri
StRaDE E quaRtIERI

Via Cremona Botticino

HINtERlaND

vIaggIo IN PRovINcIa

i frutti della GloBaliZZaZioNe

il patto sociale

Adro Corte Franca Erbusco Iseo Rovato

le vacaNZe deGli altri

la stressaNte ricerca del BeNessere


BsNews.it pelo e coNtropelo qui e l la Nuova tuNisia Bacheca videoteca calcetto

3 DODICI MESI // ottobre 2011

IN QUESTO NUMero

Editoriale Medioevo o Rinascimento? Prodotto & mercato Mario Labolani: Il Pdl deve puntare sul rinnovamento Gianfranco Abate: Dal campo di calcio al tribunale Luciano Pensante: Leretico Eliana Bonandi Saleri: Sfida imprenditoriale al femminile Nadia Blackstock: Di ritorno dallAustralia Strategia dimpresa Lavoro Bacheca Il Corriere a Brescia: fine della societ chiusa? Comparto Milano: un progetto per il futuro Globalizzazione: un patto sociale modello Brescia?

7 9 11 12 15 19 23 27 31 33 35 37 41 45

55 Evasione fiscale: alziamo laliquota delleducazione 59 Strade e quartieri: Via Cremona 63 Hinterland: Botticino 68 Viaggio in Provincia. Franciacorta: Rovato , Erbusco, Adro, Corte Franca, Iseo 91 Tu e il fisco 93 Politica e societ 94 Pelo e contropelo 98 Brainstorm 99 Le vacanze degli altri 105 BSNews.it/Il sondaggio: Giovani e sballo 108 La stressante ricerca del benessere 111 La nuova Tunisia tra attesa e speranze 116 Qui & l 119 Calcetto, uno sport alla portata di tutti 122 Gentile Farmacista 124 Specchio delle mie brame 127 Videoteca 128 successo

Mensile di attualit, economia, inchieste, opinioni e cultura da Brescia e dal mondo. Ottobre 2011 Anno III - Numero 9 Rivista mensile - 1,20 Viale Duca degli Abruzzi, 163 - 25124 Brescia tel 030.3758435 - fax 030.3758444 www.dodicimesi.com redazione@dodicimesi.com Direttore Responsabile Giorgio Costa direzione@edizioni12.it Coordinamento Donatella Car donatella.care@dodicimesi.com Hanno collaborato Alice Aimo, Eva Alessandri, Giovanni Altuni, Stefano Anzuinelli, Davide Bacca, Fiorenzo Bandirali, Luce Bellori, Livio Benassi, Esterino Benatti, Elizabeth Bertoli, Silvio Bettini, Paoloemilio Bonzio, Donatella Car, Alessandra Cascio, Lodovico Cherubini, Alessandro Cheula, Mario Conserva, Enrico Filippini, Bruno Forza, Emanuela Gastaldi, Rolando Giambelli, Roberto Giulietti, Immanuel, Viola Ladi, Lucrezia Lombardi, Ferdinando Magnino, Sergio Masini, Enrico Mattinzoli, Cristina Minini, Fedele Morosi, Giorgio Olla, Antonio Panigalli, Irene Panighetti, Francesco Rastrelli, Libero Rosellini, Federico Rossi, Massimo Rossi, Emanuele Salvi, Salvatore Scandurra, Alessandra Tonizzo, Andrea Tortelli, Silvia Valentini.
Questo periodico associato allUnione Stampa Periodica Italiana

DODICI MESI

MESI

Editore Edizioni 12 Srl Viale Duca degli Abruzzi, 163 - 25124 Brescia Registrazione Tribunale di Brescia n. 52 del 24/11/2008 Impaginazione Sales Solutions Srl Fotografie Archivio Sales Solutions, Umberto Favretto Agenzia Reporter, Rolando Giambelli Il Fotogramma, Patrick Merighi Brescia in Vetrina, Cristina Minini Stampa Tiber Spa - Brescia Pubblicit Sales Solutions Srl Viale Duca degli Abruzzi, 163 - 25124 Brescia tel 030.3758435 - fax 030.3758444 segreteria@salesolutions.it

MESI 12ottobre 2011

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essi a ventanni Il giovane Holden, il romanzo di Salinger del 1951, manifesto dellanticonformismo per molte generazioni. Forse semplicemente non lo capii, forse era troppo lontano dalla nostra societ, ma non mi colp e tantomeno mi influenz. Pochi mesi dopo lessi invece il libro che segn, non solo quel periodo della mia vita, ma anche i decenni successivi: Fantozzi di Paolo Villaggio. Quando ne leggevo dei brani a mio padre rideva fino alle lacrime, perch, per lui che aveva fatto la guerra, la campagna dAfrica in Libia, le avventure del ragioniere, erano davvero situazioni di cui sorridere senza leggerne il lato amaro e la denuncia sociale. A distanza di quarantanni, rileggendo il libro, non riesco pi a ridere anzi, penso con invidia alla signora Pina, allimproponibile figlia Mariangela, al collega Filini e a tutti gli altri personaggi fantozziani. Penso a quella societ piena di speranze, allItalia intera che si ferma per la partita con lInghilterra, allorchestra che tira indietro di due ore lorologio per festeggiare il capodanno anche in un altro ristorante. Naturalmente i grand. Uff duca conte Lup Mann ci sono ancora e sempre pi lupi mannari; ma oggi il paradosso che una gran parte della popolazione non irride Fantozzi ma lo invidia. Invidia la sua misera scrivania e il suo modesto stipendio che d per sufficiente sicurezza per firmare tonnellate di cambiali per la mitica bianchina, pur sapendo che quella vita non sar certo piena di lustrini. In Grecia, default o non default, un dipendente pubblico su cin-

que perder il lavoro entro un anno e in Italia non stiamo molto meglio. La disoccupazione giovanile ai massimi storici e tutta la popolazione diventata pi povera. Auspichiamo ed sollecitiamo iniziative dalla politica, ma qualsiasi governo le promulgher, porteranno inevitabilmente ad una riduzione dei servizi sociali e del welfare in generale, provocando, almeno inizialmente, un aggravamento della situazione. Dovremo pensare a noi stessi sempre pi da soli. Lo stato, la nostra grande comunit in piena crisi economica, sociale, identitaria ed etica e, in attesa di una sua rifondazione, dobbiamo stringerci intorno alla prima comunit naturale, la pi elementare e sicura: la famiglia. Molte famiglie giovani e meno giovani, sono gi aiutate dai risparmi e dalle pensioni dei genitori, ma in molti casi non basta e baster sempre meno. Altro che bamboccioni: nonni, genitori e nipoti dovranno tornare sotto lo stesso tetto, un solo affitto da pagare, un solo riscaldamento, una sola pentola per il pranzo di tutti. Il figlio far da badante allanziano e il nonno il doposcuola ai bambini. Medioevo? Decisamente no. Leconomia non si sostiene consumando pi gas o petrolio ma, quando si pu, comprando un vestito nuovo, andando al cinema o a mangiare una pizza. Meglio se sotto casa per far durare di pi il pieno. grazie anche a questo modello di welfare familiare, che i paesi ex terzo mondo sono diventati emergenti, crescono a percentuali di due cifre e ci bagnano il naso. Giorgio Costa
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ECOBRICO

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di ANtoNIo PANIGALLI

PINIONI

Perch accontentarsi di sembrare quando si pu essere.

Medioevo o rinaSCiMento?

ome si governa il mondo (How to run the world) il titolo sicuramente ambizioso di un libro pubblicato da Fazi Editore. Lo ha scritto Parag Khanna, 34 anni, politologo di origine indiana, consigliere diplomatico di Barak Obama e dirigente del centro studi New America Foundation. Secondo Khanna si registrano ormai due macro driver: la esuberante pluralit degli attori in termini glokali (globali e locali) e il cambiamento di paradigma avvenuto con lacuirsi e il sedimentarsi della crisi finanziaria, economica e alimentare che dal 2008 attanaglia tutto il mondo, in primis quello occidentale (che pi viziato e quindi meno avvezzo alladattabilit). La Cina non sostituir gli Usa scrive Khanna . LAsia non sostituir lOccidente. Non nel senso che lOccidente e gli Usa continueranno nel mantenimento di un potere tipicamente egemonico, ma nel senso che lo spostamento del baricentro economico del mondo non significher automaticamente legemonia di una nuova potenza. E questo non perch la potenza asiatica (basterebbe quella demografico/quantitativa) non possa o non voglia presidiare lindirizzo del potere planetario, come hanno fatto nei secoli passati Gran Bretagna ed USA, ma, semplicemente perch i nuovi equilibri mondiali di tipo multipolare e non baricentrico, si dimostrano troppo complessi per consentire a qualcuno di averne democraticamente il polso. Khanna sostiene che questa complessit figlia di troppe componenti dalla infinita crisi della farraginosa Organizzazione delle Nazioni Unite, alla irre-

frenabile crescita demografica, dalla globalizzazione informatico/economica e delle comunicazioni alla crisi dellecosistema, e cos via ed accentuata dalla progressiva incapacit degli Stati Democratici nel presentarsi come gli unici depositari della legittimazione necessaria per prendere le decisioni che incidono sulla vita delle persone, a livello sia locale sia globale. Tutto quello che globale o, se si vuole, sovranazionale (come ad esempio, le reti del terrore, le multinazionali dellindustria, i net-networks Wikileaks, Facebook, Twitter, ecc., le agenzie di sicurezza, i fondi di investimento, ecc.) contribuisce a frantumare la focalizzazione di scenario, facendo involvere il potere di uno Stato nazionale e delle sue prerogative prioritarie, come legiferare, controllare, sanzionare, che dovrebbero essere impostate per strategie di medio-lungo periodo, non per rispondere giorno per giorno alle mutabili esigenze del momento. La pragmatica convenienza del buon senso, nella quale confida un po utopisticamente Khanna, dovrebbe spingere stati, governi, cittadini, aziende e tutte le forme di espressione civile a collaborare per trovare soluzioni originali e creative ai problemi di tutti e di ciascuno, abbandonando sia la miope difesa dei privilegi sia lo spirito di rivalsa dei pi poveri sui pi ricchi. Un tale indirizzo di frammentato governo riporta allo spirito medioevale. Cos come nel Medioevo (in Europa soprattutto, ma anche altrove) dove su uno stesso territorio convivevano diversi strati di potere e diverse competenze, cos nel mondo del futuro la sovranit, la competenza politica e il potere di deci-

sione potrebbero essere frammentati sia in senso orizzontale che verticale (basti guardare alle differenze tra le stratificate citt stato/i macro agglomerati urbani, fino agli stati rurali territorialmente estesi), per saper rispondere, con una specie di griglia a maglia dinamica, in modo efficiente ed efficacie alle multiple identit (culturale, religiosa, politica, ecc.) della polis del ventunesimo secolo. Accettare questa possibilit di differenziazione, secondo Khanna, consentirebbe di aggirare alcuni nodi geopolitici apparentemente irresolubili, come la corrispondenza tra stati, nazioni e confini in Africa o il governo di risorse comuni come lacqua o la gestione di rischi comuni come quelli ecologici. Allo stesso tempo, ci sarebbero i modi per creare una cappa di stabilit che parte dai livelli regionali per estendersi a quello mondiale. Nel Consiglio di sicurezza dellOnu non dovrebbero esserci singoli Stati, secondo Khanna, ma entit regionali: lUnione europea, lUnasur, lUnione Africana e via dicendo. Da un nuovo Medioevo pu nascere un nuovo Rinascimento, suggerisce Khanna. Peccato che, nel frammentato esercizio medievale della sovranit, sia dal punto di vista geografico che da quello politico/sociale, ciascuno dei poteri concorrenti pretendeva che questo esercizio fosse esclusivo nella propria sfera e il dissenso interno era spesso inconcepibile, perch rischioso per lesclusivit. Qualsiasi sia la ricetta del nuovo Medioevo che dovesse portare al nuovo Rinascimento, sar importante che, nel processo evolutivo, i cittadini, rimangano tali e non somiglino neppure lontanamente al format dei sudditi.
MESI 12ottobre 2011

PH.: Marino Colato

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di SILVIo bettINI

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PRODOTTO & MERCATO


leuro, i MerCati,

il dileMMa tedeSCo
urante i primi giorni di agosto, mentre 24 milioni di italiani si accingevano a partire per le vacanze estive, in Europa si sfiorato il collasso. Declassato il rating USA, lo spread tra i nostri titoli di stato e il bund tedesco schizzato oltre i 330 punti base (280 a met luglio), facendo sorgere seri dubbi sulla possibilit di collocare la porzione di debito per la scadenza prevista e per tutte le successive. Preoccupato dalla lentezza della politica italiana, ma anche di quella europea, Jean Claude Trichet si visto costretto a far acquistare alla BCE massicci quantitativi di titoli di stato italiani e spagnoli, portando lesposizione complessiva dellistituto a 96 miliardi di euro, essendosi reso conto suo malgrado che la situazione italiana aveva raggiunto il punto del non ritorno. Una decisione simile laveva gi dovuta prendere a maggio 2010 comprando titoli greci ed accettandoli come collaterale nelle operazioni di prestito, salvo poi, a fine anno, provvedere a pesanti accantonamenti per far fronte alle perdite subite sui titoli acquistati. La decisione non piaciuta ai tedeschi e il comportamento del governo italiano non ha giovato a renderla popolare in Germania: sette mesi fa, si era dimesso il governatore della Bundsbank, Axel Weber; il 9 settembre scorso ha fatto lo stesso Jrgen Stark, membro di nomina tedesca del comitato esecutivo dellistituto. Le dimissioni di Stark non sono solo un segnale del dissenso interno alla Banca Centrale, ma una presa di distanza della Germania da unistituzione in cui non si riconosce pi. Lha capito anche il mercato svalutando pesantemente leuro. Daltronde I tedeschi avevano accetta-

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boNd ItALIANI IN ScAdeNzA in miliardi di euro


174,582 110,901 69,159 140,788 86,783 60,579 86,558 86,388

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Fonte: Bloomberg, dati 3 agosto 2011

to a malincuore di privarsi dellamato Denmark in cambio di solide garanzie sulla futura politica monetaria. Queste garanzie sono state violate. Sia Weber che Stark si sono dimessi perch non vogliono avere nulla a che fare con decisioni ai limiti della legalit, che violano lo spirito se non la lettera degli accordi europei. La funzione di una banca centrale infatti quella di fornire liquidit al sistema, non di assumersi rischi di credito n tanto meno di salvare stati sull orlo del fallimento. A questo punto, nonostante i moniti del futuro presidente BCE, Mario Draghi, secondo il quale futuri acquisti di titoli del debito nazionale non sono affatto scontati, listituto europeo al bivio: se si tira indietro lItalia fallisce, se non si tira indietro leuro si spacca. Angela Merkel si trova dunque al bivio: da un lato deve salvaguardare linteresse tedesco: la sua economia fondata sullexport di cui oltre il 65% verso il resto dEuropa, un ritorno a un marco forte renderebbe meno appetibili le esportazioni non solo in Europa ma anche verso Usa e Cina. Al contempo deve sorvegliare lesposizione delle banche del suo paese verso gli altri membri Ue: nel complesso 1.400 miliardi di euro, una consistente parte dei quali nei confronti

dei paesi a rischio, i Piigs (di cui 120 miliardi verso lItalia). Il collasso di questi ultimi comporterebbe gravi problemi per il sistema bancario e finanziario. Cosa succeder? Lipotesi pi diffusa la formazione di ununione monetaria alternativa, tra Germania, i Paesi del Nord Europa e la Francia, che rappresentano unarea economicamente omogena per una moneta comune. Per minimizzare il costo politico di distruggere lEuropa, la Germania pu presentare questa manovra come un passo in avanti, invece che un passo indietro. Con questi Paesi, entrerebbe in ununione non solo monetaria ma anche fiscale. Lattuale euro rimarrebbe invece la moneta del Sud Europa. Dunque questi Paesi rimarrebbero in unEuropa di serie B e solo dopo aver dato prova di essersi riformati, migliorando la competitivit e il bilancio pubblico, potranno essere ammessi allEuropa di serie A. Oggi lunica reticenza dei tedeschi nel fare questo passo sarebbe quella di abbandonare lItalia, un partner commerciale importante e uno dei Paesi fondatori dellEuropa. Ma, come confessano in molti la nostra politica li sta aiutando enormemente a superare anche questultima reticenza.
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ENSIERI DI

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il pdl deve puntare Sul

rinnovaMento
A colloquio con Mario Labolani, assessore ai Lavori Pubblici e responsabile organizzativo provinciale del Popolo delle Libert.
di dAVIde bAccA

lesponente pi anziano della giunta, eppure tra gli assessori di palazzo Loggia il pi vulcanico, istrionico e intraprendente. Mario Labolani ogni mattina, prima di andare in ufficio, passa in rassegna i suoi cantieri e spulcia tra progetti e cronogrammi. Sul web alla costante ricerca di un dialogo con i cittadini. C una buca nel marciapiede davanti casa? C la Labo-line! Negli anni le iniziative che portano il suo nome si sono moltiplicate: il Laboparty, il Labo-diario, il Labo-pullman. Cinquantasette anni, sposato da pochi mesi con Sara Balsamo, nel 2008 il sindaco Adriano Paroli gli ha affidato le deleghe ai lavori pubblici e al centro storico. Un compito che porta avanti con cocciuta passione. Una vita dedicata alla politica, la sua (il prossimo anno faccio 40 anni di tessera...) e alla destra (la destra sociale, quella di Rauti), prima nellMsi, poi in An e ora nel Pdl, di cui responsabile organizzativo provinciale. Assessore Labolani, oggi ha ancora senso parlare di destra e sinistra? In cosa si distingue un amministratore di destra da uno di sinistra? Le ideologie saranno anche cadute, ma le idee esistono ancora. E destra e sinistra hanno idee diverse su come organizzare la societ e gestire leconomia. La destra crede nella libert dei cittadini e nel rispetto delle regole per far funzionare una comunit, la sinistra invece allarga le regole a dismisura e pretende di dire
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ai cittadini cosa giusto fare. Da amministratore di destra il mio primo obiettivo far s che Brescia sia una citt vivibile, pulita, decorosa, ordinata. Il mio lavoro far s che strade e marciapiedi siano tenuti bene e non abbiano buche; la sinistra invece diceva: restringiamo le strade cos la gente user di pi i mezzi pubblici o andr a piedi. Era unimposizione, il frutto di una politica ambientale miope. Tant che con strade pi strette cerano pi code e pi smog. Quando lei era giovane le contrapposizioni forti erano tra destra e sinistra o tra capitalisti e proletari. Oggi invece la contrapposizione pi marcata sembra sia quella cittadini-politici. Mah, credo che in tutto questo ci sia un po troppa demagogia. troppo semplicistico dire che il politico uno che fa solo il suo interesse e non quello della gente. Ci sono anche questi casi, ma vanno perseguiti. La maggior parte delle persone che fa politica, soprattutto a livello locale, lo fa per spirito di servizio. Io faccio lassessore a 2.700 euro netti al mese e passo tutti i giorni in assessorato, dalle 8.30 alle 19 senza tredicesima o pensione. Potrei venire qui a firmare le mie delibere ad andarmene a casa. Ma la mia idea di politica unaltra, fatta di valori, passione, lavoro. E non le d fastidio essere accomunato alla casta? Certo. Purtroppo credo che le liste calate dallalto o le candidature decise a tavolino abbiano allontanato la gente dalla politica. Per questo sono favorevole alle primarie e al fatto di coinvolgere i cittadini nella scelta dei propri candidati.

Spero davvero che il parlamento cambi in fretta la legge elettorale, anche perch non credo che lo strumento giusto sia il referendum, che unoperazione tutta politica del centro sinistra. E poi ho seri dubbi sullefficacia dello strumento referendario. Qualche anno fa abbiamo votato per abolire il ministero dellagricoltura, eppure ancora l.... Ha parlato di primarie, come le intende? Primarie di partito, a tutti i livelli, per scegliere i candidati e i dirigenti del Pdl. Ho gi chiesto ai vertici provinciali che i nostri candidati alle prossime amministrative siano scelti attraverso le primarie. Almeno nei comuni pi importanti, come Desenzano, Rovato e Darfo. Quindi in vista delle elezioni del 2013 primarie anche a Brescia?

Cinque anni sono troppo pochi per giudicare unamministrazione. Non c il tempo per vedere realizzata lidea di citt che si ha in mente. Pertanto va riconfermato il sindaco uscente, che sta lavorando benissimo. Ma il meccanismo deve comunque essere quello delle primarie. Quindi primarie anche a Brescia e mio pieno e convinto sostegno alla candidatura Paroli che, sono certo, sar riconfermato primo cittadino fino al 2018. E se Paroli le dicesse: Faccio il sindaco ma continuo anche a fare il parlamentare? No, sarebbe un errore. In questi anni difficili Adriano ha fatto bene a tenere il doppio incarico: a Roma riuscito a stare sul pezzo e a portare a casa risultati importanti per la citt, come la caserma Randaccio. Ma a Roma ci sono comunque tanti parlamentari bresciani che possono dare una mano alla citt. In futuro il sindaco dovr fare solo il sindaco, cos come il presidente della Provincia solo il presidente della Provincia. Lei ha sempre fatto politica dentro i partiti. Oggi quale scelta del Pdl non accetterebbe? Ricandidare Silvio Berlusconi alle po-

ricandidare berlusconi alle politiche del 2013 sarebbe completamente sbagliato.

litiche del 2013. Sarebbe completamente sbagliato. Il futuro del centrodestra in Italia si chiama Angelino Alfano. Io mi immagino un triumvirato composto da Alfano, Maroni che deve sostituire Umberto Bossi e Casini, con il quale va trovato un accordo politico. A novembre dovrebbero tenersi i congressi del Pdl, che cosa si aspetta? Credo che debba esserci un forte rinnovamento, magari ripartendo da chi ha fatto gavetta sul territorio e non catapultando in parlamento chi fino al giorno prima faceva tuttaltro. Molti poi devono fare un passo indietro. Persone come Tremonti o Romano devono essere sostituite. I nomi nuovi non mancano. Abbiamo molti giovani che stanno dimostrando di avere capacit e passione. Penso a Lupi che vedrei molto bene in incarichi importanti. La nostra Maria Stella Gelmini un ministro giovane che sta lavorando bene. Stefano Saglia uno dei politici pi competenti in materia di industria ed energia. Potrebbe essere un ottimo ministro. Stesso discorso per Viviana Beccalossi, che per anni stata assessore allagricoltura in una regione strategica per il settore come la Lombardia e che sta facendo molto bene per il partito a livello di coordinamento regionale e provinciale. E a livello locale? Anche qui rinnovamento, e per certi versi lo dico contro il mio interesse. Dobbiamo costruire un partito senza casacche o correnti. Si possono avere idee diverse ma bisogna lavorare tutti nella stessa direzione. Mi auguro che al congresso ci sia una grande partecipazione e che si riesca a trovare una candidatura unitaria. Se per si dovesse andare avanti con scelte di parte, allora le candidature potrebbero essere molte e anchio valuterei il da farsi. Parliamo un po di Loggia: oltre a Paroli, Lei e il vicesindaco Rolfi siete le

due figure forti della giunta. Che rapporto c tra di voi? Abbiamo un rapporto molto stretto fin da quando eravamo entrambi presidenti di circoscrizione. Nellestate 2007 Paroli mi chiam e mi disse che voleva incontrare Fabio Rolfi, lesponente di spicco della Lega in citt. Io organizzai lincontro in una pasticceria di piazza Arnaldo. Fabio rimase colpito dal carisma di Adriano e Adriano rest ammirato dallefficienza di Fabio. Fabio ha un grande capacit, sa trovare in fretta le soluzioni ai problemi. Oggi uno dei punti cardine di questa giunta e gli auguro davvero di ottenere incarichi anche a livello nazionale. Nessuna competizione tra di voi? La competizione pu esserci tra partiti, Pdl e Lega, non tra i loro esponenti. La forza del nostro gruppo che siamo amici prima che colleghi. Lei assessore ai Lavori Pubblici. Che traccia vorrebbe lasciare sulla citt? Il cubo bianco? Laula studio in Largo Formentone un progetto a cui sono molto legato. Il progetto va avanti, lo abbiamo inserito nel Pgt. C qualcuno che fa ironie, a iniziare dal nome cubo bianco ma quando si vedr lopera realizzata si capir la bellezza di questo progetto. Ma poi vorrei essere ricordato per quello che ha chiuso la partita delle torri di San Polo e che ha fatto partire i cantieri per il Parco dello Sport. Lei ha puntato molto sulla comunicazione on-line: un blog aggiornato e seguito, una pagina facebook con migliaia di contatti. Perch questa scelta e che tipo di risultati le sta portando? stata unintuizione di mia moglie Sara. Credo che gli strumenti offerti dalla rete siano unoccasione formidabile per avere un contatto immediato, senza filtri o attese con la gente. Che proprio quello che la gente chiede. Alcuni giorni fa sono stato nella Bassa, alla festa dello gnocco fritto. L ho potuto incontrare una dozzina di persone conosciute su facebook. Tutti hanno manifestato il bisogno di interagire, di poter dire la loro opinione, di fare domande, di avere un contatto diretto con lamministrazione. E internet pu offrire questa possibilit.
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Gianfranco Abate si racconta. dallesordio a 19 anni nel brescia, segnando un goal direttamente da calcio dangolo, ai trentanni trascorsi nelle aule di tribunale come avvocato penalista.
di roberto GIULIettI

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rale che si vada meno a guardarle dal vivo. Per quanto riguarda il tifo, anche allora le tifoserie si confrontavano dentro e fuori dallo stadio. La rivalit, in modo particolare con alcune squadre, era vissuta intensamente ma senza quegli gli eccessi che si sono visti negli ultimi anni.

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na volta limportante era saper saltare lavversario e crossare bene. Questo era lobiettivo di chi aveva sulla maglia il numero 7, quello dellala destra, soprattutto se si voleva giocare a calcio in serie B. Questo era quello che riusciva a fare lavvocato penalista Gianfranco Abate allinizio degli anni 70. Mi ricordo bene dellesordio al Rigamonti a 19 anni perch ho fatto goal direttamente da calcio dangolo, cos come di una partita di Coppa Italia contro lInter e delluscita dagli spogliatoi dello stadio milanese di San Siro al fianco di un mito come Giacinto Facchetti; ricordo anche il primo volo in aereo per una trasferta a Bari con la squadra accompagnati anche dal super tifoso ed ex sindaco Bruno Boni. Gli occhi sorridono nel ricordare questi episodi. Ma comera il calcio di quegli anni rispetto a quello attuale? Con meno pressioni, con tappeti erbosi non propriamente allinglese ma con tanti pi spettatori. Allora si privilegiava la tecnica individuale del giocatore che si acquisiva sin da piccoli quando in un fazzoletto di terra alloratorio, si giocava per ore arrivando a scartare anche i paletti. In compenso la preparazione atletica era tutto sommato un elemento marginale, poco curato. Oggi il gioco decisamente pi veloce, in quegli anni limportante era saper saltare lavversario e crossare bene.

E lo stadio? Il tifo comera? Il Rigamonti aveva meno capienza ma era comunque sempre affollato; ricordo che anche quando militavamo in B, curve e gradinate erano colme di giovani. Oggi con la disponibilit di partite che vengono trasmesse in televisione natu-

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Come giudica la tessera del tifoso, i tornelli allingresso dello stadio? Ho amici che non avendo la tessera non possono andare allo stadio quando capita. Quanto alle barriere e ai controlli agli ingressi credo siano sostanzialmente inutili, anche se, stando ai risultati, alcuni segnali positivi sono stati registrati con un calo degli incidenti allinterno degli stadi. Gioca ancora a calcio? Praticamente non ho mai smesso anche perch la passione rimasta forte e con amici ex giocatori professionisti e colleghi, sfidiamo giudici, carabinieri, polizia in qualche partitella, soprattutto per beneficenza. Fa il tifo per il Brescia? Sempre, lunica squadra per cui tifo, non sono mai stato tifoso di grandi squadre come il Milan o lInter, piuttosto sono ammirato dallabilit dei singoli calciatori come Recoba, Baggio o Cassano, indipendentemente dalla squadra in cui giocano. Cosa le ha lasciato quellesperienza? Tantissimi bei ricordi ma per fortuna nessun rimpianto e poi faccio lavvocato con grande soddisfazione proprio per colpa del calcio. Perch? Dopo le scuole superiori mi ero iscritto alla facolt di ingegneria ma per gli allenamenti frequentavo poco ed i risultati ne erano la conseguenza. Non credo sarei mai riuscito a terminarla e per questo, anche su consiglio di mio padre, mi indirizzai su unaltra facolt che non prevedesse una frequenza cos assidua. Scelsi giurisprudenza a Parma e dopo la laurea, con lesame a Brescia, nel 1978 sono diventato prima procuratore e poi avvocato penalista. Com stato linizio della sua professione? Ho partecipato, negli anni 80, ad alcuni processi come il sequestro Gnutti o lomicidio Compagnoni e, pi avanti, il processo per lomicidio di Desir Piovanelli,

Lunica squadra per cui tifo sempre il brescia.


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con colleghi di grande professionalit dai quali ho potuto imparare molto. Vede delle differenza tra i clienti di allora e quelli degli ultimi anni? La dovuta premessa che chi si rivolge a un penalista accusato di reati che prevedono come condanna anche il carcere. Una volta chi si rivolgeva al mio studio era pi rispettoso del ruolo dellavvocato, erano persone soprattutto di nazionalit italiana, pi bresciani. Oggi sono magrebini, albanesi, marocchini e quelli tra coloro che vengono qui per delinquere ti usano come usano il territorio. Nessuna volont di integrarsi anzi spesso sono sprezzanti e tentano di strumentalizzarti. Un dato credo sia significativo: nelle carceri bresciane oltre il 50% dei detenuti extracomunitario. Con questo non esprimo nessun giudizio di alcun tipo ma prendo solo atto della situazione che quotidianamente mi trovo a vivere in tribunale. Oggi quali sono le tipologie di reato che come penalista si trova a dover affrontare con maggiore frequenza? Spaccio di droga, furti, falsificazione di carte di credito. Nel corso degli anni sono stati individuati, volta per volta, reati da perseguire con intensit diverse. Un esempio sono le leggi introdotte per inasprire le pene per lo spaccio di stupefacenti ma di fatto il numero di reati non diminuito, sono solo cambiate le sostanze stupefacenti e i loro effetti. Stanco di doversi confrontare quotidianamente con situazioni cos difficili? Forse. Certo che trentanni di attivit cominciano a pesare, ma quando affronto un nuovo caso mi scopro ancora con la curiosit di capire la personalit di chi delinque e con la voglia di difenderlo al meglio delle mie possibilit. Ci sono differenze tra i giudici degli anni 70 e quelli di oggi? Ho molta fiducia nella magistratura e trovo i giudici globalmente preparati per

I problemi maggiori della giustizia oggi: la mancanza di fondi disponibili, la presenza di troppi avvocati e il sovraffollamento delle carceri.

il difficile compito che sono chiamati a svolgere. Mi lamento piuttosto della scarsa professionalit di qualche collega. Ci faccia capire. Credo che sia stato un grosso errore non aver portato avanti negli anni passati la separazione degli albi professionali. Oggi non ci sono differenze tra un avvocato penalista, un civilista e un amministrativo. Tutti possono fare di tutto e questo non il massimo della garanzia per lutente. I miei clienti rischiano il carcere, la privazione della libert personale uno dei beni pi preziosi per un uomo. Per questo credo debbano avere la maggiore professionalit possibile da parte di chi li deve difendere. Dopo 30 anni di carriera i mali della giustizia italiana sono ancora gli stessi? Non proprio. Oggi il problema maggiore deriva dalla mancanza di fondi disponibili, ci sono pochi giudici, pochi pubblici ministeri ma mancano anche cancellieri, ausiliari o semplicemente i traduttori. Mancano addirittura i soldi per aggiustare i fax e le fotocopiatrici. Ci sono poi troppi avvocati e troppo poco specializzati. La terza questione quella delle carceri che sono veramente troppo sovraffollate, con una popolazione carceraria che vive in situazioni disumane. In uno scenario cos poco incoraggiante come vede il futuro di chi volesse fare lavvocato? Siamo davvero in tanti a svolgere questa professione, non pi come una volta, oggi i giovani colleghi sono altrettanto bravi e preparati ma si devono muovere in un mercato pi complesso e difficile. Poche speranze quindi per i giovani avvocati, qualche consiglio? Puntare molto sulla formazione continua, sullaggiornamento, volendo continuare a crescere professionalmente. Soprattutto mi piacerebbe che i giovani colleghi non abbassassero mai la guardia nel difendere i propri principi e i propri ideali.

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Nomen omen: pensante ma non errante bens protestante. Luciano Pensante, patron della Prontofoods che produce le instant drinks del marchio ristora, ha fatto del dovere civile e del rigore morale un abito comportamentale e un must imprenditoriale. Ma senza spocchia n presunzione.

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per tutta la famiglia ed in particolare per le persone che sono intolleranti al lattosio, ma non vogliono rinunciare al sapore del buon latte. Contiene solo lo 0,1% di lattosio! In questo latte, infatti, il lattosio ha subito la trasformazione nei due zuccheri semplici glucosio e galattosio che sono pi facilmente assimilabili e rendono il prodotto pi digeribile. latte con tracciabilit certicata e proviene solo da stalle bresciane.

igoroso ma non rigorista. Pensante un grande solista come imprenditore e un tranquillo solitario come persona. Anche se, come lui dice, nel suo caso solitario non fa rima con elitario, e solista non fa rima con solipsista (n tanto meno con moralista). Triestino di nascita, classe 1936, dopo aver fatto il volontario in Marina sbarcato nel 1958 a Verona come venditore dei dadi Lombardi e poi a Brescia, nel 1963, come fondatore della San Giusto, che nel 1971 diventer Prontofoods, leader italiana nel segmento delle be-

di ALeSSANdro cheULA

vande istantanee e dei prodotti in polvere per la prima colazione con il marchio Ristora. Un fiore allocchiello dellalimentare bresciano con bilanci da fare invidia agli Oscar delle migliori societ certificate. Pensante a settancinque anni ancora saldamente alla guida dellazienda di Montichiari. Un complesso modernissmo dove sono occupate 240 persone, in gran parte donne. Entrare in Prontofoods significa entrare in una realt anomala. Nel senso positivo del termine. Anomala non solo per la eccezionale redditivit ma anche per larmonia interpersonale e la serenit ambientale che vi regnano, specchio di una leadership capace di favorirle.

