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Direttore Luca Beltrami Gadola

numero 14
12 maggio 2009

edizionestampabile

Sommario In questo numero Editoriale - LBG - MOVIDA NELLA CITT DI NESSUNO Citt e Societ - Salvatore Crapanzano - I COMITATI E LA MOVIDA, UN PROBLEMA SEMPRE PI COMPLESSO Metropoli - Alessandra Valentinelli - NO KEBAB ZONE Dal Palazzo - ***** - CERCASI SINDACO SENZA LETIZIA Approfondimenti - Marco Vitale - DAL SUPERCAPITALISMO ALL'ECONOMIA IMPRENDITORIALE: PEOPLE FIRST Urbanistica e Architettura - Claudio Cristofani - BREVE TRAGEDIA URBANISTICA MILANESE Lavoro - Giuseppe Ucciero - IL MANTELLO DI S. MARTINO E IL LAVORO DEGLI IMMIGRATI Mobilit - Maurizio Mottini - IL "TUNNEL" DI MILANO E LA MOBILIT PER L'EXPO Sanit - Claudio Rugarli - DOVE VA L'OSPEDALE

LE RUBRICHE MUSICA a cura di Paolo Viola ARTE - a cura di Silvia DellOrso TEATRO a cura di Maria Luisa Bianchi CINEMA E TV a cura di Simone Mancuso

Editoriale MOVIDA NELLA CITT DI NESSUNO LBG


Milano non una citt per bambini. Lo si vede tutti i giorni passando vicino ai pochi giardini loro dedicati spesso sporchi - affollati allincredibile appena il bel tempo spinge mamme e nonni a portarli a spasso. Per mandarli allasilo pubblico bisogna lottare contro la burocrazia comunale con le sue graduatorie spesso assurde, asili che non tengono conto della necessit per il bilancio famigliare ma anche per il PIL che le donne lavorino. Le scuole elementari sono fatiscenti e senza materiale didattico o carta igienica e la situazione non migliora andando avanti negli studi. I luoghi di aggregazione giovanile sono inesistenti per non parlare dello sport. Milano non una citt per adolescenti. Milano non una citt per anziani: dei giovani parliamone dopo. Gli anziani vedono arrivare la stagione calda con terrore; lanziano pi abita in periferia e pi solo in una citt che non lo ama, non lo rispetta, non lo protegge. Milano, una citt che invecchia, deve molta parte delle sue risorse economiche ai pensionati ma non lo vuol vedere n sapere. Milano non una citt per chi vuol metter su famiglia e questo lo sappiamo e si sprecano fiumi di parole inutilmente, n per chi vuol frequentare luniversit. Milano una citt dove il consumo di droga dilaga e diventa un fenomeno di massa che non lascia fuori nessuno strato sociale e nessuna et ma sembra preoccuparsi solo degli spacciatori soprattutto se di colore. Eppure Milano sopravvive ma per quanto ancora? Milano sembra degradare verso la terribile realt di un grumo sociale di una grande area disordinatamente edificata che si chiama Lombardia. Milano deve assolutamente ritrovare la capacit di sciogliere i suoi nodi, di risolvere i suoi problemi ma da sola non ce la far mai. Il problema della movida esemplare e siamo arrivati a parlare dei giovani. Si riuniscono, amano farlo a notte fonda, la scelta dei luoghi sembra essere dettata da unabile gestione di Face book e di tam tam sms gestita da furbi patron di locali e il problema sta nel totale disprezzo delle regole del vivere civile: rumori assordanti e parcheggio selvaggio. E questo che non piace, che irrita. Io suggerirei ai cosiddetti reggitori una full immersion televisiva tra Grande Fratello, Amici Casting, Il tribunale di forum per non dimenticare nemmeno Anno zero o Ballar (e, perch no, qualche seduta al Senato). Da una parte giovani che si azzannano strillando e dallaltra meno giovani che si accapigliano, vociano, cercano di soverchiarsi con toni di voce sempre pi alti. Nessun rispetto, nessun limite. E noi dovremmo prendercela con i ragazzotti con la bottiglia di birra in mano? Ma chi li ha inventati questi show televisivi? Chi li propina nelle ore di massimo ascolto? Se poi i ragazzi escono e ne fanno di tutte pensiamo di avere la coscienza a posto? Il ministro Gelmini attraverso i suoi lucidi occhiali guarda mai le televisioni del suo patron? Dove pensa finisca il ruolo di ministro alleducazione? Purtroppo ci sono poi questioni pi profonde: il distacco e dunque lincomunicabilit tra generazioni. Nel 68, la prima volta in cui la protesta giovanile prese corpo prepotentemente, i giovani avevano i loro leader, loro coetanei, che davano espressione al disagio e rendevano comprensibile per il potere costituito con cui si confrontavano le ragioni del dissenso e le loro aspirazioni ideali. Fu un movimento di massa che coinvolse la maggior parte dei giovani. Oggi non cos: i giovani in maggioranza non hanno pi leader se non qualche vecchio sessantottino senza seguito. Il potere, anche se volesse e non lo vuole, non saprebbe da dove cominciare a capirli e allora non gli resta che la repressione: nulla a che vedere con leducazione. Nulla proprio poi a che vedere con leducazione fatta dallesempio. Milano da sola non ce la fa, il pesce deve smettere di puzzare dalla testa.

Citt e societ I COMITATI E LA MOVIDA, UN PROBLEMA SEMPRE PI COMPLESSO. Salvatore Crapanzano


Mentre il Comune non vuole ascoltare i Comitati, accusandoli senza motivo di faziosit politica, noi constatiamo che tutti hanno due orecchie, una a destra, una a sinistra e la questione non pu essere buttata in politica per mantenerla irrisolta. Il rumore, che una particolare fonte di degrado da qualunque fonte provenga, a Milano non contrastato a sufficienza; mancano ancora sia il Piano di Zonizzazione Acustica, sia i Pani di Risanamento. Sullo specifico problema del rumore, in particolare quello della MOVIDA, il Coordinamento Comitati Milanesi ha presentato al Comune precise e motivate proposte, ad esempio per garantire controlli certi sul rumore realmente prodotto dai locali notturni. Noi non siamo contro il divertimento e gli eventi che danno positivamente vita alla nostra Citt, ma chiediamo di dare ai giovani spazi adeguati, allaperto e al chiuso, dove possano incontrarsi; e chiediamo di affrontare con determinazione le forme esasperate di movida. La normativa che regola la questione (volutamente) carente e tortuosa; mancando chiare regole del buon senso del vivere civile, i cittadini esasperati, che non riescono neppure a ottenere rilievi di verifica del rumore prodotto, sono costretti a difendersi ricorrendo a vie legali e, tralasciando il processo civile rivelatosi inutile, avviare subito il processo penale o unazione collettiva contro chi istituzionalmente dovrebbe tutelarli. In troppi Quartieri cresce il numero degli abitanti che soffrono gli stessi problemi: rumore eccessivo prodotto da musica e avventori, dentro e fuori dai locali da sera a mattina, sosta selvaggia, difficile transito sui marciapiedi, sporcizia, ecc. Da tempo, e su diverse questioni, il Coordinamento Comitati Milanesi simpegna a collaborare con lAmministrazione comunale per recuperare vivibilit in Citt, chiedendole di recuperare ruolo e autorevolezza nel far rispettare le regole del vivere civile. Dopo il Convegno del 9 luglio 2008 Meno rumori, meglio per tutti e il Convegno del 18 marzo 2009 EXPOsti al rumore". Alla ricerca di un punto di equilibrio tra movida selvaggia e rispetto delle regole, decine di comitati si sono incontrati per concordare sui principi e sulle finalit di unazione comune verso lAmministrazione Comunale. Per regolamentare e sanzionare i Pubblici Esercizi che favoriscono con la loro modalit di gestione il degrado della Citt, il Coordinamento Comitati Milanesi ha proposto alle diverse parti (Comune, ARPA, Difensore Civico, EPAM, Assoedilizia, ) di sottoscrivere un Accordo congiunto e impegnarsi, per quanto di competenza, a effettuare i rilievi del rumore con modalit accettate da tutti. 2. Se lARPA non interviene direttamente il Comune sceglie, per sorteggio o a turno, dallelenco dei Tecnici Competenti in Acustica Ambientale (Decreto Regione Lombardia n. 5985 del 30/5/2006), a chi dare lincarico di effettuare il rilievo; (e tiene riservata la decisione). Entro 1 mese il Tecnico effettua i rilievi a sorpresa secondo le modalit di legge e presenta una Relazione Tecnica utilizzabile anche in sede di giudizio; quindi Relazione e rilievi saranno accettati da tutte le parti interessate. A rilievo positivo, il Comune ritira immediatamente e automaticamente tutte le deroghe (di orario, ecc) che aveva concesse e valuta, entro un mese, la necessit di imporre altre sanzioni.

