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Direttore Luca Beltrami Gadola

numero 18
16 giugno 2009

edizione stampabile

In questo numero Editoriale - LBG - BALLOTTAGGIO: ASTENSIONE, FAR VINCERE LA STUPIDITA' Approfondimenti - Mario De Gaspari - MILANO: LE OMBRE DEL SALOTTO BUONO DEL MATTONE Lavoro - Giuseppe Ucciero - A PROPOSITO DI TOLLERANZA ZERO: L'ORTOMERCATO AL TEMPO DELL'EXPO Ambiente e scienza - Riccardo Lo Schiavo - ZANZARE, COPERTONI E IMMIGRAZIONE. UNA STORIA MILANESE Metropoli - Filippo Beltrami Gadola - MILANO E LA FAME: MANGIARE MEGLIO MANGIARE TUTTI Societ - Michele Bernelli - GRUPPI DI ACQUISTO SOLIDALE: CRESCE LA "SPESA GIUSTA"

Urbanistica e architettura - Pietro Cafiero - I MERCATI MENEGHINI Lettera - admin - ALFONSO MARZOCCHI SCRIVE E VOLENTIERI PUBBLICHIAMO Dal Palazzo - ***** - LETIZIA E RED - STESSO COLORE DEI CAPELLI. STESSE IDEE? Scuola e Universit - Vincenzo Viola - L'IMPROVVISAZIONE DEL POTERE

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Editoriale BALLOTTAGGIO: ASTENSIONISMO, FAR VINCERE LA STUPIDIT LBG


La disaffezione, la disistima, linsofferenza verso la classe politica ormai si sprecano: qualche buona ragione c e son sentimenti del tutto trasversali. Chi da corpo, parlando e scrivendo, a questi sentimenti ovviamente quella che una volta avremmo chiamato borghesia intellettuale. Nella sinistra questa borghesia molto presente e in passato ha fornito alla politica uomini eccellenti, oggi meno, quasi nulla. Oggi invece una parte consistente di quella borghesia preda di una sorta di disprezzo-odio che la acceca e lastensionismo elettorale del quale si fa portavoce ne la manifestazione pi evidente. Il non recarsi alle urne ha poche valide ragioni solo nel caso dei referendum e Giovanni Sartori sul Corriere della Sera di qualche settimana fa ha lucidamente spiegato perch sceglieva lastensionismo: un quesito referendario mal posto, un risultato in ogni caso di direzione contraria allinteresse generale del Paese, anche rispetto agli obiettivi dei promotori. Nel caso del rinnovo degli organismi elettivi previsti dal nostro ordinamento istituzionale lastensionismo invece sempre colpevole. Tante le ragioni per votare a cominciare dalla prima: i destini comuni abbiamo il diritto-dovere di determinarli democraticamente. La seconda ragione perch le interpretazioni dellastensionismo, le cui cause possono essere le pi varie ed eterogenee, non serve a orientare la classe politica nelle sue scelte. Anzi lascia un margine dincertezza interpretativa che fa solo il gioco della classe politica al potere da una parte e dallaltra. Questo quello che non hanno capito i sostenitori a sinistra dellastensionismo: non sono pochi, alcuni, come si detto, preda del disprezzo-odio, altri delusi dal non essere stati valorizzati, altri perch il candidato non rappresenta che solo in parte le proprie istanze (i duri e puri votati al suicidio da kamikaze) altri semplicemente stupidi. Largomento clou degli stupidi pressappoco questo: non andiamo a votare cos lanciamo un segnale forte ai partiti, della sinistra in particolare, del disprezzo e della disistima che nutriamo nei loro confronti. Si vestono di nero in una notte buia e si lamentano di non esser visti. Ma santo Dio, se la colpa di questa classe politica linsensibilit, lincapacit di fronte ai cambiamenti sociali, lessersi chiusa in una casta, chi potrebbe pensare che lastensionismo li cambi? un giochino stupido, buono per chiacchiere da salotto, fatto nel ventre caldo di un ceto che protegge, la perdita definitiva per loro del senso di appartenenza a una qualunque classe sociale. Una volta avevano un partito: LUomo Qualunque. Oggi poi lastensionismo da parte di costoro ancora pi riprovevole: andiamo a votare a un ballottaggio che non serve solo a scegliere il nuovo presidente della Provincia ma che mai come oggi rappresenta uno scontro politico tra due diverse e opposte visioni del futuro, di come affrontarlo, se puntellare la vecchia economia liberista senza muovere una virgola e col suo modello di sviluppo o se imboccare coraggiosamente una nuova era riformista. La dirigenza dei partiti di sinistra anche solo ieri ha dato uno spettacolo indecoroso dei suoi vecchi costumi. Per ricominciare la sola via cancellare dalle aule parlamentari i valori della sinistra riformista? Cancellare dalle istituzioni democratiche le voci del riformismo sperando che rinascano assieme a una nuova classe dirigente? Follia. Il lavoro va fatto con una rude presenza della societ civile nel recinto dei partiti della sinistra: non sono inespugnabili. Una via faticosa questultima, inadatta alluomo qualunque. E se luomo qualunque non fosse solo stupido ma anche pigro? Senza idee? In fondo solo conservatore vergognandosi di esserlo?

Approfondimenti MILANO: LE OMBRE DEL SALOTTO BUONO DEL MATTONE Mario De Gaspari
Tre anni fa una societ finanziaria milanese di nome Sopaf ha emesso questo comunicato stampa: Sopaf al 33% nel Fondo Aster un altro passo nel settore immobiliare. Milano, 21 aprile 2006 Sopaf s.p.a. rende noto che la controllata LM & Pertners S.c.a. ha sottoscritto il 33,33% del Fondo Aster, fondo comune di investimento immobiliare di tipo chiuso, riservato a Investitori Qualificati e gestito da Vegagest SGR. La sottoscrizione, pari a circa 22 milioni di Euro, sar finanziata in parte da terzi e in parte con risorse proprie. Linvestimento si affianca ad altre attivit del gruppo

Sopaf che comprendono la partecipazione in Polis Fondi SGR, per quanto riguarda larea dellAsset Management e quella in LM Real Estate, per gli investimenti proprietari. Il nome di questa societ, Sopaf s.p.a., forse non dice nulla al grande pubblico. Tuttavia si tratta di una societ che ormai fa parte del salotto buono della finanza. Adriano Galliani siede stabilmente nel Consiglio di Amministrazione dal luglio 2005 e dal luglio 2006 membro del comitato per il controllo interno. Ma quel che pi conta che Sopaf la finanziaria che fa capo ai fratelli Magnoni, Giorgio e Ruggero. Il secondo, in particolare, un personaggio di tutto rilievo: il numero uno di Lehman Brothers in Italia ed il banchiere che nel 99 ha affiancato Roberto Colaninno nella scalata a Telecom. Il sodalizio tra Magnoni e Colaninno poi proseguito con avventure di non poco conto, tra cui spicca quella legata alla nuova Alitalia, di cui, secondo alcuni, Ruggero Magnoni sarebbe il vero deus ex machina. Il Fondo chiuso Aster, invece, la societ dei fratelli Siano, costituita per promuovere una sola operazione immobiliare, per tuttaltro che insignificante, nellest milanese, precisamente e Segrate. Che questa operazione, denominata Santa Monica, sia di tutto rispetto, lo dicono i numeri: secondo il Sole 24 ore del 10 maggio 2008 si tratta della pi grande operazione immobiliare in corso nel milanese, con una quotazione di mercato di 500 milioni di Euro. In fondo al testo di un comunicato della stessa Sopaf del 29 giugno 2007, viene riportata questa notiziola, quasi si trattasse di uninezia: Sopaf inoltre comunica che in data odierna la controllata LM & Partners S.c.a. (in liquidazione) ha ceduto ad un operatore del settore 871 quote del fondo Aster (33,33%), sottoscritte nellaprile 2006, realizzando una plusvalenza, al netto di oneri e costi accessori, di circa 10 milioni di Euro. Il Fondo Aster un fondo comune di investimento immobiliare di tipo chiuso, riservato ad Investitori Qualificati e gestito da Vegagest

SGR, societ di gestione della Cassa di Ferrara. Dieci milioni di euro solo per tenere quattordici mesi in portafoglio una partecipazione non sono un cattivo affare, tanto pi che linvestimento era stato di soli 22 milioni, poco pi del doppio. Paghi due prendi tre! Giova far notare che in quei quattordici mesi, per quanto concerne loperazione Santa Monica, non successo nulla di rilevante: il piano era gi stato approvato dal Comune e il successo delliniziativa immobiliare gi ampiamente assicurato. Ma il motto di Sopaf pi valore al capitale, e ben si capisce il perch, se senza fare nulla si possono guadagnare 10 milioni di euro in poco pi di un anno. Il suolo, come si vede, non ha pi dunque nessun valore intrinseco, in funzione della sua fertilit o della maggiore o minore prossimit al centro urbano e ai servizi: il valore, anzi, intrinsecamente flessibile, determinato unicamente dallintraprendenza speculativa e dalla capacit contrattuale che loperatore immobiliare possiede verso lamministrazione pubblica. La rendita che ne deriva, per, non una variabile passiva delloperazione: con quei soldi si sarebbero potuti costruire un centinaio di alloggi popolari, si sarebbero potuti realizzare servizi per i pi bisognosi, si sarebbe semplicemente potuto incrementare il bilancio del comune. I lavori sul terreno, invece, procedono a rilento, c la stretta creditizia, finanziare i lavori sempre pi difficile perch le vendite procedono a rilento. Forse arriver qualche salvatore dalloriente o dalla Russia, o da chiss dove. Forse arriver qualche fondo sovrano. Forse. Intanto quei dieci milioni (netti) non hanno certamente arricchito la comunit cittadina. E pi probabile che siano andati a sostenere altre operazioni analoghe. Sopaf, tra le societ che operano nel settore immobiliare, tra quelle che si sono difese al meglio: nel 2008 ha perso solo il sessanta per cento di capitalizzazione. Molto peggio hanno fatto altri colossi del Real Estate, come Pirelli, Aedes, o la Risanamento di Luigi Zunino.

Questa vicenda a mio avviso merita una attenta riflessione, perch rappresenta uno spaccato reale di come operano i meccanismi connessi alla rendita immobiliare nel milanese. E merita, a mio modesto parere, anche una riflessione da parte della magistratura: infatti, giusto per cercare di capire se queste enormi plusvalenze possano sottendere anche qualche illecito, nello scorso febbraio stato presentato un esposto alla Procura della Repubblica. Facciamo una passo indietro. Anno 2002. E un anno importante per la speculazione: viene approvato il Collegato verde, un provvedimento in materia ambientale, collegato appunto alla finanziaria. Si tratta di pochi articoli, tra i quali la possibilit per la bicicletta elettrica di circolare senza limitazioni. Interessante! Pi interessante per larticolo 12 che rivede tutta la procedura in materia di bonifiche, che dora in poi saranno affidate a privati. Questi in sostanza potranno sfruttare le capacit edificatorie dei terreni inquinati e accollarsi lonere della bonifica utilizzando parte del plusvalore generato dallintervento. La responsabilit del soggetto che ha causato linquinamento viene mantenuta ma chi ha capacit di investimento e progetti pu proporsi, farsi assegnare larea, bonificare e costruire. Dati la scarsit di risorse pubbliche e gli alti costi delle bonifiche la normativa pare a tutti pi che ragionevole. La norma ci mette un po ad ingranare, le vecchie procedure pubbliche, lente e inefficaci, non vengono subito smantellate. Ma c qualcuno che capisce presto che il settore delle bonifiche pu essere promettente. Anche nel mondo della finanza la cosa non passa inosservata. La nostra Sopaf tra le pi svelte. Nellottobre 2005 la societ comunica di avere acquisito, attraverso una propria controllata, il 26% di SADI spa. SADI una azienda che ha oltre un secolo di storia, con sede in provincia di Vicenza e opera nel settore dellarchitettura, principalmente con la progettazione e produzione di controsoffitti, pavimentazioni

sopraelevate e allestimenti navali. Ma non questo ci che interessa agli amministratori della finanziaria. Da qualche tempo SADI si inserita nel campo delle bonifiche ambientali e questo pu rendere parecchio. Loperazione, riferisce il comunicato di Sopaf, rientra nella strategia di diversificazione del portafoglio proprietario perseguita da Sopaf volta ad effettuare investimenti in settori di nicchia, attraverso la costituzione di veicoli specialistici (quali IDA) che consentano di creare sinergie, a livello settoriale, tra investimenti simili in termini di know how e skill operativi, accelerando il processo di creazione del valore. Nessuna speculazione, per carit! Solo una bella accelerata nella produzione del valore! Nel comunicato si dice: Attraverso loprazione prospettata, Sopaf compie il primo investimento in una azienda operante, tra laltro, nel settore delle bonifiche ambientali e dello smaltimento dei rifiuti inquinati. Anche a seguito delle recenti normative italiane e comunitarie in materia ambientale, Sopaf ritiene che il settore presenti prospettive di crescita interessanti e si pone lobiettivo di favorire la crescita di SADI, anche attraverso operazioni di aggregazione con altre realt operanti nel settore delle bonifiche ambientali e del trattamento dei rifiuti industriali. La SADI, in particolare la divisione ambiente che ha sede in provincia di Torino, la ritroviamo oggi coinvolta in uninchiesta che ha avuto una certa risonanza nella cronaca milanese. Secondo Giancarlo Grossi, amministratore delegato della Green Holding Spa, la SADI di Torino sarebbe nelle mani della ndrangheta. E, a suo dire, proprio per tenerla sotto controllo nel 2004 lui stesso avrebbe fondato la Ma.Te.Co., affidandola a due marescialli della finanza in pensione. Stiamo parlando dellinchiesta su Santa Giulia, o Montecity, la citt nella citt sognata da Luigi Zunino e progettata da Norman Foster, una grande e ambiziosa operazione immobiliare impantanata nella crisi e in un mare di debiti.