Il bilancio Prontofoods non certificato ma talmente trasparente da potersi definire autocertificato: cos? Quando un bilancio trasparente in ogni sua posta pu autocertificarsi da s: i miei rendiconti, pur non formalmente certificati, sono tutti certificabili al 100%, a cominciare dallultima e penultima riga, quella dellutile netto e delle tasse, per risalire alle prime righe, quelle dei marchi, dei brevetti e del patrimonio. A proposito di tasse, si dice che lei sia daccordo con quanto diceva Padoa Schioppa, che pagare le tasse bello: non le pare unaffermazione maso-

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chistica, o quantomeno autolesionistica? Pagare le tasse non sar un godimento ma certamente giusto e doveroso, poich le tasse sono la base non solo dello Stato e del rapporto cittadino-Stato, ma anche dello Stato sociale, che la forma pi efficace e moderna di solidariet istituzionalizzata: chi guadagna di pi deve pagare di pi, a condizione, ovviamente, che guadagni onestamente. Lei passa per un imprenditore solitario, oltre che solista, un anticonformista al limite del bastian cuntrari, un originale eccentrico mai allineato ma sempre fuori dalle righe. Ha detto bene: fuori dalle righe, mai sopra le righe. Ma anche un po snob: va bene che lei triestino e non bresciano, ma non le pare un atteggiamento un po elitista? Il mio non un atteggiamento snobistico o elitario, ma una scelta personale: sto bene come sono, nella mia azienda sono a casa mia e la mia casa, come pu vedere, a dieci metri dallufficio. Faccio una vita molto ritirata, non frequento salotti, niente vita mondana, la sera leggo un buon libro, guardo un bel film o ascolto buona musica. Sono curioso di tutto. Non faccio un giorno di ferie poich anche se saprei dove andare non saprei cosa fare. Potrei consentirmi pi di un capriccio ma non mi interessa. Mi interessa invece il bene dellazienda, il suo futuro e quello dei miei dipendenti. Il lavoro e lazienda, insomma, sono tutta la mia vita e anche la mia seconda famiglia, una grande realt affiatata e coesa dove le maestranze e i dirigenti cresciuti al mio fianco mi stimano. Cosa posso volere di pi?. daccordo, come diceva Luigi Metelli, grande industriale di Cologne, che lazienda non dei figli ma di chi se la merita? Io ne sono un esempio, nella mia societ ho corresponsabilizzato i dirigenti dando loro il 10% delle azioni. Ho risolto cos il problema della continuit aziendale, avendo due figli che non sono interessati alla gestione dellimpresa di famiglia. Lei iscritto allAib? S, da tempo, mi sembra giusto oltre
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che opportuno; lassociazione un fornitore di servizi e finch i servizi sono efficienti e competitivi resto iscritto. Lei viene da Trieste, una delle capitali della grande cultura mitteleuropea, la citt di Svevo e di Slataper, di Saba e di Margherita Hack, la citt dove vive e lavora Claudio Magris, uno dei prossimi probabili premi Nobel della letteratura: cosa le hanno insegnato le sue origini? La coscienza del dovere ma anche dei meriti, il senso del limite e della relativit e caducit delle cose umane, la laicit senza fideismi, dogmatismi o clericalismi: quando qualcuno viene qui per farmi la morale dico di lasciar perdere perch lanima una cosa strettamente personale. Lei, per cinque anni sponsor del Brescia Calcio di Corioni, molto corteggiato dai cacciatori di sponsor ma a tutti dice di no. Perch? Per il fatto che quasi sempre il gioco non vale la candela. I miei prodotti si rivolgono a chi fa la spesa nei supermercati, che al 70% sono massaie, Cnghe, madri di famiglia o responsabili di comunit. Che me ne faccio di una striscia su una Formula 1 o su una vettura della Mille Miglia? Col Brescia Calcio ho fatto cinque anni ma poi sono uscito poich il costo-contatto era sproporzionato. Il marchio Ristora, come lei vedr, rivolgendosi alle famiglie compare soprattutto nella pubblicit televisiva. Cosa pensa dei nostri politici? Male, la politica italiana ha raggiunto i limiti oltre i quali c solo il disgusto, per non dire la vergogna: in questo ha ragione Dallera, presidente Aib. Per

Pagare le tasse non sar un godimento ma moralmente giusto e doveroso, chi guadagna di pi deve pagare di pi.

parte mia aggiungo che abbiamo a che fare con politici lontani dallinteresse nazionale, tutti ripiegati sul tornaconto personale o di parte, tutti presi dalla loro beghe interne o interpersonali, mentre il Paese rischia il degrado e leconomia il default, come sta gi accadendo per lo Stato italiano che, con un debito al 122% del Pil, tecnicamente fallito: se la mia azienda avesse un debito pari al 122% del fatturato dovrei portare i libri in tribunale. E dei politici bresciani? Li conosco poco e li frequento ancor meno. Stimo Saglia e Molgora, politici che dimostrano di fare il proprio dovere in modo pragmatico e non ideologico, disposti alla collaborazione e allascolto: persone che si applicano ai problemi cercando i risultati e guadagnandosi la stima e la fiducia degli imprenditori. E del sindacato? Il sindacato? Non mi prenda per vanesio o spocchioso se dico che il miglior sindacalista dei miei dipendenti sono io. Non le sembra una posizione da ancien regime, da vecchio paternalismo, una sorta di dispotismo illuminato da tout pour le peuple, rien par le peuple, tutto per il popolo, niente dal popolo? Certo non una posizione politicamente corretta, come si dice oggi, e ovviamente non voglio mettere in discussione il sindacato che in molte situazioni necessario: voglio solo dire che qui non c perch non serve: penso infatti che nessun sindacato potrebbe ottenere quello che hanno ottenuto i miei dipendenti. Nessuna definizione su Pensante pi adatta della parola eretico. Ereticale e protestantico. Ma in compenso moralmente intransigente, socialmente cosciente, personalmente conseguente, umanamente sensibile. Leale e trasparente anche a costo di essere impopolare. Un uomo cui piace dire la verit. Anomalo ed eccentrico ma senza posa n finzioni. Come la sua azienda, leader nel valore ma pure nei valori. Senza enfasi. Senza ostentazioni. Essenziale come lui, leretico Pensante.

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A colloquio con eliana bonandi Saleri, donna manager alla guida dellAidda provinciale e della Villa colonna distillerie.

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SFida iMprenditoriale
di roberto GIULIettI

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convinzioni, ma anche per mettere in comune le idee e le esperienze personali e da queste far crescere le nostre conoscenze e le nostre competenze. Cosa ne pensa delle quote rosa imposte per legge anche nei consigli di amministrazione delle aziende? Perch no. Ben vengano se servono a smuovere una situazione ingessata da una cultura che non premia il merito ma solo il genere di appartenenza. Conosco molte donne che meriterebbero di essere valutate in modo diverso da quello che sono. Altrettanto certo che poi, i posti acquisiti con le quote devono essere mantenuti con le proprie qualit professionali.

liana Bonandi Saleri una donna che, senza perdere alcun tratto della propria femminilit, ha un carattere forte e determinato che uscito prepotentemente da quando, nellottobre dello scorso anno, ha deciso di far crescere il marchio Villa Colonna Distillerie. Insieme ai figli Vittorio e Carlo Alberto, si messa a capo di unimportante ristrutturazione dello storico marchio Sari Distillerie di Gussago. Una sfida importante che segna un punto fondamentale per il futuro dellazienda e che lei vive, come donna e come manager, con grande passione e altrettanta fermezza. Un esempio per tante donne imprenditrici che per questo lhanno voluta alla guida dellAidda (Associazione imprenditrici e donne dirigenti dazienda) provinciale, per i prossimi tre anni. In un mondo imprenditoriale e, pi in generale, in una societ come quella attuale, ha ancora senso partecipare a unassociazione? Direi proprio di s anche perch inutile negarsi che facciamo parte di una societ ancora troppo maschilista. Credo molto nelle donne, senza per questo essere femminista, e soprattutto credo nelle nostre capacit. Per troppo tempo abbiamo commesso lerrore di paragonarci agli uomini e ci siamo auto ghettizzate. Oggi dobbiamo solo far vedere come sappiamo fare il nostro lavoro, come sappiamo essere coerenti, incorruttibili, diplomatiche, come possiamo essere collaborative con lo staff ma, al tempo stesso, essere in grado di prendere decisioni difficili. Associarsi poi importante per unire le forze, per dare maggiore peso alle proprie

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Da come lo dipinge, questo mondo imprenditoriale al femminile sembra quasi perfetto, non ha qualche limite, qualche difetto? Ovviamente s, come ad esempio una competitivit qualche volta eccessiva e, come limite, una certa difficolt, o ritrosia, nellesibire le proprie capacit, fatto questo che aumenta le difficolt nel farci spazio nelle aziende. Come ha tradotto, nella sua impresa, queste convinzioni? Le donne allinterno della Villa Colonna Distillerie rappresentano il 60% dellintero personale. Secondo la mia esperienza, le donne sono molto precise nello svolgere il lavoro e per alcune loro peculiarit sono, in alcuni settori, la scelta migliore. Un esempio? Nella gestione dei rapporti con i clienti esteri e italiani abbiamo solo donne cos come nellufficio informatico. Arriviamo allazienda. In un mercato moderno e globale, dove una sana concorrenza dovrebbe essere lunico elemento per confrontarsi con i competitor, che peso ha il marketing? Molto grande cos come la pubblicit. Le moderne strategie di marketing sono in grado di inventare un bisogno nel consumatore cos come una campagna pubblicitaria in grado di tradurre tutto questo complesso meccanismo che, a volte, parte dalla creazione di un nome prima ancora di avere un prodotto. La nostra realt diversa. Da sempre, la nostra azienda stata capace di interpretare le esigenze o i sogni dei consumatori e di trasformarli in liquori. Certo che cambiando i consumatori, cambiano le loro richieste ed per questo che lattenzione a tutto quello che ci attorno, dalla cucina alla moda, particolarmente importante cos come essenziale cercare sempre di creare qualcosa di nuovo. Come pu nascere un nuovo prodotto? Lo si immagina con lolfatto, lo si pensa al palato e si trasferiscono le sensazioni al chimico che inizia a creare il prodotto e lo perfeziona fino a quando non supera lesame definitivo: quello della degustazione che per la nostra famiglia quasi un rito. Resta poi la parte pi complicata: la risposta del mercato.

Eliana Bonandi Saleri con i figli Vittorio e Carlo Alberto.

Quali sono i punti di forza della vostra strategia aziendale? La nostra storia, i nostri valori come la seriet negli affari ma soprattutto la qualit dei nostri prodotti e del servizio che riserviamo ai clienti. Anche per questo continuiamo ad avere grandi soddisfazioni dal mercato estero pi attento alla sostanza che alla forma. Il nostro maggior pregio? Aver mantenuto nel tempo, e con costanza, la qualit della nostra produzione. La nostra maggiore soddisfazione? Aver creato qualcosa da bere e non solo da vendere. A proposito di vendite, come sono cambiati i consumi dei liquori negli ultimi anni? Oggi la tendenza prevalente quella di consumare i liquori in casa come conseguenza delle ridotte disponibilit economiche delle famiglie o come momento conviviale da vivere allinterno delle mura domestiche. I prodotti vanno adeguati a questi cambiamenti, non si

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Le donne sono molto precise nello svolgere il lavoro e, per alcune loro peculiarit, in alcuni settori sono la scelta migliore.

pu stare fuori dal mercato ma non per questo si deve rinunciare ai propri valori, alla propria tradizione. Di certo la crisi economica mondiale ha fatto sentire i suoi effetti ma Villa Colonna Distillerie, producendo liquori di alta qualit e per un mercato di nicchia, ne ha subito meno le conseguenze. Come madre e come manager di unazienda che produce liquori, come vede labuso di alcool dei giovani spesso causa delle stragi del sabato sera? Ritengo che alcuni messaggi pubblicitari, come quello di una nota bevanda che dice che se la bevi ti mette le ali, siano estremamente pericolosi. LItalia poi un paese dove spesso si fanno le cose a met. I limiti per lassunzione di alcool per chi si mette alla guida sono troppo bassi. Per questo sono spesso superati e quindi inutili ai fini di una prevenzione degli incidenti stradali. Molto pi semplice sarebbe stato vietare totalmente di bere a chi deve guidare (la cosiddetta tolleranza zero), consentendo agli altri di farlo, sempre per con moderazione. Un personale sogno nel cassetto che non riguardi lazienda o la famiglia? Quello di scrivere un libro in cui racconter che ogni giorno ha qualcosa di bello e di speciale per cui vale la pena esistere, che c sempre un domani da vivere senza mai cedere allo sconforto di un momento difficile che, purtroppo, pu sempre capitare.

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Nadia blackstock, una giovane bresciana che ha scelto di tornare a casa.
adia una simpaticissima ragazza di 30 anni, sposata, vive e lavora a Brescia. I nonni abitano a Gussago, la sorella in citt, la madre sul Garda, ma la sua giovinezza lha attraversata a cavallo di due emisferi, in un continente che sempre pi incuriosisce, affascina e richiama tanti bresciani. La tua una famiglia dimmigrati bresciani, cosa ti hanno raccontato della loro scelta di partire per lAustralia? Era il 1967 quando i miei nonni decisero di emigrare. In realt, a spingerli, non fu il bisogno di lavoro come spesso accadeva, ma curiosit e cocciutaggine: mio nonno era impiegato come saldatore, sposato e sistemato, quando cominci a subire il fascino delle lettere e dei racconti di un amico che vi si era trasferito. Sintestard e volle imbarcarsi per lAustralia portando con s moglie e figlia dodicenne. Non trov lambiente che aveva favoleggiato e che forse lamico aveva ingentilito troppo, ma a quel punto lorgoglio prese il sopravvento. Elesse lAustralia a sua patria, tuttavia si rifiut per tutta la vita dimparare anche una sola parola dinglese.

di ritorno

di SerGIo MASINI

Comera la vita allora, per un bresciano trapiantato dallaltra parte del globo? LAustralia aveva aperto le frontiere allimmigrazione poich aveva bisogno dincrementare loccupazione a vari livelli e quindi il lavoro non era un problema. Da principio dovettero subire piccole discriminazioni a vari livelli, ma in breve le cose andarono meglio. Qual era e com cambiata la percezione dellItalia? Per molto tempo gli stessi italiani sono stati alla base della diffusione dei soliti stereotipi. Lontani dal loro paese natale si fossilizzavano ed alle volte esageravano persino le tradizioni e le tipicit del belpaese, fino a suggerire limmagine di una nazione irrimediabilmente ferma al dopoguerra, terra di mafia e sughi di pomodoro. Daltronde anche per molti italiani quella ancora la sconfinata colonia inglese dei canguri, koala, e tenebrosi aborigeni. Mentre potrebbe stupire sapere che Che il principale problema faunistico dato, per esempio, dalleccessiva presenza di cammelli, che la sua industria cinematografica ha sfornato negli ultimi anni molti dei pi conosciuti divi hollywoodiani e che vanta una dimestichezza quotidiana con la tecnologia che

molte citt europee sono ancora lontane dallottenere. Come hai riscoperto Brescia? Venire in Italia un sogno per tantissimi giovani australiani perch significa entrare in contatto con il meglio dellarte e della storia del vecchio continen-

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Una nazione come lAustralia, grande quattro volte lItalia, governata da un terzo dei rappresentanti e da tre soli partiti.
te. Da principio venivo a trovare i parenti, poi per brevi periodi di studio, infine per il gusto di vivere le infinite possibilit di svago e crescita: montagna, citt darte, mare, laghi tutto a portata di macchina! Una volta diplomata, quando mi sono resa conto che lavoravo tutto lanno per poi permettermi lagognata estate italiana (magari pure rimpiangendo di non essere qui per la stagione dello sci), ho pensato di trasferirmi qui. Nel frattempo mia sorella si era sposata con un ragazzo conosciuto a Brescia e i miei nonni avevano scelto di vivere qui la loro vecchiaia. Quali differenze ti hanno colpito di pi? Sicuramente lassurda burocrazia che qui regna sovrana: non so quante volte mi sono chiesta come fosse possibile che per un unico, semplice documento si dovessero girare mille uffici, attendere mesi e districarsi fra indicazioni luna divergente dallaltra! Perfino per sposarmi ho fatto fatica: in Australia basta decidere, andare da uno dei tanti professionisti accreditati e scegliere data e luogo. Qui ho dovuto persino rinunciare ad avere un caro amico come testimone perch americano (cera, pare, il rischio che non comprendesse le promesse). Lo stesso apparente complicarsi la vita lo rivedo nella giurisprudenza e nella politica: una nazione come lAustralia, grande quattro volte lItalia, governata senza problemi da un terzo dei rappresentanti, ci sono tre soli partiti storici, quando una legge inutile o superata la si cancella subito e le parole dordine sono semplificare ed ottimizzare. Cosaltro mutueresti? Sicuramente delle facilitazioni per il lavoro, anche per i semplici impieghi part-time da studente. In Australia un ragazzo che vuole lavorare assunto a tempo determinato, pagato meglio di chi ha contratti pi elaborati, assicurato e gli sono versati i contributi. Se poi lavora bene ottiene dei premi e, se lo desidera, pu fare quante ore settimanali desidera in pi, altrimenti il suo monte ore gli drasticamente ridotto al punto che lui stesso si licenzia. In questo modo si premiano capacit e buona volont e nessuno perde tempo. Cosa suggeriresti ai giovani bresciani prendendo spunto dai coetanei doltreoceano? Sicuramente di viaggiare di pi e sperimentare prima la vita fuori casa. Ma questo non dipende solo da loro: in Australia, come in America, la vita costa meno, pi facile gestire lezioni, fare lavoretti o esperienze allestero. In Italia nessuna ditta o scuola ti permetterebbe senza problemi di dedicare due o tre mesi consecutivi lanno a viaggiare, n la cosa agevolata da facilitazioni pubbliche. Sei nata in una nazione che si fonda su di un moderno coesistere di razze, religioni e culture, in una terra cresciuta grazie allimmigrazione. Cosa pensi dei flussi che stanno investendo lItalia? Credo che siano stati mal gestiti sin dallinizio. Ad oggi anche le porte australiane dellimmigrazione sono aperte, ma permane una selezione che consente di far accedere chi davvero ha qualit, capacit, preparazione e integrit morale. A quel punto, una volta accettato, sei australiano a tutti gli effetti, senza ulteriori, costosi iter e scartoffie. Torneresti a vivere in Australia? Certe cose mi mancano, ma Brescia mi ormai entrata nel cuore: una provincia che ha tutte le fortune e non basterebbe una vita per conoscerla ed apprezzarla come meriterebbe! Certo, se si potesse fare un po qua e un po l sarebbe ununica, interrotta, lunga estate... magari quando sar in pensione, sempre che la burocrazia non ci metta lo zampino!.

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LIMPIANto dI ProdUzIoNe Fabbricato 11 anni fa dalla Kaspar Schulz di Bamberga (Franconia), che questanno celebra i 333 anni dalla fondazione, il primo impianto della ditta tedesca in Italia, la sua vetrina per il nascente mercato dei microbirrifici italiani. A parit di materie prime e ricetta, la qualit dellimpianto fa la differenza nella creazione di un mosto con tutte le caratteristiche biochimiche e chimico-fisiche necessarie per produrre birra di qualit. LAcQUA Elemento chiave per la qualit della birra e delle nostre birre in particolare. Gli ioni dellacqua sono fondamentali nelle reazioni biochimiche e chimiche durante lintero processo di produzione; inoltre, circa il 90% della birra acqua. Lacqua che ci viene fornita unacqua dolce, solo 13F di durezza. Contiene inoltre pochissimi carbonati, quindi non necessita di nessun pretrattamento. IL MALto Per circa il 98% fornito dalla Bamberger Malzerei (Bamberga), considerata tra le migliori malterie in Baviera. La base di tutte le nostre birre un malto Pils poco modificato che si addice alla tradizionale tecnica bavarese della decozione; la maggior parte delle grandi malterie non produce pi questo tipo di malto Pils. I LUPPoLI Utilizziamo solo variet nobili di luppolo, che danno i migliori risultati in termini di qualit dellamaro e piacevolezza di profumi. Costano normalmente di pi a causa di maggiori difficolt di produzione e minori rese. La qualit dellamaro, ben diversa dal concetto di intensit dellamaro - misurabile tramite analisi in IBUs componente essenziale della beverinit della birra; lamaro gradevole, richiama la bevuta e poi si affievolisce e lascia la bocca pulita.
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I LIeVItI Non utilizziamo in fermentazione lieviti secchi. La ditta Probiotech di Villanova sullArda (PR) propaga in laboratorio tutti i nostri lieviti. I ProceSSI Utilizziamo diversi processi di produzione a seconda delle birre: fermentazione con gasatura naturale della birra sul finire della stessa prima di trasferire la birra in maturatore (Hell e Doppio Malto); rifermentazione in bottiglia con zucchero (la Bionda, Rebuffone e La Rocca); rifermentazione in bottiglia con mosto (Weizen); rifermentazione in tino con mosto (altre 2 birreprodotte per terzi). Non filtriamo e non pastorizziamo, pur non avendo niente in contrario alla filtrazione di certe tipologie di birra, a patto che sia fatta con discrezione!

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a tempo c un certo dibattito sullo stato della scienza italiana, specialmente quando si parla di tagli ai finanziamenti alle attivit di ricerca, e alla probabile conseguenza che questi rappresentino lanticamera per un declino scientifico. A priori sembrerebbe proprio cos, per, per entrare nel merito doveroso un riscontro oggettivo, anche se non facile misurare la consistenza quantitativa e qualitativa della ricerca prodotta in un paese. Ci aiuta in questo un recente articolo Declino scientifico dellItalia? Probably yes! scritto da uno scienziato biochimico italiano Mauro Degli Esposti, insegnante di Tossicologia molecolare allUniversit di Manchester, autore di centinaia di pubblicazioni sulle riviste tecniche internazionali, e impegnato a rappresentare in varie sedi istituzionali la posizione dei ricercatori italiani allestero. Il punto di partenza il metodo di analisi per sintetizzare in pochi elementi, concreti e ben percepibili, tutto quello che come attivit scientifica si fa in Italia: per le valutazioni il ricercatore ha adottato un approccio semplificato, basato in sostanza sul prendere in considerazione il numero delle citazioni di pubblicazioni scientifiche provenienti o riguardanti lItalia e operando con opportuni criteri selettivi ad hoc per la

raccolta dei dati dai principali data base internazionali. Nei limiti delle semplificazioni adottate, i dati raccolti indicano una certa caduta dimpatto per lItalia nel periodo pi recente (dal 2010 ad oggi) rispetto a dieci anni fa (dal 2000 ad oggi); sembra in sostanza che siano veri i timori che limpatto della scienza italiana stia effettivamente declinando, non solo rispetto ad altre nazioni europee a noi simili e vicine come caratteristiche, tipo la Spagna, che ha fatto registrare un aumento di impatto seppure lieve, oppure la Germania che cresciuta in modo pi netto, ma soprattutto rispetto a nazioni emergenti come la Cina, che ad ogni modo sovrasta alla grande come crescita di impatto il continente europeo in ogni campo, ma anche lArgentina. A questi dati non molto esaltanti vale la pena di aggiungere alcune conclusioni di un recente studio della Royal Society inglese dedicato al cambiamento del modo di lavorare degli scienziati negli ultimi anni ed agli sviluppi del processo di internazionalizzazione della loro attivit. Riferendosi allItalia, lo studio sostiene in primo luogo che lintegrazione degli italiani nella comunit scientifica internazionale molto alta, e questo un dato positivo; sotto laspetto quantitativo, sempre valutato come produttivit scientifica in base al numero delle pubblicazioni, risulta che continuiamo

a difendere le posizioni con un peso relativo degli articoli italiani nel corso degli anni recenti rimasto sostanzialmente costante, intorno al 3,5% del totale mondiale. Se per, aggiunge lo studio, consideriamo un altro indicatore, e cio il numero di brevetti presso il Patent Office degli Stati Uniti, scopriamo che dal 1989 al 2009 lItalia scesa con un andamento continuo dal settimo allundicesimo nella classifica per paesi, e questo fa ritenere che il frutto della nostra ricerca stenta a trasformarsi in strumento effettivo per lo sviluppo economico e, fatto ancora pi preoccupante, che si tratta di una debolezza crescente nellarco degli ultimi ventanni, quindi senza volont o capacit di modificarne la tendenza negativa. La conclusione di estrema sintesi che possiamo trarre che il nostro sistema ricerca piccolo, ma produttivo, regge il confronto internazionale, ma distante dal nostro mondo economico e non ben collegato con le imprese ed il sistema produttivo. Gli stringenti impegni che il nostro paese sta assumendo per ridurre da una parte il debito sovrano e contemporaneamente accrescere le nostre capacit di sviluppo dovrebbero portare i decisori a ben pi approfondite riflessioni su possibili interventi programmati e incisivi riferiti al nostro sistema della ricerca e dellinnovazione tecnologica.
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R
LAVORO
di eMANUeLA GAStALdI

UBRICA

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pratiCHe StreSSanti, Ma inevitaBili

geStione del riSCHio e deCiSion MaKing


decisionali. Sono variabili come la naturale avversione al rischio, connessa al timore di un risultato negativo che porta al mantenimento dello status quo, o lanticipazione del rimpianto, cio la consapevolezza di quella reazione negativa, conscia ed emotiva, ad azioni e comportamenti compiuti, che si manifester dopo che una persona si render conto che non avrebbe dovuto fare o avrebbe dovuto fare una determinata cosa che ha o non ha fatto. Una consapevolezza ben presente alla nostra mente, che si insinua e accompagna il processo decisionale. E ancora: talvolta la tendenza umana alla sottovalutazione del rischio davvero estremo ad entrare in gioco. Quando la nostra mente sovraccarica, tendiamo a prendere scorciatoie mentali, e allora succede che il rischio di eventi estremi, bassissimo ma non nullo, inconsciamente liquidato perch la probabilit che accada percepita come talmente bassa che la mente non in grado di valutarla intuitivamente. Daniel Kahneman, psicologo e premio Nobel per leconomia nel 2002 per i suoi studi sulla percezione del rischio nelle pratiche di management, suggerisce di non sottovalutare il ruolo giocato dalla paura, soprattutto della perdita: il dolore della perdita un sentimento decisamente pi forte che il potere dellacquisto, e ci rende la valutazione del rischio poco obiettiva. Il fattore emotivo si rivela dunque basilare, e maggiore la carica emotiva che levento atteso possiede, meno ragionevole il comportamento delle persone. Queste sole tendenze umane allerrore di valutazione spesso finiscono per inficiare le pi rigorose applicazioni di metodi scientifici. Ad esse si possono

oter calcolare un rischio in maniera talmente precisa da ridurlo a zero, prendere una decisione che porter sicuramente a raggiungere lobiettivo prefissato, con sicuro guadagno, nessuna perdita, garanzia di margine e senza fare danni (o peggio, vittime) strada facendo. questo il sogno di ogni imprenditore o di ogni manager? E nella decisione se correre o meno un rischio, interviene solo una logica di profitto oppure giocano una parte consiste anche lelemento etico e la responsabilit nei confronti della comunit? Qualunque sia la risposta a queste domande, una cosa certa: decidere significa operare una scelta tra possibili opzioni, ciascuna delle quali comporta sempre dei rischi, anche se minimi, e correre un rischio sempre una pratica stressante e un pericolo potenzialmente destabilizzante per lorganizzazione che la attua. Per questo motivo abbondano le pratiche di risk management e spopolano i modelli di decision making, che mirano a ridurre i margini di errore nel calcolo del rischio e guidano a compiere la scelta migliore possibile. Le fluttuazioni del mercato, la situazione generale delleconomia oggi tanto liquida, cos come la turbolenza legata ai delicati equilibri planetari da un punto di vista politico e sociale, sono sicuramente elementi che giocano un ruolo essenziale nella determinazione del rischio. Ad essi si aggiunge la complessit dei sistemi di comunicazione e di reperimento e gestione delle informazioni. Ma le componenti legate allanalisi del rischio sono varie, alcune persino insospettabili: quelle legate al fattore umano, determinanti ma spesso poco considerate nei processi

aggiungere persino pregiudizi formali, cognitivi, culturali, atteggiamenti dettati dalla situazione, come per esempio, di fronte alle conclusioni tratte da un gruppo di lavoro che ha maturato una decisione, laccettazione di risposte erronee al calcolo del rischio perch socialmente doloroso opporvisi, o perch politicamente scorretto, o perch opporvisi genera un conflitto di interessi. E ci sono alcune aree nelle quali la posta in gioco ancora pi alta, per esempio fare una scelta in condizioni di profonda incertezza o sotto la pressione di una scadenza imminente. A fronte di questo scenario cos variegato e complesso, Kahneman non ottimista sulla possibilit di individuare i meccanismi da attuare per evitare gli errori di valutazione del rischio: il fattore umano non pu essere eliminato. Ma pu essere meglio gestito. Per questo importante che un manager o un imprenditore maturino la consapevolezza dellesistenza di questi elementi, affinch il processo di decision making sia esercitato sempre e solo attraverso il continuo riequilibrio tra comportamenti organizzativi e comportamenti emotivi. importante che imparino ad anticipare i comportamenti, ad individuare le proprie necessit emotive in situazioni di decision making, ad ascoltarle, a valutarne limpatto, e a mediarle con le necessit organizzative. utile che apprendano ad analizzare i propri processi decisionali e che provino ad abbandonare lapproccio solo razionale di tipo analitico-sintetico per muovere verso un approccio di tipo olistico, sistemico, che tenga cio in dovuto conto tutti gli aspetti razionali ed emotivi che rientrano nel proprio processo di decision making.
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La tua azienda qui, lo sapevi?

B
Il Garda Golf Club entra nella top ten dei migliori campi italiani
02/08 Gardagolf Country Club ha festeggiato il traguardo dei 25 anni posizionandosi nella top ten dei migliori campi italiani. Lidea di realizzare un campo da golf in Valtenesi degli imprenditori Riccardo Pisa e Giorgio Simonini che nel 1986 inaugurarono le prime nove buche. Gardagolf riconosciuto dagli esperti come uno dei migliori campi da golf realizzati negli ultimi 20 anni. Un campo che ha contribuito alla storia del mondo del Golf Italiano, con un curriculum di altissimo livello che ha visto disputarsi due edizioni dellOpen dItalia e quattro edizioni dello European Challenge Tour, oltre a decine di Campionati Italiani di varie categorie. Inoltre, Gardagolf ha dato i natali e visto crescere fior di campioni, non ultimo il fenomeno del Golf Mondiale Matteo Manassero. Per approfondimenti vai al sito: www.bsnews.it

ACHECA

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La Camera di Commercio punta sui paesi Bric.


12/09 La Camera di Commercio e lagenzia speciale Pro Brixia hanno organizzato per i prossimi mesi varie missioni daffari nei paesi Bric (Brasile, Russia, India e Cina), le quattro potenze economiche che viaggiano a tassi di crescita vicini alla doppia cifra. Dopo Shanghai (18-24 settembre), seguiranno Mosca (16-19 ottobre), San Paolo (6-10 novembre) e Mumbai (27 novembre-3 dicembre), oltre che due viaggi in Romania e Kazakhstan. La missione in India, in particolare, stata suggerita dagli stessi imprenditori attraverso una sorta di test-sondaggio. Perch lIndia? Banalmente perch bisogna andare dove il mercato cresce, ha detto il presidente Francesco Bettoni. I numeri indiani sono impressionanti. Il Pil negli ultimi 10 anni cresciuto ad una media del 7.6%. La crisi pare inoltre non avere inciso sul gigante asiatico dal momento che il tasso di crescita si mantiene attorno all8% e il Pil annuo si attesta a circa 1.800 miliardi di dollari. Per approfondimenti vai al sito: www.bsnews.it

Adamello Ski, Giovanni Malcotti nuovo direttore


06/09 Giovanni Malcotti, 46enne milanese con pluriennale esperienza nel settore del turismo, il nuovo direttore del Consorzio Adamello Ski, che si occupa della promozione e commercializzazione del territorio a cavallo tra Valle Camonica (Lombardia) e Val di Sole (Trentino), conosciuto come destinazione invernale deccellenza grazie ad un carosello sciistico di 100 km. Il nuovo direttore ha preso il posto di Maurizio Andreotti. Il 2 agosto scorso il Consorzio ha nominato anche un nuovo presidente il trentino Denis Bertolini, 49 anni, sindaco di Vermiglio , che subentrato ad Alessio Delpero.

Avedro produrr una formulazione frutto della ricerca dellIlmo di Brescia


14/09 Avedro Inc., azienda produttrice di dispositivi medicali e per la correzione della vista, ha acquisito tutti i diritti di propriet intellettuale per produrre, commercializzare e distribuire uninnovativa formulazione transepiteliale della riboflavina sulla base della ricerca del dott. Roberto Pinelli, chirurgo oculista direttore scientifico dellIstituto Laser Microchirurgia Oculare (Ilmo) di Brescia. La formulazione transepiteliale di riboflavina ParaCel di propriet di Avedro e per la quale stato richiesto brevetto si basa sulla ricerca iniziale del dr. Pinelli. ParaCel fornisce una formulazione per il trattamento del cheratocono una patologia progressiva della cornea che porta nei casi pi gravi al trapianto senza rimuovere lepitelio. La possibilit di eseguire il cross-linking transepiteliale elimina il dolore e il tempo di guarigione associati al normale cross-linking.