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utilizzare il modello del Comune Esposto per presunto inquinamento acustico (e tenerne riservate le informazioni).

Discutiamo senza preconcetti di un problema complesso per risolverlo nellinteresse di una larga maggioranza, senza farsi condizionare dagli interessi di pochi. Per affrontare un problema che si sta aggravando con conseguenze non controllabili, serve la volont di dotarsi di regole semplici e di garantire ovunque controlli certi e subito, quando necessario, sanzioni efficaci.

Metropoli NO KEBAB ZONE Alessandra Valentinelli

In questa citt che sia un'auto a intralciarti il passo o il nido senza posti per tuo figlio, ci si lamenta sempre della responsabilit di qualcun altro e alla fine, facile che sia "loro". Loro, a seconda dei periodi storici e delle cronache, sono stati i "tern", i marocchini, i "vu' cumpra", gli albanesi e ora i kebab. Non chiaro quale sia l'origine di questi nuovi stranieri, se turca o araba; sono colpevoli di non appartenere alle "merceologie tradizionali" da considerare "a tutti gli effetti testimonianze vitali della cultura locale" spiega il Presidente della Commissione Cultura in Regione, Belotti, tra i promotori dell'ordinanza che sta animando le chiacchiere nei bar. Quarant'anni e un passato da commerciante, Belotti ha dedicato un sito alle sue battaglie per "preservare la bellezza e l'identit dei centri storici, evitando la spersonalizzazione della tipicit dei nostri borghi medioevali". Vi rivendica, tra le altre, la facolt di sposarsi "parlando la lingua della proprio terra": un modo per "salvaguardare e valorizzare gli elementi di un tessuto culturale unico che non si pu assolutamente perdere" e insieme "rendere meno

asettica la cerimonia". Come alleggerire l'evento dai toni pi formali, lo suggerisce l'allegato prospetto, scaricabile per compitare ("per lo spelling" precisa) i dati anagrafici o fiscali che alla P di Palermo sostituisce Pota o Puntida, Rat alla R di Roma. Edotti sulla lingua, resta da chiedersi il significato di parole quali identit, tipicit e cultura tradizionale in una citt che si a lungo pensata avanguardia nel Paese sino ad acclamare, al pari dicone globali come New York, Parigi o Londra, ogni mutamento in grado di procurare anche solo il brivido del cambiamento stesso. Crocevia dell'effimero e dell'efficienza questa citt ha barattato presto i suoi lari e penati con modernit e innovazione, consapevole di quanto i primati della Scala o del Piccolo condividessero sin le viscere dei cabaret e dei ritrovi d'artista. Stupisce che in una citt tanto smaliziata e vibrante oggi si discuta se chiudere i locali all'una o alle due di notte; ci si schieri stizziti con Belotti per "la gente che lavora e ha diritto al riposo", quasi signorasse la difficolt di bere un caff dopo le otto di sera, trovare una pizza finito il cinema o peggio

rientrare in taxi passata la mezzanotte. Colpisce che lo strepitio per l'ingombro degli arredi su strada, gli assembramenti o i graffiti, non sinfranga nell'indignazione per l'assenza di aree pedonali e di verde, l'accaparramento individuale di ogni spazio pubblico, la commercializzazione spinta di qualsivoglia evento sociale. Nella vacatio di strategie di gestione del sistema urbano se non anticipatrici, quanto meno attente alla domanda di luoghi e servizi collettivi, sarebbe interessante intervistare oggi quanti insorsero contro la chiusura al traffico di Corso Vittorio Emanuele, o interrogare la vox populi sullo stato di fatiscenza cui da anni ormai ridotta la Darsena. Refrattaria alla complessit, la citt delle "no kebab zone" finisce per scadere nel vernacolo e per assimilare la lingua al dialetto, l'identit al focolare domestico, il territorio a cartolina. Cos effettivamente si governa il borgo medievale, lasciando alle lotte intestine spartirsi le aree dinfluenza, al clan del pi forte la scelta di chi accogliere al tramonto entro le mura; fuori un cartello indica al volgo M: come Miln.

Dal Palazzo LA SETTIMANA RACCONTATA DAI COMUNICATI DI PALAZZO MARINO Admin


Sgangherato. Fra le infinite possibilit che il vocabolario offriva per definire (e condannare) laggressione dei Cobas al leader della Fiom Rinaldini alla manifestazione di Torino, Guglielmo Epifani ha usato questaggettivo. N pi n meno che sgangherato. Una vecchia parola. Che vuol significare fuori dai gangheri, non allineato. Ecco, tutto qua. Una definizione che lascia un po interdetti, soprattutto perch inadeguata, quasi timida, terribilmente vuota di sdegno. Cos scarica di preoccupazione che suona come un colpo a vuoto. E segna in modo inequivocabile una scarsa capacit di presa sulla realt. Tristi i tempi in cui il sindacato pi forte e rappresentativo non trova le parole giuste. La scena milanese questa settimana stata occupata, pi che


dalle voci dei suoi rappresentanti istituzionali, da un sussurro che si fa sempre pi forte. Riguarda il sindaco Letizia Moratti. Che non godrebbe pi del favore e del sostegno del centrodestra. Tanto che nessuno ormai scommette su una sua ricandidatura. Troppe occasioni sprecate, si dice. Una per tutte: lExpo, diventato ormai una caricatura di quello che si era immaginato per Milano e per il Paese. Troppe delusioni: basta guardare lo stato di degrado della citt, alla quale il sindaco non pare riservare troppe attenzioni e cure. Troppe promesse mancate: basti dire che aveva promesso un grande nome internazionale per la Cultura e ha invece regalato ai milanesi Massimiliano Finazzer Flory. Lo sconforto arrivato a un punto tale che le voci accreditano ormai due nomi. Il primo quello del ciellino Maurizio Lupi, indaffaratissimo a costruirsi un destino personale di livello nazionale. Laltro nome che circola sempre pi insistente teniamoci forti quello dellex sindaco Gabriele Alberini. S, proprio lui, lamministratore di condominio. Colui che aveva ridisegnato lorizzonte di Milano, abbassandolo in modo sensibile rispetto alle ambizioni internazionali che la citt si era immaginata. In entrambi i casi, la responsabilit di Letizia Moratti grande. Nel primo avrebbe quella di consegnare Milano a una lobby, economica e politica. Nel secondo, quella di far compiere a questa citt un ulteriore passo indietro, alla ricerca di quellavvenire rimasto dietro le spalle. Una prospettiva sgangherata. Che toglierebbe il sonno perfino a Red Ronnie, limpietoso spin doctor di Donna Letizia. In attesa che si materializzino gli incubi che si profilano allorizzonte, vediamo come raccontano la settimana appena trascorsa i comunicati ufficiali di Palazzo Marino.

A PEZZI - Milano, 12 maggio 2009 Restituire alla bellezza pezzi della citt e beni culturali dimenticati o male utilizzati uno degli obiettivi della nostra azione ha detto lassessore alla Cultura Massimiliano Finazzer Flory. PEDONALITA - Milano, 12 maggio 2009 Con la firma di oggi Comune e universit milanesi simpegnano a collaborare per una mobilit sostenibile e un ambiente migliore con interventi a favore di studenti, docenti e personale universitario promuovendo lutilizzo del trasporto pubblico, carsharing, carpooling, bike sharing e realizzando interventi di ciclabilit e pedonalit ha dichiarato lassessore alla Mobilit, Trasporti e Ambiente Edoardo Croci. SENZA SOSTA - Milano, 13 maggio 2009 In questi mesi le attivit internazionali di Expo 2015 non si sono mai fermate cos il Sindaco di Milano e Commissario Straordinario del Governo per Expo 2015 Letizia Moratti. UNA VITA IN PRETURA - Milano, 13 maggio 2009 - Grazie allindefessa azione del Comune verranno finalmente celebrati i primi processi lo comunica il vice Sindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo Marshal De Corato. LE VITE DEGLI ALTRI - Milano, 13 maggio 2009 - La figlia di 20 anni, con il bambino di due, si erano gi allontanati nei giorni precedenti. Lo comunica il vice Sindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo Marshal De Corato.