La citt e il suolo urbano vengono dunque considerati un po come vacche da mungere allo sfinimento e c una categoria di professionisti, per la verit un po borderline, particolarmente preparati alloperazione. Si tratta di uomini che operano al confine tra la finanza e la nuova economia immobiliare, ben inseriti nei meccanismi della pubblica amministrazione, con grande capacit di persuasione, e circondati da collaboratori fidati, flessibili e non di rado abbastanza spregiudicati. A scavare negli intrecci della cronaca si scopre che ricorrono spesso gli stessi nomi, perch non cos facile avviare, sostenere e portare a compimento grandi operazioni immobiliari. Occorrono persone esperte e collaudate. La Sopaf compare raramente in prima persona, ma spesso presente e attiva con plusvalenze di tutto rispetto. Brillante e non alla portata di tutti ad esempio loperazione che nel luglio 2005 porta Sopaf a partecipare, tramite una controllata, al private placement, cos viene chiamata la messa a disposizione di quote, del fondo immobiliare chiuso denominato Fondo Immobili Pubblici, FIP, del Ministero dellEconomia e delle Finanze. Lofferta, irrevocabile e subito accolta, corrisponde ad un investimento di tutto rispetto, 57 milioni di euro. Erano i tempi della finanza creativa, precedenti la conversione antimercatista del ministro Tremonti: lo stato cartolarizzava gli immobili pubblici, incassava denaro fresco e il rischio era a carico delle banche e degli investitori istituzionali. In realt, soprattutto allinizio, qualcuno fece degli ottimi affari, i prezzi erano buoni. Poi i prezzi salirono per effetto della bolla immobiliare, il meccanismo si incagli e allo stato restava lincombenza di ripianare le perdite. Oggi la chiusura definitiva di tutta quella grande operazione di sicurization sembra sia costata alla comunit nazionale 1,7 miliardi di euro. In compenso il patrimonio pubblico pi povero, alcuni enti che avevano la propria sede in propriet sono costretti a pagare laffitto, i problemi sociali, primo fra tutti quello della casa, sono

tuttaltro che risolti. E innegabile che nel grande affare della valorizzazione immobiliare gli interessi delle comunit residenti sono poco e mal tutelati. Negli ultimi anni le citt hanno dunque ben nutrito il sistema finanziario. E difficile quantificare, ma non c analista che, nel commentare le vicende dei paesi che via via sono entrati in crisi dal settembre 2008, non faccia riferimento alla caduta dei prezzi degli immobili, ai pignoramenti, alla paralisi dellindustria edilizia. Il primo paese europeo ad entrare ufficialmente in recessione stato lIrlanda: la tigre celtica, sempre in crescita dal 1983, dove la crisi del settore, ancora nel 2007 in crescita del 7%, ha coinvolto da subito lintero sistema. La prima cosa che stupisce che il processo di valorizzazione sembra non avere limiti. La valorizzazione del suolo come puro capitale fittizio un problema di cui le politiche del territorio non possono non tenere conto: un fondo viene valorizzato, poi venduto, chi acquista fa un nuovo piano e valorizza ulteriormente, le banche asseverano e finanziano il nuovo piano, su questo si raccolgono risorse nel mercato obbligazionario, con queste risorse si fanno altre acquisizioni E la giostra sembra non avere fine. Se non si vende ai poveri c il lusso nazionale, sempre ben disposto allinvestimento, se questo viene meno ci sono sempre i russi, o i cinesi; se vengono meno anche questi acquirenti restano pur sempre gli Emirati Arabi, i fondi sovrani. Il suolo si presta particolarmente a favorire la cosiddetta leva finanziaria: da qui nasce la tendenza alla bolla speculativa e alla concentrazione della propriet fondiaria nelle mani di istituzioni finanziarie, banche, assicurazioni, fondi immobiliari, fondi sovrani. Da qui, dunque, deriva il rischio di essere colonizzati da capitali giunti da altre parti del mondo che una volta esaurito il processo di valorizzazione migrano altrove verso altri territori. E un peccato che il dibattito sullurbanistica milanese sia inchiodato sullalternativa costruire molto/costruire poco, perch Milano corre invece

due rischi molto concreti: linvernabilit e limmobilismo. Lepifenomeno della crisi, forse,

proprio Santa Giulia, o Montecity, la pi imponente operazione di valorizzazione immobiliare del

nostro tempo. Vedere per credere!

Lavoro A PROPOSITO DI TOLLERANZA ZERO: LORTOMERCATO ED IL LAVORO AL TEMPO DELLEXPO. Giuseppe Ucciero
Ci sono luoghi a Milano dove la legge non osservata, conosciuta o prevista: semplicemente non esiste. Ci sono luoghi a Milano dove la sicurezza non tutelata, conosciuta o prevista: semplicemente non esiste. Ci sono luoghi a Milano dove i diritti non sono riconosciuti, conosciuti o previsti: semplicemente non esistono. Ci sono infine luoghi a Milano dove il valore del lavoro non riconosciuto: semplicemente ridotto a vessazione semischiavistica. Sono luoghi che i tartufi della tolleranza zero non vedono, non sentono e di cui non parlano, pur vedendoli, sentendoli e parlandone sottovoce tra di loro. Il Luogo Non Luogo per eccellenza, il sito reale dove regna lo status di extraterritorialit criminale, dove legge, sicurezza e diritti non fanno parte del quotidiano modo di vivere e di lavorare, il Comune di Milano. Parliamo qui della SO.GE.MI., lazienda pubblica che gestisce lOrtomercato, o per meglio dire che offre graziosamente e gratuitamente il grande mercato ortofrutticolo di Via Lombroso a chi vuole provare lebbrezza del capitalismo romantico delle origini, quello della Londra della prima met dell800, del primigenio mercato senza regole. Qui paleocapitalismo e XXI secolo si incrociano magicamente, come in un aleph dove tutto si confonde, senza memoria e senza futuro. Qui il visitatore curioso, o magari uno dei nostri liberisti di sinistra, potr provare il brivido del contatto con quelle ruvide figure imprenditoriali che, ancora nette dalladdolcimento portato da quasi due secoli di lotte e mediazioni nel mondo della produzione, trattano i proletari (o sottoproletari) semplicemente come carne da lavoro. Qui lantropologo potr toccare con mano la pregnanza dei rapporti interculturali tra etnie e provenienze diverse nella disperata competizione per ottenere il privilegio di sudare come bestie per 2,5 euro / ora. Qui loperatore del diritto potr osservare sul campo lindifferenza e gli sghignazzi degli operatori della sicurezza al massacro umano e sociale in atto davanti a loro, e riaggiornare, letteralmente riportare a giorno il significato della parola dimenticata sbirro. Un Luogo Non Luogo, un incubo metropolitano nel cuore della macchina amministrativa comunale, dove tutti sanno ma al tempo stesso dimenticano, paghi semplicemente di non far parte della calca dei disperati, o peggio ancora attenti a non perdere per strada le briciole che toccano a loro per il loro silenzio o la loro complicit. E non bastano per ridarci una verginit cittadina e civile, lo diciamo subito per anticipare fin dora obiezioni prevedibili, operazioni una tantum pur lodevoli, o lannuncio di timidi tavoli per la legalit: serve ben altro per far fronte allintricato e verminoso connubio tra malaffare criminale, speculazione commerciale, connivenze amministrative ed intrecci politici. Ed infine ci dobbiamo allora pur chiedere se di questo orrore sistematico, di questa devastazione omertosa, di questa corruzione organica della responsabilit, sia responsabile solo la destra, o se invece non ne portino il peso anche un campo democratico inerte e silenzioso di fronte alla strage dei diritti. Sarebbe allora una gran cosa se il tema fosse ripreso e fatto oggetto di chiara iniziativa politica prima di tutto dal campo delle forze del centro sinistra, dal mondo ecclesiale, dal sindacato, dalla societ civile avvertita e sensibile, dalla stessa pubblica opinione a cui si deve offrire conoscenza e non pettegolezzo e perch aprendo il campo anche a forze ed esponenti del centro destra, che solo una visione infantile e settaria ci pu dipingere come in toto irrecuperabile. Politiche europee ed EXPO 2015 offrono qui ed ora eccellenti occasioni per sollevare il coperchio sul maleo-, affrontando ad un tempo solo il tema della bont dellamministrazione ed il riconoscimento del valore e dei diritti del lavoro: perdere questa congiuntura favorevole dimostrerebbe una volta di pi lincapacit organica del centrosinistra di ricollocare su di un terreno pi appropriato, e pi ad essa favorevole proprio perch pi vero, il tema della sicurezza come esito di una profonda bonifica del sociale e non come effetto di un catenaccio normativo poliziesco.