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Bruno Bertoli, nuovo vice presidente di Federmeccanica


13/08 Bruno Bertoli il nuovo vice presidente di Federmeccanica e succede a Giancarlo Dallera, presidente di AIB, che lo aveva preceduto nella carica. Lo ha eletto la Giunta della Federazione che rappresenta 12.000 imprese italiane con pi di 900.000 addetti. Bruno Bertoli dal 2009 vice presidente del settore sindacale dellAssociazione Industriale Bresciana, incarico con cui ha governato le relazioni industriali locali con rigore ed equilibrio. 62 anni, sposato con due figlie, presidente della Metra Spa, azienda leader nellestrusione dellalluminio, con 90.000 tonnellate di profilati prodotti ogni anno e 350.000 mq di stabilimenti presenti in Italia, Polonia e Canada. Metra esporta la sua tecnologia in tutto nel mondo: il profilato in alluminio firmato Metra stato scelto per la piramide del Louvre, la sede del Parlamento europeo di Strasburgo, la sede della Regione Lombardia e le nuove costruzioni antisismiche di New York. Bruno Bertoli, coadiuver ed affiancher Pierluigi Ceccardi, presidente di Federmeccanica.

A luglio la produzione industriale bresciana tornata a crescere


21/08 Dopo lo stallo rilevato nel mese di giugno e in linea con il periodo moderatamente positivo dei primi cinque mesi dellanno, nel mese di luglio la produzione industriale bresciana risulta di nuovo in aumento. quanto emerge, per lindustria manifatturiera bresciana, dallindagine congiunturale mensile di luglio condotta dal Centro studi dellAib su un panel di 250 imprese associate. Lattivit produttiva aumentata per 30 imprese su 100, con un saldo positivo del 16% tra imprese che dichiarano variazioni in aumento e in diminuzione. Landamento per classi dimensionali denota un deciso aumento della produzione per le grandi imprese e per quelle di maggiori dimensioni; un incremento pi contenuto per le piccole imprese, per le medie e per le medio grandi; un andamento leggermente negativo per le micro imprese. Complessivamente, le vendite sul mercato nazionale sono aumentate per il 28% delle aziende, con un saldo positivo del 7% tra imprese che dichiarano variazioni in aumento e in diminuzione; quelle nei Paesi UE fanno rilevare un saldo positivo del 13% e quelle nei Paesi extra UE presentano un saldo positivo del 9%. Per approfondimenti vai al sito: www.bsnews.it
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A CITT

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il Corriere a BreSCia

Fine della SoCiet CHiuSa?


verit, che nel giornalismo non la Verit con la maiuscola ma le verit con la minuscola. NoN PI ortUS cLAUSUS? Lapertura del terzo quotidiano sar quella rivoluzione culturale che una parte dei lettori bresciani, quelli attenti non solo allinformazione ma anche allopinione, attendono da tempo? Una rivoluzione forse no, ch parlare di evento messianico o cesura rivoluzionaria sarebbe una ennesima inconscia ammissione di inveterato provincialismo, ma una evoluzione profonda, e un cambiamento altrettanto importante, certamente s. Se non altro per una mera ragione di concorrenza di mercato e di oggettiva pluralit dellinformazione. vero che il Corriere della Sera presente da tempo nel Bresciano con la pagina di cronaca dellinserto Lombardia, ma il salto a dodici pagine, configurando la nascita di un nuovo quotidiano, comporta una notevole trasformazione nello scenario dei media bresciani. Una nuova testata made in Brescia, data la particolare situazione locale, sar qualcosa di pi di un terzo giornale o di una terza fonte di notizie che si affianca alle due esistenti. Per la ragione evidente che non siamo a Milano, societ aperta e mercato competitivo, quindi meritocratico, per eccellenza. Qui siamo in un mondo che, per quanto grande economicamente, sul piano politico ma pi ancora su quello culturale assai pi modesto e limitato della sua forza industriale. Un mondo dove, sia nel pubblico che nel privato, il merito viene spesso ignorato o poco considerato, e dove lobbedienza viene spesso preferita allintelligenza: se questultima c bene, ma se non c meglio. FINe deL MoNoceNtrISMo MedIAtIco? Con lavvento del terzo quotidiano linformazione bresciana potr dirsi un mercato aperto e non pi un ortus clausus tutelato e protetto come stato in buona sostanza fino ad oggi? La risposta dovrebbe essere affermativa. Dopo oltre sessantanni di monopolio mediatico uno scenario mascherato da duopolio poich il secondo quotidiano nato nellaprile del 1974, pur avendo rotto positivamente il monolitismo locale, non ne ha incisivamente modificato lassetto lasciandone inalterato il sostanziale carattere monocentrico il panorama bresciano cambier rispetto al passato, sia remoto che recente.

Il quotidiano milanese, gi presente in citt con la pagina di cronaca del dorso Lombardia, dal 18 ottobre sar in edicola con un inserto bresciano: dodici pagine giornaliere realizzate da otto redattori diretti da Massimo tedeschi, giornalista bresciano e ascoltato trait dunion con la curia e il mondo cattolico locale.
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a societ chiusa e i suoi amici. Cos, parafrasando il titolo di una nota opera del filosofo razionalista Karl Popper (La societ aperta e i suoi nemici) potrebbe essere definita la situazione della stampa bresciana. Societ chiusa non solo nel senso di mercato chiuso ma anche di tutto quanto ne consegue in termini di informazione e di conoscenza, e quindi di cultura in senso lato (linformazione accezione e strumento di una moderna cultura tout court, poich una persona oggettivamente e obbiettivamente informata posta nella condizioni di formarsi da s in modo autodiretto, cio di farsi soggettivamente una cultura, senza occhiute censure n occulte supervisioni eterodirette). Quale la differenza, per quanto riguarda linformazione, tra societ chiusa e societ aperta? Che nella societ aperta linformazione unetica, o pu aspirare ad esserlo essendo nelle condizioni per poterlo fare (linformazione, perseguendo la verit dei fatti, o etica o non ). Mentre nella societ chiusa la comunicazione diventa una estetica mancando le condizioni concorrenza, confronto, competizione, pluralismo per essere etica, cio per perseguire la

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A CITT

Ferruccio De Bortoli.

FAre MercAto e/o FAre oPINIoNe? Con larrivo del Corriere della Sera Brescia sar un mercato aperto in quanto pi competitivo e selettivo e quindi, si spera, meritocratico, con una maggiore concorrenza tra luna e laltra testata e migliore osmosi da un quotidiano allaltro. Ma ci che pi importa, ai fini di una pi accentuata sprovin-

cializzazione della stampa bresciana e della sua omologazione a modelli metropolitani, la qualit dellinformazione. Non che laumento dei suoi attori o lallargamento delle sue fonti sia automaticamente garanzia di miglioramento dei contenuti, ma certo la competizione e il confronto indotti dalla pluralit dei soggetti costituisce comunque un efficace incentivo e un contesto favorevole allaccrescimento qualitativo. Cosa che pu avvenire a condizione che il fare mercato, pur ovviamente necessario, non debba escludere in modo assoluto laltro aspetto, altrettanto doveroso per una informazione degna di questo nome, del fare opinione. La nostra speranza che lavvento del terzo quotidiano possa contribuire al superamento di due ritardi. Il primo lindisponibilit delle borghesie locali, sia laica che cattolica (distinzione tuttora pertinente, datata ma non superata) a correre lalea di una autostoricizzazione che, per essere davvero cosciente e trasparente, richiede la

messa in discussione di conclamati valori e la messa in piazza di consolidati interessi. Un rischio che non si vuole correre per paura non tanto di perdere quanto di condividere il potere. Dimenticando che una garbata riflessione critica potrebbe essere il modo migliore per ricomporre a un livello pi alto potere e prestigio,cedendo una piccola parte del primo per recuperare la pienezza del secondo. Il secondo il ruolo della stampa locale che, pur capace fino a ieri di capolavori di marketing involontari anche se non inconsapevoli, lungi dallessere formativamente informativa (non pedagogica) come dovrebbero suggerire i suoi referenti ideologici (cattolici), invece subalterna ai fenomeni. Nel senso di appiattirsi su un tipo di informazione presidiata bench non precettata che, dietro lalibi di una neutralit oggettiva equidistante e sotto forma di una modernit grafica accattivante, sapientemente elusiva bench non evasiva, raramente dentro o allaltezza dei fatti, non estranea ma esterna ai problemi.

MASSIMO TEDESCHI, PRONTI PER LA SFIDA


Riuscire a dire qualcosa di originale e di non scontato, facendo ogni giorno una selezione delle notizie che vale davvero la pena raccontare e raccontandole dal nostro punto di vista. Massimo Tedeschi illustra cos la sfida che dal prossimo 18 ottobre sar chiamato ad orchestrare: sei giorni su sette, dal marted alla domenica, i bresciani troveranno in edicola, insieme al quotidiano, il nuovo dorso del Corriere della Sera dedicato alla Leonessa. Sar un giornale nel giornale, con tanto di prima pagina spiega Tedeschi. Un giornale accurato e non gridato, com nello stile del Corriere, che avr alcune cifre stilistiche ben precise. Innanzitutto le 12 pagine su Brescia e provincia convivranno con quelle gi oggi dedicate alla Lombardia e a Milano. Ogni giorno, in prima pagina, vi sar poi un editoriale scritto dalle grandi firme del
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Corriere (un nome su tutti, il bresciano Massimo Mucchetti) ma anche dai giornalisti della redazione bresciana e da professori dellUniversit cittadina. Inoltre anche nelle pagine interne vi saranno brevi corsivi e approfondimenti per offrire al lettore spunti di riflessione e chiavi di lettura originali dei fatti. Insieme a Tedeschi faranno parte della squadra bresciana del Corriere anche Marco Toresini (caposervizio), Wilma Petenzi (nera e giudiziaria), Carlos Passerini (sport), Ferruccio Pinotti (politica e cronaca) e tre giovani cronisti scelti al termine di una lunga selezione: Massimiliano Del Barba (economia), Mara Rodella (cronaca e web) e Pietro Gorlani (cronaca e web). Il nuovo giornale partir con una tiratura di circa 15mila copie e sar presentato ufficialmente il 15 ottobre, al ridotto del teatro Grande, dal direttore Ferruccio De Bortoli.

Massimo tedeschi, nato a Rezzato nel 1958, laureato in Filosofia a Milano, giornalista professionista dal 1986. Dal 1983 ha lavorato a Bresciaoggi di cui stato per molti anni inviato e firma di punta. Al suo attivo anche una lunga serie di pubblicazioni storico-politiche tra cui Il palazzo e la citt, Storia del Consiglio comunale di Brescia (1946-2006) e Altare della Patria Cento anni di un monumento bresciano.

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A CITT

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un progetto per il Futuro


Lo sviluppo del progetto urbanistico nelle attese dellassessore allUrbanistica del comune di brescia, Paola Vilardi, e dellarchitetto genovese Alfonso Fema.
di roberto GIULIettI

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ella zona di 380mila metri quadrati che dal centro cittadino arriva fino al cimitero Vantiniano, meglio nota come Comparto Milano, in quasi trentanni di storia si conosce e si detto pi o meno tutto. Tra progetti iniziali, passaggi di propriet, convenzioni, piani particolareggiati e successive varianti, tra le migliaia di metri quadrati che saranno costruiti, si ha quasi la sensazione, per, di essersi dimenticati

che si sta disegnando e definendo una fetta importante della Brescia del futuro, un segno di dove vuole andare la citt, con tutto quello che ci comporta. Per questo abbiamo scelto di parlare del Comparto Milano guardando avanti e chiedendo allassessore allUrbanistica del Comune di Brescia, Paola Vilardi, di fare il punto su quello che il comparto rappresenta nella strategia dellamministrazione e allarchitetto genovese Alfonso Fema quale stata la filosofia che ha guidato la progettazione di quella parte dellarea di propriet della Draco.

Cosa si aspettano il Comune e il suo assessore allUrbanistica dalla realizzazione del comparto Milano? Attuando i progetti cos come ci sono stati presentati, nel Comparto Milano potremo avere un quartiere moderno, di ampio respiro dove unimportante proposta abitativa si coniugher con parchi e aree verdi, dove il terziario si affiancher ad attivit artigianali e ai negozi e dove si potranno creare spazi culturali da vivere quotidianamente come si possono trovare in citt internazionali come Parigi. I numeri ci dicono che in citt cresce

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Paola Vilardi, assessore allUrbanistica del Comune di Brescia.

foto Enrico Geminiani

la popolazione anziana, mentre sono in calo le nascite, mi immagino il nuovo quartiere come unulteriore possibilit, soprattutto per i giovani, per tornare a vivere il e nel capoluogo. Non solo. Il Comparto Milano una zona importante, anche perch da riqualificare, e deve diventare un punto di partenza fondamentale per lo sviluppo della citt, contribuendo al rilancio di un settore come quello delledilizia che da sempre il volano per tutta leconomia. Negli anni sono intervenute delle variazioni al progetto originario anche richieste dai compartisti, quale sono state le motivazioni di queste nuove scelte? Il Piano Particolareggiato del 2002 presentava qualche criticit anche negli

atti formali. Con la variante dello scorso ottobre abbiamo previsto alcune modifiche al progetto iniziale cercando di contemperare le diverse esigenze, venendo incontro alle indicazioni dei compartisti anche per meglio adeguare il Piano Particolareggiato alla attuale situazione del mercato immobiliare, ma, per esempio, senza intervenire sulla Slp (superficie lorda di pavimento) che per la societ Basilius Srl era e rimane di 61.811 mq. in via di definizione il Pgt (Piano di governo del territorio) di Brescia, come questo nuovo strumento ha modificato la strategia di programmazione edilizia della citt? Lintroduzione del primo Pgt di Brescia ha spinto lamministrazione a una pianificazione complessiva della citt con un salto culturale e di mentalit non facile da attuare. Per sua natura il Pgt uno strumento flessibile, che prevede una grande partecipazione di tutti i cittadini ed grazie al loro contributo che sempre possibile migliorarlo. A questo proposito, anche per il Comparto Milano, un ruolo importante stato svolto dalle Circoscrizioni coinvolte che hanno fornito sempre utili indicazioni. Nel Piano particolareggiato del 2002 del Comparto era previsto un centro

culturale in grado di valorizzare tutta larea circostante, vedi Musil; qual il futuro del Museo? Anche il Pgt in fase di definizione individua nel Comparto Milano un centro culturale come previsto nella convenzione tra i proprietari dellarea e lamministrazione comunale. Altrettanto certo che il Comune non al momento in grado di accollarsi ulteriori costi. Questo non vuol dire che il Musil (il museo dellindustria e del lavoro bresciano, ndr.) non resti un punto fermo, ma ritengo utile un ulteriore approfondimento del dibattito sul tema magari prevedendo un intervento con modalit e dimensioni diverse da quelle progettate. Credo comunque che anche i privati dovranno fare la loro parte per un progetto che dovrebbe dare conto della storia industriale della nostra citt.

5+1AA Alfonso Fema Gianluca Peluffo

sterno, permettendo a chi andr a viverlo di identificarsi con esso. Quali sono state, a questo proposito, le scelte sulle quali avete puntato? Di sicuro la ricerca dei materiali da utilizzare stata funzionale a questo obiettivo cos come la scelta, per le pareti esterne, di particolari temi cromatici con lalternanza di chiaro, scuro o riflettente; volevamo che si avesse una percezione sempre diversa delle case, a seconda dellintensit della luce del giorno che le illumina. Non per questo abbiamo voluto progettare qualcosa puntando solo sullestetica ma, ad esempio, abbiamo cercato e trovato risposte energetiche sostenibili per arrivare alla certificazione energetica di classe A delle abitazioni dimostrando che si possono realizzare case con queste caratteristiche trovando un equilibrio tra risorse economiche e tecniche costruttive. Un grande contri-

buto arrivato anche dalle aziende del settore che hanno sposato il nostro progetto come sperimentazione, come un esempio del possibile. Un progetto con un occhio anche al mercato? Di certo non volevamo un progetto monolitico e ripetitivo ma unidea in movimento. Sappiamo bene quali sono i tempi di realizzazione dei nostri progetti per questo devono avere una certa vitalit anche temporale. Cambiano le societ che li dovranno realizzare, cambiano le condizioni di mercato ed per questo che devono essere flessibili. Domani servono appartamenti pi piccoli? Lo si dovr poter avere facilmente mantenendo sempre alta la qualit del prodotto/appartamento. Cosa non avete inserito, o potuto inserire, nel vostro progetto? Se avessimo potuto essere pi liberi

nella progettazione, avremmo proposto anche spazi esterni diversi. Il Comparto Milano ha un importante spazio centrale pubblico che, a nostro avviso, si sarebbe potuto articolare in modo meno omogeneo valorizzando, ad esempio, il parco che dovr legare tutto quello che lo circonda. Il nostro progetto sostanzialmente votato ai giovani, a chi vuole relazionarsi con gli altri, e vivere la vitalit di un parco il modo migliore per indicare un nuovo modo di vivere e di abitare. Nel progettare parte del comparto Milano avete anche immaginato come sar il futuro di questarea? Certamente s. Per come intendo il mio lavoro, una parte visionaria la dobbiamo avere anche se non ci possiamo mai dimenticare che si lavora con il reale. Quando si esce dal conosciuto, quando si vogliono intraprendere nuovi percorsi, si rischia sempre ma non farei questo lavoro se non pensassi di migliorare la realt anche di un solo millimetro al giorno. Ogni progetto un atto definitivo di trasformazione della realt ed per questo che credo si abbia una grande responsabilit ma anche delle grandi possibilit per cercare di migliorare, anche di pochissimo, il mondo in cui viviamo.

5+1AA Alfonso Fema Gianluca Peluffo

Il progetto, per quanto di competenza della Draco (la societ di Dora e Giuseppe Taini), sar realizzato da Regolo srl, mentre la firma del progetto di Alfonso Fema e Gianluca Peluffo, soci fondatori a Genova dello studio 5+1, che nel 2005 diventato 5+1AA Agenzia di Architettura e che con Rudy Ricciotti ha vinto il concorso internazionale per il Nuovo palazzo del Cinema di Venezia. Architetto Fema, qual stata la filosofia alla base del progetto che avete realizzato per il comparto Milano? Pur dovendo intervenire su un impianto gi definito, la nostra idea stata quella di uscire da una logica di residenza ripetitiva e creare intimit e identit. Ogni appartamento sar diverso luno dallaltro, allinterno cos come alle-

Larchitetto Alfonso Fema.

LA CITT DELLE FABBRICHE guARDA AvANTI


Quante volta abbiamo sentito dire dai nostri genitori: Quando ero piccolo io qui cerano i campi? Eh s perch Brescia si sviluppata, nella sua crescita urbana e industriale, andando ad utilizzare nuovo territorio, inglobando progressivamente nel tessuto cittadino gli antichi nuclei che una volta erano i satelliti del capoluogo. Nello stesso tempo levoluzione dei processi produttivi (anni Ottanta e Novanta) avevano reso inadatte alla produzione industriale ampie aree che, a partire dalla seconda met dellOttocento, erano invece diventate le sedi di alcune tra le principali aziende metallurgiche, come la Ceschina & Busi (1863), la Metallurgica Tempini (1886), la Siderurgica Togni (1903) o, nel secondo Novecento, lAtb (Acciaieria e Tubificio Togni) e la Bisider. Proprio una di queste il Comparto Milano, larea racchiusa fra la linea ferroviaria a sud, il cimitero monumentale vantiniano a ovest, via Milano a nord e il centro della citt ad est. Oggi una nuova cultura, sostenuta anche da paletti normativi, punta a soddisfare le esigenze insediative senza compromettere il territorio, e a contenere il consumo di suolo, riutilizzando quello gi compromesso o sottoutilizzato, anche attraverso il recupero e la riqualificazione delle aree dimesse, salvaguardando cos il territorio. Oggi, o laltro ieri poco importa, la citt che prima si limitava ad attraversare quel quartiere ora se lo sta riprendendo. Un processo lungo, quello della riqualificazione delle aree dismesse che deve prevedere importanti processi di trasformazione che implicano, necessariamente, tempi lunghi. La sfida stata accettata ma, come ricorda anche larchitetto Alfonso Fema, solo dopo alcuni anni da quando il progetto sar interamente realizzato, si potr capire se la risposta stata pari alle ambizioni e se larea, nella quale in passato sono sorte grandi fabbriche e dove la societ operaia bresciana ha scritto parte della sua storia, sar diventata una grande opportunit culturale, sociale e residenziale per la comunit bresciana.
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gloBalizzazione
Il cosiddetto modello brescia una forzatura sociologica speculare al sistema brescia, altra suggestiva formula di comodo. Ammesso e non concesso che siano esportabili, i loro contenuti devono andare oltre linnovazione, linternazionalizzazione e la formazione, obiettivi di cui brescia si gi ampiamente occupata. oggi lurgenza puntare sui contratti di rete e sulle aggregazioni verticali di filiera, pi che su quelle orizzontali di prodotto, di cui esistono gi nellindustria locale alcuni esempi significativi.

un patto SoCiale Modello BreSCia?

PRIMA PARTE

di ALeSSANdro cheULA

ib e Prefettura sono in virtuosa competizione per applicare al meglio la proposta di patto sociale lanciata dalla Confindustria di Emma Marcegaglia come tentativo per uscire dalla crisi e agganciare la ripresa (che non vuol dire ancora crescita). Una proposta organica viene dal prefetto di Brescia: interpretazione evolutiva del ruolo prefettizio o invasione di campo, sia pure in buona fede e a fin di bene? Non forse alla Camera di

Commercio di Franco Bettoni che dovrebbe spettare, di concerto con lAib, il ruolo di mediazione e compensazione, in quanto sede privilegiata per la elaborazione di un patto sociale degno di questo nome? Laggravarsi della crisi finanziaria non deve farci dimenticare la necessit di procedere sulla strada della deregolazione, condizione necessaria della liberalizzazione. La risposta peggiore sarebbe se, sotto lo spauracchio della recessione, tornassimo ad una chiusura difensiva e assistenzialista invece di imboccare la strada della flessibilizzazione del lavoro. Se tutti siamo flessibili, nessuno precario. Dovrebbe essere questo il principio ispiratore di un patto sociale, sia nazionale che locale, degno di questo nome. dUe PAroLe INFLAzIoNAte: dALLA crISI ALLA creScItA Ogni tempo ha il suo lessico. Dalla inflazione globalizzata della parola crisi siamo passati in poco pi di due

anni alla globalizzazione inflazionata della parola crescita. Se meno di tre anni fa si parlava solo di crisi, oggi si parla esclusivamente di crescita, con unenfasi che certo non contribuisce ad una sua maggiore fattibilit. Lo stesso destino sembra riservato allultima formula, il patto sociale. Benemerito, ma che richiede a monte una condizione che in Italia non c: la coesione nazionale prima ancora della coesione sociale. La prima un fatto soprattutto culturale e politico, la seconda un dato prevalentemente tecnico ed economico. La coesione nazionale era assai pi praticata nella Prima Repubblica dai due grandi partiti, la Dc e il Pci, che sotto lusbergo di un conflitto ideologico apparentemente inconciliabile trovavano sempre il modo di accordarsi in modo consociativo (sottobanco) sul piano pratico. Un metodo certo poco ortodosso in linea di principio per una democrazia corretta ma assai efficace sul piano dei risultati concreti di una democrazia protetta.

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Si dimentica spesso che senza ripresa del mercato mondiale non pu esserci crescita delleconomia nazionale, nel senso che in una situazione di interdipendenza globale la ripresa internazionale la condizione necessaria, anche se non sufficiente, per le crescite regionali. E si dimentica inoltre che, fermo restando il ruolo decisivo della politica, leconomia reale e loccupazione non possono ripartire per decreto, per decisione dallalto o per disposizione di legge, come sembra credere, con involontaria quanto ingenua illusione dirigista, qualche alto prelato quale il cardinal Bagnasco, autorevole e ascoltato presidente della Cei. Secondo Bagnasco i posti di lavoro non devono dipendere dal mercato. E da cosa allora, Eminenza, ci permettiamo rispettosamente di obiettare? Forse dai posti di lavoro stabiliti per legge o per decreto come alla Regione Sicilia o Calabria, il cui primato di occupati socialmente (in) utili si fonda, appunto, su assunzioni stabilite con leggi regionali?

Emma Marcegaglia.
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AIb, cdc e PreFettUrA: dIALoGo o coNcorreNzA? Dal tavolo anticrisi di Aib e Camera di Commercio al tempo degli Stati generali delleconomia bresciana siamo passati al patto sociale. Iniziativa che stavolta, questa la differenza, non viene da una istituzione pubblica o associazione privata di interessi, come la Camera di Commercio o le associazioni imprenditoriali, ma dalla stessa Prefettura di Brescia. Perch tale anomala. La ragione presto detta: perch in unaccezione moderna delle prefetture, come dovrebbe essere oggi listituto fondato da Napoleone, la mediazione dei conflitti sociali e delle emergenze industriali conseguenti alla crisi economica si affianca alla funzione tradizionale di responsabili dellordine e della sicurezza pubblica. Dunque niente di anomalo da parte del prefetto di Brescia bens interpretazione evolutiva del ruolo dellistituto prefettizio. E tuttavia rimane il sospetto, o quantomeno il dubbio, di una indebita invasione di campo rispetto alle associazioni dimpresa e allente economico per eccellenza rappresentato dalle Camere di Commercio (per inciso, altro istituto di origine napoleonica). Ma il patto sociale di cui si parla sembra aver trovato comunque autorevoli proseliti. Non solo Giancarlo Dallera, presidente Aib, che ne ha fatto il corollario di una recente conferenza-stampa sulla manovra economica, ma pure Narcisa Brassesco Pace, prefetto di Brescia, che ne ha formulato una possibile declinazione in un apposito incontro con i responsabili provinciali della banche, delle imprese, del sindacato, delluniversit e delle istituzioni (dunque tutto il cosiddetto sistema Brescia al completo). Ma le due iniziative, al di l degli esiti, rappresentano il tentativo di dare risposta a un problema di fondo oggettivamente e drammaticamente incombente: quale tavolo, non solo in Italia ma pure a Brescia, contro la crisi? Quello degli Stati generali di corsiniana memoria, progetto ambizioso se non temerario per il quale vennero scomodati docenti ed esperti rigorosamente bipartisan per

la formulazione di velleitarie quanto fantomatiche azioni bandiera affidate a Viviana Beccalossi, ovviamente mai tradotte in pratica o quello di una consulta economica permanente fondata sulla rete virtuosa tra industria, finanza, ricerca e politica ossia tra imprese, banche, universit e istituzioni, secondo quanto 12 Mesi formul nel primo numero del maggio 2009? Per dire, detto tra parentesi, che lidea del patto sociale anche a Brescia non cosa del tutto incognita o inedita, e che non trova impreparati tutti i media.

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Franco Bettoni.

A chI GIoVA LA GLobALIzzAzIoNe? Prima di affrontare nel merito il tema del patto sociale opportuno focalizzare il contesto nazionale e internazionale (macroeconomico) in cui si pone e propone, anche a costo di qualche inevitabile forzatura e approssimazione come sempre avviene quando si analizzano fenomeni di tale portata e dimensione.

Comune di Brescia

E
Una precisazione filologica, oltre che metodologica. Lattuale patto sociale enfaticamente seppur comprensibilmente riesumato da Confindustria non va confuso con il patto o alleanza tra produttori lanciato allunisono, quasi trentanni fa, da Carlo De Benedetti e dal Pci del dopo Berlinguer. Quello stesso partito che, pur ammettendo lineluttabilit del compromesso storico moderato nel 1973 e pur scontando la fine della spinta propulsiva del socialismo sovietico nel 1974, nel 1978 era ancora abbarbicato alla illusione della fuoriuscita dal capitalismo grazie alla terza via che sarebbe stata possibile dalla invenzione, ancora pi astratta, delleurocomunismo, ossimoro storico dovuto non alla ingenuit dei dirigenti comunisti di allora ma alla impossibilit di trovare parole dordine alternative altrettanto mobilitanti. Le analogie tra la proposta attuale di Emma Marcegaglia e quella degli anni 80 sono casuali, per il semplice fatto che, a prescindere dai proponenti, il patto di allora passava attraverso la politica ossia la cooptazione del Pci al governo del Paese, e per questo non pot essere realizzato mancandone le condizioni sia interne che internazionali, mentre quello di oggi ha motivi e finalit eminentemente economiche (anche se la politica pu farlo proprio, come ha effettivamente fatto, seppure senza molta convinzione, sia da destra che da sinistra). Veniamo al dunque. Mai dimenticare che la globalizzazione ha dato allumanit due frutti straordinari, uno buono e laltro avvelenato. Il primo, quello buono, la pace mondiale, poich la globalizzazione dello scambio si rivelata lunica alternativa alla planetizzazione della guerra. Basti pensare alla prima met del secolo scorso funestata da due guerre mondiali e alla seconda met dove le guerre mondiali sono state sostituite dagli scambi globali. Il secondo, quello avvelenato, che nellet della globalizzazione mantenere la pace costa, in termini economici, molto di pi che fare la guerra. Basti por mente a quanto sono costate, in termini di perdita di valore della ricchezza finanziaria, il

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Relazioni esterne e comunicazione LGH - apebmilano.it

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crollo delle Borse nel settembre 2008 e nel settembre 2011, la cui responsabilit da ascrivere alle banche, in particolare americane, che hanno abusato degli strumenti creditizi provocando il noto tsunami mondiale. Le ricorrenti crisi finanziarie sono il prezzo che il mondo deve pagare al mantenimento della pace mondiale. Prezzi certo pesanti e drammatici, ma comunque sempre preferibili ai tragici prezzi di sangue e di perdita di ricchezza materiale pagati un tempo dalle guerre militari, quando i mercati regionali o continentali erano lun contro laltro armati. Se i governanti dei Paesi coinvolti parlassero in tal senso ai loro concittadini, spiegando con chiarezza che i costi delle crisi sono lo scotto da pagare alla pace e che comunque sono prezzi finanziari di gran lunga preferibili a quelli sanguinari, forse le popolazioni investite dalla crisi accetterebbero con pi sopportazione le conseguenze della recessione e ne trarrebbero, se non conforto nel merito, quantomeno opzioni di metodo utili per prepararsi alla ripresa e alla successiva crescita.

A chi giova la globalizzazione? Ai Paesi avanzati, a quelli arretrati o a quelli intermedi? La globalizzazione sembra aver giovato fino ad oggi in maggiore misura ai Paesi avanzati, come gli Stati Uniti, e a quelli arretrati, come India e Cina. Ha giovato assai meno a Paesi intermedi come lItalia, costretta tra lincudine della concorrenza tecnologica delle economie avanzate e il martello della competizione della forza lavoro a basso costo delle economie arretrate o in via di sviluppo. La globalizzazione non dunque a senso unico ma ha una sua ambiguit duale, nel senso che, come sempre, c chi ne trae vantaggi e chi invece deve subirne i costi. vero che grazie alla globalizzazione almeno due miliardi di persone sono entrate nel circuito dello sviluppo, ma altrettanto vero che non tutte le economie del pianeta ne hanno tratto il medesimo vantaggio. Tutto ci scontando quanto detto sopra, ossia che la globalizzazione dello scambio ha fatto allumanit il pi bel regalo della sua tribolata storia. La crisi del 1929, infatti, sfociata dieci anni dopo nella guerra mondiale, proprio a causa del protezionismo innescatosi tra mercati continentali in competizione il Giappone ne un caso emblematico mentre la crisi del 2008 e le conseguenze come la Grecia sono certamente costate e costeranno ancora ma non sono approdate a nuovi devastanti conflitti militari (n vi approderanno anche se le cose dovessero peggiorare con luscita della Grecia dalleuro, poich la stessa umanit che ha preso gusto a scambiarsi i prodotti difficilmente torner a scannarsi con le armi). QUALe GoVerNANce Per IL PAtto SocIALe? Pur dando come lodevolmente motivata e responsabilmente ispirata la proposta del Prefetto di Brescia di riunire intorno a un tavolo i rappresentanti delle imprese, delle banche, del sindacato, delluniversit e delle istituzioni al fine di elaborare un patto sociale che consenta lindividuazione di strumenti utili per affrontare la crisi, occorre chiedersi preventivamente se

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tali strumenti sono altrettanto utili per favorire la ripresa o addirittura la crescita. Prima della necessaria individuazione degli strumenti, infatti, occorre focalizzarne le modalit di impiego e soprattutto le direttrici di intervento. Ch altrimenti la commendevole iniziativa della prefettura a prescindere dalle interessate e pi o meno fondate accuse di invasione di campo da parte di altre associazioni o enti quali Aib e Camera di Commercio rischia di risolversi nella ennesima professione di intenti o, peggio, in una ulteriore croce nel cimitero delle occasioni perdute delleconomia bresciana, tanto pi smarrite quanto pi la crisi morde e corrode. Le cronache degli ultimi anni delleconomia bresciana sono infatti piene di occasioni perdute. A partire dai ricordati Stati generali, di cui lodierno Patto sociale rischia di esserne la versione riveduta e corretta, per continuare con le citate azioni bandiera e proseguire con il tavolo anti-crisi della Provincia con Aib e Camera di Commercio quali commensali. Un patto sociale degno di questo nome deve porsi il problema, senza velleit dirigistiche, di un programma di interventi da affidare ad uno strumento idoneo per risorse, autorevolezza e credibilit. Fermo restando che esiste gi uno strumento istituzionale dotato di poteri di intervento sia formali che sostanziali quale la Camera di Commercio, occorre porsi il problema del come evitare la creazione di un doppione e quindi di una brutta copia senza poteri n risorse. La consulta di cui noi parliamo deve interagire in modo sinergico e sistemico con la Camera di Commercio coagulando le volont convergenti di imprese, banche, universit e istituzioni. Si tratterebbe di una rete operativa il cui ambito di riferimento sarebbe funzionale prima ancora che territoriale, vale a dire le filiere produttive verticali al posto dei distretti o meta distretti orizzontali. QUALI LINee ProGrAMMAtIche? Occorre prima di tutto individuare tre direttrici complementari quali altrettante linee di intervento. Tre livelli di risposta. Ci spieghiamo: risposte strumentali immediate, risposte strutturali mediate, risposte funzionali ponderate. Risposte strumentali immediate. Tra queste vanno annoverate le alleanze verticali di filiera tra imprese della stessa sequenza (filiera) tecnologica, invece delle superate alleanze orizzontali di prodotto, per presentarsi sul mercato con tutta la forza della catena produttiva (in particolare nellimpiantistica complessa e nelle ingegnerie di processo, dove la concorrenza dei colossi francesi e tedeschi pressoch insormontabile). Ci sono poi i vecchi bond di distretto che potrebbero essere aggiornati e attualizzati adeguandoli alle nuove realt funzionali di filiera, come gi fatto in altre provincie ad opera di istituti di credito locali e nazionali. Risposte strutturali mediate agibili nel medio termine quali innovazione supportata dal Cstm (Centro servizi tecnologici multisettoriale) e crescita del processo di espansione estera (delo-

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calizzazione) e internazionalizzazione con lappoggio di Universit, Camera di Commercio e Associazioni di impresa. Risposte funzionali ponderate, di metodo, come il fare squadra e sinergia non solo in patria ma soprattutto allestero. Ci sono a Brescia interessanti quanto significativi esempi di alleanze tra imprese della stessa filiera, ma si tratta di esempi ancora sporadici, non tali da creare una realt sistemica in grado di fare mercato. E pur tuttavia si tratta di esempi da implementare e possibilmente clonare, poich in una realt industriale dove il 96% degli occupati diffuso tra migliaia di piccole aziende, laggregazione un must vitale per sopravvivere, non solo per crescere. PAtto SocIALe e AGGreGAzIoNI trA IMPreSe Uno dei cardini programmatici del patto sociale la spinta alle aggregazioni tra imprese. Capitolo quanto

Giancarlo Dallera.