ZITTI ZITTI - Milano, 11 maggio 2009 - Continua senza clamore ma incessantemente lazione della Polizia locale contro le occupazioni abusive lo comunica il vice Sindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo Marshal De Corato. CONFIDENTIAL - Milano, 11 maggio 2009 - Da notare come questi blitz si dimostrano utili anche sul piano della sicurezza, visto lalto numero di clandestini fermati commenta il vice Sindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo Marshal De Corato. LIBRI BIANCHI - Milano, 12 maggio 2009 Le problematiche cui dare soluzione ci sono note tempo proprio grazie alle segnalazioni arrivate dai singoli cittadini e anche dai comitati, attraverso lettere, fotografie, filmati, dossier e libri bianchi ha detto lassessore allo Sport e Tempo libero Alan Rizzi. IMPORTANTE - Milano, 12 maggio 2009 La collaborazione tra Italia ed Egitto compie oggi un nuovo passo significativo, grazie alla decisione di questo importante Paese Arabo di partecipare a Expo 2015, ha detto il Sindaco di Milano Letizia Moratti.

Approfondimenti DAL SUPERCAPITALISMO ALLECONOMIA IMPRENDITORIALE: PEOPLE FIRST Marco Vitale


Mi aveva felicemente sorpreso e molto favorevolmente colpito il Summit dei responsabili delle politiche sociali dei paesi del G8 promosso e realizzato a Roma dal Governo italiano e, in particolare, dal Ministro del Welfare Sacconi.


Si trattato, infatti, di un primo tentativo di correggere il devastante paradigma etico-politico dominante negli ultimi decenni e che alla base dello tsunami finanziario che sta infliggendo tante sofferenze a milioni di persone. Il tentativo ben sintetizzato nel felice motto che ha caratterizzato il Summit: people first. Questo primo tentativo va compreso, sostenuto e incoraggiato perch indica una direzione di marcia molto promettente. Per la prima volta, in forma pubblica e solenne, si cerca di fare uno sforzo di pensiero verso una nuova strategia, superando le contingenze della crisi. La nuova strategia del people first, in realt, ricupera e attualizza paradigmi molto antichi. Leconomia di mercato e imprenditoriale (nonostante quella che Braudel defin la favola weberiana) nasce nei comuni italiani e in tre secoli, dal 1200 al 1500, fece dellItalia il centro della vita economica del mondo occidentale. Quando lItalia si ripiega su se stessa nel corso del 1500, il testimone passa ai paesi anglosassoni e soprattutto al paese emergente, allAmerica di Franklin. Il paradigma etico di questa grande epopea che accomuna Franklin, con Alberti, Cotruglio, Albertano scontrano tra loro, ed questa convivenza che rende la lettura della vita economica cos complicata. Negli ultimi venti anni il dominio del paradigma fiat capital gain et pereat omnia era diventato schiacciante. La crisi che stiamo vivendo pu anche essere letta come un grande urlo contro il dominio di questo paradigma, come un rumoroso crollo di un nuovo muro di Berlino. Se leggiamo la crisi in questi termini lo scoraggiamento scompare e ci appare nitida la via naturale da intraprendere verso la vetta. Dobbiamo ricostruire un mondo dove leconomia decentrata si muova attraverso i meccanismi del mercato e dellimpresa; ma dove ritorni con forza a prevalere il paradigma etico-politico: Omnium rerum mensura homo. Nel people first io ho letto un segnale di pensiero in questa direzione. E uno sforzo che merita ogni appoggio perch lunica prospettiva positiva che emerge dalla polvere delle macerie, lu-

nomia del capitale, anzi dellultracapitalismo a uneconomia di mercato e imprenditoriale. Lo sforzo da fare impegnativo, anche e in primo luogo sul piano del pensiero, smantellando alcuni idoli che hanno dominato il pensiero economico negli ultimi venti anni e che la crisi ci dimostra, con la durezza delle sofferenze di milioni di persone, che si trattava didoli falsi. Ma le basi per questo sforzo non mancano. In primo luogo la crisi stessa, la corretta analisi delle sue ragioni, della sua natura, delle sue conseguenze. E poi il grande pensiero economico di stampo liberale che non ha mai dubitato della possibilit anzi della necessit, di conciliare economia di mercato e imprenditoriale ed economia umana e umanistica. Parlo degli Einaudi, dei Ropeke, degli Erhard, degli Eucker, di tutta la scuola di Friburgo e del grande filone delleconomia sociale di mercato, che ha vinto in Germania e che , oggi, una delle poche concezioni economiche che hanno passato, con successo, tutte le loro prove, rimanendo salde e convincenti. E poi vi il grande pensiero social liberale cos attento al people first. E infine vi la Dottrina sociale della Chiesa che da sempre impegnata sul tema omnium rerum mensura homo ha, con la Centesimus Annus, raggiunto un vertice di grande profondit anche come pensiero economico (e prego con trepidazione che la nuova preannunciata enciclica sociale di Benedetto XVI non riporti indietro anche le lancette del pensiero economico della Chiesa) ed ha chiaramente visto il passaggio dalleconomia supercapitalista alleconomia di mercato e dellimpresa:La risposta ovviamente complessa. Se con capitalismo si indica un sistema economico che riconosce il ruolo fondamentale e positivo dellimpresa, del mercato, della propriet privata e della conseguente responsabilit per i mezzi di produzione, della libera creativit umana nel settore delleconomia, la risposta certamente positiva, anche se forse sarebbe pi appropriato parlare di eco-

da Brescia, quello di combinare uneconomia di mercato imprenditoriale e competitiva con una visione umana e umanistica dellattivit economica. Il principio dominante resta: Omnium rerum mensura homo, luomo la misura di tutte le cose. Con il processo dindustrializzazione sempre pi spinto sinserisce nel panorama un nuovo paradigma etico-politico: fiat productio et pereat homo che caratterizza lattuale cultura economica che eleva il mezzo a fine e sinteressa solo dei processi, in una totale mancanza di interesse per il destino umano. Con lesplosione della finanza e la finanziarizzazione delleconomia sinserisce, infine, e diventa dominante anche sullindustria, un nuovo paradigma: fiat capital gain et pereat omnia. Questi paradigmi convivono e spesso si

nica che inizia una ricostruzione. Si tratta di uno sforzo molto impegnativo perch il paradigma: Fiat capital gain et pereat omnia molto radicato nella cultura e nella prassi economica. Le legioni di quelli che aspettano solo che passi la piena per ritornare a fare tutto come prima sono enormi e potenti e ancora dominanti soprattutto in America. La crisi li ha disturbati ma non sconfitti: siedono al fianco di Obama, imperversano sui grandi giornali; continuano a teorizzare astrattamente come talebani del mercato, continuano a distribuire e a distribuirsi stipendi e bonus osceni e nessuno (salvo le ribellioni sociali che non sono, come si dice, populismo, ma sono una manifestazione semplice e rozza ma profonda di pi che legittimi risentimenti sociali) li chiama a rendere conto, anche sul piano del pensiero, dei disastri da loro combinati, delle concezioni perverse che hanno diffuso e alimentato. Quello che stiamo vivendo un tentativo di passaggio da uneco-


nomia dimpresa di economia di mercato e, semplicemente, di economia libera. Questa esattamente la direzione di marcia che la crisi e le ribellioni sociali contro gli avvoltoi del supercapitalismo ci indicano. In questa direzione metto anche il people first del recente Summit di Roma. E un compito che spetta soprattutto allEuropa, perch

Obama, ormai chiaro, irretito dagli gnomi di Wall Street, dai superstiti del first capital gain et pereat omnia.