Ambiente e scienza ZANZARE, COPERTONI E IMMIGRAZIONE. UNA STORIA MILANESE Riccardo Lo Schiavo
Passo tutte le sere sulla tangenziale est di Milano, come solito ingolfata di autovetture e camion. In estate generalmente, sono attratto da sciami di zanzare che stazionano sul Lambro, in zona cascina Gobba e oscurano il gi sbiadito cielo di Milano. Queste sono le nostre zanzare comuni, quelle contro cui il popolo meneghino lotta senza successo da almeno 2000 anni. In particolare il comune di Milano segnala la presenza delle seguenti specie: Anopheles, Culex, Ochlerotatus e Aedes.Se il genere Anopheles incute ai cultori della materia un certo timore perch il vettore della malaria nelle zone subtropicali, la specie Aedes, non da meno. E la mitica zanzara tigre quella che ti punge anche a mezzogiorno in piazza Duomo! Questa zanzara, tra le altre, ha una particolarit, di recente importazione. Il tutto cominciato nel 1990 quando un bastimento ha scaricato a Genova dei copertoni. Incredibile ma vero, delle ruote di camion pieni di larve di zanzare, ma non centra Tronchetti Provera, quella unaltra storia. Lultimo quindicennio 1990-2005 ha visto come protagonista della scena climatica italiana laffermarsi di una forte modifica della variabilit a livello stagionale sia dal punto di vista termometrico che pluviometrico. Lingresso in Italia di specie animali e vegetali provenienti da territori extraeuropei, grazie allintensificazione degli scambi commerciali dovuti al processo di globalizzazione in atto, ha introdotto un ulteriore fattore di squilibrio ambientale. La straordinaria diffusione in ambito urbano di Aedes Albopictus (Skuse), pi noto come Zanzara Tigre, a partire dalle prime sue segnalazioni (Della Pozza, 1992; Romi, 1995), ha fornito uno degli esempi classici per questo tipo di fenomeni. Il suo comportamento molesto nei confronti delluomo, lattivit diurna rispetto ad altre specie di culicidi lha fatto rapidamente diventare uno degli oggetti di ricerca pi interessanti (Romi, 2001). http://www.dta.cnr.it/dmdocument s/pubblicazioni/volume_clima_07/ AT_06/6-43_vallorani.pdf Caratteristica generale delle zanzare la capacit, esclusivamente nelle femmine, di pungere altri animali con il proprio apparato boccale e prelevarne i fluidi vitali, ricchi di proteine necessarie per il completamento della maturazione delle uova. La presenza di diverse specie ematofaghe associate all'Uomo e agli animali domestici e in grado di trasmettere alla vittima microrganismi patogeni, attribuisce ai Culicidi una posizione di primaria importanza sotto l'aspetto medico-sanitario. La zoofagia si manifesta generalmente a spese del sangue di mammiferi, uccelli, rettili e anfibia oppure a spese dell'emolinfa di altri artropodi. In generale il rapporto trofico fra zanzare e ospite di tipo preferenziale, ma non esiste una specializzazione biologica obbligata. Il meccanismo di attrazione della specie umana nei confronti delle zanzare alquanto complesso ed tuttora oggetto di studio. L'acido lattico prodotto dall'attivit muscolare richiama le zanzare, cos come azione attrattiva accessoria svolta da sostanze volatili presenti nel sudore e nel sebo. stato inoltre riscontrato che le zanzare rilasciano, sull'ospite, feromoni ... in altri termini, le femmine marcano l'ospite che hanno aggredito lasciando sostanze attrattive che attirano altre femmine. Sul meccanismo di attrazione, interferiscono infine la temperatura della pelle e i moti convettivi dell'aria calda, verso l'alto, emessa dalla respirazione. Infine hanno una funzione accessoria altri stimoli, di natura visiva, come il colore della pelle. (Wikipedia) E probabile, ma non ovvio, che le nostre zanzare tenderanno ad attaccare un soggetto che abbia mangiato polenta taragna e stracotto dasino, il tutto innaffiato da vino della Valtellina e che madido di sudore stia sonnecchiando sulla sedia nel giardino. La zanzara tigre considerata ottimo vettore di virus e per questo oggetto di numerosi studi di laboratorio. Nei paesi d'origine implicata nella diffusione di diverse malattie fra le quali la pi nota il Dengue (conosciuta anche come febbre spacca ossa). E' stato evidenziato inoltre che Ae.albopictus in grado di trasmettere arbovirosi (virus trasmessi da artropodi) indigene quali il La Cross in America e la Febbre Gialla in Africa e in Sud America. http://www.entom.unibo.it/nuova_ pa2.htm La zanzara tigre prospera negli ambienti urbani. una zanzara molto aggressiva nei confronti dell'uomo; punge di giorno e all'aperto, creando notevoli disagi alla popolazione. La sua puntura pu provocare ponfi dolorosi e persistenti in soggetti particolarmente sensibili (specialmente bambini e anziani); un elevato numero di punture pu indurre reazioni allergiche localizzate. Leccezionale capacit diffusiva di Ae. albopictus dovuta al trasporto passivo delle sue uova. Queste, come tutte le uova del genere Aedes, sono dotate di una struttura particolare che permette loro di resistere al disseccamento e quindi di ritardare la schiusa anche di parecchi mesi. Durante il periodo estivo, quello pi favorevole allo sviluppo, gran parte delle uova deposte schiudono appena sommerse dallacqua. http://www.agac.it/database/agac/ agac.nsf/b4604a8b566ce010c1256 84d00471e00/d75685053c30e96 3c1256d21002d62d0?OpenDocu ment Allepoca della prima introduzione a mezzo copertoni di camion della zanzara tigre, in Italia era in vigore la legge Martelli sullimmigrazione: LEGGE 28 febbraio 1990 n. 39 Ragionando per assurdo, le zanzare sono entrate clandestina-

mente in Italia, sui barconi tanto cari a certa politica, sono prive dei necessari mezzi di sussistenza, ci succhiano letteralmente il sangue. Ben peggio di quegli extracomunitari che vanno a lavorare a nero in campagna o in fonderia. Lironia del destino travalica leggi e confini politici che nulla possono di fronte ai fenomeni migratori.Che si tratti di zanzare o umani, nulla riesce a fermare il moto. Questa zanzara porta le malattie e le inocula nellorganismo, introducendo nellapparato circolatorio umano i virus, ci quanto di pi

devastante ci possa essere sia da un punto di vista sanitario ma anche culturale. Questa una beffarda risposta della natura a chi tende a erigere barriere invece che a gestire la situazione in maniera intelligente consentendo di dare un futuro a chi migra senza danneggiare gli indigeni. Uova di zanzara tigre trasportate nei copertoni sono figlie di zanzare che magari hanno succhiato sangue di neri, forse mussulmani. Mi verrebbe da dire questa linvasione! Allarmi, allarmi !

Nella guerra dei mondi di Steven Spielberg, film del recente passato, gli alieni sono appunto sconfitti perch risucchiando il sangue degli umani assumono anche i virus che non avevano previsto di trovare. Sindeboliscono e sono sconfitti. Nel nostro specifico il rischio uscirne sia con le ossa rotte fisicamente con il Dengue (la febbre spacca ossa) sia di essere travolti dallondata migratoria visto come la stiamo gestendo, non nel giusto modo.

Metropoli MILANO E LA FAME. MANGIARE MEGLIO MANGIARE TUTTI Filippo Beltrami Gadola
Se quando si parla di Expo daltro ormai non si parla si guarda solo alle aree edificabili, strade e mattoni, la spiegazione pi semplice che gli affari sono affari e che il dibattito tra chi vuole farli alla faccia di tutti e chi si oppone cercando di mettersi in salvo dallavidit altrui. C unaltra ragione per. Del tema dellExpo, nutrire il mondo, difficile parlare. Parlarne vuol dire farsi carico di un problema, la fame, che non ci tocca personalmente e che non vediamo con i nostri occhi se non molto raramente: vedere morire di fame a Milano uno spettacolo fortunatamente inconsueto. La morte dei poveri a Milano la porta di solito il freddo. Abbiamo bisogno dimmagini fotografiche, di filmati televisivi, di racconti e di statistiche per cominciare ad avvicinarci al problema: le code di gente che cerca di sfamarsi aiutata dalla carit dei religiosi sono visibili ma forse non basta. Il peggio, i bambini denutriti, non li vediamo nelle nostre strade. La sociologia urbana ha cercato di indagare sulluomo di citt, sulle sue pulsioni, sul suo modo di aggregarsi e drammaticamente ha costatato lo sbriciolamento dei valori collettivi: una societ ricca che li perde sinselvatichisce, una societ povera non ha spesso abbastanza energie libere dal bisogno per crearsi valori collettivi. Nonostante gli sforzi di molti volonterosi sembra che il mondo, se non si pone qualche rimedio, andr dividendosi tra selvaggi poveri e selvaggi ricchi. Milano da che parte sta andando? la scommessa dei prossimi anni, anche senza aspettare il fatidico 2015. Le strade che si aprono davanti a noi sono solo due: una strada indicata dallONU e una indicata dai movimenti che si fanno carico della fame nel mondo. LONU ha una visione tecnocratica e ottimista: a grandi linee, se i Paesi sviluppati razionalizzeranno la loro agricoltura e dedicheranno molte risorse a favore di quella dei Pesi sottosviluppati investendo capitali localmente, ci sar da mangiare per tutti. La posizione dei movimenti diversa: il modello attuale di alimentazione dei Paesi sviluppati, modello che va estendendosi dietro la pressione della pubblicit commerciale, non sostenibile e quindi bisogna partire da qui per operare. Non solo due strategie diverse ma un diverso coinvolgimento sociale: produrre di pi concerne i produttori, unesiguissima minoranza, cambiare modello di vita coinvolge tutti. Sono due strade alternative? Nemmeno porsi il problema perch in questi casi vale il principio di precauzione: si deve fare tutto. Milano ha unoccasione sociale di grande respiro nellExpo, deve imboccare le due strade: il meglio del suo sapere nellagricoltura, il meglio del suo sociale nella strada della parsimonia. Come valutare i risultati? Nel primo caso il confronto scientifico internazionale e la sperimentazione, nel secondo caso usando misuratori indiretti ma efficaci come la quantit di rifiuti solidi urbani pro capite o il consumo di energia elettrica domestica. In provincia di Milano ogni anno produciamo 5 quintali di rifiuti solidi per persona neonati compresi con una maggior quota per il centro urbano milanese. Saremo capaci di ridurre gli sprechi, soprattutto alimentari? Riusciremo ad avviare a incenerimento una quota inferiore di derrate alimentari scadute o non pi utilizzabili. Ogni tanto ci domanderemo come mai qualche anno dopo la guerra del 40 il mondo aveva riserve alimentari per un anno e oggi per meno di 40 giorni? La crisi economica e la caduta dei redditi delle famiglie sta gi cambiando qualcosa. In altra parte del giornale parliamo dei gruppi di acquisto solidale; la novit ed il successo dei farmer market milanesi son ormai di dominio pubblico. Forse il segnale di una resistenza allavanzare del selvaggio.

Societ GRUPPI DI ACQUISTO SOLIDALE: CRESCE LA SPESA GIUSTA Michele Bernelli


plesse di quella alimentare, dal tessile alla telefonia fino allelettricit: lassociazione GAS Energia, che raccoglie GAS di tutta Italia, impegnata nella definizione un contratto solidale con un consorzio di produttori per lacquisto di energia da fonte rinnovabile. Quello dei GAS non un fenomeno solo cittadino, ma nelle metropoli assume un valore particolare di reazione alle distorsioni della grande distribuzione e di nuovo raccordo tra citt e campagna: il sito www.gasmilano.org elenca 51 GAS di Milano, e almeno altrettanti sono attivi nellhinterland e nella cintura milanese. Non esiste un solo modello di gas ma tante realt diverse per numero di partecipanti, per modalit di acquisto, per scelta dei produttori. Tutti i GAS per si riconoscono in un manifesto di principi e in tre aggettivi guida: piccolo, locale, solidale. Piccolo: perch Il GAS acquista preferibilmente da piccoli produttori, con cui sviluppa rapporti di conoscenza diretta e approfondita, basata sulla fiducia reciproca; ne sostiene lattivit, impegnandosi allacquisto e in alcuni casi prefinanziando la produzione. Locale: perch il GAS fa la spesa secondo i principi del chilometro zero (la minima distanza possibile tra produzione e consumo) e della filiera corta (azzerando i passaggi di mano della distribuzione organizzata). Nella stessa logica di riduzione dellimpatto ambientale, sceglie il produttore biologico; rinuncia agli imballi, riusa i contenitori; acquista il prodotto sfuso ogni volta che questo possibile. Solidale: perch, con i suoi acquisti, sostiene e promuove lidea di risparmio e di profitto sociale. Rifornirsi da piccoli agricoltori biologici, da cooperative che impiegano soggetti svantaggiati, significa permettere a chi strozzato dalla grande distribuzione o espulso dal mondo del lavoro di essere parte di un nuovo processo economico. I GAS non sono, e ci tengono a dirlo chiaro, gruppi di risparmio. Ma alla fine, si scopre anche, al netto di un impegno non da poco, i conti tornano. Tornano anzitutto perch lavoro nero, agricoltura che devasta lambiente, camion e aerei che viaggiano da una parte allaltra del mondo, imballaggi sempre pi ingombranti non si pagano con lo scontrino finale, ma hanno un evidente costo sociale, che pagheranno le generazioni a venire. Ma tornano anche i pi banali conti della serva: Il prezzo di un prodotto GAS pulito, giusto, trasparente e, a pari qualit (quindi, ad esempio, nel confronto con i prezzi da scaffale del biologico) permette risparmi che possono raggiungere il 20%. Una famiglia del nostro gruppo sottolinea ancora Attilio Rapisarda ha tenuto per quattro anni i conti della sua spesa per alimenti e prodotti per la casa; la quantit di acquisti tramite il GAS, aumentata nel tempo; e di pari passo la spesa totale (supermercato + GAS) scesa del 15%. La spiegazione chiara: meno supermercato vuol dire meno acquisti dimpulso, inutili, e quindi bilanci famigliari pi sobri e leggeri. I numeri di questa rilevazione, per chi vuol ragionarci su, sono nellarea risorse per la stampa di www.retegas.org