Narcisa Brassesco Pace.


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mai attuale delleconomia bresciana, i cui imprenditori sono ancora oggi, pur consapevoli della necessit di aggregarsi, i pi individualisti della Penisola. Il patto sociale, se davvero riuscir a mettere insieme imprese, banche, sindacato, universit e istituzioni, potr svolgere una funzione maieutica fondamentale tra gli imprenditori. Una pedagogia delle aggregazioni che, ove oggettivamente possibile, deve spingere nella direzione del soggettivamente probabile. Vale a dire una paziente e certosina opera consulenziale di training e di preparazione capace di convincere gli interessati che laggregazione il loro futuro. Limportante non ripetere lesperienza fallimentare degli Stati generali, col solito dispendio di energie e di risorse, buono solo ad alimentare le parcelle di docenti ed esperti catapultati dallesterno senza parte e con poca arte. Se agli Stati generali non facevano difetto le analisi e le proposte bens gli strumenti operativi e la scelta degli attori, per il patto sociale, sia di emanazione Prefettura o Aib o Cdc (o di tutti e tre insieme, come sarebbe auspicabile), occorre evitare lerrore opposto, vale a dire leccesso di attori e il difetto di obiettivi, che non siano quelli gi individuati ma mai realizzati. QUALe creScItA Se tUtto SAtUro? Per concludere, fermo restando laugurio di ripresa e di crescita per lindustria bresciana e italiana, va ricordato che lo sviluppo, in assenza di una maggiore capacit competitiva in grado di aggredire nuovi mercati, difficilmente sar a portata di mano. Certo non impossibile, ma agibile a condizioni di una ulteriore dura selezione del sistema industriale nazionale e locale. La crisi insomma non finita, anzi per molti settori appena cominciata. Sar una crisi di lunga durata, sistemica e strutturale, con cicli differenti dalle crisi del passato che rivestivano aspetti pi congiunturali e, appunto, di crescenza, come di diceva una volta. Quale crescita possibile in un sistema in cui tutto saturo, tutto in eccesso
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di offerta o in sovrapproduzione? La crisi strutturale di cui soffriamo, a differenza del passato, non causata da crisi della domanda ma da eccesso di offerta. Per quanto la domanda possa essere sostenuta dalle politiche economiche dei vari governi, non sar pi in grado di assorbire leccesso di offerta e il surplus produttivo conseguente alle radicali innovazioni tecnologiche che hanno moltiplicato la capacit produttiva degli impianti in pressoch tutti i comparti manifatturieri. Ecco perch le terapie keynesiane di sostegno della domanda appaiono oggi anacronistiche, oltre che inefficaci. Per il fatto che la situazione delle economie occidentali radicalmente diversa dal passato. Un tempo il problema era sostenere la domanda per consentire agli apparati industriali di crescere, essendo lofferta largamente insufficiente rispetto alle capacit di assorbimento dei mercati. Ma oggi, con una situazione opposta e una capacit di offerta largamente eccedente la domanda,

Carlo De Benedetti.

che senso ha sostenere questultima se non drogare artificialmente i mercati alterandone lequilibrio? Le crisi finanziarie distruttive che ci stanno strangolando sono leffetto, non la causa, delleccesso di offerta dei sistemi industriali occidentali. Certo che leconomia reale deve restare prioritaria per una Paese a vocazione manifatturiera come lItalia, ma se la domanda di beni, ossia i consumi, non basta pi ad assorbire leccesso di offerta, che fare? Lunica risposta allargare i mercati esistenti o trovarne di nuovi, ma ci comporta laumento di una capacit competitiva che per ora, stante le condizioni attuali del nostro Paese, sembra difficile da conseguire. Non solo per ragioni tecnologiche ma pi ancora normative, vale a dire di organizzazione del lavoro e mercato del lavoro. Ci significa accentuare la gi marcata flessibilizzazione del lavoro? Certamente, ma per tutti, non solo per una minoranza di non protetti e non tutelati. Non nel senso di mano libera discrezionale alle aziende, ma nel senso di una maggiore deregolazione del lavoro, compreso larticolo 8 dello Statuto dei lavoratori. Una cosa va ricordata sopra ogni altra, anche se di difficile attuazione in un sistema giuridico chiuso e corporativo come quello italiano fatto di corporazioni grandi e piccole, dai giornalisti ai grandi sindacati degli occupati, assistiti, garantiti e protetti, mentre fuori dalla cittadella del lavoro preme la massa dei precari, degli esclusi, dei disoccupati, dei deprivati, dei senza lavoro che vivono fin che possono grazie alle pensioni dei genitori o dei nonni. Sindacati che tra laltro, il caso di ricordarlo, sono composti in maggioranza, precisamente nella misura del 55 per cento, non da occupati in produzione ma da pensionati. Una cosa semplice basterebbe fare, ma appunto per questo sommamente difficile in un Paese il cui sport preferito , bizantinamente, complicare le cose facili. Una cosa elementare di cui dovrebbe tener conto qualunque patto sociale serio e degno di questo nome: se tutti siamo flessibili, nessuno precario.

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ar il richiamo delle leggende sassoni che hanno dato origine al mito di Robin Hood, reso celebre da Walt Disney e dal cinema hollywoodiano in tutto il mondo, Italia compresa. Sta di fatto che, fin da bambini, abbiamo sempre provato una sorta di insofferenza mista a ribellione al solo sentire quella semplice parola: tassa. Nel nostro immaginario troppo spesso non sinonimo di contributo e non implica la bench minima assonanza

di brUNo ForzA

con il bene comune. Questo ci che emerge dalle nostre interviste di strada e dai punti di vista della gente che abbiamo raccolto per sondare il terreno delle opinioni su un tema di stretta attualit come quello del fisco e dellevasione. Parlando con giovani, adulti e anziani si apprende che le tasse sono la valvola di sfogo per ribellarsi ad una politica mal funzionante, lo spettro da cui fuggire per dire no ad un sistema fiscale ingiusto. Bresciani e italiani hanno un rapporto conflittuale con i tributi. Levasione fiscale, invece, la via duscita, lamica della porta

2011 ANNO DI CRESCITA PER gLI EvASORI


Italia prima per evasione fiscale in Europa. I paesi pi virtuosi: Spagna, Lussemburgo e Irlanda. Nel 2011 limponibile evaso cresciuto del 13,1%. A livello regionale lincremento maggiore in Lombardia (+15,3%) Il podio degli evasori italiani: industriali 33,2%; bancari e assicurativi 30,7%; commercianti 11,8%. 2.400.000 occupati svolgono unattivit irregolare.
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accanto. talmente insita nella nostra quotidianit da essere diventata quasi familiare e accettata a priori. La stagione dei saldi del senza fattura dura 365 giorni lanno in tutti i settori, ci sono il lavoro nero per arrotondare e lo scontrino superfluo. Alberghi che dichiarano redditi da operai e servizi convenienti solo se si paga in contanti. Queste operazioni rientrano nella semplice normalit dei fatti e nessuno si scandalizza. Il nostro Paese attraversa una profonda crisi educativa e sociale. Lo abbiamo gi detto parlando di incidenti stradali, di consumo di sostanze stupefacenti, di cultura civica. Lo Stato, certamente, ha grosse responsabilit. Dovrebbe essere un modello da seguire, come un padre buono ma allo stesso tempo severo, meritocratico ma solidale. Raramente cos, ma dobbiamo ricordarci che i grandi cambiamenti partono sempre dalle

GIGI, 35 anni esiste secondo lei una categoria che pi delle altre evade le tasse? Le persone pi ricche e potenti del paese. richiede sempre lo scontrino nei negozi? No. Se me lo danno bene, altrimenti niente. Se le offrissero un lavoro in nero ben retribuito lo accetterebbe? Accetterei solo un secondo lavoro in nero, altrimenti addio pensione. Le capita spesso di ricevere la proposta con/senza fattura al momento del pagamento? di solito cosa risponde? Poche volte, e a meno che non ne abbia bisogno per la compilazione del 730 non la voglio. Secondo lei abbiamo tutto il diritto di aggirare certe norme? Non si dovrebbe avere il diritto di aggirare le norme, ma se prendiamo esempio dai politici italiani penso che se lo fanno loro....
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dAMIANo, 27 anni richiede sempre lo scontrino nei negozi? No. Sarebbe disposto a pagare pi tasse a fronte di un maggior numero di servizi per la collettivit? S, se i servizi funzionassero realmente in maniera efficiente e non ci fossero sprechi. recentemente si parlato della pubblicazione online dei redditi di tutti i cittadini. Pensa che possa servire? Penso che sia giusto, ma come la mettiamo col discorso relativo alla privacy?. Quali sono le armi migliori per combattere levasione fiscale? Listruzione e la cultura. Abbassare le tasse risolverebbe il problema dellevasione? No, lo limiterebbe. Viviamo in una societ in cui si va in cerca dellarricchimento continuo e della supremazia verso gli altri, quindi sarebbe un palliativo. Bi-

sogna semplicemente cambiare cultura. AGNeSe, 56 anni Su dieci acquisti fatti quanti commercianti rilasciano lo scontrino a brescia? Nei negozi sette, ma quando ci sono di mezzo partite Iva o professionisti puoi sempre scegliere con o senza fattura. e lei cosa sceglie? Se posso risparmiare qualcosa sempre meglio. ANNA, 40 anni ha mai lavorato in nero? S, anche in questo momento. Con tre figli lo stipendio di mio marito non pu bastare e chi ti assume a fare le pulizie?. Si sente in colpa per questo? No. Sono i politici che dovrebbero sentirsi in colpa e i milionari che fanno la bella vita. Che alzino le tasse a loro e facciano respirare un po la povera gente. B.F.

Lucia 70 anni, pensionata ritiene sia giusto pagare i ticket sanitari? S, perch cos non si pu pi andare avanti. Il nostro debito pubblico molto elevato e la spesa sanitaria incide molto sul bilancio dello Stato, quindi, se iniziassimo a pagare alcune prestazioni che sino a ieri erano gratuite, forse ci sarebbero meno sprechi. richiede sempre lo scontrino? Certo! Tutti devono pagare le tasse. Io nella mia vita non ho mai ricevuto alcun beneficio, quindi mi spiega perch dovrei fare degli sconti agli altri?. Michele 32 anni, agente di commercio Secondo lei il nostro sistema fiscale equo? Non mi sembra. Ancora oggi il nostro sistema favorisce troppo i ricchi colpendo pesantemente il ceto medio che rischia di essere strozzato dalle numerose tasse. Qual secondo lei la categoria che evade maggiormente le tasse? Secondo me sono diverse: politici, medici, dentisti, commer-

cianti, imbianchini, elettricisti, idraulici, ecc.. Sarebbe disposto a pagare pi tasse a fronte di un maggior numero di servizi per la collettivit? S, a patto che tutti le paghino veramente. Se oggi ci lamentiamo dellinadeguatezza dei servizi proprio perch ci sono ancora molti contribuenti che sono sconosciuti al fisco. Sarah 26 anni, stagista neo-laureata in economia aziendale Le capitato ancora di non richiedere una fattura in cambio di uno sconto adeguato? S, a dir la verit pi di una volta e non me ne pento. Lo so che cos facendo avvantaggio i disonesti, ma le cose costano troppo e con il mio attuale stipendio non potrei permettermi di pagare tutto a prezzo pieno. chi secondo lei non paga abbastanza tasse? Ormai ne sono certa! I politici e tutti quelli che hanno un bravo commercialista che riesce sempre a far pareggiare i conti. A.C.

basi della piramide sociale. Finch non si diffonder una mentalit virtuosa la stragrande maggioranza dei problemi che ci affliggono non trover soluzione. Una delle prime mosse da compiere sarebbe proprio quella di passare per gli antipatici di turno chiedendo sempre scontrini e ricevute. Basta condizionamenti dovuti ai piccoli importi, basta occhi chiusi per amici e parenti. Bisogna mettere alle strette quelle categorie di professionisti come medici, dentisti, artigiani, centri estetici, parrucchieri ecc. per i quali lobbligo di fattura rappresenta una semplice opzione. Non pagare le tasse un reato. Lincapacit dei politici, le furberie dei potenti e le contraddizioni della casta italiana non sono buone ragioni per iscriversi al partito degli evasori traendone piccoli e grandi benefici o per agevolare chi fa il furbo. Violare la legge da un lato e tapparsi gli occhi dallaltro non sono le soluzioni corrette. Cominciamo a dare il buon esempio e a diffondere abitudini diverse, poi avremo il diritto di chiedere grandiosi abbassamenti delle aliquote, di pretendere investimenti sul territorio in base al merito dei contribuenti di ciascuna regione o provincia, di battere i pugni sul tavolo per agevolare chi non arriva alla fine del mese. Insomma, far sentire la nostra voce, ma che sia forte e pulita. In attesa che Roma batta un colpo iniziamo a batterne 60 milioni. Ricordiamoci che Robin Hood rubava ai ricchi per dare ai poveri mentre noi stiamo rubando solo a noi stessi e ai nostri figli.

IL SALvADANAIO DELLEvASIONE
Economia criminale: 78,2 mld Societa di capitale: 22,4 mld Big company: 37,2 mld Lavoratori autonomi e piccole imprese: 8,2 mld totale 180,3 mld
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TRADE E QUARTIERI

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traFFiCata e viSSuta
ampi e cascine. Un tempo il grande parallelepipedo composto da via Volta, via Cremona, via Foro Boario, via S. Polo e via Maggia era unimmensa distesa di terreni agricoli costellati di piccoli villaggi. In quegli anni era la parrocchia ad unire le anime contadine della zona nei momenti collettivi di incontro, festa e socializzazione. A distanza di qualche secolo tutto cambiato, ma in via Cremona cuore del nostro viaggio tra strade e quartieri cittadini il punto di riferimento resta la chiesa, quella di Santa Maria della Vittoria. Siamo partiti dal confine con S. Zeno per camminare a ritroso verso le porte della citt e capire meglio lanima profonda di questarea incastonata nella cintura del centro ma che guarda alla

via CreMona
bassa. I nostri colli e il profilo dei monumenti, visti da lontano, regalano una calorosa sensazione di casa. Il primo tratto di via della Volta tutto un susseguirsi di capannoni e negozi di grossa taglia. Solo chi dispone di un motore pu viaggiare tranquillo, anche se qualche ciclista tremolante sfida questa imponente striscia dasfalto gettata l dove cera lerba. In effetti, proseguendo verso il centro, si possono scorgere numerosi appezzamenti di terra dal sapore antico, ma dai colori spenti. Superata la moschea, centro di numerose discussioni care a residenti e non, sbuchiamo dal sottopassaggio e vediamo unaltra via Volta, spaccata in due. Sul lato destro vecchio e nuovo si rincorrono con abitazioni decrepite che si alternano ad edifici appena ristrutturati. Qui nasce viale Duca degli Abruzzi che si collega a via Foro Boario, via San

di brUNo ForzA

Polo e via Maggia, zone frammentarie di grande valenza dal punto di vista della viabilit e del commercio, ma dove difficile scorgere agglomerati urbani degni di essere definiti tali e dove le cellule della comunit faticano a moltiplicarsi. Le relazioni sopravvivono in qualche bar, al liceo scientifico Copernico e in zona cascina Maggia, terra di rugby e di memorabili feste allaperto. Svoltiamo a sinistra, portandoci verso la foce di via Volta, che metro dopo metro ci regala ampi marciapiedi, negozi a portata di mano e aree verdi. Ecco via Cremona, la regina del sud cittadino dominata dalla sagoma del castello. una via trafficata e vissuta, afflitta dallannosa problematica dei parcheggi pochi e a pagamento che mietono quotidianamente numerose vittime della contravvenzione. Le difficolt nella sosta fanno sbuffare residen-

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TRADE E QUARTIERI

via Cremona

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ti, commercianti e forestieri, ma la questione immigrazione a generare la maggior parte delle lamentele e del disappunto. Parecchi stranieri, infatti, si sono insediati nella zona, alcuni in affitto altri acquistando appartamenti e la coesistenza con una popolazione di et media elevata non semplice. Qualcuno sfoderando largomento scuote la testa deluso, molti si spazientiscono adirati, pochi scrollano le spalle con sufficienza, nemmeno sfiorati dalla questione. Limpressione che le barriere siano ancora alte. Il nostro viaggio finisce alloratorio, cuore pulsante della vita sociale della zona. una sorta di villaggio nel cuore di via Cremona, dove i bambini fanno i compiti o giocano spensierati, seguiti da giovani educatori. Una mamma indiana chiede consigli a una mamma italiana, i campetti di calcio e di basket sono presi dassalto e gli anziani riempiono i tavoli del bar per interminabili partite a carte, chiacchiere e risate o commenti sulle notizie sportive. I problemi, in un attimo, volano via. Parliamo di tutto questo con Padre Antonio do Brasil, un giovane sacerdote venuto da lontano.

CI RACCONTANO VIA creMoNA

PAdre ANtoNIo oLIVeIrA rochA (Parrocchia Santa Maria della Vittoria) Da quanto tempo qui? Da due anni, e il mio percorso volge al termine. Tra poco torner in Brasile. Sono felice di tornare a casa, ma allo stesso tempo malinconico per tutto ci di bello che lascer qui. Come descriverebbe via Cremona ai suoi connazionali? Come una zona ricca dal punto di vista sociale, movimentata dalle famiglie e piena di giovent. Una zona tranquilla, vivibile e servita, senza troppi problemi. Mentre la maggioranza delle altre parrocchie cittadine si svuotano qui c sempre un grande movimento. Come mai? Le nostre iniziative del tempo libero e quelle religiose sono collegate tra loro. La frequenza in chiesa e in oratorio

Due scorci di via Cremona. In basso, la Cascina Maggia.

favorita dai genitori, che si sono appassionati a questa realt e con il loro entusiasmo trascinano giovani e bambini. Tutto inizia e finisce con una Messa o una preghiera. Parlando con la gente del posto uno dei problemi pi sentiti limmigrazione. Perfino il curato straniero! Io penso che nella zona ci sia ancora, in certi casi, una concezione discriminatoria nei confronti degli immigrati, ma da ci che posso vedere in oratorio posso solo essere ottimista. Nel nostro centro ci sono bambini di 10 nazionalit differenti, abbiamo organizzato una cena con le loro famiglie permettendo di incontrarsi a persone che probabilmente non si erano mai rivolte la parola. Il problema non la contrapposizione tra italiani e stranieri, come viene gestito un ambiente. Come riescono a convivere in un luogo religioso fedi differenti? Con il rispetto reciproco e lavorando sui valori umani, che sono comuni a ogni cultura. Loratorio frequentato da parecchi bambini che hanno una fede diversa dalla nostra, ma dai loro genitori non mai arrivata una lamentela. Se potesse fare una richiesta al sindaco cosa gli chiederebbe? Una sinergia tra istituzioni, scuola e oratorio per favorire momenti di incontro, di crescita e di divertimento per i giovani. La mia impressione che i nostri ragazzi siano troppo spesso in balia della noia. Noi proponiamo tante iniziative, ma unendo le forze si potrebbe fare molto di pi.

bertINI (IdeAL Foto) Via Cremona

Bertini.

Qual il suo giudizio di via Cremona? una bella zona, parecchio movimentata. Lunico cruccio lannoso problema dei parcheggi, troppo pochi rispetto al flusso del traffico. I miei clienti vanno sempre di fretta per paura di prendere multe e spesso stanno sulla soglia del negozio per controllare lauto in sosta. Cos non vita. Immigrazione e integrazione. A che punto siamo? Ci sono sempre pi extracomunitari. Hanno acquistato parecchi appartamenti. Pachistani ed egiziani sono un numero importante e questo spinge parecchi italiani a cambiare zona. Coesistenza impossibile? Finch c rispetto non ci sono problemi, ma spesso questo viene meno e qui vivono parecchi anziani che non tollerano ritmi, abitudini e culture opposti alla loro.

rAUL GrASSo (IL cAFF deI PIGrI) Via Cremona Laspetto peggiore di via Cremona. La sera, dopo le 20, una zona che smette di vivere. Come risolvere questo problema? Aumentando i parcheggi, che sono pochi e praticamente tutti a pagamento. E la questione immigrati? Per me non sono un problema. Non ho mai avuto scocciature. Quali sono i momenti clou della tua giornata lavorativa? Mi concentro soprattutto su colazioni, aperitivi e pranzi. La mia specialit la caraffa di pirlo. PAoLo PrAto (AGeNtI IMMobILIArI rIUNItI) Via Volta Qual il suo parere se questa zona? Io la vedo durante il giorno e mi sembra tranquilla. La sera non saprei dire. Qual il problema pi sentito? La mancanza di integrazione tra italiani e stranieri. Il problema che manca soprattutto la volont di amalgamarsi da una parte e dallaltra. Come va il lavoro nel vostro settore? C pi vivacit rispetto agli anni scorsi e c pi interesse ad acquistare immobili. La crisi c, ma vendiamo bene sia le strutture molto costose sia quelle economiche. I benestanti hanno ancora i soldi per i grandi investimenti, sulle piccole operazioni intervengono ancora le banche, mentre sui mutui medi c pi difficolt.

VOCE AI PASSANTI
claudia, 44 anni Qual il problema pi sentito in zona? Senza dubbio gli extracomunitari. Dove abito c un bar e dopo le 22 tutta una distesa di stranieri seduti davanti alle vetrine dei negozi con le birre. Di giorno ci sono gli agenti che controllano la zona, ma di sera non ci sentiamo sicuri di fare uscire tranquillamente i nostri figli. Luisa, 50 anni Se consiglierei a chi sta cercando casa di trasferirsi qui? una bella zona, ma negli ultimi anni c stata una caduta di stile. Dobbiamo ringraziare i proprietari che affittano agli stranieri svalutando via Cremona, che sarebbe un piccolo gioiello, ma che stata abbandonata a se stessa. Marika, 53 anni Abito in via Volta e l una questione molto sentita la sicurezza dei pedoni. Nei pressi della rotonda allincrocio con viale Duca degli Abruzzi ci sono passaggi pedonali che hanno causato diversi incidenti. Ahmed, 30 anni Vivo in Italia da sei anni e mi trovo bene, anche se adesso c poco lavoro. Ho amici di tanti paesi, per me conta la persona, non da dove viene. Limportante vivere in pace e imparare a conoscersi, poi le differenze si superano.
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INTERLAND

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a BottiCino
a Valle del Marmo, un anno dopo. Torniamo sui nostri passi, e troviamo una Botticino pi sorridente, pi speranzosa. In paese tutto sembra uguale, ma ci che cambiato non palpabile tra le viuzze a picco e i verdi giardini, perch lo si legge negli occhi della gente. Nonostante i colpi della crisi, che ha costretto in ginocchio i calzifici, queste persone sanno di avere una risorsa in pi: la resilienza, dote tipica di chi si piega ma non si spezza, forgiata da anni di isolamento, con le maniche da rimboccarsi e lorizzonte chiuso da un monte croce e delizia che non permette vie di fuga. Questa comunit schietta strappa un sorriso anche sotto il feroce solleone, mentre sentiamo le vecchie generazioni chiamarsi ancora con epiteti daltri tempi, segno di un campanilismo buono che rimane negli anni, nella storia.

verdi Speranze,
Qui resistono spudit e maran (rispettivamente, i residenti di Sera e Mattina), vivono placidi allombra del proprio uscio, giocano a carte sui banconi delloratorio un calice di vino nostrano doc a fior di labbra , forse inconsapevoli, sicuramente noncuranti, che la loro Butiz ha superato i limiti della propria atipica geografia. Canada, Stati Uniti, Giappone, Argentina...: tra il pregiato marmo e le preziose uve, questa landa parla di s al mondo, con tutta la semplicit della sua gente. CI RACCONTANO bottIcINo gente nuova che fatica ad integrarsi. Solo le famiglie con bambini, frequentando asilo, scuola e oratorio, si inseriscono. Si fatto qualcosa per i ragazzi? A livello di attivit sportive calcio, rugby c movimento, per il resto ci sono bar e oratorio. Dove ci si ritrova a Botticino, per socializzare? A parte loratorio, non c nientaltro.

di ALeSSANdrA toNIzzo

PAoLA brASI (ALIMeNtArI brASI) via Val Verde 14, B. Sera Botticino ancora un paese dormitorio, in cui difficile fare comunit? Purtroppo s, e penso sia sempre peggio: ci sono molte case nuove,

Paola Brasi e Laura Lonati.


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INTERLAND

Botticino

terrI MANFredI (erborISterIA VALVerde) via Tito Speri 50, B. Sera Da quanto lavorate a Botticino, qual la vostra clientela? Siamo qui da 31 anni. Botticino un paese dimportazione, la gente va in citt a fare le spese, per qui gravita parecchia clientela di Brescia, S. Eufemia, Rezzato, Nuvolera e Serle. Tra B. Sera, Mattina e San Gallo si riuscito a costruire uno spirito comune? C ancora campanilismo, che risale al 1928, momento di accorpamento dei comuni, ma si sta perdendo tra i giovani. la comunit parrocchiale, unificata, che sta creando aggregazione, perch per il resto non esistono piazze comuni o centri per il commercio. Un difetto di Botticino. Botticino un paese disordinato, gi a partire dallarredo urbano, dai marciapiedi, dalle strade Non c la voglia di tenere il verde pubblico. MArIA rIzzINI (ProFUMerIA MArIe) via Tito Speri 73, B. Sera Botticino in due parole, per chi non la conosce. Botticino una realt provinciale fatta di gente semplice: ci si vive bene. Si evoluto molto nel tempo, pur essendo un paese pedemontano con scarso passaggio, dalla mentalit un po chiusa.

Sentite la crisi? Botticino la sente: tutta leconomia era improntata sui calzifici, ora in declino anche per gli influssi cinesi. Ma questa gente non si perde danimo. un paese giovane? una realt residenziale, un po vecchiotta. Botticino caro per la sua posizione appetibile, quindi i giovani che vogliono far famiglia vanno altrove. ALeSSANdro deLAINI (eLIANoro GIoIeLLerIA) via Udine 5, B. Mattina Che clientela ha? Let della mia clientela, mediamente, va dai 35 ai 70 anni, ed gente non solo di Botticino, ma anche di Brescia, Molinetto, del lago o della Val Camonica. Da quanti anni lavora qui? Da 11 anni, ma lattivit c da 30. Come si rispecchia la crisi nella sua attivit? Negli ultimi anni il lavoro calato parecchio: quando, a fine mese, si pagano le spese si gi contenti. Che idea si fatto del paese? Dal 95 non cambiato niente. Botticino non un paese turistico, i negozi

sono sparsi qua e l. Vino, marmo, e una volta anche i calzifici, sono i suoi punti forti.

Alessandro Delaini.

ALIce GorNI (edIcoLA tAbAccherIA) via Marconi 26, B. Mattina Botticino e i giovani. Non c molta attivit, quello che c organizzato dagli oratori: grest, giochi gonfiabili I pi grandi si spostano in citt o a Rezzato, oppure vanno al bar, ai giardini. Un pregio e un difetto di Botticino un paese tranquillo, pieno di verde, e per questo tutti ci invidiano. Mancano attrattive per i ragazzi.

Grazie alla raccolta differenziata fatta da milioni di cittadini italiani, lattine per bevande, vaschette per alimenti, foglio sottile dalluminio, scatolette, bombolette spray e tubetti, possono essere riciclati dando vita a nuovi imballaggi e altri oggetti in alluminio di uso quotidiano. Lalluminio si ricicla al 100% e allinfinito con un enorme risparmio di energia e materia. Partecipa alla raccolta differenziata degli imballaggi in alluminio seguendo le indicazioni del tuo Comune, CIAL Consorzio per il Recupero e il Riciclo degli Imballaggi in Alluminio ne promuove la raccolta e ne garantisce il riciclo su tutto il territorio nazionale. info su:

VOCE AI PASSANTI
Giuseppe, 58 anni Le rivalit tra B. Sera e Mattina? Si sentono ancora eccome!. Michele, 28 anni Bella la festa del rugby peccato che non sia venuto nessuno di B. Mattina. Anna, 46 anni I ritrovi di Botticino? Per giovani e adulti, non restano che i bar. Silvia, 37 anni Tolte le cave, Botticino una realt tranquilla, senza traffico o grandi industrie.

10 0 % r i c i c l a b i l e

alluminio

raccolta differenziata

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IAGGIO IN PROvINCIA

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Si pu FARE di pi

FranCiaCorta

rovato, erbusco, Adro, corte Franca, Iseo: la Franciacorta delle bollicine e del turismo che deve darsi valore.

l nostro viaggio verso la Franciacorta inizia consultando il servizio dedicato lo scorso anno da 12 Mesi alla terra delle bollicine, la zona collinare a vocazione spumantistica situata tra Brescia e lestremit meridionale del Lago dIseo: continuit, tradizione, innovazione, natura, turismo, imprenditoria erano e restano le parole chiave di un territorio stupendo, in cui si vive bene, sebbene resti sempre pendente un laconico per, un retrogusto brut che non deve mettere radici, se non nellumida terra. Quella dei vigneti che, mentre ci accingiamo
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IAGGIO IN PROvINCIA

Franciacorta

a visitare la Franciacorta, fa a suo modo notizia sui giornali, con le preoccupazioni sulle condizioni di lavoro della manovalanza in tempo di raccolta (lavoratori provenienti per lo pi da Polonia e Romania), lombra del caporalato. Arriviamo a Rovato, 18mila abitanti circa, per capire come qui sia messa in scena la massima espressione del cambiamento territoriale: da collinare e anticamente cosparso di boschi, il terreno della Franciacorta stato trasformato con limpianto di numerosi vigneti prima (il nuovo corso della vitivinicoltura della Franciacorta inizia a tutti gli effetti al principio degli anni 60, con la nascita delle prime cantine), e con comparti industriali poi (dalledile, al tessile, al chimico e metalmeccanico). Nella terra del manzo allolio, la produzione del vino Curtefranca c, ma fa comunque discutere il suo status di capitale dellintera zona, mentre sullo sfondo si agitano dibattiti sullannoso problema delle discariche, sullantenna di 30 metri che campeggia dal Monte Orfano, sul rapporto con la sensibile presenza di stranieri e la difficile gestione del traffico. Una manciata di chilometri e siamo ad Erbusco, nella regione agricola della Franciacorta, in prossimit del fiume Oglio che ne segna il confine con la provincia di Bergamo e, pochi chilometri a sud, del lago dIseo , terra rimasta fedele a se stessa, ma il cui centro storico paga il dazio ai centri commerciali, svuotandosi di attivit (la concorrenza alle stelle) e abitanti autoctoni (le abita-

Nelle pagine precedenti, uno scorcio di Colombaro di Corte Franca. Qui sopra, il lungolago di Iseo; in basso, Adro.

zioni sono molto care). Qui si respira di pi laria delle cantine, dei pregiati vini dai Franciacorta (Millesimato, Ros, Satn, Riserva) al Curtefranca doc, fino agli Igt e i vini fermi anche se mancano direttive precise, fatte di punti dinformazione e accoglienza, a chi vuole gustare questo paese, non solo in formato mordi e fuggi. A soli tre chilometri incontriamo Adro: 7mila abitanti e una spiccata vocazione agricola, vitivinicola per lappunto. Proprio nel cuore della Franciacorta, ad Adro, sacro e profano di mescolano: paese meta di pellegrinaggio cristiano, con il suo Santuario della Madonna della Neve, nonch ideatore della manifestazione Miss Franciacorta che, da tre anni, cerca dessere il trade union della zona, sopperendo alla sensazione di dispersione che suscita il suo centro.