Urbanistica e architettura BREVE TRAGEDIA URBANISTICA MILANESE Claudio Cristofani


PROLOGO E PRIMO EPISODIO (ambientato a Milano, dal 1980 al 2009). A Milano non infrequente notare, in quartieri gi densamente edificati, nuovi cantieri per la costruzione di edifici residenziali che sorgono in sostituzione di piccole officine, garage, tipografie, lavanderie, magazzini, depositi di legna e carbone, concessionarie dauto e altre attivit non pi redditizie spesso nascoste allinterno di secondi o terzi cortili. Gli addetti ai lavori sanno che si tratta di preziosissime aree classificate B1Residenziale ma, per quello che pu interessare al semplice cittadino, diciamo solo che sono aree alle quali il Piano Regolatore vigente dal 1980 assegna una volumetria residenziale superiore a quella esistente e quindi, una volta cessata la convenienza economica a mantenere gli edifici artigianali, i proprietari le cedono al fiorente mercato delledilizia residenziale di completamento. Generalmente su queste aree vengono eseguiti progetti di buona/ottima qualit architettonica, anche grazie ai prezzi di vendita degli appartamenti che beneficiano del loro inserimento in quartieri consolidati e dotati di ogni servizio. Tranne uno: il verde pubblico. Infatti, affinch lesigua quantit di verde pubblico, tipica di questi quartieri, sia incrementata in quantit proporzionata alla dimensione dei nuovi volumi residenziali, occorrerebbe che questi edifici insistessero su terreni qualificati B1Industriale e che fosse approvata una specifica variante al Piano Regolatore, con procedura abbastanza complessa e tuttaltro che rapida. Cos non avviene per i casi descritti allinizio che legittimamente possono incrementare il numero dei residenti senza alcun aumento delle aree verdi. Scandalo? Assolutamente no, dato che il Piano Regolatore del 1980 aveva in maniera precisa calcolato una dotazione, complessiva, di verde pubblico, comprendente anche quella per ledificazione delle aree B1Residenziale. Tanto era preciso il calcolo che, con altrettanta precisione, vennero indicati su una grande mappa del territorio comunale tutti i terreni gi destinati (facile) o da destinare (difficile) a verde pubblico. Senza questa mappa (zonizzazione) lintero Piano Regolatore non sarebbe stato approvato dallente competente (la Regione). E poich per destinare, nei fatti, a verde pubblico un terreno, occorre che sia di propriet pubblica, o lo si compera, o lo si espropria. In entrambi i casi bisogna, pi o meno, pagarlo. Dal 1980 ad oggi questi acquisti si contano sulle dita di due mani, o poco pi e se il verde pubblico effettivamente aumentato, lo si deve solo alla trasformazione delle aree industriali dismesse o ad altri incrementi di volumi residenziali che il PRG del 1980 non aveva previsto. In conclusione, avendo rinunciato allacquisto del verde relativo alle zone B1R, il Comune di Milano avrebbe dovuto sospendere qualsiasi diritto di nuova edificazione residenziale di completamento. Non avendolo fatto, ha determinato una speciale illegittimit di quanto, per altro verso, ha concesso, e ha contribuito a ridurre sia la qualit ambientale della citt, sia la salute dei propri cittadini. SECONDO EPISODIO (ambientato a Milano dal 2009 a data da destinarsi) Il Comune di Milano, con la circolare n. 2 del 24 marzo 2009 ha dichiarato guerra ai loft. Dopo una dozzina di anni durante i quali, alla luce del sole, sono stati abusivamente trasformati in abitazioni, anche assai eleganti, un discreto numero di piccoli capannoni e dopo che sono stati costruiti, con regolare concessione, nuovi edifici industriali multipiano, ciascuno costituito da una serie di graziosi laboratori, nei quali piacevole abitare, anche solo per fruire delle enormi vetrate e dei terrazzi, efficacemente piantumati e dotati di caldi pavimenti in doghe di teak, sulle quali camminare a piedi nudi, i funzionari comunali preannunciano salatissime sanzioni amministrative, senza escludere risvolti penali. Comunicano inoltre che, questi edifici, evidentemente destinati alla residenza, ma costruiti secondo le regole urbanistiche riservate allindustria, non hanno fornito in dote la corrispondente superficie a verde pubblico prevista dalla legge per


tutte le volumetrie residenziali. Di conseguenza i proprietari sono tenuti a porre rimedio, mediante acquisto di aree destinate a verde pubblico e successiva cessione al Comune delle stesse, onde riequilibrare il rapporto verde-abitanti. ESODO E MORALE.

Di solito, chi di spada ferisce, di spada perisce. Non il Comune di Milano, che anche questa volta pretende di essere leccezione che conferma la regola.

Lavoro IL MANTELLO DI S. MARTINO ED IL LAVORO DEGLI IMMIGRATI Giuseppe Ucciero


Le riunioni familiari hanno questo di bello, che spesso ci riportano vicino al sentire diffuso, non importa quanto confuso, di chi abita la pancia del Paese. Cos capita, a me come a tanti in questi giorni di cresime e comunioni, di passare qualche ora con parenti e conoscenti, che non fanno parte di quel certo mondo di relazioni intessuto tra persone che condividono generalmente una determinata scala di valori, insomma quel brodo democratico da cui il mestolo trae sempre la medesima pietanza. Non varrebbe ovviamente la pena di parlare di questo minuscolo fatto personale, se questoccasione di scambio sociale non mi avesse rappresentato, quasi plasticamente, il paradigma su cui registrare levoluzione della cultura sociale diffusa sul tema dellimmigrazione e della convivenza civile nel nostro paese. Con sorpresa ho osservato che alcune di queste persone, non politicizzate e pur sensibili socialmente e umanamente, si sono espresse con forte fastidio nei confronti della figura ideal - tipica dellimmigrato. A nulla valevano fondate considerazioni storiche, statistiche, culturali, tutte valide e tutte inesorabilmente finite a naufragare contro gli scogli di una visione che aveva ormai assunto la solidit di un pregiudizio popolare, senza distinzioni. Lo scorno per non aver potuto affermare un diverso punto di vista, anchio ho le mie piccole ambizioni politiche, stato per pari alla sorpresa del giorno dopo, quando quelle stesse persone raccontavano con toni di autentica indignazione le vessazioni cui era stato sottoposto un povero immigrato pakistano, anziano e malmesso, da parte di feroci controllori dellATM, supposti leghisti. Partiti parenti e conoscenti, mi rimasto in tasca linterrogativo: come spiegare comportamenti tanto contraddittori, come motivare lalternanza emotiva che porta molti, anche nel campo democratico, a indossare opposte maschere sociali, quasi fossero nuovi Dr. Jekill e Mr. Hyde? In realt, mi sono via via convinto che le opposte rappresentazioni del sentimento verso gli immigrati non siano poi cos del tutto contraddittorie. A me pare che esse condividano, in parte almeno, e sia pure attraverso articolate e complesse mediazioni, una medesima premessa culturale, fondandosi entrambe sulla visione della figura dellimmigrato come ospite, un ospite bisognoso e tendenzialmente scomodo, cui volta a volta guardare con spirito di carit, di solidariet o di fastidio e repulsione, a seconda dei casi, delle situazioni e dellevoluzione delle cose. Il momento della solidariet verso il bisogno presuppone infatti per molti, anche inconsapevolmente, un sentimento quasi di superiorit sociale, ma anche spirituale, verso la persona sfortunata che ci si presenta dinnanzi, e intanto saremo disposti a praticarla nella misura in cui questa non determini una significativa privazione per noi: la visione del povero che tale per sfortuna o anche per sua colpa, e che desideroso di carit, cos come chi la dona desideroso di santit. Povero come persona cui fare del bene, ma che non ha diritto a pretendere, povero infine come persona cui dare qualcosa di nostro ma con juicio. Cos quando solidariet equivale a tagliare in due con la spada il proprio Mantello in una fredda notte invernale, non tutti, o meglio molto pochi, si sentono come S. Martino, figura eroica dello spirito di carit. E questo vale tanto pi quanto minori sono le risorse di cui si dispone e maggiori sono le pretese dei beneficiandi: a questo punto lospite diventa comunque scomodo perch toglie prestazioni sanitarie, posizioni in graduatoria per la casa, occupa spazi, riempie perfino di spezie puzzolenti laria netta del nostro cortile e cos via. E questo nonostante le buone intenzioni di partenza: le istanze solidaristiche mostrano cos un logoramento sempre pi insostenibile. Vi soluzione a una contraddizione cos impostata? S, e sempre S. Martino ci viene in aiuto. Narra la leggenda che il Mantello, prima generosamente con diviso, riapparve di nuovo integro alla mattina seguente, premio celeste per tanta generosit. Il Mantello che gli immigrati ci fanno ritrovare integro ogni mattina tessuto da milioni di ore di lavoro ed fatto di lavoro di fabbrica, lavoro di cura, lavoro agricolo, lavoro edile, attivit imprenditoriali, quasi sempre prestato in condizioni che non arduo definire di sfruttamento. Lavori essenziali per il funzionamento della nostra societ, ma che gli