GAS, Gruppi di Acquisto Solidale. Sono ancora una piccola nicchia di consumatori. Ma potrebbero essere lavanguardia di un modo del tutto nuovo di fare la spesa, e soprattutto di ridare un senso a chi produce rispettando la terra, lambiente, la dignit della persona. Sono gruppi di famiglie, di amici, di vicini di casa, in qualche caso di colleghi che si organizzano per acquistare direttamente dai produttori - in modo critico e intelligente. Critico verso le distorsioni dei meccanismi della grande distribuzione; intelligente perch vuole capire cosa e soprattutto chi sta dietro un pacco di pasta, una mela, una maglietta, un detersivo. Il primo GAS stato costituito a Fidenza nel 1994; dieci anni dopo erano circa 150 sparsi per tutta Italia, e negli ultimi anni la curva di crescita dei gruppi decisamente allins. Quasi 600 sono quelli censiti sul sito www.retegas.org che sul web fa da punto di raccordo nazionale; ma rilevazioni fatte in alcune province fanno salire di un buon 30% il totale effettivo dei GAS in attivit. Se calcoliamo una media di 25 famiglie per GAS si arriva a un universo di circa 20 mila famiglie solidali. Il nostro gruppo ha acquistato nel 2008 prodotti per un totale vicino ai 50 mila euro calcola Attilio Rapisarda del GASd8, gruppo di acquisto milanese del quartiere QT8. Sono numeri che raccontano di una massa critica che basta gi per dare una concreta alternativa di mercato a piccoli produttori che erano sinora costretti ai prezzi imposti da grossisti e distributori. E che consente oggi al movimento dei GAS di entrare da protagonisti anche in filiere pi com-

Urbanistica e architettura I MERCATI MENEGHINI Pietro Cafiero


mercoled. Giorno di mercato. Anzi di mercati. Ne conto tre sul tragitto da casa allo studio. Tre agglomerati multicolori di tende e ombrelloni, tre grumi vivaci di bancarelle e furgoni. Tre isole pedonali temporanee che mi costringono una volta a settimana a modificare il collaudato percorso quotidiano verso il lavoro. Nulla di male. Una piacevole trasgressione alla routine da pilota automatico che normalmente comprime il mio tempo carrabile. Questa la pi immediata conseguenza che i mercati hanno sullassetto della citt. Ma non lunica. La presenza di tali forme di vendita influenza in modo diretto o indiretto la forma stessa della citt, con ricadute che prescindono dalla durata temporale dellattivit. A Milano, come in tutte le grandi citt, vi sono tre tipi di mercato. C quello rionale, fatto dagli ambulanti in perenne transumanza tra un paese e laltro, che a cadenza settimanale (a volte anche due volte a settimana) occupa chiassosamente strade e piazze di quartiere per tutta la mattinata. Nel capoluogo lombardo dal luned al sabato si tengono 95 mercati rionali, di cui 21 solo il sabato. Ci sono poi i mercati comunali, ospitati in strutture permanenti. A Milano sono 26, equamente distribuiti su tutta la superficie territoriale. C infine il mercato generale, situato nel quadrante sud-est, nelle vicinanze della cintura ferroviaria per ovvie ragioni logistiche. Cerchiamo di capire in che modo ognuno di questi differenti oggetti sia in grado di lasciare un segno tangibile nella citt. I mercati rionali I segni pi palesi di questi mercati li cogliamo alla fine. Quando gli ambulanti chiudono le bancarelle e impacchettano linvenduto nei loro furgoni, lasciano dietro di s le macerie dellattivit mattutina. Strade, piazze e parcheggi da pulire e recuperare al loro uso comune. Perch nel giorno del mercato sono questi spazi che si trasformano e si adattano ad accogliere una funzione che non gli propria. Nei piccoli paesi esiste la piazza del mercato, che spesso coincide con la piazza principale. Diversamente il mercato rionale nelle grandi citt si deve accontentare di luoghi ritagliati e non sempre adeguati. Uno dei mercati pi famosi di Milano, quello di viale Papiniano, si tiene principalmente su unisola spartitraffico lungo la circonvallazione. Il mercato di Largo V Alpini, meta delle sciure di zona Fiera, affastella i suoi carissimi banchetti in pochi metri quadri di parcheggio pubblico, tra torri residenziali e rotaie del tram. Il mercato rionale ha una significativa funzione sociale, soprattutto in periodi di crisi, perch riesce nella maggior parte dei casi a offrire merci a prezzi accessibili. Ma vi un costo, neanche troppo nascosto, da pagare in termini di degrado e di fastidio per i residenti. Via Morgagni e Via Benedetto Marcello sono, se osservate da una foto aerea, due tasselli verdi nel tessuto cittadino, simmetrici e paralleli rispetto allasse di Corso Buenos Aires. Ma se la prima via rappresenta un buon esempio di sistemazione a verde e di aree attrezzate per il gioco dei bambini, lo stesso non si pu dire per la seconda. Se sia colpa degli alberghetti a ore che affacciano sulla via o del mercato bisettimanale che ne occupa il tratto nord impedendo la riqualificazione di tutto il parterre, anche ora che il silos interrato terminato, non chiaro. Sta di fatto che via Benedetto Marcello non simmetrica a via Morgagni quanto ad estetica e decoro urbano. In alcuni casi, nellhinterland soprattutto, si sta intervenendo con la creazione di spazi ad hoc per lo svolgimento del mercato, spazi che negli altri giorni della settimana sono fruibili dai cittadini, come parcheggi pubblici o zone pedonali. Nel capoluogo lombardo manca una strategia di risistemazione e ridisegno generale delle aree per i mercati rionali I mercati comunali La maggior parte di essi ha una propria sede, mentre pochi sono ospitati al piede di edifici residenziali (in via Livigno il mercato si trova in una Coop). Gi esercenti possono ottenere il posto (posteggio) attraverso unasta pubblica. Periodicamente l'ufficio competente rende noti i posteggi liberi all'interno dei mercati comunali coperti e li assegna a chi offre il canone annuo pi elevato. Questo spiega perch i prezzi sono pi simili a quelli dei negozi che a quelli dei mercati rionali. Alcuni di questi mercati sono parte integrante dellimmagine della citt. In piazza Wagner, in piazzale Lagosta o in viale Umbria gli edifici del mercato comunale hanno una dignit architettonica, che deriva pi dal loro ruolo urbano che da una reale valenza estetica. La volta a botte del mercato di viale Monza un segno identitario e riconoscibile nel profilo della via, senza dubbio pi del vicino mercato di Gorla, lungo lo stesso viale, o degli anonimi contenitori situati nelle zone pi periferiche (Gratosoglio, Quarto Oggiaro, Ca Granda, Rombon, etc.). Il nuovo PGT, definendo i Nuclei di Identit Locale (i vecchi quartieri, per intenderci) indica che in quelli di tipo 3 lo scavo per un posteggio di quartiere loccasione per ripensare a una nuova struttura che ospiti il mercato di quartiere. Un piccolo passo nella giusta direzione o lennesima espressione di velleit? Di certo siamo ancora lontani da ci che a Barcellona la municipalit ha fatto per la risistemazione dello storico Mercato di Santa Caterina attraverso un intervento di grande qualit architettonica, ampliando la sua funzione primaria la vendita- e trasformandolo in un luogo di aggregazione dove si pu anche mangiare o incontrarsi. Il mercato generale Nato come mercato ortofrutticolo, si via via trasformato nel merca-

to generale, comprendendo tutti gli altri mercati agroalimentari allingrosso. gestito dalla So.Ge.Mi e si trova a sud del sedime della ex stazione di Porta Vittoria e a ovest della cintura ferroviaria. in progetto una rilevante trasformazione dellarea. Non una dismissione, ma una riorga-

nizzazione dellintero sistema dei mercati allingrosso milanesi, con linserimento di nuove funzioni pregiate e la creazione della cosiddetta Citt del Gusto e della Salute, un polo tecnologico dove insediare universit, strutture commerciali e ricettive nellambito dei progetti Expo.

Una vera e propria operazione immobiliare, di cui ancora si parla poco, ma destinata ad incidere considerevolmente nel tessuto cittadino data lestensione dellarea dei mercati. E per questo meritevole di vigilanza e attenzione.

Lettera ALFONSO MARZOCCHI SCRIVE E VOLENTIERI PUBBLICHIAMO Admin


Mi sembra che non ci siamo proprio. Devo dire che ho letto molto velocemente i vostri articoli, e nemmeno tutti per ora. Tuttavia esprimo la mia criticit: l'expo certamente una grande occasione per Milano, il tema "nutrire il pianeta energia per la vita" potenzialmente pi che utile per tutto il mondo. Io voglio per Milano metropolitane grattacieli vie dacqua navigli riaperti nuovi parchi eccetera. Perch piuttosto non vi adoperate per chiedere per il 2015 almeno 10 linee di metr e tutte " pesanti " (cio con treni e banchine lunghi come in M1 M2 e M3, e non come stanno facendo in M5 e vorrebbero fare in M4, con treni e banchine molto pi corti), la riapertura di tutti i navigli storici e per quanto possibile navigabili da persone e merci, la creazione di nuovi parchi in citt meglio se alberati con sempreverdi adatti al clima e al paesaggio lombardi, a costo di demolire i rioni semicentrali pi fatiscenti, e non solo e sempre nelle estreme periferie, la costruzione di sedi universitarie anche nelle periferie e nell'hinterland, tutte dotate di verdi campus, e la tutela reale del diritto allo studio abolendo i numeri chiusi e passando qualora necessario alla frequenza di uno o pi anni integrativi per chi ne avesse bisogno prima di accedere ai corsi veri e propri, la copertura di tutti gli edifici e gli immobili lombardi - a partire da quelli pubblici e dalle aziende - con pannelli solari, tranne che nei casi di chiara incompatibilit estetica, la creazione di un corso di laurea in teologia e religioni comparate (tutti i culti della terra, di ieri e di oggi), lapertura di coffeshops come in Olanda ma un po meno commerciali e pi sobri, eccetera. L Expo diffusa: i padiglioni vanno fatti tutti e solo a Rho (nell'area proposta dal sindaco), senza troppe stramberie: nel resto della provincia e della regione sarebbe pi che bene che vi fossero iniziative artistiche culturali ambientali e scientifiche distribuite il pi capillarmente possibile sul territorio. Vi segnalo un po di links: www.partecipami.it (e-democracy milanese, forse lo conoscete gi), www.christiansforcannabis.com, www.legalizzala.it, www.stopthedrugwar.org , www.norml.org, www.abort73.com contro laborto, e spero per un'educazione sessuale migliore pi diffusa e per una maggiore accessibilit agli anticoncezionali, pillola del giorno dopo inclusa ), www.paxchristi.it (.net la versione internazionale), www.chiesavaldese.org , www.animanews.it, (librerie ecumeniche esoteriche a Milano ), www.verticalfarm.com. Per favore continuate a mandarmi le vostre mails. Grazie, cordiali saluti e buon lavoro Alfonso Marzocchi dibattito sul tema dellExpo dando anche spazio, come forse nel suo caso, a visioni per certi versi oniriche della nostra citt. E vero, lExpo rappresenta una grande opportunit per Milano, ma vedremo nei fatti chi sar in grado di portare a Milano grandi o piccole idee per nutrire il pianeta, energie per la vita. Temo che purtroppo vista anche la crisi economica mondiale, poche saranno le nazioni che siano state in grado di allocare grandi investimenti sullargomento. Comunque staremo a vedere. Tutto vorrei, tranne che vedere lExpo trasformata in una grande fiera alimentare. Se avr il tempo di leggere tutti i nostri articoli, scoprir, per esempio che nessuno spazio stato dedicato a coloro, e sono sempre di pi, che lExpo non la vorrebbero del tutto. Questo magazine propone, e ha proposto e difeso piuttosto la realizzazione di un Expo alternativa, utilizzando, come lei menziona, potenziali strutture alternative dislocate in punti diversi della citt. Da Palazzo Marino, che ha definito queste risposte folcloristiche, giunto un secco rifiuto, adducendo tre cose: la prima che il BIE stesso ha individuato da s la sede della futura Expo, che la stessa Expo va realizzata presso ununica sede, e che ogni modifica al progetto iniziale richiede lapprovazione di almeno due terzi dei paesi membri. Noi stessi desidereremmo dieci, venti, trenta linee metropolitane pesanti, nuovi parchi, grattacieli