Con circa 6mila anime, Corte Franca resta uno dei gioielli della Franciacorta, luogo fuori dal tempo per il suo paesaggio ravvivato dal Monte Alto , in cui natura e ritmi lenti sono le priorit. Mentre c chi mormora che si sia costruito troppo, le frazioni di Borgonato, Colombaro, Nigoline e Timoline hanno subito una recente trasformazione, creando un riassetto, ancora in atto, che ne determina equilibri diversi: c chi rinasce (come Timoline, con scuola, posta, municipio e mercato), chi perde il suo primato ( il caso di Borgonato, prima maggior punto di riferimento zonale) e chi langue (Colombaro soffre ancora la carenza idrica nei mesi estivi, Nigoline lo svuotarsi di attivit e popolazione). Il nostro viaggio termina a Iseo, sulla sponda sud-orientale dellomonimo lago, luogo in cui acqua e terra convivono in uno scambio fertile e scenografico vigne, uliveti, la Riserva naturale Torbiere del Sebino , portando in Franciacorta un turismo meno di nicchia che cerca dessere il traino delleconomia locale. Lanima esteriore dIseo un po troppo statica e retr cozza con i suoi fermenti interiori, fatti di mostre, palazzi storici e convivialit. Lestate finita, e con essa il tempo di valutazioni e pagelle, ma quei per in sospeso li ritroviamo quasi tutti, e sono troppi per una zona cos suggestiva, cos nota; tanto che ci sentiamo di dire: Franciacorta, si pu fare di pi.

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Ci Hanno detto
roVATo

IAGGIO IN PROvINCIA

Franciacorta
Piazza Cavour.

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di ALeSSANdrA toNIzzo

PAESE CHE VAI LE NOSTRE IMPRESSIONI


Appena entrati a Rovato, dopo aver sfilato attraverso campi e vigneti, sembra dessere tornati in citt. Laria ridiventa pesante, il traffico scorre senza sosta, la fretta prende alla gola. La capitale della Franciacorta, siamo sicu ri, meriterebbe di pi.

SArA MeNA (MAMIS cAFF) Corso Bonomelli

Dalla 15enne alla donna matura, di Rezzato ma anche di Brescia, Lonato sono quasi tutte clienti fidelizzate. Un difetto di Rovato. La Cogeme qui funziona male, pulisce poco il paese. Ma il paese ancora la vera capitale della Franciacorta? Assolutamente s. GIAMbAttIStA VecchI (I FrUttI deLLA terrA) P.za Cavour

Intervista

ANDREA COTTINELLI, SINDACO DI ROVATO


Sara Mena.

Ha aperto da un anno: che idea si fatta di Rovato? Sinceramente mi aspettavo di meglio, come gente e come vita. Si attivata, al riguardo? Certo: con alcuni commercianti, insieme allassessore al commercio, si sta cercando di trovare nuove iniziative in grado di rianimare un po il paese. La notte bianca la prima tappa.

Corso Bonomelli in via di rifacimento: voi commercianti come ve la caverete? unincognita anche per me: vedr se ci sar lavoro o meno. FrANceSco MUrA (cIGNo Nero, bAr tAbAcchI) Corso Bonomelli

VOCE AI PASSANTI
Maria, 36 anni Sono straniera, ma da anni vivo qui e ho una mia attivit. Mai sentito battute volgari e discriminatorie come a Rezzato. Nicola, 45 anni Rovato un paese spento perch una realt di passaggio, tra il lago e monti. Giovanna, 50 anni Credo che il paese si stia lentamente rivalutando, grazie a diverse iniziative. barbara, 71 anni Il mercato alimentare del mercoled, in piazza, una cosa nuova: a me piace molto.
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Francesco Mura.

nazionali, offre ancora lavoro e opportunit. Sono molto contento. Ma ancora la capitale della Franciacorta? Dal punto di vista economico, sicuramente. A livello paesaggistico ci sono zone pi rappresentative della Franciacorta: vino, uve e agricoltura. Rovato pi industrializzato. Ha qualche preoccupazione? Sicuramente la chiusura del corso Bonomelli, una strada fatta molto male (ogni pioggia forte causa allagamenti). Speriamo che questa volta lintervento del Comune sia positivo, perch prima si sono spesi soldi inutili. una strada su cui, quotidianamente, passano svariate migliaia di auto, sarebbero anche serviti dei parcheggi intelligenti. GIoVANNA FerrArI (N 4 dettAGLI, AbbIGLIAMeNto doNNA) Via Ricchino Un aggettivo per descrivere Rovato Commercialmente attivo: ci sono molti negozi, tanta gente viene anche da fuori di giorno molto vivace, un po spento la sera. Rovato un paese prezioso, caratteristico. La sua clientela?

Ha questo locale da 4 anni: come mai ha scelto la Franciacorta? Vengo da Asti, mi sono trasferito a Brescia ed ho trovato in vendita questo bar-tabaccheria: rifatto ex novo, abbiamo inserito anche un terminale in grado di surclassare molti servizi postali, evitando le classiche code. Ora vivo qui, un ambiente sereno. Quindi Rovato per lei Un paese che, nonostante le difficolt

Vivace di giorno e spenta la sera: questa rovato, secondo i suoi abitanti. cosa si pu fare? La vitalit serale e notturna di un territorio dovuta sia alla presenza di attivit legata allambiente pensiamo a zone come il lago che, pi di altre, riescono ad attrarre gente, e con le quali non possiamo certo competere sia da come le persone vivono il territorio. Per il primo fattore non si pu fare pi di tanto, quanto al secondo, la nostra gente tende a cercare il divertimento cambiando ambiente e quindi uscendo dal paese. Inoltre, ci sono diverse mode che implicano un grande tournover di attivit commerciali. Le frazioni di rovato lamentano dessere lasciate in disparte Le frazioni del paese distano dal centro da 4 a 6 chilometri e, storicamente, i servizi sono stati collocati nelle zone pi popolate: quelle centrali, come successo con la biblioteca (mentre, ad esempio, le scuole materne ci sono). Negli ultimi anni i piccoli negozi che servivano queste frazioni sono andati riducendosi sotto la pressione dei centri commerciali, e quindi queste zone sono rimaste sguarnite; ma i negozi aprono dove hanno pi convenienza, non ci sono norme comunali che ne regolino lapertura. Gli oratori cercano comunque di offrire

servizi nelle frazioni, non solo nel periodo estivo; noi stessi siamo riusciti a portare il medico di base a Duomo, mentre abbiamo inoltrato la richiesta di una farmacia comunale gi nel 2008 (restiamo in attesa del bando dalla Regione Lombardia). rovato si industrializzata, rispetto agli altri paesi della Franciacorta. Quanto questa realt ha influito sul suo status di capitale? Il nostro un tessuto industriale/artigianale non cos dirompente come invece in paesi come Castegnato o Travagliato: zone che hanno creato grandi poli industriali, offerto spazi al trasferimento di aziende della Val Trompia che erano alle strette. Da noi esistono anche attivit di servizi e la maggior parte del territorio comunale (circa 26 kmq) ancora agricolo: tutto sommato, quindi, c equilibrio tra i vari settori economici.

Ha aperto da pochi mesi: come sta andando? Non mancano le difficolt, sia perch un locale nuovo, sia perch la gente oramai va al supermercato per tutto: si deve riabituare al negozio di una volta. vero che chi abita nelle frazioni si sente trascurato? Sono un po trascurati, vero, sono zone lasciate a decadere. Iniziative come il cinema allaperto e il mercato aiutano a risollevare Per il cinema serale impediscono il parcheggio in piazza gi dal pomeriggio, limitando il passaggio, mentre il mercato dei prodotti della terra, ovviamente, mi d noia. La questione discariche? Dopo molte lamentele, sembra che portino tutto a Brescia. Certo che quando si passa a Castrezzato c una puzza. contento di trovarsi qui perch Nonostante le difficolt per riuscire a far famiglia, dopo aver lavorato in mezzo alla campagna senza alcuna assicurazione, in un allevamento di lepri, adesso ho unaltra chance. Spero che aggiungere allesercizio una cucina mi aiuti a decollare.
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Giambattista Vecchi.

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ErBUSCo
di ALeSSANdrA toNIzzo

IAGGIO IN PROvINCIA Franciacorta

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LINcA SUbrI (FIorIStA) Via Verdi

PAESE CHE VAI LE NOSTRE IMPRESSIONI


Linca Subri.

Che paese Erbusco? Questa, la parte storica, ancora molto caratteristica, carina, nonostante Erbusco sia un paese di vecchia data. Cosa manca? Sicuramente qualche negozio ma questo dovuto ai grandi centri commerciali. Come vivete la vicinanza alla grande distribuzione? Nel mio settore me la cavo. Cerchiamo di distinguerci curando la merce in maniera differente.

orta, Erbusco Forse la vera perla della Franciac purtroppo disattende molte un paese che o, il suo sembra aspettive. Pi che un ritmo lent o. Si salvano dalla catalessi un sonno profond la propria terpersonaggi simpatici che amano come possono per sottrarla ra, che si battono al grigiore.

VOCE AI PASSANTI
Michele, 56 anni Il turismo? Perch non iniziare con un bellinfo point? Non sa quanta gente ha fame di informazioni, e qui non trova niente. Piera, 49 anni Immigrazione? Gli stranieri ci sono, tutti lavoratori. Certo, con la crisi qualcuno a spasso, ma nessun problema sociale. Milena, 50 anni Nonostante tutto io qui vivo bene, non mi sposterei mai!. elena, 29 anni Per le spese? Qui non c nulla, il centro commerciale una scelta obbligata: Esselunga o Torbiere.

E con la crisi? Chi spendeva un tot, spende meno, ma spende comunque. Nascite, anniversari, matrimoni non mancano mai, e anche chi ha un caro al cimitero non vuole fargli mancare il fiore fresco. Certo, io sono sola: se avessi un dipendente da pagare sarebbe gi diverso. I ragazzi riescono a socializzare, far gruppo? Ci sono pochi locali come punti di ritrovo. La maggioranza si sposta. Speriamo nellorganizzazione di eventi, come la notte bianca. GIordANo LINI (bAr ceNtrALe) Via Verdi un originario doc di Erbusco, ci racconti i cambiamenti nel tempo. La gente pi o meno ancora quella, mentre la zona si urbanizzata. Le case sono molto care, chi arriva qui lavora fuori e rincasa la sera. Il paese della vite si industrializzato? Da 25 anni a questa parte s: ci sono

due zone industriali, staccate dal centro, una pi commerciale e laltra artigianale. Questi quattro chilometri centrali restano tranquilli. E il turismo? Non ci sono alberghi o b&b, purtroppo, anche se ci sono imprenditori che vorrebbero costruire strutture ricettive. Capita spesso che vengano dei turisti a chiedermi dove alloggiare: spiace mandarli a Capriolo o a Coccaglio perch qui, tranne quattro camere in agriturismo, non c nulla.

Giordano Lini.
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traslochi trasporti ne art logistica depositi
PIerINA PoNzoNI (LAVASecco) Largo Roma Lavora in centro da quattro anni e abita qui da sempre: cos cambiato? Che non c pi neanche un negozio! Da questo punto di vista, Erbusco morto. Ci sono famiglie giovani? Eccome: sono tutte forestiere, e si integrano grazie ai bambini che frequentano loratorio. Siete tra i talentuosi della raccolta differenziata. Lei si trova bene? Da due anni e mezzo funziona davvero, anche se diciamo che, chi abita in un bilocale, con tutti questi secchi: un po ingombrante, e a volte lumido puzza. Intervista

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ISABELLA NODARI, SINDACO DI ERBUSCO


Le attivit del centro storico si sono diradate moltissimo, e fanno fatica: come rilanciare il commercio locale? Innanzi tutto, per capire il futuro bisogna guardare alle trasformazioni del passato e, effettivamente, il commercio di vicinato allinterno dei centri storici del paese ha subito un grande contraccolpo dovuto allespandersi delle medie e grandi strutture commerciali che si sono insediate negli anni. In paese sono rimaste le attivit che rispondono ai bisogni primari dellindividuo: alimentari, panetterie, macellerie e qualche negozio molto specializzato, che ha una clientela affezionata, che va alla ricerca di un prodotto specifico e di qualit. Credo che il commercio debba proprio andare verso una specializzazione in prodotti di nicchia e di qualit, che vadano a distinguersi dal prodotto omologato che troviamo nelle grandi strutture commerciali, oltre ad avere personale preparato e formato, dando cos insieme al prodotto anche un servizio che non si pu trovare nel grande centro. Oltre a questo si deve far posto allartigianato di qualit, di eccellenza con il ritorno alla manualit: da poco che ha aperto un calzolaio ad Erbusco, attivit che si era persa da quando lultimo artigiano era andato in pensione, in modo da offrire un servizio che magari avr un costo leggermente maggiore bilanciato dalla qualit. Per cui puntare sulla qualit, sullartigianato, sui servizi potrebbe essere la risposta alla necessit di ridare vita ai centri e far ripartire un commercio di prossimit ricreando quel circuito virtuoso che premia la qualit, che , comunque, gi presente nei centri. Nonostante i turisti passino dal paese, non esistono info point o strutture ricettive in grado di ospitarli. Non possibile, nel rispetto del territorio, creare unaccoglienza degna della Franciacorta? Al momento effettivamente non esiste un punto informativo strutturato in paese. Il punto informativo per la Franciacorta e il Sebino rappresentato dallAPT di Iseo. I principali comuni della zona stanno iniziando a costruire un percorso condiviso affinch il turismo, il territorio, il patrimonio storico-culturale possano costituire unimportante risorsa economica e di sviluppo delle potenzialit che il paesaggio, la coltura e le eccellenze dei territori esprimono. La maggior parte di comuni di Franciacorta ha iniziato un percorso di sviluppo di un progetto denominato Terre di Franciacorta per disegnare un piano strategico di azioni positive che i territori insieme possono realizzare. In questa logica si inseriscono sicuramente anche info point e/o strutture ricettive che possano magari anche riqualificare cascine e/o preesistenze abbandonate da anni. Inoltre, sempre a livello di comprensorio importante comprendere la necessit di realizzare nuove strutture alberghiere e di ospitalit, bed and breakfast, ecc., in modo da poter mappare sui territori anche questo tipo di offerta, creando cos lopportunit di trovare ospitalit, servizi e strutture in tutta la Franciacorta, oltre che informazioni, e ottenere come risultato uno sviluppo sostenibile per il territorio.

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ADro
di ALeSSANdrA cAScIo

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PAESE CHE VAI LE NOSTRE IMPRESSIONI


orta, a qualche Situato nel cuore della Franciac dIseo, Adro appare al tuchilometro dal Lago ersivo a causa rista un centro disgregato e disp itudinale dellabitato. Meta di uno sviluppo long glie i fedeli in un di pellegrinaggio cristiano acco a per un centro che negli clima di quiete eccessiv uovere il terriultimi anni sta cercando di prom con diverse manifestazioni. torio franciacortino

ANNA beLottI (PAStIccerIA AMALFI) Via Lazzaretto Come si vive ad Adro? Si vive bene. Da tre anni rappresento lassociazione dei commercianti e con i miei colleghi e lamministrazione comunale stiamo lavorando intensamente per offrire pi servizi ai cittadini e dare un po di vita al paese. In che modo? Ad esempio lassociazione ha ideato la manifestazione Miss Franciacorta, che oggi alla sua terza edizione, riuscendo a coinvolgere i comuni limitrofi, la Regione e la citt di Brescia. Un modo per dare risalto alla zona, creando un collegamento che unisca tutti sotto lo stesso tetto. Quali sono le potenzialit del paese e cosa dovrebbe essere migliorato? Sicuramente servirebbero alcuni accorgimenti non solo a livello commerciale, ma anche a livello di viabilit perch Adro si estende su un vasto territorio e la periferia un po penalizzata per quanto riguarda il raggiungimento del centro. Com stata la stagione turistica questanno? Abbiamo unattrazione che richiama i turisti dodici mesi lanno, il santuario della Madonna della Neve, che non soggetta a crisi, tuttavia la crisi stata graduale anche a causa dello spostamento dalla via del polo scolastico.

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ElettroLeader
Progettazione ed installazione impianti elettrici e di automazione, impianti di sicurezza ed impianti fotovoltaici

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orNeLLA GerVASoNI (cALzAtUre) Via Umberto I Qual let media del paese? Direi che abbastanza omogenea. Giovani coppie lo scelgono come luogo in cui vivere e ci vengono ad abitare. ancora un momento di crisi questo per il commercio? S, abbastanza. Per ora ci si augura che la situazione non peggiori. Qui le attivit non sono numerose e alcune, nellultimo anno, hanno chiuso sia per il raggiungimento dellet pensionabile del commerciante, sia per le poche entrate registrate. Cosa manca in paese? Sicuramente manca quello che pu portare in paese la gente da fuori, come ad esempio uno studio medico specialistico che indurrebbe a visitare il centro e i suoi negozi che non sempre riescono a sostenere le spese per la pubblicit e quindi sono penalizzati. Intervista SILVANA LANcINI (INtIMo e PIGIAMerIA) Via Lazzaretto Da quanti anni presente la sua lattivit? Da ottantanni ed stata una delle prime attivit commerciali ad aprire qui ad Adro. Come si evoluto Adro nel tempo? Purtroppo non si evoluto molto n dal punto di vista commerciale, n tantomeno dal punto di vista caratteriale. In che senso? Nel senso che una cittadina in cui si mantengono ancora vive le tradizioni e questo sicuramente un pregio, ma allo stesso tempo alla gente piace ancora spettegolare. Cosa offre il paese ai giovani? Direi abbastanza. Abbiamo un ottimo oratorio che funziona molto bene, grazie al sacerdote che ha saputo coinvolgere molto i giovani; anche il comune sprona i ragazzi a vivere il paese, attraverso lorganizzazione del palio, di spettacoli e tornei.

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VOCE AI PASSANTI
Serena, 34 anni Ho scelto Adro come luogo in cui piantare le mie radici, lavoro in Franciacorta e, dopo anni di pendolarismo, ho deciso che questo era il posto giusto per vivere in tranquillit. Karim, 43 anni Sono straniero e qui vivo male, non mi sento accettato dalla comunit e anche il Comune ci vuole mandare via tutti. Luciano, 72 anni Sono in pellegrinaggio con la mia famiglia, qui si respira quiete e serenit; il posto ideale per allenare la propria fede ed andare in ritiro spirituale. Giorgia, 66 anni Il paesaggio circostante incantevole e si mangia e si beve benissimo.

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DANILO OSCAR LANCINI, SINDACO DI ADRO


dopo aver trasferito il polo scolastico nella nuova area, come pensate di recuperare la zona di via Lazzaretto? La destinazione urbanistica di quellarea residenziale ed stata stabilita prima di iniziare i lavori del nuovo polo scolastico. Oggi stiamo aspettando che chi dovr eseguire i lavori presenti il progetto in Comune. Ci tengo a sottolineare che la zona non destinata a residenza popolare, ma residenziale mista a commerciale. Inoltre, il Comune di Adro ha trattenuto 2.800 mq di quellarea, da destinare alla creazione di residenze per anziani. come pensate di rilanciare il commercio ad Adro? Stiamo cercando di fare di tutto con e attraverso lassociazione dei commercianti che ha attivato diverse iniziative sul territorio. Lultima, ad esempio, Miss Franciacorta che ha riscosso un successo importante perch non ha riguardato solo il territorio di Adro e Torbiato, ma anche quello dellintera Franciacorta. In queste occasioni i commercianti dovrebbero fare un po pi gioco di squadra anche se credo che questa mancanza sia legata al fatto che la loro associazione esiste da poco. Quindi, pensa che sia possibile creare una rete per la promozione sinergica della Franciacorta? ci sono dei progetti in cantiere in tal senso? S, ce ne sono e ce ne saranno anche in futuro. Ritengo che attraverso il Consorzio di tutela del Franciacorta, che promuove iniziative anche di carattere culturale oltre che di valorizzazione del territorio dal punto di vista ambientale, sia possibile creare un circuito che porti un indotto anche ai commercianti, oltre che alle cantine e ai viticoltori. Ogni manifestazione rappresenta unoccasione che il commerciante deve imparare a cogliere e ad usare non solo a proprio vantaggio, ma anche per il benessere collettivo.
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CorTE FrANCA
di ALeSSANdrA toNIzzo

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PAESE CHE VAI LE NOSTRE IMPRESSIONI


Corte Franca: un insieme di fraz ioncine tenute insieme dal cielo blu e una terra strepitosa. proprio vero, il dedalo di viuz ze con vigneti allorizzonte mozzafiato, ma non si vive di solo panorama (o di golf, cantine e acquapark). Se non si riporta lattenzione alla gen te del posto, si rischia di creare delle localit fantasma.

concessionaria esclusiva per la pubblicit locale sulledizione Brescia del

IoLe SPINoNI (ALIMeNtArI) Via Bonomelli, Nigoline Come si vive qui? Abbastanza bene, anche se mi accorgo, in negozio, che i pensionati fanno molta fatica. stato costruito molto a Corte Franca? Si cementificato molto, un po troppo direi. Pare ci siano 400 appartamenti vuoti. I giovani di qui non vi alloggiano? Vanno altrove, ad esempio a Capriolo, perch qui molto caro. Avete ancora il problema dellapprovvigionamento idrico, destate? A Nigoline no, ma pi in alto s, come a Colombaro. Alcuni si lavavano nella fontana sulla strada. PIerGIULIo NAboNI (PANIFIcIo) Via L. da Vinci/Via Volta, Nigoline Commercialmente vi state spegnendo Pensi che ci siamo dal 1948, dall88 seguo io lattivit. Con tutti i supermercati che ci sono, stiamo morendo. C del turismo? Qualcosa destate, ma niente di massa.

VOCE AI PASSANTI
Silvia, 20 anni Nigoline morto, ci sono tre attivit commerciali e un bar, aperto solo il pomeriggio, e hanno dislocato tutti i servizi (municipio, scuole, posta). Giovanni, 41 anni Viabilit? Vogliamo parlare del senso unico a Nigoline? Ha tolto anche quel poco passaggio che cera, sacrificando quei pochi esercizi che sono rimasti. carlo, 57 anni Qui la rete fognaria fuori norma, noi di Nigoline speravamo ci mettessero mano!. Sara, 45 anni Ci sono degli stranieri, tutti lavoratori e brava gente.

Ci sono degli stranieri che visitano lantica Chiesa di S. Eufemia e i vari palazzi patrizi di una volta un turismo occasionale. Per si costruito molto e venduto poco, pi che altro come seconde case.

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Piergiulio Naboni.

GIANLUIGI redoNdI (AbbIGLIAMeNto) mercato settimanale di Timoline, P.za di Franciacorta nato a Corte Franca, ne avr visti di cambiamenti Indubbiamente, specialmente a Timoline che, con larrivo di municipio, scuole e posta, diventata il centro di Corte Franca. Il mercato del mercoled funziona? un appuntamento settimanale fisso molto sentito. Peccato che ci abbiano separato dal comparto alimentare: cera pi passaggio. Manca qualcosa? Penso ci sia tutto: golf, hotel, acquasplash non manca niente.

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Franciacorta

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PAESE CHE VAI LE NOSTRE IMPRESSIONI


di ALeSSANdrA cAScIo

MoNIcA (bAr crIStAL) Via Ninfea Come vanno gli affari? Siamo aperti da quattro anni e da allora il lavoro andato calando: non godiamo dei benefici di chi ha unattivit fronte lago e la stagione turistica si accorciata, un po come le possibilit della gente. cambiato il tipo di turista? Si mantengono ai primi posti olandesi e tedeschi, ma c stato un incremento di americani. La new-entry sono gli australiani. Il Comune vi d una mano? Vedo pi attive e in crescita realt come Lovere o Sarnico, qui sembra che le cose vadano a rilento. UGo PezzottI (oSterIA cA deI cILINdrI) Via Duomo

Il lungolago risulta un po ingessat o, soffocante e suggerisce un impiantito arch itettonicamente affollato, troppo anni 80. La sorp resa invece la vita colta e sonnacchiosa dellinte rno: le mostre, i palazzi cinquecenteschi, le cola zioni fra amici. Limpressione che questo com une lacustre si sia un po adagiato sul suo passato , certe volte a svantaggio di altri pregi potenz iali. Da rivedere viabilit e le pavimentazioni stra dali.

Un pro e un contro di Iseo? Pro sicuramente i luoghi ancora da scoprire e il suo patrimonio naturale: e non parliamo del lago, ma della montagna, che Iseo ha ottenuto non si cementificasse. Un contro la miopia di certa gente sulle reali necessit per il futuro. Il turismo regge ancora? stata una felicissima intuizione negli anni 30, ora davvero tempo di svecchiarsi, fare cartello con Montisola e Franciacorta e offrire maggiore originalit, nuove proposte. Pi concepiti per il centro storico che non per le varie frazioni, ma in crescita; a breve dovrebbe partire pure la raccolta differenziata. costoso abitare qui? Non a buon mercato o, meglio, i prezzi delle case sono rimasti fermi a qualche anno fa, quando altrove sono scesi di molto. La gente in generale non se la passa male. PAtrIzIA VerrI (edIcoL) P.za Garibaldi re le attivit di promozione. Simmagini di prendere la parola in Giunta, cosa direbbe?! Pochi parcheggi, troppo lontani, troppo costosi. FLAMINIo PezzottI e GIANLUcA SerIoLI Testata Il punto dincontro

Avete problemi di sicurezza? No, abbiamo unottima caserma e vigili efficienti: non ci possiamo lamentare. Se potesse mettere una pulce nellorecchio al Sindaco Gli chiederei come mai sono stati istallati pilomat, varchi Ztl e transenne mobili che non sono mai stati usati, col risultato di auto lanciate in vicoli stretti dove le famiglie dovrebbero poter passeggiare tranquille. GIordANo coLoMbI (VItA dA cANI) Vicolo Ferrari la prima volta che vedo una boutique dalta moda solo per cani La nostra stata una sfida che da qualche anno sembra vederci vincitori: molti non lavrebbero detto!. La gente dIseo sensibile alla moda a quattro zampe? Sa sicuramente apprezzare la qualit e loriginalit, ma lavoriamo anche grazie al passaparola con altre citt, clienti stranieri, e molto sul web. La sera frequenta Iseo? Ci sono iniziative, manifestazioni? Mai quante ne servirebbero, soprattutto

adesso che sembra impossibile convincere la gente ad uscire di casa. Ho notato per che recentemente si sta puntando sulla qualit e sulla cura delle poche iniziative organizzate: un inizio. SteFANIA e FrANceScA teNGAtINI (bIANchI boUtIQUe) Via Lungolago Marconi Qual il vostro target?

VOCE AI PASSANTI
Gianmaria, 36 anni Vengo ad Iseo a fare una passeggiata ogni tanto, ci vengo volentieri, ma non trovo pi il clima frizzante che si respirava anni fa. Luisa, 56 anni Sono nata in zona ma poi mi sono trasferita in citt: quando penso a Iseo penso alla tranquillit e alla cordialit della gente e mi viene subito voglia di tornarci. daniele, 27 anni Il verde pubblico molto curato, certe attrazioni sono un po troppo per turisti, bellissima la mostra sugli etruschi, economica e ben allestita.
NeL ProSSIMo NUMero Bovegno Collio / S. Colombano Gardone v.T. Marcheno Sarezzo

Ugo Pezzotti.

La vostra attivit qui ha oltre trentanni: com cambiato Iseo? Abbiamo assistito agli alti e bassi del commercio, dai picchi degli anni Ottanta allaffondo degli ultimi tre o quattro anni. Lavoriamo grazie a clienti fissi e alla fidelizzazione, tanto coi locali quanto con gli stranieri. A livello abitativo invece un posto tranquillo e curato dove stiamo molto bene. Il vostro un lavoro pi stagionale? Poteva esserlo un tempo, ora non pi cos. Moltissimi negozi hanno chiuso, i restanti tengono duro. Bar, pub e ristoranti restano aperti a lungo nei fine settimana sfruttando il giro dei ragazzi che vengono qui anche dalla Franciacorta e da Bergamo.
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Stefania e Francesca Tengatini.

Giordano Colombi.

Per lo pi gente di Bergamo, Brescia e Verona che desiderino capi originali e di qualit. Sanno che ad Iseo possono trovare negozi ricercati, di qualit e con variet di proposte come di solito avviene solo in centro citt ma con in pi il bello del lago. I residenti di Iseo sono per lo pi anziani o giovani? Ci vivono pensionati (che dicono di trovarsi pi che bene) e famiglie con bambini. Per quanto riguarda i ragazzi pi grandi, magari tendono a spostarsi un po di pi, ma, sotto sotto, non disdegnano la quiete e la vita tranquilla di Iseo. Come sono i servizi?

Patrizia Verri.

Come descriverebbe il paese? Vengo da Milano e la prima cosa che mi verrebbe da dire che assolutamente a misura duomo. Qualcuno si lamenta della sua provincialit, ma non capisce che proprio quello il suo miglior pregio!. La gente legge, sinforma, curiosa? Molto, tanto che abbiamo scelto di allargarci diventando anche libreria ed stata una decisione inaspettatamente vincente. Avete unassociazione di commercianti? nata da non molto, sta dandosi da fare ma deve ancora rodarsi e incrementa-

Di cosa si tratta? una rivista di cultura locale, che fa otto uscite annue; una passione che ora quasi un secondo lavoro e ci sta dando grandi soddisfazioni.

Flaminio Pezzotti e Gianluca Serioli.

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La formazione deccellenza per le imprese

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gli alpini!
La citt di Palazzolo pronta a ricevere dal 14 al 16 ottobre oltre 15mila penne nere per festeggiare i 150 anni dellUnit dItalia e gli 85 anni della fondazione del Gruppo alpino locale.
ltimi giorni di preparativi a Palazzolo sullOglio per ricevere il raduno degli alpini del Secondo Raggruppamento di Lombardia ed Emilia Romagna. Lappuntamento di quelli importanti perch sono attese oltre 15mila penne nere per festeggiare tutte insieme sia i 150 anni dellUnit dItalia sia gli 85 anni della fondazione del gruppo alpino locale. Per loccasione resteranno aperti al pubblico i monumenti della citt, dalla Torre del Popolo al castello medievale e, per la prima volta in questo tipo di manifestazioni, sar ricostruito un campo trincerato della Grande Guerra (allinterno del campo Metelli); previsti inoltre incontri e commemorazioni. Un programma (vedi box) ricchissimo di eventi come le mostre sulla storia degli alpini o quelle dedicate alla Protezione Civile ma anche serate canore e concerti per coinvolgere direttamente tutta la citt. Importanti anche le anticipazioni che prevedono per sabato 8 ottobre linaugurazione della mostra sulla storia degli alpini (Palazzo Marzoli, ore 18) e in serata un convegno sulla missione in Afganistan (Auditorium San Fedele, ore 20,45). Gioved 13, sar invece inaugurata al Parco Metelli (ore 20,30) una mostra sulla protezione civile della se-

arrivano

zione di Brescia con laccompagnamento della Fanfara dei Bersaglieri. Sono due anni che lavoriamo a questo appuntamento che per la nostra cittadina sar un evento eccezionale spiega Mario Simoni, da 25 anni alla guida del Gruppo Alpini di Palazzolo sullOglio Quando tre anni fa, quasi per caso, abbiamo chiesto di organizzare il raduno, non ci aspettavamo una risposta positiva perch solitamente queste manifestazioni vengono assegnate a citt pi grandi. Ma successo e ora, dopo tanto impegno e altrettanta soddisfazione, siamo arrivati al traguardo. Per domenica 16 ottobre, giorno della sfilata conclusiva, sono attese oltre 15mila penne nere provenienti da tutta la Lombardia e dallEmilia Romagna. Un mese prima della manifestazione avevamo gi pieni gli alberghi di tutta la zona continua Simoni . Le pi previdenti sono state le delegazioni di alpini di Bologna, Varese, Luino, Sassuolo e

naturalmente quella di Ginevra. Con loro, proprio questanno, festeggiamo anche i 30 anni di gemellaggio. Il 2011 un anno importante perch oltre a festeggiare i 150 anni dellunit dItalia ricorda Simoni festeggiamo anche la nascita del nostro gruppo locale. Da 85 anni portiamo avanti con orgoglio i valori di solidariet che i nostri padri e i nostri nonni ci hanno insegnato cercando di dare sempre il nostro contributo in situazioni difficili come successo in occasione del terremoto in Friuli e di quello dellAquila, dellalluvione in Piemonte e delle esondazioni dellOglio.
s

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Da sinistra, Mario Simoni, Alessandro Sala con il figlio e Casali.