italiani non intendono pi fare ed effettivamente non fanno. Contributo essenziale per la nostra societ, esercitato attraverso mansioni pericolose, umilianti, faticose, soprattutto poco o nulla riconosciute: si stima che attualmente il 10% circa del PIL italiano sia prodotto dal lavoro degli immigrati e vi sono molti dubbi, anzi certezze, che a essi non ritorni una quota adeguata. E allora il Lavoro che costituisce oggi il titolo maggiore e incontrastabile del diritto degli immigrati alla cittadinanza, alle prestazioni, alla condivisione equa insomma delle risorse che essi stessi concorrono a generare. Ed principalmente su questa base, ossia il riconoscimento del valore generato dal loro lavoro, che gli immigrati maturano un diritto specifico, diremmo originario in quanto non generato e non concesso da altri, alla redistribuzione della ricchezza, delle prestazioni dello Stato e del rispetto dei diritti, poich esattamente su questa premessa che scritto larticolo principale della nostra Carta: LItalia una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. (art. 1). In volgare, si potrebbe dire che Chi non lavora non mangia, e altrettanto allora si dovr dire che chi lavora mangia, chi lavora ha diritto proprio, non derivante da concessioni, alla propria fetta di ricchezza sociale. La sinistra, il PD, si sono attardati eccessivamente su di una visione

principalmente solidaristica, centrata principalmente sul riconoscimento dei bisogni e dei diritti degli immigrati come persone in difficolt. Rimettano al centro della propria azione una visione effettivamente autonoma rispetto a quella delle destre, che ricomponga nel mondo del lavoro la specifica posizione dellimmigrato, una visione centrata sul lavoro e sui diritti e sulla dignit che ne derivano. Riaffermino il valore del lavoro, non importa qui se dipendente o reso in altra forma, come principale fattore di sviluppo sociale di unificazione delle mille specificit che attraversano la nostra societ, come fondamento di un rinnovato patto nazionale di cittadinanza cui possano accedere quanti contribuiscono a fare la ricchezza del nostro Paese.

Mobilit IL TUNNEL DI MILANO E LA MOBILIT PER LEXP Maurizio Mottini


Laggiornamento dei costi e delle opere per la mobilit, articolate per voci definite essenziali, connesse, necessarie (anche se non incluse nel dossier di candidatura per lExp 2015), stato fatto al Tavolo regionale del 23 febbraio scorso. Il totale di 25 miliardi di di cui 12.066 milioni finanziati (ma di questi finanziamenti ben 7.277 milioni riguardano le tre strade storiche finalmente al decollo: BreBeMi, Pedemontana e Tangenziale Est Milano: utilissime ma scarsamente connesse al sito dellExp). Le opere stradali, tolte le tre opere citate, hanno un costo previsto di 4.675 milioni e allinterno di questa cifra troviamo il tunnel di Milano per 1.493 milioni che incide per il 32%. E ben vero che la tabella reca unannotazione illuminante opera, non in ordine di priorit, con studi di fattibilit in corso per i quali si stanno verificando alternative di tracciato. Tuttavia lopera indicata nella tabella di quelle definite necessarie, anche se non incluse nel dossier di candidatura per lExp. Nella tabella si precisa altres che i privati (vale a dire i proponenti) si assumerebbero lonere di 693 milioni mentre i restanti 800 milioni dovrebbero essere reperiti da parte del Comune di Milano. E bene ricordare che questopera si aggira da tempo nelle stanze del Comune e che a suo tempo lallora Sindaco Albertini ebbe a scrivere su documenti istruttori che si poteva prendere in considerazione a patto che non ci fossero oneri per il Comune. Tuttavia oggi, sia pure con cautela, lopera compare nella tabella e compare pure la necessit di 800 milioni che il Comune dovrebbe procurare. Questi sono i fatti. Ma proprio utile, necessario, opportuno fare questo "Tunnel? Circa lutilit, la risposta pu essere netta. No. Un tunnel, a differenza di una metropolitana, abbisogna per le uscite di grandi spazi richiesti per le rampe dingresso e di uscita. con pendenze non superiori al 10%. Spazi che nella citt costruita di fatto non esistono se si escludono i giardini pubblici di Porta Venezia. La necessit? Neppure. Non risolverebbe alcun serio problema se non quello cervellotico di andare dallo svincolo di Fiorenza a Linate in un unico tunnel, e quindi per unutenza estremamente limitata. Quanto allopportunit di fare unopera simile difficile trovare un argomento a favore, mentre tra quelli sfavorevoli c solo limbarazzo della scelta. Largomento a favore, indicato dal prof. Ponti nel primo numero di Arcipelago, che unopera stradale sotterranea costa poco rispetto a una metropolitana anche come esercizio, non tiene conto dei costi fissi e desercizio degli automezzi privati che la percorrono,


dellinopportunit di favorire ulteriormente luso del mezzo privato in un contesto gi congestionatissimo, e infine dellinquinamento indotto. Insomma lopera non opportuna, non utile e non necessaria. Quei 693 milioni che i privati vorrebbero investire (per recuperarli con pedaggi) bene che vengano dirottati altrove, magari in imprese innovative. E quanto agli 800 milioni che si chiederebbero al Co-

mune, questi farebbe bene a trovarli ma per investirli in opere del trasporto su ferro, fossero anche solo metrotranvie, certamente pi utili, pi necessarie e pi opportune.

Sanit DOVE VA LOSPEDALE Claudio Rugarli


Quando ero un giovane medico, assistente volontario allIstituto di Patologia Medica dellUniversit di Milano, allora al padiglione Sacco del Policlinico, i ricoveri dei pazienti duravano in genere tra uno e due mesi e, in alcuni casi, anche di pi. Gli ammalati erano ammassati in camerate nelle quali le condizioni di vita mi parevano orribili e tuttavia, per lo pi non si lamentavano e anzi mostravano di gradire i ricoveri lunghi. Questo dipendeva dalle condizioni sociali dellItalia di allora, nella quale abbondavano i poveretti che nellospedale vivevano meglio che a casa loro, mangiavano un cibo migliore, erano accuditi e assisti. Oggi le cose sono radicalmente cambiate, gli ospedali sono diventati dei luoghi molto meglio vivibili, listituzione cambiata da opera di carit in struttura tecnica in grado di somministrare gli accertamenti clinici e le terapie migliori. E questo un frutto del mutamento della situazione sociale del nostro paese del quale non possiamo che rallegrarci. Oggi i ricoveri brevi sono preferiti da tutti, ma non esistono pi problemi? Purtroppo ci sono problemi di altro tipo che cercher di spiegare proprio partendo dalla durata dei ricoveri e considerando il costo dellassistenza ospedaliera. Fino al 1996 il Sistema Sanitario Nazionale, attraverso le Regioni, pagava le degenze in base a una quota giornaliera, esattamente come in un albergo. Dal punto di vista della remunerazione dellospedale un ricovero lungo era pi vantaggioso di uno breve, perch divenivano numerosi i giorni nei quali non venivano eseguite indagini cliniche o trattamenti costosi. Comprimere questi in un periodo pi breve significava non solo perdere il beneficio delle giornate vuote, ma anche spendere di pi per organizzare un pi rapido funzionamento dei servizi diagnostici e terapeutici. Certamente cerano delle trattative e dei controlli delle Regioni, ma il sistema era certamente difettoso. Bisognava perci cambiarlo e fu cambiato nel 1996. Il sistema attuale, ispirato alle esperienze delle assicurazioni americane detto dei DRG, acronimo che sta per Diagnosis Related Groups, e stabilisce che, per ogni data diagnosi sia fissata una remunerazione, indipendentemente dalla durata del ricovero. E chiaro allora che gli ospedali, a parit di diagnosi, avrebbero avuto interesse a fare ricoveri brevi per aumentare il numero di casi clinici per i quali avrebbero avuto la remunerazione dipendente dal DRG. Questo avrebbe dovuto portare a un aumento del numero di pazienti che venivano a occupare un singolo letto ospedaliero e a una migliore programmazione di tutto il sistema dellassistenza ospedaliera. In teoria un buon sistema e tuttavia sono emersi dei problemi. Prima di spiegare quali vorrei fare unosservazione. Penso che esista una fondamentale differenza tra le assicurazioni americane che pagano i ricoveri ospedalieri ai loro iscritti e il Sistema Sanitario Nazionale Italiano. Le assicurazioni, se vedono che spendono troppo, possono aumentare i premi versati dai loro assicurati o anche rescindere i contratti, in questo modo calmierando i costi dei ricoveri ospedalieri. Il Sistema Sanitario Nazionale Italiano, fatto del quale dobbiamo essere felici e orgogliosi, deve invece assicurare a tutti lassistenza medica necessaria anche quando richiede un ricovero ospedaliero. Ebbene, la remunerazione in base al sistema dei DGR stabilita tenendo anche conto del costo dei procedimenti diagnostici (pi costosi se sono invasivi) e terapeutici (pi costosi se sono chirurgici piuttosto che medici). E, siccome a procedimenti pi costosi corrispondono remunerazioni pi elevate, questo costituisce una motivazione per gli ospedali a preferire i procedimenti diagnostici invasivi e i trattamenti chirurgici, provocando una distorsione delle decisioni mediche. Recentemente, sulla terza rete della TV della Rai Milena Gabanelli ha affrontato questo problema, dando limpressione che questo sia un problema della sola sanit privata. Io penso che il problema esista anche per la sanit pubblica. Certo, si pu obiettare che i medici agiscono di regola secondo coscienza e che casi, come quello che recentemente ha investito la chirurgia toracica della Clinica Santa Rita, sono eccezioni, ma la distorsione resta. Questo un argomento sul quale ci sarebbe molto da dire, ma a me basta farne cenno.