Gentile signor Marzocchi, le rispondo molto volentieri perch mi sembra utile doveroso e necessario, dalle pagine di ArcipelagoMilano introdurre un serio

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decorosi che si armonizzano con il paesaggio circostante, mentre per la riapertura dei navigli interni, se lei ci ha fatto caso, il suo tracciato corrisponde esattamente con quello della linea metropolitana M4. A lei chiedo, meglio una linea metropolitana in meno o la riapertura dei navigli di cui da anni (dallepoca credo del sindaco Pillitteri se non prima) si discute? Sempre sul tema delle vie dacqua: se lei osserva attentamente il progetto presentato al BIE noter che non sono stati

presi in considerazione dei problemi di carattere tecnico, come il superamento del notevole dislivello, per non parlare del suo percorso, che si svolgerebbe attraverso una periferia che forse meglio nascondere piuttosto che mostrare ai potenziali visitatori dellExpo. Sul tema delluniversit, poi, che dire? Il governo pensa piuttosto alla riduzione degli insegnanti e alla decurtazione dei corsi di laurea gi esistenti, piuttosto che alla

creazione di nuovi poli universitari, che negli ultimi anni, al contrario di quello che lei sostiene, sono sorti ovunque un po come funghi. Per ultimo, lei che mi sembra cos attento al futuro della sua citt, unExpo come quella proposta dalla Moratti finirebbe col cancellare definitivamente quel poco di terreno agricolo ancora esistente a nord di Milano, non le sembra un prezzo troppo alto da pagare? Filippo Beltrami Gadola

Dal Palazzo LETIZIA E RED, STESSO COLORE DEI CAPELLI. STESSE IDEE? ADMIN
La stampa dipinge unItalia che non reale, parola di Silvio Berlusconi, presidente del Consiglio del nostro sventurato Paese. Vecchia storia. Da sempre chi governa legge controvoglia i giornali, soprattutto quando fanno il loro mestiere: raccontare in modo critico lazione di governo di chi stato eletto. Si sa che uno dei modelli di Berlusconi Margareth Thatcher, che era solita vantarsi di non leggere i giornali, perch scrivevano cose che non le piacevano. Di sicuro pi comodo avere giornalisti scendiletto (quanti ne abbiamo visti sfilare a Porta a porta, proprio in queste ultime settimane). Lultimo esempio di politico insofferente alle critiche il sindaco Letizia Moratti, sempre pi assente dal Consiglio comunale, dove unopposizione neanche troppo agguerrita si ostina a chiederle conto delle sue scelte. E lei che fa? Quando non strilla per qualche articolo che non le piaciuto, sta rintanata nel suo ufficio al primo piano di Palazzo Marino. E si concede soltanto alle domande melliflue e complici del suo intervistatore di fiducia: Red Ronnie. Ormai hanno persino lo stesso colore di capelli, rosso mogano. * * * Ci siamo. Ne ha inventata unaltra. Dopo il progetto eversivo contro di me il presidente del Consiglio, a passeggio a Portofino, ha annunciato lultima sua linea di difesa: Mi hanno detto di tutto, ci manca solo che mi dicano che sono gay. Dato che non dice mai nulla per caso (salvo smentite del giorno dopo, ma tutto fa brodo), c da temere che anche questultima boutade avr un seguito. * * * Sar forse un caso, ma gli ultimi due libri che descrivono la situazione di Milano, e che vale la pena di leggere, hanno titoli che si riferiscono alla peste. Il primo di Corrado Stajano: La citt degli untori, Garzanti editore; il secondo di Marco Alfieri: La peste di Milano, Feltrinelli editore. Faranno parte anche questi, senza dubbio, del progetto eversivo. Contro don Rodrigo. * * * E la settimana raccontata dai comunicati stampa di Palazzo Marino? Per ora non fa emergere alcun piano eversivo. Per ora. 10 X 5 - Milano, 5 giugno 2009 - Cinquanta anni fa leuro era un sogno. Ci abbiamo messo decenni ma siamo riusciti a realizzarlo ha detto Lucio Stanca, amministratore delegato Soge Expo. * * * CAMPA CAVALLO - Milano, 6 giugno 2009 La bonifica del quartiere Palmanova Casette rientra fra le priorit della Giunta. In pochissimi anni contiamo di completare i lavori. Lo annunciano gli assessori Bruno Simini (Lavori pubblici e Infrastrutture) e Gianni Verga (Casa e Demanio). * * * CULTURISMI 1 - Milano, 9 giugno 2009 Il cibo cultura, conoscenza. Lo ha detto lassessore al Turismo, Marketing territoriale e Identit Massimiliano Orsatti. CULTURISMI 2 - Milano, 10 giugno 2009 La strada come museo da riempire di eventi. Ho ispirato e condiviso questa iniziativa che sar ripetuta anche in altri quartieri della citt. Lo ha detto questa mattina lassessore alla Cultura Massimiliano Finazzer Flory. CULTURISMI 3 - Milano, 11 giugno 2009 La scienza non solo un sapere, ma anche cultura spiega lassessore alla Cultura Finazzer Flory. * * * RADIOCITY - Milano, 10 giugno 2009 Stiamo dando unimpronta del tutto nuova per trasformare Milano da una citt radiale a una citt reticolare. Lo ha detto lassessore allo Sviluppo del territorio Carlo Masseroli. * * * STELLA DI LATTA 1 - Milano, 5 giugno 2009 - I volontari monito-

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reranno un treno su due dei 24 in circolazione dalle 22. Lo annuncia il vice Sindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo Marshall De Corato. STELLA DI LATTA 2 - Milano, 10 giugno 2009 - A maggio le Forze dellordine e la Polizia Locale hanno inflitto una raffica di multe. Lo comunica il vice Sindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo Marshall De Corato. STELLA DI LATTA 3 - Milano, 10 giugno 2009 - Nessuno pretende di risolvere con le multe un problema come quello della droga

sottolinea il vice Sindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo Marshall De Corato. STELLA DI LATTA 4 - Milano, 11 giugno 2009 Sulla questione delle gang sudamericane rimane comunque il problema. Lo dichiara il vice Sindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo Marshall De Corato. * * * NOSFERATU - Milano, 11 giugno 2009 Il sangue vita ha detto il Presidente del Consiglio comunale Manfredi Palmeri. * * *

PAULISTA - Milano, 11 giugno 2009 Milano e San Paolo del Brasile, dal punto di vista urbanistico, hanno in comune molti elementi. Lo ha detto lassessore allo Sviluppo del territorio Carlo Masseroli. * * * A FERRAGOSTO OGNI SCHERZO VALE - Milano, 11 giugno 2009 Il 15 agosto le vie della nostra citt accoglieranno il carnevale di ferragosto. Lo ha detto lassessore alle Attivit produttive, Politiche del lavoro ed Eventi Giovanni Terzi.

Scuola e Universit LIMPROVVISAZIONE DEL POTERE Vincenzo Viola


Uno dei capisaldi dellazione dellonorevole Gelmini in questo primo anno della sua gestione del ministero di viale Trastevere stato il ritorno alla valutazione nelle singole materie espressa in voti numerici. Ne ha fatto una questione di principio, con chiare connotazione ideologiche, tanto da ripeterlo pi volte e in molte forme in ogni circolare o documento che riguardi sia pure indirettamente largomento della valutazione. Con una sorta di ebbrezza, ad esempio, nel comunicato stampa del 28 maggio 2009 trionfalmente annuncia che questo metodo di valutazione riguarder anche l'insegnamento della musica (ma non quello della religione, chiss perch). Evidentemente per il ministro il voto numerico ha il dolce sapore del retro, della sconfessione di un trentennio di docimologia e di pedagogia, di una rivincita sullodiato Sessantotto. Se ci vuole cos poco per renderla felice, perch dirle di no? Perch il ministro e i suoi validi collaboratori difettano, in questo caso, di una qualsiasi consequenzialit logica. Infatti se si usano i numeri per valutare (e si pu farlo benissimo) e si decide che in ogni singola disciplina debba essere valutato il livello di preparazione raggiunto al di sotto del quale non si pu essere promossi, ovvio che devono essere approntate delle misure con una funzione di paracadute per evitare che un ragazzo con una o due insufficienze sia costretto a ripetere lanno. Nella scuola vecchia maniera, tanto cara alla Gelmini, tali ammortizzatori esistevano e si chiamavano esami di riparazione: nulla di eccezionale, strumento vecchiotto e da non rimpiangere proprio, ma che almeno dava la possibilit di differenziare la situazione di chi aveva alcune lacune limitate nella gravit o nella diffusione da quella di chi arrivava a fine anno quasi completamente impreparato. Del resto nella secondaria superiore, in cui si sempre utilizzato una scala di valutazione numerica, esistono i debiti e la possibilit (e il dovere) di ripararli. Invece per la scuola elementare e media oggi, se dovessimo applicare come sono scritte le disposizioni della Gelmini, non vi differenza tra chi ha uninsufficienza in disegno e chi non studia mai e si comporta da bullo: in un caso e nellaltro pollice verso, dice la norma perch per passare alla classe successiva necessario ottenere un voto non inferiore a sei decimi in ogni disciplina di studio. Ancor di pi: per essere ammessi agli esami conclusivi della secondaria inferiore necessario aver conseguito in ogni disciplina di studio e nel comportamento un voto non inferiore a sei decimi, mentre per ottenere lammissione allesame di Stato conclusivo della secondaria superiore sufficiente la media complessiva del sei, media che calcolata considerando nel computo, a tutti gli effetti, anche il voto di comportamento e il voto di educazione fisica.. Cio alla fine delle superiori un 8 in condotta e un 8 in educazione fisica compensano dei 4 in matematica e inglese, mentre nelle medie un 5 in geografia potrebbe impedire lammissione allesame di terza media. Il paradosso generato dallincapacit del ministro di valutare le conseguenze delle proprie decisioni e dei propri atti assolutamente palmare. Questa situazione viene contrabbandata dal nostro ministro (nella sua sovrana incompetenza) come il trionfo del rigore e della seriet. Nulla di pi falso, ovviamente: di fronte allesigenza di avere tutti i voti sufficienti sul tabellone non difficile capire che molti consigli di classe opteranno per una vasta sanatoria, con un effetto a cascata di disincentivazione dallimpegno (perch studiare se poi il sei bene o male arriva per grazia ricevuta?) proprio nella delicatissima et della prima adolescenza. Cos si apre la porta al caos: improvvisi miglioramenti,

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facile prevederlo, caratterizzeranno il curriculum di gran parte degli studenti italiani; poich nessuna scuola pu permettersi di fermare un terzo dei propri studenti, si potr osservare con finto stupore che tutti avranno prontamente imparato matematica e italiano, inglese e scienze nelle ultime settimane di scuola e i 4 e i 5 di aprile diventeranno 6 a giugno. Di fronte a questo stato di cose, che tende inevitabilmente a de-

generare, alcuni dirigenti scolastici col senso del proprio compito di formatori avevano pensato di introdurre sul tabellone un piccolo correttivo, il 6 rosso, almeno per comunicare a genitori e studenti che in questa o quella disciplina il livello di preparazione era carente e che quindi sarebbe buona cosa darsi da fare durante lestate per riparare le carenze. Misura di buon senso, non altro, subito per duramente contrastata dalla Gelmini: cos questa storia delle suf-

ficienze colorate, che potrebbero segnalare sufficienze assegnate dal consiglio di classe? Non se ne parla neppure! A fine anno, si sa, tempo di bilanci per tutti, per chi insegna e per chi impara. Sarebbe il caso che lo fosse anche per chi governa la scuola; ed ora per tutti di domandarci dove pu portare questa frenesia ideologica nutrita da incompetenza e improvvisazione.