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IL PROgRAMMA COMPLETO DEL RADuNO


SAbAto 8 ottobre ore 18.00 Palazzo Marzoli: Inaugurazione della mostra sulla storia degli Alpini ore 20.45 Auditorium S. Fedele: Convegno sulla missione di pace degli Alpini in Afghanistan. Parteciperanno: prof. Andrea Margelletti, presidente CSI, gen. Marcello Bellacicco, col. Giovanni Coradello; coordiner il dibattito il giornalista palazzolese Maurizio Belpietro. GIoVed 13 ottobre ore 20.30 Parco Metelli: Inaugurazione mostra Protezione Civile dellANA di Brescia. Parteciper la Fanfara dei Bersaglieri. VeNerd 14 ottobre ore 14.00 Omaggio a tutti i monumenti ai Caduti della citt ed alla Tomba del colonnello Dante Belotti, nel cimitero di Palosco. ore 18.30 Parco Metelli: Rievocazione di vita in un campo trincerato della prima guerra mondiale. ore 19.00 Piazza Roma: Fiaccolata per il 150 dellUnit dItalia verso piazzale Vittorio Veneto, con deposizione di un serto di fiori alle lapidi dedicate a Vittorio Emanuele II e a Giuseppe Garibaldi. ore 20.45 Palazzetto dello sport: Serata canora con i bambini delle scuole elementari. SAbAto 15 ottobre ore 09.00 Piazzale Giovanni XXIII: Alzabandiera. ore 09.10 Palazzo Comunale: il Sindaco riceve il Presidente nazionale, i consiglieri nazionali, i presidenti sezionali del 2 Raggruppamento, i rappresentanti nazionali del Centro Studi e i responsabili sportivi nazionali dellANA. ore 09.30 Sala Consigliare: Riunione dei presidenti sezionali del 2 Raggruppamento. Palazzo Marzoli: Riunione dei referenti Centro Studi. Auditorium S. Fedele: Riunione responsabili sportivi. Sede del Gruppo: Riunione dei coordinatori A.I.B. del 2 Raggruppamento. ore 11.00 Sala Civica: Incontro tra gli Alpini dei Gruppi di Ginevra e di Palazzolo s/O nel 30 Anniversario del gemellaggio. ore 15.00 Piazzale Giovanni XXIII: Lancio Paracadutisti - Carosello di una Fanfara Alpina. ore 15.30 Sala Consigliare: Incontro tra lAmministrazione comunale e i rappresentanti dellANA. ore 16.30 Palazzo Comunale, via XX Settembre: Onori al labaro dellAssociazione Nazionale Alpini. Piazzale Vittorio Veneto: Onori ai Caduti con deposizione corone. Sfilata per le vie: XX Settembre, piazza Zamara, piazza Roma, Del Ponte, Gorini, Mura, Fabbri, Costa. Piazzale Mazzini: Deposizione corona al monumento degli Alpini. Ripresa della sfilata per le vie: Gorini, Del Ponte, piazza Roma, piazza Zamara. ore 17.45 Chiesa Parrocchiale di Santa Maria Assunta: S. Messa presieduta da S.E. Cardinale Giovanni Battista Re e accompagnata dal Coro Polifonico La Rocchetta. ore 19.00 Piazzale Giovanni XXIII: Ammainabandiera ore 21.00 Chiesa Parrocchiale di Santa Maria Assunta: Serata canora con la partecipazione del Coro Alpino Palazzolese, Coro ANA Alte Cime, Coro ANA Vallecamonica, Coro Valle S. Martino. Presenta Francesco Brighenti. doMeNIcA 16 ottobre ore 8.30 Piazzale Kennedy: Ammassamento. Calata del tricolore dalla Torre del Popolo con fumogeni e sparo di 85 colpi a salve. ore 9.15 Onori ai Gonfaloni delle regioni Emilia-Romagna e Lombardia, della provincia di Brescia e della citt di Palazzolo sullOglio. Onori al labaro dellAssociazione Nazionale Alpini. ore 9.30 Alzabandiera. Saluti delle Autorit. Sfilata per le vie: Kennedy, Italia, Marconi, Zanardelli, Matteotti, Torre del Popolo, XX Settembre, Ponte Nuovo, Lungo Oglio, Del Ponte, piazza Roma, piazza Zamara, piazzale Giovanni XXIII. Parteciper il Corpo musicale cittadino. Piazzale Giovanni XXIII: Onori finali al labaro dellAssociazione Nazionale Alpini e ai Gonfaloni. ore 13.00 Palafiera: Pranzo ufficiale. ore 17.00 Piazzale Kennedy: Ammainabandiera.

il Saluto del SindaCo


loro tenacia e sappiamo che ci metteranno in condizione di fare unAdunata consona alle tradizioni di grandezza e di stile che contraddistingue lanimo alpino. Un animo che negli anni ho imparato a conoscere ed apprezzare sempre pi anche grazie al rapporto con il presidente provinciale della sezione Alpini di Brescia Forlani, di cui mi onoro di ricevere e ricambiare stima e sincera amicizia. Da sempre sono convinto che gli alpini sono un gruppo che merita il nostro sostegno morale e materiale, che merita tutta la nostra comprensione ed ammirazione per la grande opera che svolgono allinterno della societ e le grandi imprese umanitarie che li vedono impegnati su tutti i fronti e nelle situazioni di lotta per la libert e la giustizia in tutto il mondo. Le premesse ci sono. La settimana che precede il raggruppamento sar caratterizzata da molti appuntamenti nellattesa della sfilata della domenica. Questi appuntamenti possono essere considerati propedeutici al raggruppamento e presenteranno a tutti i palazzolesi e non qual lo spirito di quegli alpini che operano sempre e comunque per gli altri, sempre attivi allinterno delle comunit, spesso e volentieri per i pi piccoli, presenti nelle scuole a raccontare di orrori della guerra e lamore di Patria, il rispetto per le Istituzioni e per la nostra Costituzione, convinti del valore delle nostre tradizioni popolari. Sono certo che saranno i palazzolesi a stringersi intorno agli alpini orgogliosi di poter mostrare a quanti verranno le straordinarie bellezze storiche monumentali della citt senza far mancare lo straordinario senso di ospitalit che li contraddistingue nellaccogliere tutti per poter lasciare un ricordo indelebile di una comunit che sa cosa sia il rispetto del prossimo. Benvenuti Alpini! Alessandro Sala

quasi finito questo 2011, un anno che non sar facile dimenticare per la citt di Palazzolo sullOglio. Ottobre, il mese che porta con s la mia emozione e la mia soddisfazione per un traguardo molto importante, quel traguardo di prestigio che ci porta ad accogliere il II raggruppamento Alpini Lombardia-Emilia Romagna 2011. Cedere allentusiasmo e allottimismo pagante ed anche tranquillizzante. Tutti siamo portati a fare piccoli e grandi progetti, ad inventare scenari e grandi possibilit di accoglienze, la nostra immaginazione vola su parate e sfilate in grande stile. Poi, poco a poco, i piedi ritornano in terra e ci rendiamo conto che i voli pindarici non possono durare allinfinito ma che devono essere ridimensionati. Ci si accorge che si deve fare i conti con le difficolt pratiche e con lordinaria quotidianit, quando anche gli intoppi pi piccoli diventano ostacoli e cominciano a subentrare lansia e la preoccupazione che tutto vada per il meglio ponendoci in una condizione che prelude un po di tensione. E qui vengono fuori i grandi. Vengono fuori gli uomini veri, costanti e tosti, che sanno affrontare le difficolt con animo calmo e la ferma volont di risolverle. Sono gli uomini del Gruppo Alpini di

Palazzolo, gli uomini a fianco del Presidente Mario Simoni che sanno mostrare la genuinit e la compostezza di chi conosce la giusta misura e la consapevolezza del senso della vita e dellordine e senza scomporsi, sono in prima linea e protagonisti veri allinterno di questa unica e importante occasione. Era il mio sogno quello di rappresentare la mia citt al fianco di tanti alpini, siamo riusciti grazie allimpegno e alla volont del gruppo Alpini a realizzare questo evento, con il loro paziente lavoro si sono consolidate le basi che hanno permesso di realizzare un appuntamento di straordinaria importanza. Gli alpini sono tenaci e di poche parole, hanno cominciato con i lavori pi umili, a pulire, a guardare la citt e testa bassa a darsi da fare ogni giorno per mesi perch Palazzolo possa mostrare al meglio la sua semplice bellezza, in primis attraverso lordine e la pulizia. Sono persone speciali quelli che si sono presentati con una delicata riservatezza a sollecitare lamministrazione perch potesse impiegare disponibilit e collaborazione. Sono proprio coloro che noi aspettavamo, quelli che da noi erano gi conosciuti per quella loro qualit di alpini duri e puri. Il loro compito stato e sar sempre pi arduo, mano a mano che il momento dellevento si avvicina. Peraltro siamo sempre stati fiduciosi nelle loro capacit e nella

Per loccasione, apertura speciale di tutti i monumenti della citt. Info: www.palazzoloweb.it Tel. 030.7405533

MESI 12ottobre 2011

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TU E IL FISCO
di FerdINANdo MAGNINo

UBRICA

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lotta allevaSione poCa

reCupero di gettito tanto

erch la lotta allevasione fiscale non stata fatta prima e ci si sveglia oggi? Domanda legittima. La risposta nelle pieghe della storia finanziaria degli ultimi ventanni. Fino al 1993, il rilassamento dello Stato era dovuto al fatto che, tanto, cera il deus ex machina rappresentato dal debito pubblico: tentazione irresistibile per chi ragiona pensando alle prossime elezioni e non alle prossime generazioni. Dal 1994 al 1996, finita lera dellincoscienza pi totale, abbiamo utilizzato una crescita economica drogata dalle cosiddette svalutazioni competitive della moneta. Dal 1997, con la fissazione definitiva dei cambi in vista dellintroduzione delleuro, si reso necessario, finalmente, avviare una seria riflessione sul rapporto tra fisco e contribuente. Una riflessione che sfocia in alcuni provvedimenti oggettivamente importanti: la riforma del sistema delle sanzioni pecuniarie, ma anche lintroduzione del ravvedimento operoso; lentrata in vigore degli studi di settore, ma anche il riconoscimento del diritto del contribuente di compensare debiti e crediti tributari. Lazione di efficientamento prosegue fino al 2000 con lintroduzione dello Statuto del contribuente. Insomma, una sorta di promessa di primavera del Fisco, portata avanti con equilibrio da Vincenzo Visco, il cui diritto a rivendicare meriti per quegli anni deve per considerarsi completamente azzerato da quellautentico atto di arroganza e follia legislativa unilaterale che fu lintroduzione dellIrap. Nel 2001 Visco cede la mano a Tremonti, il quale, di fatto, tira le fila fino al 2006. Sono gli anni del giustificazionismo,

ma forse sarebbe meglio dire del vuoto pneumatico: prima (2002-2003) i mille e uno condoni fiscali che riportano la credibilit del sistema fiscale ai minimi storici; poi la legge delega per la grande riforma (2003), lasciata inspiegabilmente inattuata, salvo la parte riferita al reddito delle societ di capitali; infine (2004-2005) linizio di sistematiche violazioni allo Statuto del contribuente sotto la crescente necessit di fare in qualche modo cassa. Nel biennio 20062007 torna Visco. La lotta allevasione fiscale viene messa definitivamente al centro dellattenzione, ma unattenzione negativa, ideologica, da bava alla bocca: viene quasi fatto saltare un intero settore economico (quello immobiliare), vengono inserite presunzioni di evasione e di elusione di ogni tipo e genere, viene nei fatti irriso, dal suo stesso padre, lo Statuto del contribuente. In pratica, la lotta allevasione fiscale, da battaglia comune di tutti i cittadini per lequit sociale tra i medesimi, viene definitivamente trasformata in battaglia tra categorie di cittadini, da parte di uno Stato che non vuole smagrire e combatte levasione solo per avere di pi da tutti, invece che per far pagare tutti meno. Dal 2008, ancora la volta di Tremonti. Linizio di chi vuol tornare a suonare la sua musica, nel bene (eliminazione di alcune norme di accanimento introdotte dal precedente Governo) e nel male (un nuovo scudo fiscale). Gi dal 2009, per, la presa di coscienza che la festa definitivamente finita porta a una radicale inversione di rotta. linizio di quella che possiamo definire fase Dottor Jekyll e Mister Hyde. Tra il 2009 e il 2010 vengono introdotte una serie di

norme a senso unico pro Fisco che potenziano la riscossione e laccertamento come nemmeno il Visco incattivito del 2006-2007 aveva anche solo pensato di fare. Verso la fine del primo trimestre 2011, con le elezioni amministrative alle porte, il colpo di teatro: la denuncia indignata del rischio di una deriva di oppressione fiscale, da parte dello stesso ministro che ha avallato lintroduzione delle norme che rendono questa deriva un pericolo tuttaltro che infondato. Il resto cronaca di queste settimane. Questo non si pu fare, quello non si vuole fare, non resta che provare con un dagli agli evasori e sperare che lUE e i mercati ce la mandino buona. Avendo gi fatto di tutto e di pi, non resta allora che puntare sugli effetti speciali di grande impatto emotivo (dichiarazioni online e tintinnar di manette) e avviare una campagna mediatica con cui, tra laltro, precostituirsi una legittimazione popolare. Il tutto, presumibilmente, in attesa di future scadenze elettorali, quando sar di nuovo tempo di denunciare il rischio quanto mai reale di derive di oppressione fiscale. In definitiva, dunque, la risposta che la lotta allevasione fiscale non mai stata fatta prima (e continua a non essere fatta oggi), perch allo Stato non interessa affatto ripristinare lequit sociale tra i cittadini. Di contro, per, allo Stato interessa moltissimo aumentare il gettito e bisogna dare atto, sempre che sia un merito, che, a partire dal 2006, questo obiettivo viene perseguito da entrambi i principali schieramenti politici con una determinazione feroce. Chi per fanatismo ideologico, chi per cinica disperazione. Volteremo mai pagina?
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POLITICA E SOCIET
di eNrIco MAttINzoLI

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MetterSi in gioCo Con ModeStia

diSoCCupazione giovanile

Finanziaria, che succede a Brescia?

BsNews.it ha acquisito negli anni un numero sempre crescente di lettori grazie alla qualit delle notizie pubblicate e alla frequenza e tempestivit degli aggiornamenti, due caratteristiche che rendono unica la sua proposta nel panorama editoriale della provincia di Brescia. < 60mila visitatori unici/mese < 10mila contatti su Facebook < oltre 200 commenti alle notizie inseriti dai lettori ogni giorno

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i attesta a circa 1,2 milioni il numero di disoccupati sotto i 35 anni in Italia, confermando un altro nostro triste primato europeo. Ma tabelle statistiche e confronti non sempre fotografano la natura sociologica di uno dei mali dellEuropa contemporanea. Nei primi anni Cinquanta, gli anni della ricostruzione, era certamente pi facile trovare un lavoro, anche perch di questo si trattava, lavorare senza badare troppo a quale lavoro. Le occasioni di occupazione erano molteplici, supportate dallentusiasmo di uno sviluppo che sembrava non dovesse finire mai. Negli anni Settanta, con la crisi del modello taylorista e la contestuale nascita di migliaia di piccole imprese nate dalla capacit di ex operai che per scelta o necessit decisero di mettersi in proprio, prendeva forma una nuova componente sociale capace di creare ricchezza e al tempo stesso desiderio di rivalsa. in questi anni Settanta, dove lapprendistato significa ancora come allinizio del 900 rubare il mestiere, che si forma gran parte degli imprenditori del centro-nord. Un apprendistato a zero diritti per lapprendista, a fronte di cessione di conoscenza da parte del titolare. Era prassi comune che durante le vacanze estive i genitori cercassero occupazione per i loro figli, anche giovanissimi, presso il meccanico, il fornaio o altre piccole realt, con lintento principale di inserirli nel mondo del lavoro. Nessuno si stupiva se un universitario prendeva qualche calcio nel sedere perch a 20 anni non sapeva ancora spazzare lofficina, e tanto meno ai genitori del malcapitato non sarebbe mai venuto

in mente di lamentarsi per il trattamento subito dal loro figlio; tutto veniva inquadrato allinterno di quella grande scuola di vita per la quale un giorno questi ragazzi avrebbero guardato con gratitudine e riconoscenza i loro maestri. S, tanto cambiato da allora e quei giovani da bottega estiva, diventati poi professionisti, artigiani, commercianti ed entrati di diritto in quella classe media in cui una vita di sacrifici, a volte di privazioni, ha permesso tra le altre soddisfazioni di poter fare studiare i figli senza passare per una dura gavetta, a torto o a ragione, oggi, desiderano e pretendono per i loro figli unoccupazione allaltezza delle aspettative. Ed qui che il meccanismo sociale si scontra con una realt che non corrisponde e non risponde alle aspettative, ma a logiche completamente diverse, le cosiddette logiche di mercato, in cui lequazione pi formazione pi master non sempre corrisponde a pi certezze e possibilit di scelta. Listruzione vista da giovani e famiglie, quindi, solo come mezzo e non come fattore culturale di arricchimento e crescita, che non prevede tra le possibili opzioni occupazionali un lavoro manuale, una formazione sia superiore o universitaria che non contempla la voce sporcarsi le mani. Quante volte abbiamo sentito genitori rivolgendosi ai figli affermare con convinzione studia se non vuoi spaccarti la schiena come tuo padre. Questo sogno, che dura tanto quanto il percorso di studi del futuro diplomato o dottore, si infrange inevitabilmente e inesorabilmente qualche mese dopo il raggiungimento del pezzo di carta. La ricerca di un posto di lavoro risulta complicata, si scopre che tanti sacrifi-

ci non hanno dato i frutti desiderati, e giovani e genitori si risvegliano da un sogno e rifiutano logiche di mercato che richiedono medici e ingegneri anzich avvocati o psicologi. A nessuno di loro interessa se il mercato ricerca restauratori, carpentieri e cuochi, con la convinzione che le professioni manuali non siano adatte e compatibili non tanto con la formazione ricevuta, ma con la collocazione sociale che dal loro punto di vista ne consegue. Certo, sono necessarie politiche comunitarie atte a diminuire lincertezza, le diseguaglianze tra lavoratori a tempo indeterminato e atipico, necessario attualizzare formazione e istruzione alle esigenze del mercato del lavoro, vanno sviluppati da parte delle imprese progetti, sistemi e prodotti a maggior valore aggiunto che si traducano in maggior occupazione, senza dimenticare che la fonte di profitto sono sempre pi le idee, pi che gli oggetti, ma vanno soprattutto ripensate alcune convinzioni, rivedendo modelli di pensiero che creano frustrante disoccupazione, modelli comportamentali che per eccesso di amore vedono i genitori sognare una vita comoda per i propri figli anzich realistica. I nostri giovani debbono essere stimolati a mettersi in gioco con modestia e con la consapevolezza che le aziende e il mercato del lavoro guardano sempre pi a cosa si sa fare piuttosto che ci che si studiato. I tempi sono proprio cambiati, chiss cosa consiglierebbe quel giovane apprendista di bottega che, pur dotato di qualit rare, inizi la sua attivit lavorativa spazzando e pulendo pennelli nella bottega del Verrocchio.
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Pelo e
di iMManU
immanuel

beNtorNAtA, AIb
risuonata di nuovo, alta e forte, la voce dellAIB. Ha tuonato il suo pi alto rappresentante, il presidente Giancarlo Dallera, che a met settembre ha lanciato lultimatum al Governo, con fermezza e determinazione: o fa le riforme o lEsecutivo vada a casa. Questo, in sintesi, il messaggio secco e coraggioso di Dallera che, evidentemente, questa situazione di stallo non la regge pi ed ha preso il coraggio a quattro mani, facendo, e bene, va sottolineato, quello che i suoi associati da tempo attendevano. Gi prima dellestate trenta soggetti, tra imprenditori e sindacati, Confindustria compresa, avevano deciso di parlare con ununica voce contro il Governo, tutti insieme, abbandonando il piccolo cabotaggio, i tatticismi, il collateralismo, le piccole e grandi acquiescenze. Ed avevano manifestato il loro disgusto per questa politica. Poi Marcegaglia aveva sfoderato la scimitarra, fendendo colpi poderosi a dritta e a manca, invitando il governo a governare, essendo lItalia ormai sullorlo del baratro, come ha pi volte ripetuto, con una grinta tra le sue migliori. Ora arrivato anche il tuono dellAIB, interrompendo il lungo silenzio che durava ormai da dicembre. Nove mesi fa unera glaciale, nella situazione italiana Dallera aveva denunciato il disgusto dellAIB verso questa politica. Lo aveva fatto in modo chiaro, secco, inequivocabile, dando prova di grande lungimiranza e di sottile fiuto politico. Ed aveva fatto molto rumore, perch nessuno, prima di lui, aveva osato tanto. Poi aveva mollato la presa ed era sceso il silenzio, la glaciazione. E Brescia aveva perso cos unaltra preziosa occasione, quella di assumere la leadership di un movimento di opinione tra gli industriali e nel paese volto a porre un argine al disastro che si stava preparando, indirizzando lazione di Confindustria verso una pi forte presa di coscienza della gravit della situazione e dando un allarme importante alla politica ed ai suoi protagonisti. In ogni caso, ora AIB sembra tornata, e questo un fatto da sottolineare positivamente. Perch AIB pu giocare ancora un ruolo importante, pu e deve. Pu perch forte, deve perch necessario per i suoi associati e per i bresciani, che in oltre un secolo hanno reso lindustria bresciana e Brescia famose nel mondo. Ora, dopo il tuono, aspettiamo le ulteriori mosse di AIB, a Roma come a Brescia. Le aspettiamo presto, prestissimo. Perch un mese, adesso, in economia, non vuole dire pi trenta giorni, ma una generazione, un secolo, la differenza tra il vivere e il morire. E di tempo da perdere ormai non ne rimasto pi. Neanche a Brescia, che ha diritto di conoscere il progetto politico sulla citt, a partire dal futuro di A2A.

eL

@dodicimesi.com

IN LIbIA, IN LIbIA
La guerra non ancora finita, ma tutti gi corrono in Libia. In prima fila, ovviamente, Cameron e Sarkozy. Facile prevederlo! I premier di Inghilterra e Francia avevano subito annusato il vento ed avevano rapidamente rotto gli indugi, correndo in soccorso del probabile vincitore. Anche Erdogan, premier turco, sta giocando bene le sue carte e si d da fare per essere ben presente al tavolo del dopo Gheddafi. LItalia no, non c, questa la sostanza, ed a poco o a nulla varranno, purtroppo, i tentativi tardivi di recupero sul piano politico e gli sforzi di Frattini. Daltro canto, noi, in Italia, abbiamo poco tempo da dedicare a sciocchezze come il petrolio. Di energia ne abbiamo fin troppa, o almeno ne hanno i nostri governanti, come dimostrano le cronache quotidiane. Noi italiani, pu dire qualcuno, avevamo gi avuto i nostri privilegi: la tenda di Gheddafi a Villa Borghese, il baciamano (noi a Lui, il Ras, beninteso), cinquecento ragazze a far le Gheddafine, nonch il privilegio massimo, quello di essere ammessi a pagare i danni di guerra, con miliardi di euro, tra cui quelli delle tasse dei profughi italiani, cacciati dalla Libia con le due classiche mani, una davanti ed una di dietro. Il petrolio no, quello non ci interessa, quello lo lasciamo agli inglesi e ai francesi, forse anche ai turchi, che hanno deciso in fretta e hanno guardato al futuro con senso dello Stato. Consoliamoci, per, ci sono rimasti i profughi. Quelli arrivano, e per essere sicuri che nessuno ce li porti via li scortiamo con le motovedette.

I bAMboccIoNI? NAScoNo GI AL Pre ASILo


Bamboccioni non si nasce, si diventa. Anzi, si comincia a diventarlo gi al pre asilo! Difficile crederlo, ma come altro interpretare le regole di ammissione dei bimbi al pre asilo comunale? Queste norme prevedono che le mamme che portano il bimbo allasilo debbono fare anchesse il loro periodo di inserimento, di due o anche di tre settimane, mica poco. Cos potranno inserire il loro piccolo senza traumi, il loro piccolo potr sempre vederle, se pianger potr contare sul rifugio sicuro e rapido delle loro braccia, e cos quello che dovrebbe essere il loro primo ingresso in societ sar sempre un ingresso sorvegliato, il distacco sar con lelastico, il cordone ombelicale continua, e si costruiscono le basi per farlo durare per sempre. Certamente ci saranno millanta spiegazioni di illustri scienziati che spiegheranno che questo il sistema migliore per evitare traumi ai piccoli, eccetera, eccetera. Ma quando non cera linserimento assistito, dal pre asilo non sono usciti uomini traumatizzati, sono uscite persone capaci di fare dellItalia la settima potenza mondiale. Ora abbiamo i bamboccioni. Sar un caso? Oppure questo che in fondo in fondo vogliamo?

teLeVIdeo: ItALIANI IN VAcANzA coN LA SchIScettA?


Il 30 luglio, un sabato meteorologicamente incerto, grigio come la situazione economica del paese, ci ha pensato Televideo a rimettere di buon umore gli italiani. Si leggeva, infatti, la seguente notizia, che vale la pena di riportare integralmente: Al bando i panini, s a piatti semplici, preferibilmente a base di verdure. la strategia alimentare del pilota, secondo il prof. Ticca, docente di Scienza dellalimentazione, per quanti si mettono in viaggio in questi giorni. Durante il viaggio, via libera a verdure, zuppe vegetali e frutta. Finite le vacanze, non si sa ancora quanti italiani hanno accolto il suggerimento del professor Ticca, di cui Televideo si fatto portavoce. Per, chi immaginava mamme e nonne ai fornelli, per preparare zuppe di verdure per il viaggio, e chi immaginava schiere di mariti affaccendati a rovistare in soffitta, alla ricerca di schiscette e gamelle, ormai dimenticate, probabilmente rimasto deluso. Agli autogrill il panino ancora andato alla grande, mentre di zuppe di verdure non si sono viste tracce. E neanche nelle aree di sosta si sono viste famiglie intente a scucchiaiare strategiche zuppe. Probabilmente, con tutto il rispetto per il professor Ticca e per i suoi suggerimenti, la cui correttezza non ci permettiamo di revocare in dubbio, il senso pratico prevalso sulla strategia alimentare del pilota. Ci rimasto un dubbio, tuttavia: ma i piloti davvero mangiano zuppe di verdure? E quante volte se le rovesciano addosso nelle frequenti turbolenze che normalmente movimentano i voli?
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deMocrAzIA MALAtA
17 agosto 2011, ore 17, Palazzo Madama. Il senato convocato per la presentazione della manovra lacrime e sangue. Un fatto formale, se si vuole, ma le forme sono sostanza, quando in ballo ci sono passi importanti per il futuro del paese. Dei 300 senatori in carica, pi quelli a vita, sono presenti soltanto 11, meno del 4 per cento. Disinteresse? Scarsa consapevolezza del ruolo? Un fatto certo: 289 senatori hanno preferito il mare, la montagna, i viaggi, o qualsiasi altra cosa, rispetto allassolvimento del loro dovere. I senatori americani sono 100. Noi ne manteniamo 289 a casa. E se a casa li mandassimo davvero?

crISI, coNFArtIGIANAto chIede UN PoSto AL tAVoLo


Confartigianato ha protestato vivacemente contro la sua esclusione dal Tavolo contro la crisi a Brescia, preannunciato dalla Prefettura. Che ingratitudine!
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BRAINSTORM
Media eduCation
CoMe Superare il gap generazionale

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di SteFANo ANzUINeLLI

l 28 aprile scorso ho partecipato a Genova a una giornata di formazione su Media Education come strumento di prevenzione nel lavoro con gli adolescenti e, in particolare, sul rapporto tra generazioni riguardo alluso dei media e come superare il gap a questo riguardo. Riporto di seguito gli stralci dellintervento del prof. Piercesare Rivoltella, docente di Tecnologie della Formazione presso lUniversit Cattolica del Sacro Cuore di Milano, il quale ha iniziato il proprio intervento tramite una provocazione: ai presenti, tutti adulti, stato chiesto di comporre un SMS che spiegasse che cosa fosse un nativo digitale e quali difficolt questa richiesta avesse determinato. Ci ha generato due risposte: la redazione di un SMS, a detta dei pi, non un gioco banale e richiede lo sviluppo di notevoli abilit e competenze. Secondariamente, la maggioranza ha definito un nativo digitale colui il quale dispone di dimestichezza con la tecnologia ed nato dopo il 1993, anno di consacrazione dellutilizzo sociale di Internet. Oggi, la diffusione sociale dei nuovi media genera forme di conoscenza che sono legate a nuove modalit di fare esperienza del mondo, le quali possono avvenire contestualmente allo svolgimento di occupazioni che non hanno nulla a che vedere con le forme dellapprendimento tradizionale (apprendere le funzioni di un cellulare usandolo, per esempio). Oppure si possono generare contesti dapprendimento personalizzati, attraverso lutilizzo degli RSS feed o
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delle tecniche di copia e incolla, ritaglio e riporta per condividere contenuti e notizie prese dal web. Oppure ancora la capacit di allestire e mantenere reti sociali allinterno delle quali reperire risorse e informazioni e attraverso le quali esercitare lintelligenza collettiva e la partecipazione (creare e mantenere gruppi in Facebook, utilizzare servizi di condivisione e conversazione come Google Buzz e Twitter). Tutte queste modalit, sollecitano alcune funzioni cognitive differenti quali lattenzione, la memoria o lintelligenza sociale. In tutti questi casi, ci troviamo oggi di fronte a un gap generazionale? I nativi digitali e gli adulti rischiano di trovarsi

in un oggettivo contesto di incomunicabilit? Esiste un problema di anagrafica o di competenze sviluppate con luso del digitale? La dimensione sociale in cui i minori utilizzano le nuove tecnologie uno spazio in cui sono assenti la scuola, che non pu educare, e la famiglia, che troppo impegnata. Metodologicamente, quindi, questi gap si possono colmare a due livelli: - individuale, attraverso lo sforzo di conoscere, sperimentare, usare, acquisire competenze da parte degli adulti, attraverso corsi, letture, stimolando la curiosit; - operativo, immaginando modalit educative che consentano alladulto lutilizzo di strumenti e linguaggi informali, caratteristici della semantica giovanile. Il prof. Rivoltella ha concluso quindi argomentando: La forbice tra quello che il minore apprende fuori della scuole e quello che apprendo dentro la scuola si va allargando - ha detto -. E pi si allarga, pi la scuola insiste su modi dapprendimento che sono solo suoi, accusando i minori di non essere pi quelli di una volta. Per lesperto occorre creare passerelle conversazionali tra linguaggi loro e nostri, tra strumenti loro e nostri, tra culture loro e nostre. In altre parole, generare spazi di discorso in cui pu avvenire leducazione. Inoltre necessario cominciare a mettere in gioco le ragioni delladulto e del minore e provare a costruire strade condivise e praticabili. E lesperienza ci dice che se sono condivise sono anche praticabili.

le vaCanze
degli altri
Le vacanze dei bresciani, tra turismo organizzato e fai-da-te. I gusti e le tendenze di un costume sociale in continua evoluzione e sensibilmente segnato dalla crisi economica del momento.
di MASSIMo roSSI

icordate il celebre motivetto Stessa spiaggia, stesso mare? Beh, trentanni fa ancora aveva una sua valenza intrinseca come specchio di un diffuso e comune modo di trascorrere le vacanze estive. Ma i tempi cambiano e con essi anche i costumi e le abitudini. Oggi non si va pi solo al mare o in montagna o, perlomeno, non si va pi tutti durante il famigerato agosto da bollino nero. Non si va pi in vacanza per quindici o venti giorni e non si va pi unicamente nelle strutture alberghiere classicamente intese. A volte non si va nemmeno

in vacanza. Le vacanze di questa estate 2011, infatti, sono state, per molti, le vacanze degli altri. Colpa della crisi, dei rincari, della manovra economica, del lavoro che non c. Tramontata lepoca industriale col suo agosto, moglie mia non ti conosco, ecco giungere alla ribalta la vacanza su misura, quella allinsegna del totale e completo relax rigenerante (wellness), del viaggio avventura, del turismo artistico, della vacanza-studio e della vacanza-lavoro, dello speed vacanza, del last minute, del couch surfing, del low cost e del low-low cost. Questione di tempo a disposizione e di portafoglio. Ma forse sempre pi questione di portafoglio.

LA ScUre deLLA crISI SULLe NoStre VAcANze Dove vanno in vacanza gli italiani? Il soggiorno al mare la fa da padrone con un 70% di gradimento. Il resto va ripartito tra gli amanti della montagna, delle citt darte e della campagna. Mare di casa nostra o mete estere? Fifty-fifty. Chi passa per le agenzie innegabilmente predilige le destinazioni esotiche, poich il pacchetto completo costa meno di qualsiasi localit nazionale e vanta servizi e trattamenti superiori. E questa tendenza non varia da alcuni anni a questa parte. A cambiare, invece, in maniera significativa, il dato relativo al numero dei vacanzieri: pare, infatti, che rispetto al 2010

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si assista (punto pi punto meno) ad una flessione in negativo di circa il 15% dei partenti: nella sostanza un bel po di milioni di persone che, per lappunto, trascorrono queste ultime vacanze a casa. Un dato, questo, che, tuttavia, comprende anche una porzione significativa (5% circa) di persone che probabilmente utilizzano internet per prenotare e organizzare da s il viaggio o il soggiorno. E a parte le troppe ragnatele nel portafoglio di molti italiani, a incalzare sulle agognate, ma difficili vacanze aggiungiamo gli aumenti spesso davvero incontrollati dellindotto turistico: i traghetti registrano aumenti fino al 70% (tradotto in denaro una media di circa 200 euro in pi), seguiti dagli aerei (+25%, cio una media di circa 110 euro in pi su un volo di andata/ritorno) per poi aggiungere i treni (+7%). Vogliamo parlare, a questo punto, del prezzo dei carburanti? A fronte di tutto questo sono tuttavia moltissimi coloro i quali pur di non rinunciare alle vacanze stipulano contratti di finanziamento. Le agenzie turistiche offrono, a tal proposito, prodotti ad hoc, ma il rischio che una settimana di relax si tramuti successivamente in un eccesso di sacrifici a interessi astronomici (anche oltre il 20% in pi di quanto erogato) un fatto pi che reale.