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Ma esistono anche altri problemi. Pi in generale si pu dire che questo dei DRG solo uno dei casi nei quali, con le migliori intenzioni di favorire lefficienza e leconomicit del sistema sanitario, si possono creare dei disagi a un buon esercizio delle prestazioni ospedaliere. Ne menzioner solamente altri due tra di loro correlati, la riduzione delle strutture di Medicina Generale e la difficolt, almeno in Lombardia, a effettuare ricoveri elettivi. Lavanzamento tecnologico della medicina moderna e la crescente complessit del sapere medico hanno promosso la crescita di strutture ospedaliere specialistiche. Uno sviluppo logico e razionale se non fosse che avvenuto a spese delle strutture di medicina e chirurgia generale. Io parlo della medicina, che il settore del quale ho diretta esperienza e debbo dire che le strutture di Medicina Generale sono quelle che debbono fronteggiare le patologie pi urgenti (come in corso di epide mie dinfluenza con abbondanza di polmoniti) e i casi di pi incerta diagnosi. Questo ha portato a una crescente difficolt a ricoverare tutti i pazienti che ne fanno richiesta e a unobiettiva carenza di posti letto, soprattutto negli ospedali di maggiore prestigio, come sono quelli universitari o alcuni grandi complessi anche non universitari. La Regione Lombardia ha percepito questo problema e ha stabilito che i ricoveri nei reparti di medicina generale debbano avvenire ed essere proseguiti solamente in condizioni di urgenza o di gravit delle condizioni morbose. Questo ha reso per molto difficile, per non dire impossibile, effettuare i ricoveri elettivi, intendendo per tali quelli che riguardano pazienti con situazioni complesse che richiedono un accertamento o un perfezionamento della diagnosi e unesecuzione della terapia grazie a una serie di esami e di osservazioni attuabili adeguatamente solo

in ambiente ospedaliero. La risposta potrebbe essere che lo stesso potrebbe essere fatto in regime di day-hospital, ma lorganizzazione di questo richiede personale e strutture che non sono ovunque disponibili. E poi la Lombardia meta di numerosi pazienti provenienti da altre regioni che non potrebbero essere gestiti in regime di day-hospitale. E infine, per un milanese o abitante dellhinterland, residente molto lontano dallospedale di riferimento, le cose sarebbero poi tanto diverse? Purtroppo questa una grossa difficolt che non risolta e che penalizza soprattutto gli ospedali universitari dove i casi complessi sono importanti per addestrare alle difficolt diagnostiche e terapeutiche i futuri medici. Ma non c da stupirsi di tutto questo perch non si tratta che del riflesso di una carenza culturale, che una conoscenza inadeguata dei rapporti tra medicina interna e medicina specialistica.

LE RUBRICHE

MUSICA
Questa rubrica a cura di Paolo Viola

LE SCUOLE DI MUSICA A MILANO


Tutti sanno che a Milano esiste un Conservatorio, intitolato a Giuseppe Verdi, non solo perch in luogo centrale, d il nome a una bella via e si trova nel chiostro di quel grande capolavoro che la Chiesa della Passione, ma anche per le sue sale la grande sala Verdi e la pi piccola sala Puccini dove si svolgono concerti pubblici praticamente tutti i giorni. Ma non molti sanno che a Milano esistono altre scuole di musica, di grandissima importanza e rinomanza, alle quali accedono studenti da tutti le parti del mondo e fra queste due in particolare che si chiamano rispettivamente Accademia Internazionale della Musica e Accademia del Teatro alla Scala. guardanti la musica - consultabile anche on-line. Sopratutto, a beneficio degli allievi degli ultimi anni, ha una propria Orchestra Sinfonica e una importante collezione di strumenti antichi. Chiunque frequenti la musica classica a Milano non pu prescindere dalla presenza di questa grande e magnifica istituzione. LAccademia Internazionale della Musica, inserita nella Fondazione Scuole Civiche di Milano, ha alle spalle una storia lunga 150 anni (nasce nel 1862 come Civica Scuola di Musica per formare sopratutto strumentisti e coristi), e ha

Proviamo a districarci fra queste tre scuole, che possiamo considerare le principali, per capirne similitudini e differenze. Il Conservatorio un liceo (musicale) ed una Universit, con il suo triennio di primo livello, il biennio di secondo livello (la cosiddetta laurea magistrale) e i successivi master. Ha una magnifica biblioteca in cui conserva oltre 500.000 unit bibliografiche - di cui 50.000 manoscritti e 30.000 volumi ri-

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ora la sua sede nella storica Villa Simonetta di via Stilicone; articolata in cinque Istituti, rispettivamente specializzati in Musica antica, Musica classica, Ricerca musicale, Jazz e Cori. A disposizione dei suoi allievi vi sono ben 160 docenti, in massima parte insegnanti di strumenti musicali antichi e moderni, ma anche di musica dinsieme e di cori. L Accademia del Teatro alla Scala una Fondazione di diritto privato, nata nel 2001 da una costola - ricca di tradizione - del grande Teatro per il quale forma una inverosimile quantit di artisti e specialisti, ed ha sede in via Santa Marta con una sezione distaccata dedicata al ballo - una scuola che nasce nel 1813! - in via Campo Lodigiano. Ai corsi dellAccademia ci si iscrive per selezioni ed oggi si contano quasi 600 allievi con circa 200 docenti. E articolata in quattro sezioni, rispettivamente Musica, Danza, Palcoscenico-Laboratori e Management; questultima sezione, di recente costituzione, ha avviato un corso in Autoimprenditorialit musicale per diffondere la promozione autonoma dei musicisti, e sopratutto un Master in Management per lo Spettacolo in collaborazione con lo SDA scuola di direzione aziendale dellUniversit Bocconi e con la Scuola di Teatro del Piccolo Teatro. Particolarmente interessante la sezione Palcoscenico-Laboratori dedicata alla preparazione professionale di scenografi, costumisti, sarti, macchinisti, meccanici, truccatori, parrucchieri, fotografi di

scena, tecnici audio, digital set designer, ecc. che trovano poi lavoro in tutti i teatri del mondo. A Milano dunque non solo concerti ed opere, per un pubblico per fortuna sempre pi vasto, ma anche un sistema scolastico articolato e complesso che, partendo da tradizioni profondamente radicate nella citt (non dimentichiamo che per secoli Milano stata una delle importanti capitali europee e in certi momenti addirittura la pi importante per la grande musica) oggi prepara artisti, tecnici, manager, specialisti in ogni ramo dello spettacolo musicale, proiettandoli nella modernit e nellavanguardia.