LE RUBRICHE MUSICA
Questa rubrica a cura di Paolo Viola

Le Schubertiadi di Schwarzenberg
Pochi milanesi e lombardi conoscono e frequentano questo specialissimo evento, che si svolge ogni anno a 250 km da casa loro (non pi di tre ore, quasi tutte in autostrada), di un fascino incredibile per chiunque ami la musica classica - anche senza esserne grande intenditore e magari anche laria estiva delle Alpi. Le Schubertiadi prendono il nome dallabitudine del giovane Franz (17971828) di riunire nella sua casa di Vienna gli amici musicisti, e con loro passare intere giornate a far musica; non solo musica propria, ma qualsiasi testo piacesse loro e si divertissero a suonare insieme, spesso anche improvvisandone di nuovi. Dopo la prematura morte di Franz, del nome di Schubertiade si fatto grande uso, in festival grandi e piccoli e in vari paesi, ma ultimamente si imposto allattenzione di tutto il mondo musicale un festival molto particolare (www.schubertiade.at) che fin dal 1976 si svolge nella piccola regione austriaca del Vorarlberg non lontano dalla sua capitale Bregenz, sul lago di Costanza o Bodensee - dapprima sulle rive del Reno e successivamente pi in alto, in un delizioso paesino adagiato fra i prati e i boschi del famoso altipiano del Bregenzerwald incorniciato da alte cime quasi sempre innevate. Nel minuscolo paese di Schwarzenberg proprio domani comincia il primo ciclo delle Schubertiadi, che durer 10 giorni (dal 17 al 27 giugno) e che riprender il 29 agosto per concludersi l8 settembre (in maggio e in ottobre altri due cicli si svolgono in valle, ad Hohenems). Il programma del festival prevede tre concerti il giorno - mattino, pomeriggio e sera che si terranno nella bella sala in legno dedicata ad Angelika Kaufmann (la grande pittrice nata a Schwarzenberg e cresciuta in paese nella seconda met del 700) ciascuno dei quali preceduto dal richiamo dei corni che, pochi minuti prima dellinizio, fanno echeggiare antiche armonie fra i monti e le valli dellaltipiano. In questo prossimo ciclo si ascolteranno tanti pianisti - fra cui Brendel, Eschenbach, Lewis e Schiff - il violoncello di Erben e il clarinetto di Bader, il trio Eggner, i quartetti Artemis e Belcea, lottetto di Lipsia (Leipziger Oktett) e per gli amanti dei lieder le magnifiche voci di Ian Bostridge, Annette Dash, Gerald Finley, Matthias Goerne, Robert Holl, Julia Kleiter, Christopher Maltman, Christoph Prgardien, Thomas Quasthoff, Kate Royal, Andreas Scholl e Peter Schreier. Oltre a Schubert - che la fa ovviamente da padrone con pagine pianistiche, lieder e varie formazioni di musica da camera (dal duo allottetto) si ascolteranno Haydn, Beethoven, Schumann, Mendelssohn, Brahms, Debussy, Ravel in un turbillon di musiche meravigliose in un ambiente di sogno, assolutamente inusuale. Ascoltare musica in un contesto cos particolare, dove ogni cosa ruota intorno al festival i piccoli e antichi alberghi di montagna con le loro stuben, le chiese con i loro organi e i cori di paese, i ne-

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gozi dellartigianato vernacolare e si parla solo del concerto appena ascoltato o di quello che inizier di l a poco, dove tutto porta a unaltissima concentrazione, unesperienza molto singolare e sostanzialmente irripetibile. Ma anche unesperienza estetica, perch la visione di un pubblico sostanzialmente colto e raffinato, cos diverso - anche nel modo di vestirsi, urbano ed elegante

dallambiente rurale e alpestre in cui tuttavia si muove con grande disinvoltura, accolto con palese simpatia e interesse da una comunit rimasta perfettamente contadina, un pubblico di persone che parlano tante lingue diverse ma ascoltano le stesse note, che si ritrovano di anno in anno e poco a poco finiscono per conoscersi e riconoscersi, ebbene tutto ci uno spettacolo altrettanto singolare e affascinante. Ed proprio

questo fascino che attrae da una parte i tanti artisti che approfittando del loro impegno vengono a Schwarzenberg a trascorrere anche qualche giorno di riposo, e dallaltra tutti noi appassionati che ritorniamo ogni anno e per un intero anno conserviamo il ricordo e la nostalgia delle incantevoli ore trascorse. 16 giugno

ARTE
Questa rubrica curata da Silvia DellOrso

Un nuovo appuntamento nellambito delle celebrazioni per il bicentenario della fondazione della Pinacoteca di Brera. Loccasione sta suggerendo un modus operandi che si vorrebbe appartenere alla quotidianit di un museo, tra scavo e ricerca sul proprio patrimonio, ma anche capacit di dare conto dei risultati con attitudine divulgativa. Lattenzione si sposta questa volta su Giuseppe Bossi, figura chiave della storia braidense, uno dei primi segretari dellAccademia di Belle Arti succeduto a Carlo Bianconi, sospettato di sentimenti filo austriaci cui si deve, fra laltro, la presenza nelle collezioni di Brera del Cristo morto del Mantegna e dello Sposalizio della Vergine di Raffaello, al cui acquisto partecip attivamente. La rassegna ricostruisce la raccolta di ritratti e autoritratti di artisti che Bossi concep come incentivo alla ricognizione storica degli antichi maestri della scuola milanese per gli allievi dellAccademia. In tutto 34 ritratti, 25 dei quali raffiguravano infatti maestri lombardi o loro familiari, dei quali si presto persa memoria, se vero che gi nel catalogo della Pinacoteca del 1816 non sono pi registrati come nucleo autonomo. Le curatrici della mostra, Simonetta Coppa e Mariolina Olivari, li hanno rintracciati, spesso dimenticati in uffici pubblici e ne presentano 24, restaurati per loccasione, oltre a un Autoritratto di Giuseppe Bossi.

Il Gabinetto dei ritratti dei pittori di Giuseppe Bossi. Pinacoteca di Brera, via Brera 28, Sala XV orario: 8.30/19.15, chiuso luned (la biglietteria chiude 45 minuti prima). Fino al 20 settembre.

kusai e Hiroshige, prestate dal Museo Guimet di Parigi ed esposte a rotazione per ragioni conservative. Monet. Il tempo delle ninfee. Palazzo Reale orario: luned 14.30/19.30, marted-domenica 9.30/19.30, gioved 9.30/22.30. Fino al 27 settembre.

dedicata alla lunga stagione trascorsa da Monet a Giverny la mostra di Palazzo Reale. Una rassegna che allinea 20 grandi tele dellartista provenienti dal Museo Marmottan di Parigi, dipinte tra il 1887 e il 1923 quando la costruzione del giardino di Giverny, con i salici piangenti, i sentieri delimitati dai roseti, lo stagno con le ninfee, il ponte giapponese, i fiori di ciliegio e gli iris trova pieno corrispettivo nella tavolozza multicolore di Monet, portando alle estreme conseguenze quellattitudine innata che lo induceva, ancora ragazzino, a disegnare dal vivo il porto di Le Havre, piuttosto che seguire in studio le lezioni dei maestri. Il tempo della magnifica ossessione di Giverny una piccola citt sulle rive della Senna dove Monet spese la maggior parte del suo tempo e dove costru il suo pi volte immortalato giardino - le cui immagini si possono confrontare con una serie di fotografie ottocentesche di giardini giapponesi. Non senza percepirne la familiarit con la tradizione giapponese dellukiyo-e, rappresentata da 56 stampe di Ho-

Suo cugino Aron Demetz forse pi noto ed stato al centro lo scorso anno di una mostra al Pac. Per Gerhard Demetz quella comasca la prima antologica, anche se si era gi fatto notare nelle due personali allestite alla Galleria Rubin di Milano, cui va il merito di avere richiamato lattenzione sullartista. Altoatesino come Aron, nato nel 1972, scultore a sua volta, naturalmente attratto dal legno, come si conf a chi nato e vissuto in Val Gardena apprendendone fin da subito le tecniche di lavorazione, la manualit, gustandone il profumo e la duttilit. Non sono per solo sculture in legno, di tiglio, quelle presentate a Como, tre sono in bronzo, un materiale nuovo per lartista che espone anche alcuni bassorilievi a parete. Il tema dominante sempre la figura umana, in particolare bambini, di cui Demetz conosce e restituisce a tutto tondo le fragilit, le incertezze, i dubbi, quasi serbasse intatta la memoria dellinfanzia e della tensione tragica che spesso laccompagna. Facendone percepire la bellezza

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non solo visivamente. La rassegna infatti il primo appuntamento di un progetto promosso in collaborazione con lUnione Italiana Cechi, pensato per coinvolgere anche un pubblico non vedente in speciali percorsi tattili. Complici lodore del legno, le forme morbide, levigate, ma anche scabre delle sculture, minuziosamente lavorate con lo scalpello sul fronte, incompiute sul retro. Love at First Touch: Gehard Demetz. Como, ex Chiesa di San Francesco, viale Lorenzo Spallino 1- orario: luned-venerd 16/20; sabato e domenica 10.30/19.00. Fino al 27 giugno.

Spazio Oberdan, via Vittorio Veneto 2 - orario: 10/19.30, marted e gioved fino alle 22, chiuso luned. Fino al 4 ottobre.

A cura di Philippe Daverio con Elena Agudio e Jean Blanchaert, la rassegna propone tuttaltro che una lettura univoca e compiuta dellarte sudamericana; semmai un ritratto dautore che ricorda artisti di ieri e protagonisti delle ultime generazioni, insistendo su alcuni temi condivisi: sangue, morte, anima, natura, citt. E sempre e comunque con grande passione sociale e attenzione per la storia. Non ununica America Latina, ma tante Americhe Latine, cos come molto diversificato e variegato il panorama artistico del continente sudamericano. Arrivano dal Brasile, da Cuba, dalla Colombia, dal Cile, dal Venezuela e dal Messico le oltre cento opere esposte. Una cinquantina gli artisti rappresentati, concettuali, astratti, figurativi nel senso pi tradizionale del termine, pittori, scultori, fotografi o amanti delle sperimentazioni linguistiche. Ecco, dunque, la cubana Tania Bruguera, largentina Nicola Costantino, la brasiliana Adriana Varejo fino a Beatriz Milhares, Vik Muniz, al fotografo guatemalteco Louis Gonzales Palma, al cileno Demian Schopf. C anche Alessandro Kokocinsky, cresciuto in Argentina, ma nato in Italia dove tuttora vive e lavora, che trasferisce nelle sue opere dolenti i tormenti vissuti in prima persona. Nella sala cinematografica dello Spazio Oberdan la sezione video curata da Paz A. Guevara e Elena Agudio. Americas Latinas. Las fatigas del querce.

Si fa sempre pi fitto il dialogo tra arte antica e moderna, almeno quanto a iniziative che vedono a confronto tradizione e modernit. Come la mostra allestita in questi giorni allAccademia Tadini di Lovere. Una rassegna nata dalla collaborazione tra il museo lombardo, aperto nel 1828 da un collezionista di allora, il conte Luigi Tadini, e tre galleristi/collezionisti di oggi, Claudia Gian Ferrari, Massimo Minini e Luciano Bilinelli. Ecco dunque che le opere di Antonio Canova, Francesco Hayez, Jacopo Bellini, Fra Galgario, il Pitocchetto, Francesco Benaglio e Paris Bordon, conservate in permanenza allAccademia Tadini, si trovano per qualche mese faccia a faccia con quelle di Giulio Paolini, Carla Accardi, Lucio Fontana, Luigi Ontani, Arturo Martini, Sol LeWitt e molti altri maestri del XX e XXI secolo. Accademia Tadini. Quattro collezionisti a confronto Lovere (Bergamo), Accademia di Belle Arti Tadini, Palazzo dell'Accademia, via Tadini 40 (Lungolago) - orario: marted-sabato 15/19, domenica 10/12 e 15/19. Fino al 4 ottobre.

e costumi teatrali, alle fotografie, ai libri-oggetto e ancora agli arredi, allarte decorativa, alla pubblicit, alla moda, offrendo in chiusura un assaggio di film futuristi. Il 20 febbraio 1909 Filippo Tommaso Marinetti pubblicava su Le Figaro il Manifesto del Futurismo ed appunto a Marinetti che spetta un ruolo chiave nel percorso espositivo, traghettando nellet delle avanguardia larte italiana di fine 800 alla quale dedicata unefficace panoramica in apertura, tra Simbolismo e Divisionismo. Si prosegue quindi per decenni, individuando di volta in volta le figure e i caratteri dominanti. Boccioni, Carr, Balla, Severini, Russolo, Soffici, Prampolini, Depero, Sironi, Dottori e molti altri. La compagine di maestri futuristi ampiamente rappresentata, anche grazie a opere non scontate, e la rassegna segue lintera evoluzione del movimento fino a tutti gli anni 30 e oltre, avventurandosi nella met del secolo scorso per rintracciarne gli eredi: da Fontana a Burri, Dorazio, Schifano ai poeti visivi. Futurismo 1909-2009. Velocit + Arte + Azione. Palazzo Reale, piazza Duomo 12 orario: 9.30/19.30, luned 14.30/19.30, gioved 9.30/22.30. Fino al 12 luglio.