A cASA IL 51% deI breScIANI Nonostante i budget ridotti, i lombardi faticano a cambiare le proprie abitudini. Sceglie vacanze pi brevi e allinsegna del low cost 1 famiglia lombarda su 4, che non rinuncia alla partenza ma per abbassare i costi riduce la durata del soggiorno (9%), sceglie soluzioni pi economiche (11%) o rimanda la data delle ferie nei periodi di bassa stagione (3%). Ma tra le famiglie lombarde a basso reddito in questo 2011 pi della met (57%) non ancora andata in vacanza. Sono i giovani che, pur di non rinunciare, si dimostrano i pi disponibili ad adattarsi a soluzioni alternative o a ridurre la durata della vacanza (32%). quanto emerge dalla indagine Le famiglie, i saldi e lestate, realizzata dalla Camera di

Commercio di Monza e Brianza con il coordinamento scientifico di RefRicerche per leconomia e la finanza e in collaborazione con DigiCamere. I risultati dellindagine per provincia indicano che sono soprattutto le famiglie di Milano a non rinunciare alle ferie: rispettivamente il 32% delle famiglie non partir per le vacanze contro il 43% della media regionale. Secondo la stessa indagine a rinunciare di pi alle ferie in particolare sono i bresciani: resta a casa il 51%. Daltra parte i milanesi sono anche i pi disposti ad adattarsi con una spesa media a famiglia rispettivamente di circa 1.100 euro contro una media lombarda di circa 1.200 euro e le famiglie di Varese e Bergamo che sono quelle pi spendaccione (1.300 euro).

COuCH SuRFINg: ATTENZIONE ALLE SORPRESE


Unalternativa al caro vacanze oggi rappresentata dal couch surfing (saltare da un divano allaltro), proprio come nel film un divano a New York, nel quale un ricco psicoanalista si trasferisce a Parigi nella casa popolare di Beatrice grazie ad un annuncio economico pubblicato sullHerald Tribune mentre la ragazza, a sua volta, trascorre nel lussuosissimo attico del dottore a Manhattan. In pratica con il couch surfing persone da ogni parte del mondo si ospitano lun laltra diventando dei tour operator fai-date con notevoli vantaggi in termini di risparmio. In Italia la moda del couch surfing sta prendendo piede soprattutto tra gli under 30. Intraprendere lesperienza dello scambio di casa
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semplice: basta iscriversi on-line in uno dei siti dedicati al couch surfing e le ferie diverse possono capitare da un momento allaltro. Tuttavia bene considerare i rischi potenzialmente derivanti da tale pratica. Un esempio. proprio di questi giorni lavventura poco felice di Ivan, uno studente di nostra conoscenza capitato in Inghilterra nella casa di una famiglia piuttosto bizzarra che lo ha relegato in una cantina in perfetto stile silenzio degli innocenti con tanto di sgarbi e di palesata insofferenza: scappato nel bel mezzo della notte senza nemmeno salutare. E per il momento non abbiamo ancora udito di fantastici loft o attici statunitensi o parigini.

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A parte il triste primato della nostra provincia per le ferie mancate, in generale il bresciano che parte per le vacanze predilige il mare, poich la montagna qui a un tiro di schioppo ed sempre possibile, sia destate che dinverno, ritagliare del tempo per escursioni o gitarelle al fresco tra le cime della Provincia. Per chi ha famiglia gli hotel e i villaggi con tutti i servizi e le comodit del caso (all inclusive) sono ancora in cima alla lista dei desiderata, soprattutto se attrezzati con strutture per il benessere (terme, massaggi, ecc.). Questanno le mete isolane (come la Sardegna) sono state penalizzate per i molti disagi riconducibili al servizio di trasporto marittimo e per i prezzi comunque non in linea con le molte e vantaggiose offerte internazionali. I laghi e la campagna sono pi che altro ancora delle valide mete per brevi e fugaci gite domenicali o per estemporanei week end con tanto di cena in compagnia di amici e parenti. I giovani con un lavoro sicuro prediligono spesso il viaggio avventura nei limiti, tuttavia, della sicurezza e della soddisfazione certa delle aspettative. Sono, nella maggior parte dei casi, pacchetti con un numero contenuto di partecipanti (5-10 persone) per escursioni pi

o meno lunghe nei deserti dellAfrica bianca, dellAustralia o nelle lande pi selvagge delle Americhe. In canoa, con i fuoristrada o addirittura con le moto per staccare dalla noia e dallo stress del lavoro cittadino e per sentirsi dei veri Marlboro men. Il bresciano pi maturo e a posto con le finanze preferisce le mete tropicali esclusive come Maldive, Seychelles, Mauritius, il Pacifico e via discorrendo. I giovani ancora in fase di sistemazione optano, invece, per il pi classico e mondano mediterraneo nelle varie Ibiza, Formentera, Grecia, ecc.. Tutto questo, naturalmente, portafoglio permettendo. Nella mentalit del turista bresciano vi ancora una certa diffidenza in merito alla vacanza fai-da-te e alle prenotazioni on-line di voli e alberghi. costume relativamente diffuso se si tratta di spostamenti a breve o anche medio raggio. Assai contenuto il numero di coloro che decidono di bypassare le agenzie a favore di internet per un viaggio impegnativo in termini di tempo e di distanza. A volte, infatti, si tratta di risparmiare anche cento euro (ma il risparmio non quasi mai cos elevato) per poi rischiare di trovarsi in balia di eventi, accidenti e sorprese di vario genere senza la bench minima assistenza, abbandonati a noi stessi.

LoMbArdIA GI, ceNtro-SUd SU Innegabilmente la vacanza intesa come bene accessorio, voluttuario, per cui a fronte di una sfavorevole congiuntura economica, com questa del presente, il contraccolpo in negativo un dato pi che evidente, afferma Giambattista Merigo, vicepresidente di Abivt (Associazione Bresciana Imprese Viaggi Turismo aderente alla Confesercenti Provinciale di Brescia) e vicepresidente del network Bravo Net (che annovera pi di 800 agenzie viaggi). Ma la vera novit quella relativa allandamento regionale del mercato turistico: Le cose in Lombardia vanno piuttosto male. E

non solo in Lombardia. A tenere, invece, pi il Centro e il Sud Italia dove i pacchetti turistici continuano ad essere venduti con maggior regolarit. Pare, insomma, che il Nord non sia pi cos ricco. Il benessere che osserviamo attorno a noi sempre pi spesso unostentazione costretta, frutto di leasing ventennali e forzati. Analisi interessante, soprattutto se a questa si aggiungono le considerazioni della Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi) in merito a un sondaggio effettuato in collaborazione con Axis Market Research relativo alle vacanze degli italiani di questa estate 2011: Quattro italiani su dieci in vacanza, pi lavoratori dipendenti che autonomi.

Che dire? La busta paga sicura , oggi pi che mai, un discriminante fondamentale per la pianificazione e la realizzazione non gi della normalit (la crisi ha aumentato anche laffanno nel sostenere la semplice routine), ma ancora di pi della straordinariet delle situazioni, divertimenti in primis. Una busta paga che, malgrado gli appesantimenti da crisi, rimane un piccolo tesoro, soprattutto se erogata da amministrazioni centrali e statali. Pi incerta, al momento, invece, la sorte pericolosamente in bilico di molti dipendenti di aziende private, per la maggior parte del Nord Italia, e di tanti imprenditori in fase di smantellamento della propria impresa.

vACANZE TRASgRESSIvE: LO SPEED MODE


Per chi vuole fare una vacanza trasgressiva, allinsegna del puro divertimento incontri, movida, ecc. nelle agenzie di viaggio non esistono dei pacchetti dedicati, tuttavia facile ricevere consigli circa lesistenza di strutture o villaggi che favoriscono divertimenti di questo tipo: meta favorita i Caraibi e il celebre complesso H. in Jamaica. Numerosi siti internet si stanno specializzando nello speed vacanze che la variante vacanziera della speed date. Si tratta di una modalit di incontro, soprattutto per single (ma ora anche per coppie scambiste), inventato negli Stati Uniti (1998) e recentemente importato anche in Europa e in Italia. LinvenMESI 12ottobre 2011

tore di tale strumento di pubbliche relazioni pare sia stato un religioso statunitense che utilizzava tale modalit unicamente con il fine di far conoscere (e far sposare) i celibi della sua comunit di Los Angeles. Con il film Sex and the city questo strumento ha acquistato enorme popolarit. Organizzato in luoghi esclusivi con iscrizioni a numero chiuso, un happening che prevede la presenza di un moderatore che detta i tempi di cambio delle postazioni. Uomini e donne si parlano luno di fronte allaltro. Scaduto il tempo vi la rotazione (round robin). Tale modalit di approccio applicata ai viaggi vacanze organizzati da siti che ricalcano un po il fare delle agenzie

matrimoniali. In molti casi vi lobbligo delliscrizione, ma spesso basta comprare il pacchetto desiderato e partire per il viaggio. Con una raccomandazione: spesso i servizi offerti non sono assolutamente allaltezza del prezzo pagato e la garanzia di una piena e completa soddisfazione non certa. Insomma chi timido e riservato o tendenzialmente emotivo, soprattutto in relazione a situazioni nuove e di un certo impatto, pu anche passeggiare sulla pi nota e disinibita spiaggia nudista del mondo, come la francese Cap dAgde, senza tuttavia riuscire necessariamente a intrattenere relazioni sociali di qualche significato e pratica conclusione
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PriMotel

S
www.primotelbrescia.it

ONDAGGIO

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una sosta dal fascino particolare...

www.BSnewS.it giovani e SBallo


Sul numero di luglio-agosto abbiamo pubblicato un servizio sulluso di alcol e di droghe da parte dei giovani. Ne abbiamo tratto un sondaggio, chiedendo ai nostri lettori di esprimere il loro parere votandolo su www.bsnews.it. Ne riportiamo i risultati.

S
Il Primotel di Brescia una moderna struttura, che offre efficienza, comodit ed eleganza. E situato a poche centinaia di metri dal casello A4 di Brescia Centro. LHotel propone 34 camere, di atmosfera rustico elegante, dotate di ogni confort. Disponibile accesso riservato: sappiamo darvi il benvenuto con la massima discrezione. Primotel garantisce un servizio superiore, a convenienti tariffe da 3 stelle.
Per paura di essere esclusa dal gruppo

e il problema della droga non cambia dal punto di vista del forte impatto negativo a livello personale e sociale con tutti i problemi ad essa connessi (delinquenza, degrado, decadenza fisica e psichica, ecc.), il fenomeno cambia, tuttavia, nella sua mappa territoriale e sociale e nei meccanismi di espansione. La diffusa consapevolezza del problema mostra inquietudini e preoccupazione di fondo, ma lascia piuttosto perplessi e incerti su eventuali strategie di contrasto del fenomeno e su efficaci metodologie di prevenzione.

PER QuALE MOTIvO uNA PERSONA Pu INIZIARE A FARE uSO DI DROgA?


Il 56% dei votanti riconduce la possibilit di iniziare a fare uso di droga per paura di essere escluso dal gruppo. Ventanni fa o pi il problema della droga era relegato a pochi individui spesso segnati da problemi personali e familiari di un certo tipo. La droga era, quindi, un mezzo di evasione forzato. Oggi, al contrario, un rito sociale di accettazioPer noia

ne sempre pi diffuso, una sorta di necessaria iniziazione, un insensato quanto prepotente gesto di autoaffermazione. Anche la noia (intesa, tuttavia, forse pi come solitudine) raccoglie il 26% dei pareri. Una percentuale del 12% rimane, tuttavia, legata allo stereotipo della droga come mezzo di evasione dai problemi personali.
Non so

Per problemi personali

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QuAL IL TuO PENSIERO IN MERITO ALLE DROgHE LEggERE?


Legalizzare o reprimere? Lopinione del pubblico votante appare abbastanza divisa. Il 49% propende per leggi pi dure e controlli pi severi, mentre il 42% si mostra favorevole ad una forma di legalizzazione. Siamo forse dinanzi a una resa per quello che un fenomeno in costante
Servono leggi pi dure e controlli pi severi Andrebbero legalizzate

ONDAGGIO

ascesa o pi il tentativo di battere una strada che porti alla cancellazione di un mondo sommerso pericoloso e alla merc della criminalit organizzata? Piuttosto inquietante il fatto che al discorso della prevenzione si riservi una fiducia davvero risicata (9%).
Non so

Serve pi educazione alla prevenzione

LA ZONA NELLA QuALE ABITI TI RISuLTA SIA LuOgO DI SPACCIO?


Il 39% dei votanti ritiene che la zona in cui abita sia, in qualche modo, zona di spaccio, anche se in misura contenuta, mentre il 26% ammette che nel proprio quartiere il traffico della droga sia cosa risaputa. A onor del vero le due risposte sono state formulate appositamente con strategia luciferina: poco o tanto in entrambi i casi assistiamo alla consapevolezza di un
S, ma in misura contenuta S, una cosa risaputa

giro illegale di stupefacenti nei quartieri di chi ha partecipato al sondaggio per una percentuale complessiva del 65%! Se a questo dato aggiungiamo un 17% di totale incertezza possibile che quel 65% sia destinato a crescere. Il 18% invece esclude categoricamente il fenomeno intorno a casa propria: forse proprio e unicamente sotto i campanelli
Lo escludo Non so

CONOSCI PERSONE CHE FANNO uSO (SALTuARIO O ABITuALE) DI DROgA?


Anche in questo caso le alternative di risposta offerte al pubblico votante avevano la loro parte di sano inganno: se uniamo la voce di coloro i quali hanno amici che fanno uso di droga (33%) con quella di chi sa di qualcuno (29%) e di coloro che conoscono eventuali soggetti senza tuttavia aver mai interagito
S, sono amici S, ma solo di vista S, ma ho poco a che fare con loro Mi hanno riferito di qualcuno

con essi (13%) otteniamo un totale di 75% di consapevolezza de fenomeno attorno a noi. Vero che un 25% si dice assolutamente ignaro di chi, intorno, possa fare uso di stupefacenti, ma, giunti a questo punto, bisognerebbe anche poter capire meglio let e la condizione dei votanti.
Non ne conosco

A BRESCIA IL PROBLEMA DELLA DROgA


Se qualcuno ancora non lavesse capito torniamo a ribadire (ahinoi!) che nel panorama nazionale Brescia detiene primati di consumo di droga di tutto rispetto, soprattutto anche tra i giovanissimi. Anche in questo caso se sommiamo il dato che recita molto serio e preoccupante con grave ma poco percepito e sottovaMolto serio e preoccupante Grave, ma poco percepito e sottovalutato Serio, ma abbastanza sotto controllo In linea con le altre citt italiane

lutato (che poi alla fine davvero formano un tuttuno) arriviamo al 71% di consapevolezza del fenomeno nella nostra citt. I dati che rispondono a serio ma abbastanza sotto controllo (9%) e a in linea con le altre citt italiane forniscono una seconda alternativa pi soft, ma sempre comunque di coscienza del problema.
Non valutabile Non so

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la StreSSante riCerCa

OSTUME E SOCIET

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del BeneSSere
di ALeSSANdrA toNIzzo

Quando agli ingredienti per la ricetta della felicit servirebbe un antidoto!


insieme: ma due tipi cos, chi li ha fatti incontrare?). No, davvero, il perno attorno al quale ruota attorno tutto : perch siamo sempre cos dannatamente stressati?. Ne ho avuto la riprova questestate sul bagnasciuga, quando un bimbetto di tre anni, davanti alle proposte giocose del padre, ha risposto piccato famme st cuite pap, nun vire ca teng stress?! (traduzione: lasciami stare pap, non lo vedi che sono stressato?!). Per fortuna ho anche la risposta al suddetto domandone, trovata facile facile sfogliando qualche rivista, prestando orecchio alle rubriche dei tigg, alle interviste radiofoniche, ai deliri in internet. Basta prendere nota di tutto ci che dovremmo fare nellarco di una giornata per assicurarci quellindispensabile quid di benessere che, oggi, o ce lhai o sei out. Veniamo al sodo. Badando solo ai to do e non ai divieti, che fioccano peggio dei primi (uno su tutti: avere troppe amicizie da seguire dannoso per il nostro benessere psicologico. Fans di Facebook siete avvisati!) ecco che parte la lista impossibile, un must che oramai gira on-line esattamente come le tanto amate/odiate catene di SantAntonio. sto dannato benessere diventato unossessione tanto che, occhio al paradosso, per raggiungerlo ci stressiamo da morire. Noi donne lo sappiamo bene, quando, arrivate a sera, quasi ci strozza quella morsa dangoscia per non aver trovato, ancora una volta, quegli indispensabili 5 minuti per la ginnastica pelvica, altrettanti di mimica facciale, per limpacco alle mani (perch, ci ammoniscono, proprio guardando l che tutti scopriranno la tua vera et!), la respirazione profonda e la meditazione, il massaggio con gli oli essenziali e cos via.

nutile girarci intorno: la vera domanda, quella con la D maiuscola, quella che oggi tutti noi dovremmo porci ogni mattina, secondo voi, qual ? Se state pensando al classico chi siamo, cosa facciamo, da dove veniamo avete certo un animo da sofista, ma siete fuori strada esattamente come la mia sciantosa vicina di casa siamo sul basico: eyeliner o ombretto? e il suo fidanzato ecologista i nostri rifiuti saranno la Stele di Rosetta del futuro? (tutti

Ci dicono che tutti i giorni dobbiamo mangiare una mela per il ferro e una banana per il potassio. Non possono mancare anche unarancia per la vitamina C e una tazza di t verde (senza zucchero, per prevenire il diabete!) per far fuori i radicali liberi. Mentre contiamo che le porzioni ingerite di frutta e verdura (quanto sar mai una porzione? c qualcuno che lo sa?) siano almeno cinque, ci ricordano che ogni d dobbiamo assolutamente bere due litri dacqua (s, e poi espellerli, che richiede il doppio del tempo impiegato per berli). Ci stavamo dimenticando dello yogurt probiotico? Quel beverozzo che contiene un milione e mezzo di batteri alleati delle nostre difese immunitarie? Non sia mai.
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Ogni giorno unaspirina, per prevenire linfarto, e un bicchiere di vino rosso, sempre contro linfarto, e un altro di bianco, questo per il sistema nervoso, e gi che ci siamo uno di birra, che stimola la diuresi ed antitumorale (qualche controindicazione a berli tutti insieme?). Veniamo alla fibra. Bisogna mangiarne tanta, tantissima, masticandola per bene, come per ognuno dei 4/6 pasti quotidiani (leggeri, mi raccomando, ruminati in ogni singolo boccone per 100 volte), dopo i quali bisogna lavarsi sempre i denti. Ossia dopo lo yogurt, la fibra, la mela, la banana il tutto corredato dal filo interdentale, il massaggio alle gengive, il risciacquo con lantiplacca che bombarda il cavo orale. Dove mettiamo lesercizio fisico? Chi non sa che tutti i giorni bisogna camminare almeno mezzora? E alzi la mano chi non fa lamore ogni mattina, per senza cadere nella routine, perch bisogna essere innovatori, creativi, rinnovare la seduzione e accaparrarci cos le preziose endorfine del benessere, che ci fanno passare pure lemicrania.

Non c vita senza cultura, lo sappiamo; cos bisogna tenersi informati, leggere per lo meno due giornali e un paio di articoli di rivista al d, per una lettura critica, mentre si coltivano le amicizie, che dicono vadano curate come le piante, da annaffiare, appunto, tutti i santi giorni. Facciamo un po di calcoli: solo per mangiare in stile benessere se ne vanno 5 ore, al lavoro per 8 ore, altre 8 di sonno (altrimenti guai: il rischio di declino cognitivo alle porte) e siamo gi a ventuno, senza calcolare il traffico, le 3 ore di tv quotidiane, il tempo di spazzare per terra, lavare i piatti, i panni per non parlare del poveraccio che si ritrova un cane o, peggio, dei figli. Vi siete persi? Siamo a circa 30 ore. Come fare? C gi chi propone esilaranti soluzioni multitasking, per esempio: fatti la doccia con acqua fredda e con la bocca aperta cos bevi i due litri dacqua o chiama i tuoi genitori, cos poi avrai una scusa per scolarti un po di vino rosso!. In realt c poco da ridere, perch que-

Roba da pazzi, certo, ma purtroppo non sono cose da film, sebbene Hollywood quanto a mischiare ben-essere con bell-essere ci metta lo zampino: quale giornalista, oramai, alla Johansson di turno, non saffretta a chiedere scusi, ma come fa ad essere cos splendidamente in forma?. E lei, ne siamo sicuri, risponder sa, basta una mela per il ferro e una banana per il potassio.
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M
per crescere

ONDO

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la nuova tuniSia
Un paese arabo dallo stile di vita molto simile a quello europeo che vive un momento di grande attesa per il suo sviluppo futuro. La vita quotidiana dei giovani, e non solo, scandita da cellulari e social network.
di IreNe PANIGhettI

tra atteSa e Speranze


E il Ramadan pi un appuntamento sociale che religioso, proprio come il periodo natalizio: il momento della rottura del digiuno riunisce le famiglie, che, al richiamo dellimam (che viene diffuso per televisione) iniziano mangiando un dattero accompagnato dal latte di mandorla e da tante acqua, soprattutto se, come questanno, il Ramadan caduto in un caldissimo mese di agosto, quando lastensione dal bere durante tutto il giorno stata sicuramente uno sforzo titanico. Le notti del Ramadan poi sono i momenti della festa, in strada, nei festival culturali che vengono organizzati nelle principali citt, nei caff, un luogo sociale di grande importanza in tutto il mondo arabo: se in generale sono gli uomini, di ogni et, che si ritrovano a bere caff, fumare sigarette e narghil e giocare a carte, in Tunisia non difficile trovare anche qualche donna, soprattutto le pi giovani e in particolare negli internet caf, numerosi a Tunisi, un po meno nello zone rurali. UNo StILe dI VItA SeMPre PI occIdeNtALe La libert nel vivere le feste tradizionali diffusa anche nelle scelte della vita quotidiana: dallalimentazione la Tunisia produce vino che viene bevuto non solo dai turisti, ma anche da tunisini di un certo agio economico, visti i prezzi non abbordabili da tutti allabbigliamento: nelle citt uomini e donne vestono per lo pi alloccidentale, con i giovani quasi tutti in jeans e maglietta. Nelle zone rurali resistono gli abiti
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a Tunisia un paese musulmano ma forse il pi Occidentale dei paesi arabi, con stili di vita, cadenze lavorative e scolastiche modellate sul sistema europeo, o, meglio francese; almeno fino ad oggi, perch il futuro, dopo la cacciata, il 14 gennaio scorso, di Ben Al, padre padrone del paese dal lontano 1987, resta un grande punto interrogativo. Alcune incognite sulla Tunisia del domani si chiariranno verosimilmente dopo le elezioni dellAssemblea Costituente fissate per il 23 ottobre, un appuntamento al quale il paese si sta preparando da mesi e del quale tutti, politici, media e semplici cittadini, parlano oggi apertamente, approfittando della nuova libert di espressione, frutto, forse lunico effettivamente gi maturato, del cambiamento. Ma che paese quello che si presenta allappuntamento elettorale del 23 ottobre, dal quale dovrebbe uscire unassemblea con loneroso compito di riscrivere la Costituzione? Le occASIoNI Per StAre INSIeMe Gli stili di vita e la forma delle istituzioni sono molto europee, cos come latteggiamento verso la religione, che viene vissuta generalmente in modo libero: non sono pochi i musulmani laici, quelli, per intenderci, che non pregano cinque volte al giorno come prescrive il Corano ma che digiunano il mese di Ramadan, perch questo fa parte delle tradizioni profonde, un po come il Natale da noi.

Tunisi.
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Ogni persona lartece della propria Fortuna!

ONDO

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TRA AIuTI STATALI E CROLLO DEL TuRISMO EuROPEO


In generale la Tunisia non si pu definire un paese povero, nel senso che la maggior parte della popolazione non soffre di carenza di alimentazione; il reddito pro capite medio si aggira sui 5mila dollari annui; questo periodo di transizione rappresenta una tappa cruciale per leconomia, che dal gennaio ha subito alcuni arresti legati allincertezza, soprattutto in alcuni settori. Il numero degli aiuti statali concessi dal gennaio 2011 fa riflettere: lUnione Tunisina di Solidariet Sociale, listituzione che si occupa di questo aspetto, nei primi quattro mesi dellanno ha fornito aiuti finanziari del valore di 437mila dinari (circa 230mila euro) e aiuti in natura (alimenti, farmaci) per 710mila dinari, pi o meno 350mila euro. Durante lultimo Ramadan le famiglie bisognose hanno avuto un sussidio di 75 dinari (circa 37 euro), una cifra piuttosto bassa se si tiene conto dellimpennata che hanno avuto i prezzi dei beni di consumo tipici del periodo festivo. Il settore che ha pi risentito dei cambiamenti quello turistico: le statistiche del Ministero del turismo tunisino hanno calcolato sui primi 7 mesi dellanno un calo del 47 per cento. Il crollo riguarda in particolare il turismo europeo, con grandi alberghi della costa nord chiusi o, essendo spesso di propriet della famiglia del presidente, abbandonati. Il tutto per una perdita, sempre secondo i dati governativi, di oltre 3.000 addetti al settore. Tuttavia questa situazione stata compensata da un turismo diverso, quello dei libici, che hanno letteralmente invaso la Tunisia, soprattutto nelle zone costiere, occupando, anche se non certo facendo il tutto esaurito, le strutture turistiche nei dintorni di Djerba, Monstir, Sfax. Non trattandosi per lo pi di persone indigenti, i libici hanno portato al paese ci che venuto a mancare dai flussi turistici tradizionali, salvando, o per lo meno non facendo affondare, un settore cruciale per la Tunisia.
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Fortuna, molto meglio averla!


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tradizionali, soprattutto per le donne e nelle occasioni particolari, come le feste e i matrimoni. Per quel che riguarda il velo, lhijab, quello che copre i capelli ma lascia scoperto il viso, diffuso ma non affatto raro trovare donne senza. Poche le donne con il niqab, che lascia liberi solo gli occhi, anche se questestate capitava di vederne per le strade del paese, anche della capitale, ma si trattava per lo pi di libiche presenti in massa in Tunisia in fuga dalla guerra. La diffusa libert negli stili di vita non tuttavia omogenea: come per altri aspetti anche in questo caso le differenze tra zone urbane o turistiche e zone rurali hanno un certo peso (vedi box di fianco). Tornando agli aspetti del vivere quotidiano, tutti dallanziana contadina alladolescente di Tunisi che si veste con jeans e Lacoste possiedono un cellulare, che non pi uno status symbol ma un normale strumento di vita quotidiana. Invece le differenze si notano nei mezzi di locomozione: non tutti i ragazzini per esempio hanno un motorino per spostarsi: in campagna si usa ancora lasino, o il cavallo, e non solo per portare al mercato i prodotti della propria attivit. Un ragazzo di campagna si sposta a dorso di animale o con i louages, sorta di taxi collettivi che coprono percorsi urbani ed extraurbani. Sono mezzi di trasporto diffusissimi fuori dallEuropa ma che per un occidentale costituiscono unavventura, non tutti apprezzata: innanzitutto sono piuttosto scomodi, spesso furgoncini adattati o, quando si ha fortuna, grosse automobili dalla carrozzeria precaria e con limpianto dei freni ancor peggiore, che fanno spesso temere per la propria incolumit. Se un locale pare, in-

fatti, non rendersi conto del pericolo, un occidentale non pu non spaventarsi per il modo diffuso di guidare senza rispettare le elementari norme di sicurezza stradale. Per quel che riguarda lautomobile privata quasi ogni famiglia ha un proprio automezzo: le differenze sociali si vedono dal tipo di vettura, anche se i Suv sono di casa solo in poche zone, tra cui i ricchi dintorni di Tunisi e delle citt turistiche come Hammamet. bLoG e SocIAL NetWorK doVUNQUe In campagna meno facile trovare internet caf, anche se almeno uno a villaggio sicuramente presente. A Tunisi invece, o nelle citt costiere, ogni strada ne ha almeno un paio, dove entrano oggi, dopo la libert acquisita con la cacciata di ben Al, tantissimi ragazzi e ragazze. Internet , infatti, una realt quotidiana di pressoch tutti i tunisini: non a caso i/le blogger hanno avuto un ruolo determinante nella rivoluzione: la blogosfera tunisina molto attiva e interessante, con blog gestiti soprattutto da giovanissimi che parlano di politica, raccontano le loro esperienze durante la rivoluzione e nei mesi successivi. Questa effervescenza non deve stupire, poich una normale reazione dopo anni di repressione; la rete era, infatti, uno dei principali mezzi usati dal regime per reprimere la libert di informazione: tutti i tunisini conoscono il famoso error 404, un messaggio che appariva quando cercavano di collegarsi a you tube o di vedere Al Jazeera o Alarabya on line. Il mio blog non lunico ad aver subito censure, la lista lunga, racconta Leena Ben Mhenni, che nellaprile di questanno ha ricevuto il premio della

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ONDO

radio televisione tedesca Deutsche Welle per il miglior blog. Oggi la situazione diversa, anzi, non esagerato dire che la libert della rete forse lunico aspetto che davvero gi cambiato nella nuova Tunisia: blog, facebook, twitter e altri social network sono raggiungibili in ogni punto del paese dagli internet point, appunto, ma anche dalle case private, poich la connessione wireless una realt comunissima ovunque, quando si esce dallItalia IStrUzIoNe GArANtItA Insomma, la Tunisia un paese che ha stili di vita pressoch occidentali, dalla giornata di riposo, che non il venerd, come negli altri paesi musulmani, bens

Piazza del Governo, a Tunisi.

LITALIA IN TuNISIA
Secondo un rapporto dellambasciata italiana a Tunisi il nostro paese il secondo investitore in Tunisia, soprattutto nel settore energetico, ma gli investimenti italiani spaziano dal tessile ai trasporti, dalle costruzioni alle banche. Tutti i nomi dellalta finanza sono presenti: Benetton, Eni, Ansaldo, Fiat, Monte paschi Siena, Unicredit Intesa San Paolo Questo perch, almeno fino ad oggi, la Tunisia (che un paese fondamentalmente agricolo) offriva un generoso sistema di offshore, con la possibilit di delocalizzare la produzione e fatturare il proprio business in loco, evitando dunque di pagare le tasse in Italia.
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la domenica. Questo perch si forgiata sul modello statale francese, del quale mantiene ad oggi ancora molte caratteristiche, in primis nellistruzione, che ha un modello francese, pubblico, garantito a tutti e di un livello discreto. La formazione universitaria presenta unofferta diversificata, anche se le famiglie che hanno un certo agio economico preferiscono inviare figlie e figli nei campus francesi. Lanno scolastico simile al nostro, con vacanze che si adeguano alle festivit religiose musulmane. La giornata di studio per generalmente pi lunga, con permanenza anche il pomeriggio e la conseguente pausa in mensa. Dai risultati degli ultimi esami emerge leccellenza femminile: su 72mila candidature alla maturit 2011 il 66 per cento era costituito da ragazze, di cui il 60 per cento ha ottenuto il diploma. Di contro solo il 40 per cento dei ragazzi ammessi riuscito a diplomarsi. Se la scuola pubblica ha livelli migliori rispetto a quelli di altri paesi africani, il paragone non regge se rapportato ai livelli europei. Per raggiungere quegli standard in Tunisia si fa pi affidamento alle scuole private: gli espatriati che si sono formati una famiglia in Tunisia preferiscono far studiare i figli nelle scuole americane o cattoliche, alle quali anche molte famiglie tunisine aspirano. Le scuole cattoliche sono per molto pi care e selettive, con un non indifferente tasso di bocciatura. UN PAeSe IN StANd bY Secondo le statistiche dellAgenzia per la Promozione dellIndustria e dellInnovazione, nel primo semestre 2011 il settore industriale avrebbe retto, soprattutto a livello di esportazione, che sarebbe aumentata del 28,8 per cento rispetto al 2010 (vedi box di fianco). Tuttavia gli investitori esteri si sono fermati perch il rischio paese da pressoch nullo diventato molto alto.

La stessa sensazione di attesa ci che circonda le elezioni, dalle quale verr a delinearsi in modo pi definito il profilo di questa nuova Tunisia: fino al momento del voto non infatti dato sapere lassetto politico del paese, che esce da decenni di partito unico ed quindi digiuno dalla vita e dai meccanismi della rappresentanza partitica. Alle elezioni si sono presentate oltre cento realt: il loro risultato permetter analisi pi approfondite sul paese. In particolare in Occidente c grande attesa per il risultato dei partiti islamici, nello specifico di Nahdha, una formazione che fa paura allOccidente ma non a tutti i soggetti sociali tunisini. Certo, ci sono i fondamentalisti, i terroristi, ma Al Qaeda non Islam, in tutte le religioni ci sono gli estremisti. C un Islam moderato, un Islam con il quale si pu parlare, che non fa paura: lIslam tunisino di questa natura, sempre stato moderato, perch la Tunisia da 60 anni ha avuto forme di vita aperta, libera, ha goduto di questa vita e non pronta a tornare indietro, tanto meno le donne, che in Tunisia hanno uno statuto tra i pi liberi del mondo e non solo del mondo arabo. La religione e le tradizioni influenzano ancora le relazioni e la vita intima delle persone, ma nella stessa misura in cui accade anche in altri paesi europei, Italia non da ultimo. Cos se persistono ancora certi tab anche vero che in Tunisia donne e uomini si possono frequentare pubblicamente senza troppi problemi, magari adottando un codice di comportamento che giudicheremmo un po vecchio: non raro che, soprattutto nelle campagne due fidanzati si possano vedere sotto locchio pi o meno vigile dei familiari, o in contesti collettivi. Ma il tutto viene generalmente vissuto non tanto come costrizione ma come rispetto delle tradizioni e delle radici familiari. Almeno fino ad ora.