19 maggio

TEATRO
Questa rubrica curata da Maria Laura Bianchi

UOVO PERFORMING ARTS FESTIVAL


Uovo un festival internazionale che presenta le espressioni pi innovative delle performing arts, privilegiando artisti che promuovono un approccio indisciplinare e indisciplinato alla creazione artistica. Ledizione 2009 della manifestazione si sviluppa attorno alle suggestioni dello sguardo, della scoperta. In linea con le passate edizioni, Uovo unisce ospitalit prestigiose come la Socetas Raffaello Sanzio/Romeo Castellucci, che torna a Uovo con linstallazione Paradiso, la compagnia inglese Lone Twin Theatre per la prima volta in Italia con lo spettacolo Daniel Hit By A Train, Jrme Bel, con la prima italiana del nuovo lavoro A spectator, Mammalian Diving Reflex con linsolito taglio di capelli e i giovani talenti italiani Pathosformel, vincitore del premio Ubu 2008, Francesca Grilli, Plumes dans la tte, Demetrio Castellucci/Black Fanfare.Uno degli elementi di novit il primo episodio del progetto Uovo 0_11, non una sezione del festival ma un percorso di avvicinamento allesperienza performativa contemporanea dedicato ai pi giovani. I bambini sono qui protagonisti nella duplice veste di spettatori e performer. Linfanzia diventa la lente dingrandimento attraverso cui leggere alcuni aspetti oggi centrali della societ come il rischio, il cambiamento, la speranza, la fiducia, la responsabilit, il potere.

Il 20 maggio allAlcatraz, nellambito del festival Indeepandance, Claudio Sinatti e Demetrio Castellucci/Black Fanfare presentano in prima italiana Rhomboide, performance multimediale prodotta da Uovo e dal Kaaithea-

ter di Bruxelles, dove la produzione ha debuttato a febbraio 09 nellambito del festival internazionale Performatik. Nel centenario della nascita del Futurismo, Uovo presenta e firma una produzione che rielabora in chiave contempo-

ranea lestetica e la poetica dellavanguardia capeggiata da Tommaso Marinetti. Il primo episodio del progetto Uovo 0_11 si svolge dal 22 al 24 maggio, grazie alla collaborazio-

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ne con il Teatro Franco Parenti che ospita liniziativa. Il 22 maggio la giovane artista Francesca Grilli presenta due sue recenti produzioni: la performance La terza conversazione e la videoinstallazione La quarta conversazione. Uno spiazzante e affascinante progetto articolato in pi episodi che coinvolge performer sordomuti, qui reinterpretato per la prima volta anche per un pubblico di bambini. Una ricerca tra la dimensione ordinaria e fantastica della realt. Il 22 maggio Kinkaleri sar presente a Uovo con la performance Pinocchio e il 23 maggio con un laboratorio per bambini. Un progetto che si sviluppa a partire dal racconto di Collodi e disegna una serie di percorsi immaginari che si intersecano secondo logiche impreviste. Il 23 maggio un nuovo capitolo della creazione di Virglio Sieni Uno sguardo che si concede al corpo, lavoro che si inscrive nel percorso dellAccademia sullarte del gesto, fondata e diretta dal coreografo fiorentino con lo scopo di porsi come contesto inedito di formazione, di studio e creazione artistica. Uno sguardo che si concede al corpo parte dalla visione della Deposizione di Jacopo Pontormo per sviluppare unindagine sul corpo e sulla sua capacit di relazionarsi ad elementi esterni. Il 23 maggio verr inoltre proiettato Adamo ed Eva di Virgilio Sieni, documentario della serie Danza in scena di Francesca Pedroni e Maria Mauti, prodotto da Classica tv in onda su Sky. Lo stesso giorno, Claudio Sinatti, uno dei maggiori artisti multimediali italiani, condurr Mostronica, laboratorio interattivo per e con i bambini dedicato alle nuove tecnologie digitali e al live media. Il 24 maggio, presso il salone 3.14 parrucchieri e con la collaborazione di Orea Mali, in chiusura del progetto Uovo 0_11, il festival ospita la pluripremiata compagnia canadese Mammalian Diving Reflex con Haircuts by Children, una curiosa e divertente performance sull'emancipazione dei bambini e sulla loro responsabilit. Bambini-parrucchieri armati di forbici inviteranno gli spettatori a mettersi in gioco confrontandosi col rischio, la fiducia e il potere

nelle nuove generazioni. Incontri con gli artisti sono previsti durante le giornate del festival.

Fino al 24 maggio Luoghi: Alcatraz via Valtellina 21/27; DiDstudio via Procaccini 4 c/o La Fabbrica del Vapore; La Triennale di Milano viale Alemagna 6; O via Pastrengo 12; Teatro Franco Parenti via Pier Lombardo 14; Teatro Out Off via Mac Mahon 16; Teatro Versace piazza Vetra; 3.14 parrucchieri via Ozanam 8.

Biglietti: Uovo Card 35 euro (27 euro per studenti, t friends, soci centri culturali stranieri) compresa prevendita. La Uovo card d diritto allingresso a tutti gli spettacoli (a eccezione di Figure e Haircuts by Children) previa prenotazione e fino a esaurimento posti. Info: 348.80.39.149; ject uovoproject.it; skype: uovopro-

ANGELS IN AMERICA
Questo bestseller del teatro americano, che ha fatto incetta di premi sia al suo debutto teatrale che nella versione televisiva guidata da Al Pacino, ha portato fortuna anche ai registi e alla compagnia dellElfo. Con la prima parte, Si avvicina il millennio, (debuttata al Teatro delle Passioni di Modena il 2 maggio 2007) Elio De Capitani e Ferdinando Bruni hanno ottenuto nel 2007 il Premio ANCT (Associazione Critici di Teatro) e due Premi Ubu e nel 2008 il Premio Hystrio alla regia e due Premi ETI-Gli Olimpici del Teatro, come miglior regia e miglior spettacolo di prosa. La seconda parte, Perestroika, debutter nellottobre 2009 al Festival Vie, Scena contemporanea, coprodotta anchessa da Teatridithalia ed Emilia Romagna Teatro Fondazione. Il sottotitolo esplicito, fantasia gay su temi nazionali, non sintetizza tutta la ricchezza di questa saga provocatoria e commovente: lautore affronta di petto il tema dellidentit, ma non per esaurirlo sotto il profilo sessuale, bens per sondarne in profondit tutte le componenti, razziali, religiose e culturali, e per dipingere un mondo nel quale gli esseri umani faticano disperatamente a riconoscersi e accettarsi con consapevolezza e dignit. Il testo racconta le vicende sentimentali e i conflitti di due coppie: la relazione gay tra Prior Walter, malato di AIDS, e Louis Ironson e il matrimonio fra l'avvocato mormone Joe Pitt e Harper, giovane moglie depressa; le loro storie sintrecciano a quelle dellavvocato Roy Cohn, perverso faccendiere, e di Belize, infermiere professionale ed ex travestito. Sono tutti rappresentanti del melting pot della Grande Mela, emblemi attuali e universali di unumanit dolente. Lo scenografo Carlo Sala ha creato uno spazio ampio e semivuoto, fatto di nude mura di mattoni chiari dove vengono introdotti pochi elementi

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essenziali, luogo ideale per le immagini video di Francesco Frongia, capaci di trasformare la scena ora nello skyline di Central Park, ora nel panorama di Salt Lake City, nei cumuli di ghiaccio dellAntartico, in bilico tra realt e allucinazioni mentali. Il cast guidato da Elio De Capitani, Premio Ubu 2007 come attore non protagonista per il ruolo di Roy Cohn, personaggio storico, pupillo del senatore MacCarthy che scaten la caccia ai comunisti nel dopoguerra. Insieme a lui Ida Marinelli e Cristina Crippa, che si moltiplicano in diversi ruoli, e un gruppo affiatato di attori tra i trenta e i quarantanni: Edoardo Ribatto, Umberto Petranca vincitore dellUbu come attore under 30, Elena Russo Arman, Cristian Maria Giammarini e Fabrizio Mattei-

ni.

Fino al 24 maggio Teatro dellElfo, via Ciro Menotti, 11 Orario: 20.30 (domenica alle 16) Info e prenotazioni: 02.71.67.91

BOLLYWOOD THE SHOW!