la mostra simbolo delle celebrazioni per il centenario della nascita del Futurismo. Una rassegna impetuosa e forse un po bulimica, ma come di fatto fu il Futurismo e come si conf alla passione dello studioso che ama rendere pubbliche le proprie scoperte. Il Futurismo a volo duccello, dunque, guardando al movimento in tutta la sua estensione cronologica e senza omettere nessuna delle sue molteplici declinazioni, esplorando anzi lintero campo dazione di unavanguardia la cui piena valutazione stata a lungo condizionata dalle sue collusioni col fascismo. A cura di Giovanni Lista e Ada Masoero, la rassegna riunisce circa 500 opere, spaziando dai dipinti, disegni e sculture, al paroliberismo, ai progetti e disegni d'architettura, alle scenografie

I temi sono tutti indiscutibilmente ponderosi e decisamente universali: Potere, Quotidiano, Vita, Morte, Mente, Corpo, Odio, Amore. Ognuno di questi rinvia a una delle 8 sezioni in cui si articola la mostra bergamasca il cui titolo, Esposizione Universale, sembra ironizzare su uno degli argomenti pi frequentati e ineludibili del momento. Qui per lExpo rigorosamente artistico, con una carrellata di un centinaio di opere dal 400 ai giorni nostri, forte innanzitutto del patrimonio dellAccademia Carrara di Bergamo, ma non solo. Si va da Giovanni Bellini, Bergognone, Botticelli, Carpaccio, Foppa, Pisanello, Tiziano a Casorati, Duchamp, De Chirico, Christo, De Dominicis, Ontani, Clemente, Kabakov, Gilbert & George, Maria Lai, Spalletti, Arienti, Cuoghi e molti altri, tra cui Ben Vautier le cui opere-testo ricorrono in tutte le sale. A cura di

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Giacinto Di Pietrantonio, non la prima volta che il direttore della Galleria dArte moderna e contemporanea di Bergamo mette a confronto larte antica con quella moderna. Lo ha fatto ragionando sulle Dinamiche della vita dellarte, una rassegna di qualche anno fa e continua a riproporre anche in questo caso la sua visione unitaria dellarte, tutta contemporanea, perch con gli occhi di oggi che si rilegge larte di ieri. Esposizione Universale Larte alla prova del tempo. Bergamo, Galleria darte moderna e contemporanea, via San Tomaso 53 orario: marted-domenica 10/19, gioved 11/22. Fino al 26 luglio.

una personale della giovane artista di Merate, Marta Sesana. James Ensor. Lopera incisa. Legnano, Palazzo Leone da Perego - orario: marted-venerd 16/19.30; sabato 15.30/19.30; domenica e festivi 10/13 e 15.30/19.30; mercoled 21/23. Fino al 28 giugno.

Lopera incisa di James Ensor al centro di una mostra, a cura di Flavio Arensi, allestita nelle sale di Palazzo Leone da Perego a Legnano. Sono esposte 188 stampe del maestro belga vissuto a cavallo tra 800 e 900, provenienti dalla collezione Kreditbank; tra queste 134 acqueforti, a delineare un percorso influenzato inizialmente dallesperienza impressionista che lascia ben presto il passo a un deciso espressionismo, tramite per una dissacrante e spietata critica della societ del tempo. Occupa una posizione rilevante, la stampa, nella produzione di Ensor, un medium che si addice alla sua vena di solitario fustigatore del compassato mondo borghese, ma anche alle sue sfrenate escursioni nei territori del fantastico e del grottesco. Non mancano, peraltro, anche i paesaggi, le marine, le nature morte, i ritratti e gli autoritratti, con unattenzione particolare riservata alla figura di Cristo che ricorre in almeno una dozzina di incisioni e a cui dedicato lalbum litografico dal titolo Scnes de la vie du Christ. Parallelamente, al Castello di Legnano si possono visitare unantologica di Tino Vaglieri a nove anni dalla morte dellartista triestino, milanese dadozione, di cui si segue il percorso dapprima legato al Realismo esistenziale e approdato quindi allinformale e

Gli spazi della Fondazione Pomodoro sono letteralmente occupati dalle grandiose installazioni della settantanovenne artista polacca, protagonista della nuova mostra, a cura di Angela Vettese. davvero una rifondazione del linguaggio della scultura quella che si avverte nellopera di Magdalena Abakanowicz. Monumentale non solo per le dimensioni degli 11 lavori esposti, ma anche per il respiro, per la vastit della concezione, per il modo in cui le sue creazioni interagiscono con lo spazio, occupandolo, appunto e trasformandolo. Lo si vede per esempio in Embriology, installazione acquistata nel 2008 dalla Tade Modern di Londra e ora a Milano. Un lavoro imponente ideato nel 78, fatto di centinaia di sacchi di iuta imbottiti, di varie dimensioni e a forma di patata, gi intrinsecamente destinati a trasformarsi nelle sue folle di figure umane e animali, arricchendosi a un tempo con luso di altri materiali: ceramica, acciaio, alluminio, bronzo. Nata in una famiglia aristocratica, Magdalena Abakanowicz ha sempre vissuto e lavorato a Varsavia e si vista poco in Italia a parte le Biennali di Venezia e una mostra al Mart di Rovereto. Magdalena Abakanowicz. Space to experience. Fondazione Arnaldo Pomodoro, via Andrea Solari 35 orario: mercoled-domenica 11/18 (ultimo ingresso alle17); gioved 11/22 (ultimo ingresso alle 21). Fino al 26 giugno.

rica di Leonardo, operazione in s inimmaginabile se non attraverso il ricorso alle tecnologie di riproduzione digitale. cos che 17 opere leonardesche, ricostruite in dimensioni reali e retroillluminate (al punto da essere apprezzabili analiticamente talvolta meglio degli originali), sono esposte tutte assieme negli spazi del castello vigevanese. Dalla Gioconda alla Vergine delle Rocce, alla Dama con lermellino e persino lUltima Cena, questultima presentata nella vicina chiesa sconsacrata di San Dionigi, da poco restaurata come anche limponente pala del Cerano, qui custodita, raffigurante il martirio del santo. Questa rassegna non la prima del genere. Lideatore del progetto, Renato Parascandolo, ha cominciato a pensarci nel 2000, quando, allora direttore di Rai Educational, strinse un accordo col Ministero per i Beni e le Attivit culturali per fotografare e riprendere in video i maggiori capolavori dei musei italiani. Cominci da l la sua avventura nei territori della riproduzione delle opere darte e nacque cos lidea di utilizzare quei materiali per realizzare una sorta di grande trailer dei capolavori italiani da esportare nel mondo per richiamare turisti a vedere gli originali. Ecco allora le mostre di Leonardo, Raffaello e Caravaggio, curate da studiosi qualificati, cui seguiranno a breve, quelle non meno impossibili sulla Cappella degli Scrovegni di Giotto e su Piero della Francesca. Leonardo: una mostra impossibile. Lopera pittorica di Leonardo da Vinci nellepoca della sua riproducibilit digitale. Castello di Vigevano - orario: marted-domenica 10/19. Fino al 30 giugno A sei anni dalla morte di Enrico Baj, la sua produzione artistica non cessa di riservare sorprese e nuovi filoni dindagine. Non solo le donne fiume, i monumenti idraulici, le dame, i generali, a molti gi familiari, ma anche i mobili animati, in linea con lineludibile tendenza allantropomorfizzazione dellartista milanese. Un libro, a cura di Germano Celant, edito da

Il soggiorno di Leonardo da Vinci a Vigevano, testimoniato dallo stesso maestro nei suoi appunti, il pretesto per una serie di iniziative in zona che ruotano attorno a questo genio poliedrico, tra cui una mostra decisamente insolita. Anzi impossibile perch riunisce lintera opera pitto-

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Skira, e una mostra alla Fondazione Marconi propongono questo versante della feconda produzione artistica del padre del Movimento Nucleare e della Patafisica Mediolanense. Sono una cinquantina le opere eseguite agli inizi degli anni 60, presentate in collaborazione con lArchivio Baj. Alla base, lidea tipicamente surrealista e venata dironia che qualsiasi cosa possa trasformarsi in altro. Ecco, dunque, come gi stato per i personaggi, una serie di mobili bizzarri ma anche eleganti, confezionati con ovatta pressata e applicata a collage sul fondo di stoffa da tappezzeria, su cui Baj sistemava cornici, pomelli, passamanerie e fregi di serrature a evocarne i tratti somatici; via via il mobile si precisa, si fa di legno grazie a fogli dimpiallacciature opportunamente impreziositi e si avvia a esibire la sua natura Kitsch. Enrico Baj. Mobili animati. Fondazione Marconi, via Tadino 15 - orario: marted-sabato

10.30/12.30 e 15.30/19. Fino al 24 luglio.

I suoi celebri Bleu hanno addirittura richiesto una tonalit di blu creata ad hoc, che porta a tuttoggi il suo nome (International Klein Blue). Laspirazione alla purezza e allassoluto hanno contraddistinto lintera e brevissima vicenda creativa di Yves Klein, suggerendo pi di unaffinit con Piero Manzoni, e non soltanto perch sono morti, quasi coetanei, a un anno di distanza luno dallaltro: nel 62, a Parigi, il trentaquattrenne Klein; nel 63, a Milano, Manzoni appena ventinovenne. A Yves Klein, capofila del Nouveau Ralisme, sebbene ne sia uscito un anno dopo la fondazione e antesignano della pittura monocroma, dedicata unampia retrospettiva che oltre a presentare un centinaio di opere del maestro francese, provenienti dallArchivio Yves Klein di Parigi e da collezioni internazionali, affian-

ca loro, nelle piazze e nei giardini della citt, una selezione di sculture metalliche della moglie Rotraut Uecker che con Klein condivise anche la vocazione artistica e immaginifica. Sui tre piani del museo, le opere di Klein sono presentate per nuclei tematici: i Monochrome realizzati con pigmenti puri fino ad arrivare al solo blu, alternato con loro in foglia; i quadri realizzati con il fuoco a contatto diretto con la tela; le Anthropomtrie, tele su cui sono impressi i corpi delle modelle cosparse di colore dallartista durante veri e propri happening; e ancora i Relief plantaire, le Sculpture ponge, insieme a filmati e fotografie a documentarne le azioni, mentre un ricco apparato documentario permetter di seguire le tappe del percorso artistico e personale di Klein. Yves Klein & Rotraut Lugano, Museo dArte, Riva Caccia 5 orario: marted-domenica 10/18, luned chiuso (tranne il 1 e 29 giugno). Fino al 13 settembre.