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CONvEgNO SuL RuOLO SOCIALE ED ECONOMICO DELLA CASA


Lo scorso 17 settembre al Museo Santa Giulia si e tenuto un convegno sulla casa, organizzato da Ivo Amendolagine, presidente della Propriet edilizia bresciana. Presenti il sindaco Paroli, il prefetto Narcisa Brassesco Pace, lassessore alla Casa del Comune Massimiliano Bianchini e il presidente dellAler Ettore Isacchini. Oggetto del convegno il ruolo sociale della casa come fattore di radicamento sul territorio nonch vero e proprio ammortizzatore fondamentale in tempi di crisi come quelli che stiamo vivendo. Gli studiosi Fabio Severo Severi, Maurizio Tagliaferri, Scarabelli, Claudia Giordani, Michele Busi hanno ripercorso levoluzione della societ bresciana nei 150 anni dellunit rilevando lapporto delle organizzazioni cattoliche allemergenza sfratti, con un progetto siglato anche da Comune, Aler, banche, forze sociali.

ANCHE LE AuTO A PEDALI ALLA SETTIMANA EuROPEA DELLA MOBILIT SOSTENIBILE


In occasione della Settimana Europea della Mobilit Sostenibile organizzata a Brescia lo scorso 18 settembre dallAssessorato alla Mobilit in associazione con altri enti pubblici, lAuto Pedal Club Italiano, ospitato in uno stand in Piazza Loggia, ha offerto unesposizione dimostrativa di vetture a pedali di vario tipo, da corsa e normali per bambini, mosse esclusivamente da energia umana. Lobiettivo di promuovere eventi automobilistici a pedali di carattere sportivo, educativo, ecologico, ma anche studi per nuovi progetti, basati sul collaudato principio meccanico, e sviluppare innovative applicazioni per la realizzazione di nuovi e semplici mezzi di trasporto da utilizzare nelle necessit quotidiane della mobilit.

QUI & l
LA MODA INgLESE IN CORSO CAvOuR CON IL BuS LONDINESE
Quattro gocce di pioggia non hanno fermato la grande kermesse Carnaby Street incontra Corso Cavour iniziata con larrivo a Brescia di un bus rosso londinese a due piani. Un prezioso oggetto da collezionismo che diventato un mezzo azzeccato per rievocare nelle vie di Brescia quella Swinging London degli anni 60 riproposta da Moda & Design e Beatlesiani. Cerano tante ragazze in minigonna, lindumento inventato da Mary Quant proprio a Carnaby Street, tanta musica interpretata dalle migliori rock-band del genere e ospiti prestigiosi presentati da Emi Baronchelli, tra cui Charlotte Ferradini, Tutti Frutti +1, Rolandog & The Beatops, Paolo Muccia & The Welling, Scarpanti as James Taylor, Johnny & the Moondogs, Marshmallow e Marco Damiani al mixer.

PREMIO KINO: KIM ROSSI STuART MIgLIORE ATTORE


Anche questanno, nellambito della Mostra del Cinema di Venezia, si svolta la consegna del Premio Kino Diamanti del cinema, riservato ai film italiani. Il premio come migliore film andato a Benvenuti al Sud di Luca Miniero, migliore attore Kim Rossi Stuart, migliore attrice Donatella Finocchiaro, Migliori attori non protagonisti Valentina Lodovini e Giuseppe Battiston e miglio regista Fausto Brizzi (per il film Maschi contro femmine). Nella foto le gemelle Squizzato, presentatrici e attrici bresciane che hanno presentato e condotto per la Rai la cerimonia di premiazione, premiano Kim Rossi Stuart, interprete del discusso film Vallanzasca.

a cura di roLANdo

GIAMbeLLI

APPuNTAMENTO CON PROFuMI DI MOSTO


per domenica 9 ottobre 2011 lormai tradizionale appuntamento con Profumi di Mosto, il circuito enogastronomico nelle cantine della riviera bresciana del lago di Garda: una giornata per assaporare colori, sapori ed atmosfere della vendemmia gardesana, con la degustazione dei vini della Valtnesi abbinati alle tipicit del territorio e ai piatti preparati in cantina dagli chef dei migliori ristoranti della zona. Le cantine partecipanti sono 18, suddivise in tre itinerari. Novit di questanno: i vini proposti nel corso della manifestazione saranno in degustazione per lintera giornata anche in 15 oasi in altrettanti paesi del Garda bresciano (Magasa, Valvestino, Tignale, Limone, Tremosine, Gargnano, Maderno, Sirmione, Desenzano, Manerba, Gardone, S. Felice, Sal, Puegnago, e Pozzolengo) www.profumidimosto.it.

gRAN BALLO DELLE DEBuTTANTI


Per la prima volta a Brescia, la Compagnia Nazionale di Danza Storica diretta da Nino Graziano Luca in collaborazione con Bssb srl, indice per sabato 22 ottobre 2011 presso lHotel Vittoria di Brescia il Gran Ballo delle debuttanti. Sar un evento romantico organizzato con grande cura dei particolari, scegliendo per le partecipanti abiti fiabeschi, realizzati con tessuti preziosi da una sartoria di alta moda; accanto a loro eleganti cadetti in alta uniforme provenienti da una prestigiosa scuola militare. E non poteva mancare la cena di gala, servita da camerieri in livrea e da esperti sommelier. Parte del ricavato della serata sar devoluto al Conservatorio Luca Marenzio di Brescia, per la consegna di una borsa di studio a uno studente meritevole. Per info: tel. 030.3762754, info@bssb.it.
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Iv CAMPIONATO PROvINCIALE vELISTI DISABILI


Desenzano del Garda, 14-17 settembre. Sono Lucrezia Bertoletti, Roberto Migliorati, Emanuela Mombelli e Piero Maraggi (Leno 1) i vincitori del IV Campionato Provinciale per velisti diversamente abili, la manifestazione pi attesa del progetto Svelare senza barriere voluto e realizzato dal Gruppo Nautico Dielleffe di Desenzano in collaborazione con lAssessorato Sport e Tempo libero della Provincia di Brescia e del Comune di Citt di Desenzano del Garda per affermare gli effetti positivi della vela come strumento di intervento nelle varie aree del disagio sociale, fisico e mentale. Argento, quindi, per la Squadra G Leno 3 formata da Ermanno Bresciani, Elisa Tommasoni, Angelo Boselli e Sergio Zumerle.

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S
AmBulATorio chirurgico - piccolA chirurgiA AuT. ASl n. 19/95

PORT

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Test avanzati

Test intolleranze alimentari - stress ossidativi rischio cardiovascolare Telecardiometria

A
M

Andrologia

Doppler del pene, piccoli interventi e terapie rivitalizzanti Incurvamento penieno, nuove frontiere terapeutiche Allungamento ed ingrossamento del pene Disfunzioni della sessualit

L D F E

Laserterapia

Medicina estetica
corpo

uno Sport alla portata di tutti


Si gioca a tutte le et, costa poco e tutti possono partecipare. Unico vero obiettivo: tanta voglia di divertirsi e di stare insieme agli amici.
di LIbero roSeLLINI

CalCetto

Trattamento capillari con laser o mousse Laser depilazione corpo Laser trattamento couperose - macchie - angioma Radiofrequenza termage Laserterapia anticellulite

Dietologia

scienza dellalimentazione

Trattamenti cellulite con veicolazione trans-dermica, laser-lisi termage e mesoterapia omeopatica e controllo alimentare Test intolleranze alimentari - stress ossidativi rischio cardiovascolare Infiltrazioni per lo scioglimento di adiposit localizzate Trattamento capillari con laser terapia o sclerosanti Laser depilazione corpo

Diagnostica morfologica Diete personalizzate - Terapie mediche di supporto di ultima generazione Test di intolleranza Tecniche di supporto comportamentale Dimagrimenti localizzati Galenica personalizzata

Medicina estetica

viso, collo, decollte, mani

Flebologia

Diagnostica morfologica Rivitalizzazione con vitamine - ialuronico con aminoacidi Pulizia viso con peeling chimici e meccanici Trattamenti multi-rivitalizzation con veicolazione e botomask Trattamenti ad effetto immediato con fillers non permanenti Laser trattamento couperose - macchie - angioma Tatoo semipermanenti Radiofrequenza termage

Trattamento capillari con laser o mousse Diagnostica doppler e visita vene Trattamento vene varicose, ulcere, linfedemi e mesoterapia Piccoli interventi chirurgici ambulatoriali in anestesia locale

Visite mediche per

Endocrinologia

Disturbi legati alla menopausa Irsutismo - trattamento acne Disfunzioni della tiroide Obesit

Protesi seno e correzioni Chirurgia delle calvizie Lipoaspirazione pneumatica Addominoplastica Minilifting viso Correzione naso e orecchie a sventola Allungamento e ingrossamento del pene Blefaroplastica (occhi) Piccoli interventi chirurgici ambulatoriali in anestesia locale

chirurgia plastica ed estetica

Dr. Davide Tonini

dietologia - medicina estetica - andrologia

Dir. San. Dr. Enrico Filippini

patologie vascolari - andrologia

Dr. Michele Tonini

he sia calcetto, calcio a sei, a sette o anche il calciotto, limportante divertirsi. Le differenze fondamentali, per i cultori di questi sport, sono nelle dimensioni dei campi e delle porte (nel calcetto sono pi piccole), oltre naturalmente che nel numero dei calciatori, ma il comune denominatore sempre e comunque il piacere di stare insieme agli amici e di praticare uno sport (il calcio) che, a guardare il numero dei campi e dei giocatori che lo praticano, si capisce perch considerato lo sport nazionale. La cronaca, come consuetudine, parte da alcune considerazioni generali: la serata calda con un buon numero di zanzare, campo a sei del San Filippo in buone condizioni, gli spettatori non servono. Le squadre, nonostante si conoscano tutti, si differenziano per i colori delle maglie: i blu contro avversari con pettorina gialla. Le formazioni, fatte poco prima negli spogliatoi, vedono i blu schierare in porta Mirko Cassetti, terzino sinistro Alberto Faustini, alla destra Mauro Membrini. Centrocampo a due con Max Tameni e Manuel Ferremi e come unica punta Alchi, cio Andrea Colombi. Tra i pali della squadra gialla c Robi Roda mentre al centro della difesa si piazza Nico Ferrazzi; tre

i centrocampisti pronti a dare adeguata copertura alla difesa Cecco Consiglio, Zano, alias Fabrizio Zanolini, e Cornelio, alias Cornel Mihalache; allattacco questa sera viene schierato Claudio Galletta. La partita inizia con i blu che sembrano approfittare di una certa distrazione degli avversari e si portano subito sul 2 a 1. Con il trascorrere dei minuti, i gialli assestano la difesa e cominciano a macinare gioco creando parecchie occasioni

da goal riuscendo a portare giocatori soli davanti al portiere avversario. Sono tre le occasioni sprecate e dalla difesa si alza una voce: buttatele dentro quelle l. Un richiamo che sortisce effetti immediati perch i gialli infilano tre goal in successione (4 gialli, 2 blu). La reazione dei blu non si fa attendere ma dopo aver sprecato due facili occasioni, sono subito puniti con il quinto goal dei gialli. Immancabile commento giornalistico: si conferma il detto che cita:

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PORT

goal sbagliato, goal subito. I blu non mollano e insistono e dopo aver colpito un palo, infilano per due volte il portiere avversario. Poco dopo arriva unaltra rete per i blu con un tiro da lontano che, dopo una pregevole finta dellattaccante, gonfia la rete nellangolo basso alla sinistra del portiere giallo ed pareggio (5 a 5). Da qui in poi il giallo il colore dominante. Una, due (imprecazioni del portiere blu), tre (papera del portiere), quattro (applausi da compagni e avversari) reti dei gialli contro un palo ed una traversa dei blu. Risultato finale (per questa volta): i gialli battono i blu 9 a 5, ma la rivincita gi fissata per la prossima partita. Al termine dellincontro il momento delle immancabili interviste e Nicola, 48 anni, il pi vecchio in campo, si presta da buon capitano. Come andata la partita? Bene come al solito perch, anche questa volta, ci siamo divertiti. Ho visto squadre composte da giovani e meno giovani? Volta per volta cerchiamo di fare formazioni equilibrate e anche se con i giovani si rischiano sempre delle figuracce, lo facciamo per loro, per farli giocare un po. Immediata la replica di un amico ventenne Anche noi lo facciamo per loro cos possono ancora divertirsi nonostante let!. In realt continua Nicola sempre pi difficile trovare coetanei che vogliano giocare. Qualche piccolo problema fisico, gli impegni del lavoro o pi semplicemente la mancanza di voglia, ne ha allontanati molti in questi anni. Da quanto tempo avete questa passione? Da sempre ma il nucleo storico di quattro persone dal 1996 che gioca insieme ogni settimana. Io e Zano siamo i punti di riferimento per organizzare, per cercare i sostituti di chi non pu venire, per ampliare la rosa delle squadre. La prima cosa che chiedo a un nuovo collega di lavoro non il nome ma se sa giocare a calcio, anche perch la stagione lunga e defezioni o piccoli incidenti sono sempre possibili. Da
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settembre a maggio giochiamo a calcetto (con 5 giocatori e porte pi piccole) a Buffalora al coperto mentre fino alla fine di luglio ci trasferiamo qui al San Filippo e giochiamo 6 contro 6. In 15 anni quanti giocatori avete incontrato sul campo di calcetto? Oltre un centinaio e di tutte le et, dai 18enni ai 50enni, di tutte le classi sociali, dalloperaio al medico, dallimpiegato allimprenditore, extracomunitari compresi. Tutti con la passione per il calcio e con tanta voglia di divertirsi. Nessuna eccezione? Certo che s. Si trova sempre qualcuno che pensa di essere lerede di Maradona o che per troppo agonismo esagera con le entrate dure. Basta uno sguardo di compagni e avversari per sistemare le cose e se proprio non dovesse essere sufficiente, la settimana dopo non pi della partita. Secondo lei, a cosa dovuto il successo che questo sport continua a riscuotere? uno sport alla portata di tutti, perch costa relativamente poco, e ci si diverte tanto. E poi quasi tutti, pi o meno, pensano di saper giocare al pallone. Di preciso non so quanto paghiamo perch fa tutto il tesoriere con la cassa comune, ma per unora, compresa illuminazione e spogliatoi, il costo a persona di circa 7 euro. Com il clima negli spogliatoi? Tranquillo e rilassato. Nel pre partita

parliamo di tutto, della nostra giornata di lavoro, della partita di campionato o del calcio mercato e c sempre qualcuno che ha da raccontare lultima barzelletta o un episodio divertente. Nel dopo partita c spazio soprattutto per gli sfott di chi ha vinto e le immancabili difese di chi ha perso. Anche questo fa parte del gioco. E dopo? Pizza e birra sempre e comunque per il gusto di stare insieme ai nuovi e vecchi amici. Avete intenzione di andare avanti per tanto? Non saprei, non possiamo dire finch ci reggono le gambe, perch se no alcuni di noi avrebbero gi smesso. Sono altri i motivi per cui ogni settimana ci ritroviamo sul campo, e ognuno ha il proprio. Ma fondamentalmente lo facciamo per avere una scusa per poi andare a farci pizza e birra insieme. Lintervista si conclude davanti alle scale che portano negli spogliatoi perch, come consuetudine, l i cronisti non sono ammessi. Allontanandomi vedo altri due campi di calcetto, sono le 21 passate da poco ma sono ancora occupati, mi stupisco e lo dico a un ragazzo: Qui i campi sono sempre pieni. Noi lo prenotiamo di anno in anno, se volessi organizzare oggi una partita tra amici troveresti disponibilit solo nelle ore pi calde quando giocare non sarebbe proprio un piacere. Annoto e mi allontano.

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UBRICA

GENTILE FARMACISTA...
di FrANceSco rAStreLLI
Presidente dellOrdine dei Farmacisti della Provincia di Brescia

Manda la tua domanda a: francesco.rastrelli@dodicimesi.com

IL FARMACISTArISPoNDE
D// Gentile Farmacista, le scrivo perch sono spesso soggetta a fastidiosi herpes labiali. Vorrei sapere in cosa consiste questa infezione e cosa posso fare per curarla. Grazie. Luna r// Cara Luna lherpes labiale una malattia infettiva che si manifesta sulle labbra. L infezione causata da un ceppo virale chiamato herpes simplex. La comparsa delle bollicine intorno alle labbra preceduta da una sensazione di calore e tensione, chiaramente percepibile da chi gi stato colpito dalla malattia. Il riconoscimento precoce di questi sintomi consente al soggetto di intervenire precedentemente limitando leruzione attraverso lapplicazione di apposite pomate a base di zinco. D// Negli ultimi tempi si parla spesso di oli essenziali. In cosa consistono e quando possono essere usati? Alice r// Cara Alice, le essenze sono sostanze chimiche sintetizzate dalle piante che, a causa della loro volatilit, contribuiscono fortemente alla profumazione delle piante stesse. Una volta estratte, le essenze diventano oli essenziali. Ciascun composto chimico dellolio offre propriet individuali; lassociazione di differenti oli essenziali permette di ottenere effetti sinergici. Grazie alle loro virt, essi possono essere impiegati per curare o prevenire i disturbi pi comuni agendo attraverso vari meccanismi: farmacologico, grazie allazione dei principi attivi contenuti; psicologico, in particolare sulle emozioni che queste profumazioni sono in grado di trasmettere (aromaterapia); e fisiologico, esplicando effetti capaci di stimolare o riequilibrare le normali funzioni dellorganismo. Sul mercato esistono oli che hanno propriet: antisettica, antiparassitaria, cicatrizzante, disintossicante, antispastica, digestiva, tonificante e antistress. importante consultare il farmacista, il quale pu fornire preziosi consigli su come e quando usarli.

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MeN io o che qualcosa non va. Altro indiz uentemente la testa il primo segn e tra i capelli, il vostro bambino si gratta freq Se infine, a un attento esam ticine sul suo cuoio capelluto. Se, a della nuca e dietro significativo la presenza di cros re biancastro, soprattutto allaltezz a allungata e di colo i notate dei piccoli puntini di form si pu evitare di essere attaccat ini, le uova del pidocchio. Non , vuol dire che avete trovato le lend attraverso le orecchie ole e poco gradito ai parassiti fare creare un ambiente sfavorev di adesione dai pidocchi. Ci che possiamo ne spray, che riduce la possibilit e ad esempio una lozio lutilizzo di prodotti adeguati com , utile complemento al poo balsamo eventuali re-infestazioni, e uno sham delle lendini ed aiuta a prevenire unazione lenitiva sulla cute. rimozione di lendini e pidocchi e favorisce la trattamento antipediculosi che PIdocchI? UN ProbLeMA IN

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UBRICA

SPECCHIO DELLE MIE BRAME


a cura di eNrIco FILIPPINI

valutazione della

CoMpoSizione Corporea

a valutazione della composizione corporea utilizzata in vari settori come medicina, antropologia, ergonomia, sport e auxologia. Grande interesse viene riposto alla quantificazione del grasso corporeo in relazione allo stato di salute e alla performance sportiva. La valutazione della composizione corporea viene inoltre utilizzata per: identificare il rischio di salute del paziente associato a livelli eccessivamente alti o bassi di FM; identificare il rischio di salute del paziente associato a eccessivo accumulo di grasso intra-addominale; monitorare i cambiamenti di composizione corporea che sono associati a certe malattie; cambiamenti nelle proporzioni durante laccrescimento e linvecchiamento; valutare

TERMINOLOGIA
FM (fat mass o massa grassa): rappresenta la quantit totale di lipidi nel corpo umano estraibili con letere; FFM (fat free mass o massa magra priva di grasso): tutto ci che rimane del corpo dopo aver tolto la massa grassa (ossa, muscoli, acqua e organi); LBM (lean body mass o massa magra): rappresenta la somma della massa magra priva di grasso (FFM) + il grasso primario o lipidi essenziali.

leffetto dellalimentazione e dellesercizio fisico; stimare il peso corporeo desiderabile di un soggetto. Valutare la composizione corporea significa misurare i diversi componenti che costituiscono il corpo. La valutazione della composizione corporea pu essere fatta a diversi livelli dal pi semplice (atomico) al pi complesso (corpo intero) passando per livelli intermedi (molecolare, cellulare e tissutale). Ogni livello pu essere suddiviso in diversi compartimenti o componenti. Per esempio il livello molecolare pu essere diviso in: tessuto adiposo + acqua + ossa + componente residua (modello a 4 compartimenti). possibile misurare lo stesso livello pi semplicemente utilizzando un modello a due soli compartimenti (massa grassa + massa magra priva di grasso). Questultimo modello il pi utilizzato. Il primo passo per poter organizzare una terapia nutrizionale-dietetica veramente personalizzata la conoscenza oggettiva della composizione corporea. La plicometria, che si basa sullutilizzo di un plicometro attraverso cui viene estrapolata la percentuale di massa grassa del soggetto, presenta un limite molto significativo: d per scontato che il soggetto sia ben idratato, ossia che abbia una percentuale di acqua corporea totale del 60%. In caso contrario tutti i valori che escono dallesame non sono attendibili! Questo vuol dire, in pratica, che se non conosciamo a priori la condizione di idratazione del paziente,

rischiamo di fare dei grossolani errori di valutazione poich, se per caso il soggetto fosse disidratato (ma non lo sappiamo), tutti i valori della plicometria risulterebbero poco attendibili. Per conoscere lo stato di idratazione della persona occorre utilizzare uno strumento che misuri anche lacqua corporea. Tra le varie possibilit la bioimpedenzometria con impedenziometro risulta per il medico dietologo sicuramente la metodica pi facile da utilizzare e meno invasiva. Questo strumento in pochi minuti d la possibilit di conoscere, oltre allo stato di idratazione, una serie di valori fondamentali per poter poi proporre un corretto regime terapeutico sia dal punto di vista qualitativo che dal punto di vista quantitativo. Come potete vedere dalla figura, si fa sdraiare il soggetto e tramite il posizionamento di quattro elettrodi, due sulla mano e due sul piede, si misura la resistenza e la reattanza del suo corpo. Questi due valori verranno poi inseriti nel software in dotazione, grazie al quale verranno estrapolati una serie di dettagli quali la massa magra, la massa grassa, il bmi e il peso ideale; il metabolismo basale e la eventuale quantificazione dei kg di adipe in eccesso; completa la fase diagnostica della bioimpedenzometria la misurazione della quantit totale di liquidi, distinguendo quelli extra da quelli intracellulari. Uno strumento, quindi, fondamentale nel definire il programma terapeutico del paziente.

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T
borIS IL FILM
regia: Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre, Luca Vendruscolo Cast: Luca Amorosino, Antonio Catania, Carolina Crescentini, Massimo De Lorenzo, Carlo De Ruggeri, Caterina Guzzanti, Francesco Pannofino, Andrea Sartoretti, Pietro Sermonti, Alessandro Tiberi, Giorgio Tirabassi Genere: commedia Durata: 108 minuti Produzione: Italia, 2011 Uscita nelle sale: 1 aprile 2011 A noleggio: 3 agosto 2011 In vendita: 14 settembre 2011 Trama: Il regista televisivo Ren Ferretti tenta il grande salto: un film dautore serio, di denuncia dopo tanti anni di fiction su carabinieri, intrighi ospedalieri e drammi in costume da prima serata. Insomma, un risarcimento dopo tutta una carriera dedicata al brutto. Ma il mondo del cinema addirittura peggio di quello della tv perch sotto lallure del salotto buono dellindustria culturale si nasconde un covo di sceneggiatori ricchi e nullafacenti e attrici nevrotiche.

EMPO LIBERO

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videoteCa

a cura di eLIzAbeth bertoLI

MAchete
regia: Robert Rodriguez, Ethan Maniquis Cast: Danny Trejo, Steven Seagal, Michelle Rodriguez, Jeff Fahey, Cheech Marin, Lindsay Lohan, Don Johnson, Jessica Alba, Robert De Niro Genere: thriller Durata: 105 minuti Produzione: USA, 2010 Uscita nelle sale: 6 maggio 2011 A noleggio: 24 agosto 2011 In vendita: 21 settembre 2011 Trama: Machete un ex agente federale messicano che si pensa sia morto in uno scontro con la banda del pericolosissimo boss Torrez. Ma non cos. Machete ha cercato rifugio in Texas dove viene coinvolto nellattentato a un senatore iper razzista. Viene per tradito dallorganizzazione che lo ha assoldato e con laiuto di suo fratello pianifica ed esegue una sanguinosa vendetta nei confronti dellorganizzazione e del suo boss.

proMoSSo
Nadia, 28 anni, parrucchiera: Bello, non ho visto la serie tv ma mi piaciuto tantissimo. Stefania, 42 anni, casalinga: Divertente e geniale, basterebbe solo la sigla iniziale di Elio e Le Storie Tese. enzo, 34 anni, commerciante: Adoro la serie e promuovo il film, non solo una puntata pi lunga. Michele, 23 anni, studente: Fantastico, mantiene la sagacia e la critica della serie. Vanessa, 31 anni, impiegata: Lo salvo perch comunque geniale, ma secondo me era poco ispirato, soprattutto il finale. Gabriele, 25 anni, cameriere: Bello e intelligente, unidea nuova finalmente. diego, 18 anni, operaio: Lho visto al cinema, ho noleggiato il film e mi comprer il dvd, un capolavoro, una delle pi divertenti commedie degli ultimi tempi!.

proMoSSo
Piero, 38 anni, impiegato: Il capolavoro assoluto di Rodriguez, un ottimo film di azione. Michele, 26 anni, elettricista: Ancora meglio di Sin City, sia la trama che gli attori sono bellissimi. Mara, 29 anni, restauratrice: un buon film, ci sono azione e ottimi personaggi. cristian, 32 anni, odontotecnico: Un ottimo mix di vecchi b-movies e fumetti reinterpretati con molta originalit. Andrea, 51 anni, artigiano: Un bel film come si facevano una volta, con i buoni e i cattivi. Angelo, 36 anni, consulente: Uno dei film pi insulsi che abbia mai visto. De Niro irriconoscibile. Fabrizio, 48 anni, imprenditore: Davvero orrendo, non ho altre parole per descriverlo. Laura, 34 anni, fotografa: una vera schifezza, lo dovevo capire dal fatto che nel cast c Lindsay Lohan. Nadia, 28 anni, parrucchiera: Forse il peggior film che abbia mai visto. tragicomico e demenziale. Patrizia, 27 anni, studentessa: Una tamarrata tutta sangue e belle ragazze, lo avrei evitato.
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BoCCiato

to Valerio, 42 anni, insegnante: Mi sembrato una scemenza, i personaggi sono ridicoli. daniela, 34 anni, commercialista: La trama lascia a desiderare e sinceramente non mi ha fatto molto ridere. Monica, 33 anni, notaio: Che delusione, lo aspettavo con ansia ma solo una brutta e lunga puntata della serie.

BoCCia

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SUCCESSO

//03.settembre Rottura Turchia-Israele, storici alleati chiave degli Usa nel Mediterraneo. La causa: il rifiuto dello Stato ebraico di scusarsi con Ankara per lassalto del 2010 alla nave Mavi Marmara in cui vennero uccisi 9 attivisti che volevano portare aiuti a Gaza.

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Luragano Irene risparmia New York. Il bilancio di 14 morti, miliardi di danni e quattro milioni di americani al buio. Quando arriva sulla Grande Mela Irene si declassato a tempesta tropicale.

Presidenza di Cipro allUe, Turchia pronta allo strappo. Il governo di Ankara: Niente semestre nel 2012, o congeleremo le relazioni con lEuropa. Frattini: non perdiamo quel Paese.

Carcere per chi non paga le tasse. Niente condizionale per chi evade oltre 3 milioni di euro. Questa la modifica alla manovra con la quale il Governo intende inasprire la guerra allevasione fiscale.

successo...
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ITALIA

//20.settembre Atene fa paura, Borse a picco. Milano perde il 3,17%. Cresce anche lo spread sui Btp. La Merkel: se crolla leuro crolla anche lUe. Intanto Obama lancia la tassa sui ricchi. //23.settembre Il presidente palestinese Abu Mazen ha presentato ufficialmente allOnu la richiesta di riconoscimento di uno Stato di Palestina, entro i confini del 4 giugno 1967, con Gerusalemme Est capitale. Netanyahu: vogliono uno Stato senza la pace. //8.novembre //24.settembre Satellite Uars. Secondo lente spaziale americano la traettoria del satellite in fase di rientro dallo spazio completamente cambiata e non si esclude che i frammenti possano cadere in unarea degli Stati Uniti. Finisce lallarme per il Nord Italia. //24.settembre Ginevra, la velocit della luce non pi un pilastro indiscutibile della fisica contemporanea. Illustrata al Cern la straordinaria scoperta che pu rivoluzionare la fisica: i neutrini sono pi veloci della luce di circa 60 nanosecondi.
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//03.settembre

Salve le tre feste laiche che non saranno rinviate alla domenica. Il Senato mantiene Primo maggio, 25 Aprile e 2 giugno. Per le feste patronali invece niente da fare, resta salvaguardata solo quella di Roma, Santi Pietro e Paolo, che nel Concordato.

//16.settembre Roma. Sciopero dei sindaci che chiedono fatti concreti. I primi cittadini hanno riconsegnato per un giorno le loro deleghe di Stato civile ed anagrafe ai prefetti.

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//17.settembre

Genitori troppo vecchi, via la figlia. Fa discutere la decisione del Tribunale dei minori di Torino: il padre ha 70 anni, la madre 57. Non una questione di anagrafe, dicono in Tribunale, ma di incapacit dei due adulti nellinteragire con la figlia. Annunciato un ricorso in appello contro la dichiarazione di adottabilit della figlia.

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//29.agosto

//19.settembre

//02.settembre

SUCCESSO

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//21.settembre Italia declassata, scontro tra il governo Berlusconi (che accusa: un giudizio politico) e lagenzia Standard&Poors, che mette in guardia da possibili ulteriori declassamenti. Marcegaglia: il governo agisca o a casa.

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successo...

MONDO

//18.settembre Tragedia a Reno, Nevada. Un Air Show piomba sulla folla. Nove vittime e decine di feriti, molti dei quali gravi. Laereo della seconda guerra mondiale era stato modificato apposta per la gara. il quarto incidente nel 2011.

//22.settembre Sui bilanci dei comuni lombardi un peso di quasi mille milioni. Questi secondo lAnci Lombardia gli effetti del decreto anti crisi sui conti degli enti locali. Fausto Di Mezza: Situazione insostenibile, venderemo altre quote di societ. //24.settembre

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Madrid, zapatero scioglie le Camere. Il premier socialista spagnolo ha indetto le elezioni anticipate per il 20 novembre. Non si ricandider. Il suo partito rischia una vera dbcle. Tutti i son-daggi danno il capo dellopposizione, il leader del Partido Popular Mariano Rajoy, grande favorito al Palazzo della Moncloa.

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//27.settembre

Massimo Marchiori, inventore dellalgoritmo di Google, riceve a Verona il premio Masi per la Civilt Veneta. Il giovane matematico, classe 1970, dal Mit di Boston ha scelto di tornare ad insegnare a Padova. E studia nuovi software.

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Effetto manovra: con lIva aumentata dal 20 al 21%, la benzina verde tocca 1,7 euro al litro. Aumentato il prezzo delle sigarette. Secondo lagenzia Moodys la manovra appesantisce bilanci comunali e regionali gi allo stremo.

//20.settembre

//26.settembre C da purificare laria il duro monito del card. Bagnasco allapertura dei lavori del Consiglio della Cei. Lemergenza morale reale, non lhanno inventata i giornali, ammorba laria, si traduce in atti licenziosi, in comportamenti tristi e vacui, in corruzione e comitati daffari, lascia sgomenta e insicura una societ gi provata da una crisi affrontata con misure insufficienti.

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SUCCESSO

//17.settembre Montichiari, arrestato lomicida. Secondo la Procura e i carabinieri a premere il grilletto su Michele Peroni, il 27enne operaio della Fassa Bortolo trovato cadavere il 12 agosto scorso stato Simone V., coetaneo e collega della vittima. //28.agosto

//27.agosto Il tessuto urbanizzato di Brescia previsto nel Piano per il governo del territorio, parchi inclusi, si prepara a crescere di oltre 3,3 milioni di mq. Lassessore Vilardi: si punta al modello villaggi Marcolini. Giuliano Campana, presidente Collegio Costruttori: meno aree fabbricabili. In citt sono migliaia le case senza acquirenti.

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La marcia della pace Perugia-Assisi compie cinquantanni. Per celebrare lanniversario, venticinque ciclisti e sei podisti bresciani hanno scelto di raggiungere Perugia a piedi, o in sella alla propria bicicletta.

successo...

BRESCIA
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Queriniana, un 2011 record. Quasi 19mila volumi in prestito in mesi. E oltre 750 nuove iscrizioni, cui si aggiungono 16.922 consultazioni e accessi ad internet in sede. Sono i numeri della biblioteca civica relativi ai primi sei mesi 2011. Brescia, insomma, legge.

//22.settembre

//04.settembre Addio a Mino Martinazzoli, ultimo leader Dc. morto nella sua casa di Caionvico. Avrebbe compiuto 80 anni il 30 novembre. Originario di Orzinuovi, studi in legge, avvocato di professione, stato uno dei pi importanti politici italiani della storia repubblicana.

//22.settembre

//21.settembre Fogne, Brescia nel mirino dellUe. Un Comune su quattro non depura i propri scarichi e il rischio sanzioni comunitarie diventato reale. //22.settembre Tomorrows land il film documentario di Andrea Mariani e Nicola Zambelli, due giovani videomaker bresciani, su At-twani, un piccolo villaggio palestinese, stato proiettato in prima nazionale a Brescia, al cinema Eden.

Il lago dIdro malato, ma le soluzioni ci sono. Esperti dellUniversit di Parma nella sede della Comunit montana di Valle Sabbia a confronto sui problemi dellecosistema lacustre. La ricetta per il lago: pi ossigeno, meno azoto.

20 11

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//20.settembre

Orzinuovi, spacciava droga ai ragazzi delloratorio. I Carabinieri hanno interrotto un traffico di sostanze stupefacenti che durava da almeno due anni. In manette un uomo di 29 anni originario della Romania ma residente da tempo in paese.

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