Bollywood The Show! lo straordinario spettacolo indiano di musica e danza. Applaudita da oltre 500.000 spettatori, lo show di Bollywood di maggior successo internazionale che porta in scena una grande compagnia composta da ballerini e attori, pi di 1.000 costumi, 30.000 luci a led. Un vero e proprio evento teatrale che riprende i motivi, le coreografie e le pi fortunate colonne sonore di 80 anni di storia cinematografica indiana in un mlange suggestivo di danza, teatro, musical e film. Gli spettacolari contrasti tra la tradizione indiana e laffascinante mondo del cinema vengono ricomposti allinterno di una tipica storia damore bollywoodiana. La trama, ispirata alla realt, si basa sulla saga familiare di una delle pi famose dinastie cinematografiche indiane, la famiglia Merchant. Le scene di danza dello show sono state create proprio da Vaibhavi Merchant, coreografa di grande successo nonch la pi giovane della famiglia Merchant. Lartista, premiata con lOscar indiano, ha per altro firmato le coreografie per i balletti del film candidato allOscar Lagaan. La musica di Bollywood The Show! stata composta e arrangiata da Salim e Sulaiman Merchant, che sono tra i pi grandi compositori di colonne sonore cinematografiche della nuova generazione di Bollywood. Sono loro che hanno firmato le musiche del film campione dincassi Dhoom, e per questo spettacolo hanno realizzato un mix congeniale di ritmi tradizionali e delle pi celebri hit musicali del cinema bollywoodiano. Le produzioni cinematografiche di Bollywood appassionano ora un pubblico di milioni di persone anche in occidente. Il loro fascino cos speciale risiede nellesotismo: le storie damore vengono inserite nellaffascinante tradizione indiana, in suoni e danze insoliti per il pubblico occidentale. Con questo concetto di successo lo spettacolo conduce il pubblico in un viaggio emozionante ricco di immagini me ravigliose, musica incantevole e danze inebrianti che spaziano dal tradizionale Kathak fino al pi moderno hip hop, il tutto accompagnato dallinconfondibile stile di danza bollywoodiano. Lo spettacolo stato accolto con entusiasmo in quattro continenti: Australia, Asia, Europa e Africa. La tourne ha fatto tappa nelle citt pi importanti: Berlino, Zurigo, Londra, Johannesburg, Sidney, Barcellona, Anversa e Amsterdam (solo per citarne alcune). Per la nuova tourne Vaibhavi e sua sorella Shruti Merchant hanno integrato nello show le ultime hit tratte dai nuovi campioni dincasso di Bollywood e stanno provando le nuove mosse di danza con la loro compagnia.

Fino al 24 maggio Teatro degli Arcimboldi, viale dellInnovazione 20 Orario: 21 (domenica alle 16) Info e prenotazioni: 02.64.11.42.212

STRANIERI
Ancora una volta Marco Martinelli e il suo Teatro delle Albe saranno protagonisti sul palco del CRT Teatro dellArte. Il successo di Salmagundi del 2005 ancora vivo nella memoria degli spettatori milanesi che non mancheranno ora di apprezzare Stranieri, il nuovo lavoro della compagnia romagnola che dopo aver debuttato nellottobre 2008 sta girando le maggiori piazze italiane. Un

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nuovo approdo alla drammaturgia contemporanea per il Teatro delle Albe che, dopo l'urticante Sterminio di Werner Schwab (vincitore di 4 Premi Ubu 2007, tra i quali miglior regia a Marco Martinelli migliore attrice a Ermanna Montanari), si rivolge alla scrittura a nervi scoperti del genio sregolato della drammaturgia italiana, Antonio Tarantino. Un cortocircuito tra la visionariet tragicomica delle Albe e questo testo mai rappresentato, ritratto impietoso della paura dellaltro come malattia intima e sociale, delirio estremo in bilico tra il reale e lincubo. Stranieri dipinge un uomo solo e molto malato, chiuso nel suo ricco appartamento nellalta Italia come in un bunker, carico di ossessioni e rancori che trasformano il quotidiano in uno stato psichico febbrile. Qualcuno bussa continuamente alla sua porta: non possono che essere gli stranieri, gli immigrati, e luomo scaglia la sua invettiva contro quei pericolosi individui che a tutti I costi vogliono entrare. Un quadro a tinte cupe e grottesche, a cui danno carne Luigi Dadina (il solitario monologante), insieme a Ermanna Montanari e Alessandro Renda

(la moglie e il figlio defunti), gli stranieri, appunto, che bussano alla sua porta. Dal 19 al 20 maggio; dal 22 al 24 maggio; dal 26 al 31 maggio CRT Teatro dellArte, viale Alemagna 6 Orario: 20.45 (domenica alle 16) Info e prenotazioni: 02.89.01.16.44 SPETTACOLO PER 30 SPETTATORI: OBBLIGATORIA LA PRENOTAZIONE

LA CIMICE
Proseguono al Piccolo Teatro di Milano le repliche de La cimice di Vladimir Majakovskij, con la regia di Serena Sinigaglia, la traduzione e ladattamento di Fausto Malcovati e della stessa Sinigaglia. La cimice, scrisse Majakovskij, la variante teatrale di quellar-gomento fondamentale al quale ho dedicato versi e poemi: la lotta contro il piccoloborghese. Un testo importante e con molti spunti di attualit, poco presente sulle scene italiane: loperaio Prisypkin, preso dallambizione di avere una vita migliore, lascia loperaia Zoja, che lo ama e che per lui tenta il suicidio, e si fidanza con Elzevira, di professione cassiera, figlia di piccolo-borghesi. Si sposano e durante il banchetto nuziale, che finisce in una sbornia collettiva, scoppia un incendio. Vi perdono la vita tutti, tranne Prisypkin, che rimane ibernato da-lacqua gelida degli idranti. Dopo cinquantanni la commedia venne rappresentata per la prima volta nel 1929 nella nuova societ comunista che si nel frattempo realizzata, certi comportamenti individuali, egoistici, propri di un mondo diviso in classi e dominato da interessi privati sono ormai superati e vengono considerati come antiche malattie. Prisypkin viene rinvenuto nel suo blocco di ghiaccio e fatto scongelare per essere esaminato: gli si trova addosso una cimice che viene catturata e isolata nello zoo. Nonostante il controllo degli scienziati, ben presto i germi della malattia nota come borghesia ancora attivi nel corpo di Prisypkin si diffondono provocando inaudite manifestazioni. Alla fine i due parassiti, il borghesius vulgaris Prisypkin e il cimex normalis vengono rinchiusi nello zoo per essere mostrati alla folla attonita Penso che Majakovskij non sia stato solo un uomo di teatro ma uno di quegli artisti completi di cui oggi, soprattutto in Italia, sentiamo molto la mancanza, spiega Serena Sinigaglia. Chi fa teatro non fa cinema, chi lavora nel cinema non dipinge Majakovskij aveva talento per tutto: faceva cinema, era attore, scriveva per il teatro, disegnava manifesti, costumi e scenografie. Soprattutto, come molti altri della sua generazione, era un poeta. Un poeta nel senso pasoliniano del termine, quella figura che, in una forma di religiosit laica, il vero profeta di una societ. Ma siccome lessere umano spesso non allaltezza del proprio compito, aggiunge la regista, chi sa guardare avanti - il poeta - e vorrebbe volare in alto, finisce sempre per schiantarsi tragicamente. In scena un eccellente cast di attori che comprende, tra i protagonisti, anche Paolo Rossi e Massimo De Francovich. Fino al 24 maggio Piccolo Teatro Strehler, largo Greppi 1 Orari: marted e sabato alle 19.30; luned, mercoled, gioved e venerd alle 20.30; domenica alle 16. Luned 18 maggio: riposo Info e prenotazioni: 848.800.304

Antonio e Cleopatra alle corse


Un uomo e una donna drogati dal gioco si tormentano, si amano e si divertono. Un gioco di coppia che mescola vita, amore, scommesse. Una storia tragicomica, insolita e appassionante per il nuovo spettacolo di Andre Ruth Shammah. Un marito e una moglie, ai giorni nostri, in una qualsiasi nostra citt, lui senza soldi, lei senza sole, che si chiamano Bambino e Bambina. Lei ha una malattia rara, non pu esporsi alla luce. Vivono in uno spazio travestito da sala corse, immersi nel gioco e perdono senza tregua. Lui vincerebbe ma non punta mai. Lei gioca sempre cavalli perdenti. Lui vaga di bar in bar, ruba noccioline e torna ogni

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volta da lei con storie e immagini della vita di fuori. Ricordano, scherzano, si insultano, ballano, si cercano, si respingono, si fanno domande, non si rispondono. Come in una danza ritmata dalla voce surreale di un commentatore ippico, tenerezza, ironia, crudelt si intrecciano e sovrappongono alla ricerca di una via di salvezza, per sottrarsi alla minaccia della fine. Dal 12 al 28 maggio

Teatro Franco Parenti, via Pier Lombardo 14 Orario: 20.30 (gioved alle 18.30, domenica alle 16) Info e prenotazioni: 02.59.99.52.06

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