TEATRO
Questa rubrica curata da Maria Laura Bianchi
Three Solos and A Duet Cos lontani, cos vicini tra di loro, Mikhail Baryshnikov e Ana Laguna sono la pi stupefacente strana coppia della danza di oggi. Lui , per dirla in breve, the greatest living dancer, il pi grande danzatore vivente, secondo Time Magazine. Dalle vette del balletto russo, lex transfuga Misha non ha fatto altro che cambiare tutto (paese: dalla nativa Lettonia agli States, linguaggio: dal classico al contemporaneo) per non cambiare niente: rimasto se stesso, una superstar curiosa, perfezionista, inguaribilmente snob. Dopo essere stato il pi musicale dei Principi del balletto zarista, ha frequentato a lungo il neo-modern e post-modern Usa di Twyla Tharp e Mark Morris per poi concedersi qualche ardita escursione: ha calzato tacchi vertiginosi come Achille per il provocatorio Richard Move, si calato nei panni del fascinoso Aleksandr Petrovsky nel cult tv Sex & the City. Di lei, la spagnola Ana, si sa molto meno. Da sempre musa del marito coreografo, lo svedese Mats Ek, unantidiva defilata dalla mondanit, immune da qualsiasi vanit femminile. Interprete di viscerale espressivit, ha saputo scolpire a piedi nudi creature borderline per le poetiche coreografie contemporanee di Ek. Insieme, Misha & Ana formano una miscela esplosiva. Con grande smacco di chi vorrebbe la danza perennemente congelata in una smagliante giovent, ecco la lezione di due sublimi sessantenni. Non salgono in cattedra, ma scivolano nelle angustie del quotidiano, tratteggiato da un tavolo e un tappeto, simulacri di una vita qualunque in cui cullarsi, specchiarsi, accapigliarsi, ritrovarsi. Place, una tessitura di gesti minuti modellata sui corpi intelligenti di Baryshnikov e Laguna da uno dei maestri pi sensibili della scena contemporanea, Mats Ek, che per i due ha adattato anche il suo Solo for Two, originariamente concepito per Sylvie Guillem e Niklas Ek (fratello di Mats), su musica di Arvo Prt, in cui si intrecciano solitudine, distanza e desiderio tra una donna e un uomo a lungo sospirato. Riservano sorprese il nuovissimo assolo per Baryshnikov sul la Valse Fantasie di Mikhail Glinka - ideato dallex direttore del Balletto del Bolshoi Alerei Ratmanski (il debutto, il 2 maggio alla Latvian National Opera di Riga, citt natale del divo russo) -, e un secondo solo per Misha dal titolo Years Later, firmato nel 2007 dal francese Benjamin Millepied, principal dancer del New York City Ballet, su musiche

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di Philip Glass, Erik Satie e Akira Rabelais. Teatro Strehler, largo Greppi Stasera alle 19.30; domani e dopo alle 20.30 Info e prenotazioni: 848.800.304 Superwoobinda Definito una delle pi lucide analisi dello stato della nostra televisione, Superwoobinda lalbum di cinquantadue racconti brevissimi dello scrittore varesino Aldo Nove pubblicato nel 1998 arriva a Milano nella riduzione scenica firmata da Monica Nappo. Una lingua elementare, quasi bambinesca, restituisce il sorprendente paesaggio di storie e di situazioni quotidiane, dove il gusto compiaciuto per la violenza, la presenza ossessiva della pubblicit, del marchio, del mondo della televisione, e una morbosa ossessione per il sesso, convivono, e i cui protagonisti uccidono, squartano e dilaniano corpi con la stessa naturalezza con cui potrebbero andare a fare la spesa. Teen agers brufolosi dichiara Monica Nappo, lattrice di teatro e di cinema diretta, tra gli altri, da registi come Mario Martone, Toni Servillo, Arturo Cirillo, Matteo Garrone, Silvio Soldini, Paolo Sorrentino, Leonardo Pieraccioni che ambiscono a una relazione con dive porno, casalinghe cinquantenni che sognano una love story con Magalli, donne che si eccitano pi per un cellulare che per un uomo, operai frustrati, studenti folli e pericolosi, oche giulive che diventano serenamente puttane, padri di famiglia con doppia vita, disadattati di periferie e di quartiere, delusi e disillusi dalla politica. Ritratti da foto tessera, con tutti i dialetti e le miserie del nostro stivale. A proposito della sua antologia, Aldo Nove ebbe poi ha dichiarare: Quando scrissi Superwoobinda, alcuni anni fa, volevo delineare una generazione priva di futuro. Il futuro, purtroppo, arrivato. Solo venerd 19 giugno, alle 21.45 Ex O.P. Paolo Pini, via Ippocrate 45

Info e 02.66.20.06.46

prenotazioni:

Lultima astronave Cosa mettere su unastronave che partir per gli spazi siderali, una volta che la razza umana sar estinta? Codici e invenzioni non bastano. Ci vuole la prova della capacit artistica delluomo, il suo sogno e il concreto desiderio di comunicare agli altri. Il meglio, forse, della sua storia. Una storia del mondo con in mezzo due scienziati pazzi, un dicitore e un pianoforte, e uno schermo dove appaiono quadri famosi, e inattese sorprese. Dai graffiti paleolitici a Leonardo, dai mostri di Bosch a Velasquez, dalla sfida di Van Gogh a Twombly attraversando Walt Disney, le ninfee, la restauration art, Klee e Bacon. Le parole degli artisti e altre parole scritte e reinventate. Il sorriso e il grido in letteratura, in musica e in pittura. Un viaggi ironico e crudele, in ci che di meglio e peggio luomo ha da mostrare alluniverso, nel caso vicino o lontano che debba scomparire. La voce di Stefano Benni, la musica di Umberto Petrin, linvenzione scenica di Fabio Vignaroli, elefanti rosa, girasoli in fiamme e un mammuth parlante nello spettacolo che segue il grande, sorprendente successo di "Misterioso", lo spettacolo dedicato a Thelonious Monk, e ora disponibile in un dvd pi libro edito da Feltrinelli. Solo sabato 20 giugno, alle 21.45 Ex O.P. Paolo Pini, via Ippocrate 45 Info e prenotazioni: 02.66.20.06.46 Oblivion Show Oblivion Show uno spettacolo che mette in scena il meglio del repertorio originale degli Oblivion (Graziana Borciani, Davide Calabrese, Francesca Folloni, Lorenzo Scuda e Fabio Vagnarelli). Un circo volante in cui si alternano blob di canzoni, cantautori italiani rivisti e corretti, uffici postali musicali,

un reality show dove i personaggi sono ostaggio dei terroristi, le avventure di Rato lImmigrato e limmancabile riduzione musicale dei Promessi Sposi in 10 minuti, vero e proprio filmato cult della rete. Unora e un quarto di pura follia, acrobazie musicali, risate... Non adatto ai deboli di cuore. Teatro Franco Parenti, via Pier Lombardo 14 Fino al 27 giugno Orario: 21.15 Info e prenotazioni: 02.59.99.52.06 Il fabbricone Lultimo spettacolo della stagione di Tieffe Teatro Stabile dInnovazione porta in scena, dall11 al 27 giugno, allinterno del Cortile della Magnolia dellAccademia di Brera, Il Fabbricone di Giovanni Testori. La ringhiera e il cortile sono i protagonisti di questo affresco di storie che rimandano a quella Milano di periferia, fotografata tra leco non ancora troppo lontana - di una guerra che ha lasciato sul terreno e sulle coscienze cumuli di macerie e un futuro ancora incerto. Insomma sono gli anni del boom e dello sboom tra le inquietudini e i sogni di gloria di una giovent in cerca di nuovi riferimenti e la nostalgia carogna di vite invecchiate troppo presto. Il tutto a portata di mano e di cuore, grazie alla penna straordinaria di uno dei pi grandi autori del Novecento. La versione teatrale proposta da Emilio Russo prova a ricostruire sentimenti e atmosfere, attraverso i personaggi principali e secondari, abitanti di questo decadente Fabbricone (un caseggiato di Novate, luogo natio dell'autore) brulicante di vita, pianeta ostile e materno, da dove si scappa, ma non si riesce a uscire. Fino al 27 giugno Cortile della Magnolia dellAccademia di Brera, via Fiori Oscuri, 4 Orario: 21.30 (domenica riposo) Info: 02. 36.50.37.40 / 02.36.59.25.44

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CINEMA & TV
Questa rubrica curata da Simone Mancuso

I love Radio Rock di Richard Curtis Se fossi un produttore di una major hollywoodiana avrei acquistato i diritti prima delluscita del film e lavrei pompato nel circuito commerciale con pubblicit allaltezza. Perch questo prodotto puramente inglese, uno straordinario lavoro dello sceneggiatore di Quattro matrimoni e un funerale e Notting Hill, il quale tiene alta la sua reputazione da soggettista e sceneggiatore, e migliora il pensiero generale verso di lui, firmando anche la regia. Certo , che quando un autore firma queste tre fasi della produzione, si pu certamente dire non solo che sia una sua opera, ma quasi che sia unestensione del suo pensiero. E quello che ne viene fuori un dolcissimo ricordo verso una musica che ha fissato i criteri di quella contemporanea, ma al contempo, un fermo punto di vista sulle aspirazioni e i sogni di una societ che pare smarrita. Radio Rock il nome di una nave pirata che trasmette a tutta la Gran Bretagna dal Mare del Nord Rockn roll tutto il tempo, da dei dj che vivono lass isolati dal mondo, in unepoca in cui vi era il monopolio della BBC controllata dal Ministero delle Telecomunicazioni che trasmetteva solo musica classica. Questo rende la pellicola impregnata di musica anni60, con una scelta delle musiche che merita da sola il prezzo del biglietto, e una costruzione dei personaggi perfettamente tipica di quegli anni, come The Count, il conte, interpretato egregiamente dal premio Oscar Philip Seymour Hoffman. Dunque un inno al sesso, droga e rockn roll fino alla fine, che non stato messo in rilievo come avrebbe meritato, visto i molti elementi commerciali, come il montaggio, e con interessanti motivi per andarlo a vedere per i nostalgici, ma anche per chi ama la musica e le commedie scritte per il cinema.

Terminator Salvation di Mcg Se si potesse, descrivere il film soltanto con le musiche di Danny Elfman, mettendo sotto il titolo un file mp3 con lincalzante tema lo farei. Questo a mio avviso basterebbe a descrivere la potenza di questo film, che arriva allo spettatore come londa durto di una bomba atomica, supportando con la musica scene come il ritorno di un T-600 (il primo Terminator, per intenderci, il governatore della California) completamente fatto al computer, primo stile (vedi Conan il barbaro), come mostro finale. Terminators che, forse giustamente, rubano la scena al protagonista Connor, interpretato magnificamente da Bale, come il T-800, lultima invenzione delle macchine con una parte sostanziale umana, e lo scheletro robotico, con lo scopo dinfiltrarsi nella resistenza. Questi elementi denotano lattenzione da parte dei soggettisti, tra cui lonnipresente James Cameron, per lo sviluppo di una storia mai che versi sul banale, ma che anzi, cerchi unevoluzione proprio come i suoi personaggi. Elemento, questo, ricorrente in tutti i film della saga, che a mio avviso una delle poche a mantenere lo stesso livello qualitativo in quasi tutti i suoi cloni. Il motivo, forse, dovuto allattenzione verso la crew che collabora con i vari registi, mantenendo nei ruoli pi determinanti, gli stessi operatori. Come gi detto per le musiche, ma anche nel montaggio, il montatore di James Cameron, Conrad Buff, o lo stesso Cameron, messosi da parte come regista per dedicarsi al soggetto (forse era meglio che lo dirigesse lui questo episodio). Insomma, stessa troupe stesso successo, un film che decisamente non delude le aspettative, n dei fans della saga, n degli altri spettatori e che anzi crea gi lattesa per il prossimo episodio, Terminator 5, attualmente in sviluppo e che dovrebbe esser pronto per il 2011.

Se dovessi trovare una pecca, se cos si pu dire, di questo film sicuramente la regia, improntata pi sugli spot e i music videos che sul cinema. Ma questo, si sa, un altro discorso (mp3)

Antichrist di Lars Von Trier Fischiato a Cannes evidentemente per i suoi contenuti e le singole immagini di sesso esplicito e sado-maso, questo film nel complesso non uno dei migliori lavori del regista, ma ha sicuramente dei punti di forza. Iniziamo con linterpretazione, e la capacit del regista di dirigerla, di Charlotte Gainsbourg. Una recitazione completamente dedicata alla sofferenza e allansia, incentrata sullelaborazione del lutto nella sua pi completa accezione, portata fino allestremo, annullando il dolore con lo stesso. Traspare il lavoro psicologico del regista sullattrice, quasi come fa su di lei nel film, il protagonista maschile, anche lui non da meno nellinterpretazione. La sceneggiatura ci catapulta con minuzia nellintimo di questi due individui, con la capacit di renderceli conosciuti nei minimi dettagli della loro anima e della loro psiche. Tutto questo senza mai svelarci una cosa, che risulterebbe superficiale sapere di due persone di cui si ha gi una conoscenza cos profonda, che si spinge fine alle loro paure, ossia, i loro nomi. Terzo punto di forza la fotografia. Girato con la migliore macchina da presa in circolazione per il digitale, la Red One Camera, stata diretta dal premio oscar Antony Dod Mantle, che trasforma il bosco in un luogo tra la realt e lanima di chi lo vive e lo racconta, sviluppando una luce nel buio e unoscurit nella luce tale, che se un film horror dovesse essere giudicato dalla fotografia, questo li batterebbe tutti. Quarto elemento, il lavoro di ricerca cui si

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sottoposto il regista che si evince dai titoli di coda, in cui vi sono consulenti psicologici, consulenti

sullansia, consulenti sulle manie depressive e cos via. A mio avviso questo film molto

personale per il regista, nel senso che una sua elaborazione del lutto. Non voglio sapere quale.